Le prigioni dell'ingiustizia e del peccato

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Disaccordi ***
Capitolo 2: *** Lettera ad un'amica ***
Capitolo 3: *** Inviti indesiderabili ***
Capitolo 4: *** Ritrovare la serenità ***
Capitolo 5: *** Avversità e timori ***
Capitolo 6: *** Bellezza in collina ***
Capitolo 7: *** Problemi coniugali ***
Capitolo 8: *** Un'accusa ingiusta ***
Capitolo 9: *** Rotture insanabili ***
Capitolo 10: *** Contro il volere dei deboli ***
Capitolo 11: *** Intrighi d'amore ***
Capitolo 12: *** Sofferenze insopportabili ***
Capitolo 13: *** Nemica spietata ***
Capitolo 14: *** Giustizia insanguinata ***
Capitolo 15: *** Con il fiato sospeso ***



Capitolo 1
*** Disaccordi ***


Castello di Colorno
Era una bellissima giornata di sole nella città emiliana.
Le nuvole si erano diradate dopo che la cittadina era stata flagellata da continue piogge che sembravano quasi interminabili.
< Finalmente è uscito il sole > fece André fissando l’orizzonte dalla finestra del suo studio < Che ne dici di andare a fare una passeggiata in giardino, tesoro? >
< Non chiamarmi tesoro, André. Sai che non lo sopporto > replicò la donna senza mezzi termini mentre stava leggendo un libro dalla biblioteca.
< Perché? Ogni coppia normale si scambiano nomignoli amorevoli. >
< Ma non io, André. Io sono molto diversa dalle altre donne. >
Da qualche tempo a questa parte André non riusciva a riconoscere la sua amata.
Quando si era dichiarato un paio di anni fa’ mentre Oscar era capitano delle guardie del Re Luigi XVI, sembrava che la vita fosse piacevole da vivere e piena di bellissime sorprese.
Ma più il tempo passava e la loro relazione sembrava incrinarsi senza che se ne potessero accorgere.
< Vuoi venire un po’ a cavalcare in mia compagnia? Sono sicuro che ti farà molto bene. >
< Magari più tardi. Voglio finire di leggere questo capitolo dell’Inferno di Dante Alighieri. >
< Deve essere un libro molto interessante… >
< Infatti lo è, André. Ti consiglio di leggerlo. >
< Magari quando l’avrai finito tu… E poi non sapevo che leggevi il latino. >
< L’ho imparato grazie alla rigida educazione che mio padre mi ha inferto quando ero una bambina… Mi ha quasi trasformata in un uomo… >
< Una donna graziosa e bella come te non può essere mai un uomo > replicò André sorridendogli.
< E’ per questo infatti che non lo voglio più vedere… >
< Purtroppo per te tra qualche giorno ci raggiungerà qui. >
< Ed io non ci sarò. Te l’ho già detto. >
< Oscar, ti prego. Ci devi essere. È tuo padre. >
< Non m’interessa! >
< Ma ci ha regalato questo castello per la nostra felicità! Non possiamo mancargli di rispetto. >
< Ci ha regalato questo castello? Quando la smetterai di mentire a te stesso, André? >
A differenza di Oscar, André andava molto d’accordo con il padre della donna.
Fin quando era il suo stalliere, ha sempre nutrito un profondo rispetto per l’uomo.
< Va bene… Se non vorrai riceverlo, lo farò io. Ma sappi che tuo padre non accetterà mai questo tuo rifiuto. >
< Non me ne importa minimamente di quello che pensa mio padre > rispose scocciata Oscar prima di alzarsi dal suo letto.
< Adesso dove te ne vai? >
< A prendere una boccata d’aria. Parlare di mio padre mi ha fatto innervosire. Ci vediamo più tardi. >
 
 
André fissava la sua amata andare a cavallo negli immensi giardini del loro castello.
< Signore, posso fare qualcosa per voi? > gli domandò il servitore distogliendo l’attenzione ad André sulla sua amata.
< No, Robert. Va tutto bene… >
< Scusate la mia impertinenza, ma secondo me l’invito che avete fatto al padre della Signora non è stato una buona idea. >
< Robert, Oscar deve capire che non può sempre rimanere in collera con suo padre. >
< La Signora è molto testarda e preferisce sempre fare di testa sua. >
< E’ una donna… e di conseguenza agisce come vuole… Ma non sono nessuno per fermarla. Sono convinto che cambierà idea da sola. >
< E se ciò non dovesse mai accadere? >
< Vorrà dire che andremo incontro al nostro fatale destino: ci dovremo lasciare. >
< Ma Signore, cosa state dicendo? >
< Se anch’io mi mettessi contro i voleri di suo padre, egli non accetterà mai la sua unione. >
< Quindi è per questo che l’avete invitato fino a qui. Per poter chiedere la sua unione? >
< Ho già il benestare del padre di Oscar… Adesso devo mantenere buoni i rapporti con lui. Ma con Oscar che gli fa la guerra non sarà affatto facile. >
< Se solo potessi fare qualcosa per voi due… >
< Parlare con Oscar è inutile. La sua indole di libertà e di donna mi spingono ad essere molto paziente. Spero di non pentirmene in un futuro molto vicino. >
< Andrà tutto bene, Signore. Ne sono sicuro. >
< Spero che tu abbia ragione, Robert. >
< Per quando è atteso l’arrivo di sua Signoria François Augusti Reynier de Jarjayes? >
< Mi dispiace Robert, ma non posso rivelarvelo. >
< Perché no? Avete paura che io possa fare la spia ad Oscar? >
< Certo che no… Il suo arrivo è una sorpresa anche per me… >
Ma Robert non si fidava della parole del suo padrone, decidendo lo stesso di non insistere oltre.
< Capisco… Sarà meglio che torni in cucina per dare predisposizione per la cena di questa sera. Avete dei desideri o dei consigli da darmi su alcuni piatti che possono piacervi, Signore? >
< No, Robert. Dai pure sfogo alla tua immaginazione. >
< Vedrò cosa posso fare, Signore. A più tardi. >
Dopo che André ebbe terminato la sua conversazione con il suo servitore più fidato, Oscar ritornò al castello con l’aria sollevata.
< Ci voleva proprio una cavalcata. >
< Non riesco a capire come tu non ti sia sporcata minimamente. Il terreno doveva essere fangoso dopo tutti questi giorni di pioggia. >
< Infatti lo era… Ma il mio cavallo sa come schivare le pozzanghere. >
< Complimenti, Oscar. La tua classe non può essere minimamente discussa. >
< Mi sta forse prendendo in giro? >
< Perché dovrei, scusa? >
< Hai finito di fissarmi dalla finestra? Sono convinta che se avessi continuato a cavalcare mi avresti guardato per chissà quanto tempo. >
< Non smetterei mai di guardarti cavalcare, Oscar. La tua bellezza e la tua leggiadria non hanno eguali. >
Venendo riempita di complimenti, Oscar si avvicinò ad André baciandolo sulla bocca in maniera molto rapida e fredda.
< Potresti rimanere attaccata a me per qualche secondo in più, non ti pare? >
< Non finché sarai contro di me. >
< Oscar, se ho invitato tuo padre nel suo castello c’è un motivo. >
< Questo non è più il suo castello. Appartiene solo a noi due… E poi non hai pensato chi potrebbe portare appresso mio padre? Gran parte della nobiltà francese che non sopporto minimamente. >
< E’ solo per un breve periodo… Potresti sopportare la loro presenza? Fallo per me. >
Ma Oscar non rispose, dirigendosi in camera sua.
< Vado a cambiarmi. Tra poco sarà pronta la cena > rispose Oscar prima di sparire dalla sua vista.

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Capitolo 2
*** Lettera ad un'amica ***


Ormai il sole era calato nella dimora di Colorno e André aspettava con grande impazienza la sua amata Oscar.
< Signore, volete che vada a cercarla? >
< No. Oscar si arrabbierebbe sempre di più. >
< Ma ormai è passata più di mezz’ora dall’inizio della cena. La sua pietanza si è raffreddata. >
L’impazienza e l’attesa stavano diventando insopportabile anche per André.
< Vado a cercarla. Sono sicuro che si trova ancora in camera sua. >
Ma appena si alzò da tavola, vide che la sua amata si stava avvicinando.
< Scusate il mio ritardo > fece la donna come se niente fosse.
< Oscar… Mi stavo seriamente preoccupando. >
< Non ce n’è bisogno, André. Sono a casa mia… e a casa mia non può succedermi niente di male. >
< Posso sapere il motivo del tuo ritardo? >
< No > rispose frettolosamente la donna.
< Perché? Che cosa mi nascondi? >
< La tua insistenza mi sta irritando, André. Posso consumare la mia minestra in brodo in santa pace? >
< Ormai si è freddata... Puoi attendere ancora altri minuti prima di mangiare. >
< Adesso basta! >
< Perché adesso alzi la voce? Che cosa ti succede? >
< Niente. Sono solo molto stanca… Meglio che vada a letto. Robert? >
< Ditemi, mia Signora. >
< Portatemi subito in camera una tisana ben calda. Mi aiuterà a riposare. >
< Il pensiero di tuo padre ti tormenterà in eterno se non farai subito pace con lui. >
Nel sentir menzionare suo padre, Oscar divenne sempre più scusa in volto.
< Non parliamo mai più di mio padre. Sono stata abbastanza chiara? >
< La verità fa male, Oscar… E tu non la vuoi affrontare. >
< Io e mio padre non siamo mai andati d’accordo! Punto e basta! Perché ti intrometti in affari che non ti riguardano? >
< Perché ho a cuore la tua famiglia, Oscar. >
< Ah sì? Allora sposa mio padre e non me! >
< Smettila di fare la sciocca e ascoltami una buona volta! >
< No! Finché continuerai a parlare di mio padre non ti ascolterò più! >
< Fermati, Oscar! > gridò André prendendola per un braccio.
< Che cosa vuoi farmi? Vuoi forse picchiarmi come faceva lui quando ero piccola per darmi una stupida educazione? >
< Se sei diventata la donna che ho conosciuto è grazie a lui! >
< Io non voglio essere quella donna! Voglio essere me stessa! >
< Ma tu sei te stessa! >
< Allora guardami dritto negli occhi: quando mi guardi a cosa pensi? A me o a mio padre? >
< Che stupida domanda è mai questa? Non capisco. >
< Rispondi alla mia domanda! >
Ma André non seppe cosa rispondere, rimanendo interdetto alla domanda della sua amata.
< Come pensavo… >
< Aspetta! Oscar! > gridò l’uomo appena la donna si liberò dalla sua stretta.
< Ho bisogno di stare un po’ da sola per riflettere… Non posso farlo con te accanto. >
< Che cosa vuoi che faccia per farti felice? >
< Devo ritrovare me stessa, André… e tu non puoi farci nulla. Mi dispiace > disse infine la donna versando lacrime disperate nella sua camera da letto rimanendo tutta la notte in completamente sola
 
 
Quella notte André non era riuscito a dormire a causa dei problemi sentimentali con la sua futura moglie.
“Oscar… non so come farti felice… Se solo sapessi dove sto sbagliando… sarebbe tutto facile per me.”
I pensieri del giovane uomo furono interrotti dall’arrivo nel salone grande del maggiordomo Robert.
< Signore > fece il maggiordomo sorpreso < Voi avete dormito qui? >
< No, Robert. Non ho mai dormito. >
< Se l’avessi saputo, vi avrei fatto trovare un’altra stanza comoda e calda. >
< Non ce ne sarebbe stato bisogno… Dopo la litigata di ieri con Oscar non sarei mai riuscito a riposare. >
< C’è una vaga possibilità che voi due possiate fare pace? >
Ripensando ai suoi momenti con Oscar, ad André gli venne in mente una persona che sicuramente avrebbe fatto felice la sua amata donna.
< Mettiti subito in contatto con la Regina Maria Antonietta e invitatela qui per un breve soggiorno. >
< Ma Signore, è impossibile sapere dove si trova la Maestà francese. >
< Invece sono convinto che con le tue possibilità riuscirai nel tuo intento. >
< Ma Signore… io… >
< Fallo per me, Robert. Ti prego. Sono convinto che l’arrivo di Maria Antonietta a Colorno possa fare felice la mia futura sposa. >
< Va bene. Vedrò cosa posso fare. >
< Ti ringrazio infinitamente > replicò André ritrovando il sorriso.
< Sapete che potrebbero volerci settimane addirittura mesi, vero? >
< Ne sono consapevole, Robert… Ma tu non ti preoccupare. Prenditi tutto il tempo necessario. >
< Vedrò di fare veloce ed essere efficiente. >
< Io credo nelle tue possibilità. >
< Vi ringrazio, Signore > disse infine il maggiordomo prima di congedarsi.
 
 
Quando André decise di andare in camera sua per fare pace con Oscar, la vide intenta a scrivere una lettera.
< Oscar >
Sentendo il suo nome, la giovane donna divenne pallida in viso fermandosi di colpo a fissare l’uomo.
< Mi hai spaventata. >
< Scusami. Non volevo… Posso entrare? >
< Che cosa vuoi? >
< Voglio chiederti scusa per come mi sono comportato ieri sera. >
Fissando lo sguardo sincero dell’uomo, Oscar capì che le sue parole erano pienamente sincere.
< Chiudi la porta, per favore. >
Acconsentendo alla richiesta di Oscar, André si avvicinò a lei.
< Posso avvicinarmi? >
< Certo che puoi… >
Una volta dinanzi a lei, André cominciò a massaggiargli le spalle e a dargli rapidi baci sul collo.
< Posso chiederti a chi stai scrivendo? >
< A Maria Antonietta… E’ passato molto tempo dall’ultima volta che ci siamo sentiti e mi piacerebbe rivederla al più presto. >
< Che strana coincidenza… Ho detto poco fa’ al nostro maggiordomo Robert se riesce a rintracciarla. Sono sicuro che riuscirà nel suo intento. >
< Non avresti dovuto. >
< Perché no? >
< Perché solo ora capisco che è una perdita di tempo. >
< Non credo che sia così… Sono sicuro che presto riusciremo ad avere sue notizie. >
< Lo spero… Cambiando discorso, sai quando giungerà qui mio padre? >
< Credo tra cinque giorni, ma non sono del tutto sicuro… Sai com’è tuo padre. Arriva sempre quando meno te lo aspetti. >
< E sempre in compagnia di un ospite che sicuramente non sarò felice di vedere. >
< Ma insieme a me riuscirai a sopportare tale peso. >
< Su questo hai ragione > replicò Oscar baciando il suo amato.
< Mi sono mancate molto le tue labbra sulle mie, Oscar. >
< Allora vorrà dire che questa sera passeremo momenti d’intimità che non finiranno mai. >
< Se solo fosse vero… Ma sembra che il tempo scorra più veloce quando si tratta di passare bei momenti insieme. >
< Il segreto è non pensarci… >
< Ahahah su questo hai ragione > rispose André dandogli un altro bacio.
< La mia amica Maria Antonietta… L’unica oltre te che non mi volterebbe mai le spalle. >
< Già… Anche lei ti ama tanto… Ma mai quanto me. >
< Sei forse geloso? >
< Dovrei esserlo? >
< Perché mi rispondi con un’altra domanda? >
< Perché voglio stare tranquillo. >
< Sai che non devi essere geloso… Per nessun motivo. >
< D’accordo. Mi fido di te. >
< Adesso però, se vuoi scusarmi, vorrei scrivere le ultime righe proprio a Maria Antonietta per sapere come sta e se un giorno di questi possiamo rivederci. >
< Fai pure. Ti attenderò in giardino per fare una passeggiata insieme, se vuoi. Dobbiamo usufruire del bel tempo visto che siamo in pieno autunno. >
< Vengo subito. Te lo prometto. >
< Ti aspetterò con ansia > disse infine André prima di lasciare definitivamente sola al sua amata.
 
 
Appena riuscì a ritrovare la concentrazione necessaria, Oscar scrisse nella sua lettera segreta che desiderava ardentemente ritrovare la sua amica dopo quasi un anno dall’ultima volta che l’aveva vista
 
 
Spero che accetterai il mio invito di farmi visita nel mio castello di Colorno. Non ci sarebbe cosa che mi farebbe più felice.
Sempre fidata e tua amica
Oscar François de Jarjayes

 
 
Una volta conclusa la sua lettera, la richiuse nel suo cassetto aspettando il momento necessario per spedirla lontano da tutti gli occhi indiscreti e le curiosità che albergavano nel suo Palazzo di Colorno.

