Corsa contro il tempo

di Meramadia94
(/viewuser.php?uid=166895)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La scomparsa ***
Capitolo 2: *** L'inizio di un incubo ***
Capitolo 3: *** Scattano le indagini ***
Capitolo 4: *** Una pista ***
Capitolo 5: *** Wataru e Natalie ***
Capitolo 6: *** Rivelazioni ***
Capitolo 7: *** Il tempo è agli sgoccioli ***
Capitolo 8: *** Corsa disperata ***



Capitolo 1
*** La scomparsa ***


A Tokyo era arrivato Febbraio.
Il mese degli innamorati. In città si respirava l'aria delle festa degli innamorati, durante la quale le persone che si amavano e si volevano bene si dimostravano il loro affetto scambiandosi un tangibile pensiero.
Ma non per tutti era un mese dedicato alla gioia e all'amore. In un appartamento di Tokyo, infatti un uomo fissava addolorato la foto di una ragazza, di circa venticinque anni, che sorrideva radiosa facendo il segno della pace.
Lei non avrebbe festeggiato San Valentino. Ne in quell'anno, nè in quelli che si sarebbero susseguiti. E nessuno le avrebbe portato dei fiori se non nel posto in cui tutti prima o poi erano destinati a finire.
- Potresti essere felice oggi, tesoro mio.- fece l'uomo lasciando che una lacrima solitaria cadesse sulla foto - potresti essere sposata, magari con dei bambini... e invece i fiori che avrebbero dovuto accompagnarti nel giorno più felice della tua vita ti hanno seguita in un nero sepolcro...
Fra tre giorni sarà un anno che non ci sei più tesoro mio... - un'altra lacrima cadde sulla foto - e tutto per colpa di quel maledetto poliziotto che ti ha portato via dal mondo e da me... e sarà nel giorno della tua scomparsa che capirà cosa significa perdere una persona che si ama tanto.
...
...
...
La sera del 4 Febbraio, nonostante mancassero ancora un paio d'ore alla fine del suo turno l'agente Wataru Takagi aveva chiesto un permesso per uscire prima, per poi recarsi allo studentato dove da diversi mesi viveva la sorella minore. Quando arrivò la ragazza stava sorseggiando una tazza di caffè, abbigliata di tutto punto con un maglione bianco a collo alto, un giubbetto rosso, pantaloni di jeans e un paio di scarpe da ginnastica. Vicino a sè aveva un trolley blu e una borsa da viaggio. 
Le si leggeva in faccia che era emozionata. Ed era più che comprensibile che lo fosse. Quella sera sarebbe partita con la classe superiore per una gita scolastica. E dato che lei era nella redazione del giornalino scolastico del liceo Kisso-Gakuen, era stata selezionata assieme ad altre tre ragazze, per occuparsi del rendiconto del viaggio. Quando glielo aveva detto non aveva non potuto condividere la sua gioia, ma allo stesso tempo quando gli aveva dato il permesso di lasciare il paese pur essendo ancora minorenne affinchè lo firmasse era stato colto dai dubbi. Certo, ormai la sorella poteva dirsi emancipata, ma il pensiero di saperla lontana, a decine di km di distanza, anche solo per pochi giorni non lo faceva stare tranquillo. Tuttavia, non vi era una sola ragione convincente che potesse usare per negarle il permesso... pertanto firmò quel permesso, non senza farle le solite raccomandazioni.
- Allora, ripassiamo un'altra volta le regole...- fece Takagi durante il tragitto verso l'areoporto di Haneda.
Sakura sbuffò, spostandosi un ciuffo ribelle che non ne aveva voluto sapere di essere raccolto nella treccia nella quale era solita acconciare i capelli - Dai, Taru... me le hai ripetute fino alla nausea, credo di aver capito ormai.- 
- Lo so, ma è meglio essere prudenti.... lo sai, meglio un indizio di più che una prova in meno.- 
- Uff, e va bene...- fece Sakura - Devo chiamarti appena atterro e ogni sera prima di andare a letto, e se non rispondi sul cellulare privato ho il numero del tuo telefono in ufficio, non devo mai allontanarmi da sola.-
Takagi si allungò per aprire il vano porta-oggetti della sua macchina e ne ditò fuori un foglio di carta piegato a metà - Qui c'è una lista con tutte le zone pericolose di Hokkaido, prendila.-
- Dai, adesso rilassati...- fece Sakura sistemandosi il ciuffetto di capelli dietro le orecchie - passeremo il novanta percento del tempo con la guida tra parchi naturali. Per l'occasione ho portato anche la macchina fotografica.- fece la ragazzina - non hai motivo di preoccuparti.- 
Takagi sorrise. Forse era vero... ma era un fratello maggiore. Ed era cresciuto con la responsabilità di curarsi della sorellina in ogni dove ed in ogni quando. Aveva fatto quella promessa il giorno che due agenti della prefettura di Kyoto avevano bussato alla loro porta per comunicare loro la tragica notizia riguardante la scomparsa dei loro genitori. Il tempo di appurare che non avevano altri parenti a cui poter essere affidati e di prendere qualche effetto personale ed erano stati sbattuti in un istituto di accoglienza. Per tutto il tempo, Sakura era rimasta abbracciata a lui, come a voler cercare la prova che esistesse ancora quel calore familiare che fino a poco tempo fa la faceva stare così bene. Quando aveva un brutto sogno, o qualche ragazzino particolarmente impertinente le faceva dei dispetti era sempre lui a consolarla e se la situazione lo richiedeva a dare una lezione al bambino in questione. Erano rimasti in quel posto fino al giorno del suo ventesimo compleanno. 
'' Potremmo occuparci noi di Sakura fino alla sua maggiore età''- gli aveva detto la responsabile dell'istituto -'' occuparti di una ragazzina e allo stesso tempo andare avanti con la tua vita potrebbe essere troppo gravoso per te... lascia che ce ne occupiamo noi, è la soluzione migliore per tutti...''
'' Mi faccia avere i documenti per l'assunzione di responsabilità.''- era stata la sua risposta. Ed era uscito da lì con Sakura sottobraccio. 
Ed anche se ormai era una giovane donna, piena di vita, di sogni, di interessi e che aveva lo straordinario dono di farsi volere bene da tutti, lui non avrebbe mai smesso di considerarla come la bambina che quando aveva un incubo sgattaiolava nel suo letto per cercare un appiglio o che la prima sera gli aveva chiesto con quegli occhioni tremolanti -'' Ma se sposto le lancette dell'orologio... papà e mamma torneranno indietro?'', ed in quanto tale non avrebbe smesso di preoccuparsi di lei e proteggerla e difenderla da tutto e tutti. 
- Lo so, di te mi fido...- fece Takagi. 
- Mancano tanto anche a me.- fece Sakura riferendosi ai genitori - però adesso, puoi rilassarti. Pensa un po' a te stesso. Io me la so cavare da sola.... anzi, sai cosa dovresti fare appena hai un paio di giorni liberi?- 
- Sentiamo un po'.- 
- Andare ad Hokkaido con Miwako. Ogni giorno, all'alba e al tramonto, c'è uno spettacolo senza eguali.- 
- Ah si?- fece il poliziotto parcheggiando l'auto nel parcheggio dell'aereoporto per poi aiutarla a scaricare le valige - e di che tratta?- 
- Al mio ritorno te lo mostrerò.- fece la ragazza prima di rispondere al cenno del responsabile della gita - ci sentiamo quando arrivo.- fece per poi allontanarsi salutando il fratello con un cenno della mano, del tutto ignara del terribile pericolo a cui stava andando incontro.
...
...
...
Sakura infatti ignorava completamente che uno degli accompagnatori a quella gita, avesse fatto carte false per coinvolgerla nel progetto solo per poterle giocare un pessimo tiro. E questo qualcuno era l'insegnante d'inglese Ryusako Fuemoto. E fu proprio lui ad avvicinarla in albergo poco dopo il loro arrivo, al tramonto. 
- Dove te ne sei andata di bello?- le chiese l'insegnante vedendola rientrare - sai che non dovete allontanarvi senza chiedere il permesso o informare me o la professoressa Kawabe.-
- Non si preoccupi.- fece Sakura con un sorriso - Ero solo uscita per telefonare a mio fratello e rassicurarlo... sa, è un tipo un po' ansioso.- 
- E' naturale.- fece il signor Fuemoto - Preoccuparsi di qualcuno per cui ci si sente responsabili...è la cosa più naturale di questo mondo...-
- Sì, ma non creda che ci sia rimasto troppo male.... è vero che per qualche giorno non mi vedrà a Tokyo, ma in compenso sarà in dolce compagnia.- sorrise la ragazza. Ormai era un fatto di dominio pubblico.
Dal caso del serial killer il fratello e la bella vice ispettrice erano diventati più uniti che mai, anche se Miwako era convinta di star tenendo nascosta la loro storia sul posto di lavoro per evitare che qualcuno ai piani alti iniziasse a dire che non era una buona idea che due agenti che si frequentavano, lavorassero nel medesimo ufficio e iniziasse a pensare di trasferire uno dei due al fine di evitare un conflitto di interessi. 
La notizia del loro fidanzamento, seppur non avesse ancora i caratteri ufficiali, era sulla bocca di tutti: durante la pausa pranzo uscivano sempre insieme, una volta al mese uno dei due chiedeva la serata libera nello stesso giorno di riposo degli altri... era abbastanza difficile non accorgersi che tra quei due vi fosse un rapporto molto più profondo di una semplice stima reciproca o di una bella amicizia, ma la più piccola ombra di dubbio svaniva nel momento in cui si metteva piede nella casa del poliziotto.... una coppia di spazzolini da denti, un paio di scarpe da donna sotto il letto, per non parlare del profumo tipicamente femminile. 
Mancava solo l'annuncio ufficiale e che il fratello facesse il grande passo chiedendo la mano della poliziotta per far capire che ormai era lui ad occupare il primo posto nel cuore della ragazza che faceva battere il cuore a tutto il commissariato.
- Gli ho consigliato di portare qui la sua fidanzata appena potranno fare un viaggio assieme...- fece la ragazza - La colonna solare è uno spettacolo incredibile.- 
A quel punto Fuemoto le propose, certo che la ragazza non avrebbe rifiutato - Sei fortunata. Conosco un ottimo punto di osservazione da cui si possono fare ottime fotografie.-
- Veramente?- fece la giovane con gli occhi che si illuminarono di gioiosa incredulità. 
L'uomo annuì. 
- La mia casa di famiglia ha un ottima visuale sul fenomeno della colonna solare. Possiamo andarci domattina molto presto se vuoi.- 
La ragazza annuì radiosa, del tutto ignara che la sua passione per i fenomeni naturali, che fin da bambina considerava come delle magie le sarebbe costata cara.
...
...
...
L'indomani mattina, poco prima dell'alba, Sakura si preparò e sgaiattolò fuori dalla sua stanza d'albergo per raggiungere il professor Fuemoto al parcheggio dell'albergo, per poi andare via con lui, in direzione della casa dell'uomo. 
Il viaggio durò poco meno di una ventina di minuti, e appena arrivati, il professore la invitò ad entrare e salire in soffitta.
- Wow....- fece Sakura affacciandosi alla finestra della soffitta della casa del professore, con gli occhi che brillavano per la gioia. Da lì riusciva a vedere perfettamente il fenomeno della colonna solare.
Mentre era intenta a scattare le foto, con l'intenzione di spedirle immediatamente al fratello, sentì dei passi dietro di lei.
Si voltò per conoscere l'identità di colui che le stava arrivando da dietro, e si tranquillizzò nel vedere che si trattava del professor Fuemoto. 
- Non so tu, ma io non sono più abituato al clima di Hokkaido...- fece Fuemoto posando il vassoio - Ho preparato del caffè, e ho pensato che ne avresti gradita una tazza.
- Grazie... con questo freddo non rifiuto proprio.- fece la ragazza prendendo una tazza.
E da allora divenne tutto confuso.
Era stata lei a scegliere la tazzina e a mettere lo zucchero...
Sputò quasi subito il caffè. Il sapore del valium le invase bocca.
- Che...- aveva sputato quasi subito ma doveva averne ingerita una quantità sufficente abbastanza da stordirla.
- Qualcosa non va, mia cara ragazza?- le sorrise serafico l'uomo.
- Che c'era.... che c'era in quella tazza....- fece Sakura appoggiandosi ad una sedia per non cadere rovinosamente.
- Cara bambina... è questo che succede con gli uomini. Che qualche innocente deve sempre pagare...- fece l'uomo alzandosi. La prese tra le braccia e la accompagnò gentilmente sino al pavimento - ma non devi aver paura... se non opporrai resistenza, se non farai nulla per impedire al destino di fare ciò che deve fare, finirà tutto più in fretta.-
- Ma che ti ho fatto....?- chiese la ragazza. Chiaramente era stata presa in trappola, e quell'uomo la voleva ammazzare, non voleva fare niente e non voleva altro che la sua morte... ma quello che non le riusciva afferrare era il perchè. 
Perchè lei.
Chissà se era questo quello che si chiedevano le persone quando stavano per morire ammazzate... '' Perchè proprio a me, Dio? Cosa ho fatto per meritarmi questo?''. Sicuramente vi erano anche coloro che si concentravano sulle persone che stavano per lasciare, ai giorni che non avrebbero vissuto, le tante parole che non avrebbero più detto, i posti che non avrebbero mai potuto vedere... ma lei non poteva non chiedersi, perchè proprio a loro.
Lei se lo stava chiedendo... lei e suo fratello non avevano forse sofferto abbastanza nella vita? Non avevano forse patito le pene dell'inferno quando avevano perduto i loro genitori, quando erano stati sbattuti in un istituto, senza una parola gentile da parte di nessuno se non da sè stessi l'uno verso l'altra, Wataru aveva sempre lasciato perdere qualsiasi divertimento tipico della sua età per mettersi a lavorare per mantenere sè stesso e lei, dopo tante difficoltà pensava che si fossero meritati un po' di pace, invece...
- Tu niente. E' per questo che ti chiedo scusa.- fu l'ultima cosa che Sakura udì prima di chiudere gli occhi.


Versione con l'aggiunta di un OOC che pare aver riscosso una certa popolarità, pubblicata ma mai conclusa in un altro forum poichè arrivata ad un punto morto. Ho salvato i pezzi che ritenevo più interessanti. Spero che malgrado il cambio vi piaccia.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** L'inizio di un incubo ***


Nel frattempo, Takagi non sospettava minimamente che alle prime luci dell'alba, quando lui era ancora immerso nel sonno, qualcuno aveva aggredito Sakura per farle Dio solo sapeva che cosa.
Il suo risveglio fu assai più piacevole. 
Quando si svegliò era nel suo letto, da solo, e per un brevissimo attimo credette di aver solo sognato la notte trascorsa con Miwako, e stava già andando a prepararsi e cambiarsi per andare al lavoro quando vide la bella vice ispettrice arrivare nella sua stanza con due tazze di caffè fumante.
- Volevo farti una sorpresa...- fece Sato porgendogli una tazza.
Takagi l'accettò con un sorriso -Grazie...- fece per poi prendere il suo cellulare e controllare le chiamate e i messaggi in arrivo.
''SMS from: Sakura
Tutto bene fratello, non stare in pena per me.''
Sato sorrise, scuotendo la testa. 
- Starà benissimo.- fece Sato, pensando a quanto strana fosse quella situazione. Di solito quando ci si fidanzava con l'uomo dei propri sogni, l'incubo peggiore che si poteva avere era il timore di un ritorno di fiamma con qualche donna del passato, che non aveva mai perso la speranza e che decideva di tornare decisa a riconquistare il cuore dell'ex fidanzato... nel suo caso invece, la persona di cui doveva '' essere gelosa'' e di cui temere la concorrenza era la dolce, quanto adorabile e combattiva, sorella minore del suo ragazzo.
