La missione dei cappello di paglia

di SheilaPhoenix
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tempesta in alto mare ***
Capitolo 2: *** Quel marmocchio del mio figliastro ***
Capitolo 3: *** Strani sentimenti ***
Capitolo 4: *** Mamma e papà ***
Capitolo 5: *** Se solo tu sapessi ***
Capitolo 6: *** Pericolo in vista ***
Capitolo 7: *** Mamma e papà ***
Capitolo 8: *** Un giorno ti parlerò di tuo fratello maggiore ***



Capitolo 1
*** Tempesta in alto mare ***


Tempesta in alto mare

La Sunny, continuava imperterrita il suo viaggio, sfidando la tempesta che quella mattina all’alba aveva colpito i pirati di cappello di paglia destandoli dal sonno, una Nami ancora stanca si era ritrovata improvvisamente a dover dirigere i suoi compagni, affinché mettessero in salvo qualsiasi cosa sulla loro nave e a cercare di non farla danneggiare per la forza delle onde che la faceva traballare.
Nonostante le onde erano in grado di alzare e riabbassare la nave con forza nell’acqua, la ciurma di Lufy era sempre pronta e non si lasciava mai cogliere di sorpresa come quella mattina, o non cadeva mai nel panico in queste situazioni, le efficienti indicazioni di Nami, misero subito al sicuro le scorte e le condizioni della Sunny.
Infine, la ciurma decise di chiudersi in cucina, dove vi era anche il grande acquario con tutti i pesci pescati da Lufy ed Usop, che il giorno prima durante una battaglia di pesca avevano preso.
<< Sanji, dove vai? >>
Mentre il gruppo era ormai dentro la cucina, il cuoco di bordo ancora non si era prestato ad entravi, era stato attirato da un qualcosa di strano che galleggiava in mare, la sua attenzione era caduta su una specie di cesto di vimine che sembrava affrontare le onde a fatica, così si era tuffato nel mare in tempesta, era stato incosciente, ma non sapeva perché qualcosa l’aveva spinto a farlo.
Nami lo aveva visto correre e tuffarsi, così rimase ad aspettare che l’amico ritornasse indietro, per sgridarlo a dovere.
‘’ Che succede Nami ‘’
Urlò Robin raggiungendo la navigatrice, si era chiesta come mai i due non erano ancora entrati al riparo.
‘’ Quell'incosciente di Sanji, si è tuffato in mare perché ha visto qualcosa e voleva andare a prenderla ‘’.
Strinse i pugni, al suo ritorno l’avrebbe certamente picchiato.
Sanji non si fece attendere molto, riemerse dall’acqua dopo aver dato un calcio con il piede sul mare per poi sollevarsi, come se stesse volando, il volto era preoccupato e anche Robin e Nami, accantonata la preoccupazione per l’amico, iniziavano a chiedersi cosa ci fosse in quella cesta, da preoccupare così tanto il cuoco.
‘’ E’ un bambino ‘’.
Disse il cuoco appena rimise piedi sulla nave.
‘’ Chopper ‘’
Non lasciò modo alle compagne di chiedergli altro, che si precipitò a cercare il dottore, visto che il piccolo sembrava non respirare bene.
Chopper iniziò subito a visitarlo, aveva bevuto sicuramente dell’acqua, il piccolo aveva una peluria di capelli appena visibile, e secondo Chopper doveva essere un neonato, forse aveva proprio tre mesi o qualcosina in più.
‘’ Per fortuna sta bene, ha rischiato di annegare, se non fosse stato per te Sanji, sarebbe morto ‘’
Il cuoco si mise una mano dietro al collo, sorrise appena, aveva capito da subito che quella cesta conteneva qualcosa che non poteva essere ne cibo e ne soldi, ma non aveva mai pensato che ci avrebbe trovato un bebè.
‘’ E ora che si fa con il piccolo ‘’
Disse Franky guardando quel fagotto, ora dormiva beatamente, ed era molto carino ed indifeso.
‘’ Di certo non lo possiamo ributtare in mare, verrà con noi ‘’.
Disse Sanji convinto delle sue parole.
‘’ Magari, riusciamo a ritrovare la sua famiglia, se non è stato abbandonato appositamente ‘’
‘’ Quale genitore farebbe uno schifo del genere ‘’.
Disse Usop mettendo le braccia conserte, Sanji rise nervosamente.
‘’ Uno come mio padre, ad esempio ‘’.
Il gruppo rimase in silenzio, non avevano dimenticato quello l’amico aveva passato da piccolo.
Fu Nami a voler cambiare discorso.
‘’ Va bene, magari nelle prossime isole, riusciremo a scoprire qualcosa ‘’.
Lufy annuì, ora la sua missione era quella di riportare a casa il piccolo, ma aveva anche bisogno di un nome.
‘’ Keiichi ‘’.
Si sentì udire da Brook, aveva sollevato di poco la coperta ormai bagnata del piccolo, per metterne una nuova asciutta per lui.
‘’ Penso sia il suo nome ragazzi, è ricamata su questa copertina che aveva con se ‘’.
Nami la prese tra le mani del musicista, decise che quella coperta non l’avrebbero dovuta buttare via, era un indizio prezioso per il ritrovamento della sua famiglia.
‘’ Bene Keiichi, da ora starai con noi e ti prometto che ritroveremo la tua mamma ed il tuo papà ‘’.
Disse Lufy convinto delle sue parole, ma ahimè, quella promessa non riuscì a mantenerla.

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Capitolo 2
*** Quel marmocchio del mio figliastro ***


Quel marmocchio di mio figlio

 