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Capitolo 3
*** Inviti indesiderabili ***


Oscar era riuscita solo una settimana più tardi a spedire la sua lettera a Versailles.
< Mi raccomando, Robert. Non dire niente ad André che sei stato tu a spedire questa lettera. >
< Va bene, mia Signora. Però non capisco tale mistero… >
< Non ti preoccupare. Ho le mie valide ragioni > replicò la donna troncando la conversazione.
< Ne sono convinto. >
< Posso stare tranquilla sul nostro segreto? >
< Avete la mia parola. Che possa bruciare all’inferno se non terrò fede al mio giuramento fatto con voi, mia Signora. >
< Benissimo. >
Una volta riuscita nel suo intento, i giorni passati con André sembravano più felici e spensierati come non mai.
< Ci aspetta un autunno molto caldo > fece André alquanto accaldato < In Francia non eravamo abituati a simile temperature. >
< E’ per questo che amo l’Italia. >
< Se non ricordo male, Maria Antonietta e il Re Luigi XVI hanno un castello qui nelle vicinanze… >
< Che cosa stai dicendo? >
< Sì. Me lo sono ricordato guardando il ritratto che abbiamo nel Salone Grande che raffigura noi due in loro compagnia dinanzi al Castello di Torrechiara, una bellissima dimora medioevale e rinascimentale. >
< Hai ragione! Perché non ci ho pensato prima? >
< Magari potrebbero trovarsi in quella loro residenza estiva… >
< Secondo te è molto vicino se ci vado a cavallo? >
< Non lo so… Aspetta un momento. Non avrai mica intenzione… >
< Con o senza di te, io lo farò. Costi quel che costi. >
< Oscar, non fare la precipitosa. Non puoi andartene via come se niente fosse e intraprendere un viaggio che può essere lungo. >
< O anche breve a seconda delle distanze. >
< Non sai nemmeno dove si trova questo castello. E poi è molto pericoloso cavalcare in queste terre sconosciute. Le imboscate sono all’ordine del giorno per dei nobili come noi. >
< I contadini rivoltosi non mi fanno paura… E poi noi non siamo così ricchi come pensano. >
< Ma sicuramente stiamo molto bene rispetto a molti abitanti di questa città. >
< André, mettiti nei miei panni. Se Maria Antonietta fosse qua… >
< E’ a Parigi, ne sono sicuro! Non può viaggiare come gli pare e piace. È sempre la Sovrana di Francia e ha i suoi diritti e doveri. >
< Cose che spettano tutte al marito. Altrimenti non sarebbe sempre in giro per il mondo, non ti pare? >
In quel momento André non sapeva che cosa pensare.
< Va bene. Possiamo provare ad andarla a trovare nel suo Castello di Torrechiara dopo che tuo padre è stato qui. >
< Chissà quando giungerò mio padre qui. >
Sentendo dei rumori di zoccoli nelle vicinanze, André girò lo sguardo verso il cancello del castello.
< Riconosco la cavalcata… Tuo padre sarà qui a momenti. >
 
 
Vedendo l’anziano signore cavalcare come un abile destriero, Oscar divenne pallida in volto.
Rivedere suo padre dopo molto tempo gli faceva un brutto effetto.
< Oscar, dove stai andando? >
< Aspetterò mio padre in biblioteca. Così potrà dire che non passo sempre le mie giornate perdendo tempo a chiacchierare con te o a cavalcare. >
< Perché tuo padre dovrebbe interessarsi di quello che fai? Ormai sei un’adulta. >
< Certo… Prova a spigarglielo tu. Voglio vedere cosa ti dice. >
< Meglio lasciare perdere? >
< Sì, se non vuoi litigarci. >
< Comunque è meglio se l’attendiamo insieme. Sono sicuro che gli farà molto piacere. >
S’eppur contrariata, alla fine Oscar acconsentì alla richiesta di André, rimanendo ad attendere suo padre.
< No… non posso crederci… >
< Che cosa ti prende, Oscar? >
< Non lei… >
Quando suo padre scese dal suo cavallo, Oscar notò che in sua compagnia c’era la Contessa Du Barry, una giovane donna che suo padre aveva conosciuto in uno dei suoi viaggi in giro per il mondo.
< Non posso sopportare che mio padre sia giunto fin qui in sua compagnia > sussurrò Oscar a denti stretti.
< Cerca di mantenere la calma. Farti vedere nervosa non farà altro che peggiorare la tua delicata situazione. >
< Non me ne importa un accidente! Io quella non la sopporto! >
< Fa silenzio, ti prego. >
Una volta che Oscar si ritrovò dinanzi suo padre e la Contessa, rimase immobile a contemplare quell’odiosa scena che i suoi occhi dovettero assorbirsi.
< Benvenuto a Colorno, mio Signore. Spero che il viaggio sia stato di vostro gradimento… Contessa Du Barry. Sono molto lieto di vedervi insieme al Signor Jarjayes. >
S’eppur André comunicò le dovute riverenze, il padre di Oscar e la Contessa du Barry non smorzarono minimamente il loro sguardo, mantenendo un atteggiamento serio e presuntuoso.
< Grazie per averci accolto nella vostra umile casa, André. Era da molto tempo che volevo tornare in questo splendido castello > replicò il signore anziano < Avete visto, contessa? Questo è il castello che ho donato a mia figlia per trascorrere giorni felici con il suo amato. >
< Siete molto fortunata ad avere un padre così, Lady Oscar. Non vi ha mai fatto mancare niente. >
< E voi che cosa ne volete sapere? > replicò la donna a denti stretti.
< Lo posso immaginare visto che lo conosco molto bene. >
< No. Voi non lo conoscete come lo conosco io. >
< Oscar, per favore… >
< Padre, ancora non capisco perché abbiate portato proprio la Contessa Du Barry fino qui a Parma. >
< Perché desiderava fare un viaggio insieme a me… Lo sai che non vado mai da solo. >
< Vi piacciono molto le compagnie femminili, non è vero padre? >
< A cosa stai alludendo Oscar? >
< A niente. Stavo solo facendo delle supposizioni. >
< François, secondo me Oscar non sa quello che dice perché è molto stanca… Ho sentito dire che non fa altro che andare a cavallo ogni santo giorno. Davvero stancante, non trovate anche voi? >
< Sì… Sicuramente. >
< André, mi ritiro nelle mie stanze. Non ho voglia di rimanere in compagnia di persone che non mi capiscono minimamente. >
< Oscar, che cosa fai? Sono venuto fin qui da molto lontano per rimanerti un po’ accanto. E tu che fai? Alla prima occasione te ne lavi le mani e preferisci stare in solitaria? Non ti ho cresciuto per farti diventare maleducata e ignorante. >
< Guardate a cosa vi riferite, padre. Io ormai sono una donna e posso fare benissimo quello che voglio. >
< Anche se sei una donna adulta rimarrai per sempre mia figlia. Che ti piaccia o no. >
< Pensatela come volete… A più tardi, André. >
Imbarazzatissimo per la scenata della sua fidanzata, André aveva distolto lo sguardo per tutto il tempo da lei e da suo padre.
< Perdonate l’irascibilità di Oscar, Signor François. Più tardi cercherò di farla ragionare. >
< Un compito molto arduo, caro il mio André. Soprattutto per un uomo buono come te. >
< Certe volte posso essere molto puntiglioso e suscettibile. >
< Non lo metto in dubbio… Però negli ultimi tempi Oscar è divenuta una persona troppo intrattabile, preferendo essere libera e rompere gli schemi… Una donna deve portare sempre rispetto. Soprattutto alla sua famiglia e al suo futuro marito, cosa che lei non riesce a fare. >
< François, perché Oscar potrebbe avercela così tanto con voi? >
< E’ una lunga storia, Contessa. Non sto qui a guastarvi la giornata nel raccontarla. >
< Però sono molto curiosa. Vi ascolterei molto volentieri. >
< Magari un giorno di questo ve lo dirò, ma non ora. Vi prego di non insistere. >
< Scusatemi. Non lo farò più. >
< Bene… Tornando a noi André, dove ci hai fatto accomodare? >
< Vi ho riservato la stanza più bella del Castello. Spero che possa essere di vostro gradimento. >
< Lo sarà sicuramente. >
< Venite con me. Vi faccio strada. >
 
 
Una volta lasciati i due ospiti nelle loro rispettive camere, André raggiunse la stanza di Oscar più imbufalito e arrabbiato che mai.
< André, perché sei entrato con così tanta foga nella mia stanza? >
< Comincio col dire che questa non è la tua stanza, ma la nostra… Lasciando stare, come ti sei permessa di trattare in malo modo i nostri ospiti? >
< André, se l’ho fatto ho le mie valide ragioni. >
< Non puoi comportarti in eterno da ragazzina capricciosa. Cerca di fare la grande almeno una volta nella tua vita. >
< Sono in colera con mio padre! È colpa sua se sono così! >
< Bugiarda! Lui ti ha dato l’educazione che ti sei meritata e non puoi fare niente per cambiare il passato! >
< Ma posso cambiare il futuro. >
< Comunque ti proibisco di fare altre scenate come hai fatto poco fa’, altrimenti dovrò prendere provvedimenti. >
< Adesso provi pure a minacciarmi? Tu non sai ancora niente sul mio passato! >
< Hai ragione. Ma so che devi avere più rispetto delle persone che ti circolano attorno. E di questo mi riferisco anche a me. >
< Perché? Quando ti ho mai mancato di rispetto? >
< Quando hai rifiutato di fare una passeggiata con me preferendo andare a cavallo, per esempio. >
< E te la sei presa per così poco? >
< Oscar, presto diventerai mia moglie. Non puoi continuare a comportarti come una donna ribelle. Lo vuoi capire oppure no? >
< Non dirmi cosa devo fare della mia vita, André. Io sono così. Prendere o lasciare. >
Non riuscendo più a contenere la sua rabbia, André mollò uno schiaffo alla sua amata.
< Mi hai… non posso crederci… >
< Mi dispiace Oscar, ma ho dovuto farlo. >
< Non provare mai più a rivolgermi la parola > disse infine Oscar lasciando la camera da letto con le lacrime che stavano cominciando a sgorgargli dai suoi bellissimi occhi.

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Capitolo 4
*** Ritrovare la serenità ***


Oscar si sentiva rancorosa verso il suo amato André e oppressa nel castello in cui abitava a causa di suo padre e della sua donna.
Ogni volta faceva di tutto per non incontrarli, ma alla fine veniva sempre fermata da suo padre che desiderava parlarci e chiarirci.
< Hai intenzione di non rivolgermi più la parola per tutto il mio soggiorno qui a Colorno? >
< Non lo so. Devo ancora vedere. >
< Che razza di risposta è, Oscar? >
< Sono molto arrabbiata con André, padre. Voi non centrate nulla. >
< Perché mi risulta molto difficile crederti? >
< E’ la verità. Ve lo giuro. >
Ma il Signore anziano non si fidava delle parole di sua figlia, squadrandola in maniera accigliata.
< E dimmi, posso aiutarti in qualche modo? >
< Non vi preoccupate. Vedrete che si risolverà tutto. >
< E se ciò non fosse? >
< Io e André non potremmo essere furiosi a vicenda per delle sciocchezze. >
< Però vorresti rimanere arrabbiata con me perché ti ho portato nella tua casa la Contessa Du Barry, vero? >
< Che cosa centra questo, adesso? >
< Avanti Oscar, credi che non l’abbia capito? Lo so che non ti è mai piaciuta quella donna. La continui a fissare con disprezzo ogni volta che incroci il suo sguardo. >
< Non riesco a capire che cosa ci trovate di buono in lei, padre. >
< La sua compagnia. Vedrai che conoscendola meglio cambierai opinione su di lei. E poi l’hai mai vista la sua dimora? È davvero bellissima. Forse un giorno potrei accompagnartici. >
< Grazie, ma non ci tengo nemmeno. Preferirei ritornare nel vostro castello. >
< Ti manca il Castello di Val, non è vero? Perché non lasci questo posto un paio di giorni e vieni con me? L’aria di casa fa sempre bene. >
< E André? Lo lascio qui da solo? >
< E anche se fosse? Sentirebbe troppo la tua mancanza? >
< Padre, sapete meglio di me che viaggiare per la Francia non è molto sicuro. Potremmo cadere in un’imboscata e lasciarci le penne. >
< Se è per questo anche viaggiare qui nei dintorni di Parma non è sicuro… Ma d’altronde bisogna correre dei rischi nella vita, non ti pare? >
< Su questo devo darvi ragione, padre. >
< Tornando a noi, quando la smetterai di non essere più arrabbiata con me? >
< Questo non lo so, padre. >
< Puoi almeno provare a sorridermi di tanto in tanto? >
< Se volete sapere la verità, non sorrido mai nemmeno ad André. >
< Ah no? E lui che cosa dice di tutto questo? >
< Non me ne ha mai fatto una colpa. >
< Che ragazzo accondiscendente. Si vede che ti ama tanto. >
< Ed io amo lui, padre. I nostri sentimenti sono perfettamente ricambiati. >
< Mi fa molto felice vedervi felici insieme… Che gioco di parole. Sembro di parlare come un ragazzino > rispose l’uomo sorridendo.
< Forse perché vi comportate tale. >
< Ed è un problema per te? >
< Assolutamente no… Però se avessi fatto ciò in giovane età mio avreste punito a dovere. >
< So di non essere stato un buon padre per te Oscar, ma volevo trarre dentro di te tutto il meglio. >
< Complimenti, allora. Ci siete riuscito. >
< E’ questa colpa che vuoi attanagliarmi fino alla mia morte? >
< Forse sì… Sono diventata una persona troppo rancorosa. >
< Il rancore e la rabbia avvelenano il sangue e l’anima. Non scordartelo. >
< E voi? Quando mi picchiavate perché disubbidivo ai vostri ordini? Lì non avete fatto peccato? >
< Ti ho solo impresso il rispetto e l’educazione che ogni essere umano meritava. >
< Se io avessi un figlio, non mi azzarderei mai ad alzargli contro un dito. >
< Non puoi capire i sentimenti di un genitore verso il proprio figlio finché non ne hai uno. >
< Io non sono come voi, padre. Mettetevelo bene in testa > disse infine Oscar distanziandosi da lui.
< Adesso dove te ne vai? >
< Voglio rimanere da sola con il mio Andrè. Ma prima voglio chiedergli scusa per come mi sono comportata. Almeno mi sentirò meglio con me stessa. >
< Se le tue scuse vengono dal cuore, allora sì > replicò André raggiungendo Oscar e suo padre.
< Andrè… >
< Buon pomeriggio, Signor Jarjayes. Spero che il castello e il soggiorno siano di vostro gradimento. >
< Il castello si è mantenuto in maniera molto splendida. E voi siete gentile come si deve, André. >
< Vi ringrazio. Le vostre parole sono pienamente confortanti per me in periodi difficili come questo. >
< Forse è meglio se vi lascio un po’ soli… Così voi e André potete parlare da soli. >
< Non ce ne sarà bisogno… Semmai spero io di non aver interrotto niente tra voi due. >
< Assolutamente no. Rimani pure con lei… Io raggiungo la Contessa Du Barry nei giardini. Non vorrei che si perdesse. Inizierebbe a strillare come una bambina indifesa. E non vogliamo che ciò accada, giusto? >
< Ahahah ovvio che no > replicò sorridente André < Scusate la mia maleducazione, ma vorrei che non diceste che ho riso di lei, mio Signore. >
< Tranquillo. Non lo farò. A più tardi, ragazzi miei > disse infine il Signore anziano prima di raggiungere i giardini del castello.
< Allora? Tutto bene con tuo padre? >
< Diciamo che sto provando a chiarirci. >
< Davvero? Questa sì che è una bella notizia. >
< Sì, però… >
< Però cosa? Che cosa ti affligge così tanto, Oscar? >
< Non posso dimenticare i momenti passati con lui quando mi picchiava perché non gli assomigliavo o perché non studiavo abbastanza… Chi mi potrà restituire la mia infanzia e la mia felicità? Nessuno, André. È questo il problema che mi porterò fino alla morte. >
< Su questo non posso dirti niente, Oscar… Nessuno può restituirti la tua infanzia. Però rimanendo insieme, posso darti tutta la felicità che ti è mancata da quando eri bambina. >
< Ti ringrazio per le belle parole di conforto che hai sempre per me, André > replicò la donna smorzando un piccolo sorriso.
< Figurati. Farei qualsiasi cosa per te e lo sai bene. >
< Però mi piace sentirmi dire parole piene d’affetto per me. >
< Ne sono lieto… Allora, hai intenzione di rimanere chiusa in queste quattro mura? Oppure vuoi farti una bella camminata per i nostri giardini? >
< E rischiare d’incontrare la Contessa Du Barry? Non se ne parla nemmeno. >
< Lo sai però che dovrai vederla questa sera a cena, vero? >
< Ti prego di non farmici pensare. >
< Invece devi prepararti psicologicamente… Ancora non riesco a capire perché quella donna non ti piace minimamente. >
< Perché è una vipera oltre ad essere tremendamente antipatica… Non vorrei che tramasse qualcosa di losco contro mio padre. >
< Cioè? Potrebbe arrivare ad ucciderlo? >
< Non lo so ma i suoi modi di fare non mi piacciono per niente. E’ sempre attaccata a mio padre e questo mi da molto da pensare. >
< Le tue sono solo paure senza senso. >
< Non ne sarei così sicura… Dobbiamo stare molto allerta. Almeno finché mio padre sarà qui. >
< E quando tornerò nella sua dimora di Val? A quel punto non potrai più tenerlo d’occhio come vorresti. >
< La sua dimora è talmente sicura che la Contessa Du Barry non farebbe niente per nuocere alla salute di mio padre… Ma una volta lasciata quell’area, la sua vita è in pericolo più che mai. >
< Spero vivamente che tu ti stia sbagliando, Oscar. >
< Quando si tratta di inquadrare le persone, io non sbaglio quasi mai. >
< Comunque non dovresti farti odiare, sai? Dovresti cercare di fartela amica. >
< Perché non ci provi tu? Piaci già a mio padre. Sono sicura che faresti breccia anche nel cuore di quella donna antipatica come la morte. >
< Io non voglio fare breccia nel suo cuore, bensì andarci d’accordo. >
< Puoi provarci questa sera a cena, no? >
< Sarà molto difficile visto che non lascia in pace tuo padre quasi mai. >
< Lo vuoi un consiglio da me? Stacci alla larga il più possibile. Per il nostro bene. >
< Che centri te, scusa? >
< Fidati. Io centro eccome. >
 
 
Una volta sceso il tramonto, i domestici si stavano organizzando per preparare una cena impeccabile ai commensali di Colorno e ai suoi ospiti.
< Sei pronta per andare a cena, Oscar? >
< Sì. Devo darmi le ultime sistemate e sarò dei vostri. >
< Perfetto. Sono contento che tu non ti sia tirata indietro. >
< Avevo forse qualche altra scelta? >
< C’è sempre una scelta, sai? Potevi rimanere rinchiusa nella tua stanza e non vedere nessuno. >
< Non posso mancare così di rispetto a te e a mio padre. So che ci tiene molto all’incontro con la Contessa Du Barry. >
< Brava. È così che mi piaci. >
< Però spero anche il loro soggiorno finisca il prima possibile. Voglio tornare alla mia vita di un tempo… Tu sai forse quanto possano rimanere qui a Colorno? >
< Mi dispiace Oscar, ma tuo padre non mi ha detto niente al riguardo. >
< Tipico di lui. Sicuramente ci dirà il giorno della sua partenza il giorno stesso. >
< Ahahah è probabile. >
< Non c’è niente da ridere. È davvero frustrante, sai? >
< Sì, forse hai ragione… Ti aspetto nel salone grande, d’accordo? Non farci aspettare. >
< E tu non continuare a distrarmi. >
< Sì, certo. Adesso è colpa mia. >
< Come sempre… Adesso vai > disse infine la donna prima di rimanere da sola.
Dopo essersi sistemata i capelli con l’aiuto di una domestica, il suo sguardo si andò a posare su una carrozza che aveva varcato i giardini del castello.
< Mia Signora, è pronta per andare. >
< Sai forse a chi appartiene quella carrozza? >
< No, mia Signora > replicò la domestica cercando di nascondere il suo sorriso.
< Perché stai ridendo? >
< Mia Signora, c’è una sorpresa per voi che vi attende all’ingresso del palazzo. >
incuriosita dalle parole della sua domestica, Oscar si precipitò all’ingresso del castello senza farsi vedere da nessuno.
Appena vide chi era scesa dalla carrozza, il suo cuore ebbe un sussulto.
I suoi occhi non potevano credere a quello che stava vedendo.
< Questa è una sorpresa per voi, Mia Signora. >
< E tu da quanto tempo lo sapevi? >
< Da questa mattina… >
< Ma chi è… >
< Nessuno, mia Signora. Vostra altezza Maria Antonietta ci ha scritto a noi della servitù che sarebbe giunta a Colorno questa sera stessa per farvi una sorpresa. >
< E’ davvero incredibile > replicò Oscar sorridente < Ancora non riesco a crederci. >
Appena gli sguardi delle due donne s’incontrarono, Maria Antonietta corse verso Oscar per abbracciarla.
< Oscar! Sono felice di essere finalmente giunta nella tua dimora! >
< Ed io sono molto felice di poterti rivedere dopo tutto questo tempo. >
< Abbiamo un sacco di cose da dirci… Piaciuta la mia sorpresa? >
< Sei sempre la solita, altezza. >
< Ti prego, chiamami solo per nome. Non mi merito tale nomignolo. >
< Perché? Sei la moglie del reale di Francia. >
< Lo so, ma la parola “altezza” non mi appartiene. E presto ti dirò il perché? >
< E’ successo qualcosa? >
< Sì… Ma come ti ho appena detto, te ne parlerò dopo in privato. Non vedo l’ora di mettere qualcosa sotto i denti. Il viaggio fino a qui è stato molto lungo e faticoso. Sono molto stanca. >
< Faccio aggiungere un altro coperto per te. >
< L’abbiamo già fatto, mia Signora. >
< Ottimo lavoro… Adesso vieni. La cena è quasi pronta. >

