Resistance

di Mav_7
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** It could be wrong ***
Capitolo 2: *** But it could've been right ***
Capitolo 3: *** Are we digging a hole? ***
Capitolo 4: *** Mercy ***
Capitolo 5: *** Get up and fight ***
Capitolo 6: *** We will be victorious ***



Capitolo 1
*** It could be wrong ***


Angeli e demoni.
Due fazioni contrapposte dell’inizio dei tempi, o almeno dalla Caduta.
Ma cosa succederebbe se un angelo e un demone sfidassero la propria “famiglia” di appartenenza?
Cosa succederebbe se capissero che non c’è solo giusto o sbagliato; che non tutto è solo nero o solo bianco; che i demoni non sono per forza malvagi e gli angeli non per forza essenza del bene assoluto?
Insomma cosa accadrebbe se Crowley e Aziraphale non condividessero più i valori a cui sono stati costretti a uniformarsi, se scoprissero di rispecchiarsi l’uno nell’altro?
Un angelo che non condivide più le politiche dei suoi simili e un demone che non ha mai voluto cadere, questi sono i nostri protagonisti.
Male e bene non esistono, esiste invece il libero arbitrio anche se ogni scelta compiuta ne esclude un’altra e comporta delle conseguenze.
Ma ora andiamo per gradi.

 

L’Armageddon era stato evitato per un soffio.
Aziraphale era tornato ad occuparsi dei suoi libri, mentre Crowley cercava di mantenersi occupato tentando qualche persona di tanto in tanto.
Nulla pareva essere cambiato, non ancora almeno.

 

“Angelo!” Crowley entrò trafelato nella libreria senza curarsi dei clienti intenti a sfogliare i volumi.
“Caro abbassa la voce” gli intimò lanciandogli un occhiataccia per farlo tacere.
“Oh andiamo, non hai mai voluto vendere un solo libro e ora ti preoccupi dei clienti?”
Come poteva Aziraphale contraddirlo?
Scosse la testa alzando le mani in segno di resa.
“Senti puoi mandarli via?” disse indicando le poche persone intorno .
“È importante” continuò ansioso.
“E come faccio? Non è ancora orario di chiusura”
“È la tua libreria, non la mia. Inventati qualcosa no?”
“Si emm, scusate?!” alzò il tono così che potessero sentirlo “scusatemi ma ho avuto un’emergenza e purtroppo sono costretto a chiudere prima”.
I pochi rimasti se ne andarono sbuffando mentre Crowley accelerava il processo tenendo la porta aperta salutandoli con un ghigno.
“Bene ora che hai fatto fallire la mia reputazione di buon libraio posso sapere cosa c’è di tanto importante?”
“Angelo siediti e versati da bere, non ti piacerà” gli occhi si intristirono, anche se l’angelo non potè vederli dal momento che erano nascosti dalle lenti scure.
“Caro così mi fai preoccupare”, gli rivolse uno sguardo apprensivo.
“Fai bene angelo” disse prendendo posto di fianco a lui sul divano.
“Hai tutta la mia attenzione”
“Angelo” inspirò “i piani bassi vogliono la guerra” buttò fuori l’aria.
Guardò di sottecchi Aziraphale per capire l’impatto che quelle parole avevano avuto su di lui.
L’angelo fu scosso da un brivido e spalancò gli occhi incredulo.
“M..ma come!? L’apocalisse è stata evitata per un soffio! Noi abbiamo fatto si che non accadesse!” si alzò in piedi non essendo capace di rimanere fermo.
Iniziò a camminare avanti e indietro per poi arrestarsi davanti al demone.
Lo guardò negli occhi terrorizzato.
“Ne sei sicuro? Assolutamente certo?”
“Sì angelo, per questo sono qui”
Ad Aziraphale si gelò il sangue nelle vene.
“Crowley...?” non riuscì a continuare la domanda.
“Crowley” riprese più deciso “se ci sarà una guerra..noi saremo avversari” aveva il fiato corto, si risedette perché le gambe non lo reggevano.
“Angelo aspetta non è tutto..”, imprecò tra i denti, “ devi farmi una promessa” si sfilò gli occhiali perché potessero guardarsi negli occhi.
“Qualunque cosa dovesse succedere noi continueremo ad essere la nostra squadra” si fece coraggio “ noi non apparteniamo a nessuno di loro, noi siamo noi” concluse.
Aziraphale gli aveva preso le mani tra le sue, gli occhi incapaci di scollarsi da quelli del demone.
“Caro, te lo prometto. Noi due contro tutti, come sempre è stato e sempre sarà”
“Non ne eri così convinto l’ultima volta” volle puntualizzare tirandogli una frecciatina.
“Allora non sapevo o non volevo credere a cosa gli angeli sono capaci di fare” disse sommessamente mentre un velo di tristezza gli riempiva lo sguardo. “Io pensavo che noi fossimo il bene e voi il male... ma caro, infondo entrambi vogliono primeggiare sugli altri mentre noi...noi siamo diversi..” sentì un nodo chiudergli la gola.
Crowley gli strinse più forte le mani per fargli capire che lui avrebbe sempre combattuto al suo fianco e appoggiò la fronte contro la sua.
“Angelo” sussurrò “ho come la sensazione che questa guerra sia contro di noi” terminò la frase in un soffio
“Cosa?!”
“Credo che oramai sia diventata una sorta di caccia all’uomo dopo l’apocalisse”.
Nel dirlo aveva chiuso gli occhi perché non sarebbe stato in grado di guardare Aziraphale senza scoppiare in lacrime.
“C..come?” non aveva parole.
“Vedi, dopo lo scambio dei corpi credo che si siano organizzati e abbiano deciso di organizzare una bella battuta di caccia”
“No Crowley, ti prego..” scosse la testa e si portò le mani alle orecchie come se non volesse più sentire.
“E noi siamo la preda”
Aziraphale posò le labbra su quelle di Crowley sentendo le sue lacrime bagnargli le guance. Lo afferrò per i capelli cercando di trovare un punto saldo in un mondo che aveva iniziato a girare vorticosamente.
Crowley schiuse la bocca cercando la lingua del compagno, si aggrappò a lui come se fosse l’unico scoglio in mezzo all’oceano.

Fu un bacio disparato, ognuno dei due era conscio rispetto a ciò a cui stavano andando incontro.
“Perché ci fanno questo?”
“Perché hanno capito i nostri punti deboli”
“Non lascerò che ti portino via da me caro”gli stinse la maglia tra i pugni.
“Senza di te io non esisto. O insieme o meglio morti entrambi”
“Te lo prometto” gli sussurrò l’angelo all’orecchio mentre affondava il volto nell’incavo del collo di Crowley come a volersi nascondere lì per sempre.

 

Is our secret safe tonight?
And are we out of sight?
Or will our world come tumbling down?

 

 

“Gabriele finalmente!”

“Belzebù..”

“Non avrei mai detto che un angelo sarebbe sceso ai piani bassi, un arcangelo poi!”

“Già nemmeno io ci avrei mai creduto, ora sai..le circostanze sono diverse”

“Eseguiamo entrambi gli ordini”

“Il mio Capo vuole giustizia e credo che anche il tuo non abbia apprezzato il fatto di essere stato ricacciato all'Inferno senza poter combattere. Per non parlare del fatto che ci hanno fottuti entrambi con quello scambio di corpi”.

“Quella è storia passata, ci sarà un'altra occasione per riprenderci ciò che ci appartiene. Lucifero si è sentito, come posso dire, sbeffeggiato dal demone Crowley. Vuole che paghi per il suo tradimento: Dio l'ha scacciato, Lui invece l'ha accolto, e Crowley come lo ripaga? Tradendo la sua famiglia per un angelo!”

“Sì capisco perfettamente cosa intendi. L'Altissimo è rimasto un tantino offeso quando è venuto a sapere che un amore umano? Carnale? È riuscito a spodestare l'amore che un angelo deve al suo Creatore”

“Non ci resta che trovare un piano che accontenti entrambi!”

“Cosa proponi?”

“Voglio vedere Crowley disperarsi per l'eternità tra le fiamme dell'inferno”

“E io voglio che Aziraphale non possa più distogliere lo sguardo dalla Luce, sai Nostro Signore è un tipo abbastanza geloso”

“Affare fatto!”

“Che abbia inizio la caccia”

“Ultima cosa, non mi interessa cosa ne farete del demone, quelli sono affari vostri, ma Aziraphale lo voglio vivo perchè possa pagare per l'eternità la sua colpa”

“Niente fuoco infernale e acqua santa, ho capito. La partita si fa sempre più interessante”

“Giochiamo allora”.

 

“Angelo dobbiamo andarcene da qui, il più in fretta possibile” lo prese per la manica come a volerlo trascinare via.

“Oh caro.. e dove potremmo fuggire? Non c'è posto che Dio non possa vedere”

“Una qualche galassia lontana?”

“Crowley non funzionerà mai, ci troveranno sempre” rispose sconsolato.

“E allora creeremo una nuova stella o un nuovo pianeta solo per noi” rispose angosciato.

“Caro..”gli strinse le mani per cercare di tranquillizzarlo ma in realtà sapeva che non c'era modo di placare il dolore.

Crowley sentiva il terrore scendere freddo lungo la spina dorsale.

Aziraphale aveva ragione, non sarebbero mai più stati al sicuro da nessuna parte.

Ciò che però gli faceva gelare il sangue nelle vene non era la paura che, se preso, la sua anima sarebbe stata bruciata dall'acqua santa ma, temeva che la punizione sarebbe stata di gran lunga più atroce.

“Potremmo sempre provare ad ingannarli, come l'altra volta” propose Aziraphale con sguardo speranzoso.

“Non credo che questa volta saranno così gentili da eliminarci..” una fitta gli trapassò il cuore.

“Continua”

“Non entrambi per lo meno” terminò la frase a denti stretti.

Aziraphale gli si strinse contro abbracciandolo così che il demone non potesse vedere le lacrime che avevano iniziato a scendere copiose.

“Caro o con te o con nessuno, nemmeno con Dio”.

Crowley lo strinse più forte a se perchè sapeva quanto quelle parole fossero vere ma, sapeva anche di essere la causa di tutto: aveva condannato Azirapahle e la pena sarebbe stata peggiore della Caduta. Non solo avrebbe cercato invano l'amore divino ma, mai più avrebbe potuto riempire il vuoto che la loro separazione avrebbe lasciato.

“Maledizione! Non ho mai voluto far del male a nessuno! Ei Dio mi senti?” urlò in segno di sfida “sono io, il tuo sbaglio, ho già scontato la mia pena, anzi andrò avanti a scontarla per l'eternità ma Aziraphale? Lui ha sempre cercato di fare del bene, è sempre stato al Tuo servizio e se ha disubbidito è stato solo perchè il tuo piano ineffabile era completamente sbagliato!”

L'angelo lo baciò e sentì sulla lingua il sapore salato delle lacrime del demone.

“Ti amo, ti amo, ti amo” gli sussurrò sulle labbra “Dio sa quant..”

“No sbagli Dio non lo sa, altrimenti saprebbe accettarlo”.

“Crowley ti prego non peggioriamo la situazione”

“Domani ce ne andremo e che ci trovino se vogliono, noi combatteremo. Ma se dovesse essere la nostra ultima notte insieme angelo, ti prego amami” lo supplicò.

 

Will they find our hiding place?
Is this our last embrace?
Or will the walls start caving in?

 

Aziraphale premette le labbra su quelle di Crowley, il quale non esitò nemmeno un secondo a far incontrare le loro lingue.

L'angelo gli succhiò il labbro e lo morse per poi leccargli la ferita, passò a torturargli il collo lasciando succhiotti su ogni parte di pelle scoperta.

Crowley si era aggrappato alla sua vita per poi attirarlo contro il suo bacino.

Aziraphale gli slacciò la cintura ma Crowley gli bloccò le mani. Sbottonò rapido la camicia dell'angelo con le mani tremanti e ben presto anche i pantaloni furono lanciati da qualche parte, poi finì di svestirsi mentre l'angelo lo osservava.

Crowley lo vece girare, prese con una mano i suoi polsi e glieli bloccò dietro la schiena. Poi premette il corpo contro quello dell'amante.

Lo baciò da dietro sulla base del collo, sentì i brividi passare lungo la schiena dell'angelo e allora lo morse.

Aziraphale gemette e cercò di liberarsi dalla presa del demone senza riuscirsi.

“Caro lasciami, voglio toccarti”

“Non ancora angelo” disse con voce roca a pochi centimetri del suo orecchio, facendolo rabbrividire.

Ma l'angelo non voleva saperne di stare agli ordini di Crowley e cercò di allungare la mano verso il membro di Crowley.

“Ti avevo detto di stare fermo angelo”e lo piegò a novanta facendolo sbattere contro il tavolo, senza allentare la presa sui polsi.

Aziraphale gemette più forte sentendo il membro di Crowley sbattergli contro le natiche.

“Crowley ti prego prendimi!” urlò.

Il demone gli lasciò le mani perchè potesse chinarsi a leccare la sua apertura per prepararlo.

L'angelo però fu più veloce e si girò spingendo indietro così che cadesse a gambe aperte su divano. Gli fu subito sopra a cavalcioni.

“Niente preliminari sta sera, sono pronto”e così dicendo si sollevò quanto bastava per far scivolare dentro di se il membro dell'amante.

Crowley lo guardò esterrefatto, mai Aziraphale aveva preso così l'iniziativa!

Ripresero a baciarsi, mordersi, graffiarsi così da marcare a fuoco la pelle in segno di appartenenza.

Crowley non potè far a meno di lanciare l'ennesima sfida a Dio vedi? lui è mio e io appartengo a lui, guarda bene ognuno di questi segni perchè sono a testimonianza del nostro amore.

Vennero insieme urlano il nome dell'altro, Crowley dentro Aziraphale e questi si riversò sul suo ventre.

Non smisero di succhiarsi la lingua rimanendo avvinghiati l'uno all'altro.

Solo quando Aziraphale si spostò per far uscire Crowley da lui, il demone si accorse che l'angelo stava piangendo.

“Amore” gli sussurrò asciugandogli le lacrime che non volevano smettere di cadere.

