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di They are almost Canon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Proteggere in tuo nome ***
Capitolo 2: *** Odore di pioggia e inaspettate sorprese ***
Capitolo 3: *** AU - Anime Gemelle ***
Capitolo 4: *** Il primo vero abbraccio ***
Capitolo 5: *** Niente lavoro, solo coccole ***
Capitolo 6: *** Buon compleanno, ovunque tu sia ***
Capitolo 7: *** AU - tra una consegna e l'altra ***
Capitolo 8: *** così .... vicino al mio cuore ***
Capitolo 9: *** il dolce tepore della morte ***
Capitolo 10: *** 心臓を捧げよ! – Shinzou wo Sasageyo – offri il tuo cuore ***
Capitolo 11: *** Tienimi stretto tra i tuoi ricordi - POV Uri Reiss ***
Capitolo 12: *** un piacevole disordine - spoiler inside ***
Capitolo 13: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 14: *** WHAT IF - Ricordi del passato ***
Capitolo 15: *** Tra ricordi e nostalgia ***
Capitolo 16: *** vento di ricordi ***
Capitolo 17: *** Dubbi e incertezze tra ricordi passati ***
Capitolo 18: *** la battaglia della neve - Kenny e Uri ***



Capitolo 1
*** Proteggere in tuo nome ***


Mi hai lasciato la vita... non sentendo la mia presenza nella coordinata..
Hai lasciato la vita...a me che tante ne ho tolte..
Lo hai fatto nonostante ti abbia aggredito...
Mi hai dato la dignità di uomo... Al terribile Kenny Akerman...
Mi hai dato il tuo amore... Dal primo istante
Mi hai mostrato i tuoi sorrisi, la tua saggezza...
Mi hai mostrato la bontà di un Re giusto...
Mi hai permesso di stare accanto all'uomo prima ancora che al Sovrano..
 
Ora sono qui.... Tu sei morto da poco... Dopo 13 anni assieme...
Rimarrò con la tua famiglia...
Li proteggerò io...
 
Sarai sempre nel mio cuore, mio Re, Titano, compagno, mio...Uri Reiss
 
***********************************

"A volte ritornano" ed eccomi qua, un'altra drabble, stavolta un'OTP: Kenny e Uri.... in un momento particolare del loro rapporto...

il prompt scelto è #teamangst e si chiama "dopo il funerale"..... 

Alla prossima
 
Canon

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Capitolo 2
*** Odore di pioggia e inaspettate sorprese ***


Quel lunedì mattina era davvero una pessima giornata.

In superficie diluviava da ore, col rischio che la maggior parte dei fiumi della nazione esondassero.

Nei bassifondi la situazione precipitava di momento in momento: la gente si rifugiava man mano ai piani alti delle case e nel bordello al centro della cittadina le ragazze e gli avventori si ritrovarono a dover strappare all'acqua che scendeva impetuosa i propri vestiti.

I più codardi alle prime avvisaglie di pericolo erano tornati in superficie, illudendo le mogli di una fedeltà cognugale praticamente assente.

Chi si fermò ad aiutare si concentrò sulla giovane con cui stava consumando, mettendola in salvo.

Solo una di loro sembrava non avere nessuno e fu spostata dal proprietario in una camera sottotetto << dovrebbe arrivare mio fratello maggiore, mandamelo su. Qualsiasi siano le sue condizioni >> disse la giovane, preoccupata per il congiunto.

Passarono le ore del ragazzo nessuna traccia finchè, a temporale finito e nel silenzio generale si sentì rumore di passi pesanti di stivali inzuppati di fango che improvvisamente vennero gettati a terra.

Quella persona continuò a salire le scale, fino a bussare alla stanza della ragazza.

<< sei arrivato finalmente! Ogni volta che vengo a sapere che ti chiamano in superficie mi prende l'ansia di non rivederti più. E di non aver il tempo di dirti la cosa più importante >> lo sgridò lei << sorellina >> la rassicurò << io per te troverò sempre un modo per tornare, chi mi ammazza a me? >>

Si guardarono per un istante e scoppiarono a ridere << Kenny... ti devo dire una cosa: sono uincinta di un cliente >> la giovane piazzò la notizia a bruciapelo, sbigottendo il fratello << Kuchel, cosa? Di un cliente.. non vorrai mica tenerlo? >> chiese lui << tropo tardi fratellone. Io ho preso la mia decisione. Nascerà. Se sarà una femminuccia avrà il nome di nostra madre, se sarà un maschietto, a me piace Levi. >> disse con tono talmente autoritario che manco un serial killer, qual'era suo fratello riuscì a ribattere. << ti chiedo solo di rivelargli il cognome solo da adulto e solo se lo vorrà >>

Kenny la abbracciò << va bene piccola >> sorrise, per poi salutarla e sparire chissadove.

Di lì a sei mesì Kuchel partorì, dando alla luce il suo piccolo Levi.

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Capitolo 3
*** AU - Anime Gemelle ***


Il veliero del capitano Kenny solcava la costa ormai da settimane, da quando l'oracolo gli aveva detto che in un accampamento della zona avrebbe trovato il suo legame, la persona che fin da piccolo gli era stata predetta.

In un villaggio interno, quella sera vi sarebbe stata la cerimonia sacrificale, in cui il capo villaggio e uno dei suoi figli sarebbero stati offerti in sacrificio agli dei, ed il superstite della famiglia avrebbe preso il suo posto. Le discussioni su chi lasciare in vita andavano avanti da mesi. Alcuni volevano Rod, il maggiore, nonostante la tradizione indicasse Uri, più piccolo di qualche anno.

Tutto era dovuto al fatto che l'oracolo del villaggio aveva predetto ad Uri che la sua anima gemella era uno straniero proveniente dal mare e per di più un uomo.

La scelta era tra rompere la tradizione o la fine della stirpe.

Fu una battuta di caccia a permettere di venire a capo della situazione: l'oracolo disse al padre dei due ragazzi che l'uomo delle profezie sarebbe stato al largo in quel periodo e l'uomo decise in quel momento che entrambi i figli avrebbero vissuto.

Li portò con se in una zona a qualche ora di cammino, poi disse a Uri di scappare verso il mare. E tornò al villaggio con solo Rod, dicendo che il figlio minore era stato sbranato da alcuni animali selvatici.