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Capitolo 5
*** Avversità e timori ***


Avendo rincontrato la sua amica di vecchia data Maria Antonietta, sul viso di Lady Oscar si era dipinto un sorriso che nessuno aveva mai visto.
Appena la sua giovane amica giunse all’interno del saline grande di Colorno, suscitò nei presenti un senso di grande sorpresa.
< Oscar, ma che cosa… >
< Scusate il ritardo. Non mi aspettavo di ricevere la visita della Regina di Francia nonché mia grande amica. >
< Vostra maestà, è un privilegio vedervi qui > rispose André inchinandosi.
< Il piacere è tutto mio, André. Vi prego di alzarvi. Non merito tutte queste riverenze. >
< Ma maestà, voi siete la Regina di Francia. >
< Vi prego di non ricordarmelo > replicò Maria Antonietta sorridente < In questi giorni che rimarrò qui voglio essere considerata come l’amica della vostra prossima moglie. >
< D’accordo, come volete voi. >
< Oscar, puoi presentarmi gli altri due tuoi ospiti? >
< Certamente. Questo è mio padre: François Augustin Reynier de Jarjayes. >
< Davvero? È un grande onore per me fare la vostra conoscenza. >
< L’onore è tutto mio, Maria Antonietta. >
< Mentre la qui presente signora sapete bene chi è > fece Oscar rabbuiandosi all’istante.
< Contessa Du Barry, non credevo che il padre di Oscar fosse un grande vostro amico. >
< Mia Regina, il qui presente François è molto più che un mio grande amico… >
< Potete spiegarvi meglio? >
< E’ una sorpresa che volevamo farvi a cena ma fa lo stesso: presto io e François coroneremo il nostro sogno d’amore sposandosi. >
La rivelazione della Contessa Du Barry suscitò in Oscar un senso di profonda apprensione.
< Sì, è una notizia entusiasmante e incredibile, non è vero? >
< Padre, perché non me ne avete parlato prima a me in privato? >
< Non sapevo di rendere conto a te, Oscar. >
< Sono tua figlia, padre. E come membro della tua famiglia, avevo il diritto di sapere le tue intenzioni. >
< Per fare cosa, Oscar? Per impedire questa unione con il mio prossimo marito? >
< Voi statene fuori, Contessa. La conversazione riguarda me e mio padre > rispose Oscar furente di rabbia.
< Oscar non ti permetto di parlare malamente così alla mia futura moglie > replicò serio il padre della donna.
< La tua prossima moglie… Considerami assente al tuo prossimo matrimonio. Non benedirò mai la vostra unione. >
< Non ce ne sarà bisogno. Ormai è tutto deciso… Ci sposeremo nel mio Castello di Val tra un mese esatto. E se cambierai idea, sarai la benvenuta. >
< Preferisco morire che venire al vostro matrimonio con questa strega. >
Le parole coincise di Oscar superarono il limite consentito per la Contessa e il suo futuro marito, scatenando nell’uomo una reazione inaspettata.
< Adesso basta! Ne ho abbastanza delle tue insubordinazioni! Se non vuoi più vedermi tra i piedi, fai pure. Da questo momento ti rinnego come figlia. Non fai più parte dei Jarjayes. >
< Benissimo, padre. Non aspettavo altro > replicò Oscar con le lacrime agli occhi.
< Mia cara amata, andiamocene da questo maledetto castello. Io e quella donna non possiamo vivere sotto lo stesso tetto. >
< D’accordo, François. Come vuoi tu. >
Una volta fatti preparare in fretta e furia tutti i bagagli, fu il sole André a salutare il padre di Oscar e la sua amata.
< Mio Signore, mi dispiace molto per come sia andata a finire. Sono completamente senza parole. >
< Non preoccupatevi, André. Non è colpa vostra… Mia figlia mi odia dal più profondo del cuore. E voi non potete farci nulla. >
< Lo so. Ma addirittura dire quelle parole… >
< La rabbia furente parla per lei… Se prima di un mese a questa parte cambierà idea, sapete dove trovarci. Anche se l’ho rinnegata come figlia, il castello sarà sempre aperto per lei. Almeno finché non morirò. >
< Non dite così, mio Signore. Avete ancora molti anni davanti a voi. >
< Spero che voi abbiate ragione, André. Vi auguro tutto il meglio > replicò François abbracciando il ragazzo.
< La stessa cosa vale per voi… Salutatemi la vostra Signora. >
< Presenterò. Adesso devo fare di tutto per calmare la sua collera verso mia figlia. Lo sgarbo di Oscar l’ha turbata profondamente. >
< Ci credo… Mi dispiace ancora per come sia finita. >
< Vedrete che andrà tutto per il meglio… Spero di rivedervi molto presto, André. >
< Lo spero tanto anch’io. >
< Il viaggio sarà molto lungo… Che il buon Dio me la mandi buona. >
< Ritornerete al Castello di Val? >
< Sì. Dobbiamo organizzare il matrimonio in fretta. Ormai non c’è rimasto molto tempo. >
< Capisco… Buon rientro a casa e buon viaggio, Mio Signore. >
< Grazie di tutto, André. Per la vostra ospitalità e cordialità. >
< Dovere, Mio Signore > disse infine André prima di vedere la carrozza di François e della sua amata oltrepassare il cancello del castello.
 
 
< Se n’è andato quell’irrispettoso di mio padre? > domandò Oscar a denti stretti.
< Oscar quando la smetterai di comportarti come una ribelle? >
< Io non sono per niente ribelle… E’ colpa di mio padre. Tira fuori il peggio di me. >
< Tuo padre non ha tutte le colpe… >
< Invece sì. Ha deciso di sposarsi con la donna più odiata di tutta la Francia. Anche Maria Antonietta non poteva più vederla. >
< So bene quanto può essere antipatica, ma l’importante che ami tuo padre. >
< Pensi che sia solo amore? Allora vuol dire che non la conosci ancora bene. Sono assolutamente convinta che la Contessa Du Barry, prossima a diventare la Contessa Jarjayes, miri solo ai soldi, alle terre e a tutta l’eredità di mio padre. >
< Non credo che arriverebbe a tanto… >
< Le mie ragioni sono sincere, André. Dobbiamo solo attendere i fatti… Mio padre è in pericolo in compagnia di quella donna. >
< Ma mi hai detto che nel suo Castello non gli può succedere niente. >
< Sì, ma in compagnia di quella donna tutto è possibile. >
< Adesso però smettila, Oscar. Non puoi vedere solo il male delle cose. >
< E tu non puoi continuare a parlare a vanvera senza conoscere la realtà della situazione. >
< Ma io… >
< Argomento chiuso. Non voglio più sentir parlare di mio padre per un bel po’. >
< Quindi hai deciso di non andare nemmeno al suo matrimonio? >
< Assolutamente no… Però se vuoi tu sei libero di andare. Non voglio soffrire ancora per causa sua vedendolo sposare con una vipera. >
< Oscar, ti prego. Stai davvero esagerando. >
< Vado da Maria Antonietta. La sua compagnia mi risolleverà il mio morale a terra. >
< Non abbiamo nemmeno cenato per questa brutta situazione. Sei sicura che non vuoi mettere qualcosa sotto i denti? >
< No. mi si è chiuso completamente lo stomaco… Ci vediamo a letto. >
< D’accordo. >
 
 
Una volta giunta nella camera della sua amica, Maria Antonietta fissò lo sguardo afflitto di Lady Oscar.
< Oscar, va tutto bene? >
< Adesso sì dopo che mio padre e quella vipera hanno lasciato il mio castello. >
< Ancora non riesco a capire cosa ci trovi tuo padre in quella donna. >
< Non voglio nemmeno saperlo, Maria Antonietta. Ormai per me è un argomento chiuso… Venendo a noi, come ti trovi nella tua nuova stanza? È tutto di tuto gradimento? >
< Anche troppo, Oscar. Questa stanza è grandissima e bellissima > replicò la donna sorridente.
< L’ho riservata solo a te sperando che un giorno potessi venire a farmi visita e finalmente eccoti qua… Senza di te, non so come avrei sopportato la rivelazione di mio padre e di quella donna. >
< Ma c’è sempre André a darti man forte su qualsiasi cosa. >
< Vorrei tanto, sai? Ma certe volte credo che sia contro di me. Per esempio non sopporta la mia diatriba con mio padre… Ma non posso biasimarlo anche se non riesce a capire appieno i problemi d’infanzia avuti proprio con lui. >
< E’ stato così terribile per te l’infanzia con tuo padre? >
< Purtroppo sì… Ma adesso basta pensare alle cose brutte. Parlando di te, come va il tuo rapporto con nostra maestà Luigi XVI? >
< Anche noi abbiamo le nostre brutte situazioni e diatribe… Ma in sostanza, il nostro rapporto è ancora molto saldo e forte. >
< Posso fare qualcosa per aiutarti? >
< No, Oscar. Va tutto bene. Davvero > replicò Maria Antonietta cercando di sorridere.
< Davvero? Non mi sembri tanto convinta… >
< Vorrei solo che tu potessi vedere la mia dimora e quella di mio marito. Sono convinta che ti piacerà molto. >
< Si trova a Torrechiara, giusto? Mi piacerebbe davvero. >
< Mio marito torna dalla Francia tra qualche giorno. Che ne dici se tu e tuo marito André decidiate di venire con me? >
< Sarebbe splendido > replicò felice Oscar.
< Ottimo… Lo vedi che stai ricominciando a sorridere? >
< E tutto per merito tuo, Maria Antonietta. >
< Non dire così… >
< E’ la pura verità > disse infine Oscar prima di abbracciare la sua amica come ennesimo segno d’affetto e d’amicizia.

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Capitolo 6
*** Bellezza in collina ***


< Vuoi proprio partire così improvvisamente? > domandò André una volta venuto a sapere dalla sua amata Oscar di intraprendere un piccolo viaggetto verso il castello di Torrechiara.
< Sì. Altrimenti rischiamo d’impazzire rimanendo rinchiusi sempre in questo castello. >
< Ma Oscar, in questo castello c’è sempre tanto da fare. >
< E con ciò? Una piccola vacanza non può che farci solo bene. >
Ad André risultava difficile negare un desiderio alla sua fidanzata, acconsentendo alla fine alla sua richiesta.
< Ho forse altra scelta? >
< Fallo per me, André. Ti prego. >
< Chi controllerà il nostro castello quando noi saremo via? >
< Robert. Essendo il nostro maggiordomo di fiducia, è anche stato per molti anni custode di Colorno. Non credo che sia un grande problema per lui se noi mancheremo alcuni giorni. >
< Lo sai che sarò preso dall’ansia di tornare qui, vero? >
< Non ti facevo così attaccato a questo castello, André. >
< Lo sto trasformando a mia immagine e somiglianza. Hai visto che cambiamento ho riportato nei giardini, nel salone e in biblioteca? Prima non era così. >
< Vedrai che nessuno ti toccherà niente. Stai tranquillo. >
< D’accordo. Vado subito a fare i bagagli. >
< Miei signori, i vostri bagagli sono già stati posizionati nella vostra carrozza. Vi auguro un buon viaggio e un buon soggiorno a Torrechiara > fece Robert con calma considerevole.
< Non perdi proprio tempo, vero Oscar? > replicò André smorzando un piccolo sorriso.
< Ho solo affrettato i tempi. Ho fatto male? >
< No… Robert, sai già tutto? Sai come devi comportarti durante il periodo della nostra assenza? >
< Certo, mio Signore. Dovete stare tranquilli e rilassati. Al vostro ritorno a Colorno ritroverete tutto uguale a prima. >
< Bene. È quello che volevo sentirmi dire… Grazie di tutto, Robert. >
< Dovere, mio Signore. A presto e ancora buon viaggio. >
< Grazie, Robert. >
Una volta salutato il maggiordomo e la servitù, Oscar e André erano pronti per partire alla volta di Torrechiara.
< Il viaggio sarà molto breve, non preoccupatevi. Dovete soltanto stare dietro alla mia carrozza. >
< Va bene, Maria Antonietta. Faccia strada. >
< Cocchiere? Possiamo partire. >
< Sì, mia Signora. Ah! > fece l’uomo ai cavalli incominciando il loro viaggio.
 
 
Castello di Torrechiara
Appena Oscar e André videro il castello di Torrechiara ergersi su un magnifico colle, i due fidanzati rimasero sbigottiti da tale bellezza.
< E’ stupendo, Maria Antonietta. >
< E ancora non hai visto le sale interne, Oscar. >
< Hai visto, André? È proprio un bellissimo castello. >
< Sì, un bell’edificio medievale > rispose l’uomo contenendo la sua contentezza.
< Non vedo l’ora di arrivare. Non sto più nella pelle. >
< Non avrei mai creduto che una simile vacanza ti potesse far dimenticare tutti i problemi, Oscar. >
< Ti stai forse riferendo a mio padre, André? >
< E a chi sennò? A quest’ora i preparativi per il suo matrimonio saranno in fermento. >
< Non m’interessa minimamente > rispose Oscar rabbuiandosi < E per favore, evita di parlarmi di lui e di quella donna di cui non menziono nemmeno il nome. Non voglio rovinarmi la vacanza per nessuna ragione. Sono stata abbastanza chiara? >
< Lo sai che i problemi non si cancelleranno così, vero? >
< Eccoci finalmente arrivati > replicò Maria Antonietta interrompendo la discussione dei due fidanzati appena superarono le mura del castello.
Una volta che la carrozza si fermò, Oscar non attese nemmeno il cocchiere per scendere dalla carrozza.
< Oscar, aspettami! > gridò André cercando di attirare la sua attenzione < Dove vai così di fretta? >
< Lontano da te > replicò seria la donna.
< Sì può sapere che cosa ti prende? Siamo appena arrivati e già mi tieni il muso? >
< E’ quello che ti meriti parlandomi di mio padre. >
< Ho solo sottolineato la tua situazione. Non volevo farti arrabbiare. >
< Ah davvero? Peccato che ci sei riuscito in pieno. Adesso lasciami in pace e farmi vivere appieno la mia vacanza senza strani pensieri per la testa. Non vorrai mica che mi irriti con te, vero? >
< Adesso provi pure a minacciarmi? > replicò l’uomo risentito.
< La mia non era una minaccia ma un avvertimento. >
< Perché penso che sia la stessa cosa? >
< Smettila di insistere, André. Mi stai… >
< Va tutto bene, ragazzi? > fece Maria Antonietta
< Splendidamente… Ci fai strada verso l’interno del castello? >
< Con immenso piacere. >
Le prime cose che colpirono l’occhio di Oscar, furono i bellissimi affreschi che contornavano le mura interne del castello.
< Se solo riuscissi a dipingere questi capolavori > fece estasiata la donna.
< Io ho provato, sai? Ma è praticamente impossibile. Nessuno può replicare un genio di tale grandezza. >
< Però sono convinta che tu sei più brava di me a dipingere, Maria Antonietta. >
< Questo non possiamo saperlo… Non ho mai visto un tuo disegno, sai? >
< Non ti perdi niente, amica mia. >
< Questo lascialo decidere a me. >
< Devo dire che è un bellissimo castello pieno di sorprese > fece André guardandosi intorno.
< Che cosa ti dicevo? E tu che non volevi nemmeno venire. >
< Sono troppo legato a Colorno. Non posso farci nulla, Oscar. >
< Più legato al castello che a me? >
< Questa è una sciocca similitudine > replicò irritato l’uomo.
< Non ti arrabbiare. Ho solo fatto per dire. >
< Comunque questo non cancella la mia voglia di tornare a casa, Oscar. >
< Non cominciare, André. Siamo appena arrivati > sussurrò la donna senza farsi sentire dalla sua amica.
< E non avete ancora visto tutto. Venite con me. >
Correndo per le scale del castello, Maria Antonietta portò i suoi ospiti nella torre più alta del castello, dove si poteva godere di un panorama mozzafiato.
< Bellissimo! Da qui si vede tutta la vallata! >
< Tu vedessi al tramonto, Oscar… Peccato che sia una giornata grigia e nuvolosa. Spero che domani vada molto meglio. >
< Certo! Tanto rimarremo qui per molti giorni > rispose Oscar guardando il suo fidanzato.
< Oscar, ti prego… >
< Se vuoi puoi tornare anche subito a Colorno. Io rimango qui per molto tempo. >
< Preferiresti rimanere in compagnia della tua amica che stare con me? >
< Se me ne dai l’occasione, sì. >
< Oscar, vuoi forse farmi ingelosire? >
< Non sia mai… Sai bene che non lo sopporto. >
< I tuoi modi di fare mi stanno irritando. >
< Sei tu che hai cominciato parlandomi di mio padre. >
< Questa è un’altra cosa! > gridò l’uomo facendo rimbombare la sua voce.
< Che diavolo urli?! >
< Sei tu che mi mandi fuori di testa! >
< Abbassa la voce, altrimenti… >
< Va tutto bene, ragazzi? >
< Sì, Maria Antonietta. Discussioni senza senso di André > replicò Oscar cercando di mantenere la calma < Quando potremmo vedere il Re in persona? >
< Se non ho capito male dalla servitù, credo che tra poco torni dal suo viaggio in Francia. >
< Splendido. Sarà un onore ritrovare il Re in persona. >
< Non dovrete aspettare molto, Lady Oscar. >
Sentendo una voce acuta dietro di sé, Oscar rimase sbigottita.
< Vostra maestà > fece la donna inchinandosi immediatamente < Non credevo che foste dietro le mie spalle. >
< Mi volevi forse nascondere qualcosa? >
< Certo che no, maestà. Non lo farei mai. >
< Ahahah stavo scherzando. Alzatevi, miei cari > replicò il Re riferendosi anche ad André < Siete appena arrivati? >
< Sì, maestà. Vostra moglie ci stava facendo da guida nel vostro bellissimo castello. >
< Una vera perla, non credete? Appena l’ho visto la prima volta che sono giunto in questo posto me ne sono subito innamorato… E’ proprio adatto alla mia amata, non c’è che dire. >
< Vi ringrazio, maestà. Siete molto gentile > replicò Maria Antonietta inchinando la testa.
< Bene, spero che ci rivedremo presto. Vi lascio in compagnia di mia moglie. Buon soggiorno. >
< Grazie, maestà > replicò Oscar prima di vedere il Re di Francia allontanarsi con le guardie personali a seguito.
< Lo vedo molto in forma il nostro Re > fece André < Non credi anche tu, Oscar? >
< André ha ragione, Maria Antonietta. Quindi questo vuol dire che tra voi due va tutto bene. >
< Potremmo parlarne più tardi? > replicò la donna intristendosi improvvisamente < Non avete ancora visto l’esterno del castello. >
< Allora facci strada, Maria Antonietta. Siamo molto curiosi di scoprire ogni singolo centimetro di questo castello > rispose Oscar senza dimenticare lo sguardo triste della sua amica.
< Sì, d’accordo. >

