mio piccolo grande detective

di Sherry_4869
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** pioggia ***
Capitolo 2: *** nero ***
Capitolo 3: *** sofferenza ***



Capitolo 1
*** pioggia ***


Era una piovosa mattinata di Ottobre, e Ai si era appena svegliata.

Dalla finestra proveniva il dolce picchiettare delle gocce di pioggia, che regalava al
panorama oltre quel vetro un aspetto a dir poco poetico, romantico.

La ragazza si alzò a fatica e si preparò, ancora intontita dal sonno, il suo caffè
mattutino.

Quella mattina però non si sentiva affatto in forma: Sentiva un nodo alla testa, e
sentiva di avere lo stomaco sottosopra.

Doveva essere per la movimentata serata del giorno prima…


FLASHBACK


Terrazzo della torre di Tokyo, ultimo piano...
Un uomo e una donna appoggiati alla parete...
Lui, alto, robusto, dai lunghissimi capelli chiari...
Lei, un po’ più bassa e minuta di lui, con i capelli castani, esausta e sanguinante...
 
Gin,  le sorrideva con aria compiaciuta, lei era attaccata al muro, immobilizzata da lui
da lui.

Ai Haibara era di nuovo nel corpo di Sherry, ed era piena di ferite e Gin le aveva già
sparato per indebolirla, ma facendo attenzione a non colpirla in punti vitali:
voleva ucciderla con le sue mani, voleva godersi il momento in cui l’avrebbe tolta di mezzo,
in cui il cuore della traditrice avrebbe smesso di battere, in cui quella donna avrebbe
esalato l’ultimo respiro, e non voleva rischiare di anticiparlo e perderselo...

... Ma quel momento sembrava ormai essere arrivato.

La ragazza, nel suo corpo da donna, ferita su tutto il corpo, piena di rabbia e
rassegnazione allo stesso tempo, aveva una pistola puntata alla tempia.

Era la fine.

“S-sai Gin...” Disse a fatica la ragazza.
“Sì, Sherry?” le rispose Gin con un diabolico sorriso.
“il farmaco... Il farmaco con cui hai ucciso quel famoso detective…”
“Certo! Il tuo prodigioso farmaco con cui ho spezzato la vita di Shinichi Kudo!”
La ragazza annuì.

“... Vorrei non averlo mai creato...”

“Non puoi cambiare ciò che è stato, mia cara Sherry. E in ogni caso non ha più
importanza, fra pochi secondi non avrai più alcun senso di colpa” esordì Gin,
appoggiando il dito sul grilletto della pistola, mantenendo stampato sul viso sempre
quel terribile sorriso compiaciuto.
 
 “Perché finalmente ti ucciderò con le mie mani!”

I suoi occhi brillavano, gli occhi di un criminale malato e senza scrupoli che muore
dalla voglia di uccidere.

Gli occhi di Sherry erano ormai spenti, non riusciva quasi più a parlare, provava
dolore.

Dolore fisico e morale, e molta, molta collera.

Avrebbe solo voluto provare a vivere una vita normale, la vita di una ragazzina delle
elementari.

Ma non le era permesso.

Quando pensava che ormai, da un momento all’altro, sarebbe passata a miglior vita,
vide qualcosa muoversi alla sua sinistra...

 
...


 
ANGOLO DELL’AUTRICE: Ecco, come promesso, il remake di ‘Mio piccolo grande detective’ che ho preferito spezzare in tre capitoli! Spero apprezziate! Ditemi cosa vi è piaciuto e cosa no, se avete notato errori che ignoro di aver fatto, cosicché possa correggerli e rendere la lettura più gradevole!

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Capitolo 2
*** nero ***


SBAM!!!

 
... In pochi secondi Conan scagliò una pallonata alla mano di Gin che gli fece volare
via la pistola.


Gin stesso si scansò, lasciando cadere la ragazza a terra, senza energie, riversa sul
freddo, gelido pavimento di quel terrazzo in cima alla torre di Tokyo.
Non riusciva neanche a muoversi.
Iniziò a sentire le gocce di pioggia bagnarle il viso, sentì Gin urlare: “Vodka, corri,
dobbiamo andarcene!”.
Poi...
Improvvisamente...
... Un forte dolore al petto.
Un dolore che non la lasciava più respirare: era l’effetto del farmaco, il suo tempo
stava scadendo, e presto sarebbe tornata bambina.

Doveva correre a nascondersi, ma non poteva.
 
Non ce la faceva.
 