Takagi era molto protettivo nei suoi confronti, e la cosa non la stupiva. Durante l'assenza forzata del poliziotto, la ragazza l'aveva informata del fatto che avessero perduto ambedue i genitori in un incidente stradale molti anni prima, e che entrambi per molto tempo fossero stati l'uno l'unica famiglia che l'altra aveva conosciuto. 
Forse era questo il motivo per cui quando si trattava di loro due, il resto del mondo doveva stare a guardare da una finestra.
Sakura le aveva raccontato che per un breve periodo, vi era stata la possibilità che una famiglia decidesse di adottarli entrambi, e che per '' farsela amica'', quella che sarebbe dovuta diventare la loro nuova mamma le aveva comprato una bambola...suo fratello invece le aveva regalato un paio di pattini da ghiaccio, e alla fine la donna aveva dovuto desistere e lasciar chiusa la bambola in un armadio.
- Lo so... e so anche che non dovrei stare in ansia perchè ormai è da molto che vive per conto suo... non è una che fa colpi di testa... ma non posso fare a meno di preoccuparmi per lei.- 
- E' più che naturale. Si tratta di tua sorella.- fece Miwako.
- Si ma... non è solo per questo.- fece Takagi - vedi, per tutto questo tempo... le ho fatto da padre e da madre... ma il mio cruccio, è di non averle mai dato una vera famiglia.- 
- Non devi dire così.- fece Miwako - tu hai rinunciato a tutto quello che ti era dovuto da ragazzo per prenderti cura di lei... e i risultati si vedono.- fece la poliziotta ricordando la calma, il sangue freddo, forse l'eccessivo auto controllo che la ragazza aveva dimostrato durante la scomparsa del poliziotto, preso in ostaggio da un killer in fuga. Tutti loro quando l'avevano conosciuta pensavano di dover fare da baby sitter ad una ragazzina fragile, spaurita e spaventata, invece davanti a loro c'era una ragazza forte, determinata, che aveva quasi fatto il diavolo a quattro pur di restare alla centrale fino alla fine delle indagini ed avere la certezza matematica di poter rivedere il fratello o meno, e che aveva dato lei stessa un contributo alle indagini... e che allo stesso tempo si era presa cura anche di loro. 
- Sì lo so...- fece Takagi - però... quando avevo diciassette anni, per un qualche strano miracolo, una coppia che non aveva figli si dichiarò disposta ad adottarmi... era chiaro, non ero felice dell'idea di dover chiamare mamma e papà due perfetti estranei, ma pensavo che quella fosse l'occasione per far ricordare a Sakura il calore di una madre e di un padre... io avevo già avuto tutto questo, lei invece aveva solo otto anni quando... beh, quando.- 
- Ma io credevo di aver capito che non siete usciti di lì finchè non hai compiuto vent'anni...- fece Miwako.
- Sì. Perchè alla coppia... interessata, chiamiamola così,  interessava solo avere un figlio maschio al quale trasmettere un consistente patrimonio... 
E' vero, la mia vita sarebbe stata più semplice... ma non avrei mai potuto abbandonarla in un orfanotrofio...- nonostante sapesse di aver fatto la cosa giusta, si era sempre sentito in colpa nei confronti della sorellina. Lui sapeva cosa significava avere l'amore di una madre e la guida di un padre. Lei aveva da poco iniziato ad andare a scuola quando era accaduta la terribile disgrazia. Ce l'aveva sempre messa tutta nel crescerla e nello starle vicino, ma aveva sempre saputo che non sarebbe mai riuscito a darle una vera famiglia.
- Gliela costruiremo attorno, una famiglia.- fece Miwako - Tu, io, lei... insieme potremmo formare una famiglia.- e visto che lei e il suo fidanzato stavano vagliando l'ipotesi di andare a vivere insieme, quell'ipotesi non era più così improbabile. Dovevano solo trovare l'occasione di dirle che a breve sarebbero andati a convivere.
...
...
...
Quando i due arrivarono in centrale vi trovarono il detective Goro e il piccolo Conan, che si trovavano in centrale al fine di depositare una consulenza del detective '' in trance'' riguardo ad un caso risolto pochi giorni prima. Con loro vi erano gli ispettori Megure e Shiratori, i quali salutarono subito la coppia di agenti. 
- Come mai in ritardo?- chiese l'ispettore.
- Ci scusi.- fece Miwako - Takagi voleva avere notizie di Sakura ed accertarsi che stesse bene prima di venire al lavoro...- 
- Chi è Sakura?- chiese Goro. 
- E' la sorella minore di Takagi.- fece Conan - Ha un anno più di Ran e vive in uno studentato.-
- E tu come sai tutte queste cose, saputello?- fece Goro. 
- Beh, l'ho conosciuta durante il caso del serial killer del mahjong... ha dato una mano alle indagini.- 
'' Iniziano ad esserci troppi mocciosi che giocano a fare i detective, in questa città''- pensò Goro ma poi si rivolse al poliziotto - Immagino che tu non la veda molto spesso per domandarti perchè non ti chiama.- 
- No, per la verità ci sentiamo praticamente ogni giorno, e a volte riusciamo anche a vederci, ma ieri sera l'ho accompagnata all'aereporto di Haneda per una gita scolastica... è la prima volta che è così lontana da casa.-  fece Takagi. 
- Non credo che ci sia da preoccuparsi.- fece  Shiratori - è una ragazza assennata, pure troppo per la sua età,  e non si farebbe mai convincere a fare un colpo di testa...-
In quel momento il cellulare del giovane assistente dell'ispettore Megure squillò.
'' From Sakura:
Ti ho preso un pensierino, spero che ti piaccia''- ma non ebbe nemmeno il tempo di sorridere pensando alla dolcezza del carattere della sorella, che un fattorino entrò nella sala tenendo un pacco sotto braccio, chiedendo espressamente del detective Wataru Takagi.
- Sono io.- si proferì il poliziotto. 
- Un pacco per lei da Hokkaido.- 
- E chi lo manda?-fece Takagi stranito. Di solito la posta gliela recapitavano a casa e non rammentava di aver ordinato niente.
- Questo pacco...- fece il fattorino leggendo il nome sulla bolla di spedizione - Viene dall'aereoporto di Shin-Chitose, e la mittente è la signorina Sakura Takagi.- 
Takagi si avvicinò per prendere in consegna il pacchetto, anche se faceva molta fatica a comprendere.
E non era il solo. 
Anche Conan trovava molto strano che Sakura, arrivata in albergo solo la sera precedente in una località di Hokkaido, anche se avesse già avuto tempo e modo di andarsene in giro per negozi, era altamente improbabile che fosse riuscita a spedire un pacco per posta aerea. Inoltre non riusciva a capire per quale motivo un fattorino fosse andato a cercare il destinatario sul posto di lavoro invece di lasciarlo davanti alla porta del suo appartamento o in consegna al portiere del palazzo.
- Scusi.- fece Conan - come mai è venuto direttamente qui? Di solito la posta non si consegna a casa del diretto interessato?- 
- Sì... ma la persona che ha spedito il pacco si è raccomandata che il destinatario aprisse il pacco appena possibile... pare che dentro ci sia qualcosa che andrà a male entro dopo domani.- 
- Forse ti ha spedito qualche specialità tipica di Hokkaido.- ipotizzò Goro. 
- Ma non ha senso...- fece Takagi iniziando a scartare il pacchetto - da qui ad Hokkaido ci vogliono solo due ore in aereo, poteva darmele di persona e in giornata, sarebbe stato più semplice...- quando finì di scartare il pacco scoprì che conteneva un tablet. 
'' E' di seconda mano...''- pensò Conan notando che le scritte sul retro relative alla ditta produttrice erano state raschiate via, come se qualcuno avesse cercato di impedire a chi ne sarebbe entrato in possesso di scoprire chi lo aveva acquistato. E fu allora che gli venne qualche dubbio sul fatto che fosse stata Sakura a spedire quel dispositivo. 
- Prova ad accenderlo per favore...- fece Conan.
Takagi annuì e tenne premuto il pulsante di accensione... quasi gli venne un infarto.
Sullo schermo era apparsa l'immagine di Sakura, legata, con un pezzo di nastro adesivo sulla bocca e con una corda attorno al collo.
I suoi occhi erano pieni di terrore, malgrado sembrava stesse auto-imponendosi di non aver paura. Supplicavano aiuto e pietà.
- Oh mio Dio...- balbettò Takagi terreo in volto e con gli occhi vitrei per il terrore.
Anche gli altri presenti quando videro le immagini sembravano più morti che vivi nel vedere la loro amica in quella situazione.
L'angolazione cambiò. Sakura ora era ripresa dal basso... e la faccenda iniziò ad assumere toni drammatici.
Era stata messa su un'asse di legno in bilico su un'impalcatura... se per caso avesse fatto una mossa sbagliata o brusca, sarebbe caduta restando appesa per il collo.
'' Ma che ti hanno fatto....?''- pensò Takagi.
- Avverto subito il sovrintendente...- fece Megure prendendo il cellulare.
Takagi non diceva nemmeno una parola, quasi come se una sanguisuga gli si fosse attaccata e gli avesse risucchiato ogni forza.
Le parole attorno a lui erano ovattate, distanti, quasi come se stesse affogando... e mantenere la lucdità fu quasi impossibile, malgrado Miwako, Shiratori e Megure cercassero come potevano di tranquillizzarlo.
Goro e Conan altrettanto... ma era inutile. Non avrebbe mai creduto a quelle parole, almeno sino a quando Sakura non fosse al sicuro.
La presa delle sue mani divenne quasi di colla e farina e lasciò cadere la scatola in cui era contenuto il tablet.
Sua sorella era nelle mani di un criminale... e lui non era riuscito a proteggerla, ed in quel momento non sapeva nemmeno dove andarla a cercare.
Iniziava a domandarsi se per caso non avesse fatto arrabbiare qualche Entità Superiore, per meritare di assistere impotente alla scomparsa di tutti coloro che amava e che aveva amato.
...
...
...
Aveva ancora la testa e la bocca impastate dalla nebbia del valium ma era sopravvissuto un barlume di lucidità che le aveva fatto bene intendere che quella era la classica situazione in cui appena ne prendeva coscienza, sotto sotto, avrebbe voluto essere già morta.
La prima cosa che vide appena aperti gli occhi, fu una telecamera. Aveva caviglie e polsi immobilizzati, e si trovava su un asse posizionata sopra un' impalcatura. Oltre a questo... aveva anche un cappio attorno al collo.
'' Oddio... ma che diavolo sta succedendo?!?''- pensò spaventata a morte. Si sarebbe messa ad urlare come una forsennata se non avesse avuto il nastro adesivo sulla bocca.
Ripercorse a ritroso tutti gli eventi che avevano portato a quella svolta, quasi sperando di aver avuto un incubo... in fondo, era sorella di un poliziotto, che tra l'altro mesi prima era pure stato sequestrato da un omicida, per quale motivo non avrebbe dovuto sognare una cosa del genere? 
Ma era tutto vero invece... il freddo che le pungeva la pelle, il cuore che minacciava di scoppiarle in petto per la paura, la sensazione di stare per impazzire... e già che c'era pure la rabbia di non poter fare nulla.
Bastava un movimento falso e sarebbe morta.
'' Fratellone.... aiutami. Ti prego.''- pensò la ragazza trattenendo un singulto. Non sapeva chi ci fosse dall'altra parte dell'obiettivo.
Forse il suo rapitore, e di certo non aveva intenzione di scoppiare a piangere e dargli soddisfazione.
Sperava  che però quella videocamera fosse l'unico aggancio che aveva con Wataru. Ed in quel caso non si sarebbe vergognata più di tanto nel piangere, ma non voleva farlo in ogni caso. Se la stava guardando, sicuramente era già preoccupatissimo per conto suo, e vederla disperata o spaventata non lo avrebbe aiutato.
'' Piuttosto... cerca di dargli qualche indizio utile''- ordinò a se stessa.
Più facile a dirsi che a farsi. Non sapeva nemmeno da che parte di mondo si trovava, come faceva a dare al fratello un indizio per ritrovarla? Vedeva  i tetti di alcune case, ma non riusciva a riconoscerli, quindi non si trovava nei pressi della casa del professor Fuemoto e nemmeno in quelli dell'albergo... poteva averla portata chissà dove, magari dalla parte opposta dell'isola di Hokkaido.
Per ora quindi non poteva che starsene immobile e tranquilla ed attendere che qualcosa o qualcuno le desse almeno un'idea di dove si trovasse. Poi avrebbe trovato il modo di lasciare un indizio al fratello maggiore.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Scattano le indagini ***


Poco dopo, l'intera  prima squadra era stata radunata con priorità assoluta. Accorse anche il sovrintendente Matsumoto, quando scoprì che ad essere rapita era la sorella di un poliziotto della sua sezione. 
La prima cosa che fece Takagi, fu contattare immediatamente gli accompagnatori della gita, al fine di chiedere spiegazioni non tanto per conoscere la dinamica del rapimento, in quanto se vi avessero assistito avrebbero già contattato le autorità dell'isola e lui sarebbe stato informato molto prima... a lui interessava sapere a quanto tempo risaliva l'ultima volta in cui sua sorella era stata vista.
Si era infatti accorto che la consegna di quel pacco e la mail di Sakura che lo informava di avergli preso un regalo distavano pochissimi minuti di distanza. Quel messaggio, e forse quello ricevuto la mattina, non era stato scritto da Sakura.
Quindi doveva essere stata rapita la mattina sul molto presto o la sera dopo l'orario di coprifuoco.
- L'albergo prevede che tutti siano nelle loro camere entro le undici di sera, la colazione viene servita alle sette... i suoi insegnanti dicono che era a cena e che poi si è ritirata in camera sua alle nove...- fece Takagi.
- Ok, quindi l'orario del rapimento è compreso tra le nove di sera e le sette di questa mattina, ovvero dieci ore....- fece Conan - scusa Takagi, che tu sappia, tua sorella aveva qualche amico o conoscente ad Hokkaido, qualcuno che avrebbe voluto rivedere?-
Takagi scosse la testa - No. Siamo sempre vissuti a Tokyo. Come ho già detto, questa è la prima volta che passa del tempo '' fuori casa''.- 
- Però Sakura è una ragazza sveglia.- fece Miwako cercando di contenere l'agitazione - Io non ce la vedo a dare confidenza ad un estraneo o fidarsi di un tipo appena conosciuto che le da appuntamento chissà dove.- 
- Bene, a questo punto abbiamo un valido indizio di partenza.- fece Goro - Può essere stato solo qualcuno che conosceva bene... questo restringe il campo.-
Per quanto sembrava improbabile che un gruppo di persone che Sakura vedeva per la prima volta decidessero di rapirla ed organizzare un piano così complesso. Avevano esaminato il tablet ed avevano scoperto, con raccapriccio, che il dispositivo era stato modificato in modo da non poter usare il touch-screen e nessun'altra funzione. Anche le funzioni di ricarica erano state disabilitate.
Per fare una cosa simile bisognava essere in possesso di capacità informatiche al di sopra della norma. 
