Majishan no jinsei

di Harry Fine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: incontro nel buio ***
Capitolo 2: *** Disperazione ***
Capitolo 3: *** La sorpresa e il sito per Maghi ***
Capitolo 4: *** Lo Stick ***
Capitolo 5: *** Asso di fiori ***
Capitolo 6: *** La proposta del branco ***
Capitolo 7: *** Tempest ***
Capitolo 8: *** Entrare in azione ***
Capitolo 9: *** Imboscata ***
Capitolo 10: *** Ira traboccante ***
Capitolo 11: *** Cacciatori e prede ***
Capitolo 12: *** Rischiare la vita ***
Capitolo 13: *** Asso di picche ***
Capitolo 14: *** Salvataggio ***
Capitolo 15: *** Sogni e ricordi ***
Capitolo 16: *** Novità ***
Capitolo 17: *** Nuovi amici ***
Capitolo 18: *** Maghi misteriosi ***
Capitolo 19: *** Pan per focaccia ***
Capitolo 20: *** Piani per il futuro ***
Capitolo 21: *** La festa rilassante... ***
Capitolo 22: *** Sopravvivenza e morte ***
Capitolo 23: *** Separazione ***
Capitolo 24: *** Conoscersi ***
Capitolo 25: *** Cenere ***
Capitolo 26: *** Mi dispiace ***
Capitolo 27: *** Ricerche ***
Capitolo 28: *** Intenti raggiunti ***
Capitolo 29: *** Destituzione - prima parte ***
Capitolo 30: *** Destituzione - seconda parte ***
Capitolo 31: *** Destituzione - parte finale ***
Capitolo 32: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo: incontro nel buio ***


Ormai la notte era scesa da varie ore sul Giappone, lasciando tutti a sogni tranquilli. Solo che in un posto strano e oscuro, la vita ancora brulicava.
Questo luogo era una sala totalmente nera, interamente occupata da un lunghissimo tavolo ovoidale, e diciotto inquietanti figure si stavano lentamente radunando attorno ad esso.

Avevano tutte varie altezze e fisici, come persone normali, ma nessuno di loro sembrava esserlo. 
Ispiravano un'aura di inquietudine e paura troppo forte per essere comuni umani.
Ognuna prese posto sulle sedie attorno alla tavolata, attendendo che il capotavola, la figura tra tutte più alta e magra, parlasse.
E questa non si fece attendere.

Dalle sue labbra immobili, proferì una voce gelida e tagliente. 《Finalmente, sta arrivando. Avete fatto un buon lavoro negli ultimi tempi.》
《Già. Non manca molto. Il nostro compito è stato svolto molto bene. Ed i ragazzi che stanno venendo scelti in tutto il mondo grazie a noi in questo momento stanno immagazzinando molta energia!》 Commentò un’altra voce, femminile e acuta. 

Il capotavola annuì. 《Assicuratevi che continuino. E anche la Caccia lo faccia. L'energia deve essere abbondante. Tra circa due mesi, arriverà l'evento che stavamo aspettando. Ciò che distruggerà questo mondo desolato e ci condurrà tutti in un luogo diverso, grazie al potere di quelle anime sfortunate. Non lasciate che nessuno li intralci.》
A quel punto, una terza voce, leggermente ridente, rispose 《Non preoccuparti. Il nostro progetto arriverà a compimento. Quei poveri sfortunati avranno ciò che vogliono e noi anche. Faremo risorgre il nostro sovrano grazie a loro.》

Con uno strano e perenne sorriso, la figura con i codini che aveva parlato si alzò, seguita dalle altre sedici, mentre il capotavola continuava ad osservare con freddezza e venerazione la strana luce che vedeva attraverso il soffitto.






Angolo dell'autore
Buongiorno a tutti quelli che leggono, sono Harry Fine, piacere. con questo Spazio volevo ringraziare per l'aiuto alcune mie amiche, le autrici TimeStrangerRey, Marlena_Libby, Sarika Cantabile, Victoria Buchanan e Inu_ka, visto che, a parte due, i personaggi principali di questa storia sono stati creati da loro.

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Capitolo 2
*** Disperazione ***


Nella periferia di Tokyo, in Giappone, poco distante dalla grande città, sorgeva una struttura di larghe dimensioni cintato da un muro e un tempo doveva essere stata una tenuta elegante; ormai però era leggermente decadente.
L'intonaco bianco era ormai screpolato dal trascorrere del tempo e la struttura e il tetto a pagoda sembravano molto antichi e in parte mal ridotti. Sulla soglia c'era la grande scritta che recitava “Orfanotrofio Zawa”.

Lì dentro, infatti, nessuno dei giovani che ci abitava sapeva da dove venisse o chi li avesse messi al mondo, dato che erano nati e vissuti lì da sempre. Erano ragazzi e ragazze perfettamente normali che vivevano, studiavano, dormivano e mangiavano lì da quando avevano poco più di qualche mese.

Tutti conducevano una vita perfettamente comune, sperando che un giorno qualche coppia gentile li portasse a casa con sé per dare loro una vera famiglia. E tra di loro ce n'era una in particolare che saltava subito all'occhio.

Una ragazza molto graziosa di sedici anni dai lunghissimi capelli candidi, come la sua pelle, in parte  raccolti in due treccine sulla nuca, lineamenti delicati e un fisico sottile, alto e poco formoso.
Anche lei era una persona ordinaria nei modi di fare: passava le giornate tra lo studio e lo svago nella sua stanzetta. Aveva una tracolla in spalla che conteneva i suoi libri e la classica divisa blu delle scuole superiori giapponesi addosso. 
Ma la cosa che davvero sconvolgeva di lei erano gli occhi. Grandi, verdissimi e… tristi. Mancavano infatti dell’allegria e della vitalità che traspiravano da quelli di qualsiasi altra giovane donna della stessa età.

Solo che nessuno ci faceva caso. I ragazzi le passavano vicini, ma era come se lei fosse stata trasparente. 
Ma alla giovane non pesava più di tanto, anzi era quasi un sollievo. Non essere notata era una vera benedizione a volte. Si limitava a camminare silenziosa per i corridoi fino alla sua classe.

Lì, rispose quando il suo nome, ovvero Midori Imai, venne chiamato all'appello e si sedette al suo banco. Solo che la sua attenzione non era puntata sulla lezione da poco iniziata, ma su un gruppo di ragazzi proprio dietro di lei.
Erano tre, tutti di bell'aspetto: i capelli scuri elegantemente spettinati, un bel fisico e lineamenti mascolini. E le incutevano una paura terribile. 
Gli occhi azzurri del loro leader, un certo Subaru, percorrevano la sua figura in modo famelico, facendole sentire brividi di terrore scendere lungo la schiena.
Loro erano gli unici a notarla sul serio, dedicandole anche lunghe occhiate, ma la cosa non le faceva affatto piacere. Quello sguardo la faceva sentire in trappola, con le spalle al muro.

Ma cercò di mantenere la calma. Erano in classe, davanti al prof, lui e i suoi amici non potevano farle nulla. Andava tutto bene, era al sicuro.... almeno per ora. Non doveva avere paura
Il suo cuore rallentò un poco, diventando un po' più leggero, e lei tornò ad ascoltare il professore. Ma quella calma non durò molto.

Col trascorrere delle ore, la morsa del panico tornò a stringerle lo stomaco. Le lezioni sarebbero presto finite e questo significava che lei non sarebbe più stata al sicuro. E ancora sentiva quegli occhi puntati sul suo corpo.
Sapeva cosa sarebbe successo se non fosse stata abbastanza svelta da tornare nella sicurezza della sua stanza. E non poteva permettere che succedesse ancora, non poteva!

Appunto, appena suonò l'ultima campanella, Midori prese le sue cose e corse letteralmente fuori dalla classe. Il cuore batteva come un tamburo nel suo petto e aveva il respiro pesante.
La stavano inseguendo, lo sapeva. Sentiva i loro passi dietro di lei. Tanto lenti ed inesorabili da farle mancare il respiro. Doveva andare più veloce. Doveva assolutamente salvarsi!
Attraversò i corridoi scuri, che sembravano pronti ad inghiottirla, passò oltre le porte e raggiunse il dormitorio femminile più veloce che potè.

Ormai i suoi battiti assomigliavano a cannonate contro le sue costole, ma forse sarebbe andato tutto bene. Non sentiva più i loro passi e nemmeno il loro sguardo su di sé. E Nei corridoi non si vedeva anima viva.
Forse sarebbe andato tutto bene, si ripetè. Magari quel giorno avrebbe trovato un minimo di pace.
Arrivò alla porta della sua camera, gettandosi all'interno e sprangando l’entrata, per poi restare immobile di fronte alla superficie di legno, in attesa. 

Sentendo che non bussava nessuno e che non sembravano esserci passi fuori dalla stanza, il respiro tornò lieve e le labbra rosee si piegarono in un piccolo sorriso.
Almeno finché non sentì una mano grande e ruvida poggiarsi sulla sua spalla e una voce roca vicino all'orecchio. 
《Benvenuta.》 Disse Subaru.

Lei, se possibile, divenne ancor più bianca di quanto già non fosse di solito, voltandosi lentamente con gli occhi iniettati di terrore.
Lui era lì, davanti a lei, al centro della sua camera, e i suoi due amici stavano seduti sul suo letto con un sorrisetto soddisfatto. L'avevano preceduta in qualche modo, e adesso lei era in trappol!

L'ennesima morsa di terrore la stritolò del tutto, mentre si appiattiva contro la porta con i sudori freddi. Quegli sguardi famelici puntati sul suo seno e sul suo inguine lasciavano intendere tutto quello che avevano intenzione di farle e la stavano schiacciando. Doveva fuggire! 
Solo che la presa ferrea del moro la trattenne per le spalle.
《Avanti, stai con noi. Vedrai come ci divertiremo tutti insieme.》 Disse con un sorriso, che a lei parve una smorfia repellente.
《N-no. Vi… vi prego. Non…》

《Oh, andiamo, non fare la difficile. Lo sappiamo che in realtà ti piace.》 La canzonò uno degli altri due ragazzi, venendole fin troppo vicino, facendole sentire il puzzo di sigarette nel suo fiato.
Lei tentò di sottrarsi alla loro stretta, ma sapeva che era inutile. Ormai era stata di nuovo catturata.
Si sentì tirare di colpo sul suo letto, venendo sollevata come un fuscello, e Subaru le bloccò i polsi e il bacino col suo peso, sedendosi sopra di lei. E questo la riscosse.

No, non poteva permettere che succedesse ancora. Non voleva sprofondare di nuovo in quel maledetto incubo!
《Lasciatemi andare! Vi… vi prego!》 Implorò, tentando di divincolarsi senza successo.
Gli altri due ragazzi si stesero con loro sulle lenzuola, contribuendo a tenerla ferma per le gambe.
Ma lei non smise di dimenarsi e scalciare in preda al panico. Doveva scappare. Non poteva lasciare che accadesse ancora! 

《No… no… no… no… no… NO! AIUT…!》
Una mano le tappò la bocca, togliendole l'unica possibilità di essere salvata.
Sentì subito dopo le altre mani avventarsi sui suoi vestiti. Non importava quanto si muovesse o scalciasse, i bottoni della sua camicia saltavano uno ad uno, la gonna era svanita nel nulla e ormai anche le gambe erano nude.

Colta nuovamente dal panico, Midori provò nuovamente a chiedere aiuto, ma un ceffone la colpì in pieno viso, facendole scattare la testa di lato e lasciandole cinque segni rossi in faccia. 
《Stai zitta, ragazzina. Dovresti essere orgogliosa di avere questa opportunità con tre dei ragazzi più belli di questa topaia.》 Le intimò Subaru, senza più niente addosso.
A quel punto, anche l'intimo di Midori non c'era più. E lei non aveva più scampo. Stava succedendo di nuovo.
Quelle mani… lei le sentiva ovunque. Cercava di coprirsi, di tenere lontane le dita appiccicose e invadenti, ma era tutto inutile. Lasciavano sulla sua pelle impronte di sporcizia immaginaria che lei non avrebbe potuto rimuovere.
Odiava quella maledetta sensazione e odiava quel corpo, troppo sporco e maltrattato per essere il suo.

E quando arrivò la parte peggiore, sentì gli occhi bagnarsi. Li chiuse all'istante, mentre percepiva quei mostri, perché di mostri si trattava, usarla come una bambola, spingendo con violenza contro il suo bacino e facendole sfuggire suoni disarticolati dalla bocca.
Ad un certo punto, sempre ad occhi serrati, arrivò a pregare chiunque di far finire quella tortura. Ma questa continuò per ore e ore, mentre loro ridevano e lei cercava di resistere al dolore e al disgusto che sentiva per se stessa.

E quando finalmente terminò, quei tre la lasciarono sul letto demolito, ricoperta di sostanze a cui nemmeno voleva pensare, con un sorriso soddisfatto.
《Ci vediamo domani, Midori.》 Commentarono, uscendo dalla porta.
Lei non li ascoltò. Le lacrime ormai scendevano senza controllo dai suoi occhi. Sentiva dolore ovunque e aveva un impellente bisogno di pulirsi. Doveva rimuovere quello sporco che le avevano lasciato addosso.
Si rivestì alla meglio, facendo del suo meglio per ingorare la biancheria a brandelli e i bottoni strappati della gonna, cercando di nascondere i marchi viola sul collo, il seno e le clavicole, e si precipitò nel bagno delle ragazze, per fortuna deserto.
Lì, si spogliò di nuovo e aprì l'acqua. Strofinò con una spugna ogni centimetro di pelle con furia. Doveva togliere tutta la sporcizia. Ma i segni rimanevano. Non importava quanto sfregasse, continuava comunque a vederli, sapeva che erano stati lì.
Ma doveva essere forte. Doveva cercare di non crollare. 

《Esatto. Non devo crollare. Non devo crollare. Non devo…》 ma la sua voce fu rotta dai singhiozzi, che lei decise, per una volta, di lasciar fluire a gran voce. Non ne poteva seriamente più.
Che cosa aveva fatto per meritarsi quella tortura!? Perché proprio lei tra tutte!? Non bastava il fatto che i suoi genitori l'avessero gettata via quando era nata o che fosse sempre sola!? Doveva per forza subire anche quel trattamento!?

Pensò con rammarico alla signora Meiko, l'unica amica che avesse mai avuto. 
Era una signora di ottant'anni davvero dolcissima che dirigeva l'orfanotrofio fino all'anno prima.
Era stata come una nonna per lei: la invitava spesso a prendere un thè con lei per parlare tra loro o mostrarle il suo hobby per la pittura e aiutandola ad aprirsi. Era l'unica persona che seriamente le avesse voluto bene e che rendeva allegre le sue giornate.

Lei aveva sempre mantenuto viva la sua speranza che sarebbe stata adottata da una meravigliosa famiglia e avrebbe avuto una vita stupenda. Ma adesso lei non c'era più.
La signora Meiko era stata seppellita nel cimitero e tutt'ora riposava lì.

La sua unica amica era morta per malattia un anno prima ed era stata sostituita dalla madre adottiva di Subaru, una donna di famiglia altolocata che aveva adottato il ragazzo e che aveva acquistato l'orfanotrofio per la sua compagnia di immobili e aveva iniziato a dirigerlo per seguire la carriera scolastica del figlio.
E da allora, la sua vita era diventata un incubo. Non poteva più parlare con nessuno. Non c'era più nessun sorriso dolce o una carezza ad accoglierla quando passava accanto all'ufficio della direttrice. 

Perfino il profumo non era più lo stesso. Non era più quella fragranza calda e accogliente di the e pittura, ma solo un anonimo odore di detersivo.
E questo faceva Midori sentire ancora più sola. Ma doveva cercare di andare avanti. Doveva trovare un modo per salvarsi e tornare libera, a costo di scappare da quel posto e mettersi a mendicare per strada. 
Si asciugò le lacrime dagli occhi, si rivestì e tornò nella sua stanza, guardando sempre con disgusto e paura la sporcizia che le era rimasta addosso.

Ma forse le avrebbe fatto più paura l’inquietante figura coi codini e l'eterno sorriso che la stava fissando da dietro l'edificio.
《Povera anima sventurata, povera anima sventurata. Midori Imai, sei stata scelta.》

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Capitolo 3
*** La sorpresa e il sito per Maghi ***


Midori non aveva osato uscire dalla sua camera per tutti i dieci giorni seguenti a ciò che le era successo se non per lavarsi e prendere del cibo. Aveva ancora troppa paura di fare brutti incontri.
Non voleva essere di nuovo puntata da Subaru e i suoi amici e non avrebbe permesso ad anima viva di vedere i segni che quei mostri le avevano lasciato addosso per l’ennesima volta.
Non le importava niente neanche delle troppe assenze scolastiche, non l'avrebbero bocciata in ogni caso. E anche se lo avessero fatto non le importava niente. Non aveva più la forza mentale per resistere all'ennesima violenza da parte loro.
Ed era arrabbiata con sé stessa per questo. Era una debole incapace di difendersi o anche solo di scappare decentemente e che non poteva fare altro se non sentire un'infinita tristezza verso la propria condizione di giocattolo.

Non aveva neanche capito come lo fosse diventato esattamente, ma era successo. Quei ragazzi si erano accaniti su di lei senza apparente motivo i una spiegazione, portandosi via la sua virginità e avevano continuato ad usarla senza remora, cercando di renderla “più ubbidiente”.

Lei non si era ancora arresa del tutto, forse grazie alla sua testardaggine, Ma era stanca di opporsi. A che serviva tentare di ribellarsi se ogni volta loro la usavano come più gli pareva e gli piaceva anche se li prendeva a calci!?
Trattenne di nuovo le lacrime, vedendo i segni dei morsi e dei succhiotti sul suo corpo.
Era davvero patetica. Come poteva definirsi una persona, se era praticamente diventata la schiava delle voglie di quei mostri ormai da mesi!?

Non era minimamente capace di ribellarsi. E non era abbastanza coraggiosa per farla finita. E sapeva che denunciare non le sarebbe servito a niente, dato che Subaru era il figlio della direttrice. E quindi lei poteva solo starsene rintanata come un topo.

Ma un altro motivo per cui non era uscita quasi mai dalla sua stanza era perché in quei giorni stava male. Davvero davvero male.
Una mattina si era svegliata, sentendosi un po' strana, e dopo aver mangiato un sandwich per colazione era stata assalita da una nausea tale che era aveva dovuto correre subito nei bagni, rimettendo tutto ciò che c'era nel suo stomaco.

Ed era successo altre volte. Nausee tremende e capogiri erano all'ordine del giorno ormai, insieme ad una stanchezza decisamente bizzarra, visto che aveva passato il novanta per cento del suo tempo sdraiata sul suo letto.
Dormire, poi, era diventato sempre più inutile, visto che al risveglio era solo più fiacca di prima.

Aveva pensato di andare all'infermeria dell'Orfanotrofio per chiedere una medicina per calmare quei sintomi, ma ci aveva rinunciato, visto che aveva più volte sentito dei passi pesanti oltre la porta sbarrata.
Quindi aveva sopportato il dolore, la nausea e tutto il resto. Non le importava se sarebbe peggiorata o se avrebbe avuto problemi o se quello era un modo di fare da codarda. In quel momento Voleva solo essere lasciata stare.

Non poteva più subire quel trattamento da quei tre ragazzi. Incontrarli ormai era il suo incubo. Soprattutto perché, adesso che lei si era “ribellata”, loro non ci sarebbero andati leggeri. 
Trattenne un brivido di paura all'idea. Non doveva pensare a cose del genere, lì dentro era al sicuro. Solo che aveva una sensazione strana.
Come se stesse per succedere qualcosa di nuovo, anche se non sapeva cosa.
E continuò ad ignorarlo per tutta la settimana successiva. 

Aveva ripreso ad andare alle lezioni, cercando di resistere quanto possibile alla nausea e al mal di testa, ma era difficile.  
Ogni giorno la paura si faceva più forte. Sentiva Subaru e i suoi amici guardarla. Guardarla con rabbia, desiderio e quasi follia, però ormai era prevenuta. Passava la giornata spostandosi dalla stanza al bagno delle ragazze, chiudendo sempre tutto a doppia mandata per tenerli fuori.
Non era mai stata divorata tanto dal terrore per la loro presenza, nemmeno durante quegli amplessi forzati a cui l'avevano ripetutamente sottoposta. Ma doveva ammettere di sentirsi fiera di se stessa in un certo senso. Forse stava iniziando a farsi crescere un coraggio.... o magari era semplicemente pazza.

Non era mai riuscita a sfuggirgli tanto a lungo. I segni sul suo corpo infatti erano completamente svaniti. E questo la faceva sentire molto bene, come se avesse vinto una lotta.
Affrontò la giornata con quel pensiero in mente e continuò a sorridere per tutta la durata delle lezioni, cosa altamente strana per una come lei, ma non le importava in quel momento.
Solo che il suo buonumore venne bruscamente interrotto quando sentì due ragazze mormorare qualcosa accanto alla sua porta sbarrata.

《Hai sentito l'ultima notizia? Sembra che Sazuki Huishida sia incinta.》 Borbottò la prima.
《Cosa!? Sei sicura!?》 Chiese l'altra.

L’altra annuì. 《Aveva un ritardo, molti vomiti e il test che ha fatto è risultato positivo.》
《Oh mamma. E adesso come farà? Si sa chi è il padre?》

Midori si era di colpo bloccata, ignorando il resto del discorso. La parola “incinta” aveva fatto scattare qualcosa nella sua testa, portando i suoi occhi a sgranarsi. Ma di sicuro la sua intuizione doveva essere una stupidaggine.
Quello che aveva pensato non poteva essere vero. No, non poteva. Nonostante fosse perfettamente logico, pregava seriamente che non lo fosse!

Subaru non aveva mai usato protezioni. Era sempre violento e la tortura a cui lui e i suoi amici l'avevano sottoposta era diventata quasi giornaliera prima della sua autoreclusione. E lei in quei giorni stava sempre male. Aveva mal di testa, nausee, stanchezza perenne e tanti altri piccoli indizi che il suo corpo le aveva dato. 
E tutti erano sintomi riconducibili effettivamente ad una gravidanza!

Il suo respiro si fece pesante. No, non anche quello. Non poteva accadere proprio a lei!
Cercò di fare un rapido calcolo, contando i giorni lentamente, cercando di calmarsi. Non avrebbe potuto sopportare anche una cosa del genere.
Ma poi se ne rese conto. Aveva un ritardo. Un grosso ritardo. E questo la mandò nel panico.

Corse immediatamente verso l'infermeria. Non le importava se la vedevano. Aveva bisogno di una conferma al 100%! Finché non avesse avuto la totale sicurezza, non si sarebbe arresa. 
Lei non poteva essere in attesa. Non del figlio di quel mostro!
Aprì la porta della stanza, scivolando veloce fino all'armadio dove tenevano medicinali, garze e vari unguenti medici, e prese un paio di test, per poi dirigersi nel bagno. 

E a quel punto, dopo aver eseguito i test, fu tutto reale. Era incinta.
Continuò a fissare quel test per vari minuti con gli occhi sgranati, non sapendo esattamente come reagire.
Si limitò semplicemente ad alzarsi e dirigersi di nuovo verso la sua stanza, mentre quella consapevolezza continuava a rimbombare nella sua testa.
Stava per diventare madre.

L'albina non sapeva come doveva sentirsi. Era terrorizzata, persa, felice, sorpresa e angosciata tutto insieme.
Lei era solo una ragazzina! Non aveva soldi, non aveva completato gli studi e viveva in un Orfanotrofio fatiscente, dunque non poteva prendersi cura di un bambino, ma sentiva una specie di calore provenire dal suo addome. Un calore che la faceva sentire felice.

Quel bambino era suo. Era qualcosa che aveva creato lei e non le importava chi fosse il padre. Si chiedeva già come sarebbe stato, se maschio o femmina, e se le avrebbe voluto bene, perché lei già lo amava. 
Sapeva che nella sua situazione era sconsiderato ed idiota volerlo tenere, considerando anche il modo in cui lo aveva concepito… ma lei non poteva fare a meno di sentire quel dolce sentimento nel suo petto.
Non aveva il coraggio o la crudeltà per abortire. Non poteva togliere la vita a quella creaturina innocente prima ancora che nascesse, visto che non era neanche colpa sua se adesso stava crescendo dentro di lei.

Ma poi il ricordo di Subaru la colpì in pieno. Come aveva potuto dimenticarsene? Quel mostro era la sua condanna. Anche se fosse fuggita, appena lui avesse scoperto l'esistenza di suo figlio, lei non avrebbe avuto scampo. 
Come avrebbe potuto evitare che quel mostro trasformasse il suo piccolo in un essere senza cuore!? Lei che non riusciva a ribellarsi a lui in prima persona! Non c'era proprio limite al peggio!

Quando ritornò nella sua stanza, chiudendo di nuovo a doppia mandata l'entrata, trattenne a stento un gemito disperato, ma la luce del vecchio computer poggiato sulla sua scrivania si accese di colpo e attirò la sua attenzione.
Non lo usava da anni, eppure ora si era messo in funzione da solo. 

Incuriosita, si avvicinò e sullo schermo comparve una strana figura alquanto bizzarra. Sembrava una ragazzina, solo che aveva un viso fin troppo innaturale. 
Era esageratamente tondeggiante, gli zigomi in eccessivo rilievo e la bocca era stirata in un inquietante sorriso. I suoi occhi neri erano immobili e i capelli scuri erano legati in due codini. 
Infine, sotto il suo collo c'era una scritta che recitava “Sito per maghi”.

《Oh. Povera anima sfortunata, povera anima sfortunata.》 Disse la figura con voce roca.
《La tua sfortuna ci ha convinto tutti a volerti donare… poteri magici. Il nostro sito ti invierà uno stick, che tu potrai scegliere quando usare a piacimento.》
Sullo schermo comparve l'immagine di un pacco regalo.

《Lo stick ti sarà recapitato al più presto. Goditi la tua nuova vita da maga.》 Disse di nuovo la figura ridente, mentre lo schermo si spegneva.

Midori batté le palpebre perplessa. Ma che cosa era quello? Uno scherzo? Chi era quel tipo inquietante? Cosa era uno stick? E soprattutto, cosa voleva dire “la tua vita da maga”?
Continuò ad arrovellarsi sulle molteplici spiegazioni, pensando perlopiù a scherzi dei suoi compagni, ma qualcosa le diceva che era tutto vero.
O forse era solo lei che stava diventando completamente pazza.

Ma non sapeva che, mentre lei stava ancora riflettendo su tutta quella situazione, in una zona piena di container dall'altra parte della città, una melodia di tromba e un'esplosione avessero risuonato con forza, scaraventando in aria vari materiali, mentre tre figure si alzavano fiere in mezzo al fumo.


Due erano femminili, mentre la terza era maschile. Solo che nel debole baluginio del fuoco, i loro capelli erano tutto quello che si notava di loro.
La più bassa aveva capelli neri e lisci, lunghi fino alle spalle, l’altra giovane donna aveva i capelli biondi e lo shatush nero, nonostante ci fosse anche una ricrescita nera, mentre il ragazzo aveva dei lunghissimi capelli rossi stretti in una treccia e delle lunghe ciocche ai lati del viso.

Tutti e tre videro una ragazza dai codini castani e gli occhi spiritati avvicinarsi veloce, brandendo una specie di tromba in mano.
《Io non morirò! Voi morirete! Voi morirete! Vi farò a brandelli!》 Urlò.
Un attimo dopo, iniziò a suonare il suo strumento, mentre i capelli diventavano arancioni, e creando l'ennesima ondata esplosiva.

Il trio in ombra lo evitò per un pelo, mentre il rosso si rivolgeva alle sue compagne.
《Non c'è scelta, stiamo andando avanti da troppo tempo. È chiaro che non ci darà mai retta. Dobbiamo colpire con tutta la nostra forza.》
《Cosa!? Non di nuovo!》 Protestò la bionda.

《Non piace nemmeno a me, e lo sai, ma non vuole esserci alleata e non riusciremo a togliercela dai piedi sennò.》
La mora annuì, mettendosi subito in posizione d’attacco. 《Lo farò io, voi state indietro.》

Non le piaceva quello che stava per fare, ma il suo amico aveva ragione, dovevano fare in fretta. Dunque attinse al suo potere.
Sentì il suo corpo riempirsi di energia e forza, mentre i suoi capelli si tingevano rapidamente d'argento.

La giovane scattò verso la ragazza con la tromba, che si stava nuovamente accostando allo strumento, ma non ebbe il tempo di suonarlo.
L'altra ragazza colpì con forza sovrumana il suo petto, affondando di vari centimetri e facendo risuonare un rumore raccapricciante di costole rotte e un fiotto di sangue uscì dalla bocca dell'altra, che si accasciò a terra senza più respiro in un attimo.

A quel punto, il ragazzo dai capelli rossi raccolse la tromba, chiudendo poi con rammarico gli occhi alla povera ragazza. 
《Ora andiamo a cercare la nuova.》 Commentò.

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Capitolo 4
*** Lo Stick ***


Il giorno seguente, l'orfanotrofio era nel fermento più totale. Tutti i ragazzi erano riuniti a gruppetti e stavano parlando di una notizia piuttosto strana che girava sui quotidiani online.
Una ragazza di sedici anni era stata ritrovata morta in mezzo ad un magazzino di container. E le condizioni della scena e la natura del crimine erano decisamente sconvolgenti.
A parte il fatto che tutti gli effetti personali della vittima non erano stati rubati, i suoi polmoni e la cassa toracica era stati completamente sfondati, e sembrava essere stato qualcuno con una forza mostruosa, perché era bastato un colpo solo per fare una cosa simile e non sembrava avere armi con se. E dalle dimensioni dell'impronta, sembrava che il colpevole fosse una ragazza.

Ma la cosa più strana era che attorno al cadavere c'erano vari segni di esplosioni e bruciature, ma non c'erano resti di bombe o sostanze esplosive sulla scena. Sembrava quasi che gli scoppi fossero nati dall'aria.
E Midori, ancora rinchiusa al sicuro nella sua camera, aveva notato che non era la prima volta che incidenti simili si verificavano. Anzi, nell'ultima settimana ce n'erano stati molti. E anche nei mesi precedenti.
Aveva cercato per giorni su internet vari modi per mantenere bene il proprio corpo per poter condurre al meglio la sua gravidanza, visto che ormai era convintissima a tenerlo, ma era incappata nel contempo in quelle notizie.

Ij qualche modo l'avevano incuriosita e, scorrendole una alla volta, infatti, aveva scoperto che si erano verificati molti casi simili a quello da poco accaduto. Le prime notizie risalivano circa ad un paio di anni prima, e non erano molte o in sequenza, ma le ultime erano più numerose e vicine nel tempo.

E tutte dicevano la stessa cosa: Ragazzi e ragazze molto giovani ritrovati morti in condizioni disumane e a volte assurde, senza speranza di capire cosa diavolo fosse successo. Come per esempio la notizia di due giorni prima di un ragazzo che era stato ridotto ad un mucchio di carne putrescente, come se fosse stato ricoperto di acido. O quella di due sorelle ritrovate tagliate in pezzi nella loro casa.

Nel primo caso si era appunto pensato ad una sostanza chimica, ma nel secondo, le ferite sembravano essere state lasciate da delle lame simili a quella di una spada, ma nessuna spada avrebbe potuto tagliare organi ed ossa in maniera così netta e efficace.
La polizia non sapeva proprio che cosa pensare di quei casi assurdi, ma Midori aveva una strana sensazione. Un presentimento. Come se fosse stata in qualche modo collegata a quei poveretti, anche se non ne conosceva neanche uno. E forse quella storia aveva pure a che fare con il pacco che aveva di fronte.

Era una banale scatola bianca, anche se senza mittente o francobollo, che aveva ritrovato ai piedi del suo letto quando si era svegliata, ma doveva contenere qualcosa di veramente importante, visto l'aura che emanava. 
L'albina, proprio a causa di questo, non aveva ancora osato aprirla. Era rimasta lì a fissarla per circa un quarto d'ora, quasi impaurita dal suo contenuto, ma la curiosità la stava divorando. E Qualcosa le diceva che quel pacco aveva a che fare con quel fantomatico sito per Maghi. Il che era piuttosto strano, lo sapeva.
Cose come la magia esistevano solo nei libri o nei film Fantasy, ma lei sentiva di volere che quello che aveva visto e sentito sul suo computer fosse tutto vero e non una bufala! Probabilmente stava diventando pazza a credere all'esistenza di cose simili, ma non poteva soffocare una piccola scintilla di speranza nel suo cuore.

Dopotutto, Se non fosse accaduto davvero un miracolo, lei non avrebbe avuto speranze di difendere se stessa e il bambino che cresceva nel suo grembo da quel mostro di Subaru.
Immaginò il non sentire più quel calore dentro di lei, quello che le aveva fatto capire che sarebbe stata una mamma, e tutto quello che avrebbe potuto fare quell'essere a lei e a suo figlio se li avesse scoperti e subito una morsa di panico la strinse.
Non avrebbe mai lasciato che accadesse! E per quanto stupido fosse, Sarebbe anche arrivata a credere nella magia pur di farlo! 

Molto cautamente, dunque, prese le forbici dal comodino e ruppe l'imballaggio, aprendo la scatola. 
Dentro, però, c'erano solo due cose, una sorta di custodia per occhiali e un foglietto piegato.
Quest'ultimo venne tirato fuori per primo e letto, ma la ragazza sgranò gli occhi appena lo ebbe in mano. Al lato, vi era l'immagine di quella persona coi codini e il sorriso inquietante che l'aveva “accolta” sul sito per Maghi e sopra di essa capeggiava la scritta “Istruzioni per lo Stick”.

La ragazza rimase a bocca aperta. Non ci poteva credere. Era tutto vero quindi? Quella storia assurda dei poteri magici e gli Stick non era uno scherzo!?
Guardò con aspettativa la scatoletta più piccola e aprì con trepidazione anche quella. Se davvero quella storia non era una presa in giro, forse lì dentro si celava sul serio il modo per tenere al sicuro il suo bambino e per smettere di essere usata come una bambola!

Dentro la custodia, com'era prevedibile, trovò degli occhiali. Avevano una montatura sottile ed elegante e sulle stanghette ai lati c'erano i simboli del seme di fiori. Sempre più curiosa, Midori prese di nuovo il foglietto e lesse le indicazioni.
《Indossa gli occhiali e… fissa intensamente? Che vorrà dire?》 Si chiese ad alta voce.

Non c’erano altre istruzioni, niente sul potere concesso da quegli occhiali o cose del genere. E questo la mise un poco in agitazione. Forse quello “Stick” avrebbe potuto essere qualcosa di troppo pericoloso. Dopotutto, chi le assicurava che alla fine non ci avrebbe rimesso proprio lei per tutta quella storia?
Ripensò in un attimo a quei casi di omicidio spaventosi e il sudore freddo le scese sulla schiena. Era possibile che quegli incidenti fossero legati al sito in qualche modo?! Dopotutto, erano avvenuti in condizioni inspiegabili e se davvero una cosa come la magia esisteva, avrebbe potuto essere una spiegazione.
Forse i colpevoli erano delle persone che come lei erano state contattate dal sito e questo ne aveva fatto dei maghi. Forse avevano ucciso per vendicarsi. E forse… un giorno sarebbe stata lei una vittima o… un carnefice.

Ma poi si diede della stupida. Per quanto tutta quella storia potesse sembrare strana e magica, l'aver trovato quegli occhiali non le assicurava che fosse tutto vero o che avesse qualcosa a che fare con quelle morti!
Solo che il suo cupo pensare fu interrotto dal gorgoglio del suo stomaco affamato. Era dalla sera prima che non metteva nulla sotto i denti. E il suo stato non era il migliore per restare a digiuno, visto che doveva mantenersi in forze e anche per i vomiti e le nausee che a volte la coglievano ancora.

Forse quello di rimanere rinchiusa era un buon modo per tenere Subaru lontano, ma non poteva continuare a non mangiare! Se voleva resistere, Avrebbe dovuto fare una scorta di cibo.
E poi, quella era solo una soluzione temporanea, lo sapeva. Non poteva stare rintanata fino alla morte, prima o poi qualcuno l'avrebbe trascinata fuori anche a forza, ma non sapeva che altro fare.

Comunque la cosa migliore era smettere di preoccuparsi momentaneamente per quella storia del sito, scendere nelle cucine e prendere del cibo.
A quell'ora, tutti gli studenti dovevano essere nelle aule a seguire le lezioni, quindi a lei sarebbe bastato non fare rumore per compiere il suo obiettivo senza danno.
Si mise gli occhiali, dato che non poteva permettersi di lasciarli incustoditi e anche per sentirsi più al sicuro, e percorse rapidamente i corridoi e le scale, facendo più piano che poteva. Se qualcuno l'avesse trovata, sarebbe stato un disastro. Ma cacciò il pensiero ed entrò nella cucina.

Facendo attenzione e col cuore in gola, aprì la dispensa e iniziò a prendere più cibo possibile. Non contava di uscire dalla sua stanza prima di aver trovato un modo per togliersi definitivamente dai piedi Subaru e i suoi. 
Solo che poi una mano grande e maschile le prese una spalla di colpo, facendola sbattere con violenza contro la credenza.
Le pupille della ragazza rimpicciolirono per il terrore quando vide il suo aggressore. 

Quel mostro era di nuovo sopra di lei! La stava tenendo ferma con una forza immensa e sembrava molto arrabbiato, come i suoi due compari accanto a lui. 
《Finalmente sei uscita dalla tua tana, topo.》 Disse, ad un centimetro dal suo viso, col suo fiato puzzolente di sigaretta.
Lei tentò di dibattersi, muovendosi con foga e gli occhi per una volta accesi di determinazione. Non poteva permetterlo! Non di nuovo! Non ora che era incinta! Avrebbe smesso di essere codarda e avrebbe lottato pur di non farsi mettere le mani addosso!

Solo che il suo tentativo di liberarsi si interruppe quando Subaru la prese per il collo con una mano, stringendo sulla sua trachea e facendola annaspare in cerca du aria. 
Aveva una presa tremenda.
《Tu! Tu, dannata doppiogiochista! Lo hai fatto apposta vero!?》 Urlò lui, apparentemente sull'orlo di una crisi isterica.
《Di… che… di che parli!?》 Ansimò l'albina, a corto d'aria. Solo che poi notò l'altra mano di Subaru. E quella fu una risposta sufficiente. 
Un oggetto lungo e sottile stava tra le sue dita. Il suo test di gravidanza!

La ragazza sbarrò gli occhi. Non poteva essere vero! L'aveva scoperto. Proprio l'ultima persona che doveva sapere del suo piccolo, l'aveva scoperta!
《Non credere che te la farò passare liscia! Tu vuoi solo i soldi della mia nuova famiglia vero!? Vuoi solo prosciugarmi eh?! Ma non credere che permetterò ad una serpe come te di avanzare alcuna pretesa solo per quel coso! Ti assicuro che te lo toglierò, anche se dovessi aprirti in due!》 Urlò, mentre uno dei suoi amici gli passava un lungo coltello.
A quel punto, Midori non ci vide più. Quel pazzo l'aveva accusata di essersi fatta mettere incinta apposta per portargli via dei soldi dopo averla violentata ripetutamente e adesso la stava minacciando di toglierle il suo piccolino a forza!? Non lo avrebbe mai permesso! 

Osservò il coltello di quel mostro calare su di lei quasi a rallentatore, ma stavolta, nonostante il fiato che mancava, fu più svelta lei. Infatti afferrò una grossa bottiglia con la mano e la batté con forza sulla testa del suo aggressore.
Lui si accasciò a terra con dei lunghi rivoli di sangue che scendevano dalla tempia, piena di pezzi di vetro e pregna d'acqua, e lei ne approfittò per fuggire.
Il ragazzo dagli occhi blu, anche se ancora intontito, ringhiò ai suoi amici 《Prendiamola!》
E l'inseguimento partì. 


Midori correva più forte che poteva, attraversando i corridoi a tutta velocità e scendendo le scale a rotta di collo, sentendo i passi dietro di lei con il cuore in gola. 
Aveva una paura anche più profonda di prima. Se quel mostro l'avesse presa, per lei e per il suo piccolino non ci sarebbe stato scampo. Doveva pensare e agire in fretta!
Con Subaru e i suoi alle costole non poteva tornare nella sua stanza ne andare da nessun'altra parte all'orfanotrofio, doveva andarsene da quel dannato posto!

Lo aveva sempre odiato, ma da quando la signora Meiko non c'era più era addirittura peggiorato! Era il luogo delle violenze, del terrore e della tristezza che l'avevano consumata per anni. Non era mai stata casa sua, ma un semplice promemoria che sua madre non l'aveva voluta e aveva preferito lasciarla lì.
E Ormai il suo odio per tutto questo straripava. Si sentiva quasi felice pensando che finalmente sarebbe stata libera da quelle mura fatiscenti e da tutti quei maledetti adulti che ci vivevano dentro. Non c'era più nessuno a legarla a quell'orfanotrofio quindi lasciarlo non le avrebbe dato alcun dispiacere.

Sapeva, purtroppo, che una ragazza sola, fin troppo giovane, senza una vera istruzione e per di più incinta come lei non avrebbe avuto affatto vita facile sulla strada, ma in quel momento pensava solo a fuggire.
L'immagine di quel coltello pronto a calare su di lei, su suo figlio, era ancora fresca nella sua mente. Ma non avrebbe permesso a nessuno di toglierle il bambino!

Raggiunse il cortile a tutta velocità, correndo poi verso il cancello senza voltarsi indietro. La libertà era ad un passo, ma una mano l'afferrò per i capelli un'altra dannatissima volta!
A quel punto, si liberò con uno strattone e si voltò, gli occhi nuovamente lampeggianti di rabbia e paura, fronteggiando i suoi inseguitori. Uno strano coraggio disperato la sorreggeva. E forse, oltre che dal calore nel suo addome, era generato dagli occhiali che ancora portava.

Anche se molto probabilmente tutta quella storia degli Stick magici era una presa in giro, in qualche modo indossandoli si sentiva protetta.
《Finalmente hai smesso di fuggire eh?》 Chiese Subaru, giocherellando col coltello.
《Non ti lascerò portare via mio figlio! Non me ne importa nulla del patrimonio della tua nuova famiglia ne ti farò fare da padre! Voglio solo andarmene da questo maledetto posto ed essere lasciata in pace!》 Urlò con gli occhi umidi.

L'altro ghignò. 《Forse non hai capito. Io non voglio che tu te ne vada. Non ho altri giocattoli buoni come te, quindi ti terrò ben stretta. Ma non potrò più fare quel che mi pare se quell'affare continua a crescere, così come non ti lascerò avanzare pretese a causa sua. Quindi, il problema va da subito estirpato!》
La sua espressione sadicamente compiaciuta fece accapponare la pelle di Midori. Quel ragazzo era matto. Matto da legare! Era pronto ad uccidere una creatura innocente solo per continuare a fare come diavolo voleva con il suo corpo!
Lui voleva solo che se ne stesse buona e continuasse a farsi usare come una bambolina per sfogare i suoi bisogni! Voleva che si sottomettesse di nuovo a quella tortura continua!

Gli avrebbe volentieri urlato finalmente in faccia tutto il suo disprezzo, tutte le ingiurie e gli insulti che aveva pensato mentre si sentiva le sue mani disgustose addosso, solo che non riuscì a dire neanche una parola, perché il muro di cinta dietro di lei esplose di colpo.
Esatto, scoppiò con un fragore terribile e una nuvola di polvere avvolse il cortile, mentre sei figure, apparentemente litiganti, arrivavano dal nulla.
L'albina non vedeva quasi nulla a causa della polvere, ma vide una di quelle persone, una ragazza con un caschetto di capelli neri, correrle incontro con aria decisamente ostile, mentre brandiva uno strano smartphone.

Poi, i capelli della ragazza diventarono rosa fucsia e i suoi occhi cambiarono. La pupilla si allungò come quella di un serpente e il simbolo del numero 2 si riflesse nelle sue iridi mentre premeva un tasto del telefono. 
Midori evitò il grosso raggio colorato che le venne tirato addosso per un soffio, ma poi vide un'altra ragazza avventarsi sull'altra, facendola crollare a terra. 
Anche lei aveva i capelli neri, tenuti fermi da delle forcine argentate, ma arrivavano alle spalle, aveva un fisico minuto e i lineamenti delicati, accentuati dagli occhi neri a mandorla, e nel complesso era molto graziosa. Sembrava quasi una bambola, non fosse stato per l'espressione aggressiva. 

E adesso le stava dando di santa ragione a quella giovane sotto di lei. L'albina potè pure giurare che anche i suoi capelli avevano cambiato colore, diventando di un argento scintillante.
Anche se era ancora paralizzata per lo stupore, in qualche modo, capì che lei le era alleata, esattamente come altri due ragazzi che si erano messi ai suoi lati.
Il primo era un ragazzo, molto alto, sorridente, ben piazzato e decisamente attraente. I suoi occhi viola attiravano subito l'attenzione, ma mai quanto la lunghissima treccia di capelli rossi come il fuoco. Portava uno strano bracciale intarsiato sul braccio destro e stava tenendo testa ad una ragazza, apparentemente coreana, dai capelli mossi e tinti di biondo.

Infine, la terza persona che la stava difendendo era anche lei una ragazza decisamente carina. Aveva la pelle molto chiara, gli occhi erano verde speranza e i capelli biondo platino con lo shatush e una ricrescita nera sulle radici, lunghi fino alle spalle. Lei portava dei bizzarri orecchini a forma di chiave di violino e stava bloccando una ragazzina dai lunghissimi capelli ramati.

《Ma che accidenti sta…!?》 Chiese Midori, ricevendo un'occhiata malevola dalla ragazza che l'aveva attaccata, che ancora lottava strenuamente con l'altra, che la stava bloccando con una forza immane.
《Finalmente ti abbiamo trovata, nuova arrivata. Ora preparati ad essere fatta completamente a pezzi!》 Le urlò.

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Capitolo 5
*** Asso di fiori ***


Midori non aveva la benché minima idea di cosa stesse succedendo. 
Un attimo prima stava scappando da quel pazzo di Subaru, che sembrava pronto a squartarla con quel coltello pur di toglierle suo figlio, e poi erano comparsi dal nulla sei strani ragazzi che avevano iniziato a darsele di santa ragione, mentre una le urlava che sarebbe stata fatta a pezzi senza neanche averla vista in faccia.

Non aveva minimamente capito come mai, però non aveva potuto smettere di guardare quei ragazzi, esattamente come i suoi inseguitori, anche loro parecchio sorpresi da quella bizzarra entrata.
Ma la cosa che aveva attirato di più lo sguardo della giovane era che ciascuno di quei sei aveva con se un oggetto alquanto particolare.

Le tre ragazze che l'avevano attaccata tenevano uno smartphone apparentemente in grado di lanciare laser, una strana anfora bianca e azzurra e una specie di fischietto d'argento. 
Così come i ragazzi che l'avevano protetta portavano un bracciale dorato sul braccio, delle forcine argentate tra i capelli e degli orecchini a forma di chiave di violino.
Erano tutte cose abbastanza normali viste da fuori, se solo non avessero avuto quella strana aura magnetica che li circondava. E che circondava anche gli occhiali che lei stessa indossava, a pensarci bene. Sembravano quasi emanare vita propria.

E questo le fece arrivare nella testa la risposta che stava cercando. Tutti quei ragazzi erano in grado di fare cose anormali perché avevano ricevuto come lei uno Stick dal sito per Maghi! 
E visto il modo in cui i loro sembravano funzionare a dovere, il potere che le era stato promesso da quella strana figura sullo schermo era vero!

Solo che poi si rese conto che quelli stavano usando quella magia per colpirsi a vicenda. E anche lei c'era dentro in qualche modo, visto che la ragazza con il caschetto di capelli neri continuava a puntare i suoi raggi contro di lei.
Solo che poi l'altra ragazza mora, quella con le forcine e il viso da bambola, si mise in mezzo.

I suoi capelli divennero nuovamente argentei, nei suoi occhi apparve il simbolo celtico dei tre leoni mentre la pupilla si allungava e un rivolo di sangue colava dal suo naso.
Sentì il corpo rinvigorire di colpo e riempirsi nuovamente di pura energia, pronta a strabordare.
Parò infatti i laser con dei semplici pugni e si precipitò addosso alla ragazza, bloccandola con una forza mostruosa.
Dopotutto, la sua missione era quella di difendere l'albina, quindi non avrebbe usato mezze misure.

《La tua magia è… la forza smisurata, eh?》 Chiese la sua avversaria.
L'altra mantenne la sua espressione seria. 《Esatto. E ti do un avvertimento. Una con uno Stick debole come il tuo non può battermi.》

Questo parve irritare parecchio la sua oppositrice, perché usò di nuovo il suo potere con foga, facendola allontanare.
《Te lo faccio vedere io chi è debole! Farò a fette quella mocciosetta bianca e le ruberò lo Stick anche se dovessi consumare la mia vita!》
Per tutta risposta, l'altra corse velocissima, evitando tutti i suoi raggi, e le tirò un pugno tanto forte da farla schiantare contro il muro, facendo scricchiolare le ossa della sua faccia.
《Io ti consiglierei di starle lontana, invece. Lei è nostra.》

《Melissa!》 Urlarono le sue alleate, mentre dall'anfora e dal fischietto partivano delle onde d'acqua e sonore terribili, dirette verso Midori e la mora.
Solo che il ragazzo con la treccia rossa e la ragazza con lo shatush si misero in mezzo. Così come la loro compagna, anche loro dovevano difendere la giovane dagli occhi verdi.
Infatti, i capelli del primo divennero dorati di colpo, mentre il sangue gli colava dalle orecchie e negli occhi dalle pupille lunghe si rifletteva il simbolo della lettera greca Ψ. E anche la seconda subì un cambiamento simile, solo che i suoi capelli divennero completamente rossi, il sangue le colava dalla bocca e negli occhi si rifletteva il simbolo del seme di cuori. 

《Levatevi dai piedi!》 Urlò l'altra bionda, sollevando di nuovo la sua anfora e facendo partire un terribile spruzzo d'acqua ad alta pressione. Quei tre erano forti. Dannatamente forti. Doveva farli fuori rapidamente!
Solo che dal corpo del ragazzo si sprigionò un potentissimo calore che fece evaporare l'acqua e poi si presentò a sorpresa come fuoco. Le lingue fiammeggianti danzavano attorno al loro creatore, quasi accarezzandolo, facendo evaporare tutta l'acqua che gli veniva lanciata contro e annullando gli altri colpi a loro diretti con estrema facilità.

E un attimo dopo, le vampate si intrecciarono in un grosso vortice che si abbatté sul terreno con furia.
E a quel punto tutti i presenti fecero un salto per lo spavento. La potenza di quel fuoco era paragonabile a quella di un incendio in piena regola!

《Ma che diavolo succede!?》 Urlò Subaru, ora terrorizzato, mentre le fiamme divampavano rapidissime attorno a loro, raggiungendo con i suoi lembi le loro avversarie, scottandole con forza ed annullando gli attacchi da loro creati.
Tutte loro, infatti, tentarono di reprimere il dolore atroce e muoversi verso il ragazzo per interrompere l'effetto del suo potere, solo che la ragazza bionda si mise in mezzo.
《Fermatevi subito e mettetevi entrambe in ginocchio!》 Ordinò poi, rivolta alle sue avversarie.

Midori credette di avere le traveggole quando vide quelle due fermarsi sul serio e cadere in ginocchio con aria attonita, mentre le fiamme attorno a loro svanivano nel nulla. 
Come diamine ci era riuscita!?

《Che diamine succede!? Non mi posso muovere!》 Chiesero infatti le due.
Le labbra rosse di lei si alzarono. 《Il potere del mio Stick mi permette di controllare con i miei ordini chi voglio e quando voglio. Non vi permetterò di attaccare di nuovo quella ragazza o i miei compagni.》

《Perché diamine la proteggete così!? Anche lei è coinvolta nella Caccia come noi, no!? E allora perché non farla semplicemente fuori e rubarle lo Stick!?》 Domandò furiosa una delle tre ragazze ostili.
《Semplicemente perché vogliamo che ci aiuti. Sembra più ragionevole della gran parte di noi. E poi, una maga in più in un branco aiuta sempre e lei sembra avere carte giuste per diventare molto abile.》 Si intromise la mora con le forcine, spiazzando l'albina.

Non sapeva chi erano quei tre, ma qualcosa le diceva di fidarsi. Dopotutto, l'avevano protetta strenuamente e lei non sapeva nemmeno i loro nomi.
E questo, unito alle parole appena udite, la fece sentire inspiegabilmente bene. Percepiva per la prima volta quasi di essere… voluta da qualcuno. Senza neanche accorgersene, un sorriso le piegò le labbra. 

Intanto, però, la ragazza chiamata Melissa si era rialzata. La faccia le faceva un male cane a causa del pugno della mora e doveva avere delle fratture, ma non poteva seriamente credere alla sua fortuna! 
Davanti a lei aveva degli Stick in grado di dare la super forza, di generare e manipolare il fuoco e controllare gli altri a piacimento. 
Se fosse riuscita ad impossessarsene, sarebbe stata una meraviglia! La Caccia sarebbe stata quasi completamente in mano sua!

Infatti puntò il suo cellulare contro le schiene di quei tre, che si stavano radunando attorno all’albina, ignorando bellamente lei e il terzetto di ragazzi armati e premette il tasto.
Peccato che avesse mancato di calcolare qualcosa.
Midori era voltata verso di lei, quindi vide perfettamente il raggio laser partire a tutta velocità verso la schiena di quei tre.

E a quel punto lasciò perdere ogni prudenza. Anche se lei non aveva la super forza della mora o nessuna idea di come usare il suo Stick per difenderli, loro l'avevano salvata, quindi si gettò sopra di loro, letteralmente, facendoli cadere lunghi distesi per terra.

Il raggio andò ad impattare contro il muro e si disperse, mentre il ragazzo dai capelli rossi, dopo aver effettivamente capito come mai lei li aveva buttati a terra, perdeva per la prima volta il sorriso radioso che gli aveva ornato le labbra fino ad allora.
《Attacchi pure alle spalle ora? Faresti meglio ad arrenderti. Tu e le tue compagne siete state sconfitte. Consegnateci gli Stick e dateci un taglio.》

L'altra, per tutta risposta, si rialzò, venendo affiancate subito dalle sue compagne, sulle quali l'effetto della magia della bionda si era esaurito.
Nei loro occhi i simboli stavano già riapparendo e parevano pronte a colpire con i loro Stick, ma anche stavolta vennero placcate dagli altri tre.
Quel combattimento stava andando troppo per le lunghe. Dovevano finirla in fretta e portare via la potenziale alleata.

E Midori stava anche per andare ad aiutarli. Non conosceva l'arte del combattimento, ma voleva rendersi utile. Desiderava stare con loro ed essere come loro.
Voleva essere forte, potente e libera. E sentiva che aiutarli era la cosa giusta, come quando aveva scelto di tenere il suo piccolo.
Non sapeva perché, poi, ma aveva capito che solo loro avrebbero potuto tirarla fuori da quella vita ormai troppo stretta. Sarebbe andata via dalla camera buia, dal cibo freddo e dalle violenze di Subaru e dei suoi compari.

Solo che poi vide un'ombra incombere su di lei. Quel mostro era di nuovo sopra di lei, pronto a torturarla ancora ed ancora.
Il coltello scintillava nella sua mano e quel ghigno mefistofelico era sempre presente, ma lei, per la prima volta, relegò la paura in un angolo del suo cervello e si rialzò.

Ormai non era più solo la sua vita quella che doveva difendere. E in quel momento capì cosa doveva fare.
Doveva andare via da quel posto, possibilmente con quei ragazzi, doveva mandare avanti la gravidanza, ma più di tutto doveva salvarsi da Subaru.
E ora era vicinissima al suo obiettivo!

Infatti si rialzò in piedi, fronteggiandolo con tutto il coraggio in suo possesso.
《Subaru, io me ne andrò da questo posto. E lo farò con il mio bambino, che tu lo voglia o no. A me non importa nulla del patrimonio della tua famiglia o che tu gli faccia da padre, voglio solo essere lasciata in pace.》
L'altro per tutta risposta ghignò. Non aveva capito un accidenti di come quei ragazzi fossero riusciti a fare tutte quelle cose, ne il motivo per cui fossero tanto interessati a Midori, ma non gli importava.
Lui se la sarebbe tenuta stretta. L'avrebbe nuovamente piegata a sé, soffocando quella fastidiosa scintilla di determinazione che si era accesa nel suo sguardo.

E sapeva già il modo perfetto per farlo. Sarebbe bastato solo un movimento.
Il abbassò il braccio in modo velocissimo ed il tempo sembrò come rallentare per tutti. 
I tre ragazzi che l'avevano difesa si mossero verso l'albina con aria tra l'arrabbiato e il preoccupato, le altre tre li inseguirono, gli amici di Subaru tentarono di tenere ferma Midori e lei vide il coltello calare, cercando di toglierle il suo tesoro.

Si mosse con furia, spostandosi, ma la lama tranciò comunque in diagonale la carne morbida del suo fianco, fin troppo vicino alla sua pancia.
Sentì il cuore mancare un battito e il sangue sgorgare, lasciando il segno sui suoi vestiti. Scendeva copioso, bollente e rosso, come la collera di cui si riempirono gli occhi della ragazza appena realizzò.

Lo aveva fatto. L'aveva ferita fisicamente anche più di prima per cercare di toglierle il tesoro del suo grembo. Il suo sangue stava colando, facendola sentire man mano più debole e quel dolce calore che prima sentiva appieno era un poco impallidito.
E lei odiò quell'essere per questo. Odiava lui e quelli che lo avevano aiutato. E questo sentimento bruciante le tornò in mente tutto in una volta con i ricordi che lo avevano nutrito per mesi.

Le umiliazioni, le violenze, le torture, la paura, la sporcizia sul suo corpo lasciata dai loro atti, i loro ghigni soddisfatti, la sua tristezza, la sua solitudine e il frequente desiderio di farla finita. Loro avevano ridotto la sua vita ad un inferno. Loro le avevano preso tutto. Loro l'avevano resa una loro bambola. Loro dovevano pagare per questo!

E in quel preciso istante, sentì una nuova potenza invaderla. La sentiva scorrere attraverso quegli occhiali che indossava. Ormai sapeva che la magia era vera e finalmente il suo Stick le stava dando la possibilità di vendicarsi. La magia che le avevano dato per scappare dalla sua disperazione l'avrebbe salvata sul serio.

I suoi capelli si tinsero di verde chiaro, mentre nei suoi occhi incolleriti le pupille diventavano lunghe come quelle di un cobra. Poteva finalmente vedere la paura negli occhi dei suoi aggressori mentre il simbolo del seme di fiori si rifletteva nelle sue iridi.
“Indossa gli occhiali e guarda intensamente” le avevano detto le istruzioni per lo Stick e lei non se lo fece ripetere.
Piantò il suo sguardo in quello dei suoi aguzzini e un attimo dopo tutto si tinse di verde.

Una potentissima luce nacque dalle lenti e travolse tutto.
Midori sentì qualcosa di caldo e denso scivolare lungo le sue guance e la voce del ragazzo dai capelli rossi urlare 《Hana! Mayumi! Spostatevi da lì!》 .
Lo vide di sfuggita subito le braccia delle sue amiche e si gettò a terra e altrettanto fece Subaru.

Peccato che gli altri cinque presenti non furono abbastanza svelti. E neanche servì l'uso degli Stick delle tre ragazze a salvarli da quella luce verdissima.
Una sensazione di rigido torpore cancellò tutto in loro, sia la forza fisica che mentale. I loro corpi persero il loro calore a partire dal basso, diventando sempre più rigidi, mentre le membra si paralizzavano con le bocche aperte per chiedere aiuto. 

La carne morbida si fece dura ed inanimata e quando il bagliore verde svanì, i presenti poterono vedere cinque statue di marmo scintillante e perfettamente uguali a quei ragazzi svettare sul terreno con aria terrorizzata.

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Capitolo 6
*** La proposta del branco ***


Midori, Subaru e i tre ragazzi continuavano a fissare le statue con occhi sgranati.
Non si muovevano, erano fredde e mantenevano perfettamente quell’espressione terrorizzata e sorpresa.

L'albina non poteva crederci. Aveva tramutato in pietra cinque persone. Era riuscita a salvare sia se stessa che suo figlio, ma in quel momento non sapeva che fare.
O piangere per lo spavento, scoppiare di felicità o sentirsi un mostro. E in quel momento stava pendendo per la seconda e terza opzione. 

Aveva reso quei ragazzi degli immobili pezzi di marmo con la magia! E questo le stava comunicando una gioia leggermente malsana nelle orecchie.
Non lo aveva fatto intenzionalmente, ma comunque era successo. Si era liberata di quei mostri che l'avevano tormentata così tanto, trovando la forza di reagire e non poteva che essere in qualche modo felice. 

Un sorriso stava perfino cercando di spuntare sul suo bel viso.
E con i capelli ancora sfumati di verde e il sangue che le colava dagli occhi, quell'espressione non poteva che farla sembrare una sorta di innocente demonio.

《Ma… ma tu… tu cosa diavolo sei!? Cosa diavolo hai fatto ai miei amici!?》 Urlò infatti Subaru, con quel dannato coltello ancora in pugno. 

Ma lei non gli rispose, ancora troppo impegnata ad osservare i cinque pietrificati con aria ancora compresa tra lo stravolto e il contento. Ignorava persino il dolore dato dalla ferita sul suo fianco.
Per questo, il ragazzo tentò di colpirla ancora con un grido di rabbia. Quell'essere aveva ucciso i suoi migliori amici! Li aveva ridotti a rigidi blocchi senza vita e lui avrebbe fatto lo stesso! 
Solo che la ragazza bionda, che aveva capito si chiamasse Mayumi, gli si parò di fronte con il simbolo di cuori scintillante nei suoi occhi.

《Stai fermo. All'istante.》
E l'altro eseguì di botto, senza riuscire a disobbedire, per quanto ci stesse provando. Ma sentiva che la rabbia aveva lasciato posto al sudore freddo, che scendeva lungo la sua schiena. 
Quei ragazzi non avevano esitato a colpire con estrema forza quelle tre e forse quel bel viso dagli occhi verdi e le labbra rosse sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe visto da vivo.
Ma lei non lo colpì. Si limitò a parlare.

《Torna nel tuo dormitorio, restaci dentro e non uscire fino a domattina. E non osare parlare a nessuno di ciò che hai visto e sentito.》
Lui non seppe nemmeno perché, ma il suo corpo si mosse da se, seguendo gli ordini che gli erano stati impartiti. E in qualche modo, la sua lingua gli sembrava più pesante, come ad indicare che non poteva rivelare nulla.

Ma adesso, anche se non poteva più raccontare nulla a nessuno, sapeva la verità. Quei tipi erano dei mostri, ma lui non li avrebbe lasciati andare tanto facilmente per quello che gli avevano fatto.
E intanto, i suddetti si erano avvicinati a Midori, che ormai non sapeva più cosa dire o fare.

Quei ragazzi non avevano esitato a combattere per difenderla e ancora sentiva quella piacevole sensazione di fiducia trasparire da loro, ma adesso si era mischiato alla paura.
Se ci avessero ripensato e volessero solo prendere lo Stick? O se l'avessero giudicata troppo pericolosa e l'avessero lasciata lì?

Vide il ragazzo dai capelli rossi abbassarsi al suo livello e rivolgerle un sorriso smagliante.
《Il tuo potere è fantastico!》

La ragazza ci rimase un attimo di sasso. Cosa aveva appena sentito!?
《Su… sul serio? Ma loro sono…》
《Già. Ma sai, per quanto non ci piaccia, la Caccia funziona così. Se hai le capacità migliori vinci, altrimenti perdi e muori. E devo dire che il tuo Stick è portentoso. Sono diventati statue!》 Disse, sfilando gli Stick dai corpi delle ragazze pietrificate.

《Comunque il mio nome è Loki Totsuka, piacere di conoscerti.》 Commentò, porgendole una mano.
Lei la strinse, anche se era ancora parecchio stranita. Aveva appena ucciso delle persone, e ne era stata felice senza neanche pentirsi, e lui l'aveva lodata come se fosse stato perfettamente normale.
E allo stesso modo sembravano pensarla le altre due ragazze che si erano avvicinate.

Entrambe sembravano tranquille, la bionda mostrava anche un leggero sorriso. E questo la rincuorò.
Magari aveva visto giusto fin dall'inizio e loro erano veramente suoi alleati.

《Io sono Hana Hosuno. Era la prima volta che usavi la tua magia per caso?》 Chiese poi la mora, distogliendola dai suoi pensieri e facendola annuire.
《Questo è decisamente buono. Vuol dire che hai ancora molta vita. Comunque, il mio nome è Mayumi Kimura. Benvenuta tra noi Maghi.》

Midori rispose alla stretta di mano che le porse, ma ancora una volta non stava capendo nulla di quello che stavano dicendo. 
Quelli erano chiaramente dei maghi come lei e non erano ostili, ma lei ancora non aveva afferrato perché l'avessero salvata, ne cosa fosse esattamente il sito che le aveva consegnato lo Stick o cosa fosse la Caccia che il rosso aveva menzionato. 

La mora, intuendo i suoi pensieri, si fece avanti. 《Ascolta, il Sito per Maghi è qualcosa di altamente misterioso. Nemmeno noi sappiamo bene come funziona. Ma ti dico già che ti daremo delle risposte appena ce ne andremo di qui.》
L'albina potè giurare di aver visto il suo sguardo oscurarsi per un attimo mentre la guardava, ma rimase zitta, mentre si tamponava il fianco con la manica. 
Stava iniziando a sentire un forte capogiro. Infatti le parole che dissero Loki e Mayumi le giunsero ovattate.

《Esatto. E vedrai, andrà tutto bene. Devi solo fidarti di noi.》
《Esattamente, ma non mi pare il caso di continuare a parlarne qui. Abbiamo fatto un bel trambusto. Tra poco verrà sicuramente qualcuno a controllare e noi non dobbiamo farci trovare qui. Meglio tornare da Sarah.》

La bionda, dunque, tirò fuori dalla sua borsa una strana spilla circolare.
E nuovamente i suoi capelli divennero rossi, ma nei suoi occhi il simbolo era quello di un triangolo.
Midori si alzò a fatica, ma tentò di rimanere composta e prese la mano che Hana le stava porgendo.

Un attimo dopo, dallo Stick spilla uscì una potente luce e tutti e quattro sentirono la terra mancare sotto i piedi e il paesaggio circostante svanire in un vortice di colori. Era come essere finiti in una gigantesca centrifuga.
Ma un attimo dopo, tutti sentirono di nuovo il terreno sotto le suole e anche un tremendo mal di mare.
Solo che, quando l'albina si guardò intorno, vide che non erano più nel cortile dell'orfanotrofio. Sembravano quasi essere dentro un enorme container, anzi era proprio così, pieno di strumenti musicali di ogni tipo.

Violini, flauti, batterie, pianole, clarinetti, trombe, tube, pianoforti, chitarre e tanti altri, tutti tenuti in maniera impeccabile.
E a quel punto, l'albina non ci capì davvero più niente. Nel giro di dieci minuti aveva ammazzato accidentalmente cinque persone con il suo Stick, aveva conosciuto sul serio quei tre ragazzi e ora era stata praticamente teletrasportata dentro quello strano posto.

Solo che poi un fortissimo dolore allo stomaco la fece piegare sul pavimento, facendole rimettere con forza quel poco che aveva mangiato.
La ferita sul suo fianco continuava a sanguinare copiosa e il suo corpo sudato era scosso da spasmi.
Fece appena in tempo a vedere i tre ragazzi precipitarsi verso di lei prima che tutto diventasse buio.

E Hana la sorresse poco prima che la sua faccia avesse un duro incontro col terreno. Quella ragazza aveva qualcosa di strano.
Che avesse usato troppo lo Stick e il suo corpo avesse avuto un rigetto? Dopotutto, nessuno l'aveva avvertita degli effetti negativi che quegli oggetti potevano avere.
Ma per fortuna Loki non attese un secondo a prendere la situazione in mano.

《Hana, mettila su un materasso, dobbiamo prima darle una controllata per risolvere il problema. Mayumi, tu chiama Sarah. Ci serve anche il suo aiuto.》
E subito tutti si misero all'opera. Nessuno aveva effettivamente capito il perché di quella reazione così drastica, ma dovevano fare qualcosa.
Lì purtroppo non avevano apparecchiature da uso medico, se non qualche kit di pronto soccorso per le emergenze, quindi si dovevano arrangiare con quello che avevano.
Ovvero gli Stick. 

Infatti, gli strumenti musicali non erano i soli a riempire il container. C'erano tantissimi oggetti di ogni forma e dimensione appartenenti al sito per Maghi appesi alle pareti e alcuni di essi sarebbero serviti a Loki per aiutare l'albina, i0l cui respiro era sempre più pesante. 

Afferrò subito degli strani occhiali da pilota e li indossò. Usare ancora a lungo la magia avrebbe avuto effetti decisamente negativa, ma non poteva lasciare che succedesse altro a quella ragazza.
I suoi capelli tornarono dorati e il sangue fluì dalle sue orecchie ed immediatamente potè vedere attraverso la pelle e le ossa della giovane.
E la situazione nel suo organismo era davvero bizzarra. 

Oltre alla ferita sul suo fianco e alcuni lividi sulla pelle, che aveva subito disinfettato e bendato, presentava varie calcificazioni sulle costole e le gambe, dovute a piccole fratture, e il suo cervello sembrava incredibilmente sotto stress, infatti doveva essere stato questo accumulo a causarle quel mancamento, magari complice del sonno perso. 
Ma la cosa più sconcertante era il suo utero. Era in parte lacerato e perdeva un po' di sangue e non era normale. Anzi.

Sembrava il risultato di vari rapporti con ragazzi, ma avevano lasciato segni troppo violenti per poterli definire consenzienti. Doveva essere stata stuprata. Ma poi, vide anche qualcos’altro.
Sulle sue pareti, c'era qualcosa. Una sorta di punto luminoso. Una grossa cellula che stava lentamente crescendo, fortunatamente illesa.
Loki sgranò gli occhi quando la vide. Quella ragazza… era incinta!?

Solo che poi fu preso da un forte capogiro e il sangue delle sue orecchie scese molto più in fretta, costringendolo ad interrompere subito l'uso dello Stick. 
Aveva decisamente usato troppa magia, ma per fortuna si era accertato che le condizioni dell'albina non fossero eccessivamente gravi.
E in quel momento arrivarono Hana e Mayumi, accompagnate da una terza ragazza, più giovane e bassa rispetto alla bionda, dalla pelle abbronzata, i capelli a lunghi fino alle spalle castano scuro e leggermente mossi tenuti fermi da un cerchietto azzurro con un motivo ad onda e con un paio di grandi e dolci occhi ambrati.

《Come sta?》 Chiese immediatamente, con un forte accento americano nella voce.
《Sta… abbastanza bene. È svenuta solo a causa… del forte stress che ha accumulato negli ultimi tempi e per il forte… spavento che le ha dato la nostra battaglia. È diventata una maga da poco, quindi non sa praticamente nulla del nostro mondo. Comunque, un po' di riposo e dovrebbe essere come nuova.》

《Io lo consiglierei anche a te, scemo. Continuare ad usare la magia così tanto non ti porterà nulla di buono, lo sai.》 Commentò Hana, rimettendo gli occhiali da pilota al loro posto.
Intanto, la ragazza americana stava osservando l'albina. Lei si stava muovendo con fare leggermente, mugugnando qualcosa che suonava come una richiesta d'aiuto.

Solo che poi aprì di colpo gli occhi e tirandosi a sedere con aria spaventata.
《No! Basta!》 Urlò, per poi arrossire, capendo di essere osservata.

Subito la ragazza dagli occhi ambrati le si avvicinò. 《Non ti preoccupare. Non vogliamo farti del male. Il mio nome è Sarah Osborne, tu invece come ti chiami?》
《Io sono… Midori Imai. Ehm… vi chiedo scusa per prima. Non vi ho nemmeno ringraziati per avermi salvata. È solo che ero davvero preoccupata per quella situazione e per…》

Un attimo dopo afferrò Sarah per le spalle. 《Il mio bambino! Come sta?! Subaru ha tentato di togliermelo e con quel coltello potrebbe averlo…》
《Stai tranquilla. Ho controllato tutto il tuo corpo con uno Stick. La ferita era vicinissima, ma lui per fortuna è rimasto illeso.》 Intervenne Loki, tentando di rassicurarla.

L'albina si sciolse subito in un sorriso profondamente sollevato sentendo quelle parole, mentre le altre tre ragazze sembravano molto confuse.
《È incinta?!》 Chiese Mayumi al rosso, sottovoce.
《Si. Ma non credo che sia stata una cosa voluta. L'utero era lacerato e c'erano anche lividi e calcificazioni un po' ovunque.》

Hana sgranò un attimo gli occhi, capendo subito cosa era accaduto a quella ragazza. Stupro. La cosa più malvagia di tutte.
Solo che poi l'attenzione di tutti fu attirata da Sarah. 《Forse sarebbe il caso di parlarle ora. Con quello che abbiamo appena scoperto, credo sarebbe il caso di offrirle collaborazione e protezione.》
Solo che poi Midori li richiamò. 《Sentite, vi ringrazio ancora per il vostro aiuto, ma cosa volete esattamente da me?》

Fu la bionda a farsi avanti per prima. 《Ti abbiamo salvata perché vorremmo che tu ci aiutassi con una certa questione. Come ti abbiamo già detto, non sappiamo quasi nulla del Sito. E' molto misterioso riguardo il modod in cui funziona. Abbiamo capito solo che dona questi Stick a ragazzi schiacciati dalla sfortuna. Chi subisce violenze, bullismo, abbandono o stupro diventa quaso sicuramente come noi. E la magia che otteniamo, almeno in teoria, serve per evadere dalla disperazione che ci sta consumando.》
《Esatto, e fino ad ora faceva solo questo. Ma purtroppo dall'anno scorso sul sito è comparsa una strana Backdoor che ha messo tutti i maghi in allerta. Una specie di notizia che diceva a tutti noi che qualcosa di terribile sarebbe accaduto al mondo, una specie di cataclisma, e che pochissime persone sarebbero sopravvissute. E di queste, molto poche sono maghi.》 Continuò Sarah.

