Three star love

di niwakaame
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bento ***
Capitolo 2: *** Okonomiyaki ***
Capitolo 3: *** Mochi ***
Capitolo 4: *** Unagi ***
Capitolo 5: *** Kakigori ***
Capitolo 6: *** Sakè ***
Capitolo 7: *** Tonkatsu ***
Capitolo 8: *** Dorayaki ***
Capitolo 9: *** Oyakodon ***
Capitolo 10: *** Genmaicha ***
Capitolo 11: *** Manju ***
Capitolo 12: *** Chinsuko ***
Capitolo 13: *** Tazuna Konnyaku ***



Capitolo 1
*** Bento ***


“Buuuaaah la mia bambina se ne vaaaa!”

“Papà falla finita” esclamo in tono glaciale mentre cerco di divincolarmi dalla stretta di mio padre che sembra non volersi arrendere alla mia partenza.

Ogni volta è la stessa storia, basta un pomeriggio fuori casa per fargli aprire i rubinetti. Ammetto di sentirmi un po' in colpa ad andarmene a vivere per conto mio, ma un'occasione del genere non mi si presenterà mai più, perciò devo coglierla al volo.

“Papà, ti prego ascoltami...” continuo, mentre cerco di strappargli la mia valigia di mano. “Prima di tutto, vivrò a 6km da qui, il che significa che potremo vederci anche tutti i giorni, e poi non eri tu quello che ci ha sempre spinto a trovare la nostra strada? Beh questa è la mia. Adesso alzati, su. Non sta bene per un uomo della tua età fare queste scenate!”

Mio padre si alza, cercando di darsi un contegno e poi, continuando a singhiozzare, mi aiuta a portare gli ultimi bagagli nel taxi che sta aspettandomi fuori di casa. In quel momento vedo raggiungerci anche mia sorella maggiore Kasumi con un bento fra le mani.

“Akane aspetta! Per stasera!” Mi dice dolcemente porgendomi il contenitore.

Sorrido e sento il cuore stringersi in un moto di tenerezza. Mia sorella è davvero un angelo, sempre pronta a prendersi cura di tutti noi in qualsiasi modo e momento. Nonostante io sia uno chef pâtissier certificato, lei continua ogni giorno a prepararci i suoi deliziosi manicaretti, perché “visto che tutto il giorno non fai altro che stare ai fornelli, almeno a casa riposati un po'” Eh già, mi mancherà davvero tanto la cucina di mia sorella! I miei pensieri vengono bruscamente scrollati da un'altra voce, questa volta molto meno angelica, che mi riporta alla realtà.

“Akane, mi raccomando, cerca di farci avere quel tavolo il prima possibile.”

Ed eccola qua, mia sorella Nabiki, sempre pronta ad approfittare della situazione, qualunque essa sia.

“Nabiki, smettila! Di certo non posso chiedere al mio capo di farvi cenare tutti gratis nel SUO locale solo perché lavoro lì no?!”

“Sì, beh” ribatte lei mentre un ghigno malefico le si forma sul volto, “pensavo che, visto il vostro passato insieme, tu avessi, come dire, un qualche tipo di agevolazione.”

A sentire quelle parole sento il viso prendere fuoco e strabuzzo gli occhi come un'indemoniata.

“Fra me e quello lì NON c'è nessun passato, nothing, nada, niente di NIENTE, CAPITO?!” Bercio sguaiata. “Lui mi ha offerto un lavoro ed io ho accettato, tutto qui!” Concludo soddisfatta.

“Se lo dici tu ...” Replica la mia malvagia sorella con un sorrisetto che le leverei volentieri a suon di schiaffi, Dio a volte mi chiedo davvero come sarebbe essere figlia unica...

Vengo riportata al presente dal taxi che, suona il clacson come ad intimarmi di sbrigarmi e perciò, con un ultimo abbraccio (e non poche lacrime) saluto la mia famiglia e parto verso un nuovo ed eccitante capitolo della mia vita.

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Capitolo 2
*** Okonomiyaki ***


“Quanti minuti per il risotto???”

“Due pernici al tavolo 4 e 3 branzini al tavolo 7!!!”

“A che punto siamo con la cottura dei filetti???”

“Mi servono altre patate!!!”

“Akane, quanto tempo ancora per le mousse???”

Credo che diventerò matta entro la fine del mese, anzi no, della settimana.

Ma che mi aspettavo?! È ovvio che i ritmi di un ristorante stellato non possono essere gli stessi del ristorante a conduzione familiare a cui sono abituata. Sapevo benissimo che sarei andata incontro a questo caos quando ho accettato … Non è vero, in realtà non avevo affatto idea di quanta pressione potesse esserci in una cucina di questo livello, ma ormai è troppo tardi per tornare indietro, no? E comunque no, non rinuncerei mai all'opportunità che mi è stata data. Diamine, io sono Akane Tendo e ce la farò!

“Akane guardami quando ti parlo!!!” Vengo riscossa dai miei pensieri dalla “soave”voce di Ranma Saotome, executive chef* nonché proprietario del ristorante per cui lavoro e quindi mio nuovo capo. E aggiungerei anche bastardo di prima categoria, despota, tiranno e bello, incredibilmente bello … Dio quanto è bello, ha davvero due occhi dello stesso colore dei mari caraibici; un viso perfetto incorniciato da capelli nerissimi e bellissimi … chissà come sarebbe scorrere le dita fra quei capelli, sono sicura che sono morbidi come la seta, pagherei oro per disfargli quella treccia e accarezzargli quelle ciocche … beh in realtà pagherei oro per accarezzargli anche le spalle, o il petto, o …

“Akaneee!!!Ma mi ascolti oppure no??!!”

Torno sul pianeta terra quando mi sento scuotere, neanche tanto gentilmente, dall'oggetto dei miei desideri, che mi tira per un braccio e mi trascina dentro alla dispensa.

Lo guardo mentre si passa le mani sugli occhi e poi sulla testa in un gesto stizzito cercando di regolare il respiro, che noto è affannato, tipo quando hai appena finito di fare l'amore; chissà com'è Ranma subito dopo aver fatto l'amore … o durante … Oddio Akane ma ti senti?! Smettila, sii seria, sei al lavoro e questa non è una commedia romantica, è la vita vera. Datti un contegno per l'amor del cielo!

“Akane, così non va per niente! Sai benissimo che ti ho assunta perché penso che tu abbia un talento fuori del comune, ma qui non sei al ristorantino sotto casa o alla locanda del paese. Qui ci sono degli standard da rispettare, perciò o ti attieni alle regole e segui i miei ordini per filo e per segno oppure te ne vai. Sono stato chiaro?! Non ci sarà una seconda opportunità, alla prossima sei fuori! Adesso torna immediatamente al lavoro!”

E con queste parole gentili si gira e se ne va, lasciandomi lì come una fessa dentro alla dispensa. Cerco di fare un bel respiro, ma mi si blocca a metà e prima che me ne renda conto sento le lacrime scendere salate e non faccio nulla per fermarle. Scivolo a terra singhiozzando come una scema e dandomi dell'idiota.

Lo so che ho sbagliato, Ranma mi ha fatto una paternale infinita giusto prima dell'inizio del turno sulla tracciabilità degli ingredienti e bla bla bla, ma avevo finito le uova e non ho creduto fosse un errore così tragico comprarle dal kombini** qui accanto. Evidentemente mi sbagliavo.

Ed evidentemente mi sbaglio molto più spesso di quanto creda perché sono qui da appena due settimane e per ora non ho fatto altro che ricevere lavate di testa.

Mentre mi asciugo le lacrime vedo la porta della dispensa aprirsi e la testa di Ukyo sbucare da un lato.

“Akane va tutto bene?”

Ukyo è il sous-chef*** qui, ma nonostante il ruolo importante che ricopre è davvero una ragazza con i piedi per terra, gentile e attenta ai bisogni di tutti. Sono contenta di poter dire che io e lei abbiamo legato da subito e anche se è ancora presto per dirlo, credo che stiamo diventando delle ottime amiche.

Mi asciugo ancora le lacrime e mi alzo, annuendo con la testa.

“ Sì certo Ukyo, va tutto bene, grazie! Arrivo subito!” Dico stirando le labbra in un sorriso forzato.

Lei mi guarda, poi fa un passo avanti, tirandosi dietro la porta.

“ Senti Akane, non devi prendere tutto ciò che Ranma ti dice sul personale. Lo sai anche tu ormai com'è fatto, è un maniaco dei dettagli e del controllo, ma non ti avrebbe mai assunta se non ti ritenesse più che adatta a svolgere questo lavoro. E poi mica vorrai dargli la soddisfazione di fargli vedere che piangi per lui?! Dai, torna subito di là, c'è bisogno di te!”

Sorrido, stavolta dal cuore, e annuisco.

Ha ragione Ukyo, non gli darò questa soddisfazione, non piangerò per lui. Si pentirà amaramente di avermi trattata come una ragazzina qualsiasi. Devo solo essere più concentrata e non sciogliermi interiormente ogni volta che mi guarda, che ci vorrà mai?!

Esco dalla dispensa a testa alta,manco fossi la regina mentre sfila fra i sudditi e torno alla mia postazione.

Vedo Ranma lanciarmi uno sguardo sfuggevole con la coda dell'occhio per poi uscire dalla cucina e all'improvviso mi sembra tutto più facile.

Torno ad impiattare le mie benedette mousse al cioccolato bianco e lampone, quando sento qulacuno avvicinarsi dietro di me.

“Senti Akane, noi stasera dopo il turno pensavamo di andare a berci una cosa, ti andrebbe di unirti a noi?”

È Ryoga, uno dei commis**** a farmi questa domanda. Non so ancora bene cosa pensare di Ryoga, voglio dire, è indubbiamente un bel ragazzo, molto gentile e sembra anche tanto dolce, ma è un po' strano per la verità. Sembra sempre imbarazzato, è molto goffo e per qualche strana ragione si rifiuta categoricamente di toccare la carne di maiale, il che è un be guaio per uno che vuole lavorare nella ristorazione.

Comunque gli rispondo di sì con un sorriso, dopotutto non ho niente di meglio da fare a casa e mi fa piacere passare del tempo con i miei colleghi per conoscerli meglio.

 

Il turno finisce finalmente, ed usciamo tutti fuori dall' “Herb” (poteva anche trovare un nome più fantasioso per il suo ristorante quell'idiota) pronti a trascorrere una piacevole serata di bevute tutti insieme.

Mi sento più leggera dopo le parole d'incoraggiamento di Ukyo e mi sento pronta a divertirmi senza pensare a nulla, ma il destino evidentemente non è del mio stesso avviso perché, proprio mentre ci stiamo accordando su dove andare, ecco che compare in carne e ossa la fonte di tutti i miei crucci.

“Allora? Che cosa avete deciso? Dove andiamo di bello?” esclama Ranma, all'improvviso accanto a me, sorridendo al resto del gruppo.

Fermi tutti. Lui viene con noi? E perché mai?! Lui è il nostro capo, non dovrebbe unirsi a noi. Lo scopo di queste serate dovrebbe essere proprio quello di parlare male di lui e lamentarci del suo regime dittatoriale ubriacandoci come se non ci fosse un domani. Se lui è presente non posso di certo insultarlo e non posso nemmeno sbronzarmi come vorrei, quindi addio divertimento.

Mentre sto seriamente meditando se fingere un'improvvisa emicrania per svignarmela, mi viene in mente che forse, ma solo forse, non ho spento la macchina del pane. Devo tornare dentro con una scusa qualsiasi e controllare, altrimenti chi lo sente il grande chef. Ma come fare? Naturalmente il signor maniaco del controllo ha chiuso il locale a chiave (di cui solo lui possiede una copia chiaramente), ha impostato l'allarme con un suo codice segretissimo e probabilmente ha anche sguinzagliato i cani a guardia della porta. Eh sì, sono fottuta, domani si accorgerà del mio ennesimo errore e verrò licenziata … peccato, è stato bello. Potevo farmi una bella esperienza … oh beh, mi servirà di lezione, così imparo a fantasticare sugli uomini (anzi su un uomo in particolare) invece di fare il mio lavoro. A questo punto posso tranquillamente andare ad ubriacarmi con gli altri con o senza Ranma, tanto da domani non sarò più una sua dipendente.

“Bene, allora è deciso, si va tutti al “Panda!” trilla allegra Ukyo.

Dio, ma che problema hanno con i nomi dei locali in questa città?!

“Sì, voi intanto andate, io vi raggiungo subito. Ho dimenticato il cellulare in ufficio”

Per un solo, impercettibile secondo sgrano gli occhi. Che cosa ha detto il dittatore?!

Colgo l'occasione al volo “Ranma potrei venire anch'io? Io ho … ehm … ho bisogno di andare in bagno!” Dico cercando di assumere un atteggiamento il più innocente possibile.

Lui mi guarda infastidito, scrolla le spalle e poi, senza dire niente si volta dirigendosi verso il ristorante.

Ora lo ammazzo.

Ma come si permette di trattarmi così?! Senza neanche accorgermene inizio a corrergli dietro e mentre sto per urlargli in faccia i peggiori improperi mi rendo conto che no, non devo abbassarmi al suo livello. Io sono una signora e come tale mi comporterò. Senza contare il fatto che se scopre quella maledetta macchina accesa posso dire addio a lavoro, stipendio e così via.

Mi conviene stare buona perciò, docile come un cagnolino, gli resto accanto in silenzio mentre lui riapre la porta del ristorante e toglie l'allarme.

Si dirige su, verso il piano superiore, dove si trova il suo ufficio e mentre è già a metà scale lo sento impartirmi un “E vedi di sbrigarti” talmente freddo da far abbassare la temperatura di 10 gradi all'istante.

“Ma come siamo simpatici” borbotto fra me e me mentre corro in cucina a controllare che l'infernale macchina del pane sia spenta o no. Lo è! Brava Akane, allora non sei proprio totalmente rimbecillita dietro a questo buzzurro! Mentre mi congratulo con me stessa lo sento arrivare.

“Allora? Hai fatto? Andiamo, svelta.”

Eh sì, bisogna che lo ammazzi.

In quel momento il suo cellulare squilla, interrompendo i miei pensieri omicidi.

“È Ukyo, dice che hanno cambiato idea e che hanno deciso di andare da lei per uno spuntino di mezzanotte.” Poi sbuffa e aggiunge “Chiede se possiamo portare la farina, visto che si è accorta di averla finita.” “Ah” è la mia brillante risposta.

Con un gesto nervoso appoggia il cellulare su uno dei banchi di lavoro lì vicino e apre la porta della dispensa.

“Aiutami, non stare lì impalata.”

L'ho già detto che lo devo ammazzare?!

Con un sospiro mando giù la varietà di insulti che ho già pronti per lui ed entro a mia volta in dispensa.

“Tieni la farina, le uova, la verza e ah, prendiamo anche la salsa di soia.”

Sto per crollare sotto il peso di tutta la roba che mi sta porgendo e quindi chiedo incuriosita:

“Scusa, ma dobbiamo fare la spesa? A che ci serve tutta questa roba?”

Si volta e mi gela con lo sguardo.

“A preparare degli Okonomiyaki degni del mio palato, mi sembra abbastanza ovvio Akane.”

Sul serio, perché non l'ho ancora ammazzato?!

“Sei davvero borioso oltre che stronzo” sbotto prima ancora di rendermene conto.

“Che cosa hai detto?” sibila lui di rimando assottigliando lo sguardo.

“Hai capito benissimo” continuo, tanto ormai è tardi e la frittata è fatta “Sei uno stronzo, arrogante e borioso Ranma, mi chiedo come tu faccia a non rendertene conto!”

E addio lavoro, addio vivere da sola, addio indipendenza, addio a tutto. Almeno papà sarà felice di riavermi a casa con sé.

Chiudo gli occhi aspettando che il mio capo scateni la sua ira su di me, ma non dice nulla. Si limita a lanciarmi una delle sue gelide occhiate e poi mette la mano sulla maniglia della porta della dispensa per aprirla. Ma la maniglia gli resta in mano.

Ma stiamo scherzando?!?! Tutto questo fa parte di qualche specie di scherzo ai nuovi arrivati?! Ehi, ti chiudiamo in uno spazio di un metro per un metro con l'uomo più odioso e sexy del mondo, vediamo quanto resisti ahah! Voglio morire, possibilmente in maniera rapida e indolore e sopratutto non alla presenza di Ranma Saotome. Poi, un lampo di genio “Ranma, chiama subito Ukyo con il cellulare e dille che ci venga ad aprire!”

“Il cellulare non ce l'ho” lo sento mugolare.

“Eh? Come sarebbe a dire che non ce l'hai?! Lo avevi in mano prima mentre … “ Mi muoiono le parole in bocca mentre, in un flashback, lo vedo appoggiare il telefono sul banco … sul banco dove c'è anche la mia borsa! La mia borsa con dentro il mio cellulare!

No, non è possibile, questo è davvero il peggiore fra tutti gli incubi, qualcuno mi aiuti per carità!

“Senti, è inutile agitarsi, nessuno sarà qui fino a domattina alle 7 perciò vedi di startene zitta e buona fino ad allora.”

Non lo sopporto più, questo è troppo. “Perché non te ne stai tu zitto e buono fino a domattina alle 7? Mi faresti un gran favore sai?! Io non ho intenzione di starmene tutta la notte chiusa qui dentro e sopratutto non con te!” Ormai sto strillando senza ritegno e mi rendo conto di aver esagerato quando lo vedo indietreggiare leggermente.

“Ti chiedo scusa Ranma, hai ragione tu, è inutile agitarsi, perciò che ne dici se proviamo ad andare d'accordo per le prossime 7 ore?”

Lui mi guarda intensamente e poi, con un mezzo sorrisetto mi sussurra “Ci sto … maschiaccio”

Oh Kami! Oh Kami! Oh Kami!

Mi si è fermato il cuore, lo so, lo sento. Erano anni che non mi sentivo chiamare così … Lui è l'unico che mi abbia mai chiamata così e, oh mio Dio, mi sento le gambe cedere, non ce la faccio, è troppo!

Cercando di racimolare le ultime briciole di dignità che mi sono rimaste, mi sforzo di sorridergli a mia volta e poi mi siedo a terra, altrimenti rischio di svenire sul serio.

Ranma si avvicina e si siede vicino a me ed io, ormai in preda ad una crisi isterica interiore inizio a tremare… Oh bontà divine, ma perché mi fate questo? Averlo così vicino è ancora peggio, ha un profumo talmente seducente che mi viene voglia di prenderlo letteralmente a morsi. Sto iniziando a sudare freddo e ho la nausea … ci manca solo che gli vomiti addosso … oh mio Dio ma perché la mia vita fa così schifo?!

“Akane?!” sussura guardandomi dritta negli occhi “Sì?! Rispondo flebilmente e cercando con tutta me stessa di non saltargli addosso “ “Sento dei passi, credo stia arrivando qualcuno. Alzati e dammi una mano a fare rumore così che possano sentirci, veloce su!!!” dice scattando in piedi mentre io sento il cuore che riprende a battere per poi sgretolarsi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*L'executive chef è colui che è responsabile di tutto l'andamento della cucina e del locale in tutto il suo insieme

 

** I kombini sono dei negozietti sparsi ovunque in Giappone, che vendono un po' di tutto e che si differenziano dagli altri negozi ed alimentari per i loro orari prolungati

 

*** Il sous-chef è colui che aiuta lo chef nello svolgimento delle varie mansioni e che lo sostituisce qualora assente, un suo vice insomma

 

 

**** I commis sono coloro che aiutano lo chef, il sous-chef e gli chef di partita nelle varie esecuzioni e mansioni, un po' come degli assistenti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti :)

Ci tenevo a fare le cose come si deve a questo punto, visto che il primo capitolo è stato una specie di esperimento buttato giù così, senza troppe pretese.

Innanzitutto ci tengo a ringraziare ogni singola persona che ha letto e / o recensito questa storia. Grazie per averci speso anche solo un minuto! Dopodiché vorrei fare qualche premessa :)

Per prima cosa c'è da dire che questa è la primissima volta in assoluto che mi cimento con una fanfiction e non sono proprio un'esperta di manga / anime, ma Ranma ½ è sempre stato la mia passione e mi è perciò sembrato naturale buttarmi su qualcosa che lo riguardasse, e quindi mi scuso in anticipo per chi cercherà nessi o connessioni ad altri manga / anime e non ne troverà. Se li troverà sappiate invece che sono del tutto casuali perché la mia conoscenza in materia è scarsa.

Detto ciò, devo asserire che è proprio vero che i personaggi prendono vita da soli e mentre scrivevo questo capitolo mi sono accorta che è proprio così. Hanno iniziato loro a muoversi e a dirmi cosa fare, quindi, se risulteranno eccessivamente OOC, sappiate che la colpa è loro e non mia!

Infine, una parolina sul nome del locale di Ranma :) Herb, come di certo saprete, in inglese significa erba da cucina e quindi non potevo farmi sfuggire la citazione ;)

Fatemi sapere, se vi va, cosa ne pensate di questo nuovo capitolo e ancora grazie a tutti! A presto!

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Capitolo 3
*** Mochi ***


Non so davvero che altro potessi aspettarmi da lui. Pensavo forse che mi prendesse lì, dentro a quella dispensa, fra ravanelli e broccoli?! Beh, sotto sotto ci speravo, ma è ovvio che sapevo benissimo non ci sarebbe stato altro che gelo ed indifferenza da parte sua. Quindi eccomi qua, in pigiama, stesa sul divano a riflettere su ciò che è successo in quel maledetto spazio ristretto con Ranma.

“Ma che ci fate chiusi qui dentro?” sento ancora la voce imbarazzata di Ukyo nella mia testa. Avrà pensato chissà cosa, che vergogna! Quando non ci ha visti più arrivare si è precipitata al ristorante temendo ci fosse accaduto qualcosa di brutto e invece … Altrettanto chiaramente sento anche la voce di lui.

“Mi è rimasta la maniglia in mano no?! È ovvio Ukyo, che domanda cretina!!!”

Il tono, insieme al gesto infastidito che lo accompagna, fa calare una calotta polare su tutta la cucina e la serata, inutile dirlo finisce per tutti lì.

 

È passata quasi una settimana da quell'episodio, oggi è giorno di chiusura al ristorante ed io non riesco ancora a darmi pace. Devo fare ordine nei miei pensieri perché questa faccenda sta diventando ridicola; non posso permettere a quel prepotente di monopolizzare così la mia mente.

“Basta!” esclamo mentre mi alzo dal sofà “è la giornata giusta per allenarsi!” e anche per fare una visita a casa, vedere papà, Kasumi e perché no, anche Nabiki.

Mi infilo sotto la doccia, indosso una tuta, arraffo al volo borsa e cellulare ed esco.

“Sì, credo che mi farà davvero bene respirare l'aria del dojo!” E magari anche visualizzare un certo qualcuno mentre alleno i miei calci …

 

“Sono a casa!” annuncio felice mentre mi tolgo le sneakers all'ingresso. Silenzio. Che strano, dovrebbero essere tutti a casa oggi. Poi, un tonfo sordo, un rumore pesante di passi ed infine un lamento come di un animale ferito. “Akaneeeee!! Sei tornata dal tuo papàààà!!! Finalmente!” uggiola mio padre, mentre in un gesto melodrammatico si getta ai miei piedi per abbracciarmi le gambe.

Alzo gli occhi al cielo “Papà alzati per cortesia” gli dico mentre lo aiuto a tirarsi su.

“Akane! Ben arrivata! Sai, me lo sentivo che oggi saresti venuta, per questo ho preparato la yakisoba!” Oh dolce Kasumi e le sue angeliche annunciazioni!

“Allora, che mi raccontate di bello?” Chiedo mentre mi accomodo in soggiorno.

“Tu piuttosto, cosa ci racconti?” Sento dire da una voce maligna alle mie spalle.

“Ciao Nabiki” dico in tono annoiato.

“Beh?! Non ci dici come procedono le cose con il tuo nuovo lavoro?!” Domanda sedendosi accanto a me.

“Procedono” rispondo laconica.

“E con il bel tenebroso proprietario? Procede anche lì?”

Sbatto violentemente il pugno sul tavolo e la incenerisco con lo sguardo.

“Mi pare di aver già ampiamente chiarito che fra me e quello zotico non c'è nulla a parte un regolare rapporto di lavoro:”

Mi tremano le mani dalla rabbia, caspita ero venuta qui per distrarmi ed invece la mia malvagia sorella che fa?! Mette il dito nella piaga.

“Ecco qua la yakisoba!” Per fortuna Kasumi spezza la tensione con il suo arrivo a tavola.

Il resto del pranzo si svolge abbastanza tranquillamente, con qualche domanda perlopiù di circostanza e qualche silenzio.

“Papà se non ti dispiace vorrei approfittarne un po' per allenarmi, ti dispiace?” Chiedo mentre mi alzo da tavola.

“Ma certo che no figliola, questa è casa tua, lo sai.”

“Grazie papà!”

Salgo in quella che è ancora a tutti gli effetti camera mia, indosso il mio gi (Kasumi me lo ha fatto trovare lavato e stirato sopra il letto … è davvero una santa) e mi dirigo al dojo.

Una volta lì inizio ad eseguire i miei soliti kata di routine, ma presto mi rendo conto che non riesco a fare nemmeno il più basilare degli esercizi, perché la mia mente è altrove e non vuole saperne di concentrarsi su nient'altro che non sia Ranma e la tensione che si è creata in quella maledettissima dispensa.

Mi siedo per terra prendendomi la testa fra le mani e chiudo gli occhi respirando profondamente.

Respira Akane, sei adulta ormai; domani vai da lui, lo guardi negli occhi e ci parli. Non è difficile. Che può farti, mangiarti? Beh mangiarti forse no, però conoscendolo forse potrebbe servirti come sushi domani sera ai clienti …

“Akane” vengo riscossa dai miei macabri film mentali dal tocco gentile su una spalla di mia sorella Kasumi, che si inginocchia accanto a me e mi guarda preoccupata.

“Come va con Ranma?”

Secca, diretta, concisa.

Sbarro gli occhioni tipo cerbiatto ferito e tiro fuori un “eh??” sperando di sembrare stupita da questa domanda.

“Ranma … come vanno le cose fra voi due?”

Abbasso lo sguardo imbronciata.

“Lui ordina ed io eseguo”

“E … ?”

“E cosa Kasumi?” fingo di non capire, mia sorella è davvero molto più furba di quanto non voglia lasciar pensare.

Mi prende entrambe le mani nelle sue guardandomi intensamente negli occhi “Parla con lui”

Ancora una volta è arrivata dritta al punto con poche semplici parole.

Annuisco, ha ragione, non posso continuare a fare finta di niente. Devo chiarire la situazione.

Sai che ti dico Kasumi? Hai ragione, gli vado a parlare subito!” Dico sbattendo il pugno sul palmo della mano. Ranma Saotome preparati, sto arrivando.

“Molto bene” esclama felice Kasumi mentre mi porge un piccolo bento che finora era rimasto nascosto accanto a lei “portagli anche questi, li ho fatti stamattina!”

“Che cosa sono?”

“Mochi! Se non sbaglio una volta gli piacevano molto” dice serafica.

Sbatto gli occhi perplessa un paio di volte. È una coincidenza? Oppure sapeva già che sarei passata e sopratutto che io e Ranma … Sì, decisamente Kasumi è un angelo, o una strega, a questo punto non lo so più.

“Bene, allora buona fortuna! Ora scusami, ma devo fare il bucato, oggi c'è il sole!” E così, serena ed imperturbabile se ne va, lasciandomi lì con mille domande a cui non avrò mai la risposta.

 

Prima di andare da Ranma passo un attimo da casa per una rinfrescata veloce e sopratutto per cambiarmi; mi secca ammetterlo, ma non voglio farmi vedere da lui in tuta.

Infilo un paio di jeans ed una t-shirt e mi dirigo verso casa sua, tenendo be stretto al petto il bento con i dolcetti di riso di mia sorella.

 

 

******

 

 

'Ding dong' Ma senti?! Pensavo che il campanello di casa del principe delle tenebre avesse un suono più lugubre, tipo il lamento delle povere anime che tortura ogni giorno al ristorante o l'urlo disperato di una povera vittima … magari la prossima vittima sono proprio io … mi ritroveranno imbavagliata nella sua cantina e mi riconosceranno solo grazie all'impronta dentale … sorrido fra me e me; sto dicendo una sfilza di stupidaggini. Ranma sarà anche odioso e prepotente, ma non è cattivo. Detestabile sì, ma cattivo no …

“E tu che vuoi??” appunto … detestabile.

“Ciao anche a te” rispondo altezzosa. Non devo fare il suo gioco, non devo farmi intimidire.

“Posso entrare?” gli domando con tutta la gentilezza di cui sono capace.

“Perché?” ringhia lui di rimando.

“Beh ecco … io … ehm ...” Su Akane, fatti forza.

“Sparisci, sono occupato!” sbraita mentre sta per sbattermi la porta in faccia, ma io riesco a fermarlo.

“Ora smettila! Sono venuta fin qui per parlarti e non me ne andrò finché non mi avrai ascoltata, puoi essere maleducato quanto vuoi Ranma, ma con me non funzionerà, io parlerò e tu mi starai a sentire!” trattengo il fiato mentre aspetto la mia condanna. Ora scioglierà i dobermann e mi farà sbranare, oppure mi spedirà a pulire patate per il resto dei miei giorni all'Herb.

“Entra” Eh?! Ho capito bene?! “Muoviti, non ho tutto il giorno” Sì, ho capito bene.

Entro dentro a testa bassa, porgendogli il bento con i mochi “ Io ho .. ecco .. Kasumi dice … sono per te” farfuglio. Si può essere più patetiche di così?!

“Grazie” borbotta sotto voce, prendendomi il contenitore dalle mani. È in quel momento che alzo gli occhi per guardarlo e noto che è completamente nudo, fatta eccezione per un un paio di pantaloncini da basket.

E va bene, ho capito. I Kami mi odiano e mi odiano talmente tanto che hanno deciso di concentrare tutto il loro odio su di me. Questa è l'unica spiegazione plausibile, altrimenti non mi spiego perché mai la vita continui a farmi di questi scherzi.

 

Ok, manteniamo la calma. È solo un uomo. Un uomo alto, bellissimo, sensuale, mezzo nudo, dal fisico perfetto, con degli addominali da leccare e … Akane! Smettila subito e ricomponiti. Puoi farcela.

 

Mi asciugo il rivolo di bava che mi rendo conto aver accumulato all'angolo della bocca (Sfiga 2 – Akane 0) e lo guardo dritto negli occhi.

“Allora Ranma, io capisco che tu sia il capo supremo dell'Herb, so benissimo che sei la nuova promessa internazionale della ristorazione stellata e so anche che non saresti arrivato dove sei alla tua età se non fosse per il tuo atteggiamento, ma devo chiedertelo: c'è davvero bisogno di essere così stronzo?! E sopratutto; mi hai assunta per un motivo ben preciso o solo per divertirti a rendere la mia vita un inferno? Perché se è così allora dimmelo subito che ti firmo le mie dimissioni stasera stessa.” Riprendo fiato. Le parole sono rotolate fuori dalla mia bocca senza che potessi fermarle.

