La forza dell'amore

di SonnyClyde
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Minacce ***
Capitolo 2: *** La pista ***
Capitolo 3: *** All'ultimo respiro ***
Capitolo 4: *** La trappola ***
Capitolo 5: *** Attimi ***
Capitolo 6: *** La resa dei conti ***
Capitolo 7: *** Un futuro incerto ***
Capitolo 8: *** Il risveglio ***
Capitolo 9: *** Deauville ***
Capitolo 10: *** Fisioterapia ***
Capitolo 11: *** Sguardi ***
Capitolo 12: *** Una dura prova ***
Capitolo 13: *** La visita ***
Capitolo 14: *** Presentimenti ***
Capitolo 15: *** La forza dell'amore ***



Capitolo 1
*** Minacce ***


Parigi, Palazzo dell'Eliseo.
Ufficio del comandante Oscar Francois de Jarjayes.
Primi di luglio 2019.
Ore 22,00.

Oscar stava firmando documenti.
Era esausta, erano settimane che  indagini  molto impegnative le toglievano il sonno.
La situazione in Francia era critica, come in tutta Europa.
Gli ultimi anni erano stati un crescendo di violenza e attentati.
Gli ultimi disordini in ordine di tempo erano stati causati dai cosiddetti " gilet gialli", non una minaccia seria ma pur sempre un grattacapo.
Oscar si passò una mano tra i capelli e sospirò.
Gli attentati, le manifestazioni, i disordini in effetti non la riguardavano direttamente, erano di competenza della Gendarmerie, o al massimo delle Forze Speciali.
Lei aveva ben altri problemi.
Oscar era il comandante della guardia personale del presidente della Repubblica francese.
Il percorso era stato accidentato, difficile ma lei era riuscita a compierlo a testa alta e a diventare comandante.
Aveva reso fiero suo padre.
Il generale Jarjayes era stato ufficiale dell'esercito per una vita, così il nonno. Si poteva andare indietro nel tempo e trovare tracce della stirpe Jarjayes persino nel periodo delle Crociate. Lei era fiera della propria storia.
Non le era mai parso strano che il padre le avesse dato un nome maschile e le avesse fatto seguire la carriera militare, era stata l'unica via percorribile per salvare le tradizioni e non perdere il nome della famiglia, essendo  quest'ultima formata tutta da femmine.
E lei si era prestata volentieri a questa follia, anzi aveva provato a tutti, ma soprattutto a sé stessa, che tanto follia non era e che lei era migliore di tanti candidati maschi e ricopriva quell'incarico meritatamente.
Ma adesso in ballo non c'era solo il suo buon nome o la sua carriera, c'erano in ballo vite umane innocenti.
Non vite qualunque.
Il presidente della Repubblica e la sua famiglia avevano ricevuto minacce di morte.
Sedicenti terroristi avevano minacciato una strage esemplare che avrebbe coinvolto il presidente e centinaia di civili.
La sua squadra informatica, esattamente come lei, non riposava da tempo.
L'esperto di minacce terroristiche e artificiere, nonché amico da una vita, André Grandier forse era l'unico che avesse dormito meno di lei.
André.
Sorrise, Oscar, pensando a lui.
Lui la amava da quando erano ragazzi, ma lei non aveva mai potuto o voluto ricambiarlo: la carriera era sempre stata la sua priorità.
Qualcuno busso' piano alla porta.
Era il suo responsabile informatico.
-"Oscar è molto tardi, perché non vai a casa.
Continuiamo domani.
Dai, alle sei sarai già operativa, però adesso riposa un po'. Altrimenti non sarai più lucida"-
Oscar gli sorrise stanca, aveva ragione.
-" Solo a patto che tu venga con me.
Così anche tu sarai più riposato domani"-
-" Va bene.
Hai vinto comandante.
Avviso l'autista che andiamo a casa"-


Ciao a tutteeee 
ed eccoci tornate con una nuova storia che speriamo gradiate...vi anticipiamo fin da ora che succederanno delle cose alquanto drammatiche ma ovviamente non possiamo svelarvi di più 
scoprirete tutto strada facendo 
Un bacio 
Cla e Sonny 

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Capitolo 2
*** La pista ***


Oscar stava per raggiungere l'uscita del Palazzo dell'Eliseo quando scorse  il suo vice Victor Clemente Girodelle. 
Nell'ultimo periodo le stava sempre attorno facendole i complimenti più banali che si possano fare a una donna ma a lei questo non interessava minimamente, aveva altro per la testa e nessuna lusinga poteva distoglierla dal suo lavoro che per lei era la cosa più importante. 
"Buonasera Colonnello Oscar"! la salutò 
"Buonasera a lei Girodelle"! 
stava per proseguire quando lui la fermò.
"Colonnello mi scusi"! 
"Mi dica"! 
"Ha qualche novità sulle indagini"? le domandò 
Oscar sapeva benissimo che quella era soltanto una scusa per avvicinarla, negli ultimi tempi lo faceva spesso e lei era piuttosto adirata, ma ovviamente aveva sempre nascosto la sua disapprovazione per non arrivare ad essere scortese nei suoi confronti. 
"No, per adesso nessuna svolta, adesso mi scusi devo andare mi aspettano"! 
"Un momento Colonnello"! 
"Cosa c'è ancora"? 
"Questa sera danno un'opera molto interessante al "Le Trianon e sarei molto lieto se volesse accompagnarmi"! 
"Maggiore Girodelle le ricordo che ci sono delle vite umane in pericolo, non possiamo permetterci nessuna distrazione, adesso mi scusi ma devo andare"! non gli diede neanche il tempo di replicare che si allontanò.
Nel frattempo Andrè era in macchina insieme ad Alain. 
Era stato Andrè a trovargli quel lavoro di autista e lui gli era immensamente grato. 
"Ma quanto ci mette? Mi aveva detto che stava per uscire"! sbottò Andrè 
"Vedo che ancora non ti sei stufato di correre dietro a quella donna, eh amico"? chiese Alain 
"Ormai non posso più farne a meno"! 
"E' una donna da ammirare e non da amare, lo sai questo no"? 
"Oscar è entrata nella mia vita fin da quando avevo sei anni, ho diviso la mia infanzia con lei, ho condiviso gioie e dolori e finchè nel mio cuore palpiterà un alito di vita continuerò a farlo"! 
"Oh ma come siamo romantici"! lo canzonò lui 
"Sei incorregibile"! sorrise Andrè 
Proprio in quel momento arrivò Oscar. 
Aveva un' aria decisamente annoiata e infastidita. 
Andrè notò la sua espressione adirata ma non le disse nulla, quella sera voleva lasciarla tranquilla era già abbastanza stressata per il lavoro intenso degli ultimi giorni quindi si limitò a starle accanto durante il tragitto verso casa. 

Ore 23:30 
Oscar se ne stava stesa sul suo letto a leggere un libro di Virgilio. 
La lettura l'aveva sempre fatta rilassare soprattutto dopo una giornata intensa di lavoro e 
per  lei non c'era niente di meglio che immergersi in una delle sue letture preferite. 
Lo squillo del cellulare interruppe quel momento di relax.
Afferrò il telefono che teneva sul comodino e sul display visualizzò il numero della squadra informatica. 
"Pronto"! rispose 
"Pronto Colonnello Oscar, scusi l'ora ma volevamo informarla che molto probabilmente abbiamo individuato il covo dei terroristi"! 

Ciao a tutte, 
eccoci qui con il secondo capitolo, a quanto pare sembra che abbiano scoperto il nascondiglio dei terroristi, riuscirà la nostra Oscar a evitare il peggio? 
Lo scoprirete a tempo debito 
Un bacio 
Cla e Sonny 

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Capitolo 3
*** All'ultimo respiro ***