Keiichi dormiva tranquillo, dopo il suo ritrovamento ed il salvataggio, Sanji aveva preso davvero a cuore quel bambino, tanto da tenerlo lui stesso sotto controllo, la tempesta si era placata da poco, e l’aria fuori era rimasta umida e fredda.
Così il bambino, era rimasto a dormire nella stanza delle ragazze, che era quella più calda.
Ma qualcosa, aveva svegliato il piccolo, e anche Robin e Nami.
‘’ Sta piangendo, come lo calmiamo ‘’
‘’ Non lo so Nami, magari se cammini su e giù con il bambino in braccio, si calma ‘’
‘’ Non possiamo cullarlo? Non puoi farlo tu ‘’
‘’ Ah no, io non so come prenderlo ‘’.
Si rifiutò subito l’archeologa, Nami guardò l’amica di traverso, neanche lei sapeva come fare, però qualcuno doveva far smettere quel bambino di piangere, lo prese delicatamente in braccio, e iniziò ad uscire dalla stanza, sperando che si addormentasse in qualche modo.
Non fu affatto facile, il bambino continuava a piangere ininterrottamente, decise di uscire dalla camera con in braccio il bambino, prese a camminare avanti ed indietro fuori la sua stanza.
fino a quando, Nami non sentì una presenza alle sue spalle, era Sanji che si era svegliato, probabilmente a causa del pianto del piccolo.
‘’ Non riesci a farlo dormire? ‘’
‘’ No, piange e non so che cosa fare ‘’.
Il cuoco provò a prendere in braccio il piccolo, lo posizionò sulla sua spalla, ed il bambino aprì gli occhi calmando finalmente quel pianto disperato, poco dopo iniziò a ridere.
‘’ Come hai fatto? ‘’
‘’ In realtà non ho ancora fatto nulla, ma forse è solo mal di pancia ‘’
Nami guardò Sanji confusa.
‘’ Al Baratie sono passate tantissime mamme, fin da piccolo le osservavo mentre si prendevano cura dei loro figli, rimasi senza parole quando una giovane mamma, mise il proprio figlio sulla spalla per calmarlo mentre piangeva, mi spiegò che i bambini a tre mesi, spesso vengono presi da dolori di pancia, e lei per calmare suo figlio lo metteva in questa situazione… Purtroppo Nami, non mi ha mai spiegato come si cambia un pannolino, quindi ecco a te ‘’.
Senza far capire nulla alla navigatrice, Sanji rimise il piccolo tra le braccia di Nami, che subito venne pervasa da un odore al quanto nauseante.
‘’ E come lo cambiamo, non abbiamo mica pannolini sulla nave ‘’.
Gli urlò lei dietro, Sanji suggerì di cercare qualcosa in infermeria, come garze, magari il giorno dopo avrebbero trovato un isola e comprato alte cose per quel bambino.
‘’ Ti piacciono i bambini, Sanji? ‘’
Alla domanda di Nami, il cuoco sorrise.
‘’ Ne vorrò avere almeno cinque o sei ‘’
‘’ Non credi che siano troppi ‘’
Sanji scosse la testa e le sorrise, mentre lasciava Keiichi in braccio alla navigatrice.
‘’ Sai… Io non ho avuto una vita facile, mio padre era cattivo con me e mia madre mi ha lasciato troppo presto, per questo vorrei avere tanti figli, per regalare loro la felicità che a me è stata negata. Siccome eravamo cinque fratelli, vorrei avere cinque figli a cui dare questo, per riscattare qualcosa che non abbiamo mai posseduto, ne io ne i miei fratelli. Sembra stupido detto così, lo so, ma sono sicuro che se quell’uomo che ci ha dato alla vita, non avesse modificato geneticamente il DNA dei miei fratelli, anche loro sarebbe stati gentili come me, mia sorella è buona, ma ha sempre agito con cattiveria per volere di nostro padre e per paura dei nostri fratelli, con me era buona, ma non meritava neanche lei tanta indifferenza e dolore ‘’.
Nami rimase in silenzio, tanto tempo fa, lei credeva di essere l’unica persona sulla terra ad aver sofferto, ma ora sapeva che non era così, di Sanji non aveva mai saputo il suo passato, e in un certo senso le faceva male, aveva sofferto tantissimo, forse anche più di lei, perché un poco di felicità con Bellemer e con Nojiko lei l’aveva avuta.
‘’ Non è sciocco ‘’.
Rispose tranquillamente, mentre il piccolo ormai si era tranquillizzato del tutto.
Il mattino dopo, Usop e Franky avevano detto a Nami che avevano un qualcosa da darle subito dopo aver fatto colazione.
La navigatrice, sperò che erano i soldi che dovevano restituirle già da tempo, avevano un debito molto grande con lei, come anche Zoro del resto.
Purtroppo non fu così, i due le avevano consegnato una specie di zaino con apertura in avanti, due piccoli buchi sotto.
‘’Cosa sarebbe?’’
Chiese confusa rigirandoselo tra le mani.
‘’Un marsupio Nami’’
Disse Franky pienamente soddisfatto del suo lavoro, Nami si sentì ancora più confusa.
‘’ E con questo che ci faccio? ‘’
‘’ Per tenere Keiichi dentro, così è più comodo quando lo porteremo in giro per i villaggi’’
‘’ Ma non devo tenerlo sempre io ‘’.
Si lamentò lei, anche se le piaceva quando il piccolo le sorrideva o giocava con il suo viso battendo le manine sul suo naso, non pensava mica di fargli tutto il tempo da babysitter per tutto il tempo.
‘’ Abbiamo pensato il contrario, a quando pare sembra preferirti a tutti noi ‘’.
Forse era perché durante la notte lo aveva tenuto stretto tra le braccia, ed essendo ancora un neonato, la considerava come una mamma.
‘’ Uff, va bene, lo userò ‘’
Disse afferrando il marsupio e portandoselo in camera sua, infondo tenere tutto tempo il bambino in braccio era stancante.
Si andò a sistemare poi sotto l’albero dei suoi mandarini, Sanji teneva Keiichi per il momento, era bravo con lui, quindi non era preoccupata.
Il cuoco aveva preso davvero a cuore il piccole e Nami, dopo le parole dell’amico aveva capito benissimo i suoi sentimenti, sperava che Keiichi non avesse avuto la sfortuna di nascere in una famiglia che non lo meritava un po' come lui, Sanji sicuramente si era un pochino immedesimato in quel bambino.
Provò a riposare un attimo, Keiichi non la lasciava tranquilla perché piangeva spesso, forse ricercava la sua vera mamma, forse si era accorto che non c’era lei con lui.
Per fortuna, presto sarebbe arrivati in un villaggio e li avrebbero indagato sulla sua famiglia, anche se potevano essere totalmente fuori strada con le ricerche.
All’improvviso, si sentì la voce di Usop urlar a gran voce << Terra ragazzi >>.
Tutta la ciurma si prestò ad ancorare la nave, mentre Sanji vide tenere Keiichi ancora in braccio, che divertito gli tirava i capelli biondi, facendo ridere anche lei.
‘’ Allora ragazzi, dividiamoci come al solito, cercate di non combinare casini, tu Sanji vieni con me e tu Zoro, non perderti anche questa volta ‘’.
Lo spadaccino borbottò qualcosa, mentre Sanji annuiva felice.
‘’ Dove andiamo Nami? ‘’
‘’ A cercare i genitori di Keiichi, ormai la nostra missione è questa, tutti noi chiederemo in giro se qualcuno conosce questo bambino, o sa qualcosa di un piccolo disperso, spero proprio di ritrovare presto la sua famiglia ‘’.
Furono le ultime parole di Nami, ma così non accadde, purtroppo, passarono tutta la giornata a cercare e chiedere informazioni, ma poco alla volta si resero conto che in quel villaggio, non c’era nessuno che conosceva Keiichi.
‘’ Mi chiedo come mai ‘’
Disse Sanji mentre prendeva Keiichi tra le braccia, visto che Nami, ormai stanca di cercare, aveva deciso di entrare in un negozio dove comprarsi qualche bel vestito.
‘’ Cosa Sanji-Kun ‘’
‘’ Come mai non siamo riusciti a trovare i genitori ‘’.
Disse ancora richiamando l'attenzione di Nami, La navigatrice lo raggiunse subito, aveva la faccia delusa.
‘’ Magari la prossima volta saremo più fortunati ‘’
Tentò di rassicurarlo, all’improvviso la navigatrice fu attirata da una salopette per bambini con un orsetto cucito sulla pancia, sorrise, e decise di comprare qualcosa anche per il piccolo, oltre a comprare quella mattina del latte e altro cibo adatto a lui, o come anche i pannolini visto che non ne avevano.
Non sapeva che avere un bambino a bordo, sarebbe costato così tanto.
‘’ Avete proprio un bel bambino, sa? ‘’
Disse la commessa costringendo a Nami e Sanji guardarsi negli occhi e ad arrossire, entrambi risero nervosamente, ma decisero di non dire nulla, che non era loro figlio.

