Sword Art Online - Aincrad, 6th November 2022

di SimoDoria1997
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Gamer's Paradise ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - Link Start! ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - Benvenuto in Sword Art Online ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 - Incontri ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 - Che il Gioco abbia inizio ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 - Abbandonati ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 - Il Primo Giorno ***



Capitolo 1
*** Prologo - Gamer's Paradise ***


"Dannazione, dannazione dannazione!" 

Mentre correvo in modo scoordinato per le vie cittadine la gente non poteva che guardarmi male.

Ero in ritardo, ero tremendamente in ritardo, la sveglia non aveva suonato ed io avevo dormito fino a tardi, il mio negozio di videogiochi di fiducia chiuderà a momenti ed io non so più cosa fare per poter correre più veloce di così.

Ormai continuavo ad avanzare per inerzia, l'ultimo briciolo di ossigeno ormai l'avevo bruciato qualche centinaio di metri fa, ma proprio mentre la vista cominciava ad offuscarsi lo vidi, per un attimo pensai fosse solo la mia immaginazione, invece era proprio lì, il "Gamer's Paradise". 

Con un ultimo e disperato scatto mi allungai verso la porta d'entrata accorgendomi solo dopo che il negozio era ancora aperto, cadendo rovinosamente di faccia nel silenzio generale. Dopo essermi rialzato fingendo che non fosse successo assolutamente nulla, mi pulii i pantaloni dalle ginocchia in giù scrollando via la polvere accumulata dalla caduta e mi avviai al bancone cercando di incrociare meno sguardi possibili.

 "Ehm.. Buongiorno.. Tutto bene? Insomma.. La caduta.."

"Quale caduta? Oh si, la caduta. Ehm, avevo preordinato da voi Sword Art Online, ecco qui la ricevuta."

Nel mentre continuavo a frugare nelle mie tasche in cerca della ricevuta sperando di non averla dimenticata a casa, sennò sarebbe stata la fine.

"Eccola qui, ricevuta numero 8953." Consegnai la ricevuta al ragazzo dietro al bancone in attesa di una buona notizia.

"Sei un ragazzo fortunato sai? Oltre ad essere il nostro ultimo cliente ad aver ritirato la copia del gioco, nel momento in cui non ti fossi presentato nella mattinata, saremmo stati liberi di vendere la tua copia a qualcun altro."

Rabbrividii. Dopo essermi perso la possibilità di provare la  Beta, se non fossi riuscito a metter le mani sul gioco vero e proprio credo non me lo sarei mai perdonato.

"Desideri una borsetta?"

La voce del ragazzo mi fece tornare con i piedi per terra e, dopo aver completamente ripreso fiato, lo ringraziai sorridendo.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - Link Start! ***


Mentre me ne tornavo a casa dopo la folle corsa per arrivare in tempo da Gamer's Paradise cominciavo finalmente a rendermi conto delle cose che mi circondavano. Erano ormai le 13:00 e la cittadina era in pieno movimento, chi camminava a passo veloce sfruttando il suo momento di pausa dal lavoro per poter mangiar qualcosa, chi passeggiava, chi semplicemente si godeva il sole che in quel giorno splendeva alto senza nuvole nonostante fosse ormai Novembre. Quasi tremavo ancora, presentarmi davanti ad un negozio il primo giorno di uscita di un videogioco non era assolutamente una novità, diciamo che però di solito non arrivavo in ritardo cadendo davanti a tutti. Ma ormai era già un lontano ricordo per me, nient'altro aveva più importanza, c'eravamo solo io e quella rigida custodia contenuta dentro una borsetta con il logo del negozio stampato sopra. Ero quasi arrivato a casa quando sentii vibrare il terminale portatile nella mia tasca destra dei pantaloni e solo in quel momento mi ricordai di essermi dimenticato una cosa decisamente importante. "Non sarà mica.. no, vi prego, ditemi che non è lei!" Mentre parlavo tra me e me a voce bassa, dopo aver sbloccato il terminale, ho iniziato a far scendere lo sguardo tra le notifiche e sfortunatamente era proprio quello che speravo in realtà non fosse. "5 Nuovi Messaggi da: Erika" - ore 8:45 Buongiorno! Pronto per il lancio di Sword Art Online? Io mi sto già vestendo :P - ore 9:15 Heyla? Non avrai mica intenzione di dormire ancora per molto vero? - ore 10:00 Insomma, vuoi svegliarti o no? Ti sembra il momento di dimenticarti il T.P. (Terminale Portatile) in silenzioso e di non puntare la sveglia in una giornata così importante? - ore 10:30 Copia del gioco ritirata, giuro che se entro l'ora di lancio dei server non sarai ancora pronto te la farò pagare! >.< - ore 13:04 RISPONDI!!!!!!! Bloccai lo schermo del T.P. subito dopo aver letto l'ultimo messaggio sperando che così facendo in realtà i messaggi e tutto ciò che ne sarebbe conseguito sparissero. "Ora si che c'è da aver paura, devo trovare un modo per scusarmi al più presto" Erika è una mia compagna di Liceo ma sostanzialmente la conosco da molto più tempo. È una ragazza semplice da un carattere a volte un po' troppo esuberante ma in fin dei conti è una buona amica. Il principale filo connettore tra me e lei sono i videogiochi, infatti ci conoscemmo all'interno di una sala giochi e da lì continuammo a parlarci fino a quando non ci ritrovammo casualmente nella stessa classe al Liceo. Senza rendermene conto mi ritrovai davanti la porta di casa mia, una piccola villetta composta da piano terra e un piano rialzato dove si trovan le camere, la mia e quella dei miei genitori. "Sono a casa" "Bentornato, stavo giusto preparando il pranzo. Papà sarà qui a momenti, pranzi insieme a noi?" "No grazie, mangerò qualcosa al volo più tardi, buon pranzo!" In tutto questo stavo ormai salendo le scale due a due per poi concludere con un ultimo scatto diretto verso camera mia. Entrato in camera chiusi subito la porta dietro di me e dopo essermi seduto alla scrivania iniziai a togliere la pellicola protettiva dalla confezione del gioco. "Riuscirai ad arrivare in cima?" Queste erano le uniche parole scritte nel retro della confezione mentre nel fronte della copertina era illustrato una sorta di castello che sembrava fluttuare in uno sfondo simile ad un cielo color azzurro chiaro. Ormai era tutto pronto, il NerveGear mi stava fissando da quando ero entrato in camera, il cavo d'alimentazione era collegato ed insieme a lui pure il cavo per la connessione ad Internet. Mi feci forza e prima di catapultarmi in questo nuovo mondo, come d'accordo, presi il mio T.P. ed inviai un messaggio ad Erika con su scritto: "Login tra 2 minuti, ricorda, capelli bianchi e occhi verdi, incontriamoci alla piazza con la fontana, scusami per prima". Una volta avuta la certezza che il messaggio fosse stato inviato appoggiai il T.P. sul comodino e mi sedetti nel letto NerveGear alla mano. Avevo già completato le varie e strane calibrazioni richieste da quel casco e non mi rimaneva che inserire la schedina di gioco ed indossarlo, così feci. Era giunto il momento, finalmente dopo essermi perso la Beta potrò raggiungere anche io quel mondo. Indossai il casco e mi sdraiai nel letto. Il casco una volta acceso cominciò ad emettere degli strani rumori e dopo essermi accertato che tutte le luci a led fossero verdi e funzionanti chiusi gli occhi. "La giornata non sarà di certo iniziata nel migliore dei modi, questo gioco per ora mi è costato una figura da idiota in un negozio ed un futuro rimprovero da parte di Erika.. ma ora son pronto e nulla potrà più andare storto!" LINK START!

