Siamo uguali

di jay0704
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitalo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 41 ***
Capitolo 42: *** Capitolo 42 ***
Capitolo 43: *** Capitolo 43 ***
Capitolo 44: *** Capitolo 44 ***
Capitolo 45: *** Capitolo 45 ***
Capitolo 46: *** Capitolo 46 ***
Capitolo 47: *** Capitolo 47 ***
Capitolo 48: *** Capitolo 48 ***
Capitolo 49: *** Capitolo 49 ***
Capitolo 50: *** Capitolo 50 ***
Capitolo 51: *** Capitolo 51 ***
Capitolo 52: *** Capitolo 52 ***
Capitolo 53: *** Capitolo 53 ***
Capitolo 54: *** Capitolo 54 ***
Capitolo 55: *** Capitolo 55 ***
Capitolo 56: *** Capitolo 56 ***
Capitolo 57: *** Capitolo 57 ***
Capitolo 58: *** Capitolo 58 ***
Capitolo 59: *** Capitolo 59 ***
Capitolo 60: *** Capitolo 60 ***
Capitolo 61: *** Capitolo 61 ***
Capitolo 62: *** Capitolo 62 ***
Capitolo 63: *** Capitolo 63 ***
Capitolo 64: *** Capitolo 64 ***
Capitolo 65: *** Capitolo 65 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


“CLAAARAAAA, CLARAAA, ti alzi da quel  CAZZO di letto  non te lo ripeto più.”

Ecco… ogni mattina sempre la stessa storia, sono appena  le 7:00 e lei  già urla. Sono stanca, ieri ho fatto tardi, leggendo un nuovo romanzo acquistato il giorno prima alla Feltrinelli e sono già quasi alla fine . Mi urla nuovamente…… che noia ma non riesce a parlare con un tono di voce più normale, come è possibile che già a quest’ora sia cosi tanto attiva. Cerco di rilassarmi e di restare calma non voglio iniziare la giornata con i nervi a fior di pelle,  con un tono calmo e distaccato  le chiedo cosa vuole.

  • Clara devi andare a lavoro, e devi  accompagnare tua sorella al campo estivo. Muoviti prima che si fa tardi.
  • stai tranquilla, Lisa non farà tardi.
  • MUOVITI CLARA

Non rispondo con lei ogni singola parola è inutile non capisce. Avvolte mi chiedo se abbia battuto la testa quando era piccola. Perché ogni gesto e frase pronunciata da lei, sembra anormale. 

Mi alzo dal letto ancora dormiente,  e vado in bagno lungo il tragitto becco mio fratello Nicola  alle prese con uno dei suoi strani videogiochi, è già seduto sul divano con una mano tiene il  joystick e con l’altra impugna quattro biscotti al cioccolato. Nicola è un ragazzo un pò in carne, ha la carnagione olivastra come la mia, gli occhi castani ed i capelli neri, non capisco se è naturale oppure è dovuto all’ultima doccia fatta, ovvero un po’ di tempo fa…. Si è diplomato lo scorso anno, da allora il divano è diventato il suo letto e i  videogiochi la sua vita. 

Entro in bagno,  e come sempre si crea la fila dietro la porta tutti che devono andarci, quindi sono costretta a fare più veloce che posso .

Non appena esco vado subito in camera mia. Una stanza molto piccola, con una piccolissima finestra, riesce  ad entrarci solo un letto e una cassettiera un po malconcia, le mura sono bianche con diverse crepe, la porta che divide lo spazio tra il corridoio e la mia stanza è scorrevole anche quella piuttosto malconcia.  Non appena entro in camera sento bussare alla porta. 

  • Claretta posso entrare 
  •   Leoo… quante volte devo dirti che non mi devi chiamare con i diminutivi. Non li sopporto propio.

Rispondo con tono un po scherzoso.

  • Va bene, scusa posso entrare Claretta.

apro la porta per farlo entrare. Leo è un ragazzo di 16 anni è più piccolo di me di un anno, ha gli occhi grandi e castani, i suoi capelli sono dorati e ricci, ha una carnagione chiara, sembra un principe. Non appena entra mi abbraccia per darmi il  buongiorno, in genere non amo le smancerie, ma provenienti da lui sono ben accette.

si siede  nel mio letto e inizia a raccontarmi qualche anedoto divertente accaduto il giorno prima. Mentre lo ascolto mi do una sistemata ai capelli, prendo l’ arricciacapelli e faccio i boccoli, dopodiché inizio a truccarmi, metto il fondotinta la cipria e il fard, traccio una linea sottile di eleyner  sopra la palpebra superiore  ed infine per definire il tutto metto il  mascara e il rossetto. Magari è eccessivo truccarmi così per andare a lavoro, pero non posso farci nulla amo truccarmi, è uno dei miei hobby preferiti,  un giorno conto di diventare una make up artist di alto livello.

Non appena finisco di prepararmi io e Leo andiamo in cucina a fare colazione c’ è già  mia sorella Lisa seduta con mia madre. Ogni mattina quella donna mi fa uscire un sorriso, perché ogni giorno che passa sembra più strana, indossa un vestitino a fiori abbinata ad una giacchetta marrone che a mio modesto parere non centra nulla con quel rosa fluorescente, ovviamente tutto ciò è contornato dalla sua folta chioma rossa mogano. Il suo volto  quando mi vede assume un’espressione  di disprezzo  con un tono come sempre nervoso e scorbutico ci dice che sul bancone c’è la nostra colazione, che consiste in fette biscottate  e latte.  Guardando la colazione penso che non vorrei mangiarla perché a me le fette biscottate non piacciono, ma d’altronde mi serve energia per affrontare la mattinata, quindi mi sforzo e mangio tutto.

Non appena finisco di mangiare guardo il telefono sono già le 8:00, controllo whatsapp, vedo un messaggio di Clarissa un amica conosciuta a scuola lo scorso anno, in questo messaggio mi ha scritto:

-  Buongiorno Claraaa non vedo l’ora che sia lunedì.

le rispondo 

  • perché lunedì cosa succede ?
  • inizia la scuola siamo finalmente al 4 anno. Preparati a vivere un anno fantastico, io sono molto entusiasta.
  • ahh si la scuola…

Lei probabilmente notando la mia indifferenza cambia argomento e mi chiede:

  • domani sera esci con me ?
  • no non credo Clari

le rispondo mentre mi alzo dal tavolo andando a lavare la mia tazza.

Lei mi risponde in un certo senso supplicandomi

  • Daiii daiii cos’hai da fare?

Non appena concludo il lavaggio della tazza le rispondo 

  • Nulla ma non mi va 
  • Dai che ho conosciuto dei ragazzi sexy, vorrei farteli conoscere.
  • Non so dai ti faccio sapere domani 
  • Va bene dai dillo anche a Penelope 

Mentre parlo con Clarissa,  aiuto mia sorella a mettere  lo zainetto ed usciamo di casa frettolosamente,  l’accompagno al campo estivo che non e molto lontano da casa  poi vado a prendere l’autobus per andare a lavoro.

Dopo 30 minuti in quel’ autobus puzzolente e affollato scendo alla mia fermata e mi dirigo verso il bar in cui lavoro, è piccolo e  un po’ buio ma  in fin dei conti per le ore che faccio la paga è buona.

Lavoro per 6 ore, finalmente alle 15:00 finisco. Non appena esco dal bar chiamo Penelope che è la mia migliore amica da quando eravamo piccole,  ovvero da quando lei si è trasferita qui a Roma con la sua famiglia avevamo soli 5 anni, sono passati già 12 anni e ancora adesso siamo molto legate. 

Dopo qualche squillo risponde 

  • Pronto
  • hey
  • ciao dimmi Clara
  • nulla che fai oggi ?

Lei risponde un po incerta 

  • credo nulla. Sai per l’ennesima volta ho litigato con Jacopo 
  • Questa volta perché?
  • bho è pazzo cerca in ogni cosa una discussione…

afferma con un tono un pò triste 

  • dai ti va di svagarti un pò?
  • si certo 
  • Clarissa ci ha invitate ad una delle sue strane uscite domani sera. Ti va di andarci ?

ride un pò e poi mi dice di si.

In seguito parliamo della scuola che inizierà questo lunedì, ovviamente gli ricordo la nostra tradizione di comprare l’outfit del primo giorno di scuola.

Lei entusiasta mi risponde che non vede l’ora, alla fine decidiamo di comprare il necessario domenica pomeriggio. Dopo esserci organizzate  gli chiedo se nel pomeriggio aveva già degli impegni. 

Lei mi dice 

  • No non ho nulla da fare Cla…. che ne dici andare al centro commerciale?
  • Si va bene. 

Le rispondo molto entusiasta . Ci salutiamo dandoci appuntamento al centro commerciale tra un ora, che trascorro quasi completamente sui mezzi publici per arrivare al luogo di incontro.

alle 15:50 arrivo all’ ingresso del centro, come al solito Penelope arriva con mezz’ora di ritardo, per fortuna con me avevo il mio romanzo che ha ingannato un po’ l’attesa. Non appena arriva  ci salutiamo, ed entriamo dentro, passiamo quasi 4 ore, verso le otto usciamo  entrambe soddisfatte dallo shopping che abbiamo fatto.   

Ci dirigiamo verso la fermata dell’autobus, durante l’ attesa Penelope mi parla dei continui sbalzi d’umore di Jacopo chiedendomi un consiglio. Come al solito chiede consiglio alla persona meno adatta, cosa potrò mai sapere io di relazioni, dal momento in cui io non né ho mai avuto una? Trascorriamo tutto il tragitto parlando di Jacopo.

Finalmente usciamo da quei mezzi, decidiamo di fermarci  a mangiare un boccone, nella nostra rosticceria preferita prendiamo un pezzo salato e ci dirigiamo verso l’uscita, mentre mangiamo  passeggiamo fin  che non  arriviamo in un piccolo parco per sederci e li che vediamo Clarissa in compagnia dei suoi amici tutti un po’ strani. Tra questi c’è ne uno in particolare che mi colpisce, ha i capelli scuri,  gli occhi verdi, le braccia ricoperte di tatuaggi, ed ha un piercing sul labbro, diciamo che non mi piacciono questo genere di ragazzi però lui mi incuriosisce sembra diverso dagli altri. Decido di saperne di più, quindi insieme a  Penelope ci avviciniamo per conoscere i nuovi amici di Clarissa. 

Io e questo strano ragazzo veniamo presentati da Clarissa 

  • Gianluca lei è Clara una mia cara amica.

Intervengo io porgendogli la mano 

  • Piacere 

Lui risponde con aria arrogante 

  • Ciao 

io non so cosa dire ma vorrei parlargli, insomma vorrei conoscerlo meglio  mi intriga molto, ma non ho idea di come possa fare. Vengo presentata anche a tutti gli altri. Nessuno pero pare reggere il confronto con Gianluca, per carità gli altri sembrano molto simpatici pero questo strano ragazzo in questo momento è l’unico che è riuscito ad attirare la mia attenzione. Questo non è semplice, dal momento in cui  in un ragazzo cerco sempre la perfezione assoluta, nonostante questo individuo non incarni nessuna caratteristica del mio prototipo ideale  non riesco a staccargli gli occhi di dosso. Ad un certo punto Clarissa interrompe i miei pensieri e a bassa voce mi dice:

  • Ho visto come lo guardi

e ridacchia un pò. Mi  volto verso di lei e con aria un po nervosa le dico

  • ma no che dici 
  • domani sera ci sarà anche lui sai ?
  • ah ok

Non so perché ma d’improvviso mi è venuta voglia di andare a questa  stupida uscita, ed ora non mi appare nemmeno così tanto stupida.

Mi sento un pò guardata da Gianluca , però la cosa non mi infastidisce nemmeno un pò. All’improvviso i miei pensieri vengono nuovamente interrotti dalla suoneria del mio telefono. E’mia madre “oddio non la sopporto” penso ma devo rispondere 

  • Pronto 
  • dove sei sono già le 23:00 torna casa.

Afferma con voce come al solito nervosa e scorbutica.

  • si sto arrivando 

Le rispondo con tono molto spazientito dal suo modo di fare. Avviso Penelope che dobbiamo andare,  lei acconsente prima di andarcene salutiamo tutti e andiamo via. Non appena siamo sole parliamo di Gianluca, lei inizia a prendermi in giro ….. cavolo anche lei se ne accorta a questo punto se ne sarà accorto anche lui. Dopo qualche minuto mi separo da Penelope e mi dirigo verso casa. Non appena arrivo a casa vado  verso la mia stanza butto la borsa nella cassettiera, tolgo le scarpe, e mi sdraio sul letto. Ripenso all’ultima ora trascorsa insieme a Clarissa insieme “ai suoi nuovi amici”, i miei pensieri si incentrano solo ad uno di loro a Gianluca, perchè lo penso? Insomma non abbiamo nemmeno parlato però non riesco a smettere di pensare ai suoi occhi che mi fissavano. Chissà se anche lui mi starà pensando così come sto facendo io? Ma che diavolo sto dicendo. Clara Mariani dormi basta pensare, domani ti aspetta una lunga giornata 

La mattina seguente sempre la stessa storia mia madre che urla io che mi  preparo, e accompagno Lisa al campo estivo.

Vado a lavoro, durante il giorno i miei pensieri vengono rivolti a Gianluca…. Finalmente, torno a casa un po’ nervosa ed impaziente  per la serata che mi aspetterà, chiamo Penelope per chiederle se viene a casa mia per aiutarmi a prepararmi e farmi carina per Gianluca, lei un po’ dispiaciuta mi dice che non può esserci visto che ha fatto pace con Jacopo.

Capisco è giusto che stiano insieme.

Allora decido di farmi il più carina possibile sola  vado a fare la doccia, quando torno in camera decido di indossare un vestitino nero con la scollatura a cuore che abbino con delle scarpe col tacco, mi trucco il meglio possibile oltre l’eleyner e il mascara aggiungo l’ombretto che si intona con il colore dei miei occhi, non appena finisco con gli occhi, passo alle labbra usando un rossetto color carne. Infine mi concentro sui capelli, prendo l’ arricciacapelli e faccio dei boccoli. Soddisfatta del lavoro  prendo la borsa esco di casa e vado da  Clarissa.

 Non appena arrivo saluto tutti con un semplice “Ciao “ mi siedo sul divano e con gli occhi cerco Gianluca che trovo quasi subito, e seduto sulla poltrona davanti a me, i nostri sguardi si incrociano per un attimo. Distolgo subito lo sguardo, mi immergo di nuovo nei miei pensiero mi chiedo cosa cavolo ci faccio qui? perché  frequento  queste persone. Non sono raccomandabili, non sono quel genere di persone che frequento io. Però non voglio smetterla, voglio capire che tipo è Gianluca lo voglio conoscere….  Tutti iniziano a bere  addirittura a  fumare, ad un certo punto Gianluca viene verso di me e mi dice:

  • Eh tu non bevi?
  • No no non mi piace 
  • Peccato 

Ribatte lui con una risatina.

 Stavo per rispondergli quando Clarissa che è una ragazza un po’ in carne si appoggia su di me per alzarsi da dove era seduta e ad alta voce propone di giocare, ad obbligo-verità.

Tutti si lamentano un po’ perché è un gioco per bambini, ma Clarissa ribatte dicendo:ì

  • Dipende da come si gioca… No Marco?

Marco e l’amico di Gianluca sembrano inseparabili, per ciò che ho visto stasera e  ieri sera.

Alla fine Clarissa riesce a convincerli e a convincermi. Iniziamo a giocare 

Marco e Clarissa a causa di un obbligo devono bere  un bel po di shot…

Maria e Alessia devono darsi un bacio sulle labbra anche se sono  entrambe femmine, Anna  e Claudio devono raccontare la loro prima volta. A quel punto ringrazio il cielo che non sia capitata a me quella domanda  dal momento che io non ho mai dato nemmeno il mio primo bacio. Ma propio appena finisco di pensare ciò,  che arriva  il turno di  Gianluca che mi obbliga a dargli un bacio di 10 secondi ovviamente con la lingua e io io beh io non voglio cioè lui mi attrae ma non so sé  sia il caso, il mio primo bacio lo immaginavo diverso dolce, romantico cioè unico con la persona che amo. Ammetto che esagero, non posso pretendere tanto dal momento in cui i ragazzi di oggi puntano solo ad un unica cosa…. mentre penso a tutto ciò non mi accorgo che Gianluca si era avvicinato, è bellissimo non appena i miei occhi si incontrano con i suoi, i miei pensieri cessano di esserci, resto ferma immobile…Cavolo quanto è bello mi viene spontaneo chiudo gli occhi, lui posa delicatamente le sue mani ruvide sul mio viso, non faccio in tempo a fermarlo  ho già le sue labbra sulla mie e la sua lingua che prova a toccare la mia, si sfiorano ed io…

 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


In quel momento sento le sue labbra che premono sulle mie, ammetto che in sé il bacio non è male….pero’ non posso farmi baciare così da uno sconosciuto. Sento la sua lingua che prova a toccare la mia, proprio nel momento in cui mette le mani sui miei fianchi mi sposto e lo spingo per farlo allontanare da me. Mi vergogno un po’ per ciò che ho fatto non avrei dovuto baciarlo, io per lui non conto nulla, e lui neanche è una semplice infatuazione. Ma cosa mi è saltato in mente…… Alzo lo sguardo verso gli amici di Clarissa e in modo sbrigativo dico:

  • OK fatto, contenti?
  • Claretta, tesoro non era un bacio di 10 secondi a malapena sarà durato 3 secondi. Se vuoi ti faccio vedere come si fa, che ne dici Marcuccuio ti va? 

Marco la osserva un po’ spaventato da quella richiesta…. prova a nasconderlo e con un sorriso gli dice: 

  • Cara magari alla prossima al momento non sono abbastanza ubriaco per farlo…
  • Peccato Marco, io resto disponibile.  Afferma Clarissa leccandosi le labbra

 Provo a dimenticare la faccia di Clarissa e i suoi tentativi di seduzione è abbastanza disgustoso… Gianluca non smette di guardarmi dopo il bacio, non capisco se gli è piaciuto, o ancora meglio gli piaccio, vabbè impossibile. trascorro l’ intera serata in silenzio, evito di giocare ancora con quello stupido gioco, non vorrei ritrovarmi obbligata a baciare un altro amico di Clarissa……. Si fanno finalmente le 23,00 cavolo ho aspettato con ansia questo momento, mi alzo e prendo l borsa guardo Clarissa dicendogli che dovevo andare via. Lei mi guarda e mi sorride mi accompagna alla porta, prima di andarmene alzo la mano e saluto gli altri. Proprio in quel momento, sento la voce di Gianluca che mi dice:

  • Aspetta…

per un attimo rimango ferma non so se per l’ emozione o per la sorpresa ..Gianluca vuole che io resti con lui. mi volto e con un tono disinvolto, e rispondo: 

  • Che c’è
  • Beh hai bisogno di un passaggio, se vuoi ti accompagno….
  • ehm grazie non so cosa dire. Accetto volentieri il passaggio.
  • Perfetto allora andiamo. Ribatte lui 

Usciamo da quella casa in silenzio, dirigendoci in macchina sembra vecchia per come è ridotta,, in quel momento sento Gianluca che con un tono scherzoso mi dice;

  • Principessa, magari dovresti salire, se vuoi che ti riaccompagni. Oppure vuoi rimanere a guardare la mia auto per tutto il resto della serata.                                                                                                Entro senza pronunciare una parola, la prima cosa che mi salta all’occhio è il caos che c’è, l’ auto è ricoperta di vestiti e di cartoni della pizza. Ma che cavolo fa in quella macchina, ci vive? Cerco di non pensarci, ed inizio a guardare fuori. Sento gli occhi di Gianluca su di me…. 
  • Clara…. dov’è che abiti?
  • Come scusa? ribatto
  • Dov’è che abiti? 
  • Via dei liberali 42 
  • Bene… Ascolta in merito a quello che è successo poco fa…
  • Facciamo finta che non si mai successo era un gioco, rispondo con un tono nervoso                                                                                  Con un  tono divertito mi dice va bene, durante il tragitto per tornare a casa rimango in silenzio. Finalmente arriviamo nel palazzo in cui vivo. Non appena Gianluca si ferma lo ringrazio, apro la portiera e scendo, sento la sua mano sul mio braccio mi giro verso di lui e lo guardo un po’ perplessa. 
  • Clara non mi dai la buona notte 
  • Cosa??? Stai scherzando vero? 
  • No sono più che serio                                                                               Non riesco a capire questo ragazzo è strano, ma cosa gli salta per la testa, penso che abbia notato il mio disagio, ci guardiamo intensamente negli occhi per qualche secondo … A quel  punto lui si avvicina, mi accarezza il viso e con sorriso mi da la buonanotte. 
  • Resto incantata da questo ragazzo, non mi sarei mai aspettata questa dolcezza da parte sua. Non lo conosco bene, d’altronde……ricambio il sorriso e gli auguro la buonanotte, esco dall’auto ed entro nel portone d’ingresso del palazzo.Rientro finalmente a  casa, stranamente di buon umore mi guardo allo specchio e sorrido ripenso al bacio con Gianluca, alle sue labbra, ai suoi occhi che  si incrociano con i miei  e alle sue mani…… 
  • CLAAARAAA
  • Si si mamma sono io non urlare

corro in camera mia mi metto nel letto e inizio a leggere il libro della scorsa sera dopo vari tentativi di leggere poso il libro, al momento la mia mente non è in grado di concentrarsi, ho le immagini della serata ancora in mente, non faccio altro che pensare a lui… sono troppo felice mi ha accompagnata a casa, mi ha accarezzato il viso non ha cercato di baciarmi. magari Gianluca non è come gli altri ragazzi, magari vuole amare ed essere amato… Mi addormento con questi pensieri  rivolti a lui e al mio primo bacio.

 

Oggi il 14 settembre 2015 è domenica finalmente, questo significa niente urla, niente lavoro, nessun impegno,  puro relax. Ho già avvisato il mio titolare che lunedì inizia la scuola, mi ha cambiato i turni fino alla fine dell’ anno scolastico farò solo 4 ore il pomeriggio, dalle 14:30 alle 18:30. 

Mi sveglio con il telefono che suona, guardo lo schermo è Penelope 

  • Pronto 

bisbiglio assonnata 

  • Ma che fai ancora dormi ma sai che ore sono?
  • No. rispondo 
  • sono le 13,32. Dormi troppo 
  • Ha parlato. la ragazza più pigra della città
  • Divertente… ascolta ti va ancora  di uscire oggi pomeriggio?
  • SI certo Rispondo 
  • Ti ricordi lo shopping sfrenato che dobbiamo  fare. Dobbiamo prepararci per domani. Tu hai già qualche idea?
  • Mmmm non lo so 
  • E vabbè fatti trovare pronta, mi raccomando
  • si sissignora 
  • Mangiamo lì 
  • va bene. le rispondo sorridendo 
  • a dopo ciao 
  • a dopo 

Mi alzo dal letto parlo un po’ con Leo mi racconta le sue avventure con le ragazze, mi ha detto che ha cambiato ragazza, adesso frequenta giulia una  di 15 anni, sembra interessato magari questa è la volta buona che si impegna seriamente. Continuiamo a parlare un altro po’, ad un certo punto guardo l’orario cavolo  e tardi …. corro a  prepararmi non appena lei suona, io sono già pronta, esco di casa mentre vado via  avviso mia madre  che sto uscendo. Come al solito con la bocca piena di cibo mi urla: 

-Nooooo CLAARAA… devi pulire 

Ma ormai sono uscita. Faccio finta di non aver sentito nulla.

 Non appena esco dal portone, vedo Penelope appoggiata nel muretto del palazzo, sta ridendo sicuramente ha sentito mia madre urlare, con un sorriso la saluto. Ci incamminiamo verso la metropolitana ed io le racconto ciò che si era persa la sera precedente, gli racconto tutto, a lei scappa una risata, dice che non è da me dare un bacio ad uno sconosciuto tanto meno  farmi accompagnare da lui…Beh in effetti non è da me pero’ Gianluca è diverso dagli altri ragazzi che ho conosciuto non che ne conosca molti. Però lui mi piace… i miei pensieri vengono interrotti da Penelope che mi dice: 

-Hai fatto bene a buttarti. Finalmente ti metti in gioco, mi auguro che questo Gianluca sia quello giusto per te…

Le sorrido, mi sento un po’ a disagio non so cosa  devo aspettarmi da questo ragazzo spero che sia davvero quello giusto per me….. continuiamo a camminare .

Non appena arriviamo al centro commerciale iniziamo a guardare le vetrine dei negozi ma entrambe abbiamo fame quindi ci dirigiamo nell’area ristoro, scegliamo di mangiare all’ Old Wild West .

Ordiniamo il nostro pranzo  mentre aspettiamo continuiamo a parlare di Gianluca  e di Jacopo. Tra una chiacchiera  e l’altra finiamo di mangiare. Prima di andare a pagare, Penelope và un attimo in bagno, decido di aspettare davanti all’ingresso del locale. Proprio in quel momento vedo  passare un  ragazzo alto circa 1,80 cm indossa una maglia bianca attillata che fa intravvedere dei tatuaggi, dei jeans chiari un po strappati , ha i capelli neri e folti  non riesco ad identificare il colore dei suoi occhi sono coperti da un paio di occhiali da sole visibilmente costosissimi .

Le sue labbra sono carnose, e una barba ben curata, sembra  essere muscoloso…

CAVOLOO… ma cosa sto facendo sembro una pervertita  ma perché…

lo sto fissando  “non è normale”, non riesco a smettere. E’ strano perché è successa la stessa cosa con Gianluca.

Però con questo ragazzo sembra diverso sento che il cuore batte più veloce da quando lo guardo, CLARA MARIANI BASTAA… non sei una poco di buono girati e smettila di fissarlo 

Propio quando sto per voltarmi  sento un altro ragazzo che ad alta voce quasi urlando lo chiama per nome.

Jay il suo nome è Jay. Beh se abbiniamo il mio nome al suo non suonano male “Clara e Jay o Jay e Clara “  suona molto bene.

I miei pensieri vengono interrotti dall’arrivo di  Penelope, cerco di non farle notare questo piccolo dettaglio, non voglio che pensi di me che sono una poco di buono affamata… Lo so sembro dare questa impressione ma non riesco a controllarmi è più forte di me. Non mi è mai successo nulla del genere in 17 anni di vita. Magari la causa di tutti questi pensieri sono gli ormoni, sicuramente il mio corpo e il mio cuore hanno bisogno di un ragazzo. Questa è la spiegazione più razionale che ci sia….Continuo a seguirlo  con gli occhi da quando io e Penelope siamo uscite dal fast food, lei mi sta parlando di Jacopo ed io faccio finta di ascoltarla. Fisso Jay fino a quando non lo perdo tra la folla, mi dispiace averlo perso di vista, avrei voluto conoscerlo.ma non sono capace di presentarmi a lui con tanta leggerezza, non sono il tipo…Ovviamente non parlo con nessuno dell’inseguimento che ho fatto a Jay  è abbastanza imbarazzante.Io e Penelope continuiamo a fare shopping  trascorro tutta la giornata, pensando a lui.

Qualche giorno dopo ero in un bar vicino scuola  a fare colazione, prendo un cornetto con la crema pasticcera e un cappuccino. Mentre consumo la mia colazione decido di leggere un nuovo romanzo,  proprio quando inizio a leggere sento una voce molto familiare molto vicina, riesco a riconoscerla è Gianluca. Lo sento vantarsi di ciò che ha fatto con una ragazza, rabbrividisco non appeno sento pronunciare il mio nome. Mi volto verso di lui delusa da ciò che ha fatto, dice che è stato semplice portarmi a letto, che pendevo dalle sue labbra secondo lui. Non riesco ad ascoltare una parola di più è uno stronzo, presuntuoso come si permette a dire una cosa simile di me, io non sono una troia non sono una ragazza semplice, se pensa questo si sbaglia di grosso…. Basta decido di alzarmi e di andare verso di lui… 

  • Ciao Gianluca, vedo che parli di me?
  • Ciao Clara, stavo giusto dicendo come ce la siamo spassata l’ altra sera. 
  • Ah si.Vedo che vuoi fare lo scrittore. Ti si addice molto il ruolo, riesci a descrivere bene i film mentali che ti fai….. Ma secondo  te una come me può andare a letto con uno come te…. NO
  • Non fare la difficile Clara lo so che ti è piaciuto 
  • Gianluca vaffanculo!

Non gli do modo di dire altro…vado via.

Sono molto delusa  da lui, per  fortuna ho capito che tipo era prima di affezionarmi.

Dopo l’ accaduto decido di evitare gli amici di Clarissa e Gianluca…Trascorrono così due mesi tranquilli, continuo a fare la mia vita tra casa lavoro e scuola, un ritmo un pò difficile da sostenere, l’unico momento in cui respiro è solo quando esco con Penelope  ancora sta con jacopo tra di loro le cose vanno benissimo  al momento non è più soggetto a sbalzi d’umore….

Sono appena  uscita da scuola  vedo da lontano Penelope, le vado incontro e ci salutiamo,

  • Clari come va ?
  • bene te ?
  • tutto ok io.  Sono un po’ turbata  ho saputo una cosa brutta da Jacopo mi è dispiaciuto molto 
  • Cosa è successo ?
  • Ieri c’è stato un incidente, in cui il cugino di Jacopo è stato coinvolto .
  • Oddio… che tipo di incidente ?

Chiedo con aria curiosa ma anche dispiaciuta 

  • Un esplosione… Sai il ragazzo coinvolto  è suo cugino ma anche un caro amico.
  • Ma chi è questo ragazzo ?
  • Non so non lo conosco ma so che si chiama Jay.
  • Jay ???

Chiedo con aria spaventata cavolo non può essere quel Jay che ho visto al centro commerciale due mesi fa , solo che Jay non è un nome molto usato qui in Italia, quindi magari… era lui ???… no no dai sarà solo una coincidenza .

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


 10 Gennaio 2016  5:37 AM

E’ buio pesto intorno a me, regna il silenzio, sento solo il miagolio di un gatto, ed un lieve rumore di macchine “Roma si sta svegliando”. C’è chi si alza per andare a lavoro, chi invece torna a casa dopo una lunga nottata passata tra vizzi e divertimento. Ed io da che parte sto? 

A me sembra di essere all’esterno uno spettatore all’ultima fila che guarda in disparte solo, ormai non ho nulla e nessuno accanto a me ho perso tutto il mio volto, la persona che amavo tutto quel giorno il 15 novembre. E da quel giorno l’unico svago per me sono i super alcolici, ed il fumo, inizio non appena mi sveglio finché poi mi ritrovo a non sapere nemmeno dove sono, un po’ come ora “ma come cazzo ci sono finito qua???”

Sento uno strano rumore dietro di me, mi giro ma non  vedo nessuno, solo quel gatto nero che mi fissa… Dopo una lunga riflessione di 3 secondi, appoggio la mano nel mio sedere e sento una strana vibrazione. “Forse è il mio telefono che suona” lo prendo dalla tasca del  jeans, non mi sforzo nemmeno di leggere il nome sullo schermo rispondo…

 

- MA DOVE CAZZO SEI FINITO JAY, è da due ore che ti cerco. Ti sembra il modo di sparire ?

  • Sparire??? come Goku, intendi questo Jacopo?
  • Ma che cazzo stai dicendo ? Sei ancora strafatto?
  • NAHH che dici…
  • Va beh dimmi dove sei che vengo a prenderti e ti porto a casa.
  • NO grazie posso cavarmela solo sono perfettamente in grado di farlo.
  • Va beh passo più tardi da te per vedere come stai. Jay se hai bisogno di qualcosa io ci sono.
  • OK

Riattacco. Mi incammino verso casa… Forse… se la trovo…

Sono trascorse già due ore non ho ancora trovato casa, ma inizio ad essere più lucido, più sveglio vedo la gente che corre perché magari è in ritardo con i tempi.

Assurdo come il tempo scorre ed io invece sono rimaso incastrato  alla sera dell’incidente, dove la mia vita si è fermata e non vuole saperne nulla di stare dietro ai minuti, alle ore e ai giorni che passano.

Mi fermo nel primo bar che trovo, le persone iniziano come al solito a fissarmi… chissà perché??? Odio il mio nuovo volto, odio la persona che sono diventato, odio me stesso più di ogni altra cosa.

Mi siedo in un tavolo a caso e aspetto che arrivi la cameriera, sento  bisbigliare, ma cosa cazzo hanno da dire e da guardare non hanno mai visto un  ragazzo con un ustione, il mondo ne è pieno, io sono solo uno dei tanti.

Finalmente arriva la mia colazione, un bel cornetto alla nutella con un cappuccino, inizio a mangiare, all’improvviso qualcuno mi urta e mi fa rovesciare il cappuccino sul mio jeans di Gucci. Mi alzo di scatto incazzato “Fantastico la mia giornata inizia benissimo”, mi  volto  per vedere la troia… Di troia non ha nulla, è una ragazza piuttosto in carne, ha i capelli rossi lunghi e ricci, sembrano sporchi a primo impatto, mi sorride, ma non so perché mi da la nausea ha una maglia rosa con un gatto giallo al centro, una gonna con le frange nera e dorata in ecopelle, e delle calzamaglie di lana con disegni di animaletti e degli stivaletti marroni, sembra una signora… Ma d’improvviso i miei occhi si spostano nella ragazza accanto a lei che si scusa, per un attimo resto in silenzio, mi perdo nei suoi occhi color nocciola, rimango incantato nel vedere la vitalità del suo volto. Ha i capelli dorati, la carnagione olivastra è minuta, la forma del suo viso è ovale mi stimola molta dolcezza, mi mette quasi di buon umore, ha un volto familiare mi ricorda qualcuno… il mio  cuore batte più veloce da quando la guardo “cazzo ma quella è Clara, la mia Clara, va beh non propio mia”. Ricordo i video che guardavo nel telefono di Jacopo, la prima sera che ho visto quei video, fatti da lei e Penelope per divertimento. Io non potevo credere ai miei occhi non  immaginavo che esistesse una bellezza simile, ho subito pensato che lei fosse un angelo, che ora e qui dinanzi a me “Cazzo com’è bella”.

I miei pensieri vengono interrotti da una voce stridula e odiosa 

  • Scusa!!! 

Afferma con un tono arrogante la ragazza dai capelli rossi 

  • Ok

Mi volto ancora incazzato e vado in bagno, prima di andare guardo per un ultima volta gli occhi meravigliosi di Clara.

                                          

                                               …CLARA…

Per un attimo il cuore si ferma, non appena i miei occhi incontrano gli occhi di quel ragazzo a cui Clarissa ha appena rovesciato il cappuccino addosso. Ho l’impressione di averlo già visto non so quando però,

Ha gli occhi azzurri, un azzurro particolare mi ricorda il mare, sono profondi, quasi da mettermi in soggezione.

Nel suo sguardo leggo un profondo malessere, sembra infelice, triste.

Come fa un ragazzo così giovane ad avere un espressione priva di vitalità. Non riesco a parlare per l’emozione, con un filo di voce chiedo scusa al posto di Clarissa, ho come l’impressione che lui mi stia guardando allo stesso modo in cui lo faccio io.

Risponde con un semplice ok “si vede che è seccato”, però poco primati andarsene si gira un ultima volta verso di me, non so se lo rivedrò ma spero di si.

Credo che questo sia uno di quegli incontri casuali che ti cambiano la vita.

  • EHIIIIII Claraaa mi senti?

Interrompe i miei pensieri dandomi una piccola spinta riportandomi all realtà.

  • Cosa?
  • Ma hai visto quello che schifo aveva in faccia ?
  • Di cosa parli?
  • Ma dai era evidente, dio quanto era disgustoso, rivoltante 

La guardo male non mi piacciono le parole che sta utilizzando contro quel ragazzo.

  • Basta parla per te…

Sbotto incazzata 

  • Scusa??? Che ho io di male… è lui che aveva uno schifo in faccia.
  • Guardati allo specchio prima di offendere gli altri. Ciao Clarissa.

Non le do il tempo di rispondere e mi affretto ad uscire dal bar dirigendomi a scuola.

 

                                            … JAY…

Finalmente sono riuscito  a togliere la macchia nei pantaloni. Esco dal bagno, e vado direttamente a pagare la colazione non consumata e mi dirigo verso casa. Sono appena le 8:00 del mattino, non appena arrivo mi lascio cadere sul letto stanchissimo, chiudo gli occhi e mi addormento subito.

Vengo svegliato dal suono del campanello “ma chi cazzo è”

Cerco il telefono e non appena lo trovo vedo l’ora sono già le 9:00 PM 

“cazzo ma è tardi, non ho ancora pranzato”

Sento suonare di nuovo quel cazzo di citofono.

Assonnato mi alzo con i miei tempi senza preoccuparmi di far aspettare chi suona, appena arrivo rispondo :

  • chi è?
  • Jacopo 

Risponde con un tono seccato.

Senza fiatare gli apro, lasciando la porta d’ingresso aperta e mi dirigo verso il letto. Ho l’impressione che sia qui per farmi la predica come se fossi un bambino, entra si piazza davanti a me…

  • Jay dinuovo a letto ma sei normale ?
  • Se non sbaglio sono affari miei, non ho bisogno del tuo aiuto ti ho detto ieri sera e mille altre volte prima.
  • E’ stato stamattina cretino. Non ti rendi nemmeno conto di aver perso la cognizione del tempo. Sono un tuo amico ma in primo luogo tuo cugino e non mi piace vederti andare così a fondo, e non voglio stare a guardare mentre ti fai del male voglio aiutarti  cazzo.
  • Non voglio essere aiutato non è un tuo problema ciò che faccio della mia vita.
  • Jay cazzo non puoi andare avanti così rialzati, è già da due mesi che fai questa vita. Dormi tutto il giorno, bevi e fumi tutta la notte, e il lavoro dove lo metti ? Sai che per vivere è necessario ???

Sto un attimo in silenzio, odio dare ragione nelle discussioni quindi anche se penso altro gli rispondo di farsi gli affari suoi.

  • Ok basta  fai quello che vuoi. La vita è tua spero capirai… Un ultima cosa mia sorella la prossima settimana ha organizzato una festa in occasione del suo compleanno, vieni ? Ci terrebbe molto.
  • NO  non mi va…
  • Va beh pensaci un po’.

Si dirige verso l’uscita, ma all’improvviso si gira verso di me e mi dice 

  • Ah dimenticavo di dirti che la festa sarà in maschera… Ciao Jay fammi sapere.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


11 Gennaio 6:00 PM

“Claraa”, con gli occhi ancora chiusi la cerco nel mio letto, con la mano ma non trovo nessuno, a quel punto apro gli occhi e realizzo che era solo un sogno. Perché la penso cosi tanto addirittura la sogno ?

Non riesco a farne a meno, magari sarò uno stupido ma è più forte di me, lei in questo momento è l’unica cosa positiva della mia vita, il resto fa tutto schifo. Il mio desiderio è aumentato da quando l’ho vista ieri per la prima volta, in quel bar. 

Forse lei ci va tutte le mattine a fare colazione, magari lavora lì vicino…

Chissà che lavoro fa… Potrei tornare al bar e rivederla, e questa volta provo anche parlarle… Daiii siii lo faccio, mi vado a preparare, “SI”.

Guardo l’ora, a me sembra mattina invece… sono le sei del pomeriggio. Ma come cazzo può essere… Dai lo faro domani, metterò la sveglia presto per poterla incontrare.

Va beh ormai mi sono svegliato, quindi  esco.

Faccio la doccia, mi vesto velocemente metto le prime cose che capitano, ovvero un paio di jeans scuri ed una maglia dell’adidas a fantasia di mille colori, aggiungo una felpa nera. Ecco ora è il momento  di coprire questo schifo, non dovrei per ciò che dicono i medici ma non riesco a guardarmi “fa troppo male”, mi riporta al giorno dell’incendio, alla sofferenza che mi ha causato. Si dice che il trucco in una donna fa miracoli, a me salva, copre abbastanza bene questo segno indelebile.

12 Gennaio 6:57 AM

Finalmente torno a casa, dormo un pò tanto ho la sveglia per domani alle sette, tolgo le scarpe e mi sdraio, non appena chiudo gli occhi sento la sveglia suonare. Faccio un sospiro, la colpa è mia potevo tornare a casa un po’ più presto… vado a prepararmi devo togliere la puzza di alcool e di fumo che ho addosso.

Faccio il possibile per apparire carino, sistemo il ciuffo, copro bene con il trucco il viso, decido di indossare  un maglioncino nero  attillato con un jeans chiaro un po strappato nel ginocchio, e delle scarpe nere. Rifinisco il tutto con un cappotto  nero e il profumo.

Mi incammino verso la macchina, entro, poco prima di partire collego il telefono alla macchina  in modo da avere la musica che mi piace.

Arrivo al bar, inizio a cercarla con gli occhi  ma nulla non la trovo, inizio a pensare che sia stata solo una coincidenza incontrarla qui la scorsa volta … Decido di sedermi ugualmente, prendo il solito cornetto e il cappuccino ed  inizio a consumare la mia colazione. Nel frattempo non smetto di fissare la porta d’ ingresso, il mio cuore si ferma ogni volta che   si apre, e riprende a battere quando mi rendo conto che non è lei. E assurdo quanto una persona può essere legata ad una cosa così banale, non posso sperare così tanto di vederla, so benissimo di non avere la forza ed il coraggio necessario per parlarle. Sono un vigliacco, che non riesce a prendere in mano la sua vita, ho lasciato  il lavoro, vivo come un alcolista, cosa voglio sperare che qualcosa cambi in me non appena la vedo? Se solo Clara mi conoscesse, penserebbe subito male di me, e come darle torto  non sono la persona che ero prima……. mi sento solo e confuso come un bambino.. Questi pensieri mi convincono di alzarmi e andare via, proprio nel momento in cui decido di andare via, la vedo….. Eccola qui, la mia Clara in tutto il suo splendore, è ancora più bella di quanto ricordassi. Indossa un  maglioncino rosso ed un jeans chiaro, che la rendono perfetta  più di quanto già non lo sia, ha i capelli semi raccolti, sorride mentre entra “cazzo ma è un raggio di sole”.  La vedo in compagnia di una ragazza  un po’ più alta di lei, ha i capelli castano scuro….. gli occhi azzurri, il suo viso …. mi sembra già di averlo visto. Cazzoooo quella è Penelope la ragazza di Jacopo, l’ ho conosciuta la  settimana scorsa ad una cena. Non voglio farmi vedere da lei, non sono ancora pronto , mi bastava solo vederla da lontano , non è necessario parlarle adesso. Ho sbagliato a venire qui, non dovevo farlo, che cosa mi è saltato in mente, sono un coglione. Devo andare via al più presto, senza farmi notare. Mi alzo frettolosamente, mi dirigo verso la cassa, pago ed esco, da quel bar.

 

Inizio a passeggiare per le strade caotiche di Roma, pensando che forse è arrivato il momento di rialzarmi, non posso comportarmi più così è da irresponsabile. Ho 24 anni non posso permettermi di esserlo, ho delle responsabilità, delle spese indispensabili da affrontare.

Dopo aver fatto questa riflessione torno alla macchina, e inizio a cercare lavoro. Prima di tutto vado nelle attività dei miei amici, per vedere se avevano bisogno di personale. Avrei  accettato qualsiasi mansione,  almeno per il momento. Finalmente dopo una lunga mattinata riesco a trovare un lavoro temporaneo, inizierò lunedì prossimo.Ovviamente continuerò a cercare un impiego più stabile.

 

                                          …CLARA… 

18 Gennaio 7:00 AM

E’ passata una settimana dall’incontro con il ragazzo del bar, ancora oggi ricordo i suoi meravigliosi occhi,  che fissavano i miei così intensamente. Avrei voluto rivederlo  almeno un altra volta, ma non è successo, quindi forse è il caso di voltare pagina e non pensarci più. 

Con questi pensieri decido di alzarmi dal letto, e mi preparo per andare a scuola. Non appena finisco vado in cucina a fare colazione come al solito Nicola è sul divano con i suoi amati biscotti e i videogiochi.

In  cucina vedo Leo con Lisa, stanno già mangiando la loro colazione, gli vado incontro e li saluto con un bacio sulla guancia. Chiedo a Leo dove si trova la mamma dato che non l’ho ancora vista 

  • Mamma è con quel coglione 
  • Che cazzo ci fa lui qui?
  • Secondo te ? Avrà bisogno di soldi come al solito.
  • E lei come sempre è pronta a darglieli. Cazzo mi fa arrabbiare, perché li userà solo per troie e alcool.
  • Lo so fa arrabbiare anche me.
  • No no io stavolta non starò zitta 

Appoggio la tazza sul tavolo e vado in camera di mia madre, entrando vedo due figure che si baciano è disgustoso, lui ha una mano sotto il suo vestito, sbotto dicendogli:

  • Ma che cazzo vuoi da noi??? VATTENE ORAA…
  • Clara porta più rispetto a colui che ti ha messo al mondo.
  • Rispetto per un coglione come te, non hai fatto altro che rovinare tutti noi.
  • Clara stai zitta, prima che… 
  • Prima che cosa??? Vuoi picchiarmi? Prova solo a toccarmi con un dito e io ti rovino.

Mi raggiunge Leo per fermarmi, allontanandomi   da quella stanza.

  • Clara basta 

Mi dice Leo con un filo di voce cercando di farmi calmare.

  • Leo ma come faccio a restare calma  davanti ad una persona simile. Non possiamo continuare a mantenere i suoi sporchi giochi. Basta ho deciso da me non riceverà più un centesimo. 

Con queste parole guardo Leo e vado via.

 Devo calmarmi, decido di non andare a scuola, oggi non sono in grado di rimanere lucida, di fingere che  sia tutto apposto, quando so che non è così. Ho il cuore a pezzi, i ricordi che tengo nascosti, riaffiorano, ed io non riesco a trattenermi, il dolore che mi ha inferto quel mostro non sé ne andato. Oggi più che mai sono la bambina di 3 anni, indifesa impaurita dalla figura che si trova davanti. Non smetto di pensare, non riesco a smettere di piangere, non sono forte come vorrei….. ho bisogno di stare da sola per riprendermi…Trascorro tutta la mattina nel mio posto, è un piccolo parco in cui regna il silenzio, rimango fino alle 13:00. Inizio a incamminarmi, dopo una lunga passeggiata arrivo alla fermata, mi siedo sul marciapiede. 

Vedo Penelope alla fermata, sembra che non si sia accorta di me… Meglio in questo momento non ho voglia di parlare…. Come non detto, mi ha vista, si avvicina sorridendomi:

  • Ciao Clara, come stai?Oggi non ti ho vista a scuola. Tutto bene?
  • Non mi va di parlarne. Tu tutto bene?
  • Si, sto bene. E’ successa qualcosa con tua madre? 

Mi guarda preoccupata, come se sapesse già cosa provo. Quanto mi conosce bene. Provo a sorriderle, nascondendo il mio malumore 

  • Tranquilla, non è successo nulla

Rispondo con un tono nervoso 

  • Ti va di uscire, ho voglia di distrarmi. per te va bene Penelope?
  • Ehm io questa sera ho promesso a Jacopo di andare al compleanno di sua sorella, quindi non posso. Magari puoi venire con me.
  • Ma no dai non conosco nessuno 
  • Nemmeno io, dai vieni almeno ci annoieremo insieme.
  • E Jacopo lo ignori per me ?
  • Ma in realtà sarà lui a ignorare me, ci sono tutti i suoi amici, lui starà con loro.
  • Va bene dai allora verrò.

 Arriva il suo autobus, mentre sale si volta verso di me e mi dice:

  • Ah dimenticavo di dirti che la festa sarà in maschera… passeremo noi a prenderti alle otto. Ciao ciao.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


 Dopo pochi minuti arriva l’ autobus che mi interessa, aspetto che salgono gli altri, in modo tale da poter evitare spintoni è offese di ogni genere. Finalmente riesco a salire, a causa della confusione rimango davanti alla porta. Dopo 20 minuti, scendo dall’autobus, tra la fermata ed il bar in cui lavoro,  ci sono 5 minuti di strada a piedi. Arrivo al bar, saluto  la mia  collega  Angela, è una donna di 30 anni, è un po’ paffutella , ha gli occhi grandi e castani, i capelli sono dello stesso colore degli occhi, sono  corti,  ha la carnagione rosea. Come collega e donna non la stimo tantissimo, non è una persona da cui prendere esempio. E’ un continuo flirtare con i clienti, avvolte finisce in bagno con uno di loro, e non la vedo per un po’. Fortunatamente per lei, il bar è gestito da suo zio, che non nota questi piccoli dettagli. Il tempo che impiego al bar, scorre in fretta, tanto che non mi accorgo che sono già le 18,30… Finalmente posso uscire e andare a casa…. Aspetta, io a casa non posso tornarci, non voglio rincontrare quel mostro che mi ha rovinato la vita.  Con lui in giro  per casa non mi sento al sicuro. Ogni angolo di quella casa, mi riporta a pensare al passato, le urla, i pianti la paura, ed il timore che mi suscitava quell’uomo, rimangono fissi in me.  Non ricordo un giorno  della mia infanzia in cui mi sentivo felice, penso di non esserlo mai stata in vita mia, non conosco l’ amore… forse per questo cerco amore, che provo disperatamente  a ricevere da qualcuno. Pensavo che con Gianluca , potevo sentirmi amata ed imparare ad amare. Purtroppo non è stato cosi, lui voleva solo scoparmi, non voleva nient’ altro da me.  Questo mi fa male, perché mi fa capire che sono destinata a rimanere da sola,  nessuno vorrà prendersi cura di una persona che ha il cuore già in frantumi, insicura ed arrabbiata con il mondo. Basta Clara non puoi soffrire cosi, devi reprimere tutto, sei forte… sono forte.  Mi faccio forza, chiamo Leo, voglio sapere se  quell’uomo è ancora nei paraggi. Per fortuna Leo, mi rassicura affermando che potevo tornare a casa tranquillamente. Lui se ne già andato, prevedibile si è preso ciò che gli interessava, ed è andato via.

Riaggancio sollevata dalla notizia di Leo, adesso sto leggermente meglio. Non mi dispiace per mia madre, per nulla, sa com’è fatto. E’ stupida che ancora dopo 15 anni, si illude che lui possa cambiare. Alla fine a lei basta poco per perdonarlo, qualche bugia del tipo “ non sai quanto mi sei mancata, non vivo senza di te, se non mi perdoni mi ammazzo” e poi il perdono di lei che rincuorata e commossa da questa dichiarazione  gli apre le gambe per accoglierlo…. no, no le braccia 

Dopo mezz’ora arrivo finalmente a casa, entrando vedo  Nicola, sembra che nulla lo sfiora è sempre indifferente il suo umore cambia solo se perde una partita, o se finiscono i biscotti, le uniche parole che sento uscire dalla sua bocca sono “Mamminaaaaa ho fame, ho finito i biscottini” oppure “ se perdo, spacco tutto” è già un uomo in carriera, lui si che sa bene cosa vuole. Mi chiedo se un giorno cambierà qualcosa in lui….  oppure no, secondo me no, rimarrà seduto in quel divano per il resto dei suoi giorni.  

Non appena  entro in camera mia, metto giù lo zaino, controllo l’ora, cavolo sono già le 19.30, ho solo mezz’ora di tempo per prepararmi… anche se, so benissimo che Jacopo e Penelope non sono mai stati puntuali, entrambi sono ritardatari. Decido di andare a fare la doccia, ci penserò dopo a cosa indossare dico tra me e me. Non appena esco dal bagno, rientro in camera, mi pianto davanti alla cassettiera, indecisa su cosa potrei indossare per una festa in maschera 

Dopo una lunga riflessione decido di indossare un vestito nero, lungo fino al ginocchio, la gonna del vestito  ha uno strato di stoffa nero, sopra si posa un velo  che dona delicatezza alla parte inferiore del vestito, è stretto in vita, con una scollatura a cuore e sopra una trasparenza in velo che arriva  fino al collo, dove poi si arriccia con un merletto. Aggiungo le calze  anch’esse  nere, infine indosso un decoltè nero in velluto. Rifinisco il tutto con un cappotto  lungo nero, e  aggiungo il profumo  con un aroma al cioccolato, 

 Passo la piastra nei capelli, non appena finisco passo al trucco, metto un po di  ombretto, abbinandolo al colore dei miei occhi  per donare intensità allo sguardo, traccio una sottile linea di eleyner,  il mascara e per le labbra, utilizzo il rossetto bordeaux. In realtà il mio non è un travestimento vero e proprio, per questo motivo per evitare possibili critiche o domande per il mio travestimento decido di prendere in prestito la coroncina di Lisa,  che conservo gelosamente in borsa.  Mi arriva un messaggio alle 20:37, è Penelope finalmente è arrivata.  Come immaginavo sono arrivati in ritardo, inutile quei due sono fatti per stare insieme sono uguali.  Non so come mai, fin dal primo incontro io e Jacopo non siamo mai riusciti ad andare d’accordo. 

Leggo il messaggio, esco di casa e vado verso la macchina parcheggiata davanti al portone di casa mia. Non appena entro dico:

 

-Ciao ragazzi 

  • Ciao scusa per il ritardo 

dice Penelope 

  • tutto bene ? esclama Jacopo 
  • SI, tu? 
  • Ora che ti vedo male.
  • Divertente ma non ti stanchi mai di  fare il coglione? 

gli rispondo 

  • No, e tu di fare la troia?Dai che stasera ci sono tanti ragazzi a cui puoi aprire le gambe. Dopo Gianluca penso che non sia difficile per te, no?
  • Glielo hai detto? Per la cronaca io e  Gianluca non abbiamo fatto niente.  E poi pensa un po’ agli affari tuoi.
  • Si, si nemmeno tu ci credi 
  • Ma stai zitto. Continua a guidare in silenzio.
  • agli ordini. Risponde sorridendomi 

 

Penelope si volta verso di me 

-  sicura, tutto bene ?

  • Si tranquilla 

 Con aria interrogativa Jacopo, mi chiede  da cosa sono vestita,  gli rispondo:

  • Da me da Clara però ho anche una coroncina
  • e che ci devi fare?
  • dirò che sono una principessa. Una domanda questo grave problema mentale di cui sei affetto, lo hai trasmesso anche a tua sorella? Per questo è così stupida, da fare una festa in maschera ? Non riesco a trovarne il senso.
  • Che lei sia stupida non ho dubbi, e il motivo di una festa a tema non lo so. Ma i problemi mentali credo li abbia tu.

Non rispondo con lui è inutile, sprecherei solo fiato.

Dopo pochi minuti in silenzio con la musica rap in sottofondo arriviamo in una casa. Forse è questa la casetta di cui mi parla spesso Penelope, un luogo in cui succedono le cose più illegali.

Cerco di restare accanto a Penelope, non voglio rimanere sola in quel posto, sembra pericoloso. Entriamo, la prima cosa che noto è un ammasso di gente vestiti in modi alquanto strani, c’è qualcuno vestito in modo normale. La stanza sembra piccola per il numero di persone che ci sono al suo interno, almeno ci saranno 40 persone. Noto un lungo  corridoio, sicuramente ci saranno altre stanze. Inizio a pensare che sia stata una pessima idea venire qui, non conosco nessuno apparte Penelope, non sono per nulla a mio agio con queste persone. Inizio già da subito a sentire un gran caldo,  mentre tolgo il cappotto, un tizio ubriaco mi sbatte addosso, cadendo per terra, prova a rialzarsi, non riuscendo nel suo intento si appende alla tenda,  che gli cade in testa. Urlandomi addosso mi dice

  • stai più attenta  a dove metti i piedi ragazzina. 

Non gli dico nulla, non voglio farlo innervosire di più.  Io e Penelope ci guardiamo, ci scappa un sorriso per quella situazione, non è così male alla fine sembrano tutti stupidi, e incapaci di muovere un dito. mentre penso ciò, vedo una ragazza che indossa una tutina in lattice che copre ben poco. Sale su un tavolo dicendo, 

  • Ragazzi vi do il benvenuto alla mia festa di compleanno, oggi compio 20 anni, tanti auguri a me. Divertiteviiii. 

Scendendo dal tavolo. Mi volto verso Penelope chiedendogli:

  • Per caso è lei Martina, la sorella di Jacopo? 

 lei mi risponde:

  • Si. Lo so è una puttana, immaginati che scopava con suo cugino, il ragazzo dell’incidente di qualche mese fa.
  • Ma ancora scopano ?
  • boh non lo so forse si. Perché?
  • Così, curiosità.
  • Ok

io e Penelope cambiamo argomento, iniziamo a ridere per la presunta scomparsa di Jacopo non lo vediamo da quando siamo entrati. Secondo   Penelope è in qualche angolo della casa o ubriaco o fatto, immaginandoci diverse scene divertenti. Mentre rido, sento una mano che si posa delicatamente sulla mia, quel tocco non so esattamente il motivo ma mi provoca un batticuore, quasi non respiro per l’emozione.  Mi volto per capire chi fosse la persona che mi stava regalando queste bellissime emozioni, questa mano appartiene ad un ragazzo,  è grande rispetto alla mia ed e calda, avvolgente, mi fa sentire al sicuro mi fa star bene. Alzo lo sguardo verso di lui , da ciò che riesco a vedere deduco che sia un bellissimo ragazzo, è alto, ha le spalle larghe, non sembra essere muscoloso. Il suo corpo insieme agli abiti che indossa lo rendono  molto affascinante ai miei occhi. Ha addosso una camicia bianca, un pantalone nero attillato ed una giacca nera. Ha un profumo molto forte, ma non mi da fastidio, anzi è molto piacevole. Nonostante la presenza della maschera che copre quasi completamente il suo volto,

mi perdo nei suoi bellissimi occhi azzurro mare con delle striature gialline, mi ricordano tanto gli occhi del ragazzo che ho incontrato qualche giorno fa al bar davanti scuola.Le sue labbra sono carnose e rosate, mi piacerebbe toccarle con le mie, in modo da poter conoscere il suo sapore e provare a sentire emozioni ancora più forti di quelle che provo ora. Non riesco  a smettere di guardarlo, sono immobile  ad ammirare la sua bellezza, sembra che non sono l’unica a provare queste sensazioni. Ad un certo punto interrompe il silenzio e con voce insicura mi dice:

  • vuoi ballare ?

Rispondo :

-  Si balliamo.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


18 Gennaio  ore 18:00

Sono appena uscito dal lavoro, un pò stanco…per essere il mio primo giorno è andato più che bene.

Sento che forse le cose stanno cambiando dentro di me, magari sono davvero pronto a ricominciare una vita normale e lasciarmi tutto alle spalle. 

Mentre cammino per arrivare alla  macchina sento suonare il telefono lo prendo, leggo il nome sullo schermo, è Martina, rispondo:

  • Pronto 
  • Ciao Jay, come stai?
  • Bene Marty. Sono appena uscito da lavoro, oggi era il mio  primo giorno.
  • Fantastico cuore mio, com’ è andata?
  • Bene, grazie. A proposito augurii di buon compleanno.
  • Grazie vita mia, dobbiamo festeggiare i miei 20 anni. Vieni stasera a casetta c’è la mia festa.
  • Guarda Marty non so se vengo.
  • Daiiiii perfavore lo sai che ci tengo tantissimo che tu ci sia , sei l’unico di cui mi interessa davvero.
  • Martina lo sai benissimo che non abbiamo più quel tipo di rapporto,  ora siamo solo amici.
  • Si si lo so, tranquillo non è per quel motivo che ti voglio stasera. Sei un persona importante per me, ci tengo tantissimo a te, quindi vieni perfavore? 
  • Va bene dai.
  • Grazie vita mia.
  • A più tardi dai, a che ora devo essere là?
  • Alle 20:00 iniziamo a festeggiare.
  • Ok ciao.

Riattacco. Entro in macchina e finalmente dopo quasi un ora trascorsa per strada arrivo a casa, certo che le strade di Roma sono impraticabili  in macchina in alcuni orari del giorno.

Non appena entro in casa saluto Bu, il mio cagnolino è un carlino un pò paffutello, quando mi vede mi fa le feste, ovviamente per pochi  secondi,  è pigro non ama stare all’impiedi per molto tempo, non appena finisce con le feste torna alla sua postazione ovvero il divano, è buffo il mondo in cui sale, impiega quasi un minuto prima di riuscire a salirci, non  appena riesce si addormenta subito. E’ tenera la sua pigrizia, in molti aspetti mi somiglia. 

Guardando l'orario nel telefono, decido di iniziare a prepararmi, prima faccio la doccia e poi mi vado a vestire, considerando che impiego 20 minuti per prepararmi, dovrei essere pronto per 19,20. Bene, inizio nel farmi  la doccia, non appena finisco, vado in camera, mi concedo 5 min di relax, dopo tutto me lo merito, il nuovo Jay Martìn se lo merita. Impiego più del dovuto, a causa  dei giochi che ho nel telefono, adesso sono le 20,00 dovevo essere già lì a quest’ora.  Consapevole del ritardo  che sto facendo, mi alzo e  inizio a prepararmi, non appena finisco, mi dirigo verso casetta.   

 Arrivo a casetta, la prima cosa che noto è Jimmy, con una tenda in testa , che canta la canzone di capitan uncino, è già ubriaco incredibile  la festa è iniziata da un un ora circa  è lui  già non capisce più nulla. E’ pensare che fino a qualche giorno fa ero così anch’io, a differenza sua io lo facevo per motivi seri, non volevo ricordare l’incendio che c’è stato, il dolore che ho provato quando mi sono guardato allo specchio, le parole dei medici che mi dicevano che non si poteva fare nulla. Sono vivo per miracolo, “ un miracolo” io la considero una punizione divina, mi hanno strappato una parte di me che non tornerà più….. E’ stato difficile rialzarmi, ma piano piano ci sto riuscendo. Adesso mi godo il mio inizio, con le persone a cui voglio bene, tra queste Martina, che si sta mettendo in ridicolo proprio in questo momento, come al solito cerca di attirare la attenzione stando in piedi su un tavolo, sta annunciando l’inizia della sua festa.  

Non appena  Martina scende dal tavolo si dirige subito verso di me, lo leggo dai suoi occhi è felice di vedermi qui, mi saluta con un bacio sulla guancia, mentre  mi dice: 

  • Jay sei venuto che bello.
  • Si si, non potevo mancare alla tua festa di compleanno. Auguri Marty 
  • Grazie sei unico 
  • Prego. Ti voglio bene. 

mi avvicino e le do un bacio sulla guancia. Dopo questo breve gesto di affetto, mi allontano, mi imbatto in Luis e Simon due amici, ci salutiamo, e subito iniziamo a parlare di calcio, ci soffermiamo alla partita che ha giocato la juve il giorno prima criticando la squadra avversaria che ovviamente ha perso. Ad un certo punto mi cade l’occhio in una ragazza, cerco di capire meglio chi è, la persona che ho davanti a me. Finalmente riesco a capirlo, quella ragazza così bella è Clara, cazzo ma che cosa ci fa lei qui? Non ci posso credere, lei è qui, nella stessa stanza   in cui mi trovo anch’io, a questo punto non è una banale coincidenza, magari è il destino che vuole farci conoscere. Questa è la mia occasione, e questa volta non me la faccio scappare! Decido di andarle incontro. Aspetta… magari non così, non voglio mostrare il mio volto, ho paura di ciò che potrebbe pensare, ho tante paure in me tra queste non essere accettato o giudicato per il mio aspetto. Però posso approfittare del fatto che è una festa in maschera e che in molti la indossano, l’unico problema è che io non ho con me una maschera…

Ci sono… posso chiederla in prestito. Mi guardo intorno, riesco ad individuare una maschera, sembra perfetta per coprire i miei difetti.

Mi dirigo verso il ragazzo che la indossa e gli chiedo:

  • Ciao, scusa puoi prestarmi la maschera ?
  • Ma no, nemmeno ti conosco.
  • Perfavore entro la fine della serata la riavrai.
  • Va beh tieni 

Mi porge la maschera in modo un po’ sgarbato, ma non ci faccio molto caso, in un altro  contesto avrei anche discusso con quel ragazzo. Però in questo momento non mi interessa, voglio andare da Clara e godermi il momento che sto per vivere, non c’è spazio per le cazzate almeno per questa sera. Indosso subito la maschera e mi dirigo verso di lei, non so esattamente cosa dirle, credo che mi verranno al momento le parole, almeno spero. 

Arrivo davanti a lei, sta ridendo con la sua amica, ovviamente non mi viene nulla in mente, non so cosa dirle, sono vicinissimo a lei, ma  il nervosismo e l’ansia che ho in questo istante complicano tutto, faccio un gesto azzardato, ma l’unico che riesco a fare. Le prendo delicatamente la mano, lei si volta, non mi dice nulla, non mi sembra che le dia fastidio, questo un po’ mi tranquillizza. Rimango a guardarla per qualche secondo, è bellissima, non riesco a descrivere l’emozione che provo, è davanti a me, ho la sua mano nella mia, è piccola, sembra quella di una bimba cosi delicata, fragile come lei. Forza Jay, è il tuo momento dille qualcosa, qualsiasi cosa, prima che lei si stacchi da te. Prendo coraggio,  con un filo di voce  le chiedo:

  • Vuoi ballare?

Risponde sorridendomi 

  • Si balliamo.

 Continuo a tenerle la mano, la tengo stretta alla mia, la porto al centro della stanza, lei mi guarda con un aria interrogativa, sicuramente si starà chiedendo sé sono pazzo. Cazzo sto rovinando il momento forse, e che voglio ballare con lei, voglio sentire il suo profumo, voglio tenerla stretta a me…e questo è il miglior modo. Ad un certo punto la sento parlare mi dice:

  • Nessuno sta ballando.
  • Hai ragione. Tranquilla a breve balleranno tutti, aspettami qui non ti muovere. Arrivo
  • ok ti aspetto 

Le lascio la mano,  non appena  mi stacco sento subito la nostalgia di quella manina piccola e tenera, avrei voluto stringerla per un altro po’,la sua presenza già scatenava delle emozioni indescrivibili, adesso il pensiero che le ho stretto la mano, mi manda in estasi, sono contento,  per la prima volta sono felice, e da tanto che non mi sento così vivo ho voglia di urlarlo al mondo.  Non voglio che questo sogno finisca adesso, devo farli ballare ma come…… aspetta Jacopo e Martina loro sono la chiave. Vado davanti al computer che è  collegato alle casse, entro su internet e apro la pagina di  YouTube digito la prima canzone romantica che mi viene in mente “Siamo uguali” di  Lorenzo Fragola, e poco prima di mettere play ad alta voce dico:

  • Jacopoooo, forza balla con tua sorella e fidanzati andate a proporre un ballo alle vostre fidanzate.

Metto play, corro subito da Clara mi sta sorridendo, sono riuscito a sorprenderla, è meravigliosa contraccambio il suo sorriso, le prendo delicatamente le mani le poso sulle mie spalle , e iniziamo a fare qualche passo, entrambi siamo un po’ imbranati. Ma non importa , è un momento magico e voglio godermelo, distolgo un attimo lo sguardo, mi hanno ascoltato.... stanno ballando perfetto, almeno non sembriamo pazzi. Lei mi guarda, intensamente si avvicina a me, e mi dice:

  • Posso chiederti una cosa?
  • Si, dimmi pure.
  • Perché mi hai chiesto di ballare
  • Non so esattamente il motivo che mi ha spinto a farlo. Avevo il desiderio di farlo. E tu perché hai accettato? 

Dai suoi occhi, riesco a capire che è imbarazzata, non sa cosa dirmi, però è carina anche così. Sono riuscito a suscitarle una piccolissima emozione, questo mi rende felice. Aggiungo  sorridendo: 

  • Vabbè non importa. 

Continuiamo a ballare finché  la canzone non finisce, prende il suo posto una canzone rap che rovina la magia che si era creata tra di noi.

Adesso c’è un po’ di imbarazzo che provo a schiacciare proponendole dii fare una passeggiata nel giardino, lei mi guarda dopo un attimo di esitazione, accetta.

Usciamo da quel posto, iniziamo a camminare, dopo qualche istante di silenzio lei dice;

  • Ehmm… ti sta piacendo la festa?
  • Si si carina, poi va beh ci sei tu quindi…
  • Dai mi fa piacere che ti diverti, cosa intendi con “ci sei tu”?

Mi guarda con aria interrogativa e un po’ sorpresa.

  • Beh ciò che intendevo dire e che… sei carina.
  • Grazie, anche tu sei carino…

Ci guardiamo entrambi un po’ imbarazzati per la situazione, cerco nuovamente di schiacciare questo silenzio, e le chiedo:

  • Comunque quanti anni hai?
  • 17 tu?

Non appena sento questa risposta, mi viene un colpo, cazzo è minorenne io a momenti ho 25 anni, cerco di non farglielo notare rispondo:

  • Sei piccolina.
  • Eehmm… io che posso farci?
  • No nulla era per dire… io ne ho 24, a febbraio 25.
  • Wow tu sei un po’ grande invece.
  • Eee io che posso farci.

Rispondo sorridendole.

  • Mi stai prendendo in giro… Sei cattivo.
  • No non sono cattivo, era per ridere.
  • Approposito posso chiederti una cosa?
  • Già lo stai facendo.
  • Va bene. Perché non ti togli la maschera?

Cazzo no. Non voglio toglierla non voglio mostrarmi, rovinando il momento, che posso inventarmi per non farlo, devo darle una spiegazione valida. Questo attimo di silenzio in cui stavo impazzendo per capire come fare, viene interrotto dal suono del suo telefono.

  • Scusa devo rispondere.

Si allontana da me, sono un po’ sollevato anche se devo comunque trovare una soluzione. Dopo un paio di minuti ritorna da me, mi dice:

  • Devo andare mi spiace.
  • Tranquilla… 
  • Va bene allora ci vediamo in giro.
  • Va bene allora ciao buona serata.
  • Un ultima cosa vorrei chiederti 
  • Dimmi pure.
  • Come ti chiami?
  • Jay piacere. 
  • Jay? 

 

 

 

                

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Capitalo 7 ***


  •  Jay? Ti chiami così?
  • Si, Jay Martìn. Tu invece come ti chiami? 

Non ci posso credere, quel ragazzo si chiama Jay… E’ lo stesso ragazzo del centro commerciale, quello che mi ha fatto battere il cuore per la prima volta, e che continua a regalarmi delle bellissime emozioni. E’ incredibile, l’ho rincontrato, dopo quasi 4 mesi, siamo qui, abbiamo trascorso un’intera serata insieme, abbiamo ballato e adesso chiacchieriamo del più e del meno. Aspetta… Prima di crearmi film mentali, dovrei avere la conferma, ed io ricordo che quel Jay del centro commerciale aveva un tatuaggio molto vistoso nella mano destra, una rosa rossa. Abbasso lo sguardo, cerco la sua mano, però propio la mano destra è in tasca. Ma uffa… perché non me ne sono accorta prima, Clara cerca i ricordare daiii… Ok se penso a lui ricordo solo i suoi occhi e ciò non serve a molto. BASTA!!! Glielo chiedo.

  • Carino il tatuaggio che hai nella mano.
  • Grazie… ma non hai ancora risposto alla mia domanda.
  • Clara Mariani piacere. Posso vedere il tuo tatuaggio?
  • Perché ci tieni così tanto?
  • Voglio vederlo, mi piace…
  • Ehm… va bene.

Mi tende la mano, ed io la prendo avvicinandomela  al viso. Mi inizia a battere il cuore più velocemente per l’ emozione e per la sorpresa, finalmente l’ho trovato. Forse è stupido pensare che lui potrebbe essere la mia anima gemella, dal momento in cui  nemmeno lo conosco, e che solo lui mi ha fatto provare questi sentimenti. E se fosse così, se lui è la mia anima gemella? io non posso lasciamelo scappare è troppo bello per essere vero… Ok dai, devo approfondire questa conoscenza, non farla finire così deve esserci un seguito, l’unico modo quale puo’ essere…ci sono gli chiedo il numero. Magari è un po’ affrettato, e anche il fatto che glielo chieda io è sbagliato. Però se aspetto che faccia lui la prima mossa, finisce  che alla fine non ci rivediamo più. Forza Clara, diretta fai questa cavolo di richiesta. Mi faccio coraggio, lo fisso dritto negli occhi e gli dico: 

  • Jay…
  • Si, dimmi 
  • Mi stavo chiedendo…Ecco mi chiedevo se…
  • Cosa ti stavi chiedendo ?

mi dice con aria interrogativa 

  • Beh.. se.. ti va di sentirci?
  • In che senso scusa?
  • Beh per telefono. quello che cerco di dirti… Ecco mi dai il tuo numero.

Ecco l’ ho detto, preparati ad un NO secco, ma quanto sono stupida, cosa dovevo aspettarmi, mi conosce appena. A quest’ora mi vede come una di quelle ragazze che si fanno scopare al secondo appuntamento. Potevo evitare di fare questa richiesta…troppo tardi, perché non mi risponde, non riesco a capire cosa gli sta passando per la mente. Quanto vorrei leggere il pensiero di Jay, per dare delle risposte a tutte le mie domande. Finalmente dopo un breve silenzio mi risponde: 

  • Va bene. 
  • Davvero. 

L’osservo incredula, ha detto sì. 

  • Perfetto, dammi un attimo che prendo il telefono. 
  • Si, tranquilla. Dammi tu il via 
  • Sono pronta, detta 
  • Allora 3319065113
  • Scritto!  Un attimo che ti chiamo….Ti sto chiamando
  • Ricevuta
  • Ottimo. Adesso hai il mio numero. 
  • Si 
  • Mi aspetto un seguito per questa serata. Ora devo andare ci vediamo in giro. Ciao Jay
  • Ciao Clara

Mi allontano da lui, avrei voluto salutarlo con un bacio nella guancia, però penso che sia eccessivo. Devo fare un passo alla volta, oggi ho ottenuto il suo numero, può bastarmi… almeno per il momento. Sono contenta di averlo visto, mi auguro che mi chiami. Lo desidero tantissimo, voglio ancora sognare con lui, vivere un altro attimo con lui. Non importa se sarà l’ultimo… voglio rivederlo un ultima volta. E’ assurdo come ha reso questo giorno brutto e doloroso, speciale.