“Caro non voglio che ti facciano del male, io non voglio perderti” singhiozzò.

“Amore non potranno mai separarci, combatteremo con tutte le nostre forze e vinceremo” cercò di rassicurarlo.

“Come fai ad esserne sicuro?”

“Perchè tu mi hai detto che l'amore trionfa sempre” e così dicendo lo strinse più forte contro di sè posandogli un lieve bacio sulla fronte.

 

It could be wrong, could be wrong
But it should've been right
It could be wrong, could be wrong
Let our hearts ignite
It could be wrong, could be wrong
Are we digging a hole?
It could be wrong, could be wrong
This is out of control

 

 

 

 

Buonasera, grazie a chi è arrivato alla fine di questo sclero.

Premetto che nemmeno io so bene in cosa mi sono imbarcata, spero che alla fine possa avere un qualche senso.

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione o vorrà darmi qualche consiglio<3<3<3

Ps la canzone è 'Resistance' dei Muse e penso che accompagnerà i nostri eroi per tutto il loro viaggio<3

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Capitolo 2
*** But it could've been right ***


Crowley fu svegliato dalla luce che filtrava attraverso le tende.
Fu naturale cercare con il braccio il compagno ma, con orrore sentì il vuoto dall’altra parte del letto.
Si mise a sedere in fretta e iniziò sentire il cuore pompare più forte alla ricerca di ossigeno.
E se l’avessero preso mentre lui dormiva?
Cazzo! L’aveva detto che dovevano andare via immediatamente!

Scese le scale delle libreria di corsa, urlando a squarciagola il nome dell’angelo, senza ottenere alcuna risposta.
“Aziraphale!” spalancò l’ingresso e lo trovò in ginocchio sul marciapiede.
“Che cosa diamine stai facendo?!”
“Prego” rispose continuando a tenere gli occhi chiusi.
“Preghi?!” ripetè incredulo alzando il tono di voce.
“Sì, mi hai sentito e gradirei finire in pace senza essere interrotto dai tuoi schiamazzi”
“Cioè tu stai pregando! Stai pregando Quella la?” disse esterrefatto e indicando il cielo.
Ma l’angelo non gli rispose.
Crowley si sedette scompostamente su un gradino della libreria, aspettando di poter parlare. Intanto osservava l’angelo inginocchiato davanti a lui: aveva le mani unite in segno di preghiera e gli occhi chiusi. Muoveva impercettibilmente le labbra anche se il demone non riusciva a capire ciò che stava dicendo a Dio.
Un raggio di sole illuminava il volto dell’angelo facendo risplendere i capelli dorati.
Crowley non seppe resistere.
Si mosse silenzioso per chinarsi a posare il lieve bacio sulle labbra dell’angelo, il quale aprì gli occhi per lo stupore.
“Scusami non volevo interromperti, o forse sì” gli sussurrò sulla bocca tra un bacio e l’altro.
“Avevo finito comunque” rispose aprendosi in un dolce sorriso.
“Angelo?” si era allontanato di pochi centimetri per guardarlo negli occhi, mentre gli passava una mano tra i capelli ricciolini.
“Perché parli ancora con Lei?” non c’era rabbia nella su voce, forse Aziraphale vi lesse della delusione.
“Non lo so caro” abbassò gli occhi sconsolato. “Magari un giorno avrò una risposta”
“Più che una risposta ti dovrà delle scuse”
“Crowley ne abbiamo già parlato!” gli posò un bacio sulla fronte.
“E poi perché sei fuori in strada?”
“Volevo sentire Londra intorno a me. Sai se oggi ce ne andremo non so se la rivedremo mai”, strinse i pugni conficcandosi le unghie nel palmo della mano.
“Non so se rivedrò mai più la mia libreria” concluse con voce strozzata mentre una lacrima silenziosa gli bagnava il volto.
Crowley rimase in silenzio.
Nessuna parola avrebbe potuto lenire il dolore di Aziraphale in quel momento.
Gli porse una mano aiutandolo ad alzarsi e lo abbracciò stringendolo a sé, come se volesse fondere il corpo con il suo.
“Mi dispiace angelo, so quanto tieni ai tuoi libri” e posò un bacio sulla guancia, proprio nel punto in vuoi era appena scivolata la lacrima.
Lo prese per mano e lo condusse all’interno della libreria.
“Crowley?”, lo chiamò accomodandosi su una sedia, “dobbiamo elaborare un piano, lo sai anche tu che non possiamo scappare in eterno”.
Si passò stancamente una mano sul viso.
“Bene, se hai qualcosa di meglio in mente dillo subito perché io non vedo altra soluzione”
“E se...prometti di non iniziare a sbraitare?”, gli rivolse uno sguardo di ammonimento.
“Lo sai che non te lo posso giurare!” disse prendendo posto sul tavolo.
“E se..” riprese più riflettendo tra se che con Crowley, “se provassi a parlare con Dio? Sono sicuro che potrebbe capire... o almeno condannerebbe gli angeli che ci danno la caccia per le loro azioni malvagie”
“No ma dico ti senti?!” lo guardò basito, “cioè il tuo grande piano sarebbe andare da Colei che ti sta cercando per condannarti e chiederle il perdono?”
“Capirai anche tu che non è così male” si illuminò in viso pensando davvero che il suo stratagemma sarebbe stato infallibile.
“È questo che Le stavi chiedendo poco fa?” chiese con più calma sapendo di star toccando un punto dolente: se già gli umani potevano sentirsi abbandonati da Dio, pensate cosa potrebbe provare un angelo!
“No”.
La risposta sorprese ancor di più Crowley, “E allora di cosa parlavate?”
“Innanzitutto non è che normalmente si fa conversazione con Dio come due amici al bar! E secondo...lascia perdere” e sottolineò il concetto con un gesto della mano.
“Dai” lo incalzò.
“Io..io Le ho chiesto tante cose.. perché perdona certi angeli anche se commettono cattive azioni e..” nel mentre che parlava si torturava le mani dal nervosismo “E perché ha condannato te... perché?”
Crowley lo guardava con occhi spalancati dallo stupore: l’Inferno e il Paradiso li cercavano per separarli e dannarli a chissà quali sofferenze e Aziraphale cosa faceva? Diceva a Dio, forse indirettamente, che aveva sbagliato a sbatterlo fuori dal Paradiso!
“E hai ricevuto qualche risposta?”
“No”
“Strano!” lo canzonò per la sua ingenuità, “e comunque io mi sono ritrovato con il culo tra le fiamme proprio perchè non mi stava bene il suo piano ineffabile e tutti voi angeli a darle sempre ragione, senza mai mettere in dubbio nulla!” , quasi urlava.
“Caro” cercò di richiamarlo ma l’altro continuò imperterrito.
“E lo vuoi sapere? Io non ho mai voluto tradire la fiducia di Dio ma non è colpa mia se Lei pensa che la curiosità sia un reato!”
Aveva afferrato l’angelo per le spalle e parlava a pochi centimetri dal suo viso.
“Crowley” cercò di interromperlo di nuovo.
“E sì, poi mi annoiavo! Mi annoiavo da morire in Paradiso e ho cercato qualcosa per sfuggire alla noia.
Ma io il Tuo Dio non lo capisco e se prima cercavo il suo perdono, ora non lo voglio più. Lucifero è più leale se vogliamo dirla tutta”. Si interruppe ansimando.
“Crowley non dire così” disse passandogli una mano tra i capelli per cercare di calmarlo.
“Angelo tu non puoi immaginare cosa si possa provare a sentirsi rifiutati da chi ti ha creato, da Colei che dovrebbe amarti incondizionatamente, nonostante i tuoi errori”. Si interruppe per prendere fiato, “dimmi angelo per te Dio sbaglia?”
“No.. cioè io non lo so più”
“Te lo dico io: sbaglia e di grosso. Io e tutti i Caduti siamo i suoi errori. E quindi dimmi, angelo, se ha sbagliato in passato, non potrebbe sbagliarsi anche ora a volerti condannare?”.
L’angelo era rimasto a bocca aperta, sentiva i polmoni bruciare e si accorse di aver trattenuto troppo a lungo l’ossigeno.
Era senza parole: il discorso di Crowley non faceva una piega, tuttavia, nonostante fosse perfettamente lucido, faticava ancora ad accettare di essere stato abbandonato. Lui era ancora un angelo, poteva sentire l’amore attorno a se e percepiva ogni sentimento, ogni emozione come se le vivesse al massimo grado e poteva donare amore come solo un angelo può fare.
Aveva ascoltato attentamente il discorso di Crowley e si era domandato perché, se meritevole di una qualche pena, la terra non si fosse ancora squarciata sotto i suoi piedi per trascinarlo agli Inferi.
Di colpo capì.
Essere trasformato in demone è un conto.
Rimanere un angelo senza Dio è tutta un’altra questione: sentire al posto dell’amore assoluto il vuoto ad ogni respiro questa sarebbe stata la sua eterna condanna! Guardare per l’eternità la Luce senza poter mai bearsi dell’amore divino.
Più di tutto ciò fu colpito da un pensiero fulmineo, il dolore più sottile si fece largo nel petto: avrebbe perso anche Crowley!
Il demone vide nei suoi occhi farsi strada la consapevolezza e si sentì così impotente; nulla poteva fare se non lottare con tutte le sue forze perché non lo strappassero da lui.
“Sei ancora convinto che esista un confine tra bene e male?” Gli chiese sottovoce.
“So che esiste un Dio e un Re degli Inferi ma non ti so più dire quale dei due persegua il bene e chi il male”, chiuse gli occhi cercando le mani di Crowley perché la sensazione che tutto avesse ripreso a girare si era nuovamente impossessata di lui.
Crowley gliele strinse forte e le baciò dolcemente.
“ Angelo ti amo, e il mio amore per è più grande e più forte di quello di Dio stesso” gli sussurrò sulle labbra.

“Altissimo, scusi il disturbo ma saprà anche Lei che c’è una questione irrisolta con quell’angelo...Aziraphale.

Ho pensato fosse giusto rivolgermi direttamente a Lei per aggiornarLa ma immagino sia già al corrente di tutto..insomma Lei vede e sente tutto, no?”

“Io vedo e sento tutto quello che voglio sentire e vedere, Gabriele”

“Posso farle una domanda?” chiese esitante, sapendo bene quanto le domande La infastidissero. E difatti non ricevette alcuna risposta.

“Perchè non ha ancora spedito Aziraphale all'Inferno?

Certo se dipendesse da me preferirei disintegrare la sua anima per non aver mai più niente a che fare con lui, purtroppo però quell'angelo ne sa una più del diavolo!”

“Mi domando perchè non abbia ancora spedito te all'inferno con la tua supponenza e arroganza” tuonò.

“Scusi, ha ragione come sempre. Era solo una mia curiosità” ammise flebilmente incamminandosi verso il Cielo di Mercurio*.

“Arcangelo” fu richiamato “proprio perchè sono onnisciente sono venuta a conoscenza di quel patto che voi angeli avete stretto con Lucifero. Diffidate di lui, perseguite il bene, se Aziraphale meriterà una punizione sarò io a deciderlo. Portalo al mio cospetto così che possa vedere la verità nei suoi occhi”.

Gabriele annuì debolmente con il capo e lasciò l'Empireo.

 

“Belzebù abbiamo un problema”

Michele e Gabriele le si materializzarono di fronte.

“Un arcangelo è stata una sorpresa ma due! Mi sento onorata!” esclamò sarcastica.

“Anche se Lucifero ha ancora un conto in sospeso con te” continuò puntando il dito in direzione di Michele*.

“Non siamo qui per questo” tagliò corto l'arcangelo “è sopraggiunto un problema più serio”

“Dio è venuto a conoscenza del nostro patto e..” continuò Gabriele.

Belzebù scoppiò in una fragorosa risata.

“Cos'hai da ridere ora?” la guardarono perplessi.

“Ma come!? Stingete un patto con Satana e vi aspettate che il vostro Dio non abbia da ridire?” continuò a sghignazzare.

“Bè ecco, noi pensavamo di eseguire la sua volontà. Dio però mi ha stupito, non ha voluto scatenare la sua ira su Aziraphale...vuole solo incontrarlo”

“E quindi che si fa?” tornò seria “noi vogliamo ancora la pelle del demone”

“Come noi angeli vogliamo quella di Aziraphale”

“Non siamo tanto diversi infondo. Mi pare che entrambi cerchiamo una vendetta personale”

“Esatto”

“Vi metterete contro la volontà del Vostro Capo solo per farla pagare a un angelo?” Belzebù era senza parole anche se non poteva fare a meno di essere affascinata da tanta ipocrisia nascosta sotto delle piume bianche.

“Hai centrato il punto, nessuno di noi angeli ha intenzione di diventare vostro compagno di miseria solo per aver dato la caccia a quell'idiota di un angelo”

“Capisco... e allora torniamo alle vecchie abitudini: noi prediamo Aziraphale e voi Crowley, penseremo poi a cosa farne di loro”.

Si strinsero la mano soddisfatti.

 

“Belzebù mi è sembrata sorpresa” riflettè Michele ad alta voce

“Bè, ecco, avrei potuto, inavvertitamente, usare Dio come scusa. Tutto a fin di bene si intende.” si giustificò Gabriele.

“E allora perchè non hai avuto la Sua approvazione?”

“Non lo so e questo mi dà sui nervi! In qualche modo giustifica quell'idiota. Fraternizzare con un demone? Vomitevole! Fosse per me non ci penserei due volte a sbatterlo ai piani bassi” disse con espressione di disgusto.

“Anche noi stiamo fraternizzando con Belzebù” gli fece notare Michele.

“Mia cara, noi stringiamo accordi affinché il bene trionfi” la corresse.

“Non dovremmo rispettare gli ordini di Dio?”

“Non si perdona chi tradisce la propria famiglia” disse categorico.

“Ma Dio...”

“Dio è troppo affaccendata per poter pensare a ogni cosa, per questo dobbiamo pensarci noi a renderle giustizia!”

 

“Sei pronto angelo?”

“Si può mai essere pronti a sufficienza per lasciare la propria casa?” domandò lasciando vagare lo sguardo per l'ultima volta sui libri posati ordinatamente sugli scaffali.

