Whisky al Roxy bar

di LadyPalma
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Statico (1984) ***
Capitolo 2: *** Dinamico (2019) ***



Capitolo 1
*** Statico (1984) ***


Whisky al Roxy bar

 
 
Il tempo non va misurato in ore e minuti,
ma in trasformazioni.
[Fabrizio Caramagna]



 
 1. Statico (1984)
 
 
Ogni cittadina che si rispetti ha una Roxy Jane Crosby. E Mission Viejo, nel cuore della California, era una cittadina esattamente come tutte le altre, fatta eccezione forse per la presenza di parchi e spazi verdi in quantità superiore alla media. In tutto quel verde, Roxy Jane, con i suoi lunghi capelli ramati, era il necessario tocco di rosso.
Rosso come la passione, il brivido e la perdizione.
A soli diciotto anni, dopo aver strappato un diploma al liceo locale, aveva aperto un bar - cafè con i risparmi segreti della sua defunta madre spacciatrice di droga. Non un perfetto inizio di certo, specialmente se al Roxy bar avvenivano spesso bische clandestine e traffici non proprio legali; tuttavia a lei non dispiaceva troppo una simile reputazione, dato che non era in contraddizione con quella sempre più crescente di femme fatale.
Era la delizia di tutti i giovani liceali, l’incubo delle madri, il sogno proibito dei padri di famiglia e la perenne spina nel fianco dell'agente Ted Kearney. Il poliziotto, un simpatico quanto severo giovanotto sui trent'anni, spesso faceva incursioni a sorpresa nel locale ma, nonostante qualche casuale arresto per rissa o spaccio, non era mai riuscito a implicare la bella ragazza. Che tanti sforzi fossero fatti per farle chiudere bottega era per Roxy Jane solo un motivo di lusinga che non scalfiva per nulla la popolarità che aveva ben presto guadagnato. Tutti gli uomini di tutte le età perdevano la testa per lei e la corteggiavano; di fatto, l'unica offesa che l'agente le avesse fatto era quella di non essere caduto anche lui ai suoi piedi.
Tra tutte le sue conquiste, il più grande successo sarebbe sempre rimasto quello di aver fatto capitolare Billy Booker Jr. Figlio di un senatore di rilievo - Billy Booker Sr. -, Billy era il classico bravo ragazzo, dal corpo atletico, l'intelligenza vivace, la faccia pulita e una reputazione immacolata. Si era trasferito da poco a Mission Viejo dopo gli anni di college a Stanford e aveva grandi progetti: sposarsi con la sua fidanzatina del liceo, crescere una nidiata di figli in quella tranquilla cittadina e nel frattempo avviare una carriera in politica, seguendo le orme del padre. Sì, era proprio un bravo ragazzo e a Roxy Jane bastò vederlo una volta per decidere che doveva averlo. Si informò per vie traverse sui gusti musicali del ragazzo e in men che non si dica organizzò una serata che ospitasse una cover band di Gordon Lightfoot. Billy vi si recò immancabilmente, mettendo per la prima volta piede nel locale. Credeva di essere lì di sua spontanea volontà, invece era stata Roxy Jane ad attirarlo ed era intenzionata a sfruttare l'occasione.
"Ehi, ragazzino, prendi un whisky?" lo apostrofò, non appena lo colse in una posizione strategica vicina al bancone dietro al quale lei si trovava.
Lui si voltò, un rapido sorriso imbarazzato comparve sul volto e la testa era già pronta a scattare in un diniego.
"Suvvia, lo offre la casa" lo anticipò lei, versando il liquido ambrato in un bicchiere. Anzi in due bicchieri, uno per lui e uno per sé. "Ecco qui, ragazzino".
Billy alzò un sopracciglio. "Ragazzino? Io dico che tu sei più giovane di me". Ma lo disse sorridendo e sistemandosi su uno dei sgabelli di fronte al bancone. Afferrò il bicchiere, lo sollevò leggermente verso di lei come per ringraziarla di quell'offerta, e poi iniziò a sorseggiare.
"Beh, forse anagraficamente. Ma io ho vissuto molte più cose di te" ribatté lei prontamente, piegandosi con il busto sul bancone. Voleva essere un gesto casuale, eppure era una delle sue tipiche mosse ben studiate che servivano a mettere in risalto la sua generosa scollatura. "Per esempio, so che non si beve proprio come stai facendo tu" continuò poi, afferrando a sua volta il bicchiere di whisky e vuotandolo in un solo lungo sorso.
Quando ebbe finito, un sorriso malizioso era sulle sue labbra e una goccia di liquore le era scivolata da un angolo della bocca. Un altro trucco architettato ad arte, che ebbe il previsto risultato di attirare ancora di più l'attenzione. Billy infatti si ritrovò a seguire involontariamente il percorso di quella singola goccia sulla pelle della barlady, fino a posare lo sguardo proprio sul suo seno esposto. Lo distolse in fretta, è vero, però aveva visto.
"Sei proprio una cattiva ragazza" le disse, scuotendo la testa. E non sapeva probabilmente neanche lui stesso se si stesse riferendo al consumo di alcolici o a quel tentativo di seduzione in cui ormai stava cadendo dentro con tutte le scarpe.
Lei sorrise, rivelando due file di denti dritti e lucenti. "Come dico sempre io: le brave ragazze vanno in Paradiso... Ma le cattive ragazze vanno al Roxy Bar" sentenziò con un occhiolino malizioso.
Era una frase che diceva sempre, in effetti, a metà tra un motto di vita e la frase d'effetto del copione di un film da quattro soldi.
Billy ridacchiò, suo malgrado. "E non credi che potresti finire mai in Paradiso?"
Roxy Jane lo studiò per un istante, poi si protese ancora di più verso di lui fino a che i lori visi poterono sfiorarsi.
"Questo non lo escluderei del tutto" gli sussurrò quasi sulla labbra. "Del resto tu sei un bravo ragazzo ma sei al Roxy Bar, no?"
Lo sentì deglutire, come in mancanza di fiato. E in quel momento seppe di averlo in pugno.

