Katekyo Hitman Reborn: Unione dei cieli

di Teemo Omegasquad
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Finalmente, di nuovo insieme ***
Capitolo 2: *** Quiete prima della tempesta ***
Capitolo 3: *** Casini in casa Simon. ***
Capitolo 4: *** Recupero ***
Capitolo 5: *** Passaggio ***
Capitolo 6: *** Unione dei cieli ***
Capitolo 7: *** Bloopers e alcune scene tagliate. ***



Capitolo 1
*** Finalmente, di nuovo insieme ***


In uno spazio totalmente bianco i boss Vongola erano disposti in due file l'uno davanti all'altro come se a dividerli ci fosse un tavolo, in cui si era aggiunto definitivamente anche Tsunayoshi, con a capotavola Giotto Vongola.
 

-Allora? La tua risposta ragazzo?- il primo chiese la risposta tanto attesa al giovane undicesimo che teneva il capo abbassato nascondendo i lineamenti del viso, seduto a terra.

 

-Ve lo avevo promesso e ora vi darò la risposta...accetto tutti i peccati dei Vongola, ma li redimerò con la mia unione dei cieli!- Katsu alzò la testa, mostrando metà del volto del tutto sfregiato e bruciato da qualcosa che non era conosciuto dall'uomo, sfoggiando un sorriso che non era più del giovane Sawada spensierato, ma di uno nuovo, carico di pura determinazione, pronto a compiere il suo dovere di boss ed a porre fine a quello che aveva iniziato tanto tempo fa.

 

Si alzò tornando in piedi più forte di prima, cominciando a camminare in avanti senza voltarsi mai, ma quando passò vicino a suo padre si fermò a pochi cm da lui

 

-Vai figlio mio e spero che mi perdonerai per non essere stato un buon padre...- Tsuna non riuscì a guardare negli occhi la propria prole per la vergogna.

 

-Non preoccuparti per quello papà, lo hai fatto per garantirmi una vita normale e proteggere me e mamma, ma purtroppo quello che ho fatto mi ha raggiunto anche qui e non hai potuto far niente, sono io che dovrei scusarmi, non tu...salutami mamma quando la vedi.- disse al genitore rassicurandolo e prendendosi tutta la colpa.

 

-Contaci.- quando il giovane riprese a camminare i due si batterono i dorsi delle mani come se si fossero dati il cambio.

 

-Adesso ci penso io, prenderò a calci in culo Arane anche per te e la mamma!-

 

****

 

La stazione di Namimori, un tempo frequentata da giovani scolaretti in ritardo o impiegati che dovevano andare al lavoro, ora sembrava un campo di concentramento, tutto grigio e triste, sorvegliato severamente sia digitalmente che coi poliziotti con sulla divisa il simbolo demoniaco di Arane.

Sul treno in arrivo una ragazza con una lunga chioma raccolta in una coda di cavallo a noi familiare e quando arrivò si alzò scoprendo che era Giorgia, con uno sguardo serio e tagliente, era cambiata molto in quegli anni.

Quando scese indossava una tuta da motociclista femminile aderente in pelle nera come gli stivaletti a tacco alto e i guanti, un lungo drappo sulla spalla sinistra e uno stocco sul fianco sinistro, ma aveva qualcosa di strano, il manico era di una katana, mentre il resto era uno stocco.

I poliziotti la fermarono subito puntandole contro le pistole.

 

-Cosa succede agenti? Non ho fatto niente di male...- disse fredda posando una mano sull'arma, cauta.

 

-Signorina Giorgia dei Vongola, la dichiaro in arresto sotto ordine della somma Arane.- il loro capo si fece avanti esponendole quel fatto.

 

-Con quali accuse...?- sguainò leggermente la spada modificata.

 

-Con le accuse di essersi messa in mezzo alla guerra con suo fratello, vile umana.-

 

-Non posso rimanere, ho una certa fretta...- sfoderò l'arma puntandola contro le guardie come se fosse una duellante di spade.

 

-Assetto demone!- tutti si trasformarono in grossi mostri oscuri, con artigli e unghie aguzze annesse, e il loro capo era il più grande di tutti. -Non andrai da nessuna parte! Ora ti massacreremo e ti porteremo dalla nostra sovrana!- non appena sbatté le palpebre la sua preda scomparve, per poi girarsi subito dopo inorridito notando che teneva lo stocco e il suo fodero sopra la sua testa rinfoderandola lentamente.

 

-Come ho detto prima ho una certa fretta, quindi...terzo modello di combattimento della scherma assassina: stoccata incrociata.- si spostò con passo leggero, parlando con freddezza e quando ripose del tutto l'arma dentro la sua apposita custodia tutti i demoni artificiali esplosero in mille pezzi facendoli finire in un lago di sangue, spianandosi la strada. -Non posso mancare al nostro appuntamento...-

 

*****

 

 Aeroporto di Namimori

 

Un aereo super-lusso atterrò sulla pista con delicatezza e abile precisione da parte del pilota.

Dal carrello delle ruote uscì un ragazzo dai corti, e gelati, capelli biondi, un fisico molto muscoloso che indossava dei mocassini arancioni, pantaloni blu scuro e una camicia bianca che cadde a terra rabbrividito dal viaggio, giurando a se stesso che non lo avrebbe mai più fatto in vita sua, ma era l'unico modo per ricongiungersi con gli altri.

Si sistemò i vestiti rimettendoseli in ordine, avviandosi verso l'edificio per bersi qualcosa di caldo in un bar, un caffè precisamente, di sicuro sarebbe stato un toccasana per lui e per il sonno che aveva addosso, pensando che aveva tempo per permetterselo.

Ma tale cosa non fu possibile visto che le guardie dell'aeroporto gli erano alle costole, più qualche omone di taglia assai grossa che in confronto i portoni delle chiese erano dei modellini piccolissimi, che gli puntavano addosso pistole e armi di vario tipo, alcuni di quelli grandi erano già in forma demone.

 

-Scusatemi signori agenti, ma vorrei godermi questo squisito caffè. Potreste aspettare un attimo?-

 

-Yoshi, undicesimo guardiano del sole dei Vongola, la dichiaro in arresto, se opporrà resistenza la dovremmo uccidere seduta stante.-

 

-A quanto pare non volete lasciarmi del riposo. Ok allora...- poggiò con malincuore la tazzina del caffè sul balcone, girandosi con scatto rapido dando un colpo infuocato che incenerì i pesci piccoli con potenti fiamme del sole. -Ora i prossimi!- estrasse dalle tasche due cestus spinati che indossò subito, mettendosi in guardia verso quelli grossi.

 

Erano lenti, ma forti, per fortuna erano prevedibili e schivò i loro colpi molto facilmente, rispetto a 4 anni fa era migliorato molto.

Gli afferrò il braccio e con una mossa marziale lo schiantò contro gli altri 2 mettendosi in posizione di vantaggio, sorridendo.

 

-Lance del sole gemelle!- avvicinò i pugni e le braccia rivestendole di fiamme solari colpendo e trafiggendo con forza i demoni minori, disintegrandoli tutti quanti in un attimo.

 

Finito lo scontro riprese a bersi il suo agognato caffè, gustandoselo a fondo, poggiando sul balcone, o quello che ne rimaneva, i soldi per saldare il conto, ma non i danni che aveva fatto.

 

-Tornerò sicuramente qui, ci vediamo!- Yoshi salutò la barista avviandosi verso l'uscita e il luogo dell'appuntamento con gli altri.

 

*****

 

Fermata del bus vicino a Namimori scese una ragazza dai capelli verdi che le arrivavano fino alle spalle, sciolti, mini-gonna con sotto una calzamaglia nera, grossi scarponi, maglietta smanicata nera e guanti neri e occhi color rosso sangue scese dal bus.

 

-Non osare mancarci di rispetto umano! Devi collaborare se vuoi rimanere in vita ancora per un po', ma siccome non hai voluto avrai la tua punizione!- dei demoni artificiali stavano infastidendo il proprietario di una bancarella ed erano intenti a distruggergliela.

 

-Ehi! Lasciatelo stare! Non ha fatto niente!- la ragazza non riuscì a rimanere a guardare, intervenendo di persona.

 

-Non sono affari che ti riguardano! Aspetta un momento! Ti ho già visto da qualche parte te.- l'essere demoniaco cominciò a rimuginare osservandola da più vicino...grosso errore.

 

-Vediamo se questo vi aiuta.- dal guanto destro tirò fuori qualcosa di piccolissimo che si ingrandì all'instante in un falce-martello che lo uccise all'istante, facendolo muovere nella mano, poggiandolo a terra.

 

-Tu sei Yuzuyu la guardiana del fulmine dei Vongola! Ora verrai con me!- una fiamma della nuvola rivestì l'altro demone di una spessa e robusta corazza, caricandola con furia.

 

-Secondo e quarto marchio, 10%...tempesta tuonante!- ad un tratto delle fiamme del fulmine e della tempesta rivestirono l'arma della ragazza e, con passo agile e movenze abili, tranciò in due il nemico insieme alla sua protezione combinando la forza distruttiva delle fiamme scarlatte con la robustezza di quelle fulminee, ottenendo una combinazione letale. -Siete fortunati, so solo usare completamente solamente il 10% del mio potere...anche se, dopo 4 anni, è un po' umiliante e deludente...- dopo essersi depressa per un secondo rimpicciolì l'arma riponendola via, camminando con passo svelto e veloce.

 

****

 

Centro-piazza di Namimori.

 

-Mandateci dei rinforzi subito! Abbiamo bisogno di aiuto contro questa pazza! Mandate lo squadrone demone!- un poliziotto chiamò aiuto con la radiolina dell'autovettura disperato, ma ad un tratto una ragazza, non si intravedevano gli occhi e i capelli, ma i vestiti si che erano degli stivali in pelle, shorts azzurrini, camicia bianca annodata che le fungeva da reggiseno, una giacca smanicata e due grosse fondine che erano attaccati ai suoi fianchi. si precipitò sul cofano della vettura.

 

-Ehilà! Mi dispiace, ma devo farti fuori! Dannazione, troppo tardi!- gli sparò in mezzo agli occhi, ricaricando quella che sembrava una grossa magnum, ma altamente tecnologica e appositamente modificata.

 

In pochi secondi arrivarono due enormi elicotteri da cui scesero demoni e umani pesantemente armati, tutti intenzionati a catturarla.

 

-Guardiana della pioggia dei Vongola, Sora! Ci segua senza opporre resistenza!-

 

-Ma scusa! Quando dite di non opporre resistenza incitate a farlo sapete? Per vostra fortuna ho ancora un po' di tempo per ricongiungermi con gli altri!- Sora estrasse dall'altra fondina la seconda pistola, preparandosi a ingaggiarli con una tempesta di proiettili della pioggia.

 

****

 

In una hamburgeria vicino alla scuola di Namimori.

 

Un ragazzo, che indossava una tenuta da arciere giapponese, ciabatte di paglia, guanto da arciere, una grossa sacca in spalla con contenuto, ovviamente, il suo arco e una pelata quasi a zero, con un po' di rossore causato dai rimasugli dei suoi capelli tagliati.

 

-Chissà se gli altri sono arrivati sani e salvi...sopratutto le ragazze! Saranno di sicuro cresciute e maturate molto!- inizio a fare strane fantasie erotiche sulle suddette ragazze, con un sorriso e un'espressione che lasciava dell'inquietante.

 

La polizia passò in quel fast food ispezionando tutti i clienti presenti, ma dopo il controllo se ne andarono subito chiedendo scusa per il disturbo, senza riconoscere la persona che stavano cercando.

 

-Che sia per via dei capelli che non mi hanno riconosciuto...?-

 

****

 

-A quanto pare ho fatto un bel casino qua...!- una ragazza incappucciata, che indossava un leggero cappotto estivo chiuso, mini-gonna, lunghe calze nere e scarpe da ginnastica bianche, che brandiva in una mano una sciabola e nell'altra un'asta appuntita, mentre ammirava la pila di demoni uccisi da lei.