Finalmente dopo un ora di metropolitana sono arrivata a casa, uffa.. ma perché non mi sono fatta dare un passaggio da Jay avrei impiegato molto meno tempo, ma sopratutto sarei rimasta un po’ di più con lui e avremmo potuto parlare e conoscerci meglio.

Peccato che non si è offerto di accompagnarmi, certo che i ragazzi di oggi non conoscono per nulla la galanteria. Ma che cavolo sto dicendo sembro una signora anziana, sarà la stanchezza che mi fa straparlare, meglio che vado a dormire.

Metto il pigiama e vado in bagno,  quando torno in camera spengo la luce.  Prima di addormentarmi guardo il telefono speranzosa di trovare un messaggio da parte di Jay, ma non c’è. Ho come l’impressione che solo per me sia stata una serata speciale, e che solo io ho questo desiderio di parlargli ancora, per lui sarà stata una delle tante serate in cui ha flirtato con una delle tante ragazze, probabilmente appena sono andata via ha iniziato con un’altra ragazza. Ci sono ricascata e che mi sembrava diverso questa volta, evidentemente mi sbagliato Jay è esattamente come Gianluca. Questa sarà l’ultima volta che mi faccio incantare da qualcuno.

 

19 Gennaio ore 7:00

Suona la sveglia, assonnata mi alzo dal letto e corro a prepararmi per andare a scuola, indosso le prime cose che vedo ovvero un jeans e un maglioncino giallo, abbinato con un paio di Superga gialle.

Non appena finisco di prepararmi, prendo lo zaino, ed esco di casa. 

Appena arrivo a scuola incontro Penelope, oggi la vedo di buonumore, più del solito, chissà perchè?  Le vado incontro salutandola,

  • Hey Clarettaaa
  • Come mai di buonumore ?
  • Niente, niente così…
  • Penelope siamo amiche fin da piccole, devi dirmi tutto, lo sai vero?
  • Davvero nulla. Dai per dimostrarti che non ho nulla da nasconderti  ti propongo una cosa. 
  • Che cosa?
  • Stasera dopo il lavoro fatti carina che andiamo a mangiare fuori.
  • E’ un appuntamentoo…??? E Jacopo? Aspetta fammi indovinare, ti sei resa conto che l’amore della tua vita sono io?
  • Si si Clarettina ci vediamo alle otto  al ristorante Faraone.
  • Va bene. Io vado in classe a dopo.
  • Aspetta. Quando arrivi al ristorante chiedi di essere accompagnata al tavolo Diaz.
  • Ma perché?
  • Siccome il proprietario è un amico di Jacopo, sarà lui ha prenotare per noi per farci avere lo sconto.
  • Ottimo, allora è utile a qualcosa.
  • SI
  • Dai io ora vado ciao a stasera.

 

19 Gennaio ore 19:00

Ho appena finito di fare la doccia, sono qui davanti alla mia amata cassettiera a decidere cosa indossare. Per ciò che so il ristorante in cui sto andando è di classe, quindi decido di indossare per questa occasione un vestito lungo blu notte, ha una scollatura a cuore, abbinato ad una stola dello stesso colore, indosso delle scarpe alte argentate. Per la serata decido di fare un trucco diverso, per gli occhi applico l’ombretto color argento, traccio una linea sottile di eyeliner, aggiungo il fard, e per le labbra un rossetto color carne. 

Per i capelli faccio uno chignon, per valorizzare il viso abbino anche degli orecchini color argento. Per completare il mio look aggiungo un cappotto grigio. Dopo quasi un ora trascorsa a prepararmi, sono pronta prima di uscire mando un messaggio  a Penelope, dicendole 

“tra massimo mezz’ora sarò al ristorate, non fare tardi”

Non appena premo invio, mi appresto ad uscire di casa.

                                           ……….

Eccomi arrivata al grande palazzo che ospita il ristorante, ovviamente situato al centro di Roma.

Mamma mia… ma stasera quanti soldi spenderò, non voglio pensarci…

Speriamo offra lei.

Entro nel ristorante, dire che questo posto sia uno spettacolo è poco, non avevo mai visto tanto lusso in vita mia. Le pareti sono dorate, i lampadari sono enormi e lucenti, il pavimento è in marmo, potrei specchiarmi per quanto  è lucido, c’è un lungo tappeto rosso all’entrata, contornato da cascate di fiori curatissimi,  persino i camerieri  per il loro atteggiamento e per l’abbigliamento danno ancora un tocco in più di eleganza al locale. Ma cosa ci faccio qua, mi sento un po’ spaesata a chi devo chiedere? 

I miei pensieri vengono interrotti da un cameriere che mi viene incontro chiedendomi se avevo prenotato, rispondo:

  • Si, tavolo  Diaz.
  • Prego, mi segua.

Non dico nemmeno una parola lo seguo in silenzio. Arriviamo al tavolo, vedo una figura di spalle, ma chi è?

Mica il cameriere ha sbagliato tavolo? No non ha sbagliato mi tende la mano verso il tavolo in cui  c’era questa figura seduta, dicendomi:

  • Prego si accomodi signorina.
  • Grazie.

In quell’instante in cui ringrazio il cameriere, quella figura si volta verso di me, non posso crederci. 

  • Jay?
  • Clara?

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


18 Gennaio.

Dopo averla vista sparire in mezzo al buio della notte, scuoto la testa incredulo per ciò che ho appena vissuto.

La mia Clara, cazzo sono riuscito a parlarle e addirittura a ballare con lei. Chissà come mai quando ha sentito il mio nome era così sorpresa? Bho magari non era sorpresa, probabilmente pensava di aver capito male dato che non è un nome comune.

Sono ancora emozionato per la meravigliosa serata che ho trascorso in sua compagnia, credo che se dovessi fare una classifica, questa serata sarebbe messa al primo posto tra le serate più belle della mia vita.

Dopo quasi 10 minuti trascorsi pensando a Clara,  rientro alla festa, ma sono molto distratto ripenso ancora alle ore precedenti, sono troppo felice. Finalmente sono riuscito a farmi avanti. Ho persino il suo numero, magari… e se le mandassi un messaggio? No, no poi sembro strano e inquietante, poi cosa dovrei scriverle “sei a casa?” no mi prenderebbe per cretino. Cazzooo, magari avrei dovuto offrirle un passaggio, e che non me la sentivo di chiederglielo, sicuramente non appena saremmo rimasti soli  in macchina, avrebbe voluto conoscere il mio volto e ancora non mi sento pronto per questo passo, preferisco fare le cose un po’ alla volta.  Decido di tornare a casa,  non ha senso restare ancora qui, Prima di andare via mi rendo conto di avere ancora indosso la maschera, quindi cerco il ragazzo che me l’ha prestata, non appena lo vedo, gli vado incontro restituendogliela gli dico:

  • Grazie 
  • Prego

Prima di uscire da casetta vado a salutare Martina e altri amici presenti.

Esco da casetta, mi incammino verso la macchina, a metà strada incontro Jacopo, sembra che stia aspettando qualcuno, gli vado incontro per salutarlo, lui contraccambia il saluto con una pacca sulla spalla dicendomi:

  • Bella serata, vero Jay?
  • Si dai in fin dei conti si 
  • Ad un certo punto sei sparito, perché ?
  • Bho fra ero con una ragazza qui fuori.
  • Ah ok e chi è questa ? 
  • Una non mi ricordo nemmeno il nome fra…
  • Aaaah ho capito. Ascolta, domani sera ti va di festeggiare il tuo nuovo lavoro. Ti invito a cena fuori ma paghi tu.
  • Fai schifo… Però dai ci sto, dove ?
  • Faraone, CIAOO…

Se ne va prima che io possa dire di no è un ragazzo davvero buffo però gli voglio bene, in questo ultimo periodo mi è stato accanto nonostante non ero molto socievole. Salgo in macchina, e torno a casa.

Non appena arrivo a casa mi siedo per terra e inizio a giocare con Bu per un bel po’, appena finisco mi rialzo da terra, dirigendomi verso la mia camera da letto, mi spoglio e mi sdraio nel letto a petto nudo con indosso solo i boxer. Spengo la luce e prima di addormentarmi guardo lo schermo del telefono, sperando di trovare  un messaggio della buonanotte da parte di Clara, 

 

 

19 Gennaio 19.05

E’ già trascorso quasi un giorno, tra il lavoro e le varie commissioni che ho dovuto fare oggi….Finalmente sono casa, anche se per poco, devo correre a prepararmi, alle 20,00 devo essere già al locale. Mi domando perché Jacopo abbia scelto il Faraone, costa un occhio della testa mangiare in quel posto, la cosa più strana da parte sua è che si è voluto assicurare che io venissi, mi ha chiamato 3 volte, l’ultima chiamata risale a 10 min fa'. Ogni giorno diventa sempre più strano. Sarà l’amore a renderlo così stupido? Sicuramente sarà l’influenza di Penelope, si vede che è esattamente come lui, stupida.

Mentre penso alla serata che mi aspetta, mi preparo, dopo circa mezz’ora sono pronto. Questa sera indosso i miei abiti migliori nonché i miei preferiti, ovvero una camicia  bianca, una giacca nera  con a rilievo una fantasia floreale, pantaloni attillati neri ed infine  un paio di scarpe nere eleganti.

Esco di casa, mentre salgo in macchina controllo l’orario, sono già le 19:35. Impiego dieci minuti ad arrivare al luogo d’incontro.

Entro e come ogni volta che metto piede in questo posto, rimango incantato dall’eleganza e dal lusso. Mi dirigo verso il mio amico che si trovava nel bancone, lo saluto con una stretta di mano, lui mi guarda e mi dice:

  • Ciao Jay, tutto bene?
  • Si grazie Aureliano tu?
  • Tutto bene, siamo qui a lavoro. Con chi sei qui, stasera?
  • Con Jacopo, infatti volevo chiederti il numero del tavolo.
  • Jacopo Diaz giusto?
  • Si.
  • Tavolo 12. Buona serata.
  • Grazie  a dopo.

Vado  verso il mio tavolo, tolgo il cappotto nero  e mi siedo.

Dopo dieci minuti dal mio arrivo, sento alle mie spalle la voce del cameriere che indica il mio tavolo riesco a riconoscere la voce che risponde al cameriere. Voglio avere la conferma che sia lei, mi volto.

Non appena la vedo mi si ferma il cuore, non ci credo Clara è qui, è tutta opera di Jacopo. Non riesco a toglierle gli occhi di dosso, oggi è meravigliosa, ogni volta in cui la vedo la sua bellezza mi sorprende, devo dire qualcosa non possiamo rimanere qui in silenzio a guardarci.

Lei con un filo di voce mi dice:

  • Jay?
  • Clara?
  • Cosa ci fai qui?
  • Non so. Io sono stato invitato da Jacopo.

Affermo mentre mi alzo dalla sedia  per  accompagnarla al suo posto e farla sedere. 

 Propio in quel momento rimango bloccato, mi ha visto, adesso anche lei inizierà ad avere mille giudizi, mille pensieri negativi su di me. Non so cosa dirle d’istinto andrei via però io non voglio rovinare la mia occasione. D’improvviso la sua voce interrompe i miei pensieri, mi dice:

  • Io invece sono stata invitata da Penelope.

e continua dicendomi:

  • Allora? Vuoi accompagnarmi alla mia sedia, o te ne sei già pentito?
  • Si scusa.

Vado dinanzi al suo posto e le sposto la sedia per farla sedere, non appena si siede, torno al mio posto.

Non ho molto da dirle, sinceramente in questo momento vorrei essere altrove, la sua voce interrompe nuovamente il  silenzio che si era creato. 

Mi posa delicatamente la sua mano sulla mia, e mi dice:

  • Oggi stai molto bene, ti sta bene questa giacca piuttosto particolare. Complimenti. 

Afferma con un tono pacato e molto rassicurante, i suoi occhi mi fanno pensare che forse non mi sta giudicando, e che magari questo suo commentare il mio abbigliamento sia un modo per farmi tranquillizzare. Probabilmente mi si legge in faccia che non vorrei essere qui e che sono completamente in imbarazzo. Le rivolgo un lieve sorriso, evitando ancora il suo sguardo, le rispondo:

  • Anche tu stai molto bene. Sei meravigliosa.
  • Grazie. Che ne dici di guardare il menù?
  • Si certo. Comunque la tua amica e il suo fidanzato sono degli stronzi.
  • Non proprio stronzi dai. Sinceramente  sono contenta di essere qui con te, soprattutto  dopo la splendida serata di ieri.

Non appena sento tutte queste parole così belle l’imbarazzo e il disagio iniziano a dissolversi. Le rispondo;

  • Si si… Oddio anche io sono felice di essere qui solo che ci hanno preso in giro per questo dico che sono stronzi.

Appena finisco la frase, un cameriere pone un piatto a Clara e subito dopo a me. E’ un piatto pieno di antipasti di ogni tipo.

Guardo il cameriere dicendogli:

  • Scusi ma noi non abbiamo ancora ordinato nulla.
  • In realtà si. Ieri sera quando ha prenotato mi ha elencato i piatti che dovevano essere serviti.
  • Ah ok grazie.

Clara mi guarda divertita, mi dice;

  • Hanno pensato propio a tutto.
  • Eh si… Dai  allora buon appetito.
  • Buon appetito 

Iniziamo a mangiare in silenzio, siccome odio questo silenzio lo interrompo dicendo:

  • Buono!!!
  • Si buonissimo. Non ho mai mangiato in posti così lussuosi. Tu?
    • Io si diverse volte, inoltre questo locale è di un mio amico.
    • Quindi hai sconti anche tu?
    • Perché anche io? Chi altri li ha?
    • Anche Jacopo, approfitta come te dell’amicizia.

Sorrido e le rispondo:

  • Ahh ma a lui lo  fatto conoscere io il proprietario.
  • Hai capito Jay, conosci gente importante.
  • Eh si… Io appartengo all’alta borghesia qui a Roma.
  • Si si come no. A quest’ora lavori in una piccola bottega, nemmeno tua. E il titolare sarà uno di quelli che sfruttano i suoi dipendenti. Ovviamente cerchi di nascondere questa dura realtà attraverso questi vestiti di marca, che sicuramente acquisti nei siti in cui vendono le imitazioni.

Dopo tale affermazione scoppio a ridere. Cazzo è buffa.vRispondo:

  • E tu invece sei una piccola principessina?
  • Naaa, io a differenza tua non nascondo le mie umili origini.
  • Io non le nascondo, anzi tutto il contrario ora ti racconto di me, sono  nato in Spagna, il 3 febbraio 1991. Mi sono trasferito qui a 15 anni. Sono partito da zero, ed ora sono abbastanza soddisfatto di essere ciò che sono, e di avere questo ruolo cosi importante nell’alta borghesia.
  • Chissà quante camice hai sudato per arrivare fin qui.
  • No no io non sudo quando fa caldo c’è l’aria condizionata.
  • Ma quanto sei stupido…!!!
  • Si scherza.

Le  dico sorridendo.

  • Hai un bel sorriso. Una domanda, hai degli occhi troppo belli, quindi mi chiedevo, se usi le lenti a contatto?
  • No no natura, anzi c’è stato un momento in cui stavo rischiando di…
  • Rischiavi cosa?
  • No no niente.
  • Va beh, dal momento in cui ho avuto l’onore di cenare con te, ti do la possibilità  di farmi una domanda.
  • Ehh vediamo ci penso… ah ecco quando sei nata? Dove? In che scuola vai? Quali sono i tuoi hobby? Animali domestici? Hai mai avuto esperienze con un ragazzo? Se è si quali?
  • Avevo detto una domanda non cento. Però oggi mi sento buona quindi risponderò. Allora iniziamo dal principio, sono nata il 16 luglio 1998 a Roma. Amo gli animali sopratutto i micini, al momento però non nè ho. Poi cos’altro volevi sapere?
  • Allora in che scuola vai e se hai mai avuto esperienze con un ragazzo o con una ragazza?
  • Frequento il 4 anno di liceo classico, non mi piacciono le ragazze, etero allo stato puro. Per quanto riguarda le mie esperienze… Ecco  ho dato il mio primo bacio durante un gioco. Ritengo di aver fatto un grosso errore, ormai non posso tornare indietro.
  • Quindi hai fatto la troia…

Mi irrigidisco d’improvviso, cioè lei ha dato il primo bacio ad uno sconosciuto, peggio ancora per gioco, ma stiamo scherzando?

Non credevo fosse così troia. Cazzo ma non è normale che mi incazzo per una cosa che è successa prima di conoscerci.Cazzo ho esagerato l’ho anche offesa anche se lo penso potevo tenermelo per me. Mi sta guardando male, non sembra più dolce.

  • Come scusa?

Sbotta infuriata.

  • No, dico solo che è un po’ da troia baciare uno sconosciuto per gioco, ma non che tu lo sia ehh.
  • Non posso crederci… lo hai detto davvero? Bene, se è ciò che pensi vaffanculo Jay. 

Si alza, si rimette il cappotto velocemente e mentre va via mi dice:

  • Ah e il conto lo paghi tu. Vaffanculo!!!
  • Ma aspet…

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Cazzo, ma che ho detto che stupido…

Mi alzo frettolosamente, per raggiungerla, non sarà andata lontano con quei tacchi. Arrivo alla cassa e vedo il mio amico che rideva mentre mi dice:

  • Ma che hai fatto?
  • Nulla lascia stare, quanto ti devo?
  • 67euro.
  • Ma che cazzo, siamo arrivati a mangiare solo gli antipasti…
  • Fra sono questi i prezzi.
  • Va beh tieni 70. Devo andare.
  • Ok ciao.

Cammino velocemente per raggiungere Clara, non appena esco dal locale la vedo che sta per attraversare la strada, le vado incontro velocemente. La fermo prendendole il polso, lei si volta verso di me con aria molto arrabbiata, scrollandosi la mia mano di dosso, mi dice:

  • Jay che cazzo vuoi?
  • Innanzitutto le parolacce non ti fanno apparire per nulla delicata, e poi sono corso da te per scusarmi, mi rendo conto di aver detto una cazzata. Non credo che tu sia troia, solo che… solo il pensiero che tu abbia fatto una cosa simile mi stranisce. Tutto qui non pensavo fossi così…
  • Facile? Bhe almeno io non scopo con mio cugino.
  • Ma no no non volevo dire facile, in fin dei conti sono errori che si possono fare, poi è normale che avevi voglia di provare cose nuove.
  • Scusa in che senso? Non credere che con Gianluca ero disposta ad aprire le gambe solo per provare cose nuove. Quella sera in cui l’ho baciato  mi sono resa conto immediatamente che era stato un errore. Non mi sarei mai spinta oltre, né con lui né con nessun altro. 
  • No ma infatti c’è differenza tra una che da un piccolo bacio e una che apre le gambe io sono sicuro che non lo avresti fatto, propio  per questo ti chiedo scusa. Mi dispiace ho fatto il coglione.

Mi guarda e sembra quasi che si stia calmando, risponde:

  • Accetto le tue scuse. Dai dimmi quanto è venuto il conto, che lo dividiamo.
  • No, no tranquilla sono felice di averti offerto la cena anzi vorrei concludere la serata in un modo migliore, dal momento in cui sono ancora le nove.
  • Va bene, allora grazie. Che ne pensi di concludere la cena. Andiamo al KFC?

Sorrido sorpreso dalla sua semplicità. Mi fa davvero molto piacere rivedere il suo sguardo dolce, quello arrabbiato mi faceva quasi paura…

Sinceramente non pensavo sarebbe stato così semplice farmi perdonare, però sono felice di esserci riuscito e di poter concludere la serata  in pace.La guardo un po’ divertito e le dico:

  • Non credo sia il caso di andare in un fast food vestiti così.
  • Hai ragione… idea e se l’ho ordinassimo a domicilio?
  • Si
  • Aspetta…  ma dove ?
  • Se vuoi possiamo fare da me.
  • Ehmm…
  • Se vuoi, non per forza.
  • Va bene. Solo una cosa, la zona in cui abiti è ben servita dai mezzi pubblici ?
  • Si perché?
  • Perché alle 23 dovrei incamminarmi per tornare a casa entro le 24.
  • Ma scherzi? Ovvio che ti accompagno io, in qualunque momento tu voglia, basta che me lo dici.
  • Ok grazie Jay. Andiamo ?

Mi dice sorridendomi, mi perdo nel  suo sorriso. Dopo un attimo  mi riprendo e mi incammino  verso la macchina e le dico:

  • Andiamo, ho parcheggiato qui vicino.

Mi segue in silenzio, arriviamo in macchina e dopo essere saliti le do il mio telefono dicendole:

  • Tieni ordina quello che preferisci  nella cartella " cibo "ci sono tutte le app in cui si può ordinare.
  • Va bene.

                                               …..CLARA…..

Mi porge il suo telefono, mi viene il batticuore quando le nostre mani si sfiorano dinuovo, sono contenta di essere qui con lui. Stento ancora a credere che tutto ciò sia reale, sono qui con Jay,  nella sua auto, seduta accanto a lui. Riesco a sentire il suo profumo, e lo stesso di ieri sera, è buonissimo, vorrei poterlo sentire sempre ed averlo addosso per poter  tenere vivo il pensiero di lui. Nonostante la breve discussione di questa sera, la ritengo la serata migliore della mia vita, ovviamente dopo quella di ieri. Non credevo che lo avrei rincontrato dopo ieri sera, dal momento in cui non ho avuto un riscontro da parte  sua né ieri sera né oggi, nonostante avesse il mio numero. Adesso capisco il motivo per cui non l’ha fatto, il suo imbarazzo quando mi ha visto al ristorante era palese.

La prima volta che l’ho incontrato al bar, non avevo notato il segno che gli ha lasciato l’incidente sul suo volto. Mi si stringe il cuore vederlo così vulnerabile riguardo a ciò. Sicuramente non si sente accettato dal mondo esterno, probabilmente sta molto male dentro, e di sicuro non aiutano gli occhi delle persone più curiose su di lui. Per me  non c’è nulla di strano è un ragazzo come altri e il suo volto è solo più delicato da amare e non da giudicare… oddio ma che sto pensando. Clara ma sei scema. Però guardandolo cavolo è bellissimo, troppo  speciale. I miei pensieri vengono interrotti da lui che mi guarda accorgendosi che lo stavo  fissando, mi dice:

  • Ma hai ordinato vero? Siamo quasi arrivati.
  • Cosa ?
  • Hai ordinato ?
  • No l’ho dimenticato. Scusa…
  • Va beh se vuoi cenare prima delle 23 conviene che lo fai ora.
  • Si ora lo faccio.

Dopo 10 minuti di silenzio, in cui io ordinavo la nostra cena e lui guidava, arriviamo a casa sua. Almeno credo, che sia questa casa sua, lo guardo in silenzio non so cosa dire, ho già fatto una figuraccia poco fa, mentre lo fissavo… Finalmente rompe il silenzio, mi guarda e con un sorriso mi dice: 

  • Eccoci qui, possiamo scendere.
  • Va bene

Camminiamo in  silenzio, arriviamo davanti ad un portone, esce le chiavi dalla tasca ed apre la porta, la mantiene aperta per farmi entrare. A vederla sembra un condominio molto lussuoso le pareti sono in marmo, il pavimento altrettanto e decorato da un lungo tappeto bordeaux che continua fino agli ascensori, tutto ciò accompagnato da diverse piante e da quadri che rappresentano alcuni paesaggi di Roma. Rimango sorpresa per la cura che c’è nei dettagli, vedendo l’entrata non riesco ad immaginare quanto  sarà bello l’appartamento di Jay. Lo guardo e con un sorriso gli dico:

  • Allora non mentivi, quando dicevi di far parte dell’alta borghesia.
  • Eh no. ancora non hai visto nulla.
  • Davvero?

 Sorride ed annuisce. Proseguiamo lungo il corridoi fino ad arrivare davanti all’ascensore, entriamo, preme il pulsante dell’ottavo piano, ciò mi sorprende perché so che in genere l’ultimo piano è quello più costoso. Interrompe il silenzio imbarazzante causato dall’ascensore chiedendomi:

  • Clara, per caso hai paura dei cani? 
  • No, li adoro. Perché?
  • Così né ho uno,  che è un po’ aggressivo verso gli estranei.
  • In che senso aggressivo?
  • Lo vedrai, al massimo ti morde. 
  • No,  allora io rimango qui, non mi muovo dall’ascensore. 
  • Vabbè, allora me la mangio io la tua cena 

 

Afferma sorridendomi

  • Così ingrassi.
  • Tanto sempre bello rimango.
  • Beh in effetti, rimani bellissimo anche con la pancia.
  • Ehm…va bene. Che ne pensi di entrare 

Ma che cosa ho detto, che figuraccia, per una pervertita mi sta prendendo. Cavolo  ma …“ rimani bellissimo anche con la pancia”, Clara non sei normale, però è vero. Non riesco a guardarlo negli occhi per l’imbarazzo, rispondo con un filo di voce:

  • Si

Apre la porta, gli va subito incontro un piccolo carlino, un po’ paffutello, non sembra per nulla aggressivo, neanche mi guarda… guardo Jay un po’ divertita gli dico:

  • Certo questo pastore tedesco è molto aggressivo… per fortuna ci sei tu a tenerlo fermo
  • Ti presento Bu
  • Ma che nome gli hai dato?
  • Bu come Majin Bu di dragon ball. 
  • Il suo  nome è carino quasi quanto lui. 
  • Grazie.

Entro dento il suo appartamento, è un attico molto luminoso. Questa luminosità è dovuta ai faretti che ci sono sul tetto, credo che di giorno sia ancora più luminosa data la presenza di due grandi vetrate che si trovano davanti all'ingresso e alle pareti completamente bianche, l’ingresso è piccolo ma ben arredato, c’è un tappeto grigio a pochi passi dalla porta principale, con un mobiletto bianco specchiato attaccato alla parete, sopra di esso c’è uno specchio rettangolare. 

Non appena Jay finisce di giocare con Bu, mi guarda e mi dice: 

  • Se vuoi ti faccio vedere cas…

Veniamo interrotti dal suono del citofono, Jay si appresta a rispondere, indicando il piano. 

Subito dopo mi guarda e mi dice:

  • Va be, facciamo dopo mangiato
  • Va bene

Aspettiamo l’arrivo del fattorino, entrambi impazienti, finalmente dopo pochi minuti, lo vediamo uscire dall’ascensore con il nostro cibo. 

Non appena lo consegna, lo ringraziamo, rientrando in casa. Guardandomi, Jay mi dice:

  • Entra pure. Se vuoi puoi toglierti il cappotto. 
  • Si, dove lo metto
  • Lì sul divano
  • D’accordo. 

Faccio qualche passo verso Jay, con ancora in mano il cappotto. Noto subito due grandi divani bianchi, davanti a questi divani c’era appesa una grande tv. Dietro i divani, c’è una rientranza in cui si trova un tavolo rettangolare in vetro con delle sedie bianche e una tv appesa davanti al tavolo, attaccate alle pareti ci sono delle credenze con dentro degli alcolici. Rimango sorpresa per l’eleganza e il lusso che decoravano l’appartamento, il bianco domina, nella stanza. La cosa che mi ha colpito un po’ più di tutto, sono le foto appese nelle pareti, descrivono la natura marittima, e alcuni luoghi dell’Italia, non riesco a definire bene i luoghi. Cerco di individuare con gli occhi una foto in cui si vede Jay, ma non la trovo. Chissà per quale motivo non tiene delle sue foto... magari il motivo per cui non lo fa’ è legato al suo volto. All’improvviso Jay interrompe i miei pensieri, dicendomi: 

  • Vieni a mangiare. Ho apparecchiato.
  • Si, arrivo.

Poso il cappotto sul divano e mi dirigo verso la tavola apparecchiata, mi siedo, lo guardo e  gli dico:

  • Buon appetito
  • Buon appetito Clara 
  •  

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Sono qui accanto a Jay stiamo cenando insieme, è assurdo come le cose cambino dall’oggi a domani. Fino a qualche giorno fa’ eravamo perfetti sconosciuti. Non credevo che fosse possibile sentirsi così, essere così felice, vorrei stare sempre così bene, anzi desidero che tutto questo si trasformi in quotidianità e vorrei veder crescere questi sentimenti giorno dopo giorno 

E’ bello vederlo mangiare… anche quando mangia è bellissimo, non parla molto, magari gli da fastidio, beh riguardo ciò siamo molto simili, nemmeno a me piace molto parlare mentre mangio, però vorrei approfondire la conoscenza con lui. Voglio sapere tutto di lui, quindi è meglio che inizio a fargli delle domande. Schiarisco un po’ la voce, chiedendogli:

  • Mi hai detto di essere nato in Spagna. Dove di preciso?
  • Sono nato a Madrid, ma la città in cui ho vissuto è Siviglia.
  • E’ bella la Spagna.  Mi piacerebbe vederla un giorno.
  • Se vuoi un giorno ti porto a vederla. Mi piacerebbe molto farti da guida. 
  • Grazie, piacerebbe tantissimo anche a me.

Sorride e mi chiede con uno sguardo curioso:

  • Hai mai viaggiato? 

Un po’ mi imbarazza rispondere a questa domanda, perché in genere le ragazze alla mia età hanno viaggiato molto a differenza mia. Io invece, le mie estati e le vacanze natalizie le ho sempre trascorse a casa a non far nulla. Non mi sono mai spostata da Roma non ho mai viaggiato né con l’aereo né in treno tanto meno in macchina. Abbasso lo sguardo un po’ imbarazzata, gli dico:

  • No, non ho mai preso né un aereo né un treno. Non ho mai avuto l’opportunità di farlo. Il tempo che ho lo dedico allo studio e da quest’anno anche al lavoro. Considera che quest’estate l’ho trascorsa dedicandomi solo al lavoro, perché Penelope è tornata in Sicilia ed è rimasta lì per quasi 3 mesi, quindi non sono andata nemmeno una volta al mare. 
  • Capisco, mi dispiace… dai hai 17 anni, avrai tempo per vedere il mondo. Sei piccolina ancora. Quindi tu lavori?
  • Si, in un piccolo bar.
  • Davvero, già lavori? Come mai?
  • Si. Ne ho la necessità, lo faccio per me stessa, mi piace essere completamente indipendente.
  • Wow non immaginavo che fossi già così matura. Mi ricordi me sotto certi aspetti. Anch’io ho iniziato presto a lavorare,  ho fatto diversi sacrifici ma ne è valsa la pena.
  • Sono contenta per te.

Gli dico sorridendo 

-  Grazie.

  • Attualmente di cosa ti occupi?
  • Ora diciamo che non ho una posizione lavorativa bellissima, lavoro in un negozio. Però prima lavoravo in una pasticceria a tempo pieno era un lavoro che amavo fare, poi a causa di un problema ho scelto di non voler più lavorare lì.
  • Mi dispiace che hai dovuto lasciare, sopratutto se ti piaceva molto. Immagino che tutto questo lusso lo hai ottenuto  grazie al lavoro in quella pasticceria.

Sorride e mi annuisce con la testa.

-  Va beh mi piaci anche così.

Cazzo cosa ho detto, Clara cerca di chiarire la parola piacere, prima che pensa male.

  • Piacere nel senso che mi stai simpatico vaa…
  • Ahh ho capito.

Dopo qualche attimo di silenzio mi dice:

  • Comunque da quanto tu e Penelope siete amiche ?
  • La conosco da 12 anni ormai. Siamo diventate migliori amiche a scuola. Tu invece come fai a conoscerla?

Fingo di non saperlo, voglio sentirlo parlare adoro la sua voce. 

    • Io l’ho conosciuta in una cena, lei è la fidanzata di Jacopo, che è uno dei miei migliori amici ma anche mio cugino. Ah ma a proposito, poco fa’ mi hai detto che almeno tu non ti scopi tuo cugino, che intendevi?
    • Ehh… mi è stato detto da una persona che vai a letto con la sorella di Jacopo. Non per giudicare, ma mi sembra un po’ troppo.
    • Ma scusa tu chi sei per giudicarmi. No non lo ritengo troppo è capitato e ci siamo goduti il momento.
    • E’ capitato? Ma ti senti quando parli? Non è normale ciò che dici 
    • Ok

Mi guarda un po’ spazientito, fa un sospiro e continua dicendo:

  • Tu invece non sei da giudicare vero? Ti baci uno sconosciuto, sai che puoi fare, quando esci da qui, chiedi ad un passante di darti un bacio, però mi raccomando fermati al bacio perché poi potrebbe essere un maniaco.
  • Magari mi assicuro anche che non siamo parenti. Non vorrei prendere esempio da te. Poi magari mi piace e quindi sarei obbligata a godermi il momento. 
  • Ok basta, forse è il caso di chiudere la parentesi.
  • Evita di rimettere in ballo sempre quel bacio. 
  • E tu evita di giudicare le situazioni che non conosci.
  • Scusa che c’è da conoscere? Continuo a pensare che non è normale.
  • Ancora, vuoi litigare dinuovo per caso?
  • No
  • Ok allora basta, dicevamo… A si di Jacopo lo conosci?
  • Sì, lo conosco, non andiamo molto d’accordo, lo ritengo un cretino
  • L’ho conosci…beh era ovvio è il ragazzo della tua amica.

Il suo sguardo sembra ancora più infastidito di prima per ciò che ho appena detto, cavolo non voglio peggiorare la situazione, gli rispondo:

  • Scusami, non volevo parlare così di tuo cugino. 
  • No tranquilla. Cambiando argomento, parlami un po’ di te della tua famiglia. Voglio sapere tutto ciò che si puo’ sapere sul tuo conto.
  • Va bene…prima di iniziare, che ne dici di sparecchiare?
  • Si, dai ci penso io. 
  • Ma no, voglio aiutarti. 

Mi alzo, prendo il mio piatto e il piatto di Jay, con l’intenzione di lavarli. In quel momento mi accorgo di non sapere dove si trovasse la cucina. Mi volto verso Jay chiedendogli:

  • Ma la cucina?

Sorridendomi mi risponde:

  • Seguimi.
  • Si. 

Usciamo dalla stanza, ci ritroviamo davanti all’ingresso che conosco piuttosto bene. Prima  non mi ero accorta che accanto al soggiorno ci fosse un grande arco, Jay va verso quella stanza, è una stanza piccola, anch’essa ha le pareti bianche, contiene una cucina componibile anch’essa del medesimo colore delle pareti, accanto ad essa c'è un grande frigo bianco a due ante. 

  • Puoi mettere qui i piatti. 

Esclama lui.

  • Si.

Poso delicatamente i piatti sul lavandino, apro l’acqua per lavare i piatti.

Jay si avvicina a me, posando delicatamente la sua mano sulla mia, dicendomi:

-  Ehi ferma non è necessario, c’è la lavastoviglie.

  • Posso metterli lì?
  • Si, certo ti do una mano. 

Non appena finiamo di pulire e di sistemare ciò che avevamo sporcato, ci dirigiamo verso il divano, sedendoci. 

C’è un po’ di imbarazzo tra di noi, vorrei estinguerlo ma non so come…magari potrei riprendere il discorso che stavamo affrontando. 

 Potrei soddisfare le  curiosità  che ha sulla mia famiglia, anche se un po’ mi rattrista parlare dei miei genitori. Non sono come tutti gli altri, mio padre è un alcolizzato, drogato. Mia madre invece non è proprio un esempio da seguire. Mi ha assegnato il suo ruolo di genitore all’ età di 8 anni, ovvero quando è nata Lisa. Come madre è stata assente, non mi ha mai considerato sua figlia, mi considera  solo come una bocca in più da sfamare e un peso se stavo male.

Non mi piace parlare del mio passato, non voglio che Jay pensi male di me. All’improvviso la sua voce e la sua mano che si posa delicatamente sulla mia,  interrompe i miei pensieri.

  • Mi sembra che tu dovevi soddisfare le mie curiosità, giusto?
  • Ahhh si certo. Dai fammi una domanda. 
  • Allora iniziamo con la scuola, perché  hai scelto il liceo classico?
  • Ho scelto il liceo classico, perché amo leggere e mi appassiona molto la letteratura. Fin da piccola i libri sono stati il mio sfogo, mi aiutano a non pensare. Tu invece che scuola hai frequentato?
  • Clara, le domande le faccio io.

Mi dice sorridendo

  • Beh se vuoi che ti risponda, devi soddisfare anche tu la mia curiosità, facciamo una domanda ciascuno, ti va?
  • Va bene. Ho fatto economia aziendale.
  • Ti piace il settore?
  • Non proprio…
  • Ahh e perché l’hai scelto?
  • Non ricordo esattamente il motivo è passato troppo tempo. Bene adesso tocca a te. Cosa vuoi fare da grande? 
  • Da grande sono già adulta.
  • Non ancora. Allora, cosa vuoi fare in futuro, che progetti hai? Vuoi continuare a studiare? Visto che sei una secchiona.
  • Allora in futuro mi piacerebbe diventare una make up artist. E comunque non sono secchiona.
  • Ma non centra nulla con il settore che stai studiando. Lo sai vero?
  • Si lo so. Però che posso farci, voglio fare quello nella vita. Tu, invece che progetti hai per il futuro?
  • Io per il mio futuro non ho dei progetti veri e propri, non voglio fare carriera mi basta lavorare, avere un lavoro stabile. In futuro mi piacerebbe avere una famiglia tutta mia, voglio essere felice. Rientrare a casa dopo il lavoro e trovare il calore familiare, magari avere dei bei bimbi che vengono a darmi il bentornato con tanti abbracci, e una moglie che mi ama. Questo è tutto ciò che desidero.
  • Non credevo che fossi così semplice come persona. Mi ha sorpresa  positivamente la tua risposta. Non sei un ragazzo come tutti gli altri, tu sei diverso, per ciò che vedo, sei un ragazzo molto dolce e sensibile. Questa parte di te mi piace tantissimo. Mi piace parlare con te.

Sorride e mi risponde:

  • Anche a me piace. 

Abbassa lo  sguardo, e lo rialza subito dopo  dicendo con un tono più dolce:

  • Anzi mi piaci tu… 
  • In che senso?

L’osservo cercando di capirlo. 

Si avvicina lentamente a me allungando il braccio verso il mio volto e mi accarezza la guancia spostandomi i capelli, ci guardiamo intensamente  negli occhi. Continua ad avvicinarsi sempre di più al mio viso, finché i nostri nasi si sfiorano. A quel tocco così delicato il mio cuore  inizia a battere sempre più veloce, non so esattamente cosa fare, mi viene spontaneo chiudo gli occhi. Sembra quasi un sogno siamo a pochissimi centimetri l’uno dall’altro, sento il suo respiro sulla mia pelle, che mi provoca uno strano brivido piacevole. Poggio la mia mano sulla sua, ci avviciniamo sempre di più…

             

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Siamo sempre più vicini… le sue labbra si posano delicatamente  sulle mie, non c’è passione all’interno di questo bacio, c’è solo dolcezza e tanto desiderio. Mi ci perdo dentro, sento il suo sapore fresco, le sue labbra sono così morbide. Penso che  già da qualche minuto siamo immersi in questo bacio, che però viene interrotto dal suono del mio telefono, ovviamente ero talmente presa da lui che  non mi ero resa conto che era tardi. Mi stacco da lui, dicendogli:

  • Scusa mi stanno chiamando, devo rispondere.
  • Ok 

Alzandomi  per recuperare il mio telefono guardo gli occhi di Jay che sembra esserci rimasto male, mi dispiace, fosse per me non mi sarei staccata mai dalle sue labbra. Prendo il telefono dalla borsa, guardo il nome sullo schermo ovviamente  chi poteva rovinare questo momento magico? MIA MADRE… rispondo abbassando il volume della chiamata per evitare che Jay la sentisse urlare.

  • Pronto
  • Dove cazzo sei?
  • Sto tornando.
  • Ecco muoviti. 
  • Calmati…

Mi riattacca il telefono mentre le dico di evitare di trattarmi con i piedi.

Rimetto il telefono in borsa, guardo Jay dispiaciuta per il fatto che devo andare via. Lui si alza viene verso di me, mette la sua mano sulla mia guancia e mi dice:

  • Andiamo?

Sorrido e annuisco, prima di togliere la sua mano dal mio viso si china leggermente per darmi un altro bacio, bellissimo ma rispetto al primo molto breve, infatti dopo pochi secondi si stacca. Le mie labbra sentono subito la mancanza delle sue, sembrano fatte apposta per me. Prendo la borsa, mentre Jay da dietro mi aiuta a mettere il cappotto. Non appena io sono pronta per andare via anche lui indossa il cappotto,  e si dirige alla porta, aprendola per farmi uscire.

Entriamo in ascensore… l’imbarazzo che c’era stato qualche ora fa’ si ripresenta, questa volta però sembra molto di più, probabilmente a causa dei baci… chissà cosa penserà di me, ora ai suoi occhi sembro davvero una ragazza facile che bacia chiunque.

Ma non è così… non sono  facile, mi piace, NO dire che mi piace è troppo poco, mi fa impazzire… E’ un ragazzo fantastico adoro ogni parte di lui, i suoi occhi, le sue mani, il suo corpo, cazzoo… le sue labbra così carnose, rosee, morbide… potrebbero diventare una droga per me, già da ora il desiderio di riaverle sulle mie labbra è molto forte. Chissà se per lui è lo stesso.

Entriamo in macchina. Durate il tragitto mi chiede solo dove si trovasse casa mia, ma poi per tutto il viaggio regna il silenzio tra di noi l’unico rumore che si sente è la musica proveniente dallo stereo della  sua macchina.

Arriviamo davanti  a casa mia, sono un po’ in imbarazzo, non so cosa fare. Come dovrei salutarlo? Con un bacio? Vorrei… in questo momento  mi rendo conto che quel tenero bacio ha creato un muro davanti a noi. Mi sembra di rivivere lo stesso momento di qualche mese fa’ con Gianluca. 

Aspetta… Ma mica Jay ha le stesse intenzioni di Gianluca???

Si spiegherebbe il motivo per cui ora è così silenzioso. No dai non può essere, per ciò che ho visto non è uno di quei tipi, magari lo è, però è bravo a nasconderlo… Basta Clara prova a fidarti di lui.

I miei pensieri vengono interrotti e stravolti  da lui che si avvicina e mi da un piccolo bacio sulla guancia molto vicino alle labbra quasi le sfiora, e mi dice:

  • Allora ci vediamo domani?
  • A domani, buonanotte Jay.
  • Buonanotte piccola.

Scendo dalla macchina, e mi dirigo verso il portone, prima di entrare dentro il palazzo mi volto, Jay è ancora lì alzo la mano e lo saluto sorridendo. Sicuramente è stupido però desideravo che questa serata non finisse mai, già mi manca. Avrei voluto conoscerlo di più, ho sbagliato a sprecare il nostro tempo con quella storia di sua cugina, però era più forte di me, mi da fastidio che ci siano state altre ragazze prima di me, e dato che si faceva sua cugina, suppongo che non se ne sia fatta scappare nemmeno una.

Chiudo il portone, mentre salgo le scale sento il suono di un messaggio, prendo il telefono, curiosa di sapere chi fosse, leggo il mittente… è Jay, è un messaggio vocale, in cui dice:

  • Hey senti…

In sottofondo riconosco la canzone, è la canzone  che abbiamo ballato ieri sera, scrivo subito una risposta:

  • Hey, ho sentito. Sembrano passati giorni da quella sera invece è accaduto solo ieri. Assurdo…
  • Eh si 
  • Sono stata bene con te. Mi auguro che anche per te sia stato lo stesso.
  • Si  sono stato più che bene, anzi non vedo l’ora di rivederti.
  • Davvero?
  • Si si.
  • Allora facciamolo.
  • Quando vuoi  Caterina.
  • Caterina? Ma sei scemo?
  • Cazzo scusa Claudia…

 Non ci posso credere, sono una delle tante per lui, non gli piaccio, che stupida. Bene devo dirgli qualcosa senza fargli capire che ci sono rimasta male. Stavo digitando il testo del messaggio, quando arriva un altro messaggio:

  • Piccolina stavo scherzando, scusa

Leggere quelle parole mi regala  un sorriso, è mi addolcisce  tantissimo.

Rispondo:

  • Non è carino da parte tua…
  • Scusa!!!
  • Scuse accettate piccola stella senza cielo.
  • ???
  • Piccola stella senza cielo. Adesso anche tu hai un nomignolo.
  • Non è che mi piaccia molto, però dai grazie…
  • Prego, ti aiuterò a trovare il tuo cielo.

Aspettando che risponda, inizio a mettere il pigiama, mi infilo sotto le coperte con il telefono sopra il mio petto, ansiosa di ricevere una risposta.

Chissà se è tornato a casa o ha deciso di uscire con i suoi amici, o con una di quelle ragazze? Solo il pensiero mi fa diventare pazza…

Dopo dieci minuti il telefono vibra, leggo il testo del messaggio che dice:

  • Magari già l’ho trovato…
  • Vedremo.
  • :)
  • Sei già a casa?

Mi arriva un altro messaggio contenente una foto. Nella foto è rappresentata  la sua mano tatuata  che accarezza Bu   e subito dopo la sua risposta scritta:

  • Si.
  • A ok.
  • Tu sei già a letto?

Decido di provocarlo. Gli mando una foto in cui ci sono io e un altro ragazzo. Scrivendogli:

  • Scusa ho sbagliato, non volevo mandarla a te.
  • Tranquilla.
  • Ti piace?

Lui visualizza il messaggio ma non risponde aspetto qualche minuto ma continua a non rispondere. Decido di chiamarlo.

  • Pronto
  • Jay, perché non mi hai risposto?
  • Non ha senso, stavi chiacchierando con il tuo amico, non volevo disturbarti con i miei messaggi noiosi.
  • No non disturbi, volevo proporti una cosa.
  • Dimmi
  • In merito a domani, ti va di stare un po’ insieme ?
  • Beh se riesci a trovare tempo per me… tra Gianluca e quello della foto. Il tuo tempo è tutto impegnato.
  • Riesco. Facciamo domani dopo lavoro?
  • Cioè a che ora?
  • Alle 20:00, però se tu puoi prima per me va bene.
  • Dimmi dove e quando finisci di lavorare e io ti vengo a prendere, così trascorriamo più tempo insieme.
  • Finisco alle 18:30. Però non voglio disturbarti vengo io.
  • No mi fa piacere, dai… dimmi dove lavori?
  • Antica Roma è il nome del Bar  e l’indirizzo è Via Giacomo Leopardi 29.
  • Ok, allora ci vediamo domani.
  • A domani. Sogni d’oro.
  • Anche  a te. 
  •  

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


 

                                                  …JAY…

Sono passati pochi minuti da quando io e Clara abbiamo chiuso la chiamata. Stento ancora a credere a ciò che è accaduto, ci siamo baciati, abbiamo parlato, cenato insieme e abbiamo anche  avuto il nostro primo litigio… mi viene spontaneo  sorridere  quando ripenso a questo strano primo appuntamento. E’ bello che la ragazza con cui sono stato stasera non mi abbia giudicato, che non mi abbia chiesto nulla, a volte anche i silenzi aiutano nella mia situazione. La sua dolcezza, la sua spensieratezza mi hanno tranquillizzato, per un attimo mi ha fatto pensare che sul mio viso non ci fosse nulla che non va. Purtroppo adesso sono tornato alla dura realtà, il segno che copre buona parte del mio volto e qui. Pensavo  che riprendermi da questo periodo nero sarebbe stato impossibile, invece ora sto iniziando a vedere che c’è ben altro oltre il mio dolore. Stare con Clara stasera mi ha fatto staccare la spina da quei pensieri, da quella negatività, e mi ha fatto essere abbastanza spensierato da dire che potrei essere felice trascorrendo altri momenti così.

Non voglio privarmi di questa felicità. Voglio impegnarmi a conoscere questa ragazza, perché in base a come mi ha fatto sentire, ritengo  che possa far parte di questa nuova parentesi della mia vita.

Quando ho visto quella foto di Clara e quel ragazzo, ho provato un sentimento che non nutrivo da tempo, la gelosia. Non appena l’ho vista mi sono subito chiesto chi fosse quello accanto a lei. In fin dei conti io e Clara non siamo assolutamente nulla quindi non riesco a capire il motivo per cui mi sono ingelosito. Per togliermi la curiosità riguardante la foto chiederò a lei domani.

 

20 Gennaio ore 7: 30 

Suona la sveglia, alzo la testa, con la mano prendo il telefono che sta ancora suonando, interrompo la sveglia. Poso nuovamente la testa sul cuscino, mi voglio concedere altri 5 minuti di relax prima di alzarmi.

Dopo 20 minuti, mi alzo assonnato, inizio a prepararmi per andare a lavoro, faccio una doccia e mi preparo in fretta. Per oggi decido di indossare una maglia a maniche corte bianca e attillata con un paio di jeans stretti strappati nel ginocchio, un paio di scarpe dell’adidas bianche. Aggiungo una felpa nera ed un piumino del medesimo colore. Non appena finisco di prepararmi, prendo il telefono per controllare l’orario, mi si illuminano gli occhi, quando leggo il nome nella schermata, è Clara mi ha scritto un messaggio.

  • Buongiorno Jay

Rispondo subito al suo messaggio, vedendo l’ora mi accorgo che me l’ha mandato un po’ di tempo fa’. E’ bello pensare che abbia rivolto un pensiero a me appena sveglia. Questo mi mette di buon umore…

  • Buongiorno anche a te piccola. Sei già a scuola?

Spengo lo schermo del telefono, sono sicuro che non mi risponderà subito, sicuramente sarà  già a scuola.

Mi appresto ad uscire per andare a lavoro, dopo alcuni minuti in macchina raggiungo il posto in cui lavoro. Le prime ore trascorrono velocemente, arriva la mia pausa… esco dal negozio e mi dirigo verso la Piadineria per pranzare. Aspetto qualche minuto, prima che arrivi il mio turno, durante l’attesa decido di controllare il telefono per vedere se c’erano dei nuovi messaggi

Trovo un messaggio di Clara in cui c’è scritto:

  • Si, purtroppo a differenza tua devo ancora finire gli studi…non vedo l’ora che arrivi il weekend lo aspetto con ansia. Tu, invece sei già a lavoro?
  • Si, mi mancano ancora 4 ore prima di concludere la mia giornata di lavoro. Com’è andata scuola?

Risponde quasi subito, dicendomi:

  • Dai ottimo, sei quasi arrivato al traguardo. Comunque oggi a scuola è andata bene… non ho fatto nulla in particolare, gli insegnanti si sono limitati a spiegare. 
  • E tu? Sei stata attenta alla spiegazione?
  • Si, amo la letteratura italiana oggi hanno spiegato un nuovo autore sembra interessante. Oddio non ho mai letto nessuna delle sue opere, almeno fino ad oggi.
  • Che palle Clara sei secchiona…!!!
  • Ma non è vero. Perché devo prendermi la nomina di secchiona anche quando non lo sono, la mia è solo una passione.
  • Ahh si. Allora dimmi qual’è la tua media a scuola?
  • Ehm… ma è necessario?
  • Si, hai qualche problema Claretta?
  • No, te lo dico se mi prometti che non mi prendi in giro. Ok?
  • Va bene…
  • La mia media è 9
  • Lo vedi che sei secchiona. 
  • Ammetto che studio molto, mi piace. Scusami, ma tu non hai un interesse che ti spinge ad essere così.
  • Fammi pensare…… No!
  • Sei come tutti i ragazzi, stupido.
  • Mi offendi?
  • Si… Problemi?
  • Un po’ si…
  • Pazienza sopporta.
  • Ok sopporterò, per te soltanto però.
  • Ecco così ti voglio. Comunque che fai?
  • Ho appena finito di mangiare, tu?
  • Io sono nell’autobus. Sto andando a lavoro.
  • Piccola sei stanca?
  • No, sono abituata a seguire questi ritmi. 
  • Brava piccola. Hai mangiato?
  • Non ancora. Oggi non ho  avuto il tempo per pranzare, mangerò stasera qualcosa. 
  • Ma no ti fa male. Prova a mangiare qualcosa al bar.
  • No preferisco di no. Non mi piacciono molto le cose che vendono.
  • Fai tu. Ora vado, la mia pausa è quasi terminata. Ci vediamo più tardi piccola, un bacio.
  • A dopo piccola stella, buon lavoro

Rientro in negozio di buon umore.

Le ultime ore passano in fretta, arriva il momento che tanto ho desiderato, andare a prendere Clara. 

Manca mezz’ora prima che Clara finisca il suo turno più o meno impiego 10 minuti di strada per raggiungere il bar in cui lavora, quei 20 minuti che mi restano potrei impiegarli per comprarle qualcosa da mangiare. Sono sicuro che non ha mangiato nulla, chissà da quanto tempo non mangia? Sicuramente da ieri sera, avrà tanta fame.

Decido di acquistare 4 arancini al ragù, 2 per me per merenda, e 2 per lei per pranzare.

Ritorno in macchina impaziente di vederla, mancano altri 5 minuti  poi finalmente sarà tutta per me, ho parcheggiato davanti al bar. 

Alle 18:35 la vedo uscire è bellissima indossa un paio di jeans stretti chiari, un maglioncino bianco che le arriva esattamente dove inizia il pantalone che è a vita alta. Un cappotto  nero, e degli stivaletti  neri. Anche dopo una giornata cosi pesante, è bella i suoi capelli ondulati e dorati impreziosiscono la sua figura, il suo viso così delicato e le sue forme perfette… se solo la penso con altre vesti… va beh facciamo senza… cazzo… impazzisco, inutile è troppo bella. E’ irresistibile. 

Quante cose potrei fare con lei…

I miei pensieri vengono interrotti dal suono del mio telefono, sicuramente è Clara. Leggo il messaggio dice:

  • Dove sei?
  • sono qui davanti al bar.
  • Ok arrivo

Esco dalla macchina, e gli vado incontro per salutarla. 

Mi abbraccia forte e con un filo di voce mi dice:

 

  • Ciao Jay, è da molto che aspetti?
  • Ciao piccola. Tranquilla sono appena arrivato.
  • Va bene. Che ne dici di camminare un po’?
  • Va bene. Un attimo che devo prendere una cosa. 
  • Ok.

Rientro in macchina e prendo gli arancini che sono messi in un piccolo sacchetto di carta, prendo il portafoglio che metto in tasca. Chiudo la macchina e torno da lei dicendole:

  • Ho fatto. 
  • Cos’è quella busta?
  • Ehh… questo è per te.
  • Grazie sei molto dolce 

mi dice sorridendo

Contraccambio il sorriso e gli rispondo:

  • Prego. Facciamo merenda?
  • Va bene. 

Dal sacchetto esco i primi 2 arancini, uno lo porgo a Clara e il secondo lo tengo per me. Iniziamo a mangiare in silenzio mentre passeggiamo, arriviamo in un piccolo parco in cui decidiamo di fermarci per mangiare , ci sediamo in una panchina. 

  • Buono l’arancino
  • Mi fa piacere che ti piaccia. Nè ho altri due, se avrai ancora fame puoi mangiarli. 
  • Grazie. Ehm… Jay sei sporco di ragù…
  • Dove?
  • Vicino al labbro

Con il tovagliolo provo a togliere il ragù che ho sul labbro.

  • Sono ancora sporco?
  • Si. Se vuoi faccio io.
  • Tieni.

Le tendo il mio tovagliolo.

Lei si avvicina verso di me, per pulirmi, lo fa’ con delicatezza… non riesco a non guardarla negli occhi è bellissima, ho voglia di baciarla… le fermo la mano che aveva utilizzato per pulirmi, la riporto sul mio viso, mi avvicino per darle un bacio. Le nostre labbra si stavano per sfiorare, ad un certo punto una voce maschile ci interrompe.

  • Jayyyyy

 Clara si stacca subito da me, io mi volto per capire chi fosse la persona che mi sta chiamando. E’ Jacopo insieme alla sua ragazza, cazzo ma cosa ci fanno qui?

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Clara abbassa lo sguardo, è chiaramente imbarazzata, ciò mi dispiace molto, non credo ne abbia motivo. Sono loro che hanno palesemente interrotto qualcosa tra me e Clara. Rispondo a Jacopo:

  • Ciao Jacopo, ciao Penelope.
  • Fra, ma cosa ci fate voi due insieme? 

Domanda lui, un po’ divertito.

  •   Nulla che ti possa riguardare 
  • Claretta, ti è piaciuta la sorpresa?
  • Che sorpresa scusa? 

Domanda Clara.

-  La cena che vi abbiamo organizzato.

  • Ah si. Perché l’avete fatto?

Jacopo si volta verso di me. Dicendo:

  • Va beh noi due andiamo, divertitevi. Ciao.
  • Ciao fra. 

Clara mi guarda un po’ indispettita, mi dice:

  • Volevo capire per quale motivo hanno organizzato quella cena ieri sera. 
  • Non è necessario sapere il motivo. L’importante è quello che è successo tra di noi ieri sera.

Gli rispondo accarezzandole il viso.

  • Comunque che ne dici di andare?
  • Dove andiamo, Jay?
  • Ti voglio conoscere. Hai un luogo in cui ti rifugi se stai male o sei arrabbiata con il mondo?
  • Si, se vuoi ti ci porto, però ad una condizione.
  • Quale?
  • Che tu mi porti nel tuo posto speciale. 
  • Ok.

Ci alziamo dalla panchina in cui eravamo seduti, ci incamminiamo verso la macchina, non appena saliamo gli dico:

  • E’ lontano?
  • No, non molto. 
  • Aspetto le tue indicazioni Signorina. 

Mi sorride ed inizia ad indicarmi il percorso che dovevo fare per raggiungere la nostra meta

Dopo 15 minuti di strada arriviamo, è un piccolo parco, un po’ triste… gli alberi sono spogli, non passa nemmeno  la luce del sole a causa degli enormi palazzi che sono presenti,  quello che dovrebbe essere un giardino fiorito e vuoto, c’ è solo un pochino di erba. Le panchine sono tutte vecchie e rovinate, l’unico gioco presente è una vecchia altalena arrugginita. La guardo un po’ perplesso.

  • E’ questo il tuo posto speciale?
  • Si.
  • Come mai proprio questo?
  • Perché è l’unico luogo in cui trovo la pace. Rispecchia il mio stato d’animo quando sto male. Riesco a tranquillizzarmi. Come posto sarà bruttino non  lo nego, ma per me è perfetto.
  • Perché rispecchia il tuo stato d’animo?
  • Sono sicura che in passato questo parco era uno dei più belli. I palazzi, la noncuranza della gente l’hanno reso cosi vuoto e triste. Ciò che prima era bello, è stato rovinato dall’uomo. E’ la stessa cosa che accade ad un individuo quando viene maltrattato e  offeso, diventa vuoto,  triste, diffidente tutte quelle belle qualità che poteva avere gli vengono strappate. Esattamente come è accaduto a questo posto, mi sento a mio agio. Nessuno viene qui perché è brutto, lui non può nascondersi, la gente invece si,  possono utilizzare tutte le maschere che vogliono.  Esattamente come faccio io.
  • Perché lo fai?
  • Ci sono diversi motivi per cui lo faccio, non sono abbastanza forte per affrontare la vita di tutti i giorni. Tu, non lo fai? 
  • Si, l’ho fatto. Sicuramente sto continuando ancora adesso a farlo. 
  • Perché lo fai?
  • Perché non sono forte come vorrei, faccio finta che tutto vada bene… quando in realtà non è cosi. Diciamo che mi spoglio da ogni maschera solo quando sono completamente solo.
  • Mi hai detto che anche tu hai un posto speciale. Me lo fai vedere adesso?
  • Va bene… Comunque mi piace questo parco, è diverso dagli altri. 

Mi sorride, ci incamminiamo verso la macchina. In macchina regna il silenzio. Ripenso alle parole di Clara, non è come tutte le altre ragazze che conosco… è diversa. Vedendo il luogo in cui mi ha portato capisco, che qualcuno gli abbia fatto del male. L’ha fatta soffrire, non l’avrei mai detto, lo nasconde molto bene… così giovane, conosce già il dolore.  Mi dispiace molto, mi ricorda molto me alla sua età.

 

Arriviamo nel mio posto, in cui mi rifugio quando non voglio vedere nessuno “il mare”. D’inverno è molto più bello, nessuno ci viene,  è un posto tranquillo, il rumore delle onde mi rilassa.

  • Siamo arrivati
  • E’ questo il tuo posto, il mare?
  • Si.
  • Mi piace. Scendiamo dalla macchina, che ne pensi? 
  • Si, andiamo Claretta!

Usciamo dalla macchina, dirigendoci verso la spiaggia, ci sediamo sulla sabbia, entrambi guardiamo il mare in silenzio. Questa volta il silenzio che c’è tra di noi non è imbarazzante, tutto il contrario è piacevole. 

  • Ti  piace?

Gli domando curioso. 

  • Si tantissimo. Porti qui le belle ragazze che vuoi scoparti?

Mi domanda sorridendomi, scherza.

  • Si, tutte quelle bionde, belle e sexy… cazzo tu non rispecchi queste caratteristiche.
  • Fai schifo Jay!!! Io sono bellissima, potrei partecipare ad un concorso di bellezza e potrei anche vincerlo volendo…
  • Si, si, solo se tu lo vuoi ovviamente ehh
  • Si esatto 
  • Va bene Clara

Mi avvicino verso di lei, le faccio credere che voglio baciarla… la prendo in braccio e inizio a correre verso il mare. 

  • Sei pesante. Così non puoi partecipare al concorso, se sei così pesante, sei un po’ cicciottella???
  • Jay! Fammi scendere daiii.
  • No
  • Se lo fai ti….

Entro in acqua, è un po’ fredda ma non mi importa in questo momento voglio vivere… voglio vederla ridere e incazzarsi dopo che la farò cadere.

Non appena arriviamo in un punto in cui l’acqua è abbastanza alta, dopo le sue numerose preghiere di farla scendere, la lascio cadere. Dicendole:

  • Accontentata, ti ho fatta scendere. 

E’ bellissima bagnata, la maglia ovviamente è diventata trasparente… il seno sembra sodo e prosperoso, affogherei la faccia lì dentro… il suo corpo perfetto, troppo bello per toglierle gli occhi di dosso.

Mi guarda infuriata, inizia a schizzarmi l’acqua per vendicarsi, ovviamente non le riesce.

  • Clara, è inutile che mi schizzi l’acqua addosso…sono già bagnato
  • Sei uno stronzo!
  • Lo so

Le dico sorridendo.

  • Sai che probabilmente potrei prendermi l’influenza?
  • Ma no… fa’ solo un po’ di freddo… i 6 gradi ora sembrano 0.
  • Ti sembra nulla???

Mentre le sorrido sento che mi prende per mano e inizia a tirarmi verso il basso, per farmi cadere. 

Però credo non capisca che probabilmente peso il doppio di lei.

Ridendo le dico:

  • Ma non vedi che sono pesante per te è inutileee…
  • Accontentami cadi daiii.
  • Ok

Mi butto più delicatamente che posso sopra di lei.

Lei inizia ad accarezzarmi il viso e con molta delicatezza e dolcezza accarezza anche il lato destro del mio viso, ovvero dove ci sono i segni. 

Si avvicina con il suo volto al mio, posa delicatamente le sue labbra, iniziando a baciare  tutta la superficie del mio viso in cui sono presenti le ustioni, partendo dalla fronte, passando per la guancia e arrivando fino alla mascella. Staccandosi  mi guarda e mi chiede con un filo di voce:

  • Ti faccio male?
  • No

Le dico  a bassa voce. Poggio le mie labbra sulle sue e inizio a baciarla, è un bacio lungo, inizia a diventare molto intenso e passionale, tanto che la prendo in braccio senza pensarci più di tanto, la porto fuori dall’acqua.  Arriviamo sulla spiaggia, la poggio delicatamente sulla sabbia e mi sdraio sopra di lei appoggiando le mani per terra. Continuiamo a baciarci,  e dopo un po’, preso dal momento infilo la mano  sotto la maglia accarezzandole la vita salendo sempre di più fino a toccarle il seno senza oltrepassare il reggiseno. Cedo alla passione,  voglio sentire la mia pelle a contatto con la sua, baciare con questa stessa passione ogni parte del suo corpo. Questi desideri iniziano a manifestarsi nella parte inferiore del mio corpo. Mi separo dalle sue labbra iniziando a baciarle il collo, e mi stringo sempre di più a lei. Ad un certo punto mi scansa, si alza di scatto.

  • Andiamo?
  • Ma che ti è successo?
  • Nulla basta così

Risponde con un tono molto agitato.

Mi alzo un po’ deluso e mi incammino verso la macchina velocemente e in silenzio. Arriviamo in macchina entrambi bagnati e sporchi di sabbia. Non  ci rivolgiamo la parola per tutto il tragitto. Non appena arriviamo a casa sua mi dice:

  • Mi dispiace. Non è colpa tua

La interrompo e le dico:

  • Ok ci vediamo dai ciao. Buona notte.
  • Fammi concludere la frase almeno.

Resto in silenzio per darle modo di esprimersi.

  • Allora… Non voglio che fraintendi, anche se non siamo andati oltre tu a me piaci molto.
  • Ok altro?
  • Altro? Scherzi?
  • No. Vorrei andare a casa quindi se hai finito scendi dai.
  • Non ci credo… Allora volevi solo portarmi a letto?
  • No 
  • Riesci a dire solo no? Sono queste le giustificazioni  per il comportamento che stai avendo?
  • No, perché è  la verità. Solo che mi fa incazzare che prima mi porti a desiderarti in quel modo mi fai anche eccitare e poi te ne esci in quel modo.
  • Scusami se ho rovinato il momento ma non mi è sembrato il caso insomma ci conosciamo da quanto? 3 giorni?
  • Ok nessuno ti giudica. Solo ora per favore fammi andare via ho freddo. Ci sentiamo domani.

Si avvicina  a me, mettendo le sue mani sul mio collo, con una voce tenue mi dice:

  • Jay per favore non fare così, il problema non sei tu, sono io che ho bisogno dei miei tempi. Ti ricordi quello che abbiamo detto oggi  al parco?
  • Cosa?
  • Oggi al parco abbiamo parlato delle maschere che ognuno di noi indossa. Ti ho detto che anche io ne indosso una, per nascondere il mio dolore e le mie paure. Andando oltre per me significherebbe toglierla, cosa per la quale non sono pronta.
  • Va bene dai. Scusa per il mio comportamento, hai le tue motivazioni che sicuramente non devi dire a me.
  • Grazie per la comprensione.

Le accenno un sorriso e mi allontano da lei.

  • Dai ti lascio stare. Hai detto di avere freddo. Vado, buonanotte
  • Notte a domani.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


                                             …CLARA…

Sono appena scesa dalla macchina di Jay, entro in casa, prima di chiudere la porta do un ultima occhiata a Jay che si sta allontanando con la macchina. Mi rendo conto di non essere  felice come la prima volta, penso che lui ancora sia arrabbiato per ciò che è successo stasera. E’ brutto sapere che lui non abbia reagito bene al mio rifiuto di andare oltre, potrebbe capire, innanzitutto ci conosciamo da troppo poco tempo e poi non sono ancora pronta a mostrare i segni del mio passato. Non sono riuscita a lasciarmi andare, quando lui mi accarezzava il corpo ero assente non riuscivo a concentrarmi a vivere il momento, mi riaffioravano in mente tutte quelle immagini orribili, che hanno acceso la paura e l’ansia in me. Corro in camera mia, non appena chiudo la porta scoppio in lacrime, pensando che io non volevo litigare con Jay, è l’unica cosa bella dopo non so quanto tempo, sto molto bene con lui. 

Provo a tranquillizzarmi ascoltando un po’ di musica, spontaneamente  cerco la canzone “Siamo uguali”. Ho tanta voglia di pensare alle cose belle  accadute negli ultimi giorni, a ciò che mi fa star bene e sorridere. Riesco a calmarmi dopo un po’, scrivo un messaggio a Jay :

  • Buonanotte Jay.

Aspettando una sua risposta inizio ad andare in bagno per fare la doccia, dopo averla fatta torno in camera, pronta per andare a letto.

Controllo il telefono per vedere se c’è una sua risposta, ma nulla, decido di telefonargli, vorrei chiarire del tutto.

Purtroppo dopo vari squilli parte la segreteria, può essere già a letto? Chissà… Appoggio il telefono sul cuscino e mi addormento molto velocemente.

21 Gennaio 13:47

Sono in autobus per andare a lavoro, oggi a scuola è andato tutto bene per fortuna non ho avuto il tempo di pensare al passato, però ho avuto il tempo per pensare a Jay, al fatto che non lo sento da quando mi ha lasciata a casa, questo mi dispiace molto mi fa’ in un certo senso pensare che sia ancora arrabbiato con me. Sembrava aver capito ma a quanto pare no.

Non appena arrivo a lavoro mi ritrovo un sacco di cose da fare tanto che il mio pensiero rivolto a Jay si placa. Le ore passano in fretta dato che sono molto indaffarata. Alle 18:38 finalmente esco dal bar dirigendomi  verso la fermata dell’autobus, prendo il telefono per controllare se c’è un messaggio di Jay ma nulla, gli richiamo, ma  nemmeno questa volta risponde. La mia serata procede tranquillamente, continuo a pensare a lui mentre faccio i compiti, mentre ceno, fino a quando mi addormento con il telefono in mano in attesa di una sua risposta. Trascorrono cosi altri due giorni, inizio a pensare che sia strano che Jay non risponda. La sera del 24 Gennaio alle 20:00 chiamo Penelope che risponde dopo pochi squilli:

  • Pronto
  • Hey ciao Penelope come va?
  • Tutto bene, sono qui a casa di Jacopo.
  • Ah  bene dai mi fa piacere, posso farvi una domanda?
  • A chi?
  • A te e  a Jacopo.
  • Si dimmi.
  • Jay lo avete sentito? Cioè sapete se sta bene? Perché non ci sentiamo da qualche giorno.

Sento la voce di Jacopo che probabilmente  ha sentito le mie domande, che dice:

  • Che c’è Claretta il tuo fidanzatino è già scappato da te?
  • No. Non è il mio ragazzo.
  • Ahhhh ho capito allora è come pensavo io, vai con chiunque ti dia un attenzione.
  • La smetti? Non sono cose che ti riguardano. E io non vado con chiunque. L’hai visto?
  • No non sono  mica il suo baby sitter… è pur sempre un adulto, a quest’ora sarà a casa con una a scopare. Sicuramente più bella di te…
  • Chi tua sorella? Ovvio quella è sempre pronta, quando si parla di aprire le gambe. Comunque grazie  lo stesso Jacopo… come sempre sei inutile.
  • Un po’ come te no?  Vaffanculo troia
  • Stronzo!!

In sottofondo sento la risata di Penelope, ovviamente si diverte quando io e lo stronzo del suo ragazzo litighiamo.

Dopo qualche secondo interviene Penelope che mi dice:

  • Dai Clara  prova a chiamarlo.
  • Secondo te non l’ho già fatto?
  • Riprova… sono sicura che non è con nessun altra, mi è sembrato davvero interessato a te.
  • Va bene grazie, ci sentiamo dai.
  • Ok un bacio ciao ciao fammi sapere.

Decido di ascoltare il consiglio di Penelope, gli richiamo per la millesima volta, ma come al solito non risponde.

Il pensiero che lui possa essere in compagnia di un altra ragazza o ancor peggio di sua cugina mi infastidisce troppo. Basta… Non riesco  a rimanere un altro minuto in più con questo dubbio. Decido di recarmi a casa sua, se realmente è con un altra  dovrà  spiegarmi perché si è finto così interessato. Ho già pronto il discorso da fargli, pieno di insulti se lo dovessi vedere con un altra ragazza. Per tutto il tragitto  ripasso a mente il discorso da fargli, che poi… io e lui non siamo nulla perché dovrei insultarlo se è con un altra? Non so nemmeno io perché sono così gelosa di lui…mi piace, vorrei che lui avesse occhi solo per me.

Arrivo finalmente davanti casa sua, per  mia fortuna una signora propio in quel momento sta uscendo, quindi riesco ad entrare nel palazzo dirigendomi direttamente  al piano in cui abita Jay.

Sono davanti alla sua porta, devo trovare il coraggio di suonare il campanello. Adesso che mi trovo qui mi rendo conto di essere stupida e che forse pretendevo troppo, dopo averlo rifiutato probabilmente si sarà cercato una ragazza più bella di me, propio come dice Jacopo.

Mi faccio coraggio e suono, devo scoprire la verità.

Dopo quasi un minuto di attesa in cui ho pensato che magari non si trovasse a casa, vedo aprirsi la porta.

 Jay apre la porta, è a dorso nudo… cavolo quant’è sexy, è pieno di tatuaggi, ha un disegno particolare che inizia dalla spalla destra fino a metà braccio non riesco a definirlo bene non capisco cosa rappresenti. Sotto quel disegno  ne trovo diversi di varie dimensioni, riesco a definirne bene un paio. Uno rappresenta una croce, l’altro è una rosa nera. Ma perché ne ha due rose?

  • Che ci fai qua?

Domanda con un filo di voce, evidentemente non ha voce. Non riesco nemmeno a concludere questa mia osservazione, perché lui emette  un suono che a stento riesco a riconoscere… sembra uno starnuto, lo riconosco solo per quello che gli esce… ha tutta la mano sporca di muco, è disgustoso. Si allontana dalla porta e barcollando si dirige in cucina. Entro e chiudo la porta senza chiedergli il permesso, lo raggiungo dicendogli:

  • Tutto bene?
  • Si non vedi?

Mentre si pulisce la mano  va verso un altra stanza, lo seguo .

  • Non sembra che stai bene. Hai preso qualcosa?
  • Si, si  sto bene.

Mi dice mentre si infila sotto il piumone nel suo letto.

E’ una camera da letto molto moderna, prevale il bianco tra mobili , arredi e pareti,  anche in questa stanza è presente una grande tv appesa di fronte al letto. Regna il  caos, il pavimento è pieno zeppo di tovaglioli sporchi probabilmente di muco.

Ci sono boxer, pantaloni, maglie, scarpe  sparse in tutta la stanza.

Vedendo il suo stato e le condizioni della stanza capisco che si è preso l’influenza, probabilmente a causa del bagno a mare.

Vedendolo tutto rannicchiato in se stesso mi intenerisco, mi avvicino, sedendomi accanto a lui, inizio ad accarezzargli dolcemente i capelli.