Ormai non si torna più indietro, perciò faccio un passo indietro senza staccare lo sguardo, aspettando la sua risposta.

È un istante, un istante dove tutto si ferma e lui sembra dirmi un milione di cose con gli occhi, restiamo così, immobili a fissarci senza dire nulla, poi lui mi strattona per un braccio e mi spintona addosso al muro che è dietro di me.

“Sentimi bene” sibila abbassandosi per avvicinarsi ancora di più con il suo viso al mio “Non so cosa ti sia saltato in mente a piombare qui a casa mia così senza preavviso” sento la sua presa stringersi “ma non ti permetto di parlarmi così e tanto meno con questo tono da maestrina impertinente” Mi sta stritolando il braccio adesso “Io non ti devo nessuna spiegazione, sono il tuo capo, ricordatelo bene da ora in poi e vedi di cambiare atteggiamento o ti assicuro che te ne pentirai amaramente.”

“Lasciami, mi stai facendo male Ranma!” immediatamente lascia la presa e abbassa lo sguardo.

“Sc .. scusa … io … non … io non volevo ...”

“Lo so” mormoro ed è la verità, so che non voleva e capisco che c'è una rabbia cieca dietro a questo suo gesto.

“Ranma ...” ancora prima di rendermene conto, la mia mano accarezza il suo viso per rassicurarlo.

Ho davanti due laghi limpidi, due piscine che mi osservano così tanto intensamente da far male.

Non riesco a parlare, non riesco a pensare, diavolo, non riesco nemmeno a respirare mentre mi perdo nella sua bellezza e nel suo profumo. Il suo respiro mi sfiora una guancia e lo vedo avvicinarsi ancora di più. Adesso è decisamente e pericolosamente troppo vicino … posso quasi sentire le sue labbra sfiorare le mie. Chiudo gli occhi, ci siamo, finalmente scoprirò se Ranma Saotome ha davvero un sapore così buono come ho sempre immaginato.

'Ding dong'

Che cosaaaa?!?!?!?! Bene, è ufficiale, l'universo cospira contro di me. O molto semplicemente si fa delle grasse risate a vedermi soffrire.

Ranma si allontana con uno sguardo di puro terrore sul volto ed io rimango lì come uno stoccafisso ad imprecare contro il destino, il karma e chi più ne ha più ne metta.

'Ding dong' glielo distruggo questo schifosissimo campanello, giuro.

Lo guardo andare alla porta ed aprire spazientito “Che c'è??” abbaia furioso.

“Ciao amore mio! Ti sono mancata?!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Eccoci qua al terzo capitolo :) Mi dispiace per chi già sperava nel bacio fra i nostri protagonisti … sono desolata ma, ho deciso di farli prima soffrire un po'! Grazie a chi continua a leggere, recensire e seguire la storia, mi spronate ad andare avanti … A presto!

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Capitolo 4
*** Unagi ***


“Mamma?!

“Come stai tesoro?”

“Ma che ci fai qui?”

“Beh, è da un po' che non ti fai vedere, ero in giro per commissioni e quindi ho deciso di passare a trovarti!”

 

Non è possibile! Questo è un incubo, il peggior incubo di sempre. Oppure uno scherzo di cattivo gusto. E ora cosa faccio?? Di certo non posso andarmene passando dalla porta, ma non posso neanche rimanere qui! Forse potrei provare a sgattaiolare via da qualche finestra o chiudermi in bagno ed aspettare finché non se ne va. Avanti Akane, ragiona, dove sarà la via d'uscita più vicina?! Ma niente da fare, non faccio nemmeno in tempo a muovermi che lei è già entrata.

 

“Allora come sta il mio bambino? Stasera sei libero per caso? Volevo invitarti a … oh Cielo! Io … non sapevo … io … Ho per caso interrotto qualcosa?!” Esclama poi vedendomi.

Rimango immobile, cercando di farmi il più piccola possibile e pregando silenziosamente che una voragine si apra sotto di me e mi inghiotta. Qualsiasi cosa è meglio che dover affrontare questa donna ora … Dio, fai che almeno non mi riconosca, ti prego, ti prego, ti prego … “Ma … ma … Akane??! Sei davvero tu??” Ecco appunto.

 

“Buonasera signora Saotome, come sta?” mormoro con un mezzo sorriso che sa più di una smorfia di dolore.

“Oh cara, che piacere vederti, è passato talmente tanto di quel tempo dall'ultima volta che ti ho vista! Vieni qua, fatti abbracciare!” E lo fa, mi abbraccia talmente forte da togliermi il respiro; per un attimo ricambio la sua stretta mio malgrado e quando si stacca sorridendomi sento per un momento assalirmi la nostalgia.

“Guardati tesoro, sei uno splendore!” Dice prendendomi entrambe le mani nelle sue “Sei sempre stata bella, anche da bambina, ma ora sei un vero spettacolo! Ranma, non mi avevi detto che fosse diventata così bella!” dice gettando un'occhiataccia a suo figlio.

Lui per tutta risposta emette una specie di grugnito fulminandomi con lo sguardo.

“”E dimmi cara, come sta tuo padre? E le tue sorelle? Kasumi ha poi sposato quello strano dottore?”

“Oh beh … loro … bene” riesco a sillabare a malapena.

“Ad ogni modo trovo questa coincidenza davvero felice” continua lei “ero venuta qui per invitare mio figlio a cena questa sera, visto che ormai non si degna nemmeno più di venire a farci visita” altra occhiataccia ed altro grugnito “ma a questo punto Akane devi per forza unirti a noi!”

 

L'inferno è così. Ora l'ho capito. L'inferno è la premurosa madre dell'uomo per cui hai una cotta da una vita che ti chiede di andare a cena con la sua famiglia, non sapendo che il suo adorato figlio ti odia e fa di tutto per portarti all'esaurimento nervoso.

 

“Ehm … io non .. ecco ...” blatero come una scema.

“Mamma ma che dici?” Sbraita un Ranma sconvolto e con gli occhi fuori dalle orbite.

È una splendida idea invece! Sono sicura che anche Genma sarà entusiasta di rivederti!”

“No” strilla Ranma ormai fuori di sé “E comunque Akane se ne stava giusto andando” dice afferrandomi per un braccio e trascinandomi verso l'ingresso.

“Ranma ma che modi sono questi?! Ma guarda che figlio maleducato che mi ritrovo.”

“No signora Saotome, Ranma ha ragione, stavo proprio andandomene” intervengo.

“Sì, ma questo prima del mio invito tesoro! Vieni con noi Akane, per favore. Sappi che non accetterò un no come risposta!”

Per una frazione di secondo io e Ranma ci guardiamo, poi facciamo entrambi un sospiro ed abbassiamo le spalle rassegnati.

“Vado a vestirmi, aspettatemi qui” borbotta mentre sparisce dietro ad una porta.

“Allora cara, racconta! Che cosa hai fatto di bello in questi anni?”

Prevedo una serata disastrosa.

 

 

 

 

 

 

 

**************

 

 

“Spero che ti piaccia l'unagi cara?! L'ho preparata apposta per mio figlio, ne va matto!”

Annuisco debolmente sperando di non risultare maleducata.

Diciamo che non è fra i miei piatti preferiti, ma c'è anche da dire che in questo momento ho lo stomaco talmente chiuso che non riuscirei ad ingoiare nemmeno un bicchiere d'acqua. Ci stiamo recando a casa dei coniugi Saotome a piedi, perché a quanto pare Ranma ha comprato casa molto vicino a quella dei suoi e purtroppo, il tragitto non si sta rivelando proprio piacevole.

Mister Simpatia cammina circa 15 metri davanti a noi, con le mani in tasca, le spalle curve e la faccia di uno che sta andando al patibolo, mentre sua madre mi tartassa ininterrottamente di domande. Devo escogitare un sistema per andarmene … potrei chiamare Nabiki e chiedere il suo aiuto, ma non voglio che sappia dove sono quindi quest'opzione è da escludere. Potrei chiamare Ukyo, o magari anche Ryoga …

“ Eccoci qui cara, entra pure!”

La madre di Ranma mi fa accomodare in soggiorno per poi sparire veloce in cucina, lasciandomi lì come una scema.

“Senti, mi dispiace per questa situazione, se vuoi andartene fai pure, lo dico io a mia madre.”

Dice il mio bellissimo titolare sedendosi sul divano a debita distanza da me.

“Non posso andarmene ora Ranma, ti pare? Non sarebbe carino nei suoi confronti e poi cosa potrei dirle? Che ho dimenticato di dare da mangiare al pesce rosso e devo scappare?!”

“Potresti dirle la verità” ribatte acido.

“E quale sarebbe?” chiedo di rimando io alzando un sopracciglio.

“Che io e te non riusciamo a stare nella stessa stanza per più di 2 minuti senza scannarci!” sbotta stringendo i pugni.

Adesso è il mio turno di esplodere. Scatto in piedi e mi piazzo davanti a lui minacciosa

“Io posso benissimo stare nella stessa stanza con te per tutto il tempo che è necessario! Non sono di certo io quella che si agita quando ti ha accanto e che sputa bile ad ogni tua parola. Io non ho problemi con te Ranma e di certo non è mia intenzione scannarti.”

Ormai sono un fiume in piena e non posso più fermarmi

“Sei tu ad avermi voluta nel tuo ristorante, pur essendo palese che non mi sopporti e francamente la cosa mi ha stancato. Forse ti piace circondarti di persone che odi per affermare la tua superiorità su di loro o forse sei solo molto stupido, non lo so e non mi interessa, ma questa faccenda finisce qui. Io amo il mio lavoro, amo quello che faccio e so che ho ancora tanta strada da fare per essere considerata uno chef patissier degno del tuo locale; ma sto lavorando duramente per soddisfare i tuoi criteri, ci sto mettendo tutta me stessa e tu non fai altro che darmi addosso. Sono stufa Ranma, stufa marcia. Io voglio poter alzarmi al mattino ed essere felice di andare al lavoro e voglio, anzi esigo, di essere rispettata da te da ora in poi, altrimenti credo sia meglio tu trovi un altro pasticcere da poter tormentare. Era questo che ero venuta a dirti prima a casa tua e se tu mi avessi lasciata parlare, forse ora non ci troveremmo in questa situazione!”

Finisco tutta d'un fiato. Sono tutta sudata e sto ansimando, ma mi sento finalmente leggera, quell'enorme peso che avevo sullo stomaco non c'è più.

Ranma è in piedi davanti a me adesso e mi fissa in silenzio. Temo che ora sbotti ed inizi ad imprecare, forse dovrei dire giustamente, visto che lui è il mio superiore e che in questo momento ci troviamo a casa dei suoi; ma non lo fa. Invece, mi prende per mano avvicinandosi di un altro passo. Sento il cuore mancare un battito mentre lui mi lascia la mano per spostarmi una ciocca di capelli dal viso.

“Sei davvero molto bella quando ti arrabbi” dice mentre mi alza il mento per guardarmi negli occhi. “E forse sì, ho esagerato un po'” continua “io di certo non ti odio Akane” pronuncia queste parole con un tono di voce carico di sensualità ed io sento di non poter resistere.

Sento le gambe cedere ed il cuore pronto a balzarmi fuori dalla gabbia toracica … chiudo gli occhi, devo baciarlo, ne ho bisogno, ne sento la necessità. Ma come faccio?!?! Siamo a casa dei suoi genitori, non posso comportarmi come una quindicenne in calore! E se ci beccano? Come glielo spiego poi a sua madre? Mi scusi sa, ma suo figlio è talmente bono che me lo farei qui, sul tavolo da pranzo! E poi, parliamoci chiaro, chi ti dice che lui ricambierebbe?! Anche se ho come la sensazione che anche lui voglia baciarmi. Riapro gli occhi per cercare un suo segnale di assenso e ciò che vedo sono gli occhi blu di Ranma ancora intenti a fissarmi.

“Akane Tendo” mi sussurra roco e a me non resta che maledirmi mentalmente per non aver messo un paio di slip di ricambio in borsa.

“S...sì?”sussurro impacciata

“Tu prova di nuovo a farmi la ramanzina ed io ti spedisco a lavare i piatti per il resto della tua vita, siamo intesi?!”

Che bastardo! Quanto lo odio! Lo odio, lo odio, lo odioooo! Al diavolo lui, al diavolo il bacio, al diavolo tutto! Preferisco rimanere zitella per tutta la vita piuttosto che fargli capire che mi piace! Sto per rispondergli per le rime quando ecco la madre di Ranma con un vassoio in mano.

“La cena è pronta! Venite!”

 

Ci sediamo a tavola senza dire una parola, mentre lei ci serve da mangiare.

“Allora Akane” esordisce Genma, che finora era rimasto nascosto in cucina con sua moglie (sicuramente per carpire informazioni su questa mia 'improvvisata' o, molto più probabilmente per rubare qualche stuzzichino).

“Com'è lavorare per quel debosciato di mio figlio? Scommetto che non sa nemmeno come bollire il riso e fa sgobbare tutti voi al suo posto! Ahahahahah!!”Ride sguaiato.

“Ranma è un ottimo capo ed uno chef eccellente signor Saotome, dico davvero, sono molto fortunata a lavorare per lui e gli sono enormemente grata per l'opportunità che mi ha dato.”

Nodoka batte le mani felice e mi sorride teneramente, Ranma invece si gira verso di me con gli occhi sbarrati e la bocca spalancata per lo stupore.

Beccati questa, brutto zotico che non sei altro! Questa non te l'aspettavi eh?! Ho deciso che risponderò ad ogni suo insulto con la gentilezza, non mi abbasserò al suo livello.

 

 

Dopo il dessert aiuto Nodoka a ripulire la cucina e mentre cerco di sistemare i piatti nella lavastoviglie la sento avvicinarsi a me timidamente.

“Mi hai reso molto felice stasera cara, non sai quanto è stato bello averti di nuovo con noi!”

“Anche per me è stato bello signora Saotome, sono stata molto bene” ed è vero, la mamma di Ranma mi ha fatta sentire a casa.

“Devi tornare, promettimelo!” dice stringendomi le mani nelle sue.

“Lo farò” so di mentire, ma allo stesso tempo non voglio ferire i sentimenti di questa donna così gentile.

“Sai Akane” continua lei “Io e mio marito non facevamo altro che battibeccare prima di iniziare a frequentarci, un po' come te e Ranma. Poi un giorno mi stancai di aspettare e decisi di prendere in mano la situazione. Lo invitai a cena da me. Ero terrorizzata all'idea che potesse rifiutarmi, anche se sapevo di piacergli. Beh, non ci crederai, ma quella sera fu un vero punto di svolta per me e Genma. Trovarci noi due da soli a parlare liberamente, senza freni od ostacoli, ci fece finalmente capire quanto ci amassimo e quanto tempo avevamo sprecato inutilmente a far finta di odiarci. Naturalmente anche la bottiglia di Sakè che ci scolammo contribuì a creare l'atmosfera!” conclude ridendo.

La fisso a bocca aperta, come ha fatto a capire che io …

“Ecco qui tesoro” mi dice porgendomi una pregiata bottiglia di vino di riso

“Il mercoledì il ristorante è chiuso se non sbaglio. Ranma voleva portarci a cena fuori mercoledì prossimo, ma credo che invece me ne andrò alle terme con mio marito, alla nostra età non può farci che bene!”

Mi strizza l'occhio sorridente e si dirige verso il salotto, poi si volta indietro verso di me e sempre sorridendo aggiunge

“Non credo che avrete bisogno di tutta la bottiglia per risolvere i vostri conflitti; ho visto come vi guardate quando pensate di essere soli, un sorso sarà più che sufficiente a far volare via i vestiti!” E con questo se ne va di là.

Rimango lì impalata come una perfetta idiota.

Questa donna all'apparenza così dolce e pacata ne sa una più del diavolo. O forse sono io ad essere talmente ingenua da non accorgermi che la mia attrazione per Ranma è più che palese. O magari è solo il tentativo di una madre di far accasare il figlio. Ad ogni modo è ovvio che ora non potrò più farmi vedere da questa gente. Cosa gli dico quando li rivedo?! No, non ho invitato il vostro prezioso bambino a cena da me perché sono codarda e preferisco soffrire in silenzio piuttosto che correre il rischio di essere rifiutata?! E figuriamoci poi se voglio davvero invitare a cena quell'imbecille. Servirebbe solo a farmi ridere in faccia. No grazie! Ho deciso, ora vado di là, le ridò la sua bottiglia, ringrazio per la cena e me ne vado. Sì, è la miglior soluzione. Dio, che sciocca che sono, ho anche iniziato a sudare freddo e tremare, per non parlare della testa che mi gira fortissimo. Sento le gambe venirmi meno e appoggio il sakè sul tavolo giusto un attimo prima di accasciarmi a terra. Poi, più nulla, solo il buio.

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Capitolo 5
*** Kakigori ***


“Signorina! Signorina! Ehi! Signorina mi sente?”

Ma che cavolo …

“Signorina! Come sta? Mi sente?”

Apro lentamente gli occhi. Ma che è successo? Dove sono?

“Bene, è cosciente! Signorina lei è in grado di sentirmi?

Sbatto le palpebre cercando di mettere a fuoco il viso che ho davanti. Non mi pare di conoscerlo. E anche se lo conoscessi sarebbe comunque difficile capire chi è, visto che mi sta praticamente accecando con una di quelle piccole torce che usano gli oculisti.

“Come si chiama? Lo sa?”

Oh mio Dio, ma chi è questo cretino? Certo che lo so come mi chiamo, ma che domanda è? “A...Akane” riesco a mormorare flebilmente.

Santo cielo, la testa mi scoppia.

“Ottimo Akane, mi ascolti! Lei sa dove si trova in questo momento?”

Ma non esiste un interruttore per spegnerlo?! E che ci faccio a terra? Poi ricordo.

La cena, la chiacchierata con Nodoka, il sakè, le vertigini ed il vuoto subito dopo.

“Io … io … Ranma?!” riesco a dire.

“Akane, sono qui.” Lo intravedo avvicinarsi a me. I suoi occhi mi scrutano mentre mi stringe forte la mano, il tono della sua voce è spaventato, ma sollevato allo stesso tempo.

“Che .. che succede?” chiedo.

“Akane lei ha sbattuto la testa. Probabilmente ha avuto un piccolo calo di pressione ed è scivolata urtando il tavolo.”

Riecco il tizio delle domande stupide.

“Adesso dobbiamo portarla al pronto soccorso per esaminarla, capito?”

“Non diciamo sciocchezze” mi oppongo “Io sto beniss...”provo a dire cercando di alzarmi, ma fallendo miseramente.

“Signorina Akane, non deve muoversi ha capito?” Ora, come prima cosa la porteremo in ospedale a fare una TAC. Cerchi di non agitarsi e non si muova, intesi?”

Sospiro. Di certo non posso oppormi.

L'esagitato paramedico con la torcia sembra essere finalmente soddisfatto e dà ordine di caricarmi sull'ambulanza.

Quando il portellone sta per chiudersi sento una voce gridare

“Aspettate! Io salgo con voi!”

Ed un attimo dopo eccolo accanto a me; con i suoi splendidi occhi azzurri che non mi mollano un secondo e le sue mani che si intrecciano alle mie.

“Ciao” mi sorride

“Ciao” gli sorrido io di rimando

“Come ti senti?”

In imbarazzo, ecco come mi sento.

Non è di certo così che volevo finisse la serata.

“Mi fa un po' male la testa” constato

“Sta' tranquilla, vedrai che non è nulla” di nuovo quel sorriso.

Credo che ora mi verrà un infarto, ma non c'è da preoccuparsi, ho visto che quest'ambulanza è dotata di defibrillatore.

Partiamo e la mia tachicardia amorosa viene rimpiazzata da un molto più forte (e reale) dolore causato da un bernoccolo che mi sta crescendo in testa.

“Ahia” mi lamento.

“Tranquilla signorina, siamo quasi arrivati”

Me ne sto zitta e buona in attesa, ma all'improvviso un pensiero mi colpisce forte.

“Ranma?!”

“Sì Akane?”

“Non avete avvertito la mia famiglia, vero?!”

“Beh, abbiamo chiamato a casa, ma non ha risposto nessuno, perciò i miei sono andati a casa di tuo padre per parlare con lui di persona.”

“Non c'è nessuno a casa Ranma”

Lui mi guarda perplesso

“Come non c'è nessuno?”

“No” continuo “vedi, ieri sono partiti per andare a conoscere la famiglia di Tofu e saranno via per tutta la settimana. Ti prego Ranma, non voglio che sappiano nulla, ti prego!” mi agito e sento il bernoccolo pulsare prepotente.

“Ok, facciamo così allora, appena scendiamo dall'ambulanza chiamo mia madre e le dico di raggiungerci in ospedale, però dopo mi dai il numero di telefono di tuo padre o delle tue sorelle e ci parlo io con loro.”

“Scordatelo! Sei sordo per caso?! Ti ho appena detto che non voglio sappiano nulla!”

Sento la testa esplodere

“Akane, nel caso tu non l'avessi capito, non te lo sto chiedendo, te lo sto ordinando.” proferisce perentorio

“Come scusa?? Tu me lo staresti ordinando?! Ma sentitelo!! Tu non mi ordini proprio un bel niente Ranma, qui non siamo al tuo maledettissimo ristorante!” strillo

“EHI!” il paramedico scatta in piedi

“Dico, vi sembra il caso?! Lei!” sbraita puntando l'indice minaccioso verso Ranma “Si sieda subito e faccia silenzio, non vede che sta agitando la paziente?!”

Ranma si siede, non prima di avermi lanciato un'occhiataccia.

“E lei!” è il mio turno di essere sgridata

“Lei deve stare ferma immobile, I-M-M-OB-I-L-E, ha capito?!

“Sì, mi scusi” mormoro imbarazzata.

Che figura! Ci mancava solo di diventare lo zimbello di tutte le autoambulanze del Giappone! Ah ma appena scendo da questa barella mi sente quella testa di ...

“Siamo arrivati. Signorina non si agiti e cerchi di stare calma.”

 

Vengo portata subito a fare la TAC, dopodiché una squadra infinita di dottori ed infermieri mi ausculta, medica, visita, preleva sangue e via dicendo.

Inizio a sentire la stanchezza (chissà che ore si sono fatte) ed anche un po' di preoccupazione.

Qui sono tutti molto gentili, ma non si sbilanciano e anche se non credo di aver subito niente di grave, vorrei che qualcuno mi dicesse qualcosa.

Immersa nelle mie riflessioni, non mi accorgo del dottore che si è nel frattempo materializzato in fondo al letto nel quale sono stata confinata.

“Salve Signorina Tendo, io sono il Dottor Nakamura. Come si sente?”

“Ho sonno” mi lagno come una bambina piccola.

Lui mi sorride gentile.

“Non si preoccupi, fra poco potrà riposare, nel frattempo le spiego cosa le è successo.”

Annuisco attenta

“Bene, allora: dagli esami del sangue abbiamo riscontrato un po' di anemia, il che spiega le vertigini che ha avvertito ed il conseguente mancamento. Le ho prescritto degli integratori che dovrà assumere tutti i giorni e degli esami del sangue periodici di controllo.

Per quanto riguarda la testa, per fortuna si tratta di un trauma cranico minore, dalla TAC non abbiamo riscontrato danni, per cui la terremo qui in osservazione per le prossime 24 ore, dopodiché sarà libera di tornare a casa. Naturalmente dovrà stare qualche giorno a riposo e sotto controllo, ma stia tranquilla, abbiamo già spiegato cosa fare al suo fidanzato.”

 

Oh Kami. È molto peggio di quanto pensassi.

Sento le voci. Ho le allucinazioni.

Starò morendo??

Forse il Dottor Nakamura altri non è che un angelo venuto a prendermi per accompagnarmi nel mio ultimo viaggio. O forse è una proiezione. O magari è solo un sogno!

Sì dev'essere quello. Mi sono addormentata e sto sognando.

Soltanto così si spiega un fidanzato amorevole pronto a prendersi cura di me.

 

“Signorina Tendo? “

“Sì?” rispondo ancora indecisa su quale sia la causa di questa apparizione con il camice.

“Mi raccomando; è fondamentale per una rapida guarigione evitare qualsiasi attività richieda sforzi fisici o mentali eccessivi, perciò ora farò entrare il suo ragazzo a salutarla, ma solo per qualche minuto, dopodiché dovrà tassativamente riposarsi un po', va bene?”

“Va … va bene ...” mormoro

“Ottimo! La saluto signorina Tendo, buon riposo. Ah, se il mal di testa diventasse insopportabile, non esiti a chiamare l'infermiera, le somministrerà un antidolorifico.” dice congedandosi.

 

Ma come?! Non mi porta con sé verso la luce? Che cavolo di angelo è?!

Rimango lì seduta sul letto, cercando di capire chi sia questo misterioso personaggio che va in giro per l'ospedale spacciandosi per il mio fidanzato, quando sento bussare alla porta.

 

“Ranma?!”

“Ciao! Come stai?” mi chiede sedendosi sul letto.

“Ma .. come … che ci fai ancora qui?” domando perplessa

“Volevo vedere come stavi prima di andare a casa” risponde guardandomi dritta negli occhi.

Ecco di nuovo la tachicardia. Quest'uomo mi farà morire.

“E dirti che non ho chiamato la tua famiglia”

“Oh … Grazie” mormoro abbassando lo sguardo.

“C'è qualcosa che ti serve prima che me ne vada?”

“No, sto bene, ti ringrazio”

“Ok, allora mi serviranno le tue chiavi di casa, puoi darmele?”

Le chiavi di casa mia? A cosa gli servono?

“Perché?” domando insospettita

Lui alza gli occhi al cielo

“Secondo te?! Devo passare a prendere le tue cose no?! Ti servirà un cambio di vestiti mentre starai da me ed anche tutta quella roba che usate voi donne al mattino e che vi fa stare chiuse in bagno per delle ore.”

 

Mentre starò da lui?? Ma è scemo?! Forse ha sbattuto anche lui la testa ed ora straparla in preda al delirio.

 

“Scusa, come hai detto?”
“Ho detto che ve ne state ore chiuse in bagno a gingillarvi fra creme e rossetti come delle oche giulive!”

“Senti un po' simpaticone, chi hai chiamato oca giuliva?! Per tua informazione io non mi gingillo con nessuna crema o rossetto e non sto ore chiusa in bagno, non tutte le donne sono delle galline senza cervello Ranma; e comunque mi riferivo a questa storia di venire a stare da te!” gli urlo in faccia

“Beh, dove altro dovresti stare?!” bercia lui per tutta risposta “Il medico è stato chiaro, devi essere tenuta sotto controllo quindi non puoi tornare a casa tua, la tua famiglia è fuori città, perciò l'unica soluzione è che tu venga a stare da me finché non ti sarai ripresa.”

 

E così, di colpo, capisco

 

“Sei tu il fidanzato allora?! Tu ti sei spacciato per il mio ragazzo con il dottore?!” sibilo

“Ma perché?” chiedo poi, più dolcemente

“Beh ecco .. io … beh …” balbetta grattandosi la nuca

 

Dannazione, quando è in imbarazzo è davvero tenero. Vorrei solo abbracciarlo e dirgli di non preoccuparsi, che qualsiasi sia il motivo che lo ha spinto a mentire ai medici a me non interessa e che io in realtà farei carte false per essere la sua ragazza.

 

“Ranma ...” mormoro sfiorandogli la guancia con la punta delle dita

“Non volevano darmi nessuna informazione ...” dice a testa bassa “e io … beh, ero preoccupato, tu non uscivi più da quella maledetta TAC e quindi ho pensato di dire una piccola bugia per poter avere qualche notizia, tutto qui.”

 

Alza lo sguardo e noto che è arrossito.

L'istinto prende il sopravvento sulla ragione e gli butto le braccia al collo.

Lo sento irrigidirsi ed il respiro mozzarglisi per la sorpresa, ma non m'importa. Lo stringo ancora di più affondando il viso nell'incavo del suo collo.

Il suo profumo mi arriva in un botto alle narici ed io lo inalo come se fosse l'ossigeno che mi serve per vivere.

 

“Grazie Ranma” bisbiglio

 

Ed è allora che lo sento sciogliersi.

Il suo respiro torna regolare e ricambia la mia stretta con ancora più forza.

Le sue braccia mi avvolgono ,così come il suo odore ed io sento ogni razionalità abbandonarmi. Voglio perdermi in questo abbraccio, in questo momento per sempre. Solo io e lui, da soli, in questa stanza, fuori dal tempo e dallo spazio.

Sento la sua mano destra scivolare dalla mia schiena su fino alla nuca, per andare a nascondersi fra i miei capelli, mentre l'altra si fa strada verso la vita.

Poi, si allontana dolcemente e, sempre fissandomi, mi sussurra

“Prego maschiaccio”

Ed io mi sciolgo come un Kakigori* al sole.

Vorrei solo attirarlo a me e fare l'amore con lui qui, su questo letto, ora; fregandomene del luogo, del trauma cranico o degli infermieri che potrebbero sorprenderci.

 

Mando al diavolo le mie inibizioni e mi inumidisco le labbra con la punta della lingua guardandolo dritto negli occhi.

“Baciami Ranma” lo imploro quasi.

“No”

Una sola sillaba è bastata a farmi morire.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*Il kakigori è un dessert giapponese a base di ghiaccio tritato, simile alla nostra granita o grattachecca, addolcito da sciroppi alla frutta o latte condensato

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti :)

Come sempre vorrei ringraziare tanto tutti coloro che leggono e seguono questa FF.

Grazie mille a fenris per le sue recensioni ed i suoi consigli di cui sto cercando di fare tesoro!

 

Questa storia sta andando in una direzione tutta sua ed io sto adeguandomi mio malgrado al suo volere. Mi piacerebbe però anche avere un'opinione da chi mi legge … mi farebbe piacere confrontarmi con voi, capire cosa ne pensate e se credete sia invece meglio che mi dia all'ippica :)

Sto inoltre pensando di introdurre anche il POV di Ranma, che ne dite? Potrebbe funzionare secondo voi?

Ancora grazie a tutti e a presto! :)

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Capitolo 6
*** Sakè ***


Calcio

No. Sono solo due lettere.

Calcio, calcio.

Due miserabili lettere che non ho mai pensato nemmeno per un istante.

Pugno, pugno, pugno.

Solo due lettere che mi stanno facendo diventare matto.

Pugno, pugno, calcio, calcio.

Razza di idiota che non sono altro, baciarla è sempre stata la cosa che più desidero fare da quando la conosco.

Calcio, calcio, calcio, calcio.

E allora perché non l'ho fatto? Lei mi stava praticamente pregando.

Pugno, pugno, pugno, calcio, calcio, pugno, pugno, calcio, calcio.

Perché mi spezzerebbe il cuore, ecco perché. E questo non posso permetterlo.

Pugno pugno, calcio, calcio, calcio, pugno, pugno, pugno, calcio, calcio.