 

Arrivarono altri poliziotti e rinforzi demoniaci per prenderla e si tolse il cappuccio, facendosi riconoscere subito.

 

-è Akane! La guardiana della nebbia dei Vongola! Dobbiamo catturarla subito!- il capitano delle forze nemiche espresse l'ordine, mandandole contro tutto quello che aveva.

 

-Scusatemi, ma sono di fretta e voglio rivedere gli altri, quindi...sbrighiamocela!- con un colpo di polso unì sciabola e asta che si trasformarono in uno scatto metallico in una falce e lo brandì con entrambe le mani, mettendosi in guardia e preparandosi ad attaccare.

 

****

 

Mensa della scuola di Namimori, 30 minuti dopo gli eventi accaduti prima.

 

-Sei la prima ad arrivare sai Giorgia?- disse il sicario, mentre sorseggiava del caffè, seduto su una pila di cadaveri, che indossava solo una camicia arancione, cravatta nera, scarpe di vernice nera e pantaloni neri, Leon stava sulla sua spalla a causa dell'assenza del suo fidato capello

 

-Pensavo di essere l'ultima...vedo che questi 4 anni hanno cambiato qualcosa in te eh Reborn? Non sembri più tu senza il tuo capello.- si riferì al suo nuovo abbigliamento.

 

-Purtroppo è andato perduto a causa di quelle dannate fiamme nere, quando vedrò Arane le dirò di comprarmi un capello nuovo bello come quello precedente.- le sorrise parlando in maniera scherzosa. -Piuttosto sono arrivati anche gli altri vedo.-

 

Giorgia rimase confusa da quelle parole, ma quella confusione scomparve quando si girò vedendo gli altri che entrarono nella mensa, tutti quanti cresciuti con gli altri.

Appena li vide gli corse incontro abbracciandoli versando qualche lacrima.

 

-Siete ancora tutti vivi, sono felice di rivedervi tutti quanti...!- quelle lacrime di pura gioia erano ben gradite da tutti i ragazzi, strappando anche un secondo sorriso a Reborn.

 

Si concessero qualche minuto per discutere su cosa avevano affrontato in quei duri anni di allenamento, ma tutti si soffermarono sul ragazzo rossiccio quasi pelato a zero con un "e chi cazzo sei tu?"

 

-Ma come?! Sono Tetsuya ragazzi! Non vi ricordate?!- Akane, con una piccola illusione ridandogli i capelli, poté confermare ciò che diceva, ma l'unica cosa che ottenne furono solo delle fragorose risate riguardo la sua quasi pelata, prendendolo in giro. -Vedrete quando riavrò i capelli maledetti!- Tetsuya versò lacrime amare per quel benvenuto.

 

-Aspetta un momento, non mi torna qualcosa.- Reborn vide che mancava qualcosa e contò i presenti come se fosse un maestro delle elementari con dei bambini, contandone solo 7, lui incluso. -Dov'è Katsu?- ad un tratto il sicario ricevette una chiamata proprio dal suddetto da lui nominato.

 

-Ehm, Reborn? Temo che arriverò con un poco di ritardo, ma giusto un poco eh?- il giovane boss parlò con voce affannosa.

 

-Perché? Che succede?- durante la chiamata ricevette una foto e vide che c'era Katsu che si era fatto un selfie con un grosso esercito demoniaco, allarmando Reborn, dicendo a tutti di raggiungerlo.

 

-Basta che troviate delle grosse lingue di fuoco e mi troverete.- chiuse la chiamata

 

Tutti quanti uscirono e l'assassino fece un'altra chiamata in fretta e furia.

 

INTANTO, DA KATSU

 

-Diamine! Non vogliono proprio finire eh?!- l'ultimo Sawada, che indossava un lungo mantello nero, camicia arancione, pantaloni e scarpe nere e metà viso bruciato e sfregiato, combatteva estenuatamente contro un enorme esercito di demoni per fermarlo da parte di sua sorella, a quanto pare lo odia ancora.

 

Però più ne bruciava e più ne apparivano, ritrovandosi sommerso da essi.

 

-Secondo modello di combattimento della scherma assassina: affondo repentino!- Giorgia, con un letale e rapido affondo eliminò i nemici che coprivano Katsu, liberandolo.

 

-Wow Giorgia! Sei decisamente cresciuta sai? E stupefacente la tua nuova tecnica!- si complimento col proprio guardiano della nuvola, ammirandone lo stile visto che non aveva utilizzato alcuna fiamma.

 

-Rimanga concentrato boss, c'è ne sono altri.- Giorgia tornò in posizione di guardia, puntando lo stocco contro i demoni.

 

-Dovrei dirlo io quello maledetta! Secondo e primo marchio 10%, fulmine bruciante!- l'arma di Yuzuyu si impregnò di fiamme del fulmine e del sole, disintegrando un'altra buona porzione dell'esercito demoniaco.

 

-Pioggia letale!- Sora arrivò dall'alto di un'edificio, lanciando una tempesta di proiettili della pioggia.

 

-Illusione mortale.- Akane, con la sua falce e le fiamme della nebbia, ne tranciò un'altra parte con freddezza e velocità.

 

-Ehi! Non vorrete divertirvi solo voi spero! Raggio solare!- anche Yoshi, con un raggio di fiamme del sole ben assestato, fece la sua parte.

 

-Non dimenticatevi di me dannazione!- Tetsuya estrasse il suo arco super-tecnologico, sembrava più un'arma futuristica, e scoccò frecce della tempesta in rapida successione eliminando la sua porzione di demoni.

 

-Ehi Katsu! è da molto che non ci si vede eh?- Reborn, dopo aver protetto le spalle di Katsu da un attacco alla schiena, lo salutò stringendogli la mano e il boss ricambiò.

 

-è un piacere rivederti amico mio!-

 

Però quell'esercito non si accennò a diminuire, se ne uccidevano uno ne apparivano altri 3, facendo sembrare l'impresa un'odissea, ma il sicario rassicurò tutti dicendo che aveva chiamato i rinforzi.

Infatti un elicottero si fermò sopra di loro e da lì scesero al volo due figure nere che, quando toccarono terra, riuscirono a capire chi fossero nonostante i 4 anni passati.

Erano Jink e Yuri, due membri del nuovo squadrone dei Varia, che l'unica cosa che avevano in comune era un lungo cappotto nero di pelle con lo stemma Varia sopra fuso con quello dei Vongola, mentre il resto era del tutto differente.

Jink indossava grossi stivali neri in pelle, pantaloni neri in pelle, il cappotto ornato con pelli di lupo e una testa sulla spalla sinistra, collana di denti, maglietta ornata di pelli e ossa e sei fondine per pistole, mentre Yuri indossava reggiseno, shorts e stivali al ginocchio neri, capelli sciolti che le arrivavano fino al sedere e sempre con le sue orecchie da gatto.

 

-Ci penso io tesoro?-

 

-Sono tutti tuoi amore, io faccio i preparativi per l'estrazione!- Yuri chiamò i Vongola a se facendo calare delle imbracature dal velivolo

 

-Allora... che il lupo cacci la sua preda!- Jink prese due pistole dal cappotto caricandole al massimo con fiamme della tempesta e sparò due proiettili che si unirono diventando un gigantesco lupo di fiamme che disintegrò tutti i demoni, o almeno dandogli il tempo di andarsene prima che ne arrivassero altri.

 

Tutti quanti salirono sul grosso elicottero andandosene da quel postaccio e quando furono su la prima persona che Katsu vide fu Xian, che era seduta sul secondo sedile del velivolo e si alzò per salutarlo, vedendo che aveva i capelli corti, il cappotto con il nuovo stemma dei Varia, pantaloncini neri, anfibi neri e maglietta con scollatura a cuore.

Tutti quanti si abbracciarono, anche se Jink e Yuri erano in disaccordo su questo, contenti del loro tanto atteso ricongiungimento dopo anni e ora che erano di nuovo insieme erano pronti, pronti per poter andare avanti e porre fine all'operato di Arane.

 

ANGOLO AUTORE

E dopo anni finalmente sono riuscito a porre fine a questo capitolo! Sono felice e penso che sopratutto voi lo sarete, sopratutto due persone in particolare.

Che mi dite dei cambiamenti dei personaggi? Vi dico solo che non soltanto loro sono cambiati, ma proprio tutti tutti eh? anche i nemici e ne vedrete di belle, perché non si sono ancora riscaldati i nostri cari guardiani! Che mi dite anche del nuovo stemma dei Varia? Spero di aver soddisfatto le vostre aspettative al momento. Al prossimo capitolo!

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Capitolo 2
*** Quiete prima della tempesta ***


UN'ANNO PRIMA DEGLI ATTUALI EVENTI

 

-Ehm, boss? Perché ha voluto portarci nel bel mezzo dell'oceano su un'elicottero?- Illaila, insieme agli altri 5 demoni superiori, chiese stranita dell'attuale luogo in cui si trovavano, sopra a decine di migliaia di tonnellate d'acqua.

 

-Perché dobbiamo recuperare la nostra base operativa e quale è meglio se non la propria città natale?- Arane saltò dal velivolo, facendosi spuntare due grosse ali nere, intrise di fiamme corrotte.

 

Concentrò tutte le fiamme che possedeva evocando una specie di gigantesca aura oscura che prese le sembianze di un demone in stile giapponese e ne ingrandì mani e braccia a dismisura, immergendole dentro l'acqua.

Cominciò a tirare, qualcosa di molto, ma molto grosso, talmente tanto che digrignò i denti per lo sforzo disumano che stava compiendo, urlando a squarciagola.

Dall'acqua cominciarono a uscire una moltitudine di bolle d'aria che una fabbrica, in confronto, era una boccettina e recuperò a mani nude un'intera città sommersa, facendo in modo che rimanesse a galla.

 

-B-boss, ma quella è...!-

 

-Atlantide! Ora miei cari, prendete tutto il necessario, laboratori, scienziati e materiali, tra non molto tempo in questa città avverrà una guerra e quando accadrà noi saremo pronti ad accoglierli!-

 

OGGI

 

-Avevate a disposizione migliaia di demoni, posti di blocco ovunque, qualsiasi mezzo a disposizione e voi, avete, deciso, di, non, intervenire, DI PERSONA?!??!- Arane, furente delle azioni che avevano compiuto i suoi demoni, li rimproverò aspramente andando su tutte le furie.

 

-Ci dispiace boss, abbiamo pensato che non fosse necessario!- Illaila, insieme agli altri demoni superiori, chiese perdono rimanendo in ginocchio tenendo la testa abbassata.

 

-NON FOSSE NECESSARIO?! Ti rendi conto delle cazzo di scuse che mi stai dicendo?! Si tratta di mio fratello e dei suoi compagni dopo ben 4 anni di allenamento chissà dove e con chissà chi e voi, anzi TU! La persona di cui più mi fido ciecamente...HAI PENSATO A UNA COSA DEL GENERE!!!- Arane la prese per il collo sollevandola da terra, soffocandola per la rabbia e la presa troppo stretta, corrodendole la pelle nel punto in cui la teneva. -Assicuratevi di non ripetere più questo errore, altrimenti vi farò vedere come i demoni non sono immuni alla fiamma della corruzione!- la lanciò contro la parete del palazzo di pietra, quasi buttandolo giù.

 

Leo fu l'unica ad aiutare la donnona, riprendendo a respirare e aiutandola a tornare in piedi.

In tutti quei millenni non avevano mai visto Xolotl in quella condizione di rabbia, era persino sul punto di ucciderli solamente per sfogarsi, instillando in loro una strana paura mai provata finora, una paura viscerale e pressante, portandoli alla morte in caso di qualsiasi tipo di fallimento.

Arane se ne andò lasciando una scia corrotta che consumò il terreno.

