Il bastardo innamorato

di Siby
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


"Mamma, mamma, posso avere una caramella?"

"Dopo che avrai finito tutti i compiti tesoro! Vuoi aiutarmi a trovare le chiavi di casa?"

"Sì mamma!"

"Allora devi tenere per due secondi il libro che ti ho comprato al supermercato, ok?"

"Va bene! Guarda mamma: un gattino! Posso giocarci?"

"Come? Ma è quello della vicina, deve essere scappato di nuovo! Ok amore, puoi giocarci,ma soltanto il tempo che trovo le chiavi e vedi di rimanere dove ti possa vedere! Dove diamine sono finite? Ha ragione quel burbero di tuo padre quando dice che ho la borsa più grande di quella di Mary Poppins! Ma quanto ci mette a salire dal garage?"

"Vieni qui gattino, dove vai?"

"Dove sono finite?"

"Mamma, mamma!"

"Dimmi Daniel"

"C'è una persona che dorme sulle scale! E' tutta sporca di sugo!"

"Tutta sporca di sugo? Cosa stai dicendo tesoro?"

"Vieni a vedere mamma!"

"Va bene!"

"Vedi mamma? Sta dormendo sulle scale ed è tutta sporca di sugo! Mamma?!Mamma?! Mi senti? Perché hai la faccia brutta?"

"Amore, lo faresti un favore alla mamma?"

"Certo mammina"

"Andresti a vedere che fine ha fatto papà?"

"Perché?"

"La mamma deve aiutare la persona che sta dormendo"

"Non posso aiutarti?"

"Purtroppo no, inoltre devo fare una chiamata davvero importante"

"Una di quelle super importanti per il lavoro?"

"Esatto amore! Dopo, come premio, ti darò ben 3 caramelle!"

"Davvero?"

"Certo!"

"Allora corro subito!"
 

"112, come posso aiutarla?"

"Dovete mandare qui i carabinieri e un'ambulanza il prima possibile"

"Signora stia calma e mi dica cosa è successo"

"Mio figlio ha appena trovato la mia vicina coperta di sangue, dovete venire immediatamente!"

"Ho bisogno che lei mi dia nome, cognome e numero di telefono, avviserò subito la pattuglia"

"Abito in via Ponchielli 19 a Trento e mi chia... , aspetti si sta muovendo!"

"Signora non si faccia prendere dal panico e segua le mie istruzioni, una pattuglia e un'ambulanza stanno già arrivando da lei!"

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


"Penny, puoi venire ad aiutarmi?"

"Eccomi Carla! Dimmi tutto!"

"Inizia a ritirare i dolci, mentre io controllo che i conti tornino o non ce ne andiamo più da qui!"

"Certamente!" Penelope si diresse nel retro del negozio e, mentre si apprestava a ritirare il primo vassoio di torte nella cella frigorifera, sentì il rumore del campanello che annunciava l'apertura della porta.

"Buonasera, avete già chiuso?" chi sarà a quest'ora? Dalla voce sembra unragazzo.

Una volta tornata davanti notò che non si sbagliava, era uno di quei ragazzi che non passava inosservato e, a pelle, non le ispirava molta fiducia.

"Sì, aveva bisogno di qualcosa in particolare?" chiese la proprietaria della pasticceria.

"Ecco, mi sono dimenticato l'anniversario dei miei genitori e tra meno di 20 minuti devo essere a cena a casa loro e ho pensato di prendere una torta con dei pasticcini, voi avete ancora qualcosa?" Carla si voltò verso la ragazza, che li aveva raggiunti e le chiese di iniziare a preparare il vassoio con i pasticcini, mentre lei andava nel retro a prendere una torta tra quelle rimaste.

"Purtroppo ci sono rimasti soltanto questi, spero vadano bene" disse la giovane rivolgendosi al ragazzo.

"Nessun problema" rispose lui sorridendo.

"Avete qualche allergia in famiglia?"

"Nessuna, comunque io sono Lorenzo, piacere!" allungò la mano per presentarsi, ma la ragazza non ricambiò.

"Io sono Penelope, quante persone siete?"

"In tutto siamo 6: io, mia sorella, suo figlio, suo marito e i miei genitori"

"Va bene" la ragazza preparò il vassoio e attese il ritorno della proprietaria, così da poter preparare il pacchetto per la torta.

"E' da tanto che lavori qui?"

"Un annetto"

"Prima volta in questo settore?"

"No, lavoravo in una pasticceria in Svizzera, ma sono tornata in Italia per questioni personali"

"Immagino che mancherai al tuo fidanzato" la ragazza alzò lo sguardo, che fino a qual momento aveva tenuto basso per prendere i pasticcini, verso quello del suo interlocutore, dove vuole arrivare? Ti prego, non a quello che penso io!

"Non ho un fidanzato" al giovane si illuminarono gli occhi.

"Davvero?"

"Sì"

"Nemmeno io"

"Capito" la ragazza sperava di aver chiuso ogni possibile discussione, ma si sbagliava.

"E come ti trovi qui?"

"Conosco già la città: da piccola vivevo qui e non è cambiata molto da allora" rispose iniziando a impacchettare i dolcetti.

"Bene, sono felice per te" ma quanto ci mette Carla a prendere quella torta?

Come richiamata, la donna apparve dal retro.

"Eccomi qui! Scusate l'attesa ma ho messo le ultime rifiniture e ho aggiunto la scritta, spero che non sia un problema!" disse mostrando la torta, che si trovava nella confezione ancora aperta, soltanto a Lorenzo.

"Nessun problema, anzi è perfetta!" rispose il ragazzo, rivolgendo poi lo sguardo a Penelope.

"Bene, sono 30 euro in tutto!" il ragazzo si diresse al registratore di cassa e tirò fuori una banconota da 50 euro.