- Però esiste anche la possibilità che il rapitore sia una persona che ha aggredito Sakura per vendicarsi.- fece Conan - Si è dato una gran premura per far arrivare al familiare più vicino la notizia del rapimento e gli aggiornamenti in tempo reale sulla situazione di Sakura, raccomandandosi di aprire il pacchetto quanto prima...  se lo scopo del rapitore fosse stato ucciderla per vendicarsi di un torto subito da lei, non si sarebbe comportato così.-
- Capisco cosa intendi...- fece Chiba - pensi che il rapitore volesse che Takagi si rendesse conto delle precarie condizioni di sua sorella per rallegrarsi del vederlo soffrire mentre si logora l'anima nel tentativo di salvare sua sorella?-
- Pensate che... che sia stato qualcuno che cova rancore verso di me?- fece Takagi con gli occhi fuori dalle orbite. Un'ipotesi totalmente priva di senso per i presenti. Per chiunque lo conoscesse, era impossibile associare le parole '' odio e risentimento'' all'agente Takagi. Un uomo tranquillo, timido, che diventava rosso al solo pensare la donna di cui era innamorato, sempre pronto a scattare all'ordine di un superiore, che non si era mai lasciato sfuggire nemmeno una parola riguardo agli episodi di mobbing a cui era stato spesso sottoposto dai colleghi e da Shiratori riguardo ai suoi appuntamenti con la beniamina della prima sezione, e che occupava il grado minore della polizia non era certo una persona verso la quale provare risentimento al punto di costringerlo ad assistere impotente alla lenta agonia di una persona a cui teneva tantissimo. 
- Non è un'ipotesi da sottovalutare.- fece il questore - So che hai lavorato con successo a diversi casi, incluso il caso del serial killer, magari qualcuno provava del rancore verso di te e ha pensato di fartela pagare attraverso tua sorella.- 
- Ma se le cose stanno così perchè prendersi la bega di aspettare che Sakura facesse un viaggio, acquistare un biglietto, quando invece a Tokyo gli sarebbe bastato seguirla e aspettare il momento giusto per rapirla?- fece Goro. 
- Perchè sapeva che non avrebbe avuto vita facile.- fece Conan - A Tokyo è solita frequentare spesso dei poliziotti giusto? Non l'avrebbe mai avvicinata sapendo che vi sareste mossi subito.- 
Non c'erano dubbi. 
Era stato tutto calcolato al dettaglio. L'unica cosa che non riusciva a capire era come faceva il colpevole a sapere che Sakura avrebbe fatto un viaggio? Non era così scontato che succedesse. E in secondo luogo, se nessuno aveva assistito al rapimento o sentito le grida di Sakura che chiedeva aiuto, era altalmente probabile che credesse di avere un buon rapporto con il suo rapitore.
- Il fattorino che ha consegnato il pacco?- chiese il sovrindente.
- L'ho interrogato io, signore...- fece Shiratori ancora terreo in volto - Dice che ha preso in consegna il pacco consegnato a Takagi all'aereoporto di Haneda, quindi non ha visto se a spedirlo era un uomo oppure una donna... ma gli è stato riferito quell'agghiacciante messaggio.- 
- Quale messaggio?- fece Matsumoto. 
- Pare che chi abbia spedito il pacchetto si sia raccomandato di farlo aprire appena consegnato perchè conteneva merce degradabile che sarebbe andata a male entro tre giorni...- fece Goro - per questo ho ipotizzato che all'interno vi fosse del cibo.-
- Merce degradabile che andrà a male entro tre giorni... abbiamo a che fare con un criminale spietato e con un senso dell'humor nero.- fece Megure.
Purtroppo aveva ragione. Non avevano idea di dove si trovasse con esattezza, ma una cosa era appurata. Per quanto forte potesse essere, anche sul piano fisico, il massimo che una persona poteva reggere senza assumere liquidi era una settimana, a patto però che si nutrisse dei liquidi contenuti negli alimenti. E dato che dubitavano fortemente che ciò sarebbe accaduto, le stime si abbassavano. E per la vittima il decesso diventava una certezza entro tre giorni. 
Era la vita ad essere merce facilmente degradabile. Sentì un moto di nausea salire pensando a chi potesse essere stato ad ordire un piano così crudele, contro una ragazzina di appena diciotto anni.
- Megure, contatti l'areoporto di Shin-Chitose e si faccia dare informazioni sulla persona che ha spedito il pacco.- fece il questore - E' vero che dagli aereoporti partono e arrivano molte persone e vengono spediti molti pacchi, ma abbiamo più o meno un'idea di quando è partito il pacco e sappiamo che chi lo ha spedito si è raccomandato di farlo aprire immediatamente, dovrebbe essere facile ricordarlo, anzi forse compare addirittura in un video.- 
- Agli ordini.- fece l'ispettore.
- Shiratori, lei e la detective Sato andate allo studentato dove alloggia la ragazza.- fece il questore - Interrogate chiunque vi capiti a tiro, chiedete se hanno notato qualcuno che si aggirava nei dintorni della struttura o se è venuto a fare domande su Sakura.
Controllate anche l'alloggio della ragazza. E' facile che qualcuno si sia introdotto nel dormitorio spacciandosi per un addetto alle pulizie o della manutenzione per piazzare in camera sua delle microspie.-
- Signore...- fece Takagi con voce bassa e supplichevole - Mi faccia andare con loro... per favore.-
Matsumoto lo guardò con aria severa ma comprensiva - Ascolti, ho una vaga idea di come possa sentirsi in questo momento... ma sa meglio di me che per un poliziotto è severamente proibito investigare su un caso in cui sono coinvolti amici o parenti.- però comprendeva anche che era una richiesta impossibile pretendere che qualcuno potesse starsene tranquillo accanto ad un telefono che forse non sarebbe mai squillato, e con il terrore di ritrovarsi un collega alla porta che lo informava di aver trovato il corpo di Sakura.
- Con il dovuto rispetto, Sakura la conosco meglio io di chiunque altro.- fece Takagi che iniziava a vedere rosso - conosco sia la posizione dei mobili che quello che ha nell'armadio, se c'è qualcosa fuori posto in quella stanza è più facile che lo noti io.- 
- Takagi ha ragione.- fece Shiratori spezzando una lancia in favore dell'ex rivale in amore - Se in quella stanza vi fosse un oggetto che non appartiene a Sakura, noi difficilmente potremmo accorgecene...- 
Il sovrintendente finse di pensarci un attimo. 
- Bene, allora i detective Sato e Takagi si occuperanno delle indagini allo studentato, mentre lei Shiratori  si attiverà per tracciare il cellulare della ragazza. Se come penso il colpevole ha inviato dei messaggi all'agente Takagi per impedirci di individuare con precisione l'orario del rapimento, potrebbe aver spedito dei messaggi mentre si trovava ancora nel pressi del luogo in cui è prigioniera la ragazza.-
- Agli ordini signore.- fece Shiratori allontandosi per contattare subito gli esperti della polizia informatica.
Riuscì a sentire Takagi bisbligliargli un '' Grazie''
'' Prego'', rispose prontamente.
- Chiba, in quanto a lei, si occupi di registrare le immagini del tablet.- fece Matsumoto - Ma lo lasci acceso solo per dieci minuti all'ora. Purtroppo non possiamo ricaricarlo e la durata della batteria non supera le dieci ore.-
- Certo, mi attrezzo immediatamente.- fece Chiba.
- Sovrintendete...- fece Goro - se mi è concesso, vorrei dare anch'io il contributo alle indagini... potrei riesaminare i casi in cui il detective Takagi ha dato un contributo determinante...- 
Il sovrintendente annuì. 
In quel momento c'era bisogno dell'aiuto di tutti.
Poco dopo, mentre tutti si erano precipitati a svolgere i compiti che il sovrintendente aveva loro assegnato, Sato e Takagi erano in macchina per dirigersi allo studentato dove viveva la sorella del giovane agente.
Miwako era alla guida, mentre Takagi teneva lo sguardo basso, per non mostrare alla fidanzata che aveva gli occhi lucidi e gonfi di pianto, a causa della sua rabbiosa impotenza. Gli era capitato spesso, come poliziotto, di indagare su qualche caso di rapimento, e aveva detto a molti familiari di restare calmi e che in quei casi la decisione migliore era di non cedere alla paura e alla tentazione di prendere decisioni avventate... ora però capiva che solo quando determinate cose succedevano a te, si poteva veramente capire quanto possano sembrare insensati certi consigli. 
Stare calmo e non fare pazzie... come faceva a stare calmo quando sua sorella, il suo stesso sangue, l'unica persona che gli era rimasta con cui condividere dei ricordi, era stata rapita da qualcuno che a quanto pareva non aveva nulla di meglio da fare che inventare trappole mortali che costringevano lo sventurato che ci finiva dentro a soffrire fino allo stremo delle forze e godere dell'impotenza di chi avrebbe fatto carte false pur di essere al suo posto. Perchè sì, pur di aiutare la sua sorellina, avrebbe fatto volentieri cambio con lei, avrebbe accettato di sopportare quei tre giorni di paura e sofferenza con un gran sorriso sulle labbra.
Tutto pur di non sopportare la condanna peggiore che qualcuno potesse subire: vedere un pezzo della sua anima che stava soffrendo le pene dell'inferno e non poter fare nulla per aiutarla... se non aspettare e guardare.
Miwako non sapeva cosa dire per cercare di confortarlo. Solo frasi fatte che sembravano offensive in un momento del genere. 
Perchè sotto quel punto di vista, Takagi era come lei: avrebbe creduto di poter vedere qualcuno sano e salvo solo se le avessero fornito delle prove. 
'' La troveremo. Troveremo lui e riporteremo a casa lei. Viva.''- promise a sè stessa.
...
...
...
Pov Sakura
Ormai erano ore che stava ferma immobile su quella tavola di legno. Le corde attorno a polsi e caviglie iniziavano a segarle la pelle, e cosa peggiore sentiva che iniziava ad intorpidirsi con tutto quel freddo e l'impossibilità di muoversi.
L'unica cosa che sembrava poter fare era stare ferma e fissare l'occhio della telecamera in attesa. Attesa di vivere, attesa di morire... la seconda era molto più probabile. Le sue possibilità di resistere in quello stato, senza nemmeno un goccio d'acqua a portata di mano, non potevano esistere per più di due giorni. E il freddo le riduceva ancora di più.
La cosa che le dava un minimo di conforto era che ormai era passato quasi un giorno dalla sua scomparsa. Suo fratello, Miwako, l'ispettore Megure e Shiratori ormai dovevano essersi resi conto che qualcosa non andava e sicuramente la stavano cercando.
In fin dei conti, non si veniva rapiti da un giorno all'altro, solo perchè uno diventava improvvisamente matto.
Sicuramente si era messo in contatto con le persone che la conoscevano, e gli aveva fatto avere le sue richieste.... ma lei non aveva intenzione di starsene tranquilla ad aspettare il suo destino o la fine di una lunga ed interminabile trattativa, visto che del suo rapitore non aveva più alcuna fiducia.
Aveva avuto modo di dare un'occhiata sotto di sè ed il suo pensiero era stato -'' Anziano ma diabolico.''-
Le venne un'idea.
Riuscì ad infilare due dita nella tasca posteriore dei jeans e a sfilare il portafoglio per farlo cadere.
Con un po' di fortuna, qualcuno avrebbe notato.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Una pista ***


Takagi e Sato perquisirono con cura la stanza di Sakura allo studentato ed interrogarono tutti coloro con lui la ragazza era solita interagire durante la sua giornata, ma non ne ricavarono un ragno dal buco.
Nessuno di loro era stato in grado di dir loro qualcosa che non sapessero già: Sakura era una brava ragazza con la passione per i fenomeni naturali, come i temporali, gli arcobaleni, le eclissi di luna, adorava l'alba con la luce che cresceva sempre di più, che stava scaricando dei test di preparazione all'università, che preferiva il mare alla montagna... e che adorava quello che considerava parte della sua famiglia.
Non risultava nemmeno qualche amicizia o conoscenza nuova nelle sue pagine social e negli appunti del suo diario personale.
- Sai a quanti genitori ho detto di stare tranquilli, che il panico non faceva bene ne a loro ne al loro figlio scomparso e a quanti parenti ho detto di non prendere decisioni affrettate?- fece Takagi - solo quando capita a te capisci quanto sia stupido...- 
- Cosa posso fare per farti star meglio....?- fece Sato - vuoi... vuoi un caffè, un bicchiere d'acqua, un succo di frutta...- 
- Mia sorella.- fece Takagi sedendosi sul letto prendendo il cuscino a forma di cane - Rivoglio solo mia sorella. Tutto quello che riesco a pensare... è che l'ho consegnata al suo carnefice.- 
- Ma che sta dicendo?- fece Sato - Tu non c'entri niente.- 
- Sì invece.- fece Takagi - Sakura è sotto la mia responsabilità. Se solo non le avessi firmato il permesso, se le avessi detto di no...- 
- E a che scopo?- fece Sato. Il rapitore aveva pensato a tutto nei minimi particolari, aveva addirittura spedito a  Takagi un dispositivo elettronico sul quale poteva assistere impotente al calvario di sua sorella, si era appoggiato ad un server estero per non essere rintracciato, l'aveva seguita fino ad Hokkaido... aveva curato molto i particolari. Probabilmente l'aveva tenuta d'occhio per settimane, forse mesi, in attesa che capitasse l'occasione adatta per rapirla. Prima o poi avrebbe messo in atto il suo piano. Era solo questione di tempo - Taru... era premeditato. Poteva succedere in qualunque momento.- 
- Potevo impedirlo. Dovevo dirle di no, accettare di litigare con lei, che mi mandasse al diavolo... ma ora sarebbe al sicuro.- 
- Per ora. Forse.- fece Sato - ma avresti solo rimandato l'inevitabile. Non angustiarti. Non è colpa tua.-
Takagi fece per ribattere quando suonò il suo cellulare. 
- Takagi.- fece il poliziotto.
'' Allora, ti stai divertendo?''
Gli occhi del poliziotto divennero vitrei quando capì che dall'altro capo c'era il rapitore di sua sorella. 
- Chi sei? Perchè lo stai facendo?- 
'' E te lo domandi anche?''- fece la voce al telefono facendosi più aggressiva -'' Mi dispiace aver dovuto fare del male proprio a lei, così dolce, così carina... ma tu non mi hai lasciato altra scelta quando hai distrutto la mia famiglia.'' 
- Ma si può sapere di che parli?- fece Takagi alterandosi, mentre Sato gli faceva cenno di farlo parlare, di tenerlo al telefono il più possibile, il tempo necessario di chiamare Shiratori per allerlarlo sul tenere d'occhio il cellulare di Sakura. Se tanto le dava tanto, il rapitore stava usando proprio quel telefono per parlare con Takagi. 
- Non capisco... se ce l'hai con me, ti prego, dammi un appuntamento e parliamone.- fece Takagi - ma lascia andare Sakura. Lei non ha nulla a che fare con questo.- 
'' E dovrei perdermi lo spettacolo di vederti mentre ti logori l'anima mentre cerchi di salvare la tua sorellina senza riuscirci? Tu sei pazzo.''
- No tu sei il pazzo tra noi due! Pazzo e pericoloso.- fece Takagi furioso - Non so chi tu sia, ne cosa tu ritenga che io ti abbia fatto, ma te la sei presa con una bimba innocente!- 
'' Come lo era la persona che hai ucciso... dolce ed innocente. Ora sai anche tu cosa significa perdere una persona amata e non essere in grado di salvarla.- e nel dir così attaccò il telefono. 
- No aspetta.... maledizione!- 
...
...
...
- La telefonata proveniva dal cellulare di Sakura.- fece Shiratori - E pare che il telefono si trovasse all'aereoporto.-
- Testimoni, nastri di video-sorveglianza?- fece Megure.
- Dubito che ci sarebbero utili.- fece Goro - Un uomo che parla al telefono in un aereoporto non è qualcosa che salta all'occhio. Pure se fosse stato immortalato in qualche video, identificarlo sarebbe impossibile.- 
'' Ha ragione.''- pensò Conan. 