 

-Bisogna correre ai ripari! Mannaggia a Tsuna e ai Vongola! Mi ci sono voluti tutti questi anni per poter demolire il loro dominio e potere, per poi impossessarmene! Bisogna sistemare gli alleati rimasti. Ti andrebbe di andarci tu? Così magari incontri di nuovo il tuo vecchio allievo no?- la dea si rivolse ad un uomo grosso e massiccio che era poggiato allo stipite del grosso portone del palazzo atlantideo, indossava un lungo cappotto verde militare con la coda spaccata a metà e pantaloni del medesimo colore, guanti di pelle nera come gli stivali. Un berretto color marrone sporco e una fascia gli coprivano il volto, tranne per qualche ciuffo bianco e gli occhi gialli ambra, evidente segno della demonificazione.

 

-Mh...-

 

***

 

L'elicottero, dopo circa una mezz'oretta di viaggio, lì portò in un rifugio nascosto dentro la montagna, nonché la base operativa durante i 4 anni d'assenza.

Una volta dentro si avviarono immediatamente nel salone per discutere sulla loro prossima mossa, non avevano tempo da perdere e dovevano sbrigarsi.

Il primo ad entrare fu Katsu e venne subito accolto da qualcuno che a lui era ben gradito, accogliendolo con un caloroso e amorevole abbraccio.

 

-Katsu! Finalmente sei tornato dopo 4 anni! Cosa ti è successo al viso?!- Ranma, con una chioma di capelli decisamente più lunga e cresciuta anche nel corpo, indossando una camicia bianca abbottonata completamente e pantaloni neri lunghi, baciandolo con amore e tastandogli lo sfregio sul viso preoccupata.

 

-Ranma! Non preoccuparti per questo, non è niente e poi...sono felice di rivederti dopo tanto tempo!-

 

I due piccioncini si baciarono passionalmente dopo il lungo tempo di assenza, ignorando i presenti che erano attorno a loro, ma quella che li fece tornare alla realtà fu Xian, interrompendoli.

 

-Ehm, vi chiedo scusa. Reborn? Facci strada verso la sala riunioni.-

 

Il sicario eseguì la richiesta senza esitazioni, portandoli tutti alla sala, di cui 12 posti erano già occupati, 7 erano dei Varia della decima generazione, mentre gli altri 4 erano occupati dai restanti Varia dell'undicesima generazione, che indossavano tutti quanti la nuova uniforme con il nuovo stemma, col cappotto chiuso, e il dodicesimo era occupato da Mukuro, che teneva i piedi sul tavolo.

Jor aveva una lunga coda di cavallo, con lunghe e folte basette, Aruma invece aveva i capelli tirati all'indietro col suo ciuffetto rosa con circa un chilo di gel e un piccolo cerotto sul naso, mentre Paride, di aspetto, non era cambiato per niente, proprio come Veronica e quest'ultima saltò addosso a Sora riempendola di baci.

 

-Amore mio! Quanto mi sei mancata!-

 

-Mi sei mancata anche te Veronica!- Sora ricambiò ogni bacio felice di rivederla.

 

-Davvero lasci fare cose del genere ai tuoi sottoposti Xian? Non dovrebbe comportarsi così un boss!- Xanxus derise il modo di fare della figlia.

 

-Xanxus...papà...hai mai pensato di farti un monte Fuji di cazzi tuoi? Comando come voglio io, non come vuoi tu, perciò zitto!- Xian rispose alla derisione del padre, facendolo sbuffare dalla rabbia.

 

Tutti i presenti si sedettero ai propri posti.

 

-Bene, grazie per essere presenti tutti quanti qui, sopratutto i Varia della decima generazione nonostante l'odio verso la mia famiglia. Allora, la situazione la conoscete tutti quanti, una vera e propria situazione di merda, ma ora che siamo tutti tornati possiamo passare al contrattacco!-

 

-E come pensi di fare? Abbiamo a che fare con dei demoni, in tutti questi anni di onorata carriera in quanto assassino non mi è mai successa questa cosa. E poi come potremmo battere questi demoni e quelli di Arane?- a parlare fu Squalo.

 

-Come avrete visto ci sono ben due tipi di demoni, quelli inferiori, che nella categoria rientrano anche quelli artificiali, e quelli superiori. Quelli piccoli siete in grado di ucciderli, mentre quelli grossi, in quanto umani, non ne siete in grado, avete bisogno del fuoco eterno dei draghi, di cui solo io e la mia prima squadra disponiamo di tale abilità e infatti il piano consiste nel rintracciare i miei "draghi" e convincerli ad aiutarci donandovi anche voi la possibilità di farlo, io purtroppo non ne sono in grado e se lo facessi dovrei cedere una parte dei miei poteri divini, il che comporterebbe l'implosione del corpo umano siccome non è in grado di contenerli. So dove potrebbero essere  e perciò manderò i Varia della decima generazione per accertarsi che ci siano davvero.-

 

-E da quando dai ordini a noi eh?!- a Xanxus non gli andò giù questo fatto, di dover prendere ordini.

 

-O questo o la fine del mondo, scegli te.- Katsu lo zittì, ricevendo come risposta "agli ordini.." .-E inoltre a noi si sono uniti alcune nostre vecchie conoscenze, quando entrano non saltategli addosso con intento omicida. Su, entrate.- a quella frase entrarono nella sala 3 persone, ovvero Renji, Umi e Relampago, tutti e tre indossavano la nuova divisa e quest'ultimi indossavano un'uniforme in pelle con magliette smanicate nere e i lunghi pantaloni del medesimo colore, come gli stivali anche.

 

Tutti quanti si misero in allerta, puntandogli contro ogni sorta di arma visto che alla maggior parte di loro quei tre avevano lasciato un brutto segno su di loro, sopratutto a Veronica

 

-Tutti quanti a cuccia! Sono dalla nostra parte!- Sawada tentò di calmare tutti quanti.

 

-Se lo sanno perché non mandi loro eh?!- Yuzuyu facendo parlare la rabbia di quella scelta, facendo capire che era sbagliato fidarsi di loro.

 

-Perché se lo aspetterebbero, quindi ci ucciderebbero sul posto e siccome disponiamo di informazioni di vitali importanza è meglio per noi rimanere qua con voi per il da farsi e la parte peggiore...- Renji le rispose, mettendola subito in silenzio.

 

Riposero le armi, fidandosi di quello che diceva Katsu, conservando per loro il dubbio su quei 3.

 

-Vi chiedo scusa per questo ordine, ma in quanto veterani ho bisogno che andiate voi. Andate secondo le coordinate di Renji.- i Varia della decima eseguirono l'ordine, partendo immediatamente e lasciando la sala. -Mentre noi immagino che, dopo questi 4 anni di fatica e allenamento, avrete bisogno di un po' di riposo e per favore...non tentate di uccidere Renji, Umi e Relampago. Sopratutto te Mukuro!-

 

-Non li conosco nemmeno, però sarebbe interessante, kufufufu. E comunque vado coi Varia, ho un conto in sospeso con quelli sul fatto che hanno ucciso la mia Chrome, mi farò dire dove sta Arane.- il restante membro dei vecchi Vongola andò con lo squadrone degli assassini, lasciando i ragazzi da soli nel rifugio.

 

-Bene, ora potete andare, io e Reborn dobbiamo discutere su alcune cose.- Katsu e Reborn furono i primi a uscire, isolandosi in una stanza remota ai loro compagni, mentre si alzavano uscendo anch'essi dalla sala.

 

A tutti quanti gli furono indicati dove erano situate le loro stanze, ma quando videro del bagno in comune, diviso tra i sessi ovviamente, decisero di optare per quello, un bagno caldo gli avrebbe solamente giovato.

Le ragazze portarono i loro effetti personali nelle loro camere prima di rilassarsi, mentre i ragazzi ci andarono direttamente, tranne Tetsuya che si appostò fuori dalla porta del bagno femminile nascosto, aspettandole.

Quando entrarono si lucidò gli occhi per bene aspettando con ansia quel momento da ben 4 anni, spiandole mentre si spogliavano.

 

-Saranno anni che non mi faccio un bagno decente, tutte insieme. Ne avrete passate di tutti i colori vero? Però il cambiamento che ho notato di più è il tuo Akane, sei diventata più espressiva e emotiva o sbaglio?- Yuzuyu cominciò ad attaccare bottone.

 

-In questi anni sono potuta cambiare molto...e quel demone mi ha fatto rivivere uno dei miei peggiori ricordi, però che mi ha permesso di cambiare, perciò ho intenzione di ringraziarlo e al tempo stesso prenderlo a calci in culo. Te invece Yuzuyu vedo che non sei cambiata molto.-

 

-Invece sì! Ho intenzione di adempiere meglio al mio dovere di braccio destro, sono ben conscia che tempo fa non ho fatto bene il mio lavoro, ma ho intenzione di riscattarmi!- Yuzuyu si mostrò fiera e convinta di quello che aveva detto, dimostrando di mantenere ogni singola parola che aveva detto.

 

-Allora buon lavoro, dovrai faticare di più ora che siamo nel bel mezzo della guerra...- Giorgia si apri la tuta, per poi annodarsi i capelli e infilarci dentro uno stecco in preparazione del bagno.

 

-E dai Giorgia! Sembri essere diventata una figa di legno sai? Tempo fa eri un'autentica fifona e timidona e ora guardati, sei un pezzo di pietra senza emozioni! Un po' di vita su!- Sora la spintonò sorridendo, provando a farle cambiare espressione in qualche modo

 

-In questi 4 anni sono cambiata, capendo che non siamo in un ambiente che ci permette di essere spensierati come una volta, ma bensì nel bel mezzo di una guerra, una guerra che spazza via ogni emozione...-

 

-Sei noiosa! Piuttosto pensiamo di goderci questo fantastico bagno tutte insieme!- Sora si avvinghiò al collo di Giorgia con un braccio esultando, mentre Veronica li divise mettendosi il braccio sul suo collo.

 

-Lei è mia, sia chiaro!- mise in chiaro la sua possessività verso la propria fidanzata.

 

Intanto fuori dalla porta Tetsuya si stava godendo lo spettacolo di quello spogliarello, "spontaneo" sei si può chiamare così, in silenzio, senza farsi scoprire.

 

-Ehm, Tetsuya...? Cosa stai facendo?- Yoshi, che era coperto da soltanto un'asciugamano dalla vita in giù, vide l'arciere sbirciare da un buco.

 

-Senti mister Muscolo, sono ben 4 anni che aspetto questo momento e ora che posso godermelo non me lo farò per niente perdere! Perciò porta via te e i tuoi muscoli via da qui che ho da fare!- Tetsuya, in pura agitazione e eccitazione, lo cacciò immediatamente via tornando a fare il guardone.

 

-Ok, sei ti scoprono sono cazzi tuoi, divertiti.- lo lasciò da solo andando a rilassarsi.

 

Ad un tratto una mano si poggiò sulla sua palla, interrompendolo ancora.

 

-Yoshi! Ti ho detto di lasciarmi stare!- la mano passò dalla spalla alla testa facendogli baciare il muro con molta forza e violenza, facendogli perdere anche i sensi.

 

-Ciao...non so se lo sapevate ma il rossiccio era qua fuori a spiarvi, ma gli ho fatto baciare il muro...- Umi entrò senza guardare in faccia le altre.

 

-E come?- chiese Yuzuyu.

 

-Con molta violenza, ha perso i sensi...- la Maxum della pioggia notò che Sora e Veronica la guardavano in malo modo. -Spero che possiate perdonarmi per quello che vi ho fatto, sopratutto a Sora e Veronica, e sono ben conscia che ci vorrà molto tempo, sono venuta solo per dirvi questo...- Umi girò i tacchi uscendo, ma Giorgia la trattenne per un braccio.

 

-Se il boss si fida proveremo anche noi a fidarci, ma non pensare di guadagnarti la nostra fiducia solo perché sei passata dalla nostra parte, ricordalo e se fai un passo sbagliato...- la guardiana della nuvola prese lo stecco che si ingrandì diventando lo stocco tramite le proprietà della fiamma, puntandogliela al collo. -Non mi farò problemi a eliminarti, per ora goditi il bagno con noi e grazie per aver sistemato Tetsuya...- ritrasse l'arma rimpicciolendola rimettendosela nei capelli, invitandola a unirsi a loro.