L’ultima cosa che sentì furono le sirene della polizia, poi più niente...

...

Sì risvegliò due ore dopo, di nuovo nel corpo di Ai. Era quasi mezzanotte, si trovava
nel suo caldo letto.
Si tirò su, lentamente, mettendosi seduta.
“M-ma... Sono...”
La ragazza si guardò intorno, con un’espressione che era un misto di stupore e
profonda stanchezza. Lo sguardo di chi non ha più la forza di stare sveglio, ma che
combatte un duello all’ultimo sangue pur di rimanerlo.
Si guardò di nuovo un po’ attorno.
 
“Sono viva...” mormorò, quasi avesse paura a pronunciare quelle parole.

“Sì, sei viva, Ai” le rispose improvvisamente una voce familiare.
 
La ragazza sussultò: Conan era appoggiato al muro in fondo alla stanza, con la
testa china a fissare il pavimento e le braccia incrociate.
 
“Ora dimmi, Ai...” iniziò in modo calmo il ragazzo, per poi esplodere, al punto da
spaventare la castana: “Cosa volevi fare?!?! Volevi mettere fine alla tua vita? Volevi
smettere di scappare e dargliela vinta!?”.
 
“Lo so Conan, mi dispiace…” disse Ai con la voce tremolante.
Conan le si avvicinò e si sedette sul letto della ragazza, un po’ più calmo: “Mi hai
fatto preoccupare... Non farlo mai più!”. Ai avrebbe voluto rispondergli, ma sentì
un’improvvisa fitta alla testa. Si stava sentendo di nuovo male, e non capiva perché.
Conan se ne accorse subito e si agitò: “Oh cavolo!! Stai ancora male! Cerca di
sdraiarti, vado a chiamare il dottor Agasa!!”.
Detto questo, l’occhialuto corse fuori dalla stanza.
‘No... Resta qui...’ pensava la ragazza. Quelle parole avrebbe voluto dirle, non solo
pensarle, ma non ce la faceva.
Il ragazzo sparì fuori dalla porta, e lei crollò.

FINE FLASHBACK

La serata per lei era finita così.
Guardò la sua tazzina e il caffè ma... Le si era chiuso lo stomaco.
Capì che non sarebbe riuscita a mandarne giù neanche un sorso, e non lo bevve.
“farò a meno del caffè, il lavoro non aspetta.” Si disse, in fondo non aveva molta
scelta. Si sedette alla scrivania e prese il quaderno dove teneva tutti gli appunti
riguardanti l’APTX4869.
La ragazza lo prese insieme a una penna, ma non appena lo aprì capì che
probabilmente avrebbe faticato, e non poco: non riusciva a leggere nulla.
Le parole erano sfocate e tremolanti.
Ai si guardò una mano, e la situazione era la stessa.
“mh... Accidenti... Non mi sono ancora ripresa da ieri sera, non posso crederci...” e si
toccò la fronte.
Il suo stomaco era stretto, e la gola era tappata da un nodo.
“Forse... Forse mi aiuterà sciacquarmi la faccia con acqua gelata.” la ragazza entrò
nel bagno.
Prima, quando ci era entrata, nonostante lo specchio fosse davanti a lei, non aveva
fatto caso al suo aspetto, e quando vi rientrò quasi si spaventò da sola: i suoi capelli
castani erano spettinati, il suo colorito era cadaverico, le sue guance erano graffiate,
i suoi occhi verdi erano lucidi, spenti e su tutto il corpo era piena di cicatrici, bende e
cerotti.
 
... Ma già lo sapeva.
Lo sapeva già di essere piena di ferite, Gin le aveva sparato sette proiettili, ma non si
era ancora accorta di come l’avesse ridotta la sera prima. Dopo essersi sciacquata la
faccia, prese una spazzola e tentò di rimettere a posto i capelli. Di certo sarebbe
stato un miglioramento, seppur piccolo.
Aveva ancora addosso il suo pigiama: un pantaloncino nero e una maglietta nera.
 
Il nero.
 
Il colore che aveva fatto parte di tutta la sua vita.
 
Ciò che viene sempre associato a tutto ciò che è negativo: le tenebre, la morte,
l’oltretomba...
 
Per lei significava semplicemente l’organizzazione criminale di cui aveva fatto parte
fin dalla nascita, quel qualcosa che malediceva costantemente, ciò che le aveva
portato via la famiglia.
 
