I miei amori platonici

di martaweasley
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


1. I Have To Find Them




Amore platonico. 
Un amore platonico, sapete cos'è?
E' un modo usuale di definire una forma di amore priva della dimensione sessuale e passionale. In pratica ami una persona senza contatto fisico, nei miei casi il contatto fisico era impossibile. Molti dei miei amori platonici erano attori del cinema e cantanti, insomma come si può non amare Colin Firth? O Robert Downey Jr?

Gli altri miei amori platonici erano ragazzi che avevo conosciuto durante la mia vita, ai quali non mi ero mai dichiarata perchè sapevo che sarei stata rifiutata. Quindi mi limitavo ad osservali e a sognare una vita insieme a loro, ad amarli a modo mio.

I miei amori platonici sono in tutto cinque.

Certo, ho avuto altre cotte, ad esempio per il mio primo ragazzo alle elementari, si chiamava David, oppure per il mio secondo ragazzo, Frank, durante l'estate dei miei sedici anni, ma con lui finì male, scoprì che mi tradiva. Tuttavia i miei amori platonici erano qualcosa di più, per loro sentivo qualcosa di più.  Volete sapere chi sono e quando e come sono diventati i miei amori platonici? Mi spiace, ma dovrete attendere ancora un poco. Cosa credevate che vi avrei detto tutto subito? Non è mica facile aprirsi così di punto in bianco, bisogna conoscersi un po' prima, oppure voi raccontate i vostri segreti al primo che passa? No, appunto.

Allora sappiate che mi chiamo Anne Rosie Withman, ho ventitré anni e per il momento lavoro in una libreria nel centro di Londra, lo so ho una vita molto emozionante. Lavoro per aiutare i miei a pagare le rette universitarie, ebbene sì, vado ancora all'università studio lettere, mi piacerebbe lavorare nel campo dell'editoria. Mi sono sempre piaciuti i libri. Ti trasportano in altri mondi, vivi avventure, ti affezioni ai personaggi tanto da sentirti una di loro. Faccio anche da babysitter nel weekend, non tutti i weekend ovviamente. Adoro i bambini, portano gioia e felicità, da quando avevo quindici anni che vorrei avere un bambino mio, lo so è strano. Le altre ragazze pensano a divertirsi ed io ad un bambino tutto mio. Non ci posso fare nulla, la sola idea di essere chiamata mamma, di leggere loro le favole mi fa emozionare, ma ahimè per averlo serve una persona dell'altro sesso. Non sono così disperata da prendermene uno a caso, aspetto quello giusto, il padre dei miei figli deve essere l'amore della mia vita, così vivremo tutti felici e contenti. Sì sono una sognatrice illusa, ma che ci posso fare se credo nella favola del principe azzurro?

Comunque tornando ai miei amori platonici, l'altro giorno stavo pensando e se avessi già incontrato la mia anima gemella? E se fosse uno dei miei amori platonici? Se fosse tra loro il futuro padre dei miei tre figli Fred, Lily e Michael? In realtà non sono i nomi definitivi per i miei figli, cosa andate a pensare? Sono solo delle possibilità, ho tanti altri nomi che mi piacciono, mio marito dovrà scegliere tra quelli che gli proporrò. 
Cosa stavo dicendo? Ah sì, la mia anima gemella... stavo riflettendo, sorseggiando un buonissimo tè caldo alla vaniglia, sul divano nel salotto di casa ed è arrivata l'illuminazione: dovevo ritrovare i miei amori platonici e verificare se tra loro ci fosse la mia metà. L'unico problema era che non avevo la minima idea di come trovarli o contattarli.

«Anne mi aiuti?» la voce di Ash mi riportò alla realtà. Ashton era un mio collega e amico, aveva due anni in più di me e anche lui lavorava per pagarsi l'università, stava studiando economia. Avevamo molto in comune come la passione per la letteratura, la fotografia, ci piacevano gli stessi film e la stessa musica. Mi piaceva passare il tempo con lui.

«Allora mi aiuti o te ne stai lì a fissarmi?»
Ammetto che starmene ferma a fissarlo non era niente male. Insomma Ashton era un bel ragazzo: alto, moro con i capelli sempre spettinati, occhi nocciola. Proprio il mio tipo, ma eravamo solo amici e mi andava bene.
«Arrivo, ero solo..»
«Assorta nei tuoi pensieri, che novità. Comunque ci sono questi scatoloni da svuotare e sistemare sugli scaffali» risponde dandomi un colpo sulla fronte. 
Ahia. Mi ha fatto male, ma appena lo vedo sorridere mi metto a sorridere anche io.
«Va bene, ce li dividiamo? Tre tu e tre io? Comunque hai visto il nuovo episodio di This is us? Ho pianto, ovviamente»
«D'accordo. No, non l'ho ancora visto l'episodio, non anticiparmi nulla» 
«Solo perché a volte mi sfuggono delle cose non me lo devi ripetere ogni volta»
«Tu sei una spoileratrice seriale» mi accusa puntandomi il dito contro per poi mettere gli scatoloni su un carrello e allontanarsi. 
Io una spoileratrice seriale? Solo perché una volte gli ho anticipato la morte di alcuni personaggi del trono di spade. Poi anche la morte di Silente, alla fine del sesto libro, ma come facevo a sapere che era la prima volta che li leggeva? 
Ah si poi c'è stato il finale di Avengers Infinity War... avevo sbagliato ad inviare il messaggio sulla mia recensione del film. Invece di inviarla ad un mio compagno di università l'avevo inviata a lui. 
Okay, forse dovrei stare più attenta. 
Intanto che giro tra i vari scaffali bianchi e pieni di libri, vedo una bambina leggere con entusiasmo "Alice nel paese delle meraviglie". Era il mio libro preferito da bambina. 
La libreria è molto grande e si sviluppa su più piani, quindi ci metto un po' prima di arrivare al reparto Fantasy dove devo svuotare il primo scatolone. Le pareti sono tutte bianche, come gli scaffali e il pavimento di legno, questo posto mi ha sempre trasmesso calma e tranquillità. 
Mentre sistemo i libri ritorno a pensare alla mia brillante idea. 
Trovare i miei amori platonici. 
Dovevo iniziare il prima possibile. 
Dovete sapere che la me stessa di nove anni aveva programmato la mia vita: 
Vent'anni incontrare il vero amore, ventitré anni convivere con il mio vero amore, venticinque anni il matrimonio e a ventisette anni, finalmente, il primo bambino. 
Tuttavia ho ventitré anni e convivo con le mie due migliori amiche, dell'uomo della mia vita neanche l'ombra. Quindi perché devo stare ad aspettare? Posso rimboccarmi le maniche e caricarlo da sola. Tra i miei cinque amori platonici sono sicura ci sia l'amore della mia vita.

«Non hai ancora finito? Sei lenta Withman» sento Ash ridacchiare mentre mi fissa riporre gli ultimi libri al loro posto.
«Faccio le cose con calma, ma le faccio bene. Chi va piano, va sano e va lontano» dico usando una voce seria e profonda. Stavo cercando di imitare la tartaruga di Kung Fu Panda, ma non penso di esserci riuscita.
Lui ride e grazie alla sua risata così contagiosa inizio a ridere anch'io.

Due ore dopo sono finalmente a casa. Il salotto dalle pareti color lilla, il piccolo televisore e il divano color pesca sembrano una visione. Sono la prima ad essere rientrata da lavoro, quindi lascio tutto in camera mia e mi butto sul divano, solo dopo essermi preparata un tè caldo, per poi mettermi a guardare un film. 

«Anne cosa fai? Perchè stai fissando il computer spento?» Chiede Susan, mia coinquilina e migliore amica. Susan è la classica ragazza alta e magra, potrebbe fare la modella, capelli mossi castani ed occhi chiari, proprio una bella ragazza. Anche appena sveglia è bella, beata lei. Io sembro Gollum appena sveglia.
«Io e Susan abbiamo fatto la spesa vieni a darci una mano» sento dire da Lucy, coinquilina e migliore amica. Pure lei è più alta di me, ha capelli lunghi e lisci castano chiaro e anche lei occhi chiari. È più alta di me, ma non di Susan, Lucy poi  quando ho sorride le vengono sue piccole e adorabili fossette. Io sono il loro opposto, bionda con capelli corti che mi arrivano alle spalle. Odio i miei capelli, sono talmente fini che a volte mi sembra di essere pelata. I miei occhi sono color nocciola, niente di che. Sono bassa rispetto le mie coetanee, ma di questo non mi lamento, mi piace la mia altezza. 
Comunque noi tre ci siamo conosciute al liceo e dai li ho capito che erano le amiche migliori che potessi desiderare. Noi tre siamo sempre state insieme, siamo inseparabili. Abbiamo mille cose in comune. A tutte e tre piace starsene in pigiama sul divano a guardare film o serie tv con una buona tazza di tè caldo. 
Ci piace leggere, ci scambiamo i libri e li commentiamo, una specie di club del libro. Preferiamo una serata tranquilla a mangiare la pizza piuttosto che andare in discoteca, e tante altre cose.

«Anne vieni o no?»
«Sì, Lucy arrivo arrivo» le rispondo alzandomi svogliatamente dal comodo e morbido divano. 
Mentre disfiamo la spesa Susan ci racconta della sua giornata e di come Dylan l'abbia sorpresa portandole una rosa durante la sua pausa. Susan lavora in un ristorante abbastanza rinomato è il secondo chef, è una cuoca formidabile, senza di lei io e Lucy avremmo vissuto di pizza e sushi da asporto. Dylan, il suo ragazzo, di tre anni più grande, è la sua anima gemella, si capisce. Loro si completano insieme. Sono una di quelle coppie che quando li vedi riesci già a immaginarteli da anziani insieme. 
Dopo tocca a Lucy raccontare, ci parla della sua stancante giornata e di quante volte fosse sul punto di urlare. Lucy è una organizzatrice di eventi, lei giura di aver organizzato la festa per il compleanno di quell'attore... si, insomma quello lì, ora mi sfugge il nome, ha fatto quel film famoso... oddio come si chiama? Vabbè prima o poi mi verrà in mente. Lucy era esausta perchè aveva litigato con il signore che consegna i fiori, perchè li aveva consegnati all'edificio sbagliato ed era in ritardo di venti minuti. Infine chiedono come sia andata la mia giornata, a me non era successo nulla, era sempre tutto uguale. 
Logan Lerman! 
Ecco come si chiama l'attore a cui Lucy ha organizzato la festa. Mi ricordo che avevo organizzato un piano con Susan per imbucarci al party e portarci via qualche autografo.

Dopo aver disfatto la spesa e aver preparato un tè per le mie amiche torno in camera mia. Avevo visto un film e poi mi ero chiusa in camera per escogitare un piano, era una questione di vita felice o vita da zitella. Dovevo trovare i miei amori platonici, vedere come stavano, cosa facevano e capire se tra loro poteva esserci la mia anima gemella.

Sotto il mio letto c'era una vecchia scatola di ricordi, fin da piccola odiavo separarmi dalle cose quindi mettevo la maggior parte della mia roba dentro un scatolone che tenevo ben custodito sotto il letto. 
Aperta la scatola trovai un sacco di oggetti che mi fecero venire mille ricordi alla mente, ma questo non era il momento per darsi alla malinconia.     
«Eccola!» esclamo prendendo la cartelletta con dentro le foto delle elementari, sì il mio primo amore platonico è stato alle elementari e il suo nome era Richard Martin. 
Oh Ricky era un ragazzino così tenero dagli occhi brillanti e tanti riccioli castani. 
Adoro i riccioli. 
Io e Richard eravamo migliori amici, ricordo che una volta volevo chiedergli di sposarmi, ma lui lo chiese prima ad un'altra bambina... Jenna Peyton, un'arpia già all'età di otto anni. Decisi di non dichiararmi a Richard, di rimanere amici e continuare ad amarlo in segreto. Alle medie finimmo in classi diverse e Jenna diventò la sua ragazza, io venni messa da parte e alla fine ci perdemmo di vista. Si ricorderà ancora di me?

Il secondo amore platonico fu in seconda media si chiamava Lucas Carter, anche lui moro e dagli occhi furbi, differenti da quelli di Richard che erano allegri e dolci. Lucas era il classico bad boy sarà per questo che all'età di tredici anni mi aveva colpito? O forse era perchè indossava la giacca di pelle e a me ricordava tanto Danny Zuko? Sta di fatto che appena suonava l'intervallo correvo per arrivare vicino alla sua classe, per vederlo uscire. Non mi sarei mai dichiarata un rifiuto sarebbe stato traumatico e poi sarei diventata lo zimbello della scuola. Durante il primo anno di medie non l'avevo notato, il mio amore per lui iniziò durante il secondo anno. Un giorno un ragazzo mi venne addosso facendomi cadere e Lucas mi aiutò a rialzarmi, sapete queste cose capitano nei film. I due si incontrano per caso nei corridoi, gli sguardi si incrociano e BOOM è subito amore. Ecco credevo fosse così anche per me, invece no, il giorno dopo non si ricordava nemmeno di me, ma non mi importava io ormai pensavo già al nostro matrimonio. Era il classico ragazzo che si metteva nei guai per divertimento, di solito i tipi come lui non li guardavo neppure, ma dopo quel giorno in cui mi aveva aiutato, lui era diventato Danny ed io Sandy. Ero sicura che si sarebbe dichiarato giurandomi amore eterno, ma non accadde. Anzi due settimane dopo iniziò a uscire con Karen Morgan, una studentessa modella, lei era la sua Sandy.

Terzo amore platonico al liceo, anche il quarto era al liceo, ma ne parleremo dopo. Si chiamava Edmund Borner. Anche lui moro, ovviamente, dagli occhi chiari e con uno strano luccichio. Ecco se devo dirla tutta Ed era tutto strano, considerato strano e fuori di testa da tutti, anche Susan e Lucy lo pensavano (eravamo in classe insieme al liceo, ricordate?). Per questo motivo non ho mai detto nulla sui miei sentimenti verso Edmund, nemmeno ora lo sanno.
Edmund divenne sempre più strano, ma io continuavo a provare questo forte sentimento nei suoi confronti, non mi importava se era un po' pervertito (conoscete un ragazzo di quindici anni che non lo è?). Per non parlare del fatto che era quasi sempre completamente fatto. Si diceva in giro che spacciasse, ma non mi interessava più di tanto questo fatto. 
Edmund aveva sempre un ghigno malizioso sul volto, quanto amavo quel sorriso. 
C'era stato un periodo al primo anno in cui credevo avesse una cotta per me, ma io ovviamente non mi sarei mai fatta avanti, avrebbe dovuto fare lui la prima mossa. 
Continuai ad osservarlo da lontano, fingendo che non mi piacesse, è stato così difficile nasconderlo a Susan e Lucy. 
Quando al nostro quarto anno dopo l'estate si presentò con la sua ragazza, anche lei veniva nel nostro liceo, ci rimasi male, ma ormai sapevo che i miei amori platonici rimanevano tali, che mai uno di loro si sarebbe dichiarato a me. Rimase con questa ragazza fino alla fine del liceo. Ogni volta che in classe si sbaciucchiavano, scambiandosi tanta saliva, io dovevo uscire dalla classe, non riuscivo a non guardarli, mi dava fastidio e poi erano davvero disgustosi.

Il mio quarto amore platonico arrivò quando ero in quarta liceo, si contemporaneamente a Ed, si chiamava Matthew James ed era di due anno più grande. Anche Susan ebbe una mezza cotta per lui, ma poi conobbe Dylan e le passò. Comunque Matt era uno dei ragazzi più belli della scuola, alto, moro con gli occhi azzurri e il suo sorriso era così incantevole. Meraviglioso. 
Non so molto di lui, non ci ho mai parlato, infatti lui non sa della mia esistenza e nemmeno dei nomi che avevo deciso di dare ai nostri figli.

Sì, lo so, sono strana.

Quinto e ultimo amore platonico risale ad un anno fa, abbastanza recente, si chiama Edward Harrison ed è il figlio del socio di mio padre. 
Quando ero piccola andavo a lavoro con mio padre e molte volte mi mettevo a giocare con Edward, anche lui lì per il mio stesso motivo. Tuttavia non mi piaceva, a quell'età ero cotta di Richard e poi Edward aveva tre anni più di me, all'epoca mi sembrava tantissima la differenza d'età. 
Non l'avevo più rivisto poi ci fu una festa organizzata dall'azienda dei nostri padri.
Mio papà mi aveva chiesto di fare delle foto ed io accettai. Non mi ricordavo minimamente dell'esistenza di Edward.
Comunque sappiate che ho fatto molti corsi di fotografia, è una delle mie passioni, ho studiato pure la storia: dalla dagherrotipia alle foto digitali... ah mi sto dilungando in cose inutile, scusate.  
A quell'evento dovetti vestirmi elegante, ma il fato volle punirmi facendomi arrivare le mestruazioni proprio quel giorno. Passai mezza giornata a contorcermi per il dolore, indossando un abito corto che mi faceva sentire a disagio e poi arrivò lui. Come era cambiato, cresciuto. All'inizio non l'avevo neppure riconosciuto, era più alto, più magro con un po' di barba, insomma poteva passare per un modello di Abercrombie. Mentre facevo le foto lui si avvicinò per salutarmi (gentile, vero?) dopo aver parlato per qualche minuto raggiungemmo il buffet per l'aperitivo e quasi mi strozzai con un tramezzino, una bella figura di merda, lo so, ma che ci posso fare?
Comunque lui mi prese dell'acqua e mi fece sedere, rimase con me per un po' per assicurarsi che stessi bene (gentile, vero?), poi se ne andò perchè il giorno dopo aveva un'esame importante e voleva studiare. Non l'ho più rivisto. Tuttavia il mio cervello dopo quella giornata, aveva già programmato la nostra luna di miele ai Caraibi.

Ora li conoscete tutti ed io rivivendo questi momenti mi sono convinta ancora di più di doverli trovare, sì li devo assolutamente trovarli.




 

Ecco che ha inizio la mia prima storia del tutto originale.
Una storia d'amore un po' buffa. 
La protagonista un po' distratta e pasticciona alla ricerca del suo vero amore.  
Anne pensa davvero che tra i suoi amori platonici ci sia la sua anima gemella,
per questo è così decisa a ritrovare tutti quei ragazzi. 

Vedremo se ce la farà e cosa accadrà.
Cercherò di pubblicare un capitolo a settimana. 
Spero che questa storia vi abbia incuriosito e divertito. 
Fatemi sapere cosa ne pensate!

Kiss and hugs
|| MartaWeasley ||


p.s. Mentre ideavo questa storia mi sono venuti in mente degli attori che potrebbero rappresentare i personaggi.
Ecco il mio dream cast (ovviamente siete liberi di immaginarli come preferite):


Olivia Holt come Anne Rosie Withman
Astrid Berges-Frisbey come Susan Force
Willa Holland come Lucy Pensey
Timothee Chalamet come Richard Martin
Nick Robinson come Lucas Carter
Jeremy Allen White come Edmund Borner
Maxence Danet Fauvel come Matthew James
Aaron Tylor Johnson come Edward Harrison
Joe Keery come Ashton Davis

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


2. Return Home

 

Ancora niente. 
Niente. 
Sto quasi pensando di assumere un investigatore privato, tipo Sherlock Homes. È passata una settimana dalla mia brillante idea e non riesco a rintracciare nessuno. 
In che secolo vivono? 
Non hanno Facebook e nemmeno Instagram o Twitter.

L'unico che forse è più facile da rintracciare è Richard Martin, siamo cresciuti nella stessa città, magari abita ancora lì.
Quindi ho deciso di andare a trovare i miei. Parto questo venerdì pomeriggio e torno per la lezione di letteratura tedesca il lunedì pomeriggio. 
Ho già sistemato i miei turni di lavoro, nessun problema. 
Ashton, Susan e Lucy si sono sorpresi della mia piccola gita, ma non mi hanno fatto domande. Per fortuna, non ho intenzione di parlare con nessuno del mio piano.

Non è da me fare un viaggio, anche solo per andare a trovare i miei, all'improvviso. A me piace organizzare per bene le cose, fare con calma, invece questa volta ho fatto tutto di fretta.

***

Appena ho finito di fare la valigia posso partire. Non pensavo di portarmi una valigia tanto grande, infondo sto via solo due giorni, però ora sono in piena crisi. 
Ma cosa devo portarmi dietro? 
Ecco non posso portarmi solo abiti casual, mettete caso che incontri per davvero Richard e che lui mi voglia portare a teatro o pure in un ristorante di lusso, dovrei avere un abito elegante. 
Non so scegliere quale. 
Come faccio a scegliere in precedenza? 
Ah adesso vorrei portarmi dietro tutto l'armadio. 
«Anne perché sembra essere scoppiata la terza guerra mondiale qui?» chiede Lucy ridacchiando per poi spostare qualche vestito dal mio letto e sedersi. 
Sì, in effetti, la mia stanza è un pochino in disordine. Giusto qualche abito per terra, qualche altro sul letto e sulla scrivania. 
Non è colpa mia! A volte i miei vestiti sembrano duplicarsi. 
Ci sono giorni in cui mi sembra di non aver niente da mettere, altri in cui ho talmente tanti vestiti da non saper scegliere. 
«Non so cosa portarmi»
«Ma scusa non vai a trovare i tuoi genitori? A cosa ti serve quest'ambito rosso scollato?»
«La nostra piccola Anne ci nasconde qualcosa?» sentiamo dire da Susan che era appoggiata allo stipite della porta. 
«No, ma che assurdità! Io? Nascondere qualcosa? No! E comunque non sono piccola, tra di noi sono la più grande» cerco di cambiare argomento mentre metto le ultime cose nel mio piccolo trolley rosso. 
«Tu non ce la racconti giusta, ma fa niente. Piuttosto Lucy stasera ti va di andare a mangiare in quel ristorantino. messicano?»
«Uh messicano, ci sto!»
«Ah quindi quando non ci sono andate fuori a cena?» chiedo facendo finta di essermi offesa.
«A te non piace il piccante, quindi sì andiamo fuori a cena» 
«Va bene, ho capito. Allora divertitevi senza di me» 
«Lo faremo» rispondono all'unisono Lucy e Susan, per poi scoppiare a ridere tutte e tre.

Da Londra a Brighton sono solo due ore. Arriverò in tempo per la cena.

«Hey Withman»
«Hey Davis» 
Ashton gira spesso da queste parti, ha un amico che abita nella mia stessa zona.
«Per colpa tua devo fare il doppio turno di domenica mattina, mi devi un favore» mi informa mentre con nonchalance prende la mia valigia e la mette nel bagagliaio della mia piccola macchina azzurra. 
«Oh grazie»
«Figurati, ma che cosa ci hai messo dentro? Piombo?» domanda ridendo per poi darmi un colpetto sulla fronte. 
«Ci si vede Withman»
«Ciao Ash!»

 

Il viaggio procede tranquillamente e nel tardo pomeriggio raggiungo la casa dei miei genitori. 
Loro mi accolgono come se non mi vedessero da anni, quando in realtà ci siamo visti a capodanno che è stato solo due mesi fa. 
I miei genitori sono sempre stati molto affettuosi, gentili e comprensivi. Sono i migliori. 
Io e papà amiamo guardare film insieme e commentarli minuto per minuto. I miei parenti dicono che io abbia preso il mio senso dell'umorismo da mio padre, penso sia proprio vero. 
Io e la mamma, invece, guardiamo molte serie tv insieme, tipo Downton Abbey, The Crown, Teen Wolf, Friends. Leggiamo molto spesso gli stessi libri e siamo tutte e due innamorate di Colin Firth e Richard Gere. 
L'anno scorso ho convinto i miei a guardare il Trono di Spade e sorpresa delle sorprese è piaciuto ad entrambi.
Il film preferito della nostra famiglia è Il signore degli anelli, avevamo la tradizione di guardarlo a ogni Natale. 
Mi mancano quei momenti.

***

«Tesoro vuoi un tè caldo alla vaniglia? Ne sto preparando due tazze per me e tuo padre quindi se lo vuoi anche tu dimmelo»
«Sì mamma, grazie» rispondo per poi tornare a guardare l'elenco telefonico, voglio accertarmi che la famiglia di Richard abiti ancora qui. Potrei chiederlo ai miei genitori visto che sono amici del signore e della signora Martin, ma ecco i miei genitori sono un po' impiccioni avrebbero combinato sicuramente qualche disastro, preferivo fare da me. Poi mio padre mi avrebbe preso in giro dicendo che è un'idea folle e stupida, sì decisamente meglio fare per conto mio.

Si! Abitano ancora qui!

Ho deciso oggi pomeriggio farò un giro e passerò davanti casa loro. Il signor Martin ha un piccolo orto, magari lo incontrerò e lui mi inviterà ad entrare in casa, farò quattro chiacchiere con i genitori di Richard, poi lui ci raggiungerà in salotto i nostri sguardi si incroceranno e sarà subito amore. 
Che bella storia, due giovani ragazzi, amici dall'infanzia, si riincontrano e si innamorano... suona proprio bene.

Nonostante fossi tornata a casa per cercare Richard, mi ero resa conto che provavo nostalgia dei tempi in cui vivevo con i miei genitori e della mia camera. Certo non del liceo.

È bello essere tornati a casa, la mia stanza è rimasta come l'ho lasciata. Le pareti color crema coperte da poster di film o band famose. Il poster di Freddie Mercury è ancora in perfetto stato. Ricordo ancora quando papà mi fece sentire per la prima volta i Queen, dopo quel momento non riuscii a smettere di ascoltarli, non consideravo più altra musica. 
I miei libri nella libreria sono ancora tutti in ordine alfabetico e di genere. Al liceo ero una lettrice ancora più accanita di ora, leggevo un libro diverso ogni settimana.

Mi mancano quei tempi.

Prendo un libro a caso e inizio a sfogliarlo, dopo aver letto solo una frase a metà libro, senza guardare la copertina, l'ho gia riconosciuto. 
«"Era da tanto tempo che non aveva la statura giusta, che da prima parve strano; ma poi vi si abituò in pochi minuti..." è indubbiamente Alice nel Paese delle Meraviglie»
Potrebbero inventare un nuovo gioco televisivo: leggere una citazione e indovinare a che libro appartiene. Si può fare anche con i film. Ovviamente si vince un premio in denaro, io ci giocherei.

Ci provo di nuovo, chiudo gli occhi, prendo un libro e lo apro quasi a metà. 
« "Vi ringrazio, ma vi assicuro che vi sbagliate. Il signor Elton e io siamo ottimi amici, niente di più" questo libro è Emma di Jane Austen!»
Che nostalgia.
Ricordo che a scuola la professoressa di letteratura inglese ci diede il compito di leggere un libro di Jane Austen, tutti lessero Orgoglio e Pregiudizio, io avendolo già letto scelsi di leggere Emma. 
Ora meglio rimettere i libri a posto. 
Sulla mia scrivania erano poggiati ancora i libri di scuola con i miei quaderni. Sfogliandone uno intravedo formule strane di fisica, meglio richiuderlo subito. La mia vista non può essere rovinata di nuovo da quelle malefiche formule.
Mi manca la mia adolescenza, ma le lezioni di fisica decisamente no.

«Anne il té è pronto»
Arrivata in cucina prendo la mia tazza verde con sopra Paperino e vado a sedermi sul divano affianco a papà. 
«Allora come va la vita? L'università?»
«Tutto bene, tutto normale»
«Anne hai programmi per questo pomeriggio? Se vuoi potremmo andare in quella nuova libreria in piazza» mi propone mamma mentre si siede accanto a me. 
Nuova libreria? Interessante, ma no. Sono qui per Richard. 
«In effetti avevo intenzione di andare a fare un piccolo giro, da sola» 
Ed ecco la tipica espressione di mia madre. Vuole farmi sentire in colpa, ma oggi proprio no.
«Domani possiamo andare insieme a fare compere, se ti va» 
«Certo!» Risponde tornando a sorridere, certe volte mia madre è più infantile di me, ma l'adoro. L'ho sempre considerata un'amica, oltre che una madre. Fin dalle elementari le raccontavo sempre tutto, infatti è un po' difficile per me non dirle del mio piano. 
Rimaniamo un po' in silenzio a guardare la televisione, mi sembra di tornare indietro nel tempo quando la sera guardavamo un film insieme tutti sul divano con una bella tazza di tè. 
«Per pranzo cosa volete mangiare?» 
Mi accorgo solo in quel momento che manca un'ora a mezzogiorno, perfetto, dopo mangiato uscirò e incontrerò Richard. 
«Polpette ovviamente» rispondiamo all'unisono io e mio padre.

——

Fa freddo. 
Perché fa così dannatamente freddo? 
Sono uscita in fretta e furia dimenticandomi la mia sciarpa di lana, la mia morbida e soffice sciarpa.
Dopo mangiato sono andata a sistemarmi i capelli e ho indossato qualcosa di più appropriato per il fatidico incontro. Infondo stavo andando ad incontrare i miei possibili futuri suoceri. 
Anche se sento già la mancanza dei miei comodi abiti da casa.

Ecco ci siamo questa è la loro via.

Passo affianco ad un piccolo parco giochi e ora che ci penso Richard festeggiava i suoi compleanni qui. 
Mi ricordo le gare a chi arrivava prima allo scivolo e a chi andava più veloce sull'altalena.

Pian piano che mi avvicino sento il cuore battere forte, okay non è questo il momento di farsi prendere dal panico.
Nessuno sa del mio piano, è perfettamente normale andare a trovare i genitori e mentre si cammina nella propria città natale incontrare vecchie conoscenze.

Tutto normale.

Continua a camminare Anne.

Pochi minuti dopo vedo il cancello di casa Martin e come avevo previsto il padre di Richard sta lavorando nell'orto. La loro casa è simile alla nostra, un solo piano, un piccolo giardino davanti con il vialetto che porta al carage. 
Nel giardino davanti alla casa c'è il piccolo orto ed il signor Martin è troppo concentrato nel suo lavoro per notarmi.

E ora? 
Che faccio? 
Lo saluto io? 
Forse è un segno, forse vuol dire che non è il momento. Giro i tacchi per tornarmene a casa, però vado a sbattere contro qualcuno.

«Oh santo cielo! Le mie mele» sento dire da una signora, alla quale sono andata addosso. 
«Mi scusi tanto, non l'ho fatto apposta, lasci che l'aiuti» intervengo abbassandomi per raccogliere le mele che sono fuori uscite dal sacchetto. 
«Anne? Anne sei proprio tu?» 
«Oh signora Martin, salve! Scusi non l'avevo riconosciuta»
«Allora sei tu! Cara è così bello rivederti! Che sorpresa! Vieni cara, vieni in casa ti offro qualcosa. Tesoro guarda chi c'è! È Anne! Ti ricordi di Anne? È la figlia dei Withman» esclama la signora Martin tutta allegra facendomi strada verso la porta. Il signor Martin si limita ad un saluto con la mano, che io ovviamente ricambio. 
«Come stai? Cosa fai ora?» mi domanda mentre si allontana per poggiare sul tavolo in cucina la spesa. 
La casa non è cambiata molto da quando ero bambina. 
Attraversata la porta d'ingresso ci si trova già in salotto. 
Un salotto accogliente con un piccolo camino davanti al vecchio divano verde scuro. 
Sul comò vicino all'attaccapanni c'è una fotografia e nonostante sia cresciuto lo riconosco subito, è Richard con in mano il diploma.

E complimenti ai signori Martin che ti hanno fatto bello.

«Il nostro Richard si è fatto grande, come te del resto» sento dire dal signor Martin, non mi sono nemmeno accorta che era entrato in casa. 
Richard è uguale a quando era bambino, solo più grande, sempre bello e con quei suoi adorabili riccioli. 
«Si, dopotutto è inevitabile crescere» 
Mi accomodo in salotto dove la signora Martin ha portato tre tazze di tè e dei biscotti al cioccolato.

Racconto loro cosa stavo facendo, cosa studiavo, il mio lavoro e loro intervenivano facendomi domande di continuo, ma restando sempre gentili e sorridenti. 
Proprio dei suoceri adorabili, cioè persone adorabili. 
«Invece Richard? Lui come sta?» 
«Lui sta bene, si è trasferito anche lui a Londra e viene a trovarci nel weekend per aiutare mio marito al bar» 
Ora che ci penso il signor Martin ha una piccola caffetteria in centro. 
«Che gentile, come va con la caffetteria?»
Mentre loro mi raccontano della caffetteria e successivamente dell'orto, mi rendo conto che oggi è sabato, se Richard viene a trovare i genitori nel weekend, dovrebbe essere qui. 
E se questo fosse l'unico weekend in cui non può venire?Posso essere così sfortunata? Purtroppo sì.
«Ti piacerebbe?» mi chiede la signora Martin all'improvviso. Oddio non stavo ascoltando, cosa mi piacerebbe? 
Se adesso rispondessi "cosa?" Farei la figura della sciocca che non presta attenzione. 
«Si» risposi con un piccolo sorriso. 
«Perfetto! Allora per domani siamo apposto, puoi cominciare alle 9.00» 
Cosa? 
Oddio cosa ho accettato? 
Perché ho detto si? 
«Cosa dovrei fare, quindi?»
«Servire ai tavoli, prendere gli ordini, fare quello che fa Richard così che lui possa riposare questo weekend»
Oh quindi questo ho accettato, di sostituire Richard in caffetteria. 
Questo conferma la mia teoria. Questo weekend Richard non sarebbe tornato a casa.

***

Mia mamma ci rimase male quando le dissi che non avrei potuto fare compere con lei, perché dovevo lavorare. 

Comunque non sto andando tanto male, sto migliorando. In fondo sono migliorata da questa mattina. Ho solo rotto due bicchieri, per ora. 
«Tu lavorerai con noi solo questa domenica, vero?» mi chiede una ragazza di all'incirca la mia età, molto alta e snella.

Perché sono sempre tutte più alte e snelle di me? 
C'è un segreto per diventare più alte e magre che tutte sanno tranne me?

«Si, solo per oggi, sostituisco Richard» rispondo abbozzando un sorriso mentre finisco di pulire un tavolo vicino all'ingresso.
«Per fortuna, perché senza offesa non sei per niente brava. E detto fra noi mi sarebbe dispiaciuto non poter più lavorare con Richard» dice ridacchiando, ma che simpatica. 
Primo: giù le mani da Richard. 
Secondo: voglio vedere lei il suo primo giorno in un posto in cui non ha mai lavorato prima.
So benissimo di non essere brava, ma ehi non l'ho mica proposta io l'idea di lavorare qui. Anzi se fossi stata meno stupida e più attenta non avrei accettato. Tuttavia eccomi qui. Una maldestra distratta ragazza che lavora in una caffetteria. 
Una maldestra distratta e illusa ragazza che spera ancora nell'arrivo di Richard. 
Tuttavia non arriva, il ragazzo preferisce starsene a casa sua a risposare. Come se niente fosse. Insomma i suoi genitori gli avranno detto di me. 
Perché non si è precipitato qui per salutarmi? 
Perché non è venuto qui per aiutarmi come un vero principe azzurro? 
Insomma se fosse davvero l'amore della mia vita dovrebbe venire qui, giusto? 
«Anne abbiamo un cliente seduto al tavolo fuori lo servi tu?» 
Alzo gli occhi al cielo e spero che questo cliente non chieda qualcosa di troppo complicato. Spero anche che questa giornata finisca in fretta, giuro che non lavorerò mai più in un bar, non fa decisamente per me.
«Buon pomeriggio è pronto per ordinare?» chiedo sorridendo, ma senza prestare molta attenzione piuttosto perché Richard non si fa vivo? 
Che debba andare io da lui? 
«Non sei proprio cambiata» sento dire dal cliente, lo guardo confusa. 
«Ti ho detto cosa mi piacerebbe prendere, ma tu eri talmente assorta nei tuoi pensieri che non mi hai sentito. Eri così anche da bambina»
Credo di star per svenire. Come ho fatto a non accorgermene prima? 
Si è cresciuto, ma come ho già detto non è cambiato, è sempre Richard. 
Sentivo le guance andare a fuoco, che imbarazzo. 
Oddio perché le mie gambe tremano?
Calmati.
«Ciao Anne come stai?» Sorride porgendomi la mano. Una stretta di mano come saluto sul serio? Tutto qui?
«Tutto bene, tu? Hai riposato abbastanza e sei venuto a sostituirmi?» 
Lui sorride ancora, si è proprio lui. 
Visto dal vivo è ancora più bello che in fotografia. 
Mamma mia quei suoi capelli pieni di riccioli vorrei affondarci le mani dentro.
Contegno Anne. 
«In realtà no, sono qui per prendermi un caffè e un muffin, comunque sto bene, grazie» 
«Caffè e muffin te li porto subito!» 
Mi affretto ad entrare per preparare l'ordine.
Lui è qui. 
Ora calmati Anne. 
Quanto è bello. 
Calmati. 
Che caldo, ho le guance che vanno a fuoco.
Anne adesso esci e cerchi di capire se è lui l'amore della tua vita. 
Questione di vita felice o di vita da zitella.





 

Questione di vita felice o vita da zitella, giusto? 
Ed ecco il primo pretendente. 
Il bell'amico d'infanzia Richard.

Come pensate se la caverà Anne?
Cosa pensate accadrà?
Chi sarà la sua anima gemella? 

 

Anyway spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate. 
Chiedo scusa per eventuali errori di distrazione.

Ti ringrazio per leggere la mia storia

Kiss and hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


3. Is This A Date?




Finora mi ero limitata a pensare al piano solo teoricamente, però adesso... adesso! 
Cosa devo fare?

Come faccio a capire se è lui quello giusto?

«Ecco la tua ordinazione» dico poggiando goffamente le cose sul tavolo, almeno non le ho fatte cadere. 
«Siedi qui con me, ti va?»
«Si, mi va»
Grazie al cielo, le mie gambe sono talmente molli che se non mi fossi seduta subito sarei caduta a terra. 
Che bel sorriso. 
Ma è vero? 
Come fa a essere così splendente? Mi acceca. 

In un modo o nell'altro mi ritrovo a passare gran parte del pomeriggio al tavolo della caffetteria con lui. 
Visto che è il figlio del capo nessuno ha fatto storie per il fatto che sono rimasta seduta con lui. 
È così facile parlare con lui, sì lo ammetto all'inizio ero un po' in imbarazzo, ma Richard è così solare e gentile, riesce a farmi sentire bene e tranquilla. Abbiamo parlato dei bei vecchi tempi, di quando eravamo bambini e giocavamo spensierati al parco giochi, o di quando alle elementari la maestra di matematica se la prendeva sempre con noi due, per ogni cosa. I gemelli del caos ci chiamava, come se fossimo solo noi a fare casino durante le sue ore.

«Ti ricordi di quando ci siamo nascosti in giardino per non tornare a casa?»
«Certo che mi ricordo! Lo facevi solo perchè non volevi tornare a casa per fare i compiti»
«Non era l'unico motivo» mi risponde sorridendomi.

Santo Zeus che dentifricio usa? Non possono essere veri, ci vogliono gli occhiali da sole per guardargli i denti.

«Ah no?» chiedo curiosa.
«Mi piaceva stare con te, mi divertivo e non volevo andarmene»

Oh cielo. 
Non me l'aspettavo. 
L'ha detto così semplicemente. Perchè mi continua a guardare sorridendo? 
Anche i suoi occhi sembra che mi sorridano. 
Che caldo. Sono l'unica a sentire caldo?
«Anne tutto bene? Ti ho messo in imbarazzo?»
E adesso perchè sfoggia quel ghigno divertito? Si sta divertendo a vedermi così imbarazzata? 
Non sarà per caso sadico?
«No ecco io... non me l'aspettavo tutto qui»
«Non ti aspettavi che ti dicessi che mi piaceva passare il tempo con te? Eri la mia migliore amica»
Ah Già. 
Ero la tua migliore amica.
«Si, hai ragione. Si è fatto tardi, sarà meglio che mi rimetta a lavoro»
Mi alzo senza dargli tempo per ribattere, anche se non da l'impressione di volerlo fare. 
Abbiamo parlato per lo più della nostra infanzia, dei bei momenti passati a divertirci, ma anche del presente. Dei miei studi, la mia vita in città, e della sua. A quanto pare lui e Jenna l'arpia non stanno più insieme, si sono lasciati al liceo. All'università studia biologia marina e i venerdì sera suona in diversi locali con la sua band.  Ha una band! Suona la chitarra e dopo che me l'ha detto l'ho trovato ancora più affascinante.
«Quando riparti?» 
«Domani mattina, al pomeriggio ho una lezione» 
«Capito» mormora sempre con quel ghigno divertito. 
È contento che io riparta così presto? 
«Anne ti vengo a prendere alle sette di stasera»
Cosa? 
Oh santo cielo qualcuno mi dia dell'ossigeno faccio fatica a respirare. 
Stasera? Per andare dove? 
Non posso chiedergli niente perché se n'è già andato. 
Da quando è così misterioso? 
Da piccolo non riusciva a tenere un segreto per più di cinque minuti.  È così che tutti a scuola scoprirono che ero stata io a liberare Bobby il canarino. 
L'insegnante di scienze mi fece una ramanzina infinita.

——

Quel dannato Richard Martin! 
Perché diavolo non mi ha detto cosa ha intenzione di fare? 
Come posso scegliere come vestirmi se non so dove andiamo? 
Se metto il vestito rosso e poi lui mi porta da Burger King? 
Oppure se mi metto i jeans e una maglietta a caso e mi porta in un bel ristorante?

Mi sembra di impazzire.

«Tesoro tutto bene?» chiede mia mamma entrando in camera. 
«Non so cosa mettermi» 
«Per l'uscita con Richard?»
«No, per l'uscita con Johnny Depp... certo che è per Richard!»
«Queste tue risposte non mi mancavano» risponde sedendosi sul mio letto. 
Anch'io mi lascio cadere sul letto sopra tutti i vestiti che ho tirato fuori dalla valigia.

