Finalmente al tuo fianco

di sissy05
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricordi che mi portano da te ***
Capitolo 2: *** Confusione ***
Capitolo 3: *** Una visita inaspettata ***
Capitolo 4: *** Mi sei sempre appartenuta ***
Capitolo 5: *** Innamorato di te ***
Capitolo 6: *** Non posso stare lontano da te ***
Capitolo 7: *** Un pomeriggio insolito ***
Capitolo 8: *** Una sorpresa per Natale ***



Capitolo 1
*** Ricordi che mi portano da te ***


Il sole era tramontato già da un paio di ore ma tra i tetti di Parigi qualcuno si aggirava furtivamente.

Adrien quella sera dopo aver convinto Plagg con un'abbondante razione di camembert si era trasformato nel formidabile eroe parigino e si era lanciato tra i tetti silenziosi della città.

L'aria frizzante delle tranquille serate estive gli accarezzava il viso mentre con eleganza saltava tra i palazzi. Non aveva una meta precisa ma soltanto un disperato bisogno di libertà, quella libertà che tanto desiderava ma che soltanto Chat Noir poteva ottenere.

Dopo una quantità di tempo a lui indefinita si era ritrovato di fronte alla Torre Eiffel ad osservare con attenzione la splendida figura della torre illuminata che si stagliava con eleganza nel cielo scuro e le luci dei lampioni ai suoi piedi che brillavano come stelle. Si era ritrovato perfettamente d'accordo con tutte quelle persone che definivano quella vista qualcosa di magico.

Con qualche abile salto si era arrampicato fino a uno dei punti più alti della torre, uno di quelli dove le persone normali non potevano arrivare.

Si era seduto su una delle travi di ferro e aveva lasciato le gambe sospese nel vuoto, il suo sguardo vagava su tutto ciò che si trovava al di sotto dei suoi piedi, la temperatura quella sera era perfetta per passeggiare tra le strade della città.

Guardando tutte quelle persone che si affollavano tra le vie illuminate si era trovato a riflettere. Per molto tempo si era sentito in gabbia a causa del comportamento oppressivo che il padre gli riservava da troppo tempo ormai ma da quel giorno, quando aveva deciso di cambiare la sua vita infrangendo le regole che il padre gli aveva imposto, sembrava che tutto pian piano avesse iniziato a muoversi.

Quella volta dopo esser stato riportato a casa e messo in punizione, aveva trovato Plagg il suo insaziabile kwami che incredibilmente lo aveva trasformato nell'eroe parigino sempre pronto a sconfiggere il male.

In seguito, contro ogni aspettativa, gli era stato permesso di andare a scuola, si era fatto degli amici e una vita quasi da normale studente.

Ma la cosa che lo aveva reso più felice di tutte era stato un incontro inaspettato con la sua collega, la bellissima eroina parigina Ladybug.

Lei era la ragazza più bella e coraggiosa che avesse mai conosciuto, era come il sole che brilla e ti riscalda il cuore con un solo sorriso. I suoi occhi sembravano capaci di leggerti dentro, era lei che occupava insistentemente i suoi pensieri.

In un attimo i ricordi di quella sera in cui con estrema cura aveva preparato quella romantica sorpresa, riaffiorano nella sua mente.

Lei gli aveva parlato con sincerità rivelandogli che era già innamorata di qualcuno, aveva provato a chiedergli chi forse il misterioso rivale, ma non avendo avuto risposta aveva accettato la situazione con la speranza che un giorno i suoi sentimenti nei suoi confronti fossero finalmente ricambiati.

In quel momento, spinto dal desiderio irrefrenabile di rivivere ancora una volta quella sera per rivedere la sua dolce lady, circondata da quella fantastica atmosfera magica, si era ritrovato a saltare tra i tetti di Parigi per raggiungere il punto dove tutti quei ricordi si affollavano.

Appena i suoi piedi toccarono il suolo, gli sembrò che tutto fosse tornato ad essere proprio come lui lo aveva sistemato tempo fa: le candele, i cuscini e i petali di rosa, tutto lì era con me lui l'aveva lasciato. Studiando l'ambiente che lo circondava, gli parve di vedere la bella eroina proprio lì che si guardava attorno sorpresa. In un istante la sua figura si sostituì a quella di Marinette che voltandosi verso di lui con gli occhi brillanti ed emozionati per la sorpresa, esclamava "wow Chat Noir ma è tutto magnifico". Gli parve così reale che per un secondo credette che lei fosse realmente lì ma subito dopo disorientato si risveglió all'istante e tutto attorno a lui iniziò a scomparire.

Stava pensando alla sua lady, allora perché all'improvviso era apparsa Marinette?

Forse perché quel giorno lei gli aveva rivelato che era innamorata di qualcuno che non ricambiava i suoi sentimenti. Gli aveva confidato che le era stato spezzato il cuore, ma chi poteva mai essere la persona di cui la sua dolce amica era segretamente innamorata?

Alzo lo sguardo proprio come quella sera sorprendendosi di non trovarla lì appoggiata alla ringhiera del suo terrazzino, ma notando con soddisfazione che la luce della camera era ancora accesa.

Spinto da un desiderio sconosciuto si era avvicinato all'appartamento della sua compagna di classe ben nascosto dalle tenebre più scure che ormai erano calate sulla città.

Silenzioso si era accostato a una della finestre della stanza curioso di sapere cosa facesse la corvina.

Lei era seduta di spalle vicino alla macchina da cucire concentrata sul pezzo di stoffa che stringeva tra le mani, aveva un grande talento per la moda e lui lo sapeva bene, era cresciuto in quel mondo e con il tempo aveva imparato a riconoscere una persona di talento.

A distrarlo dai suoi pensieri fu proprio Marinette.

"Ho finito!!" Prese la stoffa tra le mani e la sollevò dal banco di lavoro per guardarla meglio.

"Guarda! cosa ne pensi Tikki?" disse voltandosi verso la cassettiera alla sua destra.

Tikki? chi era Tikki? non sembrava che nella stanza ci fosse qualcuno allora con chi stava parlando Marinette?

Adrien non riuscì nemmeno a finire di formulare i suoi pensieri che un esserino rosso che prima non aveva notato si avvicinò a lei volando.

"Bravissima Marinette! è bellissimo" quando il piccolo esserino parlò Adien stento a credere ai suoi occhi, il piccolo essere era tutto rosso con una grande macchia nera sulla fronte e altre due sulle guance, aveva due grandi occhi azzurri e sorrideva dolcemente, gli ricordava vagamente una coccinella.

Si proprio una coccinella!!

Il suo cerveno come travolto da una quantità eccessiva di informazioni si spense per qualche istante, mentre la conversazione tra le due continuava all'interno della camera.

Come se si fosse scottato si allontano in maniera brusca dalla finestra incredulo e confuso, inizio a correre e saltare velocemente tra i tetti diretto verso casa.

I suoi pensieri confusi si accavallavano prepotenti nella sua mente. Quello che aveva appena viso era un kwami, si proprio un kwami e non uno qualunque ma quello della coccinella.




 

Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto, è in assoluto la prima storia che scrivo perciò fatemi sapere cosa ne pensate. Conto di aggiornare presto con il prossimo capito. Se volete sapere cosa farà Adrien ora che conosce la verità continuate a seguire la mia storia.
Potete trovarla anche su wattpad.

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Capitolo 2
*** Confusione ***


Con un ultimo salto rientrai nella mia stanza sciolsi immediatamente la trasformazione e mi buttai sul letto poggiando un braccio sugli occhi. stranamente non sentii la lamentele di Plagg che fastidioso mi chiedeva il suo formaggio e lo ringraziai mentalmente per questo, la mia testa  affollata da mille pensieri non mi permetteva di pensare a niente altro che a quello che avevo appena visto.

Il kwami della coccinella nella camera di Marinette.

La mia compagna di classe non che una delle mie migliori amiche parlava tranquillamente con Tikki il kwami della coccinella.

Nella mia mente continuavano a ripetersi in maniera scomposta le parole kwami, coccinella e Marinette.

Vorticavano frettolosamente frammenti di ricordi alla ricerca di indizi segni o somiglianze non notati prima.

Ma un istante dopo tutto si fermò come congelato e un'unica consapevolezza ancora non espressa si compose tra i miei pensieri “Marinette è ladybug” senza rendermene conto la forza di quella riflessione mi portò a sussurrare quella frase che diventò ancora più reale quando quelle parole raggiunsero le mie orecchie, incontrollato un sorriso si aprì sulle mie labbra.

Avevo appena scoperto la vera identità di ladybug e la persona che si era rivelata nascondersi sotto la maschera era una delle persone a cui volevo più bene, una di quelle persone incredibili, capaci di trovare il buono in tutti, capaci di creare legami e essere amate da tutti.

Sono sempre state così simili, entrambe forti coraggiose pronte a proteggere tutti. Dove avevo guardato per tutto il tempo? come avevo fatto a ad non accorgermi di tutte le palesi somiglianze tra le due? Così concentrato a cercare tra la folla senza riuscire a guardare ciò che si trovava al mio fianco ogni singolo giorno.

Io amavo ladybug per il suo coraggio per la sua forza per i suoi sorrisi, in realtà amavo tutto di lei ma adesso che il volto di Marinette si sovrapponeva a quello di ladybug le cose che amavo di lei si erano moltiplicate la sua dolcezza, la sua sbadataggine, i suoi continui ritardi tutto in un istante era diventato bellissimo.

Così concentrato su ladybug non ero riuscito a vedere appieno quello che mi circondava ma ora più passavano i minuti e le cose che amavo in Marinette diventavano più numerose di quelle che amavo in ladybug, in quell'istante sorpresi me stesso a quella scioccante rivelazione, io avevo sempre amato Marinette ma non me ne ero mai reso conto incastrato in un'illusione che io stesso avevo creato.

Mi alzai di colpo dal letto felice come non lo ero mai stato e senza accorgermi di Plagg che si era avvicinato a me silenziosamente per studiare con attenzione la mia reazione, senza volerlo a causa del movimento brusco e inaspettato sbalzai Plagg sul pavimento vicino al letto.

“Umano volevi forse uccidermi?”

Mi avvicinai immediatamente a lui per controllare se si fosse fatto male.

“ Scusa Plagg non volevo”

“Si,si. Per questo mi devi una razione extra di camembert, chiaro umano!”

Lo guardai sorridendo stava più che bene e il fatto che stesse approfittando della situazione per ottenere altrocamembert ne era la conferma.

“Ora che sai chi è la tua “bellissima lady” cosa hai intenzione di fare?”

“Io sono così sorpreso, non avevo mai considerato l'idea che Marinette potesse essere lei.”

Iniziai a camminare per la stanza ero così emozionato e non riuscivo proprio a stare fermo.

“Ma ora più ci penso e più riesco a notare tutte le somiglianze, i suoi gesti, il suo aspetto, il suo bellissimo sorriso…”

Mi persi nei miei ricordi ogni istante iniziò a scorrere come un film ero felice così felice che non riuscivo più a ragionare, mi parve di sentire Plagg farfugliare qualcosa come.

“ Ecco come il suo cervello da umano smette definitivamente di funzionare”

Mi risvegliai solo quando il tono di Plagg si fece più alto.

“ Vabbene, vabbene ma non puoi di certo presentarti davanti a lei domani e dirle "my lady sono io Chat Noir è sono follemente innamorato del tuo sorriso, sai ieri sera ti ho spiata e così ho scoperto per puro caso che tu sei ladybug, perché non ci facciamo una romantica passeggiata tra i tetti

Per enfatizzare il discorso aveva aveva gesticolato tutto il tempo e usato una fastidiosa vocina stridula. Lo guardai di traverso aggrottando le sopracciglia.

“ Non lo farei mai!”

“Bene almeno non hai perso del tutto la ragione”

“Heii cosa pensi veramente di me?”

“ Niente umano, assolutamente niente”

Il suo sguardo diceva tutt'altro ma in quel momento preferì non indagare.

Sospirai sconcertato non avevo idea di come mi sarei dovuto comportare con lei da quel momento in poi.

“Riesco a sentire gli ingranaggi del tuo cervello muoversi troppo rumorosamente e prima che esploda io come tuo kwami ho deciso di darti una mano.”

Lo guardai aggrottando nuovamente le sopracciglia.

“ Vediamo.. ricordi il giorno che hai preparato quella sorpresa per ladybug su quel tetto vicino casa di Marinette?”

Lo guardai annoiato era ovvio che me lo ricordavo, prima mi trovavo lì proprio per quello.

“ Bene dal tuo sguardo penso si possa dire che sia un si. Ecco quella sera ladybug a rifiutato Chat Noir mentre Marinette ha detto che era innamorata di qualcuno e che quel pomeriggio le era stato spezzato il cuore. Ricordi?”

Mi guardò con intensità come se volesse suggerirmi qualcosa mentre io sconcertato da quella rivelazione lo guardavo a bocca aperta, Plagg aveva ragione.

“ Lo ricordo perfettamente Plagg ma la cosa più che aiutarmi peggiora solo la situazione”

Tornai a sedermi sul letto portandomi le mani davanti agli occhi disperato.

Chat veniva continuamente respinto perché Marinette era innamorata di un'idiota che non riusciva a capire quanto incredibile fosse.

“Ok forse le mie parole erano ancora un po' vaghe perciò mi spiego meglio, Marinette era triste perché quel pomeriggio era successo qualcosa che l'aveva ferita, infatti a causa di questo il gelataio degli innamorati è stato akumizato giusto? Bene questo significa che deve essere successo qualcosa in quel contesto. Non eri forse stato invitato anche tu a prendere il gelato con loro ma non sei potuto più andare?”

Mi guardò speranzoso come se mi avesse appena fatto la rivelazione del secolo.

“ Hai ragione deve essere successo qualcosa quella volta devo assolutamente sapere chi è stato quel deficiente che l’ha ferita. forse è un nostro compagno di classe, Nino mi aveva detto che oltre a noi sarebbero venuti alcuni dei nostri compagni.”  

Sentii Plagg sospirare e un velo di delusione apparirgli negli occhi.

“ A quanto pare sarà più complicato del previsto.”

Sospirò più rumorosamente e scosse la testa prima di ricominciare.

“ Allora Adrian ascolta con attenzione. Mi sai spiegare perché Marinette balbetta solo con te?”

Marcó l'ultima parte della frase è punto i suoi occhi che parevano infuocati nei miei.

Distolsi lo sguardo e mi ritrovai a riflettere con attenzione sulle sue parole. Era vero lei balbettava solo con me ma perché, con gli altri era allegra e spigliata allora perché solo con me si comportava in maniera diversa. La intimorito o forse covava ancora risentimento nei miei confronti, ora ero più confuso di prima la situazione era snervante e io non ci capivo più niente.

Mi stesi di nuovo sul letto e afferai il cuscino e lo poggiai sulla faccia per reprime un urlo di frustrazione. Spostato il cuscino dalla faccia e guardi Plagg disperato.