Midori stava sentendo una specie di peso sullo stomaco. Quella storia la inquietava.
《Esatto. E purtroppo l'unico modo possibile affinché quelli come noi sopravvivano è raccogliere più Stick possibile ed usarli, anche se non sappiamo bene perché. E adesso tutti i nostri simili sono ossessionati dal possederli, nonostante questo significhi uccidere i loro legittimi proprietari. Ci sono alcuni di noi che uccidono senza pietà perfino i ragazzini. E questa è la Caccia. La costante lotta interna tra i Maghi per rubarsi a vicenda gli oggetti del sito e potersi mantenere in vita.》

《E purtroppo questo fenomeno si sta allargando sempre di più. Ormai migliaia di omicidi apparentemente inspiegabili sono commessi in tutto il mondo e si basano su una notizia alquanto vaga data dal sito. Per cui, quello che ti chiediamo ora è di unirti a noi.》 Disse Hana.
《Cosa? Volete che mi unisca a voi!?》 Chiese Midori, ancora scossa per quella storia. 

La mora annuì. 《Noi quattro, insieme ad altri due compagni nostri alleati, stiamo cercando di capire cosa sia esattamente questa catastrofe di cui parla il sito e trovare un modo per impedirle di distruggere tutto. E ora vorremmo che tu ci aiutassi a scoprire la verità. Cosa ne dici?》

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Capitolo 7
*** Tempest ***


Hana, Loki, Sarah e Mayumi stavano guardando Midori con aria d'attesa. Dopotutto, avevano un serio bisogno d’aiuto per scoprire qualche notizia in più sulla catastrofe annunciata dal sito.

L'albina, dal canto suo, era rimasta spiazzata. Insomma, nel giro di una giornata era diventata una maga, una killer e adesso le era stata offerta la possibilità di entrare a far parte di una sorta di catastrofe imminente.
Una persona normale, molto probabilmente, avrebbe immediatamente risposto di no, visto che le avevano spiegato che tutti i maghi come lei erano coinvolti in una sorta di guerra mortale tra di loro, ma lei ci stava effettivamente pensando. 

Quei ragazzi le ispiravano fiducia, la facevano sentire al sicuro e avevano salvato sia lei che suo figlio ben due volte, prima da Subaru e poi dal suo attacco. Era in debito. E poi, lei era sola.
Non aveva soldi, ne un lavoro, era addirittura incinta! Aveva il suo Stick, ma era solo una novizia, sarebbe stata molto probabilmente fatta a pezzi da un altro mago più esperto di lei.

Perciò, sospirando, prese la sua scelta. 《Io… sono pronta ad entrare nel vostro gruppo! Voi mi avete salvata, quindi ti aiuterò a scoprire quanto più possibile su questa catastrofe imminente. Spero di esservi d'aiuto.》
Doveva rendersi utile a quel punto. Non aveva fatto altro che subire per mesi e mesi a causa di Subaru e la sua banda, ma adesso doveva cercare di fare del suo meglio ad aiutare i suoi nuovi compagni.

Gli altri quattro, da parte loro, sorrisero impercettibilmente. Non si erano sbagliati su quella ragazza, che, nonostante le apparenze, era molto più forte e coraggiosa di quanto non desse a vedere.
《Allora direi che, visto che ti senti bene, è il caso di portarti da Runa! Lei ha continuato a fare ricerche su questa imminente catastrofe per molto più tempo, quindi sono certa che ci darà altre informazioni. E poi così le faremo sapere che sarai una nostra compagna.》 Commentò Sarah.

La ragazza dagli occhi verdi batté le palpebre. 《Chi è Runa?》
《È la nostra Leader. È lei che ci ha riuniti in questo branco. Ed è sempre lei che ti ha detto dove trovarti. Sai, lei è seriamente intelligentissima ed è una hacker impressionante, infatti le è bastato pochissimo per entrare nel sistema dell'orfanotrofio e scoprire chi fossi e dove vivessi.》 Rispose Loki.

《Ma… lei come faceva a sapere che sono una maga? Non l'ho mai incontrata.》 Domandò Midori, cercando di ignorare il fatto di essere stata praticamente spiata da una ragazza al momento priva di identità per lei.
A quel punto, intervenne Hana. 《Come ti abbiamo detto, lei è abilissima con la tecnologia. Ha semplicemente scoperto il tuo nome e la tua visita al sito per maghi hackerando il tuo computer. ma ci sono ancora tante cose di cui ti dobbiamo parlare, quindi sarebbe meglio se ci fossimo tutti.》

L'albina era ancora piuttosto sorpresa, ma Mayumi tirò nuovamente fuori lo Stick spilla, mentre il sangue tornava a fluire dalla bocca e i capelli tornavano rossi.
Anche lei, come Loki, stava usando un po' troppo la magia e gli effetti si facevano sentire parecchio, ma non potevano fare altrimenti. Avevano appurato che l'attività della Caccia si era incrementata molto, quindi non potevano girare liberamente per le strade se volevano evitare di essere coinvolti in qualche scontro.

Un attimo dopo, il famigliare bagliore emanato dal gioiello circondò nuovamente tutto e i cinque maghi, mentre ognuno di loro sentiva il terreno mancare e poi tornare sotto i piedi, un attimo dopo si ritrovarono in tutt'altro posto.
Il container pieno di Stick e strumenti musicali aveva lasciato posto alla vista di un bel villino di medie dimensioni, ma piuttosto elegante, costruito in legno e con il tetto a pagoda.
Senza aspettare oltre, Mayumi bussò al grande portone con energia e dopo un po', una ragazza fece capolino dall'entrata.

Era alta pressappoco come Hana, solo che era molto diversa. Era bella, ma la sua era una beltà fredda, qualcosa di algido e distaccato. La sua pelle era pallidissima, come porcellana, tanto che perfino le labbra si vedevano appena. Il suo viso era a cuore, dai tratti gentili, ma la parte destra era coperta dai capelli di un grigio quasi bianco e dal taglio scalato.
Nonostante fosse magra, aveva forme molto generose che avrebbero fatto ingelosire molte ragazze, inclusa Midori, che guardava con un po' di desiderio quelle curve, ma la cosa che più colpiva era lo sguardo.
Di un rosso scarlatto, fisso e diretto, come quello di chi non ha paura di guardare e mette soggezione a chiunque la fissi.

《Ciao Runa. Abbiamo portato la nuova recluta. L'abbiamo salvata proprio questa mattina.》 Disse allegramente Loki, lasciando andare avanti l'albina.
《Ehm… il mio nome è Midori. Molto piacere di conoscerti!》 Disse lei, con un profondo inchino.

Nonostante lei fosse molto più alta della ragazza dagli occhi rossi, se ne sentiva parecchio intimidita. Dopotutto, era la leader del branco a cui apparteneva adesso e doveva essere anche una maga dai grandi poteri se aveva ricevuto quella carica.
L'altra, dal canto suo, ricambiò con un cenno del capo e, con un accento vagamente norvegese, disse 《Il mio nome è Runa. Entrate ora.》

L'interno della casa era elegante e spartano proprio come l'esterno, ed era anche interamente silenzioso. Non si sentivano rumori oltre ai loro passi.
Non si sentivano schiamazzi di bambini, o voci adulte a dar loro il benvenuto. Loro stessi stavano tutti in silenzio, limitandosi a seguire la ragazza dagli occhi rossi fino all'accogliente soggiorno, dove tutti loro presero posto.
E anche lì Midori riuscì a vedere che, sulle mensole e sui muri, erano appesi moltissimi Stick. Non erano numerosi come quelli dentro il container, ma erano lo stesso un numero notevole. E questo le dava ancor più ragione di pensare che Runa non fosse affatto debole come maga.

《Gli altri ti hanno già spiegato il motivo per cui abbiamo deciso di farti entrare a far parte del branco?》 Domandò di colpo la padrona di casa, strappandola ai suoi pensieri.
L'albina annuì. 《Si. Mi hanno parlato della caccia e del motivo per cui è iniziata, ovvero questa specie di avviso che l’amministratore ha fatto comparire sul Sito per maghi. Ma hanno detto che tu hai raccolto molte altre informazioni.》

L'altra annuì con compostezza. 《Infatti. Ho passato le ultime settimane ad andare alla ricerca su internet di altri maghi e cercare di ricavare da loro altre informazioni. E anche se non ho scoperto molto sulla catastrofe, se non che è stata rinominata Tempest dal sito e che è sempre più vicina, ho comunque ricavato qualcosa di utile.》
《E cioè? Non tenerci sulle spine.》 La incalzò Hana.

《Molti maghi tra di noi hanno dei dubbi su tutta questa storia. Ci sono dei misteri e dei controsensi perfino nel funzionamento del sito e all'avvertimento riguardo a Tempest e loro li hanno notati. Ho scoperto, infatti, che ogni singolo mago crede che esista solo un amministratore per tutto il sito, ma invece sono tanti, molti più di quanto pensassimo.》.
Dicendo questo, tirò fuori dalla tasca quello che doveva essere il suo Stick. Una sorta di antica bussola rotonda ed intarsiata da eleganti ghirigori d'argento.

La ragazza la prese, mostrando la presenza di un foro per USB sul fondo e collegò quest'ultimo al computer sul tavolino davanti a lei.
Subito, sullo schermo apparve l'entrata del sito, ma la figura che ci stava in mezzo non era quella che aveva visto Midori. Era una figura stempiata dai corti capelli ed una faccia tonda e grottesca. Aveva guance prominenti, un grosso naso e la bocca a pipa ritorta verso sinistra.

《Ma… questo amministratore è diverso dal mio!》 Commentarono l'albina, Mayumi e Loki al tempo stesso. Tutti loro, infatti, avevano ricevuto una visita da quella strana figura dai codini neri e il sorriso inquietante.
La ragazza annuì. 《È questo che volevo dirvi. Ci sono tanti amministratori e sono tutti particolari a loro modo. A quanto ho capito, dovrebbero essere circa diciotto e tengono d'occhio tutte le regioni del mondo, in cui portano gli Stick. E io non sono l'unica ad averne uno diverso dal vostro. Anche Hana e Sarah ne hanno due differenti rispetto a noi, vero?》 Chiese la ragazza alle sue compagne.

Entrambe, seppur ancora sorprese dalla notizia, annuirono, mentre anche loro collegavano i fori USB dei loro Stick ai rispettivi cellulari. 
Su quello della mora apparve una figura piuttosto singolare. Era vestito con un pesante abito nero, un rosario penzolava dal collo e un velo da suora nero e bianco incorniciava il viso, solo che quest'ultimo era letteralmente quello di un maiale!
Invece su quello dell'americana era apparso un volto dai tratti asessuati piccolo e tondo, con grandi occhi fissi ed inquietanti e labbra a cuore, circondato da dei lunghi capelli neri.

《Quindi ci sono molti più amministratori di quanto non si pensi. Ma tutto questo cosa c'entra con Tempest?》 Chiese Mayumi, guardando le immagini.
《C'entra perché dimostra che il sito non dice la verità su molte cose. Già non sappiamo chi o cosa siano esattamente gli amministratori, perché è chiaro che non sono umani, e se perfino il loro numero e il loro aspetto sono tenuti segreti, niente presuppone che non abbiano mentito anche riguardo ai dettagli sulla catastrofe.》.

Senza aspettare un secondo, l'albina dagli occhi rossi cliccò sullo schermo ed immediatamente, al posto della faccia dell'amministratore, comparve una sorta di enorme montagna rossastra composta da quelli che sembravano corpi e sormontata da una faccia alquanto spaventosa. Incuteva davvero timore per essere solo un'immagine. 
E alla base di essa, c'era una specie di conto alla rovescia che stava continuando ad andare rapidamente. 

《Questo timer indica che Tempest dovrebbe arrivare alle 19,23 dell’undici agosto. In poche parole, tra meno di due mesi il mondo come lo conosciamo noi finirà e pochissime persone potranno salvarsi, dalle stime fatte, sembra che solo il 9% degli abitanti riuscirà a sopravvivere. E non è neanche garantito che noi saremo tra loro.》
Runa era rimasta tranquillissima mentre parlava, ma ciò che aveva rivelato era parecchio preoccupante. Insomma, si stava parlando di qualcosa di tanto terribile da poter causare l'estinzione quasi totale dell'umanità. Non era qualcosa su cui si potesse scherzare.

Ed era frustrante sapere che loro non avevano niente in mano! Ne informazioni ne modi per venirne in possesso. E con la caccia in corso non sarebbe servito a nulla chiedere di persona ad altri ad altri maghi.
Solo allora Midori si azzardò a chiedere una cosa a Runa. 《Scusa, ma tu prima dicevi che ci sono dei controsensi anche nell'avviso su Tempest. A cosa ti riferivi?》

L'altra non attese un attimo. Muovendo il mouse, cliccò sullo sfondo dello schermo, su cui era rappresentata una specie di sfera luminosa. Questa era circondata da quelli che sembravano essere spermatozoi e appena questi vennero inquadrati, una nuova schermata riempì la pagina.
E su quest’ultima era inserito un messaggio a caratteri cubitali. E recitava…

“Avvertimento per tutti i maghi, avvertimento per tutti i maghi! Tempest, la più grande catastrofe mai vista nella storia dell'umanità, è in arrivo. Il suo passaggio non lascerà traccia del mondo attuale e della gente che ci vive, se non per una piccolissima parte, che sarà benedetta dall'enorme onore di essere condotta nel nuovo mondo che nascerà in seguito. È impossibile fermarla ormai, ma non disperate, oh anime tristi. Voi siete maghi, quindi avete una possibilità e questa è semplicissima, accumulate energia negativa usando il più possibile i vostri Stick. Sbizzarrirsi sarà il vostro compito e, appena sarete pronti, inviate al sito il vostro Stick ricolmo di potere. Solo così potrete sopravvivere.”

Midori, Hana, Sarah, Loki e Mayumi stavano leggendo quel messaggio con nervosismo crescente. Gli ultimi quattro già sapevano di tutta questa faccenda, ma era sempre terribile rileggere il modo in cui tutto sarebbe finito. E pensare che l'unica maniera per sopravvivere era in pratica uccidere ancora di più … non faceva stare bene nessuno.

E a quel punto, Runa intervenne ancora. 《Ecco di cosa parlavo. Il vero controsenso in tutta questa faccenda è che il solo modo per non essere spazzati via da Tempest è usare i nostri poteri il più possibile e accumulare energia, ma più usiamo la magia e più il prezzo da pagare sarà alto. Quindi non ha senso. 》
L’altra albina sembrava confusa. Hana e tutti gli altri non le avevano accennato a niente del genere. 《A che prezzo ti riferisci, esattamente?》

La ragazza le rispose con un sarcasmo glaciale. 《Secondo te cose come i poteri magici vengono donate senza chiedere un pedaggio? Non si dà niente senza averne nulla in cambio. E in questo caso, noi doniamo la nostra vita. Questi oggetti ci concedono grandi poteri e l'occasione per vendicarci, ma, ogni volta che ne attingiamo, la nostra vita si accorcia sempre di più. E non si torna indietro.》
Quella rivelazione fu una doccia gelata un po' per tutti. Sapere di avere una simile spada di Damocle sopra la testa non era una bella prospettiva. E adesso era ovvio che Runa avesse notato dei controsensi sul sito!

Solo che la ragazza non aveva finito. 《È per questo che non bisogna mai abusare della magia, neanche durante la caccia, a meno che tu non voglia morire ancora più in fretta.》
Poi, si tirò giù l'angolo della camicetta, scoprendo la propria clavicola sinistra. Su di essa vi era un simbolo di colore indaco, il numero 0, solo che la parte più inferiore era stranamente cancellata.

L’albina riportò gli occhi sui suoi compagni. 《Ogni mago ha un simbolo simile sul corpo, tu inclusa. Cancellandosi poco a poco, indica quanta vita ti è rimasta dopo aver utilizzato il tuo Stick. E se dovesse sparire del tutto morirai. Spero che questo non ti faccia rinunciare al tuo ruolo nel nostro branco.》.
Lei era rimasta sempre gelida e calmissima, ma Midori non lo era affatto! Aveva infatti notato, guardando la propria pelle, uno strano tatuaggio all'interno del suo polso sinistro. Era un seme di fiori di colore verde, solo che la sua estremità era leggermente cancellata. E lei ne ebbe paura.
Se quello che Runa diceva era vero, allora non avrebbe fatto nessuna differenza morire per mano di Tempest o farlo di propria sponte. Anche se avessero seguito le istruzioni, sarebbero morti ugualmente. Era come un lento suicidio.

E lei pensò al suo bambino, portandosi una mano al ventre. Se il simbolo fosse scomparso del tutto prima che arrivasse il parto, lui sarebbe morto con lei! Non poteva lasciare che accadesse!
Ma poi si diede della stupida. Lei era ancora in debito con tutti loro. Non poteva tirarsi indietro come una codarda! Loro l'avevano salvata due volte, le avevano spiegato tutta quella faccenda di Tempest e della Caccia, l'avevano accolta nel loro gruppo senza fare una piega e l'avevano anche messa in guardia sui pericoli dell'essere una maga. Non aveva il diritto di accettare la loro offerta e poi ritirarsi come un verme.

E poi, non poteva dimenticare la sua vita di prima. Costantemente abusata da Subaru e i suoi amici, utilizzata come una bambola e ignorata da chiunque altro. E poi le minacce, il terrore, l'odio che riempivano il suo cuore erano marchiati a fuoco in lei. E per quanto avesse paura per se stessa e per suo figlio, pensava già a quei ragazzi come suoi amici. Non li avrebbe abbandonati.

Perciò, prese un bel respiro e disse 《Non ho cambiato idea. Sono con voi.》
Le candide labbra di Runa si piegarono leggermente all'insù, così come quelle dei loro compagni. 《Benvenuta a bordo allora.》

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Capitolo 8
*** Entrare in azione ***


Nei giorni seguenti, i sei maghi rimasero tutti in gran fermento. Stavano facendo più ricerche online che mai per individuare quanti più alleati possibile per capire cosa fosse effettivamente Tempest.
Non fu un lavoro semplice, soprattutto perché molti non parlavano la loro lingua ed erano parecchio distanti, ma alcune di quelle persone, con cui riuscirono a con conversare solo grazie alle abilità in inglese di Runa e Midori, sembrarono mostrarsi molto interessate.

E tutti loro capirono che la loro leader aveva ragione. Molti di quelli come loro avevano dubbi su quella faccenda. E per quanto la maggior parte dei ragazzi che avevano trovato fossero molto più interessati alla caccia, avevano comunque guadagnato il sostegno di almeno una dozzina di maghi in tutto il mondo.

L'albina più alta era ancora sorpresa di quanto fosse grande la portata del sito per Maghi e quanto enorme fosse la bugia che aveva diffuso. Praticamente in ogni regione del mondo la metà dei ragazzi della loro età era dotata di poteri magici

Ed era ancora più scioccante il fatto che la loro leader non avesse fatto una piega quando le aveva detto di essere incinta, raccomandandosi però di fare attenzione e non fare troppi sforzi. E per questo, oltre che alla grande gratitudine nei suoi confronti, si era impegnata ancora di più nel chiedere ai maghi contattati quanti più dettagli possibile, esattamente come tutti quelli che lei ormai riteneva ottimi amici.

Il problema, però, era che i loro erano tutti sospetti, ma non certezze. Avrebbero potuto passare ore ed ore a pensare ad ogni singolo motivo per cui dovevano accumulare energia negativa tramite gli Stick e come questo avesse aiutato gli amministratori, ma non sarebbe servito a nulla.
Ed era in un certo senso esasperante. Avevano praticamente in mano il destino del mondo e chiunque lo abitasse e non avevano neanche uno straccio di indizio concreto su come salvarlo dalla fine imminente!

《Va bene. Basta così.》 Disse Mayumi, chiudendo il suo portatile. Lei e i suoi compagni erano rimasti a casa di Runa per quasi una settimana e, a parte Hana, Loki e la padrona di casa, che frequentavano ancora la scuola, non avevano smesso neanche un attimo di fare ricerche, ma adesso la bionda era un po' stufa di quella routine.
Ci stavano lavorando tutti da giorni con grande impegno, ma non ne avevano ancora cavato un ragno dal buco. E lei non poteva neanche andare a suonare il suo amato pianoforte per sfogare lo stress di tutta quella situazione, per cui non esitò molto prima di mostrare tutta la sua agitazione.

《Non arriveremo a nessuna conclusione così. Gli altri maghi non ne sanno più di noi! Anzi, alcuni non sono neanche a conoscenza di Tempest o dell'avviso che lo riguarda e tutta questa storia dei vari amministratori. Non avremo nessuna nuova informazione da loro.》
《E allora cosa vorresti fare? Non abbiamo molte altre alternative. Le persone normali devono restare all'oscuro dell'esistenza del sito e degli Stick, quindi a loro non si può chiedere e non credo che un amministratore ci direbbe tutti i dettagli del loro piano se glielo chiedessimo gentilmente. Quindi o si fa questo, oppure aspettiamo semplicemente la fine del mondo.》 Le disse Hana

Mayumi sbuffò. Non sarebbero andati da nessuna parte con quel ritmo, e questo di per sé era già snervante, ma, per quanto sapesse di sembrare una bambina capricciosa in quel momento, il sarcasmo dell'altra ragazza non la aiutava di certo a mantenersi calma.
Solo che, prima che potesse dare una sonora rispostaccia alla mora, e magari costringerla anche a restare in mutande davanti a tutti usando il suo Stick, la voce calma di Runa la distrasse.
《Beh, forse potremmo collezionare informazioni davvero utili in un certo modo. Sarà decisamente rischioso, ma mi pare che non ci sia scelta in questo caso.》

Gli altri cinque maghi la guardarono curiosi. L'albina dagli occhi rossi riprese subito a parlare dunque.
《Abbiamo appurato che i maghi non ne sanno molto, e come ha detto Mayumi, non possiamo chiedere alla gente normale. Perciò, abbiamo solo una scelta. Chiedere direttamente alla fonte.》
《Aspetta. Non vorrai mica dire che noi ci rivolgeremo agli amministratori vero? Perché sono abbastanza sicuro che non ce lo diranno mai. Non sono neanche umani e non mi sembrano tipi che si fanno problemi ad uccidere.》 Disse Loki.

Ma la ragazza sostenne il suo sguardo. 《E infatti lasceremo perdere la diplomazia. Servirà un approccio violento e grandi dosi di magia, visto che nessuno di loro ci darà mai le informazioni che ci servono di propria sponte. Ma basterà catturarne uno. Chiederemo anche l'aiuto dei nostri nuovi alleati in giro per il mondo se necessario.》
《E come vorresti contattarli e spiegargli le varie fasi del piano, esattamente? Vuoi che vengano qui in Giappone senza che nessuno gli dica niente?》 Chiese Hana con scetticismo.

Lo sguardo rosso dell'altra si puntò immediatamente sull'americana accanto a lei ed il suo Stick. Quest'ultimo era in grado di individuare la mente di ogni persona nel mondo e creare un contatto telepatico tra e essa e l'utilizzatore.
In poche parole, ciò che faceva al caso loro.
《Useremo il potere di Sarah. Essendo quest'ultimo la telepatia, sarà in grado di raggiungere i nostri alleati indipendentemente da quanto sono distanti ed illustrare loro il nostro piano.》

La diretta interessata annuì e sembrava sul punto di dire qualcosa, ma Mayumi si intromise.
《Non se ne parla neanche!》
L'albina la guardò, impassibile come sempre. 《Che problema c'è adesso?》

《Che problema c'è!? C'è che gli Stick utilizzano la vita di chi li usa, lo sai. Se Sarah usasse i suoi poteri per contattare tutti quei ragazzi, che si trovano lontanissimi, in altri continenti addirittura, rischierà un collasso come quello di Midori!》
《E allora proponi tu un'idea migliore. Ma ti prego, fa con comodo. Sono sicura che nella situazione attuale gli amministratori staranno buoni buoni ad aspettare che tu elabori un piano.》 Commentò pungente lei.

《Non ce ne sarà bisogno. Lo farò.》 Si intromise di colpo Sarah.
《Sarah!》 La richiamò la bionda.

《Mayumi, non possiamo continuare così! Stiamo tutti brancolando nel buio e siamo vicini alla morte! Se non facciamo qualcosa saremo tutti spacciati. E io… non ho mai seriamente aiutato nella Caccia. Il mio Stick non ha abilità offensive e io non sono conosco le arti marziali come te o Runa. Se non posso fare neanche da tramite tra noi, allora sarò semplicemente inutile!》
L'americana aveva urlato tutto questo con una frustrazione davvero bizzarra per una con un temperamento tanto tranquillo e gentile come il suo, ma non poteva farci niente.

Si sentiva ricolma di furia e preoccupazione tutto ad un tratto. Voleva un mondo di bene a Mayumi e capiva che voleva proteggerla, lo aveva fatto fin da quando si erano incontrate, ma sia lei che Loki avevano usato fin troppo i loro Stick, così come Hana e Runa, e Midori era incinta!
Lei invece non aveva quasi mai usato i suoi poteri da quando li aveva ricevuti. Ma era piuttosto normale, pensò amaramente.

La suo abilità era inutile nelle battaglie. Le permetteva solo di individuare le persone con la sua mente e creare un contatto telepatico con il bersaglio.
Dunque lei sarebbe stata soltanto un intralcio durante la Caccia. Non poteva essere utile in niente! Ma non poteva neanche lasciare che fossero sempre gli altri a sobbarcarsi tutti i rischi. 
Sapeva fin troppo bene che i suoi amici avrebbero rischiato grossi problemi di salute se avessero continuato ad usare i loro poteri oltre misura.

Perciò, non le importava quanto potesse essere sfibrante l’uso di tutta quella magia. Anche lei voleva difendere Mayumi e tutti gli altri!
E lo disse immediatamente, prendendo tra le sue le mani della bionda. 《Mayu, lo so che tu vuoi proteggermi, ma se tu e gli altri continuerete così, rischierete di farvi del male. E io voglio aiutarvi. Permettimi di farlo.》
《Non posso lasciare che tu perda così tanta vita per una cosa simile! Ma non ti devi preoccupare. Troveremo un altro modo per contattarli e convincerli a catturare un amministratore.》

《Mayumi! Non possiamo aspettare tanto! Se non facciamo qualcosa immediatamente daremo solo più vantaggio ai nostri nemici! E io non gli darò la possibilità di fare del male ai miei amici!voi tutti fate del vostro meglio, quindi io farò altrettanto.》
La sua amica batté le palpebre. Non voleva che Sarah corresse rischi, ma non poteva fare a meno di sentire un grande orgoglio misto a paura sentendola. Per cui, annuì, confidando nella sua amica, nonostante continuasse a rosicchiarsi le unghie per il nervoso.
 
L'americana le sorrise e non esitò un attimo ad iniziare. I suoi capelli si tinsero di azzurro acceso e il sangue le scese copioso dalla fronte, mentre le sue pupille si allungavano e nei suoi occhi si rifletteva il simbolo zodiacale dei gemelli.
L'emblema che stava sul dorso della sua mano destra inizio a sbiadire sul bordo e lei si concentrò, cercando coi suoi poteri le menti appartenenti  ai ragazzi che avevano contattato, così da avvertirli sul loro piano. Erano come lunghi fili colorati. Lei doveva solo seguirli.

La sua mente si spinse in Cina, in Austria, in Inghilterra, in Italia, negli Stati Uniti, nello stesso Giappone, in Egitto e perfino in Francia, conducendola infine il messaggio con le istruzioni attraverso le menti di dodici ragazzi, che tirarono simultaneamente su il capo e sorrisero sotto i baffi.
Ma non sapevano che qualcun altro stava spiando tutte le loro mosse da un luogo oscuro.

I diciotto amministratori erano tutti riuniti nella grande sala occupata dal tavolo, con aria pensierosa di fronte a degli schermi. Un gruppo di maghi tanto intelligente non si era mai visto. Avevano scoperto la menzogna dietro l'avviso su Tempest con una certa facilità e adesso stavano diffondendo le loro idee ai loro simili.

Ed era per questo che al tavolo solo quattro figure erano illuminate. Ovvero la seconda, la settima, la tredicesima e la sedicesima.
Erano gli amministratori che avevano consegnato gli Stick a Midori e ai loro amici, anche se a figura intera. Il primo portava una divisa scolastica maschile da scuola media, la seconda una femminile da asilo, la terza una abito e un velo da suora e il quarto una specie di grembiule da lottatore di sumo.

Attorno a loro le voci dei loro “colleghi" erano concitate, ma quella gelida del capotavola zittì tutti.
《La nostra situazione sta diventando precaria. Quei ragazzi stanno ficcanasando troppo. Rischierebbero di scoprire qualcosa di troppo importante per noi se li lasciassimo agire.》
《Sono d'accordo. Quei ragazzi vanno eliminati e gli Stick recuperati! E dovreste essere voi quattro ad occuparvi della faccenda!》 Commentò una delle tante figure in ombra, rivolta agli amministratori illuminati.

Quello coi codini e il sorriso inquietante batté le mani. 《C'è da dire che quei ragazzi non sono affatto degli sciocchi e sono abilissimi nella Caccia, visto il numero di Stick collezionati. Non sarà facile ucciderli. Che sfprtuna che sfortuna.》
《Non sopravvalutarli, Nana. Sono solo dei ragazzini, neanche i primi con magie potenti che facciamo sparire.》 Commentò quello con la bocca ritorta.

L'altra si fece pensierosa. Quei ragazzi andavano di sicuro tolti di mezzo, altrimenti il loro piano avrebbe potuto subire una battuta d'arresto, ma se per qualche motivo quei ragazzi fossero sopravvissuti ad un loro attacco, in questo modo avrebbero semplicemente confermato i loro sospetti.
Solo che poi ripensò all'ultima maga a cui aveva affidato uno Stick, Midori Imai. Era stata violentata ripetutamente e messa incinta da un ragazzo, aveva visto i suoi amici diventare pietra a causa del potere vendicativo della ragazza.

Doveva essere molto arrabbiato in quel momento. Probabilmente cercava vendetta contro di lei e gli altri del suo branco. Probabilmente voleva ucciderli di rimando. E questo le fece venire in mente un'idea.
《Magari invece potremmo chiedere… un aiutino esterno.》
《Di che parli Nana?》 Chiese il capotavola.

《Per evitare di fondare i sospetti, io direi di rivolgerci a qualcuno che trama vendetta nei loro confronti, qualcuno che li vuole morti. Un simpatico ragazzo abbastanza arrabbiato e sciocco da fare tutto il lavoro sporco per noi con i mezzi giusti. Un certo Subaru Tsukushima.》
Gli altri amministratori, capendo subito dove volesse andare a parare, si scambiarono delle occhiate scettiche, ma anche curiose.

《Vorresti dire abbassarci a collaborare con un umano? Per di più dandogli uno Stick e infrangendo il regolamento.》 Chiese il maiale vestito da suora.
《Certamente, Juusan. non ti pare una buona idea?》 Rispose Nana in tono ridente e provocatorio, con quell’inquietante sorriso sempre presente.

Il capotavola si grattò il mento per un attimo. Poteva essere una buona idea. Si trattava solo di un amgo in più che avrebbero facilmente eliminato se si fosse rivelato necessario《E sia. Per stavolta e solo stavolta faremo uno strappo. Nana, puoi procedere alla consegna, ma che non si ripeta più. Tutto questo è solo per il bene del nostro re.》

L'altra annuì, prima di scomparire nel nulla, diretta in un posto particolare. Una villa non tanto lontano dell'orfanotrofio dove viveva Midori.
Lì, Subaru era seduto nel salone, schiumante di rabbia. Quei mostri non erano ancora stati individuati dalla polizia e questo lo mandava ancor più in bestia del non poter dir niente! 
I suoi amici erano morti, ridotti ad un cumulo di sassi, e quella maledetta albina era svanita nel nulla coi suoi amichetti. Sarebbe riuscita a farla franca!

Se solo avesse avuto modo di vendicarsi! O almeno di trovarli! Era completamente impossibilitato a fargliela pagare. Digrignò i denti, pensandolo. 《Se sapessi dove si trovano quei vermi, li avrei già ridotti tutti quanti a cumuli di carne tritata!》
《Oh beh, ci sarebbe un modo per farlo sai, Subaru chan?》 Disse una voce ridente alle sue spalle.

Lui si voltò e vide una strana ragazza dalla pelle grigia dalla faccia tonda, i codini neri e il sorriso perenne. Scattò immediatamente sulla difensiva. 
《Chi sei tu!? Cosa vuoi da me!? E come accidenti sai il mio nome!?》
《Che sfortuna, che sfortuna. I sono un’amica che potrebbe darti il modo di vendicarti per i tuoi amici. Qualcuno che potrebbe darti il potere che ti serve per uccidere Midori chan e i suoi amici. Il mio nome è Nana, l'amministratore del sito per Maghi.》

Alla parola “vendicarti” l'altro drizzò le orecchie. 《Amministratore? Aspetta, hai detto di potermi aiutare? Davvero tu puoi farlo?》
L'altra sorrise sinistra. 《Ma certo. Ascolta, ti interesserebbe… diventare un mago?》

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Capitolo 9
*** Imboscata ***


La mattina dopo, Loki stava passeggiando per i corridoi della sua scuola durante la pausa. Aveva bisogno di rilassarsi un po'. In quei giorni lui e i suoi amici avevano fatto grandi sforzi per informare i loro alleati su come attuare il piano e ne erano usciti esausti. Erano pur sempre esseri umani!
Solo che la sua quiete era disturbata, perché sentiva qualsiasi genere di borbottii lì, molti dei quali riguardavano lui, come se la gente non avesse niente di meglio da fare.

《Ecco che arriva l'effemminato…》 Ridacchiava un gruppetto di ragazzi del terzo anno, fissando i suoi capelli in particolare.
《Ma perché si concerà così? Sarà un hobby?》
《Che schifo.》 Commentò un altro.

Il rosso passò avanti a testa alta, con un leggero sorriso in volto. Non gli importava niente di tutti loro. Lui sapeva quale fosse il vero simbolo di quei capelli e questo era tutto ciò che gli importava.
E poi, lui era un mago, cosa che loro non erano, e prendeva parte ad avvenimenti che avrebbero fatto perdere la testa a molti di quegli stupidi, come per esempio Tempest e la Caccia. Ma proprio per questo era doveroso per lui concentrarsi sulla situazione attuale sia sua che dei suoi compagni, dopotutto erano finiti tutti nei guai ora. 

Avevano iniziato una specie di rivolta e si stavano opponendo a qualcosa di cui non conoscevano neanche il vero potere, ma anche con questa consapevolezza non poteva smettere di pensare al modo perfetto per far stare zitte quelle bocche.
Sorrise in un modo quasi minaccioso. Dopotutto, gli ci voleva un po' di normalità. Erano giorni che lui e gli altri si preoccupavano di potenziali disastri e di Midori, che stava entrando nella metà del secondo mese della sua gravidanza, che per fortuna procedeva senza intoppi, con grnade gioia di tutti. 

E quale modo migliore per risollevare la sua giornata se non uno scherzo in grande stile? Certo, gli sarebbe servito un po' di materiale e molta pazienza, ma quello che avrebbe riservato loro sarebbe stato una burla perfetta che avrebbe ricordato a tutti che non era una buona idea farlo arrabbiare.
Ovviamente, avrebbe fatto prima ad utilizzare il suo Stick, magari facendo scoppiare un piccolo incendio e spaventando a morte tutti, ma aveva utilizzato già troppo i suoi poteri in quei giorni. Non voleva sprecare ulteriormente la sua vita solo per sistemare degli stupidi.

Però, un attimo dopo, qualcuno gli afferrò con forza la treccia, tirandogliela con ancor più energia e facendolo fermare con un grugnito di dolore, mentre una risata maschile e derisoria gli arrivava alle orecchie.
《Di nuovo con questi capelli ridicoli da femminuccia, Totsuka? Quando ti deciderai a capire di essere un ragazzo? Non è che frequentare quelle strambe di Fuyutsuki e Hosuno ti sta influenzando?》 Chiese un ragazzo più grande e più alto, con i capelli scuri tagliati alla moicana e occhi color nocciola.
L'altro mantenne la sua espressione sardonica. 《Oh beh, non saprei. Ma io almeno con le ragazze ci parlo. Tu hai mai avuto la possibilità di conversare con loro? O puoi soltanto immaginare cos'è una ragazza vera?》

L'altro sbarrò gli occhi, colto alla sprovvista, e stava per aggiungere qualcosa, quando le due interessate fecero la loro comparsa, mettendo a tacere quel tipo. Dopotutto, se Loki era temuto da molti per i suoi scherzi, quelle due lo erano per la lingua tagliente e la testa calda. Ma non erano sole quella volta.
Con loro infatti c'era un ragazzo alto e magro come Loki ed altrettanto sorridente, solo che il bel viso dai tratti slanciati e sottili era circondato da delle ribelli onde di capelli tinti di blu cobalto. Il suo nome era Natsuo Sakuta, migliore amico del rosso fin dalla terza media e suo “assistente” nelle varie burle che lui attuava.

《Ciao Loki.》 Salutarono tutti e tre, guardando poi il bullo davanti a loro con uno sguardo tanto intenso da far rabbrividire.
Erano ben consapevoli di tutte le prese in giro e lo scherno a cui il loro amico era soggetto a causa dell'invidia degli altri maschi ed erano pronti a difenderlo con le unghie e con i denti. E lui non poteva che essergliene grato.

Hana e Runa erano compagne di Caccia e grandi amiche, insieme a tutti gli altri membri del branco, ma Natsuo, per quanto non fosse come loro e non potesse essere messo a conoscenza di niente, era sempre stato lì per sostenerlo nonostante tutte le bugie che doveva rifilargli fin da quando era arrivato in quella scuola.
Era stato uno dei pochi maschi a prenderlo in simpatia, scherzando ogni tanto sul fatto che avrebbe dovuto condividere tutte le ragazze che perdevano la testa per lui e aiutandolo a contrastare i continui attacchi dei bulli.

E anche in quella situazione la sola presenza sua e delle due ragazze parve funzionare, dato che quel tipo più grande sbuffò e girò sui tacchi, sibilando 《Continua pure a nasconderti tra le gonne dei tuoi amici. Tanto prima o poi ti troverò da solo e le prenderai, effemminato!》
I quattro lo fissarono con indifferenza, nient'affatto colpiti dalle minacce. Ma dopotutto tre di loro sfidavano un sistema globale in grado di concedere poteri magici e che era coinvolto in una potenziale fine del mondo. Cosa poteva essere un pallone gonfiato qualunque a confronto?

《Non dargli retta, amico mio. È solo geloso perché lui seriamente non sa parlare con le ragazze senza balbettare o fare niente di quello di cui sei capace tu.》
《Confesso che mi dispiacerebbe dargli una lezione una volta o due.》 Commentò Hana, toccando istantaneamente le sue forcine. 

Lei aveva già dei ricordi orribili di quella scuola, infatti la frequentava ormai solo per costruzione data dai suoi genitori, e proprio per questo motivo non voleva che Loki si sentisse allo stesso modo a causa di un tipo insignificante come quello.
Solo che poi le parve di notare qualcosa. Una sorta di ombra che era passata velocissima di fronte alla finestra. 

Subito scattò sull'attenti. Era improbabile che un mago attaccasse la scuola in pieno giorno. Nemmeno i più folli avevano usato lo Stick alla luce del giorno in maniera tanto plateale, ma non si poteva mai sapere.
Inoltre avrebbero potuto essere semplici scherzi della sua mente stanca, visto che in quei giorni era rimasta molto tempo accanto a Midori e ai problemi che il suo stato le stava dando. Non che le fosse dispiaciuto così tanto restare con lei.

Quella ragazza era davvero dolcissima. Era una maga che voleva impegnarsi insieme a tutti loro e le aveva confidato di essere rimasta incinta contro la sua volontà, di essere stata utilizzata come una bambola da quei pazzi e che a quei tempi pregava per la propria morte, ma era davvero felice del piccolo che aveva in grembo e con lei sorrideva sempre, dicendole che avrebbe preferito essere coraggiosa come lei, così da potersi difendere davvero. E dire che molti la evitavano proprio per il suo caratteraccio.

E le lunghe ore passate a chiacchierare con lei potevano averle tolto un po' di sonno, ma quando notò che anche l'albina dagli occhi rossi aveva notato la stessa ombra capì di avere ancora una vista perfetta e che qualcuno sembrava effettivamente spiarli. Si lanciarono uno sguardo d'intesa. Dovevano stare in guardia.
Infatti in quei giorni avevano notato un certo fermento. I maghi sembravano nervosi. I pettegolezzi avevano iniziato a dilagare e allo stesso modo i combattimenti e gli omicidi.

Era chiaro che i loro sospetti stessero in parte attecchendo. E questo era tanto buono quanto pericoloso. Non era infatti escluso che qualcuno li cercasse per ucciderli e metterli a tacere.
Motivo per cui l'albina gettò un occhio dentro la sua borsa, dove, a parte la sua antica bussola d'argento, riposavano altri due Stick.
Una specie di accendino con la lettera greca sigma in maiuscolo e quella che sembrava essere una bacchetta da direttore d'orchestra.

Sapeva quanto poteva essere pericoloso usare più oggetti magici insieme, ma non si fidava ad andare in giro disarmata nei tempi attuali. Sapere che l'avviso e le informazioni su Tempest erano solo fandonie aveva scombussolato tutti e lei non voleva che il suo branco rischiasse di finire preda di qualche idiota troppo zelante.
Ma lei e Hana si rilassarono in fretta. Dopotutto, anche loro volevano un po' di tranquillità a quel punto, unendosi dunque all'animata discussione tra i due ragazzi dagli appariscenti capelli.
E così la giornata trascorse nella classica monotonia scolastica. E pensare che per loro fosse l'unico momento di relativa era quasi ironico. Era quel momento di vita che per loro era rimasto pressappoco normale. E questo li faceva sentire fortunati.

Pensare che le loro compagne non avevano più neanche momenti come quello era decisamente sconfortante. Sarah per esempio aveva dovuto lasciare tutto in America per fuggire dalle persone che l'aveva comprata come schiava, Mayumi non voleva più uscire troppo per paura di rivedere ombre del passato e Midori si era ritrovata a dover gestire condizioni emotive e fisiche imposte al proprio corpo da altri.

Ma le cose sarebbero andate meglio per tutte loro. Insieme ai loro nuovi alleati sarebbero riusciti a scongiurare Tempest e permettere a tutti loro di tornare come prima, più o meno.
Il problema però era l'inquietudine che loro tre stavano provando in quel momento. Si erano accorti che qualcosa non andava. Sembrava che ci fosse un elemento nuovo nella loro scuola. Un elemento pericoloso. 

Era qualcuno che li stava spiando dalle ombre costantemente e questo non aiutava certo a mantenere la calma di fronte a tutti gli altri ragazzi e professori. 
E non potevano smettere di chiedersi chi fosse tanto pazzo da avvicinarsi a tal punto. Sapevano che gli altri maghi non sarebbero rimasti fermi, vista la situazione attuale, ma era come se il loro misterioso osservatore fosse letteralmente a due passi da loro.

Il problema era che anche Natsuo aveva iniziato a notare qualcosa. Loki, Runa e Hana erano tutti stranamente in allerta, come se fossero stati pronti a combattere ad ogni passo, ma ogni volta che provava a chiedere che cosa non andasse, tutti e tre sviavano immediatamente il discorso, facendo finta che fosse tutto normale.
E andò avanti così fino alla sera, quando stava riaccompagnando quei tre a casa dei genitori adottivi del rosso e chiese nuovamente cosa stesse occupando così tanto le loro menti.

《Non è niente Natsuo. Siamo solo stanchi. I professori non ci lasciano stare neanche un attimo.》 Mentì spudoratamente il rosso.
《Già. Abbiamo bisogno di riposo. Tra poco cominceranno le verifiche e noi abbiamo bisogno do rimanere lucidi.》 Gli diede corda Runa.

Il ragazzo si fece sfuggire una risata, convinto dalla serietà dell'albina. Aveva ancora qualche dubbio, perché Loki gli era sembrato troppo teso, ma dopotutto, perché avrebbe dovuto dubitare dei suoi amici?
Infatti, replicò con una delle sue solite battutine, così da alleggerire la situazione. 《Potresti almeno farmi studiare con una di queste bellezze, Loki! Ho bisogno di un aiuto per tutto questo studio e non esco con una ragazza da mesi!》
Il ragazzo ridacchiò, osservando anche il modo in cui Runa era vagamente arrossita nel sentirsi chiamare “bellezza", e rispose 《Temo di non potere amico mio, le due “bellezze" ed io siamo in una sessione complicata. Ma sono sicuro che appena coglieranno il tuo fascino ci sarà una bellissima scia di ragazze pronte ad un appuntamento di studio con te.》

L'altro rise ancora e si avviò verso casa sua, salutando con una mano il suo migliore amico. Solo che appena ebbe svoltato l'angolo, gli altri tre scattarono immediatamente, gli Stick pronti all'uso e i sensi all'erta.
Erano riusciti a mandare avanti la farsa abbastanza per imbrogliare Natsuo, ma sapevano benissimo che la persona che li stava spiando era ancora lì, pronta ad attaccarli.
《Vieni fuori vigliacco! Se vuoi combattere per rubarci gli Stick, fallo da uomo!》 Urlò Hana al vento, il sangue che già scendeva dal suo naso e i capelli sfumati d'argento. 

Immediatamente, quella che sembrava una corrente azzurra arrivò da un angolo, colpendo il punto dove c'era Runa fino a due secondi prima.
Tutti e tre videro una grossa patina di ghiaccio ricoprire istantaneamente tutto quel punto e diramarsi sulla strada.
《Magia di ghiaccio! Questo è uno Stick di alto livello!》 Urlò Loki, preparandosi ad attaccare a sua volta, mentre il simbolo compariva nei suoi occhi e i capelli tornavano dorati.

Un'altra corrente gelata arrivò loro addosso, ma una fiammata del rosso la intercettò subito, facendola liquefare.
La mora saltò, iniziando a prendere a calci i muri per stanare il loro avversario, ma le correnti la costrinsero a spostarsi di scatto, mentre il rosso le intercettava con le sue fiammate. Solo che poi un tremendo senso di vertigine lo colpì.
Si ritrovò in ginocchio senza neanche accorgersene, mentre Runa e Hana si piazzavano davanti a lui per difenderlo, rimettendo poi fiotti di sangue, che gli colavano copiosi anche dalle orecchie e dagli occhi. Il simbolo sul suo polso era già scomparso per due quarti.

Solo che poi vide la battaglia diventava sempre più furiosa. Le sue compagne schivavano le correnti con agilità, poi l'ennesimo attacco colpì in pieno Hana, che si ritrovò bloccata dal collo in giù dentro un blocco di ghiaccio. La mora si dibatteva, ma nemmeno il suo potere le serviva.
Tentò di avvicinarsi a lei per aiutarla, nonostante il dolore e la vista annebbiata, ma poi una morsa gelida lo avvolse. Tentò di scartare verso sinistra, ma si ritrovò bloccato come la sua compagna, con solo la testa e il braccio sinistro liberi.

Ormai era rimasta solo Runa a fronteggiare il loro nemico invisibile, che continuava a creare quel vento gelato, ma lei non si fece cogliere impreparata. Afferrando lo Stick a forma di accendino, lo fece scattare durante l'ennesimo assalto.

I suoi capelli divennero color indaco, nei suoi occhi si riflesse la lettera sigma maiuscola e sentiva il sangue colarle lungo una coscia, mentre l'attacco veniva deviato verso destra dal suo potere.
Le dispiaceva non poter dare una lezione esemplare a quel tipo con il suo vero Stick, ma non poteva permettersi di venire battuta, quindi doveva puntare sulla difesa fino a quando quel verme non sarebbe venuto fuori.

Ma mentre saltava e schiavava, tentando di capire dove fosse il suo aggressore, continuava ad inviare nella sua testa messaggi di aiuto pensando intensamente a Sarah. I suoi poteri telepatici avrebbero dovuto scattare in quel modo e portare lei, Midori e Mayumi in loro soccorso. 
Le dava fastidio venire sopraffatta in quel modo, ma dovevano fare in fretta! Anche lei iniziava a sentire un forte capogiro a causa dell'uso eccessivo della magia che stava facendo. Probabilmente il mago doveva essere un novizio per poter usare tanta volte di seguito lo Stick senza problemi.

Solo che poi una scarica la colpì ai piedi, facendole ingoiare un'imprecazione e bloccandola sul posto e congelandola all'attacco seguente. 《Vieni fuori! Fatti vedere!》 Urlò nuovamente Hana, che ancora tentava di liberarsi. 
E fu in quel momento che un ragazzo alto come Loki dagli spettinati capelli neri ancora sfumati di celeste e soddisfatti occhi blu uscì da dietro un muro.
Stringeva un ventaglio blu e celeste in mano e nelle sue iridi dalla pupilla lunga si rifletteva un simbolo a forma di stella rovesciata, mentre il sangue gli colava ancora dalle labbra, al momento piegate in un sorriso soddisfatto.

《TU!?》 Urlò Hana, riconoscendo immediatamente Subaru, il verme che aveva violentato e messo incinta Midori.
L'altro rise. Un suono basso e fastidioso alle orecchie dei tre. 《Esatto, proprio io. Possiedo uno Stick come voi adesso. Sorpresa!》

《Come accidenti è possibile!? Tu non sei un ragazzo disperato! Sei solo un verme che abusa di persone innocenti!》
《Eh, è qui che ti sbagli. Una di quelle persone di cui parli ha ucciso i miei amici. Quindi, si merita lo stesso trattamento. È per questo che ho ricevuto i miei poteri e ho stretto un accordo con Nana.》

《Nana? Sei un alleato degli amministratori!?》
《Esatto. Lei mi ha detto tutto di ognuno di voi e mi ha concesso i miei poteri e la vendetta che volevo in cambio delle vostre teste. Voi sarete i primi, ma state tranquilli. Farò visita anche alle vostre amichette.》 Disse, avvicinando il suo ventaglio a Loki. 

Solo che un raggio verde lo costrinse a spostarsi,  mentre Midori, Mayumi e Sarah saltavano fuori dal nulla, mettendosi davanti a loro, mentre la prima sfoggiava un'espressione davvero furibonda. 
Fino ad allora, per tutti lei e la parola “spaventosa" non si erano mai accoppiate, ma in quel momento, con i capelli verdi, il sangue che le colava dagli occhi e i lineamenti contratti per la rabbia faceva paura.
《Subaru.》 Sibilò l'albina con aria inferocita. I suoi occhiali ricominciavano a lanciare bagliori verdissimi.

L'altro sogghignò di rimando. Quella era la sua occasione. Avrebbe ammazzato quella maledetta e si sarebbe sbarazzato di tutti i suoi compagni in un colpo solo!
《Midori. Non sai che piacere rivederti fin da ora. Mi hai risparmiato la fatica del venirti a cercare. Io e te abbiamo ancora un conto in sospeso.》
《Si! Ma non credere di passarla liscia! Non sarò io a perdere! Se vuoi i miei amici, dovrai passare sul mio cadavere!》
《Non aspettavo altro.》 Disse lui, mentre il simbolo tornava a brillare.

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Capitolo 10
*** Ira traboccante ***


Midori continuava a fissare Subaru con odio. Tra tutte le persone che esistevano al mondo, com'era possibile che proprio lui avesse ricevuto uno Stick!?
Quando la mente di Sarah aveva recepito un SOS da parte di Runa, loro due e Mayumi erano subito scattate sull'attenti.

La loro leader non chiedeva mai aiuto, né si sbilanciava mai, neanche quando la sua vita era in pericolo, quindi una richiesta di soccorso da parte sua poteva significare solo grossi guai.
Ma non avrebbe mai pensato di ritrovarsi davanti l'essere che aveva causato tutta la sua disperazione, che per di più aveva intenzioni molto ostili, era diventato un mago e si era alleato con gli amministratori!

Il destino certe volte era seriamente crudele. E mentre osservava il ghigno sardonico di quel pazzo, desiderò ridurlo ad un blocco di marmo e liberarsene una volta per tutte!
Solo che il movimento del suo ventaglio la mise in allarme. Si scansò per un soffio, evitando il flusso congelante, ma questo le costò una certa fatica. 
La sua gravidanza era arrivata solo al secondo mese, ma l'uso della magia aveva indebolito in parte il suo fisico e ora tutto il suo corpo risentiva di più dei sintomi dati dalla sua condizione. Ma strinse i denti. 

Quel mostro non poteva passarla liscia un'altra volta! Era stato lui a ridurla così! Aveva rovinato con la sua follia una delle cose più belle della sua vita. Stava per diventare mamma, ma non per sua volontà e il bambino era di un ragazzo che odiava con tutte le sue forze!

Gettò rapidamente un'occhiata ai suoi amici. Loki, Hana e Runa erano bloccati nel ghiaccio di Subaru e Sarah e Mayumi stavano provando a liberarli, anche se con scarso successo. Perciò, doveva distrarre quel pazzo e prendere tempo.

Si avvicinò a lui, il sangue colava lento dai suoi occhi e gli occhiali erano in posizione sul suo naso. L'altro ghignò.
《Non ti pare ironico? Entrambi genitori ed entrambi maghi a causa di quella cosa che ti cresce dentro.》
《No. Non mi pare ironico. Mi disgusta solo pensare che mio figlio sia stato concepito da un mostro come te.》 Replicò con freddezza lei.

《Ohhh. Quanto sei cattiva.》 La canzonò lui.
《Stai zitto! Arrenditi subito se non vuoi diventare un blocco di marmo!》

《Il problema è che non posso. Sai, Nana mi ha detto che potrò tenere lo Stick solo se le porterò le vostre teste. E soprattutto tu hai ammazzato i miei amici! Mi accusi di essere un pazzo, ma tu sei un’assassina!》
《Non sarebbe successo niente se voi non mi aveste ridotta in quel modo solo per soddisfare le vostre perversioni! Io sono incinta solo per colpa tua!》

Un'altra onda congelante la mancò per un pelo e Subaru sbuffò. 《Sei codarda come la serpe che sei, sempre pronta ad incolpare e mai ad ammettere. Ma tranquilla, tra non molto sarai solo una meravigliosa scultura di ghiaccio.》
I suoi capelli tornarono azzurro ghiaccio e la stella rovesciata brillò nei suoi occhi, mentre l'aria di riempiva di cristalli gelati. 
Questi volarono a tutta velocità verso la giovane, diventando sempre più grandi, ma lei fece una cosa molto semplice. Fissò dritto negli occhi di Subaru e un raggio verde partì verso di lui.
Il ragazzo si spostò per un soffio, ma il suo attacco venne annullato. Solo che Midori continuò a puntare i suoi occhi verso di lui e ad usare lo Stick. I suoi capelli erano totalmente verdi e il simbolo di fiori brillava più che mai.

Una voce nella sua testa per la prima volta le urlava “Fallo a pezzi! Fallo a pezzi! Fallo a pezzi! Fallo a pezzi!”. 
Il vero problema era che lui era molto veloce ed era superiore a lei in quanto alla forza fisica, e soprattutto lui non era in gravidanza! Il problema, però, era che proprio per questo era costretta a schivare sempre più rapidamente.

I raggi dei suoi occhiali continuavano a sfiorare Subaru, ma non riuscivano a pietrificarlo! E la magia metteva troppo sotto stress il suo organismo, dunque avrebbe dovuto limitare gli sforzi nel suo stato, ma non poteva assolutamente permettere di essere colpita da quelle onde glaciali.

Il ragazzo se ne accorse e sorrise in maniera vagamente spiritata. 《Continua pure a scappare come un topo! Tanto non mi sfuggirai! Ti congelerò fino a ridurti in briciole!》
Il suo ventaglio continuava a causare venti gelati, creando lentamente un enorme uragano gelido che travolse gli altri sei ragazzi.
Tutti videro uno strato di brina comparire su pelle, ciglia e capelli, mentre la morsa gelata si stringeva ancora di più su Loki, Hana e Runa. Avevano tutti e tre le labbra violacee e le palpebre pesanti. 
Le loro amiche non erano riuscite a spaccare il ghiaccio neanche con tubi di ferro e il rosso non riusciva ad usare il suo Stick senza sentire tutto il corpo urlare per il dolore. E anche Midori ormai non poteva più tenere quel ritmo di combattimento.

Era ancora furibonda con Subaru, era stato lui a ridurla così, ma aveva il fiatone e sentì il suo corpo fiaccarsi.
Sarah se ne accorse e capì che dovevano fare presto o sarebbero tutti morti congelati. 
《Mayu! Usa il tuo Stick! Fai smettere questa tempesta! Midori non resisterà a lungo e rischiamo tutti l'ipotermia!》 Urlò, tentando di sorpassare l'ululato della tempesta.
《Non posso con tutto questo rumore! Se non mi sente, non servirà a niente!》

Sotto di loro, Hana e gli altri due sentivano una orribile sensazione che stava scacciando in parte il torpore dell'assideramento. Quella di essere impotenti. Tutti loro l'avevano già provata nella loro vita e non era stato bello. Affatto. era stata quella sensazione a portarli al diventare maghi. Soprattutto per la mora.

Stava osservando Midori, una ragazza con cui aveva incredibilmente instaurato un'amicizia solida, combattere e rischiare la sua vita per lei e i suoi compagni.
Solo un istante di troppo, un movimento sbagliato, e forse quella ragazza tanto gentile e coraggiosa, che portava addirittura in grembo un bambino ed era intenzionata a crescerlo, sarebbe morta. Morta come il suo fiore di ciliegio.

Osservava i lunghissimi capelli della giovane danzare tra i venti congelati e non potevano che ricordarle i suoi, altrettanto lunghi, ma di uno scintillante oro. 
E anche loro danzavano. Lo avevano fatto fino all'ultimo secondo, fino a che erano svaniti con lei oltre quello stramaledetto tetto!

La sua Sakura, sempre tanto timida, allegra e dolce, se n'era andata a causa di gente come quell'idiota che stava ridendo come un matto mentre usava lo Stick a più non posso, sputando nel contempo sangue a fiotti.
Almeno anche lui sarebbe andato all’altro mondo con lei, fu il pensiero amaro che sentì nella sua mente stanca. Ma poi qualcosa impedì al sonno di vincere. 

Midori era corsa da loro, strappando lo Stick di Loki dal suo braccio e attivandolo, mentre il sangue scendeva più veloce dai suoi occhi, esattamente come il fuoco dalle sue mani.
Un forte calore iniziò ad irradiarsi attorno a lei e tutti gli altri mentre le fiamme li avvolgevano, strappandoli dal loro torpore. Vide anche che il ghiaccio stava lentamente diventando acqua e che lei, Mayumi, Loki, Sarah e Runa stavano riprendendo conoscenza e sensibilità. Ma poi un'onda di capelli verdi catturò la sua attenzione.

Midori era davanti a loro, il fuoco che sgorgava dai suoi palmi come il sangue dai suoi occhi mentre creava una sorta di muro di fuoco per difenderli. Li stava salvando, proprio lei che avrebbe dovuto essere protetta!
《Loro sono i miei preziosi amici! Sono gli unici ad avermi voluta sul serio dopo che mia madre si è disfatta di me! Non te li lascerò toccare!》 La sentì urlare. Faceva fatica, ma non cedeva.
《E allora, se l'amicizia per te è così importante, perché hai ucciso i miei amici!? Dimmelo ipocrita!》 Replicò Subaru d'altra parte della parete di fuoco.

《Non volevo! Ti ho detto che non volevo! Desideravo solo proteggere mio figlio e me!》 Replicò lei, mentre la magia di entrambi si disperdeva.
Gli occhi verdi e arrossati dell'albina erano puntati in quelli blu e crudeli dell'avversario.

《Sei solo un mostro! Un mostro che uccide i non maghi solo per divertimento!》 
《Non è vero!》

《Tra tutti qui… l'unico ipocrita sei tu. Ti fingi l'eroe dal doloroso passato e credi che quello che fai sia giusto, ma è stata colpa tua fin dal principio.》 Mormorò Runa, stringendo la bussola nella mano.
《Come!?》 Chiese lui in un sibilo.
《Ha ragione. Se tu non avessi… tormentato Midori così crudelmente, niente di tutto ciò sarebbe successo!》 Rincarò la dose Hana.

Il corvino mosse nuovamente il ventaglio nella loro direzione, pronto a congelarle ancora, ma una fiammata lo sciolse all'istante.
L'albina guardò il simbolo dentro il suo polso. Una parte considerevole era scomparsa, ma aveva ancora moltissima vita da usare. 

E infatti, soffiò una vampata come se fosse un drago, sciogliendo il ghiaccio, e usò di nuovo i suoi occhiali. Anche stavolta, il ragazzo si spostò, evitando per miracolo il fuoco, ma essendo stato colto di sorpresa il polpaccio e il piede vennero pietrificati e lui, rallentato da quel peso, vide Hana piombargli addosso insieme a Runa e Mayumi.

Queste lo presero a pugni con foga, ma quando lui tentò di difendersi, l'albina dagli occhi rossi tirò fuori la sua bussola. Quell'imboscata gliel’avrebbe fatta pagare molto cara!
Il numero zero si rifletté nelle sue iridi, mentre i capelli tornavano indaco e il sangue scendeva tra le sue gambe. L'ago dello Stick ruotò velocissimo e onde di energia blu travolsero tutto.
Per un attimo, tutti i presenti sentirono una morsa di terribile tristezza. Qualcosa che riportava ricordi infelici e faceva lacrimare. Ma fu solo un attimo, poiché le onde si concentrarono immediatamente su Subaru. 

Il ragazzo si accasciò a terra, quella profonda ed inspiegabile tristezza gli stava dilaniando il petto e dei grandi lacrimoni scendevano copiosi dai suoi occhi. 
《Che… che accidenti…!?》 disse singhiozzando.
《Il mio Stick può alterare e ingigantire le emozioni altri a mio piacimento, risvegliare ricordi che lasciano il segno, fargli capire cosa provano quelli come noi. Suppongo non ti piaccia sentire la tristezza e l'angoscia che Midori ha provato a causa tua.》 Gli disse Runa, la voce impregnata di gelido sarcasmo.

E a quel punto, vedendolo così pateticamente steso in ginocchio, nessuno di loro si diede più un freno. Si accanirono su di lui con violenza inaudita, persino Sarah. Erano tutti furiosi con quel tipo.
Aveva violentato e aggredito Midori, portandola sull'orlo del baratro, aveva teso una trappola ad alcuni di loro, si era alleato con gli amministratori e aveva tentato di ucciderli!
Volavano calci, pugni, schiaffi, botte di ogni tipo. E loro si sentivano bene per questo. Era quasi rilassante addirittura. E grazie al potere di Runa, lui era incapace di reagire. Era da codardi, ma ne avevano tutti bisogno.

Alla fine, Loki gli rifilò un pugno in faccia che gli fece cadere il ventaglio e Hana un calcio dritto in mezzo alle gambe che gli fece vedere le stelle.
《Questo è per quello che hai fatto a noi. E questo…》 gliene rifilò un altro paio. 《È per quello che ha passato Midori.》
《Direi che hai peccato di presunzione quando hai pensato di poterci battere tutti quanti da solo. La tua magia è potente, ma non quanto le nostre se sono unite.》 Gli disse Mayumi, per poi fare spazio all'albina dagli occhi verdi.

Lei, nel vedere il suo incubo ridotto ad un ammasso dolorante, piangente e tumefatto, per un istante ne ebbe pietà. Era una persona come lei, qualcuno che era stato gettato via alla nascita dai suoi veri genitori e che forse era diventato così solo per difendersi. Ma poi le tornò in mente il coltello e la cicatrice che ora le ornava lo stomaco. Il suo bambino era lì dentro e lui aveva provato ad ucciderlo. E questo non era perdonabile.

《Avresti dovuto evitare di farti coinvolgere Subaru. Io non volevo nemmeno vederti, figurati vendicarmi. In altre circostanze forse non sarebbe finita così.》 Disse, mentre il simbolo di fiori tornava.
Solo che lui ringhiò nuovamente e riprese il ventaglio, scatenando l'ennesima onda gelata. Ma stavolta l'albina non esitò, rivolgendo lo sguardo verso di lui.

La luce verde dei suoi occhiali si schiantò contro l'onda gelata. Le due forze sembravano equivalere ed entrambi iniziavano a sentire un forte senso di nausea.
Ma fu a quel punto che Sarah afferrò un sasso, tirandolo verso la mano di Subaru a sorpresa. Questo spostò il ventaglio di poco e la luce verde cancellò ogni cosa.
Dopo che andò via, al posto del folle c'era solo una statua di marmo dell'espressione indefinibile. Midori crollò in ginocchio per la fatica di fronte alla scultura, che venne prontamente sbriciolata dalla super forza di Hana.

《Sei stata bravissima.》 Fu quello che le disse.
《Davvero?》 Chiese lei, crollando esausta. non poteva ancora credere che fosse finita sul serio.

《Davvero.》 Risposero gli altri in coro, prima che Sarah raccogliesse il ventaglio e glielo porgesse.
《Questo è tuo adesso. Il tuo primo trofeo di caccia. Complimenti!》

La ragazza lo prese con gioia. Aveva ucciso per averlo, forse era una persona spregevole, ma non se ne preoccupava molto. Sentiva che in quel momento, circondata dai suoi amici e senza più Subaru a tormentarla, un peso era svanito dal suo cuore.

Solo che da lontano, Nana li osservava col suo sorriso perenne. 《Che sfortuna, che sfortuna. Dovremo cavarcela da soli a quanto pare. Hihihi》

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Capitolo 11
*** Cacciatori e prede ***


Un ragazzo sui quindici anni molto alto e dai voluminosi capelli neri stava correndo a perdifiato per le strade di Roma. Erano ore che non si riposava e ormai era arrivato vicino al Colosseo a furia di fuggire. 
Fu costretto a fermarsi per la mancanza di fiato, ma il suo cuore non smetteva di battere per il terrore. Era dovuto fuggire dalla sua casa e aveva corso senza fermarsi per oltre tredici chilometri, ma sapeva di non essere in salvo. Aveva un brutto presentimento infatti.

Si mosse circospetto intorno al monumento illuminato dalla luna. L'aria frizzante gli pungeva la pelle sudata. In mano reggeva in maniera spasmodica una torcia elettrica di colore oro intenso e con un simbolo a forma di T sul manico.

Quello era uno Stick ricevuto un anno prima da uno strano sito per Maghi. Era stata la sua ancora di salvezza. L'aveva aiutato a vendicarsi della donna che aveva sottratto suo padre a lui e a sua madre, ma poi erano sorte delle domande. Soprattutto sull'evento chiamato Tempest di cui parlava il sito.
Cos'era davvero quel fenomeno? Perché consegnare quegli Stick ai ragazzi? Cosa era tutta quella storia della Caccia? Perché i maghi dovevano uccidersi a vicenda per sopravvivere? Sarebbero riusciti a cavarsela?

Queste domande erano rimaste nel suo cervello per settimane. Lo sterminio intero dell'umanità era previsto tra poco più di due mesi e lui non sapeva proprio cosa pensare, esattamente come tutti gli altri.
Almeno non finché un'altra maga del Giappone, Runa Fuyutsuki, gli aveva fornito delle informazioni e gli aveva chiesto di combattere insieme al suo branco contro gli amministratori del sito, quelli che avevamo iniziato tutta quella faccenda, e scoprire la verità.

Ma appena aveva accettato, era dovuto fuggire immediatamente perché qualcuno lo aveva attaccato. Era piombato in casa sua, uccidendo sua madre senza pietà e aveva quasi staccato la testa anche a lui. Era per questo che si trovava lì ora. 

Solo che non potè pensarci oltre. Un fruscio lo aveva fatto scattare di colpo. Era lievissimo, ma comunque c'era. 
Il suo cuore batteva all'impazzata, la paura lo divorava. Non voleva morire! 
Ma una figura bianca e grigia, dal corpo in carne e femminile, con una maschera okame e lunghissimi capelli neri apparve davanti a lui prima che potesse anche solo fuggire o attivare lo Stick.

《Oh oh oh. Che sfortuna, che sfortuna. Tu devi morire ormai ~.》 Disse ridacchiante, tirando fuori una lunghissima spada e muovendola veloce.
Lui non riuscì nemmeno ad urlare. Il suo stomaco tagliato in due spillò un grosso zampillo sangue su tutta la parete del Colosseo. Il rosso coprì il bianco ed i graffiti, mentre il ragazzo crollava a terra con il cuore ormai fermo.

《Due dei ribelli sono morti ormai. Questo è buono. Oh oh oh ~.》 Disse, gettando accanto a lui il corpo abbronzato e freddo di una giovane donna di origini arabe dal volto sfigurato da lunghi tagli. I capelli erano rappresi per il sangue secco che li impregnava e anche lei aveva un grosso squarcio sull'addome. Ma non erano gli unici.

In Austria, proprio in quel momento, dentro una gigantesca ed elegante villa di campagna, un ragazzo biondo con gli occhiali stava fuggendo in maniera sconclusionata, tentando di non inciampare sui mobili e sui corpi riversi per terra.
Ancora non poteva credere che tutto quel disastro stesse capitando davvero! 

Era successo tutto in un secondo. Suo padre era via per l'ennesimo viaggio di lavoro e lui era rimasto solo nella casa coi domestici, come sempre, facendo ricerche sul sito per maghi, di cui ormai faceva parte da due anni, per una sua nuova alleata, Runa Fuyutsuki.
Lei lo aveva contrattato e gli aveva chiesto di cercare delle informazioni sul sito e su Tempest, offrendo in cambio l'aiuto del suo branco.

Solo che non c'era niente! Niente di niente! Aveva cercato ovunque, ma nessuna notizia lo aveva aiutato. Ci si era scervellato per ore senza mai venirne a capo, però poi aveva sentito qualcosa.
Urla. Urla agghiaccianti provenienti dal piano di sotto. E appena era sceso, scosso da un brutto presentimento, era rimasto pietrificato. I domestici giacevano tutti riversi in pozze rosse che sporcavano il pavimento e i preziosi tappeti, i petti perforati e gli occhi spalancati e ricolmi di paura.

Sopra di loro, una imponente figura vestita da suora e come volto il grugno da maiale lo guardava in modo agghiacciante.
《Sei tu il prossimo.》 Disse semplicemente, prima di scattargli contro, iniziando quella corsa forsennata. Non aveva avuto il tempo di pensarci, solo di fuggire.
I suoi poteri erano pronti all’uso, il simbolo della croce celtica illuminava i suoi occhi terrorizzati, mentre dai guanti che indossava si propagavano delle onde telecinetiche che spostavano disperatamente oggetti e corpi alla rinfusa da lanciare contro l'amministratore e permettergli di fuggire. 

Non poteva neanche dispiacersi per i suoi vecchi domestici e la balia. Doveva solo correre, correre, correre!
Era quasi giunto alla soglia della villa, non sentiva neanche più i passi dell'amministratore dietro di lui, si sarebbe salvato! Doveva solo fuggire più veloce.

Ma le sue speranze si spezzarono appena un braccio gli trapassò velocissimo schiena e torace, aggiungendo il suo sangue a quello che già imbrattava il pavimento e facendolo cadere a terra, mentre l'ultimo lampo di speranza si spegneva insieme alla vita nei suoi sorpresi occhi azzurri.

La figura nera e grigia lasciò cadere il cadavere del mago, togliendogli accuratamente i suoi guanti. 《Morto.》 disse soltanto.
Ma lui non era l'unico ad essere ormai quello stato. In Francia, un amministratore simile ad una donna vestita in tailleur e la testa completamente bendata come quella di una mummia si stava allontanando silenziosamente dai cadaveri martoriati di due ragazze.

La prima, dai capelli biondi platinati, aveva il petto costellato da molteplici coltelli, mentre l'altra, la più piccola dai lunghissimi capelli rossi, aveva il volto sfondato da una grossa ascia.
Il loro sangue scarlatto bagnava il suolo del vicolo in cui erano state spinte e lambiva i tacchi dell'amministratore, calmissimo di fronte a quello scempio.
《Gli Stick sono stati recuperati. Il nostro Re sarà soddisfatto, Ichi.》 Disse con voce meccanica, portando via una strana bottiglia e un cellulare a conchiglia ricoperti di sangue.
《Bene.》 Disse la voce fredda del sopracitato nelle sue orecchie e in quelle di tutti gli altri amministratori.

《Continuate l'epurazione. Quei ragazzi sono inutili per la nostra causa. La loro energia non è necessaria, dunque eliminateli. Non deve restare nemmeno uno di quei ribelli.》
《Ricevuto.》 Risposero tutte le altre diciassette voci in coro, ricominciando a camminare, pensando alla prossima vittima.