Potrei andare in pigiama.  
Il mio pigiama è carino, è azzurro con dei maialini con le ali, molto chic.
«Ti importa così tanto dell'aspetto?»
«Lo sai che voglio fare un bella impressione» 
«Ma Richard ti conosce da una vita, sa come sei, anche se dovessi indossare un sacchetto della spazzatura, a lui piaceresti. Siete amici» 
«Eravamo amici. Ci siamo persi di vista, non lo vedo dalle scuole medie. In quel periodo ero etichettata come "la sfigata" non vorrei che lui pensasse che io lo sia ancora» 
«Amore, ma tu non sei una sfigata» cerca di tirarmi su il morale, ma lei non sa come ho passato le medie e il liceo. Solo perché una ragazza è timida, un po' introversa, amante della lettura e non si veste alla moda le viene subito data l'etichetta della sfigata.  I ragazzi di quell'età sanno essere davvero perfidi e farti sentire inadeguata, anche quando sei cresciuta.
«Lo dici solo perché sei mia madre»
«Lo dico perché è la verità. Tesoro tu sei incredibile. Sei bella, spiritosa, divertente, intelligente, sincera e leale. Le persone dovrebbero essere contenti di avere la tua amicizia. Sono sicura che Richard lo sa»
«Grazie» rispondo a bassa voce, per poi alzarmi e continuare ad osservare i vestiti. 
Anche se mia mamma mi riempie di complimenti non cambia il modo in cui mi sento. Certo, mi fa piacere sapere che pensa questo di me, però ah non ci devo pensare adesso. 
Ora devo pensare al mio incontro con Richard.
«Potresti mettere la gonna bordeaux ed il maglioncino bianco con gli stivaletti neri, staresti molto bene. Elegante, ma non troppo» dice prima di uscire dalla mia camera.
«Mamma sei un genio, ti adoro» le rispondo contenta di aver trovato l'outfit giusto per la serata.


Che ansia. 
Devo calmarmi, ma come faccio? 
Tra meno di cinque minuti arriverà qui e oddio non riesco a pensare a niente. 
Sento solo ansia e panico. 
Sto iniziando a sudare, non va bene. Se sudo poi puzzo, ah no non va proprio bene.

«Sta parcheggiando» mi informa mia madre, emozionata quanto me. 
Corro a vedere anch'io fuori dalla finestra, così posso vedere come si è vestito lui e andare a cambiarmi di corsa nel caso non sia vestita bene. 
«È cresciuto proprio bene»
«Mamma!» 
«Che c'è? È vero» 
«Qualcuno di voi due va ad aprire alla porta o rimanete a guardarlo dalla finestra?» ci chiede mio papà alzandosi dal divano. 
Oh è vero! La porta!

 

Siamo partiti da casa mia cinque minuti fa e ancora non mi ha detto dove mi vuole portare.
«Rilassati»
«Facile a dirlo, non ci vediamo e sentiamo da anni, per quel che so potresti essere diventato un serial killer» 
Lo vedo sorridere e istintivamente sorrido anch'io. 
«Hai ragione, potrei essere un serial killer, un pazzo omicida, oppure voglio portarti in un bel posto..»
«Un bel posto isolato per uccidermi?» chiedo interrompendolo, Richard cerca di fulminarmi con lo sguardo, ma il suo sorriso divertito lo tradisce. 
«Voglio portati in un bel posto. Come hai detto tu non ci vediamo da anni e voglio festeggiare il ritrovamento della mia migliore amica»

Migliore amica. Se mi chiama un'altra volta così diventerò io la pazza omicida. 
Eravamo migliori amici alle elementari, poi da piccoli si è migliori amici con tutti. 
Grande Zeus dimmi se riuscirà mai a vedermi come possibile ragazza (e moglie), oltre che migliore amica.

«Allora studi lettere?»
«Si»
«E lavori in una libreria, circondata da libri»
«Si, mi piace vivere tra i libri»

Vorrei chiedergli se ha una ragazza, so che non sta più insieme a Jenna, però magari c'è qualcun'altra. 
Come glielo chiedo, senza fargli sorgere sospetti sul mio interesse nei suoi confronti?

«Come hai fatto a stare con Jenna per tanto tempo? Scusa, ma lei era una vera stronza. Era insopportabile già da bambina»
«Ah si? A me non sembrava» risponde ridendo. 
«Ma se alle elementari mi ha rovesciato la minestra di lenticchie addosso, solo perché indossavamo lo stesso vestito» 
Richard continua a ridere, smette solo quando lo colpisco al braccio.
«Non so, mi piaceva. Era sicura di sé, bella, intraprendente. Però al liceo ha iniziato a diventare gelosa di tutte le ragazze. Dopo molte litigate e battibecchi non ce l'ho più fatto, quindi l'ho lasciata»

Sicura di sé... io non lo sono mai stata. 
Bella, si Jenna era molto bella, in confronto a lei io sembro Gollum.
Intraprendente io? Ma dove? 
Se questa è la sua ragazza ideale non ci siamo proprio. 
Comunque posso capire che diventasse gelosa, Richard è un bellissimo ragazzo, sarà stato circondato da ragazze.

«Non parli più?»
«Stavo pensando» rispondo continuando a riflettere se ci potrebbe essere un futuro tra noi. Forse non è lui la mia anima gemella.
«A cosa?»
«A come piacert... piacere ehm si a come piacere al mio capo, non gli sto simpatica»

Mamma mia, ci è mancato poco.
Salva per un soffio.

Richard sembra sorridere sotto i baffi, che abbia capito? 
No, no, no impossibile.

«Le piacerai sicuramente, è impossibile che tu non piaccia a qualcuno»

Mi sento lusingata da quello che ha detto, ma poi mi ricordo di non piacere a lui. Sicuramente non gli piaccio più che come amica.

«Siamo quasi arrivati» mi informa, mentre io inizio ad ammirare il paesaggio fuori dal finestrino. È sera ed è già buio, ma riconosco subito il posto, siamo in spiaggia. Mi ha portato al mare.

«Ti ricordi la gita in prima media quando siamo venuti qui in spiaggia verso la fine dell'anno?»
Certo che mi ricordo. Eravamo in classi diverse e già lui non mi salutava più per i corridoi, nonostante fino a pochi mesi prima eravamo migliori amici. 
Le medie. Non le farei ripetere nemmeno al mio peggior nemico.
«Si, sono rimasta tutto il tempo seduta in un angolo con John» 
«Esatto, ti sei persa la festa per rimanere in un angolo assieme al tuo compagno di classe. Si vedeva che non ti stavi divertendo»
Ah però non sei mica venuto a consolarmi. Mi hai semplicemente ignorato, come facevano tutti, per divertirti con Jenna.
«Questa sera rimedierò» dice fermando la macchina e scendendo per aprirmi la portiera.

La spiaggia era piena di candele inserite dentro piccoli barattoli di vetro. Un grande asciugamano viola era steso al centro, circondato dalle candele e da piccoli vasi di conchiglie e di fiori. 
È incredibile. 
Le decorazioni sono simili alla festa di fine anno delle medie, però invece di essere in tanti ci siamo solo noi.

«Ecco qui la cena» 
Prende dal bagagliaio della macchina due birre e due cartoni di pizza, di cui subito l'odore mi invade le narice e mi rendo conto solo ora della fame che ho.

«È bellissimo, manca solo la musica» 
«C'è anche quella, solo non le stesse canzoni della festa, ma musica più bella e si trova qui nel mio cellulare»

Richard inizia ad incamminarsi, io rimango ancora lì, ferma immobile.
Non riesco ancora a credere che abbia organizzato tutto questo per me. 
Non riesco a credere che si sia ricordato della festa.

«Ho una domanda» 
«Dimmi» 
«Se sapevi che non mi stavo divertendo perché non hai fatto nulla? Eravamo migliori amici, ma all'improvviso hai smesso di salutarmi e parlarmi, perché?» chiedo senza riuscire a pensare a quel periodo. Era stato così triste perdere l'amicizia di Richard e non ne ero mai riuscita a capirne il motivo.

«Hai ragione, ti chiedo scusa. Sono stato un vero idiota. A quell'età volevo solo divertirmi e non pensavo molto alla possibilità di ferire qualcuno. Anche se mi è dispiaciuto perdere la tua amicizia. Voglio farmi perdonare ecco perché ho preparato tutto questo»
Annuisco andandomi a sedere, non so cosa dire. Non so nemmeno come mi sento. 
Sono felice che abbia fatto questo per me, però ce l'ho ancora un po' con lui per avermi abbandonato.
«Anne per favore perdonami, mi sono comportato male con te, davvero ti chiedo scusa»
«Va bene, ti perdono» dico sorridendo, anche se non riesco a perdonarlo del tutto. 
Ho sofferto tanto quell'abbandono. Eravamo migliori amici, io ero cotta di lui, passavamo tutti i giorni insieme a divertirci e poi all'improvviso è finito tutto. Ha smesso di venire a casa mia, di salutarmi, di parlarmi e non ho mai saputo il perché, fino ad ora. Nonostante tutto ha continuato a piacermi il Richard delle elementari, quello con cui trascorrevo le mie giornate a ridere.
«Sai alle medie seguivo gli altri, facevo quello che facevano gli altri. Seguivo il branco e stavo solo con chi loro ritenevano opportuno stare. Non mi divertivo sempre, però non volevo perdere gli amici. Non volevo ritrovarmi da solo» 
«Non saresti stato da solo, c'ero io» mormoro a bassa voce. 
«Lo so, più avanti mi sono reso conto di quanto stupido sono stato. Tu eri, tu sei una persona fantastica. Sei sempre stata dalla mia parte, ci divertivamo insieme. Ed io avevo rovinato tutto. Credimi Anne sono veramente dispiaciuto»
Si vede che è sincero, sono così contenta di aver parlato di questo. Mi sembra che un grande peso se ne sia andato.
«Sì sei stato un vero cretino»
«Hai ragione. Allora mangiamo la pizza e godiamoci questo nostro appuntamento» afferma sorridendo e passandosi una mano trai capelli. Vorrei passare anch'io una mano tra i suoi capelli.
Aspetta. 
Cosa?
«Appuntamento?» chiedo sorpresa.
Certo, sapevo che saremmo usciti insieme e speravo fosse un appuntamento, però lui non mi ha dato motivo di crederlo. 
Mi sono abituata all'idea di uscire con lui come amici.
«Si» risponde tranquillamente prendendo un sorso di birra. 
«Come?»
«Cosa vuol dire "come?" Sarai uscita con dei ragazzi durante questi anni, no?»
Ehm si, tre o quattro, ma sapevo in che rapporti uscivamo.
«Credevo fosse un'uscita tra amici» dico sorpresa e ancora incredula.
«Davvero? Dopo aver visto le candele, il mare e i fiori credevi fosse una semplice uscita? Sei più ingenua di quanto pensassi. Anne questo è un vero e proprio appuntamento»
«Oh non ci credo»
Un appuntamento! 
Ommioddio! 
Un vero e proprio appuntamento! 
Mi sento di nuovo come un budino, le guance vanno a fuoco.
«Credici e adesso mangiamo la pizza, così posso invitarti a ballare»
Ballare? 
Oddio perché non ho fatto danza da bambina? 
Sono negata nel ballo, qualunque tipo di ballo. Sono la scordinatezza in persona.
«Mi piacerebbe vederti anche quando torneremo a Londra»
Il mio grande amore platonico delle elementari vuole uscire ancora con me. 
Incredibile.







 

Hey everyone! 
Nuovo capitolooo
Allora che dire... Anne e Richard sono usciti insieme. 
Abbiamo scoperto un po' di più del passato di Anne, di come ha vissuto le medie.

Le medie che periodo orrendo. 
Qualcun altro che la pensa così?

Cosa ne pensate di Richard?
Come pensate andrà avanti la storia?
Anne troverà gli altri suoi amori platonici?
Come si evolverà la storia?

Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo

Kiss and hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


4. My Guitarist Friend



«Poi ha detto che gli piacerebbe vedermi anche a Londra. Vuole tornare ad avere il rapporto che avevamo un tempo»
«Non ho capito una cosa» mi interrompe mia mamma. Siamo sdraiate sul letto matrimoniale dei miei genitori e le sto raccontando la serata.
«Vuole tornare ad avere il rapporto che avevate da bambini, quindi da migliori amici? Ma non ha detto che era un vero appuntamento?»
Si, in effetti è stato un po' confusionario anche per me.
«Si, poi mi ha detto che per prima cosa vuole tornare a recuperare il rapporto di un tempo, poi si vedrà cosa accadrà»

Sono contenta di come sia andato l'appuntamento. Richard mi ha insegnato qualche mossa di ballo, poi mi ha riaccompagnato a casa. 
Ci siamo scambiati i numeri di telefono, così da poterci sentire anche una volta tornati a Londra. Infine mi ha dato un bacio sulla guancia. 
Sono contenta che sia andato così. Ho bisogno di tempo per capire se è lui il mio principe azzurro. Poi devo ancora cercare gli altri miei amori platonici. Intanto continuerò a vedere Richard, come amici, anche lui è d'accordo su questo. Vogliamo ricominciare con calma, ripartendo da amici.

«E tu sei contenta di questo?»
«Si, mamma. Perché se no sarebbe accaduto tutto troppo velocemente. Sai che a me piace andare con calma»
«Si, lo so. Allora è andato tutto bene, puoi tornare a Londra tranquilla, anche se mi mancherai tanto»
«Anche tu mamma» dico abbracciandola e lasciandomi coccolare un po'. Quanto vorrei tornare a essere bambina, in certi momenti.
«Ti posso dire una cosa senza che mi prendi per pazza?» chiedo all'improvviso staccandomi dall'abbraccio. 
Volevo tanto dirle del mio piano. Volevo sapere cosa ne pensasse lei.
«Non lo so, tu prova a dirmelo o io proverò a non darti della pazza» 



«Ma che pazzia è questa? Perché?»
«Perché sì. Rifletti: se avessi già incontrato la mia anima gemella e se fosse tra loro, io ho il dovere di assicurarmene» le spiego cercando di convincerla che la mia idea è geniale.
«Ma perché l'amore della tua vita dovrebbe essere uno di questi cinque ragazzi?» domanda ancora confusa, tuttavia si vede che tenta di capirmi.
«Mamma per la milionesima volta, è come nei film: una ragazza si innamora, ma non viene corrisposta e lei non si dichiara, ma dopo anni lei e lui si rivedono e BOOM! Nasce l'amore. Sono sicura che sarà così anche con me e uno dei cinque ragazzi»
«Tra me e tuo padre non c'è stato nessun BOOM! Come dici tu, ci siamo innamorati pian piano e non ci siamo mai persi di vista, lui era il mio migliore amico»
«Lo so, però fidati di me, il mio principe azzurro è uno tra quei cinque ragazzi»

La storia di come si sono innamorati i miei genitori mi è sempre piaciuta. 
È anche per questo che credo nella favola del principe azzurro. 
Mia mamma ha trovato il suo.

«Va bene, se tu credi di dover cercare i tuoi vecchi amori fallo. Anche se secondo me l'amore della tua vita sarà qualcuno che non ti aspetti» dopo questa frase detta con aria enigmatica esce dalla mia stanza.
Sarà qualcuno che non mi aspetto.
Alle medie non mi aspettavo certo che Lucas Carter potesse essere davvero la mia anima gemella. 
Invece ora, chi può dirlo? 

——

«Anne mi raccomando chiama appena arrivi a casa. Salutaci Lucy e Susan»
«Si papà» gli rispondo mentre lo abbraccio.
«La mia piccola Anne, mi mancherai e tienimi aggiornata sui tuoi incontri con i tuoi vari amori» mi sussurra a bassa voce mentre mi abbraccia.
«Va bene, mamma ti farò sapere tutto»
Mi preparo a partire pronta per la ricerca del prossimo amore platonico.
Anche Richard oggi sarebbe partito per tornare a Londra. Mi ha pure chiamato stamattina per augurarmi buon viaggio (gentile, vero?) e per chiedermi di andare a sentirlo suonare questo venerdì. Ovviamente ho detto di sì. Sono curiosa di sentirlo suonare, poi dobbiamo riallacciare i rapporti e devo comunque valutare se è lui il mio futuro marito. 

***

È già mercoledì. 
Siamo a metà settimana e mi sembra di non aver mai smesso di studiare e lavorare neanche per un secondo.

«Smettila di fare quella faccia stanca! Tu sei stata tranquilla nel weekend, io ho dovuto lavorare anche quei giorni» sento Ash che si lamenta mentre prende dei libri lasciati sulla poltrona e per riporli al loro posto.

Non ci posso fare niente se sono stanca. 
A volte sono stanca anche se non ho fatto niente tutto il giorno. 
È il bradipo che c'è in me che si comporta così.

«Ash mi spiace che tu abbia dovuto fare i doppi turni a causa mia, ma non ci posso far nulla se sono stanca»
«E perché Miss Withman è così stanca?» chiede sorridendomi, mentre torniamo davanti al nostro settore. Oggi eravamo nel reparto dei libri storici, fortunatamente non erano venuti molti clienti a chiederci informazioni sui libri.

«Università e lavoro è stancante. Lavoro di mattina e vado in università al pomeriggio, o viceversa, torno a casa e studio fino a tardi»
In più di notte cerco di rintracciare quattro ragazzi, ma questo non posso di certo dirglielo.
«Povera piccola Anne» mormora con una vocina infantile mentre mi accarezza la testa.

Come fa Ashton a non essere stanco? 
Lui fa due lavori, studia, va in palestra (io in palestra ci andrei solo se ci fosse un apocalisse zombie e quello fosse l'unico posto sicuro) e ed esce la sera con i suoi amici.

Io dopo una piccola corsa dal divano al bagno sono già esausta. Non riuscirei a fare tutte le cose che fa lui e rimanere sempre così energica.

«Tu non sei mai stanco?»
«Certo» risponde sempre sorridendomi.

Ashton è anche una di quelle persone che sorride sempre. SEMPRE. Anche alle 7.00 di mattina. Io a quell'ora non so nemmeno il mio nome.

«Mi abbandonerai anche questo weekend?»
«No, ma venerdì sera esco, quindi mi sono fatta dare il turno di sabato pomeriggio»
«Anch'io ho sabato pomeriggio. Quindi esci e dove vai?» chiede sedendosi su una delle poltrone vicino agli scaffali.
«In un locale, un mio amico suona con la sua band e mi ha invitato»
«Ah gentile»
«Cos'è quell'espressione? Non sarai mica geloso?» gli chiedo sedendomi sul bracciolo della poltrona sulla quale è seduto.
«Ovvio che lo so, credevo di essere il tuo unico amico di sesso maschile» dice pizzicandomi il fianco e facendomi ridere.
In effetti, non ho molti amici maschi. Ashton, Dylan (il ragazzo di Susan) e... e basta.
Non importa, ho pochi amici, ma so che mi vogliono bene e a me ci tengono, come io a loro.
«Quindi hai un altro amico all'infuori di me? Devo stare attento che non mi separino dalla mia piccola Miss Withman»
«Non sono tanto piccola, ho solo due anni in meno di te» gli rispondo facendogli la linguaccia, per poi allontanarmi quando vedo un cliente avvicinarsi. 

***

È venerdì. 
Tra un'ora devo uscire per andare a vedere Richard.

Ho chiesto a Susan e Lucy di accompagnarmi, non mi andava molto l'idea di stare lì da sola. Fortunatamente hanno accettato.

«Dylan ci viene a prendere e andiamo con lui in macchina, va bene?» urla Susan dal salotto.
«Si, va bene» gridiamo di rimando io e Lucy.
«Anne come mi devo vestire? Che locale è? Che musica è?» mi chiede Lucy entrando in camera mia.

Bella domanda, non ne ho la minima idea.

«Ti si legge in faccia che non lo sai nemmeno tu» dice ridacchiando.

Poco dopo sentiamo una canzone partire dal salotto. 
Immediatamente la riconosciamo e corriamo nell'altra stanza. Lì troviamo Susan con il telefono in mano, usato come un microfono, canta e balla ridendo.

You got the invitation 
You got the right address 
You need some medication? 
The answer's always yes
A little chance encounter 
Could be the one you've waited for

«Per prepararsi ad uscire c'è bisogno di una giusta colonna sonora» ci informa continuando a ballare. Io e Lucy iniziamo a fare lo stesso.

Someone in the crowd could be the one you need to know 
The one to finally lift you off the ground 
Someone in the crowd could take you where you wanna go 
If you're the someone ready to be found
You're the someone ready to be found

Cantiamo felici, per poi andare ognuna nella propria stanza pronte a vestirci.

«Pronta!» grida Susan uscendo dalla sua stanza per prima. Io e Lucy siamo ancora in alto mare.
«Ma ti sei anche già truccata e pettinata?» le domanda Lucy mettendo la testa fuori dalla porta.

Io e lucy abbiamo le camere l'una di fronte all'altra. Dopo la sala c'è un piccolo corridoio che porta alle nostre stanza, alla fine di questo c'è il bagno. 
Susan, invece ha la stanza,  vicino alla cucina, che da sul salotto.

«Si, voi siete sempre così lente, soprattutto tu Lucy»

È vero. 
Io di solito sono la più veloce, ma adesso non so proprio cosa mettermi.

Mi sporgo dalla mia stanza per vedere cosa indossa Susan, così da mettere qualcosa di simile. Un paio di jeans e una camicetta, semplice, ma bello.
Okay. 
Posso mettere un paio di jeans e cosa? Quel maglione carino l'ho già messo al nostro appuntamento.

«Anne mi presti la tua maglietta grigia, quella a maniche lunghe? Sempre che non la voglia mettere tu» Lucy entra in camera mia e inizia a frugare nel mio armadio.
«Non so cosa mettermi»
«Puoi prendere tutto quello che vuoi dal mio armadio, in cambio della tua maglietta, per questa sera»
Annuisco e mi dirigo in camera sua.


Dopo qualche minuto, qualche richiamo da parte di Susan e qualche lamentela di Lucy sul fatto di non riuscire a mettersi l'eyeliner, siamo pronte.
Ho messo un paio di jeans e una maglietta color ocra con sopra un cardigan nero. Molto semplice, ma carino.

Dylan ci aspetta fuori dal portone del nostro palazzo, appoggiato al cofano della sua macchina. Susan, ovviamente, gli corre incontro, dopo i saluti partiamo per andare al locale. 
 

Il posto è veramente carino. 
Pavimento in legno, come il bancone e le colonne che sostengono il soffitto. Le luci colorate, che di solito si mettono sull'albero di Natale, illumino il locale. Sono appese in modo tale da occupare tutto il soffitto e creare una luce perfetta e un'atmosfera che sembra quasi magica. 
Alle parti sono affissi poster di vecchi e famosi film, dischi in vinile, una chitarra. 
Mentre dietro il bancone ci sono lunghe mensole piene di alcolici.

Ci andiamo a sedere su uno dei tavoli vicino al palco, sul quale sono già sistemati gli strumenti.

«Posso portarvi qualcosa da bere?» chiede una cameriera sorridendo. 
«Una birra per me» inizia Dylan per poi chiedere a Susan cosa vorrebbe. 
«Per me una Piña Colada» 
«Anche per me» mi aggiungo a Susan, mentre Lucy ancora sfoglia la lista dei cocktail. 
«Io penso di prendere un... ehm... un Mojito»

La cameriera se ne va con i nostri ordini e noi rimaniamo pronti a goderci il concerto. 
Poco dopo arrivano i nostri ordini e la band sale sul palco.

Richard prende la sua chitarra poi guarda verso il pubblico.
Dimenticavo quanto fosse bello. I riccioli spettinati, la chitarra, la sua voce roca mentre inizia a cantare dolcemente... oddio non ce la posso fare. Ad un certo punto lo vedo sorridere nella mia direzione. Ed ecco che torno ad essere un budino.

Susan, Dylan e Lucy sembrano apprezzare la musica. 
Ci rilassiamo e divertiamo.

Dopo aver bevuto ci alziamo e andiamo verso lo spazio sotto il palco per ballare a ritmo della musica.

Lo so, non sono brava a ballare, ma dopo un drink mi sento molto più rilassata. 
A parte qualche piccolo inciampo, non so dire se sia colpa della mia goffaggine o dell'alcol, forse entrambi, riesco a ballare in modo decente. 

La serata passa in fretta, sembra passato pochissimo da quando hanno iniziato a suonare, invece è già passata un'ora. Ci annunciano che avrebbero suonato l'ultima canzone. Noi torniamo a sederci per riposarci un attimo.

«Il tuo amico è il chitarrista, giusto?» mi chiede Lucy sorridendo.
«Sì, si chiama Richard»
«Sexy»

Cosa? La guardo un po' allibita, non è da Lucy. Lei di solito si tiene le opinioni sui ragazzi per sé.
Mi ricordo che quando in terza liceo si era messa con Andrew, un ragazzo di un altra classe, me l'aveva detto dopo qualche settimana che stavano insieme. Io non immaginavo nemmeno che le piacesse, neanche Susan lo sapeva. Lucy non ci aveva detto nulla, non ce l'aveva nemmeno fatto capire.

«Dai Anne è vero. È bello, sa suonare la chitarra, ha una bella voce questo lo rende molto affascinante»
«Si, lo so» le risponde tornando a guardare verso il palco.

Lucy e Susan non sanno del mio piano. Non sanno nemmeno della mia cotta per Richard. Nemmeno che era stato il mio primo amore platonico.
Mi sento un po' a disagio.
Ho sempre pensato che le mie amiche fossero molto più carine di me. Se lo pensasse anche Richard?
Certo Susan è fidanzata, ma Lucy no.
Se tutti i miei futuri amori si dovessero innamorare di una mia amica? Se io rimanessi sola?
Mi era già capitato una volta, che un ragazzo che mi piaceva si prese una cotta per una mia amica.

Senza accorgermene mi ritrovo Richard di fronte.
«Spero che tu ci abbia sentito suonare, non sei stata tutto il tempo assorta nei tuoi pensieri, vero?» mi chiede sorridendo.
«No, vi ho sentito suonare e siete stati davvero bravi!»
«Sì, molto» dicono i miei amici.
«Mi fa davvero piacere, comunque io sono Richard. Io e Anne ci conosciamo dalle scuole materne»
«Io sono Dylan e questa bellissima ragazza affianco a me è Susan» dice lasciando un bacio sulla guancia della mia amica, che diventa subito rossa, ma sorride contenta.
«Io sono Lucy»
Richard le stringe la mano e non so se è una mia impressione, ma mi sembra che rimangano a fissarsi e a tenersi per mano un'eternità.

Adoro le mie amiche. 
Voglio loro un sacco di bene.
Tuttavia a volte mi sembra di essere in competizione con loro. 
Anche a scuola ero in competizione per i voti, loro però non lo sapevano.

«È un piacere conoscervi» 
Richard sorride a tutti, ma non distoglie lo sguardo da Lucy.

Adesso non voglio immaginarmi le cose e nemmeno fare la melodrammatica, però... Santo Zeus perché non lasci che almeno una volta un ragazzo si innamori di me?

Almeno una volta.





 

Hey everybody!

Nuovo capitolo!

A mio parare un pochino noioso, ma necessario, per poter scrivere il prossimo.
Voi cosa ne pensate?

Come andrà avanti il piano della nostra insicura e distratta protagonista ?
Come andrà avanti con Richard?
Cosa farà Anne?

Fatemi sapere cosa ne pensate, quali sono le vostre idee.

Kiss and hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


5. Life Sucks



La vita fa schifo. 
La mia vita fa schifo. 
Ah perché proprio a me?

È passata una settimana dalla serata e Lucy non fa che chiedermi informazioni su Richard.
Richard, dal canto suo, mi chiede informazioni su Lucy.
Per l'amore di Giove che parlino tra di loro e mi lascino fuori.
Che mi lascino disperare nella mia... nella mia disperazione.

Richard mi ha chiesto di uscire oggi pomeriggio, di vederci per un caffè, ho già una vaga idea di quello che mi vorrà dire.

Ah e per ciliegina sulla torta mi è arrivato il ciclo. 
Mi sembra di avere costantemente qualcuno che mi pugnala la schiena e allo stesso tempo un lottatore di sumo che salta sul mio utero. 

Perché? Dobbiamo soffrire così noi donne? Perché?
Ero quasi tentata di rimanere a casa a contorcermi per il dolore, ma mi sono convinta ad uscire. Non potevo saltare un'altra volta la lezione di filologia romanza.

«Anne tu hai per caso gli appunti dell'ultima lezione con il professor Anthony?» mi chiede Midge prendendo posto accanto a me.
«Si, però li devo ancora riordinare, sai che quando prendo appunti non si capisce mai niente»
Lei annuisce, poi mi racconta del suo weekend in montagna con i suoi amici. Midge è una mia compagna di università, ci sentiamo solo per scambiarci gli appunti delle lezioni e parlare degli esami. 
È una ragazza simpatica, però troppo estroversa per me. Dopo una giornata intera passata con lei ho bisogno due giorni a letto per riprendermi e ricaricarmi. Le persone estroverse in qualche modo riescono a risucchiare la mia linfa vitale. Ogni volta dopo le uscite di gruppo ho bisogno di ore di riposo per riprendermi.

«Anne lavori ancora in libreria?»
«Si, perché?»
Mi guarda come se sapessi a cosa sta pensando, ma no cara ti giuro che non idea di cosa ti passi per la mente.
«Mi presenti il tuo collega, quello bello, moro, alto»
«Ashton? Perché?»
«Perché è bello, molto bello, capelli e occhi meravigliosi, un fisico da urlo. Dico ma hai visto che bel culo che ha?»

Oddio. 
No, che non gli ho mai guardato il culo. Okay forse una o due volte, ma non di più.

«Scusami ma tu non stai con Trevor? Il ragazzo che studia fisica? Quello che assomiglia a Leonard di The Big Bang Theory?»

Lei mi guarda con aria scocciata. 
Che ho detto? 
È vero che assomiglia a Leonard, potrebbe essere il fratello gemello.

«Ti ho appena raccontato che l'ho lasciato, troppo nerd. E appunto perché assomiglia a Leonard ora ne voglio uno che assomiglia a un Dio greco»

Cerco di non ridere, anche se l'immagine di Ashton vestito come nell'antica Grecia è impressa nella mia mente.

Trevor troppo nerd? 
Allora io cosa sono?

Meno male che Midge non è mai venuta a casa mia, si sarebbe spaventata alla vista del ripiano pieno di manga. Chissà cosa avrebbe pensato dei miei funko pop di Yoda, Tyrion Lannister e Ryuk. 
Oppure dei poster del Il Signore degli Anelli e di Iron Man. 
Come potevo non appendere il  poster di Iron Man? Insomma c'è Robert Downey Jr in tutto il suo splendore!

«Trevor era così carino con te»
«Si, dopo un po' è diventato noioso»
Alzo gli occhi al cielo per poi tornare a guardare i miei appunti, il professore è appena entrato, mi devo concentrare.
«Quindi me lo presenti?»
«Zitta, devo stare attenta»
«Dai Anne! Presentamelo! Dai dai dai»
«E va bene» dico sperando che la smetta di assillarmi.
«Quando me lo presenti?»

Oh per l'amor di Zeus, basta.

«Quando ti pare, ma non oggi pomeriggio, ho un impegno»
«Allora domani!» afferma soddisfatta per poi prestare, finalmente, attenzione alla lezione di filologia romanza.

——

Che ansia.
Sono arrivata qualche minuto prima alla caffetteria per prepararmi mentalmente e per studiare le vie di fuga, nel caso necessarie, più vicine.
Di cosa vorrà parlare? Vorrà forse parlarmi di Lucy di persona? Perché se è così potrei non farcela.
Insomma doveva essere il mio futuro marito, non quello di Lucy.
Okay. 
So di star facendo una scenata. Non è così grave, alla fine non sono follemente innamorata di Richard, per fortuna, se no sarebbe stato traumatico. 
Solo che questo fatto mi porta a dover togliere Richard dalla lista della mia anima gemella.
Non c'è stata la scintilla, da parte sua, quando eravamo bambini e non c'è stata nemmeno adesso.
Si, ammetto che sono ceduta al suo fascino e all'idea della nostra possibile vita insieme.
Però devo rassegnarmi, non posso impedire a due che si piacciono di frequentarsi. Non ne ho nessun diritto. 
Tuttavia ammetto di esserci rimasta male. Speravo nella scintilla.
Se devo togliere Richard dalla mia lista, mi rimangono quattro ragazzi.

«Ciao Anne, come stai?»

Richard mi riporta alla realtà facendo finire il mio monologo interiore.

«Bene tu?»
Mi sorride dolcemente per poi annuire.
«Si, anch'io sto bene»

Se mi deve dire che preferisce rimanere mio amico, frequentare una delle mie migliori amiche, poteva almeno vestirsi con un sacchetto della spazzatura e venire con i capelli unti, sporchi e con un alito puzzolente.
Avrebbe reso le cose più facili per me. Invece eccolo qui, in tutto il suo splendore, con quel sorriso meraviglioso.

«È stato bello vederti venerdì scorso»

Si, dai arriva al punto.

«Anche per me» dico sorridendo e prendono un sorso della mia cioccolata calda che avevo ordinato appena entrata.

Lui intanto ordina un caffè nero al cameriere.

Mi ha chiesto di incontrarlo in una piccola caffetteria vicino alla sua facoltà. 
Un posto tranquillo, una normale e carina caffetteria.

Osservo come incanta la mia cioccolata mentre aspetto che riprenda a parlare.

«Ti è piaciuta la band?» chiede picchiettando sul tavolo per attirare la mia attenzione.
«Si, suonate molto bene, da quanto tempo andate avanti?»
«Non molto in realtà, suoniamo nei locali solo da qualche mese, prima suonavamo nel garage del nostro batterista»
«Sai, è stato davvero bello vedere una faccia conosciuta tra il pubblico. Poi hai pure portato degli amici, mi ha fatto piacere, così da avere nuovi fan» continua a parlare visto che io rimango zitta a fissarlo. Sto aspettando che la nomini. So che vuole parlare di Lucy, è ovvio.
«Si, anche loro sono contenti di essere venuti»
Adesso è lui ad annuire, rimaniamo un po' in silenzio a fissarci.
«Richard sii onesto... vuoi uscire con Lucy, l'ho capito, sai?» dico all'improvviso non riuscendo più a a stare zitta. Oddio non volevo dirlo con il tono di rimprovero,  ma è stato più forte di me. 
Lui mi guarda sorpreso e forse anche un poco imbarazzato. Si passa nervosamente una mano tra i riccioli e io seguo incanta il movimento.
«Ecco... sì. La tua amica mi ha colpito molto, non so come dire, è stato come un colpo di fulmine» 

Lo so. 
Lo sapevo.

«Ma non fraintendermi. Voglio per prima cosa conoscere te. Voglio vedere se sei cambiata in questi anni. Lo sai che mi piacerebbe tornare ad averti come migliore amica, eravamo così inseparabili da bambini. Ammetto che conoscere Lucy mi è piaciuto e vorrei conoscerla meglio»

Già. Riallacciare i rapporti, uscendo con la mia migliore amica... certo.
Oddio perché capitano sempre a me queste situazioni?

«Si, certo. Senti questo è il numero di Lucy, chiamala so che ne sarebbe felice» 
Gli porgo il tovagliolo sul quale ho scritto il numero della mia amica, poi con la scusa del lavoro esco dalla caffetteria. Sento che mi chiama, ma non sono proprio in vena di continuare la conversazione, voglio solo tornarmene a casa e guardare una bella serie tv.

Piove. 
Ah perché piove? 
Zeus mi prendi in giro?

Non ho nemmeno l'ombrello oggi.
Che giornata di merda.

 

Entro nel primo negozio che trovo per ripararmi dalla pioggia, aspetterò che smetta. Intanto mi farò un giro in... sono entrata in un negozio di ferramenta? Ma scherziamo? Non c'è niente di interessante da comprare.
Perché non sono entrata in una pasticceria? O in un negozio di articoli per la casa? 
Mi serve una nuova sveglia e un nuovo cestino da mettere vicino alla scrivania, anche dei nuovi cuscini carini non sarebbero male.
E' un piccolo negozietto, dalle pareti di un verde accesso, pieno di ripiani e scaffali con oggetti di dubbia provenienza e soprattutto dubbia utilità.
Cos'è quella cosa? Sembra un oggetto per la tortura, è legale? 
In effetti tutto quello che si trova qui dentro potrebbe essere usato per la tortura. 

In quel momento la porta si apre ed entra un ragazzo, anche lui sembra essere entrato per il mio stesso motivo. 
Si guarda intorno, come per capire di che negozio si tratti. 
Quando rivolge il suo sguardo su di me, mi sorride.

Oh merda.
È davvero lui?
È davvero il principe Matthew James?
Il ragazzo più bello e popolare del mio liceo.
Il mio quarto amore platonico.




 

🌈Hey everybody🌈

Come va la vita?

Richard vuole tornare a essere amico di Anne e conoscere meglio Lucy, cosa ne pensate?
Anne si ritrova davanti il suo quarto amore platonico, come reagirà?
Curiosi di scoprire qualcosa di più su Matthew? 
Uh cosa ne pensate di Midge? 

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate

Kiss and hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


6. I Could Help You



Mi continua a guardare sorridendo, dovrei dire qualcosa?
Ma cosa?
Sicuramente non si ricorderà di me.

«Sei anche tu entrata qua dentro per ripararti dalla pioggia?» mi chiede sorridendomi, non posso credere che sia stato lui a rivolgermi la parola per primo.
«Oh no... io sono qui per comprare questa incredibile chiave inglese» dico indicando l'attrezzo alle mie spalle.

Lo vedo sorridere divertito, oddio non ci posso credere. 
Ho fatto ridere Matthew James.

Vorrei che Susan fosse qui, al liceo quando eravamo cotte di lui adoravamo vederlo ridere.

«Hai visto se oltre alle chiavi inglesi vendono per caso degli ombrelli?»
«No, purtroppo no» rispondo mentre mi avvicino al vetrina, sta iniziando a piovere fortissimo.
«Peccato»

Già, peccato, anche se essere qui con Matthew è proprio un colpo di fortuna.

«Sembra che dovremmo rimanere qui per un po', almeno finché non smette di piovere così forte» dice per poi poggiare il suo zaino a terra.
«Sempre che il proprietario ce lo permetta, non sembra molto contento»

Matthew si volta in direzione del signore che continua a sbuffare e guardarci male.  Era un uomo abbastanza robusto, sulla cinquantina, con un berretto da baseball, probabilmente voleva urlarci contro di comprare qualcosa o andarcene.

«Per ora sembrerebbe di sì. Comunque io sono Matthew»

So esattamente chi sei.

«Io mi chiamo Anne»
«Allora Anne che ne dici di passare il tempo conoscendoci meglio?» chiede sorridendo.

Il suo sorriso è così genuino. 
Sembra il sorriso di un principe.

«Quanti anni hai?»
«Ventitré, tu?»

Ovviamente so già la risposta, ma questo lui non lo sa e non lo deve sapere.

«Venticinque»
«Vai all'università?» domando, era il mio turno per la domanda.
«Si, studio giurisprudenza e tu?»

Uhm... lo trovo perfetto come futuro avvocato, con indosso un bel completo. 
Non sono solo io a trovare stupendi i ragazzi con indosso una camicia, un completo, uno smoking, vero? 
Se non la smetto di pensarci inizierò a sbavare e non va bene.

«Io studio lettere»

Rimaniamo a chiacchierare per una decina di minuti, poi il proprietario del negozio ci dice di uscire se non abbiamo intenzione di comprare nulla, così usciamo di corsa ridendo e raggiungiamo un altro negozio. Questo per fortuna o per sfortuna vende ombrelli.

«Ora che abbiamo i nostri ombrelli possiamo tornare alle nostre vite»
«Si, è vero»
«È stato un piacere conoscerti Anne di lettere, spero di rincontrarti»
«Magari in un altro giorno di pioggia Matthew di giurisprudenza»

Lui mi sorride e poi esce dal negozio per andarsene chissà dove.
È stato strano. Tanto strano.
Incontro il mio quarto amore platonico, lui mi parla, iniziamo a conoscerci scopriamo di avere molte cose in comune e poi se ne va.
Almeno ora lui sa chi sono. Ed io so che a lui piace la pizza con i funghi, proprio come me e che il suo cantante preferito è Ed Sheeran, che è anche uno dei miei preferiti.
Tuttavia non ci siamo scambiati numeri di telefono, quindi non posso chiedergli di rivederci.
Dovrò sperare di rivederlo. 

 

***

 

Ho appena finito di vedere Love Actually e come una scema mi ritrovo a piangere. 
È così bello questo film, lo adoro. 
Poi ci sono Colin Firth e Hugh Grant, e tanti altri attori che adoro, quindi il film è meraviglioso.

Ding

Messaggio da Midge: Oggi mi devi presentare ad Ashton, per che ora?

Che palle, me ne ero dimenticata. 
Le rispondo per che ora devo andare in libreria e di incontrarci lì davanti.

Non mi va molto di presentarli.
Ashton è un mio amico ed un ragazzo in gamba, mentre Midge è Midge.
Sarebbe strano se uscissero insieme.

«Io esco, vado a lavoro ci vediamo stasera»
«D'accordo! Ciao Anne» mi risponde Susan che è rimasta a casa perché oggi era il suo giorno libero.

Chissà cosa penserà Ashton di Midge? 
Le piacerà?

Ora che ci penso non ho mai visto una ragazza di Ashton, eppure bello com'è deve averne una. 
Se fosse fidanzato non potrebbe frequentare Midge... però non mi ha mai parlato di una sua possibile ragazza.
Chissà qual è la sua ragazza ideale?

«Anne! Ciao! Sono così emozionata» grida tutta agitata la mia compagna di università.

Si è pure messa in tiro, vuole fare proprio colpo.
E va bene, presentiamoli non è detto che deve per forza succedere qualcosa.

«Ciao Midge, andiamo che sono già in ritardo»

«Hey Withman»
«Hey Ash»

Perché sono in ansia? 
Sono sempre stata una persona ansiosa, ma perché anche adesso?

«Lei è Midge, una mia compagna di università»

Midge si avvicina per stringergli la mano e mette in mostra un sorriso a trentadue denti. 
Ashton contraccambia, per poi riportare la sua attenzione su di me.