- E che mi dite del pacco che è stato spedito all'agente Takagi?- chiese il questore Matsumoto. 
Fu Megure a rispondere - In effetti risulta che due ore prima della consegna del tablet qualcuno abbia spedito un pacco per posta prioritaria... ma tutto quello che sappiamo dall'impiegato è che era un uomo, sul metro e ottanta circa, ed aveva una sciarpa, un berretto e gli occhiali.... ma non ci ha fatto molto caso, visto che ad Hokkaido fa sempre molto freddo.- 
- Quindi non abbiamo niente.- fece Matsumoto sospirando. Non voleva nemmeno immaginare come si sentisse l'agente Takagi. Non avevano idea di chi avesse spedito il pacco, ne modo di identificarlo dai video dell'aereoporto, e non era saltato fuori niente di rilevante dai casi a cui il poliziotto aveva dato un grande contributo. 
Insomma, le indagini erano ferme. 
- Anche dalla perquisizione della sua camera allo studentato non è saltato fuori nulla...- fece Sato - solo che le piacciono i fenomeni naturali, i libri e che non le piace molto uscire... ma questo lo sapevamo già.- 
- Ecco perchè ha aspettato una gita scolastica.- fece Goro - era l'unica occasione per prenderla.- 
Takagi sospirò - Quindi... è colpa mia. Se non le avessi firmato il permesso...- 
Shiratori intervenne - Tua sorella ha diciotto anni. Non poteva stare chiusa in casa tutto il giorno per il resto della sua vita e tu non potevi prevedere una cosa del genere. Pensiamo piuttosto a come tirarla fuori da questo pasticcio.-
- Giusto.- fece Matsumoto - Cosa le ha detto di preciso il rapitore?- 
- Ha detto che voleva che anch'io sperimentassi sulla mia pelle cosa vuol dire perdere una persona amata senza essere in grado di salvarla... e che era quello per meritavo per aver ucciso una persona a lui cara... solo che non capisco cosa voglia dire.- fece Takagi - lo giuro sulla mia vita, non ho idea di chi stia parlando.-
Megure cercò di calmarlo - Ehy. Qui nessuno pensa che sia colpa tua. E figuriamoci se sei responsabile della morte di qualcuno....-
- Io so solo che in questo periodo, puntuale come la bolletta dell'acqua, pare che io debba perdere una persona cara... scusatemi.- fece Takagi allontanandosi per andare sul tetto a prendere una boccata d'aria. Gli pareva di impazzire lì dentro.-
...
...
...
Megure sospirò.
- Povero ragazzo.- fece l'ispettore - non bastava la ricorrenza della morte di Date.... quell'uomo ha scelto proprio il momento peggiore per colpirlo attraverso Sakura.- 
Conan chiese - Chi è Date?-
Megure non si fece pregare - Era il mentore di Takagi quando uscì dall'accademia.  Le reclute appena uscite dall'accademia, devono essere affiancate da un agente più esperto, per insegnargli al meglio il mestiere. Incaricai il detective Date di occuparsi del suo tirocinio dopo l'accademia.
All'inizio Date non era troppo entusiasta di doversi portare appresso un pivello, anzi... - ricordava ancora quando gli aveva presentato Takagi, chiedendogli di fargli da guida, almeno nei primi tempi.
Date era rimasto seduto, con le braccia incrociante, il perenne stuzzicadenti in bocca a squadrare il '' nuovo arrivato'' da capo a piedi, con sguardo duro come per dire '' Sono troppo vecchio per fare il baby-sitter ad un giovinastro che ha appena smesso di andare a scuola''.
- Ah si... credo di averlo conosciuto una volta...- fece Goro - era un tipo rude, con lo sguardo sempre acido e se per caso qualcuno provava a farselo amico... lanciava certe occhiate capaci di ucciderti sul posto.-
- Sì. In effetti era fatto così... ma con le persone a cui era legato e alle quali voleva bene, era molto diverso.- spiegò Shiratori - Dopo qualche mese assieme, erano diventati inseparabili. In giro li chiamavamo '' I fratelli Wataru''.-
- I fratelli Wataru?- fece Conan.
- Si. Il nome di battesimo di Date era Wataru, come Takagi.- rispose Shiratori - Erano molto legati, quasi come se fossero fratelli, anche se avevano due caratteri praticamente opposti... Date non ci pensava due volte a buttarsi nella mischia e a ricorrere ai pugn per sedare una rissa, mentre Takagi preferisce usare le parole per calmare le acque.-
Megure sospirò - E conoscendolo , non mi meraviglio affatto che Takagi si sia sentito perduto quando Date se n'è andato.-
- Ha lasciato la polizia?- chiese Goro.
- No. Ha lasciato questo mondo, purtroppo.- rispose Megure - Peccato, era uno dei migliori della squadra.-
- Accidenti...- fece Goro sbiancando - ma come è successo, è stato ucciso in servizio?!?-
Shiratori fece cenno di no con il capo - Questa è la parte davvero assurda... tutti gli altri agenti ogni volta che Date riusciva a spuntarla contro un delinquente andavano a dirgli '' Al tuo posto, io sarei rimasto morto'', anche i più anziani... sembrava che nulla potesse scalfirlo, certe volte pensavamo che avesse fatto una specie di patto con il diavolo... e poi è arrivata la botta.-
- Lui e Takagi avevano passato la notte a fare un appostamento.- spiegò Megure - alle prime luci dell'alba ordinammo loro di rientrare e che avremmo provveduto a dar loro il cambio. Poco meno di un'ora dopo...- le urla di Takagi che con la voce spezzata dalle lacrime comunicavano che Date era morto non le avrebbe mai dimenticate. Non era certo la prima volta che perdeva un collega e che soprattutto per il compagno di pattuglia era un dolore terribile, ma Takagi era disperato.
Per tutto il giorno ed anche per il funerale del suo amico non aveva fatto altro che piangere in preda alla disperazione più nera.
All'inizio aveva pensato che forse quella reazione era dovuta alla sua sensibilità... poi aveva incontrato Sakura, e da lei aveva scoperto che avevano perso i genitori in maniera improvvisa e tragica, gli anni in istituto, e poi i sacrifici che il più giovane dei suoi sottoposti aveva dovuto affrontare per provvedere sia a lui che a sua sorella... senza nessun punto di riferimento a cui rivolgersi.
Date per lui rappresentava questo. Una sorta di fratello maggiore sui poter fare riferimento e al quale rivolgersi... e quando morì, fu un colpo terribile.
- Takagi aveva proposto di andare a prendere un paio di caffè, e di andare lui stesso al chioschetto a comprarli... ma fatti pochi passi ha sentito una brusca frenata, un tonfo ed un corpo che cadeva a terra.- fece Megure - Pare che Date si fosse chinato per recuperare qualcosa che gli era caduto, ed un automobilista assonnato lo colpì in pieno. Morì durante il trasporto in ospedale. Questo è successo un anno fa.- 
- E dopo un anno da quella disgrazia, è il turno di Sakura...- fece Sato - pare impossibile.- 
- E come se non bastasse, il giorno dopo la scomparsa di Date, fummo chiamati ad indagare sulla morte di tre giovani donne.- fece Megure.
Conan iniziò a pensare. Il rapitore aveva detto, nella sua telefonata, che voleva far capire a Takagi come ci si sentiva nel perdere una persona amata senza avere la possibilità di salvarla... all'inizio aveva pensato che il poliziotto, come spesso poteva succedere in polizia,  non era stato in grado di garantire l'incolumità di un testimone o di una persona che era stata minacciata di morte e poi uccisa, ma se così fosse stato lo avrebbero saputo da molto più tempo...
Il rapitore aveva inoltre spiegato di aver scelto Sakura perchè era dolce ed innocente come la donna che a quanto pare era morta a causa di Takagi. Cominciava a chiedersi se per caso non vi fosse un collegamento tra quello che stava succedendo alla povera Sakura e quei tre casi di suicidio appena menzionati.
- Un assassino seriale?- chiese Goro. 
Fu la voce del sovrintendente Matsumoto a rispondere - Figuriamoci... tutte e tre si erano suicidate. Indagammo anche nella direzione dell'omicidio, ma non trovammo nulla che facesse pensare che una di loro fosse in compagnia di qualcuno quando ha deciso di uccidersi, con qualunque metodologia investigativa.-
Conan rimase in silenzio, ricordando. Prima che la sua vita cambiasse totalmente, ricordava di aver collaborato anche lui a quelle indagini che riguardavano il suicidio di quelle donne che se non ricordava male, erano rispettivamente: una studentessa di medicina, una docente e una ballerina. Tutte e tre avevano spiegato in una lettera le motivazioni dei loro gesti, riguardanti senso di colpa mai guarito e ferite causate dall'essersi innamorate della persona sbagliata... ed anche lui non aveva trovato altre spiegazioni se non che tutte e tre si erano chiuse in casa, scritto il loro ultimo messaggio e si erano uccise.
Per la prima volta aveva ammesso che forse forse, le coincidenze esistevano... e adesso si chiedeva se non avesse preso un granchio madornale e se Sakura non ne stesse pagando le conseguenze.
- Scusi, non è che per caso Takagi ha creduto che uno di quei  tre suicidi fosse davvero un suicidio quando invece era un omicidio a porte chiuse ?
Spiegherebbe il motivo per cui il rapitore ha preso di mira lui e sua sorella.-
- No, è impossibile.- fece Sato - I tre casi sono avvenuti il giorno dopo la morte di Date, e Takagi era completamente fuori di sè. Non ha partecipato alle indagini. E sono stata io a firmare i tre rapporti finali.-
Insomma, da qualunque parte la si guardasse, quella vicenda era sempre più intricata. Ed intanto l'orologio camminava velocemente. Troppo velocemente.
...
...
...
Sul tetto della centrale, Takagi non faceva che fissare il vuoto, con la musica a palla nelle orecchie.
Falco, di Hitomi Shimatani.
Era la  canzone preferita di Sakura. Ricordava che quando vivevano insieme, passava lunghe ore, con quella canzone nelle orecchie, saltando e ballando. Non era un granchè come ballerina. Probabilmente non sarebbe mai stata accettata in qualche scuola di danza e non avrebbe mai dominato il palcoscenico di qualche teatro importante.... ma vederla saltare e piroettare in quel modo, libera da qualcunque pensiero e felice per lui era lo spettacolo più bello del mondo.
'' Il falco vive con forza, volando...''- recitò a memoria -'' il flusso del Nilo, in questo sogno inarrestabile, sono sicura che troverete il senso della vita.''
Ascoltare quella canzone era un modo come un altro per sentirla vicino a lui... era come se potesse vederla, mentre piroettava e saltava nella sua stanza, con l'mp3 nelle orecchie.   Mentre ascoltava quella canzone non faceva altro che pensare e rimuginare per cercare di ricordare anche solo un dettaglio che potesse giustificare quella barbarie...ma non ricordava nulla. L'unica cosa che sapeva era che era condannato a perdere le persone che amava.
Prima i suoi genitori, morti in un incidente d'auto durante una vacanza.
L'anno prima aveva perso Date, che oltre ad essere il suo mentore ed amico, era anche un fratello maggiore, la prima persona che incontrava dopo anni che era il suo punto di riferimento.
E dopo un anno esatto da quella tragedia, stava per perdere anche l'ultima persona che gli rimaneva della sua famiglia... tutto per colpa sua. Se invece di andare a prendere i caffè, quella maledetta mattina, fosse rimasto al fianco di Date si sarebbe accorto per tempo della macchina che arrivava e l'avrebbe trascinato via in tempo.
Se fosse stato più presente con Sakura, forse si sarebbe accorto in tempo di quello che stava per accaderle. Ormai era calata la sera. 
Sperava solo che quel pazzo non fosse così sadico e crudele dal lasciare una ragazzina di diciotto anni tutta la notte al freddo di Hokkaido.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Wataru e Natalie ***


Erano riusciti a recuperare le copie dei dossier relativi ai tre casi: La prima vittima era una studentessa di medicina, ad un passo dalla laurea, mancavano poche settimane alla discussione della tesi quando si uccise nel suo appartamento.
 Nella lettera che aveva lasciato spiegava che non riusciva più a reggere il peso del rimorso. Aveva travolto un passante con la sua auto e in preda al panico era scappata senza soccorrerlo e senza chiamare un'ambulanza.
La seconda vittima, era una ragazza nippo-americana, insegnava inglese ed aveva una relazione stabile con un uomo, con il quale usciva molto regolarmente, prima che lui troncasse la relazione dall'oggi al domani. Lo shock era stato talmente grande per lei da decidere di uccidersi.
Per finire, la terza ma non meno importante, una ballerina. Anche lei aveva un fidanzato a cui teneva molto e che le aveva fatto promesse di matrimonio... salvo poi scoprire dai giornali che era un imbroglione che seduceva le donne con promesse di amore e di fedeltà eterna per farsi mantenere da loro e dilapidare il loro patrimonio, e che era stato messo in manette dopo aver assassinato un usurario al quale doveva molto denaro. Si suicidò per la disperazione.
'' Sono certo che la risposta per salvare Sakura sia in questi casi... ma non capisco dove sia.''- fece Conan.
L'unica cosa che l'aveva colpito in quei fascicoli era che il fidanzato della ballerina era stato arrestato proprio dall'agente Date. Il suo pensiero corse subito a Takagi. Non osava immaginare come potesse sentirsi in quel momento... un anno prima aveva perso qualcuno che considerava con un fratello maggiore, un punto fisso nell'universo.
E dopo un anno da quella tragedia, rischiava di perdere anche l'amatissima sorella minore.
'' Però...''- fece Conan leggendo di nuovo l'articolo in merito all'arresto effettuato da Date -'' Perchè ho una sorta di dejà-vu?''
Cercò di tornare indietro con la memoria, ad un anno prima, quando era ancora Shinichi.
'' No...''- pensò impallidendo. Non poteva credere che fosse andata in quel modo -'' Se le cose stanno così.... Sakura e Takagi sono rimasti vittima di un terribile equivoco...''
...
...
...
- Vuoi fermarti a prendere qualcosa?- fece Sato l'indomani accompagnando Takagi al lavoro. Aveva passato tutta la sera e tutta la notte precendente con lui, con Chiba che li aggiornava ad ogni ora sulle condizioni di Sakura.
Il questore lo aveva incaricato di tenere sotto controllo il tablet, ma di tenerlo acceso solo dieci minuti ogni ora dato che il tablet poteva solo essere acceso e spento. Tutte le funzioni, inclusa quella di ricarica, erano state disabilitate, quindi potevano tenerlo acceso solo poco tempo se volevano avere qualche speranza in più di trovare la ragazza.
Ogni volta che arrivavano i filmati sul cellulare, Sakura era sempre più stremata e sofferente, quasi come se stesse per cedere da un momento all'altro. Peggio di una pugnalata allo stomaco.
La condanna peggiore che qualcuno che si portava qualcuno nel cuore potesse subire: vedere un pezzo della sua anima che stava soffrendo le pene dell'inferno e non poter fare nulla per aiutarla... se non aspettare e guardare.
Si sarebbe venduto l'anima pur di essere al suo posto.
- Takagi... non hai dormito, è un giorno intero che non mandi giù nulla... a Sakura non sei d'aiuto se ti ammali.-
- E che differenza fa?- fece Takagi - Guardarmi. Non sono stato nemmeno capace di proteggerla da me stesso.-
- Ascolta...- fece Sato - Non è stata colpa tua. E anche se qualcuno l'avesse rapita per una ripicca, tu stavi facendo solo il tuo lavoro. Non c'è nulla di cui tu ti debba vergognare.
Takagi annuì poco convinto.