“È ora cosa faccio Plagg lei forse mi odia”

In risposta lui spalancò la bocca scosse la testa e si voltò volando verso la scrivania urlando.

“Basta io ci rinuncio. Il suo cervello da umano non è in grado di elaborare troppe informazioni insieme. Mi dispiace per quella povere ragazza ma se non fa la prima mossa lui non lo capirà mai.”

Affero un'altro pezzo di camembert è inizio a mangiarlo continuando a farfugliare cose che non riuscivo a capire, finito di mangiare si voltò verso di me che ero rimasto a guardarlo sconcertato prima di dire.

“ Va a dormire Adrian si è fatto tardi e non credo riuscirai a risolvere niente.” Rimase a fissarmi ancora e poi sorrise.

“ Però devo ammettere che la cosa si sta facendo interessante, so già che mi divertirò molto. Bene io vado a dormire buonanotte. Non dimenticarti la porzione extra di camembert che mi devi per l'immenso aiuto che ti ho dato.”

Poi si voltò di spalle prima di sussurrare.

“Anche se a quanto pare non sei stato in grado di capire il mio prezioso aiuto”

Sempre più confuso rimasi immobile per qualche secondo, ma di cosa stava parlando Plagg.


 

 
Grazie a tutti quelli che leggono la mia storia.
Potete trovarla anche su Wattpad. 

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Capitolo 3
*** Una visita inaspettata ***


Avevo passato tutta la notte a pensare e ripensare a quella carrellata di informazioni che avevo raccolto ieri. Erano davvero troppe da assimilare tutte insieme!

Mi guardai attorno e notai che il sole era sorto più o meno da un'ora. Nathalie sarebbe venuta a svegliarmi da un momento all’altro. Anche se la scuola era finalmente finita, la mia agenda era piena di impegni; essere figlio dello stilista più importante di Parigi e modello di punta del marchio non mi lasciava un secondo libero, erano troppi gli impegni da gestire. Seppur con grande sforzo, qualche giorno prima ero riuscito a convincere mio padre a concedermi un intero pomeriggio in compagnia dei miei amici, era sabato, e se prima non stavo più nella pelle, ora ero sia emozionato che terrorizzato al tempo stesso.

Da quel momento i giorni passarono velocemente, oggi si era già fatto mercoledì e ciò significava che avevo solo tre giorni per schiarirmi le idee. Mi voltai verso la scrivania guardando con attenzione Plagg che sorrideva e borbottava nel sonno, chissà cosa stava sognando. Io, a differenza sua, rimasi a guardare il soffitto tutta la notte immerso nei miei pensieri. Proprio come avevo immaginato la segretaria di mio padre bussò alla porta per svegliarmi avvisandomi che la colazione era già pronta. Trovai difficoltà a scendere dal letto, i miei occhi si sentivano ancora pesanti per la notte insonne ed i miei muscoli non volevano collaborare. Dopo un po’ presi coraggio e iniziai a prepararmi.

Riuscito nel mio intento, tutto soddisfatto scesi a fare colazione (da solo come sempre) prima di uscire di casa e iniziare la mia lunga lista di impegni giornalieri.

Passai tutta la giornata correndo di qua e di là tra set fotografici, lezioni di cinese, scherma e molto altro. Aiutai persino una vecchietta a far scendere il suo amato gatto Romeo dall’albero!

Rientrai a casa verso sera, ormai stanco e provato da quella faticosa giornata che era finalmente giunta al termine e, dopo aver cenato, mi ritirai in camera.

“ Sono stanchissimo ” mi buttai sul letto stremato.

“ Si! Anche io. ” Alzai lo sguardo su Plagg inarcando un sopracciglio.

“ Ma se non hai fatto altro che mangiare camembert tutto il giorno! ”

“ Forse non lo sai,ma degustare appropriatamente il mio fantastico camembert, richiede un grande sforzo mentale e fisico. ” Accentuò lui quasi indignato dalla mia affermazione!

“ Preferisco non sapere altro.” Sospirai rassegnato. Era mai possibile che l'unica cosa a cui pensava era il suo adorato formaggio?!

“ Plagg come faccio adesso con Marinette? ”

“ Che vuoi che ne sappia io. ” Iniziò ad esclamare posizioni sulla scrivania e iniziando a divorare un pezzo di formaggio.

“ Grazie Plagg mi sei di molto aiuto. ” Commentai sarcastico guardandolo di traverso.

“ Sempre pronto ad aiutarti umano!.” Ignorai il commento del tutto fuori luogo di Plagg e continuai ad esporgli i miei pensieri.

“ Devo trovare una soluzione. Mi sono accorto di provare qualcosa per Marinette e ora che so che lei è Ladybug non credo di riuscire a far finta di niente quando la incontrerò sabato. ” Plagg inghiottì in un solo boccone il pezzo che stringeva tra le mani e iniziò a volere verso di me fermandosi proprio di fronte al mio volto con sguardo serio.

“ Allora va da lei e dichiarati! ”

“ Non posso Plagg !! hai dimenticato che lei è già innamorata di qualcuno? se mi dichiararsi mi rifiuterebbe subito. Vorrei tanto sapere chi è il ragazzo che è riuscito a rubarle il cuore. Ma come posso fare? Forse Alya lo sa, dopotutto è la sua migliore amica. Ma come faccio poi a spiegargli perché sono tanto interessato a saperlo? ”

“ Semplice no? Le dici che ti piace Marinette ! ”

“ Ma sei impazzito! così poi lei glielo dice subito. No, non posso chiedere ad Alya. Ahh!Sono al punto di partenza. ”

“ Secondo me ti fai troppi problemi. La soluzione a tutte le tue paranoie è proprio sotto i tuoi occhi ma, sei troppo cieco per accorgertene. ”

“ Plagg, non capisco di cosa stai parlando. Quale sarebbe la soluzione per scoprire il nome del misterioso rivale? ”

“ Non è proprio quello a cui mi riferivo. ”

“ Cosa? Plagg ma si può sapere di cosa parli? ”

“ Adrian, niente di importante. Non ci pensare ”

“ Riesci solo a confondermi più di prima. Non posso chiederglielo direttamente, non mi risponderebbe mai considerando che ci sono buone probabilità che mi odi. ” La situazione era frustrante, mi sentivo intrappolato e non potevo dichiararmi. Se solo avessi saputo il nome di quel tizio, mi sarei inventato qualcosa per screditarlo agli occhi di Marinette ed avere una possibilità.

Mi alzai in piedi ed iniziai a camminare su e giù per la stanza mentre Plagg mi guardava sospeso in aria scuotendo la testa.

Se ero a conoscenza della cotta della mia lady era solo grazie al fatto che lei si era confidata con Chat Noir, il formidabile eroe parigino.

Dopo quella riflessione fui colto da un lampo di genio. Ecco la soluzione!

“ Ho trovato! ecco come farò! ”

Mi guardò annoiato continuando a rimanere nella stessa posizione.

“ Sentiamo, illuminami. ”

“ Marinette non si confiderà mai con Adrian ma, con chat noir si. Quindi, andrò a trovarla nelle vesti del bellissimo eroe e riuscirò a farmi dire tutto. Non pensi sia un'idea geniale? ”

“ Se ne sei convinto non sarò di certo io a smentirti.”

“ Bene allora inizieremo ad indagare oggi stesso.”

“ Cosa vuoi dire con "oggi stesso"? ”

“ Intendo dire che oggi una bellissima principessa riceverà una visita da uno stupendo gatto nero. "

“ Oh no! Vuoi dire che...”

“ Plagg trasformami! “

Non appena la trasformazione fu conclusa mi lasnciai tra i tetti di Parigi diretto a casa della bellissima principessa che mi aveva rubato il cuore.

Arrivai in poco tempo e con grande sorpresa la trovai lì sul suo terrazzino appoggiata alla ringhiera intenta a guardare le stelle.

Poteva mai esistere una creatura più bella di lei? La luce della luna le accarezzava il volto e le stelle si perdevano nei suoi occhi, era bellissima e perfetta come nessun'altra, unica, la sola capace di intrappolarmi per sempre.

Mi svegliai dai miei pensieri e con un abile salto atterrai silenziosamente sulla ringhiera proprio come un gatto.

“Buonasera principessa ”

Sobbalzò spaventata per poi voltarsi verso di me e sospirare rassicurata.

“ Chat sei tu! Mi hai fatto prendere un colpo. Non arrivare mai più così alle mie spalle. ”

Scesi dalla ringhiera e facendo un profondo inchino, le sorrisi e le risposi.

“ Mi dispiace principessa non intendevo spaventarla. ”

Sospirò esasperata.

“ Sai chat ho un nome io, mi piacerebbe che usassi quello. ”

Mi avvicinai a lei in silenzio guardandola negli occhi con uno sguardo intenso e carico dei miei sentimenti. Le afferrai una mano e ci poggiai con delicatezza le mie labbra senza distogliere mai lo sguardo dal suo. La vidi arrossire lievemente prima di ritirare la mano con velocità, era confusa e sorpresa, riuscivo benissimo a leggero nei suoi occhi che sgranati mi fissavano; era abituata a questo tipo di gesti da parte mia quando era nella sua forma da eroina ma questa era la prima volta che quel gesto nei suoi confronti era carico di sentimenti e emozioni, il mio corpo si era mosso da solo e aveva agito d'istinto con l'intento di conquistare il suo cuore.

Sorrisi guardandola ritraendomi appena per riacquistare quella distanza che era venuta meno con il mio gesto.

“ Conosco il tuo nome, ma penso che "principessa" sia il soprannome perfetto per te.”

le sorrisi nuovamente in modo malizioso facendogli un occhiolino.

Mi guardò sorpresa, aggrottò la fronte incrociando le braccia al petto.

“Cosa ci fa qui il più famoso eroe di Parigi?”

“ Niente, facevo un giretto tra i tetti e ti ho vista, così ho pensato di venire a salutare la mia principessa pensierosa. ”

mi guardò divertita.

“ La tua principessa?? ma davvero? Non ricordo di essere diventata la TUA principessa. ”

“ Dettagli. Soltanto degli inutili dettagli. ”

“ Dettagli, davvero? ”

“ Si, cose di poco conto. Cambiando argomento, prima sembravi così pensierosa, stavi forse pensando al ragazzo di cui mi hai parlato l'altra volta, quello che ti ha spezzato il cuore? ”

Se fino a quel momento era rimasta immobile nella stessa posizione di prima ora al solo nominare il ragazzo di cui era innamorata era arrossita e si era letteralmente congelata sul posto.

“ Cosa??? no non stavo pensano a lui io...io ecco stavo pensano ad altro. ”

“ Davvero? Dalla tua reazione non si direbbe. ”

“ No, ecco... io... non stavo...aaaaa. Basta! perché la cosa ti interessa tanto? ”

Si girò di spalle per non farmi notare il suo imbarazzo.

“Niente di particolare, stavo ripensando a quella sera, ed ero solo un po’ curioso, visto che anche io ho problemi con la mia lady. ”

Si voltò verso di me con sguardo triste, forse si sentiva in colpa nei miei confronti?

“ Mi dispiace chat. ”

Il tono dispiaciuto e il fatto che avesse istintivamente abbassato lo sguardo, diedero conferma alle mie supposizioni.

“ Non ci si può far niente, comunque non è colpa tua e nemmeno di Ladybug. Dovrò solo aspettare che si innamori follemente di me. ”

le feci l'occhiolino e lei mi sorrise divertita.

“ sei molto sicuro di te, credi davvero che lei si innamorerà di te? ”

“ Ma certo! Chi non si innamorerebbe di me, il più bello, incredibile e perfetto gatto di Parigi?!. ”

la sentii ridere allegramente, era così bella quando rideva.

“ Davvero chat, sei troppo sicuro di te, di questo passo non riuscirai mai a conquistare Ladybug. ”

“ Sta a guardare, ti farò vedere come cadrà ai miei piedi. ”

“ Io dico che non ci riuscirai ”

“ Vedremo. ”

gli sorrisi furbamente. Era una promessa, l'avrei fatta innamorare di me a qualunque costo, ora dovevo solo capire contro chi combattevo per avere il suo cuore.

“ Tornando al discorso di prima, perché non mi dici chi è il ragazzo del tuo cuore? ”

“ Sentiamo, perché dovrei dirlo proprio a te? ”

“ Forse perché tu sai di chi sono innamorato ma io non so di chi sei innamorata tu, non mi sembra giusto ”

“ Anche se dici così, non posso dirtelo ”

“ Non lo dirò a nessuno ”

La guardai con lo sguardo più supplichevole che sapevo fare nel tentativo di farla parlare.

“ Ti prego non guardarmi così,non te lo dirò."

“ Principessa non credi di essere ingiusta? "

“ No per niente "

“ Dai sarà il nostro segreto "

Mi guardò studiandomi con attenzione valutando se fidarsi o meno di quello che stavo dicendo. Stava cedendo! lo capivo dal suo sguardo. Ancora un poco e avrei saputo il nome del mio rivale.

“ Va bene ma promettimi di non dirlo a nessuno, chiaro?! ”

Annuì velocemente portandomi una mano al petto in segno di giuramento.

“ Tranquilla principessa nessuno lo saprà. ”

Sospirò e mi guardò imbarazzata con le guance leggermente arrossate.

“ La persona di cui sono innamorata è .... ”

“ Marinette dove sei? ”

La voce della madre di Marinette interruppe il momento proprio quando stava per pronunciare quel nome. Lei sobbalzò per lo spavento mentre io sospirai rassegnato.

“ Sono qui mamma, sul balcone. ”

Urlò lei in risposta ancora rossa in viso. Sentii i passi della madre sulle scale che portavano al soppalco dove si trovavano il letto e la botola che portava al balcone dove stavano chiacchierando.

A quel punto Marinette spaventata dall'imminente arrivo si fiondò su di me spingendomi contro la ringhiera nel tentativo di mandarmi via.

“ Chat mia madre sarà presto qui quindi va via, altrimenti non ho idea di come fare a spiegarle la tua presenza qui. ” Sussurrò in modo che la madre non potesse sentirla continuando a spingermi.

“ Va bene principessa vado via ma sappi che il nostro discorso non finisce qui. ” Saltai sulla ringhiera per poi voltarmi verso di lei e sussurrarle ancora.

“ Ci vediamo presto. Buonanotte principessa. ”

Con questa ultima frase mi lanciai tra i tetti per poi restare nascosto a guardarla.

“ Marinette ma cosa fai a quest'ora qui fuori? ”

“ Niente mamma, guardavo il paesaggio, Parigi è così bella di notte. ”

La mamma la raggiunse e sorridendole, iniziò a guardare anche lei la splendida vista di cui si poteva godere da quella posizione.