Oscar saltò giù dal letto, ripose il libro sul comodino e bevve un sorso d'acqua, afferrò la propria giacca e se la infilò.
Diede un'occhiata alla propria immagine riflessa nello specchio: vide una giovane donna con il viso stanco e corrucciato.
Quell'indagine stava togliendo a lei e al suo team anni di vita.
Ma stavano per risolvere la situazione in via definitiva, forse, finalmente, quei delinquenti si erano traditi.
Sospirò e uscì dalla propria stanza.
André la stava già attendendo.
-" Bene sei già pronto, André.
Hai avvisato l'autista?"-
-"Alain ci aspetta col motore acceso"-
-"Ottimo"-
A passo spedito si diressero all'auto.
Scendendo incrociarono il padre di Oscar.
-"Hai novità, Oscar?"-
-" Molto probabilmente ci sono novità che daranno una svolta alle indagini"-
-" Bene, buon lavoro allora.
André..."-
-" Grazie Signore"-
Giunsero al garage, Alain li attendeva.
Si salutarono con un cenno.
Una volta partiti Oscar chiese:
-" Tempo stimato per l'arrivo, Alain?"-
-"Venti minuti, comandante"-
-"Facciamo quindici"-
-" Bene, signora"-
Pesto' con vigore sull'acceleratore ed evase con successo la richiesta.
Giunti al palazzo dell'Eliseo lei mostrò il tesserino di riconoscimento e si avviò con Alain e André verso la stanza dove stava lavorando la sua squadra informatica.
Oscar esegui' la scansione della retina e la porta idraulica corazzata si aprì, entrarono decisi tutti e tre.
Appena la porta si richiuse lei si avvicinò al suo capo informatico.
-" Agente Lassalle, dalla telefonata che mi ha fatto deduco che ci siano novità importanti.-"
-"Oh sì, comandante.
Finalmente sono riuscito ad intercettare una telefonata tra i nostri sospettati e un esperto di esplosivi, Abdul al Jazeem.
È un super-ricercato anche dell'Interpol.
Ma quelli che ci hanno aiutato maggiormente sono stati i colleghi dell'MI6.
Lui è un agente dormiente, è residente a Londra dalla nascita, ha incominciato a partecipare a forum simpatizzanti con gli estremisti nel 2012.
Ha espresso simpatia per gli attentati di Boston.
E anche per quelli compiuti con i camion assassini avvenuti nel sud della Francia e in Germania.
Ecco la telefonata intercorsa con i suoi complici..."-
Lassalle premette un tasto e un lungo monologo in Arabo rieccheggio' sinistro nella sala immersa nel silenzio più assoluto.
Oscar alzò un sopracciglio perplessa:
-" Purtroppo non conosco l'Arabo così bene da capire esattamente cosa ha detto fino all'ultima parola.
Dov'è l'interprete?"-
-" L'ho contattata quando ho chiamato voi, dovrebbe essere qui a momenti"-
-" Bene grazie agente Lamorielle"-
Rosalie arrossi', i complimenti del comandante non si ottenevano con facilità.
Proprio in quel momento la porta si aprì e una donna con lunghi capelli corvini, la pelle ambrata e occhi verdi come smeraldo entrò e salutò tutti i presenti.
Oscar era indispettita:
-"Alla buon'ora, Jeanne"-
La donna, sorrise felina, era piuttosto refrattaria a ricevere ordini.
Lavorava come interprete solo perché odiava i terroristi più di tutti loro messi insieme: Jeanne era nata Al Cairo, la madre egiziana di religione Copta il padre un ufficiale dell'esercito francese.
Entrambi uccisi in un attentato a Sharm El Sheik.
Da allora la ragazza si era dedicata anima e corpo a stanare terroristi nell'unico modo che sapeva: traducendo le loro folli conversazioni per le agenzie che glielo chiedevano.
Jeanne sorrise all'agente Lassalle che arrossi' vistosamente, pur sapendo che quella donna era al di fuori dalla sua portata.
Con voce vellutata, come se fossero stati soli Jeanne gli chiese di farle risentire la conversazione.
Finito di ascoltarlo cambiò espressione.
Si girò verso Oscar, lo sguardo incupito:
-" Da quello che ho sentito questi personaggi vogliono far sembrare gli attentati di Boston e dei mercatini di Natale come una piccola festa per bambini.
Vogliono fare una strage, il 14 luglio nel cuore di Parigi"-
Il silenzio calo' come piombo fuso.
Oscar prese la parola:
-" Non glielo permetteremo.
Dov'è il loro covo?"-
-" Rue Coulaincourt, a est di Montmartre"-
Rispose Jeanne.
-"Benissimo.
Avvisate le forze speciali, i vigili del fuoco e i mezzi di soccorso.
Voglio cecchini sui tetti e che le strade di accesso siano bloccate.
Raggiungiamo immediatamente la zona.
Tempo stimato, Alain?"-
-"Tredici minuti, comandante!"-
-"Facciamo dieci"-
Alain sorrise.
-"Ai suoi ordini, signora"-
Partirono immediatamente, mentre tutte le squadre di supporto erano state allertate.


Ciao a tutte ,
come avete potuto capire i nostri eroi hanno individuato il covo dei terroristi riusciranno nell'impresa? 
Lo scoprirete presto 
Un bacio 
Cla e Sonny 

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Capitolo 4
*** La trappola ***


Oscar poco prima di scansionare la retina per uscire, chiese a Lassalle se il presidente fosse nella casa sicura con Girodelle.
"Naturalemente Colonnello, non si preoccupi"! 
"Ottimo" concluse Oscar
 Dopo circa dieci  minuti raggiunsero il luogo prestabilito che in quel momento era stranamente disabitato. 
Che cosa stavano architettando? 
Per quale motivo non si travavano lì pur avendo intercettato la telefonata? 
Tutto questo era alquanto strano. 
Magari si erano nascosti tra le mura dell'edificio ma ovviamente questo ad Oscar non suscitò nessun timore. 
Seguita da Andrè e Alain entrò nel nascondiglio, mentre il resto della squadra rimase in posizione.
 Una volta dentro l'edifico si ritrovarono in una stanza dove vi erano piazzati dei computer, le pagine di giornale che riportavano notizie su di loro e infine delle mappe della città.
“Qui c’è qualcosa d’importante”! osservò Oscar 
"Già"! rispose Andrè 
"Guardate questi ritagli di giornali, sono presenti i vari casi di cui ci siamo occupati"! intervenne Alain
"Mentre con questi computer controllano le nostre mosse, adesso si spiega la loro assenza"! Proprio in quel momento udirono dei rumori provenienti da fuori. 
“Sono loro, sono tornati, andiamo”! disse André 
A passo spedito si precipitarono fuori dall'edificio dove li trovarono armati fino ai denti. 
“Polizia, siete in arresto”! urlò André
A quel punto iniziarono a sparare all’impazzata, André, Oscar e Alain  fecero lo stesso e in un attimo esplose un conflitto a fuoco agghiacciante.
Il resto della squadra si unì allo scontro.
Andrè, Oscar e il collega si gettarono a terra per ripararsi da vari frammenti che gli ricadevano addosso a causa degli spari. 
 Perché non avanzano, sono in cinque, perché non avanzano”? disse Andrè 
“Ma certo…Andrè coprimi”!
“Che vuoi fare”?
“Ho detto coprimi, è un ordine”!
“Ma dove vuoi andare”?
“Nella stanza, dietro la libreria, non devono portare via nulla"! 
"Ma che dici? Sei impazzita"? protestò 
"Oscar ti proibisco di eseguire follie assurde"! 
“Devo andare, non c’è tempo da perdere”! detto questo rientrò nella stanza segreta 
Iniziò a rovistare tra il materiale alla ricerca di qualcosa che potesse aiutarli nell’indagine, ma proprio in quel momento ecco arrivare il capo della banda, era armato e le stava puntando una pistola contro. 
“Tu sei troppo curioso Colonnello ”! detto questo lasciò partire un colpo che la colpì alla schiena e corse via mentre Oscar cadeva esanime sull’impiantito. 
“Alain è successo qualcosa ho sentito uno sparo proveniente dall’ appartamento”! disse Andrè 
“Andiamo”! detto questo si precipitarono all’interno dell’abitazione raggiungendo la stanza segreta.
 Appena entrarono videro Oscar stesa in terra in una pozza di sangue. 

Ciao a tutte, 
come avete potuto leggere la nostra Oscar è stata ferita da uno della banda.
E adesso cosa succederà?
Lo scoprirete a tempo debito 
Un bacio 
Cla e Sonny

