Il riflesso del demone

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Destino avverso ***
Capitolo 2: *** Il canto della sacerdotessa ***
Capitolo 3: *** Il mistero del custode ***
Capitolo 4: *** Vecchi ritorni ***
Capitolo 5: *** Incubi perpetui ***
Capitolo 6: *** L'epilogo dello spirito demoniaco ***



Capitolo 1
*** Destino avverso ***


Inuyasha fissava l’orizzonte dalle splendide colline verdeggianti della Spagna.
Non aveva mia visto così tanto verde nemmeno quando era in Giappone.
< Davvero un posto splendido, non trovi anche tu Inuyasha? >
< Sì. Un bel posto > replicò il ragazzo con indifferenza < Ma dov’è che dobbiamo andare? >
< Al castello di Astorga > replicò Kagome con tono raggiante.
< Questo più che un castello sembra più un’abbazia. >
< Ma è lo stesso un posto magnifico. Gaudi, l’architetto che l’ha progettato, ha fatto un bellissimo lavoro. >
< Io non ho ancora capito cosa ci trovi di magnifico in questo posto… >
< Inuyasha, non cominciare a lamentarsi. Stiamo insieme da più di un anno e secondo me era giunta l’ora di fare un viaggio noi due da soli. >
< Occorreva andare così lontano? >
< La Spagna mi ha sempre affascinato. Ed è per questo che oggi siamo qui. >
Inuyasha fissava la ragazza con sguardo serio e nervoso.
Non riusciva andargli a genio quella vacanza, preferendo rimanere in Giappone e visitare tutti i luoghi di culto del paese.
< E’ una vacanza diversa dal solito. Vedrai che ti divertirai. >
< Lo spero tanto. >
< L’importante è che tu non mi metta il muso in quel modo. Sai che non lo sopporto. >
< Quando mi divertirò sul serio, comincerò a ridere. >
< Sei davvero noioso > replicò la ragazza dandogli un pizzicotto sul braccio.
< Ahi! Mi fai male! >
< E’ quello che ti meriti. >
< Se solo avessi le mie arti da demone… >
< Che cosa faresti? Mi daresti una lezione? Peccato, ti è andata male. Adesso sei un umano a tutti gli effetti. >
< Non mi fare pentire di questa mia scelta… >
< Ma tu mi ami, giusto? > domandò la ragazza stringendolo a sé.
< Solo quando non mi fai arrabbiare. >
< Ah sì? Sei veramente antipatico > fece Kagome dandogli un colpo alla spalla.
< Le tue botte non mi fanno niente… Vuoi che cominci io? >
< Faresti del male ad una donna? >
< Non lo so… Dovrei visto che una donna mi ha quasi ucciso. >
< Ma quello era tanti secoli fa’. Adesso siamo nell’era contemporanea e le donne non si picchiano. >
< Chi l’ha detto? >
< Lo dico io. >
< Questa poi… >
< Inuyasha! Smettila di mandarmi fuori di testa. >
< Ahahah forse così mi sto divertendo… >
Mentre i due ragazzi si stavano incamminando per raggiungere il castello, sentirono alcuni rumori provenire dalle loro spalle.
< Aspetta un attimo, Kagome. >
< Che succede? >
< Qualcuno ci sta seguendo. >
Rimanendo immobile per capire chi potesse fare quel rumore tra i cespugli, Inuyasha riuscì ad inquadrarlo quando si stava avvicinando sempre di più.
< Preso! >
Vedendo chi era, Inuyasha e Kagome rimasero di sasso.
< Shippo! Che diavolo ci fai qui? >
< Lasciami andare, Inuyasha. Mi fai male! >
I due ragazzi non credevano ai loro occhi.
< Come hai fatto ad arrivare fin qua? Pensavamo che il passaggio verso il vostro tempo fosse stato chiuso per sempre. >
< Infatti era così… >
< Quindi? Come hai fatto a raggiungerci? >
< Ho seguito Inuyasha senza farmi vedere. >
< Che cosa?! Ma sei impazzito?! >
< Mi annoiavo moltissimo a stare senza di voi. >
< Ma così non potrai crescere e diventare un demone. >
< Fa lo stesso… E poi questo mondo mi piace. >
< Bella roba... T’immagini una volpe parlante nel XX secolo? A me viene da ridere. >
< Che cos’hai contro le volpi parlanti, Inuyasha? > domandò Shippo adirato.
< Niente. Basta che non ti fai vedere in giro che parli, altrimenti la gente comincerà a farsi delle domande. >
< Tranquillo. Rimarrò muto insieme a voi. Come se fossi un animaletto domestico. >
< Meno male che in questa vacanza dovevamo essere solo noi, Kagome. >
< Inuyasha, non possiamo lasciarlo qui. >
< Perché no? Siamo in mezzo alla natura. >
< Scusate se vi ho rovinato la vacanza… Vi giuro che non vi darò fastidio. >
< Non ti preoccupare > replicò Kagome con un sorriso.
< Kagome, tornando a noi, sai quanto manca per l’abbazia? >
< Eccola là. Siamo quasi arrivati. >
L’edificio era posto su di una collina completamente spoglia.
< Strano che non ci sia nessuno > fece Kagome guardandosi intorno < Non riesco a vedere nemmeno dove si fa il biglietto >
< Biglietto? E che cos’è? >
< Serve per entrare dopo che hai pagato una somma di denaro. >
< Bisogna pagare per visitare questo posto? Che cosa stupida. >
< Immaginavo che dicevi così… Infatti non ti sto a spiegare cosa significa quando si paga un servizio. Adesso voi aspettatemi qua. Vedo se riesco a trovare dove si fanno i biglietti. >
< Vai pure. Noi non ci muoviamo. >
Una volta rimasti soli, Inuyasha e Shippo visitarono il giardino nel retro dell’abbazia.
< Secondo te gli animali come me devono pagare? >
< Shippo, credo proprio che tu non puoi nemmeno entrare visto che non sei un essere umano come noi. >
< Che cosa? Questa è una vera ingiustizia. >
< Ti penti di aver lasciato la tua epoca, non è vero? >
< Ancora no… >
Passando dinanzi ad alcune statue, Inuyasha rimase sorpreso nel vedere che forma avevano.
< Perché ti sei fermato? >
< Questa raffigurazione… l’ho già vista da qualche parte… Capelli lunghi e sguardo tremendo… >
< Inuyasha! Inuyasha! >
Ma il ragazzo non riuscì a capire chi è, concentrandosi sull’urlo di Kagome.
< Allora? Hai risolto con quel biglietto? >
< No, non c’è nessuno. Però il castello è aperto. Forse oggi l’entrata è libera. >
< Allora sì che siamo fortunati! > esclamò Shippo < Così posso venire anch’io. >
< E chi ti ha detto che ti vogliamo? >
< Sei crudele, Inuyasha > replicò Shippo mettendo il broncio.
< Già, Shippo ha ragione. Che fastidio ti da? >
< Nessun fastidio. Stavo solo scherzando… Possibile che nel tuo mondo non si può fare nessuna battuta? >
< Tu scherzi troppo per i miei gusti… Mi stai ascoltando?! >
< Sinceramente no. Stavo fissando questa statua. Ti ricorda qualcuno di nostra conoscenza? >
Kagome fissò la statua come stava facendo Inuyasha, ma non notò niente di strano in essa.
< E’ una statua raffigurante un angelo. Perché mi dovrebbe ricordare qualcosa? >
< Perché il suo viso non mi è nuovo. >
< Tu stai sognando, dammi retta. Entriamo nell’abbazia? Il giardino potremmo visitarlo più tardi. >
< Sì, andiamo > disse infine Inuyasha senza poter togliersi dalla mente quelle statue.
 
