Inuyasha 2 di Kagome 95 (/viewuser.php?uid=103295)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte Prima: Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Parte Seconda: capitolo 1 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 12: *** Parte terza: capitolo 1 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 18: *** Parte quarta capitolo 1 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 21: *** Parte quinta: capitolo 1 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 27: *** Parte sesta: capitolo 1 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 33: *** Parte settima: capitolo 1 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 36: *** Parte ottava : capitolo 1 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 42: *** Parte nona: capitolo 1 ***
Capitolo 43: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 44: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 45: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 46: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 47: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 48: *** parte decima: capitolo 1 ***
Capitolo 49: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 50: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 51: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 52: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 53: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 54: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 55: *** Parte undicesima: Capitolo 1 ***
Capitolo 56: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 57: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 1 *** Parte Prima: Capitolo 1 ***
Story Notes:
Allora ecco a voi la legenda :
-le frasi con " " sono discorso diretto.
-le frasi con ' ' sono pensieri.
-la frasi completamente scritte in corsivo sono ricordi e/o sogni
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Capitolo 1: il primo incontro.
‘ Kagome ‘ sussurrai scavando dentro la mia memoria.
Il giorno in cui la vidi per la prima volta era poco più di una bambina eppure, già allora, possedeva una forza fuori dal comune.
Lei fu il primo essere umano che riuscì a sopravvivere dopo aver subito un attacco tutt’altro che pacifico. Il suo corpo sarebbe dovuto sciogliersi insieme alle vecchie ossa che giacevano dentro il corpo di mio padre ma invece...ciò non avvenne. Da lì in poi, dal momento in cui quella stupida femmina umana, dagli strani vestiti, si rialzò sulle sue gambe illesa; fu d’allora che le mie certezze iniziarono a vacillare. Quella donna catturò la mia assoluta attenzione.
Mi sono chiesto dopo tutto questo tempo se, in realtà, non furono proprio quei suoi maledetti occhi color nocciola a scatenare dentro me stesso una serie di sensazioni mai provate fino ad allora.
Compassione.
Fu proprio questo il primo sentimento umano che nutrii verso una bambina umana così simile a quella donna chiamata... Kagome.
Nella tomba di mio padre, però, l’odio prevalse.
Inuyasha non sarebbe stato mai degno di possedere Tessaiga, la spada con la quale il Grande Generale cane sconfisse milioni di demoni con un solo fendente. Un misero mezzo-demone non sarebbe mai riuscito a controllarla.
Purtroppo la mia impudenza mi condusse a commettere un'imprudenza fatale. I demoni, se guidati dalle proprie pulsioni, sono vulnerabili. Fu questo il motivo per cui il potente Sesshomaru fu severamente punito. Preda del mia della mia sete di vendetta fui colto alla sprovvista e mi fu tolto un braccio. Distrutto nell’orgoglio e menomato di un arto, tornai nel mondo degli umani.
La rabbia, la rabbia che provai per non essere stato in grado di eliminare Inuyasha e quella sua nuova e stupida femmina umana mi fece perdere il senno! La cosa che più fra tutte mi fece impazzire fu che mio fratello minore riuscì a brandire la zanna di mio padre senza alcun problema.
Mio padre… Si, Il Grande, Immenso, Maestoso Demone Maggiore! Il Grande Generale Cane che tutti venerarono come un Dio. Lui che mi diede la vita... ebbe i suoi riguardi solo Su Di Un Unico Figlio. Applicare un sigillo ad una spada non fu certo un gesto da poco. Il suo volere fu chiaro e schiacciante. A Suo Figlio fu Donata la sua spada della distruzione mentre a me fu rifilato in eredità un inutile pezzo di ferraglia. Una katana che avrebbe dovuto insegnarmi il valore e il rispetto per la vita stessa… si rivelò non più che uno misero scarto che avesse l’unico scopo di perfezionare un potere che non sarebbe mai stato mio.
Durante lo scontro contro Inuyasha mi fu reciso il braccio sinistro, il braccio con cui ero solito combattere. Dopo la battaglia fui separato dal mio servitore, Jacken. Quando mi svegliai dal mio sonno mi ritrovai in un bosco e fu lì che Rin apparve nella mia vita. Era una piccola ed insignificante umana, so per certo che se fossi stato in grado l’avrei uccisa ma non potevo. Quella stupida bambina cercò a suo modo di aiutarmi. Lo scricciolo non sembrava comprendere i miei rifiuti ma continuò imperterrita a portarmi qualcosa. Non accettai né il suo cibo né la sua acqua e la somiglianza con quella femmina che stava accanto ad Inuyasha mi faceva rivoltare lo stomaco.
Quando finalmente riuscii a riprendere le forze decisi di andar via di lì. Durante il tragitto vidi la bambina. Il suo piccolo corpo freddo e senza vita sembrava essere divorato da lupi. Mi accorsi che la causa del perchè fosse lì. Stava portando come suo solito quei viveri e così... Decisi di utilizzare Tenseiga, non soltanto per provare il suo potere, ma per cercare di alleviare quella sensazione sgradevole che iniziai a provare per quella morte insensata.
Era molto piccola ed era stata vittima di una fatalità. Decretai che lei fosse meritevole di avere una seconda Chance ma solo il tempo avrebbe deciso se quella mia decisione sarebbe stata giusta o sbagliata.
Gli esseri umani sono.... non sono altro che feccia.
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Author's Chapter Notes:
Grazie a tutti per i commenti e il supporto in questi anni
By Eriet ( Kagome 95)
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Capitolo 2: Rin
Contro ogni mia previsione quella bambina silenziosa decise di seguirmi per cercare in tutti i modi di pagare il suo debito nei miei confronti. Era decisa a fare quel che diceva tanto che, nonostante il mio rifiuto, lei insistentemente decise di continuare a starmi vicino. Ovviamente non fui d'accordo ma troppo testarda per cambiare idea. Mi convinsi che osservandola avrei potuto capire cosa gli esseri umani possedessero di così speciale e che alla fine si sarebbe stancata così sarebbe tornata dai suoi simili in fretta.
Tessaiga al tempo era divenuta la mia ossessione così spinto dal desiderio di vendetta d’Inuyasha diedi il via da una nuova follia. Mi feci coinvolgere dagli eventi. Divenni l’alleato di un mezzo-sangue che si spacciava per un demone. Il suo nome era Naraku. Un essere cupo il cui unico obiettivo era possedere la sfera dei quattro spiriti per diventare un essere completo. Quello sciocco tentò pure di controllarmi. Per l’affronto subito decisi che l’avrei eliminato dalla faccia della terra per sempre. Non mi importava che rapporto avesse con Inuyasha, si era preso gioco di me e non l’avrei lasciato in vita.
Con il passare del tempo, però, diviso tra le vicende di quel presente e del mio passato iniziai a comprendere quello che stava succedendo intorno a me. Una fra tutte Rin. La bambina non parlava. Pensai all’inizio che fosse dovuto a un qualche problema fisico ma non era così. La bambina era sana e non aveva scelto di seguire per puro caso. La piccola aveva paura dei suoi stessi simili. Piangeva e spesso urlava la notte durante il sonno. Con il tempo fui messo al corrente della sua orrenda storia.
La piccola umana aveva perso la sua intera famiglia davanti ai suoi occhi poco tempo prima. Dopo quell’evento Rin smise completamente di parlare. A causa del suo problema fu ben presto scacciata dalla sua gente pensando che fosse solo un peso. Fu trattata come schiava e coloro prima di morire si presero , diciamo, cura di lei gli avevano fatto del male forse più degli altri. Fu per questo motivo che Rin preferì seguire un demone piuttosto a vivere tra gli uomini.“ gli esseri umani sono cattivi…” Pensava questo della sua stessa gente. Aveva paura che se fosse stata un'altra volta da sola le avessero nuovamente fatto del male. “ gli esseri umani sono sporchi…” Provai compassione nei confronti di un essere che non aveva deciso di vivere in quel modo.
Qualche tempo dopo, però, quel piccolo essere umano così impaurito dalla sua gente riuscire a star vicino ad una donna umana. Non era irrequieta né spaventata. Rin era molto calma alla sua presenza e mostrava persino una certa devozione verso i suoi confronti. La femmina che viaggiava con mio fratello era quella donna così cara a Rin.
Fu l’unico umana a cui Rin dimostrasse un particolare attaccamento. Gli piaceva la sua compagnia e, posso dire con estrema certezza, che Kagome di contro non aveva idea in cosa sarebbe andata incontro seguendo quello stupido inetto di mio fratello.
Potrei adesso affermare, dopo anni di distanza, che Rin non fosse altro che la figlia che non avevo mai avuto e desiderato.
Non avevo mai visto un essere così irrequieto, odiavo i bambini ma “ padron Sesshomaru, guardi!” non esitava mai a farmi partecipe delle sue scoperte. “ non è carina?” con sorriso in volto.
“ Rin, lascia stare padrone Sesshomaru!” Jacken ovviamente non perdeva mai il tempo di rimproverarla ma credo che lui si fosse affezionato a lei. Io ero sempre lì ad osservare da lontano la bambina giocare con quel rospo ma allo stesso tempo devo stare ben attento che Rin non fosse coinvolta nello scontro tra me e Naraku. Dovevo ucciderlo, sfera o meno, dovevo salvare il mio orgoglio.
Durante quel lungo e tortuoso percorso, in più di un'occasione, salvai la miko dagli strani vestiti dal suo destino. Quella stupida non si rendeva conto che più sarebbe stata accanto a Inuyasha e più lei avrebbe potuto rischiare di essere uccisa da lui stesso. I mezzi-demoni sono odiati e cacciati per questo motivo: sono esseri che non dovrebbero mai essere generati; bestie in cui convivono forze che non sono capaci di coesistere; sono belve che generano una maledizione dal proprio sangue; essi sono mostri instabili che causano morte e distruzione; Loro non tengono conto di razza o di genere o potere , loro vogliono solo poter bere altro sangue. La loro nascita causa forti fratture nel mondo poiché ne sconvolgono i confini già precari.
Durante un allenamente con mio padre, quando ero solo un ragazzino, ebbi l’occasione di vedere il mio primo mezzo-demone. Gli occhi di quel mostro erano vuoti e rossi come il sangue. Quell'animale informe voleva solo uccidere. Non possedeva alcun tipo di intelletto. Era un corpo vuoto che si agitava nel delirio di ingurgitare altro sangue. Fu mio padre a spiegarmi tutto questo una volta che lo uccise.
“Sesshomaru, i mezzi-demoni possiedono un potere sconosciuto a noi demoni” mosse la sua spada “ ma proprio per via dei loro deliri sono ingestibili, molto pericolosi e allo stesso tempo potenti “ Narrò riponendo Tetsusaiga. “ non hanno paura di morire perché non possiedono pensiero una volta arrivati a quello stadio” osservai bene il volto di quel mostro “molti demoni non si rendono conto di quello che fanno...” ricordo perfettamente la sua rabbia quando voltando le spalle si allontanò disgustato. “ e dimmi tu hai paura di loro, Sesshomaru?” chiese camminando per la foresta.
“ no padre” fissai bene a mente quella immagini e proseguii.
“ Molto bene, allora andiamo “ mi ordinò tornando alle sue vere sembianze.
“ si padre..” annuendo lo seguii cavalcando il cielo insieme a lui.
Molto tempo dopo compresi il perché di quella reazione. Tutti coloro che si erano resi padri o madri di mezzo-demoni erano solo dei degenerati che avevano avuto la malsana idea in passato di accoppiarsi con umani solo per “divertimento”. Mio padre odiava quel genere di bestie...eppure quello stesso demone, che provava orrore nei confronti di quei mostri, si rese lui stesse partecipe di aver ingravidato una femmina umana. Izaioi.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Capitolo 3: i mezzo-demoni
Umani. Non ho mai abbandonato l’odio verso quella razza immonda.
Nonostante questo, non solo salvai quella miko dal suo mezzo-demone ma cercai di farle capire che l’avrebbe fatta solo soffrire. Potrei dire che cercai a mio modo di aiutare quella donna. Avevo una qualche forma di debito nei suoi confronti.
Kagome e Rin era simili perchè nessuna delle due era responsabile di quello che stava accadendo e ,allo stesso tempo, era state trascinate in un qualcosa che era molto più grande di loro. La miko avrebbe dato la vita per quel mezzo-demone che di canto suo avrebbe dato tutto per la sua femmina morta 50 anni prima.
Prima che me ne rendessi conto arrivammo al momento della resa dei conti. Nel corpo di quel maledetto di Naraku, quando vidi Kagome cadere nel vuoto, mi resi conto di quanto fosse beffardo il destino. Quella ferita sul suo corpo diceva molto più di cento parole. Essendo la reincarnazione vivente di quella morta gli sarebbe toccato di spirare proprio come quella Kikyo. So bene che avrei potuto lasciarla precipitare e fare in modo che lei incontrasse la morte per sempre ma... non lo feci. Agii senza riflettere.
Riuscii a fermare la sua caduta. Presi tra le mie braccia lei e il suo arco. Osservando quella spalla capii chi l’avesse ferita. Quell’odore era inconfondibile. Era stato proprio Inuyasha a farle del male e non un fantoccio. Fortunatamente per lei non sembrò essere molto profonda. Doveva essere successo qualcosa a quell’idiota di un mezzo-demone.
Discesi verso una delle piattaforme di tessuti.
Toccando terra adagiai la femmina al suolo. Non era colpa sua se si era ritrovata in quel luogo maledetto. Fu il suo affetto per quel mezzo-sangue ad aveva condotta lì dentro. Il suo volerlo aiutare a tutti i costi le stava costando la vita.
La donna umana dormì con accanto a sé l’arco della miko morta.
Mi alzai e pensai che gli amici di Inuyasha da lì a breve sarebbero venuti a prenderla. Di colpo sentii la presenza di alcuni demoni proprio dietro le mie spalle. Erano venuti per divorare la donna.
“ Sesshomaru che cosa pensi di fare?” chiese uno di loro abbastanza incuriosito.
“ sparite.” distrussi quei demoni con i miei artigli con facilità. Erano solo degli scarti che stavano svolgendo il lavoro di spazzini. Tra un mostro e l’altro la femmina si destò dal suo sonno.
“ S-Sesshomaru?” Disse titubante alzandosi sulle sue braccia. Mi voltai appena il viso per vedere cosa avesse da dirmi. Persi la concentrazione per un paio di istanti. Altri scarti si fecero avanti e con un colpo ben assestato li rimisi al loro posto. “ Hai scacciato per me, i demoni, per tutto questo tempo? “ Domandò l’umana piena di paura.
“ quelle ferite, “ uccisi gli ultimi demoni “ è stato Inuyasha a procurartele?” domandai e come mi aspettai la donna non seppe che rispodermi “ visto la sua natura di mezzo-demone “ proseguii “ immagino che sia stato inghiottito dall’oscurità di Naraku “ non ricevendo alcuna risposta decisi di proseguire il mio cammino.
“ T-Ti sbagli…” disse a stento“ non è così “ cercò di giustificarlo inutilmente. Sapevo per esperienza quanto fosse debole quell’idiota. “ ehi aspetta !” urlò seguendomi senza esitazione. Feci strada, data la situazione gli permisi di seguirmi. Lei era un obiettivo quindi un elemento indispensabile per la morte di Naraku. Non so e non ricordo per quanto tempo camminammo in quella oscurità. “ Sesshomaru..” disse d’un tratto “il tuo fiuto è sviluppato come quello di Inuyasha, vero?” Mi chiese quella sciocca stringendo il suo arco a sé. “ potresti capire dove si trova Rin?” la sua devozione verso quella bambina era encomiabile ma la sua domanda fu davvero ridicola. Fu questo il motivo per il quale la ignorai. Se avessi avuto una qualche traccia di Rin sarei intervenuto immediatamente.
Passo dopo passo notai che visto dall’interno il corpo di Naraku era molto più grande di quello che apparisse da fuori, infatti rese la mia ricerca più ardua di quello che avessi pensato.
“ Guarda, Rin è laggiù!” esclamò indicando una brutta copia fatta male.
“ Quella è solo un'illusione. ” fu davvero patetico. Naraku credeva di prendersi gioco di me come nulla fosse ma il mio obbiettivo era uno solo: usare Bakusaiga nel momento giusto. Gli avrei fatto assaggiare il vero potere di un demone maggiore.
“ Ti chiedo scusa” cercò di raggiungermi “ ah!” sbatté contro uno dei tessuti.
“ guarda dove metti i piedi, donna” la rimproverai, non potevamo perdere tempo.
“ S-Si..” cercò di orientarsi e afferrando la mia coda si fece guidare. L'odore del suo sangue mi irritava ancora di più sapendo che fosse stato il suo amato a avergli fatto questo. Era solo un idiota e basta.
Non avevo mai permesso a nessuna femmina benché meno umana di stringere a sé la mia “coda” ma solo per quella volta feci buon viso a cattivo gioco. Tremava come una bambina, forse aveva timore di rivedere Inuyasha ma se l’avessi lasciata lì non sarebbe sopravvissuta comunque.
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Capitolo 4: la morte di Naraku
Uscendo da uno di quei tunnel finalmente percepii qualcosa. Avevo sentito l’odore di Rin e quello di Inuyasha.
“ Dobbiamo saltare” la avvertii. Stringendosi alla mia coda, mi seguii ancora una volta. Senza esitare ci dirigemmo verso di loro. Inuyasha era nella sua forma demoniaca e questo non preannunciava nulla di buono. Naraku voleva forse far uccidere Rin da Inuyasha? Se solo l'avesse fatto non lo avrei risparmiato neanche se la stessa miko avrebbe dato in cambia la sua vita.
Com’era prevedibile Inuyasha era controllato ma con mio stupore quell’essere non era Naraku ma Magatsui.
Lottai contro mio fratello. La sua donna dietro di me tremava per il suo uomo ma non mi sarei trattenuto. Inuyasha era solo un idiota, era solo questa la verità. La stessa che era stata quasi uccisa da lui mi stava supplicando di risparmiarlo. Non tolleravo la stupidità e per me si sarebbe meritato la morte per quello che aveva fatto.
Alla fine dello scontro però, contro ogni aspettativa, Inuyasha riprese un centro controllo. Fu tutto grazie a quella donna umana se riuscì a tornare in sé. Così riuscii a distruggere Magatsui un momento prima che quella bestia infame potesse impossessarsi della miko.
Nell’istante in cui lo feci fuori lei cadde giù. Vidi mio fratello salvarla e in quell’istante sentii una strana stretta al petto. L’aspetto di Inuyasha tornò quello di sempre. Non ebbi il tempo di soffermarmi su quella strana sensazione mai provata prima. Dovevo salvare Rin che era ancora dispersa in quel mare di liquami.
Riuscii a salvare la bambina dalla furia di una donna che lottava per salvare il suo compagno e radunandoci tutti in un punto del corpo del ragno , con un colpo di Bakusaiga lo disintegrai insieme a quegli umani. La donna era stretta al suo mezzo demone e sembrava che tutto fosse finito per sempre ma Naraku era un nemico tenace. Di fatti ebbe altro in mente.
Tutto ad un tratto dietro alla miko si creò una meido. Essa fu risucchiata al suo interno. Non capii come fosse possibile e perchè fosse successo. Dopo che Inuyasha si lasciò andare dall’ira decise di aprire un varco cercando di trovare la ragazza tra i “mondi”. Come se lui sarebbe stato davvero un grado di salvarla. Era impossibile.
“ padrone dove andate?” chiese Jacken vedendomi voltare le spalle.
“ no! “ esclamò Rin prendendo una gamba del mio pantalone “ dobbiamo salvare la signorina Kagome e il signor Inuyasha!” disse in preda alle lacrime.
“ Si, signor Sesshomaru, non può fare nulla per loro?” Chiese Kohaku stando dietro Rin.
“ e cosa dovrei fare?” chiesi a quei due sciocchi.
“Salvateli…sigh” disse in lacrime.
La femmina umana e il mezzo demone avevano trovato di certo la morte nel confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti.
“ anche volendo non posso fare nulla per loro” conclusi proseguendo per la mia strada. Alla fine il destino sembrava aver riprese il suo corso...Almeno così pensai all’inizio.
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Capitolo 5: Dopo la morte di Naraku
Dopo la morte di Naraku, Rin volle aspettare il ritorno della sua “ signorina Kagome” insieme a quegli umani. Visto la sua ostinazione decisi che sarebbe stato il momento giusto per far si che lei fosse affidata a quegli umani.
“ non preoccupatevi ci prenderemo noi cura di lei” disse quella vecchia senza un occhio.
“ lo credo bene perché verremo a controllare come sta!” rispose Jacken molto adirato.” non che mi importi” puntualizzò il mio servitore.
“ Non rimanete?” d’un tratto fece capolino Rin dietro la capanna.
“ Rin!” Sobbalzò quello sciocco “devi capire che adesso che Naraku è morto il padrone ha molte cose da fare...” cercò di spiegare avvicinandosi alla bambina.
“ C-Capisco...” chinò il capo Rin.
“ tornerò “ mi voltai per proseguire il mio cammino verso il palazzo di mia madre.
“ si e spero che ci sia anche la signorina Kagome qui con noi “ soffio mentre la vecchia poggiò una mano sopra la spalla della piccola umana.
“ Tks..” soffia quasi divertito da quelle sue parole.
Quei due erano morti ma Rin credette quel giorno che si potessero ancora salvare. Sapevo che non c’era modo che avvenisse una cosa del genere a meno che non avessero usato il potere della sfera maledetta. Conoscendo quell'oggetto però sapevo che avrebbe chiesto in cambio un grande prezzo da pagare.
Lasciai Rin in quel villaggio di umani. La speranza che albergava in lei però ben presto fu spazzata dagli eventi che vi susseguirono in seguito. Passarono alcuni giorni quando ritornai al villaggio. Durante quel periodo di tempo ero tornato al palazzo per riprendere il cammino che avevo lasciato. Niente era più come prima ma mi illusi del contrario. Guardandomi allo specchio mi resi conto di essere cresciuto da quando ero solo un ragazzino pieno d’odio e rancore. Ero riuscito a ottenere un potere davvero eccezionale ma allo stesso tempo sentii di aver perso qualcosa, un pezzo di me stesso.
“ Padrone la aspettano” annunciò Jacken aprendo la porta della mia camera.
“ Si “ riposi bakusaiga al suo posto ed uscii per incontrare le 4 cariche più importanti del regno.
“ sta attento “ mi avvertì mia madre sull’uscio del salone della guerra.
“ Tks, torna sul tuo trono” dissi superandola.
“ Sesshomaru, non dovresti trattare tua madre in questo modo “ quella sciocca mi rimproverò come se mi sarebbe importato.
“ Finalmente ci incontriamo dunque” il padrone del est disse abbastanza divertito “ Sesshomaru, il figlio del generale, vero?” disse quel vecchio demone. “ come sta il tuo caro fratellino?” mi guardò dritto negli occhi.
“ è morto pochi giorni fa” Soffiai accennando un sorriso.
“ si ho sentito, quindi sei stato tu ad uccidere quel mezzo-demone di nome Naraku “ unì le mani di fronte a se.
“ siete ben informato “ mi avvicinai al tavolo.
“ e bene perché ci hai convocato?” andò al dunque il regnante del nord-est.
“ sono qui perchè voglio concludere l’opera che aveva dato inizio mio padre “ annunciai ai 4.
“ Sesshomaru” intervenne il vecchio “ sei sicuro di quello che stai dicendo?” domandò appoggiandosi alla sedia “ saresti davvero in grado di sottomettere un intero paese sotto il tuo comando?”