Si lascia accarezzare in silenzio  dopo occhi istanti si addormenta. 

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Si è addormentato com’è bello mentre dorme,  esprime tranquillità, mi sento un po’ in colpa per  aver pensato tutte quelle cose su di lui, quando in realtà stava male. Questo mi fa capire che magari posso fidarmi, che magari non ha secondi fini con me, mi sento anche stupida ad averlo pensato.

 Probabilmente  non ha mangiato molto dal momento in cui  sta così male. Decido di andare in cucina, voglio preparargli qualcosa di caldo e di buono, riesco a trovare le stelline  Barilla, credo che sia perfetta questa pastina per farlo stare un po’ meglio.

Noto che è tutto pulito e in ordine, inizio a preoccuparmi, perché ciò mi fa capire che non mangia da 3 giorni… piccolo no. Mi metto subito dietro ai fornelli, oddio devo cucinare solo un po’ di pasta, non è necessaria tanta manualità. 

Finisco di cucinare scolo la pasta e la metto in un piattino, metto una spruzzata di formaggio e la porto in camera da letto.

Poggio il piatto sul comodino. Inizio ad accarezzargli la testa, mi accorgo subito che scotta è troppo caldo… ha la febbre molto alta.

Apre gli occhi, sono molto lucidi. Vorrei aiutarlo ma non so come. Interrompe i miei pensieri dicendomi:

  • Maa… che fai qui bella bimba?
  • Sono venuta perché non ti sei fatto più sentire, mi sono preoccupata. Come ti senti ?
  • Mi scoppia la testa.
  • Hai preso qualcosa per far abbassare la febbre ?
  • No no no no no no no.
  • Ok tranquillo perché no?
  • Allergia…
  • Ah e come facciamo a farla scendere un po?
  • Boh ma che schifo hai in faccia?
  • Che cos’ho in faccia?

Mi alzo e inizio a guardarmi allo specchio, ma non trovo nulla… 

Credo che stia delirando.

  • Clarettina la vuoi sapere una cosa?
  • Dimmi.
  • Ti desidero tanto. Al mare avevo voglia di te… sei troppo bella, sei  da scopare però piano se no ti rompi a pezzettini.  Morirei se dovessi farti del male, è l’ultima cosa che voglio sei troppo importante e speciale. Però sono strano sono già geloso e non capisco perché…
  • Come mai non riesci a capirlo? Cioè cosa senti per me?
  • Non lo so mi piaci troppo…Immaginati che ho persino  pensato che potresti essere la mia luce, la mia felicità in questa vita di merda.  Mi sento stupido a pensarlo, ma desidero tantissimo trascorrere tutto il mio tempo con te.

Sorrido a questa dichiarazione, è bellissimo ascoltare quelle parole… vuole stare con me, però devo ricordare che sta delirando quindi probabilmente  dice cavolate. Vorrei sentire queste stesse parole quando starà bene.

  • Dai hai fame?
  • Ma io apro il mio dolce cuoricino,  e tu mi tratti così? No, non ho fame.
    • Ne parleremo quando sarai più lucido.
    • Io lo sonooo…
    • Ok 
    • Si
    • Si cosa?
    • Jay ha famina
    • Allora, ti ho preparato la pastina. Siediti che ti aiuto a mangiare. 
    • Si

Con molta fatica si alza, sedendosi. Prendo con il cucchiaio la pasta e la avvicino alla sua bocca.

  • Che schifo è???
  • Jay mangiala ti fa bene.
  • Non la voglio non mi piaceee… Ho detto di avere fame, ma non di voler mangiare il tuo vomito.
  • Jay non è vomito. Non fare il bambino mangia.
  • Noooo, mangialo tu il vomito.

Con la mano spinge il cucchiaio che gli avevo messo  davanti alla bocca,  mi arriva tutta la pastina in faccia. E’ un bambino, ma come è possibile che un ragazzo così dolce si trasformi in un demonio?

Ridendo mi dice:

  • Ma che schifo sei tutta sporca bleeeah pulisciti va… SCHIFOO.
  • JAY adesso io vado in bagno a pulirmi, ma appena torno tu mangi o per si o per forza!
  • Si si si si come noo.

Esco dalla camera da letto,  inizio a cercare il bagno che trovo al primo tentativo. E’ una stanza mediamente grande, anche qui come tutte le stanze regna il bianco, che dona un tocco di eleganza. Mi dirigo verso il lavandino per togliermi la pasta. Non appena finisco vado subito  da Jay, che con mia grande sorpresa non trovo sotto al piumone.

Dati i suoi comportamenti da bimbo inizio a cercarlo in tutta la stanza mentre lo chiamo. 

  • Jay dove sei?

Non mi risponde dopo aver chiarito che non si trovava nella camera da letto, lo cerco nel salotto ma non c’è…

Continuo a cercarlo in salotto finche' non sento un rumore proveniente dalla cucina. Mi dirigo subito in quella stanza.

Trovo Jay di spalle, mi avvicino a lui per vedere cosa stia facendo, vedo che sta mangiando schifezze ovvero patatine al formaggio, prosciutto pane con la nutella… Che schifo tutto mischiato, non gli importa cosa è dolce o salato.

Sbotto dicendogli

  • Ma la pastina?
  • Io non mangio il vomito… il vomito va solo vomitatooo
  • Hai finito di fare il bambino?
  • Io sono grandeee tra 10 giorni faccio il compleannolo 
  • Compleannolo? Ma che dici?
  • Sii faccio 2 virgola 5 anni 
  • Con la virgola però.
  • Si 
  • Jay  che ne dici di andare in camera?
  • No sto mangiando
  • Peccato… avevo una sorpresa per te…

Gli dico accarezzandogli la spalla, cercando di essere sensuale. Penso che ad un ragazzo… in queste condizioni posso  sembrare credibile.

Alla fine è un uomo, e tutti loro vogliono solo il corpo di una donna…il mio è solo una strategia per riportarlo a letto e farlo riposare.

  • Toccami di nuovo in quel modo e vengo.
  • Ti tocco di nuovo in quel modo solo se tu vieni in camera.
  • Siiiiii fammi venireee…
  • Mettiti nel letto sotto le coperte che io arrivo.
  • Siii

Cavolo ho fatto un casino… ma come faccio ora? Con uno che ha evidenti istinti perversi nei miei confronti. E se mi saltasse addosso?

E se si spoglia? Come devo reagire, cosa devo fare? 

Clara hai affrontato situazioni peggiori di queste, ricordiamoci che ti ha appena lanciato la pasta in faccia. C’è la posso fare, se solo prova a toccarmi gli do una ginocchiata li sotto.  

Dopo qualche attimo trascorso a  riflettere mi dirigo in camera da letto, dove trovo Jay. Che carino sta dormendo, ma è dolcissimo anche quando russa. Mi avvicino sedendomi accanto a lui, inizio ad accarezzargli i capelli, con pochissima forza mi tira verso di lui  e mi stringe a sé  abbracciandomi.

Questo gesto mi manda in palla, non riesco più capire nulla è troppo dolce… Contraccambio il gesto stringo a me le sue mani.    

Mi addormento cullata dal suo abbraccio e mi risveglio dal suono del mio telefono. Cerco di prenderlo senza svegliare Jay.

Riesco nel mio intento, leggo il nome nella schermata “è mia madre”, e ora cosa le dico? “Ciao mamma scusa se non ti ho risposto ero abbracciata ad un ragazzo che conosco appena. Sai dormivamo insieme” Mi uccide… Ok devo capire come fare ad andare a casa è mezzanotte passata, come faccio è tardissimo. Un altro problema… Il piccolo Jay sta male, non voglio lasciarlo solo, voglio occuparmi di lui. Poi è meraviglioso dormire abbracciata a lui, mi sento al sicuro tra le sue braccia... Basta io resto qui! Al diavolo mia madre. Rispondo alla sua quarantesima chiamata                                               

  • Pronto
  • DOVE CAZZZOOOOOOO SEIIIIIIIII?  TROIAAA ECCO COSA HO FATTO IOOOOO UNA FIGLIA TROIAAAA DOVE SEI?? TORNA SUBITO A CASA SE NO TI AMMAZZO.
  • Non posso. Sto lavorando
  • NON MI INTERESSA  TORNA SUBITOO
  • No non posso come ti ho già detto sto lavorando. Vuoi pagare tu le tasse della scuola e i libri e il resto delle mie cose?
  • NO arrangiati.
  • Perfetto buonanotte.
  • AMMAZZATI PUTTANA

Chiudo il telefono come al solito con i nervi a fior di pelle. Sono talmente nervosa che inizia a scendermi qualche lacrima. Mi fa rabbia che quella donna mi offenda in quel modo... non sto facendo nulla di male, vivo semplicemente la mia vita. Propio in quel momento Jay si muove togliendo le sue mani da intorno a me, strofinandosi gli occhi mi dice:

  • Che succede?
  • Nulla.

Rispondo in maniera frettolosa per non fargli capire che sono in lacrime, non voglio che mi veda così. A quanto pare  sta un po’ meglio... Si sposta facendomi girare verso di lui,  mi guarda negli occhi accarezzandomi la guancia mi dice:

  • Piccola che hai?
  • Niente.

Inizia a darmi dei piccoli baci sulla guancia  mentre a bassa voce mi dice:

  • Quando vuoi puoi parlarmi di ciò che vuoi, sono bravo ad ascoltare.
  • Non è facile. Non sono brava ad aprire il mio cuore.
  • Infatti ho detto quando vuoi quando ne sentirai il bisogno o quando ti sentirai pronta, io sarò qui ad aspettarti
  • Grazie. Ti hanno mai detto che sei bravo a tranquillizzare le persone?
  • No sei la prima che provo a far tranquillizzare.
  • E tu sei il  primo che mi  fa stare bene me.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Mi sorride per ciò che gli ho appena detto, posandomi un piccolo bacio sulle labbra. Lo guardo ripenso a ciò che è accaduto qualche giorno fa' al mare, voglio sapere se è ancora arrabbiato con me.

  • Sei ancora arrabbiato?
  • Piccola, perché dovrei essere arrabbiato?
  • Per quello che è successo a mare qualche giorno fa’…

Si avvicina al mio viso, con la mano mi accarezza la guancia bagnata ancora di lacrime. Sussurrandomi dice:

  • Non è successo nulla…la colpa è mia, non avrei dovuto reagire così, ho esagerato.

Le parole di Jay mi tranquillizzano, confermano ulteriormente le sue vere intenzioni, gli piaccio, non vuole andare solo a letto con me, vuole conoscermi, magari vuole anche costruirsi un futuro insieme a me. Sono la sua luce, una parola meravigliosa, pronunciata da lui, anche per me è la stessa cosa.

Gli sorrido, mi avvicino a lui per dargli un bacio. 

-Attenta, potresti prenderti l’influenza

Dice sorridendomi, è evidente mi prende in giro 

  • Tranquillo, non mi fa’ paura una banale influenza
  • Sicura? Va bene, dal momento in cui sono un adulto responsabile…non ti bacio. 
  • Uffa, fino a poco fa’ mi hai dato un bacio.
  • Va beh, non è la stessa cosa… sé lo do io non succede nulla sé  invece sei tu a darmelo, diventa un problema.
  • Cattivo. Sai che ti dico vado a dormire sul divano…
  • Sul divano? A te chi ti ha detto che puoi restare a dormire da me?
  • L’ho deciso io, pensavo che era meglio che restassi qui…con te 
  • L’hai fatto per me?
  • Beh si, non volevo lasciarti solo con la febbre alta. 

Mi tira a sè, abbracciandomi più forte. 

  • Sei dolce. Grazie, per essermi rimasta accanto. Sei la prima che fa’ un gesto così dolce, per me. 

Non dico nulla contraccambio il suo abbraccio. Ci addormentiamo abbracciati. 

                                          … Jay…

Mi sveglio prima del dovuto, la causa principale per cui apro gli occhi, è il telefono di Clara sta suonando. Ma chi è? Prendo il telefono che si trova sopra ill cuscino, lo prendo, leggo il nome sulla schermata, è Giosuè. Ma chi cazzo è questo? Mi alzo per rispondere, voglio capire chi è…Magari non per telefono, posso provare con un messaggio, ancora meglio posso leggere le conversazioni con questo. 

Mi alzo dal letto il più delicatamente possibile, non voglio che Clara si svegli. Sono consapevole che sto per fare una cazzata, però non riesco a fermarmi, sono geloso, voglio capire chi è! Vado in bagno, mi siedo sulla tazza del wc, accendo il telefono, per fortuna non ha il blocco, riesco ad accedere ai suoi dati senza problemi. 

Apro whatsapp, trovo diversi messaggi, da parte di una certa Clarissa, Giosuè, Leo, Penelope e di alcuni gruppi. 

Allora gli intrusi sono Giosuè e  questo Leo.  Apro la chat di Giosuè, curioso di capire che genere di rapporto ha con Clara… però mi blocco, non riesco a fare una cosa simile è sbagliato, sta con me in questo momento sul mi letto, non è con lui, ciò significa che non gliene frega nulla, magari sono solo amici

Mi sento un bambino geloso e ossessivo, non sono così invadente, devo darle fiducia, sono sicuro che non starà facendo nulla di male. 

Però sono curioso di scoprire qualcosa su di lei, esco dall’app, ed entro sulle note. Trovo diversi scritti, il primo risale al 18 Gennaio, è il giorno in cui ci siamo conosciuti, chissà cosa pensa del nostro incontro. Inizio a leggere la prima nota. 

18 Gennaio 

Oggi, per me non è proprio un bellissimo giorno. Ho rivisto l’uomo che mi ha rovinato la vita, coma al solito disperato senza uno spicciolo,  ha bisogno di soldi, non capisce che non siamo la sua banca personale. 

La rabbia, il dolore che mi stimola quell’uomo sono indescrivibili, solo Leo è l’unico a capirmi, l’unica persona che sa esattamente cosa si prova.  A differenza mia, riesce a controllare benissimo i sentimenti, vorrei essere come lui.

Leggo questo breve sfogo, le mie domande sono tante, allora voglio capire che cos’ha fatto quell’uomo a Clara. Poi questo Leo chi cazzo è?

Esco dall’applicazione ed entro su whatsapp, voglio capire che ruolo e influenza ha questo ragazzo nella vita di Clara.

Clicco il nome “Leo” entro nella chat, leggo:

  • Hey Leo ho bisogno di te, mi mancano i nostri momenti…
  • Claretta ti manco?
  • Si tantissimo Leo, sei l’unico che mi capisce e mi conosce fino in fondo. 
  • E tu sei la persona più importante della mia vita. Domani pomeriggio se ti va, stiamo un po’ insieme. 
  • Va bene.
  • A domani Clara
  • A domani

Questa breve conversazione mi manda in furia, è una troia ecco cos’è, questo Leo è tutto per lei, scherziamo? E' una troia che aveva solo voglia di cazzi nuovi, per lei non era altro che un gioco.

  • Jay…sei in bagno?

Mi domanda con voce assonnata

  • Si, ti serve il bagno?
  • Si, devo fare pipì
  • Esco subito. 

Apro la porta, ovviamente nascondo il telefono dentro le mutande, per evitare che lo vedesse nelle mie mani. Non appena chiude la porta, mi appresto a rimetterlo al suo posto. 

Sono incazzato nero con lei, oggi pomeriggio non sarà con me sicuramente sarà in compagnia di quel Leo. Perché si sfoga con lui? Potrebbe farlo benissimo con me, io so ascoltarla, sarei in grado di farla stare meglio. Anch’io ho un padre bastardo, senza cuore che mi ha rovinato la vita. Chi più di me è in grado di capirla?

i miei pensieri vengono interrotti dalla sua voce. 

  • Ehi cosa stai facendo?
  • Nulla.

Rispondo con un tono freddo e distaccato. 

  • E’ successo qualcosa?
  • No!
  • Grazie ancora per ieri sera. Sei stato dolcissimo, sei riuscito a tranquillizzarmi. Non è facile, non sono il tipo che si lascia consolare, di solito sto nel mio posto speciale. E’ aspetto che il silenzio e la tranquillità curino il mio malessere.
  • Buon per te!
  • Tutto bene? Perché mi rispondi così? Ho detto qualcosa di male?
  • No, ho solo ricordato di avere degli impegni. Quindi se non ti dispiace vattene!
  • Come scusa? Mi stai cacciando?
  • Se non sbaglio questa è casa mia! Sono libero di far entrare e uscire chiunque io voglia. 
  • Ma ti stai ascoltando? Non ti riconosco, ti stai comportando come uno stronzo! 
  • Almeno io mi comporto da stronzo e basta, tu invece fai troia!
  • Ah perfetto, è questo quello che pensi di me? 
  • Si. 
  • Bene allora se non hai altro da dirmi io me ne vado. Ciao!
  • Vaffanculo. 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Fisso la porta chiusa qualche minuto fa’ da Clara. Mi dispiace che le cose siano andate così, avrei dovuto darle modo di spiegarsi forse…magari mi sono sbagliato.

 

27 Gennaio

Sono passati due giorni dall’ultima volta che ho parlato con Clara. 

Strano e anche difficile ammetterlo ma non riesco a far a meno di pensare a lei, mi manca. Sono consapevole che se  ci ritroviamo in questa situazione  la colpa  principalmente è mia  e della mia gelosia.

In fin dei conti io e lei non stiamo insieme,  forse il fatto che mi sono innervosito per un altro ragazzo è stato un po fuori luogo. Vorrei chiamarla, ma dove lo  trovo il coraggio dai è umiliante che le dovrei dire poi… Ciao Clara, mi sono fatto i cazzi tuoi e ho letto tuoi messaggi? NO NO NO Jay. Il problema sono io cazzo sono troppo geloso, così facendo rischio di rovinare tutto.

I miei pensieri vengono interrotti dal suono del campanello. Mi dirigo davanti al citofono chiedendo:

  • Chi è?
  • Jacopo 

Apro senza aggiungere nulla. Per evitare che mi desse ancora fastidio con il suono del campanello gli lascio la porta di casa aperta. Dopo pochi minuti entra.  Oggi è ancora più strano del solito indossa  un pantalone giallo limone e una camicia di jeans, con delle sneakers rosse.

  • Jay tutto bene?

Mi domanda entrando in salotto. 

  • Fra  si, dimmi perché sei venuto?
  • Per parlarti sono tuo amico,  propio per questo motivo mi sento in dovere di dirti una cosa riguardo Clara.
  • Cosa è successo a Clara?

Domando  un po’ agitato

  • Nulla di cui tu debba preoccuparti, sta bene. Penelope mi ha raccontato  che avete litigato.
  • Ah ma Penelope i cazzi suoi non se li sa fare?

Sorride  e mi risponde dicendo:

  • No, sono migliori amiche è normale.
  • Ok
  • Sai della festa di questa sera?
  • Cazzo Jacopo non mi va no!
  • No, no fra non è una festa della nostra comitiva, è una festa di compleanno di una ragazza. Clara andrà insieme a Penelope.
  • Come? Di che festa si tratta?
  • E’ un diciottesimo.
  • Ma di chi?
  • Una loro amica, se non sbaglio si chiama Clarissa.
  • Ah… Ok.

Affermo con un aria un po’ delusa e un po’ arrabbiata  perché non né sapevo nulla? Perché  Clara ci va? Ci saranno dei ragazzi? Ci sarà quel Giosuè o ancora peggio quel coglione di Leo?

Interrompe i miei interrogativi dicendomi:

  • Io le accompagno al locale, i genitori di Penelope oggi non possono accompagnarla.  Vuoi venire con me? Può essere anche una buona occasione per vedere Clara e chiarire. 
  • Che cazzo vengo a fare? Devo ancora farmi prendere per il culo da quella troia?

Borbotto nervoso.

  • Fai come vuoi.  Fammi sapere però dai.
  • OK
  • Ti va di dare una passeggiata?
  • No ho delle cose da fare ciao.

Un po stranito  mi saluta e va via.

Sono troppo incazzato non potevo restare in sua compagnia si sarebbe capito. A differenza di quella troia di Clara io non vado a raccontare i cazzi miei a chiunque. Dopo due giorni mi ero calmato e stavo iniziando a pensare di avere esagerato.  Adesso mi rendo conto che ho fatto bene a trattarla male. 

Con questi pensieri in mente mi addormento. Mi sveglio con la vibrazione dei mio telefono, è un messaggio da parte di Jacopo, mi chiede se ho deciso se fargli compagnia stasera  in macchina con quelle  troie. Non rispondo subito, aspetto qualche minuto in silenzio, perso nei miei pensieri. Propio in quel momento mi balena in testa un idea, devo assolutamente parlare con Penelope,  colgo la palla al balzo chiedendolo a Jacopo scrivendogli:

  • Fra dovrei parlare con Penelope, mi puoi dare il numero?
  • Di cosa devi parlare con la mia ragazza?
  • Tranquillo non te la rubo.  Gli devo chiedere una cosa riguardante Clara.
  • Ok ora ti inoltro il contatto.
  • Grazie.

Mi inoltra il contatto e poi mi chiede di nuovo  cosa ho deciso.

Gli rispondo con un semplice :

  • No non posso.

Esco subito da quella chat e scrivo un messaggio a Penelope.

  • Ciao Penelope, sono Jay l’amico di Jacopo.

Risponde quasi subito

  • Ciao si mi ricordo di te, dimmi?
  • Volevo sapere… 
  • Cosa?
  • Sei con Clara?
  • No, ci incontriamo dopo. Cosa devi chiedermi?
  • Ascolta è un paio di giorni che sto impazzendo a causa di alcuni nomi che ho letto nel suo telefono involontariamente.
  • In che senso? Perché hai curiosato sul suo telefono? Lei lo sa?

Ignoro la prima domanda, mi sto già mettendo abbastanza in ridicolo. 

  • Allora sono due nomi maschili, Leo e Giosuè. Sai chi sono? Che genere di rapporto hanno con lei?
  • Ahh… che dolce che sei…  Sei già geloso. Aspetta ma  ti piace?
  • Puoi rispondere alla mia domanda senza commentare perfavore?
  • Si scusami… Allora iniziamo da Leo, è suo fratello minore, hanno un bel rapporto per ciò che so .

Leggendo questa risposta mi tranquillizzo, il mio cuore ricomincia battere normalmente. E’ normale che per lei suo fratello è tutto, un po’ come nella mia situazione, anche per me mia sorella  Aly, è importante. Nonostante non la vedo spesso, poiché lei vive in Spagna riusciamo a sentirci spesso. 

 Rimane l’ ultimo nome maschile nella mia lista nera, ovvero Giosuè chi è? Fisso impaziente quel “sta scrivendo” in maniera ossessiva. Finalmente nel display compare l’ ultimo messaggio, in cui dice:

  •   Giosuè è un suo amico.  Un amico molto stretto frequentano  la stessa classe,  credo che lui abbia avuto una cotta per lei tempo fa.

Dopo aver letto il messaggio rimango spiazzato  non riesco a gestire bene le mie emozioni, sono particolarmente nervoso e arrabbiato. 

Ricevo un altro messaggio in cui c’è scritto:

  • Jay puoi stare tranquillo capisco la tua gelosia mi fa capire quanto ti piace. Da amica ti posso dire che non l’ho mai vista così presa  per un ragazzo, tu sei il primo.
  • Anche lei mi ha preso completamente. Però mi fa incazzare il fatto che  ha degli amici maschi. Per caso ce qualche altro amico di cui dovrei sapere l esistenza?
  • No nessun altro, gli altri sono sono semplici compagni di scuola.
  • Ok grazie. Ascolta mi piacerebbe che questa conversazione rimanesse tra di noi. Comunque sei stat molto utile e gentile. Vedrò come chiarire con lei, perché sinceramente non ne posso propio più di questa situazione, mi manca

Subito dopo aver inviato il messaggio mi rendo conto di aver fatto una cazzata, probabilmente glielo andrà a riferire. Sono  anche un coglione   perché fino a poco fa’ ho giudicato Clara,  perché  racconta gli affari nostri a chiunque, anche se poi io non sono stato da meno.

Appoggio il telefono sul tavolo, non riesco a smettere di pensare a questa dannata serata, mi irrigidisco al solo pensiero della presenza di quel testa di cazzo di Giosuè. 

Impugno il telefono per fare a Penelope quest’ultima domanda. In quell’istante  ricevo un altro messaggio da parte sua in cui mi dice:

  • Tranquillo rimarrà tra noi. Conoscendola, credo che anche tu gli manchi. Anche  se è ancora furiosa con te, soprattutto perché non riesce a capire cosa abbia fatto  di male, non riesce a darsi pace. Vuole capire il motivo per cui ti sei comportato così.
  • Ok grazie. Un ultima cosa, stasera ci sarà anche Giosuè?
  • Non lo so. Clarissa è anche una sua compagna di classe, quindi penso che  verrà  al suo compleanno. 

“PENSO DI SI”mi rimbomba in testa questa frase. 

 Non posso permettere che lei passi l’intera serata in sua compagnia,  mi fa arrabbiare troppo sono le 19:56,  probabilmente sarà già pronta per la festa probabilmente meravigliosa come sempre… Non sopporto l’idea di quel coglione accanto a lei. Questa situazione sta diventando insostenibile BASTAA…

Cerco di distrarmi  andando in camera, decido di  prepararmi per uscire.

Alle 20:40 esco di casa con in mente ancora quel pensiero. Mi dirigo a casetta. Non appena entro saluto tutti, e vado verso Sofia  una ragazza  con cui ho scopato spesso in passato. Devo assolutamente distrarmi non voglio pensare a nulla,  sicuramente lei è la distrazione migliore al momento.

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Io e  Sofia  iniziamo a parlare dei vecchi tempi, di come ci divertivamo insieme. Ricordando quei bei momenti disinvolta mi chiede:

  • Ti va di andare in una stanza? Magari dove non c’è nessuno.
  • Si, certo bella andiamo. Ho voglia di ricordare i bei momenti.

Si alza dal divano in cui eravamo seduti prendendomi la mano inizia a camminare davanti a me, sculettando, ovviamente lo fa  per farsi notare, gli riesce benissimo,  per compiacerla le do una sculacciata  nel sedere. Lei si volta verso di me sorridendo. Arriviamo in una stanza vuota  in cui è presente solo  un letto.  Lei mi tira a sé buttandosi  nel letto,  mi sdraio sopra di lei,  inizio  a baciarle il collo, passando per le labbra in modo molto sensuale. Il modo in cui ci baciamo e in cui mi tocca la parte inferiore mi fa eccitare. Continuo a baciarla sul seno fin dove arriva la maglia,  a quel punto stanco del tessuto che le ricopre il seno gliela tolgo, con mia sorpresa scopro che lei non indossava il reggiseno, faccio un leggero cenno al sorriso,  mi abbasso di nuovo e continuo a  baciarle il seno, effettuo dei piccoli e leggeri succhiotti su entrambi i capezzoli. Inizio ad averlo duro. Sofia con la foga del momento mi toglie la maglia, senza smettere di baciarmi.

 Ad un certo punto sento il mio telefono che suona, lo lascio suonare la prima volta, continuo a baciarla,  mi suona una   seconda volta. A quel punto mi stacco da lei, e rispondo. Tolgo il telefono dal jeans mentre Sofia continua  baciarmi, leggo il nome sullo schermo è Clara…  Mi scanso immediatamente da quella e rispondo:

  • Pronto
  • Ti disturbo?

Mi domanda con un filo di voce. Sembra spaventata. 

  • Che è successo ? dove sei ? ti sei fatta male?
  • No 
  • Che hai allora piccola stai bene ?
  • Piccola a chi? Dai chiudi Jay, continuiamo a fare quello che stavamo facendo.  

Esclama Sofia.

  • Ho sentito bene?
  • No, no lascia perdere. Che ti è successo?
  • Vaffanculo Jay, io mi faccio mille complessi per capire cosa cazzo ho fatto. E tu vai a fare il coglione con un altra! Ma allora è vero sei esattamente  come Gianluca un povero porco che importuna le ragazze, le illudi poi quando meno se lo aspettano, le pugnali. Scusa se ho disturbato la tua scopata. Vaffanculo non ho bisogno di te preferisco rimanere bloccata  nel cesso di questo dannato bagno, con il coglione di Gianluca che vuole violentarmi che con te!
  • Ti ha fatto qualcosa?
  • Smettila di fingerti interessato, non ho bisogno di te stronzo! Chiederò a Leo.
  • Dove sei vengo a prenderti.
  • Non ho bisogno di te. Sparisci testa di cazzo!
  • Clara non chiudere. 

Troppo tardi ha riattaccato, cazzo quel coglione la sta molestando. Mi sento una merda, sicuramente in  questo  momento sarà spaventa e delusa per ciò che ho fatto. Devo aiutarla non posso stare con le mani in mano.

Mi alzo dal letto, rimetto la maglia ed esco da quella stanza, ignorando le parole di Sofia. Chiamo l’ unica persona che sa esattamente dove si trovino le ragazze, Jacopo.

  • Pronto Fra 
  • Ehi Jay
  • Fra, voglio sapere dove si sta svolgendo la festa.
  • Perché? Vuoi fare una sorpresa a Clara?
  • Puoi dirmi dove cazzo si trova?
  • Ok.. la festa si sta svolgendo al life style.
  • Ok, ciao.

Esco da quella casa, mi dirigo verso la mia macchina. Non appena entro metto in moto, inizio a correre come un pazzo.  Per ben due volte ho rischiato di fare un incidente. Però in questo momento non me ne frega un cazzo, devo raggiungere quel dannato locale, ho paura per Clara, mi spaventa ciò che quel testa di cazzo puo’ farle.

Arrivo al locale che mi ha indicato Jacopo, scendo e con violenza sbatto la portiera dell’auto, corro verso l’entrata del locale.  Non appena arrivo davanti alla porta, noto la presenza di un uomo più grosso di me, vestito tutto di nero, immagino che sia un buttafuori. Mi avvicino verso l’uomo dicendogli:

  • Devo passare!
  • Non si puo’ entrare, il locale sta ospitando una festa. Puo’ entrare solo chi è stato invitato.
  • Quanto vuoi per farmi entrare?
  • Tu quanto sei disposto a darmi purché io lo faccia?
  • 50.
  • Facciamo 70?
  • Ok tieni. Adesso posso entrare?
  • Si prego. Buon divertimento 

Entro dentro il locale, inizio subito a cercare i bagni, non so se Clara sia ancora lì, però lo spero. Sono passati solo 10 minuti dall’ultima volta che ci siamo sentiti. Finalmente trovo il bagno delle donne,  a passo svelto arrivo davanti alla porta del bagno. Entro, con gli occhi cerco Clara, individuo solo una ragazza che si sta lavando le mani e un ragazzo che è seduto per terra davanti a una delle porte del wc, mi avvicino a lui, dicendogli:

  • Serve aiuto Gianluca?
  • No, aspetto  la mia ragazza che esce dal bagno. Sai quando hanno  il ciclo ci mettono più del dovuto. 
  • Ma davvero? Non la stai molestando allora?
  • No. 
  • Aiutoo, qualcuno mi puo’ aiutare perfavore. Quel ragazzo è pazzo.

Dice singhiozzando Clara.

  • Clara, va tutto bene?
  • Come posso stare bene, se c’ è quel pazzo dietro la porta che vuole aggredirmi?
  • Troia zitta!
  • Come ti permetti lurido verme a chiamarla così.

 

Mi scaravento addosso  a lui con la mano destra gli do un pugno  in faccia. Continuo a dargli una serie di pugni, dopo un breve attimo in cui lui era immobile, reagisce mollandomi un destro  sulla guancia. Nonostante abbia colpito un punto molto delicato del mio volto, non mi fermo continuo a picchiarlo, uso tutte le forze che ho in corpo. Mentre lo meno, sento aprirsi la porta, subito dopo sento una mano sulla mia spalla.

  • Jay basta perfavore. 
  • No deve pagarla questo coglione. 
  • Basta. Ha capito il suo errore. 
  • Ma che cazzo di errore ho fatto? Clara tu sei mia! Non ho fatto nulla di male…ho solo preso ciò che è mio. 

Risponde Gianluca  incazzato nero. 

A tale affermazione gli lancio un altro  pugno sulla mascella.

  • Ripetilo se hai il coraggio. Lei non ti appartiene! E’ mia.
  • Io non sono di nessuno. Basta smettetela!
  • Ma chi?  Ti riferisci a Clara, lei  ti appartiene? Ti ha chiamato lei? Non mi sembrava contraria, quando l’ho  baciata,  sai ha un bellissimo culo, sodo come piace a me per non parlare del seno. Cazzo e la sua vagina, davvero squisita, e di prima qualità, sai a differenza tua io miro alle verginelle.
  • Che cazzo dici testa di cazzo.

Gli sferro un altra manciata di pugni, ormai ha il volto pieno di sangue. 

  • Basta Jay. Alzati, rischi di ucciderlo.
  • Non posso, deve pagarla per ciò che ti ha fatto. 
  • Jay basta ti prego, ha sbagliato. Non è lui a parlare, è l’alcol e la droga che ha ingerito stasera a farlo agire in questa maniera. 
  • Questo non lo giustifica cazzo Clara! Poteva finire molto male. Lo capisci? 
  • Jay lo capisco… Ripeto non è con la violenza che si sistemano le cose. 
  • E’ come? Lasciandoti violentare?
  • No ma neanche così. Perfavore alzati. Ha già capito la lezione.

Guardo prima lei e poi il testa di cazzo, capisco di aver esagerato, mi alzo da sopra di lui. Mi avvicino a Clara prendendogli il viso. 

  • Stai bene?
  • Si 

Risponde, allontanandosi dalla mia presa. 

  • Andiamo via da qui!

Ascolta ciò che le ho appena detto, usciamo dal bagno. Non dice nulla, sicuramente è incazzata nera per ciò che è accaduto

  • Clara
  • Dimmi.
  • Tutto bene?
  • Si, grazie. 
  • Ascolta per ciò che è accaduto stasera…posso spiegarti. 
  • Non c’ è nulla da spiegare. Ti ho già detto tutto quello che dovevo dirti. 
  • No Clara. Io a te ci tengo veramente. Ero incazzato con te.
  • Bene adesso sono io quella incazzata. Lasciami in pace!

Mi dice allontanandosi da me.

  • Clara aspetta fammi spiegare!

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


 

                                        ….Clara…..

Ignoro le parole di Jay sono troppo arrabbiata e furiosa con lui. Come ha potuto prendersi gioco di me in questo modo, credevo che per lui fosse importante quello che c’era tra di noi. Ovviamente è stato solo frutto della mia immaginazione. Come al solito mi sono fatta delle illusioni,  che stupida che sono stata, ovviamente pensavo che Jay fosse diverso da tutti gli altri, però mi sbagliavo come sempre del resto.  

Ripenso a tutto ciò che abbiamo vissuto insieme, le lacrime iniziano a bagnare il mio viso. Sto male, io credevo che fosse speciale quello che c’era tra di noi. 

Mi incammino, non so neanche dove sto andando, so solo che non voglio tornare a casa o farmi vedere così da Penelope, o peggio ancora da Jacopo. Immagino già cosa mi dirà, in questo momento non ho voglia di sopportare le sue critiche. 

L’unico posto che può aiutarmi è il parco, sono consapevole che non è un luogo sicuro di sera, ma chi se e frega ho bisogno di stare bene.  

Mi gira tutto, cammino con un po’ di difficoltà, ovviamente come tutti gli altri ho scelto di bere e di ubriacarmi, per fortuna l’ alcool non ha avuto un pessimo effetto su di me. Ha solo sciolto la mia lingua, sono più diretta ed impulsiva rispetto la norma. 

Passeggio per qualche minuto, canticchiando la canzone Siamo uguali, dopo un po’ arrivo nel mio posto magico. 

Mi siedo su una panchina, prendo le cuffie dalla borsa e le attacco al mio telefono e metto play. Inizio ad ascoltare la musica, l’unica amica in grado di capirmi e cullarmi quando sto male.  Mi capitano diversi brani, la maggior parte mi fanno ripensare a Jay, come una stupida inizio a piangere come una bambina. Ovviamente come ciliegina sulla torta capita la canzone “Mary”  di Gemelli diversi, le lacrime scendono ancora più velocemente di prima. Ci si mette anche il mio passato, come se non fosse già abbastanza tutto quello che sto passando.

Nascondo il mio viso tra le mie ginocchia, in questo momento ho bisogno di Leo l’unico che può aiutarmi a sopportare questo dolore. 

All’improvviso sento una mano posarsi sulla mia spalla destra, tolgo le cuffie e mi volto, è Jay. Ma che diamine ci fa’ lui qua? Resto in silenzio, non voglio parlare con la persona che mi ha delusa. E’ lui a rompere il silenzio tra di noi.

  • Piccola, non piangere. Cosa ti è successo? Perché piangi?
  • Jay lasciami stare. In questo momento non ho voglia di parlarti.  Vattene!
  • No, non ti lascio qui da sola. 
  • Lasciami in pace. Non ho bisogno delle tue sporche bugie. Cosa mi dirai adesso? Che sono l’aria che respiri?  Mi dirai altre inutile cazzate a cui credere? Perché  in questo momento sono le uniche cose che mi fanno stare bene? Perché non riesco a fare a meno di te? Perché ti prendi gioco di me?

 Mi alzo di scatto dalla panchina, e mi avvicino verso di lui, inizio a battere dei pugni sul suo petto. Voglio farlo soffrire, cosi come lui sta facendo con me, continuo dicendogli:

  • Stronzo, stronzo stronzo  ecco cosa sei uno stronzo!
  • Clara, basta fermati un attimo. Calmati. 

Blocca i miei polsi, tirandomi a sé. Con le sue braccia mi avvolge in un tenero abbraccio che mi trasmette tranquillità. 

  • Piccola mi dispiace. Non dovrei farti soffrire così, ho sbagliato e me ne rendo conto. Ti chiedo di darmi un altra  opportunità. Ti prometto che non ti farò più nulla di brutto. Tu non devi soffrire, devi solo sorridere alla vita. Sei troppo piccola e dolce, meriti solo il meglio.
  • Jay…

Con l’indice e il pollice della sua mano mi prende il mento per far sì che io lo guardassi negli occhi. 

  • Ascoltami, tu non soffrirai più, te lo prometto.
  • Non credere che io farò finta di nulla. Ti ringrazio per ciò che stai facendo. Però di certo non dimenticherò sicuramente ciò che hai fatto. 
  • Va bene. Che ne pensi di andare via da qui. Non mi sembra un posto sicuro. 
  • Dove vado? Non voglio tornare a casa o alla festa.  Io sto qui. Tu se vuoi puoi anche andare a pascolare con le pecore troie. 
  • Ma che stai farneticando? Hai bevuto per caso?
  • No, non ho bevuto. Come faccio non ho l’acqua con me dietro. 
  • Non intendo ora, mi riferisco a quando eri alla festa. 
  • Beh si… volevo divertirmi, per una volta volevo comportarmi come una delle tante ragazze della mia età. Ho esagerato lo so.

Mi guarda, non sembra arrabbiato, tutto il contrario sorride.

  • Tranquilla. Non hai fatto nulla di male. L’importante e che tu ti sia divertita. 
  • Mi sono divertita tantissimo. Sai è raro che mi sento bene con me stessa, sarà  stato l’effetto dell’alcool non lo nego. Mi piacerebbe che fosse sempre così. Odio avere la consapevolezza che tutto questo male che mi porto dietro non se ne andrà.
  • A cosa ti riferisci? 
  • Alla mia vita Jay, non è tutta rose e fiori come vorrei. Soffro molto, odio la persona che sono diventata. Solo Leo riesce a farmi stare bene almeno un pochino.
  • Perché soffri piccola, spiegami posso aiutarti, se vuoi?
  • Non puoi aiutarmi Jay non è facile per me. Magari un giorno lo potrai fare. 
  • Va bene, come ti ho  già detto  qualche giorno fa’ sono disposto anche ad aspettarti. 
  • Grazie.
  • Vieni con me?
  • Dove Jay?
  • Hai detto che non vuoi farti vedere da nessuno. Bene io ti ho già vista, pertanto puoi venire con me. Per questa sera puoi restare a dormire da me. 
  • Grazie accetto l’invito. 
  • Andiamo. 

Mi tende la mano che afferro subito, intreccio le mie dita alle sue. Mi lascio guidare da lui. 

Dopo qualche minuto ci ritroviamo davanti al locale in cui si stava svolgendo la festa. Continuiamo  a camminare, arriviamo davanti alla sua auto, lascia la mia mano per aprirmi la portiera. Entro, allacciandomi la cintura di sicurezza mentre Jay si mette al volante. 

Non parliamo, rimaniamo in silenzio per tutto il tragitto. Inizio a fissare le luci della città sul finestrino, la tranquillità della strada mi culla fino a farmi addormentare.

28 Gennaio 

Sento un suono familiare, cavolo quanto è fastidioso, perché deve trapanarmi la testa, devo farlo smettere. Apro gli occhi con un po’ di fatica, inizio a cercare il mio telefono che suona insistentemente. In quel momento noto un braccio che avvolge la mia vita, cerco di voltarmi per capire chi fosse. Rimango sbalordita, quando vedo la persona che mi stava stringendo, è Jay a petto nudo. Il cuore per un attimo smette di battere, non so neanche come ci sono finita qui, ricordo ben poco e quel poco che ho in mente è sfocato. Provo ad alzarmi, cercando di non farlo svegliare, fortunatamente riesco nel mio intento.

Prendo il telefono che si trovava sul comodino, sono le 9.39 è sono già piena di messaggi e di chiamate 15 di mia madre e 3 di Penelope, al momento non ho voglia di ascoltare nessun rimprovero. Improvvisamente mi balza in mente  il compito in classe di oggi, ricontrollo l’orario…  cavolo  ma è tardissimo, devo andare a scuola, come  diamine faccio ad essere così catastrofica?Corro in bagno, provando a sistemarmi, l’immagine che vedo riflessa allo specchio è orribile. Mi lavo il viso, metto un po’ di dentifricio nell’indice e lavo anche i denti. 

Soddisfatta del lavoro che ho appena compiuto torno in camera, per infilarmi le scarpe, dovrei riuscire ad essere lì per il compito. Non appena rientro in camera da letto vedo Jay seduto, è appoggiato nello schienale del letto. Dio quanto è bello appena sveglio, i suoi capelli sparpagliati, gli occhi assonnati, le labbra gonfie, è bellissimo assistere a questo spettacolo.  Tuttavia non riesco a godermi questa emozione, c’è la rabbia e la delusione che dominano nel mio cuore.

  • Ehi buongiorno piccola.
  • Non chiamarmi piccola Jay. Non sono dell’umore giusto. 

Dico con un tono nervoso. Sono furiosa con lui, la mente inizia a riprodurre delle frasi pronunciate la sera prima. Ecco adesso ricordo, ieri Jay era con un altra, sono stati a letto insieme. 

  • Clara tutto bene?
  • Hai anche la faccia di chiedermelo. Perché non torni dalla troia di ieri?
  • Sei ancora arrabbiata?
  • Ancora arrabbiata? Scherzi? Certo che lo sono, credi che bastasse qualche moina per farmi dimenticare? Beh sei fuori strada!
  • Clara cazzo calmati. Non intendevo questo, parliamone perfavore.
  • Non c’è nulla di cui parlare Jay. E’ stato stupido credere che ci potesse essere qualcosa tra di noi. 
  • No Clara puo’ esserci invece tutto ciò che accaduto ieri sera è stato un errore. Non lo rifarei, quello che c’è tra di noi è mille volte più importante di un’altra ragazza.
  • Noi? Jay non esiste è non è mai esistito. Io con te non voglio più averci più nulla a che fare. Adesso scusami ma ho dare. In bocca a lupo con le tue amiche puttanelle.
  • Fermati Clara. Non te ne andare.

Dice alzandosi dal letto. 

  • Certo che me ne vado. Non ho voglia di ascoltare altro. 

Con tale affermazione, gli do le spalle e provo ad uscire dalla stanza. Lui mi afferra il polso per non farmi andare via.

  • Clara ti prego non andare via. Ho bisogno di te.
  • Hai bisogno di qualcuno con cui sfogare i tuoi bisogni sessuali? Vaffanculo Jay. Non credo più neanche a una tua parola. 

Mollo la presa di Jay sul mio polso.

  • Clara tu non sei un bisogno, tu sei di più per me. 
  • Vaffanculo. 

Gli mollo uno schiaffo e mi allontano di fretta dalla stanza ed esco dall’appartamento.

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Esco dal suo appartamento in fretta e furia. Mi incammino verso la scuola, per fare almeno il compito. Durante il tragitto, ripenso a Jay a ciò che è accaduto con lui negli ultimi giorni, le lacrime bagnano la mia guancia.  A volte odio questo mio lato debole, mi rende vulnerabile, fragile, non dovrei essere così, dovrei essere forte.

Arrivo finalmente a scuola, mi dirigo subito nell’ufficio della vice preside.  per mia fortuna mia zia  svolge tale mansione, pertanto non dovrei avere particolari problemi ad entrare alle 10.00 in classe.

Busso alla porta, per poi entrare. Trovo mia zia seduta davanti alla sua scrivania,  è una donna di circa 40 anni, non dimostra l’età che ha, è alta e magra, porta i capelli legati, gli occhi sono castani come i capelli. 

  • Ciao zia
  • Clara, cosa hai combinato?
  • Nulla, ho bisogno di un piccolo aiuto.
  • Dimmi, pure. 
  • Puoi firmarmi un permesso. Perfavore.
  • Per quale motivo sei entrata a quest’ora?
  • Ho avuto da fare. 
  • Sai che non è un albergo questa scuola. Dovresti saperlo. 
  • Lo so, lo so se ho fatto tardi ho i miei motivi…Perfavore zia, non posso saltare il compito. 
  • Va bene, motivi? Cosa aggiungo? Motivi di salute?
  • Si, grazie mille ti adoro.

Vado verso di lei, mi chino e le poso un bacio sulla guancia per ringraziarla.

Mi guarda e mi sorride. 

  • Bene Clara vai in classe!
  • Agli ordini signora!

Esco dal suo ufficio, dirigendomi nella mia classe. Oggi sono orribile indosso ancora i vestiti di ieri sera, ovvero un vestito bianco in pizzo lungo fino al ginocchio, ben coperto nella scollatura. Per fortuna la sera precedente avevo scelto di indossare delle sneakers, almeno questo. 

Entro in classe, schiarisco un po’ la voce per salutare l’insegnante di latino, porgo il mio permesso sulla cattedra e corro subito nel mio posto che è accanto a Giosuè nel penultimo banco. 

  • Ciao, mi sono persa qualcosa?
  • Ehi ciao principessa. Non ti sei persa nulla. Ha solo spiegato. Ho preso gli appunti anche per te. 
  • Grazie mille. Ti adoro, te l’ho mai detto?
  • No, però avrai modo di dirmelo stasera.
  • In che senso?
  • Ti va di andare al cinema io e te? 
  • Non so se è il caso…
  • Clara è solo un uscita con un tuo caro amico. Non accetto un no come risposta!
  • Va bene mi hai convinta.
  • Perfetto, facciamo per le 20.00 
  • Ok 

Le ore passano regolarmente, svolgo il compito tranquillamente. 

Esco da scuola e mi incammino per andare a lavoro. Non appena arrivo mi dedico alle pulizie e al mio ruolo di barista. Tanto che riesco a non pensare a Jay neanche per un secondo. Non appena finisco vado direttamente a casa, non oso immaginare la predica di mia madre, non l’ho ancora richiamata non oso immaginare le urla che mi farà  quando mi vedrà rientrare. 

Arrivo a casa, saluto con un bacio mio fratello Leo e Lisa, stranamente non vedo mia madre in giro.

  • Leo, la mamma dov’è?
  • A scopare con il coglione di nostro padre. 
  • Certo che è proprio ottusa quella donna. 
  • A chi lo dici… Leo allora questo weekend andiamo dai nonni a Milano? 
  • Si. Ho voglia di respirare un po’ di normalità.
  • Perfetto. Io vado in camera a prepararmi. 
  • A dopo Claretta 

Corro in bagno a farmi una doccia, subito dopo inizio a vestirmi. Per stasera ho deciso di indossare una maglia  bianca aderente in pizzo, abbinato ad un jeans scuro a vita alta. Non appena finisco di prepararmi, esco di casa, mi dirigo direttamente al luogo d’incontro, ovvero il cinema. 

Durante il tragitto controllo il mio telefono, oggi non l’ho per nulla usato, mi ritrovo altri messaggi da parte di Penelope, decido di richiamarla. 

  • Hey Penelope. 
  • Finalmente! Ma è normale non rispondere? Non ti ho più vista ieri sera, mi hai fatto preoccupare. 
  • Mi dispiace. Sono successe po’ di cose ieri sera…
  • Tipo? 
  • Ho chiuso con Jay.
  • Perché?
  • Ha scopato con un altra…
  • Ch stronzo! Scusami ma stavate insieme?
  • Più o meno si. 
  • Mi dispiace vuoi parlarne? Se vuoi puoi venire da me, così ne parliamo meglio. 
  • Non posso stasera. Facciamo domani sera. Adesso devo andare, un bacio a domani.
  • A domani Clara. 

Dopo circa mezz’ora di metropolitana arrivo al luogo d’incontro. Mi piazzo davanti all’entrata del cinema, durante l’attesa inizio a leggere le ultime news che coinvolgono Roma. Dopo poco minuti sento due mani posarsi sui miei occhi. 

  • Indovina chi sono?
  • Fammi indovinare sei…. Carlo?
  • No 
  • Aspetta Giosuè. 
  • Esatto. Ciao Clara, è da molto che aspetti?
  • Non molto. Allora che film ci vediamo?
  • Genere romantico o azione?
  • Azione! Non mi voglio deprimere con delle stupide storie d’amore. 
  • D’accordo.

Andiamo verso la biglietteria e compriamo i biglietti. Dopo l’acquisto io vado verso la sala in cui si proietta il film mentre Giosuè va a comprare i popcorn. 

Non appena arrivo mi siedo nelle prime file, poso tutte le mie cose ovvero borsa e cappotto sul sedile accanto e inizio a giocare con il telefono nell’attesa che inizi il film. 

All’improvviso una voce familiare mi distrae dal gioco.+

  • Scusi può togliere le sue cose dal sedile?
  • Si, un attimo. 

Alzo lo sguardo per capire chi fosse il ragazzo che mi aveva parlato, rimango sorpresa nel vedere Jay . E’ assurdo, come è possibile che lo incontri ovunque io vada? 

  • Clara, che ci fai tu qui?
  • Sono venuta per vedere questo film, tu?
  • Per il tuo stesso motivo. Magari se ti va dopo il film possiamo parlare. 
  • Ascolta in merito a ci che è accaduto stamattina mi dispiace ho esagerato. Non avrei dovuto darti uno schiaffo, mi dispiace. 
  • Scusami tu. Mi dispiace per tutto ci che è accaduto. Tengo tantissimo a te, voglio che tu lo sappia. 
  • Lo so, però hai perso la mia fiducia. 
  • Dammi modo di recuperarla. Questa volta non ti deluderò, lo prometto. 

Rimango per qualche secondo in silenzio, averlo qui  scatena delle emozioni indescrivibili, nonostante ciò che è accaduto, la rabbia che nutrivo nei suoi confronti sembra essersi completamente dissolta. Non riesco a trattarlo male, in questo momento vorrei abbracciarlo e dirgli che è tutto ok. Tuttavia ritengo più giusto non saltargli addosso, ha pur sempre commesso un errore. D'improvviso i miei pensieri vengono interrotti da un'altra voce, ovvero quella di Giosuè. 

  • Eccomi qui, ho preso le tue merende preferite Clara.
  • Giosuè! 
  • Clara, chi è il ragazzo con cui parli?
  • Giosuè ti presento Jay, è un mio amico
  • Piacere  
  • Il piacere è mio Jay. 

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


   Jay 

Sono davanti al ragazzo che in questo momento detesto, le emozioni che provo sono mix tra rabbia e delusione. 

Non riesco a credere che Clara dopo tutto quello che è accaduto tra di noi, si sia buttata tra le sue braccia. Scherziamo? Si vede quanto ha sofferto, quando ha saputo che mi stavo per scopare Sofia. Dalla sua reazione vedo quanto gli importa di noi. Vuole fare la troia? Bene, gli dimostrerò che io posso essere molto stronzo con lei. Gli farò capire che errore stupido ha fatto nel mettersi con sto coglione. 

  • Vi dispiace se mi unisco a voi?

Domando tranquillo, il mio obbiettivo e quello di non lasciarli soli nemmeno per un secondo. Voglio capire che intenzioni ha questo, e poi desidero far capire alla diretta interessata  che ho altre qualità. Non sono solo geloso.  

  • In realtà si, sarebbe una serata intima. Tu non centri nulla.  

Risponde Giosuè 

Ignoro la sua risposta, spostando la mia attenzione a Clara. 

  • Clara, tu cosa ne pensi? Ti darebbe fastidio?
  • Ecco, se vuoi restare fai pure. La nostra in fin dei coni è una serata tra amici. Puoi aggiungerti anche tu alla fine anche tu sei un mio amico. 
  • Ah…per te sono solo un amico. 
  • Si Jay. 
  • Allora Clara e…Jay vogliamo sederci?
  • Si 

Rispondiamo entrambi. 

Amici? Ecco ora cosa siamo adesso io e lei, non vuole nemmeno tentare a darmi un altra possibilità. Sono consapevole dell’errore che ho fatto, tuttavia sono dell’idea che si puo’ sbagliare, la cosa importante e che si capisce l’errore. 

Devo fargli cambiare idea a tutti i costi. Il modo migliore è quello di farmi bello davanti ai suoi occhi, dovrei prima togliermi dai piedi il testa di cazzo. 

Siamo tutti e tre seduti, Clara è messa in mezzo tra me e Giosuè. 

Stiamo guardando il film in silenzio, per lo meno Clara lo guarda con attenzione, io non riesco a farlo. 

Poso la mia mano sopra la sua, dicendole: 

  • Ti sta piacendo?
  • Si a te?
  • Interessante, anche se lo spettacolo più bello si trova accanto a me. 
  • Jay puoi prendere i popcorn. Sono finiti. 

Esclama Giosuè

  • Perché non li vai a prendere te?
  • Magari perché a differenza tua io e Clara vogliamo vedere il film. 
  • E che cazzo vuoi? 
  • Tu che cazzo vuoi? Perché non stai zitto, anziché provarci con Clara. 
  • Ma che problemi hai? Aspetta fammi indovinare lei è più interessata a me che a te. Questo ovviamente ti infastidisce?
  • Ragazzi basta. Vado io a prendere i popcorn. 
  • Aspetta vengo con te Clara. 

Ci alziamo dalla poltrona dirigendoci al bar per acquistare il necessario. 

  • Scusa per poco fa’. Non volevo iniziare una discussione con il tuo amico. 
  • Non ti preoccupare non è colpa tua.  
  • Sei bellissima stasera. Ti sta benissimo questa maglia.
  • Grazie, anche tu stai molto bene. 
  • Ascolta più tardi ti va di passare un po’ di tempo da soli?
    • Ok. Per quanto riguarda l’ accaduto, mettiamoci una bella pietra sopra. Rimaniamo amici, ok?
    • Ahh va bene, se è ciò che vuoi per me va bene. 
    • Grazie. 

Dopo quel breve dialogo rientriamo nella sala, sedendoci nei nostri rispettivi posti. 

Non riesco a non pensare a ciò che ci siamo detti, fa male essere considerato solo un amico da lei. Non seguo per nulla il film, rimango a fissare a Clara. 

Al termine della proiezione, propongo a Clara di mangiare qualcosa insieme, ovviamente insieme a noi due viene anche Giosuè. 

Ci dirigiamo direttamente alla mia macchina, entriamo e andiamo direttamente in un posto in cui mangiare. 

  • Allora dove vuoi andare piccola?

Gli domando con un tono dolce. 

  • Mi piacerebbe mangiare all’Old Wild Vest
  • Perfetto. Come andato il compito?
  • Bene, per fortuna sono riuscita a fare tutto. 
  • Ottimo mi fa piacere. Hai avuto problemi ad entrare oggi a scuola?
  • Per  fortuna no.  Mia zia è la vicepreside della scuola ho fatto firmare direttamente a lei il permesso. 
  • Hai capito la ragazza. Sei raccomandata. 
  • Ma non è vero. Senti chi parla il grandissimo esponente dell’alta borghesia. 
  • Si appunto porta più rispetto barbie
  • Barbie?
  • Non ti piace il tuo nuovo nomignolo?
  • Non tantissimo. 
  • Clara, hai studiato per domani?

Domanda il terzo in comodo. Ma non lo capisce che è in più, ma perché non se ne torna a casa.

  • Cosa c’è per domani?
  • Domani abbiamo inglese, ricordi? 
  • Si, ho dimenticato di studiare. 
  • Se vuoi domani ti do una mano. 
  • Veramente?
  • Se vuoi posso aiutarti io stasera? Conosco molto bene l’inglese. Sono madrelingua. 
  • Clara posso aiutarti io. Non è necessario il suo aiuto.

Esclama Giosuè. Non vuole proprio mollare la presa da lei. Rispondo subito dicendo: 

  • Facciamo scegliere Clara. Allora vuoi che ti aiuti io, che ho una certificazione o lui?
  • Posso fare anche sola. Mi state mettendo a disagio. Potreste smetterla ?
  • Scusami Clara, purtroppo il tuo amico è un gran coglione.
  • Non offendere perfavore. 
  • Senti chi parla Jay il testa di cazzo.
  • Come hai detto scusa? 

Fermo immediatamente la macchina, fulmino con lo sguardo  il ragazzo che si trovava seduto nel sedile posteriore. 

  • Scendi. 

Dico infuriata.

  • Jay, ma cosa dici non puoi lasciarlo in mezzo al nulla. 
  • Clara, l’ha voluto lui. Ha preso fin troppa confidenza.
  • Confidenza? Tu hai rotto il cazzo sia a me  che a Clara. Non dovevi esserci!
  • Non me ne frega un cazzo, a Clara non do fastidio. 
  • Va bene Jay, Io e Clara continueremo la nostra serata finalmente soli.
  • Basta, hai esagerato stasera che ti è preso? Non hai fatto altro che provare a discutere. Jay non ti ha fatto nulla ha solo tentato di comportarsi come un amico. Sei tu che hai fatto lo stronzo con lui. 
  • Che dici Clara? 

Domanda Giosuè, che sembra deluso dalle parole di Clara.

  • Sinceramente preferisco passare il resto  della serata con Jay. Noi due ci vediamo direttamente a scuola domani.
  • Hai sentito, vattene. 

Scende dalla mia auto come un  cane bastonato. 

Sono felice che lei abbai scelto me, ciò significa che quel coglione per lei non è altro che un amico. 

  • Allora andiamo? 

Mi domanda Clara, sorridendole le rispondo; 

  • Andiamo Barbie. 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Sono in macchina con Jay già da qualche minuto, siamo in silenzio, dopo quella breve conversazione non ci siamo detti altro. Non riesco a capire come io possa essere con lui, dopo tutto quello che è accaduto, non dovrei essere in sua compagnia mi ha spezzato il cuore prendendosi gioco di me. Nonostante il suo comportamento, le sue offese sono qui, ho scelto ugualmente lui. 

Osservo attentamente i suoi lineamenti, lo sguardo fisso sulla strada, le labbra serrate, le mani sul volante, per i miei occhi è uno spettacolo meraviglioso, di cui non potrei fare a meno. 

  • Clara, perché mi stai fissando?

Mi domanda, interrompendo i miei pensieri.

  • Non ti osservo. Sto guardando il paesaggio che c’è sul lato del tuo finestrino.
  • Clara sono le stesse luci che puoi tranquillamente osservare dalla tua parte. Dimmi la verità, non fare la timida. 
  • Che cosa dovrei dirti?
  • Che stavi guardando me.... tranquilla non c’è nulla di male, sono consapevole che hai un debole per me.
  • Ma non è vero! Non ho mai detto una cosa del genere.

Affermo con tono deciso. Le sue parole mi hanno messa in imbarazzo, diamine Clara la colpa è tua sei troppo prevedibile. Dovevi proprio metterti li ad osservarlo come una pervertita? Quanto sono stupida!

  • Quindi non ti piaccio?

Mi domanda sorridendo.

  • No. Jay abbassa la cresta, non tutte le ragazze cadono ai tuoi piedi. 
  • Ah si questo lo dici tu piccolina. Stasera mi hai dimostrato che preferisci  me piuttosto che il tuo amico Giosuè. 
  • Se ho deciso di rimanere con te, non è perché tu mi piaci, l’ho fatto solo perché con te mi sono sentita a mio agiofin dal primo momento. 
  • Va bene, dai scendi siamo arrivati. 
  • Arrivati?

Domando sorpresa, non mi ero resa conto che fossimo già arrivati. Certo che quando vuole riesce ad avere tutta la mia attenzione. 

Scendo dall’auto, non riesco a capire il luogo in cui ci troviamo c’è troppa poca luce. 

  • Dove ci troviamo? 

Gli chiedo curiosa.

  • Seguimi.
  • Dimmi dove siamo diretti almeno. 
  • Tranquilla Clara, non voglio ucciderti. Andiamo dai!

Prende la mia mano, come risposta intreccio le mie dita alle sue. 

 Non insisto ulteriormente, so per certo che vuole sorprendermi.  Rimango in silenzio, continuando ad  osservare le nostre mani ancora unite, in questo momento agli occhi di una altra persona potremmo sembrare una coppia. 

Durante il nostro cammino riesco grazie ai rumori e alla brezza a riconoscere il luogo, ci troviamo molto vicini al mare. 

Continuiamo il nostro percorso, arrivando in una grande struttura posizionata a pochi passi dalla spiaggia. 

  • Coraggio andiamo piccola. La serata è appena cominciata.
  • Ma cos’è?
  • Non lo vedi? E’ un ristorante. 

Dopo questa affermazione entriamo nel locale. La prima cosa che salta subito ai miei occhi è l’eleganza, è molto simile al ristorante in cui siamo andati la prima volta, il Faraone. L’unica cosa che lo contraddistingue ad esso è il tema che è marittimo, le pareti sono decorate da alcuni dipinti che rappresentano il mare, le tovaglie che sono blu, le sedie come molte altre decorazioni sono in legno. I colori dominanti sono il blu, il bianco e le diverse tonalità di azzurro. Noto che il locale è quasi completamente vuoto, sicuramente il motivo sarà l'orario.

Arriva un cameriere che ci da il benvenuto. 

  • Buonasera. Un tavolo per due. Dice Jay 
  • Buonasera a voi signori. Prego seguitemi. 

Arriviamo davanti a un tavolo rotondo, che si trova davanti ad una enorme finestra da cui si puo’ ammirare il mare. 

  • Prego. 

Ci porge i menù, non appena ci sediamo.

  • Grazie

diciamo entrambi al cameriere. Non appena il cameriere si allontana dal nostro tavolo, sposto la mia attenzione a Jay. I suoi occhi erano fissi sul menù, lo interrompo dalla sua attenta lettura dicendogli:

  • Grazie per questa splendida sorpresa. 
  • Prego principessa. Ti piace il ristorante?
  • Si molto, è particolare. 
  • Da parte mia riceverai spesso queste sorprese.

Sorrido alla sua affermazione, in fin dei conti ha ragione da quando lo conosco non ha fatto altro che sorprendermi. 

Dopo pochi minuti, arriva il cameriere che prende le nostre ordinazioni. 

Durante l’attesa dei nostri piatti, mi concentro ad osservare Jay, i suoi occhi somigliano al colore del mare di giorno.

  • Clara!
  • Jay, dimmi. 
  • Che cosa stavi facendo?
  • Nulla, perché? 
  • Ascolta, il motivo principale per cui ti ho portato in questo ristorante è ovvio. Voglio farmi perdonare, negli ultimi giorni non mi sono comportato molto bene con te. Mi dispiace non ho nessuna giustificazione ho sbagliato. 
    • Accetto le tue scuse. Non ti preoccupare a tutti capita di sbagliare, nessuno è perfetto. Non dovevo arrabbiarmi così con te, quando sei stato con quella ragazza, in fin dei conti io e te non siamo una coppia. 
    • Non hai capito, magari io e  te attualmente non siamo nulla, però questo non deve giustificare le mie azioni. Non volevo prendermi gioco di te, non è mai stata mia intenzione farlo. Ciò che sto per dirti non cambierà l’immagine che tu ormai hai di me. Però voglio dirtelo ugualmente. 
    • Cosa vuoi dirmi?
    • Clara tu per me sei già importante, da quando ti conosco non hai fatto altro che regalarmi delle emozioni indescrivibili. Mi piaci tantissimo, la tua dolcezza, la tua spensieratezza, la tua fragilità ti rendono perfetta ai miei occhi. L’altra sera con Sofia stavo per fare una cazzata, ti assicuro che non ci sono andato a letto, ci siamo solo baciati. Quando mi hai chiamato, sono subito corso da te, durante il tragitto per venire mi sono pentito di ciò che avevo fatto. Volevo rimediare, non volevo perderti per una cazzata.

 

Le parole di Jay, risuonano ancora nella mia mente, sono come dei piccoli baci che regalano sollievo nel mio cuore. Sapere che per lui quella ragazza non significa nulla mi rende felice. Tuttavia ripensare alle sue labbra posate su un altra ragazza mi fa male. 

  • Sono felice di sapere che non vuoi perdermi. Però devi capire che mi hai fatto male, non riotterai facilmente la mia fiducia. Sappilo. 
  • Lo so, però ti prometto che un giorno ci riuscirò. Ti fiderai nuovamente di me te lo assicuro.

Dice con un tono serio, posando la sua mano sulla mia. A quel gesto lo guardo sorridendo. So per certo che riuscirà nel suo intento, sono felice di sapere che per lui sono già importante dopo tutto è lo stesso anche per me. La cena trascorre tranquillamente, non parliamo, rimaniamo in silenzio.

Finiamo di mangiare, tiene ancora la mano sopra la mia. Chiama il cameriere per farsi dare il conto della cena, non appena il cameriere lo posa sul tavolo, guardo Jay in malo modo. Non voglio che paga tutto lui, desidero pagare la mia parte. 

  • Non ci pensare nemmeno, piccola offro io la cena. 
  • No Jay, pagherò  io questa volta. 
  • Clara è inutile che insisti ho già deciso. La prossima volta offrirai tu. 
  • Si come no…. lascia fare a me stasera dai. 
  • Ti ho detto di no, non insistere. 

Si alza dal tavolo, dirigendosi direttamente alla cassa, sono consapevole che con lui è inutile insistere, non ne sarei mai uscita vincitrice. La cosa positiva e che posso sdebitarmi con lui invitandolo a cena per il suo compleanno.

Non appena Jay paga il conto, usciamo dal locale, sono ormai le 23,57. Devo ammettere che fino ad ora la serata è andata a gonfie vele, sono contenta di essere in compagnia di Jay. Questa serata è di gran lunga la migliore di tutte quelle che ho passato prima di conoscerlo. 

  • Ehi piccola ti va di fare una passeggiata sulla spiaggia? 
  • Si, mi va. 
  • Perfetto togliti le scarpe, faremo una passeggiata sulla riva. 
  • Non vuoi buttarmi in acqua, come l’ultima volta, vero?
  • No non è mia intenzione farlo tranquillo. 

Tolgo le scarpe rimanendo con i piedi nudi, iniziamo a passeggiare in silenzio. Dopo qualche minuto afferra la mia mano, intrecciando le sue dita alle mie, quel gesto mi fa' sorridere.

  • Piccola. 

Mi chiama fermandosi davanti a me. 

  • Jay che succede?

Gli domando  stranita, in risposta lui si avvicina a me. Mi ritrovo il suo viso a due millimetri dal mio,  il cuore inizia a battermi fortissimo, in questo momento sono molto nervosa e ansiosa sto desiderando le sue labbra con tutta me stessa.

  • Chiudi gli occhi piccola.

Mi dice accarezzandomi la guancia, obbedisco subito senza farmelo ripetere una seconda volta. 

Dopo qualche secondo, sento le sue mani afferrare i miei fianchi, in un attimo mi ritrovo in braccio a lui. Spalanco gli occhi, non riuscendo a capire il suo gesto.

Mi posa delicatamente sulla sabbia, posizionandosi   sopra di me.

  • Clara fidati non voglio farti del male. Rilassati chiudi gli occhi. 

Ascolto le sue parole, richiudo gli occhi. In quel preciso istante me ne pento amaramente, ha iniziato a farmi il solletico.

 Rido come una matta, cercando di farlo smettere senza riuscirci, con un filo di voce riesco a dire:

  • Jay, ti prego bastaaaaa
  • Fammi pensare…… Mmmmm no!

Continua a farmi il solletico, ormai ho le lacrime agli occhi per quanto sto ridendo. All’improvviso rallenta  fino a smettere totalmente di farmi ridere, cadendo accanto a me a peso morto. 

  • Jay, Jay che succede?

Cerco di chiamarlo ma senza alcuna reazione da parte sua, provo a scuoterlo leggermente ma nulla non reagisce, resta immobile con gli occhi chiusi. Inizio a preoccuparmi seriamente, il suo respiro è lento e debole. 

  • Jay ti prego svegliati.

Gli inizio ad urlare con la speranza che lui mi possa sentire. 

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Continuo ad urlare il suo nome, scuotendolo un po’, sono preoccupata e anche molto spaventata,  mi domanda perché non reagisce, perché continuo a restare immobile? Il suo respiro è sempre più lento e debole, non cosa fare, forse dovrei chiedere aiuto, dovrei chiamare l’ambulanza. 

Prendo il telefono dalla borsa è digito il 118, all’improvviso sento una mano sul mio polso, non riesco nemmeno a reagire, poiché mi ritrovo subito sdraiata sulla sabbia con Jay  a cavalcioni sopra di me. 

  • Che fai piccola?

Mi domanda con tono debole e al tempo stesso dolce. 

  • Che faccio? Tu che fai? Mi hai fatto prendere un colpo, stai bene?
  • Certo che sto bene, non si vede? Se stessi male sicuramente non ti farei questo!

Dopo tale affermazione si china, avvicinandosi al mio viso, guardandomi negli occhi per poi precipitarsi sul mio collo. Inizia a farmi solletico con le labbra, facendomi ridere. 

  • Jay ti prego bastaaaaa. non c’è la faccio più. 
  • Vuoi che smetto?
  • Siiiiii, ti prego basta.
  • Perfetto, dammi un bacio e io la smetto. 
  • Un bacio?
  • Va bene Clara l’hai voluto tu, ricomincio.

Riprende la sua tortura più forte di prima, provo invano a liberarmi non riuscendoci, con un po’ di difficoltà gli dico:

  • Va bene, va bene ti darò questo bacio. Basta che la smetti, non c’è la faccio più.
  • Perfetto dammelo!

Cerco di alzarmi con il dorso arrivo a malapena al suo mento, provo ad allungare il collo ma inutilmente non riesco ad arrivare alle sue labbra.

  • Jay avvicinati non ci arrivo. 

Questa frase lo fa sorridere, si avvicina alle mie labbra regalandomi un piccolo bacio dolce e delicato, che mi fa desiderare ancora di più le sue labbra. Un po’ incerta, cerco di approfondire questo bacio chiedendo accesso alla sua bocca con la lingua. In risposta schiude le labbra dandomi accesso alla sua bocca, inizio a cercare il contatto con la sua lingua, riesco ad ottenerlo quasi subito. Proprio quando il bacio si rende più passionale, si allontana da me, sedendosi sulla sabbia. 

  • Si sta facendo tardi andiamo?
  • Andiamo? Ma non ti stavi divertendo? Non ti trovi bene con me?
  • Credo che si stia facendo tardi. 
  • Ma ho fatto qualcosa di male? Se è cosi ti chiedo subito scusa. 
  • No, non hai fatto nulla di male. E’ tardi, sicuramente tua madre sarà preoccupata. 
  • Va bene, andiamo.

Ci incamminiamo verso la macchina in silenzio, ripenso ancora al bacio, mi chiedo perché non ha voluto continuare. Mi sembrava che a lui stesse piacendo così come a me. Avrò esagerato? Magari non dovevo prendere l’iniziativa, probabilmente lo voleva approfondire lui il bacio. Cavolo non volevo offenderlo, come faccio a rimediare adesso? 

Arriviamo in macchina, non appena saliamo noto un dettaglio a cui non avevo fatto caso in precedenza a causa della scarsa luminosità. 

 Jay era tremendamente pallido, aveva delle occhiaie profonde e scure, gli occhi arrossati, sembrano stanchi.     Vedendolo non credo che prima stesse scherzando, è palese il suo malessere. Ora capisco anche perché mi abbia rifiutato, perché non me ne parla? Potrei essergli d’aiuto. 

  • Jay tutto bene?
  • Si, perche?
  • Non sembra, sei molto pallido. Che ne pensi di andare dalla guardiamedica?
  • Ma no sto bene, sarà un po’ di stanchezza.
  • Jay sicuramente la stanchezza non ti causa tutto questo malessere. Non stai per nulla bene, sei troppo pallido. Sono sicura che poco fa’ avevi perso i sensi, non stavi giocando. 
  • Clara fatti un po’ di cazzi tuoi punto. 
  • Jay non lo capisci che mi preoccupo per te. Non credo che sia un po’ di stanchezza a causarti uno svenimento. Andiamo Jay non voglio essere assillante, però dovresti andare dl medico per un controllo. Ti accompagno volentieri se vuoi…
  • Clara ti ho detto che sto bene, non rompere i coglioni che con me non funziona. Non fare la crocerossina con me funziona.
  • Bene se la pensi così, allora me ne vado. Fammi scendere, non voglio rimanere un secondo di più con uno stronzo. 
  • No. 
  • Jay fammi scendere, altrimenti ti giuro che apro la portiera ed esco indifferentemente se la macchina sia ferma o cammina. 
  • Cazzi tuoi, ti ammazzi tu sola. 
  • Bene, lo faccio peggio per te. 

Apro leggermente  la portiera con un po’ di paura. In riposta lui si avvicina velocemente verso di me, sbattendo con forza la portiera. 

  • Che cazzo fai sei scema? Tu non sei normale!
    • Mi hai detto tu stesso che sono cazzi miei se mi faccio male. 
    • Accusano me di omicidio a me. 
    • Stai scherzando vero?