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Capitolo 5
*** Attimi ***


I due uomini giunsero di corsa e la trovarono esanime, prona, in una pozza di sangue.
Rimasero qualche istante quasi senza respirare.
Alain guardò lo sguardo del suo amico, vi lesse orrore e terrore.
Poi si riprese.
-" André, chiama i soccorsi.
Io vedo di catturare quel maledetto"-
Poi corse via all'inseguimento del terrorista.
André si riscosse, chiamò immediatamente i paramedici, che giunsero nel giro di pochi minuti.
La situazione era critica: Oscar aveva preso molto sangue, era priva di sensi.
Le immobilizzarono il collo e poi delicatamente la poggiarono sulla barella.
-' La portiamo all'ospedale attrezzato più vicino, la Clinique de Turin, in rue Turin 7. Lei viene con noi?'-
André li guardava senza realmente vederli, se fosse stato con lei in quegli attimi drammatici non sarebbe stata ferita.
Sentirono degli spari provenire da fuori.
I paramedici fissarono bene il corpo di Oscar alla barella e senza porre tempo in mezzo uscirono velocemente dal covo.
André disse:
"Vi raggiungo là, andate, presto!"-
Uscì dalla casa e seguì i passi di Alain.
Giunse nella strada limitrofa nel momento in cui l'amico stava ammanettando Abdul al Jazeem.
Il terrorista sembrava privo di sensi.
-" Mi ha fatto penare sto bastardo, ma adesso è nostro!"-
Disse Alain mentre lo strattonava per farlo alzare in piedi.
Guardò André che fissava l'uomo con occhi carichi di odio.
-" Oscar?"-
-" L'hanno portata alla Clinique de Turin"-
-" Bene! Consegno questo sacco di merda alle Forze Speciali e poi la raggiungiamo"-
Afferrarono Abdul sotto le braccia e lo condussero verso i furgoni delle Forze Speciali parcheggiati un isolato più avanti.
Venne loro incontro il comandante.
Axel Fersen aveva avuto quel ruolo, si vociferava, grazie all'appoggio della moglie del presidente.
Però mai nessuno aveva potuto fargli un appunto riguardante il suo comportamento in missione.
-" Comandante Fersen, ecco l'uomo che ha ferito il comandante Jarjayes.
Lo tenga in caldo per noi nella sua sala interrogatori.
Andiamo all'ospedale, parliamo con il generale e ci sinceriamo della salute di Oscar, poi veniamo da voi per fare due chiacchiere con lui"-
Fersen andò loro incontro accompagnato da due agenti.
-" Andate subito all'ospedale.
Vi aspettiamo tra un'ora.
Portatemi buone notizie su Oscar.
" Prendetelo in consegna "!
Disse rivolto ai suoi uomini.
-" Grazie Soisson, grazie Grandier. Vi aspettiamo per interrogarlo."-
Alain e André consegnato il prigioniero si precipitarono in ospedale.
Durante il tragitto avevano avvisato il generale e Girodel.
Giunsero che Oscar era ancora sotto i ferri.
Il generale camminava nervoso nella sala d'aspetto.
Quando li vide li obero' di domande.
Perché Oscar non aveva il giubbotto antiproiettile, perché era sola, come avevano fatto a cadere in trappola.
André cercò di calmarsi:
-"Signore, mi dispiace: è colpa mia, avrei dovuto proteggerla, invece ha eluso le mie raccomandazioni ed è andata nella tana del lupo da sola.
Mi dispiace"-
Poi abbassò lo sguardo.
La rabbia del generale perse potenza.
-"André è quasi impossibile fermare Oscar quando ha in mente di fare qualcosa.
Adesso la stanno operando.
Ha perso molto sangue, la pallottola nell'attraversare il suo corpo ha danneggiato la colonna vertebrale e spappolato la milza uscendo.
Voi due avete fatto il vostro dovere.
Adesso finite il lavoro iniziato da mia figlia, visto che avete catturato il capo fatelo parlare, fermate questa follia.
Fatelo per lei e per tutti coloro che credono in voi.
Andate.
Appena ho novità su di lei vi avviso.
Andate!'-
I due uomini lo guardarono basiti, André vide un padre diverso.
Finalmente un padre.
Alain prese la parola:
-" Gli faremo confessare tutto, stia tranquillo.
Andiamo André"-
Lo salutarono con un cenno e corsero alla Centrale dei Corpi Speciali.
Abdul al Jazeem non avrebbe avuto scampo.

Ciao a tutte, 
come avete potuto leggere la situazione della nostra Oscar è molto grave 
e adesso cosa succederà? 
Lo scoprirete presto 
Un bacio 
Cla e Sonny 

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Capitolo 6
*** La resa dei conti ***


Alain e André giunsero alla Centrale dei Corpi Speciali in una ventina di minuti.
André non disse una parola.
Alain non insistette, capiva lo stato d'animo dell'amico: sapeva che era distrutto.
Entrarono nello stabile e, dopo aver mostrato i loro tesserini, si avviarono alla sala interrogatori.
Appena giunti videro Girodel uscire dalla stanza con un'aria rassegnata e adirata.
André gli si avvicinò:
"-Maggiore, è riuscito a far parlare quell'uomo"-
Girodel lo guardo' stupito:
-" André è un osso duro.
Temo che neanche voi due riuscirete a fargli fare una confessione.
Credo che perderete tempo.
Come sta Osc... ehm il comandante Jarjayes?"-
André lo inceneri' con lo sguardo:
-" Il comandante è ancora sotto i ferri.
Quel maledetto parlerà, fosse l'ultima cosa che faccio"-
Senza salutare Girodel entrò come una furia.
Sì avvicinò all'uomo ammanettato lo tiro' su di peso e lo colpì in pieno volto.
Alain lo fermò con tutte le proprie forze:
-" André non è così che lo convincerai a parlare.
Calmati.
Calmati, André!"-
André si calmo' e lasciò andare Abdul.
Poi si avvicinò furioso, e vide il terrorista che quasi sorrideva soddisfatto.
Allora, con tutte le forze che aveva, appoggiò le mani al tavolo degli interrogatori, lo guardò negli occhi e gli disse:
-"Potrei usare mille modi per farti parlare.
Ma non lo farò.
Ti lascio andare."
Abdul al Jazeem lo guardò interrogativamente.
-"Ma prima... farò in modo che i tuoi complici pensino che tu ci abbia detto tutto.
Guarda..."-
André prese un telecomando e accese uno schermo.
-" Lo vedi quell'uomo? È il nostro addetto stampa, Bernard Chatelet.
Aspetta il mio via per fare una dichiarazione alla stampa mondiale su di te e sul fatto che hai spifferato tutto.
I tuoi complici non ne saranno contenti.
Se tu parli noi potremo proteggerti da loro.
Altrimenti credo che ti daranno una morte lenta e dolorosa.
A te la scelta.
Se fosse per me darei loro una mano.
Cosa decidi Abdul?" 
L'uomo messo ormai con le spalle al muro acconsentì a collaborare. 
Alain gli diede un pezzo di carta su cui scrivere tutto quello che sapeva, i nomi, e tutti i luoghi dove ancora vi era materiale esplosivo. 
Finito l'interrogatorio lo affidarono ad un agente per riportarlo in cella. 
A quel punto mandarono una squadra di  esperti in balistica ed esplosivi per disattivare il materiale. 
Proprio in quel momento il cellulare di Andrè squillò.
Il giovane visualizzò la chiamata, era il Generale.
"Pronto Generale, mi dica"! rispose con il cuore in gola 
"Pronto Andrè, volevo dirti che Oscar è appena uscita dalla sala operatoria"! 


Ciao a tutte, 
come avete potuto leggere finalmente i nostri eroi hanno chiuso il caso, ma ovviamente le preoccupazioni non sono finite, come starà la nostra Oscar? 
Riuscirà a riprendersi completamente?
Lo scoprirete strada facendo 
Un bacio a tutte 
Cla e Sonny

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Capitolo 7
*** Un futuro incerto ***



André e Alain giunsero alla Clinique de Turin in dieci minuti.
Alain aveva pigiato sull'acceleratore come mai prima e aveva usato la sirena per farsi strada nel traffico.
Giunti all'ospedale mostrarono i tesserini all'entrata e salirono in ascensore, scesero al piano di terapia intensiva e corsero verso le persone in piedi di fronte alla sala d'aspetto.
Erano arrivate anche la madre di Oscar e la nonna di André.
Entrambe erano sedute sulle scomode seggiole della sala mentre il generale aveva iniziato a parlare con il chirurgo che aveva operato Oscar.
I due uomini rallentarono la propria corsa all'approssimarsi del generale e del professore.
Questi alzò gli occhi e li guardò severamente.
Il generale intercedette a loro favore.
Gli spiegò il ruolo avuto dai due giovani nell'aver salvato il presidente, la sua famiglia, un gran numero di innocenti e nell'aver smantellato una tremenda cellula terroristica.
Il professore si rilasso', accenno' persino un sorriso stanco.
-"Scusate, signori per la mia reazione, ma dopo tante ore di intervento sono un po' teso.
Comunque tornando a noi.
Come stavo spiegando al generale be'Oscar ha subìto...
Signor Generale posso parlare liberamente di fronte a questi signori?"-
-"Certo professore, uno è di famiglia, come un fratello per Oscar, l'altro è un caro amico."-
-" Bene, come dicevo dunque, Oscar ha subìto un forte trauma da arma da fuoco a livello lombare che ha provocato una lesione parziale del midollo."-
Fece una pausa dove il silenzio la fece da padrone.
-' La milza è stata sfiorata ma siamo riusciti a salvarla.
Il problema, lo avrete intuito tutti, è la lesione al midollo.
Oggi come oggi non ci sono cure, però essendo parziale non tutte le speranze sono perdute.
Con la mia equipe, tra le migliori di Europa, abbiamo pensato di tenere il comandante Jarjayes in coma farmacologico indotto"-
André chiese:
-" In cosa consiste e a cosa serve con esattezza?"-
-" Domanda pertinente.
Dopo interventi come questo, di neurochirurgia maggiore al paziente facciamo assumere un'associazione di barbiturici, benzodiazipine, oppiacei e propofol.
Questo cocktail di farmaci agisce riducendo il metabolismo e le richieste di ossigeno da parte dell'encefalo , ciò garantisce all'organismo più risorse e favorisce il recupero.
Il paziente ha un supporto per la respirazione ed nutrito con un sondino.
Si mantiene questo stato finché il paziente non mostra dei miglioramenti.
Per aumentare le probabilità di ripresa abbiamo parlato con il Primario dell'ospedale di Losanna, dove hanno fatto esperimenti su cavie umane che avevano perso l'uso delle gambe da anni, e ci ha dato qualche speranza, dicendo che si potrebbe utilizzare il suo metodo sperimentale direttamente su un paziente che ha appena subìto il trauma, e a somministrarlo a un paziente molto ricettivo in coma indotto"-
-"Questo metodo sperimentale in cosa consiste, professore?"-
Chiese il generale.
-"Elettrostimolazione alla parte lesa.
Iniziamo piccoli cicli, di modo che le sue terminazioni nervose non dimetichino come trasmettere gli impulsi che permettono alle gambe di muoversi.
Una volta risvegliata dal coma il comandante avrà già fatto metà del lavoro, il resto lo compiera' con duro lavoro in palestra, con un fisioterapista e con un supporto psicologico."-
André aveva un serissimo dubbio:
-" Professore, mi scusi, ma Oscar è intrasportabile, come facciamo a..."-
-" Giovanotto, dopo tutto quello che ha fatto il comandante per la Francia, è ora che la Francia faccia qualcosa per lei: il presidente della Repubblica ha dato disponibilità illimitata del proprio patrimonio per far venire a Parigi il Primario dell'ospedale di Losanna il prima possibile per iniziare la cura sperimentale.
Così noi ci siamo già mossi e il Primario con la sua equipe e le attrezzature sono già in volo su un aereo privato.
Nulla resterà intentato per salvare le gambe di Oscar.
E ci sono alte percentuali di riuscita."-
-" Professore, grazie.
Lei e la sua equipe siete stati eccezionale.
Adesso siamo nelle mani di Dio"-
Il generale era commosso ed emizionato, si girò verso la moglie e le fece un cenno.
Marguerite Jarjayes scoppiò a piangere tra le braccia della governante.
Un futuro incerto ma non disperato, André chiuse gli occhi, sospirò e accenno' un sorriso.