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Capitolo 7
*** Problemi coniugali ***


Oscar non riusciva a togliersi dalla testa lo sguardo afflitto della sua amica Maria Antonietta.
< Oscar? Oscar? >
< Cosa? Che succede? > domandò la donna tornando alla realtà.
< Mi dici a cosa stavi pensando? >
< A niente, André. Perché dovevo pensare a qualcosa? >
< Avevi la mente e lo sguardo da un’altra parte… >
< Non è vero. >
< Perché mi vuoi nascondere la verità? >
< André, smettila di fare il paranoico. >
Ma il giovane uomo non voleva arrendersi, insistendo sull’argomento sempre di più.
< Vuoi forse parlarmene in privato? >
< Non c’è niente da parlare, André. Adesso smettila. Stai diventando ridicolo. >
Una volta calato il sole, Torrechiara si apprestava ad essere illuminato dalla luce di migliaia di candele.
< Forse è meglio rientrare > fece Maria Antonietta < Tra un’ora circa sarà pronta la cena. >
< Sì, hai ragione. >
Appena tornati dentro il castello, André afferrò il braccio della sua amata lasciandola visibilmente sorpresa.
< Noi c’andiamo a preparare > fece l’uomo < Ci ritroveremo a cena, d’accordo? >
< Va bene, come volete voi > replicò la donna con un sorriso congedando i due ragazzi.
Trascinando la sua amata lontano dalla sua amica, Oscar divenne più seria e irascibile.
< Che cosa stai facendo, André? Fermati! Così mi fai male! >
< Non andremo a cena finché non mi dirai cosa stavi pensando. >
< Ancora con questa storia? Sei un tipo fissato, sai? >
< Mi preoccupo solo per te… >
< Io invece sono preoccupato anche per la mia amica, Maria Antonietta… >
< Sapevo che c’era qualcosa che stavi tenendo nascosto. >
< Appena abbiamo incrociato suo marito, è diventata più seria e triste… Secondo te che cosa può nascondere? >
< Magari l’infelicità di una donna. >
< Dici che sia così? >
< Prova a parlarci questa sera. Con te si confiderà di sicuro. >
< Lo so, però non possiamo parlare in privato. Ci sarà anche suo marito nonché il nostro Re alla cena. >
< Allora vedremo che cosa succede… Dovevo allontanarti da lei per farmi spiegare le tue reali intenzioni? >
< Sei davvero curioso, André > rispose irritata Oscar.
< Potevo fare di peggio, sai? Io e te dovremmo parlare più spesso. Non sei d’accordo? >
< Andiamoci a cambiare. I padroni di casa ci staranno aspettando > replicò la donna cambiando discorso.
< Non ho bisogno di andarmi a cambiare… Io verrò vestito così. >
< Ma Andrè… >
< E poi vorrei parlare con il nostro Re se è possibile… Ci vediamo più tardi? >
< Fai come ti pare. Secondo me stai solo perdendo tempo. >
< Vedremo se riuscirò a scoprire qualcosa > rispose André prima di lasciare la sua amata Oscar.
 
 
André incontrò l’uomo dinanzi ad un camino acceso intento a controllare alcune pratiche che riguardavano il suo regno.
< Maestà, posso disturbarvi? > fece André bussando alla sua porta.
< Certo che sì. Entrate pure, buon uomo. Sono stufo di leggere tutti questi fogli. La mia vista si sta sempre di più indebolendo > mormorò il Re toccandosi la fronte.
< Secondo me dovreste riposarvi di più. >
< Magari… Non ho tempo di fare le cose che più mi aggradano. >
< Se non sono troppo curioso, posso sapere a cosa vi riferite? >
< Nessun problema. Non parlo mai con un uomo fidato come voi a parte le mie guardie… Sono sempre in giro per la Francia cercando di guidare un paese ed evitare la sua rovina economica. La gente soffre la fame e le malattie e io non riesco a fare nulla per evitare tutto ciò. >
< E la Regina? Lei non può fare niente? >
< Mia moglie pensa solo a girare il mondo, a divertirsi e a sperperare il nostro denaro… E come se non bastasse, mi fa pesare la mia assenza quando sono in giro per gli interessi della corona. >
< Io credevo che eravate più uniti… >
< Siamo uniti solo in matrimonio. La nostra relazione non esiste quasi più… A dir la verità, credo che mi abbia tradito con uomini durante i suoi lunghi viaggi. >
< Non so se la maestà vostra possa arrivare a tanto… Non ce la vedo. >
< Perché voi non la conoscete come la conosco io… Fidatevi. A Maria Antonietta piacciono molto gli uomini. Il nostro è stato un matrimonio d’interesse tra due paesi molto potenti… Ma la nostra felicità, soprattutto la mia, è compromessa. >
< Non dite così, maestà. Sono convinto che vi amate ancora. >
< Hai visto oggi come mi guardava appena ci siamo rivisti dopo tanto tempo? Sembro un estraneo per lei, André. Devi credermi. >
< E non potete farla felice in nessun modo? >
< Cercherò di stargli vicino in questi giorni che mi trovo qui a Torrechiara. Ma non so se le cose potranno mai cambiare… >
< Speriamo invece che sia così. Ho molta fiducia in voi, maestà. >
< Vi ringrazio, André. Siete un uomo fidato > rispose Luigi XVI ritrovando il sorriso.
< Adesso però basta parlare di problemi. La cena ci aspetta. >
 
 
Mentre il Re Luigi XVI veniva accompagnato da André, intravide sua moglie intenta a fissare un dipinto che l’uomo non aveva mai visto prima.
< André, potete aspettarmi al tavolo? Devo parlare un attimo con mia moglie. Non ci metterò molto. >
< Come volete voi, maestà. >
Una volta rimasto solo, Luigi XVI andò incontro alla moglie spaventandola e ridestandola dai suoi pensieri.
< Avete intenzione di non rivolgermi più la parola? >
< Io e voi non abbiamo niente da dirci. >
< Mi dispiace avervi spaventato, ma dovevo trovarvi in un momento in cui eravate sola… Che cosa state nascondendo? >
< Niente. Perché? >
< Maria Antonietta, perché non mi dite che cosa vi affligge? Posso fare qualcosa per voi? >
< Sapete bene che cosa potete fare ma non lo fate mai. >
< Sono il Re di una grande nazione. Non posso sottrarmi ad impegni improrogabili solo per rimanere vicino a voi. >
< Credevo di essere io la persona più importante che avete. >
< Infatti è così! Ma dovete capire che non sono un uomo come tutti gli altri. >
< E secondo voi cosa posso fare per avere un uomo accanto a me che mi faccia sentire desiderata? >
< Rimanere accanto a me in ogni momento… Sapete bene che la Francia non sta attraversando un periodo molto facile… Ed è per questo che ho bisogno del vostro aiuto. >
< Mi dispiace maestà, ma è già da un po’ che ho capito di non essere la persona adatta a voi. >
Sentendo tale rivelazione, Luigi XVI sbiancò di colpo.
< Che cosa state dicendo? >
< Sarebbe meglio se io e voi non ci vedessimo più. Per il nostro bene. >
Mentre Luigi XVI faceva di tutto per avvicinarsi a lei, Maria Antonietta indietreggiava spaventata.
< Amate qualcun altro, non è vero? >
< Vi state sbagliando. >
< Non m’incantate, sai? Credete che io non sappia delle vostre girate e avventure che potete aver avuto con altri uomini? >
Sentendosi offesa dalle parole dell’uomo, Maria Antonietta trovò la forza di mollargli uno schiaffo.
< Ma come avete osato?! >
< Non vi permetto di dire simili scempiaggini sul mio conto, maestà. >
< Io sono il Re! E posso dire quello che voglio. >
< Osereste continuare mancarmi di rispetto? Siete un uomo vile. >
< E voi siete una donna capricciosa e irrispettosa nei miei confronti… Ormai ho capito che non mi avete mai amato. Mi avete sposato per la mia posizione. >
< No! Volevo imparare ad amarvi dopo il matrimonio, ma la vostra distanza mi hanno impedito di fare ciò. >
< Tutte bugie! Voi siete meschina e senza cuore… >
< Maestà, vi prego… >
< Fatemi vedere che cosa state nascondendo! Immediatamente! Altrimenti sarò costretto a chiamare le guardie. >
Non avendo mai visto il Re così furioso e arrabbiato, Maria Antonietta fu quasi spaventata dalle sue insistenze.
< Ecco qua > replicò la donna porgendogli il ritratto.
Appena Luigi XVI vide chi fosse, rimase visibilmente sbigottito.
< Adesso è tutto chiaro… E’ lui l’uomo per cui stravedete? >
< Ci siamo appena conosciuti, maestà. Ma è riuscito subito a capirmi. >
< Quindi confessate di avermi tradito… >
< No, maestà. Non avrei mai dovuto… >
< Però adesso ne avrete l’occasione. >
< Vi prego, maestà. Non rovinate tutto. >
< Siete stata voi a rovinare tutto… Ormai non abbiamo niente per riconciliare la nostra relazione. È finita. >
< E come faremo con i nostri ospiti? >
< Glielo diremo insieme. È giusto che sappiano la verità. >
< D’accordo, come volete voi > rispose Maria Antonietta fissando il Re con sguardo affranto.
 
 
Non vedendo arrivare i due coniugi di Francia, André e Oscar stavano cominciando ad essere preoccupati.
< Che cosa starà succedendo? Perché ci mettono così tanto ad arrivare? > domandò Oscar.
< Secondo me dovremmo andarli a cercare. >
< Non sono dei bambini, André. Sono i sovrani di Francia. >
< Lo so… Però la situazione sta diventando surreale. >
< Attendiamo ancora un po’… >
Ma mentre stavano aspettando i Reali, un messaggero di Colorno giunse a Torrechiara.
< Ma quello è… >
< Signori, il messaggero di Colorno ha un estremo bisogno di parlarvi > fece uno dei servitori di Torrechiara.
< Potete farlo passare qui nel salone? > domandò Oscar.
< Certamente… Prego, potete entrare. >
Il giovane messaggero, completamente stremato per la corsa fatta, consegnò un messaggio urgente proveniente dal Castello di Val.
< Philippe, che cosa succede? >
< Riguarda vostro padre. >
< Che cos’è successo a mio padre? >
< Meglio se leggete la lettera, mia Signora. >
Preoccupata e incuriosita allo stesso tempo, Oscar divenne pallida in volto dopo aver letto attentamente la lettera.
< Oscar, che cosa succede? Cosa dice la lettera? >
< Riguarda mio padre… E’ morto. >

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Capitolo 8
*** Un'accusa ingiusta ***


Subito dopo aver letto la lettera, Oscar cadde a terra per il dolore e la disperazione.
< Oscar, che cosa… >
Nemmeno André riusciva a credere a quello che c’era scritto.
< Dobbiamo subito andare al Castello di Val. non c’è un minuto da perdere > fece André al suo messaggero.
< Mio Signore, il padre della Signora vostra non si trova nel suo castello… >
< Che cosa stai dicendo? Dov’è morto il povero François? >
< Sì, è morto nel suo castello… Ma sta per essere trasferito nella dimora della Contessa Du Barry a Burghley House. >
Nel sentire una simile rivelazione, Oscar si rialzò folgorando il messaggero con il suo sguardo accigliato.
< Come possono seppellire mio padre nella dimora di quella maledetta megera? >
< Non lo so, mia Signora. Non sono stato io a prendere una simile decisione. >
< Anche se quella donna era promessa sposa di mio padre non può permettersi di fare come vuole. Mio padre deve essere seppellito nel suo castello! >
< E come faremo a fermare tutto ciò? Ormai sono in corso i preparativi per i suoi funerali e arriveremo nella dimora della Contessa giusto in tempo per vederlo seppellire. >
< Mia Signora, il vostro promesso sposo ha ragione. Ormai è già stato tutto deciso. >
< Lei non aveva nessun diritto di prendere una simile decisione! > gridò inviperita Oscar < Appena me la ritroverò dinanzi, dovrà rispondere alla mia collera e al mio volere. >
Sentendo le grida provenire da tutto il castello, Maria Antonietta e il Re di Francia accorsero verso di lei.
< MI dispiace avervi fatto attendere, ma io e mio marito… >
< Me lo spiegherai più tardi, Maria Antonietta. Io e André dobbiamo partire immediatamente. >
< Lady Oscar, perché gridavate così tanto? >
< Sì, che succede amica mia? >
< Si tratta di mio padre. È inspiegabilmente morto. >
< Oh mio Dio… >
< Questa è una grave notizia > replicò il Re < Vi porgo le mie più sentite condoglianze, Lady Oscar. >
< Grazie, maestà. Significano molto per me. >
< Oscar, se posso fare qualcosa… >
< Appena arriverò a Burghley House ti scriverò subito. Non voglio perdere i contatti con te, Maria Antonietta. >
< E non le perderai. Te lo prometto, amica mia. >
< Lo spero tanto > rispose Oscar abbracciando la sua amica < Messaggero, fai subito preparare la mia carrozza. Partiamo subito. >
< Come volete voi, mia Signora. >
 
 
Prima di salire sulla carrozza insieme ad André, Oscar notò un velo di dispiacere sempre più profondo negli occhi di Maria Antonietta.
< Spero che tu non l’abbia presa a male > fece Oscar accarezzando il volto della donna.
< Certo che no. Anch’io avrei fatto lo stesso in una simile occasione. >
< Allora vuoi spiegarmi che cos’è che ti affligge? >
< Niente, Oscar. Stai tranquilla. >
Ma la donna non si fidava.
< Maria Antonietta, dopo averti servito per molti anni ti conosco molto bene. Non farmi andare via facendomi ricordare il tuo sorriso triste. Non lo sopporterei. >
< E’ una situazione molto lunga da spiegare. >
< Prova a farlo in pochi minuti. I servitori non hanno ancora sistemato la carrozza. >
Non vedendo altre soluzione, Maria Antonietta prese in disparte Oscar per raccontargli l’interruzione della relazione tra lei e suo marito il Re.
< Maria Antonietta, cosa ti ha spinto ad una simile decisione? >
< L’amore, amica mia. Nient’altro che l’amore. >
< Chi ti può far battere il cuore così tanto? >
< Si tratta di Alain de Soisson… Ma ti prego di non dire niente a nessuno. La nostre relazione è ancora segreta. >
< D’accordo, non ti preoccupare… Ma il Re come ha preso una simile decisione? >
< Male. Spero solo che non mi rispedisca da mia madre a Vienna… Comunque la cosa certa che il Castello di Torrechiara non mi appartiene più. Dopo la vostra partenza Re Luigi XVI predisporrà i suoi servitori per farmi preparare le mie valigie. Non vuole più vedermi. >
< Sai bene che non puoi biasimarlo, vero? >
< Lo so perfettamente… Ma Oscar, sai meglio di me che non avevo nessun’altra scelta. Io quell’uomo non l’ho mai amato. Il mio è stato solo un matrimonio di convenienza tra due nazioni forti. >
< Sì, l’ho sempre saputo… E adesso come farai con tua madre? >
< Ci parlerò e saprò convincerla. >
< Da quello che mi hai raccontato, tua madre è una donna molto severa. >
< Sì. Ma quando conoscerà Alain sono sicura che cambierà idea su di me e farà una buona impressione su di lui. È il mio più grande sogno di tutt’ora. Spero tanto che non si possa infrangere. >
< Lo spero tanto per te. >
< Oscar, dobbiamo andare. La carrozza è pronta > fece André.
< Sì, arrivo… Buona fortuna per tutto, Maria Antonietta. E che Dio sia buono con te. >
< Mi dispiace molto per quello che è successo a tuo padre… Spero che tu possa arrivare in fondo alla verità. >
< La Contessa Du Barry dovrà darmi un sacco di spiegazioni, su questo non c’è dubbio. >
< Arrivederci, Oscar. Salutami André. >
< Presenterò… A presto, amica mia. >
Dopo che Oscar e André si furono congedati da Maria Antonietta e dal Re Luigi XVI, partirono alla volta di Burghley House senza mai fermarsi, arrivando nella dimora della Contessa in un tempo record che però non servì a niente…
 