 
L’entrata dell’abbazia era costituita da vetrate colorate in cui si riflettevano i raggi solari.
< Questo spettacolo di luci è bellissimo > fece Kagome rimanendo estasiata < L’unica cosa che non riesco a sentire a mio agio è la vostra compagnia… >
< Perché? Hai paura di noi? Infatti dovreste averne visto il nostro passato da demoni. >
< Ah ah ah spiritoso… E’ solo che mi sembra strano che non ci sia nessuno a parte noi tre. >
< Meglio così. Almeno l’abbazia è a nostra completa disposizione > rispose Shippo < A meno che oggi non sia chiusa al pubblico. >
< Ma l’entrata era spalancata. È questa la cosa strana. >
< Potrebbe anche essere un avvertimento a stare alla larga da questo posto > fece Shippo con tono serio.
< Adesso basta pensare al peggio. Siamo venuti qua per goderci una giornata diversa ed è quello che faremo > replicò Inuyasha ammirando le bellezze del posto.
Arrivando nel punto più alto dell’abbazia, Kagome vide un portone completamente rivestito di nero.
< E questa? Che stanza potrebbe essere? > domandò la ragazza.
< Non lo so. Prova ad aprirla > la incitò Inuyasha.
Ma il portone era misteriosamente chiuso a chiave.
< Non si apre. Prova tu. >
< Se è chiuso a chiave, ci deve essere un motivo. >
< Ma io volevo entrarci! >
< Magari riusciremo a trovare la chiave da qualche parte nelle vicinanze… Ci resta altro da vedere? >
< Siamo solo a metà del nostro percorso… Guardate che tramonto! >
Grazie ai raggi del sole che penetravano tra le finestre colorate dell’abbazia, Kagome trascinò Inuyasha e Shippo verso l’uscita dell’abbazia.
Ma qualcosa di strano attirò di nuovo la sua attenzione.
< Che cosa? Perché il portone d’entrata è chiuso? >
< Non ne ho la minima idea > rispose Inuyasha.
Cercando di aprirlo in tutti i modi, fu tutto inutile per Kagome.
< E’ chiuso! Adesso che cosa facciamo? >
< Lascia provare a me. Scansati. >
Ma né Inuyasha né Shippo riuscirono nel loro intento.
< Questo sì che è un problema… >
< Oh no! Questo vuol dire che rimarremo chiusi qua dentro per il resto della nostra vita morendo di fame e di sete! > sbraitò Shippo in preda ad una crisi di nervi.
< Cerchiamo di mantenere la calma. Agitarsi non serve a nulla. >
< Shippo, ha ragione… Moriremo qua dentro se non troviamo una via d’uscita. >
< E’ impossibile che questo portone si sia chiuso da solo… Ci deve essere un motivo. >
Mentre Inuyasha stava pensando come uscire dall’abbazia, la voce di un giovane uomo attirò la loro attenzione.
< Benvenuti nell’abbazia. >
< Chi ha parlato? >
Uscendo allo scoperto, un monaco completamente vestito di nero uscì dall’oscurità per mostrarsi agli ospiti dell’abbazia.
< E le chi sarebbe? > domandò Kagome cercando di tenere a freno la sua paura.
< Il mio nome è Miroku, il custode dell’abbazia. >

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Capitolo 2
*** Il canto della sacerdotessa ***