 
**

Come previsto, Billy tornò nel bar un'altra volta e poi altre volte ancora. 
Un altro giro di whisky, una sigaretta... E presto si ritrovarono avvinghiati nel retro del locale con la musica assordante che scandiva il ritmo delle loro ore rubate. Non furono poche quelle ore; gli incontri clandestini divennero sempre più frequenti e ormai Billy aveva perso quasi il conto delle serate in cui aveva piantato in asso la sua dolce Sally con una scusa per correre dalla ragazza con cui la stava tradendo.
Uno, due, tre... Nove. Billy era sicuro che le serate fossero state nove.
"Stai diventando proprio un cattivo ragazzo, Billy" gli sussurrava spesso Roxy Jane prima di baciarlo con passione.
Ma Billy non era un cattivo ragazzo, era solo un bravo ragazzo che aveva smarrito la strada per un attimo. Ecco perché la decima sera che si presentò al Roxy Bar, lui non rispose subito al bacio della bella rossa.
"Ho lasciato Sally!" le annunciò con una dolcezza speranzosa e ingenua.
"Oh" commentò lei semplicemente, fissandolo imbambolata per qualche istante.
Lui le si avvicinò e la afferrò con delicatezza per le braccia. "Ma non capisci, Roxy? Possiamo stare insieme adesso! Certo, il padre di Sally ora mi metterà i bastoni tra le ruote per la carriera ma possiamo iniziare da un'altra parte... Tu potrai smettere di lavorare in questo posto e poi..."
"Lasciare il bar?" lo interruppe lei, alzando le sopracciglia ramate in pieno stupore.
"Beh, sì, non ne avrai più bisogno. Sarò io a prendermi cura di te".
Billy si era aspettato tante reazioni a quella proposta, tranne l'unica che effettivamente ottenne. Roxy Jane si scostò bruscamente da lui e fece la cosa peggiore che avrebbe potuto mai fare: scoppiò a ridergli in faccia.
"Tu non hai capito niente di me, io non sono una principessina da salvare. La mia vita è al Roxy Bar e non ho mai voluto avere una relazione con te" disse, in un tono improvvisamente freddo. "Mi dispiace, ragazzino".
Lo mandò via e lui, per quanto in preda allo shock e al dolore, non si fece pregare. Fuggì dal locale quella sera, e da Mission Viejo entro la settimana, con il preciso obiettivo di non tornare mai più.
Lui, incontro dopo incontro, si era innamorato;  per lei invece si era trattato solo di un gioco e ogni nuova sera non aveva fatto altro che rendere quella conquista meno interessante.
Billy se n'era andato.
Chissà dove. A ricucire il suo cuore distrutto.
Roxy Jane sarebbe rimasta.
A Mission Viejo. A distruggere altri cuori.