“ Hai ragione è proprio bella. Ma è già molto tardi perciò è ora di andare a dormire. Forza, rientriamo in casa. ”

“ Va bene mamma. ”

Entrambe si avvicinarono alla botola per poi sparirvi al suo interno. Rimasi ancora qualche minuto ad osservare la casa prima di girarmi e iniziare a saltare tra i tetti pronto a tornare nella mia stanza.

Non temere principessa, presto tornerò e allora mi dirai tutto.



Ecco il terzo capitolo fatemi sapere cosa ne pensate.
Potete trovarla anche su wattpad. 

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Capitolo 4
*** Mi sei sempre appartenuta ***


La sera prima ero tornato a casa deluso, se la madre di Marinette non fosse arrivata proprio in quel momento a quest’ora avrei di sicuro saputo il nome del tizio più odioso che poteva mai esserci.
Ma io non mi faccio scoraggiare per così poco, Marinette stava per confidarsi con me quindi non dovevo fare altro che tornare da lei e riprendere il discorso da dove si era interrotto.
Proprio per questo non vedevo l’ora di tornare a casa dopo un’altra interminabile giornata, per potermi trasformare e tornare dalla mia principessa.
La mia giornata “lavorativa” era quasi giunta al termine e la cosa non poteva rendermi più felice, pochi scatti ancora e presto avrei rivisto la mia lady.
Appena rientrai a casa mi diressi nella mia stanza aspettando con impazienza che Nathalie venisse a chiamarmi per la cena, non appena la cena fu a tavola mangiai tutto il più velocemente possibile e non appena ebbi finito corsi nella mia stanza non prima di aver avvisato Nathalie di non disturbarmi perchè sarei andato a letto presto a causa della stanchezza.
Non appena la porta della mia camera si chiuse alle mie spalle guardai Plagg che mi fissava esasperato consapevole che qualunque cosa avesse provato a dirmi non avrebbe avuto nessun effetto e che non sarebbe mai riuscito a farmi cambiare idea.
“ Pronto Plagg? “
“ Grazie di averlo chiesto. Se proprio lo vuoi sapere l’idea di trasformarmi e andare in giro di notte per Parigi solo perché il mio portatore deve giocare a fare il bel Romeo con una ragazza, beh non mi esalta molto al contrario penso che sia un’idea tremenda. “
“Grazie per aver esposto i tuoi pensieri ma non mi interessa, ho bisogno di sapere e questo è l’unico modo, perciò. Plagg trasformami! “
Sentii diversi lamenti di protesta da parte di Plagg prima di venire risucchiato dal mio anello e mi scusai mentalmente con lui che era continuamente costretto a assecondare quelle che lui definiva “follie d'amore” naturalmente in maniera molto ironica, ma ora l'unica cosa che mi interessava era una bellissima principessa che aspettava la visita di un bel gatto nero. Senza esitare un istante lasciai la mia stanza diretto da lei. Quando arrivai, con un salto atterrai sulla terrazzina e mi avvicinai alla botola per bussare, attesi qualche istante prima di vedere al botola aprirsi e lei sorpresa voltarsi verso di me.
“ Chat ma cosa ci fai qui?”
Mi avvicinai porgendogli una mano per invitarla a uscire, mi guardò dubbiosa prima di afferrare la mia mano e raggiungermi sulla terrazza, la ossrevi mentre con il mio aiuto si metteva in piedi proprio di fronte a me. Ogni volta che la guardavo sembrava sempre più bella, desideravo stringerla a me sentire il calore del suo corpo contro il mio, volevo vedere il rossore sulle sue guance, specchiarmi nei suoi occhi, volevo vedere il suo sorriso che si illuminava solo per me.
Il mio cuore urlava di stringerla tra le mie braccia ma la mia ragione mi ricordava che non potevo che non ne avevo il diritto o perlomeno non ancora.
Appena mi fu di fronte mi lasciò la mano ma io con un gesto fulmineo la afferrai nuovamente prima di tirarla verso di me riducendo la distanza che separava i nostri volti a pochi centimetri, lei sorpresa dal mio gesto sgranò gli occhi e arrossì di colpo, nel suo sguardo leggevo sorpresa imbarazzo e confusione, non sapeva cosa fare e non si muoveva, sorrisi in maniera maliziosa prima di portare la sua mano ancora stretta nella mia vicino il mio volto baciandone il dorso e continuando a tenere il mio sguardo nel suo.
Arrossì più di prima e smise di respirare congelandosi sul posto, era così bella con il viso arrossato e la bocca semi aperta dalla sorpresa, avvicinai pericolosamente il mio volto al suo continuando a guardarla prima di spostarmi verso il suo orecchio e sussurrarle in maniera sensuale
“Buonasera principessa”
In quell'istante volevo solo stringerla a me e baciarla ma non potevo, non era ancora il momento giusto, non era ancora mia e la poca distanza che ci separava non aiutava a mantenere quel poco autocontrollo che mi era rimasto, forzando me stesso lasciai la sua mano e mi allontanai di poco da lei che sconvolta riprendeva a respirare.
Forse avevo esagerato un po’ ma non ero riuscito a trattenermi e ora lei era lì di fronte a me confusa più che mai che mi guardava sconvolta. Vederla in quello stato provocò in me un sentimento di tenerezza e protezione, l’avrei protetta da tutto e tutti a qualsiasi costo era una promessa, non permetterò a nessuno di farle del male.
Erano passati già diversi minuti da quando mi ero allontanato da lei ma Marinette non si era mossa non aveva proferito parola ed era rimasta lì a respirare in maniera inregolare quasi boccheggiando in cerca d'aria, per quanto quella visione poteva essere tenera a i miei occhi risultava anche molto divertente quasi esilarante e senza accorgermene iniziai a ridere senza controllo.
Marinette vedendomi ridere senza controllo si risveglió dallo stato di trance in cui era caduta e cambiò espressione da prima confusa per la mia reazione e dopo offesa quasi arrabbia, aveva la fronte aggrottata e uno sguardo tagliente che non prometteva nulla di buono.
“ Ti diverti a prenderti gioco di me Chat?”
Mi guardò male incrociando le braccia al petto infastidita e io ricambiai il suo sguardo con uno divertito.
“ No ecco io non ti stavo prendendo in giro e solo che eri così buffa”
A quelle parole la sua espressione si indurì più di prima e si voltò di spalle offesa. Mi avvicinai a lei lentamente.
“Principessa io non volevo offenderti”
Non si voltò rimase ferma dandomi le spalle.
“ Principessa”
Lo sussurrai con il tono più dispiaciuto che sapevo fare accompagnato dalla mia espressione da gattino disperato.
Si voltò appena guardandomi con attenzione prima di sospirare e voltarsi di nuovo verso di me.
“Cosa ci fai qui chat?”
Gioii mentalmente e le sorrisi felice.
“ Mi sembra logico no? Sono qui per continuare il nostro discorso di ieri!”
Inizialmente sgranò gli occhi ma subito dopo si voltò verso la parte opposta alla mia arrossendo lievemente.
“ Non so a cosa ti riferisci Chat”
La guardai divertito anche se lei non poteva vedermi.
“Davvero? Non ricordi? Eppure ne abbiamo parlato solo ieri.”
“Mi dispiace Chat ma non ricordo niente”
“Allora lascia che sia io a rinfrescarti la memoria, ieri stavi per rivelarmi il nome del ragazzo che ti piace”
Anche se era voltata nella direzione opposta ero sicuro che era imbarazzata lo capivo dalle sue orecchie leggermente arrossate.
In quel istante provai un impeto di gelosia incontrollata nei confronti di quel ragazzo, era arrostita in quel modo solo pensando a lui e quell'idiota non si era mai accorto di lei, era un deficiente sotto tutti i punti di vista e di certo non era degno di lei, non avrei mai permesso a questo idiota di avere la mia principessa non la meritava lei era mia.
“Be' io non ricordo di aver parlato di queste cose.”
“ Tu forse non ricordi ma io si. Quindi eccomi qui. Allora come si chiama questo ragazzo?”
“Aaaa ma si può sapere perché ti interessa tanto?”
“ Te l'ho detto sono curioso, e la curiosità dei gatti è famosa sai? E poi tu sai chi mi piace, non mi sembra giusto principessa”  
Mi guardò dubbiosa e incrocio nuovamente le braccia al petto.
“ Secondo te quindi io dovrei dirtelo dopo quello che mi hai fatto poco fa. Sai sono ancora arrabbia tanto con te. Chi mi assicura che dopo non mi prenderai in giro”
La guardai serio avvicinandomi e vedendo lei fare un passo indietro sorpresa.
“Io non ti prenderei mai in giro su una cosa del genere”
Mi guardò sorpresa per la serietà con cui avevo pronunciato quelle parole.
“Davvero, principessa non potrei mai fare una cosa del genere.”
La guardai intensamente dritto nei suoi occhi per fargli capire che non avrei mai osato prenderla in giro.
“ Puoi dirmi quello che vuoi principessa io non potrei mai farti del male, voglio solo tu sia felice”
“Perché Chat ci conosciamo a malapena”
Ti sbagli
“Perché per me sei….un'importante amica”
Perché per me sei la persona più importante che esista.
Mi guardò sorpresa e poi mi sorrise dolcemente.
“Grazie Chat anche tu sei….”
In quell'istante il telefono di Mari iniziò a squillare interrompendola si guardò attorno prima di correre in camera per rispondere al cellulare che continuava a squillare insistente dimenticandosi di me. Io rimasi lì immobile a guardare al botola ancora aperta.
E no! questa volta non me ne sarei andato senza sapere quel nome. Mi avvicinai alla botola e con un salto atterrai sul suo letto morbido, sentivo la sua voce dal piano di sotto mentre parlava al telefono, mi diressi verso le scale e iniziai a scenderle silenziosamente.
Mi dava le spalle e probabilmente non si era ancora accorta della mia presenza, decisi di aspettare che finisse di parlare al telefono e mi sedetti sulla sedia girevole che si trovava di fronte al PC, mentre aspettavo iniziai a dondolare sulla sedia quando il mio sguardo si posò sul muro sopra la scrivania.
Era completamente tappezzato di mie foto provenienti da varie riviste di moda e c'era anche qualche poster, mi guardai intorno notando che le foto non si limitavano solo a quella parete ma che erano sparse un po' dappertutto.
Non potevo credere ai miei occhi perché la sua stanza era piena di mie foto? Per sbaglio toccai il muse e lo schermo si accese, sgranai gli occhi incredulo, lo sfondo era un collage di mie foto contornate da tanti cuoricini.
Non poteva essere non riuscivo a credere ai miei occhi, cosa significava?
“AAAAAAA”
Non riuscii a riordinare i miei pensieri perché un urlo di Marinette mi distrasse da essi. Mi voltai e la trovai rivolta verso di me con la bocca spalancata che mi guardava sconvolta. Sentii qualcuno chiamare il suo nome più di una volta dall'altro lato della cornetta cercando di richiamare la sua attenzione, mi guardò ancora sconvolta poi rispose al telefono e in maniera frettolosa congedo la persona dall'altro lato del telefono.
“Cosa fai qui Chat?”
“ Io... ecco ...la botola era aperta e noi non avevamo ancora finito di parlare quindi….”
Guardò prima me ma poi concentrò il suo sguardo sul monitor acceso e a quel punto arrossì e si coprì il volto con le mani, allargo leggermente le dita che teneva premute sugli occhi per sbirciare verso di me.
“Ti prego dimmi che non hai visto”
Io la guardai senza cambiare espressione in attesa.
Sospirò disperata e lascio cadere le braccia lungo i fianchi guardandomi con sguardo assente prima di lasciarsi scivolare sulla Chaise longue.
Volto lo sguardo verso una delle foto.
“Credo che tu l'abbia già capito da solo no?”
Smisi di respirare e sgranai gli occhi.
“A cosa ti riferisci.”
Cercai di far uscire le mie parole con il tono più normale possibile ma si poteva notare una nota tremolante nella mia voce.
Lei sospirò ancora ma non distolse lo sguardo dalla foto.
“La risposta alla tua domanda Chat. Non lo capisci guardandoti intorno?”
Sentii il mio cuore accelerare.
“La persona di cui sono innamorata e lui Adrian Agreste”
Il mio cuore perse un battito. Non poteva essere la persona di cui era sempre stata innamorata sono io, sono sempre stato io. Ma come non me ne ero mai accorto com'era possibile.
“Sai credo sia stato un colpo di fulmine, non fraintendere non mi sono innamorata di lui per l'aspetto, di certo non si può dire che sia brutto, però io non mi sono innamorata di lui per quello.”
Si alzò dalla chaise longue e cammino nella mia direzione verso la parete con tutte le mie foto tenendo lo sguardo su una di esse. Poi sul suo volto apparve un dolcissimo sorriso.
“Lui…è dolce, gentile, premuroso, simpatico, pronto ad aiutare i suoi amici quando ne hanno bisogno. A dispetto di quello che possono pensare le persone che non lo conoscono lui non si vanta o pavoneggia, quando e a scuola seduto in mezzo a noi lui è Adrian non il figlio dello stilista più importante di Parigi o il modello di punta del marchio del padre, lui è semplicemente un ragazzo come tutti gli altri che desidera degli amici con cui scherzare confidarsi o semplicemente parlare. Agli occhi di molti la sua vita può sembrare perfetta ma anche lui come tutti ha sofferto e soffre ancora, soffre per il comportamento del padre nei suoi confronti e soffre per la scomparsa della madre ma cerca di non darlo a vedere perché non vuole che le persone si preoccupino per lui. Adrian è così ed è per questo che io mi sono innamorata di lui.”
Pronunciò l'ultima frase voltandosi verso di me con il sorriso più bello che io abbia mai visto dipinto sul suo volto.
Non capivo più niente lei era innamorata di me, mi amava davvero, non si era fermata all'immagine che avevo costruito, lei era riuscita a leggermi dentro a capirmi ed accetarmi.
“ Io vorrei stare al suo fianco per sostenerlo e supportarlo, vorrei essere in grado di farlo sorridere vorrei che non si sentisse mai solo, vorrei dichiararmi ma non ne ho il coraggio, come potrebbe mai un ragazzo come lui innamorarsi di una come me.”
Pronunciò l'ultima frase abbasso lo sguardo triste.
A quel gesto sentii il mio cuore stringersi e velocemente pensai a un modo per fargli capire che non era vero che io ero il e l’amavo, l'amavo con tutto me stesso.
“ Questo non è vero Mari tu sei fantastica e…”
Stavo per dirgli quanto bella e speciale fosse ma le mi interruppe.
“ Chat tu non puoi capire lui è perfetto, io invece sono sbadata, goffa e non riesco nemmeno a parlargli. Quando me lo trovo davanti i battiti del mio cuore aumentano e sembra che stia per esplodermi nel petto. Il suo sorriso mi confonde al punto di non riuscire più a ragionare divento del tutto incapace di fare qualsiasi cosa, a volte diventa difficile persino respirare quando mi è vicino, ui non si è mai accorto di nulla e mi considera solo un'amica. Sono convinta che lui mi trovi strana a causa del mio comportamento.”
Afflitta abbasso la testa mentre una lacrima le rigò la guancia prima di sussurrare.
“Ma io divento così nervosa solo perché lo amo”
Lei pensava tutto questo di me e di se stessa.
Ero felice come non lo ero mai stato ma allo stesso tempo ribollivo di rabbia, rabbia verso me stesso l'unico deficiente qui ero io. Non mi ero mai accorto di nulla avevo continuato a rincorrere Ladybug senza accorgermi dei sentimenti che lei provava per me, eppure tutto era così chiaro i suoi comportamenti parlavano per lei era così evidente ma io non l'ho mai capito e così facendo l'ho portata a pensare tutte quelle cose di se stessa, se c'era qualcuno che non era alla sua altezza quello ero proprio io, se solo avessi aperto gli occhi prima, perfino Plagg l’aveva capito mentre io no.
Ma da questo momento in poi tutto sarebbe cambiato avrei fatto di tutto per rendere felice la mia principessa perché ora che sapevo non avrei più permesso a nessuno di separarci.
Marinette era la ragazza che amavo.
Mi avvicinai a lei e poggiai le mani sul suo volto sollevandolo in modo che fosse alla mia altezza i suoi occhi confusi incontrarono i miei.
“Non pensare mai più una cosa del genere di te stessa Marinette. Non immagini nemmeno quanto tu sia speciale. E io non l'ho mai capito, sono stato così studio, per tutto questo tempo tu eri al mio fianco.”
Che stupido volevo sapere il nome della persona che ti teneva lontano da me quando in realtà si trattasse di sempre e solo di me stesso. Sorrisi dolcemente guardandola.
“Mi sei sempre appartenuta.”