Dopotutto, quei ragazzi non valevano niente. Uno in più o uno in meno non faceva nessuna differenza. Erano solo poveri sciocchi che servivano ad accumulare energia. Non si sarebbero nemmeno disturbati a donare loro gli Stick se non fossero serviti al piano del re.
Solo che adesso si era creato un fastidioso gruppo ribelle. Ragazzi fin troppo intelligenti che avevano iniziato ad insinuare il dubbio negli altri maghi e di conseguenza ad ostacolare i loro piani. E per questo non ne doveva restare neanche uno in vita. 

E in Cina questo ordine stava venendo eseguito. Una ragazzina di circa dodici anni, bassa e dal corpo paffuto e i lunghissimi capelli neri si stava arrampicando velocissima sui muri della città proibita. 
Aveva il respiro stanco e pesante e aveva una bruciatura sanguinante sulla spalla. I brividi febbrili la scuotevano da capo a piedi, ma non poteva smettere di scappare. Sapeva che non avrebbe avuto scampo in quel caso.

L'amministratore le stava alle calcagna, lo poteva sentire. Ma lei non aveva fatto niente di male! Tutto quello che voleva erano semplicemente delle risposte! Voleva solo sapere cosa fosse Tempest! Tutto quello che sperava era di poter sopravvivere a quel disastro!
Ma a quanto pareva era proprio questo il punto e adesso il terrore non smetteva di divorarla.

Ricordava ancora quando quel coso era apparso nel suo rifugio, una specie di ragazza bianca e grigia col fisico in carne con due lunghe trecce e una maschera da oni, e le aveva lanciato contro quella strana fiammata viola urlandole di andare all'altro mondo.
Il colpo l'aveva a malapena sfiorata, ma un dolore così orribile l'avrebbe perseguitata fino alla sua morte, ne era sicura. E adesso il suo creatore la stava inseguendo!

Spinta da quella stessa paura, usò senza pensarci lo Stick, quel pendolo da rabdomante che le pendeva dal dito, facendo comparire il simbolo della I nei suoi occhi insieme alle sue fedeli illusioni.
Erano sei copie di lei, precise identiche in tutto e completamente ai suoi ordini. E quello che disse di fare fu solo di fuggire, fuggire più lontano possibile.
Le esche, allora, corsero tutte di diverse direzioni, scivolando nella notte nonostante le ferite e saltando da un tetto all'altro.

Ma poi una svanì. E dopodiché la seconda, la terza, la quarta. E mentre lo percepiva coi suoi poteri, il suo cuore batteva sempre più forte per il terrore. Troppo forte addirittura. Ma a lei andava bene così! Voleva sentirlo pulsare di vita!
Solo che l'ultima delle sue illusioni svanì e un sibilo risuono nell'aria. Lei si spostò appena in tempo per evitare che un'altra fiammata viola la colpisse in pieno.
Il fuoco attaccò immediatamente il legno sotto di lei, divorandolo rapidamente e facendo comparire l'amministratore che l’aveva attaccata.

《STUPIDA RAGAZZINA! FATTI AMMAZZARE!》 Urlò quello con furia.
《Non ho intenzione di farlo! Io voglio vivere!》 Ribatté lei.

《SEI UNA RIBELLE ALLEATA DI RUNA FUYUTSUKI! NON RESTERAI IMPUNITA PER QUESTO!》 Rispose l'amministratore, lasciandole contro fiammate a raffica, mentre lei creava sempre più copie ed illusioni possibile col pendolo. Sentiva il simbolo della vita impresso sul suo collo scomparire lentamente, ma non avrebbe lasciato che quel mostro la facesse a pezzi!

Scattò rapidamente verso il tetto poco distante, creando l’ennesima immagine attorno al suo nemico, un mondo distorto e fluttuante, simile ad un caleidoscopio. Era certa che lo avrebbe distratto. 
Doveva solo bloccarlo per un tempo sufficiente che le facesse trovare un nascondiglio e chiedere aiuto ai ragazzi con cui si era alleata.
Solo che il fuoco viola la sfiorò ancora, incenerendo all'istante i suoi capelli e facendola voltare, gli occhi neri ricolmi di disperazione.

《TU DEVI MORIRE!》 Urlò di nuovo.
E la fiammata che lanciò in seguito ridusse in cenere una casa intera, lasciandone solo macerie. E mentre il fuoco la scottava, lambendo il suo corpo con un innaturale appetito, l'unica cosa che riuscì a fare fu urlare.
《AIUTOOOO!》 Urlò con tutta l'aria che aveva nei polmoni, poco prima che le fiamme la avvolgessero con il loro lugubre colore e iniziassero a divorare furiose anche lei. La pelle, la carne, il sangue e le lacrime svanirono in mezzo a quella pira maledetta fino a che non rimase altro che cenere. 

E in mezzo ad essa, della ragazzina non era rimasto niente. In poco tempo, lei era scomparsa, lasciando indietro sul terreno solo un abito ormai lacero ed annerito e il pendolo spezzato, ma il suo urlo non era svanito nel nulla.
Aveva viaggiato rapidissimo, come un'onda, accompagnato da altre richieste di aiuto. Quelle di ogni mago che stava venendo braccato o ucciso da un amministratore. E tutti avevano un solo obiettivo: la mente di chi li aveva contattati, quella di Sarah.

Lei era tornata nel container degli strumenti musicali insieme a tutti i suoi amici ed era intenta ad ascoltare il suono del pianoforte della sua migliore amica.
Le sue dita correvano sui tasti con eleganza, generando una melodia gentile, qualcosa che stava creando una pace meravigliosa. Dopo lo scontro con Subaru e il conseguente dispendio di vita ed energia, avevano bisogno di riprendersi. 

Ma questa tranquillità fu spezzata appena l'americana si piegò in avanti con un urlo di dolore.
Il sangue scese rapidissimo dalla sua fronte, mentre i capelli tornavano celesti e il simbolo dei gemelli scintillava nei suoi occhi, portando con se una scarica di pensieri non suoi davvero enorme.
Erano una catasta di pensieri fatti di urla, paura, angoscia e sangue che si accavallavano ed interrompevano bruscamente mentre le coscienze dei loro creatori svanivano una dopo l'altra, portando solo altre immagini ricolme di sangue e dolore che scivolavano lentamente nel buio.

Vedeva chiaramente in quei ricordi le figure degli amministratori dare la caccia ai quei poveretti in ogni parte del mondo e ucciderli uno dopo l'altro.
《NO! Basta! Vi prego, basta!》 Urlò a sua volta, mentre quelle immagini si susseguivano sempre più in fretta.
《Che succede!? Cosa hai visto, Sarah?》 Chiese Mayumi preoccupata, correndole vicino insieme a tutti gli altri.

《Gli amministratori. Stanno… stanno dando la caccia ai maghi. Li… li stanno eliminando uno dopo l'altro.》 Disse, prima di piegarsi di nuovo in due quando percepiva la mente di una ragazza inglese spegnersi.
Gli altri si scambiarono occhiate sconvolte.

《Hanno scoperto il piano!?》 Chiese Midori allarmata. 
《Si. E… non c'è modo per batterli.》 Rispose a fatica Sarah, facendo scendere un'aura lugubre in tutta la stanza.

Gli amministratori erano più pericolosi di quanto pensassero e non erano umani, questo lo sapevano, ma non avrebbero mai immaginato che si sarebbero spinti a tanto.
E guardare l'americana contorcersi in preda al dolore di tutte quelle vittime dimostrava soltanto che non avevano più tempo per riflettere o cercare ulteriori informazioni su Tempest. 
Ogni secondo che passava, un altro dei loro alleati, un ragazzo innocente, veniva ucciso senza pietà da quei mostri.

《Non possiamo far nulla. Tutti quanti… fuggite!》 Urlò infatti l'americana con i suoi poteri mentali, spingendo il più possibile il suo messaggio a tutti i maghi che riuscisse a raggiungere.
Molte teste si riempirono con quei pensieri e quelle atroci immagini, scattando di colpo e colmandosi di paura, mentre i loro proprietari stringevano i loro Stick inconsciamente ed iniziavano tutti a cercare un rifugio. 

Scappavano in ogni luogo possibile, tentando di trovare un luogo sicuro e salvarsi dalla morte che aveva colto i loro compagni.
Ma Runa sapeva che non sarebbe servito a niente. Se gli amministratori avevano trovato gli altri, avrebbero individuato anche loro in poco tempo. Ma lei non poteva permetterlo.
Se voleva difendere il suo branco ed impedire che altri maghi, inclusi loro, morissero per nulla, era il momento di entrare sul serio in azione.

E se fino ad allora aveva pensato di tenere un profilo basso, per evitare che Midori e gli altri venissero inutilmente feriti, quello che quei mostri avevano fatto l'aveva convinta che fosse ora di passare alle maniere forti.
Ma sapeva che non sarebbe servito a niente se fossero rimasti in quel nascondiglio. Dovevano trovare anche loro un posto diverso dove rifugiarsi.

《Dobbiamo andarcene da qui.》 Disse infatti col suo solito tono serio e pratico ai suoi amici, ancora piuttosto sconvolti per quello che gli aveva rivelato Sarah . 《Prendete tutti gli Stick che potete e…》
Un rumore proveniente dall'entrata del container la costrinse a stare zitta, mentre tutti si voltavano da quella parte, mentre un brutto presentimento aleggiava nell'aria.

La porta cigolò in maniera sinistra e sembrò improvvisamente accartocciarsi e andare in mille pezzi, rivelando una figura bassa, grigia e nera, i capelli raccolti in due codini e un sorriso largo ed inquietante stampato in faccia.
《Che sfortuna, che sfortuna. Ciao ragazzi. Preparatevi alla morte ~.》 Disse Nana, puntandogli contro le sue dita, facendo incastrare un proiettile invisibile nella parete dietro di loro.  

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Capitolo 12
*** Rischiare la vita ***


Midori, Runa e il resto del Branco stavano fissando Nana con un misto di terrore e sorpresa. Erano stati scoperti! Non avevano idea di come avessero fatto, ma li amministratori li avevano scoperti! E questp era terribile!

Sarah poteva ancora sentire le menti di sempre più maghi spegnersi in urla di aiuto e dolore, mentre la paura colorava ancora di più i suoi occhi e quelli dei suoi amici.
Ed era proprio questo shock a tenere la situazione in stallo, in un costante scambio di sguardi con l'amministratore, ma sapevano che non sarebbe durato molto.

La figura nera e grigia sembrava pronta a colpire in qualsiasi momento, come loro, ma erano in una chiara posizione di svantaggio. Avevano ovviamente capito che le sue abilità erano molto pericolose e lei non consumava nemmeno la propria vita usando quei poteri, a differenza loro. 
Quindi la loro sopravvivenza avrebbe puntato tutta su chi avrebbe colpito più velocemente. E quella a farlo fu Hana. 

Utilizzando il suo Stick, spinse sulle gambe con tutta la sua forza e avventandosi su Nana con furia e ad una velocità spaventosa. Ma lei aveva in serbo un'altra sorpresa. 
Il pugno, che avrebbe dovuto sfondarle la faccia e lasciarla riversa a terra, le passò attraverso come se fosse stata fatta di aria, lasciando la mora scoperta e se possibile ancora più sorpresa di prima.
E per questo non fece in tempo a ritirarsi ed evitare un attacco, venendo colpita dritta alla spalla e sul fianco. Un dolore terribile la travolse, mentre sentiva la carne e le ossa lacerarsi brutalmente e restare vuote grazie al passaggio dei proiettili.

Riuscì a malapena a rimettersi nuovamente accanto ai suoi amici, premendosi la parte lesa col braccio sano. Non aveva mai subito un colpo simile in tutta la sua vita come maga. Come poteva qualcuno possedere un potere simile!? Come potevano loro contrastarlo!?

Lei crollò a terra, cercando di restare cosciente, e i suoi amici sentirono la risata di Nana e la paura li colmò tutti in un modo che non sentivano da quando erano diventati maghi. Ora capivano come avevano fatto ad uccidere tutti quei maghi.
Loro Erano solo degli umani e, per quanto possedessero poteri magici, ne avevano ancora tutte le debolezze, loro erano stati per di più colti alla sprovvista, quindi non avevano avuto tempo per reagire. Nessuno avrebbe potuto attivare uno Stick in tempo e questo voleva dire che erano spacciati. E non erano nemmeno sicuri che avrebbe funzionato.

Non era come una battaglia contro altri maghi, in cui tutti Dovevano stare attenti a non sprecare la loro vita e tutti rimanevano pur sempre umani. Dell'amministratore era più forte di qualsiasi avversario avessero mai visto e questo era terribile!
Non solo moltissimi ragazzi innocenti erano morti solo perché non volevano essere delle pedine in mano a quei mostri e molti altri stavano tutt'ora morendo in ogni angolo del mondo, ma loro stavano per andare a fargli compagnia!

E l'amministratore doveva saperlo, perché puntò nuovamente gli indici contro di loro. 
《Addio ragazzi ~. È stato un piacere conoscervi hihihi.》 Disse ridacchiando.

I proiettili partirono a raffica dalla punta delle sue dita e sollevarono un enorme polverone al momento dell'impatto, mandando a terra strumenti musicali ridotti in pezzi e creando un rumore tremendo, seguito da dei tonfi sordi, segno che quei ribelli erano stati uccisi.
La figura nera e grigia continuò a ridacchiare, osservando la collezione di Stick che quei sei ragazzi avevano creato. Era notevole, quindi anche loro dovevano essere molto dotati nella Caccia.

《Che tristezza che tristezza. Uccidere questi giovani sventurati così, dopo tutti gli sforzi che ho fatto per renderli maghi. Che tristezza.》 Commentò col suo solito tono ridente.
Solo che poi si rese conto di una cosa. Non c'erano state grida quando aveva sparato e, se li avesse davvero fatti fuori, avrebbe dovuto esserci un lago di sangue a terra. Eppure regnava il silenzio e non c'era tutto il rosso che si aspettava.

Infatti, un attimo dopo, una fiammata la mancò di poco, diradando il polverone. E a quel punto fu Nana a ricevere una sorpresa, perché davanti a lei c'erano i sette maghi, praticamente incolumi, circondati da una barriera luminosa che aveva evidentemente bloccato il suo attacco.
E in prima fila, sotto gli occhi dei suoi amici, si ergeva Sarah, i capelli celesti, il sangue che colava e il simbolo della svastica riflesso negli occhi, mentre reggeva in mano uno Stick a forma di penna.
Dopo l'imboscata che avevano subito Loki, Hana e Runa, aveva iniziato a portarsene uno di scorta per ogni evenienza e in quel momento era proprio quello che serviva.

L'americana ricambiò lo sguardo che l'amministratore le stava lanciando con un pizzico di sfida, ma il perenne sorriso non svanì dal suo volto.
《Fortunata, fortunata. Ma non per molto.》 Disse infatti lei, sempre con quell'inquietante sorriso. 

Dalle sue dita cominciarono a ripartire velocissimi i proiettili, seguiti da degli strani raggi ancor più distruttivi e per quanto la barriera reggesse, Sarah notò che il simbolo sulla sua mano stava svanendo sempre più rapidamente. Il sangue dalla sua fronte scendeva copioso e il respiro si era fatto sempre più pesante.
Quel potere era terribile e Nana continuava a sorridere in maniera inquietante mentre osservava quella ragazzina consumare la sua vita. Occuparsi di quei ragazzini era seriamente una seccatura, ma era meglio non far arrabbiare Ichi e il re. 

Nessuno dei due era conosciuto per il buon carattere e lei non voleva ancor più scocciature di cui occuparsi. Che se le prendessero quegli altri cani dei suoi “Colleghi".
Intanto i maghi, dentro la barriera, stavano assistendo impotenti ai costanti attacchi. Hana continuava a premere la mano sulla spalla lesa, tentando di fermare l'emorragia, mentre Midori la bendava alla meglio con un lembo di stoffa, mentre gli altri avevano ancora il fiatone per la fuga, ma la più preoccupata era Mayumi. 

Sarah continuava ad usare lo Stick, consumando la sua vita e, nonostante lei la stesse implorando di smetterla, si rifiutava di ascoltarla. E quella preoccupazione, quel terrore di perdere la sua migliore amica, era l'unica emozione che sperava di non dover mai provare.

Da quando si erano incontrate, lei aveva sempre tentato di tenerla al sicuro, di evitare che consumasse con la magia il tempo che le rimaneva, perché lei era diversa. Era speciale.
Non era come lei o Runa, che non avevano esitato a vendicarsi violentemente su quei dannati che avevano rovinato le loro vite. 
Anzi, nonostante fosse triste, nonostante fosse stata costretta a scappare prima dal suo continente in maniera illegale e poi da quel mostro che l'aveva comprata al mercato di schiavi in cui era finita, rimanendo senza niente, era rimasta la ragazza gentile che era un tempo.

Era ancora ingenua e dolce come pochi. L'aveva persino aiutata a smettere di covare una rabbia cieca verso tutto e tutti e lei quindi non avrebbe lasciato che morisse per difendere loro.
《Smettila subito di usare lo Stick!》 Le impose quindi col suo potere, mentre il simbolo di cuori si rifletteva nei suoi occhi.
Quelli dell'americana si sgranarono di colpo, mentre le sue dita si muovevano di propria iniziativa e contro la sua volontà, staccandosi dalla penna e facendola tornare normale, mentre la barriera protettiva svaniva nel nulla. E allora si scatenò l'inferno.

Nana non aveva smesso un solo minuto di sparare e quella incessante pioggia di proiettili invisibili si abbatté su di loro appena lo schermo era svanito. I colpi volavano ovunque, creando un rumore tremendo, sfondando le pareti del container e tagliando la palle dei sei ragazzi. 

E Sarah sarebbe stata molto probabilmente ridotta ad un colabrodo se Runa non le si fosse buttata addosso, facendole evitare per miracolo i colpi e rimediando nuovi tagli e lacerazioni scarlatte.
Questo paralizzò la bionda per lo shock. Cosa aveva fatto?! Come aveva potuto rimuovere volontariamente la loro unica protezione e mettere tutti in pericolo!?

《Mayumi, ma che cosa hai fatto!?》 Urlò Midori, mentre nascondeva se stessa ed Hana dietro il pianoforte. Non aveva neanche avuto il tempo di tentare l'uso dei suoi occhiali, come tutti gli altri del resto, e adesso stava cercando di fermare il sangue che scendeva dalla spalla e dal fianco della mora, ormai pallida come un cencio.

Tutto si era fatto appannato e sentiva il respiro affannoso, il sangue che usciva a fiotti e la paura che le rodeva le viscere. Vedeva l’albina su di lei mentre cercava disperatamente di aiutarla, ma temeva che il suo bel viso sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe visto.
La bionda, intanto, mentre i suoi amici avevano tutti cercato di mettersi al riparo dai proiettili, non si era mossa. Aveva sentito un dolore fortissimo alla coscia e poi una sensazione calda e bagnata in quel punto, esattamente come sul collo, ma non le importava, anche se l'avevano fatta finire lunga distesa. 

Le parole dell'albina e lo sguardo tradito di Sarah continuavano a balenarle nella mente annebbiata, scacciando il dolore. Non sapeva cosa aveva fatto, non lo sapeva. Aveva agito d'istinto, ma probabilmente aveva fatto la più grande stupidaggine della sua vita! 
Non voleva che Sarah morisse, ma non voleva nemmeno che lo facessero gli altri! Erano anche loro suoi alleati, suoi amici! Lacrime di rabbia e disperazione scesero dai suoi occhi mentre pensava che forse aveva condannato tutti i suoi compagni per la sua stupidità. 

Non avrebbe mai potuto perdonarsi se loro fossero stati uccisi come tutti gli altri a causa sua! Ma questi pensieri e la sua aria spaventata, anche per le sue considerabili ferite, attirarono l'attenzione di Nana.
《Ohhhh. Che sfortuna che sfortuna. Cattivi pensieri? Permettimi di porre fine alla tua miseria.》
La ragazza tentò di ribattere, ma dalla gola le uscì un gorgoglio rachitico. Uno di quei maledetti proiettili aveva ferito il suo collo, intaccando la sua voce e lasciandola incapace di usare i suoi poteri.

E Nana lo sapeva. Per questo era proprio sopra di lei, pronta ad ucciderla. Si sarebbe sbarazzata di lei in poco tempo e sarebbe passata agli altri. Era buono, pensò sorridendo, che quella ragazza fosse stata messa fuori gioco. Il suo potere era davvero troppo pericoloso.
E mentre pensava tutto questo, il suo largo sorriso non era mai sparito, Midori, Runa, Loki e Sarah lo vedevano bene mentre puntava le dita contro il petto di Mayumi.
Quel mostro continuava a sbeffeggiarli. Rideva durante quel combattimento tanto unilaterale, rideva mentre distruggeva quella che per alcuni di loro era stata una casa, rideva mentre cercava di ucciderli. E per questo, non l'avrebbero perdonata.

Loki fece immediatamente un cenno a Runa e Midori, che annuirono, mentre Mayumi faceva del suo meglio per seguirli con la coda dell'occhio. Ormai il suo campo visivo si stava annebbiando, il sangue continuava a scorrere, ma qualcosa le diceva che se la sarebbero cavata. Sapeva che i suoi amici avevano un piano, quei tre ne avevano sempre uno. Sarebbe stata probabilmente una strategia folle e sconsiderata, conoscendo l'albina con gli occhi rossi, ma non aveva altra scelta. Doveva solo aspettare, era sempre così con loro.
Le dita e il sorriso di Nana erano puntati contro la bionda. Era pronta a colpirla e non aveva la minima intenzione di lasciarla scappare, ma la ragazza non si mosse. Rimase ferma fino a quando non si sentì il suono di una tromba. E tutto esplose.

Si esatto, tutto quello che era presente nel container esplose all'istante mentre Loki suonava uno Stick a forma di tromba. Le deflagrazioni costrinsero rapidamente Nana ad allontanarsi, permettendo finalmente ai maghi di riunirsi attorno alla bionda e alla mora per proteggerle, ma l'amministratore non si arrese.
Anzi, ricominciò a sparare quegli strani raggi che sembravano ritorcere tutto quello che toccavano fino a farlo esplodere, ma Midori, che si era spostata dietro di lei, la centrò in pieno con un raggio pietrificante, riducendo il suo braccio sinistro ad un pezzo di marmo, ma questo attacco lasciò lei e Loki scoperti. 

I proiettili deviarono rapidamente, puntando velocissimi verso la ragazza, mirando dritti verso il cuore, ma il rosso fu più veloce di loro, frapponendosi tra le due parti e facendo in modo che sul suo stomaco si aprissero due fori che gli fecero sputare sangue e cadere in ginocchio sotto lo sguardo orripilato delle sue compagne.

Il sangue prese a spandersi sotto di lui, mischiandosi a quello di Hana e degli altri, mentre l'albina dagli occhi verdi tentava nuovamente di pietrificare il loro nemico senza successo.
E a quel punto, Runa ne ebbe abbastanza. Quella maledetta aveva quasi ucciso i suoi amici e i suoi colleghi avevano fatto a pezzi innumerevoli compagni e per questo l'avrebbero pagata molto cara! 
Correndo a tutta velocità dritta verso Nana, tirò fuori dalla manica la bacchetta da compositore. La sua freddezza era sempre sul suo viso, ma nei suoi occhi, che ora recavano il simbolo di quadri, bruciava solo sete di vendetta. La gente l'aveva sempre considerata spaventosa per il suo aspetto, ma in quel momento era seriamente terrificante.

Puntò lo Stick con furia verso l'amministratore, spedendola con furia verso la parete con un'onda d'urto davvero tremenda e poi tirò fuori la sua bussola. 
Un'onda verde di assoluto rilassamento travolse tutto, lasciando i presenti, Nana inclusa, in uno strano stato di sonnolenta immobilità che scacciò per un attimo la paura e il dolore dello scontro.
La ragazza portò accanto a se i suoi compagni, mantenendo ancora attiva la sua magia, e li osservò. Midori e Sarah, per fortuna, sembravano quasi illese, ma Hana, Loki e Mayumi erano un'altra storia. 
Il sangue scendeva ancora ed incrostava i loro vestiti e, nonostante stessero ancora respirando, erano incoscienti e respiravano troppo piano. Stavano per morire, avevano bisogno di urgenti cure mediche, doveva portarli via. 

Frugando tra i vestiti di Mayumi, tirò fuori lo Stick a forma di spilla. Tra poco se ne sarebbero per sempre andati da quel posto. Guardò un'ultima volta Nana.
Avrebbe voluto farla a pezzi lì ed ora, ma non aveva tempo. Osservò di sfuggita il suo emblema e la situazione non era buona. Più della metà era svanita nel nulla. Ma, nonostante questo e la fatica che stava facendo, arrivò ugualmente l'altro Stick.

Mentre nei suoi occhi appariva il simbolo del triangolo, l'occhio le cadde su Nana. Aveva un gran voglia di tagliarla in due, ma aveva altre priorità in quel momento. La magia della bussola stava svanendo, quindi doveva sbrigarsi.
《La prossima volta andrà diversamente.》 Sussurrò, mentre attivava la spilla.
La solita luce avvolse tutto come al solito, facendo mancare a tutti il terreno sotto i piedi mentre la ragazza dirigeva via i suoi amici.
E appena la luce passò, Nana si risvegliò del tutto, vedendo che ormai attorno a lei c'era solo un container distrutto.《Ahhhhh. Che sfortuna, che sfortuna. Sarà per la prossima volta, ragazzi miei.》 Ridacchiò.

Nell'ospedale della città, intanto, un'infermiera stava passeggiando per i corridoi con fare nervoso. In quei giorni stavano continuando ad arrivare molti ragazzi in condizioni gravissime e tutti i dottori e gli infermieri erano oberati di lavoro.
Sembrava che fossero stati attaccati da qualcuno, ma c'era qualcosa di strano, perché i loro corpi erano ridotti in maniera pietosa ed era un miracolo se qualcuno era arrivato vivo, ma nessuno di loro ce l'aveva fatta. E il peggio era che nessuno dei dottori o dei poliziotti aveva idea di cosa fosse capitato.

Non si erano mai visti dei segni e delle ferite tanto brutali, per di più non su corpi di ragazzini. Gli agenti stavano addirittura pensando a qualcosa come una cellula terroristica.
Solo che la donna venne distratta da una intensa luce che aveva invaso la hall, facendole lanciare un urlo di sorpresa, mentre sei ragazzi le comparivano letteralmente davanti.
Tre di loro, due ragazze dai capelli biondi e un ragazzo dai lunghissimi capelli rossi, stavano riversi sanguinanti sul pavimento, mentre le altre tre, due ragazze albine e un'americana, avevano tutte un'espressione stravolta.

Avevano vari tagli sanguinanti ovunque, ma i tre svenuti avevano degli evidenti fori di proiettile sul corpo ed erano pallidissimi.
《Ma cosa…?》
《Non c'è tempo per le spiegazioni! Ci servono delle barelle! Immediatamente!》 Disse Midori con urgenza.

《Siamo stati aggrediti da un pazzo armato di pistola. Loro sono stati colpiti! Abbiamo bisogno di aiuto!》 Disse Runa, inventando quella storiella sul momento e sperando di essere abbastanza convincente.
《La prego.》 Concluse Sarah con gli occhi lucidi.

La donna era ancora più confusa di prima, ma chiamò immediatamente dei medici. Quei ragazzi avevano urgente bisogno di aiuto chirurgico o non ce l'avrebbero fatta. Infatti furono subito intubati e portati in sala operatoria.

Altri medici provarono a visitare anche le loro amiche, specie l'albina più alta, visto il suo evidente stato di gravidanza, ma tutte loro si erano rifiutate, implorandoli di aiutare gli altri.
Ma la loro situazione non era buona. Nelle sale operatorie i chirurghi stavano facendo del loro meglio, ma qualcosa non quadrava. Quei ragazzi avevano delle ferite da arma da fuoco, ma non c'erano proiettili da estrarre e per di più i loro sistemi erano davvero impressionanti.
Erano deperiti e consumati come se fossero stati quelli di un trio di ottantenni non di teenager. Ma non avevano tempo. Quei ragazzi erano sospesi tra la vita e la morte, dovevano fare presto o non ce l'avrebbero fatta.

La meno grave era la mora, che non era stata colpita in nessun punto vitale, ma il suo omero era fratturato ed era stata necessaria una trasfusione massiccia, ma per fortuna non era più in pericolo. Erano gli altri due il vero problema. 

La ragazza era stata molto fortunata, il colpo l'aveva solo sfiorata, evitando la carotide e altre vene o arterie importanti, ma aveva comunque lacerato il collo e sarebbe stato necessario suturare. 
Mentre il ragazzo era quello messo peggio. I proiettili non avevano trapassato anche la schiena per fortuna, ma comunque era in pericolo.
E questo stava facendo disperare Midori, Sarah e Runa, che erano fuori dalle sale operatorie con il cuore in gola. Non potevano credere a tutto quello che era successo, quello scenario era tra i più brutti a cui avrebbero potuto pensare. Nel giro di tre ore avevano perso tantissimi alleati e Loki, Hana e Mayumi erano sul punto di seguirli. 

Gli amministratori li avevano ovviamente presi di mira. Li avevano individuati e ora stavano provando ad eliminarli uno per uno. E questo era ancora peggio della Caccia! Quei tipi erano mostri, non persone.
《Che cosa possiamo fare adesso? Non abbiamo una base, abbiamo perso i nostri compagni e la maggior parte degli Stick.》 Disse l'americana con fare sconsolato.
《Dovremmo aspettare che le acque si calmino almeno un po' e che i nostri amici stiano meglio. Se continuiamo a combattere in questo modo le nostre vite si consumeranno del tutto.》 Disse Midori, accarezzandosi la pancia. 

In quel momento, tutto le sembrava perduto. Già non era per niente sicura di portare avanti la gravidanza due mesi prima, quando non era ancora una maga, quando non aveva gli amministratori alle calcagna, quando ancora era normale, ma ora era pure peggio.
Rischiava di perdere tutti i suoi amici, quelli che in soli due mesi erano diventati tutto il suo mondo, la sua famiglia e non voleva che sparissero. Non voleva rimanere da sola un'altra volta. E Sarah si sentiva allo stesso modo.

Era stata una stupida. Come al solito era rimasta al riparo mentre tutti gli altri combattevano. Tutti rischiavano, lei invece era rimasta protetta. Aveva sentito i proiettili colpire, gli altri urlare e il sangue scorrere e per quanto avesse tentato di proteggerli, non era servita a niente.
E Runa stava osservando pensierosa lei sue amiche. Entrambe erano provate, lo vedeva, e questo le faceva solo venire più voglia di ammazzare Nana. La sua serietà era sempre sul suo viso, ma i suoi pensieri erano in tempesta. 

La sua vita stava rapidamente diminuendo con tutte quelle lotte, ma non poteva lasciare che i ragazzi che lei stessa aveva trovato e reclutato nel suo branco morissero. Aveva una responsabilità nei loro confronti, ma aveva deluso tutti e si era sentita in quel modo solo un'altra volta, quando aveva assistito al triste spettacolo della sua famiglia che andava in pezzi. Si era promessa che una cosa del genere non le sarebbe più accaduta, che avrebbe utilizzato tutti i suoi poteri per impedirlo.
Ma ormai tutti loro erano diventati i principali bersagli degli amministratori. Questo significava che le sarebbe servito tutto l'aiuto possibile per combattere.  Era dunque arrivato il momento di andare a prendere l'ultimo membro del gruppo, quello che ormai mancava da oltre due mesi.

Infatti, si alzò, prendendo in mano lo Stick spilla. 《Io devo andare.》
Le altre due scattarono in piedi. 《Andare? Andare dove!?》

《Devo andare a riprendere Dimitri, il nostro ultimo compagno.》

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Capitolo 13
*** Asso di picche ***


Midori e Sarah stavano fissando Runa come se le fosse spuntata una seconda testa.
《Stai scherzando?》 Chiese l'albina dagli occhi verdi. Non aveva la minima idea di chi fosse Dimitri, ma quello non le sembrava proprio il momento migliore per andarsene chissà dove.
《No. Ora che siamo nel mirino degli amministratori, lui che è il settimo membro del nostro branco sarà sicuramente attaccato, e potenzialmente ucciso, molto presto.》

《Però proprio per questo non ti sembra una cattiva idea andare in Russia proprio ora? Ti rendi conto di quanto sia grande!?》 Chiese Sarah.
L'altra non cambiò minimamente espressione, tirando fuori dalla tasca la spilla di Mayumi. L’aveva sottratta, esattamente come tutti gli altri Stick addosso ai suoi amici svenuti, per evitare scomode domande da parte degli infermieri o dalla polizia e adesso era l’occasione perfetta di usarli.

《Sono consapevole delle dimensioni della Russia, ma io so perfettamente dove si trova. Andrò da lui e lo riporterò qui prima che gli amministratori provino ad ucciderlo.》
《Ma ti rendi conto che in sei non siamo riusciti a fare niente contro Nana!? Anche con i poteri di Dimitri non riuscirete a fuggire senza perdere altra vita o venire feriti ulteriormente!》 Sbottò l'americana.

Non voleva che Dimitri morisse, ma non ne poteva più di quella costante lotta impari. Hana, Loki e Mayumi si erano già fatti male e se fosse successo lo stesso a Runa e Midori lei sarebbe rimasta da sola.
Ma la più grande non mollava la presa. Non aveva paura degli amministratori. Erano molto potenti,  era vero, ma non le importava. Dimitri era un loro compagno tanto quanto gli altri e combattere da sola per salvarlo era una scelta che preferiva.

Aveva partecipato alla Caccia in solitaria per anni prima di fondare il branco e spesso partecipava a combattimenti senza nessun aiuto, dunque quella tattica era la più adatta a lei.
Solo che, mentre lei e la ragazza dagli occhi castani discutevano, l'altra albina si era fatta pensierosa. Anche lei era preoccupata, soprattutto perché in molti le avevano detto che era già un miracolo se non aveva avuto un aborto a causa dell'uso della sua magia, ma doveva ammettere che la loro leader aveva ragione.
Erano senza alleati, i loro amici erano stati feriti gravemente, erano stanche e nessuna di loro avrebbe potuto fare niente senza un aiuto, quindi trovare almeno un altro compagno di squadra sarebbe stato davvero ottimo.

E anche lei era stufa di dover scappare e nascondersi. Lo aveva fatto per sedici anni, per di più senza successo, quindi forse era il momento di colpire per primi. Era una codarda, ne era consapevole. Probabilmente senza lo Stick sarebbe rimasta la preda di Subaru per molti altri anni, ma adesso ne aveva abbastanza. 
Aveva capito che Runa avrebbe preferito andare da sola, ormai la conosceva e sapeva quanto la ragazza preferisse la solitudine a volte, ma per sbaglio aveva visto il simbolo sulla sua clavicola. Ne era rimasto meno della metà e questo era molto male.

Le immagini di Hana e Loki che le crollavano davanti a causa delle pallottole di Nana erano ancora troppo fresche nella sua testa per farla rimanere ferma senza fare niente mentre i suoi nuovi amici rischiavano tutto, dunque aveva subito pensato di andare con la loro leader. 
Forse era troppo presuntuoso da parte sua e magari si sarebbe rivelata una precauzione inutile, però sapeva che Runa non avrebbe mai chiesto aiuto, neanche quando ne aveva bisogno, ne si sarebbe mai mostrata esitante davanti a qualcuno, ma la sua vita sarebbe stata in pericolo in ogni caso se fosse andata da sola.

Infatti, interrompendo la discussione tra le se sue amiche, disse 《Runa, se tu vuoi andare ad aiutare Dimitri, io voglio venire con te.》
L'altra aprì un po' di più gli occhi, segno che era sorpresa, ma non disse niente, mentre Sarah sembrò esplodere.

《Che cosa!? Ma che prende a tutte e due!? Come potete andare via proprio ora che…》
L'altra le poggiò una mano sulla spalla. 《Sarah, lo so che hai paura, ma abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile. Se Hana e tutti gli altri non… non si svegliassero, a noi servirebbe un aiuto, altrimenti moriremo tutte e Tempest distruggerà ogni cosa.》

Sarah lanciò ad entrambe un'occhiata supplichevole, ma nessuna delle due sembrava volerla ascoltare. Sarebbero andate lo stesso. Erano entrambe così imprudenti ad andare praticamente nella tana del lupo di loro spontanea volontà.
《Ascolta, non serve preoccuparsi. Noi torneremo tutte intere e porteremo Dimitri qui, così ci potrà aiutare anche lui a catturare o uccidere gli amministratori e appena tutti gli altri si saranno ripresi, la nostra lotta continuerà. Tu, intanto, resta qui e usa i tuoi Stick per difenderti o avvertirci se succedesse qualcosa. Ma vedrai che tutto andrà bene.》 Le disse Runa, con una sfumatura più calda nella voce, qualcosa di molto simile all'affetto.

L'americana le guardò ancora. Midori sorrideva incoraggiante e anche le labbra dell’altra si erano leggermente piegate all'insù. E questo la fece. 
《Va bene. Ma… tornate tutte intere. Vi prego.》
Le due annuirono e la più alta prese la spilla. Non era il caso di far sprecare ulteriore vita alla loro leader. I suoi capelli divennero subito verdi e il simbolo del triangolo apparve nei suoi occhi mentre percepiva il potere.
《Mi raccomando, dopo aver attivato lo Stick, concentrati sul cimitero di Mosca per tutto il viaggio.》 Si raccomandò quest'ultima, mentre la luce iniziava a farle mancare la terra sotto i piedi e tutte e due sparivano.


E intanto, in Russia, più precisamente a Mosca, un sedicenne alto e snello si stagliava contro il candore delle lapidi del Campo santo.
Era il tipo di ragazzo che non passava di certo inosservato. I capelli castani erano molto folti, ma rasati ai lati della testa, dandogli un tocco ribelle. Il viso aveva una pelle chiara e i lineamenti erano regolari e affascinanti, ma la cosa che più colpiva erano i suoi occhi verdi.
Scintillanti, intelligenti e sicuri. Erano soprattutto quelli a creare attorno a lui. un'aura affascinante. All'orecchio destro portava un orecchino a forma del simbolo della vergine, indossava una camicia ripiegata, nonostante il clima rigido, e le gambe lunghe erano fasciate da dei jeans blu.

Tra le mani reggeva un mazzo di fiori e si stava dirigendo verso una tomba in particolare. Su di essa vi era l'immagine sorridente di una ragazza dai lunghissimi capelli castani che gli somigliava davvero tantissimo.
《È passato molto tempo Eva, sorellina. Mi dispiace di non essere venuto a trovarti prima. Ma sai… sono stato un po' occupato ultimamente. Non ci crederesti mai se ti raccontassi tutto quello che è successo da quando tu te ne sei andata.》 Disse, con una nota amara nella voce mentre poggiava il mazzo.

Già. In effetti, dall'anno prima erano cambiate così tante cose. Da quando quel maledetto camion aveva falciato in quel modo la sua sorellina davanti a lui. Sentì di nuovo gli occhi farsi umidi ripensando a quella scena. Era ancora così nitida nei suoi ricordi.
Lui ed Eva stavano passeggiando tra le strade della città come facevano sempre, fino a che non erano arrivati ad un passaggio pedonale. Lei era passata, sempre sorridente, ma poi c'era stato un rumore terribile ed un camion era arrivato sbandando a velocità folle.

Aveva tentato di tirare indietro Eva, ma non l'aveva raggiunta in tempo. E poi aveva visto come a rallentatore la scena seguente. Lei non aveva neanche urlato, era stata solo travolta in pieno e un attimo dopo sotto di lei si allargava una macchia rossa, mentre quel pazzo era corso via col camion.
Non si era mai sentito tanto disperato in tutta la sua vita. In un attimo sua sorella si era spenta e lui non aveva potuto fare niente, se non accasciarsi sull'asfalto e piangere. 

Ma le cose erano cambiate ora, pensò con un sorriso sulle labbra. Da quel giorno maledetto, la sua esistenza aveva subito moltissime svolte.
Per esempio che lui in effetti non abitava ne studiava più lì a Mosca, ci era tornato solo per rivedere un po' i suoi genitori e trascorrere del tempo a parlare con Eva per raccontarle tutto quello che gli era accaduto, sperando che lei potesse ancora sentirlo, in qualche modo, dal luogo in cui ora si trovava. Sapeva che era una cosa stupida, ma in qualche modo gliela faceva sentire più vicina.

Dopo la sua morte e il suo funerale, non aveva potuto smettere di pensare quanto casa sua sembrasse vuota e silenziosa senza le sue risa e le sue marachelle, perciò aveva chiesto il trasferimento in Giappone, dove aveva fatto di tutto per andare avanti, per ricominciare a vivere, ma non ci era mai riuscito. 
Sembrava che con Eva fosse morta anche la sua voglia di mettersi alla prova e di continuare a vivere normalmente. Niente lo stuzzicava, continuava solo a rivedere nella sua testa l'immagine di lei che veniva travolta, ancora e ancora, fino a che una stranissima figura era apparsa sullo schermo del suo telefono.

Era una specie di bambina grigia e nera con un inquietante sorriso che lavorava per un certo “sito per Maghi” che gli aveva detto che, a causa della sua sfortuna, gli sarebbe stato consegnato uno “Stick" in grado di concedergli poteri magici e la vendetta che desiderava, facendolo diventare un mago.
Lì per lì non ci aveva prestato attenzione, pensando che fossero tutte idiozie, ma la mattina dopo, nella cassetta della posta, aveva trovato l'oggetto che adesso gonfiava la sua tasca con tanto di istruzioni provenienti dal sito per maghi e, dopo averlo provato, aveva capito che era tutto vero, per quanto incredibile quella storia potesse essere.

《Sai Eva, ho anche fatto qualcosa per te. Ho spedito all'inferno quel pazzo. Quello che ti ha portata via.》 Disse, uscendo per un attimo dal suo flusso di pensieri. 
Sfilò uno strano oggetto della tasca con le dita mentre lo diceva. Era una specie di bambolina di stoffa bruna, simili a quelle usate nei riti voodoo, con due perle nere per gli occhi e un piccolo cuore rosso sul suo petto.

Era grazie a quello Stick che aveva ottenuto un potere che non pensava potesse esistere e si era potuto vendicare, in effetti. Aveva trovato quel pazzo che aveva ucciso sua sorella, un ubriacone senza speranza e con un aspetto vomitevole.
Non si ricordava niente di quella storia. Non ricordava di aver ucciso sua sorella e, chissà, tante altre persone innocenti. Aveva solo chiesto di riavere indietro la sua bottiglia. E questo aveva fatto esplodere la sua rabbia.

Si era goduto ogni istante del dolore che gli aveva inflitto, ascoltando con delizia le sue urla e le sue preghiere confuse mentre gli trafiggeva il petto senza nemmeno toccarlo. Aveva adorato quel momento fino a quando lui non aveva smesso di respirare e lui se ne era andato, lasciandolo semplicemente riverso sul ciglio della strada.
Quella scena gli provocava ancora una certa adrenalina, ma gli provocava anche un senso di tristezza. Aveva ottenuto la sua vendetta e un potere incredibile, ma Eva non sarebbe tornata. Di lei sarebbe rimasto solo il ricordo.

《Spero che almeno la sua morte ti faccia dormire più serena, sorellina.》 Disse, accarezzando la pietra bianca della lapide. 
《Ma sai… non è andato tutto male da quando tu non ci sei più. Ho conosciuto delle persone… degli amici, credo, e ora combattiamo tutti insieme. Sono tutti come me e anche parecchio eccentrici. Sono sicuro che tu li avresti adorati.》

In effetti, poco tempo dopo aver fatto fuori quel pazzo, era stato contattato da una strana ragazza dai capelli bianchi, Runa Fuyutsuki, e il suo gruppo di maghi. Erano stati loro a spiegargli come funzionavano il sito per maghi e la Caccia, raccontandogli anche dell'avvento di Tempest e del pericolo che comportava, offrendogli un posto tra le loro fila per scampare alla morte quasi certa a cui quella catastrofe lo avrebbe portato. 

Quando gli avevano raccontato quella storia e gli avevano chiesto di unirsi a loro, era abbastanza sicuro che in una qualsiasi altra situazione le avrebbe riso in faccia. Insomma, chi avrebbe potuto credere ad una cosa simile!?

Ma poi, dopo aver ascoltato Runa e letto l'avviso sul sito, si era fatto convincere, incedibile ma vero. E da quel giorno era passato dall'essere un normale liceale all'essere un guerriero che combatteva contro i propri simili quasi ogni notte. Ma recentemente era successo qualcosa di strano. 
Erano state segnalate in tutto il mondo le morti di almeno una trentina di ragazzi, tutti uccisi in circostanze misteriose e tutti erano in un'età coinvolta tra i tredici e i diciassette anni. Inoltre, qualcosa gli suggeriva che ci fosse qualcosa sotto e che il suo branco ne fosse coinvolto. 

Per questo, temendo che quelli scalmanati avessero combinato qualcosa di molto grosso, aveva prenotato un volo diretto per il Giappone. Era andato lì solo per salutare sua sorella un’altra volta. 
Ma poi, sentì qualcosa. Percepiva che qualcuno lo fissava, distraendolo dai suoi pensieri, ed era qualcuno di estremamente pericoloso, poteva capirlo.
Si guardò intorno in modo circospetto. Sembrava esserci solo lui in tutto il cimitero, il che non era una novità. Solo che il silenzio era diverso dalle altre volte. Aveva un che di oleoso, era un silenzio che precedeva l'arrivo del pericilo.

E ne ebbe conferma quando un sibilo veloce lo fece abbassare in maniera istintiva, vedendo poi un lunghissimo coltello si era conficcato nella lapide a pochi centimetri dalla sua testa.
《Ma che cosa…!?》 Esclamò, scattando in piedi e portando la mano allo Stick, guardandosi nuovamente attorno guardingo.
E un attimo dopo, due figure bianche e grigie fecero la loro comparsa. Una aveva una tenuta da ginnasta, delle lunghissime trecce e una specie di maschera da Oni, mentre l'altra portava un tailleur, era piuttosto alta e la sua testa era bendata come quella di una mummia.

Entrambi somigliavano fin troppo alla figura che gli aveva consegnato lo Stick e questo gli stava mettendo addosso una buona dose di panico, nonostante cercasse di nasconderlo.
《DIMITRI NIKOLAI! SEI STATO TROVATO COLPEVOLE DI ESSERE COMPLICE DEI RIBELLI CHE SI OPPONGONO AL RE!》 Urlò il primo.
《E di conseguenza complice diretto di Runa Fuyutsuki. E per questo meriti di essere punito.》 Concluse l'altra.

Il ragazzo non fece neanche in tempo a capire cosa stesse succedendo, che già quei due avevano iniziato ad attaccare. Armi da taglio di ogni tipo emersero  dalle mani di quella con la testa bendata, dirigendosi a tutta velocità verso di lui.
Il russo era pronto a scappare, ma di colpo un raggio verde scese dal cielo e i coltelli diventarono innocui pezzi di pietra. E un attimo dopo, due ragazze albine apparvero da nulla e atterrarono davanti a Dimitri. 

La prima era Runa, la leader del branco a cui lui stesso si era unito, ma l'altra non la conosceva. Era molto graziosa, abbastanza alta, dolci occhi verdi coperti da degli occhiali e con dei lunghissimi capelli bianchi che le coprivano la schiena. Inoltre, la sua pancia recava un bizzarro rigonfiamento che di sicuro non era dato dai chili di troppo.
《Ciao Dimitri.》 Si limitò a salutarlo la prima albina, mentre anche lei tirava fuori la sua bussola d'argento, mettendosi in posizione di guardia insieme alla sua compagna. 《Abbiamo molto di cui parlare.》

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Capitolo 14
*** Salvataggio ***


Runa, Midori e Dimitri stavano correndo come forsennati per le viuzze di Mosca, mentre sentivano di avere alle costole quelle creature. Li stavano inseguendo da quando erano usciti dal cimitero senza mollarli un attimo. E il ragazzo era ancora più confuso. 

Lui non stava facendo niente, se non una visita alla tomba di sua sorella, e poi di colpo erano saltati fuori quei due tizi, apparentemente amministratori del sito per maghi, che lo volevano ammazzare per non si sa quale motivo e poi veniva trascinato senza una precisa ragione in una corsa a perdifiato dalla leader del suo branco e da una tipa sconosciuta e apparentemente incinta.
Runa gli aveva semplicemente detto che il suo nome era Midori, che anche lei era una maga e che era entrata nel branco da qualche mese, prima di trascinare tutti e due in quella corsa forsennata.
E intanto quei due mostri stavano continuando ad inseguirli, lanciandogli contro armi da taglio di ogni tipo e fiammate viola senza sosta.

《Runa! Potresti spiegare adesso!?》 Disse lui, evitando per un pelo un'ascia.
《Semplicemente, abbiamo fatto arrabbiare parecchio gli amministratori cercando di scoprire il segreto di Tempest, visto che abbiamo capito che le informazioni sul sito sono solo bugie, e abbiamo coinvolto molti altri maghi in questo piano per smascherare tutto, ma adesso loro vogliono tutti farci fuori esattamente come hanno fatto con quasi tutti loro.》 Rispose fredda come sempre lei. 

L'altro sollevò un sopracciglio, accelerando il passo. In poche parole, lei, Loki, Hana, Sarah e Mayumi avevano combinato quel disastro e avevano trascinato dentro anche lui, mettendolo sulla lista nera di quei mostri assetati di sangue!

Ma in quel momento non aveva il tempo di lamentarsi. Se si fosse distratto, ci avrebbe rimesso le penne. Ma d'altra parte, non era lui quello più in difficoltà, essendo anche il più alto. Era la ragazza incinta.
Il suo corpo era pesante ed impacciato, il seno le faceva male e aveva il fiato corto. Le sembrava che ogni passo fosse sempre più duro da compiere, ma non poteva assolutamente fermarsi. Era indietro rispetto ai suoi compagni e per questo gli amministratori stavano mirando a lei!

Si spostò per un pelo, evitando una fiammata violacea, ma non avrebbe retto per molto. Runa e Dimitri correvano con un'agilità invidiabile, mentre lei non reggeva quel ritmo. 
Gli altri due ragazzi se ne accorsero in tempo e la presero per i polsi, aiutandola ad accelerare il ritmo, mentre tutti e due cercavano un'idea per scappare e rimanere tutti interi.

《FERMATEVI!》 Urlò di colpo l'amministratore con la maschera da Oni, mentre lui e la sua compagna continuavano a lanciare tutto quello che avevano, ma ovviamente nessuno di loro gli diede retta.
I tre maghi rapidissimi nei vicoli che conducevano alle strade principali, correndo nuovamente a perdifiato fino a ritrovarsi proprio di fronte alle guglie del palazzo della Piazza Rossa, la piazza principale di Mosca. 

Dimitri digrignò i denti quando vide dove erano stati spinti. Era uno spazio troppo aperto. Non avrebbero mai trovato un riparo dagli attacchi degli amministratori lì e non sarebbero mai stati abbastanza veloci per rifugiarsi tra i muri della cattedrale di San Basilio. Erano in trappola!

Vide che gli amministratori erano a pochi metri da loro ed istintivamente tirò fuori la sua bambola voodoo. I suoi poteri avevano un punto debole davvero grosso, ma non avrebbe mai lasciato che quei cosi lo uccidessero, avrebbe venduto cara la pelle!
E Runa doveva aver esattamente la stessa cosa, perché tirò fuori la sua bussola e la bacchetta per compositore, mettendosi al suo fianco in posizione di attacco.

Non poteva permettersi di morire proprio in quel momento o lasciare che quei mostri ammazzassero Midori e Dimitri. Aveva già perso abbastanza compagni e tempo a causa loro.
Sia lei che il russo scattarono verso i loro nemici, mentre i capelli della ragazza si tingevano d'indaco e nei suoi occhi comparve il simbolo di quadri. Le onde d'urto della bacchetta partirono veloci verso i due, ma vennero annullate dalle fiamme viola di quello con le trecce.

La sua alleata immediatamente scagliò i suoi coltelli e le sue lame verso di loro, ma entrambi li evitarono per un pelo, iniziando un mortale incontro di tiro al bersaglio.
Intanto, l'altra albina li osservava da lontano, maledicendo la sua incapacità. Nella condizione in cui era non sarebbe mai riuscita a battersi con gli amministratori ad armi pari e il potere del suo Stick avrebbe potuto mancarli o pietrificare uno dei suoi compagni, svelando la sua posizione.

In poche parole, non poteva non fare assolutamente niente! La vita di Runa era già poca e non era sicura su quanta ancora ne avesse Dimitri, quindi, se non fossero morti per mano degli amministratori, avrebbero finito per consumare tutto il tempo che gli rimaneva di propria mano.

Ma poi si ricordò di un particolare importantissimo. La spilla! Quella dava il potere del teletrasporto ed era proprio lì, appuntata alla sua camicia. Doveva solo aspettare il momento giusto e avrebbe potuto salvare tutti e tre senza rischiare un'altra volta che ci rimettessero la pelle.

Intanto, Dimitri e Runa stavano ancora lottando. Una fiammata viola aveva strinato leggermente i capelli della ragazza, ma lei mantenne la sua solita freddezza, nonostante capisse il loro chiaro svantaggio. E il suo compagno non era messo meglio. 
Non avrebbe mai pensato che potessero esistere simili mostri, per di più dotati di tali capacità, ma comunque un ghigno gli ornava le labbra. Aveva ancora un asso nella manica e forse con quello avrebbe potuto coglierli alla sprovvista.

Appena l'ennesima valanga di coltelli gli arrivò contro, lui la evitò per un pelo e ne afferrò uno, poggiandoci sopra la sua bambola voodoo. Oh si, avrebbe fatto una bella sorpresa a quei due.
Immediatamente, i suoi capelli diventarono verde acqua, mentre negli occhi dalla pupilla ormai lunga apparve il simbolo di picche. Dal suo ombelico scese un rivoletto di sangue e lui strinse ancora di più la presa sulla bambola contro l'arma.

Subito dopo, l'amministratore con la testa bendata sentì come una fortissima pressione su busto e gambe, come se delle enormi dita la stessero stritolando senza pietà.
《Ma… ma cosa…!?》
《Sorpresa? La mia magia mi permette di far accadere agli altri tutto ciò che faccio alla mia bambola, voi inclusi a quanto pare.》 Disse Dimitri, sempre con un ghigno ben stampato in viso, mentre Runa scattava velocissima verso quello con la maschera da Oni approfittando della distrazione.

Le sue onde d'urto lo scaraventarono via e il ragazzo, muovendo rapidissimo il braccio, fece in modo che la sua alleata gli venisse lanciata addosso con foga. Eppure niente sembrò servire, perché quei due si alzarono in piedi un attimo dopo.
Entrambi osservarono sia loro che Midori. Quei ragazzi erano estremamente pericolosi. Non erano sotto la loro giurisdizione, quindi non conoscevano bene i poteri completi dei loro Stick, ma sapevano di doverli assolutamente uccidere. 

Avevano ricevuto da Ichi e dal re questo ordine tassativo per sradicare la ribellione a cui avevano dato inizio e avrebbero dato fondo ai loro poteri pur di compiere la loro missione.
Immediatamente, le fiamme viola divamparono come tentacoli verso di loro, cogliendoli di sorpresa e avvolgendoli in una specie di anello fiammeggiante che guizzava senza sosta.
Runa provò ad usare nuovamente la bacchetta per spazzarle via, ma le fiamme diventavano sempre più alte e più vicine, impedendo loro qualsiasi movimento e bloccando il tentativo del Russo di utilizzare di nuovo i suoi poteri. E quello era il momento peggiore!

Entrambi sentivano il tremendo calore scottarli e l'aria cominciare a mancare anche senza fumo. E quasi per prenderli in giro, l'amministratore con la testa bendata passò attraverso i guizzi violacei come se niente fosse, mentre tra le sue mani appariva un grosso mitragliatore.

《È il momento di dirci addio.》 Disse con la sua solita voce macchinosa e prendendo la mira.
《Non direi!》 Urlò di colpo Midori, comparendo a mezz'aria, esattamente sopra Runa e Dimitri, e cogliendo di sorpresa l'amministratore.

La ragazza osservò i due sotto di lei per un rapidissimo secondo e tirò mentalmente un sospiro di sollievo. Nessuno dei due sembrava gravemente ferito, per fortuna.
L'amministratore, appena si fu ripresa dalla sorpresa, sparò immediatamente, ma l'albina afferrò per le braccia i suoi compagni e svanì nel nulla insieme a loro. Tutto quello che l'essere riuscì a vedere fu il turbinio dei capelli tinti di verde prima che la luce li inghiottisse.

《ICHI NON SARÀ SODDISFATTO!》 Commentò il suo collega.
Ovviamente non lo sarebbe stato. Quei tre e i loro compagni erano dei semplici maghi, perciò umani con poteri speciali, e una di loro era ancora una novizia, eppure già due volte erano sfuggiti alla loro morte, quasi beffandosi di loro.

Sia Ichi che il re non avrebbero perdonato un altro fallimento simile.
Ma tutto non era niente che potesse interessare i tre maghi, che erano letteralmente piombati nella hall dell'ospedale in cui avevano soccorso Mayumi, Hana e Loki. 


《Non potevi farlo un po' prima, eh!?》 Commentò Dimitri col fiato corto. 
《Mi dispiace. Dovevo aspettare che si distraessero per coglierli di sorpresa.》 Si scusò la ragazza, anche lei ansante. La gravidanza era seriamente un brutto affare quando ci si trovava in una situazione simile, ma per fortuna era arrivata in tempo per aiutarli.

Persino Runa aveva il fiatone ed era ancora accasciata sul pavimento. Sapeva di aver consumato ulteriormente la sua vita, ma c'era anche una certa sensazione di vittoria in lei e nei suoi compagni. Erano sfuggiti agli amministratori un'altra volta e, eccetto qualche buco e bruciatura sui loro vestiti, erano illesi.

Solo che Dimitri era ancora confuso. Aveva combattuto quei due mostri soltanto perché non aveva intenzione di essere fatto a pezzi, ma non aveva ancora capito come era partita tutta quella storia.
Runa gli aveva detto che, dopo che Midori si era unita al branco, avevano iniziato quella ribellione perché avevano capito che le informazioni su Tempest nel sito per maghi erano delle bugie e che gli amministratori avevano preso di mira tutti loro per questo, ma a che serviva combattere quegli amministratori!? Era chiaro che erano su tutt'altro livello rispetto ai maghi, quindi perché sfidarli!?
Le due albine dovettero notare la sua faccia, perché la più bassa si affrettò a spiegare.

《Il nostro piano originale era tecnicamente quello di catturare un amministratore grazie all'aiuto dei nostri alleati in tutto il mondo e fargli sputare fuori le informazioni per sopravvivere a Tempest, ma quei maghi sono stati quasi tutti uccisi e quindi abbiamo modificato la nostra strategia.》
《Ovvero?》

《Farli fuori per primi ed impedire che continuino a consegnare Stick e fomentare la caccia e questa specie di catastrofe che si abbatterà sulla terra.》 
Il russo alzò un sopracciglio. La ragazza era rimasta perfettamente calma, come sempre, ma questo non era buono! Non si rendeva conto che erano stati ad un passo dal rimetterci la pelle fino a dieci minuti prima? Se non ci fosse stata quella ragazza con gli occhiali, entrambi sarebbero stati riempiti di pallottole!
《Ed è andata molto bene fino ad ora, suppongo》 Chiese con sarcasmo.
《Purtroppo no. Oltre ad aver perso quasi tutti i nostri alleati, siamo stati anche colti di sorpresa da un altro attacco e Mayumi, Hana e Loki sono stati gravemente feriti da Nana, un'altra degli amministratori.》 Disse Midori, accarezzandosi la pancia.

Dimitri si trattenne dal battersi la mano sulla faccia. In poche parole, tutti loro stavano cercando un modo per sopravvivere senza doversi affidare alle istruzioni contraddittorie del sito, ma così avevano fatto in modo che quei mostri li prendessero di mira e ora rischiavano di essere uccisi ben prima dell'arrivo della catastrofe.
Sperava sinceramente che quei tre non fossero sul punto di morire come temeva. Loro, Sarah e Runa erano ciò che di più vicino a degli amici avesse mai avuto e la morte di Eva gli era bastata per tutta la vita. 

《Comunque, adesso c'è una domanda che ti devo fare Dimitri. Hai intenzione di combattere al nostro fianco?》 Gli chiese l'albina dagli occhi rossi, risvegliandolo dai suoi pensieri.
L'altro la guardò indagatore. 《Prego?》

《È chiaro che non vuoi aver niente a che fare con questa lotta contro gli amministratori, quindi se decidessi di lasciare il nostro Branco non ti biasimerei, ma temo che non sarebbe la mossa migliore del mondo.》
Dimitri corrugò la fronte. Lo sapeva benissimo anche lui, non doveva nemmeno dirglielo. Che gli piacesse o no, lui era parte di quel gruppo di ribelli, aveva lui stesso acconsentito quando glielo avevano chiesto, e gli amministratori gli avrebbero in ogni caso dato la caccia, perché anche lui sapeva che tutto quello che avevano divulgato non erano altro che frottole e condivideva le loro idee.

Tempest era sicuramente un evento reale, ma qualcosa non quadrava. Se fosse stato vero che solo quelli che usavano maggiormente gli Stick avrebbero potuto salvarsi, sarebbe stato un controsenso. 
Ogni volta che loro usavano la loro magia la vita defluiva dai loro corpi, come dimostravano i simboli, quindi non sarebbe rimasto quasi niente da vivere ai sopravvissuti. Era molto probabile che quasi tutti avrebbero consumato le proprie vite nel giro di poche settimane, forse addirittura giorni.

E poi, nella remota possibilità che quei mostri assassini lo lasciassero definitivamente in pace se avesse lasciato Runa e gli altri, non credeva che avrebbe retto i sensi di colpa.
Fuggire, nascondersi da solo e tentare di salvarsi sarebbe stato ovviamente facile, fin troppo, una scelta da codardi. E inoltre, era sicuro che, se ci fosse stata Eva al suo posto, lei avrebbe immediatamente risposto che avrebbe combattuto al loro fianco. Avrebbe messo la sua vita sul filo del rasoio pur di aiutare il mondo a salvarsi da Tempest.
La sua sorellina era sempre stata così, generosa, testarda e piena di ideali. Era sicuro che non avrebbe più neanche potuto pensare a lei se avesse tradito quelli che aveva chiamato amici davanti alla sua tomba, ma questo non lo disse.

Si limitò semplicemente a sbuffare ed annuire. 《Sentite, tutta questa storia è da pazzi, ma non vi abbandonerò. Ho preso un impegno con voi e lo manterrò… per ora.》.
Midori gli rivolse un sorriso smagliante. Doveva ammettere che quel ragazzo le stava simpatico nonostante fosse un tipo particolare, e giurò che anche le labbra dell'altra ragazza si fossero piegate leggermente in su, mentre gli diceva 《Ben tornato allora, Dimitri.》

Solo che furono interrotti da un bolide dai capelli ricchi e castani che si precipitò su tutti e tre con furia, rischiando di farli cadere tutti e tre per terra e stringendoli in un abbraccio soffocante.
《SIETE TORNATI! MIO DIO FINALMENTE! HO PROVATO A CONTATTARVI MILLE VOLTE! COSA È SUCCESSO!?》 Urlò Sarah, mentre continuava a stringerli tutti con gli occhi ambrati brillanti di una certa scintilla isterica.

Era rimasta nella sala d'aspetto davanti alla sala operatoria per tutto quel tempo, scattando ad ogni minimo rumore e rosicchiandosi le unghie fino alla pelle. Aveva provato a contattare i suoi compagni più volte con i suoi poteri, ma le erano sempre arrivati messaggi confusi, pensieri troppo veloci e distanti per poterci capire qualcosa e questo non aveva fatto altro che incrementare il suo nervosismo.
Si era chiesta chissà quante volte se Runa e Midori stessero bene, se fossero riuscite a trovare Dimitri e soprattutto perché accidenti non rispondevano! Aveva pregato che non gli fosse accaduto niente, altrimenti era sicura che gli amministratori avrebbero preso di mira lei.

Sapeva di potersi difendere, visto che grazie a Runa aveva recuperato tutti gli Stick dei loro amici e li aveva aggiunti ai suoi, ma comunque un altro attacco lì dove i suoi amici erano inermi era l'ultima cosa che voleva. Oltre all'enorme quantità di vita che avrebbe dovuto usare, non era sicura che avrebbe potuto difendere gli altri.
Ma per fortuna era andato tutto bene. I suoi amici stavano bene, erano tornati tutti e tre praticamente illesi e lei, Hana, Loki e Mayumi non avevano subito nessuna minaccia e forse l'operazione stava andando bene. Un successo in poche parole.

I suoi compagni, dal canto loro, dopo essersi liberati dalla sua stretta, le avevano brevemente spiegato tutto quello che era successo, dicendo che il russo si sarebbe unito a loro nella lotta per fermare Tempest, e anche loro si dissero sollevati che non ci fossero stati assalti mentre loro erano via. Ci sarebbe voluto solo quello per rovinargli ulteriormente la giornata.
Solo che poi la figura di un'infermiera fece capolino nel corridoio e si diresse a passo svelto verso di loro.

《Voi siete i ragazzi che hanno portato qui le signorine Kimura e Hosuno e il signor Totsuka, non è vero?》
《Si. Come stanno?》
《Sono nelle loro stanze. Ma non sappiamo quando si sveglieranno. Temiamo che, specialmente per il vostro amico i danni siano stati molto gravi, li abbiamo salvati per un pelo. Ma la cosa più strana è che i loro sistemii sono tutti estremamente deteriorati. Non abbaimo torvato sostanze strane nei loro corpi, ma comunque questi funzionano quasi come quelli di una persona anziana e adesso sono stati sottoposti ad una lunga operazione e ad uno sforzo notevole. I dottori temono che, se i loro organismi dovessero subire nuovamente ad un colpo simile… moriranno.》

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Capitolo 15
*** Sogni e ricordi ***


Midori era molto nervosa. No, non era la parola giusta. Era furibonda! Lei, Dimitri, Runa e Sarah si erano stanziati in quell'ospedale da oltre due settimane, ma non c'era stato nessun cambiamento nella condizione di Hana, Loki e Mayumi.
Intendiamoci, non era arrabbiata per questo, ma a causa di tutti i disastri che li avevano colpiti. Gli amministratori non avrebbero lasciati stare facilmente e, per quanto sembrassero essersi momentaneamente calmati, lei era sicura che avrebbero continuato con i loro agguati. 

Per fortuna, dopo essere scampati all'attacco in Russia, tutti loro avevano finalmente avuto un po' di tempo per riposarsi, ma a lei questo non aveva giovato più di tanto.
Continuava a fare congetture di ogni tipo su cosa potesse succedere ai suoi amici e questo già non la aiutava, visto che la preoccupazione la stava divorando, ma era anche decisamente irritata a causa di una conversazione che aveva sentito tra due infermiere.
Parlavano proprio di lei, definendola una ragazza minorenne già incinta e senza un padre da dare a suo figlio, commentando che forse sarebbe stato meglio chiamare i servizi sociali e provare a convincerla a dare il bambino ad una vera famiglia.

E questo l'aveva fatta infuriare come non mai. E lo aveva giurato, se uno solo tra dottori o infermieri avesse osato parlarle di qualcosa come adozione, affidamento o il contattare un'altra famiglia, li avrebbe ridotti tutti a statue di marmo senza pietà!
E forse erano gli ormoni in circolo e il fatto che tutto il suo corpo fosse dolorante e gonfio a farla reagire in maniera tanto esagerata, ma era stufa. Era scampata alla morte molte volte e aveva sempre protetto se stessa e il suo piccolino, quindi se qualcuno di quei dottori avesse solo provato a mettergli le mani addosso non avrebbe esitato a difendersi.

Ma in quel momento anche Hana e gli altri la preoccupavano. Lei in quel momento si trovava proprio nella camera della mora e la stava osservando.
Non era più sedata, ma comunque non si era ancora risvegliata, così come gli altri. Ogni tanto si sentiva qualcosa, un lamento o un singulto, e qualche volta la sua espressione si contraeva un po', come se stesse sognando, ma nient'altro.

E l'albina ancora non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine di quando lei, Mayumi e Loki erano stati colpiti. Lei, Runa e Sarah non avevano potuto fare nulla se non portarli in salvo. 
Non erano riusciti a ferire Nana ne ad impedire che fossero ridotti in quello stato e questo era ancora più brutto, specie perché la mora l'aveva difesa. Si era messa davanti a Lei dietro il pianoforte e quando il proiettile si era avvicinato, Hana non aveva esitato ad incassarlo.

Era stata ferita per colpa sua e della sua inettitudine nella lotta. E se adesso fosse morta a causa degli effetti negativi dello stick… cosa avrebbe potuto dire o fare? 
Runa una volta o due le aveva accennato il fatto che nel branco solo Hana, Loki e Dimitri avessero ancora una famiglia, quindi cosa avrebbe potuto dire ai suoi genitori se lei se ne fosse andata perché il suo corpo non era più forte come prima?

Scacciò subito quel pensiero e strinse ancora di più le sue dita con quelle della ragazza. 
《Ti prego Hana. Non andare via. Noi vi stiamo aspettando.》 Disse, fissando il viso di lei come in attesa di un miracolo.
Solo che quello sembrò davvero accadere! La presa sulla sua mano si rafforzò e l’altra giovane mosse le labbra, articolando un suono.
《Non… non…》

Midori sgranò gli occhi. Aveva sentito bene? Hana aveva parlato?! Che fosse finalmente la volta buona? Che stesse per svegliarsi?! 
Rimase in attesa, stringendo ancora di più le sue dita tra le sue, ma la vide contrarre maggiormente i lineamenti, come se fosse stata immersa in un incubo.
《Non… andare…》 Disse di nuovo, con tono vagamente sofferente.

Infatti, anche se l'albina non poteva saperlo, la ragazza era immersa in una visione che la tormentava da anni. Una visione proveniente nel suo passato.
Vedeva una bella ragazza accanto a se. Lunghissimi capelli biondi, dolci occhi nocciola, delle piccole efelidi sulle guance e soprattutto il sorriso più bello che avesse mai visto. 

La osservava camminare accanto a se, con indosso una divisa scolastica, parlando e sorridendo in maniera indistinta, facendo accelerare il suo cuore e imporporare le sue guance.
Lei era la sua migliore amica, il suo fiore di ciliegio, Sakura. Era lei che illuminava le sue giornate con la sua energia e la sua compagnia, sempre così vicina, ma anche irrimediabilmente lontana. Perché sapeva bene che sarebbero sempre rimaste in quel modo, amiche. Niente di più, niente di meno.

Tantissime volte avrebbe voluto dirle come si sentiva con lei vicino. Voleva farle sapere quanto desiderava il suo sorriso e il suo cuore solo per se, ma non lo aveva mai fatto. Se l'avesse allontanata, o peggio perduta a causa del disgusto che le avrebbe istillato, sarebbe stato troppo

Si limitava dunque a percorrere insieme a lei quella strada, così stranamente lunga, cercando di capire cosa fosse quella strana mescolanza di felicità e sospetto che le diceva che qualcosa non andava.
Lei non avrebbe dovuto trovarsi lì… vero? Avrebbe dovuto essere in un posto diverso e con qualcun altro, o almeno così le sembrava.

Solo che poi osservò Sakura un'altra volta. Era così… serena. Le faceva capire che non c'era niente che non andasse male.
Ma poi… arrivarono le mani. Mani grandi pelose e terribili, che la avvolsero nella loro stretta appiccicosa e tremenda, senza scampo. Il panico le assalì la bocca dello stomaco, mentre cadeva prigioniera del loro tocco.

《NO! NO!》 Urlava, continuando a dibattersi tra di loro, mentre osservava Sakura venirne risucchiata a sua volta. Lei aveva paura, cercava di fuggire, di lottare, ma non poteva e lei non era in grado di raggiungerla!
Sentiva quelle dannate dita ovunque. Non riusciva a togliersele di dosso, per quanto si muovesse con energia, e loro la stavano trascinando sempre più in basso nel loro abisso nero, senza lasciarle scampo. 
Sentiva il bassoventre farle malissimo, qualcosa di denso e caldo colava sulle sue cosce, la sua amica giaceva inerme e piangente in quell’abisso, mentre lei ancora tentava debolmente di opporsi. Ma poi tutto finì.

Le mani erano svanite, il dolore pure, e anche la coltre nera e la paura. Era semplicemente in classe. Era stato solo un incubo. Non c'erano più mani pronte a farle del male. Era al sicuro. Non c'era niente che non andava, anzi, forse solo una cosa. Sakura non era più accanto a lei.
E questo la fece sentire inquieta. Lei non mancava mai ad una lezione. Ma le sue mani strinsero qualcosa sotto il banco. Un fermaglio. Un fermaglio a forma di fiore di ciliegio. E questo sostituì il sollievo che aveva provato col panico.

Quello era stato il regalo che aveva fatto a Sakura per il suo compleanno, lei non lo toglieva mai. Mai. A meno che qualcosa di terribile non stesse per accadere.
E questo la fece scattare. Corse fuori dalla sua classe come un fulmine, il cuore che le martellava il petto mentre saliva le scale, dirigendosi a tutta velocità verso il tetto. Quello era il posto preferito di Sakura. Diceva sempre che stare lì la aiutava a dimenticare i problemi e a ritrovare la serenità.

