Generatore di parole casuali - Total Drama Edition

di channy_the_loner
(/viewuser.php?uid=950561)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ripostiglio ***
Capitolo 2: *** Strappare ***



Capitolo 1
*** Ripostiglio ***


-Ripostiglio.

 

Se avesse dovuto scegliere un aggettivo che rappresentasse il suo esatto opposto modo di essere, avrebbe sicuramente detto debole. Lei, l’Ape Regina, era fiera del suo ruolo all’interno di quel reality show e le piaceva sbandierarlo in giro per le telecamere di Wawanakwa, nel fatiscente confessionale o direttamente in faccia agli altri concorrenti, per ricordare loro chi comandava lì; un tempo avrebbe mentito a tutti riguardo la sua natura malvagia, si sarebbe nascosta dietro a falsi sorrisi di circostanza e avrebbe persino abbracciato qualcuno chiamandolo amico, ma adesso che si ritrovava in gara nelle vesti di un Avvoltoio Malvagio, in qualità di veterana, non era assolutamente tenuta a mascherare la sua forza, la sua astuzia e la sua voglia matta di vincere il milione di dollari. Era famosa per le sue malefatte, per le sue pugnalate alle spalle, per le sue menzogne e, nonostante contro di lei tirassero ventate di odio e possibili vendette, non rimpiangeva nessuna delle sue scelte. Lei era la potente Calcolatrice che non si sarebbe fatta sconfiggere o tantomeno ammaliare da nessuno.

O quasi.

Solo le Divinità sapevano quanto Heather detestasse quel ragazzo dai tratti latini e dall’accento spagnolo; da quando era entrato nella sua vita – o meglio, da quando Chris McLean l’aveva scelto per partecipare alla terza stagione del suo programma televisivo –, la celebre antagonista di A Tutto Reality si era vista costretta a stare sull’attenti ventiquattro ore su ventiquattro e sette giorni su sette, al solo scopo di impedire che Alejandro ne combinasse una delle sue e le facesse crollare l’intero castello di carte che, pian piano, aveva costruito per raggiungere l’ambito montepremi della gara. Da quanto tempo era in quel programma? Tre lunghissime stagioni. E per quante volte era andata vicino alla valigetta di metallo? Solo una e, oltre ad aver perso ed essersi classificata terza, ci aveva rimesso la sua stupenda chioma corvina. Se ne Il Tour era riuscita a – letteralmente – spazzarlo via, dritto al secondo posto, adesso che si trovava tra le belve di All Stars avrebbe fatto bene a cacciarlo il prima possibile, per evitare che diventasse troppo potente. Secondo il presentatore, tutti i concorrenti più forti del reality show erano stati riuniti in quella stagione per rendere le cose più interessanti, ma Heather aveva osservato bene tutti ed era giunta ad una conclusione ben ovvia: nessuno di loro sarebbe mai stato in grado di raggiungere i livelli di malvagità e astuzia di Alejandro – non a caso era soprannominato il Super Cattivo. Dunque era quello il suo obiettivo primario in quella stagione: far eliminare Burromuerto.

Ma era davvero quello che voleva? Cacciarlo dall’isola e spedirlo chissà dove? Così facendo, si sarebbe vista costretta a stargli lontana.

Se c’era una cosa che odiava ancora di più di Alejandro, era ammettere che si era innamorata di lui. Del resto, come sarebbe potuta rimanere indifferente dinanzi a quel bellissimo sorriso e quegli occhi profondi, senza contare il fisico perfetto? Era indubbiamente un bel ragazzo – non avrebbe mai potuto negare l’evidenza – ma ad averla colpita erano stati i suoi modi di fare; quel latino era un vero e proprio bastardo, addirittura più di lei, e gli piaceva fare stragi di ragazze in modo da poterle comandare a bacchetta durante il gioco, per trovarsi sempre un passo avanti rispetto agli altri partecipanti, sempre un gradino più in alto, sempre più vicino alla vittoria. Non si faceva scrupoli ad imbrogliare le persone, ma Heather sapeva che con lei Alejandro sarebbe sempre stato sincero; come spiegarlo? Lo sentiva dentro, nel cuore, nelle vene, nelle gambe, nello stomaco e fin troppo nella mente, sempre impegnata a pensare a lui e alle sue strategie, a quanto fossero disgustose ma allo stesso tempo geniali. Era diventata un’abitudine, quella di stargli alle calcagna per impedirgli di conquistare l’ennesimo primo posto, l’ennesima gloria, ma una volta sbattuto fuori cosa avrebbe fatto? Sicuramente avrebbe preso le redini della situazione e avrebbe marciato verso la finale a due, ma era consapevole che non sarebbe stata la stessa cosa.