“ anche se sei cresciuto tu non sei ancora in grado di poter dirigere un esercito” puntualizzò il più giovane.
“ come vi permettete!” urlò Jacken
“ Concordo con quello che dic-” scontrandosi con i miei occhi vidi il loro volto impallidire.
“ P-Padrone…” quel rospo tremò.
“ non sono qui per avere degli ordini da vecchi inutili come voi “ girai intorno al tavolo. “ sono qui per annunciarvi che il figlio del vostro padrone sta per realizzare il desiderio di suo padre “ mi sedetti sul trono che un tempo fu di quell’ultimo “ e chiunque non mi seguirà “ dissi “ troverá la morte “ soressi il mio mento con la mano. “ sono stato chiaro?” domandai guardandoli uno per uno.
“ S-Si…” balbettavano quegli idioti tremando.
“ bene allora andate e annunciate che” mi appoggiai allo schienale “ il principe dei demoni reclama il suo trono “
“ Si P-Padron Sesshomaru “ si chinarono immediatamente e uscirono di corsa.
“ Padrone siete stato eccezionale! “ si prostrò ai miei piedi quella rana dalla bocca larga. “ sono così felice” il suo volo fu inondato dalle lacrime.
“ è così quindi? vuoi davvero riprendere il controllo del regno?” entrò mia madre.
“ ve ne stupite, madre?” domandai a quella donna.
“ affatto, sono solo felice che tu sia tornato in te stesso figlio mio ” si voltò “ avevo timore che quella bambina ti avesse cambiato orribilmente “ disse priva di espressione. “ sono contenta che non sia stato così” fece per uscire. “ Rin, era il nome di quella bambina, giusto?” chiese conferma. La guardai in malo modo. Alla fine non ricevendo risposta varcò la soglia della porta e se ne andò via.
“ va tutto bene padrone?” Jacken domandò avvicinandosi a me.
“ Jacken” chiusi i miei occhi.
“ ditemi sua maestà!” si mise sull’attenti.
Non so per quale ragione ma la mia mente andò alle ultime parole di Rin. “ portami da bere” dissi sfinito.
“ si immediatamente!!” iniziò a correre come un forsennato.
‘ chissà se stavolta ti arrenderai al destino caro fratellino’ guardai fuori dalla finestra annoiato.
“ ecco qui!” mi porse il bicchiere. Lo bevetti e quando riportai lo sguardo verso il cielo le nuvole divennero nere come se esse mi avvero dato conferma alla mia ipotesi.
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Capitolo 6: addio Kagome.
Credo che passarono uno o due giorni quando tornai al villaggio. Per far si che lei fosse sollevata, su consiglio di mia madre portai alla bambina un vestito.
Arrivato a pochi passi da quella capanna. “ Padrone!!” pianse la piccola stringendo una delle mie gambe.
“ Rin che succede?” Chiese Jacken non capendo. Sperai per il bene di quegli umani che non l’avessero maltrattata.
“ Non tornerà più!!!” disse tra i singhiozzi. “ non è giusto!!” urlò piena di rabbia. “ la signorina Kagome non tornerà mai più!!” gridò fuori di sè. Aspettai con pazienza che la smettesse. “ è colpa vostra!” scappò in fine verso la foresta
“ Rin aspetta!” Jacken cercò di fermarla ma.
“ Jacken lasciala andare” gli ordinai.
“ ma….” cercò di dire “ si “ capì infine che la cose migliore per lei sarebbe stata rimanere da sola.
“Demone, cosa ci fate qui? “ entrai in quella capanna.
“ cosa è successo, vecchia?” cercai di capire a cosa si riferisse Rin con esattezza.
“ be..” sentii l’odore di Inuyasha portato dal vento.
'ed io che pensavo che fosse morto finalmente...' pensai in quell’istante irritato.
“ Inuyasha è tornato ma al suo ritorno…” cercò di spiegare ma decisi che sarebbe stato meglio chiedere al diretto interessato.
“ padrone dove andate?!” Jacken ovviamente cercò di impedirmi di andare ma lo ignorai.
Correndo per la foresta finalmente lo trovai. Era disteso su un ramo di un albero spoglio e prossimo alla morte.“ Fratello..” Inuyasha si accorse della mia presenza pochi istanti dopo.
“quindi sei riuscito a tornare “ presi la parola “ ed io che pensavo che finalmente fossi morto” commentai molto seccato.
“ già” soffiò con stanchezza. Mi diede l’impressione che neanche riuscisse a reggersi in piedi.
“ Naraku era lì, vero?” chiesi senza troppi giri di parola.
“ si…” guardò il vuoto. Come avevo ipotizzato quel pazzo aveva un piano.
“ ti disperi così tanto per una misera donna umana?” Domandai cercando di capire cosa fosse accaduto alla miko.
“ Tks, quella femmina umana, come la chiami tu “ mi rispose sedendosi “ ha sconvolto la vita di tutti noi! “ continuò con rabbia “ persino la tua, demone!” mi urlò contro. I suoi occhi mi ricordarono incredibilmente quelli di mio padre quando difese la sua femmina umana a tutti i costi. Alla fine, quello sciocco, finì in lacrime. Dalle parole di Rin e dalla sua reazione compresi che Kagome avesse perso la vita pur di salvarlo. “ una stupida idiota che mi ha fatto capire cosa davvero provavo “ singhiozzò.
“ sentimenti umani…” soffiai io con disprezzo.
“ e adesso che la sfera non c’è più… non potrò mai più vederla “ cercò di ricomporsi.
“ almeno è viva, no ?” Gli diedi le spalle.
“ si ma…” cercò di spiegarsi” a che costo?” ma ero stanco di sentirlo piangere come un bambino viziato. Contro ogni mio previsione era viva. Era finita senza neanche una vittima e lui si lamentava come un lattante.
“ non risolverai nulla continuando a frignare come un bambino” gli rammentai.
“ Kikyo..” lo sentii dire mentre io disgustato tornai al palazzo. “ che devo fare?”
‘ Kikyo?’ pensai ‘ possibile che tu ancora non abbia abbandonato l’idea pensare a quella morta?’
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Capitolo 7 *** Parte Seconda: capitolo 1 ***
Capitolo 1: Akuryō
Passarono i mesi e gli anni. La mia salita al trono avvenne senza intoppi. Il mio obiettivo era diventare l'imperatore del mondo. Volevo sottomettere tutti al mio cospetto, come sempre mi era stato insegnato fin da quando ero in fasce.
Vi starete chiedendo il perchè mi chiamano L’Akuryō, non è vero? Fu molto tempo prima che Kagome tornasse dal suo mondo.
Ricordo vagamente che al tempo avevo appena completato una campagna nelle terre del nord. Riuscii a sottomettere al mio cospetto le varie razze che abitavano nel territorio. Nessuno sembrava poter contrastare il mio esercito né tanto meno il suo Generale.
“Gli unici demoni che rimangono sono: ” spiegò uno dei 4 comandanti ai soldati della guarnigione principale. “ quelli dell’est, le bestie marine del mare orientale e infine quella più temibile” fece un pausa “ quella dei i Draghi del Sud” cadde il silenzio tra la folla.
“ Quei maledetti si sentono Dei scesi sulla terra! “ qualcuno urlando il suo malessere.
“ si, è giunta l’ora di chiudere un vecchio conto in sospeso !” incitò gli uomini uno di quei vecchi inutili.
“ in fondo è stato proprio Ryokotsusei a ferire quasi mortalmente vostro padre” raccontò il vecchio facendomi rivivere quel maledetto giorno “ se non fosse stato per lui, il gran Generale , sarebbe stato ancora vivo” lo sapevo perfettamente.
“quindi è nostro dovere vendicare il gran Generale! “ annunciò il più giovane dei 4 generali pieno di sé.
“Il signore dell’attuale oriente, discendente di Ryokotsusei, è…” il vecchio cercò di narrare ciò che aveva scoperto sul mio nuovo nemico mortale.
“ Presto ! Aiuto! “ un povero soldato corse verso la folla interrompendo l’eloquio di uno dei comandanti. “Il signore dell’attuale nord-est!! “ gridò , subito lo fecero passare.
“ Che succede” il ragazzo si chinò cercando di riprendere fiato
“ perdonate l'intrusione mio signore” ansimò sfinito “ ma Ryaghi, in signore del nord-est, sta attaccando le nostre truppe!” ci spiegò incredibilmente.
“ Che cosa!? “ Jacken esclamò
“ Vigliacco “ gli diedi le spalle e mi diressi verso la mia stanza. Solo una essere senza dignità poteva attaccare in quel modo. Se voleva sfidarmi avrebbe fatto bene a chiederlo e non attuare un colpo così basso.
“cosa intende fare mio signore?” chiese il rospo vedendomi prendere la mia spada.
“ Tks, fate ritirare l’esercito “ ordinai a quei 5.
“ ma.. Padrone sono a centinaia” cercò di controbattere il soldato che aveva dato l'allarme.
“ ci vuole una pena esemplare per chi come lui ha osato attaccare come vile. ” spiegai senza troppi giri di parole. “ Ah-Houn” chiamai il mio drago a 2 teste. “ andiamo” gli ordinai.
Arrivati sul posto notai che il fuoco avesse invaso mezza vallata. Vi era il caos. Scendendo lo vidi finalmente. Quel maledetto si crogiolava nel suo operato.
“ é arrivato il padrone!” sentì qualcuno esultare.
“ si!” le truppe esclamarono vedendomi uccidere parte di quelle bestie.
“ ahahah Sesshomaru” vidi quella belva dagli occhi verdi e i capelli biondi. “ finalmente ci incontriamo, bastardo” rise di gusto. Fischiando ,i suoi uomini , si misero dietro di lui.
“ Tutto qui?” domandai a quello che potrei definire un patetico avversario.
“ mi avevano detto della tua freddezza” fece un passo avanti molto incuriosito.
“ Padrone siete qui!” uno di quegli soldati feriti mi afferrò il braccio. Li aveva decimati.
“ state tutti indietro” gli ordinai e facendo un cenno con il capo si fece portare via di lì.
“ ne siete sicuro?” domandò quello spocchioso ragazzino “ non credo tu possa fare molto da solo . “ Ben presto mi accorsi che i suoi arcieri mi avevano circondato. Non risposi nemmeno alla sua provocazione. “ ahahahah, non dici nulla?” insistette quell'idiota. Se voleva fare la sua mossa doveva farla in fretta per non essere ucciso immediatamente.
“ padrone siamo qui!” Jacken arrivò con gli altri.
“ occupatevi dei feriti “ ordinai unicamente.
“ Ma…” chiese il soldato abbastanza sorpreso. Toccai l’elsa della mia spada.
“ a... quella deve essere la tua temibile spada, Bakusaiga” fece un orrendo sorriso. “ bene, vediamo se sarai più veloce tu o una freccia “ in una manciata di secondi estrassi bakusaiga e con unico colpo sterminati mezzo esercito. “ maledetto, non ho paura di te!” si parò dal colpo con uno dei suoi uomini “ ti sconfiggerò ad ogni costo!” annunciò andandomi incontro.
“ per un essere vile come te” conficcai Bakusaiga nel terreno “ utilizzerò un solo braccio per distruggere quello che tu chiami esercito!” gli diedi un pugno in pieno viso facendolo schiantare per terra.
“ pazzo!” si rialzò velocemente e con un movimento della mano ordinò ai suoi uomini di attaccare. Erano soldati di 4° classe, armati di poveri stracci. Uno ad uno li ammazzai. Fino a quando capirono che il loro fosse un suicidio.
“ Vi concedo di andare visto che l’unico di cui voglio la testa è il vostro Capo “ gli diedi una Chance per risparmiarsi la vita. Com'era prevedibile abbandonarono il campo di battaglia lasciando solo il loro capo.
“ va bene allora sarà uno contro uno!” mi andò incontro per l’ennesima volta. Dovevo ammettere che fosse davvero veloce ma non poteva di certo battermi.
“ e bene?” lo ferii allo sterno “ dov’è la forza di cui mi parlavi?” poi lo presi per il viso.
“ ah!!” urlo soffocato dalla mia stretta.“ tu… cosa…” cercò di liberarsi “ n-no..” non ebbi pietà. Gli spappolai la testa. Nello scoppio mi si macchiarono i vestiti già uniti del sangue di quei poveri sciocchi. Il suo corpo esanime cade per terra. Non provai nulla. Stanco presi Bakusaiga e la riposi al suo posto. Forse per la paura, o forse per il sangue, il soldato che aveva lanciato l’allarme mi chiamò con l’appellativo “l’Akuryō” da quel giorno quello divenne il mio nuovo nome. Akuyo che letteralmente significa Spirito maligno.
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Capitolo 8 *** Capitolo 2 ***
Capitolo 2: Sorpresa inaspettata.
Passò il tempo, continuai a combattere senza fermarmi un attimo. Quel giorno mi alzai particolarmenti di malumore. Non volevo avere nessuno in mezzo ai piedi, quelle rare volte che dormivo era sempre così.
“ padrone siete davvero eccezionale “ Jacken come suo solito mi adulò appena entrato in camera mia.
“ Esci” gli ordinai tirandogli una bacinella piena d’acqua.
“ ah!!” si scansò giusto in tempo. L’affare si ruppe in mille pezzi. “ mi perdoni, l’ho svegliata?” chiese sbiancando.
“ No e adesso sparisci prima che ti ammazzi” lo avvertii mentre mi toccai la testa desiderando solo il silenzio.
“ f-forse sarebbe meglio se facessimo una pausa, no? “abbassò la sua inutile voce “ è da molto tempo che non andiamo a fare visita a Rin, non vi sembra?” si avvicinò a me quatto quatto. “ se andassimo da lei?” chiese rischiando la sua vita.
“ credo che tu abbia ragione” mi alzai dal mio letto sorreggendomi il capo con una mano.
“ Si” chinò il capo il rospo..
“ prepara un dono “ uscii dalla stanza senza prestargli troppa attenzione. “ e adesso lasciami in pace “ chiusi la porta con forza. Non ricordo di aver sognato nulla in particolare, forse avevo solo dormito male. Solitamente i demoni non dormo per anni o anche decenni per poter sopravvivere, altri invece compiono lunghi sonni e stanno svegli pochi giorni all’anno. Mi diressi verso un fiume per potermi lavare il viso. Osservai il mio riflesso. ‘ quanto tempo è passato?’ pensai chiudendo gli occhi ‘ forse 3 anni ‘ mi sedetti sulla sponda.
“ vi chiedo scusa per quello che ho detto” mi chiese scusa la bambina un anno dopo “ è solo che vorrei tanto che signorina Kagome torni e viva qui con noi “ strinse le sue piccole manine sporche di terra.
“ questo non è il suo mondo “ gli rammentai.
“ non è vero” si appose “questo è anche il suo di mondo…” chinò il capo. Poggiai una mano sul suo capo. “ lo so che posso essere sciocca ma… manca a tutti la signorina” gli cadde una lacrima.
“ lo so “ lasciai il suo capo e me andai via.
Quel ricordo mi balzò alla mente e mi chiesi se finalmente quegli sciocchi avessero accettato la sua dipartita. Dopo che mi rimisi a dosso gli abiti per gli eventi informali partimmo alla volta del villaggio di Rin. Jacken era a cavallo di Ah-Houn Arrivati sul posto degli stupidi e rivoltati umani scapparono nelle loro case. Non ero lì per togliere la vita a nessuno ma chi avrebbe detto nulla. Infondo la cosa mi faceva piacere. Arrivammo alla sua capanna Rin uscì e fu contenta della mia visita.
“ Padrone siete qui!! Jacken!!” esclamò stringendo il rospo.
“ piano che mi ammazzi!” cercò di scappare dalla sua presa. Ebbi l’impressione che fosse molto più euforica del solito ma non feci alcuna domanda.
“ Dagli il suo dono” ordinai al rospo.
“ si! tieni Rin” subito gli diede il pacchetto.
“ Wow un altro meraviglioso Kimono!!!” disse febbricitante.
“ ormai sei più grande e quello di certo non ti viene più “ commentò il mio servitore.
“ Sei così caro Jacken!!” Per poco non gli fece saltare la testa.
“ e smettila!!!!” urlò a gran voce. Non nego che la cosa calmò il mio malessere di quella mattina.
“ Demone “ Disse la vecchia rientrando.
“ Andiamo” mi voltai, si stava integrando molto bene tra gli uomini.
“ ma come non restate?” domandò stranita.
“ be… il padrone per ora ha molte cose da fare Rin” disse ridendo nervosamente.
“ Capisco…” chinò il capo la bambina. “ allora ciao” disse in fine mentre io presi il volo. Non sembrava essere cambiato molto alla fine. Rin stava crescendo con i suoi simili e la cosa non mi dispiaceva affatto. Di colpo sentii l’odore di Inuyasha e quello di qualcuno che non doveva essere lì.
“ oh! avete visto padron-Sesshomaru?” disse Jacken guardando di sotto. “ Kagome è tornata” commentò lo stupido rospo come se non me ne fossi accorto prima.
“ ehilà cognatino!!” urlò quella stupida umana attirando l’attenzione su di sé. Cognatino? che cosa stava a significare un appellativo del genere? la vidi accanto a quell'inetto di mio fratello Ammetto che non riuscii a trattenere lo sdegno per quell’affermazione.
“ ma che cos’è tutta questa confidenza ?” intervenne Jacken. “ dobbiamo andare a dirgliene quattro!” urlò.
“ Jacken sta zitto altrimenti ti ammazzo.“ lo ammonii severamente. ‘Ciò stava a significare che alla fine il desiderio di Rin sia avverato?’ pensai tra me e me. Quella femmina era tornato in questo mondo questo significava che lei avrebbe adesso vissuto la sua vita con Inuyasha, Rin e gli altri suoi amichetti. ‘che cosa stupida sciocca ’ pensai camminando per la foresta. ‘ so perfettamente che la sfera chieda qualcosa in cambio e allora com’è possibile che quella femmina sia qui come nulla fosse accaduto ?’ riflettei e pensai che forse il malessere di quella mattina era riferito a quell’evento.
Camminai per la foresta senza una meta, senza un perché fin quando Jacken disse: “ padrone vedete che è quasi il tramonto, non dovremmo tornare?” domandò e alzando il viso al cielo mi accorsi che avesse ragione.
‘ p-perchè…’ pensai stupito ‘ perchè non mi sono accorto che il tempo sia passato così velocemente’ mi fermai perplesso in mezzo al nulla.
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Capitolo 9 *** Capitolo 3 ***
Capitolo 3: La miko Kagome
Stanco tornai nella mia stanza. Mi distesi sul mio letto e ' quindi lei è tornata ' pensai distrattamente ' chissà come avrà fatto a sfuggire alla morte?' guardai il soffitto. Espirai stanco mi stavo ponendo fin troppe domande su quella femmina. Guardai la luna che era fuori la mia finestra. La mente ritornò alla foresta.
Jacken mi si avvicinò abbastanza preoccupato non era da me comportarmi in quel modo. “ Jacken” feci il suo nome. “ Cosa significa esattamente cognatino?” domandai al mio servitore chinandomi su di lui.
“ be…” balbettò indietreggiando “ per quello che mi ha insegnato Rin l’appellativo ‘ Cognato ’ “ si grattò la testa deglutendo preoccupato “ lo si da al fratello di cui una donna umana si sposa dopo il matrimonio, solitamente “ mi spiegò incrociando le braccia “ la cosa che non mi è piaciuta di fatti è quel -ino finale che sta da diminutivo!!” si agitò parecchio. “ mica lei ha tutta sta confidenza con voi!!”
“ ho capito “ presi il volo ignorando quell’ultima parte.
“ aspettate!” si aggrappò alla mia coda e tornammo al campo di battaglia.
Non riuscii a pensare più a nulla. Fui in una situazione di stallo e chiudendo gli occhi aspettai con pazienza che la notte passasse. Dopo allora passò qualche tempo. Avanzando con il mio esercito, conquistai terre e villaggi demoniaci.
Una mattina uscii senza avvertire né Jacken né i miei uomini uscii. Mi diressi verso quel maledetto villaggio. Volevo avere delle risposte alle mie domande. Ad un certo punto del mio cammino fui costretto a fui costretto a perdere quota. Visto che nessuno doveva sapere dove fossi presi la decisione di camminare per quei alberi. I raggi del sole facevano a volte capolino tra le fronde. D’un tratto abbagliato dalla luce vidi qualcuno. Vidi una donna seduta in un prato che stava raccogliendo un fiore rosso come il sangue. Stava ridendo mentre i suoi capelli neri ondeggiavano nel vento. La sua veste era bianca e la parte inferiore era rossa. Sembrò un essere immortale.
Ad un certo punto la vidi alzarsi. Dalla sua mano scivolò il fiore. Uno strano odore di acqua salmastra percepii dal suo volto.
“ che stupida” si rimproverò asciugandosi col dorso della mano il volto. Pochi istanti dopo si voltò verso la sua destra. “ la devo smettere di essere così !” disse infine dirigendosi chissà dove. Dal suo volto compresi quale fosse la sua identità. Quella era la femmina di mio fratello. Le sue parole mi trafissero la mente. Ovviamente non capii immediatamente cosa ci facesse lì in luogo così lontano ed isolato. Non ebbi neanche il tempo di riflettere poiché tutto fu bruscamente interrotto. Sentii la miko urlare a squarciagola.
Mi diressi in quella direzione controvoglia, non era mia compito proteggerla ma quello del suo ‘uomo’. Feci le veci di Inuyasha un'altra volta. Correndo tra gli alberi cadde silenzio. Tutto sembrò tacere tutto ad un tratto. Mi guardai attorno ma nulla. Poi udii il rumore del cuore di quella donna risuonare sempre più forte. Feci qualche passo ma non riuscii a capire in che direzione provenisse quel frastuono. Mi sentii stranamente disorientato. Senti persino il mio respiro rallentare così come tutto ciò che mi stava attorno. ‘ che cosa stai facendo Sesshomaru?’ mi chiesi non riuscendo a capire il perchè di quella confusione.
“ Aiuto!!” ripresi il controllo della mia persona. “ vi prego aiutatemi! “ tutto fu più chiaro. Riuscii ad individuarla in pochi secondi e percepii pure altre presenza intorno a lei. Arrivai dalla miko. La vidi essere presa da un uomo che cinse prepotentemente la vita. Quella bestia la costrinsi a sé mentre lei cercò solo di liberarsi.
Divertiti lui e i suoi amichetti risero a gran voce. Quel brigante umano gli puntò l’arma alla gola. Compresi le loro orrende intenzioni. Non riflettei, aggi senza poter evitare. Balzai su di loro e con un sol colpo di artigli uccisi quelle due bestie che non compresero neanche ciò che stava succedendo. Sentii loro carne lacerarsi e il loro sangue macchiare oltre che la mia veste bianca anche il terreno sottostante. Con mio sommo piacere posi fine alle loro esistenze. Rimase solo un umano. Guardai l'essere immondo che costringeva ancora quella miko a sè. Vidi la paura e l'orrore in quei suoi putridi occhi. Quelli erano gli occhi di chi era prossimo alla morte per la mia mano.
La donna con il suo viso pieno di lacrime chiese solo di essere salvata. L’umano la gettò a terra come se avesse voluto sacrificare lei al suo posto. Ciò che non comprese era che volevo vedere la terra macchiata da sul inutile sangue disgustoso.
Tentò di sfuggire forse per aver compreso che io volevo la sua vita. Ero diventato il suo carnefice e lui se ne accorse molto presto.