“Bando alle smancerie, gli addii non mi sono mai piaciuti”

“Però ti è costato caro salutare le tue piante!” gli fece notare Aziraphale con un mezzo sorriso.

“Sono molto sensibili, mi domando se il fiorista a cui le ho lasciate si prenderà cura di loro”

“Sono certo che sarà così” cercò di rassicurarlo.

Crowley prese la mano di Aziraphale e con uno schiocco di dita scomparvero dalla libreria.

 

Love is our resistance
They keep us apart and they won't stop breaking us down
And hold me, our lips must always be sealed

 

“Ti piace?”

Aziraphale aprì gli occhi solo quando sentì la voce di Crowley.

“Dove siamo?” domandò guardandosi in torno stupito.

“Siamo in un ammasso globulare, questa è una Vagabonda Blu” spiegò cercando di giustificare la luce azzurrognola in cui erano immersi.

“Nascondo dalla collisione di due stelle per formarne una più blu, più calda e luminosa. Quindi al posto di spegnersi, diventano più giovani”

Aziraphale lo guardava affascinato, non era mai stato molto interessato all'astrologia e nemmeno aveva mai partecipato alla creazione di una stella.

Crowley invece aveva sempre avuto una vera e propria passione per gli astri e una notte gli aveva confessato che guardare le costellazioni gli recava un senso di pace e serenità paragonabile a quello che aveva provato stando in Paradiso. Questo ovviamente prima che il Paradiso gli riversasse contro tutta la sua ira.

“Caro è bellissimo”.

Nei suoi occhi chiari si riflettevano le luci dei corpi celesti che li circondavano.

Crowley lo trascinò contro di sé baciandolo in quella atmosfera incantata che li circondava.

“Vorrei che anche noi fossimo delle stelle, così da poterci fondere e mischiarci tra questi corpi. Nessuno più ci troverebbe” sussurrò per non interrompere l'intimità.

Sentì le ali nere e lucenti di Crowley aprirsi e le accarezzò con delicatezza come se potessero rompersi al suo tocco.

“Insomma non sarà la tua libreria ma non c'è male” scherzò, “certo andrebbe un po' arredato, chiudi gli occhi”.

L'angelo eseguì l'ordine e sentì il demone schioccare le dita.

Li riaprì e non riuscì a trattenere un sorriso così luminoso che le stelle vicine parevano fioche al confronto.

“Oh caro” gli rivolse uno sguardo commosso.

Davanti a loro era miracolosamente apparso un panorama mozzafiato: le montagne, prima aride, ora erano ricoperte di vegetazione; in torno a loro si estendeva una foresta sconfinata e a poca distanza era comparso un immenso lago in cui riflettevano tutte le luci dell'universo.

“Sono senza parole” disse stringendogli la mano e trascinandolo verso l'acqua così da poter ammirare da più vicino quello spettacolo.

“Sono contento che ti piaccia.. non ero sicuro se preferissi il il mare o il lago. Se però così non ti piace posso sempre cambiarlo” gli rivolse uno sguardo preoccupato.

“Così è perfetto” e lo baciò, in quel momento era certo che insieme avrebbero potuto vincere.

“Li batteremo angelo” disse Crowley che lo conosceva fin troppo bene per non capire quello a cui stava pensando.

Crowley lo guardò: Aziraphale aveva uno sguardo fiero e determinato, non c'era più traccia della paura e del dolore di poco prima. Si ricordò che, sebbene l'avesse conosciuto solo dopo, quando ormai Dio aveva sconfitto Lucifero, Aziraphale era stato un angelo guerriero, con tanto di spada di fuoco annessa.

Capì che era pronto a combattere al suo fianco; deciso a battersi per loro.

 

If we live our life in fear
I'll wait a thousand years
Just to see you smile again


 


 

Buonasera, eccoci con il secondo capitolo. Spero vi sia piaciuto!

Non rilassatevi troppo perchè il peggio deve ancora arrivare, ma per il momento lasciamoli a godersi la loro nuova casa.

Grazie a chi è arrivato fino a qua e mi farebbe molto piacere una recensione per sapere cosa ne pensate<3<3

 

Alcune brevissime precisazioni:

  • Il Cielo di Mercurio, è il cielo in cui, nella Divina Commedia risiedono gli Arcangeli anche se in verità Dante colloca Gabriele nel cielo delle Stelle Fisse.

  • Michele è l'Arcangelo che avrebbe sconfitto Lucifero.

 

 

 




 

 

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Capitolo 3
*** Are we digging a hole? ***


“Crowley, cosa stai facendo?”

Il demone sussultò sentendo alle sue spalle la voce di Aziraphale.

Da quanto era in quella posizione?

Qui nell'Universo non esisteva il tempo, o almeno non poteva essere misurato come sulla Terra.

Da quanti giorni avevano lasciato Londra? Non riusciva a darsi una risposta.

Crowley aveva trovato un anfratto nascosto in riva al lago dove si rifugiava per rimanere solo con i suoi pensieri, era il suo modo di “pregare”.

Nemmeno lui sapeva bene a chi si rivolgesse, non aveva più nessun Dio a cui affidarsi però alzando gli occhi gli capitava ancora di sperare di essere ascoltato.

Poi tornava con i piedi per terra e si malediceva per questa debolezza.

Dio lo aveva rifiutato, anche se doveva ammettere che gli piaceva pensare che Dio si sentisse in imbarazzo nei suoi confronti: non era stato in grado di accettare di aver creato degli angeli con degli errori di programmazione e non aveva trovato altra soluzione se non mandarli il più possibile lontano da Lei.

Sei davvero arrogante, pensava sorridendo tra sé, questo è uno dei tanti motivi per cui sei Caduto.

Nonostante il dolore iniziale e il senso di disorientamento non rimpiangeva di essere diventato un demone; certamente così avrebbe potuto fare tutto ciò che desiderava e se l'era spassata alla grande, ma non era solo questo il motivo: non doveva più rispettare gli ordini di nessuno, qualche tentazione qua e là e l'Inferno era contento, anzi si erano anche congratulati con lui per alcune trovate geniali.

Eppure a volte, quando era solo, sentiva la mancanza di non poter più rivolgersi a Dio. Era una solitudine strana che lo lasciava per qualche minuto spiazzato perchè, c'erano state volte in cui, anche solo un piccolo segno avrebbe potuto aiutarlo, invece nulla.

Tutto questo però non lo avrebbe mai ammesso, nemmeno ad Aziraphale.

E se lui poteva davvero amare l'angelo più di Dio stesso, perchè aveva provato a perdere l'amore, non poteva fare a meno di chiedersi cosa avrebbe deciso Aziraphale se Dio gli avesse concesso una scelta.

Lo avrebbe perdonato in ogni caso e avrebbe continuato ad amarlo per sempre, anche se lontani, anche se Aziraphale avesse scelto Dio, anche se incatenato tra le fiamme.

Lo avrebbe amato per l'eternità, anche se gli sarebbe stato impedito di rivederlo. E se in futuro ci sarebbe stata un'altra Apocalisse, avrebbe lasciato che fosse Aziraphale a ucciderlo perchè soltanto così si sarebbe potuto spezzare il loro legame.

 

Kill your prayers for love and peace

You'll wake the thought police

We can't hide the truth inside

 

Crowley vide una lacrima cadere e increspare il suo riflesso nell'acqua.

Solo allora si rese conto di Aziraphale in piedi a pochi passi da lui.

Cercò di asciugarsi le lacrime, non voleva essere debole proprio davanti all'unica persona che avrebbe dovuto proteggere.

Si girò cercando di mostrarsi sorridente ma fu tradito dagli occhi lucidi.

Aziraphale lo guardava accigliato ma non c'era rimprovero nei suoi occhi, soltanto amore.

“Angelo..io” si schiarì la gola cercando di riprendere il controllo.

“Ssh ssh”

Aziraphale si inginocchiò davanti a lui posandogli un dito sulle labbra.

“Non serve che parli” disse prendendogli il viso tra le mani.

Crowley chiuse gli occhi e si lasciò cullare dalle carezze dell'angelo.

Quanto era bello e triste, pensava Aziraphale, studiando ogni dettaglio del suo volto. Forse una bellezza così tagliente poteva accompagnarsi solo a un'anima pura che ha sofferto immensamente.

Crowley posò le mani su quelle dell'angelo, che ancora gli accarezzavano il viso.

Soltanto da quelle mani si sarebbe fatto uccidere perchè soltanto da Aziraphale si era lasciato toccare nel profondo.

“Se mai dovessi morire, voglio che sia tu a..”

“Caro smettila, non chiedermi certe cose. Non voglio nemmeno sentirle”.

Crowley appoggiò la fronte contro quella dell'angelo.

“Amore mio se ci dovessero separare ti amerò per sempre, voglio che tu lo sappia”.

“Lo so caro, lo so. Anche i..”

“No, ti prego non fare promesse che non puoi mantenere”, Crowley si staccò di colpo e si alzò.

Nel suo sguardo guizzarono le fiamme.

“Caro che dici? Tu lo sai quanto ti amo!”

“Ora, ma un domani con Dio? Come posso competere con Dio?”

Aziraphale sentì l'angoscia nella sua voce e cercò di avvicinarsi piano, come si fa con un'animale selvatico per non spaventarlo.

“Crowley tu non devi competere con Dio perchè sei mila anni fa ho scelto te” gli prese una mano e se la portò all'altezza del cuore “dal primo momento” continuò sottovoce baciandogli il palmo.

Crowley lo osserva senza respirare come un'animale che sta imparando a fidarsi ma resta ancora sulla difensiva.

“Caro, io lo so quanto hai sofferto ma sono qui con te, su questa stella in mezzo al nulla e senza i miei libri, nessuno mai potrà farmi cambiare idea su di te” lo strinse a sé facendo cadere tutte le barriere del demone.

“Scusami, non volevo dubitare di te” boffonchiò contro il suo petto, “ho solo paura di perderti”.

“La conosci la storia del Piccolo Principe?” gli chiese passando una mano tra i capelli fiammanti, continuando a cullarlo tra le braccia.

“A grandi linee, lo sai che la letteratura non è il mio mestiere”.

“Bè tu per me sei come la Volpe per il Piccolo Principe, mi hai insegnato ad addomesticarti poco a poco. E mi hai insegnato il valore di essere legato a qualcuno e proprio questo legame implica la sofferenza nel distacco, ma se mai dovessero riuscire a dividerci ci ricorderemo sempre, anche grazie a dei semplici dettagli”, cercò di rassicurarlo.

 

Cielo di Mercurio

 

“Pronto?”

“Michele! È un piacere sentirti” esclamò ironica Belzebù dall'altro capo del telefono.

“Non posso dire lo stesso” rispose in tono glaciale l'arcangelo.

“Seeeenti non è che c'è nelle vicinanze il tuo collega?”

“Gabriele?”

“Hai fatto centro bella mia!”

“Sì, un attimo” disse alzando gli occhi al cielo esasperata.

 

“Belzebù vuole parlarti” gli comunicò porgendogli il telefono.

“Pronto?” domandò interrogativo.

“Li ho trovati”

“LI HAI TROVATI!” urlò entusiasta.

Michele gli lanciò un'occhiataccia invitandolo ad abbassare la voce.

“Molto bene! E dove sono?”, il tono di voce gli vibrava per l'emozione: finalmente avrebbe potuto riscattarsi.

“Sono su una Vagabonda Blu, non troppo distante da Alpha Centauri. Hanno anche arredato casa, pensa che idioti” scoppiò in una fragorosa risata.

“Hanno fatto cosa!? Che piccioncini, non mi dispiacerà per niente rovinargli il viaggio di nozze!”.

“Quanti angeli sono dalla tua parte?”

“A sufficienza per prendere quell'idiota. I demoni?”

“In abbondanza!”

“Bene bene, non ci resta che andare a prenderli”

 

“Michele raduna le truppe, si parte”

“Chi vuoi portare con te?”

“Tutti quelli che riesci a convincere, ci vediamo al Cielo di Marte tra meno di un'ora”

“E tu dove vai?”

“E' ora di rispolverare le spade angeliche” gridò correndo via.

 

Cielo di Marte

 

“Ci sono tutti?”

“Tutti quelli che sono riuscita a reclutare”

“Adriel, Aniel, Batraal, Caliel, Hamael, Muriel. Raziel e tutti voi altri che avete scelto di seguirmi per la gloria e la giustizia di Dio, siete pronti a punire chi un tempo fu nostro fratello ed oggi ci ripudia per uno sporco demone? Siete pronti a combattere contro chi ci ha ingannato? Contro colui che per interessi personali ha voluto evitare l'Armageddon?!”

Un coro di grida squarciò il Cielo degli Spiriti Combattenti.

“E allora prendete le vostre spade perchè è tempo di combattere!” urlò brandendo la spada infuocata per istigare alla guerra.

 

Inferno

 

“Caduti, compagni di sventura che siete sempre stati al mio fianco per la gloria di Nostro Signore Lucifero, siete pronti ancora una volta a renderlo orgoglioso?”

I demoni schiamazzarono e fremettero facendo sibilare  le lingue tentatrici.

“Oggi vendicheremo Lucifero prendendo e giustiziando colui che ci ha voltato le spalle per un angelo. Crowley ha smesso di avere fiducia in noi,  barattandoci per rimanere vicino al Cielo! Prendetelo!” urlò Belzebù mentre in torno a lei la folla acclamava Satana con gli occhi incendiati dall'odio.

 

Vagabonda Blu

 

It could be wrong, could be wrong, it can never last

It could be wrong, could be wrong, must erase it fast

It could be wrong, could be wrong, but it could have been right

 

 

Crowley era comodamente sdraiato tra le gambe dell'angelo, guardava il cielo stellato mentre si lasciava cullare dolcemente dal tocco di Aziraphale.

L'angelo si beava dei capelli di Crowley passandoci delicatamente le dita e attorcigliando beatamente qualche ciocca ribelle.

“Un po' mi manca il Sole, la luce del giorno, il calore che scalda la pelle” meditò l'angelo ad alta voce senza pensare agli effetti che quelle parole potevano avere sul demone.

Crowley si irrigidì ma non disse nulla.

