Damn you!

di _aivy_demi_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Storm ***
Capitolo 2: *** Eclipse ***
Capitolo 3: *** Komodo ***
Capitolo 4: *** Fountain like Venice ***
Capitolo 5: *** He's a fuc*in' walrus! ***
Capitolo 6: *** Sabor latino to the sea ***



Capitolo 1
*** Storm ***


Questa raccolta di flashfic partecipa alla Summer Ice Cream Challenge
del gruppo Boys Love – Fanart & Fanfic’s World.

Il pacchetto con cui partecipo è il seguente:

-Gusto Caffè-
° Tempesta ° Eclissi ° Drago di Komodo ° Fontana ° Cannuccia °
Canzone: “
Vente pa’ ca”, di Ricky Martin ft. Maluma.

Pairing: Jean Kirschstein x Eren Jaeger


 



STORM





«Eren, dannato! Vuoi muoverti sì o no?! Guarda che stavolta non ho intenzione di fare tutto io, chiaro?» Il tono perentorio con cui Jean s’era rivolto al compagno non lasciava modo di replicare: era stufo di dover dedicare la maggior parte del tempo alle faccende di casa. Erano o no in due a vivere sotto lo stesso tetto? Giustamente pretendeva che anche l’altro partecipasse attivamente. Eren sbuffò spazientito borbottando a bassa voce qualcosa come un insulto o due, recuperando con fare stizzito la biancheria stesa al sole.
«Vuoi smettere di dirmi come devo comportarmi? Non sono più un bambino.»
«Dì quello che vuoi, ma sta per arrivare una tempesta, e non ho intenzione di ritrovarmi a finire sotto al diluvio solo perché ti pesa il culo.»
Il ragazzo lo incenerì con lo sguardo strattonando il lenzuolo con troppa forza, staccando il filo che reggeva l’intero bucato ancora steso e praticamente asciutto.
Iniziò a gocciolare, ed in poco si trasformò in un diluvio.
I panni venivano trascinati dal vento ed insudiciati dall’acquazzone, mentre alcuni si erano arenati sui rami degli alberi accanto alla casa; di altri non ce n’era già più traccia.
«Eren…»
Quest’ultimo cominciò a correre in direzione dei tessuti recuperabili, inzaccherandosi fino al ginocchio e sentendo l’acqua arrivare fino alle mutande.
«… io ti detesto!»
Correva più forte cercando di scappare alla furia di chi lo stava inseguendo minacciandolo di tante e tali cose che avrebbe preferito non ascoltare neppure. Il frastuono della prima scarica di saette gli risparmiò la seconda sequela di insulti mentre scivolava sulla terra bagnata, battendo a terra la nuca e imprecando a voce alta. Jean lo raggiunse ritrovandosi a cavalcioni su di lui, controllando che stesse bene dopo aver perso l’equilibrio: lo strattonò a sé con aria di sfida, alterato e contrariato più che mai. Il compagno strizzò gli occhi temendo una sua reazione, ma li spalancò nel momento in cui sentì le labbra dell’altro sulle sue; riprese fiato poco dopo, immergendosi in un abbraccio zuppo.
Il ragazzo si alzò porgendogli la mano ed aiutandolo a issarsi su, avvolgendolo poi con il braccio in direzione di casa. Fradici ed infreddoliti aprirono la porta, entrando tremanti. Jean lo apostrofò con poca delicatezza: «Giuro che se mi fai ammalare mi incazzo.» Ed in risposta ricevette un secondo contatto di labbra, più profondo e coinvolgente.
Eren lo guardò e sorrise per poi perdersi in lui mentre la tempesta imperversava violenta al di fuori di quelle quattro mura, la loro casa.





 

 

 


Note dell’autrice (che come sempre non può farne a meno!):
Eccomi approdata in un nuovo fandom: è già un po‘ che aspettavo di poter scrivere nel mondo di Shingeki no Kyojin, ma ho preferito aspettare l’occasione giusta. E quale, se non una nuova challenge? La coppia che ho scelto per queste flashfic è quella composta da Jean ed Eren, e diciamocelo, tra amore e odio questi due mi hanno sempre ispirata un sacco! ^^ Non vi dico la soddisfazione di essere riuscita a sbloccarmi e scrivere su di loro.
Grazie a tutti coloro che spenderanno un attimo prezioso della loro vita per leggere questa nuova cosa, un esperimento che fa da apripista ad un progetto molto più grande. Grazie a tutti per il conforto e le parole, per le letture silenziose ed il grande incoraggiamento.
Alla prossima! :3
-Stefy-

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Capitolo 2
*** Eclipse ***


ECLIPSE

 