 

Lei accettò volentieri, cominciando ad alzare il capo, tentando di sorridere.

 

Relampago era nella sala da pranzo, mentre rigirava tra le mani una tazza.

 

-Tutto bene Relampago? Ti vedo pensieroso.- gli chiese Renji, preoccupato.

 

-Stavo pensando Renji. Riusciremo a farcela? Ne io e ne Umi abbiamo subito il potenziamento completo e quando ci scontreremo con gli altri periremo di sicuro, senza potercela fare. Loro sono dei demoni, ne hanno un'intera armata e noi cosa abbiamo? Solo degli esseri umani, noi due che siamo esseri artificiali e tu che sei l'unico demone! Non c'è la faremo mai!- il Maxum elettrico fece parlare il panico e la paura, stringendosi la testa con le mani disperato.

 

-...in tutti questi anni ho visto di cosa sono capaci gli esseri umani, hanno conquistato nazioni e imperi con semplicemente la forza di volontà e tanta determinazione. Questo mi ha fatto capire che non bisogna mai sottovalutarli, perciò c'è la faremo, non preoccuparti.- lo calmò, rassicurandolo come meglio poteva.

 

TRE GIORNI DOPO, POLO SUD

 

-Ritirata! Non possiamo farcela! Annullare! Annullare!- Superbi Squalo scappò via con il proprio boss Xanxus e Mukuro feriti gravemente, costretti a ripiegare e ritirarsi siccome erano i  rimanenti dei Varia.

 

-Dannata donna! Come ha fatto a ucciderci così facilmente e a ridurci così!?- Xanxus continuò a imprecare tra sé e sé della grave perdita della propria squadra.

 

-Dove andate...? Tornate qua a divertirmi.- Arane li inseguì semplicemente camminando, aumentando l'ansia e la paura a ogni singolo passo che faceva verso di loro.

 

-Ho un conto in sospeso con lei!- Mukuro si fermò voltandosi verso il nemico. -Vieni Arane! Voglio fartela pagare per quello che hai fatto alla mia Chrome!- imbracciò il tridente, preparandosi alla battaglia e guadagnando del tempo prezioso per loro.

 

-Mukuro Dokuro, pensi davvero di farlo? Come sei divertente.-

 

Il guardiano rimanente concentrò le fiamme rimastogli per rinchiuderla in un'illusione imprigionante per farla soffrire come aveva fatto soffrire Chrome e per un'istante parve funzionare, ma un secondo dopo si ritrovò  con una mano conficcata nel petto, stringendogli il cuore.

 

-Mi hai delusa sinceramente, mi aspettavo molto di più da te, ma per tua sfortuna sono mille volte superiore a te, non c'è l'avresti fatta comunque in ogni caso e grazie per il tuo cuore, proverò a renderlo utile.- glielo estrasse con un colpo secco, facendolo sembrare quasi indolore.

 

Mukuro crollò a terra con un grosso buco, creando una gigantesca pozza di sangue.

Arane riprese il suo cammino, come un cacciatore che caccia le proprie prede.

 

-Almeno lei si salvi boss!- Squalo, mentre trascinava Xanxus, riuscì a raggiungere il sottomarino con cui erano arrivati, spingendolo in una capsula di salvataggio.

 

-Lasciami idiota! Voglio fargliela pagare!- il boss furioso tentò di scalciare per liberarsi, ma venne espulso portandolo verso la salvezza.

 

-è stato un'onore servirla boss...! Adesso a noi due Arane!- Superbi uscì dal sottomarino urlando sfoderando la spada in segno di battaglia, tentando di guadagnare altro tempo per dargli più tempo.

 

-Ma che tenero che sei Superbi Squalo.- Arane lo raggiunse, con molta calma, sorridendo.

 

*****

 

NELLO STESSO MOMENTO

 

-Signor Reborn! Signorino Katsu! Perdonatemi se vi disturbo, ma il rifugio dei Simon sta per essere attaccato! La signorina Ranma si sta preparando ad andare!- il maggiordomo personale di Reborn li avvisò dell'emergenza, facendoli alzare immediatamente dalle sedie.

 

-Reborn! Vai con lei, io vi mandò dei rinforzi per aiutarvi! Arane ha cominciato a muoversi!-

 

ANGOLO AUTORE

Sono riuscito a scrivere il capitolo in poco tempo! Bravo me! A inizio capitolo ho voluto dimostrare il potere di Arane, di quanto fosse superiore a quello di chiunque altro, di cosa è capace una divinità come lei, di quanto sia potente. Comunque spero che il nuovo personaggio che è apparso vi abbia incuriosito, il presunto "maestro", ma sopratutto maestro di chi? Voglio vedere se lo scoprirete, ovviamente in caso di ogni tipo di risposta non vi dirò se è vera o meno, perché otterrete la risposta nel prossimo capitolo. Poi volevo dirvi che penso che ucciderò ancora qualcun'altro, oltre ai Varia in questo capitolo, ma non ho ancora deciso chi esattamente, perciò chiunque, e ripeto, CHIUNQUE è sulla mia lista della morte, persino Reborn potrebbe morire!  E sì, voglio mettervi ansia. Ultima cosa, mancano ancora all'incirca 4 o 5 capitoli alla fine,  perciò se avrò fatto degli errori e non ho dato spazio sufficiente a determinati personaggi...vi chiedo scusa, ma rimarrà così, mi dispiace, ma le idee che avevo si sono esaurite e non ne ho più altre, quindi dovrete accontentarvi di quello che c'è e che ci sarà. Mi dispiace veramente tanto e spero che mi perdonerete. Vi ho detto tutto e ci vediamo al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Casini in casa Simon. ***


-Ti prego Reborn! Fai in fretta!- disse Ranma preoccupata della situazione da suo padre.

 

-Sono già al massimo Ranma! Più veloce di così non può andare!-

 

Reborn tentò di spingere l'acceleratore ben oltre le sue capacità, provando ad arrivare il più velocemente possibile, ma ad un tratto, circa 50 metri dal rifugio dei Simon, delle grosse fiamme si alzarono, facendo capire che la situazione era assai tragica.

All'improvviso Reborn fermò la macchina vedendo una grossa sagoma in lontananza, immobile.

 

-A quanto pare siamo nei guai...scusami Ranma, ma devo incontrarmi con un vecchio amico.- l'assassino scese dalla macchina lasciando la guida alla giovane ragazza.

 

-Perché? Che succede?!- gli chiese preoccupata e precipitosa.

 

-Vai avanti, ci penso io qua, la tua scorta arriverà a momenti.- la boss dei Simon fece come le venne detto, proseguendo il viaggio evitando la sagoma.

 

Reborn e la sagoma, che si rivelò essere un uomo di grossa statura, con indosso un lungo cappotto verde militare con la coda spaccata a metà e pantaloni del medesimo colore, guanti di pelle nera come gli stivali, un berretto color marrone sporco e una fascia gli coprivano il volto, tranne per qualche ciuffo bianco e gli occhi gialli ambra che brillavano raggianti, camminarono lentamente l'uno verso l'altro.

L'atmosfera intorno a loro cambiò improvvisamente e ne crearono una del tutto innaturale, pesante, torbida, irrespirabile, un'atmosfera che soltanto due esseri viventi non umani erano in grado di creare, nonostante uno dei due lo fosse.

Di sorpresa Reborn sparò in rapida successione 6 colpi dalla propria pistola e l'omone li bloccò tra le dita delle due mani senza ferirsi.

 

-Notevole. Vedo che non sei cambiato affatto e non sei neanche invecchiato...maestro.-

 

-Reborn, era da tanto che non ci vediamo, sei cresciuto bene vedo...- parlò con voce profonda, grossa e vecchia, lasciando cadere a terra i proiettili.

 

-Sinceramente non me lo sarei mai aspettato da te questo passaggio di lato. Tu stesso mi hai insegnato cos'è la fedeltà verso la propria famiglia, la libertà, il libero arbitrio e quando fare la scelta giusta. è la prima volta che te lo dico ma...mi hai veramente deluso.-

 

-Tu non sai cosa mi ha fatto Arane e siccome sono vecchio sono molto stretto alla mia vita, ma quando mi ha dato questa fiamma, questa forma...mi sono sentito rinato. Ora spostati, ho l'ordine di uccidere Ranma ed Enma Kozato, non te e non voglio nemmeno combattere contro di te in ricordo dei tempi passati insieme.-

 

-Proprio tu che hai giurato fedeltà ai Vongola ci tradisci così! Mi dispiace maestro, ma non ho nessuna intenzione di togliermi, se vuoi Ranma dovrai passare sul mio cadavere!- a parlare non fu la ragione di Reborn, bensì la sua rabbia e la tristezza nel vedere contro una delle persone a lui care.

 

-Quello che sai tu te l'ho insegnato io!- il vecchio maestro, con rapido scatto, si avvicinò pericolosamente al suo giovane allievo puntando a spezzargli il collo, ma quest'ultimo lo bloccò sul posto, rimanendo in una posizione di stallo.

 

-Qualcosa l'ho imparata anche da solo!- ribatté a quello che aveva detto, guardandolo dritto negli occhi.

 

****

 

"Papà...ti prego, fai in modo che tu sia ancora vivo!" Ranma continuò a ripetersi questa frase, sempre più preoccupata.

Spinse sull'acceleratore come più poteva, tentando di spingerla oltre le proprie capacità, ma ad un tratto dei missili la sfiorarono di striscio facendola sbandare a destra e a sinistra, perdendo il controllo della macchina e fu costretta a fermarsi.

Uno squadrone di mezzi demoni la inseguì fino al momento in cui si fermò e un paio di loro saltarono sulla macchina.

Ranma, aprendo la capotte dell'auto, sguainò la spada di Katsu tranciando la testa dei due mostri sporcandosi il vestito di sangue.

 

-Dannazione donna! Dovevi ridarmi a Katsu, ma uccidere dei demoni mi fa sempre piacere!- l'elsa della spada a forma di testa di drago parlò infastidita, ma si poté notare una punta di felicità.

 

-Quando tornerò ti restituirò a lui. Ora, miei cari demoni, cosa vogliamo fare? Avanti, fatevi sotto! Voglio vedere di cosa siete capaci di fare! Tirate fuori le palle se le avete!- urlò la giovane donna con convinzione e tenacia, sfidando i nemici che aveva davanti, nonostante fossero molto più numerosi di lei.

 

-Taci maledetta tro...!- il più grosso dei demoni le saltò addosso brandendo una grossa mazza, ma una pioggia di coltelli lo fermò, giustiziandolo sul posto.

 

Ad un tratto una pioggia di petali di ciliegio si manifestò davanti a Kozato, facendo comparire un ragazzo alto, dai capelli rossi sparati all'insù tenuti su col gel, un lungo cappotto nero con lo stemma dei Vongola fuso insieme a quello dei Tommaso, giacca grigia, pantaloni neri e scarpe eleganti marroni, che brandiva due coltelli al contrario.

 

-Dio cristo! Questa sì che è una donna coi coglioni! Nonostante sia da sola ha il coraggio di affrontare una squadra di ben 40 demoni artificiali, armati fino ai denti, sguainando la spada! Ora capisco perché Katsu vuole sposare questa donna!- il giovane uomo urlò con voce vivace e viva, sorridendo a 32 denti.

 

-Andrea Tommaso...dimmi, cosa ti porta qui?-

 

-Oh niente di che, sono solo qui a portare a termine il compito che Katsu mi ha affidato insieme alla mia di squadra! Più un paio di cani da caccia!- Andrea indicò a Ranma dove erano situati, ovvero sui tetti e dietro l'auto.