“Non potrei mai vivere per l'eternità al buio” continuò senza riflettere.

Sentì Crowley sospirare.

“Oh caro. Scusa ho parlato di sproposito!” esclamò inorridito rendendosi conto che Crowley, dopo la cacciata, doveva aver trascorso molto tempo nelle tenebre degli Inferi, avendo come unica luce le fiamme incessanti che avvolgevano i peccatori.

“I..io non volevo..sei così buono che è incredibile che tu sia un demone” balbettò cercando di salvarsi.

Crowley girò il collo per guardarlo negli occhi.

“Io non sono buono” disse digrignando i denti.

“Con me si”.

Tornò a fissare gli astri, non aveva alcuna voglia di discutere in quel momento.

“Sai ho passato così tanto tempo nell'ombra che quando ho rivisto la luce ho fatto fatica a riabituarmi. Poi quel giorno, sulle mura del Paradiso Terrestre, ho incontrato il tuo sorriso e ho pensato che se mi avessero ritrascinato al buio avrei sempre potuto immaginarti vicino a me e le tenebre non mi avrebbero più fatto così tanto orrore” sussurrò sentendo la presa di Aziraphale farsi più forte tra i suoi capelli.

“Oh caro” disse baciandogli la nuca “da quel giorno non ho mai smesso di desiderare di rivedere i tuoi occhi. Ti ho sempre cercato tra la folla sperando di vederti comparire all'improvviso e quando succedeva il cuore perdeva un battito e a fatica riuscivo a trattenere la gioia” continuò soffiandogli tra i capelli, provocando un fremito al demone.

Sentì le ciglia inumidirsi e con le lacrime agli occhi per la commozione si girò salendo in grembo ad Aziraphale per impossessarsi delle sue labbra.

 

Si udì un suono sibilante nel cielo, come di un fuoco artificiale. Alzarono sorpresi lo sguardo e videro una moltitudine di stelle cadenti avvicinarsi sempre più velocemente.

“Oggi non è San Lorenzo vero?” chiese teso Crowley, intuendo che quello che temevano si stava realizzando.

“No” riuscì a rispondergli l'angelo sentendo un blocco di ghiaccio circondargli il cuore.

“Merda!”

Si alzò di scatto, seguito dall'angelo.

“Crowley che facciamo?” la morsa di ghiaccio gli attanagliava il petto: era terrorizzato.

“Guardami Aziraphale” gli prese il volto tra le mani, “combatteremo e se non riuscissimo a vincere ricordati di me, io non ti dimenticherò mai” e lo baciò come a volergli infondere tutto l'amore che provava per lui.

 

Love is our resistance

They'll keep us apart and they won't stop breaking us down

Hold me

Our lips must always be sealed

 

 

Con un boato gli angeli, capeggiati da Gabriele, atterrarono sulla stella.

Crowley spinse dietro di sé Aziraphale come a volerlo proteggere e mostrò i denti pronto ad attaccare.

 

“Bene, bene, bene. Cosa abbiamo qui?” disse sarcastico Gabriele muovendo un passo avanti.

“Non saranno mica i nostri due piccioncini in luna di miele, personalmente avrei scelto una meta più esotica” continuò brandendo la spada.

Aziraphale si era aggrappato alla mano di Crowley stingendogliela il più possibile.

“Aziraphale!” tuonò “ perchè non la facciamo finita e ti consegni subito a noi? Dio vorrebbe tanto poter fare una chiacchierata amichevole... vieni?” gli fece segno con la mano di seguirlo.

Ma Aziraphale non si mosse.

“Non avrai mica paura dei tuoi fratelli?” continuò ironico “ sempre che tu non ci abbia abbandonato per quel demone, non sarà così spero?”, gli angeli sghignazzarono alle sue spalle.

“Facciamo così, noi angeli non toccheremo il tuo amato demone se ora vieni subito qua”.

 

“Angelo non osare muoverti da qui” gli ordinò Crowley

 

“Dimmi com'è fidarsi delle parole di un demone tentatore piuttosto che di Dio?”

Aziraphale aveva gli occhi sbarrati e il fiato corto.

“Cosa vuole Dio da me? Se avesse voluto parlarmi o punirmi mi avrebbe chiamato Lei stessa” cercò non far trasparire tutta l'angoscia che lo aveva assalito.

“Bè Dio non può provvedere a ogni cosa, per questo ha creato noi angeli. Dimmi, tu da che parte stai ora?”

“Da quella dell'amore! E se Dio è amore mi troverai dalla sua parte! Tu e tutti voi” disse indicando gli angeli “avete smarrito la retta via dimenticando cos'è il bene!” urlò prendendo coraggio e facendosi avanti.

Le risate degli angeli si fecero più forti e beffarde ma Aziraphale non indietreggiò.

 

L'Arcangelo Guerriero sferrò un colpo improvviso cercando di colpire Crowley prendendolo alla sprovvista, ma Aziraphale fu più svelto e parò il colpo.

L'angelo guardò meravigliato la spada di fuoco che gli si era materializzata tra le mani.

“Dio non mi ha abbandonato” sussurrò sentendo una nuova energia fluire nelle vene.

Crowley lo guardò sorpreso e gli lanciò uno sguardo di ringraziamento per essere intervenuto giusto appena in tempo.

Ripresosi dalla sorpresa iniziale, scioccò le dita e un cerchio di fuoco divampò tra loro e gli angeli.

“Aziraphale stai vicino a me e non avvicinarti per nessuna ragione al mondo a quelle fiamme”.

Gli angeli indietreggiarono atterriti.

Non fecero in tempo a tirare un sospiro di sollievo che la terra incominciò a tremare sotto i loro piedi.

Le fiamme generate da Crowley furono attraversate come aria fresca dai demoni.

Belzebù avanzava con un sorriso derisorio stampato in volto, in torno a lei vorticavano le fiamme degli Inferi.

Crowley imprecò perché il suo muro di difesa contro gli angeli gli si stava rivoltando contro.

I demoni si scagliarono contro di loro famelici, Aziraphale cercava di tenerli lontano il più possibile sferzando colpi con la spada ma sapeva che non poteva sconfiggerli tutti e che presto sarebbero stati sopraffatti.

“Crowley fai qualcosa!”

“Maledizione ci sto provando!” gli urlò in risposta mentre cercava con tutte le forze di richiudere la voragine dalla quale continuavano a riversarsi i demoni.

Gli angeli si librarono in volo per scavalcare la cinta di fuoco: Aziraphale chiuse gli occhi e prese la mano di Crowley.

Il demone riuscì a mettere al tappeto alcuni angeli generando un serpente di fuoco ma fu improvvisamente bloccato a terra da Belzebù che lo colpì alle spalle.

Aziraphale urlò vedendo Crowley cadere a terra.

Poteva fare solo una cosa per neutralizzare i demoni, infondo era un angelo, per Dio!

Colpì con tutta la forza che aveva in corpo Belzebù per allontanarla da Crowley, lo riparò con il suo corpo nascondendolo sotto le ali bianche. Iniziò a pregare scandendo le parole con un ritmo cadenzato: una fitta pioggia iniziò a cadere.

I demoni urlarono terrorizzati per via del dolore che l’acqua benedetta arrecava loro, bruciandoli: il piano stava funzionando, quelli che riuscirono a salvarsi ritornarono dalla fossa da dove erano usciti.

 

Gabriele volava sopra le loro teste seguito dagli angeli che si erano goduti lo spettacolo di veder fuggire così i demoni: in fin dei conti restavano comunque nemici!

Michele piombò su Aziraphale trafiggendogli le ali con la lama infuocata.

L’angelo urlò e cadde sulle ginocchia per il dolore.

Aveva la vista offuscata e a fatica riusciva a respirare. Una spossatezza sconosciuta si stava impadronendo di lui e voleva soltanto chiudere gli occhi e lasciarsi andare all’oscurità.

Gabriele si fiondò sul demone bloccandolo a terra.

Il rosso cercò di ribellarsi con tutte le sue forze: si sentiva impotente di fronte al dolore del suo angelo.

Si dimenava come un animale in gabbia cercando di raggiungere Aziraphale, ma Gabriele lo sovrastava impedendogli di compiere qualunque gesto.

“Angelo! Mi dispiace è solo colpa mia” ripeteva tra le lacrime che gli scendevano copiose sulle guance.

“Non avrei mai dovuto tirarti in mezzo!”

“Patetici” sbuffò Gabriele.

“Non osare toccarlo!” disse a denti stretti Aziraphale.

“Noi siamo persone di parola, abbiamo promesso a Belzebù che ci avrebbe pensato lei a occuparsi del tuo caro fidanzato. E così sarà” ghignò l’arcangelo.

Michele aveva afferrato Aziraphale per i capelli così da tenerlo fermo e gli aveva puntato la spada al collo.

“Crowley guardami” lo implorò l’angelo mentre anche i suoi occhi chiari si riempivano di lacrime.

“Ti amerò per sempre. Ti ricorderò per sempre! Hai capito? Ti prego dimmi che hai capito. ho bisogno che tu me lo dica!” singhiozzava disperato.

Non aveva mai provato niente di simile.

Brividi freddi sembravano scendergli lungo il cuore.

Non c’era niente che potesse fare.

Guardava Crowley e pensava solo che non poteva lasciarlo.

Piangevano chiamandosi, cercando di raggiungere la mano dell’altro.

Michele gli diede uno strattone ai capelli così che fosse obbligato a guardarla negli occhi.

“Ho scacciato Lucifero, non ci sarà niente e nessuno che mi impedirà di giustiziare un altro traditore”, non c’era traccia di alcuna pietà nel suo sguardo.

Alzò la spada infuocata pronto a trafiggerlo al cuore.

Aziraphale chiuse gli occhi aspettando il colpo di grazia, con le poche forze che gli restavano unì le mani in preghiera.

Ti prego Dio se mai mi hai amato salva Crowley.

“Aziraphale!” la voce spezzata.

“Fallo Michele, ora! Mandalo al Creatore che ci pensi Lei alla sua anima!” la incitò Gabriele, nei suoi occhi bruciavano le fiamme.

“Crowley” mormorò l’angelo a fior di labbra.

“Ti amo angelo!” cercò per l’ennesima volta di liberarsi dalla stretta dell’arcangelo, senza successo.

Michele sferzò l’aria con la lama e trafisse il corpo mortale dell’angelo all’altezza del cuore.

“No! Aziraphale!”, Crowley non aveva mai provato un dolore così tagliente: sembrava che qualcuno gli avesse trafitto l’anima.

 

Aziraphale crollò a terra annaspando nel suo sangue mentre il mondo intorno a lui sfumava diventando bianco, sentì il freddo impossessarsi delle sue membra e gli occhi farsi sempre più pesanti.

 

The night has reached its end

We can't pretend

We must run

We must run

It's time to run

Take us away from here

Protect us from further harm

 

 

Allora deve essere così morire.

“Aziraphale tu non stai morendo, stai tornando a casa” parlò una voce femminile.

Casa?

Casa sua era Crowley.

Crowley!

 

Aprì gli occhi di scatto e rimase accecato dalla luce che lo avvolgeva.

Si accorse con orrore che intorno a lui non c’era traccia della sua ombra segno che non aveva più un corpo.

Si toccò la schiena e sentì le morbide piume scorrergli tra le dita.

“Sono in Paradiso” balbettò sentendo di nuovo il panico impossessarsi di lui.

“Angelo?”, lo chiamò una voce calda.

La luce si fece così intensa che Aziraphale faceva fatica a tenere gli occhi aperti, allo stesso tempo però sentì un senso di pace impossessarsi della sua anima: era al cospetto di Dio.

 

 

 

Buonasera, grazie mille per essere arrivati fino in fondo<3

Questo capitolo me l’ero immaginato diverso ma come sempre i personaggi fanno quello che vogliono.

Mi dispiace interrompere così sul più bello però in qualche modo bisogna creare suspence… ma ho già ben in mente come continuarla.

Grazie mille chi vorrà lasciare una recensione<3<3<3 come sempre critiche e suggerimenti sono sempre ben accette!

Baci

 

 

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Capitolo 4
*** Mercy ***


Save me from the ghosts and shadows
before they eat my soul
 Mercy
Mercy
Show me mercy from the powers that be

 

 Aziraphale si guardò intorno disorientato cercando di individuare la direzione da cui proveniva la voce ma sembrava che lo circondasse da ogni lato.

Il dolore fisico che poco prima l’aveva spezzato in due ora era completamente sparito.

Le ali, prima intrise di sangue, erano tornate bianche e splendevano riflettendo la luce che lo avvolgeva.

Una strana tranquillità si era impossessata del suo animo, si sentiva riposato come se avesse dormito per anni, o come se fosse appena nato.

La mente era ancora annebbiata, cercava di ricordare come fosse arrivato in Paradiso ma ricordava soltanto la luce che lo aveva avvolto annullando ogni fitta.

C’era qualcosa però che non quadrava, sapeva che c’era qualcosa che aveva scordato e che gli provava inquietudine.

Un pensiero lo trafisse all’improvviso.

Si portò le mani alla bocca, gli occhi sbarrati.

Cadde sulle ginocchia raggomitolandosi su se stesso.

Anche se ora non aveva più un cuore che batteva, aveva sentito una fitta passargli attraverso.

“Crowley!” urlò sentendo di nuovo le lacrime inondargli il viso.

Gli ultimi attimi si accalcarono nella sua mente provocandogli brividi di terrore: Crowley schiacciato da Gabriele, Michele che alzava la spada, le urla di disperazione sue e di Crowley, una preghiera a Dio sussurrata sulle labbra poco prima di sentire le membra squarciate, ancora Crowley che urla e poi, poi tutto bianco e ovattato.

Batté i pugni, si alzò in piedi girando su stesso alla ricerca di qualcosa su cui sfogare la sua rabbia, le mani tra i capelli e gli occhi gonfi per il pianto.

“Crowley” continuò a chiamare con voce rotta, come se questi potesse spuntare con la sua camminata sinuosa e irriverente in mezzo a tutta quella luce.

Ma Crowley non era lì, anzi forse lo avevano già trascinato all’Inferno.

Il tuo sorriso mi farà sopportare anche le tenebre, sentì la voce di Crowley rimbalzargli nella testa.

