Angie

di Bri2k04
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Everywhere I look I see your eyes ***
Capitolo 2: *** There ain't a woman that comes close to you ***



Capitolo 1
*** Everywhere I look I see your eyes ***


PICCOLA AVVERTENZA: in questa AU è descritta - pensavo di non doverlo mai dire - una scena lievemente erotica tra due uomini. Non aspettatevi chissà cosa perché è la prima scena di questo genere che scrivo, ed ho preferito concentrarmi più sul loro rapporto che al puro e semplice atto sessuale, ma dato che potrebbe darvi fastidio vi avviso prima.

Mick e David erano una cosa sola, quella notte. Non fu una cosa improvvisa, una scappatella che entrambi si potessero permettere. Non era uno di quei rapporti a cui si abbandonavano spesso i due, non si trattava di un divertimento. Il loro era un vero e proprio legame, anche se nessuno dei due lo comprendeva appieno, questo.

"Sei serio? Hai chiamato una canzone con il nome della moglie del tuo amante?", chiese divertito il biondo. Si trovava sopra Mick, e lo stava guardando con sguardo famelico, assolutamente attratto da quell'uomo dai capelli castani e dagli occhi irresistibili.

L'altro, con un gesto secco, si spostò lateralmente, scambiando le posizioni e trovandosi a cavalcioni sul petto pallido di David. Si stupiva sempre della sua carnagione estremamente pallida, ed amava passare le labbra su di essa. "Ho chiamato una canzone con il nome della moglie del mio ragazzo.", lo corresse lui, con un sorrisetto.

Si sporse in avanti, cercando di baciarlo, ma l'altro negò al castano quel contatto, con il sorriso sempre presente sul volto. "È la stessa cosa.", aveva ribattuto, continuando a guardarlo.

Mick si trovò costretto a deglutire di fronte ai suoi occhi che, come al solito, erano il suo punto debole. Quella pupilla più dilatata dell'altra, quello sguardo magnetico che sempre gli rivolgeva erano diventati ormai una droga per lui. "No, è diverso. Perché tu sei il mio ragazzo, non uno dei miei amanti.", disse, chinandosi dolcemente sul biondo per ottenere finalmente le tanto agognate labbra.

Ribaltarono ancora una volta le posizioni, i petti nudi a contatto ed un'espressione soddisfatta sul volto di entrambi. Il castano ansimava, e delle goccioline di sudore dovute al caldo e all'eccitazione gli imperlavano il corpo. Ma mai si sarebbe divincolato dalla stretta possessiva e piena di amore - un amore non tanto inconsapevole - dell'altro. "Ah, e allora tu avresti degli amanti, mh?", gli chiese il cantante, ridendo internamente dell'espressione sperduta che aveva acquisito Mick.
Ma questo si riprese velocemente dall'allusione dell'uomo che si trovava sopra di lui e lo teneva fermo contro il letto. "Potrebbe darsi.", rispose, sfidandolo con lo sguardo.

Negli occhi di David passò un lampo di gelosia, lampo che subito si trasformò in tempesta. Tempesta che invischiò irrimediabilmente il castano. Portò il busto in avanti, chinandosi sopra di lui e baciandogli possessivamente le labbra. In quel momento sembrò veramente incazzato, e lo dimostrò con i suoi gesti. Con le mani strinse le spalle di Mick, facendo provare a questi un brivido di piacere indescrivibile, e portò le ginocchia leggermente più indietro, permettendogli di sovrastare completamente l'altro.

Dalle labbra passò rapidamente alla mandibola, e poi al collo, facendo stringere le dita del castano sulle coperte quando iniziò ad alternare i baci a dei piccoli morsi. Con la lingua disegnava dei cerchi sulla pelle pallida di Mick, provocandogli dei brividi lungo tutta la schiena. "Sei mio, soltanto mio. E questo, ogni amante, ogni disinibita Angie che ti capiti nel letto lo deve capire. Sei mio, cazzo.", mormorò ad un certo punto, staccandosi dalla pelle ormai arrossata del leader dei Rolling Stones.

Il destinatario di quelle parole già ansimava sotto il respiro del biondo, succube dei suoi sospiri spezzati dall'eccitazione. Lo guardava, lo avrebbe sempre guardato, e non pensò nemmeno per un attimo di sottrarsi al biondo. David era seduto su di lui, e Mick era pienamente consapevole di trovarsi in una posizione di svantaggio rispetto al cantante. Si sentiva protetto ed attaccato allo stesso tempo, ed amava quella sensazione di essere in bilico tra le due cose.