Iniziano a bruciarmi gli occhi, segno che sto per piangere. Il suo comportamento freddo e distaccato non fanno altro che farmi del male. 

Non mi dice altro, rimane con lo sguardo fisso sulla strada, ignorandomi totalmente. Non sono abituata al suo comportamento, mi manca già il ragazzo di poco fa’ che mi ha chiesto quel  bacio e la sua dolcezza.

Arriviamo davanti al palazzo in cui vivo, slaccio la cintura con ancora le lacrime che bagnano le mie guance, proprio quando mi stavo per alzare dal sedile, sento la mano di Jay sul mio polso. 

  • Stai piangendo?
  • Certo che no, è solo allergia.

Dico asciugando con la mano le lacrime che stavano ancora uscendo dai miei occhi. All’improvviso sento le braccio forti di Jay che mi stringono forte a lui. 

  • Mi dispiace per come mi sono comportato prima è solo che sono sicuro di stare bene. Se ho reagito così è perché mi da fastidio quando qualcuno insiste. 
  • Non volevo insistere, ero preoccupata per te, Volevo aiutarti per farti stare meglio. 
  • Sto bene tranquilla, 

Mi dice dandomi un piccolo bacio sulla guancia. 

  • Mi dispiace per averti fatto arrabbiare non era mia intenzione farlo, scusa. 
  • A me dispiace averti fatto piangere. 

Mi dice afferrandomi con l’indice e il pollice il mento, per darmi un piccolo bacio sulle labbra. 

  • Abbiamo chiarito così?

Domando non appena si allontana leggermente dalle mie labbra.

  • Non abbiamo mai litigato, è stata una piccola discussione. Ci puo’ stare ogni tanto, no?
  • Si hai ragione. Dai ti lascio riposare, almeno ti riprendi un pochino, ci vediamo domani o quando vuoi, ok?
  • Va bene a domani piccola. 
  • A domani Jay. 

Mi avvicino per dargli un altro piccolo bacio, che si lascia dare. Mi stacco da quel bacio delicatamente. 

  • Buonanotte Jay. 
  • Notte. 

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


2 Febbraio 9:30 Milano

Sono trascorsi quasi 5 giorni dall’ultima volta che ho visto Jay, ho tentato diverse volte a chiamarlo, mandargli dei messaggi senza però ricevere una risposta. Avrei tanto voluto parlare con lui di persona, ma non mi è stato possibile dal momento che mi trovo a Milano. I motivi principali per cui mi trovo qui sono due: 

Il primo è legato ai miei parenti, quelli più "normali" ovvero i miei nonni che vivono in questa città, avevo voglia di vederli.  

Il secondo motivo è semplice, volevo staccare un po’ la spina dalla stressante quotidianità che mi regala giorno dopo giorno la mia famiglia. 

Insieme a me è venuto anche Leo, in questo momento ci troviamo in Via Torino, un grande viale pieno di negozi di abbigliamento. 

Passeggiamo tranquillamente, cercando di evitare gli spintoni della gente, è assurdo che in qualsiasi momento del giorno la zona sia sempre stracolma di gente. Non riusciamo a parlare molto, a causa della confusione, entriamo in diversi negozi di abbigliamento  femminile come: Tally wejl, Pimkie e Zara. Dopo le varie preghiere di Leo di entrare almeno in un negozio maschile, decido di accontentarlo.

Leo inizia a prendere qualcosa da provare mentre io osservo le varie maglie dalle fantasie più bizzarre. Quelle maglie particolari mi fanno pensare allo stile di Jay, al nostro primo appuntamento al Faraone, ricordo ancora la giacca che aveva indosso quella sera, era bellissimo. 

Prendo il telefono per controllare l’ora, sono le 10:26 ed è il 2 Febbraio, adesso che ci penso domani Jay compie gli anni ed io ancora non ho pensato minimamente a cosa regalargli. La verità è che in questi giorni non ho ci ho pensato per nulla al suo compleanno, ero troppo impegnata a cercarlo e a tentare di capire il motivo per cui non mi rispondesse.  

 Fino ad ora non sono riuscita a darmi una spiegazione valida, da un lato credo che lui sia ancora arrabbiato con me per l’ultima discussione che abbiamo avuto, dall’altro lato ho paura che stia ancora male. 

  • Claraaaaaa

MI chiama mio fratello distraendomi dai miei pensieri. 

  • Dimmi?
  • Andiamo, ho già fatto. 
  • Di già?
  • Si, alla fine ho acquistato una camicia e un jeans. Se vuoi possiamo tornare a casa, almeno abbiamo il tempo di preparare le valigia. 
  • Vai tu Leo… io devo fare una cosa. 
  • Che cosa?
  • Devo comprare un regalo ad una persona che compie gli anni domani. 
  • Se vuoi ti do una mano. 
  • Dici sul serio?
  • Si, lo faccio con piacere.
  • Grazie mille Leo. Andiamo? 
  • Si, hai già qualche idea per il regalo?
  • Non proprio, iniziamo a guardare un po’ in giro. Sono sicura che troverò il regalo adatto a lui. 
  • Lui?
  • Si è un ragazzo. 

Inizio a parlargli di Jay,  raccontandogli quello che è accaduto tra di noi, tralasciando i litigi, i baci e il contatto fisico che stava per esserci. Non voglio essere giudicata da Leo, non voglio che pensa che sono una ragazza facile, se con Jay ho agito in una determinata maniera è perché  per lui provo un sentimento molto profondo, che ancora oggi non riesco a descrivere. 

Durante il mio racconto giriamo per i vari negozi, senza trovare nulla che possa piacermi realmente. Entriamo nell’ultimo negozio che sinceramente non credo sia l’ideale per un regalo, però Leo ha insistito così tanto che alla fine l’ho accontentato.

E’ un negozio di profumi molto particolare, per ciò che vedo credo che si possa creare la fragranza che si preferisce in base alle richieste del cliente. In quel momento mi viene l’idea per il regalo di Jay, un profumo che rispecchia la persona che lo mette, grazie all’aiuto della commessa riesco a creare la fragranza giusta. 

Soddisfatta del mio regalo per Jay, torniamo a casa, preparo la valigia, alle 17:00 in punto ero già seduta sul treno diretto a Roma.  

Durante il tragitto i miei pensieri vengono rivolti nuovamente a Jay, e al mio regalo per lui,  mi chiedo cosa starà facendo in questo momento?  Starà bene? Come passerà il giorno del suo compleanno? Gli piacerà il mio regalo? Sono mille le domande che mi frullano nella mente, e se stasera vado da lui?

Basta ho deciso stasera andrò a lui, cercherò una scusa valida con mia madre, devo anche cercare  il modo in cui entrare dentro il suo palazzo senza suonare il citofono. 

Dopo quasi 4 ore di treno, arriviamo a Roma, ci dirigiamo subito a casa, non appena arriviamo entro subito in bagno a farmi una doccia. Inizio  a prepararmi, per questa sera decido di indossare un semplice jeans a vita alta con un body bianco con le maniche a tre quarti aderente al mio corpo. Esco dalla mia stanza per poi dirigermi verso la porta d’uscita, in quel momento sento la voce di mia madre rimbombare nel corridoio. 

  • CLARAAAA, DOVE CAZZO STAI ANDANDO PUTTANA???
  • Sto andando a lavoro devo recuperare le ore perse in questi giorni.
  • Va bene, stai attenta. 
  • Ok buonanotte. 

 Prima di aprire la porta mi viene in contro Lisa, che mi abbraccia da dietro dicendomi: 

  • Clara, torna presto voglio stare con te. 
  • Piccolina, ti prometto che dopo staremo insieme . 

Mi abbasso per abbracciarla meglio. 

  • Va bene, ti voglio bene Clara. 
  • Anch’io piccola mia. Un ultima cosa, non appena vado via voglio che vai in camera mia, e apri i primo cassetto della cassettiera c’è un piccolo regalo per te. 
  • Va bene, ci vediamo dopo
  • A dopo piccolina. 

Abbraccio un ultima volta Lisa, per poi uscire di casa. 

 

Arrivo davanti al palazzo in cui vive Jay, l’ansia inizia a farsi sentire, sono già le 23.38 manca poco alla mezzanotte. La prima cosa di cui mi devo assicurare e che lui si trovi a casa, l’unico modo per avere la certezza e fingermi una signora e sbagliare citofono, facile no? Premo il pulsante in cui è segnato il cognome di Jay.

-Chi è?  

Mi dice con voce assonnata. Provo a trasformare un po’ la mia voce per poter rispondere. 

  • Caro scusami, non volevo disturbarti ho dimenticato le chiavi di casa, mio marito dorme. Potresti aprirmi per favore?
  • Ma lei chi è? 
  • Sono Concetta la Rosa. 

Leggo il primo nome che mi capita a tiro. 

  • Boh va beh. 

Risponde per poi aprirmi la porta. 

Entro dentro il condominio, ridendo ancora per la mia magnifica performance. Finalmente arrivo davanti alla porta d’ingresso di Jay, mi siedo per terra in attesa della mezzanotte. 

Arriva l’ora fatidica, era giunto il momento di sorprenderlo, inizio a suonare il campanello diverse volte con la speranza che non stesse dormendo.

Apre la porta quasi subito, mostrandosi a petto nudo con solo indosso i boxer. In quel preciso istante i miei occhi studiano attentamente il suo corpo, nasce in me il desiderio di essere guardata nella stessa maniera in cui io lo sto guardando in questo  momento. 

  • Ma che cazzo ci fai tu qua? 
  • Tanti auguri Jay!

Gli dico per poi avventarmi su di lui in un caloroso abbraccio. In risposta lui contraccambia l’abbraccio prendendomi in braccio, stringendomi ancora più forte. 

  • Grazie piccola. 
  • Non devi ringraziarmi, l’ho faccio con piacere. Volevo essere la prima a farti gli auguri. 
  • E’ una bellissima sorpresa grazie. 

Mi dice dandomi un piccolo bacio sulla guancia. 

  • Prego, non si è ancora conclusa la mia sorpresa. 
  • Va bene, fammi chiudere la porta.  

Mi dice, facendomi scendere dalle sue braccia,  subito dopo allunga il braccio per chiudere la porta. 

  • Va bene, dammi un attimo che vado a mettermi qualcosa, per rendermi presentabile. 
  • Perché? Non è necessario vai benissimo così. 
  • In che senso scusa? 
  • Nel senso che sei perfetto anche cosi 

Rispondo per poi baciarlo in modo passionale, mentre con le mani sfioro i suoi pettorali, facendo scorrere le dita fino agli addominali. Dopo pochi secondi mi stacco dalle sue labbra sussurrandogli: 

  • Stasera ti voglio tutto per me!

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


                                              Jay

  • Stasera ti voglio tutto per me!

Mi dici per poi ricominciare a baciarmi, è un bacio piuttosto passionale e profondo. Stento a crederci, non mi sembra ancora vero, vuole scopare con me. Spero di non aver frainteso le sue parole, mi sembra che sia stata piuttosto chiara, in merito alle sue intenzioni. 

La prendo in braccio, automaticamente lei avvolge le sue gambe attorno ai miei fianchi, mi dirigo in camera da letto impaziente di andare oltre.   La faccio appoggiare delicatamente sul letto, per poi mettermi su di lei, continuo a baciarla in modo passionale, le nostre lingue continuano a toccarsi senza mai staccarsi. 

Questo inizia a farmi eccitare, avere lei sotto di me, mi provoca degli istinti che fino ad ora ho cercato di reprimere. 

Sposto le mia labbra sul suo collo, inizio a farle dei piccoli succhiotti, in tutta risposta Clara emette dei piccoli gemiti, che mi spingono a continuare. Passo dal collo alla sua scollatura, tracciando altri baci, sposto il mio sguardo su di lei, desidero togliere la maglia e continuare ad assaporare il suo corpo, però ho bisogno di capire se lei vuole, non voglio fare la figura del coglione per la seconda volta.

  • Posso? 
  • Cosa?
  • Posso toglierti la maglia?

Domando un po’ imbarazzato, non ho mai chiesto il permesso di togliere la maglia ad una ragazza durante un rapporto, di solito con le ragazze vado subito al sodo. Con lei devo andarci piano, ho paura di commettere degli errori. 

Non mi risponde, si limita ad annuire. 

La faccio alzare un po’, giusto per toglierle la maglia. Indossa un reggiseno bianco in pizzo, il seno come ben ricordo è abbastanza prosperoso e sodo, come piace a me. Immergo subito il mio volto sul suo seno, baciandolo fino a dove inizia il reggiseno, facendogli dei piccoli succhiotti, Clara ancora più eccitata afferra i miei capelli stringendoli più forte. 

Pian piano sento la sua mano che stringeva i miei cappelli con forza spostarsi nella mia schiena accarezzandola fino ad arrivare al mio sedere. 

Questo suo gesto, mi fa intuire il desiderio di volersi spingersi oltre con me, rispondo subito sganciando il reggiseno, non appena scivola quella stoffa che copriva i suoi seni, rimango incantato dalla visione. 

Inizio con una mano a palpare il seno destro, mentre bacio quello sinistro, concentrandomi sul capezzolo, lo lecco per poi fare un piccolo risucchio con le labbra. 

Clara emette dei gemiti di piacere sempre più forti, facendomi eccitare sempre di più, ormai la mia sporgenza è evidente a causa dei boxer si nota di più. 

Le sfilo i pantaloni, ho voglia di sentire se è bagnata, con le dita sfioro gli slip anch’essi in pizzo per vedere quanto fosse realmente eccitata.  Sorrido non appena sento il tessuto dello slip completamente bagnato, continuo a baciarle il seno con foga e dolcezza. 

All’improvviso mi stacca da lei, la guardo un po’ preoccupato, non riesco a capire il motivo per cui si è allontanata, non voglio immaginare ad un suo ripensamento, sono fin troppo eccitato per fermarmi, se così fosse sarei obbligato a continuare da solo in bagno.

Mi sorprendo non appena la vedo posizionarsi a cavalcioni su di me, la vedo sorridere quando appoggiandosi a me sente la mia erezione. 

Inizia a posarmi  un bacio sulle mie labbra, poi si sposta sul mio collo, i miei pettorali, il mio addome fino a regalarmi dei baci sui fianchi. 

Il modo in cui bacia ogni parte del mio corpo mi manda fuori di testa, sono fin troppo eccitato, non fa altro che aumentare la mia erezione con quei baci. Rimango sorpreso quando la vedo scendere al livello dei miei boxer  accarezza dolcemente  il tessuto innalzato per poi posare un piccolo bacio. 

Questo suo ultimo gesto mi manda totalmente in estasi, mi alzo delicatamente, la posiziono di nuovo sotto di me. 

Inizio a baciarla con possiede, mentre con la mano sfioro lo slip, con le dita tocco la parte bagnata, a questa mia azione sento Clara emettere dei gemiti ancora più forti. Continuo a toccarla, facendo pressione sul suo clitoride, stanco della stoffa che mi separa dalla sua intimità, tolgo gli slip. 

Mi stacco dalle sue labbra, iniziando a seminare dei piccoli baci in tutto il suo corpo, ho il folle desiderio di assaporarla, voglio conoscere il suo sapore. Arrivo finalmente nella sua intimità, inizio a baciare la pube, alzo le sue  cosce appoggiandole sulle mie spalle, affondo la mia faccia su di lei. 

Inizio a baciarla, facendo dei piccoli cerchi con la lingua sul clitoride, lei risponde spingendo con le sue mani la mia testa più affondo.  

Continuo a leccare ogni punto, immergendo la lingua nel  punto in cui dovrei penetrarla, geme sempre più forte, credo che a breve arriverà al limite. 

Infatti dopo qualche secondo la sento pronunciare il mio nome.

  • Jay, basta non c’è la faccio più.
  • Cazzo Clara, mi fai sposare un sacco!
  • Scusa.  

Sorrido per la sua risposta, non è consapevole del piacere fisico che mi sta causando in questo momento. 

Mi alzo posizionandomi accanto a lei, posandogli un altro bacio. 

  • Non devi chiedere scusa, anzi tutto il contrario. 
  • Ok. posso fare io adesso qualcosa per te?

Dice imbarazzata

  • Se te la senti si non è per forza. 
  • Certo che me la sento, dimmi se ti piace però. 
  • Va bene tranquilla

Gli dico per poi dargli un altro bacio. 

Clara si posiziona di nuovo su di me, inizia a baciarmi il corpo esattamente come prima, arriva davanti alla mia erezione. 

Mi guarda un po’ spaesata, chiedendomi: 

  • Posso toglierli?
  • Si, certo. 
  • Ok, aiutami però.

Alzo i fianchi, per aiutarla  a sfilare i boxer. Rimane con lo sguardo fisso sulla mia erezione, tanto che riesce a mettermi in imbarazzo.

  • Se non te la senti lasciamo stare. 
  • Oddio no, scusami e che è la prima volta che lo vedo in vita mia. 

Dopo tale affermazione, afferra la mia erezione facendo scorrere la sua mano su e giù. Dopo qualche attimo fa’ una cosa che mi sorprende, lo prende in bocca, regalandomi tanto piacere. Continua a fare entra ed esci con la bocca, leccando la cappella, dopo qualche minuto gli vengo tutto in bocca. 

  • Cazzo si Clara sei fantastica!

Nonostante gli sono venuto in bocca, non si stacca, continua a succhiare, inghiottendo tutto ciò che mi è uscito. 

Non appena finisce si alza e si distende accanto a me. 

  • Ti è piaciuto? Puoi dirmi la verità non mi offendo, davvero. Ci sta che non ti sia piaciuto, alla fine era la mia  prima volta. 
  • Scherzi mi è piaciuto tantissimo, sei stata fantastica, 

Gli dico per poi baciarla dolcemente. Mi stacco dal bacio, chiedendole:

  • E per invece come è stato?
  • Bello, molto bello. 
  • Sicura?
  • Si.
  • Se c’è qualcosa che non ti è piaciuto puoi tranquillamente dirlo. 
  • No, te lo assicuro è stato meraviglioso. Però adesso c’è una cosa che vorrei darti, non era questo il mio regalo. 
  • Ah, vuoi darmi altro?
  • Scemo no. Aspettami qui, vado a prendere la borsa che mi è caduta poco fa’. 
  • Ti è caduta, vero non l’hai buttata tu?
  • Jayyyyy smettila! Posso prendere in prestito una tua maglia?
  • Certo, sceglila pure. 
  • Posso usare anche i tuoi boxer? 
  • Si

Le dico sorridendo.  Si alza dal letto prendendo la maglia che si trovava sulla sedia, la indossa velocemente, subito dopo prende i boxer da terra. 

  • Jay ti giri? 
  • No. 
  • Ma dai girati. 
  • Che fai ti vergogni, dopo quello che abbiamo fatto?
  • Certo che no!
  • Allora perché mi devo girare?
  • Jayyyy, basta.

Si gira dandomi la spalle, mettendo i miei boxer. Dopodiché esce dalla camera da letto, durante questa sua brevissima assenza vado in bagno, per farmi il bidet. 

  • Jayy ma dove sei finito?

Esco dal bagno con solo l’asciugamano, che copre la mia parte intima, ho capito che a Clara la nudità la imbarazza tantissimo. Entro in camera e la vedo imbronciata. 

  • Che c’è piccola?
  • Uffa rovini i momenti magici!

Mi dice sbuffando. 

  • Perché? 
  • Perché si, coraggio siediti.
  • Va bene. 

Mi porge un piccolo pacchetto. 

  • Tieni, se non ti piace fattelo piacere. 
  • Ok, grazie non era necessario
  • L’ho fatto con il cuore. Non appena l’ho visto ho pensato subito a te. E poi oggi è il tuo compleanno è il minimo. 
  • Grazie. 

Gli dico per poi darle un piccolo bacio sulle labbra.  

Dopo essermi staccato dalle sue labbra, scarto il regalo, lo esco dalla confezione.

  • Allora non è un profumo qualsiasi, l’ho creato io pensando alla fragranza che più ti rispecchia. Ovviamente dentro la scatolina c’è un foglio illustrativo che spiega  gli ingredienti che lo compongono.
  • Grazie piccola.

Gli do un altro piccolo bacio sulle labbra per ringraziarla, subito dopo tolgo il tappo per spruzzare un po’ di profumo sul polso, la fragranza che sento mi piace è particolare in parte descrive la persona che sono. 

  • Ti piace?
  • Si, tantissimo. Grazie ancora. 
  • Che ne dici se ora andiamo a letto ho sonno. 
  • Ma per caso ti ho invitato a passare la notte qui? Il tuo regalo me l’hai dato ora vattene! Tra un po’ dovrebbe passare un altra ragazza a darmi il suo regalo.

Gli dico con tono serio, cercando di non scoppiare a ridere per la faccia che sta facendo.

  • Sei un pezzo di merda. 

mi dice per poi iniziare a darmi dei piccoli schiaffi nel braccio. Per la sua reazione inizio a ridere tanto, non mi sono mai sentito così a mio agio con una persona penso, prendendola in braccio. La appoggio delicatamente sul cuscino, sdraiandomi acconto a lei, inizio a  riempire tutto il suo viso di baci. Clara si appoggia sul mio pento, regalandomi anche lei dei piccolissimi baci sul petto. Prima di addormentarci, sposto Clara che si lamenta, la rassicuro dicendogli: 

  • Piccola arrivo, dammi un secondo. 

Mi alzo, apro il cassetto prendendo un paio di boxer, li metto , spengo la luce e poi mi butto sul letto, Clara si avvicina poggiando la sua testa sul mio petto. 

  • Buonanotte

Mi dice assonata. 

  • Buonanotte piccola. 

Le dico accarezzandole i capelli, fin quando non ci addormentiamo. 

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


    …….. Clara……..

3 Febbraio 11:43

Sono nel letto, mi sono appena svegliata, tengo gli occhi ancora chiusi, non ho voglia di alzarmi per il momento sto bene così. Sono avvolta dalle forti braccia di Jay che ancora dorme, stento ancora a crederci, sono qui con lui, con i suoi vestiti addosso. Sento ancora il suo profumo che mi inebria la mente, è bellissimo stare con lui, sentire il suo cuore che batte. 

Ieri sera non appena l’ho visto, non sono riuscita a resistergli, avevo voglia di abbracciarlo, sentire il suo profumo, assaporare le sue labbra. Non ci ho nemmeno pensato due volte in quel preciso istante avevo voglia di lui. 

Sono felice di aver fatto questa  prima piccola esperienza con lui, sentire il suo sapore, vedere i suoi occhi  pieni di desiderio mi hanno fatto sentire più donna. Non potevo immaginarmi tutto questo, non credevo che un rapporto intimo potesse portare tutti questi benefici, dopo ieri sono certa di volere solo lui nella mia vita, voglio fare l’amore solo  con lui. Sono certa che solo con Jay potrei essere felice, in fin dei conti mi conosce, non totalmente però abbiamo tanto tempo per farlo. Nonostante i nostri diverbi, siamo riusciti a chiarirci e ad avvicinarci sempre di più, identificando lentamente il sentimento che nutro nei suoi confronti. 

Chissà se anche Jay ha fatto chiarezza nel suo cuore, così come ho fatto io? Tuttavia mi sorge una domanda, negli scorsi giorni l’ho pensato molto, ho provato a contattarlo senza ricevere una risposta da parte sua. Mi chiedo perché non mi risposto? Gli sono mancata? Ma la domanda più importante è: cosa ha fatto negli ultimi giorni? E’ stato con quella puttana? Ha scopato con qualcuna? 

Mi alzo di scatto incazzata, riflettendo su ciò che è accaduto mi rendo conto che magari non avrei dovuto fare…. quelle cose. 

  • Cazzo è successo?

Mi dice assonato, abbastanza spaventato. Rispondo con estrema delicatezza, afferrando un cuscino, che uso per picchiarlo, dicendogli: 

  • Sei uno stronzo!
  • Ma perché? Piccola che ho fatto?
  • Hai anche la faccia di domandarmelo, ma non ti vergogni?

Sbotto per poi lanciargli un altra cuscinata. 

  • Ma di che parli?
  • Cosa hai fatto in questi ultimi giorni?

Gli domando, minacciandolo con il cuscino che tengo stretto tra le mie mani.

  • Ahhh, ma che c’è Claretta è gelosa?
  • Jay, rispondi alla mia domanda. Stai rischiando, rispondi immediatamente. 

Alla mia affermazione, Jay mi prende e mi butta tra le sue braccia stringendomi forte. 

  • Ma che c’è piccola, cosa avrei dovuto fare secondo te? Ho lavorato. 
  • Nient’altro?
  • No. 
  • Niente scopate, niente troie?
  • No, piccola. 

Mi dice sorridendo, mi ammorbidisco al suo sorriso, sono certa che mi ha detto la verità. 

  • Ti credo, ti sei salvato. 

Gli dico, nascondendo il viso sul suo petto. 

  • Mi sono salvato da cosa? Dalla tua furia omicida?
  • Uffa non prendermi in giro. 

Dico imbarazzata, stingendomi più forte a lui, nascondendo il mio viso.

Inizia ad accarezzarmi la testa, posando dei piccoli baci sui miei capelli, dopodiché prende con l’indice e il pollice il mio mento, posando dei piccoli baci delicati sulle mie labbra. 

All’improvviso Jay si stacca da me, interrompendo i suoi baci.

  • Ma tu invece cosa hai fatto?
  • Io?
  • Si, a chi dovrei chiederlo, non c’è nessun’altro. 
  • Sono stata a Milano. 
  • Milano? 
  • Si, Milano. 

Dopo la mia affermazione si stacca, assumendo una espressione alquanto seria. 

  • Ma che cazzo ci hai fatto a Milano, scusa? Con chi ci sei andata poi?
  • Sei geloso Jay?
  • Rispondi alla mia domanda?
  • Altrimenti?

Quella domanda lo fa alzare di scatto allontanandosi da me, uscendo dalla stanza. Mi alzo per andargli incontro. Mi rendo subito conto che è andato in bagno, a causa della porta aperta infrango la sua privacy. 

Lo trovo davanti al wc, mentre fa’ pipì. 

  • JAYYYYYY, la porta chiudila!

Ignora il mio rimprovero continuando a fare quello che stava facendo. Corro subito in camera da letto molto imbarazzata, nascondendo il mio viso tra i cuscini per la vergogna. 

Dopo qualche minuto, mi alzo per uscire dalla stanza. Mi dirigo in bagno, dopo essermi accertata che lui avesse finito. Mi lavo i denti, faccio il bidet e poi mi do una sistemata ai capelli. Non appena finisco, esco dal bagno e cerco Jay, che trovo quasi subito. E’ in cucina, sta mangiando, sotto certi aspetti mi ricorda Nicola. 

  • Jay, ma cosa fai?

Si volta verso di me, non appeno lo vedo mi scappa una risata è tutto sporco di nutella, in questo momento non sembra un ragazzo di 25 anni, sembra un bambino di 6 anni che lotta contro gli attacchi di fame e il sovrappeso. 

  • Cazzo ridi?
  • Che c’è baby Jay?

Gli dico, facendomi scappare un altra risata. 

  • Ma perché questa cosa?
  • Jay, in questo momento sembri un bimbo ciccione. 

Sorride per la mia affermazione, per poi girarsi di nuovo continuando a mangiare. 

  • Vuoi sapere cosa ho fatto a Milano?
  • Te l’ho già chiesto.
  • Vuoi ancora saperlo?
  • Quando vuoi tu. 
  • Allora a Milano ci sono i miei nonni. Vado spesso da loro, per andarli a trovare. 
  • Perché non me l’hai detto?
  • Magari se avessi risposto ai miei messaggi e alle mie chiamate, te l'avrei detto. 
  • Mmmm ok. 
  • Senti adesso che abbiamo chiarito, che ne dici di festeggiare il tuo compleanno? 
  • Non mi va. Poi scusa cosa vorresti fare?
  • Stare con te, festeggiare questo meraviglioso giorno. 
  • Ahhh stare con me. Ok….

A tale affermazione mi prende in braccio, sporcando le mie cosce di nutella con le sue mani che fino qualche istante erano immerse nel barattolo di nutella, "sembra un bambino!". 

  • Jayyyyy mi sporchi cosi. 
  • Poi ti lavi. Se vuoi lo faccio io più tardi?
  • JAYYYYYY MI STAI METTENDO IN IMBARAZZOOOOO

Entriamo in camera da letto, mi butta sul letto sdraiandosi sopra di me.

Inizia a darmi dei baci sulle labbra, sporcandomi di nutella. 

  • Lo sai che mi stai sporcando?

Gli domando sussurrando, per poi accarezzargli i capelli, dicendogli: 

  • Sei bellissimo, non mi stancherò mai di te. 
  • Non sai quanto sei bella tu. 
  • Jay, qualsiasi cosa succederà tra di noi, voglio che ti ricordi che il mio cuore ti appartiene. Sono consapevole che sto per dire qualcosa che sicuramente ti metterà a disagio, però sento il bisogno di dirtelo. Mi piaci, mi hai rubato il cuore dal primo giorno che ti ho visto in quel centro commerciale, da allora non potevo immaginarmi tutto questo. Sono letteralmente caduta ai tuoi piedi, non faccio altro che pensarti, il mio cuore al solo sentire il tuo nome inizia a battere più forte. Non credevo di potermi innamorare, sai io non credo nell’amore, tanto meno sono ottimista, ho vissuto tante cose brutte che mi hanno portato a non credere alla vita. Adesso mi rendo conto che mi sbagliavo, è stato il tuo arrivo a farmi ricredere, da quando ti conosco, sono felice, sorrido più spesso, riesco anche a guardare il mio passato senza percepire il dolore. Piano piano stai alleggerendo la mia anima, il mio dolore, grazie. Ritengo che la tua nascita sia il dono più bello che la vita poteva farmi.

Gli dico tutto d’un fiato, lo guardo nell’attesa di una sua risposta, si limita solo a sorridere. Credo di aver appena fatto una cazzata.

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


Rimane in silenzio, il suo sguardo è diventato serio, inizio ad avere paura, temo di aver detto una cazzata. Ho esagerato potevo anche risparmiarmi il monologo, sicuramente gli ho messo paura, sicuramente  penserà che sono una ragazza facile come quella Sofia o Martina. 

Più lo  guardo, più capisco di aver fatto un grande errore, ho sbagliato a baciarlo e aver fatto quelle cose con lui ieri sera. Non era il momento ho corso troppo, non lo conosco, probabilmente non mi vede  come una possibile fidanzata. Sicuramente per lui è stato  un gioco che l’avrà fatto ridere ma nulla di più, il solo pensiero mi spezza il cuore, una lacrima minaccia di cadere, il nodo che si crea alla gola non mi da modo di poter porre delle domande e mettere  a tacere questi dannati dubbi.

Cerco delle risposte attraverso i suoi occhi, adesso evita il mio sguardo, si è persino allontanato da me alzandosi dal letto, cosa dovrei fare? Gli darà fastidio la mia presenza? Non vorrà continuare ad illudermi, per questo evita il mio sguardo? 

Non riesco più a starmene in silenzio voglio capire cosa gli stia succedendo, provo a parlare ma le parole non vogliono uscire, non mi rimane che attendere una sua risposta, che non tarderà ad arrivare. Non vorrà mica farmi aspettare tutto il giorno? Basterebbe un semplice “Clara per me tu non sei importante, è stato bello e divertente però basta. Non voglio una relazione con te” . 

All’improvviso è proprio lui ad interrompere i miei pensieri, si avvicina nuovamente a me, con la mano sinistra accarezza la mia guancia, guardandomi fisso negli occhi mi dice:

 

  • Come fai a provare qualcosa per uno come me? Mi hai visto bene Clara? 

 

  • Ma cosa intendi dire? Cosa vuol dire “ mi hai visto bene”?

 

  • Clara cazzo sono un mostro, il mio volto fa schifo, il mio carattere fa schifo. Come puoi provare qualcosa per me? Ti ho anche dato della troia. Non sono il ragazzo adatto a te, è meglio che ti allontani, finché sei in tempo. 

 

  • No, io non voglio allontanarmi da te, per me non sei un mostro, sei un ragazzo speciale sicuramente avrai i tuoi difetti ma questo non significa che devi restare solo. Anch’io ho mille difetti non sono perfetta, nessuno lo è, però tutti meritiamo di stare bene, capisci?

 

  • No, Clara non tutti. Io no, non voglio illudermi che un giorno potrei essere visto dal mondo esterno com un ragazzo normale come tanti altri.

 

  • Non devi illuderti, devi solo accettare questa realtà…

 

Mi interrompe bruscamente dicendomi:

 

  • No Clara non si può accettare una realtà  come questa. La mia vita è stata segnata per sempre e questo non potrà cambiare mai e poi mai. Quindi come cazzo puoi dirmi che devo accettarmi e queste cazzate simili, non ho mica bisogno dei tuoi discorsi sulla autostima, so ciò che sono diventato da quel giorno e non è un cambiamento solo fisico, sono cambiato anche interiormente. Quindi non puoi venire tu a dirmi ciò che è giusto o sbagliato.

 

  • Innanzitutto calmati, non sono qui per farti la predica o dirti quello che devi fare. Hai subito un incidente che ti ha profondamente cambiato però dovresti voltare pagina, sicuramente non puoi stare a rivivere giorno dopo giorno ciò che ti e successo. Non ti fa bene, sopratutto non dai modo agli altri di conoscerti ed apprezzarti. La bellezza esteriore non è tutto nella vita, ci sono altre cose che hanno un valore immenso.

 

Si alza di scatto  allontanandosi la sua espressione è rigida sembra  arrabbiato, alzando il tono mi dice:

 

  • NON SAI UN CAZZOO… e ti permetti di parlare… NON E’ STATO UN INCIDENTE…

 

  • AH IO NON SO UN CAZZO? Beh certo invece tu di me sai tantissimo. Ormai per te sono un libro aperto. E poi cosa cavolo significa, “non è stato un incidente”?

 

  • Che cazzo centri tu ora?

 

  • Ti ho fatto una domanda rispondi.

 

  • No

 

  • Rispondi

 

  • Non sono cazzi tuoi.

 

SI siede di nuovo sul letto dandomi le spalle, passa la mano destra sui capelli, per poi riprendere il discorso.

 

  • Tutto è iniziato il 15 novembre  dello scorso anno.

 

  • Continua, cosa è successo quel giorno? Perché dici che non è stato un incidente?

 

Mi avvicino verso di lui, sedendomi accanto, poso delicatamente la mia mano sulla sua, lo sento tremare capisco che non è semplice per lui parlarne. Mi si stringe il cuore nel vederlo così,  vorrei poter fare qualcosa per aiutarlo, sicuramente  non posso capire come si sente, però posso provare  a sostenerlo.

 

Dopo una breve pausa decide di riprendere il discorso.

 

  • No, scusa è iniziato tutto molto tempo prima, non sono mai stato il figlio che i miei genitori desideravano  o forse non sono mai stato desiderato e basta. Però nonostante  tutto ciò provavo a capirli, cercando di aiutarli economicamente, anche se non l’hanno mai meritato. 

 

Cerco di rassicurarlo stringendogli la mano. 

 

  • Nonostante il mio essere comprensivo loro hanno approfittato della mia bontà è quando finalmente ho capito che stavo sbagliando a dargli tutto ciò per cui faticavo, hanno deciso di minacciarmi ed io per farmi forte ai loro occhi gli ho chiaramente detto di non avere paura di loro, ma… ho sbagliato. Questo errore  mi è costato la faccia.

 

  • I tuoi genitori ti hanno rovinato la vita? Hanno provato a farti del male? Avevano intenzione di… di ucciderti?

 

  • E’ difficile da spiegare, non era la prima volta, solo che… quest’ultima volta ho rischiato davvero molto, e oltre tutto non potrò mai dimenticare, perché mi è rimasto un segno indelebile.

 

  • Perché non li hai denunciati? Cavolo Jay hanno cercato di rovinarti la vita, ti hanno fatto del male. Non meritano la tua pietà.

 

  • Pensi che denunciarli mi avrebbe fatto riavere il mio viso, la mia dignità? E poi è stato dichiarato un incidente, era semplicemente la mia parola contro quella dei vigili del fuoco.

 

  • Potevi spiegare la situazione alla polizia.

 

  • Va beh parli propio tu che ti fai trattare con i piedi da tua madre?

 

  • Stiamo parlando di te non di me.

 

Le sue parole  mi feriscono, non ha tutti i torti, anch’io come lui  mi faccio trattare molto male,  gli lascio fare ciò che vogliono senza opporre resistenza.

Come posso fargli la morale se sono la prima a farmi trattare male?

Il pensiero che Jay ha dovuto vivere un inferno simile mi fa capire sempre di più  che siamo simili più di quanto pensassi. Ma allo stesso tempo mi fa male pensare che sia stato e che sta cosi male dentro.

 

 

  • Si scusa hai ragione.

 

D’improvviso si alza mentre esce dalla porta, afferma  con aria decisa e sicura:

 

  • Basta così.

 

Dice  con un filo di voce, non vuole più parlarne gli occhi sembrano lucidi, per il tono di voce capisco che è quasi sul punto di crollare. Sta soffrendo tanto, non ha tutti i torti chi potrebbe mai accettare una realtà simile. 

I suoi genitori gli hanno rovinato la vita, riesco a comprendere anche parte del suo carattere, il suo disagio al primo appuntamento, il modo in cui ha evitato di guardarmi, la paura di essere giudicato sono comprensibili. Non ha mai ricevuto amore da nessuno fin dall’inizio, ha sempre vissuto con la consapevolezza di essere un peso ed un fastidio da chi invece doveva solo dargli amore. Vorrei tanto aiutarlo fargli aprire gli occhi, mostrargli un’altro aspetto della vita, dimostrargli che non esistono solamente l’odio, il disprezzo e la violenza. Ripensando alle prime volte che abbiamo litigato, la prima volta che mi ha dato della troia capisco che dietro a quell’offesa c’era la paura di non essere all’altezza, di non essere abbastanza. La paura e l’insicurezza sono gli elementi che caratterizzano il carattere di Jay. 

 

Dopo pochi secondi sento una porta sbattersi,  credo sia quella del bagno l’unica stanza vicina alla camera da letto, per il rumore provocato suppongo sia quella che è stata chiusa con violenza da Jay.

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


Inizio flashback

Oggi è il 15 novembre 2015 per fortuna oggi ho il giorno libero quindi posso dedicarmi a fare delle commissioni, ma soprattutto posso dormire un pò più del solito. Alle 11:35 mi sveglio con il telefono che suona leggo il nome sullo schermo, è Monica la mia ex con la quale ultimamente ho trascorso del tempo, ovviamente per me era solo svago, ma forse per lei non era la stessa cosa.

  • pronto
  • ciao Jay tutto bene ?
  • tutto bene. 

Ribatto assonnato 

  • Ti ho svegliato? Se vuoi ti chiamo dopo 
  • No no dimmi 
  • Hai da fare oggi?
  • Un pò perché?
  • Così… 

sto in silenzio aspettando che mi dica ciò che voleva dirmi  dopo pochi attimi di silenzi con una voce un pò timida mi dice:

-Ti andrebbe di stare un pò insieme ?

- Si  dai , anche perché mi sa che dobbiamo parlare un pò

  • Di cosa ?
  • Poi ne parliamo dai. facciamo alle 17:30?
  • Si così finisco di studiare. Dove?
  • Ti andrebbe di incontrarci nella capannina sul lago?
  • Si, va benissimo 
  • Va bene allora a dopo ciao 
  • Ciao Jay 

Chiudo il telefono mentre mi alzo dal letto, arriva Bu il mio  il mio cagnolino, ha uno strano metodo per darmi il buongiorno e per darsi il buongiorno inizia a leccarmi le mani, segno che vuole fare colazione.  Dopo un pò di coccole vado a riempirgli la ciotola e subito dopo mi dirigo  in bagno come al solito tra doccia, barba impiego  quasi un ora. Torno in camera inizio a vestirmi, mentre  sento uno strano rumore proveniente dal mio stomaco “ho fame”.

Vado in cucina apro il grande frigo bianco e guardo dentro  indeciso ,

Scelgo di mangiare la pasta rimasta il giorno prima  la riscaldo un pò in microonde. 

Mentre mangio decido di guardare un film non appena finisco di pranzare, controllo  il telefono sono già le 13:30 .

Decido di prepararmi e uscire con Bu per fare delle commissioni .

Dopo pochi minuti arrivo al portone d’ingresso, mi volto e  beh li sgrano gli occhi  spaventato dalla  persona che mi sta difronte, cerco di non far trasparire la paura che mi incute quell’uomo gli chiedo: 

- Tu che ci fai qui ? che vuoi ?

  • Jay… è questo il modo di rivolgersi a tuo padre?
  • Padre… per dire. 

Ribatto con lo sguardo verso il basso .Continuo dicendo 

  • Comunque che vuoi?
  • Lo sai cosa voglio,  i soldi di novembre non sono ancora  arrivati .
  • Non ci sono e non ci saranno!
  • Come scusa ?
  • Non ci sono. Sono  davvero stanco di dovermi privare di tutto per dover mantenere voi che state a casa non fare un cazzo

Dico alzando il tono della voce. Lui risponde con un tono nervoso e impaziente 

-  Come cazzo ti permetti a parlare così della tua famiglia  anche tua sorella lavora per mantenerci .

  • La mia famiglia?? voi a  me fate schifo, e mia sorella e stupida che ancora si fa plagiare da voi. Tu e tua moglie non potreste lavorare anziché sperperare i soldi in cazzate ?

Affermo alzando un po’ troppo il tono .

  • Jay attento a come parli ti finisce male . Poi non devi essere tu a dirmi quello che devo fare,  io e tua madre non abbiamo  ne la voglia ne il tempo di lavorare .

Spaventato ma stanco di farmi calpestare da questo individuo, decido di dirgli che non ho paura e che  i soldi non ho intenzione di darglieli. E che deve portare un po’ di rispetto dal momento che si trova davanti casa mia e non sta parlando con un bambino, ho 24. 

Cercando di sembrare più forte possibile vado via prima che possa ribattere, chiudo la porta con violenza dirigendomi presso il mio appartamento. 

Cerco di distrarmi trascorrendo la prima metà del pomeriggio uscendo con degli amici e pagando delle bollette  andando al supermercato. 

Alle 17:15 sono già alla capannina, per ingannare il tempo giocherello con Bu. Dopo qualche minuto vedo Monica, una ragazza dai capelli biondo platino, occhi azzurri come il cielo, labbra carnose che mette in evidenzia con un rossetto rosso fuoco. Non è una ragazza bassa è alta circa 1,70cm, ha un fisico perfetto, ha tutte le curve messe al punto giusto. 

 Le vado incontro per salutarla con un bacio sulla guancia, lei ricambia il mio saluto e gioca un pò con Bu. La interrompo per poter finalmente mettere le cose in chiaro. 

  • Dimmi. 

Mi dice con un tono di voce debole e insicuro, non sembra la ragazza che conosco decisa e determinata. In questo momento sembra fragile e indifesa. Dopo pochi istanti decido di riprendere il discorso è giusto chiudere prima che lei possa farsi male sul serio, non la amo non mi è mai interessato avere una relazione amorosa con lei. E’ finita qualche mese fa’ a causa di incomprensioni, non voglio ricominciare qualcosa che abbiamo interrotto per un valido motivo. Ci ha uniti semplicemente un letto in cui abbiamo scopato diverse volte nient’altro se non pura passione. 

  • Io credo che dovremmo smetterla di vederci 

Affermo con un tono di voce molto deciso 

lei abbassa lo sguardo come se sapesse già ciò che volevo dire. Alza di nuovo la testa e mi guarda negli occhi 

  • E’  questo ciò che vuoi?

Mi domanda, leggo la paura nei suoi occhi, teme la risposta che potrei darle in questo momento. 

  • Beh si io non voglio impegnarmi per ora, però mi piacerebbe che ci salutassimo bene per l’ ultima volta .

Lei sorride e poi a bassa voce mi dice:

- Magari è sbagliato ma lo voglio .

Si avvicina posa  le sue mane sul mio viso e mi bacia

io ricambio il bacio e  metto la mie mie mani sul suo sedere ,

dopo dei lunghi preliminari ci sdraiamo in un piccolo lettino e facciamo sesso con molta passione , lo facciamo per due volte di fila .

Dopo aver concluso  ci rivestiamo in silenzio. Iniziamo a parlare del più e del meno .

Ad un certo punto sentiamo  odore di benzina, decido di capire da dove provenisse quella puzza di benzina, pertanto decido di uscire da quella piccola capanna  in cui mi trovavo con Monica.

Non appena esco dalla porta vedo una macchina che se ne sta andando via, in quel momento la mia testa inizia a porsi tante domande ”Chi era quello della macchina? Cosa voleva?” una delle mie più grandi paure e che forse a tutte quelle domande ho già una risposta, ovvero mio padre, che sta provando a farmela pagare nei peggiori dei modi. Inizio a fare il giro della capanna qualsiasi cosa avesse in mente devo fermarla, non si tratta solo di me c’è di mezzo anche Monica. Arrivo sul retro della capanna e vedo del fuoco. Non sapendo come spegnerlo e data la presenza della benzina corro dentro per avvisare Monica per farla uscire. Riusciamo a scappare prima che il fuoco prendesse il sopravvento, solo dopo pochi istanti capisco che in quella capanna non c’era solo Monica  c’era anche Bu. Mentre corro verso la capanna  urlo  a Monica: 

  • C’è Bu E rimasto dentro. 

con un po di fatica riesco ad entrare non si   respira e non si capisce nulla sembra l’ inferno infuocato,  guardo ovunque cercando Bu dopo pochissimi secondi lo vedo, è appisolato ignaro delle fiamme e del fumo che ci sono attorno a lui.

Lo prendo in braccio e cerco di uscire  fuori ma non appena arrivo davanti alla porta, proprio nel momento in cui  stavo per uscire esplode tutto, non riesco nemmeno a proteggermi. In quel momento  cado terra  privo di sensi .

Fine flashback 

 

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


….CLARA….

Rimango paralizzata, sono ancora sconvolta per le rivelazioni di Jay. Mi sorgono mille domande tra le quali: Perché non li ha denunciati ? Perché non si e vendicato? Sarà stata la paura a fermarlo?  Ma sopratutto per quale motivo i suoi genitori lo odiano così tanto?  

Però a certe domande non esistono risposte, se ci fossero state probabilmente ora saprei anche io perché i miei genitori sono così come sono, egoisti ma sopratutto cattivi.

E’ già trascorsa più di mezz’ora, Jay non è ancora uscito dal bagno, ogni minuto passato in camera sua  ad aspettarlo sembra interminabile. Vorrei stare al suo fianco in questo momento  per sostenerlo, vorrei tanto bussare alla porta del bagno ed entrare,  abbracciandolo subito dopo per potergli dare la forza che in questo momento non trova in se stesso. Desidero che tra le mie braccia lui si sfoghi liberandosi di tutte le maschere che ogni giorno indossa, questo per me  significherebbe molto. Sono consapevole che probabilmente per un ragazzo piangere dinanzi a qualcuno non sia facile, però con me potrebbe farlo vorrei, insomma chi meglio di me potrebbe capirlo ed aiutarlo.Tuttavia credo sia più opportuno rimanere qui e aspettare che si calmi non voglio infrangere troppo i suoi spazi.

Dopo quasi un ora trascorsa a  torturarmi con quelle domande sento la porta del bagno aprirsi.

Quel rumore mi fa sobbalzare alzandomi e correndo verso di lui, proprio quando varco la soglia, mi scontro con il suo petto muscoloso, un po’ intimorita alzo lo sguardo  cascando nei suoi occhi, balbettando gli dico:

  • Ja..ay tu..tu..tto bene?
  • Ma tutto bene Clara? In mia assenza hai avuto un ictus ?
  • Io? Ma starei qui a parlare tranquillamente secondo te?
  • Beh ma non stai parlando cosi tanto tranquillamente sembri balbuziente 
  • Heyyyy ma ti sembrano modi questi, per la cronaca ero preoccupata per te.
  • Perché?
  • Prontooo? Sei stato per più di un ora in bagno, stavo già pensando di chiamare aiuto.

Dico alzando le braccia al cielo, sperando che capisca la mia preoccupazione. Tuttavia il suo sguardo  non riesco a definirlo, sembra indecifrabile, non lascia trasparire nessuna emozione. E’ questo che ha fatto in bagno, si è esercitato a recitare questa parte, in modo tale da non dover più continuare il discorso? Se è così, ammetto che è davvero bravo, se non lo conoscessi, se non avessi assistito al suo crollo, sicuramente ci sarei cascata. 

  • Ahh ma ho cacato.

Afferma con disinvoltura, scherziamo? Crede che sono così stupida da crederci? Clara Mariani mantieni il controllo, avrai le tue risposte, lentamente ma le avrai. 

  • Ci sei sprofondato in quel bagno?
  • No, ho giocato con il telefono.

Jay Martìn ti sei fregato con le tue stesse mani! A Clara non sfugge nulla! Mentre tu eri chiuso in bagno a fare i tuoi “bisogni”, io ero distesa nel tuo letto ad osservare con attenzione il tetto. Dopo vari minuti ad osservarlo, ho spostato la mia attenzione su un aggeggio che sembrava essere un iPhone, che non si trovava tra le tue mani in bagno, no no era adagiato sul comodino. Ovviamente come ficcanaso di prima categoria, l’ho preso e ho visto qualcosina di qua e di là, senza sbilanciarmi più di tanto. Ho solo risposto a qualche messaggio di qualche puttana, dicendo educatamente e senza insultarle per carità, che non volevi sapere nulla di lei, ovviamente con gentilezza e diligenza. Quindi mio caro inventa una scusa più credibile, e cambia password perché alla prossima potrei perdere il controllo e fare qualche cazzata contro le tue vecchie “amiche”. 

  • Capisco, mica l’ictus l'hai avuto tu?
  • Nah

Afferma sedendosi sul letto come se non fosse accaduto nulla. Jayyyy svegliaaaa,  sono qui Clara è qui pronta ad ascoltarti e a consolarti basta semplicemente una parola e giuro che proverò a farti stare meglio. Fidati di me, puoi farlo magari se inizio io il discorso? Può funzionare? Ma si Clara, non si può nascondere l’evidenza. Bene allora lo faccio!

  • Tutto bene?

Ammetto che la risposta di Jay mi spaventa un po’, si potrebbe arrabbiare, dandomi della ficcanaso, dicendomi educatamente di farmi gli affari i miei. Non ha tutti i torti, non è obbligato a parlarmi di lui, alla fine per lui non sono nient’altro che una ragazza che conosce appena con cui ha condiviso un letto ieri sera.  

Perché il pensiero che lui possa vedermi come una delle tante, mi crea un fitta al livello del cuore? Coraggio Jay dimostrami che è solo frutto della mia immaginazione, tu in fin dei conti ci tieni a me, vero? 

  • Si Claretta non essere apprensiva ho solo fatto un po’ di cacca giocando, mica ho avuto mal di pancia, tranquilla. 

Perfetto Jay hai appena distrutto tutti i film mentali che questa povera ragazza si era fatta da quando ti conosce. Ora si che mi sento meglio, le tue bugie sono un  sollievo per il mio cuore. Perché trovi così tante difficoltà a parlarne? Forse perché non è una cosa semplice? Diamine è una cosa delicata è particolarmente riservata, è normale che non vuole parlarne con una sconosciuta. Lo farà più in là, quando se la sentirà, almeno spero. 

  • Va bene.
  • Va bene

Ripete lui, come al solito evitando il mio sguardo. 

Decido di sedermi accanto a lui, inizio ad accarezzargli i capelli delicatamente, per poi abbracciarlo. Lui rigido come una roccia non lo contraccambia immediatamente, ma dopo qualche istante sento le sue braccia che mi avvolgono. Rimango a godermi questo abbraccio ancora per un po’, nessuno dei due sembra avere l’intenzione di allontanarsi, decido di spezzare questo silenzio, è giusto che lui sappia che ci sarò anche se deciderà di portarsi questo segreto nella tomba. senza mai rivelarlo a nessuno.  Stacco il mio viso sul suo, alzo il mento per poterlo guardare meglio, per poi iniziare a parlare. 

  • Jay, qualsiasi cosa succeda voglio che tu sappia che io ci sarò nel bene o nel male, nella buona o nella cattiva sorte…
  • In salute e in malattia… mi stai chiedendo di sposarti?

Mi interrompe sorridendo, lo sto facendo ridere. Jay per favore non interrompere il mio discorso, potrei perdere il filo rovinando il momento magico che si sta creando. 

  • No, fammi finire. Ti assicuro che non ho intenzione di chiedere la tua mano è ancora presto. Allora stavo dicendo… ah si, ci sarò sempre per te qualsiasi cosa accada, non mi importa di quello che potrebbe succedere in futuro, non mi importa se deciderai di non parlarmi di ciò che ti affligge. Resterò ugualmente al tuo fianco, questo perché a te ci tengo tantissimo, non saranno i tuoi o i mei segreti ad allontanarmi da te, chiaro? 
  • Si, chiarissimo. 

Mi stringe più forte a sé, non è necessario capire cosa gli frulla per la testa, gli ha fatto piacere sentire queste parole. Probabilmente mai nessuno l’ha fatto sentire amato. Tranquillo Jay lo farò io da ora in poi per te, Clara è qui solo per darti amore e non se ne andrà fin quando non sarai tu a chiedermelo. 

  • Grazie 

Dice con un tono di voce calmo e rilassato. Rispondo dicendogli:

  • Non dirmi grazie, non è necessario, faccio questo solo perché è quello che mi sento di fare e perché sono innamorata di te. 

Cazzo Clara hai appena firmato la tua condanna a morte, hai appena rovinato un momento così dolce. Perché non pensi prima di parlare, ehh? Me lo spieghi perché il criceto che si trova nella mia scatola cranica rimane sdraiato senza mai correre? Cosa penserà di me? Che sono una squilibrata, ecco cosa penserà. 

 

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


 

Abbasso la testa, non riesco a guardarlo negli occhi sono troppo imbarazzata, ma cosa diavolo mi è saltato in mente abbiamo discusso perché non vuole che io mi impegni con lui è adesso gli dico che sono innamorata? Clara Mariani tu sei tutta matta! 

Poi il suo silenzio è di grande aiuto, grazie a lui sono talmente tranquilla che rischio di avere un infarto. Diamine Jay parla, dimmi qualcosa, qualsiasi cosa, va bene anche un rifiuto basta che parli. Riesco a percepire i suoi occhi fissi su di me, ovviamente non vado a verificare morirei subito. 

Dopo qualche secondo che per me sono sembrati interminabili, si decide a parlare, attraverso i gesti come lo fa’? Baciandomi, la sua risposta non placa i miei dubbi, sono certa che qualcosa per me la sente, ma sarà attrazione fisica? Si sta innamorando anche lui? 

Il bacio anche se è molto dolce, non riesce a darmi la tranquillità e le sicurezza di cui ho bisogno. Perché Jay non riesci ad aprire il tuo cuore con me? Perché cerchi disperatamente un contatto fisico con me, senza mai parlarmi dei tuoi sentimenti? Sono umana Jay ho bisogno di sentirtelo dire, ho bisogno che tu pronunci una semplice frase “ Clara non sono innamorato, però sto talmente bene con te che penso che da lì a breve cadrò ai tuoi piedi”. Accetterei qualsiasi cosa davvero basta che però mi fai capire se per te quello che c’è tra di noi è importante. 

Decido di staccarmi dalle sue labbra, non voglio continuare ad avere un contatto con le sue labbra, preferisco allontanarmi da lui il più possibile. La mia testa mi suggerisce di andarmene via, di non perdere tempo è inutile era è resta un donnaiolo, che usa solo le donne per placare i suoi piaceri.

 Mi alzo dal letto, cerco i miei vestiti sotto lo sguardo attento di Jay, tento disperatamente di rimanere impassibile ai suoi occhi. Ma la cosa mi sfugge di mano, non riesco a controllare le mie emozioni, iniziano a cadere delle lacrime che rigano le mie guance. Perché deve fare così male? Perché non contraccambia i miei sentimenti? 

Sfilo la sua maglia, rimetto il mio body insieme ai pantaloni, per poi le scarpe, tutto ciò evitando di guardare Jay che rimane in silenzio. Sicuramente il primo premio come ragazzo dalle mille parole verrà dato a lui, riesce sempre a trovare la parola giusta! Lui sa come rassicurare una ragazza, dovrebbero prendere tutti esempio da lui, sicuramente ci sarebbero meno relazioni e più sesso. 

Non appena finisco di prepararmi, mi dirigo verso l’uscita della sua camera, non lo saluto nemmeno attraverso l’uscita in silenzio, nel preciso istante in cui esco Jay mi afferra il polso, facendomi girare verso di lui, obbligandomi a guardarlo negli occhi. 

Rimango in silenzio, non so cosa dirgli insomma mi ha appena fatto capire che per me nutre solo un’ attrazione fisica. Non me l’ha detto, mi è bastato osservare la sua reazione per capirlo. Il mio criceto in fin dei conti corre in quella testolina, anche se poco riesce a farmi trarre delle conclusioni. 

Si avvicina di più a me finché i nostri corpi non si ritrovano uniti, con entrambe le mani afferra il mio viso posando un piccolo bacio sulle mie labbra, per poi rivolgere la sua attenzione ai miei occhi, mi fissa, mi perdo dentro i suoi occhi. Interrompe il silenzio, parlandomi finalmente. 

- Piccola anche tu sei importante, non è propio facile per me  ammetterlo ma… insomma lo sto facendo, io… io… a te ci tengo molto.

Sorrido come un ebete, sembro una bambina a cui hanno appena regalato il giocattolo che desiderava da mesi, Jay è il mio regalo. Ammetto che è un po’ scarso con le dichiarazioni, forse lui a differenza mia usa di più il cervello, è ovvio. Clara è una asso con le figuracce, se mi mettessi a contare tutte quelle volte in cui mi sono messa in ridicolo con lui, perderei il filo, sono innumerevoli, non riesco nemmeno a tenere il conto. 

Le sue parole rimbombano nella mia mente una ventina, trentina di volte, come un disco rotto rimango bloccata a quelle parole cancellando il resto. Ci tiene a me, ok non è innamorato, però è già un passo in avanti per me, facciamo progressi. Domani mi dirà “ ti amo” di questo passo, Clara rimani con i piedi per terra, non iniziare con i tuoi film mentali. 

Rispondo subito alla sua “quasi” dichiarazione dicendo: 

  • Jay sei molto dolce.
  • No, che dici!

Mi rendo anche conto di com’è bello camminare all’interno di Jay per conoscerlo, non ero a conoscenza di questo suo lato, è propio meraviglioso. 

  • Si sei imbarazzato, probabilmente non sei abituato a dire ciò che senti, quindi questo mi fa illudere di essere speciale.
  • Ma non devi illuderti e così non sei una come tante altre. Tornando al discorso non sono imbarazzato solo che… non è facile trovare le parole giuste, perché se esagero ti monti la testa se dico troppo poco ci rimani male. Quindi devo bilanciare bene le parole.
  • Certo che fai schifo, sei in grado di rovinare tutti i momenti belli. Hai un potere magico.
  • Sarebbe?
  • Infrangere l’atmosfera. Ti darei il primo premio, riesci a rovinarlo con così tanta disinvoltura che sembra quasi che tu non lo faccia apposta. 

Sorride, e quando lo fa mi perdo è meraviglioso, ogni volta che guardo i suoi occhi da vicino ci casco dentro e  non mi accorgo che respiro.

  • Basta smancerie. Ho fame.
  • Va bene cosa vuoi mangiare?
  • Non so Claretta è il mio compleanno dovresti sorprendermi.
  • No no caro mio, le mie capacità culinarie verranno ammirate e assaporate  stasera, adesso no!
  • Perché ora no?
  • Ma hai visto che ore sono?
  • No

Si alza dal letto prendendo in mano il mio telefono  con aria sorpresa esclama

  • Cazzo hai ragione è tardi. Sono le 14:40.
  • Appunto, a quest’ora di sicuro non ci ingozziamo, ci manterremo leggeri per abbuffarci stasera senza limiti, che sia chiaro. Non voglio sentirmi dire balena, mangi come un maiale, ok? 
  • Non parlarmi così smorfiosetta la colpa di chi è se stiamo andando ora a pranzare?
  • Ahh sarebbe mia?
  • Ovvio.

Inizia a prendermi in giro scherzando, mentre si dirige in cucina.

Mangiamo al volo un panino con il prosciutto e mozzarella.

 Subito dopo pranzo, Jay si siede sul divano iniziando a giocare alla play station. 

Qualche minuto più tardi sentiamo il campanello della porta suonare.

Chiunque sia non è per nulla educato si suona prima nel portone d’ingresso, mettiamo caso che Jay era in mutande? Cosa sarebbe successo, sicuramente la fortunata si sarebbe rifatta gli occhi. 

Di scatto mi giro mentre, lui si alza dal divano per andare ad aprire, sto per ucciderlo, insomma non può ad aprire la porta conciato così! Mi  giro con mia grande sorpresa noto che indossa  dei pantaloncini, probabilmente li avrà indossati dopo la discussione in bagno perché non ricordo di averlo visto mentre lo faceva.

Apre la porta e da qui non riesco propio a vedere chi è, riesco a capire che si tratta di un ragazzo grazie alla voce maschile che sento, sarà un suo amico venuto a fargli gli auguri. M a guarda che carino si è ricordato del suo compleanno, probabilmente sarà un caro amico. 

Decido di rivolgere la mia completa attenzione ai due ragazzi che si trovano all’ingresso, non perché io voglia spiare ma li sento parlare, è da maleducati non ascoltare Jay potrebbe chiamarmi per presentarmi al suo amico. Non posso mica ignorarli, farei fare solo una figuraccia a Jay. 

  • Jay

Afferma con voce profonda la persona che ha suonato alla porta, non sento subito Jay rispondere, lo fa dopo qualche istante.

  • Francesco ciao.

Esclama con un tono di voce un po strano, non mi sembra esattamente l’accoglienza che si da ad un caro amico, probabilmente avranno litigato  e per questo che Jay ha questo tono un po’ strano.

  • Dimmi? Che c’è? Perché sei venuto?
  • Beh mi piacerebbe parlare.
  • Ovviamente no.
  • Ma dai posso entrare ?
  • Ok… entra.

Afferma Jay con voce un po’ seccata. Jay indietreggia di qualche passo per farlo entrare, per poi chiudere la porta.

Mi domando per quale motivo lo faccia rimanere all’ingresso. Perchè non mi presenta al suo amico? Perché sono ancora davanti alla porta, e non qui in soggiorno? 

-  Allora, che vuoi?

  • Jay sono venuto fin qui per il messaggio, è una cosa molto bella sono…

Jay lo interrompe chiedendogli con aria curiosa:

  • Che messaggio?
  • Ma il messaggio in cui hai fatto coming out, Sai non ci…

Lo interrompe bruscamente, e con un tono di voce molto nervoso dice:

  • Ma che cazzo dici? Fammi vedere questo messaggio.
  • Si

Sento la voce di Jay che legge il messaggio che ho scritto.

- “Ciao ti ringrazio per gli auguri, oggi per me è un giorno importantissimo. Finalmente ho aperto gli occhi, io Jay Martin sono gay, ed amo un uomo, che per me è tutto. Quindi, adesso BASTA con le scopate di una botta e via, che erano fatte solo per ignorare i miei veri interessi. Adesso mi prendo ciò che mi appartiene godendomi a pieno ogni momento. Quindi ciao.” Ma che cazzo…

Sento silenzio per quasi un minuto, all’improvviso sento Jay  urlare il mio nome. Beh non saprei propio come giustificare il mio gesto, stavo solo cercando di allontanarlo dalle sue “amiche”. Non ci penso nemmeno per un secondo corro in bagno chiudendo la porta a chiave.

Sento Jay venire verso il bagno  mentre mi dice:

  • Clara esci subito!!!
  • OCCUPATOO…
  • No, Clara non sto scherzando esci, mi sto incazzando.
  • Farai di me carne da macello?
  • No esci,  ORA.
  • Mi fai paura, giurami che non commetterai un omicidio.
  • Esci
  • No, ho paura.

Ripenso al momento esatto in cui ho mandato quei dannati messaggi. Maledico la mia stupidità, dopo questa Jay se non mi ucciderà mi odierà e mi eviterà per il resto dei suoi giorni. Emerge una domanda nella mia testa, io non l’ho mandato  a nessun ragazzo, l’ho inviato solo alle sue  vecchie scopate, ed ovviamente erano tutte donne.

Ho paura ad uscire, è arrabbiato.

  • ESCIII…!!!
  • Si

A testa bassa esco dal bagno spaventa dalla sua reazione.

  • Mi spieghi perché cazzo hai fatto questa cosa?
  • Ma cosa ho fatto? 

Mento ovviamente.

  • Francesco dammi il tuo telefono.

Il ragazzo si avvicina a Jay porgendogli il suo iphone.  Decido di continuare la mia interpretazione di finta tonta. D’altronde mi riesce bene. Jay mi mostra lo schermo del telefono  con su scritto il messaggio. 

  • Jay ma… ma sei gay? Ora capisco perché hai impiegato un ora in bagno, dovevi trovare le parole giuste per dichiararti a lui?
  • Ma stai scherzando vero?
  • No sono seria non so di cosa tu stia parlando. Sono anche io molto sorpresa da questa tua dichiarazione, non me lo aspettavo.

Il ragazzo che si trova accanto a Jay, senza dire una parola esce dal salotto, dirigendosi verso l’uscita. Per la reazione del suo amico Jay lo insegue e con un tono di voce molto basso, si scusa dichiarando  nuovamente di non essere stato lui a scriverlo, poi non riesco più  a capire cos’altro gli dice. Mi chiedo perché questa reazione da parte di quel ragazzo. Perché Jay lo ha rincorso? Perché si è scusato? Sopratutto perché lo ha fatto bisbigliando? Mica è davvero gay?

Ti prego dimmi di no.

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Capitolo 31
*** capitolo 31 ***


                                 …JAY…

Chiudo con forza la porta, sono incazzato nero, perché cazzo ha fatto questa cosa?

  • Claraaaa, ora dimmi la verità.
  • Che verità Jay, sei gay, questa è una verità che devi sapere tu.
  • Clara io non sto scherzando… sono incazzato per ciò che hai fatto, quindi ti conviene dirmi la verità. E sopratutto non ti permettere più di dire che io sono gay.
  • Ma Jay cosa devo dirti non sono stata io, il tuo telefono lo hai sempre avuto tu, e poi non conosco nemmeno il pin d’accesso.
  • Allora sarò chiaro o mi dici la verità o vai via da casa mia e dalla mia vita definitivamente. Perché io con i bambini non voglio averci nulla a che fare.
  • Ok sono stata io, non potevo immaginarmi che si piombasse qui un ragazzo,  mi dispiace non  so nemmeno io cosa mi sia saltato in mente. E’ solo che dopo aver visto il messaggio di Martina non ci ho visto più  non voglio che tu vada ancora a letto con lei o con chiunque altra.
  • Ma ti rendi conto di quanto sei piccola? Porca puttana sei una cazzo di bambina, anziché mandare quel messaggio e rovinarmi la vita non potevi dirmelo a me? Dirmi Jay ti voglio tutto per te e basta. Ma cazzo ora ti credi di poterti fare i cazzi miei, leggere i miei messaggi ecc solo perché ieri abbiamo avuto un po’ di intimità? Claraaa non significa nulla, nullaa. Pensavi che ora saresti stata la mia scopata fissa? Beh se prima avevi la possibilità di diventarla ora sicuramente l’hai persa. La verità è che sei una povera spastica, inoltre troia che la da al primo che capita, certo prima Gianluca poi Jay poi chi ci sarà? Cazzoooo sei troppo spastica, come cazzo ho fatto a fidarmi di te anche per un solo secondo. Vai Clara vai a parlare male di me fuori vai, vaia dire che quello che ho avuto non è stato un incidente, dai vaiii a buttare merda su quello che stavamo costruendo. Intanto è questo che fanno le bambine capricciose e viziate ed immature come te.
  • Ma… ti stai rendendo conto di quanto sei stronzo cazzo fai schifo Jay. Stai esagerando, ma hai ragione sono io la stupida che si è fidata di nuovo ed ovviamente come sempre, mi fido della persona sbagliata. Sai cosa ti dico tu non hai nulla di diverso da Gianluca  sei esattamente come lui, io ti interessavo solo per soddisfare le tue perversioni. Vergognati Jay sei una brutta persona, cattivo propio nell’animo.

Dice urlandomi contro. E’ evidente che non ne può propio più sta per piangere si vede dai suoi occhi  sono lucidissimi e pieni di delusione. Questa volta non riuscirà a commuovermi ha fatto una cosa a dir poco imperdonabile.

D’improvviso si avvicina e mi molla un ceffone, a quel punto non ci vedo più dalla rabbia.

  • Ma che cazzo fai spastica ti rendi conto che hai sbagliato, ed ora fai finta che la colpa sia mia cerchi di dire che il problema sono io? NO NO Clara non è così che funziona sono adulto e so ciò che faccio, non ti permettere a paragonarmi a quella feccia umana perché non ci può essere paragone. Sei tu che devi crescere.
  • No Jay, fai schifo tanto quanto lui. Io mi dichiaro a te, e tu che fai mi tratti cosi… Sai qual’è la verità? Tu non sei solo per il tuo aspetto tu sei solo perché  sei una persona da evitare per il tuo pessimo carattere.
  • Clara vaffanculo vattene.
  • Con piacere, non voglio avere più nulla a che fare con te.

Mentre Clara pronuncia queste sue ultime parole non riesco propio a seguirla, non so perché sento la sua voce sempre più lontana, finché non sento più le forze attraversare il mio corpo.

 

                                         …CLARA…

Sono molto delusa, assurdo come può trattarmi così come può dire tutte queste cose terribili. Ha detto che devo andare via, non ho intenzione d stare un solo minuto in più in sua compagnia. Corro in camera sua per prendere ciò che mi appartiene.

D’improvviso mentre prendo la mia borsa sento uno strano rumore proveniente dal salotto, ma ignoro sono troppo arrabbiata con Jay per preoccuparmi degli strani rumori che fa’, probabilmente è arrabbiato e quindi avrà rotto qualcosa.

Non appena esco dalla porta della camera vedo Jay disteso sul pavimento del suo salotto. Spontaneamente butto la borsa per terra e corro verso di lui,  lo chiamo ma non risponde, credo abbia perso i sensi.

Provo nuovamente a chiamarlo, schiaffeggiandolo ma nulla anche questo sembra risultare inutile. Inizio a temere per lui non riesco a capire cosa devo fare, non è normale che perde i sensi dopo una discussione, non mi è mai capitato di vederlo così. Eccetto una volta in spiaggia, ricordo che era molto pallido, aspetta…c’è qualcosa che non va, non è la prima volta che gli capita. Ma può essere che Jay abbia qualche patologia a me sconosciuta? 

Mi balza il pensiero di controllargli il battito, non so bene il motivo però ho come l’impressione che il suo malessere abbia un collegamento con il suo cuore. 

Chino la testa, la posiziono a livello del suo petto, inizio a salirmi l’ansia e la paura quando non sento il suo cuore battere. 

Chiamo subito l’ambulanza con il mio telefono, spiegando le condizioni di Jay, indicandogli l’indirizzo. Non appena concludo la comunicazione con l’operatore, provo a rianimarlo. Ringrazio il corso di soccorso che ho fatto tre mesi fa’, eseguo tutte le conoscenze che ho su Jay. Non so per l’esattezza  quante volte ripeto il massaggio cardiaco, però pian piano vengo mossa sempre di più dalla paura di perderlo, tanto da farlo sempre con più forza. Cedo quando per l’ennesima volta non reagisce ai miei tentativi di rianimarlo.

Senza accorgermene scoppio in lacrime, la paura che scorre dentro di me si mescola al senso di colpa. E’ colpa mia, se solo non lo avessi fatto arrabbiare, lui ora starebbe bene e magari  starebbe tra le mie braccia, ha ragione sono una cazzo di bambina stupida, in un momento di massima disperazione  ripeto la manovra di rianimazione, e finalmente mi chino ed un respiro di sollievo fuori esce dalle mie labbra quando sento di nuovo il battito del suo cuore, pur essendo molto lento è il suono più bello che io abbia mai sentito. 

Lo stringo forte tra le mie braccia, mentre le lacrime continuano a scorrere sul mio viso bagnando anche quello di Jay.

D’improvviso sento che pronuncia il mio nome con un filo di voce. Rivolgo immediatamente il mio sguardo sul volto di Jay, sussulto quando lo vedo con gli occhi socchiusi. Le parole  mi escono da  sole, senza che io me ne accorga, come un debole sussurro.

  • Hey, va tutto bene tranquillo, sono qui con te. Non ti lascio solo.

Dandogli un piccolo bacio sulla fronte per farlo sentire al sicuro, punto nuovamente i miei occhi sul suo viso, ma quasi subito mi rendo conto che  ha di nuovo chiuso gli occhi, per la paura che il suo cuore si possa essere fermato nuovamente controllo di nuovo il battito. Mi accorgo subito che il battito sembra essere ancora più debole di prima. L’unica cosa che mi tranquillizza è il fatto che l’ambulanza sarà qui a momenti.

Infatti pochi attimi dopo sento  il campanello suonare, mi alzo e corro verso la porta, aprendo si il portone d’ingresso che la porta di casa.

Impiegano pochissimi minuti  ad arrivare, non appena arrivano al piano  in cui si trova la casa di Jay, senza rivolgere nemmeno uno sguardo si apprestano a soccorrere Jay. 

Posizionano il corpo sulla barella dopo aver controllato il battito.

Spontaneamente mi avvicino ad uno dei soccorritori e domando ansiosa:

-  Come sta? Ce la farà?

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


                                  ….JAY…. 

Ho riaperto gli occhi da 5 minuti circa, non ricordo bene cosa sia successo, perché adesso mi trovo sul  letto di un ospedale. Non appena mi sono svegliato ho incontrato subito  gli occhi di Clara piene di lacrime. Non appena mi ha visto con gli occhi aperti è corsa subito a chiamare un medico per visitarmi. 