 

Grazie e tutti quelli che continuano a leggere la mia storia ecco qua il quarto capitolo, mi sono divertita un modo a scriverlo ed è uno dei miei preferiti insieme al prossimo, fatemi sapere cosa ne pensate se vi è piaciuto e se volete sapere cosa succederà adesso tra Marinette e Adrien vi aspetto al quinto capitolo.
potete trovarla anche su Wattpad

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Capitolo 5
*** Innamorato di te ***


"Mi sei sempre appartenuta"

I suoi occhi confusi più che mai si specchiavano nei miei che la guardavano dolcemente. Non capiva il mio comportamento e mille domande gli le si affollano nella mente, tentò di allontanarsi da me ma io glielo impedii avvolgendo un braccio attorno alla sua vita.

Stringendola con forza contro il mio petto, sentivo il suo cuore che batteva velocemente e la sua confusione le si leggeva sul viso; un misto di emozioni, agitazione, panico.

Era il momento di fare chiarezza, di parlare senza maschere e inganni non potevo più tirarmi indietro.

Adrien doveva mostrarsi ed aprire il suo cuore.

"Plagg trasformarmi"

A quelle parole sentii Marinette irrigidirsi e trattenere il respiro mentre i suoi occhi non riuscivano a staccarsi dai miei.

Una leggera luce verde mi avvolse mettendo fine alla trasformazione e lasciando che la maschera di chat rivelasse il mio vero volto. Mi concentrai su di lei che shockata non osava muoversi o respirare.

Allora lentamente inizia ad accarezzarle la guancia con la mano che era ancora appoggiata sul suo volto.

Appena il mio pollice si mosse, sentii il suo corpo tremare come se una forte scarica elettrica l'avesse attraversata e sorrisi più di prima all'idea che ero stato proprio io e nessun altro a farle quell'effetto. Non potei trattenermi dallo stuzzicarla ancora di più quindi avvicinai i nostri volti fino a far quasi scontrare le nostre labbra per poi sussurrarle sensualmente.

"Buonasera my lady"

Ancora tremante ed agitata iniziò a boccheggiare come se le mancasse l'aria, dire che era nel panico era un eufemismo ma, ai miei occhi sembrava sempre bellissima anche in quello stato.

Riacquistò un minimo di autocontrollo e con voce tremolante iniziò a parlare.

"Adrien!!??? Chat noir è Adrien?"

Si fermò qualche istante prima di impallidire e liberarsi dalla mia stretta rimanendo in piedi di fronte a me.

"Ooo mamma Adrien è Chat noir!" Alzò ancora di più la voce prima di iniziare a camminare avanti e indietro per la stanza come se si fosse dimenticata che io ero ancora lì, poi si fermò di colpo guardando le pareti tappezzate dalle mie foto.

"E per di più, le ha viste!" trasalii e si portò le mani sulla bocca sussurrando sconvolta "ho detto tutte quelle cose...!".

Con terrore si voltò verso di me, mi guardò spaventa mentre indietreggiava.

Potevo capire la sua confusione e le sue paure ma in quell'istante l'unica cosa che volevo sapesse era che l'amavo, l'amavo con tutto me stesso.

Per questo senza esitazione mi avvicinai velocemente a lei stringendola tra le mie braccia per poi unire finalmente le mie labbra con le sue in un bacio che ormai sognavo da giorni.

Finalmente mi sentivo completo mentre il calore del suo corpo si univa al mio.

Come avevo fatto a vivere senza di lei per tutto questo tempo?

Non so quanto tempo passò prima che le mie labbra si allontanarono dalle sue ma non importava, finalmente era mia, la guardai negli occhi mentre facevo scivolare lungo il suo braccio la mia mano arrivando alla sua e intrecciando le nostre dita.

"Marinette io ti amo" ispirai profondamente prima di continuare.

" Sono venuto qui oggi solo perché non sopportavo l'idea che tu fossi innamorata di un altro, volevo sapere chi fosse quel deficiente che non riusciva a capire quanto fantastica fossi, volevo sapere chi fosse per allontanarlo da te, per avere una sola possibilità con te, sono stato così stupido, eri sempre al mio fianco giorno dopo giorno per così tanto tempo, sono stato così cieco."

Vidi i suoi occhi brillare emozionati e felici ma un istante dopo spegnersi tristi e afflitti. Cercò di liberare la sua mano dalla mia e fare un passo indietro per allontanarmi da lei, glielo permisi con un po' di riluttanza, abbassò poi la testa sussurrando.

"Ma tu sei Chat noir e Chat noir è innamorato di Ladybug non di Marinette, sei stato tu stesso a dirmelo."

"È vero io sono innamorata di Ladybug perché sei tu Ladybug."

Mi guardò sorpresa, non si aspettava che conoscessi la sua identità segreta.

"Come....come fai a sapere che sono io Ladybug?"

La guardai colpevole e grattandomi la nuca imbarazzo.

"Qualche sera fa stavo facendo un giro da queste parti quando ho notato la luce accesa della tua camera, così mi sono avvicinato alla finestra e ti ho vista parlare con il tuo kwami. Non era mia intenzione spiarti."

La osservai sgranare gli occhi incredula per poi rattristarsi e sussurrare con un filo di voce.

" Questo spiega tutto. Tu non ami Marinette ma solo Ladybug quando hai scoperto che in realtà io sono lei ti sei ...."

Non le diedi il tempo di continuare che l'afferrai per le spalle guardandola intensamente.

"NO Marinette ti stai sbagliando è vero ti ho detto di essermi innamorato di Ladybug ma quando ho scoperto che tu sei lei ho capito cosa provavo realmente, quando ho saputo la verità mi sono sentito confuso, così ho iniziato a chiedermi cosa mi avesse fatto innamorare di Ladybug e in un istante mi sono accorto che tutto quello che amavo di lei era la descrizione perfetta di te."

Le accarezzai una guancia guardandola teneramente.

" Il suo sorriso, il suo coraggio, la sua tenacia, i suoi occhi, la sua dolcezza, queste sono tutte le cose che mi hanno fatto innamorare di lei ma che caratterizzano anche Marinette così ho iniziato a pensare a te e in un'istante mi sono accorto di quanto trovassi tenero il tuo modo di balbettare solo in mia presenza o di quanto trovassi adorabile la tua sbadataggine che inconsciamente mi ha portato a desiderare di essere al tuo fianco solo per poter essere presente tutte le volte che stavi per inciampare per poterti stringere tra le mie braccia. Così ho capito una cosa, io inconsciamente ho sempre saputo che voi due eravate in realtà la stessa persona ma sono stato così stupido da non accorgermene. Credimi Marinette quando ti dico che ti amo perché è la verità, perché tu e lei siete la stessa persona. Io ti amo e su questo non ho dubbi ma non so se tu sarai in grado di amare me sia come Adrien che come Chat Noir, quindi sono io a dovertelo chiedere, puoi dire ancora di amarmi dopo aver scoperto questi lati del mio carattere così diversi da quelli del perfetto Adrien Agreste? puoi amarmi lo stesso con tutti i miei difetti?"

Ero terrorizzato all'idea che la sua risposta potesse essere negativa, avevo una paura assurda che non sarebbe riuscita ad accettare il mio vero me con tutte quelle battute fuori luogo e con quel carattere così diverso da quello che le mostravo tutti i giorni a scuola.

Continuavo a fissarla agitato, il cuore nel mio petto martellava in maniera assordante sembrava volesse uscire e mi potrò a trattenere il respiro per la tensione, ogni secondo che passava sentivo i polmoni bruciarmi per la mancanza d'aria mentre lei mi guardava in silenzio studiandomi attentamente.

E se mi avesse detto che non poteva accettarmi? se non mi amava? cosa avrei fatto se a lei non fosse piaciuto il vero me?

la mia testa si riempiva di domande e considerazioni negative alimentate dal quel silenzio straziante che riempiva la stanza, quasi rassegnato all'idea di non essere abbastanza per lei sospirai pesantemente mentre sconfitto abbassavo la testa e chiudevo gli occhi, ero pronto ad andare via non volevo ascoltare quelle parole che sicuramente avrebbero distrutto il mio cuore in mille pezzi.

Tenendo ancora gli occhi chiusi feci un passo all'indietro pronto a scappare per sparire nel buio della notte ma proprio in quell'istante sentii due mani afferrare il mio volto velocemente e tirarmi verso di lei, non ebbi neanche il tempo di reagire che le sue labbra si premettero con delicatezza sulle mie, sgranai gli occhi sorpreso trovando il suo volto incollato al mio.

Aveva le palpebre abbassate e le guance completamente tinte di un bellissimo rosso, rimasi immobile per qualche istante prima di chiudere a mia volta gli occhi per perdermi in quell'istante tanto magico, sollevai le braccia e le avvolsi attorno alla sua vita per stringerla ancora più di prima, tutto sembrò fermarsi ancora una volta e come prima sentivo di aver trovato il mio posto nel mondo.

Dopo diversi minuti controvoglia mi staccai da lei senza però lasciare la presa sulla sua vita mentre lei spostava le sue mani sul mio petto più imbarazzata di prima senza riuscire a guardarmi.

Qualche secondo dopo sospiro e alzò il volto verso di me con gli occhi che brillavano dall'emozione.

"Adrien io.. io mi sono innamorata di te tanto tempo fa, beh le ragioni le conosci ma non avrei mai immaginato che tu potessi essere Chat Noir. E' vero il tuo carattere è così diverso dal suo ma come hai detto tu poco fa, voi due siete la stessa persona e io non potrei mai innamorarmi di una sola parte di te, ci sono così tante cose che io non conosco di te così come tu non conosci tutto di me ma amarsi significa anche questo, scoprirsi insieme e accettarsi e andare avanti senza arrendersi davanti le difficoltà. io voglio imparare a conoscerti restando al tuo fianco giorno dopo giorno, crescere con te e scoprire migliaia dei tuoi difetti o pregi di cui nessun altro è a conoscenza e imparare ad amarli tutti. Sempre se tu lo vorrai."

Non potevo desiderare di meglio, la persona che amo mi ricambia a sua volta ed è pronta ad accettare tutto di me non poteva esistere una persona più felice di me in questo momento.

"Marinette averti al mio fianco e amarti sapendo che tu provi lo stesso per me è tutto ciò che posso desiderare, sei la persona più incredibile che conosca e desidero soltanto che tu rimanga al mio fianco per sempre."

Le afferrai una mano stringendola nella mia sorridendole dolcemente.

"Sei disposta a sopportarmi da ora in poi? sappi però che se dovessi accettare non ti permetterò di allontanarti da me così facilmente."

Concentrò il suo sguardo nel mio e mi sorrise con le lacrime agli occhi.

"Per sempre mon caton, resterò al tuo fianco per sempre se mi vorrai."

"Allora preparati perché d'ora in poi io non mi allontanerò mai più da te" Asciugai una lacrima dal suo volto guardandola sorridere felice come mai prima d'ora mentre i nostri cuori iniziavano a battere in sintonia, prima di baciarci ancora.

Solo ora potevo averne la certezza, lei era finalmente mia e di nessun altro, la strinsi in un forte abbraccio mentre lei appoggiò la testa sul mio petto ascoltando il ritmo del mio cuore.

Persi l'uno nell'altro non ci eravamo accorti del tempo che continuava a scorrere velocemente e quando finalmente i miei occhi si posarono sull'orario che lampeggiava sul suo cellulare mi accorsi che era davvero molto tardi e che dovevo rientrare se volevo dormire almeno un paio d'ore. Mi allontanai di poco da lei per guardarla in volto.

"Marinette si è fatto molto tardi e io devo andare via se non voglio che qualcuno scopra delle mie passeggiate notturne."

Lei annuì debolmente mentre allontanava il suo corpo dal mio.

"Ti accompagno fuori"

Senza dire nient'altro mano nella mano ci dirigemmo su per il soppalco e poi fuori sul balcone. Le lasciai la mano e richiamai Plagg per la trasformazione tornando ad essere Chat Noir. Saltai sulla ringhiera e mi girai verso di lei per poi piegarmi sulle ginocchia assumendo la tipica posa di un gatto.

"Ora devo proprio andare principessa ma sta tranquilla domani tornerò di sicuro da te, quindi aspettami."

Si avvicinò a me sorridendomi.

"Aspetterò impaziente il tuo arrivo"

Risposi al suo sorriso per poi spingermi verso di lei e regalarle un ultimo bacio sussurrandole dolcemente.

" Buonanotte principessa"

Arrossì ancora imbarazzata dalla situazione per poi sussurrare a sua volta.

"Buonanotte gattino"

Dopo un ultimo sguardo mi voltai e iniziai a saltare tra i tetti dirigendomi a casa felice.

Ero certo che quella notte, a differenza delle precedenti, avrei dormito bene e avrei fatto sogni stupendi che riguardavano sicuramente una bellissima principessa, la mia bellissima principessa.

 

 

 

Mi scuso per l'immenso ritardo ma sono nel pieno degli esami perciò sono stata un pò impegnata. Ho cercato di fare del mio meglio per scrivere questo capitolo perchè finalmente quei due zucconi riescono ad aprirsi e a stare finalmente insieme, perciò fatemi sapere cosa ne pensate. Vi piace o c'è qualcosa che non vi convince?
Potete tovarla anche su wattpad.