Eren guardava il cielo stupito, l’espressione assorta di chi stava per vedere qualcosa di straordinario per la prima volta. Aveva letto di tale fenomeno su alcuni libri, ma confrontare le stampe con un’eclisse di luna vera e propria era tutta un’altra cosa. S’era affacciato entusiasta qualche tempo prima della punta massima, non voleva perdersi per nulla al mondo ogni singolo momento di quella straordinaria meraviglia dell’universo che li sovrastava con il suo blu infinito; poggiato al davanzale osservava sognante, le iridi luminose che brillavano di stupore.
Jean si avvicinò portando con sé due tazze fumanti consegnandone una al ragazzo con fare contrariato: «sei già qui? Cazzo, hai idea di quanto manca ancora?»
Lui si voltò con un’espressione corrucciata afferrando il bicchiere e trattenendolo tra le mani infreddolite. Borbottò accostando la schiena al petto del compagno.
«Sai che ci tengo.»
Ricevette in risposta solo uno sbuffo, ma due calde braccia lo avvolsero in una stretta confortante. Se ne stettero in silenzio così, l’aria pungente della sera, la curiosità negli occhi, l’incanto dipinto in volto. Il tepore di un corpo innamorato, la presa salda di chi avrebbe dato la vita per poter vivere momenti così per sempre. Jean gli posò delicatamente le labbra sui capelli, inspirandone il profumo fresco ed inebriandosi del conforto di avere qualcuno accanto, che mai avrebbe abbandonato. Lo avvicinò a sé sussurrandogli poche sillabe: Eren avvampò nascondendo il volto tra le mani, e due tiepide lacrime scivolarono sulle guance fresche e tra le dita a mascherare l’emozione che lo aveva colto completamente impreparato. Si voltò affondando il viso sul suo petto.
Ti amo.
Mai in vita sua aveva ricevuto parole più belle.







Note dell’autrice (che si perde nella coccolosità di momenti fluff!):
Buonasera a tutti, eccomi tornata con questa raccolta ispirante ed un nuovo pairing che mi sta ispirando un sacco! Questa Challenge è davvero perfetta per cominciare a prendere dimestichezza con il fandom, e devo ammettere che mi sto entusiasmando parecchio. Non vedo l’ora di affrontare gli altri prompt, perché nonostante Eren e Jean battibecchino di continuo e abbiano sempre qualcosa da ridire, se le meritano le cose belle.
Mi auguro di avervi emozionati almeno una parte di quanto mi sono emozionata io nello scrivere questa breve flash: grazie a tutti voi come sempre per il supporto, le parole, le letture silenziose!
Alla prossima,
-Stefy-

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Capitolo 3
*** Komodo ***


KOMODO “THE THING”

 

«Come hai detto che si chiama quel coso?»
«Un drago di Komodo, Jean. Un cavolo di drago della porca miseria di Komodo. Sarà la quinta volta che me lo chiedi.»
Il ragazzo lo fissò truce negli occhi: non c’era alcun modo di farsi entrare in testa quel nome. Per lui era un semplice dinosauro fuori tempo, o un’iguana troppo cresciuta. C’era qualcosa in quella bestia che lo turbava leggermente, il luccichio sinistro, quel bagliore vendicativo che si irradiava da quegli occhi rotondi e crudeli.
Era terrorizzato e non lo avrebbe mai ammesso.
Lo sguardo di Eren era concentrato completamente sulla creatura che li stava osservando con fare cauto, come a studiarne forse consistenza e sapore.
«Non sporgerti, pezzo di idiota!»
«Sei proprio un fifone, lo sai? Guarda quanto è carino, perché non ne adottiamo uno?»
Jean inspirò socchiudendo gli occhi per poi prendere le mani del fidanzato tra le sue e sorridergli. «Dunque tu vorresti prendere una di queste bestie che t’avvelenano ancora prima di sbranarti vivo, portarla a casa, coccolarla ed aspettare che ci uccida nel sonno?»
Le parole non furono sufficienti a smorzare l’entusiasmo energico del giovane che si voltò in direzione del rettile, che apparentemente mansueto se ne stava fisso ad annusare l’aria; sfiorò con le dita il cartellone del parco animali su cui era riportata una ben dettagliata descrizione, ed una stretta al cuore gli impedì di staccare gli occhi dall’habitat artificiale ricreato appositamente per lui. «Guardalo, se ne sta lì tutto solo, ha bisogno soltanto di aff
«No, di un imbecille da poter fare a pezzi. Senti, andiamocene per favore.» Jean lo trainò a forza e con fatica immane. Convinto di sentirsi al sicuro sospirò carico d’amor proprio e d’orgoglio: finalmente era riuscito ad averla vinta. Una volta tanto.
«Ehi, guarda, un alligatore! Che ne dici? Potremmo tenerlo in giardino!»
Una volta tanto.
Certo.