Il controllo è appena iniziato, è inutile perdere tempo per capire cosa abbia spinto il mio cuore a fermarsi d’improvviso. Ho smesso ormai di pormi queste domande. Conosco bene la mia situazione non o bisogno di un medico che mi ricordi in che condizioni mi trovo adesso. 

Finalmente dopo vari controlli,  il medico inizia ad elencarmi  le motivazioni che mi hanno causato un infarto, dandomi qualche raccomandazione su ciò che posso fare per evitarlo in futuro uscendo subito dopo dalla mia stanza. 

E’ inutile credere che il mio cuore con qualche attenzione possa durare, la verità e che fin da piccolo il mio cuore era debole adesso per qualche strana ragione non è più in grado di sostenere lo stress di una discussione, non è più in grado di funzionare perfettamente neanche stando a riposo così come mi ha consigliato il medico in una visita una settimana fa’. La cosa peggiore di tutta questa storia e che non c’e una cura, non esiste una medicina che possa farmi stare meglio. 

Il problema e che ho bisogno di un nuovo cuore, sono consapevole che qui in Italia un organo simile è definito raro, pochissimi hanno avuto la fortuna di salvarsi, io sicuramente non sono uno di questi. E’ da quando ho 16 anni che combatto questa battaglia, sono stanco di aspettare il tempo stringe.  Sento che lentamente le forze mi abbandono, solo la mia Clara è riuscita ha donarmi un po’ della sua forza, solo grazie a lei riesco ad alzarmi e andare avanti.

La sua voce interrompe i miei pensieri, rivolgo il mio sguardo a lei ha gli occhi un po’ arrossati che sono marchiati da delle profonde occhiaie e  i capelli sono arruffati. Osservando la sua immagine capisco che non ha riposato tanto, mi chiedo se il motivo della sua stanchezza sia stato causato da me. 

Si avvicina  lentamente alla sedia che si trova accanto al lettino, sedendosi, mi rivolge un sorriso un po’ timido per poi dirmi: 

  • Ehi, bello addormentato come ti senti? 
  • Un po’ meglio grazie. 

Gli rispondo facendogli un sorriso un po’ tirato, non sto bene però non voglio parlarne con lei, non voglio dargli alcun tipo di preoccupazione, è già abbastanza ciò che ha dovuto assistere qualche ora fa’. 

  • Dai ottimo mi fa piacere. Mi hai fatto prendere un colpo, da ora in poi ci penserò due volte a farti arrabbiare, non voglio che tu stia male. Non voglio più rivederti in un letto privo di sensi per tutto questo tempo. 
  • Tutto questo tempo? Che ore sono? 

Gli domando un pò incuriosito, sono certo che sarò stato privo di sensi per qualche ora non di più. 

  • Jay sono trascorsi 2 giorni.  Ti hanno portato in ospedale d’urgenza, per le condizioni in cui ti trovavi, sei stato in coma fino a qualche minuto fa’. 
  • Ah non pensavo. 

Spalanco gli occhi per la sorpresa, non me l’aspettavo non mi è mai capitato fino ad ora. Insomma non è la prima volta che il mio cuore cede, tutte le volte che è accaduto rimanevo privo di sensi per qualche ora non è mai andato oltre.  

  • Ho provato a contattare Jacopo, però non mi ha mai risposto. Non sapevo chi chiamare so che con la tua famiglia non hai un bel rapporto, quindi ho deciso di rimanere al tuo fianco. Capisco che dopo tutto quello che è successo non vuoi saperne nulla di me, però non potevo lasciarti così non volevo. Avevo la necessità di vederti, assicurarmi che non ti mancasse nulla. Insomma volevo prendermi cura di te, volevo vedere questi smeraldi  che ti ritrovi come occhi, aperti. Adesso se vuoi che me ne vado, lo faccio te lo giuro però prima devi assicurarmi che non rimarrai solo. Se non sei in grado di farlo, rimarrò io per tutta la durata del tuo soggiorno qui. 

Rimango sorpreso, il fatto che lei sia rimasta qui nonostante il litigio, nonostante le mille offese da parte mia. Questo mi dimostra che è davvero una persona meravigliosa, e che a me ci tiene davvero.

Poggio delicatamente la mia mano sopra la sua, intrecciando le nostre dita, cerco di mettere un po’ di forza per tirarla verso di me. Ovviamente come uno stupido tento l’impossibile, ma come posso… tirarla verso di me se  non ho nemmeno la forza di parlare.

  • Clara
  • Jay?
  • Avvicinati.
  • Sono già vicina. 
  • Ma sei stupida? 
  • Non ti capisco, mi fai sentire stupida. Hai fame?
  • No Clara non ho fame… Non sono io a farti sentire stupida, lo sei. Ora dai avvicinati a me siediti qui sul letto.

Si siede accanto a me, lasciandomi la mano, e non so esattamente il motivo ma quel distacco provoca un senso di vuoto in me. 

  • Fatto, ti faccio male, sto schiacciando qualcosa? Urla se ti faccio male.

Ma quanto è buffa questa ragazza? Riesce a farmi ridere,  ad addolcirmi e a farmi incazzare tutto questo nel giro di pochi minuti.

  • No Claretta non mi fai male.

A questa distanza riesco finalmente a tirarla verso di me, porgendole un bacio dolce sulle sue labbra, per poi allontanarla di qualche millimetro e dirle sussurrando:

  • Claretta io non voglio che vai via, ti voglio accanto a me nei momenti belli e nei momenti brutti come ora. Ho capito che sei  fonte di benessere per me, per il mio cuore, e per la mia anima. Quindi hai sbagliato ma… non è più importante, l’importante sei tu ora, solo tu. Non so cosa esattamente mi stia succedendo, non so se conosco l’amore però la mia certezza dal 18 gennaio sei tu. Non desidero altro che te, riesci a scaturire in me mille e mille emozioni: gelosia, rabbia, dolcezza, ansia, mille paure ed incertezze, spesso mi fai dubitare persino di me stesso. Promettimi che non mi lascerai mai, anche se dovessi chiedertelo in un momento di rabbia, tu non farlo perché sono sicuro che poi non vivrei più bene. Non vivo bene dal giorno dell’esplosione, ma da quando ci sei tu io… insomma sto meglio.

Mi abbraccia, con le sue esili braccia circonda la mia vita, nascondendo il suo viso nel mio petto. 

Resta così per qualche minuto, si lascia sfuggire qualche singhiozzo. Piange in silenzio, nonostante non la conosca ancora bene capisco che il suo, è un pianto di sfogo. Ha avuto davvero paura di perdermi, penso che si ritenesse responsabile di ciò che è successo, sicuramente i sensi di colpa e la paura l’hanno tormentata fino ad oggi. 

Mi si stringe il cuore nel vederla così la mia piccola non deve soffrire, non lo merita.

    • Mi dispiace, non volevo farti del male. Ti giuro che se potessi tornare indietro non lo rifarei, inviare quel messaggio è stato probabilmente lo sbaglio più grande della mia vita. Ti prometto che non accadrà mai più nulla di simile. Ti prometto anche  di rimanere al tuo fianco a prescindere  da qualsiasi cosa.

Afferma tra un singhiozzo e un altro, faccio scivolare sulla mia mano una sua lacrima, sfiorandole la guancia con una carezza.

  • Bimba non è necessario piangere, sono qui con te sto bene, basta.
  • Non farlo mai più. So che non dipende da te, però  non lo fare più per favore.
  • Clara  ma piangi perché avevi paura di dover vivere con la mia scomparsa sulla coscienza o perché è troppo tempo che non dormi?

Si lascia sfuggire un sorriso, alza lo sguardo  guardandomi negli occhi.

  • Non fare il cretino dai…
  • Va bene.

Mi avvicino regalandole un altro bacio.

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***


                                           Clara

Finalmente dopo 3 lunghi giorni usciamo dall’ospedale, fortunatamente Jay non ha avuto una ricaduta, il suo cuore sembra non aver alcuna intenzione di giocare altri brutti scherzi. 

Nonostante non sono a conoscenza delle vere condizioni di Jay, cerco di assicurarmi che una cosa simile non accada più. 

Dopo quella dannata sera, ho una paura pazzesca di perderlo, cerco di nasconderlo agli occhi di Jay, mostrandomi serena e tranquilla. Però  la paura di poterlo rivedere in quel letto in bilico tra la vita e la morte, mi spaventa è uno dei miei incubi peggiori. 

Tuttavia non  voglio che le mie preoccupazioni e i miei pensieri coinvolgono anche Jay, il suo unico pensiero deve essere  rivolto alla sua completa guarigione. 

Quindi ho deciso di organizzare una piccola festa per festeggiare l’uscita dall’ospedale ed il suo compleanno. Per fortuna ad organizzare tutto questo non sono completamente sola, Jacopo dopo vari tentativi nel contattarlo, ha risposto. Gli ho detto tutto quello che è successo a suo cugino, come me anche lui è  d’ accordo ad organizzargli una piccola festicciola, coinvolgendo gli amici più stretti. Ovviamente mi aiuterà a tenere impegnato Jay in mia assenza, cosicché io possa acquistare una torta e qualcosa di salato, ancora devo scegliere cosa esattamente, vorrei preparare qualcosa con le mie mani ovviamente rispettando le raccomandazioni del medico. 

Quindi non appena Jay andrà a riposarsi chiamerò Jacopo per organizzarci meglio e definire il tutto. 

  Arriviamo a casa di Jay, dopo circa mezzora trascorsa tra autobus e metropolitana, Jay durante tutto il tragitto non ha fatto altro che lamentarsi per la fame, ha voglia di mettere qualcosa sotto i denti, è stufo del cibo che ha mangiato fin ora in ospedale, ha espresso chiaramente il suo desiderio di mangiare un panino con la porchetta. A tale richiesta gli ricordo che è appena uscito dall’ospedale  per un infarto e sicuramente il metodo migliore per guarire non è mangiare cose come la porchetta. Siamo in ascensore e mi balza in testa di non aver preso le chiavi quando sono andata via con l’ambulanza. Fin ora ho pensato io a procurare il necessario per cambiarsi. Ho un po’ paura di dirgli che non ho le chiavi, chissà come reagirà…

  • Jay ho pensato molto.
  • E quindi?
  • Sono certa che tu hai una chiave di riserva, perché nel momento di confusione non ho pensato a prenderla. Tu però lo avevi già previsto e quindi hai la chiave di riserva sotto lo zerbino.
  • Ma sei seria? Ma allora quando andavi via dall’ospedale non andavi a dar mangiare a Boo?
  • No come facevo? Prima di andarmene  e raggiungerti in ospedale ho versato tutta la confezione di crocchette  nella ciotola, tuttavia alcune sono uscite, e poi… ho preso una ciotola tua  probabilmente un insalatiera e gli ho versato una bottiglia da due litri dentro. Quindi dai per favore non arrabbiarti.
  • Va beh, dammi il telefono.
  • Tieni.

Gli porgo il mio telefono, vedo che digita un numero, magari sta chiamando il portinaio. Aspetto in silenzio ascoltando Jay che parla al telefono, stando a ciò che dice non mi sembra il portinaio,  spero tanto che non sia ciò che penso. Perché se realmente si tratta di Martina devo propio provare a mantenere la calma, non voglio sicuramente scatenare un altra discussione. Mi riporta alla realtà la voce di Jay che mi tende il telefono ringraziandomi.

  • Vieni
  • Dove?
  • A casa di Jacopo.
  • Ok. No aspetta vai tu, io devo chiamare mia madre. Preferisco essere sola quando lo faccio.     
  • Ok a dopo arrivo.

Mi affretto a  digitare il numero  di Jacopo, dopo tre squilli risponde.

  • Jacopo sei solo?
  • Non la voglio tradire, o almeno non con te mi fai piuttosto ribrezzo.
  • Sicuramente non sei tra i miei sogni più proibiti, ti sei visto? Ancora oggi mi chiedo cos’abbia visto in te Penelope.
  • Ha visto una meraviglia. 
  • L’ottava meraviglia giusto? Sorvolando ho bisogno che  intrattieni Jay,  procurati la chiave di casa sua e vieni qua.
  • Ma io non sono a casa e poi… la chiave penso che c’è l’ha mia sorella.    
  • Ah…  non puoi aiutarmi?
  • No ma certo che ti aiuto solo che  non so come  recuperare la chiave, ma poi scusami a che ti serve ?
  • Pensavo di fare questi festeggiamenti a casa di Jay.
  • Ma perché? Scusami Jay come tutti noi ogni mese da un contributo per l’affitto di  casetta, che serve propio per queste e mille altre occasioni, quindi lo facciamo lì tranquilla.  
  • D’accordo       
  • Ok c’è qualcosa da acquistare ? Se vuoi ci penso io e poi mi restituisci i soldi.
  • Da acquistare c’è: pizza, patatine, torta e acqua, al massimo la coca cola. Ordini del medico non disobbedire, alla torta ci penso io l’ho già prenotata. Mi raccomando Jacopo non fare scherzi.
  • Si si ok…
  • Dico sul serio. Stiamo festeggiando il suo compleanno  non il suo possibile rientro in ospedale.
  • Ma scusami… non perché lui è malato noi non dobbiamo bere.
  • Certo che tu sei il miglior cugino che si possa desiderare, è normale che per solidarietà nessuno berrà alcolici.
  • Io li compro. Se lui non può bere non beve ma noi ci dobbiamo divertire, anche se fosse solo birra. Comunque  chi vuoi  invitare?
  • Gli amici più stretti. Sorvolando alle scopamiche.
  • Ah… ma allora non dovresti propio venire.
  • Sei uno stronzo.  Cerca di fare quello che ti ho detto.
  • Si buon divertimento  ad invitare tutti. CIAO.
  • Ma…

Chiude la comunicazione  senza darmi modo di dire altro, stronzo, ecco  cos’è, uno stronzo. Chiamo mia madre in attesa del ritorno di Jay, informandola che  anche questa sera avrei lavorato, dopo una serie di insulti riattacca. Non è andata poi così male. Mi siedo nelle scale aspettando, dopo quasi un quarto d’ora lo vedo uscire dall’ascensore. Non appena incontro i suoi occhi mi sorride dolcemente, mi alzo contraccambiando il sorriso. Mentre apre la porta mi dice:

  • Scusa se ho perso tempo, solo che in casa ho beccato mia zia, che mi ha riempito di domande.
  • Ok tranquillo.

Rimango un po’ delusa dalle sue spiegazioni, mi aspettavo  un po’ di sincerità da parte sua. Sicuramente non sono propio convinta che ad intrattenerlo sia stata sua zia. Però non voglio  creare una discussione o tantomeno fare una scenata di gelosia. Senza nemmeno rendermene conto siamo già dentro casa e Jay e già seduto per terra con il cagnolino. Mi allontano  da loro dirigendomi nel salotto, dove per poco non schiacciavo  un bisogno di Boo. Inizio a mettermi subito al lavoro  dal momento in cui Boo ha reso la casa un porcile, è strapiena di cacca e di pipi ovunque. Dopo  qualche minuto Jay mi raggiunge, iniziando a pulire insieme a me. Ma non appena lo noto lo blocco dicendogli:

  • Cenerentola butta giù lo sgrassatore.
  • Perché?
  • Anche… vai a farti la doccia, fai puzza.
  • Ma che dici.
  • La puzza di ascelle arriva fin qui, mi basta già la cacca di Boo.
  • Ok.

Con il viso rivolto verso le sue ascelle per odorarsi si allontana, poverino mi dispiace avergli detto che puzza perché è una bugia, però era l’unico modo per togliermelo dai piedi. Urlando gli dico:

  • JAYYYY…
  • Che c’è?    
  • Lascia la porta aperta, e se dovessi sentirti male urla e corri da me.
  • Scusa ma se mi sento male come faccio a correre da te?
  • Provaci, mi raccomando urla.

Dopo tale avvertimento sento la porta del bagno chiudersi a chiave, inutile vorrà dire che se ci sta troppo la sfondo.

Continuo a dedicarmi alla pulizia della casa, per fortuna dopo  dieci minuti Jay esce dal bagno,  con ciò mi tranquillizzo, entra in camera sua. Ci resta per un bel po’ fin che ad un certo punto mi sento delle braccia che mi avvolgono la vita, sorrido a quel gesto.

  • Ora puzzo ancora ?
  • No però siediti, e non fare nulla. Sto finendo.
  • Ma che c’è, che hai?
  • Nulla solo che… mi preoccupo. Il medico ha detto che devi stare al riposo, quindi…

Mi interrompe posando un dito sulle mie labbra probabilmente per azzittirmi 

  • Clara ascolta, so che sei preoccupata però devi capire che ho 25 anni e  accanto a me vorrei una fidanzata non un’infermiera, che sta lì a dirmi cosa devo o non devo fare. So cosa è giusto o sbagliato per me. Con questo non voglio che ci rimani male, perché io apprezzo molto ciò che fai per me, però se vuoi starmi accanto fallo da fidanzata. Capito piccola?
  • Si scusa. Non voglio che pensi questo se ho avuto questo comportamento nei tuoi confronti è perché mi preoccupo, e non è stato fatto con cattiveria, io ci tengo troppo  a te e se ho fatto ciò è solo perché magari se segui tutti gli accorgimenti giusti ti riprendi e non ti accadrà mai più nulla di simile.        

 

 

 

 

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Capitolo 34
*** Capitolo 34 ***


                                       …Jay…

Sono qui a casa solo già da circa un ora,  Clara è andata via a prendere il cambio per domani. Tutto il tempo trascorso insieme, mi è sembrata piuttosto assente, la vedevo sempre impegnata a fissare lo schermo del telefono, diverse volte le ho chiesto cosa stesse facendo, ma non ha mai risposto con certezza, era sempre molto vaga. Adesso la sua assenza fa’ viaggiare la mia mente senza farla mai fermare, e se lei ora non si trovasse a casa? Se in realtà piuttosto che essere a casa si trovasse in compagnia di Giosuè? Dai… non credo dopo tutto quello che è accaduto tra di noi, la sua apprensione nei miei confronti, i messaggi che ha inviato a tutte le ragazze… impossibile.

E’ pazza di me OVVIO…  

Nel mentre ero immerso in questi strani dubbi  ricevo una chiamata di Jacopo, che mi riporta alla realtà.

  • Jay vieni a casetta.
  • Ma fra io sono appena tornato dall’ospedale, non mi sembra il caso.
  • Ma scherzi? La mia non era una domanda bensì un affermazione.
  • Non posso sto aspettando Clara, e poi devo riposare.
  • Clara?
  • Si
  • Ma fra… non appena sarà con te venite insieme.
  • Ma comprendi l’italiano? Il medico ha detto che devo riposare, non voglio far preoccupare ulteriormente Clara.
  • Fra io non volevo dirtelo però…
  • Cosa?
  • Qui c’è Gianluca, che si vanta di aver scopato in ogni modo possibile immaginabile Clara.
  • Ma che cazzo… seriamente?  Sto arrivando.
  • Ma Clara? Non l’aspetti?
  • No col cazzo che la vede!

Riattacco senza ascoltare la risposta di Jacopo. Ma stiamo scherzando, sto coglione non gli è bastata la lezione che gli ho dato la scorsa volta?

Non dovrebbe nemmeno pensarla, tanto meno  immaginarla  sotto quelle vesti. Senza rendermene conto sono già in ascensore con le chiavi della macchina in mano, e il telefono.

Digito velocemente un messaggio da inviare a Clara per avvisarla del fatto che mi sto dirigendo a casetta, ovviamente omettendo  il vero motivo per cui ci sto andando.

Dopo pochi minuti mi ritrovo dinanzi  a casetta, dopo innumerevoli rischi stradali  arrivo sano e salvo. A passo svelto entro dentro il luogo in cui quel coglione si vanta. Inizio a cercarlo con lo sguardo, però sembra non esserci nessuno, a quanto pare il coglione di Jacopo mi ha fatto correre inutilmente. Sento  le mani di qualcuno posizionarsi davanti ai miei occhi,  percepisco un lieve bacio sul collo, provocandomi dei brividi.

Mi volto di scatto perché anche se è stata una sensazione molto piacevole preferisco non andare oltre. Se lo venisse a sapere Clara… 

D’improvviso l’oscurità che regnava nella  stanza  sparisce, viene sostituita da una luce abbagliante e da numerose persone che urlano:

  • AUGURI…

Sgrano un po’ gli occhi  incredulo per ciò che sta accadendo intorno a me. Di fronte a me si trova Clara  che indossa un abito rosa chiaro che le dona molta eleganza e raffinatezza.

Mi domando, perché tutto questo? 

  • Claretta ma che hai fatto?
  • Perché?
  • Ma tutta questa gente, tu così bella.

Si avvicina dandomi  un bacio sulle labbra, per poi rispondermi.

  • E’ un modo per festeggiare il tuo compleanno, e il tuo rientro dall’ospedale. Goditi la festa, con i tuoi amici.

Mi avvicino regalandole un altro bacio. Per poi sussurrarle nell’orecchio:

  • Grazie piccola. Dopo ti ringrazio per bene nel letto.

Mi allontano  dedicandole un ultimo sguardo mentre mi dirigo verso gli altri sorridendo. 

Trascorro un po’ di tempo a chiacchierare e scherzare con i miei amici, ma sento dentro di me la mancanza di qualcosa che si placa solo quando con lo sguardo ritrovo Clara. Decido di andare da lei.

Non appena arrivo dietro di lei, appoggio la mia testa sulla sua spalla avvolgendole le mie braccia in vita.

  • Piccola Clara che fai?
  • Stavo parlando male di te, e tu mi hai colto con le mani nel sacco.
  • Heyy…!!!
  • Ti stai divertendo?
  • Si

Interrompe il nostro dialogo una terza persona, Penelope, di cui fino a quel momento non mi ero accorto.

  • Va beh vi lascio scusate… Jacopooo…

Inizia a chiamarlo per poi allontanarsi. Rivolgo di nuovo la mia attenzione verso Clara, che osserva la sua amica divertita. 

Mi posiziono davanti a lei  tenendole la mano le chiedo:

  • Tu ti stai divertendo?
  • Si, hai mangiato qualcosa?
  • Non ancora, tu?
  • Nemmeno, ti va di andare a vedere cosa ha comprato Jacopo?
  • Jacopo?
  • Si mi ha aiutato lui ad organizzare tutto questo.
  • Ah ok.
  • Andiamo?

Ci dirigiamo verso il buffet, entrambi riempiamo il piatto, di rustici.

Mentre andiamo a sederci, sento la voce inconfondibile di Martina, che  avvolge le sue braccia sui miei fianchi.

  • Hey… auguri amore miooo.

Clara rivolge un occhiataccia ad entrambi, senza dire una parola.

Istintivamente mi scanso, allontanandola. Il mio gesto la sorprende, ma non la abbatte. Prova nuovamente  a mettermi le mani addosso, con scarsi risultati.

  • Ma Jay cosa ti prende? Certo che l’ospedale ti ha un po’ irrigidito, se vuoi ti riammorbidisco io.
  • No guarda Martina io sono impegnato. Diverso tempo fa’ ti ho detto che il nostro rapporto ora è solo di amicizia.
  • Ma Jay non ricordi i bei tempi, in cui mi possedevi tutta la notte?

Sposta lo sguardo verso Clara dicendo con tono offensivo:

  • Sei impegnato con questa troietta? Dai ma non ne vale la pena, mi stai guardando? Sono ventimila  volte meglio di questa.

Sposto lo sguardo su Clara che palesemente sta perdendo la pazienza.

  • Innanzitutto io non sono troia, poi chi deve guardare? E’ palese che ormai Jay non ti vuole più. Ed ha anche ragione, in fin dei conti il 93% della popolazione maschile di Roma conosce il tuo corpo in ogni angolo e sotto ogni aspetto, non oso nemmeno immaginare quante malattie hai in corpo.
  • Ah ma come cazzo ti permetti.
  • Mi permetto e come, dai si vede già in viso che hai provato di tutto, sicuramente ti sei estesa anche oltre Roma vero? Come vieni denominata nella rubrica: Martina la troia, oppure Martina la pompinara, o Martina dai larghi orizzonti?

Si avvicina con aria di superiorità dicendole:

  • Brutta troia non ti permettere più, e poi ricorda che il tuo principe azzurro fino alla settimana scorsa mi ha desiderata ed io l’ho accontentato, anche dopo averti preso in giro in mille modi diversi.

Intervengo perché la situazione mi sembra che stia degenerando, tutto ciò che Martina afferma non è vero. Ed io non voglio assolutamente che Clara ci creda.

  • Clara non ascoltarla non è vero. Te lo già detto ci tengo troppo a te, e sicuramente non ho intenzione di perderti solo per un po’ di piacere fisico. E tu smettila di inventare cazzate, rassegnati sul fatto che prima o poi si cresce, ed io ora non ho più ne’ la voglia  ne’ l’interesse  a trascorrere il mio tempo con una persona che riesce solo a scaturirmi piacere fisico, ma nulla di più.

Clara alla mia reazione non cambia minimamente espressione, sorprendendomi, forse mi aspettavo qualcosa di più da parte sua dopo aver detto tutto ciò davanti a tutti. Si allontana, lasciandomi solo con Martina. Spontaneamente appoggio il piatto sul tavolo e la seguo, bloccandole il braccio con la mano.

  • Clara, ma dai non mi credi? Dopo tutto quello che è successo pensi che mi metto a giocare con te?
    • Giocare no, però le sue parole coincidono con il fatto che io e te non ci siamo sentiti la scorsa settimana, ho provato a contattarti ma tu non mi hai mai risposto. Adesso io non voglio discutere, è la tua festa ti sei appena ripreso quindi ne riparleremo in un altro momento.
    • No, io voglio assolutamente chiarire questa situazione ora. Se vuoi ti faccio vedere il registro delle chiamate e dei messaggi della scorsa settimana, non ho nulla da nascondere. Non posso averle cancellate, dal momento in cui io non sapevo che tu e lei vi sareste incontrate.
    • Allora perché non mi hai risposto?
    • Nulla, sono stato male ed ho fatto una visita che mi ha un po’ scosso. Quindi non avevo molta voglia di parlare.

L’espressione di Clara si ammorbidisce, sembra quasi che la rabbia  stia scivolando via. Infatti dopo le mie parole si avventa verso di me, abbracciandomi  senza mai abbandonare il suo piatto.

    • Jay scusa non volevo dubitare di te, e che coincideva tutto, poi… la presenza di quell’oca non ha aiutato.
    • Tranquilla piccola, scusa se è così. La colpa è mia, in passato gli ho dato un po’ troppa confidenza. Ma ti prometto che non accadrà più, io voglio solo te.

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Capitolo 35
*** Capitolo 35 ***


                                              Clara 

Siamo tornati da pochi minuti a casa,  inutile dire che Jay è sfinito, non vuole ammetterlo, però i suoi occhi non mentono, è palesemente stanco. 

Dopo la sua dichiarazione e dopo aver messo le cose in chiaro con la sua adorata cuginetta, abbiamo trascorso tutto il tempo insieme, parlando, scherzando e mangiando. 

Chiacchierando ho scoperto che è allergico a numerosi alimenti, che in genere non dovrebbe mangiare perché gli fanno male, però lui lo fa’ ugualmente, mangia tutto tranne  il mirtillo, che gli causa lo shock anafilattico. 

Mi  ha elencato diverse allergie, purtroppo non si estendono solo agli alimenti, è allergico ad ogni forma di fiore, il che non è proprio il massimo, probabilmente quando si è trovato a regalare dei fiori si è trovato in grande difficoltà.  Me lo immagino già lui con un gran mazzo di fiori… con il naso rosso, gonfio ed i suoi meravigliosi smeraldi pieni di lacrime. 

Questa festa è tornata utile, mi ha dato  molte risposte, finalmente ho la certezza che Jay tiene davvero tanto a me. Le paure ed i mille dubbi hanno lasciato spazio ai sentimenti che nutro per quel ragazzo meraviglioso. Adesso il mio compito è semplice, voglio accudirlo, amarlo e proteggerlo da ogni male, almeno finché mi è possibile. Voglio rendere ogni giorno unico e memorabile, cosicché possa essere conservato gelosamente dentro ognuno di noi, eliminando quelli più oscuri. 

  • Clara mi stai ascoltando?

Mi domanda Jay, riportandomi bruscamente alla realtà. 

  • Ehm si si, stavamo parlando di quanto sia stata belle la festa?
  • No, ti stavo domandando se stasera alla fine rimani da me!
  • Ehm si si rimango da te, ovviamente se per te non è un problema. 

Gli dico, mostrandogli un sorriso tirato, ho fatto una gran bella figura, chissà da quanto tempo parlava. Dovrei smetterla di immergermi nei miei pensieri, perché difficilmente riesco a tornare nel mondo reale. 

  • No, tranquilla a me fa più che piacere. Magari stasera ti ringrazio come si deve. 
  • Jayyy ma cosa diavolo stai dicendo??????

Divento subito rossa come un pomodoro, a causa delle parole di Jay che mi hanno messa subito a disagio. Ma come diavolo fa’ a parlarne con così tanta leggerezza, soprattutto come può parlarne è appena uscito dall’ospedale. Non dovrebbe sforzarsi, quello sarebbe uno sforzo, no? 

  • Claretta, ti assicuro che entrambi troveremo sollievo. 

MI dice avvicinandosi pericolosamente a me, provo a mantenere la distanza che c’è sul letto, in cui mi trovo seduta  con  Jay, però lui le annulla tutte, dandomi un bacio, caldo e passionale, che mi suscita delle scosse elettriche lungo tutto il corpo, le sue mani stringono i miei fianchi, il suo petto si scontra con il mio.  

Si stacca da me, quando si ritrova senza fiato, punta subito il suo sguardo al mio, la sua espressione sembra essere soddisfatto, il suo sorriso mi fa’ intuire che conosce bene, le emozioni che mi suscita. 

  • Clara, vai a metterti il pigiama.
  • Cosa? 
  • Claretta dobbiamo dormire, ti ho già ringraziata, non sei soddisfatta? Oppure ne vuoi ancora? Piccola pervertita, vuoi altro, non è vero? 

Non riesco nemmeno ad elaborare una risposta valida, il mio cervello come anche il mio corpo sono iniettati di desiderio. Faccio un sospiro, cercando di calmare i miei istinti perversi, sicuramente non faremo nulla, sono sicura che sia uno sforzo. Quindi Clara, basta pensa ai koala, ai cuccioli ai gattini, alla fame del mondo, a mio fratello Nicola…ok questo fa’ abbastanza schifo. 

L’immagine di mio fratello sul divano sporco non è il massimo, è in grado di annullare ogni pensiero impuro. 

  • Per il momento me lo faccio bastare. Vado a cambiarmi. 

Gli stampo un veloce bacio sulle labbra, subito dopo mi alzo andando direttamente in bagno con in mano una maglia di Jay che ho preso nell’armadio. 

Non appena finisco di cambiarmi, rientro nella camera da letto, l’immagine che vedo mi si stringe il cuore, Jay è letteralmente rannicchiato in un angolo, sta dormendo. La sua espressione sembra tranquilla e rilassata, è adorabile. 

Mi avvicino lentamente cercando di non fare rumore, gli rimbocco le coperte, subito dopo mi chino posandogli un piccolo bacio sulla fronte. 

Dopodiché spengo le luci e mi stendo sul letto accanto lui, con la mano inizio ad accarezzargli i capelli, continuo fino a quando non cado tra le braccia di Morfeo. 

                                                   ***

E’ la suoneria del mio iPhone a svegliarmi, allungo il braccio per poterlo prendere, senza nemmeno guardare chi fosse, rispondo, portandolo all’orecchio. 

  • Claraaaaaa sono Clarissa. 

Mi alzo di scatto per lo spavento, spalancando gli occhi. 

  • Clarissa, ma ti sembra modo di rispondermi? Per poco non mi hai fatto prendere un colpo!

Dico mantenendo il tono della mia voce bassa, Jay ancora dorme il suo braccio stringe i miei fianchi. 

  • Scusami non volevo spaventarti. Ti ho chiamato perché è da 2 giorni che non ti vedo a scuola ed ero preoccupata. Le vacanze si sono concluse il 5 Febbraio, siamo all’8, che fine hai fatto? 
  • Clarissa sono stata male non ti preoccupare, lunedì rientro. Tutto qui, per questo mi hai chiamata, conoscendoti sono certa che ci sia qualcos’altro dietro.
  • Siiiiiiii voglio fare un’uscita a 6, ho visto il ragazzo di Penelope è uno schianto, e il tuo Jay. Giosuè mi ha raccontato tutto, quindi dal momento che non mi hai detto che sei impegnata, questo è il miglior modo che hai per farti perdonare. 
  • Ma Clarissa… chi dovrei farti conoscere? Non conosco nessuno, lo capisci?
  • Jay sicuramente si. Ti pregoooooo fammi contenta. 
  • Va bene, vedrò cosa fare. 

Gli dico sospirando rassegnata, con Clarissa è inutile insistere se vuole una cosa la ottiene, non c’è modo di farle cambiare idea. 

  • Perfetto grazie. Ho già avvisato Penelope, ci vediamo oggi pomeriggio al Bar sorriso. Baciiii tesoro. 

Chiude la chiamata senza darmi modo di obbiettare, oggi pomeriggio? 

Come faccio a combinare un appuntamento con così poco preavviso sono nei guai. 

  • Chi era? 

Mi domanda con voce assonata Jay, che sembra essersi appena svegliato. 

  • Un’amica, mi ha appena chiamato. 
  • Perché ti ha chiamata? 
  • Ho bisogno del tuo aiuto. Tu saresti disponibile per un uscita a coppia?  
  • In che senso? 

Mi guarda con un espressione interrogativa. 

  • Un uscita a coppia io, tu, Penelope, Jacopo, Clarissa e un tuo amico. 
  • Scusa ma perché c’è anche Clarissa? Ma poi chi è? 
  • E’ la ragazza che ti ha spinto quella volta al bar, la prima volta che ci siamo incontrati. 
  • Quella ragazza…

MI guarda un po’ perplesso, poverino non capisce ed ha ragione. 

  • Si, mi ha chiesto di fargli conoscere un tuo amico. Sembra che vuole impegnarsi seriamente con qualcuno, dal momento in cui tu sei molto carino, immagina che anche i tuoi amici lo siano. 
  • Ma chi dovrei fargli conoscere? L’hai vista? E’ una barzelletta vivente, chi mai vorrebbe frequentarla…aspetta c’è qualcuno. 

Mi dice con un espressione divertita, sembra che voglia tramare qualcosa contro Clarissa. 

  • Chi? Dai dimmelo sono curiosa. 
  • - Claretta lo vedrai con i tuoi stessi occhi. Quando dovremmo fare questa uscita?
  • Oggi pomeriggio. 

Si alza dal letto, stiracchiandosi mi dice:

  • Perfetto Clara, preparati oggi ti divertirai molto. 

Lo osservo, incuriosita, mentre lui si allontana dal letto uscendo dalla stanza. Non so cos’abbia in mente, sicuramente oggi ne vedrò delle belle. 

 

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Capitolo 36
*** Capitolo 36 ***


Capitolo 36

                                                                               Clara

 

Siamo appena arrivati al Bar sorriso, stranamente siamo in anticipo, durante il viaggio Jay sembrava essere impaziente, dice che con quel suo amico il divertimento è assicurato.

Ancora adesso non riesco a capire cosa intende quando dice divertimento, insomma cosa mai potrà esserci di così tanto eclatante in un uscita con degli amici. Penso che si rivolge a Clarissa, con la parola “divertimento”, mi auguro che non esagera, insomma non che io sia una santa, però mi piacerebbe vedere la mia amica in difficoltà, è sempre stata un po’ troia, avrebbe proprio bisogno di qualcuno che la metta al suo posto. 

Sono curiosa di vedere anche l’amico di Jay, conoscendo quest’ultimo avrà chiesto ad un ragazzo un po’ fuori dal comune. 

Sorrido a pensare a quanto abbia lavorato a  questo scherzo, al solo pensiero sorrido, perché i suoi smeraldi come anche la sua espressione diventano seri quando devono pianificare.

Devo dire che oggi come anche gli ultimi giorni che ho trascorso insieme a Jay sono stati a dir poco meravigliosi, nonostante i litigi il nostro rapporto sta diventando forte e profondo. 

Sento che tra noi le cose stanno andando più che bene, Jay non sembra più il ragazzo teso, insicuro che ho incontrato la prima volta, mi sembra che pian piano stia acquistando serenità e sicurezza.

Di questo non posso esserne che felice, perché significa che lentamente si sta lasciando andare, buttando tutti gli aspetti negativi che lo tormentavano. 

Se non l’avessi visto con i miei occhi non ci avrei mai creduto, Jay è un coccolone, ama quando gli do’ particolari attenzioni, le ultime sere, soprattutto in ospedale prendeva sonno solo quando  gli facevo le carezze. Anche quando è in procinto di svegliarsi, mi cerca per poter ricevere carezze e qualche piccolo lieve bacio. Se non mancano queste piccole accortezze, Jay si sveglia  di buonumore almeno il mattino, poi durante la giornata può anche cambiare umore, purtroppo è bipolare cambia quasi spesso umore. 

 

Sono contenta, perché sto imparando a conoscerlo, piano piano sto amando ogni aspetto del suo carattere.

  • Clara, mi stai ascoltando? 

La voce di Jay mi riporta bruscamente alla realtà, mi volto verso la sua direzione incrocio subito i suoi meravigliosi smeraldi che mi guardano curiosi.

  • Cosa stavi dicendo?

Alza gli occhi al cielo, scuotendo la testa come segno di rassegnazione, per poi rispondere:

  • Ma come devo fare con te? 
  • Scusa, mi sono persa.

Gli dico mostrandogli un lieve sorriso imbarazzato, ultimamente mi ritrovo spesso a perdermi nei miei pensieri, dovrebbe essere felice, perché il motivo principale per cui mi perdo è lui.

  • Cosa stavi pensando Claretta?
  • A te. 

Gli dico rivolgendogli un sorriso, che lui contraccambia, fa’ un piccolo passo verso di me, con le sue grandi mani prende il mio viso portandoselo vicino al suo, lascia un piccolo bacio sulle mie labbra, per poi allontanarsi mantenendo però la vicinanza. Con un sorriso stampato nelle labbra, mi dice:

  • Sei la mia piccola. 

Proprio quando sono al punto di rispondere veniamo interrotti dalla voce squillante di Jacopo, proprio il momento giusto eh.

  • Ma sempre attaccati vi devo trovare? Un po’ di contegno Claretta, lo so che hai gli ormoni in fermento però cazzo in pubblico, non va bene.

Sbuffo sonoramente, gonfiando le guance, come al solito il mio caro amico Jacopo deve rompere le scatole. Mi volto verso Jay che sembra divertito della situazione, adesso si trova accanto a me, con il braccio circonda la mia vita.

  • E tu non smetti mai di rompere? Mi chiedo se soffri di qualche grave problema, che ti causa questa stupidità? Non c’è ancora una cura? 
  • Claretta sempre simpatica, non ti hanno ancora insegnato a tenere a freno la lingua? Jay come fai a sopportarla? Se stai ancora con lei, significa che fa bene i pompini.

Spalanco gli occhi, boccheggio un paio di volte, Dio come fa’ ad essere così dannatamente insopportabile, me se le studia queste stupide battute? Noto con mia grande sorpresa che Jay è  rimasta serio sembra infastidito, mentre Penelope ride, solo adesso mi accorgo della presenza della mia amica, che tiene la mano al suo stupido ragazzo. Proprio quando sono sul punto di rispondere, vengo interrotta dalla voce squillante di Clarissa, che si piomba davanti a noi. Come al solito il suo abbigliamento è ridicolo, indossa una camicetta che riporta dei piccoli gattini di vari colori, è abbinata ad una gonna fucsia lunga fino al ginocchio, fascia le sue curve prosperose, le sue gambe sono ricomperate da delle calzamaglie verdi, anche quest’ultime sono ricoperte di gattini. 

Jay, rimane ad osservare il suo strano abbigliamento non sembra ammaliato, ma divertito, credo che si sta trattenendo per non ridergli in faccia a differenza di Jacopo che è scoppiato in una fragorosa risata, che non sfugge a Clarissa, lo osserva con uno sguardo malizioso. 

Saluta tutti, subito dopo rivolge un sguardo a Jay, bagna le labbra in un modo che doveva essere sensuale? Cosa diamine sta facendo? 

  • Sei tu il mio accompagnatore?

Gli domanda avvicinandosi pericolosamente al mio ragazzo, ma scherziamo? Cosa intende fare, sa bene che Jay sta con me! Cosa diavolo gli salta in mente. 

Gli rivolgo un’occhiataccia che lei ignora, subito dopo per ottenere la sua attenzione, prende una ciocca tra le dita, arricciandosela.

Jay la guarda a differenza mia non sembra infastidito, anzi si sta divertendo tant’è che scoppia a ridere, quando capisce che sta provando a sedurlo, almeno penso.

  • No, sono impegnato con la tua amica. Che è molto meglio di te. 
  • Peccato non sai cosa ti perdi.
  • Invece sì, mi salvo la vita.

Afferma, stringendomi di più a sè, sorrido alle sue parole, inutile dire che quando lo sento parlare così, il mio cuore si riempie di gioia. 

Senza dar modo di ribattere, entriamo nel locale accompagnati da Jacopo che non fa altro che ridere dall’arrivo di Clarissa. Ci sediamo in un tavolino che dispone di 6 posti, si trova davanti alla finestra. È un bar tranquillo, non è molto frequentato dai giovani, io e Penelope spesso ci  facciamo colazione, ovviamente quando non dobbiamo andare a scuola, fanno i cornetti più buoni della città a mio parere. È caratterizzato da un arredamento semplice e confortevole, i colori dominanti sono il bianco ed il nero. 

Jay si siede accanto a me, mentre Jacopo si posiziona accanto a Penelope invece Clarissa si posiziona a capo tavola, accanto a me e a Penelope. 

Rimaniamo in silenzio per qualche minuto, durante questi minuti di tranquillità io e Jay ci rivolgiamo qualche occhiata accompagnata ad un piccolo sorriso, ha la mano posizionata sopra la mia coscia.

 

  • Ma quando arriva il vostro amico?

Domanda ai ragazzi, sembra impaziente, non sta più nella pelle per la curiosità, anch’io vorrei tanto vedere il ragazzo che farà compagnia a Clarissa. 

Me lo immagino simile a Clarissa, con un ossessione compulsiva per i gatti così come lei, sicuramente è un ragazzo simile molto a lei, probabilmente per questo motivo  Jay mi ha detto che oggi mi sarei divertita.

 

Distolgo l’attenzione dai miei pensieri, concentrandomi su Jay che risponde a Clarissa dicendole:

  • È appena entrato, ammiralo Clarissa è tutto per te. 
  • Doveeeee?

Si alza di scatto, inizia a cercarlo con gli occhi, rimane incredula esattamente come me e Penelope quando notiamo un ragazzo alto quasi quanto Jacopo, è muscoloso, con diversi tatuaggi in entrambe le braccia, ha un po’ di barba, gli occhi sono azzurri, i lineamenti del viso sono bene definiti, la carnagione olivastra. Rimango a fissare la sua capigliatura, ha dei ricciolini ben definiti sembra che si passi l’arriccia capelli, sono neri come la pece. Nel vederlo non sembra simile a Clarissa. È molto carino, mi chiedo perché mi ha detto che mi sarei divertita, immaginavo il suo amico simile alla mia amica, di certo non così. Mi avvicino a Jay per chiedere la conferma, probabilmente mi starò sbagliando, mi meraviglio quando quest’ultimo mi conferma che il suo amico è proprio quello. 

Probabilmente è uno di quei ragazzi che non danno troppa importanza all’aspetto fisico, il che è alquanto bello perché al giorno d’oggi non ci sono più questo genere di persone.

Si avvicina al nostro tavolo, salutando Jay, Jacopo e Penelope per poi rivolgere i suoi occhi a me, facendomi un sorriso che mette in evidenza la sua dentatura perfetta.

  • È questa la ragazza? Piacere sono Diego, bellissima tu come ti chiami?

Domanda mantenendo lo sguardo fisso a me, Jay alza gli occhi al cielo, dicendo:

  • No Diego. La gatta morta  con la camicetta di gattini è la ragazza con cui uscirai più tardi!

Sposta la sua attenzione alla mia amica, che fino ad ora lo stava fissando come se in questo bar non ci fosse altro che lui. Si avvicina verso Clarissa, prende velocemente la sua mano stringendola alla sua, per poi portarla sulle sue labbra.

  • Piacere piccola gattina, il mio nome per te sarà Dieghi-no.
  • Piacere Dieghino, per te invece sarò la tua piccola gattina
  • Non proprio piccola, sei una gattona in caso.
  • Sei uno sciocchino.

Gli dice dandogli una pacca sulla spalla, che lo fa’ quasi spostare, inizio a ridere vedendo la scena. Mentre rido, Jay si avvicina al mio orecchio, il suo respiro non lascia indifferente il mio corpo reagisce regalandomi dei brividi lungo tutto il mio corpo.

  • Adesso hai capito, perché ho portato qui Diego?
  • Perché fa ridere? 
  • Si, ma anche per dare una bella lezione alla tua amica, sua te e che a Penelope non vi rispetta per nulla. Se è qui con voi è solo per dare fastidio a me e a Jacopo.

Mi volto verso Jay, incrocio i suoi due smeraldi in cui mi perdo per qualche istante, è bello come voglia difendermi, stento ancora a credere che siamo arrivati a questo punto. È bello sapere che almeno una persona si preoccupa per te, forse è questa la sensazione che si prova senso di protezione, amore. È bellissima adesso che la conosco non voglio abbandonarla, anzi desidero analizzare questi nuovi sentimenti conoscerli sotto ogni sfaccettatura.

Mi avvicino al suo orecchio, lo ringrazio, dandogli un piccolo bacio nella guancia, ed accarezzandogli i capelli.

  • Jay, ma questa adorabile ragazza è impegnata? 

Fa cenno verso la mia direzione, ma cosa diavolo vuole da me, Jay non gli ha detto cosa deve fare?

Sento Jay sospirare, sicuramente non gli piace ripetere le cose più di una volta. 

  • Diego, Clara è impegnata, Clarissa invece no!
  • Ah ho capito. Con chi stai piccola?
  • Diego non mi sono spiegato bene è impegnata. Lei è off limits per te.
  • Perché ti scaldi così tanto non sto dicendo nulla di male. Datti una calmata.

Si alza di scatto, in ben che non si dica lo trovo davanti a Diego, sembra essersi innervosito parecchio, il suo pomo d’Adamo fa su e giù velocemente, le vene del collo si sono leggermente ingrossati.

  • Non chiamarla piccola. Lei è mia solo mia. 
  •  

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Capitolo 37
*** Capitolo 37 ***


Capitolo 37

                                                                                    Clara

 

  • Jay, calmati non ha detto nulla di male. Sicuramente adesso ha capito, non è così Diego?

 

Per fortuna interviene Jacopo che si schiera subito tra i due, evitando  sicuramente una lite tra i due.

 Ma cosa gli salta in mente a Jay, sa benissimo che deve evitare questo genere di cose, non fanno bene alla sua salute. 

Non che non mi faccia piacere, adoro il suo essere così possessivo e geloso, però in questo momento non è proprio il caso di prendersela con qualcuno. Ha bisogno di riposo, non deve assolutamente stressarsi tantomeno fare a botte con qualcuno, forse potevo fare qualcosa per evitare tutto ciò, magari potevo evitare questa uscita. 

Però probabilmente questo litigio ci sarebbe stato ugualmente, e ci saranno ancora probabilmente, quindi magari quello che posso fare è parlargli, fargli capire che non ha motivo di fare così.

 

Sposto la mia attenzione a Diego, che non sembra per nulla infastidito o dispiaciuto per come ha reagito Jay, anzi sembra quasi divertito. Mi domando se sono davvero amici, perché sicuramente un amico non si comporta così. 

Jay fa’ un sospiro subito dopo si allontana tornando al suo posto, è ancora nervoso è evidente il suo pomo d’Adamo non smette di fare su e giù velocemente, le vene del collo sono ancora gonfie, piccolo ha perso letteralmente le staffe. Mi si stringe il cuore vorrei tranquillizzarlo almeno un pochino.

Poso la mia mano sopra la sua coscia, inizio ad accarezzarlo in genere funziona, Jacopo come Jay è tornato al suo posto mentre Diego rimane del tutto indifferente. 

  • Fra, scusa non volevo fare il coglione con la tua amica. 
  • Ok

Gli dice senza nemmeno guardarlo in faccia, posa la sua mano nella mia coscia si avvicina lentamente al mio orecchio, sussurrando mi dice:

  • Piccola, scusa. 
  • Non ti preoccupare non fa nulla. Stai attento però, non voglio che tu ti senta male a causa mia.
  • Non preoccuparti, sto bene. Tu non devi sentirti in colpa per nulla, ok? Non hai fatto nulla di male. 

Annuisco sicura, stringendo la sua mano che si trova sopra la mia coscia.

 

                                                                     *

Rimaniamo al bar insieme  a tutti gli altri fino a quando non si conclude  l’uscita. Alla fine Diego si è rivelato uno stupido. Lo strano abbinamento che Jay ha creato sembra funzionare, perché entrambi uniti sono una barzelletta.

 Diego non ha fatto altro che prendere in giro la mia amica per tutto il tempo, la cosa che va oltre l’inverosimile e che lei non se ne è nemmeno accorta. Ha tentato in tutti i modi di sedurlo, provando a sbottonarsi la camicetta mettendo in mostra il seno,   sono scoppiata a ridere  soprattutto quando ho visto la faccia disgustata di Diego. Che ha tentato di riprendersi dicendole che tanta bellezza deve essere coperta, lei ovviamente ci è cascata in pieno coprendosi nuovamente. Quasi, quasi mi sento in colpa per la mia amica, però aveva proprio bisogno di una bella lezione, peccato che lei non ha capito le reali intenzioni di Diego. 

 

Siamo in macchina, Jay non ha  ancora aperto bocca, non lo fa’ da quando ha  discusso con Diego, probabilmente è ancora nervoso per ciò che è successo. Ciò che ho imparato di lui  da quando lo conosco, e di non lasciarlo solo, è meglio distrarlo, con un po’ di coccole, alla fine quella che c’è stata oggi non è altro che una banale discussione, che deve essere dimenticata. 

Imbocchiamo la strada per tornare a casa, impieghiamo meno del dovuto, a causa dall’eccessiva velocità che ci ha messo. Un altra cosa di Jay che io definirei pericolosa mentre per lui è “guidare” è il modo di  guidare è troppo veloce, più volte mi sono presa un colpo,  diverse volte ho visto la morte in faccia, tuttavia per lui è una cosa normalissima. Mi chiedo chi diamine gli abbia dato la patente, io l’avrei bocciato. 

 

Non appena mettiamo piede in casa, Jay va subito in camera da letto a passo felpato, mentre io   sistemo la borsa con la giacca, per poi correre da lui, voglio che si calmi non mi piace affatto quando tiene il muso, per troppo tempo, voglio vedere la sua espressione tranquilla e rilassata.

Non appena entro in camera, lo trovo disteso sul letto, con i piedi incrociati, mi affretto a raggiungerlo, mi stendo sul letto poggiando la testa sul suo petto, per poter sentire il suo cuore battere, è il suono più bello, fosse per me starei tutto il giorno ad ascoltarlo. 

Lui inizia ad accarezzarmi i capelli, con molta delicatezza e dolcezza, d’istinto chiudo gli occhi, in sua compagnia non ho paura di nulla mi sento al sicuro, protetta e amata. 

Lentamente, alzo la testa per poterlo guardare, mi accorgo che la sua espressione si è addolcita, non vedo più la rabbia di prima, mi avvicino di più al suo volto per poter dargli un bacio sul naso. Non appena lo faccio mi guarda  con un espressione corrucciata, che svanisce quando mi avvicino nuovamente dandogli un altro piccolo bacio sulle labbra. 

Lui mi prende il viso, bloccandolo delicatamente attraverso il mento, sorridendo mi dice:

  • Non così in fretta piccola, devi ancora riscuotere il tuo regalo. 

Mi dice con un sorriso malizioso stampato sulle labbra, d’un tratto mi ritrovo sotto di lui, inizia a darmi dei piccoli baci su tutto il viso, senza mai sfiorare le labbra, subito dopo sposta la sua attenzione sul mio collo, provocandomi piacere. Cerco di contraccambiare questi baci, però mi blocca i polsi, continuando a baciarmi, lascia una scia lungo il collo, fino alla scollatura. 

Alza il capo, e per un attimo i nostri occhi si incontrano, con un tono di voce flebile mi dice:

  • Ti fidi piccola? 

Annuisco, senza interrompere il contatto i suoi occhi, ritorna a baciarmi, distogliendo la sua attenzione al mio corpo, lentamente mi sfila la maglietta, per aiutarlo mi  alzo leggermente per poterlo aiutare, in un attimo mi ritrovo sotto il suo sguardo indagatore, analizza e bacia ogni centimetro della mia pelle. 

  • Clara, voglio farti capire quanto sei importante. Per me non è semplice piacere fisico, tutt’altro i nostri corpi come le nostre anime diventano una cosa sola insieme. Io oggi voglio farti capire quanto amore sono in grado di darti, come rispetto ogni centimetro del tuo corpo. 
  • Mi fido di te Jay, mi fido ciecamente.

 

Sorride alla mia risposta, tornando a baciarmi, lentamente mi toglie il reggiseno, rimanendo  con il seno scoperto, questo mi crea un lieve imbarazzo. Non sono mai stata amata e apprezzata da nessuno, già da piccola i miei genitori mi hanno fatto odiare ogni centimetro del mio corpo, facendomi sentire inferiore. Però adesso con Jay è diverso, lui mi fa sentire preziosa, amata mi rispetta nonostante i nostri alti e bassi lui sento che lui è il ragazzo giusto per me. 

Voglio che anche lui capisce che anch’io amo il suo corpo, voglio che anche lui senta ciò che provo io quando mi sfiora e mi bacia. 

Gli sfilo la maglia, rimanendo a torso nudo, inizio a baciare con la stessa dolcezza e delicatezza il suo collo, lasciando una scia di baci in ogni punto, in particolar modo mi dedico al suo petto, baciando con più dolcezza e intensità la parte in cui il suo cuore batte. 

 

In breve tempo rimaniamo, senza nulla addosso, entrambi siamo rimasti nudi, le nostre anime sono prive di maschera, adesso siamo solo Clara e Jay. 

Mi posiziono sopra di lui, inizio a baciarlo con più passione le sue labbra, è un bacio ardente, famelico le nostre lingue si incontrano dando vita ad una danza, ci stacchiamo solo quando ci ritroviamo senza fiato.

Ricomincio a baciare il suo corpo lasciando una scia di baci lungo tutto il corpo, mi fermo sul suo fianco,  osservo la sua erezione che è  eretta, alzo lo sguardo per poter incontrare gli occhi di Jay che sono pieni di desiderio. Mi chino  e lo prendo in bocca, con la testa inizio a fare avanti e indietro, regalando a Jay piacere, che sento grazie ai gemiti che emette. 

Continuo fino a quando non arriva al culmine del piacere, lo bevo tutto assaporando la sua essenza, non appena finisco mi alzo e raggiungo le sue labbra. 

Iniziamo  a baciarci con passione fino a quando non capovolge la situazione, adesso sono io sotto di lui, ci scambiamo uno sguardo intenso entrambi siamo drogati l’uno dell’altro.

Inizia a baciarmi il corpo, fino ad arrivare nella mia intimità, che è fin troppo bagnata a causa del piacere che sto provando, bacia il clitoride, succhiandolo leggermente, ripete questa azione infinite volte, provocandomi delle violente scosse elettriche, per placarlo spingo la testa di Jay più affondo. Continua fino a quando non arrivo al culmine del piacere fisico beve tutto, subito dopo si alza, posizionandosi sopra di me, poggiando i gomiti sulla superficie morbida del letto. 

 

Automaticamente allaccio le mie gambe ai suoi fianchi, lo voglio con tutta me stessa, deve essere lui la mia prima volta, desidero che prenda lui la mia verginità con sè tutta me stessa.

 Ci guardiamo negli occhi, per diversi secondi, con la mano destra inizia ad accarezzarmi la guancia dolcemente, con un tono calmo e rilassato mi dice:

 

- Sei sicura? Se facciamo questo passo, non puoi più tornare indietro.

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Capitolo 38
*** Capitolo 38 ***


Capitolo 38

                                                                                 Clara 

 

 

  • Si, Jay sono sicura ti voglio tutto per me. Mi fido di te sono sicura che sei tu la persona giusta, voglio fare l’amore per la prima volta con te. 

 

Gli dico con tono sicuro, non ho bisogno di pensarci ancora, sono sicura che è lui il ragazzo giusto, non mi importa se ci conosciamo solo da un mese, sono convinta che non mi farà mai del male. 

Mi amerà e proteggerà così come ha fatto negli ultimi giorni, mi basta sapere questo, non ho la necessità di sentirlo, contano di più i gesti che ha compiuto negli ultimi giorni. Sono quelli che mi hanno  fatto arrivare a questa conclusione. 

Lui solo lui riuscirà a rimuovere il dolore che mi porto dentro ormai da anni, stento ancora a crederci,  finalmente è  arrivato il momento. 

Volterò pagina, riuscirò ad amare di nuovo me stessa, riusciró nuovamente a vivere, per me questo non sarà un semplice rapporto fisico di due persone che si uniscono per il sentimento che li accomuna, questo è anche una svolta definitiva, finalmente potrò eliminare le impronte dell’uomo che mi ha rovinato la vita, che ha segnato per sempre il mio passato e il mio presente. Non gli farò rovinare anche il mio futuro, non voglio più guardarmi con disgusto, non voglio più piangere, voglio cancellare ogni immagine, ogni suo tocco, perché voglio vivere di nuovo.

 Sono stanca di essere un corpo senza vita,  da quando è successo, non riesco più a guardami in faccia e quando l’ho facevo vedevo l’uomo che mi ha fatto questo, mi odio e mi odierò ancora per molto.

Sento Jay baciarmi con dolcezza tutto il corpo, però non riesco a godermi il momento, il mio cuore soffre, la mia mente pensa e ripensa al passato, d’un tratto non vedo più l’uomo di cui mi sono perdutamente innamorata, adesso vedo lui, il mostro che mi ha rubato l’innocenza da bambina.

Tutte le mie paure si proiettano, rivedo ogni momento che ho cercato disperatamente di cancellare. Lo rivedo, mi tocca, bacia il mio corpo con insistenza, non gli importa delle mie urla, non gli importa delle lacrime che scendono velocemente, vuole sfogare i suoi bisogni con me, lasciandomi dei segni indelebili.

Cerco di opporre resistenza, ma  non basta lui è più forte di me, riesce a zittirmi con diversi schiaffi, ho il volto che brucia, non  mi resta altro che  piangere per sfogare la mia paura, il mio dolore,  la voce è andata via come la mia dignità.

Ero solo una bambina, non è giusto soffrire, una bambina non deve vivere queste cose, dovrebbe giocare, dovrebbe essere spensierata, dovrebbe considerare i propri genitori come dei modelli da seguire.

Perché io non ho avuto questo? Perchè ho dovuto ricevere dei genitori spietati, crudeli che non sanno cosa significa amare?

Avrei tanto desiderato considerare mio padre il mio primo amore, l’uomo che mi avrebbe protetta da tutto, invece no, la vita aveva altri progetti  per me.

Continuo a sentire le mani di quel porco addosso, urlo ed  urlo ancora con tutte le forze, voglio che qualcuno mi senta che venga a salvarmi da questo strazio.

 Urlo con le lacrime agli occhi, la paura è il dolore stanno lacerando la mia anima, non sono pronta a vivere, non sono pronta per ricominciare. 

Cerco di allontanare l’uomo che vuole farmi del male, con una spinta forte decisa riesco ad allontanarlo, mi alzo di scatto, corro voglio rimuovere il suo odore, voglio cancellare le sue impronte sul mio corpo.

 Scappo, mi rifugio nell’unico posto che riuscirà a darmi sollievo, mi infilo dentro il box della doccia, piango, urlo, continuo a sfogarmi ho bisogno di buttare fuori queste immagini. Batto pugni nel muro con la speranza che il dolore fisico possa sovrastare quello interiore, ma è inutile non sento nulla ormai sono morta dentro. 

                  

                                                                                     Jay 

 

Mi ritrovo sul letto solo, Clara è scappata in preda al panico, piangeva, urlava, mi implorava di non farle del male, ho cercato di farla calmare ma la situazione non faceva altro che peggiorare.  Ha cercato di farmi del male, nel tentativo di allontanarmi, i suoi occhi la sua espressione erano pieni di disperazione, paura. Non l’ho mai vista in queste condizioni, è sempre stata una ragazza dolce e tranquilla, per quello che ho visto in questi giorni, tuttavia la sua reazione mi fa capire  che nasconde qualcosa di orribile che la porta ed essere debole ed insicura così come adesso. 

 Inizio a comprendere le sue parole, quella volta al parco, il parco rispecchia la sua anima rovinata da un uomo cattivo, spietato. Inizio a comprendere il suo rifiuto, quella volta in spiaggia aveva paura, qualcuno gli ha fatto qualcosa di orribile. 

Una parte di me spera  che non sia quello la causa, però la testa pensa  che lei sia stata violentata, non può essere accaduto a lei è troppo buona, dolce non merita ciò. 

Mi sento un coglione dovevo capirlo prima, dovevo notare che c’era qualcosa che non andava in lei, stava soffrendo ed io non ho fatto nulla per aiutarla.

 

Infilo i boxer, per andare subito da lei, la trovo quasi subito è dentro il box della doccia sta piangendo a dirotto,  sta dando dei pugni al muro, ha  le nocche che sanguinano, ma sembra non farci caso. 

Vederla così, mi fa’ male non è  la Clara che conosco, questa ragazza che mi trovo davanti  è diversa da quella che ho conosciuto io, è disperata, soffre è arrabbiata con se stessa e con qualcun altro, mi chiedo con chi.

Mi avvicino cautamente a lei, non voglio che si faccia ancora male, lei si gira di scatto come se avesse previsto questa mia mossa, mi guarda spaventata, non riesce a palare bene, le esce un voce flebile.

 

  • Ti prego non mi fare del male. Non ti ho fatto nulla lasciami stare, ti prego.

Mi implora, ha paura di me? Io non ho intenzione di farle del male, voglio solo aiutarla, tranquillizzarla. 

Faccio un passo in avanti, alzo le mani, per rassicurarla, voglio che capisca che non sono qui per farle del male. 

 

  • Piccola, sono io Jay. Tranquilla non voglio farti del male, voglio solo aiutarti. 

Mi osserva impaurita, nonostante questo però mi permette di avvicinarmi a lei, lentamente mi avvicino entrando nella doccia, è d’istinto  l’abbraccio, la stringo forte, per farle sentire la mia presenza.

 - Jay ti prego perdonami. Non volevo trattarti così, non volevo rovinare il momento. Perdonami, ti prometto che non riaccadrà più. Ti prego resta non te ne andare.

 

Mi dice tra un singhiozzo a un altro, continuo ad abbracciarla, dandole dei piccoli baci sulla sua testa, lei continua a piangere disperatamente, stringendomi più forte.

 

  • Shhh va tutto bene Clara, non ti lascerò, resterò con te tranquilla. 

Gli dico con un tono di voce basso e tranquillo, lentamente si lascia coccolare da me, i singhiozzi si fanno meno frequenti, l’agitazione che c’era prima sembra essersi quasi dissolta.

Non appena si tranquillizza, la prendo in braccio, la porto in camera da letto, la adagio nel letto, mi allontano un attimo, per poter prendere un asciugamano, e del disinfettante per le mani ferite.

 

Rientro subito, la vedo  sul letto tutta rannicchiata, ha lo sguardo perso nel vuoto, la mia piccola devo aiutarla.

Mi avvicino lentamente a lei, la chiamo dolcemente, sembra non rendersene conto però, cerco di attirare la sua attenzione sfiorandole la guancia, sposta la sua attenzione a me, con un lieve sorriso le chiedo di alzarsi, cosicché possa asciugarla e disinfettare le sue piccole mani, lei si limita ad annuire, si alza, si lascia asciugare, le infilo una mia maglia per non farla rimanere nuda, subito dopo mi concentro sulle ferite che sanguinano.

Cerco di fare tutto con estrema delicatezza, sposto un attimo l’attenzione ai suoi occhi, sussurrando le chiedo:

  • Ti fa male? 

Scuote la testa, continua a fissarmi mentre le medico la mano non appena finisco, le rivolgo un sorriso che lei non contraccambia.

Vorrei cercare di capire cosa le sia successo, tuttavia ho paura di chiederglielo, si è già ferita non voglio che si faccia ancora del male, penso che abbia bisogno di qualcuno che l’ascolti, probabilmente è un segreto che custodisce gelosamente dentro di sé, magari per la paura di essere giudicata,  però potrebbe aiutarla. 

Prendo un bel respiro, facendomi coraggio le chiedo

  • Cosa è successo poco fa’? Perché hai reagito così? Puoi parlarne con me, puoi fidarti.
  • Ho paura Jay non voglio che tu mi veda con altri occhi, perché sicuramente sé dovessi aprirmi succederà, e ti capirei anche, sono la prima a farmi schifo.
  • Piccola non succederà, non ti lascerei mai da sola, per un qualcosa di cui non hai colpa.                    

 

Mi guarda Insicura, le accarezzo la guancia per rassicurarla, mi mostra un lieve sorriso, portandosi la mano sul viso, per poter asciugare le ultime lacrime. 

  • Promettimelo.
  • Te lo prometto piccola.
  •  

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Capitolo 39
*** Capitolo 39 ***


Capitolo 39

                                                                                     Jay

 

  • Mi assicuri che tra di noi non cambierà nulla, continuerai a trattarmi come se non fosse mai accaduto nulla, giusto? 
  • Si, Clara stai tranquilla. Tra di noi rimarrà tutto uguale te l’ho prometto.

 

Fa’ un lungo respiro, inizia a muovere le gambe nervosamente, portandosi i capelli dietro, è tesa poverina per lei è difficile parlarne, non riesce a fidarsi completamente di me, le do ragione ci conosciamo da fin troppo poco tempo per potermi parlare di una cosa così tanto intima. 

Tuttavia mi sorprende vedere che ci sta provando a parlarne, questo suo sforzo e da apprezzare ai miei occhi la rende una ragazza forte.

 

  • Allora credo che tutto sia iniziato quando ero solo una bambina.

Trattiene a stento una lacrima che è ormai scesa bagnando nuovamente la sua guancia, tuttavia non vuole fermarsi, prova a parlare di nuovo cercando di trattenere i singhiozzi.

  • Non so  se sia successo anche prima non lo ricordo ero troppo piccola probabilmente la mia mente lo avrà rimosso. Avrei voluto tanto poter scegliere la mia famiglia, però non è stato così mi è capitata la cosa peggiore che non auguro a nessuno, neppure al mio peggior nemico.

Ascolto attentamente, osservando i suoi occhi che si incupiscono ancora di più, adesso piange, la voce è bassa e flebile, cerca di farsi forza tenendo i pugni stretti. 

  • Scusami Jay, non è facile sto facendo un sacrificio enorme a parlarne è la prima volta che lo faccio, ed è strano perché realizzo che è successo realmente. Fino ad ora ho sempre cercato di rimuoverlo dalla mia mente, fare finta che non sia mai successo. Però capisco che devo farlo per me stessa, devo ammetterlo è accettarlo per poter vivere meglio.
  • Piccola io ci sono, starò qui ad ascoltarti finché tu vorrai, se ad un certo punto non ne vuoi più  parlare ci fermiamo, ok?

Le dico poggiando la mia mano sopra la sua, cerco di non mostrarle la rabbia che nutro per la persona che le ha rovinato la vita, lei annuisce continuando a parlare.

 

  • Non sono mai stata una bambina socievole, non parlavo con nessuno, giocavo poco, non sono mai stata come tutte le altre bambine normali.Tutte le notti le passavo a piangere sul mio letto, ho odiato ed odio ancora me stessa, per non essere stata capace di impedirlo. Devi credermi quando ti dico che non sono mai riuscita a guardarmi allo specchio senza rivedere quella bambina dall’infanzia rubata, provo disgusto per il mio corpo. Non amo per nulla me stessa, mi faccio schifo, il mio corpo anche se non si vede è pieno di ferite, è cosparso dalle impronte dell’uomo che mi ha uccisa. Sono arrabbiata con il mondo, con me stessa, con mio fratello, con quel porco che mi ha distrutta, si è preso la mia innocenza, lasciandomi il vuoto, ecco come mi sento vuota. 

 

Scoppia a piangere, i suoi lamenti sono indescrivibili, esprimono tanta disperazione e rabbia. Mi avvicino a lei, è la abbraccio forte, provo a darle conforto, anche se la rabbia dentro  di me inizia a crescere.

Non riesco a immaginare la sofferenza che ha provato, non poteva confidarlo a nessuno, nessuno l’avrebbe capita, nessuna  l’ha  mai aiutata sono rimasti tutti a guardare. La mia Clara, è stata obbligata a crescere troppo in fretta, è stata obbligata ad andare avanti con la consapevolezza che nulla sarebbe stato più lo stesso.

È orribile sentirla parlare così, odia la vita, odia se stessa, odia il mondo, le sue parole sono come dei proiettili che colpiscono il mio corpo. La stringo più forte, le lascio dei baci sulla testa, cercando di tranquillizzarla, voglio che continui, voglio conoscere il nome del coglione che le ha 

fatto questo.

 

  • Scusa, Jay continuo.
  • Sicura? Se vuoi puoi fermarti.
  • No, voglio continuare. Lo faccio anche per me stessa, devo iniziare ad accettarlo.

Mi dice convinta, si allontana tornando nella sua vecchia posizione.

  • Allora penso tu abbia capito quello che mi è successo, mi hanno violentata. Ogni giorno, ogni sera, mio padre ha abusato di me. Cercavo di opporre resistenza però tutte le volte in cui ci ho provato venivo menata, a volte perdevo anche i sensi. Ero sempre piena zeppa di lividi, labbra spaccate e gonfie,  occhio nero, chiunque mi guardasse poteva capire subito che c’era qualcosa che non andava, le mie maestre lo vedevano, hanno provato ad aiutarmi però non ci sono riuscite. Tutte quelle volte che qualcuno si metteva in mezzo, io ne pagavo le conseguenze. Ti chiedi ora perché, non ho fatto nulla? Me lo chiedo anch’io perché non l’ho fatto, so solo che avevo paura, di ricevere di peggio, anche se in cuor mio so che non c’è niente di peggiore di questo.

 

La rabbia mi travolge totalmente, non riesco a sopportare tutto questo. Seppur non la conoscessi, mi sento in dovere di aiutarla di salvarla da questo incubo. 

Odio l’uomo che le ha rubato una cosa così intima, senza  chiederle il permesso, la sua vita è stata stravolta l’odio che nutro cresce dentro di me, non so se riuscirò a rimanere con le mani in mano. Andrei adesso a cercare quel bastardo, lo ucciderei con le mie stesse mani, ponendo fine al sua inutile vita, così come lui ha messo fine alla vita della mia Clara. 

Tiene lo sguardo verso il basso, la vergogna che prova è grande lo percepisco, i suoi singhiozzi sono forti esattamente come prima, le lacrime scendono in fretta, tiene strette le mani alle spalle.

Quello che vedo è  una bambina, che piange disperata per quello che gli è successo, non pensavo fosse così fragile, indifesa, è compito mio proteggerla voglio  assicurarmi che non riaccada nuovamente. 

Inconsapevolmente mi scivola una lacrima che riga la mia guancia, mi avvento su di lei, la stringo, piango in silenzio, insieme a lei, come se il suo dolore fosse anche il mio.

  • Mi diceva che così sarei stata pronta per un vero uomo, mi dava della puttana. Mia madre non ha mai fatto nulla, lei lo sapeva ma non ha fatto nulla per farlo smettere, era sempre pronta a  farmi del male dopo di lui. Mio fratello ha visto, rideva di me, minacciava di dire a tutti che sono una troia. 

Il suono della sua voce esce come un lamento, quella non è la sua famiglia, sono dei mostri, che  la pagheranno cara per quello che hanno fatto. Continuo a stringerla, cerco di reprimere le lacrime, che continuano a scendere. 

  • Clara da ora in poi non ti succederà nulla, ok? Non permetterò più che questi ti facciano ancora del male. Sarà mio compito assicurarmi che non ti venga più toccato anche un solo capello. 
  • Jay non sei arrabbiato con me, ti ho mentito, non sono pura come credevi.
  • Non mi importa, tu per me continuerai ad essere perfetta, ai miei occhi continui ad essere la ragazza dei miei sogni. 

Nasconde il suo viso tra le mie braccia, stringendomi più forte, continuo ad accarezzarla dolcemente, provando a sovrastare il dolore che la tormenta.

  • Clara, non voglio che tu continui a rimanere in quella casa, non è un posto sicuro per te. Devi cercare un nuovo posto in cui andare a vivere, hai detto che lavori, quindi sei indipendente, non devi rimanere più in quella casa per favore.
  • Jay non posso, sono minorenne, nonostante lavoro già da un anno, non posso andare a vivere da sola. Al momento per me è impossibile devo aspettare il mio diciottesimo compleanno.

Faccio un profondo respiro, non voglio che Clara rimanga sola, non dopo quello che le è successo, deve andarsene da lì al più presto, cosicché possa ricominciare da capo.

D’improvviso mi balza in mente, un qualcosa di azzardato, però è l’unica soluzione che mi viene in mente. Potrebbe venire a vivere  da me, qui nessuno le farà mai del male, l’aiuterei a ricominciare, facendole amare ogni aspetto della sua vita, così come lei lo  ha insegnato a me.

La allontano, adesso siamo faccia a faccia, mi osserva confusa, prendo un respiro profondo adesso o mai più, spero che non rifiuta la mia proposta.