Kenny nel frattempo aveva attraccato alla baia poco distante ed era sceso a terra.
Si imbatté in Uri fuggiasco mentre camminava assieme all'oracolo << il ragazzo, il tuo destino >> gli disse quest'ultimo.

Lo rapì, portandolo con se a bordo, e lì l'oracolo disse << il pirata e il fuggiasco, due anime finalmente assieme >> .
I due ragazzi su guardarono e il giovane indiano esclamò << tu, sei lo straniero indicato dalle nostre profezie. Portami via con te. Siamo anime destinate ad essere unite >> disse per poi baciare il pirata, che dapprima stupito ricambiò.

<< vieni via con me >> gli disse, portandolo a bordo dove venne presentato a tutti i marinai.

Quella sera stessa ripartirono, con Kenny e Uri che guardavano la costa abbracciati. Improvvisamente una nube di fumo comparve il corrispondenza del villaggio << grazie papà... l'ho trovato >> sussurrò lui al vento, per poi baciare il compagno.

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Capitolo 4
*** Il primo vero abbraccio ***


Questa storia fa parte delle challange "fast challange abbracci" del giardino di efp e "one moment challange" di better than canon, entrambi gruppi efp


Logan era costantemente in fuga da chi, nonostante le scelte di Uri Reiss, continuava a braccare lui e i suoi, la cui unica colpa era di chiamarsi Akerman.
Haruka, l'ultima rimasta della sua famiglia era ferma sotto un albero a stringere la benda che nascondeva il tatuaggio che assieme al cognome – Azumabito – era la sua maledizione, poi riprese la sua fuga.
I due ragazzi finirono per rifugiarsi nella stessa casa e pian piano conoscersi, decidendo di far squadra, e proteggersi in qualche modo.

Si erano divisi i compiti: lui, un cacciatore, sorvegliava la zona, spingendosi ogni tanto fino a Shiganshina – dove ebbe la fortuna di conoscere il medico – per le spese necessarie, lei invece accudiva la casa e preparava i pasti per entrambi.

 

Una notte scoppiò un violento temporale, Haruka sembarava scossa ed a quel punto Logan – che da tempo si era invaghito di lei – si avvicinò e la tranquillizzò.

La mattina dopo, col temporale ancora in corso, la giovane preparò la colazione per entrambi, sfornando tutte le pietanze preferite del giovane Akerman.

Il riprendere dei tuoni li trovò a far colazione assiene, finchè all'ennesimo colpo si ritrovarono stretti l'ul l'altro, nel primo vero abbraccio di quella che divenne una coppia felice, e quel rifugio divenne il luogo dove rimasero tutta la vita.

NB i nomi Logan e Haruka sono completamente inventati, non avendo i due personaggi – i genitori di Mikasa – un nome proprio nella serie, la storia è intesa SPOILER-FREE  per i lettori del manga
 

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Capitolo 5
*** Niente lavoro, solo coccole ***


31 dicembre

quella mattina Kenny era rientrato a casa – dopo aver ucciso l'ennesimo gendarme – alle prime luci dell'alba, mentre Uri ancora dormiva, e decise di andare a farsi un bagno al fiume, dopo aver gettato i capi irrimediabilmente rovinati e lavato quelli recuperabili.

Dopo un'oretta lo raggiunse Uri, col cuscino ancora stampato in faccia << bentornato amore mio >> gli disse, sedendosi a riva << grazie mio amato, e buon compleanno cosa vorresti fare oggi? >>
Uri fece una faccia adorabile << voglio stare con te, e fare l'amore... sai... si diche che chi lo farà stanotte, lo farà per tutto l'anno a venire >>
Per tutta risposta Kenny lo trascinò in acqua e lo baciò << e sia, oggi non minuovo da attaccato a te >>

1 gennaio

 

quella mattina i due si svegliarono nudi, uno acoccolato all'altro e ricoperti da una soffice coltre di neve che li aveva colti mentre accoglievano piacevolmente il nuovo anno << buongiorno amore mio, sei stato fantastico >> sussurrò Uri, baciando il compagno << Sono il migliore in quello che faccio. Ma quello che faccio non sempre è piacevole >> rispose Kenny, prendendolo in braccio.

<< non pensare al lavoro, non ora >> gli disse alzandosi e tirandogli una palla di neve addosso – ignorando platealmente l'essere totalmente svestiti – e scatenando un'allegra battaglia << facciamo una scommessa >> propose Uri << chi perde prepara la colazione nudo tutto l'anno >> disse, preparando la prima palla.

La battaglia andò avanti per diversi minuti con Rod che – sopraggiunto in quel frangente – non riuscì a stabilire il vincitore a causa della tormenta.

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Capitolo 6
*** Buon compleanno, ovunque tu sia ***


Questa storia partecipa a Una Challenge in Zucca indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp

Base della ricognitiva, anni dopo la fine del manga
 
Quella mattina Levi si era svegliato di malumore, molto prima del solito, ed era sceso a farsi un the, sperando fosse anche solo un po' di aiuto.
 
Qualcosa però continuava ad occupare la sua mente in quella mattina di Ottobre e senza rendersene conto salì al secondo piano, quello con le stanze degli ufficiali, ed aprì una delle porte.
 
Li dentro sembrava tornare indietro di anni, tutto era come quella mattina poco prima della partenza per Shiganshina.
 
Improvvisamente sentì come un tocco, nonostante fosse solo, molto simile ad una mano che si poggiava sulla sua spalla destra, come se li ci fosse qualcuno..
 
Si voltò lentamente, vide un ombra su di sé come una mano... La mano sinistra della persona che viveva in quella stanza.
 
<< Erwin >> sussurrò....
<< Amico allora mi vedi >> rispose l'entità, confermando la sua identità al vecchio amico 
<< Com'è possibile? >> si chiese il capitano << un giorno all'anno mi è concesso di mostrarmi in questa stanza >>
<< Oggi... Il 14 ottobre... Buon compleanno... Erwin ... Sai ricordo ancora tutto di te.. e come me i ragazzi.... >> 
<< Lo so... Vi voglio bene... Veglio su tutti voi....>> Gli disse, poco prima di svanire e lasciare che l'amico raggiungesse il resto della squadra, ormai sveglia.