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 - Benvenuto in Sword Art Online ***


Un mondo in cui saresti potuto essere chiunque, un mondo popolato da mostri e chissà quali altre creature, un mondo suddiviso in 100 piani. Decidere di fare l'individuale e sfidare il gioco da solo, o magari formare un party per poi arrivare a creare una gilda. Spade? Lance? Mazze o Pugnali? Stava a te decidere. Fin qui chiunque avrebbe potuto paragonare questo gioco ad uno dei tantissimi MMORPG già presenti in rete ma questo era diverso, per la prima volta in assoluto, grazie al NerveGear, i giocatori avrebbero potuto entrare personalmente nel gioco, trasformandolo così nel primo VRMMORPG mai esistito prima d'ora. Il NerveGear, prodotto dalla Argus, era un casco capace di ricevere ed inviare informazioni direttamente al cervello dando così la possibilità a chi lo indossasse di potersi muovere in un mondo digitale in piena libertà, come se si trovasse effettivamente lì. Per quanto riguarda l'obiettivo di SAO non si sapeva però un granché, infatti, l'unica cosa nota, come descritto dal retro della copertina del gioco stesso, era riuscire a sconfiggere i vari boss dei piani per poter così arrivare al centesimo ed ultimo piano. In questo gioco non esistevano le classi ma soprattutto non esisteva la magia, la critica infatti si divise su questo dettaglio ma il creatore Akihiko Kayaba aveva risposto semplicemente con un "Prima di criticare, perchè non provare?" Non appena finii di creare a mia preferenza l'avatar che mi avrebbe rappresentato all'interno del gioco, dopo una serie di caricamenti e calibrazioni una scritta mi apparve davanti agli occhi: "Benvenuto in Sword Art Online" Un'accecante luce mi fece socchiudere un attimo gli occhi per poi, dopo averli riaperti, ritrovarmi in una grande piazza. Provai un discreto senso di nausea in quel momento, come se il corpo che si muoveva non fosse il mio. Mi guardai le mani ed effettivamente quelle che vedevo muoversi in base ai miei ordini erano le "mie" mani, o almeno, quelle del mio avatar. Iniziai a guardarmi intorno e rimasi a bocca aperta. Migliaia di giocatori come me, continuavano ad arrivare per poi guardarsi intorno e cominciare a correre da una parte all'altra, chi in compagnia, chi da solo, a momenti iniziavo a chiedermi come avrebbe potuto questo gioco contenere tutte queste persone. "Bene, quindi, se non sbaglio.." Dopo aver scandito le mie prime parole all'interno di questo mondo virtuale tracciai una linea verticale con la mia mano destra e subito dopo un menù mi si presento davanti agli occhi. Su di esso era raffigurato il mio avatar con a seguire il mio equipaggiamento per poi dividersi nelle varie categorie Skills, Items, Friends e così via. Alla conclusione della Beta alcuni dei testers rilasciarono dei dettagli su quel che era il gioco con annessi comandi principali e di prima necessità, insieme alla mappa della Città di Inizio, o almeno così la chiamavano loro. Erano passati circa 15 minuti dal mio arrivo ad Aincrad e tutto quel tempo lo investii per imparare un po' a muovermi, non mi rimaneva che andare alla Piazza della Fontana. Qualche giorno prima passai ore a studiarmi la mappa in modo da non perdermi ed effettivamente questo studio mi fu di grande aiuto. Le vie brulicavano di persone e cercare di correre evitando di sbatter contro qualcuno non era di certo facile per un neofita ma, nel giro di 5 minuti scarsi mi ritrovai in quello che doveva essere il punto di ritrovo concordato. "Sembra sia in anticipo" Mentre camminavo avanti e indietro per la piazzetta notai il mio riflesso nell'acqua della fontana e rimasi stupito. Dei capelli di media lunghezza di color bianco tendente all'argento diramavano all'impazzata come se nulla potesse domarli e degli occhi di un color verde acceso, come se stessero emanando energia pura, il tutto racchiuso in decisi e spigolosi lineamenti facciali. Rimasi stupito, sia per quanto i lineamenti sembrassero reali, sia per il fatto di esser riuscito, una volta tanto, a creare un avatar decente. I miei pensieri vennero interrotti da una stridula voce proveniente da circa qualche metro dietro di me. "Capelli bianchi e occhi verdi, occhi verdi e capelli bianchi.. HA MICA IDEA DI QUANTE PERSONE IN UN MMO ABBIANO CAPELLI BIANCHI ED OCCHI VERDI?!" Chiusi gli occhi e lentamente iniziai a voltarmi, conscio del fatto che probabilmente il primo GAME OVER lo avrei fatto per mano sua.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 - Incontri ***