E appunto fu lì che la trovò. Sul ciglio, ben oltre la grata di protezione, gli occhi e il viso ormai privi di quel bagliore solare che li aveva sempre accompagnati.
La vide portare un piede oltre il cornicione, sporgendosi ancora di più, e allora corse verso di lei. Doveva fermarla, doveva salvarla. Non poteva lasciare che facesse una tale idiozia!
Ma la grata si alzò, enorme tra di loro. Lei la scalò, la attraversò con furia. Non le importava se si faceva male, non poteva farglielo fare. Non poteva lasciare che si togliesse la vita. Scavalcò il metallo con le unghie, ma questo continuava a tornare, fermandola. Ma lei non si arrese. Vide Sakura sporgersi ancora di più e accelerò.

Si gettò verso di lei in un impeto di disperazione, le urlò di non farlo, di tornare indietro. Le disse che avrebbero risolto tutto, che sarebbe andato bene, ma lei si voltò con un ultimo sorriso lacrimoso in viso. 《Perdonami, Hana.》
E scivolò via proprio quando la mora raggiunse il cornicione. Tese la mano, cercò di tirarla su, ma afferrò solo l'aria, rimanendo ferma ed impotente mentre osservava quel viso e quei lunghi capelli sporcarsi di rosso al momento dell'impatto, aprendosi come una spaventosa corolla.

《SAKURAAAA!》 Urlò, sbarrando di colpo gli occhi e tirandosi a sedere bruscamente sul letto, vedendo davanti a se una camera bianca e qualcuno di offuscato, una ragazza che in effetti le ricordava lei. Ma i suoi capelli erano troppo bianchi, così come la pelle, e i suoi occhi dolci erano verdi, non castani. 
E a quel punto, realizzò di non essere a scuola, ma in un ospedale, di avere davanti Midori e che quello che aveva visto era solo il ricordo del suo amore che tornava a punirla. 

Ricordava ancora la serata al cinema passata insieme, l'agguato che quei porci avevano teso ad entrambe, la paura dei giorni seguenti e infine il suicidio di Sakura. Era stato tutto questo a renderla una maga. La sua disperazione le aveva donato la magia per vendicarsi di chi l'aveva spinta a fare quello che aveva fatto, ma alla fine non ne era valsa la pena. Lei non sarebbe tornata indietro comunque.

L'altra ragazza, dal canto suo, non potè che guardarla sconvolta, mentre Hana sbatteva le palpebre, riconoscendola e osservando l'ambiente intorno a lei, senza però muoversi. 
E poi, il suo corpo venne scosso da un singulto, poi da un altro e un altro ancora. Singhiozzi acuti scuotevano il suo corpo e le lacrime uscivano senza controllo, mentre la mora scoppiava a piangere senza apparente ragione.

L'albina, anche se non stava capendo niente di quella reazione, non esitò un attimo e la avvolse in un abbraccio caldo, quasi materno, sussurrandole parole gentili. 《Shhh. Va tutto bene. Va tutto bene, Hana.》
《È… è andata via. Lei è andata via… io non potevo… mi avevano… non volevo che lei saltasse. È stata colpa mia se…》

《Non è stata colpa tua. Qualunque cosa sia successa, non è stata colpa tua.》
《Non gliel’ho detto. Non avevo il coraggio. Non le ho detto che la amavo e ho fallito nel salvarla. Sono solo un peso inutile.》

《Non è vero Hana! Tu sei una persona fantastica! E hai salvato me. Sei stata ferita per difendere me. E io te ne sono davvero molto grata. Tu sei tutto tranne che un peso. Sei preziosa anzi.》 Le disse.
Non aveva capito cosa avesse sognato la mora di tanto brutto, ma la strinse ancora e ancora, fino a quando lei non si fu calmata. E a quel punto, le raccontò tutto quello che era successo in Russia, dicendo che stavano aspettando da ben due settimane che lei, Loki e Mayumi si riprendessero, rivelandole di essere veramente felice che si fosse risvegliata.
E a quel punto, la mora arrossì vistosamente. Aveva fatto preoccupare Midori e tutti gli altri come pazzi e aveva pure fatto una scenata simile davanti all'albina. Era stata una sciocca, non avrebbe dovuto lasciare che un sogno la destabilizzasse tanto.
Era un passato che l'avrebbe tormentata in eterno e Sakura le sarebbe sempre mancata, ma non poteva concedersi il lusso di crollare in quel modo nel bel mezzo di una guerra! 

Solo che poi vide il viso sorridente della ragazza e le loro dita intrecciate e anche lei si abbandonò ad una tenue contentezza. I suoi ricordi erano sempre pronti a tornare da lei e il presente era già buio abbastanza, ma forse sarebbe stato più facile affrontarlo con un'amica simile accanto.


E fuori dalla porta, persino Runa si concesse un lieve riso, osservando quelle due. Era fin troppo facile capire che qualcosa di nuovo stava nascendo, nonostante la situazione terribile in cui tutti si trovavano, e in qualche modo era felice per loro.
Ritrovare almeno un po' di normalità era la soluzione migliore per tutti quelli coinvolti in quella follia, lei compresa. Si allontanò dunque senza far rumore, avviandosi attraverso i corridoi bianchi e vuoti dell'ospedale. Osservò le sedie della sala d'aspetto di fronte a lei. 

Dimitri dormiva sereno su una di esse, vinto dalla stanchezza, e lo stesso faceva Sarah, stesa con la testa sul corpo ancora immobile di Mayumi. E questo andava bene. Avevano tutti bisogno di riprendersi dopo quelle settimane infernali, lei compresa.

Infatti, entrò nella camera di Loki, accomodandosi per vegliarlo. Nessuno dei loro amici aveva esattamente un nell'aspetto. Erano pallidi come cenci, con profonde ombre scure sotto gli occhi e con vari tubi attaccati alle braccia, fino a poche ore prima erano addirittura intubati, ma il ragazzo era particolarmente inquietante. 

I suoi capelli adesso erano sciolti, quando erano così gli arrivavano fino alle ginocchia, e il loro colore rosso creava un contrasto inquietante con il pallore del suo volto. Quasi quasi sembrava…
No. Non doveva pensarci. Lui si sarebbe ripreso. Esattamente come si era svegliata Hana, avrebbero fatto lo stesso lui e Mayumi. Avrebbero distrutto gli amministratori insieme e forse finalmente tutto sarebbe tornato come prima.

E alla fine era questo che lei voleva. Poter riavere una vita normale, solo questo. Il suo Stick era stata una benedizione per lei, era vero, ma non era valso tutto quello che aveva perso. E poi, qualche anno prima non avrebbe mai potuto immaginarsi nei panni di una maga pronta a combattere e uccidere.

Prima avrebbe semplicemente vissuto con i suoi genitori e la nonna come una ragazza comune, una che non aveva bisogno di mettere la sua vita sul filo del rasoio ogni giorno. Iniziò distrattamente ad accarezzare i capelli del ragazzo, mentre lo pensava.

Lui era stato il primo mago che avesse mai incontrato. In principio non sapeva come sarebbe finita, aveva semplicemente puntato il suo Stick. Un’abilità come quella di manipolare fuoco e calore non era affatto comune e decisamente potente e lei a quei tempi era diventata una maga da poco e voleva ancora vendicarsi a tutti i costi della gente che le aveva rovinato l'esistenza. 

Non c’era stata esattamente una battaglia quando si erano incontrati a quattr'occhi. Lei gli aveva semplicemente puntato contro la sua bussola e gli aveva chiesto il suo bracciale. 
Non aveva niente contro di lui, era solo un ragazzo della sua età che neanche conosceva, non voleva farle del male. Ma lui l'aveva colta alla sprovvista, era l'unico ad esserci mai riuscito in effetti, e, invece di attaccare, si era presentato.

E poi, aveva chiesto il suo di nome e per quale motivo volesse il suo potere, visto che anche lei ne aveva uno. E senza neanche volerlo, lei glielo aveva detto. Non lo conosceva nemmeno da un'ora e già gli aveva raccontato della morte dei suoi genitori e di sua nonna e di come volesse il suo Stick per avere una chance in più di far fuori i colpevoli.

E senza neanche saperlo, aveva trovato un amico. Lui l'aveva aiutata a fare fuori quei vermi, nella Caccia, poi nell’investigazione e persino a fondare il branco. Avevano trovato e reclutato i loro compagni insieme. Prima Hana, poi Sarah e Mayumi, dopodiché Dimitri e infine Midori, creando un gruppo davvero incredibile. Non voleva essere melensa, ma non poteva che pensarla così.

E poi, lui le era rimasto vicino praticamente in tutta la sua vita da maga, combattendo con lei, accumulando Stick e praticamente facendo il gioco degli amministratori e adesso che loro sette avevano scoperto il loro trucco, avevano deciso di farli fuori. E questo era decisamente troppo.
Sentiva una sensazione collerica all'altezza del suo stomaco, qualcosa che bruciava parecchio, ma rimase seria come sempre. Sapeva solo che odiava gli amministratori con ogni fibra del suo essere. Così come odiava quella dannata situazione. 

Le uniche persone che non l'avessero mai allontanata per il suo strano aspetto, i suoi compagni, erano lì, stesi su letti di ospedale o chiedendosi cosa sarebbe accaduto, se sarebbero morti la sera dopo.
E prima di questo erano stati tormentati dalla sventura e dalla disperazione, esattamente come lei. Bulli, violentatori, famiglie difficoltose, povertà, morte, schiavitù e solitudine avevano portato tutti loro a diventare maghi per sfuggirgli.

Ma ancora quelle torture perseguivano, spingendoli a combattere in quel modo per vendicarsi ancora e ancora, mettendo le loro vite in gioco e prendendone a frotte, per di più aiutando a loro insaputa gli amministratori insieme a chissà quanti altri ragazzi.
E in quel momento, mentre osservava il viso cereo del suo più caro amico, le sarebbe veramente piaciuto vederli tutti quanti ridotti a grumi di sangue imploranti come quelli che avevano portato alla morte la sua famiglia. Ma se ne sarebbe assicurata. Li avrebbe uccisi tutti, dal primo all'ultimo. Anche a costo di consumare tutta la vita che le era rimasta.


E mentre lei cominciava a pianificare la sua soddisfacente vendetta, nel loro quartier generale, gli amministratori stavano guardando i loro colleghi con la maschera da Oni e con la testa bendata.
La figura a capotavola rimase rigida. 《Roku e Juugo. Spiegatemi il motivo per cui la missione è fallita e per quale motivo non dovremmo sbarazzarci di voi. Eliminare i ribelli era la priorità, ma a quanto ho capito i sette agitatori principali sono ancora tutti in vita.》

I due amministratori accusati rimasero immobili. 《Siamo stati presi di sorpresa. Quei maghi… sono molto più abili ed astuti dei loro compagni morti.》 Disse Juugo.
《E HANNO MOLTISSIMI STICK!》 Rincarò Roku, ma poi una risata sardonica attirò la loro attenzione.

Nana, seduta alla sua sedia, stava tranquillamente ridendo in faccia ai suoi colleghi. 
《Il punto è che voi siete degli allocchi. Quei maghi sarebbero già morti da un pezzo se non fossero molto più furbi di voi. Ohohoh.》
《TU!》 Urlò l'amministratore con la maschera da Oni. 《HAI FALLITO ANCHE TU AD UCCIDERLI!》

《Ma li ho feriti. Voi non avete fatto neanche quello. Ohohohoh.》
《Basta così.》 Disse immediatamente la figura a capotavola, alzandosi e mostrando finalmente il suo viso nella luce tetra, e quell'immagine molto probabilmente era una delle cose più spaventose che si potessero vedere.
Due labbra rigide lo ornavano, ma per il resto era completamente piatto. Non c'erano ne naso ne occhi ne capelli a definirne i lineamenti, il suo viso era liscio e vuoto in una maniera che nessuno avrebbe potuto immaginare. E la sua altezza considerevole aumentava ancora la sua aura autorevole.

《Ormai è conclamato che il branco di Runa Fuyutsuki sia estremamente pericoloso per la nostra missione. Il nostro Re in persona me lo ha confermato. Perciò, mi aspetto che voi ve ne occupiate con ogni mezzo a vostra disposizione. E pretendo risultati da tutti voi.》 Disse freddo con il ghiaccio, osservando direttamente ognuno dei suoi colleghi, soffermandosi in particolare su Nana, che ridacchiò di nuovo divertita.

Quello era Ichi, il capo di tutti loro amministratori e diretto messaggero diretto del Re, ed era estremamente diligente quanto pericoloso, vista anche la sua posizione di comando. Ma non le importava. La situazione finalmente stava prendendo una piega meno noiosa. 
E ci sarebbe stato da divertirsi visto che era arrivato il momento di cominciare le danze e far partire il suo piano. 

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Capitolo 16
*** Novità ***


I maghi erano ancora tutti bloccati in ospedale. Era passata un'altra settimana dal risveglio di Hana e non era cambiato niente. Loki e Mayumi non avevano ancora accennato a risvegliarsi e la tensione si poteva tagliare quasi a fette.

In quel momento erano tutti radunati nella stanza dove i tre ricoverati erano stati spostati e le loro facce erano quanto mai scure.
Gli amministratori sembravano svaniti nel nulla. Gli attacchi si erano interrotti di colpo e questo non era bello quanto poteva sembrare. 
Avevano imparato che ormai c'erano solo inganni intorno a loro. Quasi tutto quello che sapevano su quel sito erano solo stupidaggini messe in giro per spingere i maghi a collaborare inconsapevolmente con quei mostri e loro stessi erano come serpi. Infide e sempre nascoste, in attesa del momento buono per colpire.

E ormai loro erano in chiaro svantaggio. I dottori avevano detto che le vite di Mayumi e Loki non erano in pericolo, ma nessuno sapeva quando si sarebbero risvegliati e che, a causa del loro deterioramento fisico dato della magia, non era sicuro che lo avrebbero mai fatto.
Dimitri si portò due dita sul ponte del naso con fare esasperato. Quella situazione era seriamente impensabile. Due settimane prima non aveva idea che tutti loro fossero in una situazione simile. Ed inoltre, tanto per rendere tutto più facile, ovviamente, lui e Runa avevano controllato i polsi dei loro compagni. 

La loro vita rimanente era meno del previsto. La bionda aveva ancora poco più della metà dell'emblema, mentre quello del rosso era ormai dimezzata.
E ora lo sapevano tutti. Era anche per questo che loro avevano chiamato Midori e Sarah e avevano raccontato tutto a loro e ad Hana. E naturalmente non l'avevano presa bene.
《Come accidenti hanno fatto ad utilizzare tutta quella vita?!》 Stava urlando da circa venti minuti l'americana.

Sentiva gli occhi lucidi e una gran voglia di prendere a pugni qualcosa. La sua migliore amica era lì, davanti a lei, immersa in un sonno dal quale era possibile che non si riprendesse e ora saltava pure fuori che la spiegazione era che aveva usato i suoi poteri più del dovuto!? 
Non poteva crederci. Il sospetto che lo avesse fatto per difendere lei la stava divorando. Era rimasta accanto a lei a vegliarla per tutto quel tempo, in attesa del momento in cui si sarebbe svegliata, ma adesso stava rischiando di non vederla più sveglia e questo non doveva accadere.

Non poteva rimanere da sola un'altra volta. Mayu era stata l'unica ad aiutarla e proteggerla dopo che era fuggita dalla casa dell'individuo che la teneva come schiava e adesso stata rischiando di non rivederla più, di non sentirla più suonare e nemmeno di poterci parlare.
Solo che di colpo la voce di Dimitri la riscosse dalle sue riflessione.

《Magari usando i loro stick? Non li hanno mica ricevuti ieri.》 Commentò infatti il russo con il sopracciglio alzato e la voce grondante di sarcasmo.
Non aveva niente contro quella ragazzina, era una persona molto utile ed era molto meno seccante di tantissima gente che aveva incontrato, ma in quel momento gli stava seriamente urtando i nervi.
Dopotutto, quei due non erano diventati maghi da così poco, era normale che avessero usato così tanto i loro poteri, specialmente con tutti i combattimenti che avevano sostenuto di recente.

Cosa che anche lei stava pensando, ma sicuramente non voleva sentirsi dire, perché la sua faccia si fece di colpo rossa per la rabbia.
《Come puoi essere tanto insensibile!? Fai delle battute mentre loro sono ridotti così!?》 Urlò infatti. 《Sono anche tuoi amici, come fai ad essere così disinteressato!?》
《Non lo sono affatto! So benissimo che sono miei amici e il rischio che corrono e nemmeno io voglio vederli morti.》

《Ma questo non ti impedisce di fare lo spiritoso! Ma dopotutto, te ne sei rimasto in Russia fino ad ora come se noi non esistessimo. Se Midori e Runa non fossero venute a prenderti non saresti nemmeno tornato qui!》
Il bel volto del ragazzo si contrasse un attimo in una smorfia di rabbia. 《Senti tu, mocciosa…》

《BASTA! Questo non è il momento di comportarsi come bambini! Tutto quello che è successo è già abbastanza grave senza che noi iniziamo a darci addosso a vicenda.》 Si intromise di colpo l’albina dagli occhi verdi. Erano tutti stanchi e preoccupati, anche lei era stufa di tutta quella situazione, ma urlarsi addosso non sarebbe servito a niente.
Glielo voleva anche dire e ripetere, ma Runa si intromise col suo solito tono freddo e piatto. 《Midori ha ragione. Non importa come loro abbiano usato cosi tanto i loro poteri in questo momento. La cosa che importa è che non si può tornare indietro e che adesso la priorità è aiutarli a svegliarsi.》

《Ma come facciamo? A parte quei pochi stick che ci siamo portati dietro non abbiamo niente. E tra le nostre non c'è nessuna magia che possa guarirli.》 Commentò Hana con fare frustrato. In quel momento le sarebbe piaciuto veramente moltissimo sfondare quel maledetto ghigno che Nana aveva sempre in faccia.
L'albina dagli occhi rossi sospirò. Era vero, eccetto i loro e quei pochi che si erano portati in aggiunta non avevano nessuno Stick che potesse aiutarli a riprendersi dopo eventuali scontri con gli amministratori. 

Lei stessa qualche sera prima era tornata al container e lo aveva trovato completamente distrutto. Gli strumenti musicali contenuti erano stati fatti tutti a pezzi e c'erano grossi brandelli di lamiera ovunque, ma nessuno degli oggetti provenienti dal sito per maghi era presente.
E questo era stato ancora più sconfortante. Non bastava che due dei suoi compagni fossero in coma, e che un'altra fosse impossibilitata ad uscire dall'ospedale, ma avevano pure perso la loro collezione. Avevano combattuto e ucciso così tanto per averli e adesso Nana se li era ripresi tutti.

E a quel punto, non rimaneva altra scelta. Il giorno prima lei, Dimitri, Hana e Midori ne avevano parlato e avevano capito di dover ricorrere a misure drastiche. Sapeva che loro sarebbero stati d'accordo con la sua idea, ma non potevano dire lo stesso di Sarah.
La guardò un attimo. Aveva gli occhi rossi, le guance smunte e l'aria provata. Sicuramente aveva vegliato su Mayumi tanto quanto lei e il russo avevano fatto per Loki  e l'altra albina con Hana e questo rendeva tutto ancora più difficile, ma non esitò.

《Riprenderemo la Caccia. È l'unica via possibile.》 Disse, il suo viso sempre tranquillo, una maschera di ghiaccio simile a quella del castano, rispetto allo sguardo un po' colpevole dell'albina e a quello sbalordito dell'americana, che ovviamente non l'aveva presa bene.
《COSA!? Vo… volete riprendere la Caccia? Ma… ma… abbiamo lanciato noi l'appello ai maghi! Li abbiamo aizzati noi contro gli amministratori! Se ricominciassimo ad ucciderli ci bollerebbero tutti come dei voltafaccia!》 

La ragazza dagli occhi rossi lo sapeva benissimo, neanche lei ne era del tutto convinta che quella strategia fosse vincente, così come non lo erano Midori, Dimitri e Hana, ma quale altra scelta avevano? Avevano già ucciso più di una volta in passato e, se doveva essere sincera, preferiva questo metodo al veder morire i suoi amici.
《Sarah… non c'è altro modo.》 Commentò la mora, ancora stesa in quel letto a causa della fiacchezza del suo corpo. Stava guarendo abbastanza in fretta e gli incubi avevano finalmente deciso di darle tregua, ma era stufa di stare lì e doveva ammettere che uno Stick curativo non avrebbe fatto male nemmeno a lei.

La castana boccheggiò un attimo, guardando insistentemente Midori alla ricerca del suo supporto, ma anche lei si disse d'accordo con gli altri membri del branco. Le dispiaceva davvero molto, ma non poteva tirarsene fuori così.
Tutti loro l'avevano aiutata a sbarazzarsi di Subaru e avevano praticamente salvato la sua vita e quella di suo figlio, quindi avrebbe fatto di tutto per ripagarli.
E soprattutto perché non voleva che i genitori e gli amici dei suoi compagni soffrissero, quelli del rosso per la precisione.

Tre giorni prima infatti, lei e gli altri avevano conosciuto i genitori di Hana e quelli di Loki, insieme al migliore amico di quest'ultimo, visto che tutti erano venuti a far visita ai loro cari.
Erano chiaramente venuti anche altre volte, ma lei e i suoi amici non erano mai presenti. E le aveva fatto uno strano effetti conoscerli.
I genitori della mora erano una coppia tirata a lucido in completo elegante. Lui era un uomo dai capelli scuri leggermente brizzolati, zigomi alti e occhi castani, mentre lei era praticamente identica alla figlia, solo con più rughe e un'espressione tanto algida da incutere timore. 
I capelli scuri ricadevano morbidi sulle spalle e il suo sguardo si era caricato di disapprovazione quando si erano soffermati su di lei e sulla sua pancia dopo averla vista così vicina alla figlia, con la quale erano rimasti abbastanza distaccati.

Non che lei avesse fatto diversamente. I suoi occhi erano rimasti taglienti per tutto il tempo in cui si erano parlati. Era chiaro che Hana avesse dei problemi con loro, ma lei non indagò oltre. Non era il caso di intromettersi, vista la situazione.
Invece l'altra coppia era decisamente un'altra storia, così per il ragazzo che li accompagnava. Lui era un uomo alto e dai capelli castani, degli occhiali sottili e un'aria gioviale, mentre lei era una donna piccola, ma dal volto senza rughe e i capelli neri legati in una crocchia e il giovane aveva un'aria allegra tanto quanto Loki, oltre che dei capelli di un azzurro brillante quanto quello rosso delle ciocche di Loki. E vedere l'espressione preoccupata che si era dipinta sui loro volti era stata abbastanza da farla star male.

Anche loro sembravano piuttosto benestanti visti i loro abiti, ma mancavano completamente della freddezza dei familiari di Hana. Infatti, dopo che ebbero raccontato anche a loro la storiella su come un pazzo armato di pistola li avesse aggrediti di notte, supponendo che fosse uno dei killer che avevano iniziato ad uccidere ragazzi in tutto il mondo in modo massiccio, tutti e tre avevano guardato, terrorizzati come non mai, il volto dormiente del figlio e questo l'aveva fatta sentire ancora più in colpa.

Runa le aveva raccontato che la coppia non era composta dai genitori naturali di Loki, lo avevano adottato quando lui aveva solo dodici anni, ma che comunque lo amavano come se fosse davvero loro e il ragazzo, Natsuo, era una persona davvero speciale anche per lei ed hana. Per questo si era sentita tanto male nel mentire a quelle persone talmente buone che, anche dopo aver rivelato che lui era stato ferito per difenderla, l'avevano comunque guardata con dolcezza. 

Persino Runa e Dimitri, normalmente i più decisi e pratici in situazioni simili, avevano vacillato davanti alle loro espressioni quando gli avevano chiesto più dettagli su cosa era accaduto.
Per un momento avrebbero voluto raccontare loro tutto. Gli sarebbe piaciuto parlare del sito e degli Stick, della Caccia che avevano intenzione di riprendere, ma non era possibile.
Sapevano che gli amministratori non avrebbero esitato ad uccidere chiunque sapesse del sito senza essere un mago, per cui rimasero zitti, nonostante ormai tutti sapessero cosa andava fatto. Persino Sarah sembrava essere più convinta ora.

La loro unica via per arrivare alla vittoria contro i mostri che gestivano il sito era rimanere uniti e senza Loki e Mayumi le loro possibilità erano troppo basse. Dovevano risvegliarli assolutamente.
Infatti, dopo aver scambiato un cenno di intesa con Hana e aver sbrigativamente salutato le due coppie di adulti, si incamminarono tutti e quattro per i corridoi silenziosi dell'ospedale.
Non potevano rimanere lì ancora per molto. Anche se al momento non c'erano stati attacchi, non era saggio fidarsi. 

Sarebbero dunque tornati tutti a casa di Runa, dove comunque la ragazza possedeva una buona scorta di Stick, e lì avrebbero pensato ad un nuovo piano d'attacco.
Solo che qualcosa saltò all'occhio di Midori mentre si avvicinavano all'uscita. Una figura umana piuttosto alta che sembrava osservarli al di là di una finestra. Due iridi blu scintillavano alla luce della luna.
Immediatamente il simbolo di fiori comparve nei suoi occhi e lei si precipitò contro il vetro sotto gli sguardi sorpresi dei suoi amici, ma l'ombra era già svanita veloce, inghiottita dalle ombre serali.

《Che cosa ti prende?》 Le chiese Dimitri, già pronto a difendersi.
《C'era qualcuno qui fuori, ne sono sicura.》 Disse, in tono d'allarme.

《Era un amministratore!?》 Chiese Sarah, già sudando freddo. Ma l’altra ragazza scosse il capo.
《No. Non mi è sembrato. Ma, chiunque fosse, ci stava comunque osservando, ne sono certa.》 Rispose lei, mentre tutti uscivano e acceleravano passo.

Non era saggio rimanere troppo a lungo allo scoperto, dunque fecero più in fretta che poterono per arrivare alla casa della ragazza dagli occhi rossi. Ma non erano gli unici a fuggire.
Un'altra ragazza stava cercando di scappare tra i vicoli non troppo distanti da loro. Le lunghe trecce nere ormai quasi sfatte, la fronte imperlata di sudore freddo e gli occhi colmi di paura.ù

Stringeva al petto quello che sembrava un quaderno e stava correndo con tutte le forze che il suo gracile corpo possedeva. Dietro di lei l'eco di passi innaturalmente veloci continuava ad instillare terrore nel suo cuore.
Dall'ombra, infatti, emerse velocissimo l'amministratore con la bocca ritorta e i capelli tagliati a scodella. Sembrava più deciso che mai a catturarla.
《Torna indietro. Torna indietro. Torna indietro!》 Continuava a ripetere mentre la inseguiva senza sosta.

La ragazza non gli diede retta. Urlando spaventata, si infilò in un vicolo e scivolò tra le pareti, cercando di mettere quanta più distanza tra di loro, ma poi un vicolo cieco le sbarrò la strada.
Il sangue defluì del tutto dal suo viso, mentre si voltava lentamente verso l'amministratore che ormai l'aveva raggiunta.
《Muori.》 Disse semplicemente lui, mentre partiva all'attacco, le braccia circondate da una tenue luce azzurra.

La ragazza immediatamente aprì il quaderno, sentendo il cuore battere fortissimo, e attivò la magia che aveva ricevuto. Doveva almeno provare a salvarsi, non voleva morire!
Il simbolo del numero 8 apparve nei suoi occhi e i capelli si tinsero di violetto, mentre una specie di foro nero si aprì tra le pagine e iniziava a risucchiare l'amministratore.
Questo si spostò, colto di sorpresa da quel repentino contrattacco, ma non perse ugualmente terreno. Rapidissimo corse verso di lei, arrivando ad un soffio dal suo viso e già pronto a colpire, ma la ragazza aprì nuovamente il libro e ci fece affondare la mano di quel mostro. 

Questa venne risucchiata ed immediatamente si staccò, insieme all'avambraccio, venendo risucchiato tra le pagine, lasciandogli sono un moncherino del braccio destro. Ma lui non si scompose.
Scattò repentinamente all'indietro e si diede lo slancio per avvicinarsi velocissimo alla maga, che non riuscì a reagire in tempo questa volta.
Approfittando della loro vicinanza, schiantò con forza il corpo della giovane per terra e le tagliò il busto in diagonale con inaudita violenza ancora prima che lei potesse accorgersene o cacciare un urlo.
Una grande pozza di sangue cominciò subito ad allargarsi sotto il corpo spezzato della poverina e l'amministratore si disse soddisfatto. Un'altra ribelle era stata eliminata, Ichi ed il Re ne sarebbero stati contenti.

Ormai non restavano più molti di quegli stupidi, l’unico gruppo rimasto che fosse ancora abbastanza largo ed organizzato per rappresentare una minaccia era proprio quello di Runa Fuyutsuki, di cui tre membri si trovavano all'ospedale vicino in quel momento. 
Se la creatura avesse potuto sorridere, probabilmente lo avrebbe fatto. Magari quella era l'occasione giusta per levarsi dai piedi quei mocciosi.
Stava proprio per recarsi verso la struttura, quando un rumore lo bloccò. Si guardò intorno con fare guardingo, i sensi all'erta, pronto a tagliare chiunque si fosse mostrato, ma comunque non poté prevedere quello che accadde dopo.

Dei lunghissimi nastri violacei dall'aria stranamente tagliente spuntarono dal nulla, centrando in pieno la sua gamba sinistra e tranciandola via di netto con le loro sinuose volute prima che l'amministratore potesse difendersi.
《Chi osa…?》 Chiese, puntando la mano verso il posto da cui i fili erano partiti. Quello poteva essere opera solo di uno Stick, per altro piuttosto potente, quindi era meglio sbarazzarsi subito del suo possessore, ma qualcosa gli impedì di attaccare.

Quello che sembrava un proiettile di energia colpì in pieno il suo braccio rimasto, deviando la traiettoria del suo colpo e lasciandolo sbilanciato. E ne vennero altri, che lo colpirono con rapidità al fianco e alla spalla, mentre finalmente tre figure si stagliavano tranquille contro il cielo stellato.
《Chi siete!? Come vi permettete, voi sudici umani…!?》 Urlò lui, partendo di nuovo alla carica, ma, appena giunse sul loro tetto, la figura in mezzo lo buttò a terra a sorpresa, mentre i suoi occhi dalla pupilla allungata si illuminavano e il simbolo della lettera greca phi faceva la sua comparsa.

Immediatamente l'amministratore sentì dolore ovunque, come se il suo corpo stesse venendo fatto a brandelli da tante lame. La sua inquietante pelle grigia cominciò persino a staccarsi, mentre i due maghi ai fianchi gli arrivavano addosso.
Era impossibile riconoscerli a causa dei cappucci. Tutto quello che vedeva era che uno di loro impugnava uno Stick dalla forma di un elegante fucile a pietra focaia e l'altro aveva delle lunghe ciocche di capelli corvini che scendevano oltre la copertura del tessuto. 

Dall'arma del primo partirono subito altri proiettili, mentre dal secondo altri nastri danzanti arrivavano rapidissimi, impedendogli di muoversi come voleva. E i monconi non aiutavano. 
L’amministratore, però, non demorse. Tornò di nuovo alla carica, caricando ancora di più i suoi colpi, ma solo per essere fermato di nuovo e respinto indietro dai due maghi incappucciati, che avevano solo mosso le braccia senza spostarsi di un millimetro. 

L'amministratore non se ne capacitava. Non poteva farsi sconfiggere da loro così. Era impossibile! Lui era uno dei gestori del siti per maghi! Eppure… era in svantaggio in ogni caso. 
In un combattimento contro dei semplici maghi lui stava perdendo senza neanche la possibilità di contrattaccare! E questo contro dei semplici, indegni e sporchi umani!
Non era mai successa una cosa simile prima d'ora. Quasi tutti i ragazzi che avevano predato erano morti anche se avevano la magia a proteggerli. Chi mai avrebbe potuto avere un potere in grado di arrecargli dei seri danni in proprio possesso?! Chi accidenti aveva dato loro degli Stick del genere!?

Ma poi la luce della luna illuminò per un attimo il volto del suo avversario centrale e lo lasciò interdetto come niente prima d'ora.
《Tu!? Come è possibile!? Dovresti essere…》
《Morto? Spiacente, ma non lo sono. Devo ancora farvela pagare dopotutto.》 Rispose l'altro con freddezza, mentre intensificava ancora di più il dolore che gli stava infliggendo. Non mancava molto alla totale distruzione di quel corpo.

《Il Re ti…》 Cercò di ribattere lui, ma il suo corpo improvvisamente venne tagliato orizzontalmente al livello dello stomaco e poi lacerato in più punti, mentre la luce degli occhi dello sconosciuto si intensificava sempre di più.
Tagli profondi si aprirono ovunque sulla figura grigia e nera, smembrandola in vari pezzi fino a quando quel coso non smise di muoversi, gli occhi bianchi e le membra immobili.
Subito dopo, il corpo fatto a brandelli fu circondato da uno strano fumo viola che lo avvolse del tutto per un po', prima di svanire nel nulla e lasciare a terra il frutto del combattimento.

《Bene.》 Commentò il ragazzo, osservandolo con un sorriso, mentre le altre due figure si avvicinarono. 《Adesso abbiamo aumentato le nostre possibilità di diventare loro compagni del 100%.》 Disse, mentre le sue iridi blu brillavano di nuovo alla luce della luna.

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Capitolo 17
*** Nuovi amici ***


Midori, Runa, Dimitri e Sarah si aggiravano guardinghi per le strade della città. Come avevano pattuito, avrebbero ricominciato a cacciare per trovare uno Stick dai poteri curativi che potesse aiutare Hana, Loki e Mayumi a riprendersi completamente.

La loro vita non sarebbe stata rigenerata, una volta usati i propri poteri non si poteva tornare indietro, almeno a quanto ne sapevano, ma almeno sarebbero sopravvissuti più a lungo con un corpo più forte.
Sarah usò per un attimo la sua magia e fece segno di andare avanti in quella direzione, verso quello che sembrava un agglomerato di case popolari vagamente in rovina. Il che non era tanto bizzarro.
Avevano deciso di cercare un branco neutro, uno di quelli che non andava contro gli amministratori, quindi era probabile che si sarebbero nascosti senza far nient'altro.

Appena ci entrarono, Midori si posizionò meglio gli occhiali sul naso, pronta a pietrificare chiunque li avesse attaccati. 
Il suo stato delicato era sempre più problematico quando si parlava di combattere, data la fatica e la pesantezza, oltre che gli eventuali sbalzi. L'uso della magia costava inoltre un grande sforzo al fisico della maga e quindi tutti i suoi amici le avevano chiesto di rimanere in ospedale, ma lei si era rifiutata. 

Il simbolo sul suo polso era ancora quasi del tutto presente, segno del fatto che non aveva usato molta magia e che quindi non aveva aiutato quasi per nulla. Sapeva di non potersi permettere di perdere troppa vita, ma a volte capiva quanto fosse inutile in certe situazioni.
Dimitri notò la sua espressione e le fece segno di concentrarsi. Quella ragazza gli stava abbastanza simpatica, aveva avuto fegato nel scegliere di combattere con loro nonostante fosse incinta, ma proprio per questo doveva mantenere la guardia alta.

L'albina annuì ed entrambi raggiunsero le loro compagne e cominciarono ad esplorare i corridoi fatiscenti, gli Stick sempre pronti all'uso e i sensi all'erta.
Ad un certo punto, però, Runa sentì qualcosa, una specie di scricchiolio, e fece segno a tutti di fare silenzio. La visibilità era limitata dal buio serale lì dentro e sicuramente c'erano topi e altre mille cose che avrebbero potuto far scricchiolare la struttura indebolita, ma lei era certa che fossero vicini a qualcosa che sicuramente non era un animale o qualcosa del genere. 

E ne ebbe la conferma quando un raggio luminoso emerse dal corridoio buio e le arrivò contro. La ragazza si spostò per riflesso e meno male, perché vide il lembo della sua maglia, travolto dalla luce all'ultimo secondo diventare istantaneamente cenere leggera e cadere a terra.
《Bene bene.》 Disse all'improvviso una voce dalle ombre. 《Guarda un po' che cosa abbiamo qui. Quattro maghetti tutti soli che vengono a cercare Stick nel posto sbagliato e contro il branco sbagliato.》

A parlare era stato un ragazzo dell'età di Runa e poco più alto di Midori. Pensati occhiaie circondavano gli occhi grigi nei quali era riflesso il simbolo zodiacale della vergine, mentre lunghi capelli castani e leggermente sfumati di grigio scendevano ribelli sulle spalle.
Aveva un sorriso vagamente viscido, ma la faccia allungata dava l'impressione che fosse un tipo pericoloso, tesi avvalorata dal ciondolo pentagonale che teneva al collo. Era sicuramente quello il suo stick.

《Non sottovalutarci. Potresti pentirtene.》 Commentò Dimitri, con in mano la sua bambola.
《Ohhh. Che paura.》 Commentò un'altra voce, stavolta femminile.

Accanto al ragazzo sbucarono altri tre maghi, due ragazze e un ragazzo. Le prime due erano alte come Hana e Sarah, rispettivamente con delle voluminose code di capelli ricci e un caschetto castano chiaro, mentre lui sembrava un tipo abbastanza allenato e con i capelli più ribelli che avessero mai visto.

Tutti avevano le stesse occhiaie pesanti del loro capo e i capelli e vestiti non erano ridotti molto bene. Sicuramente quei maghi non erano facoltosi.
Le uniche cose che non presentassero uno spesso strato di sporco addosso erano i loro oggetti magici. La prima delle due ragazze tenevano in mano una vivace girandola, mentre l'altra aveva in braccio un orsacchiotto di peluche e il ragazzo portava una lunga lancia sulla schiena. 

《Mi sa che avete scelto il gruppo peggiore con cui confrontarvi.》 Commentò quest'ultimo con un ghigno, scattando subito verso Runa, che era la più vicina, cercando letteralmente di impalarla con lo Stick.
Lei però fu più veloce e dopo aver dato un cenno di assenso ai suoi compagni, scivolò tra le sue gambe e gli rifilò un calcio al fianco di considerevole potenza, cogliendolo di sorpresa.
Lui si rialzò, furente, ma uno dei raggi pietrificanti di Midori lo costrinse a spostarsi. L'ampiezza limitata della sua arma era un problema e la ragazza sembrava parecchio agguerrita, esattamente come tutti gli altri, solo che di colpo si sentì uno strano rumore, come tanti passetti, accompagnati da quello che sembrava un inquietante squittio. 

Dimitri vide la ragazza con il peluche in mano perdere sangue dall'occhio sinistro e un simbolo a forma di goccia riflettersi nella sue iridi. Tentò di fermarla, ma di colpo dal soffitto crollarono decine e decine di ratti grossi e sudici, che si riversarono come una marea verso di loro.

Sarah lanciò un urlo acutissimo di fronte a tutti quegli esseri disgustosi che le stavano arrivando addosso, mentre Runa cercava di tenerli lontani con le onde d'urto della bacchetta da direttore.
Midori cercò di pietrificarne alcuni, ma ne arrivavano a centinaia, schioccando le mascelle e squittendo in modo orribile. 
Era impressionante, stavano venendo messi in difficoltà da un branco di ratti! E per di più il capo di quel branco aveva scatenato una nube ci cenere che stava rendendo difficoltoso respirare e difendersi, mentre la ragazza che controllava quelle bestiacce rideva.

《Attaccate, piccolini. Attaccate, attaccate!》 Continuava ad urlare lei con voce sguaiata, mentre l'altra ragazza tirava fuori la sua girandola.
《Avete scelto il branco sbagliato con cui attaccare briga. I vostri Stick sono comunque molto forti. Sarà un piacere prenderveli.》

Immediatamente il simbolo di un punto esclamativo apparve nei suoi occhi e una folata di vento assolutamente tremenda travolse tutto, facendo volare i giovani maghi oltre la finestra.
Il vetro andò in frantumi, mentre tutti e quattro vedevano il suolo avvicinarsi sempre di più. Fu solo la prontezza di riflessi di Sarah a salvarli da una caduta letale.
Attivando lo Stick penna, generò la barriera che attutì il colpo appena in tempo, impedendo i danni maggiori, soprattutto a Midori. Ma la battaglia non era ancora finita.

Il ragazzone con la lancia aveva visto tutto e adesso stava correndo velocissimo verso di loro, il simbolo della Z negli occhi e la sua arma pronta a colpire, ma la barriera lo respinse con forza.
E appena questa si dissolse, Dimitri gli rifilò una poderosa gomitata al collo, facendolo vacillare, mentre Midori finalmente coglieva l'opportunità e gli riduceva il braccio ad un semplice pezzo di marmo.
I suoi compagni dovettero vederlo in difficoltà, perché si lanciarono in suo soccorso, ma un'onda di serenità verde si propagò dalla bussola di Runa, bloccando di colpo i quattro maghi nemici, lasciandoli dove si trovavano con un'espressione beata in faccia.

L'albina si concesse un sorrisetto di vittoria. In quelle condizioni sarebbe stato facile farli fuori e prendersi i loro Stick, nonostante nessuno di loro avesse la magia che cercavano. 
Ma di colpo venne presa da un forte senso di vertigine, mentre sentiva il sangue che le colava fra le gambe farsi molto più copioso e scenderle anche dalla bocca e dalle orecchie. Il simbolo sulla sua clavicola era arrivato a metà ormai.

Di riflesso, interruppe il suo attacco e i quattro nemici furono liberi, specialmente il ragazzo con la lancia, il più vicino a lei. Nonostante il braccio pietrificato pesasse molto, aveva ancora abbastanza forza da tentare di impalare l'albina. 

Midori, Dimitri e Sarah tentarono immediatamente di raggiungerla, però erano troppo lontani e la loro compagna non riusciva a muoversi, era come se il suo corpo fosse stato fatto di pietra.
Il ragazzone alzò lo Stick con espressione vittoriosa, calandolo con foga su di lei, ma si sentì il rumore di uno sparo e un buco sanguinante si aprì sulla sua fronte.
Quello che ormai era un cadavere, lasciò cadere la lancia e si accasciò a terra con gli occhi sgranati e vitrei e una vaga espressione sorpresa in faccia, sotto lo sguardo attonito di tutti i presenti.

《È incredibile.》 Commentò poi una voce maschile proveniente da chissà dove. 《Non ci si può fare neanche una doccia in pace senza che qualcuno disturbi al giorno d'oggi.》.
I maghi ancora vivi si guardarono intorno confusi, cercando il proprietario della voce. E appena lo individuarono, tutte le ragazze presenti diventarono rosse.

Sul cornicione del palazzo stava un ragazzo di come non ne avevano mai visti. La pelle era bianca come cera, il corpo slanciato e magro, le labbra sottili, il naso all'insù e i morbidi capelli dorati gli incorniciavano il volto. 
I suoi tratti vagamente androgini e aggraziati gli davano un'aria angelica quasi inquietante. Era talmente bello... da sembrare una bambola di porcellana. Ma la cosa che aveva lasciato tutti interdetti era che non aveva quasi nulla addosso!
A parte una morbido accappatoio, era completamente nudo! E come se non bastasse, teneva in mano un lungo ed elegante fucile a pietra focaia. Doveva essere quella l'arma che aveva ucciso il ragazzone.

《Tu chi diavolo sei!?》 Urlarono i membri del gruppo nemico.
Il nuovo arrivato sorrise leggermente, mentre i suoi capelli si tingevano di arancione, il simbolo della M appariva nei suoi occhi castani e il sangue cominciava a colare dal suo sopracciglio sinistro. 
《Chi sono? Io sono uno dei maghi a cui appartiene questo territorio, Mirai Higurashi, e io e i miei amici stavamo giusto cercando un gruppo di topi che si era rifugiato da qualche parte.》 Commentò, mentre puntava il suo fucile verso i tre e rivolgendo uno sguardo quasi di intesa a Midori e i suoi amici.

Il ragazzo col ciondolo cercò immediatamente di incenerirlo, aveva capito quanto quel tipo fosse pericoloso, e aveva cercato di toglierlo di mezzo, ma il biondo saltò con nonchalance, evitando il raggio con eleganza.
Scattando velocissimo, sparò poi molti altri proiettili luminosi con il suo fucile, mentre i maghi tentavano di pararli con i loro Stick. 

La ragazza con la girandola creò subito un'altra ventata d'aria, allontanandoli con energia, ma questi ripresero nuovamente la loro corsa, prendendoli di nuovo di mira.
《Cosa!? Che diavolo sono questi affari!?》 Urlarono i nemici, mentre il biondo sorrideva in modo serafico. 
《Sono il potere del mio Stick. Qualcosa di davvero molto utile. Inseguono il bersaglio fino a colpirlo. Quindi, davvero perfetto per far fuori qualche topo.》 Disse, con una calma inquietante.

《Maledetto!》 Ringhiò la ragazza col peluche, sollevandolo di nuovo e scatenando nuovamente l'invasione di ratti, mentre Dimitri buttava a terra la ragazza coi codini e Midori, dopo aver aiutato Runa a rialzarsi, aveva attaccato insieme a lei il capo del branco.
Quest'ultimo lanciò dei raggi grigi in rapidissima successione, ma le due albine li evitarono. Avevano entrambe il fiato corto e si sentivano pesanti, la prima per la gravidanza e la seconda per l'uso della sua vita, ma non avevano intenzione di demordere.

Solo che poi videro il loro amico russo volare letteralmente sopra le loro teste e schiantarsi dolorosamente a terra. Aveva i capelli verde acqua, e questo significava che era riuscito ad utilizzare la sua bambola, infatti la sua avversaria aveva un lungo squarcio sulla gamba, ma lei doveva averlo colto di sorpresa e lo aveva scaraventato via con i suoi poteri e adesso, con il volto stravolto, brandiva la girandola e la lancia del loro compagno caduto, pronta ad infilzarlo.

Il russo, con un forte dolore alla schiena, cercò di rigirarsi e schivare il colpo, ma ci fu qualcos’altro a salvarlo.
《Non toccarlo!》 disse una voce tagliente, mentreQualcosa di lungo, morbido e sottile si avvolse rapidamente attorno alle braccia del castano e lo tirò via, facendolo atterrare in una specie di tela fatta dello stesso materiale e facendo cozzare la punta della lancia sul terreno.

Il russo guardò sorpreso la cosa che lo aveva salvato. Nastri. Dei lunghissimi nastri viola lo avevano accolto in una sorta di ragnatela protettiva, portandolo al sicuro. E c'era un'altra sorpresa. 
Davanti a lui si stava lentamente componendo una figura. I nastri danzanti si stavano raggruppando a formare un corpo sottile, slanciato e pallido come cera. Lunghi e liscissimi capelli neri coprivano quasi completamente la sua schiena e gli stava dando le spalle.

Solo che poi si voltò e Dimitri sbarrò gli occhi. Il suo viso era uguale identico a quello di Mirai, con la stessa bellezza angelica a causa dei tratti dolci e vagamente androgini, però il sorriso lucido e serafico mancava. I suoi lineamenti avevano un che di malinconico, esattamente come l'iride viola del suo occhio sinistro, che era una l'unico visibile, visto che l'altro era coperto da una benda arabescata, e anche una delle poche differenze che lo distinguevano dall'altro ragazzo, insieme ai capelli.

《Stai bene?》 Chiese il ragazzo, con una bella voce flautata che gli fece in qualche modo mancare le parole, tirando fuori solo un “grazie" balbettato.
Si diede mentalmente dell'idiota. Quel giovane sconosciuto gli aveva appena salvato la vita e la sua lingua aveva scelto proprio quel momento per bloccarsi!?
Solo che, in quel preciso istante, Mirai scese dal tetto su cui era appollaiato e si mise al fianco del ragazzo con la benda, avvolgendolo col braccio.

《Ce ne hai messo di tempo, fratellino. Pensavo vi sareste persi tutto il divertimento.》 Disse, parlando a quello che chiaramente era il suo gemello con un bel sorriso sulle labbra.
《Scusa, fratellone. Abbiamo avuto qualche problema a trovarvi. Per fortuna siamo arrivati in tempo.》 Replicò lui, il tono tranquillo e monocorde tanto quanto quello di Runa, per poi aiutare Dimitri a tirarsi di nuovo in piedi. 

《Grazie.》 Riuscì finalmente a dirgli, ricevendo in cambio un cenno e solo una piccola ombra di sorriso che lo fece sentire un po' strano. Come mai era diventato di colpo tanto goffo!?
Solo che vennero interrotti da una potente corrente d'aria scatenata dalla ragazza coi codini biondi.
《Ancora tu?》 Chiese tagliente il russo, rialzandosi.

La sua bambola era stretta tra le sue mani e lui strinse ancora di più, facendo sentire a quella scocciatrice una presa ferrea su tutto l'addome, ma in qualche modo lei mosse il braccio e un raggio giallo partì dalla lancia, rischiando di colpirli tutti e tre.
Rapidamente, il gemello coi capelli neri toccò la benda, che doveva essere il suo Stick, e lui cambiò all'istante. I capelli si tinsero di viola, il sangue cominciò a scendere dal suo sopracciglio sinistro e nel suo occhio venne riflesso il simbolo del numero romano tredici. 

Il braccio che aveva teso, poi, si trasformò in un lunghissimo fascio di quelli stessi nastri che lo avevano salvato, dirigendosi velocissimi verso la bionda. 
Lei tentò di respingerli, ma il russo le aprì uno squarcio che andava dalla spalla al gomito usando uno spillo sulla bambola, ferita che le fece perdere la presa sulla girandola, mentre le strisce di tessuto si facevano sempre più vicine ed affilate. 

Lei tentò di recuperare terreno, ma Dimitri le aprì un altro lungo taglio, stavolta in faccia, che la fece sanguinare ancora di più e permise all'attacco del nuovo arrivato di trafiggerle lo stomaco.
Quei nastri ormai erano taglienti come spade e non le diedero il tempo di dire nulla, perché la tagliarono completamente in senso obliquo.
Una fontana di sangue zampillò dalle due parti spezzate, riversandosi sul terreno e imbrattandolo di rosso, mentre i tre scendevano veloci  verso Midori, Runa e Sarah, che se la stavano ancora vedendo contro i due maghi rimanenti.

I due sembravano essere in difficoltà. Le piccole emorragie date dagli Stick si stavano ingrandendo ed erano sempre più stanchi e con meno alleati.
《Allora, avete intenzione di morire, o preferite arrendervi?》 Chiese loro Mirai con fare retorico, puntando il suo fucile a pietra focaia contro di loro.

I due si fecero indietro. Erano circondati, ma non avevano intenzione di demordere! Infatti sollevarono subito i loro Stick, continuando a lanciare raggi inceneritori e facendo si che i topi arrivassero a frotte, ma questi attacchi furono scongiurati dalla telepatia di Sarah, che diede immediatamente istruzioni ai suoi compagni su dove andare per schivare.
Era incredibile poi. Lei e i suoi amici non conoscevano affatto quei due gemelli, eppure erano in una sincronia quasi perfetta mentre attaccavano tutti insieme e mettevano con le spalle al muro i loro nemici. Era quasi come se fossero compagni da sempre.

E il biondo, provando questa teoria, sorpassò l'americana con un salto e si gettò addosso alla ragazzina rimasta. Lei tentò nuovamente di bloccarlo richiamando a sé ratti e uccelli di ogni sorta, ma lui premette il grilletto e fece partire tantissimi proiettili, uccidendo tutti gli animali e scavando un buco sulla sua fronte, facendola crollare a terra, ormai morta prima ancora che se potesse accorgere.
E il suo compagno si ritrovò da solo. Il simbolo zodiacale della vergine sulla sua mano era quasi del tutto svanito e stava ormai perdendo sangue a fiotti. Ma voleva comunque ucciderli tutti. Avevano attaccato briga col branco sbagliato, glielo aveva detto, quindi li avrebbe ridotti a niente più che mucchi di cenere.

Immediatamente un'ondata di energia travolse tutto, scaraventando via i maghi, mentre raggi grigi uscivano dal medaglione del giovane uomo e si abbattevano a casaccio attorno a lui. La vita rimasta svanì quasi del tutto dalla sua mano e i gemelli si scambiarono uno sguardo d'intesa.
Dovevano ucciderlo subito, non potevano lasciare che accadesse l'inevitabile. Infatti, le scarpe che il corvino aveva ai piedi si accesero di verde chiaro e il simbolo nei suoi occhi cambiò. Era un'elica.
Corse ad una velocità inaudita verso il loro nemico. Se quello stupido avesse continuato ad usare la magia in tale quantità, avrebbe vanificato tutti gli sforzi suoi e dei suoi amici, ma non riuscì ad avvicinarsi. I raggi erano aumentati di numero e ormai l'unica scelta che tutti avevano era cercare un riparo.

E fu proprio quello che fece anche lui, mentre Mirai stringeva le dita sul suo fucile. Avevano lavorato tanto nell'ultimo periodo… solo per vedersi sfasciare il piano da un imbecille qualunque!? Stava nuovamente per sparare, i capelli arancioni e il simbolo negli occhi, però successe qualcosa di incredibile.

Un paio di gemme blu sembrarono balenare nel buio e ci fu come un rapidissimo lampo verticale. Il loro nemico interruppe di colpo il suo attacco e rimase fermo. Un’espressione vagamente confusa si era dipinta sulla sua faccia… poco prima che tutto il suo addome e la sua testa si spaccassero in senso verticale.
Il sangue caldo schizzò a fiotti sui volti stupefatti di Midori, Dimitri, Runa, Sarah e i gemelli, mentre il ragazzo muoveva qualche passo e crollava a terra, facendo vedere una figura che si avvicinava.

《Eccoti qui. Ma dove diamine eri finito? Abbiamo fatto tutto noi!》 Disse Mirai in tono fintamente stizzito, dopo un secondo di sgomento, guardando il ragazzo che era apparso con un sopracciglio alzato.
《Oh, non arrabbiarti Mirai. Mi stavo godendo un po' lo “spettacolo”. La vista era stupenda.》 Rispose lui con aria maliziosa, accennando al suo accappatoio, venendo finalmente sotto la luce e facendosi vedere dagli altri maghi, sempre più confusi per tutte quelle entrate a sorpresa. 

Non avevano idea se quei tre erano amici o nemici, però sicuramente quella serata era andata diversamente dal previsto. Ma il loro sgomento aumentò ancora di più appena videro in volto il nuovo arrivato. 
Era alto pressappoco come Dimitri ed era sicuramente piacente tanto quanto lui, ma era molto diverso. Aveva un'aria tranquilla e un sorriso amichevole sulle labbra, ma in qualche modo emanava un’aura di mistero, forse a causa del suo aspetto.

A parte la magrezza un po' troppo accentuata, il suo corpo era percorso da bei muscoli proporzionati sulle braccia e le gambe lunghe. I capelli neri molto mossi ricadevano leggermente sulla fronte e vicino al naso all'insù e al suo orecchio brillavano tre piercing di metallo, identici a quello sul lato sinistro del suo labbro. Ma non era questa la cosa che saltava all'occhio per prima. 
Sulla pelle chiara delle braccia spiccavano moltissime cicatrici bianche, dai bordi slabbrati e l'aria profonda, ma le più incredibili erano quelle sul suo viso. Scendevano in verticale sopra gli occhi blu, lunghe e bizzarramente tinte di blu acceso, cosa che le evidenziava ancora di più. 

Sicuramente facevano impressione, visto che servivano lame decisamente non comuni per lasciare segni simili, eppure sembravano essere mostrate con una certa disinvoltura, anzi… quasi quasi davano al suo volto un qualcosa di particolare che non lo sfigurava affatto, ma anzi lo rendeva ancora più affascinante, nonostante la lunghezza dei segni.

Il ragazzo, probabilmente sentendosi osservato, rivolse lo sguardo cobalto sui quattro ragazzi seduti a terra e rivolse un sorriso smagliante.
《Ciao ragazzi. È un vero piacere conoscervi finalmente. Il mio nome è Xsorof V, sono davvero contento di avervi incontrati e di avervi potuto aiutare in battaglia.》 Disse, scuotendo la mano di Dimitri, che lo guardava con aria leggermente confusa. Quello era il tipo così solare che aveva appena tagliato in due un mago?

E anche le sue compagne sembravano sorprese, soprattutto quando gli occhi del ragazzo, vedendo la pancia ormai sporgente di Midori, si illuminarono.
《Ohhh! Ma tu stai per avere un bambino! Che cosa adorabile! È maschio o femmina? Tra quanto nascerà? Sai già il nome?》 Chiese all'albina, che lo fissò ad occhi sgranati, facendo ridacchiare Mirai e far sorridere leggermente suo fratello, mentre Runa si faceva avanti.

Il suo viso era la solita maschera di ghiaccio, ma nella sua testa, nonostante fosse ancora dolorante, i ragionamenti continuavano a susseguirsi. Quello non era sicuramente il comportamento che si sarebbe aspettata dai loro salvatori, vista la situazione da cui erano appena usciti, ma ancor più strano le sembrava il fatto che quei tre maghi dai poteri tanto grandi fossero apparsi proprio in quel momento per salvarlo. Doveva esserci sotto qualcosa. Per forza.

Infatti, si avvicinò al moro, che stava ancora sommergendo Midori di domande mentre accarezzava la sua pancia, e gli picchiettò sulla spalla.
Appena si guardarono negli occhi, lei capì subito che quella persona era da non sottovalutare. Quegli occhi risplendevano di una luce allegra, ma c'era qualcos'altro in essi. E questo non le dava buone sensazioni, ma prima che potesse cominciare a parlare, il ragazzo la precedette, sempre con quel sorriso solare.
《Sentite, lo so che adesso siete stanchi, confusi e volete delle risposte e vi assicuro che ve le daremo. Ma prima… vi va una tazza di thè?》

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Capitolo 18
*** Maghi misteriosi ***


Midori, Dimitri, Sarah e Runa erano leggermente sorpresi dalla situazione in cui erano finiti.

Dopo che Xsorof aveva proposto quella tazza di thè, erano stati portati tutti quanti nel loro appartamento sorprendentemente sfarzoso e adesso erano davanti ad una tavola perfettamente apparecchiata con teiera, tazze, zuccheriera e piattini.

Quando si erano recati in quel palazzo fatiscente, si erano preparati a tutto fuorché a quello. Oltre ad aver affrontato l'ennesima battaglia, infruttuosa era da aggiungere, in cui non erano riusciti a trovare nessuno Stick curativo e poi erano stati trascinati ad una cerimonia del thè… nelle ultime ore notturne.

E non si sarebbero mai aspettati l'arrivo e l'invito di quei tre. Non si erano mai visti reciprocamente fino a neanche trenta minuti prima, neanche Sarah aveva mai percepito le loro menti quando aveva cercato altri maghi, eppure loro sapevano comunque chi erano e li avevano invitati a casa loro, avevano combattuto con loro e gli avevano perfino salvato la vita e tutto questo li aveva insospettiti.

Gli erano grati per il loro aiuto, assolutamente, ma erano certi che la loro non fosse stata semplice generosità. Il duello forse era stato imprevisto, ma non il loro incontro.

Doveva esserci qualcos'altro sotto. E questa idea nasceva proprio dal fatto che avevano visto quei maghi al lavoro ed era chiaro che fossero assolutamente letali.

Magie veloci e molto potenti in attacco, unite a delle capacità fisiche notevoli e l'effetto sorpresa. Ma soprattutto non erano sicuri che quei tre avessero dato il meglio di loro.

Dunque in quel momento, trovandosi in casa loro e quindi in un posto dove un'eventuale difesa sarebbe stata alquanto difficile, erano rigidi come bastoni di legno. Quella avrebbe potuto essere un’imboscata. Solo che c'era qualcosa di strano.

Quei tre avevano fatto a fette quei maghi senza il minimo problema e sembravano essere dei veterani in quel momento, eppure adesso si stavano comportando in modo così… informale.

Ridevano, scherzavano, offrivano loro dolcetti e chiacchiere… sembravano quasi loro vecchi amici, piuttosto che sconosciuti. Xsorof gli stava sorridendo con aria piuttosto amichevole, seduto accanto a loro al tavolo, mentre mangiava e parlava tranquillamente con Midori e osservando ogni tanto il suo pancione con un sorriso intenerito, mentre lei rispondeva con un certo nervosismo, nonostante sembrasse meno tesa ogni secondo che passava.

E lo stesso comportamento lo avevano i due gemelli, che erano seduti davanti a Sarah e Dimitri. Il biondo, che aveva sostituito l'accappatoio con un semplice paio di jeans attillati e nient'altro, stava sorseggiando la sua bevanda come se nulla fosse, mentre il suo gemello, silenzioso come sempre, lo imitava.

Questo giro andò avanti per un po', fino a quando Runa prese la parola. 《Dunque, abbiamo preso il thè. Adesso, potreste dirci per quale motivo ci avete salvati? Non fraintendete, vi sono grata dell'aiuto, ma vorrei conoscerne il motivo.》

Il ragazzo dagli occhi blu la guardò un attimo e annuì con un sorriso leggermente imbarazzato. 《Giusto giusto, che sbadato, avrei dovuto dirvelo prima. Comunque… ricominciamo con le presentazioni! Io sono Xsorof V, come vi ho già detto, mentre loro sono i miei migliori amici e compagni, Mirai e Meito Higurashi.》 Disse, mentre i due gemelli annuivano come saluto.

《Comunque… diciamo che vi abbiamo salvato per tre motivi. Uno, è fantastico quello che state facendo contro gli amministratori e Tempest e quindi volevamo impedire che quelli stupidi vi ostacolassero. Due, volevamo appunto cacciare quegli abusivi dal nostro territorio, quindi è stata un'occasione fortuita incontrarvi insieme e tre, siamo qui per proporvi un accordo.》 Disse lui, continuando a sorseggiare con un sorriso.

Lo sguardo di Runa si ridusse a due fessure color sangue, mentre intercettava gli occhi dei suoi compagni per un rapidissimo secondo. Lo sapeva che sarebbero giunti a quel punto.

Quello Xsorof era intelligente. Molto intelligente. Ben più di quanto il suo sorriso spontaneo e la sua aria spensierata non dessero a vedere. Non era una persona con cui scherzare o da sottovalutare, e non solo per la sua magia o le cicatrici che aveva sul corpo.

《E quali sarebbero i termini di questo patto?》 Domandò, con la solita calma gelida, l'albina.

《Beh, ormai il numero dei maghi si è ridotto considerevolmente da quando gli amministratori hanno capito di non poterci più imbrogliare e quelli rimasti possiedono ovviamente ottimi Stick e cervelli, ma questo non li salverà in eterno.》 Il gruppo di maghi rimase ad ascoltare il corvino in silenzio.

Sapevano bene che stava dicendo la verità. Le serie di omicidi di ragazzi intorno al mondo si erano interrotte, ma comunque sia bisognava stare all'erta. Quegli esseri erano estremamente astuti e pericolosi, ma non erano gli unici. Come avevano già visto, anche con quei tre ragazzi non c'era niente da scherzare.

《La nostra vita purtroppo si ridurrà sempre di più e alla fine, se non staremo attenti, nessuno di noi potrà salvarci dalla morte e quei tipi saranno liberi di fare come vogliono, anche prima dell'arrivo di Tempest.》

Riprese il corvini 《A meno che, ovviamente, noi non li uccidiamo per primi.》 Commentò Midori mordicchiandosi le labbra con nervosismo, ricevendo un cenno di assenso.

《Precisamente. Dunque… credo sarebbe una mossa saggia se i maghi con le magie migliori combattessero fianco a fianco contro di loro.》

《In poche parole, ci state chiedendo di darvi una mano? Di formare una sorta di alleanza?》 Domandò Dimitri con aria retorica e ricevendo una risposta affermativa.

《Voi state combattendo contro di loro da più tempo, avete lanciato voi l'avvertimento ai vari maghi, dunque siete già molto più esperti in questo genere di lotta.》

《Abbiamo sentito parlare molto di voi infatti. Tutti i maghi ancora vivi si raccontano tra di loro su di voi sul web. Un gruppetto di persone che si oppongono agli amministratori ed ispirano i propri simili a fare lo stesso. Questo è decisamente impressionante.》

《E noi vogliamo aiutare. Ma noi siamo solo tre purtroppo. Nonostante le nostre magie siano ottime in combattimento, la nostra inferiorità numerica è un grosso fardello. Dunque, si. Vorremmo allearci con voi.》 Commentò Mirai.

Runa alzò un sopracciglio. Non sapeva se essere contenta di aver capito che era quello il loro obiettivo o meno, ma doveva ammettere che la proposta era comunque allettante e decisamente conveniente per tutti.

Finché Hana, Loki e Mayumi non si sarebbero ripresi, lei, Dimitri, Sarah e Midori da soli avrebbero avuto delle grosse difficoltà nelle loro lotte, oltre al fatto che la sua vita era diminuita più del previsto, probabilmente come quelle degli altri, e che la gravidanza della loro amica stava arrivando ad un punto molto delicato. Non si potevano permettere di sbagliare.

《Cosa ne dite?》 Incalzò di colpo Mirai con un sorriso languido sulle labbra.

《Perché esattamente vorreste aiutarci?》 Chiese a quel punto Dimitri.

《E non solo. Avete corso un grosso rischio nel salvarci. Perché lo fate?》 Meito gli rivolse finalmente la parola.

《Perché voi siete ammirevoli. Combattete per salvare voi stessi e tutti gli altri da Tempest anche se questo mette a repentaglio le vostre vite ancora di più. Vogliamo aiutare.》 Il russo rimase un attimo interdetto, mentre il gemello biondo prendeva una borsa dal fianco del divano.

《Sappiamo che dubitate di noi, ne avete il diritto, ma vi assicuro che non vi stiamo tendendo un'imboscata. Infatti abbiamo giusto una cosa che ve lo può dimostrare.》 Riprese Xsorof, mentre il suo amico tirava fuori dalla borsa un… un reggiseno?

《È uno scherzo?》 Chiese Sarah interdetta, guardando l'oggetto. Li stavano prendendo in giro o cosa?!

Lo sguardo di Runa invece si assottigliò ancora di più.《Quello è uno Stick. E possiede capacità curative, non è vero?》

I tre annuirono. 《Vogliamo dimostrarvi che non vi siamo ostili e che non cercheremo di tradirvi in futuro. Potete anche tenere questo Stick e usarlo per aiutare i vostri amici.》

《Quindi? Possiamo considerare la possibilità di allearci?》 Chiese Meito, mentre tendevano l'indumento ai quattro, che si guardarono e poi si ritirarono sul pianerottolo per discutere un po'. Quella serata era ancor più ricca di sorprese di quanto si fossero immaginati.

《Cosa ne dite?》 Chiese Runa. Lei non era completamente sicura che quei ragazzi avessero raccontato tutto quello che sapevano, ma neanche lei lo avrebbe fatto. E come aveva già detto, quell'occasione sembrava abbastanza interessante, ma i suoi compagni la risvegliarono.

《Io non mi fido affatto. Quei ragazzi… hanno qualcosa di sospetto. Mi sembra che sappiano troppe cose su di noi e che siano troppo perfetti col tempismo. Nascondono qualcosa e io non voglio scoprire cosa. Dovremmo lasciarli perdere.》 Commentò Sarah.

Le cicatrici di Xsorof la inquietavano parecchio, ma gli occhi dei gemelli le facevano paura. Quelli di Mirai in particolare. Il gemello li aveva profondi e vuoti come pozzi, ma i suoi sembravano così calcolatori, così freddi, come di ghiaccio.

《E gettare via così l'opportunità di guarire Hana e gli altri? Capisco come ti senti, ma non ce lo possiamo permettere proprio ora. Gli amministratori sono più di noi e le nostre vite stanno diminuendo. Dobbiamo fare qualcosa!》 Rispose Midori.

《Non mi dire che tu ti fidi!?》

《Non li conosco ancora, ma ci hanno salvati senza avere la sicurezza che li avremmo accettati e ora ci stanno offrendo l'occasione di aiutare i nostri amici. Secondo me vale la pena di dare loro una possibilità senza giudicarli.》 Dimitri si fece pensieroso.

In parte Sarah aveva ragione. Quei ragazzi sembravano sospetti e sicuramente pericolosi, sarebbe stato difficile combatterli se fossero diventati nemici, ma gli avevano salvato la vita e gli stavano dando i mezzi per aiutare i loro compagni oltre che altre magie contro gli amministratori.

Quando gli ricapitava una tale fortuna. 《Secondo me dovremmo tenerli d'occhio da lontano, persone simili sono pericolose senza precauzioni, ma ci serve tutto l'aiuto possibile a questo punto.》

《Ne sei sicuro?》 Chiese Runa.

《Non possiamo fidarci completamente di loro, sanno troppe cose e probabilmente hanno architettato tutto e dovremo tenerli sotto sorveglianza, Sarah ha ragione, ma non possiamo farci sfuggire una simile occasione. Tre nuovi membri del branco e la magia guaritrice che ci serve… non avremo più un'opportunità simile. E poi… siamo in debito con loro.》

Midori si disse d'accordo con questa decisione e alla fine anche Sarah. Lo stavano facendo per il bene loro e dei loro compagni prima di tutto. E dunque Runa annuì a sua volta, tornando poi nel soggiorno, dove i tre li aspettavano.

《Sentite, abbiamo deciso di accettare la vostra offerta. Combatteremo con voi contro gli amministratori e Tempest, ma non ci fidiamo ancora di voi. Siamo in debito, ma la situazione sarà la stessa. Se ci tradirete, sapete già che non ci faremo scrupoli.》 Disse la ragazza con la solita freddezza, mentre i tre annuivano compiaciuti e il ragazzo dagli occhi blu sorrideva con la stessa allegria di prima.

《Benissimo. E adesso che abbiamo un accordo, andiamo all'ospedale per dare ai vostri compagni la buona notizia!》 Disse, mentre Mirai prendeva lo Stick e tutti, nonostante fosse notte fonda, li seguirono verso l'ospedale con la loro stessa impazienza.

Hana, Loki e Mayumi erano già rimasti lì dentro troppo a lungo, era arrivato il momento di farli uscire da quel posto. Senza neanche pensarci, appena arrivati a destinazione, Meito usò il suo Stick per scivolare attraverso la finestra al primo piano in forma di nastro e aprirla, permettendo a tutti gli altri di passare.

Dovevano fare in fretta e facendo in modo di non essere visti da nessun dottore o infermiere mentre entravano o soprattutto mentre usavano lo Stick sui loro compagni.

Spiegare quella faccenda ad una persona normale senza farsi internare… sarebbe stato decisamente problematico. Ma fino ad allora le cose stavano andando piuttosto bene.

Si stavano aggirando quasi senza rumore nei corridoi. I loro tre nuovi compagni si muovevano in modo estremamente leggero, come se infiltrarsi in un posto simile fosse all'ordine del giorno. Appena giunsero vicini alla camera, il gemello biondo osservò il corridoio.

《Per ora non c'è nessuno, ma dobbiamo fare presto.》 Disse, facendo annuire gli altri. Solo che poi sentirono dei passi. Una donna si stava avvicinando a loro, cosa che fece rimediare al biondo un'occhiata truce dal fratello, a cui rivolse un sorrisetto nervoso.

Ma quello non era il momento adatto. Entrarono nella camera di Hana, Mayumi e Loki il più in fretta possibile e chiudendo la porta appena in tempo appena in tempo, sentendo i passi allontanarsi.

I sette ragazzi tirarono un sospiro di sollievo, ma non persero di vista l'obbiettivo. La mora, ancora sveglia, osservò un attimo sconcertata i tre bizzarri personaggi che erano entrati nella sua stanza insieme ai suoi amici. 《Ma che diavolo…?! Chi diamine siete voi?》

《Non preoccuparti, Hana. Sono i nostri nuovi alleati. Sono qui per aiutarci.》 La rassicurò immediatamente Midori con il suo sorriso gentile, mentre Mirai prendeva in mano il reggiseno.

《Bene, ora metti questo.》 Le disse, allungandoglielo.

《Scusami?》 Chiese lei. Quel biondino mezzo nudo la stava prendendo in giro?

《È uno Stick curativo. Ti aiuterà a riprenderti. E aiuterà anche i vostri amici a svegliarsi》 Le rispose il tipo pieno di cicatrici, mentre l'altro gemello la aiutava a metterlo.

Immediatamente, nei suoi occhi apparve il simbolo greco della lettera teta e i suoi capelli si tinsero di viola. Una strana aura azzurrina circondò il suo corpo e lei all'istante si sentì rinvigorita.

I vari danni rimasti sembrarono di colpo sparire, persino il braccio che non riusciva quasi più a muovere per la pallottola che aveva preso nella spalla tornò in perfette condizioni.

《Come ti senti?》 Le chiese Runa, mentre lei provava a muovere il suo corpo, trovandolo sorprendentemente leggero e senza quella pesantezza e paralisi.

《Direi che sto benissimo. Sono loro due quelli che hanno avuto la peggio》 Commentò lei, accennando alla bionda e il rosso. Li aveva tenuti d'occhio tutto il tempo, ma non c'era stato nessun movimento. I loro cuori battevano, ma nessuno dei due accennava a svegliarsi.

《Non ho potuto fare altro che guardare per tutto questo tempo. Scusate.》

《Non è colpa tua, Hana. Inoltre… sono contenta che tu stia bene.》 Le disse Midori con un sorriso, facendola arrossire leggermente. Ignorando le due ragazze, il corvino prese il reggiseno e lo allacciò intorno al petto della ragazza sotto gli occhi preoccupati di Sarah.

La luce guaritrice circondò anche lei, mentre tutti quanti speravano sinceramente che funzionasse. Lentamente, l'energia fluì attraverso il suo corpo e le sue palpebre si strinsero e lentamente si aprirono. Si mise in posizione seduta dopo un attimo, cominciando poi a stiracchiarsi. Il suo corpo stava stranamente bene. 《Che… che cosa… cosa è successo?》

Chiese, prima di essere travolta dall'abbraccio dell'americana. 《Mayu! Mayu sei sveglia! Sono così felice! Non hai idea di che razza di spavento mi hai fatto prendere! Non farlo più!》 Esclamò, continuando ad abbracciarla stretta, mentre lei, anche se ancora leggermente rintronata dal lungo sonno, le chiedeva molte volte scusa.

