Trust my love!

di Isidar27
(/viewuser.php?uid=1112777)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Faites vos jeux ***
Capitolo 2: *** Libri, magia e una fetta di torta! ***
Capitolo 3: *** Segreti e sorprese... ***
Capitolo 4: *** Accadde che il Signore del Caos e il Dio del Tuono si innamorassero e dal loro amore… ***
Capitolo 5: *** Cronache della famiglia Odinson ***



Capitolo 1
*** Faites vos jeux ***


Faites vos jeux

Era quasi il tramonto. L’acqua di una tonalità azzurro scuro rifletteva i raggi gialli e aranciati del sole che lentamente lasciava spazio alla sera. Il Dio degli Inganni osservava lo spettacolo del giorno che diventa notte in piedi sul parapetto di quello yacht di un certo genio, miliardario, playboy, filantropo e si godeva la pace prima di quello che avrebbe dovuto sopportare quella sera.

«Loki…»

Una voce fin troppo familiare lo richiamò dal suo stato di quiete, mentre il dio biondo gli si avvicinava con cautela.

«Thor quante volte devo spiegarti che sto scontando più che egregiamente la mia pena sopportandoti per forza? Vorrei almeno potermi godere un po’ di calma in santa pace.»

«Lo so ma…»

«Se credi che fuggirò a nuoto… sai che non lo farò. Non mi bagnerei mai questi vestiti per essere riacciuffato subito da te! Anche se la prospettiva di vederti rovinare i tuoi “meravigliosi capelli” è allettante devo ammetterlo.»

Con un malcelato sorriso sulle labbra il Dio del Tuono lo raggiunse e gli si mise accanto.

«è bello sapere che hai sempre un pensiero dolce per me…» lo guardò per un attimo; l’altro stava guardando lontano «Vedrai che non durerà a lungo sono sicuro che se continui a fare il bravo…»

«Thor ti prego non ho voglia di uno dei tuoi discorsi sulla speranza e sulle buone azioni quando stiamo per imbrogliare una serie di miliardari che rimpingueranno le tasche già abbastanza piene di Stark.» disse girandosi e guardandolo con un sopracciglio alzato con fare eloquente. 

«A proposito di questo, credo che dovremmo rientrare… Tony vuole iniziare.»

Loki sorrise lievemente

«Mpf e tu non vedi l’ora di dar prova delle tue nuove abilità primeggiando anche in questa sfida o sbaglio?»

«Non sbagli e ne darò prova anche a te!»

«Come vuoi» disse il moro alzando le mani «almeno se per una volta qualcuno muore avvelenato non potrete dire che sia colpa mia.»

«Hey!» replicò il biondo leggermente offeso, ma l’altro si stava già incamminando. 

«Coraggio Dio del Tuono è ora di esibirci.»

Detto questo entrò nella sala sottocoperta seguito a ruota dal dio biondo.
 

Qualche settimana prima…

Asgard splendeva di una luce particolare quel giorno che la faceva sembrare ancora più gloriosa del solito. All'improvviso un fascio di luce blu si materializzò nel cielo. Ne vennero fuori due dei ben noti alla gente del posto uno dei quali era imbavagliato da una museruola magica e legato da catene.

Il luogo in cui erano atterrati era a poca distanza dal palazzo reale, non più di una ventina di minuti a piedi, ma nel tragitto nessuno dei due dei parlò. La loro mente frullava di pensieri.

“Non posso credere di starlo facendo davvero” si diceva Thor.

“Non posso credere di aver ceduto così facilmente” pensava Loki. 

Erano entrambi stanchi ed entrambi delusi ognuno per le proprie ragioni, ma Thor era anche preoccupato. Preoccupato perché temeva la punizione di Odino per Loki e dentro di sé sapeva (ne era più che convinto in realtà) che il fratello non si sarebbe pentito per una sola delle sue azioni deplorevoli.
Se gli fosse andata bene Odino si sarebbe limitato a sbatterlo nelle segrete… macché bene?! Non andava bene per niente…. L’avrebbe perso di nuovo e in cuor suo sapeva di non volerlo perdere. Si, perché in quei mesi in cui aveva pianto tanto la perdita del fratello aveva capito quanto davvero gli importasse di lui.
Nello stesso momento in cui l’aveva rivisto si era sentito sollevato e aveva realizzato di provare un sentimento ben più grande del solo amore fraterno. A dirla tutta in fondo era felice di sapere che fosse stato adottato. 

E per Loki…beh non che i suoi sentimenti fossero molto diversi…

Ma quello non era né il luogo né il momento adatto per affrontare un simile argomento.

Giunti al cospetto del Padre degli Dei Loki fu privato della museruola magica e tutto andò come previsto; Loki non si pentì nemmeno un istante per i suoi gesti e il padre si adirò oltre ogni modo. Frigga provò ad intercedere per lui, ma Odino non volle sentire ragioni.
Quando ormai stava per spedirlo nelle segrete senza la possibilità di vedere nessuno Thor decise che tanto valeva tentare.

«Posso suggerire padre una punizione più… particolare?»

«Che vuoi dire Thor?»

«So per certo che ci sono cose che Loki ritiene ben più crudeli che essere rinchiuso tra quattro mura magiche.»

«Cosa suggerisci allora?»

«Se mandi Loki nelle segrete non cambierà nulla. Non verrà infastidito.  Avrà tempo per riflettere e si chiuderà sempre più nel suo odio verso di me e verso di Voi. È quello che vuole! Allora perché non fare tutto il contrario? Ti suggerisco, padre, una punizione che ha aiutato anche me a suo tempo. Mandalo in esilio senza poteri e mi offro di poterlo accompagnare e verificare i suoi progressi.»

Loki ascoltava con un’espressione tra il sorpreso e lo sconvolto “Che diavolo ha in mente questo idiota?!”

«E dove vorresti mandarlo?»

«Nel luogo dove più ha arrecato danno, quello che più detesta, ma dove nemmeno dovrebbe mostrarsi in pubblico se non per chiedere il perdono…su Midgard.»

«NO!» urlò il moro. 

«È una richiesta rischiosa Thor! Potrebbe tentare di fuggire…»

«Se ci provasse io e gli Avengers lo fermeremmo… di nuovo!» disse guardandolo freddamente.

«NO! Odino preferisco le segrete!»

Il Padre degli Dei si adirò nuovamente. 

«Tu preferisci? Avanzi pretese dopo quello che hai fatto a quel popolo? Che hai fatto a tutti noi?!» c’era durezza nelle sue parole e profondo rammarico. Il Padre degli Dei e l’erede di Jotunheim si fissarono per un istante e poi Odino parlò.

«È deciso! Loki sei privato dai tuoi poteri. Sconterai la tua pena in esilio su Midgard!»

Un fascio di luce dorata percorse il corpo di Loki che si trovò leggermente instabile sulle gambe. Frigga ebbe un leggero sussulto nel vedere il figlio in quello stato. 

«No» mormorò il moro rialzandosi «TI ODIO THOR! IO TI ODIO!»

“Vedrai che mi ringrazierai” pensava invece Thor.

«Portatelo via non ci vorrà molto prima della partenza» ordinò Odino «Thor io mi fido di te e ti ammiro! Stai sacrificando te stesso per aiutare Loki. Spero davvero che tu abbia successo figliolo.Tuttavia avrete bisogno di un luogo sicuro sulla Terra dove Loki non possa arrecare danni e venga costantemente controllato.»

Thor, che aveva seguito con lo sguardo le guardie portare via Loki  con apprensione, si voltò verso il padre con un sorrisetto sulle labbra. 

«Tranquillo padre! Conosco il posto adatto!»
 

Midgard qualche ora dopo...


«Chiariamo subito una cosa! Quello è il mio frigo bar: mio frigo bar uguale miei alcolici e miei drink!»

«Sei un egoista Stark e un pessimo padrone di casa! E comunque un drink ancora me lo devi! Thor già la tua crudeltà mi aveva stupito con Odino, ma portarmi a casa di questo maleducato oltre che insopportabilmente odioso…è stato proprio perfido!»

«Considerando che per te è come un complimento direi…ehm…grazie?» rispose il dio biondo guadagnandosi uno sguardo omicida da parte del fratello.

La tensione si poteva tagliare con un coltello mentre Anthony Edward Stark enunciava le “regole di casa” al nuovo inquilino della Tower. Intanto un Capitan America un po’ scettico e un po’ pensieroso osservava la scena.

«Thor»lo chiamò «sei sicuro che sia una buona idea?»

«Beh francamente non del tutto, ma era l’unico modo che avevo per dare una possibilità a Loki di non passare il resto della vita in una cella.»

«Ah quindi l’hai fatto per lui?» disse il soldato alzando un sopracciglio. 

A quella domanda che era più una specie di insinuazione Thor rispose irrigidendosi un poco. Possibile che fosse così chiaro?

«Io veramente…»cercò di giustificarsi, ma fu interrotto da uno nuovo problemino. 

«Allora dove dormo?» chiese il moro con fare annoiato. 

«Vuoi dire dove dormirete! Non ho intenzione di sprecare più di una stanza per due seccature divine come voi!»

«Cosa?! Scherzi vero?! Dovrei dormire con lui?» disse Loki rianimandosi di colpo. 

«Beh siete fratelli l’avrete fatto milioni di volte da piccoli.»

«Primo io non sono suo fratello.»

«Si che lo sei.» ribattè Thor offeso nell’orgoglio. 

«Adottato! E secondo: cosa ti fa credere che domani al risveglio non vi troverete con un Avengers in meno?»

«Semplice: primo non ti conviene ammazzarlo perché dopo che mi hai defenestrato da casa mia LUI è l’unico motivo per cui non ti uso come tester per le mie armature o rischierei di trovarmele tutte bruciacchiate a causa dell’ira di point break qui presente. Ah e non ti conviene nemmeno tentare di fuggire. Ti abbiamo impiantato un chip antifuga nel collo e qualora provassi a togliertelo potrai verificare tua stesso che ci sarebbero delle spiacevoli conseguenze.»

«E quando me lo avreste impiantato scusa?! AHIA!» gridò Loki mentre Thor dietro di lui alzava le mani in segno di scusa con una strana pistola.

«Proprio adesso!» continuò Stark con un sorrisino soddisfatto.

«Ora sei proprio morto Thor!»

«Infine…Santo cielo fa un po’ quello che ti pare con la vita della stupida bionda che ti ritrovi per fratello basta che non lo affoghi con i miei alcolici! È già abbastanza per me doverli difendere dai tuoi assalti.»

La camera in cui Stark li aveva parcheggiati era spaziosa e luminosa, ma aveva un solo letto e questo a Loki piaceva poco.

«Beh dai è carina no?» disse Thor con un sorriso.

«Io voglio il lato sinistro del letto e vedi di non russare.» ribattè il moro freddamente e si buttò sul letto. Era esausto e pensieroso. Nemmeno lui sapeva cosa aspettarsi da quella situazione. 

Thor dal canto suo cercava di non darlo a vedere, ma era più che soddisfatto. Ci sarebbe voluto del tempo certo, sopratutto per adattarsi, ma aveva tutte le intenzioni di fare del suo meglio per entrambi. 

Dopo un paio di settimane e un alternarsi di tiri mancini reciproci Tony raggiunse Loki in salotto che intanto si stava rimpinzando di biscotti e guardava cosa proponeva la tv. 

«Allora piccolo cervo so cosa puoi fare per incominciare a sdebitarti per la mia generosa ed infinita ospitalità.»

«No scusa sdebitarmi? Già il fatto che non faccia saltare in aria la tua bella torre con tutti dentro mi sembra abbastanza….quindi mi permetto di correggerti: cosa puoi fare tu per me per la mia immensa clemenza? Mmm per esempio lasciarmi vedere qualcosa di più interessante della tua faccia!»

Tony lo fissò un momento «Jarvis»

«Si signore?»

«Facci tornare all’età della pietra per favore.»

«Stacco l’elettricità signore» e improvvisamente il televisore si spense. 

«Ehi!»

«Bene ora ho la tua attenzione! Dunque dicevo: la prossima settimana darò una festicciola con un gruppo di miliardari in Italia. Saremo a bordo di un mio yacht privato. Ora questi signori adorano svuotarsi le tasche con il gioco d’azzardo ed io adoro svuotare le loro tasche per puro diletto personale. Ma il mio croupier di fiducia si è incasinato con una tipa di Las Vegas o una cosa così …. insomma non potrà esserci.»

«Dove vuoi arrivare?»

«Come te la cavi col poker?»

«Stark così mi offendi. Non avrò i miei poteri, ma in fondo sono o non sono il Dio dell’Inganno?» disse Loki con un sorrisetto mefistofelico

«Eccellente! Sapevo che un po’ di sano imbroglio ti sarebbe piaciuto. Ti farò arrivare degli abiti adatti per l’occasione.»

«Non per rifiutare un invito così allettante, ma Thor cosa pensa di questo tuo grande ed onesto piano per passare la serata?»

«Tranquillo gli ho assicurato che è un mio piano e che non me l'hai ordinato tu col tuo bastoncino del controllo mentale...Intanto il biondo divino avrà un altro ruolo fondamentale.»

«Sarebbe?»

«L’ho mandato a fare un corso accelerato da barman. Così anche lui si renderà utile in qualcosa.»

«Per Odino! Ci avvelenerà tutti!»
......

Fino ad allora Thor credeva di avere tutto sotto controllo; il piano era semplice: fare da babysitter a Loki, capire se anche l’altro provava i suoi stessi sentimenti e rinsaldare (e possibilmente  approfondire) il loro rapporto. Anche quando aveva proposto a Tony di dargli una camera sola per entrambi facendola passare per un’idea del miliardario sapeva che avrebbe gestito la convivenza con Loki a dovere, ma quella sera c’era un problema non calcolato.
E il problema era che per le tre settimane che avevano passato alla Tower Loki non aveva fatto che andare in giro in tuta e maglietta spostandosi dal divano alla camera da letto poi alla cucina e poi di nuovo al divano e alla camera da letto. Non sembrava preoccuparsi particolarmente del suo armadio sulla Terra visto che non poteva certo sognarsi di farsi rivedere in strada così presto dopo tutti i guai che aveva combinato solo qualche settimana prima proprio lì a NY.
Ma quella sera non erano alla Tower e nemmeno a NY e così quando Loki uscì dal bagno della loro cabina (che era una per entrambi anche in quell’occasione) vestito con una camicia bianca aderente, una cravatta nera e un gilet grigio scuro, capelli perfetti e l’aria di chi sa di non avere niente fuori posto Thor sentì improvvisamente la bocca arida.

«Thor mi aiuti con questi gemelli?» gli disse il più giovane venendogli incontro.

L’altro allora ridestandosi si avvicinò  a lui per aiutarlo. Il respirò un po’ più veloce. 

«Ehm Loki sei…»

Il moro alzò lo sguardo su di lui «Si?»

“ Diglielo eddai! Diglielo! Ora glielo dico! Si!”. Prese un respiro. 

«Sei…»

«Vestito con un completo da 5000 euro grazie al sottoscritto quindi vedi di non rovinarlo.» Ed ecco che Tony Stark con un tempismo perfetto aveva fatto il suo ingresso nella loro cabina  interrompendo quella quasi confessione.

«Credevo che non stessi attaccato agli spiccioli della tua fortuna Stark.» ribattè Loki. 

«Spiritoso! Piuttosto tra 45 minuti iniziamo mi raccomando conto su di voi…»

«Si si lo sappiamo ma se non vi dispiace sapendo che dovrò passare con voi e con un gruppo di persone se possibile ancora più insopportabili di voi le prossime ore ho bisogno di una pausa in anticipo…con permesso.» e così dicendo uscì per dirigersi sul ponte dello yacht.

«Loki…» mormorò appena l’altro un po’ deluso.

Tony si girò verso la porta poi verso Thor, poi di nuovo verso la porta e si rigirò con un sorrisetto a fior di labbra. 

«Ho interrotto qualcosa forse?»

Il fatto che Thor diventasse di colpo dello stesso colore di un peperone confermò a Stark che si!aveva sicuramente interrotto qualcosa “mmm la cosa si fa interessante” ghignò Tony. 

La serata in generale andò bene; Loki ci sapeva fare come croupier e sapeva chi e come far vincere e perdere al punto giusto per non destare troppi sospetti. Anche senza i suoi poteri quello era proprio il suo campo. 

Thor dal canto suo non avvelenò nessuno e fu piuttosto fiero dei risultati ottenuti. E nessuno gli tolse questa convinzione nemmeno quando, a causa di un drink un po’ troppo forte, Steve Rogers salì su un tavolo e intonò l’inno americano costringendo un dapprima divertito Tony a recuperarlo e a portarlo nei suoi alloggi. 

A fine serata Loki si avvicinò al bancone del bar stiracchiandosi un po’.

«Che le do signore?» chiese Thor sorridendo.

«Un Martini liscio grazie.» 

«Oh ma dai! Mi sono esercitato tanto!Potresti anche mostrare un minimo di interesse e chiedermi qualcosa di più complicato.»

«Ok, allora un Martini con un’oliva.»

«Sai essere davvero acido.»

«Lo so.» rispose l’altro con un sorrisetto. Thor gli porse il bicchiere e Loki ne prese un sorso. Anche il biondo quella sera era vestito di tutto punto: camicia aderente, capelli raccolti in un codino sulla nuca, dei jeans scuri… “Però devo ammettere che così è proprio …no! È l’alcool a parlare!” E abbassò di colpo lo sguardo continuando a bere. 

«Senti stavo pensando… sono tutti andati a dormire e questo super yacht ha una piscina a cui Tony non ci fa accedere perché è “solo per fare invidia ai riccastri” come dice lui. Quindi che ne dici se ne approfittassimo per un bagno dell'…» guardò al volo l’orologio appeso nella sala «01.35?»

«Thor ho capito male o mi stai proponendo di infrangere le regole?»

«M-ma no f-figurati è solo che… domani torniamo a NY e tu dovrai startene di nuovo rinchiuso in casa. Ho pensato che magari poteva essere una buona occasione per svagarti un po’ e…»

Loki lo fissò un attimo. Poi sul suo volto comparve un sorrisino compiaciuto.

«Ahah! Si in effetti un po’ di svago mi serve.» disse sospirando.

«Bene allora! Ma non tentare di affogarmi e darti alla fuga sai che…»

«Si si lo so: il chip antifuga, guai a me se ci provo, l'ira funesta di Odino etc. ect. sarebbe uno spreco di energie... e tanto tu mi ritroveresti sempre giusto?» fece sarcastico e così dicendo gli diede le spalle e se ne sparì col suo drink.

Thor restò a fissarlo un attimo mentre si allontanava.

«Si, sempre!» sussurrò. 

Era notte fonda e il cielo era nero così come il mare fuori della nave. C’era la luna piena: i raggi argentei riflessi nell’acqua. Le pareti della piscina erano appena illuminate e l’acqua era blu e cristallina.
I due arrivarono alla piscina sul ponte e rimasero in soli boxer prima di buttarsi. La temperatura a quell’ora non era proprio ideale, ma in fondo Loki era pur sempre un gigante di ghiaccio e non si fece problemi ad immergersi in pochi attimi cosa che per Thor non fu altrettanto immediata.
Dopo un po’ che se ne stavano lì a nuotare nelle quiete della notte Loki decise di interrompere il silenzio.  

«Allora Dio del Tuono hai deciso che ti darai alla carriera di malvivente dopo questo strappo alle regole di casa Stark?»

«Mi sembri un pochino drastico per un bagno in piscina!»

«Beh ma si inizia così. Poi dovrai alzare un po’ il livello. A tal proposito…» e sollevandosi sulle braccia uscì dalla piscina per dirigersi ad una sdraio poco distante coperta da un asciugamano. Era completamente bagnato e gocciolante e Thor sentì le guance farsi calde «credo che ci siamo meritati un piccolo compenso per aver prestato i nostri servigi tutta la sera gratuitamente.» E tolse da sotto l’asciugamano una bottiglia di champagne e due bicchieri. 

«Ma Loki! Quella bottiglia costerà almeno 300 dollari!»

«Sbagliato! Ne costa il doppio e poi scusa se dobbiamo fare un dispetto a Stark voglio che risulti il più fastidioso possibile…come lui insomma…mi sembra un giusto bilanciamento.»

Thor era ancora un po’ esitante, ma Loki non gli diede tempo di riflettere. Si inginocchiò vicino a lui sul bordo della piscina e gli porse un bicchiere stracolmo. Poi lo guardò negli occhi.

«Al tuo primo strappo alle regole Dio del Tuono.» Disse con voce suadente per poi bere subito dopo. 

Thor lo fissava rapito bere lo champagne. Le labbra di Loki erano rosse e bagnate e Thor si ritrovò più volte a porvi lo sguardo con desiderio crescente di farle sue.
Passata qualche ora fecero ritorno in cabina. 

«Sono distrutto!» disse Loki uscendo dal bagno e afferrata la prima maglietta disponibile la indossò buttandosi poi sul letto.

«Ma non è mia quella maglietta? Comunque è stato piacevole no?»

«Non è stato male devo riconoscerlo.» Intanto gli occhi gli caddero involontariamente sul corpo scolpito e ancora bagnato del fratello e un brivido lo percorse leggermente “Riprenditi!” si disse mentre l’altro entrava in bagno.

«Comunque potremmo proporre a Tony di installare una piscina nella Tower. Potrebbe essere un bello svago per te…certo sempre che non tenti di affogarci chiunque ti faccia arrabbiare» gli disse dal bagno mentre si passava un asciugamano addosso. Nessuna risposta «Loki?» disse Thor affacciandosi leggermente sulla camera, ma l’altro era letteralmente crollato sul letto senza nemmeno mettersi sotto le coperte. 

Allora Thor si avvicinò e cercò di sistemarlo sotto le coperte meglio che poté, il più delicatamente possibile.
Lo guardò in silenzio per un istante: sembrava così in pace. Chissà forse aver proposto l’esilio era stata davvero una buona idea. Per lui Loki non era mai stato veramente un cattivo e in quel momento non sembrava nemmeno la persona che aveva cercato di ucciderlo e distruggere NY. Ma doveva comunque scontare la punizione e dar prova di non essere ciò che gli altri pensavano di lui e Thor voleva potersi fidare del tutto.
Certo era stato egoista a giocare la carta dell’esilio, per il quale il padre aveva una certa predilezione, e lo sapeva bene, ma Loki adesso era lì con lui, niente sbarre a dividerli e una possibilità per entrambi di un futuro insieme… ora i giochi erano fatti e non restava che vedere cosa sarebbe successo!

Loki sussultò lievemente nel sonno, l’altro sorrise appena. Si sarebbe impegnato e questa volta non lo avrebbe perso di nuovo, almeno di questo ne era certo!

«Buonanotte Loki...» gli sussurrò dolcemente prima di stendersi accanto a lui.

Note
Ciao a tutti! 
Spero che questo primo capitolo vi sia piacuto o per lo meno sia stato leggibile >.< Siccome io adoro questi due e non posso attendere fino al 2021 la nuova serie  "Loki" con le mani in mano ho pensato di sfornare questo piccolo delirio. 
Ci metterò un po' a completarlo per impegni lavorativi vari, ma spero che abbiate mooolta pazienza!
Alla prossima! =) 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Libri, magia e una fetta di torta! ***


Libri, magia e una fetta di torta!

« IO LO DISTRUGGO! LO INFILZO COL SUO ELMO CORNUTO!»

« Tony ti prego cerca di stare calmo.»

« Calmo Cap?! Calmo?! Sono stato calmo quando ho trovato il mio frigo bar assalito e mezzo svuotato, sono stato calmo quando una costosa bottiglia di champagne è scomparsa dalle mie riserve sulla nave, ma che tocchi le mie attrezzature…. Non accetto in nessuna maniera che tocchi le mie attrezzature!»« Ma scusa non sapeva come tenersi impegnato. Sono due mesi che è rilegato in casa non puoi pretendere che non cerchi un qualche svago alternativo al battibeccare con te.»

« Sei impazzito per caso? Ah no aspetta. Sicuramente ha fatto il lavaggio del cervello anche a te come a Legolas!»

« Ora stai esagerando!»

« No non è vero e comunque ti preoccupa il suo svago?! Glielo do io lo svago!»

E così dicendo si diresse con la stessa foga di un toro infuriato direttamente nella stanza di Loki. Intanto, seduto alla scrivania, il dio moro era concentrato su un volume pieno di rune antiche e  non sembrava divertirsi particolarmente finché la porta non si aprì di colpo sbattendo.

« Ho qualcosa da dirti diva dei mie stivali!»

« Stark non lo sai che è maleducazione entrare nelle stanze altrui senza chiedere permesso?!»

« E nessuno ti ha mai detto che è istigazione all’omicidio entrare nei laboratori altrui e toccare cose che non sono tue?!»

« Ho preso solo qualche attrezzo e poi l’ho rimesso a posto, nemmeno te ne saresti accorto se Jarvis non te lo avesse riferito» disse sfogliando distrattamente il libro che aveva davanti.

« Bene visto che ambisci tanto a tenerti occupato ti darò io qualcosa da fare per renderti utile e sarà fuori da questa torre.»

« Ancora con questa storia? Non posso uscire da questo posto.»

« E invece uscirai!»

« Ti ricordo che sei stato tu a dire che era troppo presto per farmi vedere in giro!»

« Si certo!» rispose l’altro angelicamente «due mesi fa! È ora che ti dia una mossa e fai la tua parte in questo posto. Persino tuo fratello si è trovato un lavoro per rendersi utile e non poltrire tutto il giorno!»

« Ma se lavora in quella caffetteria da appena tre settimane e a te sta bene solo perché ti offre tutti i caffè che vuoi!»

« Già e sai una cosa, tutto quel caffè mi ha aiutato a pensare e so esattamente cosa puoi fare per me! Ecco a te!»

E gli porse un bigliettino ripiegato su sé stesso.

« Uova, latte…ma è la lista della spesa? E queste cosa sarebbero? Commissioni? Ma per chi mi hai preso, per un servo forse?!»

« Da noi si chiamano colf per tua conoscenza, ma scegli pure il termine che più ti aggrada. È  ora che la smetti di fare vacanza e se non ci pensa Thor ci penserò io a tenerti occupato! Adesso muoviti, Cap ha bisogno degli ingredienti per cucinare una torta al cioccolato» e uscì ricacciando Steve fuori con lui e sbattendo la porta.

« Quale torta al cioccolato scusa?» chiese Cap un po’ confuso.

« Ovviamente quella che cucinerai stasera per me. Ho bisogno di endorfine ergo mi serve una torta per scaricare lo stress.»

Poco dopo per le strade di NY Loki rileggeva la lista delle cose da fare sbuffando. Il cielo si stava rannuvolando e tirava vento. Era una giornata poco piacevole da passare all’aperto.
“Maledetto Stark! Chiedere di fare delle commissioni a me! Avrei dovuto scaraventarlo giù da quella torre prima che facesse mettere i vetri nuovi! Sono a prova di Hulk adesso”.
Mentre faceva queste riflessioni passò accanto ad un edificio completamente distrutto. Su ciò che era rimasto del marciapiede c’erano mazzi di fiori e candele. A giudicare dalle macerie Loki pensò che fosse uno dei palazzi distrutti durante la battaglia di qualche mese prima.
Quel quartiere era pieno di palazzi ridotti in macerie o in ricostruzione e se le strade erano sgombre, la città portava ancora i segni della lotta.
Poco più avanti trovò una scena simile alla precedente; su un cancello erano esposte foto di persone e proprio sotto di esse vi erano delle candele. “Devono essere rimasti vittima dell’attacco”.
Vide quei volti, quelle vite che erano state cancellate a causa sua. Uno strano groppo gli salì alla gola. “Tutte quelle persone…”. Scosse la testa cercando di  scacciare quel pensiero, ma una certa irrequietudine si era come impossessata di lui.
“Ho bisogno di non pensarci.”
Gli serviva qualcosa per distrarsi. Ci pensò su un attimo e si incamminò verso la caffetteria in cui lavorava Thor.

Fino ad allora non aveva mai messo piede in quel locale; era un posticino piccolo, ma confortevole con grandi finestre, piante appese al soffitto e qualche scaffale a mo’ di libreria sulle pareti in mattoncini.
Dietro al bancone tutto sorridente e intento a versare del caffè ad una signora sulla cinquantina che lo guardava rapita c’era Thor: sembrava un enorme orsetto di peluche.
Non appena vide l’altro, il suo viso si illuminò; era la prima volta che andava a fargli visita a lavoro nonostante lo avesse pregato più e più volte di andarlo a trovare.

« Loki che ci fai qui?»

« Ciao Thor!»

« Ma che ci fai fuori di casa? Tony lo sa?!»

« Oh lo sa bene credimi, mi ha fatto uscire lui. Aveva bisogno che gli facessi delle commissioni.»

« Beh sono contento che tu sia uscito un po’. Stando sempre in quella stanza rischi di ammuffire.»

Ad un’occhiataccia storta dell’altro si affrettò a rimediare « Cosa ti porto?»

« Qualcosa di dolce. Molto dolce! Ne ho proprio bisogno.»

« Ci penso io.» 

Mentre il fratello era tutto impegnato per lui, Loki si guardò intorno. Il posto era davvero carino doveva riconoscerlo; il minore però non poté fare a meno di notare come l’altra cameriera del locale, una ragazza mora con i capelli raccolti in una coda di cavallo e non molto alta, guardava rapita nella direzione di suo fratello.
La cosa gli diede un po’ fastidio “Che smorfiosa. Che possibilità pensa di avere con …” NO! Che andava a pensare?! Thor intanto gli porse un milkshake al cioccolato con della panna e degli zuccherini a forma di cuoricino. 

« Ehm grazie!»

« Allora ne avrai per molto con le commissioni?»

« Beh devo fare la spesa, passare in tintoria e poi c’è questo ferra-qualcosa dove devo prendere della vernice che Tony vuole per una sua armatura…direi che un paio d’ore non me le toglie nessuno.»

« Se dopo non sei troppo stanco che ne dici di portare le cose a Tony e tornare qui? Stacco il turno alle 17.00 e possiamo andare a fare un giro insieme.»

« E perché mi dovrebbe interessare?»

« Perché vorrei portarti in un posto» disse l’altro con un sorriso.

« E dove se posso chiedere?»

« Lo vedrai solo se ritorni da me più tardi.»

Loki stette un po’ lì, poi fece spallucce.

« Vedremo.» Disse mentre se ne andava col suo milkshake. 

« Lo prendo per un forse?»

« Ah e grazie per la merenda.» 

« Ma veramente io …accidenti …allora ti aspetto?!»

Ma l’altro era già fuori della porta e si era messo in marcia.
Si sentiva meglio doveva ammetterlo, chissà come aveva fatto Thor a capire subito cosa gli serviva. Ma in fondo non era la prima volta che ci riusciva.  E dove voleva portarlo?
“Probabilmente sarà qualcosa di banale e scontato come solo la mente di Thor può elaborare, ma  sono un po’ curioso…e poi se resto alla Tower Tony mi darà di certo altre cose da fare…”
Iniziò le commissioni. Ebbe qualche difficoltà al supermercato; molte cose non sapeva nemmeno cosa fossero e per pagare Tony gli aveva dato una strana tesserina che doveva contenere dei soldi, ma come facesse proprio non se lo spiegava.
Finite le commissioni e portato il tutto alla Tower, Loki si fece trovare alle 17.05 fuori dalla caffetteria. Vide Thor uscire da lì con la cameriera di poche ore prima e scherzarci insieme, cosa che un po’ lo infastidì. 

« Loki sei venuto!»

« Si allora…» disse aggrappandosi al braccio del fratello e trascinandolo via prima che avesse il tempo di salutare la ragazza « dove devi portarmi di così interessante?»

« Lo vedrai» e strinse un po’ di più il braccio di Loki col suo. 

« Eddai dimmelo!»

« No, ti basti sapere che ne varrà la pena»

« Sei sicuro di te e la cosa non mi piace»

Ma l’altro non aggiunse altro.
Camminarono per dieci minuti buoni fino a che non raggiunsero un vicoletto davvero particolare. Non sembrava nemmeno di stare a NY: sul lato sinistro c’era una sala da tè con magnifiche torte esposte alla finestre e sull’altro lato un fioraio che aveva per strada dei fiori colorati e profumati. Proprio in fondo al vicolo c’era quella che una volta doveva essere stata un’officina o una qualche piccola fabbrica.
Il tetto era leggermente spiovente e c’erano due grandi vetrate come finestre. In mezzo a queste una porta in ferro blu. L’insegna sull’ingresso recitava “Fergusson&Steven”.
Thor accelerò il passo in quella direzione.
Accanto alla porta vi era una targa “Mr.J&Mrs.S fabbricanti di sogni, fondatori di dinastie dell’immaginario e poeti della fantasia”.
Loki rimase un po’ confuso da quella scritta, ma quando entrò in quella specie di fabbrica, con grande meraviglia, capì che era una libreria.
Come nella caffetteria le pareti erano in mattoni e c’erano mobili intagliati in legno di quercia e ciliegio, di certo opera di alta falegnameria; ma quello che colpì soprattutto l’attenzione di Loki furono i libri, montagne e montagne di libri.
Non c’era nessuno se non un buffo ometto coi capelli bianchi, il sorriso gentile e un paio di occhiali enormi che armeggiava dietro il bancone. Appena li vide sfoggiò un sorrisone.

« Ehilà Thor!»

« Salve Mr. J.»

« Caro ragazzo a cosa devo la tua visita?»

« Non l’abbiamo vista a pranzo oggi e Marcus si è preoccupato che fosse immerso nel lavoro e  così.»

« Ah quel ragazzo teme che mi dimentichi di mangiare» un attimo dopo però il suo stomaco brontolò « e in effetti ha ragione. Cosa mi hai portato?» 

« Torta di carote.»

« L’ha fatta Trudy spero? Quella ragazza fa un’ottima torta di carote, parola mia! »

« Proprio quella!»

« Ah se non pensaste voi a questo vecchio rincitrullito non so cosa farei! E chi è questo distinto signore che ti accompagna oggi?»

Loki d’istinto si guardò i vestiti vergognandosi un po’. Aveva un cappotto nero addosso, ma sotto era visibile una t-shirt verde molto larga, jeans neri stretti e scarpe da ginnastica bianche. Non era da lui andare in giro così, ma la pigrizia aveva preso il sopravvento su tutto in quegli ultimi mesi.

« Lui è mio fratello Loki.»

« Molto piacere signor Loki. Sono Jay Fergusson ma tutti mi chiamano Mr.J.»

« Molto lieto» si presentò Loki.

Il moro si guardò meglio intorno; era affascinato da quel posto e questo non sfuggì al suo interlocutore e al fratello. 

« Bene Mr.J. allora la lasciamo al suo lavoro.»

« Ma come Thor vuoi già andar via?» fece Loki un po’ deluso.

« Perché? Ti va di fermarti un po’?»

« State pure ragazzi miei non mi siete di alcun disturbo io intanto provvedo ad occuparmi di far sparire la torta in un luogo sicuro» fece con una strizzata d’occhio. 

Non aveva finito di dirlo che Loki sei era già buttato su una pila di libri accanto alla finestra e ne sfogliava rapito il contenuto. Quanto gli era mancato l’odore di un posto pieno di libri!
Prima di partire per l’esilio la madre gli aveva dato qualche volume da portare con sé, ma da quando era a NY li aveva letti tutti almeno tre volte. Così Thor aveva iniziato a portargli qualche lettura di Midgard, ma per quanto ci provasse il fratello non indovinava mai i suoi gusti e lui divorava anche quei pochi volumi in un batter d’occhio. Thor guardava il fratello sorridendo e attese paziente che avesse finito.
Circa un’ora dopo i due lasciarono il negozio con una borsa piena di libri che Loki aveva detto essere assolutamente fondamentali per sopravvivere un altro minuto di più in casa di Stark.
Mr.J. non aveva voluto neanche un soldo: glieli prestava volentieri.
Mentre tornavano alla Tower, Loki era decisamente al settimo cielo. 

« Allora non mi dici nulla?»

« Su cosa?»

« Ti ho stupito o no?»

« Direi che hai fatto centro Thor, per una volta te lo riconosco.»

« Sono contento» rispose il biondo poi abbassò lo sguardo « Ehm Loki, avevo portato qualcosa anche a te» e gli porse un sacchetto bianco. Loki lo aprì e vi trovò dentro dei cookies con gocce di cioccolato.

« Thor! Grazie…aspetta! Me li hai regalati perché sono un avanzo di quelli non venduti?»

« NO! Uffa volevo solo essere gentile»

« Eddai scherzavo.» E gli porse un biscotto «Facciamo a metà? Sono così grandi.»

Thor ne afferrò un lato sorridendo.

« Come mai conosci Mr.J.? È un cliente della caffetteria?»

« Diciamo un po’ e un po’. È il padre del proprietario.»

« Ah ecco perché tutti quei libri nel bar.»

« Esatto! Per il pranzo di solito passa a trovarci e ci racconta sempre un sacco di storie che ha letto sui suoi libri. È un ometto simpatico e molto gentile, ma a volte si dimentica di mangiare immerso com’è nei suoi testi, mi ricorda qualcuno.» E gli sorrise «Sai se la libreria ti è piaciuta, possiamo tornarci quando vuoi.»

« Sul serio?»

« Ma certo!»

Loki si fermò. I loro sguardi si incontrarono per un istante, istante in cui Thor sentì il cuore accelerare e una voglia tremenda di baciarlo. 

« Mi piacerebbe molto!» disse l’altro con un sorriso.

Poco dopo alla Tower…

« Hai fatto la spesa, hai comprato la vernice giusta, e non di un fucsia acceso come mi aspettavo avresti fatto per farmi dispetto, e non hai tentato di darti alla fuga questa volta.  Direi che come primo giorno da colf sei promosso!» 

« Simpatico Stark!»

« Questa è lista di domani.» E gli mise in mano un altro biglietto.

« Ancora?!»

« Perché hai di meglio da fare?»

« Sicuramente meglio che farti da cameriere »

« Del tipo? Gonfiarti la pancia dei MIEI biscotti spaparanzato sul MIO divano?!»

« O per l’amor del cielo potreste andare a battibeccare fuori di qui? Voglio cucinare in pace» intervenne un decisamente scocciato Steve Rogers già armato di stampi per dolci e grembiule. 

Loki sbuffando se ne andò dalla cucina, si diresse in camera e si buttò sul letto. 

« Va tutto bene?» chiese Thor uscendo dal bagno.

« Odio Stark! Mi ha davvero preso per la sua colf!»

« Colf? Ma che? Non importa...Sai com’è fatto Tony. Pensa che gli siamo tutti debitori in qualche modo.» Poi si guardò intorno osservando la camera. “Non che abbia tutti i torti”.

L’altro non parlava, era decisamente infastidito.
Dopo averlo visto solo poche ore prima felice e tranquillo, Thor decise che non voleva vederlo in quello stato.

« Perché non mi leggi un libro?»

« Come scusa?»

« Da piccoli quando venivi in camera mia la sera per non stare al buio da solo accendevamo una candela, ma tu non riuscivi comunque a dormire…allora io iniziavo a raccontarti delle storie»

« E non è che fossero questo granché.»

« Infatti lo riconosco…col tempo poi hai iniziato a leggermi i tuoi libri e ci addormentavamo insieme.»

« Thor eravamo piccoli.»

« Si ma…vorrei sentirti di nuovo leggere per me.»

Loki lo fissò un attimo, non voleva certo mettersi a fare il cantastorie al fratello. Però se non fosse stato per Thor quel pomeriggio sarebbe stato davvero pessimo… glielo doveva in fondo. Si alzò e andò a prendere un libro da quelli presi al negozio. 

« Vieni qua Dio del Tuono.» Gli fece cenno sedendosi sul letto.

Thor non se lo fece ripetere e si sdraiò accanto a lui. 

« Cosa vuoi sentire?»

« Quello che vuoi. Anzi lo so! Oggi Trudy, dopo il lavoro, doveva fare da baby-sitter alla nipotina e aveva un libro di una fiaba; parlava di una ragazza buona che vorrebbe conoscere un principe, ma le sorellastre e la matrigna non glielo permettono. Me ne stava parlando mentre uscivamo da lavoro.»

Improvvisamente a Loki tornò in mente la cameriera che aveva visto alla caffetteria e Mr.J. aveva parlato di una certa Trudy. Doveva essere lei. 

« Thor?»

« Si?»

« Ti trovi bene a lavoro?»

« Si! Certo siamo tre e a volte c’è davvero troppo da fare. Ma i colleghi sono carini e i clienti simpatici. Ne vale la pena.»

« In che senso carini?»

« Nel senso che sono persone gentili e piacevoli.»

« Ah ecco»

« E non si indispettiscono se non li saluti perché qualcuno ti trascina via di colpo.»

L’altro arrossì leggermente.

« Intendi quella ragazza? Com’è che si chiama?»

« Trudy.»

“Ecco lo sapevo è quella smorfiosa” pensò il moro. 

« Non mi sembra questa gran cosa. Tanto vi vedrete domani no? Avevi da fare con me oggi. Perchè?Ti spiace non averla salutata?»

Il biondo lo guardò un attimo. 

« Loki che c’è?» chiese indagatore.

« Che vuoi dire?» rispose senza guardarlo. 

Thor allora capì e abbozzò un sorriso.

« Sei forse geloso?»

« Geloso? Di una tipa che ti faceva gli occhi dolci? Perché dovrei esserlo?» Ma anche questa volta si era tradito. Aveva risposto troppo in fretta. 

« Occhi dolci a me?Credimi ti sbagli di grosso!»

« Guarda che l’ho vista oggi al bar! Guardava nella tua direzione» poi si fece un po’ serio» devi aver fatto proprio colpo per come ti guardava.»

Al che Thor non riuscì a trattenersi oltre e scoppiò a ridere!

« ahaha ahaha»

Loki iniziava ad innervosirsi.

« Che hai da ridire?»

« Ahah scusa! Ma vedi, Trudy non guardava me. Alle mie spalle c’è la postazione della cucina e lei beh…diciamo che ha un debole per Marcus che vi lavora. »

« Quello di cui parlava Mr.J.?»

« Si, vedi Marcus, che poi è il figlio di Mr.J., è il proprietario della caffetteria, ma è anche il pasticciere e si occupa dei pranzi. Lui e Trudy si stanno frequentando e le cose sembrano andare bene.»

Loki si sentì improvvisante sollevato e poi imbarazzato.

« Oh!» 

« Tranquillo fratellino se qualcuno mi facesse la corte saresti il primo a saperlo.»

« E perché scusa?!»

« Così avrei modo di vederti così. Adoro vederti geloso!»

« Sei terribile Thor! Adesso se vuoi scusarmi ho dei libri da leggere.»

« Ehi e la mia storia?»

« Non te la sei meritata!»

« Sei ingiusto! Io ti ho anche portato i biscotti!»

Ma l’altro faceva finta di niente. Si era esposto troppo e doveva riguadagnare i punti persi. E poi cos’era questa storia della gelosia? Lui non era affatto geloso.
Thor intanto, arresosi, si era disteso del tutto sul letto. Mentre guardava Loki leggere la sua mentre frullava “Possibile?” Si chiedeva. Avrebbe tanto voluto avere la risposta a quella domanda, ma un po’ la temeva…avrebbe aspettato ancora.
Lentamente chiuse gli occhi e scivolò nel mondo dei sogni. 

Quella settimana Loki continuò nel suo ruolo di colf-cameriere-servo di Stark, ma non senza trovarvi un risvolto a suo favore. Al mattino si svegliava per leggere un po’, poi usciva di casa e faceva le commissioni. Si fermava a pranzo da Thor. In quelle occasioni aveva conosciuto anche Marcus: era un giovane di 35 anni, capelli corti castani, occhi chiari e alto quasi come Thor. Era simpatico e gentile e faceva degli ottimi biscotti!
In caffetteria incontrava Mr.J. e insieme discutevano dei libri che aveva letto. Dopo rincasava per lasciare i vari acquisti e poi si recava alla libreria. Le ore passavano senza che nemmeno se ne accorgesse finché non arrivava Thor a prenderlo e insieme tornavano alla Tower.
Un pomeriggio di circa due settimane dopo, tempo in cui Loki sembrava aver preso fissa dimora alla libreria, qualcosa cambiò.

« Thor» disse vedendo il fratello prima del previsto « che ci fai qui? Sono solo 16.30!» 

« Oggi il locale era vuoto e Marcus ha voluto chiudere un po’ prima, ma non volevo disturbarti. Continua pure.»

« Non ci metterò molto.» Nemmeno si accorse che il biondo si avvicinava a Mr.J.

« Mr.J. posso chiederle una cosa?»

« Certo caro ragazzo chiedi pure.»

« In realtà sarebbe più un grosso favore…»

Mentre tornavano a casa Loki raccontava a Thor dei testi che Mr.J. aveva ricevuto quel giorno. Erano davvero tanti e lui non se l’era sentita di lasciarli sistemare tutti al proprietario, così gli aveva dato una mano. 

« Sembra piacerti davvero molto quella libreria.»

« Ma certo! È così particolare e Mr.J. è davvero simpatico. Sapevi che sa anche lavorare il legno e fa delle piccole sculture che poi vende per una cosa che si chiama “beneficienza”? È un ometto pieno di sorprese!»

Thor allora si fece un po’ di coraggio. 

« Senti Loki stavo pensando…»

« Tu che pensi Thor? E ti riesce?»

« Eddai!»

« Scusa scusa non ce l’ho fatta, dicevi?»

« Ti piacerebbe fare qualcosa di più che la colf per Stark?» L’altro lo guardava interrogativo. 

«Sai in questi giorni Marcus si lamentava sempre che suo padre ha troppo lavoro e sta invecchiando così ho parlato con Mr.J. È rimasto colpito da te e dal modo in cui ti prendi cura dei libri e ho pensato che magari poteva interessargli un aiutante…così gli ho proposto di assumerti.»

« E lui che ha detto?» chiese Loki improvvisamente emozionato. 

« Ha detto che ne sarebbe ben felice! Certo a patto che non gli controlli la mente e gli ordini di mettersi a fare la scimmia davanti alla sala da tè della signora Brown…» disse ridendo. 

« Prego?» fece Loki allarmato.

Il biondo allora sospirò.

« Vedi il giorno dopo che siamo andati da lui, è venuto in caffetteria e ha detto che gli sembravi un volto familiare. Poi è entrato Stark dicendo “Ciao Dio del Tuono!” così ha ricollegato il mio volto  alla battaglia di NY.»

“E ti pareva che Stark ne combinasse una giusta?!” Pensò il moro.

« Ha fatto due più due e si è ricordato di te e di quello che hai combinato qualche mese fa alla città.»

Il moro stava raggelando. 

« E io…gli ho confermato che eri tu.»

« THOR! Ma come hai potuto?»

« Che potevo fare?»

« Mentire forse?»

« Mi dispiace, ma tra noi due quello riesce bene solo a te!»

« A quanto pare perché tra noi due sono solo io quello che ha un cervello funzionante!On no, non va bene! Come faccio a passare inosservato se tu ricordi agli altri che sono tuo fratello ergo quello che ha quasi distrutto NY?! E poi con Mr.J. Che figuraccia! Non potrò più mettere piede in quella libreria!» Era in panico e visibilmente agitato. 

« Ehm Loki…cerca di calmarti. È successo due settimane fa.»

« E con questo?!»

« Mr.J. ha avuto modo di conoscerti e ha detto che non gli sembri proprio un poco di buono come sembravi il giorno dello scontro con gli Avengers. È stato felice quando gli ho proposto di farti lavorare per lui e mi ha risposto come ti ho detto.»

« Oh! Davvero ha detto così?» chiese calmandosi. 

« Della scimmia o che ne sarebbe felice?»

« Idiota! Mi vorrebbe davvero come aiutante?»

« Se tu lo vuoi.»

Loki ci pensò un po’ su.

« Direi che almeno avrò una scusa per dire a Stark che le sue commissioni può farsele finalmente da solo! Quando posso iniziare?!»