 

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Capitolo 6
*** Non posso stare lontano da te ***


Quella notte dopo essere rientrato mi misi subito al letto sereno e felice come non lo ero mai stato. Non appena chiuso gli occhi la stanchezza e la tensione, che avevo accumulato per tutta la giornata si erano fatte sentire facendomi sprofondare immediatamente nel sonno più profondo; Inutile dire che la protagonista dei miei sogni era proprio lei, la mia bellissima principessa.

La mattina seguente, al risveglio, mi sembrò che tutto attorno a me risplendesse di luce propria, ogni singolo oggetto appariva in maniera diversa come se fossi ancora in un sogno. Ero felice e nonostante la mia giornata appena iniziata sarebbe stata più faticosa e frenetica delle altre, visto che i miei impegni dovevano concentrarsi tutti solo di mattina, ero pieno di energie!

Ora che tutto era chiarito e noi due eravamo finalmente insieme come una vera coppia, non vedevo l'ora di passare più tempo possibile con lei sia come Chat Noir che come Adrien.

Come promesso da mio padre avrei avuto tutto il pomeriggio libero per vedere i miei amici, quindi dovevo solo aspettare qualche ora per rivederla e trovare una scusa plausibile per spiegare a Nino e Alya il nostro improvviso avvicinamento. L'appuntamento era davanti scuola alle cinque per poi decidere tutti insieme il da farsi, non dovevo fare altro che uscire subito dopo pranzo e andare da Marinette.

Appena finito, corsi nella mia camera e senza esitare un secondo appena la porta si chiuse alle mie spalle mi trasformai, nel correre saltando da un tetto all'altro l'unico pensiero che attraversava la mia mente era che non vedevo l'ora di vederla, di stringerla tra le mie braccia e non lasciarla più andare, più pensavo a queste cose e più sentivo il cuore accelerare e senza rendermene conto stavo correndo a perdifiato tra i tetti della città.

Arrivato a casa di Marinette atterrai il più silenziosamente possibile sul balconcino e mi avvicinai alla botola per farmi aprire provando a bussare.

" Marinette, Marinette sono io aprimi."

Dopo aver provato a chiamarla varie volte, un po' abbattuto per la mancata risposta, stavo per andarmene quando mi accorsi che la botola era leggermente aperta  e senza esitare un secondo entrai, atterrai sul letto e mi trasformai vedendo Plagg uscire dall'anello e chiedermi del formaggio. Dopo aver saziato il mio insaziabile kwami mi guardai intorno cercandola con lo sguardo.

" Mari, Hei Mari ci sei?"

Mentre continuavo a chiamarla iniziai a scendere le scale del soppalco e in un attimo il mio sguardo si concentrò sulla chaise longue, la mia principessa era proprio lì che dormiva serenamente.

Sembrava proprio un angelo, mi avvicinai in silenzio per non svegliarla, sembrava così stanca forse questa notte non aveva dormito molto.

Mi inginocchiai vicino a lei per poter guardare meglio il suo voluto addormentato, e appoggiando le braccia incrociate sul bordo della chaise longue continuai a guardarla. Era talmente bella che istintivamente la mia mano si mosse verso di lei, con delicatezza accarezzai la sua guancia morbida e con il pollice mi ritrovai a percorrere il perimetro delle sue labbra rosate così invitanti che chiamavano le mie.

A causa delle mie attenzioni Marionette iniziò a muoversi leggermente e qualche istante dopo i suoi bellissimi occhi azzurri si aprirono lentamente, ancora stordita e addormentata non si accorse subito della mia presenza ma qualche istante dopo sgranò gli occhi e arrossì vistosamente.

"A-A-Adrien"

Ricordandomi di avere ancora la mano poggiata sul suo volto decisi di stuzzicarla un po' facendo affiorare ancora una volta Chat noir.

Iniziai ad accarezzarle le labbra con il pollice mentre, tenendo il mio volto ancora appoggiato sul braccio, affilai il mio sguardo e sulla mia bocca si aprì un sorriso seducente che avrebbe fatto arrossire qualsiasi ragazza, in fine le sussurrai con voce suadente.

"Buongiorno principessa"

Sgranò ancor di più gli occhi e iniziò a diventare dello stesso colore della sua tuta quando diventa la mia bellissima lady. Andando in iperventilazione, considerando che forse avevo esagerato, decisi di mettere fine al mio gioco ma non prima di averle dato il colpo di grazia.

Mi mossi velocemente verso di lei rubandogli un casto bacio sulle labbra, mi spostai di poco per avvicinarmi al suo orecchio per sussurrarle.

"Mi sei mancata Mari, non immagini nemmeno quanto."

Soddisfatto mi ritrassi del tutto guardandola boccheggiare confusa. Ancora una volta mi ritrovai a pensare a quanto fosse bella e allo stesso tempo buffa, e senza potermi trattenere oltre iniziai a ridere sommessamente.

Riacquistó un po' di autocontrollo e velocemente si alzò dalla chaise longue.

" C-Cosa ci fai qui A-Adrien"

Le sue guance ancora rosse e il suo sguardo insicuro che non osava incontrare il mio, mi affascinarono ancora una volta.

" Pensavo avessimo superato la ' fase balbettii ' dopo ieri sera."

" Non è così facile, soprattutto se la prima cosa che vedo appena sveglia sono i tuoi occhi e il tuo bellissimo sorriso…No!!! cioè non volevo dire quello, non che i tuoi occhi o il tuo sorriso non siano belli ma ecco io volevo...oddio uccidetemi sto parlando di nuovo a vanvera."

Vederla così fece nascere in me una risata cristallina e sincera che arrivava dritta dal cuore. La vidi guardarmi imbarazzata cercando di tenere lo sguardo basso, allora io, senza esitazione, iniziai ad avvicinarmi di nuovo a lei.

"Mi dispiace Mari ma non ho resistito quando ti ho vista lì addormentata non ho potuto evitarlo, eri così bella..."

Con un ultimo passo le fui di fronte e con dolcezza le cinsi la vita con un braccio sorridendole.

" inoltre sapere che ora tu sei mia mi ha fatto letteralmente perdere la testa."

Mi persi nei suoi occhi che mi guardavano emozionati.

" Mari posso baciarti?"

" Non mi sembra che tu abbia chiesto il permesso prima.. "

" Sì è vero ma in quel momento era l'influsso di Chat noir, a guidarmi ora invece è Adrien a chiedertelo."

" Mi sa tanto di scusa ma per questa volta farò finta di niente e ignorerò il fatto che un certo gatto si è di nuovo intrufolato nella mia stanza senza permesso."

Eccola la mia Lady, forte e coraggiosa sempre pronta a rispondere con le rime quando viene provocata.

" Se non si fosse capito ti sto dando il permesso di baciarmi Chaton"

Sorrisi divertito e senza aspettare un secondo in più la baciai, un bacio tenero ma profondo come i sentimenti che provavamo l'uno per l'altro.

Mi allontanai di poco guardandola in silenzio, felice di poterla stringere finalmente tra le mie braccia.

"Adrien che ci fai qui?"

"Semplicemente volevo vederti e non volevo aspettare oltre perciò sono venuto subito da te. Inoltre sono qui anche per decidere con te cosa dire ad Alya e Nino sul nostro improvviso avvicinamento."

Mi guardò sorpresa prima di sgranare gli occhi.

" Non possiamo dire loro la verità, le nostre identità devo rimanere segrete"

"Ho sentito così tante volte questa frase da arrivare a odiarla ma questa volta devo darti ragione, dobbiamo inventarci qualcosa perché io non ho intenzione di fingere che tu sia per me una semplice amica, ora che sei la mia ragazza ho intenzione di comportarmi come tuo ragazzo indipendente da dove ci troviamo o con chi siamo."

Arrossì ancora guardandomi sorpresa.

"C'è forse qualcosa che non va Mari?"

" N-no ecco... è solo che mi hai sorpresa tutto qui."

" Ti sorprende il fatto che voglia urlare al mondo che sei la mia fidanzata? "

"S-si….. è solo che mi sembra ancora tutto un sogno, fino a ieri mattina ero convinta che Adrien non mi avrebbe mai notata e che Chat noir era solo il mio partner, la persona con cui ogni giorno salvo Parigi e con cui mi confido quando sono Marinette. Ora invece so che Adrien è Chat noir e che incredibilmente ricambia i miei sentimenti e mi ama sia come Marinette che come Ladybug. È tutto così strano e allo stesso tempo bellissimo, che non riesco ancora a crederci."

" Sarà meglio per te che lo realizzi presto perché io non voglio più perdere nemmeno un secondo, penso di essere stato già abbastanza stupido e di aver perso già troppo tempo, per questo apri gli occhi principessa perché non è un sogno e io solo qui e ti amo veramente."

Le presi la mano e la intrecciai con la mia mentre con quella libera le accarezzai il volto.

" Vorrei baciarti di nuovo ma so che se lo facessi ora non riuscirei più a staccarmi e così finiremo con il baciarci per tutto il tempo senza aver trovato una soluzione al problema."

le indicai con un cenno della testa la chaise longue.

"Perciò propongo di sederci e di parlare, anche se sarà parecchio difficile concentrarsi."

Ci dirigemmo entrambi verso il divanetto a pochi passi da noi per poi prendere posto uno accanto all'altro. La guardai sorridendo riflettendo sul fatto che anche se ero stato io a proporre di sederci in quella posizione per parlare, tutta quella distanza non mi andava giù perciò agendo d'istinto la afferrai per la vita e la trascinai tra le mie braccia facendola sedere sulle mie gambe.

" A-A-Adrien cosa stai f-facendo non sei stato t-tu a dire di sederci p-per parlare?"

" Sì è vero ma mi sono accorto che possiamo parlare anche così, no?"

Mi guardò esterrefatta, a bocca aperta.

" L'influenza di Chat noir è più forte di quello che credevo"

" Non ti piace la cosa?"

"No non mi da fastidio è solo che sei così diverso che finirò con l'arrossire e balbettare senza sosta ogni volta che mi starai vicino."

Risi di gusto appoggiando la fronte alla sua.

" Va bene così perché io adoro vederti arrossire e balbettare a causa mia."

"Sei veramente cattivo, non provocarmi."

Mi avvicinai al suo volto in direzione delle sue labbra, in risposta, lei chiuse velocemente gli occhi aspettando il mio bacio che non arrivò, rimasi a pochi centimetri da lei sorridendo divertito nel guardare il suo volto in attesa delle mie labbra. Dopo qualche istante non percependo alcun contatto riaprì gli occhi arrossendo di colpo capí di essere stata presa in giro.

"Mi spiace ma non posso perché ho scoperto di amare stuzzicarti quindi preparati INSETTINA."

Con un gesto veloce che non le diede possibilità di realizzarlo la baciai continuando a guardarla negli occhi che sorpresi mi fissavano increduli. Appena mi allontanai gli sorrisi divertito, solo lei riusciva a far emergere questo lato di me.

" Mostro."

Gonfiò le guance  mettendo su un'espressione infastidita così tenera e infantile che non potei non ridere di cuore.  Come avrei fatto a resistere se tutto quello che faceva era così adorabile, me lo chiedo.

Le ore successive passarono velocemente in quella posizione discutendo sulla storia da raccontare ai nostri amici, con qualche interruzionei di tanto in tanto causata da piccoli baci rubati o parole troppo dolci che facevano tingere di rosso le gote della mia principessa. Dopo un'intensa discussione eravamo riusciti a mettere su una storia credibile, almeno per noi, da raccontare ad Alya e Nino e guardando l'orologio ci accorgemmo che mancavano poco meno di venti minuti alle cinque e che io dovevo tornare immediatamente a casa per farmi riaccompagnare in macchina altrimenti sarebbe stato alquanto difficile spiegare come avevo fatto ad uscire senza che nessuno se ne fosse accorto.

" Mari io devo andare, sicuramente Nathalie verrà presto a cercarmi in camera mia e sarà meglio che mi faccia trovare lì."

Mi guardai attorno cercando Plagg trovandolo seduto a chiacchierare sulla scrivania con il kawami di Marinette. Ora pensandoci non avevo ancora conosciuto il kawami della coccinella e lei non aveva conosciuto il mio, Marinette intuendo il mio pensiero mi precedette scendendo dalle mie gambe e avvicinandosi alla scrivania e attirando l'attenzione dei due esserini.

"Adrien ti presento Tikki lei è il mio kawami"

Mi avvicinai anche io a loro e vidi il piccolo esserino rosso volare verso di me allora aprii le mie mani e lasciai che si poggiasse sui miei palmi.

" È un vero piacere conoscerti Adrien."

" Il piacere è tutto mio Tikki."

Aveva una voce dolce e sembrava così tenera mentre mi sorrideva felice. Mi voltai verso Marinette notando che anche lei come me teneva Plagg sul palmo delle mani.

" Io e te ci siamo già incontrati in qualche occasione ma in maniera sempre troppo frettolosa a causa di papillon. Io sono Marinette piacere."

" Io sono il fantastico kawami della distruzione."

Si sollevò di poco dalle sue mani e con eleganza fece un leggero inchino.

"Plagg al tuo servizio."

"Per un attimo ho intravisto Chat nei tuoi atteggiamenti."

"Beh cosa dire, Chat noir esiste solo grazie a me, mi pare logico che tenda ad assomigliarmi."

" Non sono solo gli atteggiamenti a somigliare ma anche la scelta delle parole."

" Si vede che sono un buono maestro per lui ma ha ancora così tanto da imparare, e purtroppo non ascolta molto sono un po' sconsolato "

Lì guardai divertito notando la risatina sommessa della mia Lady mentre il mio kawami si pavoneggiava davanti a lei.

Sorrisi a Tikki che come me li guardava sorridente e con lei mi avvicinai a loro.

" Sì hai proprio ragione, ho così tanto da imparare da te e tendo facilmente a distrarmi quindi non te la prenderai con me se qualche volta mi capitasse di dimenticarmi di darti del camembert, no?"

" Umano non scherziamo su cose così importanti, il camembert è la mia vita. Chiaro?"

Come in perfetta sincronia scoppiammo tutti e tre in una fragorosa risata. Ma era mai possibile che il camembert fosse l'unica cosa importante nella vita del mio kawami?

"Non c'è niente da ridere è una cosa seria."

"Scusa plagg ma la cosa è alquanto divertente anche se tu non puoi capirlo"

Mi guardò infastidito voltandomi le spalle. Promemoria 'Mai prendere in giro Plagg e il suo rapporto con il camembert.'

" Dai Plagg non fare così ora dobbiamo andare, per farmi scusare tornati a casa ti darò una forma intera di formaggio, va bene?"

Si voltò di scatto e mi guardò con gli occhi luccicanti.

" Perché non l'hai detto prima, cosa stiamo aspettando! Andiamo forza!"

Scossi la testa esasperato mentre sentivo le risate ormai fuori controllo di Tikki e Mari alle mie spalle.