Se proprio qualcuno ce l'aveva con lui per via di un caso, avrebbe preferito che questo venisse in centrale, che lo sbeffeggiasse e lo umiliasse davanti a colleghi e criminali in stato di arresto, che gli spaccasse la faccia e magari che gli spezzasse tutte le ossa, una alla volta... tutto. Ma non questo.
Mentre attraversava i corridoi gli sembrava di avere gli occhi di tutti puntati addosso. Non era una novità, da quando si era messo con Sato tutti non facevano altro che guardarlo come se fosse un insetto fastidioso da eliminare.
Adesso invece lo guardavano quasi con pena, con apprensione, quasi timore che potesse crollare da un momento all'altro e sembrava che non sapessero cosa dire.
Quasi quasi gli mancavano le occhiate omicide.
Megure e Shiratori lo intercettarono, guardandolo con preoccupazione.
- Takagi...- fece Megure - Come stai?-
- Sei riuscito a riposare almeno un po'?- chiese Shiratori.
- Vi prego, ditemi che ci sono novità. Poi starò molto meglio.- fu la risposta.
- Beh... non so quanto questo potrà aiutarti...- fece Megure - Il sovrintendente ha scoperto che il serivizio di ripresa delle immagini sul tablet si appoggia ad un server straniero. Stiamo cercando di rintracciare il fornitore e risalire a chi l'ha comprato ma...-
Lo so... è un'operazione lunga...- e quando forse sarebbero riusciti a venire a capo di qualcosa con quella pista... Sakura sarebbe stata ormai cadavere - Lei invece...?-
-E' viva, sta tranquillo.- fece Shiratori - Chiba ha detto che si è mossa per tutta la notte, credo stia cercando di scaldarsi un po'.-
In quel momento, verso di loro arrivarono il detective Goro e il piccolo Conan.
- Goro..- li salutò Megure - che fate voi qui? Avete scoperto qualcosa?- chiese speranzoso.
- Il moccioso voleva chiederti una cosa.- spiegò Goro rivolto a Takagi.
- Dimmi pure Conan.-
- Il tuo collega, l'agente Date... ti ha mai detto qualcosa riguardo ad una ragazza a cui teneva molto, con cui aveva una certa sintonia...- chiese Conan.
Goro lo infilzò con lo sguardo - E mi hai fatto venire fin qui per chiedere una simile stupidaggine?-
- Per favore, rispondi. Aveva o non aveva una fidanzata?- insistè il bambino.
- Beh...- fece Takagi - A dire il vero, qualcosa mi ha accennato di tanto in tanto... ma sai, Date era un uomo intelligente, capace e carismatico, era sempre circondato da belle donne, ma non se ne è mai curato più di tanto.... però si, mi ricordo che mi aveva accennato qualcosa...-
- Proprio come sospettavo.- fece Conan - Takagi, Date non ha snobbato le ragazze che gli giravano attorno perchè era un duro poco interessato a certe cose... lui era già impegnato. E la ragazza di Date era la signorina Natalie Kuruma.-
I poliziotti ed il detective Goro sgranarono gli occhi per la sorpresa.
- Cosa?!?- fece Megure - Scusa, ma tu come fai a dirlo?-
- Ci pensi bene ispettore.- fece il ragazzino - Nelle mail di addio della ragazza, ce n'era forse qualcuna che diceva esplicitamente '' Il mio fidanzato mi ha lasciato per stare con un'altra donna''?-
Megure guardò Miwako, ovvero colei che aveva seguito tutti e tre i casi.
Fu Sato a rispondere - Ad onor del vero... no.-
- Si, ora ricordo...- intervenne Shiratori - Le mail che abbiamo trovato parlavano di un amore che ormai non aveva più speranza di realizzarsi, che non sarebbero mai potuto essere felici insieme e che lui non sarebbe tornato... ma non ha mai scritto di essere stata abbandonata...-
- Credo di capire...- fece Goro - Con quelle mail intendeva dire che il suo fidanzato era morto... ma scusa, tu come sai che si riferiva proprio all'agente Date?-
- Per gli appunti sul calendario.- spiegò Conan - Ricordi? La parola DATE era circondata da un cuore. Però se quella parola fosse stata solo un promemoria, bastava quello per far capire che si trattava di un appuntamento galante... non c'era alcun bisogno di sottolinearlo ulteriormente, vi pare?- 
- Non ci credo...- fece Sato che ormai aveva capito - Avevamo sotto gli occhi il nome del suo innamorato e non ce ne siamo nemmeno accorti...- ma non era da auto-biasimarsi. Cadere nel tranello era facile.
Natalie Kuruma era di madre americana, era nata nell'isola di Hokkaido, ma aveva vissuto molto tempo in America. Era ovvio pensare che nel suo privato usasse la lingua che aveva imparato fin da piccolissima e usasse meno quella che aveva appreso poco per volta. Se invece fossero stati meno precipitosi, si sarebbero accorti del tranello e non avrebbero fatto passare il loro ormai defunto collega per un dongiovanni che illudeva le donne innamorate di lui per abbandonarle.
- Scusate ma...- fece Chiba - Cosa c'entra tutto questo con Sakura?- 
Takagi, che stava per fare la stessa domanda, venne assalito da un terribile dubbio.
- Oh no...- fece Taru - Conan... tu... tu stai pensando che...?-
Conan annuì - Che Sakura sia stata rapita da qualcuno che conosceva Natalie e che le voleva molto bene. Probabilmente, come la polizia, ha pensato che la ragazza si fosse tolta la vita a causa del fidanzato che l'aveva piantata in asso per un'altra donna. E ha cominciato a provare del risentimento.- 
- Lo capisco... ma se spezzare il cuore ad una donna fosse un crimine in giro ci sarebbe ben poca gente...- fece Goro - aspettate. Mi sta venendo un dubbio... non è che quel tipo pensa che il fidanzato fedifrago della povera Natalie e Takagi... siano la stessa persona?- 
'' Evviva, c'è arrivato''. pensò Conan. 
- Beh è probabile che la signorina non abbia mai presentato ufficialmente il fidanzato alla famiglia, ma che abbia dato solo qualche dettaglio...- fece Shiratori che non voleva credere che qualcuno fosse arrivato a rapire e tentare di uccidere una ragazzina per uno stupido scambio di persona - Tipo il nome e che lavoro facesse... no, aspetta, non ha senso... se aveva detto ai genitori e agli amici che il suo fidanzato si chiamava Wataru Date perchè avrebbe dovuto prendersela con una persona diversa?- 
- Chi ti dice che abbia fornito le generalità complete?- fece Goro - La signorina Kuruma era di madrelingua inglese, quindi è logico pensare che parlasse inglese per la maggior parte del tempo, specie con amici e familiari stretti... e se avesse detto un nome o un cognome che aveva un'assonanza molto simile ad una parola della sua lingua madre, qualcuno avrebbe potuto equivocare...- 
-... e ha fornito una descrizione che mi calza a pennello.- realizzò Takagi. Adesso la nebbia si era diradata e tutto appariva terribilmente chiaro: in un modo o nell'altro, un familiare molto caro a Natalie Kuruma aveva pensato che la ragazza si fosse uccisa perchè il suo fidanzato l'aveva tradita ed aveva pensato che essendo un poliziotto, il suo nome non fosse stato reso di dominio pubblico per proteggerne l'immagine. Furioso per il trattamento che era stato riservato a colui che aveva causato la morte di una donna, il colpevole aveva iniziato a far ricerche per conto suo mettendo insieme gli indizi che aveva a disposizione... ed aveva pensato che il fedifrago fosse lui, Wataru Takagi ed aveva iniziato a studiare la maniera di fargliela pagare. Il proposito della vendetta doveva essere nato nel momento in cui aveva visto che non provava alcun rimorso circa la morte di Natalie e vedendolo felicemente fidanzato con un'altra donna. A quel punto aveva deciso di fargliela pagare prendendosela con una persona a lui cara. Doveva aver seguito Sakura per settimane, forse mesi, in attesa della giusta occasione. 
- Quindi... è stato solo un malinteso....?- fece Takagi - Cioè... voi mi state dicendo che mia sorella sta morendo per un malinteso? No, io non ci credo.... io devo trovare quell'uomo, devo spiegargli cosa è successo davvero a Natalie.-
- E pensi davvero che ti crederà?- fece Shiratori - Non mandarmi al diavolo, ti chiedo solo di ragionare: tutti mentono per tirarsi fuori da una brutta situazione, e tu lo sai bene... cosa credi che gli impedirà di pensare che ti stai inventando una storia per salvarti la faccia e la vita di Sakura?-
Takagi rimase in silenzio. Era dura, ma doveva ammettere che aveva ragione. In fondo, anche lui avrebbe pensato una cosa del genere se si fosse trovato dall'altra parte della barricata.
Gli servivano delle prove. Prove che testimoniassero la sua innocenza in quella storia. E quella di Date. Perchè anche solo il pensiero che qualcuno potesse pensare a lui come un uomo che non aveva compreso quanto fosse bello l'amore di una donna che si sarebbe uccisa per lui, solo per correre dietro ad un'altra gonna... era insopportabile.
- So a chi andare a chiederle... voi pensate a trovare quel tizio.- fece Takagi uscendo dalla stanza.
Sato gli corse subito dietro.
...
...
...
- Voi pensate a trovare quell'uomo...- fece Megure guardandolo di sottecchi mentre si allontanava - Che simpatico... e secondo lui come dovremmo fare?-
-Beh, adesso che sappiamo il motivo per cui ha fatto quel che ha fatto. E per chi.- fece Goro - Potremmo iniziare con interrogare amici e familiari...- 
- Ho appena controllato il fascicolo del caso Kuruma.- fece Shiratori - Pare che fosse figlia unica, e non avesse zìì, nonni o cugini. Gli unici parenti che aveva erano i suoi genitori, che però sono morti proprio mentre si recavano a prendere la salma della figlia in ospedale.-
- Ok, però Natalie è stata sepolta pochi giorni dopo il suo suicidio.- fece Megure.
- E questo vuol dire che qualcuno si è preso la briga di andare in obitorio, ritirare il corpo e pagare per il funerale.- fece Conan. 
- Se non sbaglio quando una persona finisce in obitorio i parenti devono firmare per il rilascio della salma...- fece Goro.
Megure guardò Shiratori - Va all'obitorio e chiedi espressamente il referto dell'autopsia di Natalie Kuruma. Sopra c'è sia il nome che il recapito del rapitore.- 
- Sissignore.- fece l'ispettore correndo via pensando - '' tieni duro Sakura... stringi i denti ancora un po'. Arriviamo.'

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Rivelazioni ***


Sakura sarebbe stata molto confortata nel sapere che suo fratello, Miwako, Shiratori ed il resto della prima squadra aveva finalmente scoperto chi e perchè l'aveva messa in quella situazione terribile... se non fosse stato che le sue difese si stavano abbassando notevolmente. Aveva freddo, fame, sete ed il gelo le stava penetrando nelle ossa. Aveva completamente perso il senso del tempo. Non sapeva più nemmeno da quanti giorni era prigioniera in quella trappola mortale che pareva essere uscita da un film della saga di Saw...l'unica cosa che riusciva a fare in quella terribile situazione era pensare. Ormai Taru doveva essere sulla buona strada per capire cosa le fosse successo... doveva solo armarsi di pazienza ed aspettare....aspettare di vivere. Aspettare di morire. Perchè lo sapeva, a volte nemmeno le abilità del miglior investigatore del mondo erano sufficenti a salvare la vittima da un triste destino. La morte non privilegiava nessuno. 
Pensava al signor Date. Lo aveva conosciuto. Quando viveva ancora con Wataru, veniva spesso a cena da loro. Nonostante l'aspetto che incuteva timore si era rivelata una persona molto affabile e alla mano. Le chiedeva sempre come stesse, s'informava sulla scuola, sui suoi amici... ed ogni tanto si offriva di andare a torchiare qualche giovanotto troppo intraprendente che osava fare la corte alla sorellina del suo giovane protetto. 
Una volta suo fratello le aveva detto, per scherzare, che il detective Date non sarebbe morto nemmeno se fosse stato ucciso... invece per una tragica fatalità, la polizia aveva perduto uno dei suoi migliori elementi, l'universo un uomo buono e generoso, e suo fratello un solido punto di riferimento. Da lì aveva imparato che la vita era imprevedibile e che bastava poco. Molto poco per vedersi sparire per sempre. 
Certo non avrebbe mai pensato di finire così... anzi, non aveva mai pensato alla morte. Diavolo, aveva solo diciotto anni e tutta una vita davanti, perchè avrebbe dovuto pensare al momento in cui il suo corpo avrebbe cessato di vivere?  In quel momento avrebbe dovuto essere in giro con gli amici ad ammirare le bellezze di Hokkaido, scattare foto, pensare all'università, a divertirsi con i suoi amici... invece qualcuno aveva deciso per lei. Pensava con dolore a tutto quello che le veniva tolto: le stradine bianche e polverose che non avrebbe mai percorso, non avrebbe più sentito il fresco profumo dei fiori di ciliegio, i libri che non avrebbe mai letto, l'amore per qualcuno che non avrebbe mai provato, non avrebbe mai tenuto in braccio i figlioletti di Taru e Miwako e loro non l'avrebbero mai chiamata zia... non poteva accettare di dover rinunciare a tutto questo.
'' Su ricomponiti.''- pensò la ragazza. Non si sarebbe arresa senza combattere. Forse non avevano ancora fatto caso al dettaglio del portafoglio, ma questo non significava che lei dovesse arrendersi. Sulla tavola c'era un lenzuolo, anche se non aveva ancora capito l'utilità di quel gesto. Se fosse riuscita a buttarlo giù qualcuno volente o nolente l'avrebbe sicuramente notato. Ricominciò quindi a sfregare la corda che le segava le caviglie contro il legno della tavola. Se fosse riuscita a liberare almeno le gambe avrebbe potuto buttar giù il lenzuolo, e nel contempo riattivare la circolazione e darsi stabilità.
Doveva a tutti i costi guadagnare tempo. 
...
...
...
Il colpevole era Riusako Fuemoto. Uno dei professori incaricati di accompagnare la classe in gita ad Hokkaido. Era anche colui che si era occupato di ritirare il corpo di Natalie Kuruma in ospedale dopo il suo tragico suicidio e di pagare affinchè la ragazza avesse una degna sepoltura. Per lui Natalie era la figlia che non aveva mai avuto, soprattutto dopo aver scoperto che entrambi erano originari di Hokkaido.
La polizia dell'isola si era subito recata in albergo per arrestarlo dopo aver ricevuto la notifica del mandato d'arresto, ma era troppo tardi. Fuemoto, con una scusa, era tornato a Tokyo. Furono gli agenti della prima divisione a trarlo in arresto nel suo appartamento.
Fuemoto non aveva opposto la minima resistenza ai poliziotti, anzi aveva sorriso e commentato -'' Ce ne avete messo di tempo.''
Ora il quadro era completo: Riusako Fuemoto, provato dalla perdita della ragazza che considerava la figlia mai avuta, aveva deciso di cambiare scuola dove insegnare e si era ritrovato, per un curioso scherzo del destino, proprio nel liceo che frequentava Sakura. Un giorno probabilmente si era ritrovato sotto gli occhi la documentazione della ragazzina, tra cui il consenso scritto di un genitore o del tutore legale al suo trasferimento allo studentato. Vedendo il nome Wataru Takagi si era ricordato dell'uomo che aveva indotto la povera Natalie ad uccidersi, ed aveva fatto qualche ricerca. E quando aveva scoperto che il fratello della ragazza era un poliziotto della prefettura di Tokyo, aveva creduto di ritrovarsi davanti il diretto responsabile della morte di Natalie. Ed aveva deciso di vendicarsi.
