Twins' War

di kymyit
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sacrifice ***
Capitolo 2: *** Within Temptation ***
Capitolo 3: *** Brave Little Soldiers ***
Capitolo 4: *** Light in The Shadow ***
Capitolo 5: *** 5: Addio? ***
Capitolo 6: *** 6. Padri e Figli. ***
Capitolo 7: *** 7: A forza di dubbi. Passato che avanza. ***
Capitolo 8: *** 8. Tragedy's Birth - Passato e presente I ***
Capitolo 9: *** 9. Tragedy's Birth II - Passato e presente, poi dritti verso il futuro (ignoto). ***
Capitolo 10: *** 10. Figlio, sorella, rivale. ***
Capitolo 11: *** 11.Hikaru ***
Capitolo 12: *** 12.Purify ***
Capitolo 13: *** 13.Il lato oscuro della luna. ***
Capitolo 14: *** 14. Grandi sogni ***
Capitolo 15: *** 15.Fuori controllo ***
Capitolo 16: *** 16.Neo, portatore di tempesta ***
Capitolo 17: *** 17. Macchinazioni ***
Capitolo 18: *** 18. Arrivi e partenze ***
Capitolo 19: *** 19. La via dell’Eremita: confusione ***
Capitolo 20: *** 20. La via dell’Eremita: distruzione ***
Capitolo 21: *** 21. Sotto assedio ***
Capitolo 22: *** 22. Dramethyst ***
Capitolo 23: *** 23. Basta! ***
Capitolo 24: *** 24.Luna aggraziata ***
Capitolo 25: *** 25. La svolta peggiore ***
Capitolo 26: *** 26. Raccattare i pezzi ***
Capitolo 27: *** 27. Disperazione e Speranza ***
Capitolo 28: *** 28. Contrattacco ***
Capitolo 29: *** 29. Affidabilità e Temperanza ***
Capitolo 30: *** 30. Distruzione VS Creazione ***
Capitolo 31: *** 31. Lame del Futuro ***
Capitolo 32: *** 32. La fretta è cattiva consigliera ***
Capitolo 33: *** 33. La formazione dell'amore lucente ***
Capitolo 34: *** 34. La resistenza di Lilymon ***
Capitolo 35: *** 35. Scivolare nell'incubo ***
Capitolo 36: *** 36. Vigore ***
Capitolo 37: *** 37. La resa dei conti di Daemon ***
Capitolo 38: *** 38. Nella valle della morte ***
Capitolo 39: *** 39. Un Miracolo che viene dall'Oscurità ***



Capitolo 1
*** Sacrifice ***


tw1








Twins' War

Part 1: Wicked Keepers






No one mourns the Wicked

No one cries "They won't return!"
No one lays a lily on their grave







Nessuno porta il lutto per i malvagi.
Nessuno piange il fatto che non torneranno.
Nessuno lascia un giglio sulla loro tomba.
Questa è la speranza di chi combatte: che del male venga cancellata ogni traccia: le sue conseguenze e la sua esistenza.
Ma non fu così.
Né per loro, né per lui.


(No One Mourns the Wicked - Wicked, the Musical)






Capitolo 1: Sacrifice











You spout out what they said to sacrifice a child
And smelt their burning heads to sacrifice a child
And I can see the tears, a queue and men and senses
And I can hear the screams
(Chikinki - To Sacrifice a Child)







Digiworld.
Il mondo digitale composto da dati.
Nelle sue viscere esiste un luogo chiamato Dark Area, o Area Oscura.
Un luogo che racchiude tutta la malvagità e i vizi che hanno per secoli deturpato la purezza di quel mondo.
Là sta Lucemon: l'essere perfetto, l'angelo caduto.
In attesa di riscatto.





°





-Yamato! Yamato!-
La voce di Taichi era incrinata dal terrore.
Non poteva rispondergli.
Non poteva muoversi.
Non poteva fare nulla, se non vedere e sentire gli amici in pena per lui.
Gli occhi dilatati, gonfi dal pianto e il petto trafitto che tremava. Il respiro era sempre più affannato e il panico stava prendendo il sopravvento.
"Perché?" si chiese. Perché proprio lui? C'era poi un perché o BelialVamdemon voleva semplicemente un compagno per il viaggio all'inferno e aveva sparato quel raggio oscuro a casaccio?
Le forze lo abbandonavano, la vista si annebbiava, la carne gli si lacerava e le lacrime si mischiavano al sangue.
-Yamato... -
Sora...
Yamato pianse ancora di più. Non le sarebbe più potuto stare accanto. Non avrebbe più potuto vedere il suo sorriso.
Un pensiero urgente, però, attraverso la sua mente.
Istintivamente afferrò la mano della prescelta dell'Amore e la strinse con forza.
-Ri... - cercò di dire.
-Non parlare, Yama... Jou, Jou fa qualcosa!-
-Che posso fare?! Dobbiamo portarlo sulla Terra, presto!-
-Come lo spostiamo?- Takeru era vicino al panico.
-Ri... sei... -
Stava ancora cercando di pronunciare quella parola quando il buio totale l'avvolse e il silenzio ovattò ogni suono.
Era morto.
-Che diavolo sta succedendo?!-
L'urlo di Taichi irruppe in quel nulla. Lui non poté vederla, ma una luce accecante avvolse il suo corpo e, lentamente, davanti agli occhi sgranati di tutti, una figura femminile si separò da esso.
Volteggiò nell'aria per qualche istante e, infine, si posò su di lui. La luce si fece sempre più fioca, fino a spegnersi. I digiprescelti si avvicinarono esitanti e osservarono i due, senza dire una parola.
Erano due gocce d'acqua.
Daisuke stava per dire qualcosa quando un tonfo sordo attirò l'attenzione dei ragazzi e dei digimon su una figura scura accasciata in un angolo, fra Digiworld e l'altra dimensione.
-Finalmente... posso riparare... i miei errori... - balbettò.
Era Yukio Oikawa. O almeno, ciò che restava di lui.
-No! Che sta facendo?- esclamò Iori sostenendo l'uomo privo di forze -Doveva usare la sua energia per guarire!-
Quello chiuse gli occhi.
-Non può andarsene proprio ora che è riuscito ad arrivare a Digiworld! Ha realizzato il suo sogno!-
Oikawa sorrise e, prima di svanire, mormorò: -Grazie, Iorikun... sei... il degno figlio.... di Hiroki... -
Il corpo dell'uomo si tramutò in una miriade di farfalle arcobaleno, che percorsero il mondo digitale.
Alcune si diressero verso i corpi stesi a terra e, come li toccarono, i due parvero riprendere i sensi. Sotto gli sguardi sconvolti di tutti i digiprescelti, la ferita sul petto di Yamato guarì senza lasciare traccia, neppure una debole cicatrice.
Pervaso da una forte sensazione di benessere e da una nuova forza, il ragazzo aprì gli occhi. Vide la ragazza stesa accanto a lui e prendendole la mano sussurrò: -Ylenia... -
Anche lei aprì gli occhi e gli bisbigliò sorridendo, con le lacrime che le rigavano le guance:
-Fratellone... -



Da qualche altra parte...
-C'è mancato poco!- sospirò Mugendramon.
-Già! Per poco non ci lasciavo le penne!- sbottò Vamdemon su tutte le furie, tastandosi il corpo allo stadio Evoluto, per fortuna integro.
-Su, su. Alla fine è andato tutto bene. Sai che non ti avrei comunque lasciato morto troppo a lungo.- rispose Piemon cercando di sedare gli animi.
-Tu e i tuoi stupidi piani!- protestò il digimon vampiro. -Non potevi concepire qualcosa di meno complicato?!-
-Scusa, non sono io che mi sono rifugiato nel corpo di un umano per sopravvivere. Dì grazie a Mugendramon che ha recuperato i tuoi dati.-
-Tsk. Grazie Mugendramon... -
-Una passeggiata.-
Piemon tacque, compiaciuto, in attesa della sua parte di ringraziamenti. Che non arrivò.
-Dimentichi qualcosa?-
-Forse ho dimenticato che sei un idiota. Passiamo alla fase due.-
Piemon sospirò.
-Ah, l'Orgoglio, gran brutta bestia.-
Già, e lui ne sapeva qualcosa. Ovviamente nessuno glielo fece notare.




Più tardi, sulla Terra.




Si sentiva solo il rumore del motore. Una volta tanto che la loro famiglia era riunita, pensò Takeru, poteva essere un momento di pace, no? No. Eppure nutriva una sottile speranza che tutta quella situazione volgesse al meglio. Accanto a lui Yamato si sforzava di restare sveglio, ma era esausto, così come la ragazza al suo fianco. Fino a poche ore prima era nuda. Arrossì. Fortuna che Taichi le aveva dato la sua giacca, avrebbe gelato altrimenti. Quando erano tornati sulla Terra i due fratelli erano stati accolti da una sorpresa quasi più grande del racconto di Gennai. Takeru si appuntò di riportare quanto venuto a sapere quella notte, ogni dettaglio. Certi particolari, però, non avrebbe potuto immortalarli.
Lo stupore e la gioia negli occhi dei loro genitori nel vederli sani e salvi tutti e tre. Il muro di tensione fra  loro che s'infrangeva dopo tanto tempo...
Tutto ruotava intorno a suo fratello e... a sua sorella.
-Di colpo sono diventato il terzogenito, eh?- la buttò lì.
-Beh, Mikachan è diventata la quartogenita, di che ti lamenti? Siete comunque i più viziati.- rispose Hiroaki tirando una boccata di fumo.
-A proposito, dov'è Mika?-
-L'ho lasciata dalla signora Takeda.- rispose Natsuko.
Mika Ishida era nata il 5 maggio del 2000. Lei e Hiroaki si erano riscoperti dopo il viaggio a Digiworld dei figli nel 1999, ma non erano sicuri sul fatto di tornare a vivere insieme, come una famiglia. Ma forse ora che avevano di nuovo Ylenia...
-Immagino vorrete delle spiegazioni, giusto?
I tre annuirono e con loro anche Gabumon e Patamon.
-Gennai ci ha accennato un paio di cose.- disse Takeru -Perché ce lo avete nascosto?-
-Era un po' difficile spiegare a due bambini che la loro sorellina stava nel corpo di uno di loro.-
-Già... -  rispose Yamato. Era chiaro come il sole che c'era qualcos'altro a turbarlo.
-Raccontateci tutto, per favore.-
-Va bene.- disse Natsuko.
E iniziò a raccontare.

Era un tardo pomeriggio. Ore interminabili di doglie sfociarono nel pianto isterico di due creature. Un maschietto e una femminuccia. I neo genitori si strinsero l'uno all'altro. Natsuko Takaishi era sudata ed esausta, Hiroaki Ishida aveva il cuore accelerato per la gioia e la tensione. Entrambi avevano vissuto quella prima gravidanza come due perfetti novellini, fra alti e bassi. Arrivare alla fine fu davvero il raggiungimento di un traguardo sofferto.
-Avete già deciso i nomi?- a parlare fu la madre di Natsuko. La donna aveva preso l'aereo da Parigi qualche settimana prima del parto, in modo da poter assistere la figlia. Dopo il parto era stata riservata alla giovane madre una stanzetta singola e la donna si era impossessata della sedia accanto al letto. In quel momento sbucciava una mela e indagava negli sguardi dei neo genitori. A posteriori Hiroaki pensò che lei avesse già capito che qualcosa non andava.
I medici avevano portato i bambini nella nursery per ripulirli e visitarli, alla madre e al padre restava solo da attendere.
-Il maschietto si chiamerà Yamato.- disse Hiroaki.
-Mentre la bambina Ylenia. Lo avevo promesso a Yle, ricordi?-
-Come dimenticarlo? Da quando eravate piccole non parlavate che di questo. Anche se ricordo che volevate fare l'accoppiata Yamato/Takeru, o sbaglio?-
-Sì.- sorrise Hiroaki  -Ma l'amicizia femminile vince sulla cultura e la storia, perciò se avremo un altro figlio si chiamerà Takeru.-

-Ecco perché sono nato così adorabile, in pratica mi avevate già programmato.- Sghignazzò il prescelto della Speranza.
-Evidentemente avevano sbagliato qualche calcolo, visto il tuo lato stronzetto.- lo punzecchiò il fratello.
Ylenia mise la mano sulla spalla della madre che sussultò.
-E poi? Cos'è successo, mamma?-
Natsuko non riuscì a contenere le lacrime e per qualche minuto non riuscì a spiccare parola. Fu Hiroaki a continuare il racconto.

Pochi minuti dopo la cosa dei nomi, entrarono i medici con uno dei bambini. Avevano l'aria da cattive notizia.
-Che succede?- domandò allarmata Natsuko.
-Ecco, lo prenda.-
L'infermiera le mise il piccolo in braccio. Era Yamato, sembrava in ottima salute e, infatti, questo le dissero, ma Ylenia...
-Non sappiamo se supererà la notte.-
Il medico tentò di usare molto tatto nel comunicare quella notizia, ma fu ugualmente come un fulmine a ciel sereno.
-Cosa?- esclamò Hiroaki -Dalle visite era risultato che non ci fossero problemi!-
-La bambina ha la febbre alta. Sospettiamo sia uno stafilococco aureo, ma dobbiamo terminare gli accertamenti.-
-Aspetti, quanto è grave?- domandò la madre di Natsuko.
Il medico chinò il capo.
-E' curabile, ma la piccola è meno sviluppata rispetto al fratello. Dovremmo tenerla in incubatrice e...-
-Sperare che superi la notte?- lo interruppe la signora Takaishi.
Natsuko tremò e Hiroaki le strinse la mano.
-Ma com'è successo?-
-Stiamo facendo accertamenti. Dovremo tenere sotto osservazione anche il maschietto nel caso di contagio.-
Per i due fu penoso. Il loro mondo rischiava di distruggersi così com'era venuto alla luce.
-Povera piccolina... -
Natsuko piangeva toccando la manina della figlia nell'incubatrice. Hiroaki stava parlando coi medici quando, da uno dei computer dell'ospedale esplosero due fasci luminosi. Essi sfrecciarono nei corridoi deserti e piombarono sui bambini. Natsuko urlò, chiamando il marito. Quegli la raggiunse, seguito da un medico che non aveva mai visto.
-Cos'è successo?-
-Due... due raggi... i bambini... -
-Quindi sono loro.- disse il medico.

-Era il vostro amico Gennai.-
-Grazie per averci rovinato la scena papà.-
-Di niente, Take. Comunque Gennai si accorse che Ylenia non... beh, delle sue condizioni e decise di intervenire. Vorrei dire che fu difficile prendere quella decisione, ma non lo fu.-

-Sigillarla? Cosa vuol dire? Cosa sono i digimon?- Natsuko era isterica.
-Se è uno scherzo vedi di piantarla!- ruggì Hiroaki.
Gennai posò la mano sull'incubatrice dove giaceva la piccola Ylenia.
-La Luce... come temevo. Non c'è tempo. Mi spiace essere così schietto, ma se morisse, anche il potere svanirebbe. Il nostro mondo ha bisogno di quest'arma a doppio taglio.-
-Quindi... c'è un modo per salvare la bambina?.- lo interruppe Hiroaki. Dietro di loro, la suocera si chiuse la porta alle spalle. Aveva sentito tutto.
-Sì.- rispose Gennai. -In futuro  il sigillo potrebbe venire sciolto e i due si separeranno.-
-Non m'interessa cosa succederà a questo mondo o a quell'altro. Non so neppure se tutto ciò è reale, ma se puoi salvare nostra figlia, ti prego fallo!- supplicò Natsuko.
L'Agente annuì e impose le mani sui bambini.

-Il resto lo conoscete.- concluse Hiroaki.
Il silenzio tornò a regnare sovrano nell'auto. Pochi minuti dopo arrivarono a destinazione, nell'appartamento di Natsuko e Takeru.
-Perché non vi fermate qui per stanotte?- domandò la donna, impacciata. Sentiva la necessità di non separare nuovamente la famiglia. Un desiderio che Hiroaki condivideva.
-Mi farebbe molto piacere.- rispose. -Mikachan ne sarebbe contenta.-
La famiglia si riunì in casa. Con in braccio l'ultimogenita addormentata, Natsuko  chiuse l'uscio sull'ennesima notte più lunga della sua vita. Una notte che prometteva meglio delle altre.










Fine Capitolo 1











Taaaadaaaaaan!!!
Spero che questo capitolo abbia attirato la vostra attenzione, perché ne succederanno delle belle.
E digimon per voi non sarà più lo stesso.
Per prima cosa, userò i nomi originali di digimon e umani, quindi se non li conoscete, ditemelo e nei prossimi capitoli vi metterò una specie di elenco con nomi originali e non dei personaggi che appaiono e che molto probabilmente non conoscerete.
Punto secondo, il capitolo è un po' corto perché è una specie di prologo, gli altri sono un bel po' più lunghi e l'azione comincerà dal quarto.
Punto terzo: ho cambiato il nome di Reseph in Risei, non aggiungo altro per non fare spoiler a chi sta leggendo ora questa storia, ma questa decisione mi è costata molto, per motivi affettivi. Risei ha una pronuncia simile a Reseph, comunque (Risef diventa quindi Risee, con buona pace del mio cuore)
Punto quattro: dopo tutti questi anni, grazie a Tri siamo venuti a conoscenza dei retroscena di Digiworld. Retroscena da cui sono costretta a divergere per ovvi motivi. Mi piace incastrare il tutto, ma non sarà possibile. Quindi, questa è la mia versione di Digimon Adventure.
Ma tanto già c'era l'avviso What If?


Grazie a chi ha letto e continuerà a farlo.

Oh, giusto:

Mugendramon: Machinedramon
BelialVamdemon: Malomyotismon.


Bye!!!!







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Capitolo 2
*** Within Temptation ***


d Elenco digimon che appariranno e di cui (forse) non conoscete i nomi originali:


Dagomon: Dragomon
Daemon: Demon
Lord Knightmon: Crusadermon
Piemon: Piedmon
Mugendramon: Machinedramon
Vamdemon: Myotismon
Pinocchimon: Puppetmon
Tailmon: Gatomon






Capitolo 2: Whithin Temptation






This world may have failed you
It doesn’t give you reason why
You could have chosen a different path
(Angels, Within Temptation)




Tenebre.
Nient'altro che tenebre sconfinate.
L'aria salmastra era pesante da respirare.
Già altre volte era successo.
Già altre volte era stata là.
Hikari Yagami stava in mezzo a quelle tenebre con lo sguardo terrorizzato da tutto quel nulla.
Odiava quella sensazione opprimente di tristezza e solitudine miste a malvagità che aleggiava in quel luogo.
-Tail... mon... - terrorizzata, balbettò il nome dell'amica, ma nessuno rispose.
Era sola?

Sarebbe stata preda delle tenebre?
-Digiprescelta della Luce... - una voce gutturale la chiamò e lei tremò. L'oscurità si diradò, rischiarata da una luce fioca e grigia. Una figura minuta si fece avanti e lei indietreggiò.
-Non fuggire da me, ti prego... - la voce si fece più dolce e... femminile... la sua voce!
Dalla profondità di quel grigiore emerse una bambina di circa otto anni che indossava una canottiera gialla e pantaloncini fucsia. Al collo un fazzoletto rosa pastello e un fischietto argentato.
Era lei.
Lei all'epoca della prima avventura a Digiworld.
Quanto era passato da allora?
Sei anni circa.
Che nostalgia...
-Ecco, brava. Non temermi. Sono qui per aiutarti.- le disse la piccola Hikari.
-Aiutarmi?-
La piccola Hikari annuì.
-Da tanto tempo ti aspettavo... mi dispiace incontrarti in queste circostanze, ma evidentemente era destino... il vostro mondo è in grave pericolo... ancora... -
Hikari annuì. Perciò Gennai aveva comunicato a tutti loro la chiusura delle frontiere digitali. Né i digiprescelti, né i loro partner digimon sarebbero più potuti tornare a Digiworld, almeno finché lui non avesse dato loro il via libera.
Da quando BelialVamdemon aveva tentato di uccidere Yamato, qualcosa si era messo in moto, qualcosa che loro non erano riusciti a capire. E che ovviamente nessuno si era degnato di spiegare loro.
-Chi sei?- domandò la giovane Yagami.
-Dagomon.- rispose la bambina
-Da... Dagomon?-
La piccola Hikari annuì.
-Non temermi, mia amata... non voglio portarti via dal tuo mondo, non più. Sono stato un digimon crudele, volevo conquistare ogni cosa e sottomettere tutti, ma sono stato combattuto e sconfitto, dopodiché sono stato esiliato quaggiù, nel Dark Ocean. Una punizione giusta, ho sbagliato. Ho eliminato tante vite innocenti però... - gli occhi gli si inumidirono -In mezzo a questa solitudine, a questa oscurità, ho avuto modo di comprendere il male che ho fatto e mi sono pentito amaramente. Purtroppo però, nessuno mi ascoltava e sono rimasto qui, a bramare la luce. Nel bramarla sono riprecipitato nelle tenebre.-
Dagomon addolcì lo sguardo nell'osservare la ragazza.
-Quella Luce sei tu, mia amata. Ti osservo da quando nascesti. Ti ho vista crescere. Gioivo per i tuoi progressi e mi rattristavo quando il sorriso spariva dalle tue labbra. Ho temuto per la tua vita quando ti sei ammalata all'età di quattro anni o quando Vamdemon ha cercato di ucciderti. Ti amavo. Ho aspettato per tanto tempo il tuo arrivo, ma tu mi temevi, temevi l'oscurità e le mie intenzioni nei tuoi confronti, che non erano più pure. Sono stato così stolto, così... perdonami, mia amata, perdonami... -
Hikari si asciugò le guance rigate dalle lacrime, in preda al senso di colpa. Non aveva capito le sofferenze di quel digimon e l'aveva abbandonato all'oscurità. Ma non era solo quello, era Dagomon stesso ad angosciarla, la sua voce non era solo dolce e triste. Diventava sempre più affaticata e debole, leggeva l'urgenza nelle sue parole. Soffriva. Non mentiva, lo sentiva nel cuore e soffriva con lui.
-Mi dispiace... non sapevo che... io... non so cosa dire... -
-Non importa... - riprese Dagomon -L'importante è che sei qui prima che sia troppo tardi. Ecco, prendi questo.- disse porgendole la mano, il piccolo pugno stretto intorno a qualcosa. -Vi servirà per combatterli.-
-Combattere chi?-
-Non mi è rimasto molto tempo... prendi... non avere paura... -
Tra le mani di Dagomon stava un piccolo uovo completamente nero, delle dimensioni di una noce, avvolto da numerose crepe come una fitta ragnatela.
Hikari porse la mano per ricevere quel piccolo oggetto.
Come lo prese, l'uovo si illuminò. Fasci di luce fuoriuscirono dalle crepe dando l'impressione che esso potesse schiudersi da un momento all'altro.
La piccola Hikari posò allora le manine sopra quelle della se stessa grande, chiudendole il pugno intorno all'oggetto.
-Grazie... - le sussurrò sorridendole. -Mia amata Hikari.-
La digiprescelta della Luce annuì, le lacrime le solcarono le guance mentre, accarezzando le mani della piccola, questa si dissolveva scomponendosi in dati.
-Pregherò per te, ovunque sarò.-
Non aveva smesso di sorridere.


Si svegliò di soprassalto.
Ogni volta che sognava qualcosa riguardante il Dark Ocean, la paura la accompagnava per tutta la notte, o tutto il giorno, ma quella volta era diverso. Si sentiva triste ed infuriata con se stessa. Se solo avesse saputo...
-Hikarichan, che succede?- le domandò assonnata Tailmon.
La ragazza si ributtò sul cuscino e fissando il soffitto sussurrò: -Dagomon è morto.-
Tailmon rimase un po' sconcertata dalle parole della sua prescelta.
-Che cosa?-
-È morto... - balbettò quella con le lacrime agli occhi. Tra le mani stringeva ancora l'uovo nero, segno che non era stato solo un sogno. Era reale. Dagomon l'aveva voluta avvertire nonostante fosse in punto di morte. Rabbrividì al pensiero. N'era certa: c'era sofferenza anche fisica in lui. Che l'avessero ucciso? Ma chi? Il suo, o i suoi assassini erano quelli che dovevano combattere? Ma perché diavolo Gennai aveva chiuso le frontiere senza degnarli di uno straccio di spiegazione? L'angoscia ebbe il sopravvento su di lei, che iniziò a versare copiose lacrime davanti allo sguardo preoccupato dell'amica digitale.
-Hikari... -
-Aveva bisogno di me... - pianse -Invocava il mio nome e io... io... -
Tailmon si accoccolò vicino a lei in modo da darle conforto, non poteva fare molto se non lasciarla sfogare e ascoltare ciò che le diceva, consolarla, rassicurarla. Odiava quando accadeva questo genere di cose, perché non poteva mai fare molto per lei. Era palese che ci fosse qualcosa di terribile in atto e se Gennai non aveva detto loro nulla, un motivo c'era. Da ex soldato poteva capirlo e questo l'aiutava a sopportare meglio quella situazione, tuttavia ciò non toglieva che anche lei si sentisse frustrata come tutti.
L'incombere di quel qualcosa di grave dal quale stavano proteggendosi era sempre più manifesto e il
tentato omicidio di Yamato era solo la punta dell'iceberg.
Un iceberg del quale non conoscevano le dimensioni.


°



"Ora che Dagomon è fuori combattimento, posso finalmente concentrarmi sul mio progetto." pensò Daemon, trionfante.
Era riuscito a lasciare quel postaccio del Dark Ocean, troppo noioso e umido per i suoi gusti. Finalmente avrebbe potuto raggiungere la sua base segreta nelle viscere della terra del WWW Continent e continuare gli esperimenti interrotti a causa dei digiprescelti. Impiegò non poco tempo a raggiungere quel luogo, a causa delle ferite riportate e della stanchezza accumulata. Dagomon non voleva saperne di morire. Combatteva in nome di quella Luce che gli era stata negata.
Pfui!
Idiozie.
"I sogni non rendono forte nessuno. Ciò che conta sul serio è il potere."
Quello era il pensiero di Daemon.
Si strinse con la mano la spalla sinistra. Doveva risolvere quel problema. Il braccio che quel maledetto polpo gli aveva tranciato era un handicap non indifferente, ma non per questo irrimediabile.
Una volta al laboratorio avrebbe risolto tutto.
Doveva ancora procurarsi due o tre cosette per mettere definitivamente in moto il piano, dopodiché, nessuno sarebbe stato in grado di fermare la sua scalata al potere. Nemmeno quel superbo di Lucemon (sempre se fosse riuscito ad uscire dalla Dark Area), o quell'avaraccio di Barbamon, che non faceva altro che desiderare potere e ricchezze, ma di sganciare finanziamenti manco a parlarne. Se eri fortunato, con lui funzionavano i baratti, ma doveva esserci qualcosa di davvero grosso in pentola, altrimenti non c'era nulla da fare.
"Ad accumulare in continuazione, quel vecchio nasuto si autodistruggerà." pensò ridendo tra sé.
Il digimon demone attraversò uno sperduto e polveroso deserto oscuro. Non c'erano dune altissime da scalare, né cactus giganti sotto i quali ripararsi dai raggi cocenti del sole. Solo un'immensa landa desolata e nera dal cielo color del piombo, nonostante fosse sgombro di nubi.
Davanti a lui il nulla.
Dietro altrettanto.
Ma questo solo in apparenza.
Daemon sapeva benissimo cosa aveva davanti a sé.
Infatti, non fu per niente sorpreso quando, dall'aria, fuoriuscì un digimon fantasma dal teschio metallico e per occhi due inquietanti luci rosse sprizzanti malignità. Il cranio era coperto da un cappuccio nero foderato in rosso, con le estremità stracciate che costituivano il mantello. Il corpo era formato dalla spina dorsale metallica che terminava in una crepitante sfera d'energia elettrica violacea. Tra le costole, a mo' di sterno, era incastonata una grossa gemma rossa. Le mani erano anche esse arti scheletrici uniti al corpo tramite scariche elettriche e reggevano una falce metallica nera, la cui doppia lama era costituita da due fasci di luce rossastra.
La sua voce spettrale avrebbe fatto tremare il più valoroso dei digimon, ma non Daemon, che sogghignò compiaciuto alla sua vista.
-Supremo Daemon!- esclamò quello, salutandolo con tono reverenziale -Sono lieto di rivederla.-
-Come procedono i lavori, MetalPhantomon?- chiese il Demone dell'Ira
-Benissimo, mio signore. Abbiamo continuato a coltivare i Dark Seeds come lei ci ha ordinato e ormai siamo a buon punto. Alcuni sono fioriti prima del tempo e stanno crescendo a vista d'occhio.-
Daemon entrò nel suo regno, seguito da MetalPhantomon che lo aggiornava sulla situazione.
I due digimon attraversarono diversi locali e lunghissimi corridoi per giungere, infine, davanti ad una porta metallica che si aprì al loro passaggio. Il Demone dell'Ira entrò in un locale vastissimo completamente al buio. In quel buio, però, si intravvedevano dei bagliori rossi che costellavano l'oscurità come piccole e maligne stelle.
Daemon si chinò verso uno di quei bagliori che si rivelò essere simile ad un dente di leone, ma color rubino. La luce che emetteva era pulsante e vivida. Quelli erano i Dark Flowers. Daemon accarezzo l'esemplare constatando quanto fosse pieno di malvagità e sofferenza.
Quei fiori erano una delle tante chiavi che avrebbero permesso la sua ascesa al dominio totale.


°



Come ogni giorno lui stava lì, di guardia a quell'oscuro abisso chiamato Dark Area. Sorvegliava gli spiriti maligni per impedir loro la fuga. E, come ogni giorno, quegli spiriti tentarono di corromperlo. Uno in particolare cercava di attirare la sua attenzione, ma, a differenza di tutti gli altri, non si accalcava alle porte di quell'inferno.
Non spingeva.
Non urtava.
Non gridava insulti di ogni genere.
Stava semplicemente seduto e parlava con la calma piatta di un demone che sa che prima o poi la spunta.
(((I digimon sono così deboli.)))
Il guardiano alzò gli occhi al cielo.
"Ci risiamo."
Normalmente, non se ne sarebbe preoccupato, ma questo 'ospite' argomentava bene i suoi tentativi di corruzione.
(((Desiderano la pace. La anelano con tutte le loro forze e quando la ottengono, desiderano distruggerla. Ti pare normale?)))
Fece finta di non aver sentito.
Anubimon era conscio di non poter resistere a lungo alle parole suadenti del dannato.
La bocca canina emise un profondo sospiro. Cercando di ignorare quella voce così gentile e allo stesso tempo diabolica, si passò le enormi zampe cerulee fra i lunghi capelli argentei che gli ricadevano ai lati del viso.
Vesti bianche e gioielli egizi ricoprivano il suo corpo e sulla sua schiena si aprivano due enormi ali dorate, simbolo della sua maestosità e dell'importanza del suo ruolo ai confini del mondo.
(((Perché non rispondi? Ti ho fatto solo una domanda.)))
-Direi che è normale. Il bene e il male... -
(((Sono le due facce uguali della stessa medaglia? Già... me la ripetevano spesso vecchiacci. Ma la loro era solo rassegnazione. Questo mondo è divorato dal male. Io posso liberarlo! Io posso purificarlo!)))
-Non ti sembra di peccare un po' di megalomania?- gli chiese il guardiano, ormai rassegnato al non poter più ignorare quell'insistente voce.
(((Peccherei di megalomania se non fossi capace di compiere ciò che mi sono proposto. Ma io posso farcela.))) seguì un attimo di silenzio. (((Pensaci bene, Anubimon.))) riprese (((Tu sei costretto a stare qui, isolato da tutti a causa di digimon che, pur conoscendo la verità, la ignorano completamente. Pur sapendo a cosa porta il male, lo perseguono per avere un tornaconto. E digimon buoni soffrono. Non vorresti che tutto questo finisse?)))
-Non sei tu quello che ha tentato di distruggere Digiworld?- rispose pacato il guardiano.
(((Spesso per il bene superiore sono richieste scelte drastiche. Questa è l'unica cosa che condivido con quei cinque vecchiacci.))) ribatté il condannato pronunciando con forte astio quelle ultime tre parole.
Anubimon percepì, però, anche profondo dolore e angoscia, nonché rabbia in esse.
Conosceva la storia.
Sapeva che i Supremi avevano agito per il bene di tutti, ma era davvero necessario arrivare fino a tanto?
Non si sarebbe potuto trovare un accordo e risparmiare al mondo digitale altro dolore e altre sofferenze?
Quanti erano morti e quanti avevano patito?
E nonostante tutto, i digimon continuavano a farsi del male a vicenda.
Anubimon aveva sempre allontanato da sé qualsiasi domanda, qualunque dubbio riguardo ai valori che accompagnavano i Supremi nelle loro scelte. Lui era un semplice guardiano, non gli importava altro se non adempiere al meglio il suo compito e garantire così la pace su Digiworld, vegliando su quei digimon malvagi, tanto perfidi e intrisi di cattiveria da non essere stati purificati del tutto e pertanto condannati all'oblio della Dark Area.
Ma quella voce... Lucemon... Era veramente così malvagio?
Non aveva in parte ragione?
Dopotutto era stato lui a sedare molti dei conflitti digitali...
Nel momento in cui iniziò a dubitare, Anubimon cedette.



°



Lord Knightmon gettò ancora una volta lo sguardo al salone vuoto del Lucifer Castle: il Castello della Stella del Mattino. Quel luogo prima così pieno di vita e rallegrato dal fragore di centinaia, migliaia, di digimon pieni d'ardore e forza di volontà. Digimon disposti a dare la vita per il Nuovo Mondo che gli era stato promesso. Disposti a morire in previsione di una pace perenne. Ora quel luogo era deserto e malinconico. La luce che filtrava dalle ampie finestre non era la prolifica luce che riscaldava e dava la vita. Era la luce del deserto assolato che non risparmia nessuno ed evidenzia le debolezze e le sofferenze.
Una luce di morte.
Fuori, sotto gli ampi archi trasparenti simili a vetro, non vi era più il verde, ma terra arida e crepata. Non più acqua fresca e vivificante.
Terra.
Polvere.
Fuoco.
Solo quello rimaneva di quella che molti continuavano a definire la Stella della Vita.
-Tsk.- Lord Knightmon odiava quel posto, ormai così ostile.
-Ancora qui? Non avevi una missione?- esclamò un altro digimon entrando nel salone, interrompendo il filo dei suoi pensieri.
Era alto. Molto alto. La pelle cerulea ricoperta da una solida corazza bianca con rifiniture dorate e due grandi ali indaco dietro la schiena, simili a quelle di un pipistrello. L'elmo bianco era dotato di due corna ricurve sul davanti, gli occhi rossi e i tanti spuntoni dorati che gli ricoprivano le spalle conferivano al nuovo arrivato un'aria truce e poco raccomandabile.
-Piemon e i suoi sono testardi come dei muli. Non ne vogliono sapere.- rispose Lord Knightmon, rigirandosi una rosa rossa fra le mani. -È un peccato...- sospirò.
-Oh Goddramon... Dimmi che non stai ancora pensando a quel marmocchio!-
Lord Knightmon sghignazzò ancora.
-Suvvia, Dynasmon, è così carino! E comunque, non è più un moccioso, è un Evoluto ora, sai? Ma... non sarai mica geloso?-
-Ma neppure per sogno!-
-Sicuro? Mi pare che tu stia arrossendo... -
-Ti ho detto di- -Ancora qui a bighellonare voi due?- tuonò una voce -Il grande Lucemon sarà qui a momenti, e voi state qui a grattarvi!-
-Rilassati Craniummon. È tutto sotto controllo. Tutto è pronto.- rispose Lord Knightmon con pacatezza. La sua armatura rosa sgargiante rifletté la luce solare come si spostò dalla vetrata.
-Lo spero per te, Lord Knightmon, perché se qualcosa non è a posto io... - l'enorme digimon cominciò ad agitarsi e a balbettare confusamente frasi sconnesse riguardo all'ordine e alla pulizia del castello.
-È sempre stato fissato.- commentò Dynasmon.
-E poi sarei io quello strano. Dovresti prendertela un po' comoda, sai?- gli fece eco l'altro.
D'un tratto, i tre cavalieri si bloccarono, avvertendo lo sprigionarsi di una potenza incredibile. Come di qualcosa che è stato tenuto a freno per tanto tempo per poi esplodere, libero da ogni impedimento.
-Lucemon... sama... - sussurrò commosso Craniummon, il colossale Cavaliere Reale.



°


Da qualche altra parte...

C'erano sette troni elevati, posizionati alla stessa identica altezza, con uno spazio fra essi. Erano neri come la pece, con decorazioni di vari colori a seconda di chi vi era seduto.
Uno con decorazioni arancioni.
Uno con decorazioni rosse.
Uno verdi.
Uno azzurre.
Uno viola.
Uno argentee.
Uno gialle.
-Signori, direi che il momento si avvicina.- disse quello seduto sul trono con le decorazioni arancioni.
-Non direi, Piemon. Tutti gli accessi al Mondo Reale sono stati chiusi. Da qui non possiamo fare nulla.- disse quello seduto sul trono nero decorato di viola.
-E se aprissimo un Digivarco noi?- disse quello sul trono nero e argentato.
-Ci vuole troppo tempo, Etemon. È più facile che un Digivarco si apra da solo. Oppure bisognerebbe usare i Digivice.- disse quello seduto sul trono nero e rosso.
-Già... I digivice... - grugnì una figura minuta sul trono nero e azzurro.
-L'unica è pazientare. Avete sentito anche voi lo sprigionarsi di quella forza, no?- disse con voce diabolicamente ambigua quello sul trono nero e giallo.
Gli altri annuirono.
-Ora che Lucemon si è liberato, i Supremi dovranno per forza aprire i Digivarchi per far tornare qui quei marmocchi.-
-Quei cinque... dicono di essere le maggiori autorità qui a Digiworld, ma alla fine per salvare questo mondo sono sempre ricorsi ai Digiprescelti.- disse un altro dalla voce profonda ma dal corpo umanoide, salvo due lunghe code serpeggianti. -Inoltre, non solo non sono stati in grado di fermare Lucemon, ma noi siamo stati in grado di sigillarli senza fare tanta fatica.-
-Penso dipenda dal fatto che allora, come adesso, eravamo in possesso dei dati di Apokalymon. Altrimenti, non l'avremmo spuntata.- disse Piemon, per placare i bollenti spiriti dell'altro che, sul suo trono nero e verde, stava galvanizzandosi troppo.
-Ma se non ho impiegato tanto a sconfiggere quell'uccellaccio del malaugurio di Zhuqiaomon!- ribatté quello, irritato.
-Dipende dal tuo concetto di poco, Metalseadramon. Ci hai messo tre giorni e tre notti.- Lo stuzzicò Etemon.
-Almeno io non sono stato spedito in un'altra dimensione incastrato in un gomitolo di cavi.- replicò quello, velenoso.
-Sì, ma sei stato tranciato come una sardina!-
-E tu sei stato trafitto come un idiota, Mr. Metallo Cromato Digizoide!-
-Suvvia, non litigate... - tentò Piemon, conscio di avere peggiorato la situazione -Non è il caso... piuttosto, iniziamo a prepararci. Appena il varco per la Terra verrà aperto, ne approfitteremo e anticiperemo Lucemon.-
Annuirono tutti, smettendo di battibeccarsi.
-Certo che Lordcosomon è proprio idiota, eh? Come poteva pensare che tornassimo agli ordini di Lucemon?- ridacchiò infantilmente la figura sul trono nero e azzurro.
-Forse è venuto solo perché aveva nostalgia.- rispose Etemon. -Bei vecchi tempi... -
-Secondo me è venuto per qualcuno in particolare. Hai visto che occhiate lanciava al tuo generale, eh, Piemon?- Domandò il drago d’acqua ridendosela sotto i baffi.
-Possiamo tornare al discorso principale?!- rispose seccato il clown.




°





I preparativi erano a buon punto anche sull'isola di File. Un altro anno di lavoro circa e sarebbero stati pronti ad affrontare l'ennesima emergenza.
Avevano preparato le nuove Digipietre e i nuovi Digimedaglioni da incorporare ai nuovi digivice. Gennai si avvicinò ad uno dei vetri del laboratorio che lo separava dal nuovo congegno che avrebbe permesso le Digievoluzioni. Era simile al digivice V-Tamer che era stato assegnato a Taichi nel continente di Folder, quando aveva affrontato per la prima volta Daemon.
Gennai non fu presente a supporto del giovane amico in quell'occasione, ma era stato costantemente informato dei suoi spostamenti e dei suoi successi e n'era orgoglioso. Certo avrebbe preferito che anche gli altri l'avessero affiancato in quella missione, ma sapeva che non era possibile. Daemon avrebbe cercato di prendersi qualcosa di troppo importante per Digiworld, qualcosa che non potevano permettersi di perdere. Già nel 1999 c'erano andati molto vicini, ma, contro ogni previsione, non solo Yamato era vivo e vegeto, era riuscito a strappare a Daemon una delle chiavi del suo piano maligno.
Sospirò.
La Digipietra dell'Onestà.
Yamato non sarebbe stato contento di sapere a chi sarebbe appartenuto quello Stemma.
Ormai, comunque, mancavano solo due digiprescelti all'appello.
Uno dei nuovi era Ylenia, a cui sarebbe stata affidata, ironia del destino, la Digipietra della Memoria. Proprio lei che non aveva un passato.
Poi c'erano Vigore, Volontà, Onestà e Giustizia.
Mancavano Fedeltà e Sogno.
Per la Digipietra del Sogno, bisognava che la detentrice crescesse ancora un poco.
Era la digiprescelta più piccola che ci fosse mai stata, ma Digiworld la chiamava. Non sarebbe stato facile portarla laggiù contro la volontà dei suoi fratelli.
E poi c'era la Fedeltà, per il cui prescelto non c'era neanche il digimon.
Erano casi rari, ma accadeva.

I primi digimon nacquero grazie ai Supremi.
Quei digimon crescevano, incontravano altri digimon e procreavano. Nella Città della Rinascita apparivano nuove Digiuova che attendevano pazientemente i genitori affinché questi le andassero a prendere. Anche i digimon morti rinascevano e così la città era sempre piena di nuovi digimon da accudire. Col passare del tempo, i Supremi non crearono più digimon, dato che questi nascevano già da soli.
Quando accadeva, era perché quei digimon erano speciali.
Ovviamente, c'erano delle eccezioni, alcuni digimon speciali lo diventavano.



°



Intanto, in un luogo imprecisato di Digiworld...


-E così Lucemon si è liberato dalla Dark Area e Daemon dal Dark Ocean.- disse una voce gracchiante
-Così pare. Sembra che presto ci sarà una nuova riunione di famiglia. Uhuhuh.- ridacchiò una voce sensuale.
-ZZZZZZZZ....-
-I tuoi interventi sono sempre così illuminanti, Belphemon... - commentò la prima voce, sarcastica.
-Sono stanco di aspettare, procediamo!- sbottò una voce gutturale.
-Porta pazienza, dobbiamo muoverci con cautela.- lo placò la prima voce, con un tono che non ammetteva repliche.


°

E nuovamente nel WWW Continent...


"Lucemon... Sei libero... " un digimon umanoide sospirò e alzò gli occhi al cielo, diventato più luminoso e carico di energia "Immagino ce l'avrai con me... vero?''




Fine Capitolo 2






Note: Ebbene sì, signori e signore! Dopo due settimane ho deciso di aggiornare. Il capitolo 1 era troppo corto per permettermi di lasciarvi a bocca asciutta per un mese. Purtroppo i prossimi aggiornamenti necessiteranno di circa un mese, perché anche se ho altri 4 capitoli pronti, se pubblicassi tutto subito, poi mi ritroverei senza e dovendo studiare per gli esami, non mi posso dedicare molto alla fic.
T_T
Lo so, dovevo pensare a pubblicarla un altro momento, ma ragazzi sono anni che mi porto dietro questa storia!! Dovevo assolutamente scriverla!

Comunque: il generale di cui parlano è un mio digimon, che apparirà più avanti. Avevo letto il suo nome in un altra fic, scritta in inglese, mai due personaggi hanno in comune solo due cose. E una non è l'aspetto.
A parte questo, spero il capitolo vi sia piaciuto anche stavolta.
Alcuni digimon non li ho messi nell'elenco perché i loro nomi mi pare siano originali (Metalseadramon, Etemon e Devimon sono sicuri, Anubimon e MetalPhantomon idem, mentre Craniummon non c'è nelle versioni italiane, solo nella 5a serie e se non sbaglio, il nome dovrebbe essere originale).
Ultima cosa: la scena di Hikari e Dagomon, viene da una doujinshi, intitolata Cubes, dove il polpo gigante si manifesta alla ragazza con le sue sembianze del 1999. Adoro quella Doujinshi!! (Che per la cronaca non è hentai xp)
Non so se si possa trovare su internet, io la comprai molti anni fa e ancora la trovo stupenda.
Passiamo alle recensioni.




beccacina: Grazie ^^
RedCrystal: et voilà!!! ^^ thanks
Eden89: spero di non deluderti XD
chrystal: *_* Tesoro!! Ecco il continuo! Come vedi, ci sono certi scemi di nostra conoscenza *risata idiota*
Smartgirl: Grazie ^^
Echo: Grazie amore!! Ecco qui il continuo!! ^O^







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Capitolo 3
*** Brave Little Soldiers ***


d Culumon: Kalumon
Bakumon:
Tapirmon
(per gli altri digimon e personaggi, non ci dovrebbero essere problemi, spero)






Capitolo 3: Brave little soldiers

I'm a brave little soldier
I must do what I can
I'm a brave little soldier
And I must take a stand
I'm a brave little soldier
(Brave little soldier, Dolly Parton)





Anno 2006 sul continente di Server.




I preparativi erano
stati quasi ultimati, mancavano solo due prescelti all'appello, ma non potevano più aspettare.
Gennai uscì dalla sua stanza da letto dopo una notte quasi insonne, soffermandosi appena a guardare con nostalgia una vecchia foto che da sempre stava sul comò a rammentargli i bei vecchi tempi in cui Digiworld era comunque un casino, ma il tutto era comunque giustificabile. Era un mondo giovane, allora. Credevano in un futuro roseo, ma erano stati davvero ingenui.
-Ma si risolverà tutto anche stavolta, amico mio.- disse rivolto al digimon ritratto nella foto accanto a lui.
Come si erano ridotti...
Si costrinse a lasciare i ricordi nei cassetti della memoria e attraversò il corridoio per entrare nel soggiorno. Dopo colazione sarebbe partito per il mondo degli umani riaprendo ufficialmente le frontiere.
Digiworld e la Terra sarebbero stati di nuovo connessi.
Sapeva, però, che nel momento preciso in cui questo sarebbe avvenuto, l'intero universo sarebbe stato in pericolo. Avrebbe aperto le porte al caos per distruggere il caos. Una guerra che non dava certezze, eccetto una: in prima linea ci sarebbero stati ancora una volta i Bambini Prescelti e i loro digimon.
-Ah, siete già svegli, voi due?- domandò, per nulla sorpreso, nel trovare due dei posti a tavola già occupati. E il tavolo già a uno sfacelo di briciole. Avrebbe dovuto esserci abituato.
Avrebbe.
La verità era che un tempo la sua casa era molto più tranquilla e vuota e non si sarebbe mai abituato troppo ad avere dei coinquilini. Specie così chiassosi.
Seduto al lato sinistro del tavolo stava un maestoso digimon samurai dall'elmo arancione e le sembianze più mostruose che umane armato di una grande spada. Accanto a lui, un figura più piccola, ma non meno vistosa.
-Ce ne hai messo di tempo a prepararti. Sembri una ragazzina il primo giorno di scuola.-
-Mi dispiace avervi fatto aspettare.- rispose sorridendo Gennai. -Vi spiace ripulire dopo aver fatto colazione?-
-Sei sicuro di quello che stai per fare, vecchio?-
-Naaa. Vecchio?- Gennai alzò gli occhi al cielo -Non vedi quanto sono giovanile?-
-Sarai anche giovanile, ma ultimamente tutti gli anni che hai si stanno facendo sentire.- ribatté l'altro.
Il digimon continuò a sorseggiare del tè godendosi il battibecco mattutino che a quanto pare doveva essere diventato un'abitudine da un po' di tempo a quella parte.
Il saggio prese posto di fronte a loro e cercò di recuperare il necessario per la colazione in mezzo alla giungla che era diventato quel tavolo.
-Da domani comincerà la vostra missione, Hiroyuki.- disse, infine, versandosi del tè con aria seria.
Il tipo vistoso numero due era un ragazzo umano, di media altezza, dai corti capelli ramati e gli occhi neri e pungenti. Le lentiggini conferivano al suo viso un'aria pestifera, che lui certo non smentiva.
-Era ora!- esclamò, infatti, battendo i pugni -Non vedevo l'ora di rendergli il favore a quei bastardi! Sei d'accordo con me, Musyamon?-
Il digimon assentì.
-Lieto che tu abbia tutto questo entusiasmo, ma per favore, cerca di comportarti bene con gli altri digiprescelti.-
-Sì, sì, d'accordo. Forse.- sbuffò quello. -A proposito, li hai già avvisati?-
-Ho detto loro di tenersi sempre pronti. Domani verranno a Digiworld, così potrai conoscerli.-
Hiroyuki annuì.
-Ci saranno anche gli Ishida?-
-Tutti.-
-Non sarebbe più sicuro nascondere quello là da qualche parte?-
Gennai sospirò.
-Tu accetteresti di startene al sicuro mentre i tuoi amici combattono?-
-Certo che no.-
-Ecco, appunto. Chiedergli anche questo sarebbe troppo.- commentò infine il saggio.
Hiroyuki annuì e si alzò e rimase a guardare i pesci del lago nuotare davanti alla finestra.
-Prima di andare ad allenarti, comunque, ripulisci questo porcile.- lo redarguì Gennai. Inutile, il ragazzo non l'aveva ascoltato, tanto per cambiare.
Musyamon lo fissò con aria colpevole.
-Faccio io.- disse.
-Ti ringrazio. State attenti mentre sono via.-
Ciò detto, Gennai lasciò quell'angolo di pace della sua modesta dimora per dirigersi sulla Terra.
Nel riaprire il varco fra i mondi, gli parve di aprire le porte dell'inferno.



°



Sulla Terra, intanto, Izawa Mamoru, diciassette anni, stava sdraiato sul suo letto a fissare il poster appeso alla porta. C'erano raffigurati i personaggi di quel telefilm poliziesco che tanto gli piaceva e non perché amava la suspense che un difficile caso di omicidio o rapimento offrivano. Amava vedere i protagonisti affannarsi per il bene degli altri. Osservare come smontavano gli alibi di persone senza scrupoli e come cercavano in tutti i modi di salvare gli innocenti.
Gli innocenti....
La sua mente tornò indietro a quel giorno...
Al suo amichetto rapito, stuprato e ucciso.
Al suo assassino, che stava in carcere in attesa della pena di morte e rideva.
Non si era pentito.
Pensò a tutti gli sforzi fatti da suo padre per trovarlo e salvarlo.
All'amarezza provata per non essere riuscito ad arrivare in tempo, non essere riuscito a risparmiare al bambino quel dolore.
Mamoru non dava la colpa a suo padre, ce l'aveva messa tutta. Tornava a casa tardi, a volte neanche tornava per diversi giorni. Era sempre distante, la sua famiglia aveva rischiato di disgregarsi e, nonostante tutti gli sforzi della polizia, quel bambino non ce l'aveva fatta. Il suo rapitore l'aveva ucciso subito, nemmeno ventiquattr'ore dopo il sequestro.
Digrignò i denti.
L'asilo non era più stato piacevole senza il suo amichetto del cuore.
Aveva provato ad andare avanti.
Era piccolo, capiva e non capiva le cose. Ma aveva capito benissimo che il suo amichetto, che Tsutomu, non sarebbe più tornato.
Mai più.
Perché glielo avevano portato via.
E poi quel giorno....
Aveva circa undici anni.

Si era recato alla centrale di polizia per portare il pranzo al padre, che preso dal suo lavoro, l'aveva dimenticato. Come al solito. Il genitore non era in ufficio e doveva essere veramente con l'acqua alla gola, perché aveva abbandonato sulla scrivania una cartella. La cartella contenente i dati sul caso di Tsutomu.
Ipnotizzato l'aprì e scoprì la verità.
Nessuno gli aveva raccontato i particolari, ma era tutto lì, su carta, su pellicola. Foto del luogo del delitto, foto del corpo di Tsutomu, il verbale dei vari interrogatori all'assassino...
Quel mostro non si era mai pentito.
Aveva raccontato ai poliziotti come aveva ucciso il piccolo Tsutomu, ridendo, come se stesse raccontando una storia comica.
Fu come ricevere un pugno in pieno stomaco.
La rabbia lo prese e corse via trattenendo i conati di vomito.
"Perché?" pensò "Perché al mondo esistono mostri simili?"

Dal allora promise a se stesso e a Tsutomu che sarebbe diventato un poliziotto migliore di suo padre, che avrebbe salvato più vite possibili. Grazie a quella promessa, a quel sogno, era riuscito ad andare avanti.
E poi un tizio vestito da Jedi gli aveva presentato il suo digimon, dicendogli che lui era uno dei digiprescelti che avrebbero dovuto salvare i due mondi. Perfetto, meglio iniziare subito la sua carriera da supereroe, no?
-Elecmon.- chiamò saltando in piedi.
Un digimon dal manto rosso e viola si stiracchiò svogliato e saltò giù dal letto.
-Andiamo.-
-Sì!- il digimon seguì il ragazzo e insieme lasciarono l'appartamento per dirigersi al Daiba Kouen, l'ampio parco dove li aspettavano Gennai e gli altri digiprescelti.



Jun Motomiya, vent'anni, uscì di casa seguita da un esserino bianco saltellante.
L'esserino in questione si chiamava Culumon e le zampettava intorno come il pulcino con mamma chioccia.
Jun lo adorava. Quell'esserino la faceva sentire speciale. Ancora ricordava quel giorno di tre anni prima quando Gennai le aveva consegnato il digiuovo. Le aveva detto che Digiworld avrebbe avuto anche bisogno di lei e le aveva donato un amico insostituibile. Un amico che le aveva portato fortuna. Il giorno di San Valentino, nel 2003, aveva conosciuto l'amore della sua vita: Jou Kido, un ragazzo serio e affidabile.
Quel giorno, decisa a lasciar perdere Yamato, si era recata con le due sorelle di Miyako Inoue ad un triplo appuntamento a casa dei Kido.
Era al settimo cielo!
Finalmente avrebbe fatto conoscenza con Shun Kido, così maturo e responsabile e affascinate... e invece...
Dopo un primo momento di imbarazzo, aveva scoperto di andare d'accordo, non col maggiore dei Kido, ma col minore.
Sapeva che era un digiprescelto e così, quando avevano cominciato a vedersi loro due da soli, Jun si era fatta raccontare tutte le avventure passate a Digiworld. Di come Jou avesse conosciuto Gomamon, come Ikkakumon aveva fatto la Super Digievoluzione, di come aveva sconfitto MetalEtemon...
Jun ne era rimasta affascinata.
Quando era stata rapita da Vamdemon, aveva provato tanta paura e, in fondo al cuore, desiderava che il suo principe azzurro venisse a salvarla. Fantasie da ragazzina o no, quel principe azzurro era arrivato davvero.
Jou Kido, insieme a tutti i suoi amici, aveva combattuto contro il mostro cattivo per salvare migliaia di persone, tra cui lei, la sua principessa che nemmeno conosceva. Era un ragazzo ipocondriaco e metteva sempre le mani avanti, preparandosi sempre al peggio, ma, nonostante la paura dell'ignoto, quel bambino era tornato a Digiworld per combattere dei mostri fortissimi di cui non sapeva nulla.
Per questo lo ammirava.
Al suo fianco aveva finalmente trovato la felicità che tanto aveva cercato e non l'avrebbe certo lasciato andare a combattere senza di lei.
La sua grande forza di volontà made in Motomiya le diede la possibilità di farlo. Sapeva che non era una missione facile, ma lei era testarda come e quanto suo fratello. Insieme a tutti gli altri l'avrebbe portata a termine.



Ylenia Ishida, aveva diciassette anni circa, ma in realtà ne aveva trascorsi solo tre in quel mondo. Tre anni in cui aveva dovuto crescere paurosamente per abituarsi ad un mondo che non conosceva se non per sensazioni.
Si sentiva estranea. Persino il suo nome era diverso da quello dei suoi coetanei. Giustificabile, aveva parenti in Francia. Pareva che sua madre le avesse dato il nome di una cara amica francese, se fosse stata maschio si sarebbe chiamata Takeru. Se fosse nata solo un minuto prima sarebbe stata lei a chiamarsi Yamato. Ma se lei fosse stata maschio, poi Takeru come si sarebbe chiamato? C'erano così tanti ma e se nella sua breve vita da farle venire il capogiro. Di solito li ignorava ostentando la sua aria spensierata e infantile.
-Beachan, sbrigati!- esclamò, su di giri. -Ragazzi!!-
Chiamò con insistenza i fratelli fin quando non uscirono dalla loro stanza, armati coi loro digivice.
-Forza, lumache!- li incitò.
-Sì, sì... - fece Yamato, nervosamente. Era emozionato, ma il nervosismo prevaleva.
-A tenere sempre quell'aria corrucciata, fratellone, finirai per rovinarti quel bel faccino!-
-Non dargli suggerimenti per liberarsi dalle sue fan.- la ammonì Takeru -Vuoi rovinare la sua agenzia?-
-Diciamo che perderesti la tua parte di coccole da fratello della star e ti secca, fratellino.- rispose il maggiore, rubandogli il cappello. Ylenia ridacchiò al siparietto dei due in guerra per l'accessorio. Che avessero intuito che si sentiva un po' nervosa? Facevano sempre gli idioti quando volevano tirarla su e negli ultimi tempi si erano impegnati davvero molto per distrarla dai suoi pensieri. Insomma, non era una ragazza normale, non sapeva molto del mondo, perché, per qualche strano motivo, aveva convissuto per quattordici anni nel corpo del fratello. Questo la faceva soffrire veramente tanto, ma i suoi le avevano detto che se non fosse stata sigillata nel corpo di Yamato, sarebbe morta. Grazie a questo si era salvata.
Altri se, altri ma, altre spiegazioni da ricevere. A Digiworld, n'era certa, avrebbe avuto le risposte che desiderava.
Temeva però che non le sarebbero piaciute.
Con un salto da cestista, Takeru rubò il cappello a Yamato e usò sua sorella come scudo contro il fratello maggiore.
-Salvami, neesan!-
-Oh, certo, nasconditi dietro le sue gonnelle, troppo comodo così.- borbottò fintamente irritato il maggiore.
-Arrivo!- disse una vocina e un'orsetta dal manto bruno fece capolino dalla stanza della ragazza, trafelata. Aveva occhi grandi e vispi, un cappellino viola sulla testa e lunghi artigli.
Non era certo un animale domestico.


*Digimon Analyzer*


Bearmon

Livello: Intermedio
Tipo:
Bestia
Tipologia:
AntiVirus
Attacchi:
Koguma Seikendzuki:
Carica d'energia il pugno prima di colpire con tutta la forza.
Bear Claw:
Un forte attacco sferrato con gli artigli.




-Bearmon, aiutami a fare uscire di casa questi deficienti.- rise la diciassettenne.
La digimon obbedì, unendosi al gioco. Era una creatura allegra, tenera e comprensiva, sempre pronta a tirare su il morale della sua amica nei momenti bui, che non erano poi pochi. Ylenia era come appena nata, conosceva così poco del mondo e si comportava come una bambina imprudente. Le cose che conosceva, le conosceva perché le aveva condivise col fratello, ma erano poche le cose che aveva potuto scoprire da sola.
Una di queste era Taichi.
Stavano insieme da circa due anni, ma le difficoltà erano sempre dietro l'angolo. Nonostante nel corpo fosse una ragazza matura, non lo era anche mentalmente, non abbastanza.
E si sentiva diversa.
Non più speciale.
Per lei essere speciale voleva dire distinguersi positivamente. Essere diversi era una cosa più triste, perché significava distinguersi in maniera negativa.
Taichi, Bearmon e gli altri la aiutavano davvero molto a non sentirsi così, doveva loro tanto.
-Sbrighiamoci, dopo ho un impegno.- esclamò Yamato, lasciando il gioco e precedendo i fratelli.
Si assomigliavano molto lui e Ylenia, sia nell'aspetto che nei gusti.
Entrambi amavano la musica, ma mentre lui preferiva suonare e cantare, lei adorava il ballare. Aveva il ritmo nel sangue. Anche se vestivano e si comportavano in maniera opposta, compivano gesti simili, indossavano senza rendersene conto accessori simili. Quel giorno, per esempio, Yamato indossava scarpe e t-shirt nere e jeans neri in gessato che gli fasciavano le gambe mettendo in risalto i polpacci. Sul braccio sinistro spiccava un polsino nero, portava due anelli nella mano destra e un plettro bianco al collo. All'orecchio aveva un piccolo orecchino argentato a forma di stella. I capelli sfilacciati e ribelli gli arrivavano appena alle spalle.
Ylenia, invece, indossava un dolcevita rosa e una gonna di jeans che le arrivava alle ginocchia. Calze bianche le fasciavano le gambe, mettendo in risalto le sue forme femminili.
Alle orecchie due stelle argentate e al polso destro un polsino bianco. Niente anelli. In compenso, i capelli sbarazzini, che ricordavano quelli del fratello all'età di undici anni, presentavano due ciuffi lunghi fin sotto il mento raccolti in due treccine ai lati del viso con degli elastici argentati.
-Pronti?- domandò Gabumon.
-Pronti!- esclamò Patamon prendendo possesso della sua postazione preferita, alias la testa del suo compagno di battaglie.
-Dove andate?- domandò una vocina bloccando i sei sulla porta d'ingresso.
Una bambina di sì e no sei anni corse verso di loro e si strinse alla gamba di Yamato. Aveva i capelli biondi raccolti in due codine sbarazzine ai lati della testa e un vestitino rosso con un elefante rosa sul davanti, Ballerine nere lucide e calze bianche, il tutto "abbinato" con una borsetta a tracolla a forma di elefantino. Peluche e borsetta, due in uno, un accessorio indispensabile per lei.
-Usciamo a fare una commissione Mikachan. Tu fai da brava e non fare adirare la mamma.- le disse lui, carezzandole la testolina.
La bambina sorrise e fece cenno di sì.
-Stai andando a comprarmi un digimon, oniichan?-
-Ehm... Non proprio. I digimon non si comprano. Ma vedrai che un giorno non lontano lo incontrerai anche tu.-
-Ma quando?-
-Presto, continua a fare la brava bambina.- intervenne Takeru.
-Bene, andiamo, è già tardi.- fece Yamato.
-Torniamo presto.- aggiunse Ylenia.
I tre ragazzi salutarono la sorellina e la madre che li aveva raggiunti, poi uscirono di casa.


Natsuko sospirò.
Era chiaro che c'era qualcosa in atto.
E questa volta coinvolgeva direttamente i suoi due figli maggiori. Il passato stava tornando a galla, tutti i nodi stavano per venire al pettine.
Ricordò ancora con stupore il giorno della loro nascita. Lei e Hiroaki non avevano capito allora le spiegazioni di Gennai, né potevano comprenderlo ora senza uno straccio di spiegazione, ma avevano sempre convissuto con la speranza e la certezza di riabbracciare la loro figlia.
Figlia di cui solo loro parevano ricordarsi.
Quando Gennai fece quel che fece, solo loro e la madre di Natsuko ricordavano ciò che era successo, per tutti gli altri, la giovane signora Ishida aveva avuto un bel maschietto di nome Yamato.
-Mammina, perché io non ho un digimon?- 
-Mikachan, presto lo incontrerai.- rispose prendendo in braccio l'ultimogenita.
Ironico come eventi tanto terribili avessero portato la loro famiglia a riunirsi. Era stato un ritrovarsi alla fine di un tunnel. La gioia dei loro figli era stata grande, sia dei ragazzi, che delle ragazze, anche se per loro in modo diverso.
Mika, dal canto suo, era contenta che mamma e papà andassero a vivere insieme. Trovava strano che, a differenza di quelli delle sue amichette, i suoi genitori stessero in due case separate, pur volendosi molto bene.
Ogni cosa sembrava essersi rimessa a posto per quella famiglia.
Ogni cosa era nuovamente in pericolo.
Poteva Natsuko stare tranquilla?

No.


I tredici digiprescelti e i loro digimon arrivarono al parco più o meno puntuali.
Gennai li aspettava vestito come un normale essere umano, canottiera e pantaloni neri, onde evitare di dare troppo nell'occhio. Accanto a lui c'era un ragazzo coi folti capelli neri che gli arrivavano alle spalle e una ragazza dai disordinati capelli rossicci.
Il ragazzo indossava una polo a righe orizzontali di varie sfumature, dal rosa al viola, col colletto bianco, jeans grigio chiaro e scarpe viola e nere.

La ragazza, invece, indossava una t-shirt bianca con lo scollo a V che le lasciava scoperto l’ombelico. Pantaloncini viola pastello sopra il ginocchio e scarponcini dello stesso colore, decorati da strisce bianche sul davanti.
Accanto a loro stavano due digimon.
Il primo aveva il manto rosso con striature viola che ricordavano molto delle saette, occhi azzurri e zampette tozze.
Era Elecmon.


*Digimon Analyzer*

Elecmon

Tipo: Mammifero.

Tipologia: Dati
Livello: Intermedio
Attacchi: Sparkling Thunder: Spara potenti scariche elettriche dalla sua coda.
Tai Atari:
Colpisce il nemico lanciandosi su di lui e schiacciandolo.
Nine Tails:
Schiaffeggia il nemico con la coda.
Thunder Knife:
Scaglia contro il nemico numerose di lame d'elettricità.



Il secondo invece ricordava vagamente un coniglietto bianco con le orecchie frastagliate viola. Sulla fronte dei triangoli: uno rosso rovesciato e tre piccoli triangoli neri intorno. Gli occhietti verdi erano vispi e irrequieti. Sempre in movimento, prestavano attenzione ad ogni piccola cosa.


*Digimon Analyzer*

Culumon

Tipo: Animale Sacro.

Tipologia: AntiVirus
Livello: Intermedio
Attacchi:
Culumon no Inori:
Ristora le energie degli alleati attraverso la preghiera.

È un digimon misterioso, i cui attacchi e le potenzialità sono quasi del tutto sconosciuti.


-Eccoci!- esclamò Daisuke
-Ciao, ragazzi!- li salutò Gennai
-Sono loro i digiprescelti che ci affiancheranno?- chiese Mimi.
Gennai annuì.
-Jun la conoscete tutti.- cominciò -Lui invece è Mamoru Izawa e ha diciassette anni. La sua Digipietra è quella della Giustizia, mentre Jun detiene quella della Volontà.-
Daisuke era più o meno sconvolto.
-TU!- indicò la sorella -Era questo il tuo appuntamento segreto?!-
-Sorpresa, fratellino.- ghignò lei e si concesse una risatina malvagia che gettò il fratello nella completa disperazione.
In missione con sua sorella! Con quella rompi di sua sorella! Ma che aveva fatto di male?!
-Izawakun, è un piacere averti con noi!- esclamò Taichi stringendo la mano del ragazzo della Giustizia. Fu una sorpresa ritrovare uno dei suoi compagni di classe. Beh, almeno
erano sulla stessa lunghezza d'onda e Izawa era un tipo apposto.
-Chiamami Mamoru, Taichi.- rispose quello facendogli l'occhiolino.
-Potevi dirmi che eri stato scelto per la missione.-
-Sai com'è, anch'io amo le sorprese.- gli rispose.
-Scusate l'interruzione... - fece Iori , educatamente -Vi conoscevate già?-
-È un mio compagno di classe.- ammise Taichi. -Sapevo che era un digiprescelto, ma... -
-Beh, in questi anni non c'è stato bisogno di mobilitare i vari digiprescelti, perciò alla fine ero uno dei tanti.- rispose il moro. -Ed è solo da poco che ho saputo di essere stato scelto per questa specifica missione. Credo che lo Jedi ci stesse studiando per scoprire chi fosse il più adatto fra noi nuovi.-
-Anch'io l'ho saputo da poco.- ammise Jun.
-Io pure.- fece Ylenia. -Anche se per me il discorso è un po' complicato... -
Già, lei c'era già dentro fino al collo.
-Ma lo Jedi me l'ha confermato qualche settimana fa.-
-Ma perché mi chiamate tutti Jedi?- domandò esasperato Gennai.
-Codino.- commentò Taichi.
-Vestiti.- fece Mamoru.
-Spada.- disse Yamato.
-Obi Wan Kenobi.- fece Daisuke.
-Maestro Yoda.- commentò Takeru suscitando l'ilarità generale della vecchia guardia al ricordo del vecchio e rugoso Gennai. Il digiprescelto del Coraggio, con le lacrime agli occhi dal ridere, strinse la mano anche a Jun.
-Felice di avervi entrambi in squadra! Vero, Yamato?- si girò con un ghigno diabolico dipinto sul viso verso il suo migliore amico, che, intanto, si era prontamente nascosto dietro Jou.
Nonostante Jun avesse rinunciato a lui come preda d'amore, era pur sempre una delle sue fan più accanite e il suo carattere forte e impetuoso lo terrorizzava.
-Ehm... sì.- disse nascosto dietro le spalle del digiprescelto dell'Affidabilità suscitando una seconda ondata d'ilarità.
-Takeru, Patamon, sono felice di rivedervi!- esclamò Elecmon, alzando la zampa verso i due.
-Ma non mi dire... - cominciò Takeru -Sei quell'Elecmon?-
-Esatto!- esclamò il digimon rosso.
-Scusa... - fece Jou -E la Città della Rinascita? Se tu sei qui, chi la sta sorvegliando?-
-Non ci crederete mai, ma se ne stanno occupando Leomon e Ogremon.-
A sentire quelle parole si sollevo un coro di 'Ma daiiiii!' da parte dei digiprescelti della prima guardia.
-Giuro!- disse Elecmon poggiando la zampa sul cuore.
-Sono sotto shock!- esclamò Taichi fingendo lo svenimento sopra Ken e Koushirou.
-Beh, non è poi così strano! Ogremon in fondo è un tenerone.- esclamò Mimi, al che si sollevò un coro di 'Molto in fondo'.
Tutti erano consci del fatto che Ogremon stava dalla loro, ma era estremamente difficile pensarlo nei panni di baby sitter a tempo pieno.
Con Leomon poi...

Gennai li guardò tutti, dal primo all'ultimo. Erano cambiati tantissimo, sia d'aspetto che interiormente.
Erano più maturi e consapevoli del loro ruolo.
Su suo consiglio, tanto per dirne una, ogni tanto i ragazzi si riunivano per allenare se stessi e i loro digimon e impedire così che loro, con tutti i comfort e la routine di quel mondo, s'indebolissero troppo. Ovviamente si recavano in posti desertici lontani miglia e miglia dalla civiltà. Il tutto era reso possibile da Imperialdramon. Mimi non n'era particolarmente entusiasta, ma sapeva che presto avrebbero dovuto combattere ancora e perciò acconsentì che anche Palmon si allenasse. Non che gli altri si divertissero a vedere i loro amici suonarsele di santa ragione, ma era necessario che fossero pronti a tutto.

Taichi Yagami, diciassette anni.
I capelli spigolosi erano tirati all'indietro lasciando la fronte scoperta ed erano fermati dalla solita fascia azzurra sulla quale spiccava un altro paio di goggles molto simili ai vecchi, ma decorati ai lati con delle stelle. Erano un prezioso regalo da parte di Ylenia, perciò erano il suo più caro tesoro.
Dietro la nuca innumerevoli ciuffi ribelli minacciavano di pungere chiunque provasse a sfiorarli.
Indossava jeans e una lunga giacca smanicata nera coi bordi azzurri e sulla schiena l'impronta di una zampa di dinosauro,
dello stesso colore dei bordi. Le scarpe erano nere coi lacci azzurri.
Era evidente che Taichi adorasse quel colore.
Agumon si era irrobustito parecchio dall'ultima volta che l'aveva visto ed era anche molto più saggio e meno impulsivo di come poteva essere anni prima.

Sora Takenouchi, diciassette anni.
Sulla testa un copricapo giallo di quelli che l'avevano sempre caratterizzata. Le curve dei seni messe in risalto da una deliziosa t-shirt a righe rosa e arancio. Indossava poi jeans chiari e scarpe da tennis color pesca, comode, ma eleganti allo stesso tempo.
Pyomon era sempre allegra e petulante, ma a differenza del passato, anche lei era diventata molto più forte e soprattutto non sentiva più il bisogno di mostrare il suo affetto per Sora in maniera eccessiva come quando la assillava ripetendo in continuazione il suo nome come un pappagallo.

Koushirou Izumi, sedici anni.
I capelli erano cresciuti giusto un poco rispetto al taglio che sfoggiava a tredici anni. La moda continuava a interessargli meno di niente. Se non vestiva male era solo grazie a sua madre che, ogni tanto, lo trascinava fuori dalla sua stanza/tana e lo portava a comprare degli abiti. E ovviamente era lei a consigliare il figlio che per quanto gli interessavano i vestiti, sarebbe potuto uscire in mutande anche d'inverno. Quel giorno indossava una t-shirt verde. Pantaloni corti con parecchie tasche color sabbia e scarpe verdi e viola. Sulle spalle portava l’inseparabile pc, che a detta dei suoi amici, ormai era un’appendice del suo corpo.
Tentomon indossava un capellino verde che sfoggiava cercando di far ingelosire gli altri digimon.
Il suo esoscheletro rosso era più lucente che mai e gli occhi verdi più vispi del solito.
Come al solito sputava sentenze e faceva affermazioni da grande saggio, ma se un tempo non si sapeva spiegare il perché di certe nozioni, ora aveva un campo di conoscenze molto più vasto.

Mimi Tachikawa, sedici anni.
Era finalmente tornata in Giappone e questa volta per restarci.
Il suo look ovviamente aveva 'risentito' degli anni passati in America. Infatti, sembrava una fotomodella uscita da qualche rivista.
I capelli sembravano zucchero filato alla fragola: ricci e morbidi, color rosa confetto con qualche stellina applicata qua e la e un delizioso berretto azzurro che le conferiva un'aria più sbarazzina.
Portava una maglietta a maniche lunghe svasate che lasciava scoperte le spalle. La maglietta era bianca con delle strisce colorate nelle maniche e nel bordo inferiore e stelline sparse qua e là.
Scarpe rosa e jeans che riportavano la bandiera americana.
Palmon era di un verde acceso che sembrava potesse illuminarsi al buio. La cosa poteva sembrare da ridere, ma quello era segno che la digimon era più forte e soprattutto conduceva una vita sana. Lei e Mimi passavano interi pomeriggi esposte al sole nella terrazza dell’appartamento.
Ma ovviamente, questo non voleva dire che oziassero: Palmon aveva bisogno del sole per la fotosintesi e di tanta acqua per poter crescere sana e forte.

Jou Kido, diciotto anni.
I capelli blu erano cresciuti ancora, appena oltre le spalle e il ragazzo aveva modernizzato il taglio sfilacciandoli un poco. Quel giorno li teneva legati in una coda bassa.
Gli occhi neri penetranti non erano più nascosti dagli occhiali dato che il Kido si era finalmente deciso a passare alle lenti a contatto. Anche la sua carnagione era migliorata notevolmente, non aveva più la pelle bianca da topi di biblioteca. Indossava una polo bianca con colletto e maniche azzurri. Pantaloni e scarpe grigi. Al polso un orologio metallico.
Gomamon era sempre allegro e sboccato e non faceva che stuzzicare Tailmon che era da sempre il suo bersaglio preferito. Nonostante tutto la considerava una novellina. In senso buono, ovviamente.
Erano pur sempre amici, ma quante volte aveva avuto da ridire sui modi pessimisti della gattina? Troppe volte per poterle ricordare tutte.

Daisuke Motomiya, quattordici anni.
Il leader del secondo gruppo era sempre uguale.
Allegro, leggermente presuntuoso e ottimista. Il suo peggior difetto, l'impulsività, si era per fortuna affievolito col passare del tempo e il Motomiya dimostrava sempre più di avere tutte le carte in regola per essere un vero leader.
I capelli erano sempre a porcospino con gli occhialini in bella mostra a mo' di trofeo.
La canottiera nera con delle fiamme rosse armonizzava con la pelle abbronzata e metteva in risalto la muscolatura proporzionata. Portava poi pantaloncini marroni con tantissime tasche e scarpe rosse.
Veemon stava a cavalcioni sulle spalle del partner.
Era cresciuto e si era irrobustito e la sua ingenuità era diminuita, ma sempre presente e in agguato per il povero Daisuke che si trovava a dover spiegare al suo partner ancora tante cose.


Takeru Ishida, quattordici anni.
Capellino bianco da pescatore. Sempre lo stesso da anni.
Maglietta verde a stampa militare e pantaloncini bianchi che arrivavano appena sotto il ginocchio, dove erano chiusi da elastici.
Scarpe verdi.
Anche lui era cambiato tantissimo.
Non solo nell’aspetto (era diventato ancora più alto e i capelli biondi erano in perenne disordine) ma anche dentro.
Il matrimonio dei genitori aveva curato il suo animo ferito,così come per Yamato, e sul suo viso non si notava più quel malinconico velo di tristezza che l’aveva accompagnato per anni.
Era più allegro, più sociale e meno propenso alle liti e ai contrasti con l’eterno rivale, ma ciò non escludeva una naturale inclinazione alla pestiferaggine.
Patamon aveva fatto il nido sulla testa del biondo ormai da anni e lì stava anche quel giorno. Si era irrobustito molto e, a quanto pareva, aveva anche imparato a volare più velocemente.

Miyako Inoue, quindici anni.
Era cambiata moltissimo.
Il caratteraccio e i modi mascolini c’erano sempre, altrimenti non sarebbe stata più Miyako, ma la ragazza aveva acquisito una notevole femminilità che erano tanti i ragazzi a correrle dietro, nonostante lei li rifiutasse tutti.
I capelli lunghi erano lasciati sciolti lungo la schiena, con due treccine ai lati della testa tirate all’indietro e fissate con un elastico.
Indossava un morbido vestitino bianco corto che terminava in una gonna grigia a righe nere e bianche e la cravatta dello stesso colore. Non sopportando di mettere le gambe in bella mostra, Miyako indossava sotto il vestitino dei pantaloncini indaco con ai lati il motivo di una tastiera e, infine, scarpe bianche.
La prima cosa che però si notava in lei erano gli occhiali.
Non più la montatura tonda e enorme, ma rosa e quadrata. Sembrava quasi la segretaria di un personaggio importante (nel suo caso l’astro nascente del calcio Ken Ichijouji)
Hawkmon era cresciuto notevolmente.
Le ali rosse erano molto più robuste e il becco più duro forte. A vederlo dava la sensazione di essersi rinforzato parecchio, anche grazie ai numerosi allenamenti extra ai quali la sua partner lo sottoponeva. E il povero falchetto aveva il suo bel da fare per arginare il carattere esuberante della ragazza. Fortuna per lui che ci avesse fatto il callo.
Ormai stava con Miyako da parecchio tempo, ma non si sarebbe mai abituato abbastanza.

Iori Hida, dodici anni.
Se Miyako era cambiata, Iori era irriconoscibile.
Era alto il doppio e i capelli erano più lunghi e scompigliati e gli ricadevano sugli occhi verdi quasi nascondendoli. Indossava una maglietta color sabbia, pantaloni grigi e scarpe da ginnastica verde oliva.
Il carattere meno ostinato e più maturo, capace di scegliere cosa era giusto e cosa no.
La fissa che gli restava, purtroppo, era quella di voler essere un ragazzo modello. Non lo faceva apposta per apparire. Lui era un ragazzo educato, il figlio che tutti le madri desiderano di possedere, ma il commettere anche solo il minimo errore lo portava a rimproverare continuamente se stesso.
Armadimon si era anche lui irrobustito notevolmente, tanto da poter portare in groppa due digiprescelti senza faticare tanto. Il suo carattere invece era lo stesso: ottimista, premuroso, sociale, attento a quello che gli succedeva intorno.

Hikari Yagami, quattordici anni.
La giovane Yagami si era fatta veramente bellissima. I capelli avevano ancora il caratteristico taglio, scalati dietro e lunghi davanti, e lei adorava ornarli con fermaciuffi e mollettine.
Aveva la riga a zigzag e due grandi fermagli rosa le raccoglievano i capelli da entrambi i lati della testa.
Indossava una maglietta bianca a maniche corte rosa e il cappuccio dello stesso colore che le ricadeva sulla schiena. Sul cappuccio stavano attaccate delle alucce, sempre rosa pastello.
Pantaloncini gialli e guanti bianchi senza dita.
Ai piedi scarponcini rosa con una croce bianca disegnata sul fronte.
Tailmon era notevolmente cresciuta e si era rinforzata parecchio. Il pelo era candido come la neve. Gli occhi vispi come non mai. Era gentile, più ottimista rispetto al passato, ma proprio a causa di ciò che aveva vissuto, non riusciva proprio ad esserlo 24 ore su 24, come invece lo era Agumon.
La povera gattina era intenta a tenere lontano Gomamon che non esitava a stuzzicarla e infastidirla.


Ken Ichijouji, quattordici anni.
I capelli azzurri gli arrivavano al mento, come al solito, ma era diventato molto più alto. Le gambe erano più robuste grazie agli allenamenti di calcio che non aveva smesso di seguire e il suo viso era più sereno.
Indossava una t-shirt bianca con quadretti bianchi e neri nella parte bassa che sfumavano verso l'alto. Pantaloni neri e scarpe bianche. Al polso sinistro un orologio digitale.
Wormmon era accovacciato fra le braccia del suo prescelto, felice e spensierato. Sorrideva molto, il piccolo bruco, ed era gentile e cordiale con tutti, ma non esitava a tirare fuori le unghie per proteggere il suo amico Ken.
E come tutti gli altri, era diventato molto più forte.


“Sì, sì, sono proprio cresciuti.” Pensò Gennai.
I suoi occhi si fermarono su Yamato e Ylenia.
I gemelli rappresentavano per Digiworld e la Terra sia la speranza che la distruzione. Non dovevano cadere nelle mani sbagliate. Dovevano essere indirizzati lungo la retta via. Gli dispiaceva che fossero loro i portatori di quel potere così grande. Yamato era un ottimo digiprescelto e fino a pochi anni prima, non sapeva neanche di essere speciale. Aveva sempre combattuto per Digiworld credendo nel profondo legame tra umani e digimon senza mai pensare di poter essere un'arma a doppio taglio e di poter essere sfruttato da entrambe le parti. A Gennai non andava questo, ma, ovviamente, per il bene dei mondi doveva tacere e sperare che le cose procedessero per il verso giusto.
Cosa di cui dubitava fortemente.
E poi c’era Ylenia.
Fin dalla sua nascita, Digiworld era nel caos e nessuno era mai riuscito a portarvi ordine, pace e armonia duraturi, nemmeno i digiprescelti. Per quanti sforzi compissero per eliminare un nemico, un altro ancora più forte era sempre in agguato.
Ma soprattutto erano quei Sette che andavano sconfitti.

Senza di loro i digimon avrebbero potuto raggiungere la pace tanto anelata, perché quei Sette, rappresentavano i vizi che deturpano tutti mondi e nella fattispecie i cuori di tutte le creature, portandoli alla rovina.
“Chissà se anche nei loro cuori alberga un po’ di luce… ” si chiedeva tante volte Gennai, pensando a Lucemon e a quella che era la sua storia. O meglio a quella versione dei fatti che si tramandava da millenni.

-Ehm… Ma ci sono solo loro?- chiese Daisuke leggermente stupito. Si aspettava un intero squadrone di nuovi prescelti con chissà quali nuovi arnesi per la digievoluzione.
-Tranquillo, Daisuke. Ci sono altri prescelti. C’è Ylenia, per esempio.-
-Ma lei già lo sapevamo.- ribatté lui.
Gennai ridacchiò.
-Ci sono altri due prescelti che vi aspettano a Digiworld.- disse ancora -E altri due qui sulla Terra. Uno non sono riuscito a trovarlo, l’altro… beh… - non sapeva come dirlo -Voglio dire, l’altra… - guardò i fratelli Ishida.
Yamato, Takeru e Ylenia ebbero un sospetto.
-Non sarà Mika?- chiese Yamato.
Gennai annuì.
-Non se ne parla!- esclamò il biondo più grande. -Se fosse una semplice prescelta, non avrei nulla da ridire. Ma qui si tratta di spedire una bambina di sei anni a farsi ammazzare!!-
-Yamato… - riprese Gennai -Digiworld ha bisogno anche di lei, come aveva bisogno di Takeru. Neanche a me piace l’idea di andare a portare il Digivice ad una bambina e dirle: 'Vai e combatti.' Ma… -
-Ma COSA? Ha.solo.sei.anni!!- Yamato era furioso. Gli capitava spesso. Quegli anni di snervante attesa, avevano cominciato a farsi sentire.
Il non sapere lo stava portando all’esasperazione.
Sapeva di essere un elemento fondamentale per l’equilibrio tra i mondi, ma non sapeva perché di preciso.
Lui chi era?
Perché avevano cercato di ucciderlo?
Perché l’avevano separato da Ylenia?
E perché ora si erano ritrovati?
Era una coincidenza?
Queste e altre domande si affollavano nella mente del digiprescelto dell’Amicizia e il non riuscire a trovare delle risposte adeguate, minava il suo equilibrio.

-Non posso incontrare Mikachan?- da dietro le gambe di Gennai, comparve un esserino timido e impaurito.


*Digimon Analyzer*


Bakumon

Tipo: Animale Sacro
Tipologia: AntiVirus
Livello: Intermedio
Attacchi: Deleting virus: Rilascia una nuvola di nebbia tossica.
Nightmare Syndrome: Sputa contro il nemico una nube d'incubi non digeriti.



-Tu sei… la sua digimon?- chiese Takeru.
Bakumon per tutta risposta si nascose nuovamente dietro Gennai.
Era un piccolo tapiro dalla pelle cerulea ricoperta da un manto di peli marroni, gli occhi celesti e piccole zanne bianche. Il resto del muso era coperto da un elmo metallico con decorazioni dorate.
Spiccava in particolare il simbolo della Crest del Sogno.
Le sue zampe posteriori erano fatte di fumo grigio e sulla zampa sinistra anteriore scintillava un anello sacro.
-Non avere paura.- disse Ylenia andando a riprenderla da dietro le gambe del saggio. La prese in braccio.
-Noi siamo felici che starai con Mika, è che siamo preoccupati per lei, perché è molto piccola. Vero, fratellone?- guardò Yamato che chinò il capo, leggermente imbarazzato.
-Uhn… - mugugnò il biondo annuendo. Poi guardò Gennai -Immagino sia inutile protestare.-
-Già.- rispose quello. -Mi spiace, non dipende da me. Ora però sedetevi. Vi devo parlare in breve della vostra nuova missione.-
I prescelti obbedirono e si sedettero in cerchio sull’erba.

Gennai cominciò a spiegare le cose, sempre riferendosi a ciò che sapeva. Purtroppo certi dettagli erano sconosciuti anche a lui, ma rivelò ai gemelli il motivo di tanto interesse per loro.
-Lucemon era uno dei digimon più forti mai esistiti. Aveva combattuto tante volte per portare la pace su Digiworld, ma un giorno, entrò a contatto con l’oscurità. Imparò a controllare la Luce e le Tenebre, e si mise in testa di distruggere Digiworld. I primi digiprescelti riuscirono a fermarlo… ma a caro prezzo…- chinò il capo.
-Co… cosa gli è successo?- chiese Miyako spaventata.
Gennai la tranquillizzò.
-Loro sono vivi… ma i loro digimon…- non ci voleva pensare. Odiava ricordare com’era diventato il suo migliore amico. Però loro dovevano sapere. -Uh?-
-Che c’è?- chiese Mamoru
-Nulla.- rispose pensieroso. Si sentiva osservato.
Lui lo stava osservando.
Non aveva scelta. Probabilmente si sarebbe messo subito in azione appena ne avrebbe avuto occasione. Doveva stare in guardia e non perdere di vista Yamato e Ylenia.
Con lui sarebbero stati al sicuro.
-Comunque… dopo che Lucemon è stato sconfitto, è stato confinato nella Dark Area, l'inferno di Digiworld, e privato dei suoi poteri. Che sono stati trasferiti in voi.-
Istintivamente, sia Yamato che Ylenia, si guardarono le mani, come a percepirne chissà quale forza pronta a venire fuori.
-Tu Yamato hai ricevuto il potere delle Tenebre, mentre tu, Ylenia, quello della Luce.-
Come disse “Luce” Hikari si voltò di scatto verso l’uomo che le sedeva accanto.
Gennai se ne accorse.
-Non parlo della Luce come la tua capacità di infondere coraggio e speranza nel cuore degli altri, Hikari, ma di una Luce più… fisica.-
-Vuoi dire che Yamarin e Ylechan hanno dei super poteri e sono in grado di lanciare raggi e cose simili?- intervenne Mamoru.
-Sì. Diciamo di si… Più o meno… - rispose Gennai.
-Yamarin???- chiese Yamato, seccato del soprannome affibbiatogli.
-Perché non ti piace? Io lo trovo carino.- rispose il moro.
-Anche io.- risposero in coro Ylenia, Daisuke e Jun ridacchiando.
Il prescelto dell’Amicizia si rassegnò al suo destino.
Quei quattro erano ormai coalizzati e d’ora in poi, lui sarebbe stato Yamarin, volente o nolente.
-Lucemon si è liberato e vuole recuperare i suoi poteri e, state certi, farà di tutto per riaverli.-
Tutti ammutolirono.
I gemelli, ovvero i diretti interessati, rimasero pensierosi per qualche secondo.
-Comunque… Vi darò i dettagli a Digiworld, domani.-
-Perché non qui?- chiese Iori -Credevo fossimo qui per questo.-
-Se dovessimo pianificare mosse e contromosse qui, verremmo senz’altro scoperti. Senza contare che non siete tutti presenti. In un luogo sicuro potremo parlare con calma. La vostra missione principale però è questa: fermare Lucemon e salvare Digiworld e la Terra.-
Tutti annuirono.
Era chiaro che Gennai non avrebbe detto loro nient’altro per il momento.
-Bene… Se abbiamo finito, io dovrei andare…- disse Yamato alzandosi.
-Dove?- chiese Daisuke
-Oggi io e i TAW abbiamo un appuntamento con una fan speciale.-
Jun si alzò e gli si strusciò addosso.
Jou sospirò.
-Parli di me,Yamarin?-
-Ehm… no…- disse staccandola delicatamente -Jou senpai, credo che tu abbia perso qualcosa.-
"Una complicazione, accidenti." Pensò Gennai.


°


Piemon sogghignò seduto sul suo scranno nell'Errant Castle, il Castello Errante dei Dark Masters, il loro quartier generale.
Le frontiere erano state riaperte e poteva osservarli.
Preoccupati, infuriati, ma decisi ad andare fino in fondo.
Erano cresciuti, i bambini prescelti….
E lì fra loro vi erano la salvezza la rovina.
Se l’avesse saputo prima, avrebbero puntato a quel bambino da subito e invece…
Se Gennai non fosse intervenuto insieme a Metalgarurumon, la loro speranza sarebbe stata distrutta, doveva dargliene atto. Yamato Ishida sarebbe morto, vero, ma sarebbe morta anche Ylenia Ishida: la chiave della loro libertà.
La loro Luce.
-Bene bene. Si dia inizio al piano.- si concentrò e la sua mente chiamò un nome "Kokueimon!"
La risposta non tardò a farsi sentire nella sua testa
"Eccomi."






Fine Capitolo 3







Note:
Dunque, per prima cosa: perdonatemi se il capitolo è palloso, ma dovevo descrivere com'erano cambiati i personaggi. I nuovi digiprescelti non ci sono tutti. Manca qualcuno che verrà svelato più avanti, così come i primi digiprescelti e tutti i vari segretucci. ^^
Mmmm...
Ah, sì. L'Errant Castle è tipo il castello errante di Howl, ma vedrete.
Iori somiglia molto a Light Yagami, in effetti. Uhuhu Ma non vi spaventate, non è come lui.
Mamoru Izawa, in un'altra fic dicevo che aveva la Digipietra dell'Intuito. Per motivi di nuovo carattere (XD) gli ho messo quella della Giustizia, anche se l'intuito lo accompagnerà sempre.
Ok, passiamo alle recensioni.


beccacina: grazie per i complimenti ^^
crhystal: Devo ricordarmi di postare le immy di Kokueimon per il prossimo cap XD baci!!!
Eden89: GRAZIE!!!



Grazie a tutti!!!




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Capitolo 4
*** Light in The Shadow ***


tw4
Capitolo 4: Light in the Shadow




Crawling through this world as disease flows through my veins
I look into myself, but my own heart has been changed
I can't go on like this
I loathe all I've become
Lost in a dying world I reach for something more
I have grown so weary of this lie I live

(Away from me, Evanescence)



((( Kokueimon!)))
Una voce riecheggiò nella sua testa.
Mentalmente rispose “Eccomi!”
Si era sempre impegnato a fondo negli addestramenti e nelle missioni, ma quella che lo aspettava, era il compito più importante della sua vita.
Avrebbe dimostrato tutto il suo valore.
Raccolse la katana da sopra il letto e si diresse verso la sala dei troni.
Era lì che lo aspettavano.
Che lo aspettava.

Entrò e giunto al centro tra i troni, s’inginocchiò.
-Mi ha chiamato, signore?- disse.
Sembrava molto giovane, ma aveva un corpo tonico e allenato.
La pelle era scura, quasi dorata, così come i capelli. Ciuffi biondo scuro gli ricadevano sul lato sinistro del viso e le ciocche si sollevavano sulla nuca, come quelli di Piemon, solo più corti.
Sul viso erano tatuati dei segni, sopra e sotto gli occhi. Linee nere, come lacrime evidenziavano la somiglianza tra il giovane digimon e il Dark Master.
Il petto scolpito era coperto da una maglia sbracciata a collo alto che terminava con delle balze e con due lunghe ''code''. Cinghie di cuoio si incrociavano a forma di X sullo sterno, bloccate da una fibbia a forma di picche argentato.
Dietro la schiena stavano riposte due katana dall’elsa e il fodero neri come la pece.
Il nero era il suo colore.
Cinghie nere sulle braccia, unghie nere e affilate, pantaloni neri e stivali neri...
L'unica nota di colore nel suo abbigliamento, erano tre cinghie viola che portava appena sopra i gomiti e l'interno degli stivali, sempre viola.
Questi riprendevano il modello di quelli di Piemon: svasati, punta ricurva e con qualche centimetro di tacco.
Uniche differenze il colore, le cerniere sui lati e una cinghia sulla parte superiore del piede.

-Hai aspettato con ansia questo momento, vero Kokueimon?- chiese Piemon. Conosceva già la risposta.
-Si, mio signore.- rispose. Non c’era giorno in cui non sperava che quel momento arrivasse.
E ora l’occasione di essere riconosciuto da Piemon gli era stata finalmente concessa.
-Sai cosa fare, vero?-
Annuì.
-Si, mio signore.-
-Allora vai. Uccidi Yamato Ishida, e ti riconoscerò davanti a tutti come mio figlio.-.
Si alzò.
-Si fidi di me. Morirà.-
Detto questo, il giovane digimon lasciò la sala e si diresse verso la sua stanza a terminare i preparativi per la missione più importante di tutta la sua carriera.
La missione che l'avrebbe finalmente innalzato agli occhi del padre.

-Tuo figlio è come te.- cominciò Etemon -Si gasa subito.-
-Vero.- ribatté Metalseadramon sorseggiando dell'acqua da un grosso bicchiere di carta con la cannuccia.
-Sgrunt...- ringhiò il pierrot
-Ma che hai? Ogni volta che si parla di lui, ringhi! Ti sembra normale?- continuò Metalseadramon
-Affari miei.-
Il drago d'acqua fece per ribattere, ma un'occhiata di Mugendramon lo fece desistere.
-Concentriamoci sul piano.- disse il drago nero.
Tutti annuirono.

Il pavimento e il soffitto si aprirono e apparve un grande telescopio che puntava verso l'alto.
I troni si disposero dietro di questo e i Dark Masters si apprestarono a guardare le immagini che cominciavano a sfilare davanti a loro.
-Forse era meglio fare i pop corn. -disse Pinocchimon.
- Già... Forse...- ribatté Etemon -Zucchero o cioccolato?-
-Zucchero fa schifo.- disse Pinocchimon
-Ma sei scemo nanerottolo? Con lo zucchero sono buonissimi.-
-Non si potrebbe farli col sale? Le cose dolci non mi piacciono.- chiese Metalseadramon -E fanno ingrassare.-
Vamdemon alzò gli occhi al cielo.
Mugendramon scosse la testa.
-Purtroppo Gennai è appiccicato a Ylenia, quindi non possiamo rapirla. Non se lui è lì.- disse Piemon.
Davanti ai suoi occhi scorrevano le immagini dei digiprescelti intenti a tornare nelle loro case e Gennai stava affianco a Ylenia.
-Accidenti.- cominciò Devimon -Ma non potremmo...-
-No. Si metterebbe in mezzo ad ogni costo e io non voglio che... Insomma...-
Annuirono. Sapevano come stavano le cose.
-Hai istruito Kokueimon al riguardo?- chiese il pierrot al vampiro.
Vamdemon annuì.
-Tranquillo. L'ho fatto. Anche se questo complicherà le cose.- disse indicando lo schermo.
Le immagini erano cambiate.



Intanto, ad Odaiba, precisamente a Palette Town...

-Scusate il ritardo!-disse Yamato.
-Era ora!- ribatté un ragazzo moro andandogli incontro.
-Gabumon!!-esclamò un ragazzo rossiccio.
Gabumon si nascose dietro Yamato.
-Uffa! Perché da Yamato ti fai coccolare??-
- Perché Yamato non mi arruffa il pelo come fai tu, Yutaka!- ribatté il digimon rettile.
-Sei in ritardo e paghi da bere.- fece un ragazzo con i capelli azzurri e gli occhiali.
-Non essere così antipatico, dopotutto tu arrivi sempre in ritardo e non sei ancora sul lastrico.- ribatté Yamato.
Tutti si fecero una risatina.
-Yamato sei arrivato, finalmente!- esclamò un uomo sulla trentina. Era il loro manager, nonché collega di Hiroaki Ishida. Quello sempre un po' agitato con occhiali e bandana.
-Ehm... Ci scusi se ci abbiamo messo tanto...- disse il digiprescelto dell’Amicizia, poi notando che tutti non facevano che guardare l'uomo che lo accompagnava, si decise a presentarlo.
-Lui è mio zio. Gennai Ishida.-
-Piacere.- esclamò sorridendo.
Tutti fecero le dovute presentazioni e si apprestarono a raggiungere la base dell'enorme ruota panoramica che li sovrastava.

°

-Accidenti... Quel furbone... Sarà lui o uno dei suoi cloni? Metalseadramon, riesci a leggergli nel pensiero?-
-Scherzi?- chiese il drago ingurgitando acqua -Da questa distanza è impossibile, ma tu non riesci a riconoscerlo?-
Piemon sospirò.
-Purtroppo no. Non per questo Hogan, Josè, Ilya, Benjamin e Jackie sono cloni di Gennai. Sono uguali in tutto e per tutto.-
Ci fu un sospiro generale.
"Gennai sei un idiota!" pensò Piemon pieno d’astio.

°

-Eccola là!- esclamò il manager e si diresse verso una ragazza dall'aria un po' smarrita.
-E' lei la dolce stellina a cui hai dedicato Tobira?- chiese l'occhialuto
Yamato arrossì.
-Piantala Akira!-
-Oooh... Siamo timidi per caso?- chiese il castano.
-Takashi, ti ci metti pure tu?-
-Dai Gabumon, fatti coccolare!- disse invece Yutaka.
Silenzio.
-Che ho detto?-
-Niente.- disse Takashi sospirando.
-Ragazzi!- il manager attirò la loro attenzione -Lei è Azusa Miwakochan. Mi raccomando, comportatevi bene con lei.-
-Lieta di fare la vostra conoscenza.- disse la ragazza arrossendo per l'emozione e facendo un educato inchino.
Era alta, ben formata fisicamente, la pelle chiara e un accenno di lentiggini. I lunghi capelli castani erano raccolti in due trecce che le ricadevano lungo la schiena fino ai fianchi.
Gli occhi verdi erano nascosti dietro un paio d’occhiali dalle lenti sottili ma dalla montatura piuttosto grande, seppur fine.
Indossava un top bianco con le maniche a palloncino, con i laccetti che si chiudevano a formare delle X sul petto.
Una gonna verde elettrico mostrava le lunghe gambe slanciate e ai fianchi aveva una cintura verde con applicate minuscole borchie.
Scarpe da basket verdi completavano il tutto insieme con uno zainetto monospalla, sempre sul verde.
-Piacere!- risposero i ragazzi restituendo l'inchino.
-Sono così felice di incontrarvi!- esclamò -E ovviamente sono felice di incontrare anche te, Gabumon-san!-
Gabumon arrossì e si massaggiò la testa imbarazzato.
-Così mi fai arrossire!-
La ragazza sorrise.
Chiacchierarono un poco e poi decisero di salire sulla ruota.
Entrarono in una delle cabine e si accomodarono.
Il manager, che era pur sempre un giornalista, tirò fuori la sua videocamera. Un gioiellino capace di riprodurre immagini ad alta definizione nonostante le piccole dimensioni.
-Se non vi dispiace vorrei immortalare alcuni momenti di questa gita.- disse
Gabumon arrossì
-No no! Non mi riprenda!-
-Dai Gabumon, dici cheese!- esclamò Yutaka mettendogli un braccio intorno alle spalle e costringendolo a voltarsi verso la camera.
-Yutaka, dai lascialo in pace.- disse Yamato, guardando rassegnato il batterista ''torturare" il suo migliore amico.
-Ma io mi diverto un sacco a stuzzicarlo!- rispose il rosso.
La ragazza rise divertita.
I TeenAge Wolves erano da sempre i suoi idoli, non perché fossero belli o famosi, ma perché veri.
Quando aveva sentito la notizia che avrebbero cambiato nome, si era sentita molto giù, come centinaia di altre fan, le sembrava che il gruppo stesse risentendo di trovate pubblicitarie o di espedienti per raggiungere maggiore notorietà, ma leggendo le interviste si era ricreduta.
Yamato, Takashi, Akira e Yutaka avevano cominciato a suonare quasi per gioco e in poco tempo si erano trovati in testa alle classifiche.
E il nome della band forse poteva andare per un gruppo di 14enni, ma non per quattro diciassettenni cresciuti un po' troppo in fretta.
Yamato aveva affermato anche, che tutti i membri erano affezionati al vecchio nome del gruppo e perciò ne avevano scelto uno che lo ricordasse.
Unendo le iniziali del precedente nome, era venuto fuori: TAW.
Suonava bene...
Azusa raccontò di quando, disperata per una futura operazione agli occhi, aveva mandato una cassetta a Yamato, confessandogli di essere innamorata della loro musica e di come le loro canzoni fossero capaci di scuotere il suo animo e darle coraggio.
Tutti la ascoltavano rapiti, contenti che la loro musica non servisse solo a far esaltare migliaia di fan urlanti e impazzite, ma anche a portare coraggio e speranza nei cuori.


°



-Bene signori.- disse Vamdemon -Che lo spettacolo abbia inizio!-

°


La ruota aveva cominciato a girare da un po' e procedeva col suo solito ritmo, rilassante. I passeggeri potevano ammirare il quartiere di Odaiba e buona parte di Tokyo dall'alto. Era tranquillizzante e divertente.
Gennai cominciò a pensare che forse non c’era da preoccuparsi. Forse la sua era solo un’impressione.
Non erano spiati e Piemon non aveva deciso che fare.
Ma pensandoci bene quest’ ultima ipotesi non calzava.
Piemon sapeva sempre cosa fare.
Lo conosceva bene. Era un digimon dalle mille risorse, capace di convertire a suo favore una situazione spiacevole.
Non si sarebbe mai lasciato scappare l’occasione.
Il digiprescelto dell’ Amicizia, quasi solo e indifeso.
In pratica era un invito a farsi avanti.
Doveva stare in guardia.
Non doveva preoccuparsi per Ylenia.
Con lei c’era Hogan e sicuramente nessuno avrebbe notato la differenza tra lui e il suo clone.
Nemmeno Piemon, di conseguenza, non si sarebbe azzardato ad agire allo scoperto col rischio di ferirlo.
“Già… Dopotutto noi siamo ancora amici… vero?”

Nel frattempo a terra un’ombra scura si staccò dall'ombra alla base della ruota e cominciò a salire la stessa, puntando alla cabina dove stavano i TAW, il loro manager, Gabumon, Gennai e Azusa.
"Niente di più facile." pensava Kokueimon "Evitare Gennai e colpire il moccioso con un colpo secco, pulito. Niente sangue, niente scene cruente... Solo la morte che lo raggiungerà silenziosamente... come un'ombra."
Il digimon, ancora trasformato in ombra, si trovava proprio sopra la cabina desiderata.
Entrò silenziosamente e piano attraverso le fessure e si unì all'ombra dell'Ishida, che conversava allegramente coi suoi amici, tentando “disperatamente” di salvare Gabumon dalle grinfie del batterista.

-Dai, lascialo!-
-Nooo! Regalamelo Yamato!-
-Aiutami Yamatoooo!- piagnucolò Gabumon, troppo timido per sopportare quelle attenzioni.
Azusa sorrise divertita guardandoli.
Kokueimon era molto vicino a Yamato.
Poteva ucciderlo subito, ma per qualche motivo, non se la sentiva di agire.
Forse era la presenza di Gennai a ostacolarlo o forse era quella ragazza…
Non lo sapeva, ma si sentiva uno stupido.
Pensò che doveva sbrigarsi.
A Digiworld qualcuno non sarebbe stato contento di quell’esitazione.
Fece due respiri profondi.
Osservò Yamato.
Era un moccioso, molto più piccolo di lui.
Non sentiva alcun potere provenire dal suo corpo, tanto meno si sentiva minacciato da lui.
Ma davvero sarebbe stato un pericolo?
“Bah… Che mi importa… Se lo uccido, tutto ciò che ho sempre desiderato si avvererà.”
Osservò Gennai.
Era sorridente, chiacchierava, ma era vigile.
Doveva stare attento,perché tra gli insegnamenti di Vamdemon, ufficialmente il suo tutore, c’era una regola “ Solo Piemon può attaccare Gennai.”
Non ne capiva il perché, ma se quello era il volere del padre, non c'era neppure da discutere.
Gennai non andava attaccato.
Ma in quella missione c’era il rischio che si mettesse in mezzo, così gli era stato concesso di metterlo fuori combattimento,ma solo se necessario e senza ferirlo troppo.
Per fare felice suo padre, doveva uccidere il digiprescelto senza che Gennai potesse fare nulla, in modo da non coinvolgerlo e lasciarlo illeso.

-Oddio, sono così felice di avervi conosciuto di persona!- esclamò la ragazza, distraendo anche il digimon dai suoi pensieri. -Posso… Posso farvi delle domande… personali?-
I TAW si guardarono.
-Ma sì, come vuoi!- esclamò il manager.
-Ehm… Se non vi dispiace….-
-Ma no, ma figurati!- esclamò Takashi
Lei sorrise timidamente e arrossì un po’.
Si senti un po’ stupida per il fatto di avvampare così di fronte a quattro ragazzi più piccoli di lei di due anni, ma non ci poteva fare nulla.
-Siete fidanzati?- chiese a capo chino e il volto rosso.
I quattro si guardarono imbarazzati.
Dovevano aspettarsela questa domanda.
Tutte le fan la facevano e nelle interviste era la prima cosa che gli veniva chiesta.
Ma evidentemente, le fan volevano sentirselo dire di persona.
-Si.- rispose Yamato.
-Anche io.- gli fece eco Takashi.
-Io mi vedo con una persona, ma non stiamo insieme.- disse Akira, grattandosi la nuca.
-Io no,ma se vuoi possiamo rimediare!- esclamò il batterista, che a quanto pare, era il clown del gruppo.
Kokueimon digrignò i denti come il rosso prese le mani della ragazza.
Gli dava fastidio e non sapeva perché.
E il non saperlo gli dava ancora più fastidio.
“Ora basta perdere tempo! Se voglio che mio padre mi riconosca come figlio devo ucciderlo!”


°


-Che noiaaaa!- Pinocchimon si dondolò sul suo trono -Ma quando lo fa fuoriiiiii???-
-Abbiate pazienza.- rispose Vamdemon -Deve approfittare del momento giusto.-
Il vampiro guardò il clown che era occupato a guardare nervosamente lo schermo.
Apparentemente sembrava che non fosse preoccupato per nulla, ma Vamdemon sapeva cogliere i segni.
Braccia incrociate e gambe accavallate per non gesticolare nervosamente e sguardo serio e fisso.
Quando le situazioni erano di bassa rilevanza o in ogni caso non così delicate, il clown sorrideva.
Ma una cosa nessuno poteva decifrare: il sentimento che Piemon provava verso suo figlio.
Nessuno di loro, nemmeno Metalseadramon e Vamdemon, che erano capaci di leggere il pensiero, potevano conoscere il motivo di tanta preoccupazione da parte del pierrot.
Era preoccupato che Kokueimon dimostrasse di essere degno delle aspettative di un padre o temeva che ferisse Gennai lasciandosi prendere dalla foga?
O peggio, era più importante che uccidesse il moccioso?
Vamdemon non aveva mai sopportato i drammi familiari, per questo aveva steso la sua ala protettrice su Kokueimon occupandosi della sua formazione insieme a Devimon, Pinocchimon e…
-Ma quanto ci metteeeeeee!- piagnucolò ancora Pinocchimon.
-Ma insomma marmocchio! Piantala di starnazzare!- esclamò Etemon
-Perché? Se no cosa mi fai?- gli rispose il burattino puntandogli una pistola alla testa.
-Vacci piano moccioso! Manco la sai usare una pistola!-
Una serie di spari fece ricredere lo scimmione che si trovò a dover schivare proiettili in puro stile matrix.
-L’hai voluta tu! Etemon kyuukyoku shin… -
-Adesso basta.- ordinò Piemon interrompendo l'evoluzione.
I due contendenti si sedettero l’uno affianco all’altro in silenzio, lanciandosi occhiate truci e omicide.


°



I ragazzi continuavano a parlare, ridere e scherzare, ma Yamato notò che Gabumon e Gennai erano piuttosto tesi.
La pelliccia di Gabumon sembrava più ispida del solito e non dipendeva di certo dalla strapazzata del batterista. Gli occhi nervosi percorrevano il locale.
-Cos’ hai, Gabumon?- gli sussurrò il suo partner
-C’è qualcosa… non so cosa…-
Kokueimon rimase fermo.
Non poteva farsi scoprire.
Era noioso, ma lui era il maestro delle ombre, il più adatto nell’assassinare le persone senza che queste se ne accorgessero.
Avrebbe potuto ucciderli tutti staccando la cabina dalla ruota, ma c’era Gennai… e c’era quella ragazza.
Il digimon non capiva perché, ma sentiva nei suoi confronti un forte senso di protezione. Gli sembrava di conoscerla nonostante non l’avesse mai vista.
Non voleva ferirla e non voleva che fosse lì ad assistere.
Ma doveva uccidere il Digiprescelto.
Doveva.
E l’avrebbe fatto, perché di lui non gli importava nulla.

-Qualcosa?- chiese Yamato.
Rimase in silenzio.
Gli altri lo guardarono meravigliati.
-Che c’è?- gli chiese Takashi.
Non rispose. Rimase in ascolto, come a percepire qualcosa.
Ora che Gabumon gliel’aveva fatto notare, sentiva quasi un ronzio. E non era la prima volta.
Ogni volta che un digimon pericoloso era nelle vicinanze, sentiva questo ronzio, ma non ci aveva mai fatto troppo caso,anche perché non ne aveva mai avuto il tempo.
Non avevano tempo di fermarsi a riflettere i bambini prescelti, durante la loro prima avventura.
Dovevano stare vigili, guardarsi perennemente le spalle e scattare, fuggire, combattere i nemici che calavano su di loro all’improvviso cercando di ucciderli.
Le orecchie gli fischiavano sempre per i boati e le esplosioni e lì per lì non faceva caso al fatto che il ronzio cominciasse poco prima degli attacchi.
Suggestione o no, il suono era sempre più forte e fastidioso.

Kokueimon non poteva attaccare.
Voleva ma non poteva.
“Una mossa falsa e va tutto a farsi fottere!” pensò “Aspetterò che il ragazzo rimanga solo. Un attimo soltanto. E sarà mio.”


°

-Ma Kokueimon sta dormendo???- grugnì Pinocchimon
-Non può attaccare adesso, verrebbe scoperto.- disse Mugendramon, pazientemente.
-Si ma che noiaaaaaa! Se non fosse per quel fottuto deficiente di Gennai!!! Grrrr. Mi rovina tutto il divertimento, vero, Piemon?-
Piemon annuì.
-Proprio non puoi fare a meno di mettermi i bastoni tra le ruote, eh?- disse rivoltò verso lo schermo che inquadrava Gennai.


°


Nella cabina era calata un po’ di tensione, ma fortunatamente, il giro era finito.
La cabina scese ed era giunto il momento per i suoi ospiti di uscire.
Yutaka aiutò Azusa, poi scesero Akira, Takashi e il manager.
L’ombra di Yamato si innalzò dal terreno e colpì Gabumon alle spalle. Il digimon sbatté sopra Gennai e i due caddero dalla cabina, che per fortuna era ferma e ad appena un metro da terra.
-Ma cosa?- il digiprescelto ebbe appena il tempo di porsi questa domanda che una mano d’ombra gli tappò la bocca. Lo sportello della cabina si chiuse davanti a lui e l’intera struttura cominciò a muoversi ad alta velocità.
La gente urlò dalla sorpresa e dal terrore.
-YAMATO!- urlò Gabumon.
-Dannazione! Non sono riuscito a evitarlo!- ringhiò Gennai. Saltò e cominciò a correre salendo lungo la ruota, cercando di raggiungere la cabina che nel frattempo si era portata sulla sommità.
Yamato tentò di liberarsi, ma la sua stessa ombra glielo impediva.
Gli chiudeva la bocca per non urlare e gli bloccava i movimenti avvolgendosi intorno al suo corpo.
Un forte dolore cominciò a propagarsi nel suo corpo. Qualcosa di acuminato spingeva lungo la sua schiena penetrandola. Una lama d’ombra stava cercando di raggiungere il suo cuore.
Le lacrime gli offuscarono la vista.
Come tre anni prima con BelialVamdemon.
“Non voglio morire!” pensò.
Non voleva.
Non dopo aver realizzato il suo sogno più grande: la sua famiglia unita di nuovo.
Cosa poteva desiderare di più se non potersela godere?
E poi c’era Sora.
L’amava, voleva starle accanto, perché no, sposarla, avere dei figli da lei.
Figli…
Un figlio l’aveva…
L’aspettava a Digiworld.
Gli aveva promesso che sarebbe tornato e che l’avrebbe protetto da chiunque avesse tentato di fargli del male.
Se fosse morto, non avrebbe potuto mantenere quella promessa proprio ora che Digiworld, e di riflesso il piccolo, era in pericolo.
Non doveva morire.
“ Non devo! Non voglio! Reseph, Takeru, Ylenia, Mika, Sora, Gabumon… NON VOGLIO MORIRE!!! gridò mentalmente.
-Che diavolo???- esclamò Kokueimon sorpreso.

“Per cosa ti spingi a tanto, Piemon?”

La ruota vibrò. La gente gridò in preda al panico.
Gennai smise di correre guardando la cabina che si era fermata sulla sommità.
Aveva avvertito lo sprigionarsi di una forza oscura che non conosceva, anche se solo per pochi istanti.
Poi più nulla.
Le cabine erano ferme.
E nonostante la gente urlasse, nell’aria non c’era più quella sensazione di oppressione.
Ricominciò a correre verso la cabina e aprì lo sportello.
-Yamato! Rispondi!- esclamò. Il digiprescelto dell’Amicizia giaceva sul pavimento privo di sensi. Gennai gli portò due dita sulla giugulare. Pulsava ancora.
Lo scosse.
-Yamato, svegliati!-
Il ragazzo aprì piano gli occhi.
- Meno male.- emise debolmente l’essere digitale.
Il ronzio se n’era andato. Si respirava un’aria tranquilla e priva di tensione. Yamato richiuse gli occhi nuovamente e sospirò, quasi a cercare rigenerazione dalla spossatezza che l’aveva preso.
“Sono ancora vivo?” si chiese “Ma come mai?”
Non c’era traccia di quel digimon.
L’aveva visto, ma solo per pochi istanti.
Troppo poco per mettere a fuoco i dettagli.
L’unica cosa che ricordava erano gli occhi rosso sangue che rassomigliavano incredibilmente a quelli di qualcun altro. Ma non ricordava di chi.



°


-Devi dirmi qualcosa Kokueimon?- ringhiò Piemon al digimon che lo guardava dal basso.
Kokueimon era tornato a Digiworld e stava inginocchiato davanti a quello che doveva essere suo padre, ma che dal comportamento non lo sembrava affatto.
Non capiva perché fosse così duro con lui tanto da non permettergli neanche di chiamarlo “padre”.
-La missione non è terminata come previsto.- disse alzando il capo. Piemon lo guardò furente.
Scese dal trono gli si avvicinò velocemente.
-Ti ho insegnato a fallire?- gli urlò pronto a colpirlo.
-Con tutto rispetto… - cominciò -La missione non è fallita.-
Piemon si bloccò.
-Spiegati.-
-Quando ho colpito Yamato Ishida, dal suo corpo è scaturita una forza spaventosa, anche se solo per un attimo. Le mie forze se ne sono andate per poco tempo e Gennai si stava avvicinando.
Sono andato via, ma l’obbiettivo è stato comunque raggiunto, grazie alla Doku Kage.-
Piemon annuì.
La Doku Kage, l’Ombra Velenosa, era una delle mosse più letali di Kokueimon, il cui effetto variava da persona a persona o da digimon a digimon.
-Quanto gli resta?-
-Meno di ventiquattro ore.- disse
Piemon gli diede le spalle.
-Allora, se tutto va bene, fra meno di ventiquattro ore faremo un ricevimento. E sai cosa significa?-
Kokueimon annuì.
Piemon l’avrebbe finalmente riconosciuto come figlio davanti a tutti i suoi uomini.
Non sarebbe stato più solo il Generale delle Ombre, il guerriero scelto, il più potente dopo i Dark Masters. Il sogno di quando era solo un piccolo Mokumon si sarebbe finalmente avverato.
Meno di ventiquattro ore…
Lasciò la sala e si diresse verso il giardino.
Là lo aspettava una figura femminile, intenta ad affilare le unghie già taglienti e appuntite.
-Madre.- le disse.
La digimon si alzò e gli andò incontro prendendogli le braccia muscolose tra le mani.
-Com’è andata?- gli chiese
-Fra ventiquattro ore, sarò suo figlio.- lei sorrise.
Si mise a sedere sul bordo della fontana e invitò Kokueimon a sdraiarsi poggiando la testa sulle sue gambe.
Lui obbedì, leggermente imbarazzato.
Sua madre era forse la creature più strana che conoscesse, dopo suo padre, si intende.
Era dolce e comprensiva, ma di fatto lo era solo con lui. In realtà era una furia cieca, crudele e sadica.
Eppure non era sempre stato così.
LadyDevimon, come i Dark Masters, non era sempre stata la sadica dark lady che tutti conoscevano.
In un passato lontano aveva gioito e si era disperata anche lei.
Ma quei ricordi erano troppo tristi da ripercorrere e lei preferiva ricacciarli negli abissi della sua mente piuttosto che soffrire ancora rammentandoli.
Non voleva più ricordare.
Gli faceva troppo male ripensare ai giorni in cui lei e Piemon erano felici e stavano insieme.
Ora era solo un lontano sogno malinconico.
Quando incrociava il suo sguardo, i suoi occhi piangevano.
Kokueimon se ne accorgeva, nonostante la donna mascherasse la sua tristezza dietro una maschera maligna.
Il volto sorridente e gli occhi rosso sangue sprizzavano malvagità e amore per il sangue, ma lui leggeva la malinconia per aver perso una delle persone a lei più care.
Piemon era cambiato, non era sempre stato così duro e indecifrabile. Certo era sempre stato cattivello, enigmatico e tutto il resto, ma lei riusciva a cogliere le sfumature nei suoi gesti.
Dopo quella battaglia nulla era più come prima.
Nemmeno lei.
La Superbia era il veleno che li aveva corrotti.
E Piemon non pensava ad altro che a se stesso.
Troppo orgoglioso per vedere i suoi sbagli.
Troppo orgoglioso per riconoscere l’importanza delle persone che lo circondavano.
Troppo preso da sé per amare lei e suo figlio.
Kokueimon non era previsto.
Era stato un attimo di debolezza del clown.
L’alcool, la rabbia, la tristezza, troppe forze avevano agito insieme per spingerlo a compiere quel gesto.
Era la prima volta dopo tanto tempo che consumavano la loro unione.
Tantissimi anni.
E mentre la stringeva a se, LadyDevimon aveva intravisto il Piemon che conosceva. Che amava. Dal quale aveva sempre desiderato avere dei figli.
Probabilmente anche solo per un istante Piemon aveva pensato la stessa cosa.
Perché quel figlio era arrivato.
Kokueimon era un dono del cielo per la donna, che non aveva mai capito invece il perché Piemon non sopportasse l’idea di essere padre.
Forse la Superbia che lo avvelenava, gli impediva di vedere oltre l’idea che quella piccola creatura che ogni giorno lo guardava piena di ammirazione e affetto, potesse un giorno desiderare di prendere il suo posto e togliergli tutto.
-Madre… Stai piangendo… - le sussurrò Kokueimon asciugando le lacrime che le colavano lungo la maschera di pelle.


-Ora dobbiamo solo aspettare che i digiprescelti tornino a Digiworld.- disse Vamdemon

-Rimarranno leggermente delusi.- fece Devimon
-Solo leggermente?- chiese sarcastico Metalseadramon, poi sospirò -Questo mondo ormai è partito.-
-Lucemon ha cominciato a darsi da fare.- ribatté Mugendramon.
-Ma se pensa che noi ce ne staremo con le mani in mano, si sbaglia.- disse Piemon. -Appena i Digiprescelti torneranno a Digiworld, prenderemo la Chiave della Luce, e metteremo fine alla maledizione.-
Tutti annuirono.
“Dannazione. Se davvero Kokueimon ha infettato la Chiave delle Tenebre, le cose si mettono male. Devo informare al più presto Lucemonsama.”
-Dove vai Piemon?- chiese Pinocchimon.
Il clown si levò la maschera e si massaggiò le tempie.
-Mi scoppia la testa. Credo che andrò a riposare un po’. Pensate voi al resto.-
Uscì dalla sala.
Gli altri si guardarono leggermente stupiti.
Da un po’ di tempo a quella parte Piemon si comportava ancora più stranamente del solito
-Quelle emicranie cominciano davvero a preoccuparmi.- disse Vamdemon
-Potrebbe essere la tensione.- ribatté Etemon.
Nessuno rispose. Tensione o no, qualcosa non quadrava, solo che nessuno riusciva a focalizzare cosa.





Fine Capitolo 4





Palette Town è la zona di Tokyo dove c'è la ruota panoramica!!!!!!!

Ed eccoci al quarto capitolo!!! Sono contentissima che la fic piaccia, e spero continuiate a seguirla ^^
Da questo capitolo cominciano le rivelazioni (penso) sconvolgenti. Piemon lo preferisco con Vamdemon, ma troppo yaoi nuoce alla salute XD
Ma da principio pensavo che Kokueimon avesse bisogno di una mamma... poi ehm... visto successivi accadimenti... non era necessario... ma per me lei è l'unica madre possibile per Kokueimon. Punto. La vita sentimentale di Piemon è complicata U.U
Lui e Vamdemon avranno sempre e comunque un legame speciale per me.
Mmm... Vediamo che altro dire... Ah, si. Hogan e Josè dovrebbero essere i veri nomi di Eukalin e Cosé. Hogan lo trovo fantastico come nome. Mi sembra il nome adatto per un macho O_O non so voi.



Edit dell'ultimo minuto: e invece pare che il vero nome fosse Eukalin... beh, diciamo che dopo che l'ho chiamato Hogan per tanti bellissimi mesi, lo lascio così, adoro quel nome XP

....

Adoro come Gabumon chiama Yamato in giapponese, non so se voi avete notato, ma allunga sempre la o finale XD
Ultima cosa: ho messo su deviant art un disegno su Kokueimon. Il titolo è ''Lord Knightmon's love XD" e il mio nick è "kymyit"  anche lì (anche se per anni sono stata "bucciarati". Se siete curiosi, andate, mi farebbe piacere (ma attenti >_> potreste rimanere sotto shock per la vista di certi disegni)

Ok, passiamo alle recensioni, che è meglio!!!! ^^


beccacina: Grazie, sono contenta ti sia piaciuto ^^
Echo: Che mondo sarebbe senza Mamoru? E' come la nutella, non riesco a fare fic senza di lui ormai U_U
Eden89: Vedo che ti ho messo su di giri XD
chrystal: Grazie. Disegno messo U_U come promesso (fa anche rima) Yamarin è semplicemente un modo stupido di chiamare Yama, ormai mi viene di farlo chiamare così persino dai nemici XD


Recensite, mi raccomando ^_-




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Capitolo 5
*** 5: Addio? ***




Capitolo 5: Addio?


Non è facile lo so ma sento che
(Questo è) è un addio
Non è facile per me ma sento che
(Questo è) è il mio addio
(Addio, Finley)



Nel frattempo che Gennai e Yamato si trovavano sulla ruota panoramica a Palette Town, i digiprescelti avevano fatto ritorno nelle loro case.
Erano tutti molto pensierosi e cercavano dentro di se le parole per comunicare ai genitori la loro prossima partenza, per quella che era sicuramente la battaglia più impegnativa delle loro vite.
-Siamo tornati.- disse Ylenia entrando in casa.
-Neesan! Niisan! Oniichan! Bearmon! Gabumon! Patamon! - saltellò Mika andando verso la porta d'ingresso. -Uh? Dove sono Niisan e Gabumon?- chiese
-Ciao!- esclamò Ylenia e massaggiò la testa della sorellina - Yamachan non c'è, ma torna fra un po'.-
-Però c'è una sorpresa per te.- disse Takeru.
Dietro di lui avanzò Hogan.
-Lei è...- cominciò Natsuko vedendo l'uomo.
-Non sono Gennai, se è quello che pensa.- la anticipò, poi le prese la mano e la baciò -Il mio nome è Hogan, sono uno dei cloni di Gennai.-
-Ah...- Natsuko annuì, leggermente confusa. Hogan rivolse lo sguardo a Mika.
-E così saresti tu la principessina di cui mi hanno tanto parlato.-
-Io una principessa?-
Hogan annuì -Esatto. E per una principessa così carina, ci vuole un regalo speciale.- a quelle parole, fece il suo ingresso nella casa Bakumon.
La piccola digimon entrò nell'abitazione un po' titubante.
-Un digimon!- strillò Mika saltellando per l'emozione per poi lanciarsi su di lei. -E' mio????-
-Vorrai dire mia. E' una femminuccia.- le sorrise -E da oggi ti farà compagnia.-


-Cosa??- esclamò la signora Motomiya
-Purtroppo è così mamma. Anche a noi non piace l'idea,ma dobbiamo farlo.- rispose Daisuke.
Appena tornati a casa i fratelli Motomiya avevano raccontato ai loro genitori della loro missione a Digiworld, o meglio di quello che sapevano di quella missione.
C'erano molti punti oscuri e anche un bambino piccolo sarebbe stato capace di accorgersene.
Gennai aveva preso molte precauzioni e questo rendeva la situazione delicata e pericolosa.
La madre di Daisuke e Jun cominciò a porre loro infinite domande, giustamente, ma della metà non ricevette risposta.
Non conoscevano neanche loro tutta la verità, ma una volta a Digiworld, Gennai li avrebbe messi al corrente di tutto.


Cominciò a frugare per tutta la casa in cerca di cose utili: bende, medicinali, carta igienica (la vecchia cara carta igienica che li aveva seguiti durante il primo viaggio a Digiworld,contro i Dark Masters, sorrise al pensiero di quell' idea così ingenua che gli era venuta quella volta. In un certo senso, se un digimon come Ogremon era passato dalla loro, era anche merito di quella carta così poco nobile. Gli scappò un altra risatina) cibo in scatola, scalda mani (dovette mettere a soqquadro la casa letteralmente, dato che era estate inoltrata) corde, due coperte, non si sa mai, giubbotto, bloc-notes...
-Ehm... Jou... Vuoi metterci anche una bicicletta in quella borsa?- il digiprescelto dell'Affidabilità si voltò e incrociò lo sguardo del suo partner che gli indicava la borsa pronta ad esplodere
-Mmmh... Forse ho esagerato...-
-Forse?-
Jou rimase pensieroso -E' che non sappiamo... cosa ci aspetta...-


-E nonostante ciò vuoi andare lo stesso?! E se ti succedesse qualcosa?- esclamò la signora Tachikawa
-Tesoro, calmati...- cercò di tranquillizzarla il marito
-Calmati un corno! Mimi, Palmon! Non voglio che vi succeda qualcosa!-
-Mamma...- cominciò Mimi, non sapeva proprio che dire. Qualunque cosa avrebbe detto, avrebbe contribuito a far agitare sua madre.
-Proteggerò io Mimi!- esclamò Palmon, portando le zampette al cuore -A qualunque costo!-
La signora Tachikawa fissò prima Palmon, poi sua figlia, poi si abbracciò al marito scoppiando in un pianto dirotto,peggio di prima -Visto che è pericolosoooooo.....-
Sulle teste di Mimi e Palmon si formò la solita gocciolina che indicava lo stupore o lo shock (in questo caso, la seconda opzione).
-Scusa...- sussurrò Palmon
-Non è colpa tua.- le sorrise Mimi e si precipitò da sua madre cercando di rassicurarla.


-State attenti, vi prego.-
Annuirono.
-Stai tranquillo, papà.- disse Ken -E tu in particolare, mamma.- continuò osservando sua madre che lo osservava con lo sguardo malinconico sulla porta della sua stanza.La signora Ichijouji appariva leggermente più affaticata del solito. Il viso leggermente sciupato e stanco, ma nonostante tutto, appariva più bella.
-Mi raccomando, Umi, non fare affaticare la mamma.- il giovane Ichijouji accarezzò la testolina di una bambina alta quanto un soldo di cacio.
Aveva circa tre anni, Umi Ichijouji, sorella minore di Ken e Osamu.
-Ti.- annuì lei in risposta, stringendo tra le braccia Wormmon, contento di essere strapazzato di coccole.


-Vuoi che lo dica io a tua madre?- chiese il vecchio Chikara al nipote.
Iori annuì.
-Non capirebbe.- il digiprescelto si passò il ricevitore del telefono più volte tra la mani.
Sua madre, suo nonno, Seiko... Dovevano saperlo... Ma probabilmente nessuno dei tre avrebbe capito a fondo.
Nessuno avrebbe capito a fondo le sue preoccupazioni perché le ritenevano troppo grandi per un dodicenne.
-Iori...- cominciò Armadimon -Devi trovare la forza di dirglielo tu, altrimenti tua madre non riuscirà davvero a capirti.-
-Già... Lo so... Però...- così sarebbe stato più doloroso l'addio, specie da parte sua.


-Però cosa Miyako Inoue?- la signora Inoue si risistemò gli occhiali sul naso -Mi stai chiedendo di non preoccuparmi mentre tu e i tuoi amici andate in un mondo assurdo a farvi ammazzare!-
Miyako montò su tutte le furie -Questo a dimostrare che non mi ascolti mai quando ti parlo!- gracidò, ultimamente i rapporti con la madre erano particolarmente tesi, forse per il fatto che la digiprescelta si dimostrava più ribelle e desiderosa di libertà, aveva un ragazzo e non sopportava l'idea di subire il terzo grado dopo ogni uscita col giovane Ichijouji. Però era giusto che la madre si preoccupasse per lei, Miyako lo capiva, ma il suo carattere talmente cocciuto le impediva di chinare il capo e dire ''Hai ragione, mamma.''
-Miyako...- cominciò Hawkmon che assisteva alle sfuriate tra le due ogni giorno da un po' di tempo a quella parte, ma mai aveva sentito Miyako rivolgersi con tanto astio a sua madre.
-Io mi preoccupo per te!- esclamò la donna
-E secondo te io perché ci vado a Digiworld??? Per proteggere tutti voi!- sbraitò prima di uscire di casa sbattendo la porta, dirigendosi verso il negozio di alimentari a pian terreno.
-Mi dispiace...- balbettò il falchetto -Miyako sicuramente non voleva...- ma si interruppe osservando il viso della donna.
Gli occhi arrossati e lacrime pronte a rigarle le guance.
-Che male c'è a essere preoccupata per mia figlia?- riuscì a dire, soffocando i singhiozzi.

-Mamma, non preoccuparti per noi. Andrà tutto bene.- Koushirou aveva ripetuto quella frase almeno dieci volte, ma sua madre era ancora sotto shock. Non le piaceva l'idea che il suo adorato figlio rischiasse la vita, ma cercava comunque di non darlo a vedere, voleva mostrarsi fiduciosa nei suoi confronti, come aveva sempre fatto, ma questa volta era molto più difficile.
Koushirou sospirò e si rimise a trafficare al computer. Doveva liberarlo dalle cose inutili in modo da lasciare spazio per qualsiasi file o software, Gennai gli avesse passato.
Via la musica, via le foto, via qualunque cosa non servisse.
Trasferì i file sul computer fisso e cominciò a maneggiare con varie periferiche e penne USB, a questo punto potevano tornargli utili.
Mentre smanettava da un pc all'altro, il suo DigiTerminal prese a suonare.
Sollevato il piccolo display dell'apparecchio, Koushirou lesse un messaggio che lo lasciò profondamente angosciato.


-Sora,cos'hai?- chiese Pyomon all'amica mentre sistemava delle cose in una borsa.
-Non lo so. Sento un grande peso al cuore, ma non so perché... E' angosciante...-
Pyomon le si appoggiò ad una spalla -Stai tranquilla, pyo. Ci sono io con te.-
La rossa sorrise.
Pyomon sarebbe sempre stata con lei, vero,ma non era quello che la preoccupava maggiormente.
Improvvisamente il suo ragazzo era al centro di qualcosa di straordinario e rischiava di essere ucciso da un momento all'altro. Che poteva fare lei?
-Ti vedo abbastanza tranquilla.- scherzò il signor Takenouchi, rivolto alla moglie, intenta a sistemare dei fiori.
Un fiore cadde.
-Se anche mi agitassi...- rispose calma la donna raccogliendolo -... Non cambierebbe nulla.-
-Sora è una ragazza responsabile...- le fece eco il marito.
Lei annuì.


Annuì.
-Si. Gliel'ho detto, ma la mamma non l'ha presa molto bene.- Mamoru rispose a Elecmon. Già da qualche giorno aveva accennato a sua madre che sarebbe dovuto andare a Digiworld a combattere per la salvezza del mondo, ma ovviamente la donna non riusciva a comprendere fino in fondo la situazione. Era molto preoccupata per suo figlio e subito erano iniziate le discussioni con suo padre che non c'era mai.
-Credo che non mi sposerò mai.- disse prendendo una coperta.
-Perché?- chiese Elecmon
-Perché costruire una famiglia se poi non la si vive?-
-Ti riferisci a tuo padre?-
Annuì
-Ma non devi necessariamente seguire le sue orme, Mamoru.-
Mamoru si sedette sul letto.
-Io voglio seguire le sue orme... E superarlo... -
Elecmon lo guardò leggermente angosciato.
Conosceva la storia di Tsutomu.
Il suo partner si trascinava una ferita ancora sanguinante e non si sarebbe mai dato pace. Voleva che il mondo venisse purificato da ogni male. Ma era praticamente impossibile e Mamoru doveva rendersene conto al più presto.

-Non fraintendermi Taichi.-disse il signor Yagami.
Era ormai passata l'ora di cena. L'intera famiglia era davanti alla televisione, ma il quiz televisivo che trasmettevano in quel momento era l'ultimo dei loro pensieri.
-Non voglio dire che non mi fidi di te, di voi. Solo che tua madre ed io siamo preoccupati. Questo Lucemon che dovrete affrontare, non è come gli altri, l'hai detto tu stesso.-
Taichi annuì.
-Ma io e Tailmon proteggeremo Taichi e Hikari, vero?-
-Certo.- annuì la gattina.
-Lo sapiamo, ci fidiamo di voi, ma non possiamo rimanere qui in silenzio col sorriso sulle labbra.-
-Lo so. Ma cosa vuoi che ti dica?- Taichi si ficcò dei popcorn in bocca.
-Dovevate proprio dircelo oggi?-
-L'abbiamo saputo solo stamattina.- intervenne Hikari.
Il signor Yagami sospirò.
-Non voglio farvi la predica.- disse mettendo una mano sulla spalla di Taichi e una su quella di Hikari -Sono solo preoccupato, perciò cercate di fare del vostro meglio e tornate sani e salvi.-
Annuirono tristemente.
Odiavano dare tante preoccupazioni ai loro genitori, dopotutto, non avevano scelto mica loro di diventare digiprescelti. Per quanti lati positivi avesse esserlo, quando accadevano cose del genere, la cosa peggiore era sempre informare i propri genitori.
Troppo doloroso vederli angosciati.
"Ma perché... Perché devono andare?" la signora Yagami era intenta a fare i piatti. Li sciacquava nervosamente e altrettanto nervosamente li metteva nello scolapiatti seguendo il ritmo frenetico dei suoi pensieri. Aveva paura. Come aveva detto Taichi, questa missione era più pericolosa delle precedenti. In ogni missione i suoi figli avevano rischiato la vita forse più di tutti gli altri prescelti e ora... Ora dovevano tornare a combattere in un mondo selvaggio che non era neanche il loro. Non ce l'aveva con i digimon, Agumon e Tailmon ormai erano di famiglia, ma in fondo al cuore si chiedeva "Perché non ci pensano loro al proprio mondo?"


-Non hai una bella cera, Natsuko.- disse il signor Ishida porgendo alla moglie del caffè.
-Non sono riuscita a dormire stanotte.- rispose lei mettendoci lo zucchero e sorseggiandolo.
-E' comprensibile.-
-Hiroaki...- cominciò -Perché proprio i nostri figli?-
-Se non fossero stati i nostri, sarebbero stati quelli di qualcun altro.- rispose lui, apparentemente calmo e freddo.
Lei poggiò la tazzina sul tavolo e tenne la testa fra le mani -Ma perché Yamato e Ylenia? Non potevano affidare quei poteri a qualcun altro?-
-Sigillare quei poteri a Digiworld era molto più pericoloso.- si intromise Hogan.
Natsuko inarcò il sopracciglio, guardando l'uomo con sufficienza. La storia della loro famiglia era stata travagliata sin dall'inizio, senza che ci mettessero lo zampino dei digimon con manie di grandezza. Certo, ora Ylenia era insieme a loro e se non fosse successo ciò che era accaduto 17 anni prima, non sarebbe stata lì, ma una domanda ronzava in testa alla donna.
Insistentemente, come un martello d'angoscia quelle parole colpivano la sua mente. "E se morissero?"
Le mani le tremarono, tanto che stava per rovesciare la tazzina da caffè sul tavolo.
Hiroaki avvertì quel senso di smarrimento, era lo stesso che provava anche lui e si maledisse per essere un uomo, perché come tale non riusciva ad esternare appieno i suoi sentimenti e appariva distaccato e freddo.
Non poteva ricevere forza da qualcuno, doveva darla. E così fece, prendendo la mano della moglie e stringendola per rassicurarla.

-Yamato, cos'hai?- chiese Takeru al fratello.
Si erano svegliati abbastanza presto, per prepararsi per bene ad andare a Digiworld, ma mentre Takeru era completamente sveglio e veloce nel vestirsi e preparare le ultime cose, Yamato stranamente tardava.
Il biondo della Speranza guardò attentamente il fratello che sedeva sul bordo del letto.
Yamato sudava e ansimava ed era molto pallido.
-Yamato?- gli chiese. Anche Gabumon e Patamon cominciarono a preoccuparsi.
-Non... mi sento...molto bene...- biascicò il maggiore, prima di ricadere su un fianco.
E fu in quel momento che Takeru notò un strana macchia scura sotto la maglietta del pigiama.

°

Un bizzarro digimon varcò la soglia del salone, a passo lento e deciso, quasi calcolato. Davanti a lui, dall'altro capo della stanza, stava un trono completamente realizzato in oro bianco e sopra di esso, una figura minuta e aggraziata.
-Hai qualcosa di importante da dirmi, Piemon?-
Piemon, il leader dei Dark Masters, procedette ancora verso il trono, per poi inchinarsi dinanzi all'interlocutore.
-Purtroppo la situazione sta degenerando, Lucemonsama.-
Lucemon, il demone della Superbia, si mise ritto a sedere. Il suo aspetto era quello di un bambino biondo, dalla pelle rosea, gli occhi azzurri e le ali sulla schiena. Ben sei paia di ali sulla schiena e due alucce ai lati della testa. I capelli biondi ordinati in un grazioso caschetto, presentavano due ciuffi leggermente rialzati, sulla sommità del capo, come delle piccole corna. Indossava una tunica bianca che lasciava scoperta metà del busto e le gambe. Ai polsi e alle caviglie, dei grossi bracciali dorati. Sotto l'occhio e il braccio sinistro e sul petto erano tatuati dei simboli viola.
Nonostante l'aspetto innocuo, Lucemon era uno dei digimon più potenti mai esistiti. E per questo, anche uno dei più soli.

-Parla! Che avete combinato stavolta?-
-Non dica così, la prego.- rispose Piemon ridacchiando -Sa benissimo che non posso interferire con le azioni di quell'altro. Se lo facessi, mi scoprirebbero.-
-Tsk... Vai al dunque.-
-L'altro me, ha dato ordine a Kokueimon di uccidere Yamato Ishida, ovvero la Chiave delle Tenebre.-
-E....-
-Yamato Ishida è in pericolo di vita. Non gli rimangono che poche ore.-
-Non ci voleva proprio.- il piccolo angelo caduto prese a riflettere - Se morisse, il potere che ho acquisito con fatica, svanirebbe con lui. Piemon!- scattò in piedi esclamando il nome del demone clown.
-Si, signore?-
-Tienimi informato.-
Annuì, poco prima di lasciare la sala. La testa gli doleva. Si massaggiò le tempie. Non poteva continuare così. Se il suo altro se stesso fosse riuscito nei suoi piani, la maledizione di Lucemon sarebbe sparita, e così lui.
Forse un modo c'era per impedirlo, ma doveva stare molto attento.


Fine Capitolo 5







Bene signori, eccoci al 5o capitolo, che come gli altri non presenta scene d'azione (arriveranno, ve lo prometto).
Ho cercato di collegare le varie scene le une con le altre, spero che l'effetto sia stato gradito.
Per chi se lo sta chiedendo Seiko è la bambina che Iori ha incontrato in quell'ospedale, quando MarineDevimon ha cominciato a fare danno.
E si, Iori ha trovato la ragazza prima di Daisuke XD
Comunque il nome Seiko gliel'ho messo io, che il vero non lo so.
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento U_U e grazie a chi legge, recensisce e mette fra i preferiti la storia ^^


Bene, ora passiamo alle recensioni.


crhystal: Grazie ^^ Non abituarti all'idea di LadyD. dolce e depressa U_U
Eden89: Lo scoprirai presto. Eh si, Yama ha un figlio e l'ha avuto durante la prima serie, i dettagli nel corso della storia ^^
Echo: Si, Yama ha un figlio U_U ma aspetta prima di strozzarmi XD Ti posso spiegare.


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Capitolo 6
*** 6. Padri e Figli. ***



TonosamaGekomon: ShogunGekomon
Yukidarumon: Frigimon



Capitolo 6: Padri e figli


C'è un tempo per cambiare
Amare e poi soffrire
E lentamente crescere
Da soli
(Vivere normale, Roby Facchinetti)




Gennai aprì il varco non appena Hogan lo informò di quanto accaduto e quasi immediatamente vide riversarsi sul tatami della sua "umile" dimora, una miriade di ragazzini e digimon.
-Ahi!- esclamarono Taichi e Agumon, che erano finiti sotto al mucchio. L'unico ad essere rimasto illeso fu Hogan che teneva in braccio Yamato. Mika per fortuna era finita sopra di tutti, seduta sulla schiena di Daisuke, atterrato sopra il fondoschiena di Takeru che stava schiacciando Hikari, finita sopra Jun che massacrava Mamoru. Insomma, in quel groviglio di corpi umani e non, non si riusciva a capire come districare braccia e gambe.
-Ma è sempre così traumatizzante?- chiese Jun, una volta che tutti riuscirono a rimettersi in piedi.
-Non sempre.- le rispose il fratello, scuotendosi la polvere di dosso -Di solito si, però.-
-Ah, bene!- fece lei sarcastica.

Tutti portavano gli abiti indossati il giorno prima.
I cloni di Gennai non tardarono a presentarsi e aiutarono i prescelti a sistemare i bagagli nelle rispettive camere, in fretta e silenzio.
Rimasero solo i fratelli Ishida e Yagami.
-Quel digimon deve avergli fatto qualcosa...- disse Gennai
-Sai chi era?- chiese Taichi
Gennai scosse la testa.
-No. So solo che aveva un legame con Piemon.-
-Piemon? Quel Piemon?-
Gennai stavolta annuì.
-Ma come puoi esserne sicuro?- chiese Takeru, con voce tremante. Si stava trattenendo dal piangere. Aveva paura per suo fratello e ciò era comprensibile. Anche lui, una volta tanto, poteva smettere di fare il duro, come quando era piccolo. Allora sì che piangeva, ma erano rare le volte in cui si era preoccupato davvero per Yamato. Perché il suo Niisan era forte.
Ylenia avvertì quello smarrimento nel fratello minore e gli mise una mano sulla spalla. Pensò che fosse strano. Semmai era lui a dover dare coraggio a lei e non viceversa.

Il digiprescelto dell'Amicizia giaceva sul divano verde al centro della stanza.
-Il digimon che l'ha attaccato, non era Piemon, ma potevo percepire chiaramente un’energia simile alla sua, quindi deve essere qualcuno che gli è molto vicino. Ma adesso dobbiamo pensare a Yamato.- disse uscendo dalla stanza.
Percorse il corridoio per poi lasciare l'abitazione e risalire il lago.

La cittadina di Bernika sorgeva intorno al lago nelle cui profondità stava la casa di Gennai.
Era un complesso relativamente recente e a dir la verità, edificato piuttosto in fretta. Tutti i digimon le cui terre erano andate distrutte avevano trovato lì rifugio e accoglienza.
Vi erano diversi edifici, che ricordavano delle vecchie fabbriche. C'era anche un ospedale, un lago, sulla cui riva sorgeva un cartello con scritto "Gennai's House" e un altro edificio a forma di Hard Disk, che però risultava dietro l'ospedale e non era molto visibile.
Le abitazioni erano piccole e modeste, ma comunque comode e vivibili.
Il lago si richiuse dietro Gennai, che si diresse verso una costruzione circolare dalla forma d’igloo, ma non costruita di ghiaccio.
Era in pietra, decorata all'esterno da stoffe colorate dai motivi più bizzarri ed era la più grande di tutte.
Lì, infatti, vivevano Jijimon e Babamon, marito e moglie. Erano tipi solitari, ma conoscevano Digiworld e i suoi segreti come le loro tasche. Molti si chiedevano come mai si fossero rintanati là, considerato il fatto che essendo due saggi, molto probabilmente preferivano la quiete e il silenzio, e la cittadina di Bernika era tutt'altro che silenziosa.
Era sempre affollata, i piccoli digimon nascevano e crescevano là dopo che la Città della Rinascita originaria era andata distrutta insieme a tutta l'isola di File dopo che i Cavalieri Reali, per ordine di Lucemon avevano cominciato a raccogliere i Digicodici portando devastazione ovunque.
A quanto pareva l'angelo caduto non aveva intenzione di starsene con le mani in mano nel frattempo che avrebbe recuperato i suoi due poteri.

Gennai bussò alla porta di legno massiccio che si aprì quasi immediatamente.


°

-Piemon! Piemon!-
Si mise a sedere sul letto, di malavoglia.
-Che vuoi, Pinocchimon?- prese a massaggiarsi la testa. Sembrava gli si dovesse spaccare.
Il burattino, senza smettere di saltare sul letto, continuò -Sbrigati! Probabilmente i digiprescelti sono già entrati a Digiworld-.
A quelle parole il clown, che aveva seguito con la testa i rimbalzi del fratello minore, smise di massaggiarsi le tempie.
-Giusto...- disse e si alzò velocemente. Indossò la camicia bianca di seta e la giacca rossa, dopodiché uscì dalla stanza da letto in fretta, seguito dal burattino.
-Siamo pronti?- chiese con autorità entrando nella sala dei troni. Gli altri non risposero. Erano tutti lì, mancava solo lui.

Mugendramon e Metalseadramon, per comodità, erano soliti girare per il castello con una forma ibrida, che non ostacolasse i loro movimenti, dato erano dei veri giganti.
Il drago nero aveva i capelli argentati e gli occhi rossi. L'occhio destro era coperto da un dispositivo metallico, dotato di una lente rosso rubino che fungeva da dispositivo di controllo del suo enorme potenziale.
Per il resto, l'abbigliamento era piuttosto semplice: cappotto lungo di pelle nera, col collo ampio e svasato, guanti, scarpe, pantaloni, tutto era nero.
Metalseadramon invece portava i capelli indaco sciolti lungo la schiena nuda. Indossava solo dei pantaloni color del mare, con dei grossi spacchi all'altezza delle cosce. Gli occhi erano rossi e le labbra rosate erano una tentazione per chiunque. Le guance presentavano delle scagliette azzurre che componevano quattro strisce puntute, due per ogni guancia. E al posto delle orecchie aveva delle pinne azzurre.


Piemon prese posto sul suo trono nero, di fronte ad un gigantesco schermo a cristalli liquidi.
Davanti a lui stava la mappa di Digiworld. Ormai il loro mondo era ridotto a pochi agglomerati di terra tenuti insieme da lunghissime strisce metalliche, percorse quotidianamente da Trailmon. Un insieme di puntini rossi lampeggiava in una delle tante zone sparse del continente di Server.
-Sicuramente i digiprescelti avranno avuto accesso a Digiworld dal nascondiglio di Gennai.- disse Metalseadramon.
-Dobbiamo costringerli a venire fuori.- fece Etemon -Dall'esterno non possiamo fare nulla.-
-Che vuoi dire?- fece Piemon.
-La Rete Oscura che passa per quella zona, segnala la loro presenza, ma di fatto in quella zona non c'è nulla.- rispose lo scimmione.
-Come sarebbe a dire?- chiese nuovamente il leader, col fiato sospeso. Aveva lasciato che Mugendramon ed Etemon si occupassero di quella parte del piano, ma a quanto pare c'erano state delle complicazioni.
-Mmmmm... Abbiamo controllato qualche giorno fa, io e Mugendramon, ma...-
-Ma?-
-Ma nulla.- rispose il drago nero -Quella zona è vuota. I cavi sono in perfette condizioni e non ci sono segni di sabotaggio.-
-C'è un'unica soluzione.- continuò Etemon -In quella zona si apre uno spazio parallelo. Anche se non sappiamo in che punto. L'abbiamo controllata palmo a palmo. Niente.-
-Sbaglio o lì sorgeva il mio castello?- fece Vamdemon, quasi con nostalgia per il suo maniero andato distrutto a causa degli odiati Bambini Prescelti e dei loro digimon.
-Già. Ed è quello che è strano. Lì prima non c'erano spazi paralleli, giusto?- fece Etemon
Vamdemon scosse la testa.
-No. Non sapevo neanche che il lago lì vicino fosse la tana di Gennai.- rimase un attimo in silenzio -Magari ci si entra utilizzando qualche formula magica.- ipotizzò.
-Probabile. Il problema è sapere quale.- rispose Mugendramon.
-Per questo vi siete presi i miei libri?- ribatté il vampiro, leggermente infastidito del fatto che i suoi preziosi volumi fossero spariti dalla sua libreria per poi comparire nel laboratorio del drago nero.
-Si ma ancora nulla da fare.- terminò discorso il Mugendramon.

Piemon sospirò, sconsolato.
Voleva che finisse tutto e subito. Odiava sentirsi così impotente e vincolato a Lucemon dal germe della Superbia. Voleva essere libero di vivere come in passato. Ma il desiderio è solo sofferenza se manca la forza di volontà di realizzarlo. E la Superbia di Lucemon aveva l'effetto di distruggere quella volontà così forte che aveva sempre accompagnato il loro gruppo. Distruggendo persino il gruppo stesso.
In fin dei conti avrebbero dovuto ringraziare i digiprescelti per averli liberati in parte da quell'influsso negativo, ma il germe era sempre nel loro cuore, portandoli a sbagliare ancora e ancora.
Se Yamato Ishida fosse sopravvissuto, Lucemon avrebbe ottenuto più facilmente la possibilità di riacquistare entrambi i poteri.
Le Tenebre corrompono e sono corruttibili, molto più facilmente della Luce.
Per questo, la Chiave delle Tenebre andava distrutta prima che fosse troppo tardi.
-Appena morirà, ci impadroniremo della Chiave della Luce e diremo addio a tutti i nostri problemi.- concluse il clown.
La Luce sconfigge le Tenebre e i sigilli da esse creati.
Così col potere della Luce un tempo appartenuto all'angelo Superbo, si può distruggere il germe di Tenebre e Superbia da questi creato.

Mugendramon e Vamdemon si lanciarono un'occhiata.
-Vuoi dire che è meglio aspettare?- chiese Mugendramon, con la potente voce metallica che risuonò nella sala.
Tutti lo guardarono.
-Vedi altre soluzioni?- fece Piemon, con un tono che infastidì l'altro.
-Il problema, Piemon...- cominciò il drago nero - ... non è se io vedo altre soluzioni. Il problema è se le vedi tu. Ammettilo. Non sai che pesci pigliare.-
-Ho detto che dobbiamo aspettare che escano fuori.- ribatté il clown
Mugendramon scosse il capo sconsolato.
-Piemon... Se quello muore, gli altri non usciranno mai da là.-
-Prima o poi lo faranno.-
-E come facciamo a convincere Ylenia a collaborare, dopo che le abbiamo ucciso il fratello?-
-La costringiamo.-
Mugendramon si trattenne dal saltare addosso al suo leader. Possibile che fosse così testardo? Non voleva saperne d'aver torto fin dall'inizio.
Quello che diceva lui era legge e chi lo contraddiceva passava dei guai.
Non guai dal punto di vista fisico.
Ci mancava. La forza di Mugendramon era pressoché pari a quella del clown, ma il problema era che l'adorato leader gli avrebbe messo i bastoni fra le ruote per qualsiasi cosa, assillandolo e infastidendolo.
Preferivano di gran lunga dargli spago, sperando che prendesse le decisioni giuste.
"Ne ho abbastanza." pensò tra se -Mi spiace dirtelo, ma da quando abbiamo affrontato Lucemon ti sei completamente rincitrullito. Devi imparare ad ascoltare gli altri!-
-Ti sto ascoltando, e finora non mi hai dato un’alternativa al mio piano.-
Metalseadramon guardò il drago nero.
Era palesemente infuriato,sull'orlo di una crisi di nervi, ma cercava di stare calmo e discutere civilmente.

Un ronzio attirò la loro attenzione sulla porta della sala.


°


Il disegno era uscito bene.
Forse il migliore che avesse mai fatto.
Prese una puntina e lo attaccò al supporto di legno che sovrastava il suo lettino.
Era pieno di disegni che rappresentavano la stessa cosa. O meglio, la stessa persona.
Il bambino li guardò uno per uno.
Era passato tanto tempo e ogni giorno il desiderio di rivedere quella persona era cresciuto sempre di più.
A volte aveva gli incubi e la nonna Babamon lo prendeva per mano. Era dolce e gentile con lui, ma con gli altri, lo spaventava, era una pazza scapestrata. Il nonno Jijimon gli raccontava sempre un sacco di storie e quando piangeva gli diceva che suo padre sarebbe tornato a prenderlo.
-Ora non può venire perché se no ti metterebbe in pericolo. Lo capisci, vero Risei?-
Lui annuiva e tirava su con il nasino.
Prendeva i pastelli e disegnava il suo papà.
Ora non avrebbe più dovuto solo disegnarlo, perché Jijimon gli aveva annunciato che l'avrebbe rivisto presto.

Risei udì la porta dell'ingresso richiudersi e fece per uscire dalla sua stanza, ma si fermò, quando sentì la voce di Gennai.
Poggiò il visino alla porta e ascoltò cosa aveva da dire l'uomo.
-Saggi, abbiamo un grosso problema!-
-Che problema?- fece Jijimon smettendo di fare quello che stava facendo.
-I digiprescelti sono arrivati, però...- Gennai s’interruppe e Risei avvertì un brivido risalirgli lungo la schiena.

Aprì la porta.
-E' successo qualcosa a papà???- chiese spaventato.

Gennai lo guardò.
Era la fotocopia in miniatura di Yamato. Era piccolo, aveva circa sei anni, ma sembrava molto più maturo per la sua età. Dipendeva sicuramente dal fatto che non era un essere umano, ma un ibrido. Metà umano e metà digimon. Quasi a ricordarlo con insistenza a tutti quelli che posavano lo sguardo su di lui, vi erano delle piccole voglie verdi a forma di triangoli sulle guance (simili a quelle di Metalseadramon), ma nel suo caso non erano formate da scaglie. Inoltre, quando s’infuriava, il suo corpo cresceva, i denti diventavano più appuntiti e gli occhi si tingevano del colore del sangue.
Era una fortuna che il piccolo fosse d’indole tranquilla a dispetto del digimon che gli aveva "donato" i dati.

-Cos'è successo zio Gen??- gli chiese, mentre l'ansia lo attanagliava. Le manine portate al petto stringevano la maglietta azzurra a mezze maniche, che scendeva morbida lungo i fianchi. Indossava anche dei pantaloncini marroncini e ai piedi dei sandali.
Gennai non sapeva se dirgli la verità. Gli altri prescelti non sapevano di lui, perché a Yamato era stato esplicitamente chiesto di non dire nulla per non mettere in pericolo se stesso e il bambino. Come avrebbero reagito gli altri nel venire a conoscenza di una cosa così delicata in un momento del genere?