Le settimane passavano e Loki aveva iniziato a lavorare nella libreria. Era talmente soddisfatto del suo lavoro che si era anche dimenticato di tentare la fuga dagli Avengers.
Non che in precedenza non ci avesse provato. La prima volta era stata appena tornati dall’Italia sceso dal jet privato di Tony e troppo provato da tutte quelle ore di viaggio in compagnia del miliardario.
Tony aveva fatto predisporre l’atterraggio in una pista fuori NY e approfittando del buio e dell’essere privo di catene, si era sdoppiato e aveva tentato di correre verso il bosco fuori dall’aeroporto. Fatte poche centinaia di metri però, aveva sentito un “biiiip” e un istante dopo una scarica elettrica gli aveva fatto perdere i sensi.
Si era risvegliato in camera con Thor che lo guardava con rimprovero e delusione. Aveva dovuto farlo, si era detto, perché nel momento in cui lui e Thor si erano guardati negli occhi sulla nave aveva capito di star lentamente scivolando verso un punto di non ritorno, ma lui era il Dio degli Inganni non poteva lasciarsi andare per così poco.
Qualche settimana dopo ci aveva riprovato tentando una semplice fuga dalla Tower. Peccato che scese le scale si fosse ritrovato davanti Nat, la Vedova Nera che, avendo ancora un conticino in sospeso con lui per quanto fatto a Occhio di Falco, l’aveva trascinato da Thor a calci un attimo prima che Tony gli desse una nuova scarica.  
L’ultimo tentativo era stato entrare nel laboratorio di Stark e “prendere in prestito” un paio di attrezzi per cercare di estrarsi quel chip da solo, capendo presto che sarebbe stata un’operazione troppo complicata senza i suoi poteri.
Era accaduto il giorno prima che Thor lo portasse alla libreria di Mr.J; col senno di poi si riteneva quasi contento di non essere riuscito a liberasi. 

Era passato circa un mese da quando lavorava alla “Fergusson&Steven” e quel giorno Mr.J. fece il suo ingresso in negozio più esaltato che mai.

« Ci siamo ragazzo, ci siamo!!» disse entrando con una pila di scatole più alta di lui tra le mani.

Loki lo soccorse prontamente prima che gli cadessero tutte. 

« Di che parla signore?»

« Caro ragazzo è quel momento dell’anno.»

« Cioè?» chiese Loki confuso. 

« La notte delle festa d’autunno.»

L’altro lo guardava interrogativo.

« Devi sapere che circa cento anni fa i commercianti di questo vicolo non andavano per niente d’accordo. Poi, la notte dell’equinozio d’autunno, un povero vecchio venne ritrovato infreddolito e affamato in questo vicolo. I commercianti, che in fondo avevano buon cuore, accorsero per aiutarlo, ognuno a modo suo. Il vecchio li ringraziò e disse loro che se avessero continuato con l’aiutare il prossimo e fossero andati d’accordo gli uni con gli altri, le loro attività avrebbero prosperato. Poi era sparito in una folata di vento.»

Loki ascoltava il racconto affascinato e attento.

«E così i commercianti decisero di fare ogni anno una festa per ricordare questa storia e invitarono amici e parenti…alla fine divenne un’istituzione per stare insieme e divertirsi. La festa si ripropone ogni anno nella stessa data. E anche se le attività sono cambiate nel tempo, lo spirito di quella storia è rimasto vivo. Noi commercianti del vicolo teniamo aperto fino a tarda notte per celebrare l’inizio dell’autunno e ci sono luci e fiori di cui si occupa il signor Narciss, buon cibo cucinato da Miss Brown e intrattenimento con racconti e leggende dal nostro negozio. Di solito mio figlio Marcus si occupa dei clienti mentre io insceno battaglie coi burattini, faccio il cantastorie e creo piccole sculture.»

« Tutto da solo?»

« Si beh…ormai ho sviluppato una sorta di tabella oraria eheh e poi… » disse esaltandosi ancora di più « a mezzanotte miss Brown offre la sua ottima torta di zucca e si festeggia tutti insieme l’arrivo dell’autunno. Ah e ovviamente il guadagno della serata si dona ai meno fortunati. Allora che ne dici, ci stai?»

« Certo, ne sarò felice!». Fece Loki fra lo scettico e l’incuriosito. 

« Bravo ragazzo, questo è lo spirito. Allora per iniziare dobbiamo rimettere a nuovo questo posto, pulire i vetri, spazzare, scuotere i libri. Temo che ci metteremo un po’, ma ne varrà la pena. Mi ricordo una volta nel lontano…»

Loki intanto stava iniziando a svuotare il contenuto delle scatole. E dire che fino a pochi mesi prima aveva cercato di conquistare quella città e adesso si trovava ad aiutare quell’ometto ad organizzare una festa che addirittura, in un certo modo, la riuniva. 

« E poi quest’anno Marcus si occuperà di portare cioccolata calda e aiuterà Miss Brown a servire le torte e il tè quindi tu mi darai una mano coi clienti.»

« Come? Ma si con piacere!»

Era chiaro che si stava proprio rammollendo con tutta quella disponibilità, colpa di quel vecchietto! Ma se c’era Marcus magari sarebbe venuto anche Thor a distribuire dolci e vivande. “Potrebbe essere divertente passare la serata insieme così. Sono stufo di stare in camera a leggere mentre Thor russa.” Tutto sommato l’idea non gli dispiaceva granché!
Alle 17.30 Thor si affacciò come di consueto nel negozio. « Ehi sei pronto?»

« Si eccomi. A domani Mr.J.»

« State bene ragazzi!»

Thor gli porse in un bicchierone di carta. 

« Ti ho portato un tè caldo. Ti piacerà vedrai. É un tè bianco al profumo di mandarino.»

« L’odore è buono.» Il moro ne prese un sorso: era buono davvero! « Thor, Marcus ti ha accennato alla notte delle festa d’autunno?»

« Si ne parlava questa mattina»

« E tu ci sarai?»

« Beh dovrò aiutare lui e Trudy e poi ci sarai anche tu giusto?»

« Si sarò lì con Mr.J.»

« Non lo trovi strano? Intendo, partecipare ad una festività degli umani che non sia in nostro onore.»

« Già, ti ricordi quella volta che Odino ci ha portati in Norvegia?»

« Si eravamo piccoli, ma ricordo bene il falò, la musica, la carne che arrostiva nei bracieri e tutti che gridavano a gran voce il nome di nostro padre per avere la sua benevolenza senza sapere che eravamo proprio lì, solo invisibili alla loro vista.» 

« Io ricordo che ti sei divorato un cinghiale intero e avevi solo otto anni.»

« Volevo solo evitare che quel dono andasse sprecato!»

Entrambi sorrisero a quel ricordo. 

« Stavolta credo sarà un po’ diverso Thor e sinceramente… sono curioso.»

Arrivati alla Tower trovarono Steve intento a discutere animatamente con Tony.

« Dobbiamo andarci!»

« Non posso smuovermi per qualunque problema politico del mondo Cap!»

« Tony è nostro dovere»

« Che succede?»

« Succede che tra qualche giorno ci saranno delle elezioni politiche in Europa. I capi del paese dove si svolgeranno ci hanno chiesto di presiedere perché temono un qualche attacco terroristico. Dico ma siamo impazziti? Per chi mi hanno preso? Per una guardia del corpo a chiamata? Io sono Iron man!»

«Che c’è Stark sei offeso perché qualcuno ha compreso il tuo vero potenziale?» disse Loki sarcastico.

« Non ti rispondo nemmeno!»

« È quello che speravo. Thor io vado a fare una doccia.»

« Fai con calma, io resto un po’ qui. »

«Thor» lo chiamò Tony quando il moro aveva ormai lasciato la stanza «volevo informarti che se andremo…»

« Andremo!»

« “SE” andremo Cap, non ho ancora detto si! In ogni caso verrà con me anche Capitan Ghiacciolo perciò la Tower sarà in mano tua e del piccolo cervo. Conto su di te per tenerlo a bada! Dovremmo star via qualche giorno»

« Tranquillo e poi saremo impegnati con un evento; non staremo molto a casa.»

« Che tipo di evento?» chiese Steve.

« Una festa d’autunno che organizzano i negozi per cui lavoriamo.» 

« E tu ci vai con Loki?» chiese Tony malizioso.

« Beh….si, ma dobbiamo lavorare!»

« Certo, ma un evento così è un’ottima occasione.»

« Che intendi?»

« O andiamo Thor, credi che non lo abbiamo notato? Come lo guardi, come lo tratti, il sorriso ebete che metti sulla faccia quando lui arriva!»

« Tony…» lo riprese Steve.

« Che c’è? L’hai notato anche tu! Eddai Thor tu provi qualcosa per lui…e non è certo solo amore fraterno!».

Il dio biondo era arrossito di botto.

« Io…è che ..non-non so se per lui sia lo stesso.»

« Scoprilo! E quale momento migliore di una festa in cui Loki ad un certo punto si stuferà di tutte quelle formiche sorridenti e vorrà sicuramente ritirarsi da una parte per conto suo?!»

« Ma come faccio?»

« Potresti partire facendo qualcosa di carino.» 

« Per esempio?»

« Non lo so qualcosa che a lui possa piacere, che trovi interessante! E fallo a inizio serata così poi sarà più facile. Fidati di uno che di conquiste se ne intende.»

« Ok..ci-ci proverò» disse il dio biondo dirigendosi anche lui verso la camera da letto.

« Ah Thor! Sia chiaro: al mio ritorno voglio tutti i dettagli sulla serata. Sbaciucchiamenti compresi!»

« TONY!» Steve stavolta era esasperato.

« Che c’è?»

« Che sei un borioso playboy senza rispetto dei sentimenti altrui, ecco che c’è!» fece il Capitano e se ne andò verso la sua camera.

Stark guardò Thor cercando sostegno. « Ma che ho detto?!»

Quei giorni furono pieni di lavoro e senza che nemmeno se ne accorgessero arrivò il giorno della festa.
Era tutto pronto: il vicoletto era pieno di luci e fiori bellissimi.
Tra la sala da tè e la libreria, Marcus aveva allestito un banchetto in cui servire cioccolata calda e cookies.
Fuori dalla sala da tè, davanti alle finestre dove di solito venivano esposte le torte, c’erano dei tavolinetti turchesi con delle tovaglie ricamate color crema e piattini e forchettine.
Miss Brown aveva cucinato delle torte che avevano un aspetto delizioso e c’era del tè caldo che Trudy si stava occupando di servire ai primi partecipanti della serata da delle splendide teiere di porcellana.
Mancava solo Thor. Loki lo cercò con lo sguardo, ma non lo vide da nessuna parte e temette che all’ultimo avesse trovato di meglio da fare quella sera. “No, me lo avrebbe detto! Però non riesco proprio a vederlo”. Si sentì improvvisamente un po’ triste. 

« Perchè quella faccina?»

Sussultò sentendo quella voce. Il biondo era sbucato dal negozio di fiori con un enorme mazzo di tulipani arancioni, gialli e rossi. 

« Ah ci sei anche tu allora!» Fece cercando di sembrare indifferente alla sua presenza.

« Ma certo! Stavo aiutando il signor Narciss a portare questi fiori alla signora Brown così può metterli su quei tavoli. Ti piacciono?»

« Si sono…»

« Magnifici ragazzo mio! Davvero magnifici!» La signora Brown una donna sulla sessantina, paffuta e dal sorriso dolce gli andò in contro entusiasta e prese i fiori « Grazie Thor caro!»

« Si figuri miss Brown» disse consegnandoglieli «ehm Loki, questa è per te.» Gli disse e gli porse una rosa free spirit. 

Il moro restò un momento immobile e il suo tentativo di fare il sostenuto andò in fumo. Quella rosa era bellissima e aveva delle sfumature arancio e giallo. Sembrava anch’essa un piccolo capolavoro d’autunno.

« Oh Thor…»

« Ho pensato che potesse piacerti e  c-credo sia in tema con la serata…Loki va tutto bene?»

Loki stava guardando la rosa con gli occhi leggermente lucidi: era commosso da quel pensiero, ma non sapeva spiegarsi perché. 

« Si Thor va tutto bene» gli disse con un sorriso che l’altro ricambiò. 

« Allora qual è il piano della serata di Mr.J.?»

« Credo che volesse iniziare con…»

« Ehilà ragazzi» esordì un Mr.J. vestito come una sorta di folletto dei boschi. Indossava una camiciola bianca, delle bretelle rosse, dei pantaloni sul beige di stoffa morbida e molto larghi, che finivano dentro a dei calzettoni; poi scarpette a punta, una giacchetta marrone in velluto e un buffo berretto rosso che gli ricopriva le orecchie. Sembrava uscito da uno dei libri di fiabe del negozio. 

« Mr.J. come sta?»

« Mai sentito meglio ragazzi miei! Loki è tutto pronto?»

« Si tutto pronto e sotto controllo.»

«Eccellente ragazzo mio…bene se non vi dispiace ho un pubblico che mi attende» disse sistemandosi le bretelle e tutto impettito si diresse nel negozio.

La serata fu piacevole. Mr.J. inscenò una battaglia di burattini da lui scolpiti, poi costruì una sorta di tenda con colonne di libri e con un lenzuolo sopra dove grandi e piccoli si andarono a sedere per ascoltare ogni sorta di leggenda. Loki intanto serviva i clienti, ma ogni tanto gettava l’occhio fuori dalla libreria dov’era Thor che col suo sorriso gentile serviva i clienti. Non riusciva a smettere di pensare alla rosa di poco prima e a lui che era stato così dolce…“Concentrati!” Non doveva pensarci! 

Erano ormai le 23.30 e, dopo aver trasformato la libreria in un campo di battaglia, Mr.J. stava parlando con conoscenti e amici davanti alla sala da tè di Miss Brown. Thor entrò nel negozio ormai vuoto; come aveva detto Tony, Loki non si era unito alla folla fuoristante e stava pian piano facendo ordine. 

« Ehi!»

« Ehi» disse l’altro sollevando lo sguardo dal suo lavoro «avete finito le scorte di cioccolata e cookies?»

« No Marcus ne ha preparate per un esercito…ma mi mancava un cliente fondamentale e ho pensato che dovessi fare una pausa.» Gli porse una tazza di cartone con della cioccolata fumante, della panna e gli immancabili zuccherini a forma di cuoricino. 

« Grazie!»

« Allora come hai trovato questo evento mondano?»

« Non è male devo ammetterlo.»

« Come mai non sei fuori con gli altri?»

« Ho detto “non male” Thor non che mi sono completamente rimbambito…e poi guarda che disastro!»

«Ci puoi pensare domani no?» ma l’altro non demordeva « E va bene allora vuoi aspettare qui l’arrivo della mezzanotte?»

« Preferisco…e intanto metto a posto le colonne del “tempio delle leggende”.»

« Haha si quello è stato divertente, quell’uomo ha un enorme immaginazione.»

« Si questo posto è pieno di una sorta di...magia. Posso avvertirla intorno a me.»

« Sono contento. Speravo che questo posto ti facesse sentire un po’ a casa.»

Loki che fino ad allora aveva fatto finta di nulla, capì che non avrebbe resistito oltre. Finì di riporre un libro in uno scaffale, poi si fermò e sospirò.

« Thor per-per quanto sia estremamente imbarazzante e un po’ avvilente per me ammetterlo io…volevo ringraziarti.»

« Per la rosa? Ma io…»

« No, non per la rosa….per tutto questo.» disse serio, ma imbarazzato « Questo lavoro, una vita non dietro le sbarre, la possibilità di redimermi. Sono cose che non avrei mai fatto se fossi rimasto rinchiuso nelle segrete di Asgard. Invece da quando sono qui non ho più nemmeno avuto voglia di scappare. E per la prima volta, dopo tanto tempo, mi sento bene! Quello che sto cercando di dirti è…che sono felice di quello che hai fatto per me.»

Thor aveva il cuore che batteva forte; era il momento di dire la verità.

« No, io… volevo farlo…»

« Che vuoi dire?»

« Loki è stato egoista da parte mia proporre a padre l’esilio. Avresti potuto rimanere in prigione, ma coi tuoi poteri. Qui invece…ne sei completamente privo da mesi.»

« Thor ti prego…»

« No lasciami finire. Ho fatto ciò che credevo ti avrebbe tenuto vicino a me perchè» gli si fece un po’ più vicino « per quello che provo per te…Loki io credo di…»

L’altro lo guardò con occhi sbarrati, anche il suo cuore aveva accelerato il ritmo; “Thor”.

Il biondo lo guardò un altro istante e il coraggio gli mancò di nuovo. 

« Scusa non volevo…»e abbassò lo sguardo. 

« Sei il solito idiota Thor! Non hai bisogno di scusarti perché» prese un respiro «perché la verità è che anche io provo qualcosa per te e credimi questo mi sconvolge…e ho paura.»

« Di cosa?»

« Di fare qualcosa di avventato e di solito, tra noi due, non sono io a fare cose avventate. Io ho sempre tutto sotto controllo, ma quello che provo per te… »si stava agitando « È sconvolgente!Non ha una logica so solo che lo provo e basta, ma non è da me! Non-non era calcolato che mi innamorassi di te!»
L’aveva detto. Alla fine era stato lui, il Dio dell’Inganno ad aver trovato il coraggio di essere onesto sui suoi sentimenti. Thor lo fissò un momento immobile, poi si avvicinò a lui. Le loro labbra pericolosamente vicine. Gli prese il volto tra le mani.

« Fortunatamente per entrambi, io adoro fare cose avventate.» E finalmente lo baciò. 

Fu un bacio intenso, ma delicato allo stesso tempo. Le loro labbra si cercavano dolcemente e quel contatto diceva tutto il non detto di anni, rompeva i muri di silenzio e raccontava di tutto l’amore che avevano taciuto fino ad allora. In quell’istante c’erano solo loro, le loro labbra ed i loro respiri. Non avevano mai provato niente di più bello. Era come se una magia potente stesse incantando i loro cuori, legandoli irrimediabilmente. Forse quella notte aveva davvero qualcosa di magico dopotutto.
Alla fine dovettero riprendere fiato e semplicemente….si sorrisero.

« Ho aspettato tanto di poterlo fare»

« Ed io che tu lo facessi.»

« Ehi!»

I loro sguardi erano persi l’uno negli occhi dell’altro. Si avvicinarono per un nuovo bacio, ma furono interrotti un attimo dopo. 

« Ragazziiii» La voce di Mr.J. li richiamò  «Coraggio è quasi mezzanotte! Correte fuori!»
I due si guardarono e si sorrisero poi, insieme, si diressero dagli altri. 

Arrivò la mezzanotte e tutti mangiarono insieme la torta di zucca di Miss Brown e bevvero tè e cioccolata calda. Le persone erano felici, i volti sorridenti. Trudy si avvicinò a Loki e gli porse una fetta di torta; ormai l’aveva conosciuta bene a forza di pranzi in caffetteria e battutine che i due facevano su Thor ed i suoi capelli perfetti; dopo tutto quella ragazza gli piaceva. Verso l’1.00 Thor gli si avvicinò. 

« Andiamo a casa?»

« Si, sono proprio stanco!»

Salutati tutti si diressero verso la Tower, le mani vicine a sfiorarsi appena. Una brezza autunnale si sollevò e li avvolse. Loki rabbrividì leggermente; Thor allora gli passò un braccio attorno al fianco e lo strinse a sé.

« Va meglio?»

« Adesso si!»

Tony e Steve alla fine erano partiti e si trovavano ancora in Europa. Quella sera alla Tower non c’era nessuno tranne loro due, che distrutti si diressero direttamente a dormire.
Una volta a letto Thor avvolse Loki nel suo abbraccio. L’altro lasciò che lo stringesse e gli si accoccolò contro.

« Thor?» fece Loki nel buio. 

« Si?»

« Credi che funzionerà?»

« Lo spero con tutto il mio cuore.»

Lentamente, cullati dai loro respiri, si addormentarono.

 

 

 

 

Note

Ciaooo a tutti!
Correggendo questo capitolo mi sono accorta che forse è un pochino lungo e sempre forse, ma dico forse, ad alto rischio di diabete tra tutte quelle torte, biscotti, bevande al cioccolato e occhi a cuoricino.
Ma vi annuncio che rimarremo su questo filone perciò preparatevi!
A tutti buona lettura e al prossimo capitolo =)

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Segreti e sorprese... ***


Segreti e sorprese…

Erano circa le 7:30 quando Loki si svegliò. Thor lo teneva ancora stretto tra le braccia.
Credendolo profondamente addormentato, posò su quelle labbra perfette un lieve bacio; bacio che fu immediatamente corrisposto. 

«Mmm Thor» mormorò contro le sue labbra. 

« Buongiorno, dormito bene?» chiese il biondo sorridendogli. 

« Si e tu?»

« Mai stato meglio» disse mentre gli baciava prima la tempia, poi dietro l’orecchio, poi il collo. Baci  lievi e delicati che si facevano lentamente sempre più intensi. 

« Thorrr vacci piano!»

« Mmm devo proprio?»

« Direi che per iniziare è sufficiente!»

« Scusa mi sono lasciato prendere» incatenò lo sguardo alle iridi smeraldo dell’altro che brillavano come non le vedeva da tanto tempo « sei bellissimo.»

« Certo certo» fece Loki alzando gli occhi al cielo «ma non devi andare a lavoro?»

« Ancora cinque minuti» e per tutta risposta se lo strinse contro.

« Thorrr?»

« Si? »

L’altro lo guardò maliziosamente.

« Sai cosa penso?»

« No, perché non me lo dici?»

Loki allora si avvicinò alle sue labbra ed iniziò a dargli dei baci accennati, ma sensuali; le mani a posarsi sul petto del biondo. 

« Penso che» gli sussurrò «devi toglierti di qui e lasciarmi il letto libero come ogni benedetta mattina!» E lo spinse via fin quasi a farlo cadere dal letto. 

« Ehi! Una semplice richiesta sarebbe bastata!»

« Ma così è più divertente, ed ora fila.»

Il biondo gli si avvicinò; l’altro lo guardò interrogativo « Non me lo dai un bacio?»

Loki sorrise« Avrai il tuo bacio quando te lo sarai meritato lasciandomi riposare in pace.» E si mise comodo sotto le coperte.
Il biondo sbuffò, ma decise di arrendersi e datogli un veloce bacio tra i capelli corvini, lo lasciò riposare. 

Più tardi anche Loki si alzò ed andò in negozio. Nonostante fosse rimasto sinceramente colpito dalla festa (“Soprattutto dal finale”, si disse) molti dei libri utilizzati la sera prima erano ancora abbandonati qua e là e gli ci volle quasi tutto il giorno per riordinare la libreria.
Era già abbastanza stanco quando, per di più, quella sera Thor lo venne a prendere più tardi del solito.
Loki lo vide arrivare  ed incrociò le braccia «Sei in ritardo…stavo per tornare a casa da solo. »

« Scusa avevo delle cose da fare.» Si giustificò il biondo. 

« Ovvero?» Ma solo una volta arrivati alla Tower scoprì il motivo di quel ritardo. 

Ad attenderli trovò un tavolo ben apparecchiato davanti alle vetrate del salone, con tanto di candele a creare l’atmosfera. 

« Sorpresa!»

« Wow sei più sentimentale di quello che pensassi.»

« Ma insomma!»

« Ma scusa ci siamo baciati solo ieri e oggi organizzi una cena romantica?»

« Ma stasera abbiamo ancora la casa tutta per noi!»

«Touché, avevo dimenticato che la coppia più bella del mondo rientra domani sera. Però non manca qualcosa?» gli diede un bacio sulla guancia.

«Cioè?»

«La cena?»

« Oh giusto! Sai avevo un po’ da fare qui e così…»

DRIIINNN.

« L’ho ordinata da asporto!» e si diresse alla porta. Pochi minuti più tardi rientrò con due grossi sacchetti di carta. «Ehm è da un po’ che volevo provare quella cosa che i midgardiani chiamano “sushi”! E così ho preso un po’ di tutto.»

“Sento puzza di disastro” si disse il moro e non ebbe di certo tutti i torti. 

Infatti il primo commento di Thor fu che il negozio doveva aver sbagliato ordine e scordato una parte della loro cena perché quelle minuscole fettine di pesce non gli sarebbero bastate nemmeno come antipasto.

«E questi?» Aggiunse poi rivolto alle bacchette di legno.

« Servono per mangiare, guarda, ci sono le figure» gli rispose il moro. Ovviamente a lui ci volle poco per padroneggiare la tecnica e imparare a gradire quella nuova pietanza, ma quasi si strozzò nell’osservare il fratello: il biondo infatti aveva infilzato con poca eleganza un nighiri di salmone e lo osservava disgustato. 

« Thor se non ti piace non devi mangiarlo per forza.»

« N-No va bene.» Disse mandando giù a fatica un boccone, ma non era troppo convinto.

Loki lo guardava divertito, ma il suo sguardo era dolce e decise che era il caso di intervenire. 

« Che ne dici di ordinare un hamburger?»

« Si ti prego!» 

Quando poco più tardi arrivarono i due hamburger, Thor si avventò immediatamente sul suo. 

« Ehi vacci piano Dio del Tuono, non scappa mica.»

« Scusa, ma ho una fame!»

« Tieni allora, prendi anche il mio» e gli porse il suo che ancora non aveva aperto. 

« Ma tu…»

« Credo che finirò il sushi per stasera» e continuò a mangiarselo di gusto. 

« Accidenti il vino!» Thor si diede una pacca in fronte e corse a prendere una bottiglia di vino bianco che aveva messo in frigo. Tornò guardando sconsolato la bottiglia tra le sue mani.

«Mi dispiace stasera sono stato un vero disastro.»

Loki allora posò le mani sulle sue « Un bicchiere di vino lo berrei volentieri.»
Quel tocco bastò per far tornare a Thor il buonumore, così stappò la bottiglia e riempì due bicchieri. 

« Allora alla nostra prima disastrosa cena romantica.»

« E la prossima volta lascia scegliere le pietanze a me » Aggiunse il moro con una strizzatina d’occhio, poi bevve.  « Mm però! Un altro furto alla cantina di Stark?»

« No, questa volta ho deciso di comprarlo. Sai per evitare che Tony decidesse di trasformare il tuo elmo in un cavatappi per vendetta.»

« Deve solo provarci!»

Iniziarono a parlare della loro giornata e Loki finalmente poté esprimere tutta la sua frustrazione. 

« Se avessi avuto i miei poteri ci avrei messo un attimo a mettere a posto tutti quei libri.»

Thor intanto lo ascoltava, ma non riusciva a scollargli gli occhi di dosso. 

« Thor smettila di mangiarmi con gli occhi! Non ti sono bastati due hamburger?»

« Non ci riesco. Non posso fare a meno di guardarti.»

« Ah si?»

Loki si alzò suadente, fece il giro del tavolo e si sedette a cavalcioni sulle sue gambe.

« Allora dimmi cosa vedi.»

Thor ci pensò su continuando a guardarlo. 

« Vedo un giovane bellissimo, con occhi più brillanti di una pietra preziosa. Vedo un uomo che ha sofferto molto, ma che si sta impegnando per dimostrare a tutti il suo valore. E ne sono orgoglioso» qualcosa intanto si strinse nello stomaco del moro «vedo l’uomo che amo e mi do dello stupido perché l’ho sempre amato, ma non sono stato capace di dimostrarglielo prima…non abbastanza.»

« Thor non ricominciare…» 

« No Loki. Sono stato uno stupido e l’ho capito davvero solo quando ti ho perso su quel ponte.Non ti avevo mai dimostrato il mio amore ed ero troppo orgoglioso per ammetterlo e sembrarti debole…uhm!» Loki lo aveva zittito con un bacio.

« Mi piace sai… questa cosa che ti dai dello stupido da solo.» Soffiò malizioso sulle sue labbra.

« Se vuoi posso continuare…»

« Oppure potresti stare zitto.» Subito immerse le mani tra i capelli biondi dell’altro e lo tirò a sé in un nuovo bacio. I baci si fecero più intensi mentre le mani di Thor, dapprima solo appoggiate sui fianchi del moro, incominciavano a farsi strada sotto il golfino nero dell’altro.

« Loki…» mormorò. 

« Thor…Non qui!» ansimò l’altro in un soffiò contro le sue labbra. 

« Hai ragione, scusa» e del tutto inaspettatamente se lo caricò in spalla, si alzò e si diresse verso la loro camera.

«Thor mettimi giù! Cosa credi di fare?! Guarda che non mi faccio trattare come una qualunque delle tue amanti!» 

Ormai in camera Thor lo mise a terra, ma se lo trattenne contro per i fianchi.
« Sai che non potrei mai nemmeno pensarlo» gli sollevò delicatamente il mento guardandolo «Non potrei mai mancarti di rispetto.» 

« Thor…» ebbe appena il tempo di sussurrare il suo nome prima che le sue labbra venissero rapite in un nuovo bacio.

Dopo di che annullarono la distanza che li separava dal letto e si dimenticarono di tutto ciò che li circondava trasportati solo dai loro respiri e dai battiti dei loro cuori. 

Il mattino seguente il cielo era terso, non c’erano nuvole e il sole iniziava timidamente a comparire con le prime luci dell’alba. Appoggiato su un fianco Thor guardava Loki dormire sereno. Nella sua mente balenavano ancora i ricordi della notte precedente.
Alla fine l’avevano fatto…l’amore, ed era stato qualcosa che si era impresso nel loro cuore e nelle loro anime.
All’inizio le loro mani erano state esitanti come se temessero di sbagliare qualcosa in quel momento così intimo e tanto atteso. Poi Thor aveva preso a baciare il collo dell’altro, dolcemente, ma con desiderio crescente e poco a poco era diventato tutto più intenso e semplicemente meraviglioso.
Mentre i loro corpi si univano diventando una cosa sola piccole scintille di elettricità attraversavano le mani del Dio del Tuono provocando al compagno dei leggeri, ma sconvolgenti brividi ad ogni tocco.
Loki ripeteva ansimando il nome dell’altro e lo teneva stretto a sé; si erano cercati, amati e infine all’apice di quella passione avevano chiamato i loro nomi a vicenda.
Loki allora era ricaduto di schiena sul letto e Thor non aveva staccato gli occhi dai suoi un solo attimo mentre riprendevano fiato. Poi aveva posato leggero bacio sulla sua fronte « Stai bene?» aveva chiesto apprensivo, ma il moro con un sorriso e un colpo di reni aveva ribaltato le posizioni «Tu che dici?»
Era stato colto di sorpresa, Thor, e in quel momento il suo solo desiderio era stato che l’altro lo facesse suo e Loki l’aveva subito esaudito.
Fino ad allora non aveva mai provato nulla di simile: mai nessuno era stato in grado di rapirgli l’anima come Loki e probabilmente nessuno che non fosse Loki ci sarebbe più riuscito.
Solo dopo diverse ore di continuo concedersi l’uno alle cure dell’altro erano, infine, crollati esausti.
Era notte fonda ormai, mentre se ne stavano abbracciati cercando di riprendere fiato; tutto intorno era calmo e silenzioso. 

« Thor?» La voce di Loki era appena udibile e Thor non lo avrebbe mai sentito se in quel momento il suo orecchio non fosse stato così vicino alla sua bocca. 

« Mmm?» gli rispose mentre le palpebre gli si facevano sempre più pesanti. 

« Ti amo…» 

Il biondo aveva perso di colpo tutto il fiato riacquistato e il suo cuore doveva essersi fermato per un momento; poi, fatta leva sui gomiti, si era girato verso Loki incatenando lo sguardo al suo e accarezzandogli il viso. Non aveva mai visto nulla di più bello in tutti i Nove Regni.

« Anche io…anche io ti amo.»

Un sorriso e poi avevano sigillato quelle parole che suonavano quasi come una promessa con un bacio dolce.

Immerso nei ricordi aveva iniziato ad accarezzare distrattamente la schiena del compagno che mugugnò appena; Thor gli posò un bacio sulla fronte che fu sufficiente perché il moro si svegliasse e iniziasse a stiracchiarsi. 

« Buongiorno»

« Thor» fece Loki ancora mezzo addormentato «che ore sono?»

Thor gli si avvicinò un po’ di più così che l’altro potesse appoggiare il viso sul suo petto «è presto riposa ancora un po’» e con un braccio gli cinse le spalle.
Loki inspirò profondamente « No, sono sveglio.»

« Oh si lo vedo» gli sorrise «Sai stanotte eri così…»

« Thor ti prego non dire cose di cui ti potresti pentire» gli intimò Loki. 

« Perché?»

« Sei troppo sdolcinato.»

« Ah la pensi così?» lentamente prese a solleticargli il collo con le dita.

« Thor smettila!» Tentò di sembrare infastidito l’altro, ma non gli riuscì bene. 

« Solo se dai a questo sdolcinato un bacio del buongiorno.»

« No» e si tirò le lenzuola fin sopra la testa.

« Allora non mi dai scelta » in un attimo Thor gli fu sopra e Loki d’istinto tolse il lenzuolo dal viso.

« Thor che stai facendo?»

Thor aveva preso a baciargli il ventre ancora coperto dal lenzuolo. Fingere fastidio in quel momento sarebbe stato inutile e anche il suo corpo diceva tutt’altro.

« Ti do il buongiorno.»

« Mmm, ma non devi prepararti per il lavoro?»

« Ho ancora tempo e poi sei così caldo stamattina.»

Nonostante il lenzuolo il moro avvertiva distintamente ogni bacio dell’altro che per di più stava pericolosamente scendendo.
Cercò di recuperare il controllo di quella situazione che di lì a poco gli sarebbe di certo sfuggita di mano. 

 «Thor…» gli sussurrò. Il biondo si staccò guardandolo. «Non fare il maniaco!» e gli tirò una cuscinata in pieno volto. Guadagnati quei pochi secondi ne approfittò per sgusciare via; scese dal letto e si diresse in bagno. 

Thor dapprima lo seguì solo con lo sguardo, poi decise di raggiungerlo.
Loki stava osservando nello specchio il suo corpo: era pieno di segni lasciati dall’altro la notte precedente. Un sorriso gli comparve sul volto a quel ricordo, ma improvvisamente il biondo lo cinse da dietro e iniziò a riempirlo di baci sulle spalle.

 «Thor!»

«Che c’è? Devo farmi una doccia prima del lavoro….E una bella doccia calda per iniziare la giornata farebbe bene anche a te.»

Loki capì subito le sue intenzioni. 

« Vorresti farla insieme?» Chiese guardando nello specchio la figura dietro di lui. 

« Perché tu no?»

Stava diventando difficile fargli resistenza e il suo corpo stava lentamente reagendo a tutta quella situazione. 

“Non penserà che gliela dia vinta così!” Senza pensare si voltò di scatto verso di lui e lo allontanò. « Sei davvero terribile!»

Il biondo osservò la sua figura un momento, poi sorrise e gli si fece nuovamente vicino.

« Sei sicuro?» gli sussurrò all’orecchio «Perché non sembri proprio pensarla così.»

Loki arrossì di botto, ma non ebbe il tempo di ribattere che Thor prese a baciarlo con foga e portate le mani sotto le sue cosce, lo sollevò strappandogli un gemito soffocato. Poi, con le gambe di Loki strette intorno ai fianchi, si diresse nella doccia senza smettere un attimo di baciarlo. 

“Accidenti a te Thor!”


« Allora ci vediamo per pranzo?» Loki aveva addosso solo un paio di pantaloni ed era scalzo nel salone della Tower mentre guardava Thor mettere le scarpe pronto per andare a lavoro.

« Sai dove trovarmi» gli rispose Thor con un sorriso e alzandosi gli circondò i fianchi con le braccia. L’altro invece gliele portò al collo prima che si scambiassero un bacio lungo ed intenso.
Non si accorsero che la porta dell’ascensore si apriva rivelando due ulteriori presenze nella casa  e probabilmente avrebbero continuato così se un certo capitano per lo stupore non avesse fatto cadere lo scudo; si voltarono di scatto. 

« Non volevamo disturbarvi, continuate pure vi prego.» Esordì Tony. 

« Tony!»

« Che c’è? Ah giusto! Cap si scusa per avervi interrotto.»

« Sei un pervertito Stark, da quanto eravate lì?» domandò Loki acido. 

« Il tempo necessario per apprendere che avete passato dei giorni piacevoli in nostra assenza. A quando le nozze?»

« Tony!» Insistette Steve.

« Credevo sareste rientrati stasera.» disse Thor. 

« Si, ma ecco ieri sera abbiamo partecipato ad una festa di fine elezioni e forse abbiamo» ma si corresse ad uno sguardo truce di Steve « ok ho alzato un po’ troppo il gomito ed ho arrecato qualche danno ad una costosissima villa d’epoca. Quindi abbiamo pensato che fosse meglio levare le tende.»

Tutti lo guardarono allibiti. 

« Che c’è?! Manderò un assegno in bianco corredato dalle mie più sentite scuse.»

« Oh certo! Che galantuomo!» Lo attaccò Loki.

« Parla quello che si stava sbaciucchiando il fratello senza alcun ritegno nel mio salone!» 

Era chiaro che i due stessero per iniziare un’altra delle loro discussioni epiche e Thor decise di tirarsene fuori. Sorrise al moro posandogli un bacio tra i capelli e si avviò all’uscita.
Non appena il semidio ebbe lasciato la stanza, Tony espresse ciò che più gli premeva da quando era entrato in casa. 

« Sgancia Cap, ho vinto!»

« Cosa avresti vinto Stark?» Chiese Loki prima di osservare il ghigno compiaciuto dell’altro « Non avrete mica scommesso su di noi?»

« Non direi una scommessa, direi piuttosto una constatazione a sfondo remunerativo…comunque Rogers paga pegno! Avevo detto sarebbe successo.»

« In realtà Tony» esordì Steve con convinzione «tu avevi detto che sarebbe successo “prima o poi”, io che sarebbe successo prima del nostro ritorno dall’Europa. Ci sono andato più vicino e direi che questa vittoria va a me.»

« Anche tu? Davvero?!»

Steve arrossì imbarazzato.

« Comunque stasera» continuò Tony imperterrito «tu e la tua nuova fidanzatina tenetevi liberi: abbiamo portato delle specialità europee. Certo sempre che non siate troppo impegnati a sussurrarvi dolci paroline…»

Loki mise su un sorrisetto tirato «Sai cosa ti dico? Adesso me ne vado in camera mia, ma dovresti guardarti le spalle Stark, perché la mia vendetta sarà tremenda.» E anche lui lasciò la stanza. 
Steve allora si avvicinò a Tony.

« Si sarà offeso?»

« E temi che riversi la sua ira pubblicando sui giornali foto di te che sforni dolci? No, gli passerà; comunque ora devo andare a riposare e riprendermi dal jet lag.»

« Buona idea. Anche io sono un po’ stanco»

« Bravo Rogers, vai a dormire mentre io mi intrattengo con del sano gossip! Jarvis?»

« Si signore?»

« Manda le registrazioni di questi ultimi due giorni nel mio laboratorio.»

« Tony non puoi fare una cosa del genere!»

« E perché no? è casa mia. E poi pensaci: magari Loki da Dio delle Malefette qual è potrebbe aver sedotto riccioli d’oro con un qualche trucchetto magico e noi ne saremmo del tutto all’oscuro. Non vorrai far correre a Thor questo pericolo?»

« Registrazioni inviate signore»

« Oppure potresti semplicemente farti gli affari tuoi per una volta!»

Il miliardario lo guardò un momento poi alzò le spalle. 

« No, è più divertente così!» 

E si diresse al laboratorio. 


Da quel giorno le cose semplicemente…cambiarono, ma in meglio.
Thor e Loki di solito si svegliavano abbracciati e il più delle volte non potevano fare a meno di  fare l’amore. Le giornate si facevano più fredde e benché Loki fosse un gigante di Ghiaccio, non c’era mattina in cui prima di uscire Thor non gli portasse del tè caldo prima di andare a lavoro; era diventata una cosa loro, una piccola attenzione per iniziare bene la giornata.
Convennero presto di parlare della loro relazione anche ai colleghi e, con enorme sorpresa di Loki, Mr.J. ne fu particolarmente entusiasta.

«Bravo ragazzo! Sono davvero felice per voi!» gli disse l’ometto « Sono sicuro che avrete futuro e quando io dico una cosa non sbaglio puoi starne certo!» 

Vedendo Loki felice e sereno, Thor decise che fosse il caso di aggiornare la madre sullo sviluppo dell’esilio, magari tralasciando giusto qualche piccolo dettaglio!
Andò su Asgard un pomeriggio di novembre e le raccontò di come Loki si stesse ambientando bene: era riuscito a farsi degli amici, aveva trovato un lavoro che gli piaceva e i clienti lo apprezzavano.
Frigga se ne rallegrò, ma qualcosa la preoccupava; Thor dal canto suo, preso com’era dal suo racconto, non vi fece particolarmente caso.

« E ha conosciuto qualcuno di speciale?»  chiese ad un certo punto sua madre. 

« Ehm…direi che qualcuno c’è, ma penso che non vorrebbe ti dessi troppi dettagli. Sai com’è  fatto Loki.»  

« Ma certo mio caro.» 

Quella risposta diede conferma alla regina che era venuto il momento di rivelare un ultimo segreto al figlio minore, ma da donna saggia qual era decise che avrebbe ragionato bene sul da farsi.
Sotto minacce di Loki, prima di tornare su Midgard, Thor doveva recuperare alcuni libri che il moro gli aveva chiesto. Nel dirigersi in biblioteca passò davanti alla camera del fratello e avvertì la voglia di entrarvi; era chiusa da molto tempo. Spinse appena la porta che si aprì senza difficoltà.
Il letto a baldacchino con le tende verdi e dorate era ordinato; non si poteva dire lo stesso per la  scrivania su cui regnavano un mare di carte aperte e ovviamente libri sparsi ovunque.
Thor pensò alla loro camera sulla Terra: dopo aver riempito anche la loro scrivania Loki si era esteso al resto della Tower lasciando ogni giorno nuovi libri ovunque in giro per casa. Alla fine Tony aveva dovuto dargli un piccolo ufficio dove a volte Loki si rinchiudeva fino a tarda notte per studiare i suoi testi. 

“In questo di certo non cambierà mai!” Sorrise a quel pensiero e distrattamente alzò gli occhi su uno scaffale. Fu allora che vide una cosa che aveva completamente dimenticato; la prese e decise che l’avrebbe portata al fratello. 

Quella stessa sera i due semidei decisero di uscire a mangiare una pizza con Trudy e Marcus.
Quest’ultimo però non si sentì troppo bene, e così Trudy lo riaccompagnò a casa presto mentre Loki e Thor optarono per fare due passi prima di rientrare. 

« Che ne dici di un giro a Central Park?»  propose il biondo.

« E va bene, ma prima voglio fermarmi in un bar e prendere qualcosa di caldo.»

« Hai freddo?» 

« Certo che no! Diciamo solo che ne ho voglia.» 

Entrarono nel primo bar sulla strada e una volta armati di cioccolata calda con doppia panna si diressero al parco. Non passò molto tempo che Loki si sentì improvvisamente stanco e volle sedersi su una panchina.
Gli era rimasta un po’ di cioccolata sul labbro inferiore e Thor trovò fosse il caso di rimuoverla con un bacio. 

« Dai Thor!» 

« Che c’è? Ti eri sporcato, volevo essere gentile.» 

« Ah si? Hai un modo strano di dimostrare gentilezza.» 

Il biondo sorrise «A proposito ho una cosa per te. L’ho presa in camera tua oggi.»

Infilò una mano nella tasca interna della sua giacca e gli porse il contenuto: era una piccola bambola di pezza a forma di lupo.

« Fenrir!» 

« Ho pensato che ti facesse piacere averlo con te. Da piccolo non te ne separavi mai.» 

« Si ma eravamo piccoli Thor! Ora cosa potrei farci? Abbracciarlo di notte? Ho già un orso nel mio letto!» Scherzò il moro. 

« Chissà magari potrebbe servire un giorno.» 

« Che vuoi dire?» domandò il moro interrogativo.

« Nel caso in cui…noi due avessimo….non so…» 

Loki afferrò subito il discorso e spalancò gli occhi incredulo.

« Dico ma ti sei fulminato da solo? Stai pensando a dei figli?» 

« Perchè no? Secondo me saresti un ottimo papà.» 

« E da dove ti viene questa brillante deduzione?» 

« Oh andiamo! I bambini che vengono al negozio ti adorano, conosci tante storie e sei molto dolce con loro. Ti ho visto! Secondo me saresti bravo anche con un bambino tuo.» 

« Certo e che mi dici dei miei esempi di figura paterna? Ti ricordo che un padre mi voleva usare come merce di scambio o strumento di pace o come ti pare…e l’altro mi ha abbandonato in un tempio di ghiaccio!» Si fece di colpo serio. 

Thor dapprima si zittì temendo di aver fatto un errore poi essendo per natura testardo tentò un’altra strada. 

« Si, però nostra madre…»

« Smettila Thor! Sai come la penso e poi…»aggiunse mentre si rigirava il pupazzo tra le mani «non è possibile.» 

« Perché sei un uomo? Potremmo sempre adottare.» 

« Probabilmente non cambierebbe nulla comunque.» 

Aveva un’espressione pensierosa e…triste.
Il biondo a quel punto capì di aver esagerato e di dover rimediare.

«Mi dispiace, non volevo darti pensiero. Lasciamo perdere adesso.» Gli diede un bacio sulla tempia e se lo strinse contro decidendo che era meglio far cadere l’argomento, almeno per il momento.


Erano ormai passati poco più di due mesi dalla festa d’autunno e dicembre era alle porte. Fuori iniziava il primo nevischio ed era difficile trovare le forze per alzarsi dal letto… in particolare quella mattina in cui gli ansimi di Loki riempivano la stanza. 

« Thorrrr»

Il Dio del Tuono non avrebbe saputo descrivere cos’era capace di provargli l’altro in quelle particolari situazioni…soprattutto quando Loki chiamava il suo nome.

« Aaah…Thoorrr!»

Quella voce sensuale…era come una droga, una meravigliosa droga capace di mandarlo sempre più in estasi attimo dopo attimo e quelle labbra tanto invitanti…

« Thor ti-ti preg-mmm»

Il biondo non resistette oltre e le rapì in una bacio intenso.
Poco a poco i gemiti di Loki si fecero sempre più intensi contro le sue labbra finché al culmine di quella passione quasi gli mancò il respiro. 

« Lo-Loki» riuscì a mormorare il biondo staccandosi appena da lui prima di crollare esausto col compagno sul materasso. 

Dopo aver ripreso fiato Thor accarezzò con dolcezza il viso di Loki. Una cosa che entrambi adoravano, era riposare insieme dopo aver fatto l’amore e così il moro si strinse a lui e chiuse gli occhi lasciandosi avvolgere dal calore dell’altro; purtroppo Thor lo riscosse subito. 

« Tesoro devo andare a lavoro.»

 «Ma come di già?»

« Ti sei svegliato più tardi del solito…devo andare o farò tardi.»

« Ma non vuoi rimanere ancora un po’ qui con me? Marcus non si arrabbierà se per un giorno fai tardi.» Sussurrò mentre gli baciava lascivamente il collo. 

« Loki sai che non posso.» Disse Thor; stava cercando di resistere, ma con scarsi risultati. 

Odiava dover scappare via; purtroppo però erano già diverse settimane che Loki si svegliava più tardi la mattina e quella condizione di fuga si verificava sempre più spesso. Inoltre era da un po’ che aveva iniziato a… 

« E va bene, vai allora!» Lo cacciò l’altro stizzito.

« Ma che ti prende adesso? Ahia!»

« Sparisci Thor Odinson! Non vogliamo che arrivi tardi a lavoro per accendere la macchina del caffè.» E si immerse sotto le coperte. 

…Comportarsi così!
Il moro passava da momenti di dolcezza a momenti di rabbia, poi tristezza e poi ancora rabbia, poi era felice come se non fosse accaduto nulla così che ogni volta lasciava Thor in uno stato di confusione totale. 

« Allora…a più tardi?» Nessuna risposta. Il biondo sospirò ed inizio a vestirsi per uscire. 

Stava ormai per chiudere la porta della camera quando l’altro lo richiamò.

« Thor vieni qui un momento.» 

Non appena il biondo lo raggiunse e gli si fece vicino, il moro uscì dal suo nascondiglio; si sollevò e tirandolo per la maglia gli diede un bacio sensuale e provocante.

« A più tardi.» Soffiò malizioso contro le sue labbra. 

« Ce-certo.» Rispose Thor un po’ sorpreso. Ecco: un attimo prima era acido e un attimo dopo sembrava che non fosse successo nulla e lui…accidenti lui doveva correre a lavoro!

Diverse ore più tardi in libreria, Loki si concedeva uno sbadiglio tra un cliente e l’altro mentre Mr.J. lo guardava perplesso. Era sempre stato un giovane lucido e sveglio, ma da qualche settimana qualcosa non andava. 

« Ragazzo stai bene? Ultimante mi sembri davvero troppo stanco.»

« Scusi Mr.J! Lo so che è assurdo, ma ultimamente… mi sento a pezzi.»

« Potrebbe essere il cambio di stagione. Qui è una cosa comune non sentirsi troppo bene. Sai potresti provare con delle vitamine.»