"Ecco a voi, tenete pure il resto come ringraziamento per il disturbo! Grazie ancora e buona serata! Ci vediamo Penelope!" una volta uscito la ragazza corse a chiudere la porta del negozio.

"Tutto bene cara?" chiese la proprietaria preoccupata.

"Quel tipo non mi ispirava molta fiducia" nemmeno un po'!

"Magari è solo la stanchezza" rispose la donna con noncuranza.

"Lo spero proprio Carla, lo spero tanto!"

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Erano passati diversi giorni e la ragazza si era buttata a capofitto sul lavoro, dimenticandosi dell'accaduto. Quel giorno Carla aveva indetto una riunione perché di lì a poco sarebbe iniziato uno dei periodi più tosti dell'anno: San Valentino! Ogni anno lei e i suoi colleghi si riunivano per preparare un "piano d'attacco" come lo definiva Francesco – per gli amici Ciccio – l'addetto alle consegne del negozio e nipote diCarla.

"Cavolo sono in ritardo!" disse Penny guardando l'orologio sul telefono che segnava le 14:30, la riunione era stata fissata per le 14:00, ma la sua gatta Cleopatra aveva deciso che restare a casa non era di suo gradimento e ci aveva messo più di mezz'ora per ritrovarla e riportarla nel suo appartamento.

Appena arrivata chiese scusa per il ritardo, appoggiò sciarpa e cappotto e si unì ai suoi colleghi e amici: Carla, Ciccio, Manuela, Gianni, Roberto e Paolo.

"Mi sono persa qualcosa?"chiese, mentre si sedeva tra Manuela e Paolo.

"Non abbiamo ancora iniziato" rispose l'uomo, nonché proprietario e marito di Carla che incominciò a parlare.

"Bene ragazzi! Come ben sapete tra 2 settimane è San Valentino e, come ogni anno, daremo il meglio e porteremo a casa un fantastico risultato! Pensavo di riproporre il metodo dell'anno scorso e dividerci i vari compiti, siete d'accordo?" tutti fecero un cenno affermativo.

"Perfetto! Allora da oggi informeremo i nostri clienti che, dietro acconto, potranno prenotare i nostri dolci e che, come ogni anno, proponiamo una selezione speciale apposta per questa festa. Penny e io, in questi giorni, ci abbiamo lavorato e il risultato è stato apprezzato" a quelle parole la diretta interessata prese la parola.

"Apprezzato?! Abbiamo fatto soltanto delle prove interne, non le abbiamo mai proposte ai clienti"

"In realtà ne abbiamo venduta una! Ricordi la torta che abbiamo dato giorni fa a quel bel ragazzo che è venuto in chiusura?" la ragazza rispose di sì.

"Ecco, è tornato il giorno dopo dicendo che la torta è piaciuta a tutti e che di sicuro sarebbe tornato! Mi ha chiesto anche di salutarti, ma mi è passato di mente!" rispose Carla con un sorriso sulle labbra.

"La nostra Penny fa conquiste!" la prese in giro Ciccio e tutti gli altri si unirono al coro, fu Carla a riportare l'ordine.

"Basta chiacchiere e torniamo a parlare del motivo per cui siamo qui: San Valentino! Come ho anticipato prima ho deciso di dividere i vari compiti: Ciccio si occuperà delle consegne, Manu e Paolo si occuperanno di prendere gli ordini e servire i clienti, Roberto, Gianni, Penny e la sottoscritta penseremo alla creazione dei dolci e, in caso di bisogno, aiuteremo in negozio. Tutto chiaro?"

"Sissignora!" rispose Ciccio facendo il saluto militare e gli altri scoppiarono a ridere. Una volta terminata la riunione tornarono tutti a lavoro e Penny si concentrò sulla creazione di diversi tipi di torte, quando fu interrotta da Manuela.

"Penny stavo pensando di far fare dei volantini pubblicitari con i dolci che stai realizzando per San Valentino da lasciare nei vari negozi presenti qui nel centro storico, così da attrarre l'attenzione di altri potenziali clienti, che ne dici?" disse tutto d'un fiato.

"Mi sembra un'ottima idea! Hai provato a chiedere a Carla e Paolo?"

"Sì: mi hanno risposto che, se per te non ci sono problemi, contattano subito il grafico pubblicitario"

"Per me va benissimo! Fammi solo sapere quando verrà a fare le foto!"

"Certamente! Lo chiamo subito!" la ragazza se ne andò in fretta e furia, per poi tornare per annunciare che il fotografo sarebbe arrivato la mattina successiva e che i volantini sarebbero stati pronti per il giorno dopo. Finito di parlare ognuna tornò alla propria postazione fino al termine dell'orario lavorativo e la ragazza tornò a casa.

La mattina seguente, Penny ,si recò prima in pasticceria, così da poter recuperare il tempo perso nella disperata ricerca di Cleopatra e portarsi avanti con la creazione dei dolci da fotografare; i proprietari le avevano lasciato una copia delle chiavi così da poter entrare e uscire dal negozio in piena autonomia. Entrò nel laboratorio, si tolse giubbotto e sciarpa, mise il grembiule, coprì i capelli e, dopo aver messo le cuffie con la musica a tutto volume per trovare l'ispirazione, si mise a lavoro fino a quando non fu interrotta da un'euforica Carla, che le tolse l'auricolare dall'orecchio.

"Tesoro non puoi immaginare la sorpresa quando ho scoperto chi farà le foto ai tuoi dolci! Nemmeno tu ci crederai!" disse la donna tutta eccitata, la ragazza rimase perplessa a quell'affermazione.

"Non viene il solito fotografo?" chiese Penelope.

"No tesoro! Il fotografo è il bel fusto della torta!" a quelle parole la ragazza rimase di sasso.