 
Burghley House
La dimora della Contessa Du Barry era un bellissimo castello elegante e vistoso, ricoperto da un giardino mozzafiato.
< Non avrei mai creduto che la Contessa Du Barry fosse così ricca > fece André appena vide la sua dimora.
< E con ciò? Vuoi forse sposarti con lei? >
< Non ho detto questo, tesoro. >
< Al contrario di te, anch’io ho sempre saputo che la Contessa era una donna molto ricca, non per altro era una delle nobili più influenti nel panorama francese al tempo che frequentava i salotti. >
< E secondo te perché ora si è trasferita in Inghilterra? >
< Per sposare mio padre, è ovvio. La mia famiglia è sempre stata molto ricca e la Contessa ha messo gli occhi sulla sua cospicua eredità. >
< Ma come? Non può toccare il tuo patrimonio. Ti spetta di diritto. >
< Questo sarà alcune delle cose di cui dovremmo parlare. >
Una volta giunti all’interno del castello, Oscar e André furono fermati dalle guardie che controllavano il castello.
< Fermatevi. Chi siete voi? >
< Sono Oscar François De Jarjayes mentre accanto a me si trova André Garnier. Dobbiamo parlare immediatamente con la Contessa Du Barry. >
< Mi dispiace per voi, ma la contessa è molto occupata. Dopo la morte del suo futuro sposo ha deciso di non voler essere disturbata da nessuno. >
< Io sono la figlia di François de Jarjayes. Ho il diritto di sapere dov’è stato seppellito! >
< Vi ordino di abbassare la voce, Signorina Jarjayes. Altrimenti saremo costretti a farla allontanare con la forza. >
< Fatemi parlare con la Contessa, altrimenti… >
< Che cos’è tutto questo baccano? > fece la Contessa accorrendo verso le guardie.
< Mia Signora, la figlia del vostro defunto promesso sposo non vuole lasciarvi in pace… >
< Ci penso io a lei e al suo uomo. Andate pure. >
< Ma Signora, siete sicura… >
< So benissimo badare a me stessa. Non discutete i miei ordini! >
< D’accordo, come volete voi mia signora > dissero infine le guardie prima di lasciare sola la donna.
Appena gli sguardi della Contessa e di Oscar s’incrociarono, André ebbe timore che la sua promessa sposa potesse commettere qualcosa di spiacevole ai danni della Contessa, sua acerrima nemica da una vita.
< Venite con me. Nelle mie stanze private potremmo parlare con calma. >
Una volta scortati dalla donna, Oscar non vedette l’ora di sapere la verità sulla morte di suo padre.
< E’ morto tra le mie braccia, Oscar… Uno spettacolo davvero orribile > fece la donna asciugandosi le lacrime che sgorgavano in continuazione.
< E di cosa sarebbe morto? >
< Deve essere stato per colpa di un infarto… Vostro padre era molto vecchio. >
< Vecchio sì, ma abbastanza in forma per non morire d’infarto… >
< A quell’età si può morire in qualsiasi momento, Oscar. >
< Perché mi risulta molto difficile credervi? >
< Oscar, ma cosa… >
< Secondo me c’è qualcos’altro e voi non me lo volete dire. >
< Ma come vi permettete di farmi una simile accusa?! >
< Mi permetto eccome! Sono convinta che siete stata voi a toglierlo di mezzo… Volete accaparrarvi le nostre terre e tutto il nostro potere. >
< Queste sono pure fantasie! >
< Ah sì? Allora spiegatemi una cosa: perché mio padre è stato seppellito qui a Burghley House? Perché non è stato seppellito nel suo castello? >
< Perché non sopportavo di sotterrarlo lontano da me. Era una cosa insopportabile. >
< Bugiarda! Voi state mentendo! >
< Adesso basta, Oscar! > gridò la donna sguainando la sua spada < Andatevene immediatamente da qui o vi getterò nelle segrete del castello. >
< Non me ne andrò di qui finché non saprò realmente com’è morto mio padre e le vostre reali intenzioni. >
< Voi non avete nessun diritto di sapere niente! >
< Oscar, ti prego. Andiamocene finché siamo in tempo > fece André parlando per la prima volta.
< E lasciare la morte di mio padre impunita? Devi essere completamente pazzo André se mi chiedi una cosa del genere. >
< Il vostro futuro marito non è pazzo, è solo più intelligente. >
< Evitate di puntarmi la vostra spada Contessa se non volete incappare un duello e condannare la vostra vita ad una morte certa. >
< Non sarò io che morirò, Oscar… Guardie! >
Spazientita dall’insistenza di Oscar, la Contessa du Barry fece chiamare le sue guardie che accorsero immediatamente.
< Lady Oscar, siete accusata dell’uccisione di vostro padre… Pertanto verrete rinchiusa nel castello insieme ad André Garnier fino a quando non avrò deciso la vostra sorte per voi. >
< Tutto questo è pura follia! Non avete prove su di me! Lui era mio padre! Non potrei mai fare una cosa del genere! >
< E’ questa la giustizia, Lady Oscar. Così ci pensavate priva di mettervi contro di me. Portateli via! >
< No! No! Non finisce qui, Contessa! > gridò la donna cercando di liberarsi inutilmente dalle prese delle sue guardie e fissando dritto negli occhi il suo ghigno malefico che la contraddistingueva.

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Capitolo 9
*** Rotture insanabili ***


Castello di Torrechiara
Maria Antonietta si apprestava a lasciare per sempre la dimora del suo ormai ex marito.
< Maestà, posso richiedere un attimo la vostra attenzione? > domandò la donna con tono timido.
< Ormai non abbiamo nient’altro da dirci > replicò freddo il Re < Tutto quello che ci dovevamo dire, l’abbiamo fatto poco prima la partenza di Lady Oscar. >
< Volevo chiedervi un favore, se era possibile… Per il nostro bene comune. >
< Che cosa volete adesso? >
< Volevo pregarvi di non dire niente a mia madre di questo fatto. So che non la prenderebbe molto bene, rischiando di farmi la guerra e di rinchiudermi in qualche convento contro la mia volontà. >
Ascoltando il desiderio della donna, il Re Luigi XVI non batté ciglio, facendo in modo che non gl’importasse minimamente.
< Perché dovrei fare una cosa del genere? >
< Per evitare di scatenare una guerra… So che vi chiedo molto, ma è il mio più grande desiderio. Poi vi prometto che non sentirete mai più parlare di me. >
Senza distogliere il suo sguardo accigliato dalla sua ex amata, Luigi XVI gli andò incontro a muso duro spaventandola.
< Non acconsentirò mai al vostro desiderio. A costo di scatenare una guerra mondiale tra le nostre famiglie… Non posso permettere di essere preso in giro da una capricciosa ragazzina che ha perso la testa per un uomo molto più giovane di me. >
< Maestà, vi scongiuro… >
< Dovevate pensarci prima. Adesso è inutile tornare indietro. >
Non avendo modo di fargli cambiare idea, Maria Antonietta scoppiò in un pianto fragoroso che risuonò in tutto il castello.
< Adesso andatevene immediatamente da qui. Non ho più tempo da perdere con una sgualdrina come voi. >
< Non avete nessun rispetto! >
< E voi?! Ne avete avuto quando viaggiavate in giro per l’Europa a mie spese andando a letto con tutti gli uomini che vi capitavano? >
< Vi giuro che non vi ho mai tradito! Dovete credermi! >
< Mi dispiace Maria Antonietta, ma non ci riesco in nessun modo… Ora finitela di piangere. State diventando ridicola. >
Mentre stava cercando di rialzarsi, la giovane donna sentì alcuni passi felpati avvicinarsi a lei.
< Maria Antonietta… >
Sentendosi chiamare con quel tono lieve e soave, la giovane donna si girò di colpo.
< Alain… che cosa ci fate qua? >
< Sono venuto a prendervi. Non potevo più rimanere senza di voi. >
Vedendo che si trattava del nuovo amante della Regina, Luigi XVI divenne rosso in viso per la rabbia.
< Come avete osato entrare nella mia dimora, maledetto traditore? >
< Perdonate la mia intromissione maestà, ma non potevo sentir le grida di questa signorina dai giardini del castello. >
< Voi! Mi avete portato via il dono più prezioso che avevo… E adesso avete la faccia tosta di entrare qua dentro? Non avete nessun ritegno. >
< Dopo aver scortato Maria Antonietta fuori di qui vi giuro che non sentirete mai più parlare di noi. >
< Ah davvero? Questo lo potete giurare… Anche perché non uscirete da qui. Guardie! >
Un’orda di soldati del castello si riversarono nel salone principale del castello circondando Maria Antonietta e il suo amante.
< Verrete rinchiusi con l’accusa di alto tradimento nei confronti del vostro Re. E farò in modo che non vediate mai più la luce del sole. >
< Maestà, vi prego. Abbiate pietà di noi. >
< La pietà non esiste per i traditori > replicò il Re a muso duro < E cosa più importante, non ci sarà nessuno che vi potrà aiutare. Nemmeno vostra madre… Adesso portateli via! Non voglio più vedere la loro faccia. >
< Subito, maestà > replicò il capo dei soldati mentre le urla della giovane donna si riversarono in tutto il castello.
 
 
Burghley House
La Contessa du Barry stava leggendo attentamente tutte le proprietà e le finanze che il povero François De Jarjayes godeva quando era in vita.
< Contessa, mi dispiace disturbarvi, ma c’è una visita per voi. >
< Di che si tratta? Spero per te che sia importante, altrimenti… >
< Cara Contessa, rinnegheresti l’accesso ad uno dei tuoi più grandi amici di corte? >
< Conte Hans. È un vero piacere rivederti > rispose la donna acconsentendo all’uomo l’accesso nella sua stanza privata.
< E’ da molto tempo che non ci vediamo > rispose l’uomo baciandogli la mano < Come stai? >
< Devo superare la morte del mio futuro sposo… Comunque per tutto il resto sto a meraviglia. >
< Ti stavi per sposare? Non ne sapevo niente… >
< Era un matrimonio molto intimo, Conte… >
< O era solo un matrimonio di convenienza? >
< Mi ritenete così spietata e senza cuore? >
< Non ho detto questo > rispose l’uomo smorzando un ghigno malefico.
< Comunque sì, hai ragione tu… Che ci posso fare se sono attratta dai soldi e dal potere? >
< Ormai è una caratteristica che ti contraddistingue appieno… Ci è stato lo sfortunato? >
< Lo conoscevate molto bene. Si tratta di François Augustin Reynier De Jarjayes, nonché padre della vostra vecchia amata Oscar. >
Sentendo il nome di Lady Oscar, il Conte Hans Axel Von Fersen divenne pallido in viso.
< Stavi per sposare il padre di Oscar? Non ci posso credere. >
< Esatto. E grazie alla sua dipartita sono io che presto prenderò possesso delle sue ricchezze. >
< Ma come farai? Non sei riuscita a sposarti con lui… >
< Lo so bene, ma grazie al suo testamento che ho letto poco fa’ è ufficiale che quel pover’uomo mi ha lasciato tutto, rinnegando in maniera controversa la povera Lady Oscar. >
< Se Oscar verrà a sapere di questa situazione, sono sicuro che ti farà la guerra. >
< Infatti ci ha già provato… Mi è toccata metterla in prigione insieme al suo futuro sposo André… Ancora non riesco a capire come si possa sposare un servitore. È da stupidi. >
< Che cosa? Hai fatto imprigionare Oscar? >
< Ho dovuto farlo… Non volevo nessuno che mi mettesse i bastoni fra le ruote. I miei piani devono arrivare alla conclusione lisci e senza intoppi… Riesci a capirmi, vero? >
< Adesso dove si trova? >
< Vuoi davvero vederla? Non credo che sia una buona idea… >
< Contessa, non voglio mettermi contro di te, ma non posso sopportare che Oscar venga rinchiusa contro la sua volontà. >
< Lo sai che andresti contro i miei voleri, vero? >
< Non c’è nessuna speranza per lei? >
< Vuoi liberarla a tutti i costi? >
< Farei qualsiasi cosa per lei. Lo sai. >
< Anche metterti contro di me? >
< Contessa, ti prego. Sii clemente con quella ribelle. Se si è messa contro di te, è perché era furiosa per la morte di suo padre… Se non ricordo male, i due non andavano molto d’accordo. >
< Infatti hai ragione… Ma più che altro la ragazza si è infuriata perché il suo povero padre è stato seppellito in questo castello invece che essere sepolto nella sua dimora di Val… Ma la povera donna non sa che il corpo di suo padre giace carbonizzato nelle segrete insieme a lei. >
< Perché l’avete bruciato? >
< Perché mi andava di farlo, Conte… Non devo rendere conto a voi delle mie intenzioni > rispose la Contessa a muso duro.
< Ti prego di perdonare la mia insolenza. >
< Ti perdono, Conte… Però, se vuoi davvero farmi felice e liberare la tua amata Oscar, non devi far altro che convincerla che non sono io la ragione della morte di suo padre… Pensi di poterci riuscire? >
< Non credo che sia possibile, Contessa. >
< Avete ragione… Allora voglio farti un regalo ancora più speciale: visto che sei il mio amico fidato per eccellenza, puoi liberare la tua amata senza condizioni e favori. >
< Davvero? Posso? >
< Riuscirai a farla innamorare di te e a fargli dimenticare quel servitore? >
< Vedrai che non ti deluderò, Contessa… Quando ho iniziato a corteggiarla, la donna era innamorata proprio di quell’insulso di André… >
< E credi che dopo tutti questi anni sia cambiato qualcosa? >
< Lo spero tanto… Una volta che l’avrò liberata, la giovane donna mi sarà riconoscente. >
< E se così non fosse? >
< Dovrà ascoltarmi se vorrà essere libera e indipendente… Altrimenti tornerà a marciare proprio qui nelle tue segrete. >
< Adesso sì che mi piaci > rispose la donna con ghigno malefico < Però non scordarti che dalla sua parte c’è la Regina francese Maria Antonietta. >
< Quella sciocca ragazzina frivola non mi fa affatto paura… Noi abbiamo dalla nostra parte molti alleati che ci possono dare man forte. Non abbiamo niente di cui preoccuparci. >
< Però è sempre la coniuge del Re… >
< Ne sei davvero sicuro? Da quello che sono riuscito a scoprire, molto probabilmente Maria Antonietta si è innamorata di un Lord francese di cui ignoro il nome… >
< Davvero? Ahahah non mi sorprende affatto. Oltre ad essere una donna di facili costumi, è davvero una sciocca. Con il Re che potrebbe scatenare una guerra contro di lei, abbiamo la possibilità di possessarci di tutte le terre e le ricchezze dei Jarjayes senza che Oscar e la sua amica possano fare qualcosa. >
< Sì, hai ragione. >
< E’ proprio vero che la giornata non poteva cominciare in maniera migliore, non trovi anche tu Conte? >
< Sì, è vero… Adesso potete dirmi dove si trova Oscar? >
< Seguite questo servitore. Vi porterà dritto da lei. >
< Ma se vieni con me… >
< Non è una decisione molto saggia… Come potrebbe reagire se Oscar mi vede insieme a te? Non deve sapere che noi due siamo alleati. >
< Sì, su questo hai ragione… Grazie ancora di tutto, Contessa. Non dimenticherò la tua clemenza. >
< Sei un ottimo amico… Ed io non dimentico i miei amici. Adesso però vai. La tua amata ti sta aspettando. >

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Capitolo 10
*** Contro il volere dei deboli ***


< Non posso credere che siamo finiti in prigione a causa dei capricci di una stupida donna > fece André tirando i pugni alle sbarre < Dovevo subito capirlo che quella donna nascondeva secondi fini… Mi stai ascoltando Oscar? >
Ma la donna non rispose, crogiolandosi sempre di più nel suo profondo dolore.
< Oscar, che succede? >
< Niente. lasciami in pace. >
< Dobbiamo trovare una via d’uscita alla svelta prima che sia troppo tardi. >
< E come pensi di fare? Queste prigioni sono fin troppo moderne. Non ne usciremo vivi se qualcuno non viene a liberarci. >
< Non puoi arrenderti così. Non è da te. >
< Ancora non riesco a capire come mio padre si sia innamorato di quella dannata donna… Gli aveva praticamente fatto il lavaggio del cervello, altrimenti non si spiega la sua infatuazione… E come se non bastasse, il suo amore per quella donna gli è costata cara la vita. >
< Dobbiamo andarcene da qui per tuo padre, Oscar. >
< Lo so, André. Che cosa credi che io stia facendo a parte degradarmi dal dolore? Sto pensando se qui c’è una via d’uscita, ma non riesco a vederla da nessuna parte. >
< Eppure sono convinto… Sta arrivando qualcuno! >
L’attenzione di Oscar e di André si riverso verso il corridoio delle segrete che stava cominciando ad illuminarsi da una torcia di fuoco.
< Qualcuno ci è venuto a farci visita, André. >
Non riuscendo a capire chi fosse, Oscar si avvicinò alle sbarre.
< Qualcuno vuole vedervi subito, madamigella Oscar. >
< Che cosa? >
< Oggi siete davvero fortunata. Venite con me > fece l’individuo misterioso aprendo la prigione.
< No! Non vengo da nessuna parte senza André! >
< Preferite marciare qua sotto?! Andiamo! Il mio padrone non vuole farsi pregare. >
< Chi è il tuo padrone? Chi ti ha mandato? >
< Tra poco lo vedrete… >
< Se si tratta della Contessa Du Barry sappiate… >
< Ascoltatemi bene > insistette la guardia minacciando la povera Oscar con una pistola < O uscite da sola da quella cella, o questa sarà la vostra tomba… Avanti, non ho tutto il giorno. >
< Oscar, fai come ti dice > gli ordinò André.
< Ma André, non posso lasciarti qui da solo. >
< Saprò cavarmela… Tu vai. Appena potrai, vienimi a liberarmi. >
< Vedrò cosa posso fare, tesoro mio > disse infine Oscar prima di venire scortato dall’individuo incappucciato.
Dopo aver camminato per un paio di minuti, Oscar risalì fino alla superficie di Burghley House.
< Chi ha così a cuore la mia vita per liberarmi? >
< Un uomo che ha sempre tenuto a voi, Lady Oscar. >
< Un uomo? >
< Eccoci arrivati nel salone principale del castello. Tra poco il vostro uomo sarà qui. >
Mentre si stava guardando intorno e pensare a chi realmente fosse colui che l’aveva liberata, Oscar stava elaborando uno stratagemma per fuggire dal salone e andare a liberare André:.
“Percorrendo il sentiero che ho intrapreso poco fa’ arriverò da André senza problemi… Però devo trovare le chiavi, altrimenti i miei sforzi saranno vani.”
< Oscar… >
Sentendo chiamare il suo nome, Lady Oscar si girò verso la voce maschile alquanto scioccato.
< Conte Hans… Siete stavo voi a liberarmi? >
< Sì, mia cara Lady Oscar. La Contessa Du Barry mi ha raccontato quello che ti ha fatto e non ho perso tempo nel venirti a liberare > rispose l’uomo abbracciando la donna < Come state? Dovete aver passato dei brutti momenti in quella prigione. >
< Diciamo che pensavo che non avrei mai più rivisto la luce del sole… >
< Adesso ci sono io qui a proteggervi… Avete bisogno di qualcosa? >
< Sì. Di nuovi vestiti e di una pulizia accurata. Odio essere sporca. >
< Come volete voi… Le domestiche di Burghley House vi stanno già preparando un bagno. Seguitemi. >
Oscar non si ricordava come il Conte Hans fosse così gentile e premuroso.
< Che cosa centrate in tutto questo voi con la Contessa Du Barry? >
< Niente, Oscar. Mi ha solo rivelato che voi eravate rinchiusa nelle segrete di questo castello. >
< Non ha fatto niente per impedire la mia liberazione? >
< Assolutamente no… Cara Oscar, sono un uomo molto potente. La Contessa Du Barry non può pensare di mettersi contro di me. Farebbe una brutta fine. >
< Però adesso vi trovate nel suo castello… Ancora non riesco a capire come posso circolare liberamente nella sua casa in vostra compagnia come se niente fosse. >
< Non vi dovete preoccupare. La Contessa non è qui. È dovuta uscire per alcune commissioni. >
< Una volta che mi sarò sistemata, dove potremmo andare? >
< Lontano da qui, Oscar. Non siete al sicuro. >
< Andarmene via? Non se ne parla nemmeno. Non posso lasciare André al suo destino. >
< Il vostro promesso sposo tornerà nella vostra dimora sano e salvo. Ve lo prometto. >
Ma Oscar non sapeva se si poteva fidare del Conte oppure no.
< D’accordo, ne riparliamo dopo… E’ qui la stanza in cui posso ripulirmi? >
< Sì, Oscar. Siamo arrivati. >
Attendendola fuori la stanza, il Conte Hans si congratulò con se stesso per essere riuscito a fare breccia nel cuore di Oscar.
“Finirai con il fidarti di me, Oscar. E poi io e te ci sposeremo. Una volta per tutte.”
< Ecco, ho finito > fece Oscar dopo essere uscita dalla stanza completamente ripulita.
< Perché continuate ad indossare la divisa da cavaliere? Non fa per voi. >
< Sono queste le divise che mi contraddistinguono, Conte Hans. Non i bei vestiti delle damigelle di corte… Ti vorrei ricordare che sono cresciuta mediante un’educazione maschile. >
< Lo so. Però siete una donna… Un’incantevole donna. >
< La bellezza è solo relativa, Conte Hans… Adesso che sono pronta per lasciare questo posto, dobbiamo andare subito a liberare André. Non riesco ad essere in pace con me stessa se non so che è al sicuro. >
< Non possiamo, Oscar. >
< Perché scusa? >
< La Contessa Du Barry sta tornando. Guardate la sua carrozza. >
Vedendo il suo imminente arrivo, Lady Oscar decise di lasciar perdere.
< E adesso che cosa faccio? Non posso lasciare André al suo destino. >
< Vi prometto che lo libererò io quando ci saranno le condizioni… Ve lo giuro. >
< D’accordo, voglio credervi… >
< Vi ringrazio, Oscar. Significa molto per me… Adesso dove preferite andare? >
< Lontano da qui. >
< Ho il posto adatto per voi. Venite con me. >
 