L’altro lo guardava interrogativo. 

« Ehm come te lo spiego…sono come piccole quantità di energia da mangiare che ti aiutano a tirarti sù e…Accidenti è così tardi?!» esclamò quando lo sguardo gli cadde sull’orologio appeso al muro: segnava le 13.30.

 «I ragazzi si staranno chiedendo dove siamo finiti. Andiamo Loki, vedrai che con lo stomaco pieno ti sentirai meglio.»

Ci volle poco tempo per raggiungere la caffetteria. La trovarono molto affollata com’era di solito a quell’ora, ma per loro c’era sempre un posticino riservato.
Non appena li vide Thor si avvicinò al loro tavolo per prendere le ordinazioni.

« Buongiorno signori che vi porto?»

« Per me ragazzo un’insalata mista, voglio lasciarmi un po’ di spazio per una bella fetta di torta.»

« Segnato! Tesoro per te il solito toast uova e avocado?»

« Si, ma oggi ho terribilmente fame. Aggiungi un bagel con salmone e formaggio fresco e…una porzione di uova strapazzate a parte.»

« Loki anche le uova? Non sarà troppo?»

« Perché troppo?»

« Sono molte cose, non penso facciano bene al tuo fisico»

Loki sgranò gli occhi. 

« Che vuoi dire? Che mi trovi ingrassato forse?»

« No aspetta! Io non ho mai detto una cosa del genere!»

« Ma lo pensi non è così?! Non me lo faresti notare se non lo pensassi!» L’acido di quella mattina tornava all’attacco mentre Thor diventava rosso dall’imbarazzo.

« Tesoro ti prego…»

« Senti Thor se hai intenzione di iniziare una cruenta battaglia in questo locale…»

« D’accordo vada per tutto allora.» Troncò lì Thor imbronciato e si allontanò. 

« Oh-o ragazzo oggi hai davvero appetito!»

« Già ultimamente mangerei per un esercito. E detto tra noi… in verità sono davvero ingrassato, ma non lo dica a Thor.»

Pochi minuti dopo Thor tornò con tutto quello che avevano ordinato mettendolo sul tavolo, poi fece per andarsene. 

« E Thor….» Lo richiamò Loki. Il maggiore iniziava a spazientirsi, ma si voltò comunque.
Il moro allora mise su un sorriso e un’espressione talmente dolce da far sciogliere chiunque «Grazie» aggiunse soltanto.
Eeeeee l’acido non c’era più! Ma in compenso il biondo si allontanò dal tavolo totalmente confuso. 

« Però! Stanchezza, fame, sbalzi d’umore. Ahah caro ragazzo se non fosse impossibile direi che hai tutti i sintomi di una gravidanza.» 

Loki lo ascoltava, ma intanto aveva afferrato una bottiglia di sciroppo d’acero che si trovava lì sul tavolo.

« La prego Mr.J. non diciamo assurdità! Piuttosto che ne dice di mangiare? Ho una fame!» disse mentre versava lo sciroppo sulle uova. « Ne gradisce un po’?»

« Ehm no grazie.» rifiutò Mr.J. con un breve cenno della mano «Ragazzo non trovi sia un accostamento un po’ audace?» Chiese l’ometto mentre l’altro iniziava a mangiare. 

« Beh si e in effetti è la prima volta che lo provo, ma ne avevo proprio voglia!»

« Certo!» Mr.J. era decisamente allibito.


All’uscita da lavoro Loki non trovò come di consueto Thor ad aspettarlo; al suo posto c'era qualcun altro. 

« Madre! Ma che…?»

« Tesoro mio, lascia che ti abbracci!»

Sua madre non gli diede nemmeno il tempo di rispondere; lo raggiunse e lo strinse forte. Ci aveva provato in tutti i modi, Loki, a rinnegare i suoi genitori adottivi e con Odino non c’era voluto granché, ma Frigga…non riusciva proprio a fare a meno di volerle bene. D’altro canto lei aveva amato entrambi i suoi figli da sempre allo stesso modo.

« Tesoro come stai?» Chiese con una punta di preoccupazione nella voce. 

« Bene madre, sai ora lavoro qui in questa libreria.»

« Si, Thor me l’ha detto. Direi che è proprio il tuo campo.»

« Si ma…Thor?»

« Oh l’ho incontrato che stava venendo qui, ma gli ho detto che ti avrei aspettato io. Volevo stare un po’ con te.»

Il figlio minore le sorrise « Capisco.»

« Vieni facciamo due passi.»

Iniziarono a discutere del più e del meno fino a che non giunsero nei pressi della Tower. Frigga  allora propose di sedersi su una panchina sul marciapiede; era un punto poco affollato e dove potevamo parlare in pace.

« Tesoro stai così bene, sei quasi radioso e ti trovo… ingrassato?»

« Già lo so, purtroppo ultimamente ho sempre fame.»

« No, stai bene! Eri davvero troppo magro!»

Loki sorrise timidamente. 

« Sai Thor mi ha detto che ti stai ambientando bene, che fai amicizia e che… c’è anche qualcuno di speciale nella tua vita»

« Ma certo…Quell’idiota non si fa mai i fatti suoi.» Disse stizzito. 

« Loki! Non parlare così di tuo fratello.»

« Non venirmi a dire come devo trattare quel gorilla biondo!»

La madre si bloccò allibita. « Signorino, da quando sei così irriverente?»

« Cosa vorresti…Oh scusami madre. Sono questi continui sbalzi d’umore, deve essere a causa della stanchezza credo. Sai oggi Mr.J., il tipo per cui lavoro, ha fatto una battuta sul fatto che ho i sintomi di una donna in gravidanza…tsk! Assurdo vero?» ma a quelle parole Frigga era sbiancata. « Madre… stai bene?»

« Tesoro fammi vedere la pancia» rispose lei sbrigativa. 

« Cosa?»

« Loki è importante.»

« Madre ma sei impazzita anche tu?»

« LOKI!»

« Perché sei così preoccupata?»

« Loki ascolta io…quando Thor mi ha detto che stavi frequentando qualcuno… sono venuta a parlarti  di questo. C’è-c’è una cosa che non sai sugli jotun.»

« E cioè?»

La donna sospirò « Non sarà semplice.»

« Ti prego di spiegarti. Mi stai facendo preoccupare.»

« Vedi…per-per loro non esiste differenza tra uomo e donna. Almeno non per quel che riguarda il loro modo di riprodursi. Perciò anche anche i maschi della specie possono avere dei figli.»

Loki la fissò un momento senza espressione « Questo te lo sei inventato.»

« No affatto! E Loki quando prima mi hai abbracciato ho avvertito qualcosa di diverso in te. C’è qualcosa. Come una presenza nuova. Loki secondo me tu…tu aspetti un bambino.» 

L’altro smise di respirare di colpo, com’era possibile che…? « No…ti sbagli…io non posso…»

« Sei stanco, hai sempre fame e passi dall’essere intrattabile ad adorabile. E non sono sicura che la tua gente manifesti proprio tutti i sintomi delle altre razze, ma ho potuto sentirlo. Dentro di te! Loki aspetti un bambino e credo già da diverso tempo ormai.»

Una sorta di panico iniziò ad affiorare in lui «Non è possibile…io-io non…maledetto Thor!»

« O insomma perché devi sempre prendertela con tuo fratello?!»

« È stato lui…è stato lui» Ormai in evidente stato di agitazione non riusciva a dire altro «non posso crederci…»

« Cosa ti avrebbe fatto? Loki, Thor è qui per sorvegliarti, ma non puoi pretendere che controlli anche la tua vita privata.»

« No madre non capisci…lui è…noi due abbiamo… accidenti a quell’idiota!»

D’improvviso la madre capì: sapeva che Loki era sconvolto, certo, ma era anche una donna sveglia e sapeva leggere tra le parole. Lo guardò apprensiva.

« Loki calmati, guardami» gli prese il volto tra le mani, mentre il figlio era visibilmente scosso e aveva le lacrime agli occhi «mi stai dicendo che il bambino….»

Loki trovò a malapena il coraggio di guardarla.
« Se c’è davvero un bambino madre …è nostro…mio e di Thor.»

Quando più tardi rientrarono alla Tower Thor stava dando una sistemata al salone. 

« Eccovi mi stavo quasi preoccupando!»

« Va al diavolo Thor!» Se ne uscì Loki con poche cerimonie e azzerò la distanza che lo separava dalla camera da letto.

« Ecco che lo fa di nuovo!»

La madre seguì il figlio minore con lo sguardo poi sospirò « Thor forse dovresti parlare con Loki.»

« No è solo un altro dei suoi stupidi sbalzi d’umore, francamente inizio a non sopportali più.»

La madre gli si fece vicino. « Thor ascoltami. Devi parlare con Loki.»
Dai suoi occhi il biondo capì che qualcosa non andava. 

« Madre cos’è successo?»

« Vai da Loki adesso! Ha bisogno di te come non mai. Io devo tornare su Asgard, ma tornerò presto te lo prometto.» Gli diede un bacio veloce sulla fronte e senza aggiungere altro si diresse alla porta.  

“Questa storia deve finire!” Si disse il biondo scocciato e si diresse verso la camera da letto che divideva con Loki. 

Trovò il compagno immobile davanti alla vetrata della stanza. Gli dava le spalle e teneva le braccia incrociate sull’addome.

« Loki dobbiamo parlare!» L’altro non si mosse di un millimetro «Loki mi ascolti?! Io non ce la faccio più! Mi urli contro e diventi ingestibile, poi sei gentile e poi lo fai di nuovo…non ci capisco niente. Mi vuoi dire cosa succede? Loki! Maledizione guardami!»

L’altro allora tirò un sospiro e si voltò verso di lui; aveva pianto e lo guardava con aria smarrita. Nel vederlo così Thor rimase completamente spiazzato «Tesoro» gli si fece vicino e lo prese per le spalle con delicatezza «…hey che succede?»

« Thor devo dirti una cosa» la voce del moro  era appena udibile.

« Va bene però prima sediamoci» e lo fece sedere con lui sul letto. « È successo qualcosa Loki? Perché sei così strano ultimamente?»
Superato lo shock iniziale Loki aveva realizzato le parole della madre e in lui c’erano sentimenti contrastanti. 

« In realtà non-non lo sapevo nemmeno io… fino ad oggi.»

« Che cosa c’è?»

Ma gli mancava il coraggio « Thor…io…»

Il biondo iniziava a temere il peggio, ma tentò di mascherare quella preoccupazione e gli sorrise gentile. « Ehi sono io, puoi dirmi qualunque cosa lo sai»
Loki allora lo guardò per un istante. 

« Thor io… aspetto un bambino.»

Il biondo lo guardò senza emettere suono: la sua mente tentava di decifrare quelle parole, ma era come se non ci riuscisse. 

« Scusa non credo di aver capito bene»

« No, Thor hai capito invece…aspetto, noi aspettiamo un bambino»

Il biondo lo fissava senza espressione « Non è possibile.»

« E invece lo è. Era di questo che era venuta a parlami madre. Gli jotun maschi possono avere dei bambini. È tutto così assurdo! Di nuovo un altro segreto che non mi avevano detto e adesso …adesso queste sono le conseguenze!»

« Ma tu? Ma come?»

« Non lo so. Non sapevo che sarebbe successo e nemmeno di poterlo fare. É stata madre a capire che…» e si portò una mano sulla pancia. 

Il biondo era come paralizzato; Loki allora abbassò lo sguardo. 

« Mi dispiace…Non era calcolato che succedesse, perciò capirò se ti faccio ribrezzo e vorrai finirla qui» ma un istante dopo sentì che Thor gli sollevava il mento; i loro sguardi si incrociarono e ciò che lesse negli occhi dell’altro gli tolse di nuovo il respiro.
In quegli occhi blu non trovò paura o disgusto…no…quegli occhi esprimevano qualcosa di immenso, un’emozione incontenibile che non si poteva descrivere con le parole.
« Nostro figlio…» 

Lo sussurrò appena con gli occhi gonfi di lacrime per l’emozione; intanto Loki sentiva che un enorme peso gli lasciava il petto.
« Si Thor, nostro figlio.»

« Oh Loki.» gli diede un bacio dolce «non ci posso credere! Noi-noi diventeremo genitori… Tesoro, sono così felice.»

« Allora tu…lo vuoi?.»

« Se lo voglio? Volevo che tu fossi la mia famiglia per tutta la vita, ma così…così lo sarete entrambi.»

« Thor sai che non sono bravo a far andare bene le cose con le persone che amo. Perché stavolta dovrebbe essere diverso?»

«Perché stavolta è diverso!» gli prese il volto tra le mani «Stavolta siamo insieme.»

Il moro non era ancora del tutto convinto; appoggiò il viso contro il suo petto e si lasciò stringere dal compagno.
In fondo al cuore sapeva che non avrebbe mai potuto chiedere di meglio dell’uomo che aveva al suo fianco e Thor lo amava….lo amava in ogni suo aspetto…amava tutto di lui, anche i difetti.
Una sera di un paio di mesi prima alla Tower, dopo un brutto litigio, Loki aveva rinfacciato all’altro di non averlo mai visto sotto il suo vero aspetto Jotun e che probabilmente non lo desiderava  nemmeno.
E Thor aveva negato, aveva negato dicendo che l’avrebbe amato in qualunque modo e Loki lo aveva messo alla prova; la sua pelle aveva appena cambiato colore e si era riempita di geroglifici che Thor aveva iniziato a baciarlo con foga e passione. Lo aveva guardato in quegli occhi rubino per un istante prima di sollevarlo di peso e ricadere con lui sul loro letto. Avevano fatto l’amore tutta la notte e non era stato meno intenso o romantico rispetto alle altre volte, tutt’altro. Chissà che non fosse successo quella volta… mentre Thor continuava a tenerlo stretto, Loki non poté fare a meno di pensarci.
Lentamente scivolarono sul letto rimanendo però abbracciati. 

« Thor?»

« Si?»

Il moro esitò « E se fosse uno Jotun?»

« Beh sarebbe strano il contrario, non trovi?»

« Sono serio Thor! Intendo…lo ameresti comunque?»

Il biondo lo strinse forte « No, lo detesterei proprio come detesto te» ed iniziò a posargli dei leggeri baci sulla fronte e sul viso «vedi come ti detesto?»

Loki sorrise appena. « Ma tu hai sempre odiato gli jotun.»

« Credevo di averti già dimostrato di essermi ricreduto negli ultimi mesi.» Gli sussurrò all’orecchio per poi iniziare a stuzzicargli il lobo con le labbra. 

« Mmm forse dovresti  ricordarmelo» sussurrò allora il moro con malizia. 

« Si?» Continuò passando a baciarlo sul collo «e va bene allora, ma avrò bisogno di tutta la notte…Loki?»

Ma l’altro era crollato addormentato nel suo abbraccio.
Thor lo guardò ipnotizzato: non lo aveva mai visto così sereno, ma trovò che fosse bellissimo. Se lo strinse di più contro «Buonanotte amore»  gli sussurrò appena per poi addormentarsi con lui.

 

Tony e Steve erano usciti la sera prima per “affari di vitale importanza” il che voleva dire che da diverso tempo Tony Stark aveva messo gli occhi sulle chiappe più belle d’America e aveva finalmente deciso di giocare le sue carte.
Non avendo perciò assistito ai fatti della sera precedente, quando quella mattina andarono in cucina a fare colazione, erano ancora totalmente all’oscuro delle ultime novità. Fu così trovarono Thor intento a preparare una colazione che poteva sfamare cinque persone. 

« Buongiorno» fece sorridente.

« Ciao Thor, ma che carino non dovevi prepararci la colazione! Ci avrebbe pensato Steve» e rivolse all’altro una strizzatina d’occhio ricevendo in cambio una gomitata. 

« Fai pure, questa è per Loki.»

« Per Loki?» chiese Steve stupito e il suo sguardo si postò dalla torre di pancakes, ad un piatto stracolmo di uova e bacon, fino ad un bicchiere di spremuta, del caffè e infine della frutta. 

« Cos’è adesso sei anche il suo cuoco personale?» disse Tony prendendosi una tazza del caffè avanzato nella caffettiera. 

« Non esattamente» rispose il biondo, mise tutto su un vassoio e dando loro le spalle fece per incamminarsi poi si fermò e si girò verso di loro «ah a proposito, Loki aspetta un bambino» e con un sorriso ebete si voltò e si diresse in camera con tutta la colazione. 

Questa affermazione fu seguita da un melodioso rumore di cocci rotti provocato da Tony Stark che a bocca spalancata aveva lasciato la presa sulla tazza. 

« Hai sentito anche tu quello che ha detto?» chiese esitante a Steve.

 «I-io credo di si»

Il miliardario si ridestò di colpo. « Maledizione! Sapevo che sarebbe successo!»

« Cosa?Tony dove stai andando?»

« A capire quando Loki ha riacquistato i suoi poteri e ha fatto il lavaggio del cervello all’idiota.»

 

Intanto, in camera, Thor posò con cautela il vassoio su un comodino; poi si avvicinò al compagno  che si stava stiracchiando e gli diede un bacio sulla tempia.

« Buongiorno amori miei.»

« Thor, come sei sentimentale, ma ho dormito vestito così?»

« Si ti sei addormentato quando…beh ti sei addormentato.»

« Mmm sono così stufo di cedere a questi colpi di sonno.» 

« Sai che non puoi controllarlo e non è il momento di pensarci, ti ho preparato la colazione.»

« Lo vedo! Possono mangiarci quattro persone.»

« Beh tecnicamente non sappiamo quanti bambini hai li dentro.» Ma si prese una cuscinata dall’altro.

« Idiota» fece il moro sorridendogli!

In quello stesso istante Tony Stark spalancò la porta seguito da Steve. Loki li avrebbe volentieri insultati, ma Tony non gliene diede il tempo.

« Quando hai detto “Loki aspetta un bambino”. Cos’è che volevi dire esattamente?»

« Thor glielo hai detto?!»

« Ma certo, perché non avrei dovuto?»

« Perché avremmo dovuto parlarne prima!»

« Bello scherzo ragazzi lo ammetto! C’eravamo quasi cascati e poi questo litigio! Si tutto ben interpretato davvero.»

« Cos’è Stark la tua mente non è poi così illimitata come pensavi? Perché a quanto pare questa ipotesi non riesce nemmeno a contemplarla!»

« Certo! Perché è impossibile!»

« Sono uno Jotun posso avere dei bambini»

« E questo quando lo avresti scoperto?»

« Se vuoi saperlo, proprio ieri!»

« E la prova?»

« Guarda tu stesso» e alzandosi la maglia gli mostrò la pancia. 

« Quella non è una prova. Con tutti i dolci che mangi mi meraviglio che tu non abbia preso almeno 20 chili. Maledizione aspettate tutti qui!» E se ne uscì di corsa.

Nella stanza calò il silenzio. 

« Ma voi siete proprio sicuri?» chiese timoroso Steve. 

« Rogers…» soffiò minaccioso Loki.

« No così, chiedevo tanto per chiedere.»

Poco dopo Iron-man in armatura fu di ritorno.
« Ecco a te» e allungò a Loki una scatolina.

« Cosa sarebbe scusa?»

« Un test di gravidanza.»

« Tony!»

« Steve non mi convincerò di quello che dice finché non lo vedrò con i miei occhi.»

« Io non devo dimostrarti un bel niente.»

« Se non è uno dei tuoi trucchi per farci venire un infarto a tutti, allora perché non provi e basta?!»

Loki avrebbe voluto l’aiuto di Thor, ma il biondo guardava la scatola senza proferire parola; il moro si sentì profondamente ferito. Si alzò con stizza, afferrò la scatola e si diresse in bagno.
Chiuse la porta a chiave e dopo aver seguito le istruzioni attese che quello strano oggetto gli desse un verdetto.
“Maledetto Stark, guarda cosa mi tocca fare…come se questi stupidi così potessero saperne di più di…” si bloccò di colpo. Sul test c’era un simbolo positivo. Il respiro gli mancò un momento. La prima sensazione che provò subito dopo però fu…sollievo. Uscì dal bagno solo diversi minuti dopo.

« Soddisfatto?» Disse mettendo il test sotto gli occhi di Tony che li strabuzzò incredulo.

« Ma-ma guarda a quanto pare non hai mentito»

« No infatti!»

« Rogers ti senti bene?» Chiese Thor osservando Steve che dopo aver visto il test era prima sbiancato poi aveva barcollato per un momento. 

«Ehi Capitano sei  ancora con noi?» Chiese Tony.

« Ehm si credo…è incredibile!»

« Perché non ci hai detto che potevi farlo?»

« Perché non lo sapevo nemmeno io!»

« Ragazzi vi sembra il momento di discutere?» intervenne Steve «Da oggi dobbiamo prendere dei provvedimenti. Loki per te basta alcolici, solo dieta sana e verdure! Tony se ti becco a farlo innervosire passerai guai grossi! Thor…»

« Frena frena frena capitano Rogers. Tu dai ordini in casa mia?»

« Loki è sotto la nostra responsabilità Tony. È nostro dovere occuparci di lui e del bambino.»

« Ed eccolo che riparte con la storia del dovere.»

« Già e dovresti farlo anche tu! E ti avverto che non è solo un suggerimento.»

Fu Tony a sbiancare a quell’affermazione.

« Molto bene allora lasciamo che mamma jotun faccia colazione» asserì acido mentre Loki lo fulminava con lo sguardo «ma sia chiaro! Io non ti accompagno a fare le ecografie.»
I tre reagirono contemporaneamente a partire da Steve. 

« Anthony Edward!» 

« Tony!»

« Stark!»

« Detto Iron-man! Ah non giocavate a completare il mio nome?! Va bene, va bene me ne sto andando.»

Mentre uscivano dalla stanza Tony pensava ancora a quanto aveva visto “Quel piccolo cervo non smette di sorprendermi” ma Steve interruppe i suoi pensieri.
« Non avresti dovuto trattarlo così» gli disse. 

« Prego?»

« Dubitare di lui, come se fosse un altro dei suoi trucchi.»

« Ehi anche tu non potevi crederci.»

« Si Tony, ma pensa a tutto quello che ha passato.»

« No scusa, adesso è diventato una vittima?»

« Certo che no, ma sta provando a cambiare! Se non ci fidiamo di lui non riuscirà mai a redimersi del tutto.»

« Sai Cap quando sei così buono nei confronti del prossimo» disse avvicinandosi «hai un che di eccitante.»

Ma per tutta risposta ricevette un pugno ben assestato sul naso. 

Intanto in camera…« Vattene anche tu Thor!»

Il biondo lo guardò interrogativo.

« Perché dovrei?»

« Se credevi che ti stessi mentendo, potevi dirlo subito»

« Loki sai che non è così.»

« Non lo è? Non lo è? Davvero?!» Era furioso. 

« Io ho pensato che…»

« No tu non hai pensato Thor! Come non hai pensato quando lo hai detto a Stark! Ti è bastato che dicesse di volere una prova! Se non ti fidi di me allora abbiamo un problema e di certo non è nostro figlio.» 

« Loki lasciami parlare» disse il biondo cercando di avvicinarsi.

« No Thor lasciami solo!»

L’altro si fermò sul posto e sospirò « E va bene, ma lasciami dire almeno questo: ieri sera mi hai reso la persona più felice dei Nove Regni e non dubitato della tua parola nemmeno per un momento. Loki io ti amo, ma capisco cosa provi e quando vorrai parlare io…io ci sarò» e si voltò verso l’uscita.
Loki lo osservò; certo era arrabbiato e deluso, ma non ce la fece a lasciarlo andare via. 

« Thor aspetta! Io…»

Il biondo non ebbe bisogno di altro e corse a stringerlo forte.
« Andrà tutto bene.»

Loki allora si strinse a lui sentendosi al sicuro come solo Thor riusciva a farlo sentire.
« E poi» aggiunse «inizio quasi ad abituarmi ai tuoi sbalzi d’umore.» Affermazione che costò anche al biondo un pugno in piena faccia. 


Asgard: quella stessa mattina

Entrato nelle loro stanze Odino trovò Frigga seduta sul letto. La moglie teneva  lo sguardo rivolto alla finestra, ma a lui non sfuggì che sembrava preoccupata.« Mia cara, qualcosa ti turba?» 

« Pensieri.» Non era da lei essere così evasiva. 

Il Padre degli Dei le sedette accanto. « Posso sapere di cosa si tratta?»
Frigga gli rivolse la sua attenzione e lo guardò negli occhi.

« Tu volevi Loki? Intendo, quando lo hai preso? Non volevi solo che fosse uno strumento di pace giusto?»

Odino la guardò ed un velo di tristezza invase il suo unico occhio buono.
« Ammetto che fu il mio primo pensiero, ma non fu l’unico! Perché un innocente doveva morire così? Quel bambino aveva bisogno di noi e del nostro amore. Pensai di salvarlo e portarlo qui perché  avesse un futuro con noi, perché fossimo la sua famiglia.»

La regina stava in silenzio. 

« Mi rattrista sapere che ha fatto quello che ha fatto solo per cercare una sorta di approvazione. Per essere all’altezza di Thor! Ma forse è solo colpa mia. Avrei dovuto elogiarlo per le sue doti e la sua intelligenza invece di farlo sentire diverso ed inadeguato. Avrei dovuto dirgli la verità. Avrei dovuto dirgli la verità su tutto!»

La moglie allora prese un respiro. « C’è una verità che dovresti sapere anche tu mio caro.»


New York: 15.45

Thor stava lavorando alla caffetteria e quel giorno era più raggiante che mai. 

« Ehi qualcuno oggi è particolarmente felice.» Fece Marcus.

« Si vede molto è? Prego e non dimentichi i suoi biscotti.»

« Ehi ma che è successo?» S’intromise Trudy curiosa. 

« Già, non fai che sorridere da tutto il giorno.»

« Diciamo che è un segreto.»

« C’entra Loki?»

« Ma certo che c’entra Loki, Marcus! E a proposito, anche lui sembrava parecchio di buon umore oggi a pranzo!»

« Eddai Thor siamo i tuoi amici!»

In caffetteria non c’era quasi nessuno a quell’ora e così Thor prese un respiro. 

« E va bene allora! Ma vi avverto potreste non capire, all’inizio.»

« Ehi amico, dico ma ti ricordi di chi sono figlio? Di storie incredibili ne sento ogni giorno.» Replicò Marcus.

« Si ma questa è una cosa vera! Non è una storia come quelle di Mr.J.»

« In ogni caso non ci spaventa. Se sei così felice sarà sicuramente qualcosa di bello.» fece Trudy rassicurante. 

« D’accordo! Ragazzi io….»

Ma in quell’istante una figura inaspettata fece il suo ingresso nella caffetteria; il Padre degli Dei  entrò. Portava un lungo cappotto nero insieme ad una delle espressioni più serie che Thor avesse mai visto.

« Padre?» Esclamò Thor stupito.

I colleghi si girarono per guardare il nuovo arrivato, ma avvertirono una sorta di timore.

« Devo parlarti Thor.» E senza aggiungere altro uscì dalla caffetteria. 

« Ce-certo, ragazzi scusate deve essere importante. Tornerò appena possibile.»

Marcus, intimorito da quella strana figura, si stava nascondendo involontariamente dietro Trudy «Fai con calma.»
Thor allora prese il cappotto e seguì suo padre fuori dalla caffetteria. 

 

Fergusson&Steven: 15.45

« Loki devo proprio dirtelo oggi sei raggiante. Che succede? Il tuo Dio del Tuono ha di nuovo tentato di preparare i cupcakes con troppo lievito e anche stavolta sono esplosi nel forno? Immagino che il povero Ferrovecchio sia sopraggiunto armato di estintore anche stavolta.» 

Loki rise al ricordo di quell’aneddoto che lui stesso gli aveva raccontato qualche settimana prima, poi si fece di colpo molto timido. 

« Mr.J. in verità ci sarebbe una cosa. Ieri ho capito perché ultimamente sono così strano.»

« Ah bene ragazzo, di che si tratta allora?»

« Ehm che ne dice se ci sediamo?»

« Loki, ti ricordi con chi stai parlando? Credimi ho visto e sentito racconti di ogni genere, penso di poter reggere ad uno sul tuo stato di salute.» 

« Si, ma questo è un po’ più complicato.» sospirò « E va bene allora, le ho detto che io sono adottato e che vengo da un pianeta di ghiaccio, giusto?»

« Sicuro figliolo!»

« Ecco lì succedono strane cose di cui nemmeno io ero a conoscenza…»

 

New York. Nei pressi della caffetteria: 16.00

« Come avete potuto?»

« Di che parli?»

« SMETTILA THOR! Esigo una spiegazione.»

« Padre io non capisco.»

« Sai benissimo di cosa parlo.Tu credi…» abbassò la voce e gli si fece più vicino «credi non sappia che Loki aspetta un bambino da te?»

Thor si raggelò « Te l’ha detto madre?» 

« Che sia stata tua madre o Heimdall o le Norne in persona non ti riguarda! Ciò che conta è che mi hai deluso Thor e hai tradito la mia fiducia.»

« Ah si? E come avrei fatto? Dichiarando i miei reali sentimenti per l’unico uomo che abbia mai davvero amato?»

« Un giovane arrogante come te non sa nemmeno cosa sia l’amore, tanto meno poi lo sa tuo fratello.»

« Ti sbagli! Loki è cambiato ed io…io lo amo.»

« Lo ami? Probabilmente ha fatto il gioco del controllo mentale anche a te e nemmeno te ne sei reso conto.»

« Come avrebbe potuto senza poteri? Gli stessi poteri che tu gli hai tolto? E non ha nemmeno il  suo scettro!»

Il Padre degli Dei era accecato dalla rabbia e sembrava sordo a quelle spiegazioni. « Quindi era un complotto? Lo avevate stabilito così da poter fare quello che volevate alle mie spalle.»

« Non è andata così e non ci siamo mai nemmeno nascosti né al tuo sguardo né a quello di Heimdall né a quello di nessun altro!»

« Ora basta! Non ho ancora deciso il modo, ma pagherete le conseguenze di questo gesto!»

Un tempo che sembrava una vita prima, di fronte ad una simile minaccia, Thor avrebbe invocato il suo martello e scatenato la sua collera anche su suo padre pur di difendere ciò che riteneva giusto.
Avrebbe risposto che lui era il Dio Thor e che poteva fare quello che voleva senza dover rendere conto a nessuno. Ma adesso in gioco c’era qualcosa di più importante che la vana gloria e l’affermazione di sé stessi.
Prese un respiro profondo « Vieni con me.» disse con tono calmo «ti dimostrerò che ciò che dico è la verità.»

Odino era ancora in collera, ma rimase colpito da quella reazione del figlio maggiore e siccome era sicuro che niente avrebbe potuto fargli cambiare idea,  decise di seguirlo.


Fergusson&Steven: 16.00

« Wow ragazzo» disse Mr.J. che alla fine aveva dovuto sedersi «però, questo si che è un racconto nuovo e…inaspettato, è…»

L’altro lo guardava con apprensione non sapendo cosa aspettarsi; ormai si era affezionato a quell’ometto come a poche persone nella sua vita e temeva il suo giudizio. 

 «Straordinario» sussurrò appena «perciò dentro di te c’è?»

« Si.»

« E tu ne sei assolutamente sicuro?»

Il moro asserì con un cenno del capo e subito al posto di quello stupore Mr.J. sfoggiò un sorriso gentile.

« Loki…è meraviglioso ragazzo. Ed è unico. È davvero incredibile. Ma ci hai pensato! Avrai un bambino!»

« Non-non è scandalizzato?»

« Scandalizzato? Io?! Beh ammetto che non si sente tutti i giorni di un uomo che resta incinto, veramente credo sia la prima volta, ma Loki! Un figlio! Sono così felice che sia capitato a te e Thor! Ehm perché è suo vero?»

« Si è suo.» Rise Loki, ma gli occhi gli si fecero umidi. 

« Accidenti dobbiamo festeggiare e da oggi basta scatoloni pesanti per te e non salteremo più la pausa… Va tutto bene ragazzo?»

« E se non ci riuscissi? Se-se non fossi in grado di essere un buon padre?»

Lo sguardo di Mr.J. si fece più dolce e gentile.
« Mio caro ragazzo. Credimi tu non hai assolutamente niente di cui preoccuparti. Non ci si prepara ad essere genitori, succede e basta! E non c’è libro che ti renda il genitore perfetto! Devi solo lasciare che la vita faccia il suo corso come ha fatto finora.»

« Non è che sia stata proprio facile a dirla tutta.»

« Chi ha detto che deve essere facile? E poi non mi sembra nemmeno andata così male dopotutto; da quello che mi hai detto a quest’ora potevi trovarti in ben altre condizioni e invece guarda dove ti ha portato! Hai degli amici, un lavoro che ti piace.. ehm ti piace non è così?» scherzò Mr.J strappando a Loki un sorriso. 

« Hai al tuo fianco una persona che ti ama davvero ed infine la possibilità di creare qualcosa di meraviglioso con lei. Qualcosa che è solo vostro ed è unico, come il vostro amore. Andrà tutto bene ragazzo mio, ne sono certo! E quando io dico una cosa…» 

Loki lo guardò in silenzio e si sentì uno sciocco. Aveva davvero bisogno che qualcuno gli dicesse cose che in cuor suo già sapeva? No, forse gli serviva solo qualcuno che gli mettesse quella verità davanti agli occhi.

« Mr.J?»

« Si?»

« Grazie!» Il moro sorrise gentile e l’altro lo contraccambiò. 

« Ah ho solo un favore da chiederti però.»

« Cioè?»

« Se in futuro potessi evitare quel tuo accostamento uova e sciroppo d’acero, diciamo che il mio stomaco te ne sarebbe grato.»

« Ahah ma certo!»

« Grazie al cielo!» Mr.J. tirò un respiro di sollievo « E adesso rimettiamoci al lavoro ragazzo mio!»


Padre e figlio raggiunsero la libreria in breve tempo, ma si fermarono di fronte ad una delle finestre.

« Ecco padre guarda tu stesso.» Indicò il compagno oltre il vetro che sorrideva porgendo il libro ad una ragazza e salutava altri clienti. «Lo vedi anche tu, è…cambiato.»
Odino gettò un rapido sguardo al figlio minore « Questo lo giudicherò io» asserì con tono fermo prima di fare cenno a Thor di precederlo.
Non appena Thor entrò nel negozio, Loki gli sorrise raggiante «Thor!» esclamò; poi notò il suo accompagnatore e la sua espressione si fece seria.

« Odino».

« Loki dovresti venire con noi.» disse Thor avvicinandosi a lui. 

« Come potete vedere sto lavorando. O il Padre degli Dei non approva nemmeno questo?»

« Oh di cose che non approvo non te ne mancano di certo!»

« Loki ti prego». Il moro lesse nei suoi occhi: c’era apprensione e forse…paura. 

Mr.J intanto li raggiunse «Thor! Caro ragazzo che ci fai già qui?», ma Loki troncò sul nascere quella conversazione. 

« Mr.J. devo andare. Sono subentrate delle…“questioni” da sistemare.» E fissò Odino con freddezza. 

Mr.J. spostò lo sguardo da Loki a Thor, poi notò l’uomo con cui stavano parlando un momento prima e strabuzzò gli occhi.

« Che mi venga un colpo, ma è?»

« Già, in persona. Mr.J. posso andare allora? Mi farò perdonare, glielo prometto.»

« Si-sicuro ragazzo!» rispose Mr.J. apprensivo mentre Loki stava già afferrando il cappotto.

Uscirono tutti e tre dal negozio e tra loro calò il silenzio fino a che non raggiunsero la Tower. 


« Siete due fedifraghi, due traditori, due, due…»

« Padre ti prego» tentò Thor.

« SILENZIO! Io mi fidavo Thor, soprattutto di te! Ed è così che mi ripaghi per averti dato fiducia?»

« Non sapevamo che sarebbe successo.»

« Certo che non lo sapevate. Non avreste mai dovuto scoprirlo!»

Erano nel salone della Tower; Thor in piedi faccia a faccia con suo padre, Loki seduto sul divano in silenzio con lo sguardo rivolto al pavimento.

« Con tutto il rispetto signor Padre degli Immortali.» s’intromise Stark che “per caso” passava di lì seguito da Cap.

« Degli dei» gli sussurrò Steve. 

« Quello che è. Se ho capito bene, il problema è che questi due si sono innamorati e hanno messo su famiglia? Le assicuro che è un bene per tutti.»

« Stark resta fuori da questa storia.»

« No Thor! Se non ci avete fatto vivete in casa mia da un po’ ormai, penso di avere il diritto di dire la mia! E a proposito di questo…» spostò lo sguardo su Odino «Loki è qui da mesi e Lei non è mai sceso dalla sua nuvola per passare a vedere come se la cavava! All’inizio è stato una gran scocciatura e c’è voluto del tempo perché diventasse minimamente accettabile. E mi creda: c’è voluta tutta la testardaggine di Thor per aiutarlo a cambiare. Ma doveva vederlo! Ogni giorno tentava di spronarlo, ogni giorno aveva una parola gentile per lui, ogni giorno ha cercato di non farlo sentire diverso o di allontanarlo per quello che aveva fatto in questa stessa città, quando invece tutti noi lo davamo per una causa persa ormai!»

A quelle parole Loki strinse i pugni impercettibilmente, ma nessuno se ne accorse, Tony intanto proseguì. 

« E poi, poi si, le cose hanno preso una piega “inaspettata”! Ma questi due… accidenti questi due si amano come pochi in questo mondo folle e sono letteralmente esaltati dall’idea di avere un marmocchio da crescere insieme. Vuole punirli per aver compiuto l’unica cosa che sia davvero giusta in qualunque mondo? Per essersi innamorati? Bene, ma se deciderà di dividerli non solo separerà loro due, ma farà del male anche a ciò che sta per nascere dal loro amore. L’unica cosa che potrebbe renderli più felici e più uniti di sempre.»

Steve era visibilmente fiero di Tony, Thor era immobile aspettando una reazione del padre, che non sembrava affatto persuaso; Loki invece alzò lo sguardo su di lui. 

 «Non mi importa delle tue parole. A questo punto vi considero tutti complici.»

« Padre ti prego è colpa mia, l’ho convinto io. Mi sono innamorato di lui e…» 

« BASTA THOR! Ho sentito anche troppo. Adesso prenderò provvedimenti.» 

« Fa pure.» Questa volta fu Loki a parlare…

« Loki» sussurrò Thor.

« Fa pure, cosa cambia dal solito?» il suo tono era neutro « Di nuovo sono vittima di un segreto che tu mi hai nascosto, ma che meritavo di sapere. Per tutta la vita non mi sono sentito all’altezza a causa dei tuoi segreti. Ma questa volta, questa volta non mi vergogno nemmeno per un secondo di chi sono o delle mie scelte, tanto meno del mio bambino.»
Si alzò puntando gli occhi smeraldo nell’unico occhio buono del padre. C’era fierezza nel suo sguardo e nessuna paura, nonostante il tono fosse calmo. 

« Quindi fa pure. Sono così stanco di soffrire per le tue menzogne.»

E passandogli accanto si diresse verso la porta d’uscita della Tower.
Thor tentò di fermarlo « Loki dove vai?», ma l’altro uscì senza guardarsi indietro.
Sconvolto dalla rabbia Thor si rivolse a suo padre «HAI VISTO COSA HAI FATTO?!» Era furioso, ma Odino restò impassibile. 

« Thor questo è sbagliato!»

« Sbagliato?! Sbagliato?! Ma lo sai quanto ci ha messo a cambiare? Quanta fatica ha fatto per fidarsi di me? E tu arrivi qui e sconvolgi tutto?»

« Thor ti sta avvelenando la mente e tu nemmeno te ne rendi conto.»

« Ma certo! Loki è quello cattivo, quello perfido e ingannatore. Ma io l’ho visto cambiare ! Per le Norne  ma ti rendi conto?! Sta per diventare il padre di mio figlio e renderà me padre! E la verità?! La verità è che tu non gli darai mai un’altra possibilità.» E si diresse anche lui all’uscita. 

« Dove stai andando Thor?»

« A cercare l’uomo che amo.» Disse dandogli ormai le spalle. 

« Thor» il biondo si bloccò «è ora che ti assumi le tue responsabilità, devi tornare con me ad Asgard per occuparti del tuo popolo. Questo ci si aspetta da un futuro re. Non che perda la testa dietro sciocche infatuazioni!»

« Infatuazioni? Ma certo…È chiaro che non hai capito niente! Ebbene…se essere re significa una vita senza Loki e il nostro bambino allora non voglio esserlo.»

« Come dici?»

« Meglio che inizi a cercarti un altro erede padre. Noi non abbiamo più niente da dirci.» Poi uscì sbattendo la porta e la stanza fu invasa dal silenzio. 

« Però, l’ha fatto proprio arrabbiare!» Se ne uscì Tony tranquillo « Sa ultimamente non ci era più riuscito nessuno, soprattutto da quando non ha occhi che per l’amore della sua vita, ma che vuole farci?» E si versò da bere sogghignando «Ed io che credevo di avere un brutto rapporto con mio padre.»

« Voglio sapere di più su questa storia.»

« Bene saremo felici di raccontarvi tutto quello che vorrete Maestà, ma dovrà promettere di fare una cosa estremamente difficile.»

« Sarebbe?»

« Deve prendere questo scotch e ascoltare attentamente, senza interromperci.»

Steve intanto lo guardava preoccupato, ma decise di fidarsi di lui.
Il miliardario porse il bicchiere al Padre degli Dei che dapprima lo studiò, poi accettò il drink.

« E sia! Adesso parla!»

Tony allora sorrise soddisfatto « Tutto iniziò qualche mese fa, quando i suoi figli si trasferirono in casa mia.»


Un leggero strato di neve aveva già iniziato a ricoprire Central Park e di lì a poche settimane era in programma un’epica battaglia a palle di neve tra gli inquilini della Tower. Era stata una proposta di Tony e per una volta aveva ottenuto la piena approvazione di Loki; la prospettiva di far prendere un raffreddore a Thor infatti lo allettava parecchio, ma in quel momento nemmeno quel pensiero riusciva a rallegrarlo.
Se ne stava seduto con le ginocchia al petto e lo sguardo puntato a terra sulla panchina dove poco tempo prima Thor gli aveva riportato il suo peluche d’infanzia. Non guardava però realmente un punto preciso.
Come guidato da una sorta di sesto senso, Thor lo raggiunse presto.
Quello era il luogo dove per la prima volta avevano parlato della possibilità di avere dei bambini, ma il moro credeva fosse una cosa impossibile. Ironia della sorte, allora non poteva sapere di aspettarne uno.

« Ehi» gli sussurrò avvicinandosi, ma siccome Loki non diede cenno di averlo sentito, si sedette accanto a lui e gli circondò le spalle con un braccio tirandoselo vicino.

« Allora so che pensare non è il mio forte, ma stavo pensando che ora che arriverà il bambino potremmo cercare una casa tutta per noi. Così magari Tony la smetterà di farti innervosire e  potremmo arredarla come ci piace e magari iniziare ad arredare la camera del bambino.»

« Thor ti prego.»

« É così tremenda come proposta?» 

« Smettila di illuderti. Tuo padre non ci lascerà mai stare insieme. Farà di tutto per portarti con lui su Asgard così che tu possa diventare re e allontanarti  per sempre da me…da noi.»

Thor ci pensò un momento, poi posò un bacio tra i capelli scuri dell’altro. 

« Ipotesi interessante, ma sai…Marcus conta su di me alla caffetteria e tutte quelle signore che vengono per il mio sorriso resterebbero deluse se me ne andassi. Senza contare che qualcuno deve pur controllare che tu e Mr.J. non saltiate i pasti e vi nutriate di soli libri.»

« Smettila Thor dovevamo aspettarci che sarebbe successo prima o poi! Non puoi illuderti di sfuggire ai tuoi doveri per sempre.»

Anche se non lo guardava a Thor non sfuggì la lacrima che era scesa a rigargli il volto. Lo strinse di più a sé.
« Che ne dici se oggi ti raccontassi io una storia? C’era una volta un principe ereditario, oserei dire bellissimo, destinato ad un trono dorato. Aveva dei capelli sempre perfetti e un fidato martello al suo fianco!»

L’altro stava in silenzio.

« Un giorno fu mandato in una terra lontana per sorvegliare l’amore della sua vita, che diciamocelo, era anche più bello di lui, ma molto più dispettoso! Lì i due si crearono una famiglia. E il principe capì che avrebbe vissuto su quella terra o su qualsiasi altra avesse dovuto, pur di stare con chi amava. E accidenti anche a quel trono dorato!» 

« Come?» Loki si girò e lo guardò con occhi smarriti. 

« Loki non mi serve un trono per essere felice. Non ho scelto io di essere il principe ereditario, ma ho scelto di stare con te! Non mi importa se devo rinunciare al trono. Ho voi due e la mia vita è completa.»

Gli mise una mano sul volto e con una carezza asciugò quell’unica lacrima.

« Sai Thor sei il più stupido degli stupidi che io conosca» l’altro lo guardava teneramente, «e sono felice che tu sia nella nostra vita» poi lo tirò a sé e lo bacio intensamente. Thor lo avvolse nel suo abbraccio e rimasero così per un tempo che parve ad entrambi infinito. Fu come sigillare una promessa: basta vane glorie, basta troni dorati! Solo loro e il loro amore.
Alla fine di quel bacio un sorriso apparve sulle labbra di Loki e al biondo bastò.
« Andiamo, è ora di rientrare.» Disse dopo un momento.

« Non voglio vederlo.» 

Ma Thor si alzò e gli porse la mano.
« Loki…lo affronteremo insieme.» 

Il moro dapprima guardò quella mano con esitazione, poi annuì e la prese; si incamminarono insieme verso la Tower.

 

Quando rientrarono scorsero Odino intento ad osservare la città dalla vetrata del salone in silenzio.
Con lo sguardo ancora rivolto verso l’esterno il Padre degli Dei si decise a parlare. « Lo abbiamo fatto per proteggerti.»

« Come?»chiese Thor.

« Loki, non ti abbiamo detto la verità per proteggerti. È stato così anche per…la tua adozione. È stato sciocco da parte mia pensare che non avresti retto il colpo di fronte ad una simile scoperta. Ti vedo adesso e so che saresti in grado di sopportare ogni cosa» e lo guardò di sfuggita «ma allora eri solo un bambino e io e tua madre non volevamo provocarti altro dolore. E riguardo quella tua particolare proprietà, sbagliai di nuovo. Ti trovavi abbandonato tra i ghiacci e pensai che fossi…» sospirò. 

« Uno scarto» sussurrò Loki.

« Si e non ne sapevamo la causa; sembravi un bambino come gli altri. Crescevi in salute, ma dirti che eri stato scartato dalla tua gente, ci sembrò terribile. Anche dopo che scopristi la verità.» 

« Dove vuoi arrivare?» Chiese alla fine Loki. 

« Oggi ho avuto prova che sei davvero cambiato. Sei disposto a lottare per ciò che ami, ma non c’è odio nel tuo cuore. Posso avvertirlo chiaramente. E poi i vostri amici mi hanno raccontato di come ti stai impegnando per redimerti e di quanto siate importanti l’uno per l’altro.» 

I due semidei lo ascoltavano in silenzio. 

« Non sono felice del vostro comportamento, tantomeno che non mi abbiate detto subito la verità. Ma in fondo un po’ vi capisco, probabilmente non vi avrei ascoltato comunque. In ogni caso ho preso una decisone definitiva riguardo voi due.»

Thor d’istinto si parò davanti a Loki. Il padre si voltò e li guardò.
« Potete rimanere qui insieme. Loki ti restituisco parte dei tuoi poteri, ti serviranno per tenere sotto controllo la tua gravidanza e per nasconderti agli umani. Non capirebbero. Ma quando sarà il momento voglio che tu torni su Asgard. Lì tua madre potrà aiutarti e predisporre cure adeguate.»

Thor era incredulo « Padre questo è….»

« Non ho finito Thor, non interrompermi. Confido che tu voglia ripensare alle tue decisioni e non rinunciare al trono. Hai un dovere verso il tuo cuore, questo è certo, ma nei hai uno anche nei confronti del tuo popolo. Non per forza l’uno esclude l’altro, ti prego di non dimenticarlo.»

Il biondo annuì. 

« Bene ora è meglio che vada o vostra madre scatenerà un esercito solo assicurarsi che stiate bene. Era un po’ preoccupata quando le ho detto che sarei venuto a parlarvi.» 

E così dicendo si incamminò verso di loro in direzione della porta, i due si spostarono per lasciarlo passare.
« Ci vedremo presto. Ah e dite allo strano tipo che vive con voi che lo scotch era ottimo.» 