Gli si avvicinò.
-Papà non sta bene, per questo sono venuto a chiamare Jijimon e Babamon. Ma tu stai tranquillo Risei e non ti muovere di qui.-
-Ma...-
Babamon gli diede delicatamente la scopa sulla testa.
-Stai buono qui e prepara un bel disegno.-
-Ma... Nonna aspetta...-
Gli adulti uscirono, lasciandosi alle spalle il piccolo.
Risei fissò la porta chiusa.
-Papà...-

°


-Papà! Papà!!- il piccolo Hiroyuki Urameshi, nove anni, entrò nello studio del padre saltellando dalla felicità. Aveva preso 100 nel compito di storia ed era così orgoglioso di se che non aveva resistito alla tentazione di sentirsi lodato dagli altri membri della sua famiglia.
-Il mio Hiro!- aveva esclamato sua madre scompigliandogli i capelli.
Sua sorella si era limitata a sorridergli e dargli un bacione sulle guance lentigginose e suo fratello l'aveva preso a cavalcioni e portato in trionfo per la casa, dove i servi della famiglia lo acclamarono, contenti che il signorino Hiro fosse così studioso.
Voleva che anche suo padre vedesse quel compito in classe ed entrò senza bussare nello studio.
Il padre era immerso in una marea di fogli di carta accartocciati, cercando di creare qualcosa d’interessante per la sua linea di gioielli, ma non aveva ispirazione ed era alquanto nervoso.
-Papà guarda! Ho preso 100!- esclamò il bambino
-Hiroyuki, sto lavorando.- rispose, senza neanche voltarsi, l'uomo.
-Ma papà, guarda! Ho preso 100! 100!-
-Hiroyuki, smettila! Devo lavorare.- rispose seccato l'uomo.
Un duro colpo per un bambino di soli nove anni. Che male c'era nel chiedere l'attenzione di suo padre per pochi secondi?
Da quando avevano fatto fortuna ed erano diventati ricchi, suo padre voleva più bene ai soldi che a lui e ai suoi fratelli.


-Cosa abbiamo qui?- chiese allegramente una lontana voce femminile, decisamente anziana, ma ancora piena di vitalità.
-Babamon, la prego, può fare qualcosa?- chiese Gennai.

-Odio mio padre.- si era lasciato scappare
-Perché?- gli aveva detto Yamato, nove anni, suo compagno di banco.
-Perché lui mi odia.-
Yamato aveva sbuffato -Impossibile.- per il piccolo Ishida era inconcepibile che un genitore odiasse il proprio figlio, specie suo padre, dato che lui viveva solo con Hiroaki.
-E invece si.-
-E io ti dico di no.-
A quel punto Hiroyuki, che odiava essere contraddetto, lo spinse giù dalla sedia.
-Ahi!-
-Ma cosa ne sai tu!?- gli aveva urlato prima di uscire dall'aula come una furia.
Se non avrebbe attirato l'attenzione di suo padre con i meriti, l'avrebbe fatto comportandosi male.

-E che ne so, se non l'ho visitato?- Hiroyuki poté udire perfettamente il rumore di un qualche oggetto abbattersi secco su Gennai, che si lasciò scappare un gemito di dolore.
-Babamon per favore...- un'altra voce anziana, questa volta maschile intervenne.
-Invece di cianciare, Jijimon, porta la barella!- ribatté la vecchia.


I digiprescelti ora erano riuniti nella stanza, shockati per la presenza dei due digimon davanti a loro.
La prima, sembrava una donna, dalla pelle molto chiara, quasi grigia, come i capelli legati a cipolla sulla nuca e decorati con una bacchetta dorata alla quale era incastrata una sferetta rossa.
Le orecchie portavano degli orecchini a cerchietto e al collo portava una grossa collana di perle rosa, la cui perla centrale riportava un simbolo violetto, costituito da rombi. Ricordava la Crest della Luce.
L'abbigliamento era alquanto bizzarro, dato che '' l'anziana donna'' indossava una giacca verde con le maniche decorate di bianco e rosso, sopra una tunica a scacchi viola e celesti. I colori erano parecchio contrastanti, ma nel compenso non stonavano su di lei. A completare la bizzarra visione, la digimon impugnava una scopa che agitava verso l'alto, come una majorette in una parata.
Il digimon accanto a lei sembrava uscito da un videogioco.
-Guarda!- esclamò Veemon, indicandolo -Sembra il vecchietto di Metal Slug!-
-E' vero...- gli fece eco Daisuke ricordando il vecchietto barbuto che nel videogioco veniva continuamente rapito e che nascondeva nei boxer scatole di munizioni e missili d’ogni tipo.
Il digimon aveva il volto coperto dalla folta capigliatura e dalla barba, entrambe grigie e leggermente arruffate. Il suo vestito era più simile ad un sacco rattoppato dal quale spuntavano due grandi e pelosi piedi.
La pelle era rosea e le mani impugnavano un bastone la cui estremità era una zampa di un qualche animale. Forse un felino.
A differenza della sua compagna, il digimon aveva modi di fare più composti e gentili e pareva più conscio della situazione, infatti non era entrato menando colpi di scopa a destra e a manca saltellando a ritmo di chissà quale assurdo motivetto.


*Digimon Analyzer*

Babamon, moglie di Jijimon

Tipo: Antico

Tipologia: Antivirus
Livello: Mega
Attacchi: Empress Haze: Con la scopa crea una strana foschia che
confonde il nemico e lo fa star male (può essere letale)


Jijimon, marito di Babamon

Tipo: Antico
Tipologia: Antivirus
Livello: Mega
Attacchi: Hang on Death: Spara una sfera di luce che riduce in cenere il nemico oppure restituisce le forze ai digimon sconfitti.
   Gentle Punch: Immagazzina potere nel suo pugno e poi colpisce il nemico.


Jijimon fece apparire una barella, dove fu sistemato il digiprescelto dell'Amicizia. Due dei cloni di Gennai, precisamente Jackie e Cosè, portarono la barella fuori.
Neanche il sole accecante risvegliò il ragazzo.
Fuori del lago stavano tantissimi digimon, i sopravvissuti alla distruzione di Digiworld da parte dei Cavalieri Reali. Per questo tranne particolari zone, Digiworld era ormai solo composto di rotaie sospese nel vuoto.
L'Isola di File, col laboratorio era andata distrutta. L'ex laboratorio, divenuto in seguito il castello di Vamdemon, era andato distrutto anche quello. La Città della Rinascita.... Tutto sparito.
Ora per quei digimon, il loro mondo era quella cittadina, dove tutti si davano da fare per ristabilire la pace e l'armonia perduta.

I prescelti seguirono i due digimon all'esterno della casa e videro i digimon intorno a loro. Molti li conoscevano molto bene.
Mimi cominciò a piangere, seguita a ruota da Sora, Hikari e Miyako.
C'erano, oltre a Meramon, TonosamaGekomon, i Gekomon e gli Otamamon, Whamon e Yukidarumon, tutti i digimon dei quali avevano pianto la scomparsa.

Leomon era poco più in là, discutendo vivacemente con Ogremon riguardo a dei Punimon particolarmente birichini e dispettosi.
-Leomon!- gridarono Mimi e Palmon saltandogli addosso.
-Mimi! Palmon!- esclamò lui.
Jou sorrise commosso, ricambiato dal leone.
Elecmon si diresse verso di loro, o meglio costrinse Mamoru a farlo, dato che aveva preso possesso della sua schiena. Voleva sapere come stavano i suoi piccoli che non vedeva da anni.


°

La porta metallica si aprì scorrendo e LadyDevimon fece il suo ingresso nel salone. Tutti la guardarono col fiato sospeso, meravigliati. Era da molto che non vi entrava con la stessa aria determinata di un tempo. Al contrario di loro era diventata servile e viveva per Piemon, ma qualcosa era cambiato nel momento in cui Angewomon l'aveva eliminata. Il Germe della Superbia aveva avuto in lei l'effetto opposto, distruggendo il suo orgoglio e facendola dipendere da qualcuno. Ma la digimon che avevano di fronte in quel preciso istante, era completamente un'altra.

LadyDevimon voleva che Piemon riconoscesse loro figlio come tale, tanto più che non aveva senso nasconderlo. Perciò prese la decisione di andare contro al suo adorato. Piemon aveva bisogno di una bella strigliata e se non ci pensavano gli altri maschietti, era il caso che, come una volta, ci pensasse lei.
-Ti vergogni di me?- gli chiese irritata.
-Ora che c'entra?- le chiese lui secco, senza accennare un sorriso, dopo la discussione con Mugendramon non era dell'umore migliore.
-Ti vergogni di me?- ripeté lei.
Lui rimase zitto.
-E rispondimi quando ti parlo! Non ti riconosco più! -
-Lo sai benissimo che dopo che abbiamo sconfitto Lucemon...-
-Lo so, lo so!- ripeté lei esasperata, alzando le braccia al cielo -Tutti noi siamo nella tua stessa situazione, ma stiamo cercando di superare la cosa e come puoi vedere ci stiamo riuscendo. Solo tu sei rimasto così stupidamente orgoglioso.-
Piemon la guardò -Non pensi che io possa essere sempre stato così?-
-No. Non eri così, quando hai salvato me e Devimon. Non eri così quando hai pagato il riscatto di Vamdemon a Daemon. Non eri così quando abbiamo incontrato Mugendramon, Metalseadramon ed Etemon. Non eri così quando abbiamo conosciuto Hina e gli altri e NON ERI COSI' PRIMA DI COMBATTERE CONTRO LUCEMON!- gli urlò. Dopodiché volò verso di lui e lo afferrò per la giacca. -Sarai anche a livello mega, ma di sicuro non me ne starò con le mani in mano mentre fai soffrire NOSTRO figlio! Tu adesso alzi quel c**o flaccido che ti ritrovi e vai a parlarci, capito?!-
Il clown rimase sorpreso dei toni della digimon e non ribatté.
Neanche lui era sicuro di quello che provava per il figlio.
Non temeva che cercasse di superare la sua forza e prendere il suo potere. Kokueimon era fedele e avrebbe fatto tutto per lui.
Era un bravo figlio, ma lui non riusciva ad essere orgoglioso di nessun altro all'infuori di se stesso.
Rimase in silenzio per qualche secondo, sotto gli sguardi attoniti degli altri. Nessuno aveva avuto il coraggio di parlargli così, senza mezzi termini, perché erano stanchi del suo egocentrismo e sentivano di non poterci competere.
Anche pochi minuti prima, Mugendramon si era contenuto, pesando bene le parole prima di aprire bocca.
Come ai vecchi tempi, era LadyDevimon che doveva risolvere la situazione, ed era quello che aveva appena fatto.
In quel momento i Dark Master erano per la prima volta tutti insieme in quella sala a discutere del proprio futuro.

Piemon fissava il vuoto e dopo interminabili secondi, prese finalmente una decisione.
-E va bene. Che il digiprescelto dell'Amicizia sia morto o meno, io riconoscerò Kokueimon come mio figlio. Doveva conquistare la mia fiducia e l'ha fatto.-
LadyDevimon inarcò un sopracciglio, anche se da sotto la maschera non si vedeva. Piemon le pareva comunque strano, si aspettava una sfuriata, magari che estraesse le spade e la minacciasse.
Invece aveva acconsentito.
-Ora dobbiamo pensare a come prendere Ylenia Ishida e risolvere il problema.-
-Io avrei un'idea.- disse Mugendramon, richiamando la loro attenzione.
-Ovvero?-
-Salvare Yamato.-
Piemon fece una smorfia di sorpresa.
-Che diavolo stai dicendo?- gli chiese acido.
Mugendramon non si scompose.
-Sto dicendo, che potremmo promettere ai digiprescelti di salvare Yamato se loro acconsentiranno a consegnarci Ylenia. Per loro sarà conveniente. Kokueimon potrebbe rallentare l'effetto della Doku Kage fino a quando Ylenia non ha svolto il suo compito. Dopodiché...-
- Dopodiché?-
-Dopodiché vedremo.-
-Lo uccideremo.- fece Piemon -Se quel ragazzo vivesse e Lucemon dovesse impossessarsi di lui, saremmo punto e a capo.-
Gli altri annuirono. Era testardo fino alla fine, ma almeno in quel momento Piemon aveva ragione.


-LadyDevimon, vai ad informarlo.- disse il clown.
-Vacci tu.- rispose di rimando lei -Sarebbe una cosa carina.-
-VAI!VAI!VAI!- esclamarono in coro Pinocchimon, Etemon e Metalseadramon.
-Voi tre piantatela, se non volete diventare tre chiazze rosse sul muro!-
-Va bene.- si zittirono,come dei "bravi angioletti".
Piemon scosse la testa rassegnato.
-E va bene!-ringhiò. E sparì.
Gli altri cominciarono a parlottare tra loro finché Lady Devimon non li interruppe.
-E voi, muovetevi a convocare i soldati! O volete che vi ci spedisca io?-
Tutti la guardarono. Improvvisamente era tornata la digimon aggressiva che conoscevano. E non era un bene per la loro incolumità.
-Ooook...- fu la risposta.
Velocemente cominciarono i preparativi, mentre LadyDevimon rimase sola, riflettendo su quello che aveva fatto. Si. Ora si che si sentiva se stessa.

°

Hiroyuki aprì gli occhi.
Accanto a lui Kotemon dormiva beato. Era così piccolo e coccoloso che decise di lasciarlo dormire ancora un po'. A giudicare dal trambusto che aveva sentito poco prima, in quegli angoscianti attimi di dormiveglia, gli altri digiprescelti erano arrivati.
-Finalmente.- disse, anche se era piuttosto curioso. Sembrava che fosse successo qualcosa, ma Gennai non gli aveva detto nulla, lasciandolo dormire.
Si vestì velocemente, indossando la giacca color verdone, con tanto di pelliccetta bianca nel cappuccio, sulla canottiera nera. I jeans blu scuro erano sporchi e sbiaditi nelle ginocchia e stracciati alle estremità, perché perennemente schiacciati dalle scarpe ormai vecchie e rotte in diversi punti.
-Mmmmm...- Kotemon fece segno di svegliarsi, rigirandosi sul futon. Si stropicciò gli occhietti (o almeno era quello il gesto) con la manica della tunica troppo grande per lui e biascicò -Hirooo... Dove vai?-
-Sono arrivati.- aprì la porta e fece per uscire -Se vuoi rimani a dormire, te lo meriti in fondo.-
Il piccolo si alzò in fretta.
-Aspettami!- corse fino alla porta e col suo partner uscì dalla camera, ancora piuttosto in disordine, ma a nessuno dei due sembrava importasse.
Chiusero la porta alle loro spalle, dirigendosi verso la parte della casa dalla quale provenivano le voci.

"Sono passati tre anni, chissà come sono cambiati e cosa diranno. Sicuramente Ishida avrà ancora da ridire." pensava sghignazzando.



Fine Capitolo 6




Ok, signori, ora si entra nel vivo della vicenda. I Dark Masters hanno deciso come agire e dal prossimo capitolo entreranno in azione.
Succederanno diverse cosette, come l'incontro tra Risei e Sora, come reagirà lei?
E Hiroyuki farà il bravo e sarà gentile con tutti? I nuovi prescelti saranno affiatati? Chi è quello mancante?
Ylenia dovrà prendere una grossa decisione, che cosa farà?
Tutto nella prossima puntata.

Uau... Sembravo quasi il narratore del cartone XD
Vabbé, spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Non vi nascondo che mi ha causato un mucchio di problemi e non perché fosse difficile. Il fatto è che scrivendo ero arrivata al capitolo 10, ma le cose procedevano lente e sinceramente non mi convincevano. Mi veniva difficile smontare belle frasi costruite con fatica per adattare i capitoli alle nuove idee. Spero vi piaccia comunque.
Ancora due parole:
Bernika è un tributo ad un personaggio che mi piace molto (Bernika di RAVE per intenderci)
L'attacco di Babamon, o meglio, il suo effetto, l'ho inventato, perché nel Digidex non c'era scritto, ma il nome è quello.

Grazie, continuate a seguirmi ^^

Echo: Mi fido? Non è che mi ammazzerai alla fine della fic? ^_^'' Sono contenta di averti incuriosita ^^

Kymyit








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Capitolo 7
*** 7: A forza di dubbi. Passato che avanza. ***


hhjhf
Capitolo 7: A forza di dubbi. Passato che avanza




Corri, corri, corri, che la vita se ne va
e tutto è troppo tardi, tutto è sempre un po' più in là
e la clessidra perde la sabbia
e il tempo ci denuda a forza di dubbi.
(La Clessidra, Marco Masini)






I digiprescelti erano nella sala d'attesa dell'impianto ospedaliero della città, con le facce cupe, nervosi come non mai. Takeru era quasi intrattabile e ne Daisuke, ne Hikari, sapevano cosa dirgli per cercare di dargli speranza e conforto. Rimasero a fianco del biondino della Speranza in silenzio, cercando di trasmettergli quei sentimenti con la vicinanza dei loro corpi e non con gesti e parole, che avrebbero potuto urtarlo e sortire l'effetto opposto.
La mente di Koushirou era piena di domande.
Molte riguardavano ovviamente Yamato, Ylenia, Lucemon e Piemon, e così via...
Ma c'era un'altra cosa che lo turbava.
Era il messaggio arrivatogli la sera prima.

"Ciao, Koushirou-kun. Non l'ho ancora detto a nessuno, volevo che fossi tu il primo. Finita questa storia dovrò tornare a New York. Sembra che a mio padre sia stato offerto un lavoro più vantaggioso del precedente T_T ti sembra giusto??? Proprio ora che eravamo di nuovo tutti insieme. T______________T Comunque... Sei pronto? Io ho un po' di paura, ma andrà tutto bene, vero?Vero? VERO??? ... "

Il messaggio era lungo e alla fin fine quello che c'era scritto non gli "importava" molto. Aveva ricevuto mail più o meno da tutto il gruppo. Messaggi riportanti frasi del tipo "Ricordati il pc..." oppure "Per caso Gennai ti ha detto qualcos'altro?", perciò il rosso non si era interessato più di tanto al continuo di quella mail, ma a quelle prime dannate frasi e alla firma. "Mimi"
Non voleva che se ne andasse.
Se fosse tornata in America, le volte in cui avrebbe potuto rivedere il suo sorriso così bello e sincero sarebbero state rarissime, colpa del dannato fuso orario e della distanza oceanica.
Il cuore si fermava ogni volta che rammentava ogni singola lettera di quel funereo messaggio.
Non l'avrebbe più vista.
Michael invece l'avrebbe avuta tutta per sé.
Scosse la testa.
Non doveva essere geloso dell'americano. In fondo, i digiprescelti erano tutti amici, no?
"Forse dovrei dichiararle i miei sentimenti... Ma non è il momento... Che devo fare?" si alzò e si diresse verso l'ingresso.

La sala d'attesa era ampia e bianca, con sedie e panche verde smeraldo, un colore che porta pace e tranquillità, ma che in quel momento lo tormentava. Il verde era il colore della Digipietra della Sincerità di Mimi. Percorse a grandi passi il corridoio che lo separava dalla porta in vetro dell'entrata, urtando qualcuno. Un digimon, o forse no.
Si voltò appena per intravedere un cappotto verde scuro voltare l'angolo. Decise di non seguirlo. Era curioso, ma doveva pensare, perciò proseguì senza tornare indietro.

Mimi si torceva le mani. Se non fosse successo nulla, quel messaggio inviato a Koushirou non le sarebbe sembrato così colpevole.
"E invece mi sento in colpa a pensare a lui mentre Yama è in quelle condizioni... "
Sora era apatica, vicino a lei. Non sorrideva ne piangeva. Si stringeva la maglia all'altezza del cuore, come a dargli forza di continuare a battere.
"Si salverà..." pensava.
"Ce la farà, vero?" pensavano tutti, rivolgendosi a nessuno in particolare. Era solo una domanda retorica che le loro menti, unite dalla paura, ripetevano all'unisono.
Gabumon sedeva vicino a Pyomon, che gli stringeva la zampa e gli dava delle piccole beccate alla pelliccia. Gli piaceva quando la papagallina lo faceva. Gli dava sicurezza ed era anche un giochetto dolce. Lui le rispondeva arricciandole ancora di più la piuma che le ornava la testolina. Stava bene con lei, come Yamato stava bene con Sora.
Perciò il digimon rettile si augurava che la ragazza fosse forte nel conoscere tutta la verità su Yamato.
Lui sapeva e aveva taciuto. Come l'avrebbero giudicato?
Neanche Patamon e Bearmon sapevano nulla. Persino Takeru e Ylenia.
Nessuno.
Solo lui e Yamato.

Tailmon era giù di morale anche per un'altra cosa, oltre che per Yamato, ovviamente.
Wizarmon.
Tutti i digimon che avevano perso la vita per aiutarli erano rinati.
Tranne lui.
Dipendeva dal fatto che Wizarmon era morto sulla Terra e non a Digiworld?
Hikari le accarezzò la pelliccia candida, anche lei preoccupata per qualcosa, che andava oltre l'attesa che quella dannata insegna rossa, lampeggiante sulla porta della sala operatoria, si spegnesse.
Pensava a Dagomon, a quel sogno e si fissava il palmo della mano vuoto.
"A questo punto mi chiedo se non sia stato davvero un sogno..."

Leomon e Ogremon, nel frattempo, avevano accompagnato Mamoru ed Elecmon nella zona della città riservata all'asilo.
In quella città ogni digimon aveva un compito preciso.
Il leone e l'orco si occupavano dei piccoli, preparandoli alla dura vita che li attendeva.
I Digitamamon e i loro assistenti si prodigavano di fornire cibo, mettendo da parte l'avarizia che li caratterizzava.
Andromon e Centarumon si occupavano della difesa dei vari lati della base, insieme a TonosamaGekomon e Whamon.
Piccolomon si occupava dell'ospedale, con i Saggi e in quel momento era insieme con loro nella sala operatoria, ma spesso aiutava Leomon e Ogremon con i cuccioli che raggiungevano lo stadio Intermedio, con addestramenti più adatti all'indole d'ogni singolo digimon.

-Elecmon!!!- uno dei piccoli saltò giù dalla sua culletta e corse incontro al digimon di Mamoru, che saltò giù dalla schiena del partner e lo prese in braccio, contento di rivederlo.
Erano passati tre anni da quando aveva lasciato i piccoli per andare sulla terra e incontrare Mamoru. Gli mancavano quei pargoli dai grandi occhi luminosi che lo chiamavano in continuazione e per la pappa e per i bisognini. Per quanto quel compito fosse estenuante, era il suo compito. Quei piccoli erano i suoi piccoli e lasciarli era stato veramente difficile.
-Guarda Elecmon!- gridò un Koromon - Mi sono evoluto!- poi si gonfiò, come ad imitare i colossi che mettono i muscoli in mostra -Guarda come sono forte!-
A tutti scappò una risatina. Mamoru si sedette su un cubo verde morbido, sul quale si sprofondava e lasciò che il suo digimon si crogiolasse con i suoi cuccioli. Quel posto pieno di giocattoli e oggetti morbidi era bellissimo e lo riportava ai dolci ricordi d'infanzia.
E inevitabilmente finiva per pensare a Tsutomu e al vuoto che aveva lasciato nella sua vita.
Leomon e Ogremon, con la scusa di andare a vedere come andavano le cose nell'ospedale, lasciarono il volpino a trastullarsi con i suoi piccoletti e Mamoru a perdersi nei suoi pensieri.

Takeru si alzò, pronto a dileguarsi anche lui per qualche corridoio, seguendo l'esempio del Digiprescelto della Conoscenza. Magari avrebbe preso a calci qualcosa per sfogare l'ansia e la paura che lo attanagliavano, chi avrebbe potuto dargli torto e colpevolizzarlo per quello?
Suo fratello stava morendo!
In quei lunghi minuti si era trovato a pensare al romanzo che stava scrivendo, e che giaceva nel suo cassetto. Raccontava le avventure dei digiprescelti e dei loro digimon, ma non riusciva a scrivere certe parti e perciò le aveva saltate. Pensò che quel momento che stava vivendo, non sarebbe riuscito a scriverlo se non con enorme fatica, proprio come non riusciva a riportare lo scontro di Angemon con Devimon. Erano emozioni troppo forti e negative, che non riusciva a rievocare senza perdersi nel terrore di quei momenti.
Patamon era appollaiato in silenzio sulla sua testa. Nessuno fiatava per paura di dire qualcosa di sbagliato che l'avrebbe potuto turbare.
Come il biondo della Speranza fece per voltare l'angolo, urtò un ragazzo dall'aria truce.


-E' veramente strano.- disse Babamon, in sala operatoria.
-Questo potere è chiaramente legato all’Ombra, però non riesco a capire come annullarlo. Non avevamo mai visto una cosa del genere... - le fece eco Jijimon
Piccolomon li guardò preoccupato. Le cose si erano fatte più complicate.
Per ore, i due non avevano fatto altro che agitare scopa e bastone sul corpo del digiprescelto dell'Amicizia, infondendogli energia per risvegliarlo, ma la macchia nera non accennava a sparire. Anzi dilagava. Erano poche le parti del corpo del ragazzo rimaste ancora rosee. Persino i capelli stavano diventando neri come la pece.
-Deve appartenere ad un digimon unico nel suo genere... - riprese Jijimon -Credo ci sia bisogno di un'analisi più approfondita.-
Babamon pareva non attendere altro e, senza perdere tempo, estrasse una motosega da sotto il tavolo operatorio.
-Pronta all'autopsia!- ridacchiò
Sia Jijimon, che Piccolomon, che i vari digimon infermieri rimasero sconcertati e spaventati. Conoscendo Babamon, quello poteva essere uno scherzo, come poteva non esserlo.
-Scherzavo.- rispose lei, riponendo l'arnese infernale -Che credevate?-
Tutti sospirarono rumorosamente, mentre la solita gocciolina di sudore colava lungo le loro tempie.
Jijimon riprese ad agitare la zampa felina sopra il corpo di Yamato e così fece Babamon con la scopa. I due oggetti compivano dei perfetti movimenti a spirale.
Dovevano vederci chiaro, non era rimasto più molto tempo.
Quello era il padre di Risei, non potevano permettersi che morisse.


Koushirou, arrivato all'ingresso insieme al fedele Tentomon, aveva notato un distributore di bevande, gratis.
Sorrise al pensiero di non dover sborsare quattrini per prendere un caffè e selezionò una bevanda che pareva ricordarlo.
Era marroncina e dolciastra, un misto tra caffè e coca cola, ma buona, in fin dei conti.
Aspettò che raffreddasse e la bevette tutta d'un sorso.
-Kou... - cominciò Tentomon
-Mi sento uno stupido... -fece
-C'è qualcosa che ti preoccupa? Oltre Yamato, intendo.-
Koushirou annuì.
-Mimi si deve ritrasferire in America.-
Tentomon sapeva che Koushirou amava Mimi, la notte invocava il suo nome nel sonno e appena sentiva la sua voce andava nel pallone.
Però era strano. Palmon non gli aveva parlato di questa cosa.
"A meno che..." La digimon gli aveva detto in confidenza che alla Tachikawa il rosso piaceva, quindi probabilmente "Mimi gli ha raccontato una bugia per spingerlo a fare il grande passo."
-Se ti piace così tanto perché non glielo dici?- gli suggerì.
Koushirou arrossì.
-Ma a che servirebbe? Poi dovrà partire per l'America.-
Tentomon lo squadrò.
-Preferisci roderti il fegato per non averlo fatto? Kou... Non riuscirai mai a esprimere i tuoi sentimenti, se non ci provi.-
Lui annuì silenziosamente.
-Hai ragione... lo farò... ma non in questo momento... non mi sembra il caso.-
Gettò il bicchierino di carta vuoto nel cestino della spazzatura imitato da Tentomon e prese a camminare verso la sala d'attesa, stringendo i pugni con una nuova certezza.


Hiroyuki guardò il biondo più piccolo. Si ricordava di lui, l'aveva visto qualche volta.
Spostò il suo sguardo prima all'insegna rossa accesa, poi agli altri ragazzi.
Taichi, Jou, Mimi, Hikari e Sora lo guardavano sorpresi.
-Ma tu sei... - Taichi si diresse verso di lui e solo allora Hiroyuki notò Ylenia, accanto al prescelto del Coraggio.
"E' uguale a Ishida... Gennai me l'aveva detto, ma cavolo! La somiglianza è enorme... Certo, se non fosse per le tet... "
-Urameshi?- concluse Taichi.
Lui annuì.
-Da quanto tempo è lì dentro?- chiese, riferendosi a Yamato.
-Circa due ore.- fece Jou guardando l'orologio.
-Vi conoscevate già?- fece Iori
Mimi annuì.
-Sì, eravamo a nella stessa scuola. Sia alle elementari, che alle medie. Vabbè, io le medie le ho fatte quasi tutte a New York... - ridacchiò
-Tu finivi sempre in classe con Yamato.- fece Taichi
-Già.- rispose Hiroyuki -Pensa te che sfortuna.-
Il prescelto del Coraggio si lasciò scappare anche lui un accenno di sorriso.
-Hiro, sei qui!- esclamò Kotemon affannato, sbucando da dietro l'angolo.
Hiroyuki lo guardò.

*Digimon Analyzer*


Kotemon

Tipo: Rettile
Tipologia: Dati
Livello: Intermedio
Attacchi: Fire Men: colpisce il nemico con una maschera infuocata, o con una spada di bambù, anche essa infuocata.
Thunder Kote: carica il pugno con della corrente elettrica, per poi colpire il nemico.



-Kotemon, ti sei perso di nuovo?- lo prese in giro il teppista
-Sei tu che corri troppo veloce, scemo!- gli ringhiò il piccolo digimon.
-Sei il digimon di Hiroyuki?- chiese Sora
-S-si... - rispose il piccolo, che era veramente troppo timido con gli altri, mentre col ragazzo lentigginoso era quasi aggressivo.
-Non essere timido.- gli disse il suo partner, quasi sospirando.
-E tu non essere così cattivo, scemo!- gli rispose agitando le braccia e facendo sventolare le maniche troppo lunghe.
Qualcuno ridacchiò per la scena buffa che i due offrivano insieme.
Takeru si incupì.
Si stavano dimenticando della situazione in cui erano.
-Che succede di bello?- arrivò Mamoru, con Elecmon che gli zampettava accanto. -Tu devi essere il famoso digiprescelto che ci aspettava a Digiworld!- esclamò vedendo Hiroyuki -Piacere, Mamoru Izawa.- Hiroyuki lo guardò con aria di sufficienza.
-Beh? Che c'è?- chiese Mamoru, stupito.
Hiroyuki lo ignorò, e indicò la porta.
-Che gli è successo?-
"Ma pensa te, mi ha ignorato." pensò il moro, col sorriso stampato sulle labbra.
-E' stato attaccato da un digimon.- fece Gabumon chinando il capo -Non sono riuscito a difenderlo.-
Taichi temette che Hiroyuki cercasse di far sentire Gabumon uno schifo. Era la sua specialità demoralizzare gli altri e schiacciarli senza pietà.
Invece il teppista non disse nulla.
-Tu come ti chiami?- ripeté Mamoru, sempre sorridendo.
Hiroyuki si sedette in una sedia vuota, tra Miyako e Iori, di fronte a Taichi e Ylenia.
"Mi ha ignorato di nuovo..." pensò Mamoru, sempre col sorriso sulle labbra "Ma pensa te..."

°

I Dark Masters si erano radunati in un locale pieno zeppo di mezzi di trasporto.
C'era un sottomarino, il vagone di Etemon, la carrozza di Vamdemon e altri mezzi dalle forme più strane.
C'erano anche, in diversi angoli, ammassi di ogni materiale concepibile, probabilmente servivano come pezzi di ricambio per i mezzi di trasporto.
Su una pedana stava il vagone metallico di Etemon. O meglio, era stato modificato ed era diventato un camioncino. A formare gli occhiali da sole, normalmente disegnati sulla faccia da scimmia sul davanti, vi erano i vetri che davano alla cabina del conducente. Anche gli interni erano stati migliorati e i macchinari ingombranti eliminati. Vi erano tre computer, di piccole dimensioni, ma molto più efficienti dell'ammasso di schermi che occupava l'abitacolo in precedenza.
C'era anche un maxi schermo a dire il vero, un tavolino, delle sedie e uno stereo, con ovviamente un microfono e la chitarra violetta dello scimmione.

Vamdemon, Kokueimon ed Etemon vi salirono e il portellone si chiuse.
Lo scimmione si mise alla guida.
-Bene, ora stacco.- fece Mugendramon, riferendosi a degli archi metallici che bloccavano le ruote del camion.
-Pronto!- fece Etemon.
Mugendramon digitò dei tasti e le ruote furono libere. Poi selezionò la destinazione sul monitor e tirò una leva, inserita al centro di un quadrante colorato.
Sei colori: verde, blu, bianco, celeste, nero, rosso, che rappresentavano altrettante zone di Digiworld: foreste e prati, spazi verdi insomma; oceani, fiumi, laghi; montagne; luoghi sacri; luoghi oscuri; luoghi incandescenti.
Il drago nero posizionò la leva sul quadrante verde e contemporaneamente, lungo la parete di fronte al camion, una freccetta si posizionò sul medesimo colore di un altro quadrante.
Vi era una struttura in ferro ad arco rovesciato, dalla quale si intravedeva, come in una proiezione, la destinazione scelta.

-Bene. Potete andare.-
-Bye Bye!- esclamò Etemon all'altoparlante -Lasciate fare al grande Etemon! Looove Serenade!- esclamò, attaccando a cantare a squarciagola, mentre il camion spariva nel varco.
-Secondo voi ce la faranno?- chiese Pinocchimon, col sudore che gli colava lungo le tempie.
-Ehm... Siii... - fece Metalseadramon, poco convinto.
-Dove sono LadyDevimon e Devimon?- chiese Mugendramon.
Pinocchimon alzò le spalle.
-Lady sta preparando il ricevimento e tutto il resto. Devimon credo stia tenendo d'occhio Piemon.-
Calò il silenzio.
-Mio fratello è troppo strano... - borbottò il burattino.
Gli altri annuirono.
Era strano davvero.
Dovevano stare doppiamente in guardia.


°


-Quindi sei diventato un digiprescelto... - fece Taichi, rivolto a Hiroyuki. Erano uno di fronte l'altro. Ylenia stava appoggiata con la testa alla spalla del suo amato ragazzo e ascoltava attentamente ogni singola parola che veniva detta. Koushirou era tornato dal distributore di bibite pochi attimi dopo Mamoru, ed era rimasto anche lui molto sorpreso del fatto che il peggior individuo che Odaiba avesse mai visto, si trovasse a Digiworld come digiprescelto, selezionato a compiere quella missione. Non sarebbe stato meglio uno qualunque dei prescelti internazionali? Insomma, i fratelli Hoi, Michael, Chichos, Chatrine, uno qualunque... Ma lui?!
Hiroyuki annuì.
-Per farla breve, tre anni fa ho deciso di andarmene da casa mia e, mentre pianificavo la cosa, Gennai è uscito dal mio computer. Mi ha consegnato il Digivice e un digiuovo, mi ha detto che Digiworld aveva bisogno di me. Non me lo sono lasciato ripetere due volte. Ho accettato, ed eccomi qui.-
- Perché volevi scappare di casa?- chiese Iori, curioso. Hiroyuki sbatté le palpebre.
-Il nostro mondo mi stava stretto. Non mi andava più di rimanere lì.- rispose con un’alzata di spalle. Non gli andava molto di rivelare a chicchessia i suoi problemi personali.
I digiprescelti che non lo conoscevano, lo guardarono meravigliati. Non riuscivano a capire bene la faccenda, ma sembrava che Taichi, Sora, Koushirou, Mimi e Jou, lo sapessero bene.
-Che idiozia.- fece Taichi.
-Che cosa hai detto?- ringhiò Hiroyuki
-Sapevi benissimo cosa dovevi fare.-
Hiroyuki sbuffò.
-Ma certo... Seguire il consiglio del tuo amichetto del cuore e cercare di mettere in riga mio padre?- fece una fastidiosa risata, che a Ken ricordò tantissimo quella dell’Imperatore -Sveglia, testa quadra. Le cose non sempre si risolvono a parole.-
Taichi lo guardò con sufficienza.
-Ci hai mai provato almeno? Infondo si trattava solo di parlargli.-
Lo sguardo di Taichi infastidì talmente Hiroyuki, che questo si alzò di scatto, contemporaneamente allo Yagami.
I due si afferrarono rabbiosamente per le giacche, pronti a menarsi, come accadeva spesso, per quanto ricordavano i prescelti della prima guardia.
-Per favore…- fece Sora, cercando di sedare gli animi -Non è il caso…- guardò Takeru, che fremeva di rabbia, stringendo i pugni, finché le nocche non gli divennero bianche.

Mika stava per piangere, era piccola, ma aveva compreso fin troppo bene la situazione.
Taichi si risedette e così fece Hiroyuki. In fondo, litigare non aveva senso in quel momento, certo poteva aiutare Taichi a sfogarsi, ma per il resto…
-Niisan si sveglierà, vero? - la piccola cominciò a piangere, stringendosi a Bakumon.
-Stai tranquilla.- fece quella, che fino a quel momento era rimasta in silenzio.
Mika la abbracciò forte forte, mentre Patamon cercava di tranquillizzare Takeru, dandogli delle piccole pacche sulla guancia, con le sue zampine nere. Takeru prese il suo piccolo digimon fra le mani e poi lo strinse a sé.
Ylenia prese ad accarezzare Bearmon, come faceva ogni volta che si sentiva giù. All’orsacchiotta non dispiaceva, se accarezzarla significava dare conforto alla sua Yle, sarebbe rimasta anche tutto il giorno ferma immobile a sentire le sue mani scorrerle sulla pelliccia.
“Ma perché nessuno si degna di venire fuori a dirci qualcosa??” Jun si mordeva nervosamente un unghia, rovinando la manicure perfetta fatta il giorno prima, tanto per distendere i nervi, prima della partenza.

Daisuke accarezzò la testolina di Mika che lo guardò con gli occhi lacrimosi e le guance rosse.
-Si salverà, vero?- chiese ancora in cerca di conforto.
Lui disse la prima cosa che gli venne in mente.
-Ma certo.- e le sorrise. Non poteva mica infrangere le speranze di una bimba così piccola e gettare Takeru ancora di più nello sconforto.
Porse alla bambina un fazzoletto e lei si pulì rapidamente.
-Ecco, brava.- fece lui mettendole nuovamente la mano sulla testolina bionda.

"Non immaginavo che Daisuke potesse essere così dolce..." pensò Hikari, guardandolo ammirata, per poi distogliere lo sguardo e riposarlo su Takeru. Gli prese una mano e incrociando il suo sguardo, cercò di tranquillizzarlo con un sorriso.

Il prescelto della Speranza dal canto suo, strinse la mano alla sua dolce Hikari.
Quante cose avrebbe voluto dirle…
Ed ogni volta che si accingeva a farlo, succedevano un sacco d’imprevisti.
“Ma riuscirò a dirle quanto mi piace!” promise a se stesso.

°

Andromon, Centarumon ed un altro digimon, si trovavano nel laboratorio della città, situato nella struttura a forma di Hard Disk.
Nella sala vi erano tantissimi monitor, per tenere d’occhio la situazione sia fuori, che dentro la città
E in quel momento, in uno degli schermi, riportante la sigla E-1 (che stava per Esterno 1), videro qualcosa che attirò la loro attenzione.
Il digimon “misterioso” stava in un angolo, trafficando con un computer, inviando messaggi in continuazione. Voleva lasciare quel lavoro per andare da Lei, ma non poteva, perché quel lavoro era fondamentale, ed era stato affidato a lui.

-Centarumon…- emise Andromon, senza staccare gli occhi dal monitor.
Il digimon centauro si voltò verso l’androide e guardò lo schermo che gli indicava.
Anche l’altro digimon lo guardò.
E quello che vide non gli piacque per niente.
-LUI!- esclamò
-Avviso Gennai.- fece Andromon, inoltrando dei comandi attraverso i computer. Il messaggio appena scritto arrivò quasi subito a Gennai che lasciò la sua casa per dirigersi al laboratorio, dove stavano Andromon e gli altri.
Attraversò corridoi e sale, per poi entrare nella stanza e osservando il monitor, capì che era giunto il momento di mettere i prescelti al corrente d’ogni cosa.
Perciò uscì di fretta, mentre il digimon “misterioso”, si preparò ad accogliere i due, conscio di poter solamente intrattenerli un poco, in attesa di incontrare Lei.

Gennai si diresse verso la casa di Jijimon e Babamon, bussando per tre volte, come faceva sempre, quando Risei rimaneva solo.
Il piccolo gli aprì quasi subito la porta.
-Come sta il mio papà?- gli chiese, senza dargli il tempo di dire nulla.
Gennai per tutta risposta, lo prese per mano.
-Non bene. Ma vedrai se la caverà.-
-Mi stai portando da lui?- fece, mentre l’uomo si avviava verso l’ospedale tenendogli la manina.
-Si, ma devi fare il bravo ed essere forte.-
Il biondino non capiva bene, ma si lasciò guidare dallo zio Gen e non fece domande.

°

Il camioncino di Etemon era ormai giunto a destinazione.
Lo speciale varco aperto dal macchinario di Mugendramon, li aveva portati nel luogo stabilito in quattro e quattr’otto. Erano nella radura in cui sorgeva Bernika, anche se apparentemente davanti a loro non vi era nulla, se non erba, alberi, piante.
Solo quello, in apparenza.

-Non possiamo sbagliare.- disse lo scimmione guardando il monitor. I punti rossi erano tutti radunati in quel posto.
Scese dal camioncino per osservare degli speciali trasmettitori rotondi nascosti fra i cespugli.
S’inginocchiò davanti ad uno di questi e con un cacciavite lo scoperchiò, analizzandone i componenti elettronici.
-Allora?- Vamdemon era sceso anche lui e si era avvicinato al compagno.
-Niente.- fece Etemon richiudendo l’apparecchio e sollevandosi. -Volevo ricontrollare i cavi. Ma nessuno ha toccato nulla.-
-Poco importa.- il vampiro guardò in direzione della città, scrutando la radura.
-Allora?- gli chiese Etemon sghignazzando, in un certo senso gli stava facendo il verso.
Vamdemon lo guardò con aria di sufficienza.
-Dobbiamo attirare la loro attenzione, perciò datti da fare.-
Lo scimmione rimase perplesso nell’osservare l’altro ritornare dentro il camion e riaccomodarsi sul sedile. Dietro di lui, nel sedile che dava le spalle al suo, stava seduto Kokueimon, in fremente attesa.
-Come sarebbe a dire che devo pensarci io??- chiese Etemon
-Sei stato tu a dire “Lasciate fare al grande Etemon!” no?-
Lo scimmione sbuffò e sbatté i piedi per terra. -Mi raccomando, tu non fare mai nulla, che ti si seccano le mani, eh!-
Detto ciò risaltò sul camion e prese a trafficare con i computer e con lo stereo.
-Ecco. Ora non ti lamentare.- prese il microfono e la chitarra elettrica e, rivolto al vampiro, esordì con un -L’hai voluto tu! Loooovee Serenade!-

°

I prescelti erano ancora in sala d'attesa.
Senza notizie, con tanta ansia dentro.
-Ora basta!- Takeru si alzò di colpo e si diresse verso la porta.
-Takeru…- fece Taichi, svogliatamente, senza intenzione di fermarlo. Non ne poteva più neanche lui di aspettare. Ogni tanto lanciava occhiate a Hiroyuki, che si limitava a ignorare lui e Mamoru, che invece sorrideva.
D’improvviso, la luce venne a mancare e udirono perfettamente esplosioni nell’aria.
Si scatenò il panico nella struttura.
Digimon correvano qua e là, infermieri e medici cercavano di portare la calma, perfettamente abituati a quel genere di cose e tentavano di ricondurre i pazienti terrorizzati nelle loro stanze.
-La situazione è sotto controllo!- dicevano -Non c’è alcun pericolo!-
-La città è protetta da qualsiasi attacco.- disse ancora un altro digimon, un Gazimon, per la precisione. Perché Bernika era un rifugio per qualsiasi digimon, di qualunque stadio e di qualunque tipologia.

Mimi e Miyako, come c’era d’aspettarsi, urlarono all’unisono, abbracciate.
-Miyako, calmati!- fece Hawkmon, volandole in spalla, mentre Palmon si stringeva alla sua amica.
-Che diavolo succede?- fece Taichi.
-Kotemon!- esclamò Hiroyuki. Il piccolo digimon saltò su anche lui e seguì il suo partner lungo il corridoio. Gli attacchi in quella zona capitavano, perciò non si stupivano più di tanto, anzi, erano sempre pronti all’azione.
-Ehi, aspetta!- fece Taichi andando ad inseguirlo, mentre Takeru spalancò la porta della sala operatoria.
-Niisan!- fece entrandovi. -Yamato…- si avvicinò a suo fratello e provò a scuoterlo.
-Fatti forza Niisan!-
-Yamato.- fece Gabumon
Babamon parve infuriarsi.
-Insomma ragazzini! Qui non stiamo giocando!- sbottò, ma nessuno parve ascoltarla.
-Yamato-kun…- Sora si portò al tavolo metallico, prendendo per mano il suo adorato ragazzo, che in quel momento, ebbe una reazione, che non sfuggì a Piccolomon e gli altri.
Strinse appena la sua mano.
-Yamato-kun!- sorrise la rossa, per il sollievo, con le lacrime agli occhi, ma Yamato continuava a dormire.
In quella lenta agonia che lo stava consumando.
Nel buio più profondo, in cui ogni tanto gli era concesso qualche sprazzo di lucidità.
Sentiva tutto.
La voce di Sora.
Di Takeru.
Quelle esplosioni.
Voleva dare segno di essere vivo.
Gridare forte -Vi sento!-
Invece niente.
Non ci riusciva.
“E questi dannati poteri che dicono che possiedo… Dove diavolo sono, quando ne ho bisogno?” pensò, per poi ricadere nell’oblio.

-Aspettate.- esclamò Gennai, tenendo per mano Risei e bloccando la corsa dei Leader (Taichi, Hiroyuki e Daisuke) e quella degli altri che li seguivano.
Si bloccarono.
Ma per la vista del piccolo.
-Gennai…- fece Taichi, col cuore in gola -Ma lui chi è?-
-Abbiamo un grosso problema.- esordì l’uomo.

°

Etemon aveva cominciato a darsi da fare, suonando e cantando a squarciagola, sprigionando così la forza della sua Rete Oscura, i cui cavi trasmettevano ovunque energia devastante.
Alberi crollarono e il fuoco divampò,
Etemon non si accontentò solo di quello e prese a scagliare le sue sfere oscure qua e là, per poi guardare con aria di sfida Vamdemon.
-Così va bene, sua maestà?-
-Tsk… Esibizionista.-
-Vamdemon…- Kokueimon richiamò rispettosamente l’attenzione del suo tutore, indicandogli qualcosa davanti ad Etemon.

Una figura minuta apparve dal nulla, attraversando la barriera invisibile di Bernika.
-Chi si vede…- Vamdemon si alzò -E così sei rinato.-
L’altro fece qualche passo verso di lui e verso Etemon, che si era fermato. Avevano ottenuto l’attenzione che cercavano.
Il digimon misterioso scrutò Vamdemon, senza paura, senza rancore. Si, l’aveva ucciso, ma lui non lo temeva più, proprio da quel preciso momento in cui tutto era finito.
Strano a dirsi.
-Anche tu.- rispose, sollevando il suo bastone, dalla forma di sole leggermente allungato. Il mantello da mago ondeggiò al vento e i capelli biondi, raccolti in una bassa coda, si agitarono per l’aria.
-Wizarmon…- Vamdemon sorrise, quasi divertito.

°

-Ragazzi! Yamato…- Sora si paralizzò.
Voleva comunicare che Yamato aveva stretto la sua mano. Che era ancora vivo. Che c’era ancora speranza. Ma aveva visto Risei.
Le parole le morirono in gola.
Perché quel bambino le faceva sentire il cuore stringersi?
Non le passò neanche per la testa, l’ipotesi che potesse trattarsi di un altro fratellino del suo amore.
No.
Era diverso.
Strinse i pugni e deglutì.
-Ragazzi. Sedetevi.- fece Gennai. Tutti obbedirono, tranne ovviamente Hiroyuki, che se ne stava a braccia conserte, appoggiato al muro, fremendo per il desiderio di correre fuori e combattere.
“Si tratterà nuovamente di quei dannati Cavalieri Reali, ma stavolta non la passeranno tanto liscia!” pensava. Non era la prima volta che si era scontrato con loro, ma più che altro cercava di salvare digimon e città dai loro attacchi. Non c’era mai uno scontro serio tra Musyamon e quei dannati.
I digimon stavano bene, riuscivano a lasciare le città e raggiungere Bernika.
Ma Hiroyuki e Kotemon, non riuscivano ad impedire che i Digicodici venissero rubati, e tornavano alla città pieni di rabbia e ferite, col forte desiderio di ribaltare la situazione.

Sora si abbandonò pesantemente sulla sedia.
-Lui è Risei.- esordì Gennai, mentre il piccolo si stringeva a Gabumon. -Ed è… il figlio di Yamato.-
-Cosaaaaa?- le ragazze trasalirono.
-Come sarebbe a dire?- fece Mimi
-Ma come è possibile?- fece Miyako
-Sora-san…- fece Hikari, rivolgendosi alla rossa, la quale era rimasta immobile, come se il tempo si fosse fermato.
-Sora…- bisbigliò Pyomon, prendendole la mano tremante.
Gennai le si avvicinò.
-Sora, stai tranquilla. Non è come pensi.-
Lei lo guardò piena d’ira.
-Niente è come penso!- esclamò seccata, per poi ritrovare la sua calma, chinare il capo e fissare il pavimento.
-Ma perché Yamato non ci ha detto nulla?- chiese Taichi.
-Non sapevo nulla neanche io…- gli fece eco Ylenia.
-E io nemmeno…- sospirò Takeru sulla porta della sala operatoria, mentre Babamon, seccata per l’intrusione, cercava di ritrovare la concentrazione, costringendolo ad uscire.
Gennai mise una mano sulla testa al piccolo Risei, che guardò preoccupato Sora.
-Sono stato io a chiedergli di non dire nulla. Per proteggere Risei. E perché se ve ne avesse parlato, la cosa vi avrebbe distratto dal vostro obbiettivo. Ovvero sconfiggere Piemon e Apokalymon. Inoltre, non eravate pronti.-
-Pronti a cosa?- fece Koushirou.
-Gennai-san…- cominciò Iori, stanco dei segreti -Per favore, non tenerci sulle spine, dici come stanno le cose, una volta per tutte.-
-Non eravate pronti per fronteggiare Daemon.- fece lui, mentre Ken ripeté bisbigliando il nome del Demone dell’Ira, che a Tokyo si era messo sulle sue traccie.
Gennai proseguì -Ora però abbiamo un altro problema, purtroppo.Vamdemon ed Etemon, sono fuori dalla barriera a portare distruzione.-
-Vamdemon?- stavolta fu Tailmon a saltare su.
Gennai annuì.
-Non so bene cosa vogliono. Vi chiedo di non rivelare la presenza di Risei.- lo avvicinò, quasi spingendolo, alla rossa -Proteggetelo. Yamato vorrebbe così.-
Hiroyuki si allontanò dal muro e cominciò a lasciare il corridoio.
-Hiro…- cominciò Gennai
-Vado solo a vedere che vogliono, rilassati, codino.- rispose, esasperato dal desiderio di correre a menare le mani. Hiroyuki amava la lotta sotto tutti i punti di vista.
Il “codino” sospirò -Mi raccomando, cerca di usare un po’ di diplomazia.-
Il teppista per tutta risposta fece un segno di saluto e lasciò il corridoio.
-Qualcuno lo segua.- disse Gennai, con un sorriso rassegnato -Non conosce il significato della parola diplomazia.-
Taichi, Daisuke, Hikari, Mamoru, Miyako e Ken, insieme ai digimon, si fecero avanti per accompagnare il teppista.
Il saggio si rivolse poi agli altri.
-Voi venite con me al laboratorio qua dietro. Sora, anche tu. Lasciate Yamato nelle mani di Jijimon e Babamon.-

°

-Cosa siete venuti a cercare?- chiese il mago.
-Tu non ci interessi.- fece il vampiro -E’ stata una “piacevole” sorpresa incontrarti ancora, ma adesso sparisci.-

-Non ci posso credere!- Tailmon aveva appena attraversato la barriera con Hikari, Miyako, Taichi, Hiroyuki, Daisuke, Ken e i loro digimon, e subito si era trovata avanti, non solo il suo aguzzino, ma il suo migliore amico, che credeva perso per sempre.
Wizarmon era lì, davanti a lei in carne ed ossa, o meglio in dati, ma sono dettagli. Lui era lì, era quello che contava, nient'altro.
Ignorò Vamdemon e si lanciò sul mago, strusciandosi su di lui, gli fece le fusa, era pur sempre una felina, pianse, non sapeva come comportarsi.Voleva darsi più contegno.
Ma era Wizarmon!
Non poteva ignorare la gioia di riabbracciarlo dopo tanto tempo.
-Tailmon.- sussurrò Wizarmon, pieno di nostalgia, accarezzandole il pelo candido.
-Wizarmon!- anche Hikari si fece avanti per abbracciare il maghetto.
-Sei vivo!- disse Hikari, stringendosi a lui con foga, piangendo calde lacrime.
-Mi sei mancato tanto... - Tailmon piangeva e a stento riusciva a parlare.
Tutti gli altri erano sul punto di piangere di gioia, ma quel momento magico non poteva durare a lungo, ovviamente.
-Che scena patetica.- disse Vamdemon, interrompendo l'idillio.
In fondo al cuore non ne era convinto più di tanto.
Gli mancavano quegli abbracci calorosi. Quanto tempo era passato da quando lui e gli altri avevano pianto e sofferto e si erano consolati l’uni gli altri, così? Troppo. Quasi non ricordava il calore di un abbraccio e il salato delle lacrime.
Perché anche lui era troppo orgoglioso per lasciarsi andare.

-Vamdemon... - Tailmon gli ringhiò contro.
-E' passato un po' di tempo, cara Tailmon.- rispose il vampiro, quasi con noia.
-Che diavolo volete?- fece Taichi, rivolto ai due.
Vamdemon schioccò le dita e Kokueimon si fece avanti.
-Lui è Kokueimon.- lo presentò.
-In pratica è lui che ha ridotto così il vostro amichetto.- esclamò Etemon al microfono.

Il DigiTerminal di Miyako cercava le informazioni sul digimon, ma nulla. La ricerca andò a vuoto.
-Che significa digimon sconosciuto?- chiese, più a se stessa che altro, la viola.
-E così saresti tu ad aver ridotto Yamato in quelle condizioni?- esclamò Taichi, pieno di rabbia. Avrebbe voluto dargliene tante a quel maledetto, ma ovviamente c'era un piccolo problema.
Lui era un essere umano, Kokueimon era un digimon e pareva anche essere parecchio forte.

Kokueimon non rispose.
L’importante non era cosa pensava il nemico.
L’importante era che finalmente il suo sogno si stava avverando.
Piemon lo considerava finalmente suo figlio e presto tutti l’avrebbero saputo. Era così fiero di essere figlio del clown, lo considerava il più grande digimon mai esistito. Così orgoglioso, così maestoso... Aveva, si, i suoi difetti, ma lui lo riteneva invincibile e mai avrebbe desiderato superarlo. Voleva solo essere considerato degno di lui.
E stava accadendo.
Cosa l’avrebbe reso più felice?

-Siete qui per i Digicodici?- fece Hiroyuki, sul piede di guerra.
-I Digicodici?- chiese Agumon
-Ylenia Ishida.- fece Vamdemon -E’ lei che ci interessa.-
-Perché?- fece Taichi
Il vampiro sorrise.
-E’ importante per noi.-
-Beh, lo è anche per noi!- esclamò Taichi, portandosi con foga la mano al cuore. Ylenia era sua! La amava troppo, figurarsi se avrebbe permesso a Vamdemon di portarla via con sé.
Il vampiro si fece vicino al castano, così velocemente che Taichi non ebbe tempo di reagire. Lo sollevò per il collo, ignorando il suo continuo dibattersi per riconquistare l’aria che veniva a mancare.
-Non farmi perdere tempo, moscerino!- disse freddo. Poco gli importava dei sentimenti del ragazzo. Lui aveva bisogno di Ylenia. Era stanco di vivere quella vita. Avrebbe ricommesso tutti gli sbagli del passato, pur di tornare libero.
E portare a termine la sua vendetta…

-TAICHI!- Agumon sentì forte il desiderio di proteggere l’amico e, tra le grida di Daisuke e gli altri, il suo corpo si trasformò.


-Agumon, warp shinkaaaaa…. WARGREYMON!-

-Veemon, sei pronto?-esclamò Daisuke
-Si!- annuì l’altro, sempre pronto.
-Wormmon!-
-Prontissimo, Ken!-
-Tailmon!-
La gattina annuì, decisa.
-Hawkmon.-
-Pronto!-

-Veemon, shinkaaaa…. EXVEEMON!-
-Wormmon, shinkaaaa…. STINGMON!-
-EXVEEMON! STINGMON!- gridarono i due all’unisono -JOGRESS SHINKAAAAA…. PAILDRAMON! WARP SHINKA…. IMPERIALDRAMON!-
-Hawkmon shinkaaaa…. AQUILAMON!-
-AQUILAMON! TAILMON! JOGRESS SHINKAAAAA…SILPHYMON!-

Il vampiro e lo scimmione non si scomposero nel vedere quello spiegamento di forze. Anzi, sorrisero, come se niente fosse. Il vampiro lasciò andare Taichi che cadde a terra e si portò le mani alla gola.
Wargreymon si portò subito fra il partner e il nemico.
-Tutto bene, Taichi?-
Il ragazzo annuì.
Wizarmon rimase di stucco nel vedere a che livello era giunta la sua amica. Aveva addirittura effettuato una fusione con un altro digimon. Ne era così fiero, ma non era il momento di perdersi in apprezzamenti. Era giunta l’ora di regolare i conti con Vamdemon.
Strinse il suo bastone, pronto ad appoggiare ancora i digiprescelti, a rischio della sua stessa vita.
A costo di venire ucciso ancora e ancora.

°

Gennai, nel frattempo, accompagnò gli altri ragazzi in una struttura poco distante dall'ospedale. Era una curiosa costruzione che appariva come un enorme Hard Disk. Varcata la soglia, il gruppo di digiprescelti rimase senza fiato.
Un sacco di digimon, specialmente di tipo robotico, stavano lavorando su tantissimi dati, trascrivendoli, copiandoli, salvandoli.
Strani simboli ricoprivano le pareti e Koushirou constatò che si trattava degli stessi simboli che si trovavano nella fabbrica di Andromon. Col tempo aveva scoperto che si trattava dell'alfabeto dei digimon, una lingua parecchio complessa e si stava seriamente impegnando per apprenderla, per scoprire i segreti del mondo digitale.
Gennai li guidò in un laboratorio più piccolo, con un grande tavolo e molte sedie disposte in cerchio.
Di fronte al tavolo stava uno schermo enorme e una tastiera composta dai simboli digitali.
Lì vi erano Andromon, Centarumon e altri digimon, per lo più Hagurumon, digimon simili a ingranaggi.
I prescelti salutarono gli amici e si accomodarono nelle sedie. Dai monitor potevano osservare ogni cosa.
Avevano sentito tutto.
-E’ lui che ha attaccato Yamato, quindi.- fece Koushirou, osservando Kokueimon. -Perché non ci sono dati su di lui?-
-Molto probabilmente è un digimon unico nella sua specie.- rispose il saggio.
-Perché mai dovrebbero volere me viva e Yamato morto?- disse piano Ylenia, ignorando i discorsi su Kokueimon.
Bearmon guardò Gennai che scosse la testa.
-Mi dispiace. Questo non lo so proprio. Ma evidentemente ci tengono che tu ti consegni loro spontaneamente, altrimenti non avrebbero esitato a fare una carneficina.-
-E invece se ne stanno buoni senza attaccare più di tanto.- Iori prese a pensare e anche Koushirou meditò su quello strano comportamento.
-Nonostante lo schieramento di forze, non si scompongono…- Jou mise le braccia conserte -Non so più cosa pensare.-

Risei lasciò che discutessero e concentrò l’attenzione su Sora, che stava seduta accanto a lui. Pallida e tremante. Si sentiva responsabile.
-Sei adirata con papà?- le chiese, innocentemente.
Lei non rispose. Non sapeva se essere arrabbiata o meno, con Yamato, almeno.
Se glielo avrebbe detto, forse si sarebbe calmata.
Gennai aveva detto solo che lui era il figlio del prescelto dell’Amicizia. Ancora non aveva accennato al resto, per non ferirlo. Ma seppur piccolo, il bambino sapeva chi era, o meglio cosa era...
-Non devi… Io non…- le mise le manine sulle ginocchia, mentre lei alzò lo sguardo e lo incrociò coi suoi bellissimi occhi zaffiro.
Il bimbo fu interrotto dalla voce della prescelta della Sincerità e non poté proseguire la frase.

-Ylenia, dove stai andando?- chiese Mimi, allarmata.
La bionda si voltò verso la rosa.
-Vado da Taichi e gli altri, no? Così chiariremo la faccenda una volta per tutte.-
-Non ha tutti i torti…- emise Jun, non che desiderasse consegnare la bionda al nemico. Solo era stufa dei segreti. Culumon gironzolava per il laboratorio, poi si mise davanti al computer e fissò attentamente i contendenti.
Era appena iniziato uno scontro.
-Non fare pazzie!- Gennai tentò di fermare la prescelta della Memoria, prendendole un braccio.
Lei lo strattonò.
-Se rimaniamo fermi qui a guardare, non risolveremo nulla, perciò lasciami!- fece, secca.
Sentiva qualcosa di strano, nella sua testa.
Dal momento in cui aveva posato gli occhi sullo schermo e aveva visto quei tre.
Anzi quei due.

Voci.
Suoni.
Sensazioni che non le appartenevano.
Eppure così vere…

-Vattene! Non vogliamo gente come te qui!- gridò qualcuno.
Un tonfo.
Il dolore che gli pervadeva il petto.
La voglia di gridare e sfogare il suo dolore, di cantare al mondo intero, che lui era come gli altri.

E ancora…

-Padre! Padre!- piangeva qualcun altro, mentre una voce pacata e maligna replicava -E’morto, Vamdemon…-
-Sei stato tu!-
Altri suoni confusi.
Urla.
Tonfi.
Dolore.

-Che diavolo significa?- pensò.
Il tocco di Gennai che aveva cercato di fermarla, aveva scatenato un altro flusso di rumori, urla, sentimenti, dentro di lei.

-Stai attento... - scherzò qualcuno, divertito. Tutto intorno rabbia e dolore.
-Grazie Piemon.- la voce di Gennai, sollevato -Mi hai salvato.-
-Ma figurati… Cerca piuttosto di stare attento, non posso sempre toglierti dai guai.-
-Anche tu, mi raccomando.-
-Tsk.-
-Piemon…-
-Si?-
-Quando quest’assurda guerra finirà, che farete?-
-Andremo a vivere tutti insieme, come prima, solo che sarà diverso, no?-
-Speriamo…-
-Lucemonsama ha promesso di portare la pace a Digiworld, e io credo in lui.-
Urla, dolore, rabbia.

Ma questa volta, Ylenia percepì anche speranza trapelare da quelle parole.
Poi tutto si fece confuso.
Continuò a camminare, ignorando Gennai, ignorando Mimi, ignorando persino la paura.
La vita di Yamato dipendeva da lei.
E quella situazione andava risolta.
Era tutto in mano sua.
Era l’unica consapevolezza che aveva.

°

Etemon si schioccò le dita delle mani e si preparò a buttarsi nella mischia.
-Vado a fare un po’ di esercizio.- disse al vampiro, che rassegnato, alzò gli occhi al cielo.

-Etemon kyuukyoku shinkaaaaaaa…METALETEMON!!-

Lo scimmione metallico prese a mettersi in mostra.
-Bene, signori, chi sarà il primo?-
-Vamdemoooon!- gridò Silphymon correndo verso il vampiro. I sentimenti d’astio che Tailmon provava per lui, trapelavano persino nello stato di fusione con Aquilamon.
Il diretto interessato non si mosse.
Ci pensò Kokueimon a difenderlo.
-Daku Hebi.- disse, mentre dalla sua ombra prese forma un enorme serpente nero, che scivolò lungo il terreno, assorbendo l’ombra di Vamdemon e di Silphymon stessa.
L’ombra divenne enorme e si avvolse intorno al corpo della digimon, immobilizzandola.
Silphymon lanciò un grido strozzato, tra la rabbia e la sorpresa. Le spire nere la strinsero forte tanto da farle perdere l’equilibrio e mozzarle il fiato.
Cadde a terra sollevando un sacco di polvere, ma il peggio fu che cadde proprio davanti ai piedi di Vamdemon, che la guardò dall’alto in basso, sorridendo soddisfatto.
Ma non alzò un dito su di lei.
Passò oltre.
Ignorò Hikari e Miyako, che, fuori pericolo, si precipitarono dalla digimon e cercarono di liberarla.
Kokueimon era immobile.
Il vampiro proseguì.
-Fateci entrare.- disse, riferendosi alla barriera.
-Toglitelo dalla testa.-
Hiroyuki marciò verso di lui, tra le mani un d3 arancione, che presto sarebbe stato surclassato dal nuovo Digivice.
-E sarai tu ad impedirmelo?- chiese divertito il vampiro.
-Non mi provocare, belloccio. Kotemon, sei pronto?-
Il piccolo annuì e si illuminò, contemporaneamente al Digivice.

-Kotemon shinkaaaaaa…. Musyamon!-

Il samurai superava in altezza il vampiro, ma questo non servì ad intimorire il signore delle tenebre, che si limitò ad aggiustare una ciocca di capelli, per poi afferrare la sua frusta.
-Bloody Stream!-
La frusta infuocata sferzò l’aria, ma Musyamon la evitò, saltando all’indietro.
Era a livello campione, ma non era debole. Poteva tenere testa a Vamdemon, o almeno questo pensava Hiroyuki.

*Digimon Analyzer*

Musyamon

Tipo: Demone
Tipologia: Virus
Livello: Campione
Attacchi: Kirisute Gomen: un potente colpo di spada.
Shiratorimaru: attacco di spada che sottrae energie al nemico, prende il nome dall'arma che Musyamon impugna.

°

Il gruppo rimasto dentro attendeva col cuore in gola.
Osservavano i vari scontri.
MetalEtemon contro Wargreymon, Kokueimon contro Silphymon e Wizarmon, Vamdemon contro Musyamon e l’accorso ImperialDramon.
Solo Elecmon rimaneva in disparte, ma data l’aria tranquilla, sembrava stesse studiando la situazione.

-Musyamon sembra veramente forte.- fece Iori
-Già…- gli fece eco Armadimon -Riesce benissimo a tenere testa a Vamdemon.-
-Ma se quel dannato decide di fare sul serio, dubito che avremo qualche possibilità.- disse Takeru
-Non essere pessimista.- gli fece Mimi.
-Per batterlo l’ultima volta ci siamo dovuti unire a tutti i digiprescelti del mondo.- concluse il prescelto della Speranza.
-Vero anche questo… Ma ImperialDramon ha sicuramente qualche speranza.- insisté la prescelta della Sincerità.
-Musyamon è diverso dagli altri digimon.- fece Gennai
-In che senso?- chiese Jun, cercando di separare Culumon dagli schermi.
-Tempo fa un videogioco di samurai, sulla Terra, è stato infestato da un virus, ed è nato lui. Ho preso il suo digiuovo, e l’ho affidato a Hiroyuki, la persona più qualificata per crescerlo. Per quanto Kotemon possa sembrare tranquillo, state sicuri che nella lotta non lo batte nessuno. Shiratorimaru (Spada dell’Uccello Bianco), è una spada dotata di potere magico. Assorbe l’energia del nemico ogni volta che lo colpisce e, ogni mille ferite, si rafforza.- spiegò Gennai
-Ma è stratomitico!- esclamò Jun.
-Guardate lì!- esclamò Patamon, indicando lo schermo con le zampine nere.

Ylenia era apparsa dal nulla.
Vamdemon, Kokueimon e MetalEtemon si erano bloccati per un attimo, mentre i digimon dei ragazzi si erano disposti in difesa.
Silphymon era stata liberata da un incantesimo di Wizarmon, che aveva prodotto una luce tanto forte da dissolvere l’ombra che la imprigionava e non vedeva l’ora di chiudere definitivamente i conti col vampiro.
-Dannazione!- fece Gennai.

°

-Guarda guarda…- disse Vamdemon -Ti sei decisa a venire fuori.
-Ylenia!- esclamò Taichi -Che sei venuta a fare? Torna dentro!- cercò di rimandarla indietro, ma lei sfuggì alla sua presa e camminò verso Vamdemon a passo spedito.
-Ylenia…- Taichi voleva farla ragionare, ma lei lo zittì, mettendogli una mano davanti alla bocca.
-Aspetta.- gli disse.
Guardò il digimon biondo negli occhi, senza timore.
Lesse la tristezza nel suo sguardo di ghiaccio e tese la mano.
Contemporaneamente, mentre gli altri rimasero col fiato sospeso, anche lui allungò la sua, nera e affusolata.
Le mani si incontrarono.
Ed Ylenia ebbe un altro flash, questa volta vi erano immagini.

-E’ da un po’ che non ci vediamo…- disse Piemon, ansimante.
La pioggia cadeva scrosciante. Tutto intorno distruzione, probabilmente i due si stavano battendo.
-Vedo che ti sei evoluto, dall’ultima volta che ci siamo visti.-
Vamdemon fece sparire la frusta.
-Anche tu.-
-Mi deludi.-
-Uh?- alzò la testa sorpreso.
-Uno come te che si fa sottomettere così da Daemon?-
-Tsk… Non mi sono fatto sottomettere.-
Piemon si alzò.
-Se la metti così, allora vieni via con me.-
Vamdemon parve pensarci su.
Poi porse la mano all’altro e la strinse forte.

-Basta così.- disse il vampiro, allontanando la mano. Voleva evitare che lei gli leggesse dentro oltre, ma la ragazza ormai sapeva, che lui desiderava il calore della famiglia e l’amore che gli era stato negato.
-Perché mio fratello?- gli chiese
-E’ pericoloso.-
-Anche io.-
-No, non tu.-
-Perché no?
-Abbiamo bisogno di te.-
-Perché?-
-Vieni con me e lo saprai.-

-Spero la finiscano con questo botta e risposta.- fece Mamoru ad Elecmon.
-Io non ci sto capendo niente.- disse Daisuke
-E secondo te io?- gli fece di rimando Ken
-Aaaah… - Mamoru incrociò le braccia deluso -Di questo passo non arriverà il nostro turno Elecmon.-
-Io non ci tengo a combattere.- disse il volpino
-Come no? Tutti si stanno dando da fare, persino Pel di carota.-
Hiroyuki lo sentì e si voltò come la bambina dell’esorcista.
-Come mi hai chiamato, Maminchio?-
-Ahahaha!- rise il moro, quasi si piegò in due dalle risate, poi si fece serio -Rimangiatelo.-
-Scordatelo… - disse il teppista in aria di sfida
I due si fissarono con astio per diversi secondi finché Mamoru non si lasciò scappare un -Oooh! Basta così! Che noia.-
-Il vostro amico sta bene?- chiese MetalEtemon, dopo essersi cappottato ed essersi rimesso in piedi.

Elecmon scosse la testa.
-Ehm… beh è sempre così, quindi credo di sì-
-Certo che sto bene, che domande... Elecmon, sei pronto?
-Sì!-
-Aspetta.- fece Ylenia, poi si voltò verso Vamdemon.
-Farò quello che volete, ma solo se aiuterete mio fratello.- incrociò le braccia al petto -Altrimenti non se ne parla.-
Vamdemon sorrise vittorioso.




Fine Capitolo 7




Ecco qui signori. Questa frase diventerà un tormentone: QUESTO CAPITOLO MI HA FATTO DANNARE.
E sapete perché?
Perché stufa di vederli depressi e angosciati ho fatto arrivare in fretta e in furia Vamchan ed Etemon, con Kokueimon, per dar battaglia.
Ci tenevo a soffermarmi su diversi punti:

L'incontro con Hiroyuki
L'incontro di Sora e co. con Risei
I diversi flash sul passato dei Padroni delle Tenebre e Gennai
L'incontro tra Wizarmon e Tailmon
L'incontro tra Ylenia e Vamdemon

Ci sarebbe anche la storia di Mimi e Kou, ma quella si svilupperà più avanti U_U
Ho cambiato Mammoletta in Maminchio XD
La storia del gioco di samurai l'ho leggiucchiata su un sito dv c'era la descrizione delle carte di digimon, non ricordo, mi sembrava una cosa bella.
Ora devo dare uno sviluppo ai poteri di Culumon e Bakumon, ma ho già delle idee, così come per Bearmon ed Elecmon.
E aspettatevi sorprese per Risei, chi sarà il suo digimon? Muhahah! Lo saprete presto. Così come saprete chi è la "madre" del piccolo.
Ovviamente anche Kokueimon avrà il suo ruolo, oltre a quello che ha adesso.
Mmmm...

Per finire, ecco la scheda di Kokueimon, essendo unico nel suo genere, i prescelti non potranno avere notizie su di lui, ancora, ma voi sì U_U

Kokueimon:

Tipo: Mago Guerriero
Tipologia: Virus
Livello: Evoluto
Attacchi: possiede diverse tecniche, basate sull’ Ombra, ma conosce alla perfezione le arti marziali e tutti gli stili di combattimento. E’ il guerriero perfetto.
Kagemusha: crea un sosia perfetto in tutto e per tutto.
Kage Kireme (Taglio d'Ombra): l’ombra diventa tangibile e tagliente, molto pericolosa.
Doku Kage (l’Ombra Velenosa): E’ la tecnica che ha colpito Yamato. L’ombra pervade il corpo del nemico, bloccandone lentamente tutte le funzioni vitali. Perciò il nemico muore dopo poco tempo.
Kokuei no Gekijou (il Teatro delle Ombre): crea delle ombre di qualunque forma, che attaccano il nemico.
Kokuei Requiem, la mossa letale di Kokueimon, mai utilizzata, se non durante gli allenamenti per perfezionarla. Consiste in un raggio energetico di enorme potenza. Nessuno però l’ha mai vista in azione.
Daku Hebi (Serpente Oscuro): potrebbe rientrare nel Kokuei no Gekijou, ma è una variante utilizzata spesso. L’ombra forma un serpente che immobilizza il nemico e a seconda dei casi, può stritolarlo e ucciderlo.



Non vedo l'ora di fargli usare il Kokuei no Gekijou!!!
Credo di aver finito i sinonimi per Gennai, non è un uomo, quindi definirlo così, non so. Lo chiamerò saggio, codino, poi non so. Consigli?
E Silphymon? Tecnicamente non è ne maschio ne femmina, per ora le ho dato del lei, dato che la personalità di Tailmon è emersa di più, ma poi? Dura la vita della scrittrice U_U

Ok, ora vi lascio ^^
Fatemi sapere che ne pensate, sono bene accetti consigli e critiche costruttive. Non insulti, o vi spedisco Vamdemon a casa, anzi Piemon, che ultimamente è parecchio girato.


crhystal: Spero tu non sia svenuta vedendo quanto è lungo questo cap ^_^'' Grazie per i commenti, io credo, se mio figlio fosse che so, Yamato, o uno degli altri, lo segregherei in casa U_U Povero stellino, tutte a lui capitano.

Echo: ecco, il piano sembra andato a buon fine. Stavi per dire Take, eh? Colpa mia, pardon, ti ho fatto 'na testa così XD Spero di salvarmi ancora dalla tua ira
*si fa scudo con Risei, che assume l'aria più pucciosa che ha*
Risei: se uccidi kym, lo dico alla ''mamma''
Io: bravo cucciolo!







Ehm... ok. Vi lascio davvero XD





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Capitolo 8
*** 8. Tragedy's Birth - Passato e presente I ***



Capitolo 8: Tragedy's Birth - Passato e presente



When the Gods were young the burden was less
It was not grief and it was not fear
Who cast the shadow upon our age?
Who has crippled the young and blinded their eyes?
(Tragedys Birth, Primordial)





Il Lilith Castle, detto anche Castello Lunare, era il castello in cui si era ritirata Lilithmon, la Demon Lady nata dal germe della Lussuria di GranDracmon.
Era un luogo molto elegante, ma ogni singolo elemento, dai muri ai più piccoli dettagli d'arredamento, traboccava di una sensualità non indifferente. E la diabolica Sovrana non era da meno. I suoi gesti erano mirati a suscitare i bassi istinti di chiunque posasse lo sguardo sul suo splendido corpo. Sfortunatamente per lei però, i digimon che aveva innanzi non traboccavano della sua stessa sensualità, anzi.
Infatti, alla "riunione di famiglia" si erano presentati solo Barbamon, Leviamon e Daemon: un vecchio tirchio barbuto, un coccodrillo geloso e un incappucciato perennemente sull'orlo di una crisi di nervi.
Belphemon non si era fatto vivo (prevedibile), Belzeebumon era ormai fuori dal gioco, mentre Lucemon non era nemmeno stato avvisato.

I Demon Lord erano radunati intorno ad un tavolo d'ebano nero, liscio e dalle curve sinuose.
Leviamon, data la sua considerevole stazza e le fattezze di coccodrillo, stava placidamente sdraiato sopra dei morbidissimi cuscini rossi.
Barbamon faceva tintinnare avidamente le gemme che gli coprivano la veste, Daemon sghignazzava tra sé e sé, quasi a infastidire l'avido "fratello maggiore", mentre Lilithmon si limitava a ciondolare il capo, limandosi le unghie.
-Dobbiamo aspettare ancora molto?- chiese, rivolta specialmente a Daemon, col preciso intento di farlo imbestialire e divertirsi un poco.
Lui raccolse la provocazione.
-Perché lo chiedi a me, serpe? Che colpa ne ho io se quello non fa altro che dormire?- ringhiò riferendosi a Belphemon, il Demon Lord dell'Accidia.
Lei fece per ribattere spudoratamente, quando udì dei colpi decisi alla porta della sala. Aveva dato ordini di non venire disturbata durante la riunione, di conseguenza doveva trattarsi del ritardatario.
-Avanti.- disse.
Si aspettava di vedere il gigantesco corpo del Demone dell'Accidia trascinarsi svogliatamente oltre la porta, magari rotolarsi, ma a pensarci bene, era improbabile. Da sveglio Belphemon era intrattabile, sarebbe entrato sfondando la porta e cercando di ucciderla per averlo disturbato. Avrebbe distrutto mezzo castello e si sarebbe messo a dormire come un sasso prima di ferirla seriamente. Una volta era successo, ma con Leviamon, durante l'ultima riunione negli abissi marini.
Il coccodrillo aveva sollevato un polverone perché... Non se lo ricordava... Era geloso di qualcuno di loro, forse di Barbamon. Aveva fatto l'errore di fare troppo rumore e Belphemon si era svegliato.
Quando dormiva, seppur gigantesco, era proprio carino. Sembrava un cucciolo indifeso, ma guai a farsi imbrogliare da quell'aspetto "angelico".

Il viso della digimon si corrugò vedendo entrare, invece che il bestio, una figura più piccola.
-Cosa ci fai qui, Phelesmon? Non è permesso ai subordinati partecipare a queste riunioni.- tuonò.

Il digimon annuì e fece un rispettoso inchino. Poi alzò il capo e sfoggiò un orribile e maligno sorriso, avvicinandosi al tavolo.
I capelli neri come la pece si sollevavano sul capo in una scomposta cresta e gli occhi dorati brillavano inquietanti risaltando nel rosso sanguigno del viso.
Il suo aspetto era in tutto e per tutto identico a quello di un diavolo. Aveva le corna appuntite sul capo e la coda cuneiforme che teneva avvinghiata ai fianchi, come una cintura.
I suoi colori erano principalmente: cremisi, nero, bianco e oro.
Neri i guanti, gli stivali in pelle, i bracciali in ferro all'altezza dei gomiti, l'alto collo del pressoché inesistente mantello e la parte ossea delle ali. Queste invece erano cremisi come il resto del corpo e il tridente che il digimon stringeva fra le mani, come simbolo di potere che lo faceva sentire simile ai digimon che aveva davanti.
Dorati erano la spilla a forma di pipistrello che portava al petto e gli anelli alle dita.
Bianchi i simboli sul viso e il petto. Sulla tempia sinistra portava scritto il numero simbolo del maligno.

-Sembra che lei non gradisca la mia presenza, Maestra Lilithmon.- fece lui di risposta -Ma io sono veramente onorato di vederla. Anzi, deliziato è il termine giusto.-
Lei lo guardò con disgusto. Non lo sopportava proprio.
-Taglia in corto.- gli fece.
Lui incassò e rinunciò a "corteggiarla".
-Sono venuto in vece del Maestro Belphemon.-
-Dorme ancora?- gli chiese Daemon, la sua era ovviamente una domanda retorica.
-Esattamente.- fece lui con un alzata di spalle e gli occhi chiusi. -Ma presto si sveglierà. Mi ha ordinato di riferire, che sarà lui a occuparsi della Terra e che perciò, non dovrete preoccuparvi di altro se non di raggiungere i Vostri obbiettivi qui a Digiworld.-

°

Yamato aprì gli occhi.
Confuso, si, ma lentamente le forze tornavano e la macchia scura che gli pervadeva il corpo era ormai quasi del tutto svanita, liberando il suo cuore dalla costrizione che quasi l'aveva ucciso, soffocandone i battiti.
Solo la gamba sinistra non riusciva ne a sentire ne a muovere. Era ancora scura, ma non ebbe il tempo di formulare un idea su ciò che gli stava succedendo, perché fu travolto da una miriade di umani e digimon.
-E-ehi!- era a petto nudo e sentiva leggermente freddo, per di più il contatto con le mani gelide che lo sommergevano di carezze e colpetti affettuosi quasi lo infastidiva, ma in fondo, era bello essere vivi, perciò accettò di buon grado quelle pacche.
Non capiva che dicevano, perché parlavano tutti insieme, Mika gli si era gettata fra le braccia e lui l'aveva stretta forte, per poi passare a Takeru, che sprofondò il viso imbarazzato nell'incavo del suo collo.
-Fratellone...- sussurrò, sollevato.
Lui lo strinse forte. Erano rari quegli abbracci, perché entrambi erano piuttosto timidi l'uno nei confronti dell'altro.
Poi toccò a Taichi.
-Piantala di farci preoccupare!- esclamò scompigliandogli i capelli.
Ylenia gli si strinse al collo quasi soffocandolo -Pia... Piano Orso!!!- esclamò lui. La chiamava Orso perché la sua delicatezza era a livelli minimi, ma anche perché alle volte le ricordava un tenero orsacchiotto da coccolare. Lei per ripicca strinse la presa.
-Ahi! Ahi! Scherzoooo!- guaì, e dopo che la sorella lo lasciò prese a massaggiarsi il collo e le spalle.
Poi si fermò.
Sora.
Era il suo turno.
La guardò.
Gli occhi ambrati di lei parevano spenti. Però lo vide, vi era una piccola fiamma, quasi di ribellione.
La rossa aveva conosciuto il figlio del suo amato, figlio che non era certo suo.
Stava male, ma d'altro canto non poteva infuriarsi prima di conoscere la verità. Yamato non poteva dirglielo.
"Non poteva, ma ora può. Non poteva ma ora può...." se lo ripeté tante volte dentro di sé. Voleva capire e non voleva accusarlo senza sapere. E, soprattutto, voleva riabbracciarlo. Non voleva perdersi quel momento.
-Yamato!- gli si gettò al collo.
Silenzio.
La abbracciò, le schioccò un bacio sulla guancia, le mise la mano sulla nuca accarezzandole i capelli ramati. Il cappellino giallo era fra le zampette di Pyomon, che con Gabumon attendeva con ansia quell'incontro fra i due.
"Si sistemerà tutto." pensavano fiduciosi.
Sora pianse, sollevata.
-Sora...- Yamato lanciò un occhiata a Gabumon, lui annuì -Te l'hanno detto?-
La rossa riemerse appena dall'abbraccio -L'abbiamo conosciuto, Yamato...Io...-
-Perdonami...- stavolta fu il biondo a lasciarsi scappare una lacrima -Non potevo dire nulla... ma avrei dovuto...-
Sora si separò da lui e gli mise le mani sulle spalle, guardandolo faccia a faccia, facendo sfiorare le loro fronti.
-Voglio tutta la verità, ti prego...- Yamato annuì.
Poi Sora lasciò il suo posto a Gabumon che con sollievo si strinse al suo compagno. E sottovoce gli riferì che era meglio non parlare di Risei lì e che comunque il bambino stava bene.
Il biondo non capì subito che significava, ma nel momento in cui scorse oltre le sagome di Jun, Hikari e Miyako, la figura di Kokueimon, poggiato allo stipite della porta, capì.
Era lui che l'aveva attaccato. I suoi occhi... Ma quelli di chi gli ricordavano?
-Tu...- cominciò, ma il digimon lo guardò appena.
Come da ordini aveva sciolto la Doku Kage. Il suo ruolo l'aveva svolto, anche se non immaginava finisse così, considerato che il suo compito dal principio era quello di uccidere il ragazzo. Comunque, in quel momento gli premeva tornare all'Errant Castle, dove sua madre lo attendeva con trepidazione.

-Adesso basta!- Babamon prese a disperdere la folla con la sua scopa, menando colpi a manca e a destra, per poi farla ricadere sul cranio del biondo dell'Amicizia.
-Ugh...- fece lui.
-I malati devono riposare!- esclamò e ciò detto lo afferrò per le caviglie e, con l'aiuto di Jijimon, lo lanciò su una barella, per poi partire in quarta fuori dalla sala e cercare una stanza libera e sicura per lui.
Usciti dal corridoio il ragazzo incrociò gli sguardi di Vamdemon ed Etemon. Fortuna volle che i ''vecchietti'' marciassero a passo svelto, anzi, si può dire che quasi volassero per il corridoio. Tanto che nessuno disse nulla.
I due ''intrusi'' stavano nella sala d'attesa precedentemente occupata dai ragazzi, Vamdemon in piedi, accostato alla parete, Etemon seduto a braccia conserte e gambe incrociate.
Il corteo di prescelti seguì velocemente Babamon e Jijimon e Tailmon, passando, lanciò un'occhiata interrogativa verso il suo ex-Maestro e poi verso Ylenia, che percorreva il corridoio mano nella mano con Bearmon e accanto a Taichi.
Che diavolo poteva volere da lei?
Ma soprattutto, perché poco prima aveva sorriso alla bionda? Non un sorriso maligno e sbeffeggiatore, ma genuino e malinconico, come mai si sarebbe aspettata da lui.
Lui da parte sua ricambiò l'occhiata, per poi distogliere lo sguardo.
"Risei?" pensò "Chi diavolo è?! Troppe cose non tornano, dannazione!"

°

-Lady!- Pinocchimon trovò la donna oscura intenta a minacciare dei Bakemon.
Voleva fosse tutto perfetto per il ricevimento in onore di Kokueimon e, agli occhi del burattino, la sala dei ricevimenti non era mai stata così bella. Anche se in effetti, non avevano avuto modo di festeggiare da quando l’Errant Castle era stato assemblato.
Ebbene sì. Assemblato. Non costruito. Avevano messo insieme i loro territori, i loro nascondigli, ed era venuto fuori quello, non avevano tempo, di fermarsi ed edificare un castello nuovo di zecca. Inoltre era anche molto più sicuro, con lo schermo d’invisibilità e il sistema di levitazione. Il problema era fare rifornimento d’acqua marina almeno una volta al mese, ma era un dettaglio quasi trascurabile.
Lady Devimon si rivolse al piccolo burattino.
-Che vuoi nanerottolo?- lui si arrabbiò. Era tornata l’antipatica di sempre nel giro di dieci minuti, che tipa!
-Un tempo non mi avresti risposto così!- esclamò puntandole una pistola alla tempia e sparando. Lei schivò il colpo, come se niente fosse, facendo passare il proiettile fra i morbidi capelli argentati, mossi con vanità.
-Per fortuna sono tornata normale. Dovrei ringraziare quella Angewomon…- disse, poi ci ripensò e ricordando la batosta subita aggiunse –La prossima volta che la incontrerò, le strapperò i capelli a morsi e poi…- prese a farfugliare riguardo a torture e complicate mosse, finché il burattino decise di darci un taglio –Cercavo Piemon, sai dov’è?-
Lei si riscosse –Chiedi a Devimon.- disse secca.
-E lui dov’è?-
-E che ne so?-
Il burattino era ancora più sotto shock.
-Ma non eri tu quella che lo seguiva anche al bagno?- il nanerottolo si riferiva ai tempi antichi, quando un’impaurita Lady Devimon cercava di proteggere sempre e in ogni occasione il suo “dolce” fratellino.
Ovviamente l’imbarazzante riferimento suscitò le ire della Dark Lady, che, trasformato il braccio in un aguzzo spuntone, cercò di impalare il nanerottolo. E ci sarebbe riuscita se dal nulla non fosse apparso in extremis il digimon diavolo.
-Ti vedo in forma, sorella.- disse, felice della cosa.
Pinocchimon sbucò da dietro la sua schiena –Fiuuu! Salvo per un pelo!-
-Non farla imbestialire, sai quanto è tremenda…-
Dopo il suo intervento, la situazione parve placarsi.
-Dov’è Piemon?- chiese Pinocchimon e Devimon assunse un’aria preoccupata.
-Nella sua stanza, chiuso a chiave.-
-E’ successo qualcosa?- chiese la donna.
-Vamdemon ed Etemon?- chiese il demone.
-Non sono ancora tornati. Però il piano va a gonfie vele, ce l’hanno comunicato poco fa.- rispose il burattino.
-Tsk…- Devimon si guardò alle spalle, in direzione del corridoio che dava all’ala del castello dove vi erano i dormitori –Meglio che non rientrino subito.-
Gli altri due si allarmarono.
-Insomma, Devi, che succede?- chiese Lady Devimon.

°

-Piemon, ne sei sicuro?- chiese Dynasmon, la cui stazza era circa due volte quella del pierrot.
-Se non ne fossi sicuro, non sarei venuto fin qui.- rispose col suo solito sorriso ambiguo.
-Sei un tipo strano tu….- fece Lord Knightmon
-Credo sia l’unica occasione che avrete per impadronirvi della Chiave della Luce. Per quella delle Tenebre sarà solo questione di tempo.-
-Ma se prenderemo prima la Luce, che farete voi?- chiese Craniummon, sospettoso.
Piemon sorrise.
-Cercherò di ottenere la Chiave delle Tenebre, in modo che voi verrete a prenderla.-
-E tutto in cambio di…?-Dynasmon lo invitò a continuare.
Piemon riprese a sorridere.
-Voglio condividere il potere con voi.- certo, come no. Si vedeva lontano un miglio che mentiva. Per colpa della corruzione da parte della Superbia di Lucemon, era diventato tremendamente orgoglioso, ma aveva anche sviluppato una doppia personalità. Ma perché questa sua seconda identità pareva così desiderosa di seguire Lucemon? Certo però, che pareva poco disposto a dividere l’ammirazione del piccolo angelo caduto con loro.
Puntava in alto, ma, fortuna per loro, non così in alto.
-Ehi!- riprese Craniummon –Sospettano qualcosa?-
-Probabile, per questo tornerò indietro immediatamente. Portate i miei saluti a Lucemonsama.- detto ciò sparì, mentre Lord Knightmon diceva –Saluta Kokue… Maleducato. Possibile che non ascolti mai????-
Il cavaliere rosa era amareggiato. Non sopportava proprio Piemon per com’era diventato. E pensare che un tempo faceva anche discorsi intelligenti, mentre ora… Ora non capiva che gli passava per la zucca.

°

Gennai riaccompagnò il gruppo nel laboratorio da dove avevano osservato la battaglia precedentemente, e stavolta vi era anche Yamato.
I tre intrusi erano tenuti sotto stretta sorveglianza all’esterno della città, ma in ogni caso, non era loro intenzione attaccare Bernika. Volevano Ylenia e una volta che Gennai avesse messo in chiaro come stavano le cose coi prescelti, se ne sarebbero andati con lei.
-Fra poco sapranno la verità.- disse, quasi malinconico, Etemon.
-Non tutta…- disse Vamdemon, sistemandosi la mascherina sul viso.
-Ma lui… E’ ancora in circolazione?-
Il vampiro lanciò un occhiata al suo allievo, che capì all’istante di doversi allontanare. Quei discorsi erano privati.
Nessun problema. Aveva parecchi pensieri per la testa, così non gli dispiacque affatto il doversi allontanare.
Sentiva una strana preoccupazione, come se una persona vicino a lui fosse in pericolo. Ma era strano.
Sua madre? Suo padre? Vamdemon, Devimon, Pinocchimon? Chi?
No. Erano forti e sapevano cavarsela meglio di lui.
Ma allora chi?
Si sorprese a pensare ad Azusa Miwako, sulla Terra.
“Chissà poi perché penso a lei… tsk…” rise di se stesso.

-E’ al servizio di Belphemon.- disse il vampiro –Non so altro. Ma sicuramente è più attivo del suo padrone.-
-Belphemon…- ripeté meccanicamente Etemon –Il Demone dell’Accidia… Non sembra pericoloso. Da l’impressione di uno che fa fare tutto il lavoro agli altri.-
Vamdemon si strinse nelle spalle. Sicuramente l’avrebbe rincontrato. Voleva dimostrargli che, a differenza sua, lui non dipendeva da nessuno. Ecco perché voleva assolutamente stroncare definitivamente quel dannato legame con Lucemon.
Se poi sarebbe riuscito ad eliminare anche quella persona e Daemon, i conti col suo passato sarebbero stati definitivamente chiusi.

I prescelti entrarono nel piccolo laboratorio.
Vi era Risei, che ciondolava i piedi seduto al tavolino, mangiucchiando qualcosa.
Il bimbo inghiottì di fretta quello che aveva in bocca, quando ad entrare fu Yamato sostenuto da Takeru.
-Papà!!- esclamò, gettandoglisi al collo.
-Oh, Risei!- il prescelto dell’Amicizia strinse a sé il piccolo.
Il suo bambino!
Era così strano definirlo tale e abbracciarlo con tanto amore, ma nonostante tutto era suo figlio, no?
-Ho avuto tanta paura per te!- esclamò il bambino –E mi sei anche mancato tanto!-
Il prescelto gli accarezzò i capelli.
-Ora sono qui, tranquillo.-
Erano così dolci.
Gennai però doveva parlare loro, perciò chiese a tutti di sedersi e disporsi all’ascolto, cosa che tutti fecero, anche il bambino, che si sedette accanto a suo padre.
Il saggio prese posto in una sedia vicino al monitor e pigiò il tasto di accensione.
Quello che apparve ai digiprescelti fu una mappa grigia, composta da piccole chiazze di diversi colori legate tra loro da fili bianchi.
-Questo che vedete, è Digiworld ai giorni nostri.-
-Ma com'è potuto succedere?- chiese Mimi.
-La sconfitta di BelialVamdemon, ha dato il via a quella che sarà la vostra missione più grande.-
I digiprescelti annuirono. Quello l'avevano capito.
-Ma vi stupirà sapere che Vamdemon ha organizzato tutto col solo obbiettivo di contrastare Lucemon.-
-Spiegati meglio. - chiese Iori stupito.
-Voglio dire.... Ok. E' il caso che riparta dall'inizio. Dunque....- pigiò altri tasti e nello schermo sparì la mappa di Digiworld per aprirsi quella che era una presentazione simile a quelle realizzate con Power Point, o almeno così parve ai prescelti esperti di computer.

-Digiworld è nato in contemporanea alla nascita del primo computer sulla terra. A quel tempo esistevano solo cinque digimon, ovvero i Supremi.-
-Cinque?- chiese Miyako -Pensavamo fossero quattro.-
Sullo schermo apparvero delle sagome che ricordavano molto i quattro animali sacri: il drago, la fenice, la tartaruga e la tigre. Le sagome erano disposte nei punti cardinali all'interno di una sfera e al centro c'era un'altra figura.
-I Supremi si occupano della protezione di Digiworld e ognuno di loro controlla una determinata zona: Qinglongmon il Drago Azzurro che controlla l'Est, Zhuqiaomon la Fenice Rossa per il Sud, Baihumon la Tigre Bianca dell'Ovest e Xuanwumon la Tartaruga Nera a Nord.
Il quinto Supremo, Huanglongmon, viene risvegliato dall'unione dei poteri degli altri Supremi ogni qualvolta Digiworld affronti una grave crisi.-
I digiprescelti rimasero in silenzio.
-I Supremi cominciarono a popolare Digiworld creando le prime digiuova e i digimon che nacquero erano tutti di tipo Dati. Non esistevano digimon di tipo Virus e di conseguenza non aveva senso che esistessero gli Antivirus. Purtroppo con la nascita del primo virus del computer sulla Terra, nacque anche il primo digimon Virus. Il peggiore. L'origine dei mali.-
-Lucemon?- azzardò Daisuke
-No. Un Kuramon.-
-CHEEEEEE?- Daisuke trasalì -Quella medusa con le lenti a contatto è l'origine di tutti i mali???-
-Ehm... Si...- fece Gennai, con la solita gocciolina di sudore che colava dalla fronte. -Ma non quella medusa che conoscete voi. Non c'entra nulla con Diaboromon. Anche i Supremi fecero l'errore di considerarlo un piccolo digimon innocuo. Era piccolo e dolce e nonostante fosse diverso dagli altri, non pareva pericoloso. Anzi a dire di Qinglongmon era tenerissimo e coccoloso. Ma col passare del tempo, i Cinque si accorsero che Kuramon aveva cominciato ad evolversi con una velocità superiore rispetto agli altri digimon, che impiegavano anche diversi decenni per passare da uno stadio all'altro. Inoltre, era un autentico flagello. Ovunque passava seminava discordie e più cresceva, più le discordie si tramutavano in odio.
Cercarono di capire il problema, ipotizzarono che lui fosse innocente, che non lo facesse apposta. Ma ben presto si resero conto, che lui si divertiva a causare tutti quei guai.
Non c'era un briciolo di bontà in lui, nonostante l'amore con cui l'avevano cresciuto.-
I digiprescelti rimasero rapiti dalle parole dell'uomo che continuava il racconto.
-Ormai Kuramon aveva raggiunto il livello mega: GranDracmon e aveva corrotto tantissimi digimon. Questi cambiarono radicalmente e la loro tipologia era ormai differente, perciò furono chiamati Virus. Seminavano terrore e odio e i Supremi crearono i digimon Antivirus per contrastarli.
Anche questi non erano del tutto immuni all'influenza di GranDracmon, perciò i Supremi decisero che avrebbero dovuto intervenire di persona.
Huanglongmon ricevette il potere degli altri quattro e dopo una lotta estenuante, riuscì a sconfiggere e distruggere GranDracmon. Ma non finì lì. I dati di GranDracmon si divisero ai sette angoli di Digiworld e contaminarono sette digiuova. Da quelle Digiuova nacquero Lucemon, Daemon e gli altri Demon Lords.-
-E noi dobbiamo sconfiggerli tutti e sette?- chiese Mamoru arrivando al sodo.
Gennai annuì.
-Purtroppo si. Lucemon e Daemon stanno facendo sentire la loro influenza su Digiworld, ma degli altri non ci sono segni di vita. E non è un bene.-
-E così Daemon è tornato?- fece Daisuke. Yamato, Gabumon e Risei si incupirono.
-Non è possibile che siano stati sconfitti da qualcuno?- chiese Jun
-No. Se così fosse stato, se ne avrebbero notizie. E' quasi impossibile sconfiggerli. Daemon non è morto nonostante sia stato eliminato da UlforceVeedramon ed è riuscito a lasciare il Dark Ocean di Dagomon.-
Hikari rammentò del piccolo uovo nero che Dagomon gli aveva consegnato.
Credeva che fosse un sogno, visto che la mattina l'oggetto era scomparso. Ne aveva parlato con Taichi, ma senza l'oggetto incriminato, non avrebbero potuto conoscerne il significato. Era il caso di parlarne a Gennai.
-Ma come avrà fatto a fuggire dal Dark Ocean?- si chiese Ken preoccupato.
-Dagomon è morto.- disse Hikari
-Eh?- fece Miyako.
-Credevo fosse un sogno, ma lui mi è apparso. Mi ha detto che i nostri mondi erano in pericolo e mi ha consegnato un uovo nero. Ma non so cosa sia. Non l'ho neanche più.-
-Non l'avrai mica perso?- le chiese la Inoue inarcando il sopracciglio.
-Ma figurati.- le fece Hikari -La mattina non ce l'avevo più. L'ho cercato ovunque, senza risultato.-
-Probabilmente era qualcosa di molto importante e al momento giusto ne verremo a conoscenza.- fece Gennai
-Toglimi una curiosità.- disse Koushirou -L'entità che ha posseduto Hikari e che ci ha parlato di come ci avete scelto, chi era?-
-Era Huanglongmon. Quando voi avete combattuto contro i Dark Masters lui era immerso nel suo sonno, ma non poteva ignorare cosa vi stava succedendo.-
Calò il silenzio, che il prescelto del Coraggio interruppe.
-L'abbiamo polverizzato...- disse Taichi sprezzante, riferendosi a Daemon -E non è servito. L'abbiamo spedito nel mare oscuro, e niente. Cosa diavolo dovremmo fare?-
-Qui entrano in gioco i nuovi Digivice.- disse Gennai -Taichi ricordi il prototipo di Digivice che ti abbiamo affidato per aiutare Agumon a evolvere in Veedramon?-
Taichi annuì.
-Bene. Il nuovo modello vi consente di purificare i digimon, oltre che svolgere tutte le varie funzioni dei precedenti modelli. Il digimon sconfitto perde i dati corrotti che vengono assorbiti all'interno dei Digivice, mentre i normali vengono ricodificati in digiuova. Ora come ora la città della rinascita non è più agibile, sono rimasti solo i piccoli che la abitavano.-
Elecmon sospirò profondamente.
-E i dati negativi? Che fine fanno?- chiese.
- I Digivice li racchiudono. Poi verranno trasferiti alla Dark Area e da lì si procederà alla loro eliminazione totale. Ma per quello c’è tempo. Prima dovete riuscire a sconfiggerli.-
Tutti annuirono, poi Yamato, quasi per assicurarsi di non aver avuto un allucinazione, si voltò verso Hiroyuki, che stava quasi in disparte in fondo alla sala.
-Che diavolo ci fai qui?-
-Mi godevo il vederti all'ospedale, fino a poco fa.- rispose "sorridendo", quasi deluso.
-Ti secca di non avermici mandato tu?- Yamato ricambio il "sorriso".
-Mmmm... un po'... - ammise l'altro.
Yamato scosse la testa. Non si aspettava che quel tipo fosse diventato un digiprescelto, ma d'altro canto era possibilissimo, non era un ragazzo cattivo.

-Come vi dicevo.- riprese il saggio -Dalle digiuova che GranDracmon contaminò, nacquero sette digimon. I Supremi le trovarono e cercarono di crescere i piccoli digimon indirizzandoli nella retta via. Fu inutile. Tutti avevano un vizio più forte di loro. Erano i sette peccati capitali incarnati.-
-I sette peccati capitali...- fece Takeru
-Aspetta...- cominciò Daisuke -Erano: gola, ira, gelosia... e poi?-
-Superbia, lussuria, avarizia e accidia.- concluse Jun
-Accidia?- fece Daisuke
-Più semplicemente ozio, anche se non è molto corretto.- intervenne Jou.
-E bravo il mio amore!- ribatté Jun dandogli una forte pacca alla schiena che gli fece perdere gli occhiali.
-Ops… Scusa.- ridacchiò e fece la linguaccia.
Gennai continuò, mentre Gomamon passava a Jou gli occhiali caduti -Tutti manifestavano quei vizi, ma uno di loro aveva un'indole tranquilla.-
-E Daemon non è di sicuro.- fece Yamato, ricordando il demone dell' Ira. Il loro primo incontro l'aveva terrorizzato. Se non fosse stato per Gabumon sarebbe sprofondato nelle tenebre della caverna, incapace di rialzarsi e affrontare le difficoltà. Sarebbe morto li dentro e Daemon ne sarebbe stato felice, perché avrebbe comunque raggiunto il suo scopo. Piemon avrebbe sconfitto Taichi e gli altri e tutti i loro sforzi sarebbero stati inutili.
Ma fortunatamente il suo digimon gli era sempre rimasto accanto.
E lui era lì, insieme ai suoi amici, per chiudere la partita.

-Daemon rappresenta l'Ira, quindi non era lui sicuramente quello tranquillo.- ridacchiò Gennai - Il digimon tranquillo era Lucemon, che rappresentava la Superbia.-
-Avrei detto che il tizio tranquillo era quello dell'ozio.- ridacchiò Daisuke.
Gennai sorrise e riprese -Erano tutti a livello intermedio e nonostante fossero cresciuti insieme, non sembrava che andassero d'accordo. Il loro rapporto sembrava particolarmente finto, si sopportavano insomma. A Digiworld le cose erano sempre uguali: i digimon virus venivano perseguitati anche se non facevano nulla di male. Venivano attaccati anche quei digimon che pur essendo di tipo Antivirus o Dati, avevano dei legami con i Virus.
Ed è qui che entrò in scena Apokalymon.-
-Un altra rivelazione!- esclamò teatralmente Mimi.
-Apokalymon nacque dal rimpianto e dalla sofferenza di tutti i digimon la cui vita ed evoluzione erano stati stroncati per l'egoismo degli altri. Neanche lui era malvagio, solo non provava fiducia negli altri digimon che affermavano di voler purificare il mondo senza capire qual'era il vero problema.
Vagò disperato per Digiworld, cercando di rimanere nascosto per non avere problemi, finché non incontrò due digimon: Piemon e Pinocchimon. -
-Non ci verrai a dire che anche loro erano buoni?- chiese Jou, scettico.
-Beh, buoni buoni, no. Ma se non fossero stati perseguitati fin da piccoli, sicuramente le cose sarebbero andate diversamente. Ma lasciatemi continuare. Piemon e Pinocchimon stavano vagando per Digiworld in cerca di una fissa dimora, di un posto dove vivere in pace e degli amici. Durante il loro viaggio incontrarono Vamdemon e anche lui, non era cattivo, ve lo posso assicurare.-
-Come sarebbe a dire?!- chiese Tailmon -Ho sofferto le pene dell'inferno per colpa sua.-
-So che è difficile crederci. Ma è la verità. Tutti i nemici che avete affrontato finora, in passato hanno combattuto per fare di Digiworld un mondo migliore. Tutti: Piemon, Pinocchimon, Vamdemon, Metalseadramon, Etemon, Devimon, Lady Devimon,Mugendramon, Apokalymon. Tutti, nessuno escluso. Tutti hanno fatto la loro parte e hanno combattuto per questo mondo. Perché erano loro i digimon dei primi bambini prescelti.-


Fine Capitolo 8






Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento, con tutte le varie rivelazioni e Yamato che finalmente esce dal coma XD
Non vedo l’ora di fare entrare in scena Phelesmon, ma sarà più avanti. Fra poco si chiude la saga coi Dark Masters e nel prossimo cap ANTICIPAZIONE (neanche tanto velata): Ylenia dovrà seguire Vamdemon, ma mica andrà da sola. E comunque continueranno il resoconto del passato di Digiworld e se ci riesco spiego com’è nato Risei, così magari vi metto il cuore in pace, credo.
Ho messo degli indizi,ma chissà se qualcuno ha capito chi è la sua “mamma” XD
Bene, ora passiamo alle recensioni.

Eden89: Lunario? XD Cmq, sono contenta ti stia simpatico. ^^ Grazie!!!
Beccacina: Modestamente XD No, dai, mille grazie!!! Troppo buona. (credo di essere masochista, per come mi complico le cose con storie intricate XD)

Grazie a tutti ^^




Kymyit

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Capitolo 9
*** 9. Tragedy's Birth II - Passato e presente, poi dritti verso il futuro (ignoto). ***


twins 9
Capitolo 9: Tragedy's Birth II - Passato e presente, poi dritti verso il futuro (ignoto)

When the Gods were young the burden was less
It was not grief and it was not fear
Who cast the shadow upon our age?
Who has crippled the young and blinded their eyes?
(Tragedys Birth, Primordial)



Un numero: 706.
Nient’altro che un numero.
Una delle pedine più importanti, ma non il pezzo più importante del puzzle.
Solo un numero.
Il corpo tonico era rivestito da una stretta tuta grigia, alla quale erano collegati tubicini e anche aghi, specie in vicinanza ad organi vitali. Erano dolorosi, specialmente quando compiva movimenti bruschi, perciò Neo Saiba preferiva star seduto, continuando a fingere tranquillità e indifferenza.
Utile per lui, ma con Daemon non attaccava. Il Demone dell’Ira sapeva per certo che il ragazzo umano aveva paura di lui, per sé stesso e per sua sorella.

-MetalPhantomon: Digimon evoluto di tipo Virus. Peso 35 GB, i suoi attacchi sono: Soul Predator e Grave Scream.- Pronunciò l’albino con aria saccente. Strano che fosse un digimon evoluto a seminare terrore senza motivo. Di solito erano i digimon di livello più basso che, in preda allo spavento di trovarsi per sbaglio in un mondo sconosciuto, creavano scompiglio. Inoltre erano quelli di tipo bestiale a spaventarsi maggiormente, a causa del loro istinto “animale”. Gli umanoidi avevano più autocontrollo.
Rei Saiba strinse forte la mano del fratello maggiore. Avevano appena lasciato l’ospedale, dove aveva fatto la fisioterapia. Forse c’era ancora speranza che le sue gambe recuperassero il loro vigore e che tornasse a camminare.
Lo speravano entrambi con tutto il cuore.

-Neo Saiba, 17 anni, razza Umano, traditore di Sua Eccellenza Daemon.- MetalPhantomon ghignò o almeno così parve, considerata l’assenza di labbra. In ogni caso i suoi occhi brillarono maligni ed inquietanti. -Hai la possibilità di redimerti.- accennò a Rei –Il Grande Daemon potrebbe persino concederti in dono di far guarire la tua sorellina.-
Anche Neo ghignò a sua volta, per cacciare la paura.
-Redimermi? Tsk…Ma non farmi ridere…- chiuse gli occhi per qualche secondo, poi, stringendo i pugni esclamò –Non so cosa voglia da me Daemon, ma lascia fuori mia sorella da questa storia! Le cose sistemiamole tra noi! METALGREYMON!-
Esatto.
MetalGreymon.
Dopo aver combattuto al fianco di Taichi contro Daemon, Neo aveva rimesso la testa a posto. Aveva compreso i suoi sbagli e chiesto perdono. Con grande sforzo, sotterrando il suo orgoglio, aveva cercato MetalGreymon e gli aveva chiesto perdono per averlo usato e ucciso.
E il digimon gliel'aveva accordato, perché sapeva che per Neo pronunciare la parola “scusa” era già una punizione tremenda. Ed era tornato al suo fianco.
Il dinosauro digitale apparve alle spalle del suo partner, fuoriuscendo dal vecchio Digivice V-Tamer del ragazzo. Era grosso circa il doppio del M.Greymon di Taichi, di un arancione più scuro e dalle ali nere.
-Fratellone…- esitò Rei. Voleva aiutarlo anche lei. Strinse il suo Digivice.
Si, perché ne aveva uno anche lei. –SkullSatamon!- esclamò, e il digimon apparve, accanto al dinosauro. La stazza del digimon di Neo lo fece apparire minuscolo, ma in realtà il digimon di Rei era molto forte e la sua altezza non era indifferente. Insomma, era sicuramente più alto di un essere umano.
Il digimon scheletro si parò davanti alla carrozzella di Rei, per proteggerla. Neo era il suo domatore, ma gli aveva affidato Rei. La ragazza era molto dolce e non lo giudicava affatto per il suo aspetto, nonostante gli avesse confessato di aver paura degli scheletri. Col passare del tempo, le si era affezionato moltissimo e il compito che Neo gli aveva assegnato era diventato una sua missione personale. La proteggeva perché lo voleva davvero, dal profondo del cuore.
Lei era la sua partner.
Strinse forte il bastone. Dal pomo dorato sull'estremità fuoriuscirono scintille.
-Sei pronto?- gli chiese MetalGreymon.
-Tsk, certo che si.- gli fece eco lo scheletro.
-Ma guarda... - rise MetalPhantomon -E' la mia giornata fortunata. Volete combattere? Siete sicuri? Guardatevi un po' intorno...-
Neo e gli altri sudarono freddo.
Erano al parco.
Centinaia di persone si trovavano lì. La maggior parte per fortuna aveva già tagliato la corda alla vista di MetalPhantomon.
Ma restava sempre chi si trovava abbastanza lontano da non vedere i digimon o qualche pazzo curioso.
Non potevano coinvolgere assolutamente quelle persone.
-Merda.- ringhiò l'albino -SPARITE DALLA CIRCOLAZIONE! E' PERICOLOSO!- gridò a due ragazzi più grandi che, impugnando una macchina fotografica e una videocamera, tentavano di immortalare quelle immagini. I due si scossero.
-E' sparito...- disse uno.
Neo si voltò velocemente.
MetalPhantomon non era più davanti a loro...
La sua risata maligna giunse alle sue spalle e, voltandosi, Neo, M.Greymon e S.Satamon si resero conto, con orrore e frustrazione, che MetalPhantomon si era portato velocemente dietro la carrozzella di Rei, senza che loro se ne accorgessero.
-Claw Bone!- la scarica che partì dal bastone di SkullSatamon fu deviata dalla falce dell'altro digimon scheletrico, che si limitò ad avvicinare l'arma alla gola della sedicenne.
-Ah...- emise Rei. Essendo una falce composta da energia oscura, il lieve contatto con la gola le provocò un forte dolore.
-Scacco matto.- ghignò maligno il fantasma.

°

-I digimon dei primi bambini prescelti...- Koushirou trattenne il fiato.
-Mi riesce difficile credere che fossero buoni in passato.- disse Tailmon, pensando ovviamente al suo Maestro.
No.
Padrone e aguzzino era il termine giusto.
-Anche a me.- fece Hikari -Ma a quanto pare è così.-
-Anche Devimon era buono... Ma allora perché diavolo ci hanno combattuto così aspramente?- chiese Takeru, che provava un profondo rancore nei confronti del digimon diavolo.
-Ora vi spiego. La storia non è finita.- disse Gennai -E' così lunga e complessa che non basterebbe una vita per raccontarla tutta. Ma torniamo a Lucemon e agli altri Demon Lord.... Molto prima che Piemon e Pinocchimon incontrassero Vamdemon, i Demon Lord sfuggirono alla custodia dei Supremi. Lasciarono la Foresta Sacra per continuare a diffondere il male. Tranne Lucemon. A lui non interessava. Reputava Digiworld un posto bellissimo e fece di tutto per proteggerlo dai suoi "fratelli". Quando si scatenò una guerra tra digimon Bestiali e digimon Umanoidi, Lucemon era in prima linea. E fu in quell'occasione che imparò a unire Luce e Tenebre.-
Yamato e Ylenia si sentirono quasi chiamati in causa. Incrociarono le braccia contemporaneamente e deglutirono.
-I Supremi gli affiancarono un gruppo di cavalieri scelti, per vegliare su di lui ed evitare che compisse azioni insensate. Erano i Royal Knights, i Cavalieri Reali. Lucemon radunò digimon da ogni dove, sia umanoidi che bestiali, sia Antivirus che Dati e Virus e cercò di portare la pace tra i due schieramenti.
Piemon e gli altri si unirono alla causa, confidando in lui per vivere in un mondo migliore e il loro gruppo ebbe un bel da fare per placare i due schieramenti.
Alla fine, riuscirono a portare la pace, ma come vi dicevo, durante lo scontro Lucemon ebbe modo di entrare nel Dark Ocean, dove è stato confinato Dagomon.-
Hikari chinò il capo -Quindi Dagomon stava in quell'orribile posto già da allora.-
Gennai provò tenerezza nei confronti della prescelta della Luce -Vedi Hikari, Dagomon era uno dei primi Virus nati e si era macchiato di numerosi crimini. E' stato confinato nel Dark Ocean perché la morte sarebbe stata solo una liberazione per lui.-
-Ma poi si è pentito.- disse Hikari -Avremmo potuto liberarlo da lì, dargli una possibilità di ricominciare... Quanti anni saranno passati da allora? Più di mille sicuramente... E invece gli abbiamo mandato contro Daemon!- la Yagami si coprì il viso con le mani e singhiozzò. Takeru e Taichi cercarono di confortarla.
-Hikari...- le sussurrò il biondo
-Non fare così.- le disse il fratello -Ti ha perdonata. E poi, vedrai che rinascerà, come tutti i digimon.-
Gennai annuì -Quando un digimon muore in un luogo che non è Digiworld, può rinascere ugualmente, perché, come nei computer della Terra, nella Città della Rinascita rimane una sorta di back-up dei suoi dati. E anche se la Città della Rinascita ora non esiste più, i dati sono rimasti memorizzati comunque. Appena tornerà in funzione, Dagomon potrà tornare e vivere così una nuova vita. E ricominciare...-
Hikari parve tranquillizzarsi un poco.
-Tieni.- le disse Jun porgendole un fazzoletto.
-Grazie.- rispose lei sorridendo appena.

°

Da qualche parte a Digiworld, intanto...

"Lucemon sta procedendo col suo piano..." quel pensiero rallegrava Beelzebumon, il Demone della Gola "Devo raggiungerlo, e raccontargli la verità." camminava da diversi giorni ormai.
Era letteralmente esausto, perciò si sedette a riposare. In quanto Daemon Lord avrebbe potuto raggiungere la sua destinazione in quattro e quattr'otto, ma non doveva attirare l'attenzione. Perciò non aveva spiegato le sue ali nere e non aveva preso il volo. Non aveva neanche usato il suo velocissimo mezzo di trasporto, la moto chiamata Behemoth. No...
Lui doveva essere morto.

-Che diavolo stai dicendo, vecchio bastardo?!- ringhiò.
Il vecchio bastardo in questione era Barbamon, in apparenza il più anziano dei sette.
-Quello che ho appena detto. Non presteremo soccorso a Lucemon.- disse, con voce pacata, ma nel pronunciare il nome dell'angelo caduto, il "vecchio" emise una nota di scherno, che Beelzebumon percepì. E lo detestò.
Erano uguali.
Potevano definirsi fratelli, ma erano pronti a calpestarsi gli uni con gli altri. Non che gli importasse.
Però con Lucemon era diverso...
Era come... del cibo per lui...
Una cosa a cui teneva particolarmente e di cui voleva godere sempre di più.
Anche solo la sua vista lo "nutriva".
Dopo aver lasciato la Foresta Divina come Impmon, aveva vagato con i cinque "fratelli" che erano fuggiti. Lucemon era voluto rimanere indietro. Perché lui non aveva sete di conquista come loro.
Ancora era innocente.
Non sapeva quanto il mondo fosse rimasto corrotto dopo la dipartita di GranDracmon.
Poi a Barbamon era venuta l'idea di possedere tutto. E nessuno aveva obbiettato.
Leviamon desiderava tutto ciò che gli altri possedevano.
Lilithmon voleva possedere tutti i piaceri che quel mondo offriva.
Belphemon bramava l'ozio completo, ovviamente con la minima fatica, altrimenti non sarebbe stato lui. Voleva solo un mondo in cui poter riposare in pace, letteralmente.
Un mondo praticamente noioso per uno come lui.
Perché Beelzebumon adorava i banchetti, il cibo, la lotta. Tutto ciò che offriva alla vita un gusto in più.
Infine Daemon desiderava il potere, diventare più forte e sfogare su tutti la sua costante ira.

E Lucemon che voleva?
Solo la pace.

Per realizzare quei loro desideri l'avevano coinvolto.


Lui gli aveva mostrato la corruzione di Digiworld.
Proprio lui.
Lui non era stato capace di aiutarlo a realizzare il suo sogno.
Proprio lui.
Aveva promesso e non era stato capace di soccorrerlo.


Beelzebumon guardò storto il vecchio. Solo in quel momento comprese appieno l'intero piano del "fratello maggiore". Lui ne era stato tenuto all'oscuro perché DAVVERO si era affezionato a Lucemon. Barbamon voleva che Lucemon fosse sconfitto!
Ecco perché aveva riunito la "famiglia".
Perché bramava gli immensi poteri del "fratellino".

In lontananza la battaglia si faceva sempre più cruenta.
Lucemon contro i Dark Masters e i bambini prescelti.

Con orrore Beelzebumon vide ergersi nell'aria un corpo gigantesco.
-Apokalymon?!- esclamò con rabbia - Ma non era morto? Merda!- il Demone della Gola decise che era il momento di dare man forte al Demone della Superbia. Che gli altri lo appoggiassero era questione di poca importanza.
Il proprio corpo sprigionò un'energia tale che gli abiti in pelle nera parevano sciogliersi. Dalle scapole crebbero due nere ali piumate con le quali Beelzebumon sarebbe volato verso Lucemon.
Da solo non avrebbe mai potuto sconfiggere Apokalymon di nuovo. Perché non si trattava solo di lui.
I Padroni delle Tenebre si erano uniti in un solo corpo.
-Non ti lascerò rovinare i miei piani, proprio adesso.- disse Barbamon. Il Demone della Gola era già in volo ed ad udire quelle parole fece appena in tempo a voltarsi.
Un' energia potentissima lo investì in pieno. Le ali bruciarono, la giacca in pelle si sciolse, l'aria fu pervasa dal lezzo della carne bruciata.
In lontananza l'urlo di rabbia di Lucemon e la Dark Area che si apriva, inghiottendolo.

Lo aveva abbandonato.
Proprio lui.


Beelzebumon riaprì gli occhi. Neanche lui sapeva perché era sopravvissuto. Pura fortuna. O forse no?
Carezzò l'erba verde.
Presto i Cavalieri di Lucemon sarebbero giunti fin lì, distruggendo anche quel luogo. Doveva sbrigarsi a raggiungerlo. Raccontargli la verità.
Non voleva abbandonarlo!

°

-Nessuno sa come, ma Lucemon da allora divenne padrone della Luce e delle Tenebre e si servì di quei poteri per porre fine al conflitto. La pace durò per diverso tempo, ma nonostante tutto, non si poteva parlare di pace. I digimon ormai erano in qualche modo corrotti e Lucemon ne soffriva.
E fu in quel momento che entrarono in gioco gli altri Demon Lord. Sembra che coi suoi poteri Lucemon avesse attirato Barbamon, l'Avaro. Questi riuscì in qualche modo a rientrare in contatto con lui e gli promise di affiancarlo nel suo folle progetto di ricostruire Digiworld da zero.
Quella che all'inizio era solo un'idea di Lucemon poteva essere realizzata e così i Demon Lords cominciarono a seminare il terrore a Digiworld.
I Supremi furono costretti a correre ai ripari: la barriera spaziale tra i nostri due mondi si era assottigliata e vennero a conoscenza del mondo degli umani. Scoprirono che le emozioni degli esseri umani potevano essere trasmesse ai digimon sotto forma di energia. Scelsero perciò dei bambini, perché erano più puri rispetto agli adulti e li invocarono.-
Sullo schermo apparve una vecchia foto.
C'era Gennai, vicino a Piemon. Facevano le smorfie. Accanto a loro c'erano tutti i loro nemici e poi dei bambini.
-Questa foto la facemmo poco dopo la grande battaglia finale. E questi sono i primi bambini prescelti.-
-Sbaglio o manca un digimon?- chiese Ken
Gennai annuì e indicò uno a uno i bambini.
La prima era una ragazzina di circa 11 anni, coi capelli viola raccolti in due bizzarre codine. Vestiva con una t-shirt rosa e pantaloncini neri. Sulla testa degli occhialetti rosa a cuoricini, simili a quelli di Taichi e Daisuke, ma più piccoli.
-Lei è Kirara Kira. Aveva la Digipietra del Coraggio e il suo digimon era Piemon. Era lei la leader del primo gruppo.-
La bambina a fianco a lei, aveva circa 10 anni, i capelli rosso scuro, sfilati e ribelli. Portava una salopette verde militare e una maglietta arancione e rideva abbracciata a Pinocchimon.
-Lei è Aki Mori, la sorellastra di Kirara. All'inizio non andavano d'accordo, ma l'avventura le ha unite tantissimo. La sua digipietra, era quella dell' Amicizia e come potete vedere, il suo digimon era Pinocchimon.-
Tutti annuirono, fissando i loro predecessori.
-Questo con la bandana e i capelli viola scuro è Gie Kurogane.- continuò Gennai indicando un ragazzino sui 12 anni, dall'aria un po' aggressiva, vestito completamente di nero (canottiera, jeans e bandana) -Lui è il partner di Mugendramon e la sua digipietra, era quella dell'Amore.-
-Gennai, ma le digipietre le avete distribuite a caso?- chiese Mimi quasi spaventata.
-Mugendramon la digipietra dell'Amore??- fece Gomamon -E' più sconvolgente del sentire Jou cantare sotto la doccia!-
-EHI!!- esclamò il prescelto dell' Affidabilità rosso in volto, cercando di tappare la bocca al suo dispettoso digimon.
-Ho solo detto la verità.- ribatté Gomamon tra le risate generali.
-E quel ragazzino biondo?- chiese Koushirou.
-Ah, lui... Lui si chiama Karl Keisuke Von Sturm, ma tutti lo chiamavano Kei. Aveva 10 anni ed era cagionevole di salute. Molto cagionevole. Però era molto intelligente, proprio come te, Koushirou. Infatti la sua digipietra era quella della Conoscenza. E' stato quello che più ha tardato ad abituarsi a Digiworld perché era abituato a vivere sotto una campana di vetro. Lui e Vamdemon sembravano fatti apposta l'uno per l'altro.-
Keisuke aveva la tipica aria aristocratica, i capelli ricci e biondi color del grano e gli occhi castano-dorati. Camicia e cravattino, molto eleganti e probabilmente costosi. Il viso era pallido e magro, ma in quella foto sprizzava di vitalità.
-L'ho già visto da qualche parte...- disse Hiroyuki, facendosi pensieroso - Tsk... Ma guarda... e così l'erede della Sturm Corporation è un prescelto...- La Sturm Corporation era una grande azienda informatica, in pratica una delle più famose al mondo, almeno negli ultimi decenni. La famiglia si era stabilita in Giappone in seguito al matrimonio tra il conte Ludwig Von Sturm con Kaname Chinou, una donna intelligente sia di nome che di fatto. Per non parlare della brillante carriera. Insomma, questo Keisuke pareva nato sotto una buona stella. O chissà se anche lui...
-Questo ragazzino qui invece è Mei Ryuuzaki, 10 anni. Lui e Gie andavano molto d'accordo.- Gennai interruppe i pensieri di Hiroyuki e indicò un bambino coi capelli corti celesti sopra il drago d'acqua -Metalseadramon era il suo digimon e la sua digipietra era quella della Sincerità. Questa è Hina Satou.- la ragazza in questione aveva circa 12 anni e aveva i capelli color della neve, molto belli e morbidi. Gli occhi erano grigi e brillanti. Hiroyuki scattò.
-Ma quella è...-
-La conosci?- chiese Daisuke.
Lui si risedette e si lasciò scappare un flebile fischio di apprezzamento -Chi si aspettava che Hina Segaossa fosse una prescelta... tsk...- sghignazzò.
-Vedo che conosci un sacco di gente famosa, Hiropon...- disse Mamoru, che, vicino al prescelto del Vigore, non si trattenne dal mettergli un braccio intorno alle spalle, con molta confidenza -Dato che ci sei, non è che mi daresti il suo indirizzo?-
-E perché mai?- Hiroyuki gli afferrò il braccio e si liberò da quella stretta troppo confidenziale.
-Ha spaccato il parabrezza della macchina di mio padre giusto una settimana fa.- ribatté Mamoru, ignorando il gesto dell'altro.
Hiroyuki rise come un matto.
-Ahahaha!! Non è cambiata per niente quella strega!-
-Dai, smettetela!- disse Miyako. Si, facevano ridere, ma era curiosa di sapere chi erano gli altri ragazzi.
-Io vorrei sentire il resto della storia.- le fece eco Iori.
-Ehm...- Gennai riprese la parola... -Segaoss... Hina... Era la digiprescelta della Luce e il suo digimon è LadyDevimon. Ma davvero è una teppista?-
-Atti vandalici ai danni di pubblico ufficiale, per non parlare del resto, cosa ti suggerisce, Gennai?- Mamoru, con aria melodrammatica.
Hikari e Tailmon si lanciarono una strana occhiata.
Hiroyuki rise di nuovo, ma più sommessamente, mentre Gennai passò ad un altro bambino.
-Meglio andare oltre...Questo bambino, qui aveva 8 anni. Si chiama Ban, ed è il fratello minore di Hina.- Takeru rimase colpito nel vedere il piccolo Ban a cavalcioni su Devimon, intento a ridere aggrappato alle corna del digimon diavolo -La sua digipietra è quella della Speranza.- Il cuore del giovane Ishida quasi si fermò. Gli sembrava così strano che Angemon e Devimon si fossero scontrati. Angeli portatori della Speranza, invece di stringersi la mano si erano uccisi a vicenda. Per il suo romanzo era un buono spunto, ma la cosa gli lasciava l'amaro in bocca.
Per ultimo Gennai indicò un ragazzo moro, coi capelli neri lunghi fino al mento sul davanti e scalati dietro. Una fascia rossa gli copriva la fronte e gli occhi verdi sembravano smeraldi. Sotto l'occhio sinistro c'era un piccolo neo, molto grazioso.
-Lui è Nobu Yaen. Aveva 11 anni anche lui e il suo digimon è Etemon. La sua digipietra è quella dell'affidabilità, anche se a volte appariva totalmente inaffidabile.- ridacchiò rammentando i vecchi tempi.

-Sto cominciando a seccarmi.- disse Vamdemon.
Erano vicino alla macchina del caffè, lui ed Etemon. Lo scimmione prendeva una bibita, lui proprio no. Non c'era sangue dentro quell'aggeggio infernale. Doveva sbrigarsi a tornare al castello.
-Abbi pazienza.- fece Etemon, aprendo la lattina -Non ti facevo così impaziente.-
-Sono preoccupato... Ho un pessimo presentimento.-
-Riguardo a Keisuke?-
Vamdemon annuì.
-Lui... poi Phelesmon... Non so se sto diventando paranoico, ma tutta questa storia mi sta facendo diventare matto.-
Etemon sorseggiò ancora la bibita -Forse stai solo tornando ad avere un cuore.-
-Tsk... Mi spiace ammetterlo, ma ogni tanto dici qualcosa di intelligente.-
Etemon ridacchiò, poi sospirò.
-Sarei potuto andare a cercarlo... Nobu mi odierà.-
-Probabilmente...- disse atono il vampiro.
Etemon si agitò -Ehi! Tu proprio non sai consolare la gente!-
-Probabilmente si sarà anche dimenticato il perché avete litigato.- concluse il vampiro.

-Nobu viveva in un orfanotrofio. Il cognome Yaen se l'è dato da solo dopo aver conosciuto Etemon.- continuò il saggio -Non so molto, ma l'incontro con Etemon ha cambiato totalmente la sua vita. Non è più tornato sulla Terra e non so dove sia ora.-
-Come sarebbe a dire?-
-E' rimasto con Etemon per un bel po', non aveva una casa in cui tornare e l'orfanotrofio non era un gran bel posto. Un giorno è successo qualcosa ed è scomparso, ma nessuno sa dove sia. L'unica cosa certa, è che non è morto. Il primo caso di umano morto a Digiworld non passerebbe certo inosservato...-
Tutti erano pressoché allibiti.
-E quella ragazzina?- chiese Mamoru dopo un poco -Non dirmi che il suo digimon eri tu, Gennai?-
-Io non sono un digimon.- rise il saggio -Comunque, lei è Marin Hyuga. La sua digipietra è quella del Perdono ed è l'unica prescelta a non avere ancora un digimon come partner.-
-Come mai?- chiesero in coro Iori e Armadimon.
Gennai scosse le spalle.
Dietro di lui, nella foto, Marin sorrideva. I capelli neri erano corti fin sotto il mento e gli occhi erano chiusi, ma Gennai affermò che erano castani, quasi dorati. Stava abbracciata sia a Hina che a LadyDevimon. Aveva 11 anni.
-I Supremi hanno visto in lei una persona speciale, ma non c'era nessun digimon che rispecchiasse quelle qualità.-
-E Apokalymon?- chiese Sora
- Lui fu sconfitto da Lucemon quando si accorse che cosa avevano organizzato i Supremi. Si sacrificò per proteggere Piemon e gli altri, i suoi cari figli. Ma sembra che anche lui avesse un asso nella manica e infatti ha diviso i suoi dati tra i suoi ragazzi, ed è stato grazie a questo che Piemon e gli altri sono alla fine riusciti a sigillare Lucemon della Dark Area, l'inferno dei digimon. Lì gli sono stati sottrati i due poteri, affinché non ne uscisse più.-
-E perché siamo stati scelti io e Ylenia?- chiese Yamato
-Perché servivano due corpi distinti, simili ma opposti allo stesso tempo. E quel giorno gli unici due corpi che trovarono erano i vostri.-
Calò il silenzio.
Era ovvio che il giorno in cui Lucemon fu sconfitto, corrispondeva al giorno in cui Yamato ed Ylenia erano nati. Ma questo non era fondamentale, sembrava piuttosto un brutto scherzo del destino.
"Se non fosse stato per Lucemon non sarei mai stato un digiprescelto?" si chiese Yamato. Insomma, avevano ritenuto opportuno convocarlo a Digiworld solo per tenerlo d'occhio?
Il pensiero lo fece stare parecchio male, come tutta la vicenda del resto.

"Ma che diavolo mi prende?" pensò Kokueimon.
Aveva le farfalle sullo stomaco e, se le cose fossero state come al solito, non ne sarebbe rimasto sorpreso.
Ma non si trattava di attendere l'ammirazione o anche solo il consenso di suo padre.
No. Ora che quello c'era, perciò, perché era preoccupato?
-Da quando ho visto quella ragazzina umana...- disse tra sé. Doveva sapere -Chiederò un giorno di permesso, dopo la cerimonia.- alzò gli occhi al cielo.
"Che sia la sensazione che anche mia madre ha provato? Anche mio padre si sarà sentito così?"

°

-Dobbiamo stare attenti a Piemon.-
Mugendramon e Metalseadramon parlottavano tra loro nel laboratorio del drago nero. Ovvio che le loro sembianze fossero ancora quelle umane e minute. Coi loro vocioni reali, non avrebbero avuto la privacy che richiedeva il momento: Piemon li avrebbe sentiti.
-E' strano. Eppure... -Metalseadramon si sedette su un tavolo metallico -Non avverto pensieri negativi, tranne i soliti ovvio.-
Mugendramon gli si portò accanto e gli accarezzò il capo, prendendo poi tra le dita una ciocca indaco.
-Ricordi quando si parlava di raggiungere il castello di Lucemon dalla base spaziale del continente WWW?-
Il drago d'acqua annuì -Il giorno dopo era completamente rasa al suolo.-
-Solo Piemon può aver fatto una cosa del genere.-
Il clown possedeva l'ubiquità, ovvio pensare a lui come il colpevole.
-C'è qualcosa che non quadra.-
-Una doppia personalità.- disse Mugendramon -Piemon prova astio nei confronti di Lucemon, figurati se accetterebbe di seguirlo. Ma se avesse una doppia personalità, i conti tornerebbero tutti.-
-E così è svelato il mistero delle emicranie...- Metalseadramon rimase in silenzio qualche secondo -Dici che anche con Kokueimon ci sia lo zampino dell'altro Piemon?-
Il drago nero ci pensò appena -Ma no... E' solo che Piemon è troppo testardo per ammettere che l'ha voluto anche lui.-
Metalseadramon arrossì.
-Che c'è?- chiese Mugendramon, allarmato.
-Ehm... Io...- il drago esitò un poco, poi all'improvviso, assunse le sue reali sembianze -Voglio un figlio da te!- esclamò, con fare trionfale.
Sulla nuca di Mugendramon apparve la gocciolina di sudore da shock.
-E che bisogno c'era di chiederlo così??- sbraitò.
Metalseadramon si chinò su di lui -Così non avrai il coraggio di dirmi di no.-
Mugendramon si fece silenzioso.
Poi prese la sua decisione.
Perché no?
-Ne riparleremo quando questa storia sarà finita.-
Era un si.
E Metalseadramon ne fu felice e urlò un -Evviva!- che rimbombò per tutto il palazzo.

°

-Che storia intricata.- commentò Miyako.
-Però ci sono parecchi punti oscuri. Che fine hanno fatto quel Barbamon che ci hai detto? Perché non hanno aiutato Lucemon alla fine? Se davvero voleva il suo potere, perché l'ha abbandonato a se stesso, permettendo che fosse imprigionato?- chiese Ken
Gennai rispose -Purtroppo questo non lo sappiamo. Però, sappiamo che Lucemon non ha rinunciato al suo progetto e che ha mandato i suoi Cavalieri Reali a distruggere Digiworld, per ricostruirlo dalle basi.-
-Quanti sono?- chiese Mamoru
-Tre.- fece Hiroyuki.
-Dynasmon, Lord Knightmon e Craniummon. In passato c'era anche un quarto Cavaliere, ma cadde per proteggere Lucemon. Si chiamava Duftmon ed era l'unico cavaliere di sesso femminile, nonostante l'aspetto mascolino. Gli altri cavalieri che hanno scelto di ribellarsi a Lucemon, sono stati eliminati. Anche se...-
-Anche se?- fece Tentomon
-Il Digimental dei Miracoli, che ha permesso a V-mon di evolvere Magnamon, altro non è che il Digimental di Magnamon. Vi è rinchiuso il suo spirito che da sempre si oppone al male, in qualunque sua forma. Era un grande guerriero dai più nobili principi, ma anche lui cadde sotto Lucemon.-
-Poverino...- fece Mika che aveva ascoltato tutto in silenzio -E la signorina, era brava?- chiese riferendosi a Duftmon
-Non era cattiva. - fu la risposta di Gennai
-E Lucemon è cattivo?-
Gennai tardò a rispondere.
-Un po'...- cambiò discorso -Bene... Ora è il momento che vi consegni i vostri Digivice nuovi.- annunciò, e li invitò a seguirlo nel laboratorio adiacente a quella stanza.

Era un locale più ampio con una teca molto grande e dentro di essa, vi erano i nuovi Digivice, uno dei quali era ancora collegato al suo digiuovo. Il digiuovo era nero con disegnate, in orizzontale, righe a zig zag gialle.
L'uomo digitò dei comandi, e la teca si aprì.
-Ecco, potete prendere i vostri Digivice.-
Tutti si avvicinarono, compreso Hiroyuki.
Sotto ogni Digivice era riportato il disegno di una digipietra e perciò ogni prescelto prese, senza errore, quello che gli spettava.
Quello di Taichi era arancione, con i tasti blu scuro.
Quello di Yamato era l'esatto contrario: blu scuro, coi tasti arancioni.
Sembrava che i Digivice fossero accoppiati. Almeno quelli dei primi due gruppi.
Quello di Sora era rosa scuro, con i tasti verdi. Quello di Mimi verde coi tasti rosa.
Quello di Koushirou era viola coi tasti argentati e quello di Jou argentato coi tasti viola.
Il Digivice di Takeru era verde chiaro, coi tasti dorati e quello di Iori dorato coi tasti verdolini.
Quello di Daisuke era azzurro, coi tasti neri e quello di Ken nero coi tasti azzurri.
Hikari prese il suo, rosa coi tasti rossi, il contrario di quello di Miyako: rosso coi tasti rosa.

I Digivice degli altri prescelti erano invece diversi l'uno dall'altro.
Quello di Hiroyuki era arancione scuro, coi tasti verde militare. Quello di Mamoru era viola scuro, coi tasti dorati, quello di Jun era bianco coi tasti violetti.
Quello di Mika era molto bello. Non aveva un colore solo, ma tutti i colori dell'arcobaleno che cambiavano disposizione a seconda di come lo posizionava.
Rimasero due Digivice.
Uno marrone dai tasti dorati e uno nero e giallo. Quest'ultimo era collegato al digiuovo rimasto.
Risei si avvicinò a quell'uovo.
-Io... questo...-
Gennai gli mise la mano sulla spalla.
-E' il tuo digimon.-
Yamato gli lanciò un'occhiata torva.
Prima Mika, ora Risei.
Se non fosse stato inutile protestare l'avrebbe fatto, magari lanciando la stampella che usava per sorreggersi dritta in bocca al saggio.
Sembrava che tutti si divertissero a mettere in mezzo la sua famiglia e i suoi cari.
-Tsk...- emise.
Risei strinse al petto il digiuovo e prese a strofinarlo, per farlo schiudere in fretta, come aveva visto fare tante volte dai nonni.
-Come mai qui non c'è il digiuovo?- chiese Iori, guardando il Digivice marrone e spostando l'attenzione da Risei e dal digiuovo nero, sull'oggetto.
-Probabilmente il digimon partner di quel prescelto è già nato. O non ancora, come nel caso di Marin. Ad ogni modo...- Gennai prese il Digivice e si avvicinò ad un terminale -Invierò questo Digivice sulla terra, dove una nostra vecchia conoscenza, si occuperà di trovare il prescelto.-
-Una vecchia conoscenza? Di chi parli?- chiese Daisuke
-Yukio Oikawa?-
-Eeeeeeeh?- fecero i prescelti in coro, ovviamente quelli che avevano avuto modo di conoscere l'ex-nemico.
-Ma lui è morto!- fece Miyako, con tono quasi melodrammatico.
-Dopo il suo sacrificio, gli è stata concessa una seconda possibilità.- rispose Gennai, trafficando sul terminale- Non era malvagio, è stato usato. Ora non è più un essere umano e neanche un digimon. E' come me.-
Il Digivice e il medaglione erano poggiati su un ripiano accanto al terminale. Come Gennai premette il tasto d'invio, un raggio li smaterializzò e un messaggio di conferma apparve sul monitor -Bene... Una preoccupazione in meno.-
-Com'è che noi non sapevamo nulla?- chiese Taichi irritato. Una sorpresa ok. Ma ora si esagerava.
Yamato guardò il suo migliore amico umano. Anche lui gli aveva nascosto tante cose.
Si sentì in colpa. Doveva raccontare agli altri della nascita di Risei. Del perché il piccolo era stato "creato".
Guardò suo figlio.
"No... Non davanti a lui. Lo farei soffrire troppo. E non lo merita." gli carezzò la testolina e gli sorrise "Va tutto bene... Non permetterò a Daemon di usarti, per nessun motivo."
-Bene bene...- disse una voce roca, alle loro spalle.
Tutti si voltarono Yamato si mise davanti a Risei per coprirlo.
Vamdemon ed Etemon erano nel laboratorio. Erano riusciti ad entrare, forse eludendo la sorveglianza o comunque mettendola fuori combattimento senza far rumore.
Il vampiro avanzò verso di loro e si guardò intorno.
-Vedo vi siete organizzati bene... Ma temo non basterà.- posò lo sguardo su Ylenia -Hai il Digivice, ora andiamo, si è fatto tardi e non intendo aspettare oltre.-
Ylenia guardò Yamato.
-Quando avrò fatto ciò che chiedi, libererete completamente Yamarin?-
-Eh? Yamarin?- fece Etemon
-Si, si , lui!- Ylenia indicò il fratello, che si diede una manata sulla faccia, arrossendo.
-Ancora questo nomignolo...-
-Beh, è un nomignolo carino...- disse Mamoru, fiero di averlo coniato.
-Io tengo sempre fede alle promesse.- disse il vampiro, riportando l'attenzione su di sé.
-Bene.- Ylenia sorrise e Vamdemon sperò di poterla mantenere davvero quella promessa così rischiosa. Perché quel sorriso gli scaldava il cuore più di ogni altro.
Era strano per lui. Ma quel sorriso gli piaceva, era un dato di fatto che non poteva trascurare.
In fondo, almeno con se stesso, poteva smettere di fingersi insensibile e spietato, no?
Un suono digitale lo riportò alla realtà. Etemon afferrò il piccolo portachiavi a forma di Monzaemon che aveva appeso al fianco. In realtà conteneva un cercapersone.
-Mmm... Leggi un po'.- lo mostrò al vampiro che commentò, aspro -Dannazione...-
Gli seccava, ma era rischioso fare altrimenti.
-Taichi Yagami.- quasi lo ringhiò quel nome. Sapeva che lei era sua. E non lo sopportava!
-Che vuoi?- chiese il ragazzo, più o meno con lo stesso tono.
Vamdemon gli diede le spalle, per nascondere quanto gli costasse quella richiesta -Sarà meglio che venga anche tu.-
-Io ci capisco sempre meno...- emise Hawkmon.
Taichi avanzò con Agumon e si portò al fianco di Ylenia, stringendola a sé.
-Poco male, anche perché non avrei mai lasciato venire la mia fidanzata da sola con voi due.-
Ylenia arrossì vistosamente.
E anche Taichi.
La bionda gli si appoggiò al petto.
-Adoro quando sei così melodrammatico ciccipupù!-
-Ciccipupù???- esclamò Etemon, sempre più sconvolto.
-Si, lui.- fece Ylenia, senza battere ciglio.
Taichi arrossì ancora di più.
-Tu sei troppo melodrammatica...- commentò, pieno di vergogna. Ylenia era fatta così. Era come una bambina, pareva non preoccuparsi di ciò che gli altri potessero pensare di lei. E questo la rendeva speciale e irresistibile. Ma allo stesso tempo così fragile...
-Andiamo!- esclamò Vamdemon nervoso.
-Aspetta un po'!- ringhiò Yamato.
Figurarsi se voleva lasciare le cose come stavano.
I due digimon lo guardarono ostili e sudò freddo.
Esitò un poco. Gabumon era vicino a lui, in modo da proteggerlo e da coprire Risei.
-Non...- cominciò.
-Non azzardatevi a portarla via?- Vamdemon gli lesse nella mente -Se preferisci, rimetto le cose come prima.- disse minaccioso, ma sempre pacato, come suo solito.
Il prescelto dell'amicizia rimase in silenzio. Certo di tornare in quel semi coma non ne aveva proprio intenzione.
-E allora sta buono e zitto.- Vamdemon uscì dalla sala.
Ylenia guardò colpevole il fratello.
-Scusa...- poi gli sorrise un poco -Andrà tutto bene.- lo abbracciò forte, cercando di rassicurarlo. Era raro che si abbracciassero. Era più normale vederli a punzecchiarsi e litigare per ogni cosa. Ma quando Yamato era triste Ylenia c'era e quando era lei a star male, lui le era sempre accanto.
Taichi lanciò un'occhiata all'amico biondo. Avevano tante cose da dirsi, ma il tempo stringeva. Avrebbe aspettato.
-Stai tranquillo.- disse, posandogli la mano sulla spalla.

°

Lord Knightmon osservava il cielo.
Al palazzo del Sole la notte calava raramente. Per la precisione: quando al Sole venivano a mancare dei dati e si spegneva. E quello non era un bene, dato che era l'astro della vita. Perciò, quando ciò avveniva, chi di dovere cercava di ripristinare il tutto.
Chi viveva a palazzo era abituato alla luce abbagliante, ma il dilemma era il riuscire a vedere le stelle.
E per un cavaliere dallo spirito raffinato e romantico, qual'era Lord Knightmon, equivaleva ad una profonda sofferenza.
A volte riusciva a scorgere qualche astro nelle zone in cui comparivano le macchie solari, ma non potendone prevedere l'ubicazione, il cavaliere preferiva scendere sulla "Terra".
La giornata era stata estenuante: i rapporti dei vari informatori sui movimenti dei vari Demon Lord, Piemon e la cerimonia in onore di Kokueimon (si, era riuscito ad ottenere anche quel pettegolezzo)...
Il cavaliere rosa sospirò.
Forse, se si fosse formata una VERA alleanza fra i Cavalieri Reali e i Padroni delle Tenebre, avrebbe potuto avere per lo meno una possibilità col Generale delle Ombre.
Sapeva chi fosse Kokueimon in realtà, aveva le sue fonti, ma di fatto il giovane digimon non sapeva nulla di lui e sicuramente, non avrebbe gradito i suoi sentimenti.
-Ancora a perderti in futili pensieri?- tuonò la voce di Craniummon, il gigantesco cavaliere reale dall'armatura blu scuro e l'enorme lancia a due punte.
-Per oggi ho svolto il mio dovere alla perfezione, Craniummon. Non mi assillare.-
L'altro fece per ribattere, ma il cavaliere rosa lo anticipò -Ho estrapolato il Digicodice da circa cento settori, registrato e riferito a Lucemon-sama i vari messaggi degli informatori, sopportato Piemon e inviato ai Dark Masters l'ennesima intimidazione affinché si alleino con noi. Ho tralasciato qualcosa?- disse tutto velocemente, quasi senza respirare -E tu Craniummon?-
L'altro rimase interdetto.
-Io... Ho fatto molte altre cose.-
"Si. Il leccapiedi..." fu il commento che il cavaliere rosa avrebbe voluto esprimere, ma lo tenne per se, dal momento che non erano più soli.
Lucemon entrò nella sala, seguito da Dynasmon e Anubimon.
Il piccolo angelo caduto prese posto nel suo trono, mentre i quattro si inginocchiarono.
-La situazione che mi hai riferito è piuttosto grave, Lord Knightmon.- disse pacatamente l'angelo.
Il rosato annuì.
-Non siamo certo gli unici ad avere spie ovunque, perciò, parlerò di questa cosa solo con voi e solo questa volta. Non mi ripeterò, perciò aprite bene le orecchie.-
I presenti annuirono.

°

Da qualche parte a Digiworld...

-Oh mio Dio...- emise una voce femminile flebile e dolce.

La mano destra sfiorò il fazzoletto rosso legato al braccio sinistro.

Aprì gli occhi e incrociò quelli dorati della ragazza che, china su di lui, trafficava con una borsa, estraendone medicinali e bende.
-Tu, piccola...! - aveva tentato di alzarsi, per aggredirla, ma senza successo.
Quella mocciosa aveva contribuito sconfiggere Lucemon. Doveva ucciderla. Doveva...
-Stia fermo, è ferito!- minuta, capelli scuri corti e lucenti. E nonostante fosse così indifesa non pareva temerlo. Anzi, lo spinse a terra con forza e riprese la medicazione.
Portava al collo un fazzoletto rosso fuoco. Lo tolse e con le manine piccole glielo legò attorno al braccio.
-Bisogna fermare l'emorragia.- disse, premurosa.
Beelzebumon si rese conto solo in quel momento dell'orribile ferita al braccio.
Non sentiva il dolore e non riusciva a muoversi. La bambina lo guardava con pietà.
Se avesse potuto, si sarebbe sottratto all'umiliazione di venire medicato dal nemico. Avevano già avuto modo di scontrarsi. E allora perché si stava prendendo cura di lui?
-Mariiiin!- un'altra voce femminile si levò nell'aria. La mora scattò in piedi.
-Arrivo!- esclamò, poi tornò a concentrarsi su di lui -Devo andare, la prego, si rimetta presto. Ecco, le lascio questi.- e così com'era apparsa sparì, lasciando dietro di sé solo quei medicinali e il fazzoletto rosso legato al suo braccio.
Nessuno lo attaccò.
Lei non aveva detto nulla agli altri.
Lei lo salvò dalla morte.

Nel giorno più buio della sua vita,
un sole nero era sorto.


Se aveva pensato che fosse finita, se quell'onda d'energia aveva bruciato ogni parte del suo corpo, se anche non avesse avuto il desiderio...

Quel sole nero l'aveva scosso.
Non doveva lasciarsi andare.
Ma sperare.
Osservò il cielo.

Il cielo era ancora azzurro, ma perdeva colore rapidamente. Presto tutto sarebbe finito e un nuovo sole sarebbe sorto.
Pur provando gratitudine per Marin Hyuga, lui avrebbe sempre affiancato Lucemon.
Perché lui...

Lo amava?




°





-Stai tranquillo.- aveva detto Taichi.

Fu quella l'ultima cosa che Yamato sentì dire dal suo migliore amico.
L'ultima volta che aveva visto Ylenia, prima dello scoppiare del caos.





Quel giorno stesso, Yamato Ishida, prescelto dell'Amicizia, fu dichiarato morto anche nella stessa Bernika. Per impedire a Lucemon di portare avanti il suo piano.



Fine Capitolo 9



Frase di rito: perdonate il ritardo XD
Come al solito, spero abbiate gradito il capitolo, che non mi uccidiate sia per Yama che per la presenza di shonen ai. Beh, io avevo avvertito che la storia non è come le altre e comunque, a conti fatti, le coppie etero sono molte di più (è già troppo duro per me rinunciare al Pieato, ma dovevo star male quando ho deciso che Piemon voleva Yama morto...)
Ok ok...
In ogni caso,come vedete, ecco i primi bambini prescelti, ancora non in azione (Hina a parte XD) ma chissà.
Se poi andate a controllare che significano i loro nomi e cognomi, vedrete che hanno qualcosa in comune col loro digimon partner. E vi giuro che per alcuni è stato un caso (Kirara, Keisuke e Marin).
Nobu è un personaggio che mi complicherà la vita e mi toglierà dieci anni d'esistenza, ma non quanto Daemon, che già vorrei massacrare. Ma temo dovrò attendere.
Infine, questa fic è ambientata dopo la serie due, ma io faccio conto che tra la prima e la seconda serie siano accaduti anche i fatti di Digimon V-Tamer. Solo che in quel fumetto si tratta di un Digiworld e di una Terra paralleli a quelli in cui effettivamente si svolgono le vicende del "nostro" Taichi. Qui no. Solo non credo inserirò Sigma, Mari e Hideto. L'idea c'era, magari come supporto, come comparse. Ma i loro digimon sono, per chi non lo sapesse: Piemon, Rosemon e Omegamon. Di conseguenza creerei solo un sacco di confusione. Probabilmente alla fine gli farò fare qualcosa. Io mi complico la vita sempre e in ogni caso U_U
Ah. Nel manga Taichi aveva Veedramon, o Zeromon. Ma dato che è a livello campione, nella mia storia, Agumon potrà evolvere anche Veedramon, oltre che Greymon ** (l'idea principale era fare incontrare Agumon e Veedramon e creare poi delle gelosie tra loro, ma questa storia è già un caos di suo...)

Non mi chiedete perché io abbia affiancato SkullSatamon con Rei (non avendo finito di leggere il manga bene, non so neanche se alla fine sia morto o meno, so solo che ha preso un brutta batosta da Veedramon XD). Mi ispira U_U


Mmmm... A malincuore noto che le recensioni sono diminuite. Se qualcosa non va della fic, se non vi piacciono i tempi morti, se avete consigli, parlateeee!!



Echo: Kokueimon lo adoro anche io XD Ma non anticipo proooooprio nulla, anche se a te ti ho già spoilerato mezza fic... Grazie per la recensione, tesoro!!!!
Eden89: Et voilà, ovviamente Gennai non sa tutto, perciò molti dettagli saranno svelati più avanti. Sperò che tu riesca a reggere fino ad allora XD


Bene, ora vi riabbandono, fino alla prossima.
Ylenia avrà il suo bel da fare insieme a Taichi, con Piemon che come avete avuto modo di notare, non è tanto messo bene di testa XD
Come vedete non sono riuscita ancora a spiegare come cavolo è nato Risei, ma non vi voglio annoiare troppo coi Flashback, preferisco distribuirli ben bene nella storia in modo da non soffermarmi troppo sul passato.

Ah, giusto!
Grazie per le recensioni a "Prima che l'ultimo foro si chiuda..." potevo fare molto meglio XD

Echo: Certo,Vamdemon è felicissimo, Taichi invece mi vuole denunciare al telefono azzurro U_U Scherzi a parte, sono felice che la fic ti sia piaciuta. L'importante è che sia piaciuta alla festeggiata ^^
Eden89: Si in pratica si. ^^ Grazie anche a te per la recensione!

Bene. Grazie a tutti che mi seguite ^^

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Capitolo 10
*** 10. Figlio, sorella, rivale. ***


10 Capitolo 10: Figlio, sorella, rivale.


For the child, for the light
For the heart I once had
I`ll believe and foresee
Everything I could ever be

(For the Heart I once Had, Nightwish)





-Le cose sono andate così. - disse Yamato.
Il gruppo lo osservava in silenzio.
Il prescelto dell'amicizia avrebbe voluto lì anche Taichi e sua sorella, ma cosa poteva farci? Ylenia con Taichi era al sicuro, ma per quanto lo sarebbe stata? E per quanto ancora sarebbe stato costretto a nascondersi e stare in quel locale isolato da tutto e tutti?
Ai pazienti dell'ospedale che avevano visto il maggiore degli Ishida vivo e vegeto, era stata riferita la falsa informazione della sua presunta morte a causa di complicazioni. Ma in realtà lui era vivo! Ed era lì!
E sapeva che Daemon, Lucemon... tutti l'avrebbero cercato, ma specialmente Daemon, per porre fine a quello che aveva iniziato.
Risei non era nella sala perché si trovava in quella adiacente con Mika, Bakumon e Gennai, perciò Takeru, accanto a lui esclamò: -Quando hai detto che Risei era figlio di Daemon mi hai fatto spaventare. Ho immaginato una scena veramente orripilante.-
-Sono molto sollevata.- disse Sora a sua volta.
-Ma questo non toglie che quel maledetto continuerà a cercare Risei per avere i poteri di Lucemon.- sospirò Yamato assorto -Non avevo il quadro chiaro, ma ormai ho capito a cosa gli serviva unire i miei dati con i suoi.-
-Sorridi.- lo prese in giro Hiroyuki -Un alieno ti ha rapito, no?-
Il biondo arrossì, maledicendo il giorno in cui aveva confessato al teppista di voler diventare astronauta e di voler avere un incontro ravvicinato con creature extraterrestri. In un certo senso, l’aveva avuto.
-Avrei preferito un Grigio, ma suppongo non si possa avere tutto dalla vita... - sorrise appena, riferendosi agli inquietanti alieni dagli occhi enormi e la pelle grigiastra -Però... - pensò a Risei -Non riesco a pensare di tornare indietro e rifare tutto quello che ho fatto senza il pensiero di mio figlio.-
Undici anni.
Aveva solo undici anni quando Risei era stato creato.
Era un progetto di Daemon, un esperimento in piena regola: ecco ciò che il prescelto dell’Amicizia cercava di far dimenticare al piccolo.
Risei era suo figlio e nient’altro!
I dati del Demon Lord e quelli del prescelto dell'amicizia erano stati forzatamente combinati più e più volte, finché non era venuto alla luce il piccolo ibrido.
Gli esperimenti precedenti non avevano retto al potere e alla diversità dei dati che li componevano, tuttavia Daemon, provando e riprovando, aveva capito come garantire ai soggetti la sopravvivenza.

Yamato chiuse gli occhi per qualche secondo.