- Ha coinvolto Sakura nella gita ad Hokkaido solo per avere il pretesto di compiere la sua vendetta.- fece Goro - appena arrivati deve averla convinta a seguirlo con una scusa ed appena ha abbassato la guardia l'ha aggredita... poverina, non aveva scampo.- 
- E tutto per un assurdo malinteso.- fece Sato. 
- Dite che Takagi gli staccherà la testa?- fece Goro.
- Se non lo farà lui, lo farò io.- fece Shiratori guadagnandosi un'occhiata stupita da tutti i presenti. Shiratori non era affatto il tipo da lasciarsi andare a simili slanci. Certo, sapevano che nonostante il carattere freddo e distaccato si trattava di una persona generosa, pronto a rischiare la vita per proteggere ciò che considerava suo o per difendere i colleghi, ma raramente si lasciava andare. 
- L'ha presa a cuore ispettore?- fece Conan. 
- Ha tentato di uccidere una ragazzina.- fece Shiratori - e deve essere punito. Figlia o non figlia.- 
In quel momento Takagi arrivò di corsa, con una cartellina per i documenti sotto braccio. 
- Eccoti finalmente...- fece Megure - ma dove ti eri...?- 
- Lo scoprirà.- fece Takagi entrando nella sala interrogatori con un'espressione battagliera sul viso.
Fuemoto lo guardò sogghignando.
- Bene bene, quindi sei tu...- fece Fuemoto - l'uomo senza scrupoli che ha abbandonato la mia povera piccola Natalie... e che si è già rifatto una vita accanto ad una poliziotta affascinante senza pensare nemmeno per un attimo a quanto dolore e quanta sofferenza hai provocato ad una ragazza che si sarebbe buttata nel fuoco per te.- 
- E' per questo che hai rapito mia sorella?- 
- Natalie era come una figlia per me.- fece Fuemoto- Per correre dietro alla prima sottana che ti è passata davanti mi hai portato via la mia povera dolce bambina...avrei potuto venire qui e spararti un colpo in mezzo agli occhi... ma in questo modo non avresti mai potuto sapere che cosa si prova nel perdere una persona che si ama tanto, vederla soffrire le pene dell'inferno senza poter intervenire... e non poterla salvare.- 
...
...
...
- Assurdo...- fece Sato dopo aver ascoltato la confessione dell'uomo, sconvolta. Non riusciva ancora a credere che fossero arrivati a quel punto per un malinteso nato dal fatto che Natalie Kuruma si era innamorata di un uomo di cui aveva deciso di non rivelare il cognome per evitare equivoci legati alla lingua.
E che una ragazzina innocente stesse morendo in un inferno di ghiaccio per uno stupido errore. 
- E' completamente pazzo...- fece Shiratori trattenendo a stento i pugni. Aveva una voglia matta di fare irruzione in quella stanza a fargli sputare a suon di pugni fino all'ultimo alito di vita. 
- Purtroppo il pazzo sa molto bene quel che fa.- fece Megure pensando alle mille precauzioni che Fuemoto aveva utilizzato per impedire loro di indagare sul rapimento di Sakura. Nella sua lunga ed onorata carriera aveva imparato che esistevano cinque moventi per un omicidio: amore, vendetta, denaro e coprire un crimine passato.
Ma coloro che colpivano per vendicare un torto, immaginario o reale, o una persona molta amata erano i più pericolosi. Perchè pensavano di essere stati incaricati di provvedere ove la giustizia aveva fallito o semplicemente dove  non aveva interesse ad intervenire. Di conseguenza non si fermavano finchè una voce nella loro testa non diceva '' Missione compiuta''... e non avevano rimorso o paura all'idea di dover sacrificare un'innocente.
...
...
...
Takagi aveva ascoltato le accuse di Fuemoto in silenzio. Aveva avuto la prova che cercava. Fuemoto provava del rancore verso di lui perchè lo riteneva l'ex fidanzato infedele della povera Natalie ed aveva pensato che portargli via la sorella fosse il giusto prezzo da pagare per la sua insensibilità. Ma in questa '' opera di giustizia'' c'era un piccolo errore: la dinamica dei fatti era completamente diversa da come era stata raccontata sinora.
Senza dire una parola poggiò la cartellina sul tavolo. 
- Che cos'è questa roba?- fece Fuemoto. 
- Qualcosa che dovresti vedere.- fece Takagi - e che ti farà capire chi di noi ha causato solo dolore e sofferenza senza scopo.- 
Fuemoto aprì la busta e sbiancò. All'interno della busta vi erano delle foto, un articolo di giornale ed un anello di fidanzamento.
Nelle foto erano ritratti la signorina Kuruma, felice e sorridente in volto, in compagnia di un uomo che il sospettato non aveva mai visto. Quell'uomo era l'agente Date. 
Agente di cui l'articolo sul giornale annunciava il decesso a causa di un incidente stradale proprio il giorno prima che la signorina Kuruma si togliesse la vita.
- M-m-m-ma che scherzi sono questi...?- fece Fuemoto.
- Nessuno scherzo.- fece Takagi - E' vero che Natalie si è suicidata per aver perso l'amore della sua vita... ma non l'ha perduto perchè quell'uomo era un donnaiolo che correva dietro a tutte le donne che gli passavano davanti. Il fidanzato della povera Natalie è morto in un incidente d'auto il giorno prima che la sua amica commettesse quel gesto disperato.- 
- Che cosa...?- fece Fuemoto bianco come un lenzuolo - no, questo è assurdo...- 
- Eppure è la verità.- fece Takagi prendendo in mano l'anello di fidanzamento che era stato custodito nell'agendina nera del suo mentore per oltre un anno - Wataru Date voleva chiedere a Natalie di sposarlo, e questa ne è la prova. Ma purtroppo una sorte cinica se lo è portato via.-
- Ma allora... oddio, se Natalie mi avesse spiegato cosa intendeva dire....- fece Fuemoto - L'avrei potuta salvare...- 
In quel momento, Takagi avrebbe voluto dirgli ciò che i genitori di Date gli avevano rivelato: ovvero che quella stessa mattina, nei pressi della camera mortuaria che ospitava il corpo senza vita del loro unico ed amato figliolo, avevano visto una donna dai tratti nippo-americani piangere disperatamente. Probabilmente la signorina Kuruma aveva sentito dal TG del mattino che un poliziotto aveva avuto un incidente mortale e  non riuscendo a mettersi in contatto con il suo ragazzo, terrorizzata, si era recata in ospedale, nella speranza che le dicessero che non si trattava del suo Wataru... e che quindi nessuno avrebbe potuto impedire a Natalie di raggiungere il suo grande amore... ma non lo fece.
In quel momento, l'unica cosa a cui riusciva a pensare era sua sorella che stava morendo di stenti, al freddo e al gelo, per uno stupido malinteso. Un malinteso che non ci sarebbe mai stato se quel tizio avesse avuto abbastanza sale in zucca da venire a parlargli di persona. Se l'avesse fatto, l'equivoco si sarebbe subito chiarito... e invece aveva preferito immolare una ragazzina. 
- Io... non... non sapevo, non potevo immaginare.... oddio mio che cosa ho fatto...- fece Fuemoto come un disco rotto  - ma la prego cerchi di capire... quando ho creduto che lei fosse la persona che aveva causato la morte di Natalie e l'ho vista felice e senza rimpianti... non ci ho visto più.... mi perdoni. La prego, mi perdoni.- 
- A me non importa niente di come stavi tu, d'accordo?- fece Takagi sbattendo un pugno sul tavolo - Voglio solo sapere dov'è mia sorella.-
Quella domanda però era destinata a non ricevere una risposta. Infatti, pochi secondi dopo, il professor Fuemoto iniziò a lamentarsi come se fosse in preda ad un dolore lancinante e le sue labbra iniziarono a diventare blu. 
- Oh cavolo non mi dire che...- 
Da dietro il vetro potè sentire le voci di Conan, Goro e dell'ispettore Megure urlare...
- SI E' AVVELENATO!- 
- PRESTO UN'AMBULANZA!- 
- SHIRATORI, OGGI IL MEDICO LEGALE DOVEVA VENIRE PER UN CONSULTO SU UN VECCHIO CASO, RINTRACCIALO IMMEDIATAMENTE!-
- SISSIGNORE!-
Takagi non rimase con le mani in mano. Quel bastardo non poteva crocifiggere una ragazzina per errore, piangere lacrime di vitello e cavarsela così a buon mercato.
Doveva costringere quel tizio a rimanere ancora con loro. 
- Takagi!- fece Sato entrando nella sala interrogatori.
- SVELTA PORTAMI UN PO' D'ACQUA E DEL SALE!- urlò Takagi. Fortunatamente erano vicini alla break room, quindi non fu difficile procurarsi l'acqua ed il sale. Una volta che ne fu in possesso, Takagi gli fece bere l'acqua salata per indurlo a vomitare. 
- DOV'E' MIA SORELLA???- continuava a gridare, mentre il professore gli vomitava addosso - DIMMI DOV'E'!!!-
...
...
...
L'ambulanza aveva portato via il professor Riusako Fuemoto da due ore.
Due ore. 
Centoventi minuti.
Ovvero settemiladuecento secondi. 
Poi finalmente l'ospedale si fece sentire.
- Fuemoto è stabile.- fece Megure - Prima di essere arrestato aveva assunto chetamina ed ossicodone, anche se non in dosi elevate.- 
- Quindi...- fece Takagi - Possiamo andare a parlargli?- fece Takagi ansioso come non mai. Aveva appena visto sua sorella sul monitor del tablet. Era pallida come un lenzuolo appena lavato e mano a mano che passavano i secondi sembrava sempre più stanca e debole... forse perchè era dalla sera seguente che non faceva che muoversi ed agitarsi, magari nel tentativo di scaldarsi un po'. Fuemoto adesso sapeva la verità, e non aveva più motivo di portargli rancore. In compenso aveva mille motivi per decidere di collaborare. A meno che non volesse morire in prigione.
- Takagi...- fece Megure scuro in volto - io... io non so come dirtelo... ma c'è la possibilità che Fuemoto non possa più dire niente a nessuno.-
- Che cosa....?- fece Takagi.
- Ma...- fece Sato mettendosi dietro il fidanzato temendo che svenisse da un momento all'altro - ha appena detto che la dose di droga che ha ingerito non era così elevata...- 
- Si, ma quello che non sapevamo...- fece Megure - è che Fuemoto è gravemente malato. Secondo i medici ha un tumore al cervello, e non gli rimangono che pochi mesi di vita.-
- Ecco perchè si è offerto di fare l'accompagnatore alla gita e ha smosso mari e monti per coinvolgere anche Sakura.- 
Conan annuì.
Fuemoto voleva vendicarsi dell' '' assassino'' di Natalie. Non sarebbe riuscito a sopportare l'idea di lasciare quel mondo con la consapevolezza che l'uomo che reputava reo di tanta sofferenza al contrario avrebbe avuto una vita lunga e felice ed aveva colto la palla al balzo. Ed anche se aveva fatto in modo che nessuno potesse scoprire in tempo dove Sakura era prigioniera, aveva messo in conto ( e soprattutto sperato) l'eventualità che i poliziotti lo trovassero e lo arrestassero. Avrebbe rivelato di sapere dove si trovava Sakura, le sue motivazioni e sputato loro in faccia tutto il suo rancore... per poi tirarla per le lunghe facendo scoprire ai poliziotti ed al fratello disperato che si era avvelenato e che quindi non avrebbe più potuto parlare con nessuno.
In fondo era già condannato a morte.
Che cos'aveva da perdere?
- Il suo quadro clinico complica molto le cose.- fece Megure - I medici pensano che si risveglierà presto ma... non sanno dire quanto presto.- 
Appena ebbe sentito quelle parole, Takagi si sentì divorare da una rabbia tanto silenziosa quanto devastante. Aveva scoperto chi aveva rapito la sua Sakura. Aveva scoperto il perchè, ed era persino riuscito a chiarire la situazione con il rapitore... ma inutilmente. Quell'uomo si era avvelenato tentando di suicidarsi, per portare con sè il segreto di dove si trovava Sakura nella tomba, ed ammirare da ovunque sarebbe andato a finire la sua frustrazione.
Prese il suo distintivo e lo fissò con rabbia e disgusto.
'' Che razza di poliziotto sono....''- pensò mentre sentiva le lacrime inondargli gli occhi ed il sangue andare a fuoco -'' ho fatto giuramento di servire e proteggere... che razza di poliziotto sono se non riesco nemmeno a proteggere mia sorella?!??''- nel dir così lo lanciò via con rabbia prima di scappare via dalla stanza.
Miwako fece per seguirlo, ma Megure la fermò.
- Lascialo stare, Sato.- fece Megure scuro in viso - credo che in questo momento abbia voglia di rimanere solo.- 
- Ispettore.- intervenne Shiratori - Non può finire in questo modo. Sakura non può morire per uno stupido malinteso.- 
- Lo so bene anch'io.- fece Megure - pensi che non mi importi che una ragazzina innocente stia morendo? Ma i fatti sono che senza Fuemoto che ci dice dove trovare Sakura, non possiamo fare niente per aiutarla.- 
- Forse un modo per aiutarla c'è.- fece Conan - Fuemoto ha preparato tutto con scrupolo ed in anticipo. Potrebbe esserci qualche indizio a casa sua, non so un appunto, un promemoria...-
Megure annuì. In fondo era sempre meglio che rimanere lì a piangersi addosso aspettando l'inevitabile. 
- Shiratori, prendi degli uomini e perquisisci casa di Fuemoto.- fece Megure - Voglio che la rivoltiate come un calzino finchè non spunta fuori qualcosa che possa condurre a Sakura.- 
- Sissignore.- fece Shiratori.
A quel punto Sato uscì per andare a cercare il fidanzato ed assicurarsi che non commettesse qualche sciocchezza.
La sua attenzione venne attirata dal rumore di uno specchio che si rompeva, nei bagni degli uomini. Senza preoccuparsi di nessuno entrò... ed in quel momento vide Wataru Takagi davanti ad uno specchio in frantumi e la mano destra insanguinata. E tanto le bastò per sbiancare.
- Oddio Takagi...- fece Miwako avvicinandosi a lui per soccorrerlo - vieni.... dobbiamo bendarla immediatamente...- 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Il tempo è agli sgoccioli ***



Miwako si era affrettata a condurre il fidanzato in sala relax e a prendere la cassetta del pronto soccorso, tamponando con cura le ferite sulla mano offesa con il tampone del disinfettate cercando di fargli il meno male possibile per poi fasciargli la mano con cura.
Durante tutto il procedimento non aveva mai staccato gli occhi dal volto dell'amato, studiandolo attentamente per capire se gli stesse facendo male o meno, visto che per tutto il tempo era rimasto in silenzio. 
Il poliziotto non aveva dato segno di sentire nemmeno il dolore del disinfettante sulla ferita viva.
Una morsa ben più stretta gli stava serrando il cuore. Così tanto da fargli temere di poter morire da un momento all'altro.
'' Chissà a quale ricordo ti stai aggrappando...''- pensò Sato. Non ne aveva la certezza, ma era quasi sicura che in quel momento il fidanzato stesse immaginando di essere molto, molto lontano dalla centrale di polizia, rivivendo uno dei ricordi più felici dell'infanzia, dove Sakura era accanto a lui, viva e sana, in un tempo in cui entrambi  ignoravano che un giorno sarebbero stati presi di mira da un criminale.