< Ci ha fatto prendere un bello spavento > fece Kagome toccandosi la fronte.
< Scusatemi, non volevo. >
Inuyasha, con sguardo serio e truce, si avvicinò al misterioso uomo facendosi spiegare del perché l’abbazia era stranamente aperta.
< Oggi non c’è nessuno a parte voi il che è molto strano… Di solito questo posto è sempre pieno. >
< La cosa che non mi quadra, è che non abbiamo nemmeno pagato il biglietto. >
< Oggi l’entrata è gratis. Ne facciamo almeno una a settimana. >
< Questo sì che è un colpo di fortuna! > esclamò Kagome felice come non mai.
< Allora, l’avete visitata tutta? Oppure dovete ancora visitare alcune stanze? >
< Ci manca la stanza posta all’estremo nord dell’abbazia. Ma è stranamente chiusa. Lei ne sa qualcosa? >
< Venite con me. Ve l’aprirò io. >
Tirando fuori un mazzo di chiavi, Miroku condusse i visitatori verso la stanza più alta dell’abbazia.
Appena mise la chiave nel buco della serratura, qualcosa attirò l’attenzione di Kagome.
< Che cos’è questo canto? >
< Quale canto, Kagome? >
< Ma come? Voi non lo sentite? >
Mettendo l’orecchio sulla porta, né Shippo né Inuyasha captarono niente di strano.
< Secondo me stai sognando. >
< Vi dico che è la verità! Signor Miroku, lei non sente niente? >
< Mi dispiace, ma sento solo le vostre voci. >
< Tutto questo è ridicolo! Apra immediatamente la porta così potremmo vedere se dentro la stanza c’è qualcuno oppure no. >
< La stanza è disabitata da sempre, signorina. Come tutta l’abbazia, del resto. >
Una volta che Miroku aprì la porta della stanza, Kagome la setacciò da cima a fondo ma non trovò nessuno.
< Kagome, forse sei molto stanca dal viaggio e ti sogni le cose. Può benissimo capitare. >
< Ma non a me! Vi dico che ho sentito una voce soave e femminile che stava cantando. >
< Va bene, lasciamo perdere > replicò Inuyasha interrompendo la questione < Signor Miroku, che cosa ci può dire di questa stanza? >
< Come potete ben vedere, è molto diversa da tutte le altre stanze visto che qui non ci sono le vetrate colorate. >
< Infatti sembra quasi una sorta di prigione > fece Shippo.
< Come ha detto, scusi? >
< Io? Oh, niente. Stavo pensando ad alta voce > fece Inuyasha tappando la bocca alla volpe parlante < Vuoi farti scoprire proprio ora? Non ti ci mettere pure tu visto che abbiamo già Kagome che sta impazzendo. >
< Scusa, non volevo. È solo che non ce la faccio a rimanere completamente zitto. >
< Allora cerca di fare uno sforzo! Non voglio che questo custode ci scambi come due pazzi da manicomio. >
< Anche se non ha le vetrate colorate, è una stanza molto carina. Ideale per rimanere da soli e riflettere. >
< Signor Miroku, adesso che abbiamo svelato il mistero di questa stanza, che ci dice del fatto che il portone principale è chiuso a chiave? >
< Come prego? >
< Ha capito benissimo… Io e la mia ragazza siamo entrati dal portone principale completamente spalancato e adesso che volevamo goderci il tramonto non abbiamo potuto perché era chiuso… Se fossi molto sospettoso, potrei dire che qualcuno ci voleva chiudere dentro. >
< Signor Inuyasha, sono l’unico che abita in questa abbazia… >
< Quindi potrebbe essere stato lei… Magari ci voleva fare uno scherzo. >
L’impertinenza di Inuyasha non piacque per nulla al giovane custode che lo squadrò malamente da capo a piedi.
< Vi ripeto che lei si stava sbagliando… Volete vedere il tramonto? Seguitemi. >
Una volta ritornati al piano terra, Inuyasha e Kagome poterono vedere che il portone dell’abbazia era completamente spalancato.
< Che cosa vi dicevo? Il portone è aperto. >
< Mi dispiace, ma non mi fido lo stesso. Secondo me c’è qualcun altro qua dentro l’abbazia. >
Ma MIroku non rispose, facendo finta di non sentire.
Una volta che si ritornarono in giardino, Inuyasha fu molto sorpreso di non trovare le statue degli angeli come quando era arrivato.
< Ma le statue? Che fine hanno fatto? >
< Quali statue? > domandò Miroku confuso.
< Le statue degli angeli che si trovavano qua in giardino. >
< Non capisco a cosa si sta riferendo. >
< Kagome, diglielo anche tu. Secondo me questo custode ci sta prendendo in giro > rispose il ragazzo irritato.
< Inuyasha, cerca di mantenere la calma ok? Signor Miroku, scusate per il mio fidanzato ma ha ragione nel dire che qui prima c’erano delle statue. Lei davvero non ne sa nulla? >
< Ho sempre vissuto gran parte della mia vita qua in questa abbazia e vi giuro che qui in giardino non ci sono mai state statue. >
< D’accordo. La crediamo > replicò Kagome con un sorriso.
< Adesso, visto che avete contemplato il tramonto, che ne dite di tornare dentro? In questo momento dell’anno dopo che il sole è sceso si abbassano considerevolmente le temperature. Vi andrebbe un buon thè caldo? >
< Certo che sì. E tu, Inuyasha? >
< Possiamo tornare a casa? Sono molto stanco. >
< Smettila di fare il difficile e accetta la richiesta cordiale del custode > fece la ragazza dandogli una lieve gomitata nel costato.
< D’accordo. Accettiamo di buon gusto. >
< Bene. Venite. >
Appena Inuyasha varcò l’entrata dell’abbazia una seconda volta, intravide nello sguardo del custode un ghigno malefico che non gli passò inosservato.
< Kagome, prendiamo questo dannato thé e togliamo subito il disturbo. >
< Ma perché? Che fretta hai? >
< Quel custode non mi piace per niente. >
< Avanti, smettila di fare il guastafeste. Non è il momento. >
< Perché non mi ascolti una buona volta nella tua vita? >
< Perché dici solo un mucchio di stupidaggini. Non c’è niente da preoccuparsi e lo sai bene anche tu. >
Rimanendoci male per come Kagome gli aveva risposto, Inuyasha rimase serio per tutto il tempo della loro merenda sorseggiando piano piano quel thé che non sapeva di nulla.
< Ne vuoi ancora, Inuyasha? > gli domandò il custode.
< No, grazie. Sono apposto così. >
< E tu, Kagome? >
< Devo ancora finirlo. >
< Mangiaci questi biscotti. Sono davvero buonissimi. Li fanno qui nei paesi vicini. >
< Davvero gustosi, non c’è che dire. In Giappone non ci sono queste bontà. >
< Ma sicuramente ci sono tante altre cose buone, no? >
< Sì. Come i paesaggi e l’arte del rispetto che hanno le persone. >
< Già… Non c’è più rispetto nel mondo come una volta… >
Mentre Kagome stava continuando ad assaggiare i biscotti che Miroku gli stava offrendo, lo sguardo della ragazza divenne inespressivo.
< Devo andare un attimo in bagno. Dove lo posso trovare? >
< In fondo il corridoio a destra. >
< Grazie. >
Il cambiamento d’umore della ragazza non passò inosservato ad Inuyasha, ma preferì non dargli importanza.
< Inuyasha, hai visto lo sguardo di Kagome? >
< Che cosa c’è che non va? >
< Mi è sembrato molto strano > rispose la volpe senza farsi sentire dal custode.
< Lei è già strana di suo, non preoccuparti. >
< E’ meglio se la seguo. Tu rimani qui con lui, d’accordo? >
< Solo finché riuscirò a sopportarlo. >
Seguendo la ragazza senza farsi vedere, Shippo notò che Kagome non si stava dirigendo in bagno come aveva detto, bensì stava proseguendo verso la torre dell’abbazia.
“Ma cosa…”
Incuriosito sempre di più dalla situazione, Shippo non perse di vista la ragazza.
Ma mentre Kagome entrò nella torre, richiuse la porta dietro di sé e Shippo ne rimase fuori.
“Accidenti! Questa non ci voleva!”
Appena la ragazza accese alcune candele sparse nella stanza, si rifletté dinanzi ad uno specchio che copriva tutta la parete.
“Questa sono io” pensò “Ma la mia immagine è molto diversa.”
Anche se sembrava la perfetta riproduzione di se stessa, Kagome non riusciva a fidarsi.
Passati alcuni minuti dinanzi allo specchio, la sua figura cambiò radicalmente.
Non era più la giovane ragazza, bensì una donna più matura che stava impugnando un arco con le frecce.
“Ma cosa…”
< Finalmente ci incontriamo, Kagome. >
< E tu chi sei? >
< Non mi riconosci più? >
< Kikyo… Che cosa vuoi da me? >
< Sei pronta per tornare ad essere in mio potere? >
Immobilizzata dalla situazione che si stava creando, Kagome fu avvolta dal canto soave che aveva ascoltato qualche ora fa’.
< Ascolta il mio canto fino alla fine ed immergiti dentro lo specchio. >
Ma prima che la ragazza potesse ubbidire alla sacerdotessa, Shippo riuscì ad entrare dentro la torre e a destarla dalle sue intenzioni.
Appena la figura di Kikyo scomparve, Kagome ritornò in se.
< Che cosa è successo? Shippo, che cosa ci fai qui? >
< E’ una lunga storia. Dobbiamo lasciare questo posto immediatamente. >
< Ma… >
< Vieni con me. Inuyasha ti sta aspettando. >
 
 
Non riuscendo a capire cosa aveva combinato, Kagome continuava a farsi molte domande che non riuscivano a trovare nessuna risposta.
< Finalmente sei tornata! > esclamò Inuyasha appena la rivide < Il bagno era così lontano? >
< Ma io non sono andata in bagno… >
< E allora dove sei stata? >
< Non lo so. Non riesco a ricordarlo. >
< Come non riesci a ricordarlo? > domandò Inuyasha stupefatto.
Il ragazzo fissava Kagome e il suo sguardo confuso e lunatico.
< Non mi sento molto bene… >
Improvvisamente, la giovane ragazza cadde a terra svenuta.
< Kagome! Kagome! >
< Non si preoccupi, Inuyasha. È solo svenuta… Secondo me sarebbe meglio se per stanotte rimanete a dormire qui in attesa che possa recuperare le forze. >
Non sapendo cosa rispondere, Inuyasha accettò la richiesta pensando al bene di Kagome.
< Lasciamola un attimo distesa sul divano. Vado a prendere qualcosa in cucina. >
Inuyasha non sapeva cosa pensare.
< Inuyasha, devo parlarti assolutamente di una cosa. Riguarda Kagome. >
< Che cosa gli è successo? >
< Non lo so di preciso. Ma la cosa non ti piacerà. >

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Capitolo 3
*** Il mistero del custode ***