 

- Clara, lo so che è troppo presto, però potremmo provarci insieme. Alla fine non abbiamo nulla da perdere, ci possiamo solo guadagnare. Ad esempio io potrei avere finalmente una ragazza al mio fianco, che si prenderebbe cura di me. Tu saresti perfetta, mi fai sentire amato e protetto, quindi mi piacerebbe davvero tanto farti sentire quello che provo io, quando mi abbracci, mi accarezzi per farmi addormentare. Poi,  insomma ho bisogno di qualcuno che mi faccia il primo soccorso, quando sto male. Quindi Clara, quello che cerco di dirti è se ti va di... venire a vivere con me. Non pensare che lo faccio per pietà o pena, lo faccio per me stesso ti voglio sempre con me, mi piacerebbe trovarti in cucina con un grembiule a prepararmi la cena, oppure essere accolto calorosamente da te al mio arrivo, parlare della nostra giornata. Voglio vederti dormire, ridere, desidero vederti felice, il tuo sorriso per me è oro. Quindi Clara pensaci, accetta la mia proposta, rendi felice questo ragazzo follemente innamorato di te. Non pensare minimamente che lo faccio per pietà perché non è così, accetta per favore.

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Capitolo 40
*** Capitolo 40 ***


Capitolo 40

                                                                                           Jay

 

  • Si, verrò a vivere con te.

Mi dice guardandomi dritto negli occhi, la sua espressione sembra più rilassata, tranquilla, mi rivolge un lieve sorriso che contraccambio subito.

Il mio cuore salta di gioia, è assurdo come un semplice “si” possa scatenarti tutte queste emozioni.

 

  • Però io voglio continuare ad andare nella mia vecchia casa, ci sono Lisa e Leo non voglio lasciarli in balia dei miei genitori. 

Il suo sguardo si incupisce nuovamente, è molto altruista non pensa solo a se stessa, vuole continuare a sostenere i suoi fratelli.

  • Va bene Clara, li vedrai tutte le volte che vuoi. 
  • Un ultima cosa, voglio contribuire per quanto riguarda  le spese, non mi importa se non sei d’accordo io non voglio vivere qui gratis. Va bene?

Sospiro, la vedo più che convinta, per il momento gli farò credere che faremo come vuole lei, però sicuramente lei non dovrà preoccuparsi di nulla. 

Voglio con tutto me stesso, vederla felice, sicuramente lentamente riotterrà la sicurezza e la spensieratezza che ormai da tempo non possiede.

  • Si, piccola. Adesso vieni qua, voglio coccolarti un po’. 

Le dico, sdraiandomi sul letto, le faccio segno di raggiungermi, si avvicina, sdraiandosi accanto a me . Posa la sua testa nel mio petto, la stringo tra le mie braccia, posandole dei piccoli baci sulla testa, lei si fa coccolare non dice nulla, si gode questo momento come me. 

Solo i nostri respiri si sentono, Clara lentamente si sta addormentando, il suo respiro calmo, mi dona un senso di pace, sono felice che si è ripresa, so che è egoista da parte mia però sono contento che lei si è sfogata con me, dopo averne parlato, l’ho vista più tranquilla, serena. 

Allungo il braccio, per spegnere l’abat-jour, subito dopo chiudo gli occhi, mi faccio cullare dal suo respiro, che è il più bel suono che io abbia mai sentito, quasi subito cado tra le braccia di Morfeo. 

       

                                                                          *

 

È trascorsa una settimana, da quando Clara si è trasferita a casa mia, va spesso nella sua vecchia casa per vedere Leo e Lisa, tutte le volte in cui vuole andarci l’accompagno senza mai entrare l’aspetto fuori, Clara mi ha consigliato di evitare. 

 Mi ha detto che sua madre non è molto gentile,  è molto diretta, a volte ferisce le persone usando, delle parole  poco delicate. 

Ha detto chiaramente che non vuole che quella donna mi ferisca, infatti pur di non farmi stare ad aspettarla in macchina per un paio d’ore, porta  sua sorella con sè,  facendola  uscire con noi. 

Inutile dire che Clara, ama profondamente sua sorella, la tratta come se fosse sua figlia, gli compra tutto ciò che desidera, la bimba sembra contraccambiare, hanno un legame profondo però non si somigliano molto.

Quando guardo Clara alle prese con sua sorella mi incanto ad osservarla perché la vedo più serena è felice. Capita che all’improvviso si incupisce, diventando più fredda, taciturna, tuttavia riesco a farla sorridere con delle piccole attenzioni. Da quando viviamo insieme il nostro rapporto si è intensificato, posso dire che adesso siamo davvero una coppia. 

 

Da quando condividiamo lo stesso tetto, la mia Clara ogni giorno  mi fa trovare il pranzo pronto a sacco, provvisto di acqua, non mi fa mai andare a lavoro senza il pranzo, che mi prepara la sera prima con le sue mani,  è una cuoca nata prepara certi manicaretti che mi fanno leccare i baffi. 

Oggi come tutti gli altri giorni l’accompagno a scuola, mentre io mi vesto lei si trucca, a differenza mia lei si alza mezz’ora prima, non appena finisce di truccarsi prepara la colazione. 

Quando finisco di prepararmi, mi dirigo in cucina, trovo la mia Clara a prepararmi la colazione,  in sua presenza non posso mangiare schifezze,  ha eliminato i biscotti pan di stelle che mangiavo per colazione, sostituendoli con dei piatti più ricchi e genuini. 

Mi siedo a tavolo, sorseggio la mia spremuta, e dei biscotti gran cereale, Clara non appena finisce  di prepararsi la sua spremuta si siede accanto a me, mi posa un piccolo bacio sulle labbra, subito dopo si appresta a bere il contenuto del bicchiere. 

Durante il nostro pasto, parliamo degli impegni del giorno, oggi dobbiamo fare la spesa, andare a prendere Lisa e Leo che verrano a cenare da noi. 

Clara fa un lungo sospiro, è tesa, è la prima volta che i suoi fratelli vengono a cena da noi, vuole fare bella figura.

Non appena entrambi finiamo di fare colazione, inizia a lavare i bicchieri nel frattempo io rifaccio il letto, quando finisco metto la mia giacca e prendo quella di Clara. 

Usciamo di casa puntuali, entriamo in macchina e ci dirigiamo nella sua scuola, accende la radio, e canticchia qualche canzone.

 

  • Jay, oggi ti ho preparato l’insalatona con il tonno. Ti ho messo l’acqua, e un pacco di fazzoletti, per merenda ti ho messo la mela, ok?
  • Si, tutto quello che mi fai tu, va bene. A lavoro a che ora passo a prenderti? 
  • Allora oggi devo recuperare 1 h, vieni verso le 19:00 .
  • Perfetto piccola. 
  • Uffa, oggi ho il compito di inglese. 

 

Sbuffa sonoramente,  amo quando gonfia le guance sembra una bimba, a vederla sorrido come un ebete. Allungo il braccio,  le accarezzo la guancia, al mio tocca si volta, prende la mia mano e gli dà un piccolo e tenero bacio. 

 

  • Piccola, se vuoi ti aiuto io. 
  • Davvero? 
  • Si, tieni il telefono a portata di mano, così posso aiutarti.
  • Si, grazie cuore. 

Mi posa un piccolo bacio sulla guancia, sorrido di conseguenza mi sembra di vivere un sogno, sono troppo felice, per come si sono messe le cose. 

Parcheggio davanti  alla sua scuola, mi lascia un bacio veloce sulle labbra, per poi scendere dall’auto con il suo zaino, prima di entrare si volta mandandomi un bacio. 

                                                                              

                                                                              *

 Le ore sono volate, adesso sono in auto aspetto Clara che tra meno di 5 minuti deve uscire, verso l’ora di pranzo mi ha detto che oggi doveva sostituire una sua collega in un altro bar, quindi mi ha mandato la posizione di questo bar. 

Aspetto che esca, fisso la porta come uno stalker, sono impaziente di vederla, mi è mancata tantissimo oggi. 

Negli ultimi giorni ho avuto modo di fare chiarezza con i miei sentimenti, sono arrivato alla conclusione che per Clara nutro un sentimento che va oltre un semplice piacere, da quando viviamo insieme, voglio sempre starle accanto. Quando non siamo insieme mi manca da impazzire, ho iniziato persino  a fare il conto alla rovescia. 

Credo che sono quasi sul punto di amarla, il sentimento che nutro per lei è diverso da quello che ho provato con la mia ex, mentre con quest’ultima non me ne fregava un cazzo di quello che faceva, di Clara invece voglio sapere tutto. Soprattutto  mi sono reso conto di amare ogni cosa di lei: amo coccolarla, amo quando mi parla di quello che le succede a scuola, quando mi parla di sua sorella, quando dorme, è meravigliosa, tutto di lei è  meraviglioso. Per me lei è il gioiello più raro è prezioso, che custodisco gelosamente, perché non voglio che nessun altro ragazzo oltre me, possa averlo.

Vengo riportato bruscamente nella realtà da Clara che bussa nel finestrino, le rivolgo un sorriso, entra in macchina, mi saluta con un bacio e poi metto in moto.

Ci dirigiamo direttamente a casa, la cena non si fa’ perché sua sorella non stava bene, durante il tragitto parliamo di quello che ci è successo a lavoro,  Clara inizia a parlarmi della sua collega Filippi, che ci prova in diversi modi con lei. 

Arriviamo a casa, prima di fare lo scatto della chiave alla porta, Clara avvolge la sua sciarpa sul mio viso coprendomi gli occhi. 

 

  • Seguimi Jay.

 

Annuisco, lentamente entriamo in casa, sento subito Bu che mi fa’ le feste,  mentre Clara  cerca di spostarlo, dopo vari tentativi, sembra esserci riusciti. 

Facciamo pochi passi, all’improvviso ci fermiamo la sciarpa che fasciava i miei occhi, la toglie, rivelandomi il soggiorno, ricoperto di petali di rose rosse e candele che donano un atmosfera romantica, suppongo che i petali siano  finti perché non starnutisco. 

Mi volto, verso la direzione di Clara le faccio un sorriso a trentadue denti, l’avvicino a me, stringendola.

  • Piccolina, cosa hai fatto?
  • Auguri Jay

La guardo confuso, non riesco a capire oggi non è il mio compleanno, perché ha organizzato  tutto questo? 

  • Ma oggi non è il mio compleanno.
  • Lo so. Stiamo festeggiando il nostro primo incontro avvenuto esattamente un mese fa’. Festeggiamo Jay, oggi è un giorno importantissimo perché dal nostro primo incontro mi hai stravolto la vita, rendendola ricca di gioia, dolcezza e divertimento.
  •  

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Capitolo 41
*** Capitolo 41 ***


Capitolo 41

   

                                                                         Clara

 

Inizio flashback 

Una settimana  prima...

 

Tra le braccia di Jay per la prima volta mi sono sentita amata, protetta, nonostante tutto quello che ha scoperto stasera su di me, ha deciso di restare.

Sono felice, perché nessuno è mai stato così comprensivo con me, lui mi ha capito, con la sua dolcezza è riuscito a farmi calmare, con il suo tocco é riuscito a farmi chiudere gli occhi, facendomi riposare, per la prima volta mi sono addormentata senza quel dolore sul petto.

È mattina, ho  le braccia di Jay che ancora oggi mi avvolgono in un caldo abbraccio, il suo respiro come la sua espressione è rilassata, con le mani traccio delle linee invisibili sul suo petto.

 

  • Piccola che ci fai sei già sveglia? 

La sua voce roca, mi fa’ distogliere l’attenzione dal suo petto, gli rivolgo un sorriso, subito dopo allungo il collo per dargli un bacio sulle labbra contraccambia subito , regalandomi un sorriso. 

 

  • Buongiorno Jay.
  • Come hai dormito?

Mi domanda iniziando ad accarezzarmi i capelli, al suo tocco il mio cuore perde un battito, amo le sue mani, sentire il suo cuore, il suo respiro riempie, il suo calore, riempie la mia anima. 

L’angoscia che da anni mi tormentava, sembra essersi quasi dissolta, è bastato poco.

Da quando mi ha proposto di andare a vivere insieme a lui sono felice, la mia mente immagina già come sarà la convivenza con Jay. Per la prima volta mi sentirò davvero a casa, ammetto che mi preoccupa molto la reazione di mia madre, quella donna è in grado di rovinare tutto, di trasformare questo sogno in un incubo.

Mi preoccupa lasciare le uniche persone che amo in balia di quella donna, mi spaventa lasciare Lisa con mia madre, ho paura che le faccia del male che possa vivere lo stesso incubo che ho vissuto io.

Fino ad ora sono riuscita a proteggerla dall’uomo che la messa al modo, con lei aveva gli stessi piani, abusare di lei, fargli del male. Per fortuna non ci è mai riuscito l’ho protetta fino all’ultimo, subendo al posto suo. 

Ho paura per la mia piccola, non voglio che soffra così come ho sofferto io, a differenza mia lei ha quasi avuto un infanzia felice, piena d’amore e di gioie. 

 

All’improvviso mi ritorna in mente la domanda di Jay, come al solito mi sono persa nei miei pensieri, diamine Clara cerca di stare più attenta!

 

  • Si, abbastanza. Tu come hai dormito, bene? 
  • Si, piccola. Ti va di prendere le tue cose oggi?

Annuisco un po’ insicura, la paura si sta annidando dentro di me. Mi spaventa ciò che potrebbe accadere, come si potrebbero mettere le cose.

Tuttavia so che è una cosa che devo fare, per me, sapevo già che dovevo andare via da quella casa, lo farò ora, la cosa positiva è che non sarò sola ci sarà Jay al mio fianco.

 

                                                                                  *

 

Mi trovo di fronte casa mia, sono in macchina con Jay, nonostante quest’ultimo sia al mio fianco, il mio cuore batte all’impazzata, percepisco un enorme buco nello stomaco, sto persino tremando, la paura sta prendendo il sopravvento.

Clara devi rilassarti, andrà tutto bene, almeno spero, non sarò sola ci sarà Jay che mi aspetterà, devo solo prendere la valigia, con tutto quello che possiedo, quindi non devo preoccuparmi sarò veloce, non è necessario andare nel panico.

Scendo dall’auto, un po’ insicura faccio un respiro profondo, l’aria fresca riempie le mie narici, mi volto verso Jay, lo saluto con la mano, mi guarda preoccupato,  durante il tragitto per arrivare qui, ha insistito molto per poter salire insieme a me, ma gli ho detto di no. 

Non voglio che stia male a causa di mia madre, riuscirò a cavarmela da sola, l’importante è che mi aspetta qui, non ci metterò molto, ho intenzione di impiegare pochissimo tempo in quella casa.

 

  • Piccola sei sicura, sei ancora in tempo. Per me non è un problema venire.
  • Tranquillo Jay, ci metterò poco promesso.

 

Gli faccio un sorriso per rassicurarlo, subito dopo mi dirigo verso il palazzo in cui fino a ieri consideravo casa mia.

Salgo le scale un po’ titubante, arrivo alla porta d’ingresso dell’appartamento, prendo le chiavi faccio lo scatto nella serratura, subito dopo entro. Il silenzio regna in casa, a passo felpato raggiungo la mia stanza, prendo subito la mia valigia, inizio a prendere tutto quello che possiedo.

D’improvviso sento  la voce squillante di mia madre, mi volto di scatto, incontro subito il suo sguardo schifato, mi scruta dalla testa ai piedi, provo a rimanere indifferente, questa volta non mi faccio mettere i piedi in testa. Ho smesso di farmi trattare male da lei, non voglio più che la sua cattiveria rovini i miei giorni, la mia vita, voglio essere felice, restando qui non potrei mai esserlo.

 

  • Parti?
  • Me ne vado. Non voglio più vivere sotto il tuo stesso tetto!

Mi rivolge uno sguardo truce, che contraccambio con la stessa intensità, non mi spaventi Carmela!

Mi giro nuovamente, continuo a mettere i vestiti in valigia, cercando di ignorare la sua presenza, se le mostro indifferenza magari mi lascia stare.

 

  • Clara voltati, tu non andrai da nessuna parte!

Mi urla contro, tirandomi con forza il braccio, mi libero subito dalla sua presa, faccio un lungo respiro, non devo perdere il controllo, questa volta non sarà lei ad averla vinta, mi ha già ferita abbastanza, basta. 

 

  • Faccio quello che voglio, non devo chiedere a te il permesso! Non ti sei mai interessata a me, non ti sei mai chiesta come stavo, hai persino lasciato che quel porco del tuo ex, abusasse di me. Come faccio a considerarti un madre, se non ti sei mai comportata come tale. Mi hai persino obbligata a lavorare, perché tu non volevi mantenermi, scherziamo? Una madre che non vuole occuparsi di sua figlia, economicamente. Per tutto quello che mi hai fatto, dovrei denunciarti. Devi ritenerti fortunata, che non lo faccio!

 

Scaccio via le lacrime, che minacciano di uscire, non voglio piangere non davanti a lei. Sono stanca di mostrarmi debole, da ora in poi Clara non si farà più scalfire. 

Nel giro di pochi secondi, mi da’ uno schiaffo forte, spaccandomi il labbro, faccio un bel respiro, vuole giocare sporco, va bene l’ha voluto lei,

Prendo il telefono, digito il numero di emergenza, non voglio più farmi toccare da quella donna, 

avvio la  chiamata, in lei vedo subito la paura, ma non mi fermo, deve capire che non sono uno strumento, ero venuta qui con l’intenzione di chiudere tutto in pace, adesso mi rendo conto che non si può con lei.

 

  • Che cosa fai, brutta stronza? Non ti permettere a farlo, finisce male!
  • Vattene oppure continuo, a te la scelta. 

Mi guarda spaventata, gira i tacchi, e si allontana da me, uscendo dalla  stanza. Chiudo la chiamata, rimettendo il telefono in tasca.

 

  • Come vuoi Clara, fai come vuoi. Questa casa non sarà più il tuo tetto.

 

Rimango in silenzio, ignoro le parole di mia madre, il mio cuore ha ripreso a battere adesso sono più tranquilla. 

Non appena finisco con la valigia, esco dalla mia stanza, dirigendomi direttamente all’uscita, non appena mi ritrovo davanti alla porta d’ingresso faccio un lungo respiro, buttando tutta l’aria che ho nei polmoni. 

Riflettendo capisco che questa casa, non è mai stata mia, fa male avere la consapevolezza che quelle persone che mi hanno cresciuta non mi amano, e non lo faranno mai.

La voce stridula di mia madre interrompe nuovamente i miei pensieri, la osservo attentamente noto che ha con sè dei documenti, che si appresta a darmi in malo modo. 

La guardo male, subito dopo porgo la mia attenzione ai fogli, sbianco quando leggo il contenuto,    Cosa diavolo significa che queste persone non sono i miei genitori? Perché i fogli dicono che non sono la loro figlia? Che cosa succede?

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Capitolo 42
*** Capitolo 42 ***


Capitolo 42

              

                                                                              Clara 

Sono qui con Jay, gli ho appena tolto la benda rivelandogli la sorpresa che gli ho preparato, la cena e le rose sparse per la stanza che  regalano un atmosfera romantica. Oggi ho intenzione di raccontargli quello che è successo a casa di mia madre, il  comportamento che ha avuto, che è  stato abbastanza strano anche per una come lei. 

Sposto la mia attenzione a Jay, oggi pur di preparare questa cena, ho preso il giorno libero, ho rimandato la serata con Lisa e Leo, questa sera non voglio solo festeggiare il nostro primo incontro. 

Dovrò anche parlargli, dirgli la verità, spiegargli come stanno le cose sono certa che lui capirà, non voglio più avere segreti con lui.

Il nostro rapporto nell’ultima settimana, si è rafforzato parecchio, sono stata benissimo con lui, nonostante la preoccupazione che provo da quando mia madre mi ha parlato, sono riuscita ad essere me stessa, anche se a volte è capitato pensarci, rattristandomi, tuttavia Jay con le sue attenzioni ed il suo amore è riuscito a placare questa angoscia. 

Mi posa un bacio per ringraziarmi, stringendomi forte a sé, mi stacco prendendolo  per la mano, lo porto  a tavola, facendolo sedere.

Inizio a servire la cena, sono un po’ in ansia è la prima volta che preparo una cena romantica, non so sé ho sbagliato qualcosa, o che ho esagerato, so che in genere le rose è roba da maschi come tutto il resto, ma non me ne intendo non so che tipo di sorprese si possano fare ad un uomo. 

 

Iniziamo a mangiare, come primo ho fatto la classica lasagna bolognese, ho cercato di seguire alla lettera tutta la ricetta, sapevo già prepararla, però volevo renderla ancora più buona quindi ho consultato giallo zafferano. 

Come al solito Jay si complimenta con me per il piatto, mi chiede persino il bis, sorrido nel  vedere che gli piace tutto quello che gli preparo è meraviglioso, vorrei tanto che fosse sempre  così bello, ma so bene anch’io che tutto questo è destinato a finire.

Faccio un lungo respiro, se non lo faccio adesso non lo farò più, avanti Clara fatti coraggio capirà ne sono certa, mi aiuterà a trovare una soluzione.

 

  • Jay è di tuo gradimento la cena?
  • Si, Clara è tutto buonissimo. Complimenti davvero, sono  fortunato ad avere te dietro i fornelli. Grazie piccola.

 Si avvicina per darmi un bacio sulla guancia, sorrido al suo gesto, anche se l’angoscia e la paura non mi fanno godere bene  il momento. 

Cerco di armarmi di coraggio, ho già rimandato abbastanza, non l’ho ancora detto a nessuno lui deve essere il primo è l’unico.

  • Jay se ho fatto questa cena c’è un motivo, non è solo un modo per festeggiare il nostro primo incontro, devo dirti una cosa importante. 

 

Iniziano a tremare le mani, ho paura delle conseguenze, temo che questa volta lo posso perdere realmente, non voglio che tutto ciò accada. Ormai lui è una parte fondamentale di me, non potrei vivere senza sentire il suo profumo, il suo sapore, la sua pelle, sono diventati ormai aria per me. 

Jay nota subito che c’è qualcosa che non va, smette di mangiare, prende la mia mano e la stringe forte, mi guarda intensamente con quei suoi meravigliosi smeraldi.

 

  • Piccola a me puoi dire tutto, ok?
  • Si, lo so però mi spavento, ho paura della tua reazione. 

Stringe con più forza la mia mano, punto i miei occhi sulle sue bellissime iridi blu, riesco a percepire la sua preoccupazione, sono certa che dopo quello che gli dirò non sarai preoccupato, sarai furioso. Mi dispiace non averlo detto primo adesso capisco l’errore che ho fatto, mi auguro solo che non sia troppo tardi.

 

  • Jay ti ho mentito, ricordi quando sono andata a prendere le mie cose da mia madre?
  • Si, cosa vuoi dirmi Clara, quel coglione ti ha toccata di nuovo?
  • No, Jay mia madre mi ha dato in adozione, mi vuole mandare da mia zia in Sicilia.

 

Spalanca gli occhi, il suo sguardo docile, diventa cupo, ho paura della sua reazione non voglio che si arrabbi, che si possa sentire male, non so che fare per rimediare. 

Non voglio andare via da Roma, sono nata e cresciuta qui, le mie amiche, una piccola parte della mia famiglia, ma soprattutto l’uomo che amo sono qui.

Inconsapevolmente cade una lacrima che bagna la mia guancia, avere la consapevolezza che perderò la mia felicità mi fa’ stare male, mi crea un peso al petto. 

 

Si alza dalla sedia, mi prende entrambe le mani, mi fa’ alzare, con le sue braccia possenti mi avvolge in un caldo abbraccio, inspiro il suo dolcissimo profumo, che mi da subito tranquillità.

 

Ci separiamo dopo pochi minuti, rimanendo l’uno difronte all’altro con la mano inizia ad accarezzarmi la guancia, entrambi continuiamo a guardarci negli occhi, senza dire una parola.

È Jay ad interrompere il silenzio che domina nella stanza dicendomi:

 

  • Io non ti lascerò andare, c’è sicuramente un altro modo. Clara ti prometto che tu da qui non te ne andrai, rimarrai con me.
  • Ma come facciamo Jay, la situazione è abbastanza critica, come dovremmo  fare? 

 

Mi posa un piccolo bacio sulla fronte, chiudo gli occhi di istinto, la sua sicurezza mi rende tranquilla, la sua presenza mi da sicurezza. Sono contenta della sua scelta, combatterà insieme a me, non mi lascerà andare via senza prima lottare, questo ragazzo continua a dimostrarmi che per me nutre dei sentimenti sinceri, forti e profondi.

 

  • Conosco una persona che può aiutarci, è una persona affidabile e molto capace. 
  • D’accordo, allora posso stare tranquilla. Grazie Jay per tutto quello che stai facendo per me.
  • Piccola non mi devi ringraziare, lo faccio per me, per noi, non dimenticarlo io per te darei tutto.

 

Sorrido alla sua dichiarazione, le sue parole sono come musica per le mie orecchie, sono come un elisir, sono in grado di guarire ogni ferita. 

Circondo il suo collo con le mie braccia, in punta di piedi gli do un bacio casto, per poi rivolgergli un sorriso che contraccambia subito.

 

  • Jay sei il ragazzo che ogni ragazza desidera, bello, sexy e buono. Mi ritengo fortunata ad averti al mio fianco.
  • E tu sei l’unica ragazza che voglio, hai tutto quello che un ragazzo desidera: bellezza, dolcezza, eleganza e in più hai delle mani d’oro. 

Gli poso un altro bacio delicato sulle labbra, in breve tempo diventa profondo passionale, affondo le mani nei suoi capelli, ed avvolgo le mie gambe sui suoi fianchi.

Continuiamo a baciarci con passione, lentamente andiamo in camera da letto, mi adagia sul letto, mi raggiunge poco dopo, ci baciamo fino a quando entrambi non ci ritroviamo con i fiati corti.

 

Rimaniamo nel letto a coccolarci, per diverso tempo, Jay mi stringe forte a sé, non mi da neanche la possibilità di muovermi, so che scherza tuttavia percepisco un filo di preoccupazione in lui. 

 

  • Clara e se scappassimo? Potremmo andare in Spagna, nessuno ci farà del male lì, nemmeno tua madre! 

 

Lo guardo con attenzione, sta delirando per caso? Come possiamo scappare è pericoloso come facciamo soprattutto? 

 

  • Jay come facciamo mi spieghi? Qualcuno potrebbe anche accorgersene.
  • No, nessuno se ne accorgerà, fidati di me tu. 

Annuisco insicura, ammetto che l’idea non mi dispiace, però ce la probabilità che lui finisce nei guai, non voglio che paghi per qualcosa di cui non ha colpa. 

Siamo semplicemente innamorati, io per lui farei qualunque cosa e lui anche, è bellissimo che fa di tutto pur di non lasciarmi andare. 

Ogni giorno mi convinco che Jay resterà l’unico per me, non ho mai vissuto un sogno così bello,  se questi giorni sono stati diversi dagli altri è solo per merito suo.

 

  • Clara vuoi venire con me? Ricominciare da capo una nuova vita con me al tuo fianco? 

 

Mi guarda intensamente, i suoi occhi fissano i miei, mi esce un sorriso per quello che mi ha chiesto, non ho dubbi per la mia risposta, non ho neanche bisogno di pensarci, voglio stare con lui solo con lui. 

 

- Si Jay verrò con te.

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Capitolo 43
*** Capitolo 43 ***


Capitolo 43

 

                                                                              Jay 

 

Oggi è un giorno importante, un giorno in cui le parole di una persona possono cambiarti la vita, oggi si deciderà il futuro di Clara, ed il mio futuro.

Parlerò con Maurizio, un mio caro amico che fa’ l’avvocato è una dei migliori qui a Roma, mi auguro che trovi una soluzione migliore di questa, la fuga non sempre è la cosa migliore da fare.

Nonostante, la fuga mia e di Clara è fatta per amore, potrebbe rivelarsi pericolosa, per questo motivo pur di evitare dei problemi sia a me che a Clara, dovrò parlarne prima  con lui.

 

La paura di perderla è forte, la paura di ascoltare quelle parole che la mia mente già conosce è terribile, conosco già l’esito, tuttavia voglio aggrapparmi alla possibilità che tutto possa risolversi al meglio, almeno spero.

Mi trovo già in sala d’attesa, Maurizio mi ha assicurato che non appena conclude con un cliente, mi ascolterà. 

Stanotte per la preoccupazione non sono riuscito a chiudere occhio, nonostante avessi Clara al mio fianco, la mia testa si trovava in un’altra parte, è da quando mi ha parlato della situazione in cui si trova, che non faccio altro che immaginarmi una vita senza di lei.

Mi distrugge saperla lontana da me, non sentire più il suo profumo, il suo corpo, il suo calore, i pensieri non mi permettono  di riposare, di godermi il mio momento di felicità.

È la voce del mio amico a riportarmi con i piedi per terra, alzo lo sguardo è davanti alla porta, il cliente che c’era prima nel suo ufficio, è appena uscito, mi fa segno di entrare, mi limito ad annuire, subito dopo mi alzo per poi entrare.

 

Non appena entro, mi accomodo sulla poltroncina rossa che si trova accanto ad una libreria, per essere un ufficio, direi che è molto grande è accogliente, Maurizio rimane alzato ha in mano una bottiglia di whisky, riempie due bicchieri.

Appena versa il contenuto in entrambi i bicchieri, si appresta a consegnarmene uno, accomodandosi nell’altra poltrona, situata accanto alla mia, non ci mettiamo seduti, davanti alla scrivania per parlarne, sono un amico in fin dei conti per lui, non ha necessità di essere così professionale con me. 

 

Mentre sorseggio il contenuto del bicchiere, gli racconto il motivo della mia visita, spiegandogli la situazione della mia Clara, e delle mie intenzioni se non si potesse fare nulla in proposito.

Ascolta tutto con attenzione, la sua espressione non cambia, non lascia trasparire nulla, questo mi mette ancora più in ansia, non sapere quello che pensa, il suo silenzio mi rende piuttosto nervoso.

Non appena concludo la mia spiegazione, mi osserva, non dice una parola, si limita ad alzarsi per prendere dei fogli e leggerli. 

 

  • Allora Jay, la situazione è piuttosto grave, in veste di avvocato ti sconsiglio di scappare con la ragazza. Potresti finire in guai seri, potresti ricevere una serie di denunce molto pesanti soprattutto perché la ragazza è minorenne.
  • Scusa, cosa dovrei fare allora?
  • Da amico ti consiglio di non arrenderti, sicuramente anche loro hanno qualche scheletro nell’armadio, insomma chi darebbe in affidamento la propria figlia? Punta su questo, sicuramente la ragazza può agire, usate la furbizia.

 

Ascolto attentamente le sue parole, ripensando a tutto quello che Clara mi ha detto dei suoi genitori, non tutto è perduto, a differenza dei suoi genitori, noi abbiamo qualcosa in più rispetto a loro, l’intelligenza, la furbizia è abbiamo la nostra arma vincente la verità.

Ha ragione Maurizio, a volte bisogna essere più furbi, più astuti per poter ottenere ciò che si vuole, questi elementi potrebbero permettere alla mia Clara di rimanere al mio fianco. 

Ringrazio il mio amico per il tempo che mi ha dedicato, subito dopo mi alzo dalla poltrona, bevo l’ultimo sorso che era rimasto nel bicchiere ed esco dal suo studio.

Corro immediatamente a casa devo parlare il prima possibile con Clara spiegargli il mio piano, raccontarle tutto quello che Maurizio mi ha detto.

Il mio cuore riprende a battere all’impazzata quando penso che non dovrò allontanarmi dalla mia piccola, finalmente la speranza è la certezza che tutto andrà per il verso giusto, mi tranquillizzano, regalandomi un po’ di sollievo.

L’impazienza di tornare a casa si fa’ sempre più forte, la voglia di vederla, di riempirla di baci è sempre più forte, avrei voglia di urlare al mondo quanto in questo momento sono felice.

Non credevo che le parole, regalassero tutta questa gioia, ma dovrò  ricredermi da ora in poi.

 

Arrivo a casa, apro la porta d’ingresso frettolosamente, non appena entro in casa noto la mia Clara intenta a preparare la cena, quando mi vede mi rivolge un tenero sorriso, che contraccambio subito, è bellissima quando sorride, a passo svelto la raggiungo, non sto più nella pelle devo parlargli. 

La saluto con un tenero bacio, subito dopo la tiro a me, stringendola, contraccambia il mio abbraccio, poggiando la testa sul mio petto, questo gesto lo ripete spesso, gli ho chiesto il motivo per cui mette sempre la testa sul mio petto, mi ha risposto che ama sentire il mio cuore battere, inutile dire che Clara è una ragazza molto dolce a cui basta poco per essere felice. 

 

Ci sediamo sul divano per parlare, perlomeno io mi siedo sul divano, lei si mette sopra le mie gambe, inizio a raccontarle tutto quello che mi ha detto Maurizio in merito alla storia dell’adozione, mi ascolta attentamente senza dire una parola, non appena concludo rimane in silenzio, la sua espressione non dice nulla sembra seria. 

Aspetto che mi dice quello che pensa ma non lo fa’, con la mano sposto una ciocca dei suoi capelli dietro l’orecchio, si volta nella mia direzione, rivolgendomi un altro sorriso.

 

  • Jay cos’hai intenzione di fare? 
  • Voglio provarci, sono sicuro che c’è ancora una speranza. Tu non te ne andrai da casa mia, capito? 
  • Ma come facciamo, dai è impossibile fare qualcosa, se solo ci provassimo, tu sicuramente finiresti nei guai.

 

Mi dice rassegnata i suoi occhi sono lucidi, questa situazione la fa’ soffrire molto, la stringo forte a me, inizio a darle dei baci sulla guancia, lentamente si lascia cullare, stringendosi più forte a me.

 

  • Clara tu non andrai via, credimi. C’è un’altra possibilità.
  • Quale? 
  • Dobbiamo agire con la loro stessa moneta, minacciamoli.

 

Alza la testa dal mio petto, mi osserva perplessa, piccola non capisce quali sono le mie intenzioni, faccio un respiro profondo,  per poi dire:

 

  • Allora Clara, i tuoi genitori non sono tipi raccomandabili sono pericolosi, perché non lo facciamo presente alla polizia,  di quello che sono capaci. Insomma credo che tua madre è tuo padre non vogliono finire in una cella? 
  • Suppongo di no. Quindi mi stai dicendo di ricattarli per annullare questi documenti? 
  • Esatto, tua madre non si rifiuterà gli faremo credere che hai del materiale come video, registrazioni e delle foto  contro di lei. Dovremmo essere credibili, Clara te la senti di fare questo passo? 
  • Si

 

Mi dici con un tono di voce insicuro, sicuramente tornare in quella casa e far ricordare ai presenti quello che le hanno fatto in tutti questi anni, non è semplice la capisco però questo è l’unico modo per farla restare a Roma.

 

  • Clara un ultimo sforzo e poi sarai libera. Vivrai ancora per molto con me.

 

Sorride alla mia affermazione, regalandomi un bacio sulle labbra che contraccambio subito, avvolge le sue braccia sul mio collo, punta i suoi meravigliosi occhi sui miei.

 

  • Grazie Jay.
  • Di nulla piccola, farei di tutto per te. 

 

Gli dico stringendola più forte a me, il mio cuore e la mia mente adesso sono più rilassati, l’ansia che fino a qualche ora fa’ non mi faceva stare tranquillo, adesso non c’è più. 

La mia Clara rimarrà qui con me, nessuno mi allontanerà mai da lei, nemmeno i suoi genitori, questo è poco ma sicuro.

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Capitolo 44
*** Capitolo 44 ***


Capitolo 44

            

                                                                           Jay 

 

Ieri sera io e Clara abbiamo pianificato il nostro piano, stando a ciò che dice Clara sua madre dovrebbe cascarci senza alcun problema alla storia. 

L’importante è che non ci sia alcuna lacuna, e che manteniamo la calma, sua madre non è molto intelligente, non è neanche molto sveglia quindi riuscire ad ottenere ciò che vogliamo non dovrebbe essere difficile. 

Clara ha appena telefonato a sua madre, le ha detto che deve parlarle, senza alcun problema gli ha dato l’ok, si incontreranno in un bar, molto frequentato, l’abbiamo scelto a posta affollato, entrambi non vogliamo creare discussioni, oppure agire con la violenza.

Il luogo che abbiamo scelto è un posto sicuro, nessuno le potrà mai  fare del male, se solo ci dovesse provare quella strega, si ritroverebbe con le mani legate.

Finiamo di prepararci, dopodiché usciamo di casa, l’ansia e la paura che qualcosa potrebbe andare storto si fa’ strada dentro di noi, in macchina non parliamo decidiamo di rimanere in silenzio, oggi non è un giorno qualunque, oggi finalmente si deciderà il futuro di Clara. 

Nonostante entrambi ieri ci siamo sfogati dichiarando i dubbi e le paure che ci assillavano, rendendoci liberi è più tranquilli con noi stessi, oggi i dubbi  e le paure che ieri sembravamo essersi dissolti, tornano più forti che mai.

 

Arriviamo a destinazione,  entrambi scendiamo dall’auto, mi appresto a raggiungerla e a stringerle la mano intrecciando le mie dita con le sue, in questo momento così importante voglio che lei sappia che ci sono, che non la abbandonerò, starò con lei passo dopo passo.

Iniziamo ad incamminarci, per raggiungere il bar, sono stato obbligato a parcheggiare un po’ lontano dal bar, a causa della mancanza di posto al parcheggio, dopo circa cinque minuti raggiungiamo  il bar, ci troviamo davanti al luogo d’incontro, Clara inizia a stringermi la mano più forte, con un rapido movimento la porto tra le mie braccia stringendomela forte.

 

  • Clara non preoccuparti, ci sarò io con te. Affronteremo tutto questo insieme.
  • Va bene Jay 

 

Annuisce poco convinta, lo vedo che la paura ha preso il sopravvento in lei, vorrei fare qualcosa per aiutarla darle la forza necessaria per tranquillizzarla, però più della mia presenza, non so cos’altro fare. Purtroppo questa rimane pur sempre la sua battaglia, dovrà affrontare sua madre, e mettere un punto con lei, e con tutti coloro che l’hanno fatta soffrire fino ad oggi, riuscendo così a ricominciare a vivere. 

Le poso un piccolo bacio sulle labbra, per poi abbracciarla di nuovo, ci stacchiamo dopo qualche secondo, con la coda dell’occhio osservo il luogo d’incontro, per poi guardare di nuovo Clara.

 

  • Sei pronta piccola? 
  • Si, sono pronta. Possiamo entrare.

 

Tenendoci sempre stretti la mano, entriamo, il bar che abbiamo scelto è un posto moderno, le mura e il pavimento sono bianche mentre i tavoli ed il bancone sono  neri.

Ci avviamo verso il tavolo che ho prenotato, si trova davanti  alla cucina, è ben isolato rispetto agli altri tavoli, almeno nessuno ascolterà i nostri discorsi.

Ci sediamo io mi posiziono accanto a Clara, poso la mia mano sopra la sua coscia, si appresta subito a mettere la sua sopra la mia, ordiniamo due ginseng in tazza grande, non appena il cameriere porta le nostre bevande lo sorseggiamo.

Inizio a cercare con gli occhi la donna che dovrebbe essere la madre della mia ragazza, ma non c’è n’è traccia, al momento il bar è occupato da ragazzi e ragazze giovani.

Dopo qualche minuto noto una donna, è appena entrata al bar, indossa un vestito aderente  leopardato lungo fino al ginocchio, con una vistosa scollatura. 

Sgrano gli occhi incredulo sono certo che quella donna non è la madre di Clara, il suo volto è ricoperto di trucco, un rossetto violaceo colora le sue labbra, un ombretto azzurro invece colora le sue palpebre, a vista d’occhio sembra essere uscita dal circo. 

Mi volto verso Clara che osserva la donna, gli domando sé quella è sua madre, mi conferma subito, mi volto nuovamente verso quella figura, non si somigliano per niente, mentre Clara, ha dei modi raffinati ed eleganti e  indossa dei vestitini di classe, oppure  degli indumenti pur sempre delicati per la sua persona, sua madre si attiene a mettere in mostra tutto quello che ha, senza alcun ritegno, ignorando il suo fisico, fin troppo in carne. 

Gli occhi della famigerata donna si concentrano su di noi, si avvicina con eleganza di un maiale che si tuffa nel fango, fino ad arrivare al nostro tavolo, prende posizione davanti a noi. 

Si presenta a me, tendendomi la mano, rivolgendomi un sorriso che mette in mostra tutti i suoi denti i ingialliti, è orribile non è per nulla una bella donna. 

Osservo Clara, che rimane seria, cerco di mantenere anch’io l’espressione seria tuttavia mi riesce piuttosto difficile farlo, mi viene da ridere. Prende il discorso Clara, che dice chiaramente a sua madre che non vuole andare da sua zia in Sicilia, sottolineando che non lo farà. 

Sua madre non sembra intimorita, dalle parole della figlia anzi sorride divertita per la scenata, prende il rossetto dalla borsa, insieme allo specchietto, inizia a passarlo sulle sue labbra.

 

  • Claretta tesoro, non parlare così a tua madre. Ma questo bel ragazzo, non me lo presenti? 
  • No, mamma sono seria non sto scherzando devi annullare questi dannati documenti!

 

Sbraita, ma la madre non sembra che voglia ascoltare il volere della figlia, stringo la mano di Clara per incoraggiarla e per calmarla. 

Morde il labbro inferiore, un gesto che fa’ solo quando è tesa, quella donna le fa perdere le staffe in pochissimi secondi. Decido di intervenire per mettere in atto il nostro piano,  Clara è troppo furiosa, al momento non è in grado di ragionare con la mente lucida.

 

  • Clara devi stare zitta. Sei solo una troia, che non ha nulla da fare, hai bisogno di essere rieducata, almeno così la smetti di andare a letto con degli uomini più grandi di te. Ora taci puttana insolente.

Sposto la mia attenzione su Clara, noto subito che i suoi occhi sono lucidi, quella strega vuole solamente ferirla, non gli importa della gravità delle parole, non gli importa se fino all’ultimo quella ragazza è stata violentata. Inizio ad innervosirmi anch’io, odio vedere Clara piangere soprattutto odio quando qualcuno gli rinfaccia il suo passato turbolento.

 

  • Signora, se l’abbiamo fatta venire qui c’è un valido motivo. I documenti che ha preparato dovrà annullarli.
  • Io non annullo proprio niente, decido io per mia figlia.

Faccio un lungo respiro, con questa donna non si può perdere il controllo, siamo qui perché la mia Clara non deve andare via, nessuno mi impedirà di realizzarlo. 

 

  • Signora, vuole che affrontiamo le violenze di cui sua figlia si è sottoposta? Oppure del padre che le ha fatto del male? Ancora meglio signora, che ne pensa se tutti i video e le registrazioni che possediamo le facciamo vedere alla polizia? Cosa pensa che succederebbe? 

 

Spalanca gli occhi incredula, deglutisce più di una volta, la sua espressione è cambiata non sembra più divertita, sembra spaventata da quello che le potrebbe succedere. 

  • Cosa volete che io faccia? Lo farò basta che eliminiate tutto quello che avete contro me e mio marito.
  • Deve annullare i documenti, deve lasciare in pace Clara, non deve più azzardarsi a parlarle in questa maniera, da ora in poi dovrà trattarla con più rispetto. E ringrazia al cielo che non è qui suo marito, tanta clemenza per lui non ci sarebbe stata, a quest’ora si troverebbe già dietro ad una cella, il suo posto. 
  • Va bene lo farò. 
  • Lo faccia qui davanti a me signora, voglio vederlo con i miei stessi occhi, sa non mi fido abbastanza di lei, ho bisogno dei fatti. 

 

Annuisce intimorita, prendo i fogli che Clara ha preparato dalla borsa, posizionandoli sul tavolino, la donna, inizia a compilarli, non appena conclude li tende a me, che mi appresto a leggerli, sorrido quando leggo l’annullamento dell’adozione. 

La mia piccola rimarrà qui al mio fianco, le stringo la mano, rivolgendogli un sorriso vittorioso che la mia Clara contraccambia subito. 

La donna invece si alza indignata, allontanandosi senza nemmeno salutare sua figlia e me, ha perso la battaglia e con se anche la guerra. 

 

  • Clara c’è l’abbiamo fatta, sei libera adesso, nessuno ti farà mai più del male.

Annuisce, trattenendo a stento un singhiozzo, mi abbraccia per la gioia, iniziando a piangere come una bambina, inizio ad accarezzarla, per tranquillizzarla. 

Le lacrime che sta versando saranno le ultime, perché nessuno le farà mai più del male è finita, adesso non soffrirà più.

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Capitolo 45
*** Capitolo 45 ***


Capitolo 45 

 

                                                                               Clara

 

Un mese dopo...

Il suono del mio cellulare mi avvisa che è arrivata l’ora di alzarmi, apro gli occhi un po’ assonata, allungo il braccio per poter prendere il telefono, apro leggermente gli occhi per leggere l’orario, sono esattamente le 7:30, del 22 Marzo, un momento...oggi non devo andare a scuola, sono iniziate le vacanze di Pasqua.

Butto il telefono sul comodino, e mi rimetto a dormire, nascondo il mio viso nel petto di Jay, sentire il suo profumo, il battito del cuore, ed il suo respiro al mattino è meraviglioso. 

Sento Jay che prova a cambiare posizione, sbuffa quando non riesce nel suo intento a causa della mia presenza, alzo la testa per godermi a pieno la sua espressione rilassata, apre leggermente gli occhi, i suoi meravigliosi smeraldi, che tiene socchiusi, con la mano gli accarezzo i capelli scompigliati. 

 

  • Clara me la prendi l’acqua ho sete.
  • Si, te la prendo subito.

 

Scendo dal letto, con i piedi nudi tocco la superficie fredda del pavimento, a passo svelto mi dirigo in cucina, dal frigo prendo l’acqua fredda, preparo anche due spremute, accompagnate da 4 biscotti bianchi, dispongo tutto nel piattino. Non appena concludo mi dirigo in camera da letto, non appena rientro in camera trovo Jay dormire beatamente, mi avvicino lentamente, posando la colazione sul comodino. 

Inizio a dargli dei piccoli baci, in tutto il suo viso, ricevo dei piccoli versi di lamento da parte sua, continuo a torturarlo con i baci fino a quando non apre quei meravigliosi occhi. 

Vederlo di prima mattina, è lo spettacolo più bello, ho la bellissima fortuna di poter assistere a tale spettacolo. Mi tira a sé, stringendomi tra le sue braccia, regalandomi un piccolo bacio tra i capelli, conoscendolo sta provando a farmi addormentare, non ha capito che non ho più sonno. 

Inizio ad accarezzargli i capelli, osservando i suoi lineamenti perfetti, nonostante l’ustione che occupa una buona parte del suo volto, rimane pur sempre meraviglioso ai miei occhi, le sue labbra rosee e carnose, gli occhi assonnati, i capelli disordinati sono uno spettacolo da non perdere. 

Sorrido quando ripenso a quante ne abbiamo passate insieme, è già passato un mese vissuto nello stesso tetto, giorni ricchi di emozioni positive e negative. Tutti i dubbi che avevo e che potevo avere si sono dissolti esattamente quando ha affrontato mia madre, non potrò mai dimenticare quello che ha fatto per me. 

Mai nessuno ha lottato così tanto, pur di avermi accanto, mai nessuno mi ha amata così tanto così come ha fatto lui, anche sé quella fatidica parola non è mai stata pronunciata da nessuno dei due, sono consapevole che entrambi ci amiamo più di ogni altra cosa. 

Queste vacanze sono anche un modo per stare insieme, entrambi abbiamo i giorni liberi, io perché ho preso le ferie, Jay perché è in cerca di lavoro, la sua sostituzione si è conclusa 3 giorni fa’. Mi ha detto chiaramente che inizierà a cercarne uno nuovo  dopo Pasqua, nonostante io l’abbia informato del posto libero che c’è nel bar in cui lavoro, non ne vuole sapere niente al momento. 

Mi sarebbe piaciuto averlo come collega, immaginavo già la scena lui alle prese con i clienti ed io a sistemare la merce, l’ora in cui  entrambi concludiamo il turno ormai esausti, torniamo a casa e ci rilassiamo insieme.

Sarebbe stato bellissimo, peccato che Jay non abbia intenzione di provarci, mira più in alto, tutto sommato non gli do torto è un ragazzo molto intelligente dovrebbe aspirare a qualcosa ai suoi livelli. 

 

Ci mettiamo seduti sul letto, ed iniziamo a fare colazione, non parliamo più di tanto, entrambi abbiamo l’abitudine di restare in silenzio quando mangiamo, vivendo con lui ho scoperto che abbiamo molte cose in comune, siamo uguali. 

 

  • Clara stasera siamo a casetta. 
  • Va bene. 

 

Gli dico per poi bere la spremuta, non appena finisco mi stiracchio un po’, per poi alzarmi dal letto, mi dirigo in bagno a sistemarmi un po’. 

Jay si distende nuovamente sul letto, posando il bicchiere sul comodino, non appena rientro lo vedo con l’iPad a guardare dragonball, mi lancio sul letto per distrarlo, ma senza alcun risultato, i suoi occhi sono puntati nello schermo.  

Un altra abitudine che abbiamo in comune, ad entrambi piace poltrire sul divano o sul letto tutto il giorno, facendo zapping. 

     

                                                                                *

 

Siamo appena usciti da casa, abbiamo mezz’ora di ritardo dovevamo vederci con i suoi amici alle 21,00 in punto, però abbiamo avuto un inconveniente, Jay voleva a tutti i costi un po’ di attenzioni da parte mia.

Arriviamo a casetta non appena entriamo, con la coda dell’occhio noto Penelope che bacia con passione  Jacopo, alzo gli occhi al cielo, sono già brilli neanche il tempo, 

Saluto tutti dicendo “ciao” subito dopo mi vado a sedere sul divano, Jay mi ha lasciata sola, mi ha detto chiaramente che stasera vuole farsi, vuole divertirsi, quindi non devo rompergli le palle. 

Il tono che ha utilizzato per dirmelo mi ha un po’ spiazzata, credevo che volesse stare con me, ma evidentemente anche lui ha bisogno dei suoi spazi, non può sempre stare con me, è pur sempre un ragazzo, tuttavia mi spaventa il modo in cui vuole farlo.

Punto i miei occhi sulla figura di Jay sicuramente non lo farò arrivare  al punto in cui non capisce più nulla, la mia attenta osservazione viene interrotta all’improvviso da un ragazzo che con il braccio avvolge le mie spalle, mi volto confusa soprattutto quando riconosco il ragazzo, è Diego. 

Mi allontano subito da lui, togliendo le sue mani su di me, mi osserva divertito non sembra per nulla infastidito dal mio gesto.

 

  • Clara sei bellissima ti voglio.
  • Diego sto con Jay, evita non mi interessi.

 

Gli dico infastidita, dal modo in cui si approccia con me, e dal comportamento che ha assunto contro il suo amico. Non gli interessa minimamente che sto con Jay, insiste senza preoccuparsi di Jay che si trova nei paraggi della casa.

 

  • Clara me ne sbatto i coglioni di Jay, ti voglio tutta per me. Non sarà il tuo fidanzatino ad impedirmi di stare con te. 

 

Spalanco gli occhi per la sorpresa, come diavolo fa’ ad essere così diretto? Come fa‘ a non sentirsi in colpa per Jay? Ma c’è l’ha una coscienza? 

 

  • Diego allontanati basta non sono interessata a te. Perché non ci provi con Clarissa, lei sembrava molto interessata alle tue avance. 
  • Non è te, cazzo guardati Clara meriti molto di più. La bellezza, l’eleganza dei movimenti, il sorriso che rivolgi a Jay è a dir poco meraviglioso, vorrei tanto che lo rivolgessi anche a me. Ti voglio, è non mi fermerò finché non ti avrò.
  • Sei tutto fatto, non parli sul serio. Allontanati per piacere, non voglio che Jay assista a questa scena pietosa. 

Mi volto dal lato opposto, preferisco ignorarlo non merita la mia completa attenzione, è solo un traditore, che si diverte a prendersi gioco di Jay.

  • Clara...

Mi prende il mento,per farmi girare  per poterlo guardare, con la mano inizia ad accarezzarmi la guancia, lo osservo confusa non riesco a capire le sue reali intenzioni, insomma cosa vuole da me? 

Con la mano tolgo bruscamente la sua, allontanandomi da lui, il mio gesto non sembra intimorirlo anzi sembra divertito.

  • Che cazzo fai coglione! 

 

Mi volto di scatto, trovo Jay furioso, ha gli occhi puntati contro il suo amico, il suo respiro è pesante, il suo volto è rosso. Ha visto tutto adesso ne ho la certezza, adesso si che temo le conseguenze di quello che potrebbe accadere, Jay ti prego non fare cazzate!

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Capitolo 46
*** Capitolo 46 ***


Capitolo 46

 

                                                                                    Clara 

 

Osservo Jay, è rosso dalla rabbia il suo respiro è affannoso, la vena del suo collo è gonfia, non so cosa fare, non so come farlo calmare. Spiegargli la situazione è del tutto inutile, non farebbe altro che alimentare la sua ira. Come faccio adesso? Come posso evitare che la situazione degeneri? 

Cerco gli occhi di Jay, che trovo fissi sul ragazzo che mi sta a fianco, decido di alzarmi, magari vedendomi si calmerà, almeno me lo auguro.

Mi avvicino a Jay, adesso sono di fronte a lui, con la mano gli accarezzo il viso, lui distoglie un attimo la sua attenzione su Diego concentrandosi su di me, chiude gli occhi, probabilmente sta cercando di ritrovare la calma che ha perso.

 

  • Clara che cosa stavi facendo? 

Mi domanda sussurrando,  i suoi meravigliosi smeraldi sono puntati sui miei occhi, attende con impazienza una mia risposta. Devo pensare bene a cosa rispondere sicuramente una parola in più potrebbe far scattare in Jay qualcosa di brutto, ed io non voglio che ciò accada. Fortunatamente durante questi giorni non sembra aver avuto altri malesseri simili a quello dell’ultima volta. Una lite sicuramente dopo lo farebbe stare male, il suo cuore al momento ha il bisogno di riposare, di non subire ulteriori stress. Probabilmente potrò risultare pesante e paranoica, però non posso fare a meno di preoccuparmi per Jay, ha bisogno di tranquillità e stabilità, ed io voglio assicurarmi che abbia tutto ciò. 

 

  • Ascoltami Jay non è successo nulla, te lo posso assicurare, hai frainteso tutto. 
  • Che cazzo dici, ti ho visto Clara, il coglione ci stava provando e tu eri più che consenziente, ti piace tanto  fare la troia? Non ti basto io?

Lo guardo confusa come può credere che io voglia qualcun altro? Ha frainteso tutto, non ha capito come stanno realmente le cose, non gli farei mai una cosa simile, non ci proverei mai con un altro ragazzo. Per me esiste solo lui, è l’unico ragazzo che voglio avere al mio fianco, l’unico da cui mi farei sfiorare, l’unico a cui donerei la mia innocenza. È assurdo pensare che Jay dopo questo mese, mi reputi una poco di buono, credevo che questo tempo gli fosse servito per conoscermi meglio, evidentemente mi sbagliavo. 

 

  • Jay calmati, non è come credi. Io non sono interessata a Diego per me esisti solo tu. Come puoi pensare una cosa simile su di me, dopo tutto quello che abbiamo passato insieme. Ti sembra che butterei tutto all’aria? Mi reputi così stupida da buttarmi tra le braccia di un altro, davanti a te? Pensi che io sono come tutte le ragazze che ti sei scopato? Credi veramente che mi farei toccare da un altro ragazzo con così tanta tranquillità? Se lo pensi, significa che fino ad ora non mi conosci, non sai come sono fatta realmente! 

 

Gli urlo in faccia, ignorando la presenza di altre persone, che sicuramente ci stanno guardando curiosi di sapere cosa stia succedendo. Maledico me stessa per aver attirato l’attenzione di altre persone, non sopporto che gli altri si intromettano in faccende che non gli riguardino o che qualcuno ascolti le nostre cose. 

Sono consapevole che l’ultima volta che io e Jay abbiamo discusso è finita molto male, non voglio che ciò riaccada nuovamente, non voglio vederlo nuovamente in quelle condizioni, ricordo perfettamente quei giorni, come se fosse accaduto ieri. Devo mantenere la calma, questa è la cosa realmente importante, magari così potrò farlo ragionare, sputare veleno non è mai stata una buona idea. 

 

  • Io...io non volevo dire questo. Mi da fastidio vederti con un altro lo capisci? Tu sei mia, nessuno ti deve toccare, tanto meno guardarti.
  • Lo so Jay, ma se solo mi lasciassi modo di spiegare capiresti che non ho fatto nulla di male, per me esisti solo tu.

 

Gli accarezzo nuovamente la guancia, il suo sguardo sembra essersi addolcito, la rabbia di prima sembra dileguarsi lentamente, il suo respiro ritorna normale finalmente.

Emetto un sospiro di sollievo, il mio cuore torna a battere tranquillamente, le parole sono servite a fargli capire che non ha nulla da temere, che non mi perderà mai, rimarrò sempre al suo fianco questo fino a quando lui lo vorrà. 

Rimaniamo vicini per un tempo indefinito, dimenticandoci del posto in cui ci troviamo, della gente che ci circonda, dei vocii che ci sono, siamo solo io e lui. 

 

  • Jay devi lasciarla stare a Clara, non ti vuole, preferisce me che te. Me l’ha detto sotto le lenzuola l’altra notte, non è vero? 
  • Che cazzo dici coglione? 
  • La verità Jay, non tutte ti stanno dietro. 

Lancio uno sguardo truce al ragazzo seduto sul divano, come può dire certe menzogne, non sono mai stata in sua compagnia, questa è la seconda volta che lo vedo, la prima volta è stata quando Jay ha combinato quel appuntamento a Clarissa. Non ho più visto Diego, solo alcuni dei suoi amici ho conosciuto, persone totalmente diverse da quelle che sono presenti in questa casa, sono persone più serie, affidabili che nutrono grande rispetto per Jay. 

Rivolgo il mio sguardo a Jay, con la speranza che non stia a sentire le parole di Diego, entrambi sappiamo che tutti i giorni li trascorriamo insieme, solo quando andavo a scuola, ci separavamo.

Noto che la sua espressione è nuovamente cambiata è infastidito dalle parole di Diego, il suo sguardo è colmo di rabbia, i suoi occhi iniettati di sangue, mordo l’interno della guancia per la rabbia, come faccio a calmarlo? Come faccio a fargli capire che Diego lo sta solo provocando?

Anche se ignoro il motivo per cui si comporta così con Jay, rimango dell’idea che sta esagerando, perché vuole fargli del male? Jay mi aveva detto che erano amici di vecchia data, mi ha persino confidato che è fidanzato. Quindi non riesco a capire il motivo di questo comportamento, alla sua ragazza non potrà dare fastidio? Potrebbe soffrirne, è una totale mancanza di rispetto nei suoi confronti, poverina non vorrei essere al suo posto. 

Noto che anche Diego si è messo in piedi, guarda con aria di sfida Jay, ho come l’impressione che tra di loro sia accaduto qualcosa di grave che li ha portati a detestarsi. 

Provo a mettermi in mezzo tra di loro, farò di tutto pur di evitare ad una lite violenta, Jay non sembra tirarsi indietro ricambia lo sguardo di Diego ignorando del tutto la mia presenza, mi allontana da lui. Con un gesto fulmineo mi rimetto tra di loro, è un attimo, mi ritrovo a terra, con la guancia dolorante, nel tentativo di fermare una rissa, mi sono presa un pugno in pieno volto. 

Jay corre subito in mio soccorso, mi prende il volto e non appena vede la mia guancia sicuramente arrossata, la sua espressione cambia si addolcisce, sembra essere dispiaciuto per l’accaduto, inizia ad accarezzarmi il volto, per poi dirmi:

 

  • Vai in una stanza, tra poco ti raggiungo.

 

Si allontana da me senza darmi il tempo di rispondere, si dirige verso Diego, osservo la sua espressione, è piuttosto furioso con quest’ultimo, gli fa cenno di seguirlo, cerco di raggiungerlo ma le braccia di qualcuno me lo impediscono, mi volto di scatto verso la persona, è Jacopo. 

  • Devo fermarlo si farà male! Lasciami andare!
  • No, Clara fatti i cazzi tuoi. Devono risolverla tra di loro senza preoccuparsi di far del male a te. Jay sa benissimo badare a se stesso non ha bisogno di te. 

 

Gli rivolgo uno sguardo truce, non può dirmi quello che devo fare, lo so benissimo anch’io che Jay è in grado di difendersi da solo, però non posso fare a meno di preoccuparmi, potrebbe succedergli qualcosa di brutto, il suo cuore potrebbe non reggere lo stress di una lite violenta, potrebbe fermarsi di colpo. 

La paura inizia a farsi spazio dentro di me, la mia testa non fa’ altro che proiettare le immagini di quella maledetta notte, non voglio vederlo nuovamente in quelle condizioni, non voglio che lui soffra, non sarà Jacopo ad impedirmi di raggiungerlo. 

Mi allontano da Jacopo, dandogli una spinta decisa, che lo coglie alla sprovvista per poco non perdel’equilibrio, inizio a correre verso l’uscita di questa casa portatrice solo di male. 

Non appena esco fuori cerco con gli occhi Jay, mi metto una mano davanti alla bocca, quando noto del sangue. 

  • Jayyyy 

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Capitolo 47
*** Capitolo 47 ***


Capitolo 47

                                                                                        Clara

 

Osservo la scena che mi trovo davanti, il sangue che cola sul viso di Jay mi fa venire la pelle d’oca, ho il cuore in gola per la paura i piedi sono fissi sull’erba del piccolo giardinetto che circonda la casa. Jay e Diego si trovano al centro del giardino, entrambi si prendono a botte, non capisco chi dei due abbia la meglio, per quanto vedo sembra che Jay ha qualche marcia in più, nonostante le sue condizioni di salute riesce a fronteggiare Diego, che schiva i colpi per un soffio. 

Il cuore mi batte all’impazzata, non so come intervenire, sicuramente se mi metto nuovamente in mezzo mi finisce con un ennesimo pugno in faccia, però se nessuno li separa finisce che Jay abbia un malore, quindi devo trovare un modo per dividere i due, che sembrano non averne ancora abbastanza. 

Mi avvicino ai due ragazzi, la paura lentamente si fa’ sempre più forte, le immagini di Jay su un letto di ospedale compaiono nella mia mente, pensare che dopo questa violenta lite possa sentirsi male mi tormenta. Mi convinco sempre di più che devo fare qualcosa per aiutarlo, al diavolo alle conseguenze, al diavolo al secondo pugno, meglio quello che un Jay sofferente. 

Inizio a correre verso la loro direzione, inizio a chiamare Jay con la speranza che vedendomi possa fermarsi, ma ciò non accade lancia un ennesimo pugno a Diego che cade a terra, come un felino pronto a scagliarsi sulla sua preda, Jay si avventa posizionandosi sopra di lui, inizia a dare una serie di pugni, uno più forte dell’altro, lentamente vedo gli occhi di Diego socchiudersi, sta letteralmente perdendo i sensi. 

Con un gesto fulmineo poso la mia mano sul suo polso sporco di sangue, si ferma immediatamente, la sua mano è sospesa in aria, trema dalla rabbia, è la seconda volta che Jay perde letteralmente  il controllo la prima volta è accaduto a causa di Gianluca, solo grazie alle mie preghiere si è fermato. 

Le motivazioni per cui si è spinto così oltre, è stato perché quest’ultimo voleva farmi sua, più o meno la situazione è simile a quella di Gianluca, Diego ha tentato invano di farmi sua, corteggiandomi in modo ridicolo, ignorando l’amicizia che lo unisce a Jay. 

Osservo Jay che è bloccato i suoi occhi sono fissi sul ragazzo disteso a terra privo di sensi, mi avvicino lentamente a lui, arrivando ad incontrare i suoi smeraldi che non sono più iniettati di sangue, sposto la mia mano sulla sua guancia, iniziando ad accarezzare la sua guancia macchiata dal suo sangue. 

 

  • Basta così Jay. Ha capito il suo errore sicuramente non commetterà un altro errore simile. 
  • Ti ha fatto del male, ti ha dato un pugno. Ha macchiato la tua bellissima pelle, con le sue luride mani. 
  • Jay dimentica quello che ha fatto, l’hai punito abbastanza, ha capito. Ti prego non continuare.

 

Cerco con insistenza i suoi occhi, che mi evitano, sono consapevole della rabbia che nutre nei confronti di Diego, tuttavia deve smettere di fargli del male, credo che la violenza non è mai stato lo strumento ideale per risolvere i problemi. Anche se Diego ha sbagliato, non era necessario arrivare a tanto, è molto meglio parlarne chiarire le divergenze con le parole non con le mani. 

Fin da bambina ho sempre odiato la violenza, nonostante ero la prima ad utilizzare le mani per difendermi l’ho sempre considerata uno strumento pericoloso da evitare ad ogni costo.

L’ uomo che ho qui davanti non lo temo, ho la certezza che non mi farebbe mai del male, non è mai stato così violento, di solito è calmo, tranquillo un tipo pacifico e riflessivo, mi aggrappo alla ragione sono sicura che se mi ascoltasse mettendo da parte la rabbia potremmo recuperare la serata che abbiamo perso rendendola migliore. Deve solo fermarsi capire che deve smetterla, allontanarsi dal ragazzo, chiamare qualcuno affinché venga soccorso e allontanarci dalla scena, il problema è farmi ascoltare, non ne vuole proprio sapere, vuole punirlo ancora, non gli importa delle condizioni di Diego, vuole ridurlo davvero male più di quanto non lo sia già.

Mi chiedo come devo fare per fargli cambiare idea, dovrei agire con dolcezza, l’unico strumento in grado di farlo ragionare, faccio un respiro profondo, per poi dire con un tono di voce flebile:

 

  • Jay fidati di me, non succederà più nulla te lo prometto. Alzati allontanati da Diego, non ha senso consumare energie per un uomo che non merita nemmeno la tua amicizia.

 

Si alza, mettendosi in piedi, osserva Diego schifato, con il dorso della mano si asciuga il sangue che gli cola dal naso, prendo la sua mano, con l’intenzione di tranquillizzarlo, in risposta me la stringe ancora più forte quasi al punto di farmi male. Ci allontaniamo da Diego, prendo il telefono digito un messaggio indirizzato a Penelope in cui le dico di uscire con Jacopo per aiutare Diego, non appena lo mando rimetto il telefono in tasca. 

Non rientriamo in casa, entrambi siamo stanchi della situazione, credo che tutto si poteva evitare, la serata avrebbe avuto un altro esito migliore se solo fossimo rimasti nel nostro nido, a fare zapping con la tv.

Osservo Jay preoccupata, temo che si possa sentire male, cadere a terra e perdere i sensi, spero con tutta me stessa che il cuore abbia retto il colpo. 

Ci dirigiamo verso l’auto per tornare a casa, il silenzio che regna in questo momento è straziante, solo il rumore delle auto è percettibile da lontano. Jay sembra perso nei suoi pensieri non ha aperto bocca dopo la lite con il suo presunto amico.

                                                                                                ***

 

Arriviamo a casa, nel tragitto in auto nessuno ha proferito parola,  stesso discorso in casa, Jay non mi guarda, si è chiuso su se stesso, sicuramente è ancora fuoribondo per l’accaduto, vorrei aiutarlo ma non so esattamente come fare per migliorare il suo stato d’animo. 

Si precipita in cucina, lo seguo a passo felpato, mi appoggio nello stipite della porte, osservando Jay alle prese con il freezer sembra cercare qualcosa, si ferma solo quando lo trova, ha un pacco di piselli tra le mani, si precipita da me, appoggiando il pacchetto sulla guancia indolenzita.

Chiudo gli occhi non appena la mia pelle va a contatto con il pacchetto freddo, direttamente sulla mia ferita, mi prende la mano, e mi porta verso il divano, facendomi sedere sulle sue gambe.

Lo guardo un po’ spaesata, in questo momento gli occhi di Jay per me sono un mistero, vorrei capire cosa gli frulla per la testa tuttavia non riesco a leggere il suo stato d’animo.

 

  • Mi hai fatto preoccupare piccolina. Ti fa male?
  • No, va tutto bene tranquillo. Dobbiamo medicare te che sei piuttosto malconcio.
  • Non mi importa nulla di come sono messo, la mia priorità sei tu. Se tu stai bene, starò bene anch’io. 

 

Osservo il suo sguardo intenso, perdendomi nei suoi meravigliosi smeraldi che suscitano in me una tempesta di farfalle, portandomi quasi a farmi uscire il cuore dal petto. Le sue parole sono dei diamanti dal valore inestimabile, che rendono tutto ciò che c’è intorno meraviglioso. 

 

  • Come fai? 
  • A fare cosa?
  • A farmi toccare il cielo con un dito. 
  • Tutto merito tuo piccolina mia.

 

Mi dice mostrandomi il suo meraviglioso sorriso, che non tardo a contraccambiare, è inutile dire che stare in sua compagnia è davvero bello, mi fa dimenticare ogni preoccupazione ha una capacità innata. Basta davvero poco per rendermi di buonumore, e farmi sorridere come un ebete.

Rimaniamo in quella posizione fino  a quando non sentiamo qualcuno bussare alla porta, mi alzo dalle gambe di Jay, e mi precipito ad aprire la porta. 

Non appena la apro, vedo una ragazza alta quasi quanto me, bionda ossigenata osservarmi schifata, i suoi occhi somigliano molto a quelli di Jay. È una ragazza molto bella, ha un fisico da invidiare, la carnagione chiara la rende una ragazza delicata, anche se il vestitino rosso corto, stona con la sua immagine rendendola un po’ volgare. 

 

  • Adesso Jay ha anche una cameriera grandioso! Tesoro prendi le valigie, fai veloce altrimenti sarò costretta a farti licenziare.
  • Non sono la cameriera le valigie prenditele da sola. Chi diavolo sei? 
  • Emma Martìn la sorella di Jay

 

Spalanco gli occhi incredula per la dichiarazione di questa ragazza insopportabile, Jay non mi ha mai detto di avere una sorella che non gli somiglia per nulla. A differenza sua sembra una vipera, che schizza odio in tutti i pori, è già riuscita a rendermi nervosa, mi ha scambiata per una domestica, chi si crede di essere? 

 

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Capitolo 48
*** Capitolo 48 ***


Capitolo 48 

 

                                                                                       Clara

 

Lancio un occhiataccia alla ragazza che ho qui davanti, dubito fortemente che Jay abbia una sorella così odiosa, insomma lui è un uomo buono, gentile e rispettoso. 

Non si sarebbe mai permesso a trattare così un estraneo, dargli persino della domestica, o giudicarla solo con lo sguardo. 

Mi sento sotto esame in sua presenza non mi piace per nulla questa ragazza, a primo impatto mi sembra una di quelle ragazze snob che regalano la propria intimità al primo che capita.

Magari da parte mia è cattivo definirla una poco di buono, però insomma io sicuramente a marzo all’una di notte non mi sarei mai  presentata con indosso un vestitino, che ai miei occhi sembra una maglia. 

Mi domando cosa vorrà  da Jay a quest’ora, non ha neanche avvisato, che modi sono, in genere quando un parente stretto viene a trovarti, a quest’ora dovrebbe chiamare.

“Basta Clara, stai esagerando è sua sorella dimostrati simpatica” mi suggerisce la mia coscienza, nonostante questa ragazza non goda della mia simpatia ritengo giusto dimostrarmi gentile e cordiale.

 

  • Sei un puttana per caso?  Tesoro sei piuttosto bruttina, mio fratello doveva essere proprio disperato per andare a letto con te. 
  • Ma come ti permetti? Chi ti credi di essere? 

 

Le mie parole escono come un ringhio, mi ha appena definito una troia, mi ha detto che sono persino brutta, come faccio a rimanere calma davanti ad una persona così irritante? 

Non mi sono mai trovata dinanzi ad una persona così stupida è volgare, di solito questo genere di persone cerco di evitarle proprio perché le trovo vuote ed ignoranti. 

Non immaginavo che un giorno avrei avuto a che fare con questo genere di persone, di solito sono una di quelle ragazze che mantiene la calma, però con lei mi riesce difficile farlo. 

Il mio istinto mi suggerisce di prenderla a pugni, togliergli quel sorridono da stronza che si ritrova spaccandogli il labbro, però sono costretta a trattenermi per il bene di Jay, sicuramente non voglio che mi lasci e che trascorre il resto della serata a raccogliere i denti della  sorella. 

 

  • Clara chi era alla porta? 

 

Spunta Jay dalla porta, si zittisce subito non appena incontra gli occhi glaciali della sorella, che l’osserva con disgusto. L’espressione di Jay si irrigidisce, il suo respiro diventa pesante, i suoi occhi fissano la sorella, percepisco il fastidio di Jay a questa distanza, probabilmente non è contento della visita di sua sorella. Incrocia le braccia al petto, mantenendo lo sguardo fisso al suo, probabilmente aspetta che la sorella gli spieghi il motivo della sua visita.

 

  • Fratellino, non vieni a salutarmi? 
  • Che cazzo vuoi? Non sei la benvenuta in questa casa. Vattene, tornate da dove sei venuta!

 

Dal tono di Jay capisco che l’arrivo della sorella non ha fatto altro che scatenare la sua ira, per quello che ho capito da quando conosco Jay  e che non ha un bel rapporto con la sua famiglia. Da quando vivo con lui ho notato che oltre i suoi amici nessuno dei suoi familiari si è mai preso la briga di fargli visita. 

Sicuramente se sua sorella è venuta qui ci sarà sicuramente un motivo, avrà bisogno di qualcosa, non mi sembra il tipo che viene a trovare il fratello per puro piacere. Avrà bisogno di soldi? Oppure ha bisogno del suo aiuto per qualcosa? 

 

  • Jay tieni a freno la lingua, sono venuta qui perché ho bisogno di un posto dove dormire. 
  • E che cazzo vuoi? Cercati un albergo, passa la notte lì. Siamo al completo.
  • Jay è questo il modo di parlare a tua sorella? Mi lasceresti in mezzo alla strada per una troia? 

 

Punta i suoi occhi sulla mia figura, mi osserva schifata, riesco a percepire il  fastidio che nutre nei miei confronti,  la sua irritazione non mi sfiora nemmeno anzi  sono più che contenta del modo in cui Jay l’ha liquidata. 