Con Alejandro – faticava anche solo a pensarlo – si divertiva. Lui era l’unico che riusciva a starle dietro, a capire tutte le sue tattiche al volo e, in qualche modo, ad apprezzare i suoi sforzi. Niente avrebbe potuto sostituire la loro intesa, quella che era nata nonostante le mille difficoltà che circondavano i due giovani; alleati, nemici, compagni di squadra, amanti – cos’erano realmente, Heather e Alejandro?

L’Ape Regina ancora non riusciva a darsi una risposta ma, dopotutto, che importava? Sarebbe stato meglio godersi i momenti, finché fossero durati. E allora, puntuale come sempre, aprì la porta del ripostiglio dell’albergo di lusso, entrò all’interno della piccola stanza e si chiuse velocemente l’uscio alle spalle, con la speranza che nessuno l’avesse vista.

«Puntuale come sempre, chica.»

Maledisse fra sé il silenzioso accordo che aveva stipulato con il ragazzo e gli si avvicinò in punta di piedi. «Taci, Stupidandro. Oppure vuoi che me ne vada?»

«Sappiamo entrambi che non riusciresti a starmi lontano.»

«Se è per questo, neanche tu.»

Il moro le mostrò un sorriso tutt’altro che innocente. «Io non l’ho mai negato, mentre tu l’hai appena confessato.»

Lei arrossì violentemente, borbottando qualcosa di incomprensibile ma, certamente, di poco carino nei confronti di Alejandro; lo odiava con tutta se stessa, quell’arrogante di un Burromuerto, perché era l’unico ad indebolirla così tanto.

Quest’ultimo, soddisfatto della situazione – che girava notevolmente a suo favore – e sinceramente felice, si sistemò meglio sulla cassa sopra alla quale si era precedentemente accomodato e allargò le braccia. «Vieni qui, mi amor.»

Ed Heather non se lo fece ripetere due volte.

 



Angoletto dell'Autrice!!

Salve a tutti, fan di A Tutto Reality, e benvenuti nella mia mente malata! Questo è il mio debutto in questo fandom come autrice, dato che da anni lo frequento nelle vesti di lettrice e commentatrice; era da tanto tempo che desideravo pubblicare qualcosa qui e, finalmente, eccomi con questa raccolta! Come avete potuto già leggere, questa è una raccolta di one-shot che si basano sulle parole regalatemi dal generatore casuale online; la parola di oggi, ripostiglio, è stata abbastanza facile da gestire ma, dato che amo le difficoltà, spero che la prossima sia più complicata. Voi fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione, e magari ditemi anche se avete qualche richiesta! Sarò ben felice di accontentarle tutte ^^

Grazie a tutti per aver letto :3

-Channy

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Strappare ***


-Strappare.

 

Per un tipo come Scott, fare di tutto per ottenere il famigerato milione di dollari sarebbe stato naturale. Non si era fatto scrupoli, il rosso, a farsi largo tra la gente, tra le occhiate cariche di cattiveria, tra i giudizi di chi era rimasto sullo sfondo; perché a lui, finire nel dimenticatoio come il resto delle persone che abitavano la sua ragione, proprio non andava bene. Era rimasto bloccato nelle retrovie per troppo tempo, era arrivato il momento di darsi da fare per emergere dalla massa. E quale modo sarebbe stato migliore per sfondare, se non quello di mostrare al mondo le proprie capacità fisiche e intellettive attraverso un reality show che metteva in risalto questi aspetti dei propri concorrenti? Fama, visibilità, popolarità – era questo che voleva con tutto se stesso e niente e nessuno gli avrebbe fatto rinunciare al suo sogno.