Fisso il sacco da boxe mentre mi asciugo la faccia con l'asciugamano.

Per oggi può bastare.

 

Mi spoglio e mi dirigo verso la doccia ringraziando me stesso per aver fatto costruire una palestra in casa.

Da quella maledetta sera in cui sono rimasto chiuso con Akane dentro alla dispensa, non faccio altro che allenarmi ossessivamente per scaricare la mia frustrazione.

Lascio che l'acqua mi scorra addosso sperando che lavi via anche i miei pensieri, ma è impossibile.

Ovunque io sia, qualsiasi cosa faccia, la mente mi riporta inevitabilmente a lei.

 

Penso a quanto è bella quando apporta l'ultimo tocco ai suoi piatti prima di mandarli in sala; in quei momenti, ho notato, è come se per lei non esistesse niente e nessuno, assume un'espressione talmente concentrata da risultare quasi comica.

 

Penso a quanto è carina quando si arrabbia con me e cerca di tenermi testa. Il suo temperamento focoso esce fuori prepotentemente in quegli istanti ed io devo ricorrere a tutto il mio autocontrollo per non sbatterla alla parete e zittirla con un bacio.

 

Penso a quando, poco più che adolescenti, ci allenavamo insieme nel dojo di suo padre ed io mi divertivo ad insultarla solo per farmi rincorrere da lei e sbirciare nell'apertura del suo uwagi*.

 

E poi penso a quella sera d'estate di anni fa, quando andai a parlare con Soun, suo padre, per fargli la mia proposta.

'So di non avere nemmeno vent'anni, ma Soun, sono sicuro di ciò che dico. Voglio trascorrere il resto della mia vita con lei e portare avanti l'onore del dojo Tendo'

Lo ricordo come fosse ieri.

 

Ma lei non ha mai saputo niente di quella conversazione.

Non ha mai saputo che io quella stessa sera la sentì dire a sua sorella che non aveva nessun motivo per rimanere a Nerima e che 'Cavolo Kasumi, voglio fare le mie esperienze, uscire con un ragazzo, sentire le farfalle nello stomaco prima di un appuntamento, avere il mio primo bacio. Che possibilità ho che tutto ciò accada se sono sempre chiusa qui dentro?!'

 

Non trovai altro da fare che fuggire con il cuore a pezzi.

La amavo perdutamente, ma lei non provava i miei stessi sentimenti.

Che andasse al diavolo allora, io sarei andato avanti anche senza il suo amore.

 

Ed invece mi ritrovo da solo in questa doccia e non riesco a calmarmi.

 

Ho provato a scappare, ho provato a cambiare vita, a trasferirmi in un altro paese, ad avere altre donne, Kami ho persino provato ad andare in analisi, ma niente, non ce la faccio.

 

Immancabilmente ritorno a lei.

 

Quando ieri sera l'ho trovata svenuta sul pavimento della cucina dei miei ho capito.

Ho capito che senza di lei non potrei andare avanti nemmeno 5 minuti.

 

Akane per me è l'ossigeno, ho bisogno di lei per vivere.

 

Lei è il mio cuore.

 

Ed ora il mio cuore sta per trasferirsi a casa mia.

 

Mi passo una mano sulla faccia disperato. Come diavolo farò a sopravvivere?!

Come farò a stare buono sapendo che lei è nel mio bagno, nella mia vasca da bagno?!

 

Già me la immagino, con quel suo corpo perfetto ricoperto di goccioline d'acqua, mentre si insapona le gambe tornite, il collo lungo, i fianchi morbidi, l'incavo tra i seni ed infine, indugiando un po' di più, fra le cosce … nella mia mente le mie mani prendono il posto della spugna ed il getto di acqua gelata che mi sparo addosso non basta più a spegnere il fuoco che sento dentro.

 

La mia mano scivola verso il mio basso ventre per ovviare a ciò che la mia fantasia ha scatenato.

Sono talmente eccitato che mi bastano pochi attimi; poi un brivido, un gemito strozzato e torno alla realtà.

 

Santo cielo Akane, guarda come mi hai ridotto.

 

 

 

 

 

*************************

 

 

“Ukyo!!! Si può sapere che cos'è questo schifo?! Dobbiamo presentare una tartare di manzo, non un hamburger!!! Chi è stato a battere la carne??” strillo imbestialito

“Beh veramente sei stato tu Chef:”

Eh?!

Ammetto di essere di corsa, sono solo passato a controllare la situazione prima di andare in ospedale da Akane, ma un errore del genere non mi si addice.

“Come sarebbe sono stato io? Ti sembra che io possa combinare un obbrobrio del genere??” continuo imperterrito

“Cioè, vuoi dirmi che non ti ricordi di aver martoriato quel povero pezzo di filetto giusto 10 minuti fa?” dice guardandomi scioccata

“”Forse sarò stato distratto da una delle vostre stronzate!”

Questa è una cattiveria, lo so benissimo, ma devo salvare la faccia.

“No no” risponde Ukyo placida

“Nessuno ha detto ho fatto nulla” continua “Sei tu che ti sei messo a borbottare qualcosa sulle vasche da bagno troppo sexy mentre torturavi la carne. Sembravi posseduto!”

Cazzo.

Devo trovare una soluzione alle mie sofferenze, altrimenti rischio veramente di finire in psichiatria.

“Beh ad ogni modo non va bene, perciò gettala via e dì a Riku di rifarla” tuono

“Sì Chef.”

“E dove si è cacciato Ryoga? Deve ancora preparare i panini per stasera.

“Oh, beh .. ecco .. lui … ehm .. lui non è qui” mormora Ukyo a testa bassa.

“Davvero, non me n'ero accorto!” sbraito

“E dimmi Ukyo, mi è concesso sapere dove sia?” continuo sarcastico.

“Lui è andato in ospedale da Akane.”

“Che coooosaaaaa????” ormai mi sto sgolando

“Sì, stamattina quando ha saputo cosa le era successo mi ha chiesto per favore di poter entrare un'ora più tardi per poterla andare a trovare e .. beh .. tu non c'eri .. e qui era tutto sotto controllo … e quindi ho pensato non fosse un problema concedergli un'ora di permesso ...” dice a capo chino e tormentandosi le mani.

Sono completamente fuori di me.

Quel bastardo! Ma chi crede di prendere in giro?! Ho visto le occhiate che lancia ad Akane quel verme schifoso! Io sono il primo a lanciarle quel tipo di occhiate … devo fare immediatamente qualcosa, prima che sia troppo tardi.

“Ukyo” sibilo

“S … sì Chef ...” mormora lei con voce tremante

“Se ti azzardi di nuovo anche solo a pensare di poter regalare ferie ai miei dipendenti senza prima avermi consultato, ti ficco quelle tue spatole talmente tanto giù per la gola che non potrai più sederti, sono stato chiaro?”

“Sì Chef”

“Ora torna immediatamente al lavoro, io devo andare.”

“Sì Chef”

“Ah, Ukyo?!”

“Che c'è?”

“Mi hai molto deluso.”

Mi volto ed esco, lasciandola lì in lacrime.

Un po' mi dispiace lo ammetto, ma la sua leggerezza potrebbe costarmi l'amore della mia vita.

Devo fermare Ryoga.

 

Arrivo in ospedale in appena 15 minuti e, ancora con il fiato corto per la corsa, filo verso la camera di Akane.

Sto per bussare quando sento dei risolini provenire dall'interno.

“E così gli ho detto 'Sembri proprio un maialino con la bandana! Ahah' ”

Idiota. Ora fa anche lo spiritoso.

“Ahahah! Oh Ryoga, sei davvero uno spasso!” la risata di lei risuona argentina nell'aria ed io dico addio alla mia lucidità.

Mi precipito dentro spalancando la porta e assumendo l'aria più minacciosa possibile.

“Tu che ci fai qui??” abbaio contro Ryoga.

“Ranma?!” sembra quasi infastidito.

Che c'è, ti ho rovinato la festa verme strisciante?!

“Ho detto tu che ci fai qui? Perché non sei al lavoro?”

“Oh beh .. io ...” farfuglia il mio rivale

“Di certo non è per fare l'infermiere che ti pago. Vattene e torna subito al locale, ci sono un mucchio di cose da fare ancora e non credo tu voglia rischiare di non finirle prima dell'apertura” sputo velenoso

Mi fissa con astio, stringendo entrambi i pugni fino a farsi diventare le nocche bianche, poi però sembra ripensarci e con un “ Sì Chef” mormorato abbassa la testa.

“Ci vediamo presto Akane! Stammi bene e mi raccomando, chiamami se hai bisogno di qualsiasi cosa!” dice poi, rivolgendosi alla donna che amo, prima di dileguarsi senza nemmeno salutarmi.

Patetico.

Ci manca solo che si metta a scodinzolare.

Peggio per lui, io ho altro a cui pensare adesso.

“Ciao Akane” dico sedendomi sul letto.

Come risposta ricevo un ceffone talmente forte da farmi perdere l'orientamento per un istante.

“TU!”

Caspita, è davvero arrabbiata.

“Grandissimo buzzurro, cafone, zotico e villano che non sei altro!”

Eh sì, è proprio incazzata.

Ed è tremendamente sexy quando si arrabbia così.

Sento già qualcosa muoversi dentro ai boxer.

“Come ti sei permesso di trattare Ryoga così! Eh?! Lui è mio amico ed ha tutto il diritto di essere qui!”

“Non quando dovrebbe essere al ristorante a lavorare!” le strillo contro

“Ma che problema hai! Era solo preoccupato Ranma! Non sono tutti degli stronzi egoisti dal cuore di ghiaccio come te sai?!”

È questo che pensi di me Akane? Che ho il cuore di ghiaccio?

Kami quanto ti sbagli, io sto andando a fuoco in questo momento.

Brucio di gelosia, d' amore, di desiderio.

“Come mi hai chiamato?” mi fa davvero male sentirmi apostrofare così da lei.

“Stronzo egoista dal cuore di ghiaccio” replica in tono di sfida.

“Non chiamarmi così, stupida!”

“E come altro ti dovrei chiamare? Sei talmente freddo che se ti gratti fai la granita!”

“Sta' zitta!”

“Non dirmi di stare zitta Ranma Saotome, non ti permettere!” ormai è tutta rossa in viso e trema.

“Basta!” urlo

“Tu non sai proprio nulla di me o del mio cuore, non sai cosa significa non poter avere chi si ama, non sai cosa si prova ad essere respinti, non sai un bel niente Akane, perciò taci che è meglio.”

L'ho detto davvero? Maledizione, maledizione, maledizione.

Mi guarda sconvolta portandosi una mano al petto.

“Io .. io non … non sapevo … scusami.”

Già, come potresti sapere Akane?!

“Ranma … è per questo che non mi hai voluta baciare? C'è un'altra donna nel tuo cuore?” chiede mentre due grosse lacrime le rigano il volto.

La mia mano si muove ancor prima di ricevere l'ordine dal cervello e con un gesto delicato gliele asciugo.

“Akane, nel mio cuore c'è posto soltanto per una persona ...”

“Oh … capisco ...” dice mentre le lacrime continuano a scenderle copiose sulle guance.

“No! È proprio questo il punto, tu non capisci!” sbotto

 

Ho immaginato molte volte il momento in cui le avrei confessato i miei sentimenti, ma ho sempre creduto che sarebbe stato in una circostanza di grande romanticismo, tipo in spiaggia al chiaro di luna o un'altra di queste situazioni melense e penose che tanto piacciono alle donne. Mai avrei pensato di dirle ciò che provo in un letto di ospedale. Eppure sento che sto per farlo, è come se la mia lingua agisse da sola, senza consultare il cervello prima.

Prendo fiato.

“Akane, possibile tu non abbia capito che io so-”

“È permesso?”

Ma scherziamo?! Ma che ho fatto di male??

“Signora Saotome salve!”

“Ciao mamma” borbotto ingrugnito

Mia madre è una donna fantastica, ma non ha assolutamente la minima idea di cosa sia il tempismo perfetto.

“Buongiorno cara, come ti senti? Oh ciao Ranma! Sei già arrivato?”

“Se sono qui ...” le rispondo infastidito

Ricevo un pugno sulla spalla da Akane.

“Ahia!”

“Ranma non trattare tua madre con sufficienza. Grazie signora Saotome per essere venuta a trovarmi. Sto molto bene, grazie!”

“Ne sono molto felice mia cara!” ribatte mia madre sorridendo

“Sono passata solo a vedere come stavi e a chiederti se c'è qualcosa di cui hai bisogno prima di andare a casa con Ranma!”

“Oh no, è tutto a posto davvero! Non mi serve nulla, ma grazie per il pensiero!”

“Bene allora” trilla mia madre

“Me ne vado, ma prima che me ne dimentichi ...” la vedo rovistare in un'enorme busta di tela

“Il tuo sakè cara!”

Vedo Akane avvampare. Ma perché?

“Gr … grazie signora Saotome ...” ringrazia imbarazzata

“Figurati cara! Ma Akane, mi raccomando, fai buon uso di questa bottiglia!”

Sbaglio o ho appena visto la mamma fare l'occhiolino ad Akane?!

 

Questa storia non mi convince, prima o poi devo parlarle, credo mi stia nascondendo qualcosa.

 

“Arrivederci ragazzi, ci vediamo presto!” e con un ultimo sorriso se ne va.

“Vogliamo andare anche noi? Credo tu possa essere dimessa ora” dico per allentare la tensione

“Ok” sillaba, ma la sua mente è altrove, si vede benissimo.

Che c'entri qualcosa il sakè?

 

 

Mezz'ora dopo siamo tutti e due fermi davanti alla porta di casa mia indecisi se varcare o no la soglia.

“Entriamo?!” domando per farmi coraggio

Lei annuisce silenziosa.

 

Le faccio strada in salotto e la osservo mentre si guarda intorno curiosa.

“Siediti pure dove vuoi, io vado di là a sistemare le tue cose nella stanza degli ospiti. La cucina è qui a destra, se hai fame apri il frigo.”

“Va bene”

 

Una volta piazzato il futon, fatto ordine nell'armadio e messe a posto le sue cose, torno in soggiorno, solo per trovarla rannicchiata sul divano che dorme.

Mi avvicino piano per non svegliarla.

Il suo respiro è regolare, il che significa che sta dormendo profondamente.

Le scosto una ciocca di capelli dal viso mentre l'accarezzo.

È davvero bellissima.

La prendo fra le mie braccia e la porto in camera, per adagiarla delicatamente su quello che ora è il suo letto.

“Kami Akane, il tuo odore mi fa impazzire.” bisbiglio

Vorrei solo spogliarla e morderle ogni singolo centimetro di pelle, per scoprire se anche il suo sapore è così eccitante.

Si rigira sul letto ed una spallina del top che indossa le scivola giù maliziosa.

Ho bisogno di un'altra doccia gelata

Con l'indice gliela ritiro su ed indugio per un attimo sulla curva fra il collo e la clavicola, sfiorandola delicatamente.

“Mmhh” mugola lei nel sonno

“Akane ...” faccio scorrere l'indice ed il medio dalla spalla allo sterno.

“Mmh .. sì ..”

Altro che doccia, dovrò mettermi il ghiaccio sul pacco per tutta la notte.

Continuo a sfiorarla con due dita, su e giù, senza fretta

“Amore mio ..” mi esce senza che io me ne renda conto

“Sì … Ryoga …” mormora lei ancora dormiente

Craaaack.

È il suono che si sente quando la propria anima si rompe in mille pezzi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*Uwagi: Giacca del Karategi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve amiciiii!!! :)

Questo capitolo è stato peggio di un parto … Avevo quest'idea di introdurre il POV maschile, ma non sapevo da dove cominciare e come strutturare la cosa.

Ranma mi ha fatta sudare sette camicie, non voleva saperne di uscire fuori, ma poi, quando l'ha fatto, io l'ho lasciato fare e, ancora una volta, è stato il personaggio a portarmi dove voleva e non viceversa.

Se il capitolo vi sembra quindi meno frizzante e brioso degli altri è perché Ranma è un musone!

 

Detto questo, voglio ringraziare come sempre ogni singola persona che legge, recensisce, ricorda, segue e preferisce questo mio delirio. Grazie mille!

I vostri consigli sono per me preziosi, quindi, se ne avete voglia, continuate a farmi sapere la vostra opinione, le critiche sono sempre ben accette e mi serviranno a migliorare!

Un bacione a tutti e a presto!!! :)

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Capitolo 7
*** Tonkatsu ***


Sbatto le palpebre e cerco di mettere a fuoco l'ambiente che mi circonda, ma non ci riesco, è tutto buio.

Sento la testa pesante e non capisco dove mi trovo.

Non sono in ospedale, il letto è troppo comodo, ma non sono nemmeno a casa mia.

Poi, un lieve profumo di legno di cedro mi arriva al naso … l'odore di Ranma.

Giusto, sono a casa sua.

Ma come ci sono finita in questa stanza buia? Ricordo solo di essermi appisolata sul suo divano …

Mi metto seduta sul letto e mi massaggio il bernoccolo.

Devo procurarmi un analgesico.

Mi alzo ed esco dalla camera, alla ricerca dell'armadietto dei medicinali.

 

La prima cosa che mi salta all'occhio, mentre gironzolo, è l'ordine maniacale che regna ovunque.

Tutto è perfettamente allineato, impilato o strategicamente posto nei minimi dettagli.

La seconda cosa che mi colpisce è la totale assenza di qualsiasi oggetto possa contribuire a far capire che questa casa è abitata.

Non una foto, non un vaso di fiori, niente di niente.

Tutto è sapientemente studiato per risultare elegante ed essenziale, ma anche impersonale ed asettico.

Che tristezza.

 

Continuo la mia esplorazione aprendo la porta che ho di fronte.

Il profumo di legno di cedro qui dentro è davvero molto intenso ed io me ne riempio avida i polmoni.

 

Mi trovo nella stanza da letto di Ranma Saotome.

Solo i Kami sanno quante volte ho sognato di entrare in questa stanza, di poterci dormire, di potermici risvegliare.

Anche qui l'arredamento è a dir poco minimal, ma il letto è stranamente invitante e dall'aria confortevole, pieno zeppo com'è di soffici cuscini.

Non posso fare a meno di pensare che sia perché è qui che porta le donne con cui probabilmente si intrattiene ed una fitta allo stomaco mi fa sussultare.

 

 

A distrarmi dalla mia gelosia è l'unica nota di colore dell'intera camera.

Sul comodino sembra esserci una cornice con una foto, perciò mi avvicino per guardare meglio.

L'immagine ritrae un Ranma adolescente, con il suo immancabile codino, intento ad allenarsi in un dojo dall'aria familiare.

Caspita, questo è il dojo di papà!

E infatti nella foto ci sono anch'io, vestita del mio gi, mentre sferro un calcio al mio avversario con la treccia.

Non ricordo di aver mai visto questa foto, chissà chi l'ha scattata e in quale circostanza.

E poi perché ce l'ha Ranma? E sopratutto perché la tiene qui?

 

Una forte fitta di dolore mi riporta alla realtà perciò riprendo la mia ricognizione.

Continuo a camminare per il lungo corridoio quando all'improvviso vengo distratta da una serie di tonfi sordi ed una ben nota voce maschile che sembra imprecare senza sosta.

 

“Bastardo!”

Sbam

“Maledetto!”

Sbam

“Porco schifoso!”

 

Ma con chi ce l'ha?! A volte mi preoccupa sul serio …

Apro piano la porta e quello che mi trovo davanti mi lascia attonita.

 

“Brutto maiale bavosoooo!"

 

Ranma si sta allenando, o per meglio dire, sfogando su un povero sacco da boxe ormai ridotto a brandelli.

Completamente rosso in volto, con lo guardo furioso, grondante di sudore e con solo un pantalone della tuta addosso, incute timore, ma è anche dannatamente attraente ed io non posso fare a meno di restare lì imbambolata sulla soglia a guardarlo.

Sferra un ultimo calcio volante e poi si ferma.

 

“Ah sei sveglia?!” dice vedendomi

“S … sì ...”

Kami, ma è possibile che lo becchi sempre mezzo nudo?!

“Come stai?”

Accaldata, grazie

“Io .. io … cercavo un antidolorifico …” esito toccandomi la testa.

“Stai male? Vuoi che ti riporti in ospedale? Mi chiede premuroso

“No, è solo che questo bernoccolo mi fa un male cane e vorrei sapere se hai qualcosa per alleviare il dolore.”

“Sì certo che ce l'ho, vieni con me.”

Mi guida in bagno, dove rovista in una piccola scatola appoggiata su una mensola.

“Ecco qui” dice porgendomi una pillola rotonda.

“Gr … grazie ...” rispondo io.

“Hai un po' d'acqua per favore?” chiedo poi

“In cucina e ora esci, devo farmi una doccia.” ribatte infastidito spingendomi fuori dal bagno.

 

E figuriamoci se riusciva ad essere gentile per più di 30 secondi!

Se non fossi in queste condizioni me ne sarei già andata e non prima di avergli dato un pugno in quella sua bella faccia.

 

Me ne torno nella camera dove mi sono svegliata poco fa, ad aspettare che la medicina faccia effetto.

 

Non so quanto tempo passi , ma ad un certo punto riapro gli occhi e sento che il dolore se n'è andato per fare spazio ad un sonoro brontolio dello stomaco, il che mi fa venire in mente che è da stamattina che non mangio nulla e che è giunto il momento di mettere qualcosa sotto ai denti.

 

Trovo quasi subito la cucina per fortuna; peccato però che ci trovi anche Ranma.

Che strazio.

Beh, almeno si è messo una maglietta, è già qualcosa.

Mi dirigo a passo deciso verso il frigo, ma lui mi gela:

 

“Non troverai nulla di pronto lì dentro”

“Ma se prima mi hai detto di aprire il frigo se avessi avuto fame!”

“Sì beh, mi sono sbagliato.”

Ad ogni modo” prosegue “sto facendo un po' di tonkatsu* se ti va”

 

Tutto questo è davvero stancante.

Di gente strana ne ho conosciuta, ma questo ragazzo batte tutti.

Alterna gelide stoccate a sguardi di fuoco, algidi comportamenti a gesti amorevoli.

Un attimo prima mi tratta come una serva per poi comportarsi da principe azzurro un secondo dopo.

Eppure quando eravamo più giovani non era così … Era esuberante, vivace … allegro.

 

Forse è bipolare poverino.

Dovrò controllare la scatola delle medicine.

O forse si è solo trasformato in uno stronzo sessista che pensa tutte le donne debbano essere trattate con il bastone e la carota come gli asini.

“Io non sono un ciuco!” strillo sbattendo il pugno sul piano della cucina.

“Come dici?” mi chiede lui strabuzzando gli occhi

Ops! L'ho davvero detto a voce così alta?!

“Ahh va' al diavolo!” strillo adirata scappandomene in salotto.

 

Mi butto sul divano e lascio che le lacrime scorrano libere.

Mi sento a dir poco esausta e vorrei solo andare a casa mia.

Voglio andarmene da questa casa che assomiglia ad una sala operatoria; voglio andarmene da questa situazione; voglio andarmene da lui che non capisce quanto mi fa male con i suoi toni al vetriolo.

 

Una vocina nella mia testa mi fa notare che effettivamente nulla mi vieta di andarmene, perciò torno nella “mia” stanza e cerco la mia borsa.

Devo uscire da qui immediatamente.

 

“Kami, con questo buio non vedo niente, ma dov'è?” borbotto fra me e me.

La trovo finalmente, quindi me la stringo al petto e mi volto per scappare.

Peccato però che vada invece a sbattere contro una lastra di marmo.

 

“Che stai facendo qui?? Fra cinque minuti la cena sarà pronta.”

La lastra di marmo sa parlare e possiede la stessa voce di qualcuno di mia conoscenza.

 

“Levati di mezzo Ranma, vado a casa mia.” dico spingendolo.

Mi incammino veloce in corridoio verso la porta d'ingresso e lo sento corrermi dietro.

 

“Ma sei scema?! Ti ho appena detto che è quasi pronto, anzi, vieni in cucina ed inizia ad apparecchiare.”

Ora glielo sferro io un bel calcio volante a questo demente, poi vediamo se capisce come mi deve trattare.

Ma come ha fatto Nodoka, così dolce e gentile, a tirare su un burino del genere?!

È ovvio che ha preso dal padre … O forse è frutto di qualche storia di corna, ma la signora Saotome non mi sembra il tipo che tradisce ...

 

“Akane sto parlando con te!”

Sai che c'è?! Ho cambiato idea. Niente calci.

Nossignore, cambierò tattica e lo ignorerò.

Così sì che si arrabbierà.

Il suo ego spropositato non tollera di essere messo da parte, perciò farò finta che non esista e mi congederò sbattendo la porta come fanno nei film.

 

Metto la mano sulla maniglia e apro la porta, ma lui mi si para davanti e la richiude.

“Si può sapere cos'hai??”mi chiede nervoso

“Io non ho nulla, voglio solo andare a casa mia.” rispondo gelida mentre cerco di riaprire la porta

“Non puoi stare da sola” replica sbarrandomi di nuovo il passo

“Sì che posso. Ti saluto Ranma.” dico spintonandolo

“No, non puoi e comunque devo tenerti sotto controllo, il medico è stato chiaro!” ribatte stringendomi le spalle

Sento la vena della fronte pulsare

“Allora sei duro! Ti ho detto che voglio andarmene a casa mia! Spostati!”

“Tu non te ne vai!” mi urla in pieno viso afferrandomi i polsi

“Smettila!!!”

Esplodo, ho raggiunto il limite.

 

“Smettila, hai capito?! Smettila Ranma! Smeeetiiilaaaaa!!!” ruggisco

Lo vedo indietreggiare di un passo per lo stupore

“La devi smettere di comportarti come un pazzo squilibrato, non è una cosa normale! Un attimo mi tratti come una principessa e quello dopo mi bacchetti come se fossi la tua sguattera. È destabilizzante Ranma, possibile che tu non lo capisca?! Nel caso tu non te ne fossi accorto ho avuto un paio di giorni pesanti e l'ultima cosa che mi serve in questo momento è uno psicopatico che mi urli dietro ad ogni passo che faccio! Ciò che mi serve è andarmene a casa mia, farmi un lungo bagno caldo, mettermi il pigiama, mangiare schifezze e crollare addormentata sul divano mentre guardo una stupida commedia romantica in tv; perciò ti ringrazio per la tua meravigliosa ospitalità, ma la nostra convivenza forzata finisce qui. Addio Ranma!”

E con questo esco sbattendo la porta.

 

Credevo che questo gesto mi avrebbe dato grande soddisfazione, pensavo che mi sarei sentita sollevata.

Invece mi sento solo svuotata.

Forse ho un po' esagerato a chiamarlo psicopatico, ma mi ha fatta davvero incazzare …

 

Prendo la metro e scendo un paio di fermate prima della mia.

Ho bisogno di fare due passi per calmarmi e poi voglio passare a comprare il gelato prima di rincasare.

 

Quando arrivo a casa, riempio immediatamente la vasca e mi immergo in un lungo bagno rilassante.

Sento i muscoli finalmente sciogliersi e lo stress accumulato scivolare via … ma solo un po'.

 

Dopo circa un'ora esco dalla vasca e mi preparo per la notte.

Infilo il mio pigiama preferito ed una fascia di spugna in testa, mi applico una maschera idratante sul viso e finalmente mi butto sul divano, armata di gelato e cucchiaio.

Vediamo cosa c'è in tv stasera …

Non trovo nulla di interessante, perciò mi accontento di guardare un film in bianco e nero in cui una coppia di arzille vecchiette accoppa un sacco di gente offrendo loro del vino.**

È una pellicola esilarante, ma la mia mente è altrove e non riesco nemmeno a godermi il gelato, che infatti si sta squagliando.

 

Che ci faceva quella foto in camera di Ranma?

Con chi ce l'aveva prima, mentre si allenava?

Perché si comporterà così come si comporta?

Non l'avrò ferito con le mie parole?

E sopratutto, perché non riesco a non essere innamorata di lui nonostante tutto?

L'amore fa davvero schifo.

 

Sbuffo e mi sistemo meglio sul divano.

Domani mattina andrò da lui e mi scuserò …

Santi Kami, sono proprio totalmente priva di spina dorsale!

Se fosse stata una qualsiasi altra persona a trattarmi in quel modo, l'avrei già spedita sul monte Fuji a calcioni; ma Ranma no, con lui proprio non riesco ad impormi.

Quando sono con lui sento come se la mia testa si facesse da parte per fare spazio solo al cuore … e anche un po' agli ormoni …

Ripeto; l'amore fa davvero schifo.

 

Mi alzo e butto via il gelato, ormai è immangiabile.

Apro la dispensa alla ricerca di qualche altra porcheria quando sento il campanello suonare.

Guardo l'orologio; le 23,45.

Ma chi è a quest'ora??

Un'altra scampanellata.

Oddio, i ladri! Ma i ladri non suonano mica … E allora chi cavolo può essere?

“Chi … chi è?” domando sospettosa

“Akane, sono io, mi apri per favore?”

 

Ed ora che ci fa lui qui???

 

 

 

Merda. Merda. Merda. Merda.

 

E ora che faccio???

Ormai sa che sono in casa, dannazione!

Devo temporeggiare.

“Ehm … chi è??” giochiamo il ruolo della finta tonta

“Ma come chi è?! Sono io, Ranma!” dice una voce spazientita

 

Cavolo, non posso certo farmi vedere in queste condizioni!

Non ho tempo per cambiarmi, per sistemarmi i capelli, non ho tempo per fare nulla accipicchia!

Premo il pulsante del citofono per l'apertura del portone e inizio a correre su e giù per la casa come un criceto impazzito.

 

Mi libero del pigiama ed infilo una sottoveste in cotone, solo per accorgermi che è macchiata.

Cazzo!

Rimetto il pigiama, corro all'ingresso, levo la fascia e cerco di assumere un'aria di compostezza mentre lo aspetto alla porta.

 

Toc Toc

“Akane, apri”

 

La maschera, porca miseria!

 

“Un attimo, sono nuda!” strillo

Corro in bagno, mi sciacquo il viso e mentre corro ad aprire di nuovo la porta, sbatto il mignolino del piede sul mobiletto all'ingresso.

Mi si riempiono gli occhi di lacrime mentre saltello sul posto imprecando

“AHIA! Porcaccia di quella putt...” sento bussare

Ed è così, struccata, spettinata, con un pigiama di tre taglie più grande ed il viso contratto in una smorfia di dolore che apro le porte di casa al mio grande amore.

 

Eccolo davanti a me, carico di buste della spesa e di … un enorme borsone da viaggio?!

 

“Ranma, ma che ci fai qui? Lo sai che ore sono?”

“Akane …”

Mi scruta con quel suo sguardo azzurro mare ed io ci naufrago dentro.

 

“Akane, io vorrei chiederti scusa per stasera, per come ti ho trattata, per come ho agito finora, insomma per tutto.”

Ottimo, è ubriaco fradicio.

“Non sono ubriaco, sto dicendo sul serio” aggiunge

Adesso legge anche nel pensiero?!