Sword Skill, così venivano chiamate le abilità presenti in Sword Art Online, esse consistevano in un'assistenza da parte del sistema nel momento in cui si caricava un colpo, permettendo così una notevole agevolazione dei movimenti e, di conseguenza, ad un considerevole aumento dei danni inflitti rispetto ad un agitare la propria arma ad un ritmo irregolare senza alcuna determinata tempistica. Il numero di abilità presenti nel gioco era pressoché illimitato dato che comunque dovevano andare a sostituire una meccanica famosa quanto importante come l'arte della magia, dando così ad ogni giocatore la possibilità di poter creare e sviluppare il proprio personaggio come meglio credeva, dallo spadaccino che predilige per la maggior parte il combattimento corpo a corpo, a chi magari decideva di spendere le proprie ore di gioco lontano dai campi di caccia preferendo la forgiatura e il miglioramento di potenti armi da poter poi rivendere in futuro. Imparai presto la meccanica della sword skill, ma non per merito mio. Infatti, mentre mi voltavo dopo aver sentito quella serie di lamentele da una voce più che familiare, un potente colpo secco andò a segno nella mia guancia destra, facendomi rimbalzare nel muro invisibile della fontana per poi farmi rovinosamente cadere a terra. Non capii subito cosa stesse succedendo, l'unica cosa certa era un discreto senso di formicolio a guancia e schiena che provai dopo esser stato colpito da quello che presumo fosse un pugno assistito dal sistema. Alzai subito lo sguardo verso sinistra dove si trovava la mia barra degli HP e come immaginavo essa non era calata di un millimetro, infatti all'interno di un'area sicura come ad esempio una città o altri luoghi specifici non si poteva ricevere danno da qualsiasi tipo di colpo ma nel caso in cui in cui qualcuno avesse cercato di colpirti saresti stato comunque raggiunto dal colpo. Ovviamente dopo un'azione simile sarebbe stato possibile segnalare il giocatore incriminato per condotta scorretta e far prendere così provvedimenti ai vari Game Masters che gestivano il gioco, ma non era questo il caso. "Tu, razza di idiota, ti sembra il modo di dare appuntamento alle persone? Nessuna risposta ai messaggi se non un banale messaggio monosillabico in cui davi indicazioni approssimative su come il tuo dannato avatar fosse fatto ed il punto di incontro stesso, hai idea di quanto io abbia girato per la città in cerca di questo 'Valoroso Cavaliere dalla bianca chioma'?" La voce ormai non era l'unica cosa familiare, non appena misi bene a fuoco l'avatar davanti a me non avevo ormai più dubbi. Una ragazza di medio-bassa statura si trovava davanti a me col volto particolarmente paonazzo dalla rabbia probabilmente a causa dell'amplificazione emotiva data dal NerveGear. Dei capelli color castano chiaro le scendevano fino alle spalle mentre un ciuffo raccolto in una forcina le segnava la fronte. Gli occhi erano di un color marrone chiaro, quasi verdi, in quel momento erano particolarmente iniettati di rabbia e il che rendeva il tutto molto più reale. Ulteriori ciuffetti di capelli le scendevano lungo i tratti poco accentuati del volto quasi come se la forcina non stesse facendo il suo lavoro. Sostanzialmente l'avatar davanti a me era l'esatta riproduzione della ragazza che di solito passava il proprio tempo umiliandomi in sala giochi, solo un po' più poligonale. "Con quale coraggio colpisci quello che potrebbe tranquillamente essere stato uno sconosciuto all'interno di un MMO in cui sono appena stati aperti i server? Vuoi farti bannare ancora prima di cominciare?" Mentre le rivolgevo queste parole continuavo a strofinarmi la guancia vittima della sua precedente rabbia. "E' tutto il giorno che cerco di contattarti, ieri ci eravamo promessi di sentirci in mattinata per poi tenerci aggiornati fino a quando non ci saremmo poi ritrovati qui. Ma a quanto pare il Signor-Avatar-Originale era troppo impegnato a restarsene sdraiato nel suo letto a russare!" "Ti ho già detto che mi dispiace! Ieri sera faticavo a chiudere occhio a causa dell'emozione e non appena riuscii a calmarmi un attimo e chiudere gli occhi, mi risvegliai che eran già quasi le 12. Mi son dimenticato di puntare la sveglia, o almeno, reputai che non fosse necessario visto che non riuscivo a dormire.. tutto qui." "Hmph" Non uscì altro che questo dalla sua bocca dopo aver girato la testa altrove come se non volesse sentir ragione. "Che poi, aspetta un attimo, che diavolo hai contro il mio avatar!? Guarda che ci ho dedicato del tempo!" "Capirai, sembri il classico eroe senza macchia e senza paura uscito da qualche anime di terza fascia" Continuava a rispondermi sempre con occhi socchiusi e faccia rivolta altrove. "Parli tanto di originalità e ti sei creata un avatar a tua immagine e somiglianza!" Mi resi conto solo dopo di aver detto quest'ultima frase ad un tono di voce forse un po' troppo alto, alcuni giocatori che eran lì di passaggio si fermarono per un attimo a guardarci ed il volto della ragazza killer questa volta era si tendente al rosso, ma non per la rabbia, probabilmente per l'imbarazzo. "Eh?! Tu, Brutto..." Probabilmente stavo per avere a che fare con il secondo di una serie indefinita di colpi che avrebbero segnato l'inizio di questa nuova avventura online, ma qualcosa ci interruppe, qualcosa di sinistro. Delle campane cominciarono a risuonare all'interno di tutta la città come a dover segnalare un qualche sorta di annuncio. Per un attimo distolsi lo sguardo dalla ragazza che fino a poco fa stava scattando verso di me, tutti i giocatori nel mio raggio visivo continuavano a chiedersi quello che io stesso stavo pensando, che sta succedendo? All'improvviso, una luce apparve alla base del mio avatar e così come a me, anche a tutti gli altri, riportai lo sguardo sulla ragazza che questa volta sembrava preoccupata. "Che.. che sta succedendo?" Furono le sue ultime parole prima di sparire in un bagliore. Successivamente non feci nemmeno in tempo a chiamare il suo nome che la luce, all'inizio limitata all'altezza dei miei piedi, mi inghiottì.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 - Che il Gioco abbia inizio ***