< A cosa ti stai riferendo? > domandò Inuyasha < Dimmi che cos’hai visto. >
< Kagome era rientrata nella torre dell’abbazia. Ma poi… la porta si è richiusa da sola e non ho potuto vedere cosa gli è successo… Quando la porta si è riaperta, lo sguardo di Kagome era diverso. Come se qualcosa l’avesse turbata. >
Inuyasha ascoltò attentamente la spiegazione di Shippo con la rabbia che gli ribolliva nelle vene.
< Inuyasha, dobbiamo tenere gli occhi bene aperti. >
< Dobbiamo andarcene da qui. Alla svelta. >
Appena Miroku rientrò in salotto, portò con sé una scorta di cibo composto da cioccolato e altri dolci del genere.
< Appena Kagome si risveglierà, questo cibo gli farà ritornare le forze > fece MIroku notando per la prima volta la volpe che era sempre stata appressa a Inuyasha.
< Quell’animaletto… non l’avevo visto prima… >
< Tu sai che cos’è successo a Kagome… >
< Che cosa? >
< Dimmelo immediatamente se non vuoi che io ti faccia del male. >
< Inuyasha, non so a cosa si sta riferendo. >
< Non costringermi a usare le maniere forti con te! > gridò il ragazzo prendendolo per il collo e sbattendolo al muro < Non mi conosci abbastanza… >
< Le giuro che io non so niente su Kagome. >
< Lei non è stata in bagno. Ne sono estremamente certo. >
< Mi dispiace, ma io non so cosa dire… Le posso solo promettere che farò di tutto per farla tornare in forze come prima. >
Lo sguardo accigliato di Inuyasha non passò inosservato a Miroku.
< Va bene. Per questa volta la voglio credere. Ma terrò gli occhi bene aperti su tutto quello che succede in quest’abbazia… Dove possiamo farla accomodare, Kagome? >
< C’è una stanza che si trova vicino alla torre. È una vecchia camera degli ospiti. >
< Inuyasha… > gli sussurrò la volpe attirando la sua attenzione.
< Non voglio più sapere niente di quella parte dell’abbazia… Almeno finché non riuscirò a capire cosa realmente sta succedendo. >
< Allora sarebbe meglio farla rimanere qui. Così non faticherà più del dovuto. >
< D’accordo… Ma le proibisco di dargli qualcosa da mangiare. Si ricostituirà da sola. >
< Ma… >
< Non osi discutere. Non le conviene. >
Adirato per l’insistenza dell’ospite, alla fine Miroku accettò.
< Va bene, come vuole lei. Vado a prendere un’altra coperta per Kagome. Così eviterà di prendere freddo. >
< Sì, buona idea. >
Una volta rimasto solo con Shippo, gli comandò di seguire il custode.
< E se mi scoprisse? >
< Sei molto abile nei travestimenti, no? >
< Ma non in questo mondo! >
< Sono sicuro che te la caverai egregiamente… Ricordati che lo stai facendo per Kagome. >
Shippo, s’eppur contrariato, accettò l’ordine di Inuyasha.
< Se non mi vedi tornare insieme al sacerdote, sappi che mi sarà successo qualcosa. >
< Adesso vai, non c’è tempo da perdere. Io rimarrò a vegliare su Kagome in attesa che si svegli. >
 
 
Una volta raggiunto il sacerdote, Shippo notò che non faceva altro che guardarsi intorno come se qualcuno lo stesse seguendo.
“Che cos’è che lo potrebbe tormentare?”
Pensando realmente che Miroku stava cercando una coperta per Kagome, alla fine Shippo si dovette ricredere.
“Sta entrando in quella misteriosa torre…”
Appena l’aprì, Shippo fu così rapido ad entrare che Miroku non si accorse di nulla.
“E’ arrivato il momento di arrivare in fondo a questa storia.”
Messosi dinanzi allo specchio, il sacerdote cominciò a cantare parole incomprensibili che sembravano derivare da un altro mondo.
Senza staccare gli occhi da quella situazione alquanto surreale, Shippo notò che la sua figura nello specchio era sparita.
“Ma cosa…”
< Miroku, perché mi hai risvegliata dal mio sonno? > domandò una figura femminile che assomigliava in maniera incredibile a Kagome.
< Mi dispiace disturbarla mia signora, ma vorrei sapere come devo procedere con quella ragazza. >
< Idiota te l’ho già spiegato un sacco di volte! Devi portarla da me! >
< Però dobbiamo trovare un modo che quell’Inuyasha non interferisca. >
< Questo tocca solo a te. Cerca di allontanarlo in tutte le maniere. Anche rinchiuderlo nelle profondità dell’abbazia. Ho bisogno del corpo e dell’anima di Kagome se voglio tornare ad essere libera come secoli fa’. Ne ho abbastanza di rimanere rinchiusa in questo specchio. >
< Farò tutto quello che ho in mio potere per riportargli la ragazza… >
< Ce l’avevo quasi fatta… Ma qualcosa ha rovinato il mio piano… >
Scioccato per la rivelazione che Shippo aveva ascoltato, cercò in tutti i modi di uscire dalla torre per non essere scoperto e confessare il tutto ad Inuyasha.
Ma Shippo non era molto abile a lavorare nell’ombra.
< Che cos’è stato? > domandò la figura nello specchio allarmata per aver sentito un rumore nelle vicinanze.
< Qualcuno ci stava ascoltando > rispose MIroku.
< Trova immediatamente l’intruso e uccidilo immediatamente. >
< Sì, sacerdotessa Kikyo. >
Miroku non ci mise molto a scoprire il povero animaletto che si era rintanato dietro una moltitudine di scatoloni.
< Che cosa credevi di fare, stupido animaletto? >
< Smascherare il tuo folle piano… Chi era quella donna raffigurata nello specchio? >
< Una volpe che parla? Questa sì che è nuova. >
< Non cercare di cambiare discorso e rispondi alla mia domanda! >
< E tu tieni il tono della voce basso. Non sopporto sentir gridare. >
Inviperito dal ghigno malefico del sacerdote, Shippo gli andò incontro cercando di attaccarlo.
Ma non poteva immaginarsi di che cosa poteva essere capace.
< Lasciami andare! >
< Mai! Presto tu, Kagome e Inuyasha capirete di cosa io e la mia sacerdotessa saremo capaci… I demoni torneranno ad abitare questo mondo. >
< I demoni? No… >
Non potendosi difendere in nessun modo, il povero Shippo fu prima fatto tramortire e poi fatto rinchiudere in una gabbietta.
< No! Liberami! >
< Così tu possa spifferare tutto al tuo amico? Non ci pensare nemmeno. Presto capirà che il suo passato tornerà a tormentarlo e a trasformarlo in un demone assetato di sangue > disse infine Miroku prima di tornare dai suoi ospiti.
 