Runa guardò quel teatrino con un leggerissimo sorriso, per poi concentrare la sua attenzione su Loki. Il volto sembrava più pallido dell'ultima volta, ormai era come una statua di cera.

Questo non prometteva niente di buono, infatti non osò controllare quanta vita gli fosse rimasta. 《Posso?》 Le chiese Meito, avvicinandosi a lui.

Lei annuì e si fece da parte, lasciandogli usare la magia sul ragazzo, incrociando le dita. Vide il suo volto riprendere colore e muoversi un po', mentre anche lui apriva lentamente gli occhi violetti. 《Loki, come stai?》

Gli chiese, poggiando una mano sulla sua spalla. 《Più o meno come se un tram mi avesse investito… ma è bello essere sveglio. Pensavo che sarei morto dopo un colpo simile. Fortunatamente sono duro.》 Disse cercando di buttarla sul ridere.

L’albina sollevò il sopracciglio, però le sfuggì uno sbuffo sollevato. Per fortuna il colpo non aveva cambiato il suo ottimista e spericolato amico. 《Tutta questa storia è commovente, ma adesso che tutti sono svegli, dovremmo discutere di cosa fare contro gli amministratori.》 Intervenne Xsorof, guardando i suoi nuovi compagni.

《Esattamente, chi siete voi?》 Chiese Mayumi. Quei tipi erano sicuramente un trio singolare. Uno era ricoperto di cicatrici, uno sembrava incapace di vestirsi del tutto e l'altro era una specie di emo. Eppure, sentiva che non era il caso di provocarli troppo.

《Noi siamo quelli che vi hanno salvati, nonché i vostri nuovi compagni. Xsorof V, Mirai Higurashi e Meito Higurashi.》 Presentò il biondo mezzo nudo.

Mayumi e Loki guardarono sconcertati i loro compagni e anche Hana lo fece. Avevano dei nuovi alleati? Quante cose si erano persi mentre erano bloccati lì dentro esattamente?

《Stanno dicendo sul serio?》 Chiese la bionda.

《Si. Ci siamo incontrati durante un combattimento in cui ci hanno aiutati e ci hanno offerto un'alleanza contro gli amministratori e la magia per guarirvi.》 Disse in breve Dimitri, mentre i tre ragazzi guardavano con curiosità e sospetto i nuovi arrivati.

《Ehm… sappiamo che volete farci molte domande… ma credo che adesso sia meglio andare.》 Disse. Non era prudente rimanere troppo a lungo in un posto come quello.

Gli amministratori sembravano essersi in qualche modo calmati. Gli omicidi in tutto il mondo si erano interrotti e questa era la loro occasione per parlare a quei ragazzi dei loro progetti.

I compagni di Midori, Dimitri, Sarah e Runa sembravano alquanto sospettosi. I loro sguardi non dicevano altro che diffidenza, ma si alzarono comunque dai letti, prendendo nuovamente i loro Stick dal nascondiglio sul fondo di un mobile.

I tre nuovi alleati rimasero a guardarli in silenzio, prima che Runa gli allungasse la spilla in grado di teletrasportare. E appena tutti la ebbero afferrata, ci fu il solito lampo di luce e di vuoto allo stomaco.

La loro casa si delineò attorno a loro e Xsorof, mentre i gemelli si guardavano con una certa aspettativa, si rivolse ai maghi davanti a loro. Era chiaro che Mayumi, Loki e Hana non avevano ancora capito tutta quella faccenda. Parlarono per un lungo periodo.

Gli raccontarono tutto ciò che era successo, fin da quando avevano incontrato i loro compagni e il motivo per cui avevano stretto quell'alleanza con loro. Lottare insieme sarebbe stato vantaggioso per tutti, eppure sembrava che la ragazza bionda e la mora non fossero affatto convinte.

C'era diffidenza nel loro sguardo, avevano messo in conto tutto questo, ma era difficile. Quelle ragazze erano testarde come muli. Mentre il rosso li aveva ascoltati e aveva deciso di dargli il benvenuto, loro due continuavano ad essere contro la loro alleanza.

Mirai tirò uno sbuffo irritato, lasciando perdere il sorriso languido. Perché quelle due erano tanto cocciute? E soprattutto… non mancava qualcuno all'appello? Anche Meito se n'era accorto. Sarah non era presente nella stanza.

Infatti, stava esplorando la casa. Neanche lei si fidava di quei tre, concordava con Hana e Mayumi. Era felice che i loro amici stessero finalmente bene, ma non sapeva se fidarsi davvero dei loro nuovi “compagni”.

Voleva solo assicurarsi che non succedesse niente di male. Che non ci fosse qualche trappola pronta per loro. Avevano avuto fin troppe brutte sorprese nell'ultimo periodo.

Solo che poi qualcosa attirò la sua attenzione appena entrò in cucina. Il frigo era aperto. Leggermente, ma aperto. E c'era qualcosa di alquanto voluminoso lì dentro.

Con un bel respiro, si avvicinò rapidamente e aprì lo sportello. E l'urlo che ne seguì raggiunse immediatamente l'altra stanza e fece scattare gli altri nove ragazzi come molle.

Mayumi e Midori furono le prime ad entrare, seguite dai padroni di casa, e trovarono Sarah pallida come un cencio mentre indicava qualcosa sul pavimento. Qualcosa di grande, rotondeggiante e ricoperto di lunghi capelli castani. Una testa umana.

Negli occhi della bionda, dopo un secondo di orrore, si riflesse subito il simbolo di cuori e prima che Xsorof, Meito e Mirai riuscissero a fare qualcosa, urlò. 《Fermi dove siete! Subito!》

I tre, che avevano cercato di aprire la bocca per parlare, si bloccarono all'istante come statue, mentre il potere della ragazza li boccava. 《Che…!? No, aspetta! Non è come sembra!》

《Ah no!? A me quello sembra un cadavere ad essere sincera. Che razza di idioti, stavamo per credere a dei perfetti sconosciuti! Quanti altri avete attirato in questo modo?》

《Quello non è… non è una persona!》 Esclamò Mirai, la magia della ragazza stava iniziando a stritolarli.

《Ah no? E cosa sarebbe allora?》 Chiese retorica lei, senza lasciare la presa, mentre gli altri li osservavano guardinghi con gli Stick in pugno.

Xsorof li guardò un attimo. Avrebbe voluto spiegare loro la situazione con calma, per evitare proprio inconvenienti come quello, ma quella biondina aveva mandato a monte i suoi propositi e quindi tanto valeva vuotare il sacco. Soprattutto perché l'aria stava iniziando a mancargli. 《Quello non è un essere umano. Quello è ciò che resta di un amministratore!》

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Capitolo 19
*** Pan per focaccia ***


Loki e Runa si aggiravano lentamente per i corridoi di una scuola. Le luci erano spente, le aule vuote, senza studenti ed insegnanti. Solo i loro passi scandivano il tempo.

Fino ad ora il piano che avevano ideato con Xsorof, Mirai e Meito stava andando come stabilito, nonostante sia loro che i loro compagni fossero rimasti abbastanza sorpresi quando avevano accettato il loro aiuto.

Dopo il ritrovamento di quella ragazza amministratore, tutti loro erano pronti ad attaccare quei tre maghi misteriosi, ma loro li avevano fermati urlando che la ragazza fatta a pezzi non era una persona, bensì quel che restava di un amministratore.

Erano rimasti tutti sconvolti nel sentire qualcosa di simile, però sembrava avere fin troppo senso. E l'evidenza non si poteva negare. L'interno di quelle ferite… non era umano.

Sembrava quasi come se stessero guardando il circuito scoperchiato di un computer.

Ci era voluto un po' a convincerli a smettere di usare il controllo mentale di Mayumi, ma quando lo avevano fatto, si erano seduti e gli avevano spiegato cosa era successo.

A quanto pareva, quei ragazzi, prima di contattarli, avevano teso un'imboscata all'amministratore, colpendolo con tutto quello che avevano, riducendolo in quello stato senza sforzi, ma poi il corpo morto aveva cambiato forma e si era trasformato in quello della ragazza che avevano visto.

Riguardo a lei, non c'era voluto molto per scoprire chi fosse. Le abilità informatiche di Runa risultavano sempre utilissime, infatti aveva scoperto subito la sua identità: Ai Mikarou.

A quanto risultava dai giornali, era una ragazza del liceo che aveva subito varie volte pestaggi da alcuni suoi compagni di classe, più volte denunciati, e che aveva smesso di andare a scuola circa due anni prima.

Doveva per forza aver ricevuto uno Stick dal sito, perché gli articoli di un paio di mesi dopo riportavano la morte dei suoi seviziatori, tutti ridotti in uno stato pietoso, le ossa e la carne tagliate di netto come da grosse tenaglie. E non erano stati gli unici omicidi commessi in quel modo.

C'erano stati casi simili riportati qui e là, ovvero ragazzi o giovani uomini ritrovati brutalmente tagliati a pezzi, ma poi di colpo si erano interrotti misteriosamente, e altrettanto misteriosamente la ragazza era svanita nel nulla.

Erano troppe coincidenze per essere considerate tali. Per forza doveva essere successo qualcosa per ridurre quella poveretta in quello stato. E un pensiero raccapricciante aveva attraversato la mente dei maghi.

Era ovvio che quella ragazza prima di morire fosse una maga come loro, quindi per forza il sito era l'unico responsabile della sua trasformazione. E qual era l'unico modo in cui aveva interagito col mondo? Tramite gli stick.

Quindi, anche se tutti loro avevano sinceramente sperato di sbagliarsi, era probabile che i maghi che usavano i loro poteri fino a consumare del tutto la loro vita non morissero come si erano logicamente aspettati, bensì rinascessero come amministratori!

E i loro tre nuovi alleati, che sembravano informati molto più di loro, avevano rimosso ogni traccia di dubbio.

Tramite un video girato da Meito, avevano visto perfettamente ciò che era successo ad una ragazza che, dopo aver usato il suo potere l'ultima volta per uccidere un’avversaria, aveva esaurito la sua vita.

Era collassata a terra, immobile e cerea, svanendo poi in una nuvola di fumo nero con il suo Stick senza lasciare niente indietro.

Ovviamente c’erano ancora molti punti di domanda a cui rispondere. Se gli amministratori erano stati un tempo maghi, allora chi aveva dato inizio al sito? Che essere poteva possedere un potere tanto grande da creare oggetti simili, introdursi nella rete informatica globale e rendere tali gli amministratori? Cosa potevano fare per fermare lui e Tempest? E cosa era esattamente quella catastrofe in arrivo?

Ormai avevano capito che non c'era alcun modo per stanare gli amministratori per chiedere informazioni, e combatterli apertamente era stato inutile, avevano colto di sorpresa Tutti i loro alleati e li avevano uccisi uno per uno.

Quindi, di comune accordo con Xsorof, Mirai e Meito, avevano deciso di ripagare quei mostri con la stessa moneta. Quei ragazzi sicuramente erano pericolosi, Ma potevano rivelarsi degli alleati inestimabili.

Avevano già ucciso un amministratore e con poteri simili e tutta la vita che ancora avevano a disposizione, sarebbe stato da pazzi rifiutare le loro idee, infatti ne avevano avuto una geniale.

Ovvero, avrebbero teso loro un'imboscata nell'unico momento in cui avrebbero abbassato la guardia: durante la consegna di uno Stick.

Dopo che Runa, Hana, Loki e Dimitri erano tornati a frequentare la scuola, avevano passato una settimana a cercare su internet ragazzi e ragazze abbastanza disperati da ricevere una visita dal sito per maghi. E ne avevano trovato una che frequentava proprio la scuola in cui ai trovavano ora.

Si erano appostati da circa un quarto d'ora lì dentro, aspettando il loro nemico, ma ancora non si era visto nessuno. Solo che poi sentirono dei passi e Hana, Sarah e Meito si avvicinarono.

《Visto niente?》 Sussurrò Loki.

I tre scossero la testa. 《Niente ancora. E Mayumi mi dice che non si è visto nemmeno vicino alla casa della ragazza》 disse Sarah, i suoi poteri telepatici in azione, riferendo cosa stava succedendo all'altro gruppo, che si trovava dietro la casa della ragazza, nel caso l'amministratore avesse consegnato lì l'oggetto.

Gli altri annuirono con un certo nervosismo. Dividersi era stata una scelta obbligata, ma questo non li faceva stare tranquilli.

Solo che poi il gemello moro fece loro segno di fare silenzio, indicando gli armadietti. Una figura femminile bassa e larga dalla lunga chioma nera, vestita con un lungo kimono bianca, stava ponendo una specie di lunga candela dentro l'armadietto.

Meito non perse tempo. Mentre gli altri tenevano gli Stick pronti, il suo braccio di trasformò in vari nastri taglienti che si diressero velocissimi verso di lei.

Il corpo venne tagliato verticalmente in due prima che potesse emettere un fiato e crollò subito per terra, mentre Hana si faceva sfuggire un'esclamazione soddisfatta.

《Questi tizi non sono poi così capaci senza colpire a sorpresa. È stato piuttosto facile.》

《Fin troppo.》 Commentò Loki, facendo segno a tutti di stare indietro.

Sarah si sbrigò a contattare mentalmente la sua migliore amica per riferire al suo gruppo che l'amministratore era morto, ricevendo chiari segnali di sollievo, solo che la tensione impregnava lo stesso l'aria.

C'era qualcosa che non andava. Era stato seriamente troppo facile. Quei mostri erano esseri orribili, che avevano ucciso tantissimi maghi nel mondo, i quali non erano riusciti minimamente ad opporsi, mentre ora ne avevano eliminato una con il potere di uno solo e troppo in fretta.

《Povere anime sventurate, povere anime sventurate. Mai voltare le spalle al nemico. Ohohoh~》 Dissero però a sorpresa due voci acute sopra di loro.

Sarah e gli altri guardarono in aria giusto il tempo per vedere due spade scendere proprio sull'americana, tracciando buona parte dei suoi capelli. Lei urlò e probabilmente sarebbe stata decapitata se non si fosse spostata, ma la schiena era comunque umida di sangue.

Il gruppo vide subito una coppia perfettamente uguale di amministratori scendere dal soffitto e puntare le spade su di loro.

《Voi, maledetti…》 ringhiò Hana. I suoi poteri erano inutili sugli amministratori, come aveva appurato quando aveva attaccato Nana, ma ora, sentendo quella irritante e finta risata, aveva una gran voglia di strappargli la testa.

Le loro nemiche non esitarono ad attaccare subito dopo e Meito rispose in maniera impietosa. Altri nastri taglienti sorsero dal suo corpo, accanendosi sempre di più su quei mostri, ma era inutile.

Ogni volta che ne tagliava una, altre due apparivano e si lanciavano all'attacco, continuando a saltare fuori senza sosta e opporre le loro armi ai filamenti affilati. Segni di tagli avevano ricoperto il pavimento e le pareti, scalfendo le colonne e spaccando gli armadietti.

Il corvino sentiva il sangue colare più veloce dal suo sopracciglio e da un taglio sul suo zigomo, oltre che un leggero capogiro, ma non se ne curò. Però quando gli attacchi si interruppero, i cinque maghi si ritrovarono davanti ad un vero e proprio esercito di copie. Tutti strinsero il proprio Stick, pronti a ripartire, però le copie parlarono tutte insieme.

《Meito Higurashi, gemello di Mirai Higurashi. Ti sei unito a Runa Fuyutsuki e i suoi ribelli~? Dopo tutto quello che abbiamo fatto per voi? Che sfortuna, che sfortuna. Permettimi di salvarti dalla tua triste sorte!》 Dissero, prima di caricare tutte insieme verso di lui a lame spiegate, solo che un'improvvisa palla di fuoco le colse a sorpresa.

Loki ne lanciò altre, generando una barriera di fiamme, per poi afferrare Sarah e Runa e buttarsi a per di fiato su per le scale, seguiti immediatamente da Hana e Meito.

Dovevano trovare un posto per riorganizzarsi. Dovevano trovare un punto debole che gli permettesse di vincere contro quella cosa. Il suo collega era morto, quindi anche lei poteva essere uccisa!

《Non scapperete! Non scapperete! Non scapperete! Non scapperete!》 Ripeteva intanto l’orda di amministratori, che stava avanzando come una marea, passando a fil di spada ogni cosa le capitasse a tiro, fino a quando la ragazza con le forcine, stufa di fuggire, afferrò qualcosa di grosso e metallico e gliela tirò addosso.

《Mangiatevi questo! Loki!》 Urlò, ricominciando a correre, mentre il ragazzo si girava e, attivando di nuovo il suo potere, creò un sottile raggio fiammeggiante che bucò la bombola del gas che la sua compagna aveva scagliato.

L'esplosione fu assordante e tremenda, tanto da distruggere soffitto e pavimento, facendo entrare la pioggia battente esterna, appiccando il fuoco a vari oggetti e travolgendo in pieno gli amministratori moltiplicati, che non riuscirono ad evitarla.

Approfittando di questo stratagemma, i cinque ragazzi, seppur con le orecchie fischianti e coperti di polvere, corsero come forsennati fino al tetto della scuola. Le gocce d'acqua cadevano pesantemente su di loro, ma non ci badavano. Erano tutti in allerta.

Hana osservava guardinga il buco causato dallo scoppio. Solo che di colpo Loki si mise a tossire, accasciandosi sulle ginocchia, aggrappandosi a Runa per non cadere.

La ragazza non fece neanche in tempo a chiedergli cosa avesse, che vide la mano sporca del sangue che aveva tossito e i rivoli rossi che colavano a fiotti dalla sua bocca e le sue orecchie.

《Maledizione.》 Imprecò il ragazzo con voce strozzata, tossendone altro, mentre il suo respiro si faceva più pesante e raspante.

L'albina cercò di controllare la sua vita rimasta, però l’orda di amministratori sfondò il tetto per la seconda volta.

《Non scapperete! Non scapperete! Non scapperete!》 Continuavano a ripetere con la loro voce acuta.

Subito i nastri di Meito ricominciarono la loro danza tagliente, mentre Hana tentava di farle precipitare di sotto sfondando ancora il tetto, ma la situazione era disperata.

La mora emise un verso di frustrazione e bloccò una lama a mani nude. Sentì le mani bagnate di sangue, ma continuò a tirare prepotentemente, fino a quando non si impadronì dell’arma.

Guardò con un ghigno il gruppo nemico. 《Vediamo se ora ridi ancora!》 Disse impugnandola e attaccò con furia, aiutando Meito.

Sarah, intanto, era accanto agli altri due, osservando il corpo pallidissimo del semicosciente rosso e la battaglia che infuriava. I suoi poteri erano completamente inutili contro Un amministratore! Loro non sembravano avere alcun genere di pensiero, più che altro dalle loro menti usciva una specie di ronzio.

Era come ascoltare una registrazione distorta e senza senso. Non si era mai sentita tanto impotente e di peso per tutti gli altri.

《Tieni d'occhio Loki. Usa lo stick protettivo se serve.》 Disse di colpo la voce gelida di Runa, che si gettò nella battaglia senza la minima esitazione.

Aveva visto il simbolo del suo migliore amico. Era meno della metà. Doveva trovare un modo per impedirgli di usare tanto spesso la magia. La sua vita stava venendo drenata troppo in fretta!

Un’onda viola si propagò dalla sua bussola. La paura che portava era quella che sentiva lei in quel momento. Non voleva che proprio lui morisse. Era stato lui l'unico ad aiutarla quando le serviva davvero qualcuno. Era stato il suo appoggio, il suo partner, il suo migliore amico. Quindi, pur di ricambiare, avrebbe chiuso la bocca a quella maledetta omake!

Vide la mora usare con la sua super forza la spada nemica e trasformarsi a sua volta in una furia tagliente. Però la situazione era sempre la stessa. Le copie continuavano ad aumentare.

Sarah da lontano, non riusciva a smettere di osservarli terrorizzata. Doveva fare qualcosa! Ci doveva essere un punto debole, un modo per eliminare quell'amministratore senza farlo duplicare ancora.

Un originale doveva per forza esistere! Magari c'era un indizio… solo che era nascosto! Il suo Stick venne subito attivato.

Come al solito, non sentiva pensieri, c'era sempre quel ronzio, ma anche qualcos'altro. Un sottilissimo filo connettivo che era attaccato ad ogni copia e conduceva all'amministratore che stava partendo all'attacco verso la mora.

《Hana!》 Urlò. 《Quello vero ti sta per colpire!》 Continuò a squarciagola per farsi sentire.

La ragazza si voltò parò il fendente con la lama che aveva in mano. L'elsa era scivolosa per i suo sangue e stava bruciando la sua pelle come se fosse fuoco, ma la tenne stretta.

《Credi di potermi uccidere~?》 Chiese ridente la sua avversaria.

《Assolutamente Si!》 Esclamò la mora, continuando a colpire. Runa e Meito avevano dovuto bloccare la loro magia e ritirarsi in difesa, ma lei poteva continuare. Quella spada non risucchiava la sua vita, quindi avrebbe mantenuto quel ritmo.

Veloci fendenti si intrecciarono sempre di più. L’adrenalina pulsava nelle vene della ragazza ed era bagnata di sudore e pioggia, ma non si fermo fino a che non tagliò via la mano dell’amministratore.

《È finita!》 Esclamò poi, abbattendo la lama sulla sua testa, spaccandola in due.

E di colpo, tutto si bloccò. I cloni e la spada che la giovane teneva in mano cominciarono a svanire, riducendosi ad una nuvola di fumo, lo stesso che aveva avvolto il corpo della loro nemica.

Lentamente lo videro diradarsi. Al suo posto, una ragazza completamente nuda dai corti capelli scuri giaceva a terra con occhi vuoti. La sua testa era divisa a metà e le strane ferite che avevano visto sull'altra vittima erano anche su di lei.

I cinque ragazzi crollarono finalmente esausti, proprio quando, in un lampo di luce, Mayumi e i loro compagni apparvero davanti a loro.

《Wow. Vi siete dati da fare.》 Commentò Mirai, mentre Dimitri controllava il corpo della ragazza morta.

Gli altri cinque annuirono. Avevano praticamente demolito una scuola, erano ricoperti di tagli sanguinanti e Runa era molto preoccupata per Loki e la sua vita, ma avevano ucciso comunque un amministratore. La loro missione era stato un successo.

《Avete fatto uno splendido lavoro.》 Disse Midori.

《Già. E adesso siamo a meno due. Direi che i loro colleghi saranno arrabbiati.》 Commentò Xsorof con un ghigno.

E non poteva immaginare quanto effettivamente lo fossero. Nel loro quartier generale, la situazione era tesa.

《Prima Ni e ora anche Hachi. Quei maledetti stanno davvero iniziando a seccarmi!》 Esclamò l'amministratore seduto al dodicesimo seggio. Aveva l'aspetto di una bunny girl con lunghissimi capelli scuri, ora dritti per le urla, e una stranissima maschera da tengu dal lungo naso.

《Dobbiamo fare qualcosa. Non possiamo permettere che ci intralcino ancora.》 Concordò quella seduta al terzo seggio. Lei sembrava una specie di magra lucertola umanoide dalla capigliatura scura e con addosso un chipao cinese.

《Si. Ormai è chiaro che tra tutti i maghi che esistono al mondo loro sono i più pericolosi per il progetto del nostro Re. È nostro compito distruggerli tutti. Non saranno tollerati altri fallimenti.》 Disse gelido il capotavola, guardando specialmente Nana e il suo sorriso stampato.

Di lei non si fidava neanche un po'. Anche se ubbidiva agli ordini, aveva sicuramente qualcosa per la testa, cosa che non poteva permettersi. Era stata un caso particolare tanto quanto lo erano quei ragazzi, quindi l'avrebbe uccisa se fosse servito. Tutto pur di aiutare il Re.

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Capitolo 20
*** Piani per il futuro ***


Loki stava sistemando il suo armadietto quella mattina. Gli pareva sempre più strano, con tutto quello che stava succedendo a lui e i suoi amici, continuare ad andare a scuola, studiare, stare con Natsu, Runa, Hana e Dimitri dopo la scuola, tornare a casa dai suoi genitori e ricominciare a macchinare piani per ammazzare gli amministratori.

Ma era piacevole avere almeno un'illusione di normalità. Una vita come quelle di tanti altri era quello che aveva cercato fin da bambino, quando ancora stava con suo padre e sua madre biologici in quella casa infernale.

Quasi gli veniva da ridere se ripensava al fatto che proprio lo Stick e il sito per maghi che ora cercavano di fermare gli avevano dato l'opportunità di avere una vita migliore e comune… rendendolo quanto di più particolare ci fosse.

Era un’esistenza pericolosa ovviamente. Tra tutti quei combattimenti, la sua vita stava venendo drenata in fretta. Lui stesso si era fatto prendere dal panico quando aveva visto il suo simbolo, però… essere un mago gli piaceva. Gli aveva regalato poteri, libertà e amici. Non si sarebbe mai lamentato per questo.

Continuò a rimuginarci con il solito sorriso, passeggiando per i corridoi alla ricerca dei suoi migliori amici.

《Ma guarda un po'. Un disgustoso effemminato vorrebbe passare da qui?》 Gli chiese di colpo uno dei soliti bulli, tirandogli la treccia e distraendolo dai suoi pensieri.

《Quando la smetterai di conciarti così? Mi sembrava che tu fossi un maschio.》 Chiese un altro sghignazzando.

Il rosso non ci badò neanche. Aveva smesso di prestare attenzione a commenti simili da anni. Si limitò a liberare i suoi capelli dalle mani appiccicose di quel tipo e riprendere la sua strada.

《Hey! Dove credi di andare tu!》 Dissero quei due, tirando ancora e strappandogli l'elastico.

《Hai sentito che ho detto, trans dei miei stivali!? Non sei niente se non un disgustoso pervertito!》

Onde di capelli scarlatti si levarono ovunque, mentre Loki si voltava verso quei due. Gli occhi viola percorsi per un attimo da un lampo.

Un filo di fumo si propagò dalla capigliatura di uno dei due, per poi prendere definitivamente fuoco. Lui prese immediatamente a strillare, battendosi la testa in modo convulso con le mani, nell'inutile tentativo di spegnerli, per poi scappare come un pazzo verso i bagni.

《Adesso è lui ad avere dei capelli davvero ridicoli.》 Disse impassibile il ragazzo, ricominciando a sistemarsi come se nulla fosse sotto lo sguardo terrorizzato del bullo, che fuggì seduta stante.

Subito dopo si sentì una risata sommessa, mentre Dimitri, Hana, Natsu e Runa si mettevano di fianco a lui.

《Questo si chiama Karma signori.》 Ridacchiò il ragazzo dai capelli Blu.

《Bel colpo. Quel tipo se lo meritava. E poi, i tuoi capelli saranno sempre meglio dei suoi.》 Sghignazzò insieme a lui il russo, accompagnato dalla mora, ricevendo un sorriso dal rosso. Non c'era niente di meglio che punire un bullo per cominciare la giornata.

Però poi il giovane si ricordò del motivo per cui li stava cercando. 《Ehi, ora che siete qui, guardate qua.》 Disse, mettendo il cellullare sotto il loro naso.

La pagina del sito della scuola era aperta e mostrava l'immagine di un colorato poster da festa da ballo. C'era scritto a caratteri cubitali l'orario, la data e il fatto che sarebbe stato un grande evento.

《Ma… questo sarebbe il manifesto della festa di fine anno?》 Chiese Hana con fare scettico. Quelle occasioni non le erano mai piaciute granché.

Il più alto si limitò ad annuire. 《Si. Ho pensato che sarebbe una buona occasione per riposarsi come si deve. Abbiamo bisogno di divertirci un po'. E anche Midori, Xsorof e gli altri dovrebbero venire. Sarebbe un toccasana per il loro umore.》.

Gli altri quattro si scambiarono delle occhiate. 《A me pare una buona idea.》 Commentò Dimitri.

《Non sarebbe male passare una serata diversa. Abbiamo bisogno di una pausa.》

《Oh si. Ci hanno tartassati senza pietà. E poi così comincerò questi fantomatici amici》 Commentò Natsu, riferendosi ovviamente alla scuola. Anche Hana, dopo averci pensato, si disse d'accordo.

《Se aiuterà Midori e gli altri, io ci sarò.》 Loki sorrise annuendo.

《Benissimo. Qui dice che si svolgerà il sabato della prossima settimana. Sarà una serata fantastica!》 Commentò con la sua solita energia.

Ma l'albina, rimasta in silenzio tutto il tempo, non sembrava altrettanto allegra. La sua espressione era crucciata, lasciando trasparire per una volta preoccupazione, mentre osservava il polso del suo amico.

Nell'ultimo scontro aveva mostrato dei brutti sintomi a causa della magia, e anche ora le pareva diverso dal solito. Era troppo pallido, gli occhi cerchiati e la sua allegria sembrava un po' offuscata. Stava iniziando a temere il peggio.

Infatti, appena suonò la campanella, lei la ignorò bellamente e trascinò il rosso in uno sgabuzzino senza dire una parola e ci si chiuse dentro ignorando le sue proteste.

《Runa, mi spieghi che succede? La lezione…》

《In questo momento non mi importa. Fammi vedere il polso.》 Disse gelida.

Lui la guardò sorpreso, intuendo subito il suo intento e tentando di dissimulare. 《Avanti, Runa, non ti devi preoccupare. Io sto benissimo.》

La ragazza gli riservò una delle sue occhiate più penetranti. 《Loki, puoi farla a chiunque, persino a Natsu, ma non a me. Fammi vedere.》 Ripeté glaciale, afferrandogli il braccio.

Quello che vide le fece scendere brividi lungo la schiena. La sua vita era pochissima ormai. Restava circa poco più di un quarto del suo simbolo. Era nella sua fase finale. Non gli rimaneva più molto tempo.

《Runa…》

《Perché non hai detto niente?》 Chiese lei, mantenendo la calma, anche se il cuore batteva veloce.

《Perché lo hai tenuto per te?》 Lui la guardò colpevole.

《Non volevo che vi preoccupaste, avete già tutti abbastanza guai ad assillarvi. E poi, Non potremmo farci niente in ogni caso. Ma vedrai che non vi darò problemi. Sono duro da buttare giù, lo sai. Andrà tutto bene.》

A quel punto la ragazza non ci vide più e il suo muro di freddezza si incrinò. Lo afferrò per il colletto della camicia, praticamente sbattendolo contro la parete, nonostante fosse più bassa di venti centimetri buoni.

《Andrà bene? Andrà bene dici? NO CHE NON ANDRÀ BENE! MA TI RENDI CONTO!? STAI PER MORIRE E… DICI CHE ANDRÀ BENE?!》 Urlò di colpo, con le guance rosse e gli occhi lucidi di collera.

Probabilmente gli sembrava una pazza, scattando in quella maniera senza preavviso, però non le importava. Il suo battito cardiaco le pulsava nelle tempie tanto era forte, insieme ad una collera di colpo ribollente, mischiata a preoccupazione, affetto, tristezza.

Erano anni che non si sentiva così. Non era più abituata a gestire un tale sovraccarico emotivo. Aveva cercato di non farsi sopraffare dalle sue sensazioni da quando era diventata una maga, però in quel momento non poteva farne a meno.

Loki, quell'allegro, testardo, gentile, idiota del suo migliore amico stava per morire. Stava per morire eppure cercava di blandirla e dire che non ci sarebbero stati problemi! Come se la sua vita non contasse niente.

La collera la gonfiò ancora di più, la sua bussola che la diffondeva automaticamente attorno a lei, cercando inutilmente di mitigarla.

Cosa credeva? Che fosse talmente stupida o cieca da non capire cosa gli sarebbe successo?!

Avevano visto cosa accadeva ai maghi che consumavano la loro vita. Diventavano amministratori. Diventavano i mostruosi nemici che loro stavano cercando di ammazzare!

Strattonò ancora la sua camicia. 《SEI IL PIÙ GRANDE STUPIDO CHE ABBIA MAI CONOSCIUTO! COSA DOVREI DIRE AI TUOI SE MORISSI!? COSA DOVREI FARE IO!? NON PUOI LASCIARMI SOLA ANCHE TU! NON PUOI! IO… io ci tengo a te! Tanto! Non voglio che proprio tu tra tutti te ne vada! Non voglio! Avrei dovuto…》

Stava letteralmente prendendo a pugni il suo torace ormai, il corpo era scosso da versi di frustrazione sconnessi, mentre Loki la guardava sconvolto stringere la stoffa tra le dita.

Quella ragazza era sempre così calma, così matura. Non si era mai fatta piegare da nulla, ne dal suo passato ne dalla battaglia presente, era quella in cui tutti riponevano la propria fiducia per essere guidati, eppure in quel momento stava esplodendo di rabbia tra le sue braccia.

《Runa… su non fare così.》 disse abbracciandola. La tenne stretta a sé, mentre lei ancora dava qualche leggero colpo per sfogare tutto quel sentimento che aveva trattenuto per anni. Sembrava talmente piccola e delicata in quel momento.

Lei pian piano smise di muoversi. Quella stretta era rassicurante. Era calda e accogliente, ma questo non la faceva sentire meglio. Non voleva che lui andasse via. Era stato la sua unica compagnia dopo la morte della sua famiglia, aveva aperto la propria casa a lei ed era stato il suo primo alleato.

La prima persona che l’avesse mai fatta sentire al sicuro, amata. C'erano tante di quelle cose per cui lo avrebbe dovuto ringraziare, tante parole non dette che avrebbe dovuto rivolgergli e adesso si sentiva di colpo a corto di tempo.

Sentì la sua mano calda accarezzarle il viso. Il suo sorriso era stato la prima cosa che l’aveva colpita quando si erano conosciuti e tutt'ora le piaceva molto.

《Non combattere più, per favore.》 Sussurrò.

《Non vi posso lasciare da soli, lo sai.》 Sorrise ancora.

《Non preoccuparti per me. Vedrai che andrà bene. E sorridi, lo sai che sei molto più bella.》 La ragazza sgranò gli occhi, arrossendo di colpo, per poi afferrarlo di nuovo per la camicia e dargli un intenso bacio sulle labbra che lo lasciò di stucco.

Tutto si sarebbe aspettato tranne quello. Era la giornata delle sorprese per loro.

《Sei… sei l'essere più idiota su cui abbia mai messo gli occhi. Ma ti voglio bene anche per questo.》 Disse lei, prima di baciarlo ancora, venendo ricambiata.

Non sapevano esattamente cosa avesse portato a quella reazione, a quel bisogno di stringersi, ma entrambi non si potevano lamentare.

Le labbra di Loki erano morbide premute contro quelle fredde di Runa, era un contatto che piaceva a tutti e due. E ne volevano ancora e ancora.

Dopo un po' si staccarono ansimando. 《Promettimi che non farai delle stupidaggini, promettimelo.》 Disse l'albina, praticamente stesa su di lui.

Loki le strinse le mani. 《Farò del mio meglio.》 Disse, per poi lasciarsi andare ancora a quel dolce contatto, mentre i loro cuori acceleravano insieme al respiro.

La ragazza, nonostante avesse recuperato la calma, era ancora preoccupata. Doveva fare in modo che non gli succedesse niente a causa di Tempest o degli amministratori. Non lo avrebbe perso.

 

Però, anche se aveva trovato quel momento di pace con lui, qualcun altro stava a braccia incrociate e il volto, se così lo si poteva chiamare, cruciato. Il capotavola del consiglio degli amministratori.

Osservava i suoi colleghi rimanenti con fare pensoso. La situazione si era fatta più tesa lì dentro. 《Il Re è irrequieto. Sa che la preparazione per Tempest ha subito dei contrattempi.》 Esordì, concentrandosi su ognuno di loro.

《Parli della morte di Ni e Hachi?》 Chiese la figura seduta al diciassettesimo seggio. Questa aveva l'aspetto di una ragazza alta e formava, con addosso una giacca da ufficio, due lunghi e vaporosi codini di capelli chiari e una maschera da Clown in faccia.

Il capotavola annuì. 《Sa che sono stati uccisi e non ne è felice. I ribelli si sono rivelati più abili del previsto... Ma il nostro sovrano dice che non è sorpreso, visto di chi si tratta.》

Gli altri amministratori incrociarono le braccia. 《Ancora non capisco perché il re possiede tutto questo interesse Per quei dieci ragazzi in particolare.》 Commentò la donna lucertola al terzo seggio.

《Il re dice che li ha tenuti d'occhio da molto tempo. L'aura di disperazione e sventura che li avvolge è superiore a quella di qualsiasi altro essere umano e lo era ben da prima, quando ancora non erano maghi. La loro energia negativa è necessaria per accelerare Tempest. Ma non trattenetevi. Dobbiamo spazzarli via se vogliamo impedire le loro interferenze. Il piano ha subito fin troppi ritardi》

La risata di scherno di Nana riempì la stanza. 《È perché tutti voi lavorate troppo lentamente. Io ho trovato un validissimo collaboratore. E anzi… credo di aver fatto più lavoro di tutti voi messi insieme.》

《Con collaboratore… intendi un umano?》 Chiese sardonica la figura al sedicesimo seggio. Da lei proveniva un'aura inquietante quasi quanto quella del capotavola. Era molto alta e robusta ed indossava una sorta di grembiule da lottatore di sumo. La faccia era piccola, delicata, con due grossi occhi neri e capelli voluminosi. Una grossa ascia era sulle sue spalle.

L'altra annuì. 《È una persona molto particolare. Un po'… eccentrico se vogliamo metterla così.》 L'altro rise a sua volta.

《Ripeti gli stessi errori? Non ti è bastato il tuo clamoroso fallimento quando hai reclutato quell'umano? Su…qualcosa, a cui hai dato il ventaglio magico e che si è fatto uccidere da una novellina. Un altro fallimento così e sarai fuori da questo consiglio.》

Nana parve seccarsi parecchio questa volta. 《Juuroku, maledetto, non hai alcun diritto di decidere queste cose!》 Esclamò, osservando stizzita l'altro portare la mano all'ascia come sfida.

《Non è il momento di perdere tempo con questi bisticci inutili!》 Disse la tengu bunny girl al dodicesimo seggio.

《Juuni ha ragione, questo non è il momento di discutere. Dobbiamo occuparci di quei ragazzi molesti. I loro stick sono potenti e pericolosi. E la situazione andrà sistemata al più presto.》 Disse l'amministratore con la testa bendata al quindicesimo seggio, mentre tutti loro svanivano nel nulla eccetto Nana e il capotavola.

Quest'ultimo si alzò, il volto senza lineamenti puntato sulla collega. 《Juuroku ha ragione su una cosa, Nana. Hai già fallito due volte all’uccidere quei miseri umani e hai perso uno Stick estremamente potente. Un altro fallimento simile non verrà tollerato. Per nessun motivo.》 Disse glaciale, per poi svanire nel nulla anche lui.

《Ohhh. È arrabbiato》 Commentò Nana con una nuova risata.

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Capitolo 21
*** La festa rilassante... ***


Quel pomeriggio, i dieci maghi si stavano divertendo da matti. Era arrivata la serata per la festa organizzata dalla scuola di Loki, Hana, Dimitri e Runa e tutti stavano cercando di prepararsi per apparire al meglio per godersi quella serata di relax.

Avevano già deciso. Niente magia, niente lotte, niente amministratori, niente preoccupazioni per quella sera. Avrebbero ovviamente portato gli stick per ogni evenienza, infatti quello di Mirai era già stato abilmente nascosto nella sala da ballo da Runa, ma sarebbero andati soprattutto per ballare e godersi la festa.

《Sarà la mia prima festa danzante! All'orfanotrofio non abbiamo mai fatto una cosa simile!》 Disse Midori emozionata, mentre Mayumi le acconciava i capelli, stringendone alcuni nelle solite treccine dietro il capo.

《Io non so esattamente se sia una buona idea.》 Commentò Hana. Quelle occasioni erano sempre piene di idioti che avevano bevuto troppo. Inoltre era a disagio perché le sue amiche l'avevano costretta ad indossare un vestito che, nonostante le stesse benissimo, la faceva sentire esposta.

Era un tubino nero e morbido dalla scollatura a cuore che le arrivava poco sotto la metà coscia. Lunghe calze nere a rete le fasciavano le gambe e dei vertiginosi tacchi a spillo concludevano il tutto. Un vestiario davvero sofisticato, nonostante avesse tirato su molte polemiche imbarazzate.

《Avanti Hana, stai benissimo! E per una volta sarà una bella occasione per divertirsi è staccare la spina.》 Rispose Sarah, intenta anche lei a cambiarsi.

《E poi… non sarebbe l'occasione perfetta per trovarti finalmente qualcuno?》 Chiese la bionda con fare volutamente malizioso.

La mora arrossì di colpo, mentre lo sguardo le cadeva colpevole sul corpo della ragazza albina. Ormai si era accorta di quanto lei effettivamente le piacesse, con quello sguardo dolce e la voce morbida, ma stasera era impossibile non guardarla.

A causa della gravidanza, che fortunatamente procedeva senza intoppi, il suo seno si era notevolmente ingrandito e tutto il suo corpo si era fatto più morbido a causa delle sue nuove curve da mamma. Poi in quel momento stava indossando un bellissimo vestito bianco dagli orli di pizzo che la faceva sembrare una regina.

Le maniche lunghe erano collegate alle spalline a mo' di coprispalla, lasciandole nude, la scollatura a cuore era abbastanza profonda ed era stretto poco più in basso in stile impero, facendo scendere una gonna leggera quasi fino al ginocchio, coprendo il pancione. Era semplice e stupenda.

Sarah e Mayumi avevano optato per uno stile diverso. La prima portava un vestito lungo fino a metà polpaccio di un bell'azzurro e stretto in vita. Portava un giacciono bianco con le maniche a sbuffo e un fiocchetto lo legava sul davanti, perfettamente chiuso, dell'abito.

La seconda invece indossava un abitino rosso lungo a metà della coscia, ma due lunghissime calze nere le coprivano le gambe per non farla sembrare troppo scoperta e una giacca grigia tal taglio corto e le maniche lunghe le copriva le braccia e nascondeva un po' lo scollo.

 

Intanto, Runa, dall’altro lato della stanza, le osservava tranquillamente. Sembravano quasi delle ragazze normali, stando lì a prepararsi per un party. Anche lei lo sembrava in realtà. Indossava un elegante abito piuttosto scintillante ed attillato che metteva in mostra il fisico prosperoso, coprendo le spalle con piccole maniche sottili. Era argenteo, ma sfumato di indaco ai lati del busto, mentre la gonna tagliata di traverso, anche questa indaco e argento, presentava delle balze semi trasparenti che avvolgevano le gambe con delicatezza, dandole un'aria quasi regale.

《Hey Runa, noi siamo pronte》 Disse Mayumi, attirando la sua attenzione.

《Bene. Allora non resta che aspettare i ragazzi e poi potremo andare.》 Rispose lei. 

In realtà, i componenti maschili del gruppo erano già pronti da un bel pezzo. Solo i gemelli erano ancora in camera, davanti allo specchio. Mirai reggeva in mano una spazzola e la stava passando tra i lunghi capelli del fratello.

《Ci credi, Meito? Stasera andiamo tutti insieme a far festa! Queste si che sono le occasioni che mi piacciono.》 Commentò il biondo sorridendo.

Lui portava una camicia bianca attillata, i primi due bottoni aperti e con le maniche ripiegate al gomito, con lunghi pantaloni neri altrettanto attillati che mettevano bene in risalto il suo fondoschiena e un girocollo scuro.

《Cerca di non esagerare. L'ultima volta hai bevuto troppo e hai rischiato di far saltare in aria tutto con i tuoi poteri.》 Rispose sbuffando l'altro, che aveva scelto di indossare una camicia color violaceo a maniche ripiegate e pantaloni scuri, stretti sulle gambe, è delle scarpe nere.

《Dai, mi volevo solo divertire un po'. Tanto per provare a dimenticare i “party” a cui eravamo costretti a partecipare prima.》 Disse, per poi accorgersi dell'espressione rabbuiata del fratello. Tentò subito di salvare la situazione dalla gaff.

《Poi… hai visto che alla fine ci abbiamo guadagnato ad allearci con Mido chan e tutti gli altri?》

《Che vuoi dire?》

Il gemello esibì un sorrisetto sornione. 《Beh… sono tutti dei veri schianti. Fisici scolpiti, visi affascinanti, bei sorrisi. Dimitri Specialmente è molto attraente, non trovi?》

Meito arrossì di colpo, nonostante non avesse mutato espressione, dando così conferma al gemello dei suoi precedenti sospetti. Quel russo aveva catturato l’attenzione di suo fratello! E poteva facilmente capire il perchè. Era praticamente un modello! Quegli addominali e tutto il resto erano davvero un bel vedere. E aveva anche il fascino da tenebroso

Ma ovviamente Dimitri era uno di quei signori “iosonoetero" che non si sarebbero mai schiodati dalle loro convinzioni e suo fratello non avrebbe mai avuto il coraggio di dichiararsi per primo. Farli uscire insieme sarebbe stato impossibile.... a meno che non avesse fatto lui qualcosa.

Dunque, Sempre con quel sorriso sardonico stampato in faccia, si affacciò alla porta. 《HEY, DIMITRI! VIENI!》 Chiamò, ignorando il fratello che tentava di fermarlo. Il russo apparve poco dopo.

《Che succede?》 Chiese, prima che il biondo gli mollasse la spazzola tra le mani.

《Mio fratello ha bisogno di una mano per finire di sistemarsi i capelli. Lo affido a te e al tuo buon gusto.》 Disse con un occhiolino, uscendo dalla porta.

I due rimasero un attimo a guardarsi senza parole. Meito era rosso come un pomodoro sia per l'imbarazzo, che per la voglia di strozzare suo fratello. Come diamine aveva pensato di lasciarli da soli con una simile scena!?

Dimitri poi portava una camicia bianca che gli stava benissimo, con dei pantaloni e una giacca verde molto scuro che si intonava ai suoi occhi e che facevano sembrare ancora più lunghe le sue gambe e le sue spalle. Insomma, stupendo! Come diamine avrebbe fatto a parlarci senza balbettare come uno stupido!?

Soprattutto perché poi il ragazzo iniziò a pettinarlo sul serio! Stava bollendo di imbarazzo, Ma doveva ammettere che era bravissimo. Gli slacciò la benda dall'occhio e tirò indietro le ciocche, lasciando entrambe le iridi scoperte.

《Hai davvero dei begli occhi. È uno spreco lasciarne sempre uno coperto.》 Borbottò il russo.

Il giapponese si sentiva praticamente nudo in quel modo, ma non fiatò. Nessuno gli aveva mai pettinato i capelli o fatto veri complimenti eccetto il suo gemello. Era una sensazione nuova... Ma decisamente piacevole.

D'altro canto, il russo si stava godendo la sensazione di quella chioma sulle dita. Ne aveva toccate molte morbide e setose con le ragazze con cui era uscito in Russia, ma nessuna lo era a tal punto. E pensare che quello era un ragazzo!

Però la sensazione gli piaceva e anche lui gli stava simpatico. Era particolare. Sembrava così triste e distante a volte, si chiedeva a volte cosa gli fosse successo in passato, eppure lo aveva salvato senza esitare quando si erano incontrati. E sotto la sua apparente freddezza, sembrava il più dolce e tranquillo del trio che si era unito a loro.

《E non solo gli occhi. Hai anche dei bellissimi capelli. Dovresti curarli di più.》 Commentò nuovamente, spazzolando ancora, portandoli poi indietro e legandoli poco sopra le punte.《Ho finito.》

Il ragazzo arrossì, ma poi si vide allo specchio. Ora i suoi occhi erano scoperti entrambi e la chioma nera era stata raccolta in una treccia morbida, poggiata poi sulla spalla. Stava benissimo. Quasi non riconosceva il solito Meito.

《Grazie mille.》 Disse con un sorriso.

Aveva legato la sua benda al polso come un braccialetto, ma vedersi in quello specchio gli aveva fatto dimenticare tutto il resto. Il russo ridacchiò. Sembrava un bambino.

Poi però Xsorof entrò nella stanza, interrompendo la calma del momento. Aveva una bella camicia blu lunga con le maniche ripiegate che faceva risaltare i suoi occhi, E risultava decisamente attraente nonostante le cicatrici, e portava lunghi pantaloni neri sportivi che fasciavano le gambe perfettamente. Un sorrisone era stampato sulla sua faccia.

《Forza ragazzi! È ora di andare!》 Disse, trascinandoli letteralmente fuori di lì, portandoli dagli altri, Tutti vestiti a festa e pronti ad andare. L'atmosfera era molto allegra, almeno per una volta.

Loki, che aveva legato i capelli in una coda alta magistralmente disordinata e indossava una camicia stretta intonata e un paio di lunghi pantaloni neri, si avvicinò a Runa. 《Sei bellissima》 Le Sussurrò.

Lei arrossì un po' al complimento, prendendo la sua mano e avviandosi verso la scuola, dalla quale si sentiva già provenire una potente musica.

Appena ci entrarono, poi, si sentirono tutti gli occhi puntati addosso. Non che fosse strano. Molti di loro non frequentavano l'istituto, e a parte il fatto che fossero vestiti abbastanza bene da far schiattare d’invidia chiunque, erano un gruppo parecchio eterogeneo.

E non solo: Le cicatrici di Xsorof, la gravidanza di Midori e la bellezza efebica dei gemelli attirava l'attenzione di chiunque li vedesse passare.

Ma ignorarono tutti quelli sguardi. Erano lì per divertirsi, non per subire giudizi da altre persone o preoccuparsene. Volevano solo passare una bella serata. E appena entrarono nella palestra, non rimasero delusi.

C'era caldo lì dentro, la musica pompava nelle loro orecchie, la pista da ballo era gremita di persone e luci multicolori illuminavano la sala e i tavoli del buffet e del bar.

《Però. Avete fatto davvero un buon lavoro.》 Commentò Dimitri.

Le feste erano un ambiente che gli piaceva dopotutto: la musica, i balli scatenati e le folle erano una cosa a cui era abituato. Piuttosto moltissime ragazze se lo stavano già mangiando con gli occhi; sperava sinceramente che non fossero delle assatanate come alcune che aveva conosciuto a casa, ma lasciò perdere il pensiero.

Dopo poco tutti si erano separati per godersi la serata a modo proprio. Mirai aveva preso posto al bancone del bar e stava chiacchierando con Midori, che si era seduta per riposarsi un attimo. Loki, Xsorof e il loro amico russo si erano lanciati in pista, con un capannello di ammiratrici attorno, tenuti d'occhio da Runa, che a sua volta danzava col rosso.

Mayumi e Sarah erano appartate un po' più in disparte, come Meito, mentre Hana ne stava approfittando per godersi la musica. Non le piacevano molto quegli eventi, ma comunque la colonna sonora era piacevole da ascoltare.

Rimase lì per una decina di minuti, ascoltando il ritmo nelle proprie orecchie, Solo che poi si accorse di una cosa: l'albina dagli occhi verdi era scomparsa! Non era più vicina al biondino.

Immediatamente la cercò con lo sguardo, non capendo dove fosse andata a finire, ma poi vide una lunga chioma bianca svoltare lentamente oltre la porta di ingresso. Subito dopo la seguì.

Non sapeva neanche perché, forse doveva solo andare in bagno, ma lei era comunque preoccupata per lei. Sentiva di dover andare a vedere cosa avesse.

Si erano avvicinate parecchio in quel periodo… non riusciva ancora a credere di averle raccontato quello che era successo a lei e Sakura, ma lo aveva fatto. E lei l'aveva ascoltata e soprattutto capita. E sapeva che lei poteva farlo. La paura di sentirsi le mani di qualcuno addosso contro il proprio volere era qualcosa che entrambe conoscevano fin troppo.

Questo aveva stretto molto il loro legame e la cosa le faceva piacere. Individuò la ragazza mentre si sedeva sui gradini della palestra, sospirando sollevata per la tiepida aria notturna.

《Hey Midori. Perché sei qui?》

《Hana! Ah, non preoccuparti…. Io avevo solo bisogno di un po' d'aria. Fa davvero troppo caldo per me lì dentro.》 Disse accarezzandosi il pancione.

La mora annuì, ma accorse che l'altra sembrava in qualche modo turbata. Era chiaro che fosse piuttosto tesa, si stava infatti tormentando i capelli, e non ne capiva il perché. 《Sei sicura che vada tutto bene?》

《Si! Perché lo chiedi?》

《Perché non mi sembri contenta o semplicemente stanca adesso.》

L'altra si morse il labbro colpevole, per poi prenderle leggermente la mano e portarla a sua volta sul suo ventre. A quel punto, la ragazza sentì un movimento. Un colpetto. Come di un minuscolo piedino che batteva.

《Ma…. Sta scalciando!》 Disse con gli occhi pieni di meraviglia, toccando ancora.

Midori ridacchiò. 《Si. È da un po' che lo fa. È già talmente energico…》 Disse, per poi adombrarsi.

《Che succede?》

《Beh… ho fatto un rapido conto e… non sarà ancora nato ad agosto, quando arriverà Tempest. Mancherebbe comunque troppo alla scadenza, anche se dovesse nascere prematuro. Sarà ancora dentro di me quando dovremo combattere quella catastrofe.》

Hana lo capì immediatamente. Midori aveva più volte detto che suo figlio era l'unica cosa che avesse mantenuto intatta la sua sanità mentale prima di conoscerli. Se il bambino fosse morto per qualsiasi ragione… Era molto probabile che lo spirito della ragazza sarebbe andato via con lui.

Mise una mano sulla sua.《Vedrai che andrà tutto bene. Tu sei forte. Sono sicura che riuscirai a difenderlo e restare viva.》

《Cosa te lo fa pensare? Sono la maga che possiede da meno tempo il suo stick. E certe volte mi sento davvero inutile. Vorrei solo aiutare di più…》

《Tu sei bravissima Midori. Fai di tutto per sostenerci e sopporti la tua condizione in silenzio fin da quando è cominciata. Mi hai aiutata dopo che sono rimasta in ospedale e dopo che l'incubo di Sakura è tornato a tormentarmi. Sei molto più coraggiosa di quanto non pensi e sei fantastica secondo me.》

Era arrossita di colpo mentre lo diceva e si era avvicinata di colpo a lei, avvampata anche lei. Non riusciva a smettere e lei non si era allontanata. Di colpo si erano ritrovate vicinissime. E poi le loro labbra si erano unite.

Era un contatto delicato, più morbido e lento che con un uomo. Non che loro due avessero avuto chissà quante belle esperienze con i maschi, Ma In Quel Momento Non le Importava. Era In paradiso!

Quando si staccarono, rimasero un attimo a guardarsi, poi la mora poggiò semplicemente la testa sulla spalla dell’albina con un sorriso. Si sentiva di colpo leggera. Voleva solo che quel momento durasse in eterno.

 

 

****

 

La situazione all’interno era radicalmente diversa. La musica era stata cambiata, accendendo un ritmo veloce e bollente e tutti si erano lanciati nei balli più sfrenati, ma in realtà stavano guardando la coppia al centro la pista, Mirai e Xsorof.

Fino a poco prima, il ragazzo biondo era rimasto per un bel pezzo a trangugiare ogni tipo di alcolico possibile, senza perdere un attimo di lucidità, ma il suo amico si era avvicinato.

《Non stai bevendo un po' troppo? Così perderai occasione di fare conquiste.》 Aveva scherzato lui.

《Non preoccuparti. Questa roba non mi farebbe ubriacare neanche se ne bevessi cento. Sono passati i tempi in cui io e te finivamo ubirachi a letto insieme fino alle tre di notte dopo le mega feste nel tendone di quartiere.》 Ribattè allusivo, facendo arrossire il ragazzo.

Mirai aveva ridacchiato. Xsorof era bravissimo a dare consigli amorosi e nel flirtare, ma in quanto a ricevere complimenti e al resto… Era adorabilmente imbranato prima di sciogliersi. Ma il più alto, appena sentì la musica mutare, capì immediatamente come rendere la situazione più interessante.

Le note energiche della canzone iniziarono ad attraversare la stanza. Senza pensarci un attimo, gli afferrò il braccio e prima che lui potesse ribattere, lo aveva portato in pista.

《Che fai?》 Chiese sentendosi tirare. 《Oh No. No no no no.》

《Vedrai, sarà divertente.》 Rise lui.

Immediatamente lo spinse a stringerlo a se, mentre la musica partiva, aderendo a lui. Il ragazzo dagli occhi blu si era imposto di non balbettare come di solito, dopotutto avevano fatto cose ben peggiori, e lasciarsi guidare dalle movenze fluide di Mirai.

Non ci volle molto prima che il ritmo sciogliesse la tensione tra loro e si formassero dei sorrisi maliziosi. I passi si susseguivano veloci e i due ballerini si muovevano sinuosi, ignorando gli sguardi sbarrati della folla nel vedere due ragazzi strusciarsi l'uno sull'altro in quel modo, mentre Loki E Runa Si godevano lo spettacolo.

Al biondo piaceva sentire tutti quegli occhi addosso. Voleva sentire la loro invidia e la loro ammirazione. Voleva che tutti fossero gelosi fino a scoppiare nel vedere chi fosse il suo partner. Voleva che si sentissero inferiori a lui che era stato solo merce da vendere. Perché quel ragazzo fantastico era suo e soltanto suo!

Adocchiò le galline che ci avevano provato prima con lui, ignorando le sue cicatrici e concentrandosi su ben altro, e fece la sua mossa. Al culmine del ballo, portò il ginocchio sul suo fianco, facendo scontrare i loro bacini in maniera plateale, guardandole con un ghigno sardonico.

《Ti stai divertendo a farle impazzire per caso?》 Chiese il suo compagno in un sussurro.

《Assolutamente. E dopo farò lo stesso con te, vedrai.》 Sussurrò malizioso nel suo orecchio, mentre continuavano a ballare.

 

Meito, seduto poco lontano, ridacchiò leggermente nel vedere il fratello così allegro. Se c'era una cosa che gli mancava davvero del passato, era quel sorriso spensierato e birbante Che aveva sempre da bambino dopo che combinava una marachella.

Lo aveva perso per così tanto tempo, fino a quando non avevano incontrato il ragazzo dai capelli blu, che con la sua cocciutaggine e il suo affetto aveva in qualche modo abbattuto le corazze del fratello. E Per questo era ancora più grato a Xsorof Per Il suo aiuto.

Solo che i suoi pensieri vennero interrotti dall'arrivo di Dimitri. Il ragazzo aveva il colletto della camicia sporco di rossetto ed era leggermente più disordinato di prima, con i capelli arruffati, la camicia fuori dalla giacca e gli abiti spiegazzati. Era chiaro che fosse in dolce compagnia fino a poco prima, e questo lo intristì un po'. Non c'era da sorprendersi se un tipo così riuscisse a trovare una ragazza con uno schioccare le dita e lui non poteva certo competere. Ma poi notò la sua espressione scocciata.

《Che ti è successo?》

《Un'assatanata Mi ha spinto nel bagno a tradimento e ha cercato di rubarmi la camicia!》

L'altro rimase un attimo confuso. 《Ma non ti fa piacere avere successo con le ragazze scusa?》

《Si che mi fa un piacere, ma non quando si comportano come avvoltoi》 Ribattè lui piccato.

Il moro,davanti a quella reazione, non resistette ed emise una risata cristallina, sorprendendo il russo, che si fece contagiare e iniziò a ridere con lui dopo un po', prima che il più piccolo ricominciasse ad osservare suo fratello.

《Mi fa molto piacere che sia felice per una serata. Ne abbiamo passate davvero troppe.》

《Sei un bravo fratello.》 Disse il castano malinconico. Era sicuro che a sua sorella Eva quel party sarebbe piaciuto da matti. E le sarebbero piaciuti anche tutti i compagni che aveva.

《Dimitri? Va tutto bene?》

《Eh? Oh si. Non preoccuparti Meito. Solo brutti pensieri, niente di grave》 Disse lui.

Il ragazzo voleva chiedergli spiegazioni, ma di colpo il botto prodotto delle finestre che andavano in mille pezzi lo fece scattare come una molla.

Il panico iniziò ad agitare la sala, ma lui rimase calmo. Lui e tutti i suoi amici sapevano già cosa sarebbe potuto accadere fin da quando avevano deciso di andare alla festa. E come volevasi dimostrare, l'amministratore con la testa bendata e quello con la maschera da Oni fecero la loro comparsa.

《Seriamente!? Ma è mai possibile che non ci sia un attimo di tregua!?》 Urlò Mirai

 

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Capitolo 22
*** Sopravvivenza e morte ***


Era inutile dire che l'arrivo degli amministratori aveva scatenato il panico. Ragazzi e ragazze stavano fuggendo terrorizzati dalla palestra, solo i maghi e pochi altri troppo spaventati per muoversi ci erano rimasti dentro.
《Che modo di rovinare la festa, cavolo.》 Commentò Xsorof seccato.
《Già, proprio adesso che stava arrivando il bello. Io dico di fargliela pagare!》 Esclamò Mirai.
I due mostri non sembrarono impressionati. 《Vi ridurremo in polvere stavolta. Avete intralciato fin troppo i nostri piani.》
Immediatamente, delle fiammate viola si schiantarono ai loro piedi, ma loro furono troppo svelti e le schivarono senza problemi, gli stick già in mano per contrattaccare. Solo che tutti notarono che mancava qualcuno all'appello.
Dimitri si guardò intorno. A parte lui, Xsorof e i gemelli, solo Runa e Loki erano rimasti nella stanza. Dove diamine erano finite tutte le altre!? Se fossero state colte di nuovo da delle imboscate, non avrebbero potuto fare nulla per difendersi!
Immediatamente si rivolse ai suoi migliori amici. 《Runa, Loki! Andate a cercare Midori e il resto del gruppo!》
《Che cosa?!》 Chiese il ragazzo.
《Se vengono colte di sorpresa moriranno tutte. Andate ad avvertirle! Noi pensiamo ai pagliacci.》 Rispose, scambiandosi un'occhiata d'intesa con l'albina.
Quello era un modo di aiutare le loro compagne, tanto quanto per impedire al rosso di perdere altra vita e la ragazza capì al volo. Avrebbe voluto dare una lezione a quei mostri, ma non aveva intenzione di rischiare di perdere il suo ragazzo.
Lo prese dunque per il polso. 《Andiamo. Non saremo di nessuna utilità qui.》 Disse solo.
Lui sembrava tutt'altro che d'accordo, ma annuì sconsolato, correndo via insieme a lei mentre gli altri quattro attivavano i loro stick. E non ci volle molto prima che lo scontro cominciasse
Il biondo aveva recuperato il suo fucile da sotto un tavolo e lo stava usando per parare le armi di ogni tipo che l'amministratore dalla testa bendata gli stava lanciando addosso senza pietà. Coltelli, saghe circolari, asce e lance si dirigevano verso di lui ad altissima velocità.
I suoi proiettili luminosi le perforavano Tutte, venendo però bloccati, e quella tipa era fin troppo cocciuta e il suo compagno aveva un potere tremendo! Continuava a lanciare proiettili fiammeggianti che minacciavano di farli a brandelli.
Quelle maledette fiamme avevano messo tutta la stanza a ferro e fuoco, bruciando il pavimento fino a ridurlo in cenere, mentre l'amministratore continuava ad urlare 《VI AMMAZZERÒ, IDIOTI!》
Meito e Xsorof si scambiarono uno sguardo di intesa. Dovevano distruggere lui per primo. Immediatamente i nastri viola del gemello si diressero a gran velocità verso quel mostro, ma le fiammate lo costrinsero a interrompere l'attacco, così come impedirono a Xsorof di usare il suo Stick per allontanarsi dal fuoco. E non erano i soli ad essere in difficoltà.
Mirai aveva smesso di sparare a causa di un forte dolore alla testa e dal naso sanguinante, segni lampanti del fatto che stesse usando troppa vita, e ora stava continuando a correre e fuggire per non farsi prendere.
Dimitri intanto si era riparato dietro un tavolo per schivare i proiettili e stava studiando la situazione. Quegli amministratori avevano poteri tremendi ed erano intelligenti. Stavano impedendo loro di avvicinarsi per impedire il massimo uso dei loro stick. Soprattutto del suo.
Non poteva attivare le sue abilità senza qualcosa di appartenente al suo nemico. Si sentiva così maledettamente inutile in quel momento! Poi però vide una grossa scodella piena di succo di frutta e gli venne un'idea.
Era una follia, davvero una gigantesca follia, ma lo fece lo stesso. Afferrò la scodella e urlò all'amministratore con la maschera da Oni 《Ehy imbecille! Prendi questa!》
Il suo nemico si voltò, pronto a colpirlo con le sue fiammate, ma il contenitore gli arrivò dritto in testa, infrangendosi e facendogli perdere l'equilibrio, cosa che diede al russo il tempo di rubargli uno dei suoi nastri per capelli.
Lui se ne accorse. 《NON OSARE!》 Gridò puntandogli contro i palmi, ma i nastri di Meito lo presero per gli avambracci, tagliandogliene via uno.
L'amministratore, se possibile, si arrabbiò ancora di più. 《DANNATI GEMELLI! NON SIETE ALTRO CHE UNA COPPIA DI SGUALDRINE! SPARITE!》 Urlò, lanciando altre fiammante contro il corvino, però anche il suo secondo braccio si staccò di colpo e cadde a terra.
《È finita》 disse Dimitri alle sue spalle, mentre passava veloce l'ago sull'addome della sua bambola.
Stavolta, il suo nemico non riuscì nemmeno a replicare. Venne tagliato trasversalmente in due, crollando a terra, per poi ritrasformarsi nel corpo paffuto di un ragazzo dai corti riccioli biondi.
《ROKU!》 Urlò la sua compagna, mentre la barriera di fiamme viola che le davano protezione si dissolvevano, permettendo finalmente a Mirai di prendere la mira.
《Non sei più tanto coraggiosa eh?》 Chiese, sparando una decina di proiettili in rapidissima successione.
Lei si spostò veloce, ma quelli la inseguirono e lo stesso fece il biondo. Lei evocò un paio di grossi mitragliatori e rispose al fuoco, ma lui non si fermò. Ignorò i mal di testa e andò avanti.
《Alla fine non sei tutto questo granché senza il tuo amico. Nel mio vecchio lavoro ho gestito clienti che erano molto più grossi e duri di te!》 Esclamò, mentre le sue pallottole perforavano finalmente la sua testa e il suo addome.
L'amministratore crollò per terra, mentre Mirai si voltava verso gli altri con un sorriso smagliante. Solo che questo si spense con appena un coltello gli si conficcò nella spalla.
Il ragazzo proruppe in un lamento doloroso, tenendosi la parte lesa, mentre la sua nemica si alzava di nuovo in piedi, i buchi dei suoi proiettili che si richiudevano velocemente.
《Non avresti dovuto sottovalutarmi.》 Disse solo, prima di alzare ancora le braccia. Solo che queste vennero istantaneamente tagliate via e altrettanto successe alla sua testa.
Il corpo finì di nuovo lungo disteso, facendo vedere Xsorof dietro di lei con gli effetti del suo Stick addosso. Solo che di nuovo le parti tagliate ricrebbero e quella sottospecie di mummia si rialzò ancora.
Il ragazzo la tagliò di nuovo, ma non serviva a niente. Più la affettava e più lei continuava a ricomporsi, lanciandogli addosso sempre più armi.
《Non avete speranza contro di me.》 Disse, mentre evocava un enorme Bazooka ed iniziava a sparare a più non posso, costringendo i quattro a ripararsi alla meglio dietro le colonne.
《Ragazzi, che diavolo facciamo!?》 Urlò Dimitri.
《Forse ho un’idea, ma dovete tenerla impegnata un attimo.》 Disse il ragazzo pieno di cicatrici. La sua trovata era rischiosa, però non aveva scelta.
Aspettò il momento giusto. Mentre i suoi compagni la tenevano distratta, sgusciò dietro di lei e attivò di nuovo i suoi poteri.
La testa dell'amministratore esplose. Saltò in aria come un petardo. E non solo. Tutto il suo corpo cominciò ad implodere su se stesso senza abbastanza tempo per rigenerarsi, fino a quando di lei non rimase altro che polvere.
Xsorof aveva un leggero fiatone, ma fissò i resti con soddisfazione. Con quello il numero di nemici uccisi arrivava a quattro.
《Xsorof, stai bene?》 Chiese Mirai, facendolo annuire.
《Si. Andiamo dagli altri ora.》 Disse, non sapendo che anche loro si erano tenuti impegnati.
Dopo che Runa e Loki si erano allontanati dalla sala infatti, si erano messi a cercare tutte le altre ed erano andati a sbattere contro Hana e Midori per colpa della calca terrorizzata. Solo che non avevano avuto molto tempo di spiegare o chiedere dove fossero Mayumi e Sarah perché altri due amministratori erano saltati fuori dal nulla.
Erano anche loro piuttosto grotteschi. Uno era alto e obeso, con addosso un medaglione hip hop e una grandissima testa rotondeggiante dai tratti delicati e gli occhi chiusi, come un neonato deforme.
L'altra aveva l'aspetto di una ragazza. Portava un succinto abito da maid con tanto di crestina e grembiule di pizzo e i capelli raccolti in due code. Ma la sua faccia era quella imbronciata di un vecchio rugoso dalla barba caprina.
《Eccovi tesorini. Finalmente ci sbarazzeremo di voi.》 Disse lei.
Un brivido scese lungo le schiene dei quattro, mentre attivavano i loro stick. Due nuovi amministratori li avevano colti di sorpresa, questo era un male. Ma non potevano farsi sconfiggere!
Runa cercò di bloccarli con i suoi poteri, ma il nemico con la testa da neonato fu più veloce e prese un respiro.
《Tutti quanti dite… OHHHHHHHH!》 Iniziò ad urlare.
Quello che seguì, se lo sarebbero ricordata per tutta la vita. Un'onda sonora potentissima travolse tutto, spaccando i muri, frantumando finestre e facendo poi vibrare il terreno ed esplodere i loro timpani, facendoli crollare a terra con le orecchie sanguinanti.
Solo che non ebbero il tempo di riprendersi. Le braccia dell'amministratore cameriera si allungarono di colpo e Hana fu rapidamente avviluppata da essere. Era come essere stritolata da dei grossi tubi di gomma!
Loki e Runa provarono ad intervenire, ma il suo collega diede uno spintone tremendo al primo, spedendolo contro una parete, e afferrò la seconda per la caviglia, iniziando a sbatterla ovunque come una bambola.
Midori, intanto si era rialzata a fatica e vide le condizioni dei suoi amici. Il ragazzo stava provando a rialzarsi nonostante le ovvie ferite, mentre la mora stava diventando cianotica per la mancanza di aria e l’albina era ricoperta di sangue. Doveva fare qualcosa!
Attivò i suoi raggi pietrificanti, costringendo i due nemici a spostarsi e lasciar andare le ragazze, che crollarono per terra davanti a lei.
《Midori Amai, detentrice degli occhiali magici. Il tuo potere è molto rischioso.》
《Yo, yo, crepa, yo》 Dissero i due, mentre caricavano ancora i loro colpi.
La giovane cercò di pietrificarli ancora, ma quei due si spostavano troppo rapidamente, non riusciva a prendere la mira! Solo che poi una sfera di fiamme volò davanti a lei e il grosso scoppio che causò colse di sorpresa i loro nemici, dandole il tempo di voltarsi.
Loki giaceva ancora seduto, ma con un ghigno di vittoria sulla faccia insanguinata. 《Prendete questo imbecilli.》 Disse, mentre anche Hana e Runa si alzavano a fatica.
《Quanto siete problematici voi tesorini. Ma tranquilli. Ora vi educherò per benino!》 Disse l'amministratore maid, allungando ancora le sue braccia.
I quattro si allontanarono a fatica, però non avrebbero retto a lungo. Erano ridotti tutti piuttosto male e quei due non la piantavano di avanzare. Midori però aveva ancora un asso nella manica, o meglio nella gonna.
Appena le braccia di gomma si avvicinarono ancora, lei estrasse la sua arma segreta e la agitò. Immediatamente nei suoi occhi apparve il simbolo della stella rovesciata e una ventata congelante creò un turbine attorno a loro.
Quando l’arto nemico lo toccò, uno spesso strato di ghiaccio lo ricoprì e lo mandò in pezzi, con orrore della sua padrona, che prese a strillare come una pazza.
Hana, Runa e Loki guardarono sbalorditi Midori e il ventaglio fin troppo conosciuto che teneva in mano. Quel simbolo e quel potere poi erano piuttosto impossibili da dimenticare.
《Quello stick… è di Subaru!》
《Si. L'ho conservato in caso si fosse presentata un'emergenza.》 Rispose la ragazza, che stava tenendo sotto tiro i due amministratori.
Quello più grosso sembrava di nuovo sul punto di lanciare le sue tremende onde sonore, solo che poi si sentì un forte rumore. Le pareti ed il soffitto, già indebolite, non avevano retto l'ultimo colpo e si erano sfaldate in una pioggia di intonaco, cemento e calcinacci, che aveva separato i due fronti.
I quattro maghi ne avevano subito approfittato per fuggire al massimo della velocità possibile, rintanandosi in uno sgabuzzino, ma non prima che Loki notasse qualcosa, o meglio, qualcuno, passare davanti alla finestra del corridoio e dirigersi verso il bagno delle ragazze.
Una figura dal particolare abbigliamento, visto il capello a cilindro che aveva intravisto. Doveva trattarsi dell'ennesimo amministratore ed era probabile che nel suo mirino ci fossero Sarah e Mayumi, che ancora non si erano viste in effetti.
Non sapeva infatti che le due erano proprio bloccate nei servizi igienici. Ci erano state letteralmente spinte dentro dalla folla in fuga, che le aveva travolte e portate via con se. Ma sembrava che la situazione si fosse calmata.
《Senti qualcosa?》 Chiese l'americana alla sua migliore amica.
Lei scosse la testa, ma le fece segno di fare silenzio mentre si sporgeva a guardare dietro l'angolo. Il trambusto sembrava finito, però lei Aveva un brutto presentimento. Temeva che le sorprese per quella serata non fossero finite. E purtroppo ne ebbe la conferma!
Un amministratore dall’aspetto di una ragazza dalla lunga felpa nera e una coda alta di capelli bianchi stava in piedi lì dietro. Il suo volto era una maschera da fantasma stilizzato ed inespressivo.
La bionda si rimise al riparo col cuore a mille. 《Ce n'è uno lì dietro.》 Sussurrò all'altra, che impallidì.
Non avevano mai affrontato un amministratore da sole. Ma che altra scelta avevano? Non potevano restare lì chiuse come topi. E quantomeno avevano l’effetto sorpresa dalla loro parte.
Entrambe arrivarono gli stick, ma un raggio laser fece esplodere la parete in vari frammenti, mostrando la loro nemica davanti a loro, pronta alla lotta.
《Ho scovato due ratti.》 Commentò.
Le due imprecarono nelle loro teste, mentre tentavano di evitare i raggi. Erano state scoperte! Ma non potevano farsi ammazzare.
La bionda saltò oltre l'amministratore, cercando di colpirlo con un calcio, ma poi si ricordò che era inutile e tutto quello che ne ricavò fu un profondo taglio sulla coscia.
Sarah utilizzò subito la barriera creata dalla penna e le protesse entrambe. Però non poteva mantenerla per sempre. Prima o poi avrebbe ceduto e sarebbero state sue.
《Sarah! Abbassa la barriera.》
《Cosa!? Ci farà entrambe a pezzi!》
《No, non succederà! Fidati di me e dei miei poteri.》
L'americana inghiottì pesante, ma abbassò comunque la barriera e l’altra agì all'istante. urlando a pieni polmoni 《La tua testa esploderà!》
L'amministratore parve bloccarsi. La sua testa si gonfiò ed esplose come un petardo, facendolo crollare a terra.
Le due ragazze si guardarono e poi urlarono di gioia. Mayumi sospirò sollevata. Finalmente ne avevano distrutto uno! Si sentiva veramente bellissimo.
Sarah sorrise. Ora voleva solo tornare dagli altri. Fecero per incamminarsi, ma un raggio laser trapassò la testa della bionda da parte a parte, riversando una fontana di sangue sul pavimento.
Lei guardò con orrore la scena. La sua migliore amica era caduta riversa a terra, gli occhi vuoti in un'espressione vagamente sorpresa, immersa nel suo stesso sangue.
《Ho fatto bene a mandare il mio clone avanti.》 Commentò dietro di lei la voce dell'amministratore, proprio mentre i suoi compagni entravano di corsa nel bagno.
La scena che videro li colse di sorpresa. Sarah si era nuovamente rifugiata nella sua barriera, scuotendo il corpo della sua amica, implorandola inutilmente di svegliarsi, mentre la loro nemica bersagliava di raggi il muro magico.
《Stalle lontana!》 Urlò Midori, rispondendo a sua volta coi fasci pietrificanti quando quelli dell'altra vennero lanciati su di loro. Lei, Xsorof e Dimitri erano gli unici abbastanza in forze per sostenere uno scontro, ma non avrebbero retto per molto.
Anche i loro emblemi si erano fortemente ridotti a causa di tutti quelli scontri, in particolare quello dell’albina, come dimostrava il sangue che le stava colando anche da orecchie e bocca e anche Loki era messo molto male.
Il ragazzo pieno di cicatrici se ne accorse. Se avessero continuato così, lei avrebbe potuto perdere suo figlio e lui sarebbe finito pure peggio! E tutto per salvare una che se ne stava rintanata come un topo. Doveva fare qualcosa!
Puntò immediatamente la mano verso Sarah. La barriera era svanita e questo gli diede modo di agire. Tutto il suo corpo fu circondato da una leggera aura blu mentre attivava il suo stick ed immediatamente un intenso bagliore si propagò dalla ragazza.
Lei si sentì come svuotata, il simbolo sulla sua mano si ridusse parecchio in effetti, mentre la luce si dirigeva verso il rosso e l'albina. Entrambi si sentirono di colpo rinvigoriti. La loro energia, come i loro simboli, si era rigenerata sotto gli occhi attoniti di tutti quanti.
Solo che non avevano il tempo di pensare a queste cose. Runa afferrò l'estintore lì vicino e lo lanciò dritto verso i raggi.
Questi lo tagliarono in due, rilasciando schiuma dappertutto e nascondendo i ragazzi alla vista dell'amministratore.
Loki cercò di far muovere Sarah sfruttando il diversivo, ma lei non si mosse. Si sentiva… arrabbiata. Quel… quel coso aveva ucciso Mayumi. Aveva ucciso la sua migliore amica. Non poteva passarla liscia. Non dopo che le aveva tolto l'ultima persona a cui teneva.
Scattò in piedi e sfuggì alla presa del rosso, che tentava inutilmente di bloccarla, e si lanciò verso la loro nemica. Voleva ucciderla. Ridurla in pezzi! Vederla morire l’avrebbe appagata più di tutto.
Ma lei si voltò all'ultimo secondo. Un raggio ancora più grosso trafisse il petto della ragazza, facendole sputare sangue e mancare il respiro, prima di cadere lunga distesa per terra in una pozza di sangue.
Midori e gli altri non avevano potuto fare a meno di guardare la scena senza parole. Sarah si era letteralmente buttata in bocca alla morte. Ma non poterono pensarci a lungo. Quella cosa era ancora viva e adesso li stava guardando.
《Ora è il vostro turno.》 Disse avanzando, solo che un’ombra entrò dalla finestra alle sue spalle.
Lei fece appena in tempo a girarsi che cinque lunghissimi artigli dorati le trapassarono la testa.
《Io direi più che è il tuo turno.》 Commentò la voce maschile e melliflua del suo assassino, mentre rivolgeva, da sotto il ciuffo tinto di rosa, uno sguardo quasi divertito al gruppo di maghi.
《Buonasera.》 Disse con un inchino, togliendosi il cappello a cilindro. 《Il mio nome è Alastor.》

 

Angolo dell'autore

Buon pomeriggio a tutti quelli che leggono. So che in questo capitolo sono successe molte cose, ma voglio dire grazie a tutti quelli che recensiscono e leggono. In particolare dico grazie all'attrice Mokkasi per avermi dato il suo Alastor. Spero che la storia vi stia piacendo. Al prossimo capitolo

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Capitolo 23
*** Separazione ***


Runa e tutto il resto del suo gruppo guardarono il bizzarro ragazzo tirarsi su, mentre il rosa dei capelli schiariva un po' e i suoi occhi verdi tornavano normali.