Quando riaprii gli occhi quello che mi ritrovai davanti mi fece rabbrividire. Una piazza, un'enorme piazza stava continuando a riempirsi di giocatori. Centinaia o molto probabilmente migliaia di avatar stavano apparendo uno dopo l'altro preceduti dallo stesso effetto luminoso che mi avvolse poco prima. Probabilmente che cosa stesse succedendo non ci era dato saperlo, infatti, chiunque all'interno di quella piazza continuava a guardarsi intorno e a chiedere informazioni a chi di risposte sicuramente non ne aveva. "Un teleport.. forzato?" "Che cosa sta succedendo?" "Ehi si può sapere dove mi trovo?!" A differenza di chi continuava a creare questo gran scompiglio io non riuscivo nemmeno ad aprir bocca, avevo completamente perso la capacità di parlare. Una terribile sensazione mi stava balenando in testa ma non riuscivo a comprendere che cosa potesse mai esserci di così pericoloso in uno stupido gioco. Ero talmente assorto nei miei pensieri che non mi resi nemmeno conto che qualcuno stava continuando a tirarmi la manica della maglietta, coperta da quello che dovrebbe esser stato un pezzo di armatura che andava a proteggere il petto e nulla più. Spostai lo sguardo verso la persona che aveva ormai cominciato a strattonarmi in modo molto più vivace, era Erika, ma il suo sguardo in quel momento non mi tranquillizzò nemmeno un po'. "C-che cosa sta succedendo? poco fa eravamo alla piazza della fontana.. perché stiamo venendo riuniti tutti qui?" La sua voce stava tremando, mentre nei suoi occhi si notava palesemente un forte senso di disorientamento. Si stava rivolgendo a me, dovevo risponderle, questa dannata sensazione di pericolo doveva andarsene. "Io.. Io non lo so." Dopo esser finalmente riuscito a spiaccicare qualche parola venni di nuovo interrotto. Una scritta color rosso sangue apparve nel cielo, un riquadro con su scritto "Attenzione, annuncio del sistema". Nel giro di pochi secondi quell'annuncio cominciò moltiplicarsi più e più volte fino a ricoprire interamente il cielo. La piazza si colorò di rosso nel giro di pochi secondi ma le assurdità sembravano non volersi fermare qui, infatti, una sostanza liquida di un ennesimo color rosso, quasi come fosse sangue, cominciò a colare dai riquadri situati nel cielo andando infine a formare una enorme forma umanoide, un gigante essere incappucciato si trovava nel cielo di fronte a noi tutti e sembrava stesse per iniziare a parlare. "Miei cari giocatori, benvenuti in Sword Art Online! Io sono Akihiko Kayaba e sono qui per spiegare a voi tutti l'obiettivo di questo gioco. Come molti di voi avranno ormai notato non è presente il tasto di logout..." Il mio cuore smise di battere per un paio di secondi, cosa significava tutto questo? Ero veramente così tanto preso dal gioco dal non essermi reso conto dell'impossibilità di fare logout? Questa è una follia, quale pazzo potrebbe rinchiudere migliaia di persone dentro ad un videogioco? "Ebbene, non c'è alcuna possibilità di uscire dal gioco se non completarlo, come alcuni di voi ben sapranno il castello fluttuante di Aincrad è suddiviso in vari piani, 100 per l'esattezza, alla fine di ogni piano per poter accedere al successivo c'è bisogno di sconfiggere il cosiddetto boss di piano e così dovrete fare se vorrete riacquistare la vostra libertà. In questo gioco non è presente la possibilità di respawn, infatti, nel momento in cui la vostra barra degli HP raggiungerà lo 0, morirete automaticamente anche nel mondo reale a causa di una scossa provocata dal NerveGear direttamente al vostro Cervello. Se pensate che la rimozione forzata del NerveGear possa essere una soluzione a tutto questo vi sbagliate, infatti, alle persone a cui verrà tentata la rimozione dell'hardware succederà la medesima cosa, con conseguente morte cerebrale istantanea. Già a 213 giocatori è stato tentato di rimuovere il casco e loro tutti sono deceduti" Mentre continuava a parlare, la misteriosa e raccapricciante figura fece apparire dei mini-schermi, su di essi stavano venendo rappresentate varie trasmissioni TV che parlavamo dell'improvvisa morte di numerose persone dopo la rimozione del NerveGear da parte di genitori, amici o parenti. In quel momento mi sentii stringere forte un braccio ma non avevo la forza di distogliere lo sguardo dal losco interlocutore che in tutto questo stava continuando a parlare ininterrottamente. "Vi chiederete perché mai abbia voluto rinchiudere volontariamente un numero così grande di persone dentro un videogioco, beh, il motivo è molto semplice. Costruire questo immenso mondo governato da proprie leggi mi è costato anni ed ora non mi rimane che osservare e studiare da qui il vostro proseguimento al suo interno, nulla di più semplice". Se prima il silenzio regnava sovrano, ora un brusio generale andava man mano ad aumentare, uno dopo l'altro i player, o meglio, gli "abitanti" di quel nuovo mondo creato da quel maniaco, cominciavano ad urlare, ad implorare di venir liberati, molti avevano cominciato a correre all'impazzata per poter uscire da quella piazza ma dei provvisori muri invisibili ne impossibilitavano la fuga. "Il tutorial iniziale è terminato, non mi resta che un'ultima cosa da dirvi, ho deciso di farvi un regalo, lo troverete nella sezione "Item Storage" del vostro menù. Miei giocatori, non mi rimane che salutarvi, possiate voi arrivare alla fine di questo splendido castello. Che il Gioco abbia inizio". Dopo queste ultime parole la figura misteriosa tornò alle sue sembianze liquide per poi sparire completamente insieme ai vari riquadri di avviso del sistema che avevano continuato a ricoprire il cielo per tutta la durata del suo monologo. Improvvisamente il cielo tornò di un color tramontana, cosa plausibile visto che ormai nel gioco erano le 18:00 circa. Mentre continuavo a fissare il cielo assente di riflesso aprii il menù per poi spostarmi nella sezione citata da quello che dovrebbe esser stato Kayaba. "Specchietto", questo trovai nell'inventario, lo resi un oggetto fisico e quello che vidi fu solo il volto di una persona spaventata con dei bizzarri capelli bianchi e degli occhi di un verde impossibile da riprodurre nella realtà. Una voce a me familiare continuava a chiamarmi ma io continuavo a fissare dritto nello specchietto fino a quando un'ennesima luce mi avvolse completamente, ma questa volta il tutto durò una frazione di secondi. Una volta terminato l'effetto abbagliante provocato da quella luce mi voltai verso la persona che prima continuava a chiamare il mio nome, il mio vero nome. "Katsumi, ehi Katsumi.. sei tu?" Delle lacrime le stavano rigando le guance, il taglio di capelli era rimasto invariato insieme al loro colore, ma se prima i lineamenti del suo avatar erano simili a quelli reali, ora invece riproducevano fedelmente quella che era la sua vera faccia al di fuori del gioco. Stava continuando a stringermi il braccio da prima e sembrava non avesse intenzione di mollare la presa molto presto. Senza risponderle subito, ancora sotto shock, riportai lo sguardo sullo specchietto e quello che vidi causò la successiva caduta dello specchietto stesso. Un volto familiare, più che familiare, dei capelli corti, quasi completamente rasati ai lati mentre nella parte superiore eran semplicemente spostati verso sinistra in un ciuffo disordinato color castano. Nello sguardo disperato riconobbi quegli occhi color marrone scuro, quasi nero e da lì il mio cervello elaborò in parte quello che era appena successo, i nostri avatar erano scomparsi ed a sostituirli c'erano le nostre vere sembianze. Aincrad, 6 Novembre 2022, ore 18:30, 1°Piano: Città dell'inizio Oggi ha inizio il Death Game che Dio solo sa quante vite mieterà prima della sua fine, sempre che una fine in questo gioco della morte possa mai esserci.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 - Abbandonati ***