Ricordami perché io lo farò per sempre.

Ti amerò per sempre.

Angelo.

Amore mio.

Crowley che gli posa un bacio sul naso al risveglio.

Crowley che guida come un pazzo per Londra mentre lui gli urla di rallentare.

Crowley che lo osserva mangiare.

Crowley che canta i Queen a squarcia gola.

Crowley che lo sbatte contro gli scaffali della libreria mentre gli morde il collo.

Crowley dentro di lui che gli ansima nell’orecchio.

Crowley, Crowley, Crowley.

“Basta! Basta! Basta, ti prego” urlò tra i singhiozzi tirando un pugno a una nuvola.

“Ti prego smettila!” non sapeva nemmeno a chi si stesse rivolgendo.

Tutti i ricordi, tutte le follie compiute insieme nell’arco di sei mila anni gli stavano tornando alla mente e un senso di oppressione gli schiacciava il petto.

 

Show me mercy
can someone rescue me?

 

“Angelo!” lo richiamò la voce, il tono dolce ma perentorio.

Aziraphale si bloccò di colpo: poche volte aveva parlato direttamente con Dio e l’ultima volta aveva dovuto ammettere di aver perso la sua spada di fuoco.

“Angelo” continuò la voce “immagino tu sappia perché ti trovi qui”

Aziraphale sentì nuovamente le lacrime pizzicargli gli occhi, solo Crowley mi chiama angelo, cerchò di ricacciarle indietro.

“Sì, Gabriele è stato abbastanza chiaro al riguardo” rispose abbassando il capo.

“Ho creato voi angeli dotandovi di libero arbitrio così che ognuno di voi potesse perseguire il bene e diffondere amore come meglio credesse. Gabriele mi ha parlato di te, gli ho detto che mi sarebbe piaciuto incontrarti ma che non approvavo il suo piano e il suo patto con Lucifero”.

Aziraphale alzò lo sguardo verso la luce sorpreso da quelle parole.

“Io amo e ho amato ciascuno di voi angeli, anche i Caduti prima di essere tali erano delle mie creature”

Ei Dio, guardami sono il tuo sbaglio, Aziraphale scosse la testa per scacciare la voce di Crowley.

“Perché alcuni angeli sono stati ripudiati?” non riuscì a trattenersi dal porre la domanda che aveva sulla lingua da tempo.

“Perché il libero arbitrio comporta delle scelte, sono state le loro stesse azioni a farli cadere”

“Crowley non è malvagio” disse a bassa voce immaginandosi il demone sbuffare a questa sua affermazione.

“Ma le sue azioni lo sono state”

“E perché allora non sono all’Inferno ora?” domandò quasi in tono di sfida: aveva trascorso decisamente troppo tempo con Crowley!

“Intendo perché non mi ha punito?” cercò di rimediare.

“Perché tu sei sempre stato un bravo angelo, Aziraphale e la mia più grande dote è il perdono. Dimostrami che meriti di essere salvato”

Oggi mi ami, ma domani, con Dio? Come posso competere con Dio?

“Smettila Crowley” sussurrò.

“Io non posso dimostrarLe questo. Razionalmente capisco di aver sbagliato, so di aver fatto cose che agli angeli non sono concesse ma non l’ho fatto perché ero attratto da piacere carnale. Ho fatto quello che ho fatto perché l’amore per Crowley era più forte di ogni altra cosa, più vivo e reale di ogni altra cosa” si interruppe per riprendere fiato.

“Io non ho mai voluto scambiare l’amore per Lei con quello che provo per Crowley. Sono due amori diversi ma rappresentano facce della stessa medaglia.”

“Se io ti concedessi una scelta tra il Paradiso e quel demone, cosa sceglieresti?”

Una brezza fresca lo circondò, sentì l’anima vibrare e ogni molecola di essa tendersi verso Dio ma niente al mondo avrebbe alleviato il dolore che provava a sapere di non poter più rivedere Crowley.

“Io La amo, come un angelo può amare il suo Creatore, ma amo Crowley come solo un essere umano può amare l’uomo della sua vita” la voce aveva smesso di tremare e lo sguardo era determinato.

“Quindi sceglieresti lui?”

“Sceglierei l’amore e se per Lei l’amore è unico, allora sarei disposto a Cadere o peggio a essere bruciato”

Dio rimase un attimo in silenzio.

I Caduti avevano perso la fiducia in Lei, quell’angelo invece la amava però amava anche un demone: non era questo che si aspettava quando aveva dato alle sue creature il dono del libero arbitrio.

“Accetterò qualsiasi condanna mi voglia infliggere”

Poteva un amore così umano essere così forte?

La giustizia divina vacillò, sapeva quanto fossero puri i sentimenti di quell’angelo.

Cosa poteva fare? Condannarlo come traditore o assolverlo?

“Leggo la verità nei tuoi occhi e percepisco il tuo amore. Esso è puro e tenace, marita di fiorire. Angelo ho scelto di fidarmi di te, non farmene pentire” tuonò.

Aziraphale udendo quelle parole sentì l’anima scoppiare di gioia e un suono di trombe diffondersi nell’aria.

“Grazie, grazie, grazie” continuava a ripetere con le mani giunte e gli occhi colmi di lacrime di felicità.

“Non ringraziarmi angelo, la strada che hai scelto ti condurrà nelle tenebre ma avrai con te la spada di fuoco che illuminerà gli Inferi. Salva Crowley se vuoi davvero rendermi orgogliosa!”

“Non lo lascerò nemmeno un’ora in più tra le grinfie di quei spregiudicati!” fece per inginocchiarsi in segno di saluto e ringraziamento ma fu fermato.

“Angelo dovrai scendere all’Inferno, lì non conoscono né l’amore né la pietà ma c’è una Regina che regna con Lucifero, Proserpina, essa è stata strappata dalla luce. Lei ha conosciuto l’amore e la dolcezza, cercala saprà aiutarti”.

Le ali dell’angelo fremettero: come avrebbe fatto a farsi strada tra le fiamme? E come avrebbe potuto farsi aiutare dalla Signora degli Inferi?

“Potrai riavere il tuo corpo mortale, abbine cura”

“Posso farle un’ultima domanda?”

“Ti ascolto”

“Bè, ecco, mi chiedevo…Gabriele, Michele e tutti gli altri angeli che hanno combattuto a fianco dei demoni. Non so che piani ha per loro, ma voglio che Lei sappia che li perdono, pensavano di agire nel bene, per la sua gloria…”

Dio sbuffò, come se stesse cercando di trattenere una risata.

“Sono anime calde ma fedeli compagni, meriteranno una bella romanzina per insubordinazione e stai pur certo che per molti secoli non metteranno più piede sulla terra, ora corri!”

La Luce sparì all’improvviso e l’angelo si ritrovò catapultato nel suo corpo mortale.

Aprì gli occhi e si mise a carponi: era su Vagabonda Blu.

Tutto ricordava la battaglia che si era consumata poco prima: gli alberi bruciati, demoni liquefatti e piume di angeli sparse ovunque.

Aziraphale notò inorridito la macchia in cui era riverso: quello era il suo sangue!

Si alzò in piedi allontanandosi il più possibile dalla pozza scarlatta.

Non c’era alcun suono nell’Universo ad accezione del suo respiro affannoso, segno che gli angeli avevano portato a termine la missione e consegnato Crowley ai demoni.

Un brivido freddo percorse la sua spina dorsale: sarebbe dovuto scendere all’Inferno.

Impugnò la spada infuocata, era pronto a farsi largo tra le fiamme se era necessario per portar via Crowley dalle grinfie dei dannati!

 

 

Crowley aveva urlato con quanto fiato aveva in gola vedendo Michele trafiggere il cuore di Aziraphale; aveva cercato di sfuggire alla stretta di Gabriele senza successo per poi accasciarsi nel momento in cui l’angelo aveva chiuso gli occhi.

La lama tagliente aveva reciso due cuori in un sol colpo.

Aveva bestemmiato tra i singhiozzi per poi chiedere perdono pregando Dio per salvare Aziraphale, ma Dio come sempre era stato indifferente nei suoi confronti abbandonandolo nel dolore.

Non aveva mai provato nulla di simile in tutta la sua vita, nemmeno il distacco da Dio era stato tanto sofferto.

Non riusciva a respirare, nessuna lacrima sgorgava più dai suoi occhi, sentiva solo il freddo impossessarsi del suo corpo e della sua anima.

Intorno a lui vorticavano ancore le fiamme; sentiva Gabriele ridere e vedeva Michele ripulire la spada insanguinata, ma era come se fosse un osservatore terzo, come se fosse morto con Aziraphale e guardasse la scena da lontano.

Fu solo un secondo.

Un dolore più forte lo piegò facendolo raggomitolare al suolo, non sentiva e vedeva più nulla.

Chiuse gli occhi e si arrese.

Cedette al dolore.

Cedette a Gabriele

Cedette a Dio e al suo piano ineffabile.

E solo in quel momento capì quando immenso fosse l’amore che provava per l’angelo.

Solo ora, con le mani che stringevano inutilmente il suolo, capiva che la sua esistenza stessa ruotava intorno ad Aziraphale.

“Uccidimi ti prego” sentì la sua voce pregare Gabriele di trafiggerlo con la spada.

“Non è compito mio, ma magari agli Inferi avranno pietà e sarai soddisfatto”.

Sentì delle braccia tirarlo su dal suolo mentre una voce gli ordinava di camminare, poi in pochi attimi tutto fu buio.

 

Absent gods and silent tyranny
We're going under
hypnotized by another puppeteer

 

 Quando riaprì gli occhi era incatenato nell’oscurità, la sola luce proveniva delle fiamme che ardevano incessanti.

Sentì le urla dei peccatori rimbombargli nella testa.

Chiuse gli occhi sfinito e si abbandonò al proprio dolore.

Aziraphale.

Il suo sorriso timido e impacciato.

Le sue ali bianche che lo avvolgevano cullandolo.

Aziraphale che gli cinge il collo mentre ballano un lento.

Aziraphale che lo pettina dolcemente.

Aziraphale che lo bacia e gli morde un labbro.

Aziraphale che arrossisce a ogni complimento.

I suoi occhi celesti che lo guardano dolci e liquidi mentre fanno l’amore.

Il suo sapore di vaniglia.

Angelo, angelo, mio angelo adorato!

Sbarrò gli occhi all’improvviso imponendosi di respirare profondamente.

Qualcuno era in piedi di fronte a lui e lo osservava nell’oscurità.

 

 

Running from the ghosts and shadows
the world just disavows

 

 

Crowley strattonò le catene cercando di liberarsi ma ancora una volta ricadde al suolo senza successo.

“Calmati o ti farai del male” parlò una voce femminile.

Era una voce dolce e carica di sofferenza: non aveva mai udito un suono simile all’Inferno.

“Dio?” domandò sorpreso.

La voce scoppiò in una fragorosa risata.

“Non sono Dio” disse avvicinandosi così che Crowley potesse vederla in volto “sono un’anima strappata dal sole e divenuta Regina degli Inferi”.

“Proserpina” esclamò riconoscendo i lineamenti della fanciulla.

La guardò accigliato, non capiva cosa potesse volere la Regina degli Inferi da lui. Certo si aspettava un incontro con Lucifero o con Belzebù ma mai avrebbe pensato di incontrare quell’anima di cui il Re era tanto geloso.

“Sono venuta a conoscenza della tua triste vicenda” continuò sedendosi al suo fianco “mi sono commossa ascoltando il racconto di come l’Arcangelo Michele ha strappato il sorriso dai tuoi occhi” gli prese il mento tra le dita perché i loro sguardi potessero incontrarsi.

Crowley sussultò: vide il suo dolore specchiarsi negli occhi della ragazza.

“Tu” iniziò faticando a trattenere le lacrime “Tu conosci il dolore di perdere qualcuno che ami; sai cosa si prova ad avere la consapevolezza di non poterlo rivedere mai più”.

La ragazza gli posò una dolce carezza sulla guancia annuendo in risposta.

“Io ho perso tutto ciò che amavo” rispose mestamente “per me non c’è speranza di fuggire ma voglio aiutarti, sei un’anima nobile, Crowley. Non meriti tutto questo dolore”

Crowley girò la testa sottraendosi al tocco delicato.

“Non voglio sfuggire al dolore, questa è l’unica cosa che mi ricorda dell’amore che ho provato” sbuffò.

“Ti sbagli demone, Aziraphale ti verrà a salvare ma avrà bisogno di tutto il tuo aiuto perché possiate uscirne indenni” disse stringendogli le mani tra le sue.

Crowley si strinse le ginocchia contro il petto.

“Aziraphale è imprigionato da Dio, sempre che non l’abbia già neutralizzato” chinò il capo ricacciando indietro le lacrime.

“Sbagli a credere che Dio sia immune all’amore”

“Come fai a saperlo? Dio ti ha abbandonata qua”

“Dio non mi ha abbandonata, mi ha concesso di scegliere e ho deciso di salvare chi amavo in cambio della mia vita”

Sì udirono delle voci avvicinarsi.

“Arrivano! Devo andare” gli sussurrò prima di sparire nelle tenebre.

 

“Mi fa piacere che tu ti senta meglio”

Crowley riconobbe la voce ancor prima di alzare lo sguardo: Lucifero, l’angelo più bello ma anche più fiero di Dio era di fronte a lui.

“Signore” rispose digrignando i denti.

“Era tanto che volevo incontrarti, ho sentito molto parlare delle tue prodezze”

“Non posso dire altrettanto” soffiò fuori dai denti.

“Arrogante e orgoglioso, devi essere stato un prode guerriero durante la Cacciata”.

Crowley sbuffò in segno di disappunto: non gli piaceva che qualcuno gli ricordasse gli errori compiuti in passato.

“Cosa è andato storto poi? Un demone del tuo calibro dovrebbe essere immune al fascino angelico, eppure le notizie che mi sono state riportate dai miei fedeli sono ben diverse: una scopata con un angelo si può tollerare e anzi acclamare perché comporta una caduta assicurata, ma una storia? Questo cambia tutto”

Crowley si conficcò le unghie nei palmi delle mani per impedirsi di urlare: Aziraphale era tutto fuorché una scopata o una storia passeggera. Non sopportava di veder così sminuito il suo amore per l’angelo.