Fu il turno di Loki di parlare « Padre» a quella parola Odino si fermo e puntò l’unico occhiò buono su di lui, uno strano groppo gli salì alla gola, «Grazie..» aggiunse Loki semplicemente.
Odino annuì col capo e un breve  accenno di sorriso, poi se ne andò lasciando soli. 


Col passare dei giorni NY diventava sempre più bianca e l’epica battaglia a palle di neve si era infine tenuta un pomeriggio di metà dicembre. Dopo quasi un’ora di gioco Capitan Ghiacciolo tremava come una foglia e Thor era sepolto da un cumulo di neve. 
La colpa era soprattutto di Tony il quale indossava una particolare armatura che sparava a raffica una pallina dietro l’altra; quando infine persino Loki si ritrovò disarmato e con le mani alzate di fronte a lui, gli sembrò di avere la vittoria in pugno.
Tony lo teneva soddisfatto sotto tiro « Direi che è giunto il momento di vendicare la mia finestra.»

« Suvvia Stark, non vorrai attaccare senza pietà uno che aspetta un bambino…»

« Non mi incanti sai, preparati a subire la mia…» ma Thor, che lentamente era riemerso, gli aveva appena scaricato addosso un’enorme palla di neve. Iron-man finì a terra mentre Thor mise su un sorriso ebete guardando Loki.

« Bravo tesoro mio» il moro gli si avvicino con un sorriso malizioso « direi che meriti un premio.»

«Vi prego risparmiatemi la scena» tentò Tony. 

Thor chiuse gli occhi credendo di ricevere un bacio, ma tutto quel che ricevette fu della neve fresca su tutta la faccia. Colto di sorpresa inciampò su Tony « AHIA! Accidenti a te Dio del Tuono.»
Il Dio dell’Inganno ghignò malefico « Direi che si può dire che ho vinto i…»
Ma in quel momento una pallata di neve fresca lo colpì proprio in mezzo alle scapole; i due a terra guardarono alle sue spalle, mentre si voltava con sguardo omicida.

« Rogers, mi hai colpito alle spalle!»

« Lo sai per essere il Dio degli Inganni ti fidi troppo del prossimo.» Ridacchiò Steve. 

« Fossi in te comincerei a correre» disse mentre avanzava minaccioso e la sua pelle iniziava a farsi blu. 

« O-Oppure» disse Steve mettendo le mani avanti « potrei offrirti una cioccolata calda per farmi perdonare e potremmo consideralo un pareggio?»

Loki si fermò e lentamente riacquistò il suo normale colorito « E va bene, vada per la cioccolata.» Aiutò Thor ad alzarsi mentre l’altro aiutava Tony.
« Però il mio capitano che infrange le regole, non è che l’influenza di Loki ti inizia a far male?»

« Smettila Tony»

Ma il miliardario lo tirò a sé « Solo se mi dai un bacio.»

Steve lo guardò imbarazzato, ma gli si avvicinò e così una palla di neve gigante colpì entrambi in faccia.
« Ecco adesso è davvero un pareggio Rogers.» Asserì Loki soddisfatto prima di aggrapparsi al braccio di Thor ed incamminarsi verso la sua tanto agognata cioccolata calda. 

 

Qualche giorno più tardi, col Natale ormai alle porte, alla “Fergusson&Steven” non c’era un momento di pace; e dopo aver appreso da Mr.J quella tradizione e l’usanza del fare regali Loki capiva perché passava le sue giornate a servire clienti su clienti.
« Loki, ragazzo mio ricordati di sederti. Stare così tanto in piedi non fa bene al bam… cioè volevo dire alla schiena.»

« Sto bene Mr.J. e poi non potrei riposare nemmeno volendo con tutto questo lavoro.» 

« Già è una ricorrenza molto importante.»

« Lo vedo! Aspetti, la aiuto…» 

Il negozio era pieno di decorazioni, vischio e sul bancone c’erano biscotti a forma di babbo Natale cucinati da Marcus in omaggio per i clienti. Nei rari momenti di pace però Mr.J approfittava per aggiungere qualche nuovo addobbo e in quel momento in particolare era alle prese con qualcosa di molto ingombrante in uno scatolone.
Loki corse ad aiutarlo e così vi sfilò un’enorme stella di cartone, ma non una stella qualunque. Era un patchwork di tante carte colorate, nastrini, stoffe e brillantini.
« Ah ecco dov’era finita. È un cimelio di famiglia ormai!»

Loki studiò quello strano oggetto: proprio al centro della stella c’era un disco di carta bianca con una scritta che recitava “A Mr.J. e Mrs.S, i migliori genitori del mondo. Marcus”.
La mente di Loki fu attraversata da un pensiero e si diede dello stupido per aver aspettato fino a quel momento per porre all’ometto una certa questione. 

« Mr.J. non mi ha mai parlato della signora Steven, immagino fosse sua moglie.»

« Ah la cara Mary» disse l’ometto con tenerezza prendendo la stella « però sbagli ragazzo, non mia moglie, ma comunque  la compagna di una vita…»

« Ma qui c’è scritto….»

Mr.J annuì appena con la testa. 

« Sai ragazzo quando ero giovane qui sorgeva una fabbrica di scarpe e io vi lavoravo come apprendista. Avevo solo 16 anni e nessuna particolare ambizione, ma amavo i libri. Il direttore aveva due figlie, Mary e Josephine, che avevano circa la mia stessa età. Io e Mary adoravamo leggere e siccome il padre le pagava un’istruzione costosa lei mi portava sempre molti libri. Eravamo buoni amici, ma a parte questo il mio cuore apparteneva a Josephine e quello di Mary al giovane soldato Steven. Tra le due Mary era la sorella minore, ma si sposò molto presto; purtroppo altrettanto presto rimase vedova a causa di una stupida guerra. Non si risposò mai e  non avendo figli decise di curare il suo cuore viaggiando. Anche io e Josephine girammo il mondo dopo il matrimonio andando a caccia di miti e leggende che poi scrivevamo a Mary in lunghe lettere, e lei faceva altrettanto con noi. Però mia moglie ebbe dei problemi di salute e così ci ritrasferimmo qui con l’intento di aprire una libreria. Purtroppo Josephine si ammalò poco dopo che nacque Marcus.»

Gli sfuggì un sospiro e fece una pausa.  

« Quando persi mia moglie, mio figlio aveva circa un anno e io ne rimasi distrutto; fu allora che Mary fece ritorno per stare con noi. Non ci ha mai lasciati e Marcus l’ha sempre considerata una mamma. Che differenza poteva fare che non fosse nato da lei? Sapeva della sua vera madre, ovviamente, ma Mary lo crebbe ogni giorno come fosse suo e per lui ci fu sempre. Poi mio suocero morì e noi trasformammo la fabbrica in una libreria coronando anche il sogno di mia moglie. Per più di trent’anni abbiamo diretto insieme questa libreria, poi ad un certo punto Mary sentì l’esigenza di ricominciare a viaggiare. Mi chiese di andare con lei, ma io scelsi di restare qui e non me ne sono mai andato. E questa è la storia.»

« E adesso anche lei se né andata? Intendo…» Loki abbassò lo sguardo non sapendo bene come porre quella domanda.

« Oh no ragazzo, vive in Canada! In una deliziosa casetta circondata da aceri. Chi credi produca lo sciroppo biologico che Marcus serve alla caffetteria? Noi la andiamo a trovare ogni anno per Natale!»

A quella confessione Loki restò talmente spiazzato da non riuscire a trattenersi e scoppiò a ridere contento.
« Mi-mi scusi è che non me l’aspettavo davvero.» 

« Non devi scusarti ragazzo, ci mancherebbe. Ma a proposito di Natale, tu che regalerai a Thor?»

Loki mise su un ghigno compiaciuto « Beh ho già in mente qualcosa.»

« Ho l’impressione che sarà interessante.» Rispose l’ometto con una strizzatina d’occhio.

 

In men che non si dica arrivò la sera del 24 dicembre e mentre alla Tower Capitan America era alle prese con cibarie di ogni tipo, il genio, miliardario, playboy, filantropo "apparecchiava la tavola” ovvero diceva al suo fido Ferrovecchio come apparecchiarla. «Che c’è? Voleva rendersi utile!»  Se ne uscì alla prima occhiataccia di Steve.
Quella sera era invitato anche Bruce che interrogò Loki a lungo e gli fece ogni tipo di domanda possibile sulle sue condizioni fisiche. 

« Eddai Banner, non stressare mammina.» 

« Non c’è percolo. Quel posto è riservato unicamente a te Stark!» 

Thor non era con loro: aveva detto di aver dimenticato una cosa importantissima alla caffetteria ed era corso via. Perciò quando l’ascensore si aprì il semidio fece il suo ingresso tra mille scuse.
Era tutto coperto di neve e Tony non si fece scappare l’occasione. 

« Ehi, guarda guarda chi è venuto a farci visita! L’abominevole uomo delle nevi!»

Bruce si alzò stringendogli la mano. « Ciao Thor ti trovo bene.» 

« Ciao Bruce, scusa se non c’ero quando sei arrivato, ma dovevo tornare in negozio.»

« Cos’è hai dimenticato? Il regalo per la tua mogliettina?»

Quest’ultimo commento però gli costò una mestolata da parte di Steve.

« Veramente avevo dimenticato questo» e tirò fuori un dolce di Natale con canditi e glassa «l’ha cucinato Marcus per tutti noi.»

«Meno male perché Steve aveva bruciato il dolce, ma non voleva dirvelo… AHIA!» Questa volta la mestolata gli arrivò dritta sulla testa. 

La serata fu piacevole; il dolce ormai era stato spazzolato via quando, preda di qualche bicchiere di troppo, Tony e Bruce intonarono alcuni canti natalizi cui Thor cercò di unirsi come meglio poté. Loki per un po’ li guardò allibito poi non potendo sopportare oltre, decise di dileguarsi e unirsi a Steve che stava lavando i piatti in cucina.
« Sicuro che non preferisci riposare?»

« No, e poi se resto un momento di più con quei tre rischio di rendere orfano il bambino prima che nasca.» Si passò distrattamente una mano sulla pancia. 

Cap mise su un sorriso dolce.
« Lascia che si divertano. Non vedo mai Tony così allegro; non credo passi spesso il Natale in compagnia. Idem per Bruce. Ed io, beh io sono rimasto congelato quasi 70 anni perciò…»

Loki notò che un’ombra di tristezza era calata sul suo viso.
« Ma adesso siamo tutti qui insieme.» Tentò Loki.

Steve gli sorrise. « Si, si è vero.»

« OOOH WHEN THE SAINTSSSS! GO MARCHING IN!» La voce di Tony, ormai del tutto ubriaco, risuonò nella Tower.

I due in cucina si guardarono un momento.
« Ripensandoci concordo con te! È ora di portarli a letto.» Fece Steve imbarazzato e si diresse in salotto dove il povero Bruce era già crollato sul divano.

Loki scosse la testa e rimase a sistemare i piatti finché Thor decise di raggiungerlo.
« Ehi» esordì il biondo. 

« Ehi, il gruppo si è sciolto?»

« Credo che Tony desideri un periodo da solista.» E nuovamente Tony decise di rimarcare la sua presenza in salotto. 

« STEVEEE non vado a letto finché non mi dai un bacio sotto il vischio!»

« Fila a letto Tony!» rispose Steve.

« Signorno signore! È ora di aprire i regali.»

« Ma se sono le 23.20! Li apriremo domani mattina!»

« Apriteli tu domattina, io i miei li voglio adesso per cui sgancia il mio bacio.» 

« Direi che Tony si è proprio divertito stasera.»

« Già yawnnn… Thor sono proprio stanco, credo che me ne andrò a dormire.»

« Vengo con te allora.»

Uscirono dalla cucina passando per il salotto per dare la buonanotte.
« Fermo lì piccolo cervo!» Gridò Tony « Devo darti il mio regalo!» e si diresse barcollante al piano bar per poi raggiungerlo. 

« Stark ti consiglio di tenere alla larga quel tuo alito puzzolente di ogni liquore esistente prima che…Che vuoi fare con quel coso?!»

Ciò che Tony aveva preso dal piano bar era una strana pistola e afferrato il viso di Loki con una mano, con l’altra gliela mise sul collo.

« Sicuro Tony? Fury si arrabbierà» fece Steve. 

« Al diavolo! è il mio regalo. Non ti farà male…credo» e premette il grilletto. 

« AHIA»

« O cavolo allora fa male.»

« MA SEI COMPLETAMENTE ….» Fu un bene che Loki non avesse riacquistato tutti i suoi poteri perché di certo, impegnato ad incenerire Stark, non avrebbe fatto caso che in quella strana pistola era rimasto intrappolato un piccolo chip. D’istinto si toccò il collo.

« Penso che questo sia superfluo ormai. Buon Natale amico… ma ehi! Non farmene pentire!»

« I-io..»

« Ma guarda proprio il dono che volevo! Zittire per una buona volta la tua linguaccia. Non potevo sperare in un regalo migliore da parte tua Loki. Ora però tornando a cose importanti, Steve il mio bacio! Adesso!»

Loki era ancora incredulo. A dirla tutta si era quasi dimenticato di quel chip, ma quel gesto lo colpì ugualmente. Sapere che qualcun altro, a parte Thor, si fidava di lui fino a quel punto gli fece provare una sensazione nuova e incredibilmente piacevole.
Fu Thor a ridestarlo dai suoi pensieri « Vieni con me» gli disse prendendogli la mano. 

Una volta arrivati in camera il biondo chiuse la porta « Loki tesoro anche io ti ho fatto un regalo» Loki sorrise « Sei parsimonioso, io te ne ho fatti addirittura due.»

« Ah, ma davvero?»

« Si» si diresse al cassetto dove teneva le magliette « ed eccoti il primo!»

Gli porse una busta da lettere argentata con un piccolo fiocco rosso.  « Ci sono due regali qua dentro?»

« Per le Norne Thor! Aprilo e basta!»

« Un abbonamento in palestra…Ehm cerchi di dirmi qualcosa Loki?»

« Beh sai ultimamente non ti alleni più come una volta e forse ti stai un po’ lasciando andare e…LUI vuole che il suo papà sia in forma per quando arriverà.»

« O certo, adesso dai la colpa a…» ma si bloccò di colpo. La sua mente collegò le parole che l’altro aveva appena pronunciato « Hai detto LUI..vuoi dire che?»

Loki lo guardò dritto negli occhi e gli sorrise « Ecco il tuo secondo regalo…è un maschio Thor.»

Thor lo fissava incredulo « Sei sicuro?»

« Si»

« Ma è così presto…»

« Thor nostro figlio è un maschio, lo so, lo sento.» 

A quelle parole gli occhi del Dio del Tuono si riempirono di lacrime.

« Oh Loki!» gli prese il volto tra le mani e lo baciò. 

Quando si staccarono il moro gli sorrise« Sei il solito sentimentale.» gli sussurrò sulle labbra.
« E tu l’amore della mia vita.»

« Si ok d’accordo, è tutto molto romantico, ma il mio regalo?» Disse staccandosi e sedendosi sul letto. 

Thor allora attraversò la stanza e si avvicinò all’armadio: ne tirò fuori un pacchetto avvolto in una carta verde e chiuso con un nastro dorato.
Raggiunse Loki« Questo è per te» e glielo porse.
Loki lo aprì e vi trovò una splendida tunica nera; era morbida al tatto ed era decorata da fini ricami argentati. 

« Sai adoravo il modo in cui vestivi a palazzo. Sei sempre stato la creatura più bella che percorresse quei corridoi. Volevo farti dono di qualcosa degno del principe che sei.»

Il moro la ammirava rapito. « È bellissima Thor…»

« C’è dell’altro.»

« Ehi, ma allora mi hai imbrogliato. È la mia vicinanza a ridurti così?»

« Non ho mentito, questo è per nostro figlio.»

Sfilò da sotto il letto un pacchetto avvolto in una carta decorata da tanti alberelli e lo diede da scartare a Loki.
« Un libro di fiabe?»

« Sono fiabe midgardiane! Potrai leggerle a nostro figlio un po’ come facevi con me. Io ho sempre adorato sentirti leggere.»

Loki guardava il libro con tenerezza « è perfetto Thor.» disse guardandolo « Ma dimmi… te l’ha consigliato Mr.J.?»
« No, ho fatto tutto da solo! Volevo che un giorno nostro figlio sapesse che il suo papà gli aveva regalato un libro pieno di racconti felici!»

« Capisco! E chi è che avrebbe scritto questo libro?»

« Oh credo due fratelli! Vedi c’è scritto “Fratelli Grimm!”»

Loki fissò il volume in silenzio un momento, poi alzò le spalle «Perchè no? Sarà interessante»
Thor gli sorrise e si distese sul letto. «Vieni qui» lo chiamò e Loki scivolò vicino a lui e si lasciò abbracciare.

« Thor senti…Sapevi che Tony avrebbe…?»

« Avevo il sospetto, ma non ero del tutto sicuro.»

« Ho fatto loro del male, a tutti loro! Beh Bruce in realtà ne ha fatto a me e parecchio direi!…Ma il punto è: loro si fidano di me?»

« Io credo proprio di si.»

Loki allora si sollevò sui gomiti e lo guardò negli occhi.

« E tu Thor? Tu ti fidi di me?» 

L’altro sospirò appena. « Mi hai tradito tante volte.»

« Lo so.»

« E mi hai fatto soffrire, questo non posso negarlo. Ma non posso fare a meno di amarti, perciò lo chiedo a te e voglio che tu sia sincero come non mai. Posso fidarmi di te Loki?»

Loki restò un attimo in silenzio; gli occhi verdi incatenati a quelli blu dell’altro. 

« Tu fidati del mio amore…»

Thor lo guardò intensamente poi…gli sorrise.
« Non ne dubiterò mai!» Disse stringendolo di nuovo a sé.

« Ah e Thor» il moro alzò gli occhi verso il compagno «Buon Natale!»

Allora il biondo gli posò un delicato bacio sulla fronte.
« Buon Natale Loki!»

 



Note:

Ben ritrovati a tutti!
Innanzitutto chiedo venia per il ritardo spaventoso. I famosi impegni si sono presentati alla porta, perciò mi ci vorrà un po’ prima di poter pubblicare il prossimo capitolo.
Ma state tranquilli, “torneròòòòòòò”…
Già, presto o tardi riuscirò a pubblicare tutti i capitoli, ci vorrà solo più tempo tra l’uno e l’altro.
Perciò è senza indugio che vi dico…al prossimo capitolo =)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Accadde che il Signore del Caos e il Dio del Tuono si innamorassero e dal loro amore… ***


Accadde che il Signore del Caos e il Dio del Tuono si innamorassero e dal loro amore…


“E allora il cacciatore con il suo coltello….”

Loki chiuse il libro di fiabe di scatto e si tirò a sedere sul letto scioccato. Poi si voltò verso il compagno profondamente addormentato: il suo russare ne era una prova più che sufficiente.
Il moro lo scosse agitato. 

«Thor! Thor svegliati!»

Il biondo sbuffò, ma non accennò ad aprire gli occhi e così si ritrovò, un istante dopo, il naso congelato dalle mani di Loki.
Si svegliò con uno starnuto.

«Ecciù! Lo-Loki ma, ma che succede? Qual è il problema?»

«Il problema è che non posso leggere a nostro figlio queste fiabe! Guarda tu stesso» e gli mise il libro sotto il naso «Qui uccidono un lupo!»

Il biondo ancora con gli occhi impastati cercò di mettere a fuoco qualche parola mentre il moro continuava imperterrito. 

«Vedi? Non posso leggere a mio figlio una storia dove si uccidono i lupi! Io adoro i lupi!»

«Ehm tesoro qui c’è scritto che aveva mangiato una bambina»

«Certo! Ma chi ha detto a quella stupida midgardiana di andarsene in giro per una foresta a dare confidenza agli sconosciuti?!»

Il biondo a quel punto lo fissò un momento ancora inebetito dal sonno poi si girò e guardò la sveglia sul comodino.

«È per questo che mi hai svegliato alle 5.00 di mattina?»

«Thor! È una cosa seria!»

«M-ma certo tesoro. Allora aboliamo ehm…”Cappuccetto rosso” dalle fiabe che leggeremo al bambino, ok? Ora però possiamo dormire?»

Loki scosse la testa. 

«Non ci riesco… a dirla tutta scalcia, stanotte non vuole davvero stare fermo» e si passò una mano sulla pancia.

Thor allora gli sorrise teneramente; si distese al suo fianco e portò il viso sulla sua pancia posandovi un dolce bacio. 

«Allora ti terrò compagnia. Leggine una a me.» 

«Oh una non è affatto male. Alla fine la principessa ordina di mettere delle scarpe di metallo roventi ad una regina per punirla. Divertente non trovi? Vuoi che te la legga?»

Thor si pietrificò per un istante. 

«Ma-magari potresti tentare con qualcosa di più ehm come dire…noioso? Così anche il piccolo prenderà sonno se ti rilassi un po’».

«Uhm e va bene allora.»

“Salvi per un soffio” pensò Thor tra sé e sé e si rilassò contro di lui. 

Erano già volati diversi mesi da quando avevano scoperto di aspettare il loro bambino, per la precisione sei.
Loki nonostante il fisico snello e magro esibiva un bel pancione, ma lo celava allo sguardo di tutti con la magia quando usciva di casa per dirigersi a lavoro, tranne ovviamente che a Mr.J.
Thor era decisamente al settimo cielo e non passava giorno in cui non riempisse Loki di cure, coccole e attenzioni.
Alla Tower intanto Tony si era già messo nel mood “futuro zio preferito” e aveva iniziato a lavorare ad una serie di apparecchi super tecnologicamente avanzati che andavano da una culla ultramoderna e dotata di tutti gli accessori ad un robot cameriere scalda-latte.
Steve invece aveva modificato la dieta di tutti in un regime salutare e volto al benessere di Loki, motivo per cui a volte gli altri tre inquilini sparivano improvvisamente  in laboratorio per “verificare i progressi di Tony” disseminando ovunque briciole di biscotti.
Comunque quella mattina il piccolo proprio non voleva calmarsi, continuava a scalciare e Thor lo sentiva sotto il suo orecchio. 

«Chissà a che pensa»

«Non lo so, ma se non la finisce giuro che tenterò un parto anticipato!»

«Avanti sei troppo drastico» e si mise a canticchiare una melodia.

Loki lo ascoltava in silenzio. 

«Se lei vorrà ballar con me le donerò dei fiori. Ma se il serpente verrà giù lui mangerà il suo cuor. Tu vai e naviga fin là all’isola del sole e prendi con te più che puoi… le arance del Dio Sol. E quando tornerai da lei tu offrigliele in dono…e con i fiori intreccia poi ghirlande e …»

«Thor ma è?»

«Ti ricordi quando nostra madre ce la cantava?» 

«Si, “La fanciulla dei fiori”.»

«Mi è sempre piaciuta molto.»

«E a quanto pare anche a lui» improvvisamente infatti il piccolo aveva smesso di scalciare.

Thor sorrise e si protese a dargli un bacio. 

«Sai oggi ho visto annuncio di un appartamento in affitto vicino alla caffetteria»

«Thor, ne abbiamo parlato. Anche io vorrei andare, ma in queste condizioni…»

«Lo so, lo so. Qui ormai sei come a casa tua ed anche Tony e Steve vogliono che rimaniamo qui. Soprattutto Steve che teme per la vostra incolumità se resti affidato solo a me. Però Loki qui siamo ospiti e non possiamo approfittare.»

«Lo so bene Thor non credere che non ci abbia ragionato su» sospirò «ma…sinceramente adesso non ho voglia di pensarci.»

«No infatti! Adesso devi dormire un po’ e anche tu signorino» aggiunse rivolto al pancione. 

Loki sorrise; gli piaceva il modo in cui Thor si rivolgeva a loro figlio. Si rilassò contro i cuscini e si addormentò. Il compagno alzò gli occhi su di lui un momento. Aveva in mente una sorpresa speciale, ma era bene che Loki riposasse un po’ prima di mostrargliela.

L’indomani dopo aver effettuato il suo solito incantesimo dissimulatore Loki si diresse a lavoro. Iniziava a fare fatica, ma non poteva fare diversamente: odiava restare a casa e sapeva già che avrebbe dovuto lottare con Mr.J. fino all’ultima settimana pur di continuare ad andare a lavoro.
Quando fu vicino alla caffetteria lanciò uno sguardo dentro. Thor serviva i clienti col sorriso e sembrava felice; sorrise anche lui e si diresse alla libreria.

«Ragazzo che ne dici di uscire un po’ prima oggi?»

«Mr.J. guardi che mi sento in perfetta forma»

«Certo, ma non serve che tu stia così tante ore in negozio, magari potresti andare al parco o riposarti o…»

Loki sorrise vedendo tutti quegli sforzi da parte dell’ometto: gli voleva bene e sapeva che stava cercando in ogni modo di farlo riposare il più possibile, ma non voleva pietà, non l’aveva mai voluta per niente nella sua vita. 

«Ah ma guarda chi c’è!»

Loki si girò giusto in tempo per veder entrare Thor. 

«Thor che ci fai qui?»

«Giorno Mr.J. ehi come ti senti?»

«Ehm bene ovviamente»

«Ho pensato che oggi potresti uscire prima con me» disse il biondo e gettò uno sguardo complice a Mr.J. che dapprima non capì poi si ridestò di colpo.

«Ah ehm ra-ragazzo in effetti avrei bisogno che facessi una commissione per me. Dovresti andare a questo indirizzo e portare questo con te» e porse a Loki un sacchetto di carta ed un bigliettino.

«Ma Mr. J. è a due isolati da qui, ci vorrà del tempo.»

«Nessuna fretta ragazzo e poi oggi è proprio una giornata morta, sta tranquillo preferisco che tu mi faccia questo favore.»

«Ehm d’accordo.»

Thor intanto aveva preso la sua giacca e porgendogliela aprì la porta invitandolo a precederlo, poi quando il moro fu uscito fece una strizzatina d’occhio a Mr.J. e si richiuse la porta alle spalle.

«È la prima volta che Mr.J. mi manda a fare una commissione così per lui»

«C’è sempre una prima volta non credi?» disse il biondo camminandogli di fianco. Passò un braccio attorno al fianco dell’altro e se lo strinse contro.

«Eddai Thor non fare il sentimentale anche per strada!»

«Io faccio il sentimentale dove voglio e se volessi potrei esserlo di più.»

«Tsk ne dubito.» 

Nello sguardo di Thor comparve un’ombra di sfida «Ah si?» si bloccò e lo avvicinò a sé «che ne diresti se mi mettessi ad urlare in mezzo alla strada che ti amo?»

«Non oseresti farlo. Potrei ucciderti lo sai!»

«Direi che la tua unica possibilità  sia quella di darmi un bacio ed impedirmelo.»

Loki dapprima lo fissò poi si staccò da lui.

«Scordatelo Thor. Tanto non lo farai.»

Thor lo seguì con lo sguardo. «E va bene, in questo caso. ATTENZIONE TUTTI PER FAVORE» disse alzando la voce.

Il moro si bloccò.
«THOR, ma che fai?!» 

Qualche passante intanto si era voltato e li guardava.
«ATTENZIONE, VOGLIO DIRE A TUTTI…»

Loki azzerò la distanza tra di loro «Vedi di finirla.»

«No, se non mi baci» 

Loki lo fissò in silenziò con sguardo omicida Thor allora sorrise.

«VOGLIO DIRE A TUTTI CHE QUEST’UOMO» ma fu bloccato dal compagno che un po’ per l’imbarazzo ed un po’ per cercare salvezza lo aveva tirato a sé e lo aveva baciato.

Thor gli circondò i fianchi, se lo strinse contro e continuò a baciarlo con dolcezza. Infine si staccò «è l’amore della mia vita» finì guardandolo negli occhi.
L’altro lo fissava, il suo battito leggermente accelerato e gli occhi incatenati ai suoi.
Era come se non avesse assistito a nulla di più romantico nella sua vita e Thor di cose romantiche per lui ne faceva ogni giorno, ma ognuna era sempre diversa dall’altra. Poi cercò di ridarsi un contegno.

«Se ci riprovi conoscerai da vicino il divano di Tony stanotte.»

«E va bene, mi hai convinto.» Gli diede la mano e riprese a  camminare con lui.

Poco dopo arrivarono in un quartiere pieno di alberelli e villette lungo la strada. Si fermarono davanti ad un cancelletto: videro un piccolo cortile e, alla fine del giardino, una casetta bianca.

«Dev’essere questa» disse Loki e suonò il campanello, ma nessuno rispose.

«Proviamo a spingere il cancello» esordì Thor e messa la mano oltre le sbarre lo aprì facilmente; poi passò avanti al compagno andando verso la porta dell’abitazione.

«Thor non vedo campanelli.»

«Eh già magari per entrare ci vuole…la chiave.» Estrasse dalla tasca una chiave e la infilò nella serratura.

Il compagno lo guardò un momento. Quella situazione era assurda: perché quella chiave avrebbe dovuto aprire…la serratura scattò. 

Thor sorrise a Loki e gli fece cenno di entrare.

«Thor ma cosa?»

«Coraggio entra.»

Il moro esitò un attimo poi varcò la soglia. Entrò in un piccolo ingresso e mosse qualche passo: subito a destra c’era una cucina e sulla sinistra un ampio salotto. La stanza era illuminata da due grandi finestre ai lati opposto della stanza. Una scala vicino alla cucina portava al piano superiore. 

«Thor ma cosa significa?» disse dandogli le spalle. 

«Significa che con una bella mano di vernice e qualche mobile nuovo…» rispose avvicinandosi a lui «questa diventerà presto casa nostra.»

Loki si voltò di scatto «Co-come dici?»

Thor poggiò delicatamente entrambe le mani sulle sue braccia «Dico che alla nostra famiglia mancava una casa e ho pensato fosse il momento di trovarne una. E c’è un’altra cosa che devi vedere. Tesoro cosa c’è?» 

Loki lo fissava a bocca aperta «Tu-tu hai …tu hai preso una decisione del genere senza dirmelo?» disse con tono di rimprovero.

Il biondo si fece un po’ triste «Io-io credevo che così non ti saresti stancato a cercare e…»

«Thor lascia che ti dica una cosa, sei uno stupido idiota, hai preso una decisione simile senza nemmeno consultarmi, io-io avrei dovuto essere informato della cosa e… accidenti!» e salì “di corsa” al piano di sopra. 

Thor restò immobile; possibile che l’avesse fatta così grossa?

Aspettò qualche istante prima di seguirlo poi salì con cautela le scale; trovò il compagno immobile. Teneva una mano appoggiata sullo stipite della porta di una delle due camere da letto. La lunga giacca nera gli ricadeva morbida sui fianchi mentre gli dava le spalle.
«Loki io…» iniziò con cautela avvicinandosi a lui, poi notò la sue espressione. Il suo viso era rigato da una lacrima. Voltò lo sguardo e capì che il compagno aveva trovato ciò che lui aveva cercato di dirgli poco prima: erano nella camera destinata a loro figlio. Era molto spaziosa e due finestre la illuminavano completamente; aveva bisogno di una rinfrescata, ma con pochi ritocchi sarebbe stata perfetta. 

«Sei uno stupido Thor.» Disse Loki continuando a guardare davanti a sé.
Thor abbassò lo sguardo. Il compagno si girò a guardarlo «Sei davvero uno stupido» e afferratolo per la giacca lo tirò a sé in un bacio intenso e bagnato. Poi si aggrappò a lui e lasciò che l’altro lo stringesse tra le sue braccia. 

«Allora ho fatto un buon lavoro?»

Loki annuì nel suo abbraccio.

«È perfetta non trovi?»

«Magari cambiamo colore.» 

«Ahah credo si possa fare. E poi se tiriamo un muro possono venire due stanze. Sai nel caso avessimo un altro bambino».

«Idiota! Fammi vedere la nostra stanza». Disse poi Loki staccandosi da lui. 

Thor lo condusse nell’ultima stanza da letto della casa. Era grande ed anche quella luminosa, Thor iniziò ad illustrare a Loki i lavoretti necessari per sistemarla e come avrebbero potuto mettere i mobili.

«Ci hai pensato parecchio eh?»

«Volevo fosse perfetta per te.»

Loki sorrise «Ci vorranno mesi Thor.» 

«Non più di tanto, e poi non abbiamo fretta, possiamo entrarci con tutta calma, per i ragazzi non è un problema.»

«Lo sanno già?»

«Ma certo avevo bisogno di un garante per quello che gli umani chiamano mutuo e chi meglio di Tony Stark e il suo conto in banca?»

«E chi altri lo saprebbe scusa?»

«Beh a parte Steve, Bruce, mamma e papà, Mr.J, Trudy, Marcus, Miss Brown, Occhio di Falco e Nat… ovviamente Fury e circa metà membri della mia palestra…ah e l’agente immobiliare.» 

Loki scosse la testa allibito  «Ahhh Thor cosa devo fare con te?»

«Amarmi per tutta la vita sarebbe sufficiente credimi» Entrambi risero.«Allora sei pronto per iniziare a fare qualche progetto per casa?»

«Certo, ma allora cos’è il libro che mi ha dato Mr.J.?» disse ricordandosi di colpo di avere ancora il sacchetto con sé. 

«Oh quello è per Steve, ha ordinato a Mr.J un libro di cucina fusion e gli ho detto che sarebbe stato un buon modo per farglielo avere.»

«Tu che escogiti complotti col mio capo senza che io me ne renda conto…mi stupisci Dio del Tuono.» Thor sorrise, mentre il compagno si avvicinava al suo viso «Ma imbrogliami di nuovo e ti assicuro che sul divano ti ci spedisco per davvero, chiaro?» aggiunse con aria suadente, ma minacciosa.

«Ch-chiarissimo tesoro» ridacchiò Thor nervosamente. 

Gli ultimi mesi passarono veloci e in quel mentre furono messi a punto accurati piani anti distruzione di massa. Il termine della gravidanza di Loki infatti terrorizzava tutti gli inquilini della Tower, a cominciare da Tony che aveva deciso di alzare il premio assicurativo di casa sua contando che come minimo sarebbe saltata per aria.
I lavori alla nuova casa erano iniziati, ma il trasferimento era comunque previsto dopo il parto così da evitare a Loki un qualunque tipo di stress da trasloco… trasloco che comunque sarebbe toccato a Thor, ma questi erano dettagli insignificanti.
Inaspettatamente la soluzione ai loro problemi sembrava arrivata da Odino che aveva fatto una visita alla Tower in un pomeriggio di giugno. 

«Indossa sempre questo bracciale. Così ovunque ti troverai avrai la possibilità di raggiungere Asgard» disse il Padre degli Dei mentre porgeva al figlio minore un bracciale dorato con venature di cristallo. Loki, seduto sul divano del salone della Tower, lo prese e lo indossò: subito il bracciale divenne della sua misura. Intanto gli altri tre più Banner, che quel pomeriggio era passato per lavorare con Tony,  se ne stavano in piedi intorno a lui e guardavano l’oggetto incuriositi. 

«Ma padre non possiamo semplicemente chiamare Heimdall?» domandò Thor. 

«No, il Bifrost ha un potere molto forte e Loki potrebbe non sopportarlo. Inoltre se per qualunque motivo veniste sbalzati fuori non potremmo fare niente per voi. Questo invece vi porterà immediatamente su Asgard»

«Come un teletrasporto» sussurrò Bruce.

«Ha in sé un’essenza che assomiglia molto al potere del Tesseract, ma ricordate figli miei. Vale una volta sola. Perciò non sprecatela.»

Loki continuava a rigirarsi il bracciale pensieroso, poi sentì due mani poggiarsi sulle sue spalle. Alzò lo sguardo e incontrò gli occhi chiari del compagno.

«Sta tranquillo» gli disse con un sorriso «sono sicuro che quando sarà il momento non sbaglieremo.»

Loki sembrò tranquillizzarsi, ma non del tutto. I mesi erano passati velocemente, troppo velocemente. Cosa avrebbe fatto? Cosa sarebbe successo? E soprattutto…come sarebbe successo? Non aveva idea di come avvenissero i parti per gli jotun e non poteva certo andare a Jotunheim a chiedere informazioni. Sarebbe andato tutto bene? 

Una serie di ansie lo aveva colto in quell’ultimo periodo ed era difficile cercare di non farci caso. 

«Beh signori» esordì Tony «comunque vada il sottoscritto farà di tutto per non trovarsi nel raggio d’azione della bomba quando accadrà. Perciò…non è che le avanza un braccialetto magico per permettere anche al sottoscritto di darsi alla fuga?»

«TONY» fu il richiamo generale.

«Tranquillo Stark, l’ultima cosa a cui tengo è che mio figlio veda il tuo brutto muso appena nato.» 

«Ehi! Guarda che io ho un bellissimo viso!»

«Certo. Te lo ripeti tutte le mattine per auto-convincertene?»

Certo una cosa che sapeva abbattere tutte le ansie di Loki c’era: le continue battibeccate con Tony e in quella particolare situazione tutti erano più che ben disposti ad accettarle.
Steve li guardava in silenzio, ma qualcosa lo preoccupava. Intercettò lo sguardo di Thor che era invece visibilmente divertito: il semidio comprese che il Capitano era preoccupato per qualcosa e lentamente gli si avvicinò. I due si misero in disparte.

«Manca veramente troppo poco e lui non vuole nemmeno stare a casa da lavoro.»

«Non posso certo obbligarlo a stare a casa, piuttosto uscirebbe di nascosto».

«Thor è rischioso. Lo sai anche tu.»

«Steve lo so, va bene? Ma almeno in negozio c’è Mr.J. E Loki dovrà solo chiamarmi per avermi lì con sé.»

Steve tornò a portare lo sguardo sui due che continuavano nei loro capricci. 

“Temo che ti sbagli Thor, ma spero di avere torto”.

Nonostante le ansie giugno volse al termine senza alcun problema. Loki si sentiva enorme, ma non voleva rinunciare al lavoro. Quella mattina uscì di casa urlando dietro a Tony… insomma un po’ come tutte le altre mattine.
Quel giorno il miliardario decise di occuparsi del suo spirito “patriottico” e così corse a svegliare il suo capitano, Loki invece andò dritto dritto in libreria.
Era quasi arrivato quando sentì la testa girare. Si bloccò. “Stupido Stark, mi sono dimenticato pure della colazione” scosse la testa e continuò nel suo tragitto.
Mr.J. era già arrivato e stava servendo una cliente che lo ringraziò e uscì mentre il moro entrava. 

«Loki, santo cielo ti avevo chiesto di stare a casa almeno per queste settimane.»

«Mi dispiace Mr.J» disse mentre si richiudeva la porta alle spalle «non ci riesco proprio.» 

«Non va bene così! Ah che devo fare con te…giuro che da domani se ti ribecco in negozio faccio venire Thor e ti ritrascino a casa…parola di Jay Fred Fergusson» 

«Non sapevo che avesse un secondo nome.» 

«In effetti sono pochi a saperlo. Da che ho memoria tutti mi chiamano solo Jay.»

«Beh peccato, è un bel nome secondo me» disse e si appoggiò con una mano al bancone «si proprio un bel nome» aggiunse a fatica. La vista per un momento gli si fece nera. 

«Ragazzo…»

“Accidenti non adesso.”

«Loki! Oh santo cielo…»

Loki aprì appena gli occhi e guardò nello stesso punto dove stava guardando Mr.J.
I pantaloni della tuta nera erano fradici.

«Mr.J AH»

«Calmo ragazzo resta calmo.»

«Mi fa male…»

«Andrà tutto bene, dov’è quel tuo bracciale di cui mi hai parlato?» 

Lo cercò con lo sguardo, ma senza trovarlo.
In un lampo di lucidità il Dio dell’Inganno si ricordò della sera prima. Era esausto e si era lasciato scivolare sul divano della Tower. Si era sfilato il bracciale e lo aveva osservato tenendolo tra le mani. Aveva percorso le venature di cristallo con lo sguardo e osservatone l’effetto contro luce.
Poi aveva lasciato andare il braccio ed era crollato addormentato fino a che non si era sentito sollevare e si era ritrovato in braccio a Thor che con delicatezza lo aveva portato fino al letto. Evidente il bracciale doveva essergli scivolato sotto il divano e lui l’aveva completamente dimenticato quella mattina!

«Accidenti questo è un problema, aspetta chiamo la caffetteria….come diavolo è il numero! Devo davvero comprare un cellulare…» disse grattandosi in testa.

«AHHH Mr.J. venga qui!»

L’ometto si avvicinò  e si sentì stringere la mano come se l’altro volesse staccargliela.

«Loki devo chiamare aiuto.»

«No la prego!»

“Accidenti che possiamo fare?” Pensò l’altro preoccupato. 

 

STARK TOWER: qualche minuto prima

«Vieni qui capitano dei miei stivali» disse Tony afferrando Steve rapace e spingendolo su divano. 

«Tony vacci piano» ma l’altro lo aveva già sovrastato. 

«Niente doveri oggi! Ho intenzione di non farti alzare da questo divano per parecchio tempo…» e prese a baciare Steve appassionatamente sul collo. 

Il capitano girò appena la testa e … si accorse di un piccolo dettaglio sul tappeto. Sgranò gli occhi. 

«Tony il bracciale! »

«Mmm che bracciale? Non li indosso oggi…ah ho capito vuoi fare qualche gioco strano con Iron-man?»

Steve lo spinse via infastidito. 

«Ma che ti viene in mente?! Il bracciale di Loki! L’ha dimenticato!» e glielo indicò. 

Il miliardario si voltò un attimo poi tornò su di lui. 

«Direi che è un suo problema.» E riporto le sue attenzioni al compagno che però di nuovo lo spinse via e si alzò di scatto.

Si chinò e afferrò il bracciale. 

«Corri a portarglielo»

«Come? Non ci penso nemmeno.»

«Potrebbe averne bisogno» disse allungandoglielo. 

«Ma scusa noi stavamo…»

«Tony! È nostro dovere…»

«È nostro dovere? Davvero?! Certo è sempre tutto un dovere vero? E a me chi pensa?! Perché non ci andate tu e il tuo senso del dovere allora?»

«Ma cosa stai dicendo?»

«Sono stufo Steve! Dovere di qua, responsabilità di là…e alla nostra vita quando pensiamo?»

«Stai esagerando»

«No, non è vero. Ti senti ancora un soldato legato ad una qualche missione! Ma la verità è che il mondo in cui credevi, quello dove sei cresciuto e dove hai servito, non esistono più! Sono stufo di dover vivere ogni giorno al servizio degli altri solo perché tu e le tue idee siete rimasti indietro di settant’anni!»

Steve lo fissò un attimo severo, poi prese un respiro.

«Forse hai ragione…tsk già dev’essere così. Settant’anni fa non mi sarei mai innamorato di un uomo egoista come te» e girandosi si diresse all’uscita. 

Tony rimase interdetto un attimo, non voleva dargliela vinta, ma si rese conto di aver parlato troppo. 

Corse alla porta e lo bloccò strappandogli di mano il bracciale.

«Con l’armatura faccio prima, ma sia chiaro che non lo sto facendo per lui» disse fissandolo «tu aspettami qui» si girò verso la porta e poi si rigirò«…e comunque non sono un’egoista».

Steve lo guardò uscire e sorrise tristemente tra sé e sé “Lo so Tony”.


Ad Iron-man ci vollero solo 5 minuti per raggiungere la libreria. Atterrò davanti alla sala da tè di Miss Brown e si scoprì il volto

“Giuro che questa me la paga cara” si disse mentre si dirigeva verso il negozio. 

«Ehi dio della memoria hai dimenticato…oh cazzo!» quello che vide lo paralizzò sul posto.

Loki era a terra che si contorceva per il dolore mentre Mr.J, visibilmente in panico, cercava di calmarlo.
Il moro riuscì appena ad aprire gli occhi tra le lacrime e a scorgere l’uomo in armatura. 

«Starkkkk»

«Chi? Ah ecco» fece Mr.J. vedendolo «Signor Stark vada alla caffetteria e avvisi Thor!» 

«Ma-ma lui…ma-ma io…»

«Corra la prego! Ah no aspetti mi dia il bracciale intanto! Non si sa mai a questo punto! » 

Tony era paralizzato, ma sembrò ridestarsi per un secondo. 

«Ma per chi mi avete preso tutti?! Per un piccione viaggiatore?!»

«Signor Stark sia diplomatico. Non mi sembra il momento di discutere…»

«MUOVITI STUPIDO UOMO DI LATTA!»

A quella gentile richiesta Tony non fece ulteriori domande e senza pensare si precipitò fuori correndo in armatura.

 

Caffetteria: qualche istate più tardi 

«Grazie a lei…» disse Thor salutando una cliente poi il suo sguardo si fece apprensivo. Era una giornata strana. 

«Ehi amico tutto bene?» gli chiese Marcus 

«Non lo so ho una strana sensazione alla pancia.» 

«Se devi stare male, non qui ti prego! Non sarebbe un bello spettacolo» ma si beccò una pacca  di rimprovero alla testa da parte di Trudy. 

La ragazza guardò Thor con dolcezza «Hai paura che il piccolo nasca da un momento all’altro? È normale sai.»

Thor sorrise appena «è solo che Loki è sempre più stanco e non vuole decidersi a riposare. Sono un po’ preoccupato» 

«Sta tranquillo amico non si deciderà ad arrivare mica adesso ed una cicogna verrà ad annunciartelo. Queste cose succedono solo nei film. Nella realtà è tutto più noioso… da quello che ne so io insomma.»

Thor sorrise «Si avete ragione, probabilmente sono solo un po’ stanco.»

«Questo è lo spirito amico. Non c’è motivo di preocc…»

Ma in quell’istante un accaldatissimo Iron-man fece il suo ingresso nel locale spalancando la porta e trovandosi addosso gli occhi del trio di interlocutori e di tutti i clienti.

«Thor…» disse senza fiato «Bracciale…libreria…bambino..Lo-Loki» tentava di farsi capire a gesti, ma gli mancava il fiato. 

«Calma uomo di latta. Che succede?» chiese il biondo avvicinandosi. 

Tony si piegò sulle ginocchia poi afferrò un caffè e latte in mano ad un signore seduto su un divanetto e ne prese un lungo sorso.

«Mi perdoni…» disse e sotto lo sguardo incredulo del signore gli restituì il bicchiere «Thor il bambino! Sta arrivando! Adesso!» 

Thor all’inizio si paralizzò poi con grembiule e tutto corse fuori della caffetteria superando Tony.

«Ehi aspettami Dio del Tuono! Marcus un altro per il signore e mettilo sul mio conto!» 

Uscì dal locale e ricominciò a correre poi si bloccò “Perchè mai sto correndo quando posso volare?! Maledizione!” Ed accesa l’armatura si diresse nella direzione che stava prendendo Thor.
Intanto nel bar Trudy si voltò verso il collega-ragazzo «Marcus ricordami di non dare mai retta alle tue previsioni in futuro… d’accordo?»
Il ragazzo ancora sotto shock riuscì solo ad annuire debolmente. 

 

In libreria…

«Mr.J. non-non ce la faccio più!»

«Calmo ragazzo Thor sta arrivando respira e uno e ….»

«NO! Dobbiamo andare. LA PREGO!» 

L’ometto lo guardò apprensivo e spaventato «io…»

«Per favore! Ho-ho paura!»

L’ometto lo guardò, avrebbe dato qualunque cosa perché non soffrisse così. Strinse il bracciale che aveva tra le mani e circondò Loki con un braccio. Non sapeva bene cosa fare, ma avrebbe tentato «Portaci ad Asgard!» disse ad alta voce.
Un fascio di luce azzurra li avvolse; Thor fece appena in tempo a vederlo mentre svoltava nel vicolo. 

«NOOOOO» urlò correndo verso la libreria. Spalancò la porta, ma ormai non c’era più nessuno. Restò per un istante immobile mentre dietro di lui Tony atterrava. Lo raggiunse alle spalle. 

«Accidenti ce li siamo persi…»

Il semidio si girò di scatto e lo spinse fuori dal negozio. 

«Tony devi venire con me»

«Come? Dove? Cosa?»

«Su Asgard adesso! Loki ha bisogno di me!»

«Frena e io cosa c’entro, ha bisogno del TUO supporto! Non sono io il padre di suo figlio!»

«Sei mio amico!»

«Ma-ma io…»

Ma Thor non gli diede tempo.

«Mi sdebiterò lo prometto» Guardò in alto e urlò. «HEIMDALL!».