" no, un demone!" urlò cercando di trovare una via di fuga. Nessuno avrebbe potuto sottrarsi dal mio giudizio né tanto meno alla mia collera. Con un solo fendente di artigli spappolai le ossa e la carne di quella bestia infame. Ricaddi sulle mie ginocchia ed osservare la mia mano unta del suo ignobile sangue. Senti un immensa soddisfazione per aver compiuto quel gesto. Fui fiero di aver punito un essere inutile come lui.
" m-ma...c-chi...?" chiese una voce tremante. Compresi subito di chi si trattasse. Mi voltai appena, tanto bastava per vedere il suo volto. Lei era lì, in terra, con accanto quelle pozze di sangue. Si sorresse in certa sulle sue stesse braccia. Tremava. Sul suo volto le gocce delle sue lacrime sostavano nei suoi occhi pronte a solcare nuovamente quel suo viso ancor umido." Se-Sesshomaru..?" chiese con voce spezzata dal pianto. Mi alzai ' sta.. bene..' Queste parole pronuncia nella mia mente in quell'istante. Chiusi gli occhi e mi diressi verso la sua destra. Era intervenuto in tempo, il mio compito era terminato ormai. " Donna, non vorrete morire una seconda volta " la rimproverai per il suo gesto tanto sconsiderato. Non doveva allontanarsi da sola in un posto così lontano dal suo villaggio.
" io.. no...." Mi rispose chinando il capo" ti ringrazio, Sesshomaru.." mi disse poco prima che riprendessi il mio cammino. Probabilmente, anzi, sicuramente se quel giorno non fossi intervenuto nessuno avrebbe mai potuto udire le sue urla e salvarla.
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Capitolo 10 *** Capitolo 4 ***
Capitolo 4: Tempesta
Quando sorse la luna in cielo non tornai al castello. Continuai a vagare per la foresta. Non so nemmeno perchè lo feci, avevo solo il bisogno di continuare a camminare non mi importava dove sarei andato bastava che le mie gambe non smettessero di camminare. Ad un certo punto nel mio vagabondare mi ritrovai davanti al mare. Tutto era calmo e si era fatta ormai sera. L’indaco dell’acqua si confondeva con il blu scuro del cielo. Osservai l’orizzonte per paio di istanti e poi mi sedetti su di uno degli scogli. ‘ cosa ci faccio qui?’ Cercai invano di capire cosa ci facessi lì ma non vi trovai alcuna risposta. Il contrasto tra quei colori mi ricordò vagamente i capelli di quella miko . ‘ già, chissà perchè lei era lì?’ pensai come uno sciocco. Effettivamente lei non si stava dirigendo verso il suo villaggio ma dalla parte opposta. Una strana smania di curiosità mi avvolse. ‘ devo capire ‘ conclusi e senza chiedermi il perchè di quel mio strano desiderio incontrollabile mi diressi proprio verso il suo villaggio. Le mie erano solo supposizioni. Rin in qualsiasi caso mi avrebbe dato le risposte che stavo cercando. Volai e quando arrivai alla dimora degli umani era già mattina.
Quando mi vide Rin mi strinse una gamba affettuosamente.
“ Padron-Sesshomaru!!” esclamò salutandomi con il viso sereno “ che bello, che ci fate qui?” chiese ma non seppi davvero che risponderle. Mi guardai attorno per cercare una qualche presenza di quella donna. Come avevo previsto lei non era tornata in quel villaggio ma non ne compresi il motivo né dove vi fosse diretta. Mi chiesi se non fosse scappata da quel luogo. Ma la domanda restava , per quale ragione lei si era allontanata così tanto da lì? “ P-padone?” Strattonò la gamba del mio pantalone non capendo che avessi.
“ Sesshomaru quindi sei tu” Inuyasha apparve alla mia sinistra “ pensavo di essermi sbagliato ma invece no “ si rialzò sulle sue gambe il ripugnante mezzo-sangue. “ come mai da queste parti?” non gli prestai attenzione. Mi concentrai sui dintorni per avere una qualche traccia ma nulla, non c’era neanche lontanamente il ricordo di quella donna. Fu la prova inequivocabile che Kagome non vivesse più lì da molto tempo.
“ Padrone, state forse chiedendo dove sia la signorina Kagome?” domandò tutto ad un tratto la bambina. “ per ora a signorina non è qui, è andata a studiare in un tempio poco lontano da qui “ osservai la bambina “ sapete adesso sta studiando per diventare un'ottima sacerdotessa.” chiuse i suoi occhi sorridendo “ il maestro che la se segue è una persona molto importante” disse con entusiasmo.
' quindi…’ pensai ‘ la miko era così lontano da casa per questa ragione ? ' Mi chiesi non prestando attenzione a quello che disse Rin. ‘ dopo tutto questo tempo in cui è stata lontano dal suo uomo decide di distaccarsene una seconda volta?’ Guardai mio fratello che si avvicinò a noi insospettito. ‘ perchè glielo ha permesso?’
" Rin, cosa gli può importare di dove sia la mia Kagome?" La rimproverò trovandosi a pochi passi difronte a me. Mi guardò con sfida ma contrariamente di quello che pensava non ero interessato alla sua donna ma più che altro dalle cause del suo allontanamento.
" in fondo sono sicura che anche il padrone gli vuole molto bene" disse lei prendendo la mia mano “ quindi perchè non dovrei dirglielo?!” esclamò litigando con quell’idiota.
' volere del ... bene?' Ripetei quelle parole ma non compresi il loro significato.
“ meno sa, meglio è” rispose irritato il mezzo-sangue.
“ gneee” gli uscì la lingua.
“ bambina impertinente! “ ringhiò mentre la piccola si nascose dietro di me. Avevo ottenuto le mie risposte e quindi non trovai un'altra motivazione che mi spingesse a rimanere tra gli umani.” allora, si può sapere che vuoi Sesshomaru?” chiese il mio fratellastro perplesso. Dandogli le spalle tornai da dove fosse venuto.
“ Padron Sesshomaru!” sentii la bambina pronunciare il mio nome. “ ve ne andate di già?” cercò una spiegazione.
“ Chissà cosa diavolo voleva? “ commentò Inuyasha quando presi il volo per tornare a quella che potevo considerare la mia casa. Non prestai attenzione a nulla, mi ritirai solamente dentro la mia stanza. ' perchè sono andato in quel villaggio?’ chiesi a me stesso ‘quindi è per questo < volere bene > di cui parla Rin, che volevo sapere cosa ci facesse lì?’ domandai guardando il soffitto di legno . Disteso nel mio letto osservai le tavole in legno. ‘tks, sentimenti umani' pensai ridendo di me stesso. Quando mi rialzai decidi di dirigermi verso la sala delle strategie.Stetti sveglio tutta la notte per studiare un efficace strategia di attacco per l’imminente prossima offensiva che avrei dovuto sferrare a quei mostri che chiamavano draghi .
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Capitolo 11 *** Capitolo 5 ***
Capitolo 5 : Sensazioni inspiegabili.
Tornato alle mie solite mansioni, i giorni e le settimane trascorsero fin troppo velocemente. Io e i miei generali decidemmo di delineando la strategia definitiva. Osservando la mappa stesa sul tavolo di acero, uno dei demoni iniziò a litigare con un soldato per chissà quale ragione. Annoiato la mia mente iniziò a vagare. Mi tornarono alla mente le parole della bambina.
‘ Io volere del bene?’ pensai poggianto il mio mento sulla mano. ‘ che assurdità!’ soffiai gettando per terra la mia coppa piena d’ acqua. Tutti si zittirono di colpo. Preoccupati dal mio gesto le bestie indietreggiarono.
“ mio S-Signore..” Jacken mi chiamò preoccupato a morte.
“ avete finito?” domandai schiudendo i miei occhi d’oro.
“ Vi chiediamo perdono” i demoni non seppero che fare. Si prostrarono ai miei piedi come vermi. Esaurii la mia pazienza quel giorno molto in fretta. Non ebbi la voglia di sentire le loro giustificazioni prive di senso.
“ Va benissimo così” mi alzai semplicemente. “ potete andare” li congedai senza troppi giri di parole. Uscii e andai nelle mie stanze. Durante il tragitto, i miei occhi si posarono sulla flora circostante che circondava il palazzo che da qualche tempo a quella parte era diventata la mia casa. Quel tranquillità, la quiete calmò il mio essere. ' mi chiedo’ pensai infine osservando il laghetto strabordante di loti ‘cosa significhi esattamente quel che ha detto Rin..' chiesi al vento che si alzò in quell’istante. ' eppure, quelle che loro chiamano lacrime..’ rammentai ancora una volta quella miko ‘ perchè le ha versate poco prima di essere presa dai suoi simili? ' ripensai a quell’episodio impresso nella mia memoria.
" P-padron- Sesshomaru , vi s-sentite bene?" chiese il mio fido servitore con timore dietro una delle colonne mentre mi osservava in silenzio.
' se mi sento bene..?' chiesi a me stesso" si " accennai un sorriso. Subito dopo però compresi quello che feci . Quella parola uscì dalla mia bocca da sola. Perplesso da quella mia stessa risposta spalancai i miei occhi. ' io... mi sento bene...?' mi chiesi incredulo toccando le mie labbra.
“ padrone…?” quella stupida pulce verdognola cercò di avvicinarsi a me.
' che sia stato il potere di quella miko?' pensai con orrore ' Che cosa mi sta succedendo?' non capii cosa avessi. Indietreggiai e poggiai le mie spalle contro la parete di legno. Il mio petto iniziò a produrre una strana sensazione. Un pizzicore insopportabilmente fastidioso, irritante invase la mia cassa toracica. Sentii come delle spire di serpe stringermi il petto, i muscoli fino a fermare il mio respiro per qualche istante. L’immagine, il viso di quella donna, il suo intero corpo, la vidi proprio in quel giardino dei miei ricordi sorridermi nel silenzio sotto la luce del sole che fece risplendere le sue iridi nocciola. Scorri il capo tenendo il mio volto tra due dita.
“ mio signore!” gridò jacken che prontamente scagliai a terra .
“ la lontano!” gli urlai contro ansimante “ sto uscendo” dissi furente “ non aspettarmi “ uscii fuori dalla finestra senza pensare.
“ ma come !” Gridò dietro di me il rospo “ e che dovrei dire agli altri?” chiese pieno di preoccupazione ma non potevo stare lì ancora.
Corsi come il vento. ‘ sei stata tu’ pensai pieno d’ira “maledetta!!!” ruppi con un pugno una roccia che intralciò la mia maratona ‘ come mi hai fatto? ‘ ringhiai furente dentro la mia mente. Tornando alle mie vere sembianze, mi diressi verso quella lurida donna umana. Pronto a capire cosa mi avesse fatto quella donna una volta e per tutte. |
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Capitolo 12 *** Parte terza: capitolo 1 ***
Capitolo 1: Morte.
Dopo quello che successe non andai più al villaggio di Rin per un po’ molto tempo.
La situazione al tempo fu instabile. Non compresi esattamente cosa mi successe ma capii che fu colpa di quella femmina umana. A mente fredda ipotizzai che a causa dei suoi studi il suo potere fosse aumentato. Pensai che fosse lei la causa di quel malessere. So solo che dopo quell’evento la mia smania omicida aumentò e molti caddero per mano mia. Iniziai ad essere visto come una minaccia. Alcuni Clan superiori iniziarono a coalizzarsi per porre fine alla mia avanzata. Predissi una mossa del genere, infatti il nemico che sarebbe stato a capo dell’opposizione fu uno dei figli di Ryokotsusei. Non vedevo l’ora di scovare gli eredi di quell’infame e così dare sfogo alla mia vendetta. Meditai per giorni interi.
“ stai ancora pensando a come ucciderli?” Mia madre entrò nella stanza.
“ Torna nella tua stanza “ cercai di cacciarla via.
“ è da molto che non vai a vedere la bambina umana”disse quella donna dietro il mio servitore“ che c’è, ti sei stancato di lei?” chiese come divertita.
“ Pensavo che la odiassi “ commentai infastidito.
“ quindi come mai?” insistette ignorando le mie parole“ è successo qualcosa con quegli umani?” toccò con attenzione la statuetta che ornava la stanza della guerra.
“ non hai altro da fare?” chiesi portando la mia attenzione su di lei.
“ mia signora “ Jacken corse da mia madre.
“ quel rospo pensa che sia meglio che tu vada a vedere la bambina “ lo prese e lo alzò.
“ non è vero!” cercò di sfuggirle.
“ e perchè mai?” non compresi che volesse dire.
“ be…” lo fece cadere giù “ come sapete gli umani sono fragili e non vorrei che l’avessero maltrattata quindi…” cercò di dire il vero .
“ sei preoccupato per lei?” mia madre si chinò su di lui.
“ affatto! e che non mi fido di quegli sciocchi “ gli urlò contro in preda al panico.
“ va bene” conclusi io evitando un'inutile discussione.
“ mmnnn, non c’è voluto molto” soffiò mia madre sedendosi sul mio trono.
“ forza, andiamo Jacken “ chiamai il mio servitore.
“ Si!” il rospo saltò sull’attenti.
“ e se vedi quel mezzo-demone mandagli i miei peggiori auguri “ disse infine portando il suo sguardo fuori dalla finestra.
“ Certo “ chiusi la porta e mi diressi in camera mia. Cambiai i miei vestiti. ‘Sarà un'ottima occasione per togliere la vita di quella maledetta femmina umana una volta per tutte’ pensai Poco mi importò di quello che avrebbe detto o fatto Rin. Quella maledetta doveva pagare per il suo affronto. |
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Capitolo 13 *** Capitolo 2 ***
Capitolo 2: attentato
Dopo alcune ore estenuanti di viaggio arrivammo. Camminammo per il villaggio per arrivare alla capanna di quella donna. Ebbi le redini di Ah-Hun nella mano sinistra quando la gente di quel posto, al nostro passaggio si allontanava ma non sembrava essere così sorpresa dalla mia presenza. Probabilmente avevano capito che non eravamo lì per loro.
“ ahahaha non mi prendete “ un piccolo umano corse “ ahhh..” un bambino sbattè contro una delle mie gambe. “ ahh…” notò chi fossi o meglio cosa fossi “ vi prego non mi fate del male. “ l’avrei voluto uccidere con un solo gesto.
“ Piccolo scemo fa attenzione!” lo rimproverò Jacken.
“ aiuto “ si mise a fare baccano con quella sua vocina stridula.
“ Fa silenzio” gli ordinai a quello sciocco.
“ Ah… eccoti “ Rin disse sfinita a qualche passo da noi. “ finalmente…” il piccolo corse da lei.
“ Signorina Rin!!” il piccolo pianse abbracciando le sue gambe.
“ Padrone…” Subito gli si illuminò il viso “ che bello !!” mi prese subito la mano “ Padrone siete qui!!!” saltellò “ Ah-Hun, Jacken!!” strinse quei due.
“ piano che mi soffochi!” la rimproverò Jacken.
“ scusa “ chinò il capo la piccola. “ e scusate, questo bambino ma non sa quando deve fermarsi” gli accarezzò la testolina.
“ Cosa stavi facendo?” Il rospo si avvicinò al bambino.
“ stavo badando a questi bambini mentre i genitori sono nei campi ma è scappato via” gli tirò l’orecchio.
“ chiedo scusa signorina Rin!” disse con le lacrime agli occhi.
“ andiamo forza la signorina Kagome ci aspetta” lo lasciò sfinita. “ son sicura che a Kagome faccia piacere rivederla padrone” ci fece strada mentre il piccolo prese la sua mano. Durante il tragitto Ah-Houn mise sulla sua groppo i due bambini.
‘ Kagome’ pensai rivedendo il suo viso dopo tanto tempo.
“ ahahaah piano su” rise con dei bambini accanto a sé “ ok un’ultima volta e basta “ li avvertì.
“ si “ dissero i piccoli umani.
“ Kagome, Kagome “ ripeterono il suo nome girando intorno a lei. La donna tenendo gli occhi chiusi li fece fare “ L'uccellino è nella sua gabbia già.” risero i piccoli umani “ Quando, oh quando verrà fuor ?” cambiarono il giro “ La guardia dell’alba è già lì.” mi chiesi che cosa significasse e mi avvicinai a loro. “ La gru, la tartaruga, fa scivolar ” andarono sempre più lentamente. “ Chi è davanti alla tua schiena ora? ” domandarono concludendo quella canzoncina. Lasciando le loro mani bambini si accorsero della mia figura e indietreggiarono.
“ Vediamo” disse la ragazza divertita. Rin fece cenno di fare silenzio ai piccoli. “ ecco… “ disse abbastanza sorpresa. Sentivo i suoi occhi su di me nonostante fosse di spalle.“ Sesshomaru” disse per poi voltarsi verso di noi.
“ ahahah, davvero brava” commentò la bambina.
“ Non che ci volesse molto “ disse Jacken ma non mi aveva riconosciuto per il mio potere demoniaco.
“ Scusami “ si alzò “ come state quindi?” forse era il sole ma il suo viso aveva qualcosa di diverso.
“ lo conoscete Kagome?” i piccoli domandarono curiosi.
“ chi è?” il più piccolo non sembrava molto felice della mia presenza.
“ Lui è il fratello maggiore di Inuyasha e il suo nome è Sesshomaru “ mi sorrise come le la cosa non le dispiacesse più di tanto.
“ dov’è?” domandai non sentendo il suo odore nei dintorni.
“ per ora il signor Inuyasha non è qui “ spiegò Rin chinando il capo.
“ è andato via per una missione “ concluse velocemente. “ venite so che non è molto ma permettetemi di offrirvi qualcosa “ fece strada. I bambini salirono sulla groppa del drago. Alla miko la cosa fece piacere ma molto meno a Jacken che cercava di farli scendere timoroso “ infondo ti devo la vita, no?” soffiò camminando di fianco a me. Non seppi che rispondere ma notai che vi fosse qualcosa che stesse celando dietro quegli occhi castani.
“ ohh Kagome, sei con Sesshomaru , prego entrate” la vecchia fece entrare tutti. La femmina umana fece un tè.
“ piano “ disse ai bambini irrequieti. Mi sedetti proprio davanti alla miko. Con cura preparò le foglie per la bevanda. poco prima che finisse due donne entrarono a prendersi i loro bambini. Nelle capanna cadde il silenzio. Rin raccontò quello che aveva fatto in quel tempo, le avventure con i suoi due amici Shippo e Kohaku; aveva imparato a scrivere grazie alla miko e aveva deciso che un giorno avrebbe seguito le orme di quella femmina umana.
“ è tutto grazie alla Signorina Kagome” la abbracciò felice.
“ Bene, il padrone ti ha portato questo pensiero per i tuoi sforzi.” Disse il rospo.
“ che bello un altro stupendo kimono!” disse entusiasta, a dire il vero fu un'iniziativa del mio servitore. “ grazie davvero “ saltellò in festa. Accettai, mio malgrado la bevanda, notai con mio piacere che non fossero così disgustoso. Tra una discussione e un'altra Rin insistette nell'accompagnare Kagome verso il fiume. |
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Capitolo 14 *** Capitolo 3 ***
Capitolo 3 : tormento
Non so perchè ma guardandomi si mise a ride.
“ guarda che cielo, non è bellissimo?” ad un certo punto chiese la femmina umana guardando l’orizzonte.
“ Tks “ soffiai seccato. Non Fu nulla di eccezionale se non che ancora una volta ebbi l’illusione che lei risplendesse di luce propria. Quando i miei occhi si scontrarono con i suoi sentii un rumore dentro di me. Qualcosa che non abbia mai sentito prima di allora.
“ Sesshomaru..?” chiese quella donna incuriosita vedendomi fermare tutto ad un tratto. A quelle parole mi svegliai.
Sudato ripresi fiato. ‘ che cos’è quello che sento’ mi chiesi stendendo nuovamente sul mio letto. Quella domanda mi tormentò ogni notte.
Mi sciacquai la faccia e mi resi conto che quella miko mi avesse sconvolto un’altra volta. Mi guardai allo specchio. Ebbi i capelli sparsi ovunque con indosso solo i miei pantaloni bianchi.
“ Padrone, tutto bene?” Jacken fece capolino da dietro la porta.
“ si, esci “ gli ordinai gelido. ‘ non sarò così sciocco come te padre’ mi guardai dritto negli occhi ‘ non cadrò anche io nella trappola di quegli sporchi e disgustosi umani.’ Mi rivestii.
Quel giorno durante uno dei presidi del mio governo venne a farci visita un emissario di quegli sporchi draghi.
“ buongiorno “ rise quel pazzo. Nessuno ebbe idea di come fosse entrato. I soldati gli puntarono le armi alla gola ma io ordinai con un solo movimento della mano di liberarlo. Fui curioso di sapere cosa volesse. “ che trattamento “ I soldati lo costrinsero a prostrarsi come un povero schiavo.
“ parla maledetto che cosa vuoi dal padrone!” uno dei generali gli urlò contro.
“ sono qui solo per dargli un messaggio dal figlio di Ryukotsusei” narrò quel povero inetto.
“ parla “ dissi avvicinandomi a lui.
“ il mio padrone vuole che voi sappiate che non vi permetterà di prendere il paese e che presto verrai schiacciato come tuo padre” Rise quella marionetta senza vita.
“ Porta rispetto!” uno dei miei uomini fece sbattere la fronte dell’emissario contro il pavimento. Dalla sua fronte colò il sangue ma la cosa non lo fece smettere di ridere.
“ Reyko giusto?” domandai incuriosito “ è questo il nome del tuo padrone “ all’improvviso si zittì.
“ lascia queste terre oppure il tuo nome verrà cancellato per sempre” i suoi occhi mi diedero la conferma che fosse posseduto da quel mostro.
“ vigliacco “ gli diedi un pugno stordendo quella marionetta. “ rinchiudetelo e tenetelo vivio“ ordinai dandogli le spalle “ sono sicuro che ci sarà utile “ detto questo aspettai che lo portassero nella sua cella.
“ Non sarebbe meglio ucciderlo ?”Il rospo intervenne.
“ non è ancora il momento “ soffiai sedendo nuovamente sul mio trono. ‘ vediamo cosa vuoi fare maledetto ‘ pensai riprendendo la seduta del consiglio.
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Capitolo 15 *** Capitolo 4 ***
Capitolo 4: Ira.
Giugno fu alle porte. Mi sfogai con una femmina senza alcun ritegno. Non mi importò se provasse piacere o meno, il mio obiettivo fu distrarmi da tutto e da tutti. Nulla, nonostante sembrò che a lei la cosa piacesse, io non provai nulla. Noia, un tedio continuo senza possibilità di appagamento.
“ mio signore “ si mosse contro di me. Infastidito la spinsi via.
“ togliti “ La cacciai dal mio letto come fosse feccia. Lei fu visibilmente scossa dalla mia reazione ma ancora una volta non fu soddisfatto. Non riuscii a capire per quale ragione non mi appagasse nessuna donna che giacque sul mio letto. Furono gli stessi genitori o padroni delle femmine a portarle da me come “dono” . La cosa non mi dispiacque a quel tempo, credetti che fosse giusto comportarsi in quel modo. Le femmine esistevano per una ragione dare un erede e piacere. Infatti i genitori che offrirono le proprie figlie, come nulla fosse, puntavano alla prima delle ragioni elencate. Un discendente sarebbe stato utile ai fini di una battaglia ma la cosa che non mi trattene fu l’idea della madre che l’avrebbe portato in grembo il figlio. Non volevo assolutamente che al nome di mio figlio si accompagnasse ad un branco di bestie.
Nel sangue di mio figlio non avrei mai permesso vi fosse il sangue di una prostituta. Desiderai che nelle vene del mio erede scorresse lo stesso di una femmina che possedesse: intelletto e rispetto per se stessa. Quelle sgualdrine avrebbero fatto carte false pur di partorire un erede e ottenere uno status più alto.