 

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Capitolo 3
*** Strani sentimenti ***


Strani sentimenti 

 

Durante la notte, Nami dormiva con accanto il piccolo Keiichi, erano passati due mesi, ormai il piccolo aveva iniziato a cacciare i primi dentini, e ora sbavava tutto il tempo, aveva anche molti più capelli, ed erano di un bel colore argentato, spesso mentre dormiva stringendogli la mano, così si calmava subito, si fermava a guardarlo, era carino e ormai per lei era come se fosse suo figlio, ma doveva cercare di non affezionarsi troppo a quel bambino, Lufy aveva detto che la loro missione di riportarlo a casa non era comunque finita, ed in effetti, un giorno avrebbero potuto ritrovare la loro vera mamma.
Proprio mentre pensava a queste cose, Nami sentì Keiichi lamentarsi, forse era per i denti, o forse aveva fatto un incubo, poco alla volta, iniziò a piangere e per non svegliare Robin, lo prese ed uscì dalla loro stanza, quella sera c’era Sanji si turno.
‘’ Ehi, Sanji-Kun ‘’
‘’ Nami-San, si è svegliato vero? ‘’
Le chiese lui mettendo una mano sulla testolina del bambino, Sanji era davvero bravo con Keiichi, come Nami era l’unico in grado a farlo smettere di piangere o a farlo ridere, erano quasi diventati i loro genitori adottivi, almeno così diceva Usop facendo infuriare Nami ed urlare di gioia il cuoco, prima di beccarsi qualche sberla da lei.
Insieme, si andarono a sedere a terra sull’erbetta artificiale messa da Franky quando aveva costruito la nave, si misero a  guardare le stelle, mentre Keiichi si riaddormentava in mezzo a loro due.
Rimasero in  silenzio e Nami ripensò a quando la vita potesse essere stata ingiusta con il cuoco.
Era strano, ma odiava pensare che lui avesse sofferto così tanto, e al tempo stesso, odiava quel sentimento così fastidioso che stava crescendo in lei.
Tuttavia, mentre pensava a quelle cose, si appisolò un attimo sulla spalla di Sanji, che non fece niente di sciocco, come urlare o sanguinare dal naso, per la prima volta rimase in mobile, a fissare Nami che dormiva appoggiata a lui, mentre stringeva Keiichi come se avesse paura di lasciarlo cadere.
Sanji mise un braccio a protezione attorno al corpo del piccolo, e di conseguenza anche attorno alla vita di Nami, si addormentarono così, vicini.
Quando Nami si risvegliò, era già mattino, si era ritrovata con il viso a pochi centimetri da quello di Sanji, le venne spontaneo allontanarsi di tutta fretta e ad alzare il pugno per picchiarlo in testa, ma rimase a fissarlo, stava dormendo così tranquillamente, che le sembrava di Cattivo gusto svegliarlo in quel modo, solo dopo si accorse di avere addosso la giacca del cuoco, che copriva sia lei che il bambino.
Sorridendo, iniziò a scuotere Sanji con delicatezza.
‘’ Sanji? ‘’
‘’ Mh? ‘’
Il cuoco le diede le spalle, all’ennesimo strattone gentile di Nami, aprì gli occhi ancora assonato.
‘’ Ehi Sanji-Kun, svegliati ‘’
‘’ Nami-San? ‘’
‘’ E’ ora di svegliarsi, tra poco saranno tutti svegli e affamati ‘’.
Sanji guardò il cielo, era vero, il sole era già tramontato.
‘’ Cavolo, non me ne ero accorto. Devo correre in cucina ‘’
Disse tutto trasandato, Sanji si mise in piedi e si catapultò in cucina con al seguito Nami.
‘’ La giacca ‘’
Disse posandola su una sedia, con un braccio teneva ancora il piccolo dormiente.
‘’ Scusa se mentre dormivi ti ho abbracciata, ma ho pensato che poteva cadere Keiichi e così… ‘’
‘’ Ah, non importa. Ma vedi di non farlo capitare più, okay? ‘’.
Sanji annuì divertito, si girò a guardare il bambino e Nami, sorrise scuotendo la testa e grattandosi la barba.
‘’ Cosa c’è di così divertente ‘’
‘’ Credo che un giorno saresti una brava mamma … ‘’
Le disse lui, poi si girò arrossendo leggermente, Nami capì che stava pensando a qualcosa di sconcio.
‘’ Magari la mamma dei miei figli ‘’
‘’ Stupido ‘’.
Gli urlò lei minacciandolo di picchiarlo, ma lei sembrava divertita e non arrabbiata questa volta, infatti non lo colpì.
In meno di dieci minuti, la cucina si riempì di chiacchiere e risate, Lufy non si era neanche seduto a tavola che stava già mangiando, destando l’ira di Sanji.
Fecero tutti colazione, e Nami disse che sarebbe andata a lavorare sulle sue cartine, dopo aver lasciato Keiichi a Lufy e Chopper che lo teneva sulla schiena trasformato in renna.
– Sarai una brava mamma, un giorno...Magari dei nostri figli -
Maledetto Sanji e le sue strane idee, Nami scosse il capo, quel cretino di Sanji, cosa le aveva messo in testa.
Tuttavia, le guance presero a diventare arrossate e calde, e Nami sentì persino il suo cuore battere forte in petto.