NDA: Salve a tutti, non scrivo di solito storie originali ma questo contest mi ha dato l'ispirazione giusta. Due note da fare: il luogo, Mission Viejo, è reale ed è stata l'ambientazione principale del mio soggiorno in California un paio di anni fa; il titolo invece è preso dalla canzone "Vita spericolata" di Vasco Rossi. Domani posterò il secondo e ultimo capitolo di questa mini-long. Spero che la storia vi piaccia e, se vi va, lasciate un commento:)

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Capitolo 2
*** Dinamico (2019) ***


2. Dinamico (2019) 

Billy Booker Jr. si era ripromesso di non mettere più piede a Mission Viejo ma, durante un soggiorno a Los Angeles per lavoro, non era riuscito a resistere alla tentazione di fare una deviazione verso la piccola cittadina dove aveva passato una così breve ma intensa parte della sua giovinezza. Del resto, erano passati più di trent'anni da allora e ormai la sua delusione d'amore l'aveva superata da un pezzo: si era stabilito sulla costa orientale, in Florida, dove era poi diventato un affermato avvocato penalista e aveva incontrato la donna della sua vita, una dolce e simpatica ragazza che lo aveva fatto innamorare di nuovo e gli aveva dato la famiglia che aveva sempre desiderato.
Fu così che, senza rancore e pieno di semplice curiosità, si ritrovò a varcare la soglia del Roxy bar. Il nome era lo stesso, ma l'aspetto era completamente mutato: non c'era traccia della musica assordante o delle bische clandestine, l'ambiente era decisamente più sobrio e l'arredamento più chic di come ricordava.
"Buonasera, vuole un tavolo?" lo salutò una ragazza, notando il suo ingresso.
Anche quell'accoglienza così cortese stonava con i suoi ricordi. Billy si limitò a scuotere la testa e si inoltrò nel locale, puntando dritto verso il bancone che, almeno quello, era ancora al suo posto. Nessuno dei clienti seduti sembrò prestargli attenzione e quell' indifferenza fu del tutto reciproca: tutto ciò che i suoi occhi cercavano era una chioma rossa e uno sguardo malizioso. Eppure, tra le due cameriere intente a servire ai tavoli e la signora di età indefinita dietro al bancone, non c'era nessuno che potesse corrispondere a quella descrizione.
"Mi scusi" si azzardò a chiedere, con il suo solito sorriso cordiale, una volta raggiunto il bancone. "Frequentavo questo locale quando ero giovane, ma forse ha cambiato gestione. Cercavo Roxy Jane... Roxy Jane Crosby".
La donna posò lentamente il boccale di birra che stava riempiendo e sollevò lo sguardo verso il nuovo arrivato.
"Non è più Crosby adesso, ma direi che Roxy Jane ce l'hai proprio davanti, ragazzino" rispose alla fine, in tono divertito, dimostrando di averlo riconosciuto prima che lui avesse potuto riconoscere lei.
Billy spalancò gli occhi e istintivamente indietreggiò di un passo. Il tempo era passato anche per lui, certo, ma era praticamente impossibile riconoscere in quella donna così poco attraente la più grande sbandata della sua giovinezza. Il viso era scavato, il corpo una volta florido e sinuoso era ridotto ad uno scheletro di pelle cascante e, cosa ancora più incredibile, al posto dei lunghi capelli ramati c'era un foulard bianco che le avvolgeva la testa. No, quella donna non poteva essere Roxy Jane… Eppure la voce era la sua, così come suoi erano i brillanti occhi neri.
"Non ti aspettavi di rivedermi in questo stato, eh Billy?" chiese lei, senza perdere il sorriso. E anche quello era lo stesso, anche se i denti non erano più perfetti come una volta. "Allora cosa ti porta qui a Mission Viejo? Un buon whisky in onore dei vecchi tempi?"
Prima che lui potesse rispondere, lei versò da bere. Due bicchieri, uno per lui e uno per sé, proprio come la prima volta che si erano incontrati. Billy ci mise qualche secondo ma riuscì a riprendersi dalla sorpresa, tornò ad appoggiarsi al bancone e tentò di fare ammenda per la sua reazione.