Prima di azzardare qualsiasi mossa, Scott si era ben guardato attorno mentre si trovava su quello yacht con tutti gli altri concorrenti; e con chi si era ritrovato a competere per il generoso montepremi? Con la solita aspirante modella figlia di papà, con uno stecchino dalla dubbia personalità, con un ammasso di capelli d’acciaio, con una nanerottola dai modi di fare inquietanti, con un fiore ambulante dai capelli rigorosamente tinti, con un pompato che proprio non riusciva a stare fermo e chi altri? Una tizia imparentata con tutti i più grandi geni mai esistiti, un classico videogiocatore con fin troppo entusiasmo, un gigante che non aveva parlato neanche una volta, un cadetto dell’esercito più adatto a fare l’animatore alle feste dei bambini, un’atleta scorbutica che tanto somigliava a un maschio e un bambino con la testa più grande rispetto al corpo – e il tutto si traduceva in sei semplici parole: sarebbe stato un gioco da ragazzi. Oltre ad essere altezzosamente dispiaciuto per la fine che avrebbe fatto fare a quei poveri malcapitati, gli veniva anche un po’ da ridere nel pensare a come quegli smidollati fossero stati scelti per partecipare a quel programma. E non voleva neanche immaginare le squadre che si sarebbero formate di lì a poco; non aveva individuato proprio nessuno almeno lontanamente in grado di stare al passo con una sua possibile strategia, né tantomeno fisicamente preparato all’avvenire – avrebbe potuto scommettere qualcosa su Lightning e Jo, ma ci ripensò subito in quanto uno era un idiota e l’altra aveva un caratteraccio. Ma agitarsi tanto per la formazione dei team non avrebbe giovato alla sua sanità mentale, perciò si era placidamente detto che se la sarebbe cavata in qualunque caso.

Non poteva di certo immaginare che la squadra di cui avrebbe fatto parte sarebbe stata un tale disastro.

Si era ritrovato ad imprecare più e più volte tra se stesso nel provare anche solo a pensare a cosa sarebbe stato più giusto fare con quel branco di imbranati, ma il problema era proprio quello: come comportarsi di fronte a quegli imbarazzanti tentativi di primeggiare? Sicuramente non avrebbe preso in mano le redini del gioco, diventando il capo di quella combriccola di scherzi della Natura – sarebbe stato un fallimento totale sotto ogni fronte. E allora cosa avrebbe potuto fare? Ridacchiò sotto i baffi: la sua strategia sarebbe stata quella di far perdere volontariamente le sfide alla propria squadra, in modo da liberarsi degli anelli più deboli e far rilassare gli avversari. Sapeva che sarebbe stato pericoloso per se stesso – se qualcuno l’avesse scoperto, sarebbero sorti grossi problemi – ma non gli rimaneva nient’altro da fare.

Si impose quattro regole fondamentali per andare avanti nel gioco.

Regola numero uno: mai parlare o fare qualcosa a sproposito, altrimenti avrebbe potuto alzare dei sospetti tra i suoi compagni di squadra.

Regola numero due: non perdersi mai nessun avvenimento scandaloso riguardante gli altri concorrenti, in modo tale da poter avere sempre un asso nella manica da giocarsi nelle situazioni più critiche, qualora si fossero presentate.

Regola numero tre: non rinunciare per nessuna ragione al mondo alla statuetta dell’immunità, anche a costo di non riposare e risultare fisicamente più debole rispetto agli altri.

Regola numero quattro: non instaurare alcun tipo di rapporto con gli altri concorrenti se non per un tornaconto personale inerente al gioco.