Nella grande piazza ritornò il silenzio, una volta dileguatosi, Kayaba portò via con se i molteplici brusii dei vari player momentaneamente rinchiusi in quella piazza. Ma non durò molto, infatti, si sentì provenire da una delle estremità della zona un urlo disumano, dal tono della voce sembrava una ragazza ma da quanto era acuto e disperato, pure il sistema faceva fatica ad elaborarlo. Provai a concentrare lo sguardo verso il punto da cui proveniva quel suono straziante, come avevo previsto si trattava di una ragazza, da dove mi trovavo non riuscivo a vederne in modo limpido i dettagli, era in ginocchio, immobile mentre si teneva la testa tra le mani. Qualcuno provò a rassicurarla ma sembrava non volersi fermare, da lì in poi la situazione cominciò a degenerare. Più e più persone iniziarono ad urlare, a sbracciarsi quasi come se facendo così qualcuno potesse davvero vederli, dalla tanta confusione sembrava che la piazza potesse crollare da un momento all'altro. In un attimo di lucidità presi l'avambraccio di Erika e strattonandola la portai all'uscita della piazza. "Ehi, che stai fac.. si può sapere dove stai andando?" Non le risposi, in quel momento la cosa più importante da fare era allontanarsi da quell'ammasso di persone urlanti per evitare di venirne travolti, in quel momento ogni secondo in più sarebbe stato di vitale importanza. Arrivammo in una delle tante vie secondarie in quella che al momento sembrava una cittadina fantasma. Probabilmente a causa del passaggio dal giorno alla notte e all'allontanamento dalla piazza le urla si placarono venendo sostituite da una BGM (Background Music) che in quel momento era tutto tranne che rilassante e confortevole. Nella via in cui ci trovavamo non c'era anima viva, se non qualche bottega gestita da NPCs che continuavano a ripetere frasi preimpostate a ripetizione. Mi fermai un attimo per capire dove ci trovavamo in quel momento e di conseguenza cercare qualche punto di riferimento. Erika, che continuava a starmi vicina (non che in quel momento avesse molta altra scelta), si divincolò dalla mia presa prendendo un attimo le distanze. "Si può sapere cos'hai in mente di fare!?" "Dovevamo allontanarci il più possibile dalla folla, se fossimo rimasti intrappolati in mezzo a quella confusione non ne saremo più usciti fuori" "Ah, quindi ora dovremmo esser salvi? Hai sentito cosa ha detto quel tipo!? Se le cose stanno veramente così noi siamo intrappolati in uno stupido gioco senza aver la possibilità di uscire! Morire qui significa morire nella vita reale? Ma stiamo scherzando? Diamine! Mi spieghi come fai a rimanere così dannatamente calmo? Mi stai dando sui nervi!" Più continuava a parlare, più si avvertivano delle irregolarità nella sua voce, stava cercando di sopprimere un pianto. In Sword Art Online non era possibile nascondere le proprie emozioni, un sensore in tempo reale inviava e riceveva informazioni direttamente dal cervello e, in caso di cambi di umore (Imbarazzo, rabbia, tristezza..) li avrebbe palesati subito nella faccia dell'avatar. "Io non sono calmo! Sto solo cercando una locanda dove poter avere il tempo di riordinare un attimo le idee, so benissimo cosa sta succedendo e proprio per questo non dobbiamo perdere tempo!" Ripresi a camminare e, dopo un attimo di titubanza, Erika cominciò a seguirmi continuando a lamentarsi tra sé e sé. Dalla via in cui ci trovavamo, ritornammo in una delle strade principali, l'illuminazione artificiale della città si era ormai attivata, guardandomi intorno mi resi conto di quanto l'ambiente che ci circondava fosse reale, eravamo in un videogioco con la mente, ma il nostro corpo inerme continuava a trovarsi in un letto, era tutto davvero troppo surreale e per questo una piccola parte di me continuava a sperare fosse solo un brutto sogno. Percorrendo il perimetro delle strade più esterne della città ci accorgemmo di un agglomerato di persone, questa volta non si trattava di NPCs, erano giocatori veri e propri ma non avevamo idea di cosa stesse succedendo ma in qualsiasi caso saremmo dovuti passar di lì. Una volta affiancato il gruppo il mio corpo si fermò quasi come se avesse avvertito istintivamente qualcosa di maledettamente sbagliato e così fece pure Erika. Un ragazzo stava in piedi sopra a quello che avrebbe dovuto rappresentare i limiti dell'area, un corrimano in metallo percorreva tutto il perimetro di quella città e, dopo di esso c'era solo il vuoto. "Vedete, è praticamente impossibile che quel pazzoide sia stato veramente serio con noi, non si possono rinchiudere così tante persone dentro ad un