Si rivide in quel laboratorio enorme e spaventoso, pieno di Digimon che monitoravano le sue funzioni vitali, gli inserivano aghi nel corpo e compivano tutta una serie di accertamenti, sotto l’occhio vigile del Demon Lord.
-Mio signore…- disse MetalPhantomon -E’ sicuro di voler procedere?-
Daemon annuì.
-Scusi se insisto, ma inserire una maggioranza di dati umani nell’ibrido, potrebbe portarlo alla ribellione.-
La risata di Daemon l’aveva fatto tremare. Era rombante come un tuono potentissimo e riecheggiò per diversi secondi nel locale.
Se avesse potuto, si sarebbe coperto le orecchie, cosa che probabilmente si sarebbe rivelata inutile, ma purtroppo gli era impossibile: le mani e i piedi erano legati a un tavolo reclinabile in metallo.
Un Vademon gli si avvicinò e gli cinse la fronte con un diadema metallico al quale erano collegati dei fili.
Daemon ricevette un cerchio di diametro maggiore e lo mise sulla fronte anche lui. Ovviamente essendo coperto dal cappuccio vermiglio, Yamato non poté scorgere il suo vero volto. Come il ragazzo, anche il digimon fece aderire la schiena a un altro tavolo reclinabile, posto però in verticale.
I Bakemon azionarono il solito marchingegno dal quale scaturì una luce arancione, che percorse i corpi dei due.
Non era dolorosa, causò al ragazzo solo un leggero formicolio, tranne quando arrivò alla testa. In quel momento percepì una forte resistenza. Solo in quell’istante il suo corpo aveva deciso di opporsi? Pensò infastidito.
Non era proprio così.
I dati dei due poteri risiedevano nell’anima e in quanto essa tutto il nostro essere, emozioni, ricordi, desideri, sensazioni e quant’altro, a conti fatti, avrebbe pensato Yamato ormai adolescente, evidentemente era quello il motivo del dolore: l’anima risiedeva nel cervello e il potere combatteva per non esserne separato.

Poi aveva nuovamente perso i sensi e quando aveva riaperto gli occhi, aveva visto l’ennesimo corpicino sospeso in un qualche strano liquido dentro ad un cilindro di vetro.
Lo osservò: a differenza degli altri questo gli assomigliava tantissimo. Sembrava proprio un bambino umano, se non fosse stato per quelle macchie verdi sul viso.

-Non ricordo bene come sono finito in quel laboratorio... ho solo ricordi frammentari, anche di ciò che è successo dopo... - si morse il labbro. Era certo che, prima o poi, l'avrebbe ricordato, ma era angosciante l’attendere che la situazione degenerasse. Perché era convinto che, al punto cui erano arrivati, tutto sarebbe sicuramente precipitato.
Silenzio.
Erano tutti abbastanza sconvolti, ma almeno i loro dubbi erano stati, in parte, dissolti. Anche Sora si sentiva rinfrancata ed era decisa di non fare pesare nulla né al suo ragazzo, né a Risei. Se Yamato avesse parlato di Risei, anche i nemici avrebbero saputo e il piccolo sarebbe stato in pericolo.

-Quando poi Daemon ha cercato di unirsi a lui, ho cercato di difenderlo. E da lì zero assoluto. Mi sono svegliato solo una volta che eravamo fuori dal laboratorio.-
Gennai intervenne: -Credo che in quel momento tu abbia inconsciamente usato i tuoi poteri. È stata una fortuna, ma adesso devi imparare a governarli.-
Yamato annuì mentre pensava: "Se voglio proteggere gli altri e me stesso, non ho scelta.”
Il suono di un DigiTerminal ridestò il gruppo dal silenzio.
-Toh, un messaggio di Taichi.- disse Koushirou, leggendo il nome del mittente.
-Che dice?- chiese Iori.
Il rosso prese a leggere, ma considerando la sua scarsa capacità di recitazione, che lo fece addirittura arrossire, fu Jun a leggere il messaggio, con enfasi tale da suscitare l’ilarità del folto gruppetto.

“Dopo tre giorni, Ylenia è ancora su di giri. Mi kiedo come faccia a non essere preoccupata. A me questo posto non piace!! Avrà anke quell’atmosfera da film horror ke adoro, ma qui il nemico è reale e non sono così idiota da abbassare la guardia. Kou, tienici aggiornati, mi raccomando! Cmq, sembra che qui ci sia molto movimento a causa del tizio che ha cercato di uccidere Yamato. Sembra ke ci sarà una festa in suo onore. Mi chiedo perké, considerando ke alla fine Yama è vivo… non sono riuscito a cavare nulla nemmeno a quel logorroico di Etemon. Per di più siamo costretti a stare isolati in una stanza, che ovviamente secondo Ylenia è bellissima. Non cambierà mai XD Ah, sai l’ultima? Vamdemon sta facendo misurare a Ylenia dei bellissimi vestiti per quel ricevimento. Mooolto sexy e belli e continua a guardarmi malissimo. Credo che il grande Vamdemon sia mooolto geloso del sottoscritto, e la cosa mi rende estremamente felice. Muhahaha!!!! La festa si terrà fra quattro giorni circa. Stasera siamo stati invitati a cenare con i Dark Masters. E anke se sono preoccupato (credimi, Ylenia è l’unica ad essere su di giri) sarà l’occasione in cui finalmente sapremo che diavolo sta succedendo! PS: Anke Agumon non si sta mettendo grossi problemi, specie x il cibo. U_U’’”

Terminata la lettura, Mamoru batté le mani alla Motomiya.
-Ottima recitazione!!-
La ragazza fece diversi inchini -Grazie, grazie!-
-Culu! Culu!- la scimmiottò Culumon.
Yamato e Takeru emisero un sospiro di sollievo.
-Meno male va tutto bene.- disse piano il prescelto della Speranza.

La porta metallica si aprì e fece il suo ingresso Gennai, seguito dai bambini, Bakumon e dai due saggi. E non solo.
Dietro di loro vi era un altro digimon che nessuno dei ragazzi conosceva, eccetto Risei e forse Hiroyuki.
Il digimon in questione indossava un cappuccio color panna che gli copriva il capo e nascondeva il viso. S’intravedevano appena gli occhi topazio. Da sotto il cappuccio, che fungeva anche da mantella, fuoriuscivano le estremità che, tagliate simili ad ali, molto probabilmente potevano assumere quella funzione. Il digimon indossava anche una lunga tunica scarlatta che mostrava appena le scarpe metalliche. Altro segno identificativo era costituito da un enorme libro che volteggiava accanto a lui. Le mani scure come l'ebano si scorgevano appena dalle lunghe maniche dalla tunica, così come anche la cinta scura che s’intravvedeva appena.
Hiroyuki mostrò agli altri la funzione Digidex del nuovo Digivice, puntando l'antenna verso il digimon.
I prescelti e i digimon poterono osservare un raggio arancione fuoriuscire dallo strumento e colpire la creatura. Dal piccolo schermo apparve l'ologramma di una sfera arancione, con dentro l’immagine tridimensionale del digimon e le informazioni necessarie.


*Digimon Analyzer*

Wisemon

Livello:
Evoluto
Tipo: Mago
Tipologia: Virus
Attacchi: Pandora Dialogue: Trattiene gli attacchi dell'avversario nello spazio-tempo per poi respingerli a velocità elevata.
Eternal Nirvana: Imprigiona l'avversario nelle pietre dello spazio tempo per l'eternità.



-Wow! Portentoso, questo nuovo Digivice!- si lasciò scappare Koushirou, per poi iniziare a pigiare i tasti del suo per comprendere meglio le funzioni.
-Imparerete presto a usarlo.- sorrise Gennai -Hiroyuki, ci pensi tu?-
Il teppista annuì.
-Se vogliamo sconfiggere i Demon Lord non bastano i buoni sentimenti. Serve anche la resistenza fisica. Non possiamo andare allo sbaraglio. Per molti di noi questa è la prima esperienza a Digiworld…-
-Hiropyon sembra un sergente militare…- ridacchiò Mamoru, rivolto verso Elecmon, quando un pugno si abbatté sulla sua testa.
-Quando parlo, taci Maminchio!-
Jou scosse la testa. Tra quei due era chiaramente odio a prima vista. Altro che le liti tra Taichi e Yamato...
-Scusa…- il moro abbozzò un sorriso tra il dispiaciuto e il divertito.
-Tsk… Dicevo, prima che mister sopracciglia unite m’interrompesse...-
-E’ solo un peletto!- ribatte Mamoru indicandosi tra le sopracciglia.
-E dai, non interromperlo!- si esasperò Miyako
-Non sa a cosa va incontro… - emise Mimi
-Abbiamo un aspirante suicida nel gruppo.- ribatté Sora.
Un colpo di tosse di Hiroyuki, simile più a uno sparo, tanta era la foga, attirò nuovamente l’attenzione del gruppo.
-Dobbiamo allenarci. E non mi riferisco solo ai digimon.-
Yamato fissò Mika e Risei.
Gennai prese la parola.
-Vi dividerete in gruppi, secondo le vostre attitudini e procederemo a degli allenamenti mirati.-
-Come la mettiamo con Taichi e Ylenia?- chiese Gomamon, andando dritto al sodo.
-Credo che questa esperienza insegnerà molto a Ylenia e anche a Taichi e sistemerà molte cose. Piuttosto Yamato, come va la gamba?-
Il biondo sollevò la gamba del pantalone mostrando la pelle ancora scura.
-Morta. Hai intenzione di lasciarli soli nella merda?-
-Il fratellone ha detto una parolacciaaaaa!- Mika si finse spaventata
-Ehm… Non ripetere tu, eh!-
-Yamato, ve l’ho già detto. Piemon e gli altri non sono cattivi. Se hanno devastato Digiworld… beh, non so neanche io perché l’hanno fatto. Dopo che hanno sconfitto Lucemon, sono cambiati, ma dato che li conosco bene… - Gennai fece una pausa -So che c’è un motivo serio dietro tutto questo. E che Ylenia riporterà le cose com’erano un tempo. Perciò abbi fiducia in lei.-
Il biondo chinò il capo.
-E’ troppo ingenua… sa così poco del mondo… Per certi versi è ancora una bambina. So che non posso proteggerla e preoccuparmi per lei per sempre, però… Che ci posso fare?-
-C’è mio fratello con lei. Agumon, Bearmon… Vedrai che tornerà qui col sorriso stampato in faccia.- disse Hikari, cercando di consolarlo.
-Come al solito tra l’altro.- le fece eco Takeru. Da quando la conosceva, raramente vedeva Ylenia piangere. Era una persona particolare. Ma non ci voleva molto a capire quanto la sua condizione di “neonata” la facesse soffrire e come cercasse di nasconderlo.
La prima volta che aveva pianto risaliva a quando Yamato, particolarmente irritabile quel giorno, le aveva dato dell’infantile. Takeru non era presente, ma Ylenia si era sfogata con lui e, per quanto in quel momento volesse cantarle al fratello maggiore, aveva preferito aspettare di sapere anche da lui come stavano le cose. Yamato era solo nervoso e il troppo entusiasmo di Ylenia, così aperta alla vita e, apparentemente senza problemi, in quel momento gli aveva dato fastidio. Non voleva ferirla.
E avevano fatto pace.
Da quel momento però, il più giovane aveva iniziato a conoscere meglio la sorella e il maggiore aveva deciso di essere più paziente con lei. Perché anche se nel corpo pareva adulta, Ylenia era solo una bambina, in fin dei conti.

-Se siete pronti, seguitemi. Procediamo con l'addestramento.- fu la prima volta che Wisemon parlò. La voce profonda pareva composta di due voci diverse sovrapposte. Il libro che lo accompagnava si aprì davanti ai ragazzi e le pagine si sfogliavano come animate di vita propria, velocemente, fino a fermarsi di colpo.
Sotto gli occhi meravigliati di tutti, in mezzo al volume, si creò un varco verso un oscuro tunnel in pietra. Wisemon vi entrò e dalla soglia invitò i prescelti a procedere.
-Da qui si accede a Witchelny, il luogo di nascita dei digimon di tipo Mago. Vogliate seguirmi.-
Yamato fu il primo ad alzarsi e a procedere verso il tunnel, zoppicando per via della gamba e sorreggendosi con la stampella.
-Voglio chiudere questa storia.- lo sentì pronunciare Sora che lo sorresse, entrando nel tunnel in sua compagnia.
Gli altri seguirono a ruota.


°


-La cena, è servita.- annunciò con un sorriso smagliante Lilamon, una digimon molto simile a Lilymon.
Taichi pigiò uno dei tasti del suo Digivice e dal piccolo schermo emerse una sferetta arancione, leggermente più chiara di quella apparsa dal congegno del teppista a Bernika.

*Digimon Analyzer*

Lilamon

Livello:
Evoluto
Tipo: Fata
Tipologia: Dati
Attacchi: Lila Shower: Spara raggi dalla punta delle dita simili a petali.
Beauty Slap: Colpisce molte volte il nemico con le sue flessibili braccia. Sembra che i nemici finiscano per innamorarsi di lei.
Un Deux Pollen: Strega gli avversari con un polline dal dolcissimo profumo.
Marvel Shot: Spara sfere di energia dalle mani.


Una creatura esile, col copricapo fatto di petali rosa, l’abitino verde chiaro decorato da un fiore rosa pesca, le lunghe maniche svasate che terminavano in petali bianchi e le ali sulla schiena, che erano fiori rosa anch’esse.
Portava, come Lilymon, i capelli verdi, ma a differenza della digimon di Mimi, i suoi non erano rovi, ma lisci fili d’erba fresca e profumata.
A giudicare dal viso dolce e gentile, nessuno si sarebbe mai aspettato che fosse uno dei generali dell'esercito di Pinocchimon.
Al dolce battito delle sue mani, innumerevoli Floramon fecero il loro ingresso con aggraziate movenze portando vassoi carichi di pietanze dall'aspetto delizioso.
Taichi fissò i presenti uno a uno.
Piemon e Vamdemon gustavano il cibo con eleganza ed educazione. Anzi, il vampiro pareva essere preso più da Ylenia che dal sangue che gli veniva servito in un calice dorato. Sangue di chi poi... Taichi non ne aveva idea, però lo incuriosiva saperlo.
Il drago d'acqua, che aveva già avuto modo di vedere nell'aspetto ibrido, si gettò sul cibo divorando le portate man mano che arrivavano.
"A quanto pare il suo stomaco dev'essere l'unica cosa a non essersi rimpicciolita." pensò il leader, quando il drago gli lanciò un’occhiataccia "Ah già... legge nel pensiero... "
Mugendramon si era fatto servire olio per motore e altri aggeggi meccanici ed elettronici e sgranocchiava dei circuiti come se fossero crackers.
Poi Etemon. Lui mangiava abbastanza normalmente, sennonché pretendeva che tutti gli passassero o il sale o l'olio, anche se quelle cose stavano vicino a lui.
Pinocchimon, che gli sedeva accanto, l'aveva letteralmente riempito di schizzi di olio e grasso e non pareva essere a conoscenza dell'esistenza del tovagliolo. Lilamon, in piedi accanto a lui lo osservava sorridendo e ogni tanto gli puliva la bocca, come una madre paziente o una fidanzata innamorata. Forse fra loro c'era del tenero. O forse era solo Lilamon a provare qualcosa. L'infantilità di Pinocchimon pareva tutt'altro che apparente.
Devimon pareva avere qualche difficoltà con le braccia lunghe che si ritrovava, ma a quanto poteva vedere, in quanto a voracità non era da meno degli altri.
Lady Devimon mangiava in modo composto, accanto a Piemon, ma quanti bicchieri di vino si era bevuta? Il prescelto del coraggio aveva perso il conto.
Infine vi era Kokueimon, che aveva ricevuto il permesso di cenare con tutti gli altri in vista del ricevimento, per discutere così di eventuali dettagli.
-Lo mangi quello?- la domanda giunse da Ylenia, che non si era assolutamente preoccupata di eventuali sostanze nocive e si dava alla pazza gioia con un enorme cosciotto.
Vamdemon le aveva chiesto di indossare uno splendido abito scuro e scollato che le stava d'incanto e le dava un fascino più maturo e sensuale. Peccato però che i modi infantili di lei rovinassero la magia.
-Allora?- chiese al suo ragazzo, con la bocca piena.
-Eh...?- di nascosto il moro analizzò il piatto che aveva innanzi col suo Digivice "Non sembra ci siano sostanze strane"
-Allora?-
-Si che lo mangio!- esclamò, decidendosi finalmente ad addentare il cibo.
Agumon che da principio pareva diffidente pure lui, si era lasciato andare e gustava una mela di carne, che per lui sapeva di un non specificato piatto a base di carne macinata.
Bearmon invece era pensierosa e si concedeva appena qualche assaggio, tenendo d'occhio la sua partner.
-Non è avvelenato, se ti può interessare. Se avessi voluto ucciderti, l'avrei già fatto, non ti pare?- disse Vamdemon.
"Effettivamente, poteva..." il prescelto respinse l'impulso di carezzarsi il collo. Se avesse stretto la presa solo di poco, il vampiro gliel'avrebbe frantumato. Prendendo coraggio, Taichi iniziò il discorso.
-Insomma... Si può sapere perché Ylenia è così importante per voi?-
Etemon rispose -Gennai vi ha raccontato la storia no?-
-Shi... Però certe coshe non le shapeva manco lui. - rispose la bionda tra un boccone e l'altro. -Tipo, perché gnam… vi shiete comportati coshì male dopo… gnam…-
Il vampiro scosse la testa sconsolato, mentre Taichi abbozzava un sorriso ironico verso di lui.
-Oh beh...- lo scimmione tirò fuori un microfono da chissà dove e saltò sul tavolo. Si esibì in due piroette per poi assumere la sua caratteristica posa da "Ora comincia lo show!" -Col vostro permesso...-
Le luci si spensero e un fascio di luce fu puntato verso di lui.

-Tanto tempo faaaaa... - prese a cantare -Noi combattemmo contro Lucemoooon!-
-Basta con questa nenia!- Pinocchimon gli scagliò contro un bicchiere.
-Piccolo bast... -
Come al solito, ai due fu impedito di massacrarsi da Piemon, il quale si limitò a battere le mani per riportare la calma. Considerando il suo pessimo umore, era meglio non contraddirlo.
Etemon si raddrizzò stizzito.
-E va bene, nano infame, se vuoi che canti qualcosa di più veloce, ti accontenterò!-
-Preferirei ti tappassi quella fogna.- rispose il burattino, ma Etemon non lo ascoltava già più. Allo schiocco delle dita partì una base musicale e lo show cominciò per davvero.
Agitandosi come un forsennato, Etemon recitò, come se la conoscesse a memoria, la canzone che stava improvvisando sulla base di Love Serenade.

Vi chiederete perché vi abbiamo attaccati
La causa dei tanti casini creati
Nient’altro che la superbia che ci ha insidiati
Il castigo al tradimento

il tono divenne più malinconico

...per aver abbandonato il nostro caro amico.

Nessuno può capire ciò che provammo
Ciò che tutti vedono è che siamo diventati come lui
orgogliosi bastardi che non guardan in faccia nessuno

Assolo di chitarra.

La luce e le tenebre son sorelle
Si annientano l'un l'altra
ma si completan a vicenda.
Gli inganni dell'una, sol l'altra può disfare.

-Per questo Yamato deve crepare!- saltò sul tavolo Pinocchimon, interrompendo l'altro.
-Smamma nano. Non volevo dire quello!- ringhiò il cantante, rimettendo il fastidioso nanerottolo al suo posto, forzatamente.
Ylenia alzò la mano.
-Dimmi dolcezza.-
-Io non so usare questi poteri, come potrei aiutarvi?-
-Di questo non devi preoccuparti.- intervenne Mugendramon -Ti daremo istruzioni noi.-
-E dopo di che?- chiese ancora Taichi -Diventerete "buoni"?- fece il segno delle virgolette.
-Non aspettarti grandi cambiamenti.- rise Lady Devimon -Buoni non lo siamo mai stati.-
-Se ti può interessare, non cercheremo di conquistare Digiworld in un momento così delicato. Sarebbe da idioti.- disse Vamdemon.
-Posso continuare?!- esclamò Etemon stizzito.
Un mormorio di disapprovazione si alzò nella sala.


°

Il tunnel era finito, finalmente.
Ciò che i prescelti videro, fu un enorme spazio in pietra, con degli spalti scavati nella roccia e quattro stalagmiti a fungere da pilastri ai quattro angoli dell’arena.
I pilastri avevano dei buchi. Allo schioccare delle dita di Wisemon, da quei fori divamparono piccole fiammelle, che illuminarono meglio l’ambiente.
-Sotto la città c’era un posto del genere?- chiese Hiroyuki, per poi guardare storto Gennai, che rabbrividì.
-N-no…-
-Questo luogo è un sito mistico che non si trova sotto la città, né in qualsiasi altro luogo voi conosciate. Ci troviamo fra le pagine del mio libro, luogo di accesso per ogni dove. Ora prescelti, v’illustreremo come usare i nuovi Digivice.- osservò Hiroyuki
-Tu, sei molto impulsivo, ragazzo mio. Credo che dovremmo correggere un poco questo tuo aspetto.-
Il teppista fissò il mago inarcando il sopracciglio.
-Ah si? E come farai?-
Il digimon rise fra se e se.
-Per il momento, mi limiterò a verificare le vostre capacità, perciò, vi prego di entrare nell'arena a gruppi di quattro. Due ragazzi e due digimon ovviamente. Combattete con tutte le vostre forze e alla fine potrete accedere alla seconda fase.-
-Sembra interessante, vero Kotemon?- il piccolo digimon scattò in piedi.
-Si!- esclamò, correndo verso Hiroyuki e mettendosi nella sua stessa identica posa, a braccia conserte e sguardo truce.
Una risata.
Mamoru pareva godersela davvero.
-No sul serio, mi farai morire un giorno, Hiropyon!-
Hiroyuki lo guardò storto, proprio non gli andava giù il moro. Troppo spensierato, troppo sboccato... Troppo... quello che non era lui... Non sapeva Hiroyuki della sofferenza che Mamoru soffocava dietro quelle risate e della rabbia celata dietro quel sorriso. Non lo conosceva per niente, altrimenti avrebbe sicuramente capito di essere molto simile a lui.
-Anticipiamo i tempi?- lo sfidò
Mamoru scosse le spalle. -Elecmon?-
-Perché no?- il digimon scese a saltelli i gradini, dirigendosi verso l'arena.
-Va bene se iniziamo noi?- chiese il prescelto della Giustizia
Wisemon lanciò un'occhiata a Babamon e Jijimon che annuirono.
-Molto bene. Combattete al meglio delle vostre capacità. Gli spalti sono protetti da una barriera perciò non fatevi problemi.-
Ciò detto, i tre saggi si sedettero nella tribuna, invitando i ragazzi a fare altrettanto.
Jijimon fece un segno a Yamato, che si avvicinò. Il vecchio gli sussurrò delle cose, che lo lasciarono sorpreso e gli diedero da pensare. Sora lo vide protestare un poco, per poi arrendersi e infine dettare le sue condizioni. Quando fu da lei, riferì il messaggio e terminò sussurrandole -Non dire nulla agli altri, per ora: influenzerebbe il loro allenamento...- Lei annuì e lui aggiunse -Te lo dico perché sono stanco di mantenere segreti, almeno con te.- le cinse i fianchi col braccio libero e la baciò piano sulle labbra, facendola arrossire.
-Quando avete finito di fare i piccioncini, iniziamo!- ringhiò Hiroyuki.
Yamato scosse la testa, rassegnato.
-Iniziate pure.- con un gesto della mano, Wisemon diede il via. Dalle stalagmiti fuoriuscì dell'energia che si interpose tra l'arena e gli spalti.
L'aria umida della caverna era carica di tensione. Hiroyuki fissava Mamoru e questi non distoglieva lo sguardo. Sembrava dovessero improvvisamente trasformarsi o utilizzare chissà quali arcane tecniche, mentre a dover affrontare in primis le battaglie, erano i due digimon che si stringevano le zampe, augurandosi un buono scontro.
-Sarà un onore.- Kotemon fece un profondo inchino, ricambiato da Elecmon -Anche per me.-
I corpi dei due s’illuminarono.

-Kotemon shinkaaaa.... Musyamon!-
-Elecmon shinkaaaa.... Raiamon!-


Hiroyuki analizzò i dati del digimon di Mamoru.

*Digimon Analyzer*

Raiamon

Livello: Campione
Tipo: Bestia Sacra
Tipologia: Antivirus
Attacchi: Critical Strike: attacca il nemico in un punto vitale con i suoi artigli.
Thunder of King: lancia scariche elettriche al nemico


Raiamon era in tutto simile a un leone, eccetto il fatto che possedeva due code, aveva orecchini circolari in argento alle orecchie e la criniera decorata di perline colorate.
-Pronto, Hiropyon?-
Hiroyuki fece schioccare le dita delle mani.
-Pronto. Spero mi farai divertire, Maminchio.-

Fine Capitolo 10


Dopo tanto tempo sono riuscita ad aggiornareeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!
Banzai! Banzai! Banzai!!!

Ignorate l'idiotissima e orribile canzone di Etemon.
Etemon: Ehi! L'hai inventata tu!
Kymyit: Ma prendersi le responsabilità dei fallimenti U_U
Etemon: Begli insegnamenti dai ai giovani!
Kymyit: Vogliamo parlare di te e di quando tu e Devimon... (le tappa la bocca)


Sclero finito xp

Eden89: Non ricordo se avevo già risposto alla tua rece in privato, considerato che non sapevo quando avrei aggiornato, nel caso non l'avessi fatto, beh, ti ringrazio tanto. Io sono una decina danni che mi faccio saghe su saghe e più il tempo passa più personaggi saltano fuori e più questa storia diventa un autentico macello.
I veri livelli intermedi dei DL (secondo me U_U):
Zurumon-Pagumon-Tsukaimon-Witchmon-Lady Devimon-Lilithmon
Mokumon-PetitMeramon-PicoDevimon-Bakemon-Metalphantomon-Daemon
Kuramon-Dracumon-Porcupamon-Mephismon-Barbamon
Pitchmon-Pukamon-Shakomon-Coelamon-WaruSeadramon-Leviamon

Mamma mia XD Con Barbamon non sono stata il massimo dell'originalità, ma ho seguito la linea evolutiva.
Ah, so che Lucemon è definito il Leader dei DL, ma una volta sconfitto, è Barbamon il più potente e ha molte conoscenze, perciò mi viene da considerare lui come "leader" (ognuno è per i cavoli suoi)


Ora, visto che molti (credo) se lo saranno chiesto, vi illustrerò come avviene la riproduzione tra digimon secondo me. *ride sotto i baffi*
L'avevo già accennato in uno dei capitoli:
I supremi hanno creato le prime digiuova che si sono schiuse alla città della rinascita.
Quando due digimon si amano hanno diversi modi di riprodursi.
Può funzionare sia l'amore platonico che quello più fisico a generare delle uova e ci sono digimon che come Metalseadramon non possono tecnicamente fare l'amore, quindi per loro l'unica sarebbe l'amore platonico, ma sappiamo che i Dark Masters sono cattivelli e ribelli, figuriamoci se si accontentano, tzè...
Ooooppure potrebbero usare un aspetto ibrido, ma ovviamente non tutti i digimon hanno avuto contatti con gli umani e conoscono le loro sembianze da imitare, non so se mi spiego.
Inoltre, nel caso dei piccioncini Mugen e Metal, Mugen si limiterà ad unire i dati suoi e di Metal in laboratorio (come fare un digimon in provetta, insomma).
Ecco... spero di aver chiarito e di non avervi annoiato ^^

Bene, meglio che chiuda, ma prima vi spiegherò come fanno... Scherzo XD

Voglio ringraziare il sostegno di Echo e Roe e specialmente Roe per avermi aiutato a correggere il capitolo.












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Capitolo 11
*** 11.Hikaru ***


tw Capitolo 11: Hikaru


Camminavo brancolando dentro l'alba
la tua figura inondata dalla luce mi scottava in un ricordo
[…]
E anche quell'ombra poco alla volta silenziosamente va svanendo
(Asrun Dream, Gackt)




Era mattina presto, quando Lilamon bussò alla porta della stanza dove riposavano Taichi, Agumon, Ylenia e Bearmon.
La digimon floreale aveva al suo seguito delle Floramon, come la sera precedente, questa volta però cariche di lenzuola e asciugamani.
-Non vorremmo disturbare oltre.- disse educatamente Ylenia, con indosso solo la biancheria intima: una canottierina e slip celesti, mentre Taichi era quasi vestito di tutto punto e tentava sconsolatamente di domare la sua chioma ribelle, ovviamente con scarsi risultati.
-Faccio solo il mio lavoro, signorina.- disse Lilamon, sempre gentile –Mentre noi ci occupiamo della stanza, se volete gradire, il Maestro Metalseadramon sarà felice di mettere a vostra disposizione il proprio bagno privato, per rilassarvi prima della colazione che si terrà alle 10:00 in punto. Vi faccio strada.-
Non sembrava avessero altra scelta, perciò, anche se sospettoso, Taichi acconsentì al bagno.
“Speriamo sia davvero rilassante. Se non avessero bisogno di Ylenia, dubito fortemente che sarebbero gentili anche con me. Certo che sono degli opportunisti!”

Quando la prescelta della Memoria terminò di vestirsi (con i suoi soliti abiti), la digimon floreale li condusse attraverso un lungo corridoio, poi scesero una scalinata di legno e un'altra in pietra, per raggiungere infine un’area del castello chiaramente a tema acquatico.
Le mura e il pavimento erano costituiti da acquari dai vetri infrangibili e la soffusa luce azzurrina che diffondevano accentuava l’incanto di quel dedalo di corridoi.
Pesci bizzarri mai visti neppure nei testi scolastici sfilarono davanti ai loro occhi, alcuni persino parlavano e facevano commenti volgari sui passanti.
Taichi rimase basito per la loro maleducazione e marciò spedito, provando a ignorarli, con grosse difficoltà “Ma che diavolo vi ha insegnato Metalseadramon?!”
Quando finalmente giunsero al bagno del drago d’acqua, i quattro furono accecati dalla luce solare. Oltre la porta perlacea aperta da Lilamon, vi era un’enorme sala realizzata con un materiale simile al marmo del mondo degli umani. Bianchi erano il pavimento, i bassi scalini che salivano verso una piscina grande all'incirca quanto un campo da calcio, anch’essa marmorea. Bianche erano anche le colonne che costituivano il portico circolare. Taichi osservò quel locale meraviglioso con gli occhi sbarrati. Non pensava proprio che Metalseadramon avesse un certo gusto. Sembrava tutto tranne che un cultore della bellezza. Aveva, sì, una certa avvenenza con quelle sembianze fittizie che aveva assunto, ma proprio non rifletteva l’eleganza dei suoi locali.
Certo, da fuori, l’intero castello non sembrava che un’accozzaglia di elementi disarmonici, e anche l’interno in un certo senso lo era… ma ogni sezione possedeva un suo fascino e beh... doveva ammetterlo, era un gran bel posto. Per lo meno non ci si annoiava mai.
Tornando al locale, la volta era aperta e il sole si rifletteva abbacinante nell’acqua tiepida, creando spettacolari giochi di luce sulla superficie. Ylenia rimase incantata sul bordo, fissando le piccole luci sulle minuscole creste generate dal venticello leggero.
“Luce… bella la luce… ” pensò, quasi senza rendersene conto, recitando quelle parole quasi come una nenia. “La luce calda, la luce bianca… ”
-Yle?- era Taichi. Era anche lui a bordo vasca, intento a immergere appena la punta dell’alluce, e per controllare la temperatura, e per accertarsi che non ci fossero pericoli.
“Dubito che ci sia qualcosa di strano, ma non mi fido completamente di loro… non posso ancora credere che siano i nostri predecessori!”
-Dimmi. - chiese lei, ridestandosi.
-Tutto bene?-
La ragazza fece spallucce. –Non saprei.- disse, poi prese a levare la maglia, costringendolo a voltarsi dall’altra parte.
-Ti prego, evita!- esclamò il prescelto del Coraggio, seccato.
-Eh? Ma scusa… mi hai vista mille volte così!- rispose lei, come se nulla fosse.
Taichi si voltò e la fissò.
-Io. Nessun altro. Probabilmente ci tengono d’occhio. Non ci hai pensato?-
La ragazza scosse la testa.
-No. Ma non è che m’impor… -
-A me sì!- la interruppe lui, improvvisamente geloso. Forse Vamdemon li spiava, la guardava e si sarebbe gustato la vista di lei nuda nella vasca. Non poteva accettare una cosa del genere. Raccolse da un cesto lì accanto a loro due asciugamani (ovviamente portati lì dalle Floramon) e ne lanciò uno alla ragazza. –Dai, mettitelo addosso.-
Lei chinò appena il capo. “Ho sbagliato, ancora… ” pensò, sospirando e coprendosi il petto prosperoso con il morbido asciugamano bianco. Slacciò poi il reggiseno, fece scorrere ancora l’asciugamano e se lo legò davanti, finendo di svestirsi. Taichi era voltato e si stava togliendo gli abiti a sua volta, leggermente irritato e imbarazzato. Non era certo la prima volta che vedeva Ylenia così, ma come aveva detto, probabilmente erano osservati e lui era tremendamente geloso della sua pestifera fidanzata.

Agumon e Bearmon erano dentro la vasca già da quando Taichi ne aveva controllato temperatura e sicurezza. Avevano approfittato della “conversazione” tra i loro partner per rimanere un poco soli e ispezionare tutta la vasca. Era una “normalissima” piscina, con delle fontanelle a forma di testa di drago ai lati. Beh, normale no, ma sembrava innocua, almeno.

Finalmente i due fidanzatini entrarono in acqua: Taichi con calma e circospezione, Ylenia a modo suo, velocemente, poi si tuffò, nuotò, riemerse, saltò fuori dall’acqua, schizzò il suo ragazzo, insomma era la solita e in un certo senso era un bene. In pochi minuti aveva tirato su il morale al gruppetto e i quattro, terminato il delirio, sedevano negli scalini, con l’acqua che li arrivava al ventre.


°


-Ma guarda che sorpresa… - il Demone dell’Ira rise compiaciuto –I nipoti di GranDracmon. E ditemi, che cosa vi porta nella mia “umile” dimora?- altra risata rimbombante, accompagnata da gesti di falso ossequio.
Vamdemon volse appena lo sguardo verso il basso.
Avrebbe voluto fuggire, però… lui non glielo avrebbe permesso.
Osservò di sottecchi Phelesmon.
“Questo qui, è davvero mio fratello?” si chiese.
Il digimon diavolo rispose all’occhiata e sogghignò.
Vamdemon non avrebbe mai dimenticato il ghigno sinistro di colui che aveva ridotto la sua vita a quell’inferno penoso, portando la decadenza del casato e strappandogli via i cari.
L’adorata madre.
Il padre.
La libertà.
Non provava rimorsi nel cederlo a Daemon. Davvero era suo fratello?
Prove che dimostrassero il contrario purtroppo non ve n’erano.

-Sanguisugaaaaaa! Succiasangueeeeeee!-

-Sta' attento a dove metti i piedi!-
Persino un Vademon si permetteva di trattarlo con sprezzo fra i corridoi in pietra. Il vampiro era stanco di quella vita frustrante. Il terrore iniziale, però, se n’era andato. Gli occhi ormai di ghiaccio non distoglievano più lo sguardo. Nella sua mente, pulsava forte il desiderio di ribellione. Senza tregua, con insistenza. Soltanto dando una svolta a quella bigia esistenza l’avrebbe potuto placcare.
Calciò violentemente il digimon “alieno” che cadde pesantemente a terra diversi metri più in là. Come prima vittima avrebbe preferito di meglio, ma tant’era…
-Night Raid!- esclamò. Un folto stormo di pipistrelli fuoriuscì dal suo mantello e piombò su Vademon che tentò di difendersi –Bacio Vol… -
Ma fu troppo lento.
I pipistrelli lo divorarono in un istante e il vampiro ne assorbì i dati.
Vamdemon si leccò le labbra livide.
-Non male, per un essere così infimo.- disse, proseguendo lungo il corridoio, ignorando i mormorii spaventati e le minacce dei suoi cosiddetti superiori.
“Diventerò forte, ancora di più.” pensava “E allora ti ucciderò, Phelesmon.”

-Vamdemoooooon!- Aprì gli occhi e un violento raggio di sole lo costrinse a richiuderli all’istante.
-Ma che diav… chiudi!- cercò inutilmente di sigillare nuovamente il proprio feretro e godersi il meritato riposo (ma quel sogno… non stava riposando per niente, in effetti…)
-E’ urgente!- esclamò Pinocchimon, insistendo a tirare via il coperchio della bara, fino a scoperchiarla del tutto.
Infastidito, il vampiro si tirò su e inviò due pipistrelli verso la finestra, chiudendo le pesanti tende in velluto rosso che lo stupido burattino aveva aperto per infastidirlo.
-Che diavolo c’è?- si massaggiò gli occhi irritati e indossò la maschera magenta.
-Piemon è sparito!-
-Di nuovo?-
-Sì. E Ylenia sta facendo il bagno nella piscina di Metalseadramon!- ribatté il burattino con finta aria innocente.
Vamdemon si voltò verso di lui con gli occhi sbarrati -Come sarebbe a dire?!-
-Beh, Etemon ha detto che bisogna essere gentili con le belle ragazze e… -
Il vampiro arrossì, e si mise in piedi velocemente -Non è una bella cosa! Meglio andare a controllare!- esclamò richiudendo il sarcofago con la telecinesi e procedendo, a passo svelto, verso la porta.
-Eh?! Vuoi spiarla mentre fa il bagno? Adeeeesso ho capito… - Pinocchimon aveva iniziato a prenderlo in giro, tanto per cambiare. Era uno dei suoi fastidiosi passatempi.
-Non sono un pervertito, come qualcun altro! - lo interruppe (sicuramente si riferiva a Etemon). Afferrò la cappa e se la gettò sulle spalle. La sua mente a quell’ora del mattino era tutt’altro che lucida, specie dopo quell’incubo. Avrebbe voluto giacere ancora fra le pareti in rosso e morbido velluto del feretro, ma era evidente che qualcuno di sua conoscenza stesse approfittando proprio del suo “piccolo” problemino con la luce solare.
-Sei arrossito!- esclamò il burattino, varcando la soglia dietro il vampiro.
-Oh, ma taci!-

°


Nel frattempo, Taichi era uscito dalla vasca con il suo partner e stava seduto sul bordo, con fra le mani il Digiterminal. Aveva appena finito di leggere la risposta di Koushirou alla mail.
-E così si alleneranno tutti… é il caso che anche noi ci diamo da fare, Agumon.-
Il piccolo dinosauro arancione annuì.
-Sempre d’accordo con te. E chissà se riuscirò a evolvere ancora V-Dramon.-
-Contro Daemon ci tornerebbe utile sicuramente. Uh? Un messaggio di Yamato… “Ti affido Ylenia. Te l’ho già detto tante volte, lo so, ma ti prego.” … -
Continuando a leggere in silenzio, Agumon e Taichi appresero la verità su Risei. Il prescelto del Coraggio cancellò immediatamente la missiva.
-Se non ce l’ha potuto dire fin’ora, immagino nessuno dovrà saperlo.- sussurrò, poi lanciò un’occhiata verso Ylenia, attirato dalla voce di Bearmon.
-Yle? – l’orsacchiotta la scuoteva, ma lei non reagiva.
Taichi scambiò col compagno un’occhiata inquieta ed entrò velocemente in acqua, raggiungendo la fidanzata.
-Ylenia?- ancora nessuna risposta.
La chiamarono ripetutamente, tutti e tre, ma lei taceva, fissando l’acqua.
Era immobile, immersa appena ai fianchi, con lo sguardo concentrato su qualcosa…

“Luce… bella la luce… guarda come s’infrange in altre piccole luci al minimo spostamento d’acqua…” Da sempre aveva prestato attenzione a particolari inutili per chiunque, ma in quel caso, la diciassettenne si sentiva parecchio attratta da quei piccoli sprazzi luminosi riflessi nel fluido.
Intorno a lei pareva tutto più luminoso. Oppure era dovuto al fatto che non aveva occhi che per quelle lucette che le scorrevano attorno?
In ogni caso, quei riflessi catturavano totalmente la sua attenzione impedendole di accorgersi della voce di Taichi e degli altri che la chiamavano. E ancora peggio, della presenza di Piemon che incombeva su di lei.
Perché il clown, anzi, la parte di lui che serviva Lucemon, le si avvicinava di soppiatto, invisibile agli occhi di chiunque.
O almeno così credeva.

Accadde qualcosa d’inaspettato, almeno per lui.
WarGreymon e Taichi s’intromisero fra lui e la digiprescelta, muovendosi con facilità all’interno della dimensione che aveva creato per agire indisturbato.
Insieme a loro, vi era un altro digimon, Gryzmon, ossia l'evoluzione di Bearmon.


*Digimon Analyser*

Gryzmon

Livello: Campione
Tipo: Animale
Tipologia: Antivirus
Attacchi: Atemigaeshi e Crescent Down (Potenti attacchi fisici)


Gryzmon era del tutto simile a un orso. Di differente aveva il manto: azzurro sul dorso e bianco sul ventre, una macchia bianca a forma di mezza luna sulla fronte, guantoni rossi artigliati nelle zampe anteriori e copri-spalle borchiati dello stesso colore.

-Com’è possibile? Come avete fatto ad accorgervi della Mask Square?- Piemon indietreggiò sorpreso.
Taichi sorrise mostrando compiaciuto il suo Digivice V-Tamer.
-Forse non lo sai, ma oltre a te io e Agumon abbiamo combattuto e sconfitto un altro Piemon, che utilizzava questa tecnica. Grazie al nuovo Digivice posso aiutare WarGreymon a combattere.-
-Prima dici di aver bisogno di Ylenia, poi cerchi di rapirla, qual è il vostro obbiettivo?!- esclamò furente Gryzmon.
Le labbra del Padrone delle Tenebre si deformarono in un sorriso trattenuto a stento. La sua risata irrisoria riecheggiò nello spazio circostante per diversi istanti, poi, dopo un attimo di teatrale silenzio, il digimon rispose alla domanda di Gryzmon.
-Il mio obbiettivo, vorrai dire.- indicò Ylenia, che pareva essersi accorta che qualcosa non andava. Oppure no? Guardava dalla vasca, con gli occhi assenti, il punto dove si trovavano i compagni, mentre questi stavano sospesi in nello spazio artificiale.
-Vedi, non m’importa di tornare a essere quello di un tempo.- fece schioccare la lingua -Io ambisco a qualcosa di più.-
Velocemente il clown si portò alle spalle di Taichi e degli altri due.
-E ancora… dei Piemon che esistono, sono io quello più potente.- sparì ancora, avvicinandosi pericolosamente a Ylenia.
Ma nell’istante in cui le sue mani le sfiorarono i fianchi, la luce attorno alla ragazza crebbe smisuratamente, avvolgendo tutti i presenti.


-Mammaaaaa!! Mamma dove sei?-
-Mushroomon!-
-Fratellone!- BlueMeramon accorse. Mushroomon, un piccolo digifungo, strisciava per terra, tendendo le manine tozze verso la sua casa divorata dalle fiamme.
BlueMeramon raccolse delicatamente il corpicino minuto e coperto di fuliggine. Il suo fuoco non lo bruciava, perché aveva una capacità di controllo superiore rispetto agli altri della sua specie, ma il fuoco intorno a loro... aveva divorato ogni cosa, senza lasciare alcuna traccia.
-La mamma e il papà… -
Il digimon evoluto scosse mestamente la testa.
-Ormai… -
Mushroomon scoppiò a piangere. BlueMeramon lo strinse a sé, portandolo via da quel massacro. Impedendogli di osservare ancora quel tristo spettacolo. Il loro piccolo villaggio nascosto era stato appena devastato da un gruppo di digimon di tipo Antivirus. BlueMeramon avrebbe per sempre provato astio nei confronti dei digimon angeli.
“Chi ha il diritto di giudicare gli altri in questo modo?”. Non avevano fatto nulla di male. Certo c’erano delle teste calde nel villaggio ma… in quel momento, solo le fiamme ardenti della cosiddetta giustizia divampavano sinistre consumando ogni cosa. Cancellando ogni minima traccia di felicità.
Cercare vendetta?
Sì, li avrebbe sterminati tutti. Dal primo all’ultimo pennuto predicante quell'ignobile presunta giustizia.

-Che sta succedendo?!- esclamò Taichi, coprendosi gli occhi, la luce era molto intensa, scorgeva appena due sagome, nell’immensità abbacinante. Una era ferma, sospesa in aria, quasi il tempo si fosse fermato.
Non era proprio così.
“Questo potere… è già così forte?” si chiese Piemon, riemergendo dai suoi infelici ricordi.

°

-Waaaaaaaaaaaaaaah!-
Il grido di Hiroyuki riecheggiò nell’aria per qualche istante. Poi silenzio.
Musyamon e Raiamon si scrutavano, malconci, attenti l’uno alla minima mossa dell’altro. I loro partner invece… Hiroyuki ansimava, col braccio teso e il pugno serrato. Lo sguardo fisso innanzi a sé, rivolto verso il rivale, che parava il colpo, senza smettere di sorridere.
“Chi pensava che ‘sto idiota fosse così forte!” le labbra del teppista s’incresparono in un sorriso, ricambiato dall’altro.
Mamoru poteva sembrare un idiota patentato, ma era molto forte. Non l’aveva mai detto a nessuno, ma era stato espulso dalla sua vecchia scuola per averla “ripulita” dall’ “immondizia”.
Non era una notizia clamorosa, perciò le televisioni non ne avevano parlato, ma i giornali locali sì.

Il prescelto della Giustizia viveva a Shibuya. Era passato solo un anno, ma… aveva deciso di cambiare registro. O forse non aveva ricevuto stimoli sufficienti, perché a Odaiba era solo un ragazzo allegro e tranquillo, che andava d’accordo con tutti, senza lasciarsi mettere i piedi in testa. Era in classe con Taichi e andavano anche piuttosto d’accordo. Ma vogliamo tornare al racconto?
Quando studiava a Shibuya, nel suo liceo, vi erano scontri fra bande di teppistelli montati. I primini venivano continuamente tormentati dai veterani straripetenti. Uno come lui, figlio di poliziotto, difensore dei deboli, poteva farsi da parte?
Mamoru diede una lezione a tutti i teppistelli della scuola, come un angelo sterminatore mandato dal cielo. I deboli si rivolgevano a lui se presi di mira e i forti preferivano averlo dalla loro.
Perché fu espulso? Un ragazzo di terza, un giovanotto ormai ventenne cui aveva spaccato il naso, gli fece credere di star molestando una ragazza della scuola e lui… lui lo picchiò così tanto da spedirlo all’ospedale in ambulanza. Che l’altro sia stato alquanto incauto o meno, quel pestaggio costò all’Izawa l’espulsione. La ragazza era la fidanzata del ventenne, ma Mamoru non l’aveva calcolato. Le mani dell’altro sul corpo di lei, lo sguardo terrorizzato, le suppliche…
Il reato che più di ogni altra cosa odiava... aveva semplicemente perso la testa.
La nota positiva di tutta la faccenda, fu che suo padre si decise ad accettare il posto come capo della polizia a Odaiba e la famigliola vi si trasferì.


Hiroyuki scattò all’indietro, alzando la guardia.
-Però, Maminchio, devo ammetterlo, ci sai fare.-
-Aha.- fu l’unica risposta –Anche tu… pratichi la boxe?-
Hiroyuki rimase leggermente sorpreso.
-Come disciplina non mi attira molto, ma vedere te combattere è tutta un’altra cosa, ahahaha!- e rise, spezzando la tensione. Ciò permise a tutti di tirare un sospiro di sollievo. Erano esausti, avevano combattuto parecchio e non solo i ragazzi. Raiamon e Musyamon non si erano certo risparmiati. Wisemon dissolse la barriera protettiva.
-Voi quattro… - disse, attirando su di se l’attenzione - … potete passare alla seconda fase.-
-Sarebbe il caso che riposassero, prima. Non è certo cosa da poco.- s’intromise Jijimon. Wisemon annuì, limitandosi a voltare le spalle.

-Yamato?- domandò piano, Sora.
- … -
-Yama… - gli carezzò il braccio e lui parve rendersi nuovamente conto di dove si trovava. –Tutto bene?-
Annuì. Aveva una strana sensazione. Ylenia… Era ormai mattina, la presunta cena coi Padroni delle Tenebre era ormai finita, ma…
Un insistente formicolio alla gamba atrofizzata lo costrinse a sollevare il pantalone e scoprire così che il nero, lentamente, veniva assorbito, in certi punti.
-Che diavolo… -
Babamon lo notò e con un salto fu da lui. Esaminò attentamente l’arto, poi pronunciò la sentenza, accompagnandola con un colpo di scopa alla testa del prescelto.
-Credo che i tuoi poteri stiano tornando alla luce.-
-Ma… io non ho fatto nulla.-
- … - la vecchia si carezzò il mento –Sarà una reazione legata al risveglio di quelli di tua sorella, allora.-
-Ma allora… -
Babamon intuì dal tono preoccupato che Yamato forse pensava che Ylenia fosse in pericolo.
-Senti una strana sensazione?-
Annuì.
-Com’è? Angosciante?-
-No… - alzò entrambe le braccia, gesticolando –E’ come se… non so… qualcosa dentro di me ribollisse… non riesco a spiegarmelo.-
-Allora non ci sono problemi.- rispose Babamon.
-Ma… -
Come tutti potrete immaginare la vecchia digimon colpì la testa del ragazzo con la sua ramazza. Quello strumento così innocuo era un’arma micidiale fra le sue mani.
E non lo dico ironicamente.
-Ho detto che non ci sono problemi e ora segui con attenzione gli incontri.-
Il prescelto dell’Amicizia sorrise, appena divertito.
Quando Ylenia era felice, lo era anche lui. Quando soffriva, anche lui stava male. Ovviamente valeva il viceversa.
Perciò… “Sì, devo stare tranquillo… e devo anche pensare a come proteggere Risei da Daemon.”
Un dolore sordo alla testa lo riportò brutalmente alla realtà.
-Ho detto di seguire gli incontri!-
-Si… - disse piano, massaggiandosi la testa, fra i risolini generali e le risate sguaiate di Hiroyuki.

Il piccolo Risei sospirò. Sapeva che suo padre era un po’ giù e non lo biasimava certo.
“Devo cercare di stare attento, o papà si preoccuperà troppo.”
Mika accanto a lui giocava a batti manine con Bakumon, cantando una filastrocca che aveva sentito solo qualche giorno prima.
-Ho tante noci di cocco, splendide, didiri didu didu didu! Grandi! Grosse! Anche più grandi di te!!-
“Se Daemon cercasse di ucciderlo io... ”

-E adesso che il mio contenitore è pronto, non mi resta che provare la fusione.-

Risei tremò. Quelle parole, quella voce… il solo ricordo di quel giorno gli serrò lo stomaco in una ferrea e dolorosa morsa.
-Rese?- Mika tirava insistentemente la manica della sua maglietta, per attirare la sua attenzione.
-Eh? Dimmi.-
-Ti insegno la canzoncina delle noci di cocco?- lo fissava con quegli occhioni così dolci. E li sbatteva pure, civettuola, come la sorellona le aveva insegnato, per averla vinta con gli uomini di casa.
Infatti, il suo papà non resisteva a quello sguardo da bambolina.
-Dopo. Ora devo stare attento.- disse, tornando a guardare l’arena. Era vuota, ma Wisemon vi stava entrando.

Difatti, il digimon mago era pronto ad aprire un altro varco. Un varco per un luogo sinistro quanto affascinante. E stava anche per annunciare i prossimi sfidanti.

Fine Capitolo 11



Tataaaaan!
Sempre in ritardo, come al solito. Dunque. Stavolta volevo chiudere con la pazzia di Piemon, ma il capitolo si faceva lungo e insomma, avrei rovinato il momento solenne in cui il signorino rinsavisce.
Spero il cap sia stato di vostro gradimento, come al solito una marea di flashback e poca concretezza. Pardon.
Beh. Nel prossimo capitolo si combatterà **
E nell'altro ancora, perché per Mamoru e Hiroyuki, ho in mente una cosuccia davvero cattiva. Specie con Hiro.

Hiroyuki: Già... Ma io ti ammaaazzooooo!!
Mamoru (lo trattiene): Su su, Hiro-pyon, ci sarà da divertirsi.
Hiroyuki: Oh certo, tanto non è a te che... *gli tappa la bocca*

Ecco, fortuna che ho zittito in tempo lo tsundere di turno U_U
Quello che accade a Ylenia, il rimanere incantata a fissare i riflessi luccicosi XD l'ho provato anche io. Li guardavo e ad un certo punto, ero come incantata. Ovviamente quando poi mi sono ripresa non c'era nessun pagliaccetto schizofrenico alle mie spalle (peccato U_U)

Neko2410: Thank you!! Un'altra fan di Pie-samaaaa *o* non siamo tante, almeno credo. Comunque spero che la storia continui a piacerti.
Eden89: Io a vederli sempre seri quei cattivoni non ci riesco. Cioè, con Pinocchimon ed Etemon in giro, chi ci riuscirebbe a non ridere? O a non subire la loro influenza. Come vedi nemmeno Vamdemon ci riesce (è difficile tenerli IC quando la mia stessa mente tende al demenziale XD)
Bene, altri nodi che vengono al pettine e altri misteri. Fra poco ci saranno le risposte U_U


Comunque, con questi allenamenti, mi sono proprio incastrata, mannaggia...
Vabbè. Chiudo qui, anche se di cose da dire ne avrei un sacco XD
(scusate lo schifo di impaginazione, ma Nvu mi odia, domani provo a sistemare. Avvertitemi se vedete le scritte troppo grandi o troppo piccole ^^)


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Capitolo 12
*** 12.Purify ***


Capitolo 12: Purify


“I'm just thinking how fine it is
To feel myself so fine again
[…]
Celebrate
I'm alive again”

(Purify, Lacuna Coil)
 
Witchelny
-Mi raccomando, non abbassate la guardia e collaborate.- disse Wisemon, conscio che i due prescelti non avrebbero collaborato se non messi realmente alle strette. Per quello li stava inviando in quel luogo.
Perché dovevano fidarsi ciecamente l’uno dell’altro e non solo Hiroyuki e Mamoru. Tutti.
Ma quei due in particolare.
Hiroyuki poi, era di un’indisponenza ai limiti del sopportabile e molti si chiedevano come Mamoru riuscisse a non prenderlo a pugni dalla rabbia.
Certo, i colpi che si erano menati poco prima potevano essere stati anche uno sfogo. Ma il moro sembrava tutto divertito mentre chiedeva spiegazioni -Quindi, dovremo trovare due oggetti ed è fatta?-
Wisemon annuì.
-Perfetto! Ho sempre adorato le cacce al tesoro. Tu Hiropyo… Hiro?-
Hiroyuki non lo degnò di uno sguardo e camminò a passo svelto verso il varco aperto dal digimon mago. Quando fu vicinissimo, si volse in direzione dell’altro –Stai zitto e muoviti.- ciò detto sparì dall’altra parte.
Mamoru sospirò, senza smettere di sorridere –Che tipo… Elecmon, sei pronto?-
Il digimon fissò il suo compagno qualche secondo –Non saprei… non ho un buon presentimento…-
Il moro fissò a sua volta il proprio partner e poi il varco, dove anche Kotemon era sparito.
Era nero.
Un vortice nero davvero inquietante. Deglutì.
“Maminchio!”
Quel soprannome non gli piaceva proprio, ma chi di soprannome ferisce, di soprannome perisce, no?
Si massaggiò i capelli ispidi e, mani in tasca, s’incamminò verso il passaggio. Prima di addentrarsi là dentro, si voltò e fece “ciao-ciao” a tutti –A più tardi!!- esclamò agitando le braccia. Dopodiché seguì l’esempio del teppista e sparì oltre il portale.
Tutti erano rimasti col fiato sospeso.

Errant Castle
 
Vamdemon e Pinocchimon irruppero nella sala da bagno proprio nell’istante in cui dal corpo di Ylenia scaturì quella luce abbacinante.
Il vampiro fu costretto a fermarsi di colpo e ripararsi col mantello ma Pinocchimon continuò a correre, scorta l’ombra del fratello.
-Fermo!- esclamò, come in una supplica.
Non aveva le idee chiare su ciò che accadeva, ma sapeva che c’era qualcosa di sbagliato.
Che suo fratello era tutto sbagliato in quegli ultimi tempi.
Infatti, il clown sollevò la ragazza fuori dall’acqua e lei parve risvegliarsi ancora un poco di più dalla trance.
 
Nel frattempo che tutto questo accadeva, a Witchelny…
 
-Fratellone?-
-Papà?-
-Yamato?-
Nessuna risposta.
Ancora una volta, il ragazzo subì un attacco. Ancora una volta sotto i loro occhi.
Quando Mamoru e Hiroyuki sparirono dietro il varco seguiti da Wisemon, poco dopo che questi diede disposizioni a Wizarmon riguardo alla prossima sessione di allenamenti, Yamato percepì l’ennesima bizzarra sensazione.
Come l’intensità della Luce di Ylenia si espanse, le sue Tenebre crebbero, involontariamente, di conseguenza.
Lui questo ancora non lo capiva bene…
Ad ogni modo, tutto era cominciato con quella strana sensazione alla gamba.
Seguì un senso di risucchio.
E poi il buio.
Era circondato dall’oscurità e le sue orecchie percepivano solo lo sciabordio dell’acqua scura nella quale era immerso fino alla vita.
“Ci mancava solo questo…” pensò irritato. Trovò buffo il fatto di sentirsi sollevato dall’assenza di Hiroyuki, l’unica persona che l’avrebbe certamente criticato.
Ma d’altro canto, Hiroyuki avrebbe avuto ragione.
“Perché devo sempre rimanere vittima delle cose?” scosse la testa, guardandosi ancora, inutilmente, intorno.
Acqua torbida e buio.
Fine.
Quando però si ripresentò il fastidioso ronzio… quando l’acqua si mosse un poco, capì di non essere solo.
Si voltò.
Non vi era nessuno.
Deglutì e provò ad avanzare alla meno peggio in quell’oscurità.
Sotto i suoi piedi (sotto quello sano di più, quello ancora vittima dell’ombra di Kokueimon aveva una sensibilità limitata, ora) percepiva un fondo solido, come delle piastrelle. Poi urtò qualcosa. Il pavimento pareva essere sconnesso, ma tastando col piede, scoprì che non era una crepa “Un gradino?” inarcò le sopraciglia e vi salì sopra.
Lo sciabordio proveniva sia dalla sua destra, che dalla sua sinistra. Si rese conto di scorgere il suo riflesso nel liquido, in quel buio e, poco a poco, anche i tenui contorni di ciò che lo circondava.
Lentamente, i suoi occhi si abituarono all’oscurità…
C’erano delle linee scure che fuoriuscivano dall’acqua “Sono in una vasca?” si chiese. Alla sua destra vide, dapprima con la coda dell’occhio, poi si voltò per osservare meglio, una piccola sagoma scura da cui sgorgava il fluido.
Tutto intorno il buio parve rischiararsi ancora più velocemente, divenendo grigio. Solo l’acqua rimase scura e insidiosa. Ma ormai aveva appurato di trovarsi in una vasca. Non che la cosa fosse una garanzia di sicurezza, ma era sempre meglio di trovarsi a vagare nell’ignoto.
Ancora quel ronzio…
Si voltò e ancora  non vide nulla. “Che diavolo succede, dannazione!” sospirò, cedendo allo sconforto “Non capisco più niente…”
Ed era a capo chino, con le mani fra i capelli, intento a passare in rassegna le sue disgrazie, quando sottili fili neri corsero nell’acqua verso di lui, come piccoli serpentelli.
Sussultò e provò a scacciarli, infrangendo la superficie del fluido.
La pozza scura si scompose nuovamente nei fili neri per poi ricompattarsi e circondarlo ancora.
“E’ assurdo…” continuò a pensare “Nonostante stia sprofondando in quest’oscurità… non ho paura…”
Non temeva quella macchia. Non più.
Non era dolorosa.
E sentiva che la gamba invalida recuperava piano la sensibilità.
Percepiva qualcosa entrare nell’arto ed espellere qualcos’altro.
Aveva un’idea in proposito, ma la sua mente non fece in tempo a formulare un pensiero coerente, che due lunghe mani guantate gli cinsero i fianchi.
 
-Cos’è?- chiese Takeru, in ansia.
-Nulla.- rispose Babamon, con tutta la calma del mondo. Avrebbe potuto tranquillamente bersi un tè con i biscottini. Non era affatto preoccupata o almeno non lo diede a vedere.
-Come, nulla?!- sbottò Takeru
E…
Sì. Indovinato. Gli arrivò una ramazza sulla testa.
-Ouch…-
-Ragazzo mio, ti ho detto che non ti devi preoccupare e non ti devi preoccupare.-
-Cos’è questa cupola nera?- chiese allora Iori, a distanza di sicurezza.
-E’ stato Yamato a generarla.-
-Eh?- fu, più o meno, il commento di tutti.
-O meglio: è stato lui, ma inconsciamente. Ricordate cos’ha detto prima Babamon?- intervenne allora Jijimon.
Fu Miyako a rispondere –Si… ha detto qualcosa come… che i poteri di Ylenia si stanno risvegliando e di conseguenza anche quelli di Yamato…-
-Esattamente.- fece la vecchia, distogliendo lo sguardo dalla cupola nera –Voi tutti sapete che la Luce e le Tenebre sono le due facce eguali della stessa medaglia, no?-
-Già… ce l’hanno ripetuto fino alla nausea.- Daisuke alzò gli occhi al cielo.
-Ecco. In più loro sono gemelli. Anche se non sono omozigoti, il loro legame è comunque più saldo rispetto a quello di due fratelli normali. Hanno condiviso tutto fin dalla nascita. Anche se nessuno la vedeva, Ylenia era con Yamato, no?-
-Nonnina, sai già tutto, eh?- continuò a risponderle il Motomiya.
-Mi piace tenermi informata.- rispose lei sorridendo soddisfatta, con un tono da fanatica di gossip.
-Ora, se Ylenia sta usando i suoi poteri, anche il corpo di Yamato reagisce. Percepisce le sensazioni di lei e il suo potere cerca quello opposto.-
Nessuno disse nulla, così la digimon riprese –Perciò, state calmi e non agitatevi. Una volta che riusciranno a controllarli, questi piccoli inconvenienti non capiteranno più.-
-Chiamali piccoli…- fu il commento di Gomamon.
 
Intanto, Hiroyuki e Mamoru erano dall’altra parte del varco e Mamoru si lasciò scappare un –Belloooooo…- -Ehm… dove siamo?-
Hiroyuki prese a camminare, in silenzio.
-Hiropyooon?-
Ancora silenzio.
Mamoru si grattò la testa.
-Dai, non offenderti. Se ti da fastidio, ti chiamo Hirosama. O Hirosenpai, o Urameshi… come vuoi, eh! Non essere permaloso… cioè, ti capisco… sarei scontroso anch’io se tutti mi giudicassero, chessò, per il colore dei capelli e…-
Hiroyuki si voltò e fissò freddo l’Izawa.
Se con uno sguardo si potesse uccidere, Mamoru non sarebbe più parte di questa storia. Da un pezzo.
-Che cazzo c’entrano i miei capelli?!-
-Ehm…- una goccia fredda colò lungo le tempie del moro –Dicevo… così per dire…-
-Senti, riesci a tapparti la bocca un attimo?-
-Secondo te dove siamo?
-E non cambiare discorso!-
-Ma non dovevo stare zitto?-
-Ma proprio non capisci quando smettere di dare aria alla bocca?!-
-Hirosama, tu non sei per nulla chiaro.-
Hiroyuki era sull’orlo di una crisi di nervi. Proprio non riusciva a spuntarla.
-Senti, Maminchio, chiudi quel cess… - Mamoru gli chiuse la bocca con la mano.
Quel luogo silenzioso era molto strano.
Si trovavano in un lungo corridoio scavato nella pietra. Su tutte le pareti erano incisi i caratteri dell’antica lingua digitale e l’odore acre che si respirava era quello pesante di polvere e muffa, tipico dei luoghi chiusi.
A momenti era addirittura stordente.
Hiroyuki da piccolo era stato in Egitto con i suoi. L’odore che si percepiva nelle viscere delle piramidi era lo stesso.
Fortunatamente Kotemon ed Elecmon avevano trovato e acceso delle torce, perciò almeno il quartetto non era al buio. Eppure riuscivano a illuminare solo un breve tratto. Davanti e dietro di loro il buio era totale. E pareva avanzare, come a volerli inghiottire.
-Mmmm…- protestò Hiroyuki, provando a liberarsi della mano dell’altro, ma Mamoru si era fatto serio -Hai sentito, Hirosama?-
Il teppista tese le orecchie.
Dei passi.
Passi cadenzati tremendamente familiari.
Socchiuse gli occhi per concentrarsi, ma il rumore si affievolì.
I due ragazzi si lanciarono un’occhiata e indietreggiarono.
Hiroyuki prese la torcia dalle zampe di Kotemon e Mamoru fece altrettanto con Elecmon. I due digimon si schierarono in difesa uno davanti e uno dietro, non si sa mai.
-Uno spiffero…- sussurrò Mamoru, guardando nella direzione dalla quale, teoricamente erano appena venuti.
In pratica il varco li aveva portati nel bel mezzo del corridoio.
Scelsero comunque di indietreggiare, anche se normalmente Hiroyuki non l’avrebbe mai fatto.
Lui era tipo da non temere nulla finché non si trovava a costretto a un confronto diretto. Ma in quel posto era come se i suoi timori prevalessero. E lui non riusciva a sopportarlo.
Man mano che camminavano, il rumore dei passi si faceva più vicino. Pensarono di spegnare le torce, ma allora sì che sarebbero stati problemi, poiché non sapevano proprio dove andare.
Il corridoio proseguiva dritto per lunghi tratti, ma ogni tanto capitavano biforcazioni e dovevano comunque evitare i vicoli cechi.
Più vicino.
Poi svanì.
Poi lo udirono ancora…
Pur voltandosi diverse volte, nessuno riusciva a vedere nulla.
“Eppure io questi passi strascicati li conosco bene… ma non è possibile…”
-Ma cosa dovremmo fare, di preciso?- chiese Elecmon d’un tratto, fermandosi.
-Wisemon ha detto che l’avremmo scoperto una volta qui.- gli rispose Kotemon, arrestandosi anche lui –Però non capisco. Perché stiamo scappando, eh Hiro? Non dovremmo fermarci e affrontare quella cosa?-
-No…- non era sicuro.
Se era come pensava, non ne aveva minimamente intenzione “Ma è stupido pensare che sia lui, no?”
-Accidenti a questi vegliardi!- sbottò, colpendo con un pugno una parete –Perché diavolo non si sbrigano loro le proprie questioni?!-
Mamoru lo fissò –Sembra sia svanito…- si riferiva a quel rumore –Me lo chiedo anch’io… ma un motivo ci sarà, no?-
-Pigrizia?-
-Ipotesi molto suggestiva la tua, Hiropyon… ma dubito che ci sia lo zampino di un Demon Lord anche in questo.-
-No no. Intendevo pigrizia loro.-
Mamoru si finse pensieroso –Ipotesi suggestiva anche questa, ma, Hiropyon, tu hai idee davvero troppo sovversive.-
-Oh, ma basta con ‘sto soprannome!-
-Vogliamo parlare di Maminchio?-
Hiroyuki gli puntò un dito al petto -Chi ha cominciato con i nomignoli?!-
Mamoru alzò le mani, in segno di resa.
-Ok, ok! Mea culpa!-
 
Contemporaneamente a Witchelny e nel Castello Errante, Piemon si trovava a che fare con i due gemelli.
O meglio.
Loro si trovarono ad aver a che fare con lui.
Li aveva presi.
Entrambi!

-Lasciami!- ringhiò Yamato.
Il clown gli sorrise, senza dar troppo peso alle parole minacciose del ragazzo, tantomeno ai suoi calci e pugni.
-Una volta da Lucemon, avrò la mia ricompensa.- disse, fra sé e sé.
-Non ho intenzione di venire con te!-
Piemon inarcò il sopracciglio ma Yamato non poté ovviamente vederlo, dato che il clown indossava la maschera.
-Oh… e come hai intenzione di impedirmelo?-
“Già… come?” deglutì. Provò a concentrarsi, anche se in quella sensazione era difficile “Forse, potrei riuscire a usare i miei poteri, in qualche modo…”
Sentì qualcosa.
E sarebbe riuscito certamente a usare il suo potere con più tempo a disposizione. Ma era fra le braccia di un nemico che ovviamente non diede tempo a quel piccolo successo.
-Allora?-
Ancora a mezz’aria, Yamato aprì gli occhi e lo fissò truce. O almeno credeva. A Piemon il suo pareva solo lo sguardo offeso di un marmocchio insignificante.
Addirittura i suoi occhi scarlatti parvero intenerirsi -Su, su…- gli disse tenendolo a mezz’aria ma muovendolo come si fa con un bimbo piccolo per calmarlo -Imparerai a usare i tuoi poteri… poi però Lucemon li assorbirà…- scosse la testa - … e morirai… ma almeno avrai imparato, no?- e sorrise.
Yamato lo odiò.
Odiò tutti quelli che l’avevano messo in mezzo.
Lucemon.
I Demon Lords.
Persino i Supremi.
Non potevano tenerseli loro quel cavolo di poteri?!
L’unica cosa positiva che ne aveva ottenuto era la vita di Ylenia, che avrebbe perduto per sempre, altrimenti.
Solo quello.
Tutti giocavano con le loro vite senza considerare i loro sentimenti. Tutti li vedevano come pedine da muovere deliberatamente sulla loro scacchiera.
Non era d’accordo con quell’ingrato destino.
Tutti avrebbero pagato!
Aveva così tanta rabbia repressa in corpo, che la sua gamba scattò da sola, colpendo il mento del Padrone delle Tenebre con una forte ginocchiata. Ovviamente era l’arto sano.
 
Barcollò.
Suo fratello l’aveva tradito.
-Torna in te!- gli aveva gridato Pinocchimon. Poi gli aveva scagliato contro la sua croce di legno, a costo di ferire Ylenia.
Anzi, sapeva che lui non avrebbe permesso lei fosse ferita.
Perché era solo un’umana e sarebbe potuta morire.
E allora addio poteri, addio ricompensa ecc…
La ragazza ricadde in acqua e in quel momento era completamente sveglia.
Si allontanò di corsa dal clown, reggendosi l’asciugamano con le mani, mentre Taichi le andava incontro con gli altri e con Vamdemon.
Aleggiava ancora la Luce scaturita dal suo corpo, ma era più sopportabile, perciò anche il vampiro s’inoltrò nella stanza.
-Ora noi faremo una bella chiacchierata.- disse alla ragazza. Poi si rivolse a Taichi -Proteggila. E tu, Ylenia, qui occorre una cura drastica.-
-U-una cura drastica?- chiese lei.
Mentre il vampiro le spiegava ciò che aveva in mente, perché non potevano più aspettare, Pinocchimon e Piemon combattevano aspramente.
-Bullet Hammer!- gridò il burattino. Le sue mani reggevano il particolare martello a forma di tamburo d’arma da fuoco dalle cui bocche schizzarono proiettili luminosi a ripetizione.
Piemon certo non aspettò di ricevere i colpi in pieno. Ne schivò tre muovendosi agilmente, anche grazie alla Mask Square. Poi usò due delle sue spade per pararne altri.
Al contatto col freddo metallo i colpi luminosi emisero un fastidioso stridio e schizzarono in disparate direzioni.
Uno sfiorò Vamdemon, lacerandogli il mantello.
-Ehi!- ringhiò il digimon, interrotto nel bel mezzo della sua spiegazione.
Mentre infuriava la battaglia fra i due fratelli, giunsero Metalseadramon e Mugendramon, seguiti dagli altri.
I due dragoni si scambiarono una rapida occhiata e Metalseadramon scattò in volo verso i due contendenti. Assunte le sue reali sembianze, una delle sue spire metalliche si avvolse violentemente intorno al corpo di Piemon, allontanandolo dal burattino.
-Aargh!- ringhiò lui. Poi cercò di divincolarsi, ma il colpo all’addome l’aveva fermato per il tempo necessario a permettere a Metalseadramon di immobilizzarlo del tutto.
-Lasciami!-  ringhiò a denti stretti -Lasciami o io…-
-O io cosa?- intervenne Mugendramon –Su, portalo qui…- ordinò all’altro drago.
La lotta era durata poco, per fortuna.
Per quanto potente, Piemon era circondato. E pareva aver perso la testa.
Per la sua dannata Superbia, non accettava il fatto d’essere stato “tradito” dai suoi compagni.
Mugendramon lo liberò dalle spire di Metalseadramon, per imprigionarlo fra le sue braccia.
Anche nella forma ibrida la sua forza era comunque elevata. Infatti, Piemon non riusciva a liberarsi.
-Ma ci pensate, idioti?! Potremmo avere Digiworld ai nostri piedi ancora una volta!-
-Non a questo prezzo, idiota.- ringhiò il drago nero di rimando.
LadyDevimon era sconcertata.
“E’ meglio che Kokueimon non assista a questa scena.” pensò e, dopo un gioco di sguardi con Devimon, lasciò la stanza che aveva appena raggiunto, per intercettare suo figlio e impedirgli quella patetica visione di suo padre.
 
-Hai capito?-
Ylenia annuì, confusa.
-Sì… cioè, teoricamente.-
-Ma sei sicuro che funzionerà? Ylenia non ha mai usato i suoi poteri prima d’ora.- s’intromise Taichi.
-Non abbiamo molta scelta. Se lo lasciamo così- squadrò Piemon che si dimenava –non riusciremo a fermarlo. Anzi, ascolta. Lui può stare in più luoghi contemporaneamente. E’ probabile che sia andato anche da tuo fratello.-
Taichi, WarGreymon, Ylenia e Gryzmon trasalirono.
-Ma… ci sono gli altri, per proteggerlo, no?- chiese Ylenia, rivolta al suo ragazzo e questi annuì, mentre il sudore gli colò lungo la tempia.
-Potrebbe non bastare. Piemon è impazzito, ma anche molto scaltro.-
-Io… devo solo colpirlo?- si fece avanti Ylenia, inarcando appena il sopracciglio, ancora non del tutto sicura.
-Sì.- rispose Vamdemon, accompagnandola verso il gruppo dei suoi compagni, mettendole una mano dietro la schiena.
E questo infastidì Taichi, che gli corse dietro e riacchiappò la sua ragazza, allontanandola dal rivale.
Il vampiro lo fissò truce, poi tornò a parlare alla prescelta della Memoria -Devi concentrarti sulla sua testa. Mentre libererai il tuo potere, anche quella piccola traccia di Tenebra che lo costringe sarà visibile. Dovrai solo distruggerla.-
-Ma non sarà pericoloso?-
-Se anche morisse, potremmo farlo rinascere qui e in breve tempo, perciò non preoccuparti. Pensa a tuo fratello.-
Lei annuì.
Ma Taichi chiese -E poi? Voi volete uccidere Yamato, no?-
Ylenia si fermò.
“E’ vero… per quanto buoni siano con me, vogliono uccidere Yamarin…”
-Le priorità sono cambiate. Ne discuteremo in seguito. Se vuole però che Piemon lo porti da Lucemon, allora può trattenersi a parlare ancora un po’.- concluse.
-Dai! Non abbiamo mica tutto il giorno qui!- esclamò Mugendramon.
Ylenia si portò davanti a lui e Piemon e deglutì.
-Sai cara,- cominciò però il clown –se tornassi normale, ucciderei il tuo fratellino. D’altro canto, avresti più tempo e possibilità di salvarlo, se lo portassi a Lucemon.-
 
-Non complicarmi le cose, bimbo.- Piemon avanzava sospeso in aria, mentre lui cercava disperatamente di correre dentro l’acqua.
Ma gli arrivava alla vita, e ciò costituiva un grosso rallentamento.
L’altro stava solo giocando con lui.
Era da diversi interminabili minuti che la cosa si protraeva e, ormai lo sentiva, non avrebbe retto ancora per molto.
Aveva anche provato a urlare, ma non arrivavano risposte da oltre il buio.
Poi perse l’equilibrio e cadde sott’acqua.
Puntò i piedi per spostarsi velocemente, ma quando uscì, si accorse di non essere più seguito.
Piemon era diversi metri più in là, col capo fra le mani.
-No! No!- ringhiava.
 
-No, smettila! Pensa a tuo fratello!!- continuava a lamentarsi e contorcesi stretto fra le braccia forti del drago nero, cui si erano aggiunte le spire di Metalseadramon. -Smettetela idioti!-
-Lo vedi?- chiese Vamdemon.
Ylenia annuì.
La stanza era nuovamente illuminata da quella Luce sfolgorante di pocanzi.
Il vampiro si era avvolto nel suo mantello, ma doveva dare istruzioni, perciò cercò di stare dov’era e resistere all’agonia che la Luce gli procurava. Si circondò di uno strato di nebbia, per attutire il dolore.
-Ascolta… devi concentrare il tuo potere in un punto unico.-
Ylenia annuì. Socchiuse gli occhi e tutti videro chiaramente la Luce ritirarsi per pochi istanti e poi espandersi ancora. Tutto questo per diverse volte.
 
-Che succede ora?- esclamò Jun, mentre la cupola oscura si rimpicciolì e ingrandì velocemente per pochi istanti.
-Credo siamo giunti a una svolta.- Jijimon si tormentava la barba –Ma suppongo questo posto non sia poi così sicuro…-
 
-Stammi bene a sentire…- cominciò Piemon, parlando contemporaneamente ai due gemelli.
Yamato era fermo a fissarlo basito per la scena da film dell’orrore che aveva innanzi (ne aveva visto uno di esorcismi con Taichi l’estate prima... era una cosa allucinante. Beh, la scena di Piemon che si contorceva per aria con una fiammella scura sulla fronte era molto simile a una del film)
 
-…Morirete. Entrambi. Non si sfugge al proprio destino. Per quanto possiate opporvi, Lucemon riavrà i suoi poteri.-
-Ylenia.- disse Vamdemon –Va bene così.-
Lei annuì.
“Ancora un po’…” per essere la prima volta, pensò d’aver ottenuto un ottimo risultato.
Aveva ridotto e concentrato quella Luce a una sfera grande come una mela. La teneva con due dita, puntate contro la fiamma nera sulla fronte di Piemon.
Mentre stava per rilasciare un raggio, con uno strattone notevolmente più forte di prima, il clown riuscì a liberarsi dalla stretta dei due draghi. Si svincolò come un’anguilla e sfuggì ai tentativi di riacciuffarlo.
Ylenia indietreggiò per la paura, ma il colpo fu liberato comunque.
La sfera luminosa liberò una freccia fulgida che raggiunse spedita il suo bersaglio.
-Aaaagh!- ruggì di dolore il capo dei Dark Masters, inarcando la schiena all’indietro mentre la Luce penetrava nella sua testa con violenza.
 
Sì, era decisamente una scena da esorcismo.

Piemon ora si contorceva in acqua, mentre una strana Luce gli illuminava il capo ed entrava dentro di lui. E qualcosa uscì.
Una piccola massa nera, che si dissolse nella Luce.
Piemon scomparve di fronte al prescelto dell’Amicizia, urlando di rabbia.

E quella parte di lui che aveva causato così tanti problemi si dissolse davanti agli occhi del gruppo riunito nella sala da bagno del drago d’acqua.
Videro chiaramente un altro Piemon svanire nel nulla insieme a quel Germe di Superbia.
Ma quello che contava, quel Piemon che amavano, era lì.
Giaceva a terra, privo di forze.
Ylenia cadde all’indietro, ma Taichi fu veloce e la prese fra le sue braccia.
-Sono stata brava?- gli chiese, prima di perdere i sensi.
E lui non poté che annuire.

La cupola nera svanì e il prescelto dell’Amicizia, ansimante e sudato, si ritrovò davanti ai compagni.
-Yamato!- sospirò Sora facendo un passo avanti, ma lui si chinò per sollevare la gamba del pantalone.
-E’ guarita!- esclamò.
L’arto era perfettamente roseo e riusciva a muoverlo alla perfezione.
-Che è successo?- chiesero Gabumon e Risei.
Yamato fece per rispondere, ma si fermò.
-… Boh…- riuscì a dire soltanto, grattandosi la nuca.
-Ci hai fatto preoccupare!- esclamò Sora, gettandogli le braccia al collo e quasi rovesciandolo a terra.
-Mi spiace…- riuscì a dire -…non sai quanto…-
 
La fiaccola fra le mani di Mamoru tremò e parve spegnersi per un attimo, ma fortunatamente tornò a guizzare allegra e crepitante.
Avevano terminato la discussione di poco prima sulla pigrizia e i nomignoli, perché stavolta avevano sentito non solo dei passi.
Mamoru sostenette d’aver sentito una voce.
Hiroyuki però negò.
C’erano solo passi trascinati.
Il disaccordo fra i due era destinato a esservi in eterno, ma l’angoscia che aleggiava su di loro, quella era anormale.
Mamoru mise una mano nella tasca dei jeans e tastò qualcosa. Lo rigirò fra le dita, per calmarsi un poco. Ma non ottenne l’effetto desiderato.
Anche Hiroyuki stringeva qualcosa fra le mani.
Un anello d’oro che portava sempre appeso al collo.
E proprio mentre iniziava l’ennesima discussione, si scoprirono di fronte ad un bivio.
Destra o sinistra?
 
Fine Capitolo 12


Ed eccomi di ritorno con un capitolo leggermente... ok, tanto incasinato.
Spero di essere riuscita a spiegarmi bene. In caso contrario, sono pronta a rispondere alle vostre domande *gulp*
Finalmente Piesama è liberoooooooooo!!
Ehm... io tenevo tanto ad una scena con lui e Yama **
Però ovviamente questa fic sarà Sorato U_U (non mi dispiace affatto perché la coppia mi piace, sono io che c'ho la fissa col biondo e il pagliacetto... diciamo che è stato un regalino a me stessa)
Con Hiro e Mamoru è una comica dietro l'altra, ma vi assicuro che le lacrime arriveranno U_U eccome se arriveranno.
 E ora, passiamo alle rece.

Eden89:  si si, sono le loro forme involute. Ylenia, non Ilanya XD e per i flash back alla lost... scusa ^^''
Per ovviare il problema o pensato ad una raccolta di One Shot sul passato dei DM. Per ora ho pronta solo quella su Apokalymon, che non spiega molto, ma mi piace com'è uscita. Ad ogni modo, pubblico quando ne avrò almeno tre o quattro sotto mano.

Fine pubblicità.

Dicevo. Yama e Yle hanno i poteri di Luce e Tenebra, ma non li sanno usare. Ma avendo la digipietra dela Memoria, Yle ha il dono di vedere il passato (ovviamente è anche dovuto al potere della Luce). Come avrai capito qui, la gamba di Yama è guarita di riflesso allo scaturire del potere di sua sorella. Le sue Tenebre hanno assorbito l'ombra di Kokueimon.
Perché mi complico la vita così?!

Neko2410:  grazie! Evviva! Un'altra fan!! *banchetta per festeggiare* Ecco, Piemon ora è rinsavito, per la felicità mia e vostra. E Metal, si ha buon gusto, ma è troppo diretto nel dire le cose U_U Mugenchan avrà un infarto un giorno o l'altro.

Infine, scorrendo i Kanji, ho scoperto che un Kanji che si legge I significa Yamato.
Così cercando cercando ho trovato un buon significato per il nome Ylenia.
Immaginando che in giapp si legga IRENYA (ma sì, scriviamo un nome straniero in kanji come Light di Death Note)
倭恋矢
I-REN-YA
Con gli ideogrammi di Yamato, Romanticismo e Freccia.
Direi sono azzeccati. Dovrei controllare le pronunce eccetera, comunque, alla fine, si è rivelato un nome non campato per aria XP
Bacioniiii
(e correggetemi se sbaglio... sono le due di notte, posso anche aver preso una cantonata XP)

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Capitolo 13
*** 13.Il lato oscuro della luna. ***


Capitolo 13: Il lato oscuro della luna.

You raise the blade, you make the change
You re-arrange me'till I'm sane
You lock the door
And throw away the key
There's someone in my head but it's not me
[...]
I'll see you on the dark side of the moon

(Brain Damge, Pink Floyd)

-A destra.- disse Mamoru e ovviamente Hiroyuki ribatté –A sinistra.-
Allora il moro si sentì in diritto di esprimere la sua opinione discordante –Ho sentito dire che le persone nei labirinti tendono sempre a svoltare a sinistra.-
Hiroyuki alzò il braccio, mostrando all’altro ragazzo il polso, con annesso Digivice. Dal piccolo schermo a cristalli liquidi fu proiettata una piccola mappa tridimensionale.
-Senti, qui non si parla di statistiche. Dobbiamo andare a sinistra.-
Mamoru scosse la testa –Dobbiamo scendere semmai. E vedi altre scale se non queste qui a destra, Hi.ro.yu.ki?- sillabò il nome del ragazzo, con quel suo tono allegro e canzonatorio che il teppista odiava a prescindere.
-Hiro, forse dobbiamo davvero scendere per quelle scale…- propose Kotemon, per poi tapparsi preventivamente le orecchie. O almeno ci provò. Indossando il men, ovvero l’elmo, gli fu impossibile e la voce tonante di Hiroyuki, che lo additava come traditore, gli spaccò i timpani e riecheggiò fra le pareti in pietra.
Elecmon, evidentemente il più maturo della comitiva, iniziò a imboccare le scale, zampettando rassegnato davanti al gruppo.
-Forza, ci sarà qualche passaggio per arrivare da quella parte da sotto.- disse, con un tono che non ammetteva repliche.
Il viso del teppista si contorse in una smorfia di fastidio.
Tutto in quel luogo gli dava sui nervi. E più cercava di concentrarsi sul reale obiettivo della loro presenza lì, più non poteva evitare di portare le mani al collo.
A quell’anello, alle sue incisioni.

“Go for the goal”
“Vai al traguardo”
Ma a che traguardo portava la sua strada?
Fra quelle quattro mura, Hiroyuki si sentiva quasi sperduto e infastidito. Perché aveva il sentore di qualcosa di sovrannaturale che costringeva le sue emozioni più celate e profonde a venire allo scoperto, ove occhi e orecchie indiscreti avrebbero potuto coglierle contro la sua volontà.
Proseguì il cammino controvoglia per quella scalinata, tanto più che i passi avevano smesso di seguirli e ciò gli fece tirare un profondo sospiro di sollievo.

°

Nel frattempo Lilymon e Garudamon si affrontavano nell’arena sotto gli sguardi impensieriti dei compagni. La digimon floreale, con la sua corporatura minuta era più rapida dell’amica ma Garudamon aveva dalla sua la potenza.
-Flower Cutter!- esclamò Lilymon, dopo avere evitato lo Shadow Wing dell’altra che s’infranse sulle pareti invisibili della barriera, regalando un pirotecnico spettacolo agli astanti. I fiori sugli stivali della digimon floreale s’ingrandirono e divennero affilati come rasoi. Avrebbe potuto ferire Garudamon ma…
-Più convinzione!- esclamò Babamon agitando la scopa per aria –I Demon Lords non vi diranno certo grazie se vi fermerete così.-
Le due chinarono il capo. Anche prima, Garudamon aveva lanciato il suo colpo a un decimo della sua potenza effettiva e Lilymon non aveva mirato punti vitali col suo Flow’ Cannon.
Mimi e Sora furono messe sotto torchio con esercizi atti a rinvigorire i loro corpi e rilassare le loro menti e la Tachikawa non era molto felice della cosa. Gli addominali le dolevano da morire e sudava tanto. Troppo per i suoi gusti. L’unica nota positiva era che non era certo l’unica a sudare sette camicie. Tutti i ragazzi e i loro digimon erano sottoposti a un trattamento simile, tranne Mika, Jun, Bakumon e Culumon, i quali avevano ben altro cui pensare. Infatti, Wisemon era in procinto di aprire per loro il secondo varco per quello strano mondo in cui erano stati inghiottiti i quattro compagni. Per qualche strano motivo però, il digimon esitava. Parlavano di qualcosa, ma la prescelta della Sincerità non li sentiva, disturbata dal proprio respiro affannato, dalle urla concitanti della vecchia digimon e dai discorsi dei ragazzi poco distanti da lei.


Gennai, infatti, stava fornendo a Koushirou, Iori e Ken utili dati da trasmettere nei loro Digivice.
-Fammi capire…- fece il giovane Iori –Devono trovare due schede USB?!-
Gennai sorrise, mentre una gocciolina di sudore gli colava giù per la nuca –Beh, sì… detta così sembra banale, ma l’importante è il risultato, no?-
-Ma…- fece per ribattere il ragazzo. Due schede USB! Si aspettava ben altro, insomma!
-In quelle schede…- disse paziente Gennai, interrompendolo –E’ contenuto un elevato quantitativo d’energia. Un aggiornamento, ecco. E’ il metodo più veloce per ottenere un livello più alto nell’evoluzione, ma certo non potevamo consegnargliele senza metterli alla prova, non credete?-
-Perché no?- chiese allora Miyako, impegnata in esercizi di defaticamento.
-Devono legare, trovare affinità.- fu la risposta del saggio.
Il riflessivo Iori, invece, non poteva fare a meno di essere scettico riguardo a certe cose. Sia lui che Koushirou erano portati continuamente a farsi numerose domande e fino a pochi minuti prima stavano discutendo anche con Ken e Jou riguardo alcune loro deduzioni.
Yamato era stato coinvolto perché aveva raccontato di Piemon e di quanto successo all'interno della cupola nera.
-Non credo siamo ancora in pericolo.- aveva detto Koushirou.
-Tu dici?- gli rispose Ken
-Sono d'accordo.- fece Iori -Ken, ricordi la volta in cui Daemon è apparso per impadronirsi del tuo Seme delle Tenebre?-
-Si, per questo dico che non mi sento tranquillo. Forse sanno già dove siamo.-
-Oikawa era posseduto da BelialVamdemon, no?- ribatté Iori.
-Si, allora?- Ken percepì il messaggio subito dopo aver formulato la domanda -Capisco... beh, allora immagino che abbiate ragione. O almeno ci spero. Questi nemici sono molto più di quanto ci saremmo aspettati di dover affrontare.-
Yamato scosse la testa -Daemon sicuramente ne sa una più del diavolo. Anche se i Padroni delle Tenebre non faranno nulla contro di noi, né lo terranno informato, se ha da trovarci, lo farà.-
-Eeh, ma come siamo pessimisti!- esclamò Jou.
-Già... scusate.- fece il prescelto dell'Amicizia.
Era solo preoccupato per Risei.
Ma era rassicurante il fatto che Vamdemon non sarebbe certo andato a trovare Daemon per dirgli dove si trovavano. Lo volevano sì, morto, ma anche loro avevano troppe cose in gioco per scendere a patti con un nemico piuttosto che con un altro.

Era passata almeno un'ora da quando lo squinternato quartetto era sparito oltre il varco. Jijimon e Babamon ritennero però doveroso concedere a tutti una pausa, poiché non era certo stata una giornata tranquilla. L'anziana digimon si assentò così qualche minuto per poi tornare armata di carrello per vivande stracolmo di deliziosi panini che distribuì ai presenti atteggiandosi a venditrice di noccioline da stadio. Per essere vecchia abbondava di spirito d'iniziativa e pazzia. Un'adorabile nonnina, a detta di Daisuke. Mentre il gruppetto continuava a snocciolare questioni e tempestare il povero Ishida di domande, Gennai spiegava a Miyako e agli interessati il motivo della scelta di Wisemon.
-Come avete potuto costatare quei due ragazzi non riusciranno mai ad andare d'accordo senza un confronto diretto. Anche Taichi e Yamato erano più o meno così, no? Saranno loro a dover reggere le redini del nuovo gruppo ed è fondamentale che siano pronti a qualsiasi cosa.-
-Qualsiasi cosa?- chiese allora Hawkmon.
-Per aprirsi dovranno confrontarsi e scoprire così che non sono poi così diversi.-
-Ma voi come fatte a dirlo?- chiese allora Sora, cessando i suoi esercizi e accingendosi a dare un morso al suo panino –Voglio dire… ok, Urameshi che è stato qui diverso tempo, ma Mamoru? Si può dire che lo conoscete appena, no?-
-Io leggo le cose.- s’intromise Wisemon, che aveva terminato di dare istruzioni a Jun e Mika. -Vi conosco già tutti, ragazzi miei, dal primo all’ultimo.- risalì gli spalti, portandosi davanti al gruppo più numeroso e camminando davanti ad ognuno di loro.- Il mio libro ha analizzato i vostri dati dal momento in cui avete messo piede a Witchelny. Conosco i vostri timori e ciò che più vi piace. So già dove potranno spingersi molti di voi e sono a conoscenza dei tasti giusti per farvi imboccare la retta o la rea via. Quando usciranno da quel portale quei due giovani saranno meno litigiosi e più propensi a trovare un accordo di quanto non stiano facendo in questo momento.-
Tutto quel discorso diede ovviamente da pensare ai ragazzi. Alcuni si sentirono spogliati. In pericolo. Perché quel digimon così misterioso e imponente incuteva un certo timore in loro.
Così calò il silenzio per qualche secondo.
Finché Yamato non si alzò in piedi.


Sulla Luna Rossa, intanto, Mamoru e Hiroyuki si erano separati.
Trovandosi innanzi all’ennesimo bivio avevano nuovamente discusso.
Poi di nuovo quei passi e la voce. Mamoru si era scurito in volto e si era lanciato a destra, verso la voce, almeno secondo lui, ed Elecmon l’aveva seguito a rotta di collo, col sudore freddo che gli colava sul corpicino scarlatto.
Kotemon aveva seguito il suo partner, che invece aveva imboccato la sinistra, lontano dai passi.
-Hirooooo!- gridò il piccolo kendoka –Smetti di correre, cos’hai?-
Hiroyuki non accennava a rallentare, ma si voltò verso di lui.
-Questi passi…- ansimò –Questi passi sono… i suoi… non voglio vederlo ora!- esclamò, testardo.


-Mamoru…-
-Sst…- il prescelto della Giustizia zittì il compagno portandosi l’indice all’altezza delle labbra.
Alzò la torcia, per accrescere l’alone luminoso che rischiarava a malapena la fitta oscurità.
Oltre la curva, finalmente scorse una sagoma.
E illuminandola al chiarore della torcia, il ragazzo rimase quasi paralizzato per la sorpresa, mentre l’ansia istantanea gli attanagliò lo stomaco e l’ira funesta crebbe dentro il suo cuore.
-Tu!-


-Cos'è stato, Hiro?- chiese ancora Kotemon ma Hiroyuki non rispondeva. Sudava freddo e anche se non correva, procedeva a passo veloce.
Anche loro due erano in prossimità di una svolta, ma prima di terminare il tratto di strada che li avrebbe portati a superarla, il digimon insistette –Insomma, stupido, rispondimi!-
Hiroyuki si fermò.
I passi erano cessati.
-Che vuoi?-
-Hai sentito quel rumore?-
-Si… i suoi passi…-
-Non i suoi passi. Intendevo quell’urlo, scemo!- Kotemon era preoccupato –Sembrava la voce di Mamoru.-
Hiroyuki tirò su col naso e lanciò un’occhiata alle sue spalle, poi di nuovo verso Kotemon.
-Tranquillo, si dice che gli idioti non muoiano mai.-

-Esattamente, figliolo.-
Gli occhi del prescelto del Vigore si spalancarono per lo stupore e si voltò di scatto alle sue spalle. Dove pochi istanti prima non v’era nessuno.
-Pa… papà?!-

L’uomo davanti al prescelto della Giustizia sogghignava.
Un tale sulla quarantina, con i capelli brizzolati e gli occhi piccoli, la pelle abbastanza scura e il sorriso sghembo di chi mostra tutto e niente agli altri. Quegli occhi neri come la pece, Mamoru non li avrebbe mai potuti dimenticare. Perché li aveva visti in quel giorno funesto.
Perché erano sorridenti e maligni e, benché neri, ardevano come tizzoni.
-Ci conosciamo?- chiese l’uomo.
La sua voce era viscida.
Tutto di lui lo era.
Mamoru non sapeva se star per vomitare dalla rabbia o per lo schifo che quello gli causava.
-Mamoru, chi è?- chiese Elecmon spaventato dell’improvviso voltafaccia del compagno.
-Lui è… è quel tale… quello che uccise Tsutomu… Eizo Sakamochi.-

-Tuo padre?- gli occhietti di Kotemon si fecero grandi per lo stupore –Ma non è possibile, non può essere entrato a Digiworld!-

Eccome se aveva ragione il piccolo rettile mascherato…

Ma il signor Urameshi era lì. Hiroyuki lo vedeva. Era in tutto e per tutto suo padre. Quell’uomo robusto e mezzo calvo dai capelli rossicci e gli occhi azzurri, quell’uomo che aveva ammirato e adorato fin da quando era uno scricciolo. Quanto si sentiva morire. Non era affatto pronto a tornare a Tokyo e affrontarlo, ne era consapevole, ma trovarselo davanti in quel modo improvviso fu per il ragazzo come un colpo di fulmine. E non di quelli astratti che ti lasciano cotto a puntino, innamorato e felice. Uno di quelli reali, che lasciano cotti a puntino, sì, ma stecchiti e carbonizzati.

-Vedo che conosci il mio nome, ragazzo.-
Mamoru deglutì -Cosa ci fai qui a Digiworld?- chiese poi, astioso. L’uomo alzò le spalle e sul suo viso si dipinse una beffarda espressione d’ignoranza –Non saprei… Oh, ma io ti conosco.- disse d’un tratto –Tu sei il figlioletto di Shigeru Izawa.-
Deglutì. Come faceva a saperlo?
-E tu sei stato giustiziato l’anno scorso, lo ricordo bene.- la sua voce si fece più acuta a ogni parola. -Che cosa ci fai qui?!- chiese, quasi urlando.
-Sì.- assentì l’uomo –Sono morto, infatti. E posso assicurarti che tuo padre si è premurato di venirmi a vedere sulla forca, l’anno scorso.-
Non aveva molto senso tutta quella situazione. Era morto, perciò, quell’uomo non era reale, no? Forse era stato “mandato” là da Wisemon.

“A conti fatti” pensò Mamoru “Era tutto troppo semplice…”
Rimaneva però che chiunque fosse “Quest’uomo ha ucciso Tsutomu.”
E reale o fasullo che fosse, era davanti a lui.

-Perché non posso venire, papà?- chiese un Mamoru più giovane di un anno appena.
Shigeru Izawa lo fissò storto e pronunciò solenne –Un’esecuzione capitale non è certo cosa da ragazzini, stattene buono Mamoru!-
-Ma…- protestò lui puntando i piedi –Tanto per cominciare non sono più un bambino e poi quello…-
La mano di suo fratello calò sulla sua testa in una pacca gentile –Papà ha ragione. Oggi quell’uomo pagherà i suoi peccati, ma chi gli toglierà la vita commetterà un peccato a sua volta. Mamoru, vuoi che la tua anima si sporchi per lui?-
-Kaede…-
-Neppure io vorrei assistervi.- disse il fratello maggiore indossando il berretto d’ordinanza –Ma purtroppo devo.-

-E’ tempo- continuò l’adulto –Di ricambiare il favore al tuo paparino.- Fra le sue mani grandi apparve dal nulla una corda robusta che sferzò l’aria. Vi era un cappio all’estremità. Anche Elecmon lo vide e capì che dovevano o fuggire, o combattere. Ma Mamoru era rimasto immobile, pensieroso, col sudore che colava lungo le sue tempie. Il crepitare delle fiamme della torcia che reggeva fra le mani erano l’unico rumore che infrangeva il silenzio.


-Perché sei scappato di casa, figliolo?- chiese il signor Urameshi.
Hiroyuki strinse i pugni –Hai pure il coraggio di chiedermelo?- rispose, infastidito.
Suo padre fece qualche passo verso di lui.
-Non avvicinarti.- il teppista indietreggiò –A casa non ci torno a meno che tu- -A meno che io cosa, figliolo?- lo interruppe l’altro –A meno che io non rinunci ai risparmi di una vita?-
Il ragazzo fece allora un passo in avanti, battendo il piede sulla fredda roccia –Preferisci quelli alla tua famiglia?!-
Urameshi parve pensarci su, con gli occhi rivolti al soffitto, come in attesa d’ispirazione.
-Beh… Sì, figliolo.-
Hiroyuki strinse l’anello che aveva al collo.
Suo padre si avvicinò ancora e Kotemon intuì qualcosa di greve nell’aria, perché afferrò un lembo dei pantaloni del compagno e provò a scuoterlo.
-Hiro, andiamo via…- gli disse, ma Hiroyuki non si mosse.
-Non t’interessa della mamma, di Hirofumi e Hiromi?- nessuna risposta. Hiroyuki si batté la mano al petto –Ti è mai interessato di me?!-
Perché poi stava dicendo quelle cose? Credeva di non poter esternar quei pensieri, tanta era la soggezione che suo padre gli causava, eppure…
-Hiro, questo posto non mi piace, andiamo via!- insistette Kotemon.
Urameshi sorrise.
-Ma certo che m’interessi Hirochan.-
Gli fu vicino.
Molto vicino.
Hiroyuki percepì il profumo preferito di suo padre pervadere le sue narici.
E una lama lacerargli l’addome.
-I tuoi organi, per esempio, m’interessano tantissimo.-
-No, Hirooooo!- gridò Kotemon.

Di nuovo a Witchelny, Yamato si era alzato, attirando a sé gli sguardi degli altri.
Era infuriato. Molto. Strinse i pugni e diede le spalle a Wisemon, risalendo la scalinata.
-So, come ti senti.- disse questi e fu la goccia che fece traboccare il vaso.
-Sai come mi sento?- disse il prescelto dell’Amicizia fra i denti. Si voltò piano verso il digimon che lo fissava dal basso –Oh, io non credo proprio che qualcuno qui sappia come mi sento.-
Gabumon, che si era alzato per seguirlo, si fermò.
-Andiamo… tutti avete pensato fin dall’inizio alla salvezza di questo mondo. Magari sono diventato un digiprescelto solo per questi cazzo di poteri.-
-Ah!- Mika si portò le manine davanti alla bocca. Il fratellone aveva detto una parolaccia!
Ma ovviamente lui non si curò di simili dettagli. Era furente Yamato, da morire. E in quel momento le parole uscirono dalla sua bocca una dietro l’altra, straripando nell’aria come un fiume in piena.
I fatti degli ultimi giorni, tutta la tensione accumulata da anni… era stato tutto troppo pesante per lui. E tornando a quei fatti, con gli attentati vari a suo discapito e la paura per Risei, Mika e Ylenia…
-Che c’è? Avevate paura che in qualche modo facessi qualche cacchiata e che seguissi la “rea via”. Beh, potrei anche farlo, a questo punto! - disse urlando. Poi si voltò di nuovo e fece per andarsene chissà dove.
Gabumon fece per seguirlo, ma il ragazzo lo fermò.
-Voglio stare DA SOLO.- disse e il suo partner desistette.
Aveva bisogno davvero di stare un po’ in pace.

Sulla Luna Rossa, davanti agli occhi sbarrati del prescelto della Giustizia e del suo digimon, l’uomo chiamato Eizo Sakamochi mutò nell’aspetto in una creatura simile ad un enorme, schifoso ragno privo di peli, dagli occhi grandi e neri e dalla lingua lunga e penzoloni. Aveva otto arti, sei braccia e due gambe. Ed era grande. Enorme. Tanto che veniva quasi pressato dalla volta e incombeva curvo su di loro e li scrutava come fossero piccole mosche di cui nutrirsi.
Mamoru si sentì schiacciato e impotente e il primo pensiero che ebbe, fu che anche Tsutomu, il piccolo Tsutomu, dovette essersi sentito così. In quel momento, dalla sua tasca cadde l’oggetto che si premurava di portare sempre con sé. Era un piccolo ippopotamo, di quelli che si trovavano un tempo nelle uova di cioccolato. Mamoru aveva quasi tutta la collezione, gliene mancava giusto uno.
Quello.
Lo raccolse in fretta.
Le sue mani si strinsero in serrati pugni.
Era davvero furente. Tanto che fece la cosa più assurda che una persona sana di mente avrebbe osato fare in una situazione simile. Urlò, e con la torcia in pugno colpì quell’orrida creatura a una delle sue zampe. L’impatto non fece che accrescere il corpo del mostro e per un attimo, forse di troppo, Mamoru rimase fermo a guardarlo, sorpreso.
Poi Eizo alzò una mano e gli calò un cappio sul collo.
Il nodo si strinse.
Elecmon urlò.


A Witchelny, Sora decise di seguire Yamato dopo qualche minuto che questi aveva lasciato l’arena.
Lo trovò appena oltre l’arcata che conduceva a un corridoio in pietra, seduto con la schiena poggiata a uno dei pilastri, con le cuffie nelle orecchie e, probabilmente, la musica a tutto volume, perché non la sentì arrivare.
Fissava un punto imprecisato della parete di fronte e si accorse di lei solo quando la vide inginocchiata davanti a sé, intenta a scrutarlo con quei suoi occhi di fuoco. Si tolse una delle cuffie e lei cominciò a dirgli -Yama…-
Ma lui la interruppe, piatto e freddo -Ho detto che volevo stare solo.-
Lei non desistette e scavalcò le sue lunghe gambe per sedersi accanto a lui, sulla destra.
-Scusa.- disse solo, con un sospiro.
Lui non rispose. Rimase in silenzio per circa mezzo minuto prima di dirle –No, scusa tu…-
-Posso capire come ti senti.- gli posò una mano sulla gamba e lui scostò lo sguardo da una crepa davanti a sé per portarlo di nuovo su di lei, giusto un attimo prima di dissentire.
-No, scusa... non puoi capirlo, Sora.-
Lei s’intestardì e gli mostrò il suo nuovo Digivice. Sullo schermo non illuminato era visibile l’icona della sua Digipietra.
-Quando ho saputo che la mia Digipietra era quella dell’Amore, quando ho parlato con PicoDevimon, mi sono sentita confusa e presa in giro. Ricordi, vero?-
Lui annuì.
-Io pensavo che mia madre non volesse che giocassi a calcio perché mi dedicassi ai fiori, che seguissi il suo esempio. Non potevo accettare di seguire la strada scelta da qualcuno. In realtà non voleva quello. Era solo preoccupata per me. Mi ero fatta molto male quella volta, alla partita.-
Yamato allora la guardò in viso.
-Alla fine la colpa era delle mie- fece il segno delle virgolette con le dita –“amiche” se decisi di abbandonare la squadra. Avrebbero perso anche con me in campo, ma loro non si erano affatto preoccupate della mia salute.- sorrise –Ma ora non c’entra questo. Volevo dirti, insomma, che capisco che tu possa sentirti confuso, Yama, ma anche se ti avessero scelto per tenerti d’occhio, l’hanno fatto per proteggerti. Immagina se non avessi avuto Gabumon al tuo fianco.-
Yamato rabbrividì.
Quando Daemon l’aveva catturato quella volta, lui era solo, anche se solo per un attimo e si era salvato solo grazie al tempismo del suo migliore amico.
-Però…- fece, ma Sora l’interruppe posandogli un dito sulle labbra.
-Sono contenta che tu sia uno di noi, perché sei diventato una persona splendida, Yama.-
Arrossì e aveva anche le lacrime agli occhi.
Con Sora non aveva scampo, sapeva sempre che parole usare e quali tasti toccare. Non leggeva i suoi pensieri, ma i suoi sentimenti sì. Leggeva i suoi gesti e le sue espressioni, il minimo suo cambiamento d’umore era per Sora un campanello d’allarme, a volte in senso buono a volte in senso cattivo.
Le carezzò il viso.
-Non sono così splendido, ma tu sei la degna prescelta dell’Amore.-
Le loro labbra si schiusero in un fugace e dolce bacio e il cuore di Yamato, per un attimo si rasserenò.

°

Ylenia aprì gli occhi. Vicino a lei, seduto su una sedia, intento a scrivere un messaggio sul Digiterminal, c'era Taichi. Bearmon e Agumon riposavano accanto alla ragazza, ancora profondamente addormentati.
-Taichi?-
-Dimmi.-
-Quanto ho dormito?-
-Poco. Un'oretta… nemmeno. Ho già avvertito gli altri dell'accaduto.- chiuse il terminale e si fece vicino a lei, toccandole la fronte e portando il viso abbronzato vicinissimo al suo -Come ti senti?- chiese sottovoce.
-Bene, un po' stanca, ma bene... e Piemon?-
Taichi fece una sorta di smorfia e si staccò da lei, alzando le braccia al cielo, alzando le spalle. -Da quanto ne so è ancora nel mondo dei sogni. Ma dovrebbe star bene. Ora fatti una bella dormita.-
-Ma...- Ylenia si lasciò comunque andare sul cuscino e si tirò su la coperta -Taichi...-
-Dimmi.-
-Sei geloso di Vamdemon?- gli chiese sorridendo.
Lui inorridì, ma le sue guance avvamparono -Ma siamo matti? Casomai è il contrario!-
-Io sarei geloso di te?-
Si voltarono. Vamdemon era sulla porta, con le braccia conserte e lo sguardo fiero -Non credo proprio, Taichi Yagami. Ma se crederlo può servire ad accrescere la tua autostima...-
-Ciao.- fece Ylenia e il vampiro rispose con un gesto della mano.
-Ma insomma, che vuoi?- sbottò il ragazzo –E tu non dargli corda!!- esclamò rivolto alla ragazza che sghignazzò. Il Padrone delle Tenebre entrò nella stanza e si mise di fronte al letto, sempre con le braccia conserte. Guardò gli ospiti per qualche secondo, poi si decise a dire ciò per cui si era presentato.
-Piemon si è svegliato, anche se per pochi minuti. Vi porge i suoi più vividi ringraziamenti.- fece una pausa –Il prossimo sarà Mugendramon, perciò riposati, se ne riparla domani.-
-Mugendramon…- fece Taichi pensieroso. A giudicare da come si era comportato sin ora, forse non era un caso perso, però… era Mugendramon! In pratica fra Agumon e i due draghi c’era un conto bello aperto!
-Ok, notte!- fece Ylenia, ignara delle preoccupazioni del ragazzo, salutando il vampiro con la mano e Taichi la fissò di sbieco –La finisci di dargli corda, sì o no?-
-Scusa.- lei fece una mezza linguaccia e Vamdemon sorrise fra sé e sé lasciando la stanza.

Due luci della digievoluzione brillarono ai due poli del labirinto sotterraneo della misteriosa Luna Rossa, insinuandosi fra le crepe e rischiarando ogni anfratto e al posto di Kotemon ed Elecmon comparvero i Campioni Musyamon e Raiamon.
Ma ovviamente, non era quello il risultato da conseguire.

Fine Capitolo 13

Bene, signore e signori, vi chiedo immensamente perdono per la lunga attesa. Come saprete ho un sacco di fic e la mia testa ogni tanto perde l'ispirazione. Per giustificarmi ulteriormente vi passo dire che questo è il terzo tentativo di scrivere il capitolo ed è stato un dramma, perché se non fosse che temo o di correre troppo o di essere troppo lenta, a quest'ora Hiro e Mamoru avrebbero già concluso.

Vi posso dire che il prossimo capitolo li vedrà protagonisti in parallelo con Jun, Mika e i loro digimon e forse, se mi riesce, un certo rosse si decide a dichiararsi.

Avete presente in digimon Tamers il pioniere digitale coi capelli arancioni, che mi pare sia padre della ragazzina con Dobermon? Ecco, quello è sputato al padre di Hiro, ma in realtà fra i due non c'è collegamento. Si somigliano, ecco. Hirofumi è il fratello maggiore e Hiromi la sorella maggiore maggiore, non so se questa cosa salterà fuori o meno, ma è medico legale e se la intende/rà con Kaede Izawa, il fratellone di Mamoru. Mamoru ha anche una sorella di nome Erin, più piccola. So che non ve ne frega, ma d'altro canto non so neppure se tutte queste cose le userò, ecco.

Vamdemon e Ylenia insieme li adoro da morire, anche se lui perde la sua cattiveria con lei.

Quasi finito: Eizo Sakamochi... ogni riferimento ad un certo Sakamochi brutto e lardoso è puramente casuale. Per chi non l'ha capito è uno degli antagonisti bastardi di Battle Royale. In realtà mi serviva un cognome da personaggio viscido, ecco.

L'incisione nell'anello di Hiro è anche quella una citazione di una canzone, Go for the goal, di Aimee Blackschleger, appunto. Mi sembrava adatta, ecco. Raggiungi il tuo obbiettivo, Hiro. Sapesse solo dov'è piantato il ragazzuolo.... U_U

Ed infine: grazie a Roe ed Echo che sopportano i miei deliri, a Roe che mi ha offerto consulenza per la correzione del capitolo e a Eden89 che mi ha recensito lo scorso capitolo dimostrando di sopportarmi U_U Grazie a chi legge, mette fra i preferiti o fra le seguite. A tutti, insomma.

Eden89: ehm... ecco il nuovo capitolo. Rassegnati, Hiro e Mamochan sono una causa persa. Quasi. Sto lavorando alle One shot ^_- spero di non deluderti!

Bacioni e pregate che riesca ad essere regolare col prossimo aggiornamento. Io ci provo di certo ^^

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Capitolo 14
*** 14. Grandi sogni ***


Capitolo 14: Grandi sogni



Le ragazze sono come fiori
profumati di fragilità
ma in amore sono come querce...
E qui dall'altra parte...
E qui dall'altra parte siamo noi
incerti ed affannati siamo noi
violenti ed impacciati siamo noi
che, non ne veniamo
mai a capo, mai a capo...
(Le ragazze fanno grandi sogni, Edoardo Bennato)



Era notte inoltrata ormai.
Molte ore prima che Hiroyuki e Mamoru, con i loro digimon, mettessero piede nella Luna Rossa, l’armata di Daemon aveva bivaccato in una vecchia cava in disuso ai margini della Valle della Morte. Il viaggio aereo dal WWW Continent fino all’isola di File era stato a dir poco estenuante.
C’erano digimon draghi, fantasmi, robot…
E poi c’era lui.
Mentre tutti mangiavano, ridevano, scherzavano, Neo Saiba era seduto in un angolo a leccarsi le ferite. Non letteralmente, ovvio. Però gli dolevano i punti del corpo in cui Daemon gli faceva iniettare quelle strane sostanze.
“Rei…” pensò il ragazzo massaggiandosi il braccio nudo. Era finalmente libero da quella tuta infernale, ma aveva freddo, con una semplice maglina in cotone e osceni pantaloni grigi in tela grezza. Per grazia concessa gli avevano lanciato una coperta, ma non bastava certo a placare i tremori. E neppure il dolore, se per quello. Aveva un brutto livido sull’incavo del gomito. Prese a frugare nella sua sacca e pochi secondi dopo ne trasse fuori delle bende e una pomata che applicò alla tumefazione. Terminata la medicazione al braccio, passò all’addome e alle gambe. Non poteva certo dire di essere in buone condizioni.
L’aria nel deserto roccioso sapeva di polvere ed era gelida a quell’ora della notte.
Si strinse le spalle con le braccia, meditando sul da farsi.
“Non la darò certo vinta a Daemon, ma non posso neppure mettere mia sorella in pericolo… merda… se ci fossero Hideto e gli altri probabilmente si sarebbero già mossi. Sigma avrebbe escogitato un piano e Mari… beh, Mari…” sorrise “Mari probabilmente si farebbe in quattro per aiutarmi. E anche Hideto. Se potesse, sarebbe già a salvare Rei…”
Mentre pensava all’amico Hideto nelle vesti di principe azzurro, e di conseguenza sorrise per un attimo, MetalPhantomon si portò alle sue spalle.
-Ti vedo pensieroso.- disse, maligno.
Il ragazzo si alzò e si voltò per fissarlo negli occhi vermigli.
-E allora?- chiese.
-Spero vivamente che tu non creda di poter fuggire.-
-Mi prendi per un idiota?- lo interruppe lui indicando il deserto col capo –A quest’ora di notte, con questo freddo, in un labirinto naturale come questo? Se pensassi davvero di fuggire aspetterei un’occasione migliore.-
Ci provò davvero a non sorridere nell’osservare gli occhi dell’altro ardere d’ira. Perché si era accorto di come fosse suscettibile MetalPhantomon, il grande stratega, il luogotenente di Daemon. Era molto abile, quello era vero. Ma anche lui non era da meno e in quel momento aveva bisogno di sfogare la sua frustrazione.
-Tu non me la racconti giusta.- disse carezzando la sua falce oscura –Ma non posso strapparti dalla faccia quel sorrisino insolente perché andrei contro il volere di Sua Eccellenza Daemon.-
Il fantasma puntò l’arma sotto il mento del ragazzo che alzò un poco la testa, ma tenne lo sguardo fiero. Se c’era una cosa che aveva imparato in quei miseri diciassette anni di vita, era che mai bisogna mostrarsi deboli innanzi al nemico.
-Se però mi accorgerò che stai tramando qualcuno dei tuoi giochetti strategici, io lo farò sapere al Maestro e la tua dolce, cara sorellina, se la vedrà molto brutta.- annuì con enfasi e Neo s’irrigidì. Strinse i pugni e rimase in silenzio a stringere i denti per non rispondere con le rime.
MetalPhantomon rise mentre lo abbandonava a sé stesso nel suo angolo della solitudine.
-Dormi, adesso. Dormi, mia piccola esca.-


Quando Jun e Culumon attraversarono il varco per la Luna Rossa, si ritrovarono al buio completo. Non era una bella cosa. C’era uno spiraglio di luce, un poco lontano. La ragazza deglutì e meditò se proseguire. Che aveva detto Wisemon?
Di non preoccuparsi.
La faceva facile lui.
La verità era che neppure Jun era d’accordo con i misteri che venivano loro propinati dal momento del loro arrivo. E non avevano avuto un attimo di tregua.
I saggi, e chi di dovere, li avevano tagliati fuori dai piani per tre lunghi anni (almeno per quanto riguardava suo fratello e gli altri) e poi riversavano su di loro ciò che avevano progettato, senza spiegazioni esaurienti.
Aveva fatto bene Yamato a imbestialirsi. Chissà che non fosse servito a qualcosa.
-Jun, sbrigati, culu!- esclamò il piccolo digimon bianco, che saltellava poco più avanti.
-Aspetta!- esclamò lei –Non essere avventato, Culumon!- si guardò intorno.
Dov’erano Mika e Bakumon?
-Se non ti muovi, la apro da solo, culu!-
-Aspetta!- esclamò ancora e accelerò il passo.
Una volta di fronte alla porta socchiusa, Jun percepì una strana sensazione.
“Ma è una porta in metallo!” pensò.
Intorno a lei c’erano mura in pietra e iscrizioni simili a geroglifici. Una porta simile non solo stonava, ma risultava persino inquietante.
Deglutì.
Era comunque quella la sua prova. Chissà come si sarebbe evoluto il piccolo e giocherellone Culumon.

-Che porta piccola!- esclamò Mika osservando una porticina rosa confetto alta appena quanto lei.
-Che strano colore…- commentò Bakumon.
-Non ti piace il rosa?- chiese la bimba.
-A te piace?- chiese la digimon.
Mika annuì sorridendo –Tanto tanto!-
-Allora piace anche a me!-
E la bambina sorrise, poi mise mano alla maniglia –Allora adesso apriamo e vediamo cosa c’è. Magari dentro c’è una principessa che prende il tè con il suo principe!- lo disse tutta contenta e senza esitazioni s’infilò nella stanza oltre quella piccola porta. Senza preoccuparsi del fatto che fosse inusuale una porticina in una sorta di labirinto di roccia.


Hiroyuki cadde seduto a terra.
Faceva un male cane.
Musyamon s’interpose fra il suo compagno e l’uomo davanti a loro.
-Aagh…- il prescelto del Vigore premette le forti mani sulla ferita per arrestare il sangue. L’affondo della lama era stato più profondo del previsto. Usciva un sacco di sangue e pareva non arrestarsi a crescere di misura e profondità, come a volergli dilaniare l’addome.
Suo padre si passò fra le mani un affilato coltello.
-Pensavo…- disse -Rende di più un rene o una porzione di fegato?-
-Hiroyuki, va tutto bene?- chiese Musyamon che, essendo di spalle, non vedeva le condizioni in cui versava il ragazzo.
-Ugh…- il prescelto del Vigore si tirò in piedi e barcollò, appoggiandosi alla parete di pietra.-No…- disse –Sembra me ne vogliano uscire le budella.- rispose.
-Non sarebbe una cattiva idea…- disse meditabondo suo padre, per poi concentrarsi di nuovo su di lui –Quanto le pagheranno al chilo?-

-Grazie.- esordì il prescelto della Giustizia –Se non mi avessi afferrato, probabilmente sarei morto in maniera davvero stupida.-
-Di nulla.- rispose Raiamon.
Mamoru si guardò alle spalle, preoccupato.
-Accidenti, a me!- esclamò -Non avrei mai dovuto leggere IT!- urlò in preda ad una sorta di crisi isterica.
-Io te l’avevo detto che non era roba per te!- ribatté rassegnato il compagno.
-Ma io non ho mai avuto problemi con l’horror!- gridò ancora il ragazzo.
Il digimon leone correva veloce come il vento fra quelle quattro claustrofobiche mura. E dietro di lui e Mamoru avanza a gran carriera l’enorme ragno, rompendo e scavando la roccia con quelle sue enormi e pelose zampe, lasciandosi dietro solo devastazione e una nuvola di polvere. Tutto intorno a loro tremava, le fiamme delle torce danzavano frenetiche per poi spegnersi appena prima del loro passaggio e consentendogli solo una fuga disperata nella semioscurità.
-Io odio i ragni!- esclamò ancora Mamoru reggendosi con forza alla criniera del suo digimon.
-Io te l’ho detto…- rincarò la dose il felino, sempre urlando per coprire il frastuono alle loro spalle.
-Ma mica per Pennywise!- gli fece Mamoru, agitando il palmo della mano in segno di diniego. Consultò appena la mappa del suo Digivice –Gira a sinistra.-disse, poi riprese il discorso, mentre Raiamon obbediva al comando –Dicevo, i ragni mi fanno schifo perché sono animali vigliacchi!-
Ancora si guardò alle spalle e certo non si aspettava che l’eco frastornante fosse dovuto a una causa naturale. Il ragno ancora c’era e ripeteva istericamente il cognome suo e di suo padre facendogli rizzare i capelli sulla testa.
–Izawa… Izawa…-
-Sai come sono no?- fece il ragazzo, ignorandolo o almeno provandoci -Catturano le mosche con le ragnatele e le immobilizzano con quel loro liquido gastrodigestivo… o come si chiama…- corrucciò la fronte –Le mosche possono solo subire…-
Ecco dove voleva andare a parare.
Raiamon continuava a correre ma a una decina di metri da loro c’era un muro.
Erano in un vicolo cieco.
-E adesso?-
-Beh, distruggilo, no?- disse Mamoru sogghignando.


Quando Jun aprì la porta, fu inondata da una luce abbacinante. Forse era dovuto alla troppa oscurità di pocanzi. Ma non fu di certo la luce a spiazzarla, quanto una scena già vissuta della sua vita. Una scena che non avrebbe mai scordato, che aveva scavato nel suo cuore ed era come un tarlo perenne nella mente di lei, di suo fratello e di tutti quei bambini che nel lontano 1999 erano stati presi in ostaggio da Vamdemon.
Lui era lì, con i suoi digimon. E c’erano i bambini del suo quartiere, i suoi amici, le sue amiche, qualche cuginetto, c’erano anche Mimi e Sora, ma allora non le conosceva affatto.
E c’era Daisuke.
-Ho paura…- piangeva la se stessa più giovane.
Anche Daisuke aveva paura.
Tutti.
E c’era una bambina che non smetteva di singhiozzare rumorosamente, urtando quella poca pazienza che il digimon vampiro sembrava possedere in quel momento.
La prescelta della Volontà indietreggiò, spaventata da quelle immagini dolorose di gente spaurita.
Quando il suo corpo alla disperata ricerca d’un appiglio fu invece lì per lì per cadere, si rese conto della peggior cosa che potesse succedere.
La porta era scomparsa. E lei era in trappola, prigioniera di quel doloroso ricordo.
-Che succede Jun?- le chiese Culumon posandole la zampina sulla gamba. Lei lo raccolse da terra e lo abbracciò stretto.
Stava per accadere.
-Fai silenzio!- ruggì uno dei digimon fantasmi scoprendo i denti verso la povera bimba che tacque giusto il tempo dello spavento, per poi riprendere a piangere come e più di prima.
Vamdemon era palesemente nervoso. Seguitava a scrutare fuori dalla finestra, in attesa di scorgere qualcosa. Qualche nemico, forse. Forse era solo il fallimento di non aver trovato l’ottavo bambino prescelto a renderlo così. Fatto sta, che a un certo punto si voltò di scatto, procedendo spedito verso la bambina.
-Tu sei troppo chiassosa per i miei gusti.- le disse irato.
La bimba aveva appena otto anni. O di meno… Beh, Jun bambina si era appena voltata per guardarla. La Jun adulta vide la se stessa del passato inorridire quando Daisuke, dopo essersi asciugato lacrime e moccio con quelle sue manine appiccicose, si era precipitato fra la bimba e il vampiro.
-La vuoi finire?!- gli urlò contro dal basso dei suoi otto anni.
Era così buffo con quella sua vocina lamentosa e quei dentini in crescita.
Un tempo avrebbe detto fermamente che era un piccolo rompiballe. Ma a vederlo così, a mente fredda, o comunque lontana da ciò che accadeva, la Motomiya fu quasi costretta a rivedere il fratello sotto una luce diversa.
“Aveva già la tempra dell’eroe, quell’impiastro…” pensò, mordendosi il labbro.
Il resto, quello sì che lo conosceva a memoria.
Daisuke inveiva contro Vamdemon e quello alzò il braccio.
E lei che sperava di essere salvata. Che qualcosa accadesse.
Che un cavallo bianco entrasse sfondando la vetrata e che un cavaliere sguainasse la sua spada e li proteggesse.
Che poi la sollevasse da terra con le sue forti braccia e le dicesse.
-Va tutto bene, culu.-
Si. Esattamente.
-Ehm…-
Ok, forse il culu non era necessario. Anche perché la Jun presente in quel momento pensava al fantomatico principe. Ma certo non desiderava fosse un qualunque belloccio da rivista di moda. Oh, no. Le andava benissimo anche un Jou a cavalcioni sul suo Ikkakumon, armato di fiocina e di tutto il suo amore per la giustizia. In quel momento pensò al dipinto di Napoleone.
Un uomo così piccolo ritratto in maniera sì grandiosa.
-Sparisci, marmocchio.- Vamdemon, con un pesante colpo di mano, scansò il bambino facendolo cadere a terra. E se il piccolo Motomiya se ne fosse rimasto buono sul pavimento, sarebbe finita lì. Ma si rialzò e fissò il digimon con quello sguardo impertinente e speciale da bambino deluso che non lasciava scampo.
-Sei solo un vigliacco!- gli gridò.
-No, Dai…- emise la prescelta della Volontà.
-Uno stupido vigliacco! Perché te la prendi con una bambina, eh?-
-Non saggiare la mia pazienza.- ribatté quello, dandogli le spalle. Daisuke si aggrappò al suo mantello e lo strattonò.
Il signor Motomiya si gettò sul figlio per prenderlo e impedirgli di fare altre sciocchezze.
Ma era troppo tardi.
Daisuke urlava che il padrone delle tenebre era un vigliacco, un coniglio e pure un figliaccio (un modo gentile usato da suo padre per dire “figlio di buona donna” davanti ai figli, quando capitava che gli sfuggisse).
E la pazienza di Vamdemon s’esaurì.
Jun sentì l’impulso di scattare a sua volta. Di impedirgli di fare del male a suo fratello.
Quando era stato colpito, il piccolo Daisuke aveva tenuto la faccina gonfia per una settimana. Non si era mai lamentato più di tanto. Era una ferita di guerra, dopotutto.
“Quello scemotto ride sempre quando lo racconta!” pensò avanzando prima con indecisione, poi più veloce.
-Jun!- era Culumon alle sue spalle.
La ragazza, quasi inconsciamente attraversò le fila di bambini, adulti e digimon.
Schivò i fantasmi e si gettò su suo fratello e su suo padre.
-Fermo!- esclamò quasi in una supplica.
Il colpo di Vamdemon la attraversò, come se lei lì non ci fosse neppure e un rumore secco risuonò nella sala.
-Ma…- si voltò per guardarsi alle spalle.
E il piccolo digiprescelto del Coraggio e dell’Amicizia cadde a terra tramortito.


-Da quanto sei qui, Daisuke-sama?- chiese Mika sorseggiando il suo tè con eleganza, tenendo il mignolo sollevato come vedeva fare da nonna Chantal.
-Da poco fa.- disse quello, agghindato con un meraviglioso abito di stoffe preziose e ricami pregiati. Sulla sua testa c’era un enorme e principesco copricapo dotato d’una pomposa piuma rosata.
-Mi passi lo zucchero, Daisuke-sama? Per cortesia.-
-Ecco qui.- fece lui con gli occhi che brillavano.
Letteralmente.
Mika era vestita come una principessina. Con abitino e scarpine rosa confetto e le codine legate da piccoli diamanti a forma di stella. Le sue manine erano fasciate da minuscoli guanti di seta e lei stava ritta e composta, calata nella parte.
-Volevo restituirti una cosa.- disse poi, frugando nella sua borsettina. La coroncina sulla sua testa si mosse e lei se la risistemò prima di tirare fuori un fazzolettino e porgerlo a Daisuke.
-Ti ringrazio per il prestito, Daisuke-sama.- gli disse, educata.
In realtà il fazzoletto datole dal prescelto dell’Amicizia e del Coraggio era di semplice carta, ma la bimba lo vedeva come un pezzo di stoffa su cui era ricamata in oro una grande D.
-Mika-chan, non dovremmo andare?- le chiese Bakumon, timida.
-No, prima il tè. Non è educazione lasciare così gli ospiti, vero, Daisuke-sama?-
E lui sorrideva e annuiva, complice della piccola.
Erano così buffi entrambi, seduti a quel minuscolo tavolo rosa confetto mentre l’atmosfera intorno a loro era pura magia di luci e suoni.
Il resto era come se non ci fosse.

A Witchelny
-Mi fischiano le orecchie…- si lamentò Daisuke.
-Qualcuno sta parlando di te.- ribatté allora Miyako –O un’oca sta camminando sulla sua tomba.-
La viola fece un agghiacciante sorriso che infastidì il Motomiya.
-Allora alza le chiappe da lì!- ribatté quello e Miyako fece per saltargli addosso e riempirlo di pugni, sennonché Ken l’afferrò da sotto le braccia.
-Dai Miyako, lascialo in pace.- la supplicò.
-E poi la storia dell’oca si dice per la pelle d’oca.- ci tenne a precisare Iori bevendo una tisana alle erbe dall’odore tutt’altro che invitante.
Yamato e Sora erano tornati nell’arena, ma erano in disparte, fra loro, a dirsi cose dolci che davanti ai compagni non sarebbero riusciti a pronunciare.
Gabumon e Pyomon perciò rimasero dove stavano, ma si prodigarono di mettere cibo da parte per i due, visto che alcuni elementi del gruppo erano inconsciamente degli ingordi.
V-mon, per esempio. Lui era un piccolo ghiottone, ma Daisuke era troppo impegnato a dare dell’oca giuliva a Miyako per rimbeccarlo.
Tailmon scuoteva la testa sconsolata e si grattava la tempia con uno dei suoi artigli.
-A volte mi chiedo come faccio a sopportarli…- si disse.
Hikari sorrise e prese a giocherellare con la sua macchina fotografica.
-Ehi, Takeru, girati un po’ qui.- disse all’amico e quello si voltò, ignaro della cosa, finendo immortalato in una foto mentre una foglia di lattuga impregnata di maionese e tonno faceva capolino dalla sua bocca.
-Ehi!- si lamentò imbarazzato.

In un altro angolo, di fronte alla scalinata in cui stava la maggioranza del gruppo, sedevano Mimi e Koushirou.
Entrambi erano in silenzio e rossi in volto.
Lei si aspettava, o meglio sperava, che arrivasse una dichiarazione da parte del rosso. Lui cercava di riportare alla mente le parole che avrebbe voluto dirle e che si era ripetuto fino a pochi minuti prima di averla chiamata in disparte per parlarle. Poco lontano, Tentomon e Palmon seguivano la scena con angoscioso interesse.
-Speriamo che Kou riesca a dirglielo.- fece Tentomon.
-E’ così timido.- ribatté Palmon –Certo che se lo levi da computer e hard disk è proprio una frana…-
-Dai, non dire così. Ha solo bisogno di una spinta, tutto qui.- lo difese il coleottero.
Fosse solo quello.
-Ecco… io…- cominciò, infatti, il rosso.
Mimi fremette.
-Si?- lo incoraggiò.
-Ecco, io… pensavo che…- si torceva le mani –Ho letto il tuo messaggio e…-
-E?- la Tachikawa si sporse un poco verso di lui, incoraggiandolo a parlare.
-Non devi avere paura… ecco.- disse, cambiando discorso.
-Oh…- disse piano lei, delusa e si rimise a sedere composta e a fissare il nulla davanti a sé.
Koushirou sospirò e si fece ancora più rosso in viso. Si sentiva le gote in fiamme e sarebbe voluto sprofondare nella roccia per la vergogna.
-Tu… devi…. Devi proprio partire?- le chiese infine, a voce quasi impercettibile.
Mimi sorrise, bonaria.
E decise lei di fare il primo passo. Koushirou era irrecuperabile, in fondo. Accolse fra le sue braccia il corpo del prescelto della Conoscenza e posò la testa sulla sua spalla.
-Ma no, era uno scherzo.-
-CHE COSA?!- esclamò lui in falsetto, trasalendo e assumendo una colorazione facciale simile al porpora.
Lei tolse fuori la lingua.
-Non ti sarai offeso?- gli chiese con un tono contrito di voce.
E lui di nuovo arrossì, roteando gli occhi, come a cercare qualcosa o qualcuno che lo aiutasse a levarsi d’impiccio.
-No… è solo che mi hai spaventato… ecco.-
Lei allora gli disse.
-Anche se mio padre dovesse partire di nuovo, farei di tutto per rimanere.- s'inumidì un poco le labbra, per cercare le parole –Mi piaci molto, Kou.-
E fu per lui come un fulmine a ciel sereno. Le sue braccia tremanti lasciarono il suolo e si avvolsero intorno al corpo della prescelta della Sincerità.
-A-anche tu…- disse infine –Anche tu mi piaci molto.-


Sulla Luna Rossa, Hiroyuki era in fuga anche lui.
O meglio, Musyamon l’aveva preso in braccio e portato via. Non riusciva a muoversi e grondava di sangue.
-Che razza di prova è questa?- disse fra i denti –Fa un male cane…-
Quando furono più o meno sicuri di non essere seguiti, il digimon samurai si fermò.
Erano anche in un vicolo cieco.
-Strano.- disse –Ho seguito la strada che abbiamo fatto prima…-
Hiroyuki fece leva sulle spalle del compagno e si mise a sedere fra le sue braccia.
-Questo posto è assurdo. Non voglio starci un minuto di più.- sbottò.
Si sentiva davvero umiliato.
Lui che temeva suo padre?!
Ma dai…
Un qualunque mostro bitorzoluto andava più che bene, ma suo padre no!
Sospirò, però. -E se tornando a casa lui…- si zittì e lasciò cadere la frase.
-Dimmi.- lo intimò il digimon.
Il prescelto del Vigore scosse la testa.
-Nulla.-
Lanciò un’occhiata al suo Digivice per consultare la mappa, quando di nuovo i passi lenti e strascicati di suo padre si fecero sentire.
-Oh, porca…- disse.
-Sei un bambino cattivo, Hiroyuki.- disse l’uomo leccando scenicamente il piatto dell’arma.
E prima che Musyamon potesse muovere un solo muscolo del suo corpo corazzato, accadde che la parete alla loro destra venne sfondata d’improvviso sotto il peso di una luce accecante che s’insinuò fra le pietre e le sospinse via con un boato.
-THUNDER OF THE KING!- fu il grido che accompagnò il tutto.
E pochi secondi dopo al cessar del tuono, Hiroyuki e Musyamon erano di nuovo insieme a Mamoru e Raiamon.

Jun provava così tanta rabbia nei confronti del digimon. L’aveva sempre provata mista al terrore che le causava. Ma in quel momento semplicemente non ci vide più.
-Perché l’hai fatto?!- sbottò.
Vamdemon ovviamente non le rispose. Diede ordine ai suoi digimon di dividere bambini e adulti.
-Ehi, mi senti?!-
Poi le immagini le scorsero davanti agli occhi velocemente, come se qualcuno avesse dato l’avanti veloce col telecomando. Sora e Mimi, insieme a tante altre persone avevano tentato di fuggire. Era scoppiato il putiferio. Lilymon aveva combattuto contro il vampiro, ma era stata da lui sopraffatta. Solo Sora riuscì a fuggire con Birdramon. Dei Bakemon presero a dividere i bambini dai genitori. La afferrarono.
-Mamma!- urlò –Mamma! Papà! Aiuto papà!-
-Jun! Daisuke!- gridavano di rimando i genitori mentre veniva portata via e Daisuke con lei, ancora fra le sue braccia, svenuto.
-Smettetela, lasciateci in pace!- urlò ancora, ma nessuno le rispondeva. Le urlavano che doveva camminare ed era terrorizzata al punto che le gambe cedettero anche alla sua controparte adulta.
Non poteva fermare quella scena.
Ma allora, cosa doveva fare?
-Culu…- Culumon cercò di attirare la sua attenzione tirandole un poco la maglietta –Jun, non avere paura, ci sono io a proteggerti.- le disse. E lei prese a piangere per la tensione accumulata.
Chiuse gli occhi, stringendo al petto il suo digimon.
Era tutto così terrificante e si sentì sperduta, in mezzo al nulla. Sola in balia del suo incubo peggiore.
E quello un tempo era stato un digimon buono?
-Ma non fatemi ridere…- disse fra i denti.
-Jun…- la chiamò la vocina di Daisuke –Sorellina, non piangere.-
Aprì gli occhi.
Non era più nella sala grande. Era con gli altri bambini. Con suo fratello fra le braccia. Circondata dai fantasmi. Dopo il primo attimo di smarrimento, le fu subito chiaro che il motivo per cui aveva visto tutto quello era che doveva fare esattamente ciò che avrebbe tanto voluto fare quel lontano giorno.
-Va tutto bene.- disse mettendo a terra il fratellino. Si guardò intorno, Culumon era aggrappato alla sua schiena, spaurito per la meraviglia.
-Sei pronto piccolo?-gli disse.
-Pronto a cosa, Jun?- le fece Daisuke che non voleva sentirne di essere messo a terra e si aggrappò a lei con tutte le sue forze. Allora la ragazza, nel suo corpo di quattordicenne, lo strinse al petto nuovamente.
-Nulla, tranquillo.- rispose e corse di filato verso quella sala ignorando e schivando i fantasmi ora tangibili.
Sì, aveva paura.
Sì, aveva il cuore in gola.
Sì, non aveva scelta se voleva chiudere quella storia.
-Vamdemoooooooon!- esclamò giungendo infine a destinazione e facendo una frenata secca.
Lentamente, il digimon si voltò verso di lei.

-Hai sentito nulla?- fece Mika.
-No, nulla. Ora, a cosa vuoi giocare, mia principessa?- disse Daisuke prendendole la manina e baciandogliela ed emanando letteralmente cuoricini.
La bimba ridacchiò, poi il suono del Digivice la costrinse a rimettere mano alla borsettina.
-Che cos’è…- disse fra sé. Toccò uno dei tasti e dallo schermo uscì una mappa. C’erano tre puntini rossi che lampeggiavano.
E poi la bimba sentì delle voci e il frastuono della battaglia.
Erano Mamoru e Hiroyuki. E poi c’era Jun, che parlava con qualcuno. O meglio urlava. Era molto arrabbiata.
La piccola Mika rimase in silenzio, spaventata nel sentire i versi orribili di un qualche orribile mostro. Forse un drago, pensava. E ancora il clangore delle spade e il ruggito di una belva.
-IO…-
-Che succede, mia principessa?- le chiese Daisuke riattivando l’attenzione della bimba su di sé e incantandola con un’atmosfera luccicante e profumata.
-Io…- iniziò lei impaurita.
-Mika-chan!- esclamò Bakumon –Dobbiamo andare anche noi!-
-Lo so…- disse dispiaciuta la bimba, poi il suo viso s’illuminò e batté le manine –Ho un’idea!- esclamò –Daisuke-sama, ti prego, vieni con me!-
-Non posso.- disse quello portandosi le mani al petto –Potrei farmi molto male. E tu non vuoi questo, vero?-
La bimba allora si aggrappò a lui –Ma tu sei un principe coraggioso!- protestò.
Daisuke scosse la testa.
-Perché non rimani con me e continuiamo a giocare?- le propose.
La bimba però s’impuntò e sbatté il piede a terra.
-No!- esclamò –Tu sei un principe e devi difendere i più deboli!-
Il principe annuì.
-Esatto, Mika-chan.- le sorrise –Io sono molto debole. Dai rimani con me.-
Un grido risuonò alto in quel luogo d’incanto e la piccola prescelta del Sogno si spaventò non poco. Mise il broncio e diede le spalle al suo adorato Daisuke-sama.
-Mika-chan.-
-Lasciami in pace, stupido!- gridò –Sei un brutto fifone! Andiamo Bakumon, ci pensiamo noi ad aiutare tutti!-
La piccola digimon annuì e seguì la sua piccola partner senza certo nascondere un poco d’ansia. Era il suo primo scontro vero e proprio, dopotutto.
-Aspetta.- Daisuke afferrò la piccola per il braccino e lei si voltò per dirgli di lasciarla andare. Ma il suo principe non era più bello e gentile. Il suo viso era cattivo, codardo, brutto. Non era quel ragazzo che le aveva accarezzato la testolina quando il fratellone non stava bene. Era uno che non voleva aiutare i suoi amici. Non un bellissimo principe invincibile e coraggioso. Come Filippo della Bella Addormentata.
Oh, no.
La tirò verso di sé.
-Dai, rimani con me, Mika-chan.- le disse.
-No!- esclamò lei e lui strinse la presa, facendole male.
-Lasciala!- esclamò Bakumon.
-Prendiamo il tè, Mika-chan.-
-Non voglio!- ribatté la bimba tentando di avanzare.
Bakumon cercò di separar il braccio di Mika dalla mano di Daisuke stretto a tenaglia su di esso, ma senza successo.
-Lasciala! Lasciala!- gridò.
-Mi fai male!- gemette la bambina –Lasciamiiiiiiiiiiiiiiiii!!-
Il suo grido si perse nell’aria.
Ma ebbe il suo effetto. Perché il corpo di Bakumon brillò di luce propria.

-Bakumon shinkaaaaaaaaaa…. Hanumon!-


*Digimon Analyser*

Hanumon

Livello: Campione
Tipo: Animale
Tipologia: Antivirus
Attacchi: Dohatsuten: spara contro il nemico i peli del suo corpo, acuminati come aghi.
Nyoi Bone: Usa la sua clava d’osso come arma.




Fine Capitolo 14







E riuscì ad aggiornare per tempooooooooo!
*Stappa bottiglia di spumante e balla a braccetto con Etemon*
Non ci speravo più **
Ok, ok, passiamo a i dettagli. Non mi riesce proprio di far evolvere quei due in fretta e da un lato meglio così.
Avrei finito per propinarvi altre cinque pagine, due delle quali già scritte. Ma preferisco rimandare, anche perché ogni volta che penso come deve andare la storia, arrivo al momento di scriverla e cambio tutto.
Per esempio, al posto di Daisuke in passato c'era Hiroyuki a rompere le palle a Vamdemon XDD Ma meglio Dai.
Poi la vicenda dell'evoluzione dei due rompi era slegata a quella dei digimon di Mika e Jun, ma la piccola Mika ha bisogno di certi stimoli e poi... beh, vedrete il casino che combinerà Musyamon nel prossimo capitolo.
Chantal è la nonna francese di Yama e fratelli. Ovviamente il nome che le ho affibbiato. Nonna Chantal è tremenda, rammentatelo, lei sa tutto e vi tiene d'occhio. E dimostra meno anni della sua età.
Poi... vediamo...
Finalmente Neo Saibaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!
E finalmente Mimi ha deciso di fare il primo passo lei, che Koushirou proprio non ce la faceva.
Il tema di oggi è stato il sogno e l'incubo, il principe ed il vigliacco... molto il principe... non l'ho fatto apposta O_O Ma anche Hideto c'è passato ahahaha!
Dohatsuten è composto dai kanji di capelli, rabbia e celestiale/divino/quello che è.
Infine ecco a voi un avviso e una domanda.

Pensavo di bloccare Pairings Project per un poco ed iniziare con le fic sui Dark Masters, tanto più che quella su Piemon e Pinocchimon ce l'ho già in corsa e dovrei riuscire a finirla. Ovviamente se ne riparla ad aprile e si parte con lo zio Apo, che ha bisogno d'amore U_U

Pooooi: fra poco le cose si incasineranno perché dovrò lavorare parallelamente su due gruppi, uno sulla terra e uno a Digiworld. Sono indecisa se fare tutto in una fic o fare due fic parallele. La prima parte della vicenda forse la tratterò in Twins' War però, perché c'è un punto che devo assolutamente collegare, circa una certa fanciulla ed un certo digimon che mancano all'appello **

Bene, alla prossima e vista l'ora: Buonanotte.


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Capitolo 15
*** 15.Fuori controllo ***


Capitolo 15: Fuori controllo

La nostra mente fuori controllo
il nostro cuore fuori controllo
la nostra anima fuori controllo.
(Huga Flame, Generazione Fuori Controllo)



Musyamon adagiò Hiroyuki accanto al prescelto della Giustizia e questi lo sostenne per non farlo cadere a terra, beccandosi fra l’altro un’occhiataccia gratuita.
Il volto del disgustoso aracnide s’insinuò nello spacco sulla parete sovrastante e ruggì ferocemente facendo vibrare fra le mura circostanti il cognome Izawa.
-E quello…- lo indicò sconcertato il prescelto del Vigore –Cos’è?-
Mamoru, per tutta risposta, s’irrigidì e il teppista sogghignò, convinto di avere fra le mani un punto debole da usare contro l’altro in qualsiasi momento.
-Hai paura dei ragni?- lo stuzzicò.
-Magari fosse quello…- disse piatto il moro facendo crollare i suoi castelli mentali di vendetta –E’ una cosa più complicata di una fobia.-
Il ragno infilò la sua zampaccia scarna e pelosa oltre la spaccatura e completò così il suo trionfale ingresso nella camera di pietra. I quattro, inconsciamente, si strinsero fra loro, minacciati dalle due oscure presenze che incombevano inesorabili su di loro.
-Pronto?- fece Raiamon.
Musyamon agitò in risposta la sua spada che luccicò sinistra al chiarore delle torce. Socchiuse gli occhi pregustando la battaglia.
-Si.- disse soltanto.

Una pesante zampata del ragno smosse la pavimentazione rocciosa nel punto dove stavano i due digimon, i quali schizzarono via evitando l’impatto, ma incautamente lasciarono incustoditi i loro protetti.
-Difendi i ragazzi!- esclamò Musyamon correndo a testa bassa, sguardo fisso davanti a sé -Basto e avanzo io!-
Raiamon non si mise certo a discutere, e obbedì. L’occasione di attaccare anche lui si presentò quando il ragno tentò nuovamente di colpire Mamoru. La sua zampa fu intercettata dal corpo ferino del leone che s’aggrappò ad essa coi suoi artigli e affondò le zanne nel robusto esoscheletro.
Il padre di Hiroyuki si rivelò veloce nonostante la sua stazza, ma certo ciò non spaventò Musyamon che respinse facilmente il fendente della sua lama e con un calcio ben assestato lo fece cadere a terra. L’uomo si rialzò in fretta e si scagliò nuovamente contro il digimon samurai che parò anche quel colpo e poi, con un gesto secco del braccio armato, fece indietreggiare l’avversario. Si avventò su di lui per colpirlo con un fendente laterale. A sorpresa, il signor Urameshi bloccò il colpo col pugnale esercitando una forza inaspettata per un uomo come lui.

Mamoru fissò il ragazzo che stava sorreggendo, poi di nuovo Musyamon, Raiamon e i loro avversari.
-Posso chiederti una cosa personale?- domandò.
Il teppista lo guardò sottecchi, meravigliato per il fatto che avesse chiesto il permesso di dar fiato alla bocca piuttosto che parlare a sproposito.
-Che cosa?- chiese.
-Tuo padre…-
In quel momento il prescelto del Vigore si aspettava sicuramente una boiata del tipo “Tuo padre era un ninja?”
Invece il moro gli chiese –Tuo padre ti faceva del male?-
Deglutì.
-No.- disse, con la voce impastata dalla spossatezza.
L’emorragia non si arrestava.
-Sicuro?-
Hiroyuki annuì. L’altro era dannatamente serio in quel momento, perciò gli rispose con franchezza.
–E’ solo che ha smesso di interessarsi alla famiglia quando l’attività andava a gonfie vele. Perché me lo chiedi?-
Mamoru sorrise tristemente.
–Vedi… se c’è una cosa che io odio al mondo, sono i pervertiti.- si frugò nelle tasche e prese il piccolo ippopotamo -Te li ricordi?- chiese.
Hiroyuki inarcò il sopracciglio –Beh, ne avevo a bizzeffe, ma che c’entra?-
-Questo era del mio amichetto Tsutomu.- disse Mamoru, osservando l’oggetto con malinconia –Mi mancava solo questo alla collezione. Avevo un sacco di doppioni, ma non riuscivo a vincerlo. Tsutomu allora mi disse che me l’avrebbe prestato finché non avrei vinto il mio.-
Strinse il pugno intorno al giocattolo fino a far sbiancare le nocche.
-Il giorno dopo, lui non venne all’asilo.- fissò il ragno che si contorceva inumanamente con foga bestiale, demoniaca, pur di raggiungerlo. Raiamon tentò di ostacolarlo, ma ottenne solo di essere scagliato contro la parete alle spalle dei ragazzi, per fortuna sorvolandoli senza travolgerli.
-Raiamon!- urlò Mamoru e si diresse barcollando verso di lui, col peso di Hiroyuki a rallentarlo. Il digimon leone si tirò su non senza fatica e superò i due ragazzi.
-State indietro.- disse.
I due non ribatterono e si appiattirono contro la parete di pietra, ma quella situazione di stallo cominciava ad innervosire entrambi.
Era chiaro come il sole che i loro digimon non avrebbero retto a lungo.
-IZAWAAAAAAAAAAAA!- sbraitò il mostro facendo nuovamente vibrare l’aria intorno a loro e il prescelto del Vigore scorse un guizzo di terrore misto a rabbia negli occhi del prescelto della Giustizia.
Quello riprese a parlare, rimostrando l’oggetto che stringeva fra le dita.
-Non ho mai trovato un altro di questi, ne ho potuto restituirglielo. Fu l'ultima volta che rividi Tsutomu... questo è tutto ciò che mi resta di tangibile di lui... e la colpa è di quel... di quel…-
Non riuscì a terminare la frase, ma l’altro aveva già capito tutto.
Hiroyuki inarcò le sopracciglia e, dopo diversi secondi di studiata pausa, ammise –Sai, ti avevo sottovalutato su tutti i fronti.-
Il che fece sorridere appena l’altro.
-Ah, si?-
-Pensavo fossi solo un cretino che sa menare le mani, ma ora ho capito che sei solo un cretino che si nasconde dietro un sorriso.-
-Beh, è già un bel cambiamento.- alzò le spalle Mamoru –Sai invece cosa penso di te?-
Hiroyuki sputò –Cosa?- sulla difensiva.
-Che sei infantile.-
All’udire quelle parole, il teppista elargì al moro il suo speciale sguardo omicida.
–Non t’incazzare, su… Tu mi hai dato del cretino ed io l’ho presa sul ridere. Perché tu te la prendi subito a male, invece?- sospirò con noncuranza -Ho sentito che sei scappato di casa, ma non sarebbe stato meglio se avessi parlato con tuo padre, invece?- chiese Mamoru sorridendo, quasi benevolo.
Hiroyuki gli afferrò il braccio e si liberò del suo sostegno con rabbia.
-Possibile che qui nessuno si faccia i cazzi suoi?!- esclamò, appoggiandosi alla parete.
Ma Mamoru non si scompose neppure in quel momento.
–Mi ricordi tanto Peter Pan, sai?- disse -Hai presente quando lui torna a casa sua e trova la finestra chiusa e i genitori alle prese col fratellino?-
Hiroyuki non rispose, serrando le labbra in una smorfia infastidita.
-Perché Peter non ha bussato alla finestra?-
Calò nuovamente il silenzio fra loro.
Un silenzio di stallo interrotto soltanto dal brusio assordante della battaglia.
-Dovresti tornare Hiroyuki, vedere com’è la situazione e poi decidere. Tuo padre è una brava persona…-
A quell’ultima affermazione, il prescelto del Vigore non ci vide più. Scattò e afferrò l’altro per il bavero, non senza trattenere un gemito per il dolore all’addome.
-Cosa diavolo ne sai tu?!-
Mamoru si liberò facilmente della sua presa, aiutato dal fatto che l’altro fosse ferito.
Tutto intorno a loro il terreno vibrava, le pareti si sgretolavano, scoppiavano lampi e clangavano le armi. Era quasi inconcepibile un combattimento fra Musyamon e la creatura che possedeva l’aspetto del signor Urameshi. Il digimon samurai in realtà conosceva quell’uomo dai racconti che il suo compagno gli faceva. Hiroyuki parlava di suo padre sempre al passato.
Gli aveva raccontato dell’anello, primo gioiello realizzato dall’uomo che glielo donò come esempio di come il sudore del duro lavoro ed impegno venga prima o poi ripagato; di quando gli rimboccava le coperte o inventava un sacco di storie per lui, specie per convincerlo a mangiare le verdure. Erano racconti lontani, melanconici, che nascondevano il desiderio malcelato del ragazzo di tornare nella sua casa, fra i suoi cari.
Il suo avversario era semplicemente il frutto del terrore del suo compagno di essere respinto di nuovo e se avesse potuto sentire il discorso fatto da Mamoru, Musyamon avrebbe certo concordato che Hiroyuki Urameshi era come Peter Pan.
Un grande uomo che non accetta di essere in realtà solo un bambino.

-Attento!- esclamò d’un tratto Raiamon gettandosi sul samurai e proteggendolo da uno degli attacchi del mostruoso aracnide. Purtroppo per lui, il digimon felino rimase invischiato in qualcosa che in apparenza somigliava a un’enorme ragnatela, ma che in realtà erano corde e cappi e, ormai, invadevano metà della sala. Musyamon calò la sua possente spada contro il padre del suo partner, ma questi la respinse con quel suo pugnale come se fosse stata un bastoncino in mano ad un bimbo inesperto e, con una mossa davvero fulminea, ruppe la guardia del digimon samurai scalfendo la sua robusta armatura.

-Sai Hiro, mio padre mi ha parlato spesso di te.-
-Cosa c’entra adesso tuo padre?!-
-Lasciami parlare.- lo zittì il moro. Lanciò un’occhiata preoccupata a Raiamon e Musyamon, ma proseguì il suo discorso –I tuoi genitori ti hanno cercato ovunque, ogni giorno erano lì, in ufficio a chiedere tue notizie. Mio padre non trovava mai le parole giuste per dire al tuo quanto gli dispiaceva il non poterlo aiutare più di così. E’ la seconda volta che l’ho visto così indaffarato per trovare qualcuno. Ho temuto per te, anche se non ti conoscevo. Credevo che qualcun altro fosse finito come Tsutomu.- deglutì –Nessuno poteva immaginare tu fossi qui. Se l’avessero saputo, i tuoi non avrebbero perso tutto per cercarti anche dopo che il caso è stato archiviato dalla polizia.-
Hiroyuki rimase senza parole.
Suo padre aveva…
Non riusciva a crederci, ma ciò non poteva che renderlo felice.
Se solo fosse stato vero.

Mamoru, quasi come se nulla fosse, pigiò uno dei tasti del suo V-Tamer, facendo comparire la planimetria olografica della struttura. I loro obiettivi, indicati dai punti luminosi, erano esattamente dove aveva pensato si trovassero: nella camera di pietra.
A guardare lo scontro con occhio oggettivo, doveva ammettere a malincuore che i loro digimon erano in netto svantaggio.

I movimenti di Musyamon erano ostacolati dalle funi che percorrevano la camera come un’enorme ragnatela. Raiamon se l’era vista peggio, dato che si era invischiato in quella trappola poco prima ed era impegnato a dibattersi come un ossesso per liberarsi. Il ragno lo contemplava coi suoi occhietti scuri, come se avesse avuto davanti una minuscola mosca di cui nutrirsi e non sapesse bene da che parte cominciare. Mamoru lasciò Hiroyuki al suo stupore e corse verso il suo digimon con la torcia in pugno. Il ragno lo vide e cercò di calpestarlo con una delle sue zampe, ma lui scivolò fra le funi, riuscendo a fargli impigliare l’arto fra le sartie.
-Izawa! Izawa! Izawa!- si agitò quello, ma Mamoru fu lesto a bruciare alcune corde per tagliarle e usarle per legarlo ancora più saldamente.
Voleva guadagnare un po’ di tempo.
Era lontano rispetto a Raiamon e per raggiungerlo doveva per forza transitare sotto il corpo scuro e minaccioso del mostro. La stanza sembrava improvvisamente più grande e stretta, come in un’immagine distorta da un paranoico incubo.
Lo fece. Corse con tutte le sue forze, senza guardare in alto, né ai lati, solo davanti a sé.
Esitare anche solo per un attimo l’avrebbe fatto cadere preda del terrore o della rabbia.
Il fasullo signor Urameshi riuscì ad infliggere l’ennesima scalfittura all’armatura di Musyamon, e si avvicinò ancora di più al prescelto del Vigore, ancora immobile.
-Hiro, levati di lì, idiota!- gli urlò Musyamon per riscuoterlo, ma lui rimase esattamente dov’era.
Il ragno si agitò, produsse altre funi, che il prescelto della Giustizia evitò per puro miracolo, ma poi un cappio gli s’infilò sotto il piede e strattonandogli la caviglia lo fece rovinare a terra e trascinò per diversi metri. Raiamon, con un impeto di forza riuscì a spezzare la fune gli bloccava la zampa anteriore destra e una volta libera quella, il resto fu semplice, ma sarebbe arrivato in tempo?
Corse veloce come il vento ed afferrò coi denti la maglia di Mamoru.
“Perché?” si chiese “Perché non riesco ad evolvermi?!”