 
Castello di Balmoral
Oscar non riusciva a sentirsi felice ben sapendo che il suo amato André era ancora rinchiuso a Burghley House a causa sua.
< Oscar, che cosa vi prende? Perché non sorridete? > gli domandò il Conte Hans.
< Come posso sorridere in un momento come questo? Mio padre è morto a causa della Contessa Du Barry e per di più André è prigioniero nelle sue grinfie. >
< Appena arriveremo nel mio castello di Balmoral scriverò immediatamente una lettera alla Contessa pregandogli di liberarlo. >
< Vi ringrazio ancora per tutto quello che state facendo per me, Conte. >
< Farei qualsiasi cosa per voi, Oscar. Ricordatevelo. >
Una volta giunti dinanzi al castello del Conte, Oscar fu fatta scortare dai servitori nella sua camera privata dove avrebbe riposato dal lungo viaggio.
< Eccoci finalmente arrivati, Oscar. Spero che vi troverete bene nella mia dimora… Posso fare qualcosa per voi? Volete mangiare o riposarvi? >
< No, Conte Hans. Non riuscirei a fare nessuna di queste due cose. >
< Allora che cosa avete intenzione di fare? >
< Dovevo tornare subito al Castello di Val per parlare con i servitori che popolavano il castello di mio padre. >
< Il Castello di Val non è più un luogo sicuro ora che vostro padre è morto. La Contessa Du Barry ne è diventata la proprietaria. >
< Vi prego di non parlarmi mai più di lei > replicò Oscar digrignando i denti < Quella maledetta bastarda deve morire. >
< So che siete in collera con lei, ma adesso non è il momento di prendere decisioni affrettate. >
< Quanto dovrò rimanere qui nel vostro castello, Conte Hans? >
< Ma come? Siete appena arrivata e non vedete l’ora di ripartire? >
< La mia situazione è molto delicata. Rimanere rinchiusa in questa bellissima gabbia d’oro non fa che farmi salire l’ansia. >
< Appena le acque si saranno calmate potrete tornare a casa. >
< Se non chiedo troppo, vorrei scrivere alla Regina madre di Francia Maria Antonietta. Devo confidarmi con lei per tutto quello che è successo. >
< Perché scomodare una persona che si trova dall’altra parte del mondo? Potete parlare con me, se volete. Riuscirei a consolarvi come meglio posso. >
< Non vorrei essere sgarbata, ma non sarebbe la stessa cosa… Maria Antonietta, oltre ad essere la Regina di Francia, è anche una mia cara amica. >
< Capisco… Troverete foglio e calamaro nella vostra stanza. Seguite pure i servitori. >
< Grazie ancora, Conte. Ci vediamo più tardi. >
< Mi troverete in biblioteca a sistemare alcune scartoffie urgenti. >
< D’accordo. >
Una volta giunta in camera sua, Lady Oscar rimase strabiliata per come era stata preparata la sua stanza.
< Scusate, siete sicura che dovrò dormire qua dentro? >
< Sì, madamigella Oscar. Il Conte Hans Von Fersen ha fatto preparare la stanza più grande di Balmoral apposta per voi. >
< Non ce n’era bisogno… >
< Il Conte farebbe qualsiasi cosa per i suoi ospiti. Soprattutto quando si tratta di ospiti a cui tiene particolarmente… Avete forse bisogno di qualcosa, Lady Oscar? >
< No, grazie. Sono apposto così. >
< Benissimo. Vi lascio da sola… Con permesso. >
Appena rimase da sola, Oscar si mise dinanzi alla scrivania per cercare di trovare le parole adatte da scrivere alla sua amica Maria Antonietta dopo tutto quello che gli era successo.
Ma non era affatto facile esprimersi dopo un lungo viaggio.
Infatti, la povera donna, cadde a terra svenuta per mancanza di energie e di riposo che l’aveva colpita nei giorni seguenti.
“André… Maria Antonietta… Spero un giorno di potervi rivedere…”
 
 
Una volta arrivato nella sua biblioteca, il Conte Hans fece chiamare immediatamente uno dei suoi più fidati uomini.
< Conte de Mercy. È un vero piacere rivedervi. >
< Il piacere è tutto mio, Conte Hans… Posso fare qualcosa per voi?>
< Mi dispiace recarvi un simile disturbo dopo che siete giunti fin qui nella mia dimora dopo un lungo viaggio, ma dovete andare verso Burghley House e avvertire la Contessa Du Barry che Lady Oscar è qui con me sana e salva. >
< La Contessa non sarà molto d’accordo… Se non ricordo male, vuole vedere Lady Oscar morta. >
< La Contessa sa benissimo che non farei mai una cosa del genere… Avvertitela che non corre alcun rischio se Lady Oscar rimane sotto la mia protezione. >
< Nel senso che può impadronirsi dei terreni e delle finanze di suo padre come meglio può? >
< Esattamente. >
< D’accordo, Conte Hans. Farò come mi avete chiesto. >
< Siete un uomo di cui ci si può fidare, Conte De Mercy. >
< Non per altro sono vostro alleato per molti anni. >
< Ed io non dimenticherò mai una simile alleanza. >
< Vi scriverò una lettera appena raggiungerò la Contessa. >
< Molto bene… Arrivederci, Conte. E buon viaggio. >
< Grazie, Conte Hans… Con permesso > disse infine l’uomo prima di congedarsi dal suo alleato Hans.

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Capitolo 11
*** Intrighi d'amore ***


Burghley House
Il Conte De Mercy arrivò nella dimora della Contessa Du Barry in un tempo record che lasciò scioccato la proprietaria del castello.
< Conte De Mercy, ben arrivato. Non pensavo che arrivaste da Balmoral così velocemente. >
< Non potevo adagiarmi sugli allori, Contessa > replicò l’uomo facendo il baciamano < Ho un messaggio del Conte Hans per voi. >
< Posso immaginare di cosa si tratti… Lady Oscar, non è vero? >
< Sì. In questo momento si trova nel suo castello e dice di non preoccuparvi per le sue azioni. È praticamente inoffensiva lontano dalle sue intenzioni. >
< Immagino… Ma il Conte Hans deve ricordarsi che non ci si può fidare di nessuno. Soprattutto di una donna. >
< So bene che Lady Oscar può essere una donna molto pericolosa, ma secondo me possiamo fidarci del Conte Hans. >
< Vedrò cosa posso fare… Però dobbiamo tenere gli occhi bene aperti. Non credete anche voi, Conte de Mercy? >
< Sì, avete ragione Contessa. >
Nel mentre i due stavano discutendo animatamente tra di loro, la Contessa Du Barry non faceva altro che guardare l’uomo con sguardo sensuale.
< Conte De Mercy, posso sapere che cosa avete a cuore più di ogni cosa? >
< Perché mi fate una simile domanda? >
< Perché è da molto che volevo confessarvi una cosa… E visto che adesso siamo finalmente da soli, riuscirò nel mio intento. >
Dopo essere andata dritta sotto il suo mento, la Contessa Du Barry cominciò a baciarlo con passione facendogli provare brividi che non avrebbe mai pensato di avere.
< Contessa, ma cosa state… >
< Pensavate che non mi sarei mai accorta di tutte le volte che mi fissavate con sguardo piano di piacere? Ditemelo. >
< Ma io… Non so se è una buona idea… >
< Lo è eccome. Non ho mai smesso di pensare a voi, Conte. Ho bisogno di un uomo che rimanga sempre accanto a me. Non ce la faccio a vivere da sola. Questo castello è molto grande per me. >
Mentre la Contessa stava incominciando a spogliare il suo amante, il Conte De Mercy fece la stessa cosa su di lei.
< Contessa, e se qualcuno ci dovesse scoprire? >
< Tranquillo. Ho chiuso tutte le porte della mia stanza privata. Nessuno ci disturberà. >
< Siete una donna dalle mie sorprese, non c’è che dire. >
< Avete pienamente ragione… Ma adesso basta parlare. Concentratevi su di me. So che potete rendermi fiera. >
< Ed è quello che farò. Statene certa. >
 
 
Castello di Cordés
Maria Antonietta, non ricevendo nessuna notizia dalla sua amica Oscar, diveniva sempre più apprensiva e preoccupata che mai.
< Vedrai che Oscar sta bene, Maria Antonietta > fece Alain baciandogli la guancia < Magari non troverà il momento per scriverti. >
< Ma Alain, mi aveva promesso che l’avrebbe fatto…. E se gli fosse successo qualcosa? >
< Devi stare calma e tranquilla… Piuttosto dovresti avere più attenzione alla tua posizione… E se il Re avesse già scritto a tua madre? >
< Anche se mi ha cacciata malamente dal suo castello di Torrechiara, sono convinta che non mi farebbe mai un dispiacere del genere… >
< Ne sei davvero sicura? >
< Non è la tipica persona che farebbe soffrire una donna… Io lo conosco molto bene e so che è così. >
< Quindi mi giureresti che se un giorno ci vedesse insieme non proverebbe mai a farci del male? >
< Sì. Ci metterei la mano sul fuoco. >
< Spero che tu abbia davvero ragione, Maria Antonietta. >
< Il tuo castello, oltre ad essere affascinante, è anche un luogo sicuro. Nessuno sa che siamo qui. >
< E’ questo il motivo della nostra fuga… Non devono sapere niente di noi. >
< Quindi non devo dire niente nemmeno ad Oscar? >
< Da quello che mi hai raccontato, Oscar ha molti nemici, vero? >
< E cosa centra questo adesso con lei? >
< Centra eccome! Sono convinto che molti suoi nemici la stiano spiando… Quindi è meglio per ora che tu non gli dica niente. Per il nostro bene, capisci? >
S’eppur contrariata, alla fine Maria Antonietta diede ragione al suo amante.
< Va bene, farò come dici tu. >
< Brava, è così che ti voglio > replicò Alain sorridente < Adesso però basta essere tristi. Ti voglio vedere felice. Perché è per questo che mi sono innamorato di te: per il tuo sorriso. >
< Sì, hai ragione > rispose la donna smorzando un sorriso.
< Ecco, adesso va molto meglio… Che ne dici se ce ne andiamo a fare un rapido giro per il castello? Devo ancora farti vedere un sacco di cose. >
< D’accordo. Fammi pure da guida. >
 
 
Burghley House
Dopo che la Contessa Du Barry e il Conte De Mercy avevano fatto l’amore per la prima volta, il giovane uomo si rivestì molto velocemente.
< Conte De Mercy, perché tutta questa fretta? > domandò la donna entusiasta per il momento d’amore avuto con il suo amante.
< Ho paura che qualcuno ci possa scoprire, Contessa. È più forte di me. >
< Ascoltatemi bene: sono nel mio castello, e come padrona del mio castello posso fare quello che voglio quando voglio. >
< Lo so. Però ho una reputazione da difendere. >
< Reputazione? Quale reputazione? Non siete scapolo? >
< Sì, però voi venite da un lutto… >
< Che cosa volete che me ne importi di quel vecchio Jarjayes? Anche se era un uomo tutto d’un pezzo, non è mai stato in grado di fare l’amore con me come avrei voluto. >
< Avete consumato prima del vostro matrimonio? >
< Certamente… perché sapevo che aveva i giorni contati… >
< Mi state forse dicendo... >
< Non l’avevate ancora capito? Sono stata io ad uccidere quell’uomo. >
Nel sentire una simile confessione, il Conte De Mercy fissò la donna con sguardo sconcertato.
< Ma io credevo che fosse morto d’infarto… Non avrei mai pensato che voi arrivaste a tanto… >
< Mi sono solo vendicata di un torto che Lady Oscar mi ha fatto in passato… Deridermi dinanzi a tutta la nobiltà francese è la cosa più frustrante che mi sia capitata… E la signorina Jarjayes doveva tenere bene a mente che non si può scherzare con la Contessa Du Barry. >
< Quindi l’avete fatto solo per ripicca? >
< Certamente. E sotto l’aiuto del Conte Von Fersen, mio alleato e grande amico di una vita. >
< Il Conte Von Fersen… >
< Spero che questa confessione non vi abbia talmente scioccato da farvi strane domande su di me > rispose la donna capendo che il suo amante la stava guardando in maniera ignobile.
< Cosa? Certo che no… Va tutto bene. Adesso, se volete scusarmi, me ne devo andare. Ho alcune faccende molto urgenti da sbrigare. >
Con sguardo rabbuiato e sorriso malefico, la Contessa Du Barry richiamò il Conte vicino a sé.
< Conte De Mercy, rimanete ancora un po’ vicino a me… Non mi lasciate da sola. >
< Io… non posso rimanere con voi… >
< Perché? Che cos’è cambiato da qui a cinque minuti? >
< Io e voi siamo troppo diversi… Non posso rimanere con voi. Davvero. >
Sentendo come veniva rifiutata, la Contessa Du Barry assunse uno sguardo misto a rabbia e collera.
< Va bene, andatevene pure… >
< Mi dispiace. Davvero. >
Una volta che il Conte De Mercy diede le spalle alla sua ormai ex amante, fu pugnalato alle spalle all’altezza del polmone destro, perforandolo e uccidendolo all’istante.
“Nessuno può rifiutarmi e rimanere impunito. Nessuno.”
Dopo aver consumato l’omicidio, la Contessa fece chiamare una squadra di domestici con l’ordine di ripulire tutto e di far sparire il corpo del Conte De Mercy.
< Voglio che la mia stanza privata ritorni ad essere splendente com’è sempre stata… Non voglio vedere alcuna traccia di sangue di questo traditore, altrimenti ne farete le spese pure voi. Sono stata chiara? >
Terrorizzati dalle parole della Contessa, la squadra di domestici acconsentì alla sua richiesta senza fiatare minimamente.
< Starò via per un paio d’ore. Ci vediamo più tardi > disse infine la Contessa sparendo tra i corridoi del suo castello.