Questo suo sapere sempre tutto sta iniziando ad essere irritante.

 

Gli faccio cenno di entrare e lui mi risponde con un sorriso.

Vorrei tanto sbatterlo al muro e mordicchiargli i lobi delle orecchie, ma non posso; devo essere stoica.

 

“Senti Akane, credo di doverti delle spiegazioni, ma vorrei dartele domani se non ti spiace, stasera sono troppo stanco.” sbadiglia

“Va bene, ma perché sei qui allora?”

“Oh beh … io … beh, vedi … è che ...” mugugna portandosi la mano dietro alla nuca.

Quando fa quel gesto mi fa morire, quindi cerco di assumere un'aria da dura per non fargli capire che mi sto struggendo ed incrocio le braccia al petto per incitarlo a parlare.

Fa un grosso respiro

 

“Hai ragione a volertene stare a casa tua, con i tuoi spazi e le tue cose ed io sono stato un idiota a non rendermene conto, però non voglio tu rimanga da sola, quindi sono venuto io da te e vorrei rimanere qui finché non starai meglio, se posso.”

 

Sii stoica Akane, stoica e risoluta

 

“Per favore” aggiunge poi sottovoce

“E va bene …” sospiro

 

Brava Akane, bella prova di determinazione che hai dato anche stasera.

 

“Ma niente sbalzi d'umore!” lo ammonisco per recuperare almeno un minimo di dignità

Annuisce serio

“E niente ordini” continuo

“Ci proverò”

Lo fulmino con lo sguardo

“Va bene, va bene, niente ordini” fa alzando le mani in segno di resa

”E dovrai dormire sul divano!”

“Ovvio”

“E domattina pretendo di avere delle spiegazioni”

“Promesso” dice mettendosi una mano sul cuore

 

Non mi viene in mente nessun'altra “clausola” perciò gli porgo la mano come a voler sigillare il patto e lui me la stringe soddisfatto.

“Bene, vado a prenderti una coperta ed un cuscino; il bagno è là in fondo se vuoi. Ah, il frigo è vuoto, mi spiace. Domani magari possiamo andare a fare un po' di spesa:”

“Non serve” replica lui indicando l'enorme quantità di buste con cui si è presentato “l'ho già fatta io!”

“Ranma non ce n'era bisogno … grazie mille!” gli dico grata e allo stesso tempo sorpresa “E poi, quanta roba hai comprato? Qui c'è da mangiare per tutta Tokyo!” constato

“Già, forse ho esagerato … ma non sapevo di quale schifezza tu avessi voglia nello specifico, così ho comprato un po' di tutto.” dice tirando fuori patatine, cioccolato, popcorn, marshmallow, caramelle e chi più ne ha più ne metta.

“Hai intenzione di dare una festa a casa mia?” domando scherzosamente

“No, ho intenzione di farmi perdonare.” ribatte inchiodando il suo sguardo nel mio

 

Il tempo sembra fermarsi insieme al mio cuore.

 

“Ok beh, sarà meglio che ti procuri la tua coperta” biascico correndo in camera mia

Mi aggrappo alla cassettiera per cercare di calmarmi.

 

Come faccio?! Come faccio ad ospitarlo qui da me?! Come faccio a non saltargli addosso appena mi capita l'occasione?!

Se ne accorgerà. Si accorgerà di quanto lo voglio, di quanto lo desidero, si accorgerà che sono innamorata di lui e allora sarò fottuta.

Devo farmi venire in mente qualcosa, ma cosa?!

“Ehi Akane, tutto bene? Vuoi una mano?” lo sento urlare dal salotto

“Ehm … NO!” strillo “Arrivo!”

Arraffo al volo una coperta ed un cuscino dall'armadio e torno di là.

“Ecco qua!” dico con un po' troppo entusiasmo “se ti serve altro chiedi pure!”

 

Se ti serve altro chiedi pure?! Manco fossimo da Zara … A volte mi picchierei da sola.

 

“Grazie” risponde lui continuando a guardarmi fissa negli occhi.

“Beh .. ora … ehm … io … io andrei a letto, scusa, ma sono davvero esausta!” blatero sempre più agitata.

Il mio cuore ormai sta battendo alla velocità del suono e temo che lo stiano sentendo fino ad Osaka.

Rimaniamo così, a guardarci negli occhi in silenzio, per un intero minuto ed io sento il viso avvampare.

“Beh … allora ...” replica avvicinandosi “buonanotte Akane ...”

Si avvicina di un altro passo e poi, abbassandosi, mi sfiora delicatamente l'angolo sinistro della bocca con le labbra.

“Chiedimelo di nuovo, ti prego ...” mi sussurra poi all'orecchio, procurandomi istantaneamente la pelle d'oca.

“Ch … che … co … cosa?” balbetto ormai del tutto incapace di ragionare

“Quello che mi hai chiesto in ospedale … chiedimelo di nuovo ...” continua, stavolta posando le labbra dietro all'orecchio destro.

“Chiedimi di baciarti Akane ...”

 

Mai nella vita ho avuto così tanta paura o brama di fare una domanda.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*Tonkatsu: Cotoletta di maiale impanata e fritta

 

**il film a cui fa riferimento Akane è “Arsenico e vecchi merletti”, se non lo avete visto guardatelo; è un capolavoro!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti :)
Per favore non picchiatemi!! Lo so che vi ho lasciato con l'amaro in bocca, ma giuro che nel prossimo capitolo ci sarà una svolta!

Credo che qualsiasi cosa stia per accadere tra i nostri due protagonisti meriti un capitolo a sé, perciò ho deciso per questo finale “interrotto”.

Un'altra cosa a cui sto pensando è quella di cambiare rating e passare al rosso, così da poter trattare certi argomenti senza limiti, ma per ora è solo un'ipotesi poiché, come ormai sapete, questa storia ha una sua propria vita e non so ancora dove mi porterà.

Come sempre grazie mille a tutti; che legge, chi ricorda, chi segue, chi recensisce, ecc.

Baci e a presto :)

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Capitolo 8
*** Dorayaki ***


“Chiedimi di baciarti Akane ...”

 

Diamine, non desidero altro … ma non posso.

Non così, non ora.

Temo sia il mio turno di dire di no.

 

“Ranma aspetta …” faccio un passo indietro per guardarlo negli occhi, i suoi meravigliosi occhi blu, e ciò che ci leggo dentro è disappunto, delusione e amarezza.

“I Kami sanno quanto io voglia baciarti in questo momento ...” sospiro

“Ma prima ho bisogno di capire certe cose … non voglio commettere un errore di cui poi potrei pentirmi amaramente ...”

 

Con un gesto brusco si allontana

“Quindi staresti dicendo che io sono un errore di cui potresti pentirti?!?!” è furioso

“No!” mi affretto a dire

“E allora qual è il problema??”

“Sto solo dicendo che prima di compiere un passo importante come quello di baciarti voglio prima avere chiara la situazione … ci sono molte domande che esigono risposte e molte chiarificazioni che mi devi. Per me un bacio non è una cosa da poco … non con te almeno …Voglio solo fare le cose per bene Ranma, tutto qui. Riesci a capirmi?” termino arrossendo

“Ed il fatto che io non sia Ryoga non c'entra nulla vero?!” mi chiede furibondo

“Ryoga?? Cosa c'entra Ryoga ora?” sono a dir poco perplessa

“Eccome se c'entra mia cara, se fossi stato Ryoga a quest'ora saremmo già di là a scopa...”

 

Non gli faccio nemmeno finire la frase, gli mollo uno schiaffo talmente forte da lasciargli il segno di tutte e cinque le dita sulla faccia.

“Grandissimo bastardo e troglodita che non sei altro, come ti permetti?? Eh?!?! Ti presenti senza preavviso di notte a casa mia, mi implori di poter restare, mi chiedi di perdonarti e poi che fai?! Mi insulti e mi dai anche della puttana?! Ti dico una cosa Ranma Saotome, non è così che si ottiene il perdono di una persona e nemmeno il rispetto se è per quello. Adesso io me ne vado a letto, mi auguro che domani mattina tu abbia ripreso possesso delle tue facoltà mentali e che tu sia in grado di spiegarmi questa tua ennesima follia, altrimenti questa è l'ultima volta che mi vedi.”

E con questo mi volto e me ne vado in camera mia, non senza sbattere violentemente la porta come ultimo gesto di stizza.

 

Ma che cavolo di problemi ha?? Perché fa così?? Kami quanto mi fa incazzare … E poi perché ha tirato in ballo il povero Ryoga??

Mi infilo sotto le coperte, sapendo già che stanotte non chiuderò occhio.

 

***

 

E infatti non ho chiuso occhio.

 

Alcuni raggi di luce stanno iniziando a penetrare dalla finestra, il che significa che è mattina.

Ho passato la notte a girarmi e rigirarmi nel letto ed ora devo alzarmi ed affrontare quello stronzo che dorme di là.

 

Sbuffo.

Quasi quasi mando giù un litro di gocce di valeriana e dormo fino a domani.

Ma so benissimo che non posso e che devo invece far fronte alla situazione, perciò calcio via il piumone e mi alzo.

 

Prima di andare di là vado in bagno a darmi una lavata, sperando che l'acqua mi rinfreschi anche le idee oltre alla faccia.

Mi guardo nello specchio sopra il lavandino.

Gli occhi sono cerchiati da due enormi occhiaie azzurro-viola, il volto è tirato ed in testa sembro avere un rovo al posto dei capelli .

Una merda insomma.

 

Mi lavo i denti, il viso, mi pettino e mi riguardo allo specchio.

Le occhiaie sono sempre lì, ma sto riprendendo un po' di tono ed i capelli hanno un aspetto quasi decente.

“Temo che questo sia il massimo a cui posso aspirare ...” sospiro rassegnata

 

Esco dal bagno ed un delizioso aroma lievemente zuccherato mi invade le narici.

Entro in cucina e ci trovo Ranma, impegnato a lanciare in padella quelli che sembrano essere dei pancakes.

 

“ 'giorno ...” grugnisco

Sono ancora arrabbiata e voglio che sia ben chiaro.

Lui si si gira e mugugna a sua volta un 'giorno' strascicato.

Prendo il latte dal frigo, lo verso in una tazza e mi siedo a tavola.

“Ne vuoi?” chiedo con fare annoiato

Si gira appena a guardare

“No, ho già bevuto il tè”

“No, ho già bevuto il tè gne gne gne” lo scimmiotto senza farmi sentire.

Ce ne restiamo in silenzio, con me che bevo il mio latte e lui che si prepara la colazione.

“Ho fatto i dorayaki, ti vanno?” domanda mentre ne mette in tavola un intero piatto.

Sono rotondi, perfetti, profumatissimi e dall'aspetto soffice e gustoso.

Ne prendo uno e lo assaggio.

È divino … ovvio.

Non posso neanche avere la soddisfazione di dirgli dove può cacciarseli i dorayaki, perché ancor prima di accorgermene, ne ho già ingurgitati due.

“Hai per caso dell'anko*?” mi chiede

“Sì, dentro alla dispensa” bofonchio a bocca piena

Prende il barattolo, si siede di fronte a me ed inizia a mangiare senza proferire parola.

Dopo circa dieci minuti di questo surreale mutismo, decido di rompere il silenzio.

 

“Allora?!”

Ranma alza lo sguardo mentre continua a masticare

“Non hai nulla da dire?” insisto

Per tutta risposta mi ruba la tazza dalle mani e si scola tutto il latte rimasto

“Ho molto da dire, ma prima ho bisogno di una doccia” e chiude la conversazione sparendo in bagno.

 

Ti ci affogherei nella doccia, brutto maleducato!

Ma perché non lo sbatto fuori da casa mia?! Eh?! Perché?!

Stupida, stupida, stupida che non sono altro.

Me ne vado ad aspettarlo in soggiorno, pronta per il secondo round.

 

Quando lo vedo riemergere dal bagno però, tutti i miei bei propositi di litigare vanno a farsi fottere.

Ranma Saotome è coperto soltanto da un telo da bagno legato in vita e niente di più.

Per quanto lo abbia ormai già visto più volte ampiamente svestito, ogni volta è comunque un colpo al cuore.

Lo fisso sognante mentre si tampona i capelli con un asciugamano per poi raccoglierli nella sua solita acconciatura a treccia.

È bello da togliere il fiato.

Afferra al volo un cambio dal suo borsone e si richiude in bagno.

 

Accidenti Akane ripigliati!

Mi do un piccolo schiaffo da sola.

Quando, dopo pochi minuti ritorna in salotto, per fortuna vestito, io ho ritrovato un po' del mio contegno, perciò mi accomodo meglio sul divano e gli faccio cenno di sedersi.

Sprofonda nel posto accanto al mio a braccia conserte e gira la testa dal lato opposto a me.

Aspetto un po' e quando vedo che tanto non vuole saperne di parlare mi faccio avanti io.

 

“È così che mi darai le tue spiegazioni?”

Muto

“Credevo volessi chiarire.”

Nessuna risposta

“Complimenti Ranma, sei davvero molto maturo!” faccio per alzarmi, ma lui si gira con uno scatto verso di me e mi blocca per un polso

“Non volevo darti della puttana ...” borbotta

“Sì beh, però l'hai fatto. Sono molte le cose che non intendi fare, ma che poi fai comunque.”

Fa un lungo sospiro e si prende la testa fra le mani

“Senti non è colpa mia, è che quando ho a che fare con te io … io ...”

“Tu …?!” lo sprono

“Io perdo la ragione ...” mormora rosso come un pomodoro

“Si direbbe che tu perda più che altro l'educazione!”

“Ehi non è che tu sia esattamente innocente!”

“Ah si?! E sentiamo, che cosa avrei fatto?”

“Tu … beh .. tu …” esita

“Io?!” Chiaramente non trova nulla da rinfacciarmi

“Tu … mi hai dato più volte dello stronzo!” esclama trionfante

“Ranma tu SEI uno stronzo.” constato placida

“Ehi! Come osi dir...”

Gli appoggio l'indice sulla bocca

“Non ci pensare nemmeno! Non ti azzardare a dire nulla perché lo sai benissimo che ho ragione io. Sei un vero bastardo quando ti ci metti e ci sono almeno cinque dei tuoi dipendenti pronti a confermare ciò che dico.”

“Ah ottimo, quindi ora fai comunella con loro?!” mi rimprovera

“No, ma spesso ci consoliamo a vicenda dopo le tue scenate”

“Bravi”

“Grazie”

Di nuovo il silenzio

 

“Akane ...”

“Sì?”

“Cosa c'è fra te e Ryoga?” il tono della sua voce è inquieto, preoccupato

“Oddio ma è un'ossessione! Ma perché ce l'hai tanto con lui?”

“Tu rispondi alla mia domanda!” è visibilmente agitato

“Siamo amici Ranma, amici e nient'altro!”

“Ne sei proprio sicura?”

Santi Kami, ma è un interrogatorio?!

“Tra me e Ryoga non c'è assolutamente niente e mai ci sarà! Non so da dove tu abbia preso l'idea che noi due potessimo avere una qualche sorta di relazione, ma è un'idea folle!”

“Non è un'idea folle, potrebbe anche succedere!”

“No, non potrebbe!”replico piccata

“Non ti piacerebbe fare sesso con lui in tutti gli angoli del ristorante?!”

“Vuoi un altro ceffone Ranma?!” sibilo con la mano già alzata

Fa no con la testa coprendosi il volto con le mani

“Ma allora ...” dice dubbioso “allora perché l'altra sera da me lo hai invocato nel sonno?”

“Io avrei invocato nel sonno chi?”

“Ryoga!”

“Impossibile!”

“Ti dico di sì!”

“Aah Ranma ma cosa vuoi che ne sappia! Sarà stato un sogno no?! Che c'è di tanto grave?”

“È molto grave invece!” sbotta

“E perché, di grazia?”

“Per … per … perché era un sogno erotico!”

“Che cooosaaa??” assumo mille gradazioni di rosso differenti

“Tu … tu … mormoravi il suo nome … e poi hai mugolato e hai detto qualcosa tipo 'Oh sì' e sembravi tutta eccitata ...” ha gli occhi bassi, ma riesco ad intravedere comunque la sua espressione infelice.

“Non ho mai sentito niente di più stupido in vita mia! E anche se fosse? Anche se avessi fatto un sogno erotico su Ryoga?! Questo non significa che io voglia farci sesso nella vita reale. Non posso credere che sto avendo questa conversazione con te! Invece di parlare di cose serie mi fai la paternale su qualcosa di cui non ho coscienza!” mi alzo esasperata

 

“E poi!” continuo “A te cosa importa di chi mi porto o non porto a letto??” vado su e giù per la stanza gesticolando come una matta

“Mi importa eccome!” scatta in piedi anche lui “Non tollero relazioni amorose fra i miei dipendenti!” strilla

“Ma se Asumi e Wataru hanno una tresca da mesi ormai! Li hanno anche beccati insieme nei bagni!” sto sudando e non so se per il caldo o la rabbia

“Che c'entra, quella è una cosa diversa!” blatera imbarazzato

“Aaah! Sei impossibile!” grido furente

 

Mi fermo un secondo a riprendere fiato e chiudo gli occhi per calmarmi.

“Così non si va da nessuna parte ...” riprendo

“Dobbiamo darci una calmata e ricominciare da capo.”

Faccio un enorme respiro ed un passo avanti verso di lui

 

“Ranma …” fisso i miei occhi nei suoi “Perché ti importa? Perché ti interessa con chi vado o non vado a letto?”

Senza distogliere lo sguardo fa anche lui un passo verso di me e mi cinge per la vita.

Il mio cuore raddoppia immediatamente i battiti

 

“Io voglio solo il tuo bene ...” mi accarezza il viso con una mano

“E quale sarebbe il mio bene ...” metto la mia mano sopra la sua

“Di certo non Ryoga!” fa una smorfia di disgusto

“Magari invece lo è” lo provoco

“Non dirlo nemmeno per scherzo!” urla allontanandosi

 

“Ma ti senti?! Pretendi davvero di dettare ordini sulla MIA vita privata?! Tu sei pazzo!!!”

Per tutta risposta ricevo una specie di verso animalesco accompagnato da una linguaccia

 

“Sai che ti dico Ranma?! Che adesso esco e vado col primo che incontro, pensa un po'! Vediamo se riuscirai ad impedirmi anche di uscire!”

“Tu non vai proprio da nessuna parte stupida ragazzina! Non abbiamo ancora finito!”

“Abbiamo finito eccome invece!”

“Non azzardarti ad andartene da questa stanza!” è isterico

“E chi mi fermerà?! Tu?!” sbraito ancora più isterica di lui

“Smettila Akane!”

“Smettila tu!!! Se vuoi che rimanga rispondi alla mia domanda!”

Alza gli occhi al cielo e si prende la testa fra le mani

“Rispondimi Ranma!” ormai ho raggiunto il limite consentito dei decibel

“Dimmi perché ti interessa tanto la mia vita sessuale!?”

Mi fissa tremante

“DIMMELO!!!” tremo anch'io

“Perché è con me che devi fare l'amore! Solo con me è chiaro?! Me e nessun altro!” urla tutto d'un fiato

 

Lo fisso sconvolta.

Le mani sul petto per non far uscire il cuore che minaccia di saltare fuori; la gola improvvisamente secca; il respiro mozzato.

Sogno di sentirgli dire una cosa del genere da quando ero solo un'acerba adolescente ed ora che l'ha detta non riesco a reagire.

È come se fossi anestetizzata per lo shock.

 

D'altra parte anche lui non è messo meglio di me.

Ha gli occhi fuori dalle orbite, le nocche bianche per i pugni troppo stretti ed il respiro talmente ansante da sembrare prossimo ad un attacco d'asma.

 

Esito per un istante ancora, poi faccio un timido passo verso di lui ed è allora che succede.

 

Con una sola falcata chiude la distanza fra di noi, mi prende il viso tra le mani con foga e mi bacia.

Ci baciamo con irruenza, passione, intrecciando avidamente le lingue. È un bacio troppo a lungo represso e per questo violento, ma anche pieno di sentimento.

Non esiste più niente; il tempo, lo spazio, è tutto fermo, in attesa di noi, che ci baciamo all'infinito.

Quando infine ci stacchiamo, siamo entrambi senza fiato e con le guance imporporate.

 

Ranma appoggia la sua fronte alla mia

“Hai un sapore ancora migliore di quanto immaginassi ...”

“Degno del tuo palato?” chiedo dispettosa

“Mmmh … non so, dovrei avere un altro assaggio per capire meglio ...” replica con un sorriso sghembo

“E tu assaggia allora ...” sono stupita della mia sfacciataggine

Di nuovo incolla le sue labbra sulle mie ed è un altro bacio vorace, affamato e allo stesso tempo tenero.

 

Non so quanto tempo passi, un secondo, un minuto, un'ora, non lo so; so solo che non riusciamo più a smettere.

 

Le sue mani vagano veloci, quasi impazienti, su di me e quando trovano la pelle sotto al pigiama mi sento bruciare.

 

Inconsapevolmente e per un istante tremo.

 

Lui se ne accorge ed interrompe baci e carezze per chiedermi, con uno sguardo, il consenso a continuare.

Annuisco e riprende subito a baciarmi e toccarmi con ancora più bramosia.

 

Ma che sto facendo?! Non devo dirgli di sì, devo dirgli di no! Devo dirgli che prima dobbiamo parlare, che dobbiamo pensare alle conseguenze, devo fermarlo.

 

Invece abbandono quel po' di autocontrollo che ho e gli sfilo la maglietta di dosso.

La sua pelle è liscia, tirata ed il calore che emana mi scotta quasi le dita.

Le mie carezze lo esplorano su e giù per tutto il tronco, fino ad arrivare all'elastico dei boxer.

 

Il suo respiro si fa irregolare e più veloce insieme al mio.

 

Torno su, solleticandogli la base del collo e posandovi simultaneamente dei piccoli baci in punta di lingua per poi scendere di nuovo.

Non riesco a fare altro perché vengo sollevata di peso ed incollata alla parete.

 

“Akane ti voglio ...” articola fra un sospiro e l'altro

“Ranma …” mugolo

 

Devo fermarlo. Dobbiamo fermarci finché siamo ancora in tempo. Non posso fare sesso con lui.

 

“Anch'io ti voglio” mi esce invece

No, no, no, no, no, no, no!

Ma che sto facendo?! Io non sono una da sesso occasionale, sono una ragazza seria, con dei valori e dei principi.

Devo chiuderla qui.

 

Kami, ma doveva proprio essere così bello?! E profumato?!

Forse potrei cedere … solo per stavolta …

E se poi andasse a finire male?! Magari mi liquida con un semplice 'Pensavo meglio sai?! Non sei poi un granché, meglio se torni a fare le torte e basta'.

In quel caso sarei costretta ad emigrare in Europa per riprendermi dalla batosta.

 

I dubbi mi stanno martellando la testa, ma vengo riscossa dai suoi occhi azzurri che mi fissano con un'intensità mai vista prima d'ora.

 

“Akane ...” sussurra osservandomi come se avesse capito ciò che sto pensando

“Non farei mai nulla che tu non voglia …” promette; e mentre sprofondo in quelle due pozze colore del mare faccio la mia scelta.

 

“Fai l'amore con me Ranma ...” rispondo senza esitare

 

E per la prima volta da quando ci conosciamo, è Ranma Saotome ad obbedire ad un mio ordine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*marmellata di fagioli rossi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sono viva!!! Chiedo umilmente scusa, ma fra il lavoro ed impegni vari non sono più riuscita a scrivere una mazza … inoltre confesso che ho sofferto di un blocco, ero (e sono ancora) piena di dubbi … ho mille idee in testa, ma per ora nessuna di loro sta seguendo un filo logico … vedremo dove si andrà a finire!

Come sempre grazie a tutti coloro che leggono, recensiscono, seguono, ricordano e preferiscono …grazie per la pazienza!

A presto! :*

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Capitolo 9
*** Oyakodon ***


Di solito dopo un amplesso si fuma una sigaretta, si sgranocchia qualcosa, ci si fanno le coccole oppure ci si addormenta sfiniti.

 

Io faccio la lavatrice.

Mi aiuta a pensare.

 

Fare il bucato è una cosa che mi rilassa da sempre, c'è qualcosa di quasi terapeutico nel guardare la schiuma che si forma dentro all'oblò.

Così, seduta per terra di fronte a questo elettrodomestico dai poteri calmanti, mi ritrovo a riflettere su ciò che è appena successo.

 

Ho fatto l'amore con Ranma Saotome.

Ho fatto l'amore con l'uomo della mia vita.

 

Ho immaginato di farlo con lui tante di quelle volte … ma nemmeno nei miei sogni più intimi avrei mai creduto che potesse essere così bello.

Ogni bacio, ogni carezza, ogni spinta, tutto è stato semplicemente perfetto.

 

E poi l'orgasmo.

Inarrestabile, fortissimo, incredibile.

Non avevo mai provato un orgasmo con un uomo prima d'ora, devo dire che mi sono quasi spaventata per quanto intensa è stata la sensazione.

 

Eppure sono stata a letto con altri ragazzi prima di Ranma,

Non molti per la verità; le mie esperienze si contano sulle dita delle mani, anzi di una mano sola… e neanche tutta.

E va bene, sono stata con due uomini, ma vorrà pur sempre dire qualcosa no?!

 

Il fatto è che non ho mai provato alcun trasporto per nessuna delle persone con cui sono uscita.

Erano tutti troppo noiosi, troppo premurosi, troppo appiccicosi, troppo accondiscendenti e non corrispondevano mai alle mie aspettative, non erano mai ciò che desideravo, ciò che volevo.

 

Non erano lui.

 

Per tutti questi anni non ho fatto altro che scartare tutti i miei pretendenti con questa o quella scusa, convincendomi che non ero ancora pronta per una relazione stabile, che dovevo concentrarmi sul lavoro e bla bla bla, ma la verità è che nessuno di loro reggeva il paragone con quegli occhi blu e quel codino per cui mi butterei senza esitazione sotto un tram.

 

La verità è che lo amo da sempre, da ancor prima che io stessa me ne accorgessi.

Chissà cosa prova lui per me invece

Probabilmente non sono altro che un'infatuazione dettata dall'attrazione fisica …

Devo parlargli a tutti i costi, altrimenti rischio di farmi male sul serio.

 

Mi alzo, decisa a prendere in mano la situazione e mentre sto per uscire dal bagno me lo ritrovo davanti, con i capelli arruffati e la bocca piena.

È una visione anche così.

 

“Baasceiiaigoauii?!”

“Prego?”

Deglutisce e si schiarisce la voce

“Dicevo … ma sei ancora qui?”

“Oh … io … perdonami, mi sono fatta rapire dalla lavatrice!”

“Eh?!”

“Lascia stare! Piuttosto, che stai mangiando? Ho fame anch'io!”

“E di cosa avresti voglia?” mi domanda inarcando un sopracciglio

“Io … beh … io ...ehm ...” balbetto avvampando

 

Una perfetta demente

 

“Cosa ti andrebbe Akane?” mi afferra per i fianchi per darmi dei piccoli baci sul collo

“Vorrei … io … forse del...”

Non mi lascia finire la frase; si avventa su di me e mi bacia avido.

“Sei molto carina quando arrossisci sai?!” mi sussurra all'orecchio

Un brivido mi percorre tutta la spina dorsale

“Io non sono arrossita!” provo a negare l'evidenza

“Sì, lo hai fatto, adoro quando lo fai! ”

 

Mi bacia ancora e le sue mani iniziano a scendere verso il mio sedere; rispondo leccandogli e mordendogli delicatamente le labbra.

Per tutta risposta mi solleva appoggiandomi sulla lavatrice, facendosi spazio fra le mie gambe.

Un gemito mi esce dalla bocca quando sento la sua erezione premere forte contro il mio basso ventre.

Senza smettere di baciarlo gli sbottono i pantaloni soffermandomi a sfiorare l'evidente stato di eccitazione di cui è preda in questo momento

 

“Mmmh” mugola alzandomi la maglietta ed io faccio lo stesso con la sua t-shirt.

Entrambi mezzi nudi, ci stacchiamo un istante per guardarci negli occhi e Ranma fa un passo indietro per liberarsi definitivamente dei pochi indumenti rimastigli addosso.

 

“Kami quanto sei bella …”

Abbasso lo sguardo imbarazzata

Mi solleva il mento con due dita

“Guardami Akane”

Alzo gli occhi e mi specchio nei suoi.

 

Ogni volta è come fare un tuffo nell'oceano

 

“Sei bellissima ...”

Gli getto le braccia al collo e riprendiamo a baciarci.

 

Le sue labbra e la sua lingua si fanno strada dappertutto su di me: sulla bocca, sul collo, le clavicole, i capezzoli e poi di nuovo su, sulla bocca.

Apro leggermente di più le gambe, strusciandomi contro il suo bacino.

Le sue dita spostano di lato i miei slip e scivolano al mio interno muovendosi delicate.

Non riesco a trattenermi, butto la testa indietro e mi inarco contro il suo tocco.

“Ranma ...” sospiro

Sto per andare in paradiso.

 

Ma un attimo prima che possa raggiungere il culmine lui si ferma.

Ho il fiatone, il battito del cuore a livelli tachicardici ed il cervello annebbiato.

 

“Akane ...” sussurra

“Sì?” farfuglio fra un respiro e l'altro

“Basta con i preliminari ...” ed entra dentro di me.

 

Mi aggrappo forte alle sue spalle e mi lascio cullare dalle sue spinte lente ma appassionate.

È una danza erotica fatta di ansiti, gemiti, sospiri, occhi che si scrutano, bocche che si cercano, mani che si intrecciano e cuori che battono.

Sento che non reggerò ancora per molto e infatti dopo pochi attimi esplodo in un orgasmo talmente intenso da farmi urlare senza ritegno il nome dell'uomo che me lo provoca.

 

I suoi movimenti si fanno più decisi, anche lui è ormai prossimo al piacere, perciò mi ancoro ancora di più al suo corpo, stringendo le mie gambe intorno ai suoi fianchi.

Un ultima spinta, un ringhio rauco ed anche per lui sopraggiunge l'estasi.

 

Nel bagno regna ora il silenzio, spezzato soltanto dal ciclo della lavatrice e dai nostri respiri che tornano pian piano regolari.

 

“È … è stato ...” dico ancora intontita

“Meraviglioso” finisce lui

“Meraviglioso” ripeto

Di nuovo il silenzio

“Hai fame?” mi chiede poi per spezzare la tensione

Annuisco con la testa

“Bene allora” esclama appoggiandomi a terra “Andiamo a mangiare!”

 

 

 

*****

 

 

 

Fisso la mia porzione di Oyakodon* come un'ebete, spingendo con le bacchette i pezzettini di pollo in giro per la ciotola.

 

Ho perso l'appetito.

Alzo lo sguardo, osservo Ranma intento a strafogarsi come un porco all'ingrasso e sospiro.

 

Dovrei essere felice, invece mi sento angosciata, vuota.