videogioco, ne sono certo!" Il suo sguardo era vuoto, le sue parole erano accompagnate da una risata isterica, non prometteva nulla di buono. "Non appena il mio avatar oltrepasserà i limiti dell'area mi risveglierò dall'altra parte, fidatevi che è così!" Tutte le persone lì intorno lo osservavano in silenzio senza dir nulla. Il ragazzo in piedi sul corrimano si girò rivolgendosi col corpo verso l'esterno, aprì le braccia come se stesse per prendere il volo e si lasciò cadere. Corsi verso il corrimano e mi affacciai per vedere l'esito di quella folle decisione. Continuava a cadere, cadere, cadere.. fino a quando il suo avatar non iniziò a brillare, subito dopo esplose in migliaia di frammenti, andò letteralmente in frantumi. Dove poco prima il ragazzo era appena sparito apparve una scritta: "Dead" Del ragazzo non c'era più traccia, nessun respawn, niente di niente, era andato, sparito. Portai entrambe le mie mani alla bocca e venni preso da un forte senso di nausea, le persone che insieme a me avevano assistito a quell'orribile spettacolo cominciarono ad urlare all'unisono, il panico stava tornando protagonista e la scena della piazza si stava ripetendo. Guardai Erika, stava ancora fissando giù, non si muoveva, nel suo sguardo vidi il terrore, le misi una mano sulla spalla e la incitai a continuare a seguirmi senza far troppe domande. La velocità con cui ci spostammo fu ai limiti dell'umano, alle nostre spalle continuavano ad avvertirsi le urla di quelle persone, ma finalmente, davanti a noi apparve un'insegna che in tutto questo pandemonio ci fece per un attimo tirare un sospiro di sollievo: "Beginner's Inn", una locanda. Non avevo bene idea di come funzionassero le locande il questo gioco, ma non appena entrati mi fiondai subito al bancone dove un'anziana signora già aveva riposto il suo sguardo su di me. "Benvenuti in questa umile locanda avventurieri, come posso..." "Una camera doppia!" Non la feci nemmeno finire di parlare, fortunatamente l'NPC davanti a me fece un cenno con la testa e subito dopo sentii il suono di una transazione, probabilmente era già stata prelevata la somma di Col necessaria per il pernottamento nella stanza designata. "Prego, avventurieri, la vostra stanza si trova al primo piano, non vi rimane che prendere le scale" L'anziana signora mi sorrise e subito dopo tornò a sbrigare le sue faccende. Lanciai un'occhiata a Erika e ci avviammo verso le scale. Non appena salita la prima rampa di scale ci ritrovammo automaticamente dentro a quella che sarebbe stata la nostra momentanea dimora. La stanza era molto spartana, una minuscola stanza composta da due letti, una scrivania ed una sedia, nulla di più. mi sedetti su uno dei due letti e subito dopo mi rivolsi alla ragazza che a quanto pare si era seduta a sua volta nell'altro letto in silenzio. "Dovremo fare il punto della situazione, il prezzo per il pernottamento qui in base ai col in nostro possesso non è estremamente alto, ma prima o poi il denaro a nostra disposizione finirà, dovremo procurarci dei soldi e quindi saremo obbligati ad uscire di qui, questo è un problema." Erika, seduta di fronte a me, se ne stava con le braccia appoggiate sulle gambe, era visibilmente esausta, la sua estrema sfrontatezza si era completamente affievolita e sembrava non avesse nemmeno la voglia di rispondere, si limitò a guardarmi mentre delle lacrime le scendevano lungo il viso. Mi alzai dal letto e mi spostai di fronte a lei per poi inginocchiarmi subito dopo. "Ascoltami, tutto questo è surreale, lo so, un incubo se così si può dire, ma dobbiamo farci forza, abbiamo avuto la fortuna nella sfortuna di entrare qui dentro insieme, a differenza di chi in questo momento sta vagando da solo per la cittadina senza saper né cosa fare né dove andare. dobbiamo cercare di riposare almeno un po' e domani decideremo sul da farsi." Non appena finii di parlarle distolse lo sguardo da me per poi compiere con la mano destra il gesto per aprire il menù, scese fino alla voce "Sistema", e si fermò sul campo "logout", provò a premere, ancora e ancora, al quarto tentativo le fermai la mano e lì, dopo aver riposto il suo sguardo su di me, scoppiò completamente in lacrime, aveva smesso di trattenersi. Ero inerme di fronte a quel pianto disperato, era straziante, sembrava il pianto di una bambina. Appoggiò la fronte sulla mano che continuavo a tenerle ferma mentre continuava a singhiozzare, non sapevo davvero che fare, eravamo davvero lì, abbandonati a noi stessi, in quel mondo sconosciuto.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 - Il Primo Giorno ***