Mi trasformai velocemente riprendendo le sembianze dell'eroe parigino di fronte alla mia principessa.

" Mi dispiace andare via ma devo, principessa."

" Ci incontreremo fra meno di venti minuti Chaton."

Ridussi la distanza che ci separava a zero e la avvolsi tra le mie braccia.

"Sembreranno un'eternità, ma andrò via con il cuore più leggero se la mia principessa mi assicurasse di vestirsi con un bel vestito solo per me, solo questo mi convincerebbe ad allontanarmi da te ora."

Avvicinai il mio volto al suo sentendo i nostri respiri unirsi.

" Lo farai per me vero Marinette?"

" Come posso dirti di no se fai così."

" Allora permettimi di darti un ultimo bacio prima di andare."

Senza esitare oltre la bacia teneramente.

" Devo andare my lady."

La sciolsi dal mio abbraccio e con lei al mio fianco salii prima sul soppalco e poi sul balconcino. Arrivato fuori saltai sulla ringhiera e mi voltai un'ultima volta a guardarla sorridendo.

" A tra poco Mari."

" A tra poco Adrien"

Saltai verso il tetto di fronte iniziando a correre in direzione di casa sperando che il tempo accelerasse. 



 

Sono terribilmente dispiaciuta per l'abissale ritardo ma questo è stato un anno molto impegnativo e non ho avuto proprio tempo per ciò chiedo scusa a tutti e spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento. Come avrete capito non è l'ultimo anche se inizialmente avevo pensato di chiuderlo con questo ma è uscito più lungo del previsto perciò ho deciso di dividerlo. Non sono certa se il prossimo sarà l'ultimo, ci sto ancora pensando perciò fatemi sapere cosa ne pensate voi.

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Capitolo 7
*** Un pomeriggio insolito ***


Ero in macchina diretto al punto d'incontro che avevamo scelto con gli altri. Avevamo deciso di incontrarci davanti la scuola soprattutto per Marinette a causa dei suoi continui ritardi seguiti da scuse più che improbabili, ero molto curioso di sentire cosa avrebbe raccontato questa volta. Avevo la certezza che non sarebbe arrivata puntuale e la colpa sarebbe stata anche un po' mia perché quando andai via mancavano meno di quindici minuti all'orario stabilito e sicuramente conoscendola questo avrebbe causato un bel ritardo, io dal canto mio, rientrato in camera cambiai velocemente mettendo una maglietta abbastanza aderente bianca e dei jeans scuri con una cintura intrecciata marrone chiaro, più decorativa che funzionale. Qualche secondo dopo puntualissima come sempre Nathalie aveva bussato alla mia porta per avvisarmi che la macchina era pronta. A quelle parole schizzai letteralmente fuori, catapultandomi in macchina chiedendo di fare il prima possibile.

Del tutto inutile dire che l'unica cosa che aveva invaso completamente la mia mente per tutto il tempo era soltanto lei.

Vidi in lontananza la scuola e la cercai subito con lo sguardo ma come avevo già immaginato di lei non c'era ancora traccia, al contrario Alya e Nino erano già lì che seguivano con lo sguardo la macchina in cui mi trovavo.

Qualche istante dopo il mio autista accostò e io scesi subito dirigendomi verso di loro.

« Ciao brò »

Nino si era avvicinato tenendo un braccio in alto in segno di saluto e un sorriso smagliante sulle labbra, mentre la sua ragazza camminava ad un passo di distanza da lui sorridendo anche lei felice di vedermi.

« Ciao, Nino »

Mi avvicinai a lui e lo salutai come facevamo sempre stringendoci in un amichevole abbraccio e scambiandoci una scherzosa pacca sulle spalle. Non appena ci allontanammo incontrai lo sguardo di Alya che salutai immediatamente venendo subito ricambiato.

« Solo molto contento di vedere che tuo padre ti ha lasciato l'interno pomeriggio libero, temevo che ci avresti dato buca per qualche impegno spuntato fuori all'improvviso. »

« Lo temevo anche io per questo sono stato molto insistente in questi giorni continuando a ricordare a Nathalie di non prendere impegni per oggi tanto che penso che ora potrebbe odiarmi. »

Alzai lo sguardo verso i miei due amici guardandoli imbarazzato, grattandomi la nuca sentendomi un po' in colpa nei confronti della segretaria di mio padre che avevo letteralmente tormentato per tutta la settimana, loro si scambiarono uno sguardo di intesa prima di scoppiare in una fragorosa risata.

« Brò sei incredibile. »

Contagiato dalla loro risata mi rilassai lasciando scivolare via i sensi di colpa iniziando a chiacchierare allegramente con loro. Dopo un po' controllai l'orario sul display del mio cellulare notando che erano già passati più di 10 minuti da quando ero arrivato.

« Alya hai notizie di Marinette? Dovevamo incontrarci qui 10 minuti fa. »

« Bhe 10 minuti di ritardo sono un po' pochi per una ritardataria seriale come Marinette, credo dovremmo aspettare ancora un po' prima di vederla arrivare. »

Sorrisi divertito a quell'affermazione, Alya aveva proprio ragione, conoscendola e considerando che le avevo strappato la promessa di farsi carina per me sicuramente aveva letteralmente svuotato l'armadio ed era andata in crisi non sapendo cosa indossare, e questo significava che non sarebbe apparsa molto presto. Ma sapevo perfettamente che aspettarla ne sarebbe valsa la pena.

Venni risvegliato dai miei pensieri dalla voce di Alya che guardava me e Nino indicandoci con un cenno del capo la scalinata d'ingresso della scuola.

« Che ne dite ragazzi se ci sediamo sulle scalinate della scuola mentre l'aspettiamo? ho paura che l'attesa sia lunga. »

Io e Nino constatando che aveva pienamente ragione la seguimmo sedendoci sulle scalinate iniziando a chiacchierare del più e del meno, e visto che di Marinette non c'era ancora traccia decidemmo insieme cosa fare quel pomeriggio trovandoci a concordare con le parole di Alya "se non le piace il programma che abbiamo fatto se lo farà piacere, così impara ad arrivare in ritardo." Inutile dire che sia io che Nino scoppiamo a ridere per la maniera autoritaria e inflessibile che riservava a volte alla sua migliore amica.

Mentre ridevamo ancora divertiti sentimmo l'assordante rumore di un clacson che ci portò a voltarci velocemente verso la strada trovandoci davanti a quella scena che era quasi all'ordine del giorno prima del suono della campanella. In mezzo alla strada davanti ad una macchina si trovava Marinette che continuava a scusarsi imbarazzata mentre l'autista ancora al volante e alquanto infastidito farfugliava qualcosa in sua direzione attraverso il finestrino. Era tipico di Marinette, quando è in ritardo smetteva di fare attenzione a ciò che la circondava.

La guardai mentre si chinava in segno di scusa un'ultima volta prima di iniziare a correre in nostra direzione, non fece molta strada quando inciampò sul bordo del marciapiede prima di salirci ma con i suoi straordinari riflessi e una serie di mosse che personalmente ritenevo umanamente impossibili si rimise in piedi sospirando sollevata.

Alya che come noi era rimasta seduta ad osservare la scena si alzò velocemente scuotendo la testa ormai scoraggiata.

« Non cambierà mai, come devo fare con quella ragazza? » Sospirò pesantemente « riuscirà mai a fare due passi senza combinare un disastro? »

Continuando a scuotere la testa si incamminò velocemente verso di lei con aria di rimprovero che svanì quasi subito trasformandosi in divertimento quando Marinette iniziò a raccontare in maniera animata e gesticolando velocemente una qualche scusa per il suo immenso ritardo che si era esteso a più di mezz'ora.

Vidi anche Nino alzarsi e dirigersi verso di loro per salutare la ritardataria mentre io decisi di prendermela comoda rimanendo lì qualche istante in più per osservarla, aveva mantenuto la promessa, infatti era bellissima, indossava una gonna in tulle con varie sfumature di rosso con delle venature di nero, una camicetta bianca con un grande scollo a barca che le lasciava scoperte le spalle e il petto e permetteva alle maniche in chiffon di ricadere dolcemente sulle braccia scoperte, la camicetta in oltre usciva a sbuffo dalla gonna dandole un effetto morbido e divertente. Aveva abbinato al completo dei sandali non troppo alti con la punta chiusa e dei nastri intrecciati che salivano fino a metà polpaccio, al posto della sua solita borsetta ne portava una nera rotonda lavorata ad intreccio e i suoi bellissimi capelli che di solito raccoglieva in due abitabili codini ricadevano sciolti sulle sue spalle.

Solo guardarla da lontano mi fece perdere un battito, e anche se mi ero ripromesso di fare il bravo e comunicare ai nostri amici li cambio di relazione tra me e lei in maniera più delicata persi totalmente la capacità di ragionare e senza aspettare oltre mi alzai sorridendo e mi diressi verso di lei. Non appena Alya mi vide triò una leggera gomitata all'amica per invitarla ad avvicinarsi completamente ignara della situazione, ma notando la totale assenza di reazione da parte sua decise di intervenire in maniera più invasiva spingendo con forza Marinette in mia direzione.

Inutile dire che fui molto contento di sentire il calore del suo corpo sul mio petto. Sorrisi divertito e mi abbassai all'altezza del suo orecchio per sussurrarle.

« Non riesci proprio a stare lontana da me eh princess?! »

E proprio come mi aspettavo lei alzò subito lo sguardo verso di me più rossa di un peperone e tentò di sfuggirmi, ma prima che potesse anche solo pensarlo avvolsi un braccio alla sua vita tenendola ben stretta e con la mano libera le accarezzai la guancia per poi baciarla dolcemente sulle labbra. Il tempo si fermò ancora una volta e quando mi allontanai di pochi centimetri dalle sue labbra riuscì solo a sussurrare quello che pensavo da quando nemmeno un'ora prima l'avevo lasciata nella sua stanza.

« Non vedevo l'ora di rivederti.»

Persi l'uno nello sguardo dell'altro ci eravamo completamente dimenticati di ciò che circondava ma a risvegliarci dal nostro mondo fu un urlo di Alya.

« C-COSA STA SUCCEDENDO QUI ! »

Mi voltai verso di lei che ci guardava a bocca aperta occhi sgranati e sguardo incredulo mentre Nino era in una sorta di stato di trance con la bocca aperta e gli occhi che a momenti saltavano fuori dalle orbite.

Sorrisi a quella scena e decisi di divertirmi un po', in parte per vedere la reazione scioccata dei miei due migliori amici e in parte per prolungare il contatto tra me e Marinette.

« Non capisco Alya non era forse questa la tua intenzione, non l'hai spinta volutamente tra le mie braccia, ho solo fatto quello che volevi. »

Il suo sguardo trasmetteva confusione e smarrimento emozioni che non le permettevano di parlare.

« Non eri tu quella che complottava con Nino per far si che io e Marinette potessimo che so.... diventare una coppia? »

Alya sgranò ancora di più gli occhi mentre Nino non cambiò posizione; rimase letteralmente immobile.

« Andiamo! sono sicuro che avevi in mente qualcosa anche per oggi, mi stupirei se fosse il contrario. »

« T-tu lo sapevi? »

« In realtà è stata una conseguenza, ho capito tutti quei strani comportamenti da parte vostra (che prima mi erano inspiegabili) solo dopo che io e Marinette ci siamo chiariti. »

Sussultò e fece un passo avanti.

« Chiariti? »

Abbassai lo sguardo su Marinette che ancora rossa rimaneva stretta al mio petto mentre guardava Alya imbarazzata. Ma quando notò che il mio sguardo si concentrava di nuovo su di lei alzò il suo incastrandolo di nuovo nel mio.

« Sì, CHIARITI »

Sorrisi dolcemente senza interrompere il nostro scambio di sguardi ricevendo in risposta un sorriso smagliante.

« ADESSO BASTA COSA CAVOLO È SUCCESSO TRA DI VOI E PERCHÉ IO NON NE SO NIENTE. »

Sì avvicinò in maniera minacciosa e sventolò un dito verso la mia ragazza.

« Signorina tu mi devi un sacco di spiegazioni, e sarà meglio che ti inventi una scusa abbastanza buona perché non sarò tanto clemente. »

Marinette ingoiò a vuoto e spaventata iniziò a farfugliare.

« Io e-ecco... vedi... è successo.. che... »

« È stata un'idea mia quella di non dirti niente. »

Lei mi fulminò con lo sguardo e si concentrò su di me.

« Bene, allora per iniziare spiegarmi di preciso a cosa ti riferisci con non dirti niente, cose che non doveva dirmi. »

Tutto questo era estremamente divertente e non potei fare a meno di aprirmi in un enorme sorriso.

« Il fatto che ci siamo fidanzati, No? »

Se era possibile spalancò la bocca più di prima.

« Voi due siete f-fidanzati? »

« Sì »

La sfacciataggine e il sorrisetto furbo che erano dipinti sul mio volto la lasciarono senza parole per un paio di minuti.

« Tu chi sei e cosa ne hai fatto di Adrien?. »

Non potei trattenermi oltre e esplosi in una fragorosa risata.

« Sono sempre io Alya, solo che ora ho al mio fianco la ragazza che amo e incredibilmente solo quando sono con lei sono capace di mostrare lati del mio carattere che di solito non riesco a far emergere. »

« Ok ok piano! sono un bel po' di cose da assimilare ma prima di tutto, hai detto che Marinette è la ragazza che ami? »

« Sì Alya l'ho detto Marinette è la ragazza che amo. »

Seguirono qualche secondo di silenzio e poi un urlo eccitato da parete di Alya.

« O-oddio non stai scherzando vero? »

« No, Alya non scherzo. Amo Marinette e lei ora è la mia ragazza." Guardai Marinette che rossa mi fissava sempre appoggiata sul mio petto » e spero che lo rimanga per sempre." Sperando che in futuro diventi qualcosa di più.

« Ok allora esigo delle spiegazioni »

Incrociò le braccia sul petto e mi guardò con aria di sfida.

« Avrai tutte le spiegazioni che vuoi ma prima sarà meglio che ci incamminiamo verso Place du Trocadéro, abbiamo già perso troppo tempo qui tra il ritardo di una certa persona e tutta questa storia. »

Gli voltai le spalle trascinando Marinette con me per poi voltarmi nuovamente verso di lei indicando con un movimento della testa Nino.

« Sarà meglio che tu faccia qualcosa per quello sai, ho paura che abbia smesso di respirare, ma non saprei dirti di preciso quando. »

Senza indugiare oltre mi voltai nuovamente riprendendo a camminare intrecciando le dita della mia mano con quelle della mia ragazza che camminava alla mia destra e che con il volto girato verso i nostri amici, spiava la loro reazione da dietro la mia spalla.

« Non credi di aver esagerato dopotutto loro non hanno mai visto Adrien comportarsi come Chat noir. »

Mi fermai e portai la mano libera sulla sua guancia molto lentamente costringendola così a voltarsi in mia direzione e smettendo di guardare loro che si stavano finalmente incamminando.