«Anne devi andare subito in cassa, c'è solo Harriet e ha bisogno di aiuto»
«D'accordo, vado»

Mentre mi allontano sento che Midge inizia a fargli domande su domande.

«Ashton, forse sono un po' sfacciata, ma hai la ragazza?»

Non riesco a sentire la risposta, ma lo ammetto, sono curiosa.

——

«Harriet è vero che dalla settimana prossima non lavorerai più qui?» chiedo sorpresa, mi aveva dato la notizia Henry, il supervisore, qualche ora prima.

Harriet ha sei anni più di me, è stata sempre molto gentile con tutti noi, mi dispiace che se ne vada.

«Sì, mi sposo e mi trasferirò dopo il matrimonio»
«Oh congratulazioni, sono molto contenta per te!»

Un matrimonio che bello. 
Non vedo l'ora che arrivi il mio momento. 
L'abito bianco, il buffet, l'uomo della mia vita. 
Ah l'amore.

«Grazie mille, ho deciso di festeggiare questo weekend con voi colleghi, mi mancherete molto, quindi sabato usciremo tutti a festeggiare»
«Davvero? Forte, ci sto» si intromette Ashton che è appena spuntato dal nulla.
«Bene, allora ci si vede sabato dopo la chiusura della libreria e si va a festeggiare. Ora vi saluto, buona serata»

Harriet prende un taxi e si allontana per tornare a casa da colui che presto sarà suo marito.
Sono invidiosa, anch'io voglio innamorarmi e sposarmi.

«Un penny per i tuoi pensieri» dice Ashton colpendomi con un dito la fronte.
«Ahia e non stavo solo pensando che deve essere bello. Harriet è innamorata e felice, si sposerà, tutto è molto bello. Vorrei che accadesse presto anche a me»

Lui si limita ad annuire. 
Penserà che io sia pazza, ho solo ventitré anni e penso già al matrimonio.

«Si, è bello, stare con una persona che si ama e passare il resto della propria vita con questa persona»

Rimango un attimo sorpresa dalle sue parole, non me l'aspettavo.

«Che c'è? Anch'io posso sognare un amore come quello di Jack e Rose, Jack e Rebecca, Nick e Jess, Lily e Marshall, Monica e Chandler... non ridere Withman» mi rimprovera anche se poco dopo inizia a ridere anche lui.
«Credi nell'anima gemella?»
«Si, siamo destinati ad un'altra persona. Siamo legati da un filo rosso invisibile»

Lo credo anch'io. 
A volte vorrei tirare il mio filo così da avvicinare il mio principe a me.

«Facciamo un pezzo di strada insieme?» chiede sorridendo e iniziando a camminare.
«Va bene, ma non allungherai la tua strada così?»
«Non ti preoccupare e poi oggi è una bella giornata»
«Ma se è da ieri che piove, fortunatamente ha smesso adesso»
«A me piace l'odore della pioggia» mormora sorridendomi e colpendomi di nuovo la fronte. Deve smetterla, fa male.
«Comunque è un tipo sicuro di se la tua amica»
«Ah Midge, non siamo proprio amiche, siamo semplici compagne di facoltà. Perché?»
«Mi ha chiesto di uscire questo venerdì»

Ah... se gli ha chiesto di uscire è perché Ashton non ha la ragazza.

«Ehm... e dove andrete di bello?»
«Non ho ancora accettato di uscire con lei»
«Perché no?» domando sorpresa, pensavo che Ashton avrebbe accettato, Midge è una bella ragazza.
«Non lo so» risponde camminando più velocemente, non vale, ha le gambe più lunghe e io devo quasi correre per stare al suo passo.
«Tu e il tuo amico Richard?»
«Ah si è preso una cotta per Lucy, se non addirittura innamorato di lei. Penso che anche a Lucy piaccia lui»
«Oh capisco. A te lui non piaceva?»
«Si, ma non così tanto e poi ho ancora altri quattro nomi nella lista»
«Che lista?»

Oh merda.
Non mi ero nemmeno resa conto di averlo detto.
Merda. Merda. Merda.
Cosa gli dico?

«Lista? Che lista?» chiedo fingendo di non capire, ma Ashton non sembra credermi.
«Ti ho sentito bene, non ne vuoi parlare con me?»

Oddio.
Forse un parere maschile mi sarebbe d'aiuto, però non so cosa potrebbe pensare di me Ashton.

«Io te ne parlo se tu non mi prenderai per pazza»

Ci sediamo su una panchina lì vicino e dopo aver fatto un respiro profondo inizio a raccontargli del mio piano. 

«Ma che follia è? Amori platonici? Ma come ti è venuto in mente?»
«So che può sembrare strano, ma sono determinata a trovarli tutti e sono anche sicura che sia tra loro la mia anima gemella»
«Ma perché? Magari non è tra questi ragazzi, forse è una persona che ancora non conosci o qualcuno che ti è vicino, ma a cui tu non pensi»
«So che per te può sembrare follia, ma come ti ho già detto sono abbastanza determinata. Tutte le storie che ho avuto, anche quelli di corta durata sono finiti male, disastri. Quindi perché non dovrei provare con coloro che ho amato, ma ai quali non mi sono mai dichiarata?»

Lui sembra sospirare, ma poi lo vedo sorridere.

«Sei più strana di quello che pensavo Withman. Quanti ne hai trovati di questi cinque? Solo Richard?»
«No, ieri ho incontrato Matthew, il quarto, però non ho modo di ricontattarlo»
«Sai questa tua pazzia mi ha abbastanza incuriosito, potrei aiutarti a cercarli»

Cosa? 
Ho sentito bene?

«Davvero?» chiedo sorpresa, non riesco a crederci.
«Si, Withman ti aiuterò e so già dove potrai rincontrare Matthew» mi informa sogghignando.

Come fa a sapere dove trovarlo?
È un veggente? 






 

Ed ecco un nuovo capitolo!

Un po' breve rispetto agli altri, ma spero che vi sia piaciuto.

Cosa ne pensate di Matthew? 
E di Ashton?

Curiosi di sapere come andrà avanti?
Di incontrare gli altri amori platonici di Anne?

Fatemi sapere cosa ne pensate!

Kiss and hugs
||MartaWeasley||

P.S. come volto di Midge avevo pensato a Skyler Samuels

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


7. Have Fun Little Anne




E così Matthew va alla stessa università di Ashton, ecco perché lo conosce.

«Puoi usare la scusa di venirmi a trovare e vederlo»

Il piano di Ash può funzionare.

È mattina, quasi mezzogiorno,  sono seduta sul divano e sto guardando insieme a Susan un programma su come allevare le scimmie.
Quando ero piccolo avrei voluto una scimmia come animali domestico, anche un pinguino e una pecora.

«Come vanno la vostre vite? Mi sembra di non vedervi da una vita» dice Lucy sedendosi sul divano tra me e Susan.
«Sei sempre a lavoro, mentre Anne se non è al lavoro è in università»
«Parli tu che sei sempre a casa di Dylan» le faccio notare prendendo una manciata di patatine dalla ciotola che tiene Lucy.

Rimaniamo a guardare quel programma in silenzio fino a che non arriva la pubblicità.

«Quindi qualcuno ha novità?» chiede Lucy ingozzandosi di patatine.
«Io no, Anne?»
«Uhm... l'altro giorno ho incontrato Matthew James e ci ho pure parlato»
«CHE COSAAA?» gridano entrambe sorprese, si voltano verso di me e Susan  toglie il volume alla televisione. Fanno un po' ridere le loro espressioni stupite.
«Quando? Dove? Come? Perché? Anne parla, raccontaci tutto» chiede Susan strappando di mano a Lucy la ciotola di patatine.
«Ci siamo riparati dalla pioggia nello stesso negozio e abbiamo parlato per un po', è ancora bello come al liceo»

Così iniziamo a parlare del liceo, di come una volta Lucy era rimasta chiusa in bagno perché si era rotta la serratura della porta. Oppure di quando Susan aveva sperato di saltare l'interrogazione balzando la prima ora, ma si era ritrovata il professore sull'autobus e quindi si era presa un bel 3/10. Poi c'era stata la volta in cui la professoressa di scienze era venuta a scuola con un megafono, quella era proprio fuori di testa.

«Anne voglio ricordarti quando hai lanciato, per sbaglio, il mio astuccio fuori dalla finestra?»
«Susan è stata colpa tua, mi hai detto tu di lanciarti l'astuccio e non è colpa mia se ho una pessima mira» puntualizzo iniziando a ridere seguita dalle mie amiche.
«Comunque strano che di venerdì mattina siate tutte e due a casa»
«Giornata libera» rispondono in coro ridendo.
«Lavoro stasera, però» si lamenta Susan prendendo il telecomando della tv.
«Che ne dite di pizza e film?» propone Lucy avvicinandosi al menù della pizzeria sotto casa.
«Oh si, il fattorino è uguale a Brad Pitt» affermo immaginandomi già il sapore della pizza con i funghi consegnata da un bellissimo ragazzo.
«È inutile che guardi la lista, tanto poi prendi sempre la stessa»
«Ma oggi voglio provare qualcosa di nuovo» dice Lucy continuando a leggere il menù. 

Passiamo una bella mattinata tra chiacchiere, pizza e Hairspray. 
Quanto adoro quel film, poi le canzoni sono bellissime. Adoro i musical, mi mettono di buon umore come i film della Disney.

Purtroppo verso le tre del pomeriggio devo abbandonare questo paradiso per l'inferno che c'è fuori, mi tocca alzarmi dal divano e dire addio ai miei comodi abiti da casa.

«Dov'è che devi andare? Perché non rimani qui con noi?»
«Si, Anne rimani con noi a poltrire sul divano» continua Susan sporgendo il labbro inferiore.
«Niente facce da cucciolo! Non posso rimanere, devo andare in missione»

Mi guardano entrambe confuse, vorrei tanto dire loro del piano, ma allo stesso tempo mi piace avere dei segreti.

«Vado a trovare Ashton»
«Ashton eh? Allora voi due finalmente eh?» Chiede Lucy facendomi l'occhiolino, mentre Susan annuisce soddisfatta.

Scoppio a ridere e come potrei non farlo?
Hanno delle facce buffissime e poi... io ed Ashton? 
Oddio mi fa male la pancia per quanto sto ridendo.

«Siete fuori strada, noi siamo solo amici, ottimi amici»
«Quando hai iniziato a lavorare in libreria però ti piaceva» continua Lucy ammiccando.

Smetto subito di ridere e ritorno seria, okay sì.
Sì, è vero, ho avuto una cotterella per Ashton, ma questo non lo sa nessuno, a parte Lucy e Susan.
Comunque mi è passata dopo due mesi che lavoravo lì e ora siamo amici, ottimi amici.

«Si, ma ora non più e chiunque si prenderebbe una cotta per Ashton, ma dico l'avete visto?»

Devo recuperare la mia sciarpa siamo a metà marzo, ma fa freddo come se fossimo a gennaio.

«E poi ora c'è Midge che ci sta provando con lui»
«Midge la tua compagna di università?» mi domanda Susan sempre più curiosa.
«Si, ha una cotta per Ashton ed io li ho presentati, anche se spero non escano insieme. Lei scarica tutti dopo qualche settimana»
«E anche perché a te piace lui» continua Lucy sorridendo.
«No, Lucy, a me lui piace come amico tutto qua. Piuttosto Richard si è fatto sentire?»

La vedo arrossire un pochino per poi cambiare discorso senza rispondermi.
Indagherò anche su questa faccenda, ma non adesso, ora devo andare a spiare Matthew!

——

Sono davanti all'ingresso della facoltà di giurisprudenza e sono leggermente in ansia.
Spero di avere i capelli a posto.
Oddio e se un piccione mi avesse cagato in testa ed io non me ne fossi accorta.
No, no, impossibile.
Si vedranno le occhiaie? Spero di no.
Calmati Anne, andrà tutto bene.
Tutto bene.
Respira profonda... oh mamma ecco lì!

Se camminerà così veloce per tutto il tempo mi supererà senza accorgersi di me.
Cosa faccio? 
Cosa devo fare?
Non posso mica mettermi a fare le ruote per attirare la sua attenzione.
Non posso nemmeno urlare, sarebbe imbarazzante.

Guardami, guardami, guardami.
Cerco di chiamarlo con le mie doti da telepatica.

Ad un certo punto lui si gira verso la mia direzione, io distolgo lo sguardo velocemente, ma con la coda dell'occhio lo vedo che si avvicina.

Ho proprio un dono, so chiamare le persone con il pensiero.
Sarebbe bello saper leggere il pensiero.

«Sei tu, Anne di lettere»
«Oh Matthew di giurisprudenza, non immaginavo di incontrarti qui»
«Davanti all'ingresso della mia facoltà?» chiede divertito incrociando le braccia al petto.

Santo Zeus quanto è bello.

«Sembra una strana coincidenza, ma in realtà sono qui per incontrare un mio amico. Aspetta questa è la facoltà di giurisprudenza? Allora ho sbagliato ingresso» fingo di essere sorpresa per poi sorridere imbarazzata.

Spero di star mentendo bene o mi prenderà per una pazza stalker e mi denuncerà alla polizia.

«Capisco, allora sarà il fato che ci avrà fatto incontrare di nuovo»

Un fato di nome Ashton Davis.
Secondo il piano strategicamente ideato dal mio amico e me, adesso Ashton dovrebbe inviarmi un messaggio dicendomi che non mi può incontrare ed io, in seguito, chiedere a Matthew di prendere un caffè insieme.

Ed ecco che con perfetto tempismo arriva.

«Il mio amico mi ha dato buca, peccato e pensare che sono venuta fin qui» faccio finta di lamentarmi, ora devo fare la mia mossa.

Coraggio Anne, ce la puoi fare.
Ce la posso fare.

«Ti andrebbe di prendere qualcosa insieme?» chiediamo insieme, per poi scoppiare a ridere.

Siamo sulla stessa lunghezza d'onda!
Non ci posso credere che mi ha invitato anche lui.

«Bene, allora vieni ti porto in una caffetteria carina qui vicino»

Quando entriamo riconosco subito il locale, è lo stesso in cui mi ero incontrata con Richard la settimana scorsa.
In effetti frequentano la stessa università anche loro due.

«Carina vero?»
«Si, molto» rispondo prendendo posto ad un tavolo vicino alla grande finestra.
«Ti va di continuare il gioco delle domande? Così possiamo continuare a conoscerci» propone Matthew dopo che il cameriere si è allontanato con le nostre ordinazioni.
«Si, certo. Comincia tu»
«Colore preferito?»
«Celeste e blu notte, anche se in realtà mi piacciono tutti i colori del cielo»

Lui annuisce sorridendo. 
È così bello i capelli spettinati, gli occhi azzurri, il sorriso. 
Poi è gentile, carino e simpatico.

«Film preferito?»

Sono curiosa di sapere che genere di film gli piacciono.

«Armageddon»

Bel film. 
L'ho visto con mio padre. 
Bruce Willis, Ben Affleck e Liv Tyler insieme, ottimo cast, per non parlare della colonna sonora! Gli Aerosmith! Adoro Steven Tyler.

«È piaciuto molto anche a me, per non parlare del finale, ho pianto come una fontana»
«Si, è vero il finale è commovente, il tuo film preferito?»
«L'attimo fuggente, seguito dalla trilogia del signore degli anelli»
«Bello quel film, Robin Williams era un attore incredibile, anche un comico divertentissimo. Tu studi lettere quindi questo film ti si addice proprio»

Il cameriere poggia sul tavolino di legno una tazza fumante di caffè e la mia tazza di tè alla vaniglia e una piccola fetta di torta pera e cioccolato.
Oddio che buon odore.
Certo che è strano, sono in una caffetteria con Metthew James.
Se qualcuno al liceo mi avrebbe informato che in futuro sarebbe successo questo gli avrei riso in faccia.

«Il signore degli anelli... non l'ho mai visto» mormora versando una bustina di zucchero nel caffè. 
«Come? Davvero? Mai?»
«Già, ma potremmo guardarlo insieme una volta»

Oh santo Zeus
L'ha detto davvero?
Oh mamma mia

«Si, sarebbe bello» rispondo cercando di mantenere la calma.

Guardare un film con Matthew e non un film qualunque, ma IL Film.

***

È sabato sera e tra poco devo uscire per andare a festeggiare Harriet insieme agli altri colleghi.
Ashton ha deciso di passarmi a prendere e poi raggiungeremo insieme il locale.

Il giorno prima con Matthew è stato bellissimo, abbiamo molte cose in comune, l'unica cosa negativa è che non ha visto il signore degli anelli e non ha mai guardato una serie tv.
Come si fa a vivere senza aver mai visto una serie tv?
Com'è la vita senza serie tv? Triste e buia, a parere mio.
Comunque ho deciso di farlo entrare in questo magico mondo iniziando a guardare con lui una delle mie serie tv preferite: Friends.
A casa ho pensato a Matthew come mio possibile marito e sì lui è meraviglioso, dolce e simpatico, ma non ho sentito nessuna scintilla.
Magari ci vuole tempo.

Ah un'altra novità!
Richard ieri sera mi ha chiamato, mi ha chiesto di uscire insieme a lui il prossimo weekend. Ho accettato.

«Ha citofonato Ashton, ti aspetta giù» grida Lucy dalla cucina.
«Divertiti piccola Anne» mi saluta per poi tornare a guardare un episodio di Shameless.

Sarà una serata divertente, sicuramente, i miei colleghi mi stanno tutti simpatici.

«Hey Withman, pronta per la serata?»
«Stranamente sì, dov'è la macchina?»

Lui mi guarda sorridendo, perché sorride invece di rispondere?

«Non sono venuto in macchina, andremo a piedi»
«Comodo, così puoi bere quanto vuoi»
«Com'è andata con Matthew?» chiede mentre ci incamminiamo verso il centro.

Mi stringo nella mia giacca perché questa sera c'è un vento forte che fa gelare le ossa.

«Bene, è stato carino»
«Tutto qui? Carino?»
«Che vuoi che ti dica? Non è successo nulla, abbiamo parlato ed è stato bello»

Lui continua a guardarmi come se cercasse di capire la verità.

«È ancora nella tua lista?»
«Si, magari la scintilla scatterà la prossima volta, poi mi piace stare in sua compagnia»

Lui annuisce e per il resto della strada parliamo degli ultimi episodi di This is us e di una nuova serie tv che ho iniziato.
La strada è illuminata dai lampioni lungo i marciapiedi, ma non emettono tanta luce, infatti a causa loro ho rischiato di finire in tre pozzanghere. L'aria è molto umida e si sente ancora l'odore di pioggia. Non ci sono molte persone in giro, ma continuano a passare taxi, sarà che nessuno vuole beccarsi eventuali piogge improvvise.

«Davvero? Sei così banale? Che cliché» dice ridendo Ashton.
«Sarà anche banale, ma i baci sotto la pioggia sono così magici»

So che è il solito cliché, ma fin da piccola i baci sotto la pioggia mi sono sempre sembrati i più romantici.

«Due persone sono disposte a prendersi la febbre e il raffreddore per starsene sotto la pioggia a sbaciucchiarsi, davvero romantico» mi prende in giro il moro continuando a ridere di me.
«Come siamo arrivati a parlare dei baci sotto la pioggia?» chiedo io all'improvviso non ricordandomi più il discorso di prima.
«Stavi parlando di Audrey Hepburn poi sei passata a Colazione da Tiffany e al bacio sotto la pioggia, per poi passare a Cinderella Story»
«Mi stavi davvero ascoltando? Ho parlato io tutto il tempo, di film romantici e baci deve essere stato noioso per te»
«Sì, tremendamente noioso» risponde ridendo, per poi aggiungere che a lui era piaciuto di più Cinderella Story e che quando era piccolo aveva una cotta per Hilary Duff.

Senza accorgercene siamo arrivati al locale, all'interno vediamo tutti i nostri colleghi ad un tavolo vicino al bancone. 
Harriet ci grida di raggiungerli, la musica è alta, ma non troppo.

Il locale è carino, luci a neon viola e blu illuminano tutto, i tavoli sono anche essi di color viola.
Ashton si fa strada tra le altre persone in piedi che ballano sulla piccola pista da ballo, io lo seguo velocemente.
La musica che risuona in tutto il pub è Mambo no. 5, mi fa venire in mente una volta in cui mia mamma si è messa a cantarla mentre stendeva i panni.

«Ben arrivati! Vi abbiamo ordinato già due birre» dice Harriet indicando i bicchieri sul tavolo.
«Ci sono patatine e noccioline come snack, se volete» ci informa George, un altro collega, all'incirca della stessa età di Harriet.
«Venite a ballare?» chiedono Harriet e Mia, noi rifiutiamo, ma George e Kevin le seguono.

Al tavolo rimaniamo io, Ashton e Molly.
Non pensavo che Molly sarebbe venuta, è sempre distaccata con tutti noi, non ci rivolge mai la parola. Una volta le avevo offerto una fetta della mia cheesecake e lei mi aveva risposto che era orrenda e faceva schifo solo a guardarla. 
Pensavo le stessimo tutti antipatici.

«Ciao Molly» la saluta Ashton sorridendole. 
Lei ricambia il saluto e, con mia sorpresa, gli sorride.

Molly sa sorridere? 
Non l'avevo mai vista sorridere.

«Tu piaci proprio a tutti, vero?»

Ashton si volta verso di me confuso.

«Cosa intendi dire?»
«Sei uno che fa colpo. Midge, Molly e tutte le nostre clienti»

Per non parlare di me, quando avevo iniziato a lavorare in libreria.

Abbiamo anche clienti fisse che vengono solo quando è il turno di Ash.

«Molly? E comunque non mi sembra proprio»
«Fai pure il modesto, non ho mai visto Molly sorridere a nessuno, ma a te sì»
«Gelosa?» chiede sorridendo, anzi più che un sorriso è un ghigno divertito quello sul suo volto.
«Cosa? No, ti piacerebbe»

Lo sento bisbigliare qualcosa, ma a causa della musica non riesco a sentire.

«Come hai detto? Non ho sentito»
«Uhm... non piaccio a tutte, come dici tu, c'è una ragazza a cui non piaccio, non ho chance con lei»

Davvero? Esiste una ragazza su questo pianeta che resiste ad Ashton Davis?
Deve essere un alieno.

«Non ci credo, è impossibile» dico alzandomi per andare al bancone.
«Dove vai?»
«A ordinare un toast, la birra mi fa venire fame. Tu parla con Molly»

Mi faccio strada cercando di evitare i corpi sudanti delle persone che ballano.
La musica è più alta in questo punto, da un po' fastidio, ma appena supero la pista ecco che il mio udito sta meglio.
Al bancone c'è una ragazza dai capelli azzurri corti, sembrano del colore dello zucchero filato, mi piacciono.
Al liceo ho sempre voluto farmi i capelli rosa pastello, ma non ho mai avuto il coraggio.

«Hey splendore cosa posso fare per te»

Oh mi ha chiamato splendore, aspetta ha chiamato me così?
Mi guardo alle spalle per assicurarmi che non ci sia nessun altro e sì, ci sono solo io.

«Si, potrei avere un toast»
«Certo, aspetta qui, in un secondo sarà pronto. Carter prepara un toast per la ragazza»

Il ragazzo, Carter, nella cucina annuisce, mentre la ragazza dai capelli azzurri continua a guardarmi sorridendo.

«Sei qui da sola?»
«No, sono con amici e colleghi» rispondo indicando il mio tavolo, mi accorgo che Ashton è sparito, ma Molly è rimasto lì, da sola.

Dove sarà finito?

«Ecco il tuo toast tesoro»
«Grazie mille» lascio i soldi sul bancone e mi allontano.

Torno al tavolo per gustarmi il mio toast con cotto e formaggio mentre Shape of You risuona per tutto il locale.

«Posso un morso?» chiede il moro spuntando all'improvviso al mio fianco.
«Sei impazzito?! Mi hai spaventato» rispondo mentre gli porgo il mio panino.

Ashton si siede accanto a me e cerca di convincermi ad andare a ballare, ma no.
Io non ballo.

«Ho deciso di fare una cosa»
«Cosa?» chiedo curiosa riappropriandomi del toast.
«Uscirò con la tua amica Midge»

Ah.

«Ma non hai detto che ti piace una ragazza?»
«Si, ma non ho possibilità con lei»
«Sicuro? Ci vuoi rinunciare?»
«Non lo so, ma uscire una volta con la tua amica forse mi aiuterà a capirlo»

Dopodiché torna a ballare con gli altri, quando alzo lo sguardo vedo il ragazzo che mi ha cucinato il toast avvicinarsi all'uscita e per un attimo mi sembra di conoscerlo.

Dove l'avrò già visto?





 

Nuovo capitolo!

Allora Matthew sarà l'anima gemella di Anne?
Avete mai visto Armageddon?
L'attimo fuggente?
Il signore degli anelli?
Qual è il vostro film preferito?

Anche a voi, come ad Anne, piacciono i baci sotto la pioggia?
Se sì qual è il vostro preferito?

Richard ha chiesto di uscire ad Anne, ma è possibile che sia successo qualcosa anche con Lucy, cosa ne pensate?
Ashton uscirà davvero con Midge?
Anne troverà i suoi altri amori platonici?

Lo scopriremo...

Grazie per leggere la mia storia

Kiss and hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


8. At His House




Avete presente quando vi siete appena svegliati, ma siete ancora stanchi?

Ho dormito quasi dieci ore, ma sono talmente stanca che mi sembrano solo tre.
Ho tutto il corpo pesante, come se fosse ricoperto di piombo. Appena apro gli occhi mi si richiudono, il mio corpo si ribella, non vuole svegliarsi.
Oggi ho due lezioni all'università da seguire poi, per fortuna niente lavoro, ho un appuntamento con Matthew questo pomeriggio.
Il mio letto è così comodo, i cuscini soffici e il piumino morbido, non voglio proprio alzarmi. La mia sveglia suona per la terza volta, va bene, ho capito mi alzo. Spengo la mia piccola sveglia a forma di mela, per poi trascinarmi fino al bagno.
Oddio uno zombie è più bello di me.
Ma perché ho le occhiaie? Ho dormito tantissimo.
Dopo una bella doccia mi sento molto più sveglia e... uhm come dire nuova.

«Buongiorno piccola Anne ti ho preparato un tè» mi saluta Susan quando entro in cucina. Mi porge la tazza e un piatto di biscotti al cioccolato cucinati da lei.
«Buongiorno, Lucy dov'è?»
«È uscita presto stamane so che aveva un appuntamento di lavoro»

Più presto di ora che sono le 7.00?
Mamma mia, non ce la farei.

«Oggi che programmi hai?» chiedo a Susan che si è seduta accanto a me.

La nostra cucina non è grandissima, ma abbastanza grande, così che Susan possa esercitarsi nella preparazione di nuovi piatti. Quando lei crea, io e Lucy, non abbiamo il permesso di disturbarla o di entrare in cucina.
I mobili sono tutti in legno bianco, erano i vecchi mobili della cucina della nonna di Lucy. In realtà molti nostri mobili appartenevano alla nonna di Lucy, la signora è andata in una casa di riposo e ci ha permesso di prendere i suoi arredi. Ad esempio il mio amato divano color pesca apparteneva alla nonna di Lucy.
Le pareti della cucina sono color crema, la finestra, affianco al lavello, illumina tutta la stanza. Il tavolo è giusto giusto per tre persone ed è in legno scuro, come le sedie.
Il nostro frigo è pieno di calamite orrende, abbiamo una tradizione: ogni volta che una di noi va da qualche parte compra la calamita più brutta che trova. Ad esempio quella di Berlino è un enorme bandiera della Germania con sopra degli occhiali da sole e dentro le lenti c'è scritto "Berlino Baby" la scritta si illumina al buio. Era la più brutta che c'era nel negozietto, orrenda, ma buffa. Quella di Dublino è la testa di un folletto con gli occhi che si muovono quando muovi la calamita, un po' inquietante a volte sembra che mi fissi.

«Hai capito?» mi domanda Susan facendomi tornare alla realtà.

Com'è possibile che io mi distragga così facilmente?

«Cosa?»
«Anne quando la smetterai di distrarti per nulla»

Susan sembra mia mamma delle volte.

«Oggi lavoro da pranzo fino a tarda sera, vado al ristorante alle undici e poi dormo da Dylan»
«Va bene, io oggi ho lezione fino a mezzogiorno, poi vado a casa di Matthew» la informo con un piccolo sorrisetto, anche Susan sorride come me.
«Finalmente l'hai conosciuto, ti ricordi al liceo come gli correvamo dietro? Speravamo sempre che ci notasse. Ora finalmente è successo, sono contenta per te» dice continuando a sorridermi dolcemente.
«Grazie Susan»

——

«Capisci? Oggi finalmente uscirò con Ashton! Che bello! Andiamo a pranzo insieme, mi porta in un posticino che a lui piace molto»

È da almeno un'ora che Midge mi ripete sempre la stessa cosa, mi sta per esplodere la testa.
Stiamo camminando per i corridoi dell'Università, è già finita la prima lezione e ora dobbiamo raggiungere la prossima aula. Ci sono una marea di studenti nel corridoio tutti che corrono a prendere i posti prima che finiscano. Anche a me è capitato di rimanere in piedi, eravamo talmente tanti che ho dovuto seguire la lezione seduta per terra.

«Hai già un nuovo ragazzo?» chiede qualcuno alle nostre spalle.

Uh Trevor, l'ultimo ragazzo di Midge, quello che lei riteneva troppo nerd. 
Il ragazzo guarda dispiaciuto la ragazza affianco a me. 
Midge non sembra farci caso, anzi alza gli occhi al cielo e sbuffa.

«Non sono affari tuoi» gli risponde per poi afferrarmi il braccio e trascinarmi via. Trevor ci guarda, la guarda come se volesse correrle dietro e impedirle di lasciarlo, poverino.
Spero proprio che non tratti anche Ashton in questo modo.
Entrate in aula Midge smette di parlare di Ash e si concentra sulla lezione, come faccio anch'io.
L'aula è molto grande, la professoressa di letteratura francese si mette al suo posto dietro la cattedra e si prepara a spiegare un nuovo argomento. Tutti gli studenti seguono attentamente la lezione, è molto brava a spiegare e le slide proiettate aiutano a comprendere meglio.

Quando finisce mi sembra sia durata pochissimo, io e un altro ragazzo che era seduto affianco a me ci confrontiamo un attimo sugli appunti, mentre Midge continua a dirmi di muovermi.
Non si può più nemmeno controllare gli appunti.
All'uscita troviamo Ashton che ci sorride, mi sento improvvisamente di buon umore.

«Buongiorno ragazze» ci saluta con un piccolo inchino, sorrido istintivamente è sempre così buffo.
«Ciao Ashton» grida Midge superandomi e abbracciando il mio amico. Lui colto un po' alla sprovvista ricambia l'abbraccio impacciato, intento mi guarda sorridendo.
«Com'è andata la mattinata?» chiede separandosi da Midge. Quest'ultima racconta di Trevor e della professoressa di letteratura francese che indossasse la sua stessa giacca.
«Tutto bene, ma non vedo l'ora di tornamene a letto» rispondo io poco prima di sbadigliare.

Sono ancora stanchissima, spero di non addormentarmi all'appuntamento con Matthew.

«Come sei pigra Withman»
«Andiamo Ashton? Ho fame» chiede Midge aggrappandosi al braccio di Ash. Lui annuisce, mi salutano e poi si allontanano, lei si tiene ancora ancorata al suo braccio. Rimango ferma ad osservarli finché non si allontanano, spero vada tutto bene. Domani Ashton mi dovrà dire la sua opinione e sono sicura che Midge mi chiamerà per raccontarmi tutto.

Per arrivare a casa di Matthew devo raggiungere Liverpool road, poi svoltare quando vedo MacKenzie Road in modo da avere Paradise Park alla mia sinistra, girare a destra in Lough Street e andare dritto finchè non vedo la sua via: Piper Street. Il suo è un palazzo bianco con mattoni rossi e un cancello nero, numero 9. 

Ce la posso fare ad arrivarci.

——

Appartamento 115, secondo piano, quindi dovrebbe essere questo qui.

Calmati Anne, infondo stai solo per entrare a casa di Matthew, uno dei tuoi amori platonici, il principe del tuo liceo.
Non sono calma per niente.
Okay, ora busso.
Se scappassi ora? Non ho tempo di riflettere, perché la porta si apre lasciandomi quasi a bocca aperta.

Perché Matthew è così bello?
Mi sento un po' in imbarazzo, perché un ragazzo come lui vuole passare del tempo con me? Potrebbe avere di meglio.

«Anne di lettere! Benvenuta nella mia umile dimora» dice facendomi entrare. 
Indossa un semplice paio di jeans e una maglietta grigia, ma sta benissimo.
Scommetto che è bello anche quando si è appena svegliato, a differenza mia.
«Grazie Matthew» rispondo sorridendo e dandogli la mia giacca e borsetta, lui li appende sull'attaccapanni in salotto.

Titubante abbandono l'ingresso per entrare nel salotto. 
Le pareti sono bianche, appena entro trovo un tavolo da pranzo, poi un divano color beige e davanti ad esso un mobile con sopra la televisione. 
Sulle pareti ci sono quadri di paesaggi e poster di vecchi film.

Uh Star Wars che bello!

«Non hai fatto troppa fatica a trovare casa mia, vero?» chiede avvicinandosi a me.
«Tutto tranquillo»
«Ti piace Star Wars?» domanda indicando il poster del quarto film della saga.
«Si, ma come tu sai la saga più bella per me è il signore degli anelli» rispondo voltandomi e tornando a guardarlo negli occhi. Sono così azzurri.
«Giusto... tutto bene all'università? Che ne dici se preparo un tè e parliamo un po', poi guardiamo Friends?»
«Mi sembra un ottimo piano» rispondo sorridendo e seguendo il ragazzo in cucina. L'arredamento è molto diverso dalla mia cucina, qui tutto è nuovo, cos'è questo granito? Da noi a momenti si rompono le mensole per quanto sono vecchie.
«Comunque hai veramente una bellissima giacca e oggi i capelli ti stanno veramente bene»

Oh non me l'aspettavo.
Mi tocco istintivamente i capelli e sento le guance arrossire, ogni volta che qualcuno mi fa un compimento le mie guance si tingono subito di rosso.

«Bene vuoi lo zucchero?»

Io annuisco allora lui continua a raccontarmi della sua mattinata. 
Poi è il mio turno, lui mi ascolta con tanta attenzione che per un attimo mi mette in soggezione.

Quando il té è pronto ci sistemiamo sul divano, uno di fronte all'altro in modo tale da poter continuare a guardarci mentre parliamo.
Mi sembra così surreale. Lui continua ad ascoltarmi mentre gli racconto dell'università.
Ha delle labbra bellissime, penso mentre lo osservo prendere un sorso di tè.
Oddio cosa sto dicendo? Perché non riesco a smettere di osservare ogni suo minimo dettaglio?
Mi piace stare qui, con lui, a parlare tranquillamente sorseggiando del buon té. L'unica cosa è che.. non so come dire, ma il modo in cui mi guarda, come ho già detto,mi mette in soggezione.

Quando iniziamo a guardare Friends mi rilasso un pochino, ero in tensione molto più di quanto pensassi. 
Anche lui sembra rilassarsi, continuo ad osservarlo con la coda dell'occhio, senza cercare di farmi notare. 
Lui guarda rapito la televisione con un sorriso sulle labbra, com'è bello, anche la sua risata lo è.

«Jennifer Aniston era così giovane» dice all'improvviso girandosi verso di me, mi volto di scatto, ma penso che abbia capito che lo stavo osservando.
«Si, molto giovane, tutti lo erano» rispondo tornando a guardare la puntata. Ho le guance rosse, lo sento, perché non sono stata più attenta, mi sono fatta beccare mentre lo fissavo come un ebete. 
Guardiamo qualche altro episodio ridendo e commentando insieme. 
Per ora ha detto che il suo personaggio preferito è Ross, mentre i miei sono Chandler e Phoebe.

Poco dopo, mi accorgo dell'ora e capisco che è arrivato il momento di andare, si sta facendo tardi.

Matthew mi aiuta a mettermi la giacca, che gentiluomo, poi mi accompagna giù, fino al portone.

«Ti andrebbe di venire anche la settimana prossima, stesso giorno e stessa ora?» chiede aprendomi il portone e tenendolo aperto in attesa di una risposta.
«Certo» rispondo felice, forse troppo felice, ma non mi importa Matthew mi ha invitato ancora! Un altro pomeriggio in sua compagnia, stare ancora con lui, conoscerci meglio guardando insieme una delle mie serie tv preferite.
Forse potrebbe essere lui quello giusto. Lo vedo sorridere, ha delle bellissime fossette, i suoi occhi si riducono a piccole fessure quando sorride così, ma resta sempre bellissimo.

«Bene, la prossima volta, però ti vengo a prendere in università, ciao Anne»

Si avvicina a me e mi lascia un leggero bacio sulla guancia, come se fosse la cosa più semplice e normale del mondo.
Rimango qualche secondo immobile e fissarlo, poi quando finalmente riesco a riprendermi lo saluto e me ne vado con un sorriso sulle labbra. 









 

Finito un altro capitolo!

Come avete passato la Pasqua?

Io nonostante abbia vent'anni mi piace ancora ricevere le uova di cioccolato e ne sono stata sommersa. 
Tutti i miei parenti mi hanno regalato ovetti kinder😻

Anyway spero il capitolo vi sia piaciuto
Cosa ne pensate?
Come vi sembra Matthew?
Come andrà l'appuntamento tra Ashton e Midge? 

Kiss and hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


9. Don't Worry



Ed è già il weekend, alcune settimane passano in fretta, mentre altre sembrano durare in eterno.
Questa sera mi incontro con Richard, sono in ansia, ma anche curiosa di sapere come si svolgerà questa serata.
Durante la settimana ho indagato un po' e ho scoperto che lui e Lucy sono usciti insieme due volte, sono andati a mangiare insieme e al cinema, ma niente di più. Lucy mi ha raccontato che lui le piace molto, vorrebbe rivederlo, ma lui prima vuole parlare con me. La mia amica mi ha fatto domande su me e Richard, quindi le ho raccontato della cotta che avevo da bambina e del nostro appuntamento, quando ero tornata dai miei. Aveva intuito qualcosa, ma non sapeva che eravamo usciti per appuntamento, dopo mi ha chiesto mille volte se per me andasse bene che lei e Richard uscissero insieme. Le ho detto di sì, ho ormai capito che Richard non è l'uomo della mia vita, ma potrebbe esserlo per Lucy, io e lui saremo solo amici. Prima dell'appuntamento con Richard, decido di chiamare i miei genitori per sapere come stanno e raccontare a mia madre le novità. 
Chiudo la porta di camera mia per evitare che una delle mie amiche senta la conversione.

«Pronto? Anne? Sei tu?» grida mia madre dall'altro capo della cornetta.
«Sì, mamma, come state?» chiedo sorridendo felice di sentire la sua voce.
«Tesoro io sto benissimo, anche tu padre, piuttosto tu come stai? Università? Lavoro? Il tuo folle piano?» L'ultima domanda la sussurra, probabilmente per non farsi sentire da mio padre.
«Lavoro tutto bene e anche all'università, sono solo un po' stressata, tra un mese avrò gli esami. Riguardo ai miei amori platonici... Richard ha conosciuto Lucy qualche settimana fa e credo che sia stata un colpo di fulmine tra loro»
«Che cosa?! Lucy e Richard? Tesoro mi dispiace tanto, come stai?»
Non so perché, ma sentire mia mamma preoccuparsi così per me, nonostante per lei questa mia idea sia stupidamente folle, mi fa tenerezza. 
Vorrei fosse qui con me, sul mio letto, insieme potremmo parlare e spettegolare come quando andavo al liceo. Poi finiremmo per guardare qualche commedia romantica e innamorarci dell'attore protagonista.
«Sì, alla fine se tra loro c'è stato il colpo di fulmine, io non posso fare nulla. Poi non poteva di certo essere il primo il mio grande amore. Lo sanno tutti che il primo che appare nelle storie non è mai quello giusto» rispondo sinceramente, la penso davvero così.
«Capisco, gli altri li hai trovati?»
«Ne ho trovato uno, Matthew James, il più bello del mio liceo, te lo ricordi?» chiedo sorridendo al pensiero di Matthew e del pomeriggio passato insieme.
«Se me lo ricordo? Tesoro non parlavi altro che di lui! Ogni giorno!» si lamenta ridendo mia madre, scoppio a ridere anch'io. Mia mamma poi inizia a fare la mia imitazione di quando tornavo a casa da scuola e parlavamo di Matthew.
«Lui non lo sa ancora che abbiamo fatto lo stesso liceo, chissà quando lo scoprirà cosa dirà... comunque ci siamo visti due volte: una in caffetteria e una a casa sua»
«A casa sua? Anne ma come? Subito a casa di lui vai?» chiede mia mamma sorpresa.
«Abbiamo parlato e guardato Friends»
«Il tuo appuntamento ideale! Oh sembra proprio perfetto per te! Devi farmi sapere di più su di lui, quando uscirete di nuovo insieme?» chiede emozionata, la mia super mamma appassionata di storie d'amore quanto me.
«La settimana prossima, quando non lavoro torno a casa sua per guardare un altro episodio, non vedo l'ora»
Senza che possa vederlo, so esattamente quale espressione sta facendo mia mamma, la stessa che ho io: un sorriso. Non è un semplice sorriso, quello che si fa quando qualcuno fa un battuta, no è il classico sorriso mio e di mia madre quando avvertiamo l'amore nell'aria. Io e mia mamma abbiamo un sorriso speciale per questo genere di cose, quando vediamo un film in cui finalmente i protagonisti si dichiarano e si baciano mostriamo quel sorriso. Quando avevo quattordici anni andavamo fuori dalle chiese a lanciare  il riso sugli sposi, anche se non li conoscevamo, mostrando sempre quel sorriso. Io e mia mamma amiamo l'amore.

«Sono contenta, gli altri tre amori platonici?» chiede poi all'improvviso.
«Ehm... sì li devo ancora cercare, anzi puoi farmi un favore? Indagheresti su Edward, il figlio del socio di papà, non farti scoprire» chiedo sperando accetti, Ashton sta indagando sugli altri due Edmund e Lucas, ma Edward mia madre lo conosce bene, lei può trovarlo.
«Lascia fare a me, agente 007 pronto per la missione» risponde ridacchiando, per poi salutarmi e chiudere la chiamata.