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Capitolo 7
*** AU - tra una consegna e l'altra ***


Quando scoppiò la pandemia, Levi – trentottenne dirigente e modello presso un'agenzia fotografica – decise di ridurre al minimo i rischi per se e per i suoi dipendenti.

Indisse un'ultima riunione in cui assieme allo staff decise che avrebbero concluso solo i lavori in corso e poi avrebbero ridotto tutto al minimo, approfittando del fatto che alcuni dei modelli e modelle convivevano con i loro consueti fotografi e che i ragazzi degli uffici avrebbero potuto portarsi i portatili a casa.

Si salutarono augurandosi che tutto potesse finire in tempi brevi e raccomandandosi di seguire le raccomandazioni delle autorità e promettendosi di sentirsi via Skype regolarmente.

 

 

Quella stessa sera, il ristorante dove il diciottenne Eren lavorava era meno affollato del solito – proprio per le paure della gente – e tutto lo staff era riunito nella sala adibita al bar dopo che il pizzaiolo aveva strillato loro che in tv era partita un edizione straordinaria – ed a reti unificate – del notiziario.

Rimasero tutti in ascolto, loro ed i clienti in sala << chiedo a tutta la popolazione di rientrare presso le proprie abitazioni e di uscire il meno possibile, fino a fine emergenza >> annunciò a fine discorso il politico.
Il titolare chiuse le porte del ristorante e prese la parola << signori, voi che siete all'interno e avete già ordinato potete chiedere di avere i vostri piatti come asporto senza alcun sovrapprezzo. Chi sta già cenando invece finisca con tutta calma la portata, per le successive anche per voi è possibile l'asporto. Inoltre, per le sere a venire io e i miei ragazzi ci saremo, perciò portatevi a casa un menu e chiamateci, uno dei nostri camerieri vi porterà tutto. >> spiegò.

 

Levi era tra gli avventori che poterono usufruire dell'asporto e portò via con se un buon risotto e una copia del menù pensando che quell'opportunità era l'occasione per regalare una cena speciale alla sua governante, una di quelle sere.

Arrivato vicino a casa notò un via vai di ambulanze e un vicino lo fermò << Levi, giusto te ceravamo, hai il cellulare scarico, come sempre >> gli disse, poi si fece serio fissando l'amico << devi assolutamente andare per qualche tempo nell'altro tuo appartamento, purtroppo la tua governante è malata e dovrà rimanere isolata >> gli spiegò.

<< Capisco, ti chiamo tutti i giorni, fammi sapere >> disse, tornando in auto, per dirigersi al secondo alloggio, dove arrivò attorno a mezzanotte.

 

Mentre si sistemava scaldò il suo risotto e si mise a leggere il menu, valutando l'ipotesi di sfruttare giornalmente il servizio elargito dal ristoratore, per poi andare a farsi una doccia a riposare qualche ora.

La mattina dopo si alzò di buon mattino e si mise a lavorare, impostando tutto il lavoro delle settimane successive per se e per i colleghi.

Si fece pranzo, senza che se ne accorgesse non aveva preparato nulla da mangiare. Prese il menu del ristorante e telefonò, ordinando un secondo da loro.

 

La cosa procedette tutti i giorni, a pranzo e a cena, fino al punto di organizzare l'ordinazione doppia in un'unica telefonata.

Pian piano – quasi senza rendersene conto – le consegne erano sempre fatte da uno stesso cameriere.

Levi era ogni giorno più incuriosito da quel giovane e ormai, parecchi mesi dall'inizio di quella strana situazione, chiedeva sempre del ragazzo, di cui conosceva il nome dal ricamo sulla divisa: Eren.

 

Un giorno – quello del suo compleanno – Eren si fece coraggio << signore, so che chiedete sempre di me >> disse – intimidito – certo di non ricevere alcuna risposta.

<< Oh Eren, io sono interessato a conoscere te >>

Il ragazzo indietreggiò, credendo di aver frainteso le intenzioni dell'uomo che di tutta risposta si avvicinò sicuro << vedi, in questo periodo di quarantena tu sei stato l'unico con cui ho potuto interagire di persona e mi farebbe piacere avere un rapporto più diretto >>

Eren entrò, si sedettero sui divani, ed iniziarono a raccontarsi le rispettive vite, poi il cameriere si fece coraggio << vivete solo, ma.. lo siete? >> chiese titubante.

Levi si avvicinò << no Eren, o meglio non lo ero fino a pochi mesi fa, quando il mio compagno fu ucciso da sto schifo >> spiegò, per poi – inaspettatamente – baciarlo.

<< Levi... >> << Eren io mi sono innamorato di te, ed ecco vorrei che tu... >> << io? >> << trasferisciti qui >> gli disse.
Il trasloco avvenne pochi giorni dopo, alla ripresa della vita “normale”.

Un anno dopo, a pandemia ormai debellata, i due si sposarono, coronando così un amore nato giorno dopo giorno, consegna dopo consegna.
 

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Capitolo 8
*** così .... vicino al mio cuore ***


Dicembre, bassifondi

 

Quel giorno in superficie nevicava dal mattino e Olympia aveva da poco congedato l'ultimo cliente della nottata appena conclusasi.

Nella sua stanza privata all'ultimo piano del bordello in cui viveva e lavorava il suo piccolo levi di appena un anno dormiva beato nella culla che un cliente della sua giovane mamma aveva portato qualche giorno prima, per il suo primo compleanno.

La ragazza entrò a passo delicato, cercando di non svegliarlo e decise di mettersi in po' a riposare.

Passarono poche ore e in superficie la nevicata era diventata una bufera, il vento fortissimo portava la neve all'interno dei bassifondi in cui ormai il fango a terra e la condensa sulla volta stavano cominciando a ghiacciare

Levi si svegliò strillando per la fame e il freddo, e la sua mamma, destata dai lamenti del piccolo, lo prese in braccio e se lo attaccò al petto.

Visto il freddo si rifugiò sotto la sua coperta di lana col bimbo che mangiava beato.

Non sentendo più il pianto del bimbo il gestore del bordello salì a controllare la situazione dopo circa un ora e mezza, portando con sé una seconda coperta che mise sopra i due, teneramente abbracciati che dormivano sereni.

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Capitolo 9
*** il dolce tepore della morte ***


Residenza dei Reiss, una giornata apparente tranquilla.