Ciao a tutte , 
eccoci qui a pubblicare l'ennesimo capitolo,
che dire? La nostra Oscar è in gravi condizioni ma non tutto è perduto 
Un bacio a tutte 
Cla e Sonny

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Capitolo 8
*** Il risveglio ***


Erano trascorsi ormai venti giorni dal giorno dell'incidente.
Andrè non si era allontanato da Oscar neanche per un istante. 
Era sempre al suo capezzale indossando un tuta protettiva poichè Oscar era ricoverata in terapia intensiva. 
Lui le aveva parlato e portato la sua playlist preferita,ovviamente non erano mancati i libri di Virgilio e Catone che lei amava fin da bambina. 
Pochi minuti prima il Professore gli aveva comunicato che l'avrebbero svegliata dal coma farmacologico.
Andrè era stato felice di ricevere la notizia, finalmente la sua Oscar sarebbe tornata alla vita, avrebbe rivisto ancora una volta i suoi bellissimi occhi azzurri in cui amava specchiarsi. 
Poi era rimasto per un lungo istante a guardarla mentre era ancora incoscente e le aveva sussurrato un dolcissimo "Ti amo" 
Ora era appena tornato da lei, era andato a casa a farsi una doccia e a cambiarsi con dei vestiti puliti. 
Entrando si accorse che le avevano tolto il respiratore meccanico e il sondino. 
Andrè ne fu felice.
Oscar dormiva ancora, lui si sedette al suo fianco e aspettò. 
Dopo un pò la vide aprire gli occhi.
"Andrè"! sibilò lei 
"Oscar, finalmente ti sei svegliata, sono qui tranquilla"! le disse lui amorevolmente 
"Ma che mi hanno fatto"? chiese lei 
Andrè le spiegò tutto l'accaduto con molta cautela, ma nonostante questo Oscar iniziò ad agitarsi. 
"Non mi sento le gambe, Andrè ti ordino di spiegarmi cosa diavolo sta succedendo"! rispose furiosa 
Proprio in quel momento ecco arrivare il Professore. 
"Bentornata tra noi Colonnello, sono felice di vedere che sta meglio"! disse l'uomo entrando nella stanza 
"Professore voglio sapere immediatamente cosa sta succedendo"! rispose alzando la voce 
"Colonnello, la prego di calmarsi siamo in un ospedale"! l'ammonì 
"Lei  ha subìto un forte trauma da arma da fuoco a livello lombare che le ha provocato una lesione parziale del midollo,  questo le ha causato l'immobilità degli arti inferiori, adesso le spiegherò la terapia che dovrà seguire"! aggiunse l'uomo 
"Non ho bisogno di nessuna terapia, mi faccia uscire di qui, mi faccia il firmare il foglio d'uscita"! rispose lei furiosa 
"Oscar ti prego calmati, non serve a niente questo atteggiamento"! 
Come se Andrè non avesse detto niente, Oscar prese il cellulare e chiamò l'autista privato dicendogli di accompagnarla in Normandia.
Voleva allontanarsi da tutto e da tutti, estraniarsi dal mondo intero, vivere il suo dramma in solitudine.
Andrè non insistette, sapeva che ogni sua parola in quel momento era inutile. 
La lasciò sola e andò a parlare col fisioterapista per sapere di quali attrezzature aveva bisogno per creare una palestra in casa. 
Se Oscar voleva andare in Normandia lui le avrebbe fatto riabilitazione là, ovviamente lui l'avrebbe seguita in capo al mondo, era disposto a tutto per la sua Oscar, lui era l'unico in grado di starle vicino. 

Ciao a tutte, 
finalmente la nostra Oscar si è svegliata ma come avete letto non ha preso per niente bene il suo stato di salute.
Adesso cosa succederà?
Lo scoprirete presto 
Un bacio 
Cla e Sonny 

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Capitolo 9
*** Deauville ***


Oscar con molta dignità, ma con la morte nel cuore, firmò i documenti necessari per uscire.
Sospinse la sedia a rotelle all'entrata dell'ospedale in attesa dell'autista.
Si guardò più volte intorno, temeva di vedere André o Alain, forse in realtà lo sperava.
Dopo venti minuti di attesa snervante arrivò l'autista.
Dei suoi commilitoni nemmeno l'ombra.
Si sentì ferita e sollevata nello stesso tempo.
Avrebbe affrontato quella situazione da sola.
Del resto lo aveva chiesto lei ad André.
Non si aspettava però che lui obbedisse.
Lo credeva suo amico, lo considerava come un fratello.
Probabilmente si era sbagliata.
Si sentiva stupidamente fragile.
L'autista la aiutò a salire, le sistemo' le gambe insensibili e la sedia nel vano posteriore.
-" Ha caricato gli effetti che le ho detto per telefono, Armand?"-
-"Ho caricato tutto quello che mi ha detto, colonnello Jarjayes"-
Oscar sospirò.
-" Bene possiamo andare a Deauville, alla villa di famiglia"-
-"Bene ha già avvisato Annette, la custode?"-
-" Lo farò in viaggio.
Andiamo pure, Armand."-
L'uomo esito' un attimo.
-" Non vuole... Ehm... non passa a salutare il generale e madame?"-
-" Li chiamerò una volta arrivati, se riusciamo a partire.
La prego, partiamo subito..."-
L'ordine di Oscar era deciso eppure accorato, sembrava essere sull'orlo del pianto.
-"Certo, colonnello. Subito."-
Non disse altro e mise in moto.
Durante il tragitto Oscar telefono' ad Annette.
Le diede tutte le istruzioni per far sì che la villa diventasse agibile per una sedia a rotelle.
In un secondo momento telefono' alla madre.
L'autista la sentì opporsi alla proposta che la madre le fece, la sentì pregarla di non passarle il generale.
Armand si chiese quante figlie chiamano così il padre.
Poi la sentì rispondere a monosillabi e finalmente riattaccare.
Poi l'uomo sentì solo il finestrino divisorio che veniva chiuso dal colonnello Jarjayes.
Poi nel silenzio dell'auto solo singhiozzi attutiti.
Per non metterla in imbarazzo accese la radio, cercò la stazione che trasmetteva musica classica e la mise in filodiffusione.
Sperava di lenire un po' la sua sofferenza.
In tre ore giunsero a Deauville.
Armand scese e si sgranchi' le gambe.
-"Colonnello vado a chiamare Annette, arrivo subito...."-
Oscar non lo ascoltava affatto ma guardava fisso verso l'entrata.
Ad Armand venne naturale guardare nella stessa direzione.
Ciò che vide lo rimise in pace col mondo.
Soprattutto perché gli occhi di Oscar avevano ricominciato a brillare, esattamente come gli occhi della persona che, in piedi accanto ad una Annette felicissima, li stava salutando con affabilita': André.
Oscar si riprese dall'emozione, stava per scendere dall'auto ma le sue gambe non si mossero.
Lei cambiò repentinamente espressione.
L'enorme gioia di aver ritrovato André ad accoglierla si trasformò in terribile frustrazione per la debacle delle sue gambe.
La rabbia prese alla fine il sopravvento.
-" Cosa ci fai qui André.
Volevo stare sola
Puoi tornare da dove sei venuto.
Non ho bisogno di te, non ho bisogno di nessuno..."-
Oscar dal sedile della macchina lo fissava con astio.
Annette aveva abbassato lo sguardo, Armand non poteva credere alle proprie orecchie.
L'unico che non fece una piega di fronte a quelle parole fu André.
Il quale ribatte' con il solito, inossidabile sorriso stampato in volto:
-"Hai mai sentito dire, Oscar, che se Maometto non va alla montagna è la montagna che va a Maometto?"-
Lei rimase spiazzata, leggermente accigliata gli rispose:
-" Ma cosa c'entrano la montagna, Maometto e tutto il resto?"-
-" Semplice Oscar, tu non hai voluto restare in ospedale e io ti ho portato l'ospedale qui.
Ho fatto sistemare le attrezzature nel salone della villa.
Io non sono né medico né fisioterapia, per questo i tuoi esercizi di riabilitazione saranno guidati da Gabrielle, la fisioterapista della moglie del presidente."-
-"Hai previsto tutto Grandier?"-
-"Quasi, Oscar.
Tutto questo ha senso di esistere solo se tu vuoi realmente intraprendere un percorso di guarigione.
Altrimenti tutti a casa e amici come prima"-
Dopo aver pronunciato la frase, André si rese conto di avere esagerato con il bluff.
Sperava ardentemente che Oscar non andasse via.
-"Provo per un po'.
Ma lo faccio solo per Gabrielle.
Tu, appena sto meglio, me la paghi André.
Oh se me la paghi!"-
Un leggero, timido sorriso si aprì sul viso di André.
Avrebbero almeno provato.
Era già un bel passo avanti.