 
Inuyasha continuava ad accarezzare la fronte della sua Kagome in attesa che si svegliasse.
Fino a quando non era svenuta improvvisamente, il ragazzo non aveva mai capito quanto potesse tenere realmente a lei.
La loro vacanza che aveva preso una brutta piega, li stava facendo avvicinare sempre di più.
< Ecco qui la coperta > fece Miroku piombando improvvisamente in soggiorno e spaventando il suo ospite.
< Credevo che non tornasse più. >
< C’ho messo un po’ di tempo perché non riuscivo a trovarla da nessuna parte. >
Indispettito dalle parole del custode dell’abbazia, Inuyasha non faceva altro che guardarsi intorno.
< Hai perso qualcosa, Inuyasha? >
< No. Stavo solo pensando che Kagome ha davvero bisogno di un buon ricostituente. >
< Che cos’è che le ha fatto cambiare idea in maniera repentina? >
< Ci stavo pensando durante la sua assenza… >
< D’accordo, come vuole lei. >
Miroku si stava divertendo vedendo lo sguardo di Inuyasha così nervoso e impaziente.
< Inuyasha, è sicuro che vada tutto bene? >
< Come? >
< Non vedo il suo animaletto da nessuna parte… Secondo me sta scorrazzando liberamente per l’abbazia, cosa che non mi disturba affatto. >
< Già. Lo fa spesso di allontanarsi senza motivo. >
< Certo avere una volpe come animale di compagnia non è da tutti… Soprattutto quando quell’animaletto parla. >
< Che cosa? >
< Credeva davvero che non l’avrei mai scoperto? >
Dopo aver capito di essere stato scoperto, Inuyasha si alzò di colpo.
< Sì fermi lì. Non mi costringa a farle del male > replicò Miroku mentre stava impugnando il suo pugnale contro il suo ospite < Il suo animaletto è in un posto sicuro. Non ci darà nessun fastidio. >
< Se gli avete fatto del male… >
< Non è lui che m’interessa… Ma la sua Kagome. >
Con uno schiocco di dita, il corpo della giovane ragazza scomparve improvvisamente.
< No! Kagome! >
< Ti conviene non pensare a lei. E’ la sua vita che in questo momento dovrebbe interessarti. >
< Non fategli del male, altrimenti… >
< Che cosa? Vuole farmi fuori con i suoipoteri da demone? Ah già, dimenticavo. Adesso sei un umano a tutti gli effetti. >
< Come fa a sapere del mio passato? >
< Io so tutto di lei e di Kagome… Il vostro destino vi ha portato qui per far riscoprire il vostro passato oscuro. E adesso è giunto il momento che tutto ritorni come un tempo. >
< No! Non voglio tornare ad essere un demone! >
< Mi dispiace, ma non sono io che decido… Tra poco avrà l’onore di rivedere una sua vecchia conoscenza. Venga con me. >

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Capitolo 4
*** Vecchi ritorni ***


Mentre Miroku stava trascinando una dormiente Kagome verso la torre, Inuyasha era stato spedito nei profondi cunicoli dell’abbazia.
< Fatemi uscire da qui! > gridava sbattendo i pugni sui muri.
Ma era tutto inutile visto che nessuno lo poteva ascoltare.
Shippo era stato rinchiuso chissà dove mentre Kagome era sotto il totale controllo di Miroku.
< Agitarti non serve a nulla… >
< Chi è che ha parlato? > domandò il ragazzo sentendo una voce femminile nelle vicinanze.
< Tutto sembra perduto… Ma ricordati che c’è sempre una speranza… >
Improvvisamente, una giovane ragazza che teneva impugnata una spada nera, si manifestò dinanzi a Inuyasha scatenando in lui un senso d’apprensione.
< E tu chi sei? >
< Mi chiamo Sango e sono una killer di demoni. >
< Che cosa ci fai tu qui? >
< Che stupida domanda. Sono stata rinchiusa come te. >
< Da quanto tempo sei rinchiusa qua dentro? >
< Cos’è? Il terzo grado? >
< Sto cercando di fare il possibile per non scatenare la mia rabbia. >
< Non riesci a convincerti che sei solo un umano inutile senza poteri? Rinchiuso qua dentro, non puoi salvare la tua amata. >
< E tu cosa fai? Giri il coltello nella piaga facendomi sempre di più innervosire? Accidenti a me quando ho dato retta a Kagome di venire in quest’abbazia dimenticata da tutti. >
< Era destino, Inuyasha… Un destino a cui né tu né la tua ragazza potevate sottrarvi. >
< Un momento… Io non ti ho detto il mio nome… >
< Essendo tu un vecchio mezzo demone, sei stato nella mia lista nera di creature da uccidere. Ecco perché so il tuo nome. >
< Fantastico. Sono rinchiuso con un’ammazza – demoni che non mi può essere di un minimo aiuto. >
< Hai avuto il dispiacere di conoscere Miroku, ovvero lo schiavo della sacerdotessa Kikyo. >
< E chi sarebbe quest’ultima? >
< Colei che vuole trasformare tutte le persone in demoni per riuscire a fuggire dallo specchio in cui tutt’ora è imprigionata. >
< E una volta libera che cosa potrebbe fare? Dominare il mondo? >
< Potrebbe essere una possibilità… Ma io non il potere di predire le cose… Sono solo un ammazza – demoni. >
< Come sei finita qua sotto? >
< Diciamo che mi sono fidato di Miroku… Ero molto attratto da quell’uomo... come se mi avesse fatto un incantesimo… E alla fine ne ho pagate le conseguenze. Accidenti ai sentimenti. >
< E ancora oggi non sei riuscita a trovare un modo per tornare in superficie? >
< Purtroppo no. Questi cunicoli sono dei veri labirinti. >
< Eppure ci dev’essere un modo… >
< Dovremmo aspettare le prime luci dell’alba per agire. Con il buio non riusciamo a vedere nulla. >
< Parla per te. >
Cercando di concentrare tutti i suoi poteri della mente, Inuyasha si precipitò contro il muro d’acciaio cercando di romperlo con le sue sole forze.
< Sei un vero sciocco, sai? > fece Sango mentre Inuyasha stava gridando dal dolore < Non hai nessun potere… Dammi retta. Aspettiamo le prime luci dell’alba. >
< Tu hai atteso fin troppo a lungo! Non posso… >
< Facendo lo stupido come hai fatto ora, non ti servirà a niente. Ti farai solo del male. >
< Ma Kagome ha bisogno di me! >
< Kagome ha solo bisogno di risvegliarsi. Tranquillo, se la sarà cavare. >
< Ma lei è un essere umana come me… >
< Un essere umana come te? Questo significa che non la conosci ancora molto bene. >
< Che stai dicendo? Che cosa sai di lei che io non so? >
< Ricordati che eri sulla mia lista nera, Inuyasha… Conosco anche tutti coloro che ti stanno intorno… Adesso però cerca di riposarti e di ritemprare le energie. Ne avrai bisogno quando combatteremo contro i nostri peggiori demoni? >
< I nostri peggiori demoni? Ma allora anche tu… >
< Questo castello ha talmente tanti segreti oscuri che tu non puoi immaginare… Come per esempio far rivivere il nostro tormentato passato. I demoni dentro di noi potrebbero venire alla luce, esaudendo così il desiderio proibito del nostro più grande nemico: Kikyo. >
Nel sentire quel nome, Inuyasha rimase profondamente scioccato.
< Kikyo? Ma lei è morta! >
< No, ti sbagli. È solo imprigionata nello specchio della torre in attesa della sua liberazione. >
< Quindi è lì che Miroku la sta portando. >
< Esatto. >
< Adesso basta! Non ce la faccio a rimanere qua dentro rinchiuso in questi passaggi segreti senza far nulla! >
Continuando a battere i pugni in segno di rabbia, alla fine le sue mani furono imbrattate di sangue.
< Complimenti. Adesso hai bisogno di un medico. >
< So benissimo cavarmela da solo! >
< Allora pensaci tu. Quando la ferita s’infetterà, allora sì che cominceranno i tuoi problemi. >
< Adesso taci. Non voglio più sentirti parlare. >
< Come vuoi tu. Buon riposo > disse infine Sango prima di chiudere gli occhi per meditare la sua vendetta.
 