A mio parere Emma non merita l’affetto del fratello, i suoi comportamenti mi fanno intuire il   genere di ragazza  che è confermando subito la mia prima impressione. 

Nonostante il fastidio che nutro nei confronti di Emma, provo a rimanere in disparte ignorando tutti i suoi insulti, in fin dei conti è una questione che devono risolvere tra di loro. 

 

  • Non parlare così di Clara, non sai niente di lei. Non paragonarla a te, qui la troia sei tu! 
  • Ma come ti permetti, scegli una troia che me, scherziamo? Sei una stronzo senza cuore dovresti vergognarti! Nostro padre ha fatto bene a ridurti così non ti meriti nulla, devi solo morire. 

 

Spalanco gli occhi non appena realizzo le parole della strega, gli ha appena augurato il peggio a Jay, come può essere così crudele? Come può dire una cosa del genere? Ha veramente dato ragione a suo padre per ciò che ha fatto a Jay? Gli ha rovinato la vita, è colpa sua se adesso Jay non riesce più a guardarsi allo specchio, è colpa sua se vive con questo dannato peso. Gli sguardi degli sconosciuti, le voci che si percepiscono solo quando passeggia tranquillo lo segnano di giorno in giorno. Tutte le paure e le insicurezze che lo rendono un uomo piuttosto fragile e indifeso. 

Come può dire che ha fatto bene? È consapevole dei problemi che ha causato il gesto del padre? 

Osservo Jay che è rimasto in silenzio, ha gli occhi fissi sul pavimento, la rabbia che fino a poco fa’ lo spingeva a rispondere alla sorella sembra essersi dissolta, lasciando spazio alla sofferenza.

 

  • Vattene adesso!

Mi avvicino ad Emma, le afferrò il braccio e inizio a stringerlo, con le unghia graffio la sua pelle sporca, emette un piccolo lamento che ignoro, ciò che le sto facendo non è nulla in confronto alle parole che ha detto al mio Jay.

Inizio a trascinarla con forza verso l’uscita, ignorando i suoi insulti, non appena usciamo dall’appartamento, la porto alle spalle al muro, porto la mia mano intorno al suo collo stringendolo leggermente. Probabilmente il mio gesto è eccessivo ma ha ferito Jay la mia mente non è in grado di ragionare con lucidità, la rabbia scorre sul mio corpo in questo momento ho la necessità di punirla, eliminare quel sorrisino  da stronza che si ritrova. 

 

  • Prova nuovamente a mettere piede in questa casa, è per te sarà finita. Vuoi tornare a casa con la consapevolezza che il tuo viso non sarà più lo stesso? 

  Scuote la testa, riesco a leggere la paura nei suoi occhi, sicuramente pensava che la troia non era in grado di difendersi, si è sbagliata per anni ho dovuto difendermi dai mostri imparando a reagire, nonostante odio la violenza, ritengo che a volte è l’unica arma in grado di mettere a tacere le male lingue. 

 

  • Devi scomparire dalla mia vista adesso! Non tornare mai più, sono stata chiara? 
  • Si. 

Tolgo la mano dal suo collo, facendo qualche passo indietro, non appena mi allontano fugge via, sorrido alla scena ripenso al momento in cui ha messo piede in casa era   sicura di sé vederla scappare come un coniglio mi regala una lieve soddisfazione. 

Entro in casa mi dirigo subito da Jay che si trova in camera da letto,  seduto sul letto con le mani copre il viso, mi siedo accanto a lui ed inizio ad accarezzargli le spalle, vederlo giù di morale mi distrugge, vorrei tanto aiutarlo, farlo sorridere facendogli dimenticare quello che è accaduto. Ma sono consapevole che non sono in grado di farlo stare meglio, non so che genere di parole si possono dire in queste situazioni, la paura di dire qualcosa di sbagliato mi impedisce di parlare. 

Mi limito ad accarezzarlo, con la speranza che capisce di non essere solo, che sarò sempre al suo fianco qualsiasi cosa accada. 

 

  • Clara  forse dovremmo lasciarci.

 

Mi dice con un tono flebile, spalanco gli occhi per la sorpresa, mi domando il motivo per cui ha preso questa decisione. Cerco i suoi occhi  nascosti dalle mani  evita i miei occhi, sento che per lui  non è stato semplice  soffre per questa decisione, sono certa che sua scelta è stata condizionata da ciò che è successo con la sorella. Devo fargli cambiare idea, non voglio smettere di vivere con lui, godermi ogni attimo. È grazie a lui se ho ripreso a vivere non posso lasciarlo andare, anche se questo pensiero è egoista da parte mia, resto dell’idea che non lo lascerò senza non aver prima lottato. 

 

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Capitolo 49
*** Capitolo 49 ***


Capitolo 49

 

                                                                    Clara

 

Sbianco quando sento le parole che ho tanto temuto di sentire, rimango incredula, non riesco a capire il motivo per cui ha scelto di lasciarmi, fino a poco fa’ eravamo accoccolati sul divano, a darci baci, ad accarezzarci. Fino ad oggi ci siamo svegliati insieme, abbiamo preparato la colazione insieme, abbiamo parlato non mi ha mai accennato all’ intenzione di lasciarmi. 

Ho come l’impressione che questa scelta è stata presa di fretta, senza pensare attentamente alle conseguenze, al suo volere si è limitato a dare ascolto alle parole di quella troia di sua sorella. 

Dio quanto la odio nonostante ho avuto modo di conoscerla solo oggi per circa mezz’ora, non la sopporto, è solo venuta a rovinare ciò che di bello io e Jay abbiamo costruito, negli ultimi mesi.

Credere che nonostante il sentimento che ci unisce si è fatto influenzare con così tanta facilità mi fa arrabbiare credevo che nulla potesse ormai scalfirci evidentemente mi sbagliavo, la nostra relazione, deve ancora maturare rafforzarsi affinché nulla potrà più dividerci. 

Devo convincere Jay, fargli capire che sta sbagliando, che non deve ascoltare i giudizi degli altri, che lui è il protagonista di se stesso, l’unico a cui deve dare ascolto.

Caccio un sospiro, la tensione che si respira in questa stanza non è per nulla piacevole, la mia mente lavora affinché posso trovare una soluzione, che porti a Jay ad aprire gli occhi. 

L’unico modo secondo me è parlare con il cuore, io e lui ci siamo sempre capiti, perché parlavamo con il cuore e la sincerità magari questo può servire anche in questo caso. 

In fin dei conti conosco Jay, so ormai come prenderlo, è un ragazzo che cambia idea facilmente, ricordo ancora il giorno in cui io e lui avevamo litigato a causa di  Sofia,  prima che litigassimo per la troia, qualche giorno prima mi aveva detto che voleva lasciarmi stare, ma non appena ha letto il mio nome sul display si è rimangiato tutto. 

Questo è stata una delle serie di dimostrazioni che confermano che Jay è l’indecisione in persona, persino quando andiamo a mangiare fuori rimane per svariati minuti a leggere i piatti del menu, fino a quando non mi chiede un parere. 

Mi sfugge un sorriso pensando a un Jay così dolce, insicuro su tutto, capisco che il ragazzo che ho scelto di avere al mio fianco è unico in tutti i sensi, perché nonostante abbia questo difetto, riesce sempre a trovare una soluzione per ogni mio problema, riesce sempre a capire che intenzioni hanno le persone contro di me. Ha sempre l’impulso di volermi proteggere, assicurarsi che io sia al sicuro e che sia felice affinché lo possa essere anche lui, mi ha sempre detto che la sua felicità dipende dalla mia.

Inizialmente credevo che fosse una di quelle tante frasi che si leggono sui social o su internet, però solo stando con lui ho capito, che quelle parole pronunciate da lui hanno un altro valore, assumono un altro significato.

 

  • Jay, ascoltami capisco che vedere tua sorella ti abbia scombussolato parecchio, però parlane con me, affrontiamo tutto questo insieme io e te. Come abbiamo sempre fatto, ricordi quando mi hai aiutata con mia madre, l’abbiamo fatto insieme. Per favore non ti chiudere in te stesso.
  • Clara non renderlo difficile più di quanto non lo sia già, te lo chiedo per favore.
  • Ma Jay cosa dici, come puoi chiedermi di lasciarti andare? Io...io ti amo

 

Gli dico trattenendo le lacrime che minacciano di scendere, Jay mi guarda impassibile, i suoi smeraldi sono indecifrabili, le labbra serrate, l’espressione seria, mi fanno capire che parla sul serio, è possibile che dietro a questa decisione non c’è dietro l’arrivo di sua sorella?

Abbasso lo sguardo, stringo le mani, un singhiozzo esce involontariamente dalla mia bocca, come gli altri che susseguono, le lacrime scivolano sulla mia guancia senza che io possa fare qualcosa per bloccarle, mi volto con la speranza di non farmi vedere lui, odio ancora mostrare il mio lato debole. Anche se Jay in questi mesi, ha conosciuto quasi ogni aspetto di me, preferisco chiudermi in me stessa, rimanere in silenzio è ricostruire da sola i frammenti del mio cuore che lentamente si sbriciolano.

 

All’improvviso la mano grande e ruvida di Jay, inizia ad accarezzarmi i capelli, spostandosi poi verso la mia guancia con il pollice asciuga le lacrime che scendono, mi avvicina a sé, stringendomi in un caldo abbraccio, le sue labbra morbide, baciano la mia fronte in un modo  così dolce da farmi tranquillizzare.

 

  • Ti amo anch’io Clara.

 

Mi dice con un tono di voce flebile, chiudo gli occhi, e mi faccio cullare dal suo tocco, il mio cuore fa i salti di gioia per la dichiarazione di Jay, ma la mia mente mi suggerisce che  l’abbia detto, solo per il semplice fatto che stessi piangendo, quindi era un semplice modo per tranquillizzarmi e mettere a tacere le lacrime.

 

  • Non lo dico, per farti smettere di piangere. Clara io ti amo veramente, ti amavo già dal nostro primo incontro, dalla prima volta che hai messo piede in questa casa, dal nostro primo litigio. Ti amo ogni mattina quando ti vedo aprire gli occhi, quando parli senza fermarti un attimo, ti amo quando il pomeriggio ti appisoli sulle mie gambe, quando gonfi le guance perché sei al limite della pazienza, quando sorridi, quando ridi, il suono della tua risata è la musica più bella che io abbia mai sentito in vita mia. Ti amo, quando fai la gelosa, quando mi guardi con quegli occhi così innocenti, quando sei invadente o quando ti preoccupi per me. In poco tempo sei diventata la mia ancora, l’unica donna in grado di farmi stare bene, grazie a te riesco ancora ad avere la voglia di alzarmi di lottare anche quando sembra non avere senso. Un semplice ti amo non è abbastanza per descriverti quanto tenga a te, quando sei diventata importante nella mia vita, non lo sarà mai. Ricordati che se io penso che sia giusto lasciarci non lo dico perché io non ti voglio, ti desidero con tutto me stesso, se lo faccio è solo per il tuo bene. Ho paura che tu un giorno possa soffrire.

 

Alzo gli occhi per poter incontrare i suoi smeraldi che sono lucidi, capisco dai suoi occhi che è sincero, Jay mi ama, la gioia di essere contraccambiata dall’uomo che amo è tanta, tuttavia non fuoriesce a causa delle ultime parole pronunciate. Perché dovrebbe essere un bene lasciarmi? Perché vuole evitarmi una possibile sofferenza? Cosa mi nasconde Jay, perché si comporta così? 

Potrebbe essere successa un qualcosa che l’abbia portato a questa scelta un tradimento? Si crea subito una voragine nello stomaco al solo pensiero che Jay possa essere andato a letto con un altra donna. Faccio un respiro profondo sono consapevole del fatto che se voglio delle risposte dovrò prendermele da sola.

 

  • Jay mi hai tradita?

La mia voce esce insicura e tremante, la paura di sentire la risposta tanto indesiderata mi mette ansia, paura perché amo Jay non voglio perderlo, non voglio che questo meraviglioso sogno possa svanire. Ho paura di perdere Jay, paura di me stessa per come posso reagire dalla sua risposta, mi conosco già abbastanza per dire che non riuscirei mai a perdonarlo per avermi fatto una cosa simile. Cerco di mantenere il mio sguardo serio, trattenendo le lacrime che vogliono uscire, osservo la sua espressione, percepisco una leggere insicurezza mescolata alla paura di potermi dare la risposta, che non voglio sentire.

 

  • Si, ti ho tradita.

 

È un attimo il mio cuore smette di battere, cade frantumandosi tutto, gli occhi in automatico si appannano, l’immagine di Jay riesco a non vederla più chiaramente. 

In un attimo nella mia mente, vengono a galla tutti i bei momenti che abbiamo vissuto, inizio ad odiare me stessa per essermi lasciata andare, per avergli raccontato una cosa così intima, privata ad un ragazzo che non mi ha minimamente rispettato.

L’odio che si crea e tale da riuscire a non farmi crollare davanti ai suoi occhi, mi alzo, e inizio a preparare le valigie, non parlo, spengo ogni cosa, decido di cancellare i momenti che ho vissuto con lui con consapevolezza che la vita non finirà mai di giocarmi brutte sorprese.

 Esco dalla stanza, con in mano la valigia che contiene il minimo indispensabile.

Esco da casa sua, con il cuore a pezzi e con le lacrime che scendono, non sento più nulla, dentro di me non c’è nient’altro da rompere, ci hanno pensato i miei genitori e Jay a distruggere ogni mio sogno, ogni speranza.

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Capitolo 50
*** Capitolo 50 ***


Capitolo 50

                                                                       Clara 

 

Esco dal palazzo che per giorni è stato la mia casa, piango come una bambina, i miei singhiozzi sono forti, la rabbia e la delusione che nutro nei confronti di Jay, si fanno strada dentro di me. 

Si crea un vuoto dentro di me, a causa delle parole di Jay, una fitta al livello del cuore non mi fa’ dimenticare la sofferenza e il  dolore che sento.

“ Si, ti ho tradito” quelle quattro parole risuonano forte nella mia mente, come se vogliono farmi ricordare quanto sono stata stupida e ingenua nel fidarmi di un ragazzo. Eppure dovevo immaginarmelo che come Gianluca anche Jay è un ragazzo che mira solo a trarre piacere dal tutto il genere femminile, ignorando i sentimenti e le conseguenze.

Credevo veramente che il ragazzo che amavo fosse diverso, lo speravo con tutta me stessa, che le sue carezze, il sapore dei suoi baci, il suo corpo ed il suo profumo mi appartenessero, invece no, chissà quante volte il suo corpo sarà stato toccato da un altra che non ero io.

La pioggia cade insistentemente dal cielo, bagna i miei capelli, il mio corpo, le lacrime si mescolano alle gocce di pioggia, in questo momento mi sembra che il tempo voglia rispecchiare il mio stato d’animo. 

Cammino a passo felpato, sperando di beccare un bar aperto, qualsiasi locale che mi dia la possibilità di farmi riparare dalla pioggia almeno per stanotte, sperando di non incontrare nessun malintenzionato.

Dopo mezz’ora di camminata sotto la pioggia intravedo un locale aperto, la musica che sento provenire dal locale mi fa intuire che si tratta di una discoteca, caccio fuori l’aria, con coraggio decido di entrare dentro.

Tuttavia il mio cammino viene bloccato da un uomo vestito di nero, che mi osserva, schiarisco la voce per poi mostrargli un sorriso tirato, probabilmente non mi vorrà fare entrare, per come sono conciata sicuramente, gli occhi gonfi e arrossati a causa delle lacrime, il trucco sbavato ed i capelli bagnati ed i vestiti inzuppati di acqua, mi faranno sembrare una disperata.

 

  • Non può entrare tornatene a casa, ragazzina.
  • Scusi perché non dovrei passare, sono una ragazza come tante altre, la prego mi faccia entrare è già stata una giornata pesante. Le chiedo la gentilezza di non renderla peggiore più di quanto non lo sia già.
  • La mia risposta è sempre no. Tornate a casa. 
  • Ehi hai sentito la ragazza, falla entrare!

 

Mi volto di scatto, in cerca della persona che ha parlato, noto subito un ragazzo che mi viene incontro, mettendo un braccio nelle mie spalle, gli lancio un occhiata confusa, che lui contraccambia con un sorriso. 

Mi sembra di non conoscerlo, mi domando per quale motivo è corso in mio aiuto, è un ragazzo piuttosto alto, mi sembra piuttosto muscoloso almeno credo, ha i capelli  castani corti con un ciuffo tirato dietro, i lineamenti sembrano perfetti, possiede quel leggero strato di barba che colora la sua guancia.

 

 

  • Si, non sapevo che fosse sua ospite, mi scusi signor James. Prego entrare pure. 
  • Bene, così ti voglio!

 

Entriamo dal locale, il braccio del ragazzo si trova ancora sopra le mie spalle, mi scosto un po’ giusto per mettere distanza, non lo conosco potrebbe essere pericoloso, quel gesto gentile potrebbe essere stato un piano ideato per farmi del male. 

Osservo il ragazzo, che mi fissa intensamente con quelle iridi color nocciola, sulle sue labbra si forma un sorriso, sembra divertito, sicuramente dal mio aspetto, come dargli torto.

 

  • Ma come ti sei conciata, sembri disperata. Il tuo ragazzo ti ha mollata? 

 

Sbianco quando mi pone la fatidica domanda, come ha fatto a capirlo? Si vede così tanto? Evidentemente c’è l’ho stampato in faccia, “ Clara Mariani è stata appena scaricata, per un’altra” fantastico, mi auguro solo che non vada ad indagare ulteriormente. Sembra un tipo abbastanza sveglio, attento ai dettagli a quanto pare. 

 

  • Ho indovinato ti ha lasciata, scommetto che ti ha tradita.
  • Ma come diavolo fai a capirlo? 

 

Gli domando sorpresa e al tempo stesso incuriosita, dalla sua innata capacità, ha capito tutto solo guardandomi, sarà per caso un mago? Legge i pensieri della gente? Non riesco a dare altre spiegazioni se non questa, mi domando per quale motivo sia ancora qui? 

 

  • C’è l’hai scritto in faccia...mmm come hai detto che ti chiami?
  • Non l’ho detto.
  • Un motivo in più per dirmelo.
  • Clara.
  • James, piacere. 

 

Mi dice per poi tendermi la mano, gli rivolgo un lieve sorriso per poi stringergli la mano, non conosco bene il motivo però sento che di questo ragazzo posso fidarmi, sembra un tipo affidabile, tra l’altro simpatico. 

 

  • Coraggio seguimi. Almeno così  ti cambi e non rischi di prenderti un raffreddore.

 

Mi fa’ cenno di seguirlo, non me lo faccio ripetere più di una volta, mi piazzo subito accanto a lui con la speranza di non perderlo di vista. La musica assordante, inizia a infastidirmi i timpani, non sono abituata al volume della musica così tanto alta, le mie narici si riempiono della puzza di sudore della gente che balla.

Mi porta davanti alla porta del bagno delle ragazze lo guardo un po’ confusa, poi però mi viene  in mente la valigia che ho  con me. 

  • Ti aspetto qui, cerca di non impiegarci troppo tempo.
  • Si, se vuoi andare vai non mi offendo.
  • No, tranquilla rimango qui ad aspettarti. Non è un posto adatto a te, non sembri il tipo che frequenta questo genere di posti.
  • D’accordo allora io vado, grazie.

 

Entro in bagno, chiudo la porta con attenzione assicurandomi di averla chiusa bene, estraggo dalla valigia un body in pizzo e merletto color panna, ed un jeans leggermente strappato sul ginocchio, azzurro chiaro.

Non appena finisco di vestirmi, sistemo i vestiti bagnati nella tasca grande della valigia, per poi sciacquarmi il viso, per rimuovere il trucco sbavato, ripasso nuovamente il fondotinta e l’eleyner, non appena finisco esco dal bagno. 

Trovo James ad aspettarmi impegnato a digitare qualcosa al telefono, gli vengo incontro chiamandolo, attiro subito la sua attenzione, mi rivolge subito un sorriso non appena mi vede.

 

  • Stai benissimo, Clara. Adesso non sempre più una ragazza che è stata appena mollata.
  • Grazie
  • Dai forza andiamo, a bere qualcosa.

Ritorniamo tra la folla che si dimena in pista come dei pazzi, cerco di rimanere dietro James anche se risulta un impresa farlo, stringo con forza la valigia con la speranza di non perderla tra la confusione. Con difficoltà arriviamo nel bancone, James parla con un ragazzo facendo cenno a me, osservo i due ragazzi confusa, vorrei tanto sapere cosa si dicono, però ho come l’impressione che non lo scoprirò, la musica mi impedisce di capire i due. Mi decido di sedermi, e di osservare il bancone sicuramente molto più interessante, ripenso nuovamente a Jay. La mia testa riproduce la scena a cui ho assistito ormai un ora fa’, rimango ancora più delusa quando noto che il telefono non segna alcun messaggio o chiamata. 

Capisco che a Jay non importa nulla di me, mi rendo conto che per lui era uno stupido gioco che ormai gli aveva tolto solo tempo, annoiandolo di conseguenza, le lacrime minacciano nuovamente di uscire prova a trattenerle, non voglio piangere, ho bisogno di stare sola, pensare, ricostruirmi la corazza che si è ormai sgretolata. 

  • Clara, pensi al tuo ex? 

Mi domanda poggiando una mano sulla mia spalla, annuisco senza voltarmi verso la sua direzione, non ho voglia di parlare con qualcuno, in questo momento potrò sembrare la persona più antipatica che ci sia, però non riesco ad essere allegra.

 

  • Vuoi dimenticare? Conosco un modo.
  • Quale? 
  • Lo vedrai. Scusi ci può portare i cocktail il  più  alcolico che hai! Ne voglio 2 . E poi puoi tenerci d’occhio il bagaglio.

Dice al barista, che annuisce iniziando a preparare la bevanda che James ha richiesto, li guardò confusa, vorrei capire per quale motivo bere mi dovrebbe aiutare a dimenticare dal momento in cui l’ultima volta che l’ho fatto, mi sono cacciata nei guai. 

Il barista ci serve i cocktail, il ragazzo al mio fianco mi guarda rivolgendomi un sorriso, porta subito il bicchiere tra le sue labbra, bevendone un sorso.

  • Coraggio bevilo, ti assicuro che ti dimenticherai tutto. Ogni male, va via con questo.

 Bevo il contenuto del bicchiere tutto in un sorso, il sapore di fragola inonda subito il mio palato, insieme alla sensazione di bruciore causato sicuramente dall’alcool, decido di prendere un altro cocktail, un altro ancora e un altro. Inizio a bere come non se  ci fosse un domani, come se fossi un alcolista che beve per dimenticare i problemi che lo stressano.

In pochi minuti dimentico persino il mio nome, in un attimo mi trovo più leggera, allegra in pace con me stessa, bevo l’ennesimo bicchiere che il barista mi ha portato, però vengo bloccata da James che se lo porta tra le labbra bevendolo tutto.

  • Uffa lo volevo bere io. Sei un brutto anatroccolo cattivo.
  • Basta così. Sei già fin troppo ubriaca. 
  • Uffa, non è giusto sei cattivo.

Gli dico puntandogli il dito contro, mettendo il broncio come una bambina, osservo la sua espressione abbastanza perplessa, scoppio a ridere come una matta. La sensazione di totale benessere, il vuoto che sento nella mia mente mi regalano la giusta spensieratezza che una ragazza della mia età dovrebbe avere. 

Prendo il braccio di James, tirandolo verso di me, lo trascino in pista, inizio a ballare cercando di tenere il ritmo della musica, che fino a poco fa’ disprezzavo ritenendola fastidiosa. Continuo a fare dei movimenti poco coordinati, ottenendo la risata di James e la mia, continuo a ballare, cantare a squarciagola, con questo ragazzo che ha migliorato la mia  serata. 

 

 

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Capitolo 51
*** Capitolo 51 ***


Capitolo 51

                                                                             Clara

 

Continuo a muovere i fianchi, saltellare con James, che sembra ridere di me, ma non gli do tanto peso, mi sento così tanto bene, così leggera che tutto il male che per anni mi ha circondato sembra essere sparito. Allora è così che ci si sente quando si spegne la testa, si inizia a vivere, allora non è necessario l’amore per stare bene, ci sono altri metodi  che potranno avere una scadenza, però è una tua scelta se continuare o meno questo stile di vita. Non sei legato ad una persona, non sei costretto a dipendere da essa, non devi spaventarti che l’amore prima o poi finisca, con l’alcool puoi decidere tu quando iniziare, quando concludere il gioco, nessun legame, nessuna dipendenza. 

 

  • Claraaaa, si è fatto tardi, forse è meglio andare!
  • Uffaaa noooo, voglio ballare ancora. Ti prego James, non mi lasciare sola. Voglio divertirmi ancora un po’. 

 

Gli faccio gli occhi dolci, con la speranza che rimanga con me un altro po’, mi guarda rassegnato, per poi annuire, gli salto addosso abbracciandolo forte, lui preso un po’ alla sprovvista ricambia subito dopo.

Osservo il locale in cui trascorrerò l’intera nottata, noto che la gente è diminuita parecchio rispetto a poco fa’, probabilmente si è fatto tardi anche per loro. Mi auguro che il locale non chiuda, non voglio  dormire per strada in una panchina fredda,  il solo pensiero anziché farmi piangere mi fa’ scoppiare a ridere. Rido perché fino a qualche ora fa’ avevo un tetto, magari se non lasciavo la casa di quella squilibrata di mia madre avrei continuato ad avere un letto su cui dormire è un tetto dove ripararmi. 

Probabilmente dovrei mettermi a piangere e disperarmi, ma per fortuna l’effetto  dell’alcool mi fa’ sorridere, e considerare la mia situazione disperata come una cosa da niente che vale meno di 0.

Trascorro per non so quanto tempo a ballare, decido di far riposare le mie povere gambe, quindi mi dirigo dritto verso lo sgabello del bancone, per ordinare qualcosa da bere. 

Faccio cenno al barista, che si avvicina subito, ordino nuovamente due cocktail, uno per me e uno per James, che è seduto di fianco a me, con la testa appoggiata sul banco, lo scuoto un po’ offesa, perché mi ha lasciato sola. Si alza di scatto, spaventato, gli indicò i drink che il barista porta subito non appena finisce di prepararli.

 

  • Clara, stai esagerando capisco che tu voglia divertirti, però forse è meglio tornare a casa.
  • Ma io voglio rimanere qui. Resta con me.
  • Perché non vuoi andare a casa? Hai litigato anche con i tuoi genitori?

Scuoto la testa e poi annuisco, sarebbe facile dire che non ho più una casa ma forse è troppo, la colpa è mia se ora mi trovo in questa situazione. Avrei dovuto rifiutare l’offerta di Jay di andare a vivere con lui, nonostante i maltrattamenti di mia madre, c’erano Leo e Lisa che rendevano la mia permanenza accettabile. Chissà cosa staranno facendo a quest’ora, mi penseranno? Gli mancherò?

  • Non ti capisco, cosa vuoi dirmi?
  • Io... non c’è l’ho più una casa. E quindi non so dove andare.
  • Mmm è per questo motivo che sei venuta qui? 
  • Si, mi piace tanto stare e qui, mi diverto molto, poi ho conosciuto te!

 

Gli dico per sdrammatizzare la situazione in cui mi trovo, alla fine credo che piangerci addosso non serve a nulla, ho già deciso la mia sistemazione. Mi guarda con un sorriso stampato sulle labbra, che ricambio subito. Nonostante questa giornata non è stata una delle migliori, ho avuto la fortuna di incontrare James, che si è mostrato subito mio amico, offrendomi il suo tempo e la sua compagnia.

  • Coraggio vieni con me. Per stasera dormirai da me, sempre se per te non è un problema? 
  • Siiiiiiiiiiiiii finalmente posso dormire. Sai sono stanca, molto stanca.

 

Gli dico poggiando la mia testa sopra la sua spalla, inizia ad accarezzarmi i capelli lentamente con delicatezza, le palpebre iniziano ad appesantirsi, la musica continua a rimbombare nel locale, la gente seppur poca continua a danzare, con le menti leggere privi di pensieri e di preoccupazioni. Io che prima giudicavo questo mondo tanto diverso e lontano dal mio modo di vivere ma a col tempo l’unico in grado portare spensieratezza e la voglia di vivere come una normale adolescente. 

Ho passato anni a comportami da adulta, la razionalità è sempre stata colei che mi ha costruito dei limiti che non dovevo assolutamente superare. Già a quindici anni mi sono ritrovata a lavorare nelle cucine di un ristorante per potermi pagare i libri i vestiti. Il mio stipendio ero obbligata a spenderlo per i beni primari, dovevo stare attenta a non spendere troppo, per riuscire ad arrivare al mese successivo. 

Le braccia calde di James mi prendono in braccio, sento i suoi piedi muoversi, non apro gli occhi, decido di godermi la tranquillità che si sente fuori, la pioggia ha smesso di scendere, adesso regna sulla strada il silenzio.

                                                                               ***

 

La luce del sole che penetra dalla finestra mi obbliga ad aprire gli occhi, non appena lo faccio un mal di testa acuto mi obbliga a richiuderli, provo a riaprirli e ad alzarmi in cerca di qualcosa che possa aiutarmi con questo fastidio.

Scendo dal letto con gli occhi socchiusi, mi inizio a guardare intorno, senza riconoscere il luogo in cui mi trovo, è diversa dalla mia stanza, diversa dalla camera da letto in cui io e Jay abbiamo dormito. 

Continuo a muovermi, girando la casa che è abbastanza caotica, sono sparsi diversi vestiti, sul divano in pelle nera, sulla libreria persino sul lampadario.

La casa osservandola non sembra male, anzi con un attenta pulizia  potrebbe essere perfetta, vari dipinti decorano le pareti dell’appartamento.

Continuo a camminare con la speranza di poter incontrare il proprietario di casa, dopo aver perlustrato la casa da cima a fondo decido di andare in bagno con l’intenzione di darmi una sistemata.

Non appena apro la porta, apro il getto d’acqua fredda, iniziando a lavarmi con cura il viso, con l’asciugamano appoggiato nel mobile bianco che ne contiene altri, asciugo il mio viso.

Faccio un urlo quando vedo un ragazzo dietro le mie spalle con solo un asciugamano in dosso, chiudo subito gli occhi per evitare di guardarlo. Dio che imbarazzo! Doveva proprio succedere a me? Che figuraccia!

 

  • Non si usa bussare? 
  • Non potevi chiuderti a chiave?
  • Non credevo che potessi entrare. Quanto la fai tragica, sembra che non hai mai visto un ragazzo in vita tua.
  • Scusami davvero, esco così puoi prepararti.

 

Gli dico per poi rimettere l’asciugamano al suo posto, con la testa bassa e gli occhi rivolti verso il pavimento mi allontano dal ragazzo in asciugamano. 

  • Aspetta, perché sei qui? Ti serviva qualcosa? 

 

Annuisco mantenendo lo sguardo fisso sul pavimento, non ho il coraggio di guardarlo, mi domando ancora cosa diavolo ho combinato ieri sera, per quale motivo mi sono ritrovata sul letto di questo ragazzo. Il mio timore è che possa aver fatto qualcosa di cui potrei pentirmi. Sicuramente Jay non mi perdonerà, un momento Jay? Non mi ha cercata per quello che ricordo. Non si è preoccupato minimamente di come stessi, di dove potevo  essere se  ero in pericolo o meno, a quest’ora sarà in compagnia di un altra. Ed io che mi preoccupo di quello che potrebbe pensare di me, al diavolo Jay, al diavolo le sue dannate parole, finte e prive di ogni significato.

  • Cosa ti serviva? 

 

Mi domanda utilizzando un tono dolce, alzo lo sguardo verso la sua direzione la sua espressione sembra essersi addolcita, allora non è arrabbiato per come sono entrata in bagno.

  • Mi serve qualcosa per il mal di testa.
  • Ti fa male? 
  • Si un po’.
  • Direi per quanto hai bevuto ieri sera, mi sorprenderei del contrario.

 

Mi dice per poi rivolgermi un sorriso che contraccambio, la gentilezza che mi mostra, la disponibilità che mi offre, mi fanno capire quanta   fortuna ho  avuto nell’incontrarlo ieri sera. Fin da subito mi ha aiutato ignorando il fatto che per lui fossi una estranea, persino adesso mi sta dimostrando che di lui posso fidarmi, anche dal fatto che ho dormito nel suo letto senza porsi minimamente il problema. 

Apre lo sportello che si trova accanto allo specchio, osservo la sua figura a differenza di Jay il suo corpo non è macchiato  completamente dall’inchiostro solo la spalla è ricoperta da un disegno. 

Pongo particolare attenzione ai muscoli tesi della sue braccia, non me lo ricordavo così carino, sicuramente  sarà molto desiderato dalle donne.

Si avvicina a me, porgendomi l’oki, lo ringrazio per poi uscire dal bagno dirigendomi in cucina, riempio un bicchiere d’acqua, e verso il contenuto della bustina, addento una brioche trovata nello scomparto insieme al bicchiere, bevo il contenuto del bicchiere tutto in un sorso.

Torno in camera non appena finisco di lavare il bicchiere e il resto dei piatti sporchi trovati dentro il lavandino, trovo James alle prese ad abbottonarsi la camicia, decido di darmi una sistemata con l’intenzione di risultare presentabile, almeno fuori, cosicché posso trovare un appartamento in cui stare. Dato che ho messo un po’ di soldi da parte, posso usarli per pagare la caparra e il mese corrente, mordo il labbro inferiore a causa della ansia  e della paura di non trovare nulla, o che riesco ma dato la mia età mi impedisce di prenderla.

Prendo il telefono per vedere se ci sono nuovi messaggi o chiamata, rimango piuttosto delusa quando vedo che non c’è assolutamente niente, capisco che a nessuno importa di me, a nessuno interessa sapere dove mi trovo, se sto bene.

Lancio il telefono delusa come non mai, è in momenti come questi che mi rendo conto di essere totalmente sola, solo su me stessa posso contare è questa la realtà. 

  • Clara va tutto bene?
  • No, ma va bene così, ci sono abituata. Sono abituata ad affrontare ogni cosa da sola. Sono abituata a soffrire come un cane, sono abituata a piangere per queste cose. Perché non dovrei stare bene? In fin dei conti ieri poteva accadermi qualcosa di orribile eppure a nessuno frega un cazzo, a partire dalla mia famiglia, dal mio ex che diceva tanto di volermi proteggere e poi è il primo a pugnalarmi alle spalle. Le mie amiche che non sono così tanto amiche dal momento in cui non si sono mai degnate di chiedermi come stessi. Mi domando per quale razza di motivo sto ancora qui, per quale razza di motivo continuo ad illudermi che le cose possono migliorare anche quando non è così? Sono una stupida ingenua ecco cosa sono, che crede ancora nelle favole anche quando dalla vita ho solo ricevuto il peggio.

 

Trattengo a stento una lacrima che scivola ugualmente insieme alle altre, la consapevolezza di essere completamente sola mi uccide, provo ad asciugare le lacrime che rigano la mia guancia ma è inutile sto fin troppo male, questo dolore è implacabile. Gli chiedo scusa  in preda ai singhiozzi al ragazzo che  mi osserva dispiaciuto, all’improvviso fa’ qualcosa di inaspettato che mi sorprende, mi abbraccia  così forte e sincero che mi tranquillizza.

 

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Capitolo 52
*** Capitolo 52 ***


Capito 52

 

                                                                                  Clara 

 

Contraccambio l’abbraccio, affondando il viso sulla sua spalla, le lacrime scivolano, piango come una bambina ferita dalle persone che ama, la delusione e la consapevolezza che nessuno delle persone a cui tengo mi cerca mi fa capire quanto sono sola. 

È difficile accettarlo, farmene una ragione, in fin dei conti ognuno di noi   nella  vita vorrebbe amare e sentirsi amato, l’essere umano si nutre dell’amore, l’unico sentimento in grado di farci andare avanti, evitando la morte. 

James continua a stringermi tra le sue braccia, accarezzandomi dolcemente i capelli, il suo gesto non calma il mio pianto, non rimargina le ferite evidenti che ho sul cuore, basterebbe solo un gesto d’amore, fatto dalle persone che amo, per guarire. 

Ma ho già la certezza che ciò non accadrà, dovrò rialzarmi da sola come ho sempre fatto, puntare sui miei sogni, sulle mie aspettative per il futuro affinché riesco a tenere la mente occupata, e cancellare ogni traccia di chi mi ha ferita.

Spegnere i sentimenti ecco cosa devo fare, ricostruire la mia maschera, nascondere questa volta bene il mio cuore affinché possa rimarginarsi, senza che qualcuna possa averne nuovamente accesso. Al diavolo gli amici, al diavolo a Jay e a tutti coloro che mi hanno voltato le spalle, non ho bisogno di loro per essere felici, basto solo io, è sempre stato così è continuerà ad essere così.

Mi separo da James che mi osserva dispiaciuto per la scena che ha dovuto assistere, sono certa che non vuole vedermi soffrire, anche se ci conosciamo da solo un giorno, sono convinta che tra noi si è instaurata un legame di amicizia profondo.

  • Grazie James.
  • Come ti senti Clara? Stai un po’ meglio?
  • Si, grazie ancora per tutto quello che hai fatto, sei un vero amico.
  • Di cosa devi ringraziarmi l’ho fatto con piacere. Coraggio adesso preparati, che ti porto in un posto, sono sicuro che tornerai a sorridere. Dimenticandoti di tutto e di tutti, te lo assicuro.
  • Non posso James, devo cercare una casa in cui stare stanotte e i giorni successivi.
  • Coraggio Clara, puoi farlo benissimo domani, per stasera puoi restare qui. Te lo sta chiedendo l’uomo più attraente della città non puoi rifiutarti. Sai quante donne vorrebbero essere al tuo posto?

 

Scoppio a ridere quando conclude la frase, non sembra convinto di ciò che dice, sono certa che lo sta facendo per tirarmi sù di morale, devo ammettere che gli riesce molto bene. Gli do una leggera pacca sulla spalla, puntando i miei occhi sui suoi che tornano a guardarmi con una maggiore intensità. 

Mi fa’ piacere che il mio nuovo amico, cerca di aiutarmi a qualsiasi costo, offrendomi persino la sua stanza, mi ritengo fortunata ad averlo conosciuto, però non voglio approfittare troppo della sua disponibilità, non è giusto nei suoi confronti. 

  • Accetto il tuo invito, ma rifiuto l’offerta di dormire ancora qui. Riuscirò a trovare un posto dove passare la notte. 

 

Provo ad allontanarmi, però James me lo impedisce, prende la mia mano stringendomela, la sua espressione diventa ad un tratto seria, mi avvicina nuovamente a sé stringendomi tra alle sue braccia, percepisco il suo respiro caldo sul mio collo, il suo abbraccio mi trasmette calma e tranquillità, sento che l’affetto che nutre nei miei confronti sia puro e sincero.

 

  • Clara, te lo sto chiedendo io, accetta il mio invito. Mi sentirei più tranquillo saperti a casa mia, almeno fino a quando non troverai di meglio. Fino ad allora sarò lieto ad averti con me, non sentirti in dovere di ripagare il mio gesto, lo faccio con piacere. Quindi accetta, per favore.

 

Annuisco alla sua richiesta, una lacrima scivola sulla mia guancia, una lacrima di gioia o di gratitudine, non lo so precisamente, so solo che la bontà di James non ha limiti, sta facendo di tutto per aiutarmi, anche se per lui sono solo una sconosciuta.

Mi stacco dalle sue braccia, la sua mano sposta una ciocca, che copriva una piccola parte del mio viso portandola dietro l’orecchio, mi rivolge un sorriso che contraccambio, adesso ho la certezza che posso contare su questo ragazzo.

  • Dai forza vai a farti una doccia e vestiti comoda, ok? 
  • Va bene.

Esco dalla sua camera da letto dirigendomi in bagno, chiudo la porta a chiave, e sfilo i vestiti di ieri sera, entro dentro la doccia, il getto d’acqua calda che bagna il mio corpo, rimuove definitivamente il profumo di Jay, il suo tocco, lasciandomi la pelle priva del suo odore.

Prendo un bel respiro, ripetendo a me stessa, che doveva andare così, con il sapone elimino del tutto le sue tracce, le lacrime scivolano incessantemente, sono già cosciente che queste saranno le ultime che verserò.

Esco dalla doccia, avvolgendo il mio corpo con un asciugamano, l’acqua tiepida è riuscita a farmi rilassare, e a farmi scomparire il dolore alla testa.

Apro la porta del bagno, entrando nuovamente in camera con la speranza di beccare James, per farmi dire dove si trova la valigia, a causa dell’alcool non ricordo neanche dove io l’abbia messa, sé l’ha presa lui o nei casi più peggiori l’ho smarrita. 

Becco James disteso sul letto con gli occhi puntati al soffitto, schiarisco un po’ la voce, attiro subito la sua attenzione mi osserva con attenzione, cerco di ignorare l’imbarazzo che provo, osservando il pavimento.

 

  • Sai per caso dove si trova la mia valigia? 
  • Si, certo. Te...te la prendo subito.

 

Cerca di distogliere lo sguardo, tornando subito serio, si allontana dalla stanza, nonostante sia uscito sento ancora i suoi occhi su di me. 

Ritengo di aver fatto un grosso errore ad essere uscita dal bagno conciata così, ma non ho pensato minimamente alla mia valigia, ai vestiti, solo dopo che sono uscita dalla doccia ci ho pensato. 

L’imbarazzo e la vergogna che qualcun altro mi abbia visto seminuda mi mette parecchio a disagio, non sono il tipo che gira in casa di uno sconosciuto con solo un asciugamano indosso, non mi è mai piaciuto mostrare il mio corpo, essendo per me la causa del mio disagio, solo Jay è riuscito ad apprezzare e a farmi apprezzare il mio corpo. 

  • Ecco tieni Clara. Dai ti lascio preparare ti aspetto in salone. Non impiegare troppo tempo a prepararti mi raccomando.

 

Annuisco, non appena esce dalla stanza, inizio a vestirmi, indossando un semplice maglioncino beige corto con un jeans nero a vita alta, infilo le uniche scarpe che ho, per poi pettinare i capelli, asciugandoli con il phon posizionato sopra la cassettiera grigia che si trova davanti al letto.

Copro l’occhiaie con un po’ di fondotinta e la cipria, aggiungo un po’ di colorito alle guance con il furd, traccio una linea sottile di eleyner per poi passare il mascara.

Non appena finisco di prepararmi esco dalla stanza dirigendomi direttamente all’ingresso dell’appartamento, chiamo James alzando il tono della voce, mi raggiunge subito non appena sente che lo chiamo.

  • Possiamo andare, sono pronta. 
  • Perfetto.

Usciamo dall’appartamento, dirigendoci direttamente in auto, accende lo stereo, con la musica a parlare, chiudo gli occhi rilassandomi, so già che in sua compagnia riuscirò a dimenticare il dolore che provo. 

                                                                                      ***

 

  • Clara svegliati, su dai siamo arrivati.

Apro gli occhi, trovo subito la mano di James poggiata sulla mia guancia, muovo le pupille con la speranza di riconoscere il luogo in cui mi ha portata, noto subito dei monumenti, familiari sgrano gli occhi non appena li riconosco, è Genova!

Mi alzo, per vedere meglio, ottengo un ulteriore conferma si tratta proprio di Genova, una delle città più belle d’Italia. Osservo James, sorpresa dal suo gesto, non mi sarei mai aspettata una cosa simile da parte sua, mi domando per quale motivo l’ha fatto, mi conosce da solo un giorno ed ha fatto tutto questo? Mi domando cosa farà tra un anno, mi porterà in America? 

Abbraccio il ragazzo che ho di fianco ringraziandolo mille volte, fino ad ora nessuno a mai fatto tutto questo per me, lui è il primo in assoluto. 

  • Grazie.
  • Di nulla Clara. Tieniti pronta, perché questo giorno sarà indimenticabile, riuscirai ad eliminare ogni brutto pensiero te lo assicuro.
  •  

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Capitolo 53
*** Capitolo 53 ***


Capitolo 53

 

                                                                               Clara

 

Osservo con attenzione il luogo in cui mi ha portata, Genova una delle città più belle d’Italia, non l’ho mai vista in vita mia, mi sono sempre basata su ciò che dicevano i libri, o quello che mostravano i siti internet. Hanno sempre mostrato foto spettacolari, ricchi di paesaggi che lascerebbero chiunque con il fiato sospeso, mi ritengo fortunata, di vedere questa meravigliosa città, sicuramente questo è il momento giusto per vederla, riuscirò a dimenticarmi tutto ciò che mi turba, riacquistando la spensieratezza che ho perso. 

Scendo dall’auto con la bocca ancora aperta, nonostante sia scesa la sera sono contenta di avere la fortuna di vedere questo posto, si dice che quando il sole tramonta l’atmosfera cambia, per le coppie si trasforma in un luogo romantico, la luce lunare regala quel l’atmosfera romantica che coinvolgerebbe chiunque, mi sarebbe piaciuto camminare mano nella mano con Jay sotto questo scenario, però so già che sono costretta a cancellare questo desiderio insieme a tutti gli altri sogni che volevo realizzare insieme a lui.

  • Clara sei pronta per divertirti.
  • Si.
  • Allora andiamo in hotel a cambiarci, purtroppo il tour sarà rimandato per domani mattina. Stasera cancelleremo il tuo ex, non ti ricorderai neanche di aver avuto un ragazzo te lo assicuro.
  • Mi affido a te James, sono certa che riuscirai nel tuo intento.

 

Gli dico rivolgendogli un lieve sorriso, sono un po’ incerta su ciò che ha intenzione di fare James, sono già consapevole che non esiste alcun rimedio in grado di farmi dimenticare Jay.

Purtroppo il mio cuore e la mia mente gli appartengono, sono follemente innamorata di lui, seppur voglia convincermi  del contrario, so già che né l’alcool né questo viaggio saranno in grado di cancellare il sentimento che nutro per Jay.

In breve tempo è riuscito ad entrarmi dentro, prendere tutto quello che mi apparteneva senza nemmeno chiedermi il permesso.

Ogni giorno trascorso con lui, per me era oro mi svegliavo con la voglia di vederlo, di parlargli, sentirlo. Ricordo che tutto  le mattine che aprivo gli occhi,  sorridevo perché vedevo Jay che mi riempiva di baci, carezze che mi donavano il desiderio irrefrenabile di  vivere.  

L’odio e il dolore ero quasi riuscita a metterli a tacere grazie al suo amore, ora che non c’è più lui, mi sento sola, disorientata come se avessi perso una parte importante di me stessa. 

Tutti i sentimenti negativi che ho cercato disperatamente di reprimere sono tornati ancora più forti di prima, il desiderio di chiudere gli occhi e di non riaprirli è forte. Ho tanta voglia di mettere un punto definitivo alla mia vita, che non ha fatto altro che ferirmi e distruggermi. Sono stanca di stare male, piangere, ricomporre i frammenti del mio cuore, sono stanca di sentirmi così sola, di andare avanti senza che ci sia un vero motivo per farlo.

Sono consapevole del mio stato d’animo, sicuramente dovrei andare da uno psicologo per farmi curare ma non esiste nessuna cura, nessun rimedio in grado di cancellare il male che tengo dentro di me. 

Credevo che l’amore fosse in grado di farmi stare bene di farmi rialzare e farmi uscire da quella stanza buia,  l’ho considerato la mia ultima speranza, l’unico in grado di salvarmi da questo mondo di mostri, mi sbagliavo però, quest’ultimo è stato il pugnale che a messo fine alla mia vita.

 

                                                                                         ***

Usciamo dell’hotel, pronti a divertirci, dubito dei metodi di James, sicuramente sono efficaci a cancellare il malessere in modo temporaneo e di mettere a tacere la razionalità. Però nulla di definitivo, è solo temporaneo, mi auguro che tutto l’alcool che ingerirò stasera mi faccia avere il coraggio necessario per mettere fine a questa vita tanto inutile.

Arriviamo nel locale, in macchina non abbiamo parlato molto, ci siamo limitati a rimanere in silenzio ad ascoltare il rumore delle auto che passavano e della radio.

Entriamo subito nel locale, è una discoteca, la musica assordante colpisce subito i miei timpani, creandomi fastidio, la puzza di sudore, gli spintoni della gente, mettono a dura prova i miei nervi, cerco di non farci caso, ignorando ogni cosa. 

Arriviamo subito nel bancone, James chiama subito il barista, ordinando due cocktail, non appena arrivano bevo tutto in un sorso, svuotando subito il bicchiere, faccio subito segno al barista di portarmene un altro.

Bevo senza fermarmi, decido di bere persino il whisky con la speranza che tutto alcool che ho ingerito mi faccia perdere i sensi. 

  • Claretta basta, hai bevuto abbastanza. Perché non andiamo a ballare un po’?
  • Mmmm va bene. Però fermati non girare più, ok? 
  • Si, tranquilla piccola.

Raggiungo la pista da ballo barcollando, la testa mi gira, gli occhi fatico a tenerli aperti, il mio corpo è pesante, la mente però è libera, inizio a muovere i fianchi, allacciando le mie braccia al collo di  James, che mi fissa, come se fosse incantato, da quello che sta guardando.

Cerco che gli manca la vista, penso tra me e me, come può perdersi a guardarmi, sicuramente è ubriaco e non ci vedrà bene. 

L’alcool che ho nel corpo inizia a scorrere nelle mie vene, la musica, mi regala l’adrenalina, l’alcool mi regala la leggerezza di cui avevo bisogno. 

Abbraccio James, obbligandolo a saltare insieme a me, rido, gioisco come se questo fosse il giorno più bello della mia vita, in un attimo cancello ogni mio dolore, la rabbia, il rancore, facendo spazio al divertimento assoluto.

All’improvviso James si stacca da me, i suoi occhi incontrano subito i miei, mi osserva in un modo strano, che mi manda in confusione, cosa vorrà mai da me? Perché ha smesso di ballare?

In un attimo mi ritrovo le sue labbra  che premono sulle mie, non appena realizzo quello che sta succedendo, mi stacco da lui allontanandomi.

Corro, con le lacrime agli occhi, tocco le mie labbra impregnate dal suo sapore, dal suo tocco, il mio pensiero va subito rivolto a Jay, che sicuramente non mi vorrà più dopo quello che è successo, l’ho perso, se prima avevo una piccola possibilità di tornare con lui, adesso non ne ho nemmeno una. 

Continuo a piangere, ignoro gli sguardi curiosi della gente, la mia mente non fa’ altro che pensare a Jay, la consapevolezza di averlo perso definitivamente mi uccide, adesso si che non ha più senso di rimanere in questo mondo. Adesso si che desidero con tutta me stessa porre fine alla mia vita, non ho più nessuno per cui andare avanti, la realtà mi spaventa, la solitudine mi fa impazzire. Non ha più senso respirare se al mio fianco non c’è l’uomo che amo, che ho perso io stessa con le mie scelte, vago nel locale disperata come non mai, mi scontro con un uomo che mi incute timore solo a guardarlo. 

  • Soffri, vero?
  • Si
  • Vuoi spegnere ogni cosa?
  • Si.

Annuisco, sicura l’uomo mi mostra delle pasticche che esce dalla tasca del pantalone, capisco subito di cosa si tratta, le prendo subito, ignorando le conseguenze che ci potrebbero essere. Il desiderio di chiudere gli occhi e di non riaprirli si fa’ spazio dentro di me, tanto che farei qualsiasi cosa pur di realizzarlo, pagando qualsiasi somma e accettando qualsiasi dolore.

 

                                                                                        Jay

 

Il suono del cellulare mi obbliga ad aprire gli occhi, prendo il telefono, lo porto subito all’orecchio senza sapere chi è la persona che mi sta chiamando.

  • Pronto, chi è? 
  • Jay, sono James un amico di Clara.

Mi alzo di scatto dal letto quando sento il nome di Clara, una brutta sensazione mi travolge all’improvviso, vorrei capire il motivo per cui mi sta chiamando questo ragazzo, per quale ragione mi ha chiamato per conto di Clara.? Le è successo qualcosa? Sta male?

  • Jay, Clara sta male, non si sa se riuscirà a farcela. Ha bisogno di te.
  •  

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Capitolo 54
*** Capitolo 54 ***


Capitolo 54

                                                                            Jay 

 

Spalanco gli occhi, quando realizzo le parole del ragazzo che mi sta parlando, nella mia mente sorgono  mille domande, mille dubbi su ciò che afferma.

Perché Clara sta male? Sarà collegato in qualche modo su ciò che è successo tra di noi ieri sera? 

No, non è possibile Clara è sempre stata una ragazza forte, sicuramente si tratta di un incidente, o di un malinteso, James non sta parlando della mia Clara. Sicuramente è un brutto scherzo, fatto da qualche ragazzino che non avrà nulla da fare, che rompere i coglioni alla gente, giuro che se lo becco gli finisce male.

  • Non ti credo, potresti essere anche un testa di cazzo che si diverte a fare questo genere di cose.
  • Guarda che non sto scherzando, sto parlando della tua Clara, la stessa che hai lasciato ieri sera. L’ho incontrata all’ingresso del mio locale aveva il trucco sbavato ed aveva i vestiti totalmente bagnati. Credi ancora che stia  raccontando una cazzata? 
  • Dove si trova? 

Gli domando, nervoso come non mai, il ragazzo ha detto la verità, la ragazza di cui sta parlando è Clara, sono sicuro che si tratti di lei, mi domando cosa le sia successo, perché si trova in gravi condizioni. 

  • Nell’ospedale di Genova. 
  • Dimmi dov’è? 
  • A Genova si trova. 

Rimango nuovamente sorpreso dalla  sua rivelazione, inizia a salirmi la gelosia insieme alla rabbia, chi cazzo é questo James? Per quale motivo  Clara si trova a Genova con questo? Stanno insieme? Ha aspettato la nostra rottura, per andare via con lui? 

La delusione si  fa’ strada dentro di me, la consapevolezza che Clara non abbia minimamente sofferto per la nostra storia, mi fa’ capire che non mi ha mai amato, per lei ero semplicemente un passatempo con cui si è divertita. Sapere ciò mi distrugge, capisco che l’ho lasciata io, però questo non giustifica il suo comportamento, io non ho fatto altro che pensare a lei, pentendomi della decisione che ho preso, diverse volte stavo tornando indietro sui miei passi, rivalutando la mia scelta,  per il semplice motivo che  non riuscivo a stare senza di lei. La amo più di qualsiasi altra cosa, avrei fatto di tutto per renderla felice, e farla stare bene. 

  • Sto arrivando.

 

Riattacco senza dargli modo di rispondere, indosso le prime cose che mi capitano a tiro, subito dopo esco alla velocità della luce dall’appartamento, correndo verso la mia auto. Metto subito in moto, e corro verso Genova, premo un po’ di più sull’ acceleratore con la speranza che nessuno mi fermi.

Guido per non so quante ore, la mia mente non fa’ altro che pensare a Clara, alle sue condizioni, mi domando se stia meglio, se i medici stanno facendo tutto quello che possono affinché la mia Clara si riprenda.

Chiamo nuovamente James, per chiedergli novità, digito il suo numero con la speranza che risponda subito, sono piuttosto impaziente e nervoso, sicuramente se non risponde correttamente alle mie domande rischia seriamente di farsi male. 

  • Sai qualcosa? 

Gli domando subito, mandando a quel paese le buone maniere, il mio istinto mi dice che dietro a malessere di Clara ci sia  dietro questo James, spero per lui che sta facendo del suo meglio per aiutarla, almeno fino a quando non arrivo io. Sicuramente al mio arrivo, non lascerò Clara   in compagnia di James, la terrò io sotto controllo almeno fino a quando non si riprenderà.

  • No, non ancora. 
  • Ok, sto arrivando.

Riattacco il telefono e accelero nuovamente, nel giro di cinque ore mi trovo davanti all’ospedale in cui Clara è stata ricoverata, a passo svelto entro dentro l’ospedale chiedendo  subito  informazioni all’infermiera che mi spiega dove esattamente si trovi Clara. 

Non appena entro nel settore che mi ha indicato la donna, noto subito un ragazzo che  mi sembra di conoscere, sgrano gli occhi, un po’ insicuro, mi avvicino lentamente verso la sua direzione, quando capisco di chi si tratta una rabbia indescrivibile mi travolge. 

In malo modo, lo faccio alzare, stringendo con forza il braccio di James, sono furioso, se prima avevo qualche dubbio sulla sua colpevolezza adesso ne ho la piena certezza.

James non è mai stato uno di quei ragazzi su cui puoi  fare affidamento, nonostante possiede tantissimi soldi, e abbia aperto diversi locali, rimane un idiota in grado solo di combinare guai. 

  • Che cazzo ci fai tu qua? 
  • Sono qui per Clara.

Gli rivolgo uno sguardo truce, aumentando la pressione sul suo braccio, prova inutilmente a staccarsi dalla mia presa, ma continuo a stringerlo  con la speranza che mi dice il vero motivo per cui si trova qui. 

  • Lo ripeto un ultima volta, proverò ad essere chiaro, per quale razza di motivo Clara si trova qui con te? 
  • Per puro divertimento, stava così male, pensavo che un po’ di alcool, potesse aiutarla.
  • Perché è finita in ospedale? 
  • Overdose, mi dispiace non immaginavo che arrivasse a tanto.

 

Spalanco gli occhi, non appena sento quella parola, “overdose”, Clara non è mai stata una di quelle ragazze che amano sballarsi, solo per divertimento, ha sempre odiato e giudicato questo genere di cose. Mi domando per quale motivo sia arrivata a questi punti, per quale motivo ha messo a rischio la sua vita, sarà stato un dosaggio sbagliato a portarla in quelle condizioni oppure l’ha voluto lei? Conoscendo Clara temo che l’abbia deciso lei, probabilmente stava così male che non è riuscita a pensare con lucidità, se aggiungiamo l’alcool l’avrà fatto senza pensarci più di una volta. 

Guardo malissimo James, sono furioso con lui, perché non ha pensato minimamente a lei, si è solo concentrato a farla divertire, ignorando le conseguenze che potevano esserci. 

  • Dove si trova adesso? 
  • Nella prima porta a destra.

Mi dice, con un tono di voce flebile, sembra quasi impaurito da quello che potrei fargli, mollo la presa sul suo braccio, facendolo cadere, corro subito verso Clara, con l’intenzione di raggiungerla, apro la porta, desideroso di vederla di assicurarmi che stia bene.

Non appena apro la porta, il mio cuore si ferma, vedere Clara distesa sul letto di un ospedale, con il viso pallido, le labbra screpolate, leggermente rosee mi crea un malessere interiore. 

È la prima volta che vedo la mia Clara in queste gravi condizioni, mi avvicino a lei molto lentamente, con la mano accarezzo la sua guancia, rimango con lei  per diversi minuti, subito dopo decido di alzarmi, in cerca di spiegazioni da parte di James.

Poso un piccolo bacio sulla fronte di Clara, per poi allontanarmi da lei uscendo dalla stanza, raggiungo a passo felpato James, che è rimasto nella sala d’aspetto, lo prendo nuovamente per il braccio, trascinandolo fuori dal l’ospedale , non appena raggiungiamo il retro, gli sferro un pugno che lo colpisce in pieno volto.

  • Per quale motivo hai fatto tutto questo?
  • Cazzo c’era bisogno di darmi un pugno coglione!

Mi dice massaggiandosi il punto in cui l’ho colpito, gli sferro un altro pugno che goffamente cerca di schivare, con scarsi risultati, in un attimo si ritrova con il labbro spaccato. Gli rivolgo un ennesima occhiataccia, la rabbia che scorre nelle mie vene mi impedisce di ragionare, il pensiero che abbia fatto del male a Clara con l’intenzione di colpire me, mi manda in bestia. 

  • Parla! 
  • Ok, conoscevo già Clara, l’avevo già vista in tua compagnia. Quella sera in cui l’ho vista fuori nel mio locale, ho colto l’occasione per vendicarmi per quello che mi hai fatto tempi fa’.  Mi hai rubato la ragazza, scopandotela senza pensare minimamente a me, che ero un tuo amico. Hai tradito la mia amicizia, hai rovinato la mia relazione senza alcun motivo. Volevo punire te, utilizzando  lo stesso metodo che tu hai utilizzato con me. Però qualcosa è andato storto, ho conosciuto Clara, che mi è subito piaciuta, perché è diversa da tutte le ragazze che ho conosciuto, è dolce, forte, sensibile, possiede quel l’innocenza che ormai poche possiedono. Mi sono invaghito di lei, desiderandola più di ogni altra cosa, ho toccato le sue labbra. Sicuramente se lei è giunta qui, è colpa mia, quel bacio è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Mi dispiace non volevo tutto questo per lei, anche se volevo vendicarmi di te, non le avrei mai fatto del male. Ti chiedo di perdonare la mia immaturità, e il bacio che ho rubato alla tua ragazza, sicuramente da ciò ho capito che Clara ti ama più di ogni altra cosa, non ha alcuna intenzione di tradirti. Al posto tuo mi terrei stretto questa ragazza, evitando di farla soffrire non se lo merita. Pensaci Jay, e fai la scelta giusta prima che sia troppo tardi. Buona fortuna.

 

Si allontana da me, rimango ad osservare James, almeno fino a quando non riesco  più a vederlo, rifletto attentamente su ciò che ha detto, nonostante abbia sbagliato,  c’è della verità in quello che dice, Clara mi ama seppur abbia sbagliato a venire qua con lui, sono certo che non era sua intenzione voltare pagina, dimenticando tutto quello che abbiamo vissuto.

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Capitolo 55
*** Capitolo 55 ***


Capitolo 55

 

                                                                  Jay

 

Rimango fermo, davanti all’entrata per svariati minuti, ripenso alle parole di James, sapevo già che Clara mi amasse, non immaginavo che la mia assenza, una mia parola poteva causare tutti questi problemi. 

Iniziano a salirmi una serie di domande, da cui ho la disperata necessità di avere delle risposte, l’unica in grado di darmele è Clara, che al momento riposa nella sua stanza.

Forse è meglio parlare con lei, sapere per quale motivo abbia raggiunto questi punti, sono sicuro che mi darà una spiegazione al suo comportamento, mi auguro che questa sera non abbia realmente tentato di porre fine alla sua vita. Questo è uno dei principali dubbi che mi tormentano, pensare che ci ha provato, mi fa stare male, mi  sento in parte responsabile di ciò, se lei adesso sta male è solo per causa mia.

Rientro in ospedale, a passo felpato raggiungo la stanza in cui Clara riposa, non appena entro chiudo accuratamente la porta, per poi sedermi sulla sedia posizionata accanto a letto, inizio ad accarezzare la guancia di Clara, così morbida e liscia, sembra un angelo, così innocente, fragile, da quando la conosco ha sempre cercato di mostrarsi forte, però mi è bastato guardare le sue iridi color nocciola per capire che ha tanta  paura e tanto dolore dentro di sé. 

Ha confermato il mio pensiero al nostro secondo appuntamento, parlandomi del parco che spesso frequenta, mi ha mostrato quanto dolore nasconde dentro di sé, avrei voluto tanto proteggerla, gli avevo promesso che mi sarei preso cura di lei, oggi ritengo di non averlo fatto, l’ho abbandonata alla prima occasione.

Mi addormento pensando e guardando dormire la mia piccola Clara, so già che non appena mi sveglierò dovrò parlarle, quindi è giusto che mi riposo per bene affinché la mente sia più rilassata ed io più tranquillo.

                                                                                ***

Mi sveglio all’improvviso, è la voce stridula di una donna, a farmi aprire gli occhi, la osservo attentamente, sembra tesa e nervosa, probabilmente sarà di cattivo umore, magari ha saltato la colazione, per quante curve possiede immagino che le costa molto tempo  e denaro mantenerle. Capisco subito dalle occhiate che rivolge a Clara, che è disgustata dal suo stato, probabilmente è stata informata delle sue condizioni, gli lancio un occhiataccia, che ignora prontamente.

  • Signora è qui per fare il suo lavoro oppure per giudicare? Mi dica lei.
  • Come scusa??? Non lo vede che sto visitando la paziente.

Si volta nuovamente verso Clara, mantenendo la stessa  l’espressione disgustata di prima, mi chiedo come è possibile che in un ospedale così grande mettono a lavorare questo genere di persone, ad esempio questa donna bassa e in carne che l’unica cose che conosce piuttosto bene sono tutti gli alimenti che possono essere ingeriti.

  • Vedo solo che la sta giudicando. Si concentri solo sul suo lavoro.

Rimane in silenzio per il resto della sua permanenza, non appena finisce si allontana dalla stanza, prima di andarsene gli sussurro “balena” che sente,  la donna offesa mi rivolge un occhiataccia, per poi girare i tacchi, rido di gusto, vedere la sua faccia mi ha reso di buonumore, almeno alla prossima imparerà a tenere la bocca chiusa.

Decido di allontanarmi dalla stanza, in cerca di un bagno che trovo nel giro di pochi minuti, mi lavo accuratamente il viso, con la speranza di svegliarmi un po’, non appena finisco rientro in stanza, sorrido come un ebete quando incontro due occhioni intenti ad osservarmi, leggo subito la sorpresa che ha nel vedermi, mi avvicino subito a lei, accarezzandole il viso, ricambia subito mostrandomi un lieve sorriso.

Mi siedo sul bordo del lettino, non parla, si limita ad osservarmi con quegli occhioni, mi è mancata, vederla appena sveglia, mi rende felice e al tempo stesso tranquillo, sembra stare bene.

  • Come stai? 
  • Sto male, però credo che mi riprenderò presto. Come ci sono finita qua, non ricordo nulla, tu lo sai? 
  • Ti hanno portata qui stanotte, stavi rischiando la vita, non ricordi?

 

Scuote la testa confusa, questo mi conferma l’idea che ieri quando ha toccato il limite non era in sé sicuramente la Clara razionale non l’avrebbe mai fatto, non ama il rischio, ha sempre preferito i libri e una serie televisiva che quella roba.

 

  • Perché l’hai fatto? Perché ti sei ubriacata? Non l’hai mai fatto in vita tua, cosa ti ha spinto a farlo? 
  • Me lo chiedi pure. Cosa avrei dovuto fare Jay? Mi hai lasciata sola, non ti sei minimamente interessato a come stavo. Ti sei limitato a dirmi “ti amo” per poi andare con un altra donna, hai idea di come mi sono sentita? Hai idea di quanto male mi hai fatto? Avevo tutto, per la prima volta mi sentivo amata, protetta, non temevo il futuro, il passato piano piano stava perdendo la sua influenza. Il mio presente con te mi rendeva felice, mi faceva toccare il cielo con un dito, ogni giorno avevo il sorriso stampato sulle labbra, in un attimo però tutto questo è svanito. Mi sono ritrovata sola, senza di te, senza una casa, nessuno mi ama, non mi ha mai amato nessuno,  per un attimo mi sono illusa, ma la realtà è sempre stata la stessa di prima, io sola contro il mondo. Sai vederti così indifferente, disinteressato nei miei confronti è stato il colpo di grazia per me, credevo che non si potesse soffrire così tanto per amore, però mi sono sbagliata, è una lama affilata, che mi ha trafitto il cuore. Quella sera quando tu mi hai lasciato, non sapevo dove andare, ho cercato di rifugiarmi in un locale, almeno cosi mi  sarei  potuta riparare dalla pioggia, è così che ho  incontrato James. Grazie a lui, mi sono sentita per la prima volta una ragazza come tante, l’alcool mi ha regalato quella leggerezza e spensieratezza che non ho mai  provato  in vita mia. Ammetto che il giorno dopo stavo uno schifo, però, l’ho rifatto, per cancellare la rabbia e la delusione che nutrivo nei tuoi confronti, ho esagerato me ne sono resa conto anch’io, però non riuscivo a mettere a tacere il dolore. Quando l’alcool ha iniziato a fare il sul effetto, stavo ballando come una matta, ignorando le prese in giro, il momento in cui ho perso il controllo è stato quando James mi ha baciata. Il suo gesto, mi ha distrutta, vuoi sapere perché? Perché credevo che non appena lo avresti saputo, non avrei più avuto alcuna possibilità di tornare con te. In un attimo mi sono ritrovata in un baratro buio, avevo solo una cosa in mente, porre fine alla mia vita, che non ha fatto altro che regalarmi tante delusioni e tanto dolore. In quel locale ho incontrato un uomo che mi ha venduto della droga, ne ho presa tanta, l’ho ingerita senza pormi alcun tipo di domanda, lentamente mi stavo riprendendo, stavo meglio, la mente non lavorava, quindi i pensieri sono scomparsi in un secondo. Credevo di non farcela, l’ho sperato tanto, ma il mio tentativo è fallito miseramente, sono nuovamente qui, a parlarti, so già che non appena uscirò da questo ospedale, la mia vita sarà uno schifo, lo stesso schifo che mi ha spinto ad abbandonare questo mondo. 
  • Mi dispiace Clara, non immaginavo tutto questo, non ho mai voluto nulla di tutto ciò per te, ho sempre desiderato il meglio. Sapere che volevi porre fine alla tua vita, mi fa’ male, io ti voglio qui con me al mio fianco, non puoi lasciarmi così, lo capisci? 
  • Lasciarti così come? Sei tu che mi hai abbandonata, hai deciso tu di tradirmi, non l’ho mica deciso io! Cosa vuoi che ti dica? Che va tutto bene? Vuoi sentirti dire che la tua amata Clara tornerà a fare la sua solita vita di merda, con il sorriso stampato tra le labbra? Vuoi sentire questo? Perché se è questo puoi anche andartene, hai deciso tu di lasciarmi, ed io ho accettato la tua scelta, nonostante mi ha causato dolore, sono pronta ad andare avanti. Quindi Jay puoi andartene non ho bisogno di te, non più adesso.
  •  

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Capitolo 56
*** Capitolo 56 ***


Capitolo 56

  

                                                                           Jay

 

Osservo la sua espressione seria, rimango deluso dalle sue parole che mi hanno ferito, non può definirmi come il mostro della situazione, scaricarmi tutta la colpa, per un errore commesso da lei, è stata una sua scelta drogarsi, ubriacarsi, non l’ho mai obbligata di farlo, tantomeno quella sera gli ho detto di andarsene, è sempre stata lei a deciderlo. 

È sempre lei che ha deciso di stare con quel James, mi domando cosa cazzo hanno fatto insieme quella sera che ha dormito da lui, perché è arrivata al punto di seguirlo a Genova? Basta così poco per lei, per sbavare dietro ad un ragazzo, credevo che non fosse una di quelle ragazze facili, che aprono le gambe a chiunque, ma devo ricredermi, dal momento in cui Clara ha baciato per la seconda volta un estraneo, menomale che era una ragazza dai sani principi morali.

Pensandoci ha fatto la stessa identica cosa  anche con me, nel giro di una ventina di giorni me la sono ritrovata sotto le coperte, con il mio cazzo in bocca, non dovrei stupirmi del suo comportamento, a questo punto credo che non abbia nulla di innocente, è una troia come tante. 

Immaginarla con altri ragazzi, mi fa ribollire il sangue, credere che Clara non abbia fatto quelle cose solo con me, mi fa sentire un coglione, che ha preferito credere alle prime cazzate, anziché basarsi dei fatti, che fin dall’inizio hanno sempre dimostrato altro.

Punto i miei occhi su Clara, che mi osserva con quell’aria da innocente, se prima guardarla mi rendeva felice, adesso mi fa’ incazzare.

 

  • Sai cosa penso Clara, lo vuoi sapere? 
  • Cosa pensi?
  • Che sei una grandissima troia, che alla prima occasione ti  sei infilata nel letto di un altro ragazzo, si vede quanto soffrivi, pensavi a me, quando gli succhiavi il suo cazzo? Sicuramente il sapore di James non ti soddisfava abbastanza o forse è il contrario, dal momento in cui non hai perso tempo a scopare con  un altro. Mi fai la morale, vieni a dirmi che è colpa mia se la tua vita è una merda, tesoro non esisti solo tu, c’è gente che è messa peggio di te. Ci sono persone che a differenza tua non hanno la possibilità di scegliere se porre fine alla loro vita o andare avanti, alcuni devono vivere con la consapevolezza che in qualsiasi momento potrebbero morire. Tu sapendo questo che fai? Ti metti a giocare, cercando di fare pena. Lo capisci che sei solo patetica, fai tanto la maestrina, sempre pronta a giudicare il prossimo, ma ti assicuro che non sei diversa dagli altri. Ti consiglio di crescere, maturare un po’, inizia a prenderti le tue responsabilità, se stai male fatti curare da uno psicologo! Ti senti sola? Cercati degli amici, non solo quelli di letto, concentrati anche sul dialogo, il mio è un consiglio.
  • Ma come puoi dirmi una cosa simile?

 

Inizia a singhiozzare, gli occhi si riempiono di lacrime, nonostante le mie parole sono riuscite a ferirla, non sono ancora soddisfatto, la mia rabbia è ancora tanta. Ho impiegato quasi sei ore di macchina pur di raggiungerla, e non appena arrivo devo subirmi le sue lamentele, non apprezza un cazzo, potevo benissimo fregarmene, ignorare quella chiamata e lasciarla sola eppure non l’ho fatto ho deciso di rimanerle accanto, nonostante quello che ha fatto.

 

  • Non iniziare a piangere come una bambina, che con me non attacca. Anziché fare la spastica perché non impieghi il tuo tempo a qualcos’altro, non so ad esempio pensare a quello che hai fatto, ecco per cosa devi piangere per te stessa. Sei caduta così tanto in basso che hai bisogno di compatirti da sola.
  • Vattene, ti prego. Non voglio più vederti, non voglio più sentire la tua voce. Hai già detto quello che pensi di me, congratulazioni il premio per lo stronzo del giorno lo riceverai tu. Adesso ti prego lasciami sola. 

 

La guardo un ultima volta, i suoi occhi gonfi, pieni di lacrime, il labbro inferiore  che trema a causa dei singhiozzi, le ho spezzato il cuore, porto nervosamente i capelli all’indietro, per poi assecondare la sua richiesta uscendo dalla stanza, so che dopo quello che le ho detto non mi vorrà più vedere, però anche contro la sua volontà io ci sarò, l’accompagnerò io stesso a casa, mi assicurerò che si riprenda totalmente.

