Septembre Et Ses Dernières Pensées

di TheShadowAlchemist
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'envol des Corbeaux ***
Capitolo 2: *** L'échappée ***



Capitolo 1
*** L'envol des Corbeaux ***


Aveva sempre adorato i corvi, fin da bambino. Li vedeva come gli animali perfetti: intelligenti, fedeli, sempre al tuo fianco. Quando era piccolo, suo nonno gli raccontava sempre diverse leggende su di essi, ma una in particolare era la sua preferita: quando un guerriero muore sul campo di battaglia, i due corvi del dio Odino, Huginn e Muninn, verranno a sollevare la sua anima per portarlo nel Valhalla, restando al suo fianco per tutta la durata del viaggio. Aveva un ottimo rapporto con suo nonno ed era cresciuto con lui sin da quando era bambino, dato che suo padre morì in battaglia quando lui era ancora molto piccolo, mentre la madre morì di malattia. Era un bambino pieno di energie e vitalità. Voleva seguire le orme del padre, diventare un valoroso guerriero vichingo e morire come esso, con onore. Passarono gli anni, e il bambino divenne un uomo. Alcune cose cambiarono in lui, ma solo due rimasero le stesse: il desiderio di diventare un guerriero e il suo amore per i corvi. Alla sua prima battaglia, ebbe modo di mostrare che cosa sapeva fare con la spada e si guadagnò il soprannome di "Corvo", per due motivazioni: la sua velocità e precisione con cui colpiva il nemico, proprio come i corvi, e per seconda cosa il fatto che alla fine di ogni battaglia, quando i corvi si radunavano in cielo volteggiando sopra i cadaveri dei caduti, lui si fermasse per un momento a osservarli. Ogni volta che guardava quella scena, gli veniva in mente la storia di suo nonno e gli piaceva pensare che quei corvi non fossero lì per cibarsi, ma bensì per portare tutti i guerrieri caduti nel Valhalla, sorridendo all'idea che un giorno anche a lui sarebbe toccata quella sorte che per i vichinghi era prova di onore e gioia. Ma ora, che era lui a trovarsi dalla parte dei combattenti caduti, non sorrideva più. Era stato colpito da un fendente che gli aveva aperto l'addome, facendolo cadere a terra. Perdeva molto sangue e la vista cominciava ad annebbiarsi. Lo sguardo era rivolto verso il cielo, dove già si erano radunati i corvi. Li vedeva svolazzare in cielo, sopra la sua testa, in attesa. E in quel momento, mentre gli occhi erano rivolti verso quelle stelle nere che volavano in tondo, il ragazzo cominciò a provare paura, la paura di stare per morire, la paura che in realtà dall'altra parte non esistesse nulla, ma solo il vuoto. Avrebbe voluto ancora vivere, ma ormai sapeva che era troppo tardi, e in quel momento, gli tornarono le parole di suo nonno.
-Luxus, mio caro nipote, non devi temere la morte. La morte è solo l'inizio della tua vita nel Valhalla, e saranno proprio i corvi a portarti là, i corvi che tu tanto ami.
Ripensando a quelle parole, un sorriso si abbozzò sul suo volto, mentre la vita ormai stava lentamente scivolando via da lui, fino a che non spirò definitivamente, con addosso quel sorriso e con gli occhi che erano indirizzati sul volo dei suoi amati corvi che ora cominciavano a dirigersi verso i corpi per banchettare di essi.
 

Angolo dell'Autore

Salve ragazzi, era da molto che non scrivevo qua, ma con l'università e con altri impegni, non riuscivo mai a trovare uno spazio libero per scrivere, e poi stavo anche attraversando un periodo di blocco dello scrittore terrificante. Spero che come prima storia vi sia piaciuta e vi chiedo scusa se dovesse fare pena, ma sono un po' arrugginito. Prometto che le prossime storie saranno migliori. Noi ci rivediamo al prossimo capitolo.
Amore Totale
 

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Capitolo 2
*** L'échappée ***


Il verde dei prati intorno a lei era brillante come quello degli smeraldi. Il vento le soffiava fra suoi capelli blu, dandole sollievo e serenità. Per arrivare in quel posto, entrava sempre dalla porta di una casupola grigia che stonava in mezzo a tutto quel verde, ma alla ragazza non importava di ciò. La cosa che più le importava, era il poter stare in mezzo a quella meraviglia di oceano color smeraldo. Le piaceva sdraiarsi in mezzo a quel soffice manto erboso, correre su di esso, e nel farlo, rideva felice. Anche quella volta la ragazza, dopo aver chiuso la porta di legno dietro di lei, si mise a correre felice sull'erba rigogliosa. La ragazza correva spensierata in mezzo al verde dei prati. Ad un certo punto però, qualcosa successe: una raffica di vento più forte delle solite brezze, la colpì in pieno petto. La forza del vento la fece andare indietro, portandola verso la porta della casupola che era aperta. La ragazza urlava, non voleva andarsene. Provo ad allungare una mano verso l'entrata da cui era passata, ma la porta si chiuse, lasciando solo buio.
La blu aprì gli occhi, ma quello che aveva davanti non erano più il cielo blu e il verde dei prati, ma una triste sala bianca d'ospedale. Si tirò su, sedendosi sul letto con la schiena appoggiata alla testiera sulla quale aveva poggiato i cuscini per stare più comoda e guardò fuori dalla finestra. Fuori da quel posto non vi era nessun cielo blu e nessun filo d'erba. Solo grigio: il grigio del cielo pregno dei fumi delle fabbriche, il grigio delle strade, il grigio dei palazzi. Non vi era alcun colore felice, solo il grigio.
*Ancora quel sogno* si ritrovò a pensare la povera Juvia, con un sorriso triste. Del resto, sapeva ben che nulla di tutto quello poteva essere reale. E come poteva? Ormai aveva dimenticato da quanto tempo si trovasse in quella fredda stanza di ospedale. La sua malattia continuava a peggiorare e i medici le avevano dato pochi giorni da vivere. Ogni sera, quando si addormentava, lei lo faceva sorridendo, perchè tornava nel suo piccolo paradiso. Apriva la porta della grigia casupola e usciva da essa, per andare in mezzo al verde. I giorni continuavano a passare, e la blu si faceva sempre più debole. Sapeva che ormai la sua ora stava per arrivare e la cosa la spaventava. Avrebbe voluto vivere ancora, trovare l'amore della sua vita, sposarsi, avere dei bambini, avrebbe voluto fuggire da lì e avrebbe voluto stare con la sua famiglia per il resto dei suoi giorni in un posto come quello dei suoi sogni, ma tutto ciò non era possibile. Ormai era alla fine. La ragazza, chiuse i suoi occhi, aprì la porta della casupola e andò verso il verde, dando le spalle alla grigia casa, che cominciò a svanire, fino a che non vi fu più traccia di quella macchia tetra in mezzo a quel mare di smeraldo. Alla fine, Juvia era riuscita a fuggire.
 

Angolo dell'Autore

Salve ragazzi. Eccomi qua con la seconda storia di questa raccolta. Per coloro che non lo sapessero. la traduzione italiana di L'échappée è "la fuga". Spero che vi sia piaciuta. Noi ci vediamo alla prossima shot.
Amore Totale


 

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