Iron man alzò lo sguardo appena in tempo per vedere un fascio arcobaleno che li investiva prima di venire trasportato via.
Il Bifrost atterrò proprio in mezzo al vicolo e li avvolse sotto lo sguardo scioccato del signor Narciss e di Miss Brown poi di colpo… sparì.

 

Asgard: pochi istanti prima

Loki e Mr.J. si materializzarono in un corridoio deserto del palazzo. Il giovane si accasciò sul pavimento di pietra col volto contorto dal dolore. 

«Ok ragazzo! Stai calmo vado a cercare aiuto» gli disse Mr.J. cercando di farlo appoggiare al muro. 

«Non mi lasci qui Mr.J.!»

«Tornerò ragazzo, ma ora devi resistere! Ti prego! Sii forte»

Loki incontrò il suo sguardo e annuì.

«Bravo ragazzo!»

Si alzò e corse d’istinto verso la prima direzione che gli venne in mente. 

 

Asgard Bifrost 

«Mammina!!!!!» Iron-man urlò terrorizzato mentre si sentiva risucchiare da quello strano vortice che tra l’altro non finiva mai. Poi si sentì sbalzare e atterrò su un pavimento lucido e dorato.
Una figura alta in armatura ed elmo ritirò una strana spada e fissò lui ed il principe ereditario che iniziò subito a parlare con urgenza «Heimdall io devo…»

«È nel palazzo, ma devi sbrigarti. Sta male.» 

«Nessun problema» disse Thor alzando il braccio in un gesto automatico, ma si bloccò «Accidenti il mio martello è su Midgard!»

Iron-man cercò di riprendersi un momento dalla visione dello sconosciuto e si avvicinò a Thor.

«Salta su Dio del Tuono. Ti do un passaggio.»

«Ma Tony…»

«Oh avanti non serve che ti sprechi in complimenti mentre tuo figlio rischia di nascere senza di te! Soprattutto perché Loki me lo rinfaccerebbe per tutta la vita!» 

Il semidio sorrise e afferrò la sua mano. 

«Accidenti se sei pesante.» sbuffò Iron-man sollevandosi in volo; un attimo dopo stavano sorvolando il mare di Asgard verso la reggia. 

 

Alla reggia di Asgard 

Per i corridoi dorati c’era silenzio e pace, eccezion fatta per il respiro corto di Mr.J.
Correva spaventato ed in ansia.
Dovette fermarsi a riprendere fiato e lo sguardo gli cadde fuori dalle grandi colonne. Vide un paesaggio bellissimo; un’eterna primavera dove il cielo era limpido e gli alberi in fiore.
Pensò che non aveva mai visto un posto più bello e senti una sorta di calma invaderlo. Poi si ridestò dai suoi pensieri “Loki!”

«AIUTO HO BISOGNO DI AIUTO!» ricominciò a gridare.

Le urla attirarono l’attenzione di due guardie, le quali però vedendo lo sconosciuto alzarono le armi. 

«Chi siete?» chiese una. 

«Vi prego. Sono qui con il principe, ha bisogno di aiuto!» 

I due si guardarono. 

«Perché mai il principe Thor avrebbe dovuto chiedere aiuto ad un simile omuncolo.»

Mr.J. si offese un po’.

«Signore non mi sembra il caso di essere offensivi, e poi è l’altro principe ad aver bisogno di voi.»

I due si scambiarono un’occhiata d’intesa e senza fare tanti complimenti lo presero ognuno per un braccio. 

«Vieni con noi!»

«Ma no, che fate?! Adesso non c’è tempo!»

«Ti porteremo dal re»

«Credetemi conosco il vostro re e si arrabbierebbe molto se scoprisse che non state prestando soccorso a suo figlio in un momento simile! Lasciatemi!» tentò, ma i due lo stavano ormai trascinando via. 

 

«Ancora uno sforzo uomo di latta!» disse Thor restando aggrappato a Tony.

«Pfiu! Ma non si arriva più!»

«Ecco lì va bene» Thor gli indicò un punto davanti alla scalinata ed Iron-man vi si diresse. Il semidio si sganciò atterrando in piedi. 

«Anche se avevo l’armatura, mi devi lo stesso un polmone!». 

«Lasciatemi ho detto!»

Thor si voltò verso le scale e giusto in tempo: vide infatti le guardie che trascinavano via Mr.J.
«EHI THOR!» gridò l’ometto intercettandolo.

«Mr.J.! Lasciatelo guardie quest’uomo è mio amico» a quell’ordine i due lasciarono immediatamente la presa sul vecchietto. 

«Come accoglienza non è delle più calorose che abbia ricevuto!»

«Mr.J dov’è Loki?» disse Thor prendendolo gentilmente per le spalle.

«In-in un corridoio. Ho dovuto lasciarlo per cercare aiuto.»

Thor rivolse uno sguardo autoritario alle guardie. 

«Avvisate mia madre che il principe ha bisogno urgentemente di cure.»

«Ecco grazie!» Ribatté Mr.J. in direzione delle guardie. 

«Mr.J.»

«Si?»

«Mi porti da Loki per favore.» 

«Ah si giusto, vieni ragazzo.»

 

Tutto gli sembrò ovattato. Sentiva una brezza tiepida sul viso, il suo stesso sudore scendere sulla fronte, le gambe deboli. Ma più di tutto sentiva dolore e paura.
Si portò una mano alla pancia.

«Calmo piccolo ti prego» sentiva suo figlio muoversi in lui come se non volesse più aspettare «Papà arriverà presto, ma tu devi fare il bravo.»

“Thor dove sei?…”

Gli mancavano le forze o si sarebbe alzato e si sarebbe trascinato alla Stanza della Cura da solo.
E poi perché Thor non era ancora arrivato? Aveva bisogno di lui, di sentirlo vicino.
Chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi sui rumori intorno a lui. Un ruscello scorreva lontano, poteva sentire gli scudi dall’arena degli allenamenti ed un rumore di passi farsi vicino…un rumore di passi…passi veloci. Aprì gli occhi e vide Thor che gli correva incontrò e si chinava su di lui. «Amore» gli sentì sussurrare «ci sono io adesso.»
Per un istante Loki recuperò tutta la sua lucidità e spalancò gli occhi «E ti pare questa l’ora di arrivare?!»
Thor gli sorrise, lo sollevò e se lo prese in braccio. Fece più attenzione possibile mentre rapido si dirigeva alla Stanza della Cura.
La madre li attendeva sulla porta. 

«Andrà tutto bene bambino mio.» disse a Loki scontandogli i capelli dalla fronte.  Thor abbassò lo sguardo su di lui e notò che il colore della sua pelle stava diventando blu. 

Restò un attimo interdetto.

« È tutto normale caro. È la sua natura che prende il sopravvento. Nel suo corpo cambieranno delle cose, per permettergli di…»

Thor capì e annuì; entrò nella stanza e lo appoggiò su una sorta di lettino circondato da alcune curatrici. Il moro allora gli afferrò un braccio stringendolo con forza. 

«Thor ti prego non-non lasciarmi!»

Thor inchiodò lo sguardo al suo «Mai amore!» 

Intanto fuori dalla stanza Mr.J e Iron-man uno di fronte all’altro stavano tentando di creare una sorta di trincea nel pavimento.
Andavano avanti e indietro.
Indietro e avanti. 

«Io lo sapevo» se ne uscì Tony improvvisamente «sapevo che sarebbe capitato con me nei paraggi. Succedono sempre a me queste cose!» 

«Chissà se sta bene, non arriva suono da queste porte» disse Mr.J. staccando l’orecchio dalla porta d’accesso della stanza. 

«Mi creda meglio così o non avrei davvero retto il colpo» si accasciò a terra appoggiando la schiena al muro. L’adrenalina era calata: si sentì improvvisamente  stanco “Steve…” pensò. 

«Tutto bene signor Stark?»

« Ad essere sincero non proprio. Oggi ho detto delle cose al mio compagno beh poco carine…e solo perché lui mi aveva chiesto di riportare a Loki il bracciale. Se non lo avessi ascoltato…non so che sarebbe potuto accadere». 

Mr.J. gli si fece vicino e sospirò.

«Vede amico mio a volte diciamo delle cose senza pensare, ma l’importante è chiedere scusa. Sono sicuro che lui sa che non voleva davvero ferirlo.»

Tony sorrise appena «Sarà la prima cosa che farò appena tornato a casa. Sempre che la piccola peste non decida di tenerci qui troppo a lungo chiaro! Dopo il brutto tiro che ci ha giocato e con la storia del bracciale come minimo voglio che veda davvero il mio “brutto muso” appena nato.»

«Credo sia più che giusto!»

I due risero di cuore e appoggiando la testa al muro rimasero in attesa in silenzio . 

 

Passarono attimi, minuti, secondi? Loki non riusciva a dirlo. Non sentiva più dolore, non sentiva  nemmeno rumori. Spostò la testa e vide la mano di Thor che stringeva la sua, gli stava sussurrando qualcosa, ma non riusciva a capire il senso di quelle parole, la sua mano era ancora blu. Vide sua madre alzarsi da lui con qualcosa tra le braccia e alzò appena la testa…Fu il pianto di suo figlio a ridestarlo da quello stato di alienazione  dal resto del mondo.  
Sentì Thor sollevarsi appena da lui, ma non gli lasciò la mano. La osservò mentre tornava di un aspetto rosato.
Chiuse gli occhi, si sentiva strano… avvertì una leggera pressione sul suo petto. Quando li riaprì quello che vide fu il più bello spettacolo che avesse mai visto.
Sul suo petto c’era un fagottino avvolto in una coperta. Si muoveva appena e mugugnava leggermente. Loki riuscì a distinguere un faccino blu e una boccuccia piccola piccola; gli occhi ancora chiusi.

«È uno jotun come te tesoro» 

Il moro che era rimasto pietrificato da quella visione riuscì a drizzarsi appena e lo circondò con le braccia. Continuava a guardarlo rapito: non riusciva a realizzarlo, non ci poteva credere. Il piccolo aprì appena gli occhi mostrando due iridi di un rosso intenso.
Le lacrime gli salirono involontariamente agli occhi per l’emozione. Lo strinse un po’ di più a sé.
Il piccolo allora chiuse gli occhi ed iniziò a cambiare aspetto.
Il blu lasciò spazio alla pelle rosa ed ai capelli biondi ed infine…aprì gli occhi.
A Loki mancò il fiato per un istante. Due occhi di un verde intenso lo stavano guardando. Due occhi come i suoi. Quello era il suo bambino, suo e dell’uomo che amava e non poteva desiderare nulla di più bello. 

«Ciao amore» gli disse sorridendogli, poi poggiò un delicato bacio sulla testolina mentre sentiva Thor che circondava entrambi con le braccia portando le mani sulle sue. 

Capì che sarebbe potuto restare così per sempre, perché il suo mondo era tutto lì e tanto bastava.

 

Dopo qualche ora e con l’aiuto di Thor fu trasferito in una camera adiacente: una culla era stata preparata accanto al letto candido, ma Loki volle tenere in braccio il suo bambino. «Allora vuoi chiamarlo così?» chiese Thor dopo un po’ guardandoli inebetito.
«Si, credo sia il nome giusto per lui»  rispose l’altro sorridendo in direzione del bambino.

Il biondo si avvicinò e prese il bambino tra le braccia. «Li facciamo chiamare?»
Loki annuì. 

La porta della stanza si aprì ed una curatrice scivolò fuori. Tony e Mr.J erano ancora appoggiati al muro, ormai mezzi addormenti. «I principi vogliono vedervi signori». Disse la fanciulla con tono gentile. I due si ridestarono e si guardarono poi si tirarono su e avanzarono verso la porta.
Entrano nella stanza che era luminosa ed accogliente.
Videro Loki che sorrideva esausto sul letto in direzione del compagno che in piedi davanti a lui dava loro le spalle.
Tony che necessitava di sfogare ancora tutta la tensione di poche ore prima se ne uscì con la prima cosa che gli passò per la testa. 

«Eccolo che fa l’esausto!  Sei la solita diva! Tante storie per…»

Ma in quel mentre Thor si girò stringendo il piccolo tra le braccia che si passò le manine sul  visino. Tony Stark si zittì di colpo e si bloccò sul posto.

«Vuoi conoscere lo zio Tony piccolo?» disse Thor avvicinandosi al miliardario. 

Tony era ancora paralizzato mentre Thor si avvicinava e gli mostrava il piccolo.

«Che c’è Stark il gatto ti ha mangiato la lingua per una volta?» fece Loki stanco, ma sereno dal letto. 

Tony alzò gli occhi lucidi dal piccolo e fissò lo sguardo in direzione del moro.

«Sai se mi avessero detto che da un’essere insopportabile come te sarebbe uscita una meraviglia simile non ci avrei mai creduto amico.»

Loki sorrise appena «Ma se scoppia a piangere quando vedrà la tua faccia me la pagherai uomo di latta!»
Mr.J., che se n’era rimasto in disparte, avanzò ad un cenno di Thor che senza fare troppi complimenti gli mise direttamente suo figlio in braccio «Ma ragazzo io non posso…»  fece all’inizio incerto, poi guardò un istante Loki che annuì con la testa e si rivolse di nuovo a Thor «magari solo un momento» e prese il piccolo tra le braccia.
Il bambino all’inizio si lamentò un po’, ma appena si ritrovò tra le braccia di Mr.J. si calmò di colpo. «Ciao principino» gli disse l’ometto sorridendo «io sono Mr.J.e ti do il benvenuto in questo mondo. Ti piacerà vedrai…»
Il piccolo si rilassò contro di lui sbadigliando appena. 

«Sembra così innocuo, Loki sicuro che sia figlio tuo?» disse Tony. 

«Ahah, ma guardatelo sei proprio un bravo giovanotto piccolo…ehm com’è che lo chiamerete?»

«Il suo nome è Fred» disse Loki.

«Per gli amici Freddi» esordì Thor avvicinando a Loki. 

«Fred, ma guarda proprio come il mio…» la voce gli morì in gola quando capì il collegamento «Ma…»

Loki sorrise «Porta il nome di uno degli uomini più saggi e buoni che abbiamo avuto il piacere di incontrare Mr.J …abbiamo pensato che fosse una bella scelta, e lei?» 

L’ometto sorrise, gli occhi leggermente lucidi dalla commozione e annuì con la testa poi si rivolse al bimbo.

«Allora piacere di conoscerti Fred.» 


Non passò molto tempo che anche il Padre degli Dei li raggiunse. 

«E dunque dov’è mio nipote?» chiese solenne.

Mr.J porse il piccolo a Thor mentre Tony si rivolgeva ad entrambi. 

«Ehm ragazzi noi ce ne torneremmo a casa se non vi dispiace»

«Sicuri di non voler restare per la notte?» 

«Grazie Thor, ma direi che per oggi abbiamo vissuto un po’ troppe avventure vero Mr.J? E poi io ho il mio capitano a casa a cui comunicare che è finalmente diventato zio.»

«Ma certo! Non vedo l’ora di presentaglielo.»

«Mr.J. va anche lei?» chiese Loki.

«Mi piacerebbe rimanere ragazzo, ma ce ne siamo andati via un po’ corsa dalla libreria. Devo tornare a controllare che sia tutto a posto ed avvisare Marcus. Ma tornei volentieri un giorno di questi se vi va.»

Loki sorrise gentile «Ma certo.»

«Bene allora vi lasciamo al vostro momento in famiglia. L’uscita è sempre tramite quel ponte arcobaleno?» i due semidei annuirono «Lo immaginavo… Si prepari Mr.J le sorprese non sono finite! Adieu, Madame, Signor padre degli immortali» salutò Tony con un accenno d’inchino. 

Il vecchio scosse appena il capo sorridendo mentre i due uomini lasciavano la stanza.
Odino si avvicinò ai figli e osservò il piccolo mentre Frigga si avvicinò al figlio minore e gli accarezzò il volto. 

«Ehi giovanotto! Ah guardate che capelli biondi ed è così piccolo. Ma crescerà e diventerà forte come un guerriero, proprio un degno principe!»

«Padre ora non esagerare ha solo poche ore di vita» disse Thor dolce.

«Tu non eri nemmeno nato e già avevi il tuo destino scritto.» Il Dio non notò l’espressione contrariata di Frigga a quell’affermazione tanto meno fece caso allo sguardo di Loki diventato di colpo duro. 

«Ha tutta la vita per decidere chi diventare, non ti sembra padre? » fece notare il moro. 

«Beh si ma…»

«E per il nome ragazzi?» cerco di buttare lì la madre. 

«È già deciso»

Odino si impettì «Immagino sia un nome importante e degno di un principe. »

«E lo è. Il suo nome è Fred» continuò Loki. 

«E che significa?»

«Niente di particolare, solo Fred!»

«Ma la tradizione vuole che si scelga un nome che designi il futuro.» 

«Odino ora basta!» fece severa Frigga. Ma Odino quel giorno sembrava proprio in vena di non demordere.

«Comunque ora che siete qui Thor potrai darmi una mano con alcune faccende e vi ho fatto prepara un’ala del palazzo solo per voi. Ho già predisposto il trasferimento delle vostre cose da Midgard.»

«Frena, frena! Cosa?» disse Loki incredulo. 

«Padre noi non vogliamo ristabilirci ad Asgard.»

«Ma dovete. Il bambino deve crescere qui. E tu devi adempiere ai tuoi doveri da erede Thor.»

«Padre adesso non mi sembra il caso di affrontare questo argomento. Non adesso che…» 

«Thor» chiamò Loki che era rimasto in silenzio con lo sguardo sempre più freddo rivolto al padre; il biondo si girò «per favore portami Fred.»

Thor obbedì e porse con delicatezza il piccolo al compagno. 

Non appena Loki ebbe il bimbo tra le braccia si rivolse a sua madre.

«Siamo stanchi ed abbiamo bisogno di riposare»

«Ma certo caro vi lasciamo soli» disse la donna e andò verso il marito ricacciandolo fuori dalla porta con uno sguardo carico di un bel “Dobbiamo parlare!” che il marito aveva imparato a conoscere nei secoli e dal quale non aveva mai trovato via di fuga. 

Loki intanto si mise Fred di fianco «Thor» chiamò.
Il biondo, che aveva seguito i genitori uscire con lo sguardo, sospirò. Sapeva cosa lo aspettava: di certo Loki aveva fatto uscire suo padre per discutere delle sue parole, ma lui invece non aveva detto nulla di sbagliato. Prese coraggio e si girò.

«Tesoro non credi sia il caso …»

«Vieni qui adesso» Loki si era disteso su un fianco e aveva vicino il loro bambino. Un braccio circondava la schienina così che non rischiasse di cadere.
Niente sgridate o discussioni: il biondo allora si rese conto che semplicemente Loki lo stava chiamando lì con loro. Si sdraiò al fianco del compagno avvicinandosi alla sua famiglia e li strinse forte.

«Buonanotte tesori miei.»

 

Quella stessa sera alla Tower Steve se ne stava in cucina tagliando delle verdure. Si sentiva combattuto. Le parole di Tony lo avevano ferito, ma si ripeteva che doveva solo essere stanco di tutta la situazione. Lui del resto da quando c’era Loki a casa non aveva fatto che parlare di responsabilità e doveri, ma era nella sua natura e non ci vedeva nulla di sbagliato nel voler aiutare gli altri.
Tony forse non la pensava così. Lui era Iron-man amava la fama, la gloria, gli applausi, ma era buono in fondo; non poteva pensare davvero quelle cose e invece se…
Era talmente preso dai suoi pensieri che non sentì la porta d’ingresso che si apriva piano. Tony  sentì dei rumori in cucina e ormai senza armatura percorse piano la distanza che ce lo separava: si affacciò e vide Steve intento a cucinare. Sapeva di aver sbagliato, ma voleva provare a rimediare. Steve si girò e lo vide «Tony da quanto sei lì?» 

«Il tempo necessario per osservarti mentre ti prepari a diventare il prossimo Masterchef Usa.» 

Steve scosse la testa sorridendo poi tornò serio «dove sei stato?»

Tony gli si avvicinò e lo prese per i fianchi con dolcezza.

«Vieni qua un momento.»

Steve lo studiò attentamente. 

«È tutto ok?»

«Sai Rogers credo di aver esaurito il mio debito verso la società per i prossimi sei mesi, ma sono felice di averlo fatto» lo guardò negli occhi, l’altro intanto lo guardava senza capire «Mi dispiace per quello che ti ho detto oggi. Sono stato un coglione egoista»

«Si lo sei stato.»

«Ehi, sei troppo severo.»

«Troppo severo» disse incrociando le braccia «davvero?»

Tony allora abbassò lo sguardo. 

«No, hai ragione me lo merito. Ma Steve io ti amo e mi dispiace davvero…non avevo il diritto di dirti quelle cose. Puoi perdonarmi?»

Steve lo fissò continuando a tenere le braccia incrociate, poi le abbassò, sorrise appena e appoggiò la fronte alla sua «Scuse accettate» gli sussurrò.

«Ah ed ho una sorpresa per te » disse sventolando il suo cellulare davanti ai suoi occhi. 

Il capitano alzò gli occhi al cielo. 

«Sarebbe?Un’altra delle tue foto sexy?» 

«Sai sei particolarmente acido oggi, ma ti perdono» sorrise «piuttosto che ne diresti di vedere la prima foto scattata di nascosto a tuo nipote?»

Steve si bloccò di colpo mentre Tony gli mostrava la foto di un neonato. Non ebbe dubbi su chi fosse: quei capelli e quegli occhi potevano appartenere solo a due semidei che lui ormai conosceva fin troppo bene. 

«Non posso crederci» disse con gli occhi leggermente lucidi «è bellissimo.» 

«Ed io ho aiutato! Beh non come ostetrica ovviamente, ma mi sono reso utile!»

«Oh Tony! L’hai tenuto in braccio? Hai fatto piano vero?»

«Diciamo che ero impegnato a cercare di non svenire sul colpo.»

Steve si strinse a lui, Tony sorrise.  Ecco il suo solito capitano dolce e apprensivo.

«Non vedo l’ora che tornino a casa tutti insieme.»

Tony sorrise, poi ci pensò. 

«Ma se inizia a svegliarmi di notte giuro che Thor dovrà offrirmi caffè fino alla fine dei miei giorni!» 

 

«Eccoci qua » esordì il Dio del Tuono spalancando la porta di casa nuova con un ovetto in una mano e uno scatolone nell’altra «casa dolce casa.» 

Loki entrò dietro di lui con Fred tra le braccia guardandosi intorno. 

«Che te ne pare?»

«Direi che va bene»

Il biondo lo guardò deluso. «Solo va bene?» 

«Thor ci sono appena i mobili nuovi, non ha ancora niente di nostro» 

«E tutti gli scatoloni che ho portato dal trasloco, da solo, ma va bene…grazie tesoro.» 

Fred mugugnò appena.

«Che c’è piccolo papà ha fatto un altro dei suoi commenti sciocchi?» 

«Ehi!»

«Vedi Thor anche tuo figlio sa quando lamentarsi di te» 

«Ma non è giusto» s’immusonì l’altro. 

«Certo tesoro certo» 

Alla fine si erano trasferiti nella loro nuova casa. Il giorno dopo la nascita di Fred Thor aveva personalmente parlato con Odino dicendogli che la sua famiglia sarebbe partita al più presto per Midgard. C’erano volute solo un paio di settimane prima che Fred fosse pronto: era pur sempre il figlio del Dio del Tuono ed era molto forte. Intanto Tony si era premurato di seguire gli ultimi lavori alla casa nuova: «Non che non vi voglia di nuovo come coinquilini, ma preferirei dormire la notte». La cameretta di Fred era luminosa e le pareti verde chiaro. La culla era stata un regalo di Tony: era ultramoderna e dotata di tutti i comfort come lucine e ninne nanne automatiche, ma l’elemento di personalizzazione glielo aveva regalato Mr.J. Era una giostrina acchiappasogni con tante statuine in legno a forma di animaletti dei boschi che lui stesso aveva intagliato.
Passarono alla loro stanza e per Loki fu una sorpresa. Thor aveva voluto arredarla da solo: le pareti erano bianche tranne per quella dietro la testata del letto che era verde scuro. Il letto era a metà della stanza e ai due lati c’erano due finestre, coperte da candide tende bianche.
Sul letto su ognuno dei due cuscini ce n’era uno più piccolo quadrato; Loki riconobbe immediatamente quale sarebbe stata la sua parte dal cuscinetto verde a sinistra, mentre Thor ne aveva uno dorato sulla destra.
I comodini a lato del letto erano in legno bianco. Anche gli altri mobili erano di legno chiaro.  Entrando nella stanza a destra vi era la porta del bagno dei due mentre l’armadio chiaro dei vestiti copriva la parete sulla sinistra della stanza.
Sulla parete opposta vi erano un cassettone ed una sedia elegante. Loki notò sul cassettone un orso gigante con un cartello: “BENVENUTI A CASA VOSTRA! P.S ERA ORA!!!T.S. e Steve”

«Allora ti piace?» 

Il moro appoggiò Fred sul letto porgendogli un pupazzo con cui il bimbo iniziò a giocare e poi rivolse la sua attenzione al biondo. 

«Sei stato bravo devo riconoscerlo» disse sorridendogli «ma quell’orso lo voglio fuori da camera mia» aggiunse con aria minacciosa. 

«Direi che abbiamo trovato il primo inquilino della soffitta» e strinse Loki a sé dandogli un bacio.

«Benvenuto a casa.»

 

Due anni e qualche mese dopo

Il primo anno di vita di Fred trascorse nella felicità assoluta. Loki non era mai stato così sereno in vita sua. Thor lo vedeva felice come non lo era da tanti anni: si svegliava col sorriso e andava  a dormire sereno almeno finché Fred non li svegliava, ma non importava più di tanto.
Mr.J. ormai gli lasciava gestire liberamente la libreria e Loki sapeva come far andare bene gli affari.
Tony e Steve erano ovviamente gli zii preferiti di Fred e lo viziavano in ogni modo possibile . In particolare si era scatenata una nuova guerra tra Loki e Tony il primo che insisteva perché il miliardario si desse un contegno coi regali al figlio, il secondo che rispondeva che aveva un debito con lui a vita per aver dimenticato quel famoso bracciale e che quindi lui poteva viziare suo nipote quanto voleva.
Ma lo zio preferito di Fred era Steve. Il capitano adorava occuparsi del piccolo e fu lui a preparare il dolce per il suo primo compleanno. 

Il secondo anno di vita di Fred invece fu un po’ più movimentato.
Il piccolo era un bambino tranquillo e dolce, ma anche estremamente curioso. Loki a volte se lo ritrovava appeso a qualche scaffale in libreria e diventava difficile gestirlo quando faceva i capricci e lui intanto doveva lavorare. Per fortuna Mr.J. aveva molta pazienza, ma per Loki non era proprio lo stesso.
Era apprensivo e aveva sempre paura che si facesse del male; non lo lasciava un secondo, ma si sentiva anche molto stanco.
Quello stesso anno poi Trudy e Marcus si lasciarono e la ragazza decise di abbandonare il posto di lavoro. A Thor dispiacque perderla come collega, ma la ragazza aveva deciso di trasferirsi in un’altra parte della città e di tentare un’attività con la sorella.
Marcus propose a Thor di diventare suo socio e non fu affatto una pessima idea, ma sostituire Trudy fu praticamente impossibile. La ragazza era molto amata e prima di trovare qualcuno che si avvicinasse minimante a lei passarono mesi, mesi in cui i due ragazzi fecero il doppio del lavoro e la cosa tenne Thor un po’ più fuori casa del solito.
Così a volte il biondo rientrava a cena conclusa e dopo aver giocato un po’ con Fred crollava sul letto.
La loro vita privata ne stava risentendo un po’ e non tardò ad arrivare lo sfogo.
Una sera in cui Thor era finalmente uscito ad un orario decente, Tony aveva deciso di passare a fare una visita al suo nipotino irritando non poco Loki.
Al Dio dell’Inganno scivolò un piatto che infrangendosi in mille pezzi spaventò Fred: il piccolo scoppiò a piangere.
Loki si passò le mani sul viso esasperato mentre Tony prendeva Fred in braccio «è tutto ok, il tuo papà è solo molto sbadato stasera.»
Thor si avvicinò a Loki per aiutarlo a sistemare «Tesoro va tutto bene, è solo un piatto» gli disse gentile.

«Solo un piatto…visto che ti piace tanto raccattare cocci» disse rompendone un altro, ma stavolta di proposito «puoi passarci tutta la sera, non sentirò la differenza con le altre, tranquillo» e fece per lasciare la cucina e dirigersi al piano di sopra, ma Thor lo bloccò per un braccio.

«Loki che ti prende? Ultimamente sei un po’ ecco…stressato.»

Loki sgranò gli occhi verdi e Thor ringraziò che il moro non avesse la capacità di chiamare a sé i suoi coltelli o sarebbe diventato un colabrodo. Fred intanto non si era ancora del tutto calmato per il rumore di poco prima.

«Non dirmi che sono stressato Thor o ti farò raccattare cocci per il resto dei tuoi giorni» e si divincolò dalla sua presa. Poi si avvicinò a Tony e prese Fred in braccio.

«No, amore non piangere. C’è papà, si… Bravo piccolo» e col suo bambino tra le braccia si diresse al piano di sopra. 

Thor lo seguì con lo sguardo apprensivo. Tony gli si fece vicino.

«Urge un piano di emergenza amico.»

«Che vuoi dire?» 

«Beh forse dovresti dedicare delle come dire “attenzioni in più” a chi so io. Sembra averne  davvero bisogno. Ed io ho proprio in mente la situazione adatta.»

Thor capì al volo le sue intenzioni.

«No Tony non potrei mai organizzare una qualche messa in scena con Loki»

«Fa come vuoi, ma se ci ripensi, sai dove trovarmi» e detto questo prese la giacca e uscì.

Dopo poco Thor salì in camera, trovò Loki disteso su un fianco con Fred vicino. Li guardò dormire, il suo bambino era così sereno mentre Loki era esausto. Si ritrovò a percorrere con lo sguardo le linee del suo collo: gli mancava riempirlo di baci e farlo suo, ma era sempre così stanco…Decise in un attimo cosa fare: l’indomani sera le cose sarebbero andate diversamente. 

 

«Allora lì trovate tutto il necessario va bene?» chiese Loki

Steve gli rispose sorridendo.

«Si»

«E il latte sentilo sulla mano prima di darglielo.» 

«Va bene.» 

«E non farlo giocare col martello di suo padre. Ho detto mille volte a quel gorilla che deve decidersi a nasconderlo in un armadio.»

«Loki» disse Steve guardandolo con gentilezza «andrà tutto bene.»

Loki buttò lo sguardo oltre la spalla del soldato e scorse Tony intento a reggere suo figlio in braccio.

«Si, ci divertiremo vero principino? Tutta la sera col tuo zio… volevo dire coi tuoi zii preferiti!» Si corresse Tony alla prima occhiataccia di Steve.

«Scusa Steve è la prima volta…» riprese Loki.

«Sta tranquillo.»

Thor lo aveva convinto ad uscire a cena da soli, ma se ne stava già pentendo. Non pensava che la nascita di Fred lo avrebbe condizionato così tanto, ma l’idea di lasciare suo figlio anche solo per qualche ora lo preoccupava un po’. Ma in fondo era in buone mani. 

Loki sorrise a Steve «E va bene, allora ci vediamo alle 23.00»

«Tesoro sei pronto?»

Thor era sulle scale: aveva i capelli raccolti come li teneva tanti anni prima la sera sullo yacht in Italia. Erano cambiate così tante cose da allora… Indossava una camicia bianca e dei pantaloni scuri, infine teneva una giacca tra le mani.

«Si Thor andiamo» si avvicinò a Tony e diede un bacio a Fred «fai il bravo mentre non ci siamo amore».

«Tranquillo il piccolo cerbiatto è in buone mani, fate con calma» disse mentre anche Thor si avvicinava per salutarlo. 

I due semidei si avviarono alla porta e dopo aver lanciato un ultimo sguardo al figlio uscirono di casa.
Il tempo non era dei migliori già da qualche giorno: il cielo era grigio e stava cominciando il freddo.
Thor portò il compagno in un noto ristorante italiano: il posto era carino e ben curato con cibo e vino ottimi.
Il biondo si ritrovò a fissare spesso l’altro: era bellissimo con i capelli neri ormai lunghi tirati all’indietro una camicia nera e pantaloni chiari. Trovò che le sue mani però fossero troppo vuote e pensò che forse non sarebbe stato male metterci qualcosa, magari un anello…

«Stai bene?» Chiese ad un certo punto Thor vedendolo pensieroso. 

«Uhm»

«Qualcosa non va tesoro?»

«No va tutto bene, solo che…pensavo a Fred.»

Thor gli mise una mano sulla sua.

«Vedrai che starà bene coi ragazzi» gli disse carezzandogliela. Loki sorrise e ricambiò quelle carezze con la sua. Terminata la cena i due uscirono dal locale; fuori pioveva appena, ma dopo poco la pioggia iniziò a farsi insistente inzuppandoli da capo a piedi. 

«Maledizione, ma cos’è un temporale?»

«Vieni entriamo qua» disse il biondo afferrandogli una mano e guidandolo con sé. 

«Thor è un albergo a 4 stelle!»

«Beh dobbiamo pur ripararci no? E poi non sembra aver intenzione di smettere tanto presto e tu sei fradicio!»

Il moro si lasciò guidare dal compagno nell’albergo e presero una camera. 

«Che ne dici di un bagno caldo?» gli chiese Thor dopo poco.

Loki continuava a fissare fuori dalla finestra apprensivo; sembrava un temporale in piena regola ed erano già le 22.30…

«Tesoro, che hai?»

Loki sospirò.

«Ho viaggiato a lungo Thor, non mi sono mai sentito legato davvero a nessuno…nemmeno a te se devo ammetterlo.»

«Ehi!»

«Ma con Fred è diverso…» continuò.

«Tesoro è in buone mani» disse l’altro appoggiandogli le mani sulle spalle «e tu adesso devi rilassarti un po’» aggiunse iniziando a baciargli il collo. 

«Thor che fai?»

«Non so di cosa tu stai parlando…»

Loki fu percorso da un brivido e chiuse gli occhi: era da tanto che Thor non lo baciava così. Si voltò verso di lui e lo scostò gentilmente. 

«Thor dobbiamo rientrare. Appena cala il temporale….»

Ma Thor si avvicinò al suo viso fino a che i loro nasi si sfiorarono.

«Rilassati tesoro non c’è fretta.»

Lo accarezzò con una mano e lo baciò. Il moro si rilassò e lasciò che l’altro facesse scorrere le mani fino alla sua vita, poi si sentì sollevare e allacciò le ginocchia intorno ai suoi fianchi. Ricaddero ancora fradici sul letto con un tonfo.

«Mmm Thor, dobbiamo andare a casa…» 

«Sono il Dio del Tuono posso far durare questo temporale quanto voglio.»  

Parole sbagliate, Thor se ne rese conto subito; Loki recuperò di colpo la lucidità.

«Aspetta un momento!» disse tirandosi su dal letto «Sei d’accordo con Stark vero?»

«M-ma no che dici amore?» rispose Thor colto di sorpresa. 

«Ieri ha visto la scenata tra noi ed oggi improvvisamente la cena, il temporale e casualmente un albergo di strada… l’avete fatto apposta vero?!»

«Loki io…»

«Non prenderti gioco di me Thor!»

«E va bene! Ma amore avevamo bisogno di passare un po’ di tempo per conto nostro, tu ultimamente sei sempre così preoccupato e non ti stacchi un momento da nostro figlio.»

Loki lo fissava incredulo «Tsk certo dai la colpa a lui adesso!»

Lo scansò malamente e si alzò di scatto.

«Tesoro dove vai adesso?»

«A casa. Da mio figlio!»

Thor lo guardò lasciare la stanza e capì che il piano era fallito “Loki…”. Fuori smise di piovere.

 

Percorse la distanza che lo separava da casa come mai aveva fatto in vita sua. 

«Loki» tentò di chiamarlo Thor inutilmente, ma il compagno non si degnò di dargli risposta.

Entrò in casa di corsa e cercò suo figlio con lo sguardo. 

«Ehi già di ritorno?» fece Tony dalla cucina, ma si beccò un’occhiataccia fulminante da Loki «Steve e Freddi sono al piano di sopra.» Disse alzando una mano in direzione delle scale. 

«Ma che è successo?»  chiese a Thor quando entrò in casa e l’altro se ne fu andato.

«Lasciamo perdere» rispose il biondo scuotendo la testa. 

Loki praticamente sorvolò le scale fino a raggiungere la stanza da letto di Fred; la porta era leggermente socchiusa. Voleva entrare, ma si fermò. Sentì la voce di Steve.

«È ora di dormire principino.»

«Ma i papà» disse il piccolo imbronciato.

«I papà arriveranno presto e ti daranno un bacio della buonanotte, ma tu devi fare il bravo e iniziare a chiudere gli occhietti così loro crederanno che tu dorma già, ok piccolo? Sarà come uno scherzetto.» Gli fece una strizzatina d’occhio. 

Fred sorrise e lasciò che Steve lo mettesse nel lettino. Loki sentì il capitano che canticchiava appena una melodia. Guardò meglio e vide Fred che lentamente chiudeva gli occhi e si addormentava sereno. 

«Ecco fatto piccolino, buonanotte…ciao Loki» sussurrò. Il moro aprì la porta, non pensava che Steve lo avesse notato. «Allora come la cavo come babysitter?»

«Non c’è male» disse avvicinandosi «Thor ci impiega ore per farlo addormentare…di solito lui dorme solo con me» osservò il suo bambino stringere il pupazzo a forma di gatto che sua madre gli aveva regalato «Sei davvero bravo coi bambini.»

«Mpf sai Loki ammetto che un po’ ti invidio.»

Loki si girò e lo guardò.

«Nel senso…guarda cos’avete messo al mondo, è incredibile! Vorrei, vorrei anche io un bambino mio da crescere.»

«E perchè non ne parli con Tony?»

«Tsk Tony è troppo preso dalle sue invenzioni e dalla sua sete di gloria per ricordarsi quanto vorrei avere una famiglia con lui» spostò una ciocca bionda dal viso di Fred «ma ehi posso sempre essere uno zio fantastico no?» 

Loki si sentì d’improvviso un’egoista: Steve si stava occupando del suo bambino ed era chiaro quanto ne desiderasse uno. Ci pensò un attimo. 

«Sai vorrei cominciare ad andare in palestra con Thor un paio di sere alla settimana, magari potresti pensare tu a Fred, che ne dici?»

Il viso di Steve si illuminò «Certo, mi farebbe davvero piacere!» 

Thor salutò i ragazzi e salì al piano di sopra «Sei ancora arrabbiato?»

Loki non parlava, ma continuava a “leggere” il suo libro in silenzio. 

«Tesoro ti prego parlami. Non volevo imbrogliarti, ma sei molto teso ultimamente e ho pensato che ti avrebbe fatto bene distrarti un po’. Amore?»

Il moro non rispondeva. Thor allora si distese accanto a lui e gli diede un bacio sulla guancia.

«Allora notte…» e si mise sotto le coperte. 

Loki lo osservò: era arrabbiato certo, ma vedere l’altro sentirsi così in colpa e con una faccia da cucciolo bastonato …in fondo non era poi così arrabbiato.
Forse Thor aveva ragione: era sempre preoccupato e forse l’avere poche attenzioni non lo aiutava.
Sorrise. Gliel’avrebbe comunque fatta pagare… fino al mattino. 

Erano le 6.00 quando lo chiamò «Thor»
Il biondo si svegliò «Che succede? È già ora di andare a lavoro?»

«No Thor non ancora» 

Il biondo allungò un braccio fino alla sveglia. 

«Ma Loki sono le 6.00»

«Lo so e Fred dorme ancora» disse e si portò a cavalcioni su di lui «abbiamo tutto il tempo» e lo baciò seducente. 

Il biondo dapprima lo contraccambiò poi si costrinse ad essere lucido per un momento.

«Mmm ma non sei arrabbiato?»

«Shhh…tu vedi di farti perdonare» continuò muovendo il bacino a ritmo cadenzato contro di lui. 

Il Dio del Tuono non se lo fece ripetere due volte ed iniziò a baciarlo con foga. Il moro sorrise mentre si sentiva ribaltare.
Ma il respiro gli mancò un istante dopo.

«Thorrrr» 

«Shhh fai piano» gli sussurrò il biondo all’orecchio. 

«Ascoltami bene tu, non-non…»

«Che ne dici di aspettare più tardi per bisticciare? Poi potrai versarmi addosso tutto l’acido che vorrai. Promesso, ma adesso…adesso sii solo mio ti prego» aggiunse contro il suo orecchio.

«Mmm Thor»

Gli era mancato, gli era mancato tantissimo. Fu tutto così familiare e così loro, anche alla fine quando si addormentarono abbracciati. Suonò la sveglia, ma Thor la rimandò «Thor devi andare…» mugolò Loki assonnato. 

«Shhh dormiamo ancora un po’» e se lo ristrinse contro. 

Fu un bene che Fred iniziasse a piangere perché Loki saltò su giusto in tempo per vedere la sveglia che segnava le 8.45 «Thor, tesoro»

«Mmmm?»

«Il tuo turno inizia tra 15 minuti» 

«Certo 15 minuti…» scattò di colpo a sedere sul letto «cazzo 15 minuti».

Loki si divertì un mondo a vederlo scapicollarsi correndo da un lato all’altro della stanza «Ti amo» gli disse il biondo dandogli un bacio veloce, fece per uscire, ma ci ripensò «questo per Freddi» gli diede un bacio in fronte e corse fuori casa.
Loki sorrise, si vestì ed andò da Fred che aggrappato alle sbarre del lettino aspettava che qualcuno andasse a prenderlo. Il bimbo gli fece un sorrisone quando lo vide «Buongiorno amore, che ne dici se andiamo a fare colazione da papà oggi?» se lo prese in braccio, gli asciugò le lacrime e guardò fuori dalla finestra. Finalmente era tornato il sole. 

 

Passò qualche mese da quella mattina: Loki era decisamente più sereno. Aveva preso a fare un po’ di esercizio fisico. Odiava la palestra e dopo aver notato tutte le smorfiose che ci provavano con Thor aveva deciso che il compagno poteva anche iniziare ad allenarsi a casa ed andare a correre con lui un paio di volte la settimana.
Ed era rientrata a far parte della loro vita privata anche un’altra attività  fisica che ad entrambi non dispiaceva per niente.
Fred intanto aveva già scoperto la parola: era piccolo, ma apprendeva bene molte cose. Steve,  che aveva iniziato a fargli da babysitter, era rimasto stupito da questa sua dote. In generale era più tranquillo per cui Loki se lo portava volentieri a lavoro.
Mr.J. lo adorava e il piccolo adorava i libri pieni di figure, ma suo padre, incoraggiato anche dalle parole di Steve, non perdeva occasione per insegnarli qualche piccolo incantesimo ed iniziarlo così anche alle arti magiche.
Quel giorno la libreria era praticamente vuota eccezion fatta per un paio di ragazze immerse nei loro pettegolezzi, Loki, Fred e naturalmente Mr.J. 

«Allora, adesso ti faccio vedere questo incantesimo. Stai ben attento piccolo» 

Il figlio era seduto sul bancone ed ascoltava attento suo padre. Loki poggiò delicatamente le mani prima sulle tempie di Fred poi sul petto, sulla pancia e infine sulle ginocchia.

«Ahah che solletico fa» disse il bambino sorridendo. 

«Sei in perfetta forma piccolo! Vedi questo incantesimo ti permette di sapere se il tuo corpo è in salute o se qualche parte deve essere curata. Lo usavo quando ti aspettavo o quando qualcuno di noi sta poco bene.»

«Posso provare io papà?

«Ma certo!» gli sorrise Loki «Metti le mani così Freddi» 

Il bimbo allungò le braccine per arrivare alle tempie del padre e vi posò le manine.

«Ora concentrati» 

Il bimbo chiuse gli occhi e li strinse forte forte con fare concentrato. Loki sapeva che era un incantesimo difficile da padroneggiare senza pratica, ma era utile e piano piano voleva che il suo bambino lo apprendesse.
Il bimbo iniziò la sua diagnosi. 

«La testa sta bene»

«Ok»

«Il cuoricino sta bene»

«Bravo» sorrise Loki.

Poi mise le manine  sulla pancia del papà. Le tolse poco convinto e le rimise.

«Papà, c’è un bambino qua dentro?»

«Ahaha no tesoro mio»

«Ma qui c’è qualcosa» 

«Sembri convinto figliolo» disse allegro Mr.J raggiungendoli.

«Mr.J. qui c’è qualcosa!»

«Tesoro, papà se ne sarebbe accorto…»

«C’è qualcosa, c’è qualcosa io l’ho sentito papà!»

«Freddi non fare i capricci»

«Ma uffa ti dico che c’è!»

Il moro guardò quegli occhioni orgogliosi e sospirò arreso. 

«E va bene visto che sei così convinto farò anche io un controllo» disse strizzando l’occhio a Mr.J.

Si mise le mani sulle tempie «qui nulla e nemmeno qui» disse scendendo sul cuore. Poi arrivò al ventre.

«E qui…» si bloccò di colpo togliendo le mani. Scosse la testa e ve le rimise. Poi guardò incredulo prima verso suo figlio poi verso Mr.J. 

«Mr.J devo andare in farmacia, può-può badare a Fred?»

«Sicuro ragazzo ti senti bene?» disse l’ometto un po’ preoccupato.

«Io non ne sono sicuro» disse Loki e corse fuori dal negozio.

«Dentro il mio papà c’è un bambino» ripetè Fred tutto contento.

L’ometto lo guardava stupefatto grattandosi una tempia.
Dopo poco Loki rientrò e senza dire una parola corse in bagno: uscì dopo pochi minuti.

Mr.J lo guardò «Allora ragazzo questo giovanotto ha forse ragione?ahah» 

Ma del tutto inaspettatamente Loki annuì con la testa e sorrise. A Mr.J mancò il fiato. 

«Avevo ragione papà?»

«Si» rispose Loki con le lacrime agli occhi «si tesoro mio avevi ragione!»

«In-incredibile» 

Il bimbo guardava il papà sorridente ed orgoglioso. 

«Posso dirlo io a papà?»

«Ma certo Freddi» si abbassò puntando il suo sguardo dritto negli occhi del figlio e gli sorrise «l’hai scoperto tu quindi spetta a te, però io dico che dobbiamo fargli una sorpresa, ci stai?» 

 

Più tardi Thor arrivò alla libreria come di consueto. 

«PAPÀÀÀÀ!»

«Ehi maghetto» lo sollevò in braccio facendolo ridere. 

«Oggi ho imparato un incantesimo nuovo»

«Ah si e ti riesce?»

«Sarà una sorpresa Thor» disse Loki andandogli vicino e dandogli un veloce bacio.

«Mm e va bene, ma anche io avrei in mente qualcosa…chi vuole la pizza per cena?»

Fred non se lo fece ripetere due volte. 

«Iooooooo» 

«Haha allora è deciso.»

«Arrivederci Mr.J.»

«A DOMANI MR.J!» Salutò Fred. 

«Ciao ragazzi! E buona pizza!» lì saluto l’ometto sorridendo contento. 

Erano circa le 20.45 quando dopo tre pizze ed una vaschetta di gelato tutta la famigliola se ne stava sdraiata in panciolle sul divano.
Il Dio del Tuono sorrise al suo bambino che gli si era fatto vicino.

«Ti è piaciuta la pizza?»

«Si!»

Il biondo sorrise.

«Ma non volevi farmi vedere l’incantesimo che avevi imparato?»

Il bambino si ridestò di colpo. 

«Un incantesimo di con-con…»

«Di controllo» lo aiutò Loki gentile.

«Controllo della salute. È quello che usava papà quando io ero nella sua pancia o che usa con te quando stai poco bene. E sono bravissimo, vero papà?» 

Loki annuì, Thor dal canto suo sorrise. 

«Ah si? Fammi vedere allora.»

Il piccolo si tirò su a sedere e ripeté l’operazione come con l’altro genitore. 

«La testa sta bene.»

Thor intanto sorrideva a Loki e lo guardava complice. Sapeva che il loro piccolo stava giocando, ma sembrava tutto convinto. 

«Il cuore sta bene e qui nella pancia…no, non ci sono bambini nella tua pancia.»

«Ahah perché dovrebbero esserci dei bambini tesoro mio?»

«Nella pancia di papà ce n’è uno» disse sorridente.

Thor dapprima rise poi si bloccò e guardò verso Loki «Co-come?» riuscì appena a sussurrare. Il compagno gli sorrise e annuì. Gli occhi del Dio del Tuono allora si riempiono di lacrime. 