« Vedo che ti è tornata la voce, pensavo che il gatto ti avesse mangiato la lingua." Mi avvicinai al suo volto e mi fermai ad un soffio dalle sue labbra. "Però se vuoi posso rimediare. »

Stavo per baciarla quando un urletto sorpreso proveniente dalle nostre spalle mi fermò.

« Io lo sapevo! Tu non sei Adrien che ne hai fatto del mio migliore amico parla. Chi sei un altro akumizato di papillon? Sta lontano da Marinette. »

La giornata stava prendendo un risvolto comico più di quanto avevo previsto e io non potevo fare altro che ridere.

A differenza mia Marinette era combattuta tra il mostrarsi imbarazzata per le loro azioni, divertita per la reazione del nostro amico o preoccupata che Nino potesse attaccarmi veramente credendomi un impostore.

« Nino non preoccuparti è veramente lui. »

« Non farti ingannare Marinette è la sua copia perfetta ma non è lui.»

Non resistevo più tutto questo era troppo divertente e stavo letteralmente morendo dalle risate così quando alzai lo sguardo mi trovai di fronte l'espressione minacciosa di Nino, quella confusa di Alya che non sapeva a cosa credere e quella accusatoria di Mari che chiedeva aiuto nello sbrogliare la situazione. Riacquistai un po' di autocontrollo e mi avvicinai a Nino appoggiandogli una mano sulla spalla.

« Brò davvero sono io non preoccuparti sono sempre lo stesso, è solo che ho scoperto una cosa molto interessante. »

Lui alzò un sopracciglio dubbioso.

« Cosa? »

Mi avvicinai di più a loro per fare in modo che potessero sentirlo solo loro due e sussurrai.

« Ho scoperto che mi piace metterla in difficoltà. Ho scoperto di amare il modo in cui inizia a balbettare cose senza senso o il modo in cui arrossisce fino alla punta delle orecchie e anche il modo in cui solo lei riesce ad inciampare anche da ferma. E solo ora che ho finalmente capito di amarla mi sono accorto di esserne totalmente dipendente. »

Mi allontanai da loro e li guardai sorridendo dolcemente.

« Per questo ti chiedo di ascoltare quello che ho da dire prima di decidere se sono o no il vero Adrien. »

Iniziai a raccontare loro la scusa che avevo invento qualche ora prima con Marinette, non mi piaceva mentire a Nino ed Alya ma questa volta era necessario, e poi non tutto era una bugia.

Gli raccontai di come alcuni giorni prima avevo avuto un servizio fotografico vicino la torre Eiffel e che a causa di alcuni problemi era stato interrotto, mentre aspettavo mi ero accorto della presenza di Marinette che disegnava lì vicino e ripensando ai suoi strani comportamenti mi ero avvicinato deciso ad avere delle spiegazioni, ma non riuscendo ad ottenerle. Da quel pomeriggio tornai a trovarla tutte le sere fino a quando qualcosa non era cambiato.

«.... abbiamo passato un po' di tempo insieme e qualcosa è scattato in me, mi sono accorto di averla sempre guardata, di aver sempre odiato il fatto che si comportasse in maniera diversa solo con me, odiavo il fatto che non mi sorridesse come sorrideva agli altri, odiavo il fatto che fosse sempre gentile con tutti ma che con me non riusciva nemmeno a spiccicare parola, ma adoravo il suo modo di balbettare e il rossore che subito ne conseguiva o il fatto di essere sempre pronta a tutto per il bene delle persone che le stanno a fianco.Mi sono accorto di un'infinità di cose che avevo sempre pensato ma mai compreso veramente e un in un istante mi sono reso conto di amarla. Da quel momento l'unica cosa che desideravo era averla al mio fianco, una confessione d'amore farfugliata per sbaglio mi ha aperto gli occhi definitivamente e ufficialmente ieri sera Marinette è diventata la mia ragazza. Spero di essere stato abbastanza convincente perché se così non fosse posso sempre prendere la mia ragazza e decidere di trasformare questa uscita tra amici in un appuntamento visto che Nino non sembra così convinto.»

Le loro espressioni erano un misto di sorpresa e incredulità.

« Vedete che faccio sul serio » sospirai stanco.

« Ogni cosa che ho detto su di lei la penso veramente mi ci è voluto un po' ma ci sono, arrivato so che praticamente sono stato cieco e ottuso per molto tempo e che non ho capito quello che agli occhi del resto del mondo era più che chiaro ed e' per questo che ora devo rimediare. Per questo ieri ho chiesto a Mari di non dirti niente Alya, volevo essere io a spiegarti con attenzione quanto stupido fossi stato. »

Guardai Alya negli occhi serio ed emozionato e finalmente sul suo volto si aprì un sorriso dolce e sereno, si lanciò contro Marinette con le lacrime agli occhi iniziando a farfugliare quanto fosse felice per lei, a quel punto lasciai la mano di Marinette così da lasciare a loro quel momento e mi voltai velocemente verso Nino quando sentii una sua mano poggiarsi sulla mia spalla.

« Questo si che è parlare brò mi hai commosso, c'è voluto tempo ma ci sei arrivato alla fine!! »

Mi sorrideva fiero come se avessi appena compiuto la più grande impresa di sempre e io non potei che ricambiare il suo sguardo con uno felice e sicuro.

« Se posso permettermi (e si, penso di averne tutto il diritto) sei molto più che ottuso, sei un idiota.»

Mi voltai trovando la ragazza del mio migliore amico che mi puntava un dito contro con sguardo accusatorio.

« Alya cosa sto dicendo!»

« Fammi continuare Marinette è da tanto tempo che volevo dirlo. Sei un idiota senza pari per non esserti mai accorto dei sentimenti della mia Mari. Ma ora che lo hai capito fai in modo di farti perdonare e rendi la mia amica felice come non lo è mai stata. Va bene? »

Rimase ferma con la mano ancora sospesa in aria ma la sua espressione era mutata colma di sentimenti diversi, mute minacce e promesse per il futuro.

Chiusi per un secondo gli occhi sentendo il peso di quello sguardo e poi con decisione li riaprii sorridendogli sereno.

« Si Alya lo farò, fino a quando avrò vita. »


Scusate il ritardo ma sono un po' impegnata ultimamente, spero che questo capitolo possa piacervi. Ci tenevo a fare apparire anche Alya e Nino (soprattutto Alya visto che effettivamente sarebbe la prima fan della coppia) e a mostrarvi le loro reazioni, o almeno come me le sono immaginate io 😁. Commentate e fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto ci tengo molto a sapere cosa ne pensate.

A presto. 😊 (sarà l'ultimo? Chi lo sa!)

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Capitolo 8
*** Una sorpresa per Natale ***


Il vento soffiava feroce contro i vetri delle finestre ben chiuse ma solo guardando fuori verso il cielo scuro e coperto da grandi nuvoloni bianchi che si spostavano lentamente si riusciva a percepire il freddo penetrante, capace di raggiungere le ossa, rabbrividii al solo pensiero e mi incamminai lentamente verso il piano inferiore lasciando la stanza in cui mi trovavo, il silenzio riempiva l'aria interrotto solo dagli ululati del vento, osservai con attenzione l'immenso ingresso dominato dalla grande scalinata centrale che avevo quasi raggiunto.

Era sempre stato freddo e anonimo e la poca mobilia presente era sempre perfettamente posizionata sembrando così quasi irreale e ostentando un'aria opprimente e intimidatoria, accentuata dal grande quadro posizionato in cima alla scalinata centrale che rendeva le persone che vi entravono inquiete.

Appoggiai la mano sul freddo marmo bianco decorato con due strisce nere che componeva il corrimano della scalinata e ricordai tutte le volte che quel luogo così opprimente mi aveva fatto sentire solo e insignificante, scesi il primo gradino e concentrai il mio sguardo sulla porta d'ingresso e mi ritrovai a sorridere divertito, l'immenso portone era decorato fino all'inverosimile con ghirlande colorate, fiori luccicanti e stelline brillanti tutto meticolosamente posizionato in armonia, spostai lo sguardo verso le pareti della stanza e il mio sorriso si allargò sempre di più, nemmeno un angolo era stato risparmiato e le decorazioni natalizie invadevano l'ambiente e spezzavano quell'area di perfezione che prima lo contraddistingueva, sulle colonne presenti nella stanza si avvolgevano come serpenti delle ghirlande verdi decorate con palline, fioccheti e file di lucine che lampeggiavano allegre.

Mancava ancora qualche gradino per raggiungere il piano terra ma la mia attenzione fu attirata da una melodia canticchiata allegramente che proveniva da dietro la grande porta sulla sinistra, accelerai il passo e in pochi istanti mi ritrovai con la mano sulla maniglia, che velocemente abbassai entrando nella stanza e venendo in un'attimo sommerso dal dolce odore di vaniglia e cioccolato che riempiva l'aria.

La proprietaria della voce che aveva attirato la mia attenzione era lì inginocchiata per terra vicino il camino acceso piegata verso uno scatolone pieno di palline colorate e ghirlande sgargianti, il pavimento era ricoperto di brillantini e le poltroncine che circondano il camino erano sommerse di decorazioni che occupavano anche parte dell'immenso tavolo che si estendeva per la grande sala, oltre ai numerosi oggetti vistosamente colorati presenti sul tavolo vi erano anche grandi teglie di buonissimi biscotti fumanti, finemente decorati con le forme più svariate come, piccoli angioletti, alberelli di natale, gattini e coccinelle. Sorrisi a quella aggiunta così singolare per il contesto ma molto significativa per noi, di fianco ad una teglia era posizionata una pila di carta da regalo trasparente con disegnati dei piccoli fiocchi di neve bianchi, tagliata a forma quadrata abbastanza grande da avvolgere un biscotto e lasciare quel margine che poi avrebbe permesso al nastrino rosso lì di fianco di chiuderlo a forma di sacchetto per appenderlo all'albero. Comodamente seduti sul tavolo intorno ad due piattini, uno vuoto e uno colmo di biscotti con gocce di cioccolato si trovavano anche Tikki e Plagg che parlavano allegramente tra di loro, poco più in là un grande albero di natale già elegantemente addobbato in attesa delle ultime decorazioni, era posizionato vicino la finestra che dava verso la facciata anteriore della casa. 

Guardandomi attorno realizzai che la stanza sembrava un campo di battaglia dove erano esplose bombe di brillantini e sorrisi all'idea. Presi ad avanzare silenziosamente verso di lei evitando i vari oggetti depositati sul pavimento qua e là, le arrivai alle spalle e mi inginocchiai proprio dietro di lei e velocemente le avvolsi le braccia attorno alla vita e delicatamente le lasciai un tenero bacio sulla guancia per poi poggiare il mento sopra la sua spalla destra spiando in direzione delle sue mani.

« La lotta con le lucine non si è ancora conclusa eh ? »

Lei sorrise e si voltò leggermente verso di me.

« No! non vogliono sbrogliarsi. Hai trovato il nuovo nastro adesivo? »

Presi dalla tasca il nastro e glielo passai. Subito dopo ritornai a stringerle la vita con il braccio che avevo allontanato e poi spostai lo sguardo verso il tavolo osservando con desiderio i deliziosi biscotti invitanti disposti nelle teglie.

« Penso che dovrei fare un controllo di qualità prima di appendere quei biscotti all'albero, non si sa mai. No? »

Sfoderai il mio sorriso furbo da bravo ragazzo guardandola negli occhi. Lei in risposta si liberò dalla mia stretta e si voltò completamente verso di me poggiando un dito sul mio petto e spingendomi all'indietro fino a farmi perdere quasi l'equilibrio con uno sguardo di riproverò sul volto.

« Non ci provare gattino i miei biscotti appena sfornati non si toccano. Quelli potrai assaggiarli il giorno di Natale. »

Sorrise divertita e si alzò dirigendosi verso un tavolino che si trovava tra due poltrone, dandomi le spalle si chinò a prendere qualcosa dal tavolo e solo dopo che si fu voltata di nuovo notai che stringeva due tazze fumanti.

« Mentre tu cercavi il nastro io sono andata in cucina a sfornare i biscotti e visto che ero lì ho pensato di fare questa. »

Si inginocchiò al mio fianco e mi passò una delle due tazze che teneva in mano. La tazza conteneva della deliziosa cioccolata calda fumante con una montagna di panna sulla superfice, incastrata nella nuvola di panna vi era uno dei biscotti alla vaniglia che si trovavano sul tavolo e che guarda caso aveva la forma di una coccinella.

« Ci hai messo davvero molto, pensavo di trovarti qui al mio ritorno dalla cucina ma non è stato così, perciò mentre ti aspettavo ho provato a sbrogliare quelle demoniache lucette ma non ho fatto molti progressi. »

Sorrisi divertito e la avvolsi in un abbraccio facendo attenzione a non versare la cioccolata che stringevamo tra le mani, dopo qualche secondo sciolsi l'abbraccio per permettere ad entrambi di sederci uno di fianco o all'altro.

« Non riuscivo a trovarlo, questa villa è davvero troppo grande. » Afferrai il biscotto immerso nella panna e glielo mostrai. « Non avevi detto che i tuoi biscotti appena sfornati non si toccavano? »

« Ho detto che quelli non si toccavano questo è una piccola eccezione, ma se non lo vuoi posso riprendermelo »

Si mosse velocemente per afferrare il biscotto ma io glielo impedii.

« No grazie lo mangio con piacere. » La guardai divertito mentre un' idea per stuzzicarla attraversò la mia mente, immersi il biscotto nella cioccolata e lo divorai lentamente guardandola intensamente. « E poi non oserei mai rifiutare una coccinella… » mi avvicinai al suo orecchio per sussurrarle in maniera maliziosa leccandomi le labbra sporche di cioccolata « ...soprattutto se sembra così deliziosa. »

Trasalì e indietreggiò di poco cogliendo in un' istante il doppio senso nascosto in quelle apparentemente innocue parole, osservandola con finta indifferenza notai il leggero rossore sulle sue guance che iniziava a diffondersi su tutto il viso e sorrisi fiero del risultato ottenuto.

« Adoro quando arrossisci, anche dopo tutti questi anni questa tua caratteristica non è cambiata affatto. »

Mi guardò con un finto broncio sul volto.

« È solo colpa tua dovresti smetterla di prendermi in giro. »

« Chi dice che ti stavo prendendo in giro. Io ero serissimo. »

Poggiai la tazza sul tavolino basso che si trovava proprio davanti al camino che era ricoperto di decorazioni come le poltroncine e mi avvicinai a lei velocemente.

« Questa è solo d'intralcio. »

Afferrai anche la sua e poggiai vicino alla mia. E molto velocemente senza darle neanche il tempo di realizzarlo la strinsi in un abbraccio e gravandole con il mio peso le feci perdere l'equilibrio facendola cadere all'indietro, mi fissò sorpresa mentre si trovava stesa sul pavimento con i lunghi capelli corvini sparsi sulle mattonelle di marmo iniziando ad arrossire più di prima.