Aveva perso ogni cosa perdendo Aziraphale: che gli lasciassero almeno i ricordi così da potersi crogiolare nel suo stesso dolore. O che lo eliminassero in alternativa, ma mai nessuno avrebbe dovuto avere sulla bocca il nome di Aziraphale per denigrarlo.

“Che cosa mi farete?” chiese lanciandogli uno sguardo carico d’odio.

“Sono combattuto perché non voglio perdere uno dei miei migliori demoni, ma non posso certo permetterti di piangere quell’angioletto per l’eternità, sarebbe un peccato. Magari potremmo dare un’aggiustatina ai tuoi ricordi” ghignò.

Crowley si ritrasse contro la parete inorridito.

Morire era un conto, ma vivere senza ricordare Aziraphale un altro!

“Non ci provate” ringhiò “non ne avete il diritto”.

Lucifero scoppiò a ridere di gusto: mai nella sua vita eterna aveva visto un demone così succube delle sue stesse emozioni.

“Ci penserò, intanto goditi il soggiorno negli Inferi. Fa come se fossi a casa tua” lo canzonò allontanandosi e sparendo risucchiato dall’oscurità.

 

Can someone rescue me?
Show me mercy
Show me mercy please.

 

 

 

Buonasera, ringrazio tutti coloro che sono arrivati alla fine di questo capitolo e che vorranno lasciare una recensione <3<3<3

Spero non sia stato troppo sofferto! Le cose piano piano si stanno evolvendo, chissà se Aziraphale riuscirà a portare in salvo il suo demone…

 

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Capitolo 5
*** Get up and fight ***


Get up and fight
Get up and fight
I can't do this thing without you
I'm lost in this without you

 

Il primo problema che si pose Aziraphale fu quello di come poter entrare all’Inferno senza ritrovarsi accerchiato dai demoni, in tal caso la sua missione di salvataggio sarebbe stata un vero e proprio suicidio.

In secondo luogo doveva trovare la Regina degli Inferi e una volta trovata avrebbe dovuto far leva sulla sua pietà perchè lo aiutasse a salvare Crowley.

Si sedette sconsolato prendendosi la testa tre le mani, la spada giaceva abbandonata ai suoi piedi.

Alzò il capo guardandola come se potesse ricevere una qualche risposta.

Esiste una seconda entrata, la utilizzo quando sono obbligato a fare rapporto ma non voglio immergermi nella ressa: sai tutte quelle anime che leccano le pareti…non sono un bello spettacolo.

“Oh Crowley, dove sei?” sentì di nuovo le lacrime bagnargli le ciglia chiare.

La spada si incendiò attirando la sua attenzione: Dio gli aveva dato una missione da portare a termine, quello era l’ennesimo segno del fatto che fosse con lui!

Sentì il fuoco celeste ribollirgli nelle vene, con un moto di coraggio afferrò la spada.

Le bianche ali si spiegarono in tutta la loro maestosità riflettendo la luce degli astri: sarebbe sceso all’Inferno e ne sarebbe uscito con Crowley, non era più tempo di piangere.

 

“Devo trovare questa seconda entrata” si disse.

“Forza angelo pensa, dove potrebbe mai essere? Crowley deve avertene parlato almeno una volta in sei mila anni!”

Si battè una mano sulla fronte.

“Ma certo! Il lago Averno! Che stupido che sono, come ho fatto a non pensarci prima!”.

Prese la spada e con uno schiocco di dita abbandonò la stella.

Riaprì gli occhi sentendo il calore del sole posarsi tiepido sulle sue ali e vide sotto di sè le acque infernali.

Il panorama era terrificante: i fumi tossici creavano una fitta foschia, pochi alberi spogli circondavano le rive e tutto in torno vi era un silenzio di morte.

L’angelo volò in cerchio sopra le acque un paio di volte prima di trovare il coraggio di immergersi.

“Forza angelo” si disse per farsi coraggio “non è il momento di tirarsi indietro”.

Fece un profondo respiro e si tuffò nel lago.

L’acqua fredda gli gelò le ossa.

Fu risucchiato nelle profondità finchè non sentì la terra sotto ai piedi: l’acqua era svanita come per magia cedendo il posto a un panorama scarno e macabro.

Tutto era buio intorno a lui.

La sola luce era sprigionata da poche fiammelle bluastre che ardevano eterne proiettando delle inquietanti ombre lungo le pareti.

Afferrò saldamente la spada tra le mani e questa arse di amore Divino illuminandogli il sentiero che conduceva al centro degli Inferi.

Iniziò a procedere a piccoli passi sentendo il cuore pulsargli nelle orecchie.

Percepiva il dolore trasudare dalle pareti rocciose e ogni lamento lugubre scatenava il lui brividi lungo tutta la spina dorsale.

Man mano che si dirigenza nel cuore degli Inferi le urla aumentavano di volume e sebbene le fiamme continuavano ad ardere incessantemente non vi era calore in quel luogo.

Aziraphale rabbrividì sentendo un lamento macabro a pochi passi di distanza.

Si nascose dietro una roccia udendo dei passi avanzare nella sua direzione.

“Cosa ne pensi del piano che il capo ha escogitato per quel demone…Crowley mi pare si chiami…”

“Rimuovergli i ricordi, cazzo sì che è una grandiosa idea”

“Già, in fondo è la legge del contrappasso o no?”

Aziraphale, udendo quelle parole strinse talmente forte la spada tra le mani che le nocche divennero bianche.

I passi si avvicinarono sempre più e Aziraphale trattenne il respiro mentre il cuore sembrava volergli uscire dal petto.

Lo superarono continuando ad elogiare Satana ma uno dei due si girò di scatto proprio mentre Aziraphale aveva ripreso a respirare pesando di aver scampato il pericolo.

“Senti anche tu questo odore?”

“Cazzo se non l’hai notato questo è l’Inferno bello, c’è puzza di zolfo ovunque!”

“Appunto! Annusa bene!”

“E’ un buon odore, come di vaniglia… aspetta sa di bontà!”

Aziraphale si coprì la bocca cercando di fare meno rumore possibile, ma non c’era modo di nascondersi se i demoni lo avevano fiutato.

Come diamine hai fatto a dimenticarti questo piccolo particolare!

“Guarda” continuò il demone indicando una bianca piuma a pochi passi di distanza.

Merda! No! No! No!

I demoni si chinarono a raccogliere la piuma che in tutta quell’oscurità sembrava riflettere di luce propria, e forse era proprio così.

“E’ la piuma di un angelo?!” esclamarono sorpresi.

“Impossibile non ci sono angeli all’Inferno!”

Si udirono delle grida strazianti e Aziraphale preso alla sprovvista trasalì attirando l’attenzione dei demoni.

“Non ci sono angeli all’Inferno, ad eccezione di questo!” ringhiò mostrando i denti appuntiti.

“E sembra essere un ottimo bocconcino” disse passandosi la lingua sulle labbra.

Aziraphale sentì la spada pulsare nella sua mano trasmettendogli forza.

Si alzò spiegando le ali bianche in tutta la loro magnificenza e attaccò i demoni prima che questi potessero realizzare la situazione. Affondò la lama nei loro viscidi corpi e con orrore li vide liquefarsi al suolo.

Si accorse solo in quel momento di aver trattenuto il respiro per tutto il tempo.

Inspirò a fondo ed espirò.

Avrebbe voluto urlare ma così avrebbe attirato su di sé l’attenzione di tutti gli Inferi, per questo si portò il pugno alla bocca e si morse la mano cercando di trattenersi.

“Dio perdonami!” sussurrò con gli occhi chiusi.

Non aveva mai ucciso nessuno in sei mila anni ed ora, in poco tempo, si era trasformato in un angelo vendicatore.

Certo angelo, ma la colpa di chi è? Non l’abbiamo iniziata noi questa guerra! Sentì la voce di Crowley rimbombargli nella testa riportandolo alla realtà.

“Hai ragione caro, resisti! Non permetterò che ti cancellino i nostri ricordi!”.

Devo trovare Proserpina, lei sicuramente saprà dove si trova Crowley e saprà anche come liberarlo. Ma come faccio a trovarla in tutti questi dedali di corridoi? Si morse un labbro cercando di riflettere.

Si arrestò di colpo vedendo davanti a sé uno scenario mozzafiato: davanti a lui si apriva una grotta piena di stalattiti e stalagmiti. Vide qualcosa scintillare nel buio, si avvicinò circospetto per scoprire con immenso stupore che quel bagliore era dato dalle sue stesse ali che si riflettevano sulle acque di un lago sotterraneo.

“Angelo” sentì una voce dolce chiamarlo dalla sponda opposta.

Azirapale sussultò alzando la spada pronto a difendersi.

“Riponi le armi, non sono tua nemica”.

Vide una ragazza dalla carnagione bianchissima e dai lunghi capelli ramati avvicinarsi. Gli prese la spada dalle mani posandola a terra.

Aziraphale la guardò incantato.

“Sono Proserpina” si presentò guardandolo negli occhi e rivelando delle iridi verdi con pagliuzze d’orate.

“Sapevo che saresti arrivato”

“C..come?”

“Perché l’amore non rinuncia tanto facilmente”

Azirapahle deglutì, sentì attorno a sé l’aurea della ragazza: era potente! Rimase però sorpreso da quanta tristezza era avvolta.

“Tu soffri” le disse scrutandola.

“Siamo all’Inferno, tutti soffrono in questo posto” rispose con un sorriso carico di dolore.

“La tua sofferenza è diversa, l’ho conosciuta. È il dolore di un’anima pura costretta a vivere tra le fiamme dell’Inferno” sussurrò chinando il capo, “Crowley è come te”

Proserpina guardò l’angelo: una creatura divina spezzata dal dolore ma così determinata a salvare colui che amava, tanto da sfidare l’Inferno.

Gli sollevò delicatamente il mento così da poter scrutare le sue iridi celesti.

“Ho conosciuto l’amore più profondo e proprio per esso ho scelto di sacrificare la mia vita, non voglio che tu lo perda. Ti aiuterò, posso distrarre mio marito, purtroppo però non posso fermare tutti i demoni, salva Crowley prima che gli venga cancellato il ricordo che ha di te” disse guardandolo negli occhi.

“Dove posso trovarlo?”

“Le prigioni si trovano in profondità ma proprio per questo non sono sorvegliate, ti aprirò i cancelli, ma sbrigati ormai non è rimasto molto tempo”

Prima che Aziraphale potesse ringraziarla la fanciulla era già scomparsa.

L’angelo rimase immobile per qualche secondo, sbattè gli occhi chiedendosi se era stato solo un sogno.

Afferrò nuovamente la spada e proseguì nella discesa.

Man mano che scendeva sentiva l’odore di zolfo diventare più pungente e i corridoi farsi più stretti e bui.

Si arrestò davanti a un cancello che bloccava il passaggio, strinse le sbarre tra le mani cercando di vedere ciò che nascondevano le tenebre ma nessuna luce era presente in quel luogo desolato.

Spinse il cancello sperando che la ragazza avesse fatto quanto promesso e la porta cigolò sui cardini mentre lasciava passare l’angelo.

Esultò. La gioia però lasciò ben presto poto allo sgomento: un vento freddo e tagliente gli sferzò il viso facendolo rabbrividire.

Si incamminò cercando di abituare gli occhi all’oscurità opprimente ma l’unica luce era quella irradiata dalle sue ali e dalla spada.

Sentiva intorno a sé le ombre rinchiuse sussurrare al suo passaggio, alcune sbattevano contro le sbarre per attirare la sua attenzione, altre semplicemente si avvicinavano con gli occhi sgranati e la bocca aperta per lo stupore.

“Un angelo!”

“Impossibile”

“Hei dolcezza”

Suoni di catene.

“Vieni qui”

Aziraphale camminava al centro del corridoio facendo attenzione a non avvicinarsi a nessuna di quelle anime disperate, mentre col cuore in gola sperava di riconoscere un ciuffo di capelli fiammanti.

Giunse dinnanzi a una scalinata che sembrava portarlo dritto al centro degli Inferi.

L’angelo fece un lungo respiro e iniziò a scendere i gradini: Crowley doveva essere lì sotto.

 

Get up and fight
We've gotta get up and fight
I can't handle this without you
Can't do it without you

 

 Crowley era rimasto raggomitolato su se stesso aspettando che il Capo si pronunciasse, sapeva di non aver alcuna via di scampo: era incatenato sul fondo degli Inferi con una condanna che gli pendeva sulla testa.

“Maledizione” imprecò tra i denti.

Niente sarebbe dovuto andare così!

“Angelo mi avevi detto che l’amore trionfa sempre e allora perché sono incatenato qua e tu scorporato?” disse tirando l’ennesimo strattone alle catene.

Chiuse gli occhi ripassando mentalmente ogni attimo passato insieme al suo angelo, non voleva lasciarsi sfuggire nessun particolare perché di lì a poco non avrebbe più ricordato nemmeno il nome di Aziraphale.

Quel pensiero ingombrante gli strinse il petto in una morsa di ghiaccio.

Singhiozzò tra le sue ginocchia: si sentiva così impotente.

Proserpina lo aveva rassicurato che presto Aziraphale sarebbe venuto a salvarlo, ma ormai il tempo era agli sgoccioli.

Come potevano pensare di cancellare i secoli di ricordi con uno schiocco di dita?

E come aveva potuto pensare di poter vincere quella guerra?

Che stupido era stato, eppure guardando negli occhi di Aziraphale aveva davvero creduto di potercela fare, di poter vincere e vivere felice per sempre.

Si tirò una ciocca di capelli per strapparsi a quei ricordi così felici e al contempo così tristi ora che si trovava avvolto dalle tenebre.

Appoggiò la testa contro la nuda pietra, sfinito.

 

Un rumore di passi lo fece sobbalzare: erano loro, stavano venendo a prenderlo per infliggergli la sua pena.

Si raggomitolò ancora di più su se stesso e si appiattì contro la roccia come a voler diventare invisibile.

Guardò ansioso verso i piedi delle scale aspettando di vedere la chioma fiammante di Lucifero.