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Capitolo 4
*** Mamma e papà ***


‘’Cosa facciamo con Keiichi, perché poi così all’improvviso’.
Chiese Nami guardando Sanji ed il resto della ciurma, da quella mattina il bambino aveva iniziato a chiamare lei mamma mentre Sanji lo chiamava papà, forse era stato l’incontro con quella famiglia ad averlo confuso.
‘’Assecondiamolo’’
Rispose Robin lanciando un occhiata dentro la cucina, Keiichi era rimasto da solo a disegnare, sembrava felice, sorridente, era ingiusto dirgli la verità che forse non avrebbe neanche capito fino in fondo.
‘’Non sappiamo se ritroveremo mai i suoi genitori, sono passati due anni e mezzo ormai, ed è solo un bambino piccolo che non ha commesso nessun errore per essere rimasto solo, se lui crede che voi siete i genitori è per il semplice motivo che vi prendete cura di lui, fin da piccolo si è molto affezionato ad entrambi, quindi dirgli la verità sarà negativo solo per lui’’
Continuò a dire Robin mentre Chopper d’accordo con le sue parole annuiva, Lufy si limitò a guardare prima Sanji poi Nami, era confuso.
‘’Questo vuol dire che state insieme ora?’’.
Entrambi arrossirono a quella domanda, Nami si avvicinò pericolosamente al capitano e gli tirò una sberla tanto forte da lasciarli il segno.
‘’Non dire cavolate, questo non vuol dire nulla, lo facciamo solo per Keiichi’’
Poi si girò verso Sanji, per avvertirlo di non fare nessuna cazzata delle sue, ma lo vide già in stato comatoso, era bianco come un cencio.
‘’Stupido’’.
Gli urlò contro entrando nella cucina per sedersi accanto al bambino, nel frattempo i compagni iniziarono con le loro attività, venne raggiunta solo da Sanji che doveva iniziare a cucinare per il pranzo.
Nami guardò Keiichi che sorrideva felice, sembrava diverso dalle altre volte, più allegro, questo bastò a farle prendere la sua decisione.
Gli mise una mano fra i capelli.
‘’Non lo fare più d’accordo? Oggi io e tuo padre  ci siamo spaventati moltissimo quando sei scappato via’’.
Keiichi si girò a sorridere a Nami, ma venne subito distratto dal rumore delle pentole che Sanji aveva fatto cadere a terra, forse per la sorpresa delle parole della navigatrice.
‘’Mi spiace, volevo solo giocare’’
‘’Non farlo più, okay?’’.
Keiichi annuì consegnando poi il ‘’disegno’’ che aveva appena finito, vi erano tre cerchi con sotto delle stanghette, dovevano ritrarre delle persone.
‘’Siamo io, tu e papà’’
Spiegò Keiichi soddisfatto.
Nami sentì il cuore stringersi in petto, anche se era una specie di scarabocchio, a cui i tre personaggi disegnati mancavano sia le gambe e le braccia, era pur sempre un bellissimo scarabocchio.
‘’E’ bellissimo, vero Sanji-Kun?’’
Il cuoco si avvicinò ad ammirare il disegno.
‘’Si, è proprio bello Keiichi’’
‘’Dormiamo tutti insieme stanotte?’’
Chiese poi a brucia pelo il bambino, Nami vide Sanji far cadere lo strofinaccio che aveva in mano, iniziò ad arrossire, non aveva mai dormito con un uomo prima e non voleva iniziare a farlo ora, con Sanji poi.
‘’N-non penso sia possibile, Robin dove la mettiamo?’’
Vide subito la delusione comparire sul viso del piccolo, cercò Sanji con lo sguardo per essere aiutata, ma lui ormai, sembrava in stato comatoso.
‘’F-facciamo così, glielo chiediamo, se dirà di no puoi andare a dormire con San… Con papà questa notte’’.
Doveva ancora abituarsi all’idea che Sanji e lei anche erano i ‘’Genitori’’ di Keiichi, ma era davvero imbarazzante.
A quel compromesso, Keiichi sembrava soddisfatto e scese subito dalla sedia per andare a cercare Robin, facendo tirare un sospiro di sollievo a Nami, sapeva che Robin non le avrebbe girato facilmente le spalle, non avrebbe accettato di lasciare la sua stanza, per far dormire Sanji con loro.
‘’Ha detto si’’
Si ud’ all’improvviso, il piccolo Keiichi era corso nella cucina tutto felice, ora stava saltando attorno al tavolo pienamente soddisfatto, mentre Nami sentiva che a breve avrebbe ucciso Robin.
‘’Mi spiace, Nami, oggi ho il turno di notte e quindi non ho voluto dire di no a Keiichi, spero mi capirai’’.
Si sentì dire alle spalle, era Robin che si era appena appoggiata contro la porta della cucina, aveva un sogghigno sulle labbra, che lasciava capire il suo divertimento, quando Nami alzò lo sguardo verso Sanji, lo vide darle le spalle, stranamente non aveva iniziato a dire cose sconce, forse anche lui si sentiva in imbarazzo a dover dormire con lei tutta la notte, oppure, semplicemente stava cercando di contenere la sua gioia, facendo finta di cucinare.
Quando Keiichi uscì di corsa dalla cucina per andare a giocare con Chopper e gli altri, Nami si avvicinò pericolosamente a Sanji e gli afferrò l’orecchio sinistro tirandoglielo con poca grazia.
‘’Ahi Ahi Nami-San, ancora non ho fatto niente perché mi tiri le orecchie’’
Disse lui con voce dolorante e supplicandola di lasciarlo andare.
‘’Ascoltami bene, questa notte stai a distanza di sicurezza da me, non solo entrerai nel mio letto ma crederai di poter far la parte di essere il genitore assieme a me di Keiichi’’
‘’N-No, giuro che avevo in mente di dormire a terra’’.
Nami sospirò lasciandolo andare.
‘’Ma non puoi, Keiichi ci rimarrebbe male’’
Sanji riprese a cucinare, ma vedendo la mano di Nami tornare verso le sue orecchie, gliele afferrò delicatamente per bloccarla.
‘’Non farò niente, promesso, ma tu smetti di tirarmi le orecchie, mi servono senza di quelle non posso sentire la tua bellissima voce che chiama il mio nome’’.
Nami arrossì violentemente, che gli era venuto in mente di dire a quel cuoco pervertito.