Da tutt’altra parte, Jun fissò Vamdemon in cagnesco e lui ricambiò con i suoi occhi di gelo.
-Cosa ci fai qui?- le chiese freddo –Torna insieme agli altri!-
Lei invece compì un lento e calcolato passo in avanti, in segno di diniego.
-Ragazzina…- iniziò il digimon –Oggi non sono dell’umore adatto, perciò tor…-
-Oh, ma sta zitto!- lo interruppe lei, stupendosi poi del suo stesso tono seccato –Neppure io sono dell’umore adatto, ma devo stare qui a sopportarti!-
Il digimon lasciò perdere il paesaggio oltre la finestra e si diresse verso la ragazzina a passo veloce.
-Le mocciose impertinenti non mi sono mai piaciute.-
Lei indietreggiò e le sue caviglie si scontrarono con il corpicino di Culumon dietro di lei, facendolo cadere. Voltandosi a guardarlo la Motomiya ritrovò la Volontà di insistere. Non poteva sempre scappare. Vamdemon le faceva paura, ma c’erano nemici là fuori, che erano decisamente molto peggio di lui. Mise un piede davanti all’altro, esitante. Doveva proseguire… era solo un allenamento, in fondo. No?
Quel mostro spaventoso (non aveva altro modo per definirlo. Vampiro era troppo riduttivo per i suoi gusti.) si era fermato a mezzo metro da lei e la fissava dall’alto in basso, compiaciuto di aver sortito l’effetto desiderato.
Il terrore.
-Perché hai fatto tutto questo?- domandò allora la ragazzina.
Lui sorrise, melenso, e rimase a fissarla come una povera sciocca che ne aveva appena detta una bella grossa.
Lei insistette esclamando –Perché diavolo hai rapito tutte queste persone?!-
-Non sono affari che ti riguardano.- le rispose, irritato.
-Sono affari che mi riguardano, visto che hai rapito me e la mia famiglia e hai fatto del male al mio fratellino!-
Ecco, in quel momento scorse un piccolo cambiamento.
L’immagine del digimon subì un’interferenza, lieve, ma lei la notò. E pure Culumon, che si portò la zampina sulla boccuccia e sussurrò un –Oooh…- sottile.
Jun deglutì.
Era forse una coincidenza?


Hanumon era molto simile a una grande e aggraziata scimmia dalla folta pelliccia dorata striata di venature rossicce, con gli occhi di un verde brillante come fossero smeraldi e la pelle cinerea. Indossava un bracciale verde e oro poco sopra il gomito e un anello sacro all’indice della mano sinistra.
Il principe Daisuke lasciò andare Mika per lo stupore e la bambina si rifugiò dietro la digimon, aggrappandosi alla pelliccia della sua zampa come avrebbe fatto con le gambe di sua madre o di suo padre. La digimon agitò la sua clava d’osso contro la creatura che aveva innanzi e la minacciò –Non osare mai più sfiorare Mika-chan!-.
Aveva una voce davvero molto dolce e materna, rassicurante per la piccola.
Un grido lontano catturò nuovamente l’attenzione della bambina verso la minuscola porta rosa.
-Bakumon, dobbiamo andare ad aiutarli.- disse e la digimon annuì, prendendola in braccio e dirigendosi veloce verso l’entrata di quel piccolo paradiso principesco, che alla fine non lo era poi tanto. Daisuke, principe azzurro fasullo, rimase lì, troppo timoroso di farsi del male per muovere un solo muscolo.
Superata la porta, le due si ritrovarono nel corridoio in pietra. Solo che era più stretto di come se lo ricordava Hanumon. Dipendeva forse dal fatto che si era evoluta?
-Perché è così stretto adesso?- le domandò la vocina di Mika, che si guardava intorno meravigliata.
“Non era solo una mia impressione, quindi…”
Era come se qualcuno volesse che imboccassero una direzione soltanto. Le urla erano sempre più vicine, il pavimento tremava, Mika si stringeva alla sua pelliccia.
-Ho paura, Bakumon…- si lamentò, raggomitolandosi fra le sue braccia e la digimon la strinse a se ancora più forte, rallentando l’andatura lesta.
-Tranquilla, Mika-chan, ci sono io.- le disse.


-Fratello?-
L’immagine di Vamdemon si distorse nuovamente e Jun provò della soddisfazione per aver centrato il problema al volo, senza dover ripetere tutte le parole della frase precedente.
-Cosa ti da così fastidio di questa parola?- chiese avanzando e il vampiro indietreggiò –Fratello.-
-Zitta!- esclamò quello.
Sì, doveva avere un qualche complesso, perché sembrava quasi impaurito, il che la fece sentire molto più serena, anzi sarebbe meglio dire soddisfatta nell’avanzare e prenderlo in contropiede, ricambiandolo del dolore e del terrore che le aveva causato. Jun alle volte sognava ancora i Bakemon che la strappavano via dall’abbraccio di suo padre in quella lontana mattina di agosto. E anche Daisuke. Era una cosa che non si poteva dimenticare solo perché i malvagi erano stati sconfitti e poi si era scoperto che in realtà prima erano i buoni.
Jun era realista e concordava sul fatto che le persone non cambiano tanto facilmente o a schiocco di dita. Probabilmente Vamdemon non era cattivo di principio, allora era quel fratello misterioso che sembrava intimorirlo la causa del suo essere il mostro che popolava i suoi incubi più terrificanti. Solo pochi sono cattivi di nascita e a quanto pare, lui non lo era, ma doveva aver sofferto tanto per diventarlo. La cosa comica di tutta la faccenda era che ci stava pensando solo in quel momento e per di più innanzi ad uno che non era davvero Vamdemon.
Ma non aveva tempo da perdere in congetture.
Anche lei sentiva la terra tremare e le grida.
Ad un certo punto aveva udito chiaramente la voce di Mamoru gridare qualcosa.
Poi il corpicino di Culumon s’illuminò.
-Che succede?!- esclamò Jun spaventata.
Il simbolo sulla fronte del piccolo digimon brillava di luce propria. Durò un attimo, poi tornò normale e lui si carezzò la testolina, confuso.
-Cos’è successo, culu?-
Jun scosse la testa –Non lo so, ma, credo sia ora di andare.-
-Oh, io non credo proprio.- disse fredda la voce di Vamdemon. Jun rimase terrorizzata dal riaffiorare dei ricordi. Strinse i pugni.
“No, devo fare ciò che mi sono preposta…” pensò. Guardò il suo Digivice. Aveva già tutto ciò che le serviva. Il simbolo della Volontà brillava sullo schermo a cristalli liquidi, rammentandole che quella era la sua qualità migliore.
“Non mi sono mai fermata davanti a niente…” pensò “Ciò che volevo l’ho sempre ottenuto: un bel ragazzo, l’amicizia di Yamato, ho un digimon anch’io e sono qui ad aiutare Daisuke, per non sentirmi inutile.” Non se ne accorse, persa com’era nella sua riflessione, ma il corpo del piccolo Culumon in quel momento tornò a brillare, completamente, di luce calda e pulsante “Ora voglio regolare i conti con Vamdemon e superare la mia paura. E se poi sconfiggeremo i Demon Lord, avrò evitato a tanti bambini di subire ciò che abbiamo patito noi.”
E accadde.
Perché in fondo, a Jun bastava solo il forte desiderio, il volere ardentemente qualcosa per ottenerla. Doveva solo avere un obbiettivo, per trovare in se la Volontà di perseguirlo.
-Culu?-
La luce si espanse e le pareti intorno alla ragazza e al piccolo digimon si dissolsero. Sotto gli occhi stupiti della Motomiya, il corpicino di Culumon crebbe, assunse una fisionomia più definita. Gli occhi di Jun brillarono per la bellezza della visione che le si stava manifestando innanzi.
Perché non c’era più Culumon davanti a lei, ma un angelo splendente dai sottili e lunghi capelli d’oro, la veste bianca come la neve e un lungo drappo viola che svolazzava leggero nell’aria. Le sue ali bianche erano più lucenti della neve sulla cima delle montagne, il suo sorriso così dolce e rassicurante la fece sciogliere.
Il Digivice non tardò a ridestarla mostrandole i dati della creatura.


*Digimon Analyser*


Pidmon

Livello: Campione
Tipo: Sacro
Tipologia: Antivirus
Attacchi: Fire Feather: genera dalle ali due sfere infuocate che scaglia contro il nemico.
Mega Heal: Usa l’energia per guarire gli alleati, oppure per ferire i nemici.
Pid Speed: Attacca i nemici con il suo bastone ad elevata velocità.
Apollo Tornado: Genera un tornado roteando il suo bastone.



-Pidmon…- ripeté meccanicamente Jun. Era bellissimo, da lasciarla senza parole. Vamdemon indietreggiò coprendosi col mantello per ripararsi dalla troppa luce emanata dal digimon angelico.


L’arrivo di Hanumon e Mika nella camera di pietra, esattamente attraverso la fenditura nella parete causata dal Thunder of the King di Raiamon, diede una svolta alla situazione, anche se, in effetti, fece precipitare tutto.
Raiamon non riuscì a portare Mamoru in salvo, perché la creatura con una prima zampata rapida gli tagliò la strada. E la seconda lo colpì con forza alle costole, scagliandolo contro Musyamon. In questo modo Urameshi ebbe la strada libera e giunse innanzi ad Hiroyuki, lo afferrò per la gola e lo sbatté alla parete a diversi centimetri da terra. Hiroyuki sentì il fiato mancargli e non aveva le forze necessarie per reagire.
Il ragno schiacciò la schiena di Mamoru con la zampa, costringendolo a terra.
-Merda…- ruggì frustrato il prescelto della Giustizia. Sentì poi qualcosa scorrergli sul corpo come tanti serpenti. Erano corde. Si avvolsero intorno a lui e lo sollevarono da terra, disponendosi in una mortale ragnatela. A testa in giù, debole e inerme, Mamoru non aveva assolutamente voglia di fare commenti assurdi, né tantomeno di rimanere avvinghiato lì, ovviamente. Il ragno gli si avvicinò con la sua testa contorta e deforme e lo scrutò con quei suoi terribili occhi scuri.
-Izawa…- sibilò, con un tono divertito che fece accapponare la pelle al ragazzo -Adesso renderò il favore al tuo paparino…-
Mamoru si dimenò come un ossesso per liberarsi, ma invano.
Hiroyuki invece sentiva di stare per perdere i sensi.“Che… delusione…” pensò, ormai quasi del tutto estraniato da ciò che lo circondava. “Sono proprio… pessimo…”

Poi un grido.

-DOHATSUTEN!-
E migliaia di minuscoli e sottili fili dorati pervasero la sala, affondarono nelle carni di Urameshi e negli occhi del ragno. Il primo cadde riverso al suolo, lasciando scivolare il corpo del prescelto del Vigore lungo la parete di roccia, l’altro si dibatté e ringhiò, contorcendosi per coprirsi gli occhi con le zampe. Mamoru tirò un mezzo sospirò di sollievo e rivolse lo sguardo verso la spaccatura dalla quale sembrava fosse venuto quell’attacco insperato.
-Mika-chan!- esclamò contento.
E fu lì che la situazione degenerò totalmente.
Perché il ragno riuscì nonostante le ferite agli occhi a vedere Mika e il suo sguardo si fece maligno. Increspò l’angolo sinistro della bocca.
Mamoru riconobbe quel sorriso nonostante il volto dell’uomo fosse ormai deforme e irriconoscibile.
Era lo stesso sorriso che l’uomo aveva nella foto del fascicolo.
-Mika-chan!- urlò –Scappate!-
La bimba strillò.
Come il prescelto della Giustizia ebbe gridato nella loro direzione, il ragno quasi parve lanciarsi verso di loro. Lo videro scivolare veloce sui muri con le fauci spalancate. Diceva cose incomprensibili, versi osceni. Mamoru si dibatté con più forza e urlò.
-Raiamon! Raiamon!-
Raiamon e Musyamon giacevano stremati a terra, in particolare il felino non riusciva a reggersi sulle zampe.
-Raiamon, fa qualcosa! Raiamon!- continuava a gridare Mamoru.
Il ragno diede un altro assaggio della sua potente voce che vibrò fra le pareti, più forte e assordante di prima. Molte pietre della volta si spaccarono e Hanumon cadde a terra colpita da un pesante masso. La bimba cadde diversi metri più in là, per fortuna solo sbucciandosi le ginocchia.
-Ahia…- si lamentò con le lacrime agli occhi.
-Mika-chan!- urlava ora Mamoru per attirare la sua attenzione –Mika-chan va via da lì. Scappa!-
-Bimba…-

La prescelta del Sogno si accorse della presenza maligna che incombeva su di lei ed emise un grido acuto. La sua vocina penetrante rischiarò per un breve istante la mente di Hiroyuki ottenebrata dalla carenza d’ossigeno, dal dolore, dall’autocommiserazione.

Il prescelto del Vigore si sentì d’improvviso in dovere di fare quella cosa così semplice.
In fondo era lui a dovere guidare gli altri. Si era assegnato da solo il dovere di farlo e poi si era quasi fatto ammazzare dalla paura di suo padre e dal suo orgoglio.
Che bravo leader che era.
Quasi si faceva i complimenti da solo.
Strinse il pugno sul suo anello d’oro e digrignò i denti –Merda…-
Appoggiandosi alla parete, riuscì a rimettersi dritto e compì il primo difficile passo.
Gli altri furono più leggeri.
Non era così difficile…
Suo padre gli si avvicinò, pugnale alla mano.
Hiroyuki si fermò.
Cosa avrebbe dovuto fare o dire di preciso?
Si rigirò l’anello fra le dita.
Le voci intorno a lui lo disturbavano.

-Mika-chan, scappa!- continuava a gridare Mamoru.
Hanumon riuscì a scrollarsi di dosso il masso che la schiacciava al suolo e corse verso il mostro agitando la clava d’osso.
-Nyoi Bone!- esclamò cercando di colpirlo, ma quello la scaglio via con un gesto rapido e secco della mano.
-Thunder of the King!-
Il colpo elettrico di Raiamon andò a segno, distraendo l’aracnide che si voltò infastidito verso di lui. Il felino si reggeva a malapena in piedi.
Musyamon fece diversi passi, ma esitò, preoccupato per Hiroyuki.
-Attento!- esclamò Raiamon. Inutile, quel mostro li spazzò via di nuovo con le sue zampe ossute. Mamoru strattonò le corde invano.
-Merda! Merda! Merda!- urlò, come in preda al panico.

-Attento Mamo-chan!- urlò Tsutomu saltando giù dallo scivolo dell’asilo e “sparando” all’impazzata con le sue pistole di lego.
La testolina di Mamoru sbucò dalla casettina in plastica in cima allo scivolo.
-Grazie Tsu-chan!- esclamò facendo il saluto militare –Quegli stupidi zombie stavano per morirmi!-
Tsutomu sorrise rivolto all’amichetto.
-Tranquillo, Mamo-chan, ti proteggo io.-

-Aiutoooo.- Mika piangeva a dirotto, il ragno l’aveva quasi presa –Mamma! Mammaaaa!-

-Tranquillo, Mamo-chan, ti proteggo io.-
Mamoru sentì come un’eco risuonare nella sua mente.
-Ti proteggo io. Ti proteggo io…-

Mamoru urlò e finalmente la Crest della Giustizia si attivò. Il corpo di Raiamon fu pervaso dalla calda luce dell’evoluzione. L’energia scorreva fra le sue vene, i suoi dati fremevano come impazziti scomponendosi e ricomponendosi in una nuova struttura.

-Raiamon chou shinkaaaaa…. LoaderLeomon!-

Contemporaneamente, Hiroyuki strinse il pugno sull’anello fino a farsi sbiancare le nocche. Anche la Crest del Vigore s’accese di luce propria e Musyamon si sentì soggiogare da un’energia incontenibile. Da una rabbia potente. Hiroyuki doveva sentirsi così frustrato da trasmettere quel sentimento persino a lui, che normalmente riusciva a non farsi sfiorare dalla sua furia perenne.
Il ragazzo non era bravo a parole. Non sapeva mai cosa dire se riguardava lui in prima persona, ma tutto quel casino gli aveva fatto venire un gran mal di testa. C’era uno schifoso ragno che aggrediva una bambina, persino Mamoru il cretino era terrorizzato e lui si faceva seghe mentali inutili?!
La potenza del suo poderoso gancio destro sgretolò l’immagine fasulla di suo padre e i muscoli del viso del prescelto pian piano si distesero. Sparito l’appoggio, rovinò a terra, ma si rialzò subito, costatando che la ferita all’addome era scomparsa.
-Io non ho paura.- disse, scuro in viso –Non ho paura…-


-Musyamon chou shinkaaaaa…. Asuramon!-



*Digimon Analyser*


LoaderLeomon

Livello: Evoluto
Tipo: Macchina
Tipologia: Antivirus
Attacchi: Boring Storm: Fa ruotare la sua criniera come una trivella e perfora il nemico.
Loader Morning Star: Attacca con la sfera chiodata sulla sua coda.


Asuramon

Livello: Evoluto
Tipo: Demone
Tipologia: Antivirus
Attacchi: Asura Shinken: Scatena una raffica di pugni con le sue quattro braccia che possiedono il potere di annientare il nemico. Se usato mentre Asuramon mostra la faccia iraconda, l’attacco sarà notevolmente più potente.
Asura Ennetsuken: Lancia le fiamme che circondano i suoi pugni.



Il metallo giallo della corazza del digimon leone risplendeva ipnotico alla luce bassa e traballante delle torce. A guardarlo bene, ricordava uno di quei mezzi pesanti usati per la costruzione o la demolizione di edifici. La sua criniera era costituita da lamine gialle striate alternate a puntute lame scure. La sua coda era una palla ferrata da demolizione e i cuscinetti delle sue zampe erano pneumatici.
Asuramon aveva tre facce, ognuna con una maschera diversa, blu e compassionevole a sinistra, rossa e benevola al centro, gialla e iraconda a destra. Possedeva quattro possenti braccia e il suo incarnato era scuro, di un grigio pietra che risaltava con l’oro dei suoi bracciali, col drappo rosso, con la cintola bianca di corda e con le fiamme che l’avvolgevano e ardevano sulla sua testa.


Come se si fossero trasmessi un tacito messaggio, LoaderLeomon e Asuramon, si accanirono contro il ragno, riuscendo finalmente a colpirlo seriamente prima che potesse fare del male a Mika.
La criniera metallica del digimon felino ruotò vorticosamente come una trivella e affondò nelle carni del mostro. I pugni infuocati di Asuramon si abbatterono ferocemente sui suoi occhi scuri, illuminandoli per l’ultima volta prima di bruciarli con ferocia. Il digimon mostrava la faccia con la maschera dell’ira e non sembrava propenso a smettere di colpire il nemico, che ormai non faceva neppure resistenza, anzi iniziava a svanire nelle tenebre.
Solo quando il mostruoso aracnide scomparve completamente, Asuramon si placò e per qualche istante tornò il silenzio. Le corde erano scomparse, ma Mamoru era rimasto a terra, ancora scombussolato. Però ridacchiò.
-Accidenti… ce la siamo vista brutta, eh?- sorrise in direzione del suo partner che gli fu subito vicino. -Stai bene?- gli chiese.
Mamoru annuì. –Si, sto bene.- si alzò scuotendosi la polvere dagli abiti e si diresse verso Mika e Hanumon. -Va tutto bene, se n’è andato. Ti ha fatto male?-
Mika piangeva a dirotto.
-No… ho avuto tanta pauraaaaa.-
Mamoru le carezzò la testolina.
-Mi dispiace.- disse intenerito –Ma adesso quel brutto mostro se n’è andato.-
In realtà non ne era poi così sicuro. Il ricordo di quell’uomo era ancora nella sua mente, vivido come se lui fosse stato un’altra sua vittima. Se c’era una lezione da imparare da tutta quella faccenda, non era sicuro di averla capita appieno.
LoaderLeomon aiutò Hanumon a mettersi in piedi. Hiroyuki si riscoprì completamente risanato e dopo essersi tastato l’addome, si avvicinò ad Asuramon per contemplare quel livello così maestoso. Si riteneva soddisfatto, o almeno lo pensò per un attimo. Tutto ciò che era accaduto, non gli era piaciuto per nulla, ma il suo digimon così fiero e battagliero sì, decisamente.
-Ben fatto.- gli disse, ma poiché quello non rispondeva ma si limitava a fissare il vuoto, Hiroyuki si avvicinò. Asuramon tremava. Il prescelto del Vigore gli diede una pacca sul braccio.
-Che c’è?- chiese ironico –Grande e grosso e avevi paura di un ragnetto?- rise.
-…stati…-
-Eh?-
Il digimon demone lo scalzò con un forte colpo del braccio. Fortuna che il ragazzo avesse i riflessi pronti, perché indietreggiando d’improvviso evitò di ricevere il colpo in pieno.
-Ehi, ma sei matto?!- gli urlò contro.
Sotto la maschera gialla, ora al centro della testa, gli occhi di Asuramon si stringevano in un disperato sforzo di contenere la prorompente rabbia.
-Sposta…ti…- disse a denti stretti - scappa…te…-
Non era ancora finita.
-Io ho paura.- Mika si abbracciò di più a Mamoru.
-Hiropyon, vieni via da lì.- suggerì il prescelto della Giustizia.
Hiroyuki indietreggiò, ma non era per scappare. -Asuramon, che ti succede?- domandò ostentando una calma invidiabile, ma sudando freddo.
-Andate…. VIAAAAAAAA!- urlò il digimon colpendo una parete con un possente pugno fiammeggiante. E un altro distrusse il pavimento, poi l’altra parete. Era come impazzito d’improvviso.
-Oh merda, di nuovo!- esclamò il prescelto del Vigore e prese a trafficare col suo V-Tamer.

A volte capitava che Musyamon uscisse di testa e tutto quello che lui faceva era somministrargli un sedativo.
Non funzionò quella volta.
Il raggio arancione del Digivice trasmise i dati della sostanza calmante nel corpo del digimon demone, ma questi non smise di colpire alla cieca qualsiasi cosa si trovasse innanzi.
-Merda… dev’essere che coi digimon evoluti ce ne vuole di più…- sbottò il prescelto del Vigore.
Ne aveva ancora un’unità, ma non sarebbe bastata. Forse due unità, o peggio tre, avrebbero potuto qualcosa. Oppure era il caso di farlo sbollire e basta.
Indietreggiò nuovamente.
-Andiamo via!- esclamò alla volta di Mamoru, Mika, Hanumon e LoaderLeomon.
-E Asuramon?- chiese il felino.
Hiroyuki gli passò davanti di corsa –Quando perde le staffe non c’è modo di farlo ragionare.- disse.
Mamoru deglutì. Li avevano messi alla prova completamente. Gli altri prescelti non avevano subito un trattamento simile, ma per loro quello era una sorta di corso avanzato, come quando si studiano due anni scolastici in uno per non rimanere indietro rispetto alla classe. In fin dei conti, loro erano dei supporti per Taichi, Daisuke e i loro gruppi. Del tipo, più siamo meglio è. Come quando negli scacchi si fanno avanzare i pedoni a casaccio per sviare il giocatore avversario con mosse apparentemente avventate.
Mamoru pensò che forse Hiroyuki e Musyamon lo sapessero bene questo e l’unico motivo per cui il teppista non aveva fatto più storie del dovuto, era che in fondo voleva fare vedere di non essere solo un prescelto qualunque.
-Dovremmo provare a fermarlo.- disse Mamoru, ma Hiroyuki dissentì scuotendo la testa.
-Non se ne parla. Il dislivello è troppo.- lo afferrò e lo spinse verso il digimon felino –Kotemon può sembrare tranquillo, ma quando evolve ha come un bonus di energia dovuto alla rabbia. Tenere a bada Musyamon è già abbastanza complicato, figurarci ora che si è evoluto in Asuramon.- fece una pausa –Pensavo che evolvendosi si sarebbe fortificato nello spirito, invece i suoi istinti sono peggiorati.- lanciò un’occhiata al digimon demone che smanioso si avventava contro ogni sporgenza, ogni parete, ogni anfratto della camera di pietra.
Mamoru si lasciò convincere e salì in groppo a LoaderLeomon. E dietro di lui salì il prescelto del Vigore e, infine, Hanumon che reggeva Mika fra le braccia.
LoaderLeomon scattò, evitando un grosso macigno che Asuramon lanciò verso l’uscita, più per la furia cieca che per reale intenzione, e si gettò in un corridoio buio illuminato appena dai fari impiantati nel suo corpo.
Mamoru si voltò verso Hiroyuki e gli sorrise. Questi inarcò il sopracciglio e sudò ancora più freddo.
-E questo che significa?- domandò sul chi vive.
-Nulla nulla.-
-Cos’è quel sorrisino?!-
-Ma nulla, tranquillo…-
E probabilmente avrebbero continuato così per diversi minuti, sennonché Hanumon non li zittì urlando a LoaderLeomon di accelerare la sua corsa. Allora tutti si voltarono e videro con orrore pesanti massi staccarsi dal soffitto. Hiroyuki aveva il cuore in gola. Asuramon se la sarebbe cavata?
-Dovremmo tornare indietro…- propose nuovamente Mamoru, come se avesse letto i suoi pensieri.
-Tornerò indietro io, ma prima devo portarvi al sicuro.- disse LoaderLeomon ed evitò una grossa pietra che gli cadde davanti tagliandogli la strada.
-Perché è adirato?- domandò Mika fra le braccia di Hanumon.
Hiroyuki non rispose subito.
-Lui è fatto così.- disse reggendosi saldamente a Mamoru mentre LoaderLeomon compiva un balzo in avanti per evitare un altro masso. E poi… poi cadde un masso enorme.
Non sarebbero mai riusciti a evitarlo. Asuramon stava facendo un gran casino nella camera di pietra. Sarebbero morti sepolti sotto quel macigno.
Mika urlò, i ragazzi imprecarono fra i denti e LoaderLeomon si rovesciò di fianco, in modo da proteggerli col suo corpo.
Ma non ce ne fu bisogno.

Il masso fu attraversato da una crepa luminosa e si spaccò in più pezzi. Nessuno rimase ferito e sopra le loro teste, davanti ai loro occhi increduli, c’erano Jun e un digimon angelico.
-Siamo arrivati in tempo.- commentò la ragazza sulle spalle del digimon che sorrideva benevolo.
-Che botta di culo.- esclamò Hiroyuki e Mika si tappò le orecchie per poi sgridarlo –Non si dicono le parolacce!-
Le urla di rabbia di Asuramon attirarono l’attenzione dei due nuovi arrivati.
-Che sta succedendo?- domandò Jun guardando nell’oscurità alle loro spalle.
-Nulla.- rispose Hiroyuki, ostentando una certa calma.
-Il suo digimon si è messo a spaccare tutto!- esclamò Mika indicandolo.
-Ugh…- ringhiò il prescelto del Vigore imbarazzato –Ad ogni modo, si calmerà, prima o poi.-
Un boato più forte li costrinse a guardare nuovamente verso la camera di pietra. Nel buio brillavano le fiamme di Asuramon che avanzava lentamente nella loro direzione. I suoi occhi bruciavano ancora di rabbia così come i suoi pugni che fendevano le pareti.
Pidmon fece scendere a terra Jun con calma e avanzò verso il digimon demone.
-Aspetta!- esclamò Hiroyuki –Non puoi competere con lui!-
-Tranquillo, non ho intenzione di combattere. Mega Heal!- rispose quello. Agitò la sua verga per aria e generò una sorta di bolla di luce iridea che rischiarò il corridoio più della luce dei fari e delle fiamme. Quando Pidmon rilasciò la bolla, questa attraversò il corpo di Asuramon che rimase come paralizzato. Il digimon demone emise dei versi rabbiosi di diniego, ma pochi secondi dopo, la sua faccia ruotò e la maschera rossa fu di nuovo centrale. Il suo viso contorto dalla rabbia tornò ad essere calmo e benevolo, poi il corpo enorme del digimon si rimpicciolì involvendo in un confuso Kotemon.
-Co… cos’è successo?- domandò guardandosi intorno, spaventato.
-Ti spiego tutto dopo.- rispose Hiroyuki dandogli una pacca sulla testa.
-Non lo ricordi?- chiese Jun.
Kotemon scosse la testa.
-Perché che ho fatto?- chiese –C’era il ragno e poi…-

Una luce diversa dalle altre illuminò il corridoio e Wisemon apparve ai prescelti attraverso il varco che li aveva portati lì sulla Luna Rossa.
-Direi di rimandare le spiegazioni a dopo.- disse pacato –Avete superato la vostra prova, complimenti.-
I ragazzi deglutirono.
Com’era possibile? Non avevano trovato neppure ciò che stavano cercando.
Wisemon fece loro cenno di attraversare il varco.
Era ovvio che fare domande lì era inutile, inoltre stava crollando tutto, perciò il gruppo obbedì, lasciandosi alle spalle il misterioso labirinto di pietra.
Ognuno voltando le spalle alle proprie paure.
O ai propri sogni contorti.



Fine Capitolo 15



Sempre in ritardo, ma almeno il capitolo è lungo e in parte compensa l'attesa.
Vi posso assicurare che per scriverlo ho sudato sangue. Hiroyuki mi ha creato un sacco di problemi, perché in realtà non doveva dare un pugno a "suo padre" e invece... lui non è tipo da grandi discorsi, è uno d'azione... mi ricorda qualcuno... ah si, lui e Masaru sono simili, con la differenza che con Masaru ci si può parlare.
Con Hiro... beh, mica tanto.
E no, non ho dimenticato di concludere la vicenda di Jun e Vamdemon, sono cattiva e l'ho fatto apposta a lasciarla in sospeso, per ora. No, tranquilli, non li rispedisco sulla Luna Rossa. Avranno altre gatte da pelare adesso.
Mi ero preparata tutto un discorso, accidenti, ho la memoria di un porcellino d'india...
Insomma, quello che volevo dire è che forse questo capitolo non piacerà, però visti i soggetti, il modo di far evolvere i digimon non è che potesse variare tanto
. Penso che Hiroyuki è troppo testardo per chiedere scusa, ancora. Musyamon e Raiamon in questa evoluzione sono stati svantaggiati perché i loro compagni si fanno troppi problemi, hanno dei fantasmi troppo forti per metterci una pietra sopra così. Spero si sia capito ^^''
Poi la faccenda del padre di Hiro che spende tutto... io ricordavo di averla già proposta, ma, o ho riletto male i capitoli, oppure l'avevo cancellata per riproporla appunto qui. Perché non me la sono ritrovata. Spero di non aver fatto il mio solito casino coi capitoli... a volte capita, in quel caso, pardon ^^''

Beh, al prossimo capitolo!
Kiss e grazie a tuttiiiiiiiiii!!

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Capitolo 16
*** 16.Neo, portatore di tempesta ***


Capitolo 16: Neo, portatore di tempesta



Stormbringer coming
Time to die
Got to keep running
Stormbringer coming
(Stormbringer, Deep Purple)


-E così, hai combattuto contro Vamdemon?- domandò Daisuke.
-Non era proprio lui. Infatti, non era neppure così forte.-
-Oppure era Pidmon ad essere più forte!- esclamò Veemon e Culumon mise le zampine sui fianchi, tronfio d’orgoglio.
-Non lo so. Se fosse stato il vero Vamdemon, non avrebbe esitato a ucciderci. Ma sapevo che era finto. Ero nei miei ricordi, dopotutto.- la maggiore rimase un attimo perplessa di fronte al fratello, si carezzò la testa e gli diede infine una pacca sulla spalla.
-Sai, assistendo a quella scena con occhi diversi, posso dirti di essere orgogliosa di te, fratellino.-
Lui arrossì violentemente.
-G-grazie- biascicò.
Jun che si complimentava con lui? Si vedeva che era in atto la fine del mondo.

Quell’idillio familiare fu interrotto da Hiroyuki. Ovviamente. Il prescelto del Vigore aveva come un radar anti momenti-di-silenzio-imbarazzante e aveva posto una domanda a Gennai.
Una domanda che gli frullava in testa da un po’ e che frullava nel cervello anche degli altri prescelti, a livello subconscio.
Cera un’incongruenza nel racconto fatto dal saggio. Un’incongruenza bizzarra, quasi insignificante se non ci si prestava attenzione. Ma lui, una volta uscito dal varco e rimesso piede a Witchelny, aveva considerato l’idea di tornarsene sulla terra, per controllare la situazione. Magari dire ai suoi –
Ehi, sono vivo, mettetevi il cuore in pace!- per poi fare retro-front a Digiworld e vivere come un guerriero come aveva fatto finora. E pensando a quei suoi tre avventurosi anni nel mondo digitale, aveva richiamato alla memoria la ragazza più seccante e pericolosa dell’universo. Lunghi capelli bianchi e occhi come d’argento, lingua tagliente, pugni spappola budella… sì, gli mancava un po’ quella ragazzina. Le loro risse, i suoi pugni, le sue minacce. Si comportava proprio da piccola teppista e se non fosse stata perfettamente in grado di mandare qualcuno all’ospedale, avrebbe riso di lei, con quelle catene enormi che si trascinava dietro.
-C’è qualcos’altro che non ci hai detto, Gennai?- chiese accendendosi una sigaretta.
Gennai lo guardò fisso per diversi secondi.
-Non dovresti fumare.-
Hiroyuki aspirò la stecca, con noncuranza e poi ribatté.
- Riguardo ai primi bambini prescelti.-
-Una cosa che non ci ha detto?- Miyako ci pensò su un attimo. In effetti, i conti non tornavano neppure a lei.
-Le loro età?- suggerì Koushirou.

°

-Taichi!- esclamò Ylenia sventolando davanti al naso del ragazzo il suo Digi Terminal. -Taichi, è arrivato un messaggio!-
-Non ora, Yle. Non vedi che sto vincendo?- fece, quasi seccato lui, allontanando l’oggetto col dorso della mano.
-Spostati lumaca!- esclamò Pinocchimon spintonandolo e gridando -VROOOOOOOOOOOOOOOOM!-
-AHIA!- gemette Taichi sbattendo i gomiti a terra. Si rialzò in fretta e sovrastò il burattino in tutta la sua altezza. - Ma sei matto?! E’ solo un gioco!-
Quello gli fece il verso e diede una sterzata col volante del suo videogioco, tagliando il traguardo prima dell’auto azzurra del ragazzo.
-Piccolo baro…- commentò aspro il prescelto del Coraggio. I suoi occhi adocchiarono poi una serie di giochi splatter all’apparenza estremamente godibili per un intenditore del suo calibro.
-Taichino…- lo richiamò Ylenia mentre quello continuava a battibeccarsi col burattino per la scelta del seguente gioco.
A complicare la situazione giunse Etemon, che riferiva che Mugendramon e Metalseadramon erano pronti per essere purificati.
-Come?- emise Ylenia -Due in una volta? Ma non so se riesco…-
Etemon le porse una rosa, tolta da chissà dove, e gliela porse con fare galante.
-Tu non preoccuparti di questo, mia cara. Il grande Etemon farà sempre il tifo per te.-
-Oh, grazie, mio eroe!- esclamò lei, dandogli corda, ma poi tornò dal suo ragazzo e lo sottrasse alla lotta con uno strattone.
-C’è un messaggio di Mimichan!- esclamò e iniziò a leggerlo. -Dice che lei e Koushirou sono ufficialmente una coppia!-
Taichi emise un fischio di apprezzamento Era anche ora che Kou si dichiarasse.
-Dice anche che stata lei a dichiararsi perché lui era troppo impacciato.-
Come volevasi dimostrare.
-E dice qualcos’altro?-
-Si. Dice che i ragazzi hanno superato la prova della Luna Rossa. Anche Mikachan! Oh, Mikachan è adirata con Hirotama perché dice un sacco di parolacce e… oh…- non lesse il messaggio a voce alta. Mimi le riferiva che toccava a Risei entrare nel varco, ma non da solo. Non era il caso nel modo più assoluto.
-Ma che strano- commentò poi la ragazza.
-Che cosa?- s’intromise Pinocchimon cercando di leggere il messaggio, ma Taichi fu più veloce e riuscì a cancellarlo.
-Ehi!- esclamò il burattino puntandogli contro una pistola Perché l’hai fatto?!-
-Non scaldarti tanto, sono cose private.-
-Decido io cosa è privato e cosa non lo è, testa di palma!-
-Testa di…- Taichi s’incupì -Come mi hai chiamato?-
E iniziò l’ennesimo battibecco fra lui e Pinocchimon. Etemon se ne stava lì in disparte a corteggiare Ylenia e intanto Mugendramon e Metalseadramon aspettavano da circa un quarto d’ora abbondante. Fu Vamdemon a recuperare il gruppetto.
-Vorrei proprio sapere perché state perdendo tempo qui dentro.- esclamò infuriato entrando nella stanza.
-Colpa mia!- mentì Ylenia -Ero un po’ insicura, sai…-
-Bene, andiamo allora.- disse lui calmandosi e accompagnandola fuori dalla stanza, sotto gli sguardi attoniti degli altri.
-Com’è che con lei diventa un agnellino?- sbottò Pinocchimon.

Percorsero il corridoio quasi in silenzio. I loro passi picchiettavano leggeri sul legno della pavimentazione. Si diressero verso il laboratorio del drago nero, che aveva deciso di monitorare l’intero processo di purificazione per fini scientifici, ma anche per constatare se si poteva agire in maniera diversa rispetto a come la prescelta della Memoria aveva agito con Piemon.
-Vamchan.- iniziò la ragazza -Posso farti una domanda?-
Lui annuì.
-Riguarda Kei e gli altri ragazzi.-
Il vampiro si fermò.
-Conosci Kei?- chiese.
Lei scosse la testa.
-No, ma Hiroyuki sì. E anche Hina. E ora che ci penso, l’anno scorso al festival interscolastico la commedia vincitrice aveva come attrice una ragazza molto brava, ricordi Taichino?-
-Già.- rispose lui arrossendo appena -Si chiamava Kirara, in effetti. Cavolo, quella vittoria se la sono meritata su tutti i fronti.-
-Conosci una bambina che si chiama Aki?- domandò allora Pinocchimon agitato. Ylenia ci pensò su.
-Una volta la squadra di basket di Takeru si è scontrata con quella allenata da una ragazza di nome Aki, mi pare…-
-E com’era?- Pinocchimon era letteralmente su di giri.
Ylenia si grattò la guancia -Scusa, io non c’ero, avevo l’influenza il giorno. Non so neppure se fosse lei… però la cosa strana…- e si rivolse a Vamdemon - … è che hanno più o meno le nostre età da quanto ne so, mentre in realtà dovrebbero avere il doppio dei nostri anni.-
I Padroni delle Tenebre si bloccarono, tutti e tre, come statue.
-Perché?- domandò Ylenia.
Vamdemon la guardò, poi fissò il corridoio davanti a sé -E’ una storia piuttosto seccante da raccontare ma credo che non ci siano grossi problemi a…-
-La racconto io!- esclamò Etemon impugnando l’inseparabile microfono.
-NO, TU NO!- lo zittirono gli altri due.

°

-Alla fine, le schede USB non sono servite.- disse Gennai porgendole ai ragazzi -Ma era su questo che contavamo. Dovevate far brillare le vostre Digipietre e l’avete fatto. Ora prendete queste e usatele con saggezza, senza forzare i vostri compagni.- I ragazzi annuirono. Hiroyuki avrebbe voluto ribattere circa il continuo cambiare discorso del saggio, ma lasciò correre. Dopotutto aveva ottenuto il surplus energetico per cui si era quasi fatto ammazzare.
-Conoscete il significato delle vostre Digipietre?- domandò.
Scossero tutti la testa. Le conoscevano, ma solo sommariamente. -Apparentemente è il coraggio ciò che ci spinge ad osare. Ma è anche ciò che ci spinge a compiere scelte, a sacrificarci per uno scopo, a protrarre una lotta o anche a vivere semplicemente la vita, superando le comuni avversità.-
Così Gennai fece una digressione, per arrivare infine a tutto ciò che i prescelti volevano sapere.
-Il Vigore è la forza latente che ognuno ha dentro. Ciò che erge l’individuo fra le avversità. Lo rende come una roccia fra le onde di una tempesta. Hiroyuki, in un momento di simile crisi, avevamo assoluto bisogno di una persona traboccante di una simile forza.-
Passò a Jun -La volontà è ciò che spinge l’uomo a raggiungere le mete che si prefigge a dispetto di ogni ostacolo, di ogni timore. E ciò che lo aiuta a proseguire e, ora come ora, Digiworld ha davvero bisogno di trovare questa Volontà.-
La ragazza arrossì un poco, fiera della fiducia accordatale.
-E Mikachan, la tua Digipietra è la più bella di tutte.-
La bimba si rallegrò -Davvero?-
-I sogni tengono vivo il mondo. Senza sogni le persone sono gusci vuoti. Come le bambole.-
-Le bambole sono belle.- protestò allora la bambina.
-Sono belle perché sono giocattoli. Ma una persona che si comporta come una bambola non sarebbe bella, non credi.-
La bambina ci pensò su e concordò -Si, hai ragione.-
-Allora contiamo su di te.- le carezzò la testa Gennai. Lanciò un’occhiata a Risei, seduto sugli scalini dietro la bambina, ma prima di parlare a lui, diede una pacca alla spalla di Mamoru.
-La Giustizia è un onere. Solo pochi possiedono il vero senso di giustizia. Molti ritengono che il proprio lo sia, perciò, Mamoru, devi stare sempre in guardia. Giustizia è il bene di tutti, non solo di chi subisce un torto. E’ una bilancia, le due controparti devono rimanere sempre ad eguale altezza. Altrimenti si attua un crimine.-
Il ragazzo annuì, ma non era convinto.
-Infine, restano Onestà, Memoria e Fedeltà, ma per quest’ultimo se ne riparlerà in seguito. Risei, sai cos’è l’onestà?-
Il bambino alzò gli occhi e rispose -No.-
-Significa essere leali, sinceri, trasparenti. Qualunque cosa succeda, tu sei tu, non perdere te stesso, hai capito?-
Alzò le spalle -Zio, non trovavi altre parole per dirmelo?- sorrise.
Gennai annuì -Sei la persona più onesta che conosca.-

Yamato sentì una sorta di gelosia. Gennai aveva un rapporto con suo figlio. Lui no. Forse, se avesse dovuto scegliere, alla fine Risei avrebbe preferito Digiworld e Gennai, non lui e la Terra.
Ebbe paura e cercò di non pensarci.
-Non mi farò assorbire da Daemon, né gli farò fare i suoi comodi.- s’incupì il piccolo Risei -Io quello lo odio.-
Il prescelto dell’Amicizia gli si sedette accanto allora e gli diede una pacca leggera sulle spalle.
-L’odio non ti porterà a nulla.- gli disse.
-Ma ti ha fatto del male!- si agitò il bambino.
-A me, infatti, fa solo pena.- mentì. Lo odiava anche lui, ma sapeva che l’odio era fra le cose da non insegnare mai ad un bambino. -Fa pena a tutti, come fanno pena Lucemon e tutti quegli altri che pensano che il potere sia la cosa più importante nella vita. Persone così non le capirò mai.-
Al termine del discorso Yamato si rese conto che erano rimasti tutti in silenzio a sentirlo parlare. Ma non poteva che essere contento del fatto che Wisemon lo scrutava con occhi diversi.
Lui non era solo una chiave di distruzione.
Sapeva pensare ed agire di testa sua e certo non si sarebbe tirato indietro al momento cruciale.
Uno scricchiolio sonoro allertò tutti e Risei esclamò gioendo -SI STA APRENDO!-

Il piccolo digiuovo nero e giallo era segnato da una crepa in tutta la sua larghezza. Quella crepa crebbe, finché l’uovo non si spaccò completamente mostrando ai ragazzi due occhietti ambrati, smaniosi di vedere la luce. Il piccolo guscio schizzò via e il digimon, un piccolo Botamon, saltò sulle mani di Risei, contento. Il bambino lo afferrò al volo -E adesso?- chiese ansioso.
-Dovresti abbracciarlo, per farlo sentire al sicuro.- propose Sora e lui obbedì, cullandolo.
-Tranquillo, piccolo, tranquillo…- gli disse.
E da quel momento in po’, fu totalmente assorto nella cura del suo partner. Mika gli ronzava intorno e sembravano una coppietta da “il gioco dell’allegra famiglia”.
A Yamato faceva male il pensiero di non essersi preso cura di lui a quel modo.
“Posso solo proteggerlo, ma quando finirà questa storia, che cosa dovrei fare?”

-Concludi il discorso, Gennai.- chiese Mamoru -Perché ci hai detto delle nostre Digipietre?-
Il saggio distolse la sua attenzione dai bambini e rispose -Giusto. Accadde durante lo scontro contro Lucemon…- annunciò e tutti gli rivolsero la loro completa attenzione.


°

-C’erano una volta, nove bambini prescelti e i loro digimon.- iniziò a raccontare Piemon, mostrando degli scarabocchi agli esterrefatti ospiti. -Che avevano il compito di sconfiggere Lucemon, per portare la pace nel Mondo Digitale.-
Scambiò il foglio.
-Ma non avevano fatto i conti con la forza del nemico, che li sconfisse in un attimo.-
Cambiò foglio.
-E i digimon perdettero la capacità di evolversi.- il suo sguardo si fece triste -Anzi, iniziarono ad involvere, finché non giunsero a livello primo stadio.-
All’inizio Taichi e Agumon si lamentarono per i pastrocchi riciclati dal combattimento contro di loro, ma Piemon li aveva zittiti riprendendo il racconto. Nonostante usasse un modo poco serio per raccontare la vicenda, con disegnini pressoché infantili, le sue ultime parole trasmisero una tristezza senza eguali.
-I bambini decisero di donare ai digimon ciò che permetteva loro di crescere. I digimon furono salvati e…- cambiò foglio ancora -Sconfissero infine Lucemon, confinandolo nella Dark Area.-
Un ultimo cambio di foglio e la storia finì -La missione era terminata. I bambini e i digimon avevano trionfato, ma i primi non sarebbero più cresciuti, i secondi avrebbero perso se stessi… c’è un lieto fine in questo?-
Taichi deglutì in silenzio, poi prese la parola -Non starai cercando di scaricare le tue colpe su Lucemon?-
Piemon si alzò dalla sedia, in silenzio, con un movimento lento e calcolato e rispose -No. Ora posso dire chiaramente che ho sbagliato. Lo ammetto. Ma per noi non è stato facile, né prima, né dopo. Abbiamo sconfitto Lucemon, ma cosa abbiamo guadagnato da tutto questo?-
Taichi fece per aprire bocca, ma il Padrone delle Tenebre lo interruppe -E non dire che queste cose si fanno spontaneamente senza dover desiderare qualcosa in cambio. Perché non è così. Abbiamo abbandonato Lucemon perché ci siamo accorti che aveva imboccato una strada che non ci andava di seguire. L’abbiamo sconfitto perché ciò che faceva non era giusto. L’abbiamo tradito e abbiamo pagato per quel gesto.- la sua voce s’incrinò -Non sono riuscito a ringraziare Kirara per avermi salvato la vita e avermi seguito fino in fondo nonostante non fosse una cosa che la riguardasse.- distolse lo sguardo -I ragazzini non dovrebbero essere coinvolti in cose simili.-
In quel momento Taichi provò rabbia,
-Aspetta un momento!- esclamò -Adesso parli così, ma avete cercato di ucciderci più di una volta. Tu ha cercato di uccidere Mimi sei anni fa e ci saresti riuscito se non fosse stato per Chuumon. E parliamo di Yamato?!-
Il clown annuì.
-So che può sembrare riduttivo, ma sono pentito. Prima non ero capace di ammettere che sbagliavo, ora sì.- alzò la mano accennando alla prescelta del Memoria -Grazie a te, Ylenia.-
Lei sorrise e incrociò le braccia dietro la schiena -Sono contenta per voi.- rispose, ma poi assunse un’aria seria -Però… vorrei che chiedeste scusa a mio fratello. Se siete davvero pentiti, non dovrebbe essere difficile, no?-
Piemon annuì.
-Vorrei parlare con lui… non ci sono andato leggero, in effetti.-
-L’hai quasi ucciso…- commentò gelido Taichi, sempre sulla difensiva.
Eppure non sentiva nessuna minaccia proveniente dagli astanti. Non più.
-Perché potrebbe prendere una strada sbagliata e questo comporterebbe la fine di ogni cosa.-
Taichi allora, istintivamente, afferrò l’altro per la giacca.
-COME POTETE PENSARE TUTTI QUANTI CHE LUI SIA COSI’?-
Piemon si liberò facilmente della sua presa -Perché ho visto che toccando certi tasti è facile fare leva su di lui. Ognuno ha le sue debolezze.-
-Oh e tu hai ben pensato di ucciderlo, per fare prima!- batté le mani -Ma che bravo! E’ il ragionamento più idiota che io abbia mai sentito!-
Piemon s’incupì -Senti un po’, moccioso. Mettiti un attimo nei miei panni!-
Ylenia ascoltava entrambi con preoccupazione crescente. La sua mano incontrò quella di Bearmon e la strinse forte. Metalseadramon lanciò un sorriso provocante a Vamdemon e gli trasmise telepaticamente “Vorresti essere al suo posto?” e ricevette una gomitata allo sterno in risposta.
-Tutto quello per cui ho lavorato in questi anni, tutto ciò che sono riuscito a recuperare dopo averle prese da un branco di marmocchi, era minacciato! Se avessi saputo prima che il tuo amico era la Chiave delle Tenebre, pensi che l’avrei risparmiato? Allora non ero neppure totalmente consapevole di essere stato contaminato da Lucemon. Non la prendevo sul serio.- assunse un tono greve e indicò la prescelta della Memoria -Avrei ucciso anche lei e non avrei avuto rimpianti.-
Ylenia indietreggiò un poco.
Taichi fece per ribattere, ma lei lo zittì posandogli una mano sulla spalla.
-Lascia perdere, Tai.- disse piano -Avete ragione entrambi, c’erano troppe cose in ballo per poter dire chi era nel torto o nella ragione. Ora pensiamo a fare quello per cui siamo qui e torniamo dagli altri.-

Vamdemon sorrise dolcemente e Metalseadramon ne approfittò per lanciargli un’altra beccata.
“Lei ti piace… ”
Che poi lui si limitava a pensare la cosa. Era Vamdemon che leggeva nelle menti di tutti, alla fine era colpa sua se poi ci restava male, no?
Infatti, gli diede un’altra gomitata.

°

-Dopo che Piemon e gli altri sono morti- disse Gennai -L’insieme di dati che consentiva la crescita ai ragazzi è stato liberato. Ora dovreste avere più o meno gli stessi anni.-
I ragazzi si erano stretti intorno al saggio, pendevano dalle sue parole ancora una volta, assetati di sapere.
-E’ una storia molto triste.- disse Miyako -Ma allo stesso tempo, mi fa accapponare la pelle. In senso positivo.-
-Già.- concordò Iori -In confronto al loro sacrificio, tutto ciò che abbiamo fatto viene sminuito.-
-Non dire così.- gli fece Jou -Ognuno fa quello che può, e probabilmente ognuno di noi avrebbe fatto lo stesso per il suo digimon in una situazione analoga.-
Iori annuì.
-E noi avremmo fatto lo stesso per voi!- affermò Armadimon raccogliendo consensi da ambo le parti.
-Io sono morto per salvare Takeru.- affermò Patamon mettendosi diritto su due zampine e pavoneggiandosi. Takeru s’incupì al ricordo, ma Veemon fissò il piccolo mammifero con ammirazione. Ma poi afferrò Wormmon e lo trascinò al centro dell’attenzione.
-Anche lui è morto per il bene di Ken!- esclamò, al che il piccolo bruco arrossì violentemente e tentò di dimenarsi.
-No, io… ti prego, mi metti in imbarazzooo!-
E Hawkmon sorrise benevolo osservandolo.
Era sempre così timido. Più lo conosceva, più lo trovava squisitamente dolce e buono.
Non c’era altro digimon che potesse affiancare Ken Ichijouji.
Bontà e bontà.
Così come lui stava accanto a Miyako nonostante il carattere eccentrico di lei, Wormmon era arrivato a farsi uccidere, si era umiliato fino alla fine, pur di salvare Ken da se stesso.
E poiché le premesse non erano buone con Daemon in circolazione, il falchetto sapeva benissimo che con Miyako avrebbero dovuto lottare tantissimo per aiutare i due. La prescelta dell’Amore e della Sincerità cercava di non pensarci e si sfogava su Daisuke, ma in realtà temeva per la sorte del suo ragazzo.

Stavano insieme da quando era finita la loro prima avventura. Ken, contrariamente alle aspettative, si era dichiarato a lei durante uno spettacolo pirotecnico.
- Miyakosan…- aveva iniziato a dire, un po’ impacciato, ma poi lei l’aveva visto stringere il pugno e arrossire leggermente.
-Dimmi.- rispose.
-Ehm… no, è che… insomma, tu cosa ne pensi del fatto che l’uomo tenti di razionalizzare ogni cosa?-
Miyako quasi rimase di sasso. Che bisogno c’era d’imbarazzarsi per chiederle quello? Ma poi lui le si era avvicinato un po’ di più. E lei rispose, giusto per educazione.
-Be’, direi che è il bisogno di non brancolare nel buio. Più si conoscono le cose, meno paura fanno.-
Lui annuì.
-Ma così si perde tutta la magia…-
Non gli sembrava un tipo romantico, ma lo lasciò proseguire nel discorso.
-E’ solo…- disse ancora Ken -Che io ho sempre avuto un approccio scientifico alle cose e invece ora… ora non ci riesco.- disse ancora, palesemente più agitato. -Quello che voglio dirti, Miyakosan, è che ora come ora… sei come un sale dentro un mortaio, insieme ad un ossidante e ad una miscela di combustibile… ecco.- e in quel momento si era fermato, chinando il capo.
Miyako intuì una leggera sfumatura romantica nella cosa, perciò gli si avvicinò ancora.
-E poi che succede?- chiese sorridendo.
Era così bella nello yukata lillà decorato d’orchidee e farfalle ricamate in oro.
-Le sostanze sublimano…- disse rosso in volto e alzò un dito al cielo. Era come se avesse calcolato tutto, perché un fiore di fuoco violaceo sbocciò su di loro con fragore. E Ken le si fece più vicino.
Erano così vicini che le loro labbra potevano sfiorarsi.
Ma erano solo bambini delle medie, in fondo. E nonostante fossero due genietti fatti e finiti, erano ancora troppo piccoli per desiderare un contatto così profondo.
Ken le posò le labbra sulla guancia, con delicatezza.
-Miyakosan…- sussurrò quando pochi secondi dopo si scostò da lei. Era praticamente rosso in volto. E non era un gioco di luci. Poteva ridere a crepapelle per il buffo effetto che faceva vederlo così, ma non lo fece.
Ken deglutì.
-Non voglio vederti in maniera razionale… ti sminuirebbe. Così come per i fuochi d’artificio.- inspirò a fondo -E’ che tu mi piaci così tanto…-

E poi il gran finale aveva interrotto Ken Ichijouji, ma lei, Miyako Inoue, l’aveva preso per mano decretando l’accettazione dei suoi sentimenti. Non pensava che si fosse mai dichiarato, semmai l’avesse voluto. Meditava di farlo lei, un giorno. E invece…
-Hanno avuto davvero tanto coraggio.- disse riferendosi ai primi prescelti. Sorrideva, ancora immersa nel suo dolce ricordo -Speriamo di averli presto al nostro fianco.-
E nonostante questo comportasse anche l’aiuto di coloro che erano i nemici, le incarnazioni dei loro incubi, di fronte alla minaccia di Daemon che incombeva, quello era il male minore.

°
Ma torniamo un attimo ancora sull’Errant Castle, nel laboratorio di Mugendramon.
Alla fine era calato l’ennesimo silenzio e il drago nero si era seduto davanti ad Ylenia, nella sua originale stazza. Aveva poi aperto la bocca, mostrando una grossa lente rossa che brillava nell’oscurità delle sue fauci.
-Devi indirizzare qui il raggio.- disse col vocione metallico che assordò i presenti.
Lei annuì.
-E se sbagliassi?-
Mugendramon, con fragore metallico si chinò su di lei -Non sbagliare.- rispose.
Ylenia allora inarcò un sopracciglio. Nervosetto il tipo.
-E questo cosa sarebbe?- chiese Agumon indicando una teca con all’interno quella che sembrava una pistola tecnologicamente molto avanzata di color platino.
-E’ un esperimento.- rispose quello -Ma prima di tutto devo raccogliere altri dati, perciò sbrigati con quel raggio e chiudiamola qui.- disse infine, a Ylenia.
-Non sarà che hai paura?- lo beccò Agumon e la luce negli occhi del digimon cambiò per un istante. Si spense e riaccese, a indicare che stava mentalmente contando fino a dieci prima di spiaccicare il piccolo dinosauro arancione sul pavimento.
Allearsi con lui era l’ultima cosa che voleva, ma anche il grande Mugendramon aveva i suoi conti da chiudere e non solo la ricerca di Gie o la salvezza di Digiworld. Era un qualcosa di più seccante. La ragione per cui era venuto al mondo, tanto tempo prima. Ciò che l’aveva gettato nella disperazione. E anche il motivo per cui aveva quel corpo quasi indistruttibile.
Quasi…
Doveva lavorarci su.
Aveva bisogno di tempo, di dati, ma era a buon punto.
E innanzitutto aveva bisogno di liberarsi di quell’orgoglio che gli impediva di chiedere ai suoi compari un piccolo, minuscolo favore.
Via il dente, via il dolore.
Si rimise a sedere a terra, mansueto come chi sa che non ha molto da perdere.
Ylenia allora gli andò davanti e fece esattamente quello che fece con Piemon. Puntò il dito indice verso la gola del digimon, come fosse la canna di una pistola.
-Sono pronta.- disse.
-Aspetta!- esclamò il digimon, come se ricordasse qualcosa. Con la zampa armata indicò la teca con la pistola. Trasmise un comando e da questa fuoriuscì una lente azzurra.
-Prova prima a colpire quella. Giusto per calibrare la potenza del colpo.-
La ragazza annuì e si posizionò di fronte allo strumento.
Agumon zampettò verso il digimon e gli lanciò una frecciatina -Paura?-
Mugendramon ancora si trattenne, ma la risposta giunse da sola. Perché Ylenia sparò un raggio di luce abbagliante contro la lente, ma fallì miseramente la mira e il colpo fu lì per lì per prendere Vamdemon in pieno. Questi si spostò di fortuna.
E Metalseadramon gli lanciò un’occhiata divertita.
“Un bel colpo di fulmine.” Sghignazzò inarcando ad intermittenza le sopracciglia.
Il vampiro preferì non infierire troppo su quella mente decisamente troppo inferiore per i suoi gusti. E il drago d’acqua ne fu deluso. Insomma, voleva solo svagarsi! Era preoccupato per il suo compagno, dopotutto. Mugendramon stava istruendo Ylenia, che aveva aggiustato la mira anche grazie ai consigli da serial killer di Pinocchimon.
-Se miri un po’ più a sinistra fai centro sicuro.- le disse -Così se c’è vento non ti sposta il raggio.-
-Ma un raggio non è come un proiettile!- ribatté lei.
-Non ho bisogno di precisione millimetrica, dai spara!- esclamò spazientito il drago nero.
La ragazza obbedì.
Il raggio colpì la lente che divenne rossa.
Si udì un forte brusio e sul vetro della teca comparvero delle scritte di luce arancione che scorsero davanti agli occhi di tutti per qualche minuto. Al termine di quel tempo, il drago disse.
-Prova adesso a contenere un po’ la forza.-
-E come si fa?-
Intervenne Piemon.
Mugendramon era un ammasso di metallo. Un’arma. Una volta scelta la potenza dei colpi li sparava senza ridurne la prestanza. Occorreva il suo intervento in qualità di digimon mago.
-Cerca di tenerla dentro. O pensa alla valvola di un rubinetto che si chiude riducendo il getto d’acqua. Una volta che capisci come funziona, è abbastanza semplice.-
E lei provò ancora.
Dopo tre colpi raggiunse il livello di energia necessario. Scagliò altre tre frecce di luce verso la lente e, finalmente, Mugendramon diede ordine di procedere.
-Pronto?- chiese la ragazza.
Lui diede conferma, spalancando nuovamente le fauci.
La digiprescelta della Memoria si concentrò sulle sue energie che fluivano dal corpo verso il braccio e da lì alla mano.
Dalla mano all’indice.
Una sfera luminosa si generò e rimase immobile, accrescendosi quanto bastava. Ylenia immaginò il rubinetto che veniva socchiuso. Potenza calibrata. Non aveva l’adrenalina in circolo come quando aveva colpito Piemon. Adesso aveva più scrupolo. Meno urgenza. Inspirò, espirò. Lasciò andare il colpo.
La luce sfrecciò nell’aria, nella bocca di Mugendramon. Colpì la lente rossa e si trasmise nei suoi circuiti fino alla parte più nascosta dell’essere.
Fino ad un piccolo agglomerato di dati in forma di scheda madre.
Questo brillò e da esso fuoriuscì una minuscola massa d’energia nera che si dissolse all’istante separata dal suo ospite.
Disgregata dalla luce.

°

Neo correva da diverse ore.
Era esausto, ma quelli che aveva alle spalle lo attaccavano davvero. E MetalPhantomon era in prima linea, dannato!
“Che bisogno c’è?!” si chiese.
Doveva farsi notare dai digiprescelti, quello era vero. Ma se uno di quei raggi l’avesse colpito, sarebbe morto. E allora addio piano, grande Daemon! Si gettò a capofitto nel sottobosco, e continuò a correre sfrecciando fra gli alberi. Secondo i dati raccolti, doveva esserci una zona con lo spazio distorto nelle vicinanze. Si sentì in colpa perché facendo in quel modo, una volta rivelato l’inganno (perché era sicuro che presto o tardi Daemon avrebbe dato a lui il "merito" di tutta l’operazione) Taichi l’avrebbe odiato.
Ora, Neo Saiba non aveva mai avuto in simpatia Taichi. Ma il prescelto del Coraggio aveva protetto Rei, i suoi amici e gli aveva aperto gli occhi.
Avevano sconfitto Daemon insieme e perciò, nonostante l’incompatibilità di carattere, provavano stima reciproca. Potevano definirsi amici, in effetti. E lui stava per distruggere tutto. Perdere tutto, di nuovo.
Ma che scelta aveva?
Poteva solo tentare di fare il doppio gioco, ma doveva gestire bene le cose.

Giunse infine nella zona in cui sorgeva Bernika, ma non la vedeva. Sapeva di esserci in mezzo però. E sperò che non ci fosse nessuno lì intorno. Si massaggiò i polpacci che gli dolevano per l’incessante corsa e le braccia, martoriate dagli esperimenti.
Daemon tramava qualcos’altro.
“In effetti, poteva trovare tantissimi modi per rapire il suo “contenitore” ai digiprescelti. Quindi, perché è venuto a cercare proprio me?”
Un’ipotesi si fece largo nella sua mente e Neo poté solo spostarsi appena in tempo prima di venire investito da un potente raggio bluastro.

-Perché ti sei fermato, Neo Saiba?-
Il ragazzo, steso sull’erba, alzò un poco la testa e guardò davanti a sé.
MetalPhantomon l’aveva raggiunto come da copione. I Mechanorimon erano sicuramente nascosti col resto del plotone fra la vegetazione. Col luogotenente di Daemon vi era soltanto un altro digimon che aveva avuto modo di vedere in azione una volta soltanto: Metal Tyranomon. Questo digimon era molto simile ad un Tyranomon, ma aveva la pelle squamata biancastra e varie parti metalliche e cavi lungo tutto il corpo. Ricordava un Mugendramon, ma ancora incompleto.
Era stato lui a scagliare il raggio verso il suolo ai suoi piedi.
Stava per ripetere l’attacco. E mirava alla barriera, ma Neo sapeva di doversi mettere in mezzo il tanto che bastava per far continuare la messinscena.
Si alzò e prese a correre più veloce che poteva.
“Signori e signori, che lo show inizi!” pensò sarcastico.
L’esercitò rimase nascosto in silenzio nella fitta radura e il digimon rettile si diede all’inseguimento del ragazzo. Si tratteneva, era evidente. Sparò colpi a casaccio, ma anche questa era apparenza. Voleva attirare l’attenzione.
E ci riuscì.

°

-Abbiamo un problema.- esclamò Andromon nella sala di controllo, rivolto a Leomon e Ogremon in piedi alle sue spalle. I due digimon si scambiarono un’occhiata e s’avvicinarono al cyborg. Osservarono gli schermi luminosi, restando interdetti nell’osservare quanto accadeva fuori del villaggio nascosto.
-Chi è quel moccioso?- domandò Ogremon, sempre molto gentile.
-Non lo so…- rispose pacato Leomon -Ma certo non possiamo farlo uccidere così.-
-Scherzi?!- esclamò l’orco -Senti bello, non so tu se lo sai, ma quello è Metal Tyranomon, dell’esercito di Daemon! E quell’altro è MetalPhantomon, il suo nuovo luogotenente! Quelli non hanno pietà di nessuno!-
Leomon estrasse dal fodero la sua spada e la osservò, come in trance, bramando giustizia.
-Mi spiace, ma finché i ragazzi saranno impegnati, spetta a noi difendere i dintorni. E non posso semplicemente stare a guardare, non credi?-
Ogremon schioccò la lingua contro il palato.
-Forse non ti rendi conto di chi stai andando a combattere.-
Leomon lo fissò dritto negli occhi -Dov’è finito tutto il tuo coraggio?-
-E il tuo senno?!-
Entrambi avevano ragione, ma nessuno dei due l’avrebbe mai data vinta all’altro. Andromon si era quasi convinto di doversi mettere all’opera, ma il problema si risolse da solo.
-Devo andare.- disse Leomon lasciando la stanza -Tu sta pure qui e prenditi cura dei bambini.-
-Ma certo!- esclamò ancora l’orco sarcastico -E magari quando torni, caro, ti massaggio i piedi e preparo il bagno! Va, va! E cerca di non morire di nuovo!-
Il leone annuì e lo salutò -Mi raccomando.-
Uscì dalla sala di controllo.
Ogremon si morse la lingua, rimase pensieroso qualche secondo, poi pestò i piedi in terra e si precipitò dietro il rivale brandendo la sua clava d’osso.
-Aspetta! Aspetta, dannazione!- gli urlò contro -Non ti permetterò di superarmi di nuovo, dannato!-


Inutile negarlo. Quando si trattava di mettere in piedi sadiche messinscene, MetalPhantomon era un campione. Oh, ma gliel’avrebbe fatta scontare anche quella.
Mentre correva per evitare di essere colpito dagli attacchi del dinosauro, Neo si vide volare contro anche il digimon fantasma. E nonostante il suo volto fosse scheletrico, i suoi occhi avevano un che di maligno. Forse la luce, l’adrenalina, o forse l’effetto di qualche strana sostanza, ma sembra sogghignasse. Brandì la sua falce e sferrò diversi colpi, che se non avesse evitato l’avrebbero preso di certo.
Neo si abbassò, scattò di lato. E c’era un sasso… perché sassi e radici sono sempre dove non devono essere quando uno scappa. In mezzo ai piedi. Lui mise il piede in fallo e sentì distintamente un rumore sinistro provenire dalla sua caviglia. Un dolore lancinante s’inerpicò lungo la gamba e perse l’equilibrio, rovinando fra l’erba.
-Merda…- disse tra i denti. “Ma mi vendicherò… mi vendicherò, bastardo. Te lo giuro!”
Metal Tyranomon era sopra di lui, fece per calpestarlo con la sua zampa enorme.
L’avrebbe schiacciato sul serio?
Aveva paura.
Neo odiava non essere messo al corrente delle cose. Odiava quando i piani subivano variazioni che sfuggivano al suo razionale controllo. Perché temeva gli imprevisti più di qualsiasi altra cosa.
Pensò che fosse finita. Per lui, per Rei e anche per i loro digimon.
Daemon lo aveva giocato in grande stile e lui era solo un grande fesso. Un ragazzino fesso che credeva di saper gestire le cose.
La zampa calò su di lui che chiuse ermeticamente gli occhi e strinse i denti. Non avrebbe dato a quei maledetti la soddisfazione di urlare di terrore.


-Ho capito.- disse Gennai, parlando con Andromon attraverso una trasmittente di piccole dimensioni che aveva al collo -Qui siamo a buon punto. Se avranno bisogno d’aiuto possiamo anche intervenire.-
Chiuse la comunicazione e si rivolse ai prescelti che lo fissavano con aria interrogativa.
-I digimon di Daemon sono qui.- disse.
E Hiroyuki scattò in piedi, seguiti da Kotemon.
-Ma non preoccupatevi.- disse Gennai -Sembra siano solo due. Se ne occuperanno Leomon ed Ogremon. Però…-
-Però?-
-Sembra che gli sgherri di Daemon stiano dando la caccia ad un ragazzo.-
-Il prescelto mancante?- domandò Jun alzando la mano.
Gennai alzò le spalle -Non lo so ancora. -


La zampa di Metal Tyranomon si fermò a mezz’aria. Neo aprì gli occhi percependo il suo corpo ancora integro. Una sagoma scura lo sovrastava e fermava l’enorme zampa del rettile con un’arma che sembrava essere un’ascia.
-Che aspetti a toglierti da lì?!- sbraitò il suo salvatore e Neo obbedì, trascinandosi lentamente sull’erba.
MetalPhantomon attendeva. Sorrideva fra sé e sé. Lo sapeva!
-Ti muovi? Non resisterò qui sotto ancora per molto!-
-Beh, scusa tanto se non ci riesco!- esclamò furioso il ragazzo. Metal Tyranomon si stancò di spingere l’arto inferiore contro il suo avversario e fece un passo indietro. Caricò il cannone che aveva impiantato nella zampa superiore e generò una sfera d’energia azzurrognola.
Il digimon con l’ascia, intuendone la pericolosità, afferrò Neo per il braccio e saltò con lui appena in tempo. Il colpo fece terra bruciata del punto in cui stavano poco prima i due e della vasta zona circostante.
-L’ho salvato.- disse il digimon a qualcuno -Ora cosa vuoi fare?-
Neo guardò verso il basso (erano sopra un albero) e vide avanzare a passo felpato un enorme felino dai lunghi denti a sciabola che ricordava molto l’antico smilodonte, solo che aveva la criniera ed era decisamente più grande del preistorico animale terrestre.
Era SaberLeomon, livello mega di Leomon, tipologia variante fra Dati e Antivirus, tipo Bestia Antica, peso 20 Gb.
L’altro era Boltmon, livello mega di Ogremon, tipologia Dati, tipo cyborg, peso 25 Gb.
Metal Tyranomon era un evoluto dal peso di 40 Gb e come Boltmon era un cyborg costruito a partire da una base organica.
-Ora dobbiamo allontanarli da qui.- rispose il felino.
Boltmon lasciò andare il ragazzo e si gettò dall’albero, atterrando di fianco al compagno.
-Va bene, ci penso io. Tu stai pure nascosto.-
Non cambiava mai.
Il felino insistette nell’avanzare insieme all’altro e, fra un battibecco e l’altro, giunsero nuovamente di fronte a Metal Tyranomon e MetalPhantomon.
-Sono convinto che ci sia qualcosa di strano…- disse pensieroso SaberLeomon.
-Non importa.- disse Boltmon carezzando la lama della sua ascia pregustando la battaglia imminente -L’importante è farli fuori.-
-No, l’importante era salvare il ragazzo e metterli in fuga.-
In realtà il felino meditava di far evacuare Bernika.
Se il luogotenente di Daemon si trovava lì, non era certo per caso. Erano stati scoperti. Forse proprio lui e Ogremon avevano dato conferma al nemico della locazione della città, ma non potevano fare altro.
Un rumore di esplosioni poco distante da lì scosse i presenti. La foresta era in fiamme. MetalPhantomon era meravigliato.
-Cosa diavolo succede?!- esclamò.

Andromon aveva visto giusto.
Aveva pensato che fosse tutto troppo strano e aveva dato un’occhiata ai dintorni. Come pensava, vi era una parte dell’esercito meccanico di Daemon stanziato da quelle parti.
Così aveva lasciato la sala controllo e con Centarumon si erano precipitati a soccorrere i compagni. Non avevano lasciato i monitor incustoditi, comunque.
-Hunting Cannon!- esclamò il centauro digitale caricando il suo raggio distruttore contro una fila di Mechanorimon. Colpì con precisione le loro lenti, disintegrandole. Andromon invece si lanciò nella mischia respingendo i raggi distruttori con le sue lame di luce rotante. Le generò roteando a massima velocità il suo braccio destro e con questo avanzò fra le fila nemiche, squarciando i corpi metallici come fossero burro. Saltò poi su uno degli avversari e spaccò la cupola rinforzata. Afferrò il Bakemon all’interno della cabina di pilotaggio e lo scagliò lontano. Dall’altro braccio fuoriuscirono numerosi cavi che s’inserirono fra i circuiti del Mechanorimon, riprogrammandolo.
Pochi secondi dopo il digimon si rivoltò contro i suoi compagni e Andromon ripeté l’opera con altri quattro di essi per poi tornare al fianco del centauro e sferrare con lui un ultimo devastante attacco.

-Non va tutto come avevi previsto, vero?- sussurrò Neo sogghignando da sopra l’albero.
MetalPhantomon non era per nulla contento e dimostrò di perdere le staffe decisamente piuttosto in fretta. Evidentemente non aveva ben calcolato la situazione. O forse pensava che le truppe fossero forti a sufficienza da resistere a qualsiasi rappresaglia.
E anche Metal Tyranomon non se la stava vedendo troppo bene.
Da un lato vi era Boltmon che parava i suoi colpi respingendoli col metallo della sua arma, dall’altro SaberLeomon lo colpiva alle zone vitali.
Quando poi però respinse il felino che gli era balzato al collo, fu Boltmon a metterlo in seria difficoltà.
Questi, infatti, alzò la sua ascia e l’affondò con forza fra le carni del digimon. -Battle Tomahawk!- gridò. Sangue misto ad olio schizzò ovunque. Il dinosauro ruggì dolorante e tentò di scrollarsi di dosso i due digimon nemici che lo attaccarono senza concedergli tregua.
-Nail Crusher!- esclamò SaberLeomon affondando gli artigli fra l’ammasso di cavi elettrici nel suo addome.
Non gli piaceva l’idea di uccidere qualcuno, ma non poteva fare altrimenti.
Il suo colpo affondò nel buco sul ventre che permetteva ai cavi elettrici di raggiungere l’interno del corpo del dinosauro metallico e, grazie alla poca resistenza che ne ricevette, lo trapassò da parte a parte.
Il grido di dolore di Metal Tyranomon pervase l’aria per poi cessare.
Dissolto in dati.
MetalPhantomon si ritrovò inaspettatamente solo.
“A questo punto mi conviene ritirare ciò che resta delle truppe e fare immediato rapporto al grande Daemon!” pensò “Abbiamo sottovalutato il nemico, ma non accadrà più.”
Lanciò un’ultima occhiata a Neo e quello deglutì.
Boltmon e SaberLeomon avevano ripreso a discutere, ma s’avvicinavano inesorabili al fantasma i cui occhi arsero d’ira.
-Non fatevi illusioni.- ammonì i due -Oggi non eravamo qui per combattere. Quando quel momento giungerà, sappiate che non avrete scampo!-
Ciò detto sparì, sfuggendo ai due e richiamando l’esercito.
Avevano vinto, così pareva.

Ma quella frase che si era lasciato alle spalle confermò a SaberLeomon che ormai erano stati scoperti anche dal Demone dell’Ira. E quando poco dopo lo riferì ad Andromon e Centarumon, si decise di comune accordo di dislocare il villaggio nascosto.

°

Metalseadramon s’innalzò nell’aria urlando di gioia.
Era libero!
Finalmente poteva sentirsi libero di fare le cose come voleva davvero.
Combattere quando voleva, amare quando voleva, fuggire quando voleva. E al diavolo l’orgoglio! Grazie a quello si era fatto solo ammazzare da Wargreymon.
Il Padrone delle Tenebre si chinò verso la prescelta della Memoria, mostrandole la solita massa d’energia oscura che lo abbandonava. Le sorrise.
-Ti ringrazio.- le disse.
Ylenia si grattò la testa.
-Ma figurat…-
Ovviamente si era sforzata troppo, perciò si sentì debole e cadde seduta a terra, per poi accasciarsi e piombare in un sonno profondo.
Taichi la chiamò preoccupato diverse volte, ma non c’era nulla da fare.
Avrebbe dormito per un po’ e aveva tutto il diritto di riposare.
Le sorrise carezzandole il capo e scostandole dei ciuffi ribelli dalla fronte sudata.
-Sei stata brava… orsacchiotta.- Gliela disse piano quella parola. Così piano che nessuno lo sentì e quel momento rimase solo loro.

La porta del laboratorio si aprì e fecero capolino Lady Devimon e Kokueimon.
La digimon lanciò un’occhiata alla prescelta della Memoria e poi a Piemon. Quello scosse la testa per dirle che non c’era nulla di cui preoccuparsi. Allora lei gli fece cenno di seguirla e lui obbedì.
Fuori dal laboratorio, padre e figlio si scrutarono attentamente, come mai avevano fatto prima.
O meglio, come Piemon non aveva mai fatto prima.
Suo figlio era il ritratto di sé.
Affascinante, flemmatico, arguto, efficiente… Non per quello aveva il ruolo di generale. Le sue doti le aveva sempre riconosciute.
Era qualcos’altro che gli mancava.
E Piemon si decise a compiere quel piccolo passo.
Lo abbracciò stretto.
Gli occhi di Kokueimon si spalancarono colmi di stupore e le sue braccia tremanti esitavano, indecise se abbracciare a loro volta suo padre.
-Mi dispiace… - disse Piemon -Mi dispiace davvero, figliolo.-

Non se lo aspettava, Lady Devimon. Non aveva accompagnato il suo caro figliolo nel laboratorio per quello, ma per un consulto. Per un problema. E invece…
Piemon la vide, mentre si voltava verso il muro.
Provò a nascondere le lacrime, la signora delle tenebre, ma fallì miseramente e si trovò invischiata in un tenero abbraccio da parte del digimon che amava.
-Te l’ho detto che ti amo?- le chiese Piemon prendendole poi il mento fra le dita.
Kokueimon era ancora immobile alle loro spalle, troppo sconvolto per reagire.
Lady Devimon sorrise e posò una delle dita artigliate sulla bocca rossa di Piemon.
-Si, una volta me lo dicesti, ma non ricordo bene. Gradiresti ripetere, mio signore?-
Lui la baciò teneramente.
-Ti amo, mia signora. Ti amo.-

Inutile dire che dopo tutto il tempo trascorso a ignorare i propri sentimenti, questi sfuggirono al controllo di Piemon. E anche lui pianse tanto.
Ma anche quel momento rimase intimo fra loro e il proprio figlio, anche se solo per pochi minuti.

-Guardate!- esclamò Pinocchimon spalancando la porta -Piemon e Lady Devimon sono in vena di smancerie!-
“Cretino di un fratello…”


Fine Capitolo 16

Quindi, che dire del capitolo? Che adoro Piemon ancora di più e anche se ora è sdolcinato come una patata lessa (??) trovo giusto che sia così. Mica deve darsi contegno ora che riesce a lasciarsi andare, no?
E mo' che è arrivato Neo, sono casini amari, per me, per voi e per i prescelti. Ma già pregusto i capitoli più avanti, solo immaginati nella mia mente, mi spiace. Spero di poterli scrivere al più presto.
Povero Kokueimon, aveva tanto bisogno di coccole.Ovviamente, per chi non lo sa (è stato disattento o ha iniziato a leggere quest'ultimo capitolo) Neo viene dal manga Digimon V-Tamer, che ho integrato nella storia, quindi gli eventi a cui si riferisce vengono da lì (e anche se si trattava di un Digiworld parallelo, me ne frego e mi prendo la licenza poetica).
Ogremon mi ha lasciata leggermente così per la sua evoluzione. Perché avevo davanti due digimon papabili: Boltmon e DeathMeramon. Uno con un'ascia (amo le asce) e uno figo (non so voi, ma lo trovo stupendo nonostante tutto).
Ma doveva essere un mega e così mi sono fregata delle implicazioni che avrebbe arrecato alla mia ispirazione e l'ho messo lo stesso.
Perché le pagine da cui attingo contengono davvero così tante idee ispiranti Q_Q E Boltmon appare nel drama in cui Yama si dichiara a Sora come creatura senza cuore che soffre per questo.
Capite quanto mi costa trattenermi dal fare di ogni digimon un romanzo? Q_Q

Ok, alla prossima, senza anticipazioni che poi scrivo ben altro XD

Aggiornamento dell'ultimo minuto: ho cambiato la digipietra di Yle da Passato a Memoria. Il succo è lo stesso, credo suoni meglio anche a livello di capacità della ragazza.

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Capitolo 17
*** 17. Macchinazioni ***




Capitolo 17: Macchinazioni




They decide when it ends
They don't let me do it myself
They got a use for me
A gun for a conspiracy
(Machination, Nothingface)






-Papà?-
Risei si era svegliato nel buio di quella stanza enorme.
Era solo.
Erano tornati tutti ad allenarsi?
-Non è possibile.- si disse. Guardando fuori dalla piccola finestra poteva scorgere la piazza principale di Witchelny con l’alto campanile. L’orologio segnava la mezzanotte. Risei avvertiva qualcosa nell’aria. Posò i piedi sul pavimento di marmo e si diresse verso la porta chiusa.
La luce filtrava appena da sotto di essa.
Abbassò piano la maniglia e tirò l’uscio con estrema lentezza, ma questo stridette in maniera straziante.
Ma devastante fu ciò che vide oltre la porta.
Il bambino inorridì alla vista di quella sagoma enorme che conosceva molto bene.
-Dae… Daemon!- biascicò quasi senza fiato cadendo seduto a terra.
Daemon teneva qualcosa fra le mani enormi.
Improvvisamente, Risei fu consapevole di ciò che lo circondava.
Morti.
Erano tutti morti.
Gennai, i nonni, Sora, Black Koromon… persino Mika.
Si guardò intorno, disperato.
C’erano solo mucchi di cadaveri che si scomponevano.
-Papà… PAPA’!- chiamo, ma nessuno gli rispose. Daemon allora si voltò e Risei scoprì che suo padre non avrebbe potuto più aiutarlo.
Gli si colmarono gli occhi di lacrime.
-Papà…- disse piano.
Daemon fissò prima lui, poi Yamato che reggeva agonizzante per il collo.
-…Re…se…ph…- rantolò il ragazzo, col sangue che gli colava dalle labbra e gli occhi rivoltati per la sofferenza.
-Cosa… cosa gli hai fatto?!- sbottò il bambino rimettendosi in piedi furioso.
La rabbia superò la paura -COSA HAI FATTO AL MIO PAPA’?!- urlò mentre uno strano alone rosso lo avvolgeva.
E Daemon sorrise.
-Papà?- gli chiese -Tu non hai bisogno di cose simili.-
Il bambino vide la sua grande mano grigiastra stringersi appena e un crack sonoro riecheggiò nel silenzio.
Yamato si dissolse in dati ma il rumore sordo del suo collo che si spezzava continuò ad aleggiare nell’aria.
-Esisti solo per me.-
Daemon lasciò andare suo padre e incurante dell’alone e dell’aria elettrica che circondava il piccolo ibrido, lo afferrò saldamente per la testa.
Risei si sentì risucchiato. Era come se la mano di Daemon si stesse fondendo col suo capo.
-NO!- gridò -NO! NO! NO! LASCIAMI! LASCIAMIIIIIIIIIII!-
Inutile, inutile, inutile.
Scalciava, si dibatteva, urlava, ma ormai le sue membra erano esauste e fredde, non aveva più le forza neppure per piangere.
Risei si lasciò andare, sconfitto.



Un salto nel vuoto. La sensazione del risveglio fu quella.
C’era la luce di una lampada elettrica.
-Risei, va tutto bene?-
Il bambino alzò appena gli occhi.
Suo padre era chino su di lui, preoccupato dalle grida che aveva emesso. Il bambino si tirò su a sedere e si guardò intorno, confuso. Erano tutti, vivi, tutti svegli a guardarlo, angosciati.
-Papà?- domandò con un filo di voce.
-Sono qui.- rispose Yamato carezzandogli la testolina bionda.
Risei sentì il suo calore pervaderlo e rassicurarlo.
Il freddo che Daemon gli aveva fatto provare in quello che era stato poi solo un sogno, era ormai un ricordo lontano.
Un calore simile non poteva sognarlo.
Il bambino si aggrappò alla camicia del padre e affondò il viso nel suo petto.
-Papà…- pianse -Ho… avuto… tanta… paura…-
Il digiprescelto lo strinse a se.
-E’ stato solo un incubo, tranquillo.- disse -Sono qui. Siamo tutti qui.-
Risei annuì e pianse ancora un poco.
Sora, nel letto vicino a quello di Yamato li osservava benevola.
“E’ un bravo papà.” pensò.

Si alzò dal letto e andò nella stanza accanto, che era una cucina. Accese il piccolo fornello a gas e mise su l’acqua per della camomilla. Quando pochi minuti fu calda a sufficienza, immerse due bustine in due tazze, aggiunse dello zucchero in una e portò la zuccheriera con sé.
-Non voglio che ti faccia del male…- diceva Risei, un po’ più calmo, ma ancora scosso dall’incubo.
-Stai tranquillo.- rispose Yamato. Ma dalla sua faccia Sora capiva che era lui il primo a non essere sereno.
Di fatto, Yamato non sapeva dare false speranze.
Quando Vamdemon aveva attaccato Tokyo e Taichi gli aveva affidato Hikari, la prescelta della Luce aveva pianto per un bel po’ e lui non era riuscito a dirgli -Ce la farà.-
Non era solo pessimista.
Era razionale. Per quello lui e Taichi se le suonavano perennemente anche a diciassette anni. Erano quasi incompatibili di carattere e in certe occasioni, come quella, saltava all’occhio anche troppo.
-Vi ho portato della camomilla.- disse la prescelta dell’Amore offrendo le tazze ai due. -Vi aiuterà a dormire, senza più brutti sogni.-
Risei prese la sua e la prescelta gli aggiunse la quantità di zucchero che desiderava.
Yamato le sorrise, con gratitudine.

BlackKoromon finse indifferenza, ma quel bambino, Risei, il suo partner, lo incuriosiva assai.
Quando quella mattina si erano recati con Elecmon, Mamoru, Hiroyuki e Kotemon all’asilo del villaggio, l’orco e il leone erano impegnati con i piccoli digimon in una simulazione d’attacco. Ogremon si fingeva un mostro malvagio, senza sforzarsi troppo, e i piccoli dovevano agire secondo quanto loro detto da Leomon.
Fuggivano spaventati da morire.
E pazientemente il felino ripeteva loro di non correre alla rifusa, ma di dividersi in piccoli gruppi e scappare, di non lasciarsi prendere dal panico.
Botamon non era d’accordo.
Mentre Elecmon e Mamoru discutevano con Leomon circa il metodo educativo utilizzato, il piccolo digimon era schizzato via dalle braccia di Risei e aveva aggredito Ogremon, tempestandolo di bolle iridescenti.
Mamoru e Hiroyuki se la risero compiaciuti (dopo aver fatto a botte nell’arena erano sempre ben disposti l’uno verso l’altro), mentre Risei aveva dimostrato di non sopportare troppo la violenza.
E quando si era infuriato, il neo evoluto BlackKoromon percepì un forte brivido scorrergli dalla testa sin sulla punta delle appendici.
Si placò.
Risei era una persona misteriosa e il digimon iniziava a capire perché lui fosse il suo compagno. L’aveva sempre sentito quel richiamo, quel bisogno di qualcuno. Era come se in un lontano passato ne avesse avuto bisogno, ma non fosse mai riuscito a capire chi fosse questo qualcuno che cercava. E vagava, vagava, vagava. Cercava qualcosa, distruggeva ogni cosa alla ricerca di questo qualcuno che non sapeva neppure fosse una persona.
Lui cercava la forza, senza trovarla.
L’immagine di un piccolo fiore sbocciò nella sua mente.
Un piccolo, insignificante fiore.

°



Da quando erano iniziate le purificazioni, Piemon e gli altri avevano tenuto i contatti con Gennai. All’inizio erano Taichi e Ylenia a riferire ai compagni l’accaduto per poi potersi informare. Per questo ormai sapevano ogni cosa: della Luna Rossa, di Neo Saiba, del pericolo imminente e persino di Botamon che era evoluto BlackKoromon e che, devastante come una macchina da guerra in miniatura, non faceva altro che dare tormento a Ogremon perché combattesse con lui.
-Povero.- rise Ylenia.
-Già!- le fece eco Taichi -Però non avrei mai pensato che Hiroyuki si prendesse a cuore qualcuno…-
-Io penso sia un bravo ragazzo, in fondo.- ribatté lei -Taichi, mi aiuti?-
Lui si voltò verso di lei e arrossì.

Il giorno della cerimonia era finalmente giunto. I Dark Masters erano tornati in loro, anche se personalmente il prescelto del Coraggio non vedeva tutta questa differenza, e li avevano invitati. Così, Vamdemon si era presentato a loro con degli abiti e, ovviamente, con Ylenia si era mostrato molto gentile. L’abito che le aveva portato era corto appena sopra delle ginocchia, con le spalline sottili e la scollatura non troppo accentuata. Lungo l’abito si rincorrevano rose di raso e pizzo del medesimo colore satinato del vestito. E come scarpe le aveva dato delle ballerine della medesima fantasia. Forse era perché Ylenia gli aveva confessato di amare la danza e quindi le aveva portato qualcosa che gliela ricordasse vagamente? O forse per lo stesso motivo ne voleva approfittare per farsi concedere un ballo?
In quel momento Taichi Yagami provò molta gelosia, ma lasciò cadere e anche quando Ylenia gli chiese di aiutarlo a chiudere l’abito, fece finta di nulla.
Lui aveva indosso pantaloni eleganti neri e una camicia bianca dalle maniche svasate.
-Si, ma mi chiedo se ci andrà leggero con Risei. E’ solo un bambino.-
-E anche un digimon, Taichi.- lo corresse Ylenia -Se Yamato è d’accordo, questo lo aiuterà a rinforzarsi e questo vale anche per BlackKoromon.-
-Taichiiiii!!- Agumon entrò nella stanza correndo e spalancando la porta.
I prescelti quasi si spaventarono.
-Taichi, devi assolutamente venire a vedere!- esclamò il piccolo rettile arancione -C’è una torta di gelatina enorme!-
Tutti tacquero, in religioso silenzio di commiserazione.
-Agumon!- Bearmon arrivò anche lei, esausta per la corsa. Non aveva il solito capellino viola, ma era stata agghindata con una coroncina di preziosi e un fiocco azzurro al collo.
-Ti avevo chiesto di aspettarmi!- sgridò l’altro sistemandogli il papillon al collo -La sala è lontana e mi stava cadendo tutto!-
-Scusa.- disse pentito il dinosauro, ma poi si volse di nuovo verso il compagno che stava indossando la cravatta -Taichi, Vamdemon ha detto che deve parlarci.-
-A noi?- chiese il ragazzo, meravigliato.
Il dinosauro alzò le spalle.
-Ok…- fece poco convinto il prescelto.
-La festa sta per iniziare.- disse invece Bearmon -Presto, dobbiamo andare!- esclamò afferrando la sua partner e trascinandola fuori dalla stanza.
-A-aspetta!- la sentì lamentarsi Taichi, prima di seguire Agumon.

La stanza di Vamdemon era arredata come la stanza di un classico vampiro da romanzo. Elegante e raffinata, una combinazione equilibrata di nero, oro e rosso. Molto nero e molto rosso. Lui non c’era, e la sua bara era aperta in bella vista su un gradino rialzato, attorniata da torce dall’asta allungata e fiamme verdeggianti. Le tende scure erano aperte e la luce lunare rischiarava l’ambiente.
Il digiprescelto, benché amante del genere horror e simili, si preoccupò un poco e indietreggiò, ma…
-Agumon, hai chiuso la porta?- domandò, ansioso.
-No, perché?- chiese il dinosauro.
Dopo una rapida occhiata, i due si gettarono sulla maniglia.
-Merda, è chiusa a chiave!- sbottò Taichi.
-E aprila, no?!- lo beccò Agumon.
-Che simpaticone! Lo farei se ci fosse la chiave!-
-State cercando questa?-
I due videro allora il vampiro sogghignante, placidamente accomodato sul coperchio del suo feretro e con la chiave della stanza roteante fra le dita.

Piemon si sistemò la camicia rossa e mise su la giacca bianca che Lady Devimon gli aveva imposto a suon di cazzotti .Aveva indossato anche il passamontagna nero per l’occasione, ma la maschera aveva lasciato la solita, solo lucidata a specchio. Portava poi pantaloni neri, sempre alla zuava e stivali dello stesso colore. Lady Devimon aveva indosso un abito in pelle, molto simile all’altro, ma terminante in una minigonna decisamente corta. La digimon era nella stanza di suo figlio, intenta a contemplarlo mentre si finiva di sistemare davanti allo specchio.
-Sei tutto tuo padre.- gli disse socchiudendo gli occhi rubino, quasi mangiandoselo con lo sguardo.
-In che senso?- chiese lui senza staccarsi dallo specchio.
-Fai tanto lo spartano come Vamdemon, ma in realtà sei molto vanitoso.-
Il digimon evoluto arrossì.
-Non è questo!- esclamò -E’ solo che voglio che oggi sia tutto perfetto… tutto qui.-
Lei annuì. Era già tutto perfetto, mancava la ciliegina sulla torta.

Certo nessuno si aspettava una ciliegina così grossa ed esplosiva.

La sala era gremita di digimon festanti.
Erano di tutti i tipi, di tutti i livelli, molti erano Virus o Dati, ma vi erano anche diversi AntiVirus. Tutti raccolti intorno al palco innalzato per l’occasione e abbellito di fruscianti tendaggi rossi. E c’erano stendardi sulle pareti e lampadari appariscenti e luminosi carichi di luci come fossero torte nuziali, ma capovolte e pronte a ricadere sui presenti come pioggia. Il pianoforte di legno scuro di Vamdemon era stato lucidato e splendeva al centro della sala. Quando il vampiro vi si sedette e aprì le danze, molti tacquero in gesto di profonda ammirazione per tanta bravura, mentre quando Etemon afferrò la sua chitarra elettrica dando una scossa al ritmo dei balli, il vocio in sala si mutò in canti sfrenati.
Ylenia, insieme a Bearmon e ai due draghi camminava per la sala, gettandosi sui rinfreschi.
-Allora?- chiese emozionata -Quando lo dirà?-
-Mah…- fece Mugendramon -Credo verso le tre del mattino. E’ sempre così teatrale…-
-Perché proprio alle tre del mattino?- si chiese la ragazza.
-Come dice Mugendramon…- le disse Metalseadramon, nella sua stazza minuta e rivestito da un’armatura dorata che copriva ben poco -Piemon è uno teatrale, adora fare scena.- e sorrise.
-Ma Taichi dov’è?- chiese ancora la ragazza guardandosi intorno.
Il suo ragazzo era sparito da quando si erano lasciati nella loro stanza. O meglio, da quando Vamdemon l’aveva chiamato. Per cosa non lo sapeva.
Ad ogni modo, guardando l’enorme orologio alla parete, si rese conto che ormai le tre di notte erano quasi arrivate.
-Sono un po’ preoccupata… - disse girandosi una ciocca di capelli fra le dita.
Aveva sempre le trecce, ma legate con elastici floreali in tinta con l’abito.

Taichi se ne stava lì, come un beota, calice alla mano a guardarsi intorno.
-Dovresti mangiare qualcosa.- gli disse Agumon porgendogli un piattino con delle tartine.
-No grazie.- rispose il prescelto, continuando a voltarsi ovunque e poi sospirando. -Poteva anche avvertirmi prima, quel… lasciamo stare.-
L’aveva visto.
-Agumon… - disse piano e il dinosauro guardò nella direzione in cui gli occhi di Taichi puntavano.

Lord Knightmon era fra la folla festante e si guardava intorno a sua volta, ma sembrava più propenso a fissare l’orologio e il palco che i digimon in particolare. Quando finalmente le lancette dell’orologio segnarono le tre del mattino, Piemon salì sul palco e batté le mani. La musica cessò. Il silenzio di trepidante attesa calò d’improvviso, carico d’aspettativa.
-Quando ho deciso di organizzare questa serata, ho detto a voi tutti che si trattava di un omaggio a Kokueimon, il nostro Generale delle Ombre.- il Padrone delle Tenebre camminava su e giù per il palco, sembrando quasi un cabarettista. Certo sapeva tenere viva l’attenzione degli invitati. -Ebbene, non è solo per gli innumerevoli meriti di cui si è insignito che ho deciso di rendergli omaggio.-
Con un cenno della mano, invitò Kokueimon a salire sul palco e quello, con le mani sudate d’emozione, obbedì.
Un fruscio di stoffa e lui era lì, sul palco, con suo padre e sua madre. Forse era ormai tardi per chiamare Piemon papà, però…
Finalmente era giunto il momento in cui l’avrebbe riconosciuto.
Il suo abbraccio solo pochi giorni prima era un ricordo che ancora sentiva fresco sulla pelle. E ogni volta che ci pensava, più la sentiva accapponarsi in un brivido d’emozione intensa.
Piemon gli sorrise dolcemente, facendolo arrossire e il suo temperamento controllato lo abbandonò nuovamente.
Annuì avvicinandosi di più a lui e Piemon lo prese sottobraccio, per poi posargli la mano sulla spalla.
-Kokueimon è figlio mio e di Lady Devimon.- annunciò finalmente.
-Questo lo sapevamo già!- gridarono Metalseadramon e Pinocchimon, suscitando così un coro di risatine. Alle risate susseguirono i bisbigli meravigliati e d’ammirazione. Mugendramon scosse la testa, rassegnato all’idiozia del compagno ed Etemon si piegò in due su Vamdemon, soffocando le risate. Anche il vampiro se la rideva, anche perché Piemon era rimasto interdetto. Il leader si massaggiò la nuca.
-E comunque… - disse cercando di attirare nuovamente l’attenzione verso di sé -Da oggi in poi, egli sarà ufficialmente uno dei Padroni delle Tenebre, così come Lady Devimon.-
Un coro d’approvazione s’innalzò nell’aria e centinaia di braccia si sollevarono verso l’alta volta. Ylenia giunse le mani al petto, commossa, mentre Taichi sospirò, felice per quel tale misterioso che aveva quasi ucciso il suo migliore amico. Lord Knightmon applaudì in silenzio per diversi minuti, finché non ripartirono le danze e allora si mise alla ricerca della Chiave della Luce, uno dei motivi per cui si trovava nella sala quella sera.

-Allora?-gli chiese accomodandosi sulla poltrona imbottita nello studio del clown, alla vigilia della cerimonia.
-… - Piemon tacque.
-Il grande Lucemon è stanco di attendere. Vuole dei risultati.-
-Li avrà, ma c’è stato un intoppo.- disse e guardò in volto il suo interlocutore, che parve non gradire la cosa.
-Un intoppo?-
Piemon gli versò del vino in un bicchiere di cristallo e se ne versò anche per sé. Lo agitò un poco, degustandolo con tutta la calma del mondo. Il Cavaliere Reale lo fissò sottecchi.
-Che genere d’intoppo?- insistette.
-Si dice che la Chiave delle Tenebre abbia perso la vita.-
Il cavaliere sussultò e saltò in piedi.
-COSA?!-
Piemon scosse il capo -Non ci credo molto, ma sapete benissimo che Daemon non vede l’ora di metterci le mani sopra. Vuole impedire il ritorno del Grande Lucemon, non mi stupirei se ci fosse il suo zampino.-
Lord Knightmon smise di bere.
-E la Chiave della Luce? Sbaglio o ce l’avevi sottomano?-
Piemon annuì.
-Peccato che questi dannati digiprescelti si siano rivelati seccature più spinose di quanto pensassi.-
Il Cavaliere Reale saltò su.
-Insomma mi vuoi dire che non abbiamo in mano nulla?-
Piemon sogghignò -Non è detto… ci sto lavorando su. Infatti, domani sera terrò una cerimonia.-
Lord Knightmon annuì. Era quella per Kokueimon, lo sapeva già, ma non per una confidenza del paparino (come se lui non avesse capito fin da subito che fosse figlio di Piemon).
-Ci sarà la Chiave della Luce. Sono riuscito a convincerlo che il mio comportamento precedente fosse dettato da uno squilibrio.-
-Comportamento precedente?-
-Ho cercato di catturarlo, ma sono stato fermato da Mugendramon e dagli altri. Una vera disdetta… - disse piccato -Ma sembra che si sia bevuto la storia del mio pentimento.-
-E l’altro te?-
-Dovrò stare più attento a lui che a quel moccioso, in verità.-
Il Cavaliere Reale rimase in silenzio a soppesare le parole del clown. Bevette un sorso di vino ancora, poi domandò -Perché è rimasto qui?-
-Credo che Vamdemon voglia scendere a patti per uccidere Daemon.- Piemon sogghignò -Alla cerimonia ci saranno un sacco di digimon. La Chiave della Luce potrebbe rimanere priva di protezione per qualche minuto. Anche di meno… -
Lord Knightmon si rigirò il calice fra le mani.
-Interessante proposta la tua… Ma come faccio a fidarmi?-
-Mi spiace, ma non posso offrirvi altre possibilità. Devimon e Mugendramon sospettano, devo lasciar più spazio all’altro me. Mi manifesterò domani, alle tre del mattino in punto.-
Il Cavaliere Reale annuì.
-Molto bene.- fece per andarsene, poi si fermò -Attento Piemon, perché se stai tramando qualcosa, non te la farò passare liscia.-

Che si fosse già manifestato?
Non sembrava, ma era risaputo come il Padrone delle Tenebre fosse abile nel rendersi ambiguo. Ignorando i seguaci del caro paparino, Lord Knightmon finalmente lo vide.
“Taichi Yagami!”
Doveva agire in fretta.
La volta del castello si aprì, accompagnata da un potente rombo metallico. I lampadari ondeggiarono paurosamente e molte decorazioni caddero. Il cielo stellato si stagliava sulle teste di tutti e gli artificieri fecero esplodere fuochi d’artificio multicolori.
Gli occhi di Ylenia brillarono estasiati.
Taichi, invece, si accorse del pericolo immediato che correva quando lo strano tizio in armatura rosa fra la folla prese a fissarlo.
-E’ lui… - disse ad Agumon.
-Sono pronto quando vuoi Taichi.- rispose il dinosauro arancione.

Lord Knightmon camminava verso il moccioso, ma non sembrava essersi accorto di nulla.
Pinocchimon lo tenne sotto tiro per diversi secondi, poi rise fra sé e sé e infine…
Sparò.

Un colpo silenzioso sibilò diretto verso il Cavaliere Reale, ma questi se ne rese conto all’ultimo e lo schivò gettandosi su Taichi ad alta velocità.
-Preso!- esclamò afferrandolo per il braccio e alzandosi in volo con lui.
-Dannazione!- esclamò allora Metalseadramon, lanciandosi al suo inseguimento e tagliandogli la strada. -Fermo!- esclamò aprendo le braccia -Non penserai che ti lasci passare, vero?-
Lord Knightmon rise.
-Non credo che tu abbia molte possibilità, Signore degli Oceani.-
-Questo lascialo decidere a me.- rispose sogghignando il drago.
E sotto gli occhi di tutti, accompagnato dalle urla inneggianti la battaglia, Metalseadramon riprese la sua vera forma. Non intimorì però il Cavaliere Reale, che si limitò ad agitare le fasce metalliche dorate della sua armatura e a rivolgersi a Piemon.
-Mi aspettavo che tu fossi un pochino più intelligente, papino.-
-Io sarei lo stupido?- sogghignò -E tu che hai preso un normalissimo moccioso?-
Lord Knightmon s’incupì.
-Ehi!- esclamò Taichi.
-Che significa tutto questo?- domandò il Cavaliere Reale e Metalseadramon lo avvolse con forza fra le sue spire.
-Visto che non capisci, te lo spiego io.- disse compiaciuto iniziando a stringere la presa -Significa che sei morARGH!-
Una delle lame sottili di Lord Knightmon era riuscita a svincolarsi alla sua presa, ferendolo. Il drago strinse i denti per contenere l’ira, ma quello era il problema minore. Il Cavaliere Reale si era spostato velocemente verso l’alto, con Taichi al seguito.
-Lasciami!- esclamò il prescelto “Dannazione a quando mi sono lasciato coinvolgere da Vamdemon!” pensò.
-Ma certo.- rispose il cavaliere fermandosi a diversi metri di altezza, per poi lasciarlo andare -Meriti una punizione esemplare per averli aiutati a farmi questo scherzetto.-
Taichi cadde.
Precipitò nel vuoto urlando per qualche secondo, ma poi agì.
-Intanto vediamo i suoi dati.- disse fra sé e sé e pigiò uno dei pulsanti del suo V-Tamer, mirando al Cavaliere Reale. Pochi secondi dopo, giunse il responso olografico.

*Digimon Analyser*

Lord Knightmon

Livello:
Mega
Tipo: Cavaliere Reale
Tipologia: Virus
Attacchi: Urgent Fear: riduce le distanze con il suo avversario grazie alla sua super velocità e colpisce con esplosioni generate dal suo scudo.
Spiral Masquerade: Usa le fasce affilate della sua armatura per tagliare a pezzi l’avversario.

-Mmmmh… - pensò Taichi puntando ora il suo V-Tamer verso il suo partner -Se è davvero veloce, meglio mandargli contro qualcuno di ancora più veloce. AGUMON!-
Ricevuta l’informazione, il dinosauro rispose al richiamo.
-AGUMON WARP SHINKAAAAAAAA… WARGREYMON!-

Il dinosauro umanoide si precipitò più veloce che poté e riuscì a prendere il suo partner prima che questi potesse farsi male..
-Mamma che volo… - commentò Taichi, massaggiandosi la nuca.
-Scusa.- sussurrò WarGreymon -Ho provato a evolvere UlForce V-Dramon, ma non ci sono riuscito.-
Il prescelto del Coraggio gli diede una pacca sulla spalla.
-Non preoccuparti.- disse sorridendo -Evidentemente abbiamo bisogno del Digimental… ma sono sicuro che verrà l’occasione. Teniamoci la sorpresa per Daemon.-
Il guerriero annuì, per poi volgere lo sguardo verso il Cavaliere Reale sospeso sopra le loro teste.
-Sapete cosa comporta questo?- domandò, riferendosi ai Dark Masters in particolar modo.
-Sì, e non ce ne frega un cazzo!- Pinocchimon dal basso gli rispose col gesto dell’ombrello guadagnandosi il consenso generale.
Lord Knightmon scosse il capo, rassegnato.
-Che bifolchi...- sospirò -Sua eccellenza non ve la farà passare liscia.- esclamò per poi indirizzare verso il castello sottostante il suo scudo.
Dalla gemma incastonata al suo centro, si diramò una marea di raggi esplosivi. WarGreymon si liberò velocemente dello scudo che aveva sulle spalle e lo usò per proteggere se stesso e Taichi. L’impatto fu tremendo e ci mancò poco che la protezione andasse in mille pezzi. WarGreymon perse l’equilibrio, ma riuscì ad aggrapparsi ai capelli di Metalseadramon, che nel frattempo si occupava dei raggi diretti verso il castello.
-ULTIMATE STREAM!- ruggì liberando l’energia dal cannone ricavato dal suo elmo d’oro.
Il raggio luminoso possedeva un alto potenziale distruttivo che neutralizzò i colpi del Cavaliere Reale, ma ancora Lord Knightmon eccelse in velocità e in un attimo gli fu vicino, mirando all’occhio con le sue lame dorate.
-Merda!- sibilò il drago.
-CLOWN TRICK!-
La deflagrazione respinse le lame del Cavaliere Reale e salvò l’occhio del drago d’acqua. Lord Knightmon si ritrovò così circondato da ben quattro avversari. Cinque se si contava il moccioso.
Piemon, Metalseadramon e lui, Kokueimon, l’avevano circondato in aria, costringendolo fra l’altro ad allontanarsi dal castello.
Quell’informe ammasso di ciarpame si stagliava nel cielo notturno, al di sopra dell’enorme voragine priva dei Digicodici rubati in nome di Lucemon.
E mentre il Cavaliere Reale s’intratteneva con i suoi ospiti, una carrozza sfrecciava inosservata nella notte, a molti chilometri da lì.



°



-Sono preoccupata per Taichi… - disse Ylenia, sospirando pesantemente e stringendo la mano di Bearmon.
Vicino a lei c’era Etemon, di fronte Vamdemon.
-Se la caverà.- gli disse lo scimmione - Non preoccuparti troppo.-
Lei annuì, ma non era così convinta.
-Sei sicuro che fosse il segnale del suo Digivice?- domandò il vampiro a braccia conserte.
Etemon annuì.
-Certo, non ci sono dubbi. Non sbaglio mai. Io.-
-Tsk… certo, come no… - sorrise sarcastico l’altro.
-Aspetta!- esclamò Ylenia -Quindi hai ritrovato Nobu?-
Etemon si grattò la testa.
-Beh, diciamo che so in che zona si trova, quindi, se non vi dispiace, signorine, prima di riportarvi dai vostri amici vorrei andare a parlargli.-
-Non c’è nessun problema.- disse la ragazza contenta e Bearmon confermò.
-Si, nessun problema.
Vamdemon, intanto, cercava di distogliere lo sguardo da lei e dall’abito. Perché l’aveva scelto apposta, ma non immaginava di trovarsela seduta davanti, così. Fra l’altro era dannatamente ingenua e le sue gambe non erano composte, ma incrociate… Se quella dannata carrozza non avesse corso più veloce sarebbe morto per epistassi totale.
Un pensiero però lo distolse dalla prescelta della Memoria.
-Chi è Risei?- le domandò a bruciapelo e lei sudò freddo.
-Mio cugino.- disse.
-Non mentire.- rispose indagatore Vamdemon.
-Non sto mentendo.- era vero, in parte.
-Tuo fratello vedendoci si spaventa e pensa a tuo cugino?-
Ylenia tacque.
-Ti leggo nel pensiero, Ylenia.-
Lei corrucciò le sopracciglia.
-Questo è giocare sporco.- lo accusò.
-E’ così fondamentale nascondermelo?-
Lei ci pensò su.
-Beh… è suo figlio, tutto qui.-
I due digimon si guardarono, poi Etemon scoppiò a ridere.
-Suo figlio? Ahahaha! Precoce però, il ragazzino!-
Lei sorrise sudando freddo ma Vamdemon sapeva giocare sporco fino in fondo e lesse i suoi pensieri, arrivando così a capo del mistero.
-E quando pensavate di dirci che quello è anche figlio di Daemon?-
Etemon ebbe un collasso.
-Non è suo figlio!- esclamò Ylenia -Daemon l’ha creato in laboratorio per duplicare il potere di Lucemon e tenerlo tutto per sé! Non ha diritto di essere chiamato padre!-
Vamdemon annuì.
-Si, capisco quello che provi. Ad ogni modo era una cosa importante che avresti dovuto dirmi.-
Lei parve imbarazzata.
-Vedi, Vamdemon… - si sistemò il vestito e i capelli, cercando le parole -Io ti sono grata. Perché se tu non avessi ferito mio fratello quella volta, io non sarei qui ora… però… però so anche che tutti pensate che forse è meglio fare del male a Yamato e capisci che non posso fidarmi fino in fondo di voi?-
La sua voce era incrinata da pianto. Era ancora una bambina, no?
Vamdemon annuì.
-Si, capisco. Ma ti posso assicurare che prima pensavamo solo a liberarci della maledizione di Lucemon perché eravamo troppo orgogliosi per sopportare di essere sotto l’influsso di qualcosa. Ora che siamo liberi e possiamo ragionare lucidamente, ti assicuro che uccidere tuo fratello è l’ultimo dei miei pensieri.-
Lei lo fissò dritto negli occhi, severa.
-Ah, sì?-
Il vampiro annuì.
-Ora sono preoccupato per Kei, che non vedo da tanto tempo. Sento che è in pericolo e vorrei poter essere con lui.-
Etemon ascoltava interessato, perché era raro che Vamdemon facesse un discorso così lungo e personale con chicchessia.
-Quando era a Digiworld, era il più indifeso, il più viziato, quello più debole di salute… dovevo proteggerlo da ogni cosa e ciò che mi fa sorridere è che non mi dispiaceva affatto.-
-Capisco quello che provi.- disse la ragazza toccandogli la mano.
E fu allora che vide qualcosa nel passato del suo interlocutore che la fece inorridire.
Vamdemon osservò il suo viso corrugarsi, le lacrime cadere dai suoi occhi e lesse i suoi pensieri.
Allontanò la mano di scatto e rimase immobile.
Aveva visto ogni cosa.
-Non… dirlo a nessuno dei tuoi amici… - le chiese con voce sommessa.
Lei scosse la testa.
-No… - lo rassicurò, ancora molto scossa. Poi però con malizia gli chiese -Ma tu mi prometti che non farete del male a Yamato?-

°

Lord Knightmon doveva ammettere che tre Mega e un Evoluto erano un po’ difficili da gestire.
In più Piemon aveva attivato la sua Mask Square e riusciva a teletrasportarsi, compensando la sua velocità. Metalseadramon aveva degli attacchi molto potenti, ma di fatto tentava principalmente di travolgerlo. WarGreymon era altrettanto potente e veloce. In più riusciva a sfruttare il vantaggio della Mask Square grazie alle istruzioni trasmessegli dal Digivice di Taichi Yagami.
E poi c’era Kokueimon, con cui aveva scambiato qualche colpo.
Il Cavaliere Reale decise di giocare un poco con lui, per dare un tocco di positività a quella serata così storta.
In meno di un secondo gli fu di fronte e i petali della rosa che reggeva fra le dita si sparpagliarono intorno all’Evoluto, circondandolo in una nebbia rosa profumata e stordente.
Kokueimon era stato veloce a spostarsi, ma fu comunque raggiunto da quell’attacco che gli confuse i sensi, provocandogli non solo lo stordimento, ma persino dolore.
Lord Knightmon si scagliò su di lui con le sue lame dorate e tentò di colpirlo -Spiral Masquerade!-
Il nuovo Padrone delle Tenebre schivò i colpi elegantemente. Uno dei fendenti lo colpì al ventre, ma il suo corpo si dissolse nell’ombra. Lord Knightmon ricevette un potente calcio alla schiena che lo fece precipitare diversi metri più in là.
E poi un altro colpo e un altro e un altro ancora.
Si ritrovò in una giostra delle ombre che lo sballottava ovunque.
“Però, non se la cava niente male!” pensò contento.
L’ultimo colpo lo parò, distruggendo il clone d’ombra incaricato di infliggerlo.
Due secondi dopo era nuovamente faccia a faccia con Kokueimon.
-Sei forte, ragazzo.- ammise.
Quello tacque, senza cambiare la sua espressione seria. Non era da lui compiacersi dei complimenti, o meglio esternare la gioia che gli davano.
-Kokuei Gekijou.- disse solo dissolvendosi nell’ombra della notte.
-Ora inizia il divertimento.- disse Lady Devimon dando una gomitata a suo fratello.

Lord Knightmon avrebbe senz’altro inarcato le sopracciglia se ne avesse avute.
-Un Trailmon?- si chiese, prima di schivare un enorme treno d’ombra che scomparve alle sue spalle. Dall’alto però soggiunse quello che sembrava un enorme felino. E poi un serpente.
Il Cavaliere Reale riuscì a schivare il felino, ma non il rettile, che tentò di tranciare con le sue lame, senza successo.
Le spire d’ombra l’avvolsero e stritolarono con forza, costringendolo a urlare.
-Ugh… -
Kokueimon, nascosto nell’ombra, contemplava la sua opera. Troppo semplice.
“Padre?” domandò telepaticamente a Piemon.
“Papà.” Lo corresse lui.
“…” era imbarazzante. Difficile chiamarlo papà, per abitudine, più che altro “Vuole… vuoi occupartene tu?”
Piemon sorrise.
“No, lascio l’onore a te.”
Kokueimon allora decise di usare per la prima volta la tecnica che aveva studiato per anni per impressionare suo padre.
Nelle sue mani si condensò una sfera oscura di medie dimensioni. Imprimendole una forte spinta, l’Evoluto la spinse verso il Cavaliere Reale e quegli non riuscì a liberarsi per evitare o respingere il colpo. La sfera attraversò la sua robusta armatura e Lord Knightmon sentì distintamente qualcosa esplodergli dentro. Il dolore si propagò nel suo corpo attraverso i centri nervosi e come se non bastasse, il suo udito fu fortemente messo a dura prova da un lungo lamento ultrasonico.
Le sue grida di dolore furono accolte con giubilo da parte di tutti, sennonché ognuno dei presenti percepì quel requiem infernale, persino lo stesso Kokueimon. Ma lui ci era abituato, strinse i denti e afferrò la sua katana nera che estrasse dal fodero, pronto a dare al nemico il colpo di grazia.
Ma Piemon lo fermò e fissò Taichi.
Il digiprescelto sudò freddo.
-Taichi… - disse WarGreymon -Sei sicuro di… -
Quello strinse i pugni.
-Si.- disse -Se questo servirà a proteggere Ylenia… -
Così alzò il braccio verso Lord Knightmon e questi distinse, nonostante la confusione dei sensi generata dal dolore, una sfera di luce generarsi dalle sue mani.
E la sfera crebbe a dismisura, sciogliendo le ombre e avvolgendolo completamente.
-AAAAAAAAAGH!-
Il dolore fu lancinante.
Ecco come doveva essersi sentita Duftmon.
“Terribile…” pensò, ma conservò il sangue freddo e pochi secondi dopo, dove prima vi era il Cavaliere, c’erano solo petali di rosa fluttuanti nella luce.


°


La carrozza sfrecciava ora nell’immensa foresta e là, fra gli alberi di quell’immenso reame verdeggiante, vi era un piccolo villaggio costruito sulle alte fronde. Non era un centro abitato come i piccoli nuclei paesani degli esseri umani, ma una distesa sterminata di enormi giacigli di foglie. In ognuno di questi vi era un digimon primate che riposava o si dedicava alla pulizia personale, ma in silenzio, per non disturbare nessuno dei vicini. Sugli alberi periferici di quell’accampamento, stavano altri digimon, intenti a fare la guardia.
Perché se fossero disgraziatamente arrivati i Royal Knights, sarebbero dovuti fuggire in anticipo.
Nobu Yaen non era d’accordo col pensiero del capobranco, ma era consapevole che tutti quei digimon non potevano far nulla contro uno solo dei seguaci di Lucemon. Più di ogni altro lo sapeva bene. E rimpiangeva quella stupida lite con Etemon.
“Se potessi tornare indietro…” si disse mentre la testa gli crollava sulle braccia.
-Se sei stanco, dovresti andare a dormire.- disse una voce.
Il ragazzo si voltò appena.
-Non sono stanco, Koemon.-
-Ma stai crollando.- rispose cinico il digimon.
Nobu sospirò.
-Sono solo un po’ triste. Perché non vai tu a dormire?-
L’altro si gettò a sedere.
-Perché Gorimon russa come una motosega.-
A Nobu scappò un sorriso.
Fin da quando era piccolo, desiderava avere una famiglia, dei genitori che l’accudissero e dei fratelli con cui crescere. Fino a quando non aveva incontrato Etemon quelle cose non le aveva mai avute. Era felice col suo partner, così felice, che al momento di lasciare l’unico padre/fratello che avesse mai avuto, si era sentito mancare. E aveva preferito rimanere al suo fianco.
Erano felici ma Etemon era cambiato. Poco a poco la maledizione che Lucemon aveva lanciato ai loro compagni si era fatta sentire, come se non bastasse il fatto che lui non poteva più crescere, ed Etemon era diventato da irritante a insopportabile.
Quel lontano giorno d’estate… o era inverno?
Insomma, quel giorno fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Nobu fuggì dal suo compagno e quando fu sul punto di tornare da lui in lacrime, trovò loro: Koemon e Gorimon. Il piccolo scimmiotto verde dal carattere cinico e l’enorme gorilla bianco dal carattere piuttosto semplice. Due personaggi piuttosto diversi ma uniti come fratelli e valorosi difensori di una piccola tribù che l’aveva accolto senza pretendere nulla da lui.
Erano la sua nuova famiglia.
Ma lui desiderava rincontrare Etemon di nuovo. L’aveva cercato ovunque, ma non aveva osato parlargli, perché l’aveva visto mentre combatteva contro i successori dei primi bambini prescelti.
Là, in quel vasto deserto, non c’era più il Grande Etemon, ma solo un pazzo esaltato alla fine dei suoi giorni.
E lui pianse amare lacrime nel vederlo scomparire, d’altro canto non poteva fare nulla per lui. Scoprì solo in seguito che poi Etemon non era morto. E quando andò a cercarlo, Metal Etemon stava combattendo contro Saber Leomon.
E, ironia della sorte, fu proprio Zudomon, il partner del suo successore, Jou Kido, a contribuire alla sua disfatta.
“Sarai rinato, Etemon?”
-Arriva qualcosa… - disse in allerta Koemon, guardando all’orizzonte con la mano sulla fronte, gli occhi enormi stretti a fessura per inquadrare per meglio l’oggetto in lontananza.
Nobu guardò anche lui e quando il suddetto oggetto fu più visibile, il suo cuore riprese a sperare.


-Siamo arrivati.- esclamò Etemon concitato.
Ylenia e Bearmon guardarono fuori dal finestrino.
Nel buio della notte non riusciva a scorgere poi molto e il silenzio aleggiava nell’aria.
Vamdemon sospirò.
-Ho l’impressione che non siamo i benvenuti qui.- disse e, come a dar conferma alle sue parole, una lancia ruppe il vetro, conficcandosi sul pavimento dell’abitacolo.
Ylenia e Bearmon trattennero un grido e la digimon si mise fra la sua compagna e un potenziale nemico, che poteva apparire dall’uno o dall’altro finestrino.
Etemon e Vamdemon rimasero in silenzio a studiare la situazione, ma a un cenno del vampiro, lo scimmione si grattò la testa, sistemò gli occhiali sul viso e uscì dalla vettura con le mani alzate bene in vista.

E allora i loro sguardi s’incrociarono.
Nobu ed Etemon si fissarono a lungo. Benché il prescelto indossasse una maschera, avesse i capelli più lunghi e fosse molto più alto e muscoloso di quanto il Padrone delle Tenebre ricordasse, si riconobbero a una sola occhiata. Si sarebbero certamente gettati l’uno sull’altro, incuranti della situazione, se non fosse stato per i digimon intorno a loro che al primo passo di Etemon brandirono le loro armi con fare minaccioso.
Etemon si fermò allora.
-Calma… - disse -Non siamo nemici… -
-Ah, si?- esclamò Koemon prendendo la mira con la sua enorme fionda di legno. -E chi ci dice che non siate stati mandati da Lucemon o da uno qualunque di quegli stupidi Demon Lords, eh?!-
Gorimon li teneva sotto mira col suo braccio armato, come d’altro canto stavano facendo gli altri digimon.
-Se fossimo stati mandati da Lucemon avremmo preso i Digicodici senza neppure degnarci di mostrare la nostra faccia.- disse Etemon, il che diede a pensare a Gorimon ma Koemon non pareva così propenso a lasciarsi incantare da nessuno. Caricò il colpo sulla fionda e sferrò un primo attacco verso Etemon, il quale lo schivò con una capriola all’indietro. Nel momento in cui si mosse ci fu il panico.
I digimon si agitarono e alcuni fecero per sparare, ma con un salto, Nobu s’intromise nella traiettoria comune, portandosi talmente vicino all’intruso da impedire ai suoi compagni di fargli del male. Si tolse allora la maschera enorme in legno e il suo digimon riconobbe il viso vivace di quel bambino pazzoide con cui si divertiva a cantare a squarciagola e a far dannare tutti.
Il Grande Etemon si grattò la nuca, imbarazzato, ma prima che potesse dire una sola parola, Nobu lo abbracciò calorosamente.
-Mi sei mancato.- gli disse con le lacrime agli occhi.
E che cosa poteva dire lui?
-Anche tu… - rispose ricambiando la stretta, imbarazzato.

°

E giunse il mattino su tutto Digiworld e sulla terra.
Nelle zone devastate, mattina o sera non faceva più differenza: i digimon erano sempre disperati.
Dall’arrivo di Neo a Bernika, Gennai e Andromon avevano avuto il loro bel da fare nel laboratorio di ricerca all’interno dell’edificio a forma di Hard Disk.
I cloni del saggio si erano divisi fra gli allenamenti dei ragazzi e la gestione della città, occupandosi delle varie mansioni pratiche, mentre lui e il digimon androide erano indaffarati con lo studio dei campioni di sangue del ragazzo e con la ricerca del prescelto mancante, che sembrava non aver portato a nulla.
Oikawa dalla Terra aveva appena comunicato loro che se il prescelto in questione non aveva il medaglione o il Digivice, rintracciarlo era alquanto complesso, se non impossibile, e che forse avrebbe dovuto provvedere a creare degli stimoli appositi per verificare se fra i gruppi di adolescenti vi era qualcuno che rispecchiava la qualità chiamata Fedeltà. E poiché di ragazzi a Tokyo ce n’erano tanti, i tempi dell’operazione sarebbero stati piuttosto lunghi.
Dopo interminabili minuti di silenzio, disturbati solo dal brusio sommesso dei macchinari, Andromon comunicò a Gennai il termine delle analisi. L’androide porse al saggio uno stampato con i dati risultanti dall’esame effettuato sul sangue del ragazzo e sui campioni di pelle prelevati dalle sue ferite.
Il domatore era ricoverato nell’ospedale, ma non aveva ancora incontrato i ragazzi, ne dava segno di volerlo fare.
Aveva chiesto di Taichi, ma appurato che non c’era, aveva lasciato cadere il discorso e aveva dormito per parecchio tempo.
Doveva essere esausto e certo tutti quei segni sul corpo erano una spiegazione, ma quando Gennai scorse i risultati gli si formò in gola un groppo di saliva difficile da mandare giù.
Deglutì quasi strozzandosi e sudando freddo.

Nella capitale magica, Witchelny, la mattinata fu un susseguirsi di bruschi risvegli all’insegna delle ramazzate in testa.
-Forza, forza! Ad allenarsi!- esclamò Babamon allegramente.
-Io ho sonno… - si lamentò V-mon.
L’anziana digimon certo non lo lasciò dormire impunito.
-Su, su!- esclamò agitando la scopa -Giù dalle brande, dormiglioni!!-
Sora si stropicciò gli occhi lentamente, mentre Daisuke sbadigliava sonoramente. A Miyako e Mimi ci vollero diversi minuti per trascinarsi giù dal letto, mentre Iori e Ken trovarono la forza di entrare nel bagno, dove il minore si lavò la faccia in acqua fredda per svegliarsi completamente. Takeru si guardò intorno, né Yamato né Risei erano nella stanza e a giudicare dai letti rifatti, non vi erano da un pezzo.
I ragazzi e i digimon vivevano lì da un po’ di giorni. Dormivano e mangiavano insieme, si allenavano e combattevano gli uni con gli altri, litigavano, ma erano tutti in sintonia. Nonostante tutti preferissero le comodità moderne, persino Mimi o Miyako, sopportavano bene quella “prigionia”. Perché erano consce del loro dovere e dormire in un camerone con altre venti persone, delle quali alcune decisamente disordinate e altre indisponenti, era il male minore, pur di salvare il mondo dalla minaccia che incombeva su di esso.

Anche Hiroyuki era in piedi da un pezzo, ma aveva lasciato tutto in disordine. Entrò nuovamente nella stanza correndo, quasi travolgendo Jun che si accingeva con Mimi e Daisuke ad andare in cucina per preparare la colazione. Dietro di lui Kotemon faceva una corsetta da fermo. Il prescelto del Vigore afferrò Mamoru per la collottola e lo trascinò via.
-Forza, sbrigati!- esclamò, particolarmente su di giri -Oggi ho intenzione di provare una nuova strategia. E purtroppo ho bisogno di te.- e sottolineò il purtroppo.
Il moro osservò il Digivice, erano solo le otto, ma quello era sudato come se avesse fatto ore e ore di corsa senza tregua.
-Arrivo, arrivo, dammi almeno il tempo di far colazione, Terminator!-
Elecmon si diede giusto una stiracchiata alle ossa e saltellò allegramente verso l’arena, con Kotemon che lo seguiva.
Gli altri digimon parevano più propensi a mettere innanzitutto qualcosa sotto i denti.
Sora prese la colazione per sé e per Pyomon, e anche per Yamato e Risei, ma poiché non li trovava da nessuna parte, decise di mettersi a cercarli.
Dalla camera all’arena non dovette percorrere molta strada. Hiroyuki e Mamoru avevano già invaso il campo e se le davano di primo mattino. Li ignorò e cercò con lo sguardo il suo ragazzo.
Lo scorse in un angolo remoto e tranquillo dall’altro capo dello stadio. I digiprescelti dell’Amicizia e dell’Onestà erano con i rispettivi digimon e Wisemon.
Avvicinandosi, Sora si accorse che stava accadendo qualcosa d’insolito.

Tanto per dirne una, Yamato non aveva Wisemon in simpatia, invece in quel momento, non solo era insieme a lui, ma lo ascoltava come se pendesse dalle sue labbra.
Sempre che Wisemon avesse mai avuto delle labbra.
-Yamato!- lo richiamò una volta che gli fu vicino, più che altro allarmata.
Lui si voltò verso di lei, sorridendo.
-Sora!-
-Fermo.- lo ammonì Wisemon richiamando la sua attenzione -Se ti agiti come faccio a concludere l’analisi?-
-Ok… - il prescelto non protestò, ma rimase ad osservare ciò che il digimon faceva.
Dalla sfera di cristallo del misterioso digimon fuoriuscivano delle sottili braccia metalliche, terminanti in tanti piccoli strumenti da analisi. Uno di questi era una sorta di laser che metteva in luce i dati di cui ogni creatura digitale è composta. Wisemon lo stava scrutando da diverso tempo utilizzando quello strumento e in quel momento in particolare studiava la sua testa.
-Interessante… - ripeteva di tanto in tanto -Non avevo mai visto una cosa simile… -
-Che cosa vuoi dire?- chiese Gabumon.
-Parlo della struttura ordinata e complessa di dati che costituisce il nucleo primo della vita e… -
-Se ti riferisci al cervello… - tagliò corto Yamato -… credo ce l’abbia anche tu.-
Il digimon parve piccato.
-Vorrai scusarmi se non ne ho mai visto uno umano. Certo preferirei osservarlo nella sua reale forma e sostanza, ma da quello che dicono i tuoi dati, se dovessi aprirti il cranio, moriresti.-
I presenti rabbrividirono, in particolare Yamato, ancora sotto le grinfie del digimon.
-Ovviamente non lo farò.- ribatté quello compiaciuto -Ma ciò che è davvero stupefacente è il modo in cui il potere è stato legato alla tua anima.-
-L’anima sta nel cervello, quindi.- commentò il digiprescelto.
Wisemon ribatté -Dove dovrebbe stare altrimenti?-
Yamato increspò le labbra.
-Nel cuore, per esempio.-
-Il cuore è solo un organo motore dell’organismo e riflette semplicemente gli stimoli che riceve l’anima.- fu la risposta razionale del sapiente digimon.
-Allora… - Yamato osò porre quella domanda -Se per caso decidessi di liberarmi del potere delle Tenebre, o Ylenia di quello della Luce, cosa accadrebbe?-
Wisemon fu, come al solito, freddo e conciso -Scinderesti l’anima da ciò che la lega al corpo. Parlando di dati, cancelleresti un codice non riscrivibile.-
Sora ebbe una forte stretta al cuore ma Yamato insistette nel suo desiderio di sapere.
-Insomma, morirei, giusto?-
Wisemon annuì.
-E non si potrebbe far nulla? Copiare il codice o qualcosa del genere?-
L’altro parve rifletterci.
-Teoricamente sarebbe possibile, ma ci vorrebbe troppo tempo per riscriverlo e sarebbe inutile.-
-Se dovessi morire, potrei rinascere?-
-Sarebbe interessante scoprirlo.-
Risei si irritò a quella risposta sincera ma minacciosa e saltò in piedi.
-Papà non morirà!-
-Infatti!- esclamò Sora a sua volta, per poi arrossire vistosamente -Ecco… noi non lo permetteremo, ecco.-
Il digiprescelto dell’Amicizia sorrise un poco.
-Oh beh, chissà che anche per noi non funzioni come per i digimon… - commentò.
Era ovvio che temeva di morire o che lo mettesse in conto. Dal suo volto sorriso triste la digiprescelta dell’Amore vedeva trapelare questa paura. Un timore però inferiore a quello che sicuramente provava per il bimbo.
In realtà Yamato aveva anche un’altra preoccupazione, ma non voleva renderne partecipe suo figlio, perché era una cosa che lo riguardava strettamente ma, nella fattispecie, concerneva i suoi dati misti. Wisemon terminò l’analisi su di lui e agitò le braccia meccaniche verso Risei -Su,giovanotto, ora tocca a te.- disse. Giusto in tempo per esporgli il problema.
Il bambino, intimorito, fece un passo indietro.
-Ehm… non sono tanto convinto… - disse esitando.
La verità era che Risei odiava le analisi, le medicine e soprattutto i laboratori, ma era palese il perché.
Ad ogni modo non protestò più di tanto, anche se dovette stringere tremante la manina a suo padre per tutto il tempo.
Quando Wisemon terminò anche con lui, dopo varie esclamazioni come -Interessante… - o -Questo è un ottimo spunto di riflessione scientifica… -, Yamato si rivolse a Sora.
-Potresti accompagnarlo a fare colazione?-
Sora recepì il messaggio e mise una mano sulla spalla del bambino.
-Vieni.- gli disse -Ti preparo del latte, poi se vuoi, ci alleniamo un po’.-
Risei osservò allora l’arena.

Musyamon e LoaderLeomon combattevano aspramente e Mamoru e Hiroyuki litigavano per una non precisata strategia.
Jou e Koushirou s’intromisero con Zudomon e Atlur Kabuterimon scatenando una battle royale di proporzioni catastrofiche.
Il Campione se la cavò egregiamente contro gli altri tre per un bel pezzo, ma tre Evoluti sono pur sempre tre Evoluti e Hiroyuki dovette ammettere a se stesso che doveva trovare il modo di placare l’ira funesta di Asuramon al più presto, se voleva far evolvere Musyamon e combattere contro nemici come i Royal Knights o i Demon Lords.
-Dovresti essere meno furente.- gli consigliò Jou dall’alto del suo digimon acquatico.
-Ah, si?- commentò Hiroyuki.
Koushirou annuì -Così facendo gli invii molta poca energia e molta rabbia, non riuscirà mai a controllarsi.-
Il teppista parve piccato d’altro canto non aveva la più pallida idea di come fare.
Musyamon ascoltava tutto e taceva, concentrandosi solo sul suo avversario di turno, Loader Leomon.
-Boring Storm!-
Il samurai riuscì a proteggersi dalla criniera roteante del felino meccanico, ma da quella posizione non poteva controbattere.
Zudomon, dal canto suo, aveva appena investito il digimon coleottero con una potente scarica elettrica concentrata generata dal suo martello in metallo cromato Digizoide, ma senza apparente effetto. Atlur Kabuterimon si rivelò piuttosto resistente all’elettricità e riuscì a riflettere l’attacco sugli altri due digimon, per i quali fu devastante. Tanto che per diversi minuti questi non riuscirono a muovere un muscolo.
-LoaderLeomon!- esclamò Mamoru precipitandosi da lui.
-Sto bene… - disse il digimon chiudendo gli occhi e tranquillizzandolo -Potrei star meglio, ma non morirò.-
Musyamon si rialzò e Hiroyuki strinse i pugni.
Come inviargli l’energia necessaria senza farla sfociare in rabbia?
Il dilemma era quello.
Koushirou guardò Jou.
-Io avrei un’idea.-

Il combattimento fu fermato definitivamente e dopo che Koushirou ebbe esposto il suo piano per aiutare Musyamon a evolvere in un Asuramon meno distruttivo, Jou fece cenno a Jun e Culumon di raggiungerli.
-Io non so se riuscirò a controllarmi… - commentò Musyamon con rammarico.
-E’ questo il punto.- affermò Hiroyuki, d’accordo col prescelto della Conoscenza -Scatenati quanto ti pare. Suppongo che la barriera regga.-
-In ogni caso ci penso io, culu!- esclamò Culumon dandogli una pacca sull’elmo.
Il samurai scrollò le spalle e si allontanò dal gruppo.
Quando tutti, compreso Hiroyuki lasciarono l’arena, il prescelto del Vigore tentò nuovamente di inviare l’energia per la digievoluzione del suo digimon. Con scarsi risultati.
-Che succede?- domandò Mamoru.
Hiroyuki fissò il suo Digivice.
-Non lo so, non vuole reagire.-
-Allora prova a incazzarti.- gli disse il prescelto della Giustizia -Tanto ora l’importante è fare evolvere Musyamon, non il come.-
Il teppista gli lanciò un’occhiata storta.
-Guarda che io non ho l’incazzatura a comando.- commentò aspro, sollevando l’ilarità degli altri.
-No, infatti sei sempre carino e gentile.- lo prese in giro il moro.
-Per non parlare della tua predisposizione alle belle parole.- rincarò la dose Gomamon.
-Hirotama è un cafone.- lo sgridò Mika.
-Ma è una congiura!- esclamò il teppista e s’inchinò verso la bambina. -Hiroyukisama, semmai.-
Lei scosse il capo -Mi piace di più Hirotama. Anche Hiropyon è carino, sembri una ranocchietta.-
Ecco, quello sì che era un modo veloce di farlo infuriare. Infatti, il paragone non gli fu molto gradito e il viso di Hiroyuki s’incupì.
-Una ranocchietta, eh?- chiese e la bambina annuì, nascondendosi però dietro Mamoru. -E chi ti avrebbe suggerito questa cosa?-
-Lui.- indicò Mamoru che sudò freddo.
-Ehm… però le ranocchie sono carine… potresti diventare un bellissimo principe per… Hiroyuki?-

Miyako e Ken stavano lavorando a qualcosa sul computer di Koushirou e quando Sora fu loro vicino e gli chiese cosa stessero facendo, Ken rispose.--Stiamo cercando di capire dove si trovi il castello di Daemon e come sia formato, ma è piuttosto complesso, sembra che voglia rimanere nascosto, come noi del resto.-
Un urlo disumano li fece voltare verso il gruppo più folto. Risei vide Musyamon evolvere Asuramon e dare di matto dentro l’arena, mentre Hiroyuki dava di matto fuori, tentando di strozzare Mamoru.
Il bambino scosse la testa rassegnato e poi gli si avvicinò, afferrò quello che doveva essere il suo maestro auto-dichiarato e lo tirò per la giacca.
-Quando iniziamo l’addestramento per veri uomini, Hiroyuki sensei?-
Quello parve calmarsi un poco.
-Giusto! L’addestramento.- lasciò andare Mamoru risparmiandogli il viso e il suo pugno si rilassò, mutando in una pacca sulla testa del bambino.
-Seguimi, Schizzetto, ti insegno un po’ di mosse.-
Gli altri rimasero alquanto interdetti, fra l’altro Asuramon continuava a distruggere l’arena, ma nessuno pareva interessato a fermarlo. Questo finché Hiroyuki non si rese conto che i danni che stava causavano andavano oltre il limite del consentito e che se continuava così la barriera si sarebbe infranta da lì a non molto.
Tentò allora di infondergli un poco di calma, ma non riusciva proprio a trasmettergli il giusto sentimento.
Il Vigore era una qualità davvero troppo complicata da possedere ed era in momenti come quelli che se ne rendeva conto maggiormente. E a peggiorare la situazione, la consapevolezza di ciò lo frustrava al punto da farlo infuriare ancora di più.
E il risultato era quello che aveva davanti agli occhi.
D’altro canto, BlackKoromon sembrava non vedere l’ora di gettarsi sopra il digimon Evoluto e più di una volta fu sul punto di sfuggire alle braccia del piccolo Risei.
-Vuoi farti ammazzare?!- sbottò il bambino.
-No!- protestò il piccolo digimon nero -Voglio allenarmi anche io!-
-Asura Shinken!-
Sobbalzarono tutti quando i possenti pugni fiammeggianti del digimon tricefalo s’abbatterono contro la barriera riuscendo a perforarla, in un eccessivo finale scatto d’ira. Il digimon rimase però incastrato dall’energia che andava rigenerando lo scudo energetico e allora, col consenso di tutti, Jun diede il segnale a Culumon.
-Culumon shinkaaaaa… Pidmon!-
L’angelo si librò in volo ed entrò nella barriera, Asuramon lo vide e l’avrebbe inseguito col preciso intento di abbatterlo se non fosse stato per il fatto che era ancora incastrato. Pidmon sfruttò questo fattore e con tutta calma generò una sfera di li luce iridea che avvolse l’altro neutralizzando la sua ira e costringendolo così ad involvere in un confuso Kotemon.
-Mi dispiace Hiro… - disse il piccolo, profondamente dispiaciuto.
-Fa nulla.- rispose quello -Riproveremo ancora, finché non ci riusciremo.


Nel frastuono generale, il colloquio fra il digiprescelto dell’Amicizia e Wisemon proseguiva.
-Anche per Risei sarebbe lo stesso?- domandò Yamato.
Wisemon annuì.
-Ma il discorso è più complesso.-
Yamato si sedette sui gradoni in pietra, vicino a Gabumon.
-Che vuoi dire?-
Wisemon allora utilizzò la sua sfera per spiegare ai due la realtà dei fatti.
-Risei ha un’anima in parte digitale e in parte umana. Queste due parti non sono completamente unite.-
Yamato parve ricordare qualcosa.
Una sorta di sensazione lontana, ma non riusciva a mettere a fuoco né da cosa fosse causata né in che occasione.
Wisemon proseguì nella sua spiegazione.
-Sembra che Daemon abbia dovuto legare la copia del Potere non solo alla parte umana, ma anche a quella digitale che è una copia della sua anima… -
Il digiprescelto deglutì spaventato.
-La parte umana è una copia della mia anima… Lui vuole assorbilo… - disse fra sé e sé -Ma vuole anche sbarazzarsi dei miei dati che gli servono solo come scudo contro un’energia così potente… -
Vedendolo così teso Gabumon non poté che preoccuparsi tantissimo.
Ovvio che Yamato conoscesse i dettagli del piano di Daemon molto più degli altri, ma fino a pochi secondi prima, erano solo tanti piccoli pezzi di puzzle che non era mai riuscito a mettere insieme.
E improvvisamente, il rompicapo era quasi completo davanti ai suoi occhi.
-Se dovesse farlo… di Risei cosa resterebbe?-
Non poteva permettere che il suo piccolo cadesse nuovamente nelle mani di quel pazzo.
Doveva trovarlo e farlo a pezzi prima che lui si muovesse.
Si alzò in piedi di scatto e prese a scendere le gradinate, correndo verso il portico.
-Dove stai andando?- lo seguì il misterioso Wisemon, con Gabumon che correva tentando di raggiungerli.
-Devo assolutamente parlare con quel Neo Saiba.- esclamò e allora il digimon gli si parò davanti con le braccia spalancate.
-Non puoi farlo.- lo ammonì -Tu sei morto. E’ per la tua sicurezza.-
Yamato rise, gelido.
-Per quella di Digiworld, vorrai dire, comunque, grazie per il finto interessamento.-
-Per me puoi anche farlo.- disse Gennai, soggiungendo alle sue spalle.
Wisemon socchiuse gli occhi in due sottili linee di luce, contrariato.
-Daemon sa benissimo dove siamo e Neo Saiba era solo un’esca per trovarci.-
Mentre parlava, il saggio digitale porse al digimon il foglio con i risultati delle analisi fatte da Andromon.
-Nanomacchine… interessante e questi dati… - gli mancò il fiato. Nessuno avrebbe saputo dire se per l’emozione o per la preoccupazione, fatto sta che Wisemon rimase imbambolato a fissare quel foglio per diversi minuti. -Se la mette in questo modo… non abbiamo più tempo da perdere.-


°


Nel castello di Daemon, intanto, MetalPhantomon era nuovamente al cospetto del suo signore, in una delle sale dell’immensa fortezza laboratorio del Demon Lord.
-Mio signore… - s’inchinò a lui per rispetto -Le comunico che il piano procede come previsto, eccetto che per qualche piccolo intoppo irrilevante.
Daemon smise allora di osservare l’operato dei suoi scienziati per concentrarsi sul suo luogotenente.
-Che genere d’intoppi?- chiese con gli occhi ridotti a sottili fessure cerulee.
MetalPhantomon allora fece un breve rapporto.
-In fin dei conti ho potuto appurare che i digiprescelti sono nascosti in quella zona e che non sono gli unici a poter combattere, ma ho un dubbio signore, se mi consente si esprimerlo.-
Daemon lo invitò a proseguire.
-Ecco, lei è veramente sicuro che quel moccioso di Neo Saiba non ci creerà problemi nonostante le precauzioni?
Il Demone dell’Ira rise sguaiatamente.
-Mi deludi, MetalPhantomon.- tuonò divertito -Ricordati sempre che non esiste imprevisto che io non possa fronteggiare. Prepara l’attacco e procedi pure da programma. Non immaginano neppure le sorprese che ho in mente per loro… -
MetalPhantomon sogghignò.
Già, quei mocciosi non sapevano proprio con chi si erano messi contro.
Il Demone dell’Ira scorse la mano sul corpo della sua piccola cavia dormiente, quasi benevolo.
-Rei Saiba… sono sicuro che tu e tuo fratello risponderete alle mie aspettative molto più di quanto possiate immaginare. -





Fine Capitolo 17





Questa volta vi ho stupito? Disgustato? Confuso?
Ok, sono moooolto pignola. Questo capitolo da un lato mi piace com'è venuto fuori perché ho chiuso alcuni conti che avevo in sospeso: la cerimonia, Ete e Nobu che s'incontrano, Lord K. e Kokueimon che s'incontrano (non è solo per il fan service a me stessa, se temete questo xD) e poi Yama che parla di Risei con qualcuno.
In realtà, ecco, so che sono la solita lagna con le mie seghe mentali da scrittrice, ma il fatto è che Neo e Risei ultimamente mi hanno creato problemi. Come vi dicevo, questa storia la creai molti anni fa, facciamo pure dieci, ma era completamente diversa e più frenetica fin dall'inizio. Il che sarebbe stato meglio se non avessi ucciso Lady Devimon fra l'indifferenza generale, il che, per come la vedo ora, è un autentico delitto U_U
Kokueimon fra l'altro non era neppure suo figlio ma era un semplice subalterno.
C'era una parte in cui Taichi rimaneva ferito da Vamde per non far rapire Ylenia, accidenti, quella avrei voluto scriverla, ehehehe!
Nobu, contrariamente alle aspettative non mi ha dato rogne, ma un po' mi spiace avere omesso delle cose su di lui. Potrei anche parlarne in seguito, ma vedremo. C'è ancora tempo. Ho cambiato la Digipietra di Yle da Passato a Memoria, prima di tutto perché suona meglio e poi così ha un significato più vasto. Passato mi ricorda che lei non ha un passato. Memoria è una cosa come costruzione di ricordi eccetera.
Ora la storia subirà un accelerata che temo sia brusca, ma necessaria, praticamente ho degli spezzoni pronti che non ho messo in questo capitolo e che spero di usare nei prossimi.
Non è che scrivo la storia a pezzi XD è solo che magari certe cose decido di non metterle ma le conservo. Lo spezzone in questione sento che dovrò metterlo, almeno per come ho deciso di rigirarmi la trama.
Per inciso, dopo aver penato, credo di aver elaborato finalmente la versione mentale definitiva di questa saga di Daemon, che non so voi, non vedo l'ora di abbattere U_U
Wisemon invece... si vede che sto guardando la serie Xros Wars eheheh. A proposito di questa, nella settima c'è Astamon, il che mi manda in delirio totale *O* <- completamente lesa...

Per concludere, se ci sono domande, chiedete pure allo zio Vamdemon, che coi suoi modi carini e gentili (pena la rivelazione dell'oltraggioso segreto) vi illustrerà tutto.




Al prossimo capitolo ^^

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Capitolo 18
*** 18. Arrivi e partenze ***


Capitolo 18:Arrivi e partenze

se ti fermi ti perderai
sei tu chi può darti aiuto
nel mondo che non aspetta mai
(Arrivi e Partenze, Neffa)



Era una situazione di stallo, come prima delle peggiori battaglie.
Umani e digimon prescelti buoni da un lato, digimon “malvagi” dall’altro.
Tutti in silenzio, timorosi di compiere il primo passo. Era una situazione strana per ognuno di loro, perché nessuno si sarebbe aspettato un giorno di arrivare a quel punto.
Se da principio vi era stato uno scambio d’insulti fra i due gruppi, dovuto più che altro ai convenevoli fra Lady Devimon e Tailmon, era in seguito calato un silenzio quasi tombale.
Fu un commento quasi sussurrato di Etemon a smuovere le acque.
-Ho come un déjà vù…- disse piano e fu quello, apparentemente senza motivo, a spingere Piemon a farsi avanti per primo e a porgere la mano verso Taichi.
Il leader degli ormai cresciuti bambini prescelti si ritrovò confuso a cercare consiglio negli occhi e nelle labbra dei suoi amici, ma ottenne solo occhiate di rassegnazione. “Se proprio dobbiamo…” sembrava pensassero all’unisono, ma nessuno fiatava.
Era necessaria quell’alleanza, ma certo non gradita.
Mimi si mordeva le labbra, come a tentare di trattenersi dal parlare, ma alla fine cedette, dopotutto era nel suo essere il dire sempre e comunque ciò che pensava.
-Io non sono convinta che sia una buona cosa.-
Nessuno obbiettò, anzi, mentalmente tutti le davano ragione.
Primi fra tutti Takeru e Patamon, che alla vista di Devimon si erano incupiti e stavano molto alla larga dal digimon diavolo. Se avesse potuto, il prescelto della Speranza sarebbe fuggito… o forse sarebbe saltato al collo di Devimon, perché ogni volta che ripensava al giorno in cui Angemon aveva perso la vita per salvare la sua gli saltavano i cinque minuti.
Devimon era un digimon buono, non esattamente una brava persona, ma un alleato: questo concetto non aveva senso nella sua mente focalizzata sul suo ghigno demoniaco e sugli occhi rossi quanto gelidi e maligni.
Inutile dire che Tailmon era divisa fra la sua “sana” rivalità con Lady Devimon e il rancore per Vamdemon e gli anni in cui era schiava inconsapevole al suo cospetto.
-Neppure a me va’.- confessò Yamato e il suo sguardo tagliente e gelido s’impresse nella mente di Piemon, ferendolo fin nel profondo. Certo non perché effettivamente il ragazzo non fu carino nei suoi confronti, ma quanto perché il suo odio in quel momento era tangibile e lui era consapevole di meritarselo.
-Ci dispiace.- disse -Mi dispiace, per aver cercato di ucciderti.- guardò prima Yamato, poi Mimi -Di uccidervi… insomma, noi eravamo accecati dal nostro orgoglio, quando ci avete affrontato.-
Tutti tacevano, per cui proseguì il discorso.
-Non voglio giustificarci, perché eravamo consapevoli di quello che facevamo, vorrei solo che pensiate a quanto disperati fossimo quando, dopo aver salvato il nostro mondo, siamo stati presi a pesci in faccia. Non l’abbiamo fatto per salvare nessun’altro eccetto noi stessi, volevamo vivere senza il terrore di essere uccisi nel sonno.-
E in quel momento guardò il digiprescelto dell’Amicizia.
-E quando eravamo ad un passo da quel sogno, Lucemon è impazzito e la nostra amicizia nei suoi confronti è stata messa a dura prova. Tutto ha iniziato a crollare. Quando abbiamo incontrato Kirara e gli altri è stato…- si fermò a cercare le giuste parole -… è stato un sollievo, ma la nostra caduta era solo all’inizio. Abbiamo ucciso i nostri amici e questi hanno tentato di ammazzare noi e infine, gli unici amici veri che avevamo se ne sono andati e non abbiamo neppure avuto il coraggio di dire loro grazie come si deve. Adesso vorremmo solo chiudere questa storia, ma è una cosa troppo grande per noi e per voi.-
-Forse dovremmo fidarci.- disse a un tratto Ylenia, forse una dei pochi tranquilli in quel frangente -Io non posso capire quanto avete sofferto tutti, ma capisco quanto ha sofferto Yama.- si tastò il petto all’altezza del cuore -Ero dentro di lui, posso quasi sentire quello che provava, ma adesso che sono solo io… - sorrise appena -Sento che non posso odiarvi e vi capisco…-
Era imbarazzata e nervosa, dentro di sé sperava che i suoi amici non avessero da ridire con quello che diceva, che non la giudicassero male.
Seduti in un angolo, stavano i prescelti della nuova guardia, compreso Risei, e poi c’era Nobu, solo soletto in disparte, attento ad ogni parola, ogni reazione.
Si doveva arrangiare da solo, Etemon, dopotutto, lui si era cacciato nei guai e lui ne doveva venire fuori. Era l’unica cosa che condivideva con le streghe dell’orfanotrofio, l’unico insegnamento che gli era davvero servito a qualcosa.
Certo poi aveva imparato che afferrare la mano di un amico non è male, ma è importante il proprio personale contributo alla risoluzione del problema.
Etemon aveva fatto il suo piccolo passo andando a chiedergli scusa e poi recandosi con gli altri a chiedere perdono, perciò, poteva aiutarlo no?
-Sarebbe bello…- disse sorridendo, legando i lunghi capelli d’ebano con l’elastico -… rivedere Kirara e gli altri.-
I presenti si volsero allora verso di lui che si alzò e camminò spedito di fronte a Taichi, fra lui e Piemon.
Lasciò tutti di stucco inchinandosi di fronte al digiprescelto del Coraggio senza esitazione alcuna.
-Vi chiedo perdono da parte loro.- disse calmo -So che non si sono comportati per niente bene, ma so che c’erano dei motivi profondi per cui hanno agito così, perciò, date loro un’altra possibilità, vi supplico. -
-Nobu…- Etemon era commosso e la sua voce ridotta ad un filo.
-Basta, Nobu.- tentò di farlo desistere Piemon -Non spetta a te scusarti, diamine!- e ciò detto, accadde la cosa più assurda che i digiprescelti avrebbero mai potuto immaginare.
Uno ad uno, anche se con vergogna, i Dark Masters chinarono il capo come gesto di più sentito cordoglio.
-Perdonateci.- chiese Piemon e solo una divinità avrebbe potuto affermare con certezza quanto gli costò pronunciare quella parola.
I ragazzi e i digimon si guardarono l’un l’altro, ancora una volta, colpiti e confusi.
Taichi interrogò con lo sguardo ognuno di loro.

Yamato e Mimi erano restii, anche se la comprensione era dipinta sul volto della ragazza, nonostante tutto. Lui, invece era rassegnato ma sul chi vive. Insomma, di certo pensava che una minuscola possibilità poteva anche concedergliela. Gabumon e Palmon sostenevano il suo sguardo con sicurezza, segno che avrebbero appoggiato la decisione, ma al tempo stesso sostenuto i propri partner.
E poi c’era Sora, silenziosa e accondiscendente. Era la digiprescelta dell’Amore dopotutto e con lei anche Pyomon era propensa perdonare.
Jou e Koushirou non avevano problemi, vedevano la cosa come necessaria e il minimo supporto sarebbe stato per loro gradito.
Gomamon non era molto convinto, ma non si mise certo a protestare, capiva fin troppo bene la situazione e per lo stesso motivo Tentomon serrò le sue “labbra” d’insetto per evitare di sputare sarcastiche sentenze.
E, infine, Takeru, Patamon, Hikari e Tailmon... questi quattro fissarono tristemente Taichi, consapevoli di non avere scelta, ma anche di non poter accettare di buon grado.
Daisuke, Miyako, Iori e i loro digimon potevano essere d’accordo, anche se il dodicenne alzò le spalle lasciando carta bianca a lui e Ken, come Takeru, era molto, molto recalcitrante, ma assentì col capo, e così pure Wormmon che mai avrebbe contraddetto Ken.
Gli altri ragazzi si limitarono ad annuire al loro turno: erano quasi estranei alla faccenda, quindi per loro il problema non sussisteva. Solo Mamoru e Black Koromon erano pensierosi e Risei disinteressato, ma Taichi accolse tutti i consensi e porse la mano al Padrone delle Tenebre, ancora chinato davanti a lui.
-Va bene.- disse -Proveremo a perdonarvi.-
Piemon sorrise e si sentì profondamente sollevato nel rivedere Kirara negli occhi del ragazzo quando alzò lo sguardo. Strinse la sua piccola mano senza esitazione, siglando così la sua alleanza con lui.
E poi…
Poi l’imbarazzo divenne tangibile peggio di pocanzi e fu Gennai ad intervenire, picchiettando sulla spalla del clown con un inquietante sorriso a trentadue denti stampato in volto.
-Che c’è?- domandò quello sospettoso.
-Ci sarebbe un modo per farvi perdonare.- insinuò.
-E sarebbe?- non era convinto che gli sarebbe piaciuto.
-Si vuole soffiare il castello.- commentarono, involontariamente in sincronia, Metalseadramon e Vamdemon.
-Cosaaaa?!- sbottarono Etemon e Pinocchimon.
-Dobbiamo nascondere i digimon del villaggio.- confermò Gennai.
-Ma non se ne parla!- esclamò il burattino, ma suo fratello lo interruppe con un gesto del braccio.
-Ok, va bene….- acconsentì.
-MA PIEMOOOOOON!- protestarono ancora i due.



Nel frattempo, sulla Terra…

Phelesmon aveva seguito con molta attenzione l’impresa di Vamdemon sei anni prima e conosceva ogni punto debole delle sue strategie.
Il fratellino aveva scelto gli studi televisivi come posizione strategica, per tagliare il quartiere di Odaiba fuori dal mondo e cercare poi l’ottava bambina prescelta che gli aveva rotto le uova nel paniere. Oh, quanto aveva goduto allora. Ad ogni modo, Phelesmon decise di agire in maniera differente e in modo molto più infido. Gli stupidi umani non si sarebbero resi conto di nulla se non quando ormai sarebbe stato troppo tardi.
“Sono sicuro.” Si disse pensando a Vamdemon “Che appena lo saprai verrai da me per chiudere i nostri conti. Tsk… Puoi saltare nel letto di chi ti pare, fratellino, non sarà quel tuo stupido moccioso o quella tua combriccola di esagitati a fermare il mio diabolico progetto. Tsk… diabolico? Uhuhuh, diabolico.” Il diavolo non riuscì a trattenere una risata sarcastica e recitò, parlottando fra se e se - Quando nei secoli a venire, il tempo conterà il numero della bestia, solo allora l'invincibile re si rivelerà!-
E rise ancora come un ossesso.
-Phelesmon…- biascicò una voce infantile impastata dal sonno.
-Signore.- rispose prontamente l’interpellato, smettendo di ridere e inchinandosi innanzi al suo padrone immerso in una grande vasca di liquido azzurrognolo fluorescente.
-Non riesco a dormire…- si lamentò quello.
Phelesmon diede un’occhiata ai parametri vitali e ambientali riportati sullo schermo a cristalli liquidi del terminale. Era tutto perfettamente nella norma, pertanto si rivolse al suo signore con profondo rispetto.
-Maestro Belphemon, direi che dipende dal fatto che non siete più nella vostra stanza.-
Il digimon, dall’aspetto pacifico e tutt’altro che terrificante, emise una sorta di ringhio sommesso che generò nel liquido una miriade di bollicine. Se non fosse stato enorme, si sarebbe potuto considerare un cucciolo capriccioso.
-Non mi piace qui…- mugugnò ancora -E’ scomodo.-
Phelesmon sospirò ed estrasse un minerale simile a uno zaffiro da uno scrigno, dopodiché mise la pietra in uno speciale sportello e premette un pulsante. Il macchinario vibrò rumorosamente, poi tutto tacque. Belphemon smise di lamentarsi e il digimon diavolo s’inchinò nuovamente a lui.
-Lasci fare a me Maestro. Riposi pure tranquillo. Non solo la Terra, ma anche Digiworld saranno presto nostri e allora torneremo a casa.-
E il grande Demone dell’Accidia annuì, per poi assopirsi completamente.
Il diavolo rimase a osservare quell’enorme palla di pelo marrone dotata di “piccole” zampe grigiastre avvolta fra le catene di un’enorme sveglia. Aveva delle ossa acuminate sulla testa striata in rosso e orecchie simili ad ali membranose violacee. Due corna ricurve completavano il tutto conferendo alla creatura un po’ della malvagità che rappresentava.
Il diavolo, infine, s’alzò e prese a camminare su e giù per il locale polveroso, ripassando mentalmente i dettagli del piano.