"È uno scherzo, vero?" ti prego dimmi di sì! Ti prego dimmi di sì!

"No cara, c'è qualcosa che non va? È per la storia della brutta sensazione che hai avuto?" la ragazza fece un cenno affermativo con la testa e la donna emise un sospiro.

"Era solo stanchezza!"

"Dici?"

"Certo tesoro!" le diede un buffetto sulla guancia per tranquillizzarla.

"Allora fallo entrare e facciamo queste foto, ok?"

"Va bene, in ogni caso io, Roberto e Gianni siamo qui, ok? Per qualsiasi cosa basta chiamarci e noi corriamo subito in tuo soccorso, va bene?" chiese Carla.

"Va bene" spero davvero che fosse soltanto stanchezza!

"Perfetto, vado a chiamarlo!" rispose la donna battendo le mani; quanto invidio la sua esuberanza! Pensò Penelope, mentre la donna si allontanava.

Quando tornò indietro con lei c'erano anche Gianni e Roberto che stavano aiutando il ragazzo a portare l'attrezzatura, appena Lorenzo notò Penny il viso gli si illuminò e le rivolse un sorriso che partiva da un lato all'altro della bocca; lei ricambiò con un leggero cenno della bocca.

Sistemarono l'attrezzatura e, dopo qualche foto di prova, i tre pasticceri ritornarono al lavoro lasciando Penelope e Lorenzo insieme.

"La tua torta ha fatto faville alla cena dei miei! Mi hai salvato dall'essere diseredato!" le disse il ragazzo.

"Carla mi ha informato del suo successo, sono felice che sia andata bene" rispose a disagio. È solo una tua impressione, solo una tua impressione! Continuava a ripetersi mentalmente.

"Va tutto bene?" le chiese. Penny fece un respiro profondo.

"È che si sta avvicinando San Valentino ed è un periodo abbastanza tosto, sono solo in ansia perché ho paura che qualcosa possa andare storto!" deve essere di sicuro così! È colpa dell'ansia!

"Deve essere un periodo stressante per voi! Vedrai che andrà tutto bene!" la rassicurò prendendole una mano che lei subito ritrasse.

"Scusa, abitudine! Non tocco mai nessuno quando sono a lavoro per paura di contaminare qualche dolce" mentì lei e il ragazzo sembrò crederci.

"Tranquilla, nessun problema!" rispose sorridendo.

"Per te è un problema se intanto che fai le foto continuo a lavorare? Così mi porto avanti con la produzione di oggi?"

"Fai pure, nessun problema! In caso di bisogno ti chiamo, ok?"

"Perfetto, grazie mille! Io sono qui accanto, se non ti rispondo subito per via della musica, bussa sul tavolo, così muoverai gli ingredienti e mi accorgerò di te!" Penelope lo lasciò al suo lavoro e tornò a concentrarsi sui dolci, senza accorgersi delle foto che le venivano scattate di nascosto.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Erano passate due settimane e,  finalmente, San Valentino era arrivato! Penelope e i suoi colleghi avevano lavorato senza sosta per poter accontentare tutti i clienti che avevano ordinato i loro dolci in negozio: i volantini a cui aveva pensato Manuela avevano funzionato ed erano arrivato tanti nuovi clienti.

Lorenzo si era presentato altre volte in negozio e aveva sempre chiesto di Penny, ma la ragazza, con la scusa del lavoro, l'aveva sempre rimbalzato, ma lui era una persona ostinata e non si dava per vinto e lo dimostrò quella stessa sera, facendosi trovare fuori dalla pasticceria con un mazzo di rose rosse in mano.

Quando gli altri lo notarono lasciarono la ragazza da sola, nella speranza che, finalmente, la loro amica avrebbe trovato la persona giusta per lei.

"Lorenzo, cosa ci fai qui?"

"Semplice: ti aspettavo! Sono giorni che cerco di vederti, ma per colpa del lavoro non puoi!"alla ragazza tornò quella brutta sensazione che aveva provato entrambe le volte che era rimasta insieme a lui. È solo una tua impressione Penelope!

"Non dovevi" gli rispose.

"Se vuoi, per farti perdonare, puoi venire a cena con me!" Penny rimase di sasso: non si aspettava un invito dopo i continui due di picche che gli aveva rifilato, pensava di essere stata chiara.

"Senti Lorenzo, mi spiace se ti ho dato un'impressione sbagliata, ma io non sono alla ricerca di una relazione. Ora come ora sto benissimo da sola e non vedo nel mio futuro la possibilità di stare con qualcuno! Non volevo illuderti!" il ragazzo rimase impassibile a quella risposta.

"Che ne dici di un semplice cena tra amici?" propose allora lui.

"Ci devo pensare, ok?" una strana luce passò per gli occhi del ragazzo, ma non perse il suo sorriso.

"Va bene, però accetta almeno i miei fiori" la ragazza tentennò.

"Io non saprei cosa farne, magari li puoi utilizzare tu!" aggiunse Lorenzo per convincerla.

"Non mi sembra il caso!"

"Per favore!"

"Ok!" Penelope prese ifiori e se li porto al naso per annusarli, che profumo magnifico.

"Grazie Lorenzo, sono bellissime!" il ragazzo si avvicinò alla ragazza per spostarle un ciuffo che le era caduto davanti agli occhi, ma lei si scansò.

"Scusa, ormai è un'abitudine!" rispose guardando il ragazzo che, adesso, non mostrava più il suo sorriso.

"Tranquilla, nessun problema. Vuoi un passaggio fino a casa?"

"A dir la verità abito qui in centro, mia nonna mi ha lasciato la casa in eredità e mi sono trasferita lì non appena sono tornata in Italia, è a pochi passi dalla pasticceria! "

"Vuoi che ti accompagno?" dopo aver finito la frase al giovane suonò il telefono e lo tirò fuori con stizza dalla tasca dei pantaloni.