Quando la ciurma si unì per la cena, trovò Sanji con la faccia tutta rossa, per gli schiaffi che la loro navigatrice gli aveva dato poco prima, Nami lo aveva minacciato ‘’Ti lascio in vita solo perché Lufy ci tiene alla tua cucina e a te’’ Glielo aveva detto con tanto astio che Sanji aveva sentito il suo corpo tremare dalla paura.
Alla fine Sanji si era messo in un angolino nel letto, per paura di finire troppo vicino a Nami, anche perché sentiva che il cuore poteva uscirgli dal petto, e non riusciva a dormire.
Keiichi si era attaccato ad entrambi con le mani, rendendo la situazione ancora più imbarazzante.
‘’N-Nami-San, riesci a dormire?’’
‘’No’’
Sussurrò la navigatrice voltandosi verso il cuoco, lui le stava dando ancora le spalle, ma sentendo il suo movimento, si girò a sua volta, ora erano faccia a faccia.
‘’Se vuoi, posso andare a chiedere a Robin di fare il turno al posto suo, e domani inventiamo qualcosa per Keiichi’’.
Nami scosse subito la testa, arrossendo per quello che stava per dire.
‘’No, tu hai fatto il turni due volte di fila in queste sere, e poi con tutto quello che fai in cucina penso che meriti di riposare un poco, resta qui’’.
Lo disse facendo arrossire il volto del cuoco, Nami se ne rese conto, ma lo ringraziò mentalmente per non aver detto nulla di imbarazzante e strano.
Alla fine, rimasero a parlare per molto tempo, iniziarono a ricordare i primi periodi del loro primo incontro con Lufy e delle avventure passate insieme, Nami volle volutamente evitare di parlare di quello che era successo con la famiglia di Sanji, non aveva mai avuto il coraggio di confessare al cuoco, quando era stata in pena per lui, ma probabilmente si era capito, viste le lacrime che aveva versato e le parole dette a Sanji dopo il suo ritorno.
<< Se fai qualche altra cazzata, te la vedrai con me e da oggi ti tengo io personalmente sotto controllo, okay? >>.
Quelle erano state le sue parole, seguite da un pugno dato sul suo petto con delicatezza.
Senza neanche accorgersene, si erano entrambi addormentati abbracciando il piccolo Keiichi.

Il mattino dopo, sia Sanji che Nami vennero svegliati dalla luce che entrava dalla finestra, si guardarono negli occhi brevemente, prima di capire che erano l’uno tra le braccia dell’altro, mentre Keiichi non era più con loro.
Nami sorrise appena in imbarazzo, sentiva che quel contatto le piaceva, mentre Sanji le aveva sussurrato un scusami a denti stretti, lui provò ad alzarsi dal letto, ma Nami lo bloccò stringendogli il braccio e appoggiando la testa sulla sua spalla, chiuse gli occhi, per riappisolarsi poco dopo, voleva stare ancora un pochino così, con lui, perché si sentiva protetta, e le piaceva il profumo di Sanji così vicino a lei.
Il cuoco, dal canto suo, fece di tutto per non rovinare quel momento così bello, voleva goderselo a pieno, non voleva come il suo solito farla arrabbiare con lui, rimase fermo, impassibile ed imbalsamato, ma andava bene così.

 

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Capitolo 5
*** Se solo tu sapessi ***


Sanji era rimasto impassibile, immobile, a volte si girava a guardarla a perdersi nella bellezza di quel corpo che avrebbe voluto baciare.
Tante volte, si era chiesto se Nami un giorno avesse mai potuto provare anche solo un minimo di sentimento per lui, ma era ovvia la risposta.
Nami non provava e mai avrebbe provato amore per Sanji.
Il pensiero lo rattristiva sempre, ma con il sorriso andava avanti beandosi solo della sua amicizia.
Quando Nami si mosse avvicinandosi nel sonno ancora di più a lui, Sanji credette di morire, si perché il seno della navigatrice ora era appoggiato al suo braccio, come poteva fare a resistete in quella posizione senza respirare neanche, aveva paura di svegliarla e di beccarsi qualche sberla da lei, perché ovviamente avrebbe potuto pensare che il cuoco ci stava provando.
Per fortuna, Nami si svegliò pochi secondi dopo, ma lo fece spostando la testa vicina al viso di Sanji che arrossì come non gli era mai capitato in vita sua.
‘’Sanji-Kun’’
Nami aprendo gli occhi, trovò il viso di Sanji a pochi centimetri dal suo, erano vicinissimi, non sapeva se credere che era colpa del cuoco, o sua.
Sua perché ricordava di essersi addormentata e di aver avvinghiato Sanji per un braccio.
I primi cinque minuti era rimasta sveglia a dir il vero, voleva vedere cosa facesse Sanji con lei così vicina, ma sorprendendola, il cuoco non l’aveva mao sfiorata, neanche con un dito.
Era stato strano e bello al tempo stesso.
‘’N-Nami-San, buongiorno. Io stavo dormendo, non ti ho toccata, giuro’’
Riuscì a dire Sanji con la voce rotta, Nami si era messa a sedere sul letto, il piccolo Keiichi non c’era più nel letto con loro, probabilmente era andato in bagno.
‘’Lo so Sanji-Kun, non ti preoccupare’’
Gli sorrise lei in imbarazzo, Sanji si alzò di scatto come una molla, molto imbarazzato le disse a bassa voce che doveva andare a cucinare, Nami gli sorrise augurandogli buon lavoro, quando rimase sola, la navigatrice si abbracciò le gambe e nascose il viso tra le braccia.
Aveva uno stupido sorriso stampato sulle labbra, e il cuore le batteva a mille.

Dopo essersi calmato, Sanji era corso in cucina a preparare da mangiare, li trovò il piccolo Keiichi.
‘’Cosa ci fai qui tu?’’
‘’AH, papà... tu e la mamma dormivate’’.
Papà… Quando era strano sentirsi chiamare in quel modo, ancora non ci era abituato.
Sorridendo, Sanji si abbassò all’altezza del bambino.
‘’Vuoi aiutarmi a cucinare?’’
Il piccolo sorrise saltando in piedi, Sanji allora gli prese uno sgabello e fece salire Keiichi, gli chiedeva cosa doveva  passargli e lui obbediva felice e concentrato nel non sbagliare ingrediente.
Poi Sanji si mise alle sue spalle e lo aiutò ad impastare per cucinare il dolce che aveva in mente per la colazione di quella mattina, Keiichi era felice di poter lavorare in cucina con il suo papà.
Un po' alla volta, la cucina si riempì di risate e chiacchiericci vari, Nami arrivò per ultima e venne subito accolta dal piccolo Keiichi che la chiamava a gran voce, così si avvicinò a lui e a Sanji.
‘’Papà mi fa cucinare’’
Disse il piccolo soddisfatto, prese per mano Nami senza preoccuparsi di sporcarla con la farina e la costrinse ad avvicinarsi, La scena fu molto carina vista dagli occhi di Chopper e Brook che si lasciarono andare in alcuni commenti dolci per loro.
‘’Vedi se ti piace’’
Disse Sanji afferrando un pezzo di torta, Nami non si mosse mentre guardava Keiichi che sorrideva contento posizionato contro il petto di Sanji, Nami allora avvicinò la bocca alla mano del cuoco che sorreggeva il pezzo di dolce, con una mano avvolse quella di Sanji per tenerla ferma, e con le labbra si avvicinò alla torta, così prese il pezzettino dalle mani del cuoco che rimase fermo, pietrificato sotto lo sguardo confuso e shoccato dei loro amici.
‘’E’ buona, vero mamma?’’
‘’Si, molto’’.
Rispose Nami sentendosi in imbarazzo per il gesto appena compiuto, sembravano una vera coppia con il loro bambino.
‘’Aspettate, ma dobbiamo festeggiare qualcosa?’’
Chiese Brook avvicinandosi ai due, Nami arrossì spostando lo sguardo da Sanji al musicista, prese a sberle il secondo allontanandolo da loro.
‘’Non scherzare su certe cose, stupido’’.
Questo bastò a far allontanare anche lei dalla cucina, improvvisamente sentiva davvero molto caldo.