 
Miroku si trovava dinanzi allo specchio della torre in attesa di vedere comparire la sacerdotessa.
Ma proprio in quel momento Kagome aveva ricominciato a riaprire gli occhi.
< Dove mi trovo? >
< Era l’ora che tu ti svegliassi, Kagome. >
< Inuyasha… sei tu? >
< Inuyasha non è qui con noi, Kagome… Sei pronta per vedere riflessa il tuo peggiore incubo? >
< Che cosa stai dicendo? Non capisco, Miroku. >
< Adesso lo vedrai. >
Mentre Miroku stava recitando il canto irriconoscibile per risvegliare Kikyo, qualcosa andò storto.
Una figura misteriosa con il volto coperto da pelli di orso si presentò dinanzi al custode.
< Che cosa? Ma tu non sei Kikyo… >
< Ottima deduzione, custode. >
< Chi sei? >
< Ma come? Non riesci a riconoscermi anche se sono passati più di trecento anni? >
Nel ripensare a chi potesse essere, Miroku credette che non fu possibile che il suo peggior nemico potesse essere intrappolato nello specchio.
< Naraku, che cosa ci fai nello specchio? >
< Ho preso il posto della tua adorata Kikyo. E grazie a te sarò io a venire liberato. >
< Non ci pensare nemmeno. >
< Osi discutere il mio volere? Quando ci ritroveremo faccia a faccia, è meglio che tu te la dia a gambe. >
< Le tue minacce sono invane. >
< Portami qui quella ragazza. Ho bisogno di vederla. >
< Mai! >
Coprendo l’enorme specchio con una coperta, Miroku non era riuscito a fermare la colera di Naraku.
Ancora ricordava quella volta in cui il demone aveva provato ad ucciderlo.
“Chi può averlo rinchiuso in quello specchio? Che sia la stessa persona che ha imprigionato Kikyo?”
< Non puoi nasconderti per sempre, Miroku. Presto sarò libero e la mia collera irrefrenabile si abbatterà su di te! >
Spaventato dalle parole di Naraku, il custode uscì dalla torre completamente allibito per quello che aveva assistito.
“Kagome… è ancora là dentro…”
Cercando in tutti i modi di riaprire il portone della torre per salvare Kagome dal volere di Naraku, Miroku cercò di sfondarla.
“Kagome! No!”
Sentendo delle forti grida provenire dall’interno, Miroku si sentiva impotente.
Ma improvvisamente, un’onda d’urto la spalancò, salvando per il momento la vita di Kagome.
< Kagome, sei salva! > esclamò il custode accarezzandogli la fronte.
< E sicuramente non grazie a te. >
< Chi ha parlato? >
< Come? Non mi riconosci? Sono lo stupido animaletto che hai imprigionato > rispose Shippo uscendo allo scoperto.
< Come… come hai fatto a liberarti? >
< Diciamo che sono un ottimo scassinatore e ho aspettato il momento giusto per entrare in azione. >
< Ottimo lavoro. >
Vedendo il corpo di Kagome completamente intatto, Miroku tirò un sospiro di sollievo.
< Ti fa così paura quel demone, non è vero? >
< Da sempre sta cercando d’impossessarsi dei poteri della mia padrona. >
< La sacerdotessa non può nulla contro di lui, vero? >
< Non finché rimarrà prigioniera in quello specchio… Ecco perché ho bisogno del corpo e dell’anima di Kagome. E’ l’unica che può fermare per sempre Naraku. >
< Finché rimarranno tutti e due intrappolati in quello specchio, avremmo la vita salva. >
< No… io non posso… Ho fatto un giuramento. >
< Che tipo di giuramento? >
< Ho venduto la mia anima a lei… E se non faccio quello che mi ordina, il mio corpo verrà intrappolato in quello specchio per tutto il resto della mia inutile vita. >
< Ma come hai potuto fare una cosa così stupida?! >
< Io ho sempre amato quella donna… Dal primo giorno che l’ho incontrata. >
< Mi dispiace per te Miroku, ma non ti aiuterò mai nel tuo intento. Io, Kagome e Inuyasha lasceremo per sempre quest’abbazia infestata dai demoni e dalla gente malvagia come te… >
< No, Shippo. Tu e il tuo amico non riuscirete nel vostro intento. >
< Questo è tutto da vedere > replicò la volpe cercando di risvegliare Kagome che era intanto svenuta una seconda volta.
< E’ solo questione di tempo e il suo destino sarà segnato! > gridò Miroku < Dovrà combattere contro il suo peggior nemico ricordando il passato e i suoi incubi più profondi. >
< Non se scapperemo da qui… Andiamo Kagome, svegliati! >
 Dopo aver aperto gli occhi a fessura, la povera Kagome era tramortita e più scossa che mai.
< Cerca di camminare. Dobbiamo recuperare Inuyasha ed uscire di qui. >
< Come farete ad andare da lui se non sapete dove si trova? >
< Allora sarai tu che ci aiuterai. >
< E se mi rifiutassi? >
Indispettito dalle parole di Miroku, Shippo lo lacerò in fronte facendogli provare un dolore allucinante.
< Ma sei impazzito?! >
< Tu ci farai uscire da qui, che ti piaccia o no. >
< Maledetto! >
< Shippo, che sta succedendo? >
< Non ti preoccupare Kagome. Presto saremo in salvo e usciremo per sempre da qui… Facci strada, Miroku > disse infine Shippo intimandolo di lacerarlo una seconda volta se non avesse ubbidito al suo volere.

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Capitolo 5
*** Incubi perpetui ***