Nuovamente a Digiworld, a Witchelny, ovviamente, si discuteva animatamente.

-Quello che stai pensando di fare è una follia, lo sai?- domandò Piemon sporgendosi verso Yamato e Gabumon.
Il prescelto dell’Amicizia alzò le spalle e gli scoccò un’occhiata di sufficienza.
-Non lo sapevo.- disse con sarcasmo -Il punto è che prevenire è meglio che curare.- rispose.
-Se lasciate questo posto- disse il clown -sarete un bersaglio facile da colpire.-
-Non andremo mica tutti.- ribatté prontamente quello -Fosse per me, andrei anche solo, ma finirei per farmi ammazzare senza concludere nulla.-
-Ok, ok, mettiamo che le cose vadano come dici- insistette il digimon -ma hai considerato il malaugurato caso che Daemon vi trovi e ammazzi tutti e due?-
I due gemelli si lanciarono un’occhiata complice e fu la ragazza a rispondere -Non credo lo farebbe, non subito almeno.-
-Che cosa intendi dire?- domandò allora Jun, seduta poco più in alto della ragazza bionda.
-Daemon vorrà anche ucciderci.- disse Yamato -Ma, poiché non è un deficiente, non credo che rischierà di uccidermi prima di aver assorbito Risei.-
Il piccolo s’irrigidì e il prescelto si pentì di essere stato così diretto.
-Ma così non sarebbe lei ad essere totalmente in pericolo?- domandò Vamdemon, fingendosi disinteressato.
Il maggiore dei gemelli tacque, consapevole che avesse ragione, ma la sorella minimizzò.
-Si, ma tanto ci saranno tutti a proteggermi e poi, non sono mica così debole.- e ciò detto generò una piccola sfera di luce col dito.
-Woooow!- esclamarono i digimon intermedi, meravigliati e curiosi.
-Sai sparare raggi!- fece melodrammatico Mamoru e, ovviamente, Hiroyuki non poté esimersi dal lanciare la sua frecciata.
-A differenza di qualcuno.-
-Potrei sempre imparare a tue spese.- ribatté Yamato con un tono ironico ma anche alquanto minaccioso. Nulla che intimorì il prescelto del Vigore, comunque.
-Almeno avete idea di dove sia il laboratorio di Daemon?- chiese Piemon.
Scosse la testa Yamato.
-Credo sia andato distrutto, ma non so perché e non ricordo come ci sono finito… non ricordo assolutamente nulla se non qualche particolare, altrimenti non chiederei a Ylenia di correre un tale rischio.-
Taichi si fece pensieroso qualche secondo, poi si alzò in piedi e iniziò a camminare su e giù davanti al gruppo.
-Beh, se non vuole ucciderti subito, forse è un vantaggio se lei è con te. Se rimanesse qui, sarebbe più in pericolo. Certo non possiamo lasciarvi andare da soli.- concluse -Vengo anche io.-
-E anch’io.- disse Sora, sicura della sua scelta.
-Preferirei rimanessi con Risei.- rispose il suo ragazzo.
-Non c’è bisogno.- intervenne Takeru -Con lui ci sono io.-
In fondo, il prescelto della Speranza sentiva di poter capire cosa passava per la testa di Sora.
-E ci sono anche io!- si pavoneggiò Mika -Se quel bruttone viene gliele suoniamo, vero Bakuchan?-
-S-si…- disse la piccola digimon -Ci proverò…-
-Vedo che cercare di convincervi è una grossa perdita di tempo.- concluse Piemon, rassegnato.
-Infatti.- disse Yamato -Però, Sora, non è il caso…-
-No, ho detto che ti accompagno.- lo interruppe lei, prendendogli la mano e questo le bastò per convincerlo definitivamente.
Non voleva rischiare di perderlo di nuovo, voleva fare qualcosa di molto più concreto per lui, era quella la verità.

-Bene.- fece Taichi -Vorrei venissero altre tre persone con noi.- il suo sguardo scorse fra Koushirou e Ken.
-Kou, credo che ci sareste d’aiuto tu e Tentomon.-
Il digiprescelto della Conoscenza scambiò un’occhiata veloce con Mimi -Ok.- disse -In realtà sarei voluto venire comunque.-
-Stiamo insieme da poco e già vuoi tradirmi con quegli stupidi computer…- commentò Mimi, sospirando teatralmente, facendo fra l’altro arrossire il ragazzo e ridacchiare tutti gli altri.
-Wisemon.- domandò poi Koushirou -Hai detto che Witchelny si trova in uno spazio parallelo a Digiworld, giusto?-
-Esattamente.- rispose l’interpellato -E uno degli accessi è il mio libro, che certo non consegnerò a Daemon.-
-Molto bene…- anche il prescelto della conoscenza mise in moto il cervello.
-Allora, sposteremo gli abitanti di Bernika e gli altri ragazzi resteranno qui a proteggere Risei… sarebbe il caso però, che anche questo posto venisse evacuato.-
-Impossibile.- intervenne Wizardmon -I digimon maghi non abbandoneranno mai la loro terra.-
-Neppure a rischio della vita?- chiese Miyako -Mi sembra una cosa stupida.-
-Per loro la magia è vita.- rispose quello -Combatterebbero contro chiunque pur di preservare la fonte della loro stessa esistenza e, inoltre, abbiamo già stretto un’alleanza anche con loro, nessun universo è al sicuro con i Demon Lord.-
-Ci farà molto comodo avere alleati in più.- convenne Jou -Ora, però, resta un dettaglio da chiarire. Voi cosa farete?- si rivolse ai Padroni delle Tenebre e a Nobu.
Fu sempre Piemon a rispondere -Noi andremo sulla Terra a cercare Kirara e gli altri, poi torneremo ad aiutarvi.-
La risposta non fu molto gradita.
In pratica, i digiprescelti dovevano mettere il proprio mondo in mano ai loro invasati ex-nemici, ma le carte in tavola erano tutte state servite e dopo aver stretto quell’alleanza strategica, romperla era fuori discussione.
-Sapete come ritrovarli?- chiese Mimi, seria.
Silenzio tombale.
-Pensavamo ce l’avreste potuto dire voi…- sospirò Pinocchimon affranto.
-Oh beh…- commentò Hiroyuki, sarcastico -Se sentite grida disumane e rumori di catene trascinate sull’asfalto, una l’avete trovata.-
-Rumori di cate… Ti riferisci a Hina?- Lady Devimon parve illuminarsi.
-Si… non la vedo da anni, ma a quanto pare- guardò Mamoru -qualcuno mi ha detto che ha sempre un certo caratterino.-
-Questo non ci aiuta molto…- fece Mugendramon.
-Aspetta, aspetta…- Pinocchimon prese a contare sulla punta delle dita -Hina se ne va in giro a menare la gente, Kirara fa teatro, Aki… TU!- indicò Takeru che ebbe un mezzo infarto -Tu conosci Aki?-
-Aki?-
-Non si chiamava così l’allenatrice della squadra che avete affrontato durante il campionato scolastico?- chiese Ylenia al fratello.
-Ah, si!- esclamò il prescelto della Speranza -E’ una ragazza bassotta, capelli rossi e occhi verde-nocciola?-
-Si!- esclamò il burattino.
-Beh, forse era lei… però non ci siamo parlati… certo che anche lei ha un bel caratterino energico…-
-Immagino.- sospirò Devimon -Peste.-
-Oh, andiamo, ce l’hai ancora con lei per lo scherzo della lima?- s’imbronciò Pinocchimon.
-Vuoi una risposta sincera?- rispose quello sollevando la mano artigliata con fare minaccioso.
-Su, su, buoni…- s’intromise Piemon -Abbiamo delle piste da seguire, no? -
Inutile, come parlare al vento o ai muri.
-Ora che ci penso…- disse Vamdemon mentre gli altri due si battibeccavano circa la non precisata vicenda della lima per unghie -Hai detto che conoscete anche Keisuke, o sbaglio?-
-Ah, si!- saltò in piedi Ylenia -Hiro lo conosce di persona.-
Tutti si voltarono verso il prescelto del Vigore che stava comodamente sdraiato sui gradoni con aria apparentemente indifferente.
-Non è detto che abiti ancora là, comunque ve lo dirò e magari gli portate anche i miei saluti a quel nanerottolo snob.-
Il commento fu poco gradito dal vampiro, anche se doveva ammettere, Vamdemon, che Kei non era mai stato un ragazzino facile e gentile.
Anzi, a tratti era persino peggiore di lui.

Mentre il discorso proseguiva, Miyako si accorse che Ken era sconnesso, estraneo da quanto accadeva, perso nei suoi pensieri. Non poteva dire con certezza cosa pensasse, ma forse aveva una mezza idea.
-Qualcosa non va?- gli chiese.
Il prescelto della Bontà scosse la testa -Nulla.-
-Non mentire.- lo ammonì lei -Ti si legge in faccia, dai, dimmi tutto!- lo punzecchiò dandogli leggeri colpetti al braccio.
-No, dai…- ripose lui, guardò per qualche secondo il digimon vampiro e poi di nuovo Miyako -… ne parliamo dopo, ok?-

-Hiropin, non per contraddirti, ma in quella strada ora c’è una rotonda che ti fa fare il giro dell’asino imboccando la strada per i giardini.- puntualizzò Mamoru.
-Non cambia nulla no?- fece quello, piccato -Tanto la via in cui devono andare non cambia.-
-La via no, ma la strada si!-
-Senti un po’, Mammola, dato che lo sai, perché non glielo spieghi tu dove sta?-
-Oh, non fare il difficile!-
Mamoru non era certo irritato, anzi, era quasi come al solito e non si alterava come l’altro che, punto nell’orgoglio, si ritrovò nella sgradevole situazione di non sapere più nulla del proprio mondo. Ma se lo sarebbe dovuto aspettare quand'era scappato di casa, inutile piangere sul latte versato o incazzarsi.
-Sentite, non mi sembra il caso di litigare!- esclamo Jun, annoiata -Di nuovo… - fece poi un commento fra sé e sé “ Ma perché devo fare da babysitter a questi due? I bambini sono molto più maturi di loro.”
Vamdemon ci provò ad ascoltare la spiegazione, ma tutto quel cicaleccio da comari gli fece saltare via la poca pazienza che aveva.
-Insomma, adesso basta!- sbottò strappando di mano la mappa di fortuna tracciata dal teppista, su cui, grazie al cielo, era segnato l’indirizzo da trovare, più un sacco di vie e stradine che, a quanto pareva, erano state cambiate. -Troverò la casa anche senza il vostro aiuto! Tsk…-
Metalseadramon terminò di bere un grosso tazzone d’acqua per idratarsi e poi affermò -Beh, se abbiamo tutto, possiamo anche iniziare i preparativi per la partenza, no?-
Mugendramon concordò -E’ meglio che inizi a dare disposizioni.-
-Vengo anch’io!- esclamò il drago d’acqua seguendolo fuori dall’arena.

-A proposito di preparativi!- esclamò Gennai -Ragazzi, vorrei chiedervi di consegnarmi i vostri digivice.-
-I digivice? Perché?- domandò Tailmon.
-Vi spiegherò con calma appena avrò terminato. Non abbiamo molto tempo, se vogliamo che per domani sia tutto pronto.-
-L’ennesimo mistero…- sospirò Daisuke, sfilando il proprio V-Tamer dal braccio per poi consegnarlo al saggio. -A proposito di misteri, senpai,- si rivolse a Taichi -chi è l’altra persona che ti vorresti portare dietro?-
Il prescelto del Coraggio diede il suo dispositivo a Gennai e rispose al proprio “discepolo” -Pensavo di portare con noi Neo, se a Yamato va bene.-
L’interpellato annuì col capo -Almeno svieremo l’esercito di Daemon per un po’.- commentò, sempre considerando il risvolto razionale e pessimista della situazione.
-Koushirou, vorrei anche il tuo portatile.- chiese ancora il saggio, quasi del tutto scomparso dietro una montagna di dispositivi digitali -E magari un aiutino, se non è di troppo disturbo…-



°




Il manto oscuro della notte calò sulla capitale magica, su Bernika e sull’intero emisfero digitale.
Fu una notte strana, carica d’attesa.
I prescelti dormivano nella grossa, ma solo perché aiutati dal potere di Bakumon che infuse dolci sogni alle loro stressate menti. E quando, al termine di ciò, la digimon crollò addormentata, le braccia della sua piccola compagnia le s’avvolsero attorno al corpicino peloso, abbracciandola stretta con affetto.
Neo Saiba non dormì quella notte. Rifiutò di ricevere quel trattamento di cortesia, perché non poteva permettersi di dormire. Non con Rei, MetalGreymon e Skullsatamon ostaggi di Daemon.
-Questo ti fa ridere?!-
-No, no… è solo, che da come ti aveva descritto Taichi, non credevo fossi così altruista.-
Già… da quando era diventato altruista?
Sorrise amaramente.
“Essere altruista mi sta facendo solo soffrire…” pensò tristemente, poi il suo sguardo cadde su un piccolo portachiavi a forma di stella rosa trasparente, poggiato sul comodino di fianco al suo letto. Neo lo raccolse e lo rigirò fra le dita.
“Dov’è Yagami?”
“Non lo so.”
“Non sapevo potessi mentire, digiprescelta della Sincerità.”
La ragazza sogghignò “Non è una bugia, non lo so davvero. E comunque, non sapevo volessi farmi la corte, digiprescelto del… del non so che cosa.”
Fu il suo turno di sorridere divertito “Certo, tesoro, nei tuoi sogni. E, innanzitutto, io sono un domatore, che è diverso da quello che fate voi.”
Mimi, quello era il suo nome, reclinò il capo “Io non ci vedo tutta questa differenza. Noi tutti aiutiamo i nostri digimon a combattere.”
“Voi lo fate con Digipietre e Digimental e tutte quelle cose là. Io li addestro perché diventino forti ed invincibili.”
Parve contrariata, la ragazza, infatti, rispose stizzita -E’ disgustoso crescere i digimon solo per farli combattere.”
“Allora, per cosa sono nati i vostri digimon?”
La vide mordersi il labbro, segno che aveva centrato il problema.
Avevano discusso ancora un poco e lei gli aveva lasciato il pranzo sul tavolo. Quella strana miscela di uova, semi di soia fermentati e zucchero l’aveva sì rimesso in forze, ma aveva anche compromesso il suo povero stomaco.
Aiutarlo a rimetterlo in forze? Non sapeva che a chi sta morendo di fame non si danno subito cibi solidi?
Beh, non che lui stesse propriamente morendo di fame, ma c’era vicino.
Quel gingillo luccicante fra le sue dita lo riportò a considerare il punto di vista di quella ragazza. Ovvero, che quelli come lui che trattavano i digimon come animali da combattimento erano persone disgustose.
Lui era disgustoso, anche se l’affetto per MetalGreymon era divenuto sincero e incondizionato. Perciò aveva esitato alla richiesta di Taichi Yagami, diverse ore prima, di seguirlo da qualche parte, ma poi, il desiderio di mettere sotto scacco Daemon ebbe la rivalsa ed eccolo lì a chiedersi se la scelta fatta non fosse troppo rischiosa anche se la più sensata.

Un’altra persona non riusciva a prendere sonno: Kokueimon.
Perché Gennai o gli altri Padroni delle Tenebre non dormivano per scelta personale: stavano facendo gli ultimi preparativi per l’indomani. Lui era stato congedato a forza da sua madre, ma di prendere sonno non se ne parlava proprio. Anche volendo, la sua mente repelleva la stanchezza delle membra, sfiancandolo nel profondo.
Il cielo stellato era immenso, come un enorme oceano percorso da migliaia, milioni, di pesci argentei; come un grande nulla rischiarato da tante minuscole fiaccole. E, oltre quel niente, c’era qualcosa…
Il senso di attesa per quel qualche cosa d’ignoto lo soffocava. Aveva appena ricevuto tutto ciò per cui aveva combattuto, eppure, qualcosa mancava dentro di sé e, poiché non aveva altri desideri con cui riempire il suo cuore, questo desiderio indefinito s’espandeva nel suo petto quasi soffocandolo.
Anche suo padre aveva provato quel sentimento e anche sua madre, forse era proprio per quello che volevano portarlo con loro sulla Terra, invece che lasciarlo a prendere le redini del castello. Questa nuova consapevolezza lo rassicurò, placando la sua ansia e concedendogli di ammirare in santa pace quello spettacolo naturale così meraviglioso.



E giunse il mattino e con esso l’ora della partenza.
Al loro risveglio i prescelti congedarono i Padroni delle Tenebre con non poche domande ancora nella testa.
Era la cosa giusta da fare?
Gennai li rassicurò dicendo loro che, se fosse successo qualcosa, avrebbe costretto i nuovi alleati a tornare indietro forzatamente aprendogli un bel Digivarco sotto i piedi.
Questo fu rassicurante e, comunque, Piemon e gli altri non se la presero.
Il Castello Errante prese il volo con a bordo i digimon di Bernika, finalmente al sicuro dietro lo schermo d’invisibilità. E neppure Lord Knightmon sarebbe potuto tornare fra quelle mura per attentare alla pace dei profughi, poiché in passato era sempre riuscito ad entrare grazie a Piemon o alle sue spie. Queste ultime furono scoperte da un’azione combinata dei due digimon lettori della mente altrui e così, tutti i problemi circa il prestito del maniero furono risolti.
Fu aperto un varco nel pavimento al centro dell’arena, per collegare Witchelny alla Terra e, immediatamente, Nobu, Etemon e Pinocchimon ci si buttarono teatralmente dentro, seguiti da Metalseadramon e Mugendramon. Lady Devimon si attardò per l’ultima sfilza d’insulti rivolti a Tailmon.
-Cerca di non farti ammazzare da nessun altro, gattina.- disse per congedarla, infine.
-Lo stesso vale per te.- ribatté ghignando la digimon felina ed emise un soffio minaccioso verso di lei.
Devimon e Patamon si guardarono appena, poi il diavolo si ritirò in silenzio, con grande sollievo del prescelto della Speranza e del suo piccolo compagno.
-Resteremo in contatto.- disse Piemon, quando anche Kokueimon svanì oltre il varco.
Vamdemon, invece, si fece avanti e porse a Ylenia un oggetto piccolo e argentato.
-Che cos’è?- chiese lei osservando quel bastoncino metallico forato da entrambe le parti. Sì, era un fischietto, ma a che serviva?
-Se avrai bisogno, usalo.- le sorrise e poi, con grande stizza da parte di Taichi, le baciò la mano, prima di ritirarsi al seguito del suo discepolo.
-Grazie!- esclamò Ylenia salutandolo -Mi raccomando, metticela tutta!-
Quello sorrise e poi svanì del tutto oltre il portale azzurrognolo.

-In realtà…- iniziò il clown, rivolto a Yamato -Non so in che altro modo scusarmi per tutto, perciò, prendi questo.-
Yamato esaminò guardingo la piccola sfera scura fra le dita del digimon.
-Non ti mangia mica, sai.- insistette quello, sorridendo per spezzare la tensione.
-Che cos’è?- chiese il ragazzo.
-Serve per immagazzinare energia. Potrebbe aiutarti a risolvere il tuo piccolo problema.-
-Forse non riesco a usare il mio potere perché non m’interessa farlo.- rispose secco.
Il clown sospirò e misurò le parole, sapendo perfettamente i tasti da evitare di premere per non scatenare oltre la rabbia accumulata del ragazzo.
-Ascolta, metti in conto che potrai usare il potere dell’oscurità a tuo vantaggio, perciò non rifiutarlo.-
Non rispose, Yamato e distolse lo sguardo e allora Piemon ne approfittò, di nascosto, per infilargli la piccola sfera dentro il digivice fresco di restituzione.
Il saggio stava giusto discorrendo con Koushirou circa un programma installato all’interno di tutti i dispositivi.
-Ho visto quando l’hai inserita nella sua schiena.- disse il prescelto dell’Amicizia e Piemon si grattò la guancia, toccato da quell’accusa che andava a pizzicare una corda dolente.
-Ecco… quello è uno dei modi in cui funziona… assorbe l’energia vitale, la immagazzina, la rilascia… dipende da te, e ora addio!-
E così, veloce come il vento, anche lui scomparve oltre il Digivarco, lasciando i ragazzi attoniti a fissare il pavimento e il vortice digitale che scompariva, dissolvendosi in tanti, piccoli dati.

-Sono andati…- commentò Taichi, passando il braccio intorno alle spalle del proprio migliore amico, quello umano.
-Già…- gli fece eco questi -E’ il caso che andiamo anche noi… se siete ancora convinti, s’intende.-
-Ancora che ti fai seghe mentali?- il prescelto del Coraggio inarcò il sopracciglio -Per una volta, fai come ti dico, non pensare troppo alle cose.-
E ciò detto risalì la scalinata.
-Andiamo?- domandò allegro, come se la partenza premesse più a lui che ad altri.
Yamato sorrise e lo seguì, insieme a Sora, Koushirou, Ylenia e i loro digimon. Avrebbero preso Neo dall’ospedale e sarebbero partiti. Tuttavia, ebbero un piccolo contrattempo di nome Risei, che si aggrappò alla gamba del padre con forza.
-Ti prego… non andare…- gli disse.
Yamato si fermò per poi chinarsi su di lui e abbracciarlo.
-Non voglio che tu vada via…-
-Tranquillo.- disse.
-E se Daemon ti uccidesse?- domandò piagnucolante, ancora remore del sogno orrendo in cui il Demon Lord uccideva tutti loro, Yamato per ultimo.
-Non lo farà, tranquillo.- lo rassicurò.
-Ma io…-
-Risei, qualunque cosa succeda, io non gli permetterò di portarti via, ricordatelo questo.-

Il prescelto dell’Onestà si separò, suo malgrado, dal padre e, accanto a Takeru e Mika, l’osservò lasciare la terra dei maghi, lo vide lasciare Bernika e lo salutò mostrandogli di avere capito, con gli occhi velati di lacrime trattenute a stento. Dopotutto era ancora un bambino, ma capiva perfettamente le cose.
Black Koromon era, invece, stranamente tranquillo, abbandonato fra le sue braccia e osservava anch'egli il gruppo volar via sulle spalle del digimon insetto chiamato Kabuterimon. Il suo pensiero costante in quel momento era il dover assolutamente diventare più forte e proteggere quel bambino al quale sentiva di voler bene, nonostante lo conoscesse appena.
Quando poi la sagoma scura di Kabuterimon scomparve nell’azzurro, i digiprescelti rientrarono nella città nascosta, a Witchelny, per organizzare al meglio le proprie difese in attesa di un imminente quanto certo attacco delle truppe di Daemon.


Fine capitolo 18



Ecco qui, questo è un "bel" capitolo di transizione. Di quelli dovuti. A scriverlo non ci ho messo molto, riuscendo a presentarvi di nuovo Phelesmon e le rotelline del suo cervello malandato e una parte del dialogo fra Mimi e Neo che vi dicevo (ve l'ho detto vero? O_O) In realtà scriverlo tutto mi sarebbe piaciuto, ma non mi avrebbe portato poi molto, se non a vedere Mimi quasi strangolare quel poveraccio. Perché ritengo siano opposti caratterialmente, ehehehe!
Ma, ancora più importante è che quei monellacci abbiano chiesto scusa, anche se non sapevo proprio come rendere la cosa... non so, vederli scusarsi è quasi un'utopia O_O
Pie avrebbe dovuto regalare un pugnale magico a Yama, ma forse ha previsto che quello gli avrebbe cavato un occhio, perciò vada per la sfera. Ma è il minimo che potesse fare e si merita la freddezza con cui lui lo tratta.
Non mi soddisfa tanto il capitolo, ma mi rifarò col prossimo *O*
Perciò, ci si vede fanciulliiiii!!


Come avrete notato, ho modificato il modo di indicare i luoghi nei capitoli, perché mi sembrava staccasse troppo le scene ed era inutile. Ho anche corretto qualche errore ortografico e nei primi capitoli erano davvero tanti X°°°D
Beh, se notate che mi è sfuggito qualcosa, fate un fischio! ^_-


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Capitolo 19
*** 19. La via dell’Eremita: confusione ***



Part 2: Wrath's Showdown




Let them taste the wrath as the agony consumes them
Swallowed by the darkest light a blackened state of dismay
Survival is the only thing left for them
This grievous revelation is a new beginning
Led to the solution against their will



Lasciali gustare l'ira mentre l'agonia li consuma
Inghiottito dalla luce più oscura, uno stato di sgomento annerito
La sopravvivenza è l'unica cosa rimasta per loro
Questa rara rivelazione è un nuovo inizio
Guidato alla soluzione contro la loro volontà


(Make Them Suffer, Cannibal Corpse)







Capitolo 19: La via dell’Eremita: confusione






There's a poison drop in this cup of Man
To drink it is to follow the left hand path
(Bless the Child, Nightwish)






-Signori passeggeri, è il pilota che vi parla.- annunciò Kabuterimon ad un certo punto del viaggio -Vi comunico che siamo proprio al di sopra dell’Arco di Trionfo, siete pregati di allacciare le cinture e prepararvi all’atterraggio.-
A sentirlo parlare a quel modo i”signori passeggeri” si guardarono fra loro, divertiti e attoniti al tempo stesso. Persino Koushirou aveva smesso di trafficare col suo portatile per guardare il suo digimon quasi con spavento.
-Da quando siamo così simpatici?- sghignazzò Taichi.
-Da quando tento di rincarare le mie finanze.- rispose il digimon posando le enormi zampe artigliate sull’asfalto. Attese qualche secondo che tutti scendessero dal suo dorso e involse. Tentomon zampettò allora verso Agumon e porse i suoi rostri verso il dinosauro arancione.
-Ho vinto la scommessa, paga.- gli disse compiaciuto. E lui, con nonchalance si rivolse al suo partner umano.
-Taichi, avresti venti mila yen da prestarmi?-
Il prescelto del Coraggio ebbe un mezzo infarto, mentre gli altri se la ridevano divertiti e Neo scuoteva il capo.
-Non dovremmo concentrarci su qualcosa di più importante?- insinuò e Taichi gli si fece vicino, elargendogli delle pacche alla schiena.
-Su, su, si sdrammatizzava un po’, tutto qui.-
-Io ero serio.- fece Tentomon.
-Io pure… - commentò disperato Agumon.
-Non siete d’aiuto così.- li ammonì il prescelto della Conoscenza, rimettendosi all’opera con il computer.
-Non mi sembra il caso di sdrammatizzare.- replicò Neo e Taichi smise di sorridere, annuendo.
-Ok, ok, scusa, cerchiamo il laboratorio. Yamato, ricordi qualco… Yamato?-
Yamato, Sora e i loro digimon erano alla base dell’Arco di Trionfo digitale e rimiravano la struttura, l’una ammirata, l’altro tentando di rievocare qualche ricordo. Ylenia e Bearmon li raggiunsero quasi subito.
-Allora, ricordi qualcosa?- chiese la ragazza al fratello.
-No.- scosse la testa lui -Purtroppo in questo punto i miei ricordi finiscono. Ricordo qualcosa del laboratorio, ma non di come ci sono finito… -
-E tu, Gabumon?- cinguettò Pyomon.
Il rettile impellicciato negò.
-Quando siamo arrivati qua, volevamo dare man forte a Taichi, Koushirou e gli altri contro Mugendramon, abbiamo visto che non si mettevano bene le cose, però poi… - si guardò intorno -Siamo stati attaccati da qualcuno. E’ stato improvviso, non sono neppure riuscito ad evolvermi.- e, ciò detto, guardò il compagno sottecchi, in segno di scusa.
-Però non può essere molto lontano.- riprese Yamato, ragionando -Mentre ero prigioniero, ho sentito della sconfitta di Mugendramon, quindi saranno passati pochissimi giorni. C’è stato qualche casino anche là dentro, forse perché il Monte Spirale si stava disintegrando.-
-Non ricordi in che zona ti sei risvegliato?-
-No, mi sono svegliato che era già dentro.- guardò il suo digimon con aria triste -E ho temuto che Gabumon fosse morto.-
-Ma mi sono salvato per pura fortuna.- disse quest’ultimo -Grazie a Gennai. Ma anche noi siamo entrati direttamente nel laboratorio, ma non sappiamo perché.-
-Come, non sapete perché?-
I due si guardarono con aria interrogativa.
-Quando sono arrivati, Metalgarurumon ha attaccato Daemon per distrarlo e Gennai ha portato via me e Risei. Eravamo abbracciati, ma io non so perché, questo è quello che mi hanno detto, per il resto…- scosse la testa.
Per il resto, vuoto totale.
Koushirou ridacchiò.
-Tu che hai da ridere?- domandò Taichi curioso, poiché non era certo il caso di concedersi risatine divertite. E Koushirou non era tipo da sarcasmo derisorio delle altrui disgrazie.
-Sto facendo un controllo crociato, Taichi. Poi ti spiego, datemi qualche minuto.- rispose quello.
-Idea!- saltò in piedi Taichi, entusiasta -Forse il tuo mal di testa potrà esserci d’aiuto! Nei film funziona sempre.-
-Nei film… - commentò Neo, sospirando -Sempre nel mondo delle favole, eh?-
-Beh, se ci avviciniamo a un settore sospetto, la sua emicrania aumenterà, no?- insistette il prescelto del Coraggio.
-Pensaci, non possiamo girarci mezza Digiworld a casaccio!- continuò Neo, inarcando il sopracciglio.
-Ok, ok, calma e zitti, mi scoppia la testa!- protestò il prescelto dell’Amicizia, tentando di rimuginare su quanto accaduto.
-Datemi qualche minuto… - ribadì, invece, il prescelto della Conoscenza concentrato al massimo sul suo portatile.
Ylenia e Bearmon passeggiarono sotto l’Arco, curiose, ammaliate da tanta bellezza, anche se vederlo in una città diversa da Parigi lo privava di tutto il suo fascino. Certo il panorama surreale che si godeva era da mozzare il fiato. Non sapeva definire, Ylenia, ciò che provava nell’osservare il devastante vuoto oltre l’Arco che s’apriva come una porta verso la desolazione, verso un baratro oscuro segno del passaggio dei Cavalieri Reali. Avevano volato nascosti grazie ad una delle barriere di Piccolomon e osservato scrupolosamente tutte le indicazioni di Gennai per sfuggire a Lucemon o a qualunque nemico potesse aggirarsi nelle vicinanze, perciò poteva tirare un sospiro di sollievo per il momento. Certo era davvero triste pensare che prima quell’atollo deserto di terra fosse abitato da una moltitudine di digimon e nel presente, mentre loro si godevano la loro vita, era stato ridotto a quel modo.
Che avevano fatto i Supremi?
Qual’era il loro vero potere? Poiché, a quanto pareva, confidavano molto nei digiprescelti.
Queste e altre domande annegarono la sua mente in un marasma di tristezza. Lei Digiworld l’aveva visto solo così, se non tramite le foto e i racconti dei suoi fratelli. Aveva percepito le emozioni del gemello quand’erano ancora una cosa sola ma le uniche che aveva provato personalmente una volta visto quel mondo da sogno erano state solo rabbia e tristezza. Strinse i pugni tremanti ripetendosi mentalmente che no, non avrebbe lasciato le cose così come stavano. Era la prescelta della Memoria, perciò avrebbe lottato affinché i ricordi di quando Digiworld era davvero un mondo meraviglioso non rimanessero tali.
-Ylenia… - una mano si posò sulla sua spalla, leggera, il tocco lontano. Un attimo, un semplice attimo. Scorse qualcosa, ma non definitivamente. Con uno strattone Yamato la attirò a se, schiacciandola fra il suo corpo e la parete in pietra. Ylenia gemette appena per la sorpresa, non comprendendo cosa accadeva. Sora le faceva segno col dito di tacere e Taichi copriva la visuale di lei e Yamato da qualcosa là fuori, oltre il vuoto.
Col fiato sospeso attese e allora lo vide.


Volava a quota relativamente bassa rispetto a quant’era abituato.
E da solo.
Non vi era Lord Knightmon con lui e neppure Craniummon. Avrebbe gradito persino la sua presenza in una normale situazione di apatica noia come poteva sembrare quel preciso momento. Ma le cose stavano diversamente.
Non era un tedio che voleva abbandonare. Non sentiva necessità di discorrere pacificamente, né di fare commenti circa il fanatismo di certi individui. Voleva sprofondare nella malinconica nostalgia dei ricordi, rievocare i momenti antecedenti la guerra. E malgrado tentasse di rivivere quel nostalgico “prima”, la sua mente, inesorabilmente, ritornava a quel momento, al suo corpo ridotto a tanti minuscoli brandelli colorati, alle sue urla di agonizzante dolore. A Magnamon, che aveva ucciso nonostante l’amicizia che li legava. Scosse il capo sconsolato per l’impossibilità di sfuggire a quel circolo vizioso di sofferenza.
Neppure lavorando alacremente da tempi immemori era riuscito a non pensare per un solo giorno a quel tragico fatale istante e, tuttavia, la scelta fatta era la più giusta e non se n’era pentito. Quando i suoi piedi corazzati toccarono finalmente il suolo, il Cavaliere Reale si diresse a passo lento verso l’Arco di Trionfo. Là, incisi nella pietra da tempi immemori c’erano nomi, tantissimi nomi, tante piccole testimonianze di vite e sacrifici, di amici e valorosi compagni, di terribili morti e grevi perdite. Con rammarico li lesse, uno ad uno, finché non lo scorse.
Il suo.
Che ironia, secondo il monumento era ancora viva, ma, per quanto avesse desiderato che lo fosse, nonostante un digimon non morisse mai definitivamente, lei non era più tornata al suo fianco. Con rammarico scorse il dito sotto i caratteri polverosi che componevano il suo nome e raschiando la pietra vi traccio una linea sopra con cura maniacale, faticando a sciogliere il contatto. La sua mente rifiutava l’ennesima separazione. Anni e anni non erano bastati ad affievolire la sofferenza per la sua scomparsa. Si sarebbe certo abbandonato ad un liberatorio pianto, il Cavaliere Reale, se un lieve spostamento alla sua destra non l’avesse ridestato dai suoi pensieri.
Dynasmon socchiuse gli occhi scarlatti e guardingo avanzò sotto la volta. Non vi era anima viva, non doveva essercene, forse era stato un gioco di luce a fargli credere di aver visto qualcosa. Un cigolio sommesso, però, lo costrinse a ricredersi e, voltandosi nuovamente, vide la porticina per la terrazza semi aperta. Coi tempi che correvano, non poteva abbassare la guardia e quello spiraglio buio non lo faceva stare tranquillo, ma se c’era qualcuno lì, era suo dovere scoprire chi e cosa ci facesse. Perché se l’obbiettivo del presunto “intruso” era il medesimo, non poteva permettergli di portarlo a compimento.
Con molta attenzione s’avvicinò alla porta e l’aprì quanto bastava per rendersi conto che non vi era nessuno, tuttavia non si fermò a quella prima impressione e alzò il capo verso la volta della scala a chiocciola in metallo che s’inerpicava lungo la struttura come una sorta di colonna vertebrale. Vi era una sola uscita, ovvero la terrazza, per cui uscì all’esterno e con pochi colpi d’ali fu sulla cima del monumento.
Deserta.
Come deserte erano le scale e tutto il circondario. Nessuno sarebbe potuto sfuggire alla sua vista, per cui, probabilmente si era sbagliato.


*Digimon Analyzer*

Dynasmon

Livello: Mega
Tipo: Cavaliere Reale
Tipologia: Antivirus
Attacchi: Dragon's Roar: Genera una scarica di colpi energetici dai palmi delle mani.
Dragon Breath (Breath of Wyvern): Trasforma l’energia del proprio corpo nell’aura di una gigantesca viverna.


-Un altro cavaliere reale?!- esclamò Taichi squadrando il proprio Digivice. Sudava freddo, perché già durante lo scontro con Lord Knightmon si era fatto un’idea di che razza di tipi fossero i loro avversari, ma quel Dynasmon sembrava molto più forte, anche se forse l’aspetto ingannava un po’. Neo gli fece segno di tacere col dito fulminandolo con lo sguardo. Nonostante in certi momenti fosse una persona pressoché eccezionale, talvolta bisognava proprio insegnargli proprio tutto al signor Taichi Yagami. Procedettero in silenzio guardandosi continuamente le spalle, in quel cunicolo talmente stretto da costringerli a camminare in fila indiana. Agumon ad aprire e Gabumon a chiudere la fila, in caso di pericolo erano gli unici in grado di poter fare qualcosa, seppur il poco spazio a disposizione rappresentasse uno svantaggio non indifferente.
D’improvviso uno scossone destabilizzò il terreno sotto i loro piedi e dovettero appoggiarsi alle pareti umide per non finire a terra.
-Che starà succedendo?- chiese Pyomon preoccupata.
-Immagino quel Dynasmon sia qui per il Digicodice.- borbottò Neo.
-Di grazia, a cosa servono questi Digicodici?- sbottò Yamato, seccato, poiché aveva appena rischiato di schiacciare Sora e di ruzzolare a terra con lei. Con le mani puntate alle pareti, ritrovò l’equilibrio, ma il tremore non accennava a placarsi, anzi, il peggio non tardò ad arrivare.
-Oh, santissimo… - Taichi non concluse l’esclamazione, perché un’altra, più urgente si liberò dalle sue labbra -Correte!- esclamò.
Alle loro spalle, le pareti rilucevano d’azzurro e rosso e non erano più umida roccia ma dati sfuggenti divorati da qualcosa. Come se oltre il cunicolo vi fosse una bestia famelica che li ingurgitasse.
-Correte!- ripeté Taichi rivolto agli altri, che certo non se lo fecero ripetere un’altra volta. Correvano come pazzi, inseguiti da una bestia invisibile chiamata distruzione.
Mentre correvano come ossessi, Koushirou si lasciò sfuggire un’imprecazione piuttosto colorita per essere sua e Taichi sarebbe certo rimasto sconvolto se ne avesse avuto il tempo. Ma non ce n’era. Non potevano avanzare, non potevano indietreggiare, le bestie di distruzione disintegravano i cunicoli in ogni direzione. Molti tubi, autentiche gallerie sotterrane, terminavano nel vuoto esterno. E certo potevano usare nuovamente la barriera di Piccolomon, ma l’unica traccia che possedevano era l’Arco di Trionfo.
-Ugh…- lupus in fabula, arrivati all’imbocco di una delle gallerie ancora integre, Yamato cadde in ginocchio.
-Yamato.- Sora gli fu subito accanto in apprensione -Che succede?!-
-La testa… fa più male… -
Koushirou premette uno dei tasti del Digivice e lo schermo di questo s’accese come una torcia. Scrutò all’interno della galleria con occhio critico. -C’è una porta… - commentò inarcando il sopracciglio. Si sarebbe aspettato delle scale a pioli che portavano alla luce del sole proprio sopra le loro teste, ma non una porta inquietante nella sua anonimia.
-Non è che ora sbucano palloncini?- commentò Taichi, sarcastico e nervoso al tempo stesso, ma con una punta d’insano amore.
-Ci mancherebbe solo quello… ma sarebbero l’ultimo dei miei problemi… - sussurrò Yamato alzando gli occhi alla volta.
La testa gli doleva quasi volesse scoppiargli e sarebbe diventato sempre peggio, poteva scommetterci.


Quando tutti i dati si raccolsero nelle sue mani, Dynasmon si guardò intorno soddisfatto.
Il Digicodice era nelle sue mani raccolto in una sfera luminosa di barre digitali e nessuno cadeva nel vuoto o tentava di sfuggirgli invano. Forse quella porta era stata aperta da tanto tempo e dimenticata così, non era poi tanto improbabile. Gettò un ultimo sguardo al vuoto, dove fino a pochi secondi prima si ergeva l’Arco di Trionfo, uno dei monumenti più importanti della storia di Digiworld. Come lei, un sacrificio dovuto per un bene superiore.
Così com’era arrivato se ne andò, in malinconico e religioso silenzio.


°


Molti digimon erano diffidenti e poco propensi ad occupare il castello, se così si poteva definire, dei Padroni delle Tenebre. Gennai e i suoi cloni avevano spiegato loro con molta calma che Piemon e i suoi scagnozzi non erano più una minaccia e che avevano messo a disposizione il castello per potersi in parte sdebitare. Certo era troppo poco, ma era pur sempre un inizio, e comunque non c’era molta scelta. Chi voleva restare a terra poteva, a rischio di venire schiacciato dalle truppe di Daemon che sarebbero presto giunte. Questo spinse gli ultimi maldisposti a lasciar correre i vecchi rancori. Ilya salutò Gennai e gli altri compagni per seguire gli esuli e guidarli verso la salvezza. Molti digimon invece rimasero per combattere, fra questi Andromon, Wizarmon, Centarumon, Leomon, Ogremon e tutti coloro che avevano già combattuto in passato. I cuccioli di Digimon erano stati affidati alle cure di Lilamon, la quale pensò di riadattare alcuni degli appartamenti di Pinocchimon per accoglierli. Ovviamente chiese il permesso al suo amato padrone e si premurò di far sparire qualsiasi cosa potesse far del male ai piccoli. Non era una missione d’alto rischio, ma era pur sempre un qualcosa che avrebbe aiutato il suo signore e per lei non c’era nulla di più importante al mondo di lui.
Gennai e Wizarmon rientrarono nel villaggio deserto e silenzioso ed attraversarono il varco per Witchelny, lasciandosi alle spalle desolazione e malinconia. Una volta raggiunta la dimensione magica, si diressero nella piazza centrale, dove si erano riuniti i digiprescelti e gli abitanti del luogo, per discutere un adeguato piano di battaglia.
Wisemon era al centro dell’attenzione insieme ad altri digimon maghi.
-Non possiamo contare solo su una barriera.- affermò Wizarmon -Una molto potente reggerebbe sino ad un certo punto, ma anche Daemon pratica la magia. Se trovasse il modo di infrangerla, non avremmo altre difese.-
-Non possiamo affrontarli faccia a faccia!- ribatté una digimon dai capelli biondi vestita con un abito lungo scarlatto e un manto nero. Portava un capello, sempre scarlatto, da fattucchiera, sopra il quale era immobile lo spirito di un gatto nero.
-Non li attaccheremo faccia a faccia.- ribatté Wizarmon sotto lo sguardo ammirato di Tailmon e Hikari -Non avremmo speranze. Ciò che possiamo fare è confonderli ed eliminare piccoli gruppi per volta.-
Witchmon si morse l’unghia attraverso il guanto di pelle.
-Ergeremo delle barriere intorno al municipio.- affermò Wisemon -In questo modo non dovremmo preoccuparci dei pesci piccoli.-
Il saggio digimon fece lievitare la sua sfera di cristallo. Da essa scaturì un’immagine olografica della pianta della città. Witchelny consisteva in agglomerati di edifici disposti lungo le cinque vie principali. Al centro vi era il municipio con la torre dell’orologio che si poteva osservare dall’arena e di fronte, all’altro lato della piazza pentagonale vi era l’ateneo (al quale apparteneva anche l’arena) che indirizzava i digimon maghi alle quattro arti elementali e alle varie derivate. I corsi avanzati dotavano gli allievi della padronanza necessaria alla pratica di certe arti arcaiche, quasi proibite. Vi erano state molte dispute nel corso dei secoli circa l’insegnamento di tali arti e la loro liberalizzazione da parte di MedievalDukemon non riuscì a far cessare le diatribe. Da un lato garantì un maggior controllo dei maghi, che venivano registrati non appena accedevano alle facoltà superiori, dall’altro spinse molti digimon a lasciare Witchelny per andare alla scoperta di Digiworld che tanto offriva in ambito di misteri.
Fu durante uno dei suoi viaggi che Wizarmon conobbe Tailmon ed entrò a servizio di Vamdemon. Solo in seguito avrebbe constatato sorridendo, che quando l’amica le rivelò chi fosse il suo padrone, provò sì un brivido d’eccitazione, ma decise di lavorare per lui solo per sdebitarsi con lei. Non ci fu un secondo fine, nonostante quell’indisponente di PicoDevimon lo insinuasse in continuazione e il “Maestro” lo tenesse d’occhio. Wizarmon non tentò mai di rubarne i segreti, si accontentò degli studi che poteva affrontare e di stare al fianco della sua compagna.
Nei suoi occhi in quel momento, Tailmon vide ardere la vecchia fiamma d’un tempo, una luce che tanti anni al servizio di Vamdemon avevano contribuito a soffocare, la stessa luce che era divampata quando lui aveva promesso che sarebbe stato per sempre al suo fianco, la stessa che brillava nei suoi occhi prima che si chiudessero quel giorno.
-Piccoli gruppi verrebbero annientati.- contestò un altro digimon, Mistymon. -La mia proposta è di radunarli in piazza ed annientarli con un incantesimo congiunto.-
-Daemon sicuramente saprà come controbattere.- ripeté Wizarmon -E sono sicuro che non si metterà certo a capo dei suoi uomini.-
-E’ probabile che si metta alla ricerca di ciò che vuole mentre i suoi digimon combattono, così com’è probabile che attacchi su più fronti e con diversi reparti del suo esercito, dobbiamo agire con prudenza e prevedere ogni sua mossa.- affermò Wisemon.
-Baluluna potrebbe disperdere le varie truppe.- propose un altro digimon in tutto simile a Wizarmon, solo con gli abiti bianchi e turchesi e la testa di bastone a raffigurante un fiocco di neve.
-Daisuke... - balbettò un confuso V-mon al suo compagno -Credo di vederci doppio… -
-Quello è Sorcermon.- lo rassicurò Gennai -E’ un esponente del clan Aquary che utilizza le varie magie legate all’Acqua. Quello invece è Mistymon, è il capitano della Guardia, nonché uno dei principali esponenti del clan Energe, lo stesso al quale appartiene Wizarmon.-
-Sono guerrieri e maghi molto validi, ci saranno di grande aiuto contro Daemon.- affermò Jijimon. Lui e Babamon si erano categoricamente rifiutati di lasciare Bernika. La digimon aveva bastonato tutti quelli che la ritenevano troppo anziana per combattere.
-Se non proteggo il mio nipotino, che razza di nonna sarei?- aveva sbottato.
Risei fu molto grato di questo anche se preferì tenerselo per se.
Mistymon avanzò verso i digiprescelti. La sfarzosa armatura d’oro e platino brillava alla luce del sole d’un luccichio tenue. Un bagliore quasi magico avvolgeva il guerriero. I ragazzi non poterono che restare in silenzio mentre questi scorreva fra loro e li studiava uno ad uno, fermandosi poi su Risei. Il bambino era intimorito, mentre Black Koromon, irritato, socchiuse gli occhi.
-Saresti tu quello che cercano?- domandò atono.
Risei annuì.
-Sembri un bersaglio piuttosto facile da colpire. Non possiamo certo rischiare che Daemon ti trovi…- si rivolse agli altri -Propongo di nasconderlo con i Sacri Tomi nel luogo più sicuro della città.-
Istintivamente tutti i digimon maghi rivolsero lo sguardo all’enorme e fiera statua di MedievalDukemon, colui che, quando Witchelny era sull’orlo della rovina, riuscì a risollevarne le sorti con le sue conoscenze e con la sua potente alabarda, Dynas.
-Si, sono d’accordo.- disse Wisemon, poi si rivolse ai prescelti e ai loro compagni digitali -Non abbiamo molto tempo prima che attacchino, per Daemon questa è un’occasione più unica e rara per colpire. Vi dividerete in sei gruppi e adesso ascoltatemi bene, digiprescelti, perché vi spiegherò una sola volta a cosa è servito l’allenamento al quale vi siete sottoposti e cos’è il programma che abbiamo installato nei vostri Digivice.-


°


-Ma che bel posticino… - commentò Agumon, sarcastico -Davvero bello, potremmo passare qui le prossime vacanze estive, altro che casa di tua nonna, Taichi.-
-Per fare surf dev’essere il massimo.- annuì Taichi.
Neo li guardò entrambi come se avessero una qualche strana e repellente malattia, mentre Yamato sedeva terra con Sora, Gabumon e Pyomon accanto. Lei gli porgeva un’aspirina e dell’acqua, lui rifiutò gentilmente.
-Può darsi che Taichi abbia ragione, forse la mia emicrania può essere utile.-
-Come “può darsi”?- sbuffò il prescelto del Coraggio -Io ho SEMPRE ragione, tsk… malfidenti.-
-Ok, allora, secondo te dove dobbiamo andare?- ribatté Neo con un sorriso di sfida dipinto in volto.
Taichi si guardò allora intorno con fare serio e quasi melodrammatico.
-Davanti a noi non c’è nulla.- disse -E neppure dietro, a destra o a sinistra… Koushirou, secondo te dove dobbiamo andare?-
L’interpellato si lasciò scappare una risatina mentre trafficava col suo portatile.
-Che stai facendo?- domandò Ylenia chinandosi su di lui per guardare meglio lo schermo del computer.
-Sto elaborando una mappa tridimensionale di questo posto.- disse -Siamo precisamente ad un centinaio di chilometri da dov’eravamo prima.- Fece una pausa per studiare le espressioni di genuino sbalordimento dei presenti -Quel cerchio magico è stato provvidenziale.-
-Sei stato geniale!- esclamò Ylenia dandogli una pacca alla schiena.
-Non è stato difficile… - si sminuì il rosso, arrossendo -Sono solo… solo intervenuto su un vecchio programma. Se fosse stato più recente, saremmo ancora nelle fogne.-
-O ci avrebbero scoperti.- concluse Yamato alzandosi. Il cerchio magico trovato in quella vecchia stanzetta puzzolente sotto l’Arco di Trionfo aveva accresciuto la sua inquietudine. -Dobbiamo sbrigarci a raggiungere quel laboratorio… -
Neo continuava a guardarsi intorno, perché certamente Daemon non piazzava un cerchio magico in pieno deserto roccioso per caso. Era totalmente incongruo, probabilmente il suo laboratorio era nascosto agli occhi, forse era circondato da una barriera invisibile o si trovava in uno spazio distorto. Nel silenzio che aleggiava tutt’intorno, l’unico rumore era il ronzio del portatile del prescelto della Conoscenza. Lungo lo schermo si rincorrevano reticolati tridimensionali e mappe digitali si sovrapponevano ad altre, dopo un’attesa di qualche minuto, finalmente, una luce rossa lampeggiò accanto ad una blu.
-Ci siamo praticamente di fronte.- disse, dando voce al pensiero generale -Cercherò di modificare il programma della barriera, non so quanto ci vorrà.-
E da quel momento, Koushirou rimase in silenzio, le sue mani scorrevano veloci sui tasti componendo ticchettanti melodie mai uguali. Quando finalmente ebbe terminato, il rosso emise un sospiro soddisfatto e pigiò il tasto invio. A comando ricevuto, il Digivice collegato al portatile emise un raggio azzurrognolo che s’infranse a mezz’aria davanti agli occhi curiosi dei presenti. Nel punto in cui la luce era esplosa in tante piccole scintille, l’aria s’increspò in sottili sfumature, poi, lentamente, comparve un foro nell’atmosfera. Un buco piccolo che dava verso il buio e che si dilatò fino a creare un’apertura sufficiente al passaggio di tutti.
Davanti a loro, nell’oscurità scorsero dell’erba ormai secca e ammassi metallici abbandonati alle intemperie atmosferiche e temporali. Yamato fu il primo a entrare, seguito da Gabumon. Era incosciente, ma tanto entrare si doveva. Anche gli altri li seguirono con circospezione e si guardarono intorno spaventati. Sembrava essere un luogo aperto, ma la grande tettoia metallica sopra le loro teste impediva al sole di raggiungere la terra, l’erba era scura e il laboratorio enorme e minaccioso.
-Che hai, Pyomon?- domandò Sora, preoccupata, mentre scavalcava un cumulo di lamiere che ostruiva l’ingresso ad uno dei corridoi e Yamato la sorresse. Pyomon superò l’ostacolo in volo, visibilmente giù di morale.
-Sono preoccupata per te.- rispose alla sua amica -Non mi piace l’idea che tu ti faccia del male.-
Sora le sorrise gentilmente -Anche per me è così, perciò voglio aiutarti. Tutti noi siamo stanchi di vedervi soffrire e stare solo a guardare.-
-Quando voi combattete,- aggiunse Taichi -ci sentiamo d’impiccio, vorremmo difendervi, sostenervi, ma non potevamo fare molto.-
-Almeno adesso possiamo fare qualcosa.- disse Yamato osservando il proprio Digivice, con fare rapito. “Almeno non sarò più un peso per nessuno… ” si augurò.
Neo li raggiunse velocemente e dietro di lui arrivarono Koushirou e Tentomon. Il rosso riprese a trafficare col computer, scansionando la zona e incontrando non poche difficoltà. Fra l’altro il suo portatile era un ingombro non indifferente ma tutto il suo materiale era lì, perciò non poteva fare altrimenti nel poco tempo a disposizione. Una volta ottenuta una pianta tridimensionale completa dell’edificio la trasmise ai Digivice dei compagni e rimasero ad organizzarsi per qualche minuto.
-Credo che il laboratorio fosse questo.- disse Yamato indicando un cilindro centrale all’interno della struttura olografica.
-Anche il laboratorio che abbiamo distrutto noi aveva una forma simile.- disse Agumon e Taichi annui.
-Credo c’entri con la magia.- spiegò Neo -La struttura intorno ai cilindri ha base quadrata, se non ricordo male, è un simbolo esoterico.-
-Dovrei avere letto un articolo al riguardo… - commentò Koushirou -Il cerchio alla base rappresenta lo spirito, il quadrato che lo circonda sono invece la Materia e i Quattro Elementi. Questo significa che Daemon combina scienza e magia?-
-Non pensavo t’interessassero queste cose… - fece Taichi, stupito.
-In realtà io sostengo che la magia sia solo un’altra forma di scienza, qui a Digiworld poi il confine fra le due cose è molto sottile.- ribatté il prescelto della Conoscenza -Ad un esame attento, la struttura del laboratorio si rivela piena zeppa di elementi esoterici, perciò dobbiamo essere prudenti. Noi siamo qui- indicò uno dei lunghi e stretti corridoi che s’intrecciavano alla base della colonna cilindrica centrale -Per raggiungere il cuore del laboratorio dobbiamo attraversare questo blocco di strutture.-
-E anche se non dovrebbe esserci nessuno… - lo interruppe Yamato -C’è comunque pericolo… me lo sento.- poi per spiegarsi meglio specificò -Sento il ronzio.-
-Allora sarà meglio far funzionare subito questi cosi.- esclamò Taichi mettendo mano al Digivice -Giusto per essere sicuri.-

Program Execution: Arcana
Running: The Sun

Il Digivice arancione s’accese di una luce abbagliante e pochi secondi dopo le mani di Taichi stringevano le impugnature crociate di un paio di chakram rossi fiammanti, le cui otto punte dipartivano dal centro come raggi solari.
Tutti rimasero incantati alla vista dell’arma, prescelto possessore compreso, perché non se l’aspettava.
-Un chakram?- domandò, infatti -Mi ero preparato a maneggiare una spada ma questo coso… - iniziò a farlo roteare titubante. Non era eccessivamente pesante, ma il ragazzo lo manipolava goffamente, quasi quell’ammasso di punte vermiglie potesse ferirlo. -Non sono mai stato un giocoliere… -
Gli altri, comicamente e sudando freddo, si allontanarono da lui.
-Oooh, che simpatici… vedere le vostre!- arricciò il naso il prescelto del Coraggio.
-Non credo sia saggio.- lo interruppe Neo, serio in volto -Meglio se usate i vostri gingilli se ci sarà davvero pericolo. Quelli bastano e avanzano, per ora.-
-D’accordo… - fu il commento del leader.
Ylenia avrebbe voluto imitare il suo ragazzo ed era stata interrotta proprio prima di pigiare il tasto, perciò sbuffò e seguì gli altri due, Bearmon la seguì a ruota.
Arrivarono diversi minuti dopo all’imboccatura del laboratorio che Yamato aveva indicato loro basandosi sui frammentari ricordi che possedeva. Il tragitto era stato semplice e privo di ostacoli, una vera fortuna. Ma quando superarono la porta divelta, il digiprescelto dell’Amicizia, spaventato, s’appiattì contro la parete metallica, gli occhi sbarrati e la bocca aperta in un’esclamazione muta.
-Yamato?- esclamarono più o meno tutti mentre lui, in preda al dolore si stringeva le ciocche dorate fra le dita e strisciava lungo la parete fino a sedersi a terra, la testa nascosta fra le gambe e le nocche imbianchite.
-Yamato, che ti succede?!- esclamò Sora che tentava di scuoterlo invano. Lui, solo dopo alcuni secondi e solo dopo che Taichi e Gabumon ripeterono la domanda, alzò tremante il dito e indicò qualcosa davanti a sé.
Di fronte a loro, dietro ad un cilindro di vetro devastato al centro della sala, ce n’era un altro, più grande e intatto. Distruzione ovunque eccetto che per quel contenitore ancora in funzione, colmo sino all’orlo d’un liquido verdognolo e immerso in esso vi era il corpo scuro e massiccio di un digimon in stato d’animazione sospesa.

°

Daemon e MetalPhantomon avevano seguito con estrema attenzione gli spostamenti di Neo e avevano sentito ogni parola uscita dalla sua bocca e da quelle di tutti gli altri. Il Demon Lord sedeva sul suo scranno e continuava ad osservare divertito nello schermo davanti a sé l’evolversi degli eventi.
-Credo di aver capito il perché quel moccioso sia tornato laggiù… - disse il demone, quasi divertito, ma un baluginio d’ira sinistra nei suoi occhi rivelava quanto poco propenso fosse a farsi giocare da un gruppo di ragazzetti. -Portare Neo con voi non vi farà guadagnare tempo, anzi, fate solo il mio gioco, piccoli stolti. MetalPhantomon.-
Al richiamo il digimon s’inchinò rispettosamente.
-Dica, signore.-
-Risveglia Cerberumon, sarà contento di tornare in servizio dopo tanto tempo.-
-Sarà fatto signore.-
Ciò detto, il digimon fantasma si dileguò, lasciando Daemon alle sue fantasie di conquista, solo nella grande sala del trono. Il Demon Lord osservò i ragazzini dalle diverse angolazioni offerte dalle telecamere del laboratorio ancora attive e dagli occhi di Neo. Li sentiva dalle orecchie di Neo e di quest’ultimo poteva leggere la sofferenza e ne godeva, ne godeva terribilmente. Certo non gli avrebbe perdonato l’aver interrotto l’attivazione degli altri Arcana, ma almeno di uno di questi era a conoscenza e poteva regolarsi di conseguenza.
Schiacciò un pulsante sul pomo dello scranno e le immagini sullo schermo si ridussero disponendosi in una striscia alla base del monitor. Una figura si mostrò prontamente a ricevere ordini nello spazio restante.
-E’ tutto pronto, DeathMeramon?-
-Mio signore, possiamo attaccare anche subito!- esclamò quello, gli occhi rossi bramavano carneficina e brillavano dietro la maschera di ferro che gli nascondeva il volto. Alle sue spalle s’intravvedeva una cittadina antica e tutt’intorno parecchie centinaia di digimon. -Mi dia il segnale, signore!- esclamò ancora il digimon, supplichevole, quasi fosse in astinenza forzata.
Daemon sogghignò da sotto il cappuccio, poi alzo la mano in un cenno d’assenso.
-Procedete.-


°

-Arcana?- Daisuke socchiuse gli occhi, sospettoso -Cos’è? Un programma di lettura delle carte?!-
Il prescelto fissava lo schermo del terminale innanzi al quale Gennai e Wisemon avevano radunato tutti loro per organizzare un piano di battaglia efficace. -No, Daisuke, niente tarocchi.- rise il saggio -O meglio, non nel modo in cui pensate. Niente previsioni futuristiche. Quelli che vedete sono dei software studiati per voi mentre vi allenavate nell’arena.-
-Quindi stavate tramando questo quando ci avete dato carta bianca?- Hiroyuki si dondolava beatamente sulla sedia, come se nulla fosse.
-In realtà, era da molto tempo che ci stavamo lavorando, ma non avevamo dati approfonditi su voi ragazzi.-
-Eh?- fece Mimi -Su di noi? Vuoi dire che non riguarda Palmon e gli altri, ma proprio noi?-
Il saggio annuì.
-Esatto, dopotutto, dovrete pur difendervi nel malaugurato caso i vostri digimon non possano badare a voi.-
-Questo non mi piace per niente.- sbottò la prescelta della Sincerità incrociando le braccia al petto e accavallando le gambe.
-Credimi.- le rispose bonario, Gennai -Vi sarà utile e, in ogni caso, non siete obbligati ad usarlo. E’ solo una garanzia.-
Ciò detto, il saggio mostrò loro l’immagine di uno dei Digivice e spiegò il funzionamento del programma.
-Basterà semplicemente cliccare il secondo pulsante e l’applicazione verrà avviata. Ora vi spiegherò come installarla, in questo modo potremmo organizzare un buon piano per difenderci da Daemon.
Mimi ascoltò il piano come tutti gli altri, ma la visiera del cappello nascondeva a malapena il suo malcontento, solo che non tutti potevano comprenderla. I suoi amici sapevano com’era fatta, gli altri no, perciò quando Gennai chiese a lei e Palmon di occuparsi di una certa zona di Witchelny e lei assentì con uno sbuffo, Hiroyuki si lasciò sfuggire un commento poco gradevole che la infastidì.
-Ripetilo un po’!- lo sfidò, quello la guardò di sottecchi, poi le rispose acido.
-Se avevi paura i spezzarti le unghie potevi non venire.-
-Io non voglio combattere!- saltò in piedi Mimi, furiosa. -Odio la violenza e odio le armi!-
-Oh, non fare la bambina viziata.- le rispose lui, mai sopportate le ragazzine modaiole. Beh, in genere non aveva buona stima per la maggior parte delle donne che conosceva, ma le sue conoscenze si fermavano a: donne d‘affari (arriviste e ipocrite nella maggior parte dei casi e non sempre a livelli estremi, era proprio l’ambiente ad essere tale), studentesse devote agli studi, modaiole apparentemente senza cervello e teppiste. Ecco, queste ultime rientravano nei suoi gusti, anche se ferivano il suo orgoglio di uomo perché alcune, una in particolare, erano molto peggio di lui. A volte sospettava che sarebbe rimasto single a vita.
Ad ogni modo, la Tachikawa non si lasciò criticare senza rispondere a tono. Mimi contò fino a dieci, per reprimere l’istinto insano di prenderlo a schiaffi, anche perché le cose erano due: o glielo dovevano togliere dalle mani, il che sarebbe stato gratificante, o lui avrebbe vanificato il suo attacco punitore, il che era ancora più probabile.
-Non è questo il punto!- batté il piede a terra e mise le mani sui fianchi, sporgendosi verso di lui agguerrita -A me non piace combattere. Lo faccio solo perché è giusto! Hai capito? Non ho paura! E’ la guerra che non capisco che senso abbia! Se a te piace menare le mani, sono contenta per te, almeno sarai più motivato, ma io non ucciderò o ferirò nessuno!-
-Non sono discorsi che puoi permetterti di fare prima di combattere!- esclamò lui, alzandosi in piedi.
-Ho combattuto da prima di te!- ruggì lei -Ho visto morire un sacco di digimon senza poter fare nulla, pensi che non sia stata male per questo?!-
-Beh, ora hai il potere di impedirlo.- disse il prescelto del Vigore con una luce cupa negli occhi -Perciò non credere di poter risolvere tutto solo con le parole. Non sempre si può.-
Ciò detto si sedette e tacque per tutto il tempo, salvo se strettamente necessario per approvare o contestare parti del piano. Anche Mimi rimase in silenzio, tremante di rabbia, mentre Palmon e Kotemon erano imbarazzati e si guardavano l’un l’altra solidalmente. Gli altri ragazzi lanciavano occhiate curiose verso Hiroyuki, ma nessuno di loro osò rammentargli del fatto che era perennemente in fuga da qualcosa di meno grave di una guerra.
“Ma chi si crede di essere?!” pensava Mimi “Non credo abbia ben capito quello che volevo dire, ma è ovvio, è una testa quadra, che altro dovrei aspettarmi da uno coi muscoli nel cervello?!”
Il pensiero di Hiroyuki era più o meno simile.
“Con le belle parole non si ottiene nulla, bisogna combattere, se non se lo ficca in testa, finirà molto male.”
Alla fine, eccetto quello spiacevole scambio di battute fra i due digiprescelti, si riuscì ad organizzare un buon piano. E il momento di metterlo in pratica giunse ben presto.
-Gennai!- chiamarono Chuumon e Sukamon che raggiunsero il folto gruppetto saltellando agitati. -Sono arrivati! L’esercito di Daemon ci ha circondati!-
Nel vederli, Mimi ebbe un tuffo al cuore e si morse le labbra. Erano rimasti per combattere e dare la propria vita. E lo capiva, era lì per lo stesso motivo, ma non avrebbe permesso a nessuno di morire per lei e non avrebbe ucciso nessuno.
Era una promessa fatta a se stessa che niente al mondo le avrebbe fatto infrangere.
Precedette gli altri e scomparve nei corridoi senza ascoltare le amiche che la richiamavano.
-Mimi!- Palmon la seguì con Miyako e Hawkmon, preoccupata, mentre Kotemon tirava un calcio allo stinco di Hiroyuki.
-Stupido scemo, è colpa tua!- sbottò il digimon, ma quello emise un sonoro sbuffo e s’avviò verso la sua postazione.
-Volete stare qui o andiamo? Daemon non aspetta certo i nostri comodi.- sbottò.
Risei tremò da capo a piedi e si strinse ai pantaloncini di Takeru. Questo gli mise la mano sulla testa e gli sorrise per rassicurarlo.
Wisemon aprì il suo libro di fronte a lui e il bambino ci entrò dentro, seguito da Black Koromon, Mika e Bakumon.
-Patamon.- disse Takeru e il suo compagno alato saltò giù dal suo cappello per volteggiargli davanti. -Lascia fare a noi!- esclamò.

-Patamon shinkaaaa…. Angemon! Chou shinkaaa…. HolyAngemon!-

-Sei pronto, Armadimon?- domandò Iori e il digimon rispose con un saluto militare piuttosto goffo.
-Sissignore!-
-Digimental up!- esclamò Iori attivando il digiuovo della Conoscenza.

-Armadimon armor shinkaaaa… Digmon!-

-Bene, ora tocca a noi, V-mon!- fece Daisuke precedendo il compagno all’esterno.
-Sempre pronto!- gli corse dietro il digimon. Ken e Wormmon s’affrettarono a raggiungerli.
-Vado a recuperare Miyako.- disse Hikari seguita da Tailmon e Wizarmon.
In pochi minuti ognuno era al proprio posto. Nessuno era pronto, nessuno è mai pronto a combattere, persino chi ostenta la sua sicurezza a testa alta. Nessuno può sapere cosa accadrà in una guerra. E quella non era la solita missione, non se ne respirava appieno l’atmosfera, ma era una battaglia diversa dalle solite, il preludio di un conflitto. Nessun sicario, ma interi eserciti. E dopo Daemon sarebbe giunto qualcun altro e poi qualcun altro ancora. Nei cuori di tutti albergava il dubbio ed il terrore, ma non potevano sottrarsi.

°

Koushirou si era messo immediatamente a lavoro sul computer centrale e, per loro somma fortuna, sembrava ci fosse ancora qualcosa da recuperare. Gli altri ragazzi stavano accanto a Yamato che ancora stordito si teneva a distanza di sicurezza dalla teca dentro la quale stava il digimon.

*Digimon Analyzer*

Cerberumon

Livello: Evoluto
Tipo: Bestia Demoniaca
Tipologia: Virus
Attacchi: Hellfire: Sputa fiamme verdi roventi dalle fauci
Inferno Gate: Cerberumon è un digimon con la capacità di aprire i vari varchi per l’inferno digitale, la Dark Area.


Taichi fissò prima i dati del Digivice, poi il digimon. Cerberumon era del tutto identico al cane tricefalo a guardia dell’inferno, non c’era modo di sbagliare. Una delle teste era organica, le altre due erano le spalliere di un’armatura nera che gli ricopriva il corpo. La pelle in certi punti appariva grinzosa, come se a tratti fosse stato squartato, davvero impressionante. Sulla sua nuca ondeggiava nella sostanza verdognola la criniera candida. Dormiva, con una profonda cicatrice a solcargli l’occhio sinistro. Quattro squarci gli sfregiavano la palpebra.
Yamato bevette un sorso d’acqua, per calmarsi, mentre gli altri attendevano pazientemente una spiegazione. Il prescelto della Conoscenza non aveva bisogno d’istruzioni, Yamato gli aveva già spiegato ogni cosa in privato.
-Ancora non riesco a mettere a fuoco i ricordi… - sospirò sottovoce, la testa pareva in procinto di esplodergli in tanti piccoli brandelli sanguinolenti. La cicatrice, la cicatrice… qualcosa aveva a che fare con quella cicatrice.


Un latrato feroce, fauci spalancate…

-Chi sei tu?-

Il lacerarsi della pelle sotto le unghie…

Due mani si sovrappongono, si studiano… la più piccola esita.

L’urlo di un bambino.

-Cos’è un nome?-
Un bagliore irideo e poi…

Si resse la testa ancora e ancora, non si accorse di stare urlando, non si rese conto di piangere. Non erano solo immagini, c’era furia, rabbia, puro terrore e adrenalina che martoriava il cuore e la mente in quei ricordi e non bastavano, non bastavano ancora. Alzò la testa, esausto, chiedendosi quando tutto sarebbe finito? Almeno i ricordi, poi avrebbe combattuto, ma prima i ricordi. Allungò la mano verso Ylenia, in fondo erano lì per quello, anche se la strada l’avevano trovata relativamente subito. La prescelta della Memoria deglutì e afferrò quella mano tremante e poi…
Poi il fiume dei ricordi trascinò i fratelli fra i suoi flutti impetuosi e Sora, Taichi, Gabumon, tutti gli altri poterono solo stare a guardare Yamato contorcersi preda degli spasmi alle tempie e Ylenia che tremava per lo sforzo. C’era un bagliore azzurrognolo ad avvolgerli e sul petto della prescelta spiccava l’emblema della Digipietra della Memoria. Quando cercava di sottrarsi, Yamato le stringeva il polso, supplicandola con lo sguardo annebbiato dalle lacrime di continuare, che di riposare tempo ce n’era.
Anche se poi non era così, perché nessuno si accorse che il digimon dentro la teca aveva aperto l’occhio sano e li fissava, bramoso, mentre il livello del liquido calava, lentamente, inesorabilmente. -Attenzione!- urlò Koushirou, accortosi appena in tempo del pericolo che gli amici correvano. Gli altri si voltarono, anche Ylenia, che perse il controllo sul potere della Digipietra.
Un latrato feroce sferzò l’aria insieme al fragore di vetri infranti e fu solo per la prontezza di riflessi di Agumon e Gabumon se i digiprescelti rimasero pressoché illesi.

-Gabumon shinkaaaaa… Garurumon!
-Agumon shinkaaaa… Greymon!-

I due Campioni si scagliarono contro il tricefalo e con forza frenarono la sua corsa, Greymon gli afferrò le fauci impedendogli di richiuderle e nel contempo fece peso sul proprio corpo per frenarlo, mentre Garurumon inspirò ed espirò il suo fiato ghiacciato.
-Ice Wall!-
Il ghiaccio si frappose fra i due digimon e i ragazzi ma Cerberumon aveva una forza spaventosa, perché con un poderoso colpo di reni riuscì a sbilanciare Greymon che sbatté contro la parete gelata. Il solido strato ghiacciato fu attraversato da crepe che si rinforzavano l’una con l’altra. Era chiaro fin da subito che non sarebbe durato.
-Andate via!- esclamò il lupo digitale, perentorio. Immediatamente Bearmon, Pyomon e Tentomon si ersero a scudi dei loro compagni e evolvettero a loro volta.

-Pyomon shinkaaaaa... Birdramon!-
-Tentomon shinkaaaaa… Kabuterimon!-
-Bearmon shinkaaaa… Gryzmon!-

-Prendili tu!- esclamò Greymon -Sei quello più veloce!-
Garurumon non se lo lasciò ripetere due volte. I ragazzi salirono sulla sua groppa e si tennero stretti al suo manto, eccetto Koushirou.
-Non posso muovermi, sono riuscito ad entrare nel computer, ma se interrompo adesso, perderemo tutti i dati!-
Gryzmon e Kabuterimon rimasero allora indietro, il secondo per difendere il proprio prescelto, la prima per dar man forte a Greymon.
-Hellfire!- latrò rabbioso Cerberumon. Fiamme verdi divamparono dalla sua gola, investendo il dinosauro arancione che urlò di dolore. Con una poderosa testata il tricefalo lo respinse distruggendo ciò che restava del muro di ghiaccio e si diede all’inseguimento di Garurumon e Birdramon. Gryzmon tentò di impedirgli di uscire dal laboratorio ma, nonostante fosse una digimon di forte costituzione, fu spazzata via come un fuscello da un forte vento. Cerberumon la colpì con una poderosa testata all’addome sbattendola alla parete, non si premurò di darle il colpo di grazia, nonostante si fosse accasciata al suolo e fosse involuta. Ignorò Kabuterimon e Koushirou, ignorò Taichi che era rimasto con Greymon, ignorò persino quest’ultimo, che si era evoluto in MetalGreymon e pochi secondi dopo si era messo al suo inseguimento. Non era veloce come Garurumon, ma nonostante la sua mole anche lui poteva vantare una discreta velocità. Era letteralmente alle calcagna del cane infernale, ma questo proseguiva la sua corsa furiosa. Nel suo unico occhio era riflesso un solo obbiettivo.
Garurumon svoltò l’angolo agilmente e Cerberumon gli fu dietro. MetalGreymon pensò che forse, visto che era lanciato a velocità pazzesca, si sarebbe schiantato alla parete prima di riuscire ad affrontare la curva, ma questo si scagliò spontaneamente verso le mura metalliche e continuò la sua corsa furiosa lungo la parete.
Birdramon si voltò verso di lui e sbatté le ali generando alcune palle infuocate. -Meteor Wing!-
Le teste laterali di Cerberumon ebbero allora una reazione. Non possedevano occhi, ma due sottili visori che lampeggiarono e benché il digimon fosse ancora lanciato in quella corsa folle e sembrasse non prestare caso alle fiamme, riuscì a passare indenne.
-Hellfire!- ruggì ancora sputando istintivamente il suo infernale fuoco smeraldino. E benché le fiamme di Birdramon fossero più calde, furono spazzate via. Superato quell’ultimo sbarramento, Cerberumon cozzò con forza contro qualcosa di solido e, finalmente, cadde. Latrò rabbioso scuotendo il capo, confuso, mentre Birdramon si allontanava e con lui un’altra sagoma ormai troppo lontana per distinguerla. Ad ostruirgli il passaggio era un muro di ghiaccio, molto più solido e molto più resistente di quello precedente. MetalGreymon si erse alle sue spalle, pronto a trattenerlo ancora, mentre i due digimon alleati portavano via Yamato, Ylenia, Sora e Neo.


-Questo dovrebbe rallentarlo un poco.- esclamò trionfante Metalgarurumon -Ma dubito che basterà, perciò torno indietro ad occuparmi di lui.-
-Stai attento… - gli disse Birdramon, leggermente ustionata dalle fiamme verdi.
-E’ stata una fortuna che non ti abbia colpito in pieno… - disse Sora, preoccupata -Se penso a come ha sbalzato via Greymon e Gryzmon… -
-Ma non sembrava farci molto caso.- affermò Neo, guardando Yamato -Stava inseguendo noi. Io mi sarei preoccupato più dei dati sul computer, invece non ha considerato minimamente il vostro amico coi capelli rossi.-
Yamato rabbrividì e lanciò un’occhiata al domatore.
-Sono io il suo obbiettivo… - disse -Ma come hai detto tu… è strano che… - inconsciamente si guardò le mani strette intorno a delle piccole maniglie sulla groppa di Metalgarurumon. Forse fu uno strano scherzo della vista, perché la destra era costellata di tanti piccoli schizzi rossi.

La paura.

Le mani che si tendono e fanno male, poi…

Il sangue…


Afferrò la mano di Ylenia e la strinse forte.
-Ancora… - le chiese e lei acconsentì. Lontano infuriava la battaglia, ma dalle urla agghiaccianti che udivano, i digiprescelti potevano essere certi che presto Cerberumon sarebbe tornato. Neo studiò attentamente ogni varia possibilità, poi saltò giù dalla zampa di Birdramon ed annunciò, solenne e perentorio.
-Ho un piano.-



Taichi corse verso Bearmon, mentre MetalGreymon seguiva Cerberumon.
-Bearmon, stai bene?-
La digimon strizzò gli occhi e si mise a sedere, appoggiata alla parete. Annuì leggermente, non osando alzare lo sguardo.
-Mi dispiace…- mugolò -Io volevo aiutare Greymon, volevo fargli vedere come sono diventata forte e invece… -
Taichi la fissò, intenerito e le diede una pacca alla spalla.
-Non hai nulla da farti perdonare, sei stata fortissima!-
-Mi ha respinto in un soffio!- protestò la digimon, ma Taichi scosse la testa. Ma lei continuò -E ora non posso proteggere Ylenia!-
Il ragazzo la fissò serio -Tu hai cercato di proteggere Ylenia, se non ci fossi stata tu a rallentarlo per quell’attimo, Cerberumon li avrebbe presi. Hai dato a Garurumon dei preziosi attimi di tempo per fuggire, Bearmon!-
Il fuoco che gli ardeva negli occhi, la convinzione di ciò che diceva, rassicurò la digimon che si lasciò portare fra le braccia del digiprescelto del Coraggio sino al punto in cui stavano Koushirou e Kabuterimon.
-Taichi.- disse Koushirou, il sudore gelido gli scorreva lungo le tempie, segno che tutto il trambusto di prima doveva averlo spaventato per bene. Insomma, era assorto nel suo compito ma non era così totalmente fuori dal mondo come si poteva credere. -Ancora cinque minuti, solo cinque minuti.-
-Molto bene.- rispose il leader dopo aver deposto Bearmon fra le zampe di Kabuterimon. Strinse fra le mani i suoi chakram e tacque qualche secondo, serio. -Andrò a dar man forte a MetalGreymon e gli altri. Mi raccomando.-
-Qui ci penso io.- disse Kabuterimon.
Un rumore elettronico attirò l’attenzione del prescelto del Coraggio. Taichi prese il suo DigiTerminal e il messaggio che lesse non gli piacque per niente.
-Era Hikari…- disse -Daemon… l’esercito di Daemon li ha attaccati.- inspirò profondamente -Yamato sapeva che sarebbe accaduto, dannazione!- Il digiprescelto si precipitò fuori dalla stanza a gran carica “Lo sapeva, sa cosa potrebbe accadere, è la scelta giusta!”
Nel laboratorio intanto Kabuterimon evolse in AtlurKabuterimon per meglio proteggere Koushirou e Bearmon.
Taichi non dovette fare molta strada e non rischiò neppure di perdersi fra i corridoi, un po’ perché sul Digivice riceveva il segnale dei suoi compagni, che a proposito sembravano essersi separati, un po’ perché i segni della battaglia erano un po’ ovunque. Quando raggiunse MetalGreymon, con orrore assistete ad uno spettacolo macabro che avrebbe apprezzato in un film dei suoi, ma non nella realtà.
Cerberumon lo mordeva al collo e Taichi poteva scorgere la pelle che si strappava e il sangue che zampillava. Poteva leggere il dolore negli occhi del proprio digimon e il terrore.
-MetalGreymon!- urlò e, istintivamente lanciò verso il cane infernale uno dei chakram. Non si sarebbe aspettato certo di fare centro, ma il desiderio di colpire il nemico, unito al coraggio istintivo che l’aveva spinto a sfidarlo, fecero scaturire dalle lame vermiglie delle fiamme e anche se il colpo non raggiunse il canide, le fiamme ardenti strisciarono lungo la sua schiena ustionandolo. Cerberumon guaì rabbiosamente lasciando la presa e MetalGreymon lo colpì, inchiodandolo al muro col suo braccio a tridente.
-Grazie, Taichi.- disse al compagno, i cui occhi brillarono. Finalmente era riuscito a fare qualcosa di concreto per il proprio digimon, forse non era la situazione più adatta, ma aveva tutto il diritto di essere felice, no?



Sora era molto in ansia per Yamato e Ylenia, ma Taichi le aveva parlato molto di Neo e lei sapeva che delle sue strategie poteva fidarsi, perciò, anche se a malincuore, si era separata da loro, per tendere una trappola al cucciolo, si fa per dire, infernale. Le grida di dolore erano cessate, e quel momento di stallo era carico d’attesa.
Vittoria o sconfitta? Chi si sarebbe affacciato nel corridoio?
-Chiunque sia passerà obbligatoriamente qui.- disse Neo -Perciò, abbiamo tre possibilità di abbatterlo. Qui, qui e qui.- indicò tre differenti incroci seguenti al punto in cui si trovavano loro. -Ma se riusciamo a farlo cadere al piano di sotto, abbiamo buone possibilità di distruggerlo.-
-Spero solo che le mie fiamme siano abbastanza calde…- commentò l’enorme volatile, Garudamon.
Sora emise un lungo sospiro, poi premette il secondo pulsante del Digivice.

Program Execution: Arcana
Running: The Lovers

In mano alla ragazza, la luce del Digivice concretizzò un ventaglio formato da lame sottili ed aggraziate come piume, ma taglienti e mortali, rosse all’impugnatura sfumavano verso il giallo e il bianco lucente. Sora poteva specchiarsi in esse ed era ben conscia di stare impugnando un’arma e non un oggetto con il quale vezzeggiarsi, ma era consapevole di quello che faceva, la decisione ormai, anche per lei era stata presa, basta preoccuparsi soltanto.



Metalgarurumon usò il suo Cocytus Breath per ergere intorno ai gemelli una barriera di ghiaccio solida e resistente. Sperò vivamente che il piano di quel Neo Saiba funzionasse. Intanto Ylenia continuava a tenere per mano suo fratello e, insieme a lui, era immersa nei ricordi che mano a mano venivano a galla nella mente del ragazzo.


Era in una stanzetta buia e fredda, aveva paura, perché presto sarebbero arrivati a ucciderlo, ne era sicuro, Yamato. Era ancora un ragazzino, ma poteva sentire la morte avvolgere le sue gelide spire attorno al suo corpo troppo magro. Non riteneva che la morte fosse cattiva, ma la sua lo sarebbe stata, non voleva morire, altrimenti avrebbe gradito quel triste presagio. Quando la porta metallica davanti a lui si aprì piano e uno spiraglio di luce illuminò le tenebre, il bambino si acquattò al muro, spaventato e solo dopo un primo momento di spavento, si rese conto che la sagoma che si fece avanti in tutto quel buio, non era quella gigantesca di Daemon, ma era molto più piccola, e tremendamente familiare.
Era un bambino e curioso si guardava intorno, un po’ impaurito, ma comunque curioso, perché gli si avvicinò e guardò chi fosse e lo squadrò a lungo con gli occhi azzurri. In un primo momento Yamato pensò di vedere il fantasma di se stesso. Forse era già morto e vedeva il suo corpo dall’esterno. Allora era vero che l’anima prende le sembianze dell’età che ognuno ha spiritualmente e che le teste mozzate vedono ancora per qualche secondo? Istintivamente si toccò il collo, constatando non solo di avere ancora la testa, ma anche di essere vivo.
Il bambino davanti a lui si spaventò un poco, ma poi tornò a fissarlo a lungo, tanto da dargli sui nervi.
-Chi sei tu?- gli domandò.
-… cosa vuol dire?-
-Come ti chiami?- il bambino non capiva, ma sembrava sempre molto curioso, tanto che gli toccò le braccia, il viso, i capelli. Yamato guardandolo meglio riconobbe in lui l’ultimo corpicino che aveva visto galleggiare nella teca di vetro, poco prima di essere chiuso in quella stanza buia e spaventosa. In effetti, quel corpicino somigliava tanto al bambino che sua madre reggeva in braccio nelle foto di famiglia. Quello stesso bambino che probabilmente non avrebbe mai più rivisto sua madre, suo padre e Takeru, né Gabumon e neppure i suoi amici.
Gli amici che aveva lasciato indietro perché terribilmente confuso…
Allungò la mano verso quella del bambino che fece lo stesso. Le due si sfiorarono, si riconobbero, forse, la più piccola esitò, poi distese le dita minuscole sul palmo di quella più grande.
-Qual è il tuo nome?-domandò ancora, Yamato.
Il bambino scosse la testa.
-Cos’è un nome?-
-Un nome è… serve per…- era difficile da spiegare, ma Yamato ci provò lo stesso -Per distinguere le persone.-
-Qual è il tuo?- domandò allora il piccolo, sedendosi a terra, incurante del freddo.
-Yamato…- rispose il digiprescelto dell’Amicizia.
-E perché sei qui, Yamato?-
-…- era una bella domanda, mica l’aveva capito -Non lo so…-
-Il grande Daemon non vuole che io me ne vada in giro così, però mi annoiavo tanto…- disse ancora il più piccolo, guardandosi intorno e dondolando qua e là, curioso, aperto al sapere. Yamato udiva il frastuono fuori della sua cella e fece per domandare al più piccolo cosa stesse accadendo, quando tuonò alta nella stanza la voce di Daemon e la sua ombra enorme si stagliò su di loro. Yamato rabbrividì e si strinse nelle spalle, mentre il bambino ebbe un sussulto, poi corse verso la figura incappucciata.
Daemon lo afferrò come fosse una bambola di pezza, senza grazia alcuna, e tuonò -Ti avevo ordinato di non muoverti di lì!-
-Ma mi annoiavo!- fu la risposta cristallina e infantile. Daemon era furioso, ma si trattenne dal colpirlo, chissà perché. Quando i suoi occhi gelidi si posarono su Yamato, il ragazzino temette sul serio che di lì a pochi attimi la sua ora sarebbe scoccata per davvero.
Invece Daemon chiuse la porta scorrevole e se ne andò.

Ylenia cedette alla fatica, ansimò pesantemente. Anche Yamato si accasciò, finalmente poteva vedere qualcosa di concreto, la testa gli scoppiava, ma c’era della soddisfazione in tutto ciò e anche se sarebbe stramazzato al suolo, poiché era molto testardo, era deciso a ricordare ogni cosa, per filo e per segno. E subito. Si trattenne solo perché sua sorella pareva esausta.
-Dammi qualche secondo, Yamarin.- sorrise lei, sudando copiosamente.
-Ok.- assentì lui, poi le scorse la mano fra i capelli, in un gesto d’affetto. -Grazie.- le disse, infinitamente riconoscente. Trascorse qualche minuto e la digiprescelta della Memoria si sentì pronta per continuare. Prese le mani del fratello e ricercò la concentrazione necessaria. Le immagini ripresero a formarsi nelle loro menti, ma un potente rombo li distrasse.
Inorriditi e terrorizzati i tre all’interno della barriera di ghiaccio videro il pavimento rigonfiarsi incandescente ed eruttare come un vulcano fiamme verdi. I lembi del pavimento s’accartocciarono su se stessi in riccioli liquefatti e un latrato lugubre preannunciò l’entrata in scena del cacciatore.
Per un istante ancora Yamato ebbe un flash.
La sua mano destra era nuovamente ricoperta di sangue.
-Io… io…- corrucciò le sopracciglia, per mettere a fuoco quella memoria -Sono… io… io gli ho cavato l’occhio…-
Come a dare conferma a quell’affermazione, Cerberumon ruggì e risalì al piano superiore con feroce foga, balzando innanzi ai due digiprescelti e a Metalgarurumon. Ma non lo vedeva, non guardava neppure il lupo cibernetico, i suoi occhi bramavano sangue e Yamato comprese appieno il perché.
Vendetta, semplice vendetta.
La sua mano allora si portò sul Digivice e premette il secondo tasto.

Program Execution: Arcana
Running: The Hermit

Quando la luce che materializzò l’arma nella sua mano si spense, il digiprescelto inorridì e mentre Cerberumon colpiva Metalgarurumon e si gettava su di lui a fauci spalancate, per chiudere i conti, si lasciò scappare un’imprecazione.
-Un bastone?! Come cazzo faccio a difendermi con un bastone!?-





Fine Capitolo 19











Tatatataaaaaaaaaan!! E sì, lo so, sono infinitamente perfida, e vi chiedo perdono.
Perdono specialmente a te, Yamarin, perché ti ho messo in mano un bastone e ti ho affibbiato un Arcano da nonnetti U^U In realtà questo capitolo è tutto un gran casino di cose e ne sono fiera. Fra questo e il prossimo mi sbizzarrirò in battaglie, complotti, esoterismo e complotti vari. Molti di voi non se ne accorgeranno, ma chi ha leggiucchiato altre mie storie al di fuori del fandom di digimon sa che a me piacciono i tarocchi... beh, li metto ovunque appena posso e lo so, posso sembrare ripetitiva, ma volevate che dessi delle armi ai ragazzini senza alcun significato dietro? Alcuni di loro sono un vero pugno nel fianco da accoppiare. Yamato stesso mi ha dato dei problemi, ma più che altro lì era per far combaciare ciò che a me piace con l'Eremita. Ma vedrete, vedrete. Si fanno certe scoperte... U^U
Gli Amanti ero indecisa se darla a Mimi, ma non l'arma, proprio la carta dei tarocchi, oppure a Sora, ma per Mimi ho trovato una soluzione che forse troverete inusuale, ma mi ha esaltata assai. Taichi mi sembrava quasi ovvia. O il Sole o il Matto. Beh, più che altro ho anche guardato le simbologie di ogni carta eccetera. Daemon lo ritengo un potente mago, perciò che anche il suo laboratorio potesse essere "magico" mi sembrava ovvio.

E Cerberumon... ecco, in realtà al suo posto avrei voluto mettere un Callismon, ma per ragioni cronologiche non ho potuto e allora niente da fare... se ci fosse stato Callismon sarebbero stati cavoli amari, ma forse sarebbero riusciti a rallentarlo maggiormente.
E poi, che altro dirvi?
Ah, sì, giusto giusto: Witchelny è ispirata ad un altro videogiochino giapponese, così sono andata a curiosare e vedo che è una specie di tamagotchi... mia reazione @.@ e mo'? Me la sono dovuta inventare, ma mi sono aiutata parecchio con la wikia di Digimon. 
Ultimamente NVU rompe molto le palle Q^Q









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Farai felice milioni di scrittori.

(che aggiorneranno con più costanza ed entusiasmo)

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Capitolo 20
*** 20. La via dell’Eremita: distruzione ***


Capitolo 20: La via dell’Eremita: distruzione








This is my church of choice
Love`s strength standeth in love`s sacrifice
(Seven days to the wolves, Nightwish)





Cerberumon era un digimon terrificante, MetalGreymon non ne aveva mai visti di così insistenti.
Lo teneva schiacciato contro la parete, ma quello si divincolava come un ossesso, incurante delle leggi anatomiche e del dolore. Tale era il suo impeto da terrorizzare quel digimon coraggioso che era MetalGreymon. Taichi assistette a quell’orrendo spettacolo senza poter far nulla di concreto. La corazza del cane infernale strideva e scricchiolava, si spezzava in più punti, ma quello non accennava a cessare la propria resistenza, la sua forza di volontà, o forse la sua ossessione, erano invidiabili e al tempo stesso terrificanti.
-Hell Fire!!- latrò sputando le fatali fiamme verdi e ustionando il dinosauro arancione che per l’improvviso e lancinante dolore indietreggiò di scatto. Cerberumon colse al volo l’occasione e con un poderoso colpo di reni riuscì a liberarsi dell’artiglio che lo imprigionava contro la parete.
-MetalGreymon!- esclamò Taichi affranto e strinse i pugni intorno ai suoi chakram per poi accorrere in difesa del compagno, ma Cerberumon lo urtò con la spalla gettandolo a terra e si lanciò in direzione del corridoio imboccato da Yamato e gli altri. MetalGreymon lo respinse a sua volta con una poderosa testata, ricacciandolo contro il muro e gli sbarrò la strada.
-Lasciami passare.- latrò il canide, la sua voce furiosa era impastata di saliva, eppure strideva come la ghiaia.
MetalGreymon rifletté se fosse il caso di bombardarlo coi suoi Squali Nucleari in uno spazio così ristretto, avrebbe coinvolto Taichi, e la sua esitazione permise a Cerberumon di liberarsi nuovamente e scartare di lato.
Sarebbe di certo riuscito a fuggire se un dolorante digiprescelto del Coraggio non avesse lanciato uno dei chakram verso uno degli estintori appesi alla parete. Quello si squarciò e la schiuma bianca spruzzò dritta in faccia al l’avversario per alcuni secondi, accecandolo. Il canide infernale, colto di sorpresa indietreggiò di primo acchito e prese a scuotere il capo violentemente per liberarsi di quell’ostacolo schiumoso. La schiuma bianca lo accecava e inibiva i suoi sensori visivi, ma dopo quell’istintivo eccesso di furibondo panico il digimon si stabilizzò sulle zampe e fece fuoco nuovamente.
-HELL FIRE!-
Il getto ustionante delle sue fiamme verdi era talmente caldo da fondere le pareti tutte intorno e con sommo terrore di MetalGreymon, Taichi era sulla traiettoria. Che fuggisse a destra o a sinistra era inutile, le fiamme avevano invaso in larghezza tutto il corridoio e avanzavano come un minaccioso muro di morte verso il ragazzo che, indolenzito per il forte colpo subito, non riusciva a muovere un muscolo.
In quel momento Taichi capì e si sentì perfettamente inutile, ancora. Strinse i denti per la rabbia.
-Merda!- si lasciò sfuggire al colmo della frustrazione mentre le fiamme verdi continuavano la loro folle corsa verso di lui. Lo avrebbero investito in pieno, l’avrebbero ridotto in cenere e l’avrebbero costretto a subire i peggiori patimenti prima che quell’ardente tortura fosse giunta al termine, dopo aver consumato le sue carni del tutto.
Quando per un attimo pensò che sarebbe tutto finito, Taichi vide il suo Digivice brillare e lo scudo cromato di WarGreymon si frappose fra lui e le fiamme conficcandosi nel terreno.
-WarGreymon!- gridò il ragazzo accucciato dietro la sua protezione, il dinosauro guerriero non era da nessuna parte, fiamme verdi in ogni dove, eccetto in quel piccolo angolo riparato dallo scudo con inciso lo stemma del Coraggio.
-Wargreymon… - sospirò Taichi, sentendosi mancare per il calore insostenibile. Erano verdi, ma Hell Fire era un nome perfetto per esse: roventi come fossero bianche, avrebbero ridotto in cenere qualsiasi cosa.
Wargreymon urlò per il dolore lancinante che esse gli causarono ustionandogli ogni parte del corpo e poi cadde, inutile la sua resistenza. Privo del suo scudo a poco serviva la sua enorme forza, persino la sua armatura finiva più per ustionarlo che proteggerlo tanto il calore l’aveva resa incandescente.
Cerberumon rise malignamente, gustandosi appena lo spettacolo che aveva messo in piedi e poi si dileguò scomparendo fra le sue stesse fiamme, scansando i deboli tentativi del digimon del Coraggio per fermarlo. Scomparve imboccando il corridoio e quando il fuoco iniziò a spegnersi, WarGreymon, senza più forza di emettere un solo grido, cadde a terra ed involse in Agumon. Lo scudo scomparve, mostrando a Taichi quel’angosciante spettacolo.
-Agumon!- il digiprescelto corse verso l’amico e lo raccolse, timoroso di fargli male. Il suo corpo robusto era coperto di lividi e ustioni.
-Sto bene, Taichi, sto bene, devo solo dormire… e mangiare… e… - con un filo di voce, Agumon provò a tranquillizzarlo sogghignando e facendo il buffone come suo solito, ma le forze gli mancarono del tutto e perse i sensi.
-Agumon! Agumon!- Taichi lo scosse più volte, ma quello non reagì. Con grande sollievo del prescelto, però, non si scompose in dati, semplicemente dormiva, sconfitto. Il ragazzo emise un profondo sospiro e avvisò gli altri del fallimento, prima di dedicarsi alle cure del suo digimon.
-Fortuna che sto diventando previdente come Jou.- disse scaricando dal Digivice una pomata per le ustioni. Gliela applicò minuziosamente su tutto il corpo e lo portò via da quell’ambiente troppo caldo, speranzoso che si rimettesse presto. Le energie rimaste erano poche, la resistenza annullata, ma Wargreymon era un Mega e l’unico motivo per cui era stato sconfitto era lui: l’inutile Taichi Yagami.
“Se non riusciamo a sconfiggere un Evoluto come possiamo fare con un Mega?” si chiese affranto stringendo a se Agumon. “Come possiamo fare con Daemon? E Lucemon? Come?!” L’impotenza solcò le sue guance in forma di lacrime amare.



Vittoria o sconfitta?
Chi si sarebbe affacciato nel corridoio?
Sora e Garudamon sussultarono quando dei passi rapidi e pesanti giunsero alle loro orecchie.
Vittoria o sconfitta?
Avvolta nel fumo dai bagliori verdognoli, una sagoma indistinta si mostrò loro. Il messaggio di Taichi fu solo la conferma ai loro timori prima che Cerberumon si gettasse con un balzo oltre il fumo.
Sora emise un grido sorpreso e Garudamon si preparò a difenderla. Come al solito, tutto come al solito. I digimon sono creature guerriere, anche il più debole deve lottare per sopravvivere, sia che si viva in pace, sia che la guerra dilaghi per ogni dove. Sora strinse con forza il suo ventaglio, sulle cui punte s’accesero fiamme smeraldine di fuoco gentile. Ma sarebbe stata davvero utile? Gli allenamenti in fondo erano stati solo un test per i Digivice, a che erano serviti in più? Erano poi stati veramente allenamenti? Daemon li aveva sorpresi troppo tardi perché potessero organizzarsi al meglio. Gennai avrebbe dovuto pensare ad una strategia migliore, avrebbe dovuto prepararli per affrontare delle battaglie tanto incisive. Sora in quel momento pensò che forse Gennai e gli altri stessero nascondendo loro qualcos’altro, qualcosa di fondamentale.
-Adesso!- esclamò Neo strappandola improvvisamente ai suoi pensieri.
Garudamon spalancò le ali senza esitazione e con un battito poderoso sparò la sua Shadow Wing che colpì il pavimento sotto il quale Cerberumon correva ferocemente. A fissarlo nell’occhio c’era da morire di spavento tanto l’iride gli ardeva di cieca furia omicida. Sora e Neo indietreggiarono per il calore del colpo del digimon uccello, il fuoco della Shadow Wing era così intenso da fondere il metallo. Cerberumon, purtroppo però, non si fece fermare da tale ostacolo e tentò nuovamente la corsa sulle pareti laterali. Sora agitò il ventaglio e le piume di fuoco e acciaio colpirono il ferro sotto le zampe del digimon canide che vacillò, perdendo l’equilibrio. Garudamon ne approfittò all’istante e caricò l’ennesimo colpo potente dall’alto.
-SHADOW WING!-
L’aquila fiammeggiante colpì il cane infernale sciogliendo la sua armatura, il digimon urlò e li maledisse, emise rantoli e latrati e precipitò diversi piani più sotto. Quando udirono il tonfo del suo corpo molti metri più in basso e un guaito di dolore, Sora tremò e si strinse fra le spalle, impaurita, cedendo alla tensione e al terrore.
-E’stato terrificante…- si scusò, lei di solito reggeva la paura, ma la furia di quel digimon l’aveva scossa nel profondo. -Perché quello ce l’ha con Yamato? Che cosa… cosa vorrà fargli?-
-Non abbiamo tempo per pensarci, colpiscilo ancora!- ordinò Neo a Garudamon. Questa annuì, poi si preparò a scagliare il colpo di grazia, quando una colonna di fiamme verdescenti la investì in pieno sfruttando come passaggio dal sottosuolo la stessa breccia che la digimon volatile aveva creato per cacciare il nemico nelle viscere della base.
-GARUDAMON!- gridò Sora in preda al terrore, anche lei assistete inerme alla terrificante vista del proprio digimon in fiamme. Si precipitò verso di l’amica ma Neo la afferrò per il polso e la trascinò via.
-Lasciami!- urlò lei, strattonandolo -Lasciami! Garudamon!-
Neo le impedì di gettarsi nelle fiamme, la strattonò con forza. -Vuoi morire?!- le gridò impietoso -Usa la testa!-
Sora tentò un’ultima, stupida, resistenza, poi però il suo sguardo cadde sul proprio ventaglio ed ebbe un’idea, un’idea alquanto sciocca, ma sperò che potesse funzionare. Istintivamente agitò il braccio, un gesto ampio e secco, e un’affilata lama di vento tagliò di netto la colonna di fiamme. Quella poi si rigenerò come se nulla fosse ma, incoraggiata da questo tentativo, la ragazza diede un altro colpo, più leggero, come un elegante battito d’ali, per spegnere il corpo di Garudamon. La digimon cadde in ginocchio davanti a lei e Neo facendo tremare il pavimento ed involse Pyomon.
-Scusami Sora…- pigolò accasciandosi a terra, ustionata e priva di energie. Sora la raggiunse e la raccolse fra le braccia.
-No, scusami tu, non sono riuscita a proteggerti come dovevo… -
Pyomon le sorrise e le elargì un colpetto al viso con l’ala.
-Perché non l’hai fatto, eh?- sorrise, poi perse i sensi.
-Pyomon? Pyomon?-
-E scappato.- disse mestamente Neo toccandole la spalla.
Sora sussultò -Devo… devo avvertire Yamato… subito…-
Pyomon giaceva priva di sensi, Agumon era privo di sensi, persino Bearmon. Koushirou sarebbe stato una preda succulenta, poiché era il fulcro della missione, ma Cerberumon voleva Yamato e Sora, anzi, nessun’altro oltre il diretto interessato sapeva perché. C’era qualcosa in quell’occhio truce che andava oltre i semplici ordini di qualcuno, c’era ira, troppa da contenere in corpo, energia primitiva ed efficace.
Il Domatore prese il DigiTerminal delle mani della ragazza e le lanciò un’occhiata eloquente. Sora ricambiò quello sguardo frustrata.




Cerberumon era furioso, molto furioso, ma avrebbe coltivato la sua ira verso quel maledetto uccellaccio e il dinosauro solo dopo che avrebbe serrato fra i denti aguzzi il braccio di quel ragazzino smunto. Solo dopo averglielo strappato, averlo fatto urlare, solo dopo essersi beato della sua disperazione e aver bevuto il suo sangue reso saporito dal terrore, avrebbe cambiato obbiettivo. Era il suo stile, il suo unico difetto, uno dei motivi per i quali Daemon lo teneva sotto controllo. Lui odiava essere rinchiuso dentro la teca, ma al risveglio era rinvigorito anima e corpo, la sua furia alimentata dall’inerzia. Non doveva uccidere ancora il ragazzino, ma poteva fargli scontare fino all’ultima goccia di sangue l’impudenza di cui si era mostrato capace.

-Occupati di lui.- Daemon diede l’ordine, divertito. Oh eccome se si sarebbe svagato, lui pregustava già il sangue, si leccava le labbra mentre il ragazzino davanti a lui tremava di paura. Cerberumon era solito nutrirsi degli avanzi degli esperimenti del suo padrone, quando questi non lo inviava a compiere qualche massacro o catture od omicidi particolari, perciò amava cacciare queste prede sfiancate per rendere il proprio servizio più spassoso. Certo, quel moccioso era così gracile che appena sfiorato si sarebbe spezzato in due, ma almeno avrebbe assaporato della carne umana molto tenera. Chissà che sapore aveva e che consistenza avevano i suoi dati.
Il bambino indietreggiò, impaurito. Il volto era contratto in un’espressione che voleva mostrarsi coraggiosa, ma la sua pelle trasudava paura da tutti i pori. Daemon lo aveva gettato nella sua arena e aveva dato ordine preciso di non ucciderlo finché il rituale non sarebbe stato compiuto.
Cerberumon si avvicinò al bambino e ghignò malvagio. Tentò di colpirlo con la zampa, ma il ragazzino era lesto, si abbassò e schizzò via di lato. Lesto, ma non così resistente, la prigionia sfianca persino gli animi più forti, figurarsi il corpo di un moccioso ridotto all’osso. Con un balzo il digimon gli fu nuovamente davanti e per il tremar del terreno il bambino perse l’equilibrio e cadde di schiena. Cerberumon rise d’un riso crudele e gutturale e lo colpì con la zampa. Il corpo minuto volò per diversi metri, schiantandosi poi a terra. Lo udì gemere appena, il respiro smorzato dal dolore, vide il sangue colargli dal naso e dalla bocca. Il bambino cercava di trascinarsi via. Lo afferrò con le unghie per un lembo della canottiera e lo agitò in aria con fare derisorio.
Poi un urlo, un urlo infantile, che gli spaccò i timpani per quanto era acuto. Veniva dalla sala dove il grande Daemon stava effettuando il rituale. Fu in quel momento che il marmocchio che ciondolava inerte fra le sue unghie affilate ebbe una reazione del tutto inaspettata. Tremò tutto, da capo a piedi. Spalancò gli occhi e si voltò verso Cerberumon con uno scatto fulmineo e l’ultima cosa che il suo occhio sinistro vide furono le unghie del marmocchio che affondavano nella palpebra con forza, rabbia, paura e urgenza. Cerberumon lasciò andare la presa e il ragazzino sgattaiolò via, lo inseguì, ma il dolore della ferita era lacerante. Fu la prima volta che si sentì così umiliato e sofferente, che non provò gusto nella strenua difesa di un nemico già sconfitto.
Fu la prima volta che Daemon lo punì severamente, alimentando la sua sete di vendetta.



Lo sentiva, sentiva il suo odore, la sua voce, la sua paura, era sopra di lui.
-Hell Fire!- Cerberumon ripeté la stessa tecnica utilizzata più volte. Le sue infernali fiamme verdi risalirono per diversi piani fondendo il metallo dei pavimenti, distruggendo qualunque cosa incontrassero, poi l’ultimo ostacolo si accartocciò sotto il calore del fuoco. Cerberumon ebbe quasi un orgasmo al grido di terrore che si levò oltre la volta distrutta e galvanizzato risalì i vari piani, entrando finalmente in scena. Atterrò esattamente di fronte agli obbiettivi del suo Maestro e a Metalgarurumon. La sua bocca spalancata ruggì d’una risata malsana nell’incontrare gli occhi spalancati del ragazzo. Si gettò su di lui e neppure considerò Metalgarurumon, lo scagliò via come un fuscello. Il ragazzino aveva appena trafficato col gingillo che teneva al polso, ma non se ne curò affatto. Anzi, si scagliò su di lui a fauci spalancate e gioì quando questi imprecò -Un bastone?! Come cazzo faccio a difendermi con un bastone!?-
Afferrò coi denti il legno col quale il moccioso avrebbe voluto difendere se stesso e l’altra ragazzina e lo morse con forza.
Avrebbe voluto spezzarlo come uno stuzzicadenti, ma non ci riuscì e questo lo fece infuriare. La sorpresa e il senso d’umiliazione durarono un attimo. Stringendo la presa sull’arma, il digimon la strattonò con forza, sbalzando il ragazzo da terra. Yamato rimase,, però saldamente aggrappato al bastone e tentò di colpire il digimon con un calcio. Il colpo infastidì Cerberumon che soffiò un piccolo beffardo vortice di fuoco e il digiprescelto dell’Amicizia dovette lasciare la presa per non farsi colpire. Atterrò diversi metri più in là, riuscendo a tenersi in equilibrio e fissò il suo avversario, intimidito e sconsolato.
-Cosa credevi di fare?- gli domandò il digimon sputando il bastone dall’altra parte della sala. Questo cadde con un rumore secco e rotolò per diversi metri, lontano dal suo proprietario.
Metalgarurumon si mise nuovamente fra Cerberumon e il suo partner. Yamato strinse i pugni, infuriato.
Un bastone… la sua arma era un bastone… volevano forse ucciderlo? Era un semplice bastone in legno con una curva in cima e al centro di questa una pietra colorata tagliata grezzamente.
Un’arma davvero micidiale, eh!
Già il nome The Hermit avrebbe dovuto fargli sorgere qualche sospetto, ma lui come al solito si era fidato e non gli restava che confidare in Metalgarurumon e proteggere Ylenia. La ragazza era accorsa per dargli manforte, ma lui le si parò davanti e la costrinse ad indietreggiare, mentre il canide infernale seguiva ogni loro movimento, ancora una volta ignorando Metalgarurumon.
La digiprescelta della Memoria, a dispetto delle raccomandazioni del fratello di indietreggiare e mettersi al sicuro, fece divampare la propria Luce in forma di freccia, pronta a colpire.
-Ferma.- le disse il gemello abbassandole la mano -Se lo colpisci ti farà a pezzi.-
-Non se lo ucciderò.- ribatté lei.
Yamato la fissò dritta negli occhi, chiedendosi se pensasse davvero ciò che diceva. Uccidere? Lei? Quale concetto aveva di uccisione lei che sapeva così poco del mondo?
-No.- le disse, al che fu fulminato dallo sguardo penetrante della sorella, ma non abbassò del tutto il braccio.
-Tu cosa proponi, fratellone?- chiese Ylenia sarcastica.
-Io lo distraggo e tu fuggi.-
-Non fa una piega, ma col cagnetto davanti mi viene un po’ difficile.- alzò la mano -Posso?-
-Nooo!- fu la risposta esasperata del ragazzo -Non devi provocarlo, devi starne fuori, hai capito?-
-Perché sei così testardo?!-
-Oh, senti chi parla.- rispose piccato -Ce l’ha con me perché l’ho accecato. Tu non puoi ucciderlo e se provassi a farlo, ti ucciderebbe.-
-Mi ucciderebbe comunque.- rispose la ragazza perfettamente consapevole e Yamato non poté ribattere, anche se voleva impedirle a tutti i costi quel gesto, pur sapendo che lei non aveva tutti i torti.
-Hell Fire!- Cerberumon sputò ancora una volta le sue fiamme verdi verso i due fratelli, ma Yamato fu veloce e strattonò Ylenia scampando al fuoco. -Torna qui!- sbraitò il digimon infastidito e corse verso di loro. Fu Ylenia a tirare via suo fratello al secondo attacco, ma più tentavano di schivare gli attacchi, più i due si resero conto di essere esausti e in netto svantaggio in fatto di velocità. Metalgarurumon caricò allora contro il cane infernale, colpendolo ad un fianco e ruzzolò con lui per diversi metri. I due, avvinghiati, lottarono ferocemente fra loro con morsi e graffi. I ragazzi rimasero come paralizzati dal terrore da quello scontro, perché mai era capitato loro di trovare un avversario di tale insistenza. Cerberumon spinse via Metalgarurumon, un Mega, con una poderosa testata e lo imprigionò fra il suo corpo e una parete.
-Hell Fire!-
Il lupo cibernetico ululò di dolore fra le fiamme che, a quella distanza ravvicinata erano ancor più ardenti e dolorose. Il cane infernale ripeté l’attacco, inchiodando nuovamente il lupo contro la parete. E ancora, ancora. Era così veloce ed incalzante, che Metalgarurumon non aveva tempo di scostarsi e ogni colpo era talmente tremendo da intontirlo. D’improvviso, un fascio di luce bianca sfrecciò al fianco di Cerberumon, ferendolo al muso e conficcandosi nella parete.
Inferocita, la belva si voltò di scatto verso la fonte di quell’attacco che non aveva visto arrivare, perché portato sul suo lato cieco.
Ylenia fece in tempo a scagliare un altro colpo, ma il canide generò l’ennesimo turbine rovente delle sue fiamme e la ragazza dovette rinunciare all’attacco e scappare.
Approfittando di quell’opportunità, Metalgarurumon si rimise sulle zampe e tentò di allontanarsi dal nemico che l’aveva tenuto in scacco, ma Cerberumon, avvertito il movimento, si gettò nuovamente su di lui scagliandolo a terra.
-Fatti forza!- gridò Yamato al suo digimon. Sentiva di non poter fare altro. Il terrore era tanto, in più sentiva sempre quel terribile ronzio. Gli sembrava di avere la testa bloccata in un alveare, circondata da migliaia di insetti impazziti.
Cerberumon gli lanciò un’occhiata assassina e fu in quel momento che Yamato, mandando al diavolo le api nella sua testa e la paura che gli rammolliva le ginocchia, prese una decisione folle.
Il canide aveva ripreso a stritolare Metalgarurumon fra il proprio possente corpo e la parete, colpendolo anche con le sue fiammate a distanza ravvicinata. Il lupo cibernetico urlava di dolore, ma resisteva, doveva resistere.
-Cocytus Breath!- ululò, straziato, ad un certo punto, riuscendo a diminuire l’efficacia dell’attacco nemico e sbilanciandolo.
Cerberumon si scostò da lui, scuotendo il capo e il corpo per levarsi di dosso il ghiaccio dal muso e dai sensori visivi.
-Forza, Metalgarurumon!- gridò nuovamente Yamato alle spalle dei due, sudando freddo. Cerberumon ringhiò, infastidito. -Forza!-
La belva per un attimo ignorò il suo avversario e latrò ferocemente verso il ragazzo che tanto odiava e Metalgarurumon ne approfittò per gettarsi su di lui e avvinghiarsi al suo corpo, infilzando la sua robusta corazza con i suoi artigli.
I sensori che aveva sul muso, i suoi “baffi”, s’attivarono e, come a suo tempo distrussero le spade di Piemon, iniziarono a disintegrare mega per mega i dati della corazza ammaccata del cane infernale che latrò per il dolore e la furia e lottò impennandosi, scalciando e agitandosi come un cavallo impazzito, come un toro meccanico fuori controllo. Metalgarurumon ce la mise tutta per restargli avvinghiato addosso e continuò a scaricargli contro getti ghiacciati insieme alla distruzione dei dati.
Yamato strinse i pugni, contento del risultato ottenuto distogliendo l’attenzione del digimon e corse a recuperare il suo bastone. Poco prima si era lasciato prendere dallo sconforto, ma a pensarci in maniera razionale, c’erano troppe cose in gioco per mandarlo al macello con un bastoncino.
Quell’arma doveva valere qualcosa.
Doveva!
Arrivò a pochi passi da The Hermit, quando Ylenia urlò -Attento fratellone!-
Lui non fece in tempo a reagire.
Fu investito in pieno dal corpo di Metalgarurumon scagliato a tutta velocità nella sua direzione e volò, col suo digimon, per diversi metri prima di ruzzolare a terra rovinosamente. Si lasciò a malapena scappare un gemito forzato, mentre un inequivocabile crack risuonò appena percettibile sotto il clangore del metallo che cozzava qua e là.
Metalgarurumon era un digimon robusto e tenace, in quel momento, disperatamente aggrappato alle poche forze che gli restavano in corpo, lottava per non involvere. Si alzò appena, a fatica, per liberare Yamato dal proprio peso.
-Yamato!- esclamò -Stai bene?-
Il digiprescelto mugugnò qualcosa, trascinandosi via dall’amico con una mano stretta sul braccio sinistro.
-Ho avuto giorni migliori… -borbottò. Era quasi libero quando, con una forte zampata, Cerberumon pestò Metalgarurumon rimandandolo a terra e bloccando il ragazzo, il cui piede era rimasto ancora sotto il corpo del compagno. Yamato urlò, Metalgarurumon gemette. Ylenia corse verso di loro, ma il cane infernale generò un turbine rovente di fiamme verdi ed erse un muro infernale fra la ragazza e la propria vittima. Calpestando il lupo cibernetico sotto di lui, Cerberumon avanzò verso il ragazzo, il muso contorto in ghigno vittorioso degno di un demòne. Yamato tentò d’indietreggiare, ma col piede schiacciato fra il proprio digimon e il pavimento non poté muoversi.
E Cerberumon incombeva su di lui.
Il digiprescelto sudò copiosamente, in preda al terrore, memore del brutto quarto d’ora che il mostro digitale gli aveva fatto trascorrere quando Daemon aveva deciso di liberarsi di lui, quando era andato tanto vicino al compimento del suo piano, quando aveva quasi assorbito Risei.
L’urlo di terrore che il bambino aveva lanciato quel giorno riecheggiò nuovamente nelle sue orecchie, come un assordante sirena di vetri infranti all’infinito.
Il digiprescelto dell’Amicizia provò, in quell’istante così vicino alla fine, quando Cerberumon stava per azzannargli la spalla, rabbia.
Incontenibile rabbia.
La mano corrispondente al braccio leso incontrò il legno ruvido del bastone e il ragazzo lo afferrò saldamente, incurante del dolore, ergendolo contro il digimon come ultima difesa. Urlò con quanto fiato aveva in gola aggrappandosi a quella sua ultima ancora di salvezza e la gemma grezza intagliata al centro di esso s’accese e brillò accecante di una luce rossastra che avvolse arma e proprietario e accecò il nemico.
Cerberumon guaì rabbiosamente e scattò all’indietro portandosi a distanza di sicurezza da quell’inaspettata, quanto seccante novità.
Il prescelto dell’Amicizia aprì gli occhi e, con sua grande sorpresa, s’accorse che il suo bastone non era più un bastone. Il manico era fatto di metallo blu scuro e la gemma sulla sommità era incastonata non fra curve legnose, ma fra le lame affilate di un’ascia bipenne.
-Ma… - avrebbe voluto dire: “Ma che cosa succede?”, ma la sorpresa era troppa per spiccicare parola. Metalgarurumon, lentamente e con fatica, si alzò e si frappose nuovamente fra l’amico e il digimon nemico. Il cagnaccio sputato dall’inferno, purtroppo per loro, si era già ripreso dalla sorpresa e avanzava a passo lento e calcolato, pronto a colpire di nuovo, ancora più furente di prima. Ogni secondo che lo separava dal compimento della sua vendetta lo rendeva più furioso e pericoloso di prima. Yamato strinse la sua arma in pugno e indietreggiò di qualche passo.


Nel frattempo, mentre i latrati feroci del digimon dell’esercito di Daemon riempivano l’aria accompagnati dai gemiti sofferenti di Metalgarurumon e le grida di Yamato, Ylenia aveva cercato col potere della Luce di avere ragione sulle fiamme verdi del digimon.
Ci provò con tutte le forze, con tutta la buona volontà che aveva, memore degli insegnamenti ricevuti, ma era troppo inesperta e i suoi fasci luminosi non potevano nulla contro una barriera così alta e resistente.
Quando sentì l’urlo tremendo di suo fratello, la ragazza fu presa dal panico e fece per gettarsi fra le fiamme, incoscientemente.
Non le importava di farsi male.
Non lo considerò un problema.
Si ricoprì il corpo della sua Luce e prese a correre.
Una mano l’afferrò a pochi metri dalla parete di fiamme e la strattonò all’indietro.
-Ferma!-
Era Neo Saiba.
-Lasciami!- esclamò lei voltandosi.
-Vuoi morire?!- le disse lui strattonandola verso di sé.
-Ma Yamato… - iniziò lei, poi sentì un gran frastuono provenire da oltre la barriera e sentì Cerberumon urlare per il dolore. La terra tremò sotto i loro piedi, mentre il muro di fiamme fu investito da detriti che provenivano dal campo di battaglia oltre ad esso.
Il metallo delle pareti si scioglieva a contatto con le fiamme, ma qualche frammento riusciva a superare la murata, cadendo a terra con clangore, contorto e fuso, incandescente. La ragazza fissò attonita lo spettacolo, per poi assistere al disfacimento totale della parete e a ciò che accadeva oltre ad essa.


C’era un varco nel muro alle spalle di suo fratello e Metalgarurumon. E davanti a loro, come uno scudo gigante, si stagliava fiero AtlurKabuterimon, in tutta la sua imponente stazza.
-Scusate il ritardo.- disse il digimon, come se nulla fosse.
-Non importa.- ribatté il compagno di battaglia, barcollando al suo fianco male come poteva -Meglio tardi che mai.-
Koushirou, si era portato immediatamente accanto a Yamato.
-Stai bene?-
-Non saprei…- rispose quello, sinceramente. Yamato non glielo disse, ma sentiva di stare molto meglio di prima. Il braccio non gli faceva poi così male e riusciva a muoverlo e impugnare la sua arma. In più, con essa fra le mani si sentiva come più sicuro. Provava molta rabbia, ad ogni modo, fomentata dalle preoccupazione. Però il ronzio sembrava come diminuito d’intensità, per fortuna. Gli sembrava d’impazzire, fra le altre cose, almeno quello!
-Sei riuscito a recuperare qualcosa?-
Koushirou sorrise debolmente.
-Non è molto, hanno cercato di cancellare ogni traccia, perciò ho faticato parecchio per riesumare qualche dato, ma alla fine sono riuscito ad ottenere qualcosa su cui lavorare e in più… - il digiprescelto della Conoscenza continuò a sorridere e nel frattempo digitò qualche comandò sul suo computer portatile.
D’improvviso, scattò un allarme e dall’alto venne giù acqua a catinelle.
-L’impianto antincendio.- disse mettendosi fuori portata per evitare che il portatile si bagnasse.
-Non mi ero accorto.- ribatté il prescelto dell’Amicizia ricambiando il sorrisino dopo avere evitato un getto d’acqua. Ci mancava solo un gavettone.
L’acqua fece il suo dovere.
Non era una normale pioggia da impianto antincendio, era come una doccia dieci volte più potente che spruzzava getti potentissimi d’acqua nei punti critici dello spiazzo. Il pavimento ormai era completamente allagato, anche se molta acqua defluiva nel buco che il digimon aveva scavato per risalire in superficie. Impedirgli di muoversi sfruttandola sarebbe stato utile, ma di difficile applicazione perché sarebbe stata d’ostacolo anche agli alleati. In ogni caso, il muro di fiamme, seppure con sfrigolii e vampate furiose, morì soffocato dal suo naturale nemico.
Cerberumon ringhiava sommessamente, conscio di dover rimandare la propria vendetta per levarsi dalle palle tutti i nemici che si erano radunati intorno a lui.
Li squadrò uno ad uno.
C’era il digiprescelto del Coraggio, appena soggiunto con i suoi Chakram e pronto a fare nuovamente la sua seccante piccola parte.
C’era la prescelta dell’Amore, col suo ventaglio.
C’era l’umano che gli aveva fatto lo scherzetto del pavimento.
La prescelta della Memoria, con le sue fastidiose frecce luminose.
E c’erano quei due digimon, AtlurKabuterimon e Metalgarurumon, unici rilevanti ostacoli alla sua vittoria.
Ma prima di ogni altra cosa doveva occuparsi del moccioso col computer, che si era intromesso all’ultimo momento e aveva persino neutralizzato le sue fiamme con della misera acqua! Koushirou si accorse dell’attenzione del nemico nei suoi confronti e digitò rapidamente altri comandi nel suo portatile.
Improvvisamente, i digimon dei ragazzi sentirono le forze ritornare gradualmente.


Agumon aprì gli occhi.
-Dove… dov’è Taichi?- si chiese.
-Si è svegliato!- esclamò Bearmon -Pyomon, si è svegliato!-
La volatile si fermò di scatto e tornò sui suoi passi, verso gli altri due amici.
-Che è successo?- domandò Agumon alzandosi in piedi e sentendosi stranamente rinvigorito.
-Non lo sappiamo.- rispose Pyomon. Sora e Taichi devono averci lasciati qui mentre eravamo svenuti. All’improvviso- -D’improvviso ci siamo svegliate in forze. Kabuterimon e Koushirou non c’erano più, così mi sono messa a cercare Ylenia e vi ho trovati. Per fortuna stai bene- finì per lei l’orsacchiotta, guardando preoccupata il dinosauro.
Agumon si guardò le zampe. Le sue ferite stavano rimarginandosi rapidamente, il che era inspiegabile.
Il fracasso della battaglia non tardò a ricordare ai digimon intermedi che quel senso di stranezza andava accantonato.
-Sto bene, grazie.- disse rivolto all’amica con un sorrisino irriverente. Poi le carezzò la guancia teneramente. -Adesso andiamo!- esclamò.
Le due digimon annuirono e, senza perdere tempo, i tre iniziarono a correre per raggiungere Taichi, Ylenia e Sora e quando, finalmente, riuscirono a trovarli, dopo avere attraversato alcuni corridoi, assistettero alla strenua lotta fra i loro compagni e Cerberumon.
Questi, a differenza degli amici, sembrava piuttosto affaticato, ma non per questo meno furioso e pericoloso.
Metalgarurumon tentò di colpirlo nuovamente con un Cocytus Breath, ma quello schivò il colpo con un balzo e si aggrappò alla zampa di AtlurKabuterimon coi denti affilati. Lo morse con forza, come un cane il suo osso, e il digimon insetto urlò scuotendolo per liberarsi di lui. Scagliò il cane infernale diversi metri più avanti e lo fulminò scaricandogli contro il suo Mega Blaster. Cerberumon si contorse per il dolore mentre le scariche elettriche gli attraversavano e devastavano il corpo cibernetico più di quanto non fosse stato martoriato dai vari e numerosi attacchi e dalla propria imprudenza.
Si dimenò per istanti che parvero infiniti ai ragazzi e poi si accasciò nel pavimento sollevando alti spruzzi d’acqua.
Finalmente, fu il pensiero collettivo.
Ma durò poco.
Il tempo di un sospiro di sollievo e quello tornò alla carica, con più rabbia.
Puntò verso Yamato, nuovamente, ma Metalgarurumon, rinvigorito, si gettò su di lui. I loro corpi cozzarono con clangore metallico. Si ruppero in più parti, ma nessuno dei due cedette nel tentativo di respingere l’altro. Metalgarurumon era assolutamente terrorizzato all’idea che quel mostro dallo sguardo accecato d’ira potesse fare del male a Yamato e Cerberumon, invece, in testa non aveva nient’altro che quell’obiettivo.
In quel momento, neppure gli ordini di Daemon avevano valore.
Esigeva vendetta e sangue e se avesse ucciso il moccioso per averli, poco importava!
Il cane infernale ruggì e il suo urlo gutturale si diffuse facendo vibrare l’aria circostante.
Continuò a spingere contro Metalgarurumon, per spazzarlo via, ma il lupo era animato dall’Amicizia, dall’affetto che lo legava al suo compagno. E con le forze che aveva rinnovate, anche il suo spirito era tornato ad essere forte. Neppure volendo avrebbe potuto cedere il passo.
Sparò i suoi missili contro il nemico, a distanza ravvicinata.
Cerberumon fu colpito in pieno, urlò, ringhiò, scomparve nel fumo gelido delle esplosioni incessanti. Metalgarurumon gli scagliò contro colpi su colpi, finché non fu troppo esausto per continuare a sparare e cadde in ginocchio.
-L’avrà sconfitto?- si chiese Taichi stringendo i suoi chakram. Erano insanguinati. Si sforzò di ignorare quello scabroso dettaglio: aveva combattuto per proteggere i suoi amici, non per piacere personale e per Yamato e Sora era lo stesso. Per un attimo invidiò Koushirou, che non si era sporcato le mani direttamente.
Yamato si precipitò dal suo compagno e s’inginocchiò accanto a lui.
-Stai bene?- gli chiese.
-Sì… - rispose quello -E’ morto?- domandò poi, speranzoso, guardando prima l’amico, poi verso la cortina di fumo e gelo che avvolgeva Cerberumon.
L’attesa fu interminabile e carica di tensione. I prescelti e i loro digimon, con circospezione, si allontanarono dall’epicentro della battaglia e si riunirono strategicamente verso lo squarcio creato dal digimon insettoide al momento della sua eclatante entrata in scena.
Quando il fumo si diradò, svelò il corpo di Cerberumon, imprigionato nel ghiaccio. Immobile.
-E’ fatta!- esclamò Ylenia stringendo i pugni trionfante.
Crack.
Uno scricchiolio secco riecheggiò nell’aria, seguito da tanti altri, in rapida successione. Da una prima piccola crepa nel ghiaccio, se ne propagarono altre, sempre più lunghe e spaventose, finché la bara gelida non ne fu totalmente ricoperta.
Taichi scosse il capo, incredulo. -E’… un mostro… - disse.
-Scappiamo!- suggerì Koushirou e scrisse nuovamente qualcosa nel suo computer. -Presto!-
Tutti i getti d’acqua si mossero verso il cane sputato dall’inferno e irrorarono nuovamente il blocco di ghiaccio che Metalgarurumon rafforzò nuovamente colpendolo con il suo turbine glaciale. Il ghiaccio imprigionò nuovamente Cerberumon e i ragazzi non persero tempo a controllare che se ne rimanesse buono buonino a marcire.
Se la diedero a gambe di volata.
O meglio, salirono sulla schiena di AtlurKabuterimon e questi volò via più veloce che poté, attraversando rapido corridoi e sale, seguendo le indicazioni che Koushirou gli forniva.
Metalgarurumon, esausto per lo sforzo, si accasciò e regredì di livello.
-Questa non ci voleva… - sospirò Yamato mordendosi il labbro.
-Scusami… - rispose Gabumon. Il prescelto gli sorrise. -E di che?- gli chiese -Se non ci fossi stato tu… - non finì la frase. A Gabumon bastò la carezza che gli fece sulla testa.
I digiprescelti, finalmente, ebbero un attimo di respiro e Taichi ne approfittò per avvicinarsi a Koushirou.
-Che stai facendo?- gli chiese, incuriosito, mentre quello smanettava come un pazzo con il suo portatile. Nello schermo si susseguivano mappe, comandi e codici a velocità pazzesche e l’amico sembrava riuscire a capirli e leggerli come se nulla fosse. Ok, che era un genietto ma... Taichi di certo non ci capiva nulla e non poteva neppure volendo, poco ma sicuro, però una scritta attirò la sua attenzione.
The Chariot.
Proprio lì, in alto sulla finestra del programma che il rosso stava utilizzando.
La indicò.
-Esatto, ho attivato anch’io il programma Arcana.- spiegò quegli -Posso accedere a mappe, codici e quant’altro, sfruttare il territorio a mio piacimento, elaborare i dati e trasferirli velocemente. E’ uno strumento portentoso.- gli brillavano gli occhi e le sue dita pigiavano i tasti con rapidità tale che quasi toglievano fumo.
-Sei stato tu a rifornirci di energia?- domandò allora Gabumon.
-Sì.- rispose il prescelto della Conoscenza -Ho semplicemente sfruttato la composizione dell’edificio e le diverse strutture che contiene. Daemon è un mago, ogni locale è disposto strategicamente secondo certi criteri esoterici. Io li ho utilizzati a nostro vantaggio.-
-Sei un grande!- esclamò Ylenia dandogli un’altra pacca alla spalla e facendolo arrossire oltre che quasi volare giù dal proprio digimon.
-Perciò, hai usato il programma anche poco fa? Prima di entrare in scena?- chiese Yamato massaggiandosi il braccio.
-No, perché?-
-No, nulla… - rispose il prescelto dell’Amicizia, turbato.
Non sentiva più dolore.
Però tutti sentirono un gran fracasso e, colmi di terrore, intravidero Cerberumon in lontananza.
Questi, cieco di rabbia come non lo era mai stato, in un primo momento non li vide e passò oltre in un corridoio laterale.
Sospirarono.
Poi, però, fece dietrofront e si rimise ad inseguire nuovamente le sue vittime che impallidirono.
-Ancora?- esclamarono esauste Ylenia e Bearmon.
-Più veloce, più veloce!- urlò Sora ad AtlurKabuterimon e questi scattò in avanti, aumentando la propria velocità.
Purtroppo per loro, qualcuno, un certo demone incappucciato, osservava tutto da molto tempo. E, stanco di come si stavano mettendo le cose, ben decise di ostacolare la loro corsa. Daemon sogghignò crudelmente mentre due spesse pareti di metallo calarono pesantemente al suolo, imprigionando fra due fuochi i suoi nemici.
I ragazzi urlarono in preda al terrore e Neo trattenne il fiato. AtlurKabuterimon dovette arrestare il suo folle volo di scatto e, di contro, i prescelti e i digimon sulla sua groppa persero l’equilibrio.
Ylenia non riuscì a reggersi, non fece in tempo.
Scivolò lungo il guscio rosso e liscio del digimon della Conoscenza.
Taichi non riuscì ad afferrarle la mano, cadde nel vuoto.
Bearmon urlò.
Cerberumon si muoveva ormai solo per cieca furia, zero raziocinio.
I suoi sensori danneggiati registrarono esclusivamente Il colore dei capelli di lei.
Biondi.
E anche il taglio era simile.
Il cane infernale saltò verso la ragazza a fauci spalancate. Un enorme, terrificante, furia nera. Ylenia spalancò gli occhi e urlò di terrore, raggomitolandosi su se stessa a mezz’aria. Il ruggito furioso del digimon sovrastò le grida dei ragazzi e dei loro compagni digitali.
“E’ la fine...” pensò la ragazza.
“E’ la fine.” pensarono tutti.
“No!”pensò Yamato.
In quel momento, in quel brevissimo istante, sentì qualcosa svegliarsi in lui. C’era furia, c’era terrore, c’era sete di sangue. La sua ascia pulsava fra le sue mani come assetata di quel liquido scarlatto, ma lui non percepiva quella vibrazione.
Gridava.
-Nooooooooooooooooooooooooooo!-
E gridava!
Gridava come mai aveva gridato prima.

Taichi non riuscì ad afferrare neppure lui mentre si lanciava sul digimon nemico. Non poté trattenerlo e urlò anche lui un -No!- che gli morì ben presto in gola. Yamato sapeva solo che doveva fermare Cerberumon, a costo di ucciderlo. Sentì il potere scorrere nelle sue vene e fuoriuscire dal suo corpo, lo raccolse nelle lame della sua ascia e colpì.
Cerberumon non serrò mai la bocca sul corpo di Ylenia.
L’ascia lo tagliò in due parti nel senso della lunghezza.
Un taglio netto e pulito, fulmineo.
Rigagnoli del suo sangue scorsero sulle lame e gocce scarlatte schizzarono sul volto del ragazzo prima di dissolversi in dati, insieme al resto del corpo del digimon.
AtlurKabuterimon, nonostante lo stupore, fu lesto ad afferrare i due ragazzi a pochi metri dal suolo, impedendo loro la rovinosa caduta.
Poi, stremato, anche lui involse.
I ragazzi e i digimon si guardarono, stremati e sconvolti.
Erano proprio messi male.
Taichi rise, dapprima fra se e se, poi sommessamente, poi mal celatamente si lasciò scappare risatine, poi scoppiò a ridere istericamente. Agumon lo seguì a ruota poco dopo, poi anche Ylenia, Bearmon, Sora. Era contagioso, persino Neo si lasciò scappare un sorrisino, poi però si fece pensieroso.
Quando le risate si spensero, nessuno parlò più per diversi minuti.

Si accasciarono tutti a terra, stremati, con la schiena al muro e ripresero fiato. Attesero che i loro cuori impazziti d’ansia e terrore si placassero. Sperarono che tutto fosse finito, sul serio e, d’istinto, guardarono le pareti che avevano ostacolato la loro fuga e, ironia della sorte, stroncato per sempre la folle corsa di Cerberumon.
-Idea folle, la tua… - fece il prescelto del Coraggio rivolto all’amico.
-Non sono stato io.- rispose quello, ansimando per riprendere fiato dopo lo spavento di poco prima.
-Lo immaginavo.- ribatté il castano storcendo un po’ le labbra. -Perciò, chi è stato?-
Neo non rispose, lui credeva di conoscere la risposta e quando incrociò lo sguardo di Taichi comprese che anche lui la pensava allo stesso modo.
-E adesso?- chiese Pyomon.
-La buttiamo giù.- rispose risoluto Agumon, alzandosi in piedi.
-Aspetta, non sprecare forze, dobbiamo tornare dagli altri per aiutarli.- lo fermò il prescelto della Conoscenza e si rimise a trafficare col suo computer. Normalmente Taichi l’avrebbe redarguito di non staccarsi mai da quell’affare, ma tacque: Koushirou Izumi aveva parato il culo a tutti, poteva anche concedergli di stare qualche oretta attaccato al suo aggeggio. Specialmente se quel suo aggeggio li avrebbe aiutati a buttare giù quelle pareti e li avrebbe fatti tornare in tempo per aiutare sua sorella e gli altri ragazzi.
Il rosso si mise a lavorare di buona lena e continuò così per diversi minuti che Taichi trascorse facendo ridere i compagni, scimmiottando Neo ai tempi della sua avventura in solitaria. Il ragazzo coi capelli bianchi, seppur piccato non poté che lasciarlo fare, anche perché quello ignorava le sue proteste e continuava imperterrito.
-Io sono un domatore di serie A! E tu Taichi Yagami sei solo una mezza tacca di serie Z!- lo beffò amichevolmente.
-Ok, ok, ammetto che non ero molto simpatico.- ribatté il domatore -Ma almeno non ero una velina fallita.-
-Solo perché sei geloso delle mie doti artistiche. Perché non provi anche tu la danza della vittoria?- esclamò e infilò il braccio sotto il suo, afferrandolo e trascinandolo in un mezzo giro del suo amato stacchetto post battaglia, ma Neo si oppose. Si oppose troppo fermamente e bruscamente che Taichi pensò di aver tirato troppo la corda.
-Dai, si scherzava… - gli disse, imbarazzato, ma Neo lo guardava preoccupato.
-Non sentite questo strano odore?-
Era gas.
Neo impallidì e sudò freddo. Che cavolo stava facendo Daemon? Voleva asfissiarli? Farli saltare in aria? Perché c’era gas in quel luogo?
Koushirou Izumi era ancora concentrato nel suo lavoro, ma sudava comunque freddo anche lui e sembrava procedere spedito nel suo operato, chiedergli d’intervenire avrebbe sottratto loro tempo prezioso, ma che fare nel frattempo?
“Vuole uccidere anche me?” si chiese il domatore “Ma allora a che scopo… Rei… ”
Purtroppo per lui era difficile entrare nella testa di uno come Daemon, non era solo uno perennemente incazzato. Era l’Ira. Lui ci conviveva con le incazzature, non era un digimon totalmente irrazionale. Supporre che lo fosse, era un errore colossale.
Qual’era il suo vero piano?
Che cosa pensava davvero di fare e come?
-Yamato.- disse d’un tratto Taichi, attirando l’attenzione di tutti.
-Non sono stato io.- rispose quello sfoggiando un sorrisetto strafottente.
Al diavolo le preoccupazioni, ci avrebbe pensato una volta fuori da lì. Daemon voleva uccidere anche lui subito? Senza avere la garanzia di poter ritentare l’esperimento? No, tramava qualcosa, era tempo di rompergli di nuovo le uova nel paniere.
-Sì, certo, tu non le fai.- gli disse, fingendo di crederci e battendogli la mano sulla spalla.
-Fammi da scaletta, te che sei alto.- disse poi, serio.

Yamato obbedì. Taichi si tolse la giacca e l’appallottolò, poi s’arrampicò sulla mano dell’amico e gli salì sulle spalle. Quello si sollevò lentamente, mentre tutti gli altri, intorno a loro, iniziavano a tossire per il gas che aveva ormai invaso l’ambiente. Il prescelto del Coraggio ficcò la propria giacca nel piccolo condotto, per ostruirlo completamente.
-Questo dovrebbe farci guadagnare tempo.- disse -Kou, a che punto sei?-
-Ancora un minuto.- disse quello.
Ormai l’ossigeno rimasto era pochissimo, i ragazzi e i digimon si misero a sedere a terra trattenendo a fatica il respiro. L’attesa parve infinita, ma la verità è che il prescelto della Conoscenza impiegò esattamente quaranta secondi per far partire il comando decisivo.
Fu un lavoraccio.
Lui non conosceva il sistema, il laboratorio di Daemon era come un intricato labirinto di dati e alcuni dei suoi macchinari erano ancora in funzione, per lo più telecamere e sistemi di difesa. E c’era qualcuno, che si stava divertendo ad azionarli a distanza. Avrebbe voluto rintracciare il segnale, ma il tempo stringeva, si concentrò sul bloccarlo, sul trovare il codice inverso alla chiusura delle porte. Una volta trovato, poi fu un gioco da ragazzi lasciare che The Chariot terminasse l’opera. Premette invio e le pareti si sollevarono.
Ci fu un sospiro generale, esausto e gratificato al tempo stesso.
-Andiamo via.- urlò Taichi, aiutando la propria ragazza ad alzarsi in piedi.
Tutti lo seguirono, lanciandosi in una corsa disperata, senza fermarsi mai. Via, fuori da quella trappola, da quel laboratorio, da quella landa desolata.
Attraversarono il varco magico che li ricondusse al luogo di partenza. Le fogne, o quello che restava di quelle.
I prescelti si ritrovarono improvvisamente a precipitare nel vuoto.
-Oggi basta emozioni… - bofonchiò Ylenia.
-Ci penso io!- esclamò Pyomon. -Pyomon shinkaaaaaaaaaaaaaa…. Birdramon! Birdramon chou shinka…. Garudamon!-
L’enorme digimon raccolse gentilmente gli amici nei palmi delle mani e spiccò il volo. In alto, sempre più in alto e sempre più veloce.
“Hikari, ragazzi, stiamo arrivando.” Pensò Taichi.



°



Daemon schioccò la lingua, seccato.
-Poco male.- disse, alzandosi dal suo scranno e lasciando la sala MetalPhantomon, seguimi.-
-Signore?- domandò quello obbedendo.
-I digiprescelti stanno per riunirsi ai loro compagni, dobbiamo inviare i rinforzi al nostro esercito.- disse, nonostante la gravità della situazione non sembrava turbato. I due percorsero rapidamente i corridoi che li separavano dalle celle delle cavie del Signore dell’Ira.
Questi si fermò davanti ad una delle porte e sogghignò maligno.
-Signore, se permette… crede sia il caso di testarlo adesso?-
-Quale occasione migliore?- domandò il digimon, allargando a dismisura il suo sorriso malefico -Stiamo testando l’altro, prendiamo due Parrotmon con una fava.-






°






DeathMeramon non si era fatto attendere, non aspettava altro lui stesso.
Passò brevemente in rassegna i suoi schieramenti. Centinaia, che dico, migliaia di digimon erano allineati in ordinate fila. La maggior parte di questi erano tozzi esseri dai corpi tondeggianti di gomma grigia scura. Il volto era formato da maschere d’acciaio collegate tramite tubi dello stesso materiale ad un serbatoio che avevano agganciato sulla schiena. Il loro nome era Troopmon, prototipo del soldato perfetto, efficiente nell’esecuzione degli ordini. Privi di sentimenti, impugnavano i loro lanciafiamme e tacevano, guardando fissi il loro obiettivo. Il riflesso della capitale magica, Witchelny, si rifletteva sinistramente nelle loro lenti scure.
Fra questi digimon, vi erano anche molti altri: digimon diavoli, digimon macchine, digimon mostruosi di vario tipo, ma in minor numero rispetto ai piccoli, tozzi, Troopmon.
In ogni caso, gli occhi di costoro e le loro carni stesse reclamavano il sangue e i dati, si trattenevano esclusivamente perché il fallimento non era contemplato. Obbedire agli ordini era il modo più sicuro per vincere e riportare gloria e onore e al tempo stesso attirarsi la benevolenza del loro signore.
Fra le truppe si distinguevano cinque digimon, fieri ed impettiti, che scrutavano pensierosi il futuro campo di battaglia. Come lui portavano appuntato sul petto o sulle zampe una stella d’argento capovolta con inciso al centro un occhio. DeathMeramon fece loro segno di avvicinarsi e questi si riunirono intorno a lui.
-I Cristalli sono pronti?- domandò.
-Vanno solo installati, olè!- esclamò un’eccentrica creatura dagli abiti variopinti. Matadormon, questo il suo nome, portò platealmente in alto la lama che costituiva la sua gamba e con il braccio artigliato si colpì svenevolmente la fronte -Non posso attendere oltre, che il massacro inizi, olè!-
La digimon al suo fianco, indossava un’armatura scura, con una maschera volpina a coprirle gli occhi e lunghi capelli neri acconciati come una coda di volpe. Portava con sé una lancia d’argento la cui punta era collegata all’asta tramite un anello nel quale erano infilati a loro volta, in pari numero per parte, tre anelli più piccoli.
-Smettila, non ti sopporto.- ringhiò sommessamente rivolta all’eccentrico parigrado.
Questi fece per ribattere, ma DeathMeramon li zittì con un gesto della mano.
-Atteniamoci agli ordini, riprenderemo le discussioni per quando avremo compiuto questa missione. Il Grande Daemon si aspetta molto da noi, dimostriamogli che la sua fiducia in noi è ben riposta.- disse, sottolineando quel “noi”.
Gli altri annuirono.
-Molto bene. Matadormon, occupati dei Cristalli, Kuzuhamon, tu tieniti pronta a- -Lo so.- lo interruppe quella con uno sbuffo. -Cercate di non intralciarmi.- disse arrogante abbandonando il capannello di ufficiali.
Dokugumon, un gigantesco digimon ragno, ridacchiò sguaiatamente nell’osservarla ancheggiare, poi si rivolse a DeathMeramon.
-Torcetta, non montarti la testa solo perché ti abbiamo accordato la leadership. Quando questo incarico sarà portato a termine, scordati che staremo ai tuoi ordini.-
DeathMeramon annuì, non era per nulla toccato da quelle parole di scherno. Rise sommessamente fra sé.
-Me lo ricorderò. Adesso ognuno al suo posto.- li fissò negli occhi uno ad uno, lanciò persino un’occhiata a Kuzuhamon che era già nella sua postazione e avanzò verso le truppe, che si misero sull’attenti.
Il capannello si sciolse velocemente e ognuno degli ufficiali si affrettò ad occupare il posto che gli era stato designato al momento della pianificazione. DeathMeramon accese il suo trasmettitore e rivolse nuovamente lo sguardo verso le alte mura che circondavano la città magica.
-Che gli dei della guerra vi siano propizi.- disse con gli occhi baluginanti che ardevano bramosi di versare sangue.
Alzò il braccio per aria e poi lo abbassò, in direzione della capitale.
Al suo segnale, le truppe di Daemon lanciarono un urlo tremendo, un boato assordante reclamante sangue scosse la terra.
I digiprescelti e i digimon in posizione accanto alle mura avevano assistito, anche se a distanza e senza poter udire una parola, alla riunione fra gli ufficiali nemici. Credevano di essere pronti quando l’assedio sarebbe iniziato, ma non lo erano.
Quelle urla di guerra raggelarono loro il sangue nelle vene.








Fine Capitolo 20




Note: Signori e signore, ben ritrovati. So che è passato molto tempo dall'ultimo capitolo. Questo è stato un periodo tormentato in cui non riuscivo a trovare ispirazione per le mie care vecchie long. Davvero terribile. E questo capitolo, nella fattispecie, era piuttosto delicato, con Cerberumon e tutto il resto.Ho cercato di rendere il capitolo veloce. Moto veloce. Anche troppo @.@ quel digimon non la finiva di correre.
Vedrete comunque che la battaglia ha lasciato il segno.

Come vedrete altre belle cosette (spero uhuhu) .
Dovrebbe essere più breve dei capitoli precedenti, perché mi sono concentrata semplicemente sulla "Via dell'Eremita". Avevo abbozzato anche l'inizio della battaglia, ma è troppo complicata e troppo agguerrita, La gusterete, spero, al prossimo aggiornamento. Che spero di poter fare prima dell'anno prossimo, ispirazione permettendo. Per ora sono messa bene da quel punto di vista.
Twins' War mi era mancato.
Comunque, vi devo spiegare delle cose. In realtà vorrei spiegarvi tutto ciò che mi ha portato a scegliere le armi dei ragazzi, in particolare quella di Yama e di Kou, che in un certo senso sono state le più complesse.

1. Per Yama avevo già scelto l'ascia, è una mia fissa. Ma voi avete mai visto un eremita con un'ascia? Io no. Dovevo spiegarla bene sta cosa. E sorprendentemente ci sta d'incanto.
Dunque, la carta dell'Eremita vuole che questi sia un individuo, oltre che solitario, che da le spalle al passato e rivolga il viso verso il futuro ignoto. E' la nona carta, un numero estremamente critico in confronto della carta precedente, l'ottava. L'otto è un numero perfetto. L'eremita porta con sé un bastone, simbolo del cammino che si è scelto: Yama in questi due capitoli ha scelto il suo cammino. E' passato dalla riflessione confusa all'azione. Dalla tormentata meditazione alla via del sangue. L'ascia bipenne, con le sue due lame è simbolo della dualità divina: luce e oscurità. Ora, Yamachan è puccio e carino, ma non è certo una divinità XD però sceglie il cammino degli uomini, un cammino fatto di sangue.
La luce che l'Eremita porta con sé l'avete vista anche voi, è la pietra incastonata nel bastone: è la luce della Conoscenza, in questo caso di sé. Lui ha capito che non doveva più scappare, anche se lo desiderava (e chi non lo desidererebbe con quel mostro attaccato al deretano?!).

2. Per Kou non sapevo che cacchio di pesci pigliare. Ma secondo voi uno come lui impugnerebbe un'arma? o.o
Il Carro rappresenta una guida. E' chi lo guida a condurre le bestie, così come è l'intelligenza di Kou a parare il cu... fondo schiena agli altri. Non sarà un'arma sanguinaria, ma tant'è u.u


Più avanti vi spiegherò gli altri, ma questi due mi parevano ostici da capire di primo acchito.

Bene, al prossimo capitolo e che gli dei della guerra vi siano propizi, olè! *alza la gamba*

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Capitolo 21
*** 21. Sotto assedio ***


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Capitolo 21: Sotto assedio


Outside these walls
An army awaits
But in these halls
We feel safe
(Under Siege, Amon Amarth)



Le urla crescevano di volume, le voci diventavano sempre più indistinguibili mentre la terra tremava scossa dai passi pesanti della moltitudine di soldati digitali. Ogni secondo che passava accentuava il pensiero ormai chiaro ai ragazzi che quella non era la solita avventura: era, sarebbe stata, una carneficina in piena regola e loro erano stati chiamati in causa.
L’esercito di Daemon marciava rapido come una marea nera di morte. Persino i più forti maghi di Witchelny provarono paura, figuriamoci dei ragazzini. Tuttavia, i digiprescelti non erano conosciuti per essersela fatta sotto durante le battaglie contro avversari potenti e sanguinari. La piccola Hikari aveva osato sfidare Mugendramon e aveva sollevato contro di lui i suoi schiavi Numemon.
Miyako, Takeru, Ken, persino il più piccolo di loro, Iori, una volta giunto il suo momento aveva sfidato un grande e potentissimo nemico da solo, rischiando la vita consapevolmente.
Dei semplici bambini.
Perciò, anche se intimoriti, il coraggio che ardeva nei loro cuori, gli impedì di fuggire quella volta.
Non prima di combattere.
E poi, come Daisuke aveva assicurato più volte, Taichi e gli altri sarebbero tornati presto. Tutti lo sapevano, ma sentirselo dire era sempre rassicurante.
-Ognuno ai propri posti.- disse Ken, serio in volto, raccogliendo consensi al suo appello: erano tutti in posizione. Sui bastioni di Witchelny, i maghi si affrettavano a terminare i preparativi delle contromosse indispensabili a respingere i nemici. Era chiaro che solo la magia non sarebbe bastata, potevano vedere enormi creature trasportare pesanti macchine da guerra e avvicinarsi inesorabilmente. C’erano torri per scalare le mura e balliste e catapulte per abbatterle. E arieti, per sfondare il portone d’ingresso. Witchelny non era dotata di macchinari bellici avanzati, d’altronde, chi era il pazzo che osava attaccare una città di maghi?
A quanto pareva, il pazzo c’era.
-Io direi di iniziare le danze.- propose Daisuke, fissando lo schermo del portatile nero di Ken -Pronto, Imperialdramon?-
-Super pronto!- esclamò l’enorme digimon dragone nella sua forma principale, stagliandosi fiero contro il cielo serale.
-Tu sei, d’accordo, vero?- chiese ancora rivolto all’amico.
-Se ci sono delle macchine da guerra, concordo sul fatto che l’attacco è la miglior difesa. Imperialdramon, usa il Positron Laser per distruggerle! Ecco le loro posizioni!-
-Agli ordini!- esclamarono le voci composite di ExVeemon e Stingmon non appena i dati furono trasferiti dal Digivice del ragazzo al loro corpo. Dal cannone sulle spalle del digimon esplose un potente raggio luminoso che solcò l’aria, sempre più in alto, come un enorme serpente, fino a uscire dalla città e dividersi come un letale fuoco d’artificio in raggi minori, per abbattersi sulle truppe nemiche e i loro macchinari bellici.
Indovinando la traiettoria dei raggi, DeathMeramon urlò -Difendete le macchine!-
I messaggeri corsero in lungo e in largo per il campo di battaglia per recapitare il messaggio. Inutilmente, però, perché i raggi azzurri del drago colpirono i loro bersagli, distruggendoli senza lasciare traccia insieme ai digimon che le trasportavano. Dal mare di nemici s’innalzarono pennacchi di fumo nero e fiamme ardenti, le urla rabbiose e frustrate dell’esercito si levarono nell’aria, unite alle grida trionfali dei digimon maghi abbarbicati sulle mura di cinta.
-Forza, continua, Imperialdramon! Possiamo farli fuori tutti in un battibaleno!- esclamò Daisuke, su di giri.
-Meglio di no.- lo redarguì Ken -Meglio non sprecare troppe forze, per il momento. Prima dobbiamo farci un quadro generale della situazione, c’è qualcosa di strano.-
-Ok, se lo dici tu… - commentò deluso il prescelto del Coraggio e dell’Amicizia, -Spero proprio che tu ti sbagli.-
-Lo spero anche io.- rispose lui, osservando il suo Digiterminal nell’attesa di un messaggio che al tempo stesso temeva di ricevere.


Ormai era una questione di tempo che Taichi e gli altri tornassero. Nella speranza di ricevere i soccorsi e usufruire dell’effetto sorpresa, i prescelti, i loro digimon e i maghi si erano schierati nei punti strategici della città. Nella zona a nord est, dove si trovava l’Ateneo, Jou, Gomamon e il clan Aquary scagliavano contro le truppe strali ghiacciati e proiettili d’acqua. Il digiprescelto aveva il suo bel da fare a proteggere le mura indicando a Zudomon, Yukidarumon e agli altri tutti i gruppi di nemici che riuscivano ad avvicinarsi troppo.
-Hammer Spark!- esclamò Zudomon, abbattendo il suo martello in metallo cromato Digizoide sul terreno più e più volte, fulminando chiunque avesse la disgrazia di capitargli a tiro. -Ehi, novellina, dieci a zero!- esclamò ironico mentre la novellina, Angewomon, gli rispondeva con una smorfia seccata dalla zona adiacente, a nord ovest.
-Ti piace vincere facile, eh?- ribatté il digimon angelico, ferma nella sua posizione. Fosse stato per lei, avrebbe bersagliato l’esercito con le sue Frecce Sacre e allora altro che dieci a zero. A volte non capiva cosa ci fosse nella zucca del digimon dell’Affidabilità, con lei aveva sempre quell’atteggiamento quasi di nonnismo davvero irritante.
-Come se tu fosse il grande esperto.- lo rimbeccò. Non aveva trascorso i peggiori anni della sua vita al servizio di Vamdemon senza imparare niente, semmai era lui il pivello.
-Scherzavo, scherzavo!- alzò le zampe lui -Era per spezzare un po’ la tensione, non ti sarai offesa? Jou lo chiamo quattrocchi, ma lui non si offende mica, vero quattrocchi?-
-Zudomon, per favore…- protestò flebilmente quello -Perdonalo, Angewomon. Quando è sotto stress, non collega il cervello alla bocca.-
-Nessun problema.- sorrise benevola lei -Non è bene infierire su quelli come lui, ci ha già pensato madre natura.-
-Come hai detto, scusa?!- si agitò il mostro marino, sventolando il martello per aria.
-Angewomon…- piagnucolò Jou che, inutilmente, aveva cercato appoggio nell’altra.
-Attenzione!- urlò Hikari a un certo punto, indicando verso l’alto.
La divisione aerea dell’esercito di Daemon sfrecciò rapida sorvolando la cinta di mura ed eludendo gli attacchi dei maghi. Le truppe erano capitanate da un digimon uccello le cui piume blu come la notte erano costellate di fulmini e sul cui petto era appuntata la stella d’argento capovolta. Il Digivice di Hikari lo identificò immediatamente.


*Digimon Analyzer*


Thunderbirmon

Livello: Campione
Tipo: Uccello Gigante
Tipologia: Dati
Attacchi: Thunderstorm - Sbatte le ali coperte d’elettricità generando una tempesta di fulmini.
                Spark Wing - Scarica una pioggia di numerose piume elettrificate.