 

Erano tutti dei soldati, con la stessa divisa ed erano circa una trentina, tranne due persone che si distinguevano nella massa militare.

Una era una donna con una lunga coda di cavallo nera, gli occhi nascosti dalla frangia, una lunga tunica nera con il nuovo stemma Vongola come quello di Andrea sulla spalla sinistra, lunghi anfibi militari, per ogni mano aveva ben 5 anelli con una tipologia di teschio diversa per ognuna, che brandiva due piccole spade ricurve tenendole al contrario.

Mentre l'altro era un'omone grande e grosso, come Arnold Schwarzenegger in Terminator, maglietta smanicata rossa, occhi coperti da degli occhiali da sole, capelli corti biondi, pantaloni e stivali militari, aveva come cintura una lunga fila di granate e ai fianchi aveva una colt-magnum e un piccolo fucile a canne mozze; che si fumava tranquillo un sigaro cubano.

 

-Ora, se permetti, abbiamo del lavoro da fare! Lei vada avanti da suo padre!-

 

Altri 5 demoni partirono all'assalto, ma Andrea li sminuzzò in piccolissime parti uccidendoli velocemente, mentre Ranma ne approfittò per andare avanti verso il rifugio della sua famiglia.

 

-Bene, ora...CHI SIAMO NOI?!-

 

-LO SCUDO DEI VONGOLA!- i soldati risposerò alla domanda del boss.

 

-E PERCHÉ' LO SIAMO?!-

 

-PERCHÉ' SIAMO IN DEBITO CON KATSU!- tutti quanti sguainarono la propria arma, preparandosi alla battaglia.

 

-E diciamolo...è proprio una figata!- il boss dei Tommaso fece stridere i pugnali l'uno contro l'altro, andando all'assalto.

 

Lasciando i Tommaso dietro di sé raggiunse il rifugio entrando da un'ingresso segreto, scendendo rapidamente dall'auto e subito si videro le prime tracce di distruzione e i primi morti.

Mentre continuava ad andare verso i suoni ancora presenti di battaglia vide i corpi, o meglio quello che ne rimaneva, di P.Shitt e Kaoru Mizuno, trattenendo le lacrime pensando che quello non era il momento adatto.

Lungo il percorso trovò dei demoni banchettare coi corpi defunti di Rauji Ooyama e Julie Katou e in un'attacco d'ira li uccise rimanendo a guardare i rimasugli delle persone che lei tanto amava, ma non poté fermarsi perché qualcun'altro di più importante, ovvero suo padre, era in grave pericolo e non voleva assolutamente perderlo, almeno lui doveva salvarlo a tutti costi, asciugandosi le lacrime ricolme di tristezza.

 

-Koyo! Cerca di rimanere concentrato! Dobbiamo ricongiungerci con Enma!- Adelheid decapitò un demone bestiale con i propri ventagli armati, ormai rovinati a causa della pelle troppo resistente dei nemici.

 

-Più facile a dirsi che a farsi! Questi sono degli ossi duri!- Koyo esaminò i killer point nemici, ma erano quasi del tutto assenti, mettendolo in seria difficoltà, senza un punto in cui colpire.

 

Ranma, per un'attimo, sorrise vedendo che qualcuno era sopravvissuto nonostante le loro pessime condizioni e in un batter d'occhio li andò ad aiutare agitando la lama della spada, ponendo fine alla lotta.

 

-Adelheid! Koyo! Per fortuna voi state bene!- li abbracciò entrambi felice vedendo che erano ancora vivi.

 

-Signorina! Grazie al cielo lei sta bene! Però...gli altri...non sono riusciti a salvarsi, i nemici erano troppo numerosi ed erano troppo forti per noi!- Suzuki le fece un quadrò della situazione spiegandole in sintesi cosa fosse successo, ma ignorò il fatto che lo sapeva visto che li aveva visti tutti morti prima di arrivare da loro.

 

-Tsk, perché siete degli umani! è logico che avete avuto seri problemi!-

 

-Quella spada parla?!- Adel e Aoba sobbalzarono per la sorpresa, come se fosse la cosa più sconvolgente dopo il casino che avevano appena affrontato.

 

-Lasciatelo stare! Dove papà?!-

 

-Purtroppo siamo stati divisi e non sappiamo che fine abbia fatto, ma siamo sicuri che sia ancora vivo!- fu Adelheid a risponderle.

 

-Andate giù, salite in macchina, andate fuori dal rifugio e tenetevi pronti a scappare! Ci penso io a salvare papà! Forza, andate!- eseguirono l'ordine della giovane donna senza esitare.

 

Ranma andò avanti e ad un tratto si trovò davanti uno degli sgherri di Arane, ovvero Ikki il Maxum del sole, seguito da una ventina di demoni, mentre trascinava per i capelli Enma, che lasciò subito dopo, guardandola malizioso.

 

-Bene bene bene, cosa abbiamo qui? La figlia di Kozato Enma. A cosa devo il piacere?- scomparve ricomparendo dietro le spalle di lei, bloccandole i polsi con una rapidità mostruosa.

 

-L-lascia immediatamente mio padre!- sentì un lungo brivido dietro la schiena, un brivido di terrore e paura a causa del nemico che aveva davanti a sé, o meglio dietro e non pensate male pervertiti!

 

-Non si può fare, mi dispiace e ti ringrazio per averci portato la spada di Katsu, Arane vuole tanto questo oggettino, quindi ora me la darai gentilmente senza opporre resistenza.- Ikki prese l'arma, ma la giovane boss non lo mollò, tenendola saldamente. -Uff, come preferisci e mi dispiace ferire questo bel faccino...- con un colpo secco non solo la accecò tagliandole i bulbi oculari, ma le fece saltare il braccio in cui teneva la spada, grondando litri di sangue e le ruppe pure una gamba facendola anche cadere a terra, formando una grossa pozzanghera di sangue.

 

In quel momento, oltre all'atroce dolore che stava provando, si sentiva impotente, sola, inerme, vulnerabile, senza la possibilità di far qualcosa.

Tutti gli sforzi che aveva fatto finora erano stati resi inutili, da pochi e semplici gesti.

Ben 4 anni di torture, perfezionamenti, duri allenamenti, mandati in fumo così facilmente...ma ci fu qualcosa che la fece tornare alla realtà, qualcosa che la fece allontanare dalla luce divina, ovvero la sua famiglia, il motivo per cui si era sottoposta a tutta quella pressione, a tutto quello, solamente per proteggerla e il ricordo di Katsu, la persona che lei amava le fece ricordare qualcosa di più importante che lei stessa possiede...la volontà di vivere.

Davvero tutto quello che aveva fatto era stato annichilito così facilmente...? Manco per il cazzo.

Ad un tratto Ikki e i demoni cominciarono a sentire una forte pressione gravitazionale su di loro, vedendo Ranma rialzarsi lentamente da terra, mentre delle grosse fiamme della terra fuoriuscirono dalle ferite ricomponendola come se fosse un puzzle, riaprendo gli occhi sporchi di sangue, pieni di pura rabbia assassina, riprendendo la spada del suo amato.

 

-Come fai a essere ancora viva?! Dovresti essere morta stecchita!- Ikki cominciò ad andare nel panico alla scena che stava assistendo.

 

-Fanculo ecco come! Sapete dove avete sbagliato? Avete sbagliato ad ATTACCARE casa mia, fare tutto questo CAZZO di casino, uccidere la MIA famiglia quasi del tutto e TRASCINARE mio padre per i capelli pensando di essere i padroni! Beh, non è così perché qua i padroni siamo la mia famiglia, mio padre e IO! E siccome siete degli ospiti ben poco graditi...vi caccio fuori a suon di calci in culo!- Ranma gli andò addosso con una furia indescrivibile, facendo ruotare la lama draconiana.

 

Decapitò in maniera rapida e poco indolore ogni singolo demone che aveva davanti, raggiungendo Ikki che se la stava facendo addosso.

Il Maxum del sole tentò di mettersi sulla difensiva, permettendogli di poterla affrontare in qualche modo.

 

-Cambio forma Max...!- non completò la trasformazione che Kozato gli infilzò la spada conficcandogli la mano sul suo petto fino a trafiggergli il collo.

 

-TU NON FAI PROPRIO UN CAZZO DI NIENTE LURIDO PEZZO DI MERDA! Dì IL MIO NOME, ORA!!- gli tranciò braccia e gambe di netto senza permettergli di trasformarsi, facendolo strisciare violentemente contro il pavimento. -DILLO! DILLO!!!!!!- continuò così senza fermarsi consumandogli la carne che aveva addosso.

 

-AAAAAH! RANMA!!!!!- tra le urla di dolore fece come le aveva detto finendolo in maniera definitiva, disintegrandolo con le fiamme della terra.

 

-E ficcatelo in quella testa di merda!- Ranma rinfoderò la spada nella cintura della gonna, prendendo in braccio il padre saltando fuori dalla finestra, finendo dentro alla macchina, sfondando il tettuccio.

 

-Porca puttana! Non oso immaginare quando avrai il ciclo!- l'arma parlò a bassa voce spaventato da quello che aveva visto.

 

Adelheid fece partire la macchina avviandosi verso il rifugio dei Vongola, mentre Koyo si prese cura della giovane boss, ormai senza fiato e esausta a causa delle troppe energie usate e della grossa perdita di sangue, ma al momento quello era finito, riuscendo a portare in salvo il proprio padre, concedendosi un piccolo riposo prima di tornare dai Vongola, sorridendo soddisfatta di quello che era riuscita a fare.

 

ANGOLO AUTORE

La scena finale, devo ammetterlo, l'ho presa dalla parodia di hellsing di Zeromic, purtroppo non sono riuscito a resiste perché mi piaceva troppo come scena e l'ho adattata a modo mio, basandoci tutto quanto il capitolo, quindi è un bene no...? Mentre riguardo il maestro di Reborn...beh ho deciso di crearlo pensando che era una cazzo di idea geniale, ma al tempo stesso un flop, un fallimento totale, un 50 e 50 insomma, però ho deciso comunque di rischiare, pensando che avrebbe aggiunto qualche cosa in più a quello che è capace di fare Arane nella situazione in cui è, spero che vi sia piaciuto o meno.

A causa degli ultimi eventi accaduti la beta tester che mi correggeva i capitoli ora non vuole più farlo, quindi ora i capitoli temo che ci metteranno di più ad uscire perchè li correggerò da solo e non sono tanto bravo, mi dispiace.

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Capitolo 4
*** Recupero ***


-Arane! Dobbiamo spostare i dragoni dalla prigione! Così facendo faremo solo perdere tempo ai nemici!- Illaila propose la cosa piuttosto nervosa, agitata a causa degli ultimi avvenimenti accaduti, facendo sembrare quelle parole un'ordine.

 

-E a quando dai gli ordini tu?!- la dea la prese per il collo sollevandola da terra, per poi lasciarla subito dopo. -E comunque no, ci sono i Maxum potenziati a guardia della prigione più un paio di rinforzi, sapranno portare a termine il compito a loro assegnato e se falliranno sapranno a cosa andranno incontro...al loro annulamento totale!- Arane, in un gesto di rabbia, ruppe una statua di granito semplicemente chiudendo la mano.

 

*****

RIFUGIO SIMON

 

-A quanto pare Ikki ha fallito...- il maestro vide dietro di se, osservando quello che rimaneve di quelle macerie, con davanti a se un Reborn ferito e ansimante dalla stanchezza. -Tornando a noi...cos'è che avresti imparato da solo? Finora mi ha solo fatto vedere quello che ti ho insegnato, mi hai deluso...-

 

-Non sarebbe la prima volta.- disse in segno di scherno e sarcasmo per mascherare l'amara verità e non solo di quel momento.

 

-Rimarrei, ma devo andare a far rapporto ad Arane. Ci rivedremo ad Atlantide e stavolta ti ucciderò.- il nemico se ne andò, scomparendo dalla sua vista.