Aprii il menù mentre continuavo a rimanermene sdraiato in quello scomodo letto. "7 Novembre 2022, Ore 6:37" Non tenevo più il conto di quante volte avessi ormai compiuto quel gesto, la notte non ho chiuso minimamente occhio, la passai ad aprire e chiudere il menù di gioco, non che dovesse succedere qualcosa in particolare, ma in quel momento ero talmente stanco da non avere nemmeno la forza di pensare. L'arrivo in questo fantastico mondo virtuale in un modo mai sperimentato prima d'ora, la sorpresa nel rendersi conto di quanto questo ambiente fosse così reale, e poi.. il teleport improvviso, la comunicazione di Kayaba, il panico generale, il ragazzo che saltò dal corrimano. In così poche ore successero così tanti avvenimenti da farmi venire il mal di testa e in tutto questo io, Erika e altre migliaia di persone ci ritroviamo qui, intrappolati in questo gioco mortale. Posai il mio sguardo su Erika, la sera prima pianse talmente tanto che se fossimo stati nella realtà avrebbe probabilmente finito le lacrime, però, dopo un paio d'ore riuscì finalmente a tranquillizzarsi per poi addormentarsi, infatti tutt'ora continua a dormire respirando silenziosamente. Sorrisi per un attimo, è la prima volta da quando siamo rimasti chiusi qui in cui la vedo tranquilla e priva di preoccupazioni. Non ho la minima idea sul da farsi, io non sono un beta-tester e nemmeno lei, senza contare che un minimo errore qui potrebbe costarci cara la pelle, non so dove andare o con chi interagire. L'unica opzione possibile al momento rimane esplorare continuando a mantenersi sempre e comunque in sicurezza, non mi rimaneva che aspettare il risveglio di Erika per poterne poi discutere con lei. Mentre continuavo a rimanermene assorto nei miei pensieri il mio sguardo tornò sull'avventuriera distesa a pochi metri da me. Non avevamo avuto il tempo di procurarci un cambio di vestiti o comunque un equipaggiamento non da combattimento che ci permettesse di rimanere anche più comodi al di fuori di una battaglia. Infatti rimaner sdraiato con una piastra sulla schiena che, per quanto non fosse fatta certamente di un materiale poi così tanto resistente, procurava un discreto senso di scomodità, soprattutto nel momento in cui già il letto non era uno dei migliori. Sembrava però che all'avatar che continuava a dormire lì vicino poco importasse. Il suo equipaggiamento base era simile al mio, una maglia fatta di un materiale sintetico coperta da una piastra dalla dubbia resistenza che andava a "proteggere" sostanzialmente la parte alta del corpo. La maggior differenza tra il mio ed il suo equipaggiamento stava nella parte inferiore, infatti, a differenza dei miei pantaloni fatti dello stesso materiale della maglia, lei indossava una gonna lunga fino a poco sopra le ginocchia. Nel suo equipaggiamento il colore dominante era uno giallo ocra spento, mentre, nel mio caso, un rosso tendente al porpora per quanto riguardava la maglia, mentre un nero sbiadito per i pantaloni. Mentre la mia mente continuava a navigare e il mio sguardo rimaneva su Erika, improvvisamente elaborai una cosa che fino a quel momento non mi era minimamente passata per l'anticamera del cervello. Io, che non son mai stato un asso nello stare in compagnia, uscire con gli amici e soprattutto nell'avere a che fare con ragazze, in quel momento mi trovavo (o almeno il mio avatar) a pochi metri da una ragazza, ok, non è una sconosciuta, ma è comunque una ragazza. Sussultai per subito dopo arrossire, fu lì che Erika cominciò ad emettere qualche rumore, probabilmente si stava svegliando. "Mmmmhh mmmmh" Mentre continuava a tenere gli occhi chiusi si mise a sedere lasciando scendere le gambe dal lato del letto, i capelli scompigliati le nascondevano la maggior parte del viso. "Oh, già, siamo ancora qui dentro" Alzò le braccia per finire di stiracchiarsi completamente per poi rimanere lì seduta con lo sguardo fisso nel vuoto. Dopo aver cercato di reprimere quella sensazione di imbarazzo palesatasi precedentemente, cominciai a pensare al modo più semplice di iniziare una conversazione. "Ehm.. Buongiorno Erika" Una voce roca e tutto tranne che rassicurante uscì dalla mia bocca, quella poca sicurezza in me stesso presente ieri si era completamente volatilizzata. Erika si voltò verso di me mantenendo un'espressione apatica. "Vedo che sei già sveglio, qualche idea sul da farsi? Penso che se tutto questo fosse stato solamente uno scherzo da parte dei Game Masters ormai ci saremmo già risvegliati dall'altra parte" "In realtà no, nessuna idea.. Penso che dovremmo uscire dalla locanda e girare un po' per la città alla ricerca di negozi che potrebbero tornarci utili in futuro. Tu hai qualcosa da proporre?" "Io, beh.." Due rumori improvvisi interruppero la conversazione, dei suoni molto simili che si palesarono quasi all'unisono, qualcosa che assomigliava ad un brontolio. Guardai Erika, si stava stringendo lo stomaco con un'aria alquanto imbarazzata per poi rendermi conto che pure io stavo facendo lo stesso. A quanto pare gli strani rumori di dubbia provenienza erano i nostri stomaci, avevamo fame. Avevo letto da qualche parte che in SAO ci fosse la possibilità di mangiare, che in qualche modo ciò che avremmo mangiato qui avrebbe per un po' ingannato la fame reale, ma la cosa nei forum non fu mai stata eccessivamente approfondita. "Forse prima ci converrebbe cercare un posto dove poter mettere qualcosa sotto i denti sperando che in tutto questo i col possano bastarci" Erika annuì per poi scendere dal letto. "Fai strada, ti seguo." Dopo aver salutato la bizzarra vecchietta che continuava a rimaner lì al bancone uscimmo dalla locanda, avevo già pagato la retta della nottata quindi anche per la serata a venire avevamo un posto dove stare. L'illuminazione su Aincrad era particolare, il sole da qualche parte splendeva ma non era possibile capire da dove. Infatti, se si guardava in alto il cielo era coperto da un enorme piatto situato a circa 20/25 metri, ovviamente quello sarà la base del secondo piano. Proprio per questo, a causa della penombra perenne che quel piatto andrebbe a creare, suppongo gli sviluppatori abbiano trovato un'alternativa. La città era pressoché deserta, immaginavo che qualcuno se ne sarebbe rimasto chiuso in qualche locanda ma la situazione qui sembra più estrema del previsto. Per prima cosa segnai la posizione della nostra locanda onde evitare di perderci nella via del ritorno, la città non era eccessivamente grande ma molte vie erano tranquillamente confondibili tra di loro. "Proviamo ad andare di qui" Cominciai a camminare ripercorrendo la strada che affannosamente attraversammo ieri, la cittadina di per sé avrebbe dovuto emanare quella luce di benvenuto, di tutorial, di tranquillità ma da ieri non era assolutamente cambiato nulla, sembrava una città fantasma. La città ovviamente non era completamente vuota, erano quasi le 8 del mattino e, oltre agli NPCs presenti già da ieri, qualcuno stava già girovagando per quelle vie. Per il momento non avevamo la minima