La cosa che più attirò la loro attenzione fu il suo particolare abbigliamento. Oltre al cappello a cilindro, Portava una giacca e dei pantaloni blu scuro dagli orli azzurri molto attillati, lunghe calze dello stesso colore, una sorta di coccarda azzurra al collo, poi guanti neri e stivali con poco tacco, che dovevano costare un occhio della testa, ora leggermente sporchi di sangue.

Lui se ne accorse e il sorrisetto si trasformò in un'espressione schifata. 《Accidenti! Questi erano i miei stivali nuovi!》 Disse, pulendo le suole sul cadavere dell'amministratore, ora trasformato in quello di una ragazza dai lunghissimi capelli rossi.

Gli altri maghi si guardarono sconcertati. Chi diamine era quel tipo? Era saltato fuori dal nulla, uccidendo un amministratore, per poi lamentarsi delle scarpe sporche.

Il ragazzo, dal canto suo, alzò lo sguardo e vide il modo in cui lo stavano fissando. Avevano l'aria di chi non ha capito niente di tutto quello che stava succedendo.

Infatti la ragazza dagli occhi rossi si fece avanti con aria sconcertata. 《Tu chi saresti?》

Lui emise uno sbuffo. 《Come ho già detto, il mio nome è Alastor. Sono un mago esattamente come voi e ho mollato una festa stupenda per venire qua e vedere due mocciose venir ammazzate da un amministratore di terza categoria e sporcarmi le scarpe.》

L'altra alzò un sopracciglio. 《Sei venuto qui per unirti a noi?》 Lui si toccò il mento con le dita dorate. 《Possiamo anche dire così. La Caccia non mi interessa nulla, ma preferirei restare vivo il più a lungo possibile. E per quanto alcune vostre compagne non fossero all'altezza del compito… voi siete il meglio che possa trovare.》

Gli altri maghi non sapevano sinceramente come dovessero reagire a quel punto. Erano stati colti di sorpresa. Quel ragazzo poi aveva qualcosa di strano. Emanava un'aura alquanto strana attorno a lui, quasi magnetica, ma allo stesso tempo famelica nonostante il sorrisetto calmo.

E non solo era letteralmente saltato fuori dal nulla, uccidendo la loro nemica sul colpo, ma adesso stava pure chiedendo di unirsi a loro. Sicuramente quella serata era stata una delle più strane e sfiancanti che avessero mai vissuto.

Il rosato si accorse della loro confusione e sbuffò ancora. Quei ragazzi erano troppo spossati per sostenere una conversazione anche solo decente e lui si stava perdendo il giro di alcolici e la musica migliori che avesse provato in un intero mese. Non poteva perdere altro tempo.

《Ok, sentite, è evidente che non riusciremo mai a metterci d'accordo se non recupererete le forze, quindi io sto Solo sprecando tempo. Prendete i pesi morti lì e riposatevi. Ci vedremo tra un paio di giorni.》 Disse saltando oltre la finestra prima che potessero chiedergli altro, lasciandosi dietro solo altre domande.

A quel punto si limitarono davvero a prendere in braccio i cadaveri distesi sul pavimento e a portarli via. Sarah e Mayumi sembravano ancora più piccole così, con gli arti immobili e i visi pallidi e macchiati di sangue.

 

****

 

Nei due giorni seguenti non poterono fare altro che organizzare per entrambe un breve funerale a cui parteciparono solo loro. La curiosità sullo strano ragazzo dai capelli rosa occupava molti dei loro pensieri, ma la lasciarono perdere per un po' per rendere onore alle due defunte.

Avrebbero voluto farlo come d'usanza, ma non avevano ne i soldi ne il tempo per eseguire tutti i riti funebri voluti dalla tradizione. E poi... nessuna delle due aveva più la propria famiglia, non avevano una tomba familiare in cui riposare coi loro cari. Nessuno le avrebbe piante eccetto loro.

Rimasero fermi nei loro abiti neri tutto il tempo, mentre le bare adorne di fiori scorrevano sotto i loro occhi verso i forni crematori e anche quando le urne in cui erano state poste le loro ceneri fecero lo stesso.

Restarono lì ancora un po' dopo la fine della funzione, ad osservare i resti delle loro compagne. Pensare che quelle due fossero morte davvero era ancora… in qualche modo destabilizzante.

Solo che la loro contemplazione fu interrotta da una voce conosciuta. 《Che gentili. Avete pure organizzato loro un funerale?》

Quando gli altri maghi si voltarono, videro la slanciata figura di Alastor che se ne stava appoggiata ad una colonna lì vicino e li guardava sardonico. 《Per due incapaci simili sembra uno spreco.》

Loki alzò un sopracciglio un po' indispettito, ma si astenne dal commentare. Quel ragazzo lo metteva vagamente in soggezione. Aveva un gran fascino, doveva concederglielo, ma solo uno stupido non si sarebbe accorto che non era un semplice diciottenne.

A quel punto, però, si fece avanti Dimitri. 《Forse, prima di andare in giro a sparlare dei morti, potresti spiegarci per bene cosa vuoi da noi.》

Il rosato assottigliò lo sguardo verde. Quel tipo gli piaceva. Aveva fascino e un bel caratterino. Avesse avuto una ventina d'anni in più…. Poi però scosse la testa. Non era lì per quello. E poi… aveva abbastanza giocattolini in quel momento. Non gliene servivano altri.

《Come ho già detto, io sono Alastor. Come voi sono un mago, uno dei pochi ancora in circolazione che non è stato ucciso e che non sta venendo braccato dagli amministratori. Come avrete ben capito, sono venuto qui per offrirvi un'alleanza contro di loro.》

Runa si fece avanti. 《E quali sono i termini di questo accordo?》. Anche lei aveva capito che quel ragazzo era pericoloso. E poi aveva visto il suo simbolo. Era ancora completamente pieno. Quindi o era un mago completamente disinteressato alla lotta, o era stato abbastanza sveglio da capire fin da subito che la Caccia era solo una trappola.

《Beh, restare vivo è già un fantastico modo per formare un’alleanza con voi. Basta che non pretendiate che vi salvi il didietro ogni volta come ho fatto l'altra sera.》

I maghi si scambiarono uno sguardo di intesa. Quel tipo aveva una personalità sicuramente particolare. 《Qual è il tuo stick esattamente? Cosa può fare?》 Chiese Meito con curiosità.

Tutti loro avevano visto che l'amministratore era stato ucciso da delle specie di lunghe lame, ma non lo avevano visto con nessun oggetto particolare in mano. Che fosse un indumento o un accessorio?

L'altro gli si rivolse con un sorrisetto, tirandosi su una manica e mettendo il braccio in mostra. 《Questo è il mio Stick, piccolo.》

Solo allora gli altri notarono che quello che avevano scambiato per un guanto era in realtà una protesi! Una protesi talmente ben fatta da sembrare un braccio vero.

Le dita erano di metallo dorato, mentre i decori dello stesso colore risalivano il legno scuro fino al gomito, dove sembrava fondersi con la carne e le ossa del braccio. 《Abbastanza impressionante vero? Non ha l'abilità di risucchiare la vita come quello del vostro amico, a proposito ottima mossa quella, ma posso letteralmente distruggere tutto quello che desidero, indipendentemente dalla sua durezza e resistenza. Niente mi può resistere.》 Commentò col solito sorrisetto malizioso.

Solo che questa osservazione riportò l'attenzione su qualcosa che negli ultimi giorni, a causa dello shock e della stanchezza, nessuno aveva menzionato.

Xsorof aveva in qualche modo assorbito una buona quantità della vita di Sarah per donarla a Loki e Midori. Questo non era mai accaduto prima.

Immediatamente il ragazzo pieno di cicatrici si ritrovò tutti gli occhi puntati addosso. E stranamente non gli piaceva affatto.

《Cosa c'è?》

《Lo sai benissimo. Non ci avevo detto di poter letteralmente estrarre la vita altrui.》 Disse Hana guardinga.

Quel ragazzo aveva dimostrato altre volte di saper essere tanto allegro quanto senza scrupoli se serviva, ma non si sarebbe mai aspettata una cosa simile.

《Non è quella la mia capacità primaria. È… arrivata dopo. Vi avevo già detto che gli Stick non sono semplici oggetti. I loro poteri evolvono se il loro possessore sa come usarli. E questo vale per tutti.》

 

《Beh, non pensavo che l'avresti usata su uno di noi.》 Rispose Lei.

《Soprattutto perché hai indebolito Sarah proprio quando era lei il bersaglio dell’amministratore.》 Commentò Dimitri, il cipiglio duro. Xsorof irrigidì la mascella.

《Non era Sarah ad essere l'obbiettivo, era Midori! Lei si era messo in mezzo per salvarla e sono abbastanza sicuro che fosse una preda ben più importante. Esattamente come lo era Loki. Ho dovuto fare una scelta!》

《Una scelta che ha condannato Sarah.》

《Credo che se fosse morta Midori al posto suo tu saresti molto più triste! Innanzitutto lei è incinta e poi credi davvero che non abbia visto come vi guardate? È chiaro che tu ci tieni a lei e lo stesso vale per me. E anche Loki è un buon amico. Entrambi stavano rischiando per salvare una persona che non ha mai aiutato nella vera battaglia e che ha sempre visto me e i miei amici come degli stranieri, quindi non ho dovuto faticare a scegliere chi aiutare.》

《Soprattutto, quelle due erano seriamente dei pesi morti. Vi ho osservato un po' quando avete iniziato a combattere davvero gli amministratori. Loro sono sempre quelle troppo testarde e deboli per aiutarvi sul serio.》 Si intromise Alastor.

Era seriamente incredibile che stessero aprendo un tale dibattito per parlare di quello che era successo. Avevano sacrificato una coppia di stupide per salvare un mago veterano e una molto talentuosa. Ci avevano solo guadagnato secondo lui.

Il russo lo fulminò con gli occhi. 《In ogni caso noi ci fidavamo e lui non solo non ha detto nulla su questo potere, ma l'ha pure usato su una di noi.》 Disse, per poi rivolgersi a Meito con un'aria quasi dispiaciuta o delusa.

《Tu lo sapevi?》 Chiese, mentre il ragazzo abbassata lo sguardo colpevole.

Mirai a quel punto si mise davanti al gemello con fare protettivo. 《Non lo coinvolgere in questa discussione. Lui non ti ha fatto niente!》

Ma il russo si era già voltato con lo sguardo basso e l'aria ferita senza dire più niente. Ma ci pensò Hana a rincarare la dose. 《Perché non ci avete detto niente!? Noi ci fidavamo di voi!》

《Cosa avremmo dovuto dirvi? Che il nostro migliore amico può assorbire la vita altrui? Non vi sareste mai fidati di noi così. Vi sareste sempre aspettati un colpo nella schiena e questa conversazione lo dimostra.》 Rispose il biondo arrabbiato.

《Beh, forse dopo, quando avreste avuto la conferma della nostra lealtà verso di voi, avreste potuto dimostrare di esserlo anche voi.》 Disse Runa con un pungente sarcasmo.

《Ok! Ora basta!》 Si intromise Loki di colpo. 《Finitela con questi stupidi bisticci! Faremo solo il gioco degli amministratori così!》

《Avrebbero potuto parlare prima che quelle due morissero.》 Commentò Dimitri. 《Non è stata colpa loro se sono state uccise. E neanche vostra. Avete gestito un attacco simultaneo da cinque amministratori su più fonti, uccidendone tre grazie a me, sbarazzandovi di due sciocche e ricaricando la vita di due membri validi. Direi che non vi è andata affatto male.》 Lo sostenne Alastor con un sopracciglio alzato.

A cosa servisse tutta quella discussione quando non si poteva far più niente era un interrogativo che non riusciva a risolvere.

 

La mora lo osservò in cagnesco. 《Qui si parla di vite umane! Non di giocattoli o numeri!》

 

Il suo sopracciglio si alzò anche di più. 《I nostri stick sono fatti apposta per distruggere tutto quello che ci ha resi miserabili. Ci danno il diritto di prenderci la nostra vendetta. Quindi possiamo dire che gli altri sono i giocattoli di noi maghi. Dopotutto, tutti noi abbiamo ucciso, no?》

 

Gli altri maghi non risposero. Era ovvio che avevano ucciso. Dimitri si ricordava ancora il piacere di vedere tutti quei dannati camionisti stramazzare per terra come sua sorella. E Hana si era addirittura messa a piangere di felicità quando aveva spezzato le ossa a quei dannati che avevano aggredito lei e Sakura.

 

Il ragazzo si ritenne soddisfatto e rimase silenzioso, osservando la situazione evolversi.

 

《A questo punto non importa. Non possiamo fare più niente per loro due. Ma io non ho intenzione di continuare a combattere accanto a dei bugiardi.》 Disse la giovane.

 

《COSA!? Hana! Non puoi fare una cosa simile!》 Le disse Midori.

 

《Perché tu lo faresti?》 Chiese lei sconvolta.

 

L'albina annuì abbassando la testa. L’avevano aiutata molto con la vita che le avevano dato. Non poteva voltargli le spalle. E lo stesso pensava Loki, che continuava a guardare il suo simbolo, ora pieno oltre i tre quarti.

 

La mora ed il russo fissarono entrambi ad occhi sgranati, mentre Runa si mordeva il labbro. Le era dispiaciuto per Mayumi e Sarah… ma non poteva negare che il suo ragazzo avesse ricevuto un aiuto inaspettato. Forse era troppo egoista, però non poteva fare a meno di sentirsi sollevata.

 

Si era preoccupata per giorni guardandolo, temendo che sarebbe morto o diventato un amministratore, ma adesso aveva vita in abbondanza. Cosa doveva fare?

 

Doveva decidere in fretta. La situazione si stava scaldando sempre di più.

 

《Se volete combattere ancora con loro, allora andremo via noi. Non possiamo fidarci.》 Disse Dimitri.

 

《Non potete andare via! Non adesso che Tempest sta arrivando! Manca poco!》 Urlò Mirai.

 

《Non cambieremo idea. Fin quando vi fiderete più di loro che di noi, le cose staranno così.》 Replicò Hana dura, lanciando solo uno sguardo triste a Midori prima di andare via.

 

Lo stesso fece l'altro gruppo, immersi in un pesante silenzio e solo Runa e Loki rimasero, con Alastor a far da spettatore.

 

Lei era ancora indecisa, ma lui la guardò comprensivo.

 

《Lo sai che devi andare con loro. Hanno bisogno di te.》 Disse mesto.

 

Lei rimase in silenzio. Lo sapeva. Ma non le piaceva per nulla. Tutta quella situazione non le piaceva per nulla. Separarsi era oggettivamente una mossa illogica a quel punto, Ma non poteva lasciare quei due da soli.

 

Voleva dire qualcosa, solo che lui le poggiò un bacio sulla fronte. 《Sono solo arrabbiati e sconvolti. Vedrai che non tarderanno a ravvedersi. E poi andremo tutti insieme a prendere un gelato per festeggiare. Te lo prometto.》

 

L’albina annuì con un lieve sorriso e si allontanò, mentre Loki la osservava andare via.

 

《Che bell’inizio per la nostra collaborazione.》 Commentò Alastor.

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Capitolo 24
*** Conoscersi ***


Per i bui corridoi del covo degli amministratori, Ichi camminava a passo lento. In quel periodo stavano succedendo fatti che non aveva assolutamente messo in conto all'inizio.

Il gruppo di Runa Fuyutsuki si era rivelato più caparbio e astuto di quanto si sarebbe aspettato per degli esseri umani. E soprattutto avevano capito come sfruttare al meglio i loro stick.

E anche se si era diviso e aveva perso due componenti, sapeva che erano ancora la minaccia maggiore. Soprattutto a causa della presenza di Xsorof V e Alastor Tanata, i due “irregolari". Il loro arrivo non era previsto e si stava rivelando destabilizzante.

Quei due erano dotati di magie fuori dal comune e soprattutto erano troppo intelligenti per cadere in qualsiasi trappola. Inoltre sul secondo non si sapeva quasi nulla.

Era rimasto nell'ombra per due anni da quando aveva ricevuto il suo stick, senza mai usare la sua magia o provare a contattare altri maghi. Questo lo rendeva un'incognita pericolosa.

E non erano loro l'unica cosa che lo stava facendo riflettere.

Nana negli ultimi tempi si stava comportando in modo strano. Troppo persino per una come lei. Aveva notato che osservare quei maghi combattere la dilettava e non solo. Pareva che tutti gli umani in qualche modo la intrigassero.

Nonostante fossero delle creature rumorose, incivili e rozze, avevano catturato il suo interesse, come dimostrava la sua alleanza temporanea con quel tale Subaru e quella più a lungo termine con quel “contatto” umano di cui si era rifiutata di parlare a tutti loro. E non si era limitata solo a questo.

Ni, Roku, Hachi, Juushi e Juugo erano tutti morti e Juuhachi era stata danneggiata. Tutti i loro colleghi erano giunti alla stessa constatazione: erano stati deboli e per questo avevano trovato il loro destino.

Ma lei sembrava stranamente interessata ai combattimenti in cui erano stati sconfitti piuttosto che alla loro effettiva morte.

Aveva mostrato di essere decisamente coinvolta quando aveva visto, in particolare i ragazzi sotto la sua giurisdizione, uccidere i suoi alleati.

Ma forse non avrebbe dovuto essere troppo sorpreso. Anche Nana era stata una “irregolare" un tempo. Una davvero pericolosa. Molti erano stati i dubbi quando le era stato offerto il settimo seggio al loro tavolo proprio per questa sua caratteristica. Ma aveva fatto il suo dovere per tutto quel tempo, quindi non riusciva a spiegarsi cosa avesse attivato il suo cambiamento.

Ma in ogni caso non se ne doveva preoccupare. Il piano del re stava procedendo bene, nonostante le interferenze.

L'energia negativa stava venendo prodotta e assorbita rapidamente e molto presto il loro sovrano avrebbe realizzato il suo grande disegno per la Terra.

Era per questo che lui era stato creato. Che tutti loro erano stati creati. Ma era anche questo il motivo per cui il comportamento di Nana lo aveva messo in allarme.

Non sapeva se si sarebbe davvero ribellata al suo ruolo, ma non le avrebbe permesso di intralciare ulteriormente gli obiettivi del re. Ed era proprio per questa ragione che stava andando da lui.

Si fermò infatti davanti ad un grande portone bianco, per poi varcarlo. 《Mio sovrano, sono arrivato》 Disse con un inchino.

Era entrato in una gigantesca stanza vuota tenuta in piedi da possenti colonne ed illuminata dalla grande sfera bianca fatta di magia che fluttuava proprio al centro.

E al suo interno, si trovava l’artefice di tutto. La persona che aveva creato gli stick, il sito per maghi e i suoi amministratori, nonché colei che aveva in mente di trascinare quel mondo sul ciglio della distruzione, anche se ad un primo sguardo non si sarebbe mai detto.

Il tanto famigerato re aveva infatti le sembianze di una ragazzina sui quattordici anni. Aveva lunghissimi capelli mossi di un argenteo molto chiaro che raggiungevano i piedi nudi, con una camicia da notte a coprire il suo corpo esile ed apparentemente innocuo, ma aveva lo sguardo più inquietante che si fosse mai visto.

Pareva antico. Antico come il mondo e acceso da una luce intensa nella pupilla verticale. Infine delle Lacrime di sangue scendevano a fiotti sui suoi zigomi, in contrasto coi lineamenti delicati.

Solo quegli occhi sembravano emanare una potenza terrificante, infatti Ichi non osò alzare il capo fino a quando lei non lo chiese. 《Cosa sei venuto a riferire, figlio mio?》

《Mia signora, il gruppo di maghi che si oppone ai nostri piani ha purtroppo ucciso anche Roku, Juushi e Juugo, nonostante due delle loro compagne siano morte insieme a loro.》

Il re rimase impassibile. 《Non è importante. Anche se il vostro numero è sceso, avremo comunque abbastanza energia negativa per far sorgere Tempest. Questi maghi non potranno esserci di alcun intralcio appena quel momento arriverà. Ma confesso di essere curiosa riguardo tutti loro. La loro energia è talmente intensa…》

《C'è anche qualcos'altro, mio sovrano. Credo che qualcosa non vada in Nana. È probabile che qualcosa abbia fatto riaffiorare parte della sua coscienza originaria.》 Disse Ichi.

La ragazzina lo osservò. 《Se è come dici, allora distruggetela appena possibile. Nessuno si deve mettere sulla nostra strada, nemmeno uno di voi.》 Disse, mentre l’amministratore si inchinava ed usciva.

Avrebbe sistemato lui stesso Nana. La sua prolungata assenza stava rendendo sempre più chiaro che li avesse traditi. Per questo avrebbe cancellato lei e tutti gli altri irregolari insieme ai loro alleati.

 

 

E mentre il capo degli amministratori si avventurava per i corridoi scuri, Midori faceva altrettanto per le vie del centro.

La situazione in quel periodo l'aveva messa parecchio in agitazione.Dimitri, Runa e Hana erano andati via. Si erano staccati dal branco Di botto e questo non andava bene.

Poi l’occhiata delusa della mora le aveva fatto particolarmente male. Non aveva effettivamente capito cosa ci fosse tra loro due, perché sapeva che il bacio che si erano scambiate significava qualcosa, ma era certa che a quel punto avesse perso il suo affetto.

E questo la faceva stare solo peggio! Dopo la rottura del gruppo, Xsorof e i gemelli le avevano offerto di ospitarla a casa loro, visto che non aveva altri posti in cui andare, e lei si era sfogata nell’unico modo che conosceva: cucinando.

Erano quattro giorni che continuava a servire ai tre i piatti più disparati pur di gestire lo stress, ma in quel periodo la gravidanza si stava facendo sentire e non sembrava esserci modo di trovare pace.

Perciò, avendo svuotato il frigo, era andata in centro a fare la spesa, anche per distrarsi da tutto il resto. Solo che poi vide passare una familiare chioma tinta di rosa coperta da un cilindro.

《Ciao Alastor.》 Salutò istintivamente, facendo voltare il giovane.

Solo allora la ragazza vide che non era da solo, visto che un ragazzo sui venticinque anni lo teneva a braccetto e che accanto a loro camminava una coppia di uomini poco più grandi.

Avevano tutti un aspetto incredibilmente esotico e affascinante. Il più alto aveva la pelle abbronzata, ribelli capelli neri, lineamenti scolpiti e due seri occhi blu incredibili. Mentre quello accanto a lui era il contrario.

Capelli biondi perfettamente ordinati, occhioni verdi chiaro che spiccavano sulla pelle pallida del viso aguzzo ed un sorriso furbetto in viso.

Infine, quello più vicino ad Alastor aveva lunghi capelli castani legati, un naso greco invidiabile, pelle rosea e dei malinconici occhi verde scuro.

《Oh. Ciao Mido-chan.》 La salutò allegramente il ragazzo con la protesi, avvicinandosi. 《Come stai oggi?》

《Ala-chan, chi è lei? Una tua amica?》 Chiese il castano curioso, osservandoli da lontano insieme agli altri due.

《Si. L'ho conosciuta da poco ad una festa. Purtroppo sta affrontando una gravidanza tutta sola e ha bisogno di aiuto. Potrebbe venire con noi? Vi preeeeeego.》 Spiegò lui, sfoderando due occhioni da cucciolo incredibili.

Midori lo guardò sorpresa. Non sapeva che Alastor potesse essere così… civettuolo. Non sembrava affatto il mago sarcastico e astuto che aveva ammazzato quell'amministratore a sangue freddo la sera della festa.

《Ma certo che può venire! Non serve neanche chiedere. Comunque il mio nome è Asahi.》 Disse il biondo, mentre il più alto rivolgeva un leggero inchino alla ragazza.

《È un piacere conoscerla, signorina. Il mio nome è Kazuchi, mentre lui è Keiro.》 Disse educatamente, facendola arrossire ed inchinare a sua volta.

《Molto piacere. Il mio nome è Midori. Comunque non voglio disturbarvi. Sono qui solo per una commissione.》

《Sei qui per far compere?》 Le chiese il ragazzo dai capelli rosa, stretto ancora al braccio di Keiro.

《Si, purtroppo ho svuotato il frigo di Xsorof e quindi vorrei rimediare.》

《Oh. Allora insisto, vieni con noi. Ti faremo compagnia. Non sia mai che una signorina debba andare in giro da sola.》 Trillò lui, osservandola con un sorriso, mentre i tre uomini lo spalleggiavano. Per conquistare le ragazze, la galanteria era sempre l'arma migliore.

L’albina a quel punto accettò e tutti e cinque si avventurano nei corridoi del centro commerciale.

《Le altre volte che ci siamo visti non abbiamo avuto tempo per parlare. A che mese sei arrivata con la gravidanza?》 Chiese il mago di colpo.

《Quasi oltre la metà del sesto ormai.》

《È fantastico! Allora non manca molto alla nascita.》 Esclamarono Keiro ed Asahi come due bambini.

《Sai già se sarà un maschietto o una femminuccia?》

《No. Purtroppo non c'è stato tempo per fare delle ecografie.》

《Ah beh, allora sarà una bella sorpresa.》 Disse Alastor, prima di bloccarsi, indicando una vetrina.

《Guardate che tutine adorabili!》 Disse indicando degli articoli per neonati.

《In effetti sono davvero carini.》 Convenne Midori.

 

《Ti va di entrare a comprare qualcosa?》

《Eh? Ma no. Non voglio disturbare…》

 

《Oh, nessun problema mia cara. Una signorina incinta dovrebbe farsi viziare un po'.》 Disse Asahi mentre entravano nel negozio ed iniziavano a guardare gli scaffali.

C'era di tutto e di più. Tutine, scarpine, peluche, seggioloni, culle…. Midori non poteva fare a meno di sentirsi emozionata. Quelle cose erano per suo figlio. L'avrebbero aiutata a prendersene cura per i suoi primi anni e questo la stava facendo brillare di gioia.

Alastor su fece sfuggire un risolino. 《Che succede Mido chan? Non eri mai venuta in un posto così?》

Lei inclinò la testa, un po' a disagio. Ovviamente aveva pensato di fare un salto, ma i soldi che stava usando appartenevano ai suoi amici e i tre la stavano pure facendo restare a casa loro, quindi non voleva essere di ulteriore peso.

Il ragazzo se ne accorse, quindi decise di distrarre la sua attenzione. Non avrebbe voluto che si mettesse a piangere o avesse altre crisi simili. 《Se non sono indiscreto, mi puoi dire chi tra Xsorof e Dimitri è il padre? Sono curioso.》 Disse, mentre cercavano nel reparto dei passeggini. Midori si morse un labbro.

《In realtà il padre non è nel nostro gruppo. Anzi… è a causa sua se sono diventata una maga. Vedi… questo bambino non è frutto di un rapporto consensuale. Suo padre era una persona orribile che mi ha usato come una bambola. E lo ha fatto fino al punto in cui ho ricevuto uno Stick.》

Alastor a quel punto perse il sorriso. Essere costretti ad essere la bambolina di qualcuno? Quella era una sensazione che conosceva fin troppo bene.

《Due domande. Perché hai tenuto il bambino? E quel tipo è morto vero?》

《Si. Lui non c'è più. L'ho pietrificato io stessa. E riguardo a mio figlio… so che forse dovrei odiarlo per come è stato concepito, ma non è stata colpa sua. Non ha scelto lui che succedesse questo. E poi… sono stata così felice quando ho saputo che c'era. Ormai è la mia ragione di vita.》

Il ragazzo la guardò sorpreso. Non sapeva se definirla pazza o troppo ingenua, ma doveva ammettere di ammirarla un po'. Ne aveva passate di tutti i colori, eppure continuava a mantenere quella parvenza così gentile.

Solo che l'arrivo di Kazuchi, Keiro e Asahi li distrasse. 《Ragazzi, guardate cosa ho preso per voi! Li ho visti e non ho saputo resistere.》 Disse il castano, dando a lui un morbido peluche a forma di coniglietto bianco e a lei uno a forma di civetta dalle piume brune.

《Ohhhh. È adorabile.》 Commentò il diciottenne con gli occhi scintillanti.《Grazie mille.》 Disse, dando poi un appassionato bacio sulle labbra del castano.

Midori li guardò ad occhi sgranati, mentre stringeva il peluche. Quello sarebbe stato un ottimo regalo per suo figlio, solo che la scena che aveva davanti l'aveva a dir poco sorpresa.

Alastor si staccò da lui con un sorrisetto malizioso. Quei baci erano davvero deliziosi. Solo che poi si ricordò del “pubblico" che avevano e si voltò verso l’albina, aspettandosi disgusto o di sentirsi chiamare “sgualdrina”, ma trovò solo stupore.

《Alastor, mi puoi spiegare cosa….?》 Il ragazzo sbuffò.

Accidenti ai regali adorabili e agli occhioni dolci di Keiro, per colpa loro aveva mandato all’aria tutto. Tanto valeva vuotare il sacco. 《Midori, tu sai cosa è uno sugar daddy?》

La ragazza ci pensò un attimo, poi diventò completamente rossa. 《Tu…!? E Loro…!?》

Alastor si mise a ridere per quella reazione, nonostante fosse piuttosto sorpreso che fosse solo molto sconvolta e non schifata. 《Già. Io e loro abbiamo quel tipo di relazione. E non hai idea di quanto siano bravi sotto le coperte.》 Disse nel suo orecchio, facendola diventare violacea mentre cercava di non immaginarseli in atteggiamenti intimi.

《Ehm… spero che questo non sia un problema per te.》 Disse Asahi, sempre stretto a Kazuchi, che osservava con un sorriso la buffa reazione della ragazza.

《Come? Oh no no no! Cioè… Non c'è problema, chiunque secondo me è libero di fare quel che vuole e stare con chi vuole.》 Disse lei, cogliendoli di sorpresa.

《Vi ringrazio molto, signorina.》 Disse il corvino col suo solito fare pacato, prima che tutti tornassero a guardare gli scaffali.

Il ragazzo dai capelli guardò con sospetto la ragazza. Nessuno era mai venuto a conoscenza di tutto così facilmente. Si era pure beccato degli insulti alquanto pesanti da parte di qualcuno.

《È seriamente tutto a posto?》

《Ehm… certo. Mi ha sorpreso. Tanto. Ma dopotutto loro sembrano delle persone speciali. Si vede che ci tengono molto a te.》

Lui la guardò confuso e poi rise.《Ah no no. La nostra relazione è primariamente carnale. È un bel dare ed avere per entrambe le parti.》

《Sei sicuro? Dal modo in cui Keiro ti guardava pensavo…》

《Oh no, è assolutamente impossibile. Soprattutto perché loro tre non sono neanche gli unici.》 Disse sornione mostrando la rubrica del cellulare. C'erano almeno altri tredici contatti.

Midori arrossì ancora. 《Ehm… va bene allora. Ma secondo me loro ci tengono davvero a te, Keiro in particolare. Comunque ti ringrazio molto per l'aiuto con tutti questi adorabili articoli per il mio piccolo, sei davvero gentile, e scusatemi tutti per il disturbo. Ma ora devo andare. Devo preparare il pranzo. Buona giornata.》

Alastor, dopo averle assicurato che il seggiolone, la culla e il passeggino sarebbero stati recapitati a casa di Xsorof rimase a guardarla andare via. Quella ragazza non era male. Anzi era piuttosto gentile. Gli stava simpatica, e le sue parole continuavano a rimbalzare nella sua testa. Keiro… ci teneva davvero?

Anche la ragazza dal canto suo pensò spesso a lui quella sera. Alastor alla fine era persona decisamente più gentile di quanto volesse mostrare. Ed era quello che aveva detto anche a Xsorof e i gemelli quella sera, riferendolo poi anche a Loki per telefono.

Il ragazzo dai capelli rossi fu molto contento di ricevere quella notizia. Era sicuro che quando Hana e Dimitri si sarebbero calmati e sarebbero tornati con Runa avrebbero avuto un valido compagno di squadra.

《Loki, noi andiamo a letto. Buonanotte.》 Lo salutò sua madre distraendolo dai suoi pensieri.

《Anche io vado mamma.》 Disse, tirandosi su con uno sbadiglio. Solo che poi sentì come un sibilo alle sue spalle e si abbassò d'istinto appena in tempo.

Un terribile fendente tagliò in due la libreria, mentre la spada, simile ad una katana dalla lama larga, che l’aveva tagliata veniva tirata indietro. 《Ohhh. Ti ho mancato. Peccato. Volevo ucciderti in maniera indolore》 disse l’amministratore che si ritrovò di fronte.

Aveva l'aspetto di una elegante geisha, con le labbra laccate, gli occhi a mandorla e la complicata acconciatura ornata da rose e pettinini preziosi. Un’apparenza davvero elegante… se non fosse stato per il ghigno che segnò poco dopo la sua bocca.

《Poco male. Ti farò a pezzi adesso》 Disse, mentre dall'elsa della sua spada emergevano tantissimi tentacoli muniti di bocche e denti affilatissimi.

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Capitolo 25
*** Cenere ***


Loki doveva pensare in fretta, molto in fretta. Aveva un amministratore che pareva molto pericoloso davanti ed era impreparato ad uno scontro scontro in solitaria, ma i suoi genitori dormivano nell'altra stanza. Non poteva permettere che venissero a vedere. Quella orribile geisha li avrebbe ammazzati all'istante!

Doveva trovare un modo per allontanare la battaglia dalla casa, pensò, guardando con la coda dell'occhio le varie uscite, ma la sua nemica non aspettò oltre ad attaccare. Quella spada terrificante tagliò in due la libreria come se fosse stata fatta di burro.

Il rosso evitò per un pelo il fendente, ma una delle “teste" della katana scattò in avanti, affondando i denti nel pavimento dove un attimo prima c'era lui, spaccando le mattonelle e divorandone i pezzi.

《È questa l'abilità dalla maga a cui hai rubato il corpo eh?》 Chiese, mentre iniziava a richiamare le sue fiamme.

《Oh? Siete già a conoscenza di questa informazione? Beh non importa. La mia lama demoniaca, Kuimaru, ti divorerà senza pietà in ogni caso.》 Disse, facendo scattare ancora i tentacoli.

Loki ne tagliò uno con una lama fiammeggiante, una puzza nauseabonda di carne bruciata a rimpigli le narici, per poi parare il colpo della spada allo stesso modo, solo che ebbe una brutta sorpresa. La testa che aveva tagliato ricrebbe di colpo, scattando indietro e affondando i denti nel suo fianco di sorpresa, strappando via carne e pelle.

Il ragazzo urlò di dolore, mentre sentiva un fiotto di sangue caldo scendergli lungo la gamba. Ma non era finita lì.

L'amministratore alzò la katana e diede il via ad una velocissima serie di stoccate e fendenti che riuscì a parare per un soffio con le sue fiammate. Si concentrò maggiormente, ignorando le vertigini per la perdita di sangue e costringendola ad allontanarsi con un getto di fuoco bollente.

La geisha si spostò, ma non sembrava per nulla impressionata; Il ragazzo aveva già il fiato corto. A parte il buco sul suo fianco, la spada aveva aperto vari tagli su tutto il suo corpo. Quell'amministratore era molto più potente degli altri che avevano sconfitto fino a quel momento: da solo non sarebbe riuscito a reggere quel ritmo ancora per molto.

Controllò la sua vita, notando, per fortuna, di averne ancora in abbondanza, ma i tentacoli non avevano intenzione di dargli il tempo di respirare.

Lo attaccarono di nuovo a sorpresa, azzannandolo prima che potesse bruciarli ancora, e lo spedirono contro la finestra con talmente tanta forza da sfondarla, facendolo cadere lungo disteso nel giardino tra pezzi di vetro.

Il ragazzo si rialzò a fatica e sentì la schiena bagnata di sangue. I pezzi di vetro si erano conficcati nelle sue scapole e lo avevano tagliato e tutto il suo addome recava segni sanguinolenti a causa dei morsi, ma si costrinse in ogni caso ad alzarsi e camminare.

Era chiaramente in svantaggio in quella battaglia, ma almeno quella era la sua occasione per allontanare quel demonio da casa sua e dai suoi genitori.

Continuò ad arrancare più veloce che poteva verso la città, lasciando dietro di sé una lunga scia di sangue rosso e quando l'amministratore saltò fuori dalla finestra e vide le tracce, contorse la sua bocca in un ghigno demoniaco. Quel ragazzo era molto più testardo del previsto e si stava rivelando un degno avversario, glielo doveva concedere, ma non avrebbe retto ancora per molto.

Iniziò perciò a seguire la scia con calma. Quello molto probabilmente sarebbe stato l'unico scontro serio che avrebbe sostenuto per un bel pezzo. Voleva goderselo fino all'ultimo secondo.

Intanto il rosso proseguiva la sua camminata zoppicante. Non poteva assolutamente fermarsi, nemmeno per tamponare le ferite sanguinolente. Doveva riuscire a spostare la battaglia in un punto in cui non avrebbe dato fuoco a nessuno. Almeno avrebbe potuto combattere decentemente.

Si rifugiò quindi all'entrata della strada da cui era venuto, lasciando una buona impronta di sangue, per poi poggiare le mani sul terreno e attivare il suo stick. Avrebbe fatto una bella sorpresa alla sua avversaria, pensò, cercando poi di arginare le ferite.

L'amministratore, dal canto suo, riuscì a trovarlo dopo un po', mentre si teneva in piedi grazie ad un palo. Avanzava con il suo ghigno demoniaco e con una calma arrogante che stonavano con quell'aspetto tanto elegante. Ma questo andava solo a favore del mago. Lo credeva già sconfitto, ma lui non aveva intenzione di darsi per vinto.

Lanciò altre sfere di fuoco, ma la sua nemica alzò ancora la spada e li tagliò tutti con nonchalance. 《Arrenditi, te lo consiglio. Ormai hai perso. Giuro però che facendoti divorare da Kuimaru riceverai una morte rapida e indolore.》

L’altro non rispose, si limitò ad attivare ancora lo stick e a schioccare le dita. Avrebbe sistemato quella tipa e le avrebbe levato quel dannato sorriso vittorioso dalla faccia! Non avrebbe lasciato che facesse del male a qualcun altro.

Immediatamente la sua trappola scattò. Il terreno sotto i piedi della geisha si illuminò, scaldandosi ed esplodendo in una tempesta di fiamme e asfalto fuso.

I detriti si conficcarono nel suo corpo, cogliendola di sorpresa e impedendole di contrattaccare quando Loki le arrivò nuovamente addosso con tutta la velocità che aveva.

Col sangue che gli scendeva a fiotti dalle orecchie e dagli occhi e l'adrenalina che pompava nella testa, lui iniziò a tempestarla con sfere di fuoco sempre più grosse. Doveva assolutamente tenerla lontana se voleva avere una possibilità.

Lei intuì la sua strategia e provò ancora una volta a parare i colpi con i tentacoli della sua spada, ma era troppo sbilanciata e le esplosioni non le davano nemmeno il tempo di pensare. Una di esse la colpì direttamente al braccio disarmato, riducendolo in cenere e spedendola contro uno dei muri di cinta lì vicino.

Loki sorrise con soddisfazione, ma poi fu assalito da un tremendo attacco di nausea che lo fece piegare e tossire fiotti di sangue. Guardò il suo simbolo. Stava scendendo oltre la metà, non aveva più molto tempo. Doveva terminare quello scontro in fretta.

Solo che l'amministratore non aveva intenzione di darsi per vinta. Emerse dal grosso polverone causato dallo schianto, decisamente furibonda, correndo verso di lui a velocità folle, lanciando altri fendenti e tentacoli pronti a sbranarlo.

Lui tagliò due delle teste, ma queste ricrebbero immediatamente, continuando ad attaccare insieme agli altri fino a quando non piantarono le zanne nella sua spalla, nella coscia destra e sul suo petto, strappando ancora carne e pelle e mozzandogli il respiro.

《Devo ammetterlo. È stato divertente, ragazzo rosso, ma hai perso.》 Disse l'amministratore soddisfatta, ma Loki ghignò.

《Ne sei davvero sicura?》 Chiese, tirando i tentacoli verso di se.

La sua nemica venne colta di sorpresa e portata di avanti con forza, mentre il ragazzo arrivava ancora il suo stick ed iniziava a soffiare fiammate come un drago direttamente contro la sua testa.

Ma stavolta fu lui a ricevere una brutta sorpresa. Il collo dell’amministratore si piegò all'indietro in modo innaturale, portando la testa in giù e schivando l'attacco appena in tempo.

《Nessuno ha mai detto che gli amministratori debbano avere solo un'abilità.》 Disse ridanciana, mentre le sue labbra si contorcevano ancora nel ghigno demoniaco. Una lama emerse dalla sua bocca e venne lanciata dritta nel petto del rosso, troppo vicino per spostarsi.

Il ragazzo sputò altro sangue, il respiro pesante e la testa che minacciava di esplodere per il dolore, mentre si accasciava sulla strada con le gambe molli. I suoi vestiti erano appiccicati alla pelle per il sudore e il sangue, una pozza rossa si stava allargando sotto di lui, e il respiro cominciava a mancargli per la lama piantata tra le costole.

L'amministratore osservò il suo lavoro e rise. 《È stata una battaglia fantastica… ma è stata troppo breve. Chissà, magari potrei andare a fare una visitina alla cara Runa Fuyutsuki. Sono sicura che anche lei sarà una fantastica compagna di giochi.》

Nel sentire queste parole, il ragazzo sbarrò gli occhi, facendo leva a fatica per alzarsi, anche se ridotto in quello stato. Aveva la mente annebbiata e probabilmente un polmone stava per collassare, ma doveva fare qualcosa! Quel mostro voleva attaccare Runa. La sua ragazza!

Se la immaginò di colpo ridotta nello stesso stato in cui versava lui, praticamente a pezzi, il suo bel corpo massacrato e quella maledetta geisha che rideva e la scherniva. Sentì la rabbia montare. Non lo avrebbe permesso! Ma i e poi mai! Guardò di nuovo il suo polso, su cui il simbolo era quasi svanito.

Lo attivò nuovamente, adoperando tutta la sua energia: tanto ormai non aveva più nulla da perdere. Con quelle ferite non sarebbe sopravvissuto in ogni caso. Quindi tanto valeva giocare la sua ultima carta.

Una tremenda ondata di calore travolse di colpo gran parte della strada, rendendo l'aria bollente e facendo voltare l'amministratore giusto in tempo per vedere il ragazzo rialzarsi ed iniziare a brillare con una intensità travolgente.

I capelli e la pelle erano diventati di puro fuoco, guizzante e luminoso, gli occhi e la bocca delle lingue di fiamma: ormai non aveva più nulla di umano. Somigliava ad una stella! Un stella estremamente calda e luminosa che si fece via via sempre più grande, squagliando le strade, i muri, i pali e qualunque altra cosa fosse vicino a loro e poi riversò le sue fiamme con terribile violenza sulla sua nemica.

Lei, colta di sorpresa, cercò di contrastare il vortice di fuoco che le stava arrivando addosso con la sua spada, ma le fiamme la avvolsero subito, riducendo l'arma ad un grumo di metallo fuso e carne bruciata. Rimasta senza difese, la geisha fu avviluppata con furia da quel calore terrificante, creando una colonna di fiamme enorme che si estinse poco dopo.

 

Decine di luci si accesero in città, mentre le persone scorrevano per vedere quale fosse la causa di tutto quel rumore, guardando con sgomento lo stato della strada e sentendo ancora il terribile calore.

In particolare, fu notata perfettamente dalla casa di Runa. La ragazza proprio in quel momento stava chiudendo una finestra, quando vide la colonna di fiamme alzarsi.

Immediatamente sbarrò gli occhi. Quella potenza tremenda la poteva creare solo la magia di Loki. E doveva essergli costata davvero tantissima energia, perché vide il fuoco spegnersi subito dopo.

Non ci pensò una volta di più. Corse fuori in vestaglia e pantofole e si diresse più veloce che poteva verso il punto d’origine con il cuore in gola. Che Loki fosse stato attaccato? Gli avevano teso un'imboscata? Era vivo!?

In quel momento si sentiva la più grande stupida mai esistita. Il suo ragazzo aveva combattuto da solo contro un amministratore e lei e gli altri non c'erano per aiutarlo! Ma Loki era senz'altro vivo, ne era sicura. Doveva essere vivo! Lo aveva promesso. Doveva fare presto, pensò mentre correva.

Solo che quando giunse sulla scena, trovò la strada gremita di persone, davanti ad un gigantesco cratere. L'asfalto in quel punto era liquafatto, così come i muri lì vicino, l'aria tutto attorno era bollente e puzzava di carne bruciata, e c'erano lunghe tracce di sangue, segni di lame e morsi sul tratto della carreggiata ancora integro. Ma la cosa che più saltava all'occhio erano due corpi distesi per terra, al centro di quel disastro.

Uno, che doveva appartenere ad una donna, era stato bruciato completamente: di lei erano rimaste solo ossa annerite e solamente le dimensioni e la forma del bacino la tendevano riconoscibile. Ma fu l'altro ad attirare la sua attenzione.

le bastò vedere il bracciale dorato Che scintillava sul suo braccio per riconoscerlo e sentì per la prima volta in tanti anni calde lacrime scendere sulle guance.

Presentava sulla pelle dei profondi squarci e terribili bruciature praticamente ovunque che avevano creato vesciche e spillato sangue, ormai rappreso, lasciando scoperta la carne d le ossa sotto la pelle, rendendolo quasi irriconoscibile. Il viso sfigurato dalla pelle bruciata e dal sangue secco.

E infine i capelli erano stati ridotti ad una massa bruciata, informe e annerita. Del bellissimo ragazzo che era stato un tempo, non restava più nulla

 

 

*******

 

 

Qualche giorno dopo, tutti i maghi del branco si erano nuovamente riuniti, silenziosi e vestiti di nero, per presenziare al funerale del loro amico. Ancora non riuscivano a credere che Loki fosse morto.

Quando Runa li aveva chiamati tutti nel bel mezzo della notte e gli aveva raccontato cosa gli era successo, tutti quanti erano rimasti di pietra, e quando erano arrivati sul posto e avevano visto lo stato del suo corpo e l'espressione della ragazza era stato pure peggio.

Nessuno di loro aveva mai visto l'albina così disperata o triste. Era sempre rimasta calma e composta, fin da quando si erano conosciuti, ma quando erano arrivati l'avevano trovata in lacrime come una bambina.

Dire che tutti si erano sentiti come vermi era un eufemismo. Lo avevano praticamente abbandonato. Lui aveva meno vita di molti di loro, eppure aveva affrontato ugualmente quel dannato amministratore da solo.

Tutto quello che avevano potuto fare per lui era stato promettergli che avrebbero continuato a combattere anche per lui, ma il senso di colpa non era andato via.

La faccia dei signori Totsuki quando la polizia aveva dato loro la notizia era stata il colpo di grazia. Gli agenti avevano fatto delle domande a tutti i presenti e anche a loro su cosa fosse successo, ma tutti loro erano stati costretti a mentire e questo sembrava rendere ancora più triste quanto era successo.

Avrebbero voluto chiedere scusa ai suoi genitori, ma nessuno aveva trovato le parole giuste. Anche in quel momento, insieme a Runa e Natsu, la coppia stava piangendo, mentre guardava il viso immobile del figlio immerso nella bara.

Era così strano vederlo senza il suo solito sorriso. Aveva un che di innaturale vedere quell'espressione quasi seria sul suo viso sfigurato. E pensare che molto presto sarebbe stato cremato non portava conforto a nessuno

Anche per questo Midori e gli altri non avevano avuto il coraggio di parlare con nessuno dei suoi cari, persino Alastor era rimasto in religioso silenzio per tutto il tempo. Per quanto non conoscesse quei ragazzi da molto, gli dispiaceva per l'albina.

Infatti, dopo la fine della cerimonia, quando rimasero nuovamente da soli nel cimitero, le si avvicinò togliendosi il cilindro. 《Mi dispiace molto per Loki. Le mie più sincere condoglianze.》

《Grazie》 rispose lei, nonostante avesse ancora il volto rigato di lacrime. Non aveva staccato gli occhi dall’urna delle ceneri un solo attimo. Ancora non ci credeva.

Lui era andato via. Non ci sarebbe stato più accanto a lei, pronto a farla ridere con le sue pessime battute e a darle conforto nei brutti momenti. Non avrebbe più sentito il calore di un suo bacio. Tutto quello che le era rimasto era il suo stick, che ora stringeva in maniera spasmodica.

Il ragazzo dai capelli rosa se ne accorse. 《Beh… è stata una disgrazia, ma, se posso dirlo, è stato un mago forte e molto capace, lo ha dimostrato fino all'ultimo.》

Disse queste parole con sincerità, nonostante fosse profondamente irritato.

Non era solo perché avevano perso un mago esperto dell’enorme potenziale e conoscenza, nonché un elemento stabilizzante nel gruppo, ma soprattutto perché lui era una persona che avrebbe potuto sopravvivere molto più a lungo se non fosse stato per quella stupida divisione!

Infatti lanciò un'occhiataccia ad Hana e Dimitri, che si erano tenuti a distanza da Runa e gli altri per tutto quel tempo. Si vergognavano profondamente di tutto quello che era successo.

In quei giorni ci avevano riflettuto a lungo e avevano capito che era stata una mossa avventata separarsi con Tempest alle porte, ma a quel punto avevano avuto la conferma che era stata un'idiozia.

Solo che poi la mora si fece avanti, la sua solita calma sostituita da esitazione. 《Runa… ci dispiace molto per… per tutto. Io e Dimitri siamo stati due stupidi a reagire in quel modo dopo quello che è successo a Sarah e Mayumi.》

《Ha ragione. Ci… ci dispiace molto. Ci scusiamo anche con te, Xsorof. Non avremmo dovuto trattarti così. Non hai ucciso tu Sarah, ma noi Abbiamo comunque sfogato il nostro stress si di te. Ci dispiace molto.》 Annuì Dimitri.

Il ragazzo pieno di cicatrici annuì. 《Quel che è fatto è fatto ormai. Ma comunque sappilo, non avrei mai usato quel potere su di voi senza una buona ragione. 》 Disse.

Era ancora parecchio seccato per il trattamento che quei due gli avevano riservato e anche Mirai stava guardando astioso il russo. Poteva capire perché avesse reagito in quel modo sul momento e ora sembrava sincero nel scusarsi, ma le parole che aveva rivolto a Meito gli rimbalzavano ancora nella testa.

《Beh, mi fa piacere che almeno lo ammettiate. Questa storia del dividerci poi è stata davvero una sciocchezza. Un comportamento così puerile non dovrebbe mai essere tenuto in una situazione come la nostra.》 Sentenziò Alastor.

《Purtroppo però ha ragione Xsorof. Il danno è fatto e noi non possiamo farci più niente, se non impegnarci di più per il futuro.》 Commentò Meito, gettando insieme agli altri delle occhiate preoccupate verso Runa.

La ragazza aveva finalmente smesso di piangere, ma non accennava a muoversi. Solo quando Midori e Dimitri le portarono una mano sulla spalla parlò.

《Avrei dovuto fare di meglio. Io sono la leader del branco e sono anche la maga più anziana, eppure quando la persona che amavo aveva più bisogno di me, ho potuto solo piangere per lui e guardare mentre lo portavano via. Se solo fossi stata più attenta! Se non mi fossi lasciata accecare...》

《Loki Non vorrebbe che ti sentissi così in colpa per la sua morte Runa. Tu non c'entri niente. Lui ha combattuto perché voleva proteggere anche te, ne sono sicura.》 Disse l'albina più alta stringendola a sé.

《Però bisogna ammetterlo, siete stati fin troppo puerili ultimamente. Vi siete fatti guidare dalle emozioni causate dalla morte di due elementi pressoché inutili che hanno portato ad una divisione ancora più infantile che ha portato alla morte di un mago dalle ottime capacità per cui non si può far più nulla. Frignare non lo riporterà indietro, invece dovreste riflettere su ciò che è successo e non ripetere più errori così sciocchi, perché io non ho ancora intenzione di morire.》 Si intromise Alastor gelido.

Hana gli lanciò un'occhiata omicida. In quel momento gli avrebbe volentieri tirato un pugno. 《Tu inizia a chiudere il becco, fammi il favore. Tutte queste cose ce le Siamo ripetute già milioni di volte, non serve che tu infierisca ancora e ancora.》

Il ragazzo sbuffò, rispondendo ad un messaggio sul cellulare. Gli sembrava proprio di parlare ai muri, ma Runa si inserì finalmente nella conversazione.

《No. Ha ragione lui. Separarci in un momento simile è stato fin troppo avventato e ci ha lasciati esposti a simili attacchi. Non abbiamo imparato la lezione dopo quello che è successo a Sarah e Mayumi, e Loki ne ha pagato le conseguenze.》

《Bene. Almeno qualcuno recepisce.》 Commentò il ragazzo dai capelli rosa, ancora al telefono.

《Basta! Qui la faccenda non riguarda chi avesse torto e chi ragione. A questo punto non importa a nessuno! Quello che ci serve è un piano per eliminare gli amministratori rimasti prima che arrivi Tempest! Soprattutto perché Loki non è stato attaccato fuori, ma mentre era in casa sua. Questo vuol dire che sanno dove viviamo ed è probabile che prenderanno di mira le nostre famiglie e i nostri amici pur di farla pagare a noi.》 Li interruppe Mirai.

《Questo vuol dire che dobbiamo prestare la massima attenzione. Al minimo segno di pericolo dovremo chiamare gli altri. Non possiamo permetterci errori stavolta.》 Disse Dimitri. Non aveva ancora osato guardare Meito. Lo aveva trattato come un cane quando aveva solo preso le parti di un suo caro amico e adesso non aveva idea di cosa fare per farsi perdonare.

Solo che poi proprio il corvino si fece avanti. 《Inoltre abbiamo bisogno di una misura di sicurezza. Quello che è successo a Loki ci dimostra che non possiamo sempre contare sull'aiuto degli altri. Dobbiamo essere sicuri di poter sostenere uno scontro simile anche in solitaria.》

《E questo significa che tutti noi dovremmo avere più di uno Stick con noi.》 Chiarì il gemello.

《E dove li troviamo? Ormai la maggior parte dei maghi ancora in vita si sono nascosti troppo bene e in ogni caso provare a rubare i loro stick sarebbe controproducente.》 Disse Midori preoccupata.

《Non preoccupatevi. Venite con noi.》 Disse Xsorof, iniziando a dirigersi verso casa sua, dove aprì una specie di sgabuzzino.

C'erano decine di stick di varie forme e dimensioni lì dentro. 《Siamo sempre stati preparati ad una situazione simile a questa. Avremmo voluto evitare di usare troppa magia tutta insieme, ma non abbiamo altra scelta a questo punto. Inoltre dobbiamo stare pronti e sempre in contatto tra noi.》

《E come dovremmo fare?》 Chiese Hana.

Il ragazzo pieno di cicatrici si limitò a prendere da una delle mensole un cerchietto azzurro dal motivo a onde che tutti conoscevano.

《Quello è…》

《Di Sarah, si. L'ho recuperato prima che celebrassero il funerale. Per quanto abbia un potere inutile in battaglia, ci permetterà di rimanere in contatto e correre in soccorso in caso di necessità ed inoltre potremo tenere d'occhio i vostri cari anche da lontano.》

《Bene. Ma non credete sia un po' stupido scendere in battaglia con Stick di cui non conosciamo i poteri o il funzionamento?》 Chiese Alastor.

《Non temere, abbiamo sostenuto noi le battaglie per averli. Vi illustreremo noi tutto quello che c'è da sapere in questi giorni e intanto tu prendi questo.》 Disse Mirai, lanciandogli quello che si rivelò essere un monocolo intarsiato.

《Quello stick è in grado di generare potenti raggi elettrici che possono perforare molti materiali particolarmente duri. Una carta in più in caso di attacco a sorpresa.》

《Che sta pure bene col mio outfit.》 Commentò lui contento. Sapeva che quei gemelli gli sarebbero stati simpatici.

La sensazione nel gruppo era parecchio tesa, però. Sperava che riuscissero a sorpassare quello che si erano detti, altrimenti avrebbero rischiato tutti la morte!

Solo che poi, mentre tutti sceglievano i loro Stick ausiliari, le vibrazioni del suo cellulare attirarono la sua attenzione. 《Pronto?》

《Ala-chan~.》 Disse una voce ridente e conosciuta dall'altro lato del telefono. 《Abbiamo un grosso problema~.》

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Capitolo 26
*** Mi dispiace ***


Hana si stava rigirando nel suo letto da ore. Dopo il funerale di Loki e la riunione definitiva del gruppo era subito tornata a casa sua, ignorando come al solito i genitori e barricandosi nella sua stanza per ore.

Non le era piaciuta affatto l'atmosfera nel loro gruppo. Non era più come prima, era tesa e densa, carica di tensione semi smorzata. Ed era tutta colpa sua e di Dimitri se era diventata così.

Era probabile che le morti dei loro compagni avessero contribuito, ma se fossero accadute solo quelle avrebbero lasciato un semplice ricordo amaro, soprattutto a Runa, ma loro due avevano in qualche modo mandato tutto a quel paese.

E quello che avevano detto… erano arrabbiati e sconvolti in quel momento, era vero, ma lei stessa non riusciva a smettere di pensare al modo in cui aveva guardato Midori.

Si era sentita quasi… tradita da lei quando aveva deciso di stare dalla parte di Xsorof, nonostante fosse effettivamente la cosa giusta. E per questo le aveva fatto del male, probabilmente ponendo fine a quella specie di storia che si era creata tra di loro.

Maledisse più volte il suo caratteraccio. Se solo avesse riflettuto invece di accanirsi Su di loro… soprattutto perché non era neanche riuscita a guardarla in faccia in seguito. Si era sentita una vera cretina. Ma doveva trovare una maniera per chiederle scusa decentemente. Voleva che almeno rimanessero amiche come prima. Quel bacio che si erano scambiate era stato qualcosa di magico per lei, ma molto probabilmente aveva mandato tutto all'aria definitivamente col suo comportamento.

Solo che non poteva lasciare le cose come stavano. Doveva parlarci e chiederle scusa. Se poi non l'avesse perdonata, si sarebbe dovuta mettere l'anima in pace.

Fu per questo che uscì, per andarla a cercare, nonostante fosse pomeriggio inoltrato. Non ne era sicura, Ma aveva già un'idea su dove avrebbe potuto trovarla.

Durante le loro varie conversazioni le aveva raccontato che da un po' andava a passeggiare in uno dei parchi principali se si sentiva triste o arrabbiata, e fu proprio lì che si diresse.

La vide quasi subito grazie ai capelli bianchi. Camminava lentamente, la pancia ormai ben visibile sotto la maglia, e da sola, per chissà quale colpo di fortuna. Era la sua occasione. Sperava solo di non rovinare tutto.

《Ciao Midori.》 La salutò, facendole fare un salto per la sorpresa.

《Hana?! Oh, mi hai fatto prendere un colpo. Cosa ci fai qui?》 disse lei appena la vide, guardandola interrogativa.

La ragazza inghiottì pesante. Non era cominciata bene. “Non mandare tutto a rotoli!” si ripeté ancora nella testa. 《Ehm… io ti stavo cercando in realtà.》

《Oh. Come… come mai?》 Disse lei.

La mora prese un bel respiro. 《Vorrei parlarti un attimo. Possiamo sederci?》 Chiese ancora incerta su cosa dire, indicando una panchina lì vicino e sedendosi.

L'altra la seguì un attimo dopo, accarezzando i la pancia. 《In effetti avevo bisogno di una pausa. Mio figlio non la smette di picchiarmi. Anche se a casa di Xsorof non è meglio.》

L'altra abbassò la testa. Questa era la sua occasione. Midori parlava tranquillamente come al solito, ma si vedeva che era a disagio tanto quanto lei. Ma dopotutto non avrebbe dovuto esserne sorpresa.

《Midori, ascolta, mi dispiace molto per tutto quello che ti ho detto l’altra sera. Davvero.》 L'altra si interruppe e abbassò lo sguardo, adombrandosi un po'.

Hana si morse il labbro.《 Lo so che sei molto arrabbiata con me, che probabilmente mi odi per come ti ho trattata dopo la festa. Ma io ti volevo dire che mi dispiace davvero tantissimo per tutto.》

L'albina abbassò ancora lo sguardo. 《Senti Hana… mi fa piacere che tu ti sia scusata, ma non credo che potremo tornare come prima.》 La mora si stava torturando il labbro. 《Tu mi hai confidato i dettagli della tua vita prima di conoscermi e io ho fatto altrettanto. E a quella festa ci siamo baciate e mi sono sentita talmente felice, solo che poi quando Sarah e Mayumi sono morte, io speravo che avrei ricevuto il tuo supporto con Xsorof, ma tu…》

La mora incassò la testa tra le spalle. Era vero. Era stata una vera imbecille. Quella ragazza era sempre stata così gentile con lei. L'aveva Anche aiutata più volte in battaglia e l'aveva consolata quando avevano parlato di Sakura. E lei l'aveva ripagata in quel modo proprio quando le serviva il suo aiuto.

E vedere adesso quel viso con quell'espressione triste faceva Ancora più male, perché era stata lei a farla sentire così.

《Mi dispiace tantissimo, Midori. Ma ti giuro che io a te ci tengo davvero. Anche per me quel bacio è stato bellissimo e speravo che avremmo potuto…》

La ragazza abbassò la testa. 《Mi dispiace tanto, ma non posso. Non dopo tutto quello che è successo. Ti giuro che non lo sto facendo per dispetto o per punirti, anche a me sarebbe piaciuto essere più che amiche. Ma a questo punto non posso più. Ho passato delle esperienze tremende con Subaru. E se adesso dovessi mettermi con te con la paura che potresti reagire ancora così… non ce la farei. Vorrei tanto, ma non posso.》

L'altra annuì con un sorriso sconfortato, ma avrebbe dovuto aspettarselo. Con altri probabilmente sarebbe esplosa di rabbia, però stavolta rimase calma. Dopotutto, era colpa sua, perciò sorrise mesta.

《Tu sei molto probabilmente la persona migliore che conosca. Non avrei mai dovuto trattarti così. Hai sempre avuto il coraggio di andare avanti e mi hai fatto vedere quanto tu potessi essere forte e coraggiosa oltre che gentile. E neanche ho idea di come sia successo così in fretta, ma mi sono innamorata di te. Eppure quando avrei dovuto sostenerti e dimostrare quanto tu contassi, ho fatto l'imbecille. Mi dispiace e capisco. Ma spero almeno che potremo rimanere amiche.》

Midori arrossì violentemente nel sentire quella dichiarazione e, nonostante si fosse rattristata ancora di più, le mise una mano sulla spalla con un sorriso gentile. 《Ma è ovvio che resteremo amiche! Io non voglio punirti o essere crudele Hana, davvero. Ti considero ancora un'amica e una compagna di squadra di cui mi fido e... Anche di più. Dopo che mi hai raccontato quello che è successo a te e Sakura, mi ha fatto piacere che ci fossimo avvicinate così tanto. Semplicemente non potremo mai essere più di questo ormai.》

Le dispiaceva molto doverla rifiutare in quel modo, stare con lei le sarebbe piaciuto molto, ma a quel punto non poteva fare altrimenti. Non avrebbe sopportato un’altra situazione simile a quella con Subaru, anche solo ipoteticamente.

Hana sorrise a sua volta, nonostante sentisse gli occhi pungere un po'. 《Ti ringrazio Midori. Non ti deluderò stavolta, lo prometto.》

Lei annuì, con un altro sorriso, allontanandosi poi lentamente con il cuore più pesante, esattamente come Hana.

 

 

Ma loro due non erano le uniche a sentire quel sentimento di angustia. Dimitri si stava dirigendo verso la casa di Xsorof, dei gemelli e ormai di Midori. Anche lui voleva chiedere scusa, soprattutto a Meito. Anche lui non aveva mancato di darsi del cretino circa una decina di volte per il modo in cui si erano lasciati e voleva rimediare.

Avrebbe dovuto reagire in modo diverso sul momento, ma ormai il danno era fatto e in quel momento pregava sinceramente di non incontrare Mirai.

Era abbastanza chiaro che se lo avesse rivisto a quattr'occhi avrebbe solo assaggiato il suo sarcasmo e i suoi proiettili. Non che gli desse torto, se al posto del corvino ci fosse stata Eva e qualcuno l'avesse trattata in quel modo non avrebbe esitato ad uccidere quell'idiota.

Solo che interruppe la fila di pensieri quando si accorse di essere arrivato davanti alla porta del loro appartamento.

Sperando sinceramente di non ritrovarsi il biondo davanti, suonò il campanello e subito dopo la porta si aprì, mentre la lunga chioma nera del gemello faceva capolino.

《Ah, siete tornati prima del…》 Disse, per poi interrompersi di colpo quando vide chi aveva davanti.

Dimitri salutò nervosamente. 《Ehm… ciao Meito. Io sarei venuto per parlarti. Posso… posso entrare?》

L'altro sembrò svegliarsi ed annuì, portandolo in salotto. 《Xsorof e Mirai sono andati insieme in un bar. E Midori è a fare una passeggiata.》 Spiegò, rispondendo alla muta domanda sull’estremo silenzio che regnava.

Il russo ringraziò un attimo il cielo per quel miracolo. Almeno avrebbe potuto parlare con lui e chiedergli scusa decentemente. Sperava solo che il ragazzo non lo cacciasse a calci.

《Come mai sei qui?》 Chiese il corvino appena si furono seduti sul divano.

《Io… sono venuto a chiederti scusa per tutto quello che ho detto è fatto a te, tuo fratello e Xsorof, ma specialmente con te. Non avrei mai dovuto trattarti così, è solo che… mi sono sentito tradito da te, per quanto stupido possa sembrare.》

《Che vuoi dire?》

Il castano arrossì di colpo. 《Beh… avevo pensato che stessimo iniziando a diventare buoni amici. Mi hai salvato al nostro primo incontro, sei sempre stato così gentile con me e mi stavi simpatico. Solo che poi pensavo che ci aveste detto una bugia, nonostante non fosse colpa vostra se Sarah e Mayumi sono morte, e ho reagito in maniera esagerata. Mi dispiace.》

Il ragazzo si morse il labbro. 《Ascolta, accetto le tue scuse, ma permettimi di chiarire una cosa. Ti giuro che ne io ne i miei amici abbiamo mai voluto ingannarvi sul potere di Xsorof. Avevamo pensato di dirvelo fin da subito, è solo che non c'è stata l'occasione adatta per dirvelo. Insomma… all'inizio ovviamente non vi fidavate di noi, poi avete trovato l'amministratore nel frigo e abbiamo dovuto spiegarvi tutto e così è cominciata la nostra caccia all'amministratore. E tra tutte le varie battaglie non abbiamo mai avuto l'occasione adatta. Perciò avevamo pensato di parlarvene dopo la festa, però…》

《Ascolta… Non sei tu a doverti scusare. Ho fatto io la stupidaggine qui.》

《Si, ma vorrei farti capire che Xsorof non lo ha fatto per imbrogliare nessuno di voi. Lui è una persona estremamente gentile in realtà. Ha aiutato moltissimo me è Mirai. Ci ha letteralmente salvati.》

Dimitri rimase sorpreso. Non se lo sarebbe mai aspettato. Insomma, sapeva che quei tre erano molto legati, ma non immaginava fino a quel punto.