"Mio, chiaro?", chiese un'altra volta il biondo. Sembrava desideroso di una risposta, e Mick si divertiva nel non accontentarlo. Si trattava di un gioco, un gioco che divertiva entrambi. Tutta la loro relazione era un gioco, in fondo, nel quale entrambi volevano avere il predominio sull'altro.

"Non so, sai, quell'Angie...", mormorò lui, in attesa della reazione di Bowie.

L'altro ringhiò, chinandosi nuovamente sul castano per esplorare il suo petto con le labbra. Gli accarezzò i pettorali leggermente definiti, la forma perfetta delle sue spalle, soffiò sui suoi capezzoli, facendo rabbrividire Mick. "Quell'Angie se la vedrà con me.", mormorò, baciandogli possessivamente l'incavo del collo.

L'altro non riuscì a reprimere un gemito quando i denti di David entrarono a contatto con la sua pelle, lasciandogli un segno rosso. "Sei... Dio, sei perfetto.", disse quando il biondo praticamente si sdraiò su di lui, appoggiando parte del suo peso sul corpo dell'altro.

"E Angie, mh?", gli chiese, con uno sguardo di fuoco.

Il castano non riuscì a non sorridere mentre cercava le labbra di David, labbra che trovò senza alcun problema. "Angie...", riuscì a mormorare prima che l'altro irrompesse con la lingua fra le sue labbra, violando la sua bocca che tentava di uccidere il biondo tentandolo continuamente.

Il bacio non si interruppe subito: le loro lingue si intrecciarono perfettamente, le loro labbra continuavano ad aprirsi e chiudersi per guadagnarsi sempre un pezzetto in più rispetto all'altro. La loro era una lotta al potere, una guerra che non cessava di essere in atto neanche in quel momento. Mick si sentiva bene, si sentiva veramente bene fra le braccia nemmeno poi tanto esili di Bowie.

Aprirono gli occhi nello stesso momento, staccando le loro labbra ma senza staccarsi tra di loro. David appoggiò la testa sul petto dell'uomo più anziano di lui di cinque anni, ammettendo a se stesso che anche lui si sentiva bene con il castano.
"Mick...", sussurrò a quel punto.

L'altro iniziò ad accarezzargli i capelli, provando un senso di pace che nemmeno mentre cantava era così forte in lui. "Dimmi."

"E se ti dicessi che mi sono innamorato di te?"

Mick represse un risolino. "Ti direi che sei pazzo.", rispose.

Non si stavano guardando negli occhi: il petto del castano offriva un riparo troppo comodo per David. "Mi sono innamorato di te, Mick.", replicò il biondo, mormorando.

Nessuno voleva alzare la voce, nessuno desiderava spezzare quell'atmosfera quasi incantata che si era creata. "Nonostante abbia scritto una canzone con il nome di tua moglie come titolo?", chiese il castano ridacchiando.

L'altro assentì. "Nonostante questo."

Mick sembrò meditarci su per un attimo. "Di solito la gente si innamora del mio corpo, non di me.", disse, continuando ad accarezzare dolcemente il capo del biondo.

"Oh, ma io sono innamorato anche del tuo corpo, Mick.", sogghignò David. Il castano non lo poteva vedere, ma sapeva benissimo che l'altro stava ridendo. E non era una risata di scherno, la sua: era una di quelle fantastiche risate che gli scaldavano il cuore ogni volta che le arrivavano alle orecchie.

"Pervertito.", ridacchiò in risposta lui, dandogli un affettuoso schiaffo sul capo.

"Sono serio: cazzo, le tue mani sono divine, il tuo petto è assolutamente perfetto e il tuo-", iniziò David, elencando le caratteristiche che lo avevano fatto impazzire, quella notte come tante altre.

Venne interrotto dal castano, che con un gesto secco si spostò di lato, togliendo l'appoggio al cantante. Quest'ultimo, con la testa sepolta nel materasso, provò a mugugnare qualcosa, ma Mick fu più veloce: era già sopra di lui, con il petto appoggiato alla schiena diafana del Duca. Con le mani gli accarezzava la pelle, con le labbra gli lasciava baci umidi su tutta la superficie della schiena.

"Oh, ma stai zitto.", lo rimproverò tra un bacio e l'altro.

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Capitolo 2
*** There ain't a woman that comes close to you ***


David gemeva sotto quei tocchi. Era sempre così: Mick era fantastico, a letto ed anche dopo. Era naturale, era sempre stato naturale, ed anche quando parlava solamente lo riusciva a catturare irrimediabilmente. Godette quando ai baci il castano iniziò ad alternare i morsi, e si chiese come facesse a farlo sentire così bene. Sentiva le sue labbra farsi sempre più vogliose, nessuno dei due si accontentava più di quei semplici baci, anche se avevano appena finito di fare l'amore.