intenzione di interagire con qualcuno a meno che non fosse strettamente necessario, infatti appena Erika notò che effettivamente non eravamo soli, accellerò leggermente il passo avvicinandosi un po' più a me. Dopo aver girato l'angolo ci ritrovammo davanti ad un edificio dalle dimensioni simili a quelle della locanda dove alloggiavamo. Non vi erano delle particolari scritte, anzi, se non fosse stato per un piccolo tabellone con su scritto un menù probabilmente non ci saremmo nemmeno fermati. Mi avvicinai al tabellone per dare un'occhiata ai prezzi, cercare di non rimanere al verde era il nostro obiettivo primario e sembrava che quello stabile facesse al caso nostro. "I prezzi in rapporto alle nostre risorse sembrano buoni, tu che dici Erika?" "Dico che sto morendo di fame, quindi intanto entriamo e poi vedremo" L'interno era stranamente accogliente, nonostante fosse spartano tanto quanto la nostra attuale stanza emetteva uno strano calore e la cosa più assurda era che all'interno non ci fosse veramente nessuno, nessun cliente, nessun cameriere, deserto. Cominciammo a girare per i tavoli cercando di capire un attimo la situazione ma sembrava che dietro a tutto questo non ci fosse proprio nessun mistero. Infatti, appena Erika prese l'iniziativa e si sedette su una delle decine di sedie presenti lì dentro, nel tavolino su cui sedette apparve una finestra di dialogo che presentava lo stesso menù che trovammo fuori. "Oh, quindi è un ristorante self-service" Mi sedetti e pure io cominciai a muovermi nella finestra di dialogo, a quanto pare tutto lì dentro era a base di Frenzy Boar, probabilmente un Mob da cui è possibile ricavare materie prime da cucinare successivamente. Optammo entrambi per il piatto meno costoso, anzi, prendemmo una bistecca da dividere in due accompagnata da due bicchieri d'acqua, non sapevamo come funzionasse la gestione della "fame" lì, quindi era giusto provare e cercare di capire quanto cibo servisse per arrivare allo stato di "sazio". Subito dopo aver confermato l'ordine, nel giro di 5 secondi davanti a noi apparve quello che avevamo appena ordinato. "Grazie a dio, stavo per morire di fame" Erika senza pensarci due volte afferrò le posate comparse insieme al cibo e cominciò a mangiare, io la seguii a ruota. Non era poi così male, il gusto era simile a quello di una comunissima bistecca di maiale, forse solo un po' più insipido. Sta di fatto che nel giro di neanche due minuti nella tavola non rimase niente. "Come ti senti?" "Beh.. si diciamo che la fame sembra essere passata, ma non ho quella sensazione di pancia piena, semplicemente, la fame è sparita." Aveva ragione, la fame se ne era andata, ma non mi sentivo pesante, non mi sentivo come se avessi veramente mangiato, questo gioco è veramente più elaborato di quanto noi tutti potessimo immaginare. Dopo circa una decina di minuti decidemmo di alzarci per poi lasciare il locale. Non appena uscimmo per incamminarci verso la locanda dove avremo poi fatto il punto della situazione una voce cupa e possente ci fece immobilizzare all'istante. "Hey voi due! Si, proprio voi!" Io ed Erika ci scambiammo una serie di sguardi ma sembrava che al momento non ci fossero molte alternative, ci girammo verso il punto da cui proveniva quell'inquietante voce. Un ragazzo, forse qualche anno più grande di noi si stava avvicinando, ad occhio era minimo una decina di centimetri più alto di me accompagnato da un fisico più che robusto. "Ragazza, cosa ci fai qui con questo esserino? Molti Beta-Tester hanno già abbandonato la città andando a livellare altrove e guarda caso io sono uno di loro. Pensa, sei così fortunata da trovare una persona disposta ad aiutarti a crescere, devi solo venire con me." Il losco figuro allungò la mano verso di lei, ma Erika indietreggiò quasi nascondendosi dietro di me. "Io non.. non ne ho bisogno, ti ringrazio" Il ragazzo sembrava non volersi arrendere, infatti nonostante Erika stesse indietreggiando, lui continuava ad avanzare. Quasi istintivamente mi sovrapposi tra i due. "Oh, e lui? Chi è, il tuo ragazzo? Come puoi rifiutare un'offerta come la mia per rimanere qui con questo perdente, scommetto che non sa nemmeno equipaggiare un'arma!" Nonostante il suo fisico possente fu così veloce che non riuscì nemmeno a veder partire il movimento, venni colpito da un colpo secco al fianco sinistro, era il suo avambraccio che mi aveva appena colpito in spazzata facendomi volare per almeno mezzo metro. Eravamo in una zona sicura e nonostante questo mi mancava il fiato. proprio quando mi stavo per rialzare un suono secco immobilizzò tutto. *SLAP* Erika aveva appena tirato uno schiaffo in faccia al ragazzo, ora si che saremmo stati nei guai. "Lasciaci stare, non mi interessa che tu sia un Beta-Coso o che altro, non ho intenzione di unirmi a te, non costringermi a richiamare il codice anti-molestia." "Tu, brutta.. Non finisce qui, è una promessa, ve la farò pagare, soprattutto al tuo amico mingherlino." Si voltò e se ne andò lamentando una serie di parole incomprensibili. "Tutto ok?" "Penso di si, credo di averci ormai fatto l'abitudine" Mentre Erika mi aiutava a rialzarmi il formicolio dal fianco se ne era ormai quasi andato, forse era meglio rientrare alla locanda prima che qualcun altro creasse altri problemi. "Forse è meglio rientrare, non tira una buona aria da queste parti" "Hai ragione.. Avevo dimenticato che nei MMO le ragazze vengono quasi sempre sfoggiate come dei trofei, probabilmente quell'energumeno pensava potessi diventare uno dei suoi" Nonostante avessi salvato la locanda sulla mappa ripercorsi la strada quasi a memoria, le vie di quella cittadina erano meno impegnative di quanto immaginassi e nel giro di pochi minuti eravamo arrivati a destinazione. Salutammo la vecchietta dietro il bancone con un cenno della testa e salimmo subito le scale. Era appena passata neanche una mezza giornata e già i guai sono cominciati. non appena entrato in camera mi fiondai nel letto buttandomici di faccia e solo dopo qualche secondo mi girai con la faccia verso l'alto, fissando il soffitto. "Ehm.. Grazie." Era Erika, si trovava ancora in piedi all'entrata della stanza con le mani dietro la schiena. "Grazie di cosa?" "Per prima, per esserti messo contro quel tipo" "Guarda che in realtà dovrei essere io a ringraziare te visto che non ho fatto altro che prenderle e se non fosse stato per te non saprei che cosa sarebbe potuto succedere dopo" "Non ha importanza, apprezzo comunque quello che hai fatto" Mentre continuava a tenere lo sguardo verso il basso forse a causa dell'imbarazzo vidi delle fossette formarsi nelle sue guance, stava sorridendo. Da quando ci rendemmo conto di esser stati intrappolati qui Erika aveva smesso di sorridere, da quel momento non è passato ancora nemmeno un giorno ma vederla sorridere dopo questo breve lasso di tempo mi riempì di gioia. Probabilmente fino a quando lei continuerà a sorridere io riuscirò ad andare avanti, non so ancora come, ma ce la farò.

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