Come finirà adesso tutta questa storia? Che cosa ne sarà di noi? E come la mettiamo con il ristorante? E se per lui fosse stata solo una botta e via ? In fondo non mi ha detto cosa prova e potrebbe benissimo darsi che tutto questo per lui sia …

 

“AKANE!”

Torno alla realtà

 

“Stai bene?? Sembri catatonica! E non hai toccato cibo!”

“Sì sto benissimo” rispondo atona “Non ho più fame scusami” continuo, alzandomi da tavola

“E ora dove vai??” Mi urla dietro, ma io non rispondo

 

Ho bisogno di un po' d'aria, devo uscire da questa casa e schiarirmi le idee, devo allontanarmi da lui, dal suo profumo che ormai pervade ogni stanza.

Entro in camera da letto, spalanco la finestra ed apro l'armadio alla ricerca di una tuta.

In quel momento Ranma irrompe sbattendo la porta.

 

“Mi spieghi cosa diavolo ti è preso ora?!”

“Niente”

“Ti prego Akane non ci provare” ribatte disgustato “Voi donne e il vostro 'Niente' non me la date a bere!”

“Io non sono 'le donne' Ranma', te l'avrò detto un milione di volte. Se ti dico che non ho niente, vuol dire che non ho niente ...”

“E io ti dico che invece non ci credo! Ti si legge in faccia che c'è qualcosa che ti turba sai?! Non sei molto brava a nascondere le emozioni”

“Tu invece sembra ci riesca benissimo!” asserisco acida

“E con questo che vorresti dire?”

“Niente”

“Insisti?!?!”

“Senti,esci da questa stanza per favore che devo cambiarmi”

“E cambiati allora”

“Non essere sciocco, non posso cambiarmi con te qui”

“E perché?” è veramente perplesso

“Come perché? Perché non voglio che tu mi veda nuda!”

“Akane ma sei scema?! È tutta la mattina che ti vedo nuda!”

“Che c'entra?! Ora è una cosa diversa!”

“E sentiamo, come mai?” domanda incrociando le braccia al petto

“Perché sì!”

“Ora basta! Dimmi che problema hai!” grida

“Ho paura!” sbotto

“Hai paura?”

“Sì ho paura Ranma d'accordo?! Ho paura! Ho paura di te, ho paura di quello che non mi dici, ho paura di come mi fai sentire, ho paura di me quando sono con te, ho paura di quello che accadrà e sopratutto ho paura che tu mi faccia ancora soffrire!”

Riprendo infine fiato e sento le lacrime rigarmi il volto

 

“Non farei mai nulla che possa farti del male ...” risponde lui asciugandomi le gocce salate con i pollici

“Non sarebbe la prima volta ...” replico scostandomi

“Come dici scusa?”

“Ho detto che non sarebbe la prima volta”

“Parli di come ti tratto al locale?”

“Ti prego, ormai sono abituata a quel regime militare che chiami ristorante, io parlo di ben altro”

“Allora spiegati meglio perché non ti capisco!” strilla alterato

“Tu te ne sei andato!!!” mi sfogo finalmente

 

É come se mi avessero tolto un macigno di 200 kg dallo stomaco

 

“Ma di che diavolo parli?” è basito

“Del dojo! Te ne sei andato senza spiegazioni, così, da un giorno all'altro! Un bel mattino mi sono svegliata e puff, non c'eri più, sparito, andato, svanito nel nulla! Né una lettera, né una telefonata, un telegramma, una cartolina, un fax, uno stramaledetto piccione viaggiatore, niente!!! Hai una vaga idea di quanto ti abbia cercato?! Ho interrogato tutta Nerima e nessuno mi ha saputo dire nulla! Ti ho cercato per un anno intero in tutta Tokyo e sai cosa ho saputo alla fine?! Niente di niente Ranma, niente! Perché … Perché hai fatto una cosa del genere? Eh?! Perché? Perché???” Singhiozzo prendendolo a pugni sul petto

 

“Come osi?!” mi allontana bruscamente da lui

“Proprio tu vieni a parlarmi di dolore?! Tu che non hai la minima idea di quanto io abbia sofferto a causa tua!” sputa velenoso

“Io?! E che cosa avrei fatto, sentiamo!”

“TU MI HAI SPEZZATO IL CUORE!!!”

“Ma che ...”

“Mi hai spezzato il cuore Akane, in mille piccoli pezzi e noto con piacere che ad oggi ancora non te ne rendi conto!”

“Non me ne rendo conto perché non so di cosa vai blaterando!” stiamo urlando talmente forte da far venire giù le pareti

“Sai che ti dico?! Fottiti!” mi insulta uscendo dalla stanza

 

Gli corro dietro e lo afferro malamente per il codino

“Ranma Saotome, grandissima testa di cazzo che non sei altro, non permetterti mai più di rivolgerti così a me e di scappare via mentre ti sto parlando, hai capito?!”

“Ahia, mi stai facendo male, stupida!”

“Oh te ne farò molto di più se non mi spieghi immediatamente di cosa diamine parli!”

“Ero innamorato di te ok?!”

 

Mollo all'istante la presa

 

“Tu che cosa?!”

“Ero innamorato di te e volevo confessartelo solo che non trovavo mai l'occasione giusta. Inoltre avevo troppa paura di un tuo rifiuto ed è evidente che avevo ragione, tu mi hai sempre dimostrato di vedermi solo come un allievo o al limite un amico. Così provai a confidarmi con tuo padre. Gli chiesi la sua benedizione per un eventuale futuro con te. Ti avrei chiesto di sposarmi e di gestire la palestra insieme. Ovviamente lui ne fu felicissimo, ero il suo pupillo, il suo successore. Si offrì addirittura di pagare tutte le spese del matrimonio. Così venni a cercarti, deciso infine a dirti ciò che provavo, ma per caso sentì quella tua conversazione con Kasumi e così me ne andai la sera stessa.”

“Quale conversazione?”

“Davvero non te la ricordi?”
“QUALE CONVERSAZIONE?!”

“Quella in cui confessasti di voler uscire con i ragazzi, di provare l'emozione di un bacio, di un appuntamento e di non riuscire a farlo fin quando fossi rimasta ad allenarti tutti i santi giorni al dojo”

 

Non respiro. Non respiro. Non respiro.

 

“A … aiuto ...” riesco ad articolare poi mi accascio a terra

“Akane! Che succede! Akane!” Ranma si precipita su di me

“No … non … respiro ...” la gola è chiusa e non sento più l'aria nei polmoni

“Akane sta' calma, guardami!”

 

Mi sento come paralizzata, i muscoli si rifiutano di muoversi

“Hey! Hey! Akane guardami! Guardami! Hai un attacco di panico, hai capito?”

Annuisco flebilmente

“Non ti succederà nulla, mi senti?! Nulla! Te lo prometto! Adesso chiudi gli occhi e cerca di respirare, va bene?

“Non … no … non ci riesco ...”

“Sì che ci riesci, lo stai già facendo! Respira con me Akane, respira con me ...”

Inspiro impercettibilmente

 

“Bravissima, continua così … stai andando bene ...”

Un altro piccolo respiro

“Sta' tranquilla, ora passa ...”

Sento i polmoni riempirsi d'aria e la sensazione di torpore scemare piano piano

 

“Va un po' meglio?”

Faccio sì con la testa e mi metto seduta

 

Inspiro, espiro. Inspiro, espiro. Inspiro, espiro.

 

“Tieni, bevi un po' d'acqua”

“Grazie” mando giù tutto il bicchiere

“Vieni, alziamoci”

 

Mi aiuta a sollevarmi e mi accompagna in soggiorno per farmi sedere sul divano

“Come ti senti?”

“.....”

“Hai freddo?”

“....”

“Aspettami qui, vado a prenderti una coperta”

 

“NOVE ANNI!!!!” esplodo “Nove schifosissimi anni in cui non ho fatto altro che pensare a che cazzo di fine tu avessi fatto!”

“Akane ...”

“NOVE ANNI RANMA!!!” ho la bava alla bocca

“Tu lo sai cosa significa andare a letto ogni sera e piangere fino a crollare addormentata?! Lo sai che cosa significa starsene accanto al telefono per mesi interi in attesa di una chiamata che non arriva mai?! Eh?! Lo sai?! “Il postino voleva denunciarmi per stalking!!!”

“Io ...”

“Cosa ne sai tu di ciò che provavo io per te eh?! Sarei morta per te, lo avevano capito tutti, l'unico idiota a non essersene accorto eri tu! Non sei altro che un codardo che ha preferito scappare con le sue supposizioni invece di parlare con me!”

 

“Non sono scappato per codardia, sono scappato perché ero ferito! E poi me lo ricordo come mi trattavi! Baka, maniaco, pervertito … non erano certo parole d''amore le tue!”

 

“E tu allora che stavi sempre a dirmi quanto ero grassa, quanto ero maschiaccio, che cosa avrei dovuto pensare io?!”

 

“Ero un ragazzino ed era l'unico modo che conoscevo per attirare la tua attenzione. E comunque ripeto; tu quella sera con Kasumi fosti molto chiara. Volevi fare le tue esperienze amorose e non avresti potuto standotene sempre chiusa nel dojo, dove guarda caso ti allenavi solo con me!”

 

“Allora sei proprio stupido! Perché mai credi che sia arrivata a quella decisione?! Ero stufa marcia di vedere tutte le ragazze del quartiere correrti dietro come tante oche starnazzanti! Era un continuo 'Ranma esci con me', 'Ranma ti va di cenare insieme' 'Ranma te la darei come l'acqua alle piante'. Quella cretina con i capelli viola del ristorante cinese veniva tutti i giorni al dojo a sbattertela praticamente in faccia e tu?! Tu lì a fare la ruota come un pavone! Mi davi il vomito! Mi arresi all'idea che tanto non mi avresti mai notata e decisi di provare a voltare pagina.”

 

“Qui se c'è qualcuno di stupido sei tu! Non ti sei mai accorta che davo loro corda soltanto per cercare di farti ingelosire?!”

“Un'ottima tecnica, complimenti!”

“Sempre meglio che prendere a bastonate la gente!”

“Io non prendo a bastonate la gente!”

“Ah no?! E questa allora come la spieghi?” fa tirando su la gamba destra dei pantaloni e mostrandomi una cicatrice su tutto il ginocchio

 

Allungo le dita, sfioro delicatamente quel segno bianco latte e sorrido mio malgrado

“Ero davvero un maschiaccio violento!”

“Lo sei ancora, guarda la mia povera treccia, me ne hai strappata via mezza!”

 

Scoppio a ridere

“Scusami ...” mormoro sfiorandogli il viso con una carezza

Lui afferra la mia mano e se la porta alle labbra

 

“Non sei cambiata poi molto ...”

“Nemmeno tu … sei sempre il solito prepotente!” lo canzono

Mi attira a sé e mi stringe forte ed io mi inebrio di questa stretta, di questo momento.

“Akane io sono ancora in ...”

 

“È permesso?” la voce di Kasumi

“Akane ci sei?” mia sorella Nabiki

 

Io e Ranma rimaniamo congelati sul posto

Cazzo! avevo dimenticato di aver dato una copia della chiave di casa alla mia invadentissima famiglia per le emergenze.

 

“Nasconditi!” sibilo

“Eh?”

“Nasconditi subito!” ripeto

“M .. ma … perché?”

“Muoviti!” ringhio tirandolo per un braccio

“Non voglio nascondermi come un ladro! Non ho fatto nulla di male!” si oppone

“Davvero vuoi affrontare le domande di Nabiki?! Avrà un sacco di cose da chiederti dopo tutto questo tempo ...”

 

Nemmeno finisco la frase che è già sparito in camera da letto

 

“Akaneeeeee! Akaneeeeee!” il pianto straziante di papà

Ma ci sono proprio tutti?!

 

Corro loro incontro sperando non si siano accorti della figura furtiva che è nel frattempo sgattaiolata di là

 

“E voi che ci fate qui?”

Vengo stritolata dall'abbraccio di mio padre

“Akaneee non morireeee! Non lasciare il tuo povero papààààà!”

“Ma che vai dicendo?!”

“Oh Sante divinità! Prendete me ,sono pronto! Ma vi prego, risparmiate la mia bambina!” frigna inginocchiandosi a terra

 

“Ma che ha?” chiedo rivolta alle mie sorelle

“Ci hanno informato del tuo incidente e siamo tornati a casa per venire ad assisterti”mi spiega tranquilla Kasumi

“Ma … ma … chi … come lo avete saputo?”

“Abbiamo chiamato al ristorante visto che al cellulare non rispondevi mai e ce l'hanno detto” interviene Nabiki

“Oh!”

“Come ti senti? Ti ho portato la cena!” si premura Kasumi avanzando verso la cucina

“Be … bene ...” mi viene in mente che la tavola è ancora apparecchiata con i resti del pranzo, il che vuol dire due ciotole, due bicchieri, due paia di bacchette …

 

“Sto benissimo, ti ringrazio tanto Kasumi, non ce n'era bisogno, davvero!” dico strappandole il bento dalle mani e riaccompagnandola in salotto

“Sei sicura di stare bene?” domanda preoccupata

“Te l'ho detto, sto benissimo! Anzi, da domani tornerò anche al lavoro, quindi non c'è di che preoccuparsi, sul serio!”ciancio nervosa

 

Noto che gli occhi scrutatori di Nabiki stanno scannerizzando la casa

Devo mandarli subito via da qui o sarà la fine

 

“Sarete molto stanchi per il viaggio, sopratutto tu papà, perché non andate a casa e ci sentiamo con calma domani?”

Mio padre tira su con il naso e poi mi prende entrambe le mani nelle sue

“No Akane, come padre è mio dovere rimanere al tuo capezzale”

“Ma quale capezzale, ho solo un bernoccolo in testa! Va' a casa papà, ti prego” imploro spingendolo verso la porta d'uscita.

“Ti abbiamo anche portato pigiami, lenzuola e coperte pulite!” cinguetta mia sorella maggiore

Se mettono piede in quella camera posso anche dire addio alla vita

 

“Grazie mille Kasumi, dai pure tutto a me, più tardi metterò a posto!”

“Oh ma per me non è un problema!” risponde aprendo la porta della mia stanza, seguita a ruota da mio padre e Nabiki che, vedo, continua la sua silenziosa ispezione.

 

Mi accorgo appena in tempo di un paio di boxer di Ranma che giacciono ancora sul letto e mi ci siedo sopra.

 

“Il vostro viaggio dalla famiglia Tofu è andato bene?” chiedo cercando di spostare l'attenzione su altri argomenti

“Sì, ci siamo molto divertiti ...” sorride felice Kasumi

“Oh sì, è stato un vero spasso ...” interviene sarcastica mia sorella mezzana

“Sentite, io me ne stavo giusto andando a fare un pisolino, non ho bisogno di nulla, davvero, potete andare!”

“Ma Akane … sei sicura?”

“Sicurissima!”

“E va bene allora, vieni papà torniamocene a casa” trilla Kasumi tirandosi dietro mio padre

 

Santi Kami vi ringrazio! L'ho scampata bella!

 

“Come sta Ranma?” indaga improvvisamente Nabiki

“E io che ne so” la odio

“Non c'è bisogno di scaldarsi tanto, era solo per sapere …” sogghigna

Avvampo

“Sono davvero stanca e vorrei dormire, vi prego. Dopodomani sarà giorno di chiusura al ristorante e verrò a pranzo da voi, così vi racconterò tutto, ma adesso, per piacere, lasciatemi recuperare un po' di sonno.”

“Ma certo! Su papà andiamo!”

 

Si incamminano fuori dalla camera ed io gioisco interiormente

“Akane, posso usare il bagno? Mi scappa la pipì!”

 

Nabiki la figlia illegittima di Satana

 

“Ma certo, fa pure!” sorrido ostentando una sicurezza del tutto finta

Esce soddisfatta dopo qualche minuto e raggiungiamo gli altri all'ingesso

 

“Mi raccomando Akane, chiama se hai bisogno”

“Lo farò Kasumi, grazie mille” dico abbracciandola forte

“A presto bambina mia! Il tuo papà ti vuole tanto bene!” e scoppia di nuovo in lacrime

“Anch'io te ne voglio! Domani ti chiamo!” prometto schioccandogli un bacio sulla guancia

“Buon riposo Akane” ghigna Nabiki

“Grazie, a presto” borbotto

 

Sto per chiudere la porta e cantare vittoria quando inaspettatamente la mia malvagia sorella di mezzo torna indietro


“Toglimi una curiosità” sussurra al mio orecchio “Il tuo Ranma ci sa fare anche a letto oltre che in cucina, vero?!”

 

Rimango pietrificata

 

“Co … come hai ...” farfuglio

“Andiamo sorellina, lo sai che sono io quella furba in famiglia!”

Mi mette in mano qualcosa, mi strizza l'occhio, si volta e se ne va.

 

Rimango impalata sulla soglia di casa a domandarmi come faccia a nascondere così bene le ali da pipistrello e le zampe caprine, poi apro la mano per vedere che cosa mi ha lasciato.

È uno degli alamari della casacca cinese di Ranma

 

La raggiungo sulle scale e la strattono per un braccio.

Per fortuna papà e Kasumi sono già usciti dal palazzo

 

“Quanto vuoi?” ringhio

“Come prego?” ribatte soave

“Il tuo silenzio, quanto vale? Che cosa vuoi?” sibilo al limite della pazienza

“Ti prego Akane, così mi ferisci! Davvero mi fai così venale?”

“Nabiki ...” la minaccio

“Fammi cenare gratis all'Herb e non dirò a tutti che te la fai con il bel proprietario!” ridacchia

La guardo torva, abbasso il capo e sospiro rassegnata

“Ne parlerò con lui” sbuffo

“Venerdì sarà perfetto, io e Kuno non vediamo l'ora di assaggiare il suo famoso risotto all'anguilla affumicata; oh e Akane?!

“Che altro c'è?!”

“Su con la vita, magari ci scappa l'erede per il dojo e finalmente farai contento papà! Ciao sorellina, salutami lo chef!” Sorride perfida e se ne va

 

Anche se non può più vedermi rispondo al suo saluto con un bel dito medio e una linguaccia.

Poi, all'improvviso, un flashback mi blocca lì dove sono.

 

Io e Ranma non abbiamo usato precauzioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

* L'Oyakodon è un piatto a base di riso sul quale si versa un composto di pollo, uova, cipolla e alghe, cotto in un sugo brodoso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti :) :)

Che faticaaaa!!!

Non sapete la sfacchinata che ho fatto per cercare di dare intimità a quei due scemi senza scadere nella volgarità o nel bollino rosso … spero di avercela fatta … fatemelo sapere se vi va; le vostre opinioni mi sono sempre utili!

Ci sono ancora molti dubbi da chiarire tra i nostri protagonisti, molti nodi da pettinare e molte domande che necessitano di una risposta, ma intanto hanno capito di piacersi … speriamo che duri! ;) Detto questo, vi ringrazio come sempre tutti per il supporto e per ora vi saluto perché domani si parte per la montagna! Cercherò di aggiornare presto!

Baci!!! :)

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Capitolo 10
*** Genmaicha ***


“Ranma, vieni fuori” la sento chiamare

 

Tump

Un libro mi cade in testa

 

“Ranma! Vieni fuori ho detto!”

 

Tump

Un paio di sneakers mi rotola addosso

 

“Ranmaaa!!! Dove diavolo ti sei cacciato?!”

“Sono qui Akane, non strillare!” rispondo uscendo dall'armadio

“Ma si può sapere quanta roba hai là dentro?! Ho rischiato di finire sepolto vivo” brontolo massaggiandomi la testa ancora dolorante

“Non fare il melodrammatico; piuttosto, sei stato beccato” ribatte sbrigativa

“Nabiki?”chiedo

Annuisce

“Cosa vuole?” indago

“Cenare all'Herb … gratis” mormora abbassando lo sguardo

“Akane!” la ammonisco

“Scusa ma che altro dovevo fare?! Lo sai com'è fatta no?! Avrebbe sbandierato a tutta Tokyo che siamo stati a letto insieme e vorrei evitarlo sinceramente!”

“Che c'è, ti vergogni forse?!” domando infastidito più di quanto mi costi ammettere

“No, certo che no!”sbraita

“E allora qual è il problema?”sbraito a mia volta

“Non … beh, io non … ecco …” esita

 

La fisso in attesa di una risposta

 

“Non voglio rimanere fregata un'altra volta Ranma, non lo sopporterei” confessa crollando seduta sul letto

 

Sento il sangue montarmi alla testa

Davvero crede che per me sia solo una scappatella?!

Mi reputa così meschino?!

Le parole mi rotolano fuori dalla bocca prima ancora che riesca a fermarle:

 

“Pensi sul serio che volessi solo scoparti?! Eh?! È questo che pensi? Di essere stata solo una gran bella scop ...”

“Smettila!” strilla interrompendo il mio sproloquio

“Non fare la vittima con me capito?! È vero, non riesco a fidarmi, ma sai com'è, sei svanito nel nulla per quasi un decennio, se permetti un minimo di diffidenza ce l'ho! Chi mi dice che domattina sarai ancora qui e che per te non sono stata solo un allegro diversivo?!”

 

Santi Kami ora la uccido

Prendo la mia decisione

 

“Vestiti, usciamo”ordino

“Eh?” mi risponde stupita

“Ho detto vestiti. Subito” ripeto

“Ma .. io … non era ...” sussurra

“Akane, mettiti immediatamente un cazzo di vestito qualsiasi addosso, ho detto che usciamo” ringhio

 

La lascio lì impalata a fissarmi esterrefatta ed esco dalla stanza

Me ne vado in soggiorno e mi butto sul divano prendendomi la testa fra le mani

 

Ho come le vertigini.

 

Devo farlo, devo dimostrarle che faccio sul serio, devo farle capire quanto la amo e per farlo c'è solo un modo.

Ma mi ammazzerà.

 

“Cazzo!”

 

Sbatto un pugno sul tavolino da fumo

“R … Ranma …?! So … sono pronta ...” la sento mormorare dietro di me

 

Mi volto e per un attimo sento la ragione abbandonarmi, come ogni volta che le poso gli occhi addosso.

 

Vorrei solo stringerla forte e baciarla fino a finire il fiato.

 

Magari lo faccio; la stordisco di baci e rimando a più tardi il momento della verità.

No, non posso.

Deve sapere com'è andata realmente in tutti questi anni.

 

“Andiamo” sospiro e lei, docile come un agnellino, mi segue

 

 

 

 

 

*********************

 

 

 

 

“Siediti”

“Ma perché mi hai portata a casa tu...”

“Ricominci?!” ringhio

“No, è solo che non ...”
“Ascoltami bene e senza fiatare; hai detto che volevi delle certezze, no? Bene, sto per dartele. Così poi potrai decidere se fidarti o meno di me e forse finalmente ti entrerà in quella tua testaccia dura che non ti sto prendendo in giro”

 

Questa volta evidentemente non trova nulla da ribattere perché si limita a fissarmi con un'espressione stupita in volto e a sedersi sul mio letto

 

Apro l'armadio, ci entro dentro e ne riemergo con un enorme scatolone che appoggio accanto a lei

“Qui forse troverai le risposte alle tue domande; io passo un attimo a vedere come va al locale, se hai bisogno chiamami lì”

 

Senza neanche salutarla me ne vado

 

 

 

Come ogni giorno, passo davanti a casa dei miei, così decido di fermarmi un secondo.

Suono il campanello e dopo un bel po' mio padre compare ad aprire la porta

 

“Ranma, figliolo, che ci fai qui?!” mi chiede sorpreso

“Stavo andando al ristorante e ho pensato di passare per un saluto. La mamma c'è?”

“No, è andata a trovare una sua amica e tornerà per l'ora di cena”

“Ah, beh allora salutala tu per me. Me ne vado, ciao papà” faccio per girare i tacchi ed andarmene quando lo sento chiamarmi

 

“Aspetta Ranma! Che ne dici di una birra con il tuo vecchio?!”

“Papà non posso, te l'ho detto, sto andando al lavoro” replico

Non sono proprio dell'umore adatto a chiacchierare e poi se Akane dovesse chiamarmi …

“Certo, capisco. Sei troppo occupato per passare del tempo con me che sto invecchiando a vista d'occhio e che fra non molto andrò incontro agli shinigami*. Oh che triste destino è il mio!” frigna coprendosi il volto con le mani

 

Che idiota!

Si aspetta davvero che ci caschi?!

 

“Eccoti qua Genma Saotome, giunto ormai alla fine dei tuoi giorni, solo ed abbandonato dal tuo unico, irriconoscente figlio che non prova altro che disprezzo per te ...”

 

Mi tiro su le maniche e mi scrocchio le nocche

 

Perché?! Perché la vita è stata così crudele con me?! Che cos'ho fatto per meritare un discendente così ingrato?!”

“Smettila pezzo di cretino!” urlo colpendolo in piena faccia con un pugno

“Che succede qui?”

 

Mi giro e vedo mia madre intenta ad osservarci dal vialetto

 

“Mamma, ciao! Non eri fuori?!”

“Ciao tesoro; sì lo ero, ma poi la mia amica Noriko ha avuto un imprevisto e quindi sono tornata a casa! Ti fermi a mangiare?” chiede sorridente

“No, ero passato per un saluto veloce; sto andando al ristorante”

“Bevi almeno una tazza di Genmaicha** prima di andare” cinguetta spingendomi dentro casa

Annuisco arrendendomi alla sua ospitalità

 

Seduto sul divano mi guardo le mani in attesa del tè, quando mi accorgo che le nocche sono tutte sbucciate.

Devo aver colpito quell'imbecille di mio padre più forte di quanto pensassi.

 

Vado in bagno a disinfettarmi e mentre mi pulisco le escoriazioni, ecco arrivare mia madre con una tazza fumante in mano.

 

“Hai fatto di nuovo a botte con papà?” domanda serafica

“Mh mh”

“Di nuovo la storia degli shinigami?” continua

“Già”

Piega le labbra in un piccolo sorriso.

“È abbastanza patetico, vero?! Ma ti vuole bene Ranma, sul serio. Gli manchi molto. Ci manchi molto.”

 

Sospiro

 

“Non fraintendere, siamo immensamente orgogliosi di te e di quello che hai costruito, ma sei sempre di corsa e sempre tanto arrabbiato. Ne vale davvero la pena?”

“Mi piace il mio lavoro, che stai dicendo?!” affermo indispettito

“Che sei infelice figliolo e prima lo ammetterai a te stesso e prima potrai rimediare”

“Io sono molto felice” asserisco gelido

“Davvero? Il tuo stile di vita, la tua attività, persino la tua casa dicono il contrario”

“Io amo il mio stile di vita, la mia attività e casa mia non ha niente che non va!” abbaio

“Non insultare la mia intelligenza Ranma, non te lo permetto! Sono tua madre e ti conosco meglio di chiunque altro al mondo e ciò che vedo è un figlio frustrato e represso che sfoga tutta la sua rabbia in una professione che, se solo potesse, abbandonerebbe domattina.”

“Non è ...”

 

Mi zittisce con un gesto della mano

 

“Ho capito qual è la vera ragione che ti ha spinto a diventare uno chef del tuo livello, ma devo dirtelo figlio mio, la tua strategia non ha funzionato. Hai sacrificato il tuo talento per le arti marziali, la tua passione e per cosa?! Per dimostrarle che ce l'hai fatta comunque? Per farle vedere che Ranma Saotome è sempre il migliore, in qualsiasi campo? È per questo che l'hai assunta, non è vero?! L'ho capito l'altra sera, quando è venuta a cena! Hai buttato via la tua felicità per un po' di esibizionismo!”

“Si può sapere di cosa stai vaneggiando?! Di che diavolo parli?!” strepito scioccato

 

Odio quando mi legge dentro così.

 

“Parlo di come sei talmente accecato dalla tua voglia di rivalsa da non ammettere di aver sbagliato tutto! ”

“Davvero non capisco di cosa vai blaterando, credo che tu sia stanca, forse è meglio se te ne torni di là e ti riposi un po'” dichiaro porgendole la tazza vuota

“RANMA!” tuona

 

“Va tutto bene qui?” domanda mio padre facendo capolino dalla porta

“Sì mio caro, va tutto benissimo. Torna pure di là a bere il tuo tè!”

“Ma cara, io ho sentito ...”

“Genma! Ho detto torna pure di là a bere il tuo tè!” lo fulmina

 

Mio padre si ritira alla velocità della luce ed io, per la prima volta nella vita, vorrei andare a fargli compagnia

 

“Gli occhi inquisitori di mia madre tornano a posarsi su di me.

“Scusami mamma, ma ora devo proprio andare” dico uscendo dal bagno.

 

Mi afferra per il polso costringendomi a voltarmi e guardarla.

 

“Sono sicura che non è certo per quella stupida stella francese che Akane Tendo è venuta a lavorare per te, perciò smettila di torturarti e dille cosa provi perché questa situazione sta diventando ridicola.”

Allenta la stretta e si congeda, sparendo in cucina

 

“Dannazione!” impreco colpendo il muro con un cazzotto

Sarebbe bello se mia madre non fosse sempre così insopportabilmente saggia.

Cazzo, sto sanguinando

 

“Ma' ...” borbotto entrando anch'io in cucina

“Sì caro?!” pigola senza degnarmi di uno sguardo

 

È arrabbiata per come l'ho trattata, lo so

 

“Scus ...scusami, non volevo ...”

Continua ad ignorarmi

Alzo gli occhi al cielo

“Hai un po' di garza per caso?”

“Terzo cassetto del mobiletto in bagno” replica gelida

 

Arraffo della carta assorbente, me l'avvolgo intorno alla mano e mi appoggio alla tavola, di fronte a lei

 

“Mamma, smettila. Ti ho detto che mi dispiace” ribadisco “Per favore” aggiungo poi più dolcemente

 

“Ranmaaaa!” Un'improvvisa e potentissima pacca sulla schiena mi lascia senza fiato

 

“Furbacchione che non sei altro! E così hai messo gli occhi addosso alla figlia di Soun Tendo eh?! Bravo! È una gran bella ragazza, complimenti!” bercia sguaiato mio padre

“ Io non … ma che diavol ...” tartaglio a metà tra il basito e l'infastidito

“Ho sentito tutto, di là con tua madre! Ahahahah!” continua becero

 

Stringo i pugni rabbioso; sento il bisogno irrefrenabile di prenderlo a calci, ma devo provare a contenermi; non voglio rispondere alle sue provocazioni

 

“Non dar retta a tua madre, i sentimenti sono roba da femminucce! Portala invece alle terme per il weekend; un bel bagno caldo, una cena in un ristorante costoso e vedrai che te la darà subito!”

 

Un mio cazzotto ed una padellata di mia madre lo colpiscono contemporaneamente

 

“Idiota! Akane non è quel tipo di donna ed io non sono un cavernicolo come te!” urlo

“Mi hai fatto male stupido!” guaisce lui

“Evidentemente non abbastanza, se sei ancora cosciente” sibilo preparandomi a colpirlo di nuovo

 

La mano di mia madre sulla spalla mi ferma appena in tempo

 

“Ora basta!” minaccia

“Ranma, finiscila di malmenare tuo padre per ogni cosa e tu Genma, accendi il cervello o mi vedrò costretta a prepararti il futon nella stanza degli ospiti”

“Sì mamma”

“Sì cara”

“Vieni con me figliolo” impartisce uscendo dalla cucina e salendo le scale del piano superiore

 

La seguo svogliatamente

So già perché vuole andare di sopra; vuole farmi una bella lavata di capo lontano dalle orecchie indiscrete di papà

 

Mi fa cenno di entrare in quella che una volta era camera mia ed io obbedisco sbuffando

Incrocio le mani al petto in attesa dell'inevitabile

 

A pensarci bene è una situazione comica.