Sembra strano, ma Ashton mi ha detto che avrebbe rintracciato lui gli altri ragazzi. Spero davvero ci riesca. 
Un'altra cosa strana è che Ashton si è divertito all'appuntamento con Midge e usciranno anche stasera insieme.
Non fa niente, non sono affari miei, non mi deve interessare.
Quando guardo l'orologio capisco che è ora di prepararsi per l'appuntamento con Richard. Abbiamo deciso di incontrarci in Trafalgar Square e di fare un giro, magari di prenderci un caffè da qualche parte.
Non ho intenzione di vestirmi elegante, un paio di jeans e una maglietta bianca a righe gialle andrà benissimo. Ci metto poco a prepararmi, non sono una persona che passa tanto tempo a truccarsi, solo un po' di correttore e mascara.
Visto che mi avanza del tempo decido di mettere un po' di ordine la camera. La mia stanza non è molto grande, nemmeno quelle di Lucy e Susan lo so, comunque devo proprio sistemare la scrivania è sommersa da libri e vestiti. Apro l'armadio, che si trova affianco alla porta, per poter rimettere tutti i vestiti dentro. Tuttavia prima mi tocca dividere i vestiti tra ancora puliti e da lavare, dopodiché piego quelli puliti e li ripongo al loro posto. 
I libri li sistemo in base a quelli che mi serviranno prima, poi abbasso la tapparella della finestra, dietro la scrivania, così quando ritorno è già giù. 
Ho sempre avuto paura di svegliarmi e trovare qualcuno fuori dalla finestra, quindi dormo sempre con le tapparelle abbassate.

«Anne sei viva?» chiede Lucy bussando alla porta.
«Si, stavo dando una pulita» rispondo aprendo la porta, lei si sporge per osservare la mia stanza e poi annuisce.
«Si, ma non dovevi uscire con Richard stasera?» chiede per poi indicare l'orologio in salotto, vicino alla porta di casa.
È tardi, sono in ritardo.
«Si, esco adesso»
Prendo la borsetta nera appesa alla maniglia della porta, con dentro già tutto quello che mi potrebbe servire, la giacca e la sciarpa sul letto e poi corro verso l'uscita.

Appena esco l'aria fredda mi colpisce in pieno viso, mi stringono nella giacca e cammino velocemente verso il punto di incontro. 

Mi piace molto la piazza di sera, le luci, le persone che escono con gli amici o per andare ad appuntamenti.
Mi guardo intorno cercando il volto familiare di Richard, ma non lo trovo.
Il mio cellulare inizia a squillare, è lui.

«Hey Anne, dove sei?»
«Ciao Richard sono di fianco alla fontana, quella a destra, se dai le spalle alla colonna di Nelson, tu?» chiedo continuando a guardarmi intorno, ma non lo vedo.
«Richard?»
Nessuna risposta, mi accorgo allora che è caduta la linea, oppure mi ha messo giù.
Dove sarà?

«Sono qui dietro» dice una voce alle mie spalle, che mi fa sobbalzare. La voce che poi scopro essere quella di Richard e non di un pazzo assassino.
«Ciao Richard» lo saluto sorridendo, lui si avvicina e mi lascia un bacio sulla guancia, le mi guance si tingono leggermente di rosso, non me l'aspettavo.
«Andiamo in un bar qui vicino, ti va?» chiede facendo cenno con la testa nella direzione del pub.
Annuisco ed insieme ci incamminiamo.
Devo dire che Richard mi fa sempre un certo effetto, sarà che è stato il mio primo amore, il mio primo migliore amico, la mia prima delusione.
«Come stai?»
«Bene, tu?» chiedo guardandolo mentre sorride imbarazzato e si passa una mano tra i suoi bellissimi riccioli.
«Si, bene, sono contento di essere qui con te»
Sento un leggero calore sul petto, come se qualcuno mi stesse abbracciando. È una bella sensazione, mi fa stare bene.
«Lucy mi ha detto che siete usciti insieme»
Lo vedo arrossire leggermente e anche sorpreso dalla mia affermazione, poi sorride e si limita ad annuire.
«Si, ma per ora non mi va di parlarne, prima sediamoci al caldo» dice aprendo la porta del pub, The Harp, e tenendola aperta per me. Sopra l'ingresso sono appesi quattro vasi, i fiori erano delle margherite bianche che si alternavano con delle margherite rosa, molto carino. C'è una grande vetrata colorata affianco al bancone, è una di quelle vetrate che si può aprire, così d'estate la gente può sedersi al bancone, ma restando dal lato esterno del pub. L'interno non è molto grande, il bancone occupa un gran parte dello spazio, poi ci sono una decina di tavolini, ad una parete c'era il tiro a segno per giocare a freccette.  C'erano solo due uomini abbastanza robusto seduti al bancone e una coppia seduta al tavolo. Noi ci sediamo in quello più distante, lontano dal bancone.

«Cosa vuoi bere?»
«Prendo solo un tè freddo al limone» rispondo togliendomi la giacca e la sciarpa.
Richard si avvicina al bancone per ordinare, torna poi al tavolo con una birra e la mia bibita.
«Allora l'ultima volta che ci siamo visti te ne sei andata via in fretta e furia... non sono riuscito a finire di parlarti»
Si interrompe mordendosi il labbro inferiore, io rimango ad osservarlo rapita, poi ovviamente si passa una mano tra i capelli, classico gesto che fa quando è in imbarazzo oppure sta pensando.
«Si, ti chiedo scusa per il modo in cui me ne sono andata. Comunque Lucy mi ha detto che siete usciti, ma tu lei hai detto che prima di uscire di nuovo con lei volevi parlare con me, quindi cosa mi devi dire?»
Mi guarda come se non si aspettasse che fossi io a parlare per prima.
«Sì, allora io e te siamo usciti insieme. Io ti ho detto che era un vero appuntamento e poi chiedo di uscire a una delle tue migliori amiche, mi sono comportato male, soprattutto perché ti avevo detto che volevo riallacciare il rapporto. Quindi ti chiedo scusa» mi dice tutto ad un fiato per poi bere un sorso di birra.
Oh wow... non me l'aspettavo, sono contenta delle scuse, ma se proprio vogliamo parlare apertamente dovrò dirgli sinceramente che cosa penso. Prendo un sorso di te prima di rispondergli, ora rimpiango di non aver preso della birra anch'io, mi avrebbe dato forse più coraggio.
«Sai Richard tu sei stato il mio primo amore. Avevo una grande cotta per te quando eravamo bambini, ma me lo sono tenuta per me, ero contenta che fossimo migliori amici. Poi tu ti sei allontanato da me, hai smesso di parlarmi, salutarmi... quando ci siamo rivisti ho sperato di poter ritornare amici, ma allo stesso tempo sentivo i miei sentimenti ritornare a galla. Quando mi hai detto che era un vero appuntamento mi hai reso felicissima, poi alla serata della tua band hai conosciuto Lucy e lì ho capito che io non avrei mai avuto possibilità con te»
Rimango incredula di aver detto tutto in modo comprensibile, senza balbettii, e di averlo detto con molta calma. 
Anche lui sembra incredulo da quello che gli ho appena rivelato.
«Avevi una cotta per me? Perché non me l'hai mai detto? E adesso?»
«Non te l'ho mai detto perché eravamo bambini, preferivo avere un migliore amico, pensavo che semmai sarebbe accaduto qualcosa una volta cresciuti. Non ti preoccupare, non intendo mettermi in mezzo tra te e Lucy, tengo ad entrambi e voglio che siate felici»
«Ma hai detto che i tuoi sentimenti sono ritornati a galla, io non voglio farti stare male, vorrei davvero tornare ad essere tuo amico, il tuo migliore amico»
Per un attimo sembra che voglia prendermi la mano, ma la ritira velocemente per prendere poi un altro sorso di birra.
«Sono tornati a galla, ma perché tu sei il mio primo amore. La mia prima cotta, proverò sempre quell'affetto per te, credo che per tutti il primo amore sia importante, comunque si va avanti»
Il mio primo amore platonico.
«Capisco, quindi sicura che vada tutto bene?»
Annuisco sorridendo, lo vedo rilassarsi e mi sorride anche lui.
«Quindi siete già usciti due volte, qual è la prossima mossa? Dove la porterai?» chiedo curiosa e con il sorriso tipico mio e di mia madre.
Adoro parlare dei primi appuntamenti, adoro i primi gesti che ti fanno capire i sentimenti che prova una persona. 
Richard sorride per poi ammettere di non sapere cosa fare.
Parliamo un po' di Lucy e di cosa le piace, rivelo a Richard che la mia amica ha un debole per gli animali, adora andare allo zoo e all'acquario. Le piacciono gli spettacoli a teatro e andare a ballare.
Ordiniamo entrambi altri due birre, per un attimo mi sembra di rivedere noi due da bambini ridere e scherzare, forse potremmo davvero tornare ad avere quel rapporto.
A fine serata decide di accompagnarmi a casa e di prendere poi un taxi per tornare a casa.

«Sali su e saluta Lucy! Anzi invitala subito al prossimo appuntamento» dico convinta della mia idea.
«Magari non mi vuole a vedere a quest'ora, forse sta già dormendo»
«Si, forse hai ragione»
Molte sere Lucy si fa una maschera di carbone per il viso, Richard si prenderebbe un colpo e lei si spaventerebbe a vederlo lì.
È stata una bella serata, sono molto contenta di come sia andata.
«Anne Rosie Withman sono contento di poter essere di nuovo il tuo migliore amico» dice con un tono di trionfo per poi appoggiarsi al portone di casa mia mentre io cerco le chiavi. Ho una borsetta piccola, ma le cose si perdono al suo interno, un po' come la borsetta di Hermione nei Doni delle morte.
«Richard Martin sono lieta di annunciarle che la qui presente Miss Withman è altrettanto contenta»  rispondo ridacchiando.
«Buonanotte Anne»
«Buonanotte Richard»
Mi lascia un leggero bacio sulla guancia per poi tornare sulla via principale per chiamare un taxi.
Proprio una bella serata.

Quando arrivo in casa trovo Susan addormentata sul divano con la televisione ancora accesa, così mi tocca spegnerla e accompagnarla mezza addormentata a letto. Lucy, invece, dorme già nella sua stanza.
Io appena vedo il mio letto, mi ci butto letteralmente sopra, non posso fare a meno di sorridere, sono troppo contenta. 

Ding
Messaggio di Midge: Ashton mi ha baciato

Ah... l'ha baciata, adesso non voglio pensarci. Sono troppo felice per pensare ad Ashton e Midge... l'ha baciata.

Ding
Messaggio di Ashton: Ho trovato Lucas Carter

Oddio davvero?! 
Lucas Carter, il mio secondo amore platonico, chissà che aspetto ha adesso.

Ora mi basterebbe che Tom Holland, Robert Downey Jr e Chris Pratt mi dichiarassero il loro amore e sarebbe tutto perfetto.










 

Nuovo capitolo!!

Spero tanto vi sia piaciuto!

Ora finalmente la situazione con Richard si è chiarita.
Lui purtroppo è fuori dalla lista del possibile marito di Anne.
Ashton ha trovato Lucas Carter, sarà davvero il Lucas Carter di Anne? 

Cosa ne pensate del capitolo?

Kiss and hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


10. Normal Day

 
 

«Anne sono sempre stato innamorato di te» mi rivela con la sua bellissima voce seducente, mentre io sento le mie gambe farsi molli e il cuore battermi forte.
«Davvero? Dici davvero? Non posso crederci»

Lui annuisce per poi avvicinarsi a me, rimaniamo a guardarci negli occhi, per qualche secondo, poi lui si avvicina ancora di più e poggia la sua mano sulla mia guancia. Al suo tocco mi sale un brivido lungo la schiena, non riesco più a reggermi, tra poco sverrò. 
Lo vedo sorridere, quanto è bello. 
Proprio quando Sebastian Stan sta per baciarmi sento una voce in lontananza chiamarmi e purtroppo apro gli occhi.

Era un sogno? Sebastian Stan non mi ama?

«Anne sei sveglia?»

Richiudo in fretta gli occhi, ma Lucy deve essersene accorta e si siede sul bordo del mio letto. La ignoro e cerco di riaddormentarmi, è mattina presto ed è domenica.
Ma perché mi ha svegliato? 
Sebastian Stan ha detto di amarmi, poi quasi ci saremmo baciati e invece no, Lucy mi deve svegliare!! 
Voglio riaddormentarmi e continuare il sogno.

«Anne?» mi chiama ancora colpendomi il braccio.
«Lo so che sei sveglia, ti ho visto aprire gli occhi»

Va bene, so che non se ne andrà mai finché non le rispondo, faccio un bello sbadiglio, in modo che Lucy capisca che sono ancora stanca, ma niente resta ancora seduta sul mio letto.

«Okay Lucy, sono sveglia. Mannaggia a te! Stavo facendo un bellissimo sogno con Sebastian Stan» mormoro strofinandomi gli occhi per poi girarmi nella sua direzione. 
Per fortuna non ha tirato su le tapparelle, se no ci sarebbe stata troppa luce e sarebbe stato un pessimo risveglio, peggio di questo.

«Buongiorno raggio di sole» mi saluta la mia amica felice.

Perché tutta questa felicità di prima mattina?

«Quindi cosa vuoi?»
«Richard mi ha chiamato stamattina»

Ma è prestissimo? Perché la chiama all'alba, se mai il mio futuro ragazzo/marito dovesse fare una cosa del genere gli taglierei la mano.

«Sono le dieci del mattino, non è presto, se è questo che stai pensando» mi informa Lucy, come se mi avesse le to nel pensiero.
«Le dieci? Non sono le otto? Sicura? E comunque la domenica si dorme fino a mezzogiorno» rispondo sbuffando, però poi girarmi verso di lei.
«Mi ha raccontato della serata»

È più pettegolo di me.

«Mi ha raccontato cosa vi siete detti, sono qui perché lui mi ha chiesto di uscire stasera e io volevo ancora avere la tua conferma che per te va bene»
«Si, Lucy va benissimo per me, sono contenta per voi, ti ha già detto dove ti porta?» chiedo curiosa, la mia amica sorride per poi scuotere la testa.
«Ha detto che è una sorpresa. Stasera Susan esce con Dylan, tu cosa farai?»

Sarebbe bello chiedere ad Ashton di venire così potremmo guardare un film insieme e parlare un po', sia di Midge che di Lucas.

«Puoi invitare Matthew, no?»
«Non lo so, forse, ci penserò quando sarò più sveglia» rispondo alzandomi per andare in bagno.
«Non vuoi tornare a dormire?»
«Lo sai che quando sono sveglia non riesco più a riaddormentarmi» rispondo prima di uscire dalla camera, la sento chiedermi scusa per avermi svegliata prima di entrare in bagno.
 

***


Domenica sera sono rimasta a casa da sola, Ashton non poteva venire da me perché doveva uscire con Midge. Ci sono rimasta male, è da tanto che io ed Ashton non passiamo una serata insieme a guardare un film a casa mia. Mi manca passare le serate nerd con lui.
Ho pensato allora di chiedere a Matthew, come mi aveva suggerito Lucy quella mattina, ma niente. Neanche lui poteva. Dopo aver superato l'ansia ed essere riuscita a chiamarlo e ad invitarlo, lui mi ha detto che era a casa di amici e non poteva proprio venire. Si, lo capisco perfettamente, aveva un altro impegno.
Quindi ho passato la serata a mangiare m&m's guardando Dragon Trainer 3, poi dopo aver pianto per il finale, sono andata a letto. 

Quando arrivo a lavoro trovo già tutti indaffarati, domani nella nostra libreria verrà un autore a firmare le copie del suo nuovo libro. Stanno tutti preparando la sala, spostando alcuni scaffali. Riconosco subito Ashton, sta cercando di spostare uno scaffale da solo, pensa sempre di poter fare tutto lui da solo. È sempre stata una persona che preferisce fare da solo un lavoro per non far scomodare le altre persone. Nelle mie prime settimane di lavoro faceva metà del mio lavoro per non farmi stancare. Alcune persone potrebbero approfittare della sua bontà. È sempre disponibile ad aiutare gli altri, non dice mai di no, è fantastico.

«Withman so di avere un certo fascino, ma che ne dici di aiutarmi, invece di stare lì ferma a fissarmi?» mi chiede sogghignando, che imbarazzo lo stavo guardando imbambolata.
«Si, scusami arrivo» vado a lasciare la borsa e la giacca nel mio armadietto, nel retro del negozio, poi torno dagli altri colleghi.
«Mi sembra di non vederti da una vita» dice Ash appena torno da lui. Come al solito indossa una maglietta colorata con una stampa, questa volta ha la maglietta bianca con Tony Stark seduto sul trono di spade. I suoi capelli sono sempre spettinati, a volte vorrei sistemarglieli, ma so che tornerebbero disordinati dopo pochi minuti.
«Sei sempre fuori con Midge» rispondo mentre sistemo le copie del libro da autografare sul tavolo al centro della sala. 

Ashton si ferma e mi guarda sorridendo. Cosa si ride? 
Mi ha dato buca, ha preferito uscire con Midge che stare con me.

«Sei gelosa»

Cosa? Io? Gelosa? No.

«Non lo sono» affermo tornando verso la cassa, postazione che ho oggi.
«A me sembra proprio di sì» dice correndomi dietro, lo sento ridere, per poi continuare ad insistere sul fatto che io sia gelosa di lui e Midge.
«Comunque sei sempre la mia piccola Withman, la mia collega preferita, la mia piccola amica»

Alzo gli occhi al cielo, allora Ash inizia a farmi il solletico per farmi ridere.

«Anne Rosie Withman ammetti di essere gelosa ed io smetto di farti il solletico»
Non riesco a respirare, sto addirittura piangendo dalle risate, i nostri colleghi ci guardano ridendo, ormai sono abituati a queste scenette mie e di Ashton.
«No» dico a fatica tra una risata e l'altra.
«Invece si» dice lui poi smette finalmente di torturarmi e mi sorride, io gli mostro il dito medio, poi scappo in direzione della cassa. Lo conosco bene e so che avrebbe ricominciato a farmi il solletico se mi avesse raggiunto.
«Voi siete proprio due bambini» sento dire da Molly quando arrivo alla cassa.
«Lei è una bambina gelosa» dice Ashton il quale mi ha raggiunto con gran velocità.
«Sei tu il bambino! Tu mi fai il solletico» ribatto per poi accorgermi che Molly se n'è andata, senza ascoltare niente di quello che ho detto.

«Come va con Matthew?» chiede poi sedendosi alla cassa affianco a me. 
In questo momento non sembrano esserci molti clienti, quindi mi volto per parlare con Ashton, dando le spalle all'entrata.

«Bene, ci stiamo conoscendo meglio, mi piace tanto passare il tempo con lui»
«Ma...?»
«Nessun 'ma'» dico tornando a fissare l'ingresso del negozio. 
Oggi c'è più sole, rispetto gli altri giorni e la luce illumina tutta l'entrata.
«Però non senti ancora le farfalle nello stomaco» aggiunge Ashton facendomi di nuovo voltare verso di lui. Riesce sempre a capirmi, senza che io debba dire nulla.
«Già... e tu per Midge? Senti le farfalle nello stomaco?» chiedo anche se non vorrei ficcanasare, però è più forte di me, voglio saperlo. Midge molte volte lascia i suoi ragazzi dopo due mesi, non voglio che Ash possa rimanerci male.
«No» risponde per poi tornare a guardare verso l'ingresso per via dell'entrata di un cliente.
«No? Allora perché l'hai baciata?» chiedo sussurrando e avvicinandomi a lui, lo vedo irrigidirsi poi si volta verso di me imbarazzato e confuso.
«Come fai a..? Ovviamente te l'ha detto» borbotta più a se stesso che a me. Tuttavia non rispondere alla mia domanda, anzi si allontana dalla cassa per avvicinarsi al cliente.

——

Dopo la mattinata a lavoro mi dirigo a casa pronta per studiare, anche se prima mi piacerebbe dormire o fare una pausa serie tv.
No, Anne non puoi.
Gli esami si avvicinano.
Finisco per ascoltare la voce della mia coscienza, quindi una volta a casa mi preparo una tazza di tè per poi chiudermi in camera e studiare. 
Lucy e Susan sanno che quando mi chiudo in camera è perché sto studiando e non voglio essere disturbata, quindi cercano sempre di non fare rumore. Per fortuna oggi Lucy è fuori per lavoro e Susan tornerà a casa per cena, nessuna distrazione.
Nessuna distrazione... certo, come no.
Trovo più interessante fissare il muro che fare riassunti e schemi sulle lezioni.

Chissà se Midge ha già riassunto l'ultimo capitolo del libro? 
Quando sto per scriverle cambio idea, molto probabilmente inizierebbe a parlarmi di Ashton e l'idea non mi va per niente. Uno perché non posso essere distratta e due perché non ho ho voglia di sentire della loro relazione, almeno non da lei. Vorrei sapere più Ashton cosa ne pensa e se non sente le farfalle nello stomaco perché esce con lei? E chi è la ragazza che gli piace, ma che lei non ricambia?
Voglio sapere di più, io e lui siamo amici perché non me ne parla? 
Io gli ho raccontato del mio piano.
Forse mi considera troppo piccola per capire? Mi chiama sempre "piccola amica", "piccola Anne" anche se abbiamo solo due anni di differenza.
Continuo a pensarci e ripensarci, quando mi accorgo poi che è passata un'ora e non ho fatto nulla.

Merda.
Perché?
Non è possibile che sia passata veramente un'ora!?

Vabbè essendo già passata un'ora non importa se perdo altri minuti, prendo il telefono, che per tutto questo tempo era rimasto in modalità aereo, così non mi avrebbe distratto e decido di scrivere a colui che mi ha fatto perdere un'ora di studio. È colpa sua se non ho studiato, lui non si confida con me, è ovvio che poi io cerchi di capire da sola. Ed è anche colpa di Storia della Filosofia Antica, che è dannatamente noiosa e non riesco a concentrarmi su di essa quando studio.
 

Anne:
Non hai più risposto 
alla mia domanda.

Ashton: 
Quale?

Anne:
Sai benissimo quale, 
Perché non ti confidi con me? 
Siamo amici, no?

Ashton:
Non so a quale domanda 
tu ti riferisca. 
Certo che siamo amici.

Anne:
Allora rispondi alla 
domanda che ti ho fatto stamattina 
Non fingere di non sapere quale

Ho visto che hai letto 
il messaggio, perché non ti
confidi con me, io lo faccio.

Ashton: 
Semplicemente non mi va
di parlare con te di queste cose

Anne: 
Come vuoi

Allora c'è un'altra cosa
che non mi hai detto 
Lucas Carter 
Non mi hai ancora detto 
dove l'hai trovato

Ashton:
Hai presente il pub 
in cui siamo andati,
per la festa di Harriet?

Anne: 
Si

Ashton:
Ecco lui lavora lì, 
se vuoi domani sera 
possiamo andare a trovarlo

Anne:
Non devi uscire con Midge?

Ashton: 
No, domani no.

Sei ancora gelosa eh

Anne: 
Non sono gelosa
Facciamo mercoledì sera,
domani vado da Matthew

Ashton: 
Si, capisco 
Due amori platonici in un giorno 
non sono facili da gestire.  
Va bene per mercoledì, 
ti accompagno così non devi 
fare la strada da sola. 
Ti passo a prendere per le 22.00. 
E sì, sei gelosa

Anne:
Va benissimo 
Smettila! Non sono gelosa! 


Lancio il telefono sul letto e torno a fissare lo schermo del computer portatile. Non sono riuscita a farmi dire nulla. Perché non vuole parlarne con me? Si vergogna? Perché? 
Sono seduta alla mia scrivania da quasi tre ore e ho studiato solo la metà del tempo. Comunque non sono in vena di continuare a studiare, quindi mi sposto sul letto.

Per fortuna domani dopo l'università vado da Matthew e non mi tocca stare in libreria a controllare una mandria di persone durante il firma copie.
Aspetta! Ashton ha detto che Lucas lavora dove siamo andati per festeggiare Harriet! Ed ecco che tutto riappare nella mia mente come piccoli filmati.
La ragazza dai capelli azzurri al bancone che chiede ad un ragazzo di nome Carter di prepararmi il toast, quel ragazzo è Lucas! Ecco perché poi mi sembrava familiare!

Che scema! Stupida! Come ho fatto a non capirlo prima?
Idiota! 
Mi schiaffeggio da sola la fronte per roteare gli occhi al cielo. Lo faccio spesso quando mi rendo conto di essere stata una cretina!

Ding

Sarà ancora Ashton che insiste che io sia gelosa. Cosa che non è vera, almeno non del tutto, forse solo un pochino. 
È che mi manca il mio amico.

Controvoglia prendo il telefono per vedere cosa mi ha scritto e rimango piacevolmente sorpresa quando leggo il messaggio.

Messaggio di Matthew: Non vedo l'ora di guardare Friends con te domani

Mi ritrovo a sorridere come un idiota fissando lo schermo del telefono. 
Anch'io non vedo l'ora. 







 

Capitolo tranquillo. 
Non succede molto, però spero vi sia piaciuto.

Il prossimo capitolo sarà più emozionante, lo giuro. 
Succederà qualcosa di inaspettato. 
Eh eh

Cosa pensate che accadrà?

Kiss and hugs 
||MartaWeasley||

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


11. Oh Holy Zeus




«Oh Santo Zeus...» è l'unica cosa che riesco a dire, ricordandomi quella scena. Ora sono a casa sul mio letto e questa giornata è stata una delle più strane e sfortunate della mia vita.

Certe cose succedono. 
Capitano e basta, non puoi fare nulla per impedirlo, specialmente se la sfiga ti perseguita sempre e ovunque. 
Ovviamente, non mi aspettavo nulla del genere. 

Ma ci arriveremo passo per passo. 
Quindi torniamo a stamattina.

Mi sono svegliata di buon umore, cosa che capita pochissime volte, quasi solo la mattina di Natale. Ho fatto colazione canticchiando, mi sono preparata ballando pensando al bellissimo pomeriggio che avrei passato. Lucy e Susan mi guardavano sorridendo, si sono messe anche loro a cantare, è perché no? Eravamo tutte felici. Susan aveva Dylan, Lucy si stava frequentando con Richard ed io avrei visto Matthew. Niente poteva rovinarmi la giornata o così pensavo.

Appena uscita di casa finii con il piede in una pozzanghera. A quanto pare aveva diluviato tutta la notte ed io stupidamente non avevo guardato fuori dalla finestra per vedere che tempo ci fosse. Sapete perché? 
Perché credevo, scioccamente, che visto il mio insolito buon umore mattutino ci sarebbe stata una bella giornata. Sole, arcobaleno e uccellini che cinguettano. 
Invece no, c'era freddo, vento e il mio piede fradicio.
Ero già in ritardo per la prima lezione, quindi ignorai la cosa e andai avanti per la mia strada.
Dopo cinque minuti iniziò a piovere, io non avevo l'ombrello, perché come ho già detto credevo ci fosse una bella giornata. Pensavo che Madre Natura volesse rispecchiare la mia gioia, ma no, lei doveva far piovere.
Mi venne la geniale idea di prendere l'autobus per raggiungere l'università più in fretta e più asciutta possibile, di solito faccio la strada a piedi, ma questa mattina era impossibile.
Sull'autobus mi ritrovai schiacciata tra un signore sudatissimo, puzzava di marcio e di cane bagnato, l'altro invece, all'inizio mi era sembrato normale, ma poi iniziò a parlare da solo. Non è tutto, no per carità, il signore Parlo Da Solo, starnutì e si soffiò il naso sulla sua mano per poi asciugarla sul palo vicino a me. Piuttosto sarei caduta che tenermi a quel coso sporco e pieno di germi. Per fortuna non avrei dovuto fare tante fermata, una volta scesa dall'autobus corsi all'interno dell'università. Gli studenti nei corridoi iniziavano a diminuire, molte lezioni erano già iniziate. Speravo tanto che Midge mi tenesse un posto, così da non dover stare in piedi. Quando raggiunsi l'aula, ovviamente i posti erano tutti occupati, e solo cinque ragazzi erano in piedi come me. Cercai Midge con lo sguardo, ma c.'erano talmente tanti studenti che feci fatica a trovarla. Una volta trovata lei mi sorrise, per poi indicarmi il ragazzo carino che si era seduto affianco a lei. Non potei fare altro che roteare gli occhi al cielo, sedermi per terra e ascoltare la lezione così. Se non altro sarei stata la prima ad uscire e raggiungere l'altra aula.
Non era una delle migliori mattinate, pensate che mi ero alzata cantando, un po' come Tracy nel film Hairspray, oppure Mitchie in Camp Rock.
La lezione dopo, letteratura francese, andò meglio tranne per il fatto che la ragazza affianco a me masticava la gomma rumorosamente. Ad un certo punto ero quasi tentata di strappargliela dalla bocca.

Midge sulla strada della caffetteria dove avrei pranzato con lei, prima di raggiungere Matthew, mi racconto del magico bacio di Ashton. A quanto pare lui era un bravissimo baciatore e l'aveva volta di sorpresa, non si aspetta un bacio così appassionato. 
Per fortuna riuscii a farle cambiare argomento e al nostro tavolo si aggiunse Jacob, un altro nostro compagno di università, non avevamo molte lezioni in comune, peccato era molto simpatico. 

-----

Questa volta raggiunsi casa di Matthew più in fretta e con un po' più di sicurezza. 
Non vedevo l'ora.

Sulla via mi fermai a prendere delle mini ciambelle, adoro quelle con sopra la glassa al caramello.
Sembrava che la sfortuna mi avesse abbandonato, come mi sbagliavo.

«Ciao Anne, sono così contento di vederti! Entra pure, ho già preparato il té, per te l'ho usato la bustina di tè alla vaniglia, so che ti piace» mi disse accogliendomi in casa e prendendomi la giacca e la sciarpa. Il fatto che si fosse ricordato il mio té preferito mi rese così felice, so lo era ricordato!
«Grazie Matthew, io comprato alcune mini ciambelle, ci sono al cioccolato, fragola e caramello» risposi aprendo il pacchetto e appoggiandolo al tavolo affianco al computer, il quale era già accesso. Aveva già preparato tutto per il mio arrivo, era stato così carino.
«Adoro quelle alla fragola» disse prima di andare in cucina a recuperare le tazze e poi sedersi affianco a me sul divano.
«Pronta per vedere Friends?»
«Si, ovviamente»

Avevo proprio bisogno di Friends, té e ciambella al caramello per dimenticare la brutta mattinata, ah ovviamente anche di Matthew, lui era riuscito subito a mettermi di buon umore, solo sorridendomi.
Il pomeriggio fu talmente perfetto che dimenticai in fretta delle sventure accadute la mattina. Matthew ad un certo punto prese un coperta per me, si era accorto che avevo freddo, che gentile. Siamo rimasti seduti vicino, sotto la coperta, su quel comodo divano per due ore senza accorgerci del tempo che era passato.
Dopo sette puntate decidemmo di fare una piccola pausa.
Iniziammo a parlare di noi da piccoli, di come mi ero procurata un bernoccolo sulla fronte quando avevo quattro anni andando a sbattere la testa contro il termosifone. Lui invece mi raccontò di una cicatrice che aveva sulla spalla, se l'era procurata tuffandosi dagli scogli. 
Poi scoprimmo di essere andati nello stesso liceo, per "scoprimmo" intendo "lui scoprì", perché io ovviamente lo sapevo già.

«Peccato non esserci già conosciuti a quei tempi» mi rivelò tra un aneddoto e l'altro.
«Si, un vero peccato, però al meno ci siamo conosciuti ora»
Lui annuì sorridendomi, un meraviglioso sorriso.
«Ti va di fermati a cena da me? Potremmo ordinare una pizza o del cibo cinese, poi guardare un film» chiese guardandomi dritto negli occhi, era uno sguardo così intenso, che feci fatica a non abbassarlo. 
Rimasi piacevolmente sorpresa, accettai senza dubbi.
Nella mia testa sentivo la voce di mia madre: "Ti sei fermata a cena da lui? Sai dove portano queste cose tesoro?". La ignorai e tornai ad ascoltare Matthew, ora mi stava raccontato di quando una volta a scuola aveva saltato una lezione ed era stato beccato dal professore.

«Quindi pizza o cinese?»
«Pizza» risposi senza esitazioni.
«Allora ordiniamola così tra venti minuti è pronta e la vado a ritirare»
«Ma sono solo le cinque e mezza del pomeriggio» gli feci notare, ma lui mi sorrise per poi aggiungere: «Vuoi dirmi che non hai fame? Non hai voglia di pizza?»
«Hai ragione, ordiniamola!»
Dopo qualche minuto lui mi disse che sarebbe tornato in un quarto d'ora e che intanto potevo fare come se fossi a casa mia.
Una volta uscito iniziai a vagare per la sua casa. Camera sua non era grandissima, leggermente più piccola della mia, ma molto più ordinata. C'era un letto da una piazza e mezzo vicino alla finestra, le lenzuola erano a quadrati blu e bianchi, una grande scrivania piena di libri e una fotografia di Matthew con la sua famiglia. Ovviamente c'era un armadio e uno specchio affianco ad esso, era esattamente come mi immaginavo la sua camera.

Sì, ho immaginato la sua camera.

Ad un certo punto sentii dei rumori all'esterno, sembrava che qualcuno stesse grattando contro la porta d'ingresso.
Un ladro? Oddio e se un ladro fosse veramente la fuori e stesse cercando di aprire la porta?
Dovevo mantenere la calma, Matthew sarebbe tornato tra qualche minuto.
Non c'è nessun ladro.
Dopo qualche minuto qualcuno bussò alla porta, sembrava quasi che stesse cercando di abbatterla.
Perché Matthew non aveva lo spioncino?
Cosa avrei dovuto fare?
Chiamare Matthew? La polizia?
Bussò di nuovo, ancora più forte, non poteva essere Matthew, lui si era portato le chiavi.
Dopo qualche minuto presi la prima cosa che trovai, una centro tavola, e mi avvicinai di soppiatto alla porta.
Riuscii a sentire la voce di qualcuno, non capivo cosa diceva, ma sicuramente non era Matthew.
Morirò presto, lo so.
Poi, all'improvviso, sentii la voce della persona sospetta gridare: «Matthew!» 
Probabilmente era ritornato con le pizze. E se Matthew e le pizze fossero in pericolo?
«Cosa ci fai qui?»
«Dobbiamo parlare, lo sai» rispose la persona sospetta, cosa dovevo fare? Continuare ad origliare, aprire la porta oppure tornare sul divano?
«Ora sono occupato» rispose Matthew, ma poi sentì qualcuno dare un colpo al muro. Forse la persona sospetta aveva colpito Matthew, cosa stava succedendo?
Presi coraggio e stringendo il centro tavolo a forma di delfino, pronta ad usarlo come arma per difendere Matthew, aprii la porta.

«Matthew, ti salvo...»

Rimasi bloccata, ommioddio! 
Stava succedendo davvero? 
Era tutto vero?

Matthew era contro al muro e si stava baciando appassionatamente con un ragazzo. I due non si erano nemmeno accorti di me, continuavano a stringersi l'uno all'altro, baciandosi come avevo visto solo nei film,
Quindi Matthew non era stato colpito e non era in pericolo, anzi stava benissimo.

«Oh... Santo Zeus..» mormorai e questa volta i due ragazzi si accorsero di me. Entrambi avevano le guance rosse e il fiato corto. 
Il presunto ladro mi guardava con aria confusa come io d'altronde guardavo lui. 
Matthew sembrava super imbarazzato e se ne uscì con: «Che ne dite di entrare in casa e mangiare la pizza?»









 

Ed è finito un altro capitolo!

Allora ve lo aspettavate? Oppure avete reagito come Anne?

Cosa succederà ora?

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate!

Kiss and hugs
||MartaWeasley||

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


12. What's Happened?




«Non ci credo» grida Ashton iniziando a ridere come un pazzo.
«Sei davvero uscita con un centrotavola credendo ci fosse un ladro?» chiede continuando a ridere, io mi limito ad annuire.
La sera precedente dopo che ero tornata a casa avevo trovato Susan e Lucy già a letto e anche questa mattina erano uscite prima di me, Ashton è il primo a cui racconto cosa è successo.
Lui non fa altro che ridere e prendermi in giro.
«E poi?»
«Dopo Matthew ci ha fatto entrare e ci ha presentati. Lui si chiama Elliot, ed è il suo ragazzo. Cioè ti rendi conto? Non sono arrabbiata per il fatto che abbia un ragazzo, ma perché non me l'ha detto! Io ero convinta potesse davvero diventare il mio futuro marito, ma lui sta già con qualcuno e non me l'ha detto» mi sfogo ancora incredula di tutto quello che è successo. Mi imbarazza il solo pensiero dell'altra sera. 
Ero così a disagio, si vedeva che i due preferivano stare da soli, ma io volevo prima delle altre spiegazioni. Come ad esempio perché non l'avesse mai nominato prima, oppure perché era così gentile con me e mi ha fatto illudere.
«Magari non c'è stata occasione di dirtelo» lo difende Ashton.
«L'occasione c'è stata, dopo che guardavamo Friends ci mettevamo a parlare. Ad un certo punto è saltato fuori l'argomento fidanzati. Io gli ho detto che di storie importanti non ne avevo ancora avute, ho avuto due ragazzi e poi sono usciti con altri durante l'università, ma niente di serio. Lui mi ha detto di aver avuto una ragazza, al liceo, una storia importante. Non ha detto nulla di Elliot»
«Magari si vergognava Anne. Non puoi mai sapere come reagirà una persona alla frase: "Sono gay", cerca di capirlo» continua a difenderlo Ashton e io lo so che non è facile aprirsi al mondo, lo so. Tutti sono sempre pronti a giudicarti.
«È solo che mi ha illuso, tutto qui è questo che mi fa arrabbiare. Comunque dopo che ci ha presentati mi ha detto che Elliot e lui avevano litigato qualche settimana fa e quando litigano spesso non si parlano per settimane intere. Poi gli ho chiesto se si è reso conto che mi stava illudendo, che a me piaceva. Non dico che avrebbe dovuto dirmi che era gay, se non se la sentiva, ma almeno farmi capire che era impegnato» continuo a parlare senza prendere fiato, sono così nervosa, avevo proprio bisogno di sfogarmi. Ashton mi ascolta annuendo e poi, inaspettatamente, mi abbraccia.
«Piccola Anne, non ci pensare» mormora accarezzandomi i capelli.

Non ci pensare, è impossibile.

«Ti rendi conto che mi hai illuso? Potevi dirmi che eri impegnato, non eri obbligato ad aprirti con me, se non volevi, dirmi che eri gay, ma almeno impegnato potevi dirmelo. Ed io che iniziavo a pensare... ma quello è colpa mia, viaggio troppo con la fantasia» mormoro e a fatica trattengo le lacrime.
Non riesco nemmeno ad alzare lo sguardo per quanto sono imbarazzata, mi sento così stupida.
«Mi dispiace Anne, spero potremmo rimanere amici, mi piace tanto passare il tempo con te. Hai ragione avrei potuto dirti che ero impegnato, solo che ero arrabbiato con Elliot quindi può darsi che...»
«L'hai fatto apposta ad illuderla? Perché eri arrabbiato con me?» chiede all'improvviso Elliot, ma io rimango confusa, non capisco.
«Forse inconsciamente ci ho provato con te per una piccola vendetta a Elliot» dice alla fine a voce bassa, per un momento penso di essermelo immaginata.
«D'accordo» dico alzandomi e prendendo le mie cose.
«Anne restiamo amici, vero?»
«Matthew devi capire che al momento sono talmente arrabbiata con me stessa per esserci cascata, per aver davvero pensato potesse nascere qualcosa che non ti voglio vedere. Non ho niente contro voi due, anzi sono contenta che vi siate riappacificati, avrei solo voluto saperlo prima. Per ora lasciamo passare un po' di tempo, quando mi sarà passata mi farò sentire» detto questo saluto Elliot ed esco di casa. Credevo davvero questa sarebbe stata una giornata perfetta, invece dovevo capirlo, dal piede nella pozzanghera che sarebbe andato tutto storto.

«Se vuoi stasera invece di uscire a cercare Lucas, possiamo stare a casa a guardare un film» mi dice Ashton portandomi alla realtà. 
Il suo sguardo protettivo nei miei confronti, mi fa tenerezza, mi fa sentire bene, al sicuro. Il fatto che si preoccupi per me mi fa davvero tanto piacere.

«Sarebbe perfetto, ma penso che sia meglio uscire, se mi chiudo in casa finirei con il piangermi addosso» rispondo annuendo, sto cercando di convincermi da sola. Avrei mille volte preferito rimanere chiusa in casa a guardare film con Ashton, ma sapevo benissimo che comportandomi così mi sarei solo chiusa alle altre possibilità. 
Oggi avevo deciso che sarei uscita con Ashton per andare a vedere Lucas, una missione, non mi sarei tirata indietro.
«Come vuoi Withman» rispose prima di tornare davanti al reparto dei libri thriller e sedersi dietro al computer per catalogare i nuovi arrivi.
Chissà che cosa diranno Susan e Lucy, anche se non ho molta voglia di parlargliene. Sì, glielo dirò che Matthew è gay, solo che non mi va di farlo subito e di vedere i loro sguardi. Mi guarderebbe con compassione e penseranno: "Oh povera Anne, non trova mai un ragazzo giusto". No, decisamente non mi va. Ashton non ha usato quello sguardo, si è messo a ridere, okay però anche quando mi ha consolato abbracciandomi non ha usato quello sguardo. 
Oddio chissà cosa dirà mia madre! Sicuramente anche lei riderà e poi cercherà di consolarmi facendomi vedere un film con Colin Firth.
In questo momento mi è venuta voglia di vedere Il diario di Bridget Jones. Adoro quel film e adoro la protagonista.
Non posso distrarmi, devo tornare a lavoro, devo concentrarmi!