Le prime luci dell’alba inondarono l’abbazia rendendola più splendida e illuminata del solito.
< E’ spuntata l’alba > fece Inuyasha cercando di attirare l’attenzione di Sango.
Ma la donna non rispose, continuando a rimanere con gli occhi chiusi.
< Svegliati, Sango! >
Ma Sango non ne voleva sapere di muoversi.
< Sango!!! >
< Non occorre che tu gridi… Ti sento benissimo. >
< Adesso basta. Ne ho abbastanza di rimanere rinchiuso qua dentro senza fare nulla. Kagome e Shippo sono in pericolo. >
< Aspetta ancora pochi secondi. >
< Sango, per favore… >
Improvvisamente, i sotterranei della cattedrale iniziarono ad illuminarsi.
< Queste vetrate colorate… non l’avevo notate prima. >
< Dobbiamo seguire questa via > fece Sango una volta riaperti gli occhi < Ci condurrà all’uscita. >
< Ma ne sei sicura? >
< Sicura o no, non abbiamo nessun’altra alternativa. >
Mentre Inuyasha e Sango camminavano per un sentiero che sembrava non finire mai, il ragazzo fu colpito dai disegni sulle vetrate.
< Sango, secondo te che cosa significano questi disegni sulle vetrate? >
< Sono momenti della vita di Gesù Cristo. >
< E chi sarebbe? >
< E’ molto lunga da spiegare… >
Ma una volta arrivati vicino ad una scalinata, Inuyasha vide una raffigurazione diversa.
< Qui non si vede Gesù Cristo… >
Guardando più attentamente, Inuyasha intravide il suo fratellastro Sesshomaru intento ad uccidere con la spada Tessalga.
< Non è possibile… Che cosa ci fa il mio fratellastro in questa raffigurazione? >
< Non lo so. Non ho mai visto niente di simile. >
< Non vorrei che il mistero che lega quest’abbazia riguardi direttamente il mio fratello purosangue. >
< Tutto è possibile, Inuyasha. >
< Se è così, potremmo essere tutti spacciati. Essendo diventato un essere umano, non ho nessuna possibilità di batterlo. >
< Ed io che cosa ci sto a fare?! Ti ricordi che sono una ammazza – demoni e Sesshomaru l’ho incrociato molte volte. >
< E te la sei sempre cavata? >
< Sì. Anche se mi ha dato parecchio filo da torcere, sono sempre riuscita a sopravvivere. Ma ora è giunto il momento della vendetta. >
Arrivati in fondo ai sotterranei, Inuyasha e Sango risalirono la scalinata senza pensare a dove sarebbero sbucati.
< Siamo in cima alla Torre dell’abbazia > fece Inuyasha sorpreso.
< E qui dinanzi a noi c’è quel maledetto specchio > mormorò Sango riflettendo la sua immagine.
< No! Stai indietro! >
Ma ormai era troppo tardi.
< Sango! Finalmente ci rincontriamo… >
< Sesshomaru… Che cosa ci fai dentro lo specchio? >
< Sono stato imprigionato per colpa tua, ricordi? >
< Che cosa? >
< Mi prendi in giro? >
< Non so di cosa tu diavolo stai parlando. Ti ho dato la caccia per molto tempo, ma non ti ho mai rinchiuso in questo specchio. >
< Devono averti cancellato la memoria… Vedo che in tua compagnia c’è anche mio fratello… E’ un piacere rivederti, Inuyasha. >
< Lo stesso non vale per me > replicò il ragazzo a denti stretti.
< Perché non ti avvicini? Così posso guardarti meglio. >
Fissando lo sguardo malefico di suo fratello, Inuyasha intuì che era una trappola.
< Non ci pensare nemmeno. >
< Fai come ti ordino! Ah! >
Improvvisamente, Sesshomaru fu colpito mortalmente alle spalle, accasciandosi a terra senza forze.
< E’ da molto che non ci vediamo, Inuyasha. >
< Naraku… anche tu qui? >
< Sarei anch’io sorpreso quanto te, sai? Come fa un demone della mia taglia a venire rinchiuso in uno squallido specchio? Ma non ti preoccupare… presto qualcuno prenderà il mio posto. >
< Che stai dicendo?! >
< Sarai tu, la tua amata o quella specie di volpe parlante ad incorrere nella mia stessa sorte. Stai a vedere… >
Improvvisamente, un terremoto scosse l’intera Abbazia.
Mentre Inuyasha cercava di distogliere il suo sguardo da quello specchio maledetto, Kagome e Shippo erano ancora bloccati dentro l’abbazia.
< Accidenti! Non si apre! > gridò Shippo.
< Shippo, non possiamo andarcene senza Inuyasha. Dobbiamo cercarlo > fece Kagome.
< Hai ragione. Ma non sappiamo dove. >
Mentre anche loro sentirono il pavimento tremare sotto i loro piedi, qualcosa attirò la loro attenzione.
< L’ingresso di quest’Abbazia è ricoperta di specchi! >
< Ormai non avete nessuna via di scampo > Mormorò Miroku.
Subito dopo, lo specchiò cominciò a ricoprirsi di nero tenebra, e quello che Shippo e Kagome videro raffigurato era Inuyasha e Sango che venivano uccisi a sangue freddo da Naraku.
< No! Inuyasha! >
< E’ questa la sorte toccata a quel maledetto mezzo demone > fece Naraku comparendo nello specchio subito dopo < Adesso tocca a voi! >
< Che fine ha fatto la mia padrona?! > tuonò Miroku
< La stessa fine che è toccata ad Inuyasha e a suo fratello… Guarda con i tuoi stessi occhi. >
Vedendo il corpo senza vita di Kikyo, Miroku non si voleva fidare.
< Tu menti! Questa immagine è falsa! >
< Avvicinati e vedrai che è tutto vero. >
< Tu vuoi risucchiarmi nello specchio com’è accaduto a te… Ma non ci casco. Conosco bene le caratteristiche di questi specchi. >
< Sei davvero un custode perspicace… Ma non abbastanza! >
Appena gli occhi di Naraku s’illuminarono di rosso sangue, Miroku divenne pallido in volto.
Il custode stava per essere trasportato nello specchio contro la sua volontà.
< Lasciami andare! >
< Ma come? Non vuoi rivedere la tua padrona? >
Ormai per Miroku non c’erano più speranze.
Sarebbe stato imprigionato senza che nessuno lo potesse aiutare.
Dopo che il custode fu risucchiato nello specchio, Naraku si materializzò dinanzi a Kagome e Shippo.
< Finalmente sono tornato > fece il demone guardandosi le mani < Adesso toccherà a voi due vivere i vostri peggiori incubi… Nessuno vi potrà salvare. Nessuno. >

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Capitolo 6
*** L'epilogo dello spirito demoniaco ***