La cosa mi disgustò profondamente.
Più passò il tempo e più mi immersi in un vortice di insoddisfazione e inappagamento . Il vuoto tornò a riempire il mio petto. Il bisogno di uccidere aumentò così anche la mia brama di sangue. Pensai che la cosa mi avrebbe dato qualcosa ma niente. Nulla, anche se mi pregai per avere salva la vita io non provai nemmeno pietà. In quel villaggio furono tutti sterminati. Per festeggiare l’impresa uno dei generali diede una festa contro mio ordine ma Jacken mi convinse che sarebbe stato un bene per rinforzare il morale delle truppe. Così durante il banchetto, su ordine di quello stesso pezzente, furono invitate le demonesse considerate più belle della regione. Tozzi di carne avvolti con pochi stracci costosi che coprirono appena le loro forme. Non mi suscitarono interesse, tutt’altro. Tutte avessero lo stesso comportamento adulatorio, non gli importò essere osservate da chi li avesse messe al mondo. Mi versarono il sakè e il mio generale si complimentò che tutte e tre non perdessero tempo per servirmi.
“ certo che tu hai un ascendente spaventoso sulle femmine “ rise abbastanza divertito. “ sarà per tuo bel faccino “ disse quell’idiota completamente ubriaco. Ignorai quella affermazione di un ebbro . Che mi considerassero di bell’aspetto o meno a loro non importava, la loro fu brama di potere e basta.
“ mio signore cosa volete?” una di loro mi strinse per il braccio.
“ chi volete che vi accompagni in camera vostra?” un’altra si toccò il colletto così da indurmi a guardare la scollatura. Ognuno di loro fece la sua mossa indecente. Stanco mi alzai.
“ pa-padrone dove andate?” persino Jacken cadde tra le grinfie di alcune di loro. Quella fu ipocrisia bella e buona.
“ ne ho abbastanza, quando avete finito fate sparire tutto “ ordinai chiudendo dietro di me la porta. Camminai per il corridoio che dava all’esterno. Vidi soldati cantare, altri invece intendi a portare qualche femmina nelle loro tende. Fu il caos più assoluto ma poterono fare quello che volevano. Non volli che mi coinvolgessero in quella follia. Non furono rare queste feste tra i demoni ma quel malessere mi rese insensibile agli stimoli esterni. Mi chiesi perché e il mio pensiero andò a quella miko maledetta.
“ Padron -Sesshomaru aspettate !” mi corse dietro quell'ubriaco spezzando i miei pensieri “ lo abbiamo fatto per voi “ disse vedendomi andare in camera mia. Non risposi nemmeno. “ ok va bene…” continuò sfinito. “visto che quelle graziose fanciulle non ti soddisfano “ schioccò le dita. “ che ne dici di questa?” dietro di lui apparse due soldati e una … bambina. “ è ancora illibata “ mi mise un braccio intorno al collo sorridendo. La ragazzina che potè avere qualche decade o poco più, indossò i vestiti di una prostituta.Fu completamente impazzito. “ su va” Dandole una pacca sul sedere la spinse ad entrare.
“ eccomi mio signore “ chinò il capo arrivando a pochi passi da me. Ebbe l’età di Rin.
“ Forza “ la incitò, quella piccola demonessa salì sul mio letto. Gattonando si sedette tra le gambe e mi buttò le braccia al collo. Tremò mentre io non capii fin dove si sarebbe spinta.
“ Mio signore… F-Fatemi vostra” cercò di avvicinarsi alle mie labbra. Prontamente la presi per il collo e la allontanai da me. La bambina pianse ed io la gettai per terra.
“eh?” non capì quell’idiota “ ma che fai?” ne ebbe abbastanza. Prese il mio generale e gli diedi un pugno in pieno viso. “ P-Padrone” i soldati scapparono.
“ se vuoi prenditi tutto quella schiava ma non coinvolgermi nei tuoi loschi affari.” sibilia pieno d’ira. Lo gettai fuori dal corridoi.
“ Sei libera , puoi anche dormire qui stanotte “ le spiegai andando via.
“ S-Si…” la demonessa pianse, fu costretta. Comunque sia uscii, ebbi bisogno di una boccata d’aria. Fui sopra il tetto del palazzo. Osservai il cielo e le sue stelle un po’ come solo un ragazzino che sognava di essere come suo padre. La neve cadde giù che avvolsero il cielo. Il gelo e suoi fiocchi avvolsero tutta la vallata. Mi toccai il petto ricordandomi di quelle sensazioni che avessero infiammato il mio essere. Quella femmina umana si ripresentò alla mente. Scuotendo il capo mi decisi e andai da lei. Desiderai avere conferma, mi bastò soltanto vedere la sua figura o sentire il suo odore per smentire la mia tesi. Giusi lì dove l’avesse colto quei fiori rossi. Fu sopra gli alberi. I fiocchi non smisero di cadere. La vidi lì seduta sopra quel manto bianco. Indossò il suo vestito da sacerdotessa. Mi chiesi per quale ragione indossasse un capo estivo. Gli umani erano sensibili al freddo ma nonostante questo la miko fu lì immobile. Decisi di scendere. Tra i suoi capelli vi erano incastonati i fiocchi di neve. Non sembrò essere umana. Mi avvicinai a lei come se qualcosa mi avesse spinto a lei.
Arrivai a qualche centimetro da lei. Vidi la neve sotto di lei tingersi di un rosso intenso. ‘ che cosa..?’ non capii non avesse sentito odore di sangue prima di allora. La donna cadde per terra mi affrettai. Mi sedetti e la presi tra le mie braccia “ miko” dissi,chiamai la femmina ma nulla. Il suo corpo fu freddo come il ghiaccio e il suo viso pallido. Notai sulla sua spalla sinistra una ferita profonda. Mi sentii mancare il respiro. ‘ perchè ti hanno ferita?’ aprii la sua casacca a sufficienza per vedere meglio la ferita. Furono i segni di artigli. Non potei credere che fosse stato Inuyasha ma allo stesso tempo mi chiesi cosa stessi facendo. Io desiderai che lei morisse eppure vedendola lì sull’orlo del baratro mi chiesi se sarebbe stato giusto lasciarla. Sentii il battito del suo cuore andare sempre più lentamente.
“ è già morta” una voce disse mai sentita prima.
Di colpo mi svegliai sudato, stanco e disorientato. Non ricordai di essermi addormentato sul tetto. Fu solo un incubo.
“ padrone, eccovi” vidi Jacken la sotto che urlava il mio nome.
‘ che cosa significa?’ non capii cosa mi stesse succedendo. |
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Capitolo 16 *** Capitolo 5 ***
Capitolo 5: Incubi
Mi chiesi che cosa volesse dire quel sogno. Forse fu una visione o solo uno scherzo del destino. Sfinito mi decisi di trovare risposta. Andai da lei. Sorvolai le terre che mi appartennero. Durante il mio viaggio notai che vicino al villaggio degli umani vi fosse un gruppo di demoni ma li ignorai. Arrivato scesi proprio davanti all’entrata della capanna. Fu ancora l’alba. Scostai con decisione la stuoia senza pensare alle conseguenze delle mie azioni. Proprio in quell’istante qualcuno sbattè contro il mio petto.
“ ah!” una donna cadde all’indietro. Prontamente la presi per il fianco impedendole di cadere. “ ah..” riaprii i suoi occhi castani spaventata. “ S-Sesshomaru?” sorpreso notai che fosse la miko del mio sogno. Il mio intero corpo ebbe un battito incomprensibile. Di colpo mi sentii più tranquillo, calmo e privo di rabbia.
“ miko “ la lasciai lentamente.
“ Come mai sei qui?” domandò abbastanza confusa allontanando le sue mani dalla mia armatura da dominatore del mondo. “ S-Scusami se ti sono andata addosso “ chinò il capo mortificata mentre il suo viso si fece inspiegabilmente più rosso.
“ non dovete “ la ignorai lasciando che la stuoia ricadesse dietro la sua persona.
“ sei qui per Rin?” rialzò il suo viso verso di me. Solo in quel momento capii che mi fossi avventurato così lontano non per sapere se Rin stesse bene o meno ma solo per lei “ la piccola” proseguì la miko dai capelli corvini “ sta ancora dormendo …” guardò alla sua sinistra toccando la sua spalla destra. Non sentii l’odore di Inuyasha nei dintorni per mia fortuna. Sembrò essere tutto al suo posto quando mi incuriosì il suo gesto. Il suo volto cambiò . La sua piccola mano trattenne il suo candido youkata bianco con troppo forza.
‘ donna..’ un leggero odore di sangue. Fu un fulmine a ciel sereno. ‘ il mio sogno non può essere stato reale!’ . Presi il polso di Kagome. Senza nemmeno riflettere la avvicinai a me con forza.
“ Sesshomaru cosa stai fa-..!!” gli scostai la casacca per vedere quello che stesse nascondendo “ ah…!” gemette spaventata chiudendo gli occhi. Non vi potei credere. Nella sua pelle vidi gli stessi segni di artigli del mio sogno. Qualcosa ribollì dentro di me.
“ chi vi ha fatto questo? “ soffiai disgustato.
La ragazza cercò di sfuggirmi“ .. n-non importa.. “ cercò di chiudersi la casacca. La lasciai andare. Kagome cadde per terra e si coprì subito la spalla impaurita. Con viso fatto più roseo cercò di rialzarsi. Nel suo petto qualcosa battè all’impazzata.
“ è stato Inuyasha?” chiesi scostante. Nel vano tentativo di trattenere lo sdegno strinsi un pugno.
“ eh?” non capì incredula“ N-No “ scosse il capo tornando sulle sue gambe “ Tu-tuo fratello non era nemmeno qui..” guardò il manto bianco sotto di sé “ non lo sa nemmeno …” tremò. Ebbi l’impressione che lei stesse nascondendo altro. D’un lampo compresi. Il gruppo di demoni vicino al villaggio. Furono loro ad attaccarla. Il tremore della donna e quel comportamento impaurito mi fece pensare. D’un tratto il volto dell’umana fu solcato da quelle che Rin mi spiegò si chiamassero lacrime.
‘ cosa ti hanno fatto?’ domandai assistendo a quello scempio ‘che loro abbiano…’ il tempo si fermò per un istante. Mi sentii mancare le forze. ‘Possibile che quell’idiota di mio fratello abbia permesso che la sua donna fosse stata costretta a essere la schiava di qualche demone?’ quella domanda mi fece gelare il corpo. Strinsi un pugno con violenza. La donna mi guardò con paura mentre ringhiai. Gli diedi le spalle poco prima che potesse vedere le mie zanne.
“ Sesshomaru?” mi chiamò tra i suoi lamenti d’infima donna umana.
‘ bestie immonde’ pensai mentre nel mio petto una bruciante sensazione di rabbia mi riscaldò le viscere. Mi incamminai verso il luogo dove il mio fiuto sentì le loro presenze.
“dove stai andando !?” Kagome mi prese la manica del mio kimono nel vano tentativo di fermarmi.
“ torna dentro” le ordinai categorico.
“ S-Sesshomaru, non... ” anche se con molta titubanza lasciò la presa.
“ torna da Rin” Furono le mie ultime parole poco prima che con un balzo prendessi il volo. Non ci misi molto.
Nessuno all’interno del mio impero avrebbe mai potuto avere la concessione di restare in vita dopo una tale atrocità. Infransero la legge ed io li avrei puniti a dovere.
Trovai facilmente quei demoni. Riuniti davanti al fuoco li vidi cibarsi di qualche povera bestia. Capelli nero, pelle squamosa di colore rosso, occhi neri e vestiti di poveri stracci. Viscidi come i serpenti risero non curanti del loro destino.
“ vostra maestà, di nuovo da queste parti? “ chiese quello che intuii essere il capo della brigata. “ cosa possiamo fare per voi?” continuò chinandosi in segno di rispetto. Sentii l’odore di quella femmina aleggiare tra di loro. “ se posso chiedere, come mai siete in questo luogo?” concluse incuriosito. Individuai chi tra loro avesse su di sé la traccia dolciastra. “ qualcosa non va?” feci un passo verso di lui. Non ressi oltre, lo presi per la gola e lo scaraventai contro un albero.
“ Tu essere insignificante “ gli puntai le mie artigli alla gola. “ sei stato tu a toccarla “ gli ringhiai contro.
“ S-Sua maestà!” urlò sbiancando. “ aiutatemi “ invocò l’intervento dei suoi compagni. Scaraventai quello scarto contro uno dei suoi compagni.
“ parla “ tuonai uscendo le mie zanne “ siete stati voi a toccare quella donna ” misi in atto la trasformazione. Scatenai la mia collera. Con un solo movimento del mio braccio uccisi la maggior parte dei demoni.
“ D-donna?” quei pochi che rimasero non capirono.
“ Bakusaiga!” scaraventai il colpo più potente della mia spada distruggendo parte di quel bosco. Il manto bianco si tinse di rosso così come la mia spada. Mi avvicinai all’unico superstite. Lo presi lo sgorbio per la testa e gli feci colpire una roccia più e più volte.
“ Lasciate vi prego..” chiese quel bastardo “ pietà!”.
“ E tu credi che basti chiedere scusa?” sibilla ridendo “ come tu non hai avuto pietà di lei, adesso…. non ne avrò per te, scarto di demone. “ mutilati il suo corpo con i miei artigli. Recisi inizialmente le dita. Passai al braccio sinistro, glielo strappai dal corpo. In seguito dopo avergli rotto tutte le ossa gettai vita il suo braccio destro. Come un verme cercò di strisciar via. Con i miei artigli gli recisi le gambe all’altezza delle ginocchia. Mentre punii quel maledetto pensai all’abuso carnale che subì quella donna. Le urla strazianti e il suo viso pieno di morte non poterono nemmeno essere paragonate a quella che la miko subì. La rabbia invece di scemare aumentò a dismisura. Presi la testa demone e la strinsi con forza. Sentii le ossa incrinarsi. “ Come hai osato portar via la sua innocenza. “ il cranio iniziò cedere.
“ non l’ho toccata in quel modo!! Ve lo giuro !!!” cercò di giustificarsi . “ credetemi!” dai suoi occhi colò il sangue. A quelle parole mi fermai, mi resi conto di non avere alcuna prova e che avessi agito con l’istinto. Lo lasciai e riprendendo fiato mi chiesi cosa mi fosse preso. Non fu un comportamento consono alla mia persone. Compresi d’essere uscito di senno. Sesshomaru, il grande Re dei demoni si comportò come un stolto accecato dalla rabbia. Il solo pensiero che l’innocenza della miko potesse essere stata violata contro la sua volontà mi condusse a tutto ciò. “ non avevo idea che quella miko appartenesse a voi …” ansimò con stanchezza. “ pensavo che l’Akuyo odiasse gli esseri umani “ cercò di dire.Stanco, recisi la testa di quel disgraziato. Non volli ascoltare oltre.
‘ maledetto demone ‘ pensai riponendo bakusaiga nella sua fodera. ‘ solo il fatto di aver avvicinato una donna umana e averle fatto del male per me è abbastanza. ‘ pensai andando via di lì.
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Capitolo 17 *** Capitolo 6 ***
Capitolo 6: Devozione
Camminai per la foresta come un fantasma. Seguii l’odore di quella donna contro la mia stessa volontà. Si fece sera molto velocemente. Percepii un forte odore d’acqua vicino a lei. Arrivai al suo cospetto. China sulla sue ginocchia Kagome lavò le stoviglie intonando chissà quale canzone mai sentita.
“ Sesshomaru, sei tu!?” sussultò sentendo la mia presenza. Voltandosi tirò un respiro di sollievo “ mi hai fatto davvero paura “ rise scioccamente alzandosi. Compresi, solo nel momento in cui fui davanti a sua persona, che non avesse senso esser lì. “Come mai sei qui?” domandò stupita “ c’è forse qualcosa che volevi c-Chiedermi?” chiese facendo un passo verso la mia direzione. Sembrò essere incuriosite e poi notò sul mio volto il sangue di quelle bestie. “ sei ferito?” ma non lo fui. Immediatamente prese un panno bianco, lo bagno nella fonte e me lo porse.” tieni”mi disse ma non accettai la sua carità. Non avrebbe dovuto farlo. “ Sesshomaru, cosa è successo ? “ Mi chiese passando quel pezzo di stoffa sulla mia guancia. Presi il suo polso e la fermai. Nel mio petto sentii quella strana sensazione nuovamente. Un Calore innaturale e malsano. Lentamente abbassai la mano femmina. Non fu lì per ricevere la sue attenzioni di femmina umana. Il suo respiro si fece sempre più sottile. Aspettò con pazienza che io dicessi qualcosa. Non ebbi nulla da dire nonostante i suoi occhi tremanti si fossero posati inesorabilmente sui miei “ q-quello non è il tuo sangue , vero?” mi resi conto d’essere ad appena un passo di distanza da Kagome. Lasciai il suo polso con riluttanza. In risposta Kagome strinse il colletto del suo youkata per poi riportare i suoi occhi ai miei. “ non avresti dovuto farlo “ soffiò facendo risplendere i suoi occhi di una nuova luce. Non fu colpa sua se fu vittima di aggressione, fu colpa di mio fratello, fu solo colpa del suo uomo che non fu lì a fare il suo dovere.
Ignorando il suo comportamento mi voltai così da dargli le spalle“ il sole è già tramontato“ le feci strada.
“ Si “ annuì. Aspettai con pazienza che prendesse le sue cose. Mi seguii nell’oscurità della notte. Alle porte del villaggio “ ti ringrazio “ mi disse con un filo di voce a pochi metri dalla casa della vecchia Kaede. Fui ad un passo dalla femmina per l’ennesima volta. Ebbi la sensazione che lei avrebbe voluto dirmi qualcosa ma la voce di Rin fece spaventare la giovane donna. Si voltò verso la voce e capii che fosse il momento giusto per andarmene così che nessuno potesse accorgersi della mia presenza.
“ Kagome, sei già qui?” domandò la piccola cercando la miko nella notte.
“ Si “ disse annuendo. “ a-aspetta” mi disse facendo un passo verso di me. Purtroppo per lei fui già in volo verso casa.
“ che guardi Kagome?”la raggiunse Rin osservando il cielo con lei.
“ nulla “ entrò dentro portando la bambina con sé mentre nella mia testa milioni di domande iniziarono ad affollarsi milioni di domande. |
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Capitolo 18 *** Parte quarta capitolo 1 ***
Capitolo 1: perplessità.
Quella donna mi provocò dentro una rabbia tale da non riuscire più a controllare la mia sete di vendetta. Bramai il sangue di quelle bestie solo per un vano sospetto. Unicamente perchè pensai che il suo corpo fosse stato violato ingiustamente da qualcuno.
Tornai a palazzo. Mi distesi sul mio letto e osservando il soffitto di legno. Pensai ancora a Kagome. ‘ smettila’ portai una mano alla fronte. ‘ che t’importa?’ mi chiesi chiudendo gli occhi. ‘ e poi lei è la donna di tuo fratel…’ a quel pensiero mi sedetti di scatto. ‘ -lo…’ conclusi quella frase. Ricordai le parole di Jacken quando mi spiegò cosa fosse l’appellativo cognatino.
“lo si da al fratello di cui una donna umana si sposa dopo il matrimonio, solitamente “ mi spiegò incrociando le braccia . Non importò degli usi e dei costumi umani fino a quel momento. Il matrimonio, un rituale umano molto importante. Non fui a conoscenza dei dettagli ma compresi che fosse qualcosa di decisamente barbaro. Eppure quella stessa parola la sentii proprio da mio padre poco prima di morire.
Nascosto tra le fronde origliai come un topo. “ matrimonio?” Chiese mio padre a quella donna di nome Izaioi. Non mi fidai nemmeno una volta di quella femmina.
“ si…” disse quella donna seduta nel suo giardino maledetto “ Amore mio” il grande generale dei demoni prese l’esile polso dell’umana. Nella sua mano destra stringeva un nastro rosso.
“ non lo permetterò! “ ruggì pieno di rabbia.
“ cosa?” la fece alzare.
“ non permetterò che tu e quell’uomo ” la prese tra le sue braccia. “ che tu possa farti toccare da lui e avere dei figli!” cadde dalle sue mani il nastro. La voce fu così forte che mi fece uscire da quel ricordo di colpo.
‘Il matrimonio deve essere un rito in cui due umani si accoppiano o qualcosa si simile.’ Poggiai le mani contro le lenzuola bianche sentendomi per un momento vuoto. ‘ se Jacken avesse ragione allora…’ pensai guardando la porta con perplessità. Mi fu impossibile immaginare una cosa tanto disgustosa. Scossi il capo scacciando via tutte quelle domande per un istante. ‘ ma che sto dicendo!?’ urlai mentalmente stringendo nel mio pugno le lenzuola. ‘ lui non l’ha fatto ‘ sciolsi nelle mie mani quella stoffa e mi alzai. ‘ se fosse così non me ne sarei dovuto accorgere?’ pensai uscendo dalla stanza. Ebbi sete.
“ p-padrone?” chiese Jacken vedendomi vagare nel palazzo alla ricerca d’acqua.
‘ no… ‘ mi diedi una risposta ‘ non l’ha fatto. ‘ uscii in giardino ‘ non ho mai sentito l’odore di Inuyasha sul suo corpo ‘ camminai per la foresta. ‘ se fossero amanti l’avrei intuito di certo ‘ commentai con decisione ‘ ma perchè allora quell’appellativo?’ mi chiesi fermandomi di colpo.
“ AHI!!” quel rospo sbatté contro la mia gamba. “ che male” cadde per terra.
“ Jacken “ finalmente sembrò essermi utile.
“ ahh!!!” cercò di sfuggirmi ma la mia mano lo prese per il colletto. “ LA PREGO NON MI UCCIDAAA!!” pianse dalla paura.
“ sei sicuro di quello che mi hai detto?” chiesi a quello sciocco.
“ DI COSA PARLATE?” Lo stupido non capì.
“ Cognatino, significa quello che mi hai detto?” gli spiegai a quel rospo saputello.
“ si…” svenne a causa del soffocamento. Lo lasciai andare per terra così che potesse respirare
“ dimmi un'altra cosa, visto che sai tutto” mi chinai su di lui “ per caso mio fratello e quella donna sono sposati?” cercai una risposta.
“ sposati?” chiese sedendosi. “ non lo so….penso di si” tossì “ ma perchè vi interessa?” disse molto incuriosito
“ SONO IO CHE STO FACENDO LE DOMANDE” gli schiacciai la testa brutalmente “ e adesso parla!” gli urlai contro.
“ ahh!!!” gridò dal dolore.
“ spiegami allora perché quella donna ha utilizzato un appellativo del genere nei miei confronti!?!” avessi messo più forza sarebbe morto.
“ AHHHH!! PENSO L’ABBIA FATTO PER PRENDERVI IN GIRO!!” cercò di spiegarmi.
“ in giro?” chiesi non capendo
“ sii!!! BASTAAA!!” lo lasciai dopo che svenne definitivamente.
“ inutile” lo calciai via di lì.
Abbandonando il mio palazzo mi dirsi verso il mare. ‘ perchè mai Inuyasha non ha mai toccato quella donna?’ pensai abbastanza infastidito. ‘ e dire che lei rispecchia i suoi gusti visto che ‘ osservai il mio riflesso in prossimità della riva ‘ è identica a Kikyo’ chiusi i miei occhi ‘ la posso davvero considerare dunque la sua donna?’ mi domandai osservando le stelle nel silenzio della notte ‘ perchè mi importa così tanto..?’ il vento soffiò mentre i miei dubbi ripresero il sopravvento.