Trattenne il fiato.

Tutto si aspetta di vedere fuorché una sagoma risplendente di luce propria con una spada ardente tra le mani e ali bianche e maestose.

Crowley sentì il cuore esplodergli nel petto e l’euforia scorrere nelle sue vene.

“Angelo!” esclamò tirando le catene quanto più potè per sporsi in avanti.

Aziraphale, sentendo la voce del demone, spalancò gli occhi e le ali fremettero.

Fece gli ultimi gradini volando per planare davanti a Crowley.

Era talmente commosso da non riuscire a proferire nemmeno una parola.

Gli strinse le mani tra le sue baciandogli le nocche martoriate dai tanti pugni che aveva tirato contro la pietra.

Scoppiarono in lacrime entrambi per la troppa emozione di essersi ritrovati quando ormai pensavano di essersi persi per sempre.

Aziraphale gli si gettò al collo stringendolo forte contro di sé baciandogli il collo e inspirando a fondo il suo profumo, mentre con la mano gli accarezzava i capelli.

“Crowley, caro, amore mio! Non sai quanto ti ho cercato!” gli sussurrò tra un singhiozzo e l’altro.

“Tu sei vivo!”, Crowley fece vagare le mani lungo la schiena dell’angelo stringendogli forte i fianchi per trascinarlo ancora di più contro di sé.

“Ma come?”

“Ti ho visto morire!”

“Michele ha affondato la spada… ho visto il sangue…sei caduto a terra… e poi.. e poi” singhiozzava Crowley faticando a credere che quella non fosse un’allucinazione o peggio qualche scherzo satanico.

“Ssh tesoro, va tutto bene, ora sono qui e non ti lascerò mai più andare. Ti porto via da qui”

Crowley gli afferrò il viso tra le mani facendo passare le dita sulle guance, sul naso e sulle palpebre finchè non si convinse che quella non fosse una visione ma era proprio Aziraphale.

“Sei tu, sei davvero tu” disse appoggiando la fronte contro quella dell’amato e strofinando il naso contro quello del biondo.

Sentì il profumo di vaniglia entrargli nelle narici e mandargli scariche elettriche.

Quanto gli era mancato quel profumo.

Gli passò un dito sulle morbide labbra, mentre l’altra mano afferrava una ciocca di capelli biondi e ricciolini.

“Sono io amore, sono davvero qui” disse baciandogli una guancia sporca di fuliggine e rigata dalle molte lacrime.

Finalmente dopo tanto piangersi e tanto cercarsi le loro labbra si unirono in un bacio che fece tremare entrambi.

“Cosa è successo con Dio?” gli domandò asciugandogli una lacrima prima che potesse rigargli il volto.

“Ha capito” disse posandogli un altro bacio.

“Io no invece”

Aziraphale sbuffò rivolgendogli un sorriso.

“Ha capito che l’amore può avere molte forme e che posso amare entrambi. Mi ha aiutato: mi ha ridato un corpo, la spada, mi ha detto dove cercarti e di parlare con Proserpina”

Crowley lo guardava accigliato come se non volesse credere che Dio fosse stata tanto misericordiosa.

“Caro non ha importanza, ora sono qui” lo rassicurò posandogli un lieve bacio sulla fronte.

“Hai trovato Proserpina?”

Aziraphale annuì col capo, “mi ha detto lei dove ti avevano rinchiuso e della terribile pena che vogliono infliggerti… ha anche detto che avrebbe distratto Lucifero per permetterci di scappare”, spiegò guardandolo speranzoso.

“Non merita di stare qui”

“Lo so ma è stata una sua decisione, non possiamo più fare nulla per lei. Ora dobbiamo andare via e in fretta”

“Come facciamo? Sono incatenato, le ho provate tutte ma nessun miracolo sembra poterle spezzare.”

Aziraphale prese tra le mani le catene studiandole attentamente.

Sollevò la spada e colpì con tutte le forze il ferro che si spezzò al contatto con la lama.

Crowley lo guardò con la bocca aperta, non credendo a quella nuova versione del suo angelo.

“Non guardarmi così, non è solo merito mio. Te l’ho detto: Dio non mi ha abbandonato e forse ha ancora un debole per te!”

Crowley finalmente libero si fiondò con prepotenza sulle sue labbra succhiandole e mordendole.

“C..caro” lo richiamò “giuro che se mai dovessimo uscire vivi da qui mi farò fare tutto ciò che vuoi ma ora dobbiamo correre”

Il demone rise sulle sue labbra.

“Ogni cosa? Ora sì che sono motivato a spazzare via chiunque si dovesse parare davanti a noi”

“E’ bello che tu non abbia perso il tuo senso dell’umorismo”

“E’ bello che tu sia vivo angelo” disse tornando serio e incatenando le iridi d’orate con quelle color topazio dell’angelo, “ora andiamo!” lo afferrò per la mano incamminandosi verso la luce.

 

I can't survive without your love in my life
You've gotta get up and fight

 

 

 

 

 

 

Buongiorno, grazie mille a chi ha letto anche questo capitolo e vorrà lasciare una recensione <3<3<3

Finalmente i due piccioncini si sono ritrovati, non gli resta che risalire gli Inferi (un gioco da ragazzi)

Spero di riuscire ad aggiornare presto con l’ultimo capitolo.

Ps la canzone è “Get up and fight” dei Muse

 

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Capitolo 6
*** We will be victorious ***


Breve premessa: il rating di questa storia è arancione però in questo capitolo potrebbe diventare rosso

 

 

Proserpina aveva mantenuto la promessa.

Aveva giurato di aiutare l’angelo e così aveva fatto, sfidando coraggiosamente il Signore degli Inferi.

Quando ancora era una giovane mortale aveva conosciuto l’amore più sincero, aveva corso a piedi nudi nei campi di grano mentre i suoi lunghi capelli ramati ondeggiavano al vento e si era tuffata nelle limpide acque dei laghi per trovare sollievo dalla calura estiva.

Tutto questo le era stato portato via in pochi attimi per la superbia e la gelosia del Re degli Inferi; aveva dovuto barattare la sua anima per salvare la terra da carestie e siccità abbandonando per sempre la sua giovinezza spensierata.

Aveva conosciuto l’amore nella sua forma più pura e conosceva il peso che comportava la separazione: per questo aveva scelto di aiutare quel demone così particolare e quell’angelo dallo sguardo fiero.

Dopo tutti quei secoli passati all’ Inferno conosceva suo marito e conosceva i demoni, sapeva che sebbene in quel mondo glaciale e mai riscaldato dal sole non potesse esistere la gioia, i demoni non erano in grado di resistere alla dolcezza che solo la musica sapeva regalare. Forse agli angeli caduti ricordava la musica divina, un canto lontano e antico, ormai perduto per sempre.

Aveva raccomandato all’angelo di sbrigarsi perché sapeva che suo marito non avrebbe aspettato molto a infliggere la sua condanna dal momento che il verdetto era già deciso.

Aveva aperto il cancello delle carceri, avendo libero accesso a ogni parte dell’Inferno, per recarsi poi negli alloggi di Lucifero e con dedizione aveva iniziato a suonare il violino: era una melodia malinconica e armoniosa che incantò subito il Re, lasciando così ad Aziraphale un margine di tempo per sgattaiolare nel cuore delle prigioni.

Molti demoni erano usciti dai loro angoli bui per ascoltare incantati quella melodia così magica: le fiamme stesse smisero di ardere in torno ai peccatori per concedere un po' di pace alle anime perdute.

 

 

Another promise, another scene,

Another package lie to keep us trapped in greed

With all the green belts wrapped around our minds

And endless red tape to keep the truth confined

 

 

Crowley aveva afferrato per la mano Aziraphale conducendolo su per le scale e poi via, di corsa fuori dalle prigioni.

Conosceva quei vicoli tenebrosi e stretti a memoria.

Non ne aveva mai parlato all’angelo degli anni trascorsi tra le fiamme dell’Inferno dopo la caduta, erano stati troppo dolorosi anche per un’anima fiera come la sua.

Si era sentito sporco, macchiato dal peccato di aver sfidato Dio e di aver perso contro di Lei.

Aveva combattuto al fianco di Lucifero contro i suoi stessi fratelli, aveva combattuto, per quanto ne sapeva, contro Aziraphale stesso: avrebbe potuto ucciderlo lui stesso.

Ecco perché non ne aveva mai parlato con l’angelo.

Come avrebbe potuto esprimere tramite le parole tutti i sentimenti contrastanti che si erano susseguiti in lui fino a lasciar posto alla disperazione più cruda quando aveva scoperto con orrore di ritrovarsi sul fondo.

Come avrebbe potuto spiegargli l’angoscia che gli aveva stretto lo stomaco mentre vedeva le bianche piume diventare nere e le pupille allungarsi?

E poi c’era stata la vergogna.

La vergogna di aver stretto la mano a Lucifero, l’unico che in quel momento sembrava essere in grado di poterlo rialzare, di poterlo trascinare furi dal baratro nel quale era sprofondato; e così gli aveva creduto una seconda volta. Si era unito a lui e agli altri angeli Caduti pensando che quella potesse diventare la sua nuova famiglia e per un certo periodo aveva creduto che fosse proprio così.

Questo fino a che non aveva conosciuto Aziraphale sulle mura del Paradiso Terrestre.

Allora era rimasto incantato a fissare le ali regali della creatura maestosa che aveva di fronte e nell’incontrare il suo sorriso impacciato aveva capito fin da subito di non poter appartenere a nessun altro se non a lui.

E adesso che correva a per di fiato nelle tenebre, stringendo tra le dita la mano morbida dell’angelo, era sicuro che quella non fosse mai stata la sua casa e che mai avrebbe potuto esserla.

Ma l’angelo sapeva perfettamente ciò a cui stava pensando Crowley mentre correvano per uscire dalle tenebre.

Sentiva la vergogna che provava nel conoscere così bene quel luogo.

Gli stringeva con forza la mano, come a volersi scusare di ciò che era e di ciò che aveva fatto per essere sepolto in quel luogo senza luce.

 

 

They will not force us

They will stop degrading us

They will not control us

We will be victorious

 

 

Crowley spinse con forza il cancello arrugginito che separava le carceri dal resto del mondo infernale e la porta ancora una volta si aprì lasciandoli liberi di passare.

Le voci alle loro spalle urlavano per essere liberate intimandogli di tornare indietro.

Aziraphale commosso da quelle voci spezzate rallentò fino a fermarsi.

“Che fai angelo? Corri o ci saranno addosso in un attimo!” gli disse col fiatone e strattonandolo per invitarlo a proseguire.

“Che ne sarà di quelle povere anime?” gli rivolse uno sguardo preoccupato.

“Oh angelo” lo guardò con tenerezza “non tutti possono essere salvati..” ma si morse la lingua per non rivelare le vere ragioni del perché quelle anime fossero rinchiuse.

Ciò non sfuggì allo sguardo attento dell’angelo.

“Dimmelo, lo so che volevi aggiungere altro”

“Non adesso, forza andiamo!” disse girandosi per riprendere il cammino ma sentì Aziraphale afferrarlo per la manica imponendogli di voltarsi.

“Dimmelo”

Da quando il suo angelo era così determinato?

“Quelle sono le anime che hanno compiuto i crimini peggiori, ma non credere che siano state imprigionate solo per volontà di Lucifero… L’Inferno è una pena inflitta da Dio. Perciò se non ti vuoi nuovamente scontare con Lei, e direi che per ora ne abbiamo avuto abbastanza, ci conviene andare”.

Aziraphale annuì in silenzio e abbassò lo sguardo per nascondere a Crowley quanto quella verità l’avesse ferito, ma il demone fu più veloce e lesse nei suoi occhi tutto il dolore che provava per la sua impotenza di fronte al volere di Dio.

“Mi dispiace” gli sussurrò abbracciandolo.

“Grazie”

“E di cosa?”

“Di avermi detto la verità”.

Crowley, commosso, gli posò un lieve bacio sulla guancia.

“Ora andiamo” lo richiamò intrecciando le dita con quelle dell’angelo.

Ripresero a correre: Crowley apriva la strada e guidava l’angelo per gli stretti cunicoli, questi lo seguiva cercando di mantenere il passo e brandendo la spada pronto ad usarla in caso di necessità.

Girarono un angolo e di colpo andarono a sbattere contro una sagoma scura.

“Ma che diamine!” imprecò tra i denti la figura.

Crowley riconobbe la voce e fece un passo indietro rabbrividendo.

“E rieccoci! Siamo alle solite, vero Crowley?” lo derise Belzebù, “tu scappi, combattiamo, noi ti prendiamo, tu ti ribelli…uff stai diventando noioso!” sbuffò.

Crowley la guardò con occhi carichi di odio, sapeva bene che Belzebù non si riferiva solo a quest’ultimo episodio o alla storia dell’Apocalisse. No, quella storia era molto più antica e dolorosa.

 

 

 

 

Interchanging mind control

Come let the revolution take its toll if you could

Flick a switch and open your third eye, you'd see that

We should never be afraid to die

 

 

“Emm scusate se mi intrometto” iniziò l’angelo, ma fu subito interrotto da un ringhio che gli gelò il sangue nelle vene. Si guardò in torno e constatò con orrore che Belzebù non era sola: occhi famelici li osservavano da ogni lato bloccandogli qualunque via di fuga.

“Stavamo giusto venendo a prenderti ma ti ringrazio per averci fatto la cortesia di venire tu da noi, ci hai evitato molte rampe di scale!” ghignò.

“Caro” lo richiamò l’angelo vedendo il cerchio stringersi attorno a loro.

Crowley non rispose e non si mosse continuando a fissare Belzebù come se il suo sguardo fosse in grado di incenerirla.

“Caro!” lo chiamò di nuovo con voce più acuta.

Belzebù scoppiò a ridere.

“Lo sai angelo, Crowley non ha paura di affrontarmi; teme però che ti riveli chi è veramente: un traditore! Ecco chi è, lo è sempre stato e per sempre lo sarà. Farà così anche con te. Dirà di amarti, ti dirà che per lui sei la sua famiglia e poi? E poi ti volterà le spalle alla prima buona occasione” continuò in tono canzonatorio.