Esco dall’ospedale con l’intenzione di prendere una boccata d’aria, inspiro l’aria fresca di Genova, avrei voluto essere qui con lei in altre circostanze, non immaginavo di venire qui per altre ragioni.

Avrei voluto tanto passeggiare per le vie della città, mostrarle i posti più belli che la città offre, l’avrei portata in spiaggia, so che a Clara piace molto la spiaggia, mi ha raccontato che spesso andava ad Ostia, per leggere o scrivere, l’odore del mare l’ha sempre fatta rilassare. 

Mi siedo su una panchina, rimango per svariati minuti in quel punto, ad osservare gli alberi, gustandomi la tranquillità del posto che mi restituisce la calma che fino a poco tempo fa’ sembrava essersene andata. 

Decido di alzarmi, e raggiungere Clara per controllare le sue condizioni, magari dovrei anche parlarle, scusarmi per le parole che ho utilizzato, sono consapevole di aver esagerato, le ho spezzato il cuore, sicuramente nelle sue condizioni non era opportuno utilizzare determinate parole.

Sospiro rassegnato, ormai è inutile rimuginarci sopra, quel che è fatto è fatto, l’unica cosa che posso fare è chiederle scusa, se non dovesse accettare le mie scuse pazienza, rimarrò ugualmente al suo fianco.

Entro nella sua stanza, rimango immobile quando vedo il letto vuoto, il mio cuore perde un battito quando mi accorgo che non sono più presenti neanche le sue cose. 

Esco dalla stanza incazzato nero, quei testa di cazzo dei medici dovevano avvertirmi che se ne stava andando,  anziché  fare di testa loro, ora come cazzo faccio a ritrovarla?

Non è stabile al momento, dopo le parole che ho utilizzato con lei sono sicuro che vorrà farla finita, al solo pensiero mi sento male, se dovesse succederle qualcosa,  questa volta sarei io il responsabile.

Digito il suo numero con la speranza che mi risponda, nel frattempo mi dirigo verso l’entrata dell’ospedale, sono sicuro che Clara è uscita da poco, probabilmente sarà nelle vicinanze dell’ospedale, impreco sottovoce quando attacca la segreteria telefonica.

Prendo la macchina ed inizio a cercarla come un matto, nonostante non conosco bene la zona, continuo a cercarla con la speranza di trovarla sana e salva. 

Impiego tutto il giorno, senza però trovarla, la preoccupazione inizia a crescere, la paura che le possa essere accaduto qualcosa mi fa stare male, mi pento di ciò che ho detto, di essermi allontanato da lei. 

Avrei dovuto immaginarlo che sarebbe scappata via, un nodo si crea alla gola, un senso di pesantezza colpisce il mio cuore, la mia testa non fa’ altro che pensare a Clara, il desiderio di averla tra le mie braccia, inspirare il suo profumo, sentire il suo calore, mi pento subito di non averlo fatto prima.

 Se  oggi non avessimo avuto quella discussione,  a quest’ora saremmo stati insieme, probabilmente in spiaggia ad osservare il tramonto, abbracciati stretti.

All’improvviso la mia mente si blocca, impreco sottovoce per la mia stupidità, potevo immaginarmelo, prevederlo, cazzo siamo in una città in cui il mare è a dir poco meraviglioso, sono sicuro che sarà in qualche spiaggia seduta tranquilla.

Metto nuovamente in moto, impiego circa un ora, esploro un paio di spiaggie, parcheggio l’auto e scendo, sospiro ormai stanco, questa è la terza spiaggia che controllo, ne ho ancora molte da vedere. Inizio a camminare, oramai rassegnato, so già che non la troverò, potrebbe anche essere tornata a casa, metto gli auricolari all’orecchio, cerco di rilassarmi con Tiziano ferro “l’amore è una cosa semplice”.

Continuo a camminare, fino a quando non intravedo una ragazza in mare, mi blocco ed inizio ad osservarla, lentamente mi avvicino, sfilandomi la maglia ed i pantaloni, lasciando il cellulare in spiaggia, entro in acqua, rabbrividisco quando la mia pelle entra in contatto con l’acqua gelida del mare, tuttavia continua a muovermi, fino a quando non mi trovo a pochi metri dalla ragazza.

Ho quasi la certezza che si tratti di Clara, mi avvicino sempre di più, sorrido quando riconosco la mia Clara, che si volta verso la mia direzione, non le do tempo di parlare, la stringo forte a me, inspiro il suo profumo, lascio che i suoi capelli bagnati solleticano il mio volto, mi è mancata anche fin troppo, la rabbia e la preoccupazione lasciano spazio all’amore che nutro per lei. 

 

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Capitolo 57
*** Capitolo 57 ***


Capitolo 57 

 

                                                                             Jay

 

Stringo forte Clara tra le mie braccia sollevato, nel rivederla, la rabbia, la gelosia, la delusione e la preoccupazione che fino a qualche attimo fa’ mi tormentavano, lasciano spazio all’amore che nutro per lei. 

Il mio cuore non fa’ altro che battere all’impazzata da quando è tra le mie braccia, tutti i miei pensieri vengono rivolti a lei, avrà mangiato? Avrà riposato un pochino? Cos’ha fatto fino ad ora?

Sospiro, per poi accarezzarle i capelli ormai bagnati dall’acqua, il suo respiro corto ed il singhiozzo che fuoriesce dalla sua bocca mi fa capire, che sta piangendo. 

Cerco di stringerla più forte, con la speranza di farla calmare, di farla smettere di piangere, sono consapevole che il motivo del suo pianto sono io, le parole che ho pronunciato questa mattina l’hanno ferita, probabilmente non si aspettava da me tanta cattiveria e freddezza. 

Però se le ho sbattuto in faccia tutte quelle parole è stato perché Clara mi ha ferito, tradendomi con quel James, conosciuto la sera in cui io e lei ci eravamo lasciati. 

Avere l’immagine di quei due così vicini, mi da sui nervi, come mi fa’ imbestialire il fatto che Clara abbia provato tutte quelle cose, senza minimamente pensare alle conseguenze che ne potevano derivare. 

Chiudo gli occhi, ed inspiro il suo profumo, provando a calmarmi, mettendo a tacere tutti i miei pensieri, che dovrebbero scomparire dal momento in cui la donna che amo è qui al mio fianco. 

Magari dovrei iniziare a godermi gli ultimi attimi che mi rimangono, segnando nella mia mente i meravigliosi momenti che ho vissuto insieme a lei, almeno così potrò affrontare quel giorno felice, privo di rimpianti.

Al diavolo, io e i miei buoni propositi, per un giorno voglio essere anch’io egoista, e vivere la mia vita al massimo, felice come non lo sono mai stato fino ad ora, con la ragazza che amo. 

Non mi importa delle conseguenze che ci saranno, ho bisogno di stare bene almeno per poco, dimenticare tutti i miei problemi, vivere con quella spensieratezza e leggerezza che tutti possiedono.

Mi allontano da Clara, incontro subito le sue iridi color nocciola, sembra confusa e al contempo delusa,  caccio un sospiro, armandomi di coraggio, sicuramente la mia proposta verrà rifiutata, dal momento in cui in questi giorni non ho fatto altro che ferirla. Però la speranza che possa accettare mi spinge a proporglielo, la mia mente inizia già ad immaginare il soggiorno a Genova, che sarà cominciato con il piede sbagliato, ma può ancora migliorare. 

  • Clara, voglio proporti una cosa?
  • Vuoi ancora offendermi? Perché se è così ti prego di smetterla non ce la faccio più.
  • Piccola, no io non voglio più ferirti mi dispiace davvero tantissimo per ciò che ti ho detto.

Le prendo il viso, con entrambe le mani, con il pollice inizio ad asciugare le lacrime che rigano le sue guance rosse, punto i miei occhi sui suoi ormai lucidi e fin troppo arrossati, sicuramente avrà trascorso l’intera giornata a piangere. 

Mi si stringe il cuore vedere la mia piccola Clara così debole, fragile sapere che quel muro che si è costruita glielo distrutto io, facendo fuoriuscire tutte le sue debolezze mi fa stare male.

  • Perché le hai dette Jay? Perché hai voluto tradirmi? Perché mi hai fatto così male?

Mi domanda singhiozzando, stringo i denti, perché mi sento impotente, inutile, una merda, piange come una bambina a causa mia, la cosa più brutta è che non posso dire nulla, non posso spiegargli il motivo della mia scelta. Purtroppo ai suoi occhi dovrò mostrarmi come un emerito stronzo, che non è in grado di amare e di renderla felice, come lei desidera, non potrò mai darle una famiglia, la certezza per un futuro, la protezione e la sicurezza di cui lei necessita. 

Sospiro, cercando disperatamente di trattenere le lacrime che minacciano di uscire, ma non ci riesco è da troppo tempo che mi trattengo, da quando il medico mi ha detto che mi manca davvero poco per vivere, ho sempre tenuto nascosto tutto quanto dentro di me evitando di parlarne con lei, però in momenti come questi sento il bisogno di sfogarmi.

  • Perché piangi Jay? È per colpa mia? 
  • No, no piccola. Tu non centri nulla. È colpa del sole, lo sai che non riesco a stare con gli occhi aperti quando c’è il sole perché m lacrimano.

 

Mi guarda con attenzione, come se volesse studiare la mia espressione, leggendomi la mente, deglutisco, mandando giù il nodo alla gola che fino ad ora non faceva altro che infastidirmi, con entrambe le mani mi afferra il volto, per poi mettersi sulle punte, per lasciarmi un piccolo bacio privo di passione, ma pieno d’amore.

Sorrido come un ebete al suo gesto, basta veramente poco a Clara per farmi toccare il cielo con un dito, l’amore che nutro per lei è talmente forte che riesce a sovrastare i sentimenti negativi.

  • Mi dispiace per tutto quello che è accaduto. Spero che tu un giorno possa possa perdonarmi. 
  • Ti ho già perdonata. Perdona tu me, per tutto quello che ti ho fatto passare.

Annuisce alle mie parole, per poi rivolgermi un lieve sorriso, la stringo nuovamente tra le mie braccia, godendomi il suo calore, il suo profumo, il suo tocco che fino ad ora mi hanno provocato delle sensazioni meravigliose.

Rimaniamo abbracciati per svariati minuti, nessuno dei due parla, solo il rumore dei nostri respiri e delle onde sono udibili. 

Ci separiamo solo quando sento tra le mie braccia Clara tremare, mi allontano un pochino, noto subito che le sue labbra rosee sono diventate  violacee, mentre i suoi occhioni sono arrossati, la prendo in braccio, a passo svelto la riporto in riva.

  • Adesso cerchiamo un hotel, ok? 
  • Si.

Usciamo dall’acqua, non appena tocco la superficie morbida della spiaggia, faccio scendere Clara, recupero subito i miei vestiti, indosso solo i pantaloni, mentre la maglia la pongo a Clara, che ha i vestiti letteralmente bagnati.

Rapidamente si sfila la maglia ed il jeans bagnato, i miei occhi si soffermano sulle sue curve, il sedere tondo e sodo ed il seno prosperoso mandano in tilt la mia mente, è inutile Clara ai miei occhi sarà sempre la ragazza dei miei sogni.

Rimango a fissare le sue curve scoperte fino a quando non mette la mia maglia che copre appena il sedere, mantiene il suo sguardo basso come se fosse in imbarazzo con me, come se fino ad oggi non ho mai visto il suo corpo. 

  • Piccolina non devi vergognarti, ricordati che ti amo, amo ogni tua perfetta imperfezione.
  • Anch’io ti amo.

Mi posa un piccolo bacio sulle labbra, per poi allacciare le sue esili braccia  nel mio  collo, contraccambio l’abbraccio godendomelo a pieno, consapevole che sarà uno degli ultimi che riceverò dalla mia Clara. 

  • Piccola stavo pensando, solo se ti va ovviamente.
  • Dimmi.
  • Ti andrebbe di passare qualche giorno qui a Genova?

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Capitolo 58
*** Capitolo 58 ***


Capitolo 58 

   

                                                             Jay 

 

  • Ti andrebbe di passare qualche giorno qui a Genova? 

Osservo le sue iridi color nocciola, le sue labbra formano un sorriso a trentadue denti che mi incantano, il suo sorriso mi fa capire che Clara ha accettato, non sono necessarie parole per comprendere quanto anche lei abbia desiderato questo momento, riesco a leggere il desiderio dai suoi occhi e dalle sue labbra. Con un rapido movimento  premo le mie labbra sulle sue, assaporando la sua bocca, il suo tocco che ogni volta mi lasciano senza fiato. 

Continuo a baciarla, fino a quando entrambi rimaniamo senza fiato, mi separo dalle sue labbra, continuando a stringerla tra le mie braccia, con la mano inizio ad accarezzarle i capelli umidi, i suoi occhi chiusi mi fanno capire, che il mio tocco la rilassa e  la tranquillizza.

  • Che ne dici di cercare un hotel in cui alloggiare per il resto dei giorni? 
  • Credo che sia un ottima idea. 

Iniziamo ad incamminarci verso la macchina, con il braccio sinistro circondo le spalle di Clara, avvicinandola di più a me, al mio gesto mi rivolge un altro sorriso, dolce e pieno d’amore. 

Non appena saliamo in macchina, col telefono iniziamo a cercare un hotel o un appartamento in cui poter alloggiare nei prossimi giorni, mi soffermo su un appartamento che si trova vicino al centro, il prezzo non è eccessivo dal momento in cui trascorreremo quattro giorni, mi volto verso Clara impaziente di mostrarle il nostro nido d’amore nei prossimi giorni. La trovo con gli occhi fissi sullo schermo del telefono, sembra piuttosto concentrata, con la mano le tocco la spalla, si volta di scatto nella mia direzione, puntando i suoi occhioni su di me.

  • L’ ho trovata? 
  • Cosa? 
  • La casa, non è altissimo il prezzo dal momento in cui soggiorneremo per quattro giorni.
  • Quattro giorni? 

Mi osserva confusa, la sua espressione mi fa’ emergere un sorriso spontaneo, probabilmente non si aspettava di rimanere qui a Genova per così tanto tempo, è stata una vacanza imprevista, decisa all’ultimo minuto, che sarebbe dovuta durare forse un giorno, non di più. 

Annuisco alla sua domanda, per poi prenotare, non appena concludo, metto in moto la macchina, dirigendomi verso la nostra futura casa per i prossimi giorni. 

 

                                                                                 ***

Arriviamo a casa, dopo avermi fatto consegnare le chiavi dal proprietario, io e Clara siamo subito entrati impazienti di goderci a pieno la nostra vacanza, e per riposarci un po’, dopo una giornata simile, abbiamo bisogno di recuperare le forze.

Nonostante sia un appartamento di piccole dimensioni, presenta tutte le comodità che una casa deve avere, il giallo ed il bianco regalano quel tocco di calore e vivacità, le finestre rendono l’ambiente molto luminoso.

Non appena entriamo in camera da letto, una stanza piuttosto moderna, composta da un letto matrimoniale, è da una piccola poltroncina situata accanto a letto a destra con una piccola libreria appesa al muro. La stanza seppur semplice e non totalmente arredata, contiene lo stretto necessario per vivere. 

Mi sdraio sulla superficie morbida del letto, seguito da Clara che si sdraia accanto a me, poggiando la sua testa sul mio petto inizio a giocherellare con i suoi capelli, beandomi del suo profumo dolce e buono che inonda le mie narici. 

  • Dovremmo farci una doccia.
  • La faremo dopo, per il momento voglio rilassarmi con te.
  • Come faremo per i vestiti? Per il cibo? Non abbiamo ancora deciso nulla.
  • Clara tranquilla abbiamo ancora tempo, è una vacanza rilassati. Domani penseremo a tutto, fidati di me. 

Annuisce un po’ incerta sul da farsi, mi metto su un fianco con la testa appoggiata sul palmo della mia mano, continuo a giocare con i suoi capelli ondulati, puntando i miei occhi sul suo volto, in questo momento sembra immersa nei suoi pensieri, fissa il soffitto in silenzio, come se la sua testa stia metabolizzando qualcosa. 

Si volta verso la mia direzione, i suoi occhi si incontrano con i miei, riesco a leggere il timore nella sua espressione, sono certo che vorrà parlarmi di qualcosa di serio, forse vuole affrontare il discorso che abbiamo lasciato in sospeso l’altra sera, quando è fuggita da me. 

Non ho voglia di parlarne, perché non c’è molto da dire al riguardo, purtroppo sono stato obbligato a farlo,  mi consola sapere che le mie scelte, le mie azioni sono state fatte solo per lei, per la sua felicità. 

Sicuramente dopo la vacanza a Genova sarò obbligato ad allontanarla di nuovo da me, ma non posso fare altrimenti, amo troppo Clara, così tanto che sono costretto a lasciarla andare, non importa cosa penserà di me in futuro, se mi odierà, me ne farò una ragione. 

Preferisco il suo odio e il suo disprezzo che vederla piangere disperatamente sulla mia lapide, sapere che non l’avrò mai al mio fianco, che non vivrò un futuro con lei mi distrugge, ma non posso che accettare questo destino crudele. 

Con lei avrei voluto tanto costruire un futuro, creare una famiglia, immaginavo tre bellissimi bimbi e un cane sentire  quel calore familiare, l’amore che arieggia in casa,  cose che dovrò nascondere negli angoli più remoti della mia mente, insieme a tutti i miei sogni e alle mie aspettative.

Rimpiango il primo giorno che incontrai Clara, in quel bar o il primo giorno in cui le rivolsi la parola, se solo avessi immaginato le conseguenze del nostro incontro avrei evitato tutto, adesso la paura che la mia piccola possa commettere qualche sciocchezza mi irrequieta. 

  • A cosa pensi?

La voce di Clara mi obbliga a ritornare alla realtà, mettendo da parte i pensieri oscuri che fino ad ora non hanno fatto  altro che tormentarmi. Forse dovrei smetterla di torturarmi, godermi il tempo che la vita mi sta offrendo, amando fino in fondo. 

  • Penso a noi. Ti devo delle scuse, io con quella ragazza non ci ho mai fatto nulla. Le parole di Emma mi hanno fatto capire che non sono il ragazzo giusto per te, che sicuramente meriti di meglio.
  • Però? 
  • Io ti amo, sono troppo egoista per poterti lasciare andare tra le braccia di un altro. 

Alle mie parole si avvicina al mio viso, posa le sue labbra morbide e rosee sulle mie, assaporo le sue labbra, con la lingua esploro la sua bocca, assaporando ogni centimetro. Mentre ci baciamo, sento le sue mani stringermi i capelli, le sue gambe intrecciarsi con le mie, con un tono di voce flebile mi dice “ti amo”, due parole dal valore inestimabile, che mi fanno gioire, mi trasformano in un bambino bisognoso di amore, bisognoso di lei, della sua dolcezza e della sua allegria.

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Capitolo 59
*** Capitolo 59 ***


Capitolo 59 

 

                                                      Jay

Stringo tra le mie braccia Clara, coccolandola fino a quando non inizio a chiudere gli occhi, sono rimasto  a guardarla per diverso tempo, volevo memorizzare il suo viso angelico, affinché anche quando sarei andato via da lei, l’immagine della mia piccola mi sarebbe rimasta impressa. 

Ripenso, al momento in cui l’ho vista oggi in spiaggia, bella più che mai, l’acqua del mare, non ha  fatto altro che risaltare le sue forme, i capelli umidi facevano da cornice alla sua bellezza così rara e inestimabile. 

È il suono del telefono che mi fa riaprire gli occhi il mattino seguente, la chiamata di Jacopo, sbuffo non appena leggo il nome sul display, decido di rispondere, consapevole che potrebbe trattarsi  della sua ragazza Penelope, nonché la migliore amica di Clara. 

  • Jay, cazzo che fine hai fatto è da ieri che ti cerco! 

Caccio un sospiro, già stanco di ascoltare la sua  voce squillante ,  sta già iniziando a tempestarmi di domande, ho sbagliato ad informarlo delle condizioni di Clara, ma cos’altro avrei dovuto fare, Penelope è la sua migliore amica, stando a ciò che mi ha detto Clara si considerano ormai sorelle, come non potevo avvisarla? 

  • Che vuoi? 
  • Sapere che fine avete fatto tu e Clara? Hai idea di quanto sia preoccupata Penelope, non abbiamo nemmeno scopato per quanto sta male! 
  • Stiamo bene, è con me sta dormendo beatamente. Adesso devo andare prima che la tua voce di merda rischia di svegliarla.
  • La mia voce è bellissima, me lo dice sempre Penelope, quindi zitto e parla per te. Comunque quando tornate Penelope vuole vederla.
  • Presto, adesso devo andare ciao. 

Chiudo la chiamata, e rimetto il telefono sopra il comodino, chiudo gli occhi con la speranza di poter dormire almeno un altra ora, ma senza alcun risultato, i miei occhi si rifiutano di chiudersi, la mia mente è già a lavoro per Clara.

La mia piccola che dorme come un angelo, sul mio petto, mi stringe a sé con una forza a dir poco sorprendente, non credevo che avesse tutta questa forza anche nel sonno.

Decido di alzarmi, cerco di non fare troppo rumore, svegliare Clara è l’ultima cosa che voglio, ho intenzione di portarle la colazione a letto, sono certo che non appena aprirà gli occhi, il suo stomaco brontolerà per la fame. 

Probabilmente è stato un errore non cenare, ma entrambi eravamo esausti della giornata di ieri, eravamo piuttosto incapaci di muovere qualsiasi muscolo, prendere sonno non è stato impossibile, Clara si è addormentata quasi subito cullata dai miei baci e dalle mie carezze. 

Mi allontano lentamente da Clara, prestando attenzione a non fare rumore, rimetto gli abiti del giorno prima ormai asciutti, per poi uscire di casa. 

Ho già in mente il tipo di sorpresa da farle, oltre la colazione acquisterò degli abiti per lei, affinché possiamo uscire subito dopo aver fatto colazione, so già cosa prendere da mangiare tre cornetti  due con la crema pasticciera ed uno con il pistacchio. 

Il problema principale sono i vestiti, Clara non hai dei gusti semplici, è una ragazza piuttosto complicata, ama indossare maglie e vestitini bianchi, neri o rosa antico con tanto di pizzo e merletto. È già un impresa trovare maglie delicate che non risultino volgari, considerando le sue mille paranoie impiegherò più del dovuto per scegliere l’abbinamento giusto, sperando che le possa  piacere. 

Mi reco nel primo negozio di abbigliamento femminile che trovo, pimkie, entro subito, non appena incrocio una maglia in pizzo davvero carina, mi appresto a prenderla con la taglia giusta, aggiungo subito dopo un altro paio di jeans a vita alta, ed altre maglie con il merletto in pizzo, ed un paio di vestitini, che sicuramente addosso a Clara sarebbero più che perfetti. 

  

                                                                     ***

Rientro a casa, con le mani stracolme di buste che contengono intimi particolari ed i vestiti che le serviranno per il soggiorno a Genova insieme ai miei vestiti, che a differenza di Clara sono meno, lentamente cerco di sistemare le buste, senza fare troppo rumore, affinché la mia piccola continui a dormire, non faccio in tempo ad entrare, che noto Clara sulla soglia della porta con le braccia incrociate, e le sopracciglia aggrottate. 

Tento di nascondere la mia sorpresa anche se sono certo che ha notato le buste posizionate a terra, faccio tre passi per avvicinarmi a lei, però si allontana immediatamente, caccio un sospiro certo che sì sarà offesa perché  non sono andato  con lei. 

Conoscendola avrebbe voluto girare per i negozi, e anziché impiegare tre quarti d’ora come ho fatto io adesso, avremmo impiegato un intera giornata solo per il guardaroba, sorrido al pensiero di vederla in preda ai mille dubbi e domande che ogni volta la tormentano quando prova un capo. 

Mi avvicino a lei, con in mano la colazione, sono  certo che a stomaco pieno si dimenticherà il motivo per cui è arrabbiata con me, dedicandosi alla vacanza, organizzando le visite di  tutti i posti da vedere e scegliendo la spiaggia in cui ci rilasseremo.

  • Che cos’è c’è dentro? 

Mi indica il sacchetto che ho in mano, gli rivolgo un sorriso, i suoi occhioni sono bellissimi, soprattutto appena sveglia, come prevedevo Clara è più interessata al cibo che al resto delle cose.

  • Tre cornetti, due con la crema pasticciera ed un con il pistacchio. 

Si avvicina a me togliendomi di mano la colazione, per poi regalarmi un tenero bacio sulle labbra, avvolgo subito le mie braccia su di lei, stringendola forte, annego il mio viso sull’incavo del suo collo beandomi del suo profumo dolce e delicato, e dei suoi capelli morbidi e lisci come la seta.

  • Sei stato veramente dolcissimo, grazie Jay. Ti va di mangiare, e di andare in spiaggia? Ho visto il meteo oggi non dovrebbe fare freddo. 
  • Vuoi farti il bagno? 
  • Si.
  • Va bene per me si può fare allora. 
  • Perfetto. Allora mangiamo e poi andiamo dritti in spiaggia. 

Mi dice con un tono piuttosto allegro, riesco a percepire il sorriso che gli è appena spuntato non appena abbiamo parlato di spiaggia, probabilmente a Clara piace molto il mare, sicuramente per lei non è un semplice luogo in cui si può schiarire le idee, sarà anche un posto in cui riesce a svagarsi divertendosi. L’ho già vista in spiaggia, però tutte le volte che ci siamo andati faceva molto freddo, quindi non riuscivamo a goderci a pieno il posto, adesso che il tempo e la temperatura sono dalla nostra parte, sicuramente potremmo ridere e scherzare con la leggerezza e la spensieratezza che ogni persona dovrebbe possedere. 

Lentamente ci separiamo, le nostre mani rimangono unite e le nostre dita intrecciate, a passo lento ci dirigiamo in camera da letto, ci sediamo sulla superficie morbida del letto, ed iniziamo a mangiare entrambi in silenzio.

  • È buonissima la crema. Mi fai assaggiare quello con il pistacchio.
  • Clara ingrassi, a me non piacciono le ragazze in carne, quindi basta. 

Mi rivolge uno sguardo truce, deglutisce l’ultimo boccone del cornetto per poi, avvicinarsi a me, in un attimo la ritrovo a cavalcioni su di me, ed io disteso sul letto, con la bocca sporca di crema.

  • Riprovaci Jay, prova a dire nuovamente che non ti piaccio, e ti assicuro che finisce malissimo.
  • Clara sei una balena.

Gli dico trattenendo a stento una risata, gonfia le guance per la rabbia, per poi rivolgermi un sorriso, sbianco di colpo non appena capisco le sue intenzioni, in un attimo mi ritrovo a mugolare per il dolore proveniente dalle mie parti basse a causa di Clara. 

Sento subito la risata di Clara rimbombare tra le pareti della camera da letto, con le poche forze che mi rimangono, capovolgo la situazione, mettendola sotto di me, e bloccandole i polsi sopra la testa.

  • Adesso come la mettiamo, piccola palla di grasso.
  • Non ti è bastato il pugno lì sotto? Vuoi perdere completamente le tue parti basse? 
  • E poi come fai? Non puoi più soddisfare i tuoi bisogni, non ti conviene.

Il suo sguardo cambia radicalmente diventa serio, la mia attenzione si sposta sulle sue labbra e su tutto il suo corpo, coperto dalla mia maglia, analizzo ogni forma, con la mano inizio a  viaggiare in tutto il suo corpo, sfiorandole i seni fino ad arrivare sui fianchi scoperti.

Mi avvicino nuovamente a lei, per baciarla, rispetto a ieri sera, il bacio è più passionale, famelico, come se fosse la prima volta che le nostre labbra si stanno toccando, come se fino ad ora la mia lingua fosse inesperta. Continuo a baciarla desideroso di lei più che mai, in un attimo le sfilo la maglia, rimango a fissare il suo corpo perfetto per qualche secondo beandomi della sua bellezza e del suo profumo. Mi abbasso nuovamente, lentamente inizio a baciare ogni centimetro della sua pelle, godendomi il suono che esce dalla sua bocca, inarca la schiena stringendomi i capelli di più a sé, continuo a baciarla fino ad arrivare negli slip, alzo la testa in quel preciso istante, per guardarla negli occhi in cerca del suo consenso. 

- Sei sicura?

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Capitolo 60
*** Capitolo 60 ***


Capitolo 60 

 

                                                                        Jay

  • Sei sicura? 
  • Non lo so, ho paura Jay. 

Mi avvicino a lei,  stendendomi  accanto a lei la accolgo tra le mie braccia ed inizio ad accarezzarle i capelli, un lieve singhiozzo fuoriesce dalle sue labbra, la stringo più forte, voglio che senta la mia presenza, l’ultima cosa che desidero è vederla soffrire.

Inizio a posarle dei piccoli baci sopra i capelli, per tranquillizzarla, probabilmente si sente in colpa perché sa quanto sia importante l’intimità in una relazione, sicuramente le pesa il fatto che questa è già la seconda volta che accantoniamo le nostre voglie.

È possibile che non si fidi abbastanza di me? Dovrei usare più la testa, anziché abbandonarmi agli istinti, e al desiderio di farla mia. 

Probabilmente la mia premura, non le fa’ per nulla bene, potrebbe credere che miro solo a quello anche quando non è così, in fin dei conti possiamo goderci questi giorni anche senza quello, non è importante, è solo un ingrediente in più.

Però il nostro amore è già forte così, quindi non ha bisogno di nient’altro se non della fiducia e il rispetto reciproco, gli elementi fondamentali in una relazione.

  • Tranquilla Clara, va tutto bene, non fa nulla. 
  • Mi dispiace non lo faccio apposta non riesco a liberare la mente è come se tutto si ripetesse nel esatto istante in cui iniziamo.
  • - Hai mai provato a chiudere gli occhi, e vivere il nostro amore. Noi non scopiamo, quando ci baciamo ci scambiamo amore, quindi se un giorno dovessimo arrivare a quei punti ricordati che io non sono qui per farti del male. Sono qui solo per regalarti tutto l’amore che nutro nei tuoi confronti che non fa’ altro che crescere, di giorno in giorno.

Gli dico guardandola dritto negli occhi, così belli e profondi, che riescono a trasmettere tutte le emozioni che prova, annuisce alle mie parole, con il dorso della mano asciuga le lacrime che rigano sulla sua guancia. 

Le lascio un piccolo bacio sulla fronte, per poi stringerla forte tra le mie braccia, solo il suono dei nostri respiri è quello che si sente insieme al battito dei nostri cuori.

Rimaniamo abbracciati per svariati minuti, almeno fino a quando il respiro di Clara non torna calmo, ed i singhiozzi non  si dissolvono totalmente, decido di donare un tocco di allegria alla giornata che è iniziata un po’ male. Far riprendere Clara è adesso il mio obbiettivo, desidero farla tornare a sorridere, mi scosto da lei, alzandomi dal letto, con l’intenzione di recuperare le buste che avevo lasciato all’ingresso.

Non do il tempo a Clara per realizzare cosa stessi facendo, che recupero le buste tornando in camera, vengo  subito ripagato dal gesto che ho compiuto per la mia piccola, con un sorriso che spunta sul suo viso, che dona quel tocco di colore che l’ha sempre caratterizzata. 

Torna a sedersi sul letto con le gambe incrociate, mi posiziono accanto a lei, ed inizio a guardarla beandomi della sua bellezza rara e meravigliosa, gli pongo subito le buste che contengono tutti i suoi vestiti. 

Sgrana gli occhi, con la mano spalanca la busta recuperando i vestiti che conteneva, sul suo viso sorge un sorriso a trentadue denti quando vede quello che le ho regalato, ripone la maglia ed il jeans sul letto, per avventarsi su di me. Inizia a riempirmi di baci, su tutto il viso, allacciando le sue esili braccia sul mio collo, con un movimento rapido la porto sopra le mie gambe facendola sedere.

  • Grazie Jay, è bellissimo. Non dovevi davvero.
  • L’ho fatto con il cuore, spero che ti piacciono.
  • È ovvio che mi piacciono, li adoro. Grazie ancora Jay, sei a dir poco meraviglioso con me ti amo.
  • Ti amo anch’io piccola mia.

Gli dico per poi darle un bacio sulle labbra, che contraccambia subito, con le braccia avvolgo il suo corpo in un caldo abbraccio, godendomi il suo profumo ed il suo respiro caldo sul mio collo.

  • Adesso voglio farti anch’io un regalo, e tu dovrai tacere, devi solo limitarti ad accettarlo. 
  • Il mio regalo sei tu, non servono altri regali te lo assicuro.

Le accarezzo dolcemente la guancia, dandole dei piccoli baci sul collo e sui suoi capelli, gonfia le guance  offesa dalla mia risposta, sorrido godendomi a pieno la sua espressione. 

  • Ed io lo faccio lo stesso, non mi interessa è maleducazione non accettarlo, potrei offendermi.

Alzo le mani come segno di resa per poi ridere di gusto, sbuffa gonfiando nuovamente le guance corrugando la fronte e portandosi le braccia al petto, mettendolo  di più in risalto.

Si alza di scatto, allontanandosi da me, recupera i vestiti sul letto, andando a frugare nulle altre buste in cerca di intimi suppongo, spalanco gli occhi ed deglutisco mandando giù il groppo in gola, in un attimo mi ritrovo a sudare freddo, a causa della paura che sto provando.

Maledico me stesso per gli intimi ed i completini che ho acquistato, ero  certo che in questi giorni avremmo avuto l’occasione di utilizzarli, non appena Clara prende in mano uno slip ricamato in pizzo, le rivolgo un lieve sorriso, con un rapido movimento le tolgo la busta di mano e gli slip.

  • Non sono per te, sono per mia sorella Lili.

Mi appresto a dirle la prima cosa che mi viene in mente, sperando che creda alle mie parole, mi guarda di sottecchi come se sapesse già che è solo una bugia detta a fin di bene alla fine, si schiarisce la voce, portandosi una ciocca dietro l’orecchio.

  • Jay lo so, che sono per me. Non è necessario inventarsi una scusa. Insomma sono carini alla fine. 
  • Se vuoi possiamo cambiarli, non sei obbligata ad indossarli. 

Si avvicina lentamente a me, mantenendo il contatto visivo, posa le sue labbra sulle mie, stringendomi i capelli con la mano posizionata dietro la nuca, contraccambio il bacio, stringendola di più a me, ci separiamo solo quando entrambi ci ritroviamo senza fiato.

  • Solo perché non mi sento pronta, non significa che non mi piace indossare determinate cose.
  • Ah...ok. Comunque nella busta di Calzedonia trovi il costume ed il copricostume.
  • Hai pensato proprio a tutto, c’è qualcosa che non hai considerato? 
  • No, deve essere tutto perfetto in tua presenza.
  • Ti amo 
  • Ti amo anch’io.

Mi dice dandomi un piccolo bacio a fior di labbra  per poi allontanarsi da me, dirigendosi in bagno con il necessario per il mare, decido di fare lo stesso liberandomi dei vestiti che ho indosso, mettendo il costume. Inizio a preparare la borsa, mettendo due teli per il mare, la crema solare, e l’acqua, il resto lo acquisteremo fuori, in base a come si evolverà la giornata.

Non appena Clara finisce di prepararsi, ci apprestiamo ad uscire per andare in spiaggia. Lungo il tragitto rimaniamo entrambi in silenzio, la musica della radio ha scaldato l’atmosfera rendendola tranquilla e pacifica. 

Per tutto il viaggio non ho fatto altro che guardare Clara il copricostume che le ho regalato, non fa altro che esaltare le curve, la fantasia floreale, la gonna ampia e la scollatura Americana la rende sexy e attraente ai miei occhi.

Arriviamo a destinazione, non appena parcheggio usciamo dall’auto entrambi impazienti di goderci la nostra breve vacanza, rilassandoci e lasciando i pensieri negativi e lo stress a Roma.

Sistemiamo subito le nostre cose, per poi spogliarci per dirigerci subito in mare, rimango spiazzato quando Clara si toglie il vestitino, d’improvviso mi ritrovo con la bocca asciutta e con gli occhi incollati sul suo seno e sul suo corpo. 

Batto le palpebre un paio di volte per poi inumidirmi le labbra improvvisamente secche, scuoto la testa per riprendermi dalla visione di Clara, ma riesco in parte nel tentativo, è la voce di quest’ultima a riportarmi alla realtà.

  • Tutto bene? 
  • Si, si sto benissimo. Andiamo? 
  • Si.

 

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Capitolo 61
*** Capitolo 61 ***


Capitolo 61

 

                                                              Jay

 

Con le dita intrecciate con quelle di Clara, ci muoviamo diretti nell’acqua limpida e fredda del mare ligure, un brivido di freddo si ripercuote in tutto il mio corpo, obbligandomi a rimanere immobile, il tempo necessario per abituarmi alla temperatura. 

Sposto lo sguardo verso Clara che si ritrae, facendo un passo indietro, stringo di più la presa sulla sua mano , trascinandola verso di me, un piccolo lamento dovuto all’acqua gelida mi obbliga a fermarmi per qualche secondo. 

Provo a fare un passo in avanti, con gli occhi cerco il consenso di Clara che non tarda ad arrivare, lentamente mi muovo in avanti imprecando sottovoce per non aver scelto un luogo migliore da visitare, sicuramente marzo non è la stagione adatta per farsi un bagno in mare.

  • Basta io mi tuffo non c’è l’ha faccio più.

Mi tuffo ignorando i brividi di freddo che si propagano in tutto il mio corpo, esco dall’acqua tirando i capelli all’indietro, la prima cosa che vedo sono due cioccolatini che mi guardano con un cipiglio, capisco subito la ragione, quando noto il suo corpo bagnato.

Una ghigno divertito si forma nelle mie labbra,  la sua espressione arrabbiata al col tempo divertita mi spinge a fare qualcosa di estremamente divertente è pericoloso, che sicuramente non mi lascerà scampo dopo. 

Inizio a schizzarle l’acqua, mi godo la sua espressione che è un misto di sorpresa e di rabbia, inizia a sbuffare offesa dal mio atteggiamento, muove qualche passo indietro con la speranza di poter scampare dalla mia furia, una risata esce dalle mie labbra, vedere Clara in queste situazioni mi fa morire da ridere. 

  • Ti prego basta! Dammi un minuto per riprendermi.

Mi blocco nel momento, esaurendo la sua richiesta, le mani tremolanti che stringono le spalle, mi fanno capire che sta sentendo davvero molto freddo, alzo gli occhi al cielo convincendomi che forse venire in spiaggia non è stata del tutto una buona idea, odio vederla in queste condizioni. Mi avvicino a lei, alzo le braccia al cielo come segno di resa, l’avvolgo subito in un  abbraccio, con l’intenzione di scaldarla e di farla abituare alla temperatura dell’acqua, anche se so già come andrà a finire, torneremo a casa, e lei si farà un bel bagno caldo per riscaldarsi.

Il suono delle onde echeggia in tutto l’ambiente, chiudo gli occhi godendomi il suono melodico, avere Clara tra le mie braccia contempla questo momento rendendolo unico sotto ogni aspetto.

Si aggrappa al mio corpo circondando i miei fianchi con le sue gambe, decido di eseguire la sua richiesta piuttosto esplicita, uscendo dall’acqua, un brivido di freddo si scatena quando un leggero venticello colpisce i nostri corpi bagnati fradici.

Con l’asciugamano avvolgo Clara, tenendola ancora stretta tra le mie braccia, mi siedo sul telo disteso sulla spiaggia, faccio mettere Clara in mezzo alle mie gambe, con le mani strofino le sue spalle con la speranza di riuscire a scaldarla.

  • Va meglio piccola? 
  • Più o meno, forse è stato un errore venire fino a qui e farci il bagno. Magari non è giunto ancora il momento per la spiaggia.
  • Forse sei un po’ sensibile al freddo. 
  • Mi dispiace, immaginavo altro per questa giornata, non pensavo che sarebbe finita in questo modo.
  • Così come? 
  • Beh così.

Gesticola incapace di guardarmi negli occhi, alzo gli occhi al cielo divertito dalla sua espressione imbarazzata, le sue guance divenute di colpo rosse come il pomodoro, le mani tremolanti che si ostinano a muoversi goffamente, è il suo tentativo di dare una spiegazione più plausibile mi fanno divertire.

  • Credo che la giornata sia iniziata nel migliore dei modi, non potrei chiedere di meglio, tu tra le mie braccia seminuda... si è perfetta senza ombra di dubbio.
  • Jay!!??

Si allontana di colpo dalla mia presa portando le sue iridi su di me, gonfia le guance, incrociando le braccia al petto, contraccambio il suo sguardo di sfida, mostrandogli uno dei miei sorrisi migliori, con le mani inizio a tracciare dei cerchi immaginari sulla sua spalla scoperta, scatenando in lei dei brividi. Inumidisco le labbra, godendomi l’effetto che ha su di lei il mio tocco, se non fosse che siamo in un luogo pubblico, avrei già tentando di stuzzicarla fino a farla giungere ad un punto di non ritorno.

La mia coscienza però lo impedisce la consapevolezza di sapere che Clara non sia ancora pronta a fare questo passo importante, mi obbliga a tornare sui miei passi, limitandomi a sfiorarla e ad accarezzare solo una piccola parte del suo corpo.

  • Che c’è? 
  • Mi metti in imbarazzo così, lo sai che non mi piace affrontare determinati discorsi in un luogo pubblico.
  • Clara non c’è nessuno a parte noi, se non te ne fossi ancora accorta. I folli qui siamo solo noi.
  • Non siamo folli, amiamo sperimentare non c’è niente di male.

Mi limito ad annuire, confermando che con Clara è inutile parlarne, non avrà mai il coraggio di dire che venire qui sia stata una pessima idea, è fatta così vede sempre il buono anche nelle cose peggiori, mi domando come faccia. 

Mi fiondo sulle sue labbra stanco di perdermi in inutili chiacchiere, in questo momento ho bisogno di sentirla mia, di sentire il suo profumo invadere le mie narici, di sentire il suo sapore che inonda tutta la mia bocca. Ho bisogno di lei della sua essenza, per armarmi del coraggio che non ho, la paura mi divora, mi impedisce di essere totalmente spensierato, mi spinge a pormi le solite domande: C’è l’ha farò? Mi salverò? 

Butto fuori l’aria nei polmoni, scuoto la testa consapevole che non sarà una breve vacanza a farmi dimenticare dei problemi che mi tormentano, seppur la presenza di Clara renda il soggiorno più sopportabile e piacevole, non riuscirò mai ad accantonare ogni pensiero negativo.

  • Tutto bene? 
  • Si, certo.
  • A cosa stavi pensando?
  • Ho fame, il mio stomaco brontola. Cerchiamo un posto dove mangiare? 
  • Ma è presto ancora. Abbiamo mangiato da poco.
  • Cosa vuoi fare? 
  • Parlare, conoscerti ancora di più.

Giocherella con la mia mano, distraendomi dai miei pensieri il suo sorriso un po’ infantile, i suoi occhi innocenti mi isolano dal resto spingendomi a rivolgere la mia completa attenzione a questa piccola creatura così bella e raggiante, forte e debole al momento stesso, dolce e diffidente con chi non è in grado di darle tutte le rassicurazioni di cui ha bisogno.

  • Cosa vuoi sapere? 
  • Non lo so, c’è qualcosa che ancora mi sfugge?
  • Ci sono tantissime cose Clara che scoprirai lentamente.
  • Beh si lo so, è che vorrei starti ancora più vicino.
  • Più di così?

Gli domando utilizzando un tono scherzoso, alza gli occhi al cielo stanca dei miei modi di scampare dalle sue domande, quando ci si mette riesce davvero ad essere pesante, ricordo ancora l’ultima volta in cui mi ha tartassato di domande fino a notte fonda, il giorno dopo mi sono ritrovato con delle occhiaie è una sonnolenza pazzesca.

  • Non mi prendi sul serio, lo vedi? 
  • Dai piccola non ti arrabbiare dimmi?
  • Allora che cos’hai in mente di fare dopo questa vacanza? Tornerai a Roma oppure rimarrai qui con me? 
  • La tua è una proposta?

Alzo un sopracciglio, scioccando la lingua, nell’attesa di ricevere una sua risposta, la mia mente viaggia, nella mia mente risuona ancora la sua proposta, immagino già la nostra vita in questa città che è già pronta ad offrire tanto ai suoi abitanti.

- Si...

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Capitolo 62
*** Capitolo 62 ***


Capitolo 62

 

                                                                    Jay 

 

Le onde che si scontrano con la sabbia umida, è l’unico rumore percettibile, il silenzio rende straziante l’attesa, la coscienza mi impedisce di buttarmi in questa magnifica occasione, non si può fare, non ne vale la pena per lei, potrebbe pentirsene. 

La mia mente viaggia analizzando ogni minimo dettaglio, un trasferimento a Genova, la isolerebbe dai suoi amici, dalla sua famiglia, il mio abbandono potrebbe ferirla, la solitudine potrebbe spingerla a fare qualcosa di irreparabile. 

Sospiro ormai rassegnato per l’ennesima volta sono obbligato a reprimere il mio desiderio, per fare la scelta giusta, non che farmi una vita lontana da Roma dal mio passato non mi alletti, però se dovessi scegliere il bene di qualcuno, sceglierei  il suo.

Punto i miei occhi sui suoi che mi stanno già fissando, morde il labbro con insistenza impaziente della mia risposta, le parole non escono con decisione è risolutezza, rimangono fissi nella mia mente, le mie labbra, la mia voce mi impediscono di compiere questo gesto. 

Chiudo la bocca, con il silenzio a tenermi compagnia, provo a riordinare le parole, affinché vengano dette con leggerezza senza scalfire o rovinare questo momento.

  • Clara, è meglio aspettare. Vediamo come si mettono le cose tra di noi, ci siamo riappacificati solo ieri, è presto per decidere una cosa così importante.
  • Hai ragione, scusami. È stato stupido solo pensarlo, come mi sarà venuto in mente.

Mostra un sorriso tirato, dai suoi occhi riesco a leggere il dispiacere per la mia risposta, la sua espressione si è rabbuiata, i suoi occhi hanno perso la lucentezza che li caratterizza, socchiudo gli occhi, puntandolo sul mare, incapace di guardarla. 

Vorrei urlargli che non ha sbagliato a proporlo, se avessi avuto un cuore sano avrei detto immediatamente si, senza pensare a nient’altro, l’unica cosa che mi sarebbe realmente interessato, sarebbe stata la sua felicità. 

Mordo l’interno della guancia sfogando la rabbia che in questo momento domina dentro di me, trattengo a stento l’istinto di parlare, di dirgli quello che realmente desidero, non lo faccio seppur con molta fatica mantengo il silenzio che si è creato.

  • Ho voglia del kfc, pollo fritto a tutto gas ecco cosa voglio mangiare per pranzo. Tu che ne dici?
  • Pollo? Mi hai detto che la frittura devo evitarla perché fa male al corpo, ricordi? 
  • Uffa, una volta ogni tanto non fa mica male.

Incrocia le braccia al petto, sbuffando come una bambina che vuole a tutti costi quel giocattolo, sorrido vedendola di nuovo raggiante e allegra come solo lei è, il peso che sentivo a livello del cuore scompare, lasciando spazio alla leggerezza e alla tranquillità.

Stropiccio i capelli umidi di Clara, come un padrone fa’ con il suo cane, guadagnandomi un occhiataccia da parte sua, un piccolo lamento fuoriesce dalla sua bocca, scatenando in me una fragorosa risata.

  • Va bene. Però dopo non lamentarti del tuo peso, e dei dolori che ti provoca quella roba! 
  • Non mi sono mai lamentata.
  • Tu no, ma il tuo stomaco si, ogni volta che mangi male la notte non si può respirare. Devo spalancare la finestra per prendere un po’ d’aria. 

Il suo volto si colora di rosso, la sua espressione cambia immediatamente, distoglie lo sguardo da me, con la mano inizia a grattarsi il retro della nuca, pronunciando parole indecifrabili. Trattengo a stento una risata, il suo imbarazzo, il suo modo di comportarsi sono una barzelletta, la cosa più divertente è che crede a tutto, potrei dirle qualsiasi cosa, non si pone alcun tipo di domanda, si limita a crederci senza nemmeno darsi una spiegazione. 

  • N..non è vero, io non le faccio queste cose. Non mentirmi Jay, non è affatto divertente! 
  • Si, si come no, dovrò  registrarti quando ricapiterà. Sicuramente stasera avrò l’opportunità di farlo.
  • No, oggi niente schifezze, insalatona a tutta forza! 
  • Ma io non la voglio, voglio mangiare pollo fritto e patatine.
  • Così impari a tenere la bocca chiusa.
  • Scusa piccola stavo scherzando, non dicevo sul serio.

Mi scruta attentamente, come se volesse assicurarsi della mia sincerità, annuisco convinto con la speranza che chiuda un occhio, riesco a stento a trattenere un sorriso per la sua faccia. Quando strizza gli occhi, sembra una cinesina, per quanto si rimpiccioliscono.

Si volta di scatto, alzandosi dalle mie gambe, pulendosi il fondoschiena sporco di sabbia, seguo attentamente i suoi movimenti, meravigliandomi sempre di più della sua bellezza inestimabile, scuoto la testa riprendendomi dalla visione, accorgendomi che Clara si è totalmente rivestita, copio le sue azioni, rivestendomi. 

  • Andiamo al Kfc, ho fame! 
  • Ma non avevi detto che avremmo mangiato l’insalatona? 
  • Zitto e cammina.

Inizio a camminare affianco a Clara, un sorriso spontaneo si crea tra le mie labbra, che mi tiene  compagnia per tutto il tragitto, almeno fino a quando non ci fermiamo a causa di Google maps che  ci fa’ sbagliare strada. Entrambi sbuffiamo per le doti inconfondibili di Google, adesso non sappiamo neanche dove andare,  se nei paraggi ci sia davvero un kfc in questo luogo a dir poco desolato, siamo solo circondati dalla natura. Stringo il volante, puntando lo sguardo sulla strada, al diavolo le indicazioni, l’importante è sapersi orientare, ovunque si trovi il locale, lo troverò, oggi mangeremo quel pollo fritto! 

  • Jay cosa stai facendo? Perché non sento più le indicazioni dal telefono? 
  • Non è necessario so dove ci troviamo. 
  • Ah si? 

Inarca un sopracciglio, incrociando le braccia al petto, ignoro la sua diffidenza, nonostante sia motivata dal luogo che ci circonda, e dalla mia totale consapevolezza che non ho la benché minima idea di dove mi trovo. Però questo è meglio che Clara non lo sappia, prima o poi troverò qualcosa o qualcuno in grado di dirmi dove ci troviamo, almeno spero. 

Improvvisamente l’auto si ferma, sbianco di colpo, quando mi rendo conto che mi manca la benzina, il mio respiro inizia a farsi pesante, tanto che persino Clara si accorge del mio improvviso cambio d’umore.

  • Cosa succede, perché ci siamo fermati?
  • Dovremmo cercare un benzinaio.
  • Cosa??? Come facciamo non c’è nessuno, come lo troviamo? 
  • Qualcuno ci sarà tranquilla.

Esco dall’auto in preda ad una crisi di nervi, ma come diavolo mi è saltato in mente di seguire il mio dannato istinto, non sono mai riuscito ad indovinarne una in passato, figuriamoci adesso. Sono un coglione, pur di fare felice la mia ragazza, non ho considerato minimamente che questa non è Roma, questa città è totalmente sconosciuta ai miei occhi. Chiudo lo sportello in malo modo, facendo cenno a Clara di seguirmi, annuisce convinta uscendo anche lei dall’auto, venendomi incontro, l’espressione confusa mi fa intuire che non è pienamente convinta delle mie doti, come dargli torto.

  • Coraggio andiamo a cercare qualcuno. 
  • Si.

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Capitolo 63
*** Capitolo 63 ***


Capitolo 63

 

                                                             Jay 

 

Due ore di camminata senza sosta, alla ricerca di un benzinaio di cui non c’è nemmeno l’ombra, una persona a cui chiedere aiuto non si è nemmeno vista, il luogo in cui siamo capitati casualmente non ha niente e non ci vive nessuno, è una zona del tutto desolata. Maledico me stesso per essermi catapultato in questo disastro, avrei dovuto affidarmi a quell’aggeggio, magari adesso ci saremmo trovati a Genova, a goderci  quello che la  città poteva offrirci.

Invece no io e la mia dannata voglia di fare di più per lei, realizzare ogni sua forma di desiderio, ci ha portati in questo dannato posto, adesso anziché godermi il sorriso di Clara, sono qui a sopportarmi i suoi scleri, non credevo che una ragazza in preda al panico potesse diventare così insopportabile, la preferisco quando dorme silenziosa e innocua. 

  • Dovevi fare proprio di testa tua? Guarda dove siamo finiti, col tuo infallibile senso di orientamento! 

Alzo gli occhi al cielo ormai sfinito di sentire la sua voce così stridula è insopportabile, è tale quale a sua madre, quando è su di giri, non è capace di contenere lo stress, non è l’unica in preda al panico anch’io lo sono, vorrei tanto capire come muovermi, sapere dove cazzo mi trovo, ma non mi è possibile in questo cazzo di posto non c’è neanche campo! 

  • Adesso troviamo qualcuno stai tranquilla.
  • L’hai detto anche venti minuti fa’ la situazione è tale quale a prima.
  • Hai rotto i coglioni o stai zitta o te ne vai da qualche altra parte a rompere, chiaro? 
  • Vaffanculo Jay! 

Si allontana da me come una furia, la sua espressione dura, le guance rosse come il collo, il respiro pesante ed il tono della voce alto mi fanno intuire che si è veramente arrabbiata, tanto che non è riuscita nemmeno a ragionare. Dove cazzo vuole andare? Deve stare con me, potrebbe perdersi o peggio ancora potrebbe incontrare qualcuno che non abbia buone intenzioni con lei... cazzo devo fermarla! 

Mi affretto a raggiungerla, anche se ho i nervi a fior di pelle preferisco rimanerle accanto assicurarmi che stia al sicuro con me, e non sola in questo posto. 

Le afferro il polso, con un rapido movimento la faccio girare, accogliendola subito tra le mie braccia stringendola con forza l’ultima cosa che voglio è litigare con lei, le avevo promesso una vacanza perfetta piena d’amore, è così sarà qualsiasi cosa accada. 

-Basta litigare, ho sbagliato io scusami amore.

-Scusami amore, ho sbagliato anch’io potrei evitare di sfogare la mia rabbia con te che non centri nulla.

-Pace fatta? 

-Si.

Poso un piccolo bacio sulle sue labbra, stringendola forte tra le mie braccia, i muscoli tesi a causa dello stress accumulato, la mente strapiena di pensieri sotto al suo tocco si rilassano, riottenendo  quella tranquillità e quella pace persa. 

Clara è la cura di ogni cosa, è in grado di farmi stare bene, è sempre stato così, riesce sempre a farmi sorridere anche quando il mondo mi crolla addosso, con lei alzo la testa e continuo ad andare avanti, non importa quanto  sarà grande  l’ostacolo con lei al mio fianco riuscirò sempre ad affrontarlo con un sorriso stampato sul viso. 

Alla fine credo che è questo che fa’ l’amore rende la vita semplice, trasforma ogni giorno in una nuova avventura da vivere a pieno col proprio partner, non c’è un solo momento che non sorridi come un ebete, non c’è un momento che non parli dell’amore. Inizia a diventare la più grande droga, in grado di farti gioire anche quando il mondo cade a pezzi.

Ed è proprio questo sentimento a spingermi di resistere, di considerare questo inconveniente come un modo per conoscerci meglio, per analizzare al meglio i nostri caratteri rendendoli sempre più affini.

Una goccia scesa dal cielo, bagna la fronte di Clara, scivola lungo il suo viso, baciando la sua bellezza, un sorriso emerge sulle mie labbra, pensando a quello che sta preservando per noi il tempo. Un temporale, si può dedurre dalle nubi che compaiono dal cielo, afferro il polso di Clara, con l’intento di tornare in auto, per ripararci dalla pioggia. 

Inizia a correre insieme a me, entrambi con il fiatone,  divertiti da come si è trasformata questa giornata, imprevedibile esattamente come la nostra relazione, che è stata piena di alti e bassi di lacrime, e di un amore immenso. 

Con i corpi bagnati dalla pioggia, giungiamo finalmente dentro l’automobile, carico Clara sulle spalle con l’intento di scaldarla con il calore del mio corpo, la poso delicatamente sul sedile posteriore, entro insieme a lei chiudendo lo sportello alle mie spalle. Almeno qualcosa di intelligente l’abbiamo fatta, non ci siamo allontanati troppo dalla macchina siamo rimasti più o meno vicini, probabilmente perché nessuno dei due non si fida del senso dell’orientamento dell’altro. 

Avvio la macchina, per accendere il riscaldamento, per poi procurarmi il telo per asciugarci e scaldarci dal freddo della pioggia, lentamente mi sdraio, attiro Clara tra le mie braccia, con dolcezza inizio ad accarezzarle i capelli. 

Solo i nostri respiri sono percettibili, insieme alle gocce di pioggia che battono sul tetto dell’auto , le mie mani viaggiano lungo tutta la schiena di Clara, le mie dita sfiorano la sua pelle fredda e è liscia, sono movimenti lenti e delicati. 

La sua mano accarezza il mio petto, i suoi capelli solleticano il mio viso, le sue labbra toccano la mia pelle bagnata, l’atmosfera è del tutto cambiata, noi siamo diversi, se prima lo stress non faceva altro che tormentarci adesso è del tutto scomparso, è rimasta tensione percettibile nell’aria e nei nostri corpi. 

I movimenti incrementano questa tensione e questo desiderio rendendolo sempre più difficile da reprimere, un bacio per quanto possa essere bello è in grado di far risvegliare i sensi, le voglie più proibite, dando inizio a qualcosa di meraviglioso ma al col tempo pericoloso.

Ed è così che seppur ho tentano invano di reprimere la mia voglia di lei, mi ritrovo a baciarla con foga, accarezzando il suo corpo esile, provocandole gemiti di piacere. 

Probabilmente stiamo sbagliando, ma l’amore è in grado di farti perdere la testa, non esiste ragione o limite che il cuore non è in grado di scavalcare.

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Capitolo 64
*** Capitolo 64 ***


Capitolo 64

 

Il respiro affannato, gli ansimi che fuoriescono dalle nostre labbra sono gli unici rumori percettibili dentro l’auto, i nostri corpi bagnati e seminudi ci scaldano, ma scatenano altre voglie, istinti che un essere umano può sfuggire perché  è convinto che la razionalità sia l’unico strumento che ci distingue dagli animali. Ma quando si tratta di amore, di placare il desiderio fisico anche l’uomo cade negli abissi più oscuri, luoghi in cui la ragione è l’istinto non combaciano, sono destinati a scontrarsi per sempre. 

Ed è questo quello che mi sta accadendo, sono diventato succube di Clara e  del suo corpo, il contatto con la sua pelle fredda ha mandato a quel paese l’ultimo neurone che mi è rimasto. 

L‘ irrefrenabile voglia di liberare il suo corpo da questi inutili vestiti, spinge le mie mani a sciogliere i nodi che coprono i suoi bellissimi seni. 

I baci passionali che ci stiamo dando non fanno altro che incrementare il desiderio, spingendo me e Clara in un punto in cui non si può fare ritorno.

Scendo dolcemente dalle sue labbra, inizio a lasciare dei baci umidi sul suo mento, sul collo, fino ad arrivare sui suoi seni scoperti, le mie mani stringono uno dei due seni mentre l’altro viene stuzzicato dalla mia bocca, che succhia e lecca ogni centimetro. 

I gemiti sono sempre più frequenti e più intensi, mi libero subito del costume che non fa’ altro che stringere il mio membro duro e pulsante, in un attimo mi ritrovo nudo sotto gli occhi attenti di Clara che analizza attentamente il mio corpo.

La sua mano piccola, scivola fino a toccare il mio membro che si eccita sempre di più sotto al suo tocco, lentamente inizia a muovere la mano, mandando la mia mente in paradiso, le sue labbra rosse e carnose, mettono a tacere i miei gemiti.

Continua con questa piacevole tortura fino a quando non decido di passare alla fase successiva, il momento più importante è intimo che si possa mai avere con la donna che ami, sfilo gli slip zuppi del suo liquido frutto dell’eccitazione che entrambi proviamo.

Mi sistemo meglio in mezzo alle sue gambe, con gli occhi cerco il suo consenso, con le labbra cerco di rassicurarla, attimi di silenzio e di esitazione intravedo nei suoi occhi che si incastrano ai miei. Sguardi intensi, che dicono tutto senza avere la necessità di utilizzare le parole, rimango a guardarla nell’attesa di una sua risposta che dopo qualche secondo arriva, con il bacino spinge la sua intimità umida sul mio membro. 

  • Mi fido di te Jay, fammi tua. 

Annuisco alle sue parole, sotto il suo sguardo attento e eccitato, entro dentro di lei, rimango fermo immobile, attendo che mi dia il consenso di proseguire, l’ultima cosa che desidero è farle del male, stiamo facendo l’amore, questo rapporto sta ricongiungendo due cuori che palpitano di amore, facendolo diventare una cosa sola.

È un altro movimento di bacino, che mi spinge ad osservarla attentamente, i suoi occhi lucidi pieni di desiderio mi danno la conferma che cercavo, lentamente inizio a muovermi, i suoi sospiri rimbombano nella’ auto.

  • Ti faccio male? 
  • Un pochino, continua è bello sentirti.
  • Se ti faccio troppo male, dimmelo che mi fermo subito.
  • Va bene amore.

Il suo sorriso tenero e dolce, mi spinge ad accarezzarle i capelli, e a baciarle la fronte, ricomincio a muovermi lentamente dentro di lei, per ogni spinta un bacio sulle sue guance calde e umide, la stringo forte tra le mie braccia, soffrendo e godendo insieme a lei. 

Solo quando arriviamo al culmine del piacere, esco da lei versando il frutto del nostro amore sul suo addome che fa’ sù e giù velocemente. Lascio un piccolo bacio sulle sue labbra gonfie, sdraiandomi accanto a lei, stringendola tra le mie braccia. Riesco a sentire il mio cuore esplodere di gioia, la amo, amo Clara con tutto me stesso, seppur questo non era il luogo adatto in cui unirci, sono felice di aver baciato e amato ogni cosa di lei. Mi sembra di sfiorare la luna, per la gioia, lei distesa su di me, la sua testa preme il mio petto, le sue mani che mi stringono così forte, come se volesse assicurarsi che io non scappi. 

Il suo respiro riprende ad essere regolare, lentamente tutto torna tranquillo, la stanchezza del giorno inizia a farsi sentire, le palpebre lentamente si appesantiscono, è la mente cessa di funzionare, cado in un sonno profondo quasi subito cullato dal respiro e dal calore di Clara.

❤️❤️❤️❤️

 

Apro gli occhi assonnato, un uomo in divisa è quello che riesco a vedere, dalla sua espressione riesco a leggere la confusione, stropiccio gli occhi, sorridendo adesso ho anche le visioni.... lo dicevano che le canne, non avrebbero mai portato a nulla di buono.

Spalanco gli occhi quando rivedo l’uomo in divisa che mi guarda con un cipiglio, sgrano gli occhi incredulo da quello che sto vedendo... allora qualcuno in queste parti ci passa! 

Mi volto subito nella direzione di Clara che dorme beatamente coperta dal telo, caccio un sospiro di sollievo, almeno non ha visto nulla.

Recupero la maglia, mettendola di fretta per poi allontanarmi da Clara per scendere, ringrazio mentalmente il buonsenso di Clara che è stata abbastanza intelligente da coprirsi e da rimettersi gli intimi, convincendo anche me. Per fortuna davanti al poliziotto potremmo risultare due ragazzi che si sono semplicemente accampati per riposare, mi auguro che non vada ad indagare troppo o che possa intuire qualcosa. Con la mano sistemo il ciuffo disordinato, rendendomi un po’  presentabile, schiarisco la voce per poi puntare i miei occhi sul poliziotto che mi scruta attentamente.

L’uomo di fronte a me, tiene in mano una ciambella glassata al cioccolato, le sue mani e le labbra sono  sporche di cioccolato, provo a stento a rimanere serio davanti ai suoi occhi anche se la tentazione di ridergli in faccia è davvero troppa.

  • Ragazzo che stavate facendo in macchina? Che ci fate qui? Non lo sapete che questa strada di sera è pericolosa?
  • No, non siamo del posto. Ci siamo persi lungo il tragitto..
  • Anziché dormire, perché non avete cercato aiuto? Perché non siete tornati indietro? 
  • La macchina è senza benzina...l’ho finita.

Il poliziotto mi osserva attentamente, studiando per bene la mia espressione, probabilmente vuole assicurarsi che io non stia affermando il falso. 

  • Aspettatemi qui, vi procuro io il necessario. Lei prova a svegliare sua sorella. Torno subito.

Osservo l’uomo allontanarsi, per poi scomparire nella sua auto, mi gratto la tempia confuso dalla sua ultima affermazione, Clara non è mia sorella, nemmeno ci assomigliamo, certo che quel tipo era strano. 

❤️❤️❤️❤️

Giungiamo finalmente a casa, ho dovuto spiegare a Clara ogni cosa, persino la comparizione di quell’uomo che si è dimostrato davvero gentile, per nostra fortuna la multa non è stata necessaria farla in quanto mi ha scambiato per il fratello maggiore, che accudiva la sorellina malata. 

Mettere in atto questa messa in scena è stato alquanto divertente, sento che il rapporto tra me e Clara sta cambiando, siamo sempre più complici  e innamorati.

Adesso dopo una giornata così divertente e romantica, bisogna concluderla in bellezza con una cena a lume di candela nel ristorante migliore della città.

Clara è già in camera a prepararsi, mentre io finisco di vestirmi in bagno, ci siamo messi d’accordo nessuno dei due deve vedere l’altro almeno fino a quando non siamo pronti. 

Aggiusto la camicia bianca, infilando la giacca, i capelli per la prima volta sono tirati indietro perfettamente, osservo attentamente la mia figura, per la prima volta vedo un uomo felice, che si è lasciato alle spalle il passato, ed è riuscito ad accettare il suo aspetto. Un uomo felice, per la prima volta dopo mesi, questo grazie alla donna che amo, che mi ha reso una persona migliore sotto ogni aspetto, e a lei che devo tutto. 

Tiro fuori l’aria che ho trattenuto dentro i polmoni, l’emozione e l’ansia che sento in questo momento mi impediscono di rimanere lucido, tutti i ricordi con Clara emergono, in questo momento mi sento come al nostro primo incontro. 

Mi armo di coraggio, ed esco rimango bloccato a fissare la figura di Clara che come me è appena uscita, mi soffermo sul suo volto, le sue guance arrossate, le labbra che formano un sorriso perfetto, i boccoli che cadono dolcemente sulle sue spalle, ed il  vestito color panna, fascia perfettamente il suo corpo, la scollatura a cuore, non mette in evidenza il suo seno. Sembra un angelo, il suo sguardo è puro, la sua espressione dolce, sono completamente cotto di questa donna la amo troppo. 

  • Sei bellissima.

Esce come un sussurro, mi domando se l’abbia sentito, dal suo sorriso suppongo di sì, si avvicina lentamente verso di me, i suoi movimenti sono lenti ed eleganti, rimango incantato da tanta delicatezza. 

-Anche tu sei bellissimo.

-A..andiamo che ne dici? 

-Si.

 

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Capitolo 65
*** Capitolo 65 ***


Capito 65

 

                                                                             Jay

 

Il profumo dolce di Clara, invade le mie narici, averla così vicino mi scatena  il desiderio irrefrenabile di fermare l’auto  per  baciarla, toccare la sua pelle liscia, e farla mia. Però è giusto tenere a bada questo desiderio, poiché ho una gran voglia di stare con lei, parlarle, ascoltarla e vederla ridere, ovviamente tutto questo contornato da ottimi piatti. È da stamattina che non mettiamo nulla sullo stomaco, io sono affamato, immagino che anche Clara lo sarà, in genere ha sempre fame prima e dopo i pasti, è strano che oggi non si sia ancora lamentata.

La voce di  Tiziano Ferro scalda l’atmosfera, rendendola sempre più romantica e tranquilla, il silenzio non è per nulla imbarazzante, anzi è ben accetto, entrambi siamo impazienti di passare una serata indimenticabile, piena di amore e di baci. 

Sono curioso di vedere la sua faccia, quando vedrà il ristorante, ho pianificato ogni cosa perfezionando ogni minimo dettaglio da quello più insignificante a quello più significativo, spero con tutto me stesso che rimanga colpita dal mio impegno, che apprezzi tutto quello che ho fatto. 

Arriviamo finalmente a destinazione, questa volta ho prestato più attenzione alle strade che ho percorso, cercando di non sbagliare o confondermi di nuovo, l’ultima cosa che voglio è ritrovarmi in quel posto desolato. 

Scendo dall’auto, faccio il giro, fino a trovarmi davanti alla portiera, la apro delicatamente porgendo la mia mano a Clara che mi osserva con un sorriso stampato sulle labbra, posa la sua mano sulla mia, uscendo dall’auto. Mi perdo ad osservarla nuovamente, i suoi occhi brillano di una luce diversa, il suo sorriso oggi risplende più del solito, oggi è diversa, sembra che abbia riacquistato quella sicurezza e quella forza che non le sono mai appartenute. 

Scuoto la testa per riprendermi dal mio stato di trance, mi incammino verso il ristorante mano nella mano con Clara, continuando a pensare, sono  curioso di sapere se la ragione di questo cambio d’umore puo’ ricollegarsi a me, da una parte conosco già la risposta, ma dall’altra mi piacerebbe sentirla.

Sapere che una mia frase o un mio gesto possa influenzare in qualche modo lo stato d’animo di Clara mi rende felice, anche se da parte mia è un po’ egoista, però  credo che in una relazione sia importante. 

Entriamo nel locale, con gli occhi cerco l’uomo con cui ho parlato oggi pomeriggio al telefono, dovrebbe essere il proprietario, sposto la mia attenzioni ad un uomo sulla trentina che si avvicina a passo svelto nella mia direzione, il suo sorriso smagliante, ed il completo elegante nero  mi fanno intuire che potrebbe trattarsi del proprietario.

-Buonasera signori, lei dovrebbe essere il signor Alasqueaz, giusto? 

-Si, buonasera.

Gli stringo la mano, per poi mostrargli un lieve sorriso, mi auguro che non abbia dimenticato quello di cui abbiamo parlato, perché altrimenti la sorpresa che ho organizzato potrebbe andare a rotoli, deve essere tutto perfetto, non ho previsto ne l’invadenza o la poca professionalità del personale, dal momento in cui ci troviamo in uno dei ristoranti più vistosi e lussuosi di Genova. 

-Lei, invece immagino che sia la sua compagnia. 

-Si immagina bene. 

Gli occhi dell’uomo viaggiano lungo tutto il corpo di Clara soffermandosi sui suoi seni, schiarisco la voce, attirando l’attenzione del proprietario che si riprende quasi subito, gli lancio un occhiataccia, sono già nervoso a causa sua.

-Incantato signorina, incantato. Prego seguitemi.

Schiarisco un po’ la voce, trattengo a stento la mia gelosia nei confronti di Clara, odio quando un uomo si perde a fissarla attentamente, è la mia ragazza nessuno oltre me deve azzardarsi a guatarla tantomeno sfiorarla.

Non appena giungiamo nella veranda del locale, faccio cenno al proprietario di sparire, lui annuisce, allontanandosi non prima di aver lanciato un ultima occhiata al fondoschiena di Clara, schiarisco nuovamente la mia voce, ottenendo l’attenzione di quest’ultimo che mi osserva confuso, lo fulmino con gli occhi intimandolo ad allontanarsi immediatamente.

Mi avvicino a Clara, che sembra non aver notato nulla, osserva incantata il paesaggio che c’è davanti, poso la mia mano sulla sua schiena facendola scivolare sul suo sedere, mi volto verso il proprietario che ha appena voltato le spalle, entrando dentro. 

-Ti va di sederti.

-Si, si scusami. Mi sono un attimo persa ad osservare questo bellissimo posto, è meraviglioso come hai fatto ad organizzare tutto questo, siamo sempre stati insieme nelle ultime ore.

-Non ti svelerò mai i miei trucchi, sono stati creati appositamente per te. Se ti svelassi il trucco, non riuscirei più a sorprenderti.

Mi rivolge un tenero sorriso, per poi piombarsi sulle mie labbra, la sua bocca è come una boccata d’aria fresca per me, riaccende tutti i miei sensi, annullando tutto la rabbia e la gelosia che fino a qualche attimo fa’ incombevano su di me.

-Grazie

Mi sussurra tra le labbra, i suoi occhi si incastrano con i miei, la sua fronte si poggia sulla mia, i nostri nasi si sfiorano, i nostri respiri si scontrano, in questo momento la pace regna sovrana.

-Ti amo Jay.

-Ti amo anch’io piccola mia.

-Promettimi che non mi giocherai brutti scherzi, che la nostra storia continuerà ad essere così perfetta. 

-Clara, lo sai non ci sarà mai nulla di sicuro tra di noi.

Continua a fissarmi, le sue mani accarezzano le mie guance, cerco di mostrarmi tranquillo, anche se dentro di me, una guerra si sta scatenando. Dovrei dirle la verità? Oppure devo tacere, per il suo bene? È pur sempre una bugia detta a fin di bene, anche se so già che non mi perdonerà e mi  odierà, preferisco questo che vederla soffrire.

-Promettimelo ti prego. Questo per me è un sogno, tu per me sei un sogno di cui non vorrei mai più svegliarmi. 

-Te lo prometto piccola starò sempre con te, almeno fino a quando sarà possibile.

Trattengo a stento le lacrime, mordo l’interno della guancia per placare la rabbia che sento, sto distruggendo la mia vita, la mia felicità a causa di un dannato malessere. Perché sono destinato a rimanere solo? Perché non posso essere felice, come tutti gli altri? Perché non posso almeno una volta pensare a me stesso? Perché la vita è  così crudele con me? 

 

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