Naraku fissava con disprezzo Kagome e Shippo.
Il demone purosangue era pronto per scagliare i suoi attacchi contro la volpe e l’umana.
< Naraku! Fermati! >
La voce di Inuyasha scosse l’intera abbazia.
Vedendolo arrivare, Kagome non era stata più felice prima d’ora.
< Inuyasha, allora sei vivo… > fece la ragazza mentre lo stava abbracciando.
< Tu come stai? >
< Mi sono ripresa. Ero in un profondo stato di trance.>
< E’ colpa di questo posto… e di Naraku. >
< Inuyasha, che cosa credi di fare? Voglio ricordarti che sei un inutile essere umano. >
< Questo lo vedremo se sono inutile. >
Dopo aver ordinato a Kagome e a Shippo di mettersi al sicuro, il giovane ragazzo era pronto per affrontare suo fratello.
< Sciocco! Non riuscirai a sconfiggermi! > gridò Naraku scagliando le sue arti demoniache < Sono invincibile. >
Distruggendo metà dell’edificio, Inuyasha riuscì a schivare tutti i suoi colpi.
< Nasconderti non ti servirà a niente. Ormai il tuo destino è segnato. >
< Quando la smetterai di dire stupidaggini? > ribadì Inuyasha facendolo innervosire.
< Sì sì, fai pure lo spiritoso. Vedrai che tra poco ti passerà. >
Naraku non riusciva a capire il perché Inuyasha cercava di prendere del tempo.
< Vuoi che distrugga quest’abbazia completamente? Molto bene. >
Improvvisamente, dietro le macerie che si stavano accumulando velocemente, Sango colpì da dietro le spalle il suo nemico.
< Maledetta! Pagherai anche tu con la vita! >
Grazie al suo boomerang, Sango era riuscita ad assestargli dei duri colpi.
< Non puoi uccidermi! Io sono immortale! >
La furia di Naraku sembrava implacabile.
< Non ti facevo così coraggiosa, Sango. >
< Visto che combattiamo per la stessa cosa, devi aiutarmi. >
< Che cosa devo fare? >
< Vai a prendere lo specchio che si trova nella Torre dell’abbazia. >
< Perché? A cosa ti serve? >
< Fai come ti ho detto e non discutere! > tuonò l’ammazza – demoni.
Mentre Sango lo stava per distruggere, Inuyasha riuscì a raggiungere la Torre dell’abbazia e a prendere lo specchio.
“Accidenti! È pesissimo!”
Dopo essere tornato più veloce che poté all’ingresso dell’Abbazia, Inuyasha vide la povera Sango stramazzata a terra senza energie.
< Sango! >
La povera ragazza stava perdendo sangue da tutte le parti.
< Sango, resisti! >
< Inuyasha… purtroppo non mi rimane molto tempo… >
< Perché mi hai fatto andare a prendere lo specchio? Potevo aiutarti contro Naraku… >
< Adesso devi fare in modo che Naraku si rifletta in quello specchio che tieni in mano. Solo così avremmo la possibilità di sconfiggerlo. >
< D’accordo, ma prima devo aiutarti… >
< Fai come ti ho detto! > gridò a stento Sango < A me penserai più tardi. >
Mentre Naraku stava continuando imperterrito a colpire i suoi nemici, Inuyasha riuscì nell’intento di farlo specchiare.
< No! Maledetto! >
Dopo pochi secondi, Naraku fu risucchiato all’interno dell’oggetto.
< Adesso distruggilo! > gridò Sango facendosi sentire.
Avendolo frantumato in mille pezzi, anche tutti gli altri specchi sortirono il solito destino.
< E’ finita, Inuyasha… Adesso Naraku non sarà più un problema… >
< Che intendi dire? >
< Naraku è condannato a rimanere imprigionato nel suo tempo… Ah! >
< Vuoi forse dirmi che questi specchi non erano altro che un passaggio per ritornare a casa? >
< Sì, sono riuscita a scoprirlo grazie alla sacerdotessa Kikyo e al custode dell’Abbazia Miroku. >
< Adesso basta parlare. Ti stai sforzando troppo. Vado a chiamare aiuto. >
< Inuyasha! Inuyasha! > gridarono in coro Kagome e Shippo.
< Kagome! Shippo! Allora siete salvi > replicò l’uomo abbracciando la sua amata.
< Potremmo dire lo stesso di te > rispose Shippo < Ma questa ragazza? Che cosa gli è successo? >
< Dobbiamo aiutarla alla svelta prima che sia troppo tardi > fece Inuyasha con tono disperato.
< Non ce ne sarà bisogno. Ormai la mia ora è giunta. >
< Basta! Smettila di dire così! >
< Forse potremmo aiutarla noi > fece una voce maschile dietro le loro spalle.
< Miroku! Che diavolo ci fai qui? Credevo che tu fossi stato risucchiato in quello specchio. >
< Infatti lo ero… Ma grazie all’imprigionamento di Naraku, siamo riusciti a venire fuori da quello specchio e di conseguenza a salvarci. >
< Peccato per voi che non riuscirete a raccontarlo in giro > replicò Inuyasha pronto per combattere.
< Siamo venuti in pace, Inuyasha > replicò Kikyo con tono calmo.
< Che cosa? >
< Hai capito bene. Vogliamo solo aiutare la mia ex nemica. >
< No, non vi credo! >
< Ascoltaci bene, Inuyasha! O la curiamo con le mie arti spirituali, o la povera ragazza soccomberà senza aver fatto nulla. A te la scelta. >
Con le spalle al muro e la rabbia che gli ribolliva nelle vene, alla fine Inuyasha acconsentì alle cure di Sango.
Grazie alle erbe curative che Kikyo aveva con sé e alle sue arti spiritiche, riuscì a compiere un miracolo insperato: Sango aveva evitato la morte.
< Non è possibile > fece Inuyasha sorpreso.
Dopo essersi rialzata in piedi, Sango squadrò Kikyo e il custode.
< Perché mi hai aiutata? >
< Volevo ripagare il tuo coraggio per avermi liberato. Senza la tua idea, sarei rimasta imprigionata in quel buco oscuro e senza fine. >
< Ma era la tua casa… >
< No, Inuyasha… Anche se ero tornata nel mio tempo, non c’era nessun futuro per me. Avrei perito fino alla mia morte mentre i demoni avrebbero divorato la mia anima. >
< Tutto ciò è terribile > fece Kagome.
< Ma adesso è tutto finito, per fortuna. >
< Sacerdotessa, dobbiamo ricostruire la nostra casa. >
< Sì, Miroku. Abbiamo ancora molto da fare. >
< Allora vi lasciamo ai vostri compiti… Voi siete pronti a ripartire? >
< Inuyasha, sei un vero maleducato > replicò Kagome adirata.
< Perché? Cos’ho fatto? >
< Non credi che dovremmo aiutarli nella ricostruzione? >
< Ma io… >
< Grazie, ma non ce ne sarà bisogno… >
< Invece sì. Noi daremo una mano… Cominciamo a sgomberare le macerie dall’ingresso. >
< Grazie per tutto quello che fai per noi, Kagome. >
< Ho amato questo posto fin dal principio, Kikyo. E adesso voglio che torni ad essere come prima. >
 
 
Dopo circa un mese di lavori, Inuyasha e tutti gli altri riuscirono con solo le loro forze a ricostruire il disastro causato da Naraku.
< Avete esaudito una speranza che sembrava impossibile > fece Kikyo raggiante come non mai < Vi dobbiamo tutto. Senza di voi non saremo mai riusciti nel nostro intento. >
< Figuratevi. È stato un piacere. >
< Ora che Astorga è tornato allo splendore di un tempo, potrete rimanere tutto il tempo che vorrete. >
< Grazie Miroku, ma non credo che Inuyasha sarà del mio stesso parere… Infatti non vede l’ora di tornare a casa. >
< A proposito di Inuyasha, dove si trova? > domandò Sango
< Sì sta allenando con Shippo alle arti marziali. >
< Allora salutacelo, Kagome. E buona fortuna a tutti e due. >
< Altrettanto a voi due > disse infine la ragazza salutandoli per un’ultima volta insieme a Sango.
 
 
Una volta che le due ragazze raggiunsero Shippo e Inuyasha ad allenarsi, Kagome fu molto furiosa con quest’ultimo per non aver salutato un’ultima volta i proprietari di Astorga.
< Sai che non mi piacciono gli addii, Kagome. >
< Non fare il furbo, Inuyasha. So molto bene che non li sopportavi. >
< E anche se fosse? >
< Sei stato un vero maleducato. >
< Adesso che fai? Mi terrai il broncio finché non torneremo in Giappone? >
< Per questa tua condotta sei obbligato a portarmi a visitare un altro posto che non sia il Giappone. >
< Che cosa?! Non ci pensare nemmeno! >
< Allora scordati il ritorno imminente a casa. >
Adirato per l’insistenza della sua ragazza, alla fine Inuyasha dovette arrendersi.
< Ok, hai vinto tu! >
< Splendido! Dove mi porti? >
< A sperderti! >
< Inuyasha! >
< Ahahah scherzavo… Potremmo visitare la capitale spagnola. Dicono che è bellissima. >
< D’accordo, mi hai convinto! Quando partiremo? >
< Possiamo partire domani. >
< E perderci la nostra prima notte romantica? Non ci pensare nemmeno. Partiamo adesso. Puoi allenarti con Shippo un’altra volta. >
< Ma io… >
< Non discutere. Devi farti perdonare. >
< E va bene! Basta che non mi stressi! >
< Cercherò di fare la brava… Shippo, Sango, voi potreste venire con noi. >
< Grazie, ma non vogliamo disturbarvi. > rispose Sango.
< Come volete voi… Ci vediamo presto > disse infine Kagome trascinando il povero Inuyasha in una vacanza all’insegna dell’amore.
< Kagome e Inuyasha: una bella coppia, non trovi? >
< Ahahah sì, Shippo. Finché uno di loro due non si stuferà definitivamente. >
< Già… La loro relazione è tutta da scoprire… Ci alleniamo un po’? > domandò Shippo cambiando argomento.
< Con immenso piacere > rispose Sango tirando fuori il suo boomerang.

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