Ciao a tutte , 
la nostra Oscar alla fine ha fatto di testa sua ma il nostro moro non poteva che seguirla tipico del nostro Andrè alla prossima 
Cla e Sonny 

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Capitolo 10
*** Fisioterapia ***


Era trascorsa una settimana da quando Oscar aveva iniziato la fisioterapia con l'aiuto di Gabrielle.
Nonostante la donna le avesse dato buone probabilità di riuscita lei era molto riluttante. 
A dire il vero aveva accettato solamente per non subire le prediche di Andrè, che non faceva altro che spingerla a praticare i suoi esercizi per recuperare al meglio l'uso delle gambe. 
Nell'arco di quei giorni non aveva fatto nessun progresso ma naturalmente Gabrielle le aveva spiegato che tutto ciò era assolutamente normale per il semplice motivo che era stata immobile per troppo tempo, ma Oscar come al solito non faceva alto che pensare che la sua riabilitazione fosse soltanto una perdita di tempo. 
Adesso come tutti i giorni Gabrielle le stava facendo dei massaggi da circa mezz'ora. 
"Per favore possiamo smettere, sono stanca"! disse Oscar seccata 
"Siamo di buon umore vedo"! sdrammatizzò la donna con un sorriso 
"Come sempre del resto"! intervenne Andrè con una smorfia 
"Ma la volete piantare voi due!" rispose infastidita 
"Credo che per oggi possa bastare"! esclamò la donna 
Gabrielle si alzò, si pulì le mani con una asciugamano e raccolse tutto il materiale nel borsone.
"Bene ragazzi io andrei, ci vediamo domani"! 
"Grazie Gabrielle"!
Gabrielle sorrise e si congedò 
Intanto Oscar si era spostata vicino alla finestra per guardare il mare, fin da bambina aveva sempre amato ammirare l'immensa distesa blu brillare sotto ai raggi lucenti del sole e ancor di più i meravigliosi tramonti che solo una località come Deuville poteva offrire. 
Andrè rimase a guardarla e pensò che fosse la visione più bella della sua vita. 
Avrebbe tanto voluto stringerla a sè, dirle che sarebbe andato tutto bene, che presto sarebbero tornati a Parigi ma soprattutto dirle che l'aveva sempre amata, baciare le sue bellissime labbra, sfiorare la sua meravigliosa pelle chiara come la luna in una notte d'estate, ma naturalmente sentì che non poteva farlo, non in quel momento così difficile per lei perchè desiderava che quando questo fosse avvenuto avrebbero assaporato a pieno la felicità del momento. 
Andrè si avvicinò e le mise una mano sulla spalla.
"Ehi, tutto bene"? le chiese amorevolmente 
Lei annuì senza distogliere lo sguardo dalla spiaggia 
"Tu non mi devi dire qualcosa Andrè"? 
"No, niente"! 
"Su avanti, dimmi che sono una bambina capricciosa che non fa altro che piangersi addosso, avanti dillo"! rispose lei perdendo quel poco di pazienza che le era rimasta 
"No, non è affatto così, la tua reazione è comprensibile, devi solo avere un pò di fiducia e vedrai che tutto andrà per il meglio"! 
"No Andrè, io non camminerò più, tutto questo è inutile, avrei preferito morire pur di rimanere su questa maledetta sedia  per tutta la vita"! mormorò lei mentre calde lacrime le solcavano le guancie 
"Ma che stai dicendo? Non ti permetto di parlare in questo modo, hai sentito benissimo cosa ha detto Gabrielle, sei stata immobile per troppo tempo ed è assolutamente normale che i tuoi muscoli siano atrofizzati, devi avere pazienza"! 
"Vorrei avere le tue certezze, ma in questo momento non ne ho la forza"! rispose asciugandosi il viso 
"Sarò io la tua forza, non temere"! rispose lui con un dolcissimo sorriso 
"Ti ringrazio dal pronfondo del cuore Andrè, sei molto caro, ma vorrei che tornassi a Parigi, non voglio che tu perda giorni di lavoro per colpa mia, c'è Annette qui con me stai tranquillo"! 
"No, rimarrò al tuo fianco come sempre, ormai è una vita che vengo con te in ogni occasione, non posso certo cambiare adesso ti pare"! sorrise 
"Andrè io...
"Oscar"! l' interruppe lui 
"Non c'è niente che possa farmi cambiare idea"! 
"Cocciuto e dire poco"! 
"Ah, senti chi parla"! rise 
"Stupido"! esclamò con aria fintamente indignata 
Proprio in quel momento ecco arrivare Annette con un vassoio tra le mani. 
"Scusate ragazzi posso"? disse entrando nella stanza 
"Certo vieni avanti"! rispose Andrè 
"Ho preparato della cioccolata"! disse poggiando il vassoio sul tavolo 
"Grazie Annette, sei molto gentile"! 
"L'ho fatto con piacere, adesso se non avete più bisogno di me io andrei"! 
"Va pure Annette grazie, alla cena ci penso io"! le disse Andrè 
"Ti ringrazio, a domani ragazzi"! detto questo si congedò 
Andrè prese una delle due tazze e la porse ad Oscar dopo di che si sedette accanto a lei 
"Ricordi quando eravamo bambini Andrè? Ricordo che ogni volta che tua nonna preparava la cioccolata volevo assaggiarla prima che si raffreddasse e finivo sempre per scottarmi la lingua"! 
"Certo che me lo ricordo golosona"! rise lui 
"Tenente Grandier, come si permette di ridermi in faccia"? rispose lei fintamente indignata 
"E' la verità mio caro Colonnello"! 
"Idiota"! rise lei 
"Dovresti guardare la tua faccia in questo momento"! rispose lui ridendo 
"Per quale motivo"? 
"Sei tutta sporca di cioccolato, aspetta ci penso io"! detto questo depose la sua tazza sul davanzale della finestra e le pulì le labbra con il pollice, rimasero a guardarsi negli occhi per un lungo istante e...

Ciao a tutte,
come avete letto la nostra Oscar ha iniziato il suo percorso riabilitativo non tralascinando la sua testardaggine ovviamente , mentre il nostro moro è dolcissimo come al solito che dire ? 
Il nostro Andrè è unico 
Un bacio 
Cla e Sonny 