-Spark Wing!-
Il gigantesco digimon agitò le ali e le sue piume affilate e crepitanti precipitarono su Witchelny, per poi infrangersi nel nulla. O meglio, ora che osservava attentamente, il volatile scorse dei riflessi iridei. Seccato, schioccò la lingua contro il palato e planò per evitare la risposta dei FlaWizarmon che non tardò ad arrivare. I digimon maghi del clan Energe aprirono il fuoco contro il nemico alato scoccando centinaia di dardi fiammeggianti. Molti di questi mancarono il bersaglio. I digimon volanti risero a quello stupido scherzetto, come potevano delle misere freccette creare problemi per gli imponenti Parrotmon o Kuwagamon? Le semplici freccette, mancato il bersaglio, cambiarono immediatamente direzione e assediarono il nemico come nugoli di vespe ardenti. Colti di sorpresa, alcuni Parrotmon indietreggiarono urlando, ma le frecce non smettevano di seguirli, colpirli e bruciarli. Le fiamme, una volta centrato il bersaglio, si espandevano sui corpi dei disgraziati come fossero imbevuti di benzina, fino a consumarli. Le grida di dolore si levarono alte nel cielo.
Questo però non era ancora nulla per l’esercito di Daemon, i caduti non facevano che accrescere la loro ira e dell’Ira si nutrivano.
La seconda ondata di attacchi giunse, se possibile, ancora più violenta. I possenti draghi alati GigaDramon e MegaDramon usarono i loro potenti cannoni per ridurre in polvere frecce e barriera, ma mentre i dardi finirono inevitabilmente distrutti, la città rimase integra. Infuriati, fecero fuoco a volontà, ma la barriera iridea resisteva agli impatti e alle esplosioni, ancora e ancora. Le crepe che si originavano, se si originavano, erano talmente sottili, che pochi secondi dopo si rimarginavano come ferite da nulla.
I difensori contrattaccarono ferocemente. Volarono ancora frecce, attacchi fiammeggianti e fendenti di luce. I cannoni di Centarumon abbatterono due Parrotmon e TonosamaGekomon con la sua potente voce generò confusione assordando uno squadrone di Saberdramon. Gli uccelli dal piumaggio fiammante nero come la notte precipitarono storditi, schiantandosi contro la barriera, cozzando con i commilitoni, altri persero i sensi all’istante. E quelli meno fortunati che resistettero al canto sgraziato del re anfibio, furono colpiti dagli attacchi gelati di Yukidarumon e morirono congelati.
-Kuzuhamon.- esclamò Thunderbirmon virando per l’ennesima volta per evitare non solo delle frecce, ma altri attacchi infuocati da parte dei FlaWizarmon, Meramon e persino un paio di missili di Andromon.  
-C’è una barriera!-
-Ancora per poco.- rispose quella, volando al suo fianco e sollevò all’altezza del viso i suoi talismani di carta rossa disposti a ventaglio. Recitò una formula e li scagliò contro lo sbarramento magico.
-Kofuusatsu!-
La pioggia di carta rossa si abbatté sulla barriera attaccandosi ad essa e destabilizzandola. Nel sentirla crepitare, gli assediati inorridirono. Se pensavano che bastasse semplicemente tenerli al di fuori della barriera, in quel momento capirono che si sbagliavano. Thunderbirmon, ne approfittò per scagliare nuovamente contro di essa la sua pioggia di saette che s’infransero nuovamente contro lo scudo irideo, ma non senza causare crepe di varie dimensioni che tardarono a rimarginarsi.
-Questa non ci voleva!- imprecò Pidmon dalla zona sud della città -Dobbiamo rinforzare la barriera!-
Thunderbirmon scagliò i suoi attacchi elettrici nei punti esatti in cui i talismani indebolivano la struttura protettiva e le crepe divennero sempre più lunghe, sempre più profonde, sempre più inquietanti.
-Takeru,- disse a un tratto il digimon della Speranza -bisogna sbarazzarsi di quella digimon con i talismani!-
Il ragazzo annuì.
-Ok, ma sta attento.- disse, passando i propri dati all’amico -Quella Kuzuhamon è di livello Mega.-

 
*Digimon Analyzer*


Kuzuhamon

Livello: Mega
Tipo: Divino
Tipologia: Dati
Attacchi: Taizoukai Mandara - Col suo bastone diffonde una barriera purificatrice che esorcizza gli spiriti maligni
                 Ura Izuna - Attacca l’avversario con gli spiriti volpe chiamati kuda-gitsune
                Kofuusatsu - Come la sua controparte Sakuyamon, Kuzuhamon usa talismani per sigillare i poteri degli avversari.




L’angelo assentì e spiccò il volo con le sue ali argentee per raggiungere la digimon dall’armatura volpina.
-Kofuusatsu!-
-Heaven’s Gate!- con enorme fastidio per l’avversaria, HolyAngemon tracciò il suo Varco Soprannaturale nel cielo della città, proprio al di fuori della barriera e i talismani rossi furono risucchiati al suo interno.
E non solo quelli.
Molti dei digimon alati che sovrastavano Witchelny iniziarono a essere attirati verso il varco per l’oblio. Molti, troppo deboli per lottare, indeboliti dagli altri attacchi, non riuscirono a opporsi all’inevitabile destino. Vennero catturati anche molti altri digimon che marciavano a terra e nel mare di creature bellicose iniziarono a crearsi zone di vuoto molto rassicuranti che incitarono gli assediati a continuare la loro strenua difesa.
-Stupido pennuto.- sputò la digimon, irritata -Ura Izuna!-
HolyAngemon attivò immediatamente il suo scudo sacro, pronto a ricevere il colpo. Dalla cintura di Kuzuhamon fuoriuscirono quattro spiriti volpini d’oscurità che si scagliarono contro di lui. Il digimon della Speranza ne schivò due, ma la terza volpe eluse la sua velocità e lui riuscì a malapena a difendersi grazie alla propria prontezza di riflessi usando nuovamente lo scudo, venendo però sbalzato per diversi metri. Il quarto spirito lo colpì sul lato destro del corpo facendolo urlare per il dolore.
-HolyAngemon!- urlò Takeru a sua volta, preoccupato. Kuzuhamon volò rapida verso l’angelo e gli sferrò diversi colpi col suo bastone, mirando soprattutto alle parti lese dalle volpi oscure. A ogni colpo, HolyAngemon gridava, nel migliore dei casi digrignava i denti e sopportava quel dolore lancinante.
Kuzuhamon infieriva sempre con maggior cattiveria, godendo di ogni colpo che si abbatteva sulle carni dell’angelo. Quello riuscì a parare l’ennesimo colpo grazie alla sua spada divina, ma troppo debole, finì per essere sbilanciato di nuovo e Kuzuhamon aprì le braccia, per scagliargli contro nuovamente le sue volpi.
-Ura IzAH!- una freccia luminosa sfrecciò sul suo viso, ferendola di striscio. La soldatessa cercò furiosa chi avesse osato colpirla.
-C’è stata una svendita di angeli?- ghignò sarcastica scoprendo il colpevole.
-Non farmi rispondere su che svendita c’è stata.- ribatté Angewomon, con la Freccia Sacra incoccata, pronta a colpire nuovamente senza pietà.
 HolyAngemon fu contento di avere un attimo di tregua, ma non poteva che stupirsi ogni volta che Angewomon s’infervorava.
-Le battaglie tirano fuori quel suo caratterino… - commentò, intimorito.
-Non ho mai assistito ai suoi scontri al femminile, spero di riuscirci una buona volta.- fece Zudomon, incuriosito.
HolyAngemon sorrise nervosamente ma non osò esporre il suo pensiero. Perché Angewomon era bella quanto permalosa, specie contro altre digimon. Ti faceva dubitare su quale fosse la sua vera natura.
-Non abbassare la guardia!- ruggì Kuzuhamon irritata, scagliandosi contro di lui. Fortunatamente, l’angelo riuscì a schivare l’attacco e colpì l’avversaria con una gomitata in pieno volto, facendola indietreggiare dolorante e irritata.
-Non osare perdere contro di lei!- gli ordinò Angewomon e a quel punto HolyAngemon emise una risatina isterica.
Se avesse perso, non c’era dubbio che qualcuna gli avrebbe tirato il collo personalmente.



-Grrrrrrrrrrr… -
Mimi tamburellò il tacco dello stivale sulla pavimentazione di pietra della via, scoccando di tanto in tanto occhiatacce verso Hiroyuki, che, dal canto suo, continuava a ringhiare come un animale e a fulminare con lo sguardo sia i digimon nemici che tentavano di superare la barriera, sia quelli alleati.
-Ne hai ancora per molto?- domandò la prescelta della Sincerità.
-Guarda come si divertono… - protestò indicando il cielo della zona sud, dove Raiamon faceva capolino di tanto in tanto, scagliando i suoi colpi elettrici contro i nemici, abbattendoli.
-Non si stanno divertendo.- puntualizzò, Mimi.
-Ero ironico.- sbottò il prescelto del Vigore, tagliando corto. -E comunque non capisco perché mi abbiano relegato a questa posizione.-
-Semplice, perché Musyamon è forte negli attacchi a distanza ravvicinata e non possiamo permetterci di affrontare così tanti nemici tutti insieme.- esclamò Lilymon, volando davanti ai due ragazzi - E in più, dobbiamo difendere gli abitanti della città che non possono combattere.-
Il ramato storse il naso.
-Avrebbero dovuto andarsene, piuttosto che stare qui come palle al piede!-
-Hai sentito quello che ha detto Wizarmon.- lo redarguì Musyamon -Non lasceranno mai la loro città.-
-Stronzate!- continuò quello -Non è il momento di essere sentimentali, questa è una guerra!-
Mimi alzò gli occhi al cielo, esasperata. Ma che aveva fatto di male per essere messa nel gruppo insieme a quello lì?! Avrebbe voluto dire al grande uomo che lui era scappato di casa, ma si trattenne. Non era assolutamente il momento di litigare. Sulla barriera s’infrangevano colpi su colpi, esplosioni su esplosioni. Dava proprio l’impressione di dover cedere da un momento all’altro, anche se Pidmon e i maghi reggevano ancora, anche se Raiamon e gli altri abbattevano nemici su nemici, anche se tutto sembrava volgere per il meglio.
Era troppo bello per essere vero.
“Miyakochan…” pensò la prescelta “Fa attenzione… ”


DeathMeramon osservava le truppe infastidito e frustrato.
-Così non va!- ruggì -Finché ci sarà quella barriera, ci troveremo a un punto morto.-
-Non reggerà ancora per molto, Torcetta.- disse Matadormon melenso, affiancandolo. Se avesse potuto, avrebbe sorriso malignamente. -E’ solo questione di tempo.-
-Quanto tempo?- domandò esasperato.
-Poco tempo, olè.- il digimon alzò la gamba teatralmente, poi uno squillo attirò la sua attenzione. Schiacciò allora un pulsante sulla sua stella argentea.
-Signore…- disse una voce -Signore, siamo pronti.-
-Olè, come volevasi dimostrare. Sarà una battaglia sublime.-
DeathMeramon ghignò sotto la sua maschera metallica. Una volta tanto era d’accordo col suo bizzarro compare.
-Presto avrà inizio la nostra beneamata carneficina.- non riuscì proprio a trattenere una bassa risata compiaciuta.


Nel frattempo nella piazza, Daisuke giocherellava col suo Digivice, in attesa di qualcosa che sperava non avvenisse. Eppure, come Hiroyuki, non vedeva l’ora anche lui di entrare in azione, non poteva farci nulla, era un tipo d’azione, dopotutto. Ken teneva d’occhio lo svolgimento dell’assedio attraverso il suo computer portatile.
“Per adesso procede tutto per il meglio, spero di sbagliarmi, però…”
-Tutto bene, Ken?- domandò Daisuke.
-Sì, diciamo di sì.-
-Vedrai, Miyako e Shurimon se la caveranno.-
Daisuke, dannazione, centrava sempre il problema. Che lo facesse di proposito o meno, ti sbatteva sempre in faccia il nocciolo della questione. E il suo punto di vista. Ken sperò che avesse ragione, perché altrimenti non se lo sarebbe mai perdonato.


Miyako e Shurimon non parteciparono direttamente a quella prima fase della battaglia.
Il dilemma logistico che assillava il prescelto della Bontà dal momento in cui gli era stata messa sotto il naso la mappa della città, era un dubbio che sarebbe potuto costare ai prescelti la vittoria.
L’esercito di Daemon si era appostato sotto le mura più rapidamente di quello che avrebbero immaginato. Muovere delle truppe così numerose su un territorio quasi del tutto devastato com’era Digiworld in quel momento, era quasi impossibile. Era probabile che i contingenti si trovassero in agguato nelle vicinanze oppure che Daemon avesse trasportato i soldati in qualche altro modo, il che rendeva la situazione molto più delicata.
“Ken aveva ragione!” pensò Miyako, scrivendo al suo ragazzo che i suoi timori erano fondati.
In quel momento si trovavano al di fuori della città, in silenzio, mimetizzati fra le fronde di un enorme albero millenario. Osservavano e quello che vedevano sotto di loro non gli piaceva per nulla: le truppe che stavano assalendo Witchelny non erano tutte disposte ad assediare la città. C’era un intero plotone sotto di loro che smaniava per tuffarsi nel passaggio fra le radici dell’albero che, a detta di Wisemon serviva per raggiungere la città. E come se al peggio non ci fosse mai fine, molti di questi soldati erano raggruppati intorno a delle strane apparecchiature dalla forma cilindrica, simili a colonne scanalate, con sulla cima dei lunghi e appuntiti cristalli scarlatti. Ce n’erano parecchi di quegli affari, non c’erano molti dubbi in proposito alla loro pericolosità.
A qualunque cosa servissero, non era nulla di buono, purtroppo.


Nel leggere il rapporto della ragazza, Ken s’incupì.
-Siamo nei guai.- disse -Come pensavo, ci sono altre truppe pronte ad assaltare la città.-
-E noi li rispediremo al mittente.- rispose ottimista Daisuke, peccato che l’amico non lo fosse.
-Quel passaggio porta direttamente dentro le mura e dovrebbe essere sigillato, ma a quanto pare non sembrano preoccupati di questo, capisci cosa vuol dire?-
Daisuke sudò freddo.
-Oh, merda.-
In pochi secondi, la scoperta della prescelta dell’Amore e della Sincerità aveva fatto il giro della città, quasi fosse un normale pettegolezzo. La reazione dei digiprescelti fu simile fra tutti. Un “Oh, merda!” collettivo.
-Stiamo in guardia.- scrisse Jun.
-Tranquilli, loro avranno pure un esercito, ma noi abbiamo un Imperialdramon qui.- rispose Daisuke, tentando di ravvivare l’umore dei compagni.
-Qualunque cosa succeda, resistiamo finché non arriveranno Taichi, e gli altri.- fece Takeru, stringendo il suo Digiterminal fra le dita, mentre nei cieli della città si consumava lo scontro fra HolyAngemon e Kuzuhamon. L’angelo, pur essendo un Evoluto, se la cavava egregiamente, merito dei suoi poteri sacri. Tuttavia, alternava momenti di rivalsa ad altri in cui Kuzuhamon sembrava avere la meglio.
Angewomon, con suo grande disappunto, era costretta ad assistere alla battaglia senza poter intervenire. Se le cose stavano messe così male, non poteva permettersi errori, solo sperare che HolyAngemon se la cavasse.
E lei si fidava di lui.
-Qui siamo quasi pronti.- scrisse Iori -Affrontiamo un problema alla volta.-
-Ben detto.- ribatté Mamoru -Mandiamo Hiropyon nella mischia? Sono sicuro che smani dalla voglia di menare le mani.-
-Il coso scemo ha ragione.- rispose l’interpellato -Dobbiamo attaccare adesso.-
-Mi trovi d’accordissimo.- fece Daisuke, per poi lanciare un’occhiata da cucciolo deluso verso il suo migliore amico.
Non attaccò.
-Rimanete nelle vostre posizioni… - li redarguì esasperato Ken. -Finché non abbiamo chiara la situazione, non possiamo andare allo sbaraglio. Miyako, Shurimon, rientrate al più presto.-
-Negativo.- rispose quella -I soldati sono in agitazione, c’è qualcos’altro nell’aria. Vi farò sapere appena ne sapremo di più.-
-Per favore, state in guardia… - commentò il digiprescelto della Bontà, sulle spine -Noialtri non facciamo mosse affrettate, rischiamo di offrire dei vantaggi al nemico.-
-Sono d’accordo.- rispose Hikari, in apprensione, mentre Angewomon fremeva dalla voglia di riempire Kuzuhamon di Frecce Sacre.
HolyAngemon era di nuovo in difficoltà, inseguito dalle volpi oscure della digimon.
-Heaven’s Gate!- esclamò, aprendo nuovamente il suo Varco Celestiale che assorbì l’attacco del generale, insieme a molti altri digimon. Kuzuhamon però non aveva raggiunto quel grado e quel livello per essersi imitata a sparare solo qualche volpe o a lanciare qualche talismano. Incurante del pericolo che correva, si scagliò contro il digimon angelo, sferrandogli un potente colpo del suo bastone diretto alla testa. HolyAngemon riuscì a pararlo con lo scudo e contrattaccò con la sua Spada Divina. Il fendente sacro investì la digimon, che soffocò un gemito di dolore e stizza, i suoi occhi ardevano d’Ira sotto la maschera volpina. E come quel folle e feroce sentimento iniziò a scorrere nelle sue vene, i suoi attacchi rabbiosi divennero più potenti, forse meno precisi, ma comunque devastanti.
HolyAngemon poteva avere un bonus energetico dovuto alla tipologia, ma si ritrovò comunque in difficoltà. Brandì nuovamente la sua spada sacra, Excalibur, e la caricò d’energia.
-Excaliburst!-
La lama viola della spada si caricò di prorompente energia prima di abbattersi su Kuzuhamon. Lei parò il colpo, ma il suo bastone non resse a quell’assalto e si spezzò. La lama la colpì, danneggiandole l’armatura proprio sopra la spalla sinistra. HolyAngemon la colpì nuovamente con un calcio, scagliandola diversi metri più in basso. Si lanciò poi su di lei, per darle il colpo di grazia. Purtroppo però, dovette desistere per evitare una potente tempesta di fulmini che quasi lo colpì in pieno. L’angelo sbatté le ali spingendosi più in alto.
“C’è mancato davvero poco.” pensò sudando freddo.
-Va tutto bene, Kuzuhamon?- domandò Thunderbirmon con una punta irrisoria nella voce. La digimon rispose sputando sangue con stizza.
-Non osare mai più metterti in mezzo, pezzo di cretino.-
-Non abbiamo tempo per certi giochetti.- ribatté lui serio, senza cedere alla provocazione.
-Tsk… e va bene, ma il colpo di grazia spetta a me.- rispose lei, scuotendo il capo seccata.
Ciò detto, entrambi si scagliarono contro HolyAngemon, che si mise immediatamente di guardia, proteggendosi col suo scudo e preparandosi, male che andasse, a sopportare il dolore.
-Thunder Cloud!-
Una sfera elettrica sfrecciò davanti a lui, abbattendosi contro i due avversari. Mentre Kuzuhamon si contorse per il dolore, Thunderbirmon non accusò troppo il colpo, l’elettricità, dopotutto, era il suo elemento. Il volatile scoccò la lingua contro il palato, evidentemente seccato dell’intrusione. Non quanto la sua commilitone che, infuriata, parve incenerire con lo sguardo il morto che cammina che aveva appena firmato la sua condanna a morte.
-Due contro uno è un po’ sleale.- disse quello alle spalle di HolyAngemon.
-Wizarmon!-
-Se permetti, ti darò una mano.-


L’assedio continuava. Via terra, via aria, gli assedianti continuarono ad attaccare la barriera, accanendosi rabbiosamente contro di essa, mentre gli assediati rispondevano al fuoco con il fuoco, con l’unica differenza che i loro attacchi avevano successo e molti s’infervoravano accanendosi contro il nemico in difficoltà. Già si vedevano vincitori di quella battaglia. Mistymon guidava i clan in quell’attacco, abbattendo un gran numero di nemici a sua volta. Poco importava se apparteneva al clan Energe. Sì, c’era molta rivalità fra i membri dei vari clan, ma la sua autorità era largamente riconosciuta. In quel momento, nessuno metteva in discussione la sua leadership. Poiché la piazza sembrava relativamente tranquilla e al sicuro con Imperialdramon di guardia alla statua di MedievalDukemon, il digimon mago si addentrò per le vie della zona ovest che difendeva insieme ai membri di vari clan.
-Signore!- una Witchmon si portò al suo fianco -Tutti gli accessi alla città sono sorvegliati. Siamo pronti a respingere chiunque cerchi di entrare attraverso i portali.-
-Perfetto.- commentò quello -Abbatteremo il nemico mano man che entrerà, se credevano di coglierci di sorpresa, si sbagliavano di grosso. Ritorna alla tua postazione e riferisci l’ordine.-
-Sissignore!- esclamò la giovane Witchmon e in sella alla sua scopa, tornò indietro.
-E che MedievalDukemon ci assista.- sentì dire al digimon mago.
Mistymon fece levitare la sua sfera di cristallo fino al limitare della barriera.
-Core Dart!-
La sfera si rivestì di fiamme e, come una danzatrice impazzita, sfrecciò fra i nemici nel cielo notturno, abbattendone un gran numero.


Nell’Arena, intanto, erano radunati i digimon maghi più deboli e i più giovani. Mimi si trovò a pensare, mentre guardava i loro occhi spauriti, che forse Hiroyuki non aveva tutti i torti: sarebbero dovuti andarsene finché erano in tempo, ma ormai non c’era più nulla da fare. Più per trovare un diversivo che per reale necessità, la ragazza si sciolse e rifece la coda di cavallo. Dopo la lite con Hiroyuki aveva deciso di dimostrargli in qualche modo che lei non era più la mocciosa viziata di un tempo liberandosi dei suoi voluminosi ricci, il suo vanto. Legati a quel modo, non le avrebbero dato fastidio durante gli scontri. Inutile dire che Hiroyuki non ci badò neppure. Poco importava, Mimi non era lì per farsi adorare da lui, né da nessuno.
Era lì per combattere.
Non voleva farlo per uccidere, ma per difendere i più deboli. Quello poteva e voleva farlo.
-Mamma ho paura…- piagnucolò un piccolo Impmon abbracciato a una Witchmon piuttosto provata, con il braccio fasciato tenuto legato al collo. La digimon strinse il piccolo al petto, per calmarlo.
-Andrà tutto bene.- gli disse -Il signor Mistymon ci proteggerà.-
-E se non dovesse riuscirci?- piagnucolò il piccolo, spaventato dalle urla di guerra che riecheggiavano ovunque.
-Ci riuscirà.- rispose quella.
-Io voglio andare via!- insistette il piccolo -Perché non ce ne andiamo?-
La madre non seppe cosa rispondere. Tutt’intorno, altri bambini seguirono l’esempio del figlio e iniziarono a piangere e protestare.
-Forse dovrebbero davvero andarsene.- disse la prescelta della Sincerità una volta raggiunto quello del Vigore. -E se chiedessimo a Wisemon di portarli da qualche parte? Tipo sulla Luna Rossa?-
Hiroyuki tirò con la sigaretta.
-E’ un po’ tardi per cambiare idea.- disse -Avrebbero dovuto pensarci prima. Comunque, la Luna Rossa non è un gran bel posto.-
Schioccò la lingua poi, memore della sua esperienza e guardò Musyamon, che celava il suo stato d’animo meglio di lui. Chissà che cosa sarebbe successo se l’avesse fatto evolvere Asuramon. Sicuramente avrebbe annientato i nemici, ma anche gli amici, che casino. Che fosse per quello che l’avevano lasciato in disparte?
Mimi stava per dire qualcosa, quando uno strano rumore attirò la sua attenzione.
-L’hai sentito?- chiese a Hiroyuki.
-Cosa?-
-Flow’ Cannon!- Lilymon colpì un Saberdramon col suo cannone floreale, distruggendolo. -Che succede?- domandò volando verso la sua partner.
-Non lo so… - fece lei -Ho sentito… sssst… - tese le orecchie.
-Che cos- insistette il prescelto del Vigore, per poi essere interrotto da un gesto della ragazza. Poi lo sentì anche lui: c’era uno strano, fastidioso ronzio nell’aria e una luce rossastra che brillava in fondo a un vicolo.
I due si scambiarono un’occhiata d’intesa e poi il prescelto del Vigore fece cenno a Musyamon di seguirlo.


Lo scontro fra HolyAngemon e Kuzuhamon si protraeva da tempo nei cieli di Witchelny. Gli sguardi preoccupati dei ragazzi si dividevano fra l’angelo della Speranza e Wizarmon, che affrontava Thunderbirmon, non senza difficoltà, poiché il digimon era molto più forte del previsto.
-Magical Game!- esclamò il mago agitando il suo bastone e si celò agli occhi del digimon volatile.
-Dove sei?!- sbottò quello, guardandosi intorno, irritato.
-Sono qui.- rispose Wizarmon riapparendo alle sue spalle.
-Thunderstorm!-
Il digimon mago schivò facilmente il colpo, sparendo nuovamente e riapparendo sulla destra del volatile.
-Thunderstorm!-
Ancora una volta Wizarmon sparì, lasciando al suo posto un vento tagliente che travolse l’avversario. Thunderbirmon rimase gravemente ferito da quell’attacco, le sue ali erano seriamente danneggiate, tuttavia fu il suo orgoglio quello che ne risentì maggiormente.
-Piccolo bastardo!- urlò, la sua voce divenne acuta, come quella di un’aquila. Un’enorme aquila elettrica incazzata nera che si scagliò contro il mago. Wizarmon, comunque, mantenne il sangue freddo e si prese gioco del suo avversario scomparendo e comparendo più e più volte intorno a lui, attaccandolo con colpi elementali d’aria e fuoco.
-MALEDETTO, STA’ FERMO! SPARK WING!-
Le piume elettriche attraversarono il corpo di Wizarmon come se quello fosse incorporeo e si conficcarono nell’armatura e nel corpo di Kuzuhamon, che impegnata nel suo scontro con HolyAngemon, non le vide arrivare.
La digimon urlò in preda al dolore per le scariche che le percorrevano il corpo paralizzato.
-Bravo Wizarmon!- esclamò Hikari, mentre Angewomon approvava sorridendo in silenzio.
-Kuzuhamon… mi dispiace… - Thunderbirmon si sarebbe morso le labbra se ne avesse avuto. Fissò la commilitone contrito, preoccupato, più che altro, mentre questa si liberava una a una delle piume elettriche e gli scoccava occhiatacce fulminanti. E quelle sì che lo colpivano.
-Sta più attento, pezzo d’imbecille!-
-Io? Sta più attenta tu, eri in mezzo!-
I due si guardarono in cagnesco per diversi secondi, per poi rivolgere la loro ira contro gli avversari. Prontamente, HolyAngemon e Wizarmon si misero in guardia.
-Forza, Wizarmon, HolyAngemon dategli quel che si meritano!- esclamò Hikari, agitandosi.
Takeru rimase senza parole e sudò freddo.
Il lato oscuro di Hikari era spaventoso.


Iori si trovava nella sua posizione, come tutti gli altri del resto, quando gli arrivò un messaggio di Ken.
“Pronti?” gli domandava.
-Quanto manca?- domandò a Digmon alzando la voce, perché il rumore delle trivelle la sovrastava.
-Poco.- rispose quello, continuando il suo lavoro alacremente. Intorno a lui c’erano altri digimon, maschi e femmine, armati anch’essi di trivelle, che scavavano come tante laboriose formiche dei cunicoli sotterranei.
Erano dei Magiciamon, digimon maghi molto simili alle Witchmon e ai Wizarmon negli abiti. A differenza di essi, però, vestivano in verde e i loro lunghi capelli erano neri come la notte. Molti di loro avevano occhi verdi, castani o rosa e sulle tese dei loro capelli non volteggiava alcuno spirito animale. I maschi, ovviamente indossavano una giacca corta con mantello e delle tute larghe come quelle dei Wizarmon. Quelli che stavano collaborando col prescelto della Conoscenza e dell’Affidabilità appartenevano tutti al clan Earthlin, specializzato in magie legate all’elemento Terra.



*Digimon Analyzer*

Magiciamon

Livello: Campione
Tipo: Demone
Tipologia: Dati

Attacchi:
Elemental Wand - Trasforma la sua bacchetta magica in un altro strumento elementale, variabile a seconda della magia di specializzazione.
                 Cholla Drill - La trivella si divide in tante trivelle minori che vengono sparate letteralmente contro l’avversario.
                 Circle Dig - Chiudendo le dita a formare un cerchio, scavano magicamente dei fori perfettamente circolari.


-Ci siamo!- esclamò qualcuno e la voce si sparse, a catena, fino a raggiungere le orecchie del digiprescelto dodicenne.
-Ken, qui siamo pronti, dacci tu il segnale.- scrisse rapidamente il ragazzo.


Ken annuì, sovrappensiero.
Il segnale… doveva aspettare il segnale, eppure c’era qualcosa che lo faceva tentennare. Era un brutto presentimento che non lo voleva abbandonare, un’ansia tremenda che gli comprimeva il petto. Da quanto non sentiva Miyako? Tentò di contattarla nuovamente, ma la ragazza non gli rispose.
Sbiancò.
-Daisuke… - disse, con voce tremante, tanto che l’amico quasi ci rimase.
-Che succede?- gli chiese, agitato.
-Miyako non risponde.-
-Sarà nel bel mezzo di una rivelazione con i fiocchi.- tentò di essere positivo il prescelto del Coraggio e dell’Amicizia.
-Forse… - non riusciva a stare tranquillo. Si riconcentrò sui suoi dati, eppure il pensiero che alla ragazza che amava fosse accaduto qualcosa non abbandonava il suo cuore. Daisuke quasi temette un’inversione di ruoli. Non ci si vedeva proprio nella parte del saggio che trattiene gli altri dal fare delle sciocchezze e Ken aveva tutta l’aria di star per farne una. Già fissava una delle vie, come se fosse pronto a scattare e sparire fra i meandri della città per raggiungere la sua bella. Ovviamente anche Daisuke era preoccupato, ci mancava, ma non era così emotivamente coinvolto da temere il peggio. Per Hikari avrebbe forse perso la testa, c’era una sottile e dolorosa differenza. Miyako era un’amica, sperava che se la cavasse. E per com’era la pazzoide, era sicuro che ce l’avrebbe fatta.
-Che succede adesso?- esclamò esasperato il prescelto della Bontà, mentre il suo computer reagiva a qualcosa. Analizzandone i dati rimase ancora più profondamente turbato. Alzò immediatamente gli occhi al cielo e fu allora che si accorse di un grave, gravissimo problema: HolyAngemon e Wizarmon, così come Raiamon, Angewomon, Zudomon, Pidmon e i maghi della città, tutti quelli che partecipavano alle difese, sembravano veramente esausti.
-Ken… - lo chiamò la voce di Stingmon -Ken, c’è qualcosa di strano, ci sentiamo deboli.-
-Come sarebbe a dire?!- saltò su, Daisuke.
-Forse siamo stati fermi troppo a lungo… - ironizzò la voce di ExVeemon, ma il prescelto della Bontà scosse la testa e riprese ad analizzare i dati picchiettando freneticamente le dita sulla tastiera.
-Non è così, c’è qualcosa che provoca un calo energetico, dannazione!-
-Che cosa?-
-Che diavolo ne so!- ribatté il moro con un tono che ricordava molto quello che aveva quando era il Digimon Kaiser, al che il suo migliore amico pensò seriamente di restare single a vita. L’amore faceva davvero male.
-Ken, cerca di calmarti, per favore.- lo redarguì.
-Per favore, Dai, ‘sta un po’ zitto!- ribatté l’altro, nero. Poi però, resosi conto di aver esagerato, Ken sospirò -Scusa, ti prego, questa situazione mi sta uccidendo.-
-Non preoccuparti.- fece quello, accennando un sorriso -Dimmi cosa dobbiamo fare.-
-Purtroppo credo che la mia ipotesi sia corretta, ora più che mai: c’è un traditore fra noi, Daisuke. E a giudicare da questi gorghi d’energia che rilevo in vari punti, purtroppo le nostre difese sono state abilmente eluse.-
-Oh, merda.-
Stava diventando un tormentone.
Uno squillo attirò l’attenzione del moro verso il proprio Digiterminal.
-E’ Miyako!- esclamò, sollevato, ringraziando Dio e tutti i santi del paradiso. Ma quando lesse il messaggio, si rimangiò quel ringraziamento.
-Molti soldati. Daemon. Aiuto.-
Miyako non era mai stata una tipa telegrafica, se aveva mandato quattro parole in croce, significava una sola cosa.
-E’ in pericolo… - sussurrò Ken con un filo di voce, senza riuscire più a trattenersi dal pensare al peggio.



HolyAngemon era sfiancato, fino a poco prima credeva di possedere ancora energie sufficienti a sostenere lo scontro, ma dovette ricredersi.
-Tornate qui!- li richiamò Takeru, in apprensione per il suo digimon e per l’amico mago.
Kuzuhamon e Thunderbirmon se la risero sotto i baffi.
-Era ora.- disse il volatile.
-E adesso, che inizi la nostra carneficina!- esclamò teatralmente la digimon. -Ura Izuna!-
Le volpi oscure si abbatterono sui due difensori senza pietà. HolyAngemon spinse via Wizarmon, scagliandolo all’interno della barriera, ma di contro fu colpito in pieno e cadde in picchiata verso la città.
-HolyAngemon!- urlò Takeru correndo verso di lui.
-Dannazione.- ringhiò sommessamente Wizarmon osservando con orrore quanto stava per accadere.
-Kofuusatsu!- col viso radioso di goduria, Kuzuhamon scagliò numerosi altri talismani verso la cupola iridea e come prima, a contatto con essa, quelli iniziarono la loro rapida azione di distruzione.
-Non… non riesco a mantenere il controllo… - si lamentò Pidmon, sforzandosi di rilasciare la propria energia sacra.
-Fatti forza!- lo pregò Jun, stringendo la mano sinistra sul Digivice che teneva al polso.
-Non… non…. mi sento debole… - si lamentò l’angelo, cadendo in ginocchio e come lui tutti i maghi che lo stavano aiutando amplificando il suo potere. La maggiore dei Motomiya si sentì impotente e sconvolta. Che mai poteva essere successo così all’improvviso? La risposta, per intuizione, le arrivo quando dalla posizione elevata in cui si trovava col suo digimon, vide brillare in alcuni punti della città delle luci rossastre.

-Ken!- Daisuke scosse l’amico perché si riprendesse -Ken, dacci degli ordini! Per l’amor del cielo! Andrò io a cercare Miyako, ma tu non abbandonare tutti gli altri, abbiamo bisogno di te!-
Il prescelto si riscosse a fatica e inviò i messaggi a chi di dovere.
-Angewomon, agisci appena la barriera cederà. Iori, Digmon, non lasciate passare troppi nemici e tornate immediatamente indietro.-
-Affermativo.- risposero i due.
“Dobbiamo resistere, dobbiamo resistere… Miyako… ”

La barriera iridea divenne pericolosamente instabile e Thunderbirmon, ne approfittò immediatamente per scagliare contro di essa il suo Thunderstorm. Le saette s’infransero sulla superficie della cupola con sempre più efficacia, finché, con orrore, gli assediati la osservarono sbriciolarsi e piovere tutta intorno a loro, come tanti frammenti di vetro lucenti.
Immediatamente, i generali diedero i loro segnali all’unisono.
-Attaccate.-
I soldati risposero a quell’ordine scagliandosi sulla città assediata, sollevando alte grida di morte.
Thunderbirmon e le sue truppe aeree tentarono immediatamente l’assalto contro la città sguarnita di protezione contro gli attacchi aerei. Fiamme nere, cannoni energetici e fulmini piovvero dal cielo ma…
-Cosa?!- ruggì infastidito il digimon.
Contrariamente alle sue aspettative, nessuno dei colpi andò a segno.
Fra la città e i digimon maghi che assistevano all’attacco con i nasi all’insù comparve una seconda barriera colorata dei colori dell’arcobaleno. Fiamme e fulmini ne furono letteralmente inghiottiti e questa crebbe e brillò con maggiore intensità.
Angewomon ghignò malignamente, pur sostenendo a fatica la sua tecnica, la Saint Air, il cerchio sacro che le aveva permesso di sconfiggere Vamdemon anni prima.
-Credevate davvero che ci saremmo limitati solo a una barriera difensiva? Grazie per la vostra preziosa energia.-
-Mi sento già meglio.- commentò la voce di ExVeemon -Angewomon è una forza.-
Se non fosse stato troppo preso dal dare sostegno a Ken, Daisuke avrebbe giurato di aver visto Imperialdramon arrossire e sbavare.
-Signore!- urla allarmate attirarono l’attenzione dell’ufficiale verso alcuni Saberdramon che, immobilizzati, precipitarono schiantandosi al suolo, dentro la città. E come fosse stato un segnale, i digimon maghi urlarono a loro volta.
Anche le loro urla divennero boati assordanti.
I Saberdramon precipitati, impauriti, tentarono di alzarsi in volo e sfuggire ai nemici che si facevano loro incontro, ma inutilmente. I loro corpi non si muovevano, non potevano opporre resistenza.
-Acquary Pressure!-
Alcune Witchmon del clan Aquary li accerchiarono e imprigionarono i loro possenti e maestosi corpi in enormi bolle d’acqua. I Saberdramon avrebbero urlato di dolore se l’acqua non avesse tolto loro anche la voce. Spirarono schiacciati dalla pressione delle loro prigioni acquatiche, sotto gli occhi di Thunderbirmon.
-Maledetti.- urlò il digimon e agitò le sue ali numerose volte, scatenando sotto di sé la sua tempesta di fulmini.
Fulmini che furono assorbiti dalla barriera.
Altri Saberdramon e Parrotmon caddero, tutti ricevettero l’accoglienza di Witchelny.


Nel frattempo i digimon fuori le mura si erano dati da fare con foga terrificante per abbattere la resistente cinta muraria. Utilizzando le trivelle di numerosi Drimogemon e la forza bruta di enormi digimon come DarkTyranomon e Golemon (e non solo), era solo una questione di tempo perché anch’essi riuscissero ad aprirsi un varco. I digimon aracnidi capitanati da Dokugumon, nel frattempo, avevano già iniziato la loro scalata sulle pareti.

-Ci siamo… - pensò Jou -E’ l’inizio della fine. Taichi, ragazzi, dove siete?-
-Mi divertirò a fare 'Acchiappa il ragno', eheheh.- ridacchiò Zudomon pronto a colpire col suo martello. Nonostante lo spirito, il suo pensiero era identico a quello dell’amico.

-Oh, merda, siamo circondati dai ragni! - rabbrividì Mamoru -Raiamon, non è che gli daresti una fulminatina?- domandò con gli occhi stretti a fessura, indicando i mostriciattoli che risalivano le mura. Erano tantissimi e avevano in pratica circondato tutta la città dall’esterno. Una visione disgustosa e spaventosa per chiunque.

Le punte metalliche delle trivelle roteavano a folle velocità scavando nella pietra ed emettendo scintille. Una delle pareti cedette e, senza perdere tempo, i Troopmon si riversarono dentro la prima cinta di mura. Una fiumana grigia e mortale che cresceva a macchia d’olio circondando le pareti circolari. Iori, da alcune feritoie, scrutava sotto di sé. Attendeva, attendeva con pazienza che le truppe entrassero. Non doveva fare errori.
Dovevano entrarne molti, ma non troppi, qual’era il numero giusto?
Respirò profondamente, cercando di ignorare che quei digimon dovevano morire e che anche Digmon sarebbe potuto morire.
-Iori?- domandò l’insetto usando un trasmettitore, su una frequenza ovviamente diversa e protetta da quella usata dall’esercito nemico.
-Adesso.- esclamò il ragazzo.
Non terminò neppure di impartire quell’ordine, che il terreno sotto i Troopmon cedette e questi precipitarono, uno dopo l’altro, come tessere del domino, sprofondando in una voragine.
Immediatamente alcuni digimon armati di arco e frecce si affiancarono al ragazzo e iniziarono a bersagliare gli assalitori inermi e tutti quelli che varcavano le mura con frecce magiche, pietre e persino colate di olio e pece bollente e in fiamme. Il prescelto della Conoscenza e dell’Affidabilità non riuscì a reggere a lungo quello spettacolo di morte. Come Mimi, come nessuno dei ragazzi, lui non desiderava uccidere. Non si era certo illuso che fosse evitabile, ma non poteva accettarlo.
Lanciò nuovamente un’occhiata verso la fossa, ormai pervasa dalla polvere e dal fumo sollevati dagli attacchi, dalla puzza di corpi bruciati, e scorse un dettaglio bizzarro.
I digimon sul terreno erano stati annientati, non c’era dubbio. Erano immobili, privi di vita, eppure non erano scomparsi. I loro corpi martoriati dalle ferite erano bucati, devastati e sgonfi come palloncini afflosciati.
Il suo Digivice non gli fu molto d’aiuto, non c’erano informazioni su di loro e il ragazzino iniziò a ragionare.
Purtroppo ciò che intuì non fece che sconfortarlo.
-Ken?- immediatamente inviò un messaggio all’amico -Abbiamo un problema.-
“Un altro?” pensò esasperato il ragazzo.





Fine Capitolo 21





Note: La stesura di questo capitolo è stata complicata. L'avevo iniziato da tempo, ma ho dovuto tagliuzzarlo e rincollarlo più volte. All'inizio la barriera doveva crollare subito e sarebbe dovuto accadere qualcosa che invece accadrà nel prossimo capitolo. Avrei tanto voluto propinarlo prima, ma già qui c'era lo scontro fra HolyAngemon e Wizarmon contro Kuzuhamon e Thunderbirmon che è stato parecchio duro. Aggiungere altri scontri sarebbe stato più pesante. Inoltre, ho diminuito il numero di pagine anche stavolta, vorrei continuare con un numero non troppo alto, perché capisco che altrimenti la cosa diventa pesantuccia. La resa dei conti com Cappuccetto Rosso si avvicina *ç*
Ora alcune specificazioni:

1. Daisuke cita Tony Stark da The Avengers, lo so. Era una citazione troppo ghiotta *ç* Però, poiché tecnicamente il film non è del  2006, diciamo che sono io a citarlo, ecco.

2. L'attacco di Kuzuhamon, quello dei talismani, in realtà è di Sakuyamon e non ricordo nemmeno se ha quell'effetto. Però essendo la sua controparte a colori invertiti, poteva non avere anche qualcos'altro di suo?

3. I Magiciamon li ho inventati apposta, perché uno dei clan era senza esponenti. All'inizio volevo dei maghetti a tema, qualcosa tipo Earthmon o roba così tanto "originale", poi però, essendo delle comparse, ho optato per un nome semplice come Wizarmon o Witchmon. Non usano solo attacchi di terra, solo questi di Earthlin, perché hanno studiato quel tipo di magia. Le Witchmon invece sono dotate di incantesimi d'aria e acqua perciò possono far parte sia di Aquary che di Baluluna.
I cholla sono dei cactus che "sparano" le loro spine al minimo movimento d'aria.
Rendetevi conto che ero molto tentata di mettere la Giga Drill Breaker come tecnica X°D

4. L'attacco di Wizarmon, quello in cui fa vedere i sorci verdi a Thunderbirmon, è in realtà il suo solito attacco Rombo di Tuono. Da quello che ho capito, l'effetto cambia, perciò, visto che Thunderbirmon è un digimon elettrico, poteva l'elettricità fargli qualcosa? Ecco che Wizarmon sfrutta le leggi elementali u.u Il resto me lo sono inventato.


Cosa sarà successo a Miyakochan?
Mimi strozzerà Hiropyon?
Yama e Tai si muoveranno?
Chi sarà il traditore?
Tutto nella prossima puntata (teoricamente già in stesura).

Ps: Se avete consigli, sparate. Specie ora che si avvicinano gli scontri tosti e, beh, gli scontri sono difficili da gestire >_>
Ps2: Mai fare incacchiare Angewomon o Hikari u.u

















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Capitolo 22
*** 22. Dramethyst ***



Capitolo 22: Dramethyst




A warning to the people,
the good and the evil
This is war
To the soldier, the civilian,
the martyr, the victim
This is war
(This is war, 30 Seconds to Mars)




Miyako e Shurimon si erano offerti di andare in avanscoperta delle truppe nemiche.
Chi meglio di un ninja per spiare qualcuno?
All'inizio sembrava un'idea così eccitante!Che ci poteva fare, Miyako era sempre stata una ragazza avventurosa oltre che impulsiva, ma era molto maturata. All'inizio dell'appostamento era rimasta muta e immobile, più di quanto la sua ninjite acuta le permettesse. Dopo ore che se ne stavano appollaiati sul quel grande albero col cuore in gola, però, la ragazza iniziava a non poterne più di stare in silenzio e Shurimon temeva che presto sarebbe scoppiata a urlare quanto effettivamente fosse palloso l'essere ninja. Nei film lo facevano sembrare tanto figo...
Ma Miyako resistette bene, contro tutti i pronostici. Tutto dipendeva da lei e Shurimon. La prescelta stava per comunicare a Ken che per il momento non c'erano grandi novità, quando vide arrivare un digimon diverso dagli altri.
Era un enorme e terrificante fantasma di metallo, con un cappuccio scuro a coprirgli il volto e un grande bastone con la testa d’ariete. Appuntata sul mantello portava una stella d'oro rovesciata.
“Le cose si complicano.” pensò la ragazza, scoccando un’occhiata al suo digimon.
Il fantasma incappucciato stava comunicando con le truppe, Miyako si sporse un poco per
sentire meglio, senza far rumore.
-Quando avrete preso i mocciosi lasciate la città, il grande Daemon intende usarla per testare un soggetto.-
-Signorsì!- esclamò uno dei comandanti.
“Testare un soggetto? Che significa?” si chiese Miyako. Tentò di sentire qualcos'altro ed era sicura di non aver fatto nessun rumore, eppure il fantasma meccanico, d'improvviso alzò lo sguardo e la fissò dritta negli occhi, nonostante il fogliame la nascondesse.
Le gelò il sangue nelle vene.
-Le spie non sono ben gradite.- disse secco MetalPhantomon, perché di lui si trattava. I suoi occhi ardenti di malvagità le trasmisero un filino d'ira. Giusto quanto bastava per decidere che fosse il caso di battersela alla svelta.
-Prendeteli!- ordinò con voce tonante il fantasma.
-Oh, mamma!- urlò la ragazza.
Shurimon prontamente la prese in braccio e saltò sopra un ramo più alto, per distanziare gli inseguitori e poterli colpire con una pioggia di affilati shuriken.
Non fu facile.
Molti erano Phantomon, praticamente spettri, e, pertanto, gli shuriken non sempre andavano a segno. Tanto per complicare le cose, poi, quei maledetti lenzuoli stracciati erano molto agguerriti!
-Maledetti cappuccetti rossi in miniatura!- urlò sgraziata Miyako, agitandosi come una matta, per poi aggrapparsi saldamente al collo di Shurimon quando quello saltò nuovamente nel vuoto per non farsi catturare dalle catene degli spettri.
-Miyako, fammi evolvere Aquilamon, la fase ninja è finita.- ordinò serio il digimon.
-Pensi di riuscire a batterli?- gli chiese lei, incapace di celare la preoccupazione.
-Non è che abbia molta scelta.- fu la risposta. -Kusanagi!-
Shurimon scagliò l'enorme shuriken che portava sulla schiena contro i nemici e ne respinse e uccise diversi. O era lui ad essere diventato molto più forte di quel che credeva, o erano quelli ad essere schiappe a livello evoluto. La cosa più importante era, comunque, mettere al sicuro la sua migliore amica.
-Konoha Kakure!-
La sua voce si perse in un turbinio di foglie. Le falci e le catene che gli furono scagliate
contro colpirono e legarono l'aria, prima di ricadere nel vuoto.
Prescelta e partner digitale erano scomparsi.
-Maledizione!- sbottò uno dei Phantomon, seccato. E chi li sentiva poi i superiori?
-Cercateli ovunque!-
-Trovateli e uccideteli!-
I Phantomon si diedero molto da fare per trovare le spie, ma invano. Se avessero guardato bene, si sarebbero accorti di un enorme uccello rosso che volava alto verso Witchelny.
MetalPhantomon, però, aveva guardato bene eccome. Dopotutto, lui era il luogotenente del Maestro, poteva non essere un tipo assolutamente scrupoloso?
Rapido convogliò la propria energia oscura sull'estremità del bastone, rigenerando la sua pericolosissima falce.
-Soul Predator!-
Fendenti luminosi cavalcarono l'aria, all'inseguimento dei fuggitivi.

-C'è mancato un pelo!- esclamò Miyako tergendosi il sudore freddo, prima di afferrare il Digiterminal per avvertire Ken e gli altri. Ciò che aveva sentito poteva essere molto importante. Di colpo, Aquilamon virò e lei quasi rotolò giù dalla groppa.
-Ehi, avverti prima! Non ho le cinture di sicurezza qui su!- protestò.
-Scusa!- esclamò il digimon -Tieniti forte!-
Virò nuovamente e allora la ragazza vide con la coda dell'occhio delle scie luminose tagliare l'aria. Osò voltarsi del tutto per scoprirsi inseguita da una miriade di falci luminose.
-VA' PIU' VELOCEEEEEE!- urlò aggrappandosi alle piume di Aquilamon, mentre quello evitava in rapida successione altre lame.
Non riuscì a difendersi per molto, purtroppo. Una delle falci luminose gli ferì l'ala sinistra e il digimon trattenne un urlo a stento, perdendo quota e venendo investito in pieno dagli altri fendenti.
Urlò di dolore e inavvertitamente sbalzò dalla propria schiena Miyako, che precipitò nel vuoto.
-NO!- urlò l'aquila e con grande sforzo riuscì a planare verso di lei e ad avvolgerla fra le sue grandi ali, sperando di proteggerla.
I due precipitarono vorticosamente in picchiata e Miyako urlò aggrappata alle piume scarlatte del suo adorato Aquilamon. Pensava davvero che fosse ormai giunta la fine.
Poi l'urto.
Fu spaventoso, il cuore le salì in gola, ma... tutto sommato, Miyako si sentiva bene. Era ancora viva e quasi non ci credette. A parte qualche graffio e strappo degli abiti, non aveva riportato ferite preoccupanti. Al massimo stava per rimettere pure l'anima, ma stava bene.
-Poteva andare peggio, eh, Aquilamon?- esclamò sollevata dandogli una pacca.
Il digimon non rispose.
-Aquilamon?- la ragazza impallidì -Aquilamon non scherzare, sai che questi scherzi non li reggo...-
L'unica risposta che ottenne fu un rantolo dolorante.
-Aquilamon, ti prego rispondi! Guarda che ti tiro il collo!- insistette la ragazza affondando le mani nel piumaggio dell'amico per scuoterlo con forza. Il corpo del volatile s'illuminò e rimpicciolì, involvendo.
Hawkmon strinse occhi e denti, soffocando un'imprecazione colorita.
-Hawkmon, non morire!- esclamò Miyako, sollevandolo fra le braccia e stringendolo a sé.
-P-piano...- borbottò lui, dolorante. -Non credo morirò per questo ma.. dobbiamo...
avvertire... gli altri... -
-S-sì!-
La digiprescelta della Sincerità e dell'Amore riuscì finalmente ad iniziare a comporre il
suo messaggio. Aveva molte cose da comunicare, ma non ebbe il tempo materiale di
sfogarsi: MetalPhantomon si stava avvicinando pericolosamente a lei e Hawkmon.
E non era solo.
-Oh mio... -
Con le mani tremanti riuscì a comporre frettolosamente il messaggio che poi Ken ricevette. Quattro parole in croce che erano veramente segno che era nei casini.
Lui era abituato a chilometri di testo!
-Che ne pensate, Maestro?- rise gutturale il fantasma. Accanto a lui c'era nientepopodimeno che il capo di tutti i cappuccetti rossi! Che detta così faceva pure ridere, ma trovarselo davanti non fu spassoso. Oh, no. Miyako e Hawkmon sentirono le budella attorcigliarsi nello stomaco per il terrore.
Daemon sogghignò sotto il cappuccio, compiaciuto. La ragazza vide però solo i suoi occhi assottigliarsi nel fissarla.
-Miyako Inoue. Amore e Sincerità. Non mi meraviglia pensare che tali qualità abbiano strappato il suo cuore dalle tenebre.-
-Il... cuore?- quasi pigolò, la ragazza, tanto era spaventata al cospetto del signore dell'Ira.
-Il cuore di Ken Ichijouji. Avete impedito al Seme delle Tenebre più puro di avvizzire coi vostri inutili sentimentalismi. Credo mi dobbiate qualcosa.-
-Il Seme delle Tenebre di Ken... ormai è appassito.- replicò timidamente lei.
-Niente di irrecuperabile.- ribatté Daemon -Anzi. Ci sono molti modi per rivitalizzarlo, ma noi non vogliamo che Ken soffra così tanto, vero, ragazza?-
-Cosa volete fare a Ken?!-
Hawkmon scoccò un'occhiata in tralice ai due nemici, sentendosi schiacciato di fronte alla loro forza. Daemon era terrificante, più terrificante di quando lo incontrarono la prima volta. O forse era l'effetto che gli faceva essere ferito a livello intermedio ai piedi di un mostro simile? E tuttavia, doveva, voleva proteggere Miyako.
La ragazza, istintivamente lo strinse a sé, che ironia.
-Quando ti vedrà,- spiegò MetalPhantomon -Ken Ichijouji smetterà di opporre tanta resistenza e si consegnerà al Maestro spontaneamente.-
-Non lo farà!- esclamò lei.
I due digimon le risero in faccia. In effetti, Ken si sarebbe consegnato eccome per lei. Per chiunque. Era gratificante fino ad un certo punto, ma pensare che rischiava di morire rendeva quel sacrificio molto poco cavalleresco. Non poteva permetterlo, ma come...
-Pensate che gli altri resteranno a guardare?- domandò, ostentando un po' di coraggio.
-Facciano quello che vogliono, tanto il vostro destino è segnato. Tutti voi morirete qui. Tranne ovviamente il marmocchietto, il nostro caro Ken e, ancora per poco, il caro Yamato. Ma tranquilla, li rivedrete molto presto. MetalPhantomon.-
Allo schiocco delle dita del Demon Lord, il fantasma scattò.
-Grave Scream.-
La falce luminosa s'abbatté su Hawkmon e Miyako. La ragazza urlò, rannicchiandosi contro il proprio digimon e stringendolo al petto per proteggerlo. Era certa di star per morire e, invece, udì un forte grido e scorse nel cielo una calda luce rossastra rischiarare la notte e abbattersi sul nemico.
-Shadow Wing!-




-Sono tornati!!-
Il grido di Takeru in qualche modo fu simbolico, perché riaccese la speranza della città. Se da un certo punto di vista giocare in casa aveva dato un iniziale vantaggio agli assediati, la furia e la potenza, nonché l'organizzazione militare delle truppe invadenti aveva rimescolato la carte nel mazzo.
Kuzuhamon e Thunderbirmon, insieme ai loro sottoposti, sembravano più agguerriti ad ogni assalto e non sempre le Witchmon e gli altri maghi riuscivano a tenere a bada le incursioni. Ci furono molti morti da piangere anche nella città, ma il tempo materiale di farlo non c'era. HolyAngemon era ferito e Angewomon era stata sul punto di mollare capra e cavoli per correre da lui. Ma aveva tenuto duro, dopotutto, le sue sofferenze patite a servizio di Vamdemon dovevano servire a qualcosa! Era cresciuta come una guerriera dal sangue freddo e le vecchie abitudini sono dure da cancellare. C'era comunque Wizarmon al suo fianco. Afferrato saldamente l'angelo, il mago si premurò di portarlo al riparo dagli assalti nemici, coperto dai compagni di magia.
La discesa di Garudamon nella piazza permise a tutti di respirare una ventata di ottimismo. Almeno finché non videro Miyako e Hawkmon feriti fra i suoi artigli.
-Cos'è successo?- trasalì Ken, arrampicandosi sulle zampe dell'enorme digimon per raggiungere la sua ragazza.
-Tranquillo, è solo svenuta.- fece Sora, che la teneva fra le braccia.
-Miyako...- esitò Ken -Ha mandato un messaggio. Parlava di Daemon. Lui è...-
-Là fuori.- concluse Yamato -Già.-
Ken deglutì.
-Cosa voleva da lei?-
Miyako aprì un poco gli occhi e si ritrovò circondata da tante persone, tutte estremamente preoccupate per lei. Ma specialmente lui.
-Ken... -
Il ragazzo le strinse la mano.
-Miyako, come... come stai?- le domandò, dandosi del cretino. Era ovvio che non stava bene, no?
-Ho avuto momenti migliori...- sorrise un poco lei, poi spalancò gli occhi, nel panico e tentò di alzarsi.
-Hawkmon!-
-Tranquilla, è qui!- esclamò Gabumon, sorreggendo il falchetto privo di sensi.
-Oh, mio Dio... Hawkmon, cosa ti hanno fatto!- Miyako tese le braccia per prenderlo e scoppiò in lacrime.
-Maledetti.- fece Daisuke -A questo punto direi che una bella scarica di laser da Imperialdramon non gliela toglie nessuno!-
-Aspetta, Daisuke.- lo ammonì Gennai.
-Perché? Ci stiamo solo proteggendo! Cioè, capisco che... ma insomma, con tutti questi digimon maghi non c'è qualcuno che sappia fare un incantesimo coi fiocchi?-
-Dovevamo capire quali erano le forze del nemico... Daemon è un mago molto potente, avrebbe potuto annullare un incantesimo potentissimo lasciandoci senza energie, in questo modo abbiamo sondato le capacità del suo esercito e annientato parte delle truppe. Imperialdramon è in forze.- spiegò Gennai -E adesso ci sarà anche Omegamon e- -Ora passiamo alle maniere forti.- lo interruppe, Ken, cupo, tenendo fra le braccia Miyako.
-Era ora!- esclamò Daisuke.
-Ken, aspetta!- si agitò Miyako -Non devi...- le girò la testa nuovamente -Non devi... Daemon vuole il Seme delle Tenebre, Ken non devi... cedere...- si accasciò sotto gli occhi atterriti degli altri.
-Miyako! Miyako!-
Ken si sentì come morire. Il suo cervello andò come in tilt e quando Gennai gli toccò la spalla per richiamarlo, si riscosse con un tremito spaventoso.
-Non puoi restare qui, Ken. Se le cose stanno così, dobbiamo mettere al sicuro anche te.-
-Cosa? No, no! Non posso permettere che altri soffrano per- -Per un cavolo.- lo zittì Daisuke, duro. -Obbedisci al mister, Ken.-
Era tremendamente serio.
-Pensa a Miyako, ne soffrirebbe se Daemon ti catturasse. Ne soffriremmo tutti, perciò vattene in panchina a riposare un po'.-
-Ma...-
-Tranquillo, abbiamo un Imperialdramon, ti ricordo. E un Omegamon!-
A quell'affermazione, Agumon e Gabumon annuirono all'unisono.
-Ken, fai come ti dicono!- esclamò la voce di Stingmon -Ti prometto che ti proteggerò.-
-Ragazzi...-
Gli venne da piangere, ma represse quell'istinto e puntò i piedi.
-Però non posso semplicemente nascondermi, studierò una strategia migliore!-
-Perfetto.- fece Taichi e diede una manata sulla spalla a Koushirou, spingendolo in avanti -Abbiamo due cervelloni dalla nostra. Allora, mettetecela tutta, geniacci!-
-Dai, Taichi non esagerare...- arrossì il prescelto della Conoscenza ridacchiando nervosamente, per poi ricomporsi.
-Ok, Ken, ti aiuterò io.-
-Bene.-
Gennai fece cenno a i due di seguirlo, poi si voltò verso il prescelto dell'Amicizia.
-Yamato, vieni anche tu.-
L'interpellato non rispose subito, a disagio.
-Verrò solo per vedere come sta Risei, poi torno a combattere.- rispose infine -Sicuramente sono più utile qui. Daemon non può ancora permettersi di uccidermi, questo gioca a nostro vantaggio.- fece e ghignò rivolto a Neo.
Oh, se si godette quel momento!
Specie perché sapeva che quel maledetto lo stava guardando.
“Bene, guarda come ti mandiamo a rotoli il tuo bel piano.” pensò. Evitò di aggiungere un dito medio solo perché Neo Saiba avrebbe potuto fraintendere. Essere la telecamera umana del nemico aveva i suoi svantaggi.
-Ok, fate un buon lavoro e ora, scusate, ma il terzo geniaccio me lo prendo io!- esclamò improvvisamente Taichi afferrando il polso scarno di Neo e trascinandolo via, seguito dal fido Agumon.



°



-Maledetto Taichi Yagami!- sbottò il signore dell'Ira, scrutando attraverso una sfera di cristallo la città dagli occhi di Neo.
-Etciù!- starnutì il diretto interessato, dentro la sfera, mentre correva tirando per il braccio la sua talpa umana. -Sono qui da pochi minuti e già tessono le mie lodi!- esclamò ridendo.
-Non vantarti troppo, Taichi.- lo schernì divertito l'altro, per poi guardarsi alle spalle.
Il Demon Lord allora vide Imperialdramon starsene immobile come un mastino accanto alla statua di MedievalDukemon ed ebbe un'illuminazione.
-Le cose stanno così, quindi?- sogghignò nascosto dal suo cappuccio vermiglio.
I due entrarono in un edificio dove pareva che la distruzione non fosse ancora arrivata, ma Daemon non aveva indizi utili per capire il luogo preciso. Molti edifici erano costruiti in pietra e si somigliavano nella struttura.
Taichi e Neo stavano discutendo sul da farsi, quando un'esplosione e un terribile frastuono di crollo li interruppe.
-Merda!- sbottò il prescelto del Coraggio, correndo ad affacciarsi alla finestra.
-Merda, merda e doppia merda! Ha distrutto un intero palazzo!- esclamò.
Un palazzo...
“Ancora non ci siamo...” fece Daemon. Doveva sapere esattamente dove fosse il marmocchio dai capelli bianchi perché non aveva affatto intenzione di lasciarlo ai digiprescelti. Non con qualcosa che gli apparteneva.
-Neo, devo andare.- fece Taichi -Tu resta qui, sarai al sicuro. Nel caso avessi bisogno, ecco il mio Digiterminal.-
-E tu come farai?-
-Io ho l'auricolare, in caso.- rispose alzando il pollice -Agumon, te la senti di evolvere?-
-Certo! Ho già recuperato le forze!- esclamò il dinosauro arancione, seguendolo.
Il Demon Lord lo vide illuminarsi ed evolvere.
Per un attimo avvertì un brivido, non poteva certo scordare UlforceVeedramon e la dura sconfitta che gli aveva inferto. Sentì la rabbia montare dentro di sé e poco ci mancò che la sfera di cristallo non finisse in mille pezzi, scagliata contro qualcosa o qualcuno.
MetalPhantomon rammentava ancora divertito quando un oggetto era rimbalzato e tornato dritto sulla fronte del padrone. Ma al solo pensiero della sua reazione, rabbrividì. Le risate, fece meglio a tenersele per sé e grazie a ciò sopravvisse a quell'episodio.
I suoi nemici, invece, non avevano idea di chi stessero combattendo. Si sentì invadere da quello squisito senso di vantaggio e predominio totale.
Avevano la vittoria praticamente in tasca.
Avrebbe dovuto ringraziare quegli imbecilli che facevano tutto il lavoro. Forse poteva decidersi anche ad aumentargli lo stipendio, un po' se lo meritavano, in fondo.



°


La città, nel frattempo, precipitava sempre più nel caos.
Da un lato, il ritorno dei digiprescelti aveva infuso coraggio negli assaliti, dall'altro, la presenza di Daemon aveva sollecitato ed esaltato i suoi uomini, i quali non sarebbero stati i degni soldati del loro padrone se non avessero sentito dentro la furia guerriera e assassina esplodere. Molti di loro mutarono forma davanti agli occhi degli assediati.
-L'Ira sta accrescendo il loro potere... - commentò Centarumon.
-Di questo passo le cose si metteranno peggio... -
-La nostra potenza difensiva sta calando.- convenne Andromon -E non sappiamo quanto Angewomon riesca a resistere. Se solo potessimo aiutarla... -
L'interpellata non li sentì, ma se avesse potuto, avrebbe risposto che di energie ne aveva ancora da vendere. Cosa non del tutto vera, ma era orgogliosa, c'era poco da fare.
-Ura Izuna!-
-Attenta!-
L'urlo di Wizarmon fece trasalire l'angelo.
Per un attimo Angewomon rivisse quel momento maledetto in cui il suo migliore amico morì per salvarla.
Davanti a lei, però, si ergeva un Wizarmon ancora vivo e vegeto, che diede sfoggio delle migliori arti magiche per respingere l'attacco nemico. Creando una barriera, riuscì a deviare le volpi, portandole ad annientarsi le une con le altre.
Kuzuhamon sputò a terra.
-Levati di mezzo, nanerottolo!-
-Non azzardarti a toccarla.- rispose lui, puntandole contro il bastone.
-Cos'è, sei una specie di angelo custode o il suo fidanzato?-
-Il suo fidanzato sono io.- rispose alle sue spalle la voce pacata di HolyAngemon alle spalle della digimon. -Ma il discorso non cambia.-
Kuzuhamon sogghignò sprezzante e si rivolse ad Angewomon, che nel frattempo era arrossita un poco.
-Oh, che carini. Due principi e una principessina indifesa. Che disgustoso romanticiume di merda!-
-Sciacquati la bocca con l'idraulico liquido!- rispose secca l'angelo della Luce. -E ritieniti fortunata che non ti metta le mani addosso io.-
I due maschietti si guardarono turbati. Perché diavolo Angewomon doveva sempre scaldarsi tanto quando si trovava di fronte ad altre digimon femmine?!
L'avversaria non prese la minaccia sul serio e diede sfoggio del suo grande sprezzo per il pericolo volando rapida verso di lei.
-Magical Game!-
Wizarmon tentò di colpirla con una saetta, ma quella schivò agilmente lo strale. Fu la volta di HolyAngemon, che tentò d'intercettarla, ma la cui spada fu parata. Pur con fatica, Kuzuhamon respinse col bastone il fendente sacro e, roteando, colpì nuovamente l'angelo alla schiena con esso, scagliandolo contro Wizarmon.
I due gemettero di dolore e caddero al suolo.
-Come principi non valevano poi molto.- commentò -E ora, carina, mi sbarazzerò di te, così anche quel maledetto cerchio sparirà!- esclamò lanciandosi contro Angewomon.
-No!- urlò Hikari.
Doveva aiutarla! Doveva! Forse era il caso di testare il proprio Arcana! Anche i due amici urlarono all'unisono e HolyAngemon, ignorando il dolore lancinante e la fatica, si alzò in volo verso la sua amata. Non arrivò in tempo.
Kuzuhamon colpì Angewomon al viso.
Con un manrovescio.
Il tempo parve fermarsi.
-Oh... accidenti...- commentò l'angelo della Speranza.
Angewomon, con la guancia dolorante e arrossata, e l'orgoglio brutalmente ferito, voltò lentamente il capo per fissare la nemica dritta negli occhi.
-Tu, sei morta.- scandì a denti stretti.
Il ghigno di Kuzuhamon si spense quando un ceffone quasi le fece girare la testa di trecentosessanta gradi.


-Che succede laggiù?- domandò Mamoru, guardando il cielo. -Perché la barriera di Angewomon si sta ritirando?-
-Non ne ho idea!- fece Raiamon. -Mamoru, dovresti scendere e metterti al sicuro.-
-Non se ne parla! Siamo una squadra noi due. Come Starsky e Hutch.-
Il digimon se ne compiacque, ciò non tolse però che non voleva assolutamente che il suo amico venisse ferito. All'inizio avevano fulminato un po' tutti i nemici che capitavano a tiro, ma ad un certo punto, i ragni avevano iniziato ad invadere la città. Con Zudomon si erano quasi divertiti ad accopparli, ma erano diventati troppi.
-Mi sembra che sulla mura di cinta stiano facendo un buon lavoro, perché ne entrano così tanti?- si chiese il leone digitale.
-Ho un dubbio.- rispose Mamoru, col pollice e indice sul mento -Mi chiedo se l'idea di lasciargli un varco per attirarli in trappola non ci si sia rivoltato contro.-
Era un piano veramente rischioso e lui non era molto d'accordo. Ma avevano deciso così per misurare le forze nemiche, senza contare che l'entrata offerta dava su un altro muro quasi invalicabile. A meno che non si avessero otto zampe disgustose o un paio d'ali. Con sua somma sfortuna, i ragni erano più recidivi degli scarafaggi e lui era “leggermente” aracnofobico.
"Qui non stanno passando ragni, riusciamo a controllare il flusso di Troopmon, ma questi cosi continuano a rialzarsi." fu la risposta concitata di Iori al messaggio del prescelto della Giustizia. Il dodicenne, insieme ad Ankylomon (alla fine Digmon era passato alla sua forma campione) e ai molti Magiciamon, aveva il suo bel da fare con scosse telluriche e trivelle, per non parlare di lanci di massi e qualsiasi scherzetto a base di terra che permettesse loro di ricacciare gli invasori. Fortunatamente, di entrata ce n'era ancora una, spiegò il più giovane, perciò lì passavano e lì venivano attaccati senza pietà.
-Ma allora da dove diavolo vengono quei cosi?- trasalì seccato Mamoru -Ho anche quasi finito l'insetticida!-
-Ho i miei dubbi che funzioni anche sui digimon... - rispose Raiamon, rassegnato.
-Spero che il mio Arcana sia una bombola di gas antiragno, allora.- s'incupì quello. -Anche antizanzara, antiformica, antiscarafaggi, anticosischifosi andrebbe bene.-
Qualcosa gli gocciolò sulla spalla da sotto l'arco in pietra sotto il quale stavano transitando.
-Oh, ecco, ora piove pure.- commentò sarcastico alzando la testa e la mano. Un'altra goccia gli cadde sul palmo. Era viscida, calda e aveva un odore nauseabondo. Ma lui non ci badò. Come poteva? I suoi occhi erano rimasti incatenati a quelli verdi e maligni di un enorme ragno sbavante.
-Shishishishi!- rise Dokugumon, spargendo altra bava qua e là e attirando anche l'attenzione del digimon felino. -Due prede appetitose. Shishishishi!-
-Ma perché mi toccano sempre i ragni?- sospirò sconsolato Mamoru.


-Accidenti!- si lasciò sfuggire Garudamon -Non immaginavo che il temperamento violento di Angewomon fosse... così violento!-
Sora aveva il sudore freddo nell'osservare lo scontro fra la loro angelica amica e Kuzuhamon. Sembrava più una rissa fra gatte che lo scontro fra due valenti guerriere. Volavano schiaffi da ambo le parti ed entrambe provavano un piacere estremo nel tirarsi i capelli a vicenda.
-Ma che le passa per la testa? Non ci voleva, ora che il cerchio sacro sta sciogliendo il nemico ne trarrà vantaggio!-
-Sicure che non fossimo già in vantaggio, signorine?- gracchiò una voce alle loro spalle.
Era Thunderbirmon.


Nel frattempo, in uno dei vicoli della città Matadormon seminava, sì, distruzione, ma con eleganza.
-Olè! Quanta poca grazia, quanto poco spirito avete!- esclamò, svenevole, prima di trafiggere con le sue lame un FlaWizarmon che morì all'istante. -Attaccare alle spalle, che bassezza. Meritate di sparire tutti quanti. Olè!-
Quasi a rispondergli, un'esplosione tonante sovrastò le altre e fiamme azzurre si levarono nel cielo ardente.
-La torcetta ci sta dando davvero dentro... - commentò soddisfatto, quando un rumore attirò la sua attenzione. -Chi va' là?-
Come frecce, le sue lunghe dita metalliche si conficcarono sulla parete di una casa. Il muro cedette, rivelando una sagoma scura oltre la polvere.
-Ah, sei tu, perbacco, stavo per farti fuori. Non comparirmi così alle spalle.- la sgridò con aria petulante il vistoso generale, recuperando le sue lame letali. -Allora, dov'è il moccioso?-



Fiamme ovunque.
Taichi tossì diverse volte. In mezzo a tutto quel fumo non vedeva un accidenti di niente e decise di mettersi gli occhialini per proteggersi gli occhi prima di attraversare il muro di polvere e fumo. Una volta attraversato, lui e il fido Wargreymon scorsero Yamato e Metalgarurumon intenti a domare le fiamme con alcune Witchmon.
-Già fatto?- domandò con lo stesso tono della bambina della pubblicità di siringhe e affini.
-Non potevo lasciarti solo, no?-
-Certo, certo... hai sentito Iori? Pare ci sia un'invasione zombie là fuori e io non posso prenderci parte!-

-Quanto mi dispiace per te.- commentò sarcastico il biondo, saltando giù dalla schiena del lupo cibernetico. -La situazione è critica. Dobbiamo trovare il modo di rispedire i digimon di Daemon fuori dalla città e riorganizzarci, ma dubito che ce lo lascino fare.-
-E i nostri digimon sono esausti. Beh, non tutti, praticamente solo i nostri stanno leggermente meglio.-
-Purtroppo però,- fece Metalgarurumon -noi abbiamo anche affrontato Cerberumon, non abbiamo recuperato del tutto le forze.-
-Io sto benissimo.- mentì Wargreymon.
-Se abbiamo qualcosa in mano, ne sarà valsa la pena.-
Taichi ebbe il tatto di non aggiungere 'nel caso che Daemon riuscisse a rapire Risei', ma Yamato capì.
-Koushirou dice che ci sono buone probabilità, la speranza non ci manca. Ora bisogna solo prendere a calci in culo Daemon.-
-Sei nervoso?- domandò il prescelto del Coraggio.
-No. Sono terrorizzato.- ribatté quello dell'Amicizia scrollando le spalle.
-Vedrai, ce la faremo.- ribatté l'altro porgendogli fraternamente il pugno.
-Spero tu abbia ragione.- rispose battendoglielo. Aveva promesso a Risei che qualunque cosa fosse successa, l'avrebbe protetto e intendeva mantenere quella promessa.
-Molto bene, pronti per tirare fuori Omegamon e prendere a calci qualche titanica chiappa?- alzò il pugno il moro.
-Sì!- esclamarono in coro i due digimon.
Dopo una leggera gomitata, anche Yamato cedette.
-Sì...-
-Devi lavorare di più sull'entusiasmo...-
-Squicken.-



Mimi era molto in apprensione. Ken aveva accompagnato Miyako nell'arena prima di seguire Gennai nel luogo sicuro dov'erano i bambini. L'arena era il posto più vicino a una possibile via di fuga, perciò decise di lasciarla lì contro tutte le sue proteste. Sia lei che Hawkmon non erano in buone condizioni e anche se si sarebbero rimessi, la prescelta della Sincerità non riusciva a smettere di tremare. Tutti quei digimon chiusi là come sardine, probabilmente se le cose fossero andate per il peggio, sarebbero morti. C'erano anziani, bambini, maghi poco esperti e molti feriti. Jou li aveva raggiunti per dare una mano in qualità di medico (o aspirante tale) e aveva già medicato il corpo di Hawkmon.
-Si riprenderà?- domandò Miyako, piangendo.
-Credo di sì, ma non dovrà fare sforzi o le ferite si riapriranno.- le disse. Aveva le mani tutte sporche del sangue che tanto odiava. Tutto quell'odore di sangue era così nauseante che temette di sentirsi male.
-Lascia, faccio io.- disse Jun, mettendogli una mano sulla spalla per poi chinarsi sul ragazzo e prendergli le bende dalle mani.
-Jun, Culumon!-
Il piccolo digimon bianco era stremato.
-Scusate, culu... non sono riuscito a tenere su la barriera, culu.-
-Non è colpa tua, c'è qualcosa che non va', altrimenti avremmo respinto le truppe con facilità, voi siete stati grandi!- lo difese la prescelta della Volontà.
-Già, vorrei sapere cosa sia.- commentò Jou, alzandosi.
-Io un'idea ce l'avrei.- fece Miyako ed informò gli amici di quegli strani cristalli che aveva visto?
-Ok, siamo doppiamente nella merda, allora.- fu il commento di Hiroyuki, appena tornato dalla sua ispezione.
-Più di così?- chiese Mimi.
-Ce n'è uno nel vicolo di prima.- rispose il teppista.
-Quando ci siamo avvicinati, ho avvertito un calo di forza maggiore.- affermò Musyamon.
-E quando ha provato a distruggerlo, non gli ha fatto neppure una crepa.- commentò Hiroyuki, seccato. Musyamon sbuffò, non gli piaceva ammettere la propria debolezza.
-Anche noi abbiamo visto dei bagliori strani.- rammentò Jun -Almeno quattro.-
-Sì, ma aspettate...- ragionò Miyako -Io ho visto quei cristalli fuori, voi dentro... come ce li hanno fatti arrivare?-
La risposta era una sola e ci arrivarono tutti.
-Manderò una mail a Koushirou!- esclamò Mimi e così fece. A parte che voleva cantargliene per non averla avvisata del suo ritorno, ma si trattenne.
La risposta che il digiprescelto inoltrò a tutti i suoi amici fu:

“C'è un traditore fra noi.
E' stato fatto entrare nella città qualcosa che assorbe l'energia dei digimon. E' solo questione di tempo prima che crollino uno dopo l'altro, persino quelli appena arrivati. Ho trovato le coordinate e ve le invierò immediatamente. Ci sono cinque punti strategici.”
Ricevute le coordinate, i ragazzi si lanciarono sguardi d'intesa.
Hiroyuki rispose, riferendo la sua scoperta.
Koushirou rispose cinque minuti dopo. Cinque lunghi minuti dopo.
“Si tratta di cristalli Dramethyst, minerali che assorbono la forza vitale dei digimon. Devono averlo modificato per non subirne l'effetto. Nel momento in cui un digimon attacca il cristallo, questo assorbe l'energia dell'impatto, che quindi non fa alcun danno. Dobbiamo trovare un sistema alternativo.”
“Credete che le Armor Evoluzioni servano a qualcosa?” domandò Iori, sempre via mail.
“Non lo so, ho qualche dubbio, non stiamo parlando degli Obelischi di Controllo...” fu la risposta sconfortante di Koushirou.
“Noi non siamo digimon!!! Ps: sono Taichi” scrisse, invece, il prescelto del Coraggio dal Digiterminal di Yamato “Ragazzi, ditemi che state ponderando quello che sto ponderando io!”
“Qui ne ho avvistato uno!” scrisse Sora “Credo che tentare non nuoccia.”
“Idem per me.” fece Ylenia.
“Da Yamato: Dove vuoi andare tu?”
“Fratellone, non preoccuparti che ti escono le rughe, ok?”
“Molto bene, allora io mi occuperò di quello vicino all'ateneo.” scrisse Hiroyuki.
“Se qualcuno ha un insetticida, io penso a quello vicino...” fu il messaggio di Mamoru.
-Ne resta uno, a questo punto.- disse Koushirou fra sé. Chi era il più vicino fra loro?
“Questi maledetti li hanno piazzati ai cinque lati della città, ce l'hanno fatta sotto il naso!” scrisse, furente. “Ylenia, tu sei la più vicina ad entrambi.”
“D'accordo, lascia fare a me!” esclamò la ragazza.
“No, aspettate, vado io.” scrisse Jou “Non può occuparsi di due cristalli, se dovesse incontrare un nemico, nel combatterlo perderemmo solo tempo.”
-Ma...- protestò Jun.
-Non ho intenzione di cambiare idea!- rispose lui, puntando i piedi. -Se mezza città si riversasse ferita qui, non potrei fare nulla. Non che ora possa fare granché. Preferisco estirpare alla fonte una delle cause, dopotutto è quello che fa un medico, arrivare alla radice del problema.-
-Adoro quando fai lo spaccamontagne!!- esclamò lei, adorante. -Sarai un medico strafigo... -
Il “povero” Jou arrossì come un peperone ed emise un risolino timido.
-Oh, ma per favore...- borbottò Hiroyuki. -Risparmiatemi almeno questa!-
“Ylenia, ci penserò io al cristallo sulla destra.” avvertì Jou.
“Mettiamocela tutta, senpai!” fu la risposta raggiante della ragazza, con tanto di smile a pollice alzato. Ylenia era molto ottimista o almeno cercava di essere tale.
“Non facciamo trapelare al nemico che sappiamo.” ammonì Ken “Dobbiamo neutralizzare il traditore prima che sia troppo tardi.”
E a quel punto il consiglio di guerra finì.
La battaglia finale dell'assedio era dietro l'angolo. Infatti, il tempo di prendere un respiro di coraggio e marciare risoluti verso l'obbiettivo che il soffitto sopra l'arena implose con fragore. Fiamme bluastre si riversarono nell'apertura e pesanti detriti ricaddero sulla folla urlante e indifesa
-Shiratorimaru!-
Musyamon usò la sua spada per tagliare a grande velocità gli enormi massi che ricadevano. Li sminuzzò in frammenti così piccoli, che nessuno ne uscì ferito. In compenso, però, dal varco aperto sul soffitto, entrò nell'arena un digimon che tutto era tranne che rassicurante: DeathMeramon.
-Aaaaallora! Chi vuole essere il primo a morire, sorci codardi?-



°




Koushirou non smise per un momento di lavorare col suo portatile. Persino quando i bambini gli chiedettero spiegazioni rimase in silenzio.
-Sta comunicando agli altri quello che devono fare.- disse Ken.
-I miei fratellini stanno bene? Ho paura!- esclamò Mika.
-Sono sicura di sì, Mikachan.- la rassicurò Bakumon.
-Pensa che fortuna, volevo combattere anche io!- borbottò BlackKoromon.
-Non capisco che gusto ci provi.- rispose Risei seccato -Le persone si fanno male combattendo.-
Mika allora lo guardò con gli occhietti azzurri e scoppiò in lacrime.
-Quindi i miei fratellini e Daisukesama si faranno male?-
-N-non volevo dire questo!- cercò di calmarla il bambino -Intendevo dire che può succedere! Ma il mio papà è forte e lui ci salverà!-
Ken lo guardò quasi meravigliato, anche Koushirou per un attimo smise di pigiare tasti.
-Me l'ha promesso, prima.- affermò il piccolo -Ha detto che mi avrebbe protetto e sono sicuro che adesso sta combattendo per mandare via Daemon!-
-Giusto.- esclamò Tentomon. -E non solo lui.-
“Speriamo bene.” pensò Koushirou.
Una porta si aprì alle loro spalle, facendoli sussultare.
-Ah, sei tu, Wisemon.- Koushirou tornò a concentrarsi sui dati -Senti, che te ne pare? Pensavo di usare la struttura della città per accumulare altra energia.-
-Una buona idea.- rispose quello -Ma lo faremo da un'altra parte, seguitemi. Questo posto non è più sicuro.-




Fine Capitolo 22




Note: E' con piacere che vi presento questo nuovo capitolo. Ancora una volta non ho potuto mettere la parte che mi interessava, ma... diciamo che ne sono soddisfatta. Quando scrivi fic come questa finisce che ti incasini e io ho il cervello fuso. Mettermi nei panni di Ken non mi ha fatto bene @.@ E non so neppure qual'è il risultato. Se c'è qualcosa di poco chiaro fate un fischio e risponderò o correggerò.
Dramethyst viene da "Drain" e "Amethyst", ovvero "assorbire/seccare" e "ametista".
Chi sarà il traditore? Si accettano scommesse!!
E pensare che nel prossimo capitolo volevo mettere più in risalto Mimi @.@ si prospettano altri Arcana e io devo dare gli ultimi ritocchi,perciò, vado, altrimenti Jou combatterà con uno spazzolino da denti!
Bacioni a tutti/e!!























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Capitolo 23
*** 23. Basta! ***



Capitolo 23: Basta!



C'è qualcuno là
Che ci aiuterà
A dire "Basta!"?
C'è qualcuno là che
Fermare potrà
La violenza?
(Basta!, L'Aura)





Dopo anni d'illusoria pace, il mondo digitale, infine, sanguinava copiosamente.
Le lotte intestine che l'avevano danneggiato stavano venendo alla luce tutte insieme e il risultato fu che ormai Digiworld aveva perso le iniziali apparenze paradisiache.
Nel vuoto si ergevano, separati e solitari, isolotti di terre galleggianti nel vuoto e da ognuno di questi i popoli emigravano in cerca di un luogo più sicuro. Molti cercavano di recarsi ai templi dei quattro Supremi per avere asilo e soccorso, ma il viaggio era insidioso oltre ogni limite e non tutti riuscivano ad arrivarvi. Quelle anime bisognose gridavano straziando il cuore ai Supremi, spettatori mesti di quell'orribile corsa al potere. Quella notte in particolare, a Witchelny il cielo scuro era costellato di luminosi dati colorati, frammenti dei caduti. Il sonoro di quel pittoresco delirio era un trionfo di urla disumane e gemiti di morte. E loro, i bambini prescelti, erano solo un ricordo sfocato della loro vecchia immagine. Non più bambini, tanto per cominciare. Di fatto si sentivano poco più che pupazzi che imbracciavano delle armi, sballottati nel campo di battaglia e costretti ad essere guerrieri senza neppure un libretto d'istruzioni. Incarnavano una speranza che non riuscivano a manifestare.
"Speriamo di fare in tempo." pensò Koushirou, che lavorava sui dati strutturali della città come aveva fatto per il laboratorio di Daemon per fornire energia ai loro digimon. "Purtroppo quei cristalli interferiscono, potrò farlo solo quando verranno distrutti, temo." pensò guardando poi intorno a sé le immagini che scorrevano insieme a stringhe di dati. Codici binari verdi s'alternavano nel buio, come stelle bizzarre di un mondo in rovina.
Giunti ad un crocicchio di dati, i prescelti scorsero le immagini dei loro compagni. Sulla destra, Sora e Garudamon affrontavano Thunderbirmon, con evidente difficoltà. Angewomon si confrontava con Kuzuhamon e Mamoru e Raiamon erano alle prese con Dokugumon. Sulla sinistra, Mimi e Lilymon stavano passando un brutto quarto d'ora contro DeathMeramon, che usava i digimon rifugiati come scudo agli attacchi della fata e di Musyamon.
Ancora, Omegamon spazzava via nemici su nemici, impedendo loro di raggiungere la statua dell'eroe della città. Ormai Daemon aveva capito, a quanto pareva.
Mentre Jou e Zudomon correvano verso il cristallo che dovevano distruggere,Ylenia e Gryzmon, invece, avevano incontrato Matadormon e anche per loro la battaglia era iniziata, cruenta e spietata.
-Che posto è questo?- chiese Tentomon, confuso.
-Ci troviamo in un corridoio dimensionale.- rispose Wisemon -Fra Digiworld e Witchelny, precisamente.- il digimon mago percorse diversi metri a passo svelto e sicuro.
-E' un luogo dal quale noi possiamo osservare la battaglia senza essere disturbati. Un luogo a cui solo pochi possono accedere.-
I suoi occhi si assottigliarono.
-Anche Daemon.-



Nonostante la differenza di stazza e forza, Thunderbirmon era molto veloce e Garudamon troppo preoccupata di ferire gli alleati per riuscire ad attaccarlo efficacemente, motivo per cui, il suo scontro aereo procedeva a senso unico, a favore dell'avversario, che non esitava a colpirla usando la città sotto di loro per costringerle a far da scudo agli alleati.
-Ehehe.- la derise il generale e, per sbeffeggiarla ulteriormente planò sotto di lei.
-Spark Wing!!-
Le piume elettrificate volarono rapide verso Garudamon e Sora. La digimon riuscì a schivarle, ma ebbe appena il tempo di un respiro e dovette schivare una seconda scarica. E una terza.
Thunderbirmon le attaccò continuamente, senza dar loro tregua.
Sora provò a restituirgli il favore e agitò il ventaglio. Le lame colorate si divisero e, come le piume elettriche, brillarono letali verso il loro bersaglio.
Il volatile le schivò facilmente, nonostante la sorpresa.
-No!- urlò Sora, rendendosi conto di quello che aveva fatto. Perché sotto di loro, in quel preciso momento, Angewomon stava combattendo aspramente contro Kuzuhamon. Ed era troppo impegnata a prenderla a pugni per preoccuparsi di qualsiasi altra cosa. Sentì appena la voce di Sora e schivò invece il calcio di Kuzuhamon, mentre le piume affilate e roventi s'avventavano su di loro.
-Angewomon, spostati di lì!- urlò la prescelta dell'Amore.
Invano.
-Angewomooooon!-
All'urlo della ragazza, le piume lucenti virarono, schivando le due guerriere e tornarono in mano alla loro proprietaria, come piccoli boomerang di luce.
E Thunderbirmon ancora derise lei e Garudamon, il loro costante preoccuparsi per gli altri.
Il loro Amore.
Volò sprezzante sulla scia della lotta della commilitone Kuzuhamon e dell'angelo della Luce e vigliaccamente sprigionò il suo attacco fulmineo e letale.
-Thunderstorm!-
La tempesta di fulmini scatenata dalle sue ali buie come la notte colpì la città, fulminando tutti i malcapitati che avevano la sfortuna di trovarsi sulla traiettoria.
-Pronte a cavalcare il fulmine, dolcezze?- urlò il generale, sputacchiando per la foga, inebriato dalla goduria e dal soave lezzo della carne bruciata. Un secondo potente attacco colpì sia Sora che Garudamon che si contorsero in aria, attraversate dalle dolorose scariche elettriche, per poi precipitare.
"E' così ingiusto..." strinse i denti Garudamon "Sono certa di poterlo battere, ma se continua così, non riuscirò a proteggere Sora. Non riuscirò a proteggere nessuno. Come posso vincere se si fa scudo dei miei amici?"
La digimon dell'Amore scoccò un'occhiata verso Omegamon, che lottava strenuamente con qualcuno ed era in difficoltà. E avrebbe voluto battere le ali e raggiungerlo.
"Metalgarurumon..."
Strinse i pugni, trovando forza in quel pensiero e lo stemma dell'Amore brillò sul suo petto e su quello di Sora, che spalancò gli occhi.
Entrambe, come legate da un filo di pensiero, un'unione di coscienze, giunsero alla stessa conclusione.
-Noi proteggeremo i nostri amici!- gridarono.
-Ora!- urlò poi Sora, aggrappandosi alla schiena massiccia di Garudamon, che si lanciò verso il basso come quando schizzava verso l'alto per eseguire la Shadow Wing e generò l'ombra fiammeggiante dal basso. Non ci fu bisogno di spiegazioni fra loro, Sora e Garudamon erano ancora connesse, in qualche modo e il senso di completezza che provarono non avrebbero saputo spiegarlo, anche perché accadde tutto troppo in fretta per soffermarsi a riflettere. Le fiamme scarlatte dell'Aquila Incandescente divamparono con potenza verso Thunderbirmon, rimasto di sasso per la sorpresa.
-Accidenti!- esclamò quello scartando di lato per evitare l'attacco, ma, improvvisamente, si ritrovò il volo sbarrato da un muro di fiamme verdi e l'enorme zampa del digimon rapace si serrò su di lui, togliendogli ogni via di fuga.
-Hai fatto male i tuoi conti se pensavi non ti avremmo attaccato per non colpire i nostri amici.- esclamò Sora, aggrappata ai capelli di Garudamon. Il ventaglio emetteva ancora scintille di smeraldo. Thunderbirmon urlò, sentendo le ossa frantumarsi nella presa dell'avversaria.
-Qualunque cosa farete, noi troveremo il modo di proteggerli!- concluse Garudamon lanciandolo lontano, verso l'alto. -Shadow Wing!-
L'aquila fiammeggiante prese il volo, come fosse un volatile autentico e colpì il suo bersaglio in un'esplosione scarlatta e fragorosa.
Le due prescelte osservarono in silenzio il corpo del nemico cadere verso la città, inerme. Il tempo di un respiro dopo il tonfo, che, immediatamente, alcuni maghi di Witchelny si accanirono su di lui e infierirono con ferocia, finché i dati di Thunderbirmon non brillarono instabili, pronti a scindersi, a scorrere via da lui. E nonostante tutto, lui non concedeva che la soddisfazione di qualche gemito strozzato ai suoi aguzzini.
Aguzzini.
Quel pensiero improvviso, quell'invertirsi di ruoli, ridestò Sora dallo shock e solo allora la ragazza  si accorse di star piangendo. Come meravigliata osservò le proprie lacrime e, all'ennesimo straziante gemito del nemico in agonia, urlò.
-Basta, smettetela!-


Mimi urlò gettandosi a terra, mentre la catena di DeathMeramon le schizzava a pochi centimetri dalla testa.
Tutt'intorno a lei era il caos.
Miyako e Hawkmon erano svegli e come gli altri tentavano di schivare la catena infuocata. Miyako era quasi senza forze, ma Hawkmon era messo peggio, perciò stringendolo fra le braccia tentava di proteggerlo allontanandosi dal nemico, incespicando qua e là.
-Lilymon!- chiamò Mimi -Dobbiamo far fuggire tutti!-
Gli abitanti indifesi della città si stavano radunando sempre più verso il fondo dell'arena poiché DeathMeramon tagliava loro la via di fuga all'esterno.
-Mamma, ho paura!- esclamò il piccolo Yaamon, premendosi contro il petto della madre quando il mostro di fuoco si volse verso di loro schernendoli con la sua risata.
-Moriremo, lo sapevo!!- urlò una Witchmon isterica per la paura.
-Non avremmo dovuto far entrare qui i digiprescelti.- borbottò un vecchio mago, prima di ricevere un colpo di scopa in testa.
-Smettila di dire fesserie, vecchio bacucco!- urlò Babamon, infuriata -Quei ragazzi stanno combattendo per noi!- continuò indicando i ragazzi e i loro digimon presenti, ma alludendo a tutti i digiprescelti.
-Quello che dobbiamo fare è sostenerli! O credete forse che senza di loro la città non faccia gola a Daemon, brutti cretini?!- sbraitò continuando ad agitare la scopa con ferocia mentre Jijimon tentava di placarla.
-Per favore, Babamon!-
-Zitto, o ci passi pure tu!-
-Ma se gli dessimo quel bambino... - iniziò la Witchmon isterica, per poi rimangiarsi la proposta incrociando gli occhi spiritati della tutt'altro che attempata nonnina.
-Chi vuoi dare a chi, tu?!- berciò quella agitandosi ancora di più. -Il mio nipotino non si tocca!- Tanto era furiosa, che i combattenti si fermarono ad osservare la scena, basiti. DeathMeramon arrivò a pensare che sarebbe stato utile arruolare la vecchia megera, poi scoppiò a ridere.
-Davvero commovente, l'affetto che provi per quel mostriciattolo, Babamon.- disse, attirando su di sé la sua attenzione e la sua furia. -Non sarebbe più facile per voi restituirlo al grande Daemon?-
Babamon si avvicinò a lui, stringendo saldamente la mano intorno al manico della ramazza. -Forse hai il prosciutto nelle orecchie, giovanotto. Mio nipote non si tocca!! Empress Haze!!-
Agitando la scopa davanti al brutto muso metallico del giovanotto dalle orecchie foderate di prosciutto, Babamon generò una scura nebbia violacea.
-Via via via, prescelti!- urlò, spazzando l'aria con foga per spingere la nebbia contro l'avversario. Lilymon afferrò Mimi e Miyako, allontanandole appena in tempo dalla zona impestata. Non appena la nebbia viola entrò a contatto con la sua pelle scura, DeathMeramon cacciò una lunga serie di gemiti inarticolati carichi di dolore, mentre vescicole chiare gli spuntavano ovunque e la nebbia respirata gli bruciava i polmoni.
-Presto, non c'è tempo da perdere!- esclamò Jijimon spingendo Hiroyuki. -Dovete distruggere il cristallo, qui ci pensiamo noi!-
-Aspettate... - iniziò Miyako.
Hiroyuki la fermò.
-Sono a livello Mega, sanno il fatto loro.-
-Sì ma... questi digimon di Daemon sembrano ignorare cosa siano i livelli.- borbottò lei mentre DeathMeramon continuava a gemere e agitarsi, senza poter vedere nulla davanti a sé che non fosse quella stupida foschia. Iniziò a colpire l'aria alla cieca.
-Maledetta vecchia!- gracchiò con voce roca -Che il cielo mi fulmini se non ti ammazzo!-
Babamon, dal canto suo, ghignava contenta e spinse a sua volta via le due ragazze, ignorando un sentito -Che ti si rompa una rotula, vecchia cariatide!-
-Accompagnali!- esclamò Musyamon a Lilymon.
-Va bene!- esclamò lei.
-Un piccolo regalo, prima.- disse Jijimon generando delle sfere di luce che investirono i sei, rimarginando loro le ferite subite.
-Mi sento come rinato!- esclamò sorpreso il digimon falco, sbattendo le ali e alzandosi in volo accanto alla sua amica. -Posso combattere di nuovo!- esclamò.
-Purtroppo anche questa nuova energia si esaurirà se non distruggerete i cristalli di Dramethyst.- disse Jijimon crollando a terra, esausto. -Fate presto, ragazzi.-
-Va bene.- esclamò Mimi, scambiò una rapida occhiata con gli altri e iniziò la sua corsa verso l'esterno.
-Hawkmon shinkaaaaa... Aquilamon!!-
Fintanto che aveva energia in corpo, Aquilamon decise di rendersi utile e afferrati Miyako e Hiroyuki, si alzò in volo seguito da Lilymon e Mimi, oltre la nebbia, per superare DeathMeramon.



Garudamon atterrò fra Thunderbirmon e i maghi, e la prescelta dell'Amore scivolò agilmente giù dal suo corpo maestoso per dirigersi verso gli alleati.
-Non c'era bisogno di farlo!- esclamò -Era già stato sconfitto!-
I maghi protestarono.
-E quindi?! E' un nemico!-
-Dobbiamo ucciderlo!-
-Dobbiamo ucciderli tutti!-
Lei inorridì.
Come potevano parlare a quel modo? Come potevano essere così spietati?
Poi, come in un flashback, le tornarono alla mente tutti i momenti in cui lei e gli altri avevano ucciso i loro nemici. I loro digimon si erano macchiati del sangue di altri digimon. Lei stessa non riconobbe la stessa ragazza di pochi attimi prima.
Si sentì come sporca. Colpevole.
Guardò Thunderbirmon con enorme dispiacere, certo era un nemico ma...
Il digimon volatile respirava pesantemente e i suoi dati si separavano fra loro sempre più rapidamente. E tuttavia si sentì insultare dalla pietà della ragazza.
-Smetti di piangere, mocciosa.- gracchiò. -Non macchiare il mio onore.-
Sora mosse un passo verso di lui, con la mano stretta al petto.
Thunderbirmon usò le sue ultime forze per spalancare la bocca e caricare un onda elettrica contro di lei. Un attimo e Garudamon lo colpì dall'alto con un possente pugno, schiacciandolo al suolo e uccidendolo all'istante. Il suo sangue e i suoi dati schizzarono su di lei e Sora. La ragazza rimase immobile, con gli occhi persi nel vuoto mentre i dati del generale solcavano l'aria, unendosi ardenti alle scintille della battaglia.


La catena di DeathMeramon s'attorcigliò alla caviglia di Mimi, strattonandola.
Con un grido di sorpresa da parte di entrambe, Lilymon perse la presa della mano dell'amica, che cadde a terra, davanti al nemico.

-Mimi!-
Dolorante, la prescelta della Sincerità si ritrasse, intimorita dalla stazza del nemico che incombeva su di lei.
-Prima mi occuperò di te, poi di quella vecchia megera.- disse il generale sghignazzando. -Ti trasformerò in un bel mucchietto di cenere, ragazzina. Heavy Metal-
-Flow' Cannon!-
Il cannone floreale colpì di striscio il generale sulla tempia grazie ai riflessi di quest'ultimo, che si scansò appena in tempo. Barcollò irritato, mentre Mimi ne approfittava per allontanarsi da lui e Lilymon atterrò con grazia davanti a lei.
-Mimichan!- urlò Miyako -Dobbiamo tornare indietro, presto, Aquilamon!-
-Andate!- esclamò però l'amica -Distruggete il cristallo!-
-Ma...-
-Se torniamo indietro tutti, perderemo solo tempo.- disse Hiroyuki, stringendo i denti.
-Cos'è, vuoi restare qui a trattenermi?- rise DeathMeramon -Vuoi fermarmi? Non pensi di pretendere un po' troppo da te stessa, mocciosa? Credi di riuscire a proteggere questi pezzenti e i tuoi amici, se non puoi nemmeno proteggere te stessa? Voi digiprescelti avete davvero senso dell'umorismo, ahahahaha!-
Lilymon si pose fra la sua digiprescelta e il colosso muscoloso assottigliando gli occhi e sudando freddo, mentre il nemico accorciava le distanze fra loro.
-Non ti avvicinerai a lei.- sibilò, centellinando le energie per l'attacco successivo.
-Certo, certo.- scosse il capo il generale -Vediamo come farete a proteggere tutti!- esclamò con un urlo sgraziato. -Heavy Metal Fire!-
Il soffio rovente di fiamme azzurre divampò dalla bocca del digimon incendiando l'aria circostante. Alle spalle di Mimi, i digimon indifesi della città si strinsero impauriti contro una parete. La ragazza e la sua digimon, però non si mossero dalla loro posizione.
In quel momento, entrambe sapevano cosa fare e sui loro petti spiccava il simbolo della Sincerità.
Mimi portò la mano al digivice.

Program Execution: Arcana
Running: The Hanged Man

Dal digivice fuoriuscì uno scettro verde intarsiato di decorazioni floreali. Le fiamme che s'avventavano come vive contro di lei erano spaventose, eppure, se pensava a tutte le morti che poteva evitare, Mimi si sentì spingere contro di esse, contro la paura stessa, e afferrato lo scettro che roteava a mezz'aria sopra la sua testa, lo puntò contro il digimon.
-A qualunque cosa tu serva, fermalo!- urlò.
Dalla punta dello scettro scaturì una fiumana di rovi verdeggianti che penetrò le fiamme senza esserne scalfita se non in parte. L'intreccio si aprì poi, come una grande ruota e si avvolse intorno al fuoco azzurro, soffocandolo.
DeathMeramon rimase sconcertato.
Mimi ancora di più.
-Flow' Cannon!-
-Kurisute Gomen!-
Fortunatamente, Lilymon e Musyamon avevano deciso di rimandare lo stupore a dopo e scagliarono il nemico diversi metri più in là con le loro potenti tecniche.
Mimi si guardò le mani, ancora sorpresa da cosa avesse appena fatto, mentre Babamon approfittava del momento per dare al giovanotto in fiamme un'altra lezioncina con la sua scopa.


Davanti al cristallo di Dramethyst la situazione era critica. Aquilamon risentiva enormemente del potere del minerale, che gli sottraeva le energie in quantità maggiore tanto più ci stava vicino. Tutt'intorno a loro, c'erano i corpi indeboliti dei digimon che avevano tentato l'impresa prima di loro. Erano allo stremo.
Omegamon si stagliava nel cielo notturno, ma la sua fierezza era stata piegata dalla durezza dello scontro.
“Sono troppi anche per lui.” pensò Miyako, in un primo momento, prima di scorgere una sagoma più piccola, ma terribilmente familiare, colpire la fusione dei due mega con un mare di fiamme.
-Dae-Daemon... - balbettò stringendosi nelle spalle, terrorizzata.
-Dobbiamo fare presto, Miyako!- la riprese Aquilamon, mettendosi dietro di lei per contrastare i soldati nemici pronti a fare la pelle alla sua amica.


Babamon e la sua scopa non vinsero sul giovanotto in fiamme loro malgrado. In un eccesso d'Ira, la forza di DeathMeramon divampò ed afferrata la ramazza della digimon, la incenerì in pochi istanti e colpì l'anziana con un calcio, scagliandola lontano.
-Babamon!- urlò Mimi.
-Tesoro!- Jijimon corse da lei.
-Adesso basta giocare con mocciosi e vecchi.- ruggì DeathMeramon, il fuoco azzurro ormai lo rivestiva come una seconda pelle. -Vi ucciderò tutti in nome del grande Daemon! Heat Chain!-
Nero di rabbia scagliò la sua catena rovente verso la ragazza, per trafiggerla, ucciderla, portare la sua testa al suo signore insieme al bambino. Daemon sarebbe stato fiero di lui, l'avrebbe glorificato e finalmente gli avrebbe concesso il potere che meritava!

La catena, però, si fermò a pochi centimetri dalla testa della ragazza, intrecciata in una lunga e robusta frusta di rovi. Il digimon strattonò la propria arma per liberarla, ma ottenne solo un piccolo gemito. All'altro capo della frusta, Mimi e Lilymon resistettero strenuamente.
-Ora basta.- disse la sedicenne -Questa stupida guerra deve finire.-
-E finirà, eccome se finirà!- tuonò DeathMeramon dando l'ennesimo, potente strattone che trascinò Mimi contro il suo pugno rivestito di fiamme.
Un attimo.
Musyamon scattò.
Un battito di ciglia.
Non sarebbe mai arrivato in tempo.
Un forte pugno investì in pieno il generale, respingendolo lontano, facendolo rovinare nella polvere. La prescelta della Sincerità ruzzolò a terra e si mise in ginocchio, dolorante  e col cuore a mille. Alzò lo sguardo per vedere Hiroyuki Urameshi pararsi davanti a lei.
-Non te la cavi male, Tachikawa.- le disse il ragazzo, riconoscendo che la principessina, contrariamente a quel che pensava, le palle le aveva e pure cubiche. Il prescelto del Vigore si fece schioccare tutte le dita, pregustando la lotta. Perché certo non aveva intenzione di lasciare il divertimento della ribalta solo a Musyamon.
Di primo acchito, a Mimi e Lilymon le sue mani enormi sembrarono un'esagerata deformazione illusoria causata dal calore che incendiava l'aria, ma ad un secondo sguardo, le due si resero conto che i pugni del prescelto erano inguainati in grandi guanti d'armatura.
-Ma... quelli...? -
-La Forza.- annuì il teppista. -Da adesso ci penso io.-


Koushirou si trascinò sul pavimento di dati, dolorante.
-Dannazione... come abbiamo fatto a non capirlo... - disse a denti stretti. -Avremmo dovuto capirlo che eri tu il traditore... -
Wisemon socchiuse gli occhi.
-Un grave errore fidarsi così ciecamente... - disse con rammarico.
Accanto a Koushirou e Tentomon, Ken tentava di tenere Reseph al sicuro dal nemico doppiogiochista.
I dati sotto di loro, però, s'aprirono come una voragine, inghiottendoli, mentre il mago sfogliava le pagine del suo libro con calma apparente.








Fine Capitolo 23






Note: Wow, ho aggiornato prima del previsto! E finalmente Mimi ha tolto fuori le palle cubiche. Credetemi, ci tenevo davvero a questa scena, anche se non è uscita proprio come l'avevo programmata. A cominciare dalla ripresa di Aquilamon. In realtà, Mimi e Hiro dovevano darsi il cambio e lei doveva combattere con un Devimon random per distruggere il cristallo,, ma Jijimon si è messo in mezzo, poi Babamon si è scatenata, a questo punto, le mani hanno scritto da sole. Oh, aggiungeteci anche che per sbaglio mi si è cancellata parte del capitolo qualche giorno fa e ho dovuto riscriverla. E tanti cari saluti al Devimon random.
Poi Daemon è sceso in campo e tatataaaaan. Con tutti questi eventi che s'intrecciano, la narrazione viene difficile, perciò molte scene mi vedo costretta a "tagliarle". Dubito che interessi a qualcuno vedere il signore dell'Ira fare riti scaramantici prima di gettarsi nella mischia. (no, ok, questa scena non esiste, ma ci siamo capiti, spero). Il traditore si è mostrato e Omegamon è nella merda.

Bene, direi, no?
L'Arcana di Mimi ha il significato della scelta e del sacrificio e sono giunta a affidarglielo dopo tanto penare. Mentre per Hiro avevo già deciso dall'inizio.
Che ci volete fare, è raccomandato u.u

Che succederà ora a  Reseph e Ken? (E Koushirou, dettagli)
Hiroyuki e Musyamon pesteranno a sangue DeathMeramon?
Babamon troverà una nuova ramazza?
Appuntamento al prossimo capitolo: "Luna Aggraziata"

Hiro: Dal titolo non mi sembra si parli di noi!
Matadormon: Olè, quanta poca grazia.
Ylenia: Te la do io la grazia, adesso, razza di fenomeno da baraccone. *incocca la freccia*

Ps: se vedete errori o incongruenze, vi prego di dirmelo, voglio davvero migliorare questa storia, ci tengo molto. Bacioni e alla prossima!!




























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Capitolo 24
*** 24.Luna aggraziata ***


tw24

Capitolo 24: Luna Aggraziata





Le lacrime solcano le mie guance,
gli occhi arrossati bruciano

Violente come un fulmine,
le grida d'amore di qualcuno.
Non importa quanto sia buio
So di non essere sola.
La luce lunare splende su di noi.

(Moon Pride, Momoiro Clover Z)



Koushirou si trascinò sul pavimento di dati, dolorante.
-Dannazione... come abbiamo fatto a non capirlo... - ringhiò a denti stretti. -Avremmo dovuto capirlo che eri tu il traditore... -
Wisemon socchiuse gli occhi.
-Un grave errore fidarsi così ciecamente... - disse con rammarico.
Accanto a Koushirou e Tentomon, Ken tentava di tenere Risei e Mika al sicuro dal nemico doppiogiochista.
Wisemon sfogliò le pagine del suo libro con calma apparente, prima di pronunciare una qualche formula e i fogli intarsiati di scritte e formule si sfogliarono rapidamente, mentre il tomo s'ingrandiva. Poi di colpo le pagine smisero di girare e i ragazzi e i digimon ne furono letteralmente aspirati.
Wisemon richiuse il suo prezioso volume e recitò una seconda formula, poi si rivolse al digimon che aveva innanzi.
-Sospettavo da tempo che qualcosa non andasse in te, Mistymon. Ma speravo fosse soltanto uno stupido sospetto dovuto al clima di Digiworld, invece... -
Mistymon, impassibile, mosse alcuni passi verso di lui.
-Cosa ti ha promesso Daemon per farti vendere la tua città?-
-Sicuramente molto più di quanto questa città possa offrirmi, visto che da molto ormai, sono l'essere più potente che vi abiti.-
-La tua superbia è ridicola.- rispose Wisemon, mentre fra le sue mani si condensavano due potenti sfere di energia.
-La tua resistenza è ridicola, vecchio mio.- rise quello -Anch'io sospettavo di te. Sospettavo che non avessi scelto la statua come nascondiglio per il marmocchio. E quando lo consegnerò al grande Daemon, questa città, questo insulso posto scomparirà per sempre!-
-Dovrai passare sui miei dati agonizzanti, prima.-


All'interno del libro, era stato allestito un piccolo laboratorio, più un nido in cui rifugiarsi per fare ricerche in santa pace, con pochi comfort strettamente necessari e coi mezzi per studiare e catalogare materiali di ricerca. C'erano molti libri raccolti in una fornita libreria, alcuni riguardanti il mondo umano. Su una scrivania c'erano strumenti da laboratorio chimico accatastati più o meno alla rifusa e, in un angolo della stanza, un frigorifero e un letto.
C'era una sola porta, con dentro il bagno, nessuna entrata, nessuna uscita. I ragazzi, potevano comunque sentire i discorsi dei due digimon maghi all'esterno. Koushirou non era per nulla contento di essere stato confinato là dentro. In qualsiasi altra occasione avrebbe dato chissà cosa per farsi un soggiorno là dentro e studiare tutto quel materiale, ma non poteva sopportare che il saggio digimon si sacrificasse per loro. Ingenuamente aveva sperato non dovesse più accadere.
-Wisemon, facci uscire, possiamo darti una mano!- esclamò.
Risei indietreggiò guardando verso il soffitto, concentrato sulle voci, e finì per urtare Mika. La piccola tremava alle sue spalle.
-Non avere paura.- le sussurrò prendendole la manina. -Non permetterò che ti facciano del male.-
-E neppure io.- replicò Bakumon.
-Ma io ho paura per te, Risechan!- replicò la bambina stringendogli la mano.
-Nessuno vi farà del male.- s'intromise Ken, mettendo loro le mani sul capo.
-E lo stesso vale per te, Ken.- replicò Koushirou, dandogli una pacca alla spalle.
-Non sei solo, te lo ricordi, vero?-
-Noi saremo pronti a difendervi in ogni momento.- aggiunse Tentomon, parlando a nome degli altri digimon che annuirono con grinta.
-Wisemon, facci uscire!- esclamò improvvisamente Risei.
-Fammi combattere, cappuccetto rosso!- gli fece eco Black Koromon, ribollendo d'energia e, fra la sorpresa generale, s'illuminò.
Risei lasciò andare il corpicino scuro e rotondo del piccolo digimon, mai come in quel momento si erano sentiti così sulla stessa lunghezza d'onda. E dire che pensava gli fosse capitato un attaccabrighe di digimon, uno con cui non avrebbe mai legato al punto di farlo addirittura evolvere. E lo stesso dovette pensare il digimon, riguardo a quel bambino mezzo umano che la violenza non la concepiva proprio. Eppure...
-Black Koromon shinkaaaaaaaaa.... Black Agumon!-



*Digimon Analyser*


Black Agumon

Livello: Intermedio
Tipo: Rettile
Tipologia: Virus
Attacchi: Baby Flame: Black Agumon, come Agumon, è capace di sputare fuoco dalla bocca per combattere il nemico.
Spitfire: Spara dalla bocca una palla di fuoco.
Mach Jab Combo: Una scarica di pugni dati a gran velocità.
Uppercut: un potente pugno dal basso verso l'alto che stende il nemico.




Il neo evoluto digimon fece schioccare le giunture delle zampe, i suoi occhi gialli brillavano di ferocia battagliera.
-Baby Flame!-
Dalle sue fauci divampò una potente fiammata che annerì il soffitto del rifugio, purtroppo senza scalfirlo.
-Sarebbe stato troppo semplice.- commentò giustamente Tentomon.
Black Agumon però non accettava l'idea di essere sopraffatto da qualcosa come una stupidissima barriera, perciò replicò l'attacco con più potenza di prima.
-Non avrai quel bambino.- disse Wisemon, prevedendo che non sarebbe riuscito a trattenere i digiprescelti a lungo e tantomeno il nemico che avevano di fronte. L'uno era molto forte e abile, gli altri erano testardi.
-Baby Flame!-
Molto testardi.
-Perché vuoi proteggere un'esistenza come la sua?- gli domando derisorio Mistymon.
-Perché sicuramente vale più di quanto Daemon ti abbia pagato.- rispose Wisemon velenoso. -La mia vita è votata al nostro mondo e se c'è qualcuno che potrà salvarlo, io non mi risparmierò.-
Mistymon avvertì il potere magico fluire dal corpo dell'altro mago e indietreggiò, preparandosi a qualunque attacco magico avesse in mente.
-Digiprescelti, seguite la luce e non voltatevi indietro.- disse, lasciando andare una delle sue sfere energetiche all'interno del suo libro. La luce dorata sfrecciò fra i ragazzi lasciandosi dietro una scia di tante piccole luci, che scomparvero quasi immediatamente nel buio di un passaggio creatosi là dove prima c'era il bagno.
-Wisemon...- sussurrò Koushirou.

-Kou, che facciamo?- domandò Tentomon, che voleva proteggere l'amico, ma che non voleva neppure abbandonare l'alleato.
-Dannazione.- commentò Ken superandolo e spingendo i bambini davanti a sé, nel passaggio.
-Presto, venite!-
-Sei proprio deciso a morire, Wisemon?-
-Vedremo chi morirà. Certo non ti farò mettere le mani sulle speranze del nostro mondo. Eternal Nirvana!-


°



-Che colpo di fortuna, trovare proprio te qui, giovinetta.- esclamò teatrale come al solito Matadormon quando vide Ylenia arrivare in groppa a Gryzmon.
-Accidenti.- borbottò la digimon, osservandolo.
L'Analizzatore Digimon le diede immediatamente informazioni sul nemico che avrebbe dovuto affrontare.


*Digimon Analyser*



Matadormon

Livello: Evoluto
Tipo: Non Morto
Tipologia: Virus
Attacchi: Chouzetsu Rappashuu: Attacca i nemici coi suoi calci mortali sia per la sua tecnica marziale Bulldog che per le lame che ha nei piedi.
Thousand Arrow: Scaglia contro il nemico le lame metalliche che ha sulle mani.



“Sembra non sarà facile.” pensò la ragazza.
-Ylenia, io lo terrò occupato, tu distruggi quel cristallo.- disse Gryzmon, col pelo irto. Sarebbe stato un duro scontro per lei, ma doveva farcela.
-D'accordo.- rispose la ragazza.
-Tsk, tsk, tsk! Non così in fretta, giovinetta.- fece Matadormon agitando “l'indice” in segno di diniego. -Il grande Daemon vuole tuo fratello vivo, ma per te ha espressamente ordinato di ucciderti. Non preoccuparti, però, giovinetta. Sarò rapido e aggraziato, non proverai dolore.-
-Preoccupati per te.- replicò lei, con un ghigno. -Perché io non devo ucciderti e ti riempirò di mazzate che neppure il grande Daemon ti riconoscerà.-
Gryzmon sudò freddo.
-Veramente dovrei combatterci io, perciò non farlo innervosire, per favore... -
Matadormon scosse appena il capo, divertito, poi scattò, lanciandosi verso Gryzmon e Ylenia con velocità sorprendente.
-Chouzetsu Rappashuu!-
Con potenza, il digimon sferrò un calcio verso la digimon orso, che, pronta di riflessi, riuscì a schivarlo per un soffio. La lama colpì il terreno creando una voragine contornata da lunghe crepe che tagliava la strada in tutta la sua larghezza.
-Accidenti...- commentò Ylenia, deglutendo.
-Tsk.- fu invece il commento di Gryzmon. Davanti a loro c'era la voragine e il nemico era dall'altra parte di essa. E, ovviamente, dietro di lui c'era il cristallo.
Le due amiche rimasero momentaneamente indecise sul da farsi, quando la terra tremò violentemente accompagnata dal rombo di un esplosione. Nel cielo notturno si levò alta una nube di polvere. Oltre i tetti degli edifici distrutti dalla furia dei combattimenti si stagliava la sagoma ferita e tremante di Omegamon, ormai più simile ad una carcassa che ad un cavaliere bianco nella sua imponente armatura.
Taichi e Yamato si reggevano a lui, ma erano solo chiazze colorate sul corpo del digimon, difficile dire se stessero bene o meno.
-Attenti!- urlò Ylenia d'un tratto, ma la sua voce risuonò vuota nel caos mentre Daemon piombava sul cavaliere di Coraggio e Amicizia come un meteorite avvolto da fiamme scure colpendolo in pieno stomaco e schiacciandolo al suolo. Omegamon emise uno straziante rantolo strozzato.
-Oh mio Dio!- Ylenia si coprì la bocca con le mani. -Fratellone, Tai, Omegamon!- emise. -Presto, dobbiamo aiutarli!- esclamò aggrappandosi con forza a Gryzmon. La digimon fece per ribattere qualcosa, ma fu interrotta da Matadormon, che scagliò contro lei e Ylenia alcune delle sue lame. Grazie ai propri riflessi riuscì a scrollarsi la prescelta di dosso, evitandole una morte atroce, ma di contro, non riuscì a schivare del tutto la lama destinata a lei che le trafisse la spalla facendola urlare di dolore.
-Gryzmon!- urlò la ragazza, rialzandosi, ammaccata ma viva, correndo verso l'amica digitale.
-Sto bene...- la rassicurò lei, facendo per rimuovere l'artiglio metallico, ma quello si mosse da solo d'improvviso e le scavò nella carne strappandole un altro urlo, prima di estrarsi e tornare in volo dal suo proprietario.
Fu in quel momento che le due prescelte assistettero ad uno spettacolo che avrebbe mandato Taichi in brodo di giuggiole se non fosse stato impegnato a cercare di restare vivo contro Daemon. A loro però, vedere il variopinto generale aprire la bocca mostrando file di denti appuntiti fece accapponare la pelle. Matadormon leccò la lama con avidità, succhiandone via il sangue.
-Mediocre...- commentò dopo -Credevo avrebbe avuto più gusto, ma evidentemente tutto questo mischiarsi di odori m'ha tratto in inganno. Non siete avversarie alla mia altezza, giovinette. Siete fortunate.- i suoi occhi violacei brillarono maligni -Altrimenti vi avrei riservato una morte lenta e dolorosa. ThousEHI! Dove siete finite?!-


°


Una fitta coltre di fumo nero e rosso che bruciava i polmoni ad ogni respiro avvolgeva ogni cosa, circondandoli in mezzo alla distruzione. Tutt'intorno ad Omegamon, il mondo pareva essere scomparso.
Storditi, i due prescelti di Coraggio e Amicizia, non udirono altro che un ronzio confuso, un rumore bianco, una spaventosa interruzione al caos della battaglia.
Ma poco a poco, le loro orecchie tornarono ad udire il clangore delle lame, le urla dei digimon e degli umani, i ruggiti, gli alti gemiti della straziante agonia.
Spaventati si cercarono con lo sguardo, trovando rassicurazione l'uno nella presenza nell'altro. Come anni prima, contro VenomVamdemon, quando si erano tenuti per mano. Ripeterono quel gesto, per trasmettersi il coraggio a vicenda.
I cupi scricchiolii delle giunture del loro compagno digimon li trascinarono nuovamente in quel presente poco confortevole, in cui quella stretta di mano perdeva efficacia. Ma poi videro il possente cavaliere rialzarsi, seppur a fatica, e le loro mani si strinsero con forza, ostinate, aggrappate ai sentimenti di quel giorno che mai erano cambiati. Ritrovarono lo spirito combattivo.
-Omegamon, come stai?- domandò Taichi.
-Potrei star meglio.- ribatté quello sorreggendosi con la spada.
-Ti prego resisti!- lo supplicò Yamato.
I due ragazzi corsero verso il loro digimon ma una sferzata di vento oscuro aprì una breccia nella coltre di fumo e investì in pieno i tre spazzandoli via.
L'enorme corpo di Omegamon fu trascinato fra gli edifici distruggendo tutto ciò che incontrava sul suo cammino. La lucente corazza bianca del cavaliere fu raschiata e ammaccata in più punti, oltre che sporcata di terra e polvere.
I due digiprescelti, invece, furono sbalzati dal vortice nella direzione opposta e ricaddero malamente l'uno sull'altro prima di ruzzolare su ciò che restava del lastricato.
Doloranti, tentarono di rimettersi in piedi, ma rimasero inermi a guardare tremanti d'orrore il Signore dell'Ira emergere dal fumo nero. I suoi occhi chiari brillavano nell'oscurità celati anche dal cappuccio che ne nascondeva i lineamenti bestiali. Taichi era l'unico, oltre a Neo, ad aver visto quel brutto muso, e già temeva di vederlo ancora. Nessuna descrizione avrebbe potuto preparare gli altri a quella visione. Ringraziò in un primo istante che Cappuccetto Rosso se ne stesse ancora imbacuccato sotto le sue vesti, perché non era proprio un figurino da calendario, ma subito dopo si rese conto che quegli stessi abiti non solo erano ancora al loro posto, ma erano anche perfettamente integri.
E Daemon era veramente incarognito.
I suoi occhi di ghiaccio pareva volessero polverizzarli sul posto.
Omegamon caricò il GaruruCannon, ma il demone lo anticipò.
-FLAME INFERNO!- ruggì e dalla sua mano tesa divampò un fiume di fiamme infernali che investirono l'indebolito guerriero.
-Omegamon!- gridando, Taichi e Yamato corsero verso il loro amico e custode.
-CHAOS FLARE!-
La voce del demone li raggiunse solo dopo che un vortice di fiamme tagliò loro la strada e la fuga, costringendoli prigionieri nell'occhio del ciclone. I due urlarono e incespicarono l'uno sull'altro mentre le mura di fuoco rotearono ardenti tutt'intorno. Il calore era atroce, i due si asciugarono il sudore sotto il mento e dalla fronte prima di rimettersi in piedi. Il calore era tale da impedire loro di avvicinarsi al muro di fuoco, figurarsi attraversarlo. Il loro campo visivo era ridotto ad un cerchio di celo sopra la loro testa, ma le urla di Omegamon, urla strazianti di puro dolore, superarono il fragore del fuoco.
-Omegamon!- urlarono in sincrono i due ragazzi, i volti impolverati rigati da lacrime salate che presto s'asciugarono per il calore.
-Credevate davvero, stupidi mocciosi- tuonò la voce di Daemon con una punta di crudele divertimento -voi e gli abitanti di questa città di poter fermare il mio esercito?-
Daemon scagliò nuovamente le sue fiamme infernali contro Omegamon colpendolo in pieno ventre. Di riflesso, la torre di fiamme divampò, costringendo i prescelti a stringersi l'uno all'altro, privi di vie di fuga.
Una seconda ondata di fiamme investì e uccise o ferì malamente molti dei digimon alleati che tentarono di prestare soccorso ad Omegamon. Taichi e Yamato non li videro, ma Omegamon assistete straziato alla loro agonia e tentò di rialzarsi, animato dal suo Coraggio e dal forte sentimento d'Amicizia che albergava nel suo cuore.
-Credevate davvero di avere solo una possibilità contro di me?- ruggì nuovamente Daemon, con le zanne e i denti affilati che s'intravvedevano da sotto il cappuccio.
Un altro colpo, Omegamon cadde nuovamente. Ustionato, ferito, sofferente.
-Omegamon!- urlò Taichi. -Non arrenderti, ti prego!-
-Resisti!- gli fece eco Yamato.
Omegamon non riuscì a sentirli, perché le sue stesse urla sovrastavano il caos.


°


Jou e Zudomon, a differenza dei loro amici, avevano avuto fortuna.
Ad attenderli al varco non c'era un generale, ma un piccolo battaglione di digimon, anche se dannatamente agguerriti, capeggiati da un gigantesco Raremon.
Zudomon schioccò l'enorme lingua contro il palato e fece un sorrisetto maligno rivolto agli invasori.
-Aspetta...- tentò di trattenerlo, Jou ed esaminò i dati di Raremon per vedere se c'era qualcosa che potesse essergli utile.



*Digimon Analyser*


Raremon

Livello: Campione
Tipo: Non Morto
Tipologia: Virus
Attacchi: Hedoro: Attacca i nemici con un potente getto d'acido corrosivo.
Kusai Gas: Emette una zaffata di gas maleodorante dalla bocca che stordisce i nemici. Altamente infiammabile.


-Nulla che non sapessimo già.- commentò Zudomon.
-Forse... riesci a farmeli superare?- domandò Jou.
Un lampo birichino negli occhi del mostro marino spinse il prescelto dell'Affidabilità ad aggiungere in fretta -Possibilmente in un modo che non comporti anche la mia dipartita, grazie.-
-Come sei noioso, Jou.- lo prese in giro il digimon. -Pensi che io ti faccia rischiare la vita senza garanzie?-
-Shinkansen.- gli rispose solamente l'altro.
-Eri tu quello che voleva arrivare in tempo per gli esami ad ogni costo.-
-Ma vivo.-
-Perché, sei morto?-
Uno a zero per lui.
Certo, a Gomamon non era venuto un infarto a sfrecciare a trecento chilometri orari e passa su, non dentro, su, un treno!
-Dimmi solo quando sei pronto.- disse comunque il digimon dell'Affidabilità.
I soldati di Daemon si scagliarono contro di loro.
-Hammer Spark!- Zudomon levò alto il suo martello in Digizoide e lo sbatté con forza sul terreno. Il potente fulmine che ne scaturì sfrecciò contro l'orda nemica, investendone una parte. Il Raremon sopravvisse al potente attacco e avanzò verso di loro strisciando a rapida velocità. Lasciandosi dietro maleodoranti pozze di fango.
-Hedano!- ruggì gracchiante e spruzzò dalle fauci spalancate un potente getto d'acido. Zudomon non ne fu impressionato.
-Guarda questa nuova mossa che ho imparato!- annunciò orgogliosamente all'amico che si reggeva ad uno degli spuntoni del suo guscio.
-Ice Lord Bump!-
Un'ondata di ghiaccio si levò alta fra i due digimon e l'acido s'infranse contro di essa. Corrose centimetri su centimetri di quella potente onda, ma, tanto era spessa, che non riuscì ad oltrepassarla e altro ghiaccio riparò il danno, senza smettere di avanzare con la potenza di uno tsunami. Avanzò spingendo violentemente Raremon e facendolo crollare addosso ai suoi commilitoni.
-Grandioso!- esclamò Jou, con la mano sul digivice.
-Ora, Jou?-
-Ora.- rispose il ragazzo.

Program Execution: Arcana
Running: The Temperance

Dal digivice del Prescelto dell'Affidabilità fuoriuscì una piccola sfera di luce. Quando Jou chiuse il pugno intorno ad essa, essa mutò, condensandosi a formare un bisturi. Jou rimirò per un attimo quell'oggetto, che racchiudeva per lui molteplici significati: ciò che temeva, ciò che mirava di essere. In quel momento era il piccolo mezzo col quale avrebbe aiutato i suoi amici. Aveva già usato Temperance, durante gli allenamenti e quando aveva visto quella lama la prima volta ne era rimasto deluso.
Che cosa poteva fare quel piccolo bisturi contro un intero esercito?
-Ice Lord Bump!- Zudomon replicò l'attaccò, scatenando sui soldati una seconda ondata gelida che li travolse e imprigionò e continuò a levarsi alta, sormontando persino il corpo massiccio del Raremon. Una strada di ghiaccio si costruì nell'aria raggiungendo il cristallo di Dramethyst. Il resto del ghiacciò circondò il nemico ai lati, imprigionando il plotone in una prigione gelida in modo da impedire loro la ritirata o l'aggressione al suo digiprescelto.
Jou saltò sul palmo della zampa del suo digimon e quello lo lanciò sulla superficie ghiacciata.
-Vai!-
Jou riuscì ad atterrare senza rompersi l'osso del collo. Non si fermò ad imprecare contro i modi grezzi di Zudomon e corse sul ghiaccio, sopra i nemici che urlavano e volevano fermarlo, inutilmente, non riuscirono a fare nulla contro il ghiaccio dell'enorme digimon marino.
Zudomon rafforzò con un'ulteriore ondata il punto debole della prigione ghiacciata. Jou, intanto, era arrivato alla fine della strada. Era troppo alto per saltare, ma, come aveva constatato con meraviglia la prima volta che aveva stretto Temperance in pugno, non fu un problema. Si concentrò sulla lama e su ciò che voleva fare. Espresse quel pensiero molto chiaramente, chirurgicamente, poi fece un rapido scatto col polso e la lama tagliò l'aria. Il fendente di un grigio chiaro tagliò obliquamente e di netto il malefico cristallo di Dramethyst.
Un coro di urla rabbiose fu il segno che un punto era andato ai prescelti e Jou ne era fiero. Con un altro scatto del polso, Temperance tagliò di netto le mura di alcuni edifici tutti intorno, che crollarono sulla truppa nemica. E Zudomon non poté essere da meno di Jou, anche se gli avrebbe lasciato tutta la gloria al momento giusto, ammirato dal cambiamento che vedeva ogni volta che Jou combatteva per i suoi amici. Se anche faceva poco, Jou lo faceva.
Poco a poco, Jou spianava la strada agli altri, e anche se questo passava in sordina molte delle volte, il successo era indiscusso.
Col suo martello, il digimon marino scagliò un potente fulmine e i nemici non ebbero scampo.
Osservarono insieme i dati dei morti che si levavano alti nel cielo. Il Prescelto dell'Affidabilità nascose il suo disappunto: erano in guerra.
-Perfetto, Zudomon!- esclamò, invece, arrampicandosi su di lui. -Presto, dobbiamo raggiungere Omegamon!-
-Sì!-


°



-Che sta succedendo?!- sbottò Matadormon, irritato.
-Le forze... stanno tornando...- disse Gryzmon. -Anche se non del tutto.-
-Jou senpai ce l'ha fatta!- esclamò Ylenia controllando la mappa sul suo digivice. Il punto grigio rappresentato dall'amico era in movimento da un cerchio vuoto segnato con una X rossa.
Una seconda X comparve sullo schermo del dispositivo.



°



-N-Non è... possibile... - rantolò Dokugumon facendo leva sulle sue robuste zampe per rialzarsi, inutilmente. Quelle crollarono sotto il peso della fatica e delle ferite e il suo tozzo ed enorme corpo ricadde al suolo con un tonfo sordo, alzando la polvere.
-Oh, è possibile.- rispose Mamoru, calciando un frammento del cristallo appena distrutto, Arcana in pugno. Vicino a lui, LoaderLeomon finiva di liberarsi della tela appiccicosa del generale.
-Hai commesso un grave errore, caro mio.- rispose Mamoru, grattandosi la testa con l'arma.
-Un... un errore?- rantolò Dokugumon, totalmente sconfitto dalla forza dirompente del leone della Giustizia.
Mamoru gli scoccò un'occhiata quasi pietosa.
-Senza offese, odio i ragni.- rispose il ragazzo, come se la cosa spiegasse praticamente tutto.
-Da quando sono qui...- continuò esasperato il moro -Non ho fatto che combattere con ragni. Alla fine sono esploso, mi sembra normale, no?-
LoaderLeomon non ribatté, sorvolò sul fatto che era stato lui a fare sempre la maggior parte del lavoro. Fra attaccare il generale e proteggere Mamoru paralizzato dalla sua tremenda aracnofobia, aveva avuto il suo bel da fare. Ma quando le tele venefiche del nemico si erano avvolte intorno al suo collo inceppandogli la criniera rotante, vedendo il suo digimon in difficoltà ed inerme, Mamoru aveva agito d'istinto invocando le due pistole che formavano The Justice e sparando all'impazzata, colpendo ragno e cristallo.
-Promemoria.- mormorò il digimon felino, fra sé -Io. Con te. Contro un ragno. Mai più!-


°



-E fuori due!- esclamò trionfale Ylenia. -Forza, Gryzmon, sbrighiamoci anche noi!-
-Sì!- rispose la digimon e accelerò la sua corsa, sentendosi oltre che rinvigorita, anche incoraggiata dai successi degli altri.
-Ora dobbiamo solo tornare a- -TROVATE!-
Con fragore fece la sua entrata in campo trionfale trapassando una fila di edifici alla loro destra. Gryzmon frenò bruscamente per evitarlo e Ylenia si strinse a lei con quanta forza poté per non farsi sbalzare via dalla groppa.
-Thousand Arrow!-
Le lame di Matadormon inseguirono le due e, nonostante Gryzmon riuscisse ad evitarle o si nascondesse dietro qualche palazzo, veniva puntualmente seguita.
-Ugh!- e colpita.
-Non posso avvicinarmi a lui, è troppo pericoloso...- mormorò frustrata.
Le urla di Omegamon sovrastarono il fragore circostante.
-Dobbiamo distruggere il cristallo!- esclamò Ylenia.
-Non così in fretta, giovinetta.- disse Matadormon scagliandosi contro di loro. Gryzmon, afferrò la sua amica e la scagliò in un vicolo lì vicino, ricevendo in pieno quel missile variopinto. Matadormon affondò le lame e le zanne nella pelle della digimon della Memoria che bramì di dolore.
-VAI!- urlò poi a Ylenia, poiché la ragazza era rimasta a fissare spaventata lo scontro. -VAI!-
La prescelta annuì e scattò, correndo a rotta di collo verso il cristallo di Dramethyst.
-Non crederai davvero di sfuggirmi?- la derise Matadormon.
-Chouzetsu Rappashuu!-
Una raffica di calci si abbatté sulla povera Gryzmon che emise solo dei deboli lamenti prima di venire scagliata via, sanguinante. Matadormon si lanciò subito all'inseguimento della ragazza che correva rapida come il vento.
Ylenia ebbe un tuffo al cuore quando il nemico le tagliò la strada.
-TROVATA!- esclamò trionfale.
"Dov'è Gryzmon?" fu il pensiero della ragazza prima di fare retrofront.
-Smetti di fuggire, giovinetta! Sarò rapido!-
-Non ci tengo a farmi ammazzare da te!- urlò di rimando al generale e gli fece rotolare addosso dei vecchi barili che stavano nel vicolo. Approfittando di quell'attimo di distrazione de generale, si dileguò. Matadormon, comunque, ci mise poco a liberarsi dell'ingombro e proseguì la caccia.
Ylenia diede fondo alla forza delle sue gambe.
Era vicinissima al cristallo.
Un paio di svolte e sarebbe arrivata e allora avrebbe seguito l'esempio di Jou e Mamoru.
Uscì dal vicolo proprio di fronte all'obbiettivo e attivò il suo programma Arcana.

Program Execution: Arcana
Running: The Moon

Il raggio di luce che uscì dal suo digivice si condensò in lungo arco bianco, intarsiato di gemme celesti e azzurre. La prescelta tese la mano per afferrarlo, ma una lama strisciò rapida ferendola e conficcandosi sul terreno alla sua sinistra.
-Giovinetta prevedibile.- disse Matadormon, richiamando la lama a sé e leccandone il sangue.
-Insipido. Una forza acerba... un vero peccato... -
-Dov'è Gryzmon?- esclamò Ylenia, afferrando il suo arco.
Matadormon alzò le spalle.
-Non lo so. Potrebbe essere morta. Non avevo interesse in un'avversaria così debole e poco aggEHI!-
Una freccia luminosa saettò verso di lui ferendolo allo zigomo destro.
-Rimangiatelo.- lo minacciò Ylenia. -Rimangiati quello che hai detto sulla mia migliore amica o la prossima finisce dove non ci batte il sole.-
Matadormon si leccò il sangue che gli colava lungo il volto spigoloso.
-Stupida ragazzina...- mormorò, con l'Ira che gli cresceva dentro.

Gryzmon tentò di rialzarsi, ma la ferita all'addome era veramente profonda e grave. Si sentì spacciata e delusa. Non era riuscita ad adempiere alla sua missione. Non aveva potuto proteggere Ylenia, né aiutare Omegamon.
“Mi dispiace...” pensò chiudendo gli occhi. “Forse alla fine potevo fare solo questo... non è giusto... mi spiace...”
Ylenia urlò in lontananza nel caos e quello strillo costrinse Gryzmon a spalancare gli occhi di scatto.
“Ylenia!”
Un altro urlo.
-YLENIA!!-

-AHAHAHAH! Balla! Balla, giovinetta!- Matadormon stava proprio divertendosi a usare la ragazzina come bersaglio. Due colpi su quattro andati a segno, doveva ammettere che era un topolino veloce, perché non l'aveva ferita troppo gravemente.
Ylenia gemette sonoramente tentando di estrarre una lunga lama dalla cosca.
-Thousand Arrow!-
Un'altra miriade di lame volò verso di lei. Ylenia saltò all'indietro schivandone alcune che si conficcarono in profondità nel terreno. Una le passò a pochi centimetri dalla spalla agganciandosi alla maglietta e trascinandola a terra.
-Maledizione!- imprecò la digiprescelta, non riuscendo a liberarsi rapidamente. E il nemico incombette subito su di lei.
-Addio, ragazza.- le disse Matadormon -Presto raggiungerai la tua amica pelosa.-
Ylenia tentò di difendersi con l'arco lunare, ma un'altra lama le ferì il polso. L'arma le cadde e rotolò diversi metri più in là. Tentò nuovamente con una freccia di Luce, ma il dolore delle ferite era tanto da impedirle di concentrarsi sull'energia. Ylenia chiuse gli occhi e pianse di rabbia e paura.

La mente di Gryzmon riportò la digimon a ricordare quei bei giorni trascorsi con Ylenia. Brevi momenti quotidiani. Avevano legato in pace e la guerra le stava distruggendo, perché, a quanto pareva, non erano forti abbastanza. Erano più deboli degli altri, ma, pensò, come loro erano unite. Ricordò con malinconia la foto fatta con la sua amica sulla ruota panoramica, solo l'anno prima.
Ylenia era così felice...
La stringeva forte, pervadendola del suo calore.
Gryzmon si trascinò nella polvere e nel sangue.
“Ylenia... Ylenia... “

-Chouzetsu Rappa-
Una furia lucente d'oro lo investì alle spalle, schiantando il Generale contro il cristallo di Dramethyst, il quale rimase, purtroppo, miracolosamente intatto.
Matadormon si alzò dolorante e vide la digimon urside marciare verso di lui avvolta dalla luce dorata della digievoluzione.
-Non ti permetterò di fare altro male ad Ylenia.- disse -Di distruggere la sua felicità.-
-Gryzmon, sei viva... lo sapevo... - La ragazza sussurrò il nome dell'amica, con le lacrime di gioia e sollievo a rigarle le guance.
-Vivremo altri giorni felici come quello.- continuò la digimon e la luce si fece ancora più intensa. Nel digivice di Ylenia, brillò come non mai lo Stemma della Memoria.
La clessidra azzurra irradiò la sua luce cerulea che si unì a quella dorata e Gryzmon sentì il corpo mutare. Accolse quel cambiamento con speranza.
Sì, avrebbe protetto Ylenia e sconfitto Matadormon.
-Gryzmon! Chou Shinkaaaaaaa...-
La sagoma animale dell'orsa, così maestosa, si fece più minuta agli occhi dei testimoni e quando la luce scemò, la digievoluzione di Gryzmon apparve loro con le sembianze di una ragazzina selvaggia con la pelliccia d'orso violacea come copricapo e mantello. Aveva zampe animali inguantate in guantoni rossi nei quali erano incastonate due grosse gemme e artigli affilati. Indossava poi una veste bianca e stivali in cuoio dal quale fuoriuscivano tre artigli robusti e taglienti. Quando la digimon aprì gli occhi e alzò il capo, Ylenia vide che aveva occhi dorati e corti capelli castani a incorniciarle il viso, sul quale erano tracciati dei segni triangolari rossi.
-Artiomon!- annunciò la neo Evoluta e avanzò con passo deciso e aggraziato al tempo stesso verso Matadormon.


*Digimon Analyser*


Artiomon

Livello: Evoluto
Tipo: Uomo Bestia
Tipologia: AntiVirus
Attacchi: Crescent Moons: Fa a pezzi il nemico coi fendenti delle sue unghie affilate.
Shakespeare: Vibra un potente attacco di lancia.
Shakespeare Moon Shield: Agitando la lancia, crea un potente scudo d'energia lunare.



La digimon alzò la zampa e da una delle gemme fuoriuscì una lancia, che Artiomon afferrò e brandì contro l'avversario.
-Ora la pagherai.- lo avvertì con voce calda.
-Io?- rise istericamente Matadormon. -Tu pagherai la tua leggerezza!- urlò scagliandole contro altre lame.
Artiomon non si scompose e roteò la lancia per creare davanti a sé uno scudo luminoso sul quale le lame rimbalzarono.
Matadormon sbuffò, poi si leccò i contorni della bocca.
“Prevedibile.” pensò Artiomon. E, dopotutto, Agumon glielo aveva detto. Come Taichi insegnava: se sei un vampiro, hai un solo pensiero fisso. “Ma non mi succhierai di nuovo il sangue.”
La digimon si scagliò contro l'avversario urlando di ferocia guerriera sotto gli occhi basiti e ammiranti della sua migliore amica. Con forza scagliò la lancia contro il Generale, che però la schivò con un gesto elegante e calcolato.
-Che ti dicevo?- la derise -Quanta poca grazNO!-
Troppo tardi il vampiro si rese conto che Ylenia si era liberata e che stava per scoccare una freccia dall'Arco Lunare contro il cristallo.
-NO! NON LA MIA ENERGIA! THOUSAND ARROW!- urlò Matadormon e sferrò un pugno all'aria per scagliare altre lame contro la prescelta.
-CRESCENT MOONS!-
Artiomon, però, scattò verso di lui e spalancò le braccia.
Riavvicinò poi le zampe tracciando nell'aria degli archi luminosi.
Falci lunari che tagliarono ogni cosa incontrarono sul loro cammino.
Il Generale urlò di sorpresa e dolore un attimo prima di vedere e sentire la metà inferiore del suo corpo staccarsi e dissolversi.
-NO! Non è possibile...- balbettò -Io... io non posso morire così! Non in un modo così indegno... NOOOOOO!-
Il suo urlo di rabbia accompagnò la sua dipartita, mentre Ylenia scoccava la freccia contro il Cristallo, che s'infranse, liberando l'energia rubata.
Artiomon le si avvicinò, preoccupata.
-Stai bene?-
L'amica le sorrise e annuì.
-Adesso sì.-
Le due si fissarono complici e sorridenti per quella loro vittoria, poi la bionda si gettò sull'altra e l'abbracciò forte. -Sei bellissima, Artiomon.-
Quella arrossì un poco.
-G-Grazie...-
-Se WarGreymon ti vedesse, cadrebbe ai tuoi piedi.-
-Ma che dici?!- balbettò l'Evoluta allontanando la ragazza da lei e coprendosi il viso con le zampe. Ylenia rise di cuore.
L'urlo sofferente di Omegamon, però, le riportò alla tragica realtà.
-Andiamo!- esclamò la ragazza.
Artiomon annuì e, presala sottobraccio, si precipitò verso Omegamon, così come fecero Zudomon e LoaderLeomon coi loro partner umani.


°



Taichi e Yamato urlarono il nome del loro digimon, atterriti, mentre il Demon Lord dell'Ira scagliava un'altra potentissima fiammata infernale contro Omegamon.
-Flame Inferno!-
-OMEGAMON NOOOOOOOOOO!-





Fine Capitolo 24






Note: Alzi la mano chi credeva davvero che Wisemon fosse il traditore!
Chi pensa che Jou sia troppo badass?
Pardon, lui e Mimi sono così "maltrattati", che volevo dare loro gloria e onore.

ATTENZIONE AGGIORNAMENTO DELL'ULTIM'ORA.
Ehm... è imbarazzante, ma ieri, mi sono resa conto che mancava una parte del capitolo. Avevo segnato un pezzo come appunto nel file word e poi sono partita da lì a copiare... ora però c'è tutto. Se notate qualche errore simile, fate un fischio ^_-


Artiomon è un digimon che ho inventato ispirandomi alla dea celtica Artio e a queste sue rappresentazioni in manga style: Artio 1 e Artio 2
Con le dovute modifiche digitali.
Volevo che i suoi attacchi fossero in celtico, ma non ho trovato un vocabolario celtico da cui attingere.
L'attacco "Crescent Moons" è ispirato al "Kaiser Nail" di Weregarurumon, a sottolineare ancora il legame fra i due gemelli.
Così come il fatto che Artiomon ha una forma umanoide.
La sua prima digievoluzione doveva essere Bastemon (così contrapponevo il cane e il gatto xp), ma per arrivare a lei Bearmon doveva diventare Mikemon, una gatta. Mi stonava. L'alternativa era che fosse Gryzmon a diventare Bastemon, ma la micetta non era nella sua linea evolutiva, ma in quella di Bearmon. In più un orso non ci sbatte con un gatto. Posso capire una patatina volante che diventa un angelo, ma un'orsa che diventa una gatta, mi stona.
Bah.
Alla fine ho creato la sua evoluzione.
Anche perché in tutta questa storia si parlerà anche di un'altra Bastemon e capite che la cosa genererebbe confusione?
Così come l'idea di fare evolvere Artiomon (e Bastemon prima di lei) in Duftmon. Ho preferito cambiare, ecco, visti i legami fra due nemici e le due digimon scelte.
Viva gli spoiler ma non troppo xp Ma se volete tirare a indovinare la cosa, fate pure.
...
Bene, ora vi saluto e ci si sente al prossimo capitolo: La svolta peggiore
Mi farebbe davvero piacere avere un segno di vita in questa fanfiction, quindi, se ci siete, battete un colpo ^_^


Riuscirà Omegamon a battere Daemon e impedirgli di rapire Risei e Ken?
Chi è la misteriosa ragazza che apparirà nel campo di battaglia causando una morìa di digimon alleati e nemici?
Ma soprattutto, riuscirà Mamoru a non combattere con i ragni per un po'?
(Mi inizia a fare pena...)
No, ok, non prendete sul serio l'ultima domanda. E' ovvio che non ci riuscirà.
Bye Bye!!









































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Capitolo 25
*** 25. La svolta peggiore ***


tw25





Capitolo 25: La svolta peggiore






I am the master of the game
that made a fool of you
I'm watching from the highest tower
You've got the aura to enchant them - and a symphony
and I've got the power
(Another Angel Down, Avantasia)







Nel frattempo che i digiprescelti affrontavano i generali nella speranza di distruggere i cristalli di Dramethyst, fuori dal campo di battaglia MetalPhantomon aveva appena ricevuto dai Troopmon ciò che aveva loro ordinato di portargli. Il digimon fantasma si avvicinò con gli occhi baluginanti di maligna gioia ad una grossa scatola nera, sigillata da nastri gialli che ne indicavano la pericolosità. Senza esitazioni e cieco al timore che aveva assalito i suoi digimon, MetalPhantomon tolse i sigilli e l'aprì.
-Svegliati, dolcezza, tocca a te adesso.-


°


Omegamon si alzò con enorme fatica. Sentiva il corpo cadere letteralmente a pezzi, come contro Diaboromon. Con l'unica differenza che le braccia erano ancora al loro posto, una bella consolazione, nonostante sentisse una ad una le crepe tracciarsi sull'armatura bianca. Frammenti di quella cadevano al suolo, emettendo agonizzanti tonfi metallici.
E, tuttavia, il cavaliere non volle saperne della resa e sferzò l'aria con la sua Grey Sword. Daemon non ne uscì illeso, ma si trattò di misere ferite di striscio, era agile nonostante la sua stazza. Il suo sogghigno mutò però in una smorfia di dolore quando il Garuru Cannon gli scaricò addosso tutta la sua energia distruttiva, respingendolo per diversi metri.
Taichi e Yamato esultarono e incoraggiarono gli amici a proseguire l'attacco. Purtroppo, la loro gioia fu breve. Un rapido sprazzo di gloria e speranza, poi la disperazione si abbatté su di loro.
Con un urlo di rabbia ferina, Daemon si scagliò su Omegamon travolgendolo. Il cavaliere cadde nuovamente fra le macerie e il nemico infierì su di lui tempestandolo di pugni e calci carichi di furia omicida.
-Omegamon, reagisci!- lo supplicò Taichi e quella preghiera parve essere esaudita, perché il digimon dei prescelti riuscì ad afferrare il pugno del Demon Lord e a scaraventarlo lontano da sé. Il tempo di tirare un sospiro di sollievo, di riprendere fiato.
-Attento!- gli urlò Yamato.
Ma non fece in tempo a spostarsi, Omegamon, Daemon piombò nuovamente su di lui, colpendolo con le sue possenti corna e perforandogli l'addome.
Il cavaliere indietreggiò piano, rantolando e tremando, mentre il sangue colava a fiotti. Alcuni rivoli colarono lungo le corna del demone che ne raccolse qualche goccia per assaggiarla, leccandosi gli artigli con un ghigno feroce. I digiprescelti compresero immediatamente, l'avevano già capito, che i giochi erano finiti da un pezzo. E che Omegamon era in pericolo più che mai.
-Flame-
-Scappa, Omegamon!- urlò Yamato.
-Togliti da lì!- gli fece eco Taichi.
E Daemon se la rideva, eccome se rideva, divertito da quelle urla disperate, da tutta la distruzione senza quartiere arrecata e da quella che avrebbe causato di lì a pochi istanti. Omegamon era crollato, aveva un ginocchio a terra e a capo chino sembrava attendere il colpo di grazia, come un cavaliere attende l'investitura. Lui gli avrebbe dato quella della morte e non sarebbe stata rapida.
-Inferno!- concluse con un ruggito vittorioso e le fiamme divamparono come un fiume cremisi di morte e inghiottirono il malridotto paladino sotto gli sguardi atterrirti dei suoi protetti, che neppure quando Piemon aveva trasformato i loro amici in portachiavi avevano provato tanta primordiale paura. Eppure si lanciarono entrambi verso il muro di fiamme e vento. Il fuoco e il vento bollente sferzarono i loro corpi e li respinsero. Ritentarono, senza risultato, caddero sotto la forza del vento bollente e non poterono che restare ad ascoltare l'agonia straziante di Omegamon. Daemon infierì su di lui davanti ai loro occhi flaggellandolo con fruste di fuoco che fecero rimpiangere loro Vamdemon con la sua smania di potere e il suo carattere di merda.
-OMEGAMON!- i ragazzi urlarono atterriti il nome del loro digimon, mentre il Demon Lord dell'Ira gli scagliava contro un'altra potentissima fiammata infernale.
Probabilmente l'ultimo attacco.
-Flame Inferno!-
-OMEGAMON NOOOOOOOOOO!-


-Hammer Spark!-
-Shakespeare Moon Shield!
-Loader Morning Star!-
Una potente mazzata e un violento fulmine s'abbatterono sul Demon Lord e un vento forte spazzò via il fuoco quanto bastava per permettere all'angelo della Volontà, Pidmon, e ad Angewomon di raggiungere Omegamon e sollevarlo di peso per allontanarlo dal nemico.
-Cosa?!- sbottò Daemon, stupendosi di quella difesa in extremis e sentendosi irritato anche dal fatto che quei digimon fossero ancora vivi.
-Resisti, Omegamon.- disse Pidmon, medicando il cavaliere immediatamente. Angewomon, invece, si alzò in piedi lentamente, guardando in un punto oltre le spalle del Demon Lord.
-Scusate, ho da concludere una cosa.- disse, con voce ferma e dura.
Una sagoma schizzò rapida contro di lei, ma l'angelo l'abbatté con un calcio al volto, lasciando di stucco tutti. Kuzuhamon fu scagliata ai piedi del suo signore, con suo grande disappunto e umiliazione.
-Ice Lord Bump!-
Le fiamme del vortice che fino a quel momento avevano impedito a Taichi e Yamato di accorrere (invano, lo sapevano) in soccorso dei loro amici, furono imprigionate da un muro di ghiaccio. E dalla sommità di quello fece capolino Zudomon.
-Presto, venite!- esclamò Jou, apparendo sul guscio dell'amico. -Non reggerà per molto!-
Infatti, le fiamme erano troppo calde per essere contenute dal ghiacci, che iniziò a sciogliersi rapidamente in più punti e il vapore prodotto si levava verso il cielo.
I due ragazzi non se lo fecero ripetere due volte.
Daemon fu seccato di quella nuova svolta. Non solo gli avevano tolto Omegamon dalle grinfie, ma i digiprescelti stavano radunandosi alla spicciolata per combatterlo. Contenne però la rabbia e proruppe in una risata agghiacciante. Dopotutto aveva ancora molti assi nella manica.

°

-Kirisute Gomen!-
Un potente drago fiammeggiante creato dalla spada di Musyamon si abbatté su DeathMeramon, il quale però usò il suo Heavy Metal Fire per attutire il colpo e grandi gocce di metallo liquido bollente schizzarono ovunque. Hiroyuki protesse se stesso e Mimi con i pugni corazzati di Strenght.
-Flo' Cannon!-
Lilymon scagliò la sua energia floreale contro il nemico, colpendolo in pieno.
-Brava, Lilymon!- esultò la prescelta della Sincerità. -Nice Shot!-
-Attenzione!-
Musyamon fu lesto e si frappose fra la compagna digimon e la catena rovente lanciata dal nemico, parandola con la sua robusta spada. Un potente pugno s'abbatté sul cranio di DeathMeramon e il generale indietreggiò confuso, prima di restituire il colpo al mittente.
Hiroyuki ricevette il pugno rovente in pieno addome e la forza del nemico gli mozzò il fiato. Il ragazzo cadde a terra e strisciò nella polvere.
-Tu devi essere quel moccioso che mette i bastoni fra le ruote ai Cavalieri Reali. Forse hai bisogno di una lezione per capire la differenza fra digimon ed esseri umani.- lo schernì DeathMeramon.
Il prescelto del Vigore tossì e sputò sangue. Si rialzò sulle gambe tremanti e si avvicinò all'avversario. Strinse i denti, caricò, colpì. Un diretto, un montante. Il corpo del digimon era rovente, ma la Forza gli proteggeva i pugni. Hiroyuki si accanì contro di lui con tutte le sue energie, con maggior Vigore e DeathMeramon iniziò ad avvertire la forza crescente dei colpi.
-Maledetto marmocchio.- ruggì, stupito ed irritato. -Cosa diavolo sei?!-
-Ora, Musyamon!- urlò Hiroyuki.
-Shiratorimaru!-
La spada fiammante di fuoco ceruleo affondò nel petto costellato dei lividi inferti dal ragazzo. DeathMeramon cacciò un urlo di dolore, ma rimase abbastanza lucido e pronto di spirito da scagliare la sua catena contro un edificio poco distante e agganciarsi ad esso per sottrarsi alla lotta. Solo un poco, ovviamente, il tempo di riprendere fiato, aveva sottovalutato i digiprescelti e i loro digimon, doveva ammetterlo almeno a se stesso. Si accovacciò sulle tegole del tetto e si pulì il sangue che gli colava dal mento. Fece per tornare a combattere, quando qualcosa attirò la sua attenzione. A parte lui, non c'erano altri digimon a combattere lì intorno.
Quella zona era diventata stranamente silenziosa.
Scorse poi, in lontananza, MetalPhantomon, che avanzava per le strade al fianco di una figura minuta. Al loro passaggio, i digimon, alleati o nemici, di qualunque fazione, cadevano a terra, senza distinzioni.
Si udì un urlo di trionfo e un altro cristallo scomparve dalle mappe.
-Miyako ed Hawkmon ce l'hanno fatta.- esultò Mimi. Ma non aggiunse altro, perché anche lei e i suoi compagni scorsero il possente fantasma e la figura minuta procedere verso una direzione precisa.
Andavano verso Omegamon.
DeathMeramon s'irritò, i suoi occhi di brace scintillarono d'Ira.
-Maledetto MetalPhantomon...- commentò fra sé.
Scoccò poi un'occhiata ai prescelti.
-Vi è andata bene, mocciosi. Consideratela una tregua.- disse, poi si diresse rapido come il vento sulla scia del fantasma e del suo accompagnatore.
Oh, quante gliene avrebbe cantate a quel bastardo!


°


Se Kuzuhamon si era rivelata da principio un'avversaria ostica, Angewomon doveva ammettere che davanti al suo Signore la generalessa era diventata terribile. Quasi quanto LadyDevimon. Quella "buona".
Comunque, poiché lo scontro si protraeva da ore, pur con i cristalli distrutti, l'angelo faticava a starle dietro.
Certo era molto ostinata anche lei.