———

«Sei proprio sicura di voler uscire? Non preferisci il divano?» mi chiede per l'ennesima volta Ashton mentre chiudo la porta di casa. Alzo gli occhi al cielo, per la milionesima volta.
«Preferisco sempre il divano, è questo il punto. Per una volta voglio preferire il mondo esterno» rispondo, so già che me ne pentirò, mettendo le chiavi in tasca e raggiungendo Ash sulla strada.
«Piuttosto non sarai tu a preferire il divano questa sera?»
«Si, lo ammetto, avrei preferito rimanere a casa. Midge mi costringe sempre ad uscire»
Eppure stai ancora con lei.
«Che ragazzo pigro» dico prendendolo in giro, ma subito me ne pento, perché Ashton si avvicina per farmi il solletico.
«Scappi adesso? Comunque non sono io il pigro tra noi due. Io vado a correre quasi ogni mattina e vado in palestra due volte a settimana. Ho due lavori, studio per laurearmi, ho una ragazza ed esco con gli amici. Tu cosa fai?»
«Ehm... lavoro, studio, cerco i miei amori platonici e faccio lunghe corse dal divano al bagno prima che la sigla della serie tv che sto guardando finisca» rispondo soddisfatta. Ci sono anche le corse dal divano alla cucina, per prendere cibo, durante la sigla, prima che inizi la puntata.
«Già e il pigro sono io» ribatte ridendo e scompigliandomi i capelli.
«Sei impazzito? Lo sai che devo incontrare Lucas perché mi spettini?» 
Mi fermo davanti ad una vetrina per sistemarli, è una cosa superficiale, ma sta di fatto che il primo incontro si basa sempre sull'aspetto esteriore. Quindi non posso presentarmi con dei capelli da pazza.
«Secondo me stai benissimo anche così» dice Ash, io faccio una finta risata, ma lui mi guarda serio, lo pensa davvero? Che sto bene con i capelli da pazza? Gli sorrido e poi torniamo a camminare nelle vie di Londra per raggiungere il locale.
Man mano che ci avviciniamo inizio a sentire l'ansia che sale.
Ash sembra averlo capito così inizia a parlare a macchinetta dei miei film e serie tv preferite, per non farmi pensare a cosa succederà e farmi concentrare sul momento presente. Lo apprezzo davvero tanto.
«Grazie»
Il moro mi guarda confuso, ma sorride.
«Grazie per cosa? Per essere d'accordo con te sul fatto che Stiles sia il miglior personaggio di Teen Wolf? Oppure per preferire, come te, Iron Man a Captain America?» chiede scherzando e dandomi una leggera spinta e facendomi perdere per un attimo l'equilibrio.
«Sicuramente non per questo» dico dandogli a mia volta una spinta.
«Non solo per essere d'accordo con me su queste cose ovvie, ma per venire con me, per accompagnarmi, aiutarmi e essermi sempre vicino. Sei un ottimo amico»
Lui annuisce poi mormora qualcosa a bassa voce, riesco solo a capire "Si" e "Amico", prima che possa chiedergli di ripetere mi indica il pub.
Okay, ci siamo.
Non posso scappare, vero?
Preferisco il divano, decisamente, meglio tornare indietro.
Ashton sembra averlo capito e mi blocca, poi inizia a spingermi verso il locale.
«Dai, non puoi tirarti indietro ora»
«Ma come faccio? Non ho nemmeno ideato un piano! Cosa gli dico?» chiedo disperata mentre l'ansia continua ad aumentare.
Perché ho sempre così tanta ansia? È normale? No, non è decisamente normale. Meglio tornare a casa e pensare ad un piano.
Ashton però non mi molla, continua a tirarmi in direzione del pub.
«Dai piccola Anne» dice cercando di convincermi e infondermi coraggio, ma no. Non sono pronta.
Senza rendermene conto mi trovo all'interno del locale. Ora non posso più scappare, anzi in realtà potrei, ma mi prenderebbero per una strana.
«Ora io vado a sedermi al tavolo, tu vai al bancone e cerchi di parlare con Lucas» mi sussurra all'orecchio prima di darmi l'ultima spinta e poi andarsi a sedere.
Rimangono per qualche secondo lì, ferma immobile, lancio un'occhiata veloce ad Ashton, sperando che si alzi e mi porti via. Invece, lui mi sorride e mi fa l'occhiolino. 
Va bene. 
Okay. 
Anne sei stata tu a voler uscire, ora vai lì e parli con il tuo secondo amore platonico.
Le gambe si muovono a fatica, m sembra di avere due tronchi di legno, oddio sto camminando come un robot o un burattino di legno... un robot burattino.
Sento Ash che ride, vorrei schiaffeggiarmi da sola, ma evitiamo altre figuracce.
Al bancone c'è la stessa ragazza dell'altra volta e dietro di lei c'è un ragazzo: alto, moro, i capelli li arrivano alle spalle, è tutto vestito di nero e ha un grembiule blu legato in vita. Quando si gira lo riconosco, è lui, è Lucas Carter.
«Posso fare qualcosa per te?» chiede gentilmente la ragazza dai capelli azzurri.

Si, vorrei uno shot di tequila, così da avere più coraggio. 
Ah e vorrei anche parlare con Lucas, per capire se è lui il mio futuro marito.

«Ehm... si, ecco... uhm... dov'è il bagno?» chiedo balbettando leggermente e ora vorrei davvero colpirmi da sola.

Ehm... uhm... bagno?
Anne! Fai sul serio?!

«Qui infondo, prima porta a sinistra»

Ed ecco che torno a camminare come un robot verso il bagno. 
Chissà cosa penseranno di me? 
Per fortuna Lucas sembrava troppo concentrato nella preparazione di un drink per fare caso a me.

Anne:
Aiuto! Sono nel panico! Come mi devo comportare?

Ashton:
Dove sei finita?

Anne:
Sono in bagno

Ashton:
Anne dei essere semplicemente te stessa, se non gli piacerai vorrà dire che è un coglione e che va tolto dalla tua lista. Esci dal bagno e vai. 
Su! Mueve tu culo!

Prendo un respiro profondo e poi mi decido ad uscire. 
Davanti alla porta del bagno c'è un'altra porta, quella della cucina, e nel mio stesso momento esce Lucas. 
Faccio un piccolo passo indietro e vado a sbattere con la testa contro il muro.

«Ahia.. merda che male» mormoro incazzata con me stessa, ma posso essere tanto idiota?
Lucas alza lo sguardo su di me per poi ridacchiare.
«Che imbranata»
Puoi dirlo forte. Aspetta mi ha chiamato imbranata? Poteva andare peggio come primo incontro?
«È colpa tua, mi hai spaventato e sono andata a sbattere la testa» ribatto con più coraggio di quanto pensassi. Ho parlato veramente? O l'ho solo pensato? Dal suo sguardo capisco che l'ho detto ad alta voce
«Ah si? Colpa mia? O forse sei tu che essendo così imbranata vai a sbattere la testa da sola» ribatté con un tono abbastanza arrogante. È rimasto il bad guy che era quando andavamo alle scuole medie, solo che ora ha una voce più profonda e lo rende decisamente molto più attraente.
«Come puoi dire che sono un'imbranata se nemmeno mi conosci? E sì, è colpa tua, ricorda il cliente ha sempre ragione» dico incrociando le braccia al petto e annuendo soddisfatta.
«Già dalla camminata che avevi quando sei entrata nel locale si capisce che sei una persona molto goffa e imbranata» afferma imitando la mia camminata ridendo. Alzo gli occhi al cielo per poi incamminarmi verso il bancone. Non è il migliore degli incontri. Ora cosa dovrei fare?
«Sei pure permalosa»
Mi siedo al bancone, ignorando Lucas e ordino una birra alla ragazza.  Lucas si precipita a riempire il bicchiere per poi servirmelo sorridendo.
«Questo te lo offro io, per scusarmi»
Oh wow, non me l'aspettavo. 
Ora che lo osservo meglio, mi rendo conto di quanto sia migliorato. Alle medie era bello, ma come dire l'adolescenza gli aveva riempito il volto di brufoli, invece ora eccolo qui senza neanche una imperfezione.
«Grazie» rispondo prima di berne un sorso.
«Di nulla piccola» dice facendomi l'occhiolino e per poco non sputo sul bancone la birra. 

Ashton:
Come va? 
Gli hai parlato?

Ignoro il messaggio e mi metto a guardare con la coda dell'occhio Lucas. 
Lui prepara i vari drink, panini e aperitivi mentre la ragazza dai capelli azzurri li serve al tavolo.

«Sono così bello che non riesci a staccare gli occhi da me?» chiede continuando a preparare un toast. 
Non può essersi accorto che lo guardavo.
«È inutile che fingi, ti ho vista che mi guardavi biondina»
Oddio se n'è accorto veramente, ma come?
Era così evidente?
«Non ti stavo guardando, mi ero semplicemente incanta»
«Eri addirittura incantata da me?» chiede con un ghigno divertito e guardando verso di me.
Sento le guance andare a fuoco, oddio che imbarazzo.
«Ti piacerebbe, ma no. Stavo semplicemente guardando in quella direzione e per caso tu eri lì» ribatto cercando di convincerlo.
«D'accordo come vuoi tu. Il cliente a sempre ragione, giusto?»
«Giusto»
«Allora biondina vuoi qualcos'altro oltre alla birra?» chiede mettendosi di fronte a me e guardandomi dritto negli occhi. Non riesco a sostenere lo sguardo, lo abbasso sulla birra e scuoto la testa.
Mi sembra di essere tornata una tredicenne. Mi imbarazzo, balbetto e arrossisco per tutto. Non che adesso sia tanto diversa, ma riesco a non darlo a vedere, però con lui non funziona. Sento la me stessa tredicenne che impazzisce per il suo sguardo e la sua voce.
«Sicura? Secondo me c'è qualcosa che ti andrebbe, sei solo imbarazzata o forse dobbiamo tornare alla teoria dell'imbranata?» mormora avvicinando il suo volto al mio orecchio. Posso sentire il suo fiato sul mio collo, sono completamente paralizzata, non riesco nemmeno a respirare.
«Anche se dal modo in cui mi rispondevi non mi sembravi tanto imbranata, quindi cos'è? Parli tanto, ma poi ti blocchi quando qualcuno si avvicina troppo?» sussurra al mio orecchio, lo sento giocare con una ciocca dei miei capelli. 
Il cuore mi sta battendo tantissimo, un misto di eccitazione e adrenalina.
Mi giro verso di lui ed ora i nostri volti sono a pochi centimetri di distanza.
«Forse» rispondo così a bassa voce da non essermi sentita nemmeno io, ma lui sorride.
«Sei proprio una ragazza interessante» mormora accarezzandomi la guancia.

È solo una mia impressione o tutto il locale è sprofondato nel silenzio?

Mi sembra di trattenere il fiato da una vita, Lucas mi guarda sorridendo e poi si avvicina ancora di più a me. 
Sta per annullare le distanze, aspetta sta per baciarmi? Cosa sta succedendo? Non riesco a capire niente. Si sta avvicinando sempre di più, ma non riesco a capire se per davvero o è la mia immaginazione. Perchè mi sento così confusa?

Le sue rosee labbra stanno per sfiorare le mie, sta davvero per baciarmi?
Quando mancano pochi millimetri perché le nostra labbra si uniscano, sento una mano afferrarmi il braccio e farmi alzare dallo sgabello.
Cosa è successo? 
Mi guardo intorno confusa e vedo la mano di Ashton stretta intorno al mio braccio, mi sta guardando male, non capisco.
«Andiamo via» dice con tono duro, fulminando con lo sguardo Lucas per poi tirarmi verso l'uscita.
«Ciao bella biondina!» sento dire da Lucas prima di uscire dal locale.

Non riesco ancora a capire cosa è successo.
Lucas mi stava davvero per baciare? O me lo sono immaginata?
Mi stava davvero così vicino?
Perché Ashton è così arrabbiato?







 

Ed ecco un nuovo capitolo!

La nostra Anne triste per quello che è successo da Matthew decide lo stesso di uscire con Ashton e andare a vedere Lucas.
E che incontro!
Cosa ne pensate?
Come vi sembra Lucas?
Perchè Anne sembra così confusa? Troppa birra o è colpa del fascino di Lucas?
Vi aspettavate un incontro così?
Io no, inizialmente la mia idea era molto diversa da quella che è uscita alla fine.

Fatemi sapere cosa ne pensate

Kiss and hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


13. How Are You?




Il giorno dopo mi risveglio nel mio letto con un forte mal di testa. 
Non capisco come sia possibile, ho bevuto solo una birra, non reggo così male.

I miei occhi si richiudono in fretta, non riesco a trovare la forza di alzarmi.
Mi rigiro nel letto mettendomi più comoda e... perché indosso i vestiti di ieri sera? Non mi sono messa il pigiama? È impossibile, io vivrei tutta la mia vita con il pigiama, perché ieri sera non mi sono cambiata? 
In effetti cosa è successo dopo che Ashton mi ha trascinato fuori? 
Perché mi stava trascinando fuori?

Mi tiro da sola dei pugni alla testa sperando così di risvegliare i miei ricordi. 
Mi metto a sedere con la schiena appoggiata alla testata del letto e avvolta nel piumino. 
Da seduta mi concentro di più, allora Anne pensa, cosa è successo?

Sono entrata nel pub con Ashton, ho mostrato a tutti i presenti una bellissima camminata da robot, sono andata in bagno, ho incontrato Lucas e ho ordinato una birra. 
Fin qui tutto chiaro. 
Mentre bevevo Lucas mi parlava? Ah si! Mi ha dato dell'imbranata, si ora ricordo! Abbiamo un po' discusso poi...

«Sei una ragazza interessante»

Scatto in avanti e spalanco gli occhi, lui mi stava per baciare. 
Sì, mi ricordo che si era avvicinato a me, mi stava accarezzando la guancia e poi mi stava per baciare.

Perché mi stava per baciare? Non mi conosce nemmeno? È uno di quei ragazzi che filtra con ogni ragazza? Ci stava davvero provando con me o mi stava prendendo in giro? Ma alla fine mi ha baciato? 
No, l'avrò sicuramente respinto, io non sono quel tipo di ragazza che riesce a lasciarsi andare e baciare un bel ragazzo visto in un bar. Prima devo valutare tutte le conseguenze e poi non sono alla ricerca di una avventura, ma della mia anima gemella.
Allora... lui si stava avvicinando ed io cosa ho fatto? 
Tra poco mi uscirà il fumo dalle orecchie per tutti gli ingranaggi che girano nella mia testa. 
Dai Anne! Perché poi ho questa sensazione di vuoto e confusione? Ho bevuto un bicchiere di birra e basta.
Ora che ci penso anche lì mentre Lucas mi stava per baciare mi sentivo confusa, talmente tanto da restare immobile! Oh santo Zeus non ho fatto nulla? Sul serio? Sono stata ferma ad aspettare che mi baciasse? Però non ricordo di un ba... Ash! Ashton! Lui mi ha preso per il braccio facendomi cadere dallo sgabello e mi ha portato a casa.
Si! Si! Mi ricordo, è tutto un po' annebbiato, ma mi ricordo.

«Ash cosa fai? Andiamo già via?» chiedo non capendo le intenzioni del moro mentre mi porta via dal locale. Mi sta ancora tenendo per il polso, però non mi fa male. Mi sembra di aver un filtro davanti agli occhi, vedo come se fosse tutto opaco e leggermente sfocato.
«Si, ti porto a casa» risponde senza voltarsi e continuando a tirarmi in direzione del mio appartamento.
Non capisco, mi gira tutto. Faccio fatica a stare in piedi e a camminare. Ashton se ne accorge, la smette di tirarmi, mi aiuta a camminare meglio facendomi appoggiare a lui.
«Sei proprio fantastico» mormoro biascicando e subito dopo mi metto a ridere da sola.
«Tu sei proprio ubriaca, avrei dovuto picchiarlo quel Carter»
Non capisco, cosa sta dicendo?
Lo guardo confusa e quando lui abbassa il suo sguardo su di me, la sua espressione si addolcisce e mi fa un piccolo sorriso.
«Sei anche bello, è normale che tu piaccia a tutte. Uh però a una non piaci, chi è? Come fai a non piacergli?» continuo a parlare a macchinetta mentre lui mi ignora continuando a camminare.

Poi non riesco a ricordare nient'altro... che imbarazzo, spero di non aver detto altre cose più imbarazzanti. 
Comunque non deve essere successo tanto altro. Mi avrà portato a casa, Susan e Lucy gli avranno aperto oppure ha usato le mie chiavi e poi mi ha messo a letto. 
Il mal di testa sta diminuendo, per fortuna, quando mi decido a prendere il telefono per guardare l'ora.

Oh merda! 
No, non è possibile!

No, no, no. 
Come fa ad essere mezzogiorno?! 
Oh Santo Zeus, Apollo, Atene e tutti gli altri déi.

Oggi avevo una lezione alla nove del mattino e il lavoro alle due del pomeriggio. Per il lavoro faccio ancora in tempo, spero mi passi il mal di testa.
Decido di alzarmi e andare in bagno, anche se ho un po' paura di vedere la mia faccia allo specchio. Uscendo dalla stanza mi aspettavo il  completo silenzio, invece sento delle voci provenire dalla cucina. Strano, dovrebbero essere entrambe a lavoro.

«Cosa ci fate a... Ashton?» chiedo sorpresa di vederlo nella mia cucina.
Perché è qui? Perché tutti sono qui? Oddio è il compleanno di qualcuno? 
È il mio compleanno? 
Sto delirando.

«Buongiorno stellina, come stai?» chiede Susan con voce dolce facendomi cenno di sedermi.
«Qui c'è la tua tazza, ora ti preparo l'acqua per il tè, ci sono i biscotti al cioccolato e quelli alle mele fatti da Susan, oppure le ciambelle al caramello, le ha comprate Ashton» mi informa Lucy indicandomi tutto e alzandosi per prepararmi il té.
Biscotti alle mele? Susan li fa solo quando è preoccupata. Lucy non ha mai saltato un giorno di lavoro. Ashton mi ha comprato le mie ciambelle preferite. Qui è successo qualcosa di brutto oppure è davvero il mio compleanno? No, siamo a marzo e il mio compleanno è ad ottobre.
«Va tutto bene?» chiedo prendendo un biscotto al cioccolato, una ciambella e tre biscotti di mele. Mi sembra di non mangiare da vent'anni.
I tre si lanciano sguardi preoccupati e poi guardando me. 
Oddio ma che succede?
Mi stanno facendo preoccupare. 
Ieri sera sulla strada del ritorno ho vomitato su qualcuno? 
Ho rotto qualcosa? 
Ho investito un gatto? No, impossibile.

«Allora Anne secondo me devi denunciarlo» dice alla fine Susan molto decisa, tutti si fanno seri e annuiscono.
Denunciarlo? Ma chi?
«Di che diavolo state parlando?»
«Carter» mi risponde Ashton aspettandosi qualcosa da parte mia, ma io non riesco ancora a capire. 
Perché dovrei denunciare Lucas?
«Non ti ha servito solo birra, ha aggiunto qualcos'altro, non so cosa, però ho visto che versa qualcos'altro nella tua birra»

Che cosa?! 
Perché? 
Questo spiegherebbe la mia confusione, una birra la reggo, ma altro no.

«Stava preparando due birre, a una di questa ha aggiunto altro alcol, però pensavo che a te avesse dato quella normale e che l'altra fosse un ordinazione di un altro cliente» mi spiega Ashton nervoso, credo si senta in colpa, ma non è colpa sua, anzi senza di lui sarebbe andata molto peggio.
«Ma perché l'ha fatto?» chiede Lucy dando voce ai miei pensieri.
«Magari voleva provarci con Anne, portarsela a letto e prima farla ubriacare, così sarebbe stato più facile per lui. Che stronzo bastardo» risponde Susan e Ashton annuisce. 
«Poi quando a provato a baciarti... ti ho visto in difficoltà e sono intervenuto» dice Ashton ancora frustrato per quanto accaduto.

Non è possibile.
Io di tutto questo ho un vago ricordo. Non mi sembrava nemmeno stesse accadendo. Se non ci fosse stato Ashton? Se fossi andata da sola ad incontrare Lucas? Cosa sarebbe successo? 
Non voglio nemmeno pensarci. 
Mi vengono i brividi al solo pensiero, vorrei tornare a rifugiarmi nel mio letto e non uscire più.

Perché?

«Anne...» mormora Susan cercando di prendermi la mano, ma io mi alzo e inizio a camminare avanti e indietro per la cucina.
«Non posso crederci, dovrei denunciarlo? Si, dovrei... ma come si fa? Cosa dico? Io stessa non ricordo bene, ho questo senso di vuoto e confusione e poi con che prove?»

Mi viene quasi da piangere, ma la mia rabbia, che pian piano aumenta, me lo impedisce. 
Vorrei andare lì e fargli sbattere la testa contro il bancone, ma allo stesso tempo non uscire più di casa.

"Il mondo il fuori è crudele" sono sempre stata convinta che questa frase fosse vera, ma mi sforzavo di vedere il lato positivo delle cose e nelle persone. 
Ora mi sento solo stupida, per essere stata tanto ingenua.

«Grazie Ashton, grazie per aver capito tutto e avermi portata a casa, anche per le ciambelle» dico sorridendogli, lo vedo abbozzare un sorriso.
«Io ora vado a farmi una doccia, domani andremo a sporgere denuncia, vi voglio tutti lì con me. Oggi non mi va di uscire di casa, però ho il lavoro» aggiungo passandomi una mano tra i capelli e pensando ad una scusa per non andarci.
«Ti abbiamo data malata, oggi non lavori, rimani a casa con noi, anche noi ci siamo date malate» 
Susan e Lucy sorridono e poi mi abbracciano.
«Non ti mandiamo a lavorare dopo quello che è successo. Oggi mangeremo pizza o hamburger, anche entrambi se vuoi, guardando Harry Potter» aggiunge Lucy sciogliendo l'abbraccio.
«Grazie mille, Ashton tu cosa fai? Vuoi restare?» chiedo speranzosa che dica di sì. Lui si alza da sedia di legno e si avvicina a me, con lo stesso piccolo sorriso che aveva prima.
«Mi piacerebbe, ma non posso, devo lavorare. Ci sentiamo domani Anne, oggi rilassati con le tue amiche» mi lascia un leggero bacio sulla fronte e poi esce di casa.

«Che tenero!» sento dire da Lucy, la quale mi guarda ammiccando.
«Dovreste stare insieme»

Ancora con questa storia? 
Alzo gli occhi al cielo e mi dirigo verso il bagno.

«Ti ha pure salvato, ha capito che qualcosa non andava, per colpa di quel bastardo» aggiunge Susan. Anche lei si è unita a Lucy? Quando lo capiranno che io e Ash siamo solo amici?

Le ignoro e mi chiudo in bagno.

Quando mi guardo allo specchio mi spavento da sola. Ho una faccia orribile: capelli tutti sparati in aria, i segni del cuscino sulla faccia, occhiaie infinite. 
Sospiro e cercando di non pensare a quello che mi hanno appena detto entro nella doccia. Vorrei che l'acqua cancellasse tutto.

———

Ho una voglia pazza di andare a dirne quattro a Lucas, vorrei proprio tirargli un bel pugno su quel suo bel visino. Vorrei solo fargli capire come mi ha fatto sentire, quindi se gli rompessi il naso saremmo pari.

«Vi va di uscire stasera?» chiedo mettendo in pausa durante la scena in cui Hagrid presenta a tutti Fierobecco.

Siamo sedute sul divano da quasi quattro ore, mangiando schifezze di tutti i tipi. Una pizza a testa, patatine, popcorn, cioccolato. 
Le coperte che abbiamo addosso sono piene di briciole. 
Stare qui tutto il pomeriggio con loro, mangiando e guardando film, mi ha fatto bene. Mi sento meglio, ma una parte di me vorrebbe proprio urlare contro Lucas.

«Anne ne sei sicura?» mi chiedono entrambe preoccupate.
«Già sono una ragazza leggermente introversa, se mi lascio troppo condizionare da questo fatto non uscirò più di casa. Poi non dobbiamo uscire per tanto, devo solo fare una cosa» rispondo per poi implorare le mie amiche di accompagnarmi. 
Loro acconsentono e dopo il terzo film della saga del bambino sopravvissuto ci andiamo a preparare. 

 

«Non staremo fuori tanto, quindi quando torniamo possiamo guardare il quarto» dico chiudendo il portone del palazzo, poi mi inizio a camminare facendo da guida alle mie amiche.
«Come vuoi tu piccola Anne» risponde Susan e Lucy annuisce.
Lungo la strada mi continuano a chiedere dove le stia portando, ma rimango zitta. 
Sento un brivido di adrenalina dentro di me, ma anche paura, però non torno indietro.
Voglio affrontarlo.
Quel piccolo bastardo.
Lo toglierò immediatamente dalla mia lista, non sarà mai il padre dei miei futuri bambini.

L'aria fredda mi colpisce il volto e per la prima volta non lo trovo fastidioso, anzi è piacevole.

Vorrei ci fosse una colonna sonora a questa camminata, così da darmi più carica. Inizio a cantare mentalmente la Cavalcata delle Valchirie di Wagner.

«Siamo quasi arrivate, è qui a sinistra»

Ancora qualche metro e ci siamo. Lucy e Susan mi seguono, io aumento il passo, prima arrivo e prima lo affronto.
È presto, sono solo le sette di sera, ma è già fare buio e la temperatura si abbassa in fretta, per fortuna tra poco potrò tornare sotto le coperte. 
Entriamo nel locale e non appena la porta si chiude alle mie spalle, Lucas alza il suo sguardo su di me. I capelli sono più spettinati, ha un occhio leggermente arrossato, ma lo stesso sorriso strafottente.

Niente ripensamenti, ormai sono qui.

«Hey piccola biondina, come stai? Ieri sei andata via così in fretta» dice sorridendo il moro.

Sento Lucy e Susan mormorare, ormai avranno capito dove siamo.

«Hey piccolo miserabile bastardo, vuoi sapere come sto? Starò molto meglio dopo aver fatto questo»

Gli tiro un ceffone sulla guancia e devo dire che è stato meraviglioso, ma non abbastanza soddisfacente. 
Gliene tiro un altro e questo è molto meglio, gli ho pure lasciato il segno.

Mamma mia che dolore alla mano.

«Ma che cazzo? Stronza» risponde lui alzando il tono di voce. Tutti i presenti, cioè quattro persone, tengono lo sguardo su di noi. Le mie amiche sono rimaste all'ingresso, probabilmente non si aspettavano che le avrei portare qui.
«Come hai detto? Mi hai per caso chiamata stronza? Susan, Lucy il bastardo qui presente mi ha chiamato stronza?» chiedo rivolta alle mie amiche, loro due si avvicinano a me. Ora siamo tutte e tre davanti al bancone, davanti a Lucas.
«Oh credo proprio di sì» rispondono all'unisono.
«Quindi sarei io la stronza? Sappi che non ho ancora sporto denuncia, ma domani sarà la prima cosa che farò. Per chiarire lo stronzo qui sei tu! Ti senti così insicuro con le ragazze che hai bisogno di farle ubriacare per concludere con loro? Qual è il tuo problema? Anzi no, non me ne può fregar di meno di te. L'unica cosa che mi importa è che tu non faccia più una cosa del genere, a nessun'altra» rispondo incrociando le braccia davanti al petto. Sento gli occhi di tutti addosso, Lucas mi guarda, ma non riesco a capire a cosa stia pensando.
«Denuncia? E per che cosa?» chiede ancora più incazzato di prima. Oltre stronzo è pure scemo?
«Per quello che mi hai fatto, hai corretto la mia birra con dell'altro, mi hai fatto ubriacare e poi a provato a baciarmi, contro la mia volontà»
Lui sgrana gli occhi, mi fulmina con lo sguardo e poi si mette a ridere.
«Che gran cazzata» risponde sconta ridacchiando.
Mi sta dando i nervi.
«Hai provato a baciarmi contro la mia volontà» ripeto alzando la voce, non crede di essere l'unico presente arrabbiato qui dentro.
«Non mi sembravi contrariata» risponde sorridendo, quel suo fastidioso ghigno! Un tempo, alle scuole medie, lo adoravo, ora invece mi fa solo disgusto.
«Solo perché ero talmente ubriaca da non capire cosa stesse succedendo! Questo a causa tua»
Dio quanto vorrei rovinargli quel suo bel faccino.
«Cercavo di scioglierti un po' imbranata e poi perché mai ci dovrei provare con te? Sei solo una piccola mocciosa imbranata» mormora quasi sussurrando le ultime parole e avvicinandosi a me, con un ghigno sul viso. Faccio subito un passo indietro spaventata e chiudo gli occhi istintivamente. 
Poco dopo lo sento imprecare. 
Quando apro gli occhi vedo le mie amiche che poggiano sul bancone due boccali di birra vuoti e Lucas fradicio.
«Noi ti denunceremo, così eviterei di farlo ad altre innocenti ragazze» dice Lucy sorridendo.
«Ah e questo è per la mia piccola Anne» aggiunge prima di tirargli uno pugno.
«Sai dicono che gli stronzi ce l'abbiano minuscolo, il tuo deve essere microscopico» aggiunge Susan sorridendo soddisfatta.

Ho delle amiche fantastiche.

Lucas ci fulmina con lo sguardo, questa volta è rimasto senza parole. 
Se lo merita.
Le quattro persone presenti nel locale tornano a farsi i fatti loro, fingendo di non aver visto e sentito niente.

Ora mi sento decisamente meglio, posso tornare a casa e domani mattina passerò subito dalla polizia, con una prova. Estraggo il telefono dalla tasca, sorrido soddisfatta e poi fermo la registrazione. Ora ho la prova. Lucas è fregato. Ho registrato tutto,così mi crederanno.

«Potrei denunciare il vostro amico» mormora mentre noi tre ci stiamo avvicinando all'uscita.
«Che amico?» chiedo incredula, chi vorrebbe denunciare lui?
«Quello che ieri ti trascinato via. Oggi pomeriggio è venuto qui. Mi ha tirato due pugni, mentre portavo fuori la spazzatura. Potrei denunciarlo per aggressione» 

Ashton? No, non è vero. Non lo farebbe mai, è sempre stata una persona che odia i conflitti, come me.

«Stai mentendo»

Ash non lo farebbe mai. 
No.

«Ah si? Vuoi scommettere?» chiede mostrando per l'ennesima volta quel ghigno divertito.





 

Nuovo capitolo!

Chiedo scusa per averci messo tanto, ma ero sommersa dai libri.

Adesso, da brava scrittrice e persona quale sono, vi ripeterò una frase che mia zia mi ripete sempre quando (le poche volte) le dico che esco: "Non bere mai da bicchieri altrui e fai sempre attenzione al tuo"

Anne, a mio parere, ha fatto bene a tornare lì e dirgliene quattro così anche per avere una prova da portare alla polizia. Inizialmente il capitolo l'avevo scritto diversamente, ma volevo che la nostra protagonista trovasse un po' di coraggio e lo affrontasse. Anne non è solo una sognatrice romantica, goffa e distratta, volevo dimostrare che sa anche quando deve agire, in questo caso per proteggersi, e che è in grado di farlo.

Allora cosa ne pensate di Lucas?

Anne ha fatto bene a tornare?

Ashton ha davvero picchiato Lucas?

Fatemi sapere cosa ne pensate☺️

Detto questo vi saluto e torno
sui libri 

Kiss and hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


14. Another Attempt




«Non posso credere che tu l'abbia fatto sul serio!» dico alzando la voce attirando l'attenzione dei clienti su di noi.
«Anne dillo ancora un po' più forte, il signore fuori dal negozio non ti ha sentito» mi risponde Ashton seccato.

È quasi ora di pranzo, tra poco i nostri turni finiscono e tornerò a casa mia per decidere che cosa fare.
A quanto pare Ashton aveva davvero picchiato Lucas nel retro del locale. Gli ha tirato due pugni in viso, non riusciva ad accettare cosa fosse successo ed era ancora molto incazzato con Lucas. Tuttavia non è un buon motivo per picchiarlo di nascosto, mi fa piacere che mi abbia difeso, ma non era necessario. Questo, però lui non lo sapeva. Ashton non lo sapeva che sarei andata la sera dopo ad affrontare Lucas. Quando gliel'ho racconto, questa mattina, si è sorpreso e molto. Non si aspettava una cosa del genere da me, ma ehi se qualcuno mi fa del male o ci prova non me ne sto ferma. Forse un tempo sarei rimasta nell'angolo nascosta sperando che qualcun altro mi difendesse, ma non ora. Quando gli ho raccontato che Lucas l'avrebbe denunciato, si è subito pentito di quello che aveva fatto.

«Ormai ciò che è fatto è fatto» mormora passandosi una mano tra i capelli, aveva le nocche della mano destra arrossate.

Ashton non solo mi aveva aiutato quella sera portandomi a casa, ma il giorno dopo era andato ad affrontare Lucas. Tutto per me ed io non ho fatto altro che sgridarlo da questa mattina.

«Non sentirti troppo in colpa, capisco perché l'hai fatto» rispondo prendendogli la mano per assicurarmi non fosse ridotta troppo male.
«Ah si?»
«Si, siamo amici, mi hai difeso e ti ringrazio» rispondo lasciando la mano di Ash per abbracciarlo. Lui appoggia la sua testa sulla mia spalla, sento il suo odore, è così buono e rassicurante, mi ricorda menta fresca, ma anche un po' di vaniglia.

———

«Comunque lui non ha nessuna prova per incastrare Ashton, potrebbe averlo colpito un altro, oppure essersi fatto male da solo. Tu, invece hai la registrazione, è una prova. Tesoro devi denunciarlo, vuoi che venga lì?» chiede mia mamma con un tono molto dolce, ma preoccupato. Vorrei tanto che fosse qui. Mi aveva chiamato per sapere come stavo e per dirmi che tra un mese mio padre organizzerà una cena con il suo socio e che molto probabilmente ci sarà Edward. Il mio quinto amore platonico.
Tuttavia per ora ne ho abbastanza di amori platonici. Vorrei fare una piccola pausa.

Il mio primo amore platonico si innamora dalla mia migliore amica.

Il mio secondo amore platonico mi fa ubriacare per portarmi a letto.

Il mio terzo amore platonico non so dove sia, non ho idea di come trovarlo e al momento non mi interessa.

Il mio quarto amore platonico mi illude per poi dirmi che è gay.

Il mio quinto amore platonico ho la possibilità di incontrarlo, ma... penso di avere paura.

Se anche lui dovesse deludermi? Se finirò come mia zia Prudence? Sola circondata da inquietanti pupazzi di pezza.

«Si, hai ragione, tranquilla non devi venire qui e non me la sento di venire per la cena»
«Brava, sei proprio sicura di non voler venire qui? Non devi per forza venire alla cena, ma potresti stare un po' con noi» insiste ancora mia madre, sempre usando quel tono di voce, alla fine cedo. Andrò a trovarli, come ha detto lei non devo per forza andare anche alla cena.
«Non ti preoccupare per Ashton, saprà assumersi le sue responsabilità. Quel ragazzo mi piace proprio tanto, anche se non l'ho mai visto. Ti ha difeso Anne, era lì per te»
«Lo so»
«È un bel ragazzo?» chiede cogliendomi di sorpresa e facendomi ridere.
«Mamma! Cosa ti salta in mente? Perché me lo chiedi?»
«Curiosità. Poi se è un bel ragazzo, gentile, simpatico con alcuni tuoi stessi interessi, perché non dovrebbe essere lui la tua anima gemella?»
«Ashton? Ma va! Siamo solo amici, poi lui sta con Midge» le rispondo e sento mia mamma fare un versetto di disapprovazione.
«Uhm... vedremo come finirà questa storia, ora tesoro ti devo lasciare. Ti mando tanti baci e non vedo l'ora di riabbracciarti»
«Anch'io mamma, saluta papà» la chiamata finisce esattamente quando mi trovo davanti al portone di casa, tempismo perfetto.

Apro il frigorifero giusto per mangiucchiare qualcosa, intanto un'idea balena nella mia testa. 
Il nostro frigo è sempre pieno, Susan compra sempre mille cose e allora perché adesso è vuoto? 
Ci sono solo zucchine, pomodori, del gorgonzola, latte e succo d'ananas.
Dov'è finito tutto il nostro cibo?
Sconsolata decido di prendermi un pacchetto di cracker e sedermi sul divano a mangiarli guardando qualcosa in televisione, continuando a pensare all'idea di poco fa.

Ashton:
Non ti preoccupare per me, 
denuncialo

Anne:
Spero tu non finisca nei guai

Ashton:
Non ti preoccupare
È colpa mia 
Me ne assumo la 
Responsabilità

Anne:
Grazie Ash

Ashton:
Questo e altro per te
Piccola Anne

Anne:
Perché mi difendi sempre?Cosa farei senza di te? La ragazza cui non piace deve essere proprio una scema 
NON INVIATO - 15.17

———-

La mia idea può funzionare.
Voglio fare un ultimo tentativo, se non funzionerà lo denuncerò, ma prima devo tentare in un altro modo, per Ashton.
Esco di nuovo di casa per andare nel posto in cui speravo di non metterci più piede, il locale di Lucas.
Spero che funzioni.

Sulla strada ripasso mentalmente quello che devo dire, sono nervosa e in ansia, ma devo tentare. 
Arrivo senza accorgermene, mi sembra di averci messo pochissimo per arrivare.

Entro e non c'è nessuno a parte la ragazza dai capelli azzurri, perfetto.
Non so con quale coraggio mi avvicino decisa al bancone, lei mi guarda sorridendo, come sempre.

«Ciao, un po' presto per entrare in un pub, come posso servirti?» chiede gentilmente continuando a pulire il bancone con uno straccio.
«Veramente vorrei parlare con te»

La ragazza alzo lo sguardo sorpresa, ma sembra interessata, posa lo straccio e si siede, lo stesso faccio io.

«Dimmi pure tesoro»

Faccio un respiro profondo e poi le racconto quello che mi è successo. Della serata, di Lucas, dello mio stato di confusione, di come Lucas abbiamo aggiunto altro nella mia birra e di quello che mi ha detto il giorno dopo. Quando le faccio sentire l'audio rimane ancora più sorpresa. 
Vedo che si agita sulla sedia, ogni tanto borbotta qualcosa e poi si morde il labbro inferiore.

«Sapevo che Lucas era uno di quelli che ci prova con tutte, ma non pensavo arrivasse a tanto. Che scema che sono stata, come ho fatto a non accorgermene?!» Dice infine passandosi una mano trai capelli colorati.
«Quando gli ho detto che l'avrei denunciato, lui mi ha minacciato che avrebbe denunciato un mio caro amico, non voglio che succeda»

Lei mi guarda con un sguardo che mi sembra pieno di comprensione e poi annuisce. Si alza e cammina avanti e indietro, poi si ferma di nuovo davanti a me.

«Cosa vorresti fare?» chiede interessate, poi mi rivela che anche lei vorrebbe dare una piccola lezione a Lucas. Allora iniziamo a parlare di cosa potremmo fare e quando arriviamo ad un accordo, mi informa che Lucas sarebbe arrivato a momenti e mi fa nascondere dietro al bancone.

Il pavimento per fortuna è pulito, sono vicino a tante file di bicchieri di vetro, spero di non farli cadere con la mia goffaggine. 
Quando sento la porta aprirsi, capisco che è Lucas, istintivamente trattengo il respiro. 
Andrà tutto per il meglio.

«Hey Leslie, come va?» chiede il moro poggiando qualcosa sul bancone, poi sento il rumore di un sgabello, immagino si sia seduto.
«Bene, senti un po' hai davvero fatto ubriacare delle nostre clienti?» chiede Leslie con una voce calma e quasi infantile.
«Che cosa? Ma come? Credi davvero questo di me? Chi ti ha dato questa informazione, ovviamente è falsa»
«Lo prendo come un sì, ora come tuo capo, come dovrei prenderla? Tu come la prenderesti?»
«Ovviamente non è vero nulla»

In quel momento Leslie, mi da un piccolo calcio e capisco che è il momento di farla partire. La registrazione in cui Lucas ammette ciò che fa invade il silenzio del pub, vorrei vedere la sua espressione, per fortuna a Leslie, mi da un altro colpetto, è il mio momento, esco dal mio nascondiglio.

L'espressione che Lucas fa è davvero buffa, vorrei ridere, ma mi trattengo. Lui continua a guardarci confuso e sorpreso, ma anche nervoso e infastidito. Si alza dallo sgabello e si allontana dal bancone.

«Così sarebbe tutto finto, ti ricordo che ho una prova. Allora perché tu lo sappia non ti ho ancora denunciato, prima vorrei provare a risolverla tra di noi»

Faccio una piccola pausa e vedo comparire sul suo viso quel ghigno strafottente, ma riesco a intravedere un po' di paura nei suoi occhi. 
Si sistema la giacca di pelle, mette le mani in tasca e poi mi guarda come a dirmi: "sentiamo un po' che hai da dire".

«Sappiamo entrambi che se ti denunciassi cosa accadrebbe, ma forse ti serve un piccolo ripasso. Hai fatto ubriacare una donna per portartela a letto... il codice penale stabilisce che è una violenza sessuale. È un reato, punibile con il carcere, chissà poi quante volte l'avrai già fatto. Sei talmente bravo da riuscire a non farti vedere dal tuo capo»

Indico Leslie affianco a me, lei annuisce, Lucas in silenzio continua ad ascoltarmi, il ghigno è sparito.

«Non ti denuncerò se tu non denuncerai Ashton, ma se dovessi venire a sapere che hai provato a rifarlo sappi che sarò contentissima di andare in qualunque centrale di polizia per consegnare l'audio in cui ammetti ciò che mi hai fatto» indico il mio cellulare che stringo forte in mano, poi incrocio le braccia al petto, ora tocca a Leslie.
«Non ti licenzierò, solo per tenerti d'occhio, non sarai più barista, ma pulirai i bagni e i tavoli. Se dovessi licenziarti o non venire più a lavorare, sappi che chiamerò Anne per dirgli di andare dalla polizia per denunciarti»

Il silenzio torna nel locale, la tensione è palpabile, stiamo aspettando una sua risposta, ma non arriva. 
Si limita a scuotere la testa con un sorriso amaro.