Quella sera, Nami doveva fare il turno di vedetta, per fortuna sua almeno così avrebbe avuto modo di rimanere sola con se stessa, senza nessuno che potesse infastidirla con qualcosa di stupido.
Sospirando, iniziò a chiedersi cosa davvero provava per il cuoco, si era avvicinata molto a lui, ed ora fingere di essere genitori di quel bambino, stava complicando molto le cose ed i sentimenti erano ancora più confusi.
‘’Nami-San’’
All’improvviso, quella voce e quel modo di chiamarla con dolcezza, s’intromise nei suoi pensieri, cavolo, in parte era colpa sua se era in quelle condizioni.
‘’Non posso rimanere mai sola, un attimo solo dico…. Cosa ci fai qui Sanji’’
Disse voltandosi verso la voce proprietaria di quei pensieri contrastanti, Sanji era lì fermo con la giacca tra le mani pronta ad essere posata sulle sue spalle.
Nami lo vide cambiare espressione, dal felice di vederla al confuso e dispiaciuto al tempo stesso.
Improvvisamente si sentì in colpa per averlo trattato male, lui era pronto a donarle la sua giacca, lo vide stringere la presa su quel pezzo di stoffa, e Nami si sentì ancora di più male.
‘’Mi spiace, ero qui fuori a fumare e ti ho notata. Ho visto che fa freddo e volevo evitare di farti prendere un raffreddore… Ecco tieni, ora me ne vado’’.
Le disse sorridendo forzatamente, Sanji le lasciò la giacca tra le mani senza mettergliela sulle spalle, come avrebbe fatto di solito.
Lo vide darle le spalle ed andarsene, ma qualcosa la spinse a fermarlo, fece due passi soltanto verso di lui, chiamandolo.
‘’Sanji-Kun, aspetta’’
Sanji fece per girarsi, ma qualcosa saltò sulla loro nave e dietro le spalle di Nami.
‘’NAMI-SAN’’.

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Capitolo 6
*** Pericolo in vista ***


Dei bracconieri, Sanji l’aveva capito da subito che poteva batterli da solo.
Con un salto era riuscito ad afferrare Nami e portarla il più lontano possibile da pericolo, un uomo tre volte più grosso di lei e con due spade in mano li stava puntando.
‘’Come hai osato, provare a fare del male ad una donna così carina, eh? Dimmelo stupido omuncolo’’
Sanji si portò Nami dietro la schiena, la stava proteggendo come faceva spesso, e Nami si sentiva al sicuro, non era la prima volta che si ritrovava Sanji farle scudo, sapeva benissimo che quella storia sarebbe finita subito.
‘’Che sta succedendo qui’’
Si sentì dire alle loro spalle, Nami si girò e vide Zoro con le sue spade pronte al combattimento che avanzava verso di loro.
‘’Non intrometterti, questo qui lo farò fuori io’’
Rispose subito Sanji guardandosi attorno.
‘’Piuttosto, pensa agli altri’’.
Finì di dire, mentre Nami si accorgeva solo in quel momento, che quel bracconiere non era solo.
Ma anche loro non erano soli, vi erano anche il resto della ciurma che svegliati dal casino di poco prima, si era catapultata fuori per controllare la situazione.
‘’Mh… Va bene, credo che basteranno solo Zoro e Sanji qui… Quindi buona notte’
Fece Usop provando a tornare in camera, ma venne bloccato da Lufy che era pronto anche lui a combattere, anche se si, era vero, solo Sanji e Zoro bastavano a sbrigare la situazione.

Keiichi era uscito dalla stanza in cerca di Nami o qualcun altro, si era svegliato all’improvviso e trovandosi da solo si era subito spaventato.
Quando raggiunse la parte superiore della nave, quello che vide lo pietrificò, ma non per la paura, per la sorpresa.
La mamma e anche il papà stavano combattendo con delle persone che non aveva visto, assieme a loro anche Zoro stava sfoderando le sue spade e Lufy.
Quella che sembrava una battaglia facile, si era tramutato in qualcosa di più, a quando pare i bracconieri erano tanti, molto di più della loro ciurma e quindi serviva una mano in più.
‘’Keiichi, cosa ci fai qui?’’
All’improvviso la voce di Usop richiamò all’attenzione il piccolo Keiichi che continuava a guardare il combattimento.
‘’Papà è forte’’
‘’Certo, ma ora rientra dentro. Tanto tra poco qui avranno finito’’.
Disse Usop, In passato avevano combattuto nemici più forti.
‘’Ma anche la mamma è fortissima’’
Continuò Keiichi molto su di giri e voglioso di continuare a guardare come andava a finire.
‘’Questo non è posto per bambini, entra dentro’’
Provò a dire ancora una volta Usop afferrandolo per un braccio, Keiichi rimase tuttavia fermo sul posto.
‘’Tu non combatti perché hai paura, vero?’’
Gli disse non staccando gli occhi dalla battaglia, Nami aveva appena atterrato un uomo con uno dei suoi potenti fulmini, mentre alle sue spalle c’era già un altro pronto ad attaccarla, Sanji arrivò a colpirlo per proteggerla dall’attacco.
I due si guardarono brevemente, Nami lo ringraziò mentalmente e ripresero a combattere.
‘’Messo K.O. da un bambino...Uff e va bene, stai qui con me. Tanto hanno quasi finito non succederà null...’’