Io, sempre così abituato a spadroneggiare, che tremo per le ramanzine di un'innocua donna di mezz'età.

 

“Siediti”

Eseguo

“Da quanto non fai sesso Ranma?!”

 

Cado all'indietro e sbatto la testa contro il muro

 

“Allora?” m'incalza

“Sei per caso impazzita?!” replico strofinandomi la nuca indolenzita.

“Non fare tanto il bacchettone, è una domanda come un'altra!”afferma imperturbabile

“Non sono bacchettone, ma di certo non voglio parlare della mia vita sessuale con mia madre!” strillo indignato

“Non ci sarebbe nulla di male, conosco anch'io l'argomento cosa credi?! Da dove pensi di venire tu, da una pianta di cavolo?! Io e tuo padre ci siamo dati un gran da fare per concepir ...”

“Mammaaaaa!” supplico tappandomi le orecchie

 

Sto per vomitare

 

“E va bene, va bene, la smetto!” ridacchia divertita

“Il punto è” continua seria “che tuo padre ha ragione. La sua visione è barbarica, misogina e a dir poco antiquata, ma ha un fondo di verità. Non avere paura, fa' sapere ad Akane quanto la ami e concediti qualche giorno da solo con lei. Divertitevi, mangiate,ridete e fate l'amore! La vita ti sta regalando la possibilità di essere felice, non buttarla via per i tuoi stupidi dubbi. E se lei proprio dovesse rifiutarti, cosa che non avverrà, allora potrai sempre tornare ad essere un despota odioso ed ipercritico con una casa orrenda.!” conclude strizzandomi l'occhio.

“È molto più complicato di quanto credi ...” sospiro

“Lo è davvero tesoro?! Io credo invece che sia molto più facile di quanto pensi tu!” sorride sibillina

 

Scuoto la testa

 

“Le ho mentito, l'ho ferita, sono scappato ...”

“Sì, l'ho hai fatto; ma mi pare che lei sia comunque ancora qui” decreta

 

Alzo il capo per guardarla negli occhi

 

“E se non mi volesse più?”

“Mio adorato quanto ingenuo figlio! Non capisci che lei non ha mai smesso di volerti?!” afferma dandomi una carezza

 

Mi alzo in piedi e l'abbraccio forte

 

“Ti voglio bene ma'”

“Anch'io tesoro, anch'io” risponde stringendomi a sua volta

“Vado da lei” dichiaro sciogliendo l'abbraccio

 

Mi precipito giù per le scale e poi in strada, correndo a perdifiato verso casa mia.

 

 

 

 

****************************

 

 

 

“Akane?” chiamo mentre apro la porta della stanza da letto

 

Lei è lì seduta per terra, a gambe incrociate, con lo sguardo fisso davanti a sé

Circondata da foto, bigliettini, lettere e ritagli di giornale che hanno tutta l'aria di essere stati accartocciati, spiegazzati e sparpagliati ovunque in preda ad uno scatto d'ira.

 

Lo sapevo

 

“Akane?” riprovo avvicinandomi

 

Alza lo sguardo e mi vede

Apro la bocca per parlare, ma non me ne dà il tempo

Mi si avventa addosso come una belva graffiandomi ovunque

 

“TUUUU!!!” ulula continuando a picchiare alla cieca

“Akane, stai calma per fav...” esclamo prendendola per i polsi

 

Continua a dimenarsi come un animale selvaggio, perdendo l'equilibrio e facendoci cadere entrambi a terra

 

“Ahia ...” brontola strofinandosi un ginocchio

“Hai dei seri problemi, lo sai?!” bercio aiutandola a rialzarsi

 

Come risposta becco un ceffone

 

“Ti do trenta secondi per spiegare” sentenzia incrociando le braccia al petto

“È giusto” ammetto

 

Mi siedo sul letto facendola accomodare di fronte a me e mi faccio coraggio

 

“Quella sera, quando me ne andai da Nerima, beh, fu una cosa improvvisa, non l'avevo previsto e scappai senza nemmeno lasciare un biglietto ai miei, ero sconvolto e ...”

“Venti secondi Ranma” ringhia

“In stazione presi il primo treno e da lì vagabondai senza meta per diversi mesi.

Scrissi una lettera a mia madre spiegandole il perché della mia fuga, che stavo bene, che per favore non mi cercasse perché mi sarei fatto vivo io quando me la fossi sentita e sopratutto di non dire una parola a te o alla tua famiglia. Girai per un anno intero tutta la Cina alla ricerca di un rimedio al mio cuore spezzato, ma non ci fu verso. Ovunque andassi o qualsiasi cosa facessi, tu eri sempre lì a perseguitarmi.”

 

“Continua” concede freddamente

 

“Una mattina, in preda alla disperazione chiamai casa tua. Non so perché lo feci, forse speravo di sentire almeno per un attimo la tua voce. Ma rispose qualcun altro e lì, in quel momento, iniziò tutto”

“Mi stai dicendo che hai coinvolto quell'arpia di Nabiki per farti mandare fotografie ed informazioni su di me per tutti questi anni? La pagavi per avere dettagli sulla mia vita?!” strilla puntando il dito verso la pila di roba sparsa per la camera

“No, Santi Kami no!” mi difendo

“Non ho mai pagato nessuno! E poi lo sai che io tua sorella Nabiki non l'ho mai potuta soffrire! No, Nabiki non ne sa niente o almeno spero …”

“Hai messo in mezzo mio padre Ranma!? Dopo tutto quello che ha fatto per te? Ma non ti vergogni?! Non ho parole, sei veram ...”
“Tuo padre non sa nulla!” la zittisco

“E allora con chi diamine ti sei messo d'accordo?!” sibila furente scattando in piedi

“Te lo dico però tu …”

“CON CHI?!”

“Kasumi” mormoro

 

Cade in ginocchio portandosi una mano sulla bocca

 

“Co ...come … Kasumi?! Balbetta

 

M'inginocchio davanti a lei

 

“Akane, mi devi ascoltare, ok? Giuro che posso spiegarti tutto, però tu devi stare calma” cerco di rassicurarla

 

Mi avvicino per prenderle la mano, ma lei mi scaccia in malo modo

 

“Non toccarmi!” ruggisce

“Non fare l'isterica!” la rimbecco io “ho detto che posso spiegare”

“Non c'è nulla da spiegare!” ruggisce alzandosi in piedi “Ti sei dato alla fuga peggio di un latitante per ben nove anni e ora scopro che in realtà, in tutto questo tempo non hai fatto altro che spiare la mia vita e per giunta con la complicità della persona di cui mi fido di più al mondo. Come l'hai convinta a fare il doppio gioco? Eh?! Kasumi non è ricattabile, quindi ci dev'essere altro; l'hai minacciata, è così?!” sta schiumando dalla rabbia

“Sai bene che non farei mai una cosa del genere, sciocca! Non mi sognerei mai di mancare di rispetto a tua sorella, è stata lei a propormi il patto! ” esplodo

“Qua … quale patto?”

“Si offrì di aggiornarmi settimanalmente su di te; in cambio avrei dovuto dedicare almeno un'ora al giorno alle arti marziali, indipendentemente da dove fossi o cosa facessi.”

“Ma che stronzata! Non ha nessun senso! Perché mai Kasumi vorrebbe una cosa del genere?!” brontola acida

“A dire il vero non l'ho mai capito nemmeno io ...” ammetto alzando le spalle “Ad ogni modo fu irremovibile, quindi accettai. Poco dopo m'informò che ti eri iscritta a non so che corso di alta pasticceria e la sera stessa feci domanda d'ammissione presso Le Cordon Bleu di Kobe***. Ecco, ora lo sai” concludo stanco

“Sarebbe stata lei a mandarti tutta questa roba? Addirittura una copia del mio diploma di pâtisserie?”

 

Annuisco

 

“Tutta questa storia non sta in piedi, mia sorella non farebbe mai niente del genere, lei è troppo pura di cuore e ...” la metto a tacere porgendole una delle lettere firmate da Kasumi

 

“Quindi non sei diventato uno chef perché era il tuo sogno, ma per ripicca?! Hai tramato nell'ombra, sei tornato a Nerima, mi hai dato un lavoro per questo?! Per farmi un dispetto?! ” strepita concitata

“Non ci posso credere, ancora non ci arrivi!” constato mettendomi le mani nei capelli per la disperazione “Sei ancora impulsiva e isterica come da ragazzina Akane! Se ho accettato quell'accordo, se mi sono fatto il culo, se sono tornato, se ti ho offerto quello stramaledetto lavoro, non l'ho fatto certo per vantarmi o per farti i dispetti, ma per riaverti nella mia vita! Io ti amo ancora stupida!”

 

Mi metto una mano sulla bocca per tapparla, ma è troppo tardi.

 

Ormai l'ho detto

 

“E tu sei ancora arrogante, pieno di te, insensibile ed insolente come da ragaz ... che cos'hai detto?” chiede con la voce tremante

 

Fisso il vuoto davanti a me cercando il coraggio di rispondere, ma è come se mi fosse caduta la lingua

 

“Tu … hai ...” balbetta incredula

 

Al diavolo!

Volevo confessare, no?! Ecco fatto

Patetico

 

“Ho detto che ti amo, stupida!” ripeto imbarazzato a capo chino

 

Alzo lo sguardo un momento per fissarla negli occhi

 

“Sei l'amore della mia vita Akane, lo sei sempre stata e lo sarai per sempre” affermo senza esitazioni

“Ra … Ranma ...” mormora

 

Me ne sto lì, a testa bassa e senza muovere un muscolo, in attesa della sua reazione

Se mi rifiuta non mi riprenderò mai più

 

“Anch'io ti amo stupido!” rivela buttandomi le braccia al collo

 

Alzo il capo scioccato

 

“Come dici?” biascico

“Ti amo scemo! Ti amo fin da quando eravamo ragazzi … ti ho amato in tutti questi anni in cui non c'eri e non ho mai smesso un attimo di aspettarti ...” singhiozza fra le lacrime

 

La stringo talmente forte da stritolarla

Kami sento il cuore esplodermi per la felicità

 

“Non … non respiro ...” ansima

“Scusami!” dico allentando un po' la presa

 

Così, uno di fronte all'altro, ci fissiamo impacciati

La scruto nei suoi bellissimi occhi marroni e le prendo il viso fra le mani

 

“Amore mio ...” mormoro sfiorandole delicatamente le labbra con le mie

“Amore mio … amore mio … amore mio ….” ripeto come un mantra liberatorio, baciandola ogni volta un po' più intensamente

“Amore mio ...” dice anche lei, infilando timida le mani nei miei capelli

 

La stringo di nuovo a me baciando ogni lembo di pelle a portata di bocca e all'improvviso il suo profumo mi esplode nelle narici

 

Non capisco più niente

La spingo sul letto e le salgo sopra.

 

Quanto la amo

Quanto la voglio

 

Le sue dita vagano sotto la mia maglietta, mentre le mie vanno a sollevare i lembi della sua gonna.

Ci spogliamo a vicenda, piano piano, sfiorandoci lentamente per assaporare appieno la situazione, senza mai distogliere lo sguardo l'uno dall'altra

 

La osservo schiudersi per accogliermi e quando entro dentro di lei posso percepire chiaramente l'ultima briciola di autocontrollo andarsene.

 

Non voglio altro e non m'interessa nient'altro

Lei su questo letto e la voglia di amarci, è solo questo che conta.

 

“Ti a … amo … Ra … Ranma ...” mugola raggiungendo il piacere

“Ti amo … Aka … Akane ...” gemo sentendo arrivare il culmine anche per me

 

Crollo esausto su di lei, stordito dall'orgasmo e da quello che ci siamo appena confessati

L'ultima cosa che sento prima di addormentarmi sono i suoi capelli che mi solleticano il collo e le sue labbra che accarezzano il mio volto

 

 

Mi sveglio dopo non so quanto; affamato e palesemente voglioso, perciò rotolo verso l'altro lato del letto cercando Akane per il secondo tempo, ma accanto a me non c'è più nessuno.

 

Mi stropiccio gli occhi e mi siedo sul letto

 

“Akane?”

Silenzio

“Akane??” ritento

Mentre continuo a guardarmi intorno, l'occhio mi cade su una specie di foglietto che giace sul cuscino.

 

MI LICENZIO.

TI PREGO, NON CERCARMI.

HO BISOGNO DI TEMPO PER RIFLETTERE.

TI AMO, MA QUELLO CHE AVETE FATTO TU E KASUMI MI HA FERITA.

NON SO SE POSSO FIDARMI ANCORA DI VOI.

 

AKANE

 

 

L'ho persa; di nuovo

Corro in bagno a rigettare anche l'anima

 

 

 

 

 

 

 

 

* Gli shinigami nella cultura giapponese sono personificazioni della morte, un po' come la nostra Nera Mietitrice

 

** Il Genmaicha è un tipo di tè verde giapponese

 

*** Le Cordon Bleu è una delle più prestigiose scuole di cucina al mondo, con diverse sedi nei vari continenti. In Giappone si può trovare in ben due città, a Tokyo e a Kobe appunto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non i crederete, ma sono vivaaaaa!!!!

Salve a tutti :) :) :)

Sono passati mesi dall'ultima volta che ho aggiornato, ma nel frattempo è successo di tutto, fra traslochi, lavori, allenamenti, infortuni e chi più ne ha più ne metta.

Metteteci anche che tutto il capitolo era stato salvato nel mio pc, che ha poi deciso di darmi l'addio perdendo tutto il suo contenuto e siamo proprio a posto!

In ogni caso ce l'ho fatta; alla fine tutto quello che avevo scritto è stato cestinato e alla fine ho scelto di dare di nuovo un po' di voce a Ranma (con grande difficoltà!) che, poveraccio, è messo sempre peggio.

Ne approfitto per ringraziare tutti coloro che hanno continuato a leggermi, anche in questo periodo di assenza e spero vivamente di avervi almeno incuriosito un po'.

Giuro che non ci metterò più così tanto ad aggiornare, anche perché ho già iniziato a scrivere il prossimo capitolo!

Un bacio a tutti e a presto :) :)

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Capitolo 11
*** Manju ***


Una settimana di ritardo.

Driiiiiiiiiiinn

Ho una settimana di ritardo.

Driiiiiiiiiiinn

Un'intera, stramaledetta, dannatissima settimana di ritardo.

Driiiiiiiiiiinn

Non posso certo andare da Tofu per un consulto, spiffererebbe tutto a casa ...

Driiiiiiiiiiinn

Potrei andare in un'altra clinica, ma dovrei affidarmi ad un medico sconosciuto e non mi va, la questione è troppo delicata …

Driiiiiiiiiiinn

Oppure potrei comprare un test di gravidanza e farlo.

 

Codarda

 

“Arrgh!” grugnisco infilando la testa sotto il cuscino

Driiiiiiiiiiinn

 

“”Ma che diamine ...” brontolo afferrando malamente il cellulare sul comodino

“Pronto?!” abbaio all'apparecchio

“Kasumi ti fa sapere che ha preparato il pranzo anche per te, perciò cerca di essere qui per mezzogiorno e mezzo.”

“Nabiki, perché mi stai chiamando a quest'ora?!” ringhio ripiombando sotto le coperte

“Sono le 11,00 del mattino credevo tu fossi già sveglia! O hai avuto una nottata intensa e devi recuperare?!” sghignazza

“No! E comunque non sono affari tuoi!” la ammonisco

 

Caspita, sono già le 11,00?! Questo significa che ho passato un'intera mattinata a letto a rimuginare

 

“Bene, allora ci puoi degnare tutti della tua presenza oggi” risponde altezzosa

“Ah … ehm, oggi non credo di riuscire ad esserci ….” balbetto

“Akane?! Credi davvero non ci siamo accorti che ci stai evitando da settimane? Cosa sta succedendo?” indaga

“Non … niente! Non sta succedendo niente. Sono solo impegnata, ecco tutto!” tentenno

“Ma se oggi è giorno di chiusura all'Herb …”

“E con questo?! Ti sorprenderà sapere che ho molte altre cose a cui pensare oltre al mio lavoro!” puntualizzo risentita

“E queste cose hanno per caso a che fare con un certo tipo col codin ...”

“Nabiki taci!”

“Che ho detto di male?” domanda melliflua

“Sta' zitta e basta, ok?! Dì pure a Kasumi e papà che ci sarò.” confermo chiudendo la telefonata

“MERDA!!!!” strillo dentro al cuscino

 

È vero, non mi sono fatta più vedere, ho inventato una serie di patetiche scuse per eludere la mia famiglia e mi dispiace, ma sono così arrabbiata con mia sorella maggiore che potrei urlare.

 

“Aaaaaaaaaaaahhh!”

Appunto

 

“Prima o poi devi affrontarla Akane” rifletto ad alta voce ancora sdraiata sul letto

Più facile a dirsi che a farsi.

 

Che cosa le dico 'Ehi senti un po' sorellona, com'è che per tutti questi anni hai intrattenuto un fitto rapporto epistolare con il grande amore della mia vita tenendomi all'oscuro di tutto? E perché quella strana promessa? Cosa c'è dietro? E davvero Ranma l'ha accettata senza opporsi e senza fare domande?'

 

Ranma

Non lo vedo e non lo sento da 3 settimane

 

Da quando abbiamo ... beh insomma ...da quando noi … Kami se solo ci ripenso ….

Ma di quello stronzo doppiogiochista non ho più avuto notizie; né una telefonata, né un SMS, un mazzo di fiori, un bigliettino, niente!

Sì, è vero che io gli ho chiesto di non cercarmi, ma non credevo mi prendesse così alla lettera!

Alla faccia del grande amore

 

Ed io che come una stupida ci ho anche creduto

Odio gli uomini!

 

Perciò adesso mi ritrovo da sola, disoccupata, con il cuore irrimediabilmente spezzato, una sorella di cui non voglio nemmeno sentir proferire il nome e con cui invece dovrò con tutta probabilità parlare un bel po' ed un ritardo del ciclo di ben 7 giorni.

 

“Aaaaaaaahhhh!” urlo ancora una volta

Dopodiché mi alzo e mi trascino dentro la doccia

 

Lascio scorrere l'acqua bollente sulla testa, sul collo, sulla schiena, sulle gambe per dieci minuti buoni cercando di svuotare la mente, ma è chiaro che non ci riesco, perciò finisco di lavarmi e chiudo il rubinetto.

 

Mentre mi tampono i capelli bagnati cerco di fare mente locale.

“Allora Akane, qui è questione di priorità, perciò ragiona e occupati di un problema alla volta” dico all'immagine riflessa nello specchio appannato

 

Prima di tutto devo chiarirmi con Kasumi. Quello che dirà forse non mi piacerà, ma almeno saprò come sono andate davvero le cose. E poi lei mi vuole bene, non farebbe mai nulla che possa ferirmi, quindi se ha fatto quel che ha fatto avrà avuto i suoi motivi no?! Devo solo scoprire quali sono.

 

Finisco di asciugarmi, mi vesto velocemente ed esco.

 

Continuo con le mie elucubrazioni per tutto il tragitto verso casa Tendo e quando mi trovo l'insegna della palestra davanti, mi accorgo che ancora non ho idea di cosa dirò a mia sorella e che il test di gravidanza dopotutto non l'ho mica ancora comprato.

 

Prendo fiato ed entro

“Tadaima!” esclamo a voce alta

 

****

Seduti in salotto, ci gustiamo un budino alla vaniglia post pranzo in un'atmosfera d'imbarazzante silenzio

 

“Allora Akane, come va il lavoro?” cerca di spezzare la tensione mio padre

“Molto bene, sono davvero contenta”mento sorseggiando il mio tè

“Ti tiene molto impegnata però. Trovi comunque tempo per allenarti?”

“Sì papà” continuo a mentire

Sarà almeno un mese che non mi muovo

 

“Nabiki, mi aiuti a sparecchiare?” chiede intanto Kasumi

Spariscono entrambe in cucina cariche di piatti e scodelle

 

“E dimmi, c'è un ragazzo nella tua vita?” chiede a bruciapelo papà

Sbianco

“Eh?”

“Un fidanzato figliola, un uomo. Un bravo ragazzo giapponese che si prenda cura di te e che ti sposi.”

“Papà ti prego non ricominciare con la solita storia del matrimonio e dei figli e chi più ne ha più ne metta! Sto benissimo così e non ho certo bisogno di un uomo per sentirmi felice e realizzata.” ringhio sulla difensiva

 

“Akane ascoltami” proferisce serio

Incrocio le braccia svogliata

 

“A volte ho come l'impressione che tu non sia mai riuscita a toglierti dalla testa una certa persona. E sì, è vero che si è comportato molto male nei nostri confronti, ma sono passati molti anni da allora e adesso siete adulti … Perché non gli dai un'altra opportunità? Dopotutto adesso lavorate insieme e ...”

 

Se i Kami hanno deciso di radere al suolo l'umanità intera fate che sia ora, per carità!

Chiudo gli occhi pregando per un asteroide, uno sciame di vespe inferocite, i quattro dell'apocalisse, le cavallette, qualsiasi cosa … tutto ma non questa conversazione!

 

Come per miracolo vengo ascoltata.

 

Infatti udiamo una voce sconosciuta chiedere permesso dall'ingresso e mia sorella di mezzo, nel frattempo tornata in salotto per finire di sparecchiare, va vedere chi sia

 

“Papà, c'è qui un rappresentate del consiglio di quartiere che vuole vederti; dice che è urgente!” dice affacciandosi poco dopo

Mio padre si alza scusandosi ed io crollo all'indietro tirando un sospiro di sollievo talmente potente da farmi perdere l'equilibrio

 

Ma perché devo avere una famiglia così impicciona?! Nessuno che si faccia gli affari suoi, tutti che si intromettono, che decidono, che tramano nell'ombra senza dirmi niente.

Giuro, a volte mi sembra di essere in una telenovela particolarmente brutta.

 

Noto che la moglie di Satana è ancora lì che mi studia.

“Io vado a giocare a tennis, puoi finire tu di aiutare Kasumi con i piatti?”

“Sì certo”

“Grazie, ciao Akane”

“Ciao ciao” replico algida

“Salutami Saotome” ghigna

 

Spero che si becchi una pallina in piena faccia

 

“Addio!” sibilo voltandole le spalle e avviandomi in cucina

 

“Ti serve una mano?” domando scostando il noren*

Kasumi si volta sorridendomi angelica

“Volentieri, grazie!”

Prendo posto davanti al lavello ed inizio a sciacquare i piatti

 

Ci siamo, non posso rimandare oltre. Devo farmi coraggio ed andare a fondo di questa storia.

Forza Akane, ma di che hai paura?! Chiedi a tua sorella perché ti ha mentito e preso in giro per quasi un decennio intero! Chiedile perché ha sempre fatto finta di non sapere dove fosse finita quell'arrogante testa di caz …

 

Il rumore di porcellana rotta tronca le mie riflessioni

Sto sanguinando cavolo!

Ho frantumato un piattino con le mie mani senza nemmeno accorgermene

 

“Dannazione …” sibilo mettendo il dito lacerato sotto l'acqua corrente

“Che succede?” s'informa la mia consanguinea

“Niente, solo un taglietto. Ci metto un cerotto e torno subito.” borbotto

 

Kami, giuro che non vorrei; davvero non vorrei essere così incazzata, ma non riesco a calmarmi

Come hanno potuto raggirarmi così?!

Nove anni di bugie, di verità non dette, di falsità e per cosa poi?!

 

Entro in bagno e prendo la cassetta del pronto soccorso, sorridendo mio malgrado.

Penso a quante volte l'ho usata per curare le ferite di quello stupido e a come mi sentivo in quei momenti.

Adoravo giocare alla brava crocerossina … era la scusa perfetta per poterlo toccare; guardare da vicino quel suo viso bellissimo; sfiorare la sua pelle calda, respirare il suo odore …

 

Ah ma che dico?! Ma non ero furiosa?! E ora che faccio, mi struggo come una ragazzina?!

Disinfetto velocemente il mio indice martoriato e rimetto la cassettina al suo posto.

 

“Akane, possiamo parlare?” sento dire da una voce dietro di me

Kasumi, in piedi sulla soglia, mi guarda con occhi leggermente lucidi.

“E va bene ...” concedo “però andiamo in camera mia, non voglio che papà si accorga di nulla”

Annuisce seguendomi su per le scale

 

Ci sediamo sul mio lettino entrambe mute ed impacciate

 

Sto per dire qualcosa per rompere il ghiaccio quando lei si gira verso di me e tutto d'un fiato dice

“Mi ha raccontato tutto sai?! È ridotto ad uno straccio Akane! Devi par ...”

 

Sento la rabbia montare e le orecchie fumare per l'improvviso afflusso di sangue

“Cioè fammi capire, continuate ancora a confabulare alle mie spalle? Che cosa siete, amici del cuore?!” sbotto stritolando fra le mani la coperta

“Ti prego Akane, non essere stupida”

 

Strabuzzo gli occhi ammutolita; mia sorella non mi aveva mai parlato così prima d'ora; anzi credo che non abbia mai parlato così a nessuno in vita sua

 

“Ti dirò tutta la storia, fin dall'inizio; ma tu devi promettermi che non m'interromperai e che non farai domande se non quando avrò finito il mio racconto, puoi farlo?” continua

Faccio sì con la testa ancora sotto shock

 

“Bene!” comincia “Ricordi cosa successe la mattina in cui scoprimmo che Ranma se n'era andato?” mi chiede

Annuisco debolmente fissandomi le ginocchia a disagio.

“Distruggesti letteralmente la casa. Piatti, soprammobili, sedie, elettrodomestici; non si salvò nulla”

Arrossisco imbarazzata

“E poi? Ricordi cosa facesti dopo?”

Scuoto la testa

“Avesti una crisi isterica. Vomitasti; urlasti fino a perdere la voce; prendesti a pugni i muri del dojo fino a sanguinare e infine cadesti a terra esausta.” spiega

“Io … non me lo ricordo ...” ammetto dispiaciuta

“Dormisti per quattro giorni di fila, eri come in coma. Ono ci spiegò che il tuo sonno altro non era che un meccanismo di autodifesa adottato dal corpo per non soccombere al dolore.” rivela appoggiando la sua mano sulla mia.

 

È una mano ruvida, screpolata da anni di detergenti per le pulizie, lavori domestici e, me ne rendo conto solo in questo momento, sacrifici.

Le ore di sonno perse, le passioni mai coltivate, le amicizie perdute; tutto per garantirci la stabilità di una vera famiglia

Kasumi ha rinunciato a tutto per noi ed io come al solito ho sempre pensato solo a me stessa

 

“Poi ti risvegliasti e le cose peggiorarono ulteriormente. Te ne stavi rintanata in camera tua a piangere ininterrottamente per giorni e giorni e le poche volte in cui mettevi piede fuori di casa sembravi uno zombie. Mancasti da scuola per un mese e i tuoi voti precipitarono così come il tuo peso. Assistevamo impotenti alla tua rovina senza riuscire a trovare una soluzione. Nabiki costrinse tutti coloro che avevano un debito con lei a cercare Ranma, ma senza fortuna. Nessuno sapeva dove fosse, fu come se non fosse mai esistito”

“Già” tremo persa nell'orribile ricordo di quel periodo

“Ad ogni modo” sospira “ci arrendemmo al fatto che non lo avremmo mai più rivisto e se per te fu un duro colpo, per papà lo fu anche di più”

“Pfui!” sbuffo “Sì, come no! Vuoi forse dirmi che perdere un allievo è come perdere il tuo primo amore?! commento acida

“Non essere arrogante Akane” mi rimprovera lei ed io chino il capo “Sì è vero, tu quel giorno perdesti il tuo amore, ma lui perse molto più di un allievo. Ranma era come un figlio per lui e con la sua fuga svanì anche qualsiasi speranza di un futuro per il dojo.”

 

“Ti sbagli!” sbotto con le lacrime agli occhi “Non c'era certo bisogno di quell'idiota per mandare avanti la palestra!” ruggisco “Avrei potuto benissimo farlo io …” mugugno

“Ma non l'hai fatto” replica calma “non lo hai fatto e papà si è ritrovato con i conti da pagare, tre figlie da mantenere ed una palestra che non riesce più a gestire.”

 

Una coltellata nello stomaco mi avrebbe fatto meno male

Sentirsi dire la verità è penoso

 

“Poi quel giorno risposi al telefono e sentii la voce di Ranma all'altro capo del filo. Il mio primo impulso fu quello di riattaccare; ero arrabbiata con lui per tutto il male che aveva fatto a te e papà, ma non lo feci. Proprio quella mattina nostro padre era stato obbligato ad annullare il corso del mattino per mancanza di iscritti … forse ti sembrerà una sciocchezza, ma quella chiamata mi sembrò un segno del destino.”

 

Mi trattengo dall'alzare gli occhi al cielo e dal dirle dove secondo me quel villano avrebbe dovuto cacciarselo il destino e me ne sto zitta in attesa del seguito della storia.

A questo punto sono anche curiosa, devo ammetterlo

 

“Parlammo tanto; mi raccontò il motivo della sua fuga, rivelandomi la sua intenzione di sposarti, mi disse di come avesse cercato di voltare pagina fuggendo via e di quanto questo si fosse rivelato inutile visto che non riusciva a dimenticarti.”

“Tse!” intervengo “Se davvero gli mancavo così tanto perché diamine non mi ha mai cercata?!”

“Temeva il tuo rifiuto! Akane, io ti voglio molto bene, ma anche tu devi ammettere che non è sempre facile parlare con te. Sei manesca, impulsiva, sfacciata, nevroti ...”

“Sì sì, ho capito” taglio corto

“Il punto è” continua lei tranquilla “che in quel momento capii una cosa: quel ragazzo ti ama sul serio, ti ama di un amore che capita una volta sola nella vita e so che per te è lo stesso Akane, non hai mai amato nessun altro. Siete fatti per stare insieme ed il vostro futuro non è ai fornelli, ma qui, in questo dojo.”

 

È per questo che gli hai fatto promettere di allenarsi tutti i giorni? Perché vuoi vendergli la palestra?” strepito

“No, voglio che la erediti insieme a te e che la gestiate insieme, è ciò che ha sempre desiderato anche papà e anche se non lo volete ammettere, è quello che volete anche voi.”