«Non posso crederci» sussurrò. 

«È stato Fred ad accorgersene» disse Loki gentile.

Thor spostò lo sguardo su di lui. «Sei stato tu piccolo?»

Il bimbo sorrise fiero ed annuì con la testolina.
Thor non riuscì a trattenersi oltre. 

«Sono così felice amori miei, non posso crederci… venite qui!»

E li strinse forte a sé. Poi il biondino si staccò dall’abbraccio e si rivolse al moro. 

«Papà secondo te tra un po’ saprò anche se è un fratellino o una sorellina?»

Il padre gli sorrise «Ne sono sicuro Freddi!» Incontrò lo sguardo di Thor che lo guardava ancora con occhi colmi di emozione, la stessa emozione che vi aveva letto quando aveva saputo dell’arrivo di Fred.
Il biondo gli posò un bacio sulla fronte poi si strinse contro i suoi tesori più grandi e chiuse gli occhi godendosi quel momento. 

Messo a letto Fred, Thor chiuse piano la porta e si diresse nella loro camera. Si fermò sullo stipite: Loki era seduto nel loro letto con un libro, come ogni sera. I mesi in cui avevano aspettato Fred erano volati ed allora si trovavano ancora alla Tower; se in quelle sere avesse cercato Loki sapeva che lo avrebbe trovato seduto nel letto con un libro.
I ricordi gli invasero la mente: Loki che faceva i capricci in pieno inverno perché voleva una fetta di anguria, Loki che gli sorrideva la mattina e gli conduceva una mano sulla pancia per fargli sentire il piccolo che scalciava, Loki che piangeva terrorizzato per la paura di non essere all’altezza come padre. Se solo allora avesse saputo il padre meraviglioso che sarebbe diventato…
Erano già trascorsi più di due anni, ma sembravano passati solo pochi momenti.

Il moro alzò lo sguardo su di lui e gli sorrise «Che c’è?»

«Pensavo»

«Thor ti ho detto mille volte che pensare non ti riesce bene.» 

Il compagno per tutta risposta si buttò sul letto accanto a lui e se lo strinse contro.

«Quanta delicatezza stasera!»

«Amore quel bambino è un portento.»

«Avevi dubbi?! Ti ricordo che è mio figlio.»

«Ehi!»

«Va bene, va bene…qualcosina l’ha preso anche da te.» 

Thor sorrise, poi si rabbuiò un po’.

«Credi che stiamo sbagliando a non vivere ad Asgard?»

«Spiegati meglio»

Thor sospirò.

«Fred è portato per la magia questo è evidente e tu hai recuperato tutti i tuoi poteri al momento del parto…non ti manca esercitare la magia liberamente? Magari anche Fred ne avrebbe bisogno»

Loki si divincolò appena dal suo abbraccio e lo fissò con dolcezza.

«Thor, stiamo bene così.»

«Ma se un giorno…»

«Se un giorno nostro figlio vorrà esercitare le sue doti penseremo al da farsi. Ma per adesso» e pose un leggero bacio sulle labbra del biondo «pensa a dedicare i tuoi pensieri a me Dio del Tuono» ed immerse le mani tra i suoi capelli, se lo trascinò sui cuscini. 

 

Quando Steve seppe che aspettavano un altro bambino fu al settimo cielo.
Quando Tony seppe che aspettavano un altro bambino il suo primo commento fu “Un altro?! Questa volta vedi di farti regalare un bracciale di scorta!”
Un pomeriggio il Capitano si offrì di aiutare Loki con delle commissioni e sulla via di casa i due si ritrovarono a parlare un po’. 

«È  così bello Loki»

«Si anche se preferirei evitarmi la parte dei nove mesi, ma va bene…»sorrise «e Tony?»

Il capitano sospirò «Non è cambiato molto e temo che ancora lui, lui non ci pensi nemmeno.»

Loki gli mise una mano sulla spalla «Che c’è Capitano Rogers stai iniziando a perdere le speranze? Proprio tu?» sorrise, Steve lo contraccambiò.

«Grazie per avermi aiutato oggi, ma Fred ha la febbre e Thor beh lui ha iniziato a lamentare dolore non appena il termometro ha raggiunto la linea dei 37,1 gradi. Spero si sia ripreso o stanotte mi trasferisco in salotto» disse mentre varcava la soglia di casa.

«Tranquillo, nessun problema! Però adesso dovrei scappare. Devo vedere Fury per delle questioni e non vorrei fare tardi.»

Loki lo guardò interrogativo.

«Tranquillo nulla di cui tu debba preoccuparti, ci vediamo domani sera da noi! E dai un bacio a Fred…ah e prova con un brodo caldo!» E corse via. 

Quella sera Fred mangiò la sua minestrina e il suo brodo e crollò tra le braccia di Loki.
Il moro lo portò a dormire poi ridiscese in salotto dove Thor se ne stava disteso sul divano. Aveva un braccio sulla fronte mentre lamentava dolori ovunque. 

«Oh avanti Thor! Non ti ricordavo così pappa molle»

« Si ma tu non hai la febbre.»

«Nemmeno tu hai la febbre! Ma ti piace stare al centro dell’attenzione più di tuo figlio!»

Il biondo si tolse il braccio dal viso e sorrise nella sua direzione «A me basta stare al centro della tua di attenzione»

«E smettila!» Disse Loki tirandogli un cuscino, poi scivolò accanto a lui sul divano e gli si strinse contro.

Il biondo intrecciò le dite con le sue. 

«Come sta Steve?»

«Un po’ in crisi. Tony è troppo concentrato su stesso per notare che il Capitano vuole mettere su famiglia.»

«Credo sia solo questione di tempo, non penso che Tony non voglia una famiglia solo che forse…per lui è troppo presto. Credo debbano darsi ancora un po’ di tempo. Sono cose su cui bisogna riflettere bene.»

«Disse il semidio che si ritrovò padre di due bambini per puro caso.»

«Sai amore sei terribilmente realista a volte.» E gli lasciò la mano.

Loki gli sorrise mefistofelico «Non è anche per questo che mi ami?»

«Beh magari un matrimonio cambierebbe le cose». Buttò lì Thor.

«Intendi che Tony vuole chiedere a Steve di sposarlo? Magari! Steve non vede l’ora! Beh anche di avere una famiglia con lui certo, però potrebbe essere un inizio per…» la voce gli morì in gola quando vide che il compagno gli stava mostrando una scatolina.

«Diciamo che non è Tony quello che vorrebbe sposarsi a breve».

Loki si tirò a sedere. 

«Thor…ma cosa?»

Ma il biondo aprì la scatola e gli mostrò un anello. Era composto da due cerchi leggermente appiattiti, uno d’oro giallo, l’altro di oro bianco. Ma anziché chiudersi come due cerchi normali diventavano due testoline di serpente che aprivano la bocca l'uno al lato opposto dell'altro. Nel mezzo infine, come sorretta dai denti dei rettili, c’era una pietra scura. 

«Vedi» disse Thor alzando leggermente la scatola «all’ombra può sembrare nera, ma in realtà è…»

«Verde» concluse il moro.

«Si, come i tuoi occhi»

Poi Thor tolse l’anello dalla scatola e prese la mano sinistra di Loki. Il moro lo fissò. Il battito leggermente accelerato. 

«Thor io…»

«Non deve essere per forza una proposta di matrimonio, diciamo più una promessa…una cosa nostra ok? Lo so che è sciocco legare un sentimento così grande ad una cosa materiale, ma volevo che avessi un simbolo del mio amore per te.»
Loki scosse la testa gentile. 

«Thor abbiamo un bambino insieme ed uno in arrivo, non ti basta come simbolo? Non serve un anello per tutto questo, lo sai.»

Thor abbassò lo sguardo deluso, Loki allora si corresse per non ferirlo.

«Che fai Dio del Tuono non-non me lo metti?»

Il volto di Thor si illuminò; delicatamente gli infilò l’anello. 

«Thor, io non so se voglio che ci sposiamo»

Thor lo guardò con sguardo innamorato.

«Non abbiamo mica fretta. Magari un giorno.»

Il moro si strinse a lui e si rilassarono nel divano. Più tardi a letto Loki continuava a fissare l’anello. Thor doveva averci pensato molto perché non era di certo un anello qualunque.
Non riusciva a smettere di pensarci:  avevano vissuto da fratelli per secoli, affrontato insieme ogni  tipo di avventura, lottato, si erano fatti la guerra e solo negli ultimi anni avevano creato una famiglia.
Ma un legame ufficiale…sapeva che era sciocco, ma era come se quel passo lo terrorizzasse. Thor mugugnò appena, il moro si girò e sorrise. Appoggiò le labbra sulla fronte del biondo e sentì che era leggermente calda: cercò di dargli sollievo con una delle sue mani che invece era fresca. Thor si rilassò e Loki gli posò un bacio sulla guancia. 

“Un giorno chissà…” pensò il moro prima di accoccolarsi accanto a Thor ed addormentarsi con lui. 


Passò qualche mese e alla Fergusson&Steven un piccolo aiutante aveva deciso di rendersi utile. Beh per lo più Fred si incantava sui libri pieni di figure di animali e a volte a casa Loki le ricreava con illusioni viventi con la sua magia. 

«Papà? Posso avere un serpente?»

Loki sorrise «Quando sarai più grande Freddi…forse»

«E un lupo?»

«Però il tuo piccolo non è proprio tipo da animaletti domestici» osservò Mr.J intromettendosi nella conversazione. 

«Diciamo di no, ma almeno ho un valido motivo per non portare animali in casa. Con Thor è più complicato. Vuole un cane e sta diventando difficile farlo desistere» 

«Beh un animale sarebbe un ottimo amico per Fred.»

«Ho già troppi cuccioli a cui pensare Mr.J. e uno di questi è alto, biondo e sventola in aria il suo martello, ricorda?» rise Loki. 

«Ahah a proposito ragazzo dov’è Thor? Marcus mi ha detto che è dovuto assentarsi per affari di importanza mondiale.»

«Esagera sempre! È con gli Avengers in missione. È dovuto partire anche qualche giorno fa; pare ci sia un problemino con un’intelligenza artificiale di Stark. Nulla di catastrofico in teoria. Tornerà tra un paio di giorni.»

«Ah ecco! Meno male perché mi pareva di aver visto il signor Stark in tv qualche sera fa. Erano delle immagini spaventose, ma devo essermi sbagliato.»

Il moro si gelò un momento: non era possibile, ma se… Prese il cellulare che Tony gli aveva regalato ed insegnato ad usare e tentò di chiamare Thor, ma non ottenne risposta.
Cercò su Internet trovando un video di Hulk che distruggeva una città. “Stupido uomo verde!”
Poi l’occhio gli cadde su uno di quello stesso giorno dal titolo “Avengers a Sokovia!”. Lo aprì e per poco non svenne quando vide una città invasa da robot e Thor che li combatteva. 

«Nooo Thor!» dovette reggersi al bancone per non cadere. 

«Ragazzo che succede?»

«Papà che c’è?»

Il moro era sbiancato, Mr.J. gli andò vicino e gli posò una mano sulla spalla: gettò un occhio allo schermo e notò le immagini di distruzione «Oh Santo cielo!»

«Devo andare da lui» disse Loki scattando su.

«No, ragazzo te lo proibisco! Non in queste condizioni.»

«Ha bisogno di me»

«No, ha bisogno di sapere che sei al sicuro coi vostri bambini!»

Loki fissò Mr.J. per un istante.

«Mr.J. si sposti.»

«No, Loki tu non vai da nessuna parte!»

Non aveva mai visto l’ometto così ostinato. Improvvisamente sembrava più autoritario di suo padre, ma probabilmente non lo avrebbe nemmeno ascoltato se una vocina non lo avesse richiamato.

«Papà?» Si girò verso Fred, il bimbo lo fissava con gli occhi gonfi di lacrime «papà è in pericolo?»

«Tesoro…»

«Quando torna a casa?» 

Loki dovette fare un enorme sforzo per non piangere, sorpassò Mr.J. ed andò da suo figlio, si chinò accanto a lui. 

«Presto piccolo, papà è il Dio del Tuono e non ha paura di niente, vieni qui Freddi» strinse forte suo figlio. Aveva paura, ma doveva restare, per questo Thor non gli aveva detto nulla. 

“Thor se torni vivo ti ucciderò con le mie mani” si disse.

 

Intanto a Sokovia

Devastazione, urla e polvere. La battaglia infuriava, ma almeno i civili erano quasi tutti in salvo.

«Thor se funziona forse non ce la caveremo!» Gli comunicò Iron-man.

«Forse no!» Ripose il Dio del Tuono.
Dovevano provarci o Ultron avrebbe distrutto l’intero pianeta, però se… “Loki, tornerò a casa te lo prometto”.

 

New York quello stesso giorno

Fu una giornata terribile, Loki cercava sempre nuovi video e news, ma nessuna novità. Poi una notizia: gli Avengers avevano sconfitto Ultron, ma un compagno era caduto. Nient’altro. Qualche foto…Nat, Occhio di Falco, Iron-man persino Steve, ma dov’era Thor?!
Loki non faceva che accarezzarsi la pancia e cercava di stare calmo, ma era terrorizzato.
Quella sera in cucina si ritrovò a rigirarsi l’anello più volte quasi inconsciamente. Se Thor non fosse mai tornato…scosse la testa e cercò di non pensarci.
Fred si mise sul divano ed iniziò a recitare qualcosa a voce alta «Lucy, Lara, Ashely…»
Il padre gli sorrise con dolcezza.

«Che fai Freddi?»

«Scelgo il nome della mia sorellina»

Loki rimase un attimo interdetto.

«Ma come fai a… ?» Scosse la testa; porsi domande con quel bambino era inutile, sapeva come sorprenderlo ogni volta. 

«Papà sarà contento!»

Un velo di tristezza scese sul volto di Loki; non sapeva l’esito della battaglia e di Thor ancora nessuna notizia. Nemmeno Tony e Steve gli rispondevano. Doveva dire la verità a suo figlio «Tesoro papà…»
In quel momento la porta di casa si spalancò, i due si voltarono di scatto: il Dio del Tuono entrò stanco ed impolverato. Aveva del sangue secco sulle vesti e teneva il martello a peso morto in una mano. 

«PAPÀÀÀÀÀ!» gridò Fred correndogli incontro e abbracciandolo.

«Ehi maghetto» gli sorrise il padre. Lo strinse a sé, con dolcezza, ma anche come se non volesse lasciarlo più andare «Oh Freddi»

«Mi sei mancato e papà aveva tanta paura.» 

Thor spostò lo sguardo sul compagno. Si staccò delicatamente dal figlio e si diresse spedito da lui con l’intento di abbracciarlo, ma si prese il ceffone a cinque dita più forte che Loki gli avesse mai dato. Fred trattenne il fiato. 

«Ahi perché l’hai fatto?»

«Avevi detto che era un problemino! Avevi detto nulla di catastrofico!»

«Loki amore stai calmo.» Disse mettendo avanti le mani e tentando di farglisi vicino. 

«NON DIRMI DI STARE CALMO THOR! Stavo per venire a cercarti! Non un segno di vita! Non sapevo nemmeno se fossi vivo o morto. Sei-sei un coglione Thor!» aveva le lacrime agli oggi, i pugni stretti. Fred era immobile, non aveva mai visto i suoi genitori litigare così.

«Loki mi dispiace.»

«O certo a te dispiace e alla tua famiglia non hai pensato vero?!»

«Papà…» il piccolo chiamò implorante e Loki si girò. Gli si avvicinò e preso il bambino tra le braccia lo portò al piano di sopra senza aggiungere una parola. 

Thor rimase in fondo alle scale guardandoli salire in silenzio.
Il lettino di Fred era in legno e c’erano sagome di animali appese ovunque alle pareti, tante quanti i pupazzi di pezza che il bimbo aveva per amici nel suo lettino.

«Sei arrabbiato con papà?»

Loki lo guardò negli occhi.

«Ho avuto paura Freddi.»

«Si, ma anche papà, no?»

Loki sospirò. 

«Perché non pensi ancora un po’ al nome per la tua sorellina?»

«Ma voi farete la pace, vero? Gli vuoi ancora bene, vero?»

Loki accarezzò il viso del bambino, gli posò un bacio sulla fronte «Dormi bene piccolo» e si diresse fuori dal stanza.
Il piccolo era triste, ma ricominciò a bassa voce a ripetere tutti i nomi che gli passavano per la testa.

«Frenny, Kassy, Kelly…» 

Il moro fuori dalla porta sorrise tristemente. Sentiva l’acqua della doccia scorrere. Guardò i vestiti che aveva tolto a Fred prima di mettergli il pigiama: erano pieni di polvere e terra.
La mano quasi gli formicolava ancora per lo schiaffo che aveva dato al compagno. Non sapeva perché l’avesse fatto, ma era come se tutta la preoccupazione fosse mutata in rabbia.
Mise i vestiti sporchi di Fred nel bagno del piccolo e si diresse in camera. Chiuse la porta e voltandosi incrociò lo sguardo di Thor che era appena uscito dal bagno con solo i pantaloni del pigiama indosso ed i capelli fradici. 

«Ciao» gli disse il biondo incerto.

Loki non lo degnò di uno sguardo e si sedette sul letto; si sentiva ferito.
Thor gli si fece vicino.

«Sei ancora arrabbiato con me?» tentò di scostargli i capelli lunghi dal collo, ma l’altro scansò la testa. «Non pensare che abbia voluto mentirti, ho anche delle responsabilità come Avengers, lo sai, ma non volevo che ti preoccupassi…non pensavo sarebbe andata così.»

Loki sentiva le lacrime salirgli agli occhi, tutta la rabbia stava scemando lasciando posto ad altro. Un groppo gli salì alla gola. 

«Amore? Ti prego dimmi qualcosa.»

Loki prese un respiro profondo «Avresti potuto non conoscerla mai» girò la testa ed incontrò i suoi occhi «ho avuto paura che non l’avresti mai vista nascere».

Thor capì e puntò gli occhi nei suoi «Non lo avrei mai permesso, sarei tornato da te a qualunque costo.»

Loki era ormai scosso dai singhiozzi e si aggrappò a lui.

«Sei uno stupido.»

Il biondo lo strinse forte e sorrise «E così è una bambina?»

Loki annuì con la testa.

«Sono così felice amore» gli sussurrò.

Loki alzò leggermente lo sguardo «Si» lo guardò «Fred aveva detto che lo saresti stato» e ormai sicuro che non l’avrebbe perso più gli diede un bacio che sapeva di lacrime e di tutti i “ti amo” che avrebbe voluto dirgli in quel giorno di paura.
Nella sua cameretta Fred si tirò di colpo a sedere, scese di corsa dal lettino e aprì la porta.

«Papà!» spalancò la porta della camera dei suoi genitori tutto contento. «L’ho scelto papà, l’ho scelto!»

Thor lo guardò interrogativo mentre Loki sorrise al piccolo «Di già tesoro?»

Il piccolo si fece di colpo timido «Ma avete fatto la pace?»

Thor sorrise e guardò il compagno «Che dici abbiamo fatto pace?»

Loki si protese verso di lui e gli posò un bacio veloce sulle labbra «Pace fatta.»

«Sai sarebbe stato tutto più facile se negli anni l’avessimo sempre fatta così» gli sorrise il biondo. I due risero complici e si girarono verso il figlio.

«Vieni qua Freddi.» Lo chiamò Loki. 

Il bimbo non se lo fece ripetere due volte; si arrampicò sul letto e si strinse tra i genitori «Allora che nome ti piace per la tua sorellina?» Continuò Loki. 

Il bambino prese fiato e si riempì i polmoni «Vorrei che la mia sorellina si chiamasse…»

 

 

Note:

Ciaooo a tutti!

Alla fine sono tornata e che crudeltà nevvero? Sono così crudele che il nome della bambina sarà la prima parola…del prossimo capitolo!
Già perché in realtà mentre il nome “Fred” mi ronzava ormai da mesi nell’anticamera del cervello, il nome della piccola non è stato altrettanto immediato, per cui è aperto il toto nome fino al capitolo 5…Capitolo che vi anticipo, purtroppo, sarà anche l’ultimo di questo racconto. =(
Però mi raccomando: non dimenticatevi di leggere le note finali perché forse forse ho una sorpresa per voi!
Perciò… al prossimo capitolo =)

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Cronache della famiglia Odinson ***


 

Cronache della famiglia Odinson


«KATEEEE! Ridammi immediatamente il mio pupazzo! PAPÀ Kate mi nasconde il mio pupazzo.»

«NON È VERO!»

Le tapparelle erano ancora abbassate nella loro camera e loro dormivano serenamente sotto le coperte. Era pieno autunno e si stava così bene in quel calduccio a parte per un dettaglio.
Loki sbuffò e si girò tra le coperte verso il compagno che dormiva profondamente “3,2,1…”.
La porta della stanza si spalancò.

«PAPÀ! Per favore!» Fred entrò sull’orlo delle lacrime seguito da un’altra presenza «non vuole ridarmelo!» La sorellina lo superò e balzò sul letto dei genitori direttamente sulla pancia di Thor il quale si svegliò di colpo annaspando.

«Papà» disse angelicamente la bambina rivolta al biondo «Fred dice le bugie.»

Lo guardò coi suoi occhioni azzurri identici ai suoi: aveva i capelli di un biondo castano come la nonna, ma i lineamenti e il colorito della pelle erano quelli di Loki.
Thor cercò di riprendersi mentre Loki teneva gli occhi chiusi, immobile. 

«Non è vero! Mi ha nascosto il mio gattino e non vuole ridarmelo! È cattiva!»

«Non è vero!»

«INVECE SI»

«INVECE NO»

«SI»

«NO»

«Bambini vi prego» fece allora Thor esasperato. Ma i due sembravano non voler demordere. Il biondo guardò implorante il compagno che però non aprì occhio.

«E va bene allora! Me lo cerco da solo, ma di addio alle tue armi!»

«Fred devi solo provarci!»

Ma il bimbo era già uscito dalla stanza e la piccola, scesa con poca delicatezza dal papà, lo seguì sbattendosi dietro la porta. Thor ricadde esausto sul letto e solo allora Loki aprì gli occhi puntandoli al soffitto.

«Le 8.15 di domenica mattina?.»

Thor afferrò la sveglia sul comodino, la guardò e lo imitò.

«Le 8.15 di domenica mattina»

Loki sorrise «Precisi come due orologi.»

«Si, ma una domenica ogni tanto non mi dispiacerebbe dormire di più! In ogni caso… »

Aggiunse voltandosi verso il compagno «Buongiorno amore!»

«Thor ti prego!» fece Loki fingendosi esasperato mentre l’altro iniziava a baciarlo sul collo e lo stringeva a sé.

«Che c’è ormai siamo svegli, posso approfittarne per farti qualche coccola.»

Loki lo spinse via e si coprì con le coperte dandogli le spalle «Tu e il tuo alito state lontani da me!»

«Ah è così? In questo caso ti farò sentire qualcos’altro» fece scorrere una mano sotto la coperta e portandola sulla schiena dell’altro iniziò ad accarezzarla. 

«Mmm Thor sei sleale.»

«Non sto facendo nulla di male» aggiunse iniziando a baciargli il collo dall’attaccatura dei capelli.

L’altro reagiva al suo tocco con piccoli brividi.

«Thor lasciami dormire ti prego» ansimò con poca convinzione.

«Dopo, magari, forse, non ne sono sicuro…»scherzò il biondo contro il suo orecchio.

Anche se non voleva ammetterlo Loki adorava quelle attenzioni che Thor gli riservava ormai quasi tutte le domeniche mattine da non sapeva più nemmeno lui quanto tempo.
Gestire i bambini, lavorare, la casa…era bello avere qualche momento per loro almeno una mattina, certo ovviamente fino a che…

«Tocca la spada e ti assicuro che puoi dire addio alla tua colonia di formiche.»

«Non lo faresti mai! L’ho fatta con papà!»

«Scommettiamo?»

«PAPÀ!»

Loki si costrinse a ridestarsi dal suo stato di quiete e si girò verso il compagno.

«Thor dobbiamo fermarli prima che sveglino di nuovo tutto il vicinato.»

«Lo so, lo so…però prima voglio un bacio.»

Loki lo guardò negli occhi e vi si perse per un istante. Accostò il volto al suo e gli diede un bacio delicato e dolce. 

«Buongiorno Dio del Tuono.»
 

Quando i due scesero in salotto trovarono Kate che in piedi sul divano reggeva la colonia di formiche di Fred, mentre il maggiore la minacciava con la sua stessa spada di legno.

«Ultima possibilità» disse la bimba guardandolo con aria di sfida.

«Avanti Thor» disse Loki sorridendo al compagno.

«Nessun problema. Bambini…» ma fu assalito da Fred che gli si aggrappò ad una gamba con occhioni imploranti.

«Papà Kate vuole distruggere la colonia delle formiche del dottor Pym.»

«Kate tesoro metti giù…» tentò Thor. 

«Papà Fred vuole rompere la mia spada.»

«Tu hai nascosto il mio pupazzo!»

«Non è vero!»

«Piccoli per favore…»

Gettò un’occhiata a Loki che buttò gli occhi al cielo e scosse la testa, ma sorrise.
Mosse la mano in aria e la teca si sollevò dalle mani della bambina per finire in braccio a Fred, poi fece altrettanto con la spada della piccola. 

«Kate, restituisci a tuo fratello il suo pupazzo! Sai quanto ci tiene.» Disse con tono calmo, ma fermo. 

«Ma papà io non…»

Il moro alzò un sopracciglio.

«Vuoi davvero mentire a me signorina?»

La piccola abbassò lo sguardo. 

«È nella lavanderia.» Ammise alla fine.

«Ah-ah lo sapevo!» disse Fred e corse al piano di sopra superando i genitori.

Loki sospirò. 

«Kate devi smetterla di fare i dispetti a tuo fratello.»

«Si papà però…» 

«Però cosa?»

La bimba alzò gli occhi gonfi di lacrime «Tu lo difendi sempre!»

«Lo farei anche con te se Fred ti facesse i dispetti, peccato che tuo fratello non combina mai un solo guaio!»

«Ma io volevo solo giocare con lui. Lui invece preferisce i suoi libri e le sue formiche.»

Loki le si avvicinò e le sollevò il mento: i lunghi capelli biondi le incorniciavano il visino.

«Perchè non provi a proporgli tu un gioco?»

«L’ho fatto, non vuole giocare alla guerra con me.»

«Che ne diresti di un gioco che potrebbe piacere a tutti e due? Magari potreste giocare agli esploratori che cercano animali selvaggi e vengono attaccati da una tribù cannibale. E tu potresti difendere Fred.»

La bimba ci pensò su.

«Si mi piace vado a dirglielo.»

Sorrise a suo padre e lo abbracciò. Poi scese di corsa dal divano e quasi arrivata alle scale tirò il pigiama di Thor che si chinò verso di lei; la piccola gli diede un bacio sulla guancia e poi corse di sopra. Loki si diresse in cucina e fece per tirare fuori dal frigo delle cose per la colazione, ma fu bloccato da Thor.

«Ci penso io tesoro, è il minimo dopo che mi hai salvato anche questa mattina dalla furia dei nostri figli.»

«Thor guarda che posso preparare i pancakes anche da solo.»

«Si certo amore, ma che ne diresti invece di buttarti sul divano mentre ti preparo il tuo tè?»

Loki si bloccò.

«Thor è un modo carino per dirmi che non so cucinare?»

«Ma-ma no amore che vai pensando?»

Loki lo fissò un attimo.

«Meno male che nostra figlia ha preso da te la capacità di mentire.»

«Ehm grazie? E poi tu sei bravissimo in tante altre cose per esempio…» prese il compagno per la vita e se lo tirò contro; guardandolo lo trovò bellissimo «Come ci riesci?»

«A fare cosa?»

«Come riesci a sapere sempre la cosa giusta da fare con loro?»

«Oh avanti Thor, non è poi tanto difficile» gli si avvicinò fino all’orecchio e sussurrò «mi basta fare tutto il contrario di quello che faresti tu.»

«Ehi!»

Il moro gli sorrise. «Vedrai che un giorno capirai anche tu che non puoi solo viziare i nostri figli.»

«Uhm, ma posso viziare almeno te?»

«Questo te lo concedo» e gli diede una bacio intenso e dolce mentre si stringeva a lui.

«Papàààà insomma!» Esordirono Kate e Fred all’improvviso.

Thor si staccò e li guardò «Che c’è? Non posso nemmeno baciare vostro padre adesso?»

«Si, ma i baci sono delle smancerie» fece Fred arrossendo un po’. 

«Giusto!» lo assecondò Kate poi aggiunse piano «Cos’è una smanceria Freddi?»

I genitori scossero la testa.

«Comunque noi andiamo a giocare» se ne uscì Kate.

«No piccoli adesso facciamo colazione» tentò Thor.

«Ma Papà!!» Si lamentarono i due in coro. 

Thor stava già per cedere, ma stavolta Loki gli venne in soccorso.

«Thor che ne diresti di darmi un altro bacio prima di preparare la colazione?» 

Al che i due bambini si guardarono «In effetti abbiamo proprio fame» disse Freddi prendendo Loki per una mano.

«Papà posso cucinare con te?» aggiunse Kate aggrappandosi a Thor.

I genitori si sorrisero complici e decisero di concedersi a quel momento con la loro famiglia. Il loro bacio poteva aspettare…un pochino.

 

La settimana dopo arrivò Halloween e come ogni anno era prevista l’uscita per dolcetto o scherzetto. Loki e Thor avevano scoperto quell’usanza grazie a Tony e Steve, ma dopo aver partecipato un paio d’anni Loki si era stufato e lasciava che fosse Thor ad accompagnare Steve ,Tony e i bambini per case e negozi, ma quell’anno…

«Come avete la febbre?! Tutti e due?»

«Si mi dispiace» fece Steve dispiaciuto al telefono.

«Vuoi venire qui a misurarcela?!» aggiunse Tony in lontananza.

«Ma non potete prendervi un’aspirina?» insistette Loki.

«Noi veramente… Tony ma che fai?» Loki capì che Tony doveva avergli strappato il telefono.

«Grazie del tuo interessamento Loki, sono commosso! E comunque no! A quanto pare quest’anno dovrai occuparti tu dei tuoi figli per Halloween! Come fanno tutti i genitori! Perciò buona serata paparino!» e gli riagganciò il telefono.

Loki buttò il cellulare sul divano scocciato.

«Quindi?» gli chiese Thor dalla cucina.

«Quindi quest’anno mi avete incastrato.»

«Ahah eddai tesoro, vedrai che non sarà così male.» disse il biondo andandogli vicino e prendendolo per la vita.

«Uhm.»

«E poi se fai il bravo magari un dolcetto te lo do anche io.» disse posandogli dei baci leggeri sul collo.

«Dovrebbe interessarmi Dio del Tuono?» rispose suadente Loki.

«Preferisci venire fuori senza nessun premio? Ok» e si staccò da lui, ma il moro lo trattenne per il maglione bordeaux e lo guardò intensamente.

«Però sia chiaro niente travestimenti per noi due.»

Thor sorrise.

«Sicuro? Nemmeno da te stesso con elmo e tutto?»

«O certo sei il re del passare inosservato Thor!»

Il biondo lo abbracciò «Sarà bello averti con noi tesoro.»

«VIENE ANCHE PAPÀ??» esordì Kate con un costume da zucca completo di cappellino col picciolo dalle scale.

«Si, piccola quest’anno viene anche papà» le rispose Loki dolce.

«EVVIVA!»

In quel mentre scese anche Freddi vestito da esploratore con un pappagallo di peluche sulla spalla destra e un cappellino a tesa larga.

«Papà» disse rivolgendosi a Thor «ma il tuo costume?»

Loki fulminò il compagno con lo sguardo.

«Ehm per quest’anno niente costume per me bambini.»

«Ma è Halloween!» si lamentarono i bambini.

«Ma vedete bambini…papà» e gettò un rapido sguardo verso Loki che si sentì subito colpito alle spalle.

«Papà insomma dovete travestirvi! Gli zii lo fanno sempre ed anche papà lo fa!» Insistette Kate.

«Assolutamente no».

I bambini misero il broncio, ma sembrava impossibile convincere loro padre. Thor provò un’altra strada.

«Eddai Loki, potresti almeno cambiare forma magari…»

Il moro ci pensò su un momento «Uhm questo si può fare.»


Più tardi una zucca, un’esploratore ed un cacciatore si incamminarono per le strade di NY.

«Non potevi scegliere un altro costume? Dovevi proprio vestirti come un selvaggio?» sussurrò il pipistrello sulla spalla di Thor.

«Beh almeno io non sono piccolo ed inafferrabile. Quando ho detto che volevo passare la serata con te non pensavo che mi avresti usato da sedile per tutta la sera.»

«Vedi che sei limitato? La mia è una trasformazione funzionale. Posso volare e vedere dove sono i bambini. Ed intanto posso scompigliarti i capelli come tutti i pipistrelli normali senza destare sospetti.»

«Tocca i miei capelli e potrei dimenticare che sei il padre dei miei figli!» disse il Dio del Tuono a voce un po’ troppo alta. Una mamma con dei bambini gli passò accanto in quel momento e lo guardò di traverso. «Ehm cioè io parlavo a…»

«Fossi in te abbasserei il volume Thor, potrebbero scambiarti per pazzo lo sai?»

Il biondo lo guardò di sbieco e tornò a concentrarsi sui suoi figli.

«Però guarda Kate come si diverte ha già il cestino pieno» rise Thor.

«Si Thor, ma non vedo Fred!» disse Loki-pipistrello sbattendo le ali. 

«Nemmeno io, ma era lì…» 

Si guardarono intorno, ma non trovandolo si gelarono.

«Tu guarda nostra figlia, io cerco Fred!» sentenziò rapido Loki ed alzatosi in volo iniziò a sorvolare le strade che avevano percorso fino ad allora. Il cuore gli batteva all’impazzata. Per circa otto anni aveva affidato i suoi figli a Steve e Tony ed era sempre andato tutto bene e lui si era già perso suo figlio?! “Fred dove sei?”.

Fred sentì quel verso vicino ai bidoni: si avvicinò e si chinò. Scostò la spazzatura e le cartacce e lo vide. I suoi occhi brillarono per un momento «Non ti farò del male» disse piano avvicinando la mano, ma l’altro lo graffiò «Ahi, non devi aver paura voglio essere tuo amico» avvicinò di nuovo la mano e stavolta riuscì a toccarlo tranquillo «ecco, vieni qui. Penserò io a te da oggi.»

Loki continuò a sorvolare ogni angolo, ogni strada, ogni negozio. Stava per ritrasformarsi ed andare dalla polizia quando lo vide uscire da un vicoletto non lontano da dove aveva lasciato Thor e Kate. Si buttò in picchiata e lo raggiunse; non badò a se avesse intorno persone e si ritrasformò afferrandolo per le spalle. 

«Fred dov’eri? Ti ho cercato dappertutto!»

«Papà sto bene.»

Loki lo abbracciò forte.

«LOKI» lo chiamò Thor poco distante mentre lo raggiungeva con Kate tra le braccia. 

Il moro si staccò dal bimbo e lo guardò apprensivo e leggermente scosso «Non farlo mai più hai capito?»

«Mi dispiace papà non volevo farvi preoccupare.»

«Freddi stai bene?» Chiese Thor facendosi vicino a Loki e appoggiando Kate a terra.

«Si sto bene davvero.» Teneva il cappello stretto contro la pancia.

«Perchè ti sei allontanato? E questo graffio?!»

«Ehm veramente» scostò appena il cappello e mostrò il suo tesoro. «Non avere paura, è la mia famiglia.»

«GUARDA PAPÀ FREDDI HA TROVATO UN GATTINO!»

Il micino fece capolinea dal cappello e finì occhi negli occhi con Loki: era piccolissimo, magro e nero con gli occhioni verde chiaro. 

«L’ho sentito piangere e sono andato a cercarlo, era tutto solo e abbandonato.»

«Oh Freddi» disse Loki fissando il micio e poi suo figlio «avresti potuto chiamarmi.» 

«Si, ma tu stavi parlando con papà e così… insomma ho pensato che non vi sareste spaventati» disse il piccolo con lo sguardo ai piedi.

«POSSIAMO TENERLO PAPÀ, EH POSSIAMO?» disse Kate strattonando Thor.

«Certo teso…» ma si beccò un’occhiataccia da Loki «cioè se a papà va bene ovviamente» si corresse subito.

Loki spostò lo sguardo su suo figlio. Fred lo guardò supplichevole. 

«Per favore papà è tutto solo. E poi ormai siamo amici vedi?» 

Loki allora lo guardò dolce: sapeva quanto Fred amasse gli animali ed ormai era grande abbastanza  per imparare ad occuparsene.«Te ne occuperai?»

«SI» risposero gli altri in coro, Thor compreso.

Loki sospirò e scosse la testa rassegnato. 

«E va bene allora avete vinto voi.» 

«YUUUH» esultò Kate e corse da Fred.

«Ma se è davvero tuo amico devi dargli un nome» continuò Loki. 

«Beh in realtà visto che è Halloween e lui sembrava indifeso, ma si è difeso più che bene» disse guardandosi il graffio «penso che il nome adatto sia…Trick.»

«Ottima scelta Freddi.»

«Ehm Freddi posso tenerlo anche io?» chiese timidamente Thor. Loki lo guardò alzando un sopracciglio. «Che c’è non mi hai mai permesso di avere animali in casa scusa…»

Loki scosse la testa. 

«Possiamo andare a farlo vedere agli zii? Siamo qua vicino!» esordì Kate.

«Gli zii hanno la febbre.»

«Per favore!» continuò la bambina.

«Siamo pieni di dolci Loki e sai quanto Steve adori la cioccolata. Saranno contenti.» 

«Ok, ma se i tuoi figli prendono i germi di Tony Stark te li curi tu.»

«Ci sto.» E presa sua figlia a cavalcioni sulle spalle si avviò verso la Tower.

Loki invece diede la mano a Fred «Papà» disse il bambino.

«Si?»

Il bimbo gli fece cenno di chinarsi. Loki si inginocchiò e quando fu alla sua altezza il bimbo lo abbraccio.

«Ti voglio tanto bene papà.»

Il cuore di Loki si sciolse «Anche io Freddi.» Disse abbracciando il suo bambino. Poi gli sorrise ed insieme si diressero alla Tower.
Quando Tony Stark aprì la porta sembrava parecchio trafelato «Shhh! Ma siete impazziti a suonare a quest’ora!» esordì mentre Thor gli sorrideva allegro.

«ZIO TONY VI ABBIAMO PORTATO LA CIOCCOLATA!» gridò Kate felice.

«Grazie piccolina, ma ti scongiuro parla piano!» 

«Stark, ma non avevi la febbre?» Disse Loki osservandolo bene: non sembrava stare per niente male.

«Io ehm veramente.»

«Tony…» fece Steve raggiungendolo alle spalle «che succede?»

«Ecco, loro, veramente…io non c’entro nulla.»

«Siamo venuti a farvi conoscere Trick!» disse Fred allegro e gli mostrò il gattino.

«E A PORTARVI LA CIOCCOLATA PER FARVI STARE MEGLIO!»

«Shhh Kate tesoro ti prego parla piano» la pregò Tony.

Loki lo guardò perplesso «Stark cosa c’è che non va? Steve è sveglio, allora perché…»

«Papi» una vocina interruppe le sue parole, ma non erano stati i suoi bambini a parlare, ma un bambino coi capelli castani e il faccino assonnato. 

«Cazzo lo sapevo!»

«Linguaggio Tony!» fece Steve dirigendosi dal piccolo e prendendolo in braccio.

«No, ma sei serio Cap?!» gli disse dietro Stark, poi si voltò verso gli altri che lo fissavano interrogativi «Beh tanto vale ormai» e aprì del tutto la porta facendoli entrare.

I quattro entrarono puntando gli occhi sul bambino che si strinse a Steve «Chi sono papi?»

«Gli zii piccolo sai il Dio del Tuono e il Mago di cui ti ho parlato? E loro sono i tuoi cuginetti. Ragazzi lui è Mickey ehm…nostro figlio. Saluta piccolo.» Le guance del Capitano arrossirono mentre sorrideva agli amici. I quattro li fissarono sbalorditi.

«Ehm così è per questo che non potevi uscire stasera Stark?»

«Però sicuro di non essere anche il Dio dei Cervelloni Loki?»

«Signor Iron-man sono suoi amici?» fece il piccolo.

Tony sospirò «Te l’ho detto Mickey, anche papà va bene.»

«Ci stiamo ancora assestando, Mickey è con noi solo da qualche giorno e stasera non se la sentiva di uscire a fare dolcetto o scherzetto. Non va matto per i mostri.»

La famiglia Odinson si guardò un momento contemporaneamente, poi Kate parlò. «Ah ok…e invece i gattini gli piacciono? Vuoi vedere quello che ha trovato mio fratello?» fece la bimba sorridente.
Fred si avvicinò allo zio e mostrò il gattino a Steve.
Il bimbo sorrise e si protese verso il cucciolo «Miao!»

«Vuoi vederlo da vicino Mickey?»

«Si» il piccolo si fece scendere e si avvicinò agli altri due.

«Ciao io sono tua cugina Kate e lui è Fred, quanti anni hai?»

«Q-Quattlo » fece il piccolo con la manina, ma si sbagliò e mostrò cinque dita.

«No guarda si fa così» gli fece vedere Kate gentile «io ne ho cinque e Fred otto. Ti piacciono i dolcetti? Guarda quanti ne abbiamo trovati stasera e Fred ha trovato Trick.»

Il bimbo accarezzò il micino e sorrise. I tre bambini si misero a giocare insieme mentre Steve raggiunse gli altri grandi. 

«Ma… da quando?» boccheggiò Thor.

«Ecco, l’altra sera eravamo al supermercato e il piccolo Mickey ci si è avvicinato. Aveva riconosciuto Tony dalla tv. Ha detto di essersi perso e ci ha dato un indirizzo. Lo abbiamo accompagnato ed era di un orfanotrofio. Mickey è cresciuto lì da che ne ha memoria. Co-così abbiamo pensato di portarlo a casa con noi ecco.» 

Loki li fissò un momento in silenzio. 

«Ah ecco questo spiega tutto» se ne uscì Thor, ma Loki lo guardò con rimprovero.

«Questo non spiega tutto Thor! Perché non ce lo avete detto subito?!»

«Perchè Dio dei Rompiscatole…»

«Signor Iron-man» lo chiamò il piccolo con in braccio il gattino invitandolo ad avvicinarsi.

«Oh no tesoro io non amo i…» ma Steve gli diede una spallata «ok vengo a giocare col micino, Thor vieni con me?»

I due si diressero dai bambini e Loki ne approfittò per parlare con Steve.

«E così alla fine è successo?» fece indifferente.

«Credimi ve lo avremmo detto» iniziò Steve «ma l’orfanotrofio si prende un periodo di prova e se non lo superi beh…non volevamo dare la bella notizia prima che tutto sfumasse.»

Loki annuì appena.

«E così Tony Stark si è convinto.»

«Veramente è stato lui a convincere me.» Loki lo guardò interrogativo «Vedi ho cercato per anni di convincere Tony ad adottare un bambino, ma come sai “lui è Iron-man” e non voleva avere figli per diventare come suo padre.»

“Uhm mi ricorda qualcuno” si disse Loki.

«Poi un giorno mi sono svegliato ed ho deciso che non potevo più farcela e lui mi ha proposto così di punto in bianco che sarebbe stato bello avere una famiglia. Credo che c’entri un po’ quel ragazzo sai Peter?»

«Il ragazzo ragno?» chiese Loki.

«Si, penso che abbia risvegliato in lui una sorta di istinto paterno e così abbiamo fissato un colloquio, ma anche se sei Iron-man o Capitan America per adottare c’è una fila lunghissima. E poi abbiamo incontrato Mickey: era già grandicello e nessuno lo voleva con sé per questo, ma Tony l’ha adorato fin da subito. Purtroppo Mickey lo vede come Iron-man e trova ancora qualche ostacolo a chiamarlo papà…Tony ci sta un po’ male, ma hanno detto che a volte ci vuole tempo.»

Loki sorrise prima nella direzione del gruppetto intento a giocare poi verso Steve.

«Beh pare che finalmente Iron-man abbia trovato qualcuno da amare più grande del suo ego, senza offesa Capitano.»

I due risero e anche quella strana serata fatta di sorprese inaspettate passò piacevolmente. Una volta giunti a casa i piccoli erano entusiasti e non volevano saperne di dormire così i genitori fecero non poca fatica a metterli nel letto a castello in legno bianco della stanza che condividevano.

«Papà posso portare Trick da Mr.J domani per farglielo conoscere?» Chiese Fred con Trick in braccio  dal lettino di sotto.

«Papà possiamo invitare Mickey a dormire a casa nostra?» fece Kate dal lettino di sopra. 

«E in caffetteria?»

«Papà se Fred ha un gatto io posso avere un cane?»

«Per stasera basta richieste per voi due, adesso è ora di dormire.» Ripose Loki dando un bacio ad entrambi ed un grattino a Trick. Poi anche Thor si avvicinò. 

«Notte papà» disse Kate buttandogli le braccia al collo. 

«Notte piccola guerriera…»

«Notte papà!»

«Notte maghetto e notte anche a te palla di pelo» il micino gli soffiò contro appena poi si acciambellò tra il collo e la spalla di Fred. 

I genitori uscirono spegnendo la luce. 

«Papà ehm potresti?» chiese Fred rivolto a Loki.

Il moro sorrise e lanciò un incantesimo: dei pappagalli di polvere verde iniziarono a volare per tutta la stanza poi, quando cadevano in picchiata, diventavano dei pesci. Il bimbo sorrise guardando quelle illusioni viventi e lentamente crollò addormento come la sorellina e il suo nuovo amico.

«Beh pare sia ora di dormire anche per noi» disse Thor chiudendo la porta dei bambini alle sue spalle e avvicinandosi a Loki.

«Si e poi mi è preso una specie di mal di testa.»

«Il piccolo Mickey aveva davvero la febbre sai? Me l’ha detto Tony.»

«Uhm vedrai che mi basterà un incantesimo e domani sarò come nuovo.»

«Lo spero anche perché ti devo un dolcetto no?» scherzò Thor.

Loki gli diede un bacio veloce.

«Domani Thor domani.»

L’indomani era domenica e puntualmente alle 8.15…

«Papà Fred fa l’antipatico e non mi lascia vedere i cartoni!»

«A quest’ora c’è il documentario dei giovani esploratori!»

«Antipatico!»

«Strega!»

Thor si girò nel letto e si avvicinò a Loki.

«Buona domenica amore.»

«Uhm» mugnò l’altro.

«Tesoro stai bene?»

Loki si girò: era uno straccio. 

«No, ho la febbre! Non ho chiuso occhio e non riesco a curarla maledizione.»

Thor gli posò un bacio sulla fronte.

«Forse hai preso freddo mentre eri un pipistrello?» provò Thor.

«Forse i germi di casa Stark hanno attentato alla mia vita?! Ti ricordo che non ho problemi col freddo io!»

Thor rise.

«Oh avanti! Adesso riposati. Vado a farti un tè caldo» e si alzò.

Loki si sentiva a pezzi e voleva solo dormire, ma avvertì dei piccoli passi sul letto e si ritrovò il volto di un micio a pochi centimetri dal suo.

«E tu che ci fai qua? Vorresti giocare?»

Ma il piccolo si fece spazio nelle coperte accanto a lui.

«Ah ho capito stai scappando dai terremoti viventi, però questo è il mio letto» il micio iniziò a fargli le fusa contro il collo e si acciambellò. «Uhm e va bene per oggi passi, ma se vuoi vivere in questa casa sei avvisato: la sveglia è alle 8.15 tutte le domeniche, nessuna esclusa!»