Note dell’autrice (che si immagina le cose più assurde, ma sono dolciose lo stesso!):
Buongiorno dolcezze, ed eccomi con quello che ritengo il più difficile di questi prompt – mannaggia a me, che cavolo m’era preso di uscirmene fuori con un drago di Komodo?!
Ho deciso di optare per qualcosa di leggero e divertente, e qui come sempre i due non possono fare a meno di scontrarsi, incapaci come sono di andare d’accordo. Certo è che sono belli proprio per questo, no?
Come sempre grazie a tutti davvero per il sostegno continuo, le parole spese e sempre apprezzate, e le vostre letture silenziose. :3
Alla prossima,
-Stefy-

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Capitolo 4
*** Fountain like Venice ***


FOUNTAIN LIKE VENICE

 

«Eren! Io giuro, giuro che se non ti uccido questa volta, non lo faccio più! Vieni qui.»
Silenzio profondo.
«Tanto so che sei da qualche parte qui attorno, dopo aver fatto la solita stronzata non hai avuto il tempo di allontanarti. Ti conviene uscire adesso di tua spontanea volontà, perché se ti trovo io sono solo cazzi tuoi.»
Nessuna risposta. Jean strinse i pugni, inspirando ed espirando con meccanica lentezza: stava cercando di recuperare un certo equilibrio, fallendo miseramente nell’intento. «D’accordo, lo ammetto, forse sto esagerando un po’. Facciamo così, ora tu mi raggiungi e mi spieghi cosa hai combinato in cucina e prometto, o ci provo, a non reagire in nessuna maniera.»
Solo il rumore delle cicale e del vento, nient’altro.
«Credimi, mi sta passando, non sono arrabbiato.» Nocche bianche e palpebra destra tremolante. «Sono anche disposto a passarci sopra, se mi spieghi come cazzo hai fatto a rendere la cucina una piscina olimpica con al centro il lavandino che sputa acqua come una fontana pubblica. Eren, ehi Eren
Colse un fruscìo sospetto alle spalle, ma i suoi riflessi erano certo più rapidi di quelli del fidanzato che arpionò letteralmente con una presa ferrea. Lo strinse tanto da sentirlo mugolare per il dolore, e lo trascinò di forza all’interno dell’abitazione imprecando in lingua corrente, in dialetto e pure in altre due o tre forme sconosciute persino all’altro.
«Beh? Hai una spiegazione plausibile per tutto questo? Per favore, dimmi qualcosa che mi permetta di non infierire su di te…»
Eren ingoiò malamente il nodo alla gola cercando una via di fuga ma Jean gli aveva bloccato ogni passaggio. Ormai era in trappola. Si fermò guardandolo fisso negli occhi, un sorriso di circostanza disegnato per l’occasione sulle labbra.
«Non eri tu a voler fare una vacanza romantica? Beh, ho accorciato i tempi: visto quanto è bella Venezia?»






Note dell’autrice (che lascia a voi la conclusione, io già rido!):
Buongiorno cari, sono tornata e mi sono divertita veramente un sacco a portare a termine questa flashfic. Stavolta ho lasciato aperto il finale, conoscendo Jean non è difficile immaginare come sia finita (coff coff… a scazzottate sicuro, coff coff…!)
Grazie a tutti davvero per il sostegno, le parole sempre apprezzate, e le vostre letture silenziose. Grazie per il tempo che mi dedicate, siete meravigliosi! :3
Alla prossima,
-Stefy-

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Capitolo 5
*** He's a fuc*in' walrus! ***


He’s a fuc*in’ walrus!

 