《In che senso?》

Il corvino si limitò a togliere la felpa e spostare i capelli, facendo sgranare gli occhi verdi dell'altro. La sua schiena era ricoperta di vecchie cicatrici di graffi e morsi e soprattutto sulla nuca aveva tatuato un codice a barre.

《Ma… Ma quello…》

《Lo riconosci? Mirai ne ha uno uguale. Sai, io e lui non ricordiamo le facce dei nostri genitori. Non abbiamo idea di chi siano, ma sappiamo che ci hanno venduti ad un giro di prostituzione fin dai nostri tredici anni. Non so perché , forse lo shock ci ha fatto dimenticare tutto. Ma è stata davvero un'esperienza tremenda. Quegli uomini… ci trattavano tutti come oggetti. Ci mettevano le mani addosso… ci facevano le cose più disgustose》 Disse accennando ai graffi e ai morsi. 《Noi eravamo un gruppo di ragazzini, quindi non sapevamo in che modo reagire. Potevamo solo assecondarli. Ho trascorso anni lì dentro e ogni notte era sempre la stessa cosa. Dovevamo ballare per attirare i clienti e lasciare che ci facessero quello che volevano, non importava se erano violenti. È stata una tortura ed è molto probabile che senza Mirai sarei crollato molto tempo fa.》

In effetti ricordava quanto spesso Pensasse al suicidio, quella che pensava essere l'unica via d'uscita. Anche per questo suo fratello si faceva usare di più, dopotutto i suoi capelli biondi e sorriso malizioso attiravano spesso gli uomini. E lui lo aveva fatto solo per proteggerlo.

Dimitri lo stava ascoltando inorridito. 《E… che è successo?》

《Alla fine è diventato qualcosa che sopportavo solo per sopravvivere. Ero praticamente finito in uno stato catatonico. Solo che poi… una sera mi spedirono insieme ad altri ragazzi e ragazze ad intrattenere ad una festa in un'altra parte del Giappone… Senza Mirai. E lì non ho retto più. Ci hanno fatto di tutto e di più per farci impazzire e si sono fermati solo all’Alba, quando tutti eravamo esausti e ci hanno lasciati lì come spazzatura. Proprio in quel momento il sito per maghi mi ha contattato e Mirai è arrivato. Avresti dovuto vederlo, era coperto di sangue da capo a piedi e aveva il suo stick in mano. Mi ha detto di averlo ricevuto da poco e che quando ha scoperto dove mi avevano portato… ha fatto fuori tutti i protettori e i clienti del bordello ed è venuto a prendermi. E quando ha visto che anche io ne avrei ricevuto uno, ha ucciso tutti gli invitati alla festa senza pietà e mi ha detto che saremmo fuggiti lontano.》

Il russo era sempre più sorpreso da quel racconto. I gemelli ne avevano passate quante Midori o Runa. Non se lo sarebbe mai aspettato. A quel punto si sentiva ancora più in colpa. Ma il corvino proseguì.

《Siamo rimasti in strada per varie settimane, usando effettivamente le nostre capacità seduttive e magiche per derubare e uccidere quelli abbastanza stupidi da cascarci… fino a quando Xsorof non ci ha trovato. Mirai lo aveva attirato, ma poi lui si è rivelato un mago come noi. Abbiamo combattuto e quando ci ha battuti lui ha detto che gli stavamo simpatici e ci ha invitati a casa sua. Siamo diventati suoi amici e compagni di caccia e lui e Mirai sono davvero legati da qualcosa di speciale. Per questo ti assicuro che non è cattivo.》

Dimitri si morse il labbro. 《Mi scuso ancora per tutto quello che ho detto e mi dispiace molto per ciò che ti è successo. Ma almeno tu hai sempre avuto tuo fratello a farti forza. Io mia sorella l'ho persa tempo fa. Eravamo ancora in Russia ed era una giornata normalissima. Stavamo andando al centro commerciale, ma poi quel dannato camion è arrivato. Non ho fatto in tempo a tirarla indietro e lei è morta sul colpo. Neanche ho avuto il tempo di rendermene conto che lei non c'era più e non so neanche perché te lo sto dicendo… ma ti ripeto che mi dispiace per tutto e sono davvero contento che tu ti sia aperto con me.》

Il corvino gli poggiò una mano sulla spalla per conforto. 《Senti… se conosco mio fratello lui e Xsorof staranno fuori praticamente tutta la notte. Quindi… ti andrebbe di guardare un film insieme e farci compagnia? Mirai ha una passione per quei film classici…》 disse alzandosi e iniziando a scorrere i titoli.

Dimitri, che si era di colpo sentito arrossire, sgranò gli occhi quando vide il disco che aveva scelto. Dovevano guardare proprio Titanic!? Quel dannato film gli faceva sempre un effetto alquanto sgradito.

《Questo ti va?》

《Ehm… va bene.》 Disse titubante. Non poteva permettere che lui vedesse lo stato in cui lo riduceva quel film. Solo che anche stavolta non potè farne a meno. Si era messo a piangere come una ragazzina, nonostante cercasse di nasconderlo.

《Hey, che ti succede? Stai… piangendo!?》

《Niente… uff. È questo maledetto film! Non posso farne a meno! È sempre così… dannatamente commovente!》

Il corvino lo guardò un attimo, poi scoppiò a ridere di gusto, facendo aumentare il rossore del castano.

《Finiscila! Vuoi ridere? Ti accontento!》 Disse, iniziando a fargli il solletico ovunque, aumentando Ancora le sue risate, fino al punto che, quando si fermarono avevano entrambi il fiatone ed erano davvero vicini. Ad un soffio

《Ehm… vogliamo… riprendere?》 Chiese Meito rosso. L'altro non rispose neanche.

Lo baciò con trasporto, venendo ricambiato molto in fretta, stringendolo a se in un intreccio mentre i loro vestiti venivano buttati a terra con foga. Il russo neanche sapeva perché lo stava facendo. Fino a qual giorno non aveva mai neanche pensato di poter essere attratto da un ragazzo, e forse stavano bruciando le tappe in quel modo, ma non riusciva a staccarsi.

Sentiva le sue labbra e il suo profumo ovunque, i lunghi capelli soffici sulla sua pelle calda e un piacere incredibile… e voleva continuare ancora e ancora.

Si fermarono solo ore dopo, quando crollarono entrambi esausti su quello stesso divano, con dei sorrisi soddisfatti sulle labbra. Sarebbero rimasti assieme, lo sapevano. Insieme fino alla fine.

 

 

Di tutt’altro avviso era Alastor in quel momento. Dopo la strana ed imbarazzante riunione del gruppo, era andato a casa di uno dei suoi “daddies” per rilassarsi un po' alla sua maniera, ma non si sentiva affatto meglio.

Quel tipo lo aveva preso solo per il gigantesco portafoglio. Sicuramente non era il più bello che potesse trovare e nemmeno il più abile. Lo stava tenendo troppo forte e le spinte erano flaccide, inoltre i suoi baci non erano molto seducenti. Un disastro insomma.

Eppure non se n'era mai accorto prima. O meglio, non si era mai soffermato a confrontare la sua abilità con quella di qualcun altro. Gli vennero in mente, mentre ignorava i gemiti sgraziati dell'altro, un paio di occhioni verdi che lo guardavano come se fosse la cosa più bella del mondo, mani gentili e spinte decise che lo portavano sempre all'apice.

E in quel giorni in effetti non riusciva a pensare ad altro. E le parole di Midori non smettevano di ronzargli nella testa.

Davvero Keiro lo vedeva come qualcuno di speciale? Non era un semplice compagno di letto?

Sbuffò irritato, prima di alzarsi di scatto, levandosi finalmente quelle manacce, rivestendosi rapidamente ed inforcando la porta.

《Scusa, oggi non ho molta voglia.》 Disse, uscendo e piantando in asso quel tipo ancora con un'evidente erezione senza dargli neanche il tempo di replicare.

Percorse velocemente le strade che portavano all'appuntamento che Keiro condivideva con Kazuchi e Asahi e salì fino alla loro porta, suonando il campanello.

Tanto lo sapeva quale sarebbe stata la sua risposta, era chiaro che uno come lui, un semplice poco di buono con una fissazione per il sesso, non sarebbe mai potuto piacere ad una persona gentile come lui.

Ma doveva sentirlo da lui per mettere a tacere quei maledetti dubbi che gli stavamo rodendo l'anima. Poi sarebbe tornato tutto come prima, come doveva essere.

Quando la porta si aprì, però, si ritrovò davanti proprio il castano, con i capelli disordinati e solo il pigiama addosso. 《Chi…? Oh, Ala chan! Che sorpresa, entra, entra pure.》 Disse invitandolo dentro il lussuoso salotto.

《Scusa il disordine, stavo per andare a dormire. A cosa devo questa visita?》 Chiese lui.

Alastor prese un bel respiro. Prima si toglieva il dubbio e meglio era. 《Io ti interesso Keiro?》

L'altro arrossì di colpo. 《Ma… ma certo che mi… mi interessi. Che… che razza di domande sono?》

《No intendo… ti interesso oltre che dal punto di vista fisico? Insomma… provi qualcosa per me per caso?》 Si aspettava di vederlo ridere, ma invece lui si fece solo più rosso.

《Chi… chi te lo ha detto?! È stato Asahi?! Gli avevo chiesto di stare zitto! Accidenti, volevo fare le cose per bene!》

Alastor sgranò gli occhi. Stava parlando sul serio?!

《Cioè… tu…?》 L’altro imbarazzato annuì.

《Si. Si mi… mi piaci molto. Da un po' in effetti. Avrei voluto dirtelo per bene, magari durante una bella uscita, ma a quanto pare qualcuno ha…》

《È stata Midori in realtà.》 Lo fermò.

《La volta in cui siamo usciti tutti insieme mi ha detto che sembravi tenerci molto a me.》

Keiro annuì, sempre più rosso. 《Gli altri mi hanno pressato tutta la settimana. Lo sai che quei due sono una coppia da anni e ora volevano che provassi a dichiararmi a te. Ma io non sapevo cosa avresti risposto. Avevo paura. Insomma… sei sempre così raffinato, grazioso e dolce. Sei fantastico in tutto. Pensavo che non avrei mai potuto interessarti. Però… ammetto che mi piaci. Tanto.》

Alastor abbassò gli occhi. 《Tu non hai mai visto come sono davvero. Mi comporto così solo per affascinare. In realtà non sono altro che una serpe ingannatrice che sfrutta persone davvero gentili come te per il proprio tornaconto.》

Lui gli mise una mano sulla spalla e lo strinse a se. 《Non è vero Ala chan. Perché dici così? Io so che sei una persona fantastica. Midori ha ragione quando dice che sei diverso da come ti vedi.》

Il rosato a quel punto non potè trattenere un’amara risata. 《Io non sono una persona fantastica. Tu e Midori siete entrambi troppo buoni per capirlo. Io ho fatto molte cose da far accapponare la pelle. Ho persino ucciso.》

《Come!?》

Lui sorrise senza allegria. Se proprio doveva aprirgli gli occhi, tanto valeva dire tutto. 《Sai, una volta io vivevo a casa di un uomo, quando ero un ragazzino. Mi aveva preso con se nella sua casa, diceva di amarmi. Ma erano solo bugie. Non mi ha mai veramente voluto bene. Mi teneva accanto a se, come una bella bambola. Una bambola da curare e con cui giocare. Non potevo mai uscire dalla villa e lui poteva farmi tutto quello che voleva. Ero un giocattolo nelle sue mani. Ma provavo solo odio per lui. Non hai idea di quanto volessi ridurlo a brandelli. Pur di liberarmi da quella gabbia dorata in cui ero prigioniero avrei fatto di tutto. Ma stavo anche molto male. Il mio mondo era solo un vortice di finte carezze e sesso sotto costrizione. Se non fosse stato per l'intervento di una mia “amica", mi sarei suicidato tanto tempo fa pur di fargliela pagare. Ma lei mi ha fatto capire che potevo fare ed essere molto di più. Per questo ho deciso di andare avanti con la mia vita. Ma prima mi sono vendicato. L'ho fatto con un enorme piacere. L'ho sedotto ancora quella sera. L'ho portato sul letto… e lì non ho lasciato altro che brandelli. Poi mi sono impadronito della sua fortuna e della sua casa.》 Disse con un sorriso talmente dolce da sembrare inquietante. Il castano era impallidito e Alastor rise Ancora. Aveva ragione alla fine.

《Visto? Hai paura di me adesso, come dovresti. Tu sei troppo puro per stare con uno come me. Quindi per favore, non dire di amarmi.》

Solo che poi le braccia del castano gli si strinsero attorno, cogliendolo di sorpresa.

《Che fai?!》

《Mi dispiace.》 Disse lui.

《Mi dispiace così tanto, Ala chan. Non avevo idea di che cosa ti fosse successo. Perché non lo hai mai detto a nessuno di noi?》 L'altro battè gli occhi, poi si scostò con forza.

《Perché lo fai!? Ti ho appena rivelato di aver ucciso qualcuno! Di aver provato piacere nel farlo! Perché non ti arrabbi o ti allontani!? Lo fai per pietà!?》

《No! Non lo faccio per pietà! Non è compassione ne disprezzo il mio. È solo che mi sento un tale stupido. Non ho mai potuto aiutarti, anzi… ti ho portato nel mio letto come ha fatto lui.》

Alastor rimase senza parole. Proprio lui. 《Come… perché fai così?》

《Semplicemente perché hai ragione. Mi sono innamorato dell'Alastor che hai sempre mostrato a me, Asahi e Kazuchi, ma io vorrei conoscere il vero te. Quello che Ha sofferto tanto, ma che è anche così coraggioso da andare avanti. Non mi interessa quello che dicono tutti. Tu hai ucciso quell'uomo dopo che lui aveva abusato di te ripetutamente. Non posso giudicare chi fa una cosa simile. Ma sappi che io ci sarò sempre per te. Sempre.》

Il rosato sprofondò nuovamente nella sua stretta, di colpo esausto 《Per favore non lo fare. Ne tu ne gli altri dovete sprecare altro tempo con me. Non ne vale davvero la pena.》

Il castano arrossì, gonfiando le guance. 《Non dire idiozie. Forse mi avrai conquistato con il tuo savoir-faire, Ma non ho la minima intenzione di lasciarti da solo. Voglio conoscere il vero te con pregi e difetti e non ho intenzione di abbandonarti.》

Alastor a quel punto, si sciolse. Si abbandonò a quell'abbraccio gentile e attirò le sue labbra in un bacio dolce ed delicato, così diverso a quelli pieni di malizia che gli riservava di solito. Non avrebbe mai pensato che una cosa del genere potesse succedergli. Nessuno aveva mai mostrato un tale affetto per lui.

Quelle braccia che lo stavano stringendo lo facevano sentire al sicuro, amato. Per la prima volta sentiva di stare facendo l'amore sincero con qualcuno, non semplice sesso. Era ancora un po' confuso. Quella una sensazione che non ricordava di aver mai sentito, ma gli piaceva. Tanto.

《Vedrai. Ti resterò vicino.》 Disse Keiro mentre si addormentava.

Il rosato sorrise, ancora stretto a lui. Per una volta voleva rischiare e lasciarlo avvicinare a lui, ma questo significava anche qualcos'altro.

Aveva trovato un posto e qualcuno che lo amava, e se voleva davvero proteggerli doveva fermare Tempest. Perciò, quando fu sicuro che il castano si fosse completamente addormentato, prese il telefono.

《Non possiamo più aspettare. Vieni domani mattina alla vecchia villa in cui ci siamo conosciuti.》 Disse, inviando un messaggio simile a tutti gli altri maghi.

Questi lo lessero abbastanza sorpresi. La vecchia villa era un edificio molto elegante che stava poco fuori dal centro città. Un tempo doveva essere stata la casa di un uomo estremamente ricco, ma ora sembrava che, in seguito ad uno strano incidente che ne aveva causato la morte, non ci vivesse nessuno.

Comunque tutti ci andarono di buon mattino, trovando Alastor ad aspettarli all'interno, seduto su un morbido divano. 《Benvenuti.》

《Alastor, puoi spiegarci che succede?》 Chiese Hana.

Lui fece loro segno di sedersi. 《Vi ho chiamati qui oggi perché ormai manca poco a Tempest. Agosto è alle porte e noi non siamo ancora riusciti a uccidere tutti gli amministratori. Andando di questo passo moriremo tutti. Quindi, ho portato con me un alleato particolare.》

Gli altri non fecero in tempo a chiedere di chi si trattasse che Nana sbucò da dietro una colonna. 《Che sfortuna, che sfortuna~. Come state?》

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Capitolo 27
*** Ricerche ***


Alastor fece appena in tempo a mettersi in mezzo con i suoi artigli allungabili prima che i nastri di Meito, le fiamme di Runa e i raggi pietrificanti di Midori travolgessero in pieno Nana.

《Hey, Fermi fermi fermi!》 Disse deviando i colpi appena in tempo col suo stick.

《Che stai facendo? Quella è una degli amministratori!》 Ringhiò Mirai, il fucile già pronto in mano.

《Non è qui per ucciderci. È venuta per prestarci aiuto, quindi state buoni e non costringetemi a sprecare magia inutilmente per tenervi fermi.》 Rispose lui calmo, anche se col suo solito fare strafottente. Non poteva permettere che uccidessero la loro arma migliore.

《Come puoi fidarti di lei!? È un essere infido, di quelli che ti pugnalano alle spalle e poi ridono come dei pazzi!》

《Oh, Xsoro chan, così mi offendi. Dopotutto ti considero un amico di vecchia data come faccio con Ala chan.》 Rispose lei con aria fintamente dispiaciuta e il solito sorriso inquietante in faccia, cogliendo gli altri di sorpresa.

《Di che sta parlando?》 Chiese il gemello biondo al ragazzo, che rimase in silenzio con gli occhi che brillavano minacciosi.

《Se vi sedeste e evitaste di mandare all’aria il mio piano vi spiegherò tutto.》 Disse Alastor, mentre Nana si accomodava vicino a lui con nonchalance.

Gli altri maghi si guardarono per un attimo, indecisi sul da farsi, però poi si sedettero a loro volta, mantenendo però un'aria guardinga e gli stick sempre sotto mano.

《Bene. Adesso permettetemi di spiegarvi. Come vi ho detto, ho chiamato qui Nana perché Tempest è ormai alle porte e ci serve aiuto.》

《Si può sapere perché è venuta in ogni caso? O come fai a conoscerla?》 Chiese Dimitri sospettoso.

《Beh… possiamo dire che mi hanno leggermente cacciata via… o meglio, io stessa mi sono licenziata.》 Rise lei come se nulla fosse.

《È possibile fare una cosa del genere?》 Chiese Hana confusa.

《Beh… tecnicamente no. Ma i miei colleghi non erano esattamente in accordo con le mie idee e metodi e hanno messo bene in chiaro che non avevo più posto tra di loro. Ahimè, hanno provato ad uccidermi più volte, nonostante la mia simpatia. Non che mi dispiaccia essermene andata. Sono tutti talmente seri e noiosi.》

E quello era forse il più grande eufemismo che avesse mai fatto. Si ricordava l'attacco a sorpresa di Ichi dopo che aveva lasciato la base degli amministratori. Le aveva detto che era patetica e l’aveva quasi affettata. Un'esperienza davvero orribile.

《Senti, basta giri di parole. Spiegaci cosa ci fai qui e come fai a conoscere Alastor.》 Disse Runa mentre i suoi occhi rossi mandavano lampi, nonostante la sua solita espressione gelida. Non avrebbe mai perdonato gli amministratori per quello che avevano fatto a Loki, Nana compresa!

《Come sei spaventosa. Chissà se anche il tuo dolce amore aveva paura di te.》 Ridacchiò lei. 《Comunque è presto detto. Io conosco Ala chan perché io stessa ho impiantato il suo stick al posto del suo braccio. Diciamo che lui aveva deciso di fare una sciocchezzuola e io sono intervenuta svolgendo il mio dovere, dandogli la magia per renderlo finalmente felice.》

A quel punto il rosato la strinse a se con un braccio come se fosse stata davvero una vecchissima amica. 《Si. Diciamo che tagliarmi le vene pur di salvarmi dalla mia sfortuna non è stata una grande idea. Fortunatamente lei è intervenuta in tempo e mi ha dato un nuovo braccio e la possibilità di vendicarmi. È da quel momento che sono diventato il suo contatto.》

《Già. Mi ha risparmiato un mucchio di noioso lavoro. Mi ha aiutato a consegnare certi stick, ad osservare alcuni maghi e valutare la loro forza. Non era effettivamente previsto che entrasse a far parte del vostro gruppo, ma se è per questo non avrebbero dovuto farlo nemmeno Xsoro chan e i gemellini ~. Così è la vita, sempre una sorpresa.》 I maghi a quel punto si guardarono sempre più confusi.

Xsorof teneva cocciutamente la testa bassa per non incontrare lo sguardo di Mirai e Meito, a loro volta sorpresi.

《Si può sapere cosa intendi?》 Chiese Dimitri.

《Semplicemente che le cose sono andate diversamente rispetto ai piani di Ichi e del nostro re. In effetti il fatto che siate diventati un gruppo unico è stata una ripresa sgradita per loro. Soprattutto quando avete ucciso Ni e poi Hachi. Osservare le loro reazioni è stato uno spasso 》 esclamò lei ilare, confondendoli ancora di più.

《Ma scusa… erano tuoi simili! Per non parlare del fatto che tu stessa hai provato a farci fuori. Quindi perché…?》 Chiese Hana.

《Perché ho fatto tutto questo? Beh… Diciamo che avevo una fitta nebbia nella testa. Una nebbia che mi spingeva ad obbedire al re anche se pensavo che i suoi progetti fossero troppo stupidi. Ma recentemente qualcosa è cambiato e pian piano quella nebbia è svanita dalla mia mente. Ora sono abbastanza convinta di voler fermare il re.》

《Perché? E, cosa più importante, potresti spiegare cosa è questo “re” di cui stai parlando?》 Chiese Runa, ora incuriosita. Tutte quelle informazioni avrebbero potuto essere menzogne, ma aveva come l'impressione che quell'amministratore fosse più disperato o ambizioso del previsto.

《Per rispondere alla seconda domanda… il re è la maga più sfortunata del mondo intero. Non ho idea di come abbia fatto, ma ha creato lei tutto il sistema di noi amministratori.》

《Quindi… è una semplice persona? Come può una maga sola creare una cosa simile senza aiuto? E poi… com'è possibile che lei abbia creato il sistema degli amministratori se è tramite quello che noi riceviamo i nostri poteri?》 Chiese Midori.

Il sorriso di Nana si allargò ancora di più. 《È molto semplice. Il re non è una semplice umana. È la personificazione di qualcosa di molto più grande. Dello stesso pianeta Terra.》

I maghi sgranarono gli occhi. Persino Runa e Alastor persero per un attimo la loro compostezza. Quella si che era una sorpresa.

《Come sarebbe a dire “personificazione della Terra”!? Come può anche solo essere possibile una cosa simile!?》 Esclamò Meito. Insomma… i pianeti mica potevano personificarsi!

《Che sfortuna, che sfortuna. Significa proprio quello che ho detto. Vedete, la Terra è un organismo vivente e come tale è percorso da una sorta di energia che mantiene vivo il suo ecosistema. Solo che l'intervento troppo… esuberante degli umani ha danneggiato il pianeta e in qualche modo corrotto questa energia, che ha preso in parte coscienza di sé e ha creato una figura fisica per porre rimedio alla situazione. Ma qualcosa deve essere andato storto e adesso il re ha un piano diverso rispetto all'inizio.》

《E cioè?》 Chiese Xsorof.

《È probabile che il progetto iniziale del re fosse quello di scacciare gli umani sa varie aree per ristorarle, ma deve aver capito che finchè ci saranno umani la possibilità che questo succeda ancora rimane. Perciò penso che voglia fare qualcosa all'intera umanità tramite Tempest e l'energia  negativa accumulata col sito per maghi e in qualche modo “cambiarla”, renderla una popolazione che non peccherà mai di ambizione, curiosità, avidità, desiderio o invidia. Ma non potrà neanche provare le sensazioni che causano queste emozioni negative. In poche parole, ridurre tutti quanti a gusci vuoti privi di emozioni e per questo, secondo lei, felici. Ed è anche per questo che me ne sono andata. L’umanità è stupida, è avida, è curiosa, vuole mettere le mani su ogni scampolo di potere che trova. E per questo è interessante. Senza tutte queste emozioni il mondo sarebbe seriamente troppo noioso.》

Un brivido corse lungo le schiene dei maghi. La situazione era ben peggiore di quanto pensassero. Mancava ancora qualche settimana ad agosto, ma questo non significava niente. Dovevano fermare quella pazzia!

《Come possiamo fermarla?!》 Chiese Mirai. Non si fidava ancora di quell'amministratore, specialmente perché non capiva quale potesse essere la sua connessione con Xsorof, ma se tutto quello che stava dicendo era vero era seriamente il caso di intervenire!

《Beh, non si può fare che alla vecchia maniera. Ammazzarla senza pietà. Questo dovrebbe impedire a Tempest di distruggere tutto.》 Rispose semplicemente Nana.

《Ma non rischiamo di distruggere tutto il pianeta? Insomma… se il re è la personificazione della Terra, se la uccidiamo non rischieremo di far fare la stessa fine a tutto il resto?》 Chiese Dimitri.

《Beh… c’è una possibilità non remota che il pianeta esploda appena ammazzeremo il re.》 Disse lei con una risatina.

《Stai scherzando!? Quindi rischiamo di mandare tutto in malora in ogni caso!?》 Urlò Xsorof di colpo. La sua solita espressione allegra era stata sostituita da una parecchio irritata ed in effetti sembrava essere a disagio fin da quando aveva visto Nana.

《Oh, beh… non è neanche detto che riusciremo ad arrivare al re. Non con Ichi a farle la guardia. Vi assicuro che lui è molto diverso da noi altri amministratori. È stato creato da zero dal re in persona, A differenza nostra che rubiamo i corpi ai maghi che terminano la loro vita. Io stessa non ho la minima speranza di vincere contro di lui.》

《E cosa dovremmo fare per eliminarlo allora?》 Chiese Runa, facendo allargare ancora di più il ghigno di Nana.

《Beh, questo ci riporta alla tua precedente domanda, Runa chan. Io sono qui per proporvi un patto. Ormai gli altri amministratori stanno dando la caccia anche a me, quindi degli alleati mi farebbero comodo, e io, anche se non conosco il modo diretto per distruggere Ichi, posso dirvi dove andare per cercare risposte e darvi molte informazioni preziose. Che cosa ne dite?》

《Cioè, vuoi protezione? Chi Ci assicura che non ci pugnalerai alle spalle?》 Sibilò il ragazzo pieno di cicatrici.

《Ma come, Xsoro chan, perché sei così cattivo? Io ti ho salvato dopotutto. Ho dato anche a te uno stick personalmente per ritrovare la felicità.》

《È colpa del sito per maghi se ho perso tutto! Quel maledetto pazzoide ha preso me e tutti quegli altri ragazzini per colpa vostra!》 Gli altri ragazzi si guardarono confusi.

《Xsorof… Ma che stai dicendo?》 Chiese Mirai, il più confuso insieme a Meito. Lui gli aveva raccontato di essere stato rapito quando aveva tredici anni e di aver subito delle torture orribili, per questo aveva ricevuto uno stick, ma non aveva mai detto che era stata colpa del sito per maghi se era finito in quella situazione.

《Ohh, Non ve lo ha detto? Beh, dovete sapere che lui è stato usato, insieme a molti altri ragazzini, come cavia per esperimenti per un certo scienziato folle che aveva in qualche modo scoperto l'esistenza degli stick e stava cercando di replicarli con la tecnologia. Una stupidaggine, ma lui ci ha provato lo stesso, generando degli impianti tecnologici alquanto fallaci, ma in ogni caso impressionanti per gli standard di un umano. Questo ha comportato un massacro di ragazzini e ha attirato la nostra attenzione. Sembrava che quei finti stick stessero in qualche modo interferendo con il re, visto che non poteva usare l'energia di quei poveri sventurati, da noi chiamati Irregolari, quindi io fui inviata ad investigare e distruggere tutto. Ho trovato solo ragazzini morti e molto sporco. Ma poi ho visto il povero Xsoro chan con gli occhi cavati fuori e ormai prossimo alla morte. Così, io stessa ho pensato che fosse uno spreco lasciarlo morire, perciò ho usato la magia per guarirlo ed impiantare il suo stick, ovvero il circuito oculare, al posto di quello finto.》

《BASTA!》 Urlò il diretto interessato, l'unico a non essere rimasto senza parole. 《Che senso ha rivangare tutto questo proprio adesso!?》

Nana rimase calmissima. 《Semplicemente perché il posto in cui quello scienziato ti ha torturato è anche quello in cui troveremo le risposte che ci occorrono. Dopotutto, lui ha studiato gli Stick più a fondo di qualsiasi umano ed è riuscito a replicarli, anche se in modo fallato. Quindi è probabile che tra le sue ricerche si nasconda qualcosa in grado di aiutarci a distruggere almeno Ichi.》

Runa si riscosse dallo stupore rendendola. 《Ne sei sicura?》 Chiese ricevendo un segno affermativo.

《Allora dobbiamo andare subito lì. È la nostra occasione migliore.》 Commentò Alastor, ricevendo varie espressioni di assenso anche dagli altri, mentre Xsorof si rabbuiava ancora di più e Dimitri estraeva una spilla dalla tasca.

《Possiamo usare questa per arrivarci. È la spilla del teletrasporto di Mayumi. L'ho presa dopo che lei e morta. Non si sa mai.》 Disse, guardando poi il giovane dagli occhi blu. 《Non so dove Nana voglia portarci, ho bisogno che tu ci guidi.》

Lui annuì, concentrandosi, mentre tutti poggiavano le mani sul gioiello e la solita luce e strappo allo stomaco cancellavano tutto il resto.

Quando il gruppo riaprì gli occhi, si ritrovarono in un ambiente in penombra che il ragazzo dagli occhi blu avrebbe preferito non rivedere mai più. C'erano muri spogli di granito attorno a loro con vari segni di decadenza, lunghi tagli e crepe su cui spiccavano varie porte spezzate.

C’erano pezzi di macchinari distrutti, siringhe e polvere dappertutto, con un forte odore di chiuso e muffa. Ma La cosa più inquietante era la presenza chiazze scure di sangue rappreso un po' ovunque. Specialmente sul pavimento grigiastro ce n'era praticamente un lago!

《Cosa… cosa è successo qui?》 Chiese Midori

《Quello che vi ha raccontato Nana. Qui ci lavorava uno scienziato che aveva scoperto dell'esistenza degli stick e che voleva a tutti costi replicarli. Aveva catturato tanti ragazzini dalle strade, incluso me, e ci ha fatto di tutto. Ci torturava, drogava, ci sottoponeva a delle operazioni chirurgiche terribili e praticamente nessuno è riuscito a salvarsi. Io sono stato il solo a sopravvivere, per chissà quale motivo. Tutto quello che potevo fare a quel punto era guardare i corpi ammucchiati dei miei compagni di sventura e chiedermi quando sarebbe toccato a me.》 Rispose tetro Xsorof.

《Cosa dovremmo trovare in questo posto? È distrutto.》 Commentò Alastor, osservando con aria critica i pezzi di computer ai suoi piedi. Si era aspettato qualcosa di meglio.

《In effetti Xsoro chan si è dato alla pazza gioia quando ha distrutto questo posto con la magia, dovremmo cercare un po' nelle stanze qui attorno per trovare qualcosa Di integro.》 Rispose Nana, iniziando a guardare oltre le porte sfondate.

I maghi annuirono e fecero lo stesso, mentre Mirai iniziava a seguire il suo amico. Voleva vederci chiaro in tutta quella storia. 《Xsorof… perché non ce lo hai mai detto? Perché non lo hai mai detto almeno a me?》

Lui sospirò. A quel punto doveva parlare. 《Semplicemente perché non volevo ricordare. Questo posto è stato il mio incubo peggiore. Mi ha tormentato anche dopo che avevo ucciso ogni singolo uomo che lavorava quei e dopo che avevo distrutto tutto. Mi ha lasciato ricolmo di odio e paura. Ho provato a convincermi che era tutto finito, ma ormai ero solo. I miei genitori erano morti tempo fa e la sorella che avevo molto probabilmente si è dimenticata della mia esistenza. Non mi era rimasto niente di niente. L'unica cosa che mi ha distratto da tutto questo è stato il vostro arrivo. Quando vi ho incontrati la prima volta avete risvegliato il mio desiderio di giustizia, ma poi siete diventati molto più di questo. Siete diventati degli amici preziosi per me. E quando io e te abbiamo iniziato ad uscire insieme mi sono sentito davvero felice. Non volevo rovinare tutto con i miei brutti ricordi.》

Di colpo sentì il pugno di Mirai prenderlo dritto in testa.

《Ahio! Ma che combini, perché l’hai fatto!?》

《Perché quello che hai detto è una vera idiozia. Xsorof, lo sai che a noi puoi dire tutto. Non ti avremmo mai giudicato per quello che avevi passato, proprio come tu non hai giudicato noi. Io ho ammazzato parecchia gente quando sono uscito da quel bordello e ti assicuro che non ti avrei mai fatto avvicinare a me, fisicamente e emotivamente, se non avessi saputo che eri una persona stupenda. Quindi ti assicuro che se dirai un'altra idiozia simile ti lascerò in astinenza per tre settimane.》 Disse con un sorriso sardonico. Il ragazzo a quel punto scoppiò a ridere.

《Tu sei tremendo!》

《Fa parte del mio fascino.》 Disse lui con un sorriso. Almeno adesso sembrava più rilassato.

《Comunque ti assicuro, io non ho mai collaborato con gli amministratori. Con nessuno di loro. Dopo tutto quello che è successo qui non me lo sognerei mai. Sono qui solo perché ci serve, altrimenti l’avrei già fatta a fette.》

《Non preoccuparti, mi fido ciecamente di te, e non pensare che io la pensi diversamente su di lei. La trapasserei volentieri se potessi. Ma senti… come aveva fatto quello scienziato a scoprire l’esistenza degli stick?》 Chiese lui.

Solo che la voce di Meito li distrasse. 《Ragazzi, venite a vedere che cosa abbiamo trovato!》 Urlò conducendoli in un'altra stanza.

Quest'ultima, a differenza delle altre, non era distrutta e non sembrava neppure una vera e propria cella. Era più simile ad una camera da letto, solo che sembrava abbandonata da anni, vista la polvere, e c'erano delle cose piuttosto bizzarre.

A parte il fatto che era completamente spoglia, sul pavimento c’erano varie macchie di sangue secco, esattamente come sul letto, e sulla parete lì davanti c'era un grosso buco, come se qualcosa l’avesse ritorto e sfondato.

Inoltre l'unica decorazione era una foto, poggiata sul comodino, che ritraeva una ragazza magra sui quattordici anni con una cortissima zazzera nera e ribelle che sorrideva circondata da altre due ragazzine, una dalle lunghe trecce nere e l'altra dai voluminosi capelli biondi, e un ragazzo alto dai capelli castani, tutti altrettanto allegri.

《Chissà chi era. Tu, Xsorof, la conosci?》 Chiese Midori, mentre Nana osservava la foto con una strana espressione… confusa forse?

《No… anche se quando ero prigioniero girava voce che quel pazzo avesse una figlia. Mi pare si chiamasse… Yayoi. Qualcuno diceva persino di averla vista qualche volta e che fosse stata lei a ricevere uno di quei fantomatici Stick. Solo che poi un giorno è sparita nel nulla. Abbiamo pensato tutti che alla fine gli esperimenti che suo padre faceva su tutti noi l'avessero uccisa.》

《Faceva esperimenti persino su sua figlia?!》 Chiese Midori inorridita, portando istintivamente La mano sul pancione.

《A quanto ne so, si. Perlopiù inseriva i suoi Stick falsi nei nostri corpi, ma poi usava droghe, torture o altri stimoli per vedere come reagivamo. E intanto portava avanti le ricerche su quello vero di sua figlia. Ma questo spesso si rivelava troppo da sopportare.》

《Quindi dovremmo trovare quelle ricerche se vogliamo capire cosa fare contro Ichi.》 Disse Runa, mentre Alastor lanciava un'occhiata a Nana, ancora intenta a guardare quella foto. Lei, sentendosi osservata, ripose la cornice al suo posto.

《Direi che Runa chan ha ragione》 disse semplicemente, dirigendosi fuori dalla Camera, seguita da tutti gli altri, che la guardarono confusi. Chissà che cosa le era preso.

Comunque mantennero la concentrazione. Le stanze seguenti erano state tutte distrutte senza pietà, ma dopo averle superate videro una porta di metallo ancora più grossa, che dovettero spingere in tre affinchè si aprisse.

Lì dentro videro uno spettacolo ancora più agghiacciante. La stanza era illuminata da una luce ormai fioca e proprio al centro stava un grande tavolo operatorio, con vari strumenti macchiati di sangue e marchingegni ospedalieri gettati ovunque. A terra poi c’era ancora più sangue che in ogni altra stanza dell'edificio.

《Qui è dove ho ricevuto il mio Stick》 disse Xsorof.

《Già. L'ho trovato sdraiato su quel tavolo con la faccia insanguinata e senza quei bellissimi occhioni blu. Perciò gli ho dato una sistemata e ho lasciato che lui distruggesse questo posto al posto mio. Due piccioni con una fava. Anche se poi mi hanno sgridata per aver lasciato libero un irregolare》 Rise Nana mentre tutti cercavano qualcosa di utile.

《Hey guardate. Questo computer sembra ancora intero.》 Disse Hana, indicando un macchinario dall'aria vissuta, ma comunque funzionante.

Runa a quel punto, dopo che furono certi che quell'affare funzionasse, si fece avanti, iniziando a frugare tra i vari file, fino a quando non trovò una cartella chiamata “Stick 01”. 《Guardare qui. Queste sembrano le ricerche svolte sullo stick di sua figlia.》 Osservò, leggendo i vari risultati.

Da fuori sembrava che non ci fosse niente di strano, ma poi notò che, in una nota, lo scienziato aveva menzionato una cosa strana. Una specie di pellicola di molecole metalliche rivestiva lo stick sia dentro che fuori, anzi sembrava essere il componente principale.

《Polvere metallica? Tutto qui?》 Chiese Midori confusa. Si sarebbe aspettata decisamente di più. Come diavolo avrebbero potuto usare quell'informazione contro Ichi!?

《Aspettate. C'è dell'altro. Sembra che questa non sia semplice polvere. O che almeno non fosse parte dell'oggetto originale. È stata in qualche modo infusa in esso e lo ha in qualche modo modificato, rendendolo magico. È una molecola che nessuno aveva mai visto prima. È una sostanza apparentemente in grado di cambiare ogni cosa al livello molecolare.》 Lesse Runa, ma non potè procedere oltre perché di colpo Xsorof si portò le mani alla testa con un gemito, mentre nei suoi occhi si rifletteva il simbolo dei gemelli del cerchietto di Sarah.

《Xsorof! Che ti succede?!》

《Gli… gli amministratori! Sento… una specie di segnale telepatico che sta dando loro istruzioni. Sanno che siamo qui e temono cosa potremmo trovare. Stanno per sferrare un attacco!》

《Da dove?!》 Chiesero Dimitri e i gemelli, già con gli stick pronti in mano.

《Non… contro noi. Le… le vostre famiglie e i vostri amici! Vogliono loro! Stanno per essere colpiti!》

Hana, Alastor, Dimitri e Runa pensarono con orrore ai loro cari. I genitori della mora e del castano, Keiro, Kazuchi e Asahi, i signori Totsuka e Natsu. Dovevano essere per forza loro gli ignari bersagli. Sarebbero stati ridotti a fettine! Il russo tirò immediatamente fuori la spilla del teletrasporto.

《Presto. Dobbiamo andare prima che sia troppo tardi!》 Disse preoccupato, mentre tutti gli altri mettevano la propria mano sul gioiello.

Con sorpresa dei presenti, anche Midori aggiunse la sua, guardando la mora. 《Ti aiuterò anche io Hana.》 Disse, ricevendo un sorriso sollevato, mentre la luce iniziava ad avvolgere tutto.

《Voi continuate ad indagare più che potete! Ci vediamo tutti a casa mia appena avremo salvato tutti i bersagli!》 Si raccomandò Runa, poco prima di svanire insieme agli altri

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Capitolo 28
*** Intenti raggiunti ***


Runa apparve di colpo in mezzo ad una strada con il cuore in gola, guardandosi freneticamente attorno per capire dove si trovava. Doveva fare presto e andare a proteggere Natsu e i signori Totsuka in caso qualche amministratore li avesse attaccati.

Guardandosi attorno, vide la casa di Loki poco lontano, perciò iniziò a correre verso di essa, tirando fuori il cellulare chiamando il ragazzi dai capelli blu.

《Pronto, Runa? Che succede?》

《Natsu, non ho tempo per spiegarti, ma devi dirmi dove ti trovi ora.》

《Sono a casa di Loki. Volevo restituire alcuni effetti personali ai suoi, ma che ti succede? Mi stai facendo preoccupare.》

《Non importa ora! Dovete rimanere dentro. Assolutamente. Io sto arrivando.》 Disse chiudendo la telefonata ed entrando nella casa con la sua copia delle chiavi a rotta di collo.

Appena lo fece, si catapultò nel salotto, dove li trovò tutti e tre ed emise un sospiro di sollievo. Erano vivi e tutto sembrava in ordine. Aveva fatto in tempo. La madre di Loki la guardò preoccupata. 《Runa, tesoro, che ti succede?》

La ragazza era chiaramente provata. Era più pallida del solito, con profonde occhiaie sotto gli occhi e le guance smunte, ma aveva un'espressione agguerrita che nessuno di loro aveva mai visto sul suo viso.

Infatti, si mise davanti a tutti loro, guardinga, stringendo la sua bussola e l'accendino nelle mani e tenendo al polso il bracciale di Loki. 《Non vi posso spiegare adesso, ma sono veramente felice che stiate tutti bene. Non mi sarei mai perdonata se vi fosse accaduto qualcosa per causa mia.》

I tre si guardarono a vicenda, sempre più confusi. 《Perché dici così?》 Chiese l'uomo.

《Per farla corta, io e i miei amici stiamo venendo inseguiti da dei pazzi che stanno tentando di ucciderci tutti da un bel pezzo, ma non ci sono riusciti e quindi adesso stanno prendendo di mira le persone che amiamo.》 Disse, mentre gli occhi saettavano ovunque per cogliere movimenti o qualsiasi segno di magia.

《Cosa?! Dobbiamo chiamare la polizia allora!》

《Credo che sia inutile chiamarli.》 Disse di colpo una voce femminile e… sibilante?

La ragazza Si mise in posizione d'attacco e guardò con odio il pavimento, da cui una figura bianca e nera aveva iniziato ad emergere. Era alta e sottile, con indosso un qipao cinese e lunghissimi capelli neri, ma la cosa più peculiare era la sua pelle composta da squame che, insieme agli artigli, il muso appuntito e la lunga coda la facevano assomigliare ad una gigantesca lucertola antropomorfa.

I suoi occhi si concentrarono sull’albina. 《Runa Fuyutsuki, tu sei stata una spina nel fianco nei piani del re per troppo tempo. È il momento per te di pagare con la morte dei tuoi cari.》 Sentenziò, prima di scattare velocissima verso Natsu e i signori Totsuka.

La ragazza non esitò un attimo. Lo stick di Loki si scaldò e lei assunse il suo aspetto da maga, mentre una tremenda fiammata emergeva dalle sue mani con sommo stupore dei tre dietro di lei.

Solo che l'amministratore si abbassò e letteralmente si “tuffò" nel pavimento, svanendo dentro di esso.

Runa digrignò i denti, ma non perse la concentrazione. La lucertola emerse a sorpresa da sopra di Lei, che si spostò appena in tempo, mentre gli altri tre facevano lo stesso, ma l'amministratore tornò velocissimo alla carica, lanciandosi sull'uomo alla sua destra.

Runa riuscì a placcarla appena in tempo, buttandosi addosso a lei e spedendola contro il divano. Lei sibilò furiosa e si rituffò nel pavimento.

Continuò così per un po', ma sempre più velocemente. Il problema era che ogni volta quella codarda si nascondeva nuovamente nei muri lasciando la situazione in parità. Ormai nella stanza c'erano vari punti che andavano a fuoco, ma lo scontro era ancora bloccato in un punto e a capo.

L'albina digrignò i denti, mentre una sensazione di spossatezza iniziava a prendere possesso del suo corpo e il sangue in mezzo alle sue gambe  e dal suo naso iniziava a scorrere più copioso.

Quella dannata voleva sfiancarla, o ancora meglio farle esaurire tutta la vita che le era rimasta e uccidere i suoi cari con comodo. Doveva pensare a una nuova strategia. Non avrebbe mai potuto vincere in quel modo.

Soprattutto perché Natsu e i signori Totsuka erano indifesi e sicuramente non avevano la minima idea di cosa dovessero fare. Non poteva combattere se doveva proteggere anche loro! Solo che poi la sua bussola le fece venire un’idea. La aprì e un'onda rosso aranciata di impazienza e rabbia iniziò a diffondersi in tutta la stanza, permeando l’aria ed entrando nei muri.

《Runa, ma che succede!?》 Chiese il ragazzo dai capelli blu per l’ennesima volta. Non aveva la minima idea di che diavolo fosse quella cosa che stava attaccando Runa, ne che cosa fosse successo a lei, ma voleva vederci chiaro.

Lei rimase concentrata sul suo lavoro, ma rispose lo stesso. 《Come vi ho detto, io e i miei amici siamo nel mirino di questi mostri da un po' di tempo. Vedete, loro sono una sorta di associazione che dona a ragazzi miserabili come me e Loki una possibilità di scampare alla nostra sfortuna con la magia tramite degli oggetti particolari. Ma in cambio accorciano la nostra vita e ci hanno usati per chissà quanto per i loro scopi a nostra insaputa. E ora che sappiamo tutto, vogliono ucciderci.》 Disse, riportando gli occhi sulla bussola.

L'amministratore si stava ancora nascondendo, perciò avrebbe dovuto farla uscire allo scoperto, che lei lo volesse o no. Poteva provare a resistere quanto voleva, prima o poi l'avrebbe stanata.

Perciò si rivolse di nuovo al suo amico e ai signori Totsuka con voce amara. Voleva spiegare tutto finalmente, non aveva niente da perdere. 《Anche Loki era come me, un mago che combatteva contro questi mostri. È stato ucciso da uno di loro. Mi dispiace tanto di non averlo potuto proteggere e di avervi mentito per così tanto tempo. Se non vorrete più avere niente a che fare con me, vi capirò. Ma non permetterò che questa maledetta lucertola vi faccia del male!》 A quel punto potenziò ancora di più la sua magia, facendo scendere molto sangue anche dal suo naso e l'amministratore uscì.

Sfondò il pavimento con una foga che non aveva mai dimostrato prima, puntando direttamente il muso, diventato tagliente e duro come una spada, contro l’albina, la sua mente annebbiata da una rabbia e desiderio di ucciderla assolutamente irrazionali e ottenebranti.

La ragazza si limitò a sorridere un po'. Schivò con eleganza e, attivando ancora lo stick di Loki, le rifilò una manata incandescente dritta sul petto. La lucertola crollò sulla schiena per la sorpresa, ma appena la rabbia che occupava la sua mente svanì, si accorse di non sentire niente se non un pizzicore al petto.

《Temo che tu abbia sprecato la tua occasione.》 Disse lei, preparandosi a scattare ancora, solo che poi vide Runa ghignare e sentì una fitta al torace.

Infatti dove prima c'era solo un'impronta nera stavano nascendo fiamme. Continuavano a crescere, crepitanti e dolorose e anche se stava provando a spegnerle, quelle non si fermavano! Ma lei attaccò ancora nonostante tutto. Non poteva deludere il re!

La ragazza non si scompose. 《Questo è per Loki, dannata.》 Disse schioccando le dita e facendo si che le fiamme avvolgessero del tutto l'amministratore, che crollò poco dopo a terra, in preda ad urla strazianti, che continuarono fino a quando di lei non rimase nient'altro che cenere.

Natsu e i signori Totsuka guardarono poi la ragazza girarsi con la faccia sporca di sangue e il fiatone. 《Per favore, venite con me. Prometto che vi racconterò tutto appena saremo in salvo.》 Disse, mentre loro annuivano e tutti insieme uscivano dalla porta.

 

 

*********

 

Hana e Midori apparvero di colpo davanti alla grande casa della prima. Non sembrava che fosse successo qualcosa. Tutto era intatto e silenzioso nel giardino e anche dentro.

《Hana, facciamo presto. Prendiamo i tuoi genitori e andiamo via.》 La incitò l’albina alquanto preoccupata.

Entrambe erano armate con vari stick, ma non sapeva se sarebbero bastati. Se avessero incontrato un amministratore in grado di sopraffare i loro poteri sarebbe stato tutto perduto.

La mora si accorse dell’ansia della sua amica e le mise una mano sulla spalla. 《Non ti preoccupare Midori. Possiamo farcela.》 La situazione tra loro la rendeva alquanto triste, continuava a maledire la sua boccaccia per tutto quello che aveva detto e per il modo in cui aveva buttato via la sua occasione, ma non l’avrebbe sicuramente lasciata da sola. L'avrebbe protetta al massimo delle sue forze!

Ma in quel momento era preoccupata anche per i suoi genitori. Per quanto la loro relazione non fosse affatto rosea, non aveva la minima intenzione di Lasciarli morire.

Entrarono rapidamente nella casa, correndo veloci per i corridoi, fino a quando non arrivarono nel soggiorno e li videro, fortunatamente illesi, intenti a leggere e guardare la televisione.

《Mamma! Papà!》

《Oh, Hana. Si può sapere perché sei tornata così tardi? Lo sai che c'è un coprifuoco da rispettare e…. Chi è lei?》 Chiese la madre, guardando con aria critica il pancione di Midori.

La figlia indurì lo sguardo. 《Lei è Midori, una mia cara amica. Ma adesso non importa. Dobbiamo andare via da qui! C'è qualcuno che vuole farvi del male!》

Neanche aveva finito di pronunciare la frase che il vetro della finestra andò in frantumi e la figura di un amministratore conosciuto si stagliò davanti a loro.

《Ma guarda.》 Disse l'amministratore vestito da maid. 《Hana Hosuno e Midori Imai. Sono proprio contenta che siate voi le mie avversarie, tesorini. Io e voi abbiamo ancora un conto in sospeso.》 Proseguì, mostrando il moncone al posto del suo braccio.

La mora non si fermò neanche un attimo a pensare. Sapeva quanto fosse pericoloso quell'amministratore e, per quanto lei e Midori sarebbero probabilmente riuscite a sopraffarlo, non poteva rischiare che i suoi genitori venissero uccisi.

Afferrò velocissima la sua amica e i suoi genitori e aprì l'ombrello che aveva in spalla. I suoi occhi si illuminarono col simbolo della G e due secondi dopo stavano tutti volando ad altissima velocità nel cielo notturno.

I suoi genitori non fecero neanche in tempo a rendersi conto di cosa stesse succedendo, che già si stavano tenendo stretti ai suoi polpacci, terrorizzati. Intanto l'amministratore, osservando il buco nella finestra, si mise a ridere. 《Non vi lascerò scappare tesorini, proprio no.》 Disse, mentre di colpo dalla sua schiena spuntavano ali e propulsori e anche lei si lanciava nell'aria notturna a tutta velocità.

Non ci volle molto prima che li avvistasse, ma anche Midori si accorse di lei. 《Hana, ci sta inseguendo!》

《Cosa!?》 Chiese l'altra, guardando arrabbiata la loro nemica che si stava preparando a lanciare il suo attacco.

I suoi codini si allargarono tanto da sembrare una coppia di cannoni e due grosse sfere di energia furono lanciate verso di loro. La mora, avendo tutti e quattro gli arti occupati, fu costretta a schivare e basta, evitando i colpi per un soffio. Solo che non servì a niente perché le sfere cambiarono di colpo direzione, caricandoli ancora.

Lei continuò ad evitarle, ma stava iniziando a sentire le forze mancarle. Stava usando troppa vita per colpa di quella specie di acchiapparella e l'albina se ne accorse. Il suo simbolo stava arrivando a metà. Questo era molto molto male. 《Hana, lasciami andare!》

《COME!? SEI PAZZA?!》 Urlò lei, evitando ancora gli attacchi dell'amministratore, sempre alle loro costole.

《Se continui così perderai tutta la vita che ti rimane! Lascia che mi occupi io della battaglia!》

《Neanche per sogno! Sei incinta maledizione! Ce la posso fare. Tu tieniti stretta.》

《Hana!》 La richiamò ancora lei. 《Non voglio che tu rischi la tua vita per me. Abbi fiducia. Posso ucciderla. Tu porta in salvo i tuoi genitori prima!》

La mora si morse il labbro. Non voleva lasciarla da sola. Assolutamente. Ma non poteva andare avanti così e più di tutto, si fidava di Midori. Sapeva che poteva vincere quello scontro. Avrebbe vinto.

Perciò lasciò andare la sua mano, ricevendo un sorriso in cambio e allontanandosi, mentre l'albina prendeva il ventaglio di Subaru e un vortice di aria fredda la portava sempre più su.

L'amministratore arrivò giusto in quel momento davanti a lei. 《Oh, la tua fidanzatina ti ha lasciata tutta sola?》 Rise, mentre le sue sfere scendevano velocissime verso di loro.

L'albina mosse la testa e un raggio pietrificante le centrò in pieno, solo che queste non precipitarono, bensì vennero lanciate contro la loro creatrice, che, colta di sorpresa, si spostò attorcigliandosi appena in tempo, spaccandole, ma rischiò di essere colpita dall'aria congelante che vorticava furiosa attorno alla sua avversaria.

Era la prima volta che si ritrovava in una tale situazione di svantaggio, ma ripartì comunque alla carica. Una fragile ragazzina non poteva niente contro di lei!

Creò altre sfere, sempre più in fretta, costringendola alla ritirata, con il sangue che iniziava a scendere anche dal suo naso e una sensazione di nausea le torceva lo stomaco a causa dell'uso dello stick.

Però non si diede per vinta! Lanciò un altro raggio pietrificante e spedì la sfera dritta dritta dentro uno dei suoi codini appena questo si aprì per crearne altre.

L'esplosione conseguente fu assolutamente tremenda e creò una nuvola di polvere estremamente densa, oscurando la vista a tutti.

Midori sorrise vittoriosa, ma poi sentì qualcosa di grosso e gommoso avvolgersi stretto attorno a lei come un serpente, bloccando completamente i suoi movimenti.

《Questa te la farò pagare tesorino! Oh si!》 Disse l'amministratore, ormai senza più la parte destra della testa e delle spalle, lanciandosi con lei in una picchiata folle che le avrebbe sicuramente spaccato la testa, però poi un lampo arrivò a tutta velocità dalla direzione opposta.

《Levale subito le mani di dosso!》 Urlò Hana, stringendo in mano il suo terzo stick, una candela da cui emergeva una lunga lama di fiamme blu.

Accadde tutto in un attimo. La mora le superò velocissima, impedendo alla loro nemica di scansarsi, L'albina sentì la presa gommosa allentarsi e poi due braccia familiari la strinsero, mentre i resti dell’amministratore tagliato a pezzi cadevano verso il basso.

《Stai bene? Sei ferita da qualche parte?! Il bambino sta bene!?》 Le chiese l'altra preoccupata, tirandola su e ricevendo un sì e abbraccio grato come risposta.

《Meno male.》 Disse sollevata, stringendola a sua volta, mentre entrambe volavano rapidamente via.

 

***********

 

Alastor apparve di colpo nella piazza davanti all'appartamento di Keiro, Kazuchi e Asahi e senza aspettare un secondo si catapultò verso l'entrata.

Non lo avrebbe mai ammesso con nessuno, ma in quel momento era preoccupato come non mai! Se fosse successo qualcosa a loro tre per colpa sua non se lo sarebbe mai perdonato!

Non esitò un attimo a falciare via la porta col suo stick e si precipitò dentro. La vista che lo accolse lo fece rimanere di stucco.

Le pareti, le scale, i mobili e il pavimento erano ricoperte di enormi buchi circolari, come se qualcosa li avesse trapassati ed inghiottiti senza lasciare traccia.

Solo che poi un rumore estremamente forte, come uno scoppio, lo riportò alla realtà e fece appena in tempo a spostarsi che una sorta di enorme sfera nera trapassò tetto e pavimento, fagocitandoli all'istante.

Il ragazzo impallidì, ma non si tirò indietro. Anche se il suo avversario aveva un simile potere, non gli avrebbe fatto mettere le sue zampacce su Keiro e gli altri!

Corse subito al piano di sopra, il punto da cui era partita la sfera, e vide la scena che più di tutte temeva.

I tre padroni di casa giacevano contro una parete, i visi pallidi e terrorizzati con alcuni tagli ed escoriazioni su tutto il corpo, con davanti la figura grigia di un amministratore dai lunghi capelli neri e vestito con un ridicolo costume da bunny girl.

《Dov'è? Ditemi immediatamente dove si trova Alastor Sanada, altrimenti vi trapasserò come groviera!》 Disse lei, apparentemente infuriata.

《Perché non li lasci stare e ti giri, tesoro?》 Disse lui, facendo scattare i suoi artigli.

La sua nemica si voltò, rivelando una grottesca maschera da tengu, seriamente una cosa più pacchiana non l'aveva mai vista, ma si piegò all'istante ed evitò il colpo.

《Alastor! Vai via di qui! Questa… cosa sta cercando di ucciderti!》 Urlò Keiro appena si accorse di lui.

Il castano aveva la faccia sconvolta dal terrore e ferita in vari punti, mentre il biondo si stringeva al suo compagno, sporco di sangue, con forza spasmodica, cosa che fece montare Ancora di più la rabbia nel ragazzo dai capelli rosa, però non perse la concentrazione.

L'attenzione dell’amministratore era tutta su di lui ora, questo voleva dire che avrebbero lottato tra molto poco.

《Alastor Sanada. Sei sempre stato un mago estremamente sfuggente, non ci saremmo mai aspettati che ti unissi ai ribelli di Runa Fuyutsuki.》

《Sapete com'è, sono una persona piena di sorprese.》 Disse mentre i suoi artigli scintillavano.

《È per questo che sarai punito.》 Rispose lei, mentre tra le sue mani apparve una sfera nera identica a quella di poco prima.

Lui, memore di ciò che poteva fare, si scansò rapidissimo a destra, facendo passare il colpo senza danno.

《Tutto qui?》 La provocò. Doveva attirare la sua attenzione su di sé. Keiro, Kazuchi e Asahi non si potevano difendere senza uno stick e anche se ne avessero avuto uno, erano stati feriti. In particolare l'uomo dalla pelle abbronzata aveva una gamba coperta di sangue.

Era stato ferito gravemente e quella dannata sapeva che non avrebbe mai potuto combattere decentemente se si fosse preoccupato di proteggere lui e gli altri due.

L'amministratore, però, doveva essere meno intelligente di quanto pensasse, perchè sembrò abboccare alla provocazione, visto il ringhio che emise, iniziando poi a lanciare sfere nere di medie dimensioni a tutta velocità, impedendogli ogni attacco e costringendolo a scattare da una parte all'altra.

Non sapeva se i suoi artigli sarebbero stati in grado di tagliare quelle cose senza venirne consumati, ma non era quello il momento per rischiare e rimanere senza poteri.

Scese dunque le scale come un fulmine, provando a falciarla via appena atterrò sul pianerottolo, ma lei lo evitò, ricevendo solo un taglio sulla spalla, e lo colpì con un calcio a sorpresa che gli fece sputare sangue e precipitare giù dalle scale.

Lui si rialzò a fatica. Poteva scommettere di avere almeno un paio di costole incrinate, ma non si poteva arrendere per così poco. Infatti fronteggiò nuovamente la sua nemica.

Cominciò così uno scontro serrato, in cui uno attaccava e l'altro fuggiva in alterno, protraendo sempre di più la durata dello scontro tra sfere di antimateria e fendenti d'artiglio.

Quando si fermarono, il salotto era un vero disastro. Le pareti erano state abbattute quasi del tutto, segnate da buchi e squarci, le parti rimanenti ormai scricchiolavano in modo sinistro, il pavimento era altrettanto danneggiato e del mobilio non rimaneva praticamente nulla nulla.

Il ragazzo, intanto, prese fiato a fatica. Le sue costole non erano ridotte molto bene e inoltre non aveva mai usato lo stick così a lungo prima. Stava iniziando a sentire un prepotente senso di vertigine e il sangue aveva iniziato a scendere anche dalla sua bocca oltre che dal suo occhio.

Lei se ne accorse e caricò un’altra sfera. 《Oramai è finita per te.》 Disse in tono di vittoria, ma qualcosa di grosso la centrò in testa un attimo prima che potesse sferrare l'attacco.

Alastor si accorse poco dopo che il proiettile improvvisato era in realtà un pezzo del muro crollato e che a lanciarlo era stato Kazuchi.

La sua gamba era stata fasciata alla meglio, nonostante sanguinasse ancora e lui pareva esausto e ferito, ma i suoi occhi blu mandavano lampi.

《Lascia stare Alastor. Qualunque cosa tu sia, Stai lontana dalla mia famiglia!》 Le intimò, mentre anche Keiro e Asahi gli si mettevano vicini, armati di pezzi di metallo e cemento da lanciare.

Non avevano capito niente di cosa stesse succedendo, ma dovevano aiutare Alastor! Per quanto poco potessero, dovevano tentare ad opporsi!

Solo che la bunny girl non parve apprezzare. Iniziò a lanciare sfere senza sosta verso l'uomo dagli occhi blu, ignorando completamente Alastor, Keiro e Asahi, e mettendolo presto con le spalle al muro.

Il rosato si alzò in fretta e furia per andare ad aiutarlo, solo che poi si sentì il suono di qualcosa che cedeva e le pareti, gravemente danneggiate, si sbriciolarono sotto il peso del tetto, che iniziò a precipitare sopra di loro in una pioggia di calcinacci.

I quattro uomini cercarono di raggiungere una finestra per mettersi in salvo, evitando i pezzi di muro che cadevano per un pelo, ma l'amministratore lanciò l’ennesimo colpo, che andò a schiantarsi contro l'ultima parete.

La casa, ormai senza più sostegni, crollò istantaneamente sopra di loro, alzando una pesante nube bianca e lasciando a terra solo macerie.

Alastor uscì da sotto di esse tossendo per la polvere. Fortunatamente non si era rotto nulla, ma aveva un lungo taglio sanguinante lungo la coscia e varie abrasioni, ed era coperto di intonaco. 《Maledizione… mi è crollata la casa addosso e questo outfit è rovinato.》 Commentò seccato, prima di rendersi conto che Keiro e gli altri non erano più vicino a lui.

Si tirò su in piedi di scatto, ignorando il dolore e la possibile presenza dell'amministratore con la maschera da tengu, chiamando il suo ragazzo e i suoi amici. 《Keiro! Kazuchi! Asahi! Dove siete!?》

Si guardò intorno con aria terrorizzata, quando vide il castano uscire tossendo da un cumulo di macerie, seguito da Kazuchi, sostenuto dal suo ragazzo.

Erano tutti e tre coperti di polvere e avevano vari tagli ed escoriazioni sul corpo, ma sembravano star bene e questo causò un sospiro di sollievo. 《Ragazzi! Per fortuna state bene!》

《Alastor, ma che Cosa sta succedendo!? Cosa è successo alla tua mano!? Che cosa è quella cosa che ci sta attaccando!?》

Il rosato si morse il labbro. Come diavolo faceva a spiegare loro tutta quella situazione in un momento!? 《Sentite… vi ho raccontato quello che mi è successo con il mio vecchio “padre", ma c'è dell'altro. Dopo che ho provato a suicidarmi, ho ricevuto una visita da un amministratore del sito per maghi. Ecco Cosa è quella tipa pacchiana.》

《Cosa dovrebbe essere un sito per maghi?》 Chiese il biondo ancora più confuso.

《Ecco…》 Provò ad iniziare lui, ma di colpo molte macerie vennero spostate con forza e la bunny girl, ancora più infuriata, fece la sua comparsa.

Aveva un grosso pezzo di calcinaccio conficcato nella coscia e sembrava pronta ad ucciderli tutti. 《Voi! Voi, inutili vermi umani. Come osate far questo!? Vi dovreste solo inchinare a me è al mio re! Oh, ma adesso vi ucciderò! Vi ucciderò e mi godrò le vostre facce!》 Urlò, lanciando un'altra sfera a tutta velocità verso i quattro.

Non sarebbero mai riusciti a spostarsi in tempo, però Alastor si mise davanti a loro. Era stravolto, ma attivò comunque il suo stick.

C'era la possibilità che morisse insieme a loro, ma non era quello il momento per pensarci, voleva proteggere la sua nuova famiglia. Kazuchi aveva difeso lui poco prima, Asahi lo aveva sempre sostenuto e Keiro gli aveva fatto capire quanto tutti loro fossero speciali, quindi li avrebbe salvati. E poi… una tipa così pacchiana non sarebbe mai riuscita a batterlo!

Gli artigli scattarono ancora, schiantandosi contro la sfera, venendo come risucchiati all'interno, mentre una sorta di forza invisibile iniziava a trascinarlo verso di essa, ma lui non demorse. Se quella cosa voleva uccidere qualcuno, aveva scelto il bersaglio peggiore!

Mentre lo pensava, vide gli artigli illuminarsi leggermente, mentre sentiva la testa girare e il simbolo sul suo polso svanire più in fretta, solo che poi si accorse di qualcos’altro.

Delle piccole crepe si stavano diramando nell'aria attorno al suo stick. La sentiva proprio scricchiolare come se stesse andando in pezzi e di colpo sentì una nuova spinta di magia che rese meno ferrea la presa all'interno della sfera.

E quello fu il momento in cui decise di attaccare. Con un colpo secco, mosse gli artigli in un fendente e questi si illuminarono più intensamente. La sfera a quel punto si ricoprì di spaccature e venne spezzata in due senza difficoltà.

L'amministratore rimase di stucco per un attimo nel vedere il suo attacco andare in fumo e questo le impedì di spostarsi quando il colpo si allungò ancora di più.

Il suo busto venne tagliato in due, crollando a terra prima che lei riuscisse ad emettere anche solo un fiato, ritrasformandosi poco dopo in una ragazza dai lunghi boccoli neri.

Alastor a quel punto, sentì le forze mancargli e crollò sulle ginocchia. Le costole gli facevano un male cane, ma un sorriso di vittoria gli ornava il viso.

Solo che non fece nemmeno in tempo a rivolgersi a Keiro, Kazuchi e Asahi per chiedere se stessero bene, che le braccia del castano lo circondarono di colpo.

《Alastor! O mio… stai bene!? Sei stato fantastico! Non so cosa tu abbia fatto ne come, ma è stato fantastico! Ma come ti senti?! Hai qualcosa di rotto?!》 Chiese terrorizzato tanto quanto gli altri due. Il rosato sorrise esausto.

《Beh, grazie a quella pazza ho distrutto uno dei miei completi preferiti e le mie costole sono state meglio. Ma sono contento che stiate tutti bene.》 Disse, ricevendo un bacio sollevato dal castano.

《Alastor, ora devi riposare! Sembri davvero esausto.》

《Non c'è tempo. Se lo facessi, Asahi, correremmo il rischio che tutto il mondo vada in fumo.》

《COME!?》

《Per favore, accompagnatemi in centro. Vi racconterò tutto sul sito per maghi e su quello che stiamo facendo io e i miei alleati. Lo giuro.》 Disse alzandosi, mentre Kazuchi lo sosteneva, e tutti e quattro si misero in cammino.

 

*******

 

Dimitri comparve proprio nel giardino di casa sua in Russia. Si guardò un attimo intorno, disorientato, ma controllò rapidissimo l'orario e si mise immediatamente a correre per raggiungere la porta d’ingresso.

A quell'ora i suoi genitori erano già tornati a casa dal lavoro ed erano facili prede per gli amministratori!

Svoltò l'angolo a tutta velocità e suonò il campanello più volte, fino a quando sua madre, una bella donna alta e dai lunghi capelli castani, non aprì la porta.

《Ma si può sapere chi…?! Dimitri! Che… che ci fai qui? Pensavo fossi ancora in Giappone.》 Chiese lei in russo, guardando sorpresa il figlio.

《Mamma non ho tempo per spiegarti! Dov'è babbo? Dobbiamo scappare via il più in fretta possibile! Qualcuno vuole uccidervi!》

《Cosa!? Tesoro, ma che stai dicendo?》 Chiese lei confusa, prima che il figlio vedesse una grossa mano grigiastra comparire sulla destra, pronta a fracassare la sua testa.

Con uno strattone la trascinò fuori, mentre il pugno dell'amministratore si schiantò contro lo stipite della porta, sbriciolandolo insieme a buona parte del muro.

《MA CHE DIAVOLO…!?》 Urlò lei, mentre il castano imprecava in russo. Da dietro il muro spaccato emerse una figura alquanto singolare.

Era alta, con braccia e gambe molto muscolose, ma con una pancia alquanto prominente e dei capelli afro assolutamente ridicoli. La sua faccia era quella di un Buddha senza espressione ed indossava la classica divisa scolastica delle ragazze delle medie giapponesi.

《Dimitri Nikolai. Non interferire.》 Disse con voce fredda, scattando con una velocità impressionante, vista la sua mole, contro di lui.

Il ragazzo tirò subito fuori la bacchetta che gli aveva dato Runa e gliela puntò contro. Una tremenda onda d'urto scaraventò l'amministratore per terra, mentre la donna guardava sorpresa i capelli ora verde acqua del figlio e il simbolo di quadri nei suoi occhi.

《Stai lontano da lei!》 Disse il ragazzo, furioso, lanciandone altre, spedendolo contro il muro e creando una tremenda nube di polvere quando quello crollò.

Solo che un attimo dopo l'amministratore si rimise pigramente in piedi come se nulla fosse successo e di colpo gli fu davanti. 《È davvero fastidioso combattere così tanto. Stai fermo e fatti uccidere.》 Disse lui piatto.

Il ragazzo evitò per miracolo una manata che gli avrebbe sicuramente rotto l'osso del collo e si spostò ancora più indietro con sua madre, spedendogli contro altre onde d'urto e digrignando i denti quando l'attacco si rivelò inefficace.

Inoltre lo scontro si stava allontanando troppo dalla casa, e lui sapeva che quella serpe lo stava facendo apposta.

Se suo padre fosse uscito a vedere cosa fosse la causa di tutto quel rumore, il suo nemico lo avrebbe ucciso immediatamente. Ma se si fosse spostato per andare in quella direzione, sua madre avrebbe fatto la stessa fine!

Solo che poi la spilla che portava sulla giacca brillò ancora e a lui venne un'idea. Era un rischio, ma stava perdendo troppa vita e troppo tempo.

Tenendosi sempre ben stretto alla donna, che ancora non era riuscita a spiccicare una parola a causa dello shock e lo spavento, sparì in un lampo di luce.

L'amministratore si guardò intorno, cercando di capire dove sarebbero ricomparsi, solo che il ragazzo gli piombò addosso da sopra e lo colse di sorpresa con un pugno.

Questo non gli fece assolutamente niente, ma il russo aveva ottenuto ciò che voleva: un suo capello!

Sempre tenendosi stretto a sua madre, tirò fuori la sua bambola e ci legò il capello attorno, solo che quando prese un ago per mutilare per bene il suo nemico, questo rimbalzò sullo stick senza avere effetto.

Il ragazzo sgranò gli occhi, ma si ritrovò ben presto a scappare per evitare le manate e i calci che lo avrebbero schiacciato come una mosca, tentando inutilmente di usare il suo stick.

L'amministratore se ne accorse e disse 《Poteri come il tuo non possono nulla contro il mio corpo indistruttibile.》

Dimitri sibilò l'ennesima imprecazione in russo. Come poteva esistere un potere del genere!? E soprattutto come diamine sarebbe riuscito a batterlo con delle abilità come le sue!?

Sua madre alle sue spalle era pallida come un cencio. Non si sarebbe mai aspettata una cosa del genere. Suo figlio non solo aveva ottenuto dei poteri disumani, ma stava anche effettivamente combattendo contro una specie di mostro che aveva provato ad ucciderla!

Solo che poi vide qualcosa di strano. La maglietta del castano era rossa di sangue, che stava scendendo anche dal suo naso, mettendola in allarme. Provò a dirgli qualcosa, provare a fermarlo, a dirgli di scappare, di non pensare a lei e mettersi al sicuro, quando la voce di suo marito arrivò trafelata alle loro orecchie.

《Che cosa sta succedendo? Cosa sono tutti questi rumori!? Che è successo al muro!? Dalia, ti senti bene!?》 Disse l'uomo dai capelli castani, guardando poi la scena che aveva davanti ad occhi sgranati, colto di sorpresa.