Mentre il gruppo si sbarazzava degli ultimi nemici, un urlo alle loro spalle fece rabbrividire sia Sanji che Nami, i due si girarono e videro con loro grande stupore, il piccolo Keiichi tenuto per il collo della maglia dal bracconiere.
Usop invece era a terra, tremava per il dolore alla testa, ma per fortuna non era privo di sensi.
‘’Lascialo andare subito’’
Urlò Lufy pronto a caricare uno dei suoi colpi.
‘’Avete messo fuori uso metà dei miei compagni, questo bambino un giorno potrebbe diventare forte, o magari me ne sbarazzerò all’istante’’
‘’Come osi prendertela con un bambino’’
Gli urlò Nami preoccupata e arrabbiata al tempo stesso, L’uomo iniziò a ridere sollevando il piccolo che si dimenava provando a colpirlo.
‘’AHAHAHAHA, che ridere mi fai nanerottolo...Vai, è ora di farsi un bel giro’’.
Urlò cercando di lanciarlo fuori dalla nave, per fortuna Robin prontamente creò una rete con le sue mani, salvandolo dalla caduta in acqua.
‘’Grazie Robin’’
Disse Keiichi mentre venia riportato sulla nave in mezzo ai suoi compagni, Nami strinse i pugni e inconsciamente cercò di attaccare quel bracconiere che ora aveva stufato, ma lui la cacciò via con un colpo e facendola finire in acqua.
‘’Nami-San’’.
Sanji corse verso il corpo della navigatrice e si tuffò in mare per prenderla, mentre sentiva alle sue spalle il suo capitano urlare ‘’Ora mi hai stufato – Jet Pistol Gom Gom - ‘’

Sanji era riuscito ad afferrare Nami tra le braccia, la strinse forte a se, come se fosse la cosa più preziosa che aveva tra le mani in quel momento, bastò questo e i loro occhi l’uno nell’altra, la mano di Nami sul petto di Sanji e le loro bocche che si univano in un bacio.

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Capitolo 7
*** Mamma e papà ***


Sanji non era riuscito a parlare con Nami di quel bacio, una volta tornati sulla nave si erano ritrovati a fare i conti con quello che era successo nel frattempo.
Lufy aveva colpito il loro nemico, tanto forte da farlo finire fuori dalla Sunny, ma al tempo stesso aveva fatto rompere metà della loro preziosa nave.
Ora, un Usop ed un Franky contrariati si erano già messi a lavoro per sistemare il casino fatto dal loro capitano, nel mentre il piccolo Keiichi, era corso ad abbracciare entrambi con le lacrime agli occhi.
Si era davvero preoccupato per la sua mamma ed il suo papà, ed una volta calmatosi, era caduto nel sonno più profondo.
Nami si era seduta accanto a lui sul divano che si trovava in cucina, guardava Sanji lavorare tra i suoi fornelli, il viso era ancora un po' arrossato per quello che era successo tra loro durante la notte.
Voleva parlargli, ma non sapeva bene cosa dire, ne come iniziare il discorso.
Aveva parlato con Robin, aveva omesso del bacio, ma le aveva accennato del piccolo sentimento che iniziava a provare per il cuoco, Robin l’aveva ascoltata e aveva provato a fare quello che farebbe una sorella maggiore, darle dei consigli.
Alla fine, Nami aveva capito che non parlare con Sanji era sbagliato, doveva ancora chiedergli scusa, perché la sera prima l’aveva cacciato via appena l’aveva visto arrivare con la sua giacca tra le mani, così prese coraggio, si alzò dal divanetto facendo attenzione a Keiichi che non si svegliasse, e si avvicinò a lui, ma improvvisamente la porta della cucina si spalancò, un Usop stanco entrò in cucina chiedendo a Sanji se poteva preparagli qualcosa al volo, l’arrivo del cecchino sorprese Nami che fece finta di andare a sedersi sulla sedia più vicina che aveva trovato.
‘’Ecco a te, come sta andando la riparazione?’’
Chiese Sanji voltandosi e lanciando un occhiata all’amico, lui bevve il suo succo tutto di un sorso, e poi con il fiato corto rispose all’amico.
‘’Bene, abbiamo quasi finito. AH Sanji, posso portarmi una cola anche per Franky?’’
‘’Certo’’.
Il cuoco si avvicinò al frigorifero e afferrò due bottiglie di vetro che erano per Franky, ringraziando Usop tornò al suo lavoro.
Una volta rimasti soli, Sanji si concentrò su Nami, le regalò un sorriso enorme, prima che lei iniziasse ad agitarsi sotto il suo sguardo.
‘’Che hai da guardarmi così, vedi che potrei farti pagare se continui a fissarmi...Se vuoi una mia foto dovrai pagare il doppio invece’’
Sanji si mise a ridere di cuore ‘’Pagherei oro per fissarti delle ore intere’’.
Quella rivelazione fece arrossire ulteriormente la navigatrice.
‘’Per un avere un altro bacio invece, cosa dovrei fare?’’.
Chiese Sanji avvicinandosi, Nami sentì il cuore impazzire nel petto ed il viso andare in fiamme.
‘’U-un bacio… N-niente, credo’’.
Rispose mentre Sanji le si faceva sempre più vicino, il respiro del cuoco era ora sulle sue labbra.
Ma all’improvviso, tutto svanì, a Nami sembrò di ricevere una secchiata d’acqua gelida in faccia ed i suoi pensieri se ne andarono a farsi benedire.
‘’Nami-San, tutto bene’’
Sanji si preoccupava sempre per lei, anche se lo trattava spesso male.
‘’Mh… Volevo solo scusarmi con te, per come ti  ho trattato prima d… Di essere attaccati’’.
Stava per dire prima del bacio, ma era meglio non menzionare la cosa, per il momento.
Sanji le si sedette accanto e le sorrise.
‘’Tranquilla, non è successo niente di grave, forse hai ragione, ti sto troppo addosso a volte e questo ti infastidisce, ma va bene così’’
‘’No, ma che stai dicendo Sanji-Kun, non mi da fastidio quando sei con me, è solo che quella sera volevo rimanere sola, tutto qui… Non mi ero resa conto che… ‘’
Sanji le impedì di andare oltre alzando la mano avanti alla sua bocca, le sorrise.
‘’M’interessa solo sapere che stai bene’’.
Nami arrossì improvvisamente, ma cercò di non darglielo troppo a vedere, si limitò a dire un flebile si.
Poi Sanji, fece  qualcosa di inaspettato, un gesto così dolce che sciolse definitivamente la navigatrice, Le mise una mano sopra la sua.
I due rimasero così, in silenzio senza dirsi altro.
Vennero interrotti solo dall’urlo di Lufy che aveva appena avvistato una nuova città.
Si sarebbero fermati anche perché così Franky avrebbe lavorato meglio.
Quel timido approcciò finì lì.