Scott detestava la rigidità, ne era profondamente allergico; lui era uno spirito libero, gli piaceva fare le cose di testa sua, amava improvvisare e – perché no? – divertirsi, cogliere l’attimo, mostrarsi per il genuino ragazzo di campagna che era. Non odiava nessuno tra i concorrenti, con alcuni avrebbe persino collaborato se in un altro contesto ma, diamine, quei soldi gli servivano. Per tutta la sua infanzia aveva subìto le angherie di suo padre, sempre troppo ubriaco per rendersi anche solo conto di cosa stesse facendo ogni volta che alzava le mani contro la propria famiglia, ed ora che se n’era andato l’aveva lasciato da solo con una madre malata di cancro e una sorella che, priva di un’occupazione stabile, non riusciva a mandare avanti un bel niente. Con il milione di dollari sarebbe stato tutto perfetto: Albertha si sarebbe potuta permettere gli studi universitari, lui avrebbe fatto ripartire l’azienda di famiglia e insieme avrebbero potuto donare alla loro genitrice delle cure più mirate contro la malattia. Che se ne faceva delle critiche sulla moralità da parte degli altri concorrenti e dei telespettatori? L’unica cosa che realmente contava nella sua vita era la sua famiglia, e nessuno si sarebbe dovuto azzardare a commentare le sue decisioni, neanche la biondina stramba amica degli animali.

Si ritrovava a rabbrividire ogni volta che ripensava a quella frase: Hai sofferto da piccolo, vero?

Ma come aveva fatto a capirlo? Semplicemente leggendo la sua aura? No, lui a quelle stupidaggini non credeva neanche un po’ – era convinto che tutte le teorie sul vedere il futuro nelle foglie del tè fossero solo idee buttate lì, nella speranza di essere prese sul serio. Eppure Dawn sapeva sempre cosa dire e come comportarsi, per non parlare della sua pericolosità all’interno del reality show; Scott non avrebbe potuto neanche lontanamente pensare che quello scricciolo tanto somigliante a una bambolina di porcellana si sarebbe potuto rivelare un’abile giocatrice, piena di risorse, capace di motivare i propri compagni e possedente tutte le altre qualità che rendevano un leader degno del proprio appellativo. Era molto spaventato dalla bizzarria di quella ragazza dalla carnagione pallida, così tanto da risultarne incoerentemente attratto; se fosse stato sincero con se stesso, avrebbe potuto affermare che non era mai andato d’accordo con la normalità e tutti i fattori legati a questa perché prediligeva le cose strane, assurde, speciali – in qualche modo riuscivano a catturare il suo interesse, ad appassionarlo, ad entusiasmarlo. E Raggio di Luna era la personificazione della stranezza.

La guardò essere infilata nel suo prezioso sacco e catapultata via dall’isola, mentre tentava di avvertire gli altri partecipanti della pericolosità della Iena. Avrebbe di gran lunga voluto tenerla ancora in gioco, studiarla maggiormente, capire fino a che punto era realmente forte, ma quella biondina aveva scoperto il suo segreto e, pertanto, era diventata eccessivamente pericolosa e si era visto costretto a farla eliminare, ricorrendo al trucchetto del ladro; non aveva neanche provato a scendere a patti con lei e a formare un’alleanza, perché sapeva già che sarebbe stato inutile dato il buon cuore della lettrice di anime.

Se ne andò a dormire col sorriso sulle labbra. Certo, era stato veramente crudele a buttarla fuori in quella maniera, ma non gli era rimasta altra scelta; se Dawn fosse rimasta ancora in gioco, avrebbe rischiato sul serio di perdere la testa per lei e le proprie norme autoimposte non glielo permettevano.

Non avrebbe mai dato uno strappo alla regola, ma niente gli proibiva di innamorarsi della Principessa delle Fate una volta finito lo show.

 

 

 

Angoletto dell'Autrice!!

Salve a tutti, cari lettori, e benvenuti o bentornati tra le righe di questa raccolta! Come vi è sembrata questa one-shot? Sono riuscita a scriverla in un tempo record e, vi dirò di più, il prossimo racconto è già in fase di produzione ^^  Personalmente non vedevo l'ora di scrivere una Dott (anche se ho voluto mettere in primo piano il perché del comportamento di Scott, ma *SPOILER* questo argomento lo analizzeremo meglio in un'altra storia) dato che rientra nella Top Three delle mie OTP di Total Drama, pertanto spero che tutto l'impegno e la passione che ci ho messo vi siano arrivati dritto ai vostri cuoricini-- Fatemelo sapere con una recensione, e ricordate che accetto molto volentieri richieste di ogni genere!

Vi ringrazio per aver letto *fa l'inchino giapponese*

-Channy

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3855204