 

Uri e Kenny amavano passeggiare in riva al lago che faceva da confine alla proprietà e sfruttare quell'appartamento apparentemente inutilizzato per permettere ai due di allenarsi: Kenny con il tridimensionale e le armi e Uri con le proprietà del suo titano.

 

Ogni tanto andavano a fargli visita i nipoti di Uri - figli di Rod - e fino a che non aveva deciso di prendersi una pausa le persone che avevano bisogno dei servizi di Kenny.

 

Quella mattina d'estate, che doveva essere una tranquilla giornata in riva al lago, si presentò un ragazzo di circa vent'anni con una missiva in mano.

 

Decisero di farlo fermare a colazione da loro e Kenny aprì la lettera leggendola silenziosamente con accanto Uri che preparava il the mentre il loro ospite li attendeva fuori.

Guardò il compagno << il padre del ragazzo parla chiaro, è una commissione per un omicidio... E la vittima è proprio lui .. nella busta c'è già il denaro che mi offre >> spiegò << fallo... Sono certo che hai già l'idea >> disse.

Kenny annuì e prese un piccolo contenitore con una polvere.

 

Servirono il the al ragazzo << quanto zucchero desideri? >> Chiese Kenny << due cucchiaini, grazie >> disse ignaro del fatto che assieme al dolcificante Kenny dissolse nel the una dose letale di tallio* .

Dopo colazione congedò il giovane << torna da tuo padre, digli che mi faccio vivo io a incarico eseguito >> gli disse salutandolo.

Il ragazzo costeggiò il lago fino alla propria abitazione dove stramazzò al suolo morto avvelenato un attimo dopo aver riferito il messaggio al genitore.

 

* Elemento chimico di tipo metallo, velenoso che risulta insapore e inodore

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Capitolo 10
*** 心臓を捧げよ! – Shinzou wo Sasageyo – offri il tuo cuore ***


La situazione non è delle più facili, ma lei ha deciso.

L'unica cosa che posso farle al momento è cercare di non piangere, mostrarmi forte a lei << offri il tuo cuore >> le dico, mentre Hanji va incontro ai titani colossali, e a morte certa.

Mentre mi passano alla mente una a una le persone a cui in passato avrei voluto, o dovuto dire quella stessa frase.

Prima su tutti lei, mi madre. La donna che mi ha dato la vita, il suo grande cuore e tutto quel poco che aveva.

La rivedo cortese e affabile coi clienti, gentile e afettuosa con le colleghe, ormai come sorelle e corretta col gestore del bordello che era la nostra casa.

Rivedo quel pomeriggio, lei morta sul suo letto, ed io ranicchiato in un angolo che ho solo la forza di dire a Kenny << è morta >>.

 

Passano altre immagini, i miei Amici, quelli con la "a" maiuscola, sempre assieme nei bassifondi, saliti in superficie assieme, con l'unico comune obiettivo di prenderci la vita di Erwin.

E quel titano, che si è preso tutto, la loro vita, i loro corpi, in un giorno di pioggia fuori le mura.... non dovevo lasciarli soli...

Quel giorno il destino si è preso i miei amici e il titano che li ha uccisi. Ed Erwin si è preso la mia fiducia, dandomi uno scopo.

 

La squadra che col tempo mi ero costruito e i colleghi che avevo al mio fianco, missioni continue, che ci fosse il sole, piovesse o nevicasse... uno a uno i titani se li sono portati via tutti.

Nanaba, Petra, Erd, Gunther,Auruo.... tutti morti, uno dopo l'altro... pure Mike... divorato da quella bestia fori misura di Zeke Jeager... alla fine ne siamo rimasti in 4.

 

è vero mi sono rifatto questa squadra, ma il destino beffardo mi fa tornare davanti agli occhi chi mi crebbe, l'uomo a cui svelai la morte di mia madre.

E pure lui, davanti a me... uccise una mia compagna, proprio mentre stavamo parlando di quell'uomo, che ironia beffarda mi morì davanti agli occhi, rivelandomi di essere mio zio... l'avevo ritrovato e perso in un attimo.

 

ma la guerra e il destino alle volte si accaniscono.... si sono portati via anche Moblit, che ha salvato Hanji... e mi hanno costretto alla scelta più dura... Armin o Erwin? L'amico di sempre o il mio giovane sottoposto?
La sceltra fu dura, così come lasciare indietro chi ti aveva dato tanto....
il destino può palesarsi come un colpo di fucile, che spezza una vita di appena diciannove anni... nel pieno dei sogni e delle speranze....

e adesso, Hanji ha appena scelto proprio chi salvai quel giorno come suo sucessore.... e sta andando incontro ai colossali, a morte certa.

Avrei voluto dirle molton di più, ma il tempo stringe... e lei se n'è andata in un attimo....

ed ora, poco dopo noi tutti ci stiamo buttando da un aereo su ordine di Armin, c'è da offrire i nostri di cuori...

 

 

 

 

心臓を捧げよ! – Shinzou wo Sasageyo – offri il tuo cuore

questione adattamento scelto all'iconica frase: non sapendo ad oggi (28/11/2020) quale sarà la traduzione ufficiale nel capitolo 132 ho scelto di uniformarmi alla versione spesso usata da Erwin.
Nel titolo compare in kanji e in romanji (l'alfabeto occidentale) perchè a parer mio molto più evocativo (e poi fa figo ma son quisquille)

ah... scusate per lo spoiler per chi fosse indietro rispetto alle uscite e per i babbani che guardano solo l'anime

 

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Capitolo 11
*** Tienimi stretto tra i tuoi ricordi - POV Uri Reiss ***


Pochi giorni fa ho saputo da mio fratello che ha deciso che sarà mia nipote Frieda, il giorno del suo quindicesimo compleanno, a diventare il prossimo progenitore.

La mia adorata nipote è cresciuta ed io presto dovrò lasciare questo mondo e con lui l" uomo che mi è stato accanto in questi tredici anni...

Lo spietato assassino che per me ha smesso di uccidere ed è divenuto un rispettato comandante degli unicorni...fiero e intelligente come pochi

In questi giorni è in missione, tornerà a breve e ora scopro che sarà appena in tempo per passare un ultima notte assieme..la renderò speciale per lui.