L'amministratore non esitò un attimo a caricarlo, ma di colpo sentì come delle enormi dita stringersi attorno a lui e comprimerlo. 《Anche se non posso tagliarti, posso comunque ridurti a una sottiletta!》 Disse Dimitri, mettendosi davanti ai suoi genitori.

《Ma che diamine succede?! Chi è quel Budda?!》 Disse suo padre, ancora più confuso.

《È una storia troppo lunga babbo. Vi basti sapere che lui e i suoi simili sta cercando di uccidere me, i miei amici e tutte le nostre famiglie! Diciamo che ci siamo “ribellati" a loro, e adesso vogliono vendicarsi.》

《Sono ordini del re. Vanno eseguiti.》 Rispose il suo nemico, aprendo la bocca. Di colpo un enorme sciame di ogni genere di insetto e aracnide si riversò sul viale. Vespe, api, calabroni, ragni, scorpioni, millepiedi, formiche, cimici, scarafaggi e tanti altri si diressero verso i tre.

Dimitri urlò per il ribrezzo, mentre cercava di spazzare via lo sciame con lo stick bacchetta. Quell'amministratore aveva un aspetto e dei poteri assolutamente disgustosi!

Solo che poi sentì un forte senso di nausea e si accasciò a terra, sputando un grumo di sangue. 《Dannazione.》

《Dimitri! Ti senti bene!?》 Chiesero preoccupati i suoi genitori, con lo sciame che si avvicinava sempre di più.

Il russo si ripulì la bocca e fissò con odio il suo nemico. In quelle condizioni non poteva fare più nulla. Non aveva idea di come ucciderlo, non con i poteri che aveva al momento.

Ma almeno aveva raggiunto il suo intento. I suoi genitori erano salvi. Era questo che contava. Non avrebbe permesso che raggiungessero Eva.

Perciò, si limitò a stringerli mentre gli insetti arrivavano, formando un'enorme nube attorno a loro che li avrebbe dovuti uccidere, solo che quando l'amministratore la diradò, non trovò nessuno e nemmeno resti di alcun genere.

《Ancora magia di teletrasporto. Che codardo.》 Disse pigramente. Ora avrebbe dovuto inseguire lui e la famiglia per tutta la strada fino al Giappone, una vera seccatura. Solo che poi sentì una voce risuonare nella sua testa: quella di Ichi.

《Abbiamo ricevuto nuovi ordini. Lasciate stare le famiglie dei ribelli, per ora, e tornate tutti qui in Giappone. Anche se mancano ancora giorni allo scadere del tempo, il re ha finalmente tutta l'energia che gli occorre per mettere in atto il suo glorioso piano.》

Infatti, nella sua camera, la ragazzina sorrise malignamente mentre una luce bianca ancora più intensa del normale iniziava ad irradiarsi dal suo corpo. 《Ora Tempest… può cominciare. Porterò tutta l’umanità sulla strada per la felicità.》

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Capitolo 29
*** Destituzione - prima parte ***


Ichi stava percorrendo di corsa i corridoi del quartier generale. Ancora non poteva credere che il momento fosse finalmente arrivato. Aveva percepito chiaramente la morte di San, Juuhachi e Juuni, ma poi lui è tutti gli altri amministratori avevano sentito un'onda di energia attraversarli.

Questo voleva dire che il re aveva finalmente raggiunto il quantitativo di energia sufficiente per compiere il suo scopo. Addirittura con larghissimo anticipo.

Entrò nella sala principale, osservando il tavolo e le sedie distrutte, mentre i suoi restanti colleghi, Shi, Kyuu, Juu, Juuichi, Juusan, Juuroku e Juushinchi, rimanevano fermi.

《Che è successo?!》

《Sai no, il re si è svegliato.》 Disse L'amministratore con la maschera da bambolina, prima di essere superato dal suo superiore, che aprì la porta della camera del re, osservandola.

La ragazzina splendeva di una luce abbagliante, con un inquietante sorriso in faccia e le cornee completamente nere.

《Mia Signora.》 Disse Ichi, inchinandosi davanti a lei, mentre tutti gli altri entravano.

《Voi siete gli unici rimasti vedo. Nana ci ha traditi e tutti gli altri amministratori sono stati uccisi dal gruppo di Runa Fuyutsuki. Il nostro numero è drasticamente sceso, ma non importa ora.》 Disse, illuminandosi sempre di più. 《Finalmente l’umanità rinascerà purificata.》

《Mia Signora, quali sono i vostri ordini?》

《Cercate ogni singolo mago ribelle. Cercate più velocemente che mai. Distruggeteli tutti, eliminate ogni singolo ostacolo per l'arrivo di Tempest. Non sopporterò ulteriori ostacoli.》 Disse, sparendo con un terribile boato.

 

 

*****

 

 

Intanto, i maghi e le loro famiglie si erano riuniti a casa di Xsorof e i gemelli. I vari adulti erano ancora abbastanza confusi su quanto era successo.

I ragazzi avevano raccontato loro cosa gli era successo in quei mesi per filo e per segno, includendo come erano diventati maghi, le varie battaglie, le morti di Mayumi, Sarah e Loki e la lotta costante che stavano sostenendo da mesi per impedire a Tempest di scatenarsi. Avevano persino presentato loro Nana, per dare l'ennesima prova vivente che tutto quello che avevano detto fosse vero.

Neanche a dirlo, ognuno dei non maghi si era dato mentalmente dello stupido. Non si erano accorti di nulla tutto quel tempo. Come diavolo era possibile una cosa del genere!?

I signori Totsuka erano particolarmente scossi. 《Non ci posso credere.》 Disse la donna, stretta al marito. 《Tutto quello che è successo fino ad ora…. Perché non…?》

《Perché Loki voleva tenervi al sicuro. Tutti noi lo abbiamo mantenuto segreto per questo. Specialmente dopo che gli amministratori hanno iniziato a darci la caccia. Volevamo evitare che vi prendessero di mira.》 Disse Runa.

《Ma avremmo potuto darvi una mano in qualche modo. Cioè… avremmo almeno provato.》 Rispose Asahi, accennando a Midori e al suo pancione.

《È stato meglio così ve lo assicuro.》 Rispose Alastor.

《Come può essere meglio!? Ci avete mentito! Non solo state combattendo da mesi contro dei pazzi che vogliono distruggere il mondo mediante stick magici per evitare la fine del mondo, ma avete anche detto una bugia sulla morte di Loki!》 Disse Natsu, arrabbiato.

Runa sospirò. Si era aspettata una simile reazione da parte sua. Era probabile che anche lei avrebbe fatto così se le posizioni fossero state invertite. 《Mi dispiace molto Natsu. Davvero. Non avrei mai voluto mentire, ma non volevo coinvolgervi.》

《Ma lui era il mio migliore amico! Non era solo il tuo fidanzato era anche come un fratello per me! Non avevo il diritto di sapere!?》

《Cosa volevi sapere Natsu? Se ti avessimo raccontato tutto ci avresti presi per matti! Pensi che non ci siamo sentiti in colpa a raccontarvi tutte queste bugie!? Semplicemente volevamo tenervi al sicuro.》 Lo rimbeccò Hana.

Il ragazzo dai capelli blu sembrava voler aggiungere qualcosa, ma rimase zitto e con gli occhi lucidi. A quel punto si intromise Kazuchi. 《Ma esattamente cosa dovreste fare, ora che noi siamo in salvo?》

《Beh… oggi è il 1 Agosto. Mancano ancora dieci giorni all’arrivo di Tempest. Quindi prima cercheremo un posto sicuro per tutti voi e poi ci concentreremo sull'uccidere gli amministratori rimanenti.》 Disse Xsorof, tirando fuori da uno zaino un plico di fascicoli.

《Qui abbiamo trovato delle notizie davvero interessanti che ci permetteranno di vincere se giochiamo bene le nostre carte.》 Solo che poi si sentì un terribile boato che fece tremare le pareti, interrompendolo.

Mirai corse subito alla finestra. 《Guardate!》 Disse indicando il centro città.

Una grossa crepa si era aperta nel terreno e una potentissima luce bianca aveva iniziato a risplendere da essa, abbagliando tutte le persone presenti. E quando riuscirono a vedere di nuovo, qualcuno era apparso davanti a loro. Una ragazzina dai lunghissimi capelli candidi e con del sangue che scendeva sulle guance. Osservando tutti gli umani attorno a lei sorrise, mentre la stessa luce bianca tornava a scintillare intorno a lei. 《Non abbiate paura, fragili umani. Tra poco tutto andrà bene. Vi condurrò tutti sulla via della felicità.》.

Un attimo dopo, un bagliore ancora più forte irradiò tutto, mentre la terra sotto di lei cominciava a tremare e innalzarsi sempre di più, spaccando l'asfalto e rivelando qualcosa di davvero grottesco.

Sembrava una gigantesca collina di carne martoriata e purpurea! Lunghi fasci di quelli che sembravano muscoli si agitavano frenetici, facendo fuggire la folla tra urla terrorizzate, mentre la ragazzina, proprio in cima, sorrideva ancora.

Tutti i maghi e le loro famiglie intanto erano rimasti pietrificati davanti a quello spettacolo, mentre Nana sentiva delle specie di brividi percorrere tutto il suo corpo.《È Tempest. È iniziata.》

《Com'è possibile!? Il tempo non è ancora scaduto!》 Esclamò Dimitri.

《Il re aveva detto di aver accumulato più energia del previsto. Ma non pensavo che fosse arrivata fino a questo punto.》 Disse L'amministratore, per una volta mortalmente seria.

Se Tempest era arrivata, voleva dire che tra non molto tutto il mondo sarebbe stato riplasmato fin dal principio in qualcosa di completamente diverso, ma anche che tutti loro sarebbero morti. E molto male pure!

Solo che Runa richiamò la loro attenzione. 《A questi punto Non abbiamo scelta. Dobbiamo andare.》 Disse, mentre Xsorof, Dimitri, i gemelli e Hana annuivano.

《Andare? Andare dove?》 Chiese la madre della mora.

《A combattere Tempest.》 Rispose il ragazzo con le cicatrici.

《Neanche per sogno! Non potete andare così! Verrete uccisi!》 Si oppose Keiro, prendendo Alastor e Midori per le spalle.

《Mido chan, tu sei incinta! E tu Ala chan sei il mio fidanzato! Non posso lasciarvi combattere sapendo che potreste morire! Non ora che so tutto quello che avete sopportato! E penso che tutti noi pensiamo lo stesso.》 Disse, mentre i non maghi annuivano vigorosamente.

《Non possiamo rimanere con le mani in mano. Se non facciamo qualcosa il nostro pianeta salterà in aria!》 Ribattè Hana, prima che sua madre le mettesse una mano sulla spalla. 《Hana… lo sappiamo che la nostra relazione non è particolarmente buona… Ma non voglio che mia figlia svanisca così.》

La ragazza sgranò gli occhi, sorpresa, per poi esibire un sorriso gentile davvero raro per lei. 《Come io non voglio vedervi morire.》

I suoi amici annuirono convinti, facendo capire che non si sarebbero smossi, solo che poi si sentì un altro boato e di colpo ogni singola luce si spense. E non solo nell'edificio, ma in tutta la città e oltre! L'intero mondo stava lentamente sprofondando nel buio.

《E adesso cosa…!? Nana, che succede?》 Chiese Midori.

《Il re sta assorbendo tutta l'energia del mondo per alimentare i suoi poteri tramite l'altare di Tempest e questo include anche l'energia elettrica.》

Runa soffocò un’imprecazione. Non avevano più tempo per parlare. 《Natsu, per favore, non abbiamo più tempo. Io e gli altri andremo ad affrontare il re, voi invece fuggite. Andate il più possibile lontani da qui.》

《Ma…》

《Gli amministratori a questo punto prenderanno di mira solo noi maghi, quindi avrete la possibilità di andarvene dalla città e mettervi in salvo.》 Rispose lei, spegnendo ulteriori proteste ed inforcando la porta.

Hana e Dimitri salutarono le loro famiglie, lasciandosi persino abbracciare, uscendo con lei, Midori, i gemelli e Xsorof Alastor infine diede un ultimo bacio a Keiro. 《Ci vediamo più tardi. Vedrai, Andremo a fare shopping insieme e sarà tutto come prima.》 Disse, uscendo anche lui.

 

Lo spettacolo che si ritrovarono davanti fu abbastanza agghiacciante, una volta fuori. La gente stava fuggendo terrorizzata in tutte le direzioni, urlando per il panico, mentre intensi lampi di luce bianca solcavano il cielo.

《Però. Devo dire che questo re ama farsi notare.》 commentò Sarcastico Dimitri, correndo in mezzo alla folla urlante con la bambola e la bacchetta già in mano.

《Hey, Nana, come facciamo a fermarla prima che faccia esplodere tutto?》 Chiese Mirai.

《Dobbiamo distruggere l'altare terrestre. Lì dentro si concentra tutta l'energia che sta assorbendo dalla Terra. Se quello crolla, Tempest si fermerà. Naturalmente però prima dovremo sistemare i miei cari ex colleghi e soprattutto Ichi.》

I ragazzi si agitarono nervosi, ma andarono comunque veloci verso l'altare. A quel punto non potevano più tornare indietro. Midori in particolare era molto agguerrita.

I suoi amici avevano più volte provato a convincerla a restare indietro con le loro famiglie per proteggere suo figlio, ma lei si era sempre rifiutata. Ovviamente aveva paura che il suo bambino potesse morire con lei durante quelli scontri, ma comunque non poteva abbandonare i suoi compagni in un momento simile! Non dopo tutto quello che loro avevano fatto per lei.

Solo che i suoi pensieri si interruppero quando videro arrivare loro incontro sette figure dalle tonalità bianche e grigie fin troppo familiari.

Uno era il Buddha che aveva affrontato il russo, poi c'era un amministratore in giacca e cravatta con una maschera da kyuubi in faccia, l'amministratore grasso e dalla testa da neonato che avevano affrontato alla festa.

Accanto a lui ce n'era una dai corti capelli chiari, una specie di costume intero e una maschera da teschio, una molto alta, vestita da suora e con un grugno da maiale al posto della faccia, un altro vestito da lottatore di sumo, una gigantesca ascia sulle spalle e una faccia da bimba davvero inquietante e infine una in giacca e costume, con una maschera da clown in faccia e codini voluminosi ai lati della testa.

《Fermi. Voi non andrete da nessuna parte.》 Disse quest'ultima, mentre quello vestito da lottatore di sumo gettava davanti a loro un paio di corpi martoriati.

《Non permetteremo ne a voi ne a quella traditrice di Nana di intralciarci ulteriormente. Abbiamo ucciso ogni singolo mago rimasto nel mondo. Rimanete soltanto voi, zanzare fastidiose, da eliminare.》

I maghi repressero un brivido, solo che poi tutto fu avvolto dall'ennesimo lampo bianco, che quando si spense lasciò tutta la città nel silenzio più assoluto. Le urla terrorizzate si erano spente di colpo.

Non c'era più la minima traccia del rumore di passi veloci. E questo perché ogni singola persona era crollata a terra con gli occhi chiusi e respirando profondamente, come se fossero stati addormentati tutti in un colpo solo.

《Ma che cosa...?》 Chiese Meito.

《Chiunque non abbia usato uno Stick in questo mondo verrà presto assorbito e salvato dal potere del re. Voi maghi invece, poiché avete un cuore carico di malizia, non sarete mai degni di partecipare alla gloria del suo nuovo mondo.》 Rispose l'amministratore vestito da suora.

Un pensiero orribile raggiunse le menti di tutti. Le loro famiglie. Nessuno di loro aveva mai usato uno stick. Quindi anche loro dovevano essere in quello stato!

Solo che non ebbero tempo per pensarci, perché l'amministratore prese di colpo fiato. 《Ora vi ammazziamo yo! Tutti quanti dite…. OHHHHHHHH!》

Una tempesta di onde sonore terribile travolge tutto, generando altre crepe sul terreno, facendo esplodere tutte le finestre vicine e addirittura crollare alcune parti dei palazzi a causa della loro terrificante forza percussiva.

Solo che, quando la polvere si diradò, tutti gli amministratori poterono vedere una barriera luminosa avvolgere i loro avversari.

《Fortuna che quella sciocca ha tirato le cuoia. Ho potuto mettere le mani su uno stick portentoso.》 Commentò Alastor con aria soddisfatta, con in mano la penna che apparteneva a Sarah.

L'amministratore urlò di nuovo, estremamente stizzito, ma anche stavolta non servì a nulla. Perciò prese fiato per la terza volta, ma Dimitri fu più veloce.

Appoggiò la sua spilla sulla barriera e di colpo questa si materializzò attorno all'amministratore proprio mentre cominciava ad urlare ancora. Il terribile suono venne riflesso di colpo contro il suo creatore, che non riuscì a reagire. Esplose con un botto assordante che lasciò a terra solo una mano e un piede. E quello fu il segnale di inizio per la battaglia.

 

La strada venne ridotta molto presto ad una distesa di asfalto spaccato, nonostante gli umani addormentati su di essa fossero parecchio d’intralcio durante una lotta.

Ad un certo punto, L'amministratore con la maschera da Kyuubi e quella vestita da suora scattarono in avanti, dritti verso di loro. La seconda alzò una mano, facendo si che innumerevoli spuntoni di roccia emergessero dal terreno, costringendo il russo a teletrasportarli tutti in alto, mentre il primo lanciò un getto di fuoco e ghiaccio dalle mani per intercettarli.

Solo che un raggio di fuoco e uno di ghiaccio scaturirono dagli stick di Loki e Subaru, bloccando il colpo per un soffio e creando un'altra esplosione che spedì i presenti a gambe all'aria.

L'amministratore In smoking si rialzò per primo, ma una grossa bufera gelata creata da Midori gli arrivò addosso bloccò il suo braccio sinistro all’interno di una grossa parete di ghiaccio.

Lui se lo tagliò via senza esitazione, correndo subito dopo velocissimo contro di lei e contro Runa, ma di colpo le sue gambe vennero tagliate via,  stroncando il suo attacco sul nascere e facendolo crollare per terra, mentre Hana entrava nel suo campo visivo.

《Spiacente, idiota.》 Disse, prima che la candela che reggeva in mano creasse di nuovo la sua lama di fiamme blu.

L'amministratore fu tagliato in due in senso verticale, ritrasformandosi nel cadavere di un ragazzo di colore. Solo che poi la suora col grugno atterrò proprio davanti a lei, ma prima che potesse evocare ancora i suoi spuntoni, i nastri di Meito la legarono letteralmente come un salame e la tirarono indietro.

《Sono io il tuo avversario, porchetta ambulante.》 Disse lui, spostandosi appena in tempo quando altre lance di pietra vennero fuori dal terreno.

La sua nemica, nonostante fosse avvolta dai nastri, continuò a cercare inutilmente di infilzarlo, solo che di colpo i nastri la scaraventarono con forza per terra, permettendo al corvino di fermarsi un attimo per prendere fiato.

Tutte quelle persone svenute lo avevano costretto a fare i salti mortali per evitare i colpi e a quel punto era chiaramente in svantaggio e non aveva nessuno ad aiutarlo.

Midori, Runa e Hana erano state prese di mira da quello armato d'ascia, Nana sembrava essere svanita nel nulla, Mirai stava provando a colpire quella con la maschera da teschio e Dimitri, Xsorof e Alastor stavano tentando inutilmente a falciare via il Buddha.

Si chiese per un attimo dove fosse finita quella con la maschera da Clown, ma non ebbe tempo di pensarci, perché fu costretto ad evitare altri aculei di roccia.

Solo che quando la sua nemica si rialzò dopo l'ennesimo colpo delle fasce taglienti, provando a ricominciare a lanciare spuntoni, il ragazzo pieno di cicatrici le saltò davanti in una manovra strabiliante e le tagliò via il braccio sinistro.

《Giù le zampe da mio cognato!》 Le intimò, tagliando anche i suoi seguenti attacchi senza problemi, spedendola poi col sedere per terra per la seconda volta.

《Xsorof V. Un irregolare, vedo. Esattamente come Alastor Sanada.》 Disse lei alzandosi. 《Sarà un piacere ucciderti.》

Alzò nuovamente il suo braccio rimasto e di colpo delle grosse lame di pietra vennero lanciate verso i due ragazzi a tutta velocità. Nastri e tagli li ridussero a pezzettini, ma lei continuò a lanciarli. Se avesse fatto esaurire le loro vite avrebbe fatto solo un favore al re!

Solo che poi le lunghissime strisce di tessuto avvolsero il suo braccio, tirandolo indietro verso Meito, che era scivolato alle sue spalle, bloccando i suoi colpi.

《Sai, io preferisco l'affettato al maiale!》 Disse, mentre il corpo della sua nemica veniva fatto a fettine sottili e lui crollava sulle ginocchia, la bocca e gli occhi grondanti di sangue e il simbolo ridotto a metà.

A quella vista, Dimitri rifilò una tremenda onda d'urto al Buddha e andò da lui. 《Meito stai bene?》 Chiese preoccupato, sorreggendolo.

《Si… anf. Sono solo… anf… stanco. Non preoccuparti.》 Disse lui ansimando, ma sorridente.

Xsorof sorrise davanti a quel quadretto. Quei due erano davvero una coppia adorabile! Era davvero felice per tutti e due. Solo che poi sentì la voce di Runa.

《ALLONTANATEVI SUBITO DA LÌ!》 Urlò lei, mentre l'amministratore con la maschera da Clown saltava fuori dal nulla e lanciava una specie di raggio ad anelli verso di loro.

I due si spostarono appena tempo, osservando la strada che si riduceva da sola in pezzi, mentre i quattro amministratori rimasti si affiancavano gli uni agli altri.

I maghi, ormai cil respiro pesante e ricoperti di sangue, fecero altrettanto. Quella battaglia stava andando troppo per le lunghe. Dovevano concludere in fretta, prima di esaurire le loro vite.

 

Mirai e Alastor partirono all'attacco contro quella con la maschera da teschio, l'unica che non aveva mai attaccato seriamente, sparando e fendendo l'aria rapidissimi, ma una specie di barriera telecinetica fermò i loro colpi.

I proiettili del biondo tornarono persino indietro, ma il loro padrone li spedì  con un semplice movimento di nuovo contro la loro nemica, che si limitò a bloccarli nuovamente.

Il canadese saltò e provò a tagliarla in due, ma di colpo si sentì sollevare e scuotere come una bambola dalla terribile forza invisibile.

Altri proiettili vennero bloccati dalla stessa forza e il biondo ringhiò, per poi ghignare e puntare di nuovo il fucile. 《Alastor! Spostati più che puoi!》 Urlò, sparando un proiettile grosso come una noce di cocco.

L'amministratore si limitò a saltare ed evitarlo, per poi tentare di scatenare i suoi poteri sul ragazzo, ma la il colpo appena sparato esplose come una bomba, prendendola alle spalle e interrompendo la sua concentrazione.

I proiettili, finalmente liberi, trapassarono senza pietà l'amministratore, facendolo tornare ad essere la ragazza bionda che era, ma i due non poterono esultare perché videro Runa e Dimitri scappare dal Buddha e dal clown, mentre Midori e Xsorof gli stavano alle calcagna.

《Runa, ricorda quel che ti ho detto, quel tipo è assolutamente indistruttibile. Nemmeno io e Meito riusciamo a tagliarlo.》

《Ho già in mente un piano. Tu usa la tua bambola e fai in modo che quei due si cadano addosso a vicenda, al resto penserò io.》 Rispose lei, la bussola già in mano.

Il russo annuì, attivando il suo stick. Sperava davvero che l'idea della sua amica funzionasse. Aveva ancora il capello che aveva strappato al Buddha, perciò gli bastò muovere il braccio.

L’amministratore clown fu di colpo raggiunto da una spallata del suo alleato, che la buttò per terra. 《Ma che fai!?》 Urlò, prima di essere quasi colpita da un altro pugno del suo confuso collega.

Lei si rialzò, cercando di individuare il colpevole, ma di colpo il suo campo visivo fu invaso dal rosso. Una rabbia e un'impazienza cieche che le mandavano a fuoco la mente.

《È stato lui. Sta cercando di ucciderti e di ostacolare il piano del re come Nana. Vi ha traditi. Devi fare qualcosa.》 Disse una voce nella sua testa, impedendole di concentrarsi. Si limitò ad agire.

Un raggio ad anelli raggiunse l'altro amministratore e questo cadde a pezzi davanti a lei prima di poter dire nulla, mentre la rabbia che le aveva offuscato la mente svaniva. Subito si rese conto di ciò che era successo e vide Runa Fuyutsuki e Dimitri Nikolai ghignare soddisfatti.

《Juushinchi levati di mezzo.》 Le urlò di colpo l'amministratore lottatore di sump, sbattendo la sua enorme ascia sul terreno.

L'intera strada venne avvolta da una terribile esplosione che rischiò di ridurli tutti quanti a brandelli. Fortunatamente i maghi furono portati in salvo appena in tempo dai nastri di Meito, che li lanciatono verso l'alto Per evitare Il Colpo delle esplosioni.

《Maledizione, dobbiamo sbarazzarci di quel grassone!》 Disse Mirai, ma il clown gli comparve davanti.

《Voi piccoli ratti non volete proprio vedere vero?》 Disse, pronta a lanciare i suoi raggi, ma una scarica verde piovve sopra di lei la prese in pieno, riducendola ad una statua di pietra.

《Sai com'è, abbiamo imparato da voi.》 Disse Midori, mentre la guardavano precipitare e ridursi in pezzi a terra.

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Capitolo 30
*** Destituzione - seconda parte ***


Juuroku non sapeva davvero se ridere o sputare sul terreno nel vedere l’incapacità dei suoi colleghi amministratori.

Finalmente Tempest era arrivata, gli umani sarebbero stati presto assorbiti dal re e riprogrammati fin dai meandri del loro Genoma e quei maledetti maghi sarebbero morti dal primo all'ultimo. Dopo tanta attesa, la loro vittoria sarebbe stata totale, ma loro si erano fatti tutti ammazzare!

Persino Shi e Juushinchi, gli unici che avesse mai considerato compagni decenti, si erano fatti ingannare da un russo coi capelli leccati, una mocciosa incinta e una emo dai capelli bianchi! Che cosa patetica!

Però tutti loro erano degli umani molto scaltri. Almeno quello doveva riconoscerlo. Erano sopravvissuti ai loro attacchi e all'epurazione varie volte nonostante lo svantaggio, a differenza di molti altri, ed erano riusciti a mettere davvero in difficoltà la realizzazione del loro progetto.

Ma lui li avrebbe fatti fuori tutti quanti dal primo all'ultimo e poi avrebbe fatto lo stesso con quella sporca traditrice di Nana! Il loro re lo avrebbe ricompensato con eterna gratitudine per questo una volta creato il nuovo mondo!

Muovendo ancora la sua ascia, generò altre esplosioni tremende, ma i ragazzi, tornati a terra, in un modo o nell'altro le bloccarono tutte.

Lui provò a lanciarne altre, ma fu costretto ad evitare un raggio verde che lo avrebbe mutato in pietra, per poi intercettare gli artigli di Alastor e la spada di Hana con la sua ascia.

《Dannati mocciosi!》 Sibilò lui, battendo nuovamente l'arma a terra e generando degli scoppi assordanti ovunque, creando crateri sul terreno e sui muri circostanti.

Solo che il ragazzo russo gli comparve davanti di colpo, spedendolo indietro con un'onda d'urto tremenda, mentre tantissimi nastri emergevano dal terreno e lo legavano come un salame.

《Adesso Xsoro!》 Sentì urlare al gemello biondo, mentre il potere del suo compagno sferzava l'aria con furia, tagliando tutto in due e sollevando una nuvola di polvere tremenda.

A quel punto il gruppo non trattenne un sorriso. Finalmente era finita. Almeno quella prima battaglia.

《Era ora! Sono tutti morti! Ci siamo riusciti!》 Disse il ragazzo con le cicatrici.

《Io non penso proprio.》 Disse di colpo la voce di Juuroku alle sue spalle, mentre alzava la sua ascia per abbatterla su di lui.

 

Il ragazzo era troppo vicino. Non avrebbe avuto tempo per fare nulla per difendersi. Poteva solo chiudere gli occhi e aspettare il colpo finale… che non lo raggiunse mai!

Quando aprì le palpebre, vide la lama vicinissima alla propria faccia, ma bloccata saldamente da un insieme di nastri, raggi verdi, proiettili luminosi, fiamme blu e rosse e lunghissimi artigli.

《Tu non lo tocchi il mio ragazzo, imbecille!》 Disse Mirai assolutamente furioso, mentre continuava a sparare senza sosta.

Tutti i maghi continuarono a sostenere l'attacco, ma non avrebbero retto a lungo. I loro simboli stavano svanendo rapidamente e, oltre al loro sangue che scendeva a fiotti, tutti sentivano una nausea orrida attanagliargli lo stomaco.

Quel tipo era forzuto, a livelli impensabili. Avevano messo insieme tutte le loro forze e abilità, eppure lui ancora resisteva e li stava addirittura mettendo in difficoltà!

Solo che poi un raggio luminoso uscì dal nulla, rigirando le braccia dell'amministratore fino a farle esplodere e perdere la presa.

《Ciao ciao, Juuroku~》 Cantilenò sadicamente Nana, uscita allo scoperto poco lontana.

《Tu! Dannata…!》 Provò a dire l'amministratore, prima che l'attacco combinato lo travolgesse in pieno, generando un terribile botto.

Di lui rimase solo l'ascia spezzata sul terreno e finalmente i maghi poterono tirare il fiato, osservando preoccupati i loro simboli, che avevano tutti superato la metà per colpa di quella battaglia serrata.

《Si può sapere dove diavolo eri andata a finire!?》 Urlò Xsorof a Nana, mentre si rimetteva in piedi.

《Beh sono andata un attimo a vedere che succede vicino all'altare. La situazione fa abbastanza schifo. E poi Volevo fare una bella entrata in scena per concludere la vita di quel cretino.》 Rispose lei, mentre gli altri maghi si avvicinavano.

《Non abbiamo tempo per questo. Adesso che restano solo Ichi e il re dobbiamo sbrigarci ad ucciderli prima che Tempest possa distruggere tutto!》 Disse Runa agguerrita, nonostante sembrasse stremata.

 

《E non abbiamo molto tempo. Molto presto tutti gli umani verranno assorbiti e il mondo come lo conosciamo noi finirà.》 Commentò l'amministratore, indicando i corpi per terra, che stavano diventando via via più trasparenti ed immateriali.

I maghi inghiottirono panico e fatica, riprendendo la loro corsa fino alla piazza in cui sorgeva la gigantesca struttura di carne e tendini.

《Il re si trova in cima, ma non vedo Ichi da nessuna parte.》 Disse Dimitri

《Beh, meglio per noi. Se riuscissimo a rovinare i loro piani senza dover sprecare ancora più vita sicuramente non mi lamenterei.》 Commentò Alastor, dando vita al pensiero di tutti.

 

《Allora dovremmo distruggere l’altare. A quanto ho capito, è questo che permette al re di usare tutto questo potere vero?》 Chiese Meito.

《Esattamente. In questo momento sta assorbendo tutta l'energia della Terra per dar luogo alla riprogrammazione dell’umanità.》 Rispose Nana.

A quel punto di chiaro a tutti cosa dovevano fare. Dovevano abbatterlo.

Mirai sparò subito uno dei suoi proiettili esplosivi, lasciando un grosso cratere sulla parete, solo che quella si tese di colpo, mentre delle enormi braccia sbucavano da essa, pronti ad abbattersi su di loro.

Fortunatamente Xsorof fu più veloce. Appena arrivò il suo Stick, una nuvola azzurra si alzò dai due arti, che caddero inerti, e si concentrò su tutti loro, rigenerando completamente i loro simboli ed eliminando stanchezza e dolore.

《Se questi orrore possiede tutta quell'energia, direi che può darne un po' a noi.》 Commentò lui.

《Si, una mossa intelligente, ma a questo punto dobbiamo separarci.》 Sentenziò Runa.

《Cosa!? Non se ne parla. L'ultima volta che lo abbiamo fatto non è finita affatto bene.》 Disse Midori, preoccupata.

《Lo so. Ma non abbiamo altra scelta. Il tempo sta scorrendo velocemente e noi dobbiamo eliminare questo altare prima che…》 Solo che una figura scese come un lampo, interrompendola.

 

Era alta e sottile, vestita con una elegante divisa nera dalle spalle bardate e con un volto che, eccetto per una piccola bocca, non era altro che una superficie liscia. Era il secondo in comando del re, Ichi.

《Siamo fregati.》 Commentò Nana, dando voce al pensiero di tutti. Lui ignorò il commento.

《Nana, ribelli, il re mi ha dato il compito di eliminarvi ed è quello che farò. Avete dimostrato notevole abilità nell'uccidere tutti gli altri, ma ora non ho intenzione di farvi fuggire.》 Disse, mentre tra le sue mani appariva una spada composta completamente di energia elettrica.

《Cazzo.》 Commentò semplicemente Mirai, prima che lui alzasse la lama e di colpo un ciclone iniziasse a vorticare attorno a loro.

I maghi non ebbero nemmeno tempo di reagire, prima che il vento li catturasse tra le sue spire, sollevandoli in aria e minacciando di farli a brandelli, nonostante i nastri del gemello corvino li stessero ancorando tutti al terreno.

Nana, l'unica libera di muoversi, saltò tra le macerie sollevate a gran velocità per provare a sparare i suoi proiettili contro di lui, ma si rivelò completamente inutile, esattamente come gli attacchi tentati dai ragazzi.

L'amministratore con i codini ringhiò, mostrando la sua rabbia per la prima volta. Ichi aveva un potere troppo grande per poterlo uccidere come avevano fatto con gli altri.

Anche se contro di lui si fossero schierati tutti i suoi diciassette colleghi, non avrebbero avuto possibilità. Ma ci doveva essere qualcosa che si potesse fare! Un punto debole in cui colpirlo.

Solo che di colpo i cinque artigli di Alastor, circondati da una strana aura luminosa, attraversarono il vento senza danno e trapassarono la spalla del loro nemico.

Quest'ultimo, colto di sorpresa, arretrò, mentre la sua spada svaniva e lo stesso faceva il vortice, facendo tornare a terra il mago dai capelli rosa e gli altri. Il giovane canadese lo guardò con disprezzo.

《Sottovalutare i propri avversari è sempre un’enorme sciocchezza.》 Disse lui gelido, fendendo nuovamente l'aria, mentre Hana e Mirai arrivavano al suo fianco con i propri stick già attivati, iniziando a lottare per tenere l'amministratore lontano dai loro compagni.

 

Lui, dopo un attimo di sorpresa, rispose senza esitazione. Un grosso raggio bianco venne lanciato dalle sue mani, ma la mora lo tagliò con la sua lama di fiamme blu, mentre il biondo sparava vari proiettili dal suo fucile e Alastor gli graffiava il petto con le sue falangi taglienti.

Runa, guardandoli, capì che quella era la sua occasione per agire. Chiamando a sé Meito e Xsorof, li portò davanti all’altare. 《Aprite un varco coi vostri poteri! Ho bisogno di entrarci.》

《Cosa!?》

《Se quello che Nana dice è vero, se questo coso non crollerà, il pianeta morirà in ogni caso anche se sconfiggessimo il re. Dobbiamo impedire che assorba tutta l'energia terrestre.》 Rispose lei decisa, stringendo la sua bussola. I due si guardarono ed annuirono.

I loro attacchi scavarono una profonda voragine nella parete, tagliando anche le mani gigantesche che avevano provato a reagire.

L'albina li ringraziò, prima di arrampicarsi ed iniziare a correre verso le sue profondità.

《Si direbbe che abbia bisogno di una mano.》 Commentò ridente Nana, sbucando dal nulla dietro di lei.

《E tu cosa…?》

《Mica resto la fuori a farmi ammazzare. E poi credo ti servirà un aiuto dal tuo amministratore preferito.》 Disse lei ridendo, accompagnandola.

 

Fuori dall’altare intanto, Ichi aveva notato il tentativo dei suoi nemici e volò veloce verso la grossa apertura, ma i lunghissimi artigli di Alastor lo legarono e lo riportarono indietro.

《Spiacente. Siamo noi i tuoi avversari adesso.》 Disse lui, accennando anche ad Hana e Mirai.

L'amministratore si liberò con uno strattone, solo che un raggio verde ridusse il suo braccio in pietra, mentre Midori e Dimitri arrivavano di corsa, insieme a Meito e Xsorof.

《Non preoccupatevi, stiamo arrivando.》 Disse il russo, nonostante fosse chiaramente provato da quel continuò combattere.

《No. Dovete tornare indietro.》 Ribattè la mora sorprendendo tutti.

《Runa ha ragione. Dobbiamo fare presto o il mondo finirà. Voi andate a sistemare il re. Ci occuperemo noi di Ichi.》 I due ragazzi al suo fianco annuirono, mentre Alastor e Xsorof si scambiavano uno sguardo d'intesa e il ragazzo biondo si accostava al gemello e al russo.《Dimitri, non ti ho ancora perdonato del tutto. Ma ti affido Meito. Proteggilo. Specialmente se morirò.》

Midori a sua volta guardò il ragazzo coi capelli rosa e la mora. 《Abbiate cura di voi, mi raccomando!》 Disse, mentre tutti e quattro correvano via, pronti alla loro battaglia più tremenda.

Gli altri tre annuirono, rivolgendo nuovamente la loro attenzione su Ichi, che per la prima volta sembrava davvero infuriato. Non potevano lasciarlo vincere. Dovevano ucciderlo ad ogni costo!

Fu lui stesso ad attaccare per primo, però, lanciando una raffica di proiettili luminosi contro di loro, prontamente bloccati dalla barriera di Alastor.

Mirai rispose al fuoco con i suoi proiettili bomba, e l'amministratore li schivò senza problemi, gli scoppi lo spedirono comunque per terra, dando il tempo ad Hana di caricarlo con tutta la sua forza.

Il corpo di Ichi era diverso dagli altri. A quanto pareva, gli attacchi corpo a corpo funzionavano su di lui. Però lui, dopo aver incassato vari calci da parte della mora, si trasformò in una densa nube velenosa, spargendosi tutto attorno a lei, facendole sputare sangue all’istante.

Il ragazzo dai capelli rosa sbuffò davanti a quello spettacolo, ma il biondo, con un simbolo a forma di A negli occhi, puntò un nuovo stick verso di loro. Un asciugacapelli.

Immediatamente l'amministratore fu costretto a tornare alla sua forma originaria, permettendo ad Alastor di colpire. I suoi artigli si mossero come spire attorno a lui, fendendo l'aria rapidissime, ma quel maledetto spiccò il volo, lanciando folgori che gli fecero rizzare i capelli in testa e lo costrinsero a spostarsi per non restare folgorato.

Solo che la mora, grazie al suo ombrello, gli volò rapidamente alle spalle e lo colpì sulla nuca a piedi uniti, interrompendo l'assalto. Lui però si girò velocissimo, sempre illeso da tutti i loro attacchi, e la spedì con uno schiaffo contro l'altare.

La ragazza sentì chiaramente un paio di costole incrinarsi, ma una nuova raffica dei proiettili di Mirai costrinse Ichi ad allontanarsi da lei.

Il biondo sentiva il sangue fluire veloce dal suo sopracciglio, ma non interruppe l'assalto. Non potevano permettersi di perdere. Non proprio adesso!

《Alastor!》 Urlò infatti, notando che le ferite causate dalle sue pallottole si stavano rigenerando in fretta. 《È il momento di sfoderare il nostro asso nella manica!!》

Alastor sembrava concordare in pieno, infatti sorrise leggermente e attivò il potere del proprio stick.

Stavolta gli artigli illuminati di bianco si piantarono con successo nel fianco di Ichi, troppo impegnato a respingere gli attacchi di Mirai e Hana, tornata anche lei alla carica nonostante il dolore.

E a quel punto, l'amministratore iniziò ad urlare. Urlare di dolore, mentre la sua tenuta si dissolveva, mostrando un corpo robotico e scheletrico che i due ragazzi bersagliarono senza pietà fino a quando lui non crollò a terra.

《Cosa… cosa… Cosa avete fatto?!》 Chiese a quel punto, cercando di rimettersi in piedi.

Alastor ghignò. 《Spiacente, mio caro. Puoi essere potente quanto vuoi, ma ti abbiamo in pugno. Sappiamo cosa è quella polvere metallica che ricopre ed costituisce lo stick. E sappiamo che è quella che vi rende amministratori. Quindi basta un mio colpo per creare una disfunzione e rompere il suo equilibrio molecolare.》 Disse, dandogli un'altra dose e facendolo crollare ancora.

Hana lo guardò impressionata. Seppur non riuscisse a sopportare quel ragazzo, doveva ammettere che era un combattente e uno stratega di tutto rispetto e adesso gli aveva dato la possibilità di vincere.

Solo che Ichi scattò di colpo, nonostante il tremendo dolore che sentiva, trasformando la sua testa in un gigantesco coccodrillo, e intrappolò il canadese tra le sue possenti fauci.

Lui sentì un dolore tremendo sulle cosce, le anche e le spalle, mentre i denti strappavano i vestiti e affondavano nella sua carne.

Ma prima che arrivassero a rompergli le ossa, sentì il tremendo colpo delle bombe di Mirai spedire l'amministratore lontano e lui venne sputato fuori, atterrando malamente sul terreno.

《Alastor! Tutto bene?! 》 Chiese il biondo preoccupato, perdendo sangue dalle sopracciglia e dalla bocca.

Il ragazzo dai capelli rosa si prese un attimo per rimettere a fuoco quello che stava succedendo. Era coperto di sangue, anche se fortunatamente le sue ossa erano intatte, ma i suoi vestiti erano stati ridotti a stracci, la stoffa che pendeva lacera e zuppa di sangue in più punti.

Sgranò di colpo gli occhi di fronte a quello scempio, furente, tirandosi in piedi senza curarsi del dolore e puntando i suoi artigli verso Ichi, ancora impregnato a combattere Hana in aria. 《QUESTI ERANO I MIEI VESTITI PIÙ BELLI! DELLA STOFFA MIGLIORE DELLA PROVINCIA! HAI UNA VAGA IDEA DI QUANTO COSTINO?!》

Il suo stick colpì nuovamente l'amministratore, cogliendolo di sorpresa e destabilizzando nuovamente il suo corpo, dando alla mora la possibilità di spedirlo sul terreno con un pugno terribile, dove lui rimase in preda alle convulsioni causate dagli artigli.

A quel punto, tutti e tre, ignorando il fatto che i loro simboli erano già stati cancellati per metà, si accanirono su di lui senza pietà e con tutta la magia che avevano alla massima potenza!

Il corpo scheletrico di Ichi venne colpito con una furia tremenda, data tutta dalla stanchezza, la rabbia e la voglia di sfogarsi dei tre, ma lui non si arrese. Non poteva deludere il re. Le sue abilità rigenerative non si era esaurite!

Trasformò la sua mano in una mazza chiodata, facendola partire dritta verso Alastor, ma delle pallottole e una lama blu la tagliarono via immediatamente.

《Mossa sbagliata tesoro.》 Disse Mirai, mentre una terribile scarica distruttiva data dagli artigli canadese attraversava il suo corpo, smorzando la folgore che voleva lanciare e mandandolo in mille pezzi prima che lui potesse opporre ancora resistenza.

Osservando poi il cadavere ridursi lentamente in polvere, i tre maghi, sanguinanti, esausti e doloranti, sorrisero vittoriosi.

《Ora… è tutto nelle mani degli altri.》 Disse Hana, mentre tutti e tre crollavano esausti sul terreno.

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Capitolo 31
*** Destituzione - parte finale ***


Meito sentì un brivido corrergli lungo la schiena appena Mirai crollò a terra esausto insieme ad Hana e Alastor, brivido che percorse istantaneamente i lunghi nastri con cui stava trasportando tutti verso l’alto.

《Meito? Ti senti bene?》 Chiese Dimitri al suo ragazzo vedendo la sua espressione.

《Si… io… credo di sì. Ho sentito… credo che Mirai e gli altri abbiano vinto. Hanno battuto Ichi!》

《Ne sei sicuro? Stanno bene?》 Chiese Midori.

《Si. È solo una sensazione… ma sento che Mirai sta bene.》 Disse lui con il sollievo di tutti. La paura incessante che i loro amici potessero morire li aveva accompagnati per tutta la loro scalata, che per altro era quasi finita. La punta dell’altare si stava avvicinando rapidamente e con essa il re e il loro scontro finale.

Tutti strinsero i loro stick, mentre finalmente giungevano in cima. Una accecante luce bianca stava venendo irradiata dal centro e stava proiettando terribili lampi nel cielo notturno.

La fonte di quel bagliore poi era la stessa ragazzina che era apparsa nel bel mezzo della città. Solo che ormai i suoi occhi avevano le sclere completamente nere e un sorriso mefistofelico le distorceva le labbra.

《Ah. Midori Imai, Xsorof V, Dimitri Nikolai, Meito Higurashi. Benvenuti.》 Disse poi, osservando i quattro ragazzi, sempre più vicini, senza cambiare espressione.

Loro sentirono una scossa di terrore. Ogni fibra del loro corpo stava urlando loro di voltarsi e fuggire. Nonostante il suo aspetto, dopotutto, quella ragazzina era una personificazione del pianeta Terra!

Il ragazzo con le cicatrici prese la parola. 《Tu invece devi essere il re. Sai perché siamo qui?》

《Si. So che volete fermare Tempest e lasciare che tutti gli umani del pianeta mantengano il loro essere fallaci ed emotivi. E se siete qui significa che siete riusciti ad uccidere Ichi e gli altri amministratori.》 Disse, mentre di colpo delle enormi mani sbucavano dai lati dell'altare.

《Questo è un risultato ammirevole. Ma non posso lasciare che vi intromettiate ancora.》.

Le mani scesero con foga su di loro, provando a schiacciarli senza pietà con schiaffi e pugni. I maghi si sparpagliarono per evitare di essere colpiti, ma era difficile. Midori era quella più in svantaggio.

Il pancione le impediva di correre e muoversi come voleva, ma non poteva fermarsi ora! Con il suo stick pietrificò una delle braccia prima che la colpisse e fece si che si venisse lanciato verso il re.

Purtroppo, a lei bastò un semplice gesto per mandarlo in pezzi, ma Xsorof ne tagliò altre con l'aiuto di Meito e Dimitri lanciò delle tremende onde d'urto, che però rimbalzarono inutili sulla sfera che avvolgeva quell'abominio.

Lei a quel punto aprì le braccia e una folgore arrivò rapida verso di loro, per poi impattare contro un muro di ghiaccio prontamente evocato dall'albina. Lei mosse il ventaglio e immediatamente una pioggia di lame gelide si schiantarono sulla sfera che avvolgeva il re, assistita dai nastri taglienti e le onde d'urto.

Ma tutto questo non servì a niente, giusto a far ridere la ragazzina. 《Devo ammettere che avete coraggio, è quasi un peccato che dobbiate morire.》

Lunghi fasci di muscoli e tendini si allungarono verso di loro a tutta velocità, ma Xsorof li tagliò tutti in un colpo, partendo poi all'attacco. Doveva avvicinarsi il più possibile a quella maledetta barriera. Lui era l'unico che avesse almeno una chance di distruggerla.

Nana gli aveva detto qualcosa di alquanto bizzarro prima dell’inizio di Tempest. Ovvero che lui, come Alastor, era un così detto “irregolare", un mago che aveva ricevuto il proprio stick in situazioni particolari che andavano contro le regole degli amministratori.

E soprattutto gli irregolari possedevano poteri in grado di danneggiare il re  in particolare semplicemente usando le loro abilità ed energia. E l'aver portato dentro di sé uno stick artificiale lo aveva reso tale!

Usando le capacità dei suoi occhi, iniziò a tagliare lo scudo luminoso più velocemente possibile, ma non era abbastanza per distruggerlo. Inoltre quelle dannate braccia continuavano a colpire ovunque nel tentativo di schiacciarlo!

Solo che poi una potente luce verde illuminò tutto e di esse rimase solo un cumulo di marmo, mentre Midori e Dimitri andavano in avanti, bersagliando la barriera con raggi pietrificanti ed onde d'urto.

Meito si aggiunse poco dopo, evocando quanti più nastri poteva, rendendoli il più possibile veloci e taglienti, lanciandoli poi verso il re, che di fronte a tutti quei colpi perse la sua espressione soddisfatta.

Con un gesto della mano, lanciò una potente scarica di energia bianca, ma il russo teletrasportò tutti via in un attimo, mentre Xsorof attaccava nuovamente col suo stick, mettendoci ancora più forza, splendendo di blu.

La barriera rimase salda, ma il re ormai aveva una faccia alquanto infuriata, mentre l’altare si illuminava ancora di più ed altre mani iniziavano a venire fuori per cercare di distruggerli.

I quattro si spostarono come poterono, per poi ritirarsi più indietro a causa del fiatone. Stavano perdendo tutti molto sangue e gli effetti collaterali dell’uso della magia si stavano facendo sentire sempre di più.

Ma a quel punto il re aprì di colpo le braccia per l'ennesima volta e una scarica bianca ancora più potente li travolge, stavolta prendendoli in pieno. Il ragazzo corvino fu lanciato con violenza sul bordo, ma vide con orrore Midori, Dimitri e Meito venire sbalzati oltre e precipitare in caduta libera!

《MEITO!》 Urlò il russo, afferrando il suo ragazzo per la caviglia e tenendosi a malapena ai viticci dell'altare con le unghie, ma non riuscendo ad afferrare Midori, che continuò a precipitare!

La ragazza già temeva l'impatto che l'avrebbe uccisa insieme a suo figlio, solo che qualcosa la prese saldamente per la vita, tenendola sospesa. I nastri del gemello dai capelli neri!

Il re, intanto, vedendoli indifesi, evocò un braccio gigantesco che li avrebbe sicuramente uccisi tutti e quattro… se Xsorof non avesse tirato fuori il suo asso nella manica... O meglio nella tasca.

Impugnò quella semplice racchetta da tavolo e la usò per colpire l’arto mentre nei suoi occhi si rifletteva il simbolo del capricorno. E a quel punto, l'attacco tornò al mittente, piegandosi e ingigantendosi e schiacciando il re con una forza tale da risuonare fin nelle viscere dell'altare, dove Runa e Nana stavano correndo.

 

《Ma che diavolo succede?》 Chiese la ragazza.

《O i tuoi amici sono stati distrutti o hanno più frecce al loro arco di quanto pensassi ~》 Rispose l'amministratore, trepidante.

Ormai si stavano avvicinando sempre di più al centro dell’altare, dove si trovava la sala delle riunioni e forse la chiave per vincere quella battaglia senza lasciarci le penne… forse. L’albina annuì e accelerò il passo più che poteva, fino a quando non arrivarono davanti ad una grossa porta bianca.

《Ok… ci siamo.》 Commentò la sua alleata, abbattendola senza pensarci due volte e rivelando la stanza col tavolo ovale in cui normalmente si sarebbero seduti gli amministratori.

《Bene. Adesso che si fa?》 Chiese Runa, prendendo posto e aprendo l'interfaccia, che mostrò subito la figura dell'altare, apparentemente sempre più saturo di energia.

《È semplice. Questo altare sta assorbendo la forza vitale del pianeta e la sta dando al re affinché possa riscrivere il mondo è la specie umana, quindi ci basta invertire le forze. Il re si ritroverà a secco e la Terra tornerà alla normalità… oppure esploderà tutto.》

L'altra si astenne dal commentare, ma doveva ammettere di essere nervosa. Se avesse sbagliato qualcosa, tutto il mondo sarebbe andato in fumo!

《Come facciamo ad invertire il flusso?》

《Ah non ne ho idea. Era Ichi l'esperto.》

La ragazza sgranò gli occhi. Come diamine potevano impedire la distruzione del mondo se nemmeno un amministratore sapeva che fare!? In quel momento l’avrebbe volentieri strangolata, ma non poteva perdere la testa proprIo ora.

《E allora che si fa?!》

Nana si sedette con lei davanti al computer. 《A quanto ne so, questo altare funziona come un albero. Trae le sue energie dal terreno e le porta fino alla cima dove il re lo riceve. Ma se qualcosa bloccasse il flusso e lo respingesse…》

Runa a quel punto prese l'accendino dalla sua tasca. 《Il potere di questo stick potrebbe bastare? È in grado di deviare e respingere la magia.》

Nana lo osservò. 《In linea teorica si. Ma ovviamente serve che copra un raggio d'azione piuttosto ampio, e questo potrebbe richiedere molta vita e io devo stare ai comandi per monitorare l’energia e farla fluire come vogliamo noi...》

Runa sospirò. 《Lo userò io. Non so se la mia vita sarà sufficiente, ma a questo punto non c'è più tempo per essere prudenti.》

《Bene. Allora mettilo contro una delle pareti e attivalo. E se saltiamo in aria… sarà un bel botto.》 Disse lei, mentre la ragazza si avvicinava ai muri luminosi ed infilava una mano in essi.

Appena attivò l'accendino, poi, li sentì tremare e iniziare a spegnersi lentamente, mentre Nana si affaccendava sulla tastiera, cercando in qualche modo di concentrare lì il flusso.

I muri di muscoli si stavano accendendo sempre di più, ma solo nella parte inferiore. I poteri dello stick avevano effetto!

Runa sentiva l'energia scalpitare come un fiume in piena, cercando di salire verso il re e minacciando di travolgerla, ma rimase salda e iniziò a spingerla indietro con forza. Il sangue e il sudore stavano colando sul suo corpo per lo sforzo, ma non osò fermarsi. Se avesse fallito, tutti quegli sforzi, le morti e le battaglie che avevano sostenuto sarebbero stati per nulla!

L'amministratore intanto, continuava a digitare forsennata. L'energia doveva rimanere sotto controllo per poter essere rimandata in indietro, ma se avessero sbagliato, sarebbero state entrambe ridotte in pezzi!

 

Solo che di colpo si sentì una forte scossa, che smosse tutto l'altare e spense i muri per un attimo. L'albina si guardò intorno confusa, ma poi una luce abbagliante avvolse tutto.

《CHE SUCCEDE ORA?!》

《O stiamo per morire o ci siamo riuscite. Incrociamo le dita.》 Rispose Nana, osservando le pareti splendere sempre di più… fino a quando tutto quel bagliore iniziò a scendere verso il basso velocissimo, scuotendo tutto fin dalla cima, dove Xsorof, Midori, Dimitri e Meito erano miracolosamente riusciti a rimettersi in piedi.

 

Tutti loro videro l'incredibile bagliore diminuire sempre più giù, seguito da un sonoro urlo della loro nemica, per ritornare poi a scorrere dentro la Terra e lasciando l'altare grigio e devitalizzato.

《Ce l’hanno fatta. Runa e Nana ci sono riuscite!》 Esultò il russo, mentre tutti e quattro tornavano a fronteggiare il re per l'ennesima volta.

Lei sembrava alquanto furiosa. Il suo scudo si era spezzato e lei stessa sembrava meno… in qualche modo meno potente. Era crollata in ginocchio, con dei segni simili a crepe nerastre che le percorrevano il viso e le mani e anche la sua aura luminosa si era notevolmente indebolita.

《Cosa le sta succedendo?》

《È probabile che sia stata privata della maggior parte delle forze. È il momento di attaccare!》 Esclamò il ragazzo con le cicatrici, mentre tutti raccoglievano le poche energie rimaste.

Il re, vedendoli avvicinarsi, spalancò nuovamente le braccia, lanciando una serie di proiettili verso di loro, che vennero bloccati dai nastri viola, che attaccarono veloci insieme ad una pioggia di lame di ghiaccio.

Lei alzò un altro scudo, ma ormai era nel panico. I poteri che le erano stati concessi dall'energia del pianeta erano stati prosciugati e il suo corpo sembrava sul punto di sfaldarsi sotto quegli assalti che prima non l'avevano nemmeno scalfita.

Solo che di colpo sentì un forte dolore e il suo braccio destro venne tagliato via, mentre Xsorof, avvolto da una scintillante aura blu, e i suoi amici ribelli piombavano sopra di lei.

La ragazzina reagì d'istinto, scaraventando indietro Meito con un'onda d'urto, ma gli fece solo un graffio e una presa possente si strinse attorno a lei senza lasciarla, mentre Dimitri tirava fuori la sua bambola.

《Stagli lontano, mostro.》 Si limitò a dire, stringendo ancora le dita.

 

Le crepe sul corpo del re ormai lo stavano intaccando, ma lei non demorse. Alzò l'unico braccio rimasto e evocò altri arti giganti dall'altare, ma Midori lo ridusse ad un inutile cumulo di roccia col suo stick.

Lei tentò nuovamente di opporsi, ma la presa si strinse ancora di più attorno a lei, soffocandola. Non si era mai sentita così vulnerabile, così indifesa, così… umana.

In un moto di disgusto, emise una tremenda scarica di energia bianca, liberandosi e partendo velocissima in volo verso Xsorof. Era tutta colpa sua! Sua e di tutti quegli schifosi irregolari, Nana compresa! Aveva fatto molto male a non liberarsi subito di loro, ma adesso avrebbe rimediato!

Si preparò a tagliare in due il ragazzo, ancora intontito, ma un forte bagliore verde la colse di sorpresa, riducendo la sua gamba destra a pietra mentre i nastri la tagliarono via poco dopo, gettandola per terra.

Midori, Dimitri e Meito si avvicinarono. Erano coperti di graffi, lividi e sangue e la ragazza ansimava a causa del peso del pancione, ma tutti e tre sembravano più agguerriti che mai, mentre lei si stava lentamente indebolendo.

Il suo corpo, provato da quell’intimo attacco, si stava lentamente sgretolando come se fosse stato una statua. Dei pezzettini si staccavano dalla sua pelle spaccata e si dissolvevano nel nulla. Ma non poteva farsi sconfiggere. Non così! Lei doveva portare l’umanità sulla via della felicità eterna, non poteva farsi distruggere da un gruppetto di ragazzini ribelli!

Si tirò su a fatica, osservando i quattro maghi con odio, respirando pesantemente per la fatica. Ormai sia lei che loro erano rimasti quasi del tutto senza forze. Quello scontro ormai era basato su chi avesse resistito più a lungo.

Evocò ancora i suoi fulmini di luce bianca, urlando per lo sforzo, creandone sempre di più, per poi lanciarli con tutta la sua forza contro i suoi nemici.《Non vi permetterò di vincere! Avete sentito!? Vi schiaccerò tutti come le blatte che siete!》

L'aria ormai crepitava di energia, facendo rizzare i capelli in testa a tutti i presenti, ma questo non gli impedì di rispondere con tutta la forza che gli era rimasta, bloccando entrambi gli attacchi a metà strada.

Xsorof imprecò, guardando i loro simboli svanire sempre di più e il sangue scorrere copioso. Quel mostro aveva ancora tutta quella forza eh!?

《Non fermatevi! Ancora un piccolo sforzo!》 Urlò ai suoi compagni, che annuirono, aggiungendo ancora più Potenza al loro attacco. Quella battaglia era andata avanti troppo a lungo. Dovevano darci un taglio!

Il re, che stava tentando di tenere sotto controllo il flusso irregolare dei suoi poteri, con centinaia di crepe luminose ormai aperte ovunque sul suo corpo, venne presa alla sprovvista spinta indietro da quel flusso soverchiante, fino a quando anche le sue ultime abilità si prosciugarono.

Venne travolta da quell’attacco senza possibilità di opporsi o sposarsi. Il suo corpo venne consumato, lasciando dietro di sé un urlo straziato e una nuvola di polvere brillante, seguito da silenzio più totale.

 

I giovani maghi, osservandola ridursi a niente, sentirono un moto di pura felicità agitare i loro cuori, ma poi l'ennesima scossa mosse l'altare, che iniziò nuovamente a generare una luce bianca ancora più accecante di prima.

Essa avvolse tutto, cancellando la città, le strade, il cielo, ogni cosa e i quattro maghi si ritrovarono di colpo a galleggiare nel vuoto senza che potessero fare nulla.

《Ehi ma Che… che sta succedendo!?》 Chiese Dimitri preoccupato.

《Non ne ho idea! Nana aveva detto che il re era una propaggine dell’energia terrestre e che distruggerla avrebbe potuto salvare il pianeta o distruggerlo.》 Rispose Xsorof preoccupato.

Tutti e quattro si guardarono  intorno terrorizzati. Avevano fallito nonostante la vittoria? Avevano forse condannato la Terra in ogni caso!? Sarebbero morti anche loro?!

《Che sfortuna che sfortuna. Perché quelle facce?》 Chiese di colpo una voce ridente e conosciuta alle loro spalle, facendoli voltare per la sorpresa. Nana e Runa fluttuavano insieme a loro in quel vuoto bianco.

《RUNA! NANA! STATE BENE!》 Esclamativo Midori e Dimitri, abbracciando la loro amica. Anche lei sembrava alquanto provata, ma stava addirittura sorridendo, segno che forse non erano sul punto di morire tutti.

《Non siamo le sole.》 Disse poi, indicando altre tre figure in avvicinamento. Alastor, Hana e Mirai giunsero poco dopo davanti ai loro compagni. Tutti loro erano stati feriti in maniera piuttosto seria, ma avevano in faccia un'espressione soddisfatta.

《MIRAI!》 Urlarono Xsorof e Meito, stringendo il biondo in una presa ferrea appena lo videro.

《Ci hai fatto prendere un colpo! Non farlo più!》 Dissero all'unisono, facendo ridere il ragazzo di gusto, mentre anche il rosato e la mora venivano abbracciati dagli altri in un moto di sollievo, in particolare da Midori.

《Siete stati davvero fantastici voi quattro, Mido Chan. Nemmeno io avrei saputo fare di meglio. E se lo dico io…》 Commentò il canadese sogghignando.

《Grazie. Anche voi siete stati fantastici… ma forse non servirà a nulla. Il re è morto ma forse la Terra intera verrà distrutta a causa nostra!》 Rispose l'albina, facendo scendere un velo preoccupato su tutti loro.

Solo che un colpo di tosse da parte dell'amministratore li fece voltare tutti. 《Non state sempre a pensare alle catastrofi. Quello è il mio lavoro. Il pianeta non sta venendo distrutto. Sta venendo ripristinato.》

《Ripristinato? Cosa vuol dire?》 Chiese Hana.

《Semplicemente verrà riportato al suo stato normale ora che il re è morto. Ogni traccia del suo operato verrà cancellata dal tempo e dallo spazio e anche dalla memoria di tutti. Inclusa la magia che lei ha portato nel mondo e gli stick stessi, insieme ovviamente a tutti i cataclismi che ha causato.》

I ragazzi, a quelle parole, osservarono con attenzione i loro oggetti magici. Effettivamente… erano diversi. Non c'era più alcun genere di decoro particolare o porta USB e quella strana aura che portavano con loro era svanita nel nulla, portando con se anche i tatuaggi che rappresentavano la vita rimasta e tutte le loro ferite.

Ora non erano altro che comuni oggetti e loro non erano altro che comuni ragazzi.

 

Alastor, osservando la sua ormai comune protesi bianca, si rivolse a Nana. 《Ma allora cosa è questo posto? E a noi cosa succederà adesso? E ai nostri cari?》

《A voi non succederà nulla. Siete gli ultimi maghi in vita sul pianeta. Gli unici che abbiano toccato con mano la magia e sono sopravvissuti a Tempest. Per questo avrete il privilegio di ricordare ciò che è accaduto ed è per questo che siete qui. Questo posto è una specie di spazio intermedio che ospita chi non subirà il cambiamento della memoria. Ma i vostri cari dimenticheranno ogni cosa legata alla magia, esattamente come ogni altra persona al mondo che non ha mai usato uno stick.》 Disse lei, osservando poi la sua mano, che si stava facendo sempre più trasparente e immateriale.

Beh, a quanto pareva era arrivata al capolinea. Dopotutto, anche lei era un segno dell'operato del re. Perciò anche lei sarebbe svanita nel nulla. Era una fregatura, come lo era stata la sua vita intera, ma almeno aveva avuto il piacere di prendere a calci Juuroku e di farla in barba al re e ad Ichi.

Quel velenoso desiderio di vendetta sul sito per maghi apparentemente immotivato che aveva sempre sentito fin da quando era diventata quella che era sembrava essersi acquietato, quindi poteva dirsi più o meno soddisfatta.

Perciò, guardò un'ultima volta quel gruppetto di maghi tanto particolari che aveva compiuto l'impossibile.

《Beh maghetti, voi e le vostre disgrazie siete stati un fantastico spettacolo da guardare. Mi avete proprio fatto divertire. Continuate pure a far fuori tanta gente è a spassarvela. Mi raccomando.》 Disse, mentre il suo volto, ormai trasparente, ritornava per un attimo quello sorridente di una ragazzina dai cortissimi capelli neri, poco prima che il bianco avvolgesse tutto.

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Capitolo 32
*** Epilogo ***


Un bambino sui cinque anni dalla pelle candida correva ridendo in un grande prato, sotto lo sguardo vigile di una giovane donna sui ventuno anni dalla lunga chioma bianca, seduta sotto il portico della casa in cui vivevano insieme.

Appena si accorse di lei, il piccolo corse subito ad abbracciarla. 《Mamma, mamma! Quando arriveranno gli zii? Voglio vederli! Quando arrivano? Quando? Quando?! Ci saranno tutti?!》

《Mamoru, stanno arrivando, non preoccuparti, e sono sicura che saranno tutti felicissimi di vedere il loro nipotino preferito.》 Rise Midori, prendendo il figlio in braccio ed emettendo uno sbuffo divertito.

Sicuramente, solo perché non aveva più poteri magici e non c'erano più nemici sovrannaturali da combattere, la sua vita non era diventata per nulla noiosa. E doveva tutto a quel bimbo felice che animava le sue giornate ormai da cinque anni.

Dopo la sconfitta del re, lei si era principalmente concentrata sulla sua gravidanza. In seguito alla battaglia finale tutti loro si erano ritrovati nelle loro case e, come aveva predetto Nana, erano gli unici a ricordare cosa fosse realmente successo.

Tutti i danni causati da Tempest e gli amministratori alle varie città erano stati cancellati insieme alla memoria e questo aveva permesso a tutti loro di rimettere insieme le loro vite e le loro famiglie.

E per lei poi era stata davvero una fortuna. Xsorof e i gemelli l'avevano assistita in casa per le ultime settimane, insieme anche tutti gli altri ex maghi, e a metà del mese di agosto, il fatidico momento della nascita era arrivato.

Doveva ammetterlo, non aveva mai sentito un dolore simile. Aveva rischiato più volte di finire a pezzi nella loro guerra contro gli amministratori e sicuramente aveva incassato dei colpi tremendi, ma il parto era stato molto molto peggio.

Persino Alastor e Mirai, venuti insieme a tutti gli altri a darle supporto, erano rimasti sconvolti da tutti gli insulti e imprecazioni che aveva lanciato a causa del dolore. Ma ne era sicuramente valsa la pena.

Appena le avevano dato in braccio quel neonato vispo e sano aveva sentito il cuore gonfiarsi d'amore e aveva capito che tutti i suoi sacrifici e la fatica erano serviti a qualcosa.

Ovviamente, crescere un bambino come madre single, specialmente così giovane, era stata estremamente dura. Ma per fortuna aveva sempre potuto contare sui suoi amici ogni volta che ne aveva bisogno.

Hana e Runa amavano suo figlio come se fosse stato loro e i gemelli, Dimitri e Xsorof lo avevano sempre considerato il loro nipotino. Per non parlare poi di Alastor, Keiro, Kazuchi e Asahi e di tutto il sostegno anche economico che le avevano dato.

Il rosato e il suo ragazzo poi dicevano sempre che lo avrebbero reso il bimbo più ben vestito del Giappone! Ma doveva ammettere che certi aspetti degli ultimi cinque anni erano stati proprio una sfida.

Le notti in bianco, la preoccupazione che si facesse male, i disastri con pannolini e biberon, i pianti per le coliche o la nascita dei primi dentini, più tutti i guai che solo un bimbo così piccolo poteva combinare sicuramente non le mancavano, ma non si era mai sentita così felice e fiera di se stessa.

Sentire le sue prime parole, vedere i suoi primi passi, giocare con lui, leggergli storie, vederlo sorridere… tutto questo l’aveva sempre colmata di orgoglio.

Poi Mamoru era un ragazzino gentile e allegro, per nulla come suo padre, e questo non poteva che darle sollievo. Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto raccontare a suo figlio il modo in cui era nato, già altre volte lui le aveva chiesto come mai lui non avesse un papà, ma lei aveva sempre evitato la domanda.

Per quanto possibile, voleva che avesse un’infanzia felice e spensierata senza che l'ombra di Subaru e quello che le aveva fatto lo rattristasse.

Solo che il suono di macchine in arrivo la distrasse dai suoi pensieri e fece brillare gli occhi del bambino.

《Sono arrivati! Gli zii sono arrivati!》 Urlò infatti, correndo incontro a Xsorof e tutti gli altri appena scesero dalle vetture, venendo prontamente abbracciato e salutato da tutti loro.

La donna si avvicinò a sua volta con un sorriso. Anche i suoi amici, esattamente come lei, erano cresciuti e si erano fatti più adulti.

Ora Alastor aveva una leggera barbetta e i capelli di Hana erano un po' più lunghi. Poi quelli di Xsorof erano più corti e quelli di Meito erano raccolti in una coda bassa e al suo dito, esattamente come su quello di Dimitri, brillava un anello simile anche a quelli di Mirai e del suo ragazzo.

In poche parole, erano molto diversi da prima, ma sotto sotto erano sempre i suoi vecchi amici di un tempo.

 

Li fece entrare in casa appena giunsero alla porta, non mancando però di notare come al solito l’assenza di Loki, Mayumi e Sarah.

Quando Nana aveva detto che l'operato del re sarebbe stato annullato, tutti loro avevano sperato che i loro amici caduti tornassero, ma ovviamente non era possibile.

Tutte le morti che erano avvenute non potevano essere cancellate, solo attribuite ad incidenti o attentati. Ed essere gli unici a ricordare ciò che era veramente successo, era stato spesso un grosso peso. In particolare Runa e Alastor erano quelli che risentivano maggiormente di quella situazione.

Spesso il suo amico le aveva raccontato di essere stato tentato di rivelare tutto a Keiro, Kazuchi e Asahi e allo stesso modo l’albina si era sempre sentita colpevole per le bugie che aveva dovuto raccontare ai signori Totsuka e a Natsu.

Lei stessa spesso si aveva avuto una strana sensazione nel passeggiare nelle strade e pensare che nessuna delle persone attorno a lei poteva conoscere la paura e la fatica che lei e gli altri maghi avevano sperimentato, quindi almeno in parte poteva capire.

Fortunatamente il ragazzo dai capelli blu e l'uomo dagli occhi verdi, anche se non potevano ricordare nulla di quello che era accaduto, stavano facendo tutto quello che potevano per rimanere al loro fianco e cercare di lenire quell'angustia che ogni tanto li assaliva e sembrava che poco a poco stesse funzionando.

 

《A cosa pensi?》 Le chiese Hana, distraendola di nuovo dalle sue riflessioni e sedendosi accanto a lei.

《A nulla di particolare. Solo… Mi sento molto fortunata in questo momento.》 Rispose, osservando il figlio chiacchierare allegramente insieme a Mirai.

La mora sorrise, stringendola un po'. 《È un bambino fantastico, Midori. Hai fatto un lavoro magnifico come madre.》

《Grazie. Ma io mi sento fortunata anche perché ho conosciuto tutti voi. Grazie a voi sono cresciuta molto e ho potuto farmi carico del ruolo di madre. E di questo sono felice.》 Rispose lei, prima che Mamoru le saltasse in braccio e le trascinasse tutte e due in mezzo al soggiorno urlando che voleva giocare Insieme a tutti nell'ilarità generale.

Se c'era un'altra cosa per cui tutti quanti erano grati a quel bambino era proprio la sua energia così frizzante che aveva sempre rallegrato tutti fin dal giorno in cui era nato.

Le loro risate andarono avanti fino a sera, quando furono tutti troppo esausti anche solo per muoversi e Mamoru finalmente iniziò a sbadigliare per il sonno In braccio a Runa.

《Come sei carino Mamoru. Queste visite sono sempre degli splendidi eventi.》 Commentò Alastor accarezzando i capelli neri del piccolo.

《Hai ragione. Grazie Midori. È sempre un piacere riunirsi in queste situazioni.》 Disse Dimitri, mentre la donna metteva il figlio sotto le coperte.

Stava per spegnere la luce, quando il bambino la prese per la manica. 《Aspettate. Mamma, mi puoi raccontare ancora la storia dei maghi che combattono gli amministratori cattivi? Per favore!》 .

 

Gli ex maghi si guardarono tra di loro sorpresi, ma quello sbigottimento mutò presto in piacere appena l'albina iniziò a raccontare di un gruppo di ragazzi coraggiosi, che armati di poteri magici e grande coraggio avevano affrontato coraggiosamente e poi sconfitto il male tra le urla di giubilo del piccolo.

Quella era la favola preferita di Mamoru, quella grazie alla quale si addormentava ogni notte. Ma lui non aveva la minima idea che non fosse affatto una semplice favola.

Sua madre gli avrebbe un giorno raccontato tutto quello che era successo a lei e i suoi amici, senza nascondere più nulla, esattamente come gli avrebbe parlato di suo padre, ma non era ancora arrivato il momento. Per ora, tutti loro gli avrebbero permesso di godersi la sua infanzia felice.

Perciò, Midori gli baciò la fronte e rimboccò le coperte, uscendo lentamente dalla stanza e lasciando il bambino a sognare eroici scontri di magici paladini.

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