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Capitolo 11
*** Sguardi ***


André indugio' col pollice sul labbro di Oscar, non distolse mai lo sguardo dai suoi occhi.
Si aspettava sinceramente che lei spostasse il viso, che lo allontanasse con un gesto stizzito.
Ma niente di tutto questo accadde.
Oscar sentì il tocco della pelle di André sulla propria bocca, il suo profumo confuso con quello dolce della cioccolata.
Sentì il cuore accelerare.
Come repentino era stato il suo gesto altrettanto fu veloce André a lasciare la sua bocca, smettendo di sorridere.
-"Oscar, facciamo sul serio adesso..."-
-"Cosa.... cosa intendi dire?"-
Oscar sentì che le mancava il respiro.
André non capì il motivo per il quale le gote di Oscar erano avvampate.
-" Oscar, insomma! Mi prendi in giro? 
Dobbiamo seriamente applicarci per la tua riabilitazione.
Anzi in realtà sei tu che devi iniziare a crederci un po' di più. A credere in te stessa.
E in me.
Io sono dalla tua parte.
Niente resterà intentato da parte mia.
E da parte tua? Credi in me?
Ma soprattutto credi in te stessa? Tu sei Oscar Francois de Jarjayes, sei una donna fuori dal comune, sei migliore di tutti gli uomini che conosco.
Io credo in te...."-
André aveva detto tutto di un fiato fissando le tazze di cioccolata vuote.
Lui voleva aiutarla, ma colei che avrebbe dovuto fare il primo passo era Oscar.
-"Sì, André, anche io voglio guarire. Voglio tornare come prima, anche meglio se possibile.
Aiutami!"-
André sorrise, finalmente aveva capito che il migliore alleato di Oscar era Oscar.
-"Bene, Oscar. Allora continuiamo a fare il massaggio che aveva iniziato a fare Gabrielle"-
Oscar aggrotto' le sopracciglia e annuì.
André la riaccompagno' verso il letto e iniziò a massaggiare la gamba destra partendo dal piede.
Lei si sentì frustrata perché non sentiva niente, vedeva le mani di André salire verso il polpaccio passando per la caviglia, ma continuava a non sentire nulla.
Poi ad un certo punto sentì un grande calore espandersi dal suo polpaccio fino su alla parte posteriore del ginocchio.
Smise per un lungo attimo di respirare.
Lo chiamo' in un sussurro:
-"André..."-
Lui, concentrato, non l'aveva udita.
-"André..."-
Parlò più forte.
Lui si fermò di colpo.
I loro occhi erano incatenati.
-" Cosa... cosa c'è Oscar? Perché....mi guardi così? Che succede?"-
Tolse le mani repentinamente.
Oscar gli sorrise.
-"Grandier, non smettere ti prego. 
Io ho sentito il calore delle tue mani.
Sta tornando la sensibilità, sto riacquistando la sensibilità.
Ce l'hai fatta. Avevi ragione"-
André si guardò le mani, poi le sue gambe bellissime, nonostante l'immobilita', infine le riappoggio all'altezza del ginocchio:
-" Allora facciamo questa magia Jarjayes"-


Ed eccoci qui più veloci della luce ahahahahah :D 
Come avete letto la nostra biondona bella ha iniziato a fare dei progressi grazie al nostro meraviglioso moro...che cosa può desiderare di più la nostra Oscar? Andrè è insostituibile <3
Un bacio 
Cla e Sonny 

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Capitolo 12
*** Una dura prova ***


Per la prima volta Oscar si sentì colma di speranza. 
Fino a pochi giorni prima non avrebbe mai creduto di arrivare a fare dei progressi, era sempre stata convinta di vivere il resto della sua vita inchiodata  su una sedia a rotelle e invece ecco avvenire il miracolo.
Era bastato che André continuasse a farle i massaggi per recuperare quella sensibilità che ormai credeva aver perso per sempre.
Forse era stato l'amore che nutrivano l'uno per l'altra a far sì che avvenisse il prodigio. 
Anche se non voleva ammetterlo neanche a sé stessa Oscar amava profondamente il suo Andrè come lui amava lei. 
Più volte aveva cercato di dimostrarglielo ma lei pur sapendolo aveva sempre ignorato i suoi sentimenti cercando di concentrarsi solamente sul suo lavoro. 
"André"! disse lei 
"Che... Che c'è Oscar"? 
"Voglio alzarmi, aiutami ad alzarmi da questa sedia"! disse lei 
"Oscar ma che stai dicendo"? 
"Hai capito benissimo, voglio alzarmi, adesso"! detto ciò fece leva con le braccia sui braccioli della sedia e con una grande forza d'animo si alzò lentamente in piedi 
André rimase a guardarla sbalordito e allo stesso tempo colmo di gioia per l'emozione del momento. 
Non riusciva a crederci, la sua Oscar era in piedi davanti a lui.
Da tempo aveva desiderato che quel momento arrivasse e finalmente era realtà. 
Oscar rimase in piedi per pochi minuti fino a quando le gambe le cedettero facendola cadere nuovamente sulla sedia. 
Si sentì sprofondare nella disperazione, tutta la felicità che aveva provato pochi istanti prima  era un lontano ricordo, una beffa del destino : Lei non sarebbe più riuscita a camminare. 
"Oscar, stai bene"? chiese lui preoccupato 
"Lasciami in pace André, vattene"! urlò mentre calde lacrime le rigavano il viso 
"Quello che è successo è assolutamente normale, devi avere pazienza"! rispose lui con più calma del previsto 
"Lasciami stare"! gridò detto ciò uscì dalla villa dirigendosi verso la battigia. 
Arrivata proseguì la sua corsa verso il mare, voleva farla finita. 
Desiderava che le onde  la portassero via per sempre, via dal dolore, via dal fallimento,voleva lasciare quella vita che l'aveva privata dalla mobilità delle gambe. Quella situazione era diventata intorrellarabile e l'unico modo per porvi rimedio era andarsene per sempre. 
Intanto André la stava osservando dalla finestra e capendo le sue intenzioni si precipitò immediatamente verso la spiaggia. 
"Oscar, Oscar, ti prego fermati"! urlò con tutto il fiato che aveva in corpo 
Lei ignoro' le sue suppliche e prosegui la marcia. 
André corse più veloce che poté finché fortunatamente riuscì a raggiungerla. 
"Lasciami andare André, non voglio vivere così, non voglio essere un peso per nessuno, ti prego lasciami andare"! disse lei piangendo 
"No, non ti lascerò compiere questa follia hai capito? Tu devi andare avanti"! 
"Perdonami ma non ne ho più la forza"! 
"Si che ce l'hai, sei la persona più coraggiosa che abbia mai conosciuto"! 
"Ti prego André, lasciami andare"! 
"No, tu non vai da nessuna parte senza di me e adesso alzati Oscar François De Jarjayes"! le ordinò lui 
"Non continuare a infierire su di me Andrè te ne prego"! 
"Ti sbagli non è affatto così, non potrei mai farti una cosa del genere, voglio solo che tu ti renda conto che puoi farcela"! 
"André io... 
" Oscar, alzati"! insistette lui 
Oscar non ebbe neanche la forza di replicare e fece quello che André le aveva ordinato. 
La giovane fece nuovamente leva sui braccioli e si alzò. 
"Adesso vieni qui"! le disse lui 
"Ma io... io non posso.... io... 
" Si che puoi, avanti Oscar raggiungimi"! 
Pensando di non aver più niente da perdere, Oscar obbedi. 
Come per miracolo mosse la gamba destra facendo un piccolo passo e in seguito quella sinistra. 
Ad Oscar sembrò di sognare. 
Ma com'era possibile tutto questo? 
Pochi minuti prima era crollata sulla sedia e adesso stava camminando con le sue gambe. 
André la guardò con gli occhi lucidi mentre il suo cuore faceva le capriole dalla felicità.  
"Avanti Oscar, ancora un piccolo sforzo"! l'incoraggio lui 
Quando finalmente si trovarono faccia a faccia Oscar scoppiò in lacrime di gioia 
"Hai visto Oscar? Ce l'hai fatta"! esclamò lui visibilmente commosso 
Lei non rispose e lo abbracciò per un tempo infinito.

Ciao a tutte,
finalmente la nostra Oscar è tornata quella di sempre e tutto grazie al nostro moro che dire ?
Andrè forever <3 
Cla e Sonny 

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Capitolo 13
*** La visita ***


Erano passati più di due mesi, i progressi di Oscar erano stati incredibili.
Dopo essersi accorta che la sensibilità delle gambe stava tornando grazie all'insistenza di André, non si era più fermata.
Aveva continuato ad esercitarsi senza sosta con la supervisione attenta di Gabrielle.
In quel lasso di tempo aveva fatto anche tre visite presso la Clinique de Turin, il primario si era collegato via Skype con la clinica di Losanna, il direttore sanitario svizzero era stato stupito e molto soddisfatto dei progressi di Oscar.
Le aveva detto che le persone che uscivano quasi indenni da quella problematica erano da contarsi sulle dita di una mano.

Quel giorno Oscar era particolarmente nervosa.
André le aveva chiesto se volesse festeggiare la sua guarigione con una bella cena.
Oscar aveva deciso di restare per il resto della sua licenza forzata a Deauville, non usava più la sedia a rotelle da un pezzo, la palestra che André le aveva fatto allestire era ubicata a piano terra, così oltre agli esercizi con attrezzi e a terra, Oscar poteva anche comodamente uscire dalle porte-finestre e andare a fare una corsa sulla spiaggia o una nuotata in mare.

Smise di fare l'esercizio che stava eseguendo e iniziò con lo stretching, doveva iniziare a prepararsi, anche se quelle cose così femminili la imbarazzavano non poco.

Annette si era prodigata per aiutarla a preparare una cena perfetta, in effetti l'aveva preparata quasi tutta da sola, Oscar non era portata per quelle cose, se ne sarebbe fatta una ragione.

Un'altra cosa per la quale non era portata era lo shopping.
Solo a udire quella parola le veniva l'itterizia.
Solo la dolce e paziente Rosalie avrebbe potuto covincerla ad andare a fare acquisti consoni ad una serata romantica.
Così l'aveva definita la ragazza.
Oscar aveva alzato gli occhi al cielo, se Rosalie non fosse cresciuta a casa sua, dopo che Oscar l'aveva salvata da un'aggressione tanti anni prima, e se non avesse deciso di diventare un agente di polizia e dopo il training non fosse entrata nella task force della sua benefattrice, se non fosse stata praticamente l'unica amica di Oscar, quest'ultima non si sarebbe mai fatta convincere ad acquistare una mise adatta alla cena con André.