Ecco perché ora sto rincasando con gli ingredienti dei suoi piatti preferiti e un mazzo di rose di ogni colore fra le mani...

Gli preparerò una cenetta speciale... Voglio che sia un arrivederci non un addio.. perché sono certo che Ymir ti concederà un posto accanto a me...

Sarà un arrivederci romantico e sensuale.....

Pochi giorni dopo..

È arrivato sento il suo cavallo rientrare al trotto nella nostra tenuta, sono le nove di sera ed io aspetto Kenny completamente nudo, se non fosse per il grembiule da cucina.

Lui entra, lo abbraccio e bacio, mentre mi palpa il sedere << biricchino, prima ceniamo >> gli dico, accompagnandolo a tavola...

Ravioli di zucca e arrosto con patate... Kenny ha gusti straordinariamente semplici. Mangiamo e ci stuzzichiamo a vicenda poi, dopo una bella millefoglie io gli propongo un poker in versione piccante.. << io sono già nudo, ogni qualvolta tu perdi via qualcosa, ogni qualvolta perdo io scegli un gioco sexi da fare >> gli dico

Fine parita ... Kenny nudo è un incanto. Andiamo in camera... Facciamo l'amore tutta la notte.

Solo la mattina dopo gli rivelò tutto << Uri mio... Mi mancherai.. ci sarò io accanto ai tuoi nipoti finché l'ultimo non sarà al sicuro >> mi promette, accompagnandomi fino alla mia morte.

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Capitolo 12
*** un piacevole disordine - spoiler inside ***


“Questa storia partecipa alla Challenge del Superfluo indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp”;

SPOILER ALERT - contiene parti non ancora trasposte in anime


quartier generale del corpo di ricerca, una giornata di quiete qualsiasi  (0) 

 
i superstiti della grande battaglia erano tornati a casa assieme ai guerrieri dell'alleanza con i civili loro familiari, trasferiti lì da LIberio.
i guerrieri si erano sistemati nelle vecchie stanze, organizzando le nuove per i ragazzi più piccoli e gli adulti.(1)
 
solo una stanza era stata chiusa a chiave da Levi - che teneva la stessa in uno scomparto segreto della propria carrozzina (2) - in cui aveva accesso solo lui.

Nei momenti in cui il comandante Arlert  - per evidenti motivi - lo esonerava da qualsivoglia compito lui lo avvisava che si sarebbe reso irreperibile per un oretta e facendo più silenzio possibile si dirigeva lì, apriva al porta chiusa ed entrava in quella che era l'unica stanza disordinata che lui, preciso e ordinato, ammettesse in quell'edificio.

Perchè quello era il SUO disordine, quello della sua più cara amica.
E Levi aveva deciso che l'ufficio di Hanji dovesse rimanere come lei lo aveva lasciato, caotico e con la scrivania perennemente nascosta dal suo disordine. O meglio... quello era un disordine a forma di scrivania

E lui si fermava con la carrozzina accanto alla sedia, su cui si spostava agilmente, e la sentiva presente.
Si metteva a cercare tra le cose della scienziata, con le giornate aveva trovato progetti, ricerche e appunti vari, che stava catalogando, lasciando tutto il resto così com'era.

Quella mattina, mentre i titani si stavano allenando all'esterno lui ritrovò un vecchio quaderno logoro dall'umidità di quegli ormai due mesi dall'ultimo giorno che Hanji entrò lì.
Qualcosa gli fece decidere d'aprirlo.
Lacrime copiose sul viso del Capitano,solitamente così composto.
Lei, indubbiamente, gli mancava.
E lui aveva appena ritrovato il suo diario segreto.
I pensieri dell'amica racchiusi in quelle pagine lo avevano riportato con la mente a quando lei era viva, e lo avevano portato a fantasticare sulla sua gioia nell'avere tutti i titani lì, nonchè la meraviglia nel vedere il Mascella di falco librarsi in aria (3).
prese penna e calamaio, e descrisse tutto all'amica per poi riporre il diario esattamente dove l'alveva trovato, rimettersi sulla carozzina e raggiungere gli altri.


(0) post capitolo 132 e seguenti (maxi allerta spoiler capitoli usciti + teorie dell'autore)
(1) teoria: alleanza e loro familiari si trasferiscono a Paradis
(2) capitolo 136 : analizzando i danni alla gamba di levi, questi sono irreparabili
(3) spoiler capitolo 136

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Capitolo 13
*** Di nuovo insieme ***


                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     

"Narra la leggenda che una volta all'anno, a cavallo tra febbraio e marzo, gli spiriti dell'aldilà salgano dal mare per venire a prendere le anime dei defunti rimaste incastrate fra la terra e la vita ultraterrena. Gli spiriti si nascondono sotto una fitta coltre di nebbia, avvolgono la costa per un giorno e una notte e poi ritornano al mare, con il loro carico di nuove anime da accompagnare finalmente verso la pace. Si dice che passino dal mare perché il dondolio delle sue onde, durante il viaggio, riesca a  rasserenare gli spiriti spaventati, cullandoli e riportando la loro memoria al grembo materno, dove si sentivano protetti, e al sicuro"
CALIGO



Porto di Paradis, dopo la fine del manga...in un tempo indefinito

Levi osservava il mare, seduto sulla panchina, ormai è anziano.
Passa il tempo pensando a tutti i ragazzi morti in battaglia.
È febbraio, fine del mese, e la bella giornata limpida non da idea di cambiamenti all'orizzonte.
Poi si alza, torna a passo lento e incerto verso la ferrovia, è ora di tornare a Shiganshina.

Verso la città finalmente in pace e serenità, dopo ciò che aveva sofferto...

Arriva a sera inoltrata, si ferma come ogni anno davanti alle rovine della casa natale dell'uomo con cui ha diviso la parte più lunga di quell'esistenza terrena.


Dietro di lui tutto comincia a svanire, dapprima in lontananza - verso il mare - poi sempre più vicino.

Levi si siede sul gradino antistante a ciò che resta dell'ingresso, come se aspettasse qualcosa. 
Come se quella strana nebbia che ormai si sta avvicinando insieme al suo carico di umidità fosse una soffice coperta pronta ad avvolgere le sue membra stanche.