-Holy Arrow!-
La freccia di luce colpì Kuzuhamon al braccio, tuttavia, la generalessa si scagliò contro Angewomon e la colpì con forza al volto col suo bastone. Angewomon barcollò, stordita.
Kuzuhamon sogghignò, non avrebbe permesso a quella stronzetta bionda di farla sfigurare davanti al suo Signore.
-Ura Izuna!-
-Heaven's Charm!-
Le volpi oscure della generalessa s'infransero contro la croce di luce dell'angelo.
-Maledetta!- ruggì Kuzuhamon, con l'Ira che cresceva sempre più dentro di lei.
-Ura Izuna!-
La potenza del suo attacco stavolta fu triplicata e Angewomon non riuscì a pararlo completamente. Fu sbalzata via e si schiantò contro un edificio sotto gli occhi attoniti e spauriti di Hikari e degli altri ragazzi.
-Angewomon!- la prescelta della Luce corse verso la sua amica per soccorrerla.
-Kuzuhamon.- disse con voce atona Daemon. La generalessa si voltò verso il suo Signore e accennò un inchino.
-Hai fatto un buon lavoro, qui.-
-Mio Signore, la ringrazio.- rispose fiera.
-E tuttavia...- continuò Daemon -Ci hai messo un po' troppo ad occuparti di quell'angelo.-
Kuzuhamon si sentì fremere d'imbarazzo, si sentì umiliare. Il calore le imporporò le guance pallide.
-Mi dispiace, mio Signore.- disse piano.
-Eri tu quella che derideva la mia fedele LadyDevimon. Dov'è tutta la forza e la crudeltà di cui ti vantavi?-
-Signore, io non mi sarei mai- -Taci! Non mentire. Non m'importa delle tue chiacchiere, io voglio i fatti. E non ne ho visti.-
-Ma, Signore...- Kuzuhamon si trattenne, terrorizzata per aver osato ribattere contro il suo Signore. Ma... doveva dirglielo...
-Signore...- fece con un tono più calmo. -Con tutto il rispetto, Signore, LadyDevimon è stata sconfitta dai digiprescelti, io no. Lei è caduta per mano loro, io sono qui a servirla!-

-Taci.- le ordinò Daemon e lei obbedì, frustrata.
La verità era che Kuzuhamon odiava LadyDevimon, la generalessa d'oro caduta per mano di Silphymon sulla terra tre anni prima. La odiava maggiormente perché era la cocca di Daemon e lei sospettava che fra i due ci fosse del tenero. Non aveva prove, ma era evidente che quella fosse la cocchina del padrone. Mai che se la prendesse con lei! Guai a toccargliela! E che fosse forte passava davvero in secondo piano, quando tutto il resto gliele faceva davvero girare!
-Hai trenta secondi per mostrarmi il tuo valore. Portami la testa di quell'angelo e della sua prescelta.-
-Sarà fatto.- rispose la digimon e puntò lo sguardo sanguinario verso Angewomon, che stava rialzandosi con estrema fatica dalle macerie, provata dallo scontro.
Kuzuhamon scattò e s'avventò contro di lei, colpendola col suo bastone.
-Angewomon!- urlò Hikari e fece per correre verso di lei, ma Taichi l'afferrò per il braccio.
-Ferma, è pericoloso!-
-Lasciami! Devo aiutarla!-
-No, Hikari!- Taichi la strinse con più forza a sé, costringendola immobile al suo petto, dominato dalla paura per la vita della sua sorellina.
-Holy Arrow!-
Come incoraggiata dalle urla della sua partner, l'angelo della Luce riuscì a scagliare un'ultima freccia che trapassò l'addome dell'avversaria. Kuzuhamon cessò di attaccarla e barcollò pericolosamente. Sputò sangue e tentò di continuare il pestaggio, ma i suoi colpi divennero più deboli e Angewomon li schivò o parò facilmente.
-Ura Izuna!-
L'angelo schivò le volpi oscure e sferrò un calcio al volto dell'avversaria, frantumandole la maschera. Un altro calcio e la scagliò a terra, verso Daemon.
Kuzuhamon, dolorante, cercò di rialzarsi.

-Tempo scaduto.- decretò il Demone dell'Ira.
-Ma, Signore!- esclamò Kuzuhamon -Posso ancora farcela, ve lo giuro!-
Il suo volto grondava di sangue e i suoi occhi erano velati dalla furia mista a paura. Angewomon si rimise in guardia quando la vide pronta ad attaccare nuovamente, ma, d'un tratto, Kuzuhamon s'irrigidì e si portò le mani alla gola, con gli occhi spalancati per il terrore.
-E-ehi!- esclamò Taichi, sorpreso.
-Che le succede?- domandò Hikari -Cosa le sta facendo?!-
Kuzuhamon rivolse lo sguardo al padrone, ma non lo vide preoccupato per lei, né lesse disprezzo nei suoi occhi gelidi.
Non vide nulla.

Scorse due figure oltre Daemon procedere a passo lento.
La vista si annebbiava.
Vide una fiamma... la torcetta correva... era affannata...
Kuzuhamon ripensò ai compagni con cui condivideva quell'ambizione. L'ambizione di essere generali d'alto rango nell'esercito. In alto, sempre più in alto, secondi a nessuno, i guardiani...
I suoi compagni, fu quello il suo ultimo pensiero. Buffo come non avessero fatto che litigare tutta una vita.
Si dissolse in dati dopo aver emesso un debole sospiro, sotto gli sguardi sconcertati dei digiprescelti e quello giulivo di MetalPhantomon.
Death Meramon si fermò a pochi metri dal Demon dell'Ira, inorridito.
-Che sta succedendo qui?!-
-Fa piazza pulita.- Daemon si rivolse così a MetalPhantomon, senza degnare l'altro generale di uno sguardo. -Io vado a prendere i mocciosi.-
-Sissignore.- rispose il luogotenente. Poi si rivolse alla figura al suo fianco. -Uccidili tutti, Rei.-
-Ma prima...- disse Daemon, assottigliando gli occhi di ghiaccio e puntandoli contro Yamato che s'irrigidì. -Tu verrai con me.-
-No!- urlò Omegamon, ma non riuscì a muoversi d'un millimetro. Daemon si scagliò contro Yamato e gli afferrò il braccio con forza, quasi strappandoglielo via. Il ragazzo urlò di dolore e tentò di dibattersi, ma fu inutile, il Demon Lord lo tenne ben stretto e spiccò il volo, non verso la statua di Medieval Dukemon, ma verso il campanile.

-Daisuke, ma quello...- Imperialdramon scorse Daemon e si alzò in volo, allarmato. -Quello con Daemon è Yamato!-
-Cosa?!- fece il moro, reggendosi con forza al digimon. -Fermalo, Imperialdramon!- esclamò. -Probabilmente il traditore gli ha detto che la statua era solo un trucco per sviarlo, dannazione! Se scopro chi è lo riempio di calci in culo fino a domani!-
-Tieniti forte!- esclamò il digimon e aumentò la velocità per raggiungere il nemico.
Invano.
Perché proprio quando gli artigli del drago furono lì lì per agguantarlo, Daemon si smaterializzò nel nulla.
Per riapparire nel mezzo di un secondo campo di battaglia.

La smaterializzazione e la rimaterializzazione furono talmente rapide, che il prescelto dell'Amicizia rischiò di rimettere stomaco e contenuto per le vertigini e il capogiro.
Ci mise qualche secondo a capire dove si trovasse e cosa stesse accadendo.

Nello spazio digitale attorno a loro, l'aspro scontro fra Wisemon e Mistymon era appena giunto al termine. Chi dei due era il traditore? Aveva paura di scoprire la risposta.
Wisemon aveva perso un braccio, il corpo di Mistymon era ridotto alla sola parte superiore.
-Allora?- domandò impaziente Daemon.
-Non sono più qui.- rispose secco e tagliente Wisemon. Il mago squadrò il Demone e il ragazzo ancora confuso.
-Sono dentro il suo libro, Signore!- rispose Mistymon con un grido di giubilo e vendetta.
-Bastardo, allora eri tu!- esclamò Yamato, scattando verso di lui, ma Daemon lo trattenne.
-Tsk, morire così, per niente.- commentò Wisemon, mantenendo la calma.
Davanti agli occhi del prescelto, il mago investì con una grande luce ciò che restava di Mistymon, uccidendolo.
Daemon non batté ciglio, anzi, si rivolse al vincitore ghignando.
-Consegnamelo, Wisemon. Ti farò un'offerta più alta di quella fatta a Mistymon.-
Per tutta risposta, il mago scagliò telecineticamente il suo libro sul grugno del Demon Lord. Il demone ruggì mentre il tomo, come una bestia inferocita, lo aggrediva sfogliandosi a rapida velocità e sfregiandolo con la carta. Mentre quello tentava di liberarsi della seccatura, Wisemon tentò di afferrare il prescelto dell'Amicizia e metterlo in salvo, ma Daemon fu più svelto e avvolgendo il ragazzo con la possente coda lo spostò alle sue spalle. Yamato tentò di divincolarsi, ma fu ovviamente inutile e, nel frattempo, Daemon si era strappato il libro di dosso e l'aveva scagliato lontano. Furono attimi, rapidissimi secondi.
-Chaos Flare!-
In pochi istanti, un altro vortice fiammante s'avviluppò intorno a Wisemon, divorandolo.
-Nooooo!- urlò Yamato.
Tentò disperatamente di prendere il suo Digivice, ma la coda del Demone gli bloccava le mani contro il busto in una morsa ferrea. Il ragazzo non poté far altro che assistere impotente alla scena, con le lacrime agli occhi.
Ancora una volta non poté far nulla.
-Che spreco.- commentò Daemon, con disappunto.
-No... no... nooooo!- Gridò il ragazzo in preda alla tristezza e alla rabbia.
-Digiprescelti.-
La voce di Wisemon si fece largo nella sua mente.
-Noi tutti confidiamo in voi. Ricordate, Daemon è prudente, ma lo è troppo. Sfruttate questo, abbiate fiducia in voi, nei vostri Digivice e nei vostri Arcana e salvate questo mondo.-

-Wisemon...- Yamato non riuscì a trattenere un singhiozzo. -Non... non morire...-
-E' stato un onore, per me, conoscervi.-
Il vortice di fiamme cessò di ardere, mostrando il vuoto fra le sue spire. Ma il ragazzo aveva già capito dal suo silenzio, che Wisemon se n'era andato. E quell'assenza era devastante. Aveva discusso con quel digimon, ma gli aveva anche affidato Risei, si era confidato con lui sui suoi timori, aveva perso un prezioso amico e la cosa più devastante era che si era appena reso conto di quanto lo fosse. E aveva dubitato di lui, anche solo per un attimo.
Daemon rise e fu terribile, davvero orribile, non potergli spaccare il muso.
Il Demone riportò il ragazzo davanti a sé e lo sollevò alla sua altezza. Gli afferrò la testa col palmo enorme e strinse la presa.
Yamato urlò.
-Un vero idiota, Wisemon, vero?-
-Bastardo... non osare... -
Daemon usò un incantesimo e Yamato urlò ancora, più forte di prima, per il dolore lancinante che gli attraversò il corpo, dalla punta dei capelli, alle dita dei piedi.
-Come se non sapessi come farlo venire qui da me. Non ho bisogno di muovere un dito.-
A quel punto, i ricordi del prescelto dell'Amicizia si fecero vaghi. Ricordò bene solo il dolore che gli attraversò ogni fibra del corpo, come se ogni centimetro di esso venisse sminuzzato, pezzo per pezzo. Il cervello pulsava penosamente, come se volesse schizzargli fuori dalla scatola cranica. Il buio intorno a lui fu costellato di luci e sentì un forte grido squarciare l'aria, un agonizzante, lacerante, urlo.
Era il suo.
Non riusciva più neppure a pensare, tanto soffriva e quel dolore cresceva e cresceva. Urlava, ma ormai non era nemmeno conscio di farlo ancora.

D'improvviso, un lampo di luce.
-Papà!-
La voce di Risei.
-Aspetta!-
E Ken.
Sentì anche Koushirou, ma la sua voce fu sovrastata dalla risata gutturale di Daemon.
Il dolore raggiunse l'apice.
Un raggio di luce azzurra squarciò l'oscurità e sentì il proprio corpo venire strappato con forza dalla presa di Daemon e ciò gli causò più sollievo che dolore. Il buio tornò ad inghiottirlo, e il dolore scemò con tutto il resto.
-Papààààààà!-
La voce di Risei divenne solo un sussurro soffocato dal silenzio.




Fine Capitolo 25




Note: Sì, sono una stronza. Sì, Yama è sempre nella merda. Ma niente ragni per Mamo. In fondo non sono poi così male, no?
Comunque, questo capitolo l'ho finito di scrivere il 3 agosto. La data di nascita di Risei. Come vi dicevo, sono una carogna.
Non era pianificato, eh, voglio bene al mio cucciolotto.
E' un capitolo molto concentrato, combattuto e incasinato e una nuova forza è entrata in campo.
Per la cronaca, siccome non voglio che si pensi io consideri quella LadyDevimon la p*****a di Daemon, le cose non stanno così. E un'impressione sbagliata di Kuzuhamon. E' vero però che Daemon aveva per lei un'alta considerazione. Come combattente, non per le sue generose grazie, eh u.u

Quale sarà la sorte di Risechan, Ken e Yama?
Cosa faranno ora i digiprescelti?
Ma, sopratutto, come funziona il sincronismo di Taichi e Yamato? (nel caso vi aspettiate una scena figa, no, sarà una scena pirla, per ora).
Tutto nel prossimo capitolo (e vi regalo anche uno spoiler):  Raccattare i pezzi




-Ci sei andata davvero?- esclamò Sora, sconvolta.
-Sì.- rispose Mimi -E sono anche stati molto gentili a dirmi i nomi dei nostri prossimi nemici. E, prima che facciate domande sceme, non hanno mentito. La mia Crest l'ha sentito.-
-Però così non sappiamo comunque come entrare!- esclamò con esasperazione Yamato.
-Scusa, biondo, sono la ragazza di un genio, non sono attrezzata per i miracoli. Ancora.-

















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Capitolo 26
*** 26. Raccattare i pezzi ***


Twins' War Cap 26
Capitolo 26: Raccattare i pezzi




Don't cry for long
Our time is coming closer
Fight through the pain of it all
And remember that rising comes after the fall.
(After the fall, We as Human)



L'alba che sorse su Witchelny colorò coi suoi riverberi rosati le macerie sparse, causando un forte senso di malinconia a chiunque osservasse quello sfacelo. Chi si era illuso di poter preservare gli antichi edifici, le abitazioni, l'ateneo o la torre dell'orologio, anche solo una singola costruzione dalla furia del Demone dell'Ira, si era sbagliato. Pennacchi di fumo grigio si levavano lentamente al cielo pastello non più sconvolto dalle battaglie. Timidamente, alcuni digimon iniziarono ad affollare le vie distrutte per constatare quali danni avesse causato la battaglia. Un Magiciamon fece rotolare via un grosso masso, per cercare i resti della propria vita in quella che era la sua abitazione. C'era una vecchia foto sotto la polvere, la strinse fra le mani tremanti. Sarebbe stato meglio non combattere e arrendersi? Era il pensiero di molti. C'era chi voleva che la vita proseguisse distaccata da ogni tragedia e c'era chi pensava che Witchelny sarebbe morta col tempo, se avesse continuato ad isolarsi. Quello era ciò che Wizarmon pensava. La città era una comunità isolata da Digiworld. Loro si ostinavano a ritenerla un mondo a parte, ma la verità era che si trattava di un piccolo satellite, un piccolo mondo costruito nelle pieghe di uno spazio in perenne rivoluzione. Nonostante gli insegnamenti ricevuti, la sua patria era legata al Mondo Digitale a doppio filo, più di quanto gli stessi abitanti avessero potuto immaginare, più di quanto avessero voluto ammettere.
Il mago sospirò al vociare crescente, all'aria che sapeva di fumo e cenere, di corpi bruciati e di sangue. Perché i morti sparivano, ma non ciò che si lasciavano dietro.
-Wizarmon.-
Era Witchmon, la sua rivale di sempre. Assieme a lei c'era Sorcerimon, pochi passi più indietro. E c'erano anche due Magiciamon gemelli. Erano sempre stati i migliori dei loro corsi, loro cinque. Ma era storia vecchia, lontana. Al presente erano solo dei sopravvissuti ad una distruzione che non aveva risparmiato nulla. E a rendere il boccone ancora più amaro c'era la consapevolezza di essere stati traditi da qualcuno che stimavano e rispettavano.
-Se solo fossimo riusciti a capirlo... forse Wisemon sarebbe stato vivo, adesso.- disse con malinconia Wizarmon.
-Il senno di poi è inutile.- rispose Sorcerimon.
-I digiprescelti stanno pianificando il contrattacco.- continuò Witchmon -E sta per iniziare una riunione per decidere se affiancarli o meno.-
-Ce n'è davvero bisogno?- replicò Wizarmon -Chi vuole unirsi a noi lo faccia.-
-Senza Wisemon o Mistymon non abbiamo più una guida.- disse mesto il maschio dei gemelli di Earthlin.
-No, ce l'abbiamo ancora.- ribatté Wizarmon e col capo indicò la piazza.
La statua di MedievalDukemon era miracolosamente sempre al suo posto.

°

-Si dia inizio alla riunione.- esclamò Taichi. Le ferite di tutti erano state medicate e risanate dalla magia curativa, altrimenti, Taichi e Yamato avrebbero avuto bende ovunque a proteggere la pelle ustionata e avrebbero puzzato di pomata lontano un miglio. Il secondo poi avrebbe avuto dolori ovunque, grazie al Demon Lord che gli aveva "stimolato" tutti i centri nervosi. Koushirou avrebbe avuto un occhio bendato a causa di una scheggia di legno che l'aveva ferito durante un'esplosione. Tentomon era stato colpito da Daemon mentre si evolveva e questo l'aveva salvato da morte certa, ma aveva riportato seri danni, tanto che c'erano voluti diversi minuti per rimetterlo in sesto. Infiniti minuti in cui il suo partner era rimasto col cuore in gola a pregare. Ylenia avrebbe avuto ancora le ferite inferte da Matadormon, così come Bearmon, che però era Superdigievoluta e perciò i danni si erano attenuati. Tailmon aveva riportato numerosi lividi e fratture, la sua lotta contro Kuzuhamon le aveva lasciato pesanti segni addosso e un sapore amaro per il triste finale. Hiroyuki aveva anche lui lividi ed ustioni, così come Mimi. Lilymon e Musyamon erano messi peggio di loro, ma tutto sommato erano in salute. Musyamon era un digimon molto resistente. Ciò non toglieva che DeathMeramon gli aveva fratturato parecchie costole. Mamoru aveva lividi ed escoriazioni ai polsi ed era stato avvelenato dalle ragnatele di Dokugumon. Anche LoaderLeomon ne aveva risentito in parte e il veleno gli stava corrodendo la corazza. Tutti, insomma, persino Mika erano rimasti feriti in modo più o meno grave. Persino Bakumon e Black Agumon, salvi grazie alla prima, che aveva gettato a terra l'altro Intermedio e la sua piccola amica, così che le fiamme di Daemon non potessero ucciderli.
Il digimon di Risei non era solo frustrato, era su tutte le furie per molteplici ragioni. Uno: non era riuscito a proteggere il suo partner.
Due: non aveva avuto speranze contro il Demon Lord in quella forma. Oh, ma l'avrebbe trovato. Aveva trovato cose che la maggior parte dei digimon non sapeva manco se davvero esistessero, sarebbe andato fino in capo al mondo per ritrovare il Demone e fargli sputare sangue per quell'affronto!
E per riavere il bambino.

Gli alleati non erano messi meglio e Jijimon e Babamon erano esausti, così come Wizarmon e i pochi abitanti di Witchelny che dopo la battaglia si erano dedicati alle cure magiche di tutti. I vecchi Mega non volevano perdere tempo per salvare il piccolo Risei e avevano dato fondo a tutte le loro energie. Erano anche loro nella sala, accasciati in un angolo a riprendersi dalle fatiche, ma attenti.
L'ambiente non era molto spazioso.
Era una stanza spartana, nel quale Andromon e Gennai avevano provveduto a sistemare un grosso computer e nella quale erano disposte in cerchio parecchie sedie. Lungo tutta una parete era aperto uno squarcio irregolare che si affacciava su una via alla periferia di Witchelny. Imperialdramon se ne stava accucciato là fuori a centellinare le energie, perché era l'unico che poteva muoversi rapidamente e raggiungere il nemico. Jijimon si era occupato di lui immediatamente, anche se non aveva subito molti danni.
Non potevano permettersi che involvesse.
-Meramon, allontanati, mi stai ustionando!- protestò Ogremon.
Leomon alzò gli occhi al cielo.
-E tu Yukidarumon non mi stare così attaccato, sei gelido!- continuò a protestare l'orco.
-Che bei ricordi.- fece Mimi, con un sorrisino malinconico. -E dire che la situazione era disperata anche allora...-
-Non è così disperata, se hanno ancora fiato da sprecare...- commentò Centarumon.
-Forse era meglio aspettare prima di curarlo...- commentò Jou, fissando l'orco in tralice.
Decisamente, la stanza era molto, molto affollata.
E se non fosse stato per qualche siparietto comico qua e là, l'umore sarebbe stato davvero pessimo, come nemmeno un'ora prima.

Quando aveva riaperto gli occhi, il digiprescelto dell'Amicizia aveva voluto sapere subito cosa fosse successo. Perché aveva un terribile sospetto.
-Dov'è Risei?-
Gli sguardi degli amici radunatisi intorno a lui alla spicciolata parlarono chiari, ma fu Koushirou a dare voce alla sua paura.
-Daemon ha preso Risei e Ken.-
-No!- il tono dell'amico fu più un lamento che un'esclamazione. Si afferrò la testa fra le mani per ricordare. Ricordare cos'era successo, perché lui invece era stato risparmiato.
-Wisemon ci aveva fatto fuggire.- iniziò Koushirou -Ma quando ti abbiamo sentito urlare, Risei è voluto tornare indietro.-
-Perché non l'avete fermato?- lo accusò Yamato.
-Ci abbiamo provato, anche se non avremmo voluto.- rispose Koushirou con lo sguardo distolto da lui per la vergogna. -E comunque, non riuscivamo a tornare indietro, fuori dal libro.-
Guardò gli altri.
-Non so spiegarlo, ma eravamo in una dimensione all'interno del suo libro. Non so dove di preciso o dove saremmo usciti, ma non potevamo tornare indietro. Risei però è riuscito ad aprire un varco.-
Guardò Yamato dritto negli occhi.
-Ha urlato e si è aperto un varco.-
-Come Majin Bu?- saltò su Daisuke.
-Come Majin Bu.- replicò Koushirou.
-Poi è corso fuori.- aggiunse Tentomon. -Non avevamo difese e lui ha preso Risei e Ken.-
-Vi aveva in pugno tutti e tre e ci avrebbe ucciso prima di andarsene se non fosse stato per Daisuke e Imperialdramon.- concluse il rosso.

Molti occhi puntarono il quattordicenne e il drago imperiale.
-Beh, non è stato solo merito nostro!- esclamò il ragazzo agitandosi sulla sedia.
-È stato il cavaliere.- spiegò Imperialdramon con la voce di ExVeemon.
-Noi non siamo riusciti a fermare Daemon e non sapevamo come raggiungerlo.- continuò con quella di Stingmon. -Abbiamo pregato di raggiungervi. Volevo raggiungere Kenchan... E l'ascia del cavaliere si è sollevata.-
Tutti si guardarono stupiti.
-Ha aperto il varco dimensionale.- spiegò Daisuke. -È stato come un colpo di vento. Un fendente e si è aperto un varco. Vi abbiamo visto e abbiamo cercato di fermare Daemon, ma il vigliacco è riuscito a scappare!- esclamò battendosi un pugno sul ginocchio. -Fortunatamente almeno siamo riusciti a colpirlo al braccio e ha lasciato la presa. Così almeno tu sei qui.- concluse guardando Yamato. -Mi dispiace per Risei! Te lo prometto, lo salveremo, io- Yamato gli mise una mano sulla testa per interromperlo.
-Va bene così, Daisuke. Grazie.- fece con un sorriso triste. -E grazie anche a te.- disse poi ad Imperialdramon..
-Cosa facciamo adesso?- domandò Iori.
-Dobbiamo raggiungere la base di Daemon e restituirgli il favore!- ribatté Daisuke.
-Con gli interessi.- aggiunse Miyako.
-Sapessimo dov'è! A proposito...- iniziò Taichi -Daemon ha portato via anche Neo e sua sorella.-
-Sua sorella?- domandò Yamato, spiazzato. -Quella ragazza era sua sorella?-
-Sì. Daemon deve aver fatto qualcosa anche a lei, hai visto quello che ha fatto a quella Kuzuhamon, no?-
Yamato annuì. E come poteva dimenticarsi di quello che aveva visto.
-Rei non era cosciente, aveva lo sguardo vacuo.- continuò Taichi e strinse i pugni -Finalmente quei due stavano tornando ad essere felici e lui... quel bastardo...-
-Perché mi stai dicendo questo?- domandò il prescelto dell'Amicizia, indagando sul comportamento dell'amico.
Il prescelto del Coraggio gli lanciò un'occhiata eloquente.
-Perché Daemon li ha usati per trovarci...-
-So benissimo che non è colpa loro.- replicò quello. -Probabilmente senza Neo Saiba non ci avrebbe mai trovati e questo mi fa incazzare, ma non li abbandoneremo, se era questa la tua preoccupazione.-
-Yamato...- Taichi lo guardò con occhi lucidi e luminosi. -Sei diventato così maturo...-
-Ma finiscila!- replicò tirandogli un pugno in testa.
-Sorina, il mio bambino è cresciuto!- continuò quello, imperterrito.
-Dai...- la rossa si grattò la nuca, sudando freddo. -Cerchiamo di pensare ad un buon piano.-

La ricerca del buon piano non andò subito in porto, perché senza conoscere la locazione dell'obbiettivo era impossibile organizzare un attacco decente, figurarsi uno vincente, perciò il poco "buonumore" che c'era andò subito a farsi benedire. Ad un certo punto, mentre Mamoru e Iori sciorinavano ipotesi a Koushirou, Ylenia alzò la mano.
-Riguardo alla base, io avrei un'idea.-

°


Jou, Mimi, Ylenia e i loro digimon, insieme a Sorcerimon, si diressero in ciò che restava dell'ateneo, dove molte delle aule rimaste erano state adibite a ricoveri di fortuna per i feriti che l'ospedale non riusciva ad ospitare. Sorcerimon accompagnò i ragazzi in una zona isolata dalle altre.
-Mimichan...- fece Ylenia, mentre camminavano per i corridoi. -Come fai ad essere sempre così buona con tutti?-
La ragazza sembrò impacciata nel rispondere.
-Ecco... non mi sembrava giusto. Anche perché avevamo vinto, che senso aveva infierire oltre?-
-Infatti, non ce l'ha.- disse Jou. -Ma a loro non importa.-
-Vogliono solo difendere la loro città.- replicò Sorcerimon. -Personalmente non m'importa, ma so che se giustiziassero i prigionieri non potremmo individuare la base di Daemon, perciò mi opporrò a questa scelta, come Wizarmon.-
-Grazie, Sorcerimon!- esclamò Mimi.
-Calma, ragazza. Abbiamo una discreta fama qui a Witchelny, io, Wizarmon e gli altri tre, ma non tanta autorità come Wisemon o Mistymon. E dopo quello che è successo la città si chiuderà ancora di più in se stessa. Non so fino a quando acconsentiranno alle nostre richieste.-
-Non posso permettere che li uccidano.- Mimi strinse i pugni.
Jou si tirò su gli occhiali, era perfettamente d'accordo con l'amica, ma era molto pessimista al riguardo.
Sorcerimon si fermò davanti ad una porta e aspettò il gruppetto.
-Sicura?- domandò Bearmon.
Ylenia annuì.
-Sicura.-
Il mago di Baluluna aprì la porta su uno stanzone polveroso ed ampio rivestito di talismani, nella cui penombra giacevano incatenati molti dell'esercito di Daemon. Fra tutti loro spiccavano DeathMeramon e Dokugumon.
-Bastardi!-
E un Minotarumon che si lanciò con ferocia verso il gruppo. Non ci fu bisogno per i digimon prescelti di evolvere, perché Sorcerimon, con calma innaturale colpì il soldato al lato del collo col bastone e lo scagliò a terra.
-Non approfittare troppo della clemenza dei digiprescelti.- lo ammonì.
Il Minotarumon cercò di tirarsi su con rabbia.
-Sai che me ne faccio della clemenza di un gruppo di mocciosi?- si alzò e tentò nuovamente l'attacco -Preferisco morire qui e subito!-
Sorcerimon lo colpì nuovamente, con freddezza.
-Ma che stupidaggini sono!- urlò Mimi, la cui voce zittì il brusio inferocito levatosi. -Non si tratta di clemenza, ma di umanità! E mi spiace molto che tu non sappia cosa sia, perché ti farebbe bene averne un po'!- urlò contro il Minotarumon. Palmon alle sue spalle tese la zampa per dire qualcosa, ma le uscì solo un -Mimichan...- lamentoso.
-Però, che caratterino...- commentò Dokugumon. -Non starebbe male a dettar legge nel nostro esercito.-
DeathMeramon fece una risatina metallica, prima di riflettere su quanto detto dal commilitone. Anche l'altro tacque, pensieroso.
-Ti spiace se ti medico la ferita?- domandò Jou, accennando alla schiena di DeathMeramon.
-Sì.- replicò quello -Non accetto la pietà del nemico.-
Mimi fece per ribattere.
-Ma non intendo neppure morire.- rispose il digimon. -Posso fare da solo.-
Jou sospirò.
-Purtroppo non è cosa che puoi fare da solo.-
Il digimon emise un ruggito sommesso di frustrazione e la prescelta della Sincerità sbuffò.
-Uomini... mai che accettino aiuto.-
Quando l'avevano trovato, DeathMeramon era agonizzante. MetalPhantomon aveva voluto umiliarlo maggiormente ferendolo alla schiena. Come fosse stato un vigliacco, ripeteva con rabbia tentando di rialzarsi, circondato dai maghi che volevano fargli la pelle. E Mimi non aveva resistito a salvarlo. Si era intestardita e aveva impedito ai maghi di ucciderlo, a costo di venire colpita dagli incantesimi.
-Un buonismo ridicolo.- mormorò DeathMeramon, irritato.
Mimi lo fulminò con un'occhiataccia, gentilmente ricambiata dal nemico. E mentre fra i due volarono scintille, Ylenia ne approfittò per toccare il braccio del generale. In pochi, brevi, istanti scorse alcuni suoi ricordi.
Vide i cinque generali tirare a sorte per decidere chi di loro dovesse comandare l'attacco.
Li vide scherzare e litigare.
L'ambiente era spartano, così militare. Nessun indizio. Solo infinita malinconia e rabbia.
Altri ricordi, i compagni caduti.
Gli ultimi istanti di Kuzuhamon.
MetalPhantomon che si portava rapido alle sue spalle e gli apriva uno squarcio sulla schiena.
"Come se fossi stato un codardo!" urlava l'anima di DeathMeramon.
Alla malata gioia per la carneficina imminente si sostituì la confusione e la rabbia del tradimento, molto più comprensibile.
"Dove si nasconde?" pensò la ragazza. "Più a fondo."
-Ehi, che vuoi?- protestò DeathMeramon sottraendosi al suo tocco. S'intestardì e lo toccò di nuovo.
Un istante, fu sufficiente.
Vide un deserto circondato dall'oceano e alte montagne lisciate dal calore della lava inerpicarsi le une sulle altre.
Poi il flusso di ricordi s'interruppe, perché con uno strattone il digimon la allontanò da sé. La ragazza cadde a terra con un gemito di dolore.
-Yle!-
-Tutto bene, Bearmon...- la tranquillizzò la ragazza
massaggiandosi il fondoschiena.
Sorcerimon fece per colpire il nemico, ma lei lo fermò.
-Cosa credevi di fare?- domandò irritato il generale d'argento.
-Voglio salvare i miei amici, come tu vuoi vendicare i tuoi, ne sono sicura!- sbottò la prescelta della Memoria.
-Non sono affari tuoi!- ruggì il digimon.
-Buona nuova, lo sono!- replicò lei, che, a differenza di Mimi, un'altra ripassata di cazzotti glie l'avrebbe data.
-Yle, calmati...- la pregò Bearmon.
-Daemon vi ha traditi, possibile che non vogliate vendicarvi?!-
-C'è il mio onore in gioco, mocciosa! Che voi lo vogliate capire o no, non è affar mio! Io mi vendicherò! Non verrò mai a chiedervi di farlo per me!-
-Nessuno te l'ha mai offerto, bestione!- replicò lei.
Jou l'afferrò e tentò di allontanarla.
-Ylenia, aspetta, dai, lascia stare!-
-Lasciami, senpai!- si agitò lei -Questo bestione non prova la minima gratitudine!-
-Per favore!-
Il povero prescelto dell'Affidabilità ebbe il suo bel da fare per calmare la ragazza, in più i prigionieri lì intorno non se ne stettero zitti e il risultato fu che anche Mimi si agitò. Quando alla fine il ragazzo lasciò quella prigione di fortuna, era assolutamente stremato.
Gomamon era fiero di lui, perché in quegli anni Jou aveva accettato l'imposizione di non poter tornare a Digiworld solo a patto che Gennai gli fornisse libri e materiale per i suoi studi sulla medicina digitale. E se molte vite erano state salvate quella notte, Jou ne aveva i meriti.
Ma certo non sarebbe andato a raccontarlo a nessuno.
Modesto come al solito, sorrise Gomamon.
DeathMeramon, nel frattempo, mentre intorno a lui volavano commenti aspri e sprezzanti contro i digiprescelti, fissava con l'animo in lotta la borsa dei medicamenti lasciata ai suoi piedi insieme ad un foglio con le istruzioni per l'uso.


°


Quando il gruppetto tornò nella "sala riunioni", fu accolto da un'opprimente aria d'attesa.
-Allora?- saltò su Yamato, raggiungendo sua sorella. -Dov'è?-
-Ehm...- fece Ylenia -Non lo so...- e prima che il maggiore ribattesse, la ragazza si rivolse al prescelto della Conoscenza. -Ho visto un deserto sul mare e delle montagne.-
-Oh, fantastico... siamo su un'isola piena di deserti, montagne e, guarda un po', in mezzo al mare!-
-Yamarin, stai calmo.- s'intromise Taichi.
-Non dirmi di stare calmo, accidenti!- sbottò quello. -Stiamo solo perdendo tempo!-
-Se preferisci andare a cercare per tutta Digiworld senza uno straccio di idea, fa pure.- ribatté il ragazzo del Coraggio.
Koushirou prese da parte Ylenia.
-Meglio se mi descrivi quello che hai visto.-
Lei annuì e i due iniziarono una nuova ricerca, mentre, purtroppo per i timpani di tutti, Taichi e Yamato continuarono a battibeccarsi.
-Così?-fece Koushirou, mostrando a Ylenia la foto di una costa frastagliata.
-No, no, le rocce erano più scure e poi era visto dal mare...-
-Come se fosse un'isola? Così?-
-No, le montagne erano diverse, più lisce... ecco, tipo queste.-
-Da quando sei così prudente?- continuò Yamato.
-E tu da quando sei così attaccabrighe?- replicò il leader dei digiprescelti -No, aspetta. Sei sempre stato così!-
-Ok, stop!- s'intromise Sora, separando i due. -Avete ragione entrambi. Ci vuole un buon piano che metta Daemon nel sacco in modo da sconfiggerlo in fretta.-
I due si ruggirono contro, la tensione li stava logorando.
-Basta, pareggio!- esclamò Sora.
-Il pareggio non è contemplato!- replicarono i ragazzi in coro, lasciando di stucco non solo la prescelta dell'Amore, ma anche i presenti.
"Roba da pazzi, sono sincronizzati anche quando litigano..." pensò Sora sudando freddo.
-TROVATO!-
L'urlo di trionfo di Koushirou salvò la situazione.
-Grande!- esclamò Ylenia battendogli il dieci.
-Dov'è?!- ruggì Yamato.
-Diglielo prima che ti sbrani...- mormorò Hiroyuki, mentre il rosso si rimetteva a trafficare col suo portatile con tutta la calma del mondo.

-Allora?- insistette il prescelto dell'Amicizia avvicinandoglisi ancora di più con Black Agumon al seguito.
-Sì.- rispose Koushirou. -Grazie a Ylenia, ora so dove si trovano.-
Spinse il pulsante d'invio e sulla parete integra si proiettò la mappa di un continente.
-Si trova in questa zona del continente WWW.- continuò il rosso, indicando un'isola ad est del continente. -Ovviamente nascosta dalla solita barriera.-
-Dubito che riusciremo ad entrarci come nell'altra base...-commentò Pyomon.
Koushirou fece un sorrisetto furbo.
-Già... però Daisuke e Imperialdramon mi hanno dato un'idea.-
Il prescelto di Coraggio e Amicizia s'irrigidì.
-I... io?-
-Devo ancora verificare, ma credo funzioni.-
-E quella cosa?- domandò Yamato, speranzoso.
-È quasi pronta.-
-Come quasi? Non abbiamo tempo per- Koushirou interruppe l'amico, che stava già andando nel panico. -Tranquillo, Yamato. Ci vorrà mezza giornata per finire.-
-Mezza giornata?! Non abbiamo tutto questo tempo!-
-Sì, invece.- replicò il prescelto della Conoscenza. -Perché per attraversare l'oceano ci vogliono minimo due giorni di tempo.-
Se in quel momento Koushirou sperava di placare l'amico, scoprì a spese dei suoi poveri timpani di aver peggiorato la situazione.
-Due giorni?!-
-Due giorni. Per loro. Noi abbiamo Imperialdramon.-
Yamato tacque, preso in contro piede.
Rimase in silenzio per qualche secondo. Era nervoso, troppo nervoso. I suoi nervi stavano cedendo e il peggio doveva ancora iniziare.
Strinse i pugni.
-Mi dispiace... so che non dovrei agitarmi così...è solo che...-
-Scuse accettate.- s'intromise Taichi dandogli due forti pacche alle spalle. -Ora pensiamo a come fare il culo a strisce a Daemon.-
-Aspetta almeno che mi scusi bene!-
Mentre i due si punzecchiavano ancora un po' sotto gli sguardi di compatimento dei loro digimon e di Sora e Pyomon, Yukidarumon sollevò un altro problema.
-Anche se sappiamo come raggiungere la base, dobbiamo sapere chi stiamo per combattere, ragazzi. Daemon non ci ha pensato due volte ad eliminare i suoi generali, evidentemente conta su qualcuno di molto più forte al suo servizio per rimpiazzarli.-
-Come MetalPhantomon.- convenne Leomon. -Ho notato che aveva una stella d'oro addosso, mentre quegli altri generali una d'argento.-
-Brutto segno...- commentò Daisuke -Beh? Non sappiamo nulla di loro?-
-Purtroppo Daemon non scopre mai le sue carte.- protestò Ogremon -Conoscevamo quei cinque di fama e MetalPhantomon per essere il suo luogotenente, ma per il resto...-
-Si dice che si sia circondato di potenti e spaventosi guerrieri, che portano distruzione e morte ovunque.- continuò Leomon.
-Ho sentito che uno di loro è un digimon marino dal veleno letale.- fece Yukidarumon. -E che un altro è velocissimo, tanto che ha sterminato un intero villaggio in pochi attimi.-
-Mmmm... io ho sentito solo che MetalPhantomon raccoglie personalmente energie negative torturando psicologicamente le sue vittime con incubi tremendi.- commentò Meramon.
-Forse potremmo costringere i prigionieri a parlare.-
ghignò Ogremon agitando la sua clava d'osso.
-O forse potremmo chiedergli di farlo per favore.- lo contraddisse Mimi piegandosi verso di lui e facendogli gli occhi dolci.
-O forse potremmo... potreste- si corresse Ogremon -chiedergli per favore di vuotare il sacco, ecco.- biascicò seccato, evitando lo sguardo della ragazza.
-Dubito che ci diranno qualcosa.- fece Gomamon, caustico.
-Tentar non nuoce.- replicò la ragazza sulla porta.
-Mimi, aspetta!- le corse dietro Palmon, esasperata.

°


DeathMeramon si sarebbe aspettato torture e ancora torture, non certo una ragazzetta coi capelli rosa che gli chiedeva dove fosse il loro quartier generale e chi fossero i guerrieri più temibili al servizio di Daemon.
-Tu... sei completamente fuori di testa!- esclamò Dokugumon, sconvolto.
Un coro d'insulti e frasi poco decorose si levò contro la prescelta della Sincerità e la sua partner. Palmon si tenne pronta ad evolvere al minimo pericolo e Sorcerimon era al suo fianco, silente e attento.
-SILENZIO!- tuonò DeathMeramon. -Voi digiprescelti siete pazzi. Volete davvero sfidare uno potente come Daemon?-
Mimi lo fissò senza dire una parola.
-Tsk...- il digimon si passò la mano fra i capelli. -Il mio onore non mi permette di rivelare informazioni che indeboliscano il mio Signore.-
-Che vi ha traditi.-
-Mimi!- esclamò Palmon.
DeathMeramon si batté le mani sul petto fasciato.
-Ma sono in debito con te e il tuo amico occhialuto, perciò vi dirò una cosa: a guardia della sua base,-
-Nell'isola ad est del continente WWW?-
DeathMeramon tacque un attimo.
-Sì.- disse freddo. Il tempo di zittire i cori di protesta e poi riprese.
-Daemon ha altri cinque generali. Solo sconfiggendoli potrete ottenere le cinque chiavi d'accesso.-
-Chi sono questi cinque?- domandò speranzosa la ragazza.
-Sei sorda? Ho detto una cosa.-
-Ma questo non serve a nulla!- protestò lei.
-Allora lascia che ti dica io una cosa.- gracchiò Dokugumon. -I nomi di quei cinque sono: MetalPhantomon il Mietitore, Spinomon della Pioggia di Sangue, Pukumon la Scheggia Velenosa, Devitamamon il Distruttore e TygerVespamon l'Inseguitore. Anche se hanno dei nomi di merda, non sottovalutateli. Francamente, spero li facciate a pezzi.-
-È un modo per dire che fate il tifo per noi?- Mimi gli fece l'occhiolino.
-Se lo farete, Daemon capirà chi sono i veri inetti.- replicò DeathMeramon. -E ora sparite, non vi diremo altro.-

°


-Ci sei andata davvero?- esclamò Sora, sconvolta.
-Credevi fossi in bagno?- rispose Mimi -Comunque, sì. E sono anche stati molto gentili a dirmi i nomi dei nostri prossimi nemici. Che dovremo sconfiggere per entrare nella base.-
-Solo?!- esclamò scoraggiato il prescelto dell'Amicizia.
-Scusa, biondo, sono la ragazza di un genio, non sono attrezzata per i miracoli. Ancora.- ribatté quella.

Jou fece per ribattere, ma la ragazza si mise una mano sul cuore.
-E, prima che facciate domande sceme, non hanno mentito. La mia Crest l'ha sentito. Sono davvero nel continente WWW.-
La ragazza e Palmon spiegarono ogni cosa agli amici e grazie a questo e a Koushirou riuscirono ad avere un vago profilo dei loro nemici. Nel giro di un'ora, avevano un buon piano da mettere in atto. Restava solo "quella cosa" da finire e poi sarebbero potuti partire alla volta della loro destinazione.
"Resistete, arriviamo." pensò Taichi, con lo sguardo rivolto al frammento di cielo che s'intravvedeva dallo squarcio.


Fine Capitolo 26


Note:
Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento! Credo sia più corto degli altri perché è di transizione. Non succede nulla di che, lo so, ma ci voleva. Vi posso assicurare che ho sputato sangue per scriverlo, perché l'avevo già scritto ma poi sono sorti problemi logistici che io chiamo "La sindrome di Light Yagami". Ovvero che tutti si fanno le seghe mentali come Light @.@ e nessuno sa più come comportarsi...
Quindi adesso ho dei dubbi se ci siano punti che non tornano nel capitolo. Ho combattuto con me stessa per evitare che i personaggi se le facessero anche qui. Infatti, molte scelte che fanno, sono assai "ingenue"... e perciò mi farebbe piacere sapere che ne pensate, ecco.
Anche il prossimo capitolo è in parte scritto.
In parte, perché in realtà qui c'era un pezzo riguardante Ken e Risei, ma mi sembrava non ci stesse bene. Quindi, sarà nel prossimo e quindi Daemon avrà ancora un po' di gioia e felicità.
Yama: Ancora per poco. è.é

Mentre scrivevo la parte di Yle e DeathMeramon mi è venuto in mente quello sketch di Lilo e Stitch.

DM: Mi sta toccando!
Y: Non ti sto toccando.
DM: Mi sta toccando!
Y: Non ti sto toccando.
DM: Mi sta toccando!!
Y: Tocco l'aria.
DM: *Slurp*
Y:Uaaah!
Yama e Tai: MA IO TI AMMAZZO!!

E siccome la torcetta ancora mi serviva, non ho potuto metterlo (eh, non perché sarebbe praticamente OOC).
Nella scena precedentemente scritta, c'era Jun al posto di Ylenia e guardate che n'è venuto fuori:

Culumon & DeathMeramon

Altra scena tagliata pirla:

Taichi: Ok, vediamo come possiamo farli uscire allo scoperto... e se provassimo col tip tap? (vedi "Michi e no armor shinka")
Yama, Dai, Take, Iori: Già dato.

Ok, ok, vi lascio.
C'erano anche scene serie, per la cronaca, come i sensi di colpa di Kou, le seghe mentali di Kou per trovare la base (cioè le mie...). Un pezzo su Hikari... insomma. Ce n'era anche una con i cari Padroni delle Tenebre, che avrebbero dovuto aiutare dalla Terra Kou con la ricerca, ma non ci stava... cioè, hanno Ylenia e non la usano? Eh.
I cari mascalzoni, per la cronaca, hanno i loro casini sulla Terra e nella saga successiva a Daemon, li vedrete all'opera.
Poverini...
(No, solo perché volevano conquistare un mondo che conoscevano appena, ecco)



-Che diavolo volete?-
-Mi deludi, Ken Ichijouji.-
-Io? Il Seme delle Tenebre ha smesso di crescere. E comunque, a cosa ve ne serve uno solo? È pieno di fiori qui.-
-Il tuo non è un seme comune, Ichijouji, ma questo tu lo sai bene, anche se non era destinato a te.-


*Musichetta*

Al prossimo capitolo: Disperazione e Speranza.















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Capitolo 27
*** 27. Disperazione e Speranza ***


Twins' War Capitolo 27
Capitolo 27: Disperazione e Speranza



Just got to chase the pain away.
Let it fade away
There's a ray of hope beyond despair
Move on, look for the truth in this world.
(Only one life to live so choose wisely.)
Break through the confusion,
Find a solution,
Beat the twisted evil things,
Just do it, go for it.

(Never say never, Danganronpa)




L'esercito vittorioso di Daemon fu accolto nell'enorme androne del castello da urla esultanti di trionfo e nell'aria si levò alto il nome del Signore dell'Ira in un canto bellico agghiacciante, che echeggiò potente fra le spesse pareti metalliche.
I vincitori marciarono impettiti e boriosi fra le due file del corteo che li aveva accolti. Non mancò molto che il canto di guerra si trasformasse in un coro di: -Lunga vita al Grande Daemon!- E anche quello risuonò a lungo come il rombo di un tuono.
Il Grande Daemon si sentì galvanizzare da tutto quell'acclamare ed esultare, peccato che non avesse il tempo di restare a farsi adorare dai suoi soldati, ne aveva perso già troppo quando peccando di sicurezza aveva abbassato la guardia. E prima ancora quando Taichi Yagami e quel suo stramaledetto digimon avevano distrutto il suo primo prezioso laboratorio. Quel terzo maniero si ergeva sulle esperienze negative precedenti, perciò doveva resistere agli attacchi. Anche perché non voleva né poteva proprio perdere altro tempo, dato che già ne aveva poco e sicuramente i digiprescelti erano alle sue calcagna.
Dopo aver dato disposizioni ai suoi uomini, Daemon si allontanò seguito dal proprio luogotenente e da un drappello di soldati che trasportavano quattro scatole nere.
-Portate le cavie 705 e 706 nel laboratorio di ricerca e portate a compimento gli esperimenti.-
-Sissignore!- esclamò un Devimon e si separò dal drappello seguito da un gruppo di Troopmon che trasportavano sulle spalle due delle casse. Altre due seguirono Daemon e MetalPhantomon in un secondo corridoio laterale finché, ad un bivio, il Signore dell'Ira s'infilò in un enorme ascensore con una di esse e il fantasma proseguì dritto.
Nella sua piccola prigione, Ken aveva percepito ogni movimento e sentito ogni discorso.
"Pensa a un modo... pensa a un modo... " si diceva con
le ginocchia al petto e il sudore freddo a gelargli il corpo. Se lo ripeteva da due giorni, ma non era riuscito a vagliare un'idea decente.
Dov'era finito quel ragazzo prodigio che tutti ammiravano?
No, che trovava soluzioni alle domande più difficili?
Dov'era l'Imperatore?
No, non voleva tornare ad essere il vecchio sé, voleva però quell'intelligenza. Aveva faticato per conquistare parte di Digiworld, perché non trovava un'idea decente che gli permettesse di fuggire e portare in salvo i suoi compagni di sventura?
Mentre si tormentava, la cassa si fermò ed iniziò ad aprirsi. Il ragazzo si appiattì contro il fondo, ma non poté sfuggire alla mano del fantasma che gli afferrò il braccio e lo strattonò all'esterno. Trattenne a stento un gemito di dolore per la presa ferrea del digimon e fu sospinto verso il centro di un enorme spazio buio costellato di soffuse luci rosse. Ci mise qualche secondo a mettere a fuoco cosa emettesse quei bagliori e, quando lo capì, deglutì un grosso groppone di saliva, impallidendo.
MetalPhantomon lo costrinse a camminare fino a dei ceppi fissati al pavimento, che, a quanto pareva, erano già stati predisposti per lui. Ma Ken Ichijouji non aveva intenzione di restare là dentro un secondo di più. Solo a respirarla, quell'oscurità sembrava volesse pervadere tutto il suo corpo. Se il suo pensiero era giusto, quelli volevano...
Con uno scatto fulmineo scartò i due Troopmon che lo scortavano a fucile spianato e corse verso il quadrato luminoso alle sue spalle.
MetalPhantomon non si scompose, i Troopmon lo inseguirono e tentarono di tagliargli la strada. Ken ne schivò altri due, ma era debole dopo due giorni passati in quella maledetta scatola e i suoi riflessi non lo aiutarono per molto. Non riuscì a raggiungere il portone aperto (era una specie di hangar senza aerei?), perché uno dei soldati gli si gettò sulle gambe facendolo cadere malamente fra i fiori rossi.
"Non voglio!" gridò fra sé, pervaso da un terrore primitivo. "Non... l'Oscurità... No!"
Si ribellò, scalciò, colpì alla cieca chiunque gli capitasse sotto tiro.
Inutile, inutile, inutile.
Se solo avesse avuto il suo digivice...
Avrebbe tanto voluto avere la frusta.
Ma la frusta apparteneva all'Imperatore...
Mentre veniva brutalmente immobilizzato, il prescelto della Bontà pensò che per un volta sarebbe stato utile rivestire quei panni.
-Mettetelo qui.- ordinò MetalPhantomon, indicando i ceppi davanti a sé. I Troopmon obbedirono, trascinando il prigioniero e incatenandolo.
-Che diavolo volete da me?!- urlò quello con astio e sofferenza.
-Mi deludi, Ken Ichijouji.-
-Io?- replicò quello, ostentando un sorrisetto forzato. -Il Seme delle Tenebre ha smesso di crescere da un pezzo. E' perfettamente inutile. E comunque, a cosa ve ne serve uno solo? E' pieno di fiori qui.-
-Il tuo non è un seme comune, Ichijouji.- replicò MetalPhantomon -Ma questo tu lo sai bene, anche se non era destinato a te.-
-E quindi?-
-I Semi delle Tenebre sono stati creati da Millenniummon.- spiegò il digimon -O forse sarebbe meglio dire che si trattano dei suoi dati morenti.-
L'adolescente deglutì.
Millenniummon era l'avversario che lui, Ryo Akiyama e i loro digimon avevano affrontato e sconfitto durante la loro avventura. Un avversario ostico, che, come doveva essere di moda, non si era rassegnato a morire una volta e, grazie al Seme delle Tenebre, l'aveva portato a diventare l'Imperatore. Non contento di ciò, era riuscito a portargli via Ryo, l'amico umano più caro che aveva. Ken aveva visto tutto questo come un accanimento della sorte nei suoi confronti. Prima Ryo, poi Osamu, poi i suoi genitori distanti... certo il Seme delle Tenebre aveva avuto terreno fertile in lui. Ma non doveva essere quello il piano di Millenniummon e a quanto pare Daemon era molto informato. Era molto informato su troppe cose e quello era un pessimo segno.
-Volete clonare Millenniummon?-
MetalPhantomon rise metallicamente.
-Sarebbe troppo problematico, per quanto grandioso. No, il grande Daemon ha in mente un progetto molto più semplice. Come forse vi avranno raccontato, i poteri appartenuti a Lucemon erano grandiosi. Assorbire una così grande quantità di potere tutta d'un colpo sarebbe difficoltoso per un corpo non predisposto ad accoglierne, perciò il Maestro ha creato un contenitore che conservasse quel potere per sé, accumulandolo e abituando i suoi dati. Ma per avviare tale processo, ci vuole un quantitativo d'energia altrettanto alto.-
Ken intuì il resto.
-I Fiori delle Tenebre...-
-Esatto. I Fiori che vedi qui, però, bastano solo per avviare il processo. Assorbirà altro potere nutrendosi di altri Fiori, pregni di un potere di qualità superiore, nati dai Semi delle Tenebre originali. E dato che Millenniummon è andato... -
Il prescelto della Bontà digrignò i denti.
La possibilità che gli aveva prospettato Oikawa quando l'aveva rapito tre anni prima gli si era presentata una seconda volta.


°


Daemon entrò nel laboratorio centrale trattenendo a stento la prepotente eccitazione che gli gonfiava il petto. Mancava un tanto così, un tanto così... Un urlo acuto e terrorizzato gli fece leccare le labbra. Stavolta non avrebbe fatto errori. In passato non aveva preso precauzioni e ciò gli era costato un grosso ritardo e grosse spese. Aveva persino dovuto chiedere un prestito a Barbamon, rinunciando a parte di un altro ambizioso progetto. Non poteva rischiare di dover ripetere anche le altre due parti, specie se le sue cavie stavano reggendo così bene. Inoltre, Barbamon non si sarebbe fermato solo a quello, avrebbe preteso di più e lui non aveva la benché minima intenzione di assecondarlo di nuovo, né di riniziare tutto da capo. Scagliò il bambino contro un tavolino metallico, dove un gruppo di Vademon lo immobilizzò e iniziò a collegare il suo corpicino minuto ai macchinari disposti tutt'intorno. Vademon e Datamon si diedero da fare ai computer che circondavano la stanza.
Risei urlò e si agitò, strizzò gli occhi e digrignò i denti. Se si fosse concentrato abbastanza, pensò, sarebbe riuscito a fuggire com'era successo sei anni prima. Era un ricordo confuso, ma sapeva per certo che non fu la prima volta che riuscì a farlo. Riusciva a sgattaiolare ovunque da quando aveva aperto gli occhi per la prima volta. Solo che stavolta Daemon allora era stato incauto e non gli aveva messo nessun dispositivo addosso. Ora aveva un bracciale per impedirgli di usare quel potere.
Si agitò nuovamente, con più forza e più foga, contorcendosi in ogni modo possibile, ma riuscì solo ad escoriarsi polsi e caviglie e a ferirsi con gli aghi che aveva già sottocute. Urlò per il dolore.
-Procedete.- ordinò il Signore dell'Ira.
-Sissignore!- esclamò un Datamon accendendo alcuni macchinari. -Avvio del processo d'Incanalamento Energia.-
-Noooo!- urlò Risei.
Daemon lo ignorò bellamente, procedendo ai preparativi personali per l'inizio del processo di assorbimento.
-Papà verrà a salvarmi!-
Si voltò a quelle parole e guardò con commiserazione il piccolo ibrido.
-Lo aspetto.- disse semplicemente.

°

Nel frattempo, nella sottile nebbia scura generata dai Fiori delle Tenebre, il digiprescelto della Bontà sentiva il proprio corpo venire meno, mentre la sua mente era preda degli stessi pensieri che trasformarono il piccolo Ken nell'Imperatore Digimon.
Semplici pensieri, cose che pensava di essersi lasciato alle spalle e di poter affrontare. Credeva...
"Pensa positivo..." s'impose. Detta così faceva un po' ridere, ma non aveva scelta.
"Se potessi rallentarlo anche solo un po'... anche solo un poco... poi forse..."

E poi trascorse un'ora.

Risei aveva gli occhi arrossati e la gola secca. Non aveva più fiato, né forza per piangere o per opporsi. Sentiva tutto un formicolio ovunque e la mente sembrava sempre più staccata dal corpo. Una sensazione orribile e spaventosa per un bambino. Che fosse umano, digimon o un ibrido, non cambiava nulla.
Daemon si era accomodato su un tavolo simile al suo e scrutava con trepidazione crescente i vari schermi.
-Processo di Incanalamento al 75%, Signore.- annunciò un Vademon.
-Processo di Distaccamento al 30%, Signore.- gli fece eco un secondo scienziato.
Il Demon Lord si rivolse ad uno dei soldati.
-La situazione esterna?-
-Tutto tranquillo, Signore!-
-706 e 705?-
-Portati a compimento, Signore!-
-Molto bene, rendeteli operativi come previsto.-
"Papà..."
Risei supplicò mentalmente Yamato perché arrivasse il più in fretta possibile.
Sarebbe arrivato.
Ne era sicuro.
Sarebbe arrivato...
Sarebbe...

Resisteva, resisteva, resisteva...
Ken schermava la propria mente coi ricordi più belli che possedeva.
-Ken, guarda.-
Le bolle con Osamu.
Osamu era morto.
-Kenchaaaan!-
-Piacere, io sono Ryo. E lui è Demiveemon.-
La loro avventura...
Daisuke somigliava molto a Ryo. Era stato uno scherzo del destino o un atto voluto che avessero lo stesso digimon? O forse i Supremi avevano poi voluto aggiustare le cose?
Sì, avevano voluto riportarlo sulla retta via.
Perché non c'era più Ryo accanto a lui e Wormmon... Wormmon...
Strinse i denti.
Se non avesse rubato il digivice di Osamu, Wormmon sarebbe stato il digimon di suo fratello.
Aveva rubato quell'avventura a suo fratello.
-Wormmon...- biascicò.
Il Seme delle Tenebre nel suo collo pulsò e si gonfiò ancora di più, ormai ridestato da tutta quell'oscurità. E qualunque suo ricordo, qualunque motivo di gioia che Ken possedeva, ne veniva irrimediabilmente sporcato.
"Miyako..."
Era bellissima.
Era fortissima.
Intelligente.
Un po' pazza...
Sorrise.
Ricordò il loro primo bacio, casto e puro sotto i fuochi artificiali.
Poi un secondo, appallottolati sul divano a casa di lei. Il suo corpo si era mosso da solo e aveva premuto le labbra sulle sue. Rivisse le sensazioni di quei due momenti. La morbidezza della guancia e poi delle labbra di Miyako, il suo profumo, le sue mani che gli carezzavano i capelli mentre si abbandonava al bacio. Erano finiti distesi sul divano. Sorrise. Il fratello di Miyako era rientrato in anticipo quella sera. Nell'alzarsi per non farsi beccare, si erano sbattuti cranio contro fronte. Avevano riso per mezz'ora della cosa.
Avrebbero riso di nuovo?
Miyako sarebbe arrivata, n'era certo. Ma...
Miyako aveva rischiato di morire, per colpa sua.
"No, no, no!"
Il suo corpo era intorpidito, le braccia e le gambe erano rigide, la pelle lacerata in più punti. Bruciava. La carne viva brillava di rosso. Bagliori rossi costellavano il suo corpo, come se i Fiori delle Tenebre avessero sostituito tutto.
"Miyako... Daisuke... Wormmon... Wormmon..."
-Wormmon...- mormorò, prima di svenire.

-Processo di Incanalamento al 100%, Signore. Il cerchio magico è pronto.-
-Processo di Distaccamento al 95%, Signore.-
-Iniziate il trasferimento del moccioso.- ordinò Daemon. Davanti a lui, anche Risei aveva ormai perso i sensi e i Vademon iniziarono a prepararlo per il trasporto nella sala dove il loro padrone avrebbe eseguito il rituale.
Un altro Datamon lo informò che anche il processo di Crescita era quasi terminato.
Il Demon Lord ghignò e non poté fare a meno di cantare vittoria.
-Aumentate le difese!- ordinò poi, giusto per scaramanzia.
-Signore.- gli si avvicinò MetalPhantomon. -E' tutto predisposto, gli altri Generali sono alle entrate.-
-I digiprescelti non tarderanno ad arrivare, accoglieteli come si deve.-
Il fantasma fece un inchino col capo e si congedò per dirigersi alla postazione di sua competenza.



°


Nel frattempo, nella torre di vedetta...

-Quel cespuglio è sempre stato là?-
-See.-
Essere di guardia in pieno deserto era un mestiere noioso e mal retribuito. Certo, i soldati del Signore dell'Ira, non si sarebbero mai azzardati a protestare, perché Daemon non aveva istituito un sindacato lavoratori e i suoi licenziamenti prevedevano come unica liquidazione quella del dipendente.
-Sicuro? Perché mi sembra- -E' il solito cespuglio.-
Il solito cespuglio secco mosse appena i suo rami spogli e striminziti alla calda brezza del deserto.
Molti metri sopra di esso, celato dietro una sfera d'invisibilità che ne schermava anche la forza, Imperialdramon attendeva il segnale d'inizio.
-Siete pronti?- domandò Koushirou.
Alle sue spalle, gli amici umani e digitali, evoluti e pronti alla battaglia. Oltre ai prescelti, c'erano i loro alleati, compresi Sorcerimon, i fratelli Magiciamon, Wizarmon e Witchmon.
Tutti proruppero in un urlo affermativo.
-Bene, allora procediamo.-
-Ehi, nanerottolo, guarda che poi quella la rivogliamo.- si premurò di ricordare la digimon strega al prescelto della Conoscenza. Mimi le scoccò un'occhiataccia, ma Koushirou ignorò il 'nanerottolo' e premette il tasto Invio. Sul Digivice di Daisuke comparve un'icona a forma di ascia.
-A te l'onore, discepolo.- lo incoraggiò Taichi.
-Guarda e stupisciti, senpai.- ghignò il quattordicenne.
-Pronto, Imperialdramon?-
-Pronto!- esclamò il drago.
-Vai!-
Daisuke attivò il programma e lo inviò al Drago Imperiale, che passò dalla forma draconica a quella da combattimento.
I prescelti fluttuarono nella sfera energetica staccatasi dal suo dorso, mentre un'altra sfera di energia bianca assunse la forma dell'ascia rappresentata nell'icona. Una certa ascia di un certo cavaliere di una certa città magica. Imperialdramon afferrò l'arma e la fece roteare a mezz'aria.
-Ragazzi...- disse Taichi -Cerchiamo di restare tutti vivi e salviamo i nostri amici.-
Tutti annuirono.
Imperialdramon calò con potenza l'ascia.
-Majestic Strike!-
Un fendente di vento e fuoco squarciò la barriera invisibile che nascondeva i prescelti e, prima che potessero far nulla per impedirlo, anche quella che celava il laboratorio di Daemon al mondo.




Fine Capitolo 27



Note: Ehm... si, di nuovo in ritardo. Il capitolo era già più o meno finito. Ho dovuto sistemare alcune cose, aggiungerne, ricuci qui, ricuci là... però ancora no mi convince molto... Però adesso inizia lo scontro finale, state sintonizzati!

Per la cronaca: I Datamon non sono nessuno di nostra conoscenza. E Imperialdramon... dubito che sia riuscito a portarsi tutti in groppa, perciò, chi non ci stava, si trovava comunque sospeso nel suo scudo azzurro e volava nella sua scia. Immaginate che nausea, altro che montagne russe @.@


Nel prossimo capitolo: Contrattacco

Quel sibilo agghiacciante pervase l'aria per interminabili minuti e nessuno riuscì a colpire il Generale. Prescelti e digimon si guardavano continuamente le spalle a vicenda, non potendo prevedere da dove sarebbe venuto l'attacco.
-Ice Lord Bump!-
Una barriera di ghiaccio sorse appena in tempo fra Angewomon e il Generale nemico che ruggì, irritato da quel colpo mancato.
-C'è mancato un pelo...- commentò l'angelo, portando Hikari alle sue spalle.
Jou si rivolse agli amici.
-Come da piano, qui ci pensiamo noi, ragazzi.

















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Capitolo 28
*** 28. Contrattacco ***


Twins' War Capitolo 28


Capitolo 28: Contrattacco





We're the poison in the human machine
We're the future, your future
(God save the Queen, Sex Pistols)
 



-I digiprescelti ci attaccano!-
Nei corridoi del quartier generale del Demone dell'Ira non si udivano che avvertimenti e ordini simili da pochi minuti a quella parte. Daemon fece predisporre le truppe e ordinò che i prigionieri fossero tenuti sotto stretta sorveglianza.
-MetalPhantomon, è pronto?-
-Entrambi, signore. Vuole usare subito i Saiba?-
-No.- sogghignò Daemon -Saranno l'ultimo baluardo di speranza che condurrà i digiprescelti alla disperazione.-
Il fantasma si concesse una risata maligna col suo padrone.
-A proposito, signore, lei è sicuro che non sarebbe stato meglio avere anche il terzo soggetto per questa battaglia?-
Daemon fece spallucce.
-Lei non è ancora completa, ho ancora bisogno di informazioni su come rendere al meglio il suo potenziale. Presto o tardi Barbamon sarà costretto a restituirmela insieme ai dati che mi servivano.-
MetalPhantomon rise nuovamente.
All'inizio gli era parso strano che il suo signore avesse ceduto così facilmente parte di un progetto a cui teneva in particolar modo. La sua lungimiranza sapeva di truffa nei confronti di Barbamon, ma, ovviamente, c'era sempre l'incognita. Se il Demon Lord dell'Avarizia fosse riuscito a passare sopra alle spese esorbitanti per sfamare il suddetto soggetto, cosa alquanto improbabile, allora sì che Daemon avrebbe dovuto trovarsi un terzo umano compatibile. Ed era difficile trovare un soggetto che rispondesse così bene alle sue esigenze.
-MetalPhantomon, Signore!-
Uno dei soldati entrò di corsa nel laboratorio con la disperazione dipinta in volto.
-Che sta succedendo?- replicò seccato lo stratega. Il soldato deglutì. Sapeva che il suo superiore odiava le pessime notizie.
-Ecco... i digiprescelti stanno sbaragliando le truppe all'ingresso nord, signore! Non riusciamo più a contenerli.-
Nello schermo i due mega osservarono lo 'scontro' fra il ridotto schieramento degli stramaledetti mocciosi e il reparto Acquatico del loro esercito.
L'eccitazione del Demone dell'Ira si raffreddò così com'era arrivata.
-Inviate le truppe aeree in supporto e concentratevi su ImperialDramon! Dite ai guardiani di assicurarsi la cattura del digiprescelto dell'Amicizia VIVO!- ordinò Daemon.
-Ehm... a questo proposito, signore... vivo e incolume o solo vivo?- domandò ancora il soldato, con voce sottile e tremula. Il Demon Lord dell'Ira guardò prima il suo subordinato, poi gettò nuovamente uno sguardo sullo schermo dove poté osservare il suo bersaglio che faceva del suo meglio per complicargli la vita brandendo quella maledetta ascia con cui aveva ucciso Cerberumon.
-Basta che sia vivo.- rispose a denti stretti -E cercate informazioni in più su quelle maledette armi!-

°


La battaglia pareva, almeno inizialmente, volgere a meglio per i digiprescelti e i loro alleati. Questo nonostante fossero in evidente minoranza numerica e l'esercito avversario, 
oltremodo accanito, li circondasse. L'ingresso Nord che avevano scelto per l'attacco dava su una vasta tavola d'acqua salmastra e scura. Una laguna circondata da piccole isole che si affacciavano nell'oscurità del Digiworld devastato dai Cavalieri Reali. Il mare precipitava nel vuoto in tante assordanti cascate, mentre nella parte inferiore restava sospesa, come se la laguna stessa fosse un enorme acquario.
Un enorme acquario brulicante di digimon malefici.
La divisione acquatica dell'esercito di Daemon era composta principalmente da orde di MarineDevimon,Octmon, Ebidramon e WaruSeadramon. C'era anche un enorme Whamon volante corazzato.
-Poco male, abbiamo un Whamon anche noi.- disse Ogremon, per nulla intimorito da ciò. Anzi, era galvanizzato.
-Ricordatevi il piano!- lo ammonì Centarumon galoppando verso di lui. Lo saltò con un agile balzo e colpì col suo Hunting Cannon un Ebidramon, schiantandolo violentemente contro un altro suo simile. Andromon ingaggiò battaglia contro un WaruSeadramon, mentre Yukidarumon e Meramon stavano occupandosi dei Troopmon insieme ai maghi, incenerendo o congelando chiunque di loro gli capitasse sotto tiro.
TonosamaGekomon sfruttò le sue (discutibili) doti canore per distruggere (oltre ai timpani di tutti) anche i loro apparecchi elettronici e disturbare le trasmissioni.
Persino Gennai e i suoi cloni erano scesi in campo in prima persona, armati di spada, agili e scattanti, precisi e letali.

Leomon e Ogremon erano nel pieno di una sfida a chi ne faceva fuori di più, Witchmon aveva proposto la stessa cosa a Sorcerimon e Wizardmon, ma nessuno dei due volle accontentarla, perciò la digimon piccata si scatenò contro gli sfortunati soldati.
Sorte simile toccò a chi dovette affrontare Jijimon e Babamon, specie quest'ultima, la quale aveva una scopa nuova di zecca.
Unimon e Monzaemon si gettarono nella mischia, travolgendo chiunque coi loro attacchi.
Dal Whamon corazzato piovvero una miriade di Troopmon, che coi loro corpi neri oscurarono il debole e timido sole che illuminava quel luogo. Il che, comprensibilmente, irritò i digimon maghi.
-Twin Cholla Drills!-
Infervorati, i gemelli Magiciamon spararono contro i nemici raffiche di trivelle. Witchmon scagliava ovunque rivolgesse lo sguardo rapidi proiettili d'acqua. Wizardmon fulminò chiunque osasse anche solo avvicinarsi troppo ad Angewomon (il che sinceramente fece un po' ingelosire Angemon), mentre Sorcerimon sembrava assolutamente immune all'ira... peccato che le statue di ghiaccio intorno a lui smentissero la sua apparente calma.
Gli alleati si stavano dando da fare alla grande, quasi senza lasciar fare nulla ai prescelti e ai loro partner. Tutt'intorno volavano proiettili, getti a propulsione, trivelle, fuoco, raggi laser. Attacchi che s'incrociavano fra loro generando esplosioni, annientandosi a vicenda o colpendo l'obbiettivo, corpi che cozzavano, dati che scomparivano. Inutile dire che in mezzo a tutto quel caos per qualcuno era molto difficile star semplicemente ad aspettare.
ImperialDramon sferrò un altro attacco laser per proteggere i digiprescelti, ma Leomon si parò davanti a lui con la spada in pugno, trafiggendo la fronte di un MarineDevimon che era riuscito a schivare mica tanto miracolosamente gli Arpioni Laser.
-Pensiamo noi ai pesci piccoli, voi prescelti dovete risparmiare le forze.- lo sgridò -Per sconfiggere Daemon avremo bisogno di ogni oncia di potere possibile.-
-Uhm... - Daisuke non era molto d'accordo e sapeva che il Drago Imperiale la pensava allo stesso modo. Ma se i digimon dovevano occuparsi dei pesci grossi, nessuno vietava ai ragazzi di fare la loro parte coi piccoli. 
-Vi ho detto di stare indietro!- ruggì Leomon rivolto a Daisuke, Yamato e Taichi, che si erano mossi prima degli altri e che furono poi imitati da loro.
-Guarda, Yamarin!- esclamò Taichi. I chakram gli vorticavano sopra la testa, completamente avvolti da calde fiamme arancioni. Poi con un gesto (che ricordava tanto il lancio della tiara di Sailor Moon), scagliò uno dei Soli contro i Troopmon. Il chakram, come una cometa in fiamme, spazzò via un discreto numero di soldati prima di tornare fra le mani del suo proprietario.
-Daisuke.- replicò 'Yamarin' -Ignoralo. Salva la tua sanità mentale finché sei in tempo!-
-Ma senpai, è così figo!-
Il digiprescelto maggiore dovette constatare che aveva perso in partenza contro il proprio migliore amico. Era ovvio che l'adorato discepolo avrebbe adorato qualsiasi cosa avesse fatto l'adorabile maestro. E che avrebbe tentato di stupirlo in ogni modo. Infatti, sconsideratamente, Daisuke si gettò nella mischia attaccando i Troopmon col suo Arcana in pugno: l'Imperatore. Esso era 'semplicemente' un grosso coltello da cucina decisamente fuori scala. E per il quattordicenne,
che aspirava ingenuamente a diventare il miglior cuoco del mondo, quel tradizionale santoku era l'arma ideale per aprire la strada ai propri sogni.
L'Imperatore ebbe il suo primo momento di gloria in quel preciso momento, quando Witchmon e Meramon attaccarono i loro avversari, ma questi schivarono i loro colpi. Una pesante massa acquatica e un'ardente sfera infuocata sfuggirono al loro controllo. I due urlarono per richiamare l'attenzione degli altri, ma fu il prescelto il primo a muoversi. Daisuke corse verso le sfere, come se si fosse trovato a una partita di calcio. Scartò rapido la palla di fuoco e col piatto della lama la fece scivolare verso l'acqua. I due elementi impattarono, ma non si annientarono a vicenda. Acqua e fuoco si unirono in una sfera unica che pulsava d'energia.
-Guarda come vi cucino il calamaro!- ghignò il ragazzo colpendo poi la sua creazione per indirizzarla verso un MarineDevimon.
Quello rise, dato che il colpo era davvero troppo leggero. Si spostò di lato per lasciar passare la sfera, ma questa, arrivata all'altezza del suo brutto muso, esplose, liberando una gran quantità di vapore bollente. MarineDevimon urlò, investito da quel calore intenso e imprecò, tentando di precipitarsi in mare, ma, ad occhi chiusi, incespicò sui Troopmon e cadde a terra, schiacciandoli col suo peso.
-Il piatto è servito.- Daisuke concluse la sua opera facendo un inchino al suo pubblico.
-Non deconcentrarti!- Wizardmon ammonì Witchmon che gli fece una linguaccia, mentre Meramon si scusava con il ragazzo.
-Sta tranquillo, non è successo nulla.- rispose quello per poi ridacchiare -Ora Hikarichan mi guarderà con occhi diversi.-
"Fischia." pensò Takeru.
-Non distrarti neanche tu!- lo ammonì, invece, Yamato e impugnando l'ascia come una mazza da baseball sfogò la frustrazione su un Octmon, aprendo una grossa crepa sul suo elmo prima che questo potesse colpire lui e Metalgarurumon con uno dei suoi potenti getti d'inchiostro.
Era un po' innaturale quell'improvviso power up delle loro capacità combattive. Ora sapeva cosa poteva e cosa non poteva fare Hermit, ma nessuno gliel'aveva mai insegnato. In quella situazione, però, né lui e né gli altri potevano permettersi di fare gli schizzinosi. Era stato Koushirou ad accelerare il processo di auto apprendimento degli Arcana in occasione di quella battaglia e stavolta tutti loro erano stati d'accordo.
Mimi riuscì ad intrappolare alcuni Troopmon che inseguivano Chuumon e Sukamon e Ogremon li spedì in orbita. I due si batterono il cinque, mentre Sora usava il suo ventaglio per deviare gli attacchi di fuoco intorno a loro.
Le dita di Koushirou stavano per prendere fuoco mentre trasmetteva schemi e strategie a manca e a destra. Cercava posizioni adatte per gli attacchi e per la difesa, intersezioni di energie magiche, punti di accesso secondari. Intorno a lui infuriava una battaglia d'armi, davanti a lui i dati duellavano con la sua mente, alcuni in funzione di alleati, altri lo ostacolavano.
Hiroyuki stava dandosi alla pazza gioia e non degnò i Troopmon che di un paio di cazzotti di riscaldamento, mentre Mamoru impugnava Justice per affrontare un Ebidramon. 
Durante lo scontro con Dokugumon aveva avuto modo di 'conoscere' le sue armi: le pistole della Giustizia. Nulla di più perfetto.
Sparò un proiettile d'energia elettrica viola che paralizzò l'avversario, permettendo poi ad Andromon di finire il lavoro. Mamoru continuò a sparare con la mano destra. Aveva una mira decisamente buona, anche se non eccezionale. Quei soldati erano tutti efferati assassini, si ripeteva, che male c'era a far loro cavalcare il fulmine per un po'?
Inconsciamente, però, il prescelto della Giustizia non usò ancora il massimo potere di Justice, perché, nonostante tutto, non era davvero pronto a infrangere quel limite spontaneamente. Altri Troopmon oscurarono il sole e Mamoru passò a loro, affiancato da Ylenia. I due coprirono così i loro compagni digimon, permettendo loro di attaccare, mentre intorno a ImperialDramon si creava il vuoto. Fu allora che un forte ronzio quasi trapanò le orecchie del prescelto dell'Amicizia.
Poteva voler dire solo una cosa.
-Sta arrivando.- esclamò Yamato avvertendo immediatamente gli altri.
I veri guai stavano per iniziare.
E anche la fase due del loro piano.

Pukumon, il Generale a guardia dell'ingresso nord emerse dalle scure acque dell'oceano. Il suo attacco fu così rapido che ImperialDramon riuscì a schivarlo di pura fortuna. Una fitta pioggia di aculei quasi investì i digiprescelti sibilando nell'aria.
-HI, ASSHOLES!!- urlò con voce stridula il Generale d'Oro sventolando contro i ragazzi due dita medie di saluto.
-Hi!- esclamò di rimando Daisuke, restituendo il caloroso saluto al nemico, il quale non la prese molto bene.
Pukumon era un enorme e minaccioso pesce palla e, a giudicare dal suo nome di battaglia, la Scheggia Velenosa, doveva essere indigesto come la sua controparte culinaria. Solo un po' più punk e un po' più english, a giudicare dal suo accento. E un po' più blu, con enormi labbra, un elmo irto di spuntoni e guantoni dotati di tirapugni. Inoltre, come ogni pesce palla che si rispetti, si gonfiò a dismisura elargendo loro calorosi e colorati insulti.
-Non c'era bisogno che gli rispondessi.- borbottò Miyako, costernata, tirando uno scapaccione all'amico. -Ora lo spegni!-
-Ma scusa, ha iniziato lui!- si difese Daisuke, dandole un pizzicotto.
-Uno è fuori. Ora pensiamo agli altri. Che è meglio... - disse Koushirou.
Avevano già analizzato i dati dei Generali d'Oro, grazie alle preziose informazioni di Dokugumon, perciò diede solo una rapida occhiata all'Analizzatore Digimon, non si sa mai.


* Digimon Analyzer *

Pukumon


Livello: Mega
Tipo: Mutante
Attributo: Virus
Attacchi:
Needle Squall: Scaglia i suoi aculei in metallocromato Digizoide tutti in una volta.

                Britain Punch: Scatena contro il suo avversario la forza e la furia dei suoi pugni.



-Un digimon very British... - commentò Mamoru.
Hiroyuki batté fra loro i guantoni del suo Arcana, l'adrenalina a mille.
-Lo farò pentire di non essere rimasto a bersi un tè.-
-Tu non gli farai proprio niente.- lo rimbeccò Koushirou.
Hiroyuki non fece in tempo a rispondergli, perché Pukumon passò nuovamente all'attacco.
La sua velocità rendeva giustizia al suo soprannome. E nessuno ci teneva ad assaggiare i suoi aculei, perciò Pidmon dovette creare una barriera per proteggere sia il Drago Imperiale che gli alleati dalla pioggia di aghi velenosi. Essa cadeva tanto fitta, che il suo sibilo era come una melodia di morte che risuonava da ogni parte a brevi intervalli. Gli spostamenti di Pukumon erano estremamente rapidi e precisi, era difficile seguirlo con lo sguardo.
-Merda!- esclamò Taichi -Questo è peggio di quell'altro!-
-Dubito che il tip tap possa distrarlo... - mise in chiaro Iori, sperando vivamente di non ripetere l'esperienza di San Valentino. 
Quel sibilo agghiacciante pervase l'aria per interminabili minuti e nessuno riuscì a colpire il Generale. I prescelti e i digimon ripiegarono in difesa, guardandosi vicendevolmente le spalle, non potendo prevedere da dove sarebbe arrivato l'attacco.
-Ice Lord Bump!-
Una barriera di ghiaccio sorse appena in tempo fra Angewomon e il Generale nemico che ruggì   irritato.
-C'è mancato un pelo... - commentò l'angelo, portando Hikari alle sue spalle.
Jou si rivolse agli amici.
-Come da piano, qui ci pensiamo noi, ragazzi.-
-Jou, sei sicuro?- domandò Taichi.
Il digiprescelto dell'Affidabilità annuì.
-Tenetevi pronti ad entrare.- rispose con aria seria, lo sguardo fisso sul nemico -Zudomon, andiamo.-
-Eccomi.- rispose quello. Due figure si fecero avanti per affiancare i partner dell'Affidabilità.
-Jun... -
-Dobbiamo seguire il piano. E poi, credi davvero che ti lasci andare a fare l'eroe da solo?- replicò la ragazza -Sono una Motomiya, dopotutto.-
-Vi copriamo le spalle.- disse Pidmon.
-In effetti, ne avrei bisogno.- rispose Zudomon, vedendosi circondato dai soldati nemici.
Il digimon angelo scagliò contro di loro i suoi attacchi di fuoco sacro, mentre l'altro caricò i suoi colpi mortali ed elettrizzava chiunque gli capitasse a tiro.
-Fuku Fuku Fuku!-
Una risata gelida e graffiante come di unghie su un vetro lacerò loro i timpani.
Fu un attimo e non poterono scorgerlo che per un brevissimo istante. Una piccola sagoma indistinta colpì Pidmon allo stomaco una volta e, dopo una breve pausa, in successione rapida un numero imprecisato di volte.
-Pidmon!-
Jun strinse la sua spada corta, l'arcana del Mago. L'elsa e le decorazioni sulla lama erano color magenta e rappresentavano il simbolo dell'infinito. Beh, sperava infinitamente di poter assistere al meglio Jou, Zudomon e Pidmon, specie quest'ultimo.
-Fuku Fuku Fuku!- rise ancora la Scheggia Velenosa, saettando intorno ai due digimon prescelti e colpendoli nemmeno al massimo del suo potere, così, giusto per prenderli per i fondelli.
-Ice Lord Bump!-
Zudomon eresse uno scudo di ghiaccio fra sé e il suo nemico e fra questo e il resto del gruppo che procedeva rapido verso l'entrata della base, asfaltando nemici su nemici. Il grosso di loro rimase a combattere contro i pesci piccoli, mentre i digiprescelti si divisero in gruppi dirigendosi nelle diverse zone, per affrontare i vari Generali come da programma.
ImperialDramon, Wargreymon e Metalgarurumon rimasero ad aspettare pazientemente coi loro amici umani, col cuore in gola.
-Speriamo vada tutto bene.- disse Taichi. Yamato e Daisuke annuirono in silenzio.
Non ebbero comunque tempo di riposarsi, perché una nuova ondata di nemici arrivò all'assalto.


Pukumon si mostrò fin da subito più coriaceo del previsto e, essendo un mega, Jou si chiese se i poteri di Zudomon e Pidmon potessero bastare a batterlo.
Contenerlo era già un miracolo.
Si muoveva velocemente da un punto all'altro del muro di ghiaccio sferrando attacchi in continuazione. Zudomon creò una calotta di ghiaccio per imprigionarlo, ma resistette ben poco.  Con orrore, il prescelto dell'Affidabilità vide la resistente lastra gelida creparsi lungo i punti d'impatto dei pugni. Un ultimo potente colpo e Pukumon infranse la calotta della sua gelida prigione e si diede all'inseguimento degli altri digimocciosi, intuendo quali fossero i loro piani.
Non era preoccupato per gli altri Generali, quelli sapevano arrangiarsi da soli (e francamente non gliene fregava un cazzo). Era una questione di orgoglio. Li avrebbe uccisi tutti nel suo territorio. Daemon allora lo avrebbe eletto addirittura a suo consigliere personale, alla faccia di MetalPhantomon.
-Non ti lascerò passare!- esclamò Pidmon volando rapido davanti a lui e interrompendo i suoi sogni di gloria. -Fire Feather!-
L'angelo sbatté le ali generando fiamme sacre. Un altro battito e quelle si scagliarono contro il nemico. Pukumon fu colto di sorpresa, ma reagì roteando su se stesso e agitando i pugni respinse il fuoco.
-Hammer Spark!-
La saetta generata dal martello di Zudomon fu a sua volta evitata dal generale con facilità. Jou sollevò Temperance, ragionando sull'angolazione  da dare al taglio, poi gesticolò e un grosso masso si staccò dalla parete di roccia alle spalle della Scheggia Velenosa, reciso da un taglio netto. Pukumon evitò facilmente anche quello, ma non riuscì ad evitare un secondo fulmine, che lo colpì alle spalle.
-SHIT!!-
Dolorante e punto nell'orgoglio, il Generale d'Oro si voltò di scatto, gli occhi iniettati di sangue, verso il morto che cammina che aveva osato fargli fare quella figura di merda!
La figura snella di Jun comparve nel suo campo visivo. La ragazza stringeva l'impugnatura della sua spada e la sollevò per proteggersi, ben conscia che non avrebbe potuto fermare un attacco fisico.
-You, bitch!- gracchiò il nemico scagliandosi su di lei per colpirla col suo micidiale sinistro.
-Jun!-
Pidmon volò verso di lei, invano. Non avrebbe fatto in tempo a proteggerla. Jun urlò a sua volta, buttandosi di lato e colpendo l'aria con la spada. Da essa si generò uno scudo di ghiaccio, che assorbì in parte il colpo del nemico. L'impatto fu comunque troppo forte e lo scudo s'infranse quasi immediatamente. La ragazza rotolò diversi metri più in là, finendo sul bordo della scogliera rocciosa.
Pukumon era su tutte le furie. Strinse spasmodicamente i pugni, gonfiandosi spaventosamente ad ogni sbuffo.
-Pieces of scum! Con chi diavolo credete di avere a che fare?- berciò -Vi farò entrare in un mondo di sofferenze di cui non avete idea!-
La Scheggia Velenosa sferrò un pugno al suolo e con terrore Jou vide la scogliera creparsi e cedere sotto i piedi di Jun.
La ragazza cadde nel vuoto urlando.
-Juuun!- urlò il prescelto dell'Affidabilità.
Pidmon si precipitò ad afferrarla, ma fu una leggerezza.
-Needle Squall!-
Centinaia di aghi velenosi investirono l'angelo e la prescelta della Volontà. I loro corpi danzarono al ritmo scoordinato dettato dal Generale, accompagnandolo con le loro grida di dolore, prima di cadere in mare e scomparire sotto la superficie scura.
Jou e Zudomon urlarono i loro nomi, mentre Pukumon rideva a squarciagola.
-E questo era niente! Ora vi mostrerò cosa succede quando ci si oppone al grande Daemon!-
-No, fermo!-
Il prescelto dell'Affidabilità usò l'Arcana della Temperanza per tagliare la strada al nemico, ma la Scheggia Velenosa schizzò via evitando tutti i fendenti e si tuffò in mare gridando.
-Di te mi occuperò dopo, asshole! Prima penserò a quella little bitch!-

Jun trattenne il fiato mentre stretta al corpo del suo digimon sprofondava in quell'oceano nero, intriso di negatività.
-Needle Squall!-
Una seconda raffica investì in pieno i due. L'angelo strinse a sé la ragazza con più forza, facendole scudo col proprio corpo. Gli aghi gli penetrarono la carne, fitti come pioggia torrenziale. Pidmon gridò, ma dalla sua bocca uscirono solo bolle d'aria. Annaspò, finendo per inghiottire acqua salata. Il dolore delle punture iniziò a diventare insopportabile ogni secondo che passava e si propagava, annebbiandogli i sensi: il veleno aveva iniziato a diffondersi.
"Devo... devo fare qualcosa..." pensò Jun, ancora avvolta in quell'abbraccio.
-Fuku Fuku Fuku!- Pukumon era ancora più rapido nel suo elemento e si precipitò verso di loro.
-Fuku Fuku Fuku!-
"Maledizione, anche sott'acqua si sente la sua odiosa voce!" pensò la ragazza con una punta di stizza. Torse il braccio mirando al nemico col digivice. Un raggio di luce bianca illuminò la tenebra fitta e toccò il Generale, il quale tuttavia si sottrasse ad essa e colpì l'angelo con una nuova raffica di pugni. Gli urti investirono anche Jun. La ragazza boccheggiò dolorante e inghiottì l'acqua salmastra che le bruciò la gola. Annaspò nel tentativo di respirare, ma ottenne di inghiottirne altra. Le parve di morire. Si agitò per interminabili secondi prima di riprendere controllo, non doveva cedere al panico. Pidmon. Doveva aiutare Pidmon!
Il digivice lampeggiò.
"Dopo aver affrontato Vamdemon... ok... il suo ricordo..." pensò "Non sarà un pesce assassino a mettermi paura." si diede coraggio, puntando nuovamente il dispositivo contro il Generale.
-Ci riprovi?- le urlò contro quello. -Needle Squ- -Hammer Boomerang!-
Il martello di Zudomon colpì la Scheggia Velenosa stroncando il suo attacco e tornò in mano al proprietario.
Jun sorrise.
Jou era con lui ed era davvero agguerrito.
Ancora una volta il suo ragazzo faceva il principe azzurro. Ancora una volta accorreva per salvare la principessa. Ma lei non voleva essere la classica princess totalmente in distress. Si sforzò di muoversi ancora e riuscì a colpire il nemico col digivice. Pukumon aveva risentito dell'attacco del digimon dell'Affidabilità ed era rimasto sospeso in acqua per qualche secondo. Il tempo per il digivice di Jun di elaborare l'informazione richiesta e inviarla agli amici digitali tramite due raggi verdi.
"Ancora un piccolo sforzo..." si disse la ragazza, ormai senza più aria nei polmoni.

Sotto lo sguardo sconvolto di Pukumon, Pidmon parve riprendersi. Jun sgusciò dal suo abbraccio e usò la spada per tagliare l'acqua davanti a sé, creando uno spazio vuoto. Raccogliendo le poche energie rimaste, l'angelo della Volontà creò in quel varco una bolla iridea che avvolse i ragazzi e se stesso. Jun usò nuovamente il suo Arcana per riempire la bolla di aria.
-Non è molta, dovremo farcela bastare.- disse.
Era curioso come il Mago e l'imperatore fossero simili. Forse perché lei e Daisuke erano fratelli e quindi avevano in comune molto più della forza di volontà e dei geni Motomiya.
L'Imperatore possedeva la capacità di mescolare gli elementi. Daisuke lo trovava divertente, per lui era come cucinare.
Il Mago poteva invece sigillarli, per poi usarli all'occasione.
In entrambi i casi si trattava di armi che sfruttavano il potere del nemico, perciò doveva ammettere che avrebbe voluto fare scambio volentieri con Mamoru o Ylenia e trovarsi almeno a venti metri di distanza da quel pesce chiassoso per poi impallinarlo per bene.
-Non è possibile...- protestò il Generale (eccolo che riniziava) -Non è possibile! Che hai fatto, stronzetta?! Prima mi prendete per una fottuta pallina da ping pong e ora questo?! Giuro che vi ammazzo qui e subito!-
-Ma tappati quella fogna.- lo zittì Zudomon, pronto per il bis. -Non abbiamo da perdere tempo con te.-
-Già. Il tempo è proprio quello che vi manca.- rise malignamente la Scheggia Velenosa.
I quattro restarono interdetti.
-Fra meno di due ore il Grande Daemon otterrà il potere supremo e questa vostra spavalderia e la vostra stupida amicizia non saranno servite proprio a un cazzo. Vi sarete sacrificati per nulla Fuku Fuku Fuku!-
Fu una doccia fredda.
Non sapevano da quanto fosse iniziato quello scontro, ma pareva passata un'eternità. Quanto tempo avevano perso? Dovevano avvertire gli altri e fare presto.
-Fuku Fuku Fuku!-
Presto!



Fine Capitolo 28




Siore e siori, come vedete, Jou e Jun hanno il loro bel da fare contro il pesce. 
Riguardo alla prima parte, in cui Daemon parla di un terzo elemento, nel caso vi siate spaventati: no, non aggiungerò questo terzo elemento alla saga. Sarebbe veramente come aggiungere benzina sul fuoco a questo punto. Non so neanche se apparirà in futuro qui su Twins' War, ma dovevo introdurlo. Qui il nostro demone incacchiato ci sta ancora lavorando, ma se in futuro dovessi introdurlo, magari in altre fic, avrete un'idea in più sulla sua storia. Quindi, vedete, è solo un capriccio. E' un personaggio importante, ma non ora, ecco.
Non è che sia un segreto di stato la sua identità, comunque, l'ho già disegnata, ho già scritto informazioni su di lei e il suo gruppo (qui e qui se siete curiosi e non vi fanno problema spoiler o altri deliri sul mio digi universo u.u)
Tutta la parte di mischia iniziale non mi convince molto, spero inoltre di non essermi dimenticata di nessuno @.@
Riguardo ai poteri degli Arcana dei Motomiya, sembrano super hyper ecc... ma in realtà sono piuttosto semplici e hanno ovviamente dei limiti. 


I nostri piccioncini
se la caveranno? Vinceranno? O soccomberanno allo stupìdo pesce palla assassino?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo: Affidabilità e Temperanza



-Come facciamo a recuperare la targa?- domandò Pidmon scatenando nei compagni il panico.
-Forse è da qualche parte nel territorio.- pensò Jou -OppurATTENTA!-
Fu un attimo.
Jou si gettò su Jun, scagliandola lontano.
La ragazza ruzzolò malamente a terra e quando si riprese dalla batosta vide il Generale d'Oro di Daemon stringere con un braccio il corpo di Jou e con l'altra mano premere il pugno corazzato contro la sua testa.








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Capitolo 29
*** 29. Affidabilità e Temperanza ***


tw 29

Capitolo 29: Affidabilità e Temperanza





Crawl the ocean, hold my hand tightly and let's go.
Crawl the sky, Hey! If we're together a miracle will happen.
(Sora wo Crawl, Jou & Gomamon Theme)
 



Il gruppo di Jou e Jun non era l'unico ad essersi trovato in difficoltà.
Takeru si fidava di Koushirou e Gennai, ma aveva da ridire giusto su un paio di cosette circa gli abbinamenti. Sia in fatto di alleati, che in fatto di nemici.
Affrontare un digimon chiaramente amante del potere delle tenebre con sua sorella minore, ecco, quella era ciò che reputava una pessima idea.
Prima cosa: era d'accordo con Yamato che Mika fosse troppo piccola, persino più piccola di lui quando era il minore dei bambini prescelti e tutti volevano fargli la pelle.
Due: il potere delle tenebre era qualcosa di spaventoso.
E tre: tutti gli dicevano che LUI diventava terrificante quando aveva a che fare con esso.
-Iori, Mika, state in guardia.-  disse, inconsciamente portandoli alle sue spalle.
Davanti a loro, Devitamamon il Distruttore pregustava la vittoria.


Le tre ragazze s'appoggiarono l'una all'altra, schiena contro schiena, mentre il generale nemico volava a velocità supersonica intorno a loro. La situazione non poté impedire all'animo di Miyako di trovare un che di divertente in tutto ciò.
-Fa tanto Charlie's Angels.- disse quella, infatti, strappando un sorriso tirato a Sora e Hikari. Tutte e tre si domandavano se Garudamon e Silphymon avrebbero retto gli assalti di TigerVespamon o se sarebbero stati in grado di compare la sua velocità e forza offensiva.
L'Inseguitore sferrò il suo attacco.


Le fiamme divoravano ogni cosa e l'aria rovente incendiava i polmoni.
-Sei sicuro di non aver sbagliato i calcoli?- urlò Mimi per sovrastare il frastuono della distruzione.
Era totalmente incapace di mordersi la lingua e Koushirou le rispose, di nuovo, che sapeva quel che faceva. Anche se il cielo ardeva e pareva sanguinare tanta era la furia degli elementi che imperversava, lui era sicuro del suo piano. Purtroppo, a giudicare dal campo di battaglia alle pendici di un vulcano attivo, attivissimo, chiunque avrebbe dubitato della riuscita di quel piano folle. E anche della sanità mentale del suo ideatore.
Il prescelto della Conoscenza però aveva lo sguardo di chi sa esattamente cosa sta facendo. Koushirou confidava che al momento giusto gli amici avrebbero saputo seguire le sue istruzioni e continuò a lavorare col suo portatile.
-Abbiate fiducia.- disse loro.
Spinomon della Pioggia di Sangue ruggì una risata gutturale e feroce che fece tremare l'aria tutt'intorno e i loro cuori sentirono la pesante morsa del terrore.
-Va bene.- replicò Mimi riscuotendosi e posando la mano sulla spalla del rosso. Aveva paura, ma la geniale mente del suo ragazzo li aveva sempre cavati d'impaccio, perciò volle credere in lui ancora una volta e così fu per i digimon.


MetalPhantomon scrutò i suoi avversari attentamente.
C'era il moccioso che aveva tenuto testa a DeathMeramon insieme al suo digimon ribollente di furia guerriera; LoaderLeomon e il suo partner, che avevano sopraffatto Dokugumon; Artiomon e lei, Ylenia Ishida, il cui potere andava soppresso immediatamente. Considerato che la digimon col cappuccio in pelliccia aveva sconfitto Matadormon, non poteva permettersi di abbassare la guardia. Con nessuno di loro.
I tre digiprescelti si affiancarono fra loro, così come fecero i loro digimon più avanti.
-Che sfiga.- commentò Mamoru -Un pezzo grosso così su due piedi.-
-Tanto so che non ti dispiace.- replicò Hiroyuki con un sorrisetto -Se lo sconfiggiamo, otterremo un grosso vantaggio.-
-E la gloria.- sogghignò Ylenia.
Digivice al polso, i tre attivarono i loro Arcana: The Strenght, The Justice, The Moon.



Il gruppo di ImperialDramon aveva il suo bel da fare, invece, con le truppe "semplici". Ogremon e Leomon erano ancora nel pieno della loro sfida e si lanciavano continuamente sui Troopmon falciandone a dozzine. Il digimon orco era sempre più galvanizzato, anche perché era convinto di essere in vantaggio di almeno una ventina di nemici sul suo rivale.
In realtà erano solo due, ma nessuno glielo disse.
Nonostante le ingenti truppe a difesa del castello/laboratorio del Demone dell'Ira, gli assedianti sembravano avere la meglio sugli assediati e lo spirito di tutto il gruppo era piuttosto alto.
Gennai invitò comunque tutti a non strafare.
-Sono sicuramente solo pesci piccoli. Il peggio verrà quando riusciremo ad entrare.-
-Taichi!- esclamò improvvisamente Yamato. -È Jou! Dice che abbiamo due ore prima che... -
Non riuscì a continuare, ed era pallido. Il prescelto del Coraggio gli prese il DigiTerminal dalle mani e lesse il messaggio che era appena arrivato. Tirò un sospiro e scosse il capo.
-Mai un attimo di tregua, eh.- protestò -Ok, dobbiamo prepararci mentalmente allo scontro.-
-Forse è meglio andare ad aiutare gli altri. Faremo prima coi generali.- replicò Yamato.
-Eccolo lì, fermo.- lo ammonì Taichi -Noi restiamo qui, Yama. Se dovessimo sconfiggere tutti i generali, riunirci sarebbe complicato, le varie zone sono appositamente distanti.-
-Abbiamo ImperialDramon, no?-
-Yamato, ha ragione Taichi.- disse Metalgarurumon.
Il biondo si trattenne dall'imprecare malamente.
-Io non posso stare qui a far nulla.-
-Fidati di Koushirou.-
-Sai che mi fido di Koushirou, Tai. 
È di Daemon che non mi fido!-
E Taichi avrebbe voluto concordare con lui, fare esattamente quello che l'amico voleva fare, ma il compito di un leader è assai ingrato. Si devono prendere decisioni anche dolorose, oltre che pericolose.
-Se tu fai di testa tua, anche gli altri si sentiranno di poterlo fare. Pensa a Miyako. Anche Ken è là dentro. 
È in pericolo quanto Risei, Yama. Se tu agisci di testa tua, anche lei potrebbe farsi trascinare. Si innescherebbe una reazione a catena catastrofica e il nemico ci sopraffarà.-
-Io... non essere così pessimista!- protestò il prescelto dell'Amicizia -Odio ammetterlo, ma hai ragione. Solo stavolta però...-
Era visibilmente abbacchiato e agitato. Taichi avrebbe davvero voluto assecondarlo, ma si trattenne e gli diede una pacca alla schiena.
-Vedrai, lo salveremo.- promise -Cerchiamo di non mostrarci turbati o ne approfitteranno.-
-Forse è già troppo tardi.- Yamato chinò il capo -Ma aspetterò e poi giuro che gliela faccio pagare a quel maledetto.-
Taichi impallidì mentre l'altro si esibiva in un colorito susseguirsi di imprecazioni e anche su macabre promesse su dove avrebbe infilato la sua ascia una volta entrato nella base.
Poi era lui il maniaco del macabro, no?
Però in uno o due 'progettini' avrebbe potuto aiutare Yamato, tutto sommato, sì. Non avrebbe permesso a Daemon di fare ancora i suoi sporchi comodi. Era la volta che lo massacrava definitivamente o non si sarebbe più chiamato Yagami Taichi.
-Metteremo fine alle ambizioni di Daemon e salveremo Risei.- promise a sua volta Metalgarurumon. Yamato annuì e si strinse al suo digimon, come se a quel modo avesse potuto ricevere parte del suo ottimismo e forza d'animo. Ne aveva davvero bisogno.



Zudomon era avvantaggiato in uno scontro subacqueo e tuttavia aveva serie difficoltà. Ancora non gli avevano inventato le branchie e non era veloce come la Scheggia Velenosa. Poteva solo contenerlo col ghiaccio in modo da permettere a Pidmon di riemergere e mettere al sicuro i loro partner. Pukumon gli si scagliò contro evitando il suo martello e riuscì a ferirlo alla spalla. Nuotò velocissimo verso la superficie oceanica infrangendola e scagliò un altro potente attacco contro i digiprescelti.
-Needle Squall!-
L'angelo della Volontà riuscì a parare con uno sforzo non indifferente la pioggia di aghi proveniente dal basso usando le sue barriere a mo' di scudi.
-Fuck!- berciò il Generale d'Oro -Che sta succedendo?! Perché siete ancora vivi?!-
-Perché abbiamo appena preso l'antidoto al tuo veleno.- gli rispose Zudomon con aria beffarda.
-Un antidoto?! Nessuno ha un antidoto al MIO veleno! Nessuno è sopravvissuto per farne uno, asshole, come avete fatto a... -
Il generale s'interruppe, comprendendo chi e come l'aveva appena fregato. I suoi occhi dardeggianti d'Ira si fissarono sulla prescelta della Volontà.
-Sei stata tu, bitch!-
Jun fece una smorfia.
-Ops, mi ha scoperta.-
Pukumon si scagliò ferocemente contro i prescelti e Zudomon, ancora una volta, difese il digimon angelo col suo martello, costringendo il Generale a cambiare traiettoria. Pidmon riportò la partner e Jou a terra e volò a dare man forte all'amico.
-Fire Feathers!-
L'angelo ripagò il digimon marino con la sua stessa moneta. Sbatté le ali e generò una pioggia di piume affilate, ardenti di fuoco sacro. Un colpo che creò al Generale non poche difficoltà. E lo fece irritare ancora di più.
-Il tempo stringe... -
Jou guardava il suo orologio con preoccupazione, Jun allora gli prese la mano e lo rassicurò.
-Ce la possiamo fare. Dobbiamo farcela.-
Poi la ragazza ordinò al suo digimon: -Ora, Pidmon!-
L'angelo della Volontà non se lo lasciò ripetere due volte.
Creò prontamente una barriera iridea simile a quelle usate durante gli allenamenti sulla Luna Rossa e nell'Arena di Witchelny, quando Asuramon si era scatenato dando il peggio di sé. Come allora, così il nemico imprigionato al suo interno non riuscì ad infrangerla.
Purtroppo, i loro timpani riuscì a disintegrarli bene.
Jou strinse fra le dita Temperance e colpì. Sferrò fendenti studiati e precisi che attraversarono la barriera senza romperla. Non superarono la seconda parete, ma rimbalzarono all'interno della calotta e s'intrecciarono numerose volte in un tagliente reticolo. Pukumon schivò rapido molte di quelle scie d'aria tagliente e argentea, ma si trovò presto circondato da ogni lato. I colpi lanciati dall'Arcana della Temperanza continuavano a rimbalzare sempre più veloci, finché per il generale non fu impossibile continuare ad evitarli e ne fu sopraffatto.
Le lame luminose lacerarono ogni suo centimetro di pelle, infransero ogni scudo, fecero danzare il Generale ad un ritmo non suo e spensero le sue imprecazioni, mutandole in grida atroci.
-Ora, Zudomon!- ordinò Jou a pugni stretti.
-Hammer Spark!-
Zudomon sprigionò la propria forza prorompente e colpì l'avversario col suo martello, scagliandolo lontano in un turbine di sangue e schiuma.
Dopo pochi istanti di silenzio e apparente quiete, i quattro videro il corpo del Generale riaffiorare in superficie, con gli occhi rivoltati, numerosi denti spezzati e il corpo ricoperto di innumerevoli ferite. Il suo sangue tingeva il mare oscuro di rosso scarlatto.
Mentre Jun cantava vittoria, il prescelto dell'Affidabilità rimaneva immobile a contemplare il proprio operato. Quell'arma da lui usata per il bene poteva infliggere così tanto dolore. Era così che si sentiva Gomamon dopo ogni scontro? L'amico minimizzava e quando capitavano in argomento lo liquidava dicendo che i digimon hanno la lotta nel sangue. Sanno combattere dalla nascita, è scritto nei loro dati. Poi l'indole è tutta un'altra questione.
-Jun... - Pidmon si chinò sulla sua partner e le tirò piano l'orlo della maglietta, un gesto che faceva sempre quando era Culumon.
-Dimmi, Pidmon, stai bene?-
-Sì... grazie a te... però non vedo la targa, non avremmo dovuto trovarla una volta sconfitto il Generale?-
Il gruppo cadde in un silenzio teso.
-E' strano. Forse è da qualche parte nel territorio, oppuATTENTA!-
Fu un attimo.
Jou spinse via la sua ragazza per un soffio. Jun ruzzolò per diversi metri e quando si riprese dalla batosta, capì il perché del gesto brusco del ragazzo.
La Scheggia Velenosa non voleva saperne di morire e aveva appena catturato Jou. Lo stringeva con forza a sé con un braccio e premeva il pugno corazzato contro la sua testa.
La prescelta della Volontà gridò.
-Fottuti mocciosetti bastardi!- berciò Pukumon schiumando per la rabbia e le ferite. -Siete davvero ingenui se pensate che vi farò uscire vivi dal mio territorio!-
-Jou... -
-Fermò là, Zudomon! Anzi, esci dall'acqua!- ordinò perentorio la Scheggia Velenosa. -E anche tu, maledetto pennuto! Mettiti dove ti posso vedere!-
L'Angelo della Volontà obbedì, incerto sul da farsi. Scoccò un'occhiata alla sua amica, ma anche Jun era paralizzata dal panico.
-Siete i primi ad essere ancora vivi dopo le dosi di veleno che vi ho iniettato. Ma non vi farò certo andare in giro a raccontarlo. Nessuno sopravvive alla Scheggia Velenosa. Nessuno! E ora, provate a fare anche solo una mossa e io spappolo la testa a questo quattrocchi di merda!-
-E poi come farai senza un ostaggio?-
La voce calma e razionale del prescelto dell'Affidabilità sovrastò la risata isterica del nemico, riscuotendo gli animi dei suoi compagni.
-Ne prenderò un altro!- gracchiò Pukumon e premette con forza il pugno contro la testa del ragazzo, ferendolo con gli spuntoni dei guanti. Jun gemette nel vedere il sangue colargli lungo il lato del viso. Ma Jou strinse i denti e afferrò con entrambe le mani il braccio del digimon.
-Jun... - disse piano -Perdonami.-
Con uno scatto fulmineo, il digiprescelto sferrò un colpo sotto la bocca gonfia e sanguinante del Generale. Quello emise un gemito strozzato e scagliò lontano l'ostaggio. Jou ruzzolò un paio di volte prima di rimettersi in piedi. In mano brandiva stretto il piccolo bisturi brillante di luce argentea.
-SON OF A BITCH!- ruggì Pukumon, anche se il suo ruggito era solo un gorgoglio atroce. Una pioggia di aculei precipitò verso il ragazzo. Jun corse verso di lui per proteggere quell'incosciente del suo amato, ma fu Zudomon a ricevere il colpo, frapponendosi fra esso e il suo partner.
Il corpo del digimon dell'Affidabilità brillava della luce dell'evoluzione e gli aculei venefici finirono inesorabilmente disintegrati da essa.
-Sei sempre il solito incosciente, Jou.- Zudomon sogghignò beffardo, ma fiero del suo amico.
La luce si fece sempre più accecante e Pukumon si coprì gli occhi con un ringhio infastidito per poi scagliarsi contro il digimon evolvente caricando il colpo più mortale del suo repertorio. Le zampe forti di Zudomon, però, lo bloccarono a mezz'aria in una morsa ferrea e lo trattennero mentre il suo corpo mutava.
-Zudomon, Warp shinkaaaaa.... Vikemon!-

* Digimon Analyzer *

Vikemon


Livello: Mega

Tipo: Uomo Bestia
Attributo: Antivirus 
Attacchi:
Arctic Blizzard: Rilascia contro l'avversario un vento gelido, portando allo zero assoluto l'aria circostante, per poi spaccare con Mjöllnir il nemico congelato.
Mjöllnir
: Rilascia potenti colpi d'energia dalle armi sulla schiena.
Berserk Howl:
Ulula con tutta la furia della sua rabbia stordendo il nemico.



-Shit! Shit! Shit!-
Pukumon si agitò come un forsennato per liberarsi dalla presa del guerriero del ghiaccio e ci riuscì solo dopo un estremo sforzo. Attaccò nuovamente il gruppo con le sue spine avvelenate, ormai completamente preda dell'Ira ed offuscato da essa.
-Se non posso avvelenarvi, posso ridurvi a tanti fottuti colabrodi!-
Sovrastati da un cielo oscurato da miriadi di spine acuminate grondanti di veleno, i due digiprescelti si presero per mano.
-Come se te lo lasciassi fare!- esclamò fiero Vikemon -Arctic Blizzard!-
L'aria congelò in pochi istanti.
Le spine velenose caddero una ad una al suolo con tintinnii sinistri.
Quando il rumore cessò, Jun aprì gli occhi e cacciò un urlo. Il Generale d'Oro era congelato, immobile, immortalato nell'atto di sferrare loro, ma in particolare a lei, proprio a lei, un ultimo micidiale pugno.
Con un solo colpo delle sue mazze chiodate, Vikemon ridusse il corpo del nemico in mille pezzi.
I frammenti si sparsero nell'aria come polvere di diamanti. Una piccola luce triangolare brillò timidamente, volteggiò e infine si adagiò sulla mano di Jou. Il digiprescelto strinse saldamente il pugno, serio in volto.
"Fuori uno."


Fine Capitolo 29


Note:  Jou e Jun ce l'hanno fatta, la prima targa è in mano ai prescelti. Riusciranno a recuperare le altre prima dello scadere del tempo limite?
Il nostro occhialuto non è uscito indenne dallo scontro e non intendo fisicamente. Ma sappiamo che Jou senpai può superare anche questa.
So di essere tremendamente in ritardo. E' stato un periodo duro. Poi ora c'è anche questo caldo e mettersi al pc è così stancante... ma Koushirou come fa?
Prometto che sarò più veloce coi prossimi aggiornamenti.
Dico, avete notato quante similitudini ci sono fra Tri e la mia storia?
Ma non solo, anche con altre storie lette qua e là. Secondo me gli autori si hanno fatto un giretto sul web per vedere che cosa volevano i fan. Decisamente.
Spero con tutto il cuore che questo capitolo vi sia piaciuto. Purtroppo, ho dato troppo amore ai Generali d'Argento e questi d'Oro sono assai fiacchi secondo me. Da un lato DeathMeramon e co. non hanno una buona opinione di loro, il che mi ha fatto pensare che fossero palloni gonfiati e basta, quindi la tentazione di renderli solo parole e niente fatti era alta. Ho cercato di non farlo ma non so se ci sono riuscita. Almeno con Pukumon. Ma lui, diciamolo, del gruppo è quello più avventato. La spina nel fianco di Daemon.
Yamato: Smettila. Non rifare battute simili, ti prego.
Ok, ok. *cough cough* dicevo, quindi ora Daemon avrà il dente un po' avvelenato.
Yama: *Facepalm*
Ok, fine sul serio.
Gli altri generali sono più cazzuti. O almeno spero.
Commentate, fatemi sapere, salvate questi poveri generali dall'anonimato!
(Oppure no...)
Giusto qualche nota: Vikemon può essere di tipo Libero, Dati o Antivirus, ma in questo caso ho pensato che Antivirus potesse essere più adatto, visto l'avversario e visto l'atteggiamento di Jou durante la battaglia.
Non so se l'attacco Berserk Howl serva sul serio per stordire il nemico, ma non era specificato. Ho inventato. Mentre non ho inserito l'attacco Viking Axe perché non so effettivamente che faccia. Ovviamente, se riesco a scoprirlo, aggiornerò l'analizzatore. U.U


Ok, vi lascio alle anticipazioni del prossimo capitolo, che vedrà protagonisti il team Takeru:

Distruzione VS Creazione


-Il potere dell'Oscurità t'infastidisce così tanto?-
Takeru intuì dove Devitamamon il Distruttore sarebbe andato a parare.
-Eppure tuo fratello- -Mio fratello,- lo interruppe il prescelto della Speranza -non usa il suo potere per far del male agli altri.-
Il nemico proruppe in una risata che strideva come tanti frammenti di vetro tagliente sfregati fra loro.
-Oh, non ti ha detto quello che ha fatto?-
Iori vide l'amico più grande irrigidirsi.
-Cosa diavolo stai dicendo?-
A giudicare dal tono acido del biondino, Devitamamon capì di aver toccato un tasto squisitamente doloroso.
-Non ti ha detto come ha ucciso Cerberumon nella sua recente incursione nella base del Maestro?-
Takeru strinse i pugni. Perché diavolo Yamato non gli aveva detto niente?!
-Takeru, non ascoltarlo!- lo ammonì la voce di Angemon proveniente da Shakkoumon.



Pregate che il Takeru non faccia cavolate u.u
E confidate in Koushirou anche voi.
Alla prossima!!

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Capitolo 30
*** 30. Distruzione VS Creazione ***


TW Cap 30


Capitolo 30: Distruzione VS Creazione




The deepest depths, the darkest nights
Can't separate, can't keep me from your sight
I get so lost, forget my way
But still you love and you don't forget my name
(Stars, Skillet)







La zona presidiata da Devitamamon era una landa desolata priva di qualsiasi cosa. Non c'erano rifugi, non c'erano ripari. Nulla. Solo il terreno smorto e il cielo velato di scuro. Le tenebre impregnavano l'aria stagnante e parevano quasi palpabili. Mentre i ragazzi prescelti erano privi di nascondigli, il nemico era invisibile ai loro occhi, protetto dal suo elemento. Da ogni lato si poteva però perfettamente udire la sua voce che istigava, instillava dubbi, infastidiva...
Oltre a non poter capire da che direzione sarebbe arrivato un possibile attacco, i digiprescelti avevano a che fare con una creatura che amava destabilizzare le vittime prima di colpire. Ci aggiungeva quel sale in più.
Shakkoumon vegliava sugli amici dall'alto, facendo roteare il capo e fendendo l'aria coi suoi raggi oculari. Hanumon teneva la sua mazza d'osso in pugno e scrutava il terreno, i sensi ferini all'erta. Takeru teneva Mika e Iori dietro di sé. L'amico dodicenne capì che c'era qualcosa che non andava in lui. Da infiniti minuti sembrava girassero a vuoto e più passava il tempo, più il malumore del prescelto della Speranza cresceva. Certo non era l'unico a risentire degli effetti dell'ambiente, tutti loro erano affaticati, sia nel corpo che nella mente, ma lui era praticamente incarognito, se gli si poteva passare il termine.
E Devitamamon che aveva iniziato a giocare con loro, molestandoli con quella sua voce irritante non aiutava. Già Takeru non aveva bei ricordi di digimon psicopatici e giocherelloni dai gusti sadici, ci si metteva anche quello lì, presto il ragazzo sarebbe esploso, purtroppo.
Un'altra risata raschiò l'aria e per lo spavento Mika si aggrappò ai pantaloni del fratello.
-Il potere dell'Oscurità t'infastidisce così tanto?-
Takeru intuì dove Devitamamon il Distruttore sarebbe andato a parare.
-Eppure tuo fratello- -Mio fratello,- lo interruppe, infatti -Non usa il suo potere per far del male agli altri.-
Il nemico proruppe in una risata che strideva come tanti frammenti di vetro tagliente sfregati fra loro.
-Oh, non ti ha detto quello che ha fatto?-
Iori vide l'amico più grande irrigidirsi.
-Cosa diavolo stai dicendo?-
A giudicare dal tono acido del moccioso, Devitamamon capì di aver toccato un tasto squisitamente doloroso.
-Non ti ha detto come ha ucciso Cerberumon nella sua recente incursione nella base del Maestro?-
Takeru strinse i pugni.
Perché diavolo Yamato non gli aveva detto niente?!
-Takeru, non ascoltarlo!- lo ammonì la voce di Angemon proveniente da Shakkoumon.
-Ti nasconde un po' di cose, non trovi?-
-Ignoralo, Takeru.- fece Iori, scuotendolo per la spalla. -È un vecchio trucco, lo sai!-
Il prescelto della Speranza non reagì subito ai richiami degli amici e neppure a quello della sorellina che lo guardava incuriosita e preoccupata. Probabilmente avrebbe voluto risposte da lui, perché non capiva quella situazione.
Ma come poteva dargliene, se neppure lui sapeva?
-Forse non ha fiducia in te. O forse... ha capito che il suo potere gli sta sfuggendo di mano.-
-Takerusan, sono sicuro che c'è un motivo se Yamatosan e gli altri non ci hanno detto nulla.- intervenne Iori, avvicinandosi all'amico più grande.
-Per esempio?- replico irritato quello -Lui non parla mai, non mi dice mai nulla! Se non fosse stato importante, non c'era motivo per nascondermelo!-
-Devi considerare che con la battaglia e quanto successo a Risei e Ken forse ha messo in secondo piano la questione.-
-Giusto a proposito!- esclamò -Neppure di Risei mi ha mai parlato!-
Iori inarcò il sopracciglio.
-Takerusan, sei infastidito perché ti ha nascosto qualcosa o perché potrebbe aver usato il potere dell'Oscurità per offendere?-
Il biondo strinse i pugni, ma non rispose. I suoi occhi, in compenso s'indurirono.
-Nel secondo caso, ti ricordo che anche Yleniasan ha usato allo stesso modo il potere della Luce, ma non contro qualcuno di innocente e non per gusto personale. Sono sicuro che lo stesso vale per tuo fratello e credo non ti abbia detto nulla perché forse è solo turbato e non ritiene utile che si sappia adesso, anzi. Sarebbe solo una preoccupazione in più, come puoi constatare tu stesso.-
Takeru sbottò, esasperato: -Ma cosa sei, un avvocato delle cause perse?-
-Forse non ha usato il suo potere.- asserì il minore ignorando la reazione. -E comunque adesso abbiamo un altro problema a cui pensare.-
Il maggiore si sistemò il cappello sulla testa, impacciato.
Tutta quella oscurità...
-Non dargli retta.- disse la voce di Devitamamon -Vuole solo rinviare il problema.-
Tutta quella oscurità...
-Tu però vuoi una spiegazione subito, no? Tutti questi segreti, da parte di tutti... non sono irritanti?-
Più cercava di calmarsi, più i pensieri negativi lo pervadevano, portandolo lontano dal proprio obbiettivo, dalla soluzione...
Come poteva suo fratello convivere con un potere così sfinente, così sviante?
-Allora? Non è vero?- ridacchiò ancora Devitamamon e fece per dire qualcos'altro quando il prescelto della Speranza sbottò.
-STA' ZITTO!- urlò. Poi inspirò e ripeté: -Sta' zitto. Tu non sai nulla di noi, non ti permettere di insinuare cose che non sono su mio fratello. Nessuno lo conosce. Nessuno, tranne noi.-
Guardò gli amici e fece un sorriso sollevato.
-Quando questa storia finirà gli farò comunque un bel discorsetto. Non sono più un bambino.-
Iori sospirò e replicò, calmo: -Neppure io lo sono, ma tu e tuo fratello vi somigliate in un modo che non ne avete idea... -
Takeru inarcò il sopracciglio, per poi accorgersi di essersi messo nuovamente davanti ai suoi compagni.
-Siamo alla pari, no?- continuò Iori, mettendosi di nuovo al suo fianco.
-I nostri digimon sono uniti, perciò anche noi dobbiamo esserlo. Se non credi in noi, come possiamo noi fare altrettanto?-
Non ci aveva fatto caso, ma, in effetti la situazione era molto simile...
Per la prima volta da quando erano entrati in quel territorio, il quattordicenne sorrise e quasi scoppiò a ridere.
-Scusa, Iori.- disse, per poi accarezzare la testa di Mika -E scusami anche tu, piccoletta. Non ci avevo fatto caso, a quanto somigliassi a Yamato. Lui mi proteggeva sempre, ma ad un certo punto credo rifiutasse l'idea che io fossi più indipendente. Ma siamo cresciuti, giusto?-
-Esatto.- replicò Iori, lieto che il suo discorso fosse servito.
-Ok, concentriamoci sulla nostra missione.- disse Takeru, rinfrancato dalla riflessività dell'altro che lo aveva riportato a ragionare lucidamente.

Devitamamon, dal canto suo, decise di smettere di giocare col cibo e si manifestò davanti ai sei prescelti. Era per dimensioni il doppio di un Digitamamon e il suo vero corpo fuoriusciva dal guscio nero come la pece. Un'inquietante e sproporzionato mostro color della terra, con lunghe zampe, due piccole ali e un muso allungato e pesante, assolutamente disarmonico rispetto al resto del corpo. Decine di occhi gialli e rossi s'aprivano su quel territorio spento, divenendo di fatto le uniche, inquietanti, macchie di colore e luce. Le ossa dei gomiti allungate e sporgenti andavano a formare delle robuste lame d'osso rivolte all'indietro. Appuntata su una fascia che portava al braccio, stava una stella rovesciata d'oro. A completare l'inquietante quadro c'erano le zanne e gli artigli affilati, che lo rendevano classificabile come 'PERICOLOSO' a prima vista.

*Digimon Analyzer*

Devitamamon

Livello: Mega
Tipo: Mutante
Attributo: Data
Attacchi: Black Death Cloud:
Esalando un gas oscuro distrugge mente e corpo del nemico.
Dazzling Eye:
priva il nemico della vista emettendo un forte bagliore.



-Forza, Shakkoumon!- urlò Takeru incitando il digimon angelico, il quale non se lo fece ripetere e socchiuse gli occhi per condensare in raggi letali la sua luce rovente.
-Aramitama!-
Devitamamon contrattaccò per parare il colpo e Hanumon ne approfittò per colpirlo nel punto che si era scoperto. L'attacco oscuro andò a vuoto, ma distrusse il territorio circostante. Infuriato, il Generale d'Oro di scagliò contro i digiprescelti. Era spaventoso e ad ogni passo la sua bocca si apriva sempre più, mettendo ancora più in mostra file di zanne affilate e un'oscurità profonda. Mika si strinse al fratello, poi alzò la testolina e gli disse.
-Fratellino, dobbiamo batterlo. Dobbiamo salvare Risechan.-
-Lo salveremo.- disse il prescelto della Speranza accarezzandole la testolina.
Lui e Iori si scambiarono dunque un'occhiata d'intesa e attivarono i loro Arcana.

Program: Arcana
On Running: The Star

L'Arcana della Speranza era un claymore, una spada grossa e pesante, molto più simile ad una mazza che ad un'arma da taglio. L'impugnatura d'oro era decorata di ghirigori che risalivano lungo la lama principale, disegnando la Crest della Speranza alla base e unendosi alle cinque lame secondarie. Unite a quella principale, esse andavano a formare una stella. Nonostante la mole, Takeru riusciva a sollevare il claymore con facilità. Quello, inoltre, possedeva una certa aura di sacralità.

Program: Arcana
On Running: The Hierophant

L'Arcana della Conoscenza e dell'Affidabilità era, al contrario del claymore, una sobria katana dall'impugnatura viola e la lama di metallo chiaro. Su di essa erano incisi tre fori di dimensione decrescente a partire dalla base, posti a una decina di centimetri l'uno dall'altro.

Takeru agitò la spada e da essa sprigionò un fendente di luce sacra che investì il nemico, rallentandolo e provandolo momentaneamente della vista. Anche Iori colpì. La lama della katana, tagliando l'aria la fece convergere nei fori, generando un turbine di vento.
Impensierito dalla discreta potenza sacra della prima arma, Devitamamon decise di non lasciarsi colpire dalla seconda e generò il suo attaccò, urlandone il nome con la voce sgraziata.
-Black Death Cloud!-
Una nube di tenebre scaturì dalle sue fauci e iniziò a fagocitare la luce e ad espandersi verso i prescelti. Il vento del Gerofante, però, creò un buco perfettamente circolare in quell'oscurità e l'intensità della luce santa rimasta aumentò il tanto da annientare gran parte delle tenebre. Devitamamon poté sentire chiaramente dolore, ma fu sopratutto il suo orgoglio ad essere ferito.
Purtroppo per i ragazzi, non tutte le tenebre vennero disperse, perché il generale Distruttore non si risparmiava mai con nessuno, neppure con gli infanti, figuriamoci se erano infanti nemici.
Il resto della nube nera invase l'aria e iniziò a circondare il gruppetto.
Takeru si chinò sulla sorellina per proteggerla e la strinse a sé.
Shakkoumon intervenne e risucchiò l'attacco oscuro nel suo corpo. Non riuscì però a rigettarlo fuori e la nube nera iniziò la sua opera di distruzione.
Pochi istanti e il digimon angelico iniziò a barcollare in preda agli spasmi di dolore.
-Uuugh!-
-No, Shakkoumon!- fu l'urlo di Iori e Takeru.
-Stupidi mocciosi, come avete solo potuto pensare di poter competere con me?- li apostrofò il Generale -Avete solo reso la morte del vostro amico più straziante. È colpa vostra se si è appena suicidato!-
E via con la risata malefica che era d'obbligo.
Takeru era rimasto paralizzato. Il nemico incombeva su di loro, ma l'unico pensiero che gli veniva in mente era che per colpa sua, di nuovo, il suo caro amico stava morendo. Credeva che il potere della luce avrebbe potuto distruggere qualsiasi oscurità, ma quell'oscurità stava distruggendo la sua luce dal di dentro. Per colpa sua. Inconsciamente si aggrappò al claymore. La luce sacra si affievoliva sempre più e l'oscurità incombeva.
Gli occhi del Generale s'illuminarono, uno dopo l'altro e i loro malefici raggi colpirono le pupille dei due digiprescelti. Takeru e Iori urlarono, improvvisamente gettati nell'oscurità totale e, peggio, nella paura.
-Mika! Mika! Dove sei?-
Un urlo acuto fece scattare il fratello maggiore. Privo dell'orientamento, però, Takeru non riuscì a muovere che pochi passi. La risata del nemico echeggiava tutta intorno.
Mika urlò nuovamente, che stava facendo quel mostro?
-Fermati!!- gridò Takeru.
Shakkoumon soffriva e non poteva fare nulla. Oh, quanto erano stati ingenui. Perché Koushirou aveva mandato loro contro un avversario simile? Perché?
-Death Black Clo- -MIKA!- la voce di Hanumon si frappose a quella del Generale.
-Nyoi Bone!-
La digimon scagliò con tutta la sua forza la mazza d'osso che si schiantò contro il guscio del nemico, senza però danneggiarlo un granché, ma tutta via deviandone l'attacco. Si gettò su Mika per proteggerla e la nuvola nera passò sopra le loro teste. Il Generale decise di ritentare una seconda volta, pronunciando il nome del suo attacco con una goduria nella voce che c'era da rabbrividire.
La seconda nube nera era a pochi metri dalle due e le avrebbe investite in pieno.
-Ora, Mika.- disse Hanumon.
All'ordine dell'amica, la bambina lanciò un oggetto circolare verso di essa. Devitamamon vide un riflesso di luce sulla superficie del piccolo disco, poi l'immagine della nube nera. Era uno specchio. Quando essa ne toccò la superficie, invece di frantumarla, tornò indietro alla medesima potenza. Ancora una volta il Generale schivò il colpo, ma non avrebbe mai pensato di doverne evitare uno SUO! Fu quindi pura fortuna se riuscì a non venire colpito.
-Che sta succedendo?- domandò seccato Takeru. -Mika? Hanumon?-
-Come stai, Shakkoumon?- fece a sua volta Iori.
L'angelo gemette di rimando: -Non bene, ma il piano ha comunque funzionato.-
Devitamamon si sentì irritato.
-Un piano? Avevate un piano? Chi vi ha dato informazioni?! Eh? Sono stati loro?!-
Non sopportava l'idea di essere giocato da tre mocciosi, di cui una quasi in fasce e tre digimon, che non erano neppure al suo livello. Per non parlare poi del tradimento!
-Sono stati DeathMeramon e la sua squadra di merdine?!-
-Cerca di stare calmo.- tagliò corto Takeru e spiegò, omettendo una parte di verità -Siete tristemente famosi a Digiworld, non c'è stato bisogno che di raccogliere informazioni in giro!-
Molte di queste, in realtà, venivano da Koushirou, dato che gli altri Generali non avevano parlato e che i sopravvissuti potevano contarsi sulla punta delle dita. L'analizzatore digimon, il Carro e il cervello fino del ragazzo avevano fatto il loro sporco lavoro.
L'Ira del Generale d'Oro s'intensificò, ma non perse però occasione di infierire sui suoi avversari con una frecciatina.
-Faceva forse parte del vostro piano che Shakkoumon assorbisse la mia nube mortale? Siete disposti a così tanto pur di debellare il potere delle tenebre?-
-Non accetto che uno come te faccia certe insinuazioni!- esclamò Takeru, voltandosi nella direzione da cui proveniva la voce.
-Non ascoltarlo, Takeru.- disse a stento Shakkoumon tentando di risollevarsi in volo.
Il disco luminoso, intanto, era tornato fra le mani della sua piccola proprietaria.
Sul Digivice della prescelta del Sogno appariva la scritta:

Program: Arcana
On Running: The Fool

Purtroppo, il Generale d'Oro era ancora in vantaggio ed era anche consapevole di esserlo.
Le tenebre che aleggiavano nell'aria fremettero per qualche istante, prima di venire risucchiate dentro di lui. Hanumon vide il paesaggio scomporsi in dati neri e venire aspirato anch'esso dentro il guscio crepato della creatura. Dati neri fuoriuscivano anche da tutti loro. L'oscurità di quel campo di battaglia li stava divorando.
Vide il claymore della Speranza spegnersi pian piano, non poteva perdere tempo.
-Nyoi Bo- -Black Death Cloud!-
Un'ennesima ondata di tenebra si riversò sui ragazzi e Shakkoumon. Hanumon rinunciò al suo attacco e prese Mika fra le zampe prima di saltare. La bambina urlò presa alla sprovvista. La digimon primate le chiuse gli occhi e osservò la situazione. Era assolutamente sfavorevole.
-Takeru! Iori!- urlarono le voci composite di Angemon e Ankylomon -Abbassatevi!-
I due ragazzi si gettarono a terra.
-Kachina Bombs!-
Il digimon angelico scagliò le sue lame volanti che tagliarono la fitta oscurità, ma non ebbero effetto su Devitamamon e sul suo ritrovato ottimismo.
-È tutto inutile. Siete immersi nell'oscurità totale e verrete distrutti. Sarete il concime del nuovo mondo che il Maestro creerà e io vi conserverò con cura per poi riversarvi nelle fondamenta del nostro impero!-
"Un digimon così... " pensò Takeru -Un digimon così... se dovessero batterci e arrivare sulla Terra... questa sofferenza... "
"Questa paura... " pensò Iori "Non possiamo permetterci di perdere!"
"Non è solo per Ken, Risei o Digiworld... " continuò a pensare Takeru.
Le dita scheletriche del digimon oscuro si serrarono intorno alla sua vita. Con l'altra mano, Devitamamon afferrò Iori e avvicinò i due ragazzi al suo guscio. Potevano sentire i propri dati venire assorbiti con maggiore intensità.
"La mamma e il papà... " pensava però Takeru.
"Mamma, nonno... " fu il pensiero di Iori.
Le menti dei due poi richiamarono le rispettive persone amate.
"Hikari!"
"Seiko!"
Pur privi della vista, i ragazzi dimenticarono la paura.
-La Speranza è tenere sempre accesa una Luce nel cuore.- recitò il più grande rammentando quelle parole, poi gridò.
-Adesso, Shakkoumon! Segui la mia voce!-
-Justice Beam!-
Pur senza vedere, il digimon obbedì e scagliò il suo attaccò di luce rovente.
Devitamamon gongolò di goduria usando i due ragazzi come scudo, ma, sorprendentemente, i raggi lo mancarono di una buona spanna.
-Idiota!- esclamò sorpreso, all'apice della più crudele gioia. L'insulto seguente però gli morì in gola, perché Hanumon saltò alle sue spalle e ricevette l'attacco con lo specchio del Matto. I raggi laser vennero riflessi ed indirizzati al guscio, fra le cui crepe s'insinuarono per colpire l'oscurità.
-Sì!- esclamò Mika, sulle spalle della sua amica.
Per la sorpresa e il dolore il Generale si lasciò sfuggire i prigionieri. L'oscurità fuoriusciva dal guscio e dalle sue crepe, continuando la sua opera di distruzione.
-Come avete osato?- ringhiò rabbiosamente il Distruttore, tremando con violenza. -Come avete potuto? Tutta questa oscurità!-
A terra, Takeru ritrovò a tastoni il claymore. L'arma riprese a brillare con rinnovato potere.
La luce si diffuse in cerchio intorno ai ragazzi, proteggendoli. Poco a poco, sia Iori che Takeru recuperarono la vista e Shakkoumon smise di soffrire. E, tuttavia, l'oscurità intorno a loro non faceva che crescere e divampare come fiamme fameliche.
-Tutta questa squisita oscurità!- berciò ancora Devitamamon, che pareva ormai aver perso il senno -Come avete osato aprire questo vaso di Pandora!-
Il cielo in tutto il settore e in quelli adiacenti si fece nero, costringendo chiunque ad guardarlo basiti.
Daemon, dal canto suo, rimase sconcertato.
"Che spreco." disse fra sé. "Maledetti digiprescelti!"
Devitamamon continuava ad emettere oscurità, sibilando e tremando.
I ragazzi e i loro digimon indietreggiarono intimoriti.
Non lasciava presagire nulla di buono.


Fine Capitolo 30


Note: Ok, non dico più nulla su quando usciranno i capitoli, và.
Allora, non ho avuto dubbi su chi dovesse beccarsi la Stella. Iori come Gerofante era un'altra scelta ovvia, anche se in effetti... ok, confesso, dato che se dite Gerofante, io dico Kakyoin (Jojo), contrapporre a uno dei miei pg in assoluto un altro che non mi piace allo stesso modo (scusa Iori), mi bloccava un poco. Diciamo che in questo modo ho potuto riflettere meglio sul nostro prescelto funghettoso, finendo per rivalutarlo di più. In questo capitolo, è lui infatti a far tornare in sé il Takeru. Sta iniziando a maturare e considerare il perché le persone fanno certe scelte. Takeru dovrà certamente chiarirsi col fratello, comunque.

La spada della Speranza ricorda molto il claymore di Saix in Kingdom Hearts. O, almeno, è a quello che mi sono ispirata. Avrei preferito fosse una mazza, ma è una spada e amen. E' intriso di potere sacro, quindi ha parecchi benefici in battaglia, il problema è che se il Takeru perde la Speranza, l'Arcana s'indebolisce.
La spada del Gerofante apre fori perfettamente circolari coi suoi vortici/trivelle di vento. Noooo, non mi sono ispirata ancora a Jojo, noooo.

Tutti gli arcana hanno due poteri e due versioni differenti. Di alcune, tipo l'Eremita, abbiamo già scoperto la seconda forma. Ma il primo potere non è stato usato (se non ricordo male... oddio, non lo ricordo affatto!!)
Nel caso di Sora ho mostrato entrambi i poteri, ma ho mantenuto una sola forma. La seconda è ancora segreta.
Rimettendo in ordine gli appunti ho notato questa cosa per alcuni e ho deciso di riportarla per tutti, ovviamente in certi casi dovrò aggiustare (ergo, se notate robe strane, fischiate).

Nel prossimo capitolo, la conclusione di questo scontro, che spero di aver trattato bene.
Eh, sì, i nostri avevano studiato una bella contromossa. Il Matto ha i suoi limiti, ovviamente. E Shakkoumon non era previsto che rimanesse ferito, ma... beh, lui sapeva che avrebbe dato la vita per i suoi protetti. E' Shakkoumon, eh u.u
Finito uno scontro, ne inizierà un altro, anche questo faticoso, ma intenso, perché avrà come protagoniste Miyako, Sora e Hikari. Due delle quali piuttosto coinvolte nella vicenda del rapimento di Ken e Risei.



Capitolo 31: Lame del Futuro


-Il grande Daemon conquisterà questo mondo sprofondandolo nell'oscurità e solo lui potrà governarlo!-
Takeru strinse i pugni intorno all'elsa del claymore e maledisse ancora il potere delle Tenebre.
-Non arrenderti... - mormorò rivolto a Shakkoumon -Non arrenderti! Shakkoumon!-
Al suo urlo si unì quello di Iori.
-Non arrenderti!- gridarono all'unisono Mika e Hanumon.
Shakkoumon si sentì pervadere dell'energia dei suoi partner.
Takeru e Iori videro i loro Digivice brillare e capirono.
Alzarono le braccia al cielo e invocarono il nome dell'angelo.



Alla prossima ^^
Presto spero.






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Capitolo 31
*** 31. Lame del Futuro ***


Capitolo 31: Lame del Futuro


Capitolo 31: Lame del Futuro



No
You'll never be alone
When darkness comes, I'll light the night with stars
Hear the whispers in the dark
No
You'll never be alone
When darkness comes, you know I'm never far
Hear the whispers in the dark
(Whispers in the dark, Skillet)





Era come una pentola a pressione che infine esplode.
L'oscurità accumulata in Devitamamon era tanta che tutto n'era avvolto, come in un manto nero pece, eccetto per un cerchio luminoso. Al centro di esso vi era The Star, il Claymore della Speranza.
-Non crederete di poter sconfiggermi solo perché avete distrutto il mio guscio?- ruggì Devitamamon marciando verso di loro. Era inquietante scorgere sprazzi di quel corpo di ruggine nel buio. Con un gesto rapido, il Distruttore tentò di artigliare i digiprescelti, Shakkoumon però intercettò il colpo afferrandogli la zampa. Devitamamon cercò di liberarsi, ma il digimon sacro sostenne egregiamente lo sforzo. Tuttavia, avvertiva la pressione del potere delle Tenebre. Se non fosse riuscito a trattenerlo, i ragazzi alle sue spalle ne sarebbero stati schiacciati, annichiliti.
"Non permetteremo che succeda!" pensarono i due digimon fusi insieme.
-Laser Eyes!-
I raggi oculari del demone tentarono di incatenare lo sguardo dell'angelo. Shakkoumon, però, usò i suoi raggi roventi per respingerli.
-Puoi accecarci, ma non vincerai!- esclamò -Non ti permetteremo di far del male a Iori o Takeru, né a nessun altro!-
-Il grande Daemon conquisterà questo mondo sprofondandolo nell'oscurità e solo lui potrà governarlo!-
Takeru strinse i pugni intorno all'elsa del claymore e maledisse ancora il potere delle Tenebre.
-Non arrenderti... - mormorò rivolto a Shakkoumon -Non arrenderti! Shakkoumon!-
Al suo urlo si unì quello di Iori.
-Non arrenderti!- gridarono all'unisono Mika e Hanumon.
Shakkoumon si sentì pervadere dell'energia dei suoi partner.
Takeru e Iori videro i loro Digivice brillare e capirono. Alzarono le braccia al cielo e invocarono il nome dell'angelo.
E il miracolo avvenne.
-Shakkoumon! Kyuukyouku shinkaaaaa... SlashAngemon!-
Allo scemar della luce della miracolosa evoluzione, una figura angelica vorticò spazzando via le tenebre con le sue ali metalliche.


*Digimon Analyzer*


SlashAngemon

Livello: Mega
Tipo: Potestà
Attributo: Antivirus
Attacchi: Heaven's Ripper: Fa a pezzi il nemico con le sue lame.

Holy Espada: Taglia il nemico con un colpo di energia a forma di croce.




Devitamamon indietreggiò stupito, ma reagì allo shock sbraitando.
-Non crederai basti questo per battermi, vero?-
SlashAngemon avanzò frapponendosi fra il Distruttore e i suoi protetti, che riuscirono così a vederlo interamente in tutta la sua maestosità.
Il corpo robusto era protetto da un'armatura, le piume delle sue ali erano lunghe lame metalliche. Portava corti capelli color del cielo e i lineamenti del suo viso erano un misto fra la compostezza di Angemon e la rudezza di Ankylomon.
-No, non credo.- replicò l'angelo. -Ma neppure io posso lasciarmi sconfiggere da uno come te.-
Per Takeru e Iori, per gli altri amici, perché quel potere oscuro era malvagio. Sentiva sulla sua pelle quanta fosse la malignità di quel buio che lo divorava. La paura gli scavava nelle anime, mettendo a dura prova non solo l'unione, ma la volontà stessa di combattere. Un mondo in cui pochi si sarebbero beati di tale sofferenza inflitta ai più deboli, questo era ciò che il nemico desiderava. Un mondo che non intendeva concepire. Assolutamente, doveva impedire l'avvento di un futuro del genere.
-Heaven's Ripper!-
L'angelo piegò le ali e dopo essersi raccolto su se stesso in una ruota di lame affilate si scagliò contro il demone. Se Devitamamon resse il primo assalto, fu però sbilanciato e non riuscì a respingere anche il secondo e il terzo. A malapena riuscì a sferrare un'artigliata contro il nemico angelico, ma quello deviò il colpo e lo colpì al muso con una poderosa ginocchiata. Un colpo d'ali spinse Devitamamon a terra, completamente scoperto e indifeso.
-Adesso, SlashAngemon!-
-Ora!-
-Forza!-
-Vai, SlashAngemon!-
Esortato dalle urla di Takeru, Iori, Mika e Hanumon, SlashAngemon si preparò a dare al nemico il colpo di grazia.
-Fe...fermo!- supplicò Devitamamon -Non ricordi cos'è successo contro Devimon?-
SlashAngemon parve esitare, perplesso.
-Sì, lo so. Sappiamo molte cose su di voi. Per questo ti metto in guardia. Le nostre forze si equivalgono, così come si equivalevano le tue e quelle di Devimon. Se mi uccidi, potresti morire anche tu. Che ne sarà dei tuoi compagni?-
SlashAngemon si rivolse direttamente ai ragazzi.
-Takeru, Iori.-
Al prescelto della Speranza parve una scena così maledettamente familiare che ebbe una stretta al cuore.
-Non succederà.- li rassicurò l'angelo. -Holy Espada!-
SlashAngemon scisse l'aria con due colpi dai fendenti incrociati impregnati di luce sacra. Devitamamon tentò di opporre strenua resistenza a quel disgustoso potere che era la Luce, ma... non ce la fece.
Le lame sante di Speranza, Conoscenza e Affidabilità, forgiate dalla luce del Sogno del futuro squarciarono definitivamente le tenebre e con esse l'esistenza dell'oscuro Generale, il vaso di Pandora del Signore dell'Ira.
Quando i suoi dati si dispersero, il cielo fu meno nero.


*


-Non so cosa stia succedendo,- urlò Miyako -ma non possiamo perdere altro tempo! Ken ha bisogno di noi!-
-Miya, vedrai che lo salveremo! Ma cerca di stare calma!- la ammonì Hikari, preoccupata che l'amica desse colpi di testa.
-Come faccio a stare calma?!- sbottò quella, scompigliandosi i capelli. -Non puoi capire come mi sento!-
Hikari l'afferrò per le spalle.
-Forse non del tutto, ma anche io... - arrossì un poco -Per Takeru farei pazzie! Ma ora sono lucida e devo aiutarti a non farle, perché questo ci distruggerà!-
Sora annuì e mise la mano sulla spalla dell'amica.
-Vedrai, lo salveremo. Li salveremo.-
Sì, li avrebbero salvati entrambi. Ken e Risei, il piccolo Risei...
Purtroppo, tra il dire e il fare c'era di mezzo l'Inseguitore col suo volo preciso e veloce e la sua mente sadica e arguta.
Miyako cercò di calmarsi e rianalizzò i dati in suo possesso alla ricerca di un qualsiasi punto debole.
Uno!
Uno qualsiasi!

*Digimon Analyzer*

TigerVespamon

Livello: Mega
Tipo: Cyborg
Attributo: Virus
Attacchi:
Royal Meister: le sue spade gemelle, tagliano senza pietà qualunque nemico.
Mach Stinger V: Un attacco pungente, rapido e letale perpetrato con le Royal Meister.
Gear Stinger: Spara contro l'avversario una pioggia di aghi.


Il Generale d'Oro, chiamato l'Inseguitore per ovvi motivi di sadismo, possedeva un corpo leggero ed in apparenza esile che migliorava le sue prestazioni in volo. Il metallo della sua corazza era striato di nero e oro e contribuiva a snellire la sua figura. Al collo portava una sciarpa rossa sbrindellata. Delle poche notizie risapute sul suo conto, la più inquietante riguardava proprio quella sciarpa. Pare che essa fosse in origine bianca e che il nuovo colore fosse dovuto al sangue dei nemici torturati e uccisi. Un vessillo di morte portato con orgoglio dal Generale.
Un vessillo da distruggere, per i digiprescelti.
"Letale, rapido, virus... spade gemelle, incredibile energia... pensa, Miyako, pensa!"
-Miyako, sta' giù!-
La ragazza riemerse dai suoi ragionamenti in tempo per vedere il nemico volare verso di lei. Istintivamente obbedì a Silphymon e si abbassò, mentre il digimon caricava il suo colpo energetico.
-Top Gun!-
TigerVespamon lo evitò senza fatica, ma non importava, ciò che contava era aver salvato Miyako.
Garudamon tentò di afferrare il Generale, invano. Inoltre, purtroppo, con la sua stazza la digimon dell'Amore rischiava di coinvolgere le amiche, perciò non poteva scatenarsi. Se avesse potuto allontanare TigerVespamon dalle ragazze... ma il maledetto si teneva nelle vicinanze del gruppetto, proprio per trarre vantaggio dal suo punto debole.
Sora aveva attivato The Lovers e con esso aveva eretto un muro di fiamme verdi a difesa sua e delle altre due ragazze, le quali avevano attivato a loro volta gli Arcana: The Priestess e The Empress.
The Priestess era un largo scudo bianco con la Crest della Luce in rilievo. Al centro, una sfera delle dimensioni di un pugno brillava diffondendo una luce rosata tutt'intorno alle ragazze.
The Empress era una sorta di elaborato shuriken, somigliante molto ad un piccolo drone, perfettamente in linea con la personalità di Miyako. Esso volava sopra le teste delle digiprescelte, sferrando attacchi laser e fisici al nemico ogni qualvolta il Generale si avventava contro di loro. La mente della prescelta di Sincerità e Amore tentava disperatamente di trovare una strategia di rapida esecuzione e sicuro successo.
Analizzò per l'ennesima volta il Digidex.
"Cosa posso usare contro di lui? Cosa?"
I secondi passavano e l'ansia per le sorti di Ken cresceva.
"Pensa, Miyako, pensa! Se Garudamon riuscisse ad afferrarlo... basterebbe un attimo per spezzarlo in due! Ma diavolo, non sta mai fermo un attimo!"
La lampadina si accese appena in tempo prima che la ragazza scagliasse a terra il proprio Digivice.
"Non si è mai fermato! E se fosse questa la chiave?!"
La ragazza rianalizzò le informazioni in suo possesso.
TigerVespamon era piombato su di loro, ma grazie a Garudamon e Silphymon, lei, Hikari e Sora erano rimaste illese. Nonostante fosse una mossa azzardata per chiunque, da pazzo, il digimon insetto aveva poi virato insinuandosi in una breccia fra i due nemici, piuttosto che fermarsi e parare i loro colpi. Aveva anche attaccato
i digimon prescelti con le sue lame d'energia, il tutto a gran velocità ed emettendo un odioso ronzio spaccatimpani. Per tutto il tempo non aveva fatto altro che farli danzare al suo forsennato ritmo, disturbando i loro attacchi, facendo breccia nelle loro difese e impedendo loro di prendere fiato.
Il cervello di Miyako però, aveva trovato quella luce di cui aveva bisogno, e si era messo in moto altrettanto rapido nel trovare la soluzione.
"C'è un grande dispendio d'energia... " pensò con le dita sul mento, poi si rivolse alle amiche, con un sorriso forse un po' folle.
-Ragazze, ho un piano.-
Sora e Hikari si fecero tutt'orecchi.


Fine Capitolo 31


Note: Non avevo mai scritto di questi due gruppi, il che mi ha creato qualche problemino.
Siamo nel bel mezzo dello scontro fra le ragazze e il Generale. Dato che tutti gli scontri avvengono in contemporanea, ho optato per inserire il lettore nel bel mezzo, piuttosto che dall'inizio (quindi con presentazione eccetera) anche se ammetto che ciò mi toglie qualcosa. Sono un po' vecchio stile. Forse perché l'Inseguitore non ha aperto bocca... oh, lo farà, tranquilli. Non sia mai io non crei uno scassapalle u.u
Non ho molto da dire, tranne che nonostante le difficoltà mi è anche piaciuto scrivere lo scontro del team Take-Iori-Mika.
E anche inserire Slash-gnocco-Angemon fra le file dei prescelti. Spero se mai ci sarà un altro seguito che coinvolga tutti prescelti tengano conto di lui come papabile mega *ç*
Riguardo agli arcana, le scelte mi sono sembrate ovvie:
Hikari è la più spirituale del gruppo e Miyako è la ragazza dell'imperatore XD Ovviamente analizzando le carte, i paragoni sono perfetti, anche se, possedendo Daisuke The Emperor, si viene a formare tipo la strana coppia. E questo mi fa sorridere. Scommetto che tutti pensavate che Ken possedesse l'imperatore. E invece no xp


L'Imperatrice si contrappone alla Papessa, emana intelligenza che agisce in tutti i campi. E' una carta forte, che rafforza le carte a lei vicine e segna la fine di dubbi ed incertezze e di idee giuste su persone o cose. Le sue armi sono diplomazia, tatto e sensibilità.Visto il carattere di Miya, all'inizio può far strano, ma non la vedo estranea a queste caratteristiche. Daisuke è più sanguigno di lei, per esempio XD Tranne con Ken, lì è stato adorabile da subito.
Il lato negativo dell'Imperatrice è la perdita della creatività e quindi, come avete visto, del punto più forte della nostra Miya.
Anche il lasciarsi andare all'immaturità e altre cose seccanti.
La Papessa rimanda alla conoscenza di cose ignote e a segreti svelati. Suggerisce la pazienza ed è associata ad intuito e analisi del profondo. La carta al rovescio può indicare la tendenza all'isolamento.

Riguardo alle armi, la prima scelta per Hikari era un arco, poi scelto per Ylenia, quindi ho scelto la meno arma di tutte: lo scudo. Hikari non ferisce, lei difende, lo ha sempre fatto. Ovviamente immagino che se tirasse lo scudo in testa a qualcuno gli farebbe maluccio...
Per Miyako, la mia paura è che sia un'arma troppo potente, ma è perfetta per lei. E' tradizionale e moderna al tempo stesso e sorvola il campo di battaglia proteggendo la sua padrona, come se l'Imperatrice fosse Miyako stessa.

Al prossimo capitolo!! ^^




Dal capitolo 32: La fretta è cattiva consigliera

-Miyako, così non combiniamo nulla!-
-Neanche stando ferme qui, se per quello!- replicò lei afferrando una liana. -Andiamo a cercare TigerVespamon, piuttosto, non permettiamogli di fuggire!-
-Miyako... - Hikari tentò di fermarla, ma l'amica non voleva proprio starla a sentire. La prescelta della Luce agì d'istinto, restituendo a Miyako un vecchio favore. Le diede uno schiaffo.
-Adesso basta, Miyakochan...- disse con le lacrime agli occhi -E' vero, Ken è in pericolo, ma lui non vorrebbe mai che tu mettessi così in pericolo te stessa. Ti prego, fa uno sforzo. Ti prego, fidati di noi!-






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Capitolo 32
*** 32. La fretta è cattiva consigliera ***


Twins' War Capitolo 32
Capitolo 32: La fretta è cattiva consigliera



Oh, hurry back, hurry back
Don't take it away from me
Because you don't know what it means to me
Love of my life
(Love of my life, Queen)



Accerchiare TigerVespamon fu facile a dirsi. Il Generale era ben conscio dei propri punti deboli, figurarsi se lasciava che dei mocciosi appena svezzati lo mettessero in difficoltà. Volò verso di loro, costringendo i digimon prescelti a lasciare le loro posizioni d'accerchiamento per difendere le loro disgustosamente deboli umane. Quello era un punto debole! Un gustoso punto debole. Quanto sublime era la rabbia del vano sacrificio!
Sfrecciò alle spalle di Miyako e la pungolò, sadico.
-Dovreste sbrigarvi, se volete salvare l'Imperatore.-
La ragazza tentò di colpirlo con un pugno, ma la foga nel voltarsi la fece quasi cadere. Si aggrappò a un rampicante appena in tempo e gracchiò un furioso -Sparisci!- contro il nemico.
Molta poca grazia, avrebbe detto qualcuno, ma a lei sarebbe importato meno di niente. Il suo obbiettivo era quel maledetto insetto sfrecciante. Oh, quanto avrebbe pagato per una mega paletta per mosche!
Seguendo l'ordine implicito in quell'urlo, The Empress aprì il fuoco contro il Generale, ma quegli schizzò fra i raggi con naturalezza. Una ballerina fluttuante in un reticolato mortale, intangibile e sicura. La sua risata derisoria fu come il sale sulle ferite, per Miyako.
Colpita e affondata.
La diceria riguardo il suo legame sentimentale con Ken Ichijouji era reale. Lasciarsi "scappare" che i mocciosi catturati avevano le ore contate era stata una stoccata da maestro. Crudele e spiazzante.
-Allontanati da lei!- urlò Sora. La prescelta dell'Amore mosse il ventaglio, alimentando le fiamme verdi per accerchiare di nuovo il nemico. A destra, Silphymon caricò un colpo energetico, a sinistra, Garudamon si scagliò contro di lui, le zampe rivestite di fiamme. Il digimon dell'Amore sferrò numerosi calci contro l'Inseguitore. Fiamme e artigli in una dolorosa combinazione. Senza contare che con quella stazza poteva schiacciarlo contro un albero con facilità.
Poteva.
Ma TigerVespamon era l'Inseguitore, il ruolo dell'inseguito non gli donava e non lo divertiva, era solo una preparazione al gustoso banchetto d'Ira che avrebbe liberato perforando i corpi delle sue vittime con le proprie amate lame.
Senza fermarsi volò verso l'alto, ma The Empress lo tenne sotto mira, seguitando a sparare all'impazzata.
Schivò, ovviamente. Ma ecco che il suo spazio di manovra si fece più ristretto. Silphymon aprì il fuoco, insieme a Garudamon, che liberò la sua aquila fiammeggiante. Riuscì a non farsi colpire dalla prima, ma la seconda gli lambì l'esoscheletro. Uno smacco insopportabile.
-Colpiscimi adesso!- urlò derisorio gettandosi verso le umane.
-Shadow Wing!-
E Garudamon obbedì.
L'aquila di fiamme volò verso il Generale, che scansò all'ultimo. Il colpo andò contro le prescelte, ma, con enorme disappunto di TigerVespamon, la mocciosa con lo scudo era riuscita a far scivolare l'attacco alle sue spalle, difendendo se stessa e la mocciosa coi capelli viola.
-Tsk... -
In risposta a quell'attacco, The Empress lo prese nuovamente di mira, costringendolo a virare e... fuggire?
No, non poteva sopportarlo!
Compì qualche giro all'interno del cerchio avversario, poi tornò a infastidire Miyako. Nel vedendoselo volare contro, completamente scoperto, Miyako represse l'istinto di darsela a gambe e colse l'occasione. The Empress attaccò a raffica ancora e ancora. Purtroppo per lei, il nemico fu pronto e volò radente a Silphymon per poi schivare all'ultimo.
-Ehi, Miyako, attenta!-
Inutile, la ragazza aveva perso la testa. Sparava come una folle, irritata. Era sempre ad un passo dal colpire il maledetto insetto! Stava giocando con lei, ma se fosse riuscita a prenderlo, avrebbe potuto aiutare Ken e rendergli ciò che meritava!
Purtroppo, tutto quello che ottenne fu di disperdere il gruppo.
TigerVespamon le volò accanto con una mano alzata a mo' di saluto.
-Grazie, scema!-
-Bastardo! Vatti a schiantare da qualche parte e dammi quella Targa!-
Ormai non ragionava più, il pensiero di Ken in pericolo la rendeva avventata e cieca.
Ma le amiche potevano capirla, oh quanto potevano...
-Miyako devi calmarti!- urlò Hikari, aggrappata con forza ad una grossa liana -Attenta!-
TigerVespamon volò alle spalle della prescelta d'Amore e Sincerità e caricò il suo attacco.
-Miyako!- urlò Silphymon.
-Per ringraziarti ti ucciderò subito, così rivedrai il tuo amato Imperatore Digimon, Imperatrice.-
-Maled... -
-Royal Meister!-
Il fendente d'energia calò sulla ragazza. Miyako strinse gli occhi e si coprì il volto con le mani.
Ma non successe nulla.
Osò guardare. Davanti a lei, Hikari deviava a fatica l'attacco di TigerVespamon col suo scudo di luce. E la Luce stava non solo accecando l'Inseguitore, ma anche indebolendolo.
-Maledetta... ragazzina... Vi strapperò quei giocattoli di mano e li polverizzerò! Anzi, ridurrò voi e loro in cenere!-
-Dual Sonic!-
Silphymon creò un doppione energetico di sé e lo scagliò contro il Generale, colpendolo in pieno e scaraventandolo nel folto della giungla.
Per qualche istante, tornò il silenzio.
-Miyako, stai bene?- domandò la voce di Aquilamon.
-Io... - esitò...
Era pallida e spaventata ma...
-Sto bene, ma dobbiamo dargli il colpo di grazia, o Ken... -
-Miyako, così non combiniamo nulla!- disse Hikari.
-Neanche stando ferme qui, se per quello!- replicò lei afferrando una liana. -Andiamo a cercare TigerVespamon, piuttosto, non permettiamogli di fuggire!-
-Miyako... - Hikari tentò di fermarla, ma l'amica non voleva proprio starla a sentire. La prescelta della Luce agì d'istinto, restituendo a Miyako un vecchio favore. Le diede uno schiaffo.
-Adesso basta, Miyakochan... - disse con le lacrime agli occhi -E' vero, Ken è in pericolo, ma lui non vorrebbe mai che tu mettessi così in pericolo te stessa. Ti prego, fa uno sforzo. Ti prego, fidati di noi!-
La ragazza era rimasta imbambolata, con la mano sulla guancia arrossata. Sbatté gli occhi e guardò la prescelta della Luce.
-Hikarichan... -
-Ce la faremo.- ripeté Hikari.
Sora le raggiunse, destreggiandosi agilmente tra i rami e il fogliame. Prese la mano di Miyako e la strinse, così come fece anche l'altra.
-Ce la faremo.- disse la rossa.
-Ce la faremo... - mormorò Miyako.
La prescelta di Amore e Sincerità sentì il calore delle amiche confortarla.
L'Amore di Sora placò il suo tormento e la Luce di Hikari brillò nella cupa disperazione e nel terrore che annebbiavano la sua mente.
-Ce la faremo!- ripeté, con più convinzione e ricambiò la stretta delle altre due.
-Ma che scenetta patetica!-
Eccolo lì! Eccolo che tornava, il Generale, per insultare, disprezzare e uccidere le sue vittime. Non era molto ammaccato, semmai annoiato da quello scontro e dai piagnistei delle mocciose al culmine del sentimentalismo sfrenato. Dov'era la sua disperazione e la sua rabbia?
Purtroppo per lui finì per assistere all'ultimo dei gloriosi eventi della sua vita.
I Digivice di Hikari e Miyako si attivarono e la luce dell'evoluzione avvolse Silphymon.
-Silphymon kyuukyouku shinkaaaaaaa... Valkirymon!- 


Fine Capitolo 32

Durante la stesura di questo capitolo, è accaduto l'irreparabile. Si è cancellato. Fortuna volle, che ho la versione originale nel mio quadernino, perciò in realtà ho dovuto solo ricopiare, ma... ho perso tutte le modifiche e  gli abbellimenti, che ho dovuto rifare. In realtà non la considero una grande perdita perché non mi convinceva comunque...
La cosa seccante è che non mi convince lo stesso. Dovrebbero essere scontri interessanti, ma... non so, qualcosa mi disturba.
Ma io sono perfettina, perciò può essere solo un'impressione, se volete, fatemi sapere voi che ne pensate.
E mentre scrivo ho la canzone dei Queen che mi tormenta. Immaginate Miya come sta!! Q^Q

E dopo questo duo, vedremo in azione Mimi e Kou! Tantantaaaaan!
Ma intanto occupiamoci di TigerVespamon u.u

Dal Capitolo 33 La formazione dell'amore lucente


Non ci riprovare!- lo ammonì Valkirymon -Combatti contro di me!-
TigerVespamon rise.
-Non è mica un duello leale, questo. Voi digimon prescelti siete davvero patetici e ingenui!-
-Vogliamo parlare di voi che avete solo due cose in testa?- sbottò Miyako da sopra Garudamon.
-Due?- Sora inarcò il sopracciglio.
-Il potere e la conquista.- replicò Miyako.
-Mi sento in dovere di replicare che abbiamo in testa molte altre cose.- rispose TigerVespamon -Anche il sangue. E la disperazione. La paura di venire braccati che trasuda da ogni dato del copro. E l'adrenalina che sale... -
Il Generale si tenne le spalle, come in preda all'estasi solo al pensiero. Le prescelte lo fissarono con astio.
-Solo per questo?- domandò lapidaria Hikari.
-Che pretendi, Hikarichan? Non puoi aspettarti altro da un vigliacco che se la prende coi più deboli.- replicò Miyako.
-Esattamente come faceva l'Imperatore.- ribatté l'inseguitore -Si può dire che stia ricevendo la punizione che merita e tanto desidera, no?