«E va bene, come volete voi, avete vinto» mormora infine, per poi prendere il suo zaino dal bancone e andare verso la cucina.
«No, prima di andare porgi le tue scuse a Anne»

Lucas si volta verso di noi, poi posa il suo sguardo su di me, e per un attimo mi sembra veramente dispiaciuto, non sarà dispiaciuto per me, ma per se stesso.

«Scusami Anne... e anche tu Leslie»

———-

Sulla strada per il ritorno mi sento più leggera, ma non del tutto tranquilla. 
Non sono mai stata brava a farmi valere e quando lo facevo finivo sempre per sentirmi in colpa.

Quando alle elementari Mindy mi tirava i capelli e mi prendeva in giro, io non facevo nulla. Una volta, però ho reagito le ho detto di smetterla e sono andata a raccontare tutto alla maestra. Vedere lo sguardo di Mindy mentre veniva sgridata, mi faceva sentire male, mi sentivo in colpa, nonostante lei fosse stata cattiva con me. Anche ora provavo lo stesso. 
Ero contenta che Ashton non corresse più pericolo, ma mi dispiaceva per Lucas. Perché mai ha iniziato a correggere le bibite delle ragazze per portarsele a letto? Cosa gli sarà successo per spingerlo a tanto? È davvero così o è solo una maschera? Sono stata troppo meschina? Forse lui non voleva diventare così, ma qualcosa lo ha cambiato e nessuno l'ha aiutato...
Cercando di pensare ad altro mi metto ad osservare le altre persone che camminano di fretta, contenti di tornare a casa. Sono quasi le sei del pomeriggio.
Una signora in completo elegante cammina con i tacchi a spillo su una strada tutta rovinata, poverina, non deve essere facile. 
Un ragazzo con lo skateboard in mano, le cuffie più grande di lui cammina tutto gobbo canticchiando una canzone a me sconosciuta.

Intravedo il lampione storto e capisco che sono quasi arrivata, sono all'inizio della via di casa mia.
Il signor Perty sta portando fuori, in perfetto orario, la sua amatissima cagnolina Daisy, un piccolo maltese iperattivo. Il signore mi saluta con un cenno della mano ed io contraccambio. Abita all'ultimo piano, il quinto, del nostro palazzo, noi al terzo.

«Anne cosa fai fuori? Credevo fossi a casa?» chiede Lucy quando mi vede comparire affianco a lei. Deve essere appena tornata dal lavoro, insieme ci dirigiamo al portone del nostro palazzo.

Mi racconta della sua stressante giornata e di come al supermercato la cassiera fosse la donna più lenta che lei avesse mai visto. Solo allora mi accorgo delle buste della spesa, mi offro subito di aiutarla a portarle.

«Grazie Anne, ti andrebbe un film Disney e un insalata?» chiede poggiando un attimo il sacchetto per cercare le chiavi di casa nella borsa.

Ha tutti i capelli in disordine, il volto pallido e si intravedono le occhiaie, Lucy lavora troppo, come Susan, si meriterebbero un po' di risposo.

«Mi andrebbe di più un panino, se vuoi l'insalata te la preparo io, così tu ti puoi riposare. Il film Disney va benissimo» le rispondo sorridendo mentre le tengo aperta la porta.
«Grazie mille, ti andrebbe di vedere Ribelle: The Brave?»

Iniziamo a salire le scale, nel nostro palazzo non c'è l'ascensore, per una persona pigra come me è stato uno shock all'inizio, ma ormai mi sono abituata.

«Si, ottima idea» 



 

Capitolo noioso e bruttino, lo so. 
I'm sorry 😢

Ma in questo periodo ho avuto mille cose da fare e poi sono stata male, non è un bellissimo periodo, quindi la mia vena creativa per questo capitolo non era delle migliori.
Forse lo risistemerò in seguito, comunque questo capitolo era il migliore tra le altre bozze.

Spero che almeno un po' vi sia piaciuto, fatemi sapere che cosa ne pensate!

Kiss and hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


15. Princess Annabel


 

Sono passate due settimane, non so bene quale dovrebbe essere il mio stato d'animo.
Penso sia normale non essere felice e nemmeno triste. Mia mamma, le mie amiche e Ashton mi hanno assillato tutto il tempo chiedendomi se avessi fatto la cosa giusta, se ero sicura di non denunciare Lucas, per ora mi sembra la scelta più giusta. Spero che Lucas impari la lezione, sicuramente io l'ho imparata. Non devo essere più tanto ingenua.

Sono chiusa nella mia stanza da tre giorni, non sono andata a lavoro, non me la sentivo di uscire, sono troppo stanca e devo studiare.
Questo weekend partirò per andare dai miei, starò da loro due settimane, penso sia un bene allontanarsi un po' da qui. Poi una volta tornata dovrò sostenere due esami: Filologia romanza e filosofia morale.
Sono le nove del mattino, sono seduta nel letto, non trovo la concentrazione per studiare. Mi viene sempre il nervoso in queste situazioni, devo studiare, mi devo concentrare, ma non ci riesco.
Poi sento gli altri che chiacchierano e ridono, Susan e Lucy hanno invitato Dylan e Richard a passare la notte qui. Sono stati tutta la notte a guardare i film di Sherlock Holmes, non riuscivo a dormire. Mi avevano invitato a restare con loro, per guardare il mio amato Robert Downey Jr, ma non mi andava di fare la quinta incomodo.

Ora probabilmente staranno facendo colazione, io l'ho fatta stamattina presto, loro ancora dormivano.

Devo studiare. 
Devo concentrarmi.

Midge mi ha chiamato poco fa solo per dirmi che aveva finito di studiare filosofia morale e che ora usciva con Ash, poi mi ha chiesto se volevo i suoi appunti, ho rifiutato. 
Volevo farcela da sola, ma la mia testa si sta ribellando.

Sono stanca, la notte faccio fatica a dormire, mi sveglio e rimango a fissare il soffitto, al buio, per ore prima di riaddormentarmi.
Il bussare alla mia porta, mi fa alzare lo sguardo dai miei libri sparsi sul letto.

«Anne, sei sveglia?» chiede la voce di Lucy oltre la porta.
«Si»
«Vuoi fare colazione con noi?»
«No, ho già mangiato» rispondo tornando a guardare i miei schemi confusi, pieni di parole sconnesse e disegni di fiori.
«Va bene, oggi andrai a lavoro? Uscirai? Non ti vedo da lunedì, va tutto bene?»
«Stasera faccio la babysitter per i Collins, quelli del quarto piano. Si va tutto bene»

Sento dei passi allontanarsi, avrà raggiunto gli altri.

Stasera devo fare da babysitter ad una dolce bambina di nome Ariel, ha cinque anni, è davvero una bambina dolcissima.

——-

«Anne! Anne! Anne!» grida felice la bambina dai lunghi capelli corvino, mentre corre verso di me e saltarmi in braccio. Entro nell'appartamento con lei in braccio, subito la calda luce del soggiorno mi accoglie.  Tutti i mobili sono di stile moderno, rispecchiano molto i genitori, sempre eleganti.
«Ciao bellissima, come stai?» chiedo mettendola giù, lei mi guarda sorridendo.
«Sto bene, mi sei mancata»
«Anche tu Ariel» le rispondo per poi alzare lo sguardo e salutare i signori Collins.
La madre mi ricorda le varie regole della casa e l'orario in cui la piccola deve andare a letto, dopodiché i due escono per la loro serata.

«Anne, ti va di giocare alle modelle? Ti trucco»
«Sapevo che me l'avresti chiesto, così ho portato tutti i miei trucchi»
L'ultima volta le avevo detto di no, perché non potevo farle usare i trucchi della madre quindi mi ero dovuta inventare un altro gioco.
Il volto di Ariel si illumina quando le mostro quello che le ho portato. Mi prende la mano e mi trascina in camera sua. Lasciamo l'accogliente e caldo salotto, dalle pareti bianche, per entrare nella sua stanza rosa. 
Pareti rosa, mobili rosa, cuscini rosa, insomma tutto rosa.
Ariel mi fa accomodare su un piccolo sgabello, ovviamente rosa, e inizia a giocare con i miei capelli.
«Prima ti lavo i capelli e poi ti trucco» dice convinta alzandosi e sistemandosi dietro di me. Ariel si mette a fare i rumori dell'acqua mentre pettina e massaggia i capelli.
Devo dire che è rilassante, anche piacevole, mi ricorda quando mamma mi pettinava i capelli da piccola.
«Che bei capelli che hai... mi piacciono, sono come quelli della mia mamma»
«Anche i tuoi sono molto belli, ti va se dopo ti faccio una bella treccia?» chiedo e sento Ariel fare un piccolo urletto di gioia.
«Come quella della principessa Elsa?»
«Si, come quella di Elsa»

Passiamo la serata a pettinarci e truccarci poi Ariel si prova il suo vestito da principessa che le ha regalato la sua zia preferita e inizia a camminare lungo il corridoio, come una modella.
La cena era già pronta, bastava riscaldarla in microonde, petto di pollo con zucchine. Ariel ha provato a non mangiare le zucchine dicendomi che oggi ne era allergica, ma alla fine si è rassegnata e le ha mangiate.

«Anne, mi racconterai un storia, vero? Come fai sempre, le tue sono così buffe. La principessa Annabel che fa sempre dei pasticci, intanto aspetta il principe» chiede sporgendo il labbro inferiore mentre le rimbocco le coperte.
«Non lo so, Ariel»
«Ti preeego» chiede di nuovo con una voce più dolce, mostrando un faccia da cucciolo.
«E va bene. Ti racconterò una storia»
Mi sistemo sullo sgabello e cerco di pensare a qualcosa che le possa piacere, poi senza accorgermene la storia arriva da se.
«Un giorno il re disse alla principessa Annabel che doveva trovare in fretta un principe, avrebbe dovuto scegliere tra i cinque bei principi dei paesi vicini. Annabel aveva già avuto modo di conoscere questo cinque principi, molto tempo prima, ma aveva voglia di rivederli. Forse il suo principe era tra questi cinque?»
Inizio a raccontare la storia dei vari incontri, aggiungendo qualche caduta goffa della principessa così che Ariel si metta a ridere.
«Il principe Richard purtroppo rivela al loro terzo incontro di essere innamorato di un'altra principessa, la principessa Eveline»
Ariel si alza di scatto e mi guarda arrabbiata.
«Ma come? No, Anne non è possible. Lui era così gentile, perché ama un'altra? Poi la principessa Eveline è così noiosa» dice arrabbiata e incrociando le braccia al petto.
«Ariel non è sempre così facile, la vita a volte ti mette davanti un ostacolo, ma basta superarlo. Poi la principessa Annabel e contenta per loro, inoltre deve ancora incontrare gli altri quattro»
Ariel sembra essersi calmata si rimette sdraiata e torna a sorridere. Continuo a raccontare, lei mi ascolta rapita dalla mia storia, ogni tanto interviene per fare degli aggiustamenti, ma il resto del tempo mi ascolta con un sorriso sulle labbra.
«Quindi neanche il principe Matthew? Povera Annabel, penserà di avere qualcosa che non va... invece lei è così bella, simpatica, intelligente»
«Ah si? Come te la immagini questa principessa?» chiedo curiosa interrompendo la storia.
«Un po' come Belle e un po' come te, tu fai sempre pasticci» mi risponde ridacchiando e coprendosi la bocca con le sue manine per trattenere la risata. Le sorrido poi continuo a raccontare, arriva il terzo incontro con il secondo principe.
«Questo non mi piace, è stato cattivo, mandalo via, non lo voglio, cattivo» interviene subito Ariel facendo un buffo gesto con la mano, per dirmi di mandarlo via.
«Tranquilla ci pensa il valoroso cavaliere Ashton a mandarlo via, lui protegge sempre la principessa, ti ricordi?»
«Certo! Lui è gentilissimo, è come Eric della Sirenetta»
«Adesso la principessa è stanca, non vuole più incontrare nessun principe, i primi tre l'hanno delusa, gli altri due non si trovano. La principessa se ne sta nella sua stanza a leggere libri di storie e favole con un lieto fine, pensando che a lei non arriverà mai...»
«Anne non puoi finire così la storia, è triste, Annabel deve avere un lieto fine!» protesta la piccola Ariel, però non riesco a trovare un modo per concludere la storia, la mia storia.
«Allora la principessa Annabel decide di non incontrare nessun principe, ma diventa comunque regina del suo regno, il suo popolo le vuole molto bene, come anche i suoi genitori. Regna in modo saggio e giusto, a volte organizza feste in paese dove tutti possono mangiare il buonissimo cibo del castello... fine»
«Che forte! Diventa regina? Senza un re? Si, anche secondo me sarà una brava regina» si interrompe per sbadigliare, poi si stiracchia e chiude gli occhi pronta a dormire.
«Forse troverà il suo amore più avanti, magari uno dei due principi tornerà» mormora prima di girarsi e addormentarsi. Mi alzo e spengo la luce, per poi sedermi tranquilla sul divano ad aspettare l'arrivo dei genitori.

"Forse troverà il suo amore più avanti, magari uno dei due principi tornerà"

Uno dei due principi ha la possibilità di incontrarlo in effetti... ha solo timore che possa andare tutto male e di non trovare nessuno che l'amerà mai.

Chi potrebbe mai amare una nerd, distratta, pasticciona, timida, introversa come me?

Ho come la sensazione che tutti vadano avanti tranne me, come se rimanessi indietro. 









 

Capitolo un po' così... I know and I'm sorry
Ma com'è ho detto non sto passando un bel periodo e questo si riflette nella mia storia.
Anne è molto simile a me, è un po' la mia storia, con qualche modifica ovviamente. 
Ad esempio gli amori platonici di Anne, sono i miei amori platonici😌

Ebbene sì, tutti gli amori platonici di questa storia, sono persone reali,
non tutti gli eventi sono andati così anche nella realtà, ma alcuni sì

Prometto che il prossimo capitolo sarà migliore,

Kiss and hugs
||MartaWeasley||

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


16. Don't Give Up


 

«Anne! La colazione!» grida mia madre bussando alla porta della mia camera.
«Arrivo subito» le grido in risposta, mi metto una felpa e le ciabatte azzurre con degli unicorni e scendo subito.
Sono arrivata ieri sera, mi sento molto meglio, stare qui con loro e molto più rilassante, sono sicura che riuscirò a studiare meglio.
Dopo che sono arrivata, dopo la cena, mia mamma è venuta in camera mia, abbiamo parlato per quella che mi è parsa un'eternità. Tuttavia è stato liberatorio. 
Gli ho detto tutti i miei dubbi i miei timori, lei è riuscita a rassicurarmi.

«Anne come ti ho già detto l'amore della tua vita non è per forza tra questi ragazzi, ma tu hai insistito nel dirmi che era così. Ora non puoi mollare tutto, devi arrivare fino in fondo. Trovarli e capire. Se alla fine si rivelassero tutti sbagliati, fa niente. Vorrà dire che dovrai cercare ancora prima di trovare il tuo principe. Comunque non c'è nulla che non vada in te, forse sei un po' distratta e pasticciona, ma io adoro anche questo tuo lato. So cosa stai pensando: "Devi dirlo per forza, perché sei mia madre", ma io le penso davvero queste cose. Chiunque abbia avuto il piacere di conoscerti è stato fortunato. Vedrai che quando lui arriverà, lo capirà»

Quando arrivo in cucina trovo il tavolo già tutto apparecchiato, mio padre è già seduto e mi sta versando l'acqua calda nella tazza. L'odore di waffles invade le mie narici, che bello essere a casa.

«Hai dormito bene?» chiede mio padre passandomi la scatola con tutte le varie bustine di tè e tisane.
«Benissimo, ho sognato che io e Chris Evans eravamo fidanzati e che Jimmy Fallon ci intervistava, un sogno molto divertente devo dire, peccato non fosse reale»
Mia madre si siede a tavola portando la brocca di caffè caldo e sorride.
«Beata te, io invece ho sognato che un mostro alieno ci cacciava di casa»
Io e mio padre scoppiamo a ridere, i suoi sogni sono sempre così strani. Ricordo che una volta ci disse di aver sognato che un pacchetto di fazzoletti gigante distruggeva Londra.
«Anne la cena è tra una settimana, se cambi idea fammelo sapere, così ti tengo un posto»
Mia mamma mi da un piccolo calcio sotto il tavolo e poi inizia a fare delle facce strane.
«Tienimi un posto» rispondo e subito mia mamma batte le mani felice, lasciando mio padre confuso.
«Non è giusto, anch'io voglio sapere i vari pettegolezzi, perché non mi dite mai niente?» si lamenta mio papà prendendo un altro waffle.
«Perché tesoro mio tu i segreti non li sai mantenere» gli risponde mia madre ridacchiando.

***

«No, mamma, assolutamente no» le rispondo quando lei mi mostra una felpa blu elettrico con delle piume sulle maniche.

Lei ride e poi lascia giù la felpa. Quando andiamo a fare compere mia mamma per scherzare mi consiglia sempre gli abiti più strampalati.

«Non devo per forza comprare qualcosa, stiamo solo guardando» le ricordo, lei annuisce sbuffando per poi indicarmi un vestito bianco corto fino al ginocchio, semplice, ma molto carino.
La cena è domani sera, non ho portato nessun vestito perché non ero intenzionata ad andare, ma ora che ho cambiato idea vorrei prendere qualcosa di carino.
«È molto carino, lo vado a provare» prendo l'abito e mi dirigo al camerino, ma appena vedo una persona entrare nel negozio mi nascondo dietro ad uno scaffale.
«Tesoro che fai? Giochi a nascondino?» chiede mia mamma ridacchiando.
«No, ma quella che è appena entrata veniva a scuola con me, al liceo» le rispondo a bassa voce, cercando di non farmi né vedere né sentire.
«Ah salutala allora» dice mia madre convinta, certo lei non era al liceo con me, non può sapere quella chi è.
«Ma sei impazzita? Ma neanche morta, è stata sempre una grandissima stronza nei miei confronti e non solo nei miei»
«Ma fregatene Anne, probabilmente non si ricorderà di te, ti ignorerà e basta. Ora vai in camerino a provarti il vestito»
«Io mi ricordo di lei, quindi lei potrebbe ricordarsi di me» ribatto guardando in che direzione sta andando il diavolo sui tacchi rosa.
«Ora è uscita, puoi uscire anche tu?» domanda mia mamma stufa per poi incamminarsi ai camerini. Io dopo un'ultima controllata la seguo.

Quando andavo al liceo e mi capitava di incontrare alcuni compagni fuori da scuola cambiavo sempre strada, li evitavo, non volevo incontrarli. A quanto pare non sono cambiata. Alla fine decido di comprare il vestito, anzi mamma mi regala il vestito. Facciamo ancora qualche giro per il paese, essendo sabato mattina la piazza è abbastanza affollata, c'è tanta gente che va e viene.

«Ci fermiamo a prendere un caffè? O qualcos'altro?» chiede mia mamma indicando un piccolo bar, in cui andavamo spesso.
«Tra poco è ora di pranzo, papà ci aspetta a casa, sarà per un'altra volta»
Mia mamma mostra la sua faccia imbronciata e poi sbuffa, a volte sembro io la madre e lei la bambina.
«Mi andava una fetta di torta al papavero» borbotta mentre ci incamminiamo per tornare a casa.

——-

Dopo pranzo io e mio padre decidiamo di sfidarci a tutti i giochi della Wii, quando abitavo qui facevamo dei tornei, noi contro i vicini, poi loro si sono trasferiti, quindi ora il torneo è solo tra noi tre.
I nostri vicini erano in quattro, avevano due figli, la prima di due anni in me di me e il secondo due quattro anni in meno, ma andavamo d'accordo. Lo stesso i nostri genitori. Quando poi hanno trasferito il signor Hills ci è dispiaciuto molto. Mia mamma a volte ancora si sente con la signora Hills.

«Anne ultimo gioco, ultima sfida, chi vince questo ballo a Just Dance vince tutto, pronta?»
Abbiamo già giocato a tennis in Wii Sport, ho vinto io. A golf ha vinto lui. A pesca a vinto lui, a Mario kart ho vinto io ed ora manca just dance.
«Sono nata pronta»
Appena la musica parte iniziamo a seguire le mosse dei nostri personaggi e devo fare un enorme sforzo per non ridere nel vedere mio papà ballare con tanto impegno.
«Vai tesoro sei una bomba!» grida mia madre, sia io che mio padre la ringraziamo, non sapendo in realtà a chi dei due si riferisse.

«Ho vinto io!» grido appena finisce ed inizio a fare il mio ballo della vittoria.
«Ti ho lasciato vincere, è differente» risponde mio padre facendomi la linguaccia, per poi accasciarsi sul divano distrutto.
«Ora mi andrebbe un bel frullato fresco alla fragola e banana» dice con il fiatone.
«A me ne andrebbe uno con il mango, to ricordi quello che ho perso una volta al mare? C'era il mango, la banana e altri frutti, ma non mi ricordo, so solo che era buonissimo»
«Anne, lo prendevi praticamente ogni giorno, certo che mi ricordo, ho speso tantissimi soldi in frullati quell'estate» risponde mio padre dandomi una leggera spinta con la spalla, io rido e a mia volta gli do una spinta.
Non smetterò mai di dirlo: amo essere qui. Adoro la mia famiglia.

***

«Vi muovete? Siete le donne della mia vita, ma vi giuro che non vi sopporto quando mi fate fare tardi» grida mio padre che è seduto sul divano, già pronta da una decina di minuti.
«Io sono pronta, devo solo mettere le scarpe» rispondo mentre mi siedo accanto a lui con dei sandali bianchi con poco di tacco.
«Sei bellissima Anne»
Gli faccio una boccaccia, ma poi lo ringrazio. Mia madre intanto corre per tutta la casa cercando la sua borsetta.
Ho messo il vestito, ho messo delle scarpe che non siano vans, ho messo un po' di rossetto, ho raccolto i capelli in uno chignon, dai sì sono abbastanza carina. Peccato che non mi faccia passare l'ansia.
Oh mamma mia, sto per incontrare Edward.
«L'ho trovata!» Grida mia madre per poi raggiungerci in salotto. Indossa un vestito verde smeraldo, che le arriva fino al ginocchio, un copri spalle beige, tacchi beige e la sua borsetta anch'essa beige.
«Amore sei favolosa, ora tutte fuori, su su» dice mio padre aprendo la porta di casa.

Lunga la strada in macchina non faccio che torturarmi le mani pensando mentalmente a cosa non devo fare.
Niente starnuti, starnutisco in modo strano e faccio un rumore assurdo. 
Niente rutti, non che mi capitino spesso, ma meglio evitare.
Niente balbetti, sarà difficile.
Non devo sbavare, mi devo assicurare di tenere la bocca chiusa. 
Niente verso del maiale quando rido. 
Niente di stupido. 
Non devo cadere, guardare sempre dove metto i piedi. 
Niente ansia, calma, andrà tutto bene.

«Siamo arrivati, quello è il ristorante, ora parcheggio»

Adesso vomito, no! Niente vomito!

Oddio Anne, calmati.

Mia mamma prima di scendere dalla macchina si volta verso di me e mi fa l'occhiolino.

«Anne sei bellissima, ora rilassati e si te stessa»
«Grazie mamma» rispondo sorridendo e scendendo dalla macchina.

Ce la posso fare.
Entriamo in questo grande ristorante, prima di arrivare all'ingresso percorriamo un lungo sentiero in un giardino, c'è pure un ponticello, sopra un laghetto, che porta alla zona bar. Davanti alla porta c'è una cameriera che ci sorride, mio padre si mette a parlarle io mi limito ad osservare. A sinistra ci sono le cucina, riesco ad intravedere due cuochi che preparano la pizza, fanno anche la pizza, che bello. Davanti a noi ci sono delle scale che porteranno alla sala ristorante, mentre a destra ci sono altri tavoli e un bancone simile a quello che c'era nel giardino. Sarà la zona bar interna.

«Perfetto seguitemi pure, gli altri si sono appena accomodati»

Oddio Edward è già qui.
Saliamo le scale ed arriviamo in una immensa sala piena di tavolo apparecchiati e di gente che si gode la cena. La cameriera ci indica un tavolo infondo, vicino alla vetrata, poi torna indietro a prendere i menù.

«Tesoro eccolo, è lui!» mi sussurra mia madre all'orecchio.

Okay Anne, non vomitare per l'ansia. 




 

E finisce qui questo capitolo! 
Curiosi di sapere come andrà la cena?

Anne si è un po' ripresa, grazie ai suoi genitori che la sostengono sempre, soprattutto la madre.

Curiosi di sapere come sarà Edward?
Curiosi di sapere se Anne si calmerà? Tanto lo sappiamo tutti che la risposta è no, non si calmerà.
La nostra protagonista e l'ansia sono sempre insieme quando si tratta di ragazzi.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate☺️

Kiss and hugs
||MartaWeasley||




 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


17. Please
 

«Si, mi ricordo che una volta, quando siamo venuti a cena a casa vostra, Anne girava per il giardino in mutande e diceva di voler vivere nella giungla» dice Edward ridendo, facendo ridere tutti al tavolo.

Perché sono finita in questa situazione?

Ommioddio che imbarazzo, possibile che se lo ricordi? E comunque avevo quattro anni, ero piccola, e avevo appena visto il libro della giungla.

«Si, voleva diventare come Mowgli» afferma mio padre continuando a ridere e dandomi delle leggere pacche sulla schiena. Mia mamma sta cercando di trattenersi dal ridere e di raccontare altri imbarazzanti aneddoti.
«Anche Edward da piccolo era convinto di essere un cavaliere mandato dallo spazio e mi ricordo che andava in giro con una spada di alluminio» ribatto, insomma non possiamo parlare tutto il tempo di me.
Abbiamo parlato della mia fase sirena, quando ero convinta che toccando l'acqua mi sarei trasformata in sirena. Della fase fata, in cui credevo di avere dei poteri legati ai quattro elementi e della fase Mowgli. Ora basta.
«È vero, caro ti ricordi?» chiede la madre di Edward al marito, i nostri genitori iniziano a ridere, mentre Edward mi fa una boccaccia, come un bambino. Anche quando eravamo più piccoli e io facevo la spia ai nostri genitori lui mi faceva le boccacce.
Siamo seduti al tavolo da po', abbiamo appena finito gli antipasti e stiamo aspettando i vari piatti, devo dire che non sono per niente più rilassata. Una corda di violino sarebbe più rilassata di me. Okay, lo so cosa state pensando, è solo una cena con la mia famiglia e la famiglia del socio di mio padre che conosco da quando ero piccola, non dovrei essere in ansia. Invece lo sono. Qui sono tutti super intelligenti! Mio padre e il signor Harrison hanno un'azienda di computer, non ho mai ben capito cosa facciano, la signora Harrison è un medico e anche Edward ha studiato economia. Se si mettessero a parlare di cose scientifiche farei la figura dell'idiota. So che due più due fa quattro, π è uguale a 3,14, E=mc².  Non mi viene in mente nient'altro di intelligente. Perché non possiamo parlare di letteratura?

Quando arrivano le ordinazioni iniziamo tutti a mangiare tranquilli, magari non parleranno di scienza o economia e marketing, almeno lo spero.
La famiglia Harrison ha preso piatti dai nomi strani, così come l'aspetto dei piatti. Perché il cibo nel piatto della signora Harrison sembra ancora vivo? Quel pesce si è mosso o è una mia impressione? Comunque non ha un bell'aspetto, non mi ispira per niente, io non lo mangerei mai.
Mia madre ha preso un'insaltona greca, mio padre una bella bistecca, io delle pappardelle ai funghi.

I nostri genitori si mettono a chiacchierare tranquillamente, mentre io ed Edward ci lanciamo di tanto in tanto qualche sguardo imbarazzato.
Cosa posso dire? Qualcosa di intelligente, così posso fare colpo, ma cosa? E=mc²?

«Anne ora tu vivi a Londra da sola, giusto?» mi domanda la signora sorridendomi. Cerco di mandar giù in fretta la forchettata che ho appena preso, intanto le sorrido.
«In realtà ho delle coinquiline, le mie due migliori amiche, comunque si abito a Londra» rispondo prendendo un altro boccone, ma quanto è buono?! Si può sposare un piatto di pappardelle? Basta il cibo, i carboidrati sono la mia anima gemella.
«Capito e studi lettere, giusto? Cosa ti piacerebbe fare dopo?» continua a domandare, sento tutti gli occhi su di me, preferivo essere ignorata, perché non tornano a parlare tra di loro?
«Uhm si studio lettere, mi piacerebbe fare l'editore, oppure insegnare»
I signori Harrison annuiscono per poi tornare a parlare con i miei lasciandomi gustare il mio piatto in pace.

«Lavori in libreria?» mi chiede all'improvviso Edward, facendomi quasi strozzare con l'acqua.
«Si, perché?» chiedo sorpresa, cosa fa? Mi spia?
Lui mi guarda e sorride, poi mi indica e dice ad alta voce: «Lo sapevo!»
L'attenzione ritorna di nuovo su di noi, Edward mi sorride di nuovo, sorrido anch'io.
«Come facevi a saperlo? Sei un sensitivo? Oppure mi spii?» chiedo sarcastica prendendo un altro sorso d'acqua.
«Hai indovinato ti spio, o meglio pago altri per farlo»
Meno male che avevo già mandato giù l'acqua perché se no l'avrei sputata, non mi immaginavo rispondesse così.
«Ah ma davvero? Sono così interessante che paghi qualcuno per spiarmi?»
«Certo» risponde annuendo, poi rivela di avermi visto una volta dietro al bancone della libreria in centro, ma non era sicuro che fossi davvero io, dopotutto non ci vedevamo da anni.
Ci mettiamo tranquillamente a chiacchierare, mi racconto del suo viaggio-lavoro in Irlanda per tre mesi e di come gli piacerebbe tornare lì.  Poi parliamo dell'Università, degli esami, professori, insomma tutto normale e tranquillo.
Inizio anche a rilassarmi un po', tranne quando mia madre inizia a lanciare occhiate raggianti da me a Edward. Ci farà scoprire.

«Ci sono dei paesi che vorresti visitare? Io adoro viaggiare, oltre all'Irlanda, sono stato anche in Spagna e Germania» mi chiede Edward contento.
«Scherzi? Se fossi ricca girerei tutto il mondo! I paesi che mi piacerebbe visitare di più sono Giappone, Nuova Zelanda, Italia e Stati Uniti»
«L'Italia deve essere bella, piena di cibo da provare! Anche la Nuova Zelanda deve essere meravigliosa»
Si, poi li hanno girato il signore degli anelli!
Questa serata sta procedendo proprio bene, il cameriere porta via i piatti vuoti e ci lascia la carta dei dolci.
Devo dire che non ho mai visto così tanti dolci, quanti ce ne sono trenta? Mille torte diverse, come faccio a scegliere?
Alla fine opto per un tiramisù, adoro i dolci, cerco sempre di lasciare un spazio nello stomaco per questi.

«Senti Anne ti posso chiedere un'altra cosa?» mi domanda la madre di Edward, io annuisco mentre prendo il piccolo piatto che il cameriere mi porge. Sono l'unica ad aver ordinato un dessert, gli altri hanno tutti preso un caffè.
«Il ragazzo ce l'hai? Mi piacerebbe tanto vederti sposata, indossare l'abito bianco»

Ma ma ma che domanda è?!
Tutti mi guardando attendendo una risposta, anche Edward mi guarda curioso.

«Non ho il ragazzo»

«Come mai?» chiedono insieme Edward e sua madre.

Bella domanda, mica è colpa mia, io lo sto cercando, forse è pure seduto di fronte a me.
Cosa rispondo? Che la vita a volte è amara e prima di farci incontrare la persona giusta ci mette davanti ostacoli o che forse la persona giusta l'abbiamo già incontrata, ma non lo sappiamo. Oppure chiedo a mia volta ad Edward se è single?
Cosa faccio?

A salvarmi da questa situazione è mia madre, grazie mille.
«Invece tu Edward? Hai la ragazza?»

Lui si muove un po' imbarazzato sulla sedia, su Edward rispondi. Non c'è niente di male se dice di essere single, anzi ben venga.
Ti prego fa che sia single. 
Ti prego. 
Per favore. 
Non mangerò più dolci di nascosto la notte, smetterò di rubare la crema per il viso di Susan e verrò più in chiesa, ma per favore fa che sia single.

«Ecco in realtà...» 





 

Fine capitolo!

Chiedo scusa per questa assenza, giuro che mi rimetto all'opera in fretta.

Sono andata in vacanza e al concerto di Ed Sheeran😍
A voi come procede questo inizio l'estate?
Io muoio di caldo, sto diventando un budino.

Anyway spero che il capitolo vi sia piaciuto
È arrivato il quinto amore platonico!

Vedremo come si evolverà la cosa, ora vado a dormire

Kiss and hugs 
||MartaWeasley||

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


18. Is He The Right One For You?

 

Non ci credo.

I signori Harrison guardano, sorpresi quanto me, il loro adorato figlio che sorride contento dopo il suo annuncio.  Non ci vuole molto prima che i genitori si riprendano, la madre lo abbraccia felice della notizia, pure il padre lo abbraccia.

Non ci credo. Mi prendi in giro? Lo so che ti diverti a prendermi in giro! E' tutta colpa tua Zeus!

«In realtà... mi sono fidanzato, con Giselle, le ho fatto la proposta due giorni fa»

Si deve sposare, un altro amore platonico da togliere dalla lista. 
Lo so che tu lassù mi prendi in giro!

Per carità non dicono di non essere contenta, anzi adoro i matrimoni, ma proprio lui, perché non poteva dire di essere single e che gli piacerebbe uscire con me.

«Edward sono felicissima per te, congratulazioni» gli sorride mia madre e anche mio padre si congratula con lui.

Si sta per sposare, beato lui, ha trovato la sua anima gemella e non sono io, ma Giselle.

«Si, congratulazioni» gli rispondo sorridendo, lui ricambia e ci ringrazia. Dopodiché iniziamo a parlare di Edward e Giselle e della preparazione del matrimonio. 
La signora Harrison è al settimo cielo, continua a farneticare di organizzare lei il matrimonio del secolo, è divertente. Sembra emozionatissima, posso capire suo figlio si sposa e come descrive Giselle si capisce che la trova perfetta per il figlio. 
Mia mamma e la signora Harrison stanno parlando dei loro matrimoni, è così bello ascoltare questi aneddoti. Mamma sta raccontando di quando zio Phill fece finta di perdere le fedi nuziali e che lei era quasi svenuta all'altare per lo spavento.
Quando il cameriere porta il conto a tavola mio padre e il signor Harrison decidono di dividere il conto a metà, poi ci alziamo pronti a tornare a casa. 

«Davvero non hai il ragazzo?» mi sussurra Edward mentre mi tiene aperta la grande porta di vetro dell'ingresso. Subito l'aria fredda ci circonda, a volte dimentico che la sera qui faccia così freddo, mi stringo nel cappotto sperando di arrivare subito alla macchina.
«Davvero»
«Ma come è possibile, sei bella, simpatica, intelligente e per di più sapresti come sopravvivere in una giungla grazie al tuo addestramento da bambina»
Iniziamo a ridere entrambi, oddio è vero che quando ero nella fase Mowgli ero un pochino fuori di testa: mi arrampicavo sugli alberi, volevo dormire su di essi e procurarmi il cibo da sola. Edward, quando eravamo bambini, mi prendeva sempre in giro ed io gli rispondo che se si sarebbe perso in un bosco non l'avrei aiutato.
«In effetti sono perfetta, sono gli altri che non lo capiscono» rispondo ridendo.
«È vero, lo sei, ma sicuramente non sono l'unico a capirlo, secondo me c'è già qualcuno a te vicino che sa quanto sei incredibilmente fantastica»
Rimango un attimo sorpresa senza sapere cosa dire. Pensa davvero questo di me? E' davvero dolce. 
Qualcuno vicino a me? Chi?
«Oppure l'unico che mi capisce si trova non so in Giappone e non ci troveremo mai, sarebbe una bella tragedia»
Edward mi guarda sorridendo per poi abbracciarmi.
«Anne è stato bello rivederti»
«Anche per me»
Quando sciogliamo l'abbraccio mi rendo conto di essere davanti alla macchina di papà e che anche i nostri genitori si stanno salutando. 
C'è un via e vai di baci e abbracci poi saliamo tutti in macchina, ma prima di andarcene Edward ci informa che ovviamente siamo tutti invitati al suo matrimonio.

«Anne tesoro non è andata male, nonostante l'annuncio del matrimonio» dice mia madre mentre mio padre esce dal parcheggio.
«Non è andata male, mi ha fatto piacere rivedere tutta la famiglia Harrison e poi Edward ha trovato la sua anima gemella, sono contenta per lui»
Giselle è la sua anima gemella. Hanno molti interessi in comune, ma allo stesso tempo sono molto diversi. Edward ci ha raccontato che è un'insegnante di storia dell'arte e che vive in Irlanda, si sono conosciuti però quando lei ha passato un periodo di studio a Londra.  Come la descriveva si vedeva che era innamorato perso di lei, vorrei provare anch'io quelle sensazioni, quelle emozioni.
«Te ne rimane uno?» chiede mia mamma, sembra preoccupata per me. 
Ne rimane solo uno.
«Si»

Qualcuno a te vicino

Mio padre si mette a chiedere di cosa stiamo parlando, ma non rispondo, sto pensando ad un modo per trovare Edmund. Tuttavia quello che ha detto Edward mi torna continuamente in mente.

*Beep*

Messaggio da Ashton: 
Allora com'è andata? 
È lui quello giusto per te?

Qualcuno vicino a me... Ashton è l'unico che mi capisce e mi è sempre stato accanto, ma lui sta con Midge e non penso che abbia mai pensato a me in un altro modo aperte la sua buffa e goffa amica. Quando avevo una cotta per lui, sapevo già di non avere speranze, lo sapevo benissimo.

«Anne tutto bene?» chiede mia mamma preoccupata voltandosi verso di me.

Perché? 
Perché io?
Perché sto piangendo?

***

Il mattino dopo mi sveglio con uno strana sensazione di pesantezza sul petto. 
Appena siamo tornati a casa dal ristorante mi sono chiusa in camera, non piangevo più, anche se in realtà a me sembrava di continuare a piangere. 
Non faccio in tempo ad alzarmi che sento bussare alla porta.

«Anne posso entrare un attimo?»
«Si, mamma»

Mia mamma sbuca dalla porta, anche lei indossa ancora il pigiama, arriva e si siede sul letto accanto a me, entrambe con la schiena poggiata alla testata del letto. Poggio la testa sulla sua spalla e lei mi lascia un delicato bacio tra i capelli, stare così mi fa sentire più tranquilla.

«Tuo padre dorme ancora quindi possiamo parlare, se ti va» dice mettendomi un braccio intorno alla spalle e sorridendomi dolcemente. Mi limito ad annuire, allora lei mi osserva per un attimo e poi sospira.
«Questi uomini... comunque è per via di Edward? Del matrimonio che piangevi?» chiede accarezzandomi la guancia.
«No, pensavo davvero quello che ho detto, sono contenta per lui e sono felice ci abbia invitati al matrimonio»
«E allora cosa è successo?»
Non lo so, non capisco, mi passano mille cose per la testa.
«Ieri sera Edward mi ha detto una cosa... ha detto che forse quello giusto per me è già qualcuno a me vicino»
Mia mamma non dice niente si limita ad annuire facendomi capire di andare avanti.
«Poco dopo mi è arrivato un messaggio di Ashton che mi chiedeva come era andata la serata, lui si ricordava che era ieri, non me l'aspettavo. Io non lo so poi mi sono ritrovata a piangere»
«Credo di aver capito» dice mia mamma dopo un lungo silenzio, toglie il braccio che mi aveva messo intorno alla spalle e si sposta in modo da essere di fronte a me. Mi osserva per un po' come se volesse studiarmi, per assicurarsi di aver capito tutto.
«Anne cerca di capire cosa ti ha fatto stare male, prima eri contenta, l'hai detto tu stessa, poi è arrivato un messaggio da parte di Ashton»
«Ho pensato che l'unica persona vicina a me sia Ashton. L'unico che mi capisce, con cui posso essere me stessa al centro per cento. Lui mi ha sempre difeso, è sempre gentile, divertente ed io... non lo so»
«Si che lo sai» dice mia mamma guardandomi dritta negli occhi, sembra che mi stia leggendo dentro.
«Penso che mi piaccia ancora Ashton. Lui mi ha aiuto in questo folle piano, non è scappato credendomi pazza. Mi ha protetto da Lucas, per non dire delle altre mille cose che fa sempre per me. Credevo mi fosse passata la cotta per lui, però se ci penso anche quando Midge mi ha chiesto di presentargli Ashton mi dava fastidio. Ora stanno insieme ed è merito mio» dico nascondendo la testa nel cuscino che fino poco fa stringevo tra le braccia. Perché? Perché mi piace ancora Ashton? Perché me ne rendo conto ora? Perché non mi è passata? Era solo una facciata? Io, però credevo davvero che... in realtà avevo deciso tempo fa di lasciar stare la mia cotta per continuare a essere sua amica, invece di perderlo. Mia mamma mia abbraccia e poi lascia altri baci tra i capelli.
«Anne l'amore è così, a volte fa stare male. Non hai idea di che pene ho passato a causa di tuo padre, ma alla fine eccoci qua felici»
«Che cosa ti ha fatto passare?» chiedo curiosa, mia mamma scioglie l'abbraccio per risedersi di fronte a me, dopo un piccolo sospiro inizia a raccontare.
«Io e tuo padre ci conosciamo fin da piccoli, ma solo alle medie siamo diventati amici, migliori amici. Io crescendo mi accorgevo pian piano dei miei sentimenti per lui, erano più forti di una semplice amicizia, ma tuo padre non mi dava nessun segnale. Anzi quell'ottuso di tuo padre mi ripeteva sempre: "Sei la migliore amica che potessi avere". Poi in terza liceo si prese una cotta per una ragazza ed io lo aiutai a conquistarla, nonostante stessi male. Alla fine pensai fosse meglio dimenticare i miei sentimenti per salvare la nostra amicizia. Fu lì che incontrai John»
«John?» chiedo sorpresa, chi è questo John?
«Il mio primo ragazzo. Iniziai ad uscire con lui, mi faceva stare bene, pensai che sarei riuscita finalmente a lasciarmi alle spalle l'amore che provavo nei confronti di tuo padre. Tuttavia la relazione con John non durò molto, mi lasciò per un'altra. Tuo padre fu lì per consolarmi, lui  però stava ancora con quella ragazza. Alla fine del liceo, alla festa del diploma eravamo tornati entrambi single ed io provavo ancora quei sentimenti per tuo padre. Passammo la sera della cerimonia dei diplomi su un prato, vicino a casa sua, a guardare le stelle. Tuo padre poi mi disse che fu lì che capì di essere innamorato di me, quella notte sotto le stelle. Tuttavia non accadde nulla, fu solo un mese dopo che tuo padre, il giorno del mio compleanno, mi baciò»
Mia mamma sorride beata rivivendo quel ricordo, mi fa tenerezza.
«Papà ti ha fatto aspettare tanto» le rispondo con un leggero sorriso. Quindi anche mamma ha cercato di dimenticare i sentimenti per papà, ma non ha funzionato.
«Tesoro forse ti sei messa a fare questa lista di amori sia perché vuoi trovare la tua anima gemella, ma forse anche perché volevi dimenticare Ashton, forse l'hai fatto inconsciamente. Ora scendo a preparare la colazione, vieni con me?» chiede alzandosi dal letto.
«No, rimango ancora un po' qui»
Lei annuisce e poi si chiude la porta alle spalle.
Mamma e papà erano migliori amici e alla fine si sono innamorati. Ashton lo considero il mio migliore amico, chissà lui come mi considera.

