Ciò che le parole non riescono a dire di titania76 (/viewuser.php?uid=106066)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno schiaffo ***
Capitolo 2: *** Mani che si cercano senza mai toccarsi ***
Capitolo 3: *** Schiocco di dita ***
Capitolo 4: *** Baciamano ***
Capitolo 5: *** Mano ferita ***
Capitolo 6: *** Grazia o morte, segnale con il pollice ***
Capitolo 1 *** Uno schiaffo ***
Prompt 1
Uno
schiaffo (Marin e Seiya)
(106
parole)
Una mano alzata. Poi, calata con vigore: per intimorire, per punire.
Per rimetterlo in riga e fargli passare la voglia di fare capricci. La
sua forza, uno schiocco che risuona nella notte stellata come una
sferzata, sul viso grassoccio e olivastro di quel bambino che gli
ricorda la sua terra lontana.
Lui
non capisce perché lo fai. Che quel colpo fa più
male a te che a lui. Eppure, ti guarda con odio e scappa via. Non sa
che quel “non ci riesco”, e “non
voglio”, che pronuncia quando si trova di fronte a una
difficoltà, suonano come una condanna a morte, al Santuario
di Athena.
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Capitolo 2 *** Mani che si cercano senza mai toccarsi ***
Prompt 2
Mani che si
cercano senza mai toccarsi (Saga e Kanon)
(107
parole)
Entrambi caparbi, entrambi orgogliosi. Troppo.
Ciò che il cuore gridava, la mente negava e il corpo
ubbidiva al più forte.
Da bambini, le cose erano più facili, sebbene la
loro vita non lo era mai stata. A Saga bastava gridare il nome del
fratello e l'altro rispondeva, con eguale forza, allungando le manine,
immaginando di raggiungerlo.
Da adolescenti, avrebbero avuto la forza per contrastare il fato;
eppure, Saga aveva preferito voltargli la schiena e Kanon aveva mutato
quelle mani tese in gesti d'accusa.
Da adulti, a volte si cercavano nei ricordi: le loro mani, un tempo
pronte ad accogliere l'una quella dell'altro, erano ormai vuote e fredde.
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Capitolo 3 *** Schiocco di dita ***
Prompt 3
Schiocco
di dita (Milo e Hyoga)
(110 parole)
Era stato come uno schiocco di dita risuonato alle sue orecchie, ma
l'aveva avvertito bruciare nella gamba e poi, rapido, ripercuotersi in
tutto il corpo.
Forse se l'era sognato.
Eppure, Milo era lì, di fronte a lui, con il dito puntato:
minaccioso. Non si era mosso.
Allora, perché quel dolore così intenso?
Era sicuro di aver schivato il suo colpo e contrattaccato.
Quanti ne
aveva lanciati?
Uno per ogni stella della costellazione del custode
d'oro.
Sentiva le sue parole di scherno, ma non le comprendeva. Poi, un altro
schiocco fendette l'aria rarefatta dell'Ottava Casa. Questa volta era
un vero schiocco.
Un avvertimento?
No, era tutto finito, ma a che prezzo?
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Capitolo 4 *** Baciamano ***
Prompt
8
Baciamano
(Julian e Saori)
(110
parole)
Una
festa noiosa.
Tante
moine, cento occhi che la guardano, interessati alla sua
eredità.
Saori
ci è abituata. Si mette in mostra, all'apparenza più
adulta di quanto non sia in realtà.
Un
gesto rapido della mano, a scacciare uno dei tanti mosconi. Un altro,
per far capire che vuole rimanere sola.
La
terrazza, a
picco sul mare, è la cornice ideale per restare coi propri
pensieri: a quelle responsabilità che fatica ad accettare.
«Come
mai una bella ragazza come voi se ne sta tutta sola?»
Lei
si volta,
infastidita. Ma arrossisce quando il giovane le prende la mano e vi
accosta le labbra per un bacio leggero; e non si ritrae.
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Capitolo 5 *** Mano ferita ***
Prompt 9
Mano
ferita (Esmeralda e Ikki)
(110
parole)
Non poteva fare molto per quel ragazzino arrivato in quella terra
infernale solo per soffrire e morire, come tutti gli altri.
Lei
era il fiore
che cresceva dove era impossibile, un barlume di luce nelle tenebre.
Prigioniera di un affetto che le sottraeva la vita.
Quando
calava la
notte, si inoltrava dove le era proibito. Lo vedeva steso a terra, come
un animale ferito, senza cibo né una coperta come giaciglio.
A
fatica si
trascinava un secchio pieno d'acqua, nella tasca del vestito un vasetto
di unguento e delle bende, per ferite che la spaventavano, ma che non
erano gravi.
Un
taglio sulla mano, il primo di cui prendersi cura.
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Capitolo 6 *** Grazia o morte, segnale con il pollice ***
Prompt 12
Grazia
o morte, segnale con il pollice (Seiya)
(109 parole)
Si guardava attorno: l'ostilità nei suoi confronti avrebbe
dovuto schiacciarlo, ma invece lo faceva infuriare. Gli spalti della
Grande Arena erano gremiti di astio e disprezzo, di nazionalismo
nauseabondo e di arroganza.
Di fronte a lui, quel colosso dalla crudeltà sovrumana, che
puzzava di cipolla e formaggio di capra. Il suo nome, osannato come
quello di un eroe.
Si fissarono a lungo: lui, il Davide
straniero, contro il Golia
nazionale.
Un'immensa muraglia di pollici versi, si muoveva ondeggiando fra gli
spettatori, come una mareggiata che si chiudeva su se stessa per
sommergerlo.
Non gli facevano paura, non lo intimorivano. Al contrario,
decuplicavano la sua forza per superare la prova.
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