 
...
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE: ecco la seconda parte del remake! Spero vi piaccia, intanto sto continuando a lavorare alla “giornata al mare”, anche se per ora sto ancora lavorando al tredicesimo capitolo. Spero apprezzerete comunque anche questo! A presto! <3

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Capitolo 3
*** sofferenza ***


Mentre faceva queste riflessioni, di fronte allo specchio, la porta
d’ingresso si spalancò di colpo.
La ragazza non fece neanche in tempo a chiudere la porta del bagno, che rimasta
aperta, non aspettando visite: era Conan, che, non accortosi della presenza di Ai in
bagno, aveva iniziato a chiamare lo scienziato.

“Dottor Agasa!!!” urlò il ragazzo.
“Come sta Ai?!”.

Sul volto della ragazza comparve un sincero sorriso.
Stava per dirgli ‘sono qui’.

Avrebbe voluto.

Alzò un braccio.

“Co...” non riuscì a terminare la parola, che improvvisamente ebbe forti vertigini.
Conan la sentì e subito le corse incontro.

“Ai! Che ti succede?”

La ragazza continuava ad ansimare, appoggiata al ragazzino che non sapeva cosa
fare. Lei tentò di parlare, ma non ci riuscì. Tutto attorno a lei continuava a muoversi
lentamente e in disordine, iniziò a vedere sempre meno e sentì un nodo alla testa.

“Co... Conan... Io...”

Conan la interruppe: “Non parlare, non sforzarti, ti riporto a letto!”
 
‘Ma che diavolo mi succede?! Maledizione, non ho più il controllo su me stessa!’
 
Ai crollò tra le sue braccia, praticamente svenuta.
Il ragazzino la prese in braccio e la appoggiò sul letto mettendole un cuscino sotto
alla testa.
La ragazzina non aveva smesso di ansimare, il suo volto era contratto in
un’espressione di sofferenza, non muoveva un muscolo, era tutta sudata e aveva
iniziato a tremare.
Il ragazzo, preoccupato, le toccò la fronte.
“sei molto calda Ai, mi sa che ieri a causa del freddo ti sei presa una bella influenza,
 vado a prendere il termometro!”
Conan scattò in piedi e corse a prenderne uno.
Ai non riusciva quasi a tenere gli occhi aperti, ma avrebbe voluto dirgli qualcosa
come: ‘no, ti prego! Non lasciarmi da sola!’, ma parlare era uno sforzo che in un
momento simile non avrebbe osato fare.
Conan tornò poco dopo con in mano uno straccio bagnato, glie lo mise sulla fronte e
subito dopo le misurò la temperatura.
“Ai... Ci credo che stai male! Hai 40,8, è davvero alta, chiamo subito il Dottor Agasa,
se è andato a fare la spesa non lo disturberà una telefonata, tu intanto cerca di
dormire, intesi?”

Dormire? Anche dormire sarebbe stato uno sforzo troppo grande.
Stava soffrendo, avrebbe voluto mettersi a piangere e pure le lacrime che erano in
procinto di bagnarle gli occhi le causavano forte dolore fisico.
Sentì le forze abbandonarla completamente, e smise di lottare.


...


Quando si risvegliò era già ormai pomeriggio.
Si alzò lentamente dal cuscino, e si rese subito conto di stare meglio. Conan stava
dormendo appoggiato al letto, con le ginocchia a terra, e sembrava distrutto.
La ragazza sorrise, anche il Dottor Agasa si era appisolato, e sul comodino che lei
aveva di fianco c’erano delle medicine.
Ancora una volta il piccolo Sherlock Holmes in miniatura dai grandi occhiali l’aveva
salvata dalla sofferenza.
‘mio piccolo grande detective’ pensò lei, quando si rese conto che lui si era
addormentato... Tenendole la mano.
 
 
...
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE: Eccomi, per terminare così questo remake a cui tenevo tanto! Spero vi piaccia, ora mi concentrerò su “giornata al mare” e vi avverto, miro ad arrivare entro metà settembre a pubblicare il capitolo 15, ma poi farò una pausa, dato che sarò pienissima di impegni e probabilmente non accenderò neanche più il computer per un po’! Se in qualche fortuito caso, dovessi riuscire a ritagliarmi qualche oretta di tempo, mi piacerebbe pubblicare qualche one-shot per tenervi compagnia! Ovviamente non vi assicuro nulla, non voglio fare promesse che potrei non mantenere. Ditemi cosa ne pensate di questo remake, che spero abbiate apprezzato! A presto, baci! <3

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