In quella nebbia appare Eren, etereo, incorporeo, assieme ad una giovane e bellissima donna ed ad un uomo di mezza età.
Levi si volta << Eren, mamma, Kenny...siete venuti alla fine >> 

Si avvicina, il suo aspetto torna quello del guerriero di un tempo << vieni Levi...ora questa nazione è in Pace.. è giusto che lo possa essere anche tu >> sorride la madre, mentre Eren lo prende per mano, accompagnandolo nell'etereo manto.... Di lui non rimane che il ricordo nei libri di storia dei giovani che popolano le strade della città.

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Capitolo 14
*** WHAT IF - Ricordi del passato ***


questo capitolo è segnalato what if in quanto ad un certo punto la presenza di Roger MODIFICA UN EVENTO CANONICO, è una modifica leggera, ma va segnalata questa cosa.
Detto questo, buona lettura

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Roger viveva nella grande casa di Shiganshina dove risiedeva ormai da quando Historia Reiss gli aveva chiesto di occuparsi della principessina Ymir Frieda (1) - di 10 anni - mentre lei era a palazzo e suo marito al lavoro.
 
Alla ragazzina piaceva ascoltare per ore e ore i racconti di guerra dell'ex comandante delle rose, proprio come quel pomeriggio, in cui aveva posto la fatidica domanda « Roger mi parli di tuo figlio? »
 
Lui, ripensando al suo ragazzo sorrise « certo piccola mia, ma devo iniziare qualche tempo prima della sua nascita »
 
La principessina lo osservava curioso e lui cominciò il suo racconto:
 
« mi iscrissi all'addestramento quando avevo quasi 15 anni, un pò forzato dai miei genitori che volevano per me una carriera degna del nostro ceto  sociale. Furono tre anni impegnativi in cui io e ii miei compagni dovemmo imparare tutto quel che c'era da sapere e  collaborare saltuariamente a qualche grossa operazione. Mi diplomai che avevo 18 anni ed entrai nella gendarmeria, come mio diritto essendo il quinto del mio corso.
una sera i miei compagni decisero di farmi fare il "battesimo".... e avevano scoperto che io all'epoca non avevo la fidanzata. »
 
la bimba lo interruppe « ma come... sei bello » gli disse, lui arrossì, poi riprese « ero tanto timido » disse « avevano capito che non c'era nessuno che potesse soffrire decisero di portarmi nella città sotterranea. c'erano queste strutture, gestite da alcuni signori, dove le ragazze lavoravano dando se stesse » mi ci portarono e il gestore mi affidò a una giovinetta di due anni più piccina di me che lavorava li da circa un anno, e di cui tutti ignoravano la vera identità. mi ricordo ancora il nome con cui me la presentarono: Olympia »
 
Ymir Frieda sorrise « è un bel nome, tu sei stato gentile con lei vero? » chiese, scrutandolo.
« ovviamente, salii con lei, e scesi qualche ora dopo, con una faccia da ebete e i vestiti disordinati » replicò, spupazzando l'erede al trono.
 
« lei è la mamma di tuo figlio vero? » chiese spiazzandolo « si tesoro, io seppi che aspettava un bimbo un paio di mesi dopo, quando suo fratello, impaurendo tutti venne a minacciarmi in malo modo » « lo sterminatore?? voleva uccidere anche te? » chiese con i lacrimoni « si, ma poi Kenny decise di non farlo... non seppi più nulla per anni.... finchè non arrivò una comunicazione. c'era da dar la caccia a un ragazzo di circa vent'anni... con due amici svolazzava  con i dispositivi tridimensionali e faceva il bulletto. »
 
« cosa hai fatto quel giorno? » chiese « mi informai... seppi che era il figlio orfano di una di quelle ragazze e di uno sconosciuto della città centrale. intuì che la ragazza fosse Olympia. che già sapevo essere morta da tempo. lo seguii, mi sembrava lui...decisi di osservarlo da lontano. per capire. »
 
la bimba, alquanto contrariata, lo fissò « perchè? se era lui... » « non potevo averne la certezza amore mio, vedi, quando lui era piccolino mio padre, il signor Hendrick mi cacciò.. perchè scoprì tutto e litigammo. lui chiuse la cosa con un "io non ho rischiato l'onore della famiglia per vederti aver figli a pagamento". Vengo da una famiglia importante. e le azioni hanno un peso. » sospirò « quel ragazzo ero quasi certo fosse lui, partecipavo alle operazioni, facendo un pò di doppio gioco. per i miei compagni volevo arrestarlo, in realtà...» lei incalzò « in realtà lo facevi scappare vero? » chiese a bruciapelo.
 
« si, è giusto, un giorno però fecero scendere i ragazzi della ricognitiva, e il mio amico Erwin. Che però era l'obiettivo di un uomo cattivo. le coincidenze hanno fatto si che lui fosse incaricato di ucciderlo, ma le cose sono cambiate e loro sono diventati col tempo amici.... »
 
Ymir Frieda lo ascoltava assorta mentre lui continuava « all'inizio non è stato facile, i due suoi più cari amici sono morti, ha visto morire tanti commilitoni, poi il destino gli ha fatto incontrare Eren, e trovare assieme a lui un gruppo di ragazzi che sarebbe diventato la sua squadra, e tra di loro c'era la tua mamma » « è vero che ha fatto diventare Regina la mamma? » « esatto, ed io ero lì, presente. fiero di lui, di mamma e dei loro amici »
 
<< Su...raccontami qualcos'altro...di quando non lavora... com'è?? >> Chiese curiosa di sapere come fosse un soldato così importante nella vita di tutti i giorni << levi è un ragazzo serio, ma sa godersi la vita...e riconoscere un buon amico. Così come sa capire cosa prova chi ti sta a fianco >> << quindi lui sapeva che Eren era innamorato di lui....e che invece Mikasa amava Eren >> << si Amore... E decise di non forzarlo di lasciare che fosse il ragazzo a scegliere >>
 