"Che c'è?" rispose con rabbia, la ragazza notò il cambiamento di comportamento improvviso e ne rimase perplessa.

"Ciao, dimmi" il ragazzo fece cenno alla ragazza di aspettare e si allontanò un attimo per poter avere la giusta privacy, nel mentre Penelope venne raggiunta da Roberto.

"Penny, fortuna che sei ancora qui!" la ragazza si voltò verso il collega e lo salutò.

"Ciao Roby, dimmi!"

"Oggi ho messo da parte una delle tue torte per festeggiare con mia moglie e indovina un po'?! Me la sono dimenticata in negozio! Posso chiederti di aprirmi il laboratorio, così la prendo subito?" la ragazza scoppiò a ridire per la sbadataggine del collega e rispose con un cenno della testa.

"Dammi solo 2 minuti che avviso una persona!"

"Va bene, ci troviamo all'entrata!"

La ragazza si allontanò indirezione di Lorenzo per informarlo del suo spostamento e lo trovòancora preso dalla telefonata, gli fece un cenno per attirare la sua attenzione e gli disse che andava un attimo al laboratorio e di non preoccuparsi se non l'avesse trovata al suo ritorno; il ragazzo rispose con un segno affermativo e continuò la conversazione telefonica, mentre lei si avviò verso l'entrata del laboratorio, cercando le chiavi nella borsa.

"Eccoti qui! Pensavo mi avessi abbandonato qui per scappare con il tuo spasimante!"

"Non è il mio spasimante!"

"Non sono molti gli amici che ti aspettano fuori dal luogo dove lavori con un mazzo di rose rosse in mano!"

"Come ho già detto anche a lui: non sono alla ricerca di una relazione! Ho altro a cui pensare al momento!"

"Devi iniziare a svagarti di più Penelope! Sei qui da nemmeno un anno e non sei mai andata in giro per qualche locale da quello che so! Conosci un solo tragitto: quello da casa tua fino a qui e viceversa!"

"Hai dimenticato il supermercato! Anche se non sembra, io mangio!"

"E tanto vorrei aggiungere! Mi ricordo ancora la metà torta che ti sei mangiata con la scusa del ciclo!" entrambi scoppiarono a ridere al ricordo di quell'avvenimento.

"Parlando di dolci: ecco latua torta, pronta per venire a casa con te!" Roberto la prese e si diressero verso l'uscita.

"Sei stata la mia salvezza! Come ringraziamento sei invitata a casa mia una di queste sere! Mia moglie non vede l'ora di conoscere te e, soprattutto, i tuoi dolci!"

"Va bene capo!" rispose la ragazza, mentre chiudeva a chiave la porta e reinseriva l'allarme. Il suo collega stava per aggiungere qualcosa quando, qualcuno, lo strattonò e gli diede un pugno, buttandolo a terra.

"Lorenzo! Che cazzo stai facendo?" chiese la ragazza correndo in soccorso del collega.

"Fortuna che eri single e non volevi una relazione! Fai tanto la preziosa, ma in realtà sei soltanto una puttana!" la ragazza aiutò il collega ad alzarsi.

"Di che cavolo stai parlando?" gli rispose, avvicinandosi a lui per fronteggiarlo.

"Ho visto come facevi la civetta con lui! Tutte le volte che sono venuto a chiedere di te non potevi perché te lo stavi scopando?" rispose prendendole un braccio e torcendoglielo dietro la schiena.

"Non so di cosa cazzo stai parlando! Roby è un mio collega e aveva dimenticato la torta per la moglie in laboratorio! Mi ha chiesto di accompagnarlo e basta! Secondo te sono una persona così meschina da non dirti che ho un fidanzato? Inoltre, sarei così stupida da farmi trovare subito dopo con lui? Ma per chi mi hai preso? E ora lasciami il braccio che mi stai facendo male!" gli rispose a testa alta la ragazza, in suo soccorso arrivò Roberto che si era ripreso dalla botta.

"Hai sentito cosa ti ha detto? Lasciala e levati dal cazzo!" Lorenzo le lasciò il braccio e la ragazza ne approfittò per prendere il mazzo di rose rosse, che era caduto, e lanciarglielo contro il petto.

"Non provare mai più ad avvicinarti a me! Hai capito?! Volevo provare a esserti amica ma mi sbagliavo di grosso! Stammi il più lontano possibile!" Lorenzo se ne andò e Penelope convinse l'amico ad andare al pronto soccorso per controllare che non ci fosse nulla di rotto.

Andarono a casa di Penny dove presero la sua macchina e si diressero verso l'ospedale, lì furono raggiunti dalla moglie di Roberto, avvisata da quest'ultimo durante il tragitto. Fortunatamente l'uomo non aveva niente di rotto, ma i medici gli dissero di stare a casa una settimana e di tornare immediatamente in caso di complicazioni.

Dall'altra parte della città,Lorenzo era impegnato a sfogare la sua rabbia sopra una torta che aveva comprato quel giorno,  circondato da foto di Penelope.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Era passato più di un mese da San Valentino, Roberto si era rimesso in sesto e Lorenzo si era fatto vedere sempre più raramente in negozio. I primi giorni i colleghi avevano deciso di accompagnare Penelope a casa ma, dopo che quest'ultima aveva insistito, avevano smesso e le loro vite erano tornate indietro a prima dell'accaduto.

"Penny, Penny, Penny!"Ciccio bussò tre volte sulla spalla della ragazza, che stava lavorando, facendola spaventare.

"Ciccio devi smetterla di guardare telefilm, ti fanno male!" il diretto interessato scoppiò a ridere, mentre la ragazza si tolse le cuffie.