 

Passarono gli anni e i loro figli crebbero. Mentre su Asgard Thor e Loki ci avevano messo diversi secoli per diventare anche solo adolescenti sulla Terra, Fred e Kate, crebbero in men che non si dica.
Erano figli di due semidei potenti, ma ci volle comunque del tempo perché i genitori intuissero le loro capacità.
Entrambi avevano conosciuto fin da piccoli le arti magiche grazie a Loki e alla nonna: Kate si destreggiava con gli incantesimi, ma Fred era più bravo! D’altro canto per volere di Odino anche l’arte della guerra era stata insegnata loro e a nulla erano valse le lamentele di Loki: Fred se la cavava, ma Kate era più brava!
Altrettanto facile non fu intuire i loro poteri innati: se Fred piangeva si scatenava una bufera di neve (anche in pieno agosto) se Fred rideva troppo si fulminavano le lampadine di casa come per un sovraccarico!
Se Kate era arrabbiata lampi e tuoni squarciavano il cielo, se iniziava a canticchiare allegra non era raro che nevicasse in casa.
I genitori non sapevano proprio come raccapezzarsi, ma non dovettero attendere troppo. A dieci anni entrambi i figli iniziarono a manifestare le loro potenzialità.
Il primo a scoprirle ovviamente fu Fred.
Un pomeriggio di dicembre la famiglia aveva deciso di fare un viaggio in Canada.
Era ormai da molto tempo che Mr.J. voleva mostrare loro la piccola foresta di aceri che circondava la casa di Mrs. Steven e quella parve loro l’occasione adatta. Thor in perfetto completo da taglialegna decise di portare Fred in giro per i boschi.
Ad un certo punto però i due scrutarono due cacciatori intenti a tenere sotto mira un alce con intenzioni tutt’altro che buone. Ma inaspettatamente, davanti agli occhi del padre, Fred aveva alzato le mani e innalzato un muro di ghiaccio in difesa di quella creatura permettendole di darsi alla fuga mentre i due cacciatori erano corsi via spaventati. Il bimbo aveva ancora le mani sollevate e faceva respiri profondi quando Thor posò lo sguardo su di lui stupefatto.
Appoggiò una mano sulla sua spalla; il bambino allora alzò lo sguardo e gli sorrise.
Il Dio del Tuono capì all’istante che suo figlio sarebbe diventato un signore del ghiaccio e ne fu felice.

Per Kate fu diverso: era estate e dopo le insistenti richieste dei bambini Loki si era convinto ad affittare una casa al mare. Mentre Fred si perdeva per ore nell’acqua alla ricerca di qualunque cosa di interessante, Kate preferiva tentare di fare amicizia.
Un giorno però la piccola non venne invitata al compleanno di un’amichetta e la cosa la ferì molto.
Entrò in casa di corsa e Loki fece appena in tempo a vederla mentre usciva sul retro, ma era pur sempre suo padre e non gli sfuggirono le sue lacrime.
Sarebbe uscito per consolarla, ma la osservò mentre raggiungeva il litorale. La bambina sollevò lo sguardo verso il cielo e chiuse gli occhi. Il cielo, terso fino ad un minuto prima, si oscurò di colpo e tutt’intorno si fece grigio. Una danza di fulmini iniziò a scendere dall’altro, circondando la piccola, ma senza farle alcun male: al contrario fu come se quei fulmini la stessero proteggendo da qualcosa.
Loki la fissava spaventato e ammirato allo stesso tempo. Dopo pochi istanti Kate aprì gli occhi e sollevate le braccia ricacciò i fulmini verso il cielo che tornò terso. La bimba si girò ed inspirò profondamente.
Loki capì che sua figlia sarebbe diventata una signora delle tempeste e ne fu felice, ma al contempo spaventato.  
Se non fosse riuscita a  controllare l’oscurità e fosse accaduto come a lui forse…
La bambina alzò lo sguardo e lo vide sulla porta; Loki allora si piego sulle ginocchia ed aprì le braccia. La piccola gli corse incontro e suo padre la strinse forte a sé; no, a sua figlia non sarebbe toccata la sua stessa sorte. Non lo avrebbe mai permesso. 

I ragazzi crebbero anche nell’aspetto e nelle loro passioni.
Fred divenne un giovane alto e forte come Thor, ma per niente borioso. Era anzi un po’ timido, tranquillo e per inclinazione amava studiare e qualsiasi cosa riguardasse la natura.
Poteva passare intere giornate ad osservare delle formiche costruire un formicaio o semplicemente guardare le foglie che cadevano dagli alberi. Se non fosse stato per i genitori avrebbe passato ore solo sui libri e quando alla fine lo obbligarono a scegliere uno sport trovò che il nuoto avrebbe fatto al caso suo. 

Kate invece divenne bella quanto forte. Agli occhi di tutti poteva sembrare una giovane indifesa coi suoi occhioni azzurri e i lineamenti fini ed eleganti di Loki. Ma la ragazza era in tutto e per tutto una guerriera, amava gli sport e primeggiava in tutti!
Aveva una schiera di ammiratrici ed ammiratori al seguito e le piaceva stare al centro dell’attenzione. Quanto allo studio beh… il fratello bastava per entrambi. 

Era un pomeriggio di maggio quando Fred entrò in camera sua sbattendo la porta.
Trick si tirò su dal letto guardandolo severo.

«Scusami» disse il ragazzo avvicinandosi al letto, poi sedendosi iniziò ad accarezzarlo «sono un po’ nervoso oggi, colpa di Kate…diciamo». Il suo amico lo guardò coi suoi occhioni verdi ed iniziò a fare le fusa poi gli si avvicinò e si acciambellò su di lui. Fred sorrise: Trick capiva sempre quando aveva bisogno di conforto.

Gli anni erano passati anche per lui e non possedendo la semi-immortalità di Fred era poco a poco invecchiato mentre Fred era diventato un giovane forte e bello. I capelli biondi e lisci tagliati poco sopra le spalle gli ricaddero in avanti, se li scostò sfiorandosi il leggero strato di barba che aveva iniziato a ricoprigli il mento e le guance.
Nel fisico ricordava in tutto e per tutto Thor, ma non negli occhi. Quegli stessi occhi velati in quel momento da una sorta di tristezza.
Di lì a qualche mese avrebbe compiuto diciotto anni e quello era il suo ultimo ballo di fine anno, ma non era questo a preoccuparlo; solo la sorella e il suo micio sapevano il perché.
Mentre se ne stava immerso nei suoi pensieri qualcuno bussò delicatamente alla porta.

«Entra pure papà.» Avrebbe riconosciuto quel tocco ovunque, del resto viveva con due veri e propri terremoti viventi, ma quello era completamente diverso. 

«Sei a conoscenza del fatto che se rompi la porta della tua stanza farai lavoretti finché non l’avrai ripagata interamente vero?» Chiese Loki entrando nella stanza, ma non era arrabbiato piuttosto gli sorrideva. 

«Scusa sono solo molto nervoso» rispose il figlio continuando ad accarezzare il suo micio. 

«Oh lo vedo. Stai accarezzando il povero Trick come se volessi strappargli via il pelo» e si sedette accanto a lui sul letto. 

«Lo accarezzo sempre così.»

«Oh in questo caso come se non avessi detto nulla.» Suo figlio rise. «Che c’è Freddi?»

Il ragazzo abbassò lo sguardo: una cosa c’era, ma non se la sentiva in quel momento. 

«È per la storia della festa» mentì. 

«Che c’è che non va?»

«È solo che i miei amici vogliono convincermi ad invitare qualcuno per stasera, ma io vorrei solo andare a divertirmi con loro»  scusa ridicola, l’avrebbe sicuramente beccato, pensò. 

«E tu vai con loro e portati tua sorella.»

«Eddai papà Kate è al suo primo anno di liceo…»

«Tua sorella non si farà di certo problemi a fare amicizia con ragazzi più grandi se è questo che temi.»

Fred sorrise «Si in effetti Kate non è certo tipo da farsi problemi.»

«Sicuro che non ci sia altro?» indagò suo padre.

«Sicuro» rispose il figlio sorridendogli. Il padre lo guardò un momento. 

«E va bene, allora credo che dovresti iniziare a prepararti, se tua sorella ti occupa il bagno non riuscirai nemmeno a farti una doccia.» disse alzandosi ed andando verso la porta.

«Si adesso vado.»

“Non ci credo che se l’è bevuta davvero” pensò il ragazzo.

«Ah e Fred » il ragazzo alzò la testa «qualunque cosa ti preoccupi, per davvero intendo,» 

“Ecco appunto”

«sai che puoi parlarmene quando vuoi» e sorridendo uscì. 

“Non credo sarà così facile stavolta.”

Loki sospirò mentre scendeva le scale e scosse la testa. Stava diventando difficile aiutare i suoi figli quando non gli raccontavano la verità, ma sapeva anche che Fred alla fine gli diceva sempre tutto.
Arrivato a metà scale vide la porta di casa aprirsi e Thor entrare col cappuccio tirato sulla testa.

«Ehi sei andato dal parrucchiere allora? »

Il biondo sbuffò qualcosa e si diresse al frigo.

«Ehm ok» scese le scale e lo raggiunse «hai deciso di far piovere in casa o vuoi toglierti il cappuccio? Ti si rovinerà la piega Dio del Tuono» ma Thor si girò senza sorridergli, tutt’altro era tremendamente arrabbiato.
«Thor che c’è?»

«Non andrò mai più dal parrucchiere.»

«E perché?»

«Oggi non c’era il figlio, mi è toccato il padre, un vecchietto che fa anche il barbiere.»

«E quindi?» Continuò Loki avvicinandosi e indagando con lo sguardo.

«Quindi…» sospirò il biondo e si tolse il cappuccio provocando un attentato alla mandibola di Loki. 

I suoi bellissimi capelli lunghi erano diventati… corti!

«Thor che hai fatto ai capelli?» boccheggiò Loki.

«Avevo detto solo una spuntatina, maledizione a quel vecchietto da strapazzo! Ha detto “Sei un uomo o una barbie?” E così me li ha rapati» abbassò lo sguardo «sono terribili vero?» 

Loki cercò di recuperare un contegno «Beh non sono i tuoi capelli» Thor mise su una faccina tristissima, ma l’altro rimediò subito. «Però» disse avvicinandosi sensuale e portandogli le mani dietro la testa «trovo che tu sia comunque molto sexy.» Ed iniziò a carezzarlo dietro la nuca.
Thor allora sorrise come uno scemo…letteralmente. 

«Si, in effetti non sono poi così male» aggiunse mentre se lo tirava contro per i fianchi. «Allora» disse guardandolo «non me lo dai un bacio per dimostrarmi che mi ami anche con questi capelli?»

«Ogni scusa è buona non è vero?» gli sorrise lui e si avvicinò per baciarlo, ma in quel momento le scale tremarono.

«Papà secondo te quale vestito…OH MIEI DEI! Papà cos’hai fatto ai capelli?»

Loki guardò la figlia severo per la “troppa delicatezza” mentre Thor si rattristò di nuovo.

«Kate tesoro che c’è?»

«Oh giusto, quale vestito devo mettere secondo te?» chiese Kate con due vestiti tra le mani, uno azzurro e uno giallo. 

Loki si allontanò appena dal compagno e guardò la figlia «Kate, me lo hai già chiesto almeno cinque volte, perché non metti quello arancione che ti ha regalato Nat?»

«Perché non riesco a trovarlo.»

Il moro sospirò.

«Hai guardato nell’armadio?»

«Ma certo.»

«Anche sotto la montagna di vestiti che hai detto che avresti stirato…il mese scorso?!»

La ragazza fece per rispondergli poi si bloccò e si diede una pacca sulla fronte.

«Ma certo! Grazie papà sei un genio!» salì qualche gradino e si bloccò «Ma vi stavate baciando di nuovo come due ragazzini?»

I genitori ancora vicini arrossirono di botto e balbettarono qualcosa di incomprensibile. 

«Vabbè vabbè io vado a vestirmi, ah papà comunque ti stanno bene i capelli» e corse di sopra mentre Thor tornò d’improvviso di buon umore, poi si rivolse al compagno. 

«Senti tesoro, ma noi che facciamo stasera?» Chiese suadente.

Loki sorrise.

«Veramente avrei in mente qualcosa, ma te lo dico più tardi.» E dopo avergli dato un bacio veloce si diresse in salotto. 


Qualche ora più tardi la famiglia arrivò davanti alla scuola in auto.
«Mi raccomando ragazzi!» fece Loki alla guida: in diciotto anni aveva imparato a guidare molto bene mentre Thor… 

«Papà stiamo andando al ballo della scuola non a combattere una battaglia col nonno.»

«In che senso Kate, di che battaglia parli scusa?» chiese Loki voltandosi all’improvviso.

«Ehm»

Ma Thor le venne in soccorso.

«Divertitivi ragazzi e Fred mi raccomando non fare strage di troppi cuori.»

«No certo papà» disse Fred imbarazzato.

Loki si sbatté una mano in faccia mentre Thor sorrideva orgoglioso. I ragazzi scesero dalla macchina e li salutarono.

«Fred» chiamò Loki, il ragazzo si girò. Per un attimo a Loki mancò il fiato, gli sembrò di rivedere Thor secoli prima, ma con due occhi diversi «divertiti mi raccomando» gli disse gentile.

Fred sorrise e raggiunse la sorella che intanto si stava sbracciando «Mickey! Sono qua!» Urlò rivolta al cugino più piccolo che se ne stava seduto sulle scale evidentemente ad aspettarla. Era una scuola che aveva sia le classi delle medie sia delle superiori e così i ragazzi potevano partecipare alla festa  tutti insieme.
Il ragazzo salutò gli zii che contraccambiarono il saluto dall’auto. 

«Bene i ragazzi li abbiamo lasciati. Allora cos’è che vorresti fare adesso?» disse Thor avvicinandosi suadente a lui. 

«Sai non mi dispiacerebbe fare qualcosa di diverso stasera» disse seguendo con lo sguardo i figli che entravano nella scuola. 

«Sarebbe?»

Loki si girò e lo guardò con un sorrisetto. 

«Che ne diresti se andassimo a divertirci un po’?»


Qualche ora dopo Thor e Loki fecero ritorno alla scuola.

«Ti sei divertito?»

«Si ci voleva qualcosa di diverso dalle solite serate a cena fuori.»

«Stai dicendo che trovi noioso uscire a cena con me?» lo rimbeccò Loki

«N-no non volevo dire questo…O guarda ci sono i ragazzi.» I figli erano seduti sulle scale ad aspettarli.

«Strano che i ragazzi siano già fuori, siamo noi quelli in anticipo» osservò Loki facendo cenno ai suoi figli.

«Si tesoro però voltati un attimo.» 

Loki si girò verso di lui e Thor ne approfittò per dargli un bacio dolce, ma sensuale.

«Avevi dei cristalli di zucchero sulle labbra» gli disse in un soffio. Loki arrossì, ma cercò di ridarsi un contegno perché in quel mentre i ragazzi aprirono le portiere e salirono in auto.

«Com’è andata ragazzi?» Chiese schiarendosi la gola. 

«Bene» risposero i figli all’unisono, ma non sembravano troppo convinti. I genitori si accorsero che qualcosa non quadrava, ma si scambiarono uno sguardo d’intesa e fecero finta di nulla.

«E va bene allora andiamo a casa? Sarete stanchi dopo una serata così divertente e i vostri vecchi hanno bisogno di dormire perciò…» disse Loki riaccendendo la macchina.

«E voi?» Chiese Kate

«Noi cosa?» Disse Thor.

«Che avete fatto stasera? »

«Oh abbiamo passato una serata noiosissima, sapete com’è …vero Loki?»

La figlia non sembrava molto convinta; sniffò un po’ l’aria dentro la macchina.

«Noiosissima…papà c’è odore di zucchero filato e pop-corn» fece notare la figlia.

«Davvero?Strano» aggiunse Thor.

Fred non proferiva parola e teneva lo sguardo fuori dal finestrino. 

«E questo pupazzo?» fece Kate sfilando un elefantino di peluche da sotto il sedile «Maledetti! Siete andati al luna park senza di noi, vero?!»

«Forse» fece Loki alzando le spalle.

«Siete ingiusti, da quando ci lasciate indietro per andare a divertirvi senza di noi?» 

«Aspetta aspetta, ma non vi stavate divertendo ad una certa festa voi due?» aggiunse Loki guardando nello specchietto retrovisore. Fred continuava a guardare fuori. 

Kate stette in silenzio. 

«Quindi?» provò Thor. 

La ragazza non riuscì a trattenersi oltre e scoppiò. 

«È stata tremenda! La musica terribile, cibo pessimo…Mickey invece si è divertito, credo …ah e gli amici di Fred sono degli stronzi.»

«KATE!» la sgridò a quel punto il fratello.

«Oh andiamo hanno provato tutta la sera a spingerti tra le braccia di quella Nancy solo perché volevano provarci con le sue amiche. Non so proprio come sopporti di stare con dei tipi così Fred. E poi… che avevi stasera?»

«Zitta Kate!»

Thor intervenne. «Ragazzi potevate chiamarci.»

«Oh avanti papà cosa dovevamo fare, farci venire a prendere come due marmocchi? Non siamo più bambini!»

«Beh se la pensi così, magari i vostri papà potrebbero portarvi a casa e tornare a godersi la serata. Mi stavo divertendo a vincere qualche peluche per vostro padre» aggiunse il biondo facendo una strizzata d’occhio al compagno che alzò gli occhi al cielo. 

Kate spalancò gli occhi. 

«Hai giocato ai tiri a segno senza di me? Papà quello lo facciamo insieme da quando sono piccola!»

«Ma hai appena detto che non sei più una bambina.» 

La ragazza ci pensò e si avvicinò al padre alla guida.

«Papà possiamo andare al luna park? Così posso dare una lezione a papà.» Fece angelicamente.

Loki sorrise.

«E va bene Kate, ma ti prego… evita di riempirmi casa di orsi di peluche come l’ultima volta! Ho dovuto regalarli ai clienti della libreria come omaggio per San Valentino.»

«Non posso promettertelo, ma ci proverò!»

«Ok, andiamo allora.» Loki e Thor si sorrisero: una l’avevano sistemata, adesso mancava Fred.

Appena arrivati al Luna Park Thor e Kate si fiondarono fuori dall’auto e corsero verso le giostre. Loki e Fred restarono indietro: il ragazzo sembrava molto pensieroso. 

«Fred vuoi parlarne?»

«No.»

«Fred» tentò di nuovo suo padre. 

«Papà non mi va ok? Non adesso almeno.»

«E va bene, allora quando te la sentirai, hai molto a cui pensare in questo periodo con la fine della scuola, i progetti.…» sorrise «sai quando sei nato tuo nonno voleva subito parlare del tuo futuro, mi ricordo che mi arrabbiai tantissimo. Gli dissi che avevi tutta la vita per decidere chi diventare e in realtà lo penso ancora Fred.»

Il figlio lo guardò, il padre aveva gli occhi leggermente lucidi.

«Scusa dev’essere che è la sera del tuo ultimo ballo, ma non è il momento giusto per pensarci!»

Non avrebbe retto oltre. Doveva dirglielo in quel momento o mai più; prese coraggio «Papà io…» iniziò, ma un grido in lontananza lo interruppe. 

«Ehi, ma non venite?» li richiamò Kate che ancora in abito da festa teneva in mano un fucile a pallini «Coraggio Fred se mi fai un sorriso ti vinco un peluche a forma di gatto!»

Loki sorrise a suo figlio.

«Che ne dici di lanciare qualche incantesimo sui giochi a cui si sfideranno quei due e divertirci un po’?»

«Per gli dei papà sei terribile…» disse il figlio maggiore scuotendo la testa, poi ci ripensò; dopotutto un po’ di svago gli serviva. Decise che la sua confessione poteva aspettare «In fondo… perché no?»

I due si sorrisero ed insieme si diressero dal resto della loro famiglia.

 

Qualche ora più tardi in auto…

«Non è possibile non ho vinto nemmeno un premio!»

«Thor tesoro tu non dici nulla?»

«Uhm!» sbuffò il biondo.

«Come?» riprovò Loki.

«Beh papà anche tu stasera sei stato sfortunato.» Continuò Kate.

I due avevano tentato ogni sorta di gioco a premi, ma quella sera avevano fallito in pieno: sbagliavano la mira coi fucili, i birilli non cadevano e Kate non aveva fatto nemmeno un canestro.
Certo se anziché guardare con sguardo omicida i giostrai si fossero girati avrebbero notato che gli altri due se la ridevano sotto i baffi.

«Oh avanti Thor può succedere di avere sfortuna!» insistette Loki.

Ma il compagno incrociò le braccia e messo il broncio fissò lo sguardo in avanti.
Arrivati a casa i ragazzi salirono al piano di sopra salutando i genitori mentre Thor e Loki rimasero al piano di sotto. Loki pensò fosse il caso di far sorridere di nuovo il compagno.

«Tesoro mi prepareresti una cioccolata calda?»

Thor lo guardò interdetto.

«Ma amore è maggio» gli guardò un momento la pancia «ma non è che?»

«Non aspetto un altro figlio se è questo che ti stai chiedendo Thor! Miei Dei! Come sai essere limitato. È solo che mi è venuto freddo e vorrei qualcosa di dolce. Certo sempre che tu sappia ancora preparare la cioccolata meglio di come tiri al bersaglio» fece dispettoso. 

«Questo è un colpo basso» gli disse Thor guardandolo «è assurdo riesco sempre a vincere ed anche nostra figlia e stasera invece solo un misero pupazzetto a forma di elefante ad iniziò serata.»

«Oh avanti Thor non si può sempre vincere nella vita lo sai!»

Il biondo alzò le spalle.

«Che giornataccia!» poi guardò il compagno «Se hai freddo perché non vai a fare un bagno caldo? Ti porto la cioccolata di sopra.»

«Se insisti» il moro gli diede un bacio veloce sulla guancia e si defilò al piano di sopra. 

Dopo circa un quarto d’ora Thor entrò in camera e gli porse la sua tazza di cioccolata con gli immancabili zuccherini a forma di cuore che ormai Loki conosceva bene. Era rimasta una cosa loro. 

«Grazie» gli disse Loki dolce ancora avvolto nel suo accappatoio verde scuro, i cappelli appena umidi. 

«Uhm però mi dispiace non averti vinto qualcosa di più di quell’elefantino»

«Thor sei ancora lì, davvero?» e si sedette sul letto iniziando a bersi la cioccolata calda. 

Il biondo si grattò in testa con fare pensieroso. 

«È solo che era così strano. Per esempio col fucile a pallini. Io prendevo al mira, ma i proiettili andavano da tutt’altra parte come-come…»

«Come una magia?» gli fece Loki suadente.

«Si esatto come…» Thor si bloccò e fissò il compagno «un momento…siete stati voi!»

«Non so di cosa parli.» 

«Giuro che mi vendicherò.»

Il compagno appoggiò la tazza sul comodino, si alzò e gli si fece vicino provocante.

«Voglio proprio vedere come tu e il tuo nuovo taglio pensate di riuscirci.»

Così da vicino Thor lo osservò bene. Loki non sembrava invecchiato di un giorno da quando era nato Fred. Certo i lineamenti di entrambi erano ormai più maturi, ma anche se erano passati gli anni il tempo era stato clemente con loro…del resto erano pur sempre due semidei. Il biondo non resistette oltre e lo bacio intensamente.

«L’hai voluto tu» e  continuando a baciarlo lo sollevò; l’altro si allacciò a lui sorridendo contro le sue labbra.  

Tentò di stringergli i capelli, ma erano davvero troppo corti e non ci riuscì «Maledizione» sbuffò frustrato. Thor rise e lo fece ricadere sul letto.

«Pare che io abbia trovato un modo per vendicarmi su di te anche senza volerlo»

Disse chinandosi su di lui ed iniziando ad allentargli l’accappatoio.

«Conserva il fiato Thor, ti servirà, del resto…non sei più giovane come una volta.» Aggiunse Loki mefistofelico. 

«Adesso hai detto troppo» e gli tolse il fiato con un bacio. 


Intanto Kate bussò col suo tocco “leggero” alla porta aperta della camera di Fred. Ormai erano troppo grandi per condividere la stanza e così Thor aveva costruito un muro e diviso le stanze, ma entrambi avevano comunque abbastanza spazio. 

«Ehi Kate, non vai a dormire?» disse il ragazzo mentre si infilava una maglia e si metteva seduto sul letto. 

«Stavo andando.» disse la ragazza e accarezzò Trick che se ne stava sul letto a guardare Fred «L’hai detto a papà?»

«Tu che dici? Nessun cataclisma, il Ragnarok non si è verificato per cui…no, non ancora.»

«Sai che devi farlo, il diploma è alle porte.»

«Lo so Kate, ne abbiamo parlato anche oggi no?… Domani lo farò, ok?»

La sorella sospirò e gli si sedette accanto. «Hai paura di cosa penserà?»

«No Kate so esattamente cosa penserà e credimi mi andrà bene se non mi tramuterà in un oggetto da arredamento.» 

«Mi dispiace per stasera immagino che ci tenessi a distrarti un po’.»

Il fratello fece spallucce «Non più di tanto e poi diciamo che mi sono rifatto vedendo te e papà che tentavate di vincere ad ogni costo.»

«Mi ci sono rimessa la paghetta accidenti! Era proprio strano, era come se fossimo sotto una sorta di…incantesimo» rise poi ci pensò e guardò il fratello «un attimo, tu e papà non avete fatto nemmeno una giostra ed eravate sempre lì con noi.»

«Davvero?» Fece Fred con poca convinzione.

La ragazza divenne livida di rabbia.
Trick intuì la tempesta imminente ed abbandonò il letto di corsa.

«Fred! Siete stati voi non è vero?»

A quel punto il fratello esplose in una fragorosa risata. 

«Ahah avresti dovuto vedere la tua faccia Kate.»

«Io ti distruggo Fred! PAPÀ! Fred mi ha fatto qualche incantesimo al parco giochi! Papà!»

«Sei la solita piagnucolona Kate, mai una volta che non chiami i papà! Altro che guerriera! É un bene che il nonno non ti abbia portata in battaglia quel giorno a Vanaheim, avresti di certo chiamato i nostri genitori anche lì!» disse Fred prendendola in giro. 

La ragazza, ferita nell’orgoglio,  balzò in piedi fissandolo minacciosa, piccole scintille uscirono dalle sue mani.

«Questa la paghi Fred Odinson!»

Il ragazzo fece altrettanto e la guardò con occhi di sfida.

«Fatti sotto sorellina» disse mentre lentamente diventava blu. 


Erano ormai finiti sotto le coperte quando, avvertendo urla e grida di battaglia, i genitori si fermarono e si guardarono. «Dici che dovremmo andare di là?»

Thor guardò la porta poi guardò il compagno.«Naaah ormai sono grandi possono vedersela da soli.»

«Ah perché quando erano piccoli ci pensavi tu vero?» rise il moro «forse dovrei rinfrescarti la memo…mmm Thorrr»

Il biondo si stava muovendo sensuale sopra di lui «Magari dopo ok? »
Il moro si zittì e lasciò che il compagno lo baciasse e si dedicasse a lui, ma Thor si bloccò e lo guardò negli occhi 

«Loki» gli sussurrò.

«Si?»

«Ti amo.»

Loki gli sorrise. «Lo sai detesto quando mi guardi così.»

«Perché?» 

«Perché non riesco a tirare fuori nessuno dei miei inganni e io ne sono il Dio!» si sorrisero poi Loki aggiunse dolcemente «…Ti amo anch’io Thor Odinson.»
E senza badare alla battaglia che stava infuriando nell’altra stanza e avrebbe di certo provocato danni alla casa, si rifugiarono semplicemente in quel momento tutto per loro.


L’indomani era una bella domenica di sole, Fred scese in cucina e vide i suoi genitori intenti a far colazione «Papà» esordì il ragazzo.

«Ehi Freddi 10.35 oggi? Una volta tu e tua sorella eravate molto più mattinieri.»

Scherzò Thor sorridendo complice al compagno. Intanto anche Kate scese le scale e sbadigliando con poca grazia si sedette su una delle sedie alte  attorno all’isola della cucina.

«Buongiorno piccola guerriera» disse il biondo seduto vicino alla figlia.

«Yaaawn giorno»

«Però Kate quanta grazia» la riprese il fratello.

«Ma sta zitto Freddi» ed iniziò a dedicarsi ai suoi cereali.

«Credevo che dopo la lezione che ti ho dato ieri sera avresti dormito tutto il giorno.»

«Intendi dopo che ho fatto piovere in camera tua e ti sei lamentato come un ragazzino? Si in effetti mi è costato qualche energia, ma non più di tanto.»

«No, intendevo quando ti ho letteralmente congelato i piedi nel bel mezzo del corridoio e tu hai iniziato a sbraitare che ti sarebbe venuta la febbre per colpa mia.»

«Non mi sembra proprio!»

«Ah si? Chiediamolo ai papà allora, voi non l’avete sentita? Gridava come un’aquila!»

I genitori si scambiarono uno sguardo veloce: no, in effetti in quel momento erano leggermente impegnati in altre occupazioni.

«Che programmi hai per oggi?» domandò Loki al figlio maggiore troncando sul nascere quella domanda.

«Ehm nulla di speciale penso che studierò un po’…e voi?»

«Lo zio Steve ci ha invitati tutti per pranzo così possiamo  passare un po’ di tempo con loro.»

«Ah bene, mi andava proprio di vedere Mickey, lui si che sarebbe un ottimo fratello» disse Kate guardando male Fred.

Il ragazzo sorrise, dopotutto si divertiva un mondo a bisticciare con sua sorella e tanto alla fine non erano mai vere litigate.
Poi d’improvviso si fece serio ed iniziò a giocare con le uova che aveva nel piatto sotto al naso. Loki lo notò.

«Freddi tutto ok?» 

Il ragazzo prese un respiro.

«Io ehm… veramente vorrei parlarvi dei miei piani per dopo il liceo.» 

Kate mandò un boccone giù a fatica. 

«Oh grandioso maghetto» Fred buttò gli occhi al cielo, anche se aveva quasi diciotto anni suo padre lo chiamava ancora come quando era bambino «a che hai pensato? Aspetta non dirmelo, vuoi andare a studiare zoologia marina o una cosa così al college di San Francisco vero?» provò Thor con la bocca piena di bacon.

«Veramente…»

«Oh avanti Thor può andare a studiare dove vuole. Lo avevamo detto! Anche in Europa! Ci sono ottime scuole a Cambridge con corsi di scienze naturali!»

«Papà…»

«Loki, Cambridge? È lontanissimo.»

«O per l’amor di Odino Thor! Non è mica piccolo da dover rimanere vicino casa. Tornerà a trovarci!»

«Parli tu che quando era piccolo non riuscivi nemmeno a lasciarlo a Capitan America in persona  per uscire una sera a cena.»

«Colpo basso Thor! E poi aveva solo due anni!»

Quel battibecco sarebbe durato ore se Fred non avesse fatto sentire improvvisamente la sua. 

«Io non voglio andare al college!»

I genitori si voltarono verso di lui e lo fissarono.

«Come scusa?» chiese Loki.

«Oh avanti Fred certo che vuoi andare al college! Da quando sei nato vivi di libri e di animali e di … animali e libri e… natura!» insistette Thor. 

«Appunto la natura! È proprio questo che mi manca! Studio da anni e sapete quanto io ami le scienze, ma ho capito che voglio studiarle da vicino con delle… esplorazioni!»

Loki lo guardò tranquillo.

«Beh allora hai pensato all’Australia? È pieno di animali meravigliosi da studiare e potresti andare con Bruce quando torna da uno dei suoi viaggi in India. Oppure potresti partire con gli studi del Dottor Pym» disse Loki iniziando a raccogliere i bicchieri e le tazze vuote dal tavolo per portarle nel lavandino.

«No io, io conosco già molte delle specie in natura sulla Terra…ecco io vorrei studiare qualcosa di nuovo. Di diverso e sconosciuto per documentarlo…e vorrei…vorrei partire da Jotunheim.»

Le tazze scivolarono nel lavandino cozzando l’una con l’altra, poi calò il silenzio nella stanza.

«Non se ne parla» disse Loki con tono fermo dopo un momento. 

Thor che aveva quasi rischiato di strozzarsi con del bacon lo guardò apprensivo «Loki…»

«Papà perché?»

«È fuori discussione, non sai di cosa parli Fred…» e si mise a raccogliere i pezzi di una tazza che si era rotta poco prima.

«Papà quel regno è pieno di creature ancora sconosciute, lo ha detto anche la nonna. E poi sono le mie origini è mio diritto sap…»

«Le tue origini? LE TUE ORIGINI? Se fosse stato per le tue origini non saresti nemmeno venuto al mondo Fred ed io di certo non sarei qui.»

«Ma tu mi hai già portato su Jotunheim.»

«Si è vero. Con tuo nonno! Sai il Padre degli Dei che tutti temono? E c’è andata fin troppo bene. Hai visto cosa sarebbe potuto accadere con quella bestia!»

«Si, ma non è successo! Perché? Papà io voglio sapere! E non posso farlo studiando solo su vecchi libri della biblioteca di Asgard!»

«Papà» provò Kate «forse dovresti ascoltarlo, sai quanta passione dedica Fred a…»

«Silenzio Kate sto parlando con tuo fratello» disse suo padre autoritario.

Kate si ammutolì. Suo padre non si arrabbiava mai, ma se lo faceva…nemmeno il Dio del Tuono incuteva tanto timore. 

«Credi che la tua vita conti così poco Fred? Che io ti lasci andare così in un posto che ti condannerebbe a morte certa?!»

«Tu non puoi decidere cosa fare della mia vita.» si scaldò il ragazzo alzandosi «Posso scegliere da solo! Ho i miei poteri a difendermi!»

«Oh in questo caso te li puoi anche scordare» e alzò una mano verso il figlio. 

«LOKI FERMO!» Tentò Thor, ma ormai l’incantesimo era stato lanciato. 

Fred per un attimo si sentì debole poi triste come se qualcosa gli fosse stato portato via togliendogli una parte di sé stesso; gli ci volle un attimo per capire cosa fosse successo.

«Mi-mi hai tolto i poteri.» Fece incredulo. 

«Si e sarà così fino a che le tue scelte non saranno più ragionevoli.»

«Ragionevoli?» disse il ragazzo con le lacrime che affioravano «Ragionevoli?! Parli tu?» era fuori di sé dalla rabbia e dalla delusione «Tu che di scelte ne hai fatte quante ne hai volute?! Tu che con le tue scelte hai fatto del male? Credi che sia stupido papà? Credi che non sappia cosa hai fatto?»

Quello che avvenne dopo nessuno se lo sarebbe aspettato.
Fred non badò al rumore o al dolore, ma avvertì il bruciore sulla pelle. Quel bruciore che poteva voler dire una sola cosa: quello era il primo e solo schiaffo che avesse mai ricevuto da suo padre.
E sentì male, ma non sulla pelle.
Loki dal canto suo guardò la mano con cui aveva colpito suo figlio e la ritirò di colpo come terrorizzato da sé stesso.
Fred scosse la testa, le lacrime a gonfiargli gli occhi e si voltò.

«Fred»

Lo chiamò Loki, ma il ragazzo lasciò la stanza di corsa. Thor si avvicinò a Loki e lo prese per le spalle.

«Tesoro» ma Loki si divincolò e uscì dalla porta di casa sulla piccola veranda. Rimasti soli in cucina padre e figlia si guardarono.

«Vuoi che ce li dividiamo? Io provo con Fred e tu con papà?» disse Kate incerta. 

Thor si grattò in testa e sospirò.«Non credo avremo molta fortuna Kate»

«E quindi che si fa?»

«Finisci la colazione tesoro» le disse il padre gentile «vedrai che ci inventeremo qualcosa.»

La ragazza annuì, ma alzò lo sguardo apprensiva verso il piano di sopra.
A pranzo bussò alla porta del fratello, ma il ragazzo non le rispose.

«Freddi noi stiamo andando dagli zii, tu non vieni? Fred?» il ragazzo se ne stava sdraiato sul letto con Trick stretto accanto a lui. Non si mosse.

«A-allora a dopo» disse la sorella, la sentì scendere le scale. La guancia bruciava ancora. Lo sapeva, sapeva che sarebbe andata così, era per questo che aveva atteso così tanto per parlarne col padre. 

Sapeva che non lo avrebbe mai accettato, ma era la sua vita accidenti!…Ma sapeva anche che aveva sbagliato a dirgli quelle cose.
Suo padre era sempre stato sincero con lui su tutto. Gli aveva raccontato delle proprietà degli jotun addirittura di come lui non si aspettasse di poter avere bambini e che anche Fred aveva di certo quella capacità.
Poi c’erano alcune cose che gli aveva solo accennato perché in fondo se ne vergognava, ma lui infine le aveva scoperte, come anche Kate a suo tempo: ci era rimasto male a sapere quanto dolore avesse provocato Loki, ma conosceva suo padre. Sapeva che non era l’uomo che gli era stato descritto, non più almeno.
E lui invece? Fred gli aveva sempre detto tutto, i suoi segreti, le sue paure, le sue emozioni. Se c’era qualcuno che lo conosceva davvero per quello che era, quel qualcuno era Loki.
E allora perché si sentiva così incompreso e ferito proprio dalla persona che lo conosceva meglio di chiunque al mondo?
Trick miagolò e lo guardò coi suoi occhioni. Ma il ragazzo non sorrise né si sentì consolato dall’amico stavolta; era come se dentro qualcosa si fosse rotto. 

«No scusa dov’è che vuole andare?!» chiese Tony.

«Su Jotunheim» rispose Thor.

«Assolutamente no!» fece Cap «é troppo pericoloso!»

«Oh avanti Cap in fondo è uno Jotun pure lui!»

«Cresciuto sulla terra e con una natura buona, non selvaggia Tony! Senza offesa Loki» si corresse subito Cap.

«No Steve hai ragione, quella razza non sa cosa sia la civiltà lo ucciderebbero in men che non si dica.»

Thor lo guardava apprensivo, anche Kate alzò lo sguardo su suo padre, poi Mickey gli fece cenno di uscire dal salone. Lo seguì in cucina.  

«Hai parlato con Fred?»

«No, si è chiuso in camera sua. Vorrei aiutarlo, ma non so come fare. Non ho mai visto papà così arrabbiato. Gli ha tolto i poteri!»

«Accidenti! Ma ….Vedrai che si chiariranno Kate, dagli tempo.»

Kate sorrise: al contrario delle aspettative non era diventato il figlio figo di Tony Stark, ma un ragazzo timido e studioso. Suo cugino poi voleva davvero bene a lei e a Fred ed anche ai suoi genitori, anche se non erano davvero parenti.

«Allora com’è stato il tuo ballo di fine anno?»

«Oh mi sono divertito parecchio si, mi è dispiaciuto non vedervi dopo però!»

«Si siamo andati via presto e poi ci siamo dedicati a delle… attività di famiglia ecco.»

Intanto Mickey aveva tirato fuori dal freezer una vaschetta di gelato e aveva dato un cucchiaio alla cugina. I due adoravano mangiare dolci di nascosto, lo facevano da quando erano piccoli ormai.

«Per esempio? Giochi da tavola?» disse il più piccolo tirando su una cucchiaiata di gelato al cioccolato. 

«Beeeeh si una cosa così.» Lo seguì a ruota la cugina. 

 

Quella sera Fred  rimase in camera sua. Loki dal canto suo non toccò cibo né proferì parola, ma si diresse a letto molto presto. Non parlò  nemmeno quando Thor gli si fece vicino e lo strinse forte.
Passò quasi una settimana in cui padre e figlio a malapena si incrociavano.
Nessuno dei due cercava il dialogo con l’altro e per Thor e Kate stava diventando difficile  vivere in quelle condizioni del tutto estranee per la loro famiglia. 

Freddo, ghiaccio e neve. Qualcuno lo inseguiva, un mostro, un mostro gigantesco. E lui correva, correva più veloce che poteva fino a trovarsi in trappola. Si fermò ai piedi di una montagna: un corso d’acqua di fianco e nessuna via di fuga. Vi osservò il proprio riflesso, no, non il suo, ma quello di suo figlio e poi si girò e «NOOO!» Loki si risvegliò gridando e completamente sudato. 

«Amore che succede?» disse Thor accendendo la luce.

«Thor, Fred e quella bestia…»

«Tesoro era solo un incubo, va tutto bene Fred è di là che dorme» gli disse per tranquillizzarlo. 

Il sudore gli imperlava la fronte mentre lentamente cercava di recuperare il respiro. 

«È tutto a posto amore» disse mentre lo stringeva a sé «tutto a posto» aggiunse guidandolo con lui sui cuscini e stringendoselo al petto.

Loki si aggrappò alla sua maglia e respirando profondamente chiuse gli occhi.
Il giorno successivo era sabato ed arrivò presto sera: Fred uscì senza cenare e a nulla valsero le richieste di Thor di rimanere a casa. Non era da lui comportarsi così, ma del resto…
Il ragazzo salutò il padre e la sorella e non considerò minimamente Loki mentre si chiudeva la porta alle spalle. Il moro per tutta risposta cenò in silenzio, si chiuse in bagno un’ora e dopo un lungo bagno caldo  si buttò a letto e si chiuse nel suo silenzio al buio.
Thor decise che quella situazione era durata abbastanza ed entrò piano in camera. 

«Loki» lo chiamò. L’altro era sveglio, lo sapeva, ma stava in silenzio. «Sei ancora spaventato per l’incubo di stanotte? Guarda che era solo un incubo, solo…finzione» disse sedendosi accanto a lui. 

«No. L’ho vista Thor, ho visto quella bestia di quel giorno su Jotunheim, ho visto Fred correre, no anzi ero Fred e avevo…paura! Ho provato la sua stessa paura!»

«Sei solo molto in ansia Loki. Non ti fa bene stare così.»

«Tu non lo sei?»

«Si certamente» Thor si sdraiò alle sue spalle ed iniziò a posarvi dei leggeri baci, poi passò al collo «ma adesso non pensiamoci…» il moro si girò sul fianco ed incontrò le sue labbra in un bacio lento ed intenso.

Thor lo tirò a sé portandoselo sul petto senza staccarsi un solo istante da lui. 

«Mmm Thor….io.»

«Era solo un incubo tesoro, solo un bruttissimo incubo. Adesso devi rilassarti ok?»

Una mano a tenergli il viso, l’altra a scorrergli lungo la schiena. 

«Thor ti prego…»

«Si in effetti mi manca sentirmi pregare da te…» gli sussurrò ad un orecchio sorridendo.
Avrebbe dovuto allontanarlo, come faceva a non essere preoccupato quanto lui? Ma in quel momento si ritrovò ad aver bisogno di tutto l’amore del compagno come non mai. Lasciò che Thor lo baciasse e  semplicemente… si lasciò andare.

Erano le 7.00 di domenica mattina quando rientrò. Era tornato a casa alla fine. La sera era uscito in auto con l’intento di andare lontano, dove non lo sapeva nemmeno lui. Poi mentre si lasciava la città alle spalle si era detto che non avrebbe trovato conforto di notte guidando verso chissà quale meta ed era tornato indietro.
Si era fermato ad osservare il mare e lì era rimasto per ore fino a che non si era sentito un po’ più in pace ed aveva deciso di rientrare.
Una settimana, una settimana che non parlava con suo padre: francamente la cosa iniziava a farlo soffrire parecchio: in fondo amava troppo i suoi genitori e quel silenzio lo stava distruggendo. Ma cosa poteva fare? Per la prima volta non aveva voglia di trovare compromessi perché sapeva che non ce ne sarebbero stati.
Non avrebbe rinunciato al suo sogno anche se avesse voluto dire far soffrire i suoi.
Ma quell’idea era davvero dura…
Entrò cercando di fare meno rumore possibile, non voleva che i suoi genitori si accorgessero che era stato fuori fino a quell’ora.
Si ricordò di una volta in cui era egualmente entrato di soppiatto in casa accompagnato da Mr.J. Era il suo sesto compleanno e stava giocando a nascondino con gli zii e con i genitori.
Loki doveva trovarli tutti e aveva già fatto un egregio lavoro, mancavano solo loro due. 

“Fa piano ragazzo” gli aveva detto Mr.J, ma improvvisamente un rumore era arrivato dalle scale: Mr.J. lo aveva spinto dietro all’isola della cucina prima di venir scoperto da Loki.

“E Fred?” Aveva chiesto suo padre.

“Io proprio non l’ho visto.”

Fred doveva trovare una via di fuga. Chiuse gli occhi.
Suo padre intanto si era avvicinato alla cucina, aveva girato l’angolo dell’isola e…non l’aveva trovato. 

“Uhm, mi sono sbagliato” e un attimo dopo si era sentito un “TANA” echeggiare per tutta la casa. Loki era corso al piano di sopra e aveva trovato Fred che, liberati tutti, aveva vinto la partita. 

“Ma non è possibile ero sicuro che fossi…”

“Ma guarda” aveva iniziato Tony “il Dio dell’Inganno è stato ingannato?”

Il bambino  intanto gli era corso incontro e lo aveva abbracciato.

“Papà mi sono smaterializzato è stato fortissimo, sono stato bravo papà?” Loki lo aveva guardato a bocca aperta mentre Thor si avvicinava con Kate ancora piccolina tra le braccia.

“Che ne dici di un’altra partita? Stavolta vi cerco io!”

“Ci sto Thor!” Aveva esordito Mr.J. “Ma che ne dite di mangiare prima la torta, ho come l’impressione che Loki e Fred saranno piuttosto bravi a non farsi trovare.” E così era stato perché a Thor ci erano volute cinque ore per trovarli. 

Erano passati quasi dodici anni e tante cose erano cambiate. I suoi zii avevano adottato Mickey, lui aveva trovato Trick, aveva scoperto i suoi poteri e avevano vissuto mille avventure, suo padre dirigeva la libreria e Mr.J….lui si era trasferito su Asgard e viveva in una piccola ala del palazzo dedicandosi ai suoi libri. Lì sarebbe invecchiato più lentamente passando il resto della vita nell’eterna primavera.
Sorrise a quel ricordo poi avvertì che qualcuno stava scendendo le scale proprio in quel momento. Come da piccolo si nascose dietro all’isola e si concentrò, ma… “Maledizione senza poteri non posso fare nulla!”
Erano le 7.00, chi poteva essere sveglio a quell’ora? E poi…

«Vieni qui» la voce di sue padre lo colse di sorpresa, ma mai quanto quello che sentì dopo.

«Thor parla piano, i ragazzi dormono» ansimò l’altro suo padre. 

«Appunto dormono…vedi di fare piano e non svegliarli!»

Thor prese il compagno di peso e si buttò con lui sul divano, mentre Fred si stava facendo il più piccolo possibile. Oh come avrebbe voluto dormire in quel momento!
Poco distante intanto i genitori non si erano accorti di nulla e avevano preso a baciarsi con foga, ma dolcemente.
Loki indossava dei pantaloni del pigiama, ma nessuna maglia, solo una morbida vestaglia nera e dorata gli ricopriva il petto lasciando appena scoperto il collo sui cui ricadevano i lunghi capelli neri.
Thor approfittò di quella parte esposta e prese a baciarla sensuale. 

«Thooor insomma non erano questi i patti…Avevi detto che mi avresti preparato la colazione.»

«E ne ho tutte le intenzioni, ma prima voglio qualche attenzione.»

«Non te ne ho date abbastanza stanotte?» Rispose l’altro provocante.

Fred sentì che probabilmente stava diventando più rosso del mantello di suo padre, ma cercò di trattenersi ed attendere. 

«Si, ma non mi basti mai e poi ultimamente è di nuovo difficile distrarti.» Parola sbagliata. 

«Ah è così allora, vuoi distrarmi e basta» e dicendo questo si sfilò da sotto di lui leggermente infastidito. 

«Loki..sai che non è quello che volevo dire.»

«Cos’è adesso fai l’amore con me per distrarmi?»

«Stai esagerando e comunque beh un po’ si…sei preoccupato e non ce n’è motivo.»

«Ah quindi tu sei tranquillo a lasciar andare nostro figlio a Jotunheim?!» Nonostante la situazione Fred si mise in attento ascolto. 

«Certo che no, ma non vedo perché devi reagire così.»

«È mio figlio posso reagire come voglio!»

«Oh andiamo Loki cosa ti aspettavi che nostro figlio avesse una vita normale? Che andasse al college come tutti gli altri ragazzi e tornasse a casa per le feste?»

«Cosa vuoi dire? »

«Voglio dire che è nel suo istinto cercare delle avventure, Loki lui è come te! Certo nell’aspetto non posso dire di non aver contribuito più che bene.»

Loki alzò gli occhi al cielo, Fred alzò gli occhi al cielo. 

«Ma quando guardo nostro figlio io rivedo te. Curioso e con una sete di sapere oltre ogni dire e  tu…viaggiavi e viaggiavi; credi non mi ricordi quando sei partito per le terre del buio e sei tornato a casa tre mesi dopo? Stavo per venire a cercarti ed eri solo un ragazzo!»

Loki abbassò lo sguardo e sospirò.

«Thor era diverso…io…io non sono cresciuto con l’amore di mio padre e tu eri un guerriero, non esisteva tutto questo…una casa, una famiglia, la colazione della domenica tutti insieme…»

«E ti perdoneresti di negargli la sua vera natura? Ciò che lo rende speciale?» Loki abbassò lo sguardo, Thor gli si avvicinò e gli passò un braccio dietro la vita. «Loki è da quando è nato che Fred è destinato a questo. Amava la natura e gli animali…ti ricordi quando voleva un serpente?» gli sorrise Thor.