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Capitolo 19 *** Capitolo 2 ***
Capitolo 2: ossessione
La mattina dopo decisi d’andare da quella donna per chiarire i miei dubbi. La incontrai nei meandri della foresta. Spinto da chissà cosa non la fermai ma la seguii. Non andò in direzione del villaggio ma in un altra. Sembrò felice ma non ne capii il perchè. Pensai che stesse per vedere con qualcuno. La femmina umana arrivò davanti ad una lunga scalinata. In cima ad essa vidi un tempio umano. Jacken non mi disse nulla del genere però la cosa mi insospettì parecchio.
Divenne la mia ossessione. Ogni mattina mi ritrovai davanti agli scalini di quel tempio come se sapessi che sarebbe accaduto qualcosa. Il terzo giorno quando fu sera tornai al mio palazzo. Desiderai scoprire quale fosse il segreto che la legasse a quel luogo. Se mi fossi avvicinato troppo però la miko avrebbe di certo sentito la mia presenza. Frustato ordinai ad un commando di miei uomini di attaccami. Quale miglior modo per alleviare le proprie sofferenze se non allenandosi con i propri soldati. Cercai per anni di ottenere un nuovo potere e nonostante fossi diventato tanto forte sentii che qualcosa mancasse ancora. Nonostante con un solo colpo di artigli atterrai tutti la mia inquietudine non si attenuó. Passarono altri giorni ed io fui ancora lì ad aspettare dietro ad un albero che scendesse. La neve si sciolse sotto i miei occhi . Stanco di questi miei matti pensieri mi sedetti su di una landa poco lontano da lì.
‘ quella femmina umana…’ pensai guardando l’orizzonte. Le nuvole nel cielo in quel momento si diradarono. Si vide a malapena il cielo azzurro. Si alzò il vento e percepii un odore dolce ma conoscente. Assaporai quella brezza. Mi voltai per trovarne la fonte e poi vidi qualcuno osservarmi da dietro un albero. Vidi quella donna arrossire di colpo appena i suoi occhi si scontrarono con i miei. Accennò un sorriso e poi abbassò lo sguardo.
“ Sc-Scusami!” disse a capo chino “ non volevo di certo disturbarti Sesshomaru “ concluse per poi rialzare il suo viso. Riportai lo sguardo all’orizzonte. “ Se posso chiedere…” si avvicinò a me “cosa ci fai qui?” domandò con preoccupazione.
“ il cielo “ le risposi semplicemente.
“ il cielo..?” ripeté guardando verso la mia direzione. “ si, è davvero stupendo” quando fu proprio di fianco a me con quella sua veste da sacerdotessa. “ vedere questo cielo azzurro dopo giorni di nuvole “ la guardai con la coda dell’occhio. La vidi sorridere mentre i suoi occhi non distolsero lo sguardo dall’alto del mondo. Fu la prima volta che mi sentii sollevato dopo mesi di dubbi e inquietudini. “ Sesshomaru “ mi alzai mentre lei portò nuovamente lo sguardo al mio. “ ti volevo ringraziare “ non potei stare oltre. “ per tutto quello che hai fatto per me” disse facendo un inchino tutto ad un tratto “ non so davvero come ripagarti...” soffiò con un filo di voce. Io me ne stupii. Non mi sarei mai aspettato nulla del genere da quella donna.
“ non dovete” dissi solamente cercando di non prestarle troppa attenzione.
“ qualsiasi cosa mi chiederete, Sesshomaru” mi toccò il braccio “ io la farò senza esitare...” disse in quel momento mentre il vento fece ondeggiare i suoi lunghi e mossi capelli neri . |
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Capitolo 20 *** Capitolo 3 ***
Capitolo 3 : Cosa sono i sentimenti?
Lì, in quel momento, ogni cosa iniziò a rallentare. Non so per quale motivo ma ebbi l’impressione che tutto si congelasse per qualche istante. I suoi occhi castani tremarono, fui privo di parole e non seppi che fare.
In quel momento avrei potuto chiederle di tutto: dal suo corpo, alla sua innocenza , di essere per sempre la mia schiava o peggio obbligare a uccidere se stessa e il suo uomo. Ma non lo feci, non feci nulla del genere. Presi il suo polso. Guardando i suoi occhi così grandi tolsi la sua mano dal mio braccio. Il suo organo vitale si fermò per un paio di istanti.
“ fatemi comprendere cosa siano i sentimenti “ dissi per poi lasciarle il polso.
Vidi lo stupore invaderle il viso. Poi mi sorrise e con tono squillante. “ come vuole sua maestà “ fece un inchino.
“ Chiamatemi con il mio nome, donna” disse voltandomi verso la direzione opposta. Non sopportai che lei mi chiamasse in quel modo.
“ Come vuoi, Sesshomaru…” sussurrò infine poco prima che io andassi via.
Dopo molto tempo non mi applicai con riluttanza alle questioni belliche ma con entusiasmo. Desiderai più che mai quello che seppi essere il mio unico destino. Presi nella mia mano la mia Bakusaiga e chiusi gli occhi una volta tornato nella mia stanza. Finalmente i miei quesiti sugli esseri umani avrebbero avuto risposta. Mi sedetti. Fui diviso a metà. Sarebbe stato giusto usare quella donna per appagare la mia stupida curiosità.
Una parte di me non desiderò altro, finalmente avrei scoperto perché fossero speciali gli esseri umani. L’altra parte di me però comprendette che questo sarebbe stato pericoloso e che nell’incontrare Kagome avrei varcato una soglia che non avrei dovuto varcare.
“ Figlio mio” mia madre entrò nella stanza. “ perché sei qui? chiedono di te lì fuori” mi si avvicinò incuriosita.
“ sono occupato” le risposi rimettendomi in piedi.
“ ultimamente ti svegli molto presto” osservò mia madre con quel suo tono così stridente. “ mi chiedo dove tu vada “ la guardai dritto negli occhi. Impassibile aspettò che le rispondessi. Detestai essere trattato come un bambino.
“ Se credi debba dare una spiegazione , ti sbagli “ mi passò accanto e poi cercò di colpirmi con i suoi artigli. La bloccai puntando Tenseiga alla gola.
“ bada a come parli” mi rimproverò e la respinsi senza troppa fatica. “ non sono l’unica che ha notato le tue uscite “ confessò mia madre cadendo per terra. “ l’esercito è in subbuglio, ti sei preso del tempo ma non è ora di agire? “ riposi la mia lama. Fu un discorso inutile il suo. Fui obbligato ad aspettare. Di Reyko e Rayko, i figli di Ryokotzusei non vi fu alcuna traccia. Solo pazientare ci avrebbe dato la vittoria.
“ Madre, non sei tu che deve prendere questa decisione ” uscii senza ulteriori indugi.
“ Sei ogni giorno più simile a tuo padre!” Alzandosi mi urlò sul ciglio della porta.
“ Io non sono come lui!” ringhiai sbattendo la porta dietro di me.
Vissi tutta una vita con il paragone di mio padre. Tutta la mia esistenza fu volta a questo ad essere degno di un padre. Mi fu insegnato ad essere esattamente come lui. Mi fu imposto d’essere il migliore. Mi chiesi se davvero mi importasse di tutto quello, se davvero valesse la pena di perseguire degli ideali che fossero stati insegnati da piccolo. Io, da figlio, in quel tempo lontano in cui fui al fianco di mio padre, desideravo solo il suo rispetto. Non volli essere la sua copia. Desiderai, fin da quando lo incontrai, d’essere più grande di lui. Volli essere più potente di lui e dimostrargli il mio valore. Se ci fossi riuscito, il gran generale cane, sarebbe stato fiero di me. Per i demoni non esistono legami. Tra i demoni vige solo il rispetto reciproco. Camminando per il giardino i ricordi mi assaliranno.
Quando ero molto piccolo, lui, il gran generale non era mai stato presente.
La prima volta che lo vidi in tutta la sua magnificenza
“ guarda Sesshomaru c’è tuo padre” sentii la voce di mia madre.
A quel tempo tempo mio padre era sempre stato in guerra. Non era stato presente nemmeno alla mia nascita. I suoi uomini volevano ribellarsi a lui. Li aveva spazzati via come niente ed era riuscito a far ragionare due fazioni dei demoni ovvero le volpi e i gatti che quasi 1000 anni avevano litigavano tra loro. La sua fama crebbe. Era solo questione di tempo ed altri clan lo avrebbero preso di mira.
Ricordo perfettamente quando i miei occhi si posarono su di lui. “ padre!” ero solo un cucciolo. Era estate. Gli andai incontro, vidi un uomo alto parlare con alcuni demoni del palazzo in cui alloggiavamo io e mia madre. Lui era un grande guerriero. Aveva con una corazza scintillante, era possente e privo di tatto.
“ Che significa non sai cosa significhi !” Mentre stava rimproverando i suoi uomini mi notò. Mi guardò dall’alto in basso infastidito come fossi feccia.Lanciò uno dei suoi uomini per terra. Con passo lento e minaccioso si diresse verso di me“ E tu chi sei?” mi disse guardandomi dritto negli occhi. Si chinò su di me.
Il suo potere mi mise in soggezione. “ io..” mi sentivo strano. Tremavo. Pensavo ingenuamente che mio padre avesse saputo chi fossi ma non andò così.
“ quindi dov’è questo mio figlio, donna?” si era alzato. Guardava intorno a sè molto infastidito.
“ è quello lì tuo figlio ” mia madre annoiata mi indicava. “ possibile che non lo riconosca ?” concluse avvicinandosi a me.
“ tu saresti mio figlio?” richinandosi aveva uscito le sue zanne affilate. Il suo viso era spaventoso. Ricordo che tremavo ma non avevo ceduto alla soggezione. Fermo davanti al suo cospetto aspettavo che mi lasciasse andare. Avevo davvero paura che mi facesse del male.
“ si “ chiudevo gli occhi stringendo i pugni. Se era mio padre non avrebbe avuto motivo di farmi del male ma tra i demoni non vi è alcun obbligo di galanteria. Quello stupido mi annusava per capire se mia madre avesse detto il vero oppure no.
“ mmmm..” mi squadrava dall’alto in basso. Si toccava il mento riflettendo per un po’. Ero confuso non capivo. Come poteva non riconoscere suo figlio?
Aveva le mani a terra e rideva schernendomi “hai ragione” ghignava divertito guardando il mio viso da molto vicino “ è cresciuto molto rispetto all’ultima volta che l’ho visto“ aveva preso le guance con forza. Le aveva tirate da una parte e all’altra come avesse davanti a sé un pupazzo.
“ non era nemmeno nato” rispondeva mia madre con voce monotono e fredda.
“ hai ragione” Aveva deciso si prendermi di peso “ speravo, onestamente, che fosse più robusto di così” mi aveva messo sottosopra afferrandomi per un piede. La rabbia cresceva.
“ eh?” Non capivo cosa cercasse di fare. Mi aveva trattato come un pezzo di carne. Mi Aveva agitato così forte che pensi i senti per paio di secondi. Mi ero davvero stufato. La sua ispezione era solo all’inizio. Mi aveva preso per il braccio per rimettermi in una posizione normale. Mi muoveva le gambe e il corpo come uno stupido burattino senza vita.
“ è proprio gracilino “ commentava svilendo la mia persona “ ma va bene lo stesso” mi aveva alzato sopra la sua testa. Ero stravolto, offeso e voglioso di vomitare. “ non pesa molto... “ aveva iniziato a scuotermi di nuovo come un salvadanaio pieno di monete mentre io volevo solo che mi lasciasse andare. “ ma sei sicura che sia mio figlio?” in quel momento mi chiedevo anche io la stessa cosa..
“ ha appena mangiato...” lo aveva avvertito mia madre toccandosi la fronte. Ero pieno di collera. Ringhiavo sempre più forte.
“ perchè mi fissi in quel modo?” chiedeva il gran generale cane ridendo come un ebete “ ho qualcosa sul viso?” domandava toccandosi la guancia. Mia madre non aveva fatto in tempo di avvertirlo. Avevo affondato i miei artigli sulla sua inutile guancia.
“ graaa!!” lo avevo preso alla sprovvista. Mi aveva lasciato andare come speravo. “ brutto marmocchio…” si toccava la ferita. Ringhiavo contro di lui come non mai. A quattro zampe giuravo a me stesso che se si fosse avvicinato ancora lo avrei azzannato senza remore.
“ padrone!” i servi preoccupati andavano da lui.
“ lasciateli fare” mia madre era intervenuta facendo un gesto con la sua mano“ si stanno solo conoscendo.” rideva lei divertita.
“ ohh… che gran potere” mio padre si leccava il sangue che colava dalla ferita “ interessante “ ghignava divertito. “ fammi vedere che sai fare “ estraeva i suoi artigli.
“ padrona volete che lo fermiamo noi? “ gli schiavi dietro di lui chiedevano. Feceva un gesto con la mano il loro padrone.
“ vieni da tuo padre, Sesshomaru” mi era andato contro. Ero riuscito a schivare i suoi artigli. Avevo cercato di morderlo ma lui prontamente mi aveva spinto via. “ che c’è, hai paura di me?” iniziava pian piano ad assumere le sue vere sembianze.
“ grrr!!” mi ero trasformato anche io. Volevo solo punirlo per essere stato così sfrontato. Mi aveva battuto vomitando su di me la sua energia. Mi aveva spedito contro il terreno esausto e dolorante.
“ che ne dici? “ mia madre si era avvicinata a lui a braccia conserte.
“ è debole” furono le sue parole. Avevo aspettato tanto prima di incontrarlo ma non ero stato all’altezza. Stanco e pieno di collera mi ero rialzato. Lo avrei battuto lo giurai a me stesso. Nessuno poteva ridicolizzare Sesshomaru in quel modo.
“ forse hai ragione” mia madre chinava il capo.
“ no!” Griva con tutto il fiato che avevo in gola “ non sono debole!” urlavo pieno d’ira. Ero piccolo ma con tanta voglia di dimostrare al mondo chi fossi.
Ero balzato davanti al generale. Dovevo ferirlo nuovamente. Il tempo rallentava man mano che la mia mano guadagnava centimetri. Era stato velocissimo. Mi aveva prese per la casacca bloccandomi in volo. Pensavo che la mia vita sarebbe finita lì. Tra i demoni, se i genitori non sono soddisfatti possono anche divorare i loro figli o peggio farli diventare loro schiavi.
“ allora dimostramelo, Sesshomaru “ mi lasciò andare per terra. Tremai, la sua volontà era terrificante, non dimostrava né paura né pietà. Mi passò accanto e trattenendo la mia ira mi morsi le labbra. Mi aveva lasciato lì senza degnarmi di uno sguardo.
ll giorno dopo io ero con uno dei miei maestri. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, fin dalla mia nascita ero stato sottoposto a prove per la sopravvivenza. Ero pure riuscito ad uccidere alcuni maestri che non soddisfavano le mie richieste. Quel giorno in particolare ero fuori in giardino. Mio padre si ero messo davanti a me. Nella sua mano vi erano delle bacche demoniache. Le stava mangiando senza troppe remore.
“ sono buone da mangiare” ne mangiò alcune. Avevo scostato il capo“ nonostante la tua piccola età hai già ucciso parecchi demoni “si sedette accanto a me. Non volevo nulla da lui.
“ cosa vuoi?” avevo domandato molto infastidito.
“ ahahaahah, dritto al sodo“ rideva di gusto il grande demone. “ ti piacerebbe partire con tuo padre?” mi aveva chiesto ghignando.
“ per andare dove?” non capivo se stesse dicendo sul serio o meno.
“ sul campo di battaglia, che domande” era diventato improvvisamente gelido. “ oppure hai paura, ragazzino?” ghignava schernendomi.
“ affatto!” gli avevo urlato contro. “ ed ho un nome !” avevo cercato di fargli capire..
“ questo è lo spirito giusto” si ero alzato. Poi…. allungando le sue grandi mani e aveva preso per la vita. Mi aveva messo sopra le sue grandi spalle.
“ che stai facendo?” non capivo cosa volesse farmi.
“ ti sto portando a casa, no?” dovetti tenermi ai suoi capelli. Era così alto per un cucciolo come me. “ come si sta lassù?” mi chiese intravedendo la casa della mamma.
“ bene, credo…” non capivo perché si comportasse in quel modo. Lui non era come tutti gli altri, non era come mia madre , era diverso. Anche se possedeva un potere eccezionale lui voleva solo la pace tra la sua gente.
“ soddisfatto?” domandava mia madre.
“ abbastanza, è molto intelligente ” mi osservava mentre io gli avrei volentieri staccato la testa. Non lo sopportavo.
“ molto visto che già non si fida di te” aveva risposto mia madre.
“ hai ragione ” mio padre mi aveva preso per la canotta. “ forza, andiamo che ho fame” caricando su di una spalla mi portò via con sé.
“ graaa!!” volevo che mi lasciasse. “ lasciami!” ordinavo senza successo
“ ti piacerà, vedrai” ricordo mi disse.
Fu così che iniziai a conoscere il grande generale cane. |
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Capitolo 21 *** Parte quinta: capitolo 1 ***
Capitolo 1: Felicità...
Quel pomeriggio fui seduto su quel prato in cui incontrai la miko di mio fratello. Passarono un paio i giorni dal nostro ultimo incontro. Sentii nella brezza il suo profumo e poi la vidi comparire dietro le mie spalle.
“ Non credevo davvero di trovarti qui” disse lei avvicinandosi a me con in mano una cesta. “ ma sono felice che tu sia venuto “ si sedette accanto ad un paio di passi da me.
“ felice?” chiese io incuriosito dalla sua espressione.
“ si, insomma” mi guardò stranita “ sono contenta di trovarti qui” mi disse sorridendo “ provo ... “ si toccò il petto “ gioia” mi guardò negli occhi.
“ gioia? “ ripetei incuriosito.
“ si questo è quello che sente la piccola Rin quanto ti vide “ cercò di farmi capire.” oppure Jacken “ pensò ma non mi sembrò molto convinta a dire il vero. “ almeno credo..” soffiò chiudendo gli occhi assumendo una strana espressione.
“ spiegatevi meglio “ Mi indespetti parecchio. Io, contrariamente a quello che potesse pensare quella femmina non comprendo poichè io non appartenevo alla sua razza.
“ la gioia è un sentimento indefinibile “ cercò di spiegarmi “ un po’ come quasi tutti del resto “ soffiò scoraggiata “ però esistono vari gradi di gioia e modi per provarla “ batté una mano su di un palmo. “ ad esempio si puoi provare gioia per chi si ha vicino, per un familiare, per un conoscente o anche solo per qualcosa per che si è fatto…” cercò di spiegarsi anche se fu davvero poco chiara. “ si può provare un'immensa gioia per sfuggire alla morte ad esempio …” rifletté ma sembrò abbastanza confusa “ è un po’ complicato a dire il vero…” soffiò chinando il capo “ sta di fatto che mi ha fatto piacere vederti” accennò un sorriso. Fu un sorriso diverso, un sorriso che di cui non ne conoscevo il significato.
Così chiesi “ provate gioia nel vedermi?” Il suo volto cambiò di scatto.
“ beh.. s-si, diciamo” chinò il capo “ e in parte anche stupore “ rise nervosamente toccandosi la nuca. Mi chiesi il perché di quella strana reazione fuori luogo. “ quindi tu…” rialzò il suo viso “non hai mai provato nulla del genere?” mi guardò nuovamente negli occhi.
“ I demoni non provano i sentimenti, donna” le spiegai gelidamente guardando l’orizzonte.
“ eppure sono convinta che tu provi sensazioni positive nei confronti di Rin “ si sporse incuriosita dal mio viso. “ so che l’hai salvata più di una volta e…” cercò di dirmi ma la interruppi sapendo già cosa volesse per dirmi.
“ quello è dovere nulla di più, donna “ la fulminai con lo sguardo.
“ dovere?” spalancò i suoi occhi colta alla sprovvista.
“ Rin” decisi di spiegare la mia decisione “ non ha mai fatto nulla per cui Sesshomaru avrebbe dovuto ucciderla “ le feci capire il perchè mi fossi comportato in quel modo nei confronti di quella bambina umana. “ si è solo mostrata meritevole.“ conclusi chiudendo gli occhi.
“ tu sai del suo passato, vero, Sesshomaru?” mi chiese con voce più bassa e spenta. Non risposi. Mi face disgusto immaginare quelle bestie prendersela con quella una bambina. “ Ti ringrazio per averla salvata a nome dei suoi genitori che non ci sono più “ si alzò e si chinò al mio cospetto.
“ Non mi interessa la riconoscenza degli esseri umani. “ Mi alzai seccato da suo comportamento.
“ Dove stai andando ?” non capì.
“ Il nostro tempo è scaduto “ le dissi.“ cercate di sforzarvi per farvi comprendere altrimenti sarò costretto a chiedervi dell’altro “ soffia infastidito andando via.
“ si ma “ fece un passo e poi “a-aspetta! quando tornerai? “ domandò seguendomi per paio di metri.
“ avete 2 giorni di tempo “ furono le mie ultime parole. Balzai in aria e andai via. Dovevo tornare dai miei soldati prima che si accorgessero della mia assenza. |
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Capitolo 22 *** Capitolo 2 ***
Capitolo 2?: ... e Gioia, sono la stessa cosa?
Puntualmente, due giorni dopo, ritornai in quel prato. Trovai la femmina umana già lì seduta. Kagome strinse tra le sue mani un filo d’erba.
“ Chissà dov’è?” sussurrò mettendola in bocca. Quando sentì la mia presenza “Ahhh, Sesshomaru..” si voltò sorpresa. “ ti stavo aspettando!” agitò la sua mano “ siediti” disse grattandosi il capo.
Non mi sedetti. La guardai dall’alto della mia altezza. “ E bene” presi io le redini del discorso “ cos’è la Gioia?” la mia domanda fu diretta e semplice.
Il suo volto divenne sempre più bianco. “ Si..” chiuse gli occhi e prese un bel respiro. Se non mi avesse dato una risposta l’avrei uccisa seduta stante. Si Sedette sulle propria ginocchia in modo composto, fece un altro bel respiro e iniziò a spiegare.“ Credo sia meglio fare una premessa su cosa siano in generale i sentimenti umani” quel giorno sembrò essere consapevole di quello che stesse dicendo. “ Gli esseri umani” narrò con fermezza “ provano una vasta gamma di emozioni e sentimenti” mi guardò dritto negli occhi “ ovvero una moltitudine di risposte emotive e psicologiche a quello che avviene dentro “ si toccò il petto “e fuori da loro. “ la giovane donna mi fece incuriosire mostrandomi con la sua mano il panorama. “ nel mio tempo le emozioni sono state categorizzate in due fasce” le sua mano destra si alzò e si posizionò alla altezza della testa come se tenesse in mano qualcosa. “ vi sono 7 emozioni universali che tutti gli esseri viventi provano indistintamente “ guardò la sua mano e poi con la mano sinistra fece il medesimo gesto “ dall’altra vi sono 12 propriamente Umane” guardò alla sua sinistra “ anche se in verità ce ne sono molte di più “ sorrise e poi rimise dolcemente le mani sopra le sue gambe. “ le 7 emozioni universali sono” ritornò seria “ Gioia, Sorpresa, Rabbia, Disgusto, Tristezza, Paura” le pronunciò in modo impeccabile. “ mentre le emozioni Umane di base in linea di massima sono: allegria, invidia, vergogna, ansia, rassegnazione, gelosia, speranza, perdono , offesa, nostalgia, rimorso, delusione” soffiò tutto d’un fiato “ ce ne sono molte altre “ recitò poi distrattamente “ in totale tutte le emozioni che prova l’uomo solo…. 172 , comprese quelle universali ovviamente “ chinò il capo imbarazzata.