"Dai devi ammettere che è divertente" la pasticcera spense la musica e diresse la sua attenzione sul collega, a volte mi chiedo se ha 10 anni o 28 come dice!

"Di cosa avevi bisogno?"

"Stasera ti va di andare a mangiare fuori? Festeggiamo il compleanno di zia Carla!"

"È il suo compleanno?"

"Sì, fa 59 anni!" rispose euforico il ragazzo.

"Mi stai prendendo in giro! Ne dimostra molti di meno!" Ciccio scoppiò a ridere.

"È un dono di famiglia! Dovresti vedere mia madre, nonché sua sorella! Tornando a stasera, tu ci sei vero?"

"Ecco,io..."

"Ti prego!" rispose il collega facendo gli occhi da cucciolo.

"Va bene! Però devo andare a casa a darmi una rinfrescata"

"Nessun problema! Ci troviamo fuori dal negozio per le 20:30, ok?"

"Va benissimo!"

"Perfetto! RAGAZZI HA DETTO CHE VIENE!!!!!" Penelope si voltò e trovò tutti i suoi colleghi impegnati a origliare la conversazione, scoppiò a ridere e ritornò al suo lavoro.

Arrivò la fine del turno e, una volta fuori dal locale, rimasero d'accordo di trovarsi sotto il palazzo dove abitava Penny poiché il ristorante si trovava lì accanto.

"Allora a dopo ragazzi!" disse la pasticcera incamminandosi verso casa. Fortuna che casa mia è qui vicino, mamma che freddo, in più è già buio!

All'improvviso, durante il tragitto, iniziò a sentirsi osservata, provò a controllare dietro di lei, ma non trovò nessuno e riprese a camminare, convinta di essersi sbagliata, fino a quando non sentì imprecare un passante che aveva appena superato.

"Hey ragazzo stai attento! Mi hai preso in pieno! Hey! STO PARLANDO CON TE!" si girò all'improvviso e, non appena vide che Lorenzo la stava seguendo, decise di velocizzare il passo, ma sentì che anche lui aveva aumentato la velocità, manca poco e sarò al sicuro!

Tirò subito fuori le chiavi di casa sua, pronta ad aprire il portone ma, fortunatamente, in quel momento stavano entrando la vicina - che abitava come lei a piano terra rialzato - insieme al figlio.

"Signora Schmidt aspetti!" urlò la ragazza, attirando l'attenzione dei due, sentì il rumore dei passi dietro di lei fermarsi e tirò un sospiro di sollievo. Grazie al cielo!

"Buonasera Penelope, tutto bene? Hai una faccia sconvolta!" le disse la vicina chiudendo il portone alle loro spalle, non appena varcarono tutti e tre la soglia.

"Mi scusi, ma avevo la sensazione di essere seguita" la donna si rabbuiò.

"Parli del ragazzo che era dietro di te?"

"Sì, perché?"

"Perché è da un po' che lo vedo gironzolare qua attorno, pensavo che abitasse in questa zona e non ho dato molto peso alla cosa" la ragazza sbiancò.

"Come? È sicura che fosse proprio lui?"

"Sì, è difficile non notare un ragazzo come lui" Penelope si sentì mancare e si sedette sulle scale.

"Cara, tutto bene? Vuoi un bicchiere d'acqua?" la ragazza fece cenno affermativo.

"Daniel, vai a casa da papà e digli di preparare immediatamente un bicchiere d'acqua con lo zucchero!"

"Posso averne anche io, mamma?"

"Ne parliamo dopo, adesso corri subito da papà!"

"Va bene!" il bambino sparì su per i pochi scalini che dividevano l'androne del palazzo con il loro piano e la donna si sedette accanto alla pasticcera prendendole la mano per infonderle coraggio.

"Penelope, se quel ragazzo ti sta seguendo e dando fastidio, bisogna informare le autorità di quello che sta succedendo, capito?" la ragazza fece un leggero cenno con la testa.

"Hai qualche parente da cui poter andare?"

"No, i miei sono morti per un incidente stradale in Svizzera, sono tornata dopo la morte di mia nonna per sbrigare la questione eredità e ho deciso di restare qui"

"Qualche collega di lavoro?"

"Saranno qui tra poco, dovevamo andare a cena fuori, ho rovinato tutto!" la ragazza iniziò a piangere e la donna l'abbracciò.

"Tranquilla tesoro, vedrai che riusciremo a sistemare tutto! E ricorda che non è colpa tua! Adesso vieni a casa mia, così chiamiamo subito aiuto"

"Va bene" rispose la ragazza asciugandosi le lacrime e dirigendosi con la donna verso il suo appartamento; una volta arrivati lì, trovarono ad attenderle il marito della proprietaria di casa preoccupato.

"Lisa, tutto bene?"

"No, Max! Dobbiamo chiamare subito la polizia perché qualcuno sta seguendo Penelope!"

I due coniugi le fecero bere l'intruglio che la moglie aveva fatto preparare all'uomo e, subito dopo, chiamarono le forze dell'ordine, i quali li informarono che un pattuglia sarebbe arrivata nel minor tempo possibile.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


"Penny, che ne dici di guardarci un film?"

"Volentieri Fra, ma soltanto se accompagnato da un'enorme ciotola di pop-corn! Hai qualche proposta?"

"Beh, ecco... veramente..." il ragazzo si strinse le mani a disagio.

"Devo prenderlo come un no?"Ciccio diventò rosso come un pomodoro e fece un cenno affermativo con la testa.

"Allora facciamo così, tu scegli quale film vuoi vedere, io intanto preparo da mangiare, ok?"

"Perfetto!" Penelope si alzò dalla poltrona su cui era seduta e andò in cucina.

"Certo che deve essere fantastico vivere in un appartamento completamente insonorizzato!"

"Già! L'altra settimana per pulire casa ho messo la musica alta e nessuno si è lamentato!"