La serata aveva preso una piega decisamente strana: la rimpatriata tra amici da semplice cena s’era trasformata in una ingestibile festa tra ubriachi, e Jean non era esente. L’atmosfera goliardica aveva raggiunto livelli altissimi, al limite del demenziale.
Eren sembrava l’unico ad aver mantenuto un briciolo di dignità complice la grande capacità di reggere l’alcool meglio di chiunque altro. Uscì a prendere una boccata d’aria liberandosi dall’odore di liquore e di erba cercando di riconnettersi con il mondo. Ispirò ed espirò ad occhi chiusi inebriandosi del profumo di bosco e di fiori.
“Coraggio, è il momento di tornare dentro.”
Si fece forza muovendosi lentamente.
«Jean? Ehi, Jean?» Si mosse nella mischia passando accanto a irriconoscibili figure della sua età che stavano combinando di tutto tranne il consentito. «Datevi una calmata, siete veramente pessimi.» Si spostò verso il centro del salone dove un gruppetto di amici stava circondando una figura alta e slanciata, i capelli chiari che spuntavano da una tovaglia avvolta alla testa e legata attorno al collo.
«No, ditemi che non è lui.»
Pure la voce coincideva perfettamente.
«Ossignore. Jean, ma che cazzo stai combinando?!»
Il ragazzo aveva distinto la voce del fidanzato al di sopra del chiacchiericcio generale e stava agitando le braccia convulsamente nella sua direzione: «Eveeen, Eveeeeeeeen! Fieni che vogliono shapeve di quella folta che shiamo andati allo soo
Non aveva compreso immediatamente cosa si stesse nascondendo dietro a quel parlare biascicato da idiota, completo di fischi e risucchi. Osservandolo meglio notò il particolare rivelatore.
Un tricheco.
Stava imitando un tricheco con una tovaglia sulla testa e due cannucce incastrate nei canini.
«Non è possibile. La dignità cazzo, la dignità!»






Note dell’autrice (dai, siamo quasi alla fine e ne manca una sola!):
Buongiorno a voi!
Grazie a tutti davvero per il sostegno, le parole sempre apprezzate, e le vostre letture silenziose. Grazie per il tempo che mi dedicate, siete meravigliosi! :3 Riuscite a darmi la carica ogni giorno ricordandomi quanto per me sia importante scrivere. Alla prossima con l’ultima flash della challenge.
-Stefy-

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Capitolo 6
*** Sabor latino to the sea ***


La canzone presente nel pacchetto della challenge è la seguente: un consiglio, ascoltatela mentre leggete questa flash, l’atmosfera è stata costruita appositamente con questo ritmo ^^
https://www.youtube.com/watch?v=iOe6dI2JhgU


Sabor latino
to the sea




Le mani cingevano le anche possessivamente; i nasi a sfiorarsi, le iridi chiare su occhi cristallini. Le note della canzone si erano insinuate tra Eren e Jean portandoli ad incontrarsi a metà strada, scalzi sul pavimento di legno lucido. Il ritmo latino batteva in sincrono con le loro emozioni ed i fianchi si muovevano seguendo la base.
Movimenti languidi, lo sfiorarsi intimamente al di sopra delle stoffe, ed un sospiro. Eren era completamente avvolto dal profumo di lui, dalla salsedine sulla pelle e le luci del tramonto che penetravano dalla finestra aperta sulla spiaggia. I bassi accompagnavano il sole verso la notte lasciando spazio al blu profondo ed alle stelle; la brezza scuoteva le vesti leggere, i corpi salati.
Un ultimo ballo, s’erano detti: un ultimo contatto prima di stendersi a letto ed addormentarsi. Non c’era modo di scogliere l’abbraccio, le anche ondeggiavano richiamando un contatto maggiore. Dita voraci a stringere la carne, il sodo fondoschiena di Jaeger in completa possessione del tocco di Jean.
Richieste silenziose dalle pupille dilatate dall’eccitazione, le mani del ragazzo risalirono sul volto accaldato del compagno stringendolo tra i palmi. Un bacio lungo e sospirato, labbra contro labbra. Dimenticata ormai la musica e persino il mondo attorno, soltanto loro esistevano: i sospiri, il calore, sguardi di piacere ed aspettativa. L’erezione premeva nell’attesa ed Eren si stese sul tavolo della sala, trascinando l’amato con sé. I gemiti fusi con le ultime note della traccia, ed ormai la successiva aveva concluso il suo testo.
Loro, la musica, il mare. L’amore.






Nota dell’autrice (e tutto sto fluff cos’è?! Ma allora?):
Buongiorno a tutti, eccomi qui con l’ultimo aggiornamento di questa raccolta, concludendo felicemente questa challenge sfiziosa che mi ha ispirato l’ingresso nel fandom di SnK. Mi sono divertita ad esplorare questo pairing giovane e frizzante, alternando litigi epici a momenti pucciosi perché il loro è un rapporto di amore e odio profondi e sinceri. C’è un lieto fine? Eh sì, c’è ed è questo. La tanto sognata vacanza su cui Jean aveva sperato sta per concludersi e bisogna pur festeggiare, no? Ringrazio tutti per avermi seguita fin qui ed aver letto e commentato questo progettino che mi ha permesso di prendere familiarità con questo mondo. Grazie davvero, mi auguro di ritrovarvi presto, alla prossima!
-Stefy-

 

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