“ comprendo “ ebbe la mia completa attenzione
“ ora andiamo ai sentimenti “ batte le mani sorridendo. Prese dietro di sè un libro con una copertina lucente. “ In psicologia con il termine sentimento deriva dal latino che significa sentire, percepire con i sensi “lo aprì e lesse con attenzione “ si intende uno stato d'animo ovvero una condizione cognitivo-affettiva che dura più a lungo delle emozioni” posò lo sguardo su di me “ presenta una minore incisività rispetto alle passioni.” ripose l’oggetto nuovamente dietro la sua persona. “ Per sentimento si intende genericamente ogni forma di affetto:” tirò un respiro profondo “ sia quella soggettiva,” si toccò nuovamente lo sterno all’altezza del suo organo vitale che palpitava “ cioè riguardante l'interiorità della propria individuale affettività;” posò uno sguardo differente su di me. “ sia quella rivolta al mondo esterno.” soffiò infine ridendo appena. Mi chiesi perché stesse ridendo ma poi chinò il capo. “ non sono brava a spiegare, lo so “ strinse con forza i suoi pantaloni rossi e macchiati di terra. “ ti chiedo scusa Sesshomaru” guardò alla sua sinistra tesa come una corda di liuto. “ sono inutile “ i suoi occhi divennero improvvisamente lucidi. “ maledizione “ caddero dai suoi occhi le prime lacrime.
‘ questa deve essere…’ pensai tra me e me. “ perché provi tristezza?” le chiesi mentre lei nascose il suo volto dietro le sue mani.
“ io… non lo so..” pensai immediatamente che fosse molto stupido. “ ma aspetta, tu come…” Mi irritai parecchio.
“ Rin” commentai infastidito “ ma non credo che piangere sia una soluzione adeguata “ dissi gelidamente “ è interessante che gli esseri umani nel tuo mondo abbiamo cercato di definire la loro stranezza” le spiegai osservando quel libro. “ quindi.. cos’è la gioia?”
“ gioia” annuì rasserenando il suo organo vitale “ è un è un sentimento umano che è identificabile con una percezione piacevole di un qualcosa. E’ un sentimento che è pieno di vita, originato dalla soddisfazione dell’animo.” guardò alla sua sinistra “ spesso questo sentimento è provocato da una persona cara, o da un fatto , o da una cosa che causa piacere, per l’appunto. “ guardò l’orizzonte “ Questo qualcosa deve essere la fonte della soddisfazione o di una consolazione “ rivolse poi lo sguardo su di me. “ ad esempio Rin” osservai i suoi occhi castani e così lucenti “ Perchè gli regali sempre dei bellissimi vestiti?” si rivolse alla mia persona. “ Tu “ mi indicò “ tu desideri il bene per quella bambina ” chiese con insistenza.
“ do quei vestiti” ribattei in risposta alla sue sciocche congetture “ perché ne ha bisogno, cresce molto fretta “ la sua bocca fece una strana smorfia mai vista prima.
“ sta di fatto” mi rispose immediatamente “ che la piccola apprezzi davvero i tuoi regali “ incrociò le braccia.
“ non ne dubitavo” risposi dalla suo commento. “ quindi è questa la gioia?” domandai cambiando discorso. “ soddisfazione, piacere” commentai osservando il cielo.
“ si” annuì “se hai domande da pormi fa pure” chiese cercando il mio sguardo.
“ perchè mio padre vi considerava così speciali?” soffiai senza nemmeno riflettere.
“ non lo so questo…” mi rispose “ ma io credo che noi non siamo tanto diversi da voi demoni “ guardò con me l’orizzonte.
“ demoni e umani sono diversi “ affermai con freddezza.
“ allora in cosa siete diversi?” la donna mi pose una giusta domanda.
“ in tutto.” mi alzai e me ne andai senza degnarla di uno sguardo. |
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Capitolo 23 *** Capitolo 3 ***
Capitolo 3 :Tempesta.
Passarono diversi mesi, la femmina umana mi spiegò molto sulla sua gente.I giorni passarono e intuii che vi fosse qualcosa sotto quei suoi sorrisi. Giunse agosto.
“Sai” mi disse la donna “ sono stata al villaggio ieri e Rin..” rise e iniziò a raccontare seduta su di una roccia. Kagome parlò davvero molto eppure la cosa non mi importò granchè. Iniziai ad apprezzare la sua voce. “ ahahaha sono proprio sciocchi “ rise di gusto.
“ perchè vi siete allontanata da loro?” chiesi spezzando quella atmosfera stupidamente serena.
“ be…. per Studiare “ mi disse senza pensare. I suoi occhi nocciola si posarono su di me e poi . “ ma non ha alcuna importanza! “ cambiò discorso velocemente alzandosi.
“ è per Inuyasha?” domandai facendo un passo nella sua direzione. Fui stanco, Stanco di non sapere la verità che la relegasse in quel tempio abbandonato dal mondo.
“ in parte…” soffiò stringendo un pugno.
“ capisco” mi chiesi cosa fosse successo per portare quella donna ad un gesto così estremo. Non capii cosa potesse pensare Inuyasha di lei ma fu evidente che lei provasse qualcosa per il mezzo-demone. Pensai che il motivo per cui Kagome si fosse allontanata dagli umani fu per un litigio avvenuto molto tempo fa o un tradimento.
“ Dolore” pronunciò poi la femmina umana sedendosi “ sai fa parte dei sentimenti negativi “ guardò il cielo ed io decisi di sedermi accanto a lei in silenzio “ Sesshomaru….” il vento si alzò mentre la sua mano strinse i fili d’erba “ tu hai mai pianto nella tua vita?” disse quando la pioggia iniziò a cadere su di noi. Seduti l’una accanto all’altra su quel prato verde . Nessuno oltre noi e il mondo.
“ i demoni non piangono” Risposi quasi divertito da quella domanda così sciocca.
“ neanche per la morte di tuo padre hai pianto?” chiese ed improvvisamente nella mia mente di manifestarono quei maledetti ricordi. L’ira, le fiamme e le urla di quel bambino.
“ no, mai “ soffiai con amarezza bloccando quelle reminiscenze “ morto un demone se ne fa un’altro” conclusi uscendo da quel turbinio di pensieri.
“ Capisco “ un tuono d’un tratto devastò il cielo sopra le nostre teste “ invece io ho pianto molto quando mio padre è morto davanti ai miei occhi……. “ chinò il capo. Me ne stupii molto. Che anche lei avesse assistito alla morte del proprio padre? Mi chiesi se anche lei fosse stata impotente; se anche lei avesse visto morire chi un tempo giudicò essere il suo mentore, davanti a sé.
“ donna, dovreste rientrare al tempio “ interruppi la conversione alzandomi sulle mie gambe.
“ chiamami con il mio nome, ti prego” uno strano vento gelido mi investì. Vidi tra le nuvole saettare un fulmine. “ a volte vorrei non essere mai tornata qui “ mi voltai verso di lei sapendo che quella frase non potesse appartenere a quella femmina.
“ Kagome...” la chiamai con il suo nome. Ma non ebbi il tempo di fare nulla.
“ Attento !!! “ Urlò e prendo il mio braccio mi spinse a terra. Un tuono ruggì nel cielo non tanto quanto il mio corpo a quel contatto. Se non fosse stato per lei sarei morto. Fu più forte di quello che mi aspettai.
D’un tratto il mio petto fu investito dal calore. Riaprii i miei occhi. Kagome fu sotto di me, le sue piccole mani mi avvolgere in una morsa piena di disperazione. Tremò, tremò come una foglia. Mi sentii mancare il respiro. Il mio corpo si paralizzò. “ Sesshomaru…” Sentii dire il mio nome ma la mia mente mi fece andare a molti anni prima quando incontrai per la prima volta Izaioi.
Quel giorno ero stato incaricato di andare ad avvertire mio padre. Izaioi era solo una ragazzina.
“ Sesshomaru” mi annunciarono.Io Non ero come mio padre, io non andavo a idolatrare quelle misere bestie. Disgustose e fetide bestie.
“ mio signore perdonatemi”avevo gettato a terra quella stupida guardia.
“ ah! il principe!” aveva detto quella arpia con la sua sciatta e inutile voce.“Piacere di conoscerti, tu devi essere Sesshomaru? “ Izaioi era seduta accanto a se mio padre “ Touga, mi ha tanto parlato di te” aveva sorriso quella bestia.
“ Perché perdi tempo con questi umani? “ avevo domandato quel giorno a mio padre.
“ Sesshomaru, porta rispetto.”aveva detto quell’idiota pieno di rabbia.
“ l’esercito vuole il suo generale”avevo spiegato molto seccato. “ c’è stata una rivolta” guardavo la bambina nascondersi dietro di lui.
“ ah… capisco…” quella maledetta. “ quindi devi già andare via, mio signore?” chiedeva a mio padre lasciando la sua schiena.
“ si “ annuiva alzandosi.“ perdonami Izaioi” la bambina piangeva.
“ no, non andare!” urlava correndogli dietro. “ mi avevi promesso che saresti rimasto qui con me!” prendeva la sua gamba da dietro.
“ principessa!!” delle donne la rimproveravano nell’alto palazzo della plebe
“ quanto sono fastidiosi gli umani” commentavo disgustato.
“ Izaioi “ ma mia madre “ tornerò presto, te lo prometto” si era chinato e aveva accarezzato la fronte di quella sciocca.
“ si…”prendeva le sue mani. “ ti aspetterò” quella maledetta umana le portò al suo viso.
“ si “ si era alzato ed era andato via tramutandosi in cane.
Mio padre aveva varcato il cielo.“ perchè non vai con lui?” la bambina domandava gelidamente.
“ cosa pensa di ottenere una ragazzina come te da mio padre?” molto infastidito avevo preso la parola “ vuoi forse ringraziartelo così che tuo padre possa possedere altre terre?” avvicinandomi a lei la rabbia iniziava a crescere.
“ ah, come osi rivolgerti a me in quel modo” era capricciosa“ inchinati dinanzi alla tua padrona, demone“ era scalba e stupida.
“ inchinarmi?” l’avevo presa per la gola “ ahahaah con chi credi di parlare “ le guardie accorrevano puntandomi le armi alla gola. “una volta morto mio padre tu e la tua maledetta famiglia finirete di spadroneggiare su queste terre” stringevo più forte. “ vi divorerò uno ad uno fino a che non ne rimarrà di voi nemmeno il ricordo “ le avevo spiegato senza remore..
“ Ah!” urlava piena di paura.
“ dovrei solo uccidervi” ero stufo. Avevo lasciato cadere la bambina per terra.
“ Signor Sesshomaru” tossiva la maledetto dovevo ucciderla. “ i suoi occhi…” alle mie spalle tremava e piangeva di paura.
Mi alzai sulle braccia senza fiato. Fui confuso e disorientato. Qualcosa mi invase il petto. Non capii cosa c'entrassero quei ricordi così lontani. Pensai di star per perdere la testa e quella fu solo l'inizio della mia malattia.
“ Sesshomaru” Sentii la voce di una donna “ Sesshomaru, ti senti bene ?” sentii una mano sfiorarmi la guancia. Tornai al presente. Un’altro lampo illuminò tutto. Il suo volto fu rosso e sentii qualcosa nel suo petto battere forte.
“ Si “ Soffiai incredulo. Fui così vicino alla sua persona che potei sentire il suo respiro sulle mie labbra. Ripresi lentamente la calma. Il mio corpo reagì al calore del suo tocco. Tutto dentro di me ebbe un battito. Ne fui sorpreso. Gli attimi divennero minuti e i minuti ore. I miei occhi furono catturati dai suoi occhi castani e così pieni di luce. Vidi la pioggia cadere sempre più lentamente. Il suo respiro esattamente come il mio divenne affannato. I suoi capelli neri furono un tutt’uno con la terra. Solo io e lei, non vi fu più nessuno. Kagome, lei fu bella, bella da morire. Nemmeno nei miei sogni piú perversi la potei immaginare sotto quelle spoglie. La pioggia battè fragorosamente intorno a noi. Spinto forse dalla sua mano stessa mi avvicinai pericolosamente alle sue labbra. Il respiro di lei si spezzò. A quel tempo la compagnia di una femmina mi fu estraneo. Forse fu per questo che osai così tanto quel giorno. Sentii le sue dita morbide accarezzarmi le labbra ma il suo respiro prese un nuovo ritmo. Fummo a pochi centimetri l’uno dall’altra. Ebbi l’immenso desiderio di spingermi oltre: scostare il suo polso, bloccarlo contro il terreno, baciare il collo di quella donna, toccare il suo corpo e poi unire le mie labbra con le sue come se non ci fosse un domani. Ma il demone che fui non potè accettare un tale desiderio così disgustoso. Sesshomaru detestava gli esseri umani. Kagome era la donna d’ Inuyasha.
Compresi il mio errore. Compresi con orrore cosa avessi immaginato. Non fu sano ma pura follia. Il potente Sesshomaru potè davvero ambire a fare una cosa tanto disgustosa? Chiusi gli occhi e trattenendo il vomito mi alzai. Mi si strinsero le viscere con violenza come se qualcosa stesse cercando di uscire dalla mia gola.
Kagome “ C-ci è mancato davvero poco ….“ sedendosi si sistemò il kimono mentre il suo viso divenne completamente rosso. La pioggia torrenziale fece diventare quella veste bianca quasi del tutto trasparente. Dandogli le spalle portai una mano alla bocca. Tentai davvero di andare oltre con quella donna. Tutto mi fu incomprensibile. Decisi di andare via di lì. “ma dove vai !?” mi disse la femmina umana “ Non vorrai andare via ? Morirai di certo con quella armatura addosso! “ la tempesta divenne sempre più aggressiva ma avrei dato di tutto per poter stare lontano da lei in quel momento. “ ascoltami, al tempio non c’è nessuno e non dovrei nemmeno esserci io…. “ spiegò mentre il vento soffiò impetuoso “ Potremmo aspettare lì fino a che la tempesta finisca...” continuò con voce tremante “ cosa ne di-dici Sesshomaru?” sentii i suoi occhi su di me. Non so perchè ma uno strano senso di morte mi piombò addosso. Non dovetti essere lì con lei e non dovetti nemmeno aiutarla. Purtroppo ebbe ragione, la tempesta sarebbe stata troppo anche per me. Non avrei potuto permettermi di rischiare la vita. Un tuono rumoroso seguito da dei fulmini prese per me la decisione finale. Non sarebbe stato giusto accettare ma non ebbi altra scelta. Mi avvicinai a lei. Avrei potuto ucciderla e ripararmi ugualmente in quel tempio ma non lo feci. Infondo mi salvò la vita, divenni debitore senza accorgermene. Fu così che porsi una mano a quella donna umana. Lei mi sorrise. Allungando la sua mano verso la mia l’afferrò con forza. “Grazie” si rimise sulle sue gambe. Un fulmine cadde molto vicino a noi. Atterrita si strinse al mio braccio. Di nuovo sentii quel calore diffondersi nel corpo come un veleno. “ Forza , prima che sia troppo tardi” mi condusse al tempio senza lasciare la mia mano. Lei non sembrò essersi accorta di nulla. “ lo so che non ti piacciono i templi ma un riparo è pur sempre un riparo” disse senza smettere di correre. La testa si svuotò di tutto. La tempesta alle nostre spalle fu in tumulto. Quella donna mi trascinò via. Fu più forte della natura stessa e forse fu per questo che mi feci travolgere dal suo volere. “ siamo arrivati !” capii di non potermi più tirare indietro. Arrivati agli scalini la presi per la vita e con un solo balzo arrivammo in cima. “ Forza vieni “ spalancò una delle porte e mi fece cenno di entrare. Guardai tutto intorno. Fu deserto, non vi fu anima viva “ avanti” insistette e con riluttanza ubidii. Kagome chiuse la porta“ C'è l'abbiamo fatta “ commentò sfinita poggiando le spalle contro di essa. Fu buio. La donna rise divertita e poi vi fu il silenzio. Fummo in uno dei plessi della struttura. Vi fu un grande corridoio davanti a noi che sembrò dislocarsi tra una camera e l’altra. Feci un paio di passi verso il centro di quello che sembrò essere un ingresso. Nel silenzio sentii il respiro di quella donna diventare sempre più sottile. Tra le ombre osservai quel viso grondante di sudore e pioggia essere rivolto verso di me. I suoi occhi brillanti mi guardarono con insistenza nell’oscurità. Ancora una volta le sue guance furono rosse ma di un colorito diverso, più vivo e più penetrante. Tra un lampo e l’altro vidi perfettamente quanto fosse esile e femminile il suo corpo. Fummo solo io e lei, lontani dal mondo, lontani da tutti. Nessuno avrebbe potuto sapere dove fossimo. D’un tratto la donna accennò un sorriso, un sorriso mai visto prima. Poco dopo la vidi muovere con lentezza alcuni passi verso la mia direzione. Mi si strinsero ancora una volta le viscere, il senso di vomito si ripresentò violentemente. L’odore della femmina umana fece sì che iniziò a farmi girare la testa. In pochi secondi fummo ad un solo passo di distanza. Ebbi la malsana idea che lei potesse prendesse nuovamente il mio viso o che utilizzasse i suoi poteri per uccidermi. Fui pronto ad ucciderla se solo si fosse avvicinata ancora una volta alla mia persona senza permesso. Ma lei, lei non fece nulla di tutto questo, mi passò semplicemente accanto e camminando per il corridoio mi accorsi di aver trattenuto il fiato fino a che non fu a 2 metri dietro di me. “chissà dove sono le candele” la sentii chinarsi e cercare in un mobile posto nel corridoio. Sconvolto mi toccai il petto. Non capii il perchè di tutte quelle sensazioni sgradevoli e violente. “ saranno sicuramente di là..” sussurrò quella miko. “allora, Sesshomaru, non vieni?”chiese la sua voce accorgendosi di me.“ non fare complimenti ” proseguì nel corridoio a tentoni. “ non si vede nulla…” sussurrò con preoccupazione guardandosi le mani. Voltandomi vidi quel goffo essere umano farsi strada con incertezza. Mi avvicinai alla sua persona pieno di una incommensurabile ira. Sarebbe stato facile ucciderla, prenderle quella testa così piccola e spaccarla in mille pezzi oppure afferrare quella gola sottile e bloccare per sempre il respiro. “ p-piano…!” la sua voce spezzò la mia rabbia. Il suo piede scivolò sul legno. Fu quasi caduta per terra quando istintivamente mi avvicinai per evitare che cadesse. “ ah…. mannaggia…” ansimò spaventata reggendosi alla parete tremando. “ sono davvero un impiastro..” soffiò rimettendosi sulle sue gambe piene di incertezza. “ forza Kagome” proseguì per il cammino. Lei non fu come gli altri ed fu per questo che fu così simile a Rin. Quella donna fu la tenacia, ebbe la forza di proseguire, di insistere, di non arrendersi scadendo anche nella follia. Forse fu questa la differenza tra i demoni e gli esseri umani? no, fu ben altro. “ echiù!!”starnutì attirando la mia attenzione. Piano piano, la femmina umana arrivò in fondo al corridoio. “ arrivata” aprì la porta sfinita ma felice. |
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Capitolo 24 *** Capitolo 4 ***
Capitolo 4 : al tempio
Con riluttanza la seguii. “ mettiti comodo “ Mi sentii stupido nel mentre la donna cercò in un vecchio baule dei vestiti. Mi tolsi annoiato l’armatura e mi sedetti vicino al fuoco che accese poco prima. Lei non sembrò essersi accorta di nulla.
“ Qui ci sono dei vestiti asciutti “ venne da me e lì poggio alla mia sinistra.
“ Non ne ho bisogno “ chiusi gli occhi con stanchezza.
“ Capisco “ si rimise in piedi “I demoni non sentono freddo ?” domandò prendendo un’altro vestito da quel baule.
“ I demoni non si ammalano per così poco, donna” chiarii senza indugiare.
“ Hai ragione “ aprì una porta dietro di me. Incuriosito voltai appena lo sguardo e notai che quella stupida vi fosse chiusa dentro. A mala pena vidi che si stesse cambiando. “ i demoni sono davvero indistruttibili” riportai lo sguardo al fuoco immediatamente. Pensai che si stesse prendo gioco di me un’altra volta. Fu solo una stupida, mi toccai la fronte stanco. Quando riapparve con una tunica tutta bianca .“ Grazie per tutto quello che hai fatto comunque “ disse passandomi al fianco portando con sè quelli bagnati. Sbatté i pantaloni rossi e li posizionò su di un’asse di legno vicino al fuoco.
“ Non devi ringraziarmi per ogni cosa “ soffiai con dissenso mentre fece lo stesso procedimento con l’ultimo capo rimasto.
“ Si, hai ragione “ si sedette proprio di fronte a me. Calò il silenzio. Voltai il mio viso alla mia destra mentre lei cercò di ravvivare il fuoco con un rametto. Mi chiesi il perché di quelle sensazioni e sospettai che fosse tutto un piano di quella donna. Pensai che Kagome fosse peggio di un demone e più subdola di Izaioi. “ ahi!” si lamentò tra uno scoppiettio e l’altro. Per poco non si bruciò un dito quella povera sciocca. Dovetti ritrattare le mie supposizioni. Una essere così ingenuo come quello non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere. Kagome non avrebbe avuto motivo di uccidermi. Anzi mi salvò rischiando di morire insieme a me.
Un tuono cadde. Seccato ricordai di non aver risposto alla sua domanda precedente.
“ Mio padre “ dissi spezzando il silenzio “ era un demone molto potente che presiedeva il dominio su queste terre “ raccontai guardando il soffitto “ nonostante questo lui fu come un re per la sua gente “ chiusi gli occhi. “ la lealtà, era una cosa che voleva dai suoi demoni“ rammentai “ non odiava gli esseri umani e questo .. “ la rabbia iniziò a invadermi il corpo.
“ Izaioi , non è vero “ chiese la donna .
“ Lo condusse alla morte” dissi la verità. “ quella notte era già gravemente ferito e pur di salvare quella donna e suo figlio che diede la vita” osservai le fiamme di quel fuoco e in esso rivivetti quella notte.
“ Sesshomaru “ pronunciò il mio nome con amarezza.
“ fu schiacciato dalle fiamme “ le spiegai.
“ Eri lì anche tu?” mi chiese Kagome sorpresa.
“ Si” chiusi i miei occhi.
“ Perché non sei intervenuto ?” non capì la ragazza.
“ aveva preso la sua decisione, non potevo interferire “ mi alzai seccato.
“ Non devi sentirti in colpa “ disse Kagome sporgendosi verso di me.
“ Non so cosa tu voglia dire “ aprii la porta, divenne stretta quella stanza.
“ non devi tormentarti per quello che è successo!” si alzò urlando. “ io so che tu volevi molto bene a tuo padre” chinò il capo.“ lo si vede nei tuoi occhi “ si avvicinò a me cercando di prendere la mia mano.
“ i demoni non provano sentimenti, donna “ la spinsi a terra in uno scatto d’ira.“ il mio unico desiderio era batterlo almeno una volta! “ gli urlai contro. “ avrei voluto avere l’onore di ucciderlo con le mie mani “ la rabbia uscì senza freno. Non avrei dovuto spingerla.
“nonostante questo” si alzò “adesso Inuyasha dipende da un potere che è di tuo p-padre “ si toccò la spalla “ mentre tu” mi guardò nuovamente “ hai ottenuto un potere tutto tuo senza precedenti “abbassò poi capo tremando. “ non sei felice di questo? “ mi chiese con un filo di voce.
‘ no, non lo ero... ‘ guardai alla mia sinistra sentendomi così strano.