"Davvero?! Hai fatto bene allora a fare questa modifica! Deve esserti costata tanto!"

"In realtà sono stati i miei nonni a far fare le modifiche: mia nonna si era laureata al conservatorio, si esercitava in casa e dava anche lezioni! Mi ricordo che quando venivo qui potevo trovare strumenti ovunque; pensa che, nonostante la pensione, ha continuato a suonare fino a quando le è stato possibile, dopodiché si è data alla musica classica a tutto volume" il ragazzo scoppiò a ridere.

"Tua nonna era tutto un programma!"

"Non stava mai ferma, pensa che è stata lei a chiedere a mio nonno di sposarsi"

"È durato molto il loro matrimonio?"

"Quasi 70 anni! Avevano 20 anni quando hanno deciso di fare il grande passo" all'improvviso il telefono di Francesco cominciò a suonare.

"Ciao zio, dimmi!.... Parla più lentamente che non ti capisco... Cosa?! Arrivo subito!" Ciccio chiuse la chiamata e corse a prendere il giubbotto, facendo cadere una sciarpa dall'attaccapanni della ragazza.

"Penelope devo scappare! Qualcuno ha aggredito mia zia!"

"O cavolo! Lei sta bene? "chiese subito lei.

"Sì, adesso lei e mio zio sono dai carabinieri a fare la denuncia! La persona che l'ha attaccata è scappata e loro non sono riusciti a vederla in faccia"

"Dammi il tempo di mettere le scarpe e vengo con te" gli rispose.

"Meglio se rimani a casa: è il posto più sicuro, no?" a quell'affermazione Penelope rimase di sasso.

"Vero, mi ero dimenticata di Lorenzo"

Era andata dai carabinieri a raccontare quello che era successo in quelle ultime settimane: dal primo incontro con il fotografo a quando lo aveva beccato a seguirla fino a casa, loro avevano preso in carico la richiesta di allontanamento e, dopo aver ricevuto la convalida del giudice,l'avevano portata al ragazzo.

La richiesta non era stata presa nel migliore dei modi dal diretto interessato che, il giorno dopo, si era presentato in pasticceria minacciandola. I suoi colleghi erano intervenuti in soccorso e avevano chiamato immediatamente le forze dell'ordine; da quel momento avevano deciso di non lasciarla mai da sola e facevano i turni per accompagnarla ovunque dovesse andare e rimanevano a casa sua a dormire.

"Mi raccomando: chiuditi in casa! Io torno il prima possibile!" uscì e si chiuse la porta alle spalle, nel tirare su la sciarpa che il ragazzo aveva fatto cadere, Penny, notò un mazzo di chiavi che non le appartenevano: dovevano essere cadute a Fra mentre si preparava! Subito dopo sentì suonare il campanello della porta e andò ad aprire, convinta che fosse lui.

"Immagino che tu sia tornato per le chiavi. Eccole qui!" ma appena vide a chi aveva aperto sbiancò e tentò di richiudere immediatamente, ma invano poiché Lorenzo la riaprì facendo forza e buttando Penelope per terra.

"Mi dispiace, ma io non sono il tuo amichetto di merda!" le rispose chiudendo la porta alle sue spalle.


 

"Mamma, mamma, posso avere una caramella?"

"Dopo che avrai finito tutti i compiti tesoro! Vuoi aiutarmi a trovare le chiavi di casa?"

"Sì mamma!"

"Allora devi tenere per due secondi il libro che ti ho comprato al supermercato, ok?"

"Va bene! Guarda mamma: un gattino! Posso giocarci?"

"Come? Ma è quello della vicina, deve essere scappato di nuovo! Ok amore, puoi giocarci,ma soltanto il tempo che trovo le chiavi e vedi di rimanere dove ti possa vedere! Dove diamine sono finite? Ha ragione quel burbero di tuo padre quando dice che ho la borsa più grande di quella di Mary Poppins! Ma quanto ci mette a salire dal garage?"

"Vieni qui gattino, dove vai?"

"Dove sono finite?"

"Mamma, mamma!"

"Dimmi Daniel"

"C'è una persona che dorme sulle scale! E' tutta sporca di sugo!"

"Tutta sporca di sugo? Cosa stai dicendo tesoro?"

"Vieni a vedere mamma!"

"Va bene!"

"Vedi mamma? Sta dormendo sulle scale ed è tutta sporca di sugo! Mamma?!Mamma?! Mi senti? Perché hai la faccia brutta?"

"Amore, lo faresti un favore alla mamma?"

"Certo mammina"

"Andresti a vedere che fine ha fatto papà?"

"Perché?"

"La mamma deve aiutare la persona che sta dormendo"

"Non posso aiutarti?"

"Purtroppo no, inoltre devo fare una chiamata davvero importante"

"Una di quelle super importanti per il lavoro?"

"Esatto amore! Dopo, come premio, ti darò ben 3 caramelle!"

"Davvero?"

"Certo!"

"Allora corro subito!"

"112, come posso aiutarla?"

"Dovete mandare qui i carabinieri e un'ambulanza il prima possibile"

"Signora stia calma e mi dica cosa è successo"

"Mio figlio ha appena trovato la mia vicina coperta di sangue, dovete venire immediatamente!"

"Ho bisogno che lei mi dia nome, cognome e numero di telefono, avviserò subito la pattuglia"

"Abito in via Ponchielli 19 a Trento e mi chia... , aspetti si sta muovendo!"

"Signora non si faccia prendere dal panico e segua le mie istruzioni, una pattuglia e un'ambulanza stanno già arrivando da lei!"

"In...ca...sa..." rantolò Penny, cercando di alzare un braccio.