 

«Buongiorno mi chiamo Anne Withman oggi è il mio primo giorno» dico agitata, anzi agitatissima, ma non devo farlo a vedere. Devo stare calma, è solo un lavoretto in libreria, mica sto andando a lavorare alla Nasa.
«Ciao Anne, io sono Harriet allora vieni con me ti faccio vedere dove lasciare le tue cose» mi rispondo una ragazza di qualche anno più grande. 
Mi fa fare un giro per la libreria, mi mostra gli armadietti nel magazzino dove possiamo lasciare le nostre cose e poi mi spiega bene come funziona la cassa e tutte le altre cose.
«Sarai affiancata da un ragazzo per i primi tre giorni, anche lui è qui da poco, diciamo che è un test per valutare entrambi» mi informa sorridendomi, cerco di sorridere anch'io, ma sono troppo nervosa.
«Ashton» chiama un ragazzo che era di spalle, poco distante da noi. 
Lui si gira ci fa un cenno con la testa, finisce di aiutare una cliente e poi si incammina da noi.
«Si Harriet?» chiede una volta arrivato davanti a noi. Miseriaccia è davvero alto e bello. Ah no Anne concentrati!
«Lei è Anne, è il suo primo giorno dovrei aiutarla per i primi tre giorni» detto questo Harriet sparisce lasciandomi da sola con questo ragazzo.
«Piacere Ashton» dice porgendomi la mano, gliela stringo leggermente imbarazzata.
«Io sono Anne»

La prima volta che ho visto Ashton ho pensato fosse davvero bello, ma cercavo di non farmi distrarre, volevo concentrami solo sul lavoro. Quei tre giorni mi stava appiccicato come la mia ombra, però mi diede un sacco di consigli, mi fece conoscere gli altri colleghi e mi diede dritte sui clienti abituali. Stavamo sempre a parlare, Harriet  ci richiamava spesso, scoprimmo di avere molte cose in comune e senza rendermene conto iniziai a provare qualcosa per lui. Tuttavia con Ashton era diverso, quando avevo delle cotte per dei ragazzi facevo di tutto per apparire sempre al meglio, cercavo sempre di fare colpo e fingevo che mi interessassero hobby che piacevano a loro. Invece con Ashton riuscivo ad essere me stessa sempre, lui mi trovava simpatica e divertente nonostante facessi battute stupide e senza senso. 

Non posso credere che fino a questo tempo mi fossi convinta che non mi piacesse più, gli ho pure presentato una ragazza, ma che problemi ho?
Lucy, Susan e mia mamma avevano tutte ragione.

E adesso cosa dovrei fare?








 
Nuovo capitolo!
Allora vi aspettavate che Edward avrebbe annunciato il suo matrimonio? 
Invece Anne sembra che abbia avuto un momento di confusione sui suoi sentimenti... ora si è resa conto che le piace ancora Ashton, ma cosa può fare? Lui ormai sta con Midge.
Vedremo come deciderà di affrontare la cosa la nostra protagonista.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate!

Kiss and hugs 
||MartaWeasley||

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


19. Back To Home

Appena tornata a casa Susan e Lucy mi hanno accolto con dei piccoli spara coriandoli, come se fossi stata via per tanto tempo. In realtà solo una settimana e mezza. 
Tra due giorni ho il primo esame, il secondo esattamente una settimana dopo. A casa dei miei ero riuscita a portarmi avanti, mi sentivo abbastanza pronta per entrambi, avrei dovuto solo ripassare.

Non è vero anche se dico di sentirmi pronta sono in ansia e se avrò un blackout nel momento dell'esame?! 
Se sbagliassi aula e non arrivassi in tempo per quando mi chiama? 
E se dovessi rimanere chiusa in casa?

Okay calmiamoci tutti!
Cioè calmati Anne!

Non tornerò in libreria fino a giovedì, il giorno dopo il primo esame, così posso studiare ancora in questi due giorni e poi pensare a come affrontare la situazione con Ashton.

Ora che ho capito che mi piace non la più pallida idea di cosa dovrei fare. Dichiararmi? Neanche morta. 
Poi sta con Midge, non posso. 
Dovrei comportarmi normalmente, per ora è l'unica soluzione.

A Susan e Lucy non ho detto nulla dei miei sentimenti, sono sicura che mi farebbero pressione per dichiararmi, ma non voglio. Non adesso, non è il momento.

«Quando farai una pausa? Sei seduta su quella sedia da un'eternità» chiede Susan entrando in cucina. Ero seduta al tavolo della cucina perché in camera mia avevo troppe distrazioni. Poi poteva mangiucchiare qualcosa di tanto in tanto.

«Niente pause fino alle 13.00» rispondo tornando a concentrarmi sul capitolo che stavo ripassando.
Devo prendere dei buoni voti. 
Detesto fare figuracce, smetto di studiare e ripetere solo quando sono sicura al 120%, quindi quasi mai. 
Ho sempre il terrore di dimenticare qualcosa o di aver capito male un argomento.

«Fino a pranzo, quindi tra un'ora» risponde prendendo il succo d'ananas dal frigo e versandosene un po' in un bicchiere.

«È già mezzogiorno? A quest'ora credevo di assere molto più avanti» dico con un leggero tono isterico. Non ce la farò mai. E' la fine. Si, lo so che sto esagerando, ma in queste situazioni divento melodrammatica, talmente tanto che tragedie greche levatevi perchè arriva Anne.

«Sta tranquilla sai tutto, andrai alla grande» mi grida Lucy dal salotto.

Oggi nessuna delle tre lavorava. Quando mi ero alzata e spostata in cucina per studiare e fare colazione. Lucy e Susan avevano provato a convincermi di uscire con loro
sarebbero andate in giro per negozi, dovetti rifiutare. Uscirono di casa quando io iniziai a studiare. Sono tornate mezz'oretta fa... credo ho perso la cognizione del tempo, comunque io ero ancora qui sui libri.

«Stasera andiamo al cinema?» propose Susan, era ancora in cucina e percepivo il suo sguardo su di me. So perfettamente cosa pensava: "Sta studiando troppo, ha bisogno di un po' di relax". Non era vero. Stavo bene. Niente relax.

«A vedere cosa?» chiese Lucy entrando in cucina per prendersi anche lei un bicchiere di succo.

«Non lo so, andiamo a vedere cosa proiettano oppure andiamo fuori a mangiare al Burger King, ho voglia di hamburger e patatine»

«Possiamo fare entrambe le cose» rispose Lucy sorridendo, ora sentivo entrambi gli sguardi su di me, aspettavano la mia risposta.

Cinema e hamburger come programma mi allettava molto, sicuramente molto più dello studio, però... se poi all'esame non fossi stata pronta? Mi incolperei per essere uscita.

«Anne non ci pensare nemmeno, tu uscirai oggi. Se vuoi andiamo solo a cena fuori così poi torniamo a casa presto e puoi riposarti» 
Susan era già decisa, mi avrebbe trascinato fuori casa con la forza, quindi accettai.
E poi avevo tantissima voglia di hamburger e patatine.

***

Ho finito. 
Sono libera. 
Libera. 
LIBERA.

Ho passato entrambi gli esami e i voti mi vanno benissimo, non ho raggiunto il massimo, ma nemmeno una sufficienza tirata. Che bello, mi sento più leggera. 
Vorrei gridare al mondo che sono libera da tutto. 
Fino al prossimo esame mi ricorda quella vocina fastidiosa nella mia testa.

Sto andando in libreria, non vedevo l'ora di vantarmi del mio risultato con Ashton.

La prima volta in libreria, dopo la lunga pausa per lo studio, devo ammetterlo fu strano rivedere Ashton. Mi sentivo in imbarazzo e sussultavo per ogni cosa che diceva o faceva. Magari mi si avvicinava per sussarrarmi qualcosa su un cliente e a me saliva un brivido lungo la schiena per la vicinanza, per la sua voce, che si faceva più profonda quando sussurrava. Oppure prendavamo gli stessi libri da rimettere in ordine e le nostre mani si sfioravano, io diventavo subito rossa. Sembravo essere tornata tredicenne.
Ora, passata una settimana, è tornato tutto come prima, mi sto impegnando che torni come prima. Mi sono convita, ancor di più, che non posso dire nulla per ora, poi ho anche paura di rovinare la nostra amicizia.

«Hey piccola Anne come stai? I risultati?» chiede Ash venendomi incontro non appena mi vede. Sembra davvero di buon umore, dopotutto anche lui ha superato un esame, ad ottimi voti, tre giorni fa.

«Tutto bene tu?» chiedo mettendo la borsa negli armadietti, prima però prende il foglio con i risultati degli esami e glielo mostro.

«Bravissima! Sapevo che ce l'avresti fatta»

«Si si lo so, sono un genio» rispondo sorridendo, è proprio una bella sensazione aver passato gli esami.

«Anne ma il tuo piano? Adesso che hai finito gli esami ti metterai a cercare l'ultimo?»

No, perché ho capito che sono cotta di te.

«Anne?» mi chiama Ashton muovendo la sua mano davanti ai miei occhi per richiamare la mia attenzione, probabilmente penserà che mi sia incantata, ma in realtà sto pensando a come rispondere.

«Ehm...  forse farò una pausa dal piano, poi non c'è modo di trovare Edmund»

Ashton fa in espressione strana, sembra sollevato, confuso e sorpreso, tutto insieme. Perchè è così difficile capire cosa pensa? Un tempo lo capivo al volo, poi scopro che mi piace e non capisco più niente.

«Tu stai ancora con Midge? Come va?» 

Oggi in libreria non c'è un anima, potrei pure mettermi a ballare sul bancone e non mi vedrebbe nessuno, a parte Ashton. 
A lavoro ci siamo noi due, Molly e Alex, ma loro sono alla cassa mentre noi siamo alla postazione dove i clienti possono chiederci informazioni.
Ricordo che una volta è venuta una signora per chiedermi quando avrebbe aperto il ristorante di fronte. Io ed Ash faticammo a trattenere le risate. Non è l'unica, ci sono molti clienti che vengono a chiederci cose improbabili come: "Ma secondo lei questo libro potrebbe piacere alla mia prozia?", "Dove posso andare a mangiare qualcosa di poco costoso?" e "Ma qui vendete libri?"; Io ed Ashton a trattenerci dal ridere e rispondere sempre cordialmente: "Signore io non conosco i gusti della sua prozia, ma se le piacciono i libri su riti satanici e demoni allora questo è quello giusto", "Questo è un punto informazioni per la libreria, per la vendita di libri, non saprei dirle dove andare a mangiare. Forse al mc o burger king se non vuole spendere tanto" e "Si, questa è una libreria signora, qui vendiamo libri".

«Insomma, volevo chiudere la storia con lei da un po', ma stavo aspettando che finisse gli esami, ora potrei farlo» risponde Ashton, poi si inizia a stiracchiare e si lascia cadere sulla sedia. So che studia e fa due lavori, deve essere sempre stanco. 

«Come mai?»

Ash sembra un po' dubbioso se dirmelo o no, penserà che io e Midge siamo molto amiche, ma non è così. Non le vado mica a raccontare tutto.

«Non mi trovo bene, non abbiamo molte cose in comune e a volte si comporta come una bambina viziata»

Oh wow
In effetti ha ragione, cioè a volte ha quel comportamento, ma è una brava studentessa e compagna d'università. Mi aiuta quando rimango indietro o salto le lezioni, poi i suoi schemi sono meravigliosi, i miei sono tutti confusionari.

Mi limito ad annuire per poi tornare a guardare davanti a me, sento lo sguardo di Ash su di me, perché mi guarda? Si sta chiedendo perchè mi sono interessata alla sua relazione? Avrà capito che mi piace? Oddio Anne basta, calmati.

«Andiamo a cena fuori venerdì prossimo? Poi vieni da me e ci guardiamo un film?»

Stavo per strozzarmi con la mia stessa saliva. L'ha detto veramente o me lo sono immaginata?
Oddio è una richiesta normalissima, facevamo spesso queste cose insieme, non è un appuntamento, ma mi sto agitando lo stesso. Perché non può tornare tutto come prima?

«Si, ho voglia di pizza, poi ti devo ancora far vedere Il diritto di contare» rispondo sorridendo, okay l'agitazione se ne è andata lasciando spazio alla felicità, molto meglio.

«Va bene Withman» 

——-

Tornata a casa trovo Susan in cucina in tenta a preparare la cena e Lucy sul divano a guardare la televisione. Nessuno sembra notare il mio arrivo, entrmabe concentrate nelle loro cose.

«Si mangia tra dieci minuti, ho fatto tante piccole torte salate ripiene di carne, pesce e alcune con verdure. Delle perfette Pie inglesi» ci informa Susan tutta contenta, un buon profumo mi invade le narici, oddio sto morendo di fame.

Lascio le cose in camera poi mi fiondo in bagno e subito dopo in cucina.

«Anne asciugati la bava» dice ridacchiando Lucy sedendosi affianco a me.

«Non ho la bava, comunque Susan hanno un odore buonissimo»

«Grazie, allora questi sono con carne, questi con pesce e questi con le verdure. Prendete quelli che volete»

Hanno un aspetto e un odore davvero buono, ne prendo subito uno alla carne e uno alla verdure. 
Iniziamo a parlare delle nostre giornate, Lucy adesso è stata assunta da una wedding planner e deve organizzare l'addio al nubilato della sposa. Susan, invece ha passato una giornata tranquilla. Lucy poi racconta dell'appuntamento con Richard, mentre Susan si lamenta di non vedere Dylan da due giorni. Lui è in viaggio per lavoro, da quanto ho capito.

«Oddio quasi mi dimenticavo! Avete visto l'email?» chiede Lucy mandando a fatica giù il boccone.
Io e Susan ci guardiamo un attimo, di che email sta parlando? 
Grazie al suo sguardo capisco che nemmeno lei ne ha idea.

«Per una volta non sono l'ultima a sapere le cose!» si gongola Lucy continuando a mangiare facendo finta di non aver lasciato in sospeso la questione. Si è sempre divertita a fare così quando noi non sapevamo qualcosa.

«Che email?» chiediamo io e Susan, adesso deve spiegarci.

«Lo scoprirete dopo cena. Vi do un'indizio: sarà un ritrovo divertente»






 


Sono appena tornata dalle vacanze!
Ho scritto alcuni capitoli mentre ero giù così ora posso pubblicarli più velocemente

Questo capitolo è un po' così, non è successo niente, è un capitolo di passaggio diciamo così.

Vi era mancata Anne e le sue peripezie? Siete curiosi di sapere di che email parla Lucy? E come andrà l'"appuntamento" tra Ashton e Anne?

Vedremo cosa accadrà nei prossimi capitoli,

Kiss and hugs 
||MartaWeasley||

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


20. The Email
 

Allora per ricapitolare tutto quello che mi è successo in due mesi e mezzo ci vorrebbe un lavagna enorme. Magari come quella dei detective con tanto di foto e fili rossi. 

Un giorno mi viene in mente questo folle piano di ritrovare tutti i miei amori platonici per vedere se tra loro ci fosse la mia anima gemella. Tutto questo perché sono stanca di finire in relazioni deludenti, perché credo nel principe azzurro e vorrei vivere la mia storia d'amore. Mi sembra anche di essere indietro rispetto a molti miei coetanei, come se stessimo correndo una maratona e tutti sono vicini al traguardo tranne me.

Il primo amore platonico che ho ritrovato è stato Richard Martin, simpatico, divertente, gentile e mio amico d'infanzia. Tuttavia non è lui il mio grande amore, tanto è vero che ora è il ragazzo della mia migliore amica Lucy.

Il secondo che ho incontrato è stato Matthew James pensavo potesse nascere qualcosa, ma poi ho scoperto che mi stava usando per far ripicca al suo ragazzo. Poi mi ha spiegato che all'inizio era partita come una finzione, ma poi aveva cambiato idea, avevo iniziato a piacergli (come amica ovviamente) e voleva continuare ad essere mio amico. Tuttavia quando scoprii tutto andai via arrabbiata. 
L'altro giorno, però ci siamo risentiti, anche per via di quella famosa email, mi ha chiesto se l'avessi perdonato, ovviamente sì. Subito dopo essere uscita da casa sua, l'avevo perdonato, capivo il comportamento, certo ci ero rimasta male, ma mi piaceva il nostra amicizia.

Poi c'è stato l'incontro con Lucas Carter o come lo chiama Lucy: "Il Fausto e terribile incontro con il coglione". Non c'è molto da dire, insomma preferisco non ricordare. Sta di fatto che non è lui il mio principe.

Poi Edward Harrison, amico di famiglia, non lo vedevo da un po' di tempo e quando ci siamo riincontrati lui ha annunciato il suo matrimonio.

Ah si e per non parlare del mio migliore amico Ashton! 
Quando l'ho conosciuto ho avuto una cotta per lui, ma non ho mai fatto niente, perché la sua amicizia era più importante. Poi sono sempre stata convinta che per lui io sia la sua piccola amica, abbiamo solo due anni di differenza, ma lui mi chiama sempre "piccola Anne". Comunque credevo che la cotta mi fosse passata, invece no. M
i sono accorta tardi dei miei sentimenti nei suoi confronti e lui ora sta insieme ad una mia compagna, che io ho presentato a lui! Ash però mi ha detto che voleva chiudere la storia con lei... cosa dovrei fare? Farmi avanti? No, sarebbe troppo strano. Vorrei sapere lui cosa pensa e cosa prova nei miei confronti, ma ho paura. Paura di scoprire di essere davvero solo un'amica per lui. 

Ah sono una stupida vigliacca pasticciona!

E poi è arrivata quell'email. 
Due settimane fa avrei accettato senza esitare. 
Susan e Lucy vogliono andare, anch'io voglio andare, ma c'è qualcosa che mi blocca, come un presentimento.

Cosa devo fare?

Sprofondo con la testa nel cuscino sperando di soffocarmi, forse il sonno eterno è l'unica soluzione.
Okay no, niente morte, però devo fare qualcosa.
Anche Matthew mi ha chiesto se sarei andata e che gli farebbe piacere rivedermi.
Sembra una soap opera. Certo che è strana la vita. 
Prima andavo in università e al lavoro, magari andavo a qualche appuntamento di gruppo, ma conoscevo solo persone che non mi piacevano. Tutti o troppo arroganti, o troppo stupidi, o troppo egocentrici. Poi mi è venuta in mente quell'idea e BOOM sono in una soap opera. Magari tipo il film Truman Show, tutti vedono quello che faccio in televisione, ed io non lo so e in realtà i miei amici sono attori... sarebbe orribile e inquietante.

Un romanzo rosa, sono in un romanzo rosa. Magari la scrittrice mi vuole far passare le pene dell'inferno, non facendomi capire cosa provo e creandomi tutti questi incontri.

Oppure è solo la vita. Prima si è in un stallo, un periodo di tempo in cui non capita niente di che, poi a causa di un'azione si subiscono le conseguenze e tu devi superare tutto per poi ritornare alla periodo di equilibrio e tranquillità.

Comunque grazie al mio piano Lucy ha conosciuto Richard, sono molto carini come coppia. Vorrei arrivare al punto in cui sono felice, niente più problemi di cuore, ma felice con il mio principe, e sono diventata una brava editrice o giornalista famosa, o insegnate. Tuttavia per ora sono ancora qui, nel presente.

Devo ancora dare ancora la conferma per l'email. Sono quasi sicura che ci andrò, Lucy e Susan mi avrebbe comunque trascinato lì se avessi rifiutato.

Quando finalmente decido, vado ad accendere il computer per inviare pa conferma all'email.
Ci siamo.
Inviata.
Ebbene venerdì prossimo andrò al ritrovo delle classi dell'anno 95-96 del mio liceo che si terrà nella palestra della scuola. Rivedrò i miei compagni, questo include anche Edmund
Borner, il mio terzo amore platonico.





 

Capitolo breve, I know
Spero però che vi sia piaciuto e vi abbia incuriosito, come andrà avanti la storia?
Qualche idea? Ditemi le vostre teorie, se ne avete, sono curiosa.

Ora devo tornare a studiare -.-

Kiss and hugs
||MartaWeasley||

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


21. I Always Choose Him


Sono un'idiota. 
Venerdì prossimo mi vedo con Ashton. 
E ora cosa faccio? 
Escono con lui o vado alla rimpatriata di classe?

Perché non ci ho pensato?

Ieri dopo aver inviato la conferma sono andata a lavoro, è stato tutto tranquillo. Ashton non era di turno, sono rimasta in cassa per tutto il pomeriggio. Poi tornata a casa Lucy e Susan non erano ancora tornate, quindi avevo dovuto iniziare io a preparare la cena per il loro arrivo.
Era stata una giornata molto tranquilla, poi stanotte ho sognato l'incontro con Ashton, è così che mi sono resa conto che le date coincidevano.

«Ora mi vedo con Ash, ha appena finito di lavorare. Andiamo a pranzo insieme e poi mi accompagna all'esame» mi sussurra Midge, la lezione sta per finire, la vedo mentre raccoglie le sue cose sorridendo. 
Sembra molto presa da Ashton, di solito scaricava i ragazzi dopo qualche settimana. Mi spiace che Ash voglia chiudere la storia, solo perché non ho mai visto Midge così di buon umore.

«Salutamelo» le rispondo, lei annuisce distrattamente.
Midge ha la mia stessa età, Ashton è uscito con lei, l'ha baciata, quindi non vede un problema di età.
Comunque devo vedere cosa fare per venerdì prossimo. Non voglio saltare l'appuntamento con Ash, magari riusciamo ad anticiparlo. Sempre che non sia troppo impegnato con i due lavori e l'università.
«Ho ansia per l'esame, perché ho deciso di farne tre?» chiede più a a se stessa che a me, poi borbotta qualcosa altro che non riesco a sentire. Midge si preoccupa sempre tanto per gli esami, ma alla fine prende sempre dei voti molto alti. L'altro giorno l'ho interrogata e sapeva rispondere a tutte le domande, dovrebbe stare più tranquilla.
«Tu venerdì prossimo ti vedi con Ash?» domanda e questa volta rivolta a me.
«Si» rispondo raccogliendo le mie cose, mentre gli altri studenti lasciano l'aula.
«Ah... capito, cosa fate?»
«Ehm andremo fuori a cena e poi a casa sua per un film» rispondo, non capisco se è una mia impressione o no, ma mi sembra meno di buon umore. Sembra nervosa.
«Come se foste una coppia»
«Una coppia di amici» mi affretto ad aggiungere. Mi piacerebbe, ma sta con te e anche se mi piace, io non piaccio a lui e poi è stato con te, Midge, sarebbe complicato.
«Lo so che siete amici, ma a volte mi sembra che lui presti più attenzione a te che a me. Quando andiamo a casa sua mi fa sempre vedere film noiosi, allora io li interrompo e cerco di movimentare un po' la serata... non so se mi spiego, ma ultimamente inventa scuse, sai perché?» 
Oddio. 
Che situazione, sono a disagio. 
Anne fingi di non essere imbarazzata. Non posso nemmeno pensare a Midge e Ashton insieme a casa di lui no, no, no basta.
«Uhm... no non so niente, strano però di solito Ashton ha un ottimo gusto in fatto di film»
Mentre usciamo Midge non apre più bocca, se ne sta ferma, affianco a me, a pensare. Quando poi ci salutiamo pare molto distratta.

———-

Dopo due ore di lavoro sono giunta a una conclusione, che già sapevo in realtà. Andrò da Ashton, voglio stare con lui, non mi importa degli altri, mi racconteranno tutto Lucy e Susan. 
Insomma se lui non può spostare la serata, non fa nulla, salterò la riunione.

Anne:
Hey Ashton per venerdì 
prossimo è tutto deciso?

Quando esco da lavoro verso il tardo pomeriggio non ho ancora ricevuto una risposta. Sarà con Midge? Staranno parlando? Oppure no no, non ci penso.
Nella strada verso casa mi fermo in un minimarket per fare la spesa. Quando vado a fare la spesa vorrei sempre comprare tutti i tipi di biscotti e di merende possibili, ma Susan e Lucy mi ucciderebbero.

Ashton:
Scusa Anne, ma non si fa 
più nulla. Midge è stata bocciata 
all'ultimo esame e non posso
lasciarla sola adesso. Venerdì mi 
ha chiesto se potevo stare con lei,
non mi sentivo di dirle di no.
Noi possiamo fare un'altra volta.

CHE COSAAA?!
Midge bocciata? Non è possibile, sapeva tutto quando l'ho interrogata!
E lei sapeva che venerdì uscivo io con Ash, l'avrà fatto apposta? 
È stata veramente bocciata?

Non devo diventare subito paranoica, Midge può avere avuto un momento di panico e un vuoto, anche a me è successo. Se è stata bocciata posso capire che voglia stare con... con il suo ragazzo. 
Che nervi. Mi sta venendo un groppo alla gola, non posso piangere per una cosa del genere, però volevo tanto passare una serata da sola con Ash. È da tempo che non stavamo solo noi due. 
Mi sembra di vivere mille emozioni contrastanti e allo stesso tempo mille pensieri per la testa.

Midge:
Scusami Anne, so che venerdì 
dovevate vedervi, ma non me 
la sentivo di rimanere da sola

Vorrei prendere il telefono e scaraventarlo a terra, ma non posso. Devo rimanere calma. Midge sarà stata bocciata e non l'ha fatto apposta, infatti mi ha appena chiesto scusa.
Quando arrivo a casa sistemo la spesa e poi mi butto sul divano sperando che qualche stupido programma televisivo possa distrarmi.
Non funziona.
Allora inizio a sistemare tutto il piccolo salotto, sistemo i dvd lasciati in giro da Susan, le riviste di Lucy e riporto in camera mia tutte le felpe che ho lasciato all'ingresso. Poi non essendo ancora soddisfatta inizio a spolverare gli scaffali, sto vernante impazzendo se mi metto a pulire. Quando ho finito e mi rimetto sul divano e subito dopo la porta d'ingresso si apre.

«Ciao Anne» mi saluta Susan esausta, poi si guarda attorno e dopo riposa il suo sguardo su di me.
«Hai pulito tu?» chiede sorpresa. Io annuisco soddisfatta.
La porta si riapre ed entra Lucy, ci saluta e anche lei si guarda intorno sorpresa.
«Hai pulito tu?»
È così difficile da credere? Si, in effetti.
«Si, ho pulito io»
«Di tua spontanea volontà?» chiede ancora Susan mentre si toglie le scarpe.
«Non è che adesso esce fuori dal bagno una donna delle pulizie?» domanda Lucy correndo verso il bagno e spalancando la porta. Mi guardano di nuovo, ancora più sorprese, sia aspettavano davvero di trovare una donna delle pulizie in bagno? 
È successo soltanto una volta quando era il mio turno di pulizie ero talmente stanca e dovevo studiare che ho preferito chiamare e pagare una donna delle pulizie. Tuttavia Susan e Lucy tornarono a casa prima beccandomi in fragrante. Da allora cercano di rimanere a casa quando è il mio turno per controllarmi.
«Stai bene?»
«Mi piace Ashton» rispondo alzando le spalle e gli occhi al cielo. Sento gli occhi pizzicarmi, devo trattenere queste dannate lacrime.
«Susan prepara il té e prendi i biscotti qui la situazione è grave!» dice Lucy con tono autoritario. Susan scatta sull'attenti e poi corre in cucina. Intano Lucy prende le coperte e si siede accanto a me.
«Anne non iniziare a raccontare senza di me!» mi avverte Susan.
Dopo che ci siamo tutte sistemate sul divano con te e biscotti sul tavolino, Susan e Lucy iniziano a guardarmi curiosissime. Siamo sempre state così, quando una aveva un nuovo gossip da raccontare le altre aspettavano curiose.
«Dai racconta!» esorta Lucy colpendomi il braccio come per darmi un spinta.
«Volete sapere tutto? Ma proprio tutto? Anche se mi prenderete per pazza?»
Volevo raccontare loro del mio folle piano, quel folle piano che mi aveva portato ai miei vecchi amori, per poi farmi capire che mi piaceva ancora Ashton.
«Assolutamente sì»
Dopo qualche minuto di silenzio mi decido a parlare, le espressioni delle mie amiche continuano a cambiare di secondo in secondo.
Quando finisco di parlare del mio piano mi guardano incredule per un po', poi Lucy prende parola e mi dice: "Ma veramente ti piaceva Edmund? Perché non ce l'hai mai detto?". Susan sembra riprendersi e subito mi risponde con: "Ma che idea è? Anne lo sai: l'amore non arriva se lo cerchi, arriva quando non te lo aspetti. Poi come ti è venuta in mente non ho ancora capito. Mi sembra tutto troppo folle, perfino per te". Lucy fa un gesto con la mano come per zittire Susan e poi riprende a dire che se non avesse incontrato Richard probabilmente anche lei avrebbe ideato un piano del genere.  Lucy mi ringrazia, perché senza il mio piano non avrebbe conosciuto Richard, poi mi esorta ad andare avanti. Susan alza le spalle, però anche lei dopo mi fa un gesto per dirmi di andare avanti.
«Niente, sapete com'è andata con Matthew, con Lucas e pure con Edward. Quando ero dai miei mi sono resa conto dei miei sentimenti per Ash, però lui sta con Midge. Li ho presentato io! Vi rendete conto?»
«Ma sta bene con Midge? Io l'ho sempre detto che voi due formereste una bella coppia. Ah poi c'è Edmund potresti vederlo alla rimpatriata. Però forse non lo vuoi vedere, vuoi mollare il piano perché ti piace Ashton?» chiede Lucy velocemente agitando le braccia creandomi più confusione in testa di quanta già ne abbia.
«Io penso di sì, voglio mollare il mio piano. Tanto a che servirebbe? Mi piace Ashton. Sono ancora follemente cotta di lui, non mi importa degli altri» rispondo ed il groppo in gola mi torna così come le lacrime che insistono ancora per uscire. Susan e Lucy mi abbracciano cercando di consolarmi.
«Allora vieni con noi alla rimpatriata, non per il folle piano, ma per stare con noi. Sarà come tornare al liceo, ci divertiremo solo noi tre insieme. Non ti lasceremo a casa da sola a piangere» dice Lucy continuando ad accarezzarmi i capelli.
«Pensa a te piaceva Ashton, ma non ti sei mai dichiarata e questo vuol dire che è stato anche lui un tuo amore platonico» mi sussurra Susan porgendomi un fazzoletto. 

Passammo tutta la notte sveglie sul divano e chiacchierare e sfogarci, mangiando biscotti. Cercavano entrambe di sollevarmi il morale. Tuttavia non ero ancora sicura di voler andare alla rimpatriata, non mi sentivo più dell'umore.

Susan, però aveva ragione. 
Ashton era stato un mio amore platonico.






Nuovo capitolooo!
Finalmente Anne ha detto loro del piano e di Ashton,
per fortuna Lucy e Susan le sono state vicine cercando di consolarla.
Midge bocciata ed Ash cancella l'appuntamento con Anne cosa ne pensate?
Andrà alla rimpatriata del ex alunni?
Vedremo

Fatemi sapere se vi è piaciuto,
Kiss and hugs 

||MartaWeasley||

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


22. Repatriated

Cosa ci faccio qui? 
Perché? 
Perché sono qui?
Come hanno fatto a convincermi?

Questa mattina ero sicurissima che non sarei andata alla rimpatriata, eppure eccomi qui.
Dopo pranzo mi ero messa sul divano a guardare la televisione pensando al fatto che quella sera non avrei visto Ashton. 
Poi quando stavo per andare a prepararmi la cena Susan e Lucy mi hanno rapita e portata in camera mia. Il fatto di essere più bassa di loro l'ha reso facile, mi hanno sollevato e portato di là. Hanno insistito, insistito e insistito finché non ho farfugliato un: "forse". Poi in qualche modo mi hanno fatto indossare una gonna nera e una camicia rosa leggero, invece del mio comodo pigiama, e trascinata fuori casa. Nella fretta non avevo preso il telefono.

La scuola non era cambiata, però mi sembrava così diversa, più piccola e meno spaventosa. Nessuno ora mi avrebbe preso in giro per i miei libri fantasy o rosa, nessuna ansia per le interrogazioni e non portavo più enormi occhiali marroni.

«Dobbiamo mostrare a tutti quegli stronzi come siamo fighe ora. Rinfacciamogli cosa siamo diventate!» aveva detto Lucy in macchina con una strana luce negli occhi. Avevamo passato il liceo come nerd. Non venivano evitate tutto il tempo, ci chiedevano informazioni per compiti e verifiche, però ci prendevano in giro quando parlavamo di serie tv o di libri che loro ritenevano per sfigati. 
«So che Leslie Roses lavora in un fast food, Michael Flinch vive ancora con i suoi» ci informò Susan cercando di infonderci coraggio. A Susan non era mai importato degli altri, non le interessava cosa pensassero di lei, cioè non tanto quanto a me e a Lucy. Infatti lei era piuttosto tranquilla, mentre io e Lucy eravamo nervosissime. 
Ora loro sono andate a prendere da bere, mentre io sono rimasta a tenere i posti al tavolo. 
Avrei bevuto volentieri un shot di vodka, magari mi sarei rilassata un po'.

Non erano ancora arrivati molti ex alunni, eravamo solo una ventina, quando invece dovremmo essere almeno una cinquantina. Ci dovrebbero essere le due classi del 95 e le due del 96. 
Non vedevo nemmeno Matthew, forse sarebbe arrivato con Elliot.

«Anne!» sento chiamare dietro di me, quando mi giro mi ritrovo davanti le cinque ragazze che erano state le più popolari nella mia classe. 
Dov'erano Susan e Lucy? Non volevo rimanere troppo da sola con loro, mi avrebbero mangiato.
Martha Smith non era cambiata per niente, era stata lei a chiamarmi, ricordo ancora che anche lei aveva avuto una cotta per Matthew. 
Leslie Roses al suo fianco si guardava intorno come se aspettasse qualcuno. 
Veronica Jordan, Sandy Drew, Debby Lee mi sorridevano e mi fissavano. 
«Come state?» chiesi gentilmente cercando tra le persone le mie due amiche. 
Leslie mi raccontò del suo stancante lavoro e del fatto che il suo ragazzo, ex re del ballo, l'aveva lasciata per le quinta volta. Martha parlò dell'Università, studiava scienze alimentari, se avevo capito bene e poi del suo magnifico ragazzo. Sandy si limitò, per fortuna, a dirmi: "Tutto regolare, tutto normale".
Veronica e Debby invece continuavano a parlarsi sopra, ero riuscita a capire che Debby aveva lasciato l'università per lavorare al ristorante dei suoi, mentre Veronica era nervosa perché doveva dare tre esami tra due mesi.
«E tu?» chiese Leslie mandando giù un bicchiere di birra, aspetta c'era la birra? Dov'erano Susan e Lucy con la mia birra?!
«Io vivo a Londra con Susan e Lucy. Studio e lavoro» risposi semplicemente. Tutte e cinque mi guardarono ed annuirono. Poi mi chiesero com'era vivere a Londra da sole, loro vivevano ancora con i loro genitori, a parte Leslie che viveva con il ragazzo o ex ragazzo, non mi ricordo. Comunque sembravano curiose e interessate al fatto che noi tre vivevamo nella grande città da sole. 
«Non hai ancora un ragazzo? Sempre sui libri stai, in questo non sei cambiata» disse poi Sandy sorridendo e facendo sorridere le altre, mi sforzai di sorridere e non dire nulla. Poi sentii qualcuno mettermi il braccio sulle spalle, per un attimo avevo pensato che fossero finalmente tornate le mie due amiche.

«Matthew ciao!» 
Non ero mai stato così contenta di vedere qualcuno. 
«Anne sono contento che alla fine sei venuta, come stai?» mi chiese abbracciandomi e lasciandomi un leggero bacio sulla guancia. 
Sentivo gli sguardi delle cinque su di noi, avrei voluto vedere la faccia di Martha. Ricordo che una volta quando aveva scoperto che anche a me piaceva Matthew aveva detto: "lui però preferisce ragazze più sofisticate, sai me l'ha detto". 
«Susan e Lucy mi hanno costretto, però volevo anche rivedere te, io tutto bene e tu? Elliot?» 
«Stiamo bene, lui è lì a prendere qualche tramezzino» rispose indicandomi il ragazzo che stava riempendo due piatti. 
«Anne... non sapevo fossi amica di Matthew» sentii dire da Leslie, quando mi voltai le vidi tutte fissate con aria sognante il ragazzo affianco a me. Matthew era davvero bellissimo, quindi le capivo. 
«Ci siamo conosciuti qualche mese fa, Anne è fantastica, mi spiace non averla conosciuta quando andavamo a scuola» rispose lui per me, e tutte annuirono con un sorriso beato. 
«Ciao Anne» mi salutò Elliot con un cenno della mano, io ricambiai. 
«Tu venivi nella nostra scuola?» 
«Oh no, è venuto con me, ci tenevo a far vedere il mio liceo al mio ragazzo» 
Ci fu un minuto di silenzio nel quale si sentì Debby che si stava strozzando con la bibita che aveva appena mandato giù. Feci fatica a trattenere una risata. 
«Eccoci di ritorno, quante gente» disse Susan porgendomi un bicchiere di birra.
Ora l'attenzione delle cinque ragazze è attirata da Susan e Lucy che si devono sorbire il racconto dettagliato dell'ultima rottura tra Leslie e il suo ragazzo. Io ne approfitto per fare un giro al buffet, Matthew ed Elliot si siedono al nostro stesso tavolo.

La palestra, dove si tiene appunto questa rimpatriata, è stata allestita alla stessa maniera dei balli studenteschi dell'ultimo anno. Ci sono i tavoli ai lati della palestra, un piccolo palco dalla parte opposto dell'entrata con dietro uno striscione che diceva: "Ex-alunni classe 94-95" ma il numero quattro avevano cercato di trasformarlo in un sei. 
Vicino all'ingresso, a sinistra, c'erano i tavoli con il cibo e lo spazio in mezzo era stato lasciato libero.

Che ampia scelta di cibo, ci sono: tramezzini con cotto e maionese, tramezzini con cotto e maionese e ancora tramezzini con cotto e maionese; qualche patatina e salatini. 
«Signorina Withman, ma che piacere rivederla» 
Mi giro con il mio piatto stra colmo di tramezzini. 
«Oh professor McDavis quanto tempo» 
Il professor McDavis era l'insegnante di letteratura, non che il nostro coordinatore di classe, era un uomo alto e di bell'aspetto, molte studentesse avevano avuto una cotta per lui. 
«Leggi ancora tanto?» mi chiese curioso mentre anche lui si riempiva il piatto di tramezzini.
«Oh si appena mi è possibile mi metto a leggere, pensi che adesso lavoro in una libreria» 
Lui annuisce interessato, mi fa molto piacere rivederlo. Quando andavo al liceo molte volte mi consigliava libri da leggere e poi scrivevo una recensione o un commento che gli consegnavo. 
«Lei come sta?» 
«Molto bene, grazie. Anche se di studenti così appassionati alla letteratura come lei ne ho avuti ben pochi» 
Rimaniamo qualche secondo a fissarci in silenzio, questo viene interrotto dall'entrata in palestra di un gruppo di ragazzi dell'altro anno. 
«Della sua classe siete in pochi» 
«Eh si ho visto, per ora siamo in dieci su venti» risposi guardandomi intorno. C'eravamo noi tre, le altre cinque, Michael e Jude che avevo salutato appena entrata in palestra con un timido cenno della mano. 
«Anche Borner era molto interessato alla letteratura come lei, passavo dei libri anche a lui» 
«Ah non lo sapevo»
Lo sapevo eccome. Edmund mi piaceva perché anche lui aveva una passione per la lettura ed erano uno dei pochi a non prendermi in giro per i miei libri.
«Non lo vedo, che peccato» disse il professore mentre prendeva una manciata di patatine. 
«Ora torno al mio posto, è stato un piacere rivederti Anne» 
«Anche per me professore» lo salutai e tornai al mio tavolo. 
Lucy, Susan, Elliot e Matthew erano seduti e conversavano tranquillamente.