“E vuoi farmi credere che Ranma ha accettato questa tua condizione senza fare domande e senza battere ciglio?!” inarco un sopracciglio scettica

“Ovviamente era perplesso, ma sono stata molto risoluta e gli ho risposto di fidarsi e basta.” ribatte palesemente fiera di sé

“E quel tonto ha abboccato?!” brontolo saccente

“Beh, sì! Gli ho detto che altrimenti non se ne sarebbe fatto di nulla e che il nostro patto poteva considerarsi annullato!” afferma contenta

 

Con gli occhi fuori dalle orbite e la bocca spalancata la fisso sconvolta

Ho sempre pensato che fosse Nabiki la sorella luciferina, invece devo ricredermi.

 

“Ma che patto del cavolo è il vostro?! Fare la spia per nove anni senza che l'altro combini nulla?!” domando sbigottita

“Veramente fui io a chiedergli di aspettare, sapevo che non eri pronta. Lo avresti mandato al diavolo solo per il gusto di farlo e avresti rovinato tutto. Invece ora siete grandi abbastanza e la tua rabbia è sbollita, è il momento perfetto!” sorride contenta

 

Continuo a guardarla, incapace di emettere suono e sorprendendomi del fatto che sono più sconcertata da questo suo nuovo lato manipolatore che da tutto il resto.

 

Ed è allora che mia sorella si alza in piedi e poi, inginocchiandosi a terra davanti a me, si produce in un Dogeza**

“Perdonami Akane se ho agito con leggerezza; l'ho fatto perché ti voglio bene” mormora con le mani a terra e la testa che sfiora il pavimento

La mascella mi cade per lo stupore

“Ka … Kasumi … No! .. Non ...” vederla così prostrata è terribile, umiliante.

 

Senza pensarci mi butto su di lei e afferrandola per le spalle la tiro su

“No … no …” singhiozzo abbracciandola “Non … non devi … ti prego ...” uggiolo

Lei ricambia il mio abbraccio ed io la stringo ancora più forte.

 

“Akane così mi stritoli” fa con il suo consueto tono canterino

“Scusa!” la prego lasciandola andare

Lei mi sorride beata e stringe forte le mie mani nelle sue

“Andiamo a fare il tè, ti va?!”

Annuisco ricacciando indietro le lacrime

 

Lei si alza e fa per uscire dalla mia stanza

“Kasumi?!” la richiamo

“Sì?”

“Non ti facevo così tosta!” ridacchio

“Nemmeno io!” ride anche lei

 

 

Quando torniamo giù il tizio del consiglio di quartiere sembra essersene andato e dall'occhiata che mi lancia papà capisco che è pronto per riprendere il sermone da dove lo ha lasciato.

 

Sgattaiolo in cucina prima che m'intercetti e metto subito la teiera sul fuoco, mentre Kasumi tira fuori una scatolina di Manju***

La osservo imballarli abilmente in un furoshiki che poi mi porge con solennità

 

“Non ci si presenta mai a casa di qualcuno a mani vuote” sentenzia “Va' da lui e fate pace” intima spingendomi verso l'uscita della cucina

“Papà?! Akane sta andando via, vieni a salutarla!” cinguetta allegra mentre mi accompagna verso l'ingresso di casa

 

“Figliola, aspetta!” tuona lui venendomi incontro

Sì?” dico diffidente

“Guarda! Ho qui un il catalogo di un negozio di abiti da sposa che vende per corrispondenza!” esulta tirando fuori un librone color rosa confetto

 

Sento distintamente il suono delle mie braccia che cadono

 

“Dai un'occhiata, è tutta roba di classe! Puoi sfogliarlo e ….”

“Addio papà” lo interrompo

“Non devi decidere subito, è solo ...”

“Kasumi mi passi il mio cappotto?” lo ignoro

Mia sorella mi aiuta ad indossare il soprabito mentre io faccio mentalmente il conto alla rovescia

 

Tre. Due. Uno.


“Akaneeeee! Akaneeee! Bambina miaaaaa! Non andare, ti pregoooo!” singhiozza mio padre gettandomisi addosso

 

Appunto

 

M'infilo le scarpe scivolando dalla sua stretta e lo bacio sulla guancia

“Ci vediamo presto papà”

“Perchééééé, Kami perchéééé?! ” geme lui in ginocchio

Faccio un ultimo inchino carico di significati a Kasumi ed esco

 

“Avanti papà non fare così! Ti ho fatto i biscottini al burro che ti piacciono tanto, li vuoi?” sento dire da dietro la porta chiusa e non posso fare a meno di sorridere fra me e me.

 

 

Cammino spedita verso la metro con il mio pacchettino stretto al petto.

Andrò da Ranma, ho deciso

 

E se non mi volesse più? Dopotutto non si è più fatto sentire e questo potrebbe essere un chiaro segno che non vuole più saperne nulla di me.

E se mi manda al diavolo? O magari arrivo lì e lo trovo mezzo nudo, intento a darsi da fare con qualche donnaccia … o più donnacce?! Strabuzzo gli occhi inviperita

Scuoto la testa per cacciare via quest'immagine

 

Devo pensare positivo

Posso ancora risolvere la situazione

 

“Io Akane Tendo mi riprenderò Ranma Saotome!” urlo con il pugno al cielo a mo' di sfida

Incurante dei passanti che mi fissano terrorizzati, corro giù per le scale della metropolitana e m'infilo nel vagone in partenza.

 

Il viaggio mi sembra interminabile e non appena arrivo a destinazione, salto fuori dal vagone come un'indemoniata ed inizio a correre a perdifiato verso casa di Ranma.

Sto continuando a correre quando all'improvviso scorgo da lontano una sagoma che mi pare di conoscere.

 

Alto

Capelli scuri

Espressione arrogante

Uniforme da Kendo

 

Dannazione, è proprio Kuno Tatewaki!

 

Quel maiale bavoso che dice di voler sposare mia sorella, ma che ogni volta che ne ha l'opportunità mi si appiccica addosso come una scimmia in calore.

 

Un brivido freddo mi percorre la schiena

 

Devo sparire, non mi ha vista, sono ancora in tempo a dileguarmi

Senza pensarci troppo, mi giro ed entro nel primo negozio che trovo

 

Per fortuna è una farmacia, perciò decido di approfittarne e comprarmi del burro di cacao.

Meglio non avere le labbra screpolate quando mi presenterò a casa di Ranma …

 

Mentre aspetto il mio turno alla cassa, scorgo però con la coda dell'occhio il testone di Kuno entrare nel locale

 

“Al diavolo” sibilo correndo a nascondermi dietro ad uno scaffale di … preservativi?!

Un arzillo vecchietto mi sorride compiacente alzando le sopracciglia ed io striscio via, rossa come un pomodoro e morta di vergogna

 

“Qualcuno di voi plebei ha per caso visto entrare qui dentro una donna bellissima?” sento dire da una voce orribilmente conosciuta e a me odiosa

Mi stringo ancora di più dietro ad un cartonato che pubblicizza un rimedio per la tosse

'Vattene via, vattene via, vattene via ...” ripeto come un mantra

“No?! Molto bene allora, continuerò con le mie ricerche altrove; fuori da quest'orrido ricettacolo di germi!” e per fortuna mantiene la promessa, gira i tacchi e se ne va

 

Emetto un gigantesco sospiro di sollievo e raddrizzandomi esco dal mio nascondiglio

“Prima o poi dovrò parlare con Nabiki di questa faccenda ...” brontolo a bassa voce

 

Acciuffo il mio burro di cacao e mi metto in fila per pagare, quando noto che davanti a me c'è una donna in un avanzato stato interessante

 

Cavolo! Con tutto quello che è successo oggi mi ero completamente dimenticata del mio “problemino!”

 

Arriva il mio turno, perciò passo il balsamo labbra alla farmacista e poi mi sporgo sul bancone

“Vorrei anche un test di gravidanza per favore ...” dico in un soffio

“Non ho capito cara, puoi ripetere?”

“Vorrei … vorrei un test di gravidanza!” ribadisco, stavolta un po' più forte

“Aah! Un test di gravidanza! Ma certo!” vocia l'audiolesa sparendo nel retro

 

Ma li trovo tutti io?!

 

Mi guardo intorno a disagio, sperando che nessuno abbia visto o sentito nulla

Per fortuna siamo rimasti solo io e l'anziano signore che continua imperterrito a sorridermi

 

“Ecco qui cara e tanti auguri!” trilla felice

“Gr … grazie ...” borbotto ficcando il test in borsa e scappando via

 

Non faccio in tempo a varcare la porta di uscita che una massa solida mi sbatte contro facendomi cadere rovinosamente per terra insieme al furoshiki di Kasumi e tutto il contenuto della mia borsa.

 

“Mi rialzo e senza staccare gli occhi da terra raccolgo in fretta e furia la mia roba pronta a ripartire.

 

“Ti è caduto questo” fa la massa porgendomi il test di gravidanza appena comprato

“Grazie, molto gent ...” alzo lo sguardo e mi sento gelare

 

Un paio di occhi azzurri come l'acquamarina, incorniciati da una folta treccia di capelli neri mi stanno fissando increduli

 

“Akane, sei … sei incinta?!” chiede sotto shock

 

Senza dire una parola gli strappo la scatola di mano e corro via.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

* Tradizionale divisorio di stoffa che viene posto tra stanze, pareti, porte, ecc …

 

 

 

** Inchino utilizzato per le scuse profonde o profondo pentimento; si esegue in ginocchio, con le mani a terra davanti al viso che va quasi a sfiorare il pavimento

 

 

*** Tipico dolcetto giapponese di forma rotonda

 

 

 

 

 

 

Ci credereste?!?! Ho aggiornato!!! Il fatto è che avevo il capitolo pronto, ma poi il PC ha beccato un virus e ho perso tutto! Allora l'ho riscritto, ma a quel punto non ero più convinta della direzione presa e quindi l'ho eliminato e sono ripartita da zero.

Dopo mesi e mesi di blocco e quando ormai avevo quasi perso le speranze ho ricominciato a scrivere ed eccomi quindi qua … Grazie a chi vorrà ancora leggermi; stavolta prometto davvero che non ci metterò più così tanto ad aggiornare!

Baci!!! :)

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Capitolo 12
*** Chinsuko ***


“Permesso! Mi scusi, permesso!”

Corro

Corro a perdifiato

Corro come se non ci fosse un domani

“Largo! Permesso! Fate largo!”

Spintono le persone intorno a me continuando a correre

 

Ma perché, perché, perché succedono tutte a me eh?!

Con tutti i milioni di persone che vivono a Tokyo, proprio con lui dovevo scontrarmi?!

Non potevo andare a sbattere contro, che so, un bel modello di intimo?!

Non che Ranma abbia nulla da invidiare ad un modello di intimo, anzi …

Ah ma che faccio?! Mi metto a fantasticare su di lui mentre cerco di rifuggirlo?!

E comunque perché sto scappando?! Non volevo riappacificarmi con lui?

 

“Presa!”

Una stretta vigorosa al polso m'immobilizza e mi fa piroettare verso di sé

Alzo il capo e me lo trovo lì, con il viso pericolosamente vicino al mio e quegli occhi che mi fanno morire dentro

Sento lo stomaco fare un piccolo saltello, come sulle montagne russe

“Sei impazzita a scappare via così?” mi bercia in piena faccia

 

Fine del momento romantico

 

“Ahia! Mi fai male scemo!” dico contorcendomi

“E allora smetti di divincolarti stupida!” ribatte lui stringendo ancora di più

“Ci stanno guardando tutti, mi vuoi lasciare?!” sibilo imbarazzatissima

Intorno a noi si è infatti nel frattempo creata una piccola folla di curiosi che ci osserva indecisa se intervenire o meno.

 

“Col cavolo! Muoviti, cammina!” esclama infastidito premendomi con l'altra mano sulla schiena per esortarmi a camminare

 

Ma scherziamo?! Come si permette di trattarmi così? E per di più in pubblico!

 

“Lasciami subito!” soffio girandomi per fronteggiarlo

Cerco di liberarmi dalla sua presa ferrea, ma è impossibile.

“Così puoi ricominciare a correre?!” ringhia lui

“Stai facendo una scenata davanti a tutti!” sibilo tra i denti

“Anche tu!” ribatte lui continuando a tenermi salda per il polso

Nessuno dei due cede, ci fissiamo torvi, con sguardi dardeggianti, pronti ad attaccare

 

“Lui è un figo pazzesco!” sento improvvisamente squittire dietro di me

Mi volto e fra la gente vedo due oche giulive che ridacchiano fra di loro mangiandosi il potenziale padre del mio potenziale figlio con gli occhi

“Guarda che piglio!” continua estasiata la gallina stritolando il braccio dell'amica

“Già! Se acciuffasse me in quel modo, io non farei tanto la preziosa!” gongola l'altra

Un'aura verde come la gelosia che sento montarmi dentro si espande imponente dal mio corpo

Le incenerisco con lo sguardo e loro, con mia grande soddisfazione, indietreggiano subito di diversi metri.

 

“Andiamo!” abbaio facendomi spazio tra le persone e trascinandomi dietro un Ranma evidentemente divertito

“Non dirmi che sei gelosa di due sconosciute Akane” ridacchia tutto compiaciuto

“Sta' zitto!” lo minaccio truce, scansando i passanti

“A quanto pare sono un figo pazzesco!” continua sogghignando

 

Ora lo spingo sotto una macchina

 

“Sì?! Beh se è per quello sei anche un odioso, buzzurro, arrogante, villano, idiota ed egoista!” rispondo accelerando il passo

“Ehi, vacci piano con gli insulti pasticciera! Non è che tu sia un concentrato di virtù!” replica seccato

Lo ignoro aumentando ancora la velocità dei miei passi, tirandomelo dietro per una manica

“E poi si può sapere dove mi stai portando?!” brontola seccato

 

Già, dove lo sto portando?! In realtà non lo so nemmeno io.

Volevo solo andarmene da tutta quella confusione e trovare un posto tranquillo per parlare un po', ma adesso mi rendo conto di non avere nessun piano, nessuna idea.

È come se il mio cervello avesse spento l'interruttore; Kami che rabbia!

Possibile che quest'uomo mi renda così instabile?!

Senza lasciarlo andare, mi giro verso di lui cercando di darmi un contegno

Respira Akane, respira

 

“Parliamo un po', ti va?!” riesco a dire

Lo guardo negli occhi speranzosa e, come ulteriore tentativo di convincimento, prendo la sua mano fra le mie stringendo forte

In mezzo al caos della città, fermi su un marciapiede da dove una fiumana di gente ci schiva per passare oltre, ci studiamo imbarazzati

 

'Fa' che non mi mandi a quel paese, fa' che non mi mandi a quel paese …Kami quanto è bello .. Fa' che non mi mandi a quel paese! Non voglio perderlo di nuovo … per favore …' penso tra me e me

 

“Andiamo” mi riscuote lui sciogliendo la stretta ed incamminandosi davanti a me

Lo guardo passarmi oltre, con il passo svelto ed un'espressione corrucciata in volto e non riesco a non preoccuparmi

La sua camminata è nervosa, rapida ed io fatico a stargli dietro, nonostante il mio talento per la corsa.

Mi ritrovo a trotterellare come un pony e maledicendomi per questo; io Akane Tendo che corro letteralmente dietro ad un uomo?! Ma scherziamo?!

Eppure è proprio quello che sto facendo, accidenti a me!

 

“Ranma!” lo richiamo

Mi ignora e accelera ulteriormente il passo

“Ranma!” ripeto alzando il tono di voce

Nulla

 

Magari invece lo spingo sotto un autobus

 

“Mi vuoi rispondere, grandissimo incivile che non sei altro?!” bercio incollerita

“Che c'è?!” mi urla in faccia voltandosi di scatto

Mi ritraggo, colta alla sprovvista dalla furia che vedo bruciare nei suoi occhi

Non l'ho mai visto così adirato, nemmeno al ristorante o durante un combattimento

“Io … ehm … ecco … dove stiamo andando di preciso?” chiedo titubante

“A fare quel maledetto test” decreta rabbioso

“Adesso?! Scordatelo! Io non vog ...”

“Taci!” urla isterico

 

Sta tremando

Strabuzzo gli occhi sbalordita

Sembra come impazzito, fuori di sé

 

Con un gesto di stizza mi afferra malamente per un braccio e mi trascina in una viuzza deserta, al riparo da occhi indiscreti.

Sembra uno di quei vicoli bui e maleodoranti che si vedono nei film americani; con la spazzatura che fuoriesce dai bidoni ed il tanfo di urina che invade l'aria

“Ti senti bene?” chiedo preoccupata

 

Credo proprio di no se davvero pensa che io farò pipì in un posto del genere

 

“Ti sembra che mi senta bene?! Kami Akane, non riesco nemmeno a guardarti in faccia in questo momento! Come hai potuto nascondermi una cosa del genere eh?! E poi sarei io quello bugiardo?!” grida

 

Ah ecco! Mi ha portata qui per potermi insultare in santa pace

 

“Ehi! Sto parlando con te, miss 'non so se posso fidarmi'!” strepita

 

Abbasso lo sguardo, colpevole

Sono fuggita da lui perché ferita dal suo comportamento e poi mi sono comportata anch'io nello stesso modo; scappando e omettendo.

 

“Dimmi una cosa, è mio almeno?!” sputa velenoso

Il pugno nello stomaco che gli mollo è talmente potente da farlo cadere a terra quasi privo di sensi

“Baka!” urlo, il viso deformato dalla rabbia

 

Posso accettare qualsiasi insulto, ma non questo

Sarò anche patetica, codarda, impulsiva, ma zoccola no!

 

M'inginocchio a terra, accanto a lui, per prenderlo a pugni sul petto

“Sei solo un bastardo!” singhiozzo picchiandolo alla cieca, la vista annebbiata dalle lacrime che cadono copiose

“Come puoi dire una cosa del genere! Schifoso!” mi sgolo ormai fuori di me

“Per … perdonami ...” ansima bloccandomi per i polsi

 

C'è dolore nel suo sguardo, tanto.

Non so se per il mio montante o se per il dispiacere, ma in ogni caso sembra davvero angosciato; perciò lo lascio parlare

 

“Io … io ti chiedo scusa Akane. Non ho dubbi sui tuoi valori, tu non sei una sgualdrina … scusami, ti prego ….volevo solo ferirti … è stato sciocco, lo so … scusami” mormora

Mi lascia andare e con malcelata sofferenza tenta di mettersi seduto

“Ahia!” mugola massaggiandosi la bocca dello stomaco

“Picchi come un fabbro, lo sai?!” brontola

 

Alzo gli occhi al cielo, ma non posso far a meno di sorridere

Con Ranma è così; posso arrabbiarmi, litigare, scappare e piangere quanto voglio, ma basta un suo cenno e mi sciolgo.

Non pensavo che l'amore potesse fregarti fino a questo punto.

E invece eccomi qui, in una straducola puzzolente a piangere e tirare su con il naso come una mocciosa qualsiasi

Ma se voglio riprendermelo devo tirare fuori le palle, no?!

 

Mi alzo in piedi e gli porgo una mano per aiutarlo a rialzarsi

“Andiamo. Se vuoi davvero che faccia questo benedetto esame, dovremo cercare un posto più confortevole di questo tugurio!” cerco di sdrammatizzare

Lui afferra la mia mano e si rimette in piedi, scrollandosi di dosso sporco e polvere

“Già!” esclama disgustato, staccandosi di dosso una lisca di pesce “sarà meglio andarsene da qui”

“Guarda che mi ci hai portato tu!” gli faccio notare

“Ah, mi sono solo ficcato nel primo buco appartato che ho visto! O volevi continuare a litigare davanti a mezza Tokyo?!”

 

Un punto per Ranma

 

“Andiamo, dai ...” sussurro distogliendo lo sguardo

“Andiamo” annuisce

E poi, come se quello fosse il gesto più naturale del mondo e noi non ci fossimo appena scannati, mi prende la mano, intrecciando le sue dita alle mie

Un brivido di piacere mi percorre la schiena

Forse ho ancora qualche speranza!

 

Usciamo dallo schifoso vicoletto e ci incamminiamo tranquilli verso …

“Ehm … Ranma?!”

“Sì?” fa lui con lo sguardo perso davanti a sé

“Dov'è che stiamo andando di preciso?” m'informo

Si blocca all'istante

Rimane assorto ne suoi pensieri per qualche secondo e poi si gira a guardarmi

“Beh, da me è fuori discussione. Ci sono i miei in casa mia oggi; mia madre ha insistito per dare il giorno libero alla domestica e venire lei a pulire, dice che la fa sentire utile. Io credo che la sua sia solo una scusa per ficcare il naso nei miei affari!” bofonchia

 

Ridacchio sotto i baffi, chissà perché, ma l'immagine di Nodoka che rovista fra i cassetti di suo figlio alla ricerca di qualche succoso segreto mi fa ridere

 

“Non voglio andare da te, dovremmo prendere la metro e non ne ho voglia, sono troppo agitato in questo momento e ho bisogno di muovermi ...” continua pensoso

“Oh ...” arrossisco per la vergogna

 

Lo capisco; potrebbe ritrovarsi padre da un minuto all'altro, è ovvio che sia turbato!

 

“Senti, se non te la sent ...” mugugno poco convinta

“Andiamo al ristorante” m'interrompe “Oggi è giorno di chiusura e almeno lì saremo sicuri di non essere disturbati da nessuno. Per te va bene?” chiede

Faccio sì con la testa cercando di sembrare il più tranquilla possibile, ma dentro sto morendo

Fra meno di mezz'ora la mia vita potrebbe cambiare per sempre ed io non ho ancor capito se esserne felice o no.

 

 

 

*******************

 

 

 

 

“Non me lo ricordavo così bello qui … Sembra di entrare in una spa di lusso!” ridacchio nervosamente, cercando di spezzare la tensione.

Come risposta ricevo un grugnito

 

Ho appena fatto il test e ora stiamo aspettando i fatidici 3 minuti per vedere il risultato

Seduti per terra uno accanto all'altro, appoggiati al mastodontico divano di pelle di quest'antibagno che è sicuramente più grande di tutto il mio appartamento, io e Ranma fissiamo imbarazzati il pavimento senza emettere alcun suono.

 

L'apprensione è talmente palpabile che si taglia con il coltello e mentre io mi rosicchio le unghie come una scolaretta prima dell'interrogazione, lui fa tamburellare senza sosta le dita sulla coscia tonica

 

Chissà cosa gli sta passando per la testa in questo momento … Santi Kami, che casino!

Mi spremo le meningi alla ricerca di qualcosa, qualsiasi cosa, da dire pur di rompere questo silenzio assordante, ma è come se la mia lingua fosse diventata di lana

 

'Non è di certo così che doveva andare ...' ragiono fra me e me mentre continuo a martoriarmi le cuticole

Nella mia testa avevo già girato il mio personalissimo film: Sarei andata da lui, ci saremmo urlati i peggiori improperi, avremmo fatto pace e avremmo poi passato il resto della giornata a letto facendo del sesso da urlo e dichiarandoci finalmente amore eterno

 

Al test avrei pensato il giorno dopo

 

E invece no.

 

Invece eccoci qui in balìa di un bicchiere colmo di urine, ad un passo dall'infarto

 

“Ahh, non ce la faccio a starmene qui immobile come un idiota ad aspettare. Vado in cucina a prendere da bere.” sbotta Ranma scocciato riscuotendomi dalle mie fantasticherie

Lo guardo schizzare in piedi e sparire oltre la porta

 

“Oh Kami ...” mormoro prendendomi la testa tra le mani

Che cosa abbiamo combinato?!

Che cosa faccio se è positivo?

Non sono pronta per un figlio, non sono in grado di badare a dei pesci rossi, figuriamoci ad una vita umana
Io e Ranma non siamo nemmeno mai stati a cena fuori insieme, come posso chiedergli di crescere un bambino con me?

E papà! A papà verrà un coccolone!

Sarò responsabile della sua morte a meno che non mi faccia fuori prima lui

La sua bambina incinta fuori dal matrimonio!

Sarà un bagno di sangue, finiremo tutti sul giornale e al cimitero!

 

Sto per cedere al panico quando vedo apparirmi davanti una tazza di tè ed un piattino colmo di chinsuko*

“Tieni” mugugna il mio compagno di sventura

“Gr … grazie” dico e addento un biscotto

“Sono buoni” constato dopo averlo assaggiato“però io li faccio meglio!”

“Già, ma tu ti sei licenziata senza preavviso, perciò dobbiamo accontentarci di questi fatti da Ukyo” replica gelido

 

Abbasso la testa, rossa come un pomodoro per la vergogna e m'infilo un altro biscotto in bocca, per impedirmi di dire altre sciocchezze

Un altro terribile silenzio piomba tra di noi

 

“Perché sei sparita in quel modo? Con quel bigliettino! E se oggi non ci fossimo scontrati?!Davvero non mi avresti detto nulla?!” esplode tutto ad un tratto lui fissandomi dall'alto

“Io stavo venendo da te, scemo!” ribatto bellicosa “Quando ci siamo scontrati il test lo avevo appena comprato e te ne avrei parlato, ma prima volevo riappacificarmi, chiederti scusa ...stavo venendo a chiederti una seconda chance ecco!” finisco in un tono più incerto e arrossendo ancora una volta

 

“Ah” è la sagace risposta che ricevo

Addento imbarazzata un altro biscottino e Ranma si siede di nuovo accanto a me

Chiudo gli occhi pronta a ricevere l'ennesima critica sulla mia immaturità e invece sento il suo braccio scivolarmi sulle spalle ed attirarmi verso di lui.

Dolcemente incastra la mano fra i miei capelli, accarezzandoli

 

Sento che potrei svenire per la felicità, il suo tocco mi regala una pelle d'oca mai avvertita prima e provo un immediato calore che va dalla punta dei piedi fino alla testa quando le sue dita vanno a sfiorarmi delicatamente la tempia.

 

“Ranma ...” sussurro accoccolandomi su di lui

“Mmh ...” mugola mentre ficca il naso tra i miei capelli

“Che cosa facciamo se … beh sì, insomma se ...” balbetto

“Se hai una pagnotta nel forno?!” ridacchia

“Scemo ...” rispondo dandogli uno schiaffetto giocoso sul petto
“Beh” riflette tirandosi più su, sempre mantenendomi stretta a lui “Innanzitutto una dieta … Altrimenti diventerai una mongolfiera” dice dispettoso

“Che cosa?! Ma come osi, brutto bifolco!” strepito

Cerco di dimenarmi dall'abbraccio, ma è tutto inutile, è come stare fra le spire di un serpente

Più mi agito e più vengo stretta nella sua morsa

“Sto scherzando stupida! Sarai bellissima con la pancia ...”mormora mentre le guance gli si tingono di porpora

 

Arrossisco anch'io stupita.

È tutto troppo bello per essere vero; lui, questo momento, questa sensazione … mi sento come la protagonista di un film

Però la vita non è un film

 

“Ranma, ma tu davvero lo vuoi un figlio?” chiedo spaventata

Ho bisogno di conferme, ho bisogno di sentirglielo dire, non voglio più commettere errori e sopratutto non voglio più soffrire

 

Lui mi guarda dritto negli occhi con un'intensità quasi bruciante, così tanto da farmi distogliere lo sguardo per un momento

“Io con te voglio tutto ...” dice in un soffio

 

E allora al diavolo la paura, al diavolo le esitazioni, al diavolo tutto

Ma sì, lasciamoci trasportare dagli eventi una volta tanto

 

Con irruenza lo bacio

Premo le mie labbra sulle sue con veemenza, socchiudendole per farlo entrare e la sua lingua si fa immediatamente spazio nella mia bocca

In un unico gesto fulmineo Ranma mi solleva da terra e mi porta a cavalcioni su di lui, senza mai smettere di baciarmi

Mentre con una mano va ad accarezzarmi il seno, con l'altra mi sposta i capelli, per avere libero accesso al mio collo

La punta della sua lingua si insinua verso il mio orecchio ed il suo tocco si fa più audace quando, nonostante la maglia che indosso, trova i miei capezzoli

“L'ha mai fatto nel bagno di un locale?” sussurra voglioso

Perdo del tutto la ragione e mi aggrappo alle sue spalle ansimando, già eccitatissima.

 

DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIN

 

Un trillo assordante interrompe le nostre effusioni

Merda! Avevo dimenticato di aver messo il timer per il test!

A dire la verità avevo dimenticato proprio il test …

Quando sono con Ranma dimentico tutto, anche come si fa a respirare

 

“Ra .. Ranma ...” sospiro cercando di ricompormi imbarazzata “ci … ci siamo ...”

“Oh … beh, allora vediamo … ” fa lui, la passione ormai scemata, posandomi un delicato bacio sulla guancia

Mi alzo e mi dirigo al lavandino, dove giace il bicchiere con dentro il malefico bastoncino

 

Che ansia!

Adesso saprò se davvero dentro di me c'è un piccolo essere vivente

 

Faccio un bel respiro ed afferro il test

Due lineette

DUE lineette

 

Avverto un leggero capogiro e mi aggrappo al lussuoso lavamano

“Akane?! Allora?” Ranma è accanto a me e mi sta scrutando preoccupato.

“ È … è positivo ...” sussurro

 

Mi gira la testa

Sono incinta

Magari ho letto male il risultato?! Gli do una seconda occhiata per sicurezza

Oh Kami sono incinta! Cosa succederà adesso?! Sono incinta!

 

“È positivo Ranma ...” ribadisco, stavolta con un tono di voce udibile anche all'orecchio umano

L'uomo accanto a me sembra trasformarsi in una statua di granito.

Non si muove, non emette nessun suono e credo che abbia anche smesso di respirare

“Ranma?! lo richiamo sventagliandoli una mano davanti al viso

Niente

È morto

 

Sarò madre e quando il mio bambino mi chiederà perché non ha un papà dovrò dirgli che è colpa mia, che gli ho fatto venire un colpo talmente grosso da ucciderlo all'istante.

 

“Sei … tu se... sei … incinta?” farfuglia

Ah, è vivo allora

 

Annuisco in attesa di una sua reazione

Vengo sollevata e piroettata in aria come una ballerina di danza classica da un Ranma a dir poco estatico

“Aspettiamo un bambino! Aspettiamo un bambino Akane!”strilla mettendomi giù e stringendomi a sé

“Aspettiamo un bambino amore mio ...” gongola ricoprendomi di baci

“Aspettiamo un bambino …” ripeto e finalmente il grumo di emozioni che finora mi ha impedito di reagire si scioglie

“Ranma aspettiamo un bambino ...” frigno commossa, abbracciandolo

Ci guardiamo negli occhi ed io mi sento così piena d'amore che potrei scoppiare

“Dobbiamo andare subito a festeggiare!” esclama esaltato il mio ragazzo

 

A questo punto credo di avere tutto il diritto di chiamarlo così

Ranma, il mio ragazzo

Finalmente

Il padre di mio figlio

Il più grande amore della mia vita

Quanto l'ho aspettato

Sono così felice … si può essere così felici da avere quasi paura?!

 

“Vieni Akane!” strepita tirandomi per un braccio

“Ma dove andiamo? Non possiamo ancora dirlo a nessuno e poi ...”