"Come? Penelope non sforzarti, i soccorsi stanno arrivando!" la Signora Schmidt corse subito dalla ragazza e appoggiò il telefono per terra; in quel momento arrivò il marito della donna, preoccupato per quello che il figlio gli aveva appena raccontato.

"È...in...casa..."

"Marta, ho beccato giù la signora Berti e gli ho lasciato Daniel, non ho capito molto di quello che mi ha det... Oddio! Cos'è successo qui?"

"Massimo qualcuno ha attaccato Penelope! Ho già chiamato i soccorsi! Saranno qui a momenti!" rispose la moglie, rivolgendosi poi alla ragazza.

"Forza Penny, tra poco arriveranno i medici a prendersi cura di te!" all'improvviso sentirono un rumore provenire dalla casa della ragazza e, alzando lo sguardo, videro Lorenzo che, barcollante, si massaggiava la testa con la mano sinistra, mentre, con l'altra teneva in mano un coltello sporco di sangue, sangue che si trovava anche su altre parti del suo corpo.

Alla vista dei due coniugi, il ragazzo tentò la fuga, ma venne fermato dal signor Schmidt: in quell'istante arrivarono i soccorsi.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


VENT'ANNI A LORENZO BATTISTI, CONDANNATO PER STALKING E IL TENTATO OMICIDIO DI PENELOPE PEDROTTI

Lucia Paolini, avvocato della donna ha commentato: "E'stata data una pena mai vista nel nostro sistema. Saremo pronti a qualsiasi ricorso. I difensori cercheranno di smontare l'accusa ma non penso che in grado di appello possa subire ritocchi significativi, neppure in termini di pena!Come tutti ben sappiamo l'imputato ha causato alla mia assistita danni irreparabili: ha dovuto subire l'asportazione di un rene, un'isterectomia totale e un trapianto di fegato a causa delle ferite inferte dal signor Battisti, per non parlare dei danni psicologici che Penelope ha subito per colpa di questo elemento! Abbiamo prove a sufficienza per poter affossare qualsiasi richiesta da parte della difesa e,personalmente, sconsiglio alla controparte di effettuare qualsiasi ricorso, così da evitare qualsiasi figuraccia davanti ai giudici!"

Dopo la sentenza, Penelope Pedrotti ha detto in conferenza stampa: "Adesso voglio guardare avanti. In questi mesi difficili ho lottato per non farmi travolgere da un dolore immenso e nulla potrà ripagarmi.Adesso voglio ricostruire la mia vita e ritrovare la serenità che mi è stata tolta. Sarà un percorso davvero lungo e spero di potercela fare. Ringrazio tutte le persone che mi sono rimaste accanto durante questo lungo periodo!"

§§§§§§§§§§

"Tanti auguri a te! Tanti auguri a te! Tanti auguri, cara Penny! Tanti auguri a te!!!!"

"Ragazzi non dovevate" rispose la ragazza non appena vide la torta che i suoi colleghi le avevano preparato e soffiò sulle candeline, esprimendo il suo desiderio.

"È un piacere per noi! E poi te la sei meritata tutta!" le rispose Carla e gli altri le diedero manforte annuendo.

"Ora dammi qualche minuto che taglio questa opera d'arte! Tu rimani sulla tua poltrona e rilassati!"

Erano passati 4 anni e mezzo dall'aggressione di Lorenzo e lei, piano piano, aveva ricominciato a vivere e a rifarsi una vita: aveva seguito vari corsi di autodifesa - insieme a delle sedute con uno psicoterapeuta - e aveva venduto, a malincuore, la casa che era appartenuta ai suoi nonni per trasferirsi in un altro stabile dove era presente un portiere 24 ore su 24 - e in cui si trovava, in quel momento, con i suoi colleghi per festeggiare il suo compleanno.

L'unica cosa che era rimasta immutata dentro di lei era la sua passione per i dolci e, diversamente dalle aspettative degli altri, era rimasta a lavorare nella pasticceria di Carla e Paolo; non era stato per niente facile all'inizio, ma lei era stata più forte.

"Come sta la mia piccola Fanny?" chiese Fancesco sedendosi sul bracciolo della poltrona.

"Mi chiamerai così ancora per molto?"

"Preferisci Fawkes?" la ragazza storse il naso.

"Non ti azzardare!"

"Allora sarai sempre la mia piccola Fanny" le rispose dandole un bacio sulla testa; per un breve periodo il suo collega l'aveva evitata perché si incolpava dell'aggressione che aveva subito; le indagini dei carabinieri avevano chiarito che Lorenzo aveva organizzato tutto: aveva aggredito Carla, si era diretto di corsa nel palazzo dove abitava Penny, aveva aspettato che lui se ne andasse per intrufolarsi all'interno dello stabile e aggredire la ragazza. Ci aveva messo un po' a capire che lui non aveva colpe e, da allora, aveva iniziato a chiamare Penny come la fenice di Harry Potter perché, come lui le aveva spiegato la prima volta, anche lei era rinata dalle sue stesse ceneri.

"Marco potrebbe essere geloso" rispose ridacchiando lei, riportandolo alla realtà.

"Può stare tranquillo, sarò sempre il suo bocconcino!" dopo quell'affermazione le fece l'occhiolino e si diresse verso il suo ragazzo, nel mentre si avvicinò Manuela.

"Ecco qui la tua fetta di torta!" le disse porgendogliela.

"Grazie mille! Spostiamoci sul divano, così non ti affatichi troppo!"affermò Penelope indicando il suo pancione.

"Grazie! Non vedevo l'ora di sedermi, ma non potevo darla vinta a Gianni! Mi tratta come se fossi un pezzo di cristallo!"

"Avete deciso come chiamarla?"