‘’Keiichi non correre troppo, potresti cadere e farti male’’
‘’Lo so, farò attenzione’’.
Urlò Keiichi contendo mentre saltava giù dalla nave, andò tuttavia a sbattere contro una donna, che si fermò a guardarlo.
‘’Scusi’’
Disse il piccolo a disagio, Nami raggiunse Keiichi assieme a Sanji e Chopper, lo prese per mano.
‘’Ci scusi, non voleva andarle addosso. Ti ho detto mille volte di non correre, potresti farti male’’.
Keiichi annuì, continuando a guardare quella donna.
Solo Sanji si era reso conto dello sguardo che si erano lanciati i due, e convenne che forse era meglio incamminarsi.
‘’Che ne dite se andiamo a mangiare da qualche parte, lo vuoi il gelato Keiichi?’’
Il bambino s’illuminò e corse avanti con Nami che lo rincorreva rimproverandolo ancora.
Il piccolo era sempre felice di passare la giornata assieme a Sanji e Nami, ma quella donna, non riusciva a togliersela dalla testa, così al calar del sole, quando Nami e Sanji si sedettero su una panchina, stanchi di corrergli dietro, decise di parlare con loro, delle cose che sapeva.
<< Mamma >>
<< Mh? Si, dimmi tesoro >>
Keiichi sorrise tristemente, saltando sul marciapiede.
<< Quella donna… Era la mia vera madre? >>.
Sanji sgranò gli occhi, quel bambino sapeva tutto?

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Capitolo 8
*** Un giorno ti parlerò di tuo fratello maggiore ***


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Keiichi camminava a testa bassa tenendo la mano di Nami e Sanji, lui sapeva tutto da molto tempo, ma per questo era grato a loro per essersi presi cura di lui, per essere stati i suoi genitori.

 

- << Di che stai parlando Keiichi >>

<< Io lo so, so che non siete la mia mamma ed il mio papà >>.

Aveva detto loro fingendo un sorriso.

<< Siamo così diversi, a me non piace cucinare e neanche disegnare, e poi una volta vi ho sentiti parlare di questo, so che cercavate la mia famiglia e che vi siete presi tutti cura di me, specialmente voi… Vi ringrazio, ma ora è giunto il momento di portare a termine la vostra missione >>. -

 

Faceva male ammettere la verità, aveva cercato con tutto se stesso di fare finta di niente, ma vedere quella donna che per lui era la sua mamma, quella vera, gli aveva trasmesso una strana sensazione.

Quando giunsero alla Sunny, quella donna era lì ad attenderli, stravolta non era sola, ma con un uomo.

Certo, era un neonato quando si era separato dai suoi veri genitori, ma i sentimenti ed il senso di appartenenza, quello non era svanito con il tempo, si era solo assopito ed era stato protetto dalle cure di Nami e dalle risate di Sanji.

Titubante, aveva stretto la mano di Sanji, proprio lui si chinò alla sua altezza per abbracciarlo.

‘’Sarai per sempre mio figlio’’

Keiichi si allontanò da lui, per raggiungere i suoi veri genitori, quella donna era in lacrime.

‘’Non sai quando ti ho cercato’’.

Keiichi si voltò verso la sua ciurma, erano tutti lì.

‘’Ragazzi, grazie per esservi presi cura di me. Grazie e spero di poter continuare ad essere un vostro compagno’’

Lufy sorrise mostrandogli il pugno, Keiichi fece lo stesso.

‘’Grazie Sanji per essere stato per me un buon padre, per aver provato ad insegnarmi a cucinare, o per aver giocato con me… Nami grazie per aver dormito con me, per esserti preoccupata quando mi ero ammalato o quando mi sono sbucciato il ginocchio, spero di essere stato un buon figlio, e di continuare ad esserlo’’.

Nami lasciò cadere una lacrima, si chinò ad abbracciarlo.

‘’Ma certo, piccolo’’.

Keiichi lasciò andare la mano di Nami e passò ad abbracciare il resto dei compagni, non sapeva che quel giorno sarebbe arrivato, ma era felice, perché aveva lasciato Qualcosa a Nami e Sanji, sapeva benissimo che i due si stavano innamorando sul serio.

Se ne era accorto in quelle sere che aveva dormito con loro e che si erano presi per mano durante la notte, lo vedeva per le risate che si sentiva tra i due, quando erano soli a scherzare.

Si avvicinò ai suoi genitori.

‘’Sarete per sempre la mia mamma ed il mio papà per me, spero un giorno di avere una sorellina o un fratellino più piccolo’’

Disse facendo arrossire sia Nami che Sanji.

‘’E tu nostro figlio’’.

Disse il cuoco della Sunny, mentre vedeva i veri genitori di Keiichi accoglierlo in un abbraccio, Nami tornò sulla nave, e lui fu tentato di andare da lei, ma venne bloccato dalla voce dell’uomo che aveva messo al mondo quello che per lui era SUO figlio.

Che strano, all’inizio aveva quasi avuto paura di essere un padre per lui, aveva paura di sbagliare, ed invece ora lo stava perdendo, ed il suo cuore si era spezzato, era in lacrime.

‘’Vorrei ripagare per tutto quello che avete fatto per mio figlio’’

‘’Oh, non ce ne bisogno, non accerteremo mai...’’

‘’Per favore, so che non deve essere stato facile’’

‘’Ma per noi è stato un piacere’’.

Keiichi sorrise.

 

Tornati sulla Sunny, salutarono un ultima volta Keiichi, Sanji tuttavia, raggiunse Nami che era da sola in camera con in mano una piccola copertina.

‘’Sanji, era di Keiichi dobbiamo ridargliela’’

‘’Aspetta.. So che è egoista, ma non lo fare, teniamola’’.

Sanji tolse la coperta dalle mani di Nami e l'abbracciò più forte che riuscì, lasciò che lei iniziasse a piangere contro la sua spalla, mentre quella copertina giaceva alle loro spalle, sul letto di Nami.

 

EPILOGO.

 
Sanji posizionò la colazione per Nami su di un vassoio, la ciurma era già a tavola mentre mangiava con gusto tutto quello che aveva preparato quella mattina, mentre lui con passo fermo e deciso raggiungeva la navigatrice nella stanza dove dormivano insieme.
Quando entrò in camera, la vide mentre coccolava con amore la loro bambina, Sanji le si avvicinò posando il piatto sopra il comodino e baciando Nami sulle labbra.
‘’Grazie tesoro’’
Disse Nami prendendo la colazione, mentre Sanji solleva con delicatezza la piccola Sora tra le sue braccia, le sistemò la copertina con sopra inciso il nome di Keiichi.
Sorridendo le baciò la fronte.
‘’Un giorno ti parlerò del tuo fratellone Keiichi’’.
Le disse cullandola mentre Nami sorrideva guardando quella che era diventata la sua famiglia.

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