<< È una persona gentile come te... Un giorno vorrei conoscerlo ... Ma dimmi ancora... Ha mai esagerato in qualcosa? >> 
Roger a quella domanda sorrise << si, una volta lo raccolsi ubriaco come il mio predecessore, il signor Pixies di cui ti ho già raccontato >> poi asciugandosi gli occhi inumiditi dal ricordo dell' ufficiale riprese il racconto << era la sera prima di una grande battaglia... Dovevamo riprenderci il distretto di Shiganshina... A fine serata lui seguì nell'ombra Eren Mikasa e Armin, ascoltandoli parlare dei loro sogni. Quei racconti lo riportarono coi ricordi a tanti anni prima, coi suoi amici più cari. Preso dallo sconforto e dalla nostalgia pese a bere dalla bottiglia di vino che aveva con se. Bevve fino a svuotarla e non reggersi più in piedi...>> Lo trovai la mattina dopo, ancora ubriaco e quella fu la prima volta che lo presi in braccio. Lo portai in caserma stringendolo a me e proteggendolo da sguardi indiscreti e dal giudizio dei malpensanti. E lo lasciai al sicuro, in braccio al suo Comandante. poi lo fissai sicuro e dichiarai il mio arruolamento per quella missione »
 
« da cui tornaste a casa in 10....di cui due titani... e ti sei guadagnato la medaglia che porti al collo » « e sono tanto fiero del fatto che a consegnarmela fu la tua mamma » disse, sorridendole.
 
La bimba fu richiamata da papà, rientrato in quel momento, che le portò dei dolcetti e il tea freddo « vai a far merenda con Roger, io torno stasera assieme alla mamma, e fai la brava, mia principessina » le disse dandole un bacio.
Ymir tornò dal suo tato, e riprese a tempestarlo di domande sul figlio e il racconto arrivò fino alla battaglia in cui tutto si concluse « ma allora, il ragazzo che tuo figlio amava ... »  chiese con un velo di tristezza « si amore, Eren morì quel giorno, ma non devi pensare che Mikasa, mio figlio e gli altri non abbiano riflettuto a lungo, cercando una via per salvarlo »  « purtroppo fu impossibile tesoro » intervenne Mikasa giunta in quel momento « ma ora lui è in pace, sapendo che noi tutti siamo vivi »
 
Roger la salutò con un sorriso « ben arrivata Mikasa » 
la piccola li guarda alternando gli sguardi con fare dubbioso « ma.... se tu stavi nascosto, la conosci? »  sorrisero entrambi, poi la giovane intervenì « si Ymir Frieda, ci ha presentati Historia il giorno in cui gli altri partirono per Londra, ed io sono contenta di saperlo al tuo fianco »
 
[In risposta a storia papà levi]
« Roger.... Levi sa che sei il suo papà? » 
la domanda arrivò a bruciapelo, schietta come solo un bambino è in grado di fare « bhè, si... qualche giorno prima della sua partenza la mamma mi convocò a palazzo, fu schietta come te e fissandomi mi chiese " quando dannazione hai intenzione di dire la verità a tuo figlio? non credi che Levi abbia il diritto di sapere? " io deglutii, non sapevo cosa fare e mamma mi mise in mano un foglio con le indicazioni riguardanti la nave che lo avrebbe portato lontano da me » la piccola lo abbracciò « sei andato? » « si piccola, quello stesso giorno andai da lui in caserma, stavano organizzando la partenza. chiesi di palare con lui e dirgli tutto, dal primo giorno fino a quel momento. Fu la prima volta che piansi » 
Ymir lo guardò stupita « tu piangere? lui ti ha trattato male? » chiese « no piccola » rispose, per essere subito interrotto da qualcun altro « lo abbracciai dicendogli che avevo capito tutto fin dalla prima volta che ci eravamo visti, gli dissi che sarei partito con Falco, Gabi ed Onyankopon e che mi sarei operato al ginocchio, una volta a Londra. Poi gli dissi di accettare l'incarico di essere la tua guardia del corpo, perchè io e lui saremo rimasti in contatto. e un giorno sarei tornato » 
 
Levi si ritrovò la principessina in braccio in un nanosecondo « bentornato a casa Levi » le disse, dandogli un bacio sulla guancia, mentre Roger si avvicinava « ben arrivato figlio mio, bentornato a casa »
 
 
 
(1) nome non canonico

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Capitolo 15
*** Tra ricordi e nostalgia ***


Avrebbe voluto terminare la sua colazione in tranquillità e silenzio, ma capì quasi subito che quella mattina non sarebbe stato possibile. Un brontolio sommesso ma costante arrivava dalla stanza da bagno, mettendo a dura prova la sua già precaria pazienza.
Non ci volle molto a capire che le imprecazioni di Gabi erano dovute ai suoi maldestri tentativi di districare i capelli nuovamente annodati in modo impossibile. Sospirò rassegnato terminando il suo tè. Stavolta gli toccava intervenire prima che la ragazza commettesse danni irreparabili. Si alzò dalla sedia, e una lieve smorfia di dolore gli solcò il viso. C'erano giorni in cui il ginocchio era davvero poco collaborativo, ma ormai sapeva che quel dolore latente difficilmente sarebbe scomparso del tutto. Attese qualche istante e poi la raggiunse in bagno. Bussò leggermente alla porta semi chiusa e un timido e stizzito avanti lo invitarono ad entrare.
Gabi era in piedi, con le braccia a mezz'aria e la spazzola che pendeva da un groviglio di capelli di cui non si capiva il principio.
Levi si portò una mano alla fronte.


 
"Sei un completo disastro ragazzina, mi toccherà rasarti la testa a questo punto."
Lei si voltò fulminandolo con lo sguardo, ma subito dopo i suoi occhi implorarono disperatamente aiuto.
 
« Gabi, Gabi... quante volte ti devo dire che se piove devi asciugarti i capelli prima di dormire?? » le chiese, avvicinandole uno sgabello.
« ma Signor Levi.... » tentò di ribattere « niente ma, siamo a Londra signorina, non a Marley o a Paradis, il clima è diverso. » replico accennando un sorriso « siediti, che a questa massa informe di indisciplinati ci penso io » 
 
Si mise all'opera con tanta pazienza, districando lentamente tutto « Signor Levi, come... » « Sai Gabi, da piccolo avevo i capelli un po' lunghi, e ribelli, mamma quando stava bene mi insegnò ad averne cura, e ad aver cura di quelli delle sue amiche » rispose, ripensando a quei momenti.
 