“ ecchù!” starnutì spezzando il discorso “ comunque sia, sono sicura che tu l’avresti battuto prima o poi “ si poggiò con stanchezza le spalle contro la parete. Chiusi la porta e mi avvicinai a lei. Presi il braccio e lo mossi. “ C-che fai ?”Non sembrò avere niente di rotto. “ Sto bene tranquillo “ricevette una botta. “ sono stata inopportuna, scusami” Lasciai il suo braccio e la osservai per un po’ . Gli esseri umani sono molto fragili. Mio padre lo sapeva molto ben. Furono proprio i gesti gentili d’Izaioi a corrompere mio padre. “ sai.. “ mi disse poi “I tuoi occhi sono così freddi Sesshomaru… “ soffiò dicendo le stesse parole di mio padre.
Potei chiederlo a lei il significato di quelle parole ma...si era addormentata contro la parete. Iniziai a capire perché a Rin piacesse. Non nego che fui incuriosito dal suo volto. Mi avvicinai ad esso. Non mi era mai capitato di vederne uno così da vicino. Constatai che non avesse nulla di speciale. Nemmeno il suo corpo da donna fu particolarmente femminile. Kagome era solo una comune donna umana con una forte aura positiva. Forse fu per questa ragione che ebbi quelle strane sensazioni entrando in contatto con lei. Kagome dormì senza il timore che io le facessi del male. Fu fin troppo caritatevole nei miei confronti. Ebbi la tentazione di poggiare una mano sul suo viso per vedere meglio quelle labbra però mi fermai. Il suo respiro regolare spezzava il silenzio. Sotto di lei notai l’ombra dell’ animale famelico che fui. Avrei potuto ucciderla ma non avrei avuto un vero motivo per farlo. Lei si spostò e dal sua fronte cadde una ciocca di capelli che le coprì il viso. Fu completamente indifesa. Istintivamente volli sistemarle i capelli ma con orrore pensai ad Inuyasha. Lei fu sua e non avrei mai potuto toccarla in alcun modo. Per quanto odiassi mio fratello non lo avrei mai fatto. Con questa ragione mi allontanai da Kagome ma poco dopo il suo corpo iniziò a scivolare colpendo la mano che poggiai contro la parete. Le sue labbra furono contro il mio polso. Quella matassa di capelli le ricadde sul viso. Non seppi che fare, volli tirarmi indietro ma così facendo l’avrei svegliata. Così girando il polso decisi di accompagnarla al suolo.
“ mmnn..” gemmette assonnata mentre io feci con cautela. Riuscii nel mio intento, beatamente dormii ed io tirai un respiro di sollievo. Quando cercai di togliere la mano dai capelli si voltò ed aprì per pochi istanti i suoi occhi color nocciola. Si assopì nuovamente senza dire o fare nulla. Tolsi molto lentamente la mia mano anche se finalmente potei osservare meglio le sue labbra. Non sembrarono avere nulla di eccezionale ma a contatto con mia pelle mi sembrarono leggere come una nuvola. “ Inuyasha…” sussurrò nel silenzio.
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Capitolo 25 *** Capitolo 5 ***
Capitolo 5: La quiete
Stetti tutta la notte ad osservare quella donna. La mia mente viaggiò a poco tempo, nel momento in cui la rividi in quel villaggio con Rin.
‘ cosa sto davvero aspettando?’ pensai guardando il soffitto di quella struttura in legno. ‘Cosa sto facendo?’ domandai a me stesso nel silenzio della notte mentre quella donna dormì beata. I miei pensieri all’epoca però furono rivolti a lei anziché alla mia missione.
I bastardi del nord. Nel mio piano di conquista furono il mio ostacolo ma invece di meditare un piano con i miei generali quella notte fui lì con quella femmina umana. Seccato e disgustato di me stesso decisi di alzarmi. Odiare gli essere umani, questa fu un tempo la mia certezza ma quella donna fece in modo che essa si distruggesse pezzo per pezzo.Il Sesshomaru di un tempo avrebbe divorato il suo cadavere solo per essere una donna come Izaioi. Mille pensieri mi attraversarono la mente. Questo cambiamento ebbe inizio da lei sola. La consapevolezza che mio fratello la usasse come rimpiazzo per quella sua donna di nome Kikyo, la sua forza e la sua sincerità non fecero mai in modo che lei potesse essere solo paragonata ad Izaioi.
Kagome era diversa. Lei non provò paura quel giorno. Lei non ebbe paura di guardarmi negli occhi e sfidarmi. Lei non ebbe mai paura di imporsi. Lei fu consapevole di custodire il potere che se solo avesse voluto mi avrebbe distrutto in un solo istante ma non lo fece.
“ La signorina Kagome è davvero buona “ la voce di Rin irruppe nella mia testa mentre mi avvicinai alla scalinate “ lei non ha mai odiato i demoni “ ricordai vagamente “ la ammiro molto per questo “ L’alba sorse portando alla mia mente quando mi ritrovai contro ogni logica sopra quella donna poco tempo prima. Qualcosa si mosse nel mio petto e non capii così fosse.
“ Sesshomaru!” la voce di Kagome spezzò il silenzio “ Sesshomaru!” pensai che fosse la mia immaginazione ma sentendo la disperazione in quelle semplici parole andai nella sua direzione senza pensare. “ Sei qui !“ ansimò. Mi corse incontro piangendo “ Sei qui!! “ mi strinse forte. Pensai fosse successo qualcosa di molto pericoloso come se ci fosse un nemico o le avessero fatto del male ma...“ sei vivo” nascose il viso sul mio petto privo di armatura.
“ perché stai piangendo?” chiesi non sapendo cosa fare.
“ perchè sei andato via?” mi disse dritto negli occhi facendomi vedere quel suo viso umido e stanco “ Non lo fare mai più! “ mi urlò contro mentre sentii il suo organo vitale battere e impazzire. “ mi sono preoccupata così tanto… “ il suo viso arrossì tra i singhiozzi. Copiose lacrime caddero dai suoi occhi castani e innocenti.
‘ Preoccupata ?’ non capii il perché di quella reazione così esagerata. “ basta” soffiai poggiando una mano sopra la sua testa.
“ pensavo che fosse successo qualcosa di grave, insomma “ cercò di asciugarsi le lacrime con la manica del suo kimono “ un attacco , un incendio “ ansimò scioccamente.
“ Non è successo nulla di tutto questo “ le spiegai pacatamente muovendo appena la mia mano su quella chioma corvina e ondulata.
“ si” qualche momento si scostò da me. Mi tornò alla mente quella spinta che le diedi. Gli toccai la spalla. Non sembrò fargli più del male“ c-che fai ?” Non capì mentre le sue guance si tinsero di rosso.
“ Seguimi “ le ordinai prendendole il polso con forza.
“ dove andiamo ?” non capì spaventata a morte.
“ Non molto lontano da qui “ le spiegai scendo gli scalini di fretta.
“ Si “ stanco e rassegnato decisi di prenderla per i fianchi “ ah!” gemette sorpresa. Prendendola tra le mia braccia feci un balzo e decisi di portarla in quel luogo. “ a-aspetta!!” avvolse le sue braccia intorno al mia collo con furia per evitare di cadere. Ci volle un po’ di tempo prima che lei si abituasse. “ d-dove siamo?” mi chiese “ dove vu-vuoi po-portarmi Sesshomaru?” insistette tremando come una foglia mentre cercò i miei occhi. “ Sesshomaru…” non la degnai nemmeno di uno sguardo. Dopo un po’ di tempo arrivammo. La feci scendere e afferrandole il polso la trascinai in quel campo arido e spoglio. Lei non oppose la minima resistenza.
“ mio padre, è qui dove è morto “ dissi tutto d’un fiato senza lasciare il suo piccolo e gracile polso.
Quella notte piena di neve“ Izaioi “ vidi quella donna scappare con in braccio qualcosa.
“ Sesshomaru! “ piangendo venne verso di me.“ Tienilo” mi porse quel bastardo “Devo andare da lui “ mi spiegò “ Sesshomaru!” gemette ma non accettai.. Non avrei mai aiutato quella maledetta bastarda. “TOUGA!!!!” mi gettò il piccolo tra le braccia e corse verso la casa. Presi quel bastardo tra le braccia.
” Fermati !!” le ordinai prendendo la sua spalla con forza mentre il fuoco divorò tutto davanti ai nostri occhi.
“ lasciami ti prego…” cercò di liberarsi. “ Touga…” il pianto del bimbo divenne sempre più insopportabile. “ amore mio…” pianse cadendo senza forze sulla neve. “ portami con te… ti prego…” soffiò.
“Sesshomaru?” quei maledetti ricordi riaffiorarono senza il mio permesso. Tornai grazie a lei alla realtà. “ mi dispiace davvero tanto “ poggiò una mano sulla mia.
“ doveva stare lontano da quella donna “ guardai i suoi occhi. “ perchè non lo ha fatto?” feci un passo verso di lei accorciando la distanza tra i nostri due corpi. “ perché vi considerava così speciali?” spinsi il suo polso verso di me con forza. “ perché noi demoni dovremmo avere paura di bestie come voi?” anche se con riluttanza lei schiuse i suoi occhi incontrando i miei. “ perchè..?” lasciai la sua mano comprendendo il mio errore. ‘ Sesshomaru ma cosa stai facendo?‘ pensai incredulo ‘ pensi davvero che lei possa darti una risposta?’ guardai il suo viso pacato ma… ‘ perchè mi stai guardando in questo modo?’ ebbi l’estremo bisogno di scappare ma lei non fece altro che avvolgere le sue braccia intorno alla mia vita e dire…
“ non è colpa tua…” semplicemente. “ per quanto possiamo cercare una risposta…. non è stata colpa tua…” mi strinse più forte. “ lui ha solo fatto la sua scelta e noi non possiamo cambiare il passato….” pianse per me. “ noi… non possiamo modificare il passato..” singhiozzò contro il mio petto.
‘Questa donna….’ |
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Capitolo 26 *** Capitolo 6 ***
Capitolo 6: Stelle
Una settimana dopo mi ritrovai nel solito giardinetto.
“ e con questo abbiamo finito un’altra lezione” soffiò con stanchezza “Sesshomaru a che pensi?” notò il mio sguardo assente. Non capii come potesse essere tanto calma nonostante quello che successe pochi giorni prima.
“ Sono sicura che tuo padre sia molto fiero di te” mi disse sorridendo e stringendo la mia mano. “ e che ti veda da lassù esattamente come il mio “
“ ha meritato la sua morte” gli presi il collo con rabbia. “ gli esseri umani sono inutili” dissi avvicinandola al mio viso.
“ nessuno è utile a questo mondo “ mi disse con straordinaria freddezza. “ nemmeno tu “
“Ehi “ mi si mise davanti alla faccia. “ Avanti vieni !“ mi disse Kagome facendo un cenno con la sua mano.
“ Non hai paura di quello che potrebbero dirti ? “ mi riferiti a tutto coloro che la conoscevano.
“ Non mi diranno nulla “ proseguí facendomi strada“ non avrai paura ?“ rise voltandosi un secondo verso di me.
“ Sei tu ad essere in compagnia di un demone “ le ricordai sentendo qualcosa solleticarmi lo stomaco.
“ Hai ragione “ mi ridiede nuovamente le spalle. “Eccoci qui!” spostò un ramo. “ Non è bello ?” fu sopra un’altura e a pochi passi vi fu un enorme strapiombo. “ qui la notte si vedono tutte le stelle “ si sedette su di una pietra. “ e se… sta notte ci ritrovassimo qui?” mi chiese guardando alla sua sinistra.
“ e perchè mai?” non capii di cosa stesse parlando.
“ perchè da qui si vedono le stelle e poi potremmo fare una lezione extra” mi guardò con un tenue sorriso dipinto sul volto.
“ non credo sia una buona idea” le spiegai dandogli le spalle.
“ quando la luna sarà alta nel cielo, non prima non dopo” soffiò quella povera sciocca “ ti aspetto “ tra le sue risate andai via di lì. Dopo essermi occupato delle mie mansioni invece di dormire nel mio letto sgattaiolai via come un ladro. Arrivato la trovai lì seduta.
“ eccoti finalmente, pensavo non venissi” accanto a sè ebbe una lanterna “ quella è Cassiopea e quella “ guardò il cielo indicando una stella.
“ Andromeda “ dissi io annoiato
“ Le conosci anche tu ?”si stupì.
“ solo perchè sono un demone non posso conoscere le stelle?” le domandai quasi infastidito.
“no “ scosse il capo “ Quando ero piccola le vedevo con mio padre e lui mi ha insegnato tutto “ mi spiegò ridendo.
“ È stata mia madre “ dissi freddamente.
“ Davvero ?” domandò incuriosito.
“ Si “ chiusi gli occhi.
“ Tua madre è una persona molto severa, vero? “ chiese molto preoccupata “ ma sono sicura che ti voglia bene , nonostante tutto “ ri-osservò il cielo stellato. “ guarda, una stella cadente “ indicò il cielo.
“ Kagome “ la chiamai per nome.
“ Dimmi “ unì le mani in segno di preghiera.
“ Perché ti sei allontanata da Inuyasha ?” domandai ancora una volta.
“ A-ah… “ abbassò lo sguardo “ perché ti interessa ?” guardò alla sua sinistra.
“ perchè dovresti essere con lui adesso e non con me “ dissi la verità.
“ Forse o forse è giusto che io stia con te “ mi guardò negli occhi “ Kikyo non ha mai lasciato il suo cuore...“proseguì chiando il capo “ e per quanto lo possa amare per lui non sarà mai abbastanza “ soffiò appena “ è per questo che sono scappata da lui e da tutto “ strinse le sue mani “ non posso tornare a vivere una vita non mia “ mi spiegò finalmente “ io non voglio…” trattenne le lacrime“ E tu… perché sei qui con me Sesshomaru?” domandò aspettando da me qualcosa.
“ per il nostro patto “ fu in parte vero ma la vidi chinare il capo.
“ S-si… “ pianse gli strinsi le spalle e la portai al mio petto. “ Che… “
“ Non è così che fate voi umani per placare una persona che piange ?” gli chiesi non sapendo se avessi fatto la cosa giusta o meno.
“ S-si… “ disse appena. “ grazie Sesshomaru “ gli accarezzai i capelli.
‘ per favore non piangere più ‘ pensai
“ grazie “ mi strinse a sua volta
“ Fa silenzio “ avrei voluto solo stringerla ancora e ancora. Mentre lei pianse più forte qualcosa nel petto bruciava.
“ Perdonami, non dovevo sfogarmi in quel modo “ mi spinse via tutto ad un tratto.
‘ Già, ha ragione ‘ pensai nel silenzio della notte.
“ devo andare, perdonami Sesshomaru” si alzò fuggendo via da me.
‘ cosa sto facendo ?’ |
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Capitolo 27 *** Parte sesta: capitolo 1 ***
Capitolo 1: Amore.
Una settimana dopo mi ripresentai. Fu un pomeriggio molto tranquillo. Kagome era seduta accanto a me con dei fiori tra le mani.
“ non sono belli?” mi chiese sorridendo.
“ tks…” soffiai scettico. Lei rise divertita dalla mia reazione. Le cadde quel fiore di colore rossastro dalle mani. Nel modo di prenderlo però sfiorò la mia mano.
“ Ah! Sc-Scusa!” il suo viso si arrossì e il suo cuore iniziò a battere velocemente. Il suo volto lasciò trasparire la sua preoccupazione eppure stranamente non mi dispiacque per nulla. Non le risposi nemmeno, non vi fu nulla da dire. Fu sciocco da parte sua scusarsi. ‘ ‘ Poco tempo prima sei stata tu a prendere la mia mano’ pensai osservando la sua figura. ‘ perchè adesso ti stai scusando?’ non capii cose le stesse prendendo tutto ad un tratto. ‘ il rossore’ pensai mentre quel che mi spiegò chiamarsi cuore batté sempre più rumorosamente. Quel suono iniziò a piacermi sempre più. “ ieri “ scostai il mio sguardo “ avete nominato un sentimente chiamato amore” osservai l’orizzonte.
“ a-amore?” chiese abbastanza confusa. Riportai lo sguardo su di lei ma repentinamente lo portò alla sua destra. I suoi comportamente strani catturarono la mia attenzione.
“ non ricordi?” domandai cercando i suoi occhi.
“ ma certo che si!” con tono più alto e sgraziato riportò il suo viso verso di me. “ cof cof” tossì per poi “ amore…. be…” incrociò le braccia davanti a sé. “ possiamo dire che esistono diverse categorie di amore però “ guardò in alto. “ sicuramente l’amore è l’opposto dell’odio “ cercò di spiegarmi con i suoi soliti modi da maestrina. “ questo sentimento lo posso provare per i fiori, per gli animali, per la musica o anche per….” le sue guance si scaldarono “ per una persona “ chinò il capo. “ ad esempio “ rise fragorosamente “ io posso amare questi fiori “ me li porse. “ si intende il fatto che mi piaccia moltissimo , hai capito?“ domandò interdetta “ ad esempio tu ami “ mi indicò “ sentire il sangue dei tuoi nemici scorrere tra i tuoi artigli “ fu un ottimo esempio.
“ amore inteso come provare gioia? “ associai semplicemente.
“ esattamente “ mi sorrise piacevolmente sorpresa.
“ con ciò “ cercai di comprendere “ un essere umano prova una gioia per un’altro essere definendo questo come amore?” chiesi gelidamente.
“ non è solo questo “ si portò una mano nel petto “ è molto di più “ soffiò scuotendo il capo “ è vedere una persona e non vederne più altre “ chiese gli occhi semplicemente “ Non è solo gioia è qualcosa che ti scalda dentro “ li riaprì “ anche solo guardandola” i suoi maledetti occhi rifletterono i miei “ il tuo cuore “ strinse la sua casacca bianca “ esplode “ quel suo cuore prese un nuovo ritmo “ senti come se voglia uscirti dal petto “ mi persi nelle sue parole. “ l’amore di cui sto parlando Sesshomaru è L’amore con la A maiuscola quello che una volto che sboccia invade tutto te stesso “ la sua iniziò a tremare senza una vera ragione. “ molti filosofi del continente lo associa alla schiavitù” non riuscii a pensare a nulla “ perché esso ti consuma e ti sottomette ad un altro “concluse debolmente.
“ questo non dovrebbe essere un male?” domandai non comprendendo cosa stesse insinuando.
“ si può essere malati di amore” mi sorrise pacatamente quando improvvisamente si alzò “ devo andare adesso, è tardi “ si aggiustò il vestito. “ ti auguro una buona giornata Sesshomaru “ si chinò e corse via per la foresta.
‘ A-M-O-R-E’ quella parola non mi aveva lasciato per tutto il giorno. “ amore “ soffia distrendendomi nel mio letto. ‘ perchè è arrossiata?’ ripensai a Kagome. ‘ perchè quel cuore batteva?’ alzai una mano verso il tetto ‘ perchè mi è piaciuto quel suono?’ strinsi il pugno ‘ sembra che stesse per esplodere ‘ ripensai a quei momenti. ‘ quel rumore, non lo sentii nel petto di Izaioi? ‘ mi sedetti ‘ quanto lo odiavo quel suono ‘ ripensai a quei momenti. ‘ perchè con lei è diverso?’
“ mio signore è ancora sveglio?” la porta si aprì e una figura verdognola entrò.
“ Jacken” lo riconobbi.
“ la sto avvertendo in merito alla spedizione di domani” non ascoltai le sue parole. “ mio signore, mi sta ascoltando?” si avvicinò a me pian piano.
“ Gli esseri umani sono così stupidi “
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Capitolo 28 *** Capitolo 2 ***
Capitolo 2: Amore platonico
Due giorni dopo Kagome fu seduta accanto a me “ allora” prese la parola “ stavamo parlando di amore, no?” chiese la donna mentre la sue guance presero colore. Annuii semplicemente. “ l’amore si può dividere in tre forme “ continuò la femmina umana “affinità intellettuale cioè Amore platonico “ i suoi occhi si spostarono sui i miei.
“ affinità di pensiero “ ripetei scettico.
“ ad esempio io e te pensiamo che tu fratello sia un grandissimo idiota” disse cambiando completamente espressione.
“ Inuyasha?” domandai non comprendendo cosa centrasse.
“ lasciamo perdere “ soffiò chinando il capo, la sua supponenza mi fece davvero indispettire.
‘ con chi crede di parlare’ pensai contenendo il mio fastidio.“ Rin” dissi spezzando il silenzio.
“ Rin?” chiese la giovane donna incuriosita.
“ credo che ne converrete con me di desiderare solo il meglio per quella bambina” la guardai dritto negli occhi aspettando una sua qualche reazione sciocca e senza senso.
“ ma s-Si” avvampò “ c-certo!” si grattò la nuca nervosamente. “ che stupida “ non osò guardarmi negli occhi.
“ oppure “ proseguii giocando con le sue reazioni “ che il diritto di vivere non debba essere concesso a chi non abbia onore” i suoi occhi si posarono su di me per qualche secondo incuriosita.
“ che intendi?” chiese per poi portare suoi occhi nocciola alle sue mani tremanti.
“ abusare del proprio potere per proprio egoismo “ rimembrai nella mia mente il ricordo di quei bastardi che tentarono di possedere il suo corpo. Altro disgusto mi salì alla gola.
“ Sesshomaru “ Kagome fu catturata dalla mia persona. “ oppure….” accenno un sorriso. “ l’aver perso entrambi un padre… “ sussurrò “ ci rende in qualche modo simili, non credi?” domandò spezzando il mio disgusto. “ sai “ rialzò il capo e guardò il cielo “ è morto davanti ai miei occhi “ i suoi occhi divennero improvvisamente vitrei. “ non ho potuto fare nulla per lui “ caddero alcune lacrime dal suo volto. Qualcosa dentro petto fece male, malissimo.
“ non è stata colpa vostra, miko “ dissi senza pensare.
“ ma io “ cercò di dirmi ma.
“ NON LO è STATA” ribattei con forza.
“ Sesshomaru…” quel viso privo di ogni cosa mi fece agire istintivamente. Poggiai una mano sopra la sua fronte. Odiavo il suono dei suoi lamenti. Odiavo lei in tutto il suo essere. La mia mano scese ai suoi occhi ed asciugai le sue lacrime. Quando i suoi occhi privi di luce parlarono con i miei, un battito risuonò dentro il mio petto. Mi alzai subito dopo. “ vai di già?”
“ si “ gli diedi le spalle.
“ capisco “ portò la sua mano al petto. “ grazie per quello che hai detto” concluse.
“ Ricordati del nostro patto, donna.”severamente me ne andai via di lì.
“ si…”
Quella sera a palazzo i miei generali decisero di dare una festa. Quei demoni parlavano la mia mente fu ben altrove quella notte.
‘Kagome’ pensai nel silenzio delle mie stanze. Da qualche tempo la sua presenza nella mente era diventata fissa. ‘ affinità di pensiero’ mi chiesi guardando il giardino mentre quelle belve danzavano ‘ davvero io e te la pensiamo allo stesso modo?’ chiesi tra me e me.
“ figlio va tutto bene?” chiese mia madre alzandosi al suo regale posto a sedere raggiungendomi vicino alla finestra.
“ non è nulla” scostante gli diedi le spalle.
“ anche tuo padre era sempre perso nei suoi pensieri “ mi trafisse con i suoi occhi dorati mia madre. “ chissà cosa pensava il grande generale cane “ mi guardò con immonda severità.
“ Io non sono mio padre” scoppiai accorciando la distanza tra noi due. Se non avessimo avuto alcun legame di sangue l’avrei uccisa.