 

-Sarà per il fatto che sono invecchiato, non ricordavo che botte del genere facesserò così male.- Reborn vide la macchina andare di corsa e ci saltò dentro al volo, digrignando i denti per le ferite.

 

Quando raggiunserò il rifugio prestarono a tutti quanti il primo soccorso, ma quella che ricevette più attenzioni fu Ranma, gli altri tre se la cavarono con qualche fasciatura, seguiti a ruota dai Tommaso, che erano illesi.

Katsu fu il primo a vederla dopo l'arrivo e le cure, si sedette accanto al letto con lei dentro dormiente stringendole la mano baciandogliela.

 

-Sei stata bravissima Ranma, ti sei meritata questo riposo.- sorrise dolce per poi baciarle la fronte.

 

Decise di lasciarla in pace, ma prima di andarsene prese la spada che tornò normale non appena lo toccò, facendo comparire un piccolo draghetto che si appollaiò sulla sua spalla destra, avviandosi verso la sala riunioni.

 

-Grazie a tutti per essere qui. Prima di tutto siamo addolorati per la perdita della squadra dei Varia, ma grazie al loro sacrificio siamo riusciti ad affermare che le coordinate che Renji ci ha fornito sono vere, quindi chiedo al mio team di prepararsi che partiremo tra due ore, mentre gli altri tenetevi pronti che, dopo il recupero, andremo verso la cosidetta battaglia finale che, tramite le informazioni che possiede Reborn, si terrà ad Atlantide.-

 

-Katsu! Permettici di venire con te!- Andrea Tommaso si fece avanti, proponendo di inserire la sua presenza nella missione di recupero.

 

-No, ho bisogno che rimani qua a proteggere Ranma finchè non si sarà ripresa, sei pur sempre il mio "scudo".- gli sorrise, calmando il suo spirito focoso.

 

-Sissignore!- si mise sull'attenti, inchinandosi in segno di ringraziamento.

 

-Avrei una domanda io...- Giorgia alzò la mano, ottenendo il permesso di parlare. -Cosa diavolo è quella roba che hai sulla spalla?-

 

-Ehi! Non sono un'oggetto!- il draghetto emise un piccolo soffio di fuoco in segno di disapprovazione di quella frase.

 

-Ah! è un po' difficile da spiegare. Diciamo che è un secondo me, una parte del mio potere divino che ho diviso da me, ha i miei stessi poteri, ma in piccola parte. Avevo bisogno di qualcuno che mi faceva compagnia, ero sempre solo e anche di qualcuno che mi fermava dal suicidarmi a causa della solitudine e forse della pazzia.- sorrise, ridendo nervoso.

 

Tutti quanti rimasero in silenzio dopo quella risposta per poi avviarsi a prepararsi.

Si armarono di tutto punto, affilando e sistemando le proprie armi, consapevoli che dopo quel recupero sarebbero andati incontro alla loro prima, e vera, guerra.

 

-Sei pronto Katsu? Oppure dovrei chiamarti Quetzalcoatl?- chiese il draghetto a Katsu.

 

-Te lo ripeterò sempre...mi fa strano parlare con te. è come se parlassi da solo e comunque sì, sono pronto per porre finalmente fine a questo ciclo infinito che abbiamo iniziato io e Xolotl...e chiamami Katsu, lo preferisco a quello vero.-

 

-è vero che sono una piccola parte di te, ma levami una curiosità. Perché non ti sei mai trasformato nella tua forma originale o non ne ricorri almeno ad una parte?-

 

-Se lo avessi fatto mi sarei abbassato al livello di mia sorella e non sarei più stato degno di rimanere in mezzo agli umani, mi avrebbero visto come un mostro e sarei stato rinnegato da loro...-

 

-Capisco, era per non correre rischi...ma lo sai che prima o poi dovrai usarlo.- lo mise davanti alla dura verità e a un futuro, probabilmente, inevitabile.

 

Sospirò, consapevole di tale cosa, riprendendo la spada in cui il drago ritornò dentro.

Tutti i preparativi furono ultimati e partirono verso la volta della base nemica situata nel polo sud.

Gli unici a partire furono i Vongola dell'undicesima generazioni e Renji, ancorati saldamente ai loro sedili nell'aereo, mentre attraversavano i freddi venti polari, al volante c'era un pilota specializzato.

Ad un tratto sul radar del velivolo apparirono dei segnali di missili in arrivo, il pilota tentò di schivarli tutti, ma quei cosi erano a ricerca e una volta che svoltarono ritornarono a inseguirlo.

Giorgia si sganciò dal sedile uscendo dall'aereo mettendocisi sopra, sguianando la propria spada inondandola di fiamme della nuvola, voltandosi verso i missili.

 

-Quinto modello di combattimento della scherma assassina: taglio netto!- tranciò a metà le pericolose bombe volanti facendole esplodere in aria.

 

Per sua sfortuna, gliene sfuggì uno che centrò in pieno l'ala sinistra facendole perdere l'equilibrio, costringendola a conficcare la lama per stabilizzarsi.

Yuzuyu fu la prossima a sganciarsi dal proprio sedile, uscendo dall'aereo per poi estrarre una box heiki dalla tasca, sprigionandoci dentro le fiamme della nuvola e del fulmine.

 

-Tocca a noi Bunny!- dalla scatolina uscì una grossa vampata che prese le sembianze di un gigantesco coniglio super-forzuto che, oltre a tenere saldamente il velivolo e lei si mise sulla sua spalla, riuscì a compiere un'atterraggio controllato di fortuna, salvando tutti quanti e senza alcun danno esterno.

 

Controllarono se qualcosa era stato danneggiato all'interno e si prepararono per combattere il freddo glaciale del polo sud tramite giacconi invernali pesanti.

Iniziarono il cammino in mezzo alla tormenta guidati da Renji, visto che era l'unico a conoscere la strada.

Dopo ore di cammino riuscirono a scovare la base nemica, ma se si fossero avvicinati ancora di più sarebbero stati scoperti, perciò si fermarono, elaborando un piano per entrare.

 

-Abbiamo bisogno di un modo per entrare, senza neanche farci notare e non possiamo nemmeno farli saltare in aria. Io non saprei cosa fare, non ci sono entrate segrete o altri modi per entrare.- Katsu fu il primo a parlare e esporre la situazione, senza alcuno straccio di idea.

 

-E se entrassimo dalla porta principale...? Sarei in grado di camuffarci tutti quanti per il tempo che ci serve oppure entrerei io creando un varco per voi dopo.- Akane propose delle idee decisamente ottime, di cui la seconda era la meno rischiosa.

 

-Meglio se vai tu Akane, se vai da sola ci saranno meno rischi per te di essere scoperta. Quando riesci ad entrare e aprirci un varco comunicacelo.- Sawada le diede una piccola ricetrasmittente camuffata.

 

-Sta attenta però, probabilmente ci saranno dei rilevatori di fiamma all'ingresso per scoprire facilmente gli intrusi.- Renji la avvisò del probabile pericolo che c'era più avanti.

 

Lei annuì accogliendo indifferente l'avvertimento, camuffandosi tramite l'elemento nebbia come una delle guardie armate all'ingresso, avviandosi verso l'entrata.

Sfortunatamente i rilevatori c'erano, pregni di fiamme nere della corruzione, e fu la prima cosa a cui la sottoponerono prima di entrare, mettendola a dura prova. Tentò di mantenere l'illusione senza farsi scoprire, facendole sprecare molte energie, ma riuscì a passare grazie agli allenamenti e sforzi compiuti durante l'assenza.

Una volta dentro si mise in disparte riprendendo fiato e annullando l'illusione giusto il tempo per riprendersi, per poi tornarei n azione, cominciando ad andare avanti, guardandosi intorno vedendo solo laboratori su laboratori in cui facevano strani esperimenti su delle grosse e strane bestie, sembravano degli incroci tra demoni e lucertoloni, facendo capire che erano nel posto giusto.

Notò un grosso portone blindato, con a guardia solamente due militari dell'enorme pezzo metallico, facendo sembrare l'operazione molto semplice, forse fin troppo.

Cercò una stanza vuota o isolata senza alcuna presenza all'interno, ma non c'erano entrate o uscite, perciò, siccome non c'erano porte, decise di crearne una lei usando la sciabola, comunicando che era riuscita ad entrare e disse la sua posizione.

Una volta che erano tutti dentro, oltre a tornare normale, tutti quanti si sbarazzarono momentaneamente del proprio cappotto pesante perché gli ostacolavano il movimento.

 

-Penso di aver trovato anche l'ingresso che conduce alla prigione, ma ci sono solamente due guardie e la cosa mi puzza molto, sembra fin troppo facile a vederla superficialmente così.- Akane disse quello che aveva visto, mostrando la preoccupazione nell'ultima notizia delle guardie

 

-Potrebbero aver messo una trappola nel caso qualcuno voglia venire a liberarli oppure è davvero facile, ma hai ragione Akane, la cosa puzza anche a me.- Katsu remuginò sulla cosa. -Dividiamoci e non ingaggiate battaglia in maniera impulsiva, se giriamo in gruppo potrebbero insospettirsi. Disperdiamoci.-

 

Prima di eseguire l'ordine riuscirono a procurarsi un camice da laboratorio per poi obbedire.

Approfittarono di tale cosa per poter trovare più indizi e dettagli sul luogo per crearsi una via di fuga subito dopo il recupero.

Giorgia si introdusse in un laboratorio di ricerca, ma la cosa più difficile per lei in quel momento era tenere nascosta la propria arma. Ad un tratto una figura nera incappucciata la aggredì alle spalle dal soffitto creando, non solo un grosso fragoroso rumore che fece scattare l'allarme generale, ma anche un grosso polverone, nascondendo cosa fosse successo in quell'attimo.

 

-Vedo che sei cresciuta.- disse Ryuma scoprendosi il viso dal cappuccio. -I VONGOLA SONO QUI!- 

 

-E te sei fastidioso.- Giorgia era riuscita a bloccarlo usando il manico dello stocco come scudo contro il suo bastone metallico, sbloccandosi da quella posizione provando a tagliargli la gola, ma senza successo e l'unica cosa che ottenne fu una spinta fuori dal laboratorio.

 

Ormai che erano stati scoperti si tolsero i camici preparandosi alla battaglia.

I loro nemici apparvero sopra di loro, ovvero i Maxum rimasti, più delle presenze aggiuntive, una ragazza di cui non si riusciva a vedere il viso e che indossava un corto cappotto di pelle nero, maglietta che teneva scoperta la pancia, guanti, pantaloni e scarpe con tacco basso, Nessuno e un esercito di demoni.

 

-Yori!- Renji fu l'unico a riconoscere la ragazza, stringendo i denti per la rabbia vedendo quello che le avevano fatto.

 

-Bene bene bene, ma guarda un po' chi abbiamo qui. Mi dispiace, ma non potrete andare dai draghi.- Corex parlò con tono di superiorità, guardandoli dall'alto in basso.

 

-Ah sì? Siamo in vantaggio numerico noi!-

 

-Siamo stati potenziati apposta per contrastarvi! Pensate davvero che...-

 

-LANCIA DEL SOLE!- Yoshi non diede il tempo a Corex di finire di parlare che gli diede una chiara dimostrazione del loro allenamento sbattendo fuori con un pugno Benkei nella tempesta innevata. -Ti do un consiglio, facendo il superiore non ti garatirà la vittoria e poi non sottovalutarci! Vi faremo un culo grosso quanto una casa!- il guardiano del sole si fece avanti per primo, facendo anche la prima mossa.

 

Corex non accettò tale azione che cominciò a ribollire dalla rabbia andando all'attacco insieme al suo piccolo squadrone.

Renji si gettò contro Yori mettendosi entrambi in disparte, combattendo la propria battaglia.

Giorgia si riprese contro Ryuma per risolvere la questione in sospeso scontrando le armi in mille scintille.

Sora e Yoshi se la videro con Nessuno, per loro era un modo per testare le loro abilità contro un avversario serio.