- Lo ricordo perfettamente.- fece Takagi intuendo i pensieri della fidanzata - quando Sakura è nata me l'hanno messa in braccio. Era piccola... infagottata... ed in quel momento mi sono sentito come se mi avesse colpito un fulmine.- fece ripensando al giorno in cui era nata la sua sorellina. Ricordava ancora la sua gioia quando i suoi genitori una sera lo presero da parte per dirgli che tra qualche mese avrebbe avuto un piccoletto con cui giocare... come ricordava la paura e l'ansia che lo aveva accompagnato negli ultimi dieci anni della sua vita, da quando i suoi genitori erano mancati lasciandolo da solo con una bambina da crescere. In più di un'occasione aveva avuto una folle paura di non farcela, di non essete tagliato per fare il genitore.... la sua forza era scaturita proprio dalla persona che doveva proteggere. Incredibile come un esserino così piccolo potesse dimostrare una tale forza. 
- Era amore. Inspiegabile amore.- fece Takagi - quello che si prova solo per qualcuno che ti fa capire che niente sarà più come prima... ma che non cambieresti con niente al mondo.- 
Miwako gli strinse le mani, facendo attenzione a non fargli male. 
- Takagi.... io ti giuro... fosse l'ultima cosa che faccio...- 
- Non farlo.- 
- Cosa?- 
- Non dirmi che la ritroveremo, che presto sarà a casa, viva e sana se non sei sicura al cento per cento che sarà così...- fece Takagi - sarebbe l'unica cosa che non ti perdonerei mai.- 
A quel punto Miwako si zittì. Perchè la triste verità era che anche lei ormai iniziava a nutrire dei dubbi sul riuscire a ritrovarla viva. Le possibilità di ritrovare viva la vittima di un rapimento calava del dieci per cento ad ogni ora dal momento della sua scomparsa. Sakura era stata presa e mollata al freddo e al gelo da quasi due giorni ormai. L'aveva conosciuta. Sapeva che era una ragazza forte, che non chinava la testa facilmente.... era una fortuna che non fosse un'adolescente ribelle o Takagi avrebbe avuto vita dura a spedirla nella sua camera.... ma nessun essere umano poteva resistere più di un certo limite di tempo alle intemperie senza cibo ne acqua. Non era un caso infatti se il rapitore aveva spedito a Takagi un messaggio raccomandandogli di aprire il pacco che gli aveva fatto avere entro e non oltre i tre giorni.
- Takagi... faremo di tutto per riportarla a casa.- fece Miwako - nessuno potrà dire che non abbiamo tentato fino all'ultimo secondo utile.- 
- Lo so.- fece Takagi - ma voglio che sia chiara una cosa. Se non dovessimo riuscire a salvarla, stai pur certa che la vendicherò.- 
Sato si preoccupò. Il tono di voce con cui aveva appena pronunciato quelle parole, quegli occhi affaticati dalla stanchezza, dalla colleta e dalla preoccupazione che incattivivano il viso solitamente gentile ed allegro del suo ragazzo, non avevano niente in comune con l'uomo che diversi mesi prima l'aveva dissuasa dall'uccidere lo spietato criminale che aveva ucciso Matsuda. Adesso toccava a lei impedirglielo. 
Aveva visto troppe brave persone cacciarsi nei guai per vendicare una persona amata ingiustamente strappata a loro. Non poteva in alcun modo permettere che anche Takagi facesse quella fine.
A quel punto la porta si splancò.
- TAKAGI!- fece Chiba - Presto vieni a vedere, Sakura è...-
Takagi si alzò di scatto, temendo il peggio. 
'' No... ti prego dimmi che...''- non si era nemmeno accorto di pensare mentre correva verso la sala dove tutti stavano lavorando per trovare sua sorella. Appena arrivato era certo che tutti i presenti avrebbero avuto a malapena il coraggio di guardarlo in faccia, non sapendo come annunciargli che purtroppo Sakura era scivolata dalla trave su cui era stata adagiata per poi rimanere impiccata. Invece sembravano tutti gioiosamente increduli. 
Titubante si avvicinò al tablet.
- Ma cosa...- 
- Sakura è riuscita a tagliare la corda attorno alle gambe sfregandola contro la tavola.- fece Conan con un sorrisetto  - potendo mettere le gambe ai lati della tavola sarà impossibile che cada di sotto.- 
Takagi sorrise rincuorato. Shiratori gli mise una mano sulla spalla per lanciargli un'occhiata che diceva -'' Visto? Ammazzare tua sorella è impossibile.'' 
Il poliziotto più giovane ricambiò il sorriso, ma quell'attimo di gioia durò poco. Sakura infatti, nonostante avesse raggiunto l'obiettivo di liberare almeno le gambe, aveva ricominciato a muoversi per tirare a sè il telo che copriva metà tavola. 
- E adesso che combina?- fece Goro. 
- Beh, probabilmente sente freddo e vuole cercare di coprirsi come può....- fece Chiba. Ma incredibilmente, la ragazza aveva fatto cadere il lenzuolo giù dalla trave, per la sopresa di tutti. 
- Ma cosa...- fece Miwako - perchè l'ha fatto cadere?- 
- Beh...- fece Goro - E' pur sempre in un cantiere... forse ha sentito la voce di qualcuno e pensa che facendo cadere qualcosa, qualcuno si accorgerà di lei...- ma quello che stava per presentarsi davanti ai loro occhi avrebbe distrutto ogni speranza e gioia di poterla ritrovare presto viva. 
...
...
...
Sakura aveva delle ottime motivazioni per buttare di sotto qualunque cosa le capitasse tra le mani o sotto i piedi. Dopo un giorno in quelle condizioni, iniziava a temere che fosse successo qualcosa che impediva a chi la guardava di capire dove fosse finito il portafogli, e quindi aveva deciso di ricominciare a combattere per lanciare a suo fratello, Miwako, Shiratori e Megure un altro indizio. Che pregava con tutto il cuore riuscissero a cogliere, o dubitava fortemente di uscire viva da lì.
In quella situazione terribile, solo una cosa la consolava.
'' Se non altro, peggio di così non può andare''- ma non sapeva che il suo rapitore aveva un pessimo senso dell'humor.
 E se ne accorse quando guardò sotto la tavola. Se non fosse stato per il nastro adesivo da pacchi sulla bocca e che si sentiva troppo debole e stanca per mettersi a gridare, probabilmente avrebbe urlato talmente forte che tutto il Giappone avrebbe creduto di essere in balia di un violento terremoto.
'' NO, NON CI POSSO CREDERE, E' UNO SCHERZO!!!!''- 
...
...
...
A diverse miglia di distanza, un'altra persona aveva pensato esattamente la stessa cosa.
- No, vi prego ditemi che è uno scherzo!- fece Takagi pallido come un lenzuolo appena lavato nel vedere che sotto la tavola su cui giaceva la sorella vi era attaccata una bomba. 
I presenti sbiancarono nel vedere l'ordigno. Erano appena riusciti a liberarsi dall'angoscia di vederla cadere e rimanere impiccata solo per rischiare di vederla saltare in aria sotto i loro occhi. No, Dio non poteva essere così crudele... non poteva costringere una ragazzina rimasta orfana a morire tra atroci sofferenze e costringere suo fratello ad assistere impotente alla sua leta agonia. 
'' Mio Dio...''- pensò Megure -'' ma che cosa ti hanno fatto questi poveri ragazzi?''
- Mi sembra di vedere un timer sotto la bomba...- fece Goro. In quel momento Conan recuperò il dossier di Natalie e controllò il referto del medico legale.
'' L'ora del decesso è da collocarsi alle dieci del mattino''- lesse Conan - Sakura vivrà. O almeno vivrà fino alle dieci di domani mattina.-
 - E tu come lo sai?- fece Goro.
- Perchè la signorina Kuruma è morta alle dieci del mattino del giorno in cui ha commesso l'insano gesto.- fece Conan. 
- Ha senso.- fece Shiratori - Vuole che sperimenti lo stesso calvario che è toccato a Natalie e che Takagi si accorga che tutto quello che ha fatto sinora per salvarle la vita si riveli inutile...-  in quel momento riportarono gli occhi sul monitor. Riuscirono a vedere il viso della ragazza diventare dello stesso colore della neve a cominciare dalle labbra per poi spostarsi sulle guance, e le pupille fare un giro assurdo prima che le palpebre si abbassassero e che facesse ricadere la testa di lato. 
- Sakura!!!- urlò Takagi assistendo impotente alla scena. 
- C....calma...- fece Sato - è solo svenuta....-  cercò di tranquillizzarlo la poliziotta pur sapendo  i rischi che la ragazza correva. Si, non poteva più cadere perchè era riuscita a liberarsi almeno le gambe, ma se come pensavano era ad Hokkaido, l'isola più a nord dell'arcipelago giapponese, a quasi metà Febbraio, allora la ragazza si trovava in un posto molto freddo. Francamente non riusciva ancora a capire come facesse ad essere ancora viva dopo quasi due giorni al freddo... ma addormentarsi con quella temperatura polare era come decidere di suicidarsi.
- Mi sento male...- fece Takagi appoggiandosi alla scrivania - sto... per vomitare...- Shiratori fece per porgergli un cestino della spazzatura, ma era troppo tardi. La giacca verde dell'ispettore si sporcò di vomito.
...
...
...
- Ecco qua.- fece Shiratori porgendogli una lattina di tè verde - Ti farà bene.- 
- Grazie...- fece Takagi con gli occhi bassi aprendo la lattina e sorseggiando lentamente il contenuto- Mi dispiace per la giacca... mettila sul mio conto...- 
- Non dirlo nemmeno per scherzo.- fece Shiratori - Sono cose che capitano. Piuttosto, come ti senti adesso?- 
- Un po' meglio...- fece Takagi - ma non riesco a non pensare a mia sorella.... e pensare che se solo avessi controllato con più attenzione il rapporto sul suicidio di Natalie e l'agendina di Date prima che il rapporto venisse compilato, tutto questo non sarebbe mai accaduto.- 
- Non dire sciocchezze.- fece Goro - eri sconvolto, non conoscevi la signorina Natalie ed era ovvio che non riuscissi ad andare a controllare gli appunti presi nei giorni in cui Date era ancora vivo.- 
E comunque, anche se davvero le cose fossero andate proprio come pensava Fuemoto, ovvero che Takagi fosse stato fidanzato con Natalie ed avesse deciso di lasciarla per Miwako, non avrebbe dovuto prendersela ne con lui ne con Sakura. A volte purtroppo capitava che ci si rendesse conto che il sentimento che legava due persone non era davvero amore ma una semplice per quanto meravigliosa amicizia almeno per uno dei due. Ed era quello il motivo per cui era meglio rompere subito il fidanzamento, per rispetto nei confronti dell'altro nonostante si sapesse che sarebbe stato difficile o che l'altro ci avrebbe sofferto. Non c'era niente di peggio che illudersi di essere amati da qualcuno che fingeva di provare un sentimento più grande di quello che provava davvero solo per pietà o per il timore di far soffrire una persona a cui voleva molto bene.... si sarebbero rovinati la vita tutti e due. 
- Hanno ragione.- fece Miwako - tu non hai alcuna colpa in questa vicenda. Fuemoto era arrabbiato e frustrato per la morte della sua amica, e ha dato la colpa al primo malcapitato che gli è capitato a tiro. Capisco come possa essersi sentito, ma questo non lo giustifica.-
- Torniamo a Sakura adesso per favore.- fece Takagi - come la troviamo adesso?- 
- Iniziamo con il mettere assieme quel che sappiamo.- fece Conan - Fuemoto era presente all'interrogatorio della polizia di Hokkaido quando il personale dell'albergo, compagni di scuola ed insegnanti sono stati interrogati circa la scomparsa di Sakura giusto? Questo significa che ha portato Sakura in un posto abbastanza vicino o non sarebbe riuscito ad allontanarsi con lei e tornare in così poco tempo.- 
- E deve essere un posto che sa benissimo non essere molto frequentato...- fece Goro - Non ha molto senso portare un ostaggio in un posto in cui qualcuno potrebbe trovare l'ostaggio ed avvertire la polizia.- 
- Però a giudicare dai teli e delle impalcature è senza dubbio un cantiere.- fece Conan. Francamente non riusciva a spiegarselo... un rapitore che voleva uccidere la propria vittima in modo lento e doloroso, che aveva preso mille precauzioni per essere sicuro che la vittima non sopravvivesse, avrebbe dovuto avere l'accortezza di portarla in un posto in cui accorgersi di lei era quasi impossibile.
Se Sakura aveva deciso di buttare giù il telo che copriva parte della tavola doveva aver avuto un buon motivo, e l'unico secondo logica, doveva essere che aveva sentito la voce di qualcuno. 
Non riusciva a capire come mai Fuemoto l'avesse portata in un posto in cui qualcuno avrebbe potuto trovarla ed avvertire subito la polizia. 
- Aspettate, forse ho un'idea...- fece Goro - forse il cantiere in cui si trova Sakura è abbandonato da tempo o è un edificio di cui la costruzione è sospesa da tempo, per questo era sicuro che nessuno l'avrebbe trovata prima del tempo.- 
- E' possibile.- fece Sato - ma come si spiega il dettaglio del lenzuolo? Sakura è una ragazza combattiva, non avrebbe mai sprecato un'intera notte di energie per qualcosa che già sapeva non sarebbe servito a niente.- 
Goro tentò - Beh... magari si è trattato di un tentativo disperato.-
'' No.''- pensò Conan -'' Sta cercando di dirci qualcosa, ne sono certo.''
- E' saltato fuori qualcosa dalla perquisizione dell'appartamento di quell'uomo?- chiese Takagi speranzoso. 
Shiratori scosse la testa, infilando una mano nella tasca della giacca per tirarne fuori una macchina fotografica digitale.
- Ho trovato questa però...- fece Shiratori porgendola al collega - sopra c'è il nome di Sakura... ho pensato che avresti voluto riaverla.- 
Takagi la prese tra le mani, delicatamente, come se fosse stato un oggetto prezioso. Conosceva bene quella macchina fotografica. Era un suo regalo alla sua adorata sorellina. Sakura aveva sempre amato fotografare i paesaggi e tutto quello che nella sua mentalità di adolescente poteva essere considerato degno di nota. Aveva sempre pensato che questa grande passione derivasse dal fatto che la loro madre era stata una fotografa e che avvicinarsi alle passioni ed al lavoro della genitrice fosse stato un modo per sentirla più vicina. 
In un certo senso era come se Shiratori gliel'avesse restituita. 
In quell'apparecchio digitale c'era sua sorella.  La sua adorata sorellina. 
La ragazza che rispecchiava al meglio la frase che aveva fatto innamorare Shiratori della sua fidanzata. 
Un fiore di ciliegio forte e gentile che rappresentava la giustizia. 
E lo era davvero. Una ragazza che sotto l'espressione dolce ed innocente e di indole gentile, nascondeva la forza di un leone, pronta a lottare con tutte le sue forze per quello che riteneva giusto... e che ora stava lottando contro la morte. Una morte atroce ed indegna...e stupida.
Non si poteva morire tra atroci torture a diciotto anni per un malinteso.
Non l'avrebbe permesso.
Non importava cosa avrebbe dovuto sacrificare. 
Fosse stata la vita stessa.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Corsa disperata ***


Una bomba. 
C'era una maledettissima bomba legata all'asse di legno. Come se l'assideramento e la possibilità di rimanere appesa come un prosciutto non fossero già di per sè sufficenti a rendere macabra quella situazione. 
Una volta, mentre si documentava per un compito sulla pena di morte, aveva scoperto che molti anni prima, non vi era l'usanza di comunicare al condannato a morte la sentenza per intero il giorno stesso del verdetto. Veniva comunicato loro che per il loro crimine, vero o presunto, avrebbero dovuto pagare con la vita ma non veniva detto loro quando. Ogni anno veniva comunicato loro di non essere a rischio esecuzione per un determinato periodo di tempo, ed una settimana prima del giorno fissato veniva comunicato loro con una lettera... aveva sempre pensato che l'attesa infinita, che poteva durare anche dieci, quindici anni, nell'attesa di essere giustiziati fosse di gran lunga più logorante e debilitante dell'idea stessa di dover morire. 