“Belzebù non osare…” sibilò stingendo i pugni.

“Altrimenti?” lo sfidò.

“Zitta!”

“Non mi sembri nella posizione di dettare le regole” fece una pausa teatrale “Bè angelo devi sapere che non era la prima volta che il tuo caro demone frequentava certi alloggi, insomma le carceri”

“Ti ho detto che devi tacere!”

Aziraphale lo scrutò interrogativo: sapeva che Crowley aveva trascorso molto tempo lì sotto ma mai gli aveva detto di essere stato imprigionato.

Belzebù scoppiò nuovamente a ridere di gusto, subito seguita dei demoni.

Crowley gli strappò di mano la spada e approfittò della situazione per trafiggere alcuni demoni che si erano avvicinati qualche passo di troppo.

“Davvero Crowley? Siamo di nuovo a questo punto?” nei suoi occhi brillarono le fiamme dell’Inferno.

Aziraphale non sapeva cosa fare: non aveva armi e anche se le avesse avute di certo nulla avrebbero potuto contro tutti i demoni dell’Inferno.

Crowley afferrò per la gola Belzebù puntandole contro la lama, ma questa per nulla intimorita continuò a sghignazzare.

Improvvisamente si udì una dolce melodia spargersi per le buie gallerie fino a giungere alle loro orecchie.

I demoni, Crowley compreso, si fermarono come incantati da quella triste musica.

“Proserpina!” esclamò l’angelo sentendo nuovamente la speranza fluire nelle vene.

“Correte” urlò la ragazza.

Prese Crowley per mano trascinandolo in direzione della luce e continuò a correre finchè non vide finalmente sopra le loro teste le acque scure dell’Averno, schioccò le dita e le acque si separarono lasciando intravedere il cielo.

Aziraphale spiegò le ali, prese Crowley, ancora sotto shock, tra le sue braccia e spiccò il volo verso il cielo offuscato dai fumi infernali.

 

They will not force us

They will stop degrading us

They will not control us

We will be victorious

 

 

L’angelo schioccò le dita una seconda volta e le acque si chiusero dietro di loro: erano finalmente in salvo.

Aziraphale volò il più lontano possibile da quel luogo infernale, planando dolcemente in aperta campagna, ormai al sicuro.

“Come stai?” chiese al demone che continuava a sbattere le ciglia incredulo.

“Che è successo? Ricordo che stavo per tagliare la gola a Belzebù e all’improvviso si è sparsa una musica…” si guardò intorno per cercare di identificare quel luogo sconosciuto.

“Angelo dove siamo?”

“Al sicuro, dobbiamo ringraziare Proserpina se siamo ancora vivi. Sai, non credo che il tuo piano di fare a fette Belzebù sarebbe stato vincente” lo rimproverò con un mezzo sorriso sulle labbra.

Crowley in risposta gli fece il verso tirando fuori la lingua.

Si sentivano bene come non lo erano stati da tanto tempo: erano insieme, avevano vinto contro il Paradiso e l’Inferno!

Aziraphale, preso da quell’improvvisa euforia, si gettò sulle labbra del demone. Non voleva correre, voleva assaporarlo, sentire ancora il sangue fluire nel suo corpo, per fare l’amore come si deve ci sarebbe stato tempo.

Lo baciò a fior di labbra sentendo il suo profumo così famigliare, anche sotto tutti quegli stati di fuliggine.

Strofinò il naso contro il suo mentre col pollice gli accarezzava piano la guancia.

Crowley gli portò una mano alla nuca spingendolo contro di se e succhiandogli piano un labbro.

Aziraphale fu il primo a staccarsi: c’era una domanda che gli ronzava nella testa.

“Caro a cosa si riferiva Belzebù? Perché ti avevano già rinchiuso là sotto?” gli domandò fissando i suoi occhi turchesi nelle pupille sottili del demone.

Crowley sbuffò girando il capo per interrompere il contatto.

Si alzò in piedi guardandosi in torno, ma non c’era nulla a eccezione dei campi di grano e pannocchie su cui posare lo sguardo.

Tornò a guardare l’angelo ai suoi piedi e sentì il cuore scoppiare di felicità.

Oh quanto era bello.

Bello era riduttivo: magnifico ,maestoso, divino!

 

I know you've suffered

But I don't want you to hide

It's cold and loveless

I won't let you be denied

 

Era sporco di terra e fuliggine; i capelli erano scompigliati e avevano assunto un colore più scuro a causa dei vapori infernali, eppure gli occhi brillavano come non mai e sorridevano alla luce del sole.

Aziraphale si lasciò guardare in silenzio sentendo su di sé lo sguardo del demone che gli accarezzava il viso.

“Caro?” era determinato a ricevere una risposta.

“Sì ti ho sentito” disse tornando a sedersi vicino a lui “non mi va di parlarne”.

Aziraphale posò una mano sul suo ginocchio invitandolo a continuare.

“E’ stato tanto tempo fa, subito dopo la Cacciata” si passò stancamente una mano sul viso strofinandosi gli occhi.

“E’ vero quello che dice Belzebù: sono un traditore. Prima ho tradito Dio, poi Lucifero e..”

“No” lo interruppe l’angelo.

Crowley gli rivolse un sorriso triste.

“Non mi tradirai” continuò determinato l’angelo.

“E come fai a saperlo?” guardò la mano ancora posata sulla sua gamba.

“Perché mi ami più di Dio stesso, ricordi? Me lo hai detto tu” disse prendendogli il mento tra le dita e obbligandolo a guardarlo negli occhi.

Crowley sentì una lacrima scendere silenziosa lungo la guancia, prontamente asciugata dalle dita premurose dell’angelo.

“Dopo la Cacciata mi vergognavo tremendamente, volevo tornare da Dio… volevo farmi perdonare e per questo mi sono ribellato a Lucifero, l’unico che in realtà mi stava aiutano a superare il dolore. Per questo mi hanno rinchiuso…” proseguì col fiato corto.

“Oh Crowley! L’ho sempre detto che sei buono!” disse posandogli un bacio sulla fronte.

“Ma sono un traditore della peggior specie” rispose nascondendo il volto contro il collo dell’angelo.

“No, significa che avevi capito i tuoi errori e che non sopportavi la malvagità degli altri demoni”

 

Soothing

I'll make you feel pure

Trust me

You can be sure

 

Crowley lo fissò negli occhi in silenzio per alcuni secondi poi lo spinse contro il suolo salendo su di lui a cavalcioni.

Gli baciò prima il naso, poi la fronte e infine gli passò la lingua sulle labbra.

Aziraphale gli prese il viso tra le mani e schiuse le labbra esigendo un bacio come si deve.

“Caro” lo fermò, “Andiamo a casa, i miei libri sono stati abbandonati per troppo tempo”

“Ma mi avevi promesso che se fossimo sopravvissuti avrei potuto farti tutto quello che volevo, ricordi?” protestò mentre l’angelo lo spingeva giù da sé per potersi rialzare.

“E un angelo mantiene sempre le promesse” rispose con un sorriso malizioso che lo rese ancora più irresistibile agli occhi del demone.

“Angelo ancora non so cosa ho fatto per meritarti” disse posandogli un lieve bacio sull’angolo della bocca.

“Pronto?”

“Mai stato così felice di rivedere Londra”

Con uno schiocco di dita la campagna sparì intorno a loro.

 

Aziraphale non ebbe bisogno di aprire gli occhi per riconoscere la sua libreria.

Inspirò a fondo lasciandosi inebriare dal profumo dei tomi antichi.

“Quanto mi sono mancati” sospirò.

Riaprì gli occhi guardando gli scaffali ricolmi di libri illuminati dalla dolce luce del tramonto.

Poi spostò lo sguardo sul demone, che fino a quel momento era rimasto in silenzio a guardare Aziraphale beandosi della sua visione.

 

I want to reconcile the violence in your heart

I want to recognize your beauty is not just a mask

I want to exorcise the demons from your past

I want to satisfy the undisclosed desires in your heart

 

La calda luce del crepuscolo faceva risplendere maggiormente i suoi capelli fiammanti e Aziraphale non potè fare a meno di avvicinarsi per intrecciare le mani tra le sue ciocche.

“Sei bellissimo” gli sussurrò sulle labbra, “sei la Creatura più bella che abbia mai visto. Ti amo Crowley. Ti amo con tutto me stesso” continuò alternando alle parole dei leggeri baci a stampo che stavano facendo impazzire il demone.

“Ti amo anche io mio folle angelo” rispose stringendolo per i fianchi e trascinandoselo contro, “ma smettila con tutti questi complimenti altrimenti il mio ego spropositato non farà altro che aumentare.”

Scoppiarono a ridere entrambi con il cuore leggero.

“Bè” iniziò l’angelo attorcigliando una ciocca rossa tra le dita “sembra proprio che siamo sopravvissuti…” lo guardò di sottecchi con un sorriso provocante “cos’è che volevi farmi vedere?” continuò con il tuono più innocente possibile mentre la mano andava a posarsi quasi con non curanza sul membro di Crowley ancora intrappolato nei pantaloni.

Lo sentì fremere.

“Oh angelo non hai capito chi conduce i giochi” disse afferrandolo per le cosce e sollevandolo.

 

You trick your lovers

That you're wicked and divine

You may be a sinner

But your innocence is mine

 

Lo sbattè contro uno scaffale.

In un’altra occasione l’angelo lo avrebbe rimproverato di fare piano perché quei libri erano molto delicati, ma ora il pensiero non gli sfiorò nemmeno la mente.

Crowley lo baciò con foga, le sue labbra erano bollenti.

Quanto aveva bramato quelle labbra morbide e gonfie! E ora che ne aveva libero accesso non riusciva a smettere di baciarle, morderle e succhiarle.

Aziraphale rispondeva a qui rudi baci forse anche con maggior passione: aveva pianto così tanto credendo di non poter più baciare quelle labbra rosse!

Crowley gli strappò la camicia di dosso e lo stesso fece l’angelo passando le mani sul petto finalmente scoperto.

Il demone lo gettò sul divano salendogli immediatamente in grembo e facendo cozzare le erezioni ancora separate dalla troppa stoffa.

Aziraphale gemette nella sua bocca e il demone rispose mordendogli la lingua.

Con uno schiocco di dita si ritrovarono completamente nudi.

L’angelo fece per girarsi sul ventre sapendo quanto piacesse al demone prenderlo da dietro la Crowley lo fermò.

“Hai idea di cosa ho provato pensando di non rivedere mai più i tuoi occhi?”

Aziraphale lo guardò con gli occhi lucidi e carichi di amore posandogli dolcemente una mano sulla guancia.

“Voglio che i nostri sguardi siano incatenati per sempre”

“Oh amore” gli sussurrò stringendolo contro il suo petto.

 

Please me

Show me how it's done

Tease me

You are the one

 

Crowley gli morse il collo e gli leccò la giugulare per poi abbassarsi sui capezzoli e iniziare a stuzzicarli.

Ne morse uno con maggior forza e sentì Aziraphale inarcare la schiena per cercare un maggior contatto.

Crowley continuò a scendere lasciando una striscia di saliva sul ventre, gli morse dolcemente l’interno coscia e gli fece il solletico con la lingua.

Aziraphale gli strinse i capelli in segno di incoraggiamento e reclinò la testa completamente abbandonato al piacere.

“Guardami angelo” disse con voce roca, facendo fremere l’angelo.

Aziraphale aprì gli occhi e per poco non venne vedendo quella visione divina: Crowley completamente nudo tra le sue gambe divaricate, i capelli rossi arruffati, la schiena leggermente sudata e già marchiata dai graffi che l’angelo gli aveva lasciato. Crowley incatenò gli occhi ai suoi mentre tirava fuori la lingua e la passava su tutta la lunghezza dell’angelo con una lentezza esasperante. Sempre guardandolo prese in bocca il suo membro e iniziò a succhiare aumentando il ritmo sentendo la presa tra i suoi capelli diventare più forte.

L’angelo iniziò a muovere il bacino, incapace di resistere alla bocca del demone.

Crowley passò la lingua sul glande per poi accarezzargli le vene gonfie, Aziraphale urlò di piacere spingendosi contro la sua bocca. Crowley continuò a succhiare e leccare finchè non sentì l’angelo tendersi sotto di lui e riversarsi nella sua bocca.

Crowley sorrise soddisfatto del suo lavoro.

Risalì posandogli un leggero bacio sulle labbra ancora aperte alla ricerca di ossigeno.

Aziraphale lo spinse di lato così che potesse prendere il controllo e gli salì in grembo iniziando a strusciarsi.

Crowley reclinò il capo mentre una mano afferrava i capelli ricciolini dell’angelo e l’altra andava a stringergli una natica.

Aziraphale si sollevò quel tanto che bastava per far scivolare Crowley dentro di sé.

Si sentì completo come non lo era stato da quando li avevano separati.

Iniziò a muoversi prima più lentamente e poi aumentando le spinte.

Si guardavano negli occhi come se tra loro esistesse una forza magnetica; gemettero l’uno nella bocca dell’altro avvinghiandosi sempre con maggior foga finchè Crowley venne dentro di lui e Aziraphale gli sporcò il ventre.

Si baciarono intrecciando le lingue mentre gli ultimi sussulti dell’orgasmo scemavano.

Si bearono l’uno della vista dell’altro: erano sporchi, sudati e stanchi morti ma i loro occhi brillavano di felicità.

“Dovremmo farci una doccia” disse Aziraphale senza però muoversi dal suo grembo.

Crowley lo baciò nuovamente e lo sollevò dirigendosi verso il bagno.

“Non pensare che abbiamo finito, c’è ancora molto da dover recuperare”.

 

I want to reconcile the violence in your heart

I want to recognize your beauty is not just a mask

I want to exorcise the demons from your past

I want to satisfy the undisclosed desires in your heart

 

 

 

Buongiorno a tutte, siamo finalmente giunti all’ultimo capitolo. Grazie a chi è arrivato fino a qu<3<3<3

Spero che questa storia vi sia piaciuta e se vorrete lasciare una recensione ne sarò molto felice.

Baci

  

 PS le canzoni sono “Uprising” e “Undisclosed Desires” dei Muse

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