Ormai la sua mente viaggiava, spazzolata dopo spazzolata fece riaffiorare i ricordi di tutte le giovani e i giovani con i capelli ribelli che aveva conosciuto.
Isabel, con la sua chioma rossa perennemente legata da due codini. Ricordò di tutte le volte che glieli curava, parlando del più e del meno, cotte della fanciulla per Farlan comprese.
 
I capelli della giovane stavano districandosi sotto il suo tocco, e realizzò che erano ancora un pò bagnati.
La sua mente vagò ancora, arrivando alle giornate in cui, disperato, prendeva Hanji e con l'aiuto di Moblit o di qualche altro "volontario"  la trascinava di peso nella vasca da bagno, finendo a lottare pure con la sua chioma.
 
« Signor Levi, tutto bene? » chiese la fanciulla vedendo i suoi occhi lucidi riflessi nello specchio « Si, tranquilla... mi sono tornate alla mente delle persone care » le spiegò, mentre aveva ormai finito di acconciale i capelli « ora va, di là ci sono Mikasa ed Annie pronte ad aiutarti, devi essere perfetta oggi »
 
« anche voi dovete essere perfetto, non è che perchè ci saranno mio padre e mio cugino possiate pensare di rimanere in disparte »
 
<< Ragazzina, ne sei certa? >> chiese l'ex ufficiale stupito. << Sono stata più certa di qualcosa il giorno in cui ho detto "si" a Falco >> rispose lei sorridendo.
 
Poco dopo si presentò sotto l'appartamento un'emozionatissimo Onyankopon, alla giuda di una scintillante Jaguar noleggiata come suo regalo per quel giorno, pronto ad accompagnare la giovane sposa a Westminster Habbey, dove nel giro di un ora sarebbe diventata la signora Grice



storia ispirata da questo Tiktok

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Capitolo 16
*** vento di ricordi ***


Questa storia partecipa a “Componiamo una Canzone – Challenge settimanale" indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp.

Kenny era rimasto solo ormai da mesi, da quando Frieda aveva divorato Uri per assimilare il potere del progenitore
Cercava di condurre una vita il più possibile a qualcosa di definibile "normale", come comandante degli unicorni e come serial Killer e sembrava riuscirci. Finchè non tornava a casa.

quella villetta in riva al lago gli ricordava troppo il suo amato.
ogni singola cosa, ogni oggetto, e persino ogni singolo alito di vento.
Uri era come una presenza intangibile ma costante e seppure Kenny non credesse ai fantasmi gli sembrava di vederlo li, sul quel tronco a riva, a contemplare la natura e si sedeva lì, solo, con l'amato fra i pensieri.

una mattina si ritrovò a rientrare da un turno, e si ritrovò a urlare verso lo specchio d'acqua con tutto il fiato che aveva in gola «  C’è chi dice che il tempo anestetizzi un ricordo. Ma qui c’è ancora il tuo odore che ricorda ogni notte il tuo corpo »

Sentì un brivido, e una carezza portata dal vento « Uri » fu l'unica cosa che riuscì a dire prima di rientrare in casa con gli occhi gonfi di lacrime.

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Capitolo 17
*** Dubbi e incertezze tra ricordi passati ***


 
Nemmeno io
Ti voglio dire amore come sto soffrendo
Di quante volte penso in piena notte e parlo singhiozzando
Mi faccio male quando i tuoi ricordi voglio cancellare
Chiuso nel cuore porterò sempre questo grande amore 
 
(non dirgli mai, Gigi D'Alessio)




territori dei Reiss, pochi giorni dopo il crollo di wall Maria

Erano passati pochi giorni dall'evento che aveva sconvolto la pace, e ancora meno da quello in cui Rod aveva fatto uccidere l'amante e nascondere la figlia che aveva avuto con lei.
Tutto era tornato ad un apparente normalità - perlomeno per Rod - e Kenny, l'esecutore materiale di quell'omicidio era tornato alla sua casa sul lago, quella che fino a pochi anni prima aveva diviso col suo compagno.

Dopo aver rivisto la bambina la mente tornava spesso alle promesse di quegli ultimi giorni, al voler esserci per la famiglia di Uri.
Quell'uomo era il fratello, quel cognato che assieme alla bambina sopravvissuta rappresentava tutto ciò che di terreno rimaneva di quell'uomo che per tredici anni aveva diviso la vita con il killer più spietato di Paradis.

Quello stesso Killer che ora, in piena notte ed avvolto sotto il loro piumone fissava il caminetto acceso e parlava singhiozzando, rivolgendosi al suo Re chiedendogli se stesse facendo bene, per poi trovarsi a pensare che ogni tanto vorrebbe cancellare quegli anni dalla sua mente, ma che comunque non lo farebbe mai, perché Uri sarà sempre lì, nella sua mente e nel suo cuore.

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Capitolo 18
*** la battaglia della neve - Kenny e Uri ***


★★ Calendario dell’Avvento 2022 by Fanwriter.it!
★ Data: 24 dicembre

A Paradis nevicava ormai da giorni, pure nei luoghi solitamente più caldi e temperati, i fiumi ormai erano coperti da spesse lastre di ghiaccio – così come i laghi – e i bimbi avevano scatenato una guerra a palle di neve che ormai era diventata una questione tra villaggi.

A qualche adulto, a die il vero la questione era sfuggita di mano, ed era stata – in più di una città – organizzata una milizia di tiratori scelti.
Le donne erano incaricate di formare le palle più solide e prestanti possibili, e i bimbi di raccogliere la neve fresca, con intere famigli coinvolte.

I Reiss non erano da meno, ed alla città di cui facevano parte i loro possedimenti venne in mente di coinvolgere persino loro.


Uri, piccolino e pacifico, ma all'occorrenza il titano progenitore, che si era specializzato nei tiri di precisione.
Kenny, il comandante Kenny Akerman, che smessa la divisa da unicorno si univa assieme ai suoi sottoposti ala battaglia.

Combattevano sempre assieme, e nessuno era in grado di fermarli.

La routine era consolidata: un gruppo rivale sconfitto e poi a casa, seduti in due su un dondolo, ad abbracciarsi e sorseggiare un the caldo di fronte ad un caminetto acceso.

Il tempo in quella casa era come cristallizzato in quei momenti, con le menti sgombre da impegni di Kenny o dal destino segnato di Uri.


Era come se quei momenti dovessero durare in eterno, mentre fuori il mondo continuava inesorabile ad avanzare...

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