Succedeva spesso: si desideravano, si concedevano completamente l'uno all'altro, e poi si dedicavano quei momenti di calma, nei quali entrambi ansimavano, riprendevano fiato e sognavano qualcosa di più. Ancora e ancora.

E fu proprio seguendo questo desiderio che Mick iniziò a spostarsi sempre più in basso con la bocca, mentre con le mani disegnava dei cerchi sugli addominali del biondo. Proprio quando arrivò all'inguine con le dita decise di tornare su, accarezzando con le labbra le spalle dell'uomo. Quest'ultimo era completamente sotto il suo controllo, e questo lo eccitava irrimediabilmente. Era consapevole del potere che esercitava sul più giovane, e lo capiva ogni volta che parlava con lui, ogni volta che si trovavano a letto insieme. Arrivavano sempre ad un punto nel quale il biondo si abbandonava completamente fra le sue braccia.

Smise di toccarlo solo per un attimo, un attimo che utilizzò per fare girare David con il petto verso il soffitto, in posizione supina. I loro occhi si intrecciarono, formando un legame semplicemente perfetto. Si guardarono negli occhi, e fu un attimo, perché già il castano si era gettato sul suo petto, con le labbra vogliose sempre di più.

Gli baciò le clavicole, facendogli emettere soffocati suoni gutturali che desideravano essere emessi, ansimi che entrambi consideravano semplicemente divini. Alternò dei succhiotti a veri e propri morsi, puntinando il petto chiaro di David e riempendolo di chiazze decisamente più scure.

"E queste attenzioni...", ansimò il biondo, in preda all'estasi. "Le dedichi anche agli altri tuoi amanti? Anche ad Angie?", chiese. Era curioso, e voleva sembrare geloso. Come se potesse sottrarsi da quello sguardo magnetico, da quelle mani che lo facevano sempre sentire come se fosse l'unico uomo del mondo ad avere giaciuto con lui. Lo disse come se, una volta saputo che anche ad altri Mick dedicava quegli stupendi tocchi, se ne potesse privare.

Il castano sembrò pensarci un po' di tempo, tempo che utilizzò per riempire di baci i pettorali di David, facendolo gemere ancora e ancora. "No, David. Tu...", iniziò, baciandogli il collo. "Tu sei assolutamente...", continuò, facendo riempire il corpo del biondo quando gli baciò la mandibola. "Sei assolutamente l'unico.", ammise, ponendo finalmente fine a quell'estatica tortura e baciando famelicamente le labbra dell'uomo.

Quest'ultimo gli morsicchiò il labbro, e poi socchiuse la bocca, permettendo ai loro fiati di mescolarsi, alle loro lingue di entrare in contatto. Nemmeno mentre si baciavano le dita di Mick davano tregua a David: lo torturavano, passando sui segni freschi dei succhiotti appena lasciati dal castano. Lo facevano gemere mentre accarezzava dolcemente la schiena del biondo, leggermente inarcata proprio per permettere al più anziano di toccarlo. E Mick si beava di quei sospiri che uscivano dalla bocca di David, sospiri prontamente accolti dalle labbra del leader degli Stones.

Si staccarono finalmente, entrambi senza fiato, e Mick si lasciò cadere al fianco di David, osservando a sua volta il soffitto. "Veramente?", si sentì chiedere con una voce piena di speranza.

In quel momento seppe con certezza che il biondo ci teneva veramente a lui. Non erano solo delle frasi che ci si dedica mentre si fa l'amore: quelle erano frasi che entrambi sentivano prepotenti nei loro cuori.

"Veramente.", rispose semplicemente lui. Perché era vero, era tutto vero. David era l'unico, per lui, l'unico per cui avesse mai provato quel sentimento di paura e desiderio che non lo faceva mai allontanare.

"Sono l'unico uomo con cui tu abbia mai fatto sesso?", chiese l'altro, con un accenno di divertimento ben evidenziato nelle sue parole.

Mick rise appena, scuotendo la testa. "Ma perché ogni volta che cerco di fare un discorso serio vieni tu a rovinare tutto?", domandò, ampliando il sorriso che si stava disegnando sulle sue labbra.

Il biondo alzò le spalle, per quanto gli permettesse la sua posizione sdraiata. "Vuoi che venga? Mi hai fatto venire due volte, stanotte, ma se proprio ci tieni potrei accontentarti.", sussurrò malizioso, avvicinandosi al suo orecchio.

"Sei un idiota.", affermò il castano, con una risata cristallina. "Un idiota pervertito.", si corresse poi, scatenando una risata anche da parte del biondo. Erano diversi anche in quello, i due: Mick aveva una voce più graffiante, mentre David aveva un timbro di voce particolare, quasi esotico. Si completavano anche in quello.