“ i vedo nei tuoi occhi il tormento “ prese il mio viso con forza “ se prima era solo un sospetto adesso ne ho la certezza “ quella lurida vegera maledetta. “ credi che non conosca mio figlio?” chiese divertita. “ godi la festa “ mi sorrise acidamente. “ ahahahah forza altro cibo” esclamò quella fottuta bastarda. Che avesse davvero capito che c’entrasse un essere umano?
Mia madre non era stupida di certo. Cosa stava tramando? una vendetta?
“ mio signore?” chiese Jacken mettendosi al mio fianco.
“ preparami un bagno “ gli ordinai.
“ come desiderate” rispose senza dire altro. |
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Capitolo 29 *** Capitolo 3 ***
Capitolo 3: Attrazione incontrollabile.
Camminai in mezzo alla foresta. D’un tratto dall’alto del cielo iniziò a piovere. Proprio mentre i miei occhi furono catturati dalla sottile nebbia delle acque sentii l’odore di Kagome. Mi domandai cosa ci facesse da quelle parti. Mi diressi da lei pochi passi più tardi un odore metallico e dolce investì i miei sensi. Avrei riconosciuto quel sangue tra mille.
“ Kagome “ invocando il suo nome mi mossi più velocemente possibile, attraversando alberi, colline e macigni. Balzando da uno di essi finalmente la vidi. Vicino ad un lago piangere sotto quella pioggia divenuta torrenziale. Indossando quel suo kimono da miko“ Kagome… “ non mi rispose. Qualcosa mi si gelò dentro. Sotto di sè un enorme macchia di sangue macchiò l’erba. Voltandosi con lentezza i suoi occhi si scontrarono contro i miei.
“ Sesshomaru” mi chiamò dalla sua bocca piena di sangue. Perse l’equilibrio ed io la presi al volo.
‘ chi ti ha fatto questo?’ pensai sentendo il petto bruciarmi come non mai. ‘ chi?’ non capii come fosse potuto accadere, chi la voleva morta? e perchè? Forse ma madre? forse i miei nemici? chi , chi poteva volerla morta? Qualcosa dentro il mio petto iniziò a esplodere, disgusto, sgomento, frustrazione, rabbia un solo attimo. La strinsi al mio petto come non mai. Il rumore della pioggia pian piano cessò. Sorreggendosi a me cercò i miei occhi. I nostri visi furono vici così come i nostri corpi.
“ Perchè sei qui?” chiese tremando mentre vedevo fuggire dai suoi occhi la vita. “ dovresti essere altrove “ mi avvertì. Strinsi la sua mano nella mia senza pensare.
“ Sono dove dovrei essere invece “ il suo viso candido riprese colore.
“ cosa stai dicendo?” domandò non capendo. La presi con me e la portai altrove. “ Dove mi stai portando?” chiese confusa.
“ non morirai “ mi diressi verso il primo villaggio di umani che trovai. Fu disabitato.
“ Fermati..” soffiò stanca mentre la feci stendere per terra. Avevo assistito alle tante medicazione di Rin da poterne fare una io stesso. Così decisi di farlo strappai il mio Yukata e iniziai a sfilargli il suo . “ FERMO!” urlò lei avvampando come non mai. “ non puoi farlo” guardò alla suo destra nonostante la ferita sanguinasse ancora. Nonostante la sua riluttanza riuscii nel mio intento. Le sfilai la veste. Non osò fare nulla. Immobile e con il viso rosso come il fuoco mi fece fare. Fu lì che notai che la ferita le avesse squarciato irrimediabilmente il petto mostrandomi quel suo cuore pulsante sputare sangue ad ogni battito. “ non dovresti giocare con un cuore ferito, demone “ la sua voce divenne improvvisamente priva di ogni emozione. “ e adesso che lo hai visto, cosa ne farai?” rivolse i suoi occhi verso di me, calma come se tutto fosse cambiato. “ lo butterai via?” in quel momento mi sentii mancare. Una mia mano si spostò alla sua guancia. Kagome non ebbe più paura di me.
“ mi credi così stupido?” la ammonii. I suoi occhi divennero vitrei tutto ad un tratto. Il suo cuore iniziò a pulsare sempre più forte. Distesa sotto di me decisi di spingermi oltre. Avvicinai il mio viso al suo pericolosamente. “ Kagome…” forse fu il dolce profumo del suo sangue o forse il martellante suono del suo cuore a stordirmi completamente. Unii le mie labbra con le sue. Lei non oppose la minima resistenza. Un bacio, due, tre non ricordo bene solo che poco tempo dopo fu nuda sotto di me. Solo i suoi capelli corvini coprivano le sue nudità. Un alone di paura e lussuria si dipinsero sul suo bel volto casto e puro. Bloccai i suoi polsi contro il pavimento. Stava aspettando una mia mossa. Una sola e sarebbe stata mia. Un nuovo fuoco arse dentro di me. Stordito e tremante mi spinsi oltre. Decisi di farlo senza nemmeno riflettere. La presi la resi mia. Dopo che feci l’irreparabile mi svegliai nel mio letto. ‘ è stato solo un sogno?’ pensai non mi successe mai una cosa del genere. Disgustoso.
“ Buon Giorno Padrone” Jacken cercò di entrare.
“ ESCI IMMEDIATAMENTE!” gli urlai contro.
“ SI SIGNORE” chiuse la porta di botto.
‘ cosa cazzo mi sta succedendo?’ imprecai tra me e me. Da quella notte in poi non riuscii più a reprimere l’attrazione nei confronti di Kagome.
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Capitolo 30 *** Capitolo 4 ***
Capitolo 4 Passione.
Mentre quella umana parlò di amore fui più guardingo. Fu evidente che mi avesse scagliato contro una sorta di maleficio. La mia mente e il mio corpo furono ossessionati da lei, fu evidente.
Seduti l’uno accanta all’altro separati ormai da solo un palmo di distanza.
“ Sai oggi è stato molto divertente” sghignazzò felicemente. “ il maestro..” iniziò a raccontare una assurda storia di come quel vecchio avesse dimenticato un oggetto cerimoniale. La cosa che mi colpì non fu tanto il fatto che lei volesse condividere quelle sue stupidi disavventure ma… che mi interessasse.
“ umani “ commentai senza darle troppo peso.
“ già “ rise sonoramente fin quando non notò dietro di me qualcosa. “ guarda è rosso “ me lo porse per farmelo vedere. “ come la passione…” soffiò rivolgendomi i suoi occhi. “ non esiste amore senza passione “ concluse.
“ passione?” non capii che cosa intendesse.
“ La passione è un sentimento impetuoso, basato sui piaceri procurati dai sensi umani e che può impedire il controllo della ragione.” cercò di spiegarmi “ più concretamente è quella forte attrazione che una persona prova verso un’altra “ rivolse lo sguardo al fiore “ Vi è un desiderio ardente e con la complicità di una forza dentro di noi essa investe in modo violento e indiscriminato l’altro” le sue guance presero colore “ la passione può essere anche interpretato come amore violento e sensuale.” tutto il suo viso divenne rosso tanto quanto quel fiore mentre io nella mia estrema ignoranza compresi di finalmente di cosa stesse trattando. Me ne stupii mai avrei pensato che una persona come Kagome si lasciasse andare parlando di cose del genere. Eppure decisi di giocare al suo gioco.
“ state alludendo all'essere posseduta carnalmente ?" misi il dito nella piaga.
" sto parlando di avere dei figli !" Mi urló controllo " be quando si ama una persona è naturale volere dei figli da lei o lui " distolse lo sguardo immediatamente. Fu molto agitata.
" quindi vuoi essere umani basate la scelta di avere dei figli con un uomo tramite i sentimenti?" Ci mancó poco che scoppiassi a riderle in faccia. Che cosa stupida e senza senso.
" Be, si " mi rispose lei confusa " credo che sia più appagante per un essere umano " mi spiegò " anche se spesso non accade..' il suo viso cambió nuovamente mostrandomi altro.
" quindi per voi umani , accoppiarsi è qualcosa di sentimentale ? ." Chiesi incuriosito.
"non sempre " scosse il capo. “ avvolte anche politico “ concluse tristemente. “Come per te no? “ improvvisamente si raccomitolò sulle sue stesse gambe “ penso che un essere come te abbia già una donna predestinata ad essere la tua futura sposa " uno sguardo freddo e senza espressione mi trafisse.
“ Affatto “ ribattei istintivamente " per volere di mio padre, sarò io stesso a decidere la donna da destinare ad essere il mio compagno di vita se è questo che intendete per futura sposa " cercai una qualche reazione ma nulla.
" per voi demoni non esiste il matrimonio?" sembrò in un momento quasi un demone.
" noi demoni leghiamo il nostro essere con un altro “ le mostrai il mio polso sinistro “ quel marchio indelebile da a quell’unica femmina il diritto di portare i figli di quel demone " le spiegai " scegliere un compagno debole equivale ad avere dei discendenti altrettanto deboli “ i suoi occhi castani mi scrutarono come se non mi credesse “ la scelta di un compagno è vitale per una casata demoniaca " Lei fece uno strano sorriso.
" Come per tutti gli animali " disse lei alzando lo sguardo al cielo. " ho capito di cosa parli " guardò di fronte a sè. Un silenzio innaturale cadde tra noi due. “ il sangue…” soffiò infine.
“ ti legherai di certo con un tuo consanguineo per la purezza del sangue " concluse tristemente.
“ non necessariamente “ dissi cercando avidamente i suoi occhi. ‘ che ti prende, miko?’ pensai impaziente di una sua risposta.
" sono più sicura che quella demonessa sarà più che fortunata ad avere uno come te accanto a lei" Kagome si alzò di colpo spezzando i miei pensieri. “ ahahaha, scusami ma si è fatto tardi “ Quel sorriso, non fu un vero sorriso.
“ Miko “ la richiamai all’ordine.
“ bene, ci vediamo Sesshomaru” se nè andò via lasciando cadere quel fiore per terra. Insospettito la vidi andare via. Mi chiesi cosa le fosse successo quando poi presi quel fiore ancora pregno del suo odore.
‘ Kagome…’ pensia cercando ci capire perchè fosse fuggita in quel modo. Un rumore alle mie spalle attirò la mia attenzione. Qualcuno ci aveva visto? ma chi? e perchè? |
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Capitolo 31 *** Capitolo 5 ***
Capitolo 5 : Attrazione
In quei ultimo giorni di estate decisi di rimanere più tempo al castello di famiglia. Una settimana e sarei partito verso la conquista delle ultime terre. Il pensiero di quel ricordo di Kagome fuggire da me in quel mondo mi tormentò. Fu notte quando uscii finito, dovevo vederla e capire.
“ Padrone dove andate?” Jacken mi chiese.
“ tornerò presto “ gli spiegai dandogli le spalle.
“ si…” chinò il capo preoccupato. “ le ho preparato Ah-Houn per il suo viaggio “ mi disse quello stupido ranocchio. “ fate attenzione, vi prego “ mi chiese chinando il capo.
Andai in direzione del tempio senza perdere tempo.
“ Sta qui “ ordinai al drago che si sdraiò vicino ad un albero. Sentii il suo odore stranamente vicino una fonte d’acqua. La trovai finalmente ma con mia estrema sorpresa fu intenta a sguazzare nella fonte d’acqua. ‘ cosa sta facendo?’ non capii perchè a quell’ora della sera fare una cosa del genere. Uscendo dall’acqua si sedette su di un bordo mostrando le sue forme umane disgustose. Quelle onde indomabili le coprirono la schiena bianca. Mi chiesi se lei sapesse che fossi lì o meno. Come un ladro guardai cosa facesse.
“ pure l’acqua è calda, maledizione “ imprecò chinando il capo distrattamente. “ ma un bagno ci voleva con questa afa “ sussurrò per poi distendersi e guardare il cielo. “ dove sarai andato …” chiese al cielo. Espirando chiuse gli occhi. “ Kagome smettila” si alzò tempo dopo repentinamente “ NON è UN PROBLEMA TUO!” urlò all’improvviso dandosi delle pacche sulle guance. “ avrà avuto da fare, insomma “ scosse il capo per poi..” ma che sto dicendo “ disse priva di forze. Rientrò in acqua poi ne uscì definitivamente. In piedi vicino alla sponda la osservai ma non capii perchè certi esseri fossero attratti da quel corpo da essere umano. Quello sguardo malinconico però attirò la mia attenzione.
‘ a che stai pensando ?’ raccolse i suoi vestiti da sacerdotessa e si vestì. Legò i suoi capelli lunghi in una treccia. Come un assassino la seguii furtivo ma lei invece di dirigersi al tempo, andò al campo dove si tenevano le nostre lezioni. Avrei dovuto ucciderla. L’alba sorse.
“ da quando il re di queste terre si diverte a seguire uno stupido essere umano?” chiese dandomi la spalle. Se ne accorse cogliendomi di sorpresa. Il vento fece ondeggiare i suoi capelli corvini.
“ perchè vagate da sola la notte?” domandai a mia volta uscendo dal mio nascondiglio.
“ hai ragione “ mi sorrise divertita. Si sedette e mi fece cenno di sedersi accanto a me. " su forza siediti, no?" mi sedetti senza protestare. " non è bella alba?" chiese lei. " sono davvero felice che sei venuto oggi " disse lei arrossendo e guardando alla sua sinistra.
' perchè stai arrossendo così e il tuo cuore ha preso un nuovo ritmo? ' pensai incuriosito. La miko voltò il suo viso verso di me. Fui stanco, volli una risposta e non me ne sarai andato senza di essa. " per quale ragione le vostre guance adesso sono rosse come il fuoco?" chiesi sfiorando con il dorso della mia mano la sua guancia destra. Il suo cuore cominciò a battere fortissimo.
" io... be..." le sue iridi tremarono " ... non è nulla..." toccandosi il cuore abbassò appena il capo non tentativo di sfuggirmi.
‘ sta volta non mi sfuggirai ‘ pensai tra me e me. " il vostro cuore batte fortissimo adesso.." Sentii il petto scaldarsi improvvisamente quando presi il suo polso e avvicinai il mio viso verso suo.
Lei si voltò di scatto verso la sua destra. " imbarazzo!” urlò “ mi-mi fai provare imbarazzo tutto qui..." chiuse gli occhi tremando come una foglia.
'imbarazzo...' pensai insospettito ' questo tuo maledetto odore’ non so cosa mi prese ma il mio corpo reagì a lei ‘ mi...mi….’ sentii improvvisamente un caldo infernale. Lasciai il suo polso. Il mio cervello si spense per un attimo o forse più.
" Sesshomaru?" chiese tremante avvicinandosi a me a sua volta. “ il tuo viso….” quei suoi maledetti occhi castani. La sua dita sfiorarono la mia guancia. La mia coda prese ad ondeggiare senza il mio volere.
‘ Kagome ‘ tutto mi sembrò in lei bellissimo. Il suo odore mi mancò in quei giorni maledettamente. Chiusi gli occhi per qualche istante assaporando quel contatto maledetto. Non fu il periodo degli amori ma iniziai a desiderare, senza un perché, che il suo corpo si avvolgesse a me.
“ io..” sussurrò incuriosita. “ dove sei stato?” domandò preoccupata. Quando riaprii i miei occhi
' non riesco più a trattenermi ' pensai per poi posare le mie labbra sulle sue repentinamente. Nel mio intero essere qualcosa esplose. Il mio desiderio di contatto represso finalmente trovò libero sfogo. Nicchiò la femmina umana appoggiò le sue mani al mia armatura. I suoi occhi spaventati e pieni di orrore pian piano si chiusero insieme i miei. Il suo corpo inizialmente rigido come la pietra grezza iniziò a rilassarsi Si abbandonò a quelle sensazioni tanto quanto me. Mi staccai dalle sue labbra per poi riprendere con più fogo. Assaporare la sua lingua e lei la mia. L’umana mi buttòle braccia al collo strigendomi a sé nel silenzio di quella mattina appena iniziata. Giocammo con le nostre lingue senza nemmeno rendercene conto. Tutto si fermò non ci fu nulla oltre noi al mondo. Quel suo cuore donò il ritmo ai nostre baci pieni di lussuria e bisogno l’uno dell’altro. Ci allontanammo ansimanti e stanchi non so quanto tempo dopo. Lei mie mani caddero ai suoi fianchi. Le sue mani si poggiarono alla mia armatura nel vano tentativo di creare distanza tra noi due. Nei occhi vidi il mio riflesso disgustoso. Finalmente compreso cosa avessi fatto. Mi alzai in preda all’orrore. ‘ è un essere umano’ quel pensiero mi trafisse la mente. ‘ tu non sei come tuo padre ‘ mi sentii morire dentro.
“ Sesshomaru..” chiese lei mentre la spinsi via da me. “ Sesshomaru!” Mi allontanai da lei pieno di disgusto e orrore.
“ STA LONTANA DA ME!” gli urlai contro pieno di rabbia. ‘ maledetta femmina umana…’ gridai nella mia mente scappando via da lei che iniziò a piangere disperatamente. Una profonda vergogna mi divorò dentro. ‘ come sei riuscito a cadere così in basso?’ arrivai da Ah-Houn. Tonai al castello. ' quel suo odore mi ha fatto perdere la testa! ‘ toccai le mie labbra ‘che ho fatto?' mi chiesi dando un colpo al muro ' mi sono comportato come un bambino!’ mi rimproverai ‘ la devo smettere...' poggiai la mia fronte al muro ' anche se ciò che ho sentito è stata la cosa più appagante della mia vita..' chiusi gli occhi disgustato da me stesso.
“ padrone… la prego si calmi!” Jacken cercò di dirmi.
‘ cosa mi ha fatto? questo non sono io…’ gridai a me stesso ' che sia una malattia la mia?' mi chiesi ridendo di me stesso.
“ Padron Sesshomaru, cosa è successo la prego!” cercò di farmi parlare “ padrone ma state ridendo?” mi chiese inorridito.
‘ sono un idiota ‘ risi sonoramente ‘ è questo che hai provato per Izaioi? ‘ domani a me stesso. ‘ ma non farò il tuo stesso errore ‘ Ghignai piano di rabbia. “ Jacken, andiamo” gli ordinai “ chiamali tutti partiremo 2 giorni “
“ si signore !” piagnucolò il rospo. |
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Capitolo 32 *** Capitolo 6 ***
Capitolob 6 : La guerra.
Il mio tempo si concluse. Quello sarebbe stato l’ultimo giorno in cui sarei rimasto al castello, la mattina sarei partito e si sarebbe deciso il mio e il destino dei miei uomini.
Osservai l’alba in silenzio, ebbi solo per la testa quel bacio dato alla femmina di mio fratello. Fu bello ma allo stesso tempo segnò di una condanna. Mi spinsi troppo oltre. Chiesi a me stesso più e più volte se sarebbe stato giusto rivederla e darle una spiegazione per quel mio gesto. E dopo molti dubbi mi alzai dal mio letto.
Se sarei morto almeno non mi sarei portato alcun rimpianto. Rivivetti davanti durante il mio tragitto i mesi trascorsi insieme.: le sue risate, i suoi occhi, i suoi gesti e i suoi sorrisi pieni di calore. Quando arrivai fu il pomeriggio. A quell’ora non si sarebbe dovuta essere lì eppure.
“ Sesshomaru ”sentii la sua voce chiamarmi. Fu lì seduta in quel prato con le spalle volte verse di me. “ Sesshomaru!!!” corse e stringendomi a sé pianse a dirotto. Non capii che avesse né perché lo avesse fatto. Pensai che mi avrebbe odiato e invece no. Lentamente presi le sue braccia “ sei qui! “ singhiozzò portando il viso verso di me. Non capii davvero a cosa si riferisse. Pensai che le fosse successo qualcosa di grave al tempio. Poggiai una mano sul suo viso e la strinsi a me. Mi sentii strano, volli sapere chi o cosa l’avesse fatta piangere in un modo tanto disperato. Vederla in quella stato mi distrugge dentro “ dimmi è vero quello che dicono? “ domandò prendendomi la veste sotto l’armatura “ è vero che partirai per una grande guerra?” proseguì tremando come una foglia. Sicuramente la voce si sparse in fretta.
“ Si “ chiusi gli occhi lasciandola andare. Fu io a farla piangere.
“ e perchè non me lo hai mai detto !?” esclamò piena di rabbia.
‘Perché avrei dovuto?’ pensai amaramente ‘ il nostro patto consisteva solo d’insegnarmi qualcosa, nulla di più di quello’ osservai il suo volto rigato dalle lacrime.
“ perchè non mi hai detto che domani partirai… e che potresti perdere la vita. “ chinando il capo si nascose il viso tra le mani. “ perchè Sesshomaru…?” si appoggiò al mio petto.
‘ a che scopo!’ urlai a me stesso. Volli stringerla a me, volli dirle quello che pensai, volli persino chiederle perdono. ‘ staccati da me e va via!’ esclamai sfinito stringendo i pugni.
“ perchè…? “ sussurrò priva di ogni forza. Tristezza, gli provocai solo tristezza. Non lo sopportai , non lo meritò , non meritò di soffrire in quel modo per colpa mia.
Mi trattenni fino al mio limite ma poi scoppiai. “ Miko” la strinsi così forte da farle mancare il respiro.
“ Sesshomaru…” le sue braccia mi avvolsero i fianchi tremando.
“ sapete quanto me chi avete davanti” soffiai severo tenendo stretta tra le mani la sua nuca.
“ e se morissi?” domandò lei “ non hai paura di morire?” disse d’un fiato “ e io che cosa farei se tu morissi!?” diede un pugno nella mia armatura sprigionando la sua forza spirituale. “ ci hai mai pensato per un momento?!” la sua voce rimbombò per tutta la foresta quasi sforandomi i timpani.
‘ c-cosa?’pensai stupito come non mai ‘ che cosa vuoi dire?’ finalmente rividi il suo volto arrossato.
“ Sai quanto me c-che…” ansimò “ in questa battaglia loro mireranno a eliminarti con ogni mezzo. E per quanto tu sia forte, questa volta, potresti anche morire “ una lacrima cadde dai suoi occhi castani. “ ti prego “ mi supplicò “ ti prego non voglio vedere anche il tuo corpo avvolte dalle fiamme” mi accarezzò il volto. “ ho già visto mio padre bruciato da quelle fiamme maledette...Non voglio vedere anche te lì..” la sua mano scivolò via.
“ Kagome..” dissi il suo nome senza accorgermene.
“ Ti prego promettimi che non morirai “ fece un passo indietro “ promettimelo “ non osò guardarmi negli occhi. Lei sapeva che avrei mantenuto la promessa a qualsiasi costo. Il petto mi bruciò. Spinto dall’istinto mi avvicinai a lei e la baciai . Non so bene perchè lo feci ma la sua dolcezza mi distrusse. Baciai le labbra della prima donna nella mia esistenza che pianse per me. Della mia eterna vita non mi importò mai molto. Sapevo però sarei morto per mano di un altro combattendo fino all’ultimo, tenendo alto il mio onore di demone. Avrei accettato di rendere la mia vita al vincitore con mia eterna gioia ma lei. Lei sarebbe stata davvero l’unica a piangere le sue lacrime per la mia morte? Prima volta, anche io, il potente Sesshomaru , ebbe paura di combattere una battaglia. Kagome mi chiese di non andare, di non dare la vita per il potere ma di vivere un altro giorno insieme alla sua compagnia. Mi supplicò di vedere ancora una volta un sorriso e di sentire nel mio petto vuoto il calore dei suoi sentimenti così asfissianti.
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Capitolo 33 *** Parte settima: capitolo 1 ***
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Author
notes:
Attenzione nel seguente capitolo ci sono scene di sesso esplicite.
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