Poesie e memorie di un diario

di KonigLudwig
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 'The Girl I left Behind Me' ***
Capitolo 2: *** 'Schwer mit den Schätzen des Orients beladen' ***
Capitolo 3: *** 'Wenn ich ein Vöglein wär’' ***



Capitolo 1
*** 'The Girl I left Behind Me' ***


Presentazione della lirica:

'The Girl I left Behind Me' (o 'The Girl I left Behind' o 'Brighton Camp') è una lirica inglese (catalogata quale folksong) apparsa per la prima volta durante l'età Elisabettiana. Sul termine del 16° Secolo, vennero probabilmente composte la melodia e la prima stesura di un testo poetico. La versione tramandata sino ai nostri giorni, con esplicito riferimento a Brighton Camp, è probabilmente risalente all'ultimo periodo della Guerra dei Sette Anni (1756-1763). La medesima melodia, ma con testo diverso, venne riutilizzata dai paesi dell'Unione durante la Guerra di Secessione Americana, seppur con scarsissima diffusione. La lirica continuò ad avere fortuna sino al termine della Prima Guerra Mondiale, solitamente associata a 'It's a Long Way to Tipperary', così come anche appare nel catalogo 'The Greatest British Marches' (2001), collazionato da curatori della Storia Militare Britannica.

Lo schema a rima incrociata - ABAB - si ripete per le due stanze che formano la poesia.
Per ciò che riguarda 'Brighton Camp', esso era un piccolo avamposto sulla costa meridionale dell'Inghilterra, parte di una frastagliata linea difensiva volta a proteggere le coste Britanniche dalla marina Francese. Nonostante il tono tragico della poesia, tali avamposti non furono mai coinvolti in scontri diretti con la Marina di Luigi XV. Altri 'Brighton Camps' furono allestiti nel Massachussets e nel Québec.


'The Girl I left Behind Me'


Originale inglese:

I'm lonesone since I crossed the hill
And o'er the moor and valley,
such grevious thoughts my heart do fill,
Since parting with my darling.
I seek for one as fair and gay,
but find none to remind me
how swift the hours did pass away,
with the girl I left behind me.


O ne'er shall I forget the night,
the stars were bright above me
and gently lent their silv'ry light
when first she vowed to love me.
But now I'm bound to Brighton Camp,
kind heaven then, pray, guide me! -
And send me safely back again,
to the girl I left behind me.


Traduzione (libera):

Sono triste da quando ho attraversato la collina,
e andato oltre la palude e la vallata,
un tremendo pensiero il mio animo mina
da quando ho lasciato la mia amata.
Cerco qualcuna tanto onesta e gentile,
ma che possa non ricordarmi
di quanto rapidamente trascorsero le ore
con la ragazza che ho abbandonato.


E nemmeno io potrei mai dimenticare la notte,
in cui le stelle brillavano sopra di me,
e dolcemente emanavano la loro luce argentea
quando, per la prima volta, lei disse di amarmi.
Ma adesso sono assegnato a Brighton Camp,
Dio del cielo, guidami, prega per me! -
E riconducimi sano e salvo,
dalla ragazza che ho abbandonato.

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Capitolo 2
*** 'Schwer mit den Schätzen des Orients beladen' ***


Presentazione della lirica:
'Schwer mit den Schätzen des Orients beladen' è una lirica in lingua tedesca la cui datazione non è accertabile. Stando a fonti al di fuori del territorio Prussiano / Tedesco, vi erano traduzioni di questa lirica in lingua inglese che circolavano già dalla seconda metà del 19° Secolo. Tale poesia, anch'essa musicata per assumere le fattezze di una tipica volkslied, faceva probabilmente riferimento alle storie dei marinai tedeschi impegnati nel carteggio delle isole dell'Oceano Pacifico o all'esplorazione dell'Oceano Indiano. Risulta molto complesso geolocalizzare in maniera specifica il dove si svolgano le azioni (ossia, da dove arrivino i vascelli e quale sia il luogo dell'attesa), ma, in parte, su questo tema vengono in soccorso le altre svariate Matrosenlieder associate al periodo del Neocolonialismo: il luogo dell'attesa è probabilmente Amburgo, mentre i vascelli ritornano o dal Mar Cinese Meridionale, o dall'Arcipelago delle Hawaii.