Rosalie sapeva benissimo che il suo comandante era allergica a pizzi, seta e chiffon, così era riuscita a trovare un compromesso: era riuscita a farle provare e apprezare una tuta in lino azzurro, monospalla, i pantaloni leggermente svasati e una cintura in vita che metteva in evidenza il suo fisico asciutto e scolpito.
Oscar aveva tergiversato ma alla fine aveva ceduto.
Rosalie le aveva anche fatto un corso accelerato di make-up, lei era stata al gioco ma non aveva alcuna intenzione di imbrattarsi il viso  né di strapparsi i capelli con complesse acconciature: ad André sarebbe andata benissimo al naturale.
Sì ne era sicura.
André.
Quell'uomo aveva fatto tutto il possibile e anche l'impossibile per aiutarla.
Uomo, sì André era un uomo, si stupi' di pensare a lui in quei termini.
Lo aveva persino sognato dopo che lui l'aveva massaggiata più di due mesi prima e aveva risvegliato la sensibilità delle sue gambe, e non solo, infatti nel sogno André la toccava anche più su, arrivava alle cosce e poi... lei si era svegliata gemendo e provando una strana sensazione di languore.
Non ci aveva più voluto pensare, fino a quel momento. Sentiva uno strano sfarfallio nello stomaco.

Il suono del campanello la riporto' alla realtà.
Non aspettava nessuno.
Tornò pratica, chiuse la zip della tuta da ginnastica come se fosse  stata la sua divisa.
-"Chi è?"-
Chiese circospetta.
-"Sono il fattorino, signora.
Ho una consegna per Oscar Francois de Jarjayes.
Dovrebbe fare una firma"-
Oscar penso' che fosse un' altra strampalata idea di Rosalie.
Aprì la porta.
L'uomo di fronte a lei sembrava un fattorino.
Il cappellino da baseball copriva in parte il suo volto, ma lei, che aveva una memoria idetica per le facce, riconobbe in quel viso uno dei maggiori ricercati da tutte le agenzie del mondo: Yussef al Jazeem, fratello maggiore dì Abdul.

Fece per afferrare la pistola che teneva sulla mensola quando il terrorista la stordi' con un teaser.

Ciao a tutte, 
e adesso?
Cosa succederà? Lo scoprirete presto 
Un bacio 
Cla e Sonny 
P.S. Questa è la tuta in questione io Claudia lo disegnata per l'occasione spero vi piaccia :) 

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Capitolo 14
*** Presentimenti ***


Erano ore che André girava per Deauville con Alain, il suo amico aveva saputo del progetto della cena, così lo aveva praticamente rapito e lo aveva obbligato a comprare nell'ordine: un paio di jeans nuovi, una polo di marca color verde scuro e un paio di scarpe sportive.
Adesso, esausti, erano arrivati dal fioraio.
Quella era un'idea di André, voleva regalarle un bouquet di rose bianche, le più belle che potessero trovare.
Mentre si facevano un'idea dei prezzi e delle composizioni André ebbe una fitta alla testa.
Si appoggiò al bancone.
Un pessimo presentimento lo invase: Oscar era in pericolo, la sua voce gli rimbombava nelle orecchie.
-"Alain.... devo andare...."-
-"Ehi amico ma non abbiamo ancora deciso quante rose vuoi.
Che succede? Che hai?"-
André aveva un'espressione sconvolta.
-"Oscar è in pericolo.
Non ti so spiegare...
Prendo la tua moto.
Ti chiamo dopo...."-
L'ultima frase gliela disse mentre stava già uscendo e si stava allacciando il casco meglio che poteva.


Con la testa dolorante Oscar riaprì lentamente gli occhi ritrovandosi con polsi e caviglie legati e la bocca avvolta da un panno. 
Alzò lo sguardo davanti a sè e vide Yussef al Jazeem che stava comodamente seduto al tavolo guardandola con uno sguardo beffardo. 
Oscar non si intimorì affatto, la sua educazione maschile le aveva insegnato a gestire le emozioni e ad avere calma e sangue freddo di fronte a qualunque situazione. 
Cercò di liberarsi ma tutto fu inutile, le fascette con cui l'aveva legata erano particolarmente resistenti. 
"Vedo che hai ripreso conoscenza  Oscar Francois de Jarjayes, tranquilla Colonnello, sei ancora viva, per adesso"! disse con un sorriso sarcastico 
A quel punto si alzò e si avvicinò a lei. 
Quando furono faccia a faccia le alzò violentemente il viso con la canna della pistola con cui l'aveva colpita e la guardò dritta negli occhi.
"Bene Colonnello, siamo alla resa dei conti, non m'importa quale sarà il mio destino, ma almeno tu scomparirai dalla faccia della terra"! detto ciò si alzò in piedi e le puntò la pistola contro.
Oscar sgranò gli occhi e il suo pensiero volò ad Andrè. 
Si il suo Andrè, l'uomo che aveva sempre amato anche se non l'aveva mai  ammesso neanche a se stessa, era troppo orgogliosa per esternare i suoi sentimenti e proprio in quel momento che stava per soccombere avrebbe tanto voluto dirgli tutto quello che sentiva per lui, ma ormai era troppo tardi, se ne sarebbe andata senza nemmeno salutarlo per l'ultima volta. 
Questo pensiero le lacerò cuore e anima. 
Yussef stava per premere il grilletto quando all'improvviso uno sparo riecheggiò nella stanza. 
Vide l'uomo cadere esanime sull'impiantito e Andrè sulla soglia della porta con la pistola puntata sul cadevere di Yussef. 
"Oscar, stai bene"? le disse lui avvicinandosi per liberarla 
"Si, si sto bene, non preoccuparti"! rispose lei quando fu libera 
"Sei sicura"? 
"Si tranquillo, ma tu come facevi a sapere che Yussef sarebbe venuto a cercarmi"? 
"Diciamo che ho seguito il mio sesto senso"! sdrammatizzò 
"Sono fiera di te Tenente"! sorrise 
Detto ciò chiamarono i colleghi per far portare via il corpo, in quel momento arrivò anche Alain.
"Cristo Santo, ma che diavolo è successo"? osservò 
"Yussef al Jazeem, voleva vendicare suo fratello  e ha cercato di uccidere Oscar"! spiegò 
"Che bastardo, per fortuna sei arrivato in tempo"! 
"Già"! 
"Comunque sappi che ne ho ordinate tre dozzine"! gli sussurrò all'orecchio 
"Che cosa? Ma sei impazzito"? 
"Le apprezzerà, ne sono certo"! detto ciò gli fece l'occhiolino è uscì dalla Villa.
 Quando rimasero nuovamente soli Andrè si accorse che Oscar era ferita alla testa. 
"Ma tu stai sanguinando"! osservò 
"Tranquillo non è niente di grave, devo aver battuto la testa cadendo"! 
"Siediti, vado a prendere la cassetta del pronto soccorso"! 
"Ma ti ho appena detto che non è nulla"! 
"Siediti e non fare storie"! 
Oscar alzò gli occhi al cielo e fece quello che lui le aveva ordinato. 
Dopo pochi minuti tornò, aprì la cassetta e usò tutto il necessario per medicarle la ferita coprendola con una garza sterilizzata. 
"Ecco fatto"! 
"Grazie Andrè"! 
"Figurati, non è stato niente di che"! 
"Non mi riferivo a questo, ma per avermi salvato la vita"!
"Ho fatto soltanto il mio dovere"! sorrise 
"Questo gesto non lo dimenticherò mai"! 
Lui rimase a guardarla intensamente negli occhi e Oscar sentì il  cuore fermarsi per poi accelerare, ma così forte che per un momento le parve che le rimbalzasse dal petto. 
"Adesso vai a stenderti un pò, ci vediamo dopo d'accordo"? le disse lui amorevolmente 
"Ma io sto bene"! 
"Mmm cocciuta e dire poco"! esclamò 
"Va bene, va bene, agli ordini Tenente"! detto ciò si alzò dalla poltrona e si avviò in camera.