Katsu e Corex si guardarono l'uno contro l'altro per qualche secondo, studiandosi, per poi saltarsi addosso a vicenda

Benkei, dopo essere tornato dentro immediatamente, fu investito dalle fiamme di Yuzuyu, stipulando il loro scontro.

Tetsuya e Akane li coprirono dalla miriade di guardie-demone travestite.

 

-A quanto pare ci toccano i pesci piccoli eh Akane?- disse tristemente il guardiano della tempesta alla compagna.

 

-Meglio così, non mi andava nemmeno di combattere seriamente, preferisco tenermi fresca per quel figlio di puttana che incontreremo ad Atlantide.- Akane unì la sciabola e il bastone tramutandoli nella sua fedele falce, cominciando a mietere vittime insieme all'arciere che la aiutava dalle retrovie con le sue frecce.

 

-Yori! Ti prego! Questa non sei tu!- Renji tentò di far ragionare la giovane donna, senza reagire ai suoi attacchi, limitandosi a schivarli.

 

Era in lacrime, la donna che amava e che si era ripromesso di salvare era lì davanti a lui, ma non lo sentiva, le sue parole non la raggiungevano e non voleva nemmeno ferirla, preferendo di accusare i colpi e di ferirsi.

Si parò e schivò continuamente, ma niente, non riusciva a farla tornare in se e fu obbligato, a malincuore, a combatterla estraendo la nodachi, Yori fece materializzare una sciabola di fuoco nero, puntandogliela contro.

Le due lame si scontrarono fragorosamente fra mille scintille e rumori metallici, ma notò che non si muoveva come voleva lei.

Lo scontro iniziò e sembrò che erano quasi alla pari in fatto di abilità con la spada, ma non in fatto di trucchetti e infatti, posizionando il manico della lunga lama davanti al suo petto, fece un rapido affondo colpendola esattamente sulla mano, disarmandola per poi capovolgere la situazione, puntandole la lama alla gola.

 

-Ti prego Yori! Torna in te! Torna da me!- Renji versò lacrime amare ricolme di tristezza, senza riuscire a contenerle.

 

Yori rimase ferma per un'istante, versando una piccola lacrima, per poi trasformarmi in fumo nero scappando via da quel posto. Il demone gettò con forza la spada a terra urlando, maledicendo se stesso.

******

Giorgia e Ryuma continuarono a combattere, sembrando perfettamente alla pari.

 

-Mi deludi Giorgia de Luca! E pensare che ti sei allenata per ben 4 anni!- la colpì duramente alla mano con la punta del bastone, disarmandola e facendo volare in aria lo stocco.

 

Quando stava per assestarle il secondo colpo sul plesso solare, ma de Luca lo afferrò, bloccandolo, per poi tirandoselo addosso dandogli una gomitata sulla faccia, prendendogliela e facendogli conoscere il suo ginocchio al suo viso, allontanadoselo, riprendendo al volo la lama.

 

-E non è ancora tutto...-

 

-Lurida puttana!- in un gesto di rabbia le saltò addosso alzando all'insù il bastone, puntando alla sua testa.

 

In quel momento Giorgia, grazie al suo attento occhio, vide solamente aperture e decise...di suarle tutte quante.

 

-Prima modalità della scherma assassina: Deadeye!- portandosi la spada davanti al viso, coprendole entrambi gli occhi, passando la lama con la fiamma della nuvola, infiammandole anche gli occhi.

 

Puntò per primo al fianco tagliandoglielo di netto ritrovandosi dietro Ryuma, poi si girò su se stessa procurandogli tre tagli sulla schiena, piantò i piedi a terra e quando il nemico si giro di scatto verso di lei gli distrusse il bastone in mille pezzi trafiggendogli il petto, estraendola subito dopo, con una velocità mostruosa e disumana.

Il Maxum della nuvola cadde a terra grondando sangue dai punti in cui lo aveva colpito.

 

-Tutto qui...?- gli puntò l'arma contro, mettendolo in chiara umiliazione, senza alcun graffio.

 

-No...CERTO CHE NO! FORMA MAXUM!- le sue fiamme si tramutarono digitalmente trasformandolo.

 

La pelle si trasformò in una tuta metallica cibernetica, i capelli divennerò grigi, gli occhi vennero coperti da una visiera che gli circondava la testa, le mani si tramutarono in mani robotiche e i piedi in grossi stivali.

Giorgia rimase impassibile di fronte a quella trasformazione, sospirando.

 

-Solo effetti di luce, ma ci vuole di più che degli effetti speciali...primo modello di combattimento della scherma assassina: colpo repentino!- in mezzo secondo, rinfoderando lo stocco nel suo contenitore senza lasciare il manico, gli passò davanti con una velocità assurda ritrovandosi dietro di lui con l'arma sguainata.

 

Gli occhi di Ryuma non riuscirono a tenere testa alla sua rapidità, rimanendo notevolmente sorpreso, ammettendo che la aveva sottovalutata troppo, pagandone le conseguenze, ovvero venir tagliato a metà dalla spalla destra alla fianco sinistro, sgorgando litri e litri di sangue, cadendo a terra.

 

-Mi hai obbligata a usare questo modello...uccide il bersaglio al 100% e hai osato sottovalutare il tuo avversario, pagandone le conseguenze...- Giorgia lo rimproverò, mostrandogli l'errore che lui stesso si era accorto troppo tardi.

 

-Eh...sarei morto comunque anche se avessi fallito...- Ryuma chiuse lentamente gli occhi, spegnendosi definitivamente.

*****

Sora sparò raffiche su raffiche, sprecando caricatori su caricatori, ma senza riuscire a colpire Nessuno.

 

-Ma porca puttana! Cosa cazzo è questo tipo?! Tutti i miei proiettili gli passano attraverso!- la guardiana buttò via i quinti caricatori di entrambe le pistole, imprecando senza ritegno.

 

-E nemmeno i miei pugni! Di cosa è fatto?!- i pugni solari di Yoshi passarono attraverso il corpo fumoso del demone artificiale.

 

-Semplice, sono intangibile a voi insulsi umani.- assestò ad entrambi un pugno sul mento contemporaneamente.

 

Dopo aver creato un'apertura decise di andare addosso al guardiano del sole torcendogli le braccia dietro la schiena, bloccandolo a terra.

Quando vide Sora rialzarsi sollevò il ragazzo da terra lasciandoglielo addosso, ma in quel frangente il sole Vongola riuscì a ferirlo al viso con il piede avvolto dalle fiamme solari.

Quando tornarono entrambi in piedi viderò la ferita rigenerarsi, si guardarono l'un l'altro negli occhi, capendo al volo il piano del proprio compagno.

Yoshi gli corse incontro, caricando e potenziando entrambi i pugni, preparandosi all'attacco.

Nessuno si preparò ad "accoglierlo" facendolo passare oltre, schivandolo.

 

-Ehi! Guarda me mostro!- Sora gli sparò ancora contro, facendolo sbuffare dalla noia, ma si accorse poco dopo che la donna stava sorridendo, lasciandolo confuso.

 

-LANCE DEL SOLE GEMELLE!- l'attacco di prima non era un tentativo disperato di ferirlo, ma bensì un modo per distrarlo non dalla ragazza della pioggia, ma da Yoshi, che lo colpì a pienta potenza alla schiena, bruciandogliela insieme al cappotto, facendolo gridare di dolore. -A quanto pare non puoi rendere intangibile tutto il corpo vero?- sorrise soddisfatto.

 

Nonostante la bruciatura si rigenerò subito dopo anche lei si unì, riuscendo finalmente a colpirlo con le pallottole, rallentandogli la rigenerazione.

 

-E a quanto pare non sei nemmeno un vero demone visto che ti ho rallentato la rigenerazione!- entrambi continuarono a colpirlo.

 

Stavolta Nessuno era messo in estrema difficoltà, senza poter schivare tutti i colpi, accusandone la maggior parte e dopo averne subiti circa l'80% cadde a terra ansimante sia per la fatica che per il dolore.

 

-Rimani a terra, altrimenti continueremo!- Sora gli puntò alla testa con le pistole.

 

-Non rimarrò qui...!- il demone artificiale, dopo aver alzato un polverone dopo aver spaccato il pavimento sotto di se, si ritrasformò in fumo nero fuggendo via da quel posto.

*****

-Finalmente siamo faccia a faccia solo noi due Katsu o forse dovrei chiamarti Quetzalcoatl, dio del cielo e dei draghi?- Corex parlò con scherno, prendendolo in giro.

 

-Preferisco Katsu sinceramente, se non ti dispiace Corex.- Sawada preciso sul fatto del nome.

 

-Beh, non ti servirà a molto quando sarai morto per mano mai!- tirò fuori il bastone chiodato imbevendolo con le fiamme arancioni celesti, andandogli addosso.

 

-Lo sai che io e Arane siamo pari in fatto di forza vero?-

 

-Lo sai che stai per morire?!-

 

Corex stava per andare incontro all'amara verità quando Katsu lo bloccò in aria con il semplice utilizzo di due dita, distruggendogli l'arma fondendola a un'alta temperatura.

Il Maxum del cielo, quando perse l'appoggio che lo teneva su, cadde a terra come un sacco di patate. Stavolta era lui a essere guardato dall'alto in basso ed era una sensazione terribile, all'inizio era convinto di ucciderlo dopo il potenziamento che aveva subito, ma ora stava dubitando di se stesso, ricorrendo subito al suo asso nella manica.

 

-FORMA MAXUM!- le fiamme divennero digitali avvolgendolo del tutto.

 

La pelle divenne una tuta metallica, gli comparirono degli spallacci con tre spuntoni su ognuno su cui ogni punta c'era una piccola fiammella, un casco, che era completamente una visiera eccetto per una mascella fittizia dai grossi denti appuntiti, stivali pesantemente borchiati e intorno alla vita un lungo drappo strappato.

 

-Ora si che potrò ucciderti bastardo!- Corex gli puntò contro il dito minacciandolo sul posto convinto.

 

-Ok.-  disse Katsu impassibile.

 

Il Maxum tornò di nuovo alla carica, rabbioso, avvolto dalle fiamme digitali, colpendolo in pieno viso, ma non si mosse di un millimetro.

Sawada gli rispose colpendolo sullo stomaco con un pugno, era talmente potente che, oltre ad annullargli la trasformazione, gli fece quasi collassare lo stomaco, piegandolo in due dal dolore, sputando sangue.

 

-P-perché non mi hai ucciso subito?- chiese ansimante per il duro colpo subito.

 

-Non sono come Arane.- una risposta semplice, ma che diceva tutto.

 

Lo aiutò a rialzarsi appoggiandolo al muro.

****

-Yuzuyu, sei una persona precipitosa, dovresti imparare a controllare questo tuo difetto...- le mise in evidenza questo fatto, facendola non poco irritare.

 

-E lo sai che dovresti farti un po' gli affari tuoi?! Secondo marchio, 10%! Colpo del fulmine!- Yuzuyu fece roteare il martello scatenandoci dentro i fulmini, cominciando a colpirlo.

 

Benkei continuò a schivare quei colpi guidati dalla rabbia, riuscendo poi a contrattaccare assestandole un paio di pugno sul plesso solare, facendola piegare in due.

La guardiana del fulmine, dopo quel danno subito, si riprese dalla rabbia riprendendo il controllo di se, insultandosi da sola per quel comportamento.

Quando il Maxum della nebbia stava per attaccarla di nuovo, lei gli bloccò il braccio stringendogli il polso con freddezza, guardandolo dritto negli occhi.

Lui fu stranito da tale cosa, ma un colpo nello stomaco lo fece tornare alla realtà e quando tentò di liberarsi lei gli piantò il piede sul suo inchiodandolo sul posto.

 

-Ora ti restituisco il tuo favore!- dei fulmini avvolsero il pugno libero dandogli, con la incredibile delicatezza di un muratore, una serie in rapida successione togliendo letteralmente il respiro lasciandolo andare, per poi dargli in faccia un calcio volante che lo scaraventò contro il muro.