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Capitolo 12
*** Sofferenze insopportabili ***


Senza il minimo rimorso che la potesse attanagliare, la Contessa Du Barry si recò nelle segrete di Burghley House per tormentare il povero André.
< Spero che il soggiorno del mio castello sia di tuo gradimento, André > fece la donna con ghigno malefico risvegliando l’uomo dal suo sonno.
< Ti da noia la luce? Lo capisco che questo posto è molto buio, però non posso farci nulla. >
< Che cosa volete da me? >
< Niente. Avevo solo bisogno di un po’ di compagnia… >
< Io invece preferisco stare da solo. >
< Ma come? Non volete la compagnia di una donna bella come me? >
Ma l’uomo non rispose, facendo finta di niente.
< Siete pregato di rispondermi quando ti parlo > rispose la donna graffiando il viso di André.
< Che voi siate dannata! >
< Non è colpa mia se voi e la vostra amata Oscar vi siete messi contro di me… Come penso abbiate capito, posso essere una donna molto pericolosa… >
< Noi non abbiamo fatto niente, Contessa. Vi prego di liberarmi. >
< Per andare dove? Ormai questa sarà la vostra tomba. >
< Che cosa avete fatto ad Oscar? Dove si trova? >
< In un luogo sicuro in compagnia di una sua vecchia conoscenza… Anzi, a quest’ora penso che si stia divertendo senza pensare più a voi. >
< Che cosa dite? >
< Il Conte Hans Axel Von Fersen è sempre stato attratto da Lady Oscar… Al contrario suo, io non riesco a capire che cosa ci posso trovare di bello e interessante in quella donna… Comunque, essendo un mio caro amico di vecchia data, ho deciso di esaudire il suo desiderio di liberare la sua vecchia amata e di portarla nel suo castello lontano da qui. >
< No, non è vero… Voi state mentendo. >
< Perché dovrei mentire, scusate? Tanto ormai né io né voi abbiamo qualcosa da perdere… Tra poco i possedimenti dei Jarjayes mi apparteranno, mentre voi marcirete in questo scantinato per colpa proprio della vostra amata… A meno che non vogliate essere un mio fidato consigliere e alleato. Avrei bisogno di un uomo come voi. >
Sentendo la richiesta della donna, André la fissò con rabbia e disgusto, sputandogli addosso.
< Ma come osate?! > gridò inviperita la donna.
< Preferisco morire piuttosto che essere vostro alleato. >
< Maledetto! > sbraitò la Contessa mollandogli uno schiaffo facendolo sanguinare all’altezza del naso < Questa sarà l’ultima volta che mi mancate di rispetto… Morirete di fame e disidratato. Così la prossima volta ci penserete due volte prima di fare una simile sciocchezza nei mie confronti. >
< Mi vendicherò… Giuro che mi vendicherò… >
< Voglio proprio sapere come… Nessuno è mai riuscito a sfuggire da queste segrete. Nessuno. >
< C’è sempre una prima volta… >
< Voglio vedere come farete con le catene ai polsi e ai piedi… >
< Riuscirò a trovare un modo. >
< Vi lascio provare… Peccato che siate così sporco e malnutrito, altrimenti potevamo passare alcuni momenti d’intimità insieme… Avete capito a cosa mi riferisco, no? >
< Lasciate stare. Non voglio sentire simili parole. >
< Perché? Ve l’ho detto: a quest’ora la vostra amata Oscar se la starà spassando con il Conte. È meglio che la dimentichiate, altrimenti morirete con il solo pensieri di non poter aver giaciuto con lei. >
< Non m’interessa… L’unica cosa che conta per me è rivederla… >
< Cosa che non succederà mai, ve lo garantisco… Comunque, visto che non volete acconsentire al mio aiuto, vi dovrò lasciare marcire in questo postaccio. Addio, André Garnier. È stato bello conoscervi > disse infine la donna sentendo le grida del suo prigioniero rimbombando in tutti i cunicoli sotterranei.
 
 
Castello di Balmoral
Lady Oscar, dopo un paio di giorni in compagnia del Conte Von Fersen nel suo bellissimo castello, non riusciva a non pensare ad André.
“André, dove ti trovi? Stai bene? Spero tanto che il Conte abbia mantenuto fede alla sua promessa, altrimenti…”
< Oscar? > fece l’uomo richiamando la sua attenzione.
< Ditemi. >
< Vi ho forse disturbata? >
< No… Stavo solo ammirando il vostro giardino. >
< Vi piace? L’ho fatto sistemare ad alcuni giardinieri più bravi d’Inghilterra. >
< Sì, splendido. Come il vostro castello. >
Ma Hans intravedeva negli occhi di Oscar la tristezza mista a preoccupazione e dolore.
< Oscar, perché siete così triste? Pensate ancora ad André? >
< Sì. Non riesco a togliermelo dalla testa… Spero tanto che stia bene. >
< La mia richiesta arriverà alla Contessa Du Barry molto presto, non vi preoccupate > mentì il Conte < Adesso però, perché non pensiamo un po’ a noi due? Abbiamo molte cose da dirci visto che non ci vedevamo da anni. >
Ma Lady Oscar non aveva minimamente voglia di parlare, esprimendo il desiderio di venire lasciata in pace e da sola.
< Quando potrò ritrovare la Lady Oscar di cui mi sono innamorato un tempo? >
< Quella donna non c’è più, Conte Hans… E poi io sono promessa sposa ad André. Non potrei mai tradirlo. >
< Oscar, cercate di ragionare… Io vi amo davvero. So comprendere i vostri sentimenti… >
< E voi che cosa ne volete sapere dei mie sentimenti?! > replicò furibonda la donna < Voi non mi conoscete affatto, Conte Hans! >
< Vi prego di stare calma, Oscar… >
< Sapete che cosa c’è? È stato un grande sbaglio venire via con voi… Non dovevo lasciare da solo il mio André. >
Sentendo che non c’era nessuna possibilità per lui, il Conte Hans assunse un’espressione di collera e rabbia.
< E adesso che cosa pensate di fare? >
< Devo tornare a Burghley House… Sono sicuro che André è ancora prigioniero di quella donna. >
< Ci potete scommettere… Infatti il vostro amato non uscirà mai vivo da quel posto. >
< Quindi i miei sospetti erano fondati… >
< Di cosa state parlando? >
< A voi non interessa minimamente la vita e la libertà di André… Volete che muoia in maniera indegna. >
< Sì, avete indovinato Oscar… E se io non posso avervi, allora nemmeno lui può farlo. >
< Maledetto. Siete ancora alleato di quella donna, non è vero? >
< A quest’ora la Contessa Du Barry farà passare le pene dell’inferno al vostro amato. >
Sentendo con quale crudeltà il Conte Hans stava parlando del suo amato, Oscar stava cominciando a piangere dalla rabbia.
< Siete una donna frivola e senza sentimenti… Io farei qualsiasi cosa per voi, mentre voi continuate a respingermi. Siete davvero indegna. >
< Non osate parlarmi in questo modo! >
< Altrimenti cosa fate? Vi ricordo che siete nel mio castello… Non c’è via d’uscita per voi se non lo decido io. >
Spaventata dalla minaccia del Conte Hans, Oscar cominciò a correre il più lontano dal castello, venendo però raggiunta dal Conte.
< Adesso farete l’amore con me. Con o contro la vostra volontà. >
< Lasciatemi! Mi fate male! >
< Zitta, maledetta! Tanto non potrà sentirti nessuno! >
Cercando di dimenarsi per sfuggire alla sua presa, Oscar continuava ad essere picchiata e maltrattata dal suo aggressore.
< Non potete resistermi… Nessuno può. >
< Conte Hans… perché mi fate questo? > replicò Oscar con le lacrime agli occhi.
< Perché ottengo sempre quello che voglio. Nel bene o nel male. >
< Vi prego, non fatelo. Voi non siete quel tipo di uomo… >
< Mi dispiace Lady Oscar, ma non ho altra scelta. Se voi siete contro di me allora siete condannata a soffrire. >
< Ho già sofferto anche troppo, Conte… >
< Di questo non m’interessa minimamente… E adesso spogliatevi, altrimenti… >
Ma prima che il Conte Hans potesse strappare i vestiti di dosso alla povera Oscar, qualcuno lo attaccò dietro le spalle ferendolo lievemente.
< Ma chi diavolo… >
< Lasciatela andare o dovrete fare i conti con me. >
Alzando lo sguardo, Oscar vide che si trattava di Alain De Soisson e della sua amica Maria Antonietta.
< Oscar, come ti senti? > domandò la donna accorrendo verso di lei.
< Adesso molto bene ora che siete qui… Ma come avete fatto a trovarmi? >
< E’ stato il destino a suggerirci di venire qua… Abbiamo saputo da fonti sconosciute che, dopo essere stata imprigionata a Burghley House, sei stata liberata dal Conte Hans… >
< Ma come sapevate che ero qui? >
< E’ stata una lettera anonima… In quella lettera c’era scritto che eri stata portata al Castello di Balmoral… E fortunatamente siamo arrivati in tempo. >
< Lady Oscar e Maria Antonietta… Allontanatevi subito da qui. È molto pericoloso > fece Alain impugnando la spada contro il Conte Hans.
< No, Alain. Non ti lasceremo da solo. >
< Fate come vi ho detto! >
< Stupido nobile senza cervello. Che cosa credi di fare con quella spada? Non sai nemmeno impugnarlo. >
< Tacete se non volete essere infilzato. >
< Sapete che cosa vi dico? Ne ho abbastanza dei vostri giochetti. Lady Oscar è mia! >
Avventandosi contro Alain, il Conte Hans rimase ferito gravemente all’altezza dello stomaco, morendo subito dopo accasciato in una pozza di sangue.
< Alain! > gridò Maria Antonietta.
< Io… non volevo… >
< Adesso che cosa facciamo? >
< Dobbiamo subito tornare a Burghley House. Non c’è minuto da perdere. >
< Ma tu come stai, Oscar? >
< Adesso molto bene ora che mi avete liberato. >
< Sei sicura? >
< Mai stata più sicura… Andiamocene da qui. Non c’è tempo da perdere. >
< E il corpo del Conte Hans? >
< Gli uccelli e gli animali del luogo sapranno cosa farsene > replicò Oscar con tono serio e piccato.

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Capitolo 13
*** Nemica spietata ***


Burghley House
Il povero André era allo stremo delle forze.
Nutrendosi solo di scarti di cibo e di acqua marcia, riusciva a stento a rimanere in vita.
< Allora piccolo schiavetto, come va oggi? > gli domandò la Contessa Du Barry con ghigno malefico < Vedo che hai finito la tua cena. Molto bene. >
Ma il giovane uomo non rispose, decidendo di ignorarla.
< Perché non mi rispondi? Ti hanno forse tagliato la lingua? >
Il povero André era così scosso e senza energie che riusciva a malapena a guardarla dritta negli occhi.
< Allora? Perché non mi rispondi?! Vuoi forse farmi perdere la pazienza? >
< Non lo farei mai, mia Signora… >
< Bravo. Allora parli… Devo costringerti con le cattive a ubbidirmi? >
< Certo che no, mia Signora… >
< Lo sai? Non ho ricevuto più nessuna notizia dal Conte Hans… Secondo me è troppo impegnato a stuprare la tua amata… Peccato. Il giovane svedese sarebbe stato un ottimo partito per me. Ma l’amore è amore ed un sentimento così potente non si comanda. >
< Già… >
< André, oggi voglio farvi un regalo: che ne dite di lasciare questo posto? >
< Cosa? >
< Sì, avete capito bene. Vi nutrirei e vi farei tornare il giovane uomo bello e aitante che eravate un tempo… Non sopporto più vedervi soffrire qua sotto. Credo che voi abbiate capito la lezione? >
< Dove sta il trucco? > sussurrò l’uomo fissando la sua nemica con disprezzo.
< Cosa? >
< Perché mi fate una richiesta del genere? Volete ancora intimorirmi? >
< Certo che no. Che cosa vi viene in mente? >
< Sappiate che non potete ridurmi peggio di così… Distruggerete la mia mente, ma non il mio spirito. Potete continuare a farvi beffe di me, ma non me ne importerà niente. Avete capito il concetto? >
Sentendo le parole dure di André, la Contessa Du Barry rimase visibilmente sorpresa.
< Sareste stato un ottimo aiutante e fidato consigliere… Ma la vostra testardaggine sta per rovinarvi definitivamente… A confronto le mie parole erano solo per aiutarvi. >
< Voi non volete il mio aiuto… Volete la mia morte… >
< Che ne sapete voi? Magari potevo cambiare idea… Sapete bene che preferisco la compagnia piuttosto che rimanere da sola… >
< Avete Il Conte De Mercy… >
< E voi come fate a saperlo? >
< Le vostre urla di piacere si sentivano fin quaggiù. >
< Davvero? Non avrei mai pensato che fossi così una poco di buono. Ma fa lo stesso… Adesso però il Conte De Mercy è morto. >
< Che cosa? >
< Sì, avete capito bene… Mi annoiava e soprattutto ha cercato di tradirmi. Ho ancora le mani sporche del suo sangue, vedete? > replicò la Contessa toccandolo sulle guance nere causate dalla sporcizia < Vi piace, André? È quello che vi meritate… Tu e quella traditrice di Oscar. >
< Non osate parlar male di lei in mia presenza! >
< E’ una puttana senza onore e ha cercato di rendermi la vita difficile! > sbraitò la donna < Ma adesso è finita. Presto diventerò la donna più potente di Francia alla pari di quella sporca frivola di Maria Antonietta. Ormai è solo questione di tempo… >
< Dite che la mia Oscar è solo una puttana… Ma cosa siete voi una volta divenuta ricca? A quel punto potete spassarvela con tutti gli uomini di Francia che volete > rispose André sprezzante di rabbia.
< Avete ragione… E sai poi che cosa farò? Brinderò al vostro cadavere. >
< Non aspetto altro… >
< Non aspettate di morire? >
< Ormai non ho niente da perdere. >
< Invece vi sbagliate, caro André… Non avete ancora finito di soffrire. Per cominciare, sono sicura che domani possiate sopravvivere senza cibo né acqua… >
< Non potete farmi questo. >
< Lo farò, statene certo… A presto, André. Non mollare, d’accordo? >
Ma prima che potesse lasciare la sua cella, André cominciò a gridare dalla pazzia.
< Uccidetemi! Uccidetemi! Smettetela di farmi soffrire! Non servirebbe a nulla! >
< Questo lo dite voi… Vedervi star male rende il mio cuore colmo di gioia. Sono proprio curiosa di vedere il tuo corpo putrefatto come reagirà… Arrivederci, o forse meglio dirti addio > disse infine la donna evitando di dare peso agli urli senza senso del suo prigioniero.
< Annabelle? >
< Ditemi, mia Signora >
< Controlla il prigioniero. Non lasciarlo mai un minuto da solo… Se vedi che sta per morire, nutrilo come hai fatto fin ora. Quel dannato uomo mi serve ancora vivo. >
< Come volete voi. >
Fissando attentamente gli occhi della sua serva, la Contessa Du Barry notò che non era attenta come vorrebbe.
< Che cosa mi stai nascondendo? >
< Non sto nascondendo niente, mia Signora… >
Una volta ritrovatasi faccia a faccia, Annabelle cominciò a tremare dalla paura.
< Attenta, mia cara. Se so che mi stai tradendo pure tu, prima ti farò soffrire come il mio prigioniero e poi darò fuoco al tuo corpo. Sono stata chiara? >
< Chiarissima, mia Signora. Non vi tradirò mai. Ve lo giuro. >
< Brava, è così che ti voglio > disse infine la donna fissando un’ultima volta la sua serve con sguardo malefico.
“Lady Oscar… Fate presto. Non c’è minuto da perdere.”
 
 
Sulla strada che portava alla dimora della Contessa Du Barry, Lady Oscar, Maria Antonietta e Alain De Soisson dovevano guardarsi le spalle dalle continue imboscate dei mercenari.
< Non avrei mai pensato che questa terra brulicasse di criminali > fece l’uomo indignato < Manca ancora molto per arrivare, Lady Oscar? >
< Non credo… >
< Che cosa vuol dire? Non siete sicura? >
< Sono stata una volta in questo posto e non rammento molto bene la strada che porta alla dimora di quella strega. >
< Se è così, siamo rovinati. >
< Smettila di fare il disfattista, Alain > rispose Maria Antonietta.
< Come dovrei reagire, tesoro? Siamo in una strada sperduta tra le foreste e per di più con decine di malviventi che vogliono la nostra testa. Come posso stare tranquillo? >
< Mi dispiace dirlo in presenza della mia cara amica, ma non vi facevo così timoroso Alain. >
< In queste situazioni non so come comportarmi… >
< State calmo. Siamo ancora tutti in vita, no? >
< Sì, ma per quanto tempo? >
< Per tutto il tempo che vorremmo… Proseguiamo per questo sentiero. Sono sicuro che potremmo vedere in lontananza la dimora della Contessa. >
Ma prima che potessero continuare per la strada indicatagli da Oscar, i tre cavalieri si fermarono all’istante attirati da un forte rumore.
< Adesso cosa sta succedendo? >domandò preoccupata Maria Antonietta.
< Qualcuno si sta avvicinando… E se fossero i mercenari? >
< I mercenari di questo posto non vanno a cavallo. Non se lo posso permettere. >
< Ma allora chi potrebbe essere… >
< E’ meglio nasconderci. >
Ma quando Lady Oscar vide che era il Re in persona accompagnato da centinaia di soldati a cavallo, il suo sguardo si rilassò.
< Non ci posso credere… Vostra grazia. >
Il Re Luigi XVI in persona, ergendosi sul suo cavallo e nella sua armatura, scese dal suo destriero per verificare le condizioni di Lady Oscar e della sua ex moglie.
< Lady Oscar… Le mie orecchie sono venute a sapere che avete avuto periodi molto difficili a causa di individui che volevano distruggere la vostra famiglia… E’ così? >
< Sì, maestà. È tutta colpa della Contessa Du Barry. >
< La Contessa Du Barry… Perché quella donna vuole continuare a rendere la vita difficile a chiunque solo per lo scopo del denaro? >
< Perché è avida e senza alcuno scrupoli, maestà… Ed è per questo se io, Maria Antonietta e Alain De Soisson ci troviamo qui. Dobbiamo raggiungere la sua dimora. >
< Capisco… Anche se la Contessa non ha nessuna protezione, dovete sapere che la sua dimora equivale ad una fortezza… >
< Le sue protezioni non ci fanno paura… Devo salvare il mio amato André e farò di tutto… >
< Lasciate che gli aiuti. I miei uomini sono perfettamente addestrati. Vedrete che riusciremo ad entrare nel suo castello senza che se ne accorga. >
< Maestà, io… >
Lady oscar non si sarebbe mai immaginata l’aiuto del suo Re.
< Quando eravate al mio servizio mi avete fatto sentire sempre protetto… Ed ora è giunto il momento di ripagare il favore. >
< Grazie mille, maestà > rispose Oscar sorridente < Sono senza parole. >
< Allora vi faccio strada, Lady Oscar… Anche se siamo in terra inglese, sono venuto qua molti anni fa’ a caccia. In marcia! > ordinò il Re prima che un’orda di soldati al suo seguito potessero marciare verso la vendetta di Lady Oscar.