“Brindiamo, vieni!” annuncia euforico

“Ma sei sotto coca?” m'informo cauta

“Non dire cazzate Akane, sono felice!” ribatte stampandomi un rumorosissimo bacio sulle labbra

Vengo scaraventata fuori dalla prestigiosa toilette dell'Herb e trasportata nell'elegante sala del ristorante, dove Ranma mi fa accomodare ad un tavolo per poi sparire in cucina.

I capogiri non sembrano voler cessare, anzi sono sempre più forti, per non parlare del cuore che sto per sputare letteralmente.

 

Le case farmaceutiche dovrebbe inventare un test per prepararti al test, si eviterebbero un sacco di sincopi inutili

 

Mi affloscio leggermente sulla sedia cercando di riprendere il controllo delle mie emozioni

“Un figlio ...” sorrido

 

Sarà un maschio o una femmina?

Come lo chiameremo?

A chi somiglierà?

Spero tanto che erediti gli occhi di Ranma … ed i suoi capelli setosi … e anche il suo culo ad essere sincera!

 

“Eccomi!” mi viene incontro con dello champagne, del succo di frutta e due calici

“Questo è per te, visto che non puoi bere alcool adesso ...” precisa versandomi la spremuta “e questo è per me!” dichiara sedendosi davanti a me e stappando la costosissima bottiglia francese

Mi sorride premuroso alzando in aria il suo calice

“Kanpai!” trilliamo all'unisono, facendo tintinnare il vetro dei bicchieri

“A noi tre ...” mormora tenero

“A noi … tre …” ripeto con i lucciconi

 

Se potessi descrivere la gioia, la descriverei così, con questo esatto momento.

Qualsiasi cosa accadrà nella mia vita, se ci sarà lui accanto a me io sarò felice, ora lo so per certo.

 

“Ehi, dì un po'” fa all'improvviso Ranma con quel suo tono spavaldo che so portare solo guai “È vera la storia che quando siete incinte, voi donne siete costantemente arrapate?!”

“Come. Hai. Detto?!” sillabo a denti stretti

“Sì, ho sentito dire che quando siete in stato interessante avete sempre voglia!” insiste provocatorio

“In questo momento l'unica voglia che ho è quella di menarti!” replico acida

“Peccato … avevo intenzione di portarti in un hotel a cinque stelle e farti passare la notte in bianco, ma sarà per un'altra volta!” sogghigna malizioso

“Ah.. beh … ecco …” tartaglio rossa come una fragola “Cioè … se tu vuoi … ok ...” mormoro a occhi bassi

 

Brava Akane, una vera pantera, complimenti!

Nessun uomo potrà mai resistere alle tue innate doti di seduzione

 

“Andiamocene a casa scema! Sei ancora timida come quando eravamo ragazzini, incredibile!” mi deride alzandosi

“Ha parlato l'intraprendente! Ci hai messo dieci anni per portarmi a letto!” lo canzono alzandomi anch'io

“Guarda che non sei divertente” brontola

“Non volevo esserlo!” rispondo esibendomi poi in una linguaccia

“Forza, fuori da qui!” ordina lui dandomi una sonora pacca sul sedere

“Ma che modi!” dico con finto risentimento

 

Un altro forte giramento di testa mi paralizza

“Ranma … devo … devo andare in bagno un secondo” dico aggrappandomi al suo braccio

“Stai bene?” domanda preoccupato

“Sì, sono solo tutte queste emozioni … mi do una lavata al viso e arrivo!” sorrido

“Ok ...” ma non sembra affatto convinto

 

Mi dirigo in bagno e apro l'acqua del rubinetto al massimo

Mi sciacquo la faccia, i polsi, le mani cercando sollievo in quel liquido fresco

“Datti una calmata Akane!” impongo a me stessa guardandomi nell'enorme specchio “Hai un uomo bellissimo di là che ti aspettando e che vuole costruire una famiglia con te, nonostante tutto quello che è successo! Va' da lui no?!”

Faccio scorrere ancora un po' d'acqua sui polsi cercando di normalizzare il respiro

Un senso di nausea fortissimo mi assale e riesco a malapena ad arrivare al wc prima di vomitare tutto il succo di frutta appena bevuto

“Akane va tutto bene?” è la voce inquieta di Ranma dall'altra parte della porta

“S … sì …” mi sforzo di apparire il più tranquilla possibile “credo siano iniziate le nausee ...” lo rassicuro

Un altro conato di vomito ed un forte crampo alla pancia mi bloccano il respiro

“Santi … Santi Kami … che strazio ...” ansimo piegata in due

“Akane!” Ranma bussa alla porta come un indemoniato ! “Apri la porta Akane!”

“Aah!” Un'altra fitta al ventre ancora più forte

“Akane!!! Apri la porta, maledizione!”

Con le poche forze residue che sento di avere, mi avvinghio alla maniglia della porta e la spalanco

“Ranma … chiama qualcuno, subito!”

 

 

 

 

 

 

* Chinsuko:Tipo di biscotto somigliante allo shortbread

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Eeeeee …. ta-daaaa! A grandissima richiesta (di tipo 5 persone!) ecco qua il nuovo capitolo!

Scherzi a parte, vorrei davvero ringraziare dal profondo del cuore tutti coloro che hanno speso un minuto del loro tempo per lasciare una recensione positiva, scrivere un messaggio in privato, ricordare, preferire o soltanto leggere questa FF. Non so dirvi quanta gioia mi dà sapere che vi piace ciò che scrivo, ma non vi nascondo che la paura di deludervi è sempre dietro l'angolo … Quindi grazie ancora a tutti per le belle parole!

Come sempre ci ho messo un bel po' ad aggiornare, ma questo perché anche stavolta la storia ha preso una direzione sua, totalmente diversa da quella progettata all'inizio e quindi anch'io, come voi, scopro cosa succederà ai nostri beniamini di volta in volta.

Ho già in mente come sviluppare il prossimo capitolo, ma visto che pare siano Ranma e Akane a decidere cosa fare, non posso anticiparvi nulla nemmeno volendo ...

Il pippozzo è finito, andate in pace! Baci e a presto (spero! Non picchiatemi per carità!)

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Capitolo 13
*** Tazuna Konnyaku ***


2 anni dopo

 

 

 

L'incessante rumore della pioggia che picchia sul vetro della finestra mi sveglia.

Socchiudo un occhio e mi accorgo che fuori è ancora buio.

Potrei approfittarne per alzarmi ed allenarmi un po'; vista la giornata impegnativa che ci si prospetta davanti. Dubito che troverò del tempo anche solo per una corsetta oggi.

 

'Magari solo altri 5 minuti …' mi dico sentendo le palpebre richiudersi

Mi giro alla ricerca di quel corpo così voluttuoso che divide il letto con me, ma quando vado per attirarla a me non trovo nessuno.

'Forse è in bagno' penso

 

Mi rigiro tra le lenzuola per un po', in attesa del suo ritorno, solo che non arriva.

A questo punto sono completamente sveglio perciò mi alzo e busso alla porta del bagno, ma non ricevo risposta.

Apro, e infatti non c'è nessuno dentro.

 

“Quella stupida … dove diavolo è andata a quest'ora?!” brontolo fra me e me guardando la sveglia.

Le 4 e 15 del mattino

È ancora notte fonda! E quella scema dove si è cacciata?

Mi sto spazientendo.

 

Mi infilo in fretta e furia il pigiama, scendo piano piano le scale e mi dirigo in salotto

'Forse si è addormentata sul kotatsu. Si addormenta ovunque ultimamente ...' teorizzo

Ma non c'è nessuno neanche lì

Ok, proviamo in cucina, dopodiché mi sente.

 

“Akane?!” chiamo spalancando la porta

La luce è spenta, ma c'è un bollitore sul fuoco acceso

“Vuoi vedere che ...”

A passo spedito mi dirigo verso l'engawa* e infatti è lì che la trovo.

 

Seduta con le gambe a penzoloni sul bordo, sta sgranocchiando un biscotto e sembra intenta a fissare le fronde degli alberi scosse dal temporale.

 

La preoccupazione provata si dissipa all'istante, quando mi fermo per un momento a fissare la scena.

Il suo profilo perfetto è illuminato soltanto dalle lanterne in giardino e le gocce di pioggia sembrano danzarle attorno come tanti piccoli cristalli.

Ogni volta che la guardo il mio cuore perde un battito.

È davvero bellissima.

Non posso ancora credere che sia davvero mia.

 

“Ti buscherai un raffreddore così.” dico con una punta di rimprovero, sedendomi accanto a lei

“Ranma! Che ci fai sveglio a quest'ora?” esclama riemergendo dai suoi pensieri

“La pioggia mi ha svegliato. Tu cosa ci fai in piedi nel bel mezzo della notte?”

“Bruciori di stomaco” sospira rassegnata “Stavo per fare un po' di tè, ne vuoi?”

“Sì, volentieri.”

Fa per alzarsi

“Ci penso io, resta seduta.”

 

Preparo la bevanda calda, facendo una piccola deviazione in salotto per prendere una coperta e torno da lei.

Le porgo le due tazze fumanti e le copro delicatamente le spalle con il plaid.

 

“Grazie baka!” sorride

Mi siedo nuovamente al suo fianco

“Prego” sussurro baciandole la punta del naso

Sorseggiamo tranquilli il nostro tè, lo scrosciare dell'acqua come unico rumore di sottofondo

 

“Ranma?!” mi chiama all'improvviso

“Che c'è?”

“Ho paura.”

“Lo so.” rispondo stringendole la mano

Ce ne stiamo così per un po'; seduti vicini a fissare la pioggia che scende, in silenzio. Con una mano intrecciata a quella dell'altro

 

“E se ...”

“Akane non ricominciare.”

“Ma potrebbe ...”

“Non succederà nulla, basta per favore.”

“E se invece succedesse?”

“Ti dico di no. Non succederà, punto e basta.”

“Aah Ranma! Smettila di comportarti come un ragazzino e ragiona!” strepita esasperata

“No, ragiona tu Akane!” replico stizzito “Tofu ha detto che la situazione è sotto controllo. Ti sei sottoposta a tutti gli esami che si potessero fare e sono andati tutti bene, sei stata visitata dai migliori medici, nelle migliori cliniche e tutti concordano sul fatto che non c'è da preoccuparsi. Perché cotinui a torturarti così?!” strillo irritato

 

Lei si morde il labbro inferiore cercando di ricacciare indietro le lacrime.

“Perché è già successo una volta e non credo di poter affrontare nuovamente un dolore simile, nel caso in cui … hai capito, no?”

Certo che ho capito. Ce l'ho impresso nella memoria quel dolore.

 

“Andrà tutto bene, vedrai” le dico con tono più tranquillo

Annuisce, ma i suoi occhi rivelano comunque un'ansia che so non riuscirò mai a placare fino in fondo

 

“Finisci il tuo tè e poi alleniamo qualche kata insieme, ti va?” propongo per distrarla

“No grazie baka. Credo che a questo punto mi faró un lungo bagno caldo e poi preparerò i bento per il viaggio di ritorno. Tu fai pure però; ti vengo a chiamare quando ho finito.”

“Ho un'idea migliore! Fai il tuo bagno, chiudiamo le valigie e poi andiamo a fare colazione in quella pasticceria del centro che ti piace tanto! I bento li possiamo sempre comprare al kombini lì accanto”
“Ok!” trilla entusiasta

“Ora sì che ti riconosco! Basta invitarti a mangiare per farti tornare il buon umore, maschiaccio!”

rido volutamente sguaiato

“Idiota!” ruggisce dandomi un pugno in testa

Balzo in piedi e le faccio la linguaccia prima di scappare via; giusto in tempo per evitare la tazza che mi viene tirata contro.

 

 

 

 

 

************************

 

 

 

 

 

“Dunque, vediamo … sì , allora: prendo una girella danese, un pain au chocolat, un croissant alla marmellata di arance, due ciambelline fritte, un cinnamon roll, un mini krapfen alla crema, quattro cookies americani, una scatola dei vostri cioccolatini, una di praline ed una di biscottini al burro!”

“Ehm … Akane?! Non starai esagerando un pochino?” m'informo

 

Sta' zitto Ranma, sta' zitto, non devi aizzarla

Però altro che mangiare per due, sta comprando provviste per l'intera popolazione giapponese.

 

“Sciocco, non è mica tutto per me! I cioccolatini sono un regalo per la mia famiglia!” chioccia beata

“So … solo i cioccolatini? E tutto il resto?” tremo conoscendo già la risposta

“Oh che sbadata, scusami! Prendo qualcosa anche per te!” pigola

 

Ormai è fuori controllo

 

“Potrei avere anche un muffin ai mirtilli per favore?” dice poi rivolgendosi alla commessa

“Ma chi la mangia tutta questa roba?!” chiedo esasperato

“Abbiamo un lungo viaggio di ritorno da affrontare ed io ho voglia di dolce!” afferma

“Va bene, ma non pensi ch...”

“No, non penso Ranma.” sibila a denti stretti, fulminandomi con lo sguardo

Mi arrendo e pago scortandola poi subito verso l'uscita prima che porti via tutto il negozio.

 

Ci incamminiamo tranquilli verso la stazione, io carico di borsoni e trolley, lei felice con i suoi acquisti.

 

“Hai ricordato a tuo padre e alle tue sorelle della cena all'Herb stasera?”

“Sí, vedrai che saranno già tutti lì a confabulare ...” brontola con una smorfia

“Se ti consola, sappi che mia madre ha provato anche ieri sera ad estorcermi informazioni quando ha chiamato!”

 

Sospira profondamente e addenta pensosa un pezzo di brioche

“Non avremo fatto uno sbaglio?! Voglio dire, conoscendoli si infurieranno quando sapranno quello che abbiamo tenuto loro nascosto. Aspettano questo momento praticamente da tutta la vita.”

“Che si infurino allora, la cosa non mi interessa.” dichiaro

“Ranma!” mi rimprovera scandalizzata

“Ah Andiamo Akane, sai cosa intendo! Credi davvero che avremmo potuto goderci questo viaggio se loro avessero saputo?”

“No” ammette sconfitta

“Appunto. Perciò piantala di sentirti in colpa ed entra in quel negozio piuttosto.” faccio indicando con il mento una boutique davanti a noi

“Un negozio di intimo?” chiede perplessa

“Sì! Quel completino in vetrina mi ha fatto venire una certa idea … voglio inaugurare il nostro rientro a casa togliendotelo di dosso stasera.” le sussurro all'orecchio

 

Il suo volto si incendia e distoglie lo sguardo da me, borbottando parole come 'maniaco' e 'porco'.

Però allunga il passo e si precipita all'interno.

'Non cambierà mai … per fortuna' sorrido fra me e me

 

 

 

 

 

 

 

*****************************************

 

 

 

 

 

 

Quattro ore di treno, due bento consumati al volo, tre valigie disfatte e innumerevoli crisi isteriche di Akane per la scelta dell'abito più adatto dopo, siamo finalmente pronti per uscire e andare a questa benededetta cena.

 

Che le divinità ci aiutino.

 

 

In piedi, uno accanto all'altra davanti al ristorante, ce ne stiamo lì con la testa all'insù a fissarlo come se fosse un gigantesco mostro pronto ad ingoiarci vivi.

 

“Siamo arrivati.” inspiro profondamente “Sei pronta?”

 

“Come sto?? Questo colore mi sbatte vero?! Avrei dovuto mettere l'abito rosa! Era più largo, più lungo e almeno mi copriva le ginocchia. Guarda qua, ho le ginocchia grasse, sembro una mongolfiera; una mongolfiera grassa e sbattuta ...”

 

Ci risiamo. Giuro che sono quasi tentato di farle una flebo di camomilla

 

“Akane, tesoro ...”

 

“Certo però che anche tu Ranma! Non sei stato affatto d'aiuto! 'Stai benissimo amore mio' gne gne gne! Potevi anche degnarti di darmi un parere onesto e dirmi che sembro un budino alla crema … un grasso budino molliccio!”

 

Si può amare qualcuno così tanto da credere di poterne morire da un momento all'altro e avere, nel contempo, voglia di dargli una testata?!

 

E poi perché ho messo le ballerine?! Avrei dovuto mettere i tacchi, almeno quelli slanciano! Questo look è orribile, io sono orribile e tutti si accorgeranno non appena varcherò la soglia del ristorante che ...”

 

“AKANE!”

“Che c'è?!”

“Datti una calmata!” le intimo afferrandola per le spalle

“Ma ...”

 

Le premo il dito indice sulla bocca

“No. Il vestito ti sta benissimo, non hai le ginocchia grasse, non sembri una mogolfiera o un budino, se io ti ho detto che stai benissimo è perché è la verità e non ti servono le scarpe con il tacco. Non sei orribile, sei splendida e nessuno si accorgerà di nulla a meno che tu non lo voglia. Ok?!”

 

Annuisce incerta

 

“E comunque, anche se se ne accorgessero che problema c'è? Siamo qui proprio per questo stasera.”

Le tolgo il dito dalle labbra e la bacio

“Sta' tranquilla maschiaccio” la rassicuro prendendola per mano e incamminandomi verso l'entrata.

 

Ripeto la stessa cosa a me stesso 'sta' tranquillo' perché in realtà sono più nervoso di lei.

Soun potrebbe anche accoltellarmi e mangiarmi al posto del dessert.

 

Quando siamo ormai ad un passo dalla porta Akane si blocca di nuovo

 

“Ho solo paura che se lo dirò al mondo allora sarà reale e più sarà reale più non potrò sopportare nuovamente quel dolore nel caso in cui ...” un singhiozzo le spezza la voce

 

Vederla così, per me è questo il dolore insopportabile.

 

La trascino verso l'entrata posteriore del locale, al riparo dal flusso di passanti che invade la strada.

 

“Akane guardami”

 

Ha gli occhi rossi e le labbra tremanti.

È come se mi stessero prendendo a calci il cuore

 

“Abbiamo perso un bambino due anni fa ed è stato terribile, i Kami sanno quanto. E so anche che sei terrorizzata dalll'idea che la cosa possa ripetersi … anch'io lo sono. Ma devi cercare di tranquillizzarti un po'; tutto questo stress non fa bene né a te né a lui o lei, che tra l'altro sta benissimo. Ti prego, cerchiamo di goderci questa gravidanza con gioia.”

 

“Hai ragione” mormora tirando su con il naso

“Lo so!” sorrido

“OK, andiamo in scena!” dice dirigendosi verso l'ingresso

 

Guardala, così forte e così fragile allo stesso tempo

La afferro per il polso e la attiro a me

 

“Ti amo Akane Tendo.”

I suoi occhi si infilano nei miei ed io sento che potrei bruciare

“Ti amo Ranma Saotome.”

 

Incolla le sue labbra alle mie e quando sento la sua lingua che mi accarezza perdo il controllo.

Succede ogni volta, è più forte di me. Basta un suo tocco, una sua carezza, e mi trasformo in un concentrato di lussuria.

La afferro per i fianchi e la spingo delicatamente verso il muro.

 

“Che ne dici se andiamo un attimo nel mio ufficio prima di farci vedere?” propongo mordicchiandole il lobo dell'orecchio

“Ran … ma ...” geme

Scendo verso il collo mentre con le mani le accarezzo entrambe le cosce.

“Aah .. Ra … Ranma ...”

“Sei bellissima …” mugolo con il fiato corto per l'eccitazione

“Mmmh ...” sospira guidando la mia mano sotto il tessuto del vestito.

“Andiamo ...” dico tirandomela dietro

 

Ma quando apro la porta vado a sbattere contro qualcosa o meglio qualcuno di enorme

 

“Papà?!” esclamo sorpreso

“Oh figliolo, sei arrivato! Ciao Akane, come stai, bambina?” borbotta nascondendo le braccia dietro alla schiena

“Salve signor Saotome, tutto bene grazie ...” farfuglia lei impacciata

“Che ci facevi qua dietro nella cucina?” chiedo sospettoso

“Ah beh … io .. ecco … volevo … cercavo … sì ...”

“Non sarai mica venuto a cercare da mangiare per caso?!” ironizzo

 

Lo conosco fin troppo bene

 

“Ma … no … ma che dici figlio mio, io stavo solo ….”

“Scusate ragazzi, avete per caso visto mio marito?” la voce di mia madre in lontananza

 

Osservo compiaciuto il terrore negli occhi del mio vecchio mentre cerca di infilarsi nella tasca della giacca una salsiccia

 

“GENMA!” beccato!

“Torna immediatamente di là! Non posso credere che tu sia davvero sgattaiolato nella cella frigorifera come un ladro per arraffare uno spuntino! Oltretutto Soun voleva sapere se … Oh Ranma, Akane, cari, siete arrivati! Che gioia vedervi!”

“Ciao mamma!”

“Buo … buonasera signora Saotome …” balbetta Akane con lo sguardo imbarazzato

“Ma non statevene lì impalati! Entrate! Venite, siamo già tutti di là!” trilla spintonandoci all'interno

 

“L'ufficio dovrà attendere ...” sussurro all'orecchio di Akane mentre ci dirigiamo in sala

“Sta' zitto pervertito!” sibila rossa come un peperone “Ancora un attimo e ci avrebbero beccati!”

“E la cosa ti dispiace?” la provoco

“Taci e cammina!” ringhia

Me la rido di gusto osservandola mentre cerca di ridarsi un contegno

 

“Guardate un po' chi ho trovato! Sono arrivati i nostri piccioncini!” chioccia mia madre

Un applauso collettivo ci accoglie al tavolo.

 

Ci sono tutti: i miei genitori, Soun, Kasumi con Tofu e persino Nabiki con quell'idiota di Kuno.

 

“Grazie a tutti per essere venuti stasera” dico mentre faccio accomodare Akane a sedere

“Perdonateci per il ritardo, ma siamo stati … trattenuti. Hiroshi vi delizierà con un calice di prosecco, mentre io mi assenterò un attimo in cucina. Grazie ancora e scusatemi”.

 

Li lascio a brindare con Akane, sapendo già che me la farà pagare cara.

 

Ma ho una faccenda urgente da sbrigare

 

Appena metto piede in cucina vengo malamamente trascinato nella dispensa da Ukyo, la mia sous chef, che stasera ha la piena responsabilità di tutto il menù.

Ha un grosso coltello in mano e me lo sta puntando in piena faccia

 

“Allora?! Com'è andata? Hai raggiunto l'accordo? Non mentirmi Saotome, ti avverto, o ti faccio diventare una tartare!”

“Metti giù questo affare Kuonji, ma sei impazzita?!”

“Scusa, ma sono un fascio di nervi, non ti sei degnato di dirmi niente per telefono!”

“Mi sembrava più giusto dirtelo di persona.”

“Mi sembrava più giusto dirtelo di persona” mi scimmiotta

“Dirmi cosa Ranma?! Giuro che ti uccido se non parli!” minaccia alzando nuovamente il coltello verso di me

“Ho raggiunto l'accordo. Il ristorante passerà in mano al nuovo proprietario alla fine dell'anno.”

 

Silenzio.

Almeno abbassa il coltello

Nei suoi occhi leggo un misto indecifrabile di felicità e amarezza

 

“Sono felice per te Ranma, dico davvero … è quello che hai sempre voluto … ma questo posto non sarà la stessa cosa senza di te. Voglio dire, è comunque la tua creatura.”

 

“Ti ringrazio Ukyo, per tutto.” replico stringendola forte

“Aspetta a ringraziarmi, potrei sempre licenziarmi in tronco se non dovesse piacermi il nuovo chef e portare con me tutte le ricette dell'Herb!” ride

“Ah, ma non credo che avrai problemi ad andare d'accordo con il nuovo chef, sai?!” ridacchio lasciandola andare

 

“Lo conosci? Che tipo è?”

“Sì, la conosco.”

“Ah bene, quindi è una donna!”

“Già, è una donna ed è anche molto giovane.”

“Stai scherzando?! Mi manderanno una novellina?! Ah Ranma, credevo ci avresti tutelati! Ci siamo sempre fatti il mazzo per te qui dentro, tutti quanti, nonostante il tuo caratteraccio e tu che fai? Ci abbandoni nelle mani d...”
“Ukyo Kuonji”

“Eh?”

“Ukyo Kuonji. Sarà lei il nuovo executive chef dell'Herb!” annuncio solenne

 

“Oh Kami” I suoi occhi e la sua bocca sono spalancati, non so se per il terrore o la sorpresa

“Oh Kami, Oh Kami, dici sul serio?!

Annuisco “È stata l'unica condizione non negoziabile.”

 

“Aaaaaaahhhhh!” mi salta impazzita con le braccia al collo

“Grazie, grazie, grazie, grazie!!!”

“Di nulla ma … Ukyo... il coltello!”

“Scusa, scusa! Oh non ci posso credere, questo è il giorno più bello della mia vita! Aaaah! Devo chiamare mio padre, sarà così orgoglioso di me!”

Puoi scommetterci!”

 

“Grazie Ranma”

“Te lo sei meritato. Nessuno ha lavorato più sodo di te qui dentro, è anche grazie a te se sono diventato quello che sono oggi.”

“L'ho fatto con piacere. Amo il mio lavoro e per me ormai sei come un fratello.”

“Un fratello un po' despota ...” ammetto

“Solo un po'!” ride

 

“RANMA!”

 

Entrambi sussultiamo impauriti

Akane spalanca la porta e sembra la rappresentazione vivente di Kiyohime**

 

“Mi dici che diavolo stai facendo nascosto qua dentro? Torna subito in sala, vigliacco che non sei altro! Mi hai abbandonata di là come una scema ad affrontare tutti quanti da sola!”

“Scusa, noi stavamo soltanto parlando del nuov ...”
Parlerete più tardi, ora muoviti e torna di là con me; tua madre mi ha già chiesto tre volte perché non voglio il vino ed io non so più cosa inventarmi!”

“Da quando in qua non bevi il vino Akane?” S'informa Ukyo

“Ah beh … da … beh vedi … io ho …”

 

Ukyo si illumina
“Sei incinta!!!” squittisce

“No! Sssshhh!” la zittisce Akane

“Sì, sei incinta!!!” sta gongolando

“No, io non … sì, sono incinta.” si arrende

 

“Aaaahhh!Ma è meraviglioso!” saltella la mia amica battendo le mani

“Ti prego Ukyo, sta' zitta! Non lo abbiamo ancora detto a nessuno!”

“Oh Kami, quante belle notizie oggi, dobbiamo festeggiare! Di quanti mesi sei? Conosci già il sesso? Avete già scelto il nome?”

“Quattro e mezzo, no e no. Più tardi giuro che ti racconterò tutto e festeggeremo, ma ora Ranma, ti prego, torna di là!” implora esasperata

 

“Va bene, va bene, andiamo”

“Scusa Ukyo, a dopo!” urla Akane portandomi via

 

Ci affacciamo cauti in sala ed effettivamente più che una cena sembra sia in corso un'indagine

 

“Ti dico che c'è qualcosa che non va ...”

“Ma no, state esagerando ...”
“Ha ragione Nodoka, qualcosa non quadra, altrimenti perché invitarci tutti qui ...”

“Non so, forse non c'è un motivo vero, forse hanno ...”

“Nabiki ti dico che quel deprecabile cuoco ha in mente qualcosa ...”

 

“Che ti dicevo?!” fa Akane “peggio della CIA”

“Sai che ti dico?! Basta così. Avrei preferito aspettare di arrivare almeno agli antipasti, ma evidentemente non è possible perciò ..”

 

Afferro la mano di Akane e m'incammino deciso al tavolo

Non appena ci vedono arrivare smettono tutti di parlare

 

“Eccomi, scusate per l'attesa.” dico facendola sedere accanto a me

“Buoni questi stuzzichini Ranma! Cosa sono?” chiede mio padre con finta nonchalance

“Non sono stuzzichini, idiota. Si chiamano amuse-bouche e non li devi trangugiare come patatine, fogna che non sei altro!”

“Che carini!” cinguetta felice Kasumi

 

Comunque … visto che proprio non riuscite a starvene buoni; sì, è vero. Vi abbiamo riunito qui al ristorante per un motivo.

Prendo la mano di Akane nella mia, è sudata e sembra quasi stia per svenire

 

“Io e Akane abbiamo un annuncio da fare: Aspettiamo un figlio. Ed io ho venduto il ristorante. E' per questo che siamo stati via. Dovevo chiudere con il compratore e ne abbiamo approfittato per goderci del tempo da soli, lontano da tutti e sopratutto per parlare del nostro futuro. L' intenzione è quella di prendere in mano la gestione del dojo al più presto e portarlo ai massimi livelli, così com'era stato proposto tanti anni fa.”

 

Ecco.

È fatta.

La bomba è stata sganciata. Ora non ci resta che aspettare la reazione

 

“Ovviamente con il tuo consenso, Soun.” aggiungo

 

Silenzio

In sala non vola una mosca.

Stanno lì a fissarci inespressivi come tante statue di cera.

 

“I vostri antipasti signori. Abbiamo del Tazuna Konnyaku con sals...”

“Grazie Hiroshi, puoi andare.” siluro il cameriere

“Certo chef.” si congeda con un inchino

 

Passa un altro minuto in cui nessuno proferisce parola o muove un muscolo

Mi giro verso Akane in cerca di supporto

 

“Forse è un infarto collettivo?!” mi chiede sottovoce “tipo isteria di massa, solo che abbiamo fatto saltare le coronarie a tutti quanti nello stesso momento?!”

“Non credo sia possibile ...”

 

E poi esplode il pandemonio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

* Engawa: specie di veranda coperta dal tetto spiovente tipica delle case tradizionali giapponesi

 

** Kiyohime: Demone femminile della mitologia giapponese dalle sembianze di un serpente

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ragazzi, quando ormai io per prima avevo perso le speranze, ecco che questa storia è tornata a bussare alla mia porta. Non ci sono scuse, ma credo sappiate tutti che la vita, molto spesso, prende delle direzioni diverse da quelle che avevamo pianificato. Posso dirvi soltanto; prendetevi sempre cura di voi e del vostro benessere mentale, è la cosa più preziosa che abbiamo la nostra felicità e purtroppo è anche quella che tendiamo a soffocare di più, per un motivo o l'altro … ma non voglio angustiarvi, voglio solo dirvi grazie se mai leggerete il mio nuovo capitolo e grazie dal profondo del cuore anche per i messaggi di incoraggiamento che ho continuato a ricevere e che, mi duole moltissimo ammettere, ho letto soltanto ora.

Comunque … chissà se c'è ancora qualcuno che è vagamente interessato a leggere questa mia ff o a leggerla per la prima volta … fatemelo sapere se vi va … intanto vi prometto che per il prossimo capitolo (che penso sarà quello conclusivo) non dovrete aspettare anni interi, infatti lo sto già buttando giù. Oppure non ve ne frega niente e va bene lo stesso!!! :D :D :D

Ancora grazie mille e a presto, giuro!

 

Ah, c'è un'ultima cosa che ci tengo a precisare perché mi sta molto a cuore.

In questo capitolo viene trattato un tema molto delicato che è quello dell'aborto spontaneo.

Ne accenno volutamente in maniera velata, poiché è un soggetto che a mio parere va a toccare molte corde dolorose e ho preferito quindi parlarne con (mi auguro) tatto per non urtare la sensibilità di nessuno.

 

Vale

 

 

 

 

 

 

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