"Ti chiedo scusa... È solo che..." Fece una pausa, incapace di trovare le parole adatte. "Cosa ti è successo, Roxy?"
Di fronte a quella domanda quasi brutale, il sorriso di Roxy Jane si incrinò leggermente assumendo una sfumatura amara. Nonostante lo avesse respinto, non poteva fare a meno di sentirsi lei quella ferita adesso. Quel ragazzo che anni prima aveva professato di amarla, ora le stava di fronte cercando di mascherare il disgusto per quello che era diventata. Chissà cosa avrebbe fatto se avesse saputo cosa le era successo in tutto quel tempo, se l'avesse vista ammalarsi di tumore e appassire lentamente.
"Tu mi fottevi bene, Billy, ma vedi il tempo ci fotte tutti un po' meglio".
Si era sforzata di usare un tono forte e distaccato, eppure le faceva male la compassione negli occhi dell'uomo. Le faceva male perché le sembrava tutto dannatamente ingiusto.
Un bravo ragazzo può restare bravo per sempre, mentre una femme fatale come lo era stata lei aveva avuto armi ben fragili.
La bellezza, la salute e la giovinezza.
Armi che aveva sentito sfuggirle via tra le mani alla prima chemioterapia.
Restarono a fissarsi per un po' - lei quasi con aria di sfida, lui terribilmente a disagio - con i sorsi di whisky di lui come unico segno del tempo che passava. Tuttavia, prima che il whisky fu concluso una novità si aggiunse sulla scena.
"Hey, Roxy!"
Una voce maschile, grave eppure cordiale, precedette di solo una manciata di secondi la figura in divisa che raggiunse la donna dietro al bancone. Un uomo sulla sessantina, alto e dalla corporatura robusta, si avvicinò a lei e senza la minima repulsione la attirò a sé per stamparle un bacio sulle labbra.
"Tesoro, hai bisogno di una mano per questa sera oppure posso tornare a casa?"
"No, vai pure... Lexi avrà sicuro bisogno di aiuto con il progetto di scienze" rispose lei, sfoderando un sorriso che Billy non le aveva mai visto prima. Era un sorriso dolce, affettuoso e più di ogni altra cosa autentico, che le rimase sulle labbra finché l'uomo non uscì dal locale.
"Così tu e l'agente Kearney..." iniziò Billy, non nascondendo la propria sorpresa di fronte a quell'ennesima rivelazione. Ben ricordava i battibecchi tra il poliziotto e la proprietaria del locale e il modo non troppo sottile in cui si facevano guerra a vicenda ad ogni occasione.
Roxy Jane scrollò semplicemente le spalle. "Sì, io e Ted ci siamo sposati e abbiamo due figli".
Lo aveva confermato in tono tranquillo, eppure dovette mordersi la lingua per lasciare fuori quello che voleva dire veramente, ovvero che alla fine aveva scelto un vero eroe.
Non uno di quelli che si lasciano travisare dalla cattiva ragazza per via della sua avvenenza.
Ma uno di quelli che si innamora della cattiva ragazza proprio quando perde la sua vuota bellezza e rivela tutta la sua umana fragilità.
Billy si limitò ad annuire e a vuotare il suo bicchiere. Non si dissero più nulla, perché non c'era altro da dire. Un saluto cordiale, ma frettoloso e fugace, e poi le loro vie si separarono, stavolta per sempre.
Dietro al bancone, Roxy Jane bevve il suo whisky in un solo sorso, lasciando per un attimo la sua mente vagare sui ricordi. Anni e anni prima, mentre si divertiva con il dolce ragazzo di turno, mai si sarebbe immaginata moglie e madre. Aveva messo la testa a posto, questo sì, però era successo dopo. Dopo la malattia, la perdita e la caduta. Non c'era stata nessuna scoperta mistica, né un incontro speciale; niente e nessuno era riuscito a cambiarla. Era stato semplicemente il passare del tempo che l'aveva colpita. E lei, anche se era caduta, alla fine si era rialzata.
Si era adattata agli eventi, non era diventata buona.
Del resto non era mai finita in Paradiso. Era ancora al Roxy bar.

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