"Olivia o Rebecca, siamo indecisi; più che altro manca poco e non vedo l'ora di partorire! Mi sento una mongolfiera e non riesco più a vedere i miei piedi!" entrambe si guardarono in faccia e scoppiarono a ridere. Dopo l'incidente loro due e Francesco avevano legato tantissimo ed erano diventati migliori amici; se non fosse stato per Penelope nessuno dei due avrebbero avuto il coraggio di dichiararsi a quelli che, adesso, erano i rispettivi partner e lei non sarebbe stata in attesa della sua "piccola calciatrice" come l'aveva soprannominato il suo Gianni.

"In merito alla bambina, volevo chiederti una cosa"

"Dimmi pure!"

"Ecco, Gianni e io ci abbiamo pensato tanto e, alla fine, abbiamo deciso di chiedere a Ciccio e a te di fargli da padrino e madrina, che ne dici?"le disse senza guardarla in faccia.

"Ma è una notizia bellissima! Perché avevi paura di chiedermelo? Chiamo subito Francesco così glielo chiedi subit..." non ebbe il tempo di finire la frase perché il diretto interessato era appena apparso.

"PENNY! GIANNI E MANUELA VOGLIONO CHIEDERCI DI FARE DA TUTORI ALLA PICCOLETTA CHE ASPETTANO!" disse urlando, nello stesso momento Manuela sentì del bagnato in mezzo alle gambe.

"Ragazzi, abbiamo un problema: ho appena rotto le acque!" esordì.

Qualche ora dopo

"Signori e signore ho l'onore di presentarvi la mia principessa: Rebecca Olivia Contrelli" annunciò Gianni mostrando la piccola ai suoi colleghi, che erano entrati nella stanza di Manuela.

"È bellissima! Come stai Manu?" chiese Carla.

"Sono a pezzi, ma ne è valsa la pena! Ma dov'è Penelope?"

"Si è allontanata un attimo perché doveva rispondere al telefono! Eccola di ritorno! Penny, tutto bene?" le domandò Francesco appena vide la sua faccia.

"Era il mio avvocato: la cassazione ha condannato Lorenzo all'ergastolo per le aggressioni a me e a Carla. Alcuni suoi ex compagni di cella hanno affermato che era sua intenzione terminare quello che aveva iniziato con me una volta scontata la sua pena" rispose con voce tremante e le lacrime agli occhi; i suoi colleghi, a eccezione di Gianni e Manuela, corsero ad abbracciarla.

"Dolcezza, sai questo cosa significa?" domandò Ciccio.

"Che, finalmente, è tutto finito?" chiese speranzosa.

"Esatto! Quell'essere spregevole non potrà mai più farti del male! Adesso asciuga questi lacrimoni e preparati a conoscere la nostra figlioccia!" affermò il ragazzo.

Fece come le era stato ordinato e, dopo essersi sistemata, si diresse verso il neo papà che le fece prendere la bambina in braccio.

"Ciao Rebecca, sono la zia Penny! Sei la cosa più bella che abbia mai visto, i tuoi genitori oggi non potevano farmi regalo più bello dite e ti prometto che farò di tutto per proteggerti. Ci sarò sempre per te: quando litigherai con loro perché sono troppo apprensivi e avrai bisogno di qualcuno con cui sfogarti; quando ti innamorerai e non saprai come dirlo ai tuoi; quando vorrai raccontare a qualcuno del tuo primo bacio o avrai bisogno di consigli per conquistare il ragazzo o la ragazza che ti piace. Non sarai mai sola, avrai sempre noi al tuo fianco. Adesso ti lascio con la tua mamma, così potrà darti da mangiare" le diede un bacio sulla testolina e la passò alla donna, si girò verso i suoi colleghi e rimase di stucco quandoli vide piangere.

"Va tutto bene?"

"Non potevi dire parole più dolci" affermò Roberto asciugandosi le lacrime.

Andarono in corridoio, così da lasciare un po' di privacy ai due genitori,quando sentirono una voce in lontananza chiamare Marco e notarono un ragazzo avvicinarsi.

"Amore chi è quel bocconcino?" chiese Francesco geloso.

"Tranquillo, è mio fratello Emiliano! Dovevamo vederci dopo la festa, ma come avrai capito, non è stato possibile e così gli ho mandato un messaggio dicendogli che ci trovavamo qui. Ho fatto male?" domandò il ragazzo preoccupato, intanto il nuovo arrivato si fermò davanti al gruppo e si presentò a tutti.

"Hai fatto benissimo caro!" rispose il suo fidanzato guardando la scena.

"Ciao, io sono Penelope, Penny per gli amici. È un piacere conoscerti"

"Ciao, io sono Emiliano, il fratello di Marco. Il piacere è tutto mio" i due iniziarono a chiacchierare del più e del meno estraniandosi dal resto del gruppo.

"Sapete, credo che presto assisteremo alla nascita di una nuova coppia"affermò Francesco.

"Tu dici?" chiese Carla.

"Sì, la mia piccola Fanny ha quello sguardo solamente quando ha davanti quello che ama di più: i dolci, questa è la prima volta che glielo vedo fuori dal lavoro. E sono felicissimo per lei!"

"Già, glielo auguro con tutto il cuore"

"Puoi dirlo forte, zia! Puoi dirlo forte!"

Fine



Ammetto che non sapevo quale finale dare a Lorenzo per cui l'ho lasciato in "sospeso" (se così può essere definito) così che ognuno di noi possa sceglierlo per lui; l'ho immaginato in tutte le salse, ma nessuna alternativa mi convinceva come questa.
Per quanto riguarda Penelope, invece, avevo già deciso per un suo lieto fine, soprattutto dopo tutto quello che le è successo.
Ringrazio tutti quelli che hanno letto questa storia dall'inizio fino alla fine e spero che vi sia piaciuta; in caso contrario vi chiedo, per favore, di farmi sapere cosa non ha funzionato, così da evitare di commettere gli stessi errori in futuro.

Siby

 

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