« Andiamo principessa cos'è quella faccia siamo sposati da più di un anno dovresti esserci abituata. »

Mi chinai verso di lei depositandole un bacio sul collo e afferrandole i polsi con le mie mani e bloccandoglieli sul pavimento.

« C-cosa st-stai facendo i tuoi genitori saranno qui a m-momenti. »

La ignorai e sorrisi contro il suo collo e la baciai di nuovo, eccola che balbettava ancora.

« E allora siamo sposati no? »

Spostai il mio voto più in basso quasi sopra la clavicola e lasciai un tenero bacio anche li.

« Adrien! Siamo in sala da pranzo »

Afferrai con i denti lo scollo del maglione e iniziai a tirarlo verso il basso nel tentativo di avere più pelle scoperta.

« Non c'è nessuno in casa quindi non ci vedrà nessuno, sta tranquilla. »

Sentii la vocina fastidiosa di Plagg farfugliate qualcosa come: "grazie per la considerazione! Ti rendi conto Tikki ormai questi umani non hanno più considerazione per delle divinità quantistiche come noi." E mi parve di sentire Tikki sussurrare con tono di rimprovero qualcosa come:" Sta un po' zitto Plagg." Tornai a concentrarmi sulla bellissima donna stesa sotto di me e le lasciai uno dei polsi e maliziosamente portai la mano libera sul bordo del suo maglione.

« ADRIEN!!! »

A quel punto il suo urlo tremolante e imbarazzato mi costrinse ad alzare lo sguardo sul suo volto notando quanto fosse rossa, non riuscii più a trattenermi e scoppiai a ridere, so perfettamente quanto la imbarazzano queste cose soprattutto se ci troviamo in un luogo "non consono per queste cose" come dice lei. Quando reagisce così per me è impossibile resistere dal stuzzicarla. Continuai a ridere liberandola dalla mia presa e lei prontamente si rimise seduta guardandomi oltraggiata.

« Sei un deficiente Adrien! »

Risi ancora più forte portandomi una mano sulla pancia per le troppe risate, lei in risposta mi si lanciò contro iniziando a colpirmi senza sosta, allora io tentai di sottrarmi ai suoi colpi alzandomi iniziando a correre per la stanza rincorso da lei ma nel giro di qualche minuto il tutto si trasformò in un gioco accompagnato da risate divertite e finte minacce urlate nel tentativo di fermare la mia corsa, mentre giravo ancora una volta attorno al tavolo sentii Plagg farfugliare in mia direzione.

« Prima ignora la mia presenza e ora si comporta come un bambino. Ma perché tutti i miei portatori devono essere così, mai che ne capiti uno intelligente, rispettoso e volenteroso di darmi il Camembert che mi spetta. »

Lo vidi scuotere la testa guardare verso Tikki che ci guardava sorridendo felice.

« Andiamo Plagg guardali sono così felici. »

« Sarà ma in questo momento l'unica cosa che vedo è un piatto vuoto che dovrebbe essere pieno di camembert »

« Sei incredibile! » Sospirò e poi sorrise di nuovo « Va bene io ti conosco meglio di chiunque altro e lo so che anche tu sei tanto felice per loro. »

Plagg non rispose e guardò altrove facendo l'indifferente. Tirai un'occhiata veloce a Marinette che ancora mi rincorreva ed ebbi un'idea geniale rallentai quel tanto che bastava per permetterle di riuscire quasi a raggiungermi, e improvvisamente arrestai la mia corsa e mi voltai in sua direzione a braccia aperte, lei presa alla sprovvista e non riuscendo a fermarsi vista la poca distanza mi volò dritta tra le braccia con la faccia sul mio petto. Prontamente la strinsi in un abbraccio protettivo e dopo qualche istante cercando di godermi quel momento, le portai una mano sul volto costringendola ad alzare il volto in mia direzione e guardarmi dritto negli occhi.

« Ti ho presa principessa. »

Lei mi sorrise dolcemente.

« Ma non ero io a rincorrere te? »

Sorrisi anche io a mia volta e la guardai intensamente.

« Ti amo, ti amo più della mia vita Marinette. »

I suoi occhi si illuminarono e tremarono per la felicità.

« Ti amo anche io Adrien. E ti amerò per sempre. »

Sentii il mio cuore esplodere per la felicità, da quando quella splendida donna che stringevo ora tra le braccia era diventata mia moglie ogni singolo giorno era diventato prezioso e insostituibile e ogni volta che pronunciava quelle parole e mi guardava dritto negli occhi così sinceri e trasparenti che trasmettevano tutto il suo amore per me, io non potevo che ringraziare questo universo che mi aveva permesso di nascere in questo tempo e luogo solo per poter incontrare lei. Iniziò a piangere silenziosamente con il sorriso sulle labbra.

« Dannati ormoni, sono così felice che non riesco a smettere di piangere. »

Portai anche l'altra mano sul suo volto e con il pollice asciugai le sue lacrime per poi avvicinare la mia faccia alla sua, lei chiuse gli occhi e si sporse leggermente verso di me. Poggiai le mie labbra sulle sue in un dolce e casto bacio.

« Ti amo »

Lo sussurrai come un soffio sulle sue labbra prima di riprenderla e baciarla con più passione e amore di prima. Persi nel nostro mondo continuammo a baciarci per un tempo indeterminato, non accorgendoci che il vento fuori dalle finestre si era calmato e che ora regnava il silenzio assoluto. Ci allontanammo di poco, e non appena aprì i suoi occhi lì incastrai ai miei con un gioco di dolci sguardi carichi d'amore, appoggiai la mia fronte alla sua e le sorrisi felice più che mai. A rompere quella bolla d'amore in cui ci trovavamo fu la voce squillante e allegra di Tikki.

« Guarda Plagg! »

Ci voltammo entrambi in sua direzione vedendola indicare verso la finestra dietro di noi.

« Nevica. »

Candidi fiocchi di neve danzavano nell'aria incantandoci. Marinette si avvicinò velocemente alla finestra sorridendo come una bambina e venendo subito raggiunta da Tikki e Plagg che volavano felici vicino al vetro. Sorrisi a quella vista e mi voltai verso il camino e camminai fino ad una poltroncina su cui oltre alle decorazioni natalizie era poggiata una coperta rossa ben piegata, la afferrai pronto a tornare da mia moglie ma notai le due tazze ancora appoggiate sul tavolino e presi anche quelle, mi voltai e ripresi a camminare in direzione di Marinette.

« Tieni, questa e tua. » Le passai la sua tazza poi le porsi anche la mia. « Potresti reggermi questa un secondo? »

L'afferrò guardandomi curiosa allora io aprii la coperta che tenevo poggiata sul braccio, e dopo averla stesa per tutta la sua grandezza la poggiai sulle sue spalle.

« Inizia a fare freddo »

Lei mi sorrise felice e mi ripasso la mia tazza.

« Hai ragione ora sto molto meglio. Grazie. »

Le sorrisi a mia volta e presi un sorso della cioccolata contenuta nella tazza per poi osservarla qualche secondo.

« Sembra che questa deliziosa cioccolata calda sia diventata una deliziosa cioccolata fredda ora. »

Lei rise di gusto e tornò a guardare fuori gustando il contenuto della sua tazza. Mentre continuavo a bere la deliziosa bevanda il mio sguardo fu catturato da alcuni strani luccichii tra i capelli di mia moglie, mi avvicinai notando che si trattava di centinaia di brillantini incastrati tra le sue ciocche corvine.

« Lo sai Mari che hai la testa ricoperta di brillantini? »

Lei sgranò gli occhi e si portò una mano tra i capelli sorprendendosi, quando ritirandola la trovò ricoperta di quella polverina luccicante alzò le sopracciglia e si voltò verso di me guardandomi male.

« Chissà di chi è la colpa. Se qualcuno non mi avesse spinta per terra ora non mi troverei a brillare più di una albero di Natale. »

Risi di gusto ottenendo in risposta uno sguardo truce.

« Si, sì ,molto divertente lo sai vero che ora continuerò a seminare brillantini per le prossime due settimane? Uffa questi cosi sembrano avere vita propria, anche lavando i capelli non andranno via, qualcuno spunterà fuori inevitabilmente anche dopo giorni. »

La mia risata si fece più forte mentre lei continuava a scrollare i suo capelli. Da quando era al mio fianco prima come mia ragazza e ora come mia moglie non avevo passato un singolo giorno senza provare un'immensa gioia nel cuore, quei momenti avevano cancellato in un istante gli anni di solitudine e sofferenza.Mentre ridevo felice notai alcuni pacchetti regalo perfettamente incartati e già posizionati sotto l'albero a pochi passi da noi.

« Hei! Mari ma quei pacchetti sotto l'albero li hai messi tu? »

Lei si voltò verso l'albero e guardò i pacchetti.

« Si, sono i regali che abbiamo comprato insieme la settimana scorsa. »

Li guardai e cercai di riconoscere il contenuto dalle dimensioni ricordando i regali comprati insieme, il pacchettino piatto con il nastro dorato era sicuramente il regalo per i genitori di Marinette, visto che consisteva in due biglietti per un fantastico viaggio da sogno, spostai lo sguardo sugli altri riuscendo a riconoscere tutti i regali, tranne uno.

« Mari? » La richiamai e lei si voltò verso di me « quello con il nastro verde e la carta scura di chi è? Ho riconosciuto tutti gli altri ma quello... per chi lo abbiamo comprato? »

Lei sorrise e mi guardò divertita.

« Be' mi sembra logico che tu non l'abbia riconosciuto, quello è il mio regalo di Natale per te. »

Guardai il pacchetto e poi lei.

« Il mio regalo? »

« Si, anche se non te lo meriti »

La avvolsi in un abbraccio e le baciai la guancia.

« Posso sapere cos'è? »

« Ovviamente no. Lo scoprirai il giorno di Natale. »

« Sempre così fiscale. Un indizio? »

« No. È una sorpresa »

« Un indizio piccolo, piccolo. »

Lei si allontanò di poco e poi sorrise maliziosa.

« No. Ma ti do la possibilità di scoprire il secondo regalo che ho per te. »

« Intendi che riceverò un secondo regalo di Natale da te quest'anno? »

Lei mi guardò e annuì felice.

« Ti concedo cinque domande, naturalmente non risponderò se la domanda è "di cosa si tratta?" O "cos'è". Chiaro?. »

Io annuii velocemente e riflettei con attenzione alle cinque domande da porle.

« È qualcosa che desidero? »

Lei sorrise più di prima.

« Si Adrien, lo desideri da qualche tempo. »

Riflettei sulla sua risposta mentre lei mi guardava e mi sorrideva dolcemente. Pensai a tutte le cose che avevo desiderato di avere ma erano troppe per riuscire a capire quale fosse, dopotutto la cosa che più desideravo era già al mio fianco.

« È qualcosa che avevamo visto insieme in qualche negozio? »

Lei sorrise di nuovo.

« No Adrien, non è qualcosa che si acquista. »

La guardai ancora più curioso di prima.

« Allora è qualcosa che hai fatto tu? » Lei scoppiò a ridere e mi guardò ancora più divertita di prima.

« Non proprio. »

Io alzai le sopracciglia confuso.

« Questa non è una risposta. »

« È una risposta più che appropriata, sei tu che non fai le domande giuste. »

Mi accigliai e la guardai, era qualcosa che desideravo, che non si acquista in un negozio e non lo aveva fatto lei. Cosa poteva mai essere, poi un lampo di genio attraverso la mia mente. Ma certo! Le sorrisi trionfante.

« Si trova in questa stanza? »

Lei annuì felice portandosi le mani in grembo.

Mi avvicinai a lei sorridendo dolcemente.

« Fammi pensare… »

Le presi le mani che teneva ancora poggiate sul ventre e la guardai dritta negli occhi.

« Si tratta forse… »

Vidi i suoi occhi scintillare specchiandosi nei miei.

« Di.... te? »

In un istante vidi il suo volto riempirsi di confusione, subito dopo si trasformò in sorpresa e poi in incredulità.

« Whoo! ragazzo ma allora sei davvero stupido, mi stupisco di te ogni giorno che passa, pensavo che crescendo magari ti fossi dato una svegliata ma a quanto pare non sei cambiato poi molto. »

Plagg svolazzò intorno a Marinette prima di sedersi sulla sua spalla sinistra.

« Se vuoi fare capire una cosa a questo zuccone l'unico modo è parlargli direttamente, in queste cose è tarato. »

Tikki volò anche lei verso Marinette e si posizionò sulla spalla destra.

« Dai Plagg non fare così lui è solo un po' lento. »

« Lento? Andiamo mancava solo un enorme freccia lampeggiante »

Scosse la testa e mi guardò incredulo.

« Sai a volte mi preoccupo molto per questo tuo lato poco recettivo. »

Aggrottai la fronte e guardai Mari confuso.

« Ho sbagliato? Non ti stavi riferendo a te. »

« Certo che no ragazzo! cogli i segnali »

Marinette scosse la testa e poi mi guardò divertita.

« Mi dispiace gattino hai perso la tua possibilità, scoprirai la tua sorpresa il giorno di Natale. »

Mi diede un bacio sulle labbra e tornò vicino il camino ridendo e lasciando me davanti alla finestra più confuso di prima e con due domande essenziali nella mente.

E qualcosa che desidero che non si compra in un negozio, non è qualcosa fatto da lei ma si trova nella stanza ma non è lei. Allora cosa diavolo era?

E di quali segnali che mi suggerivano la risposta e che avrei dovuto cogliere parlava Plagg ?

Scrollai le spalle e la guardai fiducioso dopotutto avevo ancora due settimane per trovare la soluzione, era solo questione di tempo.

Mi avvicinai a lei che mi dava le spalle nel tentativo di sbrogliare le lucette e le sussurrai divertito vicino l'orecchio.

« Che peccato un'occasione sprecata. »

Lei non capendo a cosa mi riferivo mi guardò interrogativa.

« I mie genitori non sono ancora rientrati avremmo avuto tutto il tempo e nessuno ci avrebbe scoperto. »

Le posai un bacio nell'incavo del collo. « Chissà forse facciamo ancora in tempo a rimediare. »

 

 

Fine

P.s

Adrien passo le due settimane successive cercando invano di trovare la risposta a quel difficile quesito.

Voi avete trovato la risposta?


 

Siamo arrivati alla fine di questa storia. Come avrete immaginato questo ultimo capitolo si svolge qualche anno dopo i fatti raccontati nella storia, perciò lascio a voi immaginare quello che è successo nel frangente di tempo che va quando erano ragazzini a ora che sono adulti, l'unica certezza che vi lascio è l'amore che provano l'uno per l'altro e che non cambierà mai. 

Ringrazio tutti quelli che hanno letto la mia storia fino alla fine e che l'hanno commentata, grazie per il vostro sostegno.

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