La lirica presenta uno schema di rime interne ad ogni verso della prima metà di ogni stanza, prima dei ritornelli (Schatzen - beladen / fuhren - kamen), e nel Refrain segue uno schema a rima incrociata ABAB che prende forma tramite l'utilizzo delle medesime parole. 


'Schwer mit den Schätzen des Orients beladen'

Originale Tedesco:

Schwer mit den Schätzen des Orients beladen,
ziehet ein Schifflein am Horizont dahin.
Sitzen zwei Mädchen am Ufer des Meeres,
flüstert die eine der andern leis' ins Ohr:
„Frag doch das Meer ob es Liebe kann scheiden,
frag doch das Meer ob es Treue brechen kann.
Frag doch das Meer ob es Liebe kann scheiden,
frag doch das Meer ob es Treue brechen kann“

 

Schifflein, sie fuhren und Schifflein sie kamen,
einst kam die Nachricht aus fernem fernem land.
Aber es kamen nur wenige Zeilen,
daß eine andere er auserkoren hat.
„Frag doch das Meer ob es Liebe kann scheiden,
frag doch das Meer ob es Treue brechen kann.
Frag doch das Meer ob es Liebe kann scheiden,
frag doch das Meer ob es Treue brechen kann“


Traduzione (letterale):

Piena dei tesori dell'oriente,
una nave salpa all'orizzonte.
Due ragazze siedono sulla riva del mare,
l'una sussurrando all'altra nell'orecchio:
“Chiedi al Mare se può dividere l'amore,
Chiedi al Mare se può spezzare la fedeltà.
Chiedi al Mare se può dividere l'amore,
Chiedi al Mare se può spezzare la fedeltà.”


Piccole navi salpavano, piccole navi gettavano l'ancora,
finché non arrivò una lettera da un paese lontano.
Ma vi erano sole poche righe,
in cui egli diceva di aver scelto un'altra ragazza.
“Chiedi al Mare se può dividere l'amore,
Chiedi al Mare se può spezzare la fedeltà.
Chiedi al Mare se può dividere l'amore,
Chiedi al Mare se può spezzare la fedeltà.”

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Capitolo 3
*** 'Wenn ich ein Vöglein wär’' ***


Presentazione della lirica:
Wenn ich ein Vöglein wär’ è una poesia cantata tedesca risalente al 1778, composta da Johann Gottfried Herder. Influenzata dalla recente tradizione Goethiana, la poesia di Herder segue il filone inaugurato dal suo collega Frankfurtiano con la celeberrima ballata dell'Erlkönig (ironicamente, ispirata dallo stesso Herder), musicata da Schubert. Wenn ich ein Vöglein wär’ verrà musicata da Schumann nell'Ottobre 1840, entrando a far parte dell'opera Drei Duette.

La forma tedesca segue uno schema di rime di doppia baciata iniziale, ed incrociata per gli ultimi quattro versi (AA-BC-CB). La ripetizione del penultimo verso lascia intendere che già da prima di Shumann la poesia era stata creata per essere cantata.
Talvolta, seconda e terza strofa sono invertite. Vi è da segnalare la presenza di strofe spurie che non ho incluso, in quanto non parte della tradizione originaria.


Wenn ich ein Vöglein wär’

Originale Tedesco:

Wenn ich ein Vöglein wär’
Und auch zwei Flüglein hätt’,
Flög’ ich zu dir!
Weil’s aber nicht kann sein,
Weil’s aber nicht kann sein,
Bleib’ ich allhier.

 

Bin ich gleich weit von dir,
Bin ich doch im Schlaf bei dir,
Und red’ mit dir!
Wenn ich erwachen thu
Wenn ich erwachen thu
Bin ich allein.

 

Es vergeht kein’ Stund’ in der Nacht,
Da mein Herze nicht erwacht,
Und an dich gedenkt,
Dass du mir viel tausendmal
Dass du mir viel tausendmal
Dein Herz geschenkt.



Traduzione (letterale):

Se fossi un uccellino
e avessi due piccole ali
Volerei da te!
Ma, sicché io non lo sono,
Ma, sicché io non lo sono,
dovrò restare qui.

 

Anche se sono distante da te,
anche nei sogni, io resto con te,
e io parlo, con te!
Ma quando mi sveglio,
Ma quando mi sveglio,
io sono solo.

 

Nemmeno un'ora della notte trascorre
senza che il mio cuore si desti
pensando come tu,
per migliaia di volte,
per migliaia di volte,
mi abbia aperto il tuo cuore.

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