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Capitolo 14
*** Giustizia insanguinata ***


< Maestà, manca ancora molto per arrivare al castello della Contessa? > domandò impazientemente Lady Oscar.
< Purtroppo sì… Dovremmo riposarci qui per la notte. Ormai il sole è calato e continuare a marciare potrebbe essere molto pericoloso. >
< Vostra grazia, non vorrei essere troppo insistente… >
< So come vi potete sentire Lady Oscar, ma queste zone di notte sono molto pericolose… E poi un po’ di riposo non puoi che farci bene. >
< Ma se giungiamo a Burghley House troppo tardi? >
< Non succederà, ve lo prometto… André è un uomo forte. Saprà badare alle angherie di quella donna. >
< Spero che voi abbiate ragione, maestà. >
Dopo essersi sistemati per la notte, alcuni dei soldati del Re rimasero a fare la guardia all’accampamento, mentre altri avrebbero riposato dando poi il cambio.
< Vi disturbo, forse? > domandò Lady Oscar entrando nella tenda di Maria Antonietta.
< Certo che no. Vieni pure > rispose la donna sorridente.
< Grazie. Non ce la faccio a rimanere da sola senza il mio André… Vorrei sapere come sta… >
< Devi solo pazientare ancora un po’, Oscar. >
< Se quella donna gli ha solo torto un capello, la ucciderò senza pietà… Mi ha portato via mio padre, e adesso non può togliermi anche André. >
< Tuo padre è stato ubriacato dalla sua bellezza e dalle sue parole. Non capiterà anche ad André. >
Lo spero tanto… Parlando di qualcos’altro, come vi siete conosciuti voi due? >
< Durate il mio girovagare per la Francia > rispose sorridente Maria Antonietta guardando il suo uomo < Ero in mezzo ad un bellissimo campo di fiori quando il suo sguardo e la sua bontà mi hanno fatto subito innamorato. Ti ricordi, amore? >
< Certo che mi ricordo. Non potrei mai dimenticare un giorno bello come quello > replicò Alain.
< Bravi. Mi fa piacere vedere una coppia come voi innamorata. >
< Mi dispiace molto per nostra maestà. Ma io non sono mai stata la donna perfetta per lui. >
< Fortunatamente non l’ha presa male, altrimenti… >
< Altrimenti non sarei qui con voi, Oscar. Sarei stata spedita da mia madre e rinchiusa in un collegio di suore. >
< E’ vero… La tua vita sarebbe finita. >
< Già… Devo ringraziare il nostro Re per tutto quello che ha fatto per me… L’unico peccato è non dover più tornare a Torrechiara. >
< Questo non è detto > replicò Luigi XVI interrompendo la loro conversazione < Scusate la mia intrusione, non volevo fare la spia. >
< Vostra maestà. Voi non disturbate mai > rispose frettolosamente Maria Antonietta.
< Mi fa piacere sentirlo dire, Maria Antonietta… Potrei parlare da solo con voi per alcuni minuti? >
< Certo. Nessun problema. >
< Ci vediamo più tardi > disse infine Oscar uscendo dalla tenda insieme ad Alain.
Una volta rimasti da soli, Luigi XVI fissò intensamente la sua ormai ex moglie.
< Non vi ho mai visto così felice, sapete? Quell’uomo è stata una benedizione per voi. >
< Avete ragione. Non l’avrei mai pensato, sapete? >
< La felicità di una donna va ben oltre qualsiasi cosa… Almeno per quanto riguarda me. >
< Che intendete dire? Non capisco. >
< Se ci siamo lasciati è stato meglio così… Mi dispiace avervi gridato contro, ma pensare di perdervi per sempre mi ha rattristato molto. >
< Non dovete chiedermi scusa… Sono io che non mi sono comportata bene nei vostri confronti, maestà. >
< E comunque è stato meglio così. Sono molto felice per voi > replicò il Re baciando sulla guancia la donna < Tornando a parlare di Torrechiara, voi e il vostro nuovo fidanzato potrete andarci tutte le volte che vorrete. >
< Davvero? Dite sul serio? >
< Mai stato più serio prima d’ora. >
< Vi ringrazio infinitamente, maestà. Siete un uomo buono e pieno di bontà. >
< Ve lo meritate… Siate almeno felici per tutta la vita. Me lo promettete? >
< Faremo del nostro meglio. >
< Stupendo. Adesso vi lascio dormire. Sarete molto stanca dal viaggio… Buonanotte > replicò il Re mentre stava lasciandola sua tenda.
< Maestà? >
< Ditemi, Maria Antonietta. >
< Grazie per non aver detto niente a mia madre… Non l’avrebbe mai sopportato. >
< Sì, lo immaginavo. Vi avrebbe fatto passare dei brutti guai. >
< Infatti. Appena possibile dovrò parlarci. E sicuramente non la prenderà molto bene. >
< Adesso però non ci pensate. Abbiamo una missione da portare a compiere. Per Oscar e per André. >
< Sì, avete ragione. Buonanotte, maestà. >
< A domani > disse infine Luigi XVI prima di tornare al suo accampamento.
 
 
Burghley House
André non riusciva a dormire in nessuna maniera.
Pensare che sarebbe morto soffrendo come non mai non gli faceva trovare pace.
< André… André… >
Alzando lo sguardo di scatto, il giovane uomo credette che qualcuno lo stesse chiamando.
< Chi è? >
Ma nessuno rispose, facendo pensare all’uomo che era tutto un sogno.
< Non ha nessuna importanza chi sono… >
< Ma allora non sto sognando… >
< Dovete resistere. Almeno fino a domani… >
< Ma chi è che parla? Riesco a capirti a malapena. >
< Non ha importanza… Voi preoccupatevi di non mollare. Fatelo per Oscar, d’accordo? Adesso non posso rimanere qui molto a lungo. La mia padrona mi starà cercando. >
< Aspettate! Non ve ne andate! >
Ma l’individuo misterioso decise di tacere, uscendo dalle segrete del castello cercando di non farsi vedere da nessuno.
< Annabelle > fece la Contessa richiamando la sua attenzione.
< Ditemi, mia Signora. >
< Che cosa ci facevi nelle segrete del castello a quest’ora della notte? >
< Volevo assicurarmi che il prigioniero fosse ancora in vita. >
< Davvero? Che donna premurosa > rispose la Contessa con ghigno malefico.
< Adesso, se volete scusarmi, me ne andrei a letto. Buonanotte, mia Signora. >
< A letto… Dovevi esserci già da un po’, non ti pare? >
< Avete ragione. Ma non mi riusciva trovare sonno. >
Fissando intensamente la sua domestica, la Contessa Du Barry cercò di capire se stava dicendo tutta la verità.
< Attenta, Annabelle. Sai che brutta fine fanno i traditori, vero? >
< Lo so, mia Signora… Ma io, a differenza di molti altri, non vi tradirò mai. >
< A chi ti stai riferendo? >
< Al Conte De Mercy, per esempio. Non voleva farvi uno sgarbo? >
< A te questo non deve importarti… Sei una serva e lo sarai per sempre. Mantieni il tuo posto se non vuoi avere problemi. Sono stata abbastanza chiara? >
< Sì, mia Signora. Non succederà più > replicò la serva con la testa china.
< Molto bene. Adesso puoi andare. Buonanotte. >
< Ancora buonanotte, mia Signora. Se avete bisogno di me sapete dove trovarmi. >
< Certo che sì > rispose sprezzante la Contessa prima di dirigersi nella sua camera da letto.
 
 
Una volta che il sole sorse in alto in cielo, le truppe di Luigi XVI si misero di nuovo in cammino capitanati proprio dal Re e da Lady Oscar.
< Manca poco ormai > fece il Re < Però dobbiamo stare molto attenti a non farci vedere dalla Contessa. Deve essere un attacco a sorpresa. >
< E lo sarà, maestà. >
< Bene. >
Cavalcando per un tempo che sembrava interminabile, alla fine fu Oscar a intravedere il castello in lontananza.
< Siamo finalmente arrivati, maestà. >
< Molto bene. Adesso è meglio che si muova solo una parte di noi. La Contessa non deve sospettare di niente. >
< Maestà, non ho bisogno dei vostri soldati a seguito. Posso farcela da sola > replicò piccata la donna.
< Che cosa? Ma così vi farete uccidere. >
< Intervenite se ci saranno problemi… >
< E come farò a saperlo? >
< Se non mi vedrete tornare tra un’ora, invadete il castello e venite a cercarmi.
< Non so se è una buona idea, Oscar… Temo per la vostra vita. >
< Ho avuto situazioni peggiori di queste… >
< Ma non c’è mai stato in mezzo il vostro futuro marito da salvare. Questa volta è diverso, capite? >
< Maestà, non vi chiedo altro… Devo risolvere la faccenda da sola. >
< Ma io… >
< Maestà, vi prego. >
Alla fine Luigi XVI dovette arrendersi al volere di Lady Oscar.
< Va bene, state attenta… Interverrò se ci saranno problemi come avete detto voi. >
< Vi ringrazio, maestà. Ah! >
Correndo in groppa al cavallo, Lady Oscar raggiunse il castello di Burghley facendosi vedere proprio dalla Contessa Du Barry in persona.
< Contessa Du Barry! Apritemi immediatamente se non volete che sfondi il portone. >
< Lady Oscar è qui > fece la Contessa parlando da sola < Finalmente siamo arrivate alla resa dei conti. >
Ma la Contessa non accennava ad aprire, rimanendo ancora rinchiusa nelle sue stanze private ascoltando le grida della sua acerrima nemica.
< Contessa! Non costringetemi ad entrare con la forza! >
Ma improvvisamente, il portone del castello si aprì.
< Contessa, fatemi subito strada nella cella di André altrimenti… >
Ma appena Oscar vide che non si trattava della Contessa, rimase visibilmente sorpresa.
< E voi chi siete? >
< Mi chiamo Annabelle e sono la serva personale della Contessa Du Barry. Sono stata io a scrivere tutte quelle lettere per salvarvi dal Conte Hans. >
< Davvero? Vi devo la vita, buona donna. >
< Non vi preoccupate… Nemmeno io posso sopportare la tirannia di quella strega. >
< Sapete dove posso trovare André? >
< Venite con me. Vi faccio strada. >
< Grazie infinitamente. >
Una volta arrivati dinanzi alla cella del giovane uomo, Oscar poté vedere in che disagio versava il povero André.
< André, mi senti? Sono io. Sono Oscar. >
Ma l’uomo non si mosse di un millimetro.
< Fatemi entrare. Potrebbe essere morto. >
< Purtroppo non ho la chiave qui con me. Ce l’ha la Contessa. >
< Dannazione! Questa non ci voleva… Non mi resta altro che cercare di manomettere la cella e liberarlo di conseguenza. >
< Non so se riusciremo in questo intento. Ci potrebbe volere molto. >
< Non m’interessa. Non posso arrendermi proprio ora che l’ho ritrovato. >
< Oscar… sei davvero tu? >
Sentendole sue flebili parole, il cuore di Oscar si riempì di speranza.
< Sì, amore mio. Sono venuta qui a salvarti. >
< Oscar… vattene finché sei in tempo… è pericoloso stare qui. >
< Non ci pensare nemmeno. Non ti abbandonerò ora che ti ho ritrovato. >
< Ti prego, Oscar. Fai quello che ti dico. La Contessa potrebbe arrivare da un momento all’altro. >
< E che venga pure… Non mi fa paura quella dannata strega. >
< Ah no? Allora vuol dire che non mi conoscete ancora. >
Vedendola all’ultimo secondo dietro le spalle, Oscar fu colpita a tradimento e gettata violentemente a terra.
< Con te farò i conti più tardi, traditrice > fece la Contessa rivolgendosi alla sua domestica < Adesso devo pensare all’ultima seguace dei Jarjayes >
< Oscar, dovete resistere. Non mollate proprio ora. >
< Esatto. Non mollate adesso che ci siamo ritrovate faccia a faccia in una battaglia all’ultimo sangue. >
< Maledetta… pagherete molto cara per il male che avete fatto a me e alla mia famiglia. >
< Tutte minacce che non vi serviranno… Questa sarà la vostra tomba insieme al vostro uomo. Ormai non avete via di scampo. >
Scaricando tutta la sua rabbia contro la sua nemica, la Contessa cercò di colpirla mortalmente con la sua spada, senza però riuscirci.
< Non resisterete per molto. È una promessa.
< Siete voi che non mi conoscete. >
Ferita in numerose parti del corpo, Lady Oscar sguainò la sua spada tagliando nettamente la testa della sua nemica sotto lo stupore generale di Annabelle e di André.
< Oscar… Ce l’avete fatta… >
< Sì, finalmente. Ormai l’incubo è finito… Adesso dobbiamo aprire la cella di André e curarlo immediatamente. >
< Ecco la chiave. La Contessa la teneva nascosta nel suo vestito. >
Una volta liberato André, Oscar poté finalmente riabbracciarlo.
< Oscar… Non so per quanto tempo potrò resistere… >
< Non dirlo nemmeno per scherzo. Adesso io e Annabelle ti porteremo in salvo. >
Una volta usciti dal castello, le truppe di Luigi XVI fecero la loro parte aiutando il povero ragazzo visibilmente conciato in maniera selvaggia.
< Che cosa possiamo fare adesso? > domandò Oscar con tono disperato.
< Non vi preoccupate. Un mio medico di fiducia saprà curarlo. Dobbiamo solo avere fede > rispose il Re cercando di consolare la povera donna.

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Capitolo 15
*** Con il fiato sospeso ***


Castello di Val
Erano passati circa cinque giorni da quando Oscar aveva liberato André dalla sua prigionia, ma il giovane uomo non accennava a svegliarsi.
< Oscar, ti disturbo? >
La giovane combattente non riusciva a stare un minuto lontano da lui, decidendo di non mangiare più a causa della condizione del suo amato, immergendosi in un profondo stato di trance dove sembrava non trovare uscita.
< Oscar, sono io. Maria Antonietta. >
< Ciao, Maria… Come stai? >
< Bene, grazie… Ma tu? >
< Come vuoi che mi senta? Non saprò mai se André si risveglierà oppure no… Sono condannata ad essere per sempre infelice > rispose Oscar trattenendo a stento le lacrime.
< Non dire così. Vedrai che saprà riprendersi. >
< Ormai è quasi passata una settimana. Le speranze stanno piano piano svanendo. >
< Non ti devi arrendere. >
< Mi sembra impossibile che dopo mio padre dovrò perdere anche André. >
< Ascoltami bene: tu non perderai nessuno. Sono stata abbastanza chiara? >
Ma Oscar non rispose, decidendo di rimanere silenziosa e concentrarsi sul suo dolore.
< Vuoi essere lasciata da sola? >
< Non lo so nemmeno io che cosa voglio veramente… Fai tu. >
< Ma Oscar… >
< Voglio solo rimanere accanto ad André. E basta. >
< D’accordo… Se hai bisogno di me, non esitare a chiamarmi > disse infine Maria Antonietta prima di lasciare la stanza dell’uomo.
< Come sta Lady Oscar? > domandò Alain alla sua donna.
< Non bene, purtroppo… Non riesce a sopportare la condizione di André. >
< La capisco… Anch’io sarei così se mi ritrovassi nei suoi panni… Non voglio nemmeno pensarci. È terribile. >
< Ma cosa potremmo mai fare per aiutarla? >
< Starle vicino senza però soffocarla… Ormai André non può essere più curato. Deve svegliarsi da solo. >
< Più il tempo passa, peggio è. >
< Lo so bene… >
< So che non è il momento adatto, ma vuoi fare un giro in giardino con me? Magari prendendo un po’ d’aria non può che farci bene. >
< Sì, Alain. Accetto volentieri. >
Ma prima che potessero uscire all’aperto, Alain e Maria Antonietta sentirono Oscar piangere sempre più forte.
< Mi dispiace tanto… Mi soffre il cuore sentirla in questo stato. >
< Lo stesso vale per me, Maria Antonietta. >
< Usciamo di qui, altrimenti rischio d’impazzire. >
 
 
Nel mentre Maria Antonietta e Alain Soisson stavano passeggiando mano nella mano, l’uomo non mancò di parlare alla sua amata dei loro progetti futuri.
< So che non è il momento adatto, ma mi piacerebbe vivere insieme a te nel Castello di Cordés… Se non ricordo male, ti piace moltissimo. >
< Sì, è il più bel castello che io abbia mai visto dopo Torrechiara… Ma adesso non mi va di pensarci troppo. Sono troppo triste. >
< Non mi piace vederti così. Vorrei poter far qualcosa. >
< Purtroppo siamo esseri impotenti dinanzi a queste disgrazie… Ma promettimi una cosa. >
< Tutto quello che vuoi, Maria Antonietta. >
< Non mi abbandonare. Rimani per sempre accanto a me. >
< Lo farò, amore mio. Qualunque cosa succeda. >
< Ti amo, Alain > replicò la donna baciando appassionatamente il giovane nobile francese < Adesso però rientriamo. Sta cominciando a fare molto freddo qua fuori. >
< Sì, hai ragione. >
Dopo una rapida passeggiata nei giardini del castello, Alain e Maria Antonietta si ritrovarono fuori la stanza di André.
< Lo senti? Oscar non sta più piangendo. >
< E se avesse fatto un gesto estremo? >
< Non dirlo nemmeno per scherzo, Alain. >
< Entriamo nella sua stanza. >
Incuriositi e intimoriti allo stesso tempo, i due innamorati entrarono nella stanza con il groppo in gola.
< Oscar… Oscar… >
La giovane donna giaceva addormentata e senza forze accanto al corpo di André.
< Oscar, stai forse… >
< Che succede? > domandò Oscar svegliandosi di colpo.
< Ti sei addormentata, vero? >
< Sono sfinita. Non ho più energie. >
< Devi mangiare e riposarti, altrimenti rischi di svenire e stare molto male. >
< Non ce la farei mai a mangiare, Maria Antonietta. E poi sto già troppo male. >
< E allora perché vuoi continuare a rovinarti? >
< Perché ormai non ho più nessun motivo per vivere. >
Nel sentire simile parole, Maria Antonietta diede un ciaffone alla sua amica.
< Non voglio mai più sentirti parlare così. Mi hai sentito?! >
Molto scossa per il colpo subito, Oscar decise di tacere e di tornare ad accasciarsi accanto al corpo di André.
Stringendolo forte a sé, Oscar notò qualcosa di incredibile.
Il giovane uomo si era mosso, aprendo gli occhi subito dopo.
< André… ti sei svegliato… >
< Oscar, sei davvero tu? >
Emozionata e felicissima allo stesso tempo, Lady Oscar si gettò tra le braccia di André rischiando quasi di soffocarlo.
< Credevo che non ti saresti mai più svegliato > fece la donna lacrimante di gioia.
< Adesso sto bene ora che ti vedo, amore mio. >
< André, io… >
< Non parlare. Ho bisogno di sentirti accanto a me. >
< Starò qui con te tutto il tempo che vorrai. >
< André, sono molto contenta di rivedervi in vita. >
< Grazie per tutto quello che voi avete fatto per me, Maria Antonietta < Rispose sorridente l’uomo < E grazie anche a voi, Alain De Soisson. >
< Dovere di gentiluomo… Un grazie particolare lo dobbiamo anche al Re Luigi XVI in persona. Senza il suo aiuto non saremo mai arrivati a Burghley House. >
< Tutto è bene quel che finisce bene > replicò André.
< L’unica cosa che conta adesso sei tu… Io e te nel castello della mia famiglia > fece Oscar raggiante.
< Uniti per sempre. Finché morte non ci separi > replicò André accoccolandosi tra le braccia della sua amata.

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