Ciao a tutte, 
come avete potuto leggere il nostro moro è arrivato a salvare la sua Oscar, come sempre del resto no? 
Lo abbiamo  sempre detto che il nostro Andrè è unico 
Un bacio a tutte 
Cla e Sonny 

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Capitolo 15
*** La forza dell'amore ***


La sera successiva Oscar e André riuscirono ad avere la loro cena.
Annette aveva aiutato Oscar ad apparecchiare e a vestirsi.
Le fece mille complimenti per la scelta della tuta monospalla con bandana in tinta, Oscar arrossi', sperava di non sembrare troppo vistosa.
Annette l'aveva rincuorata: era così bella, perché nasconderlo?
Alle 19 un André molto emozionato suono' alla porta.
Oscar ripercorse quello che era successo il pomeriggio precedente e prese la pistola, mise la sicura ed aprì.
-" Buona sera André! Sei in perfetto orario..."-
Lui la guardò un po' perplesso:
-" Volevi fare il tiro a segno prima di cena, Oscar?"-
Le chiese indicando l'arma.
La donna si acciglio' leggermente.
-" No, ma adesso sono prudente prima di aprire la porta..."-
-" Sfiori la paranoia.
Sei al sicuro, quegli estremisti così pericolosi sono stati debellati: né il presidente, né la Francia, né tu li dovrete più temere.
Ne arriveranno altri, ma noi siamo più forti di prima!
Vero comandante?"-
Oscar posò la pistola e gli sorrise.
-"Hai ragione, come sempre.
Non ti stufi di avere sempre ragione?"-
André le fece un sorriso sornione:
-" Nossignora, signora comandante!"-
Oscar gli diede un pugno leggero sul braccio e fece strada verso il terrazzo dove Annette aveva allestito per la cena.
L'aria era fresca,  scompiglio' i capelli che sfioravano le spalle e la schiena di Oscar fino alle reni.
André non pote' fare a meno di lasciare scendere il proprio sguardo su tutta la schiena per fermarlo, incantato, sul suo perfetto sedere messo in risalto dalla tuta.
La trovò molto attraente.
Arrossi', lui la amava così tanto.
Quella sera si scoprì anche a desiderarla.
Del resto lui era un uomo e lei la più bella, intelligente, caparbia, coraggiosa  donna che conoscesse.
Fin da quando era ragazzo si era accorto dei propri sentimenti per lei, gliene aveva parlato ma Oscar non era pronta.
Avrebbe tanto voluto che adesso lo fosse.
Non avrebbe dovuto temere per la propria carriera, lui non si sentiva sminuito da una compagna con un grado superiore al suo, la amava anche per quello: il carattere forte e l'attitudine al comando.

Cenarono chiacchierando del più e del meno.
Al centro del tavolo troneggiavano le rose bianche che lui aveva scelto il giorno prima e che Alain aveva recapitato a casa di Oscar.
Lei ne stava sfiorando i petali vellutati con le dita.
Le luci soffuse, quel gesto così femminile indussero André a prendere la sua mano tra le sue.
La donna rimase interdetta ma non si sottrasse.
Abbassò lo sguardo, poi lo rialzo' e lo fisso' nel suo.
André degluti' a vuoto, non avrebbe dovuto illudersi ma gli sembrò di leggere in quegli occhi così brillanti qualcosa in più della semplice riconoscenza.
-"André, tu tempo fa mi confessasti di provare un amore molto profondo nei miei confronti.
Io ti pregai di fermare i tuoi sentimenti sul nascere, che avresti dovuto trovare una persona che potesse condividerli con te, che quella persona non ero io.
Io...io... be'ecco... spero che tu non l'abbia ancora trovata..."-
André la fissava, non era ben sicuro di aver capito: lei non voleva che lui avesse avuto una donna? Perché? Aveva cambiato idea nei suoi confronti?"-
Sospirò leggermente, più che altro per immettere aria nei polmoni, che sembrava scarseggiare.
Le lasciò la mano, si alzò da tavola, fece il giro e le riprese la mano:
-" Se questa è una dichiarazione, Oscar, è tra le più brutte che io abbia mai sentito..."-
Oscar lo guardò seria.
-"Hai ricevuto molte dichiarazioni Grandier?"-
Lui si accorse della gaffe.
Non rispose subito, la fece alzare dalla sedia e la condusse alla balconata che dava sulla spiaggia.
-" Senti il mare, Oscar?
A quest'ora non si vede ma si sente.
E poi anche se tu fossi in casa e non lo sentissi, lo sai che è qui fuori: potente e immutabile.
Pauroso quando le sue onde ci sovrastano, dolce e mansueto, rassicurante nei tramonti estivi.
Io vorrei che tu capissi, Oscar, che il mio amore per te è come il mare.
Anche quando non lo vedi né lo senti lui c'è, immutabile.
Tu sei l'unica che amo, non ho mai ricevuto altre dichiarazioni, e anche fosse successo non me le ricorderei neppure."-
Oscar lo guardava con infinito amore, sì adesso aveva imparato a riconoscere quello che sentiva e che le creava confusione: amore.
Molto semplicemente.
-"Oscar...."-
André tirò fuori dalla tasca dei pantaloni una scatolina di velluto blu.
Oscar spalanco'gli occhi.
-"André, che cos'è?
È quello che penso?"-
-" Oscar, spesso riesco a capire quello che pensi, ma non in questo caso..."-
Aprì la scatolina, sul velluto scuro risaltava un anello montato su oro bianco.
La pietra di forma rettangolare circondata da diamanti era un topazio azzurro.
-"È veramente bellissimo, André.
Bellissimo..."-
-" È vero, Oscar.
Ma in fondo è solo una pietra.
Fredda, impersonale.
Però il suo colore mi ricorda il colore dei tuoi occhi quando sei felice, sono di un azzurro intenso e profondo come questo topazio.
Oscar gli sorrise, la forza dell'amore di André l'aveva salvata più e più volte.
Prese l'anello dalla scatola e se lo infilò all'anulare.
"-Tu sei sempre stato il mio oceano, André.
Credevo che l'amore mi avrebbe fatto da zavorra invece mi dà ancora più forza"-
Avvicinò la mano con l'anello al suo viso e André ne baciò il palmo.
Poi Oscar con incredibile semplicità gli passo' entrambe le braccia dietro alla nuca e si avvicinò alla sua bocca.
-" Sei pericolosamente vicina, Oscar.
Potrei non rispondere più delle mie azioni..."-
-" È quello che spero..."-
Oscar lo baciò per prima.
Subito il bacio fu delicato, quasi timido, poi le loro bocche diventarono esigenti e impudiche, prima dell'amore.

André la sentì sua per la prima volta nella vita.
La allontanò da sé, quasi per rendersi conto che fosse tutto vero.
Noto' un po' di rossore sulle sue gote.
Ma gli occhi di Oscar non lasciavano dubbio alcuno: lo voleva, lo amava.
André decise di rischiare e con delicatezza sciolse il nodo che sigillava la tuta sulla sua spalla, Oscar non si oppose.
Entrambi guardarono scendere la stoffa delicata giù dal suo corpo alabastrino.
Oscar era nuda sotto così i suoi seni piccoli e perfetti fecero repentinamente capolino, ad André si fermò il respiro in gola.
-"Oscar...io... se vuoi sono ancora in tempo a fermarmi..."
Oscar lo guardò con desiderio, e con voce roca gli rispose:
-"Non voglio che tu ti fermi..."-
André non si fermò.
Le sue mani accompagnarono la stoffa leggera che lentamente scendeva verso il pavimento.
Si ritrovo' in ginocchio di fronte a lei, la sua dolce ossessione.
Alzò gli occhi e la guardò, era così bella.
Oscar sorrise e gli tese una mano per aiutarlo ad alzarsi.
André la abbracciò, sentiva il calore del suo corpo attraverso la stoffa degli abiti che ancora indossava.
L'uomo la prese in braccio, leggera come un fuscello, e si diresse verso la camera degli ospiti al piano terra.
La poggio' delicatamente sulle coperte.
La osservò a lungo, senza parole.
Fu lei a parlare, infine:
-"André prima che io fugga di nuovo fammi tua.
Insegnami la forza dell'amore."-
Lui annuì rapito.
Si spoglio' e le si sdraio' accanto.
Prima di amarla le sussurro':
-"Grazie per avermi permesso di realizzare il mio sogno"-
Poi appoggiò le labbra sulle sue in un bacio pieno di desiderio.
L'uomo lasciò le sue labbra e iniziò a scendere con delicata determinazione verso il suo collo candido, si soffermo' sulla spalla, poi con un movimento tangente del capo si ritrovò a suggere i suoi capezzoli irti.
Oscar, per istinto, avvicinò il proprio corpo al suo.
Il calore emanato era incandescente come la fucina di Vulcano.
André stava perdendo la lucidità, sentirla così vicina lo faceva impazzire.
Avvicinò il proprio sesso al suo centro, senza mai smettere di baciarla iniziò a entrare in lei.
La sentì tremare, smise di baciarla:
-"Oscar, ti sto facendo male? Mi fermo?..."-
André non era affatto sicuro che ce l'avrebbe fatta a fermarsi, ma avrebbe fatto comunque ciò che lei voleva.
Non poteva certo obbligarla per assecondare il proprio desiderio.
Ma lei con occhi liquidi, intensi e profondi come l'oceano, gli rispose:
-" Voglio essere la moglie di André Grandier, qui, adesso e per sempre...."-
Lui le sfioro' le labbra e la fece sua.


Ciao a tutte, 
ed eccoci qui a pubblicare l'ultimo capitolo di questa storia, vogliamo ringraziare ognuna di voi per l'affetto che ci avete dimostrato, grazie dal profondo del cuore, a breve torneremo con un'altra fanfiction che abbiamo in serbo e speriamo vivamente che possa coivolgervi come questa che abbiamo appena concluso detto ciò grazie grazie grazie 
Cla e Sonny 

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