In quel momento si sentiva come quei condannati.
La bomba che era attaccata all'asse si legno su cui era stata immobilizzata non era ancora esplosa. Però l'avrebbe fatto... non sapeva quando però... poteva esplodere in quel momento, come tra due ore, durante la notte, o durante le prime ore del mattino seguente... ammesso e non concesso che arrivasse viva a quel momento. 
Sentiva le sue resistenze abbassarsi sempre di più. Il freddo le stava penetrando nelle ossa, e c'era stato un momento in cui aveva avuto la sensazione che il cuore volesse smettere di battere. 
Non aveva nemmeno la forza di piangere. E si che le avrebbe fatto bene... non tanto per sfogarsi, ma per provare almeno un po' di calore grazie alle lacrime calde... solo che non ci riusciva. Era completamente disidratata. Non beveva dalla sera prima di essere rapita. 
Forse però era meglio così... Taru sicuramente la stava guardando, e non poteva turbarlo ulteriormente facendogli vedere di essere in preda alla disperazione...
Un pensiero le attraversò il cervello.
'' Perchè... hai così paura di sporgerti e di cadere...?''
Il baratro sotto di lei non era poi così spaventoso... aveva cercato di non muoversi il meno possibile per non rischiare di scivolare e rischiare di impiccarsi... ma in quel momento non pareva una brutta idea.
Aveva forze sufficienti per quell'ultimo sforzo. Doveva solo girarsi e lasciarsi cadere. 
L'agonia sarebbe durata pochi secondi... un minuto intero al massimo. Una quisquilia in confronto a quello che aveva sopportato finora... tuttavia non poteva agire in quel modo. Taru la stava sicuramente guardando. E non poteva togliersi la vita davanti a lui... per quanto l'idea stesse iniziando a diventare allettante. 
'' Ok Taru... ti do un aiutino...''
...
...
...
- Ancora niente...?- fece Takagi senza nemmeno alzare lo sguardo dalle foto che aveva scattato Sakura e salvato sull'apparecchio digitale.
Era come averla riavuta, anche se solo per poco. In quelle foto, in quei sorrisi, in quei paesaggi... c'era sua sorella. C'era Sakura Takagi. 
- Non ancora.- fece Matsumoto ringraziando che il poliziotto avesse lo sguardo altrove. Non sarebbe riuscito a sostenere il suo sguardo sconvolto e disperato - Ma continueremo a cercare, e la troveremo.- 
- Mi scusi, ma inizio ad avere difficoltà a crederle...- fece Takagi con gli occhi che tremavano. 
- Ehy.- fece Shiratori - Non mi starai dicendo che ti arrendi!- 
- Questo mai...- fece Takagi - ma inizio ad aver paura... Fuemoto era l'unico che potesse salvarle la vita, dopo aver scoperto di aver commesso un terribile errore... e adesso forse non si sveglierà più. O se si sveglierà Sakura potrebbe essere già morta... ho voglia di ricominciare a cercarla... ma non so da che parte ricominciare...- 
- Beh intanto cominciamo a perlustrare i cantieri edili nei pressi dell'albergo dove alloggiava Sakura.- fece Sato - Sappiamo che è salita in macchina con lui, di sua spontanea volontà.- e di questo ne era sicura al cento per cento. 
Per quel che conosceva la sorella minore del suo fidanzato una cosa la sapeva per certa: non sarebbe mai salita in macchina con qualcuno, a meno che quel qualcuno non godesse della sua piena fiducia. 
Esisteva però un'altra possibilità. Ovvero che dopo averla fatta salire in macchina l'avesse stordita con un fazzoletto imbevuto di cloroformio e che poi l'avesse consegnata ad un potenziale complice, per poi mollarla chissà dove. In questo modo poteva tornare indietro dal luogo della consegna, andare in albergo come se niente fosse, preparare il tablet da spedire il giorno dopo, per poi rispondere alle domande della polizia di  Hokkaido venuta ad investigare sulla scomparsa della ragazza. 
- Io ho chiesto ad un conoscente nella polizia dell'isola di controllare tutti i cantieri che avevano in ristrutturazione o in costruzione edifici che andavano oltre i quattro piani nei pressi dell'albergo...- fece Shiratori - ma dicono che nei pressi dell'hotel non ci sono strutture che corrispondono ai requisiti che cerchiamo.- 
- Ma com'è possibile?- fece Goro - questa ragazza da qualche parte deve stare... non vorrete mica dirmi che Fuemoto fa apparire e scomparire i palazzi a seconda delle sue esigenze.- 
- No, dubito che sappia fare simili stregonerie...- fece Megure - però nulla esclude che Fuemoto possa aver preso Sakura ma solo all'inizio per poi consegnarla a qualcuno che si è occupato di portarla nel luogo della sua prigionia.- 
- Il che vuol dire...- fece Conan - che potrebbe essere ovunque.- 
- Hokkaido è un'isola che vanta 78719 km².- fece Takagi - Mi dite come facciamo a setecciarli tutti prima delle dieci di domani mattina?- 
Anche con la piena collaborazione della polizia dell'isola, era un'impresa disperata. 
Non sarebbero mai riusciti a trovarla in tempo. 
- Beh... forse potremmo chiedere aiuto agli isolani... e trovare qualcuno che possa parlare dei fatti.- fece Matsumoto.
...
...
...
- Torniamo in diretta.- fece la DJ di una nota trasmissione che veniva ascoltata in tutto il Giappone. Il piano era semplice. 
Spesso, quando si cercava di riaprire qualche caso, dimenticato dai più, amici e parenti della vittima lanciavano appelli alla radio e alla televisione, per rinfrescare la memoria alla gente e alla polizia per chiedere che l'inchiesta venisse riaperta. 
Era proprio a questo che miravano. Con una trasmissione alla radio, avrebbero reso partecipi anche tutti gli abitanti dell'isola di Hokkaido del rapimento e dell'imminente morte per assideramento di una ragazzina di diciotto anni, abbandonata in un cantiere. Si sarebbero appellati alla coscienza e all'umanità della gente, chiedendo loro di segnalare tutti i cantieri che riguardavano edifici alti in modo da concentrare gli sforzi in determinate zone anzichè correre a destra e a sinistra come topi da laboratorio in cerca del formaggio.
- Oggi vogliamo parlare di una storia d'amore.- fece la conduttrice - Non una storia d'amore tra un uomo ed una donna, ma del legame d'amore che lega due fratelli... per chiedere il vostro aiuto.
Agente Takagi, come si chiama sua sorella?- 
Takagi sospirò prima di rispondere - Sakura.
Sakura Takagi.- da lì in poi lasciò che fosse il suo cuore a parlare per lui - Mia sorella ha diciotto anni. E' una ragazza molto dolce, tranquilla, calma, ma è dotata di una volontà di ferro.
Sono due giorni che non la vedo. Mia sorella è scomparsa durante una gita scolastica ad Hokkaido... è stata sequestrata, caricata in una macchina con una scusa, da parte di una persona di cui credeva potersi fidare ed in questo preciso istante sta morendo di stenti in un cantiere.-
La conduttrice innoridì al pensiero che una ragazza così giovane stesse morendo di una morte così orrenda. Poteva solo immaginare la pena che aveva il fratello dentro, nel non sapere dove fosse sua sorella, nemmeno per darle un ultimo saluto nel caso quella povera ragazza fosse ormai votata alla morte... ma quello che non riusciva a vedere era la pena negli occhi del poliziotto. In quei due giorni senza avere la certezza di rivedere viva sua sorella, Takagi aveva visto Sakura morire più e più volte. 
E questo, solo Miwako, aveva potuto vederlo. 
- Agente... lei è qui per lanciare un appello alla coscienza morale del rapitore di sua sorella...- 
- No.- fece il poliziotto - Il colpevole in questo momento ha capito perfettamente l'inutilità del suo gesto, ma non è nelle condizioni fisiche di poter rispondere alle mie domande... quello che voglio lanciare è un appello agli abitanti di Hokkaido.- prese un bel respiro prima di continuare - Mia sorella è prigioniera in un cantiere edile che interessa un edificio di oltre quattro piani... chiedo che venga notificata la presenza di uno stabile del genere, in qualunque punto dell'isola vi troviate, e che contattiate immediatamente la prima squadra della prefettura di Tokyo.- la trasmissione si chiuse lì. 
Trovava impossibile che avesse affidato la salvezza di sua sorella a dei perfetti sconosciuti che ascoltavano la radio, magari per chiedere di fare una dedica o per chiedere che mandassero in onda la canzone del primo incontro con la loro dolce metà... ma tutti erano soliti dire che Dio esisteva, e che operasse tramite vie inaspettate... e se ciò era vero, non avrebbe permesso che una ragazzina morisse per un errore del cavolo. 
Accadeva sempre un fatto curioso, quando i giornali riportavano la notizia di un fatto di cronaca nera. Specie quando la vittima era quel che si definiva '' la ragazza della porta accanto''.  La gente si indignava, pensava che fosse ingiusto e crudele che una brava persona, un adolescente, venisse strappata così presto alla vita e ai suoi cari..  ma di solito l'unica cosa che sapevano fare era rammaricarsene leggendo il giornale, parlarne un paio di minuti condannando il mondo troppo ingiusto e crudele, dire '' Se ci fossi stato io ora quella poveretta sarebbe ancora viva''.... 
Ora avevano l'occasione di dimostrarlo. 
...
...
...
L'idea della  trasmissione alla radio si rivelò vincente. 
Era come essere travolti da un fiume in piena. Dopo l'appello disperato di Takagi alla radio che chiedeva l'aiuto degli abitanti dell'isola per rintracciare la  sorella scomparsa, più di venti persone in tutta l'isola avevano contattato la polizia segnalando la presenza di cantieri che interessavano la costruzione e la ristrutturazione di edifici oltre i quattro piani. 
- Contattate la polizia dell'isola e chiedete la massima collaborazione.- fece il sovrintendente - Abbiamo diverse segnalazioni, ed ognuna potrebbe essere il luogo in cui Sakura è tenuta prigioniera.  Con l'aiuto dello stormo elicotteri, dall'alto dovrebbe essere relativamente facile individuarla.-
- Agli ordini.- fecero i poliziotti. 
- Megure.- fece Matsumoto - Ci sarà bisogno di una squadra che coordini le operazioni. Parta per Hokkaido e porti con sè due agenti. Li scelga con cura...
- Ci vado io.- fece Takagi con un tono che non ammetteva repliche. 
- Come prego?- fece il sovrintendente. 
- Ha capito benissimo.- fece Takagi - Il tempo di prendere il cappotto e sono pronto a partire.- 
- Takagi...- fece Megure in tono quasi paterno - Non ti dirò che so come ti senti...- ed era sincero. Nonostante lui e Midori fossero sposati da anni, non avevano mai avuto figli ne fratelli o sorelle minori a cui aveva dovuto fare da sostituto genitore... quindi non conosceva la pena di non sapere dov'era il proprio figlio e la consapevolezza che avrebbero potuto fargli Dio solo sapeva che cosa, e non riusciva nemmeno ad immaginare l'inferno che il suo subalterno avesse dentro in quel momento - ma abbiamo ottime possibilità di ritrovarla... riposati un po'. Va a casa, fai una doccia, una dormita...- 
- No lei non capisce...- fece Takagi - E' mia sorella. Le ho promesso che l'avrei protetta da ogni male, e non ci sono riuscito. Le ho promesso che sarei andato a prenderla anche in capo al mondo se avesse avuto bisogno di me, e stia certo che è esattamente ciò che farò.- 
- Takagi, cerca di ragionare.- fece Matsumoto - se prendiamo per buona che Fuemoto abbia rapito Sakura e che poi l'ha consegnata a qualcuno che l'ha scaricata in un cantiere, significa che con tutta probabilità in quel posto c'è un complice. E stai sicuro che se ti vede arrivare al cantiere, sarai il primo a cui sparerà.- 
- Signor questore... le sue ragioni le ho ascoltate e le ho capite fin troppo bene.- fece Takagi con voce ferma e calma - Però adesso le spiego come andranno le cose. Se lei non mi da il permesso di prendere parte a questa missione di salvataggio, io uscirò di qui dicendo che vado a recuperare un paio d'ore di sonno, ma nulla mi impedirebbe di andare all'areoporto e di prendere il primo volo per Hokkaido.- non aveva mai sfidato le disposizioni di un superiore. E francamente non aveva mai immaginato che un giorno l'avrebbe fatto... ma vedere sua sorella, la sua Sakura... intirizzita dal freddo, stremata, sofferente, sul punto di saltare in aria per uno stupido malinteso che non ci sarebbe mai stato se quell'uomo avesse avuto il buonsenso di cercare direttamente lui per chiarire la questione aveva cambiato tutto. 
Se per qualche disgrazia non l'avessero trovata in tempo, lui doveva essere lì con lei. 
Megure si guardò attorno in cerca di aiuto. 
- Ispettore...- fece Shiratori - Mi dia retta, gli dia il permesso di venire con voi.
Per quello che lo conosco, Takagi è realmente capace di andare per conto suo ad Hokkaido e cercare Sakura da solo. Se per disgrazia incontra questo fantomatico complice le cose potrebbero mettersi male.- 
C'erano due possibilità nel correre il rischio che decidesse di andare ad Hokkaido e cercare Sakura da solo, se prendevano per buona l'ipotesi che Fuemoto non avesse agito da sola. La prima era che il complice temendo di essere arrestato per concorso in rapimento e tentato omicidio e gli sparasse sul serio, anche in preda al panico.
La seconda... fino a due giorni fa non ci avrebbe mai creduto. Gli tornava difficile immaginare il collega lanciarsi in una caccia all'uomo come gli tornava difficile immaginarlo farsi giustizia da solo. Anche se lo avrebbe capito perfettamente. Lo stato aveva messo loro in mano una pistola, con cui avevano giurato di servire e proteggere i cittadini. 
Ma se a Takagi fosse saltato il ticchio di usarla per sparare un colpo in testa a colui che aveva ucciso sua sorella lo avrebbe capito. Anzi, probabilmente lo avrebbe aiutato a trovare qualche attenuante o a pagargli direttamente l'avvocato. 
Tuttavia, voleva evitare che proprio lui si trovasse in quella difficile situazione. 
A quel punto Megure si arrese. 
- Va bene.- fece Megure - Sato, Takagi verrete con me per la squadra di coordinamento delle indagini. Recuperate cellulari e pistole. Ci vediamo sul tetto tra meno di cinque minuti.-
Matsumoto annuì per poi rivolgersi agli altri agenti - Raddoppiate le pattuglie, e raccomandate ad ogni singolo elicottero di avere a bordo un kit di pronto soccorso.- 
- Signorsì.- fecero i poliziotti. 
Takagi si diresse alla sua scrivania per recuperare la pistola e prendere il cappotto senza smettere di pensare -'' Sto arrivando bocciolo... non mollare, resisti ancora un po'...''
- Takagi.- fece Shiratori arrivandogli alle spalle. 
Il poliziotto si voltò. 
- Ah sei tu...- fece Wataru -  Hai... bisogno di qualcosa? Ho fretta...-
Shiratori sorrise.
- Quando la vedi, dalle un abbraccio da parte mia.- 
Wataru sorrise - Grazie.- per poi correre come un fulmine sul terro dell'edificio dove lo aspettavano Miwako e Megure. 
Sperava solo di fare in tempo. 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3859464