"L'unico idiota pervertito che conosci?", chiese l'altro, continuando a ridere.

Il castano scosse la testa. "Purtroppo no.", ammise. "Sai, molti dei miei amanti sono-"

"Oh, ma adesso chi fa l'idiota?", lo rimproverò bonariamente David.

Mick si girò verso di lui, guardandolo incantato. "David...", mormorò all'improvviso, come colto da un'improvvisa ispirazione. "Tu sei veramente l'unico.", disse. Questa volta era serio, ed anche il biondo lo capiva.

Non lo interruppe, aspettò semplicemente che l'altro continuasse. Poteva intuire a cosa si riferisse, ma non voleva dirlo al posto suo. Voleva sentirlo, voleva sentire pronunciate quelle parole. Si limitò a guardarlo negli occhi marroni, sorridendo impercettibilmente davanti a quell'espressione piena di amore ed affetto che aveva Mick dipinta sul volto.

"Tu sei... l'unico a farmi sentire quello che provo adesso. L'unico che dopo una scopata mi faccia sentire in pace con me stesso, che non mi chieda di andarmene. L'unico con il quale mi sento giusto, l'unico con il quale la mia bisessualità non è un problema. Sei... sei semplicemente l'unico.", mormorò, continuando a guardarlo negli occhi.

"Me lo dici solo perché abbiamo appena fatto sesso, e sarebbe deprimente girarsi dall'altra parte senza dirci nulla?", gli chiese l'altro. Non lo fece per punzecchiarlo, non questa volta. Voleva sapere, sentiva il desiderio di avere una risposta a quel dubbio che da troppo tempo era insinuato in lui.

"No.", lo fermò lui, scuotendo la testa. "Te lo dico perché è vero."

A questo punto rimasero in silenzio per qualche minuto, a contemplarsi a vicenda. Fu David ad interrompere quella quiete che si era creata, ponendo con estrema serietà una domanda che gli aveva già fatto, quella notte. "Mick... e se ti dicessi che mi sono innamorato di te?"

L'altro rispose con un sorriso e con un bacio. "Ti direi che sei pazzo.", iniziò, replicando la conversazione avvenuta poco prima. Ma questa volta si sentì in dovere di continuare. "E ti direi anche che anche io mi sono innamorato di te, David.", sussurrò.

"Ti amo, Mick."

"Nonostante io abbia chiamato una canzone con il nome di tua moglie.", gli fece notare il castano, provocando una risata nel biondo.

Quest'ultimo gli diede una leggera spinta con la mano, spostandolo scherzosamente un po' più in là. "Questa cosa me la devi ancora spiegare, Jagger.", rise.

Mick alzò le spalle, con uno sguardo da predatore negli occhi. Si mise sugli avambracci, e si posizionò cavalcioni sul corpo di David. "Che ne dici di adempiere alla tua promessa, invece?", chiese, malizioso. Il biondo alzò un sopracciglio. "Avevi detto che saresti venuto una terza volta, per me."

"Oh, quello. Beh... potrei farci un pensierino.", rispose, con uno sguardo languido e voglioso. "Ma poi...", continuò, mentre già Mick iniziava a torturagli con le labbra gli addominali, scendendo verso l'inguine. "Poi mi spiegherai... cosa c'entra mia moglie... con... una canzone d'amore."

Si stava trattenendo dal gemere, ma non ce l'avrebbe mai fatta. Non per così tanto tempo, perché ora oltre alle labbra di Mick lo stavano toccando anche le sue dita. "Stai zitto.", lo avvertì il castano, tra un bacio e l'altro. "Perché ti servirà fiato, ora." Detto questo fece girare il biondo, toccandolo sapientemente con le mani. "Urlerai.", lo avvisò.

E David poco dopo urlò, adempiendo alla sua promessa.

Ho sentito praticamente il dovere di scrivere questa breve minilong: del resto, la prima moglie di Bowie dice di avere visto Mick e David... come dire... nello stesso letto. Nudi. E beh, le conclusioni sono semplici da trarre. In ogni caso, questa brevissima premessa (che volevo inserire all'inizio del capitolo, ma ho deciso di metterla alla fine perché sì) serve semplicemente per dirvi che OVVIAMENTE la canzone "Angie" non si chiama così per la moglie di Bowie - è stata scritta nel 1990, dopo il divorzio fra David ed Angie. Ma non so, ho visto un collegamento e ho detto: scriviamoci una AU. E ne è uscito questo: lievemente erotica, romantica, un po' sarcastica... ditemi che ne pensate!

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