Riuscirà Miyako a non sbroccare?
Riusciranno i nostri a sconfiggere l'Inseguitore?
C'è qualcuno peggio di lui? Ebbene sì, lo scoprirete presto!
Al prossimo capitolo!!

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Capitolo 33
*** 33. La formazione dell'amore lucente ***


Twins' War Capitolo 33 Capitolo 33: La formazione dell'amore lucente



They say it's a river, that circles the Earth
A beam of light shinin' to the edge of the universe
I conquers all
It changes everything

(Love is, Vanessa L. Williams e Brian McKnight)


Quando la luce dell'evoluzione si attenuò, davanti agli occhi delle umane e delle digimon prescelte si mostrò un guerriero nuovo: Valkirymon.
Le piume nivee e i capelli come fili d'oro scompigliati sotto l'elmo raffigurante un rapace. Il braccio sinistro portava uno scudo romboidale, su quello destro posava un volatile, anch'esso dorato. Le ali bianche e rosate gli ricadevano sulle spalle come un mantello. Tra le sue armi annoverava una spada e una balestra, accompagnate da una faretra colma di frecce. Un drappo azzurro gli cingeva i fianchi ricadendogli sulla gamba destra e zoccoli d'oro gli rinforzavano i piedi. Come Silphymon, era dotato di coda bianca e schermava il volto con lenti scure.


*Digimon Analyzer*

Valkirymon

Livello: Mega
Tipo: Guerriero
Attributo: Antivirus
Attacchi: Fenrir Sword: Con un colpo di spada congela l'avversario

Aurvandil's Arrow: Colpisce il nemico con la freccia di Aurvandil, che non manca mai il bersaglio.
Laser Giavelin: Evoca un giavellotto che provoca potenti esplosioni
Sanction Storm: Castiga i nemici con una forte tempesta


Dopo un primo istante di smarrimento, TigerVespamon decise di tornare all'attacco. Si scagliò contro Valkirymon, ma quegli resse lo scontro. In forza e velocità superava di gran lunga Silphymon, che pure era veloce. Parava e restituiva i colpi con tale rapidità che le sue compagne a stento potevano scorgere lui o l'altro contendente.
-Non montarti troppo la testa!- esclamò TigerVespamon schivando un fendente della Fenrir Sword -Hai appena imparato cosa sia la vera velocità! Gear Stinger!-
Centinaia di aghi volarono verso le ragazze. Garudamon le afferrò e volò via, ma, con sua grande sorpresa, gli aculei continuavano a seguirle. Alcuni di essi avevano colpito dei grossi alberi, riducendoli a colabrodi vegetali o, addirittura, facendoli esplodere.
"Che razza di armi possiede questo?!" pensò Garudamon "Dovevo aspettarmi una mossa del genere, dopotutto lo chiamano Inseguitore... ma io devo proteggere Sora!"
La digimon dell'Amore sbatté con forza le ali, aumentando la velocità oltre i limiti del proprio corpo.
Con gli aghi ancora alle sue spalle, se avesse rallentato solo un attimo...
TigerVespamon rise divertito, ripetendo quanto inutile fosse quello sforzo. Anche se preferiva godersi
ancora un po' lo spettacolo, fiaccare mentalmente il suo avversario faceva parte del gioco. Con suo grande disappunto, però, Valkirymon volò verso Garudamon, frapponendosi fra lei e i pungiglioni.
-Sanction Storm!-
Un forte tornado spazzò via le letali armi del Generale e costrinse quello a virare bruscamente per non venire travolto.
-Non ci riprovare!- lo ammonì Valkirymon. -Combatti contro di me!-
TigerVespamon rise maniacalmente.
-Non è mica un duello leale, questo. Voi digimon prescelti siete davvero patetici e ingenui!-
-Vogliamo parlare di voi che avete solo due cose in testa?- sbottò Miyako da sopra Garudamon.
-Due?- Sora inarcò il sopracciglio.
-Il potere e la conquista.- replicò Miyako.
-Mi sento in dovere di replicare che abbiamo in testa molte altre cose.- rispose TigerVespamon -Anche il sangue. E la disperazione. La paura di venire braccati che trasuda da ogni dato del copro. E l'adrenalina che sale... -
Il Generale si tenne le spalle, come in preda all'estasi solo al pensiero. Le prescelte lo fissarono con astio.
-Solo per questo?- domandò lapidaria Hikari.
-Che pretendi, Hikarichan? Non puoi aspettarti altro da un vigliacco che se la prende coi più deboli.- replicò Miyako.
-Esattamente come faceva l'Imperatore.- ribatté l'Inseguitore -Si può dire che stia ricevendo la punizione che merita e tanto desidera, no?-
-Sta' zitto! Tu non sai proprio un accidente di lui!-
-Miyakochan... - Hikari e Sora sudarono freddo. Come temevano, Miyako scatenò di nuovo la pioggia di raggi laser contro il nemico. Quello rise di lei e schizzò via, come un bambino monello dopo un bel marameo. Quanto era facile giocare con le emozioni altrui, specie se con creature così fragili, stupide e sentimentali, così corrette...
Quanti ne aveva messo alla prova, quanti ne aveva distrutto nell'anima e nei legami prima di togliere loro anche la vita?
Il Generale d'Oro schivò ancora facilmente i raggi dell'Imperatrice e in pochi attimi fu di fronte a Garudamon.
La digimon dell'Amore capì che non sarebbe riuscita a schivare l'attacco e si pose sulla difensiva.
-I sentimenti sono così d'aiuto... - TigerVespamon si preparò a colpirla col suo doppio fendente mortale.
Ma prima che le lame calassero sul di lei, e in particolare su Miyako, che con le altre era protetta dalle sue zampe, il gelo lo fermò.
Un vento ghiacciato lo avviluppò fra le sue spire, gelando ogni cosa di lui.
Armatura, sangue, dati.
Il Generale ebbe pochi istanti ancora per provare tutte le contrastanti emozioni che tanto amava scatenare nelle sue vittime.
-Fenrir Sword!-
La spada di Valkirymon lo tranciò di netto, spargendo al vento i suoi dati cristallizzati.
Le tre ragazze esultarono e Miyako e Hikari si batterono il cinque. Sora vide qualcosa luccicare fra i pochi frammenti di ghiaccio rimasti sparsi al suolo. Si avvicinò e lo raccolse.
Era la Targa per accedere alla base di Daemon.
Con soddisfazione la lanciò a Miyako che la prese al volo. Le due si scambiarono un altro sorriso.
-Miyakochan, sei proprio fuori di testa!- la sgridò però Valkirymon -Provocare così il nemico... -
-Tutto calcolato.- sogghignò la ragazza, col naso all'insù.
Poi si scatenò in strani gesti e puntò il dito al cielo.
-Era gioco di squadra, no? Questa era la formazione d'amore lucente del sestetto d'Amore, Luce e Sincerità!-
Gli altri rimasero immobili a "digerire" la sfilza di parole.
-La formazione di che?-  domandarono Hikari e Sora, poi scoppiarono a ridere.
-Andiamo a salvare Ken!- urlò poi la viola saltando sulla schiena di Valkirymon, che scosse il capo piumato sorridendo. -Forza, andiamo!-
La digiprescelta d'Amore e Sincerità richiamò le altre. Voleva sperare che Ken stesse bene. Voleva sperare di fare in tempo.
Le altre la seguirono. Garudamon si offrì di portare anche Valkirymon, perché preservasse più energie possibili in vista della battaglia finale. Di certo le forze di un Mega sarebbero servite di più di quelle di un Evoluto, ma la digimon d'Amore avrebbe comunque dato fondo a tutte le sue risorse per aiutare i compagni.
Mentre erano in volo, d'un tratto, Hikari sentì una strana energia pervaderla.
Una sensazione familiare, ma non spaventosa come le altre volte.
Sì, le zampe di Garudamon non c'erano più, sì, c'era l'acqua nera a lambirle le ginocchia, ma il suo Digivice brillava rassicurante e sullo schermo vide l'icona nera di un uovo crepato.


Fine Capitolo 33



Note:
Direi che nonostante TigerVespamon fosse interessante come pg, il blocco dello scrittore me lo ha reso proprio antipatico. Più di quel che è.
Il che mi spiace, perché avrei voluto rendere meglio il suo sadismo eccetera. Beh, i suoi compagni non sono da meno...
L'Inseguitore è ispirato agli Aghi Inseguitori di Hunger Games.
Me malvagia in molti sensi, capitemi u.u
Al prossimo capitolo, con Mimi, Kou e i loro digimon, alle prese con Spinomon della Pioggia di Sangue.
Preparatevi ad odiare anche lui.



Dal capitolo 34: La resistenza di Lilymon


-Ti piace la mia collezione privata?-
Spinomon camminò tronfio verso la digimon fata, gli occhi baluginanti di malvagità.
-Tu sei... - Lilymon strinse i denti, il bel visino deformato per la prima volta in una smorfia di odio puro.
-Cosa c'è, Lilymon?!-
-Mimichan... questo mostro ha... trasformato in statue di diamante i corpi delle sue vittime!-
La prescelta della Sincerità sentì il terreno mancarle sotto i piedi. Koushirou smise di lavorare sui dati, il cervello resettato da quella sconvolgente rivelazione.



Ok, ora ditemi chi è peggio? U.U
Anche il prossimo capitolo sarà molto Girl Power, ma non crediate che Kou e AtlurKabuterimon se ne stiano con le mani in mano, dopotutto il genietto ha un piano, no? u.u
Alla prossima!



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Capitolo 34
*** 34. La resistenza di Lilymon ***


tw 34 Capitolo 34: La resistenza di Lilymon



So hold your head high
don't even let'em define
the light in your eyes
Live yourself, give them hell
You can take in this world
you just stand and be strong
and then fight
like a girl

Ok with style and grace,
kick ass and take names...

(Fight like a girl, Bomshel)


Spinomon della Pioggia di Sangue era uno degli avversari più ostici che Lilymon e AtlurKabuterimon avessero mai affrontato.
In particolare la fata floreale, il cui arduo compito fu di far da esca all'enorme nemico. Una volta aveva fatto la stessa cosa contro Metalseadramon e ci aveva quasi rimesso la pelle. Un colpo solo del nemico l'aveva fatta involvere. Ma da allora era diventata più forte e resistente, perciò era piuttosto sicura delle proprie capacità.


*Digimon Analyzer*

Spinomon

Livello: Mega
Tipo: Dinosauro
Attributo: Virus
Attacchi: Blue Prominence: Converte il metallo accumulato nel suo corpo e travolge il nemico con un potente getto di plasma che raggiunge i 15 mila gradi.
                Sonic Slash Rain:
Scaglia contro l'avversario tutte le lame che ha sulla schiena. Queste continuano a crescere, perciò ha un'inesauribile scorta.


Con in mano i dati del nemico, Koushirou aveva spiegato la sua strategia.
-Uno dei punti di forza di Lilymon è la velocità.- aveva detto, eppure, né lui, né Mimi, né AtlurKabuterimon potevano fare a meno di temere per lei.
Il dinosauro digitale era enorme al confronto con la piccola e leggera Lilymon. La natura lo aveva dotato di una spessa pelle corazzata, di robusti artigli e spuntoni ossei. La sua schiena, inoltre, era cosparsa di taglienti lame metalliche, ottime per la difesa dei punti ciechi, ma non solo. Già l'Analizzatore Digimon lo definiva una specie normalmente belligerante ed altamente resistente, nel tempo che ebbero a che fare con lui, i prescelti constatarono pure che non era pericoloso. Era letale.
E vendicativo.

-Ok, iniziamo le danze!- aveva detto Lilymon portandosi avanti. Il Generale d'Oro aveva riso sotto quel cielo di sangue, non prendendola sul serio. Una risata orribile e gutturale, ma Lilymon respinse la paura e volò sopra di lui.
-Flo' Cannon!-
Caricò un potente colpo, che fu però respinto da un getto di fiamme blu del Generale. La digimon riuscì ad evitarlo e ripeté l'attacco. Non ebbe molto successo, purtroppo, ma almeno aveva tutta l'attenzione di Spinomon.
Ogni colpo, ricevuto o meno, veniva restituito dal dinosauro con gli interessi. Ma poiché la fata era veloce, nessuno degli attacchi sia fisici che infuocati andarono a segno. Incendiarono il cielo, incendiarono la giungla intorno, ma la fata si levò al di sopra delle fiamme. L'Ira pervase immediatamente l'animo della sanguinaria creatura. Solo un colpo andato a segno poteva ripagare il debito che la fata aveva nei suoi confronti, questo pensava, perciò ogni colpo mancato era uno spreco per il quale Lilymon doveva pagare in più. E poiché quel moscerino era rapido e irriverente, solo una pioggia di lame e sangue poteva estinguere quel debito.
Lilymon non sapeva come funzionava la mente del nemico, ma le fu presto chiaro quando quello corse verso di lei facendo tremare la terra più dello stesso vulcano. Mimi cadde a terra, ma non rimase a lamentarsi, si rialzò ed incitò l'amica.
Lilymon volò ancora più in alto, tenendosi fuori portata delle zampe, delle fauci e della coda del Generale.
-Prova a sfuggire a questo, pulce!- ruggì Spinomon
-Sonic Slash Rain!-
Il rettile sparò verso l'alto tutte le lame presenti sulla sua schiena. Lilymon si ritrovò in una gabbia di lame affilate che riuscì a schivare dando fondo ai suoi riflessi e alla sua velocità, schizzando fra una e l'altra come una saetta.
Fuori dalla sua portata, per pochi istanti poté tirare un sospiro di sollievo.

La zona presidiata dal potente digimon era una giungla affacciata su di un ampio spazio brullo e roccioso. Alte rocce circondavano il perimetro, come il guscio di un uovo preistorico, custodi di tutta l'essenza maligna, di tutta la sofferenza sprigionata in quel luogo. Esse permeavano l'ambiente come una cappa d'afa soffocante, complice dominante il fuoco del vulcano in piena attività.
Respirare era diventata un'impresa.
Il corpo agile e rapido di Lilymon era imperlato di sudore e le guizzanti ali perdevano energia. Sembrava appassissero ad ogni battito. La fata era sempre più stanca. Con un enorme sforzo di volontà, la digimon compì uno stretto giro intorno a Spinomon e mirò alla sua gola.
-Flo' Cannon!-
-Blue Prominence!-
Il Generale le vomitò addosso una rovente gettata di plasma. Lilymon urlò mentre la schivava. Pur non venendone investita, fu comunque ustionata dall'aria. Il suo grido di dolore spezzò il cuore di AtlurKabuterimon. E fu lì lì per lasciare ciò che stava facendo, ma si trattenne. Lo fece a stento e si maledisse per questo. Le dita di Koushirou continuavano a battere inarrestabili suoi tasti, il ticchettio diventato picchiettare di pioggia, come pioggia erano i dati elaborati sia nel computer, sia nel suo cervello.
-Venti metri ad ovest.- disse -C'è una sorgente energetica.-
AtlurKabuterimon si diresse nel punto indicato. Grazie al nuovo Digivice sapeva esattamente dove colpire. Fu difficile non farsi scoprire da Spinomon, ma ancora di più fu il non intervenire per aiutare Lilymon.
"Ti prego, cerca di resistere." pregò l'amica "Dobbiamo avere fede"
"In Koushirou." il pensiero straziato di Mimi completava il suo.
Lilymon aveva fiducia in Koushirou, come l'aveva in Mimi e in tutti i suoi amici, perciò lottò e lottò ancora!
-Flo' Cannon!-
L'ennesimo cannone floreale fu divorato dal plasma del Blue Prominence del Generale. Quegli parve accorgersi di qualcosa che non quadrava, ad un certo punto, perciò la fata gli si gettò addosso. Spinomon la colpì in torsione con la possente coda, scagliandola lontano e facendola rovinare nella polvere.
Lilymon emise un gemito strozzato e tentò di rialzarsi. I muscoli non le obbedivano e le braccia le tremarono.
"Non posso arrendermi adesso, altrimenti si accorgerà di quel che stiamo facendo e... "
-Lilymon attenta!- Mimi non riuscì a trattenersi e corse verso di lei. Spinomon voleva schiacciare la sua amica, non poteva starsene in disparte. Con la frusta riuscì a trascinarla via per un soffio. La fata compì un enorme sforzo e tornò a combattere, barcollando.
Il Generale si era accorto che stavano combinando qualcosa, ma finché non riusciva a capire cosa, andava tutto bene.
-Maledetta peste volante!- ruggì scagliando altre lame contro Lilymon.
La digimon della Sincerità riuscì a schivarle ancora e ancora e con un sorrisetto soddisfatto pensò che era proprio diverso da quella volta con Metalseadramon.
-
Sonic Slash Rain.-
Ancora lame.
Lilymon volò, ma la stanchezza si fece sentire, traditrice, e perse quota.
Mimi, però, correva verso di lei e la prese al volo. Caddero entrambe a terra, ma nessuna delle due si fece male in maniera seria.
-Mimichan... fa attenzione... è fortissimo... - ansimò Lilymon.
-Stai tranquilla!- replicò la ragazza, aiutandola a rialzarsi -Se non posso assisterti in altro modo, posso almeno attutire le tue cadute!-
-Mimichan... -
-Il tuo corpicino dev'essere stremato.- tuonò derisorio Spinomon -Quanto ancora riuscirai a resistere? Non so cosa vuoi ottenere, ma mi divertirò a vederti contorcere di dolore. E supplicare.-
E rise ancora.
Aveva grandi idee per quel corpicino guizzante e fastidioso.
Idee artistiche, giusto per intenderci.
Lilymon si rialzò. Vide che AtlurKabuterimon le faceva segno. Ancora un altro poco...
-Resisti Lilymon!- la incitò Mimi.
-Certo!- esclamò quella -Non mi arrenderò!-
Non ancora, solo un altro poco, si disse e tenne lo sguardo fisso sul Generale. Il pensiero del male che arrecava le dava più forza e volontà di fermarlo.
Si allontanò in volo da Mimi, perché non venisse coinvolta. La prescelta della Sincerità poté solo guardarla andare a lottare. In apparenza fragile e delicata, Lilymon avanzava fiera e tenace verso un bestione di quel calibro.
-Vieni, moscerino, vieni a scoprire che ti farò quando avrò finito con te!-
Fu in quel momento che compresero il perché del soprannome del Generale.
Spinomon caricò il suo attacco Blue Prominence, ma Lilymon lo anticipò col Cannone Floreale, colpendo il mostro rettile sul muso e deviando il getto di plasma, il quale bruciò in pochi istanti un'ampia porzione di giungla.
E Lilymon le vide.

Qualcosa brillò fra le volute di fumo nero. La fata volò verso l'alto ed osservò.
Le fiamme plasmatiche avevano aperto alla visuale un'ampia radura. L'erba e la vegetazione erano rosse, ma ciò che la colpì e le torse le budella furono centinaia di statue di digimon traboccanti di disperazione. Non sapeva se per empatia o per effetto di qualche oscuro potere, ma nel guardarle poteva percepire il dolore, il terrore, ogni cosa.
Perse quota e cadde in ginocchio, trattenendosi a stento dal vomitare.
-Lilymon!- urlò Mimi.
-Non ti avvicinare!- le gridò, terrorizzata.
-Ti piace la mia collezione privata?-
Spinomon camminò tronfio verso la digimon fata, gli occhi baluginanti di malvagità.
-Tu sei... - Lilymon strinse i denti, il bel visino deformato per la prima volta in una smorfia di odio puro.
-Cosa c'è, Lilymon?!-
-Mimichan... questo mostro ha... trasformato in statue di diamante i corpi delle sue vittime!-
La prescelta della Sincerità sentì il terreno mancarle sotto i piedi. Koushirou smise di lavorare sui dati, il cervello resettato da quella sconvolgente rivelazione.
-Maledetto!- AtlurKabuterimon si scagliò contro di lui. -Horn Buster!-
Avvolto dai fulmini, il corno cremisi colpì al collo il Generale, scagliandolo a terra.
Con un un ruggito sommesso, Spinomon si rimise sulle zampe e vomitò le fiamme plasmatiche contro l'insetto. Il digimon della Conoscenza riuscì a spostarsi, ma fu comunque colpito di striscio. L'esoscheletro bruciò ed emise un odore terribile.
-AtlurKabuterimon!- urlò Koushirou, spaventato.
Con fatica, il digimon prescelto si rialzò.
-Va tutto bene, Koushirouhan.- lo tranquillizzò, per poi gettarsi sul dinosauro digitale a grande velocità. I corpi enormi cozzarono con fragore. I due si afferrarono e si spinsero, cercando di prevalere l'uno sull'altro. Spinomon fu per caricare altre fiamme, ma il digimon insetto fu veloce e gli strinse il collo con le zampe, facendo morire sul nascere l'attacco.
Spinomon scalfì con gli artigli la corazza di AtlurKabuterimon e scagliò nell'aria un gran numero di lame che piovvero sul digimon prescelto.
-Flo' Cannon!-
Il colpo di Lilymon le deviò prima che gli perforassero lo scudo.
AtlurKabuterimon raccolse le forze e sprigionò una potente scarica dal Corno Demolitore. Con la forza delle possenti zampe e delle rapide ali, riuscì a spingere Spinomon. Il Generale puntò le zampe posteriori per resistere, ma il terreno sprofondò.
-Ma che?-
Lo stupore sul suo brutto muso fu impagabile. Non si sarebbe mai aspettato di venir tradito dal suo stesso territorio, eppure, la terra su cui comandava con ferocia si aprì in una voragine, spaccata dalla forza combattiva dei guerrieri.
E da un piccolo aiuto da parte del prescelto della Conoscenza.
-E' fatta!- esclamò Mimi lanciandosi sul ragazzo. Koushirou arrossì.
-Non ho fatto nulla di che... è stato il mio Arcana a fare tutto... e voi.-
Il ragazzo guardò affettuosamente gli amici digitali.
-Se non fosse stato per la forza di Lilymon che ha resistito con tanto coraggio mentre AtlurKabuterimon deviava i flussi energetici, non avremmo mai messo in crisi Spinomon.-
-Non è stato nulla di che.- rispose Lilymon arrossendo.
-Non è vero, siete stati grandi tutti e due!- esclamò Mimi -Gli avete tenuto testa con forza e coraggio!- rincarò la dose.
Anche AtlurKabuterimon si sentì avvampare per i complimenti.
-Non che abbia capito bene come funzionasse, ma questa cosa dei campi energetici inizia a piacermi.-
-Grazie di esservi fidati di me, fino a questo punto.- disse di nuovo Koushirou. Lo disse col cuore in mano. Un cuore che si doleva nel vedere gli amici ridotti in quello stato pietoso. Lo nascondevano, nascondevano sempre di soffrire.
La pelle della fata era ustionata e coperta di tagli e graffi in più punti. I lividi chiazzavano il suo bell'incarnato roseo di un viola cupo.
L'esoscheletro di AtlurKabuterimon era graffiato in più punti, in altri era bruciato ed annerito. Persino il suo possente Corno pareva aver risentito degli attacchi di Spinomon.
E ancora non era finita.
Ebbe appena il tempo di formulare quella constatazione, che la terra vomitò lame. I digimon si gettarono sui prescelti per far da scudo coi loro corpi. L'insetto afferrò la fata, per proteggere anche lei e ricevere tutto il danno. Le lame li ferirono comunque, anche se la maggior parte scalfì solo il guscio di AtlurKabuterimon e il sangue schizzò in alto.
Mimi, stretta nell'abbraccio di Lilymon, vide gli schizzi come se il tempo fosse rallentato.
"Ecco perché lo chiamano la Pioggia di Sangue... " pensò.
-AtlurKabuterimon!- gridò il prescelto della Conoscenza.
-Va tutto bene, Koushirouhan... - rispose quello.
Ma non era vero.
-Non immaginavo che avrebbe fatto uscire le lame da sotto terra... non... mi dispiace... -
AtlurKabuterimon gli mise l'enorme zampa sulla spalla.
Tremava.
Un colosso del genere tremava.
-Portali via, Lilymon.-
Avanzò verso la voragine e Koushirou fu per seguirlo, ma Lilymon lo afferrò tirandolo verso di sé.
-Lasciami andare!-
-No. Tu e Mimi dovette mettervi al sicuro ci penserò io ad aiutare- -No!- esclamò AtlurKabuterimon, voltandosi un momento a guardarli. Forse ad imprimersi nella mente un'ultima immagine degli amici.
Di Koushirouhan...
La terra tremava, scossa dal peso e dalla forza della Pioggia di Sangue che risaliva il baratro con furia.
-Hai resistito fin troppo. Ora ci penso io. Prenderò la Targa e la porterete agli altri.-
-No! Non fare pazzie!- urlò Koushirou -La porteremo! Insieme, come abbiamo sempre fatto!-
"Mi piacerebbe... " pensò l'insetto "Ma la vita di Koushirouhan vale molto di più di un mio desiderio... "
La testa del Generale emerse dall'abisso, la bocca feroce spalancata, le fiamme al plasma che si raccoglievano in gola, cieco di furia. Avrebbe ucciso quei marmocchi, li avrebbe imprigionati nel diamante ed esposti nella sua collezione, li avrebbe scherniti per l'eternità!
Mentre questi pensieri accrescevano la su Ira guerriera, una luce brillò.

AtlurKabuterimon rimase impietrito. Aveva visto. Volando sulla voragine aveva visto le statue di diamante, aveva visto il terreno intriso di sangue far da tappeto rosso a quella macabra collezione.
Mai come in quel momento aveva desiderato di vincere.
-AtlurKabuterimon kyuukyoku shinka... HerakleKabuterimon!-



*Digimon Analyzer*

HerakleKabuterimon

Livello: Mega
Tipo: Insetto
Attributo: Antivirus
Attacchi: Giga Blaster: Dal corno centrale scaturiscono potenti esplosioni elettriche con cui annienta i nemici.
                High Mega Blaster:
Genera potenti sfere elettriche dalle zampe. Pochi resistono a questo attacco.




L'esoscheletro dorato luccicò alla debole luce del sole. HerakleKabuterimon era maestoso, con quattro arti superiori e tre robuste corna. Dal Digidex Koushirou lesse che le origini del digimon erano dovute all'unione dei dati fra le specie di Kuwagamon e Kabuterimon, il che rimediava ai punti deboli imposti dalla natura digitale. AtlurKabuterimon, per esempio, era un digimon portato per la difesa, mentre evolvendosi, aveva perso lo scudo e la sua forma era molto più aerodinamica. Doveva essere molto più veloce, cosa che HerakleKabuterimon dimostrò subito, senza perdersi in chiacchiere.
In un istante volò sopra il Generale e attaccò.
-High Mega Blaster!-
Generò quattro grandi sfere elettriche e le convogliò contro l'avversario. Spinomon venne colpito in pieno, ma riuscì a non venire travolto. Resistette strenuamente. Sarebbe potuto sopravvivere? Nel dubbio, Lilymon usò le poche forze che le restavano per dar manforte all'amico.
Caricò un Cannone Floreale a due mani e il Generale d'Oro si trovò imprigionato fra due fuochi. Oppose ancora una debole resistenza, ma l'attacco elettrico, lo travolse. Così Daemon perse il penultimo dei suoi Generali.
I suoi dati si dispersero come pioggia, il suo sangue non toccò la terra.

HerakleKabuterimon e Lilymon involsero in Motimon e Palmon e caddero fra le braccia di Koushirou e Mimi.
Il ragazzo recuperò la Targa caduta al suolo e se la mise in tasca, poi strinse a sé il proprio digimon, con enorme sollievo.
-Lo sapevo... - disse a bassa voce -Sapevo che ce l'avresti fatta!-
-Proprio perché lo sapevi ce l'ho fatta!- replicò quello, esausto.
-Grazie che hai creduto in me!-
-No, sei tu che hai creduto in me, Koushirouhan!-
-Ma guardateli!- esclamò Mimi ridendo, con le lacrime agli occhi.
Palmon rise.
-Siete stati grandi!- continuò la ragazza, sollevando per aria la digimon che continuava a ridere.
-Motimon, scusa se... -
-Eravamo d'accordo, Koushirouhan!- replicò il digimon della Conoscenza -E poi il tuo supporto è stato fondamentale.-
-Ma, veramente è merito di Lilymon.- disse il rosso.
-Hai ragione! Sei stata in gamba Palmon!-
La digimon ridacchiò ed arrossì, o meglio, divenne ancora più verde. Era orgogliosa di sé e felice d'aver fatto la cosa giusta.
-Sì! Sei stata grande!- rincarò la dose Mimi e saltellò sul posto -Girl Power! Girl Power!-
D'un tratto, la terra tremò e si spaccò, indebolita dallo scontro e come conseguenza della morte di Spinomon.
I digiprescelti e i loro digimon caddero nella voragine. Sotto di loro scorreva un fiume di lava. Che ci fosse o meno non faceva comunque differenza, perché uno schianto da quell'altezza era comunque equivalente a morte certa.
Forse...
Le regole del mondo digitale erano strane, ma nessuno di loro ci pensò troppo, perché in caduta libera su un fiume di lava pensi solo che morirai, in qualunque mondo ti trovi. Palmon tentò di usare le sue liane, ma non ci riuscì, lo scontro l'aveva prosciugata di tutte le sue energie.
Mimi, fu veloce e usò la frusta che
si allungò verso una sporgenza rocciosa e vi si arrotolò.
Con la mano libera e Palmon aggrappata in vita, la prescelta afferrò la mano del ragazzo. Subì un pesante strattone, ma non se ne curò. Koushirou teneva stretto Motimon col braccio libero.
Grazie al cielo aveva rimesso il computer nello zaino!
-C'è mancato poco!- esclamò la prescelta della Sincerità.
-Già... - disse sudando freddo.
Le ultime parole famose.
La sporgenza che li reggeva tutti e quattro si ruppe, facendoli precipitare.
Urlarono per il terrore, ma non arrivarono in fondo al baratro.
Una mano afferrò l'Appeso e con un deciso strattone issò in salvo l'intero gruppo.
-Mi sono visto passare tutta la vita davanti... - mormorò Motimon, tremante e pallido.
Gli altri avrebbero risposto che anche la loro era scorsa davanti ai loro occhi come un film muto, ma lo stupore li concentrò sul loro salvatore.
-T-Tu?-
Ancora col cuore in gola, Mimi riuscì appena a balbettare quella parola.
A salvarli, seppur malconcio, era stato il Generale d'Argento DeathMeramon.





Fine Capitolo 34


Girl Power!!
Ci tenevo particolarmente a questo capitolo. Così come al ritorno di DeathMeramon. Vi dirà lui come e quando e perché è là.
Non era prevista l'evoluzione di HerakleKabuterimon. Non ricordo come avevo pensato di finire la cosa, forse con Rosemon o con un mega attacco combinato, ma non ho resistito. AtlurKabuterimon ha sofferto molto nel vedere la sua amica ridotta in quelle condizioni, solo la sua fiducia in Kou lo ha trattenuto. Beh, anche in Lilymon. Forse mi sembrava troppo ovvio fare evolvere lei. Una parte di me diceva: guarda che anche AtlurKabuterimon sta soffrendo tanto eh, mica si diverte!
Spero di portare presto il nuovo capitolo.
Che devo scrivere...
Però so che deve succedere, è già qualcosa.
Ormai non manca molto, il tempo scorre e Daemon sta gongolandosi per la vicina vittoria.
Anche perché ha ancora un generale e pure bello tosto dalla sua.
Ma anche i nostri sono tosti, quindi già sapete di dovervi aspettare scintille.

Alla prossima!!







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Capitolo 35
*** 35. Scivolare nell'incubo ***


tw35

Capitolo 35: Scivolare nell'incubo






Talking to myself
all the way to the station
pictures in my head
of the final destination all lined up
(all the one’s that aren’t allowed to stay)
tried to save myself
but myself keeps slipping away

(Into the void, Nine inch nails)






MetalPhantomon era perplesso.
I tanto decantati Generali d'Oro del signore dell'Ira stavano cadendo uno dopo l'altro per mano dei digiprescelti. Era di primaria importanza radunare i superstiti e ritirarsi, uscire allo scoperto era stato un grave errore. Era probabile che il nemico fosse in possesso di informazioni che li riguardavano, altrimenti che altra spiegazione c'era? Durante l'assedio, pur con molte difficoltà, i prescelti avevano respinto i Generali d'Argento, ma quelli d'Oro erano su un altro livello. In più non poteva esserci stato tempo materiale per rafforzarsi a tal punto. MetalPhantomon ignorava che Koushirou possedesse l'Arcana del Carro, così come le potenzialità di quest'ultimo. Il suo pensiero rimase fisso sull'idea di una fuga di notizie da parte dei soldati caduti in prigionia.
Il digimon fantasma si voltò, deciso a togliersi il dubbio.
I tre digiprescelti 
che lo stavano affrontando e i loro digimon, Musyamon, Artiomon e LoaderLeomon, erano caduti preda del suo Grave Scream e giacevano a terra, privi di conoscenza.
E presto anche della loro anima.


°


Hiroyuki si guardò intorno.
Si trovava in un luogo buio. Una vecchia stazione della metropolitana. Tutto era silenzioso. Davanti a sé si aprivano numerose gallerie non illuminate, ognuna riportante la dicitura "The end of the line" su tutti i cartelli.
Insomma, ovunque decidesse di andare, era nella merda, chiaro come il sole.
-Musyamon!-
Il prescelto del Vigore chiamò il suo partner, ma non ricevette risposta. Chiamò anche gli altri compagni, ma nulla, silenzio totale, neppure un indizio. Secondo il Digivice, però, Mamoru e Ylenia si trovavano lì. Con lui.
-Ehi, dove siete?- esclamò -Treccine, Maminchio!- riprovò a chiamarli, inutilmente. Provò anche coi loro nomi, dopotutto Maminchio iniziava ad essere irrispettoso. Ma né Ylenia, né Mamoru o i loro digimon risposero. Ma se loro apparivano nel suo Digivice, anche lui appariva nei loro, era una cosa molto probabile.
Come comunicare?
-Forse non vi siete mai persi di vista... - disse una voce familiare.
Hiroyuki si voltò di scatto, ma non c'era nessuno, non fisicamente almeno.
La voce continuò: -Forse siete proprio dove dovevate essere.-
Il prescelto del Vigore tentò di eseguire il suo programma Arcana, ma The Strength non rispose.


Mamoru sospirò.
"Questo potrebbe essere un problema... "
Entrare nelle gallerie senza un piano preciso e senza difese era come invocare il suicidio assistito.
-Dovrei entrarci comunque?- si chiese.
-Non avete forse imparato a superare le vostre debolezze?- suggerì la voce.
Il prescelto della Giustizia appoggiò la mano all'ingresso di una delle gallerie.
-Direi che ci è andata un po' di culo, quella volta... -
Il buio della galleria parve risucchiarlo. Indugiò.
-C'è sempre una via d'uscita.- disse la voce.
Tre sfere rosse s'accesero nel buio. Due piccole, una più grande. Rotearono ipnoticamente, prima di dividersi in otto piccole sfere.
Otto, come otto occhi di ragno.
-Dovete raggiungere l'uscita.- disse la voce.
-Ti odio... - rispose lamentoso Mamoru.


-La fai facile tu!- sbottò Ylenia, mentre il buio intorno a lei s'accese di luci vorticanti come stelle. Il riverbero rossastro di quegli astri maligni creava ombre e figure familiari. La prescelta della Memoria aveva mosso solo pochi passi nella galleria, ma già l'entrata non si vedeva più. Il nulla si rimodellò intorno a lei assumendo le forme rassicuranti degli ambienti della sua casa.
-Oooo... kay?-
Ylenia restò perplessa.
Seduti al tavolo della cucina, c'erano i membri della sua famiglia e i loro digimon.
-Risei, piccolo, come stai?- esclamò muovendosi verso il bambino, ma quello la ignorò. E non era il solo: tutti mangiavano e parlavano, come se nulla fosse. 
-Ciao!- esclamò facendosi notare, ma ottenne solo di far aumentare il parlottio.
-Ylenia... - disse Yamato grattandosi la testa.
-Fratellone!- la ragazza tirò un sospiro di sollievo e fece per rispondere, ma Yamato continuò a parlare, come se lei non ci fosse.
-a volte è davvero imbarazzante.-
-Già... - rispose Takeru -Con che faccia dovrei dire che è mia sorella maggiore?-
-Eh?-
Ylenia rimase come paralizzata. Fu come ricevere due pugni nello stomaco.
-Anche Taichi a volte pensa che sia troppo infantile.- continuò Yamato -A volte pensa di lasciarla.-
-Io non gli darei torto... -
Ylenia strinse i pugni, era davvero quello che pensavano di lei? Cadde in ginocchio, chiudendosi le orecchie fra le mani.
-Artiomon, Artiomon, dove sei?-
-Anche Bearmon forse avrebbe voluto una partner più matura.- disse suo padre.
-Anche per i digimon è dura, eh?- continuò sua madre.
-A differenza della sorellona, io sono davvero una bambina.- ridacchiò Mika.
Così distorti, i loro sorrisi, le loro parole...
-Artiomon... -


MetalPhantomon sogghignò, contento del suo operato. I mocciosi erano già in difficoltà, i loro digimon, invece, si opponevano maggiormente.


LoaderLeomon aveva aperto gli occhi nella stanza di Mamoru. Era completamente diversa. I suoi poster, i suoi libri, tutto era scomparso per lasciare posto a foto, documenti, appunti. Un'intera parete era diventata una rete di fili, una mappa concettuale ossessiva. Il felino ci si avvicinò per capire su cosa fosse. C'erano foto segnaletiche e incriminanti di uomini e donne. C'erano foto di bambini con scritte terribili. Erano tutti scomparsi, morti. Tutti erano vittime di abusi...
Ma benché fosse terribile, quello che lo scosse maggiormente fu vedere grandi X rosse sopra le foto degli adulti.
GIUSTIZIATO.
GIUSTIZIATA.
GIUSTIZIATO.
LoaderLeomon indietreggiò.
Erano tutti presunti criminali, su cui però non pendevano accuse sicure. In un particolare caso, un uomo era stato incastrato, ma era finito comunque nel braccio della morte. Lo ricordava quel caso, perché aveva scosso Mamoru, eppure... eppure anche sotto quel nome era scritto GIUSTIZIATO.
Alcuni articoli di giornale incollati lì vicino parlavano di un giustiziere, un boia che calava la giusta lama su chi era scappato alla giustizia troppo a lungo.
-Che ci fai qui?-
Il digimon sussultò e si voltò. Era Mamoru. Era più alto e magro, più adulto, col viso incavato e gli occhi febbrili.
-Credevo non ti andasse più quello che facevamo.-
-Quello che facevamo?-
Mamoru rise.
-Ora fai anche lo gnorri?- si avvicinò al muro e ci sbatté la mano -Abbiamo iniziato questa cosa insieme e poi te ne sei lavato le zampe!-
-Mamoru, che diavolo stai... cosa hai fatto?-
-Eh, no. Lo abbiamo fatto insieme. Noi siamo il boia.-
-Dimmi che non lo hai fatto davvero!- ruggì il digimon.
-SI!- urlò l'uomo che aveva davanti -HO FATTO QUELLO CHE ANDAVA FATTO PER IL BENE DI TUTTI!-
LoaderLeomon lo buttò a terra e il Digivice si staccò dalla cintura di Mamoru per rotolare accanto alla sua testa.
-NON DIRE STRONZATE!-
Gli ruggì contro il digimon, ma poi la voce gli morì in gola. Gli occhi di Mamoru erano spenti, come privi di anima.
Il Digivice brillò di una luce nera. La Crest della Giustizia lampeggiò gli ultimi battiti, divenendo sempre più debole, fino a spegnersi del tutto.
-Non credere a quello che vedi.- disse la voce -Può ancora essere impedito.-


-Accadrà?- domandò Musyamon guardandosi indietro terrorizzato.
Una scia di cadaveri segnava il suo cammino, quelli dei suoi amici e compagni. Iniziavano a dissolversi in dati, ma in modo così lentamente crudele.
Hiroyuki giaceva riverso a terra con...
Il digimon sentì le gambe cedergli e il suo stomaco si riversò a terra.
Il corpo del suo partner era contorto in modo atroce... le costole...
-No. Non accadrà!- esclamò la voce -Continua a camminare. Non farti fermare.-


-Uhm... c'è un'interferenza... - pensò MetalPhantomon, seccato.
Qualcosa stava impedendo al suo potere di avere la meglio sulle deboli menti dei nemici.


Uno dopo l'altro, come mosche, Daemon li aveva uccisi tutti, lasciandola per ultima ad assistere a quell'ultimo spettacolo.
-È spaventato. Daemon ha paura di voi.- disse la voce.
Artiomon continuò a fissare davanti a sé. Ciò che vedeva era simile a quello che sconvolgeva Musyamon, ma in modo crudelmente diverso.
-Non riuscirò a proteggerli... - balbettò -Non sono... forte abbastanza... -
-E per questo ti fermerai?- domandò la voce, incalzante.
-Io... cosa posso fare?- Artiomon si chinò a raccogliere il corpo esanime di Ylenia -Forse posso... portarla via prima che... -
-Morirete tutti.- riecheggiò la voce metallica di MetalPhantomon.
-Non ascoltarlo!- tuonò la voce familiare, sovrastandola.


-Non devi ascoltare!- tornò la voce.
-Come faccio, mi dovrei strappare le orecchie?- urlò Ylenia con voce stridula.
Due mani scure le si posarono ai lati del viso, chiudendole le orecchie e impedendole di sentire.
-Non sarebbe sufficiente.- le disse.
Infatti, poteva leggere le parole sulle bocche di tutti.
Erano parole dure, crudeli.
I suoi genitori, i suoi fratelli, i suoi amici digitali... e dov'era Bearmon?
"Non vuole stare più con me... "
-Ecco, la senti?- disse la voce, le mani la lasciarono andare -Non sono le orecchie il problema. È la paura che affanna il cuore.-
Davanti a lei, frapponendosi a quell'immagine angosciante, apparve Wisemon.
-
È ciò di cui hai paura, non è reale. Ricorda cosa lo è.- la afferrò per le spalle e la scosse -Ricordalo e continua a camminare!-

Mamoru continuò.
Corse, corse come mai in vita sua. Se lo ignorava, il mostro di luci, il fottuto ragno che lo inseguiva, non riusciva a stare al passo.
Le luci intorno a lui scorrevano rapide, così che gli sembrava davvero di cavalcare il fulmine.
Nell'oscurità davanti a sé, riusciva a scorgere l'insegna al neon dell'uscita.
-Guardami!- ruggì la creatura alle sue spalle.
Era la voce conosciuta di Eizou Sakamochi.
Lo ignorò, seguì la voce di Wisemon.
-Guardami! Mi vuoi abbandonare?-
"Tsutomu!"
Mamoru rallentò e si voltò.
Il suo amichetto...
Stava fermo nell'oscurità. Su di lui, il ragno lasciava colare un lungo rivolo di disgustosa saliva. Mamoru scattò per richiamare The Justice, ma ancora il suo Arcana non reagiva. Il suo corpo però scattò verso il mostro.
Una mano salda lo afferrò per il braccio.
-NO!- ordinò Wisemon.
-Lasciami andare, devo salvarlo! Almeno questa volta, voglio salvarlo!-
Wisemon scosse il capo.
-
È già troppo tardi, per lui. Non è reale.-
Indicò la luce alla fine del tunnel.
-Quella è reale!-

I ragazzi e i digimon ripeterono piano, pesando ogni parola: -Devo raggiungere la luce.-

MetalPhantomon ruggì in preda all'Ira e le visioni che ostacolavano i digiprescelti e i loro digimon divennero ancora più feroci. Eppure... eppure qualcuno interferiva.
E ora sapeva pure chi.
-Maledetto Wisemon! Tu sei morto! Il Nostro Maestro ti ha ucciso!-
-Ha ucciso me.- replicò il mago e apparve dinnanzi al digimon fantasma -Io sono morto, ma non ho paura di Daemon e ho fiducia che i digiprescelti riusciranno a salvare questo mondo.-
-Quei digiprescelti?- li indicò il Generale. -Quei mocciosi che annegano nelle loro paure?-
-Quei mocciosi che sono vivi e vogliono proteggere ciò che di più puro e caro c'è in questo mondo. Sì, loro.- disse Wisemon e aprì il suo libro -Perciò sono qui, per guidarli nella tua oscurità, verso la luce.-
Dalle pagine del libro emerse una sfera luminosa, nella quale era riflessa l'insegna al neon. L'immagine poi sparì nel bagliore che rischiarò le tenebre.


Ylenia e Artiomon, Mamoru e LoaderLeomon, Hiroyuki e Musyamon.
I digiprescelti chiusero gli occhi su quelle visioni e continuarono a camminare, ignorando gli ostacoli e le voci, ignorando l'odio e l'Ira. Ignorando la paura.
Ylenia ricordò come la sua famiglia l'aveva ritrovata, le lacrime di gioia, tutti gli sforzi fatti per aiutarla ad ambientarsi in un mondo che le era estraneo. Ricordò l'amore e l'amicizia di Artiomon, la lotta contro Matadormon...
-Rimangiati quello che hai detto sulla mia migliore amica o la prossima finisce dove non ci batte il sole.-
Una mano prese la sua.
Era Artiomon, bella e forte come appariva sempre ai suoi occhi.
-Vivremo altri giorni felici come quello.-
Il ricordo dello scontro con Matadormon aveva raggiunto anche la digimon della Memoria, aiutandola a ritrovare la sua amica più cara.
-Ti voglio bene, Ylenia.-
-Anche io ti voglio bene, Artiomon!- esclamò la ragazza.
Lo Stemma della Memoria brillava di azzurro chiaro.
-La Luce, ragazza.- disse Wisemon.
Non lo vedevano, ma era con loro e davanti a MetalPhantomon al tempo stesso.
Ylenia si concentrò sul proprio potere.
-La Luce... - mormorò -I ricordi... un ponte... -
La Luce divampò da lei e sentirono l'urlo di MetalPhantomon.

Doveva ucciderla!
Non poteva permettere che familiarizzasse di più col suo potere, doveva fermarla prima che
-
È già troppo tardi.- disse Wisemon.

Mamoru ricordò cos'era accaduto tutte le volte che si era lasciato prendere dalla rabbia cieca, in cui aveva abbandonato tutti coloro che gli avevano teso la mano per fare di testa sua. Non aveva mai portato a nulla di buono. Ricordò quando i Dark Masters avevano chiesto perdono per le loro colpe. Non ci aveva creduto, si era sforzato di crederci solo perché avevano bisogno d'aiuto per sconfiggere nemici più forti.
-Come posso però salvare più vite se chi commette certi crimini resta impunito?- domandò.
LoaderLeomon apparve vicino a lui e gli diede un colpetto col muso.
-Anche il perdono salva le persone, lo sai?-
-E se non fosse sincero?-
-Tu hai i mezzi per capirlo?-
Mamoru sorrise.
-No. Non sempre... ma mi piacerebbe se fosse così.-
Il leone della Giustizia gli diede un altro buffetto.
-Io ti aiuterò a vederlo. Siamo una squadra, no? Daemon ha catturato Ken e Risei. Dobbiamo salvarli!-
Altri due amici, uno così piccolo, avevano bisogno di lui.
Il prescelto carezzò il muso del digimon. La Crest della Giustizia brillò violacea e vibrante.
-Sì. Stavolta posso fare qualcosa. Stavolta possiamo aiutarli.-
-Lo faremo insieme.-
Era Ylenia e con lei c'era Artiomon.
La ragazza gli tese la mano e Mamoru la prese. Con l'altra accarezzava la criniera di LoaderLeomon. Ylenia dava la mano ad Artiomon e questa a... nessuno. Fra lei e LoaderLeomon c'era uno spazio vuoto. Eppure, sentivano che non lo era del tutto...


Hiroyuki sbatté il pugno contro la porta verde davanti a sé, l'uscita.
Non poteva aprirla e sapeva perché.

MetalPhantomon ghignò trionfale.
Uno dei prescelti era ancora preda del suo incubo.

Musyamon era immobile, in trance.
-Combatti!- gli diceva Wisemon.
-Non posso!- replicò il digimon -Se perdessi la testa io... -

-Stupido!- Hiroyuki colpì nuovamente la porta.
Lo sentiva.
Sentiva la paura dilaniare il cuore di Musyamon e non poteva fare nulla.
-Stupido!- urlò calciando la porta e tentando di forzarla. Doveva raggiungerlo a tutti i costi, arrivare sino a lui e scuoterlo per bene. Prese a colpire la porta con tutte le sue forze e ad ogni spallata, pugno o calcio, la Crest del Vigore si fece più splendente, unita alla Luce, al ponte.
-MUSYAMOOOON!-
Con quell'ultimo urlo, finalmente la porta cedette.
Oltre l'uscio, nel buio, vide il campo di cadaveri seminato dall'amico.
Lo vide piangere e tremare.
Quel digimon così forte e maestoso.
Pensò a Kotemon, che sorrideva sempre ed era amico di tutti e non voleva fare del male a nessuno, ma che quando evolveva era incapace di contenere la sete di sangue.
Quel digimon, tanto caro e gentile...
-Musyamon!- urlò e corse verso di lui. Sotto i suoi piedi, la Luce faceva da strada, ma di questo non si accorse. -Musyamon!- lo chiamò ancora -Musyamon, guardami! 
È tutto falso! Niente di tutto ciò è reale!-
Il digimon però non lo guardò. Piangeva sul corpo illusorio del digiprescelto con una disperazione che faceva male al cuore.
-Musyamon, guardami!!-
Hiroyuki si sentì sopraffatto dalla disperazione.
-Cosa posso fare?- si disse -Io... -
-A volte basta solo chiedere aiuto.- disse Wisemon.
-Aiuto... nessuno può fermare Musyamon... neppure lui... come possono aiutarmi?-
La Luce si mosse verso di lui e il cerchio formato da Ylenia, Mamoru e i loro partner fu visibile al ragazzo.
-Chiedi.- disse Wisemon -Hai paura che rifiutino?-
Hiroyuki chinò il capo.
-Io... non credo di piacere molto alle persone.-
-Ma loro ti piacciono, no?-
Hiroyuki alzò le spalle.
-Non sono male... -
-Anche le persone più luminose hanno un'oscurità altrettanto grande da affrontare.- continuò il digimon mago. Il prescelto del Vigore vide allora alle spalle di ognuno di loro quelle che erano le loro peggiori paure. Scene terrificanti che si susseguivano rapide e anche incomprensibili. Ma tutte oscure, tutte cariche di profonda disperazione e solitudine.
-Nessuno può farcela da solo.- disse Wisemon. Hiroyuki sentì una mano premere sulla sua schiena e spingerlo in avanti.
In quel momento Ylenia, Mamoru e gli altri si accorsero di lui che indietreggiò, impacciato.
-Hiropyon!- esclamò Mamoru porgendogli la mano.
-Hiropyon!- lo chiamò anche Ylenia.
Lui guardò Musyamon e poi corse verso di loro. Afferrò le loro mani e sentì la forza riempirlo interamente.
-Io... posso... posso aiutare Musyamon... - disse.
-Possiamo.- replicò Mamoru -Possiamo, Hiropyon.
-E poi abbiamo detto che avremmo sconfitto MetalPhantomon insieme.- fece Ylenia -Per la gloria, no?-
Hiroyuki sbuffò e sorrise.
-Sì... per la gloria... e per il mio piccolo allievo.-
Hiroyuki pensò a Risei. Lo aveva assecondato un po' tanto per fare, ma si era divertito a fargli da mentore, anche se per poco.
-Dovrò insegnargli a scazzottarsi.-
-Così Yamarin ti ucciderà.- fece Ylenia.
-Allora, se proprio vuoi farti uccidere da lui, dovrai prima sconfiggere MetalPhantomon.- disse Mamoru. Davanti a loro la Luce brillò con più Vigore e s'alzò in un alta colonna. Sopra le loro teste videro la scritta EXIT e quando la Luce la investì udirono un grido atroce.
-Abbiamo colpito il merdone.- disse Mamoru. Il Digivice di tutti brillò e le luci delle Crest si unirono nella Luce, raggiungendo MetalPhantomon, o meglio, la sua anima, ingabbiandola.
Il digimon urlò furente tentando di spezzare quella prigione e lo stridio della sua Grave Scream raschiò l'aria. Tentò di precipitare i mocciosi ad un livello inferiore del loro subconscio, ma quelli resistettero.
-Ormai hai perso.- disse la voce di Wisemon.
-No!- urlò quello -Non è così! Uno di loro è ancora- -Chi?- chiese Wisemon.
Le mani di Musyamon presero la mano di Artiomon e la criniera di LoaderLeomon.
-Hiroyuki... scusa se ci ho messo tanto... Tu... mi fermerai se dovessi impazzire di nuovo?- domandò timoroso.
-Sono sicuro che non ci sarà più bisogno.- disse il digiprescelto -Se sei qui, hai trovato la Luce in questa oscurità.-
-Wisemon mi ha portato qui.- disse Musyamon -Mi ha detto che mi stavi aspettando.-
-Esatto. Abbiamo una testa di cazzo da mandare all'inferno.- replicò il teppista -Non aprirei le danze senza il mio partner.-
I due si fissarono fieri e Musyamon sorrise.
-Allora proviamo.-
-Vai.-
Le mani di tutti si strinsero e la Luce crebbe ancora.
-No! No!- urlò MetalPhantomon -Svegliatevi!!-
L'oscurità sparì d'improvviso sul paesaggio reale. Il digimon fantasma ansimava reggendosi alla sua falce. I suoi nemici giacevano svenuti a terra. Avrebbe potuto approfittare per ucciderli tutti.
Una luce dell'evoluzione però illuminò Musyamon e quello si rialzò da terra.
-Musyamon kanzentai shinkaaaaa... Asuramon!-
Il digimon demone si ergeva fiero fra i corpi dei compagni. MetalPhantomon sperò che li schiacciasse tutti, ma la sua speranza fu vana, perché li vide svegliarsi uno ad uno.
-Sei sveglio, stupido?- domandò Asuramon a Hiroyuki, che si massaggiò la testa. Fingeva non curanza, ma il suo cuore era pieno di gioia ed euforia. Infatti, quando attivò il suo Arcana, i guantoni della Forza erano più corazzati e pericolosi di prima. Più vigorosi.
-Sentì chi parla, ti sei appena evoluto e già mi fai la predica, nanerottolo?-
Asuramon si mise in posizione di combattimento e così fecero anche Artiomon e LoaderLeomon.
MetalPhantomon si mise in posizione di difesa.
-Salviamo i nostri amici!- esclamò Asuramon. Il suo cuore era più leggero.
Aveva il perfetto controllo.





Nota: Sì, ho una tremenda fissa per Final Destination e It. Sì, la song è una citazione che andava usata e sì MetalPhantomon mi sta sul cazzo. Non ho ancora esplorato il suo lato sentimentale e mi chiedo se ne abbia uno...
Non in questo momento direi.
Ogni tanto torno. 
Questo cap è stato divertente da scrivere.
Spero che qualche lettore sia rimasto XD











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Capitolo 36
*** 36. Vigore ***


tw36


Capitolo 36: Vigore






I want to go
Go for the goal
Don't stand in my way, don't try to stop me
I'm going ahead, right to the top
Give all I've got, I'm a winner
And winners love winning a lot.

 (Go to the goal, Aimee Blackschleger)




I guantoni della Forza erano più corazzati di prima e presentavano molti spuntoni simili ad artigli e zanne. Sui dorsi vi era rappresentato il muso ruggente di un leone col simbolo dell'infinito fra le fauci. Hiroyuki si guardò le mani con una punta di sorpresa. Poteva percepirne la forza traboccante. Era sua, lo era sempre stata. Era la forza che sentiva di avere in corpo ma che non era mai riuscito a tirar fuori. Strinse i pugni. Avrebbero vinto, non aveva più dubbi o timori.
-Grazie, Dio.- sussurrò il prescelto in un privato ringraziamento.
Poi fece cozzare i pugni esclamando un altrettanto sentito: -Ora cazzone non avrai scampo!-
Era il suo
gong.
Il segnale d'inizio per convogliare la sua forza d'animo nei pugni corazzati. Il prescelto del Vigore sorrise e si scagliò contro MetalPhantomon, fregandosene altamente se quello era un digimon Evoluto e lui un umano. Non aveva mai badato a quanto un nemico fosse forte. Si era sempre buttato a capofitto nelle risse affrontando con indomito coraggio e una certa dose d'incoscienza gli scontri.
In quel momento si sentiva invincibile.
Caricò il pugno destro contro il volto meccanico del digimon. MetalPhantomon non commise più l'errore di sottovalutarlo e cercò di colpirlo con la falce energetica. Asuramon, però, si portò al fianco di Hiroyuki e con l'Asura Shinken, i suoi pugni fiammeggianti, respinse la falce aprendo la strada al suo partner.
-Questo è per aver torturato Kotemon!- ruggì il digiprescelto del Vigore e colpì il Cavaliere d'Oro sul volto. Quegli gemette di dolore e rabbrividì nel sentire il metallo spaccarsi. Ma non solo. Granelli di polvere sottile caddero al suolo, toccando terra allo stesso momento del prescelto del Vigore.
MetalPhantomon si tastò la faccia, quasi incredulo. Metà di essa stava dissolvendosi, anzi era diventata...
-Sabbia... Cosa... cosa mi hai fatto, maledetto marmocchio?!- urlò e la sua voce metallica tuonò nell'aria.
-Questo è il potere di Strength, il mio Arcana.- spiegò Hiroyuki -Ovvero di ridurre in polvere tutti gli stronzi come te.-
-In sabbia, Hiropyon, in sabbia.- lo corresse Mamoru.
-È uguale.- fece il prescelto sventolando la mano, poi si rivolse di nuovo al Generale: -Tu ci hai colpiti quando noi non potevamo difenderci... - iniziò.
MetalPhantomon vide i granelli di terra ai piedi del ragazzo agitarsi, rispondendo al suo richiamo.
-Ora IO ti disarmerò e saremo pari!-
Con forza, Hiroyuki picchiò il pugno a terra e il suolo si dissolse in miriadi di granelli di sabbia scura e questa vorticò intorno al pugno guantato della Forza. Sotto lo sguardo sempre più incredulo di MetalPhantomon, un'enorme quantità di sabbia formò una mano ancora più grande. Rapida come una frustata questa lo colpì cercando di fargli volare via la falce, ma il digimon la tenne ben stretta.
La mano di sabbia si avvolse intorno all'impugnatura dell'arma e afferratala, riuscì a strapparla di mano al digimon con forza e la scagliò via. MetalPhantomon imprecò, ma l'insulto gli morì in gola, perché fu allora che anche i digimon dei prescelti lo attaccarono.
Asuramon, Artiomon e LoaderLeomon si lanciarono contro di lui.
-Asura Bakunenken!- Asuramon sferrò i suoi quattro pugni fiammeggianti.
-Loader Morning Star!-
La coda di LoaderLeomon si allungò e colpì il nemico con la palla chiodata alla sua estremità.
-Shakespear!-
Artiomon roteò la lancia e affondò la punta nel braccio meccanico del Mietitore.
MetalPhantomon subì tutti gli attacchi e ogni parte del suo corpo scricchiolò dolorosamente e pericolosamente. E tuttavia non finì al tappetto. Riuscì a levitare, anche se in modo instabile, e a fronteggiarli di nuovo.
-Maledetti mocciosi. Pensate che non abbia mai affrontato nemici potenti? Non avete ancora visto il mio vero potere!-



°



-T-Tu?-
Ancora col cuore in gola, Mimi riuscì appena a balbettare quella parola.
A salvarli, seppur malconcio, era stato il Generale d'Argento DeathMeramon.
-Sono venuto per saltare il debito contratto con te e il tuo amico occhialuto.- rispose il digimon, riavvolgendosi la catena intorno ai polsi. Mimi strinse a sé Palmon, mentre Koushirou le si mise davanti, anche se barcollante.
-Che ci fai tu qui?- domandò sulla difensiva.
Motimon cercò inutilmente di mostrarsi minaccioso, ma era chiaramente esausto. Contro un Cavaliere d'Argento di Daemon nelle loro attuali condizioni non ce l'avrebbero fatta.
DeathMeramon li esaminò. Il fuoco nei suoi occhi arse con maggiore intensità.
-Dopo che avete lasciato Witchelny, i maghi hanno giustiziato i prigionieri.-
Mimi trasalì.
-Cosa?! Ma non... non dovevano... noi... perché?-
-Voi siete ingenui, digiprescelti. Chiunque l'avrebbe fatto.- il digimon rifletté, poi continuò: -Ma nessuno si sarebbe preoccupato per un nemico.- guardò Mimi -Perché?-
-Che domande!- esclamò la ragazza infuriata, scoppiando in lacrime -Perché non si può mai cercare di stare in pace, perché, perché?!-
Koushirou le mise una mano intorno alla spalla per consolarla.
-La pace è una cosa che non esiste.- rispose DeathMeramon.
-Sono scuse... - mormorò Mimi -Nessuno ci prova davvero... nessuno... -
DeathMeramon li scrutò nuovamente.
Gli ci sarebbe voluto un colpo per ucciderli e tornare in qualche modo vittorioso da Daemon. Era la scelta più logica, salire sul carro del papabile vincitore e ingoiare l'orgoglio. Chiunque l'avrebbe fatto, ma non lui. Il suo orgoglio e la sua ira superarono la sua fedeltà, pur senza intaccare il suo onore di guerriero.
-Daemon ci ha traditi, ma io non m'intrometterò nello scontro.- disse. I rumori dello scontro in corso fra MetalPhantomon e i suoi avversari catturarono la sua attenzione. MetalPhantomon sembrava in difficoltà.
Quale goduria.
-Voglio proprio godermi lo spettacolo.- disse.


°



-Come credete che io abbia raggiunto la mia posizione al fianco del grande Daemon?- sbottò MetalPhantomon.
-Immagino tu non sia passato dal suo letto... - commentò Mamoru, beccandosi una gomitata da Hiroyuki.
MetalPhantomon non diede peso alla battuta e si toccò la tempia col dito.
-Io conosco molte cose. Conosco ogni specie di digimon esistente.- con un gesto della mano richiamò a sé la falce e l'energia che scorreva in essa aumentò, ingigantendola -E questo vale anche per i punti deboli.-
-Ci hai già provato e non funzionerà una seconda volta!- esclamò Artiomon, scagliandosi contro di lui -Crescent Moons!-
La digimon attaccò con le sue unghie affilate, ma MetalPhantomon s'avvolse nel suo mantello scomparendo e riapparendo alle sue spalle.
-Artiomon... il punto debole della vostra specie sono le gambe!- disse e con un colpo rapido la sua falce energetica investì le gambe di Artiomon. Non le tagliò. Ci passò attraverso colpendo direttamente i nervi e fu altrettanto devastante. Artiomon urlò di dolore e cercò di roteare per colpire al volo il Mietitore, ma questo levitò, scansandola. La digimon della Memoria atterrò malamente e non riuscì a rialzarsi.
-Artiomon!- urlò Ylenia raggiungendola.
-I vostri arti superiori sono molto forti, ma non direi altrettanto per quelli inferiori. E tu, LoaderLeomon, una volta bloccata la tua criniera non sei altro che un cucciolo indifeso!-
Un secondo colpo della sua falce investì e catturò LoaderLeomon, bloccandogli la criniera in una presa energetica crepitante.
-Ugh... - il digimon della Giustizia tentò di replicare con un secondo attacco di coda ferrata, ma MetalPhantomon lo scagliò lontano, contro Mamoru. Il prescelto riuscì a non farsi investire dalla mole dell'amico.
-Maledetto... - ringhiò Hiroyuki.
-E tu... - iniziò il Mietitore, rivolto ad Asuramon -Quattro braccia sembrano tante, ma basta neutralizzarle tutte in un colpo!-
Un altro colpo di falce, mirato al busto del digimon demone, nel punto dove le due braccia destre si attaccavano. Affondò colpendo i centri nervosi e i muscoli del digimon del Vigore, ma non riuscì ad attraversargli tutto il busto, perché Asuramon gli sferrò due sinistri  infuocati. MetalPhantomon dovette indietreggiare, ma tornò all'attacco volando in picchiata verso di lui, col suo nero mantello da spettro.
-E la tua mente è la più debole di tutte!- urlò -Grave Scream!-
La falce del Mietitore emise un rumore assordante e grave, che colpì tutti, stordendoli.
-Non funzionerà due volte!- ruggì Asuramon, i cui sensi erano comunque pesantemente danneggiati all'attacco. Provava una forte vertigine e ogni movimento gli causava una fitta di stordimento maggiore. Il Mietitore scosse la falce, ma due raggi luminosi la deviarono.
Erano le frecce luminose di Ylenia e i proiettili elettrici di Mamoru.
-Patetici.- li sbeffeggiò quello.
-Vuoi sapere il tuo punto debole?- domandò il prescelto della Giustizia -Noi abbiamo qualcosa che tu non hai.-
MetalPhantomon rise.
-I vostri preziosi sentimenti? Con me saranno solo debolezze!- urlò -Grave Scream!-
La falce del digimon emise nuovamente il suo soporifero e tremendo stridio. L'onda d'urto del suono colpì Mamoru che barcollò e perse i sensi.
Il prescelto non cadde a terra, continuò a barcollare mentre la sua mente veniva assalita dal suo peggiore incubo. Mamoru lo vide arrivare per l'ennesima volta nelle forme del ragno e del bambino, ma non reagì.
Spalancò gli occhi tornando cosciente e fermò il proprio corpo dal cadere.
-Ma cosa? Come hai fatto a resistere al mio Grave Scream?!-
Mamoru sogghignò.
-Qualcuno aveva previsto che ci avreste attaccati in questo modo e ci ha mandati in villeggiatura in un posticino che ti consiglio caldamente.- rispose -Lascia perdere questo giochetto con noi.-
Il ragazzo s'infiammò e alzò il pugno. Dal polso un filo di luce lo collegava agli altri.
-Ora che sappiamo come trovare la via, non puoi più farci perdere nelle nostre paure!-
-Allora vi farò perdere la vita direttamente!- replicò MetalPhantomon, che ne aveva le scatole piene di tutti quegli intoppi e sollevò la falce per mietere le sue vittime. Le sue mani però non riuscirono a muoversi. La falce era stata trattenuta a mezz'aria.
-Tu... -
Il Mietitore si voltò appena. Hiroyuki era alle sue spalle e coi guanti della Forza stava trattenendo l'arma.
-E comunque mi riferivo a lui. - continuò Mamoru beffardo -Noi abbiamo un Hiroyuki. E oggi è piuttosto incazzato.-
-Quelli come te che usano subdoli trucchetti mi stanno sul cazzo.- disse il prescelto del Vigore con i denti stretti -Non hai capito come combattiamo noi.-
MetalPhantomon lasciò la falce per liberarsi della presa, ma la sabbia di Hiroyuki gli si avvolse al busto meccanico trattenendolo. Asuramon sferrò al Mietitore un pugno devastante al volto.
O a ciò che ne restava.
-Noi combattiamo dando tutti noi stessi!- ruggì Asuramon -Asura Ennetsuken!-
I suoi due pugni sani si abbatterono sul Mietitore esplodendo all'impatto. Asuramon mise tutto se stesso in quel colpo. Tutto il suo orgoglio e onore. Tutta la sua rabbia e la forza ritrovata nell'opporsi all'ira cieca. Tutto l'affetto per Hiroyuki e anche quello per gli altri compagni che erano con lui. Per LoaderLeomon e Mamoru, per Artiomon e per Ylenia.
Ma sopratutto per Hiroyuki.
Se non avesse vinto, l'aver superato le sue debolezze a cosa era servito?
-Guardami, Hiro!- urlò continuando a tempestare di pugni il nemico -Questa è la mia forza!-
-Ti guardo!- urlò Hiroyuki.
Il Vigore di entrambi brillò in quella nebbia fitta e l'urlo di MetalPhantomon fu soffocato da quello di Asuramon.
Il Mietitore si dissolse in dati.
Il suo ultimo pensiero sarebbe andato al grande Daemon, se solo non avesse visto DeathMeramon intento a gustarsi la sua fine
a distanza di sicurezza dallo scontro.
Finalmente provò una rabbia equivalente a quella di ogni singolo digimon che aveva calpestato.
Ma l'Ira non lo salvò.
MetalPhantomon il Mietitore morì, lasciando cadere a terra l'ultima Targa d'accesso alla base del Demone dell'Ira.


°


Fu come se un velo, un sipario, si fosse sollevato e tolto da sopra la realtà.
La base di Daemon fu scoperta e mostrata in tutta la sua grandezza.
-Ce l'hanno fatta!- urlò Daisuke -Sono stati grandi!!-
-Non perdiamo tempo!- fece Yamato, con l'ansia frenetica ad attanagliargli lo stomaco. Non farfalle distruttive, ma Speranza.
Avrebbe salvato Risei e Ken.
"Manca poco piccolo." pensò.
Il suo Digivice e quello di Taichi brillarono e Wargreymon e Metalgarurumon s'illuminarono della luce dell'evoluzione e si unirono nel glorioso paladino Omegamon, il quale si erse al fianco del Drago Imperiale in tutta la sua grandezza e possenza.
"Stiamo arrivando." pensò il prescelto dell'Amicizia da sopra la spalla di Omegamon. Sull'altra spalla, Taichi aveva simili pensieri.
-Chiudiamo i conti definitivamente!- esclamò Taichi -Andiamo!-
Tutti alzarono il pugno e l'armata dei prescelti e degli alleati irruppe.






Note:
Non ricordo se avevo già presentato il digidex di MetalPhantomon, in caso dopo metto i suoi dati.
Per tutto il cap non vedevo l'ora di seccarlo, ma sapevo che dovevo dargli il suo onore di guerriero al di fuori della mia antipatia
per lui (lo reputo comunque un tipo tosto) e volevo fargli fare di più.
Ma poi scrivendo mi sono infervorata come i ragazzi.
Sapete come funziona... A questo punto la storia procede da sola e tu sei solo il mezzo per riportarla.
Avevo pensato di far evolvere sia MetalPhantomon che Asuramon, ma lui ha così tanta forza che non ne ha avuto bisogno, a sto giro. Altra idea era che MP doveva essere finito da DeathMeramon, ma ho preferito che il nostro si tenesse stretti i suoi principi e non interferisse. Però la risata se l'è fatta u.u

Una cosa ironica è che in questi giorni, mentre scrivevo, avevo fresco di visione un video crime sul killer otaku Tsutomu (roba pesante)... insomma, se lo avessi saputo prima non avrei dato lo stesso nome al piccolo amico di Mamoru.

Nel caso non ci si ricordasse: la citazione della Ost è la stessa dell'anello che Hiro porta al collo. Il Dio a cui lui si rivolge è quello cristiano. Probabilmente era una cosa che avrei dovuto spiegare da principio in modo da non mostrarla così a ciel sereno... È una scelta fatta sin dalla creazione del personaggio, eoni fa. Solo che non ho mai approfondito la sua fede ed eventuali momenti sì o no, perché il suo background è già abbastanza rognoso e onnipresente e ho la costante preoccupazione che gli OC annoino i lettori.
D'altro canto la fede è parte di una persona e tornando indietro, forse integrerei la questione da prima.
È un campo minato anche per me, ecco.
Lui è fortemente credente , tuttavia deve lavorare sul suo caratteraccio del cazzo e ne è consapevole. Capirete che partirebbe tutto un discorsone fra carattere di Hiro, angeli demoni, divinità digitali... una marea di pippe mentali e discussioni, magari pesanti su come il giovanotto concilia il tutto. Vorrei che queste cose avvenissero in modo naturale senza appesantire la narrazione. Per ora vi basti sapere: Hiro vive la sua fede come un ragazzo della sua età, forse in modo leggero. Come una persona qualunque, ecco. Tra i suoi lati positivi c'è che si affida a Dio, ma gli da pure una mano u.u

Tutti gli Arcana hanno due forme e due poteri. In un modo o nell'altro i prescelti riescono a sboccarli. Alcuni lo hanno già fatto.
Nel caso di The Strength:

Forma 1: Guantoni del Potere: aumentano la forza fisica e quella interiore è convertita in fisica
Forma 2: Guantoni del Re (Guantoni dell'Infinito era troppo): Oltre alla conversione della forza, mutano in sabbia le cose e permettono di manovrarla.

Perché la sabbia? Come Iggy the Fool insegna: semplice ma invincibile.
Io ho sempre affibbiato l'elemento sabbia ad Hiroyuki. Parliamo di una cosa decisa dall'alba dei tempi u.u

E questo è tutto u.u
La final pugna sta per iniziare!


*Digimon Analyzer*

MetalPhantomon

Livello: Evoluto
Tipo: Cyborg
Attributo: Dati

Attacchi
:  
Soul Predator: rilascia un enorme quantità d'energia che ingigantisce la sua falce,
                                          poi cala sul nemico, famelico di anime                                          
                                          producendo uno sbarramento di lame d'energia.

    Grave Scream: emette un suono inquietante, quasi un grido, dalla sua falce che
                              addormenta le vittime, in modo da
                              divorare le loro anime attraverso gli incubi.
                               Scudi e armature sono inutili.





 

 

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Capitolo 37
*** 37. La resa dei conti di Daemon ***


Twins' War Capitolo 37


Capitolo 37:
La resa dei conti di Daemon





Destructive forces out to get you
When you can't fulfill your needs
You can't achieve what you want to
Burning bridges, a fire attack
Burning bridges, you can't go back
Unnecessary choice
Victim of your own decisions

(Burning Bridges, Anvil)







Le immagini dell'assalto scorrevano sotto gli sguardi attenti di chi aveva interessi in gioco in quella guerra.
Barbamon, Lilithmon, Leviamon e Phelesmon (per conto di Belphemon) osservavano la battaglia finale ognuno dal suo covo.
-Cerca di non farti ammazzare.- ghignò Barbamon rivolto a Daemon, che però non poteva sentirlo.
Nessuno degli altri Demon Lords poteva e benché tutti sapessero che gli altri osservavano gli scontri, nessuno vedeva nessuno. Si godevano o assistevano al tutto da soli, esternando i loro pensieri liberamente.
Barbamon si girò fra le dita un raffinato calice colmo di vino, pensieroso.
-Temo che ti lascerai prendere dal tuo Peccato, vecchio mio... tanto per cambiare.-
Con un sospiro il Demone dell'Avarizia mandò giù un sorso. Amaro e forte, inebriante.

-Spero per lui non voglia ingannarci.- disse Lilithmon muovendo le sinuose dita dorate in cui risiedeva il Nazar Nail, con cui corrodeva ogni cosa toccasse. -Non vorrei dover sprecare altro potere... -
Il suo sguardo si spostò sui digiprescelti, in particolare su Ylenia Ishida, la ragazza con la Luce del Demone della Superbia.
-Che spreco... -

Leviamon e Phelesmon tacevano, persi nei loro pensieri e nei loro piani. Chiunque perdesse quella sfida era un problema in meno.
Per Phelesmon spianare la strada al suo padrone era un comodo modo di prendere due piccioni con una fava, chiudendo i conti col sangue del suo sangue, i dati dei suoi dati, e accaparrarsi il posto che gli spettava.
-Se fossi rimasto al tuo posto, fratellino, non saremmo arrivati a questo punto.- ghignò a denti stretti.

Leviamon taceva. I suoi occhi invidiosi bramavano il potere che Daemon aveva faticosamente e costantemente messo da parte con un piano minuzioso e certosino. Ma alla fine dei conti si era limitato prendere solo una parte del potere di Lucemon.
-A differenza tua, io posso controllarlo.- disse socchiudendo gli occhi. Egli era dotato di un corpo immenso e di una forza spaventosa. Come la sua controparte biblica, era una delle creature più potenti in assoluto, col potere di scuotere mare e terra.
Un giorno avrebbe divorato il mondo.

Il Demone della Gola non era sicuro di voler rivedere Lucemon.
Non senza una prova di ciò che era accaduto.
Non lo aveva abbandonato, ma Lucemon gli avrebbe mai creduto?
-No, ne sono sicuro... devo restituirti il tuo potere con queste mie mani, altrimenti non mi crederai mai!- disse stringendo il pugno e osservando le immagini nell'aria.
-Sì, te li riporterò.- disse, lo sguardo fisso sui gemelli.

Lucemon taceva di fronte a tutto provando una rabbia tanto muta e terribile da paralizzare persino i dati dell'aria. Ogni cosa tremò dinnanzi a lui. I suoi Royal Knights e Anubimon s'inginocchiarono d'istinto, pronti ad eseguire qualsiasi ordine.
Ma Lucemon continuava tacere.
E meditare le prossime mosse della sua vendetta.


°


-È la seconda volta che mi aiuti!- esclamò Lilymon svolazzando intorno a Wizarmon.
-Stammi vicino... - disse esitante la voce di Tailmon che proveniva da Valkyrimon, rivolta al mago.
Wizarmon impose le mani su Motimon, che riguadagnò il livello Intermedio.
-Grazie mille, Wizarmon!- esclamò il digimon della Conoscenza sentendosi totalmente rinfrancato.
-Di niente.- rispose quello, per poi guardare Valkyrimon che lo guardava a sua volta con apprensione. -Non preoccuparti, tu piuttosto non distrarti pensando a me.-
Valkyrimon voleva rispondergli che l'ultima volta che, come Tailmon, si era concentrata esclusivamente sul suo avversario durante uno scontro, Vamdemon lo aveva ucciso. Ma non disse nulla, perché Tentomon l'interruppe evolvendo in HerakleKabuterimon e Leomon e Ogremon lo imitarono diventando rispettivamente SaberLeomon e Boltmon.
-Ora mi sento molto meglio!!- esclamò Boltmon agitando il braccio e scrocchiandosi spalla e collo.
-Sta in guardia.- lo ammonì SaberLeomon.
-Tu stai in guardia.- rispose il rivale stizzito -E non fare la mammina apprensiva!-
-Stiamo tutti in guardia.- disse Gennai, mentre Jijimon ripristinava le sue energie.
Intorno a loro infuriavano gli scontri con ciò che restava dell'esercito di Daemon. Gli Alleati se la cavavano alla grande, risparmiando le energie dei prescelti per Daemon. Ma quel caos, quel dolore, quella sofferenza che saturavano l'aria non erano che l'antipasto dell'antipasto di ciò che stava per arrivare.
L'Agente schivò i proiettili di alcuni Troopmons con un agile salto e con un colpo di spada li disarmò. Centarumon corse fra loro, calpestandoli e disperdendoli. Li caricò nuovamente insieme ad Unimon e ne uccise a iosa.
Dati su dati si disperdevano e Hikari e Mimi non potevano non pensare a quanto tutta quella guerra fosse uno scempio alla vita.

-Dobbiamo trovare Ken.- esclamò Miyako rivolta a Koushirou -Potrebbe essere troppo tardi!!-
-Lo sto cercando.- rispose il rosso analizzando la base di Daemon col Chariot.
Era molto più che protetta, ma poteva farcela. Non gli sembrava un codice più complicato di quello di Mugendramon o di Diablomon, e ai tempi in cui li aveva hackerati era molto più piccolo.
Non era solo il potere del Chariot.
Koushirou si rese finalmente conto di quanto fosse capace di fare con le sue abilità.
"Dopotutto sono figlio di un genio della matematica." si disse con un sorriso, per poi esultare: -Trovato!-
-Perfetto!- esclamò Hiroyuki strappando il braccio meccanico di un Mechanorimon. -Andate a recuperarlo. Qui ci pensiamo noi.-
-Certo che qui non si fanno mancare nulla... - soppesò Mamoru di fronte ad un distributore automatico. Tutt'intorno si aprivano vari corridoi con molte indicazioni dettagliate per il personale. -Sono un'organizzazione non campata per aria... -
-No! Sono un'organizzazione con le gambe per aria!- esclamò Daisuke cavalcando Imperialdramon che da solo spazzava via gran parte delle truppe.
-Che freddura... - protestò Witchmon, colpendo una schiera di Phantomon con la sua acqua super pressurizzata.
-A me ha fatto ridere.- disse Sorcerimon, gelando degli Octomon, ma restando ferito al braccio dal proiettile di un Troopmon. -Ugh!-
Ylenia si portò rapida al suo fianco e scagliò una freccia contro il digimon soldato.
-Stai bene?- gli domandò.
-Sì... ma voi dovreste risparmiare le forze, ragazza... -

Dall'alto, Wisemon osservava tutta la scena.

Era fiero di Hiroyuki, Ylenia, Mamoru e i loro partner.
Era fiero di ognuno dei prescelti, ma non poteva perdere tempo a congratularsi con loro.
Non ce n'era rimasto...
Alzò lo sguardo e le immagini intorno a lui sparirono.
Restava il buio.
E in mezzo a quel nulla, aveva da una parte la scintilla vitale di Risei, dall'altra quella di Ken. Erano ridotte entrambe ad un pulviscolo trascurabile. Non c'era che da sperare, non poteva far altro per loro se non tenere vivo quel nonnulla.
-Resistete! Resistete!-


 
°




Le immagini del numeroso esercito del Demone dell'Ira spazzato via quella sparuta e agguerrita accozzaglia di digimon impressionarono e innervosirono gli scienziati di Daemon, che osservavano la battaglia dagli schermi di sorveglianza del laboratorio.
Il Demone dell'Ira non era solo impensierito da Imperialdramon e Omegamon, ma era sopratutto irritato per il fatto che i digimon che avevano combattuto contro i suoi Generali non solo erano riusciti ad ucciderli, ma erano ancora in grado di combattere!
-Uccidete i guaritori!- ordinò telepaticamente ai soldati. Quelli obbedirono, ma i prescelti e i loro alleati riuscirono ad impedire quella contromossa. Daemon storse la bocca. Li aveva sottovalutati, ma aveva in pugno carte che avrebbero ribaltato la situazione.
-Signore, l'assorbimento è completo!- esclamò sollevato uno dei Vademon.
Sullo schermo i dati davano una percentuale di successo nella scissione delle due metà del bambino e dell'assorbimento pari al 100%.
-Finalmente!- ruggì di gioia Daemon liberandosi di aghi e impedimenti vari.
Il potere ribolliva nelle sue vene. Lo sentiva: Tenebra pura, libera da ogni altro elemento.  
-Il potere che ho tanto anelato è finalmente nelle mie mani!- ululò di gioia e gaudio.
I Vademon e gli Ebemon erano fieri del loro operato e nell'aria si levò un coro di voci che inneggiavano al signore dell'Ira.
Dove prima c'era Risei, non era rimasto neppure il più piccolo dato.
-E adesso, andiamo ad accogliere i digiprescelti.- annunciò il Demon Lord strappandosi di dosso la tunica e rivelando il suo aspetto grottesco.
Fuori dal laboratorio, immobili, i suoi esperimenti attendevano gli ordini.
Sogghignò.
-Come reagirà Taichi Yagami nel vedere cosa siete diventati?-



°




-Facciamo come da piano.- disse Koushirou -Un gruppo andrà a salvare Ken. L'altro terrà impegnato Daemon.-
Miyako annuì. Scalpitava, ma doveva essere prudente, aveva già avuto dimostrazione che la fretta era cattiva consigliera.
-Ovviamente io verrò.-
-Io, Daisuke, Takeru e Iori ti accompagneremo.- disse Hikari.
-Io vi proteggerò.- disse Valkyrimon.
-Io mi occuperò di curare il ragazzo.- disse Wizarmon.
-Vengo anche io!- esclamò Mika.
-Cosa?- fecero i fratelli maggiori.
-Mikachan è pericoloso... - iniziò Takeru, ma la piccola lo interruppe.
-Me lo ha detto Wisemon!- esclamò e non ammetteva repliche -Mi ha detto di aiutare Kenchan col mio specchio!-
-Wisemon?- domandò Wizarmon.
-Ma Wisemon è... - fece tristemente Witchmon.
-È morto... - concluse Sorcerimon e i due Magiciamon della terra chinarono il capo, profondamente rattristati.
-È vero, ma Wisemon ci ha aiutati a combattere!- intervenne Ylenia.
I digimon di Witchelny la guardarono.
-È sempre stato con noi.- si accodò Mamoru.
-Se non ci fosse stato lui... - iniziò Hiroyuki -Odio ammetterlo, non avremmo mai sconfitto MetalPhantomon.-
-Sta combattendo con noi.- continuò Ylenia infervorata -Mikachan ha ragione!-
Yamato strinse il pugno, poi si portò la mano alla bocca, profondamente commosso.
-Wisemon...tu... -
Il prescelto ricordò della crudele morte dell'amico per mano di Daemon.
Quel digimon saggio che aveva a lungo considerato odioso...
Per quel poco che lo conosceva, ricordava che si era sempre comportato correttamente, forse con troppa presunzione della propria sapienza. Yamato gli si era affidato per bisogno, ma aveva sempre sentito dell'astio nei suoi confronti. Proprio il distacco scientifico e la dedizione del digimon gli causavano il timore di essere un topo da laboratorio. Però pian piano gli aveva confidato i suoi timori. Aveva iniziato ad aprirsi con lui, gli aveva affidato suo figlio... 
Ma aveva finito per dubitare della sua lealtà.
E quando Wisemon aveva protetto Risei e dato la vita per salvare lui, il prescelto dell'Amicizia aveva capito quanto davvero egli era stato un prezioso amico e lui uno pessimo.
-Wisemon... perdonami... ti prego... - pianse in silenzio.
-Te l'ho già detto. Non hai niente da farti perdonare.- disse una voce alle sue spalle.
Yamato si voltò e vide il digimon mago. Wisemon annuì. Non vedeva la sua bocca, ma sapeva che stava sorridendo.
-Andate. Sconfiggete Daemon.- disse ancora il mago e il prescelto annuì.
Annuirono tutti.
Tutti lo avevano visto.
-Risei e Ken sono appesi ad un filo. Ma c'è ancora Speranza. Forza! Ricordate: noi tutti confidiamo in voi.-
Gli Alleati annuirono.
-Siete la speranza del nostro mondo.- disse SaberLeomon.
-Ma siete ancora debolucci, perciò vi coprirò le spalle.- disse Boltmon, che non riusciva proprio a mostrare completamente il suo lato tenero.
-Sconfiggete Daemon e purificate i suoi dati.- disse Gennai -Riportiamo la pace nei nostri mondi.-
-Sì!- esclamarono i digiprescelti e i digimon.
Una risata gutturale gelò tutti sul posto.

Sul pavimento metallico si aprì un varco oscuro e Daemon emerse da quelle tenebre accompagnato da quattro creature.
Il Demon Lord era riconoscibile dalla voce, ma il suo aspetto era totalmente differente da quello che persino Taichi, che lo aveva visto senza le vesti mistiche, ricordava.
-Qualunque cosa facciate adesso, non conta più nulla.- disse il Demone dell'Ira e non nascose la soddisfazione per il terrore che lesse negli occhi dei nemici.
-Il suo aspetto è diverso... - mormorò Sora cupa, intuendo l'amara verità.
Yamato strinse i pugni.

A prima vista Daemon sembrava un digimon bestiale, ma a guardarlo bene, il suo muso era in realtà una distorta maschera di pelle livida sotto cui c'era un volto semi umano e roseo. Una bocca minuta, seppure dotata di denti aguzzi e sporgenti. Tutto in lui era irto e acuminato, persino il pelame scuro sembrava una massa di aculei. Sul capo aveva delle corna ricurve, ma ciò che tutti fissavano allarmati erano le ali. Daemon aveva sei paia di ali nella schiena e un paio sulla testa, appena sotto l'attaccatura delle corna. Ma mentre le ali sul lato destro avevano diversi artigli sulla sommità e membrane lisce come stoffa livida, quelle sulla sinistra sembravano nere ali di pipistrello.
Dietro di lui vi era un alone luminoso, una sorta di sigillo arancione distorto che anche i Digivice riportarono con grande allarme.

*Digimon Analyzer*


Level: 666?  
System
: Satan?
Code: Wrath?


Caution!

Purgatory Level: 3?
Daemon Super Ultimate Hybrid Form

Livello: Mega
Tipo: Demon Lord
Attributo: Virus

Attacchi
: Algol's Flame:
Emette una gigantesca sfera di fuoco dalla bocca.
                Dark Spreader:
Inietta nelle sue vittime un virus chiamato Dark Virus con una raffica di onde d'energia
sparate dalla gemma incastonata nel suo addome. Il Virus gli permette di manipolare ulteriormente le emozioni di rabbia e dolore dei nemici alterando la composizione dei loro dati (0 e 1), invalidando persino il potere sacro.

Attenzione:
Trattandosi di una nuova forma, non sono conosciuti altri tipi di attacchi.



-Una nuova forma... - mormorò Taichi.
Tutti avevano capito in realtà, ma nessuno aveva concretizzato il pensiero di ciò che davvero avevano davanti.
Daemon strinse e rilasciò le zampe artigliate, sentendo fluire l'enorme potere che traboccava da esse.
Le braccia erano in parte irsute e in parte meccaniche, coi muscoli costituiti da cavi metallici. Il busto sottile era composto di dati azzurri e nell'alto addome aveva una gemma del medesimo colore incastonata nella pelle.
Le sue gambe erano striate e affusolate rispetto al resto del corpo. La sua lunga e striata coda batteva a terra, tradendo la sua impazienza.
-Perdonatemi il ritardo.- li schernì -Ma ci tenevo a presentarvi per bene i miei nuovi sottoposti.-
Come lo disse, le quattro figure al suo fianco avanzarono, rivelandosi ai prescelti.
Due di loro erano il demoniaco
Murmukusmon, con la pelle pallida e le ali demoniache scarlatte, e il dragone meccanico Chaosdramon dalla corazza in metallo Cromato Digizoide Rosso.

*Digimon Analyzer*

Chaosdramon

Livello: Mega
Tipo: Macchina
Attributo: Virus

Attacchi
Chaos Crusher: Attacca con gli artigli e le lame di entrambi gli arti superiori.
                Destroyed Hook:
Dall'arto destro spara un missile organico che inietta un virus letale nella vittima.


Murmukusmon

Livello: Mega
Tipo: Demon Lord
Attributo: Virus

Attacchi
: Gehenna Flame:
Spara dalla bocca un fuoco infernale che uccide ed infligge sofferenza eterna al nemico.
                Necro Interrogation:
Scaglia contro l'avversario una sfera mortale.


Ma a lasciare maggiormente a bocca aperta i prescelti furono le figure accanto ai due digimon. Erano umanoidi e se non fosse stato per un'oscura intuizione di Taichi, nessuno avrebbe capito chi fossero.
-Rei... e Neo... - emise il prescelto del Coraggio
-Cosa gli hai fatto?!- sbottò contro Daemon che rise.
I due non sembravano più umani, ma i Digivice non attribuivano loro nessuna specie.

Neo aveva una maschera simile a quella di Daemon, con corna ricurve sul capo e ispidi capelli bianchi. Le braccia lunghe erano avvolte in bende. Mani e piedi terminavano in artigli. Vestiva una tunica impellicciata e strappata legata alla vita e aveva anche lui una lunga coda simile a quella di Daemon. Una massa incandescente di magma si avvolgeva intorno alle sue spalle, come un nastro.
Rei aveva un nastro simile, ma nel suo caso era quasi invisibile all'occhio, se non fosse che distorceva l'aria intorno.
La ragazza camminava sulle sue gambe, avvolte da una lunga gonna in pelle strappata. Sul petto aveva un globo luminoso carico d'energia elettrica. Le maniche della sua tunica erano nera e rossa sul braccio destro e all'inverso nel sinistro.
Il viso umano s'intravvedeva a malapena sotto la maschera di teschio e il cappuccio nero.
Anche lei aveva delle corna ricurve, ma più sinuose di quelle del fratello.


-Mi hai sentito?- sbottò Taichi contro Daemon -Piantala di ridere, cosa gli hai fatto, bastardo?-
Daemon si calmò solo per rispondere tronfio:
-L'ho punito per essersi ribellato a me, costringendolo a diventare il mio partner.- disse, avvolgendo con la coda il prescelto, che non si mosse. -È il mio Cavaliere della Guerra adesso. Mentre la ragazza è il mio Cavaliere della Morte.- spiegò, con un evidente desiderio di esporre e vantarsi del suo esperimento. -Purtroppo avete ucciso il mio fido MetalPhantomon... povera Rei... - piagnucolò abbracciando anche lei con la coda. -Senza più il partner che le avevo predisposto è un esperimento totalmente incompleto. È sempre una creatura fallata.-
-Maledetto... - ruggì Taichi, stringendo con forza i pugni. -Quei due avevano finalmente trovato la pace e tu... -
Daemon rise ancora.
-È ciò che merita chi mi tradisce, ma tranquilli. A voi darò una rapida e tragica morte. Dopotutto, non credo riuscirò a controllare il mio potere... -
-Il potere di Lucemon... - mormorò Takeru -Il potere delle Tenebre... -
-No... Quello non è il potere di Lucemon... - disse Yamato a denti stretti, per poi urlare -Quello è il potere di Risei!-
Daemon proruppe nell'ennesima risata ferina e denigratoria che echeggiò stridente.
-Risei? Quanti sentimenti per una cosa che io ho creato!-
-Tu non... - iniziò Yamato, ma le parole gli morirono in gola.
Era vero, eppure, eppure...
-Lui è mio figlio.- disse con un lampo omicida negli occhi e la voce che tradiva rabbia e pianto.
Daemon continuò a ridere.
-Figlio? In effetti il marmocchio ti chiamava papà. 'Papà verrà a salvarmi' gridava.- esclamò imitando Risei. Anzi, nel pronunciare le parole del piccolo, la voce era proprio la sua, ma distorta demonicamente. -'Papàààà'!- piagnucolò Daemon per poi ridere ancora.
I digiprescelti erano disgustati e terrorizzati. A Yamato invece andò il sangue al cervello.
-Io ti ammazzo, bastardo!- urlò e sguainò Hermit in versione ascia e caricò un fendente oscuro contro il Demon Lord. Quello schivò di lato senza smettere di ridere e il prescelto dell'Amicizia fu per gettarsi su di lui, circondato da un'aura oscura che lo divorava.
-Yamato!- lo chiamò la voce di Metalgarurumon, per poi continuare in sincrono con Wargreymon -Non cedere alle sue provocazioni!-
Ma Yamato non lo ascoltava.
Voleva solo cancellare quel ghigno malato dal muso di Daemon. Era totalmente incurante di tutto e fece per lanciarsi verso di lui. Taichi però riuscì a saltare verso di lui e a trattenerlo, facendolo ricadere sulla spalla di Omegamon.
-Fermo!- gli urlò -Non ascoltarlo!-
Il prescelto del Coraggio tentò di immobilizzarlo, ma quello dell'Amicizia lo spinse via con un colpo di braccio poderoso e una forza che non era sua.
-Lasciami.- ordinò perentorio, mentre Taichi e gli altri lo guardavano sconvolti. Anche sul lato sinistro della sua testa era spuntata un'ala nera membranosa e due linee viola gli solcavano il viso.
-Yamato... - iniziò Taichi, ma lui lo incenerì con lo sguardo.
Il prescelto del Coraggio deglutì e fece un passo indietro.
Anche Daemon smise di ridere.
Poi d'un tratto schioccò la lingua, seccato.
-A questo punto tu non mi servi più.- disse e generò un cerchio magico 
tridimensionale composto di blocchi oscuri. Il Demon Lord dell'Ira scagliò la sfera contro il gruppo, travolgendo tutti e sbalzando via persino Omegamon e Imperialdramon che cercarono di proteggere gli altri, colpendo persino i digimon di tipo Sacro.
Rovinarono tutti a terra.
Tutto era divelto: il pavimento metallico, le mura, il soffitto. Ormai non c'era che polvere e devastazione.
Omegamon gemette cercando di muoversi.
Yamato si alzò tremante da terra e mosse un passo verso Daemon, che insieme ai fratelli Saiba e i loro digimon era a pochi metri da loro.
-Ti... ammazzo... - continuò il ragazzo, con gli occhi carichi di oscurità. 
-Bravo, lasciati andare all'Ira, perdi la ragione, autodistruggiti.- disse quello -Dammi tutta l'Ira che hai!-
La sua capacità di manovrare tale sentimenti gli permise di aumentare l'Ira del prescelto, accecandolo e di riflesso aumentando il proprio potere.
Yamato urlò, completamente fuori di testa, e davanti a lui si generò una sfera d'energia nera compressa e pronta ad esplodere.
Taichi si precipitò verso di lui.
-Yamato, smettila, così colpirai i nostri amici!- urlò, ma quello continuò a non ascoltarlo e la sfera s'ingrandì ancora di più.
Takeru era sconvolto.
Nella sua mente echeggiavano le parole di Devitamamon.
-O forse... ha capito che il suo potere gli sta sfuggendo di mano.-
-Fratellone!- urlò, ma l'altro non lo sentiva.
Nella sua mente echeggiava una sola parola: (((Uccidilo!)))
Non sapendo in che altro modo fargli tornare la ragione, Taichi lo colpì col Chakram del Sole. Il disco investì Yamato, scagliandolo a terra. La sfera perse potenza e si dissolse.
Taichi, che era caduto nella foga si rialzò a capo chino.
-Che cazzo fai... - biascicò Yamato.
-Cerca di darti una calmata cretino, così fai il gioco di Daemon!-
-Risei... -
-Risei è ancora vivo!- urlò Taichi zittendolo -Ce l'ha detto Wisemon! Non lasciarti divorare dalla rabbia o getterai al vento il suo sacrificio!-
Questo scosse profondamente il prescelto dell'Amicizia che recuperò lucidità. L'ala sulla sua testa sparì, dissolvendosi.
Si toccò il viso.
-Io... -
Aveva appena dimostrato che i Dark Masters avevano ragione.
Quel potere era incontrollabile!
E peggio ancora, era assuefacente.
-... mi dispiace... -
-Se vogliamo salvare Risei, Ken, Neo e Rei dobbiamo usare i nostri sentimenti migliori.- continuò Taichi. -Non l'Ira.-
Si rivolse anche agli altri:
-L'Ira darà solo energia a quel maledetto! Dobbiamo avere Coraggio! È il Coraggio che ci darà le ali per volare!-
-Il Coraggio di sperare in un Miracolo per salvare i nostri Amici... - gli fece eco Daisuke.
-La Volontà di continuare a lottare.- Jun si accodò a suo fratello.
-L'Amore per proteggere quelli che amiamo.- disse Sora portandosi al fianco del suo ragazzo e aiutandolo ad alzarsi. -Salveremo Risei.-
-La Conoscenza per trovare una via d'uscita.- disse Koushirou.
-L'Affidabilità per sostenere tutti al meglio.- fece Jou.
-La Sincerità che scopre gli inganni!- esclamò Mimi.
-La Giustizia che riconosce il male.- continuò Mamoru.
-Il Vigore per distruggerlo.- ribatté Hiroyuki.
-La Memoria dei giorni a cui vogliamo tornare.- disse Ylenia.
-Il Sogno!- esclamò Mika -Per tutte le belle cose che verranno!-
-Conoscere cosa si può fare per gli altri... - iniziò Iori
-Un Amore Sincero per il prossimo... - sospirò -E la Bontà... -
-La Speranza... - fece Takeru.
-Che tiene accesa la Luce.- rispose Hikari.
-Avete finito?- Daemon digrignò i denti, seccato dalla tiritera. L'Ira stava abbandonando i digiprescelti.
-L'Amicizia... - disse Yamato -... Che ti lega alle persone... e l'Onestà dei sentimenti che la tiene salda.- Con un sospiro il prescelto si guardò intorno -Scusatemi, ragazzi... ho perso la testa.-
-Lo sappiamo.- esclamarono Taichi, Hiroyuki e Mamoru.
-Ma adesso sono calmo.- sbuffò sorridendo -So che possiamo vincere.-
Carichi di energia, i digimon si scagliarono all'attacco. Prescelti e alleati. Daemon con un gesto inviò i fratelli Saiba e i loro partner. 
-Andate!- esclamò Taichi rivolto a Daisuke e agli altri -Salvate Ken!-
Chaosdramon si scagliò verso Omegamon, ma Imperialdramon lo respinse con un colpo di coda. Chaosdramon si aggrappò ad essa facendo una resistenza spaventosa.
I suoi occhi erano spenti e assenti.
-Non possiamo... - disse con disappunto la voce di ExVeemon -Se ce ne andiamo da qui, non riuscirete a tenerli a bada... -
-Miyako!- chiamò la voce di Stingmon -Valkyrimon! Pensate voi a Kenchan! Noi dobbiamo aiutare Omegamon!-
-Va bene!- urlò Miyako, conscia che per lui fosse un sacrificio enorme. Saltò su Valkyrimon insieme ad Hikari, seguendo Koushirou, HerakleKabuterimon e gli altri.
Rei si portò alle spalle di HerakleKabuterimon e sferrò un fendente invisibile contro Koushirou, ma il digimon della Conoscenza scartò di lato. Purtroppo la sua ala restò danneggiata e restò destabilizzato.
-HerakleKabuterimon.-
-Sto bene, Koushirou... - fece quello -Andiamo!-
Cercarono nuovamente di sfondare, ma fu Murmukusmon ad ostacolarli.
-Maledizione!- urlò Miyako, mentre Valkyrimon evitava il demone e contrattaccava con la Fenrir Sword. Anche lo sguardo di Murmukusmon era vacuo, nonostante il dolore nell'incassare il colpo.
-Ormai non c'è più nulla che possiate fare!- li derise Daemon. 
-Questo lo vedremo!- esclamò Daisuke e Imperialdramon sbalzò Chaosdramon che si schiantò a pochi metri dal Demon Lord, per poi rialzarsi subito.
Omegamon incrociò la sua lama con gli attacchi oscuri di Daemon, mentre gli altri digimon cercarono di contrastare i due fratelli e Murmukusmon per aprire la strada a Valkyrimon e gli altri.
Chaosdramon tornò ad impegnare Imperialdramon.
Per quanto il Drago Imperiale fosse potente, i suoi artigli scalfivano a malapena il digimon.
-Quello è metallo Rosso Digizoide.- disse Centarumon -
È più resistente di quello dorato.-
-Non vuol dire che sia infrangibile!- esclamò Imperialdramon -Imperialdramon! Assetto da combattimento!-
In pochi istanti il dragone si erse nella sua forma bipede ed impugnando l'ascia dimensionale di Medieval Dukemon sferzò l'aria colpendo Chaosdramon con un fendente. E Chaosdramon lo sentì.
Urlò di dolore, ma ancora i suoi occhi erano vacui.
"Se quello è Neo... Chaosdramon è... MetalGreymon..."
Taichi era scosso, ma anche Omegamon lo era, dato che come Zeromon aveva affrontato MetalGreymon. E la sua sofferenza la portava impressa nella mente in modo indelebile.
-Omegamon... dobbiamo trovare il modo di farli tornare normali.- disse.
-Sì...- disse la voce di Wargreymon. -Non voglio combattere contro di loro.-
-Taichi Yagami, sei un idiota.- lo derise Daemon, caricando un altro colpo d'Oscurità.
-Dobbiamo impedirgli di lanciarlo!- urlò LoaderLeomon. Lui e gli altri cercarono di avanzare verso Daemon, ma l'intensità del potere li respinse come una folata di vento.
-Il tuo punto debole è che vuoi salvare sempre tutti... - continuò il Demon Lord -Ma la verità è che non puoi farcela!- lo insultò. Rei, Neo e i loro digimon avanzarono verso di loro.
-Sarà una frase fatta, ma non posso saperlo se non ci provo.- replicò Taichi.
Daemon scagliò contro di loro la sfera d'Oscurità.
-Vai, Omegamon!- urlarono Taichi e Yamato.
Il cavaliere caricò contro la sfera sguainando la Grey Sword.
La spada tranciò in due l'attacco Oscuro che dividendosi andò a schiantarsi alle spalle del cavaliere. Col campo libero verso il Demon Lord, Omegamon caricò un potente colpo ghiacciato.
"Ti salverò, Risei!" pensò Yamato e se lo ripeté come un mantra, il volto illuminato dal colpo del Garuru Cannon.
Omegamon sparò.
-Vai!- urlarono i prescelti.
Il proiettile di gelo attraversò l'hangar scontrandosi contro il Demon Lord. Quegli riuscì a trattenerlo, eppure la potenza del colpo era tale che il proiettile energetico lo spingeva all'indietro.
-Maledizione!- urlò nell'ennesimo motto d'Ira.
Traendo energie dal proprio Peccato, riuscì a deviare a sua volta il colpo. Il proiettile gelido s'infranse alla sua sinistra, ghiacciando le stesse truppe del demone.
Tutto parve fermarsi.
Un momento di stasi prima del caos più totale.



Note:

Buonsalve, note corpose, sorry XD

  • Il fatto che Taichi, Mamo e Hiro parlino in sincrono è fanservice per me, perché per me loro e Yama sono I 4 best friends forever. Sono sulla stessa lunghezza d'onda. Anche se ora lo negherebbero... almeno Yama e Hiro.
  • Ebbene sì, il progetto di Daemon prevedeva che il merdon... MetalPhantomon fosse il partner forzato di Rei, infatti la mise della ragazza è ispirata a lui. Solo più femminile. Ironico che MetalPhantomon non abbia le gambe e sia il suo partner. Se non fosse che Taichi voleva uccidere Daemon e che sarebbe una battuta orrenda, probabilmente sarebbe stato giusto ricordarlo al signore dell'incazzo mentre la sfotteva.
  • Ho omesso l'attacco Hyper Mugen Cannon di Chaosdramon (Hyper Mugen Cannon: Scatena dai suoi cannoni due potentissimi raggi d'energia che proviene direttamente dalla Dark Area.) perché sarebbe stato troppo potente. E perché in questa storia la Dark Area è praticamente l'inferno, non è direttamente accessibile ai digimon.
  • La tripla parentesi, in caso non ricordate, è la voce di Lucemon.
  • Non so se tutta la canzone della ost sia adatta, ma la prima frase sì. Ed è quella che mi risuonava in testa mentre pensavo a Daemon. Una forza ultraterrena che porta distruzione totale. Volevo qualcosa dal punto di vista suo, però "spacco bottiglia ammazzo famiglia" era poco elegante anche per "Mr. Incazzo Sgravato".
  • Ci ho messo un sacco a capire come fosse il Dark Spreader. Aria compressa? Iniezioni al volo? Esplosioni con iniezione? Il termine "blast" su wikimon era vago. Immagino sia come i Ki Blast di Dragon Ball. Nel manga V-Tamer non riesco a capirlo bene. È qualcosa di sbrilluccicante... Quindi immagino sia dell'energia infetta o una massa energetica di virus... Io davo già per scontato che lui agisse sulla rabbia degli altri e la usasse anche per rinforzarsi, ma pare che questo lo faccia più un'altra sua forma. Perciò... ops. Licenza poetica.
  • Il sigillo di Daemon presenta dei "?" perché non è nella sua forma pura.

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Capitolo 38
*** 38. Nella valle della morte ***


Twins' War Capitolo 38

Capitolo 38:
Nella valle della morte







When I can't carry on
enter into the unknow
When I'm with you where I belong
When the night's too hard to take
And the starlight starts to fade
Come and find me, I need to be saved
Before it's too late

(Valley of death, Skillet)



I passi di Daemon creparono lo strato di ghiaccio del Garuru Cannon. Nel silenzio fu uno scricchiolio inquietante, presagio di morte. Il respiro del demone uscì dalla sua bocca condensato in una sottile nube bianca. Un passo, poi un altro, prima lento, poi sempre più veloce... Daemon si lanciò in corsa contro Omegamon. Un'enorme bestia sanguigna e terrificante. Taichi e Yamato si aggrapparono ad Omegamon che si lanciò all'attacco a sua volta.
Daemon lo colpì con una pesante artigliata, ma il guerriero di Amicizia e Coraggio deviò l'attacco con lo scudo e schivò di lato. Le unghie di Daemon strisciarono lungo lo scudo, lasciando grosse strisciate nel metallo e producendo uno stridio assordante. Omegamon colpì il demone sbilanciato in orizzontale con una potente ginocchiata che quasi gli sfondò lo sterno.
"Risei.... ti prego resisti." pensò Yamato mordendosi le labbra e pregando che il bambino non risentisse degli attacchi.
Non c'era altro modo di salvarlo.
Strinse i pugni.
Aveva affrontato Cerberumon proprio in vista di quello sviluppo sventurato. Ora doveva sperare che la sua intuizione e l'ingegno di Koushirou fossero sufficienti a fare il miracolo.
"So che sei forte, piccolo. Lo so... "
Imperialdramon aveva il suo bel da fare con Chaosdramon, che continuava a colpirlo in preda ad una furia cieca con gli artigli e le lame metalliche o caricandolo con poderose spallate. Il dragone imperiale voleva ribattere a piena potenza ma il drago rosso era anche egli una vittima e questo gli legava le mani.
-Dannazione... - imprecò Daisuke -Dobbiamo trovare il modo di immobilizzarlo!-
Imperialdramon pensò che se ci fosse stato Ken avrebbe avuto un piano. Ma Ken non era con loro e il team addetto al suo salvataggio aveva il drago rosso alle costole nonostante i suoi sforzi per tenerlo a bada.
-Maledizione!- urlò il drago imperiale afferrando le zampe di Chaosdramon e tentando frontalmente di frenare la sua avanzata.
-Koushirou senpai, correte!- urlò il prescelto di Coraggio e Amicizia
-Sì!- replicò il rosso. HerakleKabuterimon e gli altri approfittarono del momento e dello spazio che gli amici gli avevano procurato. D'un tratto, però, HerakleKabuterimon si contorse in aria, gemendo di dolore.
-Ugh... -
-Che succede, HerakleKabuterimon?!- urlò Koushirou spaventato.
Con orrore vide che il corpo del suo partner aveva iniziato a sgretolarsi. Il suo esoscheletro dorato si sbriciolava in grosse scaglie e le parti carnose si squarciavano e sanguinavano. Il colossale insetto perse quota e cadde a terra. Koushirou rotolò malamente giù dal suo dorso. Il pc portatile cadde e si richiuse, ma il primo pensiero del ragazzo non fu raccoglierlo.
HerakleKabuterimon gemeva e soffriva terribilmente e il ragazzo si precipitò da lui, aggrappandosi alla sua zampa, in lacrime.
-HerakleKabuterimon! Che ti succede?!-
-Koushirouhan... è come dicevi... tu... -
Koushirou spalancò gli occhi, poi le sue labbra si contorsero in un ghigno. Prese a ridacchiare sommessamente, poi più sonoramente.
-Kou... - Mimi indietreggiò.
-È impazzito?- si domandò Lilymon.
-Avevo ragione... - rispose semplicemente lui, lasciando il fianco dell'amico insetto per raccogliere il computer portatile.
-Non è rotto. Bene.- disse, con una lucidità spaventosa.
Tutt'intorno regnava il caos, ma la strana calma del prescelto impedì il diffondersi del panico e questo attirò l'attenzione di Daemon.
-A Witchelny, quando Rei ha colpito tutti quei digimon senza toccarli... 
Ha senso... il cavaliere della morte cavalca un cavallo chiamato Pestilenza... -
Daemon digrignò i denti.
-Quindi hai capito... Ma sai anche che non basteranno tutte le vostre magie curative. Siete spacciati.-
In risposta a quel momento, altri alleati caddero a terra, cadendo anch'essi a pezzi.
I digimon guaritori intervennero prontamente.
Wizarmon tentò di aiutare HerakleKabuterimon e Sorcerimon Witchmon, ma il risultato era sempre lo stesso: una volta rigenerato, il corpo degenerava nuovamente e si sgretolava.
-Un virus è sempre un virus.- disse Koushirou, serio -Ho analizzato Kuzuhamon. È morta di un virus respiratorio.-
Daemon era concentrato su Koushirou, perciò il Omegamon avrebbe potuto attaccarlo, ma non aveva le forze per un attacco risolutore e ansimava, provato. Il cavaliere centellinò le forze in quei pochi minuti, turbato dalle grida di dolore che venivano da sempre più digimon, sia alleati che nemici.
Koushirou indicò Rei.
-Il veicolo del suo potere è l'aria. Ha infettato tutti come una malattia umana.-
-Non cambierà saperlo.- disse Daemon, generando una sfera oscura -Niente può sovrascrivere-
-L'Ulforce.- lo interruppe Koushirou -L'Ultimate Force permette di sovrascrivere il Dark Virus che hai usato come base per modificare Rei, Neo e i loro digimon!-
Daemon sudò freddo, mentre il ragazzo estraeva dalla tasca una penna usb e la collegava al proprio Digivice. Dal V-Tamer della Conoscenza fuoriuscì un raggio che colpì HerakleKabuterimon.
Immediatamente, il corpo dell'insetto smise di sgretolarsi ed HerakleKabuterimon sospirò, liberò dalla sofferenza, per poi sollevarsi sulle zampe.
-Sapevo che avevi ragione Koushirouhan.-
-Non è possibile!- urlò Daemon -Come puoi avere tu L'Ulforce?!-
-Non ce l'ho.- disse il ragazzo. -Ho solo chiesto a chi l'aveva di aiutarmi a creare una contromossa.-
Omegamon fece un verso compiaciuto.
-Non potrò evolvere a comando in Ulforce Veedramon, ma mi ci sono comunque evoluto tempo fa.- disse la voce di Wargreymon.
-L'Ulforce riscrive i dati senza mettere a rischio la vita del riscritto... - commentò Gennai pensieroso, con un sorriso. -Potrebbe persino sconfiggere Daemon... -
-Non in questa quantità... - commentò mesto il prescelto della Conoscenza -Però dandola a chi di dovere, potremo almeno fermare i Cavalieri dell'Apocalisse e i loro Virus.-
Ciò detto, Koushirou inserì la chiavetta nel computer.
-Invio i dati ai digimon guaritori!-
Detto fatto, alcuni digimon percepirono un nuovo potere pervaderli: Wizarmon, Sorcerimon, Jijimon, Lilymon, SlashAngemon, Pidmon, Valkirymon...
-Questa è... L'Ulforce?- si chiese SlashAngemon.
Jijimon ridacchiò.
-Uhuhuhu. Mi sento come se fossi tornato ai miei cento anni!-
-Ma sei ancora maturo e affascinante!- flirtò con lui Babamon. 
-Con quest'energia... potremo salvare tutti... - fece Valkyrimon.
-Diamoci da fare!- esclamò Lilymon e generò una collana di fiori intorno al collo di Centarumon che stava a terra, inginocchiato e sofferente. Subito il centauro digitale si rimise in piedi, pronto a combattere ancora. Anche Sorcerimon riuscì a curare Witchmon e quella tornò alla carica più aggressiva di prima.
-È fatta!- esclamò Mimi, ma i festeggiamenti durarono poco, perché Rei Saiba e Murmukusmon stavano puntando verso Koushirou
. Mimi però intervenne con la sua frusta di rovi.
Il digimon demone tentò di liberarsi con uno strattone. Peccato che a reggere Hanged, l'arma della prescelta della Sincerità, non ci fosse solo lei, ma anche Boltmon.
-Ehehehe. Da qui non ti muovi!- esclamò spaccone quello.
SaberLeomon saltò su Murmukusmon affondandogli i denti nel braccio libero.
-Adesso!- urlò Boltmon.
-Sì!-
Lilymon lanciò la sua ghirlanda fiorita verso il demone dalle ali scarlatte, però un fiotto di magma rovente la intercettò, riducendola in cenere. Neo Saiba si fece avanti e tutto intorno a lui iniziò a sciogliersi per il calore.
-Oh... cavolo... - mormorò Miyako -Come faremo a raggiungere Ken?- esclamò affranta e infastidita nel vedere la strada verso il ragazzo che amava letteralmente distrutta, oltre che sbarrata.
-Eheh.-fece Daemon -Anche se hai capito come contrastare il Virus, questo non si farà debellare tanto facilmente.-
Koushirou schioccò la lingua contro il palato.
-Il mio Dark Virus sarà alla base del potere della Morte, ma non è come una semplice malattia, moccioso!- urlò il Demon Lord -Puoi usare tutti i fiori e le riscritture del cazzo che vuoi, ma che ne dici di questo?- 
La gemma sul suo petto brillò e da essa si diffuse una miriade di raggi che colpì molti digimon, in entrambi gli schieramenti. Colmi d'Ira, tutti persero del tutto il senno e si combatterono fra loro, ignorando gli schieramenti. Chi non era stato colpito si guardava intorno spaesato o cercava di non farsi colpire.
-Sei un maledetto... - ringhiò Sora -Colpisci i tuoi stessi uomini!-
-E allora? Sono solo pedine nelle mie mani!-
Daemon generò un altro colpo oscuro, ma Omegamon lo intercettò.
-È per questo che perderai!- urlò Yamato -Chi tradisce il prossimo prima o poi la paga!-
-Non ho mai detto che avrei combattuto seguendo delle regole, marmocchio!-
-Grey Sword!-
Omegamon attaccò nuovamente Daemon, ferendolo con un fendente strisciante al petto e all'addome e costringendolo ad indietreggiare.
-Koushirou, Miyako, andate!- urlò Taichi dall'alto. -Dovete salvare Ken.-
-Sì, però... - esitò il rosso, per poi riscuotersi e saltare sulla zampa di HerakleKabuterimon, che si rimise in volo.
Chaosdramon puntò i suoi cannoni verso di loro, ma Imperialdramon lo caricò, deviando il colpo e aprendo ancora una volta la strada agli altri. Neo aprì entrambe le mani davanti a sé e concentrò il magma per scagliarlo contro di loro, ma fu quasi investito da...
-Un distributore automatico?- urlò sconvolto LoaderLeomon.
Mamoru caricò di nuovo la pistola.
-Questi proiettili contenitori sono utilissimi. E questa signori è la seconda forma di Justice.- disse prendendo la mira e sparando nuovamente contro Neo. Il proiettile si aprì 
a mezz'aria e da esso fuoriuscì, ingrandendosi sempre di più, una mezza parete metallica.
Neo non si scompose e la liquefece, solo per venire colpito da un jab sotto il mento da Hiroyuki.
-Cavaliere della Guerra un cazzo, vedi di svegliarti!-




°


Nonostante Miyako si fosse imposta la calma, il suo cuore accelerava i battiti. Ogni metro che l'allontanava dallo scontro era un metro più vicino a Ken. Aveva paura di cosa avrebbe trovato al suo arrivo, perché Daemon era apparso molto sicuro che per il prescelto della Bontà non ci fosse stato scampo.
Un bluff?
"Quella palla di pelo isterica non sembra il tipo che bluffa. No... è successo qualcosa di irreparabile... lo sento... " pensò, con le lacrime agli occhi. Hikari non poté fare a meno di posarle la mano sulla spalla e sperare a sua volta che l'amico stesse bene.
"Ti prego... ti prego... " pensò.
Doveva tenere accesa la speranza.
-Eccoci!- esclamò Koushirou pochi minuti dopo.
Erano davanti ad una porta metallica, ma SlashAngemon la ridusse in lamiere in men che non si dica. Miyako non diede il tempo all'ultimo pezzo d'acciaio di toccare terra, perché saltò giù dalle braccia di Valkyrimon con una foga che quasi la fece cadere a terra, trascinandosi dietro pure Hikari.
-Ma qui... - mormorò la viola trattenendo il fiato.
Tutt'intorno c'erano solo fiori secchi o recisi. Il loro colore cremisi era di un secco marrone smorto.
-Ken... - Miyako sperò di vederlo giacere fra di essi, ma quando intravvide la sagoma al centro dell'hangar buio scoppiò in pianto.
-Oddio, no!- pianse con le mani sulla bocca.
-Il Seme delle Tenebre è germogliato... - disse Takeru cupo.
Di fronte a loro vi era un albero curvo, le cui fronde come di salice piangente toccavano il suolo. Sebbene fosse cosparso di foglie scure, era un albero in tutto e per tutto desolato.
Miyako ne carezzò la scura corteccia ruvida e lo abbracciò disperata.
-Ken, no!- pianse con i singhiozzi che le facevano sussultare le spalle -Perché? Perché?!-
-Miyakochan... - sussurrò Hikari col braccio teso verso di lei. Il dolore dell'amica era troppo da reggere.
-Ken è ancora vivo, lo ha detto Wisemon, no?- disse Iori, cercando di tenere la calma, a costo di sembrare insensibile.
-Ti sembra vivo?!- berciò, infatti, la ragazza.
Wizarmon posò la mano sulla corteccia.
-Posso sentirlo, questo albero è ancora vivo... c'è ancora qualcuno qui.-
-Miyako, dobbiamo fare in fretta.- disse Valkyrimon illuminandosi di luce santa. -Continua a chiamarlo.-
-Mikachan.- disse Takeru rivolgendosi alla sorellina -Hai capito quello che devi fare?-
-Sì!- esclamò la bambina e puntò il suo specchio verso l'Albero delle Tenebre. Lo specchio s'illuminò e un raggio di luce penetrò la corteccia facendo fluire in essa delle immagini.
-Resisti Ken!- disse Miyako stringendo uno dei ramoscelli come fosse la mano del suo amato. -Ci siamo noi! Resisti ti prego!-
Tutti seguirono il suo esempio e toccarono l'albero.
-Forza amico, non vorrai lasciare Daisuke e Imperialdramon da soli?- disse Takeru.
-Forza.- disse Iori -Torna fra noi, Ken.-
Anche SlashAngemon e Valkyrimon chiamarono il suo nome. E così fecero Mika e Hanumon, benché lo conoscessero da molto poco rispetto agli altri.
-Forza, ragazzo.- disse Wizarmon.
"Bravi. Così" pensò Wisemon vegliando su di loro. "Fate sentire le vostre voci e anche quelle di chi non c'è più."





Ken aprì gli occhi sull'oscurità.
Il suo corpo galleggiava sospeso in un nulla assoluto, ma percepiva l'umidità dell'hangar serra.
-Dove sono?- si chiese, ma senza parlare davvero. Si rimise dritto e tese le mani, senza incontrare null'altro che il vuoto e i movimenti erano anomali, perché non li sentiva. La sensazione era quasi quella di un'anestesia. Esisteva senza percepire. Anche la vista non era sicuro funzionasse a quel punto, però non poteva dirlo, dato che era circondato dal nero più nero.
Eppure... sentiva un suono.
-Mi sembra di sentire la voce di Miyako... - si disse, nella mente. L'unica cosa che era sicuro esistesse ancora di sé.
Dei passi in quel nulla senza terra né soffitto richiamarono la sua attenzione verso un punto. Apparve pian piano, ma divenne sempre più nitido.
-O... Osamu?!-
-Ciao, Ken.- rispose il fratello maggiore con un sorriso.



°


Omegamon era in difficoltà. Per quanti fendenti sferrasse, Daemon sembrava inarrestabile. La sua Ira fungeva da batteria inesauribile di energie e in una battaglia era come avere la vittoria virtualmente servita.
Gli artigli del Demone penetrarono l'armatura bianca all'altezza del petto, mancando il cuore del Cavaliere per un soffio grazie alla sua prontezza. Omegamon sparò un proiettile di ghiaccio che colpì in pieno Daemon, sbalzandolo via e congelandogli il busto.
Tuttavia, quello riuscì a sciogliere il gelo e si rigettò nella mischia ruggendo.
Lo scontro diventava sempre più accanito e Omegamon si rese conto che Daemon non era l'unico a muoversi per l'Ira.
Anche lui covava quel peccato. Sentiva la propria Ira crescere e spingerlo a colpire. Sferrò due affondi contro il nemico, lasciando la guardia completamente aperta e se non fosse stato per la prontezza di spirito di Taichi e Yamato che lo richiamarono entrambe le volte sarebbe stato ucciso. Se ne rendeva conto, eppure...
"Il mio corpo si muove prima che che io possa riflettere... "
E non era così solo per lui.
Tutti combattevano rapiti dall'euforia della battaglia. Vedeva violenza ovunque si voltava, ma sopratutto vedeva crudeltà gratuite.
Meramon colpiva con i suoi pugni roventi un Ebidramon che giaceva raggomitolato a terra, TonosamaGekomon stava letteralmente facendo esplodere un plotone di Octomon alternando basse ed alte frequenze, ma senza curarsi dei digimon alleati intorno a lui, che a loro volta si gettavano nello scontro rischiando il fuoco amico.
Whamon stava lottando contro un suo simile in uno scontro sia aereo che acquatico all'esterno della base. I due digimon cetacei si speronavano coi musi e si colpivano con getti d'acqua potentissimi. Il Whamon alleato fu colpito alla coda e parte di questa fu perforata dal getto d'acqua avversario in un modo che ricordava il giorno in cui Metalseadramon lo aveva ucciso trapassandogli il possente corpo. E tuttavia riprese a combattere. Non morì come quella volta, ma urlava e il suo dolore rievocò nei prescelti quelle immagini. Omegamon sentì il cuore fremere dal dolore e quel dolore gli accese l'Ira in un circolo vizioso infinito.
-Non dobbiamo... lasciarci prendere... dalla rabbia.- disse Taichi stringendosi al petto -Altrimenti Daemon vincerà... -
-Come possiamo fare?- si chiese Yamato.
-Non potete farci nulla!- rispose loro Daemon con un riso malvagio. Aprì la mano robotica contro il cavaliere e da questa si generò una sfera d'energia oscura compressa.
A distanza ravvicinata Omegamon sapeva che sarebbe stato colpito. Ebbe un lampo, un'idea, un'intuizione. Ma non era lui ad averla, era l'intuizione che era arrivata a lui. L'ascia dimensionale di Medieval Dukemon pulsò nelle mani di Imperialdramon.
-Omegamon!- esclamò quello tirandola verso di lui.
-Sì!- Omegamon capì cosa doveva fare, come se quel guerriero defunto da tempo glielo stesse suggerendo. Afferrò l'ascia squarciò l'aria fra sé e Daemon.
L'attacco oscuro entrò nello squarcio, scomparendo.
-Maledizione... quella maledetta ascia è un problema.- berciò Daemon -Sfortunatamente per voi, anche io so aprire varchi nel tessuto spaziale!-
E ciò detto ne aprì uno, infilandosi al suo interno.
Omegamon scattò per seguirlo, ma il varco si chiuse. Un altro se ne aprì alle sue spalle e il Cavaliere riuscì a schivare
solo grazie ai propri riflessi la coda di Daemon che mirava a trafiggerlo. Il Demon Lord schioccò la lingua fra i denti acuminati e sparì nuovamente in un varco, ma Omegamon fu veloce ad imitarlo. Squarciò lo spazio con l'ascia e incrociò di nuovo il Demone nella dimensione in cui si era rifugiato. Daemon ruggì e lo attaccò, passando da una dimensione all'altra per sorprenderlo. Omegamon riuscì a stargli dietro, facendo lo stesso. Mentre tutti li vedevano apparire e scomparire, per i due contendenti era come muoversi in un colonnato con una visuale diversa fra una colonna e l'altra. Immagini sfocate e lampi di luce. In quell'inseguimento a velocità folle ogni cosa perdeva pericolosamente importanza eccetto il nemico. Ma se per Daemon nulla aveva senso od importanza in quel momento eccetto sé stesso, per Omegamon erano importanti i due digiprescelti sulle spalle e questi erano con lui in quello scontro, trasmettendogli tutta la loro energia e impedendogli di perdersi nell'euforia dello scontro.
-Forza!- urlò Taichi e Omegamon colpì Daemon con un fendente al fianco.
Il Demone sanguinò dati e tentò nuovamente la fuga nello spazio in cui si consumava lo scontro fra eserciti.
-Fermalo! urlò Yamato, mentre il Cavaliere si gettava sul Demon Lord afferrandolo per la vita e bloccandogli le braccia.
-Maledetto, lasciami!-
-Ma anche no!- urlò quello -Prima eliminerò il tuo maledetto virus! Omega Heal!-
La luce di Omegamon avvolse Daemon facendolo urlare, mentre la luce sacra distruggeva la fonte del Dark Virus.
La gemma sul petto del Demon Lord si crepò e finì in mille pezzi.
-E ora...  restituiscimi Risei!- urlò il prescelto dell'Amicizia, puntando il Digivice contro di lui.
"Koushirou, spero che la nostra contromisura funzioni... "



°



-Osamu... tu....-
Ken era sbalordito.
Osamu non poteva essere lì... ma aveva senso, se lui era morto.
-Non sei ancora morto, Ken.- disse Osamu tendendogli la mano -Devi tornare indietro e aiutare i tuoi amici.-
-Ma come posso fare? Io sono... -
-Non sei ancora morto.- rispose Osamu  -Questo è un limbo. È un posto a metà strada. Ma tu puoi tornare indietro.-
-Come?-
Il prescelto della Bontà fu avvolto da una calda luce.
-Valkyrimon, Jijimon e Wizarmon stanno riportando indietro il tuo corpo.-
-Io... sono diventato un Albero dell'Oscurità, come aveva detto Oikawa... -
La malinconia lo prese.
-Pensavo di aver dissipato le mie tenebre... -
Eppure tutt'intorno a sé sentiva l'Oscurità avvolgerlo.



-Non va bene... - disse Wizarmon -Qualcosa fa resistenza... -
-È l'oscurità di questo luogo.- disse Valkyrimon -Anche se Daemon ha assorbito tutta l'energia dei Fiori delle Tenebre, resta stagnante.-
-Sento la disperazione di molti digimon... - disse SlashAngemon.
-Quanti digimon avrà sacrificato per ottenere tutto questo?- disse Takeru osservando corrucciato i frammenti di fiori rinsecchiti e il corpo di Ken. Il prescelto della Bontà era ancora in parte albero, con braccia  gambe secche e rigide e foglie scure che sporgevano dalla sua pelle.
-Maledetto...-
-Riuscirà Mika a farlo svegliare?- si chiese Iori.
Era una domanda sensata, dopotutto la bambina non sapeva cosa doveva fare di preciso, ma sembrava decisa a fare la sua parte con grande serietà. Al dodicenne parve di vedere Wisemon dietro di lei, con la mano posata sulla sua spalla.
Intanto, Miyako stringeva le dita intorno alla stoffa della sua gonna. Il vestito bianco con disegnati i tasti del pianoforte era ormai lercio e il bianco era solo un ricordo. Ma passava ovviamente in secondo piano rispetto a Ken.
-Ken ti prego, svegliati.-


-È la voce di Miyako... - disse Ken.
-È vicino a te.- rispose Osamu -E non è l'unica. Ci sono anche Takeru, Iori, i digimon... Daisukesama e Imperialdramon stanno combattendo coi cattivi.-
-Daisuke... Daisukesama?- Ken sudò leggermente poi sorrise -Capisco... - disse alzandosi in piedi e posò la mano sulla testa del fratello. -Va bene così... Mika... Non mi arrenderò... Grazie.-
Una lacrima cadde nel vuoto, dopotutto aveva sperato che fosse davvero Osamu... ma non poteva lasciare che anche quello lo trascinasse verso la fine. Il digiprescelto si concentrò sulla voce di Miyako che continuava a chiamarlo e sentì anche quelle degli altri. Le sentiva forti, sempre più forti, finché non vide sotto di sé il proprio corpo. Vide la sua ragazza piangere e chiamarlo e gli amici intorno, stretti intorno a lui.
-Miyako...- s'intristì -Ti sto facendo davvero preoccupare.-
-Allora non aspettare oltre.- disse Osamu alle sue spalle -Vai e combatti. E poi insegna a Umi a fare le bolle di sapone.-
-Cos?- Ken si voltò di scatto e nello stesso momento sentì la mano di Osamu spingerlo in avanti.
E cadde.
Cadde.
Cadde come morto corpo cade.
Cadde nel suo corpo e l'impatto fu terribile. Fu come cadere in uno specchio d'acqua di palude e ne riemerse annaspando.
-È vivo!-
Miyako urlò, mentre i colori, le sagome e le voci prendevano forma intorno al prescelto della Bontà.
Ken riprese coscienza del mondo che lo circondava e dei propri sensi e un istante dopo sentì le braccia della digiprescelta di Amore e Sincerità avvolgerlo.
-Sei tornato!!- urlò Miyako.
Takeru e gli altri stavano col fiato sospeso. Dietro Mika, c'era Wisemon, ma anche Osamu. Osamu annuì e Ken sorrise, abbracciando la sua amata.
-Glielo insegnerò, Osamu... -
-Cosa?- fece Miyako.
-Sono tornato, Miya.- stringendola ancora di più.



°



Tenendo il V-Tamer puntato contro Daemon, Yamato fece materializzare dal Digivice un contenitore rettangolare di metallo.
Il Digivice scannerizzò il demone, alla ricerca di dati differenti.
Daemon tentò di ribellarsi ad Omegamon, ma quello lo teneva stretto. Tuttavia un varco si aprì sotto le zampe del Demon Lord e inglobò sia lui che Omegamon e i suoi partner, riportandoli nella dimensione normale.
il Cavaliere, però, tenne salda la presa.
Gli scontri continuavano, ma erano più organizzati.

Da una parte, Chaosdramon affrontava Imperialdramon, Garudamon, Lilymon e i ragazzi. Dall'altra c'era Pidmon, che con Artiomon, Jun e Ylenia aveva il suo bel da fare a contenere Murmukusmon e Rei.

Sorcerimon e Jijimon erano impegnati a curare tutti i digimon che avevano contratto il Dark Virus, con Jou e Vikemon a guardar loro le spalle.

La stragrande maggioranza dell'esercito di Daemon era stata sconfitta e chi era rimasto non aveva più voglia di lottare.
Daemon avvertì la paura. E non era un sentimento che conosceva bene e perciò la detestava.
"E se davvero riuscissero a tirare fuori il moccioso?" si chiese sudando freddo "Non è possibile... non esiste più!"
Eppure...
La determinazione dei nemici era tanta che anche Daemon credette potessero farcela.
Yamato scandagliava il suo corpo col raggio del V-Tamer e il sudore gli imperlava il volto.
"Risei... piccolo... ti prego, reagisci... "
In quel momento accadde un piccolo miracolo.
Black Agumon, si accorse che Daemon e Omegamon erano lì e che il prescelto biondo aveva tirato fuori la scatola.


-Cos'è quella?- domandò Black Agumon a Koushirou e Yamato, indicando la scatola a cui stavano lavorando.
-È un'incubatrice...- rispose Yamato, mentre Koushirou continuava a lavorarci in silenzio. Probabilmente non li aveva neppure sentiti. -Stiamo usando i dati presi nel vecchio laboratorio di Daemon. Se riusciremo ad estrarre i dati di Risei, questi dovrebbero stabilizzarli ed impedire che si disperdano.-
-E se non ci fosse più niente da fare?- disse con sofferenza Black Agumon.
Yamato strinse i pugni.
-Dobbiamo sperare che ci sia... -
Black Agumon notò che il ragazzo umano era aggrappato ad una vana speranza. Era disperato di speranza.
Come lui quando non aveva un cuore...


Ma un cuore ora l'aveva. E quel cuore si era affezionato a Risei.
Anche se non lo lasciava combattere e gli stava attaccato e lo sgridava per i suoi atteggiamenti violenti.
Quel piccolo fiore...
-Risei, ti prego!- urlò Yamato.
-Non esiste più, quante volte devo dirtelo stupido moccioso?- berciò Daemon gonfiando i muscoli di braccia e petto e la presa di Omegamon si allentò.
-Sta zitto, lo so che lui è lì!- urlò Yamato -Perché lui non è te!-
Black Agumon strinse gli artigli. Il demone si agitava e stava per liberarsi. Lo sapeva.
Chaosdramon intanto aveva messo fuorigioco Garudamon e Lilymon e Murmukusmon aveva colpito pesantemente Pidmon. Tuttavia Sorcerimon era riuscito a colpire Rei col potere curativo e Jijimon intervenne per colpire il digimon demone partner della ragazza.
Quel piccolo fiore...
Era da qualche parte...
-Risei!- urlò Black Agumon e il Digivice di Yamato reagì.
Contemporaneamente, Rei tornò normale e cadde a terra e Murmukusmon involse SkullSatamon e parve riprendere coscienza.
Fu allora che Daemon  impazzì di terrore e con uno strattone violento si liberò di Omegamon. Con furia cieca corse verso Black Agumon.
-Maledetta nullità! Algol's Flame!-
-Fenrir Sword!-
-Holy Espada!-
La lama di gelo di Valkyrimon e quella sacra di SlashAngemon attraversarono il campo di battaglia colpendo Daemon, che fu scagliato all'indietro, accusando pesantemente il colpo.
Tutti guardarono nella direzione da cui il duplice attacco era arrivato.
Il gruppo di salvataggio ce l'aveva fatta.
Ken era con loro ed era più vivo che mai.
-Ken!- esclamò Daisuke, che con Imperialdramon, Hiroyuki, Mamoru, Asuramon e LoaderLeomon stava faticando a contenere Neo e Chaosdramon.
-Kenchan! Ken!- urlarono le voci di Stingmon ed ExVeemon.
-Sono tornato, partners.-




Note:


Questo capitolo è stato tosto da scrivere. Dovevano convergere tante cose. E spero che sia tutto chiaro.
Tirare i fili delle parentesi aperte è delizia e cruccio. Perché ora ho l'ansia di non averlo fatto bene o.o
Piccolo chiarimento.
Grazie al Matto di Mika, Ken stava vedendo un'illusione di Osamu. Ma grazie a Wisemon che è vero e morto, quindi ha un canale preferenziale verso l'altro mondo, quell'illusione ha permesso il connettersi di Osamu, quello vero, con Ken. Ecco, con una piccola interferenza Mikiana. Se in un primo momento Ken vedeva e sentiva ciò che Wisemon e Mika volevano, il fatto di essere davvero in un limbo fra la vita e la morte, Wisemon e l'amore fraterno hanno permesso ad Osamu di rendere quell'illusione realtà.
Spero in realtà si fosse capito prima dello spiegone.
In caso non ricordaste, nei primi capitoli avevo rivelato che Ken aveva ora una sorellina minore, Umi.

La citazione di Dante mi pareva d'obbligo data la mia sempiterna fissa e il limbo X°D

Mamoru. La cosa del distributore andava fatta. Nella mia mente bacata è il suo signature attack. Lui lancia cose u.u
Più per distrarre... Volevo colpire Daemon in realtà, ma il momento era così denso, che il Demone dell'Ira non l'avrebbe presa bene. Mamoru è scemo, ma sa quando non deve tirare la corda. Stare con Hiroyuki lo aiuta a capire quanto può farlo.
E sta imparando.

Infine, la canzone Valley of Death era dedicata sia a Ken, che a Rei e Murmukusmon. Purtroppo il risveglio degli ultimi due è stato meno eclatante, ma ora restano solo due persone da salvare e i nostri cciovani sono agguerriti u.u

Perciò, alla prossima!! ^^

















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Capitolo 39
*** 39. Un Miracolo che viene dall'Oscurità ***


39

Capitolo 39:

Un Miracolo che viene dall'Oscurità










Death surrounds
My heartbeat's slowing down
I won't take this world's abuse
I won't give up, I refuse.
[...]
(Don't close your eyes)
No, not gonna die tonight
We're gonna fight for us together

(Not gonna die, Skillet)








Ken era tornato.
Il solo vederlo diede a tutti una spinta in più e rinnovò le energie come un'infusione di potere.
Il saperlo al sicuro scatenò ancora di più Daisuke ed Imperialdramon, il quale, con il secondo partner al sicuro su di sé, riprese a combattere col doppio della forza e della concentrazione.
Afferrò Chaosdramon per il corno sul muso e riuscì a sopraffarlo. Lo afferrò per il corno sul muso e con una proiezione lo schiantò al suolo, dove riuscì a tenerlo inchiodato bloccandogli le zampe.
Miyako, dal canto suo, ora che il suo amato era al sicuro sembrava essere diventata una autentica furia. O meglio, una valchiria, in tema con Valkyrimon che combatteva al fianco suo e di Hikari con fierezza angelica e guerriera. Nel cuore della prescelta di Amore e Sincerità c'era sì la furia guerriera, ma era più un sollievo immenso misto al desiderio di concludere la lotta al più presto. Con un pizzico di vendetta. Se Valkyrimon non avesse vegliato su di lei avrebbe rivolto i raggi laser dell'Imperatrice contro Daemon stesso. O lo avrebbe gonfiato di ceffoni o sarebbe morta nell'impresa.
Come il suo partner, il Cavaliere della Guerra Neo era stato inchiodato al suolo da Hiroyuki dopo una rapida sequela di cazzotti. Il prescelto del Vigore lo teneva ben fermo sfruttando la sabbia e i guantoni della Forza.
Chi più chi meno, tutti facevano la loro parte per finire quella battaglia, che era giunta al culmine.
Prima di arrestarsi per l'arrivo a sorpresa di Ken Ichijouji, Daemon si era scagliato contro Black Agumon. Una pulce inferiore ai suoi occhi. Un sassolino sbucato dal suo cammino senza alcun senso di essere. Ma il sassolino non aveva temuto l'avanzata furiosa del Demon Lord. Anzi, aveva atteso il suo attacco caricando una meteora infuocata al massimo delle sue capacità. L'interruzione era stata solo un disturbo per lui.
Infatti, fu lui stavolta a lanciarsi verso il Demone dell'Ira, nonostante gli equilibri di forza fossero chiari e a lui del tutto sfavorevoli.
-Vuoi farti ammazzare per caso?- lo sgridò Taichi dall'alto di Omegamon.
-Non darmi ordini!- esclamò di rimando quello, correndo.
-Sei testardo come un muro!- ribatté il cavaliere. Sentiva di poterlo capire. Poteva farlo più di chiunque altro perché Omegamon era anche Wargreymon. Con un gesto rapido afferrò Black Agumon e se lo mise sulla spalla vicino a Taichi.
-Se vogliamo salvare Risei dobbiamo farlo insieme.- disse il Cavaliere.
Black Agumon non era avvezzo al gioco di squadra, ma Daemon era forte ed era tornato alla carica.
-Come lo tireremo fuori da lì?- chiese il digimon dell'Onestà ai suoi alleati.
-Non lo so... - rispose Yamato, per poi rigirarsi fra le mani l'ascia dell'Eremita -Ma forse ho un'idea.-
L'ascia tornò ad essere un bastone e la pietra sulla sua sommità brillò.
-La luce dell'Eremita serve a rischiarare la via... - disse il prescelto dell'Amicizia. -E la via è Risei. Trovalo, ti prego.-
Strinse l'arma e quella s'illuminò di luce azzurra. La luce si concentrò sulla gemma e da essa un raggio colpì l'addome fatto di dati del Demon Lord.
-Andiamo!- esclamò Omegamon -Garuru Cannon!-
Il colpo del Cavaliere Bianco investì il pavimento vicino al demone e il ghiaccio si diffuse alla sua gamba, bloccandolo almeno per il tempo necessario.
-Ora!- urlò Taichi.
Omegamon colpì l'addome di Daemon con l'ascia dimensionale di MedievalDukemon e il Demone dell'Ira urlò di dolore e panico.
-Andiamo!- esclamò a sua volta Yamato e si lanciò verso il demone con Black Agumon aggrappato alla schiena.
Daemon vide con orrore che il ragazzo reggeva una scatola metallica in mano e quando quello attraversò di corsa il manico dell'arma di Witchelny cercò di colpirlo. Omegamon lasciò l'arma che restò incastrata nel corpo  del demone e con entrambe le mani fermò gli arti del Demon Lord.
Yamato arrivò all'addome di Daemon, che benché fosse bloccato da Omegamon e dal ghiaccio si agitava pericolosamente.
-Risei!- urlò il prescelto dell'Amicizia e ficcò il braccio con la scatola nel corpo del digimon, affondando fino alla spalla. I dati facevano resistenza perciò non riuscì ad entrare anche lui, ma Black Agumon tentò di forzarli con gli artigli. Daemon urlava e iniziò a generare un raggio dalla bocca.
-Merda!- urlò Taichi.
In loro soccorso arrivò Imperialdramon che lasciò Chaosdramon in mano ad Asuramon e Vikemon e si gettò su Daemon chiudendogli la bocca. Daemon fu costretto a dissipare l'energia del colpo, espirandola con un verso strozzato dal naso e dagli spiragli liberi della bocca. Ruggì sommessamente, tentando di divincolarsi dall'altro avversario.
-Risei! Mi senti? Siamo qui!- urlò Yamato.
-Risei!- urlò Black Agumon -Mi senti ragazzino?! Vieni fuori o ti vengo a prendere!-

-Mi senti ragazzino?!-
Risei aprì gli occhi su un mare scuro di dati.
O meglio, quelli che dovevano essere occhi, ma forse erano solo i dati dei suoi occhi.
-Vieni fuori o ti vengo a prendere!- percepirono i dati della sua mente.
"Black Agumon?"

-Risei!-
E suo padre.
Risei cercò di muoversi, ma non aveva mani o piedi. Intorno a lui vi erano luci di diverso colore. Alcune erano legate fra loro, altre no. Alcune delle luci le sentiva sue, ma era una sensazione che stava affievolendosi. Era come svegliarsi brevemente e riaffondare nel sonno. Solo che se si fosse riaddormentato, sarebbe stata la fine. Alcuni dati si legavano ai suoi dati e ogni volta che una di quelle piccole luci finiva presa, lui veniva a mancare.
Alcune luci rosse erano legate alla sua mente, altre ci provavano.
-Risei!-
Ancora le voci di chi amava. Le vide oltre che sentirle. Erano impulsi elettrici che stroncavano i legami maligni. Quelli tentavano di riallacciarsi alla sua mente, di allentarla, ma l'elettricità delle voci glielo impediva.
Risei voleva tendersi verso di esse, ma un pensiero lo fermò: "Io sono parte di Daemon".
Metà umano, metà digimon.
"Un contenitore."
Non avrebbe saputo spiegarlo a parole, ma capiva istintivamente di essere quel tipo di contenitore adattato per non perdere neppure una goccia di potere. Nonno Jijimon gli aveva raccontato che le barche venivano rivestite di catrame per non fare entrare l'acqua. Per essere impermeabili. Lui era impermeabile, la parte umana era solo catrame e lui risprofondò nell'oscurità.

"Si sta indebolendo... " pensò Yamato. Le sentì ancora prima che la luce sulla gemma di Hermit si affievolisse.
Tutto accadde in pochissimi minuti.
Daemon era ancora stretto nella presa di Imperialdramon e Omegamon, ma Chaosdramon era riuscito con uno sforzo estremo a liberarsi di Asuramon e Vikemon e a superare tutti i compagni che cercavano di fermarlo, nonostante la loro forza.
Neo usò il magma e riuscì a sfiorare Hiroyuki ustionandogli la faccia nonostante quello fosse riuscito a difendersi con la sabbia. Mamoru si lanciò su di lui per bloccarlo e tentò di imprigionarlo dentro uno dei suoi proiettili, ma il Cavaliere della Guerra lo afferrò per la collottola e lo scagliò contro il prescelto del Vigore che si teneva l'occhio destro, facendoli rovinare malamente a terra.
-Fermati, fratellone!- urlò Rei, ma era troppo debole per stargli dietro.
SkullSatamon cerò di fermare i due ancora posseduti dal Virus a sua volta:
-Fermo, MetalGreymon!- urlò, ma Chaosdramon lo colpì con una zampata sfondandogli lo sterno e lasciandolo agonizzante a terra.
-Dobbiamo fermalo!!- urlò Takeru e tutti gli corsero dietro, tranne Jijimon che tentava di salvare SkullSatamon.
Tutto divenne di nuovo irreale ed infinito.
Ogni istante durò lenti istanti.

(((Non riuscirai a salvarlo.)))
Lo sconforto assalì Yamato.
"Non ci riuscirò... " pensò "Se solo avessi le forze... "
Una fitta di nausea lo colpì con quella consapevolezza, che non era neppure nuova, ma era schietta nella sua crudezza.
(((Ti insegnerò come fare.)))
Fu la prima volta che percepì la voce come non parte della sua coscienza.
"Chi sei?" domandò, sapendo già la risposta.
(((È nel mio interesse che sconfiggiate Daemon, se tu)))
-Non m'interessa!- urlò il ragazzo.
Chi si trovava a pochi centimetri da lui lo fissò stranito, ma lui non ci badò.
-Se cedessi e mi facessi aiutare da te, che razza di esempio darei?!- continuò -Risei, mi senti?-
Qualcosa in Daemon sussultò.
-So che puoi sentirmi.- urlò Yamato e affondò anche il viso nell'addome di Daemon.


Era buio, freddo, tutto era dati.
Risei si trovava lì. Yamato aveva solo la testa, la spalla e un braccio in quel buio. Ma erano sufficienti.
-So che sei qui.- disse guardando verso alcuni dati spenti -Perché in te c'è anche parte di me!-
Quelli parvero debolmente pulsare.
-Sono solo questo... non esisto... -
"Come al solito faccio schifo a consolare qualcuno... " pensò Yamato -Non è questo che intendevo.- disse -Tutti i figli sono per metà un genitore e per metà l'altro.-
I dati pulsarono.
-Ma siamo anche diversi da loro.- disse speranzoso Yamato -Io sono diverso dai miei fratelli e tutti siamo diversi da mamma e papà. E tu sei diverso da me.-
-Ma io... - i dati esitarono -Sono anche Daemon... io... ti ho fatto del male... -
-Questo non è vero!- disse Yamato -Tu mi hai salvato da Daemon!-
I dati ricordarono quello che era successo. Ma non riuscivano a superare di essere solo...
-Catrame... - dissero -Servo solo per contenere i poteri di Lucemon per Daemon.-
-Esatto.- disse la voce del Demone dell'Ira -Tu sei solo un oggetto.-
-Sta zitto!- urlò Yamato, riaccarezzando l'idea di sfruttare quel pieno potenziale sconosciuto e disintegrare quel demone maledetto.
-E anche se fosse?- urlò un'altra voce.
Era Black Agumon.
Il dinosauro nero si fece largo con uno sforzo immenso all'interno del corpo di Daemon e ricadde nell'oscurità, con gli occhi verdi che brillavano in essa.
-Anche io ero un oggetto!- urlò il dinosauro -100 obelischi di controllo! Eppure sono vivo! Tutti i digimon sono dati, ma sono vivi! E tu... Tu sei il mio partner!- urlò Black Agumon -Eri tu che cercavo disperatamente! È per te che sono nato da 100 obelischi oscuri!-
L'oscurità vibrò.
Yamato la sentì tutta intorno e dentro di sé.
Daemon gemette, mentre i dati spenti si ricompattavano nella forma di un bambino.
-Io ti aspettavo.- disse Black Agumon, con una nota disperata nella voce.
-Io... io voglio... - il bambino iniziò a piangere -Anche io... voglio stare con te... e con papà... con tutti... !-
-Andiamo!- disse Black Agumon porgendogli la zampa. Il bambino cercò di prenderla, ma Daemon si oppose e per un attimo riuscì a ritrascinarlo nel nulla, ma il piccolo lottò per afferrare quella zampa. Strinse fra le dita gli artigli del dinosauro e urlò:
-Io sono Risei!-


Daemon si sentì strappare le viscere mentre dall'oscurità emergevano di dati di Risei.
I suoi dati!
Si ribellò cercando di liberarsi da Imperialdramon e tentò di tenere gli intrusi e i dati dentro di sé.
Yamato però aveva iniziato a prendere confidenza coi suoi poteri durante l'allenamento e creò una sorta di sfera intorno a sé e Black Agumon, che inglobò anche Risei e respinse Daemon. Il prescelto lasciò cadere l'incubatrice e afferrò il polso di Risei, toccando anche le zampe di Black Agumon.
-L'hai detto. Tu sei mio figlio. Risei Ishida.- 
Risei annuì e pianse.
-Sì.- disse.
Daemon urlò e lottò ancora con ogni dato di sé per tenerli dentro. Come tentacoli oscuri i suoi dati cercarono di catturare i tre, ma la barriera d'Oscurità di Yamato li sfaldò.
-Non ti lascerò più portarmelo via!- esclamò il prescelto dell'Amicizia tirando fuori gli altri due dal corpo del demone con uno sforzo enorme e urlò: -Ora Omegamon! Imperialdramon!!-

Chaosdramon era ad un passo dal Cavaliere e dal Drago Imperiale e Daemon folle d'Ira riuscì a liberarsi dalla loro presa e caricò un potente colpo energetico a due mani che avrebbe travolto tutti.
"Non può finire così!" pensò Hikari e urlò il nome del fratello, che sarebbe stato cancellato per primo se Daemon avesse rilasciato il colpo. -Taichiiiii!-

L'uovo di Dagomon si aprì.

Il Digivice della prescelta della Luce brillò e l'oscurità ne scaturì come un fiume in piena. Avvolse Imperialdramon e Omegamon e tuttavia, pur sorpresi i due non si sentirono minacciati da essa. 
-Tutto questo dolore... -
Solo, intristiti.
-È quello di Dagomon... - disse Imperialdramon. E nonostante tutto quello che il signore del Mare Oscuro aveva fatto di sbagliato verso Hikari, non poteva non sentire una grande pena per quella disperazione senza speranza. E se finalmente Dagomon aveva capito, aveva trovato una Luce in cui credere, Daemon gliel'aveva strappata.
-Hai fatto soffrire troppi digimon!- urlò Imperialdramon riuscendo ad afferrare nuovamente il Demon Lord.
-È ora di chiudere i conti!- urlò Omegamon caricando la Grey Sword.
L'energia di Dagomon morente fece da catalizzatore per la miracolosa evoluzione che già una volta aveva salvato il mondo.
L'Oscurità del Mare Oscuro scivolò lungo le membrane di un paio d'ali draconiche bianche come la neve. Non le intaccò.
Più è l'Ombra, più è intensa la Luce.
Le due facce uguali della stessa medaglia.
Omegamon e Imperialdramon si erano fusi in Imperialdramon Paladine Mode.
-Maledizione, no!- sbottò Daemon.
Con un affondo rapido e preciso, Il digimon di Coraggio, Amicizia, Bontà e Miracolo trapassò Daemon. Gli perforò le mani che usò come scudo e il petto muscoloso. La spada uscì dalla schiena grondante di sangue.
Daemon gemette, prima che i suoi dati si liberassero in un'esplosione finale.
Così morì Daemon portatore del peccato dell'Ira, incapace di sfogare il suo peccato.
Lucemon si gustò la sua fine e poco gli importò se il ragazzo dell'Oscurità non gli aveva ceduto.
Quella vista lo appagò.







Note:...
Sono riuscita a seccarlo o.o
Io... sono senza parole... questo capitolo è stato un crescendo di tentativi di seccaggio...
Ma almeno posso passare ai Dark Masters yeeee!
No, ok, serietà. Ovviamente ci sarà il finale di saga e ancora feels... e tanti feels. Come se in questo cap non ce ne siano abbastanza.
È stato tutto una corsa con tante cose che accadevano contemporaneamente e potrei avere anche scritto minchiate.
E anche l'energia dell'uovo l'ho usata. Mi pareva giusto venisse usata contro Daemon piuttosto che più avanti.
Ovviamente non sono del tutto soddisfatta, ma temo che non sarei riuscita a fare di meglio. In compenso ora anche Risei è salvo.
Comunque a Daemon è andata bene. Se lo prendeva Miyako finiva molto peggio u.u
Se ho una remora, avrei voluto trattare meglio il rapporto fra Risei e Black Agumon, ma credo che il nostro dinosauro abbia capito nel momento peggiore quanto davvero era legato al bambino. Per fortuna però è andata bene u.u Dovevano essere due capitoli, ma sono diventati uno. In realtà volevo usare l'esempio di una barca di carta con la paraffina per Risei, però... troppi riferimenti a It, però mi sembrava il più calzante. Anche il catrame fa il suo dovere comunque.

Al prossimo capitolo!! ^_-


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