«Bentornata allora cosa hai preso? Tramezzino cotto e maionese? O cotto e maionese?» chiese Lucy ridacchiando. 
Mi sedetti accanto a Matthew e Susan, iniziammo a parlare del più e del meno rievocando vecchi ricordi dei tempi di scuola. Elliot poi ci raccontò del suo liceo, era una serata molto piacevole e l'agitazione che avevo all'inizio era sparita completamente. 
Salutammo altri nostri ex professori, della nostra classe eravamo rimasti in dieci. Non era arrivato nessun altro. Lo ammetto ero curiosa di rivedere Edmund, ma non fa niente se non è venuto, avrà avuto di meglio da fare... di meglio da fare, come Ashton. 
Oh no Anne non ci pensare! 
Midge è tua amica e aveva bisogno del suo ragazzo.
«Anne dove vai?» mi chiese Lucy attirando l'attenzione degli altri al nostro tavolo. 
«Vado un attimo in bagno, spero di ricordarmi dov'è» risposi sorridendo per poi dirigermi all'uscita della palestra.

Stavo vagando per i corridoi, mi ricordavo dov'era il bagno, ma non era lì che volevo andare. Avevo bisogno di aria fresca, stava andando verso la porta che portava al giardino interno.
Una volta uscita sentii l'aria primaverile della sera colpirmi in pieno viso e mi sentii decisamente meglio. Era tutto buio, con solo la luce d'emergenza della porta, non riuscivo a vedere niente del giardino, ma le stelle, anche se poche, si vedevano bene. 
Ero curiosa cosa stavano facendo in quel momento Ashton e Midge, si stavano divertendo? Lui la stava consolando? 
Inizia a prendere a calci tutti i sassolini che mi trovavo davanti. 
«Che palle.. perché dovevo accorgermene solo adesso? Perché non me ne sono resa conto prima?» mi chiesi con tono arrabbiato continuando a prendere a calci tutto quello che mi capitava a tiro. 
«Già avresti dovuto rendertene conto prima che questa rimpatriata sarebbe stata una merdata» rispose qualcuno ridendo. 
Solo in quel momento mi accorsi di due persone sedute su un muretto poco lontano dalla porta. 
Non li vedevo in viso, ma vedevo il fumo intorno a loro, chi erano? Erano del mio anno? 
«Non vi avevo visto» 
Uno dei due si spostò e riuscì a vedere il volto era Michael, quando era uscito? L'altro era Jude? Erano gli unici due ad essere venuti. 
«Comunque non mi riferivo alla rimpatriata» 
«Hai ragione l'ampia scelta di tramezzini era ottima» disse ridendo il secondo ragazzo mentre passava la sigaretta a Michael che stava ridacchiando. 
«Sempre meglio di niente» ribattei a mia volta, che problema aveva? Si okay non c'era tutta questa scelta, ma la scuola aveva voluto organizzare una cosa carina.
«Non sei cambiata per niente» 
Oh okay allora mi conosceva, questo voleva dire che era del mio anno? Oppure oddio non lo so, perché non si sposta così posso vederlo in viso. 
«Uhm... sarà me lo dicono tutti, ora sarà meglio che torni dentro o si chiederanno dove sia finita» 
«Non vuoi farti un tiro Rosie?» mi chiese prima che aprissi la porta e lì, in quel momento, capii chi era. 
Ommioddio era davvero lui? 
«No, grazie Borner» risposi per poi tornare dentro e chiudermi la porta alle spalle, prima però ero riuscita a sentirlo ridere.
Non ci posso credere! Era davvero Edmund! Era venuto! Però non l'avevo proprio visto.
Mi chiamava ancora Rosie, si ricordava di me e non aveva cambiato il suo modo di chiamarmi. 
Edmund era l'unico della classe a non chiamarmi Anne, ma mi chiamava con il mio secondo nome: Rosie. Non avevo mai capito perché, io d'altro canto non l'avevo mai chiamato Edmund (cioè solo nella mia testa lo chiamavo per nome), l'avevo sempre chiamato per cognome.

Tornata in palestra Susan e Lucy mi chiesero se mi fossi davvero persa. 
Io gli raccontai di aver incontrato Edmund in giardino. Entrambe, ma soprattutto Lucy, mi guardarono scioccate, sapevo che morivano dalla voglia di farmi mille domande. Tuttavia ora eravamo in compagnia di Matthew e Elliot, non potevo parlare.

Non durò molto la serata, mezz'oretta dopo il mio ritorno i professori iniziavano già a spingerci verso l'uscita. A quanto pare avevo il permesso di usare la palestra per non più di tre ore. 
Edmund non era mai entrato, perché era venuto se era rimasto tutto il tempo nel giardino? 
Comunque una volta nel parcheggio mi resi conto che uscire mi aveva fatto bene, mi ero divertita, era stata una bella serata. 
«Anne ti andrebbe di uscire a cena con noi uno di questi giorni? Ragazze ovviamente possiamo organizzare anche un'altra volta con voi?» chiese Matthew prendendomi per mano e facendomi gli occhi da cucciolo. 
«Ma certo, quando vuoi e ci mettiamo d'accordo»
«Benissimo, saremo contenti di rivederti» aggiunse Elliot abbracciandomi. 
Lucy e Susan annuirono contente anche loro di poterli rivedere più avanti. 
Quando poi abbracciai Matthew notai una figura davanti all'ingresso della scuola che ci osservava. Era appoggiato con la schiena al muro e aveva un cappuccio in testa, ma l'avevo riconosciuto. 
Mentre le mie amiche salutavano i due ragazzi, io timidamente salutai Edmund con un cenno della mano, lui con mia sorpresa fece lo stesso. 
«È chi penso che sia?» mi chiese sussurrando Lucy lanciando un'occhiata ad Edmund. 
Mi limitai ad annuire, Lucy allora mi domandò se volessi andare da lui. 
«No, sono stanca meglio andare a casa»
«D'accordo» risposero entrambe così ci limitammo a salire in macchina pronta a tornare a casa e tuffarci nei nostri letto tra le braccia di Morfeo.
Stavo già sognando il mio letto e il mio pigiama, le mie bellissime e soffici coperte.

——

Arrivata a casa lasciai giacca e borsa sul divano, le scarpe all'ingresso poi tutte e tre andammo come zombie verso le nostre stanze mugugnando un: "buona notte".

Una volta nel mio letto sentivo le palpebre farsi più pesanti, ma prima di dormire volevo controllare un attimo il telefono, nel caso fosse successo qualcosa. Avevo i miei dubbi, chi mi avrebbe cercato? 
Così con gli occhi già mezzi chiusi e la menta mezza addormentata accessi il telefono.

Due chiamate perse da Ashton

Ashton:
Anne so che è tardi, ma posso venire? 
Midge è andata via prima... 
cioè ci siamo lasciati, l'ho lasciata
Posso venire?

Instagram nuova richiesta di seguirti da @BornerEd-

Richiesta di messaggio da @BornerEd- : Rosie è stato bello rivederti

Okay. 
Okay. 
Cosa sta succedendo? E' davvero il mio telefono questo?




 




Hey Everybody!
Ecco il nuovo capitolo, Anne è andata all'incontro con gli ex alunni, ha rivisto molti compagni e Edmund!
Ashton ha lasciato Midge e l'ha cercata, ma lei non c'era
Cosa succederà?

Spero vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate!

Kiss and hugs

||MartaWeasley||

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


23. I Wish He Were Happy



Ero seduta vicino all'orto della scuola, vicino alla porta che portava al giardino interno. Nessuno viene mai qui, quindi avevo deciso di godermi l'intervallo leggendo un po' in pace. Era maggio si stava bene all'aperto, c'era quel venticello primaverile molto piacevole. Susan e Lucy dovevano ripassare per un'interrogazione, quindi era proprio il momento perfetto per starmene un po' da sola e in tranquillità.
«Leggi un altro libro Rosie?» mi chiese Edmund sedendosi sul suo solito muretto e accendendosi una sigaretta. 
«Fumi un'altra sigaretta Broner?» ribattei non alzando gli occhi dal mio libro. Perché Edmund era l'unico della classe a parlare con me? A parte Lucy e e Susan, ovviamente. 
Tutti gli altri se mi parlavano era per chiedermi un foglio, una penna o una gomma. I compiti preferivano a chiederli quando eravamo tutte e tre insieme, oppure solo a Lucy che era sempre la più organizziata. Tuttavia Edmund qualche volta veniva a parlarmi, fregandosene di quello che gli altri avrebbero detto, forse era per questo che aveva iniziato a piacermi? O per il fatto che leggevamo, a volte gli stessi libri, o che poteva sembrare uno a cui non frega niente di nulla, però poi si rivelava il contrario. All'inizio del primo anno lo reputavo uno scansa fatiche, che copiava tutto in tutte le verifiche. Invece quest'anno, al terzo, mi ero resa conto che non era così. Lui studiava per una semplice mezz'oretta e poi prendeva il massimo dei voti. Io studiavo per un'intera settimana e prendo un buon voto, ma non il massimo.
«Non ci provi nemmeno a fare amicizia con gli altri»
«Perché dovrei? Non ho interessi comuni con gli altri, non capiscono i libri o le mie serie tv reputandole per sfigati, perché dovrei farci amicizia, mi sembra una cosa inutile» risposi alzando lo sguardo sui di lui e chiudendo il libro. Lui stava fissando il cielo, forse pensava a come rispondermi, poi abbassò lo sguardo su di me. 
«È vero, ma non ti stanchi a stare solo con Lucy e Susan?» 
«No, mi trovo molto bene con loro»
«Eppure sei qui da sola» fece notare indicandomi con la mano, come a voler sottolineare. 
«Ma volevo stare qui da sola. Volevo leggere e questo lato del giardino è tranquillo.. di solito» 
Lui sorrise annuendo per poi spegnere la sigaretta. 
«Va bene Rosie, ti lascio leggere in pace» detto questo torna dentro senza voltarsi o aggiungere altro.

Poi aprendo gli occhi mi accorsi che erano solo le quattro del mattino. Nonostante l'orario mi sentivo molto sveglia, sarei stata capace di mettermi a correre, no non è vero sono troppo pigra per farlo. 
Mi rigiro nel letto cercando di prendere sonno, devo riaddormentarmi o lo farò oggi a lavoro. 
Niente. Non ci riuscivo. Continuavo a pensare alla rimpatriata, al fatto che Ash avesse lasciato Midge, a Edmund che mi scrive, Ashton che mi cerca. 
Perché non potevo dormire tranquillamente?

———

«Buongiorno, hai dormito male? Hai una faccia orrenda» mi chiede Lucy entrando in cucina, le faccio una smorfia e torno a versarmi del caffè nella tazza.
«Chi ha dormito male?» domanda Susan entrando a sua volta, ma non appena mi guarda capisce.
«Sono sveglia dalle quattro di questa mattina» risposi trascinandomi al mio posto. 
Certo ora ero stanca, perché non lo ero questa notte?!
Mi si chiudevano gli occhi la prima tazza di caffè non mi aveva aiutato per niente.
«Povera, oggi pomeriggio non hai lezione puoi farti un bel pisolino» disse Susan sorridendomi. Facciamo colazione in silenzio, come al solito, alla mattina non siamo molto arzille facciamo tutto con calma ed in silenzio, a meno che non siamo di fretta.
«Ashton ha lasciato Midge»
Per poco Lucy non sputa il caffè sul tavolo. Entrambe mi lanciano uno sguardo arrabbiato e sorpreso.
«Cosa aspettavi a dircelo?» chiese Susan tirandomi una gomitata nel fianco.
«Ieri sera quando siamo tornate ho trovato un suo messaggio che diceva: "Anne ho lasciato Midge, ci possiamo vedere?" E due sue chiamate perse. Non finisce qui»
«È successo altro?! Aspetta ieri sera? Perché non ce l'hai detto subito?» domanda Lucy più sveglia e prendendo altri biscotti come se fossero popcorn.
«Ero stanca, eravamo stanche, ve lo to dicendo ora no? Comunque mi ha scritto anche Edmund» racconto divertita, qui le loro espressioni si fanno ancora più buffe: entrambe con la bocca spalancata, Lucy ha lasciato cadere i biscotti sul piatto, e mi guardano come se avessi detto chissà quale stramberia.
«Edmund Borner?» chiedono insieme come se avessero capito male.
«Si e chi se no?»
«Cosa ti ha scritto? Facci vedere!»
«Ha il tuo numero?»
«Allora mi ha scritto che è stato bello rivedermi e no, Susan non ha il mio numero, mi ha scritto su Instagram» rispondo sorridendo divertita, le loro facce sono ancora buffe. Poco dopo si riprendono.
«Oh Anne grazie per questi gossip di prima mattina mi ci voleva. Quindi Edmund ti ha cercato solo per dirti che è stato bello rivederti... è interessante»
«Si, Lucy però a Anne piace Ashton» 
Io mi limito ad annuire all'affermazione di Susan.
«Lo so lo so, ma è divertente. Tu cosa hai risposto?»
«Non ho risposto a Edmund e nemmeno ad Ashton»
Ed ecco che tornano le loro espressioni buffe: occhi spalancati e bocca aperta.
«MA SEI IMPAZZITA DOVEVI RISPONDERE SUBITO AD ASHTON!» gridando insieme, ora sono io quella sorpresa, non mi aspettavo una reazione così esagerata. 

———

Che problema c'era? Perché hanno dovuto sgridarmi così? 
Tanto Ashton lo vedo stamattina a lavoro, possiamo parlare lì.

Con Edmund cosa intendi fare?

Già cosa intendevo fare? Non penso di rispondergli. Non penso se la prenderà.
Non siamo mai stati grandi amici, lui mi rivolgeva la parola solo qualche volta ed io ero felicissima lo stesso, però ora non voglio complicare nulla. Voglio solo parlare con Ashton.

E perché allora ti stai nascondendo?

Perché la vocina nella mia testa era così antipatica? Non mi stavo nascondendo, ero solo dietro alla libreria e... okay stavo esitando, avevo un po' paura di entrare. Cosa avrei dovuto dirgli? Cosa mi avrebbe detto lui? 
Cosa sarebbe successo? 
È normale essere così tanto in ansia?
Okay un respiro profondo e poi entro.
Uno.
Due.
Tre.

——

«Oggi è stato stancante» dice Ashton stiracchiandosi mentre usciamo dal negozio. 
«Ci credo, tu hai portato da solo tutti i nuovi pacchi di libri arrivati» 
«Invece tu te ne sei stata tranquilla alla cassa» mi risponde dandomi una leggera spinta, quando provo a vendicarmi e spingerlo a mia volta lui si sposta, per poco non cadevo sul marciapiede.
«Non abbiamo parlato molto, anzi quasi per niente, ti va un caffè prima di andare a casa?» mi chiede all'improvviso facendosi serio, o forse è una mia impressione? Magari vuole solo parlare di una nuova serie tv e sono io che mi sto facendo mille filmini mentali? Perché è così complicato capire cosa gli passa per la testa? Vorrei saper leggere nel pensiero! Professor x, Charles Xavier, passami il tuo potere!

«Anne?» 
«Ah si! Si va bene» rispondo velocemente e raggiungendo Ashton che aveva già fatto un pezzo avanti senza di me.

Entriamo in una caffetteria piccola e praticamente vuota, ci sediamo al tavolo vicino al bancone ed io inizio a sentirmi ancora più agitata.

«Vado ad ordinare, vuoi anche qualcosa da mangiare?»

Lancio uno sguardo verso il banco dei dolci, oddio sono talmente agitata che mi si è chiuso lo stomaco, ma quel muffin al cioccolato sembra così buono. 
Mi viene da vomitare.

«Perché hai quella faccia? Sembra quasi che tu stia per vomitare... direi niente dolce a questo punto» dice Ashton allontanandosi dal tavolo ed io finalmente riesco a respirare.
Mi devo fare una calmata. 
Mi vorrà solamente spiegare la situazione con Midge e niente altro, perché non c'è nient'altro di cui potremmo parlare. 
Non abbiamo niente di così serio da dirci. 
Quindi non ti vuoi dichiarare? Chiede la vocina nella mia testa che a quanto pare deve essere pazza. 
Dichiararmi? Impossibile, mai. 
Rimarrà un altro amore platonico che magari tornerai a cercare tra dieci anni?

«Fatto dovrebbero portarli tra poco, ti ho ordinato un cappuccino al cioccolato, so che ti piace tanto»

Colpita e affondata. 
Ashton sei scorretto, tu non hai idea di che effetto mi fai e se continui a comportarti così con me... io potrei..
Mi fa male il petto e ho voglia di piangere, perché questo continuo cambio di emozioni? Basta, preferivo la nausea a questo dolore.

«Quando ho lasciato Midge, volevo subito avvertirti perché non ci siamo lasciati bene e forse l'ho ferita più di quanto pensassi. Non vorrei che se la prendesse anche con te»
Con me? Perché se la dovrebbe prendere con me?
«Cosa? Perché? Forse perché vi ho presentato io?» chiedo confusa, non capisco. Tuttavia non vorrei ritrovarmi contro l'ora di Midge, l'ho vista arrabbiata e fa paura.
«Ehm si si per questo» risponde Ashton dopo qualche minuto, poi torniamo nel silenzio.
Odio questi silenzi imbarazzanti, non ci sono mai stati tra me ed Ash, questa situazione non mi piace.
«Perché l'hai lasciata? Ti piace ancora quell'altra ragazza?» domando per riempire il vuoto. Oddio non sono fatti miei forse non ne vuole parlare con me. 
Lo vedo sorridere, per un attimo mi sento più leggera.
«Si, questa ragazza non vuole proprio uscire dalla testa e nemmeno dal cuore» risponde sorridendo, forse il ricordo di lei lo mette così di buon umore. Sento tornare le lacrime e quella fitta al petto si fa più forte. Quanto vorrei essere io quella ragazza.
«Deve essere davvero speciale» rispondo cercando di mandare giù il groppo in gola bevendo un sorso di cappuccino.
«Lo è davvero, peccato che non se ne renda conto»
«Gli hai rivelato i tuoi sentimenti?»
Voglio sapere, anche se mi fa male, lo voglio sapere. Rispondimi, per favore. Dammi il colpo di grazia.
«No, siamo molto amici ed ho paura di rovinare il nostro rapporto»
Ah... io e lui ci troviamo nella stessa situazione. Anche Ash proverà le mie stesse emozioni quando la vede con un altro? Non voglio che Ashton stia male.
«Però forse glielo dirò, perché è inutile continuare andare avanti così... non ce la faccio più» pronuncia le ultime parole a bassa voce, ma riesco a sentirlo lo stesso. 
Si mette a guardare fuori dalla vetrata, come se sperasse di poterla vedere passare davanti a noi.
«Si, dovresti rivelare i tuoi sentimenti, sono sicura che lei ne sarà felice»

"Dovresti rivelare i tuoi sentimenti" Senti da che pulpito! 
Sono solo una stupida codarda. 
Codarda! Vigliacca! Stupida!

«Scusami Ash devo scappare» mi precipito fuori dal bar ed inizio a camminare più velocemente possibile, mentre le lacrime che non ero più riuscita a trattenere scendevano lungo le mi guance.
Fa male, fa davvero tanto male. 
Voglio vedere Ashton felice, anche se non con me, non voglio che anche lui si senta così. 
Entro nell'ingresso del mio palazzo e mi lascio cadere con le spalle contro il portone continuando a piangere. 

 

*** Ashton pov's ***


Anne ha lasciato i soldi sul tavolo, nonostante andasse di fretta, glieli ridarò a lavoro domani.

«Si, dovresti rivelare i tuoi sentimenti, sono sicura che lei ne sarà felice»

Lo saresti davvero? Anne saresti davvero felice se mi dichiarassi a te? Oppure saresti imbarazzata e avresti paura di rifiutarmi? La nostra amicizia si rovinerà? Sono disposto a perdere la tua amicizia a causa dei miei sentimenti? Non lo so.

Vorrei solo che tutto questo finisse. Vorrei che Anne fosse felice.

 








Vorrei scusarmi per questo mese in cui non mi sono fatta viva, ma l'università mi ha preso più tempo di quanto pensassi. Nei momenti liberi, mi riposavo e quando provavo a scrivere non usciva mai niente di decente.
Ora proverò a riprendere il ritmo!

Come state? Come sono anadati i primi mesi di scuola o di università?

Vi è piaciuto il capitolo? Fatemi sapere cosa ne pensate!

A presto,
Kiss and hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


24. I want to tell him everything


 

L'amore che bella merda.
Sono sempre stata innamorata dell'idea dell'amore, dell'anima gemella senza mai pensare a cosa esso potesse portare.

Si, a volte può capitare di incontrare quello giusto, ma non sempre. Ad esempio può capitare di non essere corrisposti, o venir rifiutati e questo fa male.
L'amore è complicato, questa sensazione di solitudine, di non essere desiderata o amata da qualcuno fa male.
Potevo essere ricca almeno facevo come Blair Waldorf e me ne andavo a far shopping a Parigi per dimenticare le delusioni, oppure alle Maldive a sorseggiare cocktail.
Volevo così disperatamente innamorarmi e provare quelle emozioni, fare le stesse cose che facevano Susan e Dylan, Lucy e Richard e invecchiare insieme come i miei. Lo volevo così tanto, da combinare pasticci uno dietro l'altro per poi rendermi conto di essere ancora innamorata di Ashton.
Ashton, il mio migliore amico, che è innamorato di un'altra ragazza.

《Stai guardando ancora questo film?》 Domanda Lucy sedendosi sul mio letto accanto a me. 
Stavo riguardando 'la verità è che non gli piaci abbastanza' dal mio portatile, per la seconda volta, forse terza.

《È fonte d'ispirazione. Io sono la regola e non sarò mai l'eccezione》 rispondo con gli occhi lucidi. Sto diventando sempre più piagnucolona e questo inizia a darmi sui nervi. È questo essere innamorati? Mangiare da far schifo, piangere e guardare film romantici sapendo che a te non succederà mai?
《Ho capito, va bene, ma hai intenzione di stare a letto tutto il giorno?》
《C'è qualcosa di meglio?》
《Sì, ad esempio uscire correre da Ashton dichiararti e smetterla di diventare un budino molle sul letto》
《Mi piace essere un budino molle》 rispondo rimanendo serie e leggermente infastidita.
Ashton ha già i suoi problemi, se ora mi dichiarassi gli creerei più disagi che altro.
《Come vuoi. Ad Edmund hai più risposto?》
Faccio segno di no con la testa, poi Lucy esce dalla mia camera, sapendo che quando mi comporto così c'è poco da fare. 
Riprendo il mio telefono e fisso i 10 messaggi di Midge su Ashton, non ancora letti e quello di Edmund.
Alla fine decido di accettare la sua richiesta di seguirmi, non sarà la fine del mondo.

Messaggio da @BornerEd- :

Avevi paura di accettare una richiesta Rosie?

Avevi paura di accettare una richiesta Rosie?

Non sono per niente in vena di parlare, ma ammetto che la gif è stata divertente, non me l'aspettavo.

Messaggio da @BornerEd-:

E così sei una di quelle che visualizza e non risponde?

Non di solito, ma oggi non sono dell'umore, faccio per rimette il telefono sulla scrivania quando questo suona di nuovo.
Cosa vuole ancora?!

Messaggio da @BornerEd-:

Non vuoi rispondermi e va bene, allora inizierò a inviarti gif o meme finché non mi dirai di smetterla

Sta scherzando, vero? 
Lascio il telefono sul comodino e torno a guardare il film.

Ding
Ding
Ding
Ding
Ding

Tolgo la suoneria, ma il telefono continua a vibrare. Ignoralo Anne. Ignoralo.

@AnneWithmanPizza:

BASTA 
BAASTA TI PREGO SMETTILA

Oh scusa non avevo visto il tuo messaggio, prendi BabyYoda come ultima gif

Oh scusa non avevo visto il tuo messaggio, prendi BabyYoda come ultima gif

Allora hai risposto

Mi stavi facendo impazzire

Era quello il mio intento 
Bene, Rosie ci vediamo davanti al cinema in centro tra un'ora

Questo sarebbe il tuo tentativo
di invitarmi ad uscire?
Comunque non sono interessata

Non è un appuntamento, Rosie
È solo un'uscita tra amici

Non, mi va comunque di uscire

E va bene l'hai voluto tu, 
ricomincio con le gif finché 
non accetti

E va bene l'hai voluto tu, ricomincio con le gif finché non accetti

No. Va bene. Vengo

Che palle. 
Volevo starmene a letto tutto il giorno oggi che potevo.
Non volevo vedere nessuno.
Volevo rimanere a piangermi addosso.

Ding

Non può essere ancora Edmund, basta.

Ashton:
Hey piccola Anne, 
Come stai?

Basta un suo solo messaggio per farmi sorridere. Perché non posso andare al cinema con Ashton?

Anne:
Bene, tu?

Ashton: 
Se oggi non hai da fare ti andrebbe di venire a cena da me?
Come ai vecchi tempi, prima del tuo folle piano

Anne:
Certo, va benissimo


Tra un'ora vado all'ncontro con Edmund gli dico che mi dispiace, ma non posso fermarmi e corro da Ashton. 
Cercherò di essere allegra, come al solito, così da non creare sospetti e per non far preoccupare Ashton.

Potresti dichiarati

Forse...

-----

《Anne dove vai?》 Chiede Susan mentre entra in casa seguita da Dylan, anche Lucy alza lo sguardo dal televisore verso di me.
《Vado a dire a Edmund che non posso uscire con lui, poi vado a casa do Ashton e se avrò un segno dal santo Zeus forse mi dichiarerò》 risponde uscendo di casa senza aspettare una loro risposta.
Stasera se Ashton mi offrirà una pizza non mi dichiarerò, se invece avrà preparato lui qualcosa, come i suoi buonissimi hamburger sì. Quando cenavamo insieme eravamo solito ordinare pizza, oppure cucinare qualcosa, soprattutto hamburger, quelli di Ash sono strepitosi.
Sono arrivata leggermente in anticipo, ma non importa, prima arriva Ed prima posso parlargli e andarmene da Ashton.

《Hey Rosie》 mi sussurra all'orecchio una voce profonda, faccio un balzo in avanti per lo spavento. 
Quando mi giro vedo Edmund ridacchiare.
《Hey Borner》
《Allora cosa vuoi vedere?》chiede facendo un cenno all'ingresso del cinema.
《Niente, perché non mi fermerò qui, sono solo venuta per dirti che non posso fermarmi. Devo andare da un'altra parte, mi dispiace》
《Mi stai scaricando》
《Non è un appuntamento, l'hai detto tu》
《Si, l'ho detto, ma non lo pensavo》 risponde continuando a sorridermi, come se tutto gli scivolasse sopra come l'acqua.  
Io rimango invece abbastanza sorpresa. Perché voleva avere un appuntamento con me? Non si è mai interessato.
《Sai in prima liceo mi piacevi, ma non ho mai detto nulla. Hai continuato a piacermi, però tu non sembravi molto interessata, stavi sempre china sui tuoi libri. Mi piaceva leggere i tuoi stessi libri, perché volevo conoscerti in qualche modo. Sono venuto alla rimpatriata solo perché speravo di rivederti》
Rimango sempre più sorpresa. Mentre Edmund continua a sorridere, non il ghigno che era solito mostrare, ma un sorriso più dolce, più bello in un certo senso. Se queste parole le avessi sentite prima di capire i miei sentimenti per Ashton sarebbe stato diverso? Forse avrei pensato fosse Edmund la mia anima gemella, forse lo è, ma non mi interessa perché in questo momento sono innamorata di Ashton e voglio solo Ash come mia anima gemella.
《Allora ti ho lasciato senza parole Rosie?》chiede ridacchiando.
《Abbastanza. Sai anche tu mi piacevi, però ero troppo timida per fare qualcosa e troppo spaventata all'idea di un rifiuto. Poi tu ti sei messo con una ragazza ed io mi sono messa l'anima in pace》
Vedo per un attimo il suo sorriso vacillare.
《Allora ti ho lasciato senza parole Borner?》
Lo vedo di nuovo sorridere, un sorriso così contagioso che fa sorridere anche me. 
Rivelare i miei sentimenti, anche se vecchi, mi ha fatto sentire bene, forse anche con Ash sarà così.
《Quindi entrambi abbiamo provato dei sentimenti verso l'altro, ma non ci siamo mai detti nulla. Sembra una commedia romantica》
《Oppure una tragedia》 risponde lui.
《Ed ora è troppo tardi?》 Aggiunge dopo con un tono di speranza nella voce.
《Si, sono innamorata di un ragazzo e in realtà stavo proprio uscendo per andare da lui a dirglielo. Per questo non posso restare qui con te》
《Capisco. A lui piaci?》
《Non penso proprio, è il mio migliore amico, ho paura di rovinare tutto, ma sento che prima o poi esploderò se non gli dico nulla》
《D'accordo Rosie, allora vai. Noi due possiamo salutarci e finirla qui, magari quello che volevo recuperare erano vecchi ricordi e vecchi sentimenti》
《Ma possiamo diventare amici》 aggiungo prima di abbracciarlo senza pensarci.
È come se abbracciandolo stessi dicendo addio al mio piano, ai miei amori platonici, ai miei vecchi sentimenti.
《Dipende da come finirà con quel ragazzo》dice scherzando sciogliendo il nostro abbraccio.
《Allora vado, è stato bello rivederti Edmund》
《Anche per me... Anne》mi risponde mentre inizio ad incamminarmi verso casa di Ashton.
Non mi importa di un segnale divino, o di cosa mangeremo stasera. Voglio rivelare lo stesso i miei sentimenti ad Ashton, anche se dovessi complicare le cose.

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Ashton pov's

Sta iniziando a piovere, spero che Anne arrivi in fretta. Non vorrei che avesse dimenticato l'ombrello e si ammalasse.
Proprio mentre sto per chiamarla sento qualcuno bussare alla porta.
Eccola finalmente, oggi voglio smetterla di scappare e rivelare quello che provo, forse si sentirà a disagio, ma non voglio più nasconderlo.
Apro la porta e...

《Midge?》 






 

Chiedo scusa per questi mesi di pausa, ma l'università mi aveva portato via troppo tempo e non avevo più ispirazione.
Ora sto provando a riprende un po' delle mie storie.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate!

Ora vado subito a scrivere il prossimo capitolo

Kiss and hugs
•MartaWeasley•

P.s. spero stiate tutti bene💓

 

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***



25. Where are you going?

 



《Midge?》
《Sorpreso? Aspettavi qualcun altro?》chiede mentre lancia uno sguardo alle mie spalle come per assicurarsi che fossi solo.
《In effeti si, aspetto Anne》
《Ovviamente. Non hai ancora rinunciato?》
Non ci voleva proprio Midge adesso, se Anne dovesse arrivare e sentire qualcosa? Non voglio che scopra i miei sentimenti in questo modo, voglio essere io a rivelarglieli, non Midge.
《Già, ora potresti andare》 dico gentilmente, mentre chiudo la porta, ma lei mi blocca con il piede.
《Ash per favore, lei ti vede solo come un amico, potresti dimenticarla, dovresti dimenticarla. Ti posso aiutare io》
《Il punto è che io non voglio dimenticarla》 rispondo più acido, non vorrei essere troppo scortese, ma Midge deve capire che è finita. Mi piace Anne e basta.
《Ma finiresti per soffrire inutilmente! Io non ti farei soffrire》
《Midge per favore stanne fuori》
Sembra voler ribattere qualcosa, ma entrambi ci fermiamo nel sentire una canzone partire dietro l'angolo del corridoio.
Hooked on a feeling dei Blue Swede, so benissimo da dove arriva questa canzone.
《Anne》 la chiamo e subito dopo spunta fuori la sua testa da dietro al muro, inizia ad incamminarsi verso di noi imbarazzata.
Che cosa avrà sentito esattamente? Avrà capito qualcosa?

Anne pov's

《Giuro che sono arrivata solo qualche secondo fa, vi ho visto e non sapevo cosa fare》
Era vero, non avevo sentito molto. Solo Midge che diceva ad Ash che avrebbe sofferto e lui che le rispondeva di starne fuori. Mi sento di troppo, sopratutto perché entrambi mi guardano come se stesse per accadere il fini mondo.
《Ehm... posso tornare più tardi se dovete finire di parlare》 mi affretto a dire, vorrei togliermi di mezzo il prima possibile, mi sento a disagio.
《No, hai la giacca tutta bagnata, entra che Midge se ne stava andando》 dice Ashton facendosi da parte per lasciarmi lo spazio per entrare in casa.
In effetti fuori piove a dirotto e sono arrivata appena in tempo, non mi sono bagnata tantissimo.
《Ash! Smettila di perdere tempo e torna con me》
Quello che dice Midge mi paralizza, voleva tornare con Ashton e... lui?
Oddio mi sentivo di troppo, volevo dire a Midge di lasciarlo stare, ma non mi ero ancora dichiarata sarebbe sembrato strano? Non lo so.
《Midge per favore basta》
《Chiediamo un parere ad Anne! Ashton è innamorato perso di una ragazza, aspetta ma tu sai chi è?》 Domanda all'improvviso con un sorriso da so-tutto-io. Lei sapeva do chi era innamorato Ashton?
Volevo sapere.
Voglio sapere.
Stavo per risponderle quando Ashton mi precede.

《ORA BASTA! Lascia stare Anne, lei non c'entra niente, non tirarla in mezzo e per favore va via》
Midge incrocia le braccia come se fosse pronta a rispondere a tono, ma non ci facevo più caso.

Anne non c'entra niente.
Non c'entravo nulla. 
Ovvio, perché dovrei? 
Non sono io quella ragazza è chiaro, anche se ci ho sperato. 
Non c'entro nulla.
Com'è possibile che mi venga di nuovo da piangere? Non avrei dovuto essere a corto di lacrime? Basta, sono stufa.

《Anne dove stai andando?》 Sento gridarmi dietro Ashton, ma sono stanca.
《Voi finite di parlare... arrivo tra poco》
Inizio ad accelerare il passo per allontanarmi da lì il più presto possibile.
Ora aspetterò qua all'ingresso del palazzo, lascerò che finiscano di parlare poi tornerò da Ashton e gli dirò quello che provo...

Lei non c'entra niente

Non equivale ad un rifiuto? Insomma, che senso avrebbe dirgli quel che provo? Per essere solo rifiutata. 
Oddio non so più che fare.

Esco un attimo per prendere aria.
Per fortuna il portone è coperto leggermente, così posso rimanere al riparo dalla pioggia.

All'improvviso la porta dietro di me si apre... sarà Midge avranno finito di parlare.

《Anne》
No, invece è Ashton, non voglio fargli vedere che sto piangendo, perché è qui?
《Dove stai andando? Così ti verrà l'influenza, Anne!》
Ti prego, lasciami stare un attimo. Ora mi riprendo e posso tornare ad essere quella di sempre, lasciami stare un momento sola.
《Anne per favore》 mi dice Ash prendendomi il polso.
Per favore dovrei dirlo io.
《Cos'è successo? Perché sei andata via?》 Chiede con un tono di voce che mi fa sentire ancora peggio, lo sento che è preoccupato, però non posso.
《Ash torno subito, fammi fare solo un giro》
《Un giro? Ma sta diluviando! Non hai l'ombrello, Anne torna su》 mi risponde facendomi poi voltare verso di lui.
《Stai piangendo?》
《No, no è solo pioggia》
Non ci crede nessuno dei due a quello che ho appena detto.
《Anne che succede?》

Che succede?
Basta, va bene, l'hai voluto tu.

《Me ne sono andata perché tanto non c'entravo nulla, no? Ho ragione?》 Le lacrime si fermano e lasciano spazio ad una risata finta, che faccio sempre quando sono nervosa e arrabbiata.
Ashton non dice nulla, rimane a guardami con uno sguardo confuso.
《Forse sembrerà stupido, ma sentirti dire che non c'entravo nulla mi ha fatto stare male ed ora sto piangendo, ma ormai piango quasi per ogni cosa... e vuoi sapere perché?》
Faccio un attimo una pausa... lo sto davvero per dire? In questo modo? In mezzo al marciapiede?
In realtà sono così nervosa che l'unico suono che sento è il mio cuore che sta per impazzire.
《Sono innamorata di te》
《Cosa?》 Alza la voce Ashton come se volesse accertarsi di aver sentito bene.
《Sono innamorata di te!》 Urlo e per un attimo mi sembra che tutto intorno abbia smesso di muoversi, di far rumore, come se tutto si fosse fermato.
Ashton non dice niente.
La sua espressione non si lascia decifrare, ma secondo me sta pensando ad un modo carino per rifiutarmi.
《Ashton... non devi dire per forza qualcosa, forse è meglio se torno a casa》
In quel momento mi rendo conto che mi sta ancora tenendo il polso, anche se la presa si è allentata, il suo tocco è leggerissimo.
Poi succede tutto velocemente, ricordo di aver pensato di dirgli di lasciarmi, ma nello stesso momento lui mi tira a sé e poi mi bacia.

Sto sognando?
Quando ci separiamo avevamo entrambi un espressione sorpresa, come se nessuno dei due si aspettasse niente.
Ashton poi inizia a ridere e per qualche strana ragione inizio a ridere anch'io.
Il mio umore da sotto terra e salito alle stelle. Era successo davvero? Ashton mi aveva davvero baciata? Questo voleva dire che gli piacevo?

《Ora ti va di salire? Così ci asciughiamo un po'》domanda porgendomi la mano, la prendo senza esitare ed entrambi ci incamminiamo verso l'ngresso del palazzo.
Avevo così tante domande da fare, ma potevano aspettare. Ashton sorrideva, aveva tutti capelli bagnati che gli ricadevano sulla fronte e piccole gocce scendevanoungo il suo viso era bellissimo. Continuavo a guardare il suo sorriso e sentivo di star per scoppiare per la felicità. 










 

🌻Hey🌻

Nuovo capitolo
All'inizio era più lungo, ma alla fine ho deciso di dividerlo e scriverne due,
questo significa che il prossimo capitolo è quasi finito, se riesco aggiorno stasera.

Spero vi sia piaciuto,
Kiss and hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


26. I was also your platonic love
 

《L'ultima fetta è mia!》
《No no ricordo che quando abbiamo ordinato la pizza tu hai detto: "se tu paghi, io ti lascio l'ultima fetta》 
《Ma non dicevo sul serio, mi hai creduta? Quando mai rinuncerei alla pizza, poi all'ultima fetta》 
《Testa o croce?》 
《E se invece provassimo a dividerla?》 
La sfortuna è sempre dalla mia parte non voglio rischiare di perdermi la pizza solo per una stupida moneta.

Ashton si alza per prendere il coltello lasciandomi sul divano, mi sembra ancora tutto incredibile.
 

《Quindi la ragazza che ti piaceva ero io? Ma perché non me l'hai detto?!》 Chiedo confusa mentre saliamo le scale per tornare al suo appartamento.
《Non volevo rischiare di rovinare la nostra amicizia, poi credevo di non avere possibilità... parlavi sempre dei tuoi amori platonici! E in realtà pensavo fosse abbastanza evidente che tu mi piacessi》
《Evidente? Ma dove? Come avrei fatto a capirlo? Mi hai pure aiutato a trovare gli altri ragazzi, come avrei fatto capire?》 
Lo vedo leggermente sorpreso, ma poi sorride mentre mi apre la porta di casa sua.
《A proposito perché mi hai aiutato?》
《Con il piano intendi?》mi limito ad annuire, per lasciarlo continuare.
《Ecco credevo di non avere possibilità e pensavo che vederti con qualcun altro mi avrebbe aiutato a dimenticarti, è anche per questo che sono uscito con Midge. Tuttavia lei ha capito subito che mi piacevi tu》
Ashton sparisce dal solotto e quando torna porta due asciugamani.
《Tieni, siamo entrambi fradici, poi ti presto dei miei vestiti asciutti》
《Grazie》
Dopo esserci cambiati, ci mettiamo sul divano, c'erano ancora un sacco di cose che volevo dirgli o chiedergli.
《Non posso credere che mi hai baciata sotto la pioggia》 mormoro sorridendo, mentre lui sfoglia il menù della pizzeria.
《Scusa ma non ti piacevano i baci sotto la pioggia?》
《A me? Certo che sì, ma tu non dicevi che era stupido? Un cliché e che non aveva senso si rischiava solo di ammalarsi?》
Lo vedo sorridere di nuovo, poi posa il menù e si gira verso di me.
《Si, ma in quel momento non mi importava》 dice prima di lasciarmi un leggero bacio sulla fronte e alzarsi. Mi volto subito verso di lui e gli salto sulle spalle come un koala.
《Anne ma sei impazzita? Ma che fai?》  Dice sorpreso mentre cerca di rimanere in equilibrio.
《Non lo so, l'ho fatto d'istinto, non volevo che ti allontanassi》
《Ma sto solo andando a prendere il telefono per chiamare la pizzeria!》

Quindi ora siamo una coppia.
Che strano.
È proprio strano.
Volevo un ragazzo, volevo disperatamente un ragazzo da inventare un folle piano e poi scoprire do essere innamorata del mio migliore amico. Colui che era sempre stato affianco a me.

《Sai Ash ero già cotta di te dopo la prima settimana di lavoro in libreria》
《Io dopo il tuo secondo giorno di lavoro》 mi sussurra nell'orecchio.
Siamo entrambi a letto, ho deciso che avrei dormito a casa sua, al mattino sarei tornata a casa.

Oddio dovrò raccontare tutto a Susan e Lucy, anche a mia madre.
Chissà che diranno? Sicuramente "te l'avevo detto".

《E nessuno dei due ha mai detto niente... aspetta se ti piacevo perché poi sei passata all'idea del piano?》
《Perché pensavo mi fosse passata, di non provare più niente e invece direi proprio di no》
《Per un po' sono stato anch'io il tuo amore platonico allora》
《Si in effetti sì, ma non eri nella mia lista... perché pensavo sarebbe stato impossibile》
Ashton sposta il braccio in modo da potermi abbracciare e avvicinare a lui, mi da un altro bacio sulla fronte e dolcemente mi sussurra "buonanotte".
È tutto perfetto.






 

Lo so, capitolo cortissimo, ma tra una settimana ho un esame e non riesco a trovare molto tempo per scrivere.

Appena sarà passato, potrò andare avanti con la storia, che in realtà ormai è quasi conclusa.

Spero stiate tutti bene💞
Kiss and hugs
||MartaWeasley||

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