«Ha provato anche con un lupo se è per questo…»

«Direi che è stata una fortuna che si sia fermato a Trick» gli sollevò appena il mento «andrà tutto bene, devi fidarti di nostro figlio» gli posò un bacio leggero sulle labbra. 

Loki lo guardò negli occhi.

«Io mi fido di nostro figlio Thor, è solo che ho paura. Non voglio rischiare di perderlo ancora.»

Fred si lasciò sfuggire una lacrima.

«Andrà tutto bene Loki.» Thor lo strinse e Loki lo lasciò fare, poi si staccò con gentilezza e si diresse verso la cucina. 

Fred capì che l’avrebbe trovato, questa volta non aveva nessuna via di fuga, ma…

«Che ne dici di aspettarmi di sopra, ti porto la colazione a letto» Loki  guardò il compagno ed annuì e dopo un rapido bacio andò verso le scale. Thor lo guardò apprensivo. Fred invece respirò profondamente, avrebbe resistito ancora un po’ e sarebbe sgusciato fuori piano…

«Se esci da lì magari ti offro un waffle» beccato! Si alzò lentamente .

«Credevo fossi a letto da un pezzo, meno male che tuo padre non se n’è accorto» se quella era tutta la sfuriata che avrebbe ricevuto gli era andata fin troppo bene. Guardò verso le scale.

«Papà…sta bene?»

«Oh fa incubi di notte e sta in ansia di giorno, sembra tornato a quando avevi due anni e non voleva lasciarti mai da solo, ma…starà bene ne sono certo.» Disse porgendogli una tazza di caffè. Osservò suo padre un uomo alto quasi due metri, muscoloso e forte che cucinava waffle per l’uomo che amava. Sorrise pensando a quelle piccole attenzioni.

«E tu invece non sei preoccupato?»

«Veramente si, ma sai sei mio figlio e circa al corrispettivo della tua età ero occupato a farmi esiliare da tuo nonno per aver quasi scatenato una nuova guerra con Jotunheim perciò…un po’ ti capisco. Ma lascia che ti dica una cosa Fred» lo guardò negli occhi serio come non mai «Quando sarai a Jotunheim noi non potremo fare nulla per aiutarti. Sarai da solo e se fossi in pericolo forse potremmo non fare in tempo. Sei disposto a correre il rischio?»

Fred lo guardò, ci aveva pensato eccome se ci aveva pensato, ma il desiderio era stato troppo forte anche più della paura stessa. 

«Si»

Thor gli sorrise. «Bene, allora non ti resta che parlare con tuo padre. Credo di averti facilitato un po’ le cose»

Fred non disse nulla: era ancora leggermente scosso da quello che aveva sentito poco prima. Non aveva mai visto Loki così fragile  come quella mattina.
Gli aveva insegnato tutto quello che sapeva, lo aveva amato dal primo istante e con l’altro suo padre gli aveva dato una vera famiglia. Sapeva che avrebbe sofferto, ma aveva anche capito che comunque la sua famiglia gli voleva bene e lo avrebbe comunque supportato anche a costo di rischiare di perderlo. Sorrise rivolto a Thor.

«Credo di sapere come fare.»

Loki se ne stava sdraiato sul letto, gli occhi gonfi di lacrime che cercava di ricacciare. Thor aveva ragione, ma…qualcuno bussò. «A-avanti»
Fred entrò con un vassoio per la colazione.

«Fred» fece Loki mettendosi seduto e asciugandosi gli occhi. «Che succede? E perché sei vestito?» disse osservandolo bene.

«Beh sono le 8.15 di domenica papà» gli sorrise Fred. Gli occhi di Loki divennero se possibile  ancora più lucidi di come già non fossero, ma sorrise ed annuì. 

«Ti va di fare colazione insieme?»

«Certo Fred vieni qui.»

Fred si avvicinò ed appoggiò la colazione sul comodino del padre.

«Papà io volevo chiederti scusa, sai per le cose che ti ho detto.»

«No Fred avrei dovuto…»

«No, ti prego! Io voglio davvero fare questa cosa e so che sei preoccupato, ma te lo prometto papà andrà tutto bene e ti renderò fiero.» 

Loki lo osservò e gli sorrise «Io sono già molto fiero di te Freddi» e finalmente lo abbracciò. Fred lo strinse a sua volta e solo dopo un po’ i due si staccarono. 

«Ma che ci facevi già sveglio?»

«Beh veramente, che-che ne dici se ne parliamo mentre facciamo colazione?»

Passò più di un’ora in cui i due parlarono: sembravano passati mesi e non solo pochi giorni, poi Thor entrò «Scusate non voglio fare il guastafeste, sparisco subito» e si diresse in bagno per fare una doccia.
I due sorrisero «Vi lascio soli, vado a riposare un po’» disse Fred. Diede un bacio sulla fronte di Loki e lasciò la stanza.
Loki sorrise e si alzò poi si diresse in bagno. Thor indossava ancora solo i pantaloni del pigiama mentre la doccia si riscaldava un po’.

«Allora… la normalità potrà finalmente tornare in casa nostra? Niente più muri di silenzio?»

«Così pare.»

«Sono felice che sia tutto apposto.» Gli sorrise e si avvicinò stringendoselo contro. 

«Non avrei mai pensato di dirlo, ma a quanto pare eri tu quello a sapere la cosa giusta da fare fin dall’inizio.»

Thor lo guardò un momento.

«Che vuoi ho fatto esattamente l’opposto di quello che hai fatto tu.»

Loki gli sorrise stupito ricordando le sue stesse parole di un giorno lontano.
Si appoggiò a lui e gli posò un bacio sulle labbra; lo sguardo di Thor cadde sull’anello che gli aveva regalato anni prima.

«Sai io sto ancora aspettando che tu mi dica “si”»

Loki lo guardò e gli sorrise malizioso «Vedremo…»

«Beh è la risposta migliore che tu mi abbia dato dopo quasi vent’anni insieme e due figli.»

«Ma sta zitto» e gli si strinse contro. 

«Tesoro?» fece Thor poco dopo. 

«Mmm?»

«Io però qualche attenzione la vorrei ancora» disse baciandogli piano la testa. 

«Ah si?» chiese l’altro malizioso alzando lo sguardo su di lui «E cosa vorresti sentiamo?»

Thor fece finta di pensarci su. 

«Beh potresti sempre venire a tenermi compagnia nella doccia.»

«Mmm, si potrebbe anche fare» sorrise l’altro sensuale poi aprì la vestaglia che gli scivolò lungo le braccia e cadde a terra lasciandogli il busto scoperto; poi senza staccare gli occhi da lui, lo spinse ad indietreggiare. Thor lo lasciò fare.  

«Ma…prima le signore» e con poca grazia lo spinse nella doccia. 

«Ahia il pied…accidenti è bollente!»

Il moro fuori dalla doccia ghignò ed incrociò le braccia «Così impari a fare il maniaco» e si voltò scuotendo la testa.
Ma Thor, con la pelle quasi ustionata, riemerse dalla doccia e lo afferrò da dietro per la vita. 

«Questa me la paghi» e senza fare complimenti se lo tirò dietro.

«AH THOR! Scotta! Giuro che questa ti costerà cara!» gli ringhiò contro Loki mentre l’acqua bollente lo inzuppava. 

Ma Thor lo fece voltare verso di sé. Il moro allora posò lo sguardo su di lui osservando come le gocce d'acqua gli scendevano lente lungo il collo; l’altro intanto lo guardava sorridendo.

«Scommettiamo?» gli disse. 

Poi fece passare una mano tra i capelli lunghi e ormai fradici di Loki e avvicinò il viso al suo.
Il moro sentì tutta la sua determinazione abbandonarlo mentre l’altro avvicinava le labbra alle sue. Smise di fare il sostenuto e chiuse gli occhi, ma il bacio non arrivò. Li riaprì piano: Thor si era fermato a pochi centimetri da lui e lo fissava sorridendo compiaciuto. 

«Cosa c’è?» sussurrò Loki. 

«Anche dopo tutti questi anni trovo che tu sia lo spettacolo più bello di tutti i Nove Regni» Loki arrossì di botto, poi il biondo si avvicinò al suo orecchio e sussurrò «ed è molto appagante sapere che riesco ancora a far crollare così la tua forza di volontà.»

«Fulminati Thor!» Fu tutto ciò che riuscì a dire prima che il biondo lo stringesse e finalmente gli rapisse le labbra in un bacio. 

 

Qualche mese più tardi

«Hai tutto?»

«Si papà.»

«E se hai bisogno chiama subito Heimdall.»

«Si.»

Erano passati tre mesi, tre mesi in cui aveva compiuto diciotto anni e festeggiato il diploma; ora Fred era finalmente in partenza. 

«E prendi questo. È un amuleto, non devi toglierlo mai! Se sarai in pericolo io lo saprò.»

Fred osservò la pietra verde scuro che il padre gli aveva appena dato: era legata ad un cordino e poteva sembrare una pietra comune.

«Come?» chiese il figlio.

«È collegata al mio anello, se sarai in pericolo la mia pietra brillerà ed io verrò subito da te!»

I due si guardarono, poi il ragazzo lo abbracciò. 

«No scusa hai stregato il mio anello Loki?» esordì Thor sullo stipite della porta. 

«Fred hai preso la pelliccia che ti ha mandato la nonna?» chiese invece Kate.

«Sai Fred quasi quasi vengo con te» scherzò Loki.

Il ragazzo si girò verso Trick che lo guardava triste, era sempre stato un gatto intelligente; lo prese in braccio «Mi mancherai amico mio! Non posso portarti con me stavolta, scusa» e dopo aver appoggiato la testa alla sua delicatamente lo diede in braccio a suo padre; anche Loki aveva uno sguardo triste. 

«Andrà tutto bene e ci rivedremo presto papà.»

«Un anno non è così presto Fred» gli rispose Loki malinconico.

Thor gli si avvicinò.

«Vedrai tesoro che volerà.»

La famiglia scese le scale ed uscì in strada, Fred era pronto a partire.

«Non farti mangiare mi raccomando» gli sussurrò Kate abbracciandolo, poi fu la volta di Thor.

«A presto maghetto.» Fred buttò gli occhi al cielo poi andò da suo padre, Loki diede Trick in braccio a Kate e poi strinse suo figlio.

«Ti voglio bene papà, ci vediamo presto» si staccò dal padre e gli sorrise.

Thor si avvicinò a Loki e gli circondò le spalle con un braccio mentre con l’altro strinse Kate.
Fred intanto si portò sul marciapiede e sorrise alla sua famiglia. Sembrava una normale famiglia americana, ma non era per niente una famiglia normale…quella era la sua famiglia.
Si mise al collo l’amuleto. 

«HEIMDALL» chiamò. Il raggio arcobaleno si materializzò sul marciapiede e lo avvolse. In un attimo sparì.  

«Ci vediamo presto Freddi» sussurrò Loki. 

 

Natale di quello stesso anno

«Papà mi passi le decorazioni?»

«Certo Mickey! Allora» chiese Tony mentre allungava al figlio alcune palline per l’enorme albero piazzato nel salotto della baita che avevano affittato per le vacanze invernali «nessuna notizia da Fred?»

«No, non conosco un incantesimo per mettermi in contatto con lui senza sapere esattamente  dove si trovi. Però l’anello non si è mai illuminato perciò…»

«Certo che potrebbe almeno tentare di dare un segno di vita» insistette il miliardario «Non capisco proprio come…»

«Tony puoi venire un momento?» chiamò Steve dalla cucina.

«Arrivo Capitan pan di zenzero, Loki puoi aiutare tu i ragazzi?»

Mickey alzò gli occhi al cielo, mentre Kate emerse da dietro l’albero.

«Ma non è un po’ troppo sdolcinato?»

«E non li hai visti a San Valentino!» Rispose Mickey. 

Il miliardario  intanto lasciò la stanza e raggiunse la cucina. 

«Che c’è Steve?» disse vedendo il compagno che con  tanto di grembiule infornava biscotti. 

«Ti sembrava il caso di fare una domanda del genere a Loki?! Il primo Natale in cui non c’è Fred?!» disse poi dando le spalle alla porta.

«Steve…»

«Niente Steve! Loki ci sta malissimo è evidente e Thor…»

«Steve…»

«Anche se non lo dimostra ci sta male anche lui. Possibile che tu sia così insensibile?»

Ma in quel momento Thor entrò  in cucina e presa una birra dal frigo uscì.
Steve chiuse gli occhi e sospirò. 

«Era dietro di me non è vero?»

«Già» gli rispose il miliardario. 

«Che figuraccia» disse il Capitano buttandosi lo strofinaccio su una spalla. 

«Tranquillo Cap sono sicuro che ti rifarai risollevando gli animi coi tuoi biscotti» disse Tony infilando una dito nella ciotola dell’impasto e beccandosi un’occhiataccia da Steve. 

Thor intanto aveva preso la birra e si era diretto nel piccolo salotto della baita. Era in legno e mattoni e al centro della stanza, come ogni volta che festeggiavano un Natale con Steve e Tony, c’era un enorme albero di Natale.
Quell’anno Thor, Loki e Kate con tanto di Trick, che in quel momento se ne stava acciambellato davanti al caminetto, si erano fatti convincere ed avevano raggiunto i tre per le vacanze scolastiche dei ragazzi. Kate e Mickey erano una bella squadra e trovavano sempre il modo di divertirsi o al limite Mickey, nonostante fosse più piccolo, aiutava Kate con lo studio. Thor osservò i cugini che facevano l’albero insieme poi lo sguardo gli cadde su Loki che quel pomeriggio indossava un maglione rosso evidentemente troppo grande per lui.
Infatti era di Thor, ma era stata la prima cosa che Loki aveva preso sotto mano e per pigrizia non gli andava di toglierselo…o almeno così gli aveva detto, ma a Thor non sfuggiva che ogni tanto il moro vi si stringeva e ne inspirava il profumo sorridendo. La cosa lo fece sorridere.
Loki incontrò un attimo il suo sguardo e Thor non poté non leggervi un lieve velo di malinconia.
Poco più tardi Steve annunciò che la cena era quasi pronta e Loki si diresse un istante in camera per prendere il regalo di sua figlia. Prese il pacchetto tra le mani e lo guardò.
Una strana malinconia lo avvolse e sospirò. 

“Chissà che stai combinando Fred” si chiese, si sedette sul letto appoggiandovi il regalo e chiusi gli occhi provò a ripetere quell’incantesimo che aveva provato tante volte. Cercava una connessione col figlio, ma non riusciva a trovarla: era come se il ragazzo si stesse proteggendo da qualsiasi cosa a lui esterna.

Era una mossa saggia in una terra straniera, soprattutto come Jotunheim, ma dopo tutti quei mesi Loki iniziava a sentire la mancanza del figlio davvero troppo.
E dopo aver tentato di distruggere Jotunheim anni prima non poteva certo presentarvisi ed andarlo a cercare.
Provò a concentrarsi e chiuse gli occhi: tutto si fece buio “Fred, Fred se mi senti…magari non mi sentirai, ma ci manchi molto. È il primo Natale che passiamo senza di te e, non pensavo che sarei arrivato a dirlo per una festa di Midgard, ma è strano che tu non ci sia. Ci manchi, manchi a me…ma so che sta andando tutto bene e che starai vivendo tante avventure. Volevo comunque dirti…Buon Natale Freddi”.

«Papà non vieni?» Loki riaprì gli occhi di colpo, Kate lo stava chiamando dallo stipite della porta. 

«Ma certo tesoro» si alzò e le si avvicinò.

Le circondò una spalla con un braccio sorridendole.

La ragazza lo abbracciò «Manca anche a me» disse lei.

Il moro la guardò e le posò un bacio sulla testa. Con Fred aveva sempre avuto quei momenti di dolcezza, Kate invece raramente si concedeva a quei piccoli gesti: era pur sempre una guerriera come si definiva lei, ma la verità era che adorava quando i suoi genitori la spupazzavano un po’. 

«Avete finito l’albero?» le chiese Loki quando la ragazza si staccò. 

«Si papà ha provato ad aiutarci con le luci, ma ha perso la pazienza con i fili annodati e le ha mezze fulminate tutte….»

«Tipico di tuo padre» scherzò Loki e si avvicinò al letto per prendere il suo regalo.

«Quello è per me?»

«Forse» 

La ragazza sorrise fingendo disinteresse.

«Ah papà pensavo che potrei andare a provare a fare dei fuori pista…» la ragazza continuò a chiacchierare fino a che i due raggiunsero il salotto insieme. 

Dopo una cena consistente e qualche gioco insieme tutti andarono nelle loro stanze. Tutti tranne Kate, Mickey e ovviamente Tony che volevano fare l’appostamento ai regali fino a mezzanotte. 

«Allora» disse Thor prendendo Loki da dietro una volta in camera mentre il compagno si guardava nello specchio posto sopra un grosso cassettone «Come stai?» 

«Sto bene Thor» disse il moro girandosi e buttando le braccia al collo dell’altro. 

«Sicuro?» chiese Thor apprensivo.

«Sicuro» disse Loki e gli diede un bacio dolce «E tu?» 

Il biondo sospirò «Mi manca Fred, e se avesse bisogno di noi?» disse abbassando lo sguardo. 

Loki lo guardò e lo strinse appoggiandosi col viso al suo petto «Tranquillo per quanto io odi ammetterlo nel fisico ha preso da te quindi sono sicuro che è perfettamente in grado di difendersi.» Scherzò facendo sorridere Thor. Poi si staccò appena «Manca anche a me, ma sono sicuro che sta bene.»
Il biondo sorrise e se lo strinse di nuovo contro. 

«Aspetta ho qualcosa per te» esordì poi Thor inginocchiandosi per aprire l’ultimo dei cassetti.

Loki sorrise e girò appena lo sguardo verso lo specchio, poi lo rigirò di colpo con gli occhi sgranati…

Thor lo notò «Tesoro, tutto bene?» 

«Mi era sembrato…» guardò meglio lo specchio, ma vide solo il suo riflesso. Che strano avrebbe giurato di aver visto… «Mm non importa.» 

Thor si rialzò e gli diede un pacchetto avvolto in una carta argento. Il moro lo aprì. 

«Sali da bagno?»

«Si, questi mesi e il pensiero di Fred ti stanno preoccupando è evidente. Ho pensato di fare qualcosa che ti distendesse un po’, così quando sei stanco puoi scioglierli nell’acqua e farti un bagno rilassante».

Il moro gli sorrise. 

«E compreso c’è anche un buono per un massaggio alla schiena fatto dalle mie mani divine» scherzò Thor.

«Che stupido» scosse la testa Loki.  

«E per me? Sono sulla lista dei cattivi quest’anno?» disse il biondo posandogli qualche bacetto sul collo. 

Il moro si sfilò un pacchettino da sotto il maglione e lo diede a Thor.

«Un paio di guanti in pelle…ehm proprio quello che volevo tesoro» disse Thor un po’ interdetto da quello strano regalo. 

Il moro sorrise «Veramente ho pensato che…» e gli bisbigliò qualcosa all’orecchio. 

«Ah ecco… interessante lo facciamo subito?»
 

Qualche istante dopo scesero in salotto  in punta di piedi per non farsi scoprire. 

«Dove pensate di andare voi due?!» la voce di Tony, che riemerse dal divano, li colse di sorpresa. 

«Noi veramente…» provò Thor.

«Mm papà sei bardato da capo a piedi, un momento…stavate uscendo per giocare a palle di neve?» se ne uscì Kate.

Loki guardò Thor e alzò le spalle «Beccati.»

«Zii possiamo venire anche noi?» chiese Mickey rivolto ai due semidei.

«Si papà non vogliamo lasciarvi tutto il divertimento.» Fece Kate scavalcando il divano e correndo a mettere le scarpe seguita da Mickey. 

«Mickey io vado a tirare tuo padre “delicatamente” giù dal letto e vi raggiungo.» Disse Tony facendosi leva sulle braccia.

«Papà lo ucciderà» scherzò Mickey mentre metteva la giacca. 

I quattro intanto uscirono. La luna illuminava il paesaggio circostante e anche se era buio la neve sembrava brillare.
Iniziarono a giocare e subito si formarono delle specie di squadre ovvero tutti contro Tony ovviamente in armatura da Iron-man. 

«Ok basta mi arrendo» disse ad un certo punto Tony in ginocchio alzando le braccia. Steve gli si avvicinò «Cap direi che mi merito un bacio prima della resa non credi?» Ma Steve gli lanciò in faccia una palla di neve. 

«Questo per avermi tolto le coperte per svegliarmi.» Tutti risero e poi Mickey guardò l’orologio che portava al polso. 

«Accidenti, ma è mezzanotte!»

«Papà andiamo ad aprire i regali» fece Kate entusiasta prima di iniziare a correre verso la baita col cugino.

Steve intanto aiutò Tony ad alzarsi e si incamminò con lui. «Devo ammettere Cap che mi hai davvero colto di sorpresa.» 

«Uhm è vero ho fregato Tony Stark!»

«Ma…» disse Tony poi si bloccò «Ma luce dei mie occhi ti sei dimenticato di Iron-man» ed attivato un pulsante lo sommerse con una scarica di palle di neve.

Quando Steve riemerse dal cumulo di neve la prima cosa che disse fu «TONY!!!» prima di rincorrerlo ed inseguirlo fin dentro casa.
Loki invece restò un attimo ad osservare il paesaggio attorno a lui fino a che Thor non gli si avvicinò; aveva le guance rosse per il freddo.

«Rientriamo anche noi?» gli chiese poi. 

Il moro annuì, ma prima che potesse fare un passo Thor lo circondò con le braccia e lo baciò. 

«Buon Natale Loki» gli disse poi guardandolo nei suoi meravigliosi occhi verdi.

Allora anche le guance di Loki divennero rosse e il moro sorrise «Buon Natale» gli sussurrò sulle labbra. 

 

Molti mesi dopo…

Traffico, rumore e troppe curve, ecco com’era San Francisco. Aveva sbagliato di parecchio; era evidente che l’incantesimo andava migliorato ancora. 

“E adesso?” pensò, fece un passo verso la strada, ma…

«TOGLITI DI Lì!» per poco non fu investito. Non era più abituato alle persone, tantomeno alle auto. 

Respirò profondamente “Beh come bentornato non è dei migliori, ma dovevo aspettarmelo” .
Tirò fuori il cellulare “Vediamo se funzioni ancora” incredibilmente si accese, ma la batteria era  bassissima. Cercò rapidamente un numero in rubrica e chiamò «Zio Tony ciao ehm ho bisogno di un favore. Ah si, sono Fred!».

 

Poco più tardi…

«Avresti potuto avvisare che tornavi! Potevi chiamarmi!»

«Scusa è che volevo fare una sorpresa a casa e poi il cellulare non funziona lassù!»

«Mmm ah certo è vero! Attento rondini!»

«Grazie! Beh comunque ci vediamo da noi stasera! Avvisa anche lo zio Steve e Mickey.»

«Va bene, dovresti arrivare in trenta minuti. Mi spiace non essere potuto venire di persona» disse Tony allo schermo «Se lo avessi saputo  avrei almeno mandato un auto a prenderti» 

«Tranquillo zio Tony anche così va benissimo! Te la restituisco stasera!» la conversazione si interruppe.

«Bene vediamo quanto velocemente sai andare!» Disse cliccando un pulsante. Subito l’armatura dentro cui stava volando aumentò la velocità «YU-UUUUUH ARRIVO PAPÀ»


Atterrò ventotto minuti dopo sul retro. La finestra di camera sua era aperta, si guardò intorno un istante poi, come fosse la cosa più naturale del mondo, si arrampicò con agilità. Entrò nella sua camera, ma qualcuno non fu tanto d’accordo «MAOOOOOO» fece Trick soffiando rabbioso, Fred si girò e gli sorrise.

«Sono io amico, sono tornato!» il micio si calmò e saltò in braccio a Fred «Ah Trick mi sei mancato» disse coccolandolo mentre il gatto faceva le fusa. Si guardò intorno: la sua camera era in perfette condizioni. Era dovuto stare via qualche mese in più, ma era come se i suoi l’avessero tenuta pronta per il suo ritorno in qualsiasi momento. «Vieni amico mio andiamo dai papà.»

Uscì piano dalla sua camera. La casa era avvolta nel silenzio; scese piano le scale «Pare che non ci sia nessuno è Trick?» Arrivò in cucina e prese un bicchiere di succo dal frigo. Si soffermò a guardare la casa. Non era cambiato nulla: i mobili erano sempre di legno chiaro come l’isola. Si avvicinò ad uno dei piani della cucina dove si trovava appoggiata una scatola di latta con un tappo di legno e l’aprì: dentro c’erano gli zuccherini a forma di cuore che suo padre usava per la cioccolata, ne prese qualcuno. Si mosse verso il salotto e sfiorò il divano, non resistette e praticamente vi si lanciò sopra: ah quanto gli era mancato. Pochi istanti dopo avvertì dei rumori in veranda e si alzò dal divano; la porta di casa si spalancò. 

«Quella ragazza mi farà impazzire!» esordì suo padre entrando furioso in un elegante completo nero da giorno.

«Eddai Loki, 5 è un voto vicino al 6» lo seguì Thor che indossava una semplice felpa bordeaux  e dei jeans. 

«Davvero Thor sei serio o…» si voltò e lo vide in piedi davanti al divano.

«Ciao Papà» Loki si paralizzò un attimo. «Papà tutto ben…?»

Loki avanzò veloce verso di lui e lo strinse forte, forte come mai aveva fatto. Il ragazzo lo contraccambiò con un abbraccio dolce. Si era fatto più grande e la stazza era quella di Thor, ma era gentile e delicato.

«Papà mi-mi soffochi così» disse piano il ragazzo.

«Non osare lamentarti mentre ti abbraccio.»

Il ragazzo guardò Thor oltre la spalla di Loki e gli sorrise, poi sempre col sorriso sulle labbra si rivolse di nuovo a suo padre «Sissignore!»

Quando Loki si staccò da lui rimase qualche istante ad osservarlo. 

«Fred che hai fatto ai capelli?» disse osservando la lunga treccia in cui erano raccolti, la barba appena più folta di come lo aveva lasciato. 

«Non ti piacciono?»

«No, è che sono molto lunghi, ti stanno bene.»

Thor allora si avvicinò «Bentornato maghetto» disse abbracciandolo. Suo padre, che aveva mantenuto i capelli corti, un po’ invidiò quelli del figlio. 

«Fred hai fame? Vuoi qualcosa da bere?» chiese subito Loki dirigendosi in cucina.

«Sono apposto papà. Credevo di trovarvi a casa.» Disse seguendolo e sedendosi su una sedia dell’isola. 

«Eravamo a scuola per parlare coi professori di tua sorella.»

«Mmm quanto male?» chiese Fred incerto.

«Malissimo! Non vuole proprio applicarsi! E il problema è che non le importa!»

«Dov’è adesso?»

«Conoscendola a correre, sarà qui da un momento all’altro vedrai. Intanto però voglio sapere tutto del tuo viaggio.»

E infatti poco dopo mentre chiacchieravano….

«Sono a casaaaa!» 

«Si questo l’hanno notato tutti Kate» esordì Fred sorridendole.

«FREEEED!» La ragazza gli corse incontro e lo abbracciò. «Sei tornato e accidenti sei un vero figo!»

«Mi sei mancata anche tu Kate, ma sei tutta sudata!»

«Disse quello che ha vissuto nelle terre selvagge di Jotunheim per più di un anno!»

Loki incrociò le braccia fissandola severo.

«Signorina hai preso un 5! Di nuovo!»

«Ma papà è vicino al 6 e poi sai che la matematica non è il mio forte!»

«Nemmeno la storia» aggiunse Fred.

«Nemmeno tutto il resto!» puntualizzò Loki.

«Lo sport ti riesce bene però» fece Thor sorridendo, ma si beccò un’occhiata di rimprovero dal compagno e abbassò lo sguardo. 

«Oh andiamo volete davvero parlare di me oggi? Il vostro amato Freddi è tornato dopo più di un anno tutto solo tra i ghiacci di Jotunheim e voi parlate di me?! Scusali Fred non è facile essere la figlia preferita a volte!» 

«Kate avevi promesso di impegnarti!»

«E l’ho fatto papà, ho anche studiato da una tipa.»

«Intendi Molly? Quella che ha chiamato l’altra sera dicendo “Kate è in casa? Sono la sua ragazza.”»Puntualizzò Loki.

«Primo non è la mia ragazza, io sono bella ed inafferrabile. Secondo, TU hai detto di studiare da una persona non che quella persona doveva insegnarmi la matematica.»

Fred buttò gli occhi al cielo mentre Thor si intromise.

«Ma avete studiato e basta vero?»

Loki invece restò serio. 

«Sei in punizione» aggiunse infine.

«Cosa?! Ma non è giusto! Sei un tiranno.» 

«Credevi di vivere in una democrazia? Non finché vivi sotto il mio tetto. E adesso fila a studiare!»

La ragazza sbuffò, ma corse al piano di sopra.

«Salgo anche io, ho bisogno di una doccia! Ma stasera cena in famiglia ok? Ho invitato anche gli zii!»

Loki lo guardò sorridendo mentre saliva le scale, Thor lo raggiunse e lo abbracciò da dietro «È  più sereno non trovi?»

«La solitudine ha molti risvolti: può renderti chiuso oppure desideroso del resto del mondo e poi noi siamo la sua famiglia.»

«Sei contento?» chiese il biondo posandogli un bacio sulla nuca.

«Si Thor» disse l’altro rilassandosi tra le sue braccia. Il biondo lo strinse.

«Tesoro secondo te Kate ha solo studiato da quella ragazza vero?»

«Thooooor!»

La sera a cena Fred rivide Steve e Tony e Mickey che era anche lui un po’ cresciuto soprattutto nel portamento che era quello del Capitano Rogers. 

«E la popolazione?»

«Per lo più selvaggia, ma seguono il loro re! Si chiama Helblindi e papà ecco sarebbe…tuo fratello.»

Il moro apprese la notizia tranquillo con un «Oh» mentre Thor… «Fratello? Quale fratello? Io sono suo fratello.»

«Thor ti rendi conto di quanto possa suonare strana questa frase dopo tutti questi anni vero?»

«Si, ma solo io posso essere tuo fratello!»

«Thor!»

Fred raccontò loro delle sue avventure, tralasciando ovviamente i dettagli più pericolosi, e la serata passò fino a che fu ora di andare a dormire. Erano mesi che agognava un letto: ormai dormiva su giacigli di paglia da troppo tempo e all’inizio era stato difficile abituarvisi tanto quanto procacciarsi il cibo.
Indossava già i pantaloni e stava per mettere la maglia quando Loki entrò «Fred ti ho portato un pettine di tuo padre per…Fred cosa sono quelle?» disse notando delle cicatrici sul torace del figlio.

«Oh queste? Nulla papà tranquillo.»

«Chi te le ha fatte?»

«Papà è tutto…»

«FRED!»

Il ragazzo abbassò lo sguardo.

«La popolazione di Jotunheim non è molto amichevole con gli stranieri e così mi ci è voluto un po’ per passare inosservato. Ma ho imparato e adesso è tutto ok.»

Loki gli si avvicinò e sfiorò le cicatrici che al suo tocco sparirono una dopo l’altra.

«Però! Sarebbe stato utile impararlo prima di partire» scherzò, ma suo padre lo guardava serio. 

«Non devi preoccuparti papà davvero.» 

Il moro sospirò. 

«Quanto ti fermerai?»

«Almeno un mese o due, devo riorganizzare gli appunti e le informazioni, non ho potuto farlo mentre cercavo di ambientarmi e passare inosservato. Mmm però ora sono davvero stanco. Ti dispiace se vado a dormire?»

«Certo che no Fred»

«Bene ah e magari mi insegni a migliorare l’incantesimo di trasporto tra i mondi? Ho sbagliato in pieno oggi e la prossima volta non vorrei ritrovarmi su qualche pianeta sconosciuto anziché a San Francisco.»

«Ahah certo Freddi.»

Il ragazzo lo abbracciò: in fondo gli era mancato parecchio «Ti voglio bene papà». Il moro semplicemente  lo contraccambiò e si godette quel momento. 


Dopo un bel giro di corsa dell’isolato Thor entrò in camera, Loki era a letto col suo immancabile libro «Beh sembra felice» esordì il Dio del Tuono.

«Mmm-mm»

Il biondo si fece appena pensieroso.

«Dovremmo informarlo di quella cosa…»

«Lo faremo Thor.»

Il biondo annuì «Credi che dovrei farmi ricrescere i capelli?»

«Thor sul serio?!»

«Va bene, va bene scherzavo. In fondo… a te piacciono anche così vero?»

Loki alzò lo sguardo dal volume sospirando rassegnato.

«Diciamo che ormai il taglio corto non mi dispiace…» fece sorridendogli.

Il biondo sorrise compiaciuto «Mm si in effetti questo taglio mi dona proprio.» E si girò verso il bagno prendendosi una cuscinata volante alle spalle dal compagno. 

 

Passò qualche settimana e Fred si riabituò alla civiltà.
Aveva veramente tanto da scrivere e disegnare e a volte si stufava di rimanere da solo a casa perciò prendeva e si dirigeva in caffetteria da suo padre concedendosi qualche dolcetto.
Ma non gli dispiaceva nemmeno passare un po’ di tempo in libreria: quello per lui era un luogo magico fin da quando era piccolo ed ormai molti clienti li conosceva bene, per cui non gli dispiaceva fermarsi per fare due chiacchiere.
Un sabato mattina però la famiglia ricevette una visita inaspettata almeno per qualcuno…«Nonna che ci fai qui?» Chiese Fred abbracciando Frigga mentre la faceva entrare.

«Oh Freddi tesoro! Come ti sei fatto bello! Vorrei sapere tutto del tuo viaggio, ma prima devo parlare con…»

«Madre che succede?» chiese Thor raggiungendoli seguito da Loki. 

La donna inspirò «Ragazzi noi dobbiamo parlare…»
Poco più tardi tutta la famiglia si ritrovò seduta in salotto. 

«Figli miei vostro padre sta raggiungendo la fine della sua vita come-come già sapevate» i ragazzi guardarono i genitori interrogativi, Thor e Loki invece tennero lo sguardo fisso sulla madre. «Il sonno gli ha permesso di recuperare molti anni, ma ormai è veramente troppo stanco, non credo che gli rimanga molto tempo.» Sospirò poi guardò entrambi i suoi figli « È arrivato il momento.» 

Thor e Loki restarono un momento in silenzio, poi Thor prese la mano dell’altro; i due si guardarono un istante poi Thor si rivolse alla madre «Siamo pronti!»


«Un attimo volete dire che ci trasferiamo ad Asgard?!» esordì Kate quando ebbero salutato Frigga e rimasero solo loro quattro e Trick in casa.

«Noi dobbiamo andare ragazzi, vostro padre è il legittimo erede» disse Loki in piedi appoggiato all’isola della cucina.

«E tu il mio consorte» continuò Thor seduto dietro di lui sorridendogli e circondandogli  la vita con un braccio.

«Sappiamo che è un enorme cambiamento e non prendetevela se abbiamo aspettato ad informarvi, ma non volevamo darvi pensieri in più» disse guardando verso Fred che intanto accarezzava Trick. 

Kate sospirò. «Già un grosso cambiamento… Vabbè …allora vado a fare le valigieeee!!!» Aggiunse esultante. 

«Kate, ma che dici?» chiese Fred.

«Beh come te lo spiego genietto niente più scuola, ma allenamenti, arena, baldoria sfrenata, una stanza enorme tutta per me e… niente più scuola! Insomma è un sogno che si avvera.»

«Già dimenticavo che hai delle priorità» disse il ragazzo buttando gli occhi al cielo. 

«Non ho finito signorina.» Aggiunse Loki «Noi dobbiamo trasferirci ad Asgard perché è nostro dovere, non voi…»

«Ma papà scusa…»

«Fred è abbastanza grande per decidere da solo e potrà raggiungerci quando vorrà» sorrise Loki al figlio maggiore «ma tu devi finire la scuola.»

«Oh certo Freddi può fare quello che vuole ed io cosa dovrei fare?! Fare la pendolare tra un mondo e l’altro?»

«No, ma  desidero che tu finisca almeno il liceo. Abbiamo già pensato al da farsi.»

«Papà di questo passò non finirò mai il liceo!» Fece la ragazza esasperata.

«Beh allora vorrà dire che la tua preparazione da guerriera dovrà aspettare.» Aggiunse infine Loki. 

La ragazza sgranò gli occhi e fece per rispondere poi ci ripensò. Sapeva di avere la capacità di peggiorare la situazione e voleva evitare che suo padre la esiliasse sulla terra a vita «Cos’avreste in mente?» chiese titubante. 

«Ti trasferirai da Steve e Tony e Mickey.»

«Posso sul serio stare dagli zii?!» chiese la ragazza incredula. 

«Certo, magari la presenza di Mickey ti ispirerà ad applicarti un po’ di più»

«No, scusate volete dire che io non sono abbastanza bravo come fonte d’ispirazione?» fece Fred ferito nell’orgoglio.

«Ma tu sei mio fratello! Non posso farmi ispirare da te! Tra noi deve regnare della sana competizione per guadagnarci l’amore dei papà.»

Thor guardò Loki «Uhm mi ricorda qualcosa.»

«Ma papà e la libreria e il caffè?» chiese Fred apprensivo.

«Marcus sta già cercando qualcuno che mi sostituisca» gli rispose Thor.

«Ed io lascerò la libreria a Steve, se ne occuperà lui almeno fino che non troveremo un’altra soluzione.» 

«E la casa?»

Thor e Loki si guardarono.

«Veramente vorremmo tenerla. Ogni tanto magari potremmo fare una visita su Midgard per cui…» fece Loki cercando di sembrare indifferente.

«Già» continuò Thor «e poi vostro padre non se la sentiva di lasciare la casa in cui siete cresc…ahi» ma si beccò una tirata di capelli dal compagno. 

Poi tutti tacquero ed infine Kate parlò «Quindi quando andiamo?»

«Partiremo nei prossimo giorni.»

«Bene allora ehm se è tutto…vado ad avvisare Mickey!»

E corse su per le scale. 

«Fred tutto bene?» chiese Loki vedendolo pensieroso.

«È davvero un grosso cambiamento…e poi» disse guardando verso il suo micio «come facciamo con te amico?»

Loki gli si avvicinò «Sta tranquillo io e tuo padre lo porteremo con noi su Asgard.»

«Come?»

«Non preoccuparti, starà bene e tu potrai venire a trovarlo su Asgard quando vorrai». Fred guardò suo padre e il suo sorriso lo rassicurò. «Sarà meglio che vada a preparare anche le mie cose allora.»

Quando anche Fred ebbe lasciato la stanza fu Thor a parlare.

«Ti senti pronto?»

Loki gli si avvicinò e si fermò davanti a lui che se ne stava ancora seduto «A diventare il signore assoluto di Asgard ed essere acclamato ed osannato da tutti? Sinceramente penso sia sempre stato il mio destino.» Thor alzò un sopracciglio.«Basta che ci sia tu al mio fianco.» Aggiunse poi sorridendo.

Thor gli sorrise e appoggiò la testa al suo ventre mentre gli circondava la vita con le braccia. «Qualcuno deve pur tenerti d’occhio.»

«E vorresti pensarci tu Dio del Tuono?» Disse Loki guardandolo ed accarezzandogli la testa. 

«Ci proverò e dopo tutti questi anni di pratica credo anche di avere delle buone probabilità di riuscita.» E si strinse a lui. 

I due rimasero in silenzio pensando cosa quel cambiamento avrebbe voluto dire per il loro futuro e per la loro famiglia, ed anche se erano un po’ spaventati sapevano che avrebbero comunque potuto contare l’uno sull’altro.
Perché una cosa era certa: avrebbero governato insieme!
Poi Loki alzò il capo continuando comunque a stringere il compagno.

«Sai Thor però pensandoci bene potrei anche regnare da solo. Sono più bravo di te a dare ordini e probabilmente diverrei un re magnanimo e molto più amato di te.»

L’altro sospirò esasperato «Lokiiiii!» 

 

Due mesi e due incoronazioni dopo. 

Il tramonto in quell’eterna primavera era uno spettacolo indescrivibile. Un cielo aranciato si estendeva a perdita d’occhio ed era attraversato solo da qualche lieve nota di caldo rosso. Loki si affacciò al balcone della stanza e osservò il panorama tenendo le mani dietro la schiena. Poi chiuse gli occhi per godersi i profumi di Asgard e la quiete. Thor gli si avvicinò.

«A che pensi?»

«Beh a dirla tutta pensavo che il vecchio ci ha messo quasi vent’anni a lasciare il suo trono.»

«Loki sei tremendo!»

«No nel senso…Forse un sonnellino come il suo farebbe bene anche a noi, se questi sono i risultati.»

Thor scosse la testa e lo osservò.
Portava una veste verde con ghirigori d’oro aperta sul davanti. Sotto una tunica verde scuro. Anche il Dio del Tuono era particolarmente elegante quel giorno: come il compagno indossava una lunga veste color dell’oro e con ghirigori rame anch’essa aperta sul davanti; sotto una maglia e morbidi pantaloni color rame.
Il biondo sospirò e guardò verso l’esterno.

«E pensare che avrei potuto essere re molti anni fa.»

Loki per un attimo lo guardò trattenendo il fiato; si chiese se il compagno non avesse qualche rimpianto, ma…

«Per fortuna non è successo e ho potuto passare una vita meravigliosa con te e la nostra famiglia.»  E avvicinandosi lo prese per la vita.

«Sei il solito sentimentale.» Fece Loki sorridendo e appoggiandogli le mani sul petto.

«Credevo che dopo tutti questi anni ti fossi abituato.» 

Loki gli sorrise prima di avvicinare il volto al suo e baciarlo.
Un istante dopo qualcuno bussò leggermente alla porta; Fred si affacciò alla loro camera «Ehi ma non venite? Vi aspettano tutti.»

Loki si voltò e sorrise a suo figlio «Arriviamo Freddi.» Il ragazzo contraccambiò il sorriso ed uscì. «Pare sia ora di andare ad assolvere ai nostri doveri.»

«Pare di si» gli rispose Thor prima di prenderlo per mano e seguirlo fuori dalla stanza. 

I due re fecero il loro ingresso nella sala del trono, trono che ormai era stato adattato con due sedute.

«Era ora! Vi siete appena sposati! Avete tutta la notte per divertirvi!»

«Cazzo» fece Steve che a quelle parole si era quasi strozzato con la birra rovesciandosene addosso mezzo boccale.

Il genio, miliardario, playboy, filantropo, nonché padre di famiglia non perse tempo «Capitano! Misericordia linguaggio!»

«Ragazzo!» Loki che era vicino a Fred si girò notando che Mr.J. gli si avvicinava appoggiandosi ad un bastone che egli stesso aveva intagliato e rifinito in oro. «Stavo pensando che alla biblioteca mancano libri su alcuni pianeti: per Midgard nessun problema ovviamente, ma come si fa per gli altri Regni?» 

«Tranquillo Mr.J. credo che il nostro Fred ci darà una mano coi suoi viaggi» rispose Loki mentre Fred gli sorrise. 

Kate intanto stava parlando con Sif  «Ok nell’arena, a tra poco!» le bisbigliò infine. 

«Dov’è che vorresti andare tu?» chiese Thor alle sue spalle. 

«Pa-papà tranquillo vado solo a divertimi un po’» fece la ragazza sorridendo e tentando di sembrare innocente prima di voltarsi e dirigersi all’uscita. 

«Fandral tu resti qui!» disse Thor all’amico, evidentemente intenzionato a raggiungere le ragazze nell’arena, ed afferrandolo per una spalla. 

«Ehi, ma dov’è Mickey?» se ne uscì Tony.

«Oh avanti Tony sarà con Kate, lascia che si divertano! Tu piuttosto vieni a ballare con me» disse Steve afferrandolo per una mano e trascinandolo con sé. 

«Io non ballo! Aiuto il mio Capitano mi ha preso in ostaggio. Ehi Banner sarebbe comodo che ti trasformassi tipo adesso e mi salvassi da questa follia!»

Ad un certo punto Fred, che per un anno aveva pur sempre vissuto per lo più in solitaria tra i ghiacci, sentì il bisogno di allontanarsi, seppur non di molto, dalla folla in festa.
Si mosse elegantemente nel suo abito verde acqua scuro con rifiniture color argento; la lunga treccia bionda, anch’essa decorata con fermagli argento, gli ricadeva dietro le  spalle. Sul petto invece portava l'amuleto di suo padre.
Di lì a qualche settimana sarebbe ripartito per continuare le sue esplorazioni e la nuova metà era Vanaheim: era quasi tutto pronto, ma non sarebbe mai potuto mancare a quell’evento speciale con la sua famiglia.
Si portò vicino ad un’alta colonna o per meglio dire quasi vi si nascose, ma fu scoperto subito «Mao» Trick spuntò all’improvviso e gli andò vicino.
I genitori avevano mantenuto la promessa, l’avevano portato ad Asgard con loro e il micio si era subito ambientato bene nelle stanze reali di Fred: anche perché aveva latte e cuscini in abbondanza.
Fred gli grattò l’orecchio e si mise ad osservare quello che accadeva intorno a lui in quella sala che, dall’infanzia, conosceva bene.
Mr.J. accanto a Marcus, che non era nuovo del posto, gli raccontava come fare del buon idromele, Bruce osservava le navicelle asgardiane nel cielo cercando di capirne i meccanismi, Frigga sorrideva allegra, Tony (che aveva smesso subito di protestare) e Steve ballavano in mezzo alla folla felici, e Kate…

«Che combini fratello?»

La ragazza gli era spuntata alle spalle. Fred la osservò nel suo vestito scarlatto con intarsi d’oro che lei aveva voluto corto per poter muoversi meglio e poter combattere… in fondo non si poteva mai sapere!

«Mi godevo la scena, ti credevo nell’arena.» 

«Oh si, ma volevo portare un po’ di sidro e stavo cercando di non farmi vedere dai nostri genitori, Mickey è già là che mi aspetta…» La ragazza si zittì e sorrise fissando un punto davanti a sé. Fred incuriosito seguì il suo sguardo e quella che vide fu l’immagine più bella di tutte. 

Thor, attraversata la sala in vesti regali, si era avvicinato a Loki e l’aveva condotto con sé tra due colonne vicino ad una grande finestra.
I figli si sporsero per vedere meglio: i due re erano fermi l’uno davanti all’altro, occhi negli occhi, il verde che si mischiava con il blu. Fred osservò l’anello di suo padre che, come da usanza degli umani, aveva fatto spazio anche ad un altro fine e di oro satinato. Thor prese il marito per la vita e si avvicinò al suo orecchio come se stesse per dirgli un segreto.
Non seppe perché, ma Fred non poté resistere e in un attimo lanciò un incantesimo su sé stesso e Kate: i rumori della sala divennero per loro solo un lieve brusio di sottofondo mentre fratello e sorella sentirono distintamente, come se i genitori fossero accanto a loro, quelle parole.

«Quindi si può dire» disse Thor «che ho fatto bene a fidarmi del tuo amore?»

Loki dapprima lo baciò dolcemente e sorrise contro le sue labbra poi appoggiò la fronte alla sua e lo guardò di nuovo negli occhi prima di sussurrargli la risposta.  

«Hai fatto bene…»

 

Fine.

 




 

Note:

Ciaoooo a tutti!
Purtroppo siamo alla chiusura =(
Ma come vi avevo preannunciato nelle note precedenti, una sorpresa c’è!
Per ragioni tecniche non potevo allungare ancora questo capitolo, ma ho dovuto saltare molti, molti anni e molte avventure!
Tipo la storia della bestia di Jotunheim, chi ha visto Loki nello specchio, la battaglia di Vanaheim di Kate etc. etc.…Se siete curiosi ed anche voi vi siete affezionati un pochino a tutti questi personaggi vi invito a leggere tattaratatta: “I diari “segreti” di casa Odinson”.
Sarà una nuova FF che si dividerà in più raccolte ed inizierà proprio con qualche avventura del nostro Fred! Portate pazienza perché ho veramente poco tempo a disposizione per scrivere, ma aggiornerò il più velocemente possibile!
Grazie di cuore a tutti coloro che hanno seguito e commentato questa storia, spero di aver trasmesso anche a voi un po’ della mia passione per i nostri protagonisti.
Ci rivedremo presto, perciò… alla prossima storia!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3855644