 

Dopo essersi liberato da quella "prigione" cadde a terra, non si trovava più nella posizione di vantaggio che si sentiva prima e decise di ricorrere alla forma Maxum.

 

-FORMA MAX...!-

 

-Eh no! Secondo e quarto marchio 10%, tempesta tuonante!- Yuzuyu lo colpì nel bel mezzo della trasformazione, nel suo momento in cui era piùà vulnerabile, mettendolo subito k.o. grazie alla combinazione dei fulmini e della tempesta, bruciandogli la maggior parte del corpo e la benda sugli occhi. -Pensavi davvero che te lo avrei permesso? Sei uno sciocco!-

 

(Avvertenze: gli scontri sono avvenuti in contemporanea)

 

Raccolsero gli unici due superstiti dei Maxum vicino al portone della prigione.

 

-Ora ditemi. Perché eravate qui?- chiese Katsu chinandosi davanti a loro due.

 

-Per fermarvi ovviamente! Dovevate morire invece di sopravvivere tutti quanti! Eravamo stati potenziati apposta per battervi!- parlò Corex con la rabbia nel corpo.

 

-Tutti e sette abbiamo attraversato un inferno che voi non potete nemmeno immaginare, ci siamo dati da fare e pensavate davvero che solamente voi sareste bastati a fermarci? Abbiamo fatto tutto questo solo per porre fine a questo, non per voi.-

 

-Che cosa avete fatto a Yori stronzi?!- Renji prese Corex per il colletto sollevandolo da terra senza staccarlo dal muro, quasi strozzandolo, parlando anche lui con rabbia.

 

-Renji! Calmati! Non così la salverai!- Katsu lo calmò, facendogli mollare la presa e allontanandolo. -Tieni questa rabbia per la persona che la merita veramente. Ora cosa farete? Non potete tornare indietro da Arane.-

 

-Ma cosa dici? Certo che possiamo!-

 

-No invece Corex! Se torniamo così, senza aver compiuto il nostro dovere, lei ci ucciderà perché non gli saremo più utili! Io non voglio morire, anche se non sono un vero essere umano ci tengo alla mia vita, ne ho una sola! E non importa chi dei due tornerà, morira comunque!- Benkei fece parlare la disperazione e la paura di morire che aveva dentro.

 

-Vi lasciò parlare in pace, noi andiamo a fare quello per cui siamo venuti.- Sawada li lasciò soli fondendo l'enorme portone.

 

Tutti quanti scesero giù e pian piano l'ambiente intorno a loro cambiò da moderno ad antico, da pietra a metallo, con strani geroglifici sulle pareti.

Alla fine del corridoio si trovarono in una gigantesca sala, grande quanto due campi da calcio, con al centro sei grossi cristalli alti circa una trentina di metri ognuno.

 

-Benvenuti nella prigione di Atlantide ragazzi!- Katsu fece gli onori di casa.

 

Si guardarono intorno stupiti della grandezza di quella struttua vechcia di chissà quanti anni e non pensavano nemmeno che esistesse visto che Atlantide era una leggenda, ma smisero di credere a tali cose da quando recuperarono Tetsuya.

Sawada si diresse verso il centro esaminando i grossi blocchi di pietra cristallina, fermandosi su una di esse, sciogliendolo come se fosse di ghiaccio.

Mentre si sciolse si poteva intravedere degli scorci di scaglie color blu mare, mostrando un grosso drago dal lungo collo e delle corna sporgenti all'indietro e quando il bestione aprì gli occhi si alzò dalla sua possa ruggendo a più non posso, rispettando la parola "drago".

 

-Era ora! Dopo più di diecimilioni di anni rinchiuso in quel dannato cristallo ti ritrovi con tutte le ossa bloccate!- il concetto di bestia leggendaria fu subito demolita dopo quella frase. -Datemi un momento e sarò subito da voi!- si stiracchiò per bene ogni singolo arto, dito e ali. -Moooolto meglio! Mi sento rinato!- la sua voce dava sicurezza e lo facvea sembrare un'anziano saggio.

 

-Alkatar! Amico mio!- Katsu aprì le braccia contento di vederlo.

 

-E tu come sai il mio nome? Fatti dare un'occhiata!- il dragone lo guardò attentamente, annusandolo e anche leccandolo. -Oh mio dio, sei veramente tu Quetzalcoatl! Quanto tempo! Ti trovo in forma eh? E loro chi sono? La tua nuova squadra per caso?-

 

-Diciamo che, dove sono rinato, la famiglia è molto importante, ma ti spiegherò ogni cosa dopo che tutto sarà finito, ora liberiamo gli altri!-

 

-Aspetta! Fermo fermo fermo! Ti consiglio di non liberare quello permaloso, è convinto che ci hai traditi quando Xolotl ci ha catturati insieme ai suoi demoni perché non eri con noi e se lo liberi ti sottoporrà alla prova! Sicuro di volerlo fare amico mio?- Alkatar si rimpicciolì a misura di uomo, avvertendolo

 

-Sì, sono sicuro.- tramite le sue fiamme draconiche liberò gli altri draghi, tutti con un'aspetto differente.

 

Quello verde aveva un'aspetto grottesco, occhi smeraldo, collo corto, privo di corna e pieno di bitorzoli con zampe grassocce che prese la forma umana di un'uomo pelato con una lunga gonna verde chiaro che gli circondava la vita e una fascia che glielo sosteneva, con impresso sulla pelle tatuaggi aztechi raffigurante il fulmine.

Quello viola aveva un'aspetto più regale e aggraziato, le scaglie perfettamente lisce, corna corte e occhi viola ametista che prese forma umana di una magnifica donna dai lunghi capelli bianchi, tatuaggi aztechi raffiguranti la nuvola, gonna intorno alla vita, fascia che le copriva il seno e un velo sulla testa.

Quello fucsia aveva lo stesso aspetto del dragone blu e prese forma umana di un uomo alto e muscoloso, con soltanto la gonna intorno alla vita, capelli fucsia come gli occhi e dei bracciali sui polsi.

Quello giallo aveva un'aspetto più tozzo e rozzo che prese la forma umana di un'uomo a uci piacevano le abbuffate, coperto da una tunica e una piccola coroncina in testa, con gli occhi gialli.

Tutti loro salutarono e abbracciarono Quetzalcoatl per la felicità di rivederlo di nuovo dopo tanto tempo e lasciò per ultimo quello rosso, il più bellicoso di tutti e per questo ordinò a tutti di indietreggiare, sciogliendo il cristallo.

Era appallottolato su se stesso in una palla corazzata rossa spinata e quando si aprì emerse un'imponente dragone, le scaglie sembravano piastre di acciaio rosso pesante, quattro grosse corna, una lunga fila di spuntoni sulla schiena, una coda spinata e occhi di fuoco.

 

-Turak valad du malakat!- il lucertolone parlò in una lingua che gli umani presenti non erano in grado di comprendere, ma che soltanto dei suoi simili ne erano in grado, con voce potente, grossa e grottesca.

 

-Basalak halal yura poskratar!- Katsu gli rispose con forza.

 

-Wellek toraq pul da!-

 

Entrambi uscirono dal laboratorio seguiti dai quattro draghi risvegliati, lasciando confusi gli umani.

 

-Che cosa si sono detti...?- chiese Yuzuyu.

 

-In pratica lo ha sfidato in una prova per dimostrare che è lui ancora comandare, forza venite!- Alkatar li portò fuori tutti quanti per assistere alla prova.

 

I dragoni crearono una grossa cupola in cui bloccarono il terribile tempo da fuori, permettendo ai due di combattere.

Katsu conficcò la spada nella neve innondandosi di fiamme del cielo, trasformandosi in un gigantesco serpente alato piùmato arancione con ben quattro ali e due corna ricurve sulla testa.

Il rosso lo assaltò all'istante mordendogli il collo, facendolo gridare di dolore, ma lui rispose avvolgendogli il busto staccandoselo di dosso, potendo curarsi, per poi lanciargli una grossa fiammata dritta sulla faccia, però ci passò attraverso impassibile sbattendo contro le pareti della cupola, crepandola.

Katsu cominciò ad avere qualche difficoltà, non aveva pratica con quella forma, ma onostante ciò riuscì a capovolgere le situazioni facendolo scivolare sulla neve grazie a una grossa sferzata con la coda, intrappolandolo in una presa di sottomissione bloccandogli zampe, ali e bocca.

Il dragone rosso si dimenò violentemente tentando di liberarsi e per farlo usò la propria coda spinata piccandola con forza su Katsu, ma lui resistette senza mollare la presa. Il bestione si arrese a causa della carenza di ossigeno e delle forza che gli stavano mancando, decretando il vincitore.

 

-Vellek kal potor Alkomar.- Sawada riprese forma umana, ferito a causa delle spine, venendo soccorso da tutti quanti. -Sto bene, guarirò in fretta.-

 

-Sinceramente ero in dubbio che c'è l'avresti fatta e perdonami per questo amico mio! Non avrei mai dovuto!- Alkatar si scusò col suo dio ferito.

 

-Adesso...abbiamo tutto quello che ci serve per porre fine a questa guerra ragazzi, finalmente finirà!- giorono insieme a lui, tornando alla base in volo sui dragoni, volando molto in alto, facendo in modo di non essere scoperti da nessuno, portandosi dietro Benkei e Corex, legati e bendati come dei salami.

 

ANGOLO AUTORE

Ebbene finalmente questa odissea di capitolo è ultimato, ma me ne aspetterà un'altra per il prossimo visto che, probabilmente, avrà la stessa lunghezza, quindi morirò per finire questa storia, venite al mio funerale per favore. Perdonatemi se ci saranno molti errori grammaticali, ma purtroppo li correggo da solo i capitoli visto che non ho più la mia beta tester di fiducia e sono da solo, quindi abbiate pietà, vi prego!

Posso anche dire che è il capitolo più lungo che abbia mai fatto finora!

-2 capitoli per la fine.

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Capitolo 5
*** Passaggio ***


Dopo svariate ore di viaggio tornarono al rifugio Vongola, mettendo dietro le sbarre e sotto stretta sorveglianza speciale i due Maxum, togliendogli le bende una volta dentro.

Il drago della tempesta corazzato prese, finalmente, forma umana per entrare nel rifugio, era un'uomo alto e muscoloso, con indosso una pesante armatura da battaglia azteca, mugognando pesantemente invece di parlare, l'unico a non diventare umano fu Alkatar, che mantenne la forma di mini-drago.

Katsu introdusse la sua vecchia famiglia nella dimora, spiegandogli con parole molto corte e capibili cosa fosse successo finora, mentre erano imprigionati, spiegandogli che serviva che loro cedessero il loro potere all'undicesima generazione Vongola.

 

-Mmmmh, va bene, ma dovranno meritarselo!- il drago della pioggia parlò a nome dei suoi fratelli. -Metteremo alla prova oguno di loro a modo nostro e vedremo se glieli passeremo, so bene che così perderemo tempo, però abbiamo anche noi il nostro codice.-

 

-D'accordo allora, spero solo che possiate fare in fretta, perché di tempo ne abbiamo ben poco, ma vi ringrazio.- Katsu si inchinò in segno di ringraziamento ai suoi vecchi compagni. -Adesso scusatemi, ma devo parlare con i nostri "ospiti" che sono qua sotto, temo ci metterò un po'- li lasciò alle loro questioni.

 

******

 

Il drago della nuvola prese in disparte Giorgia per un motivo a lei ignoto, conducendo la draghessa in una sala di allenamento.

 

-Come mai hai voluto che ci appartassimo...? Non ne capisco il motivo...-

 

-Prima di tutto chiamami Azal e poi...- Azal le girò intorno guardandole ogni cm del corpo. -Voglio vedere se riuscirai a soddisfare le mie aspettative e poi non mi va di fare tale cosa insieme agli altri, mi piace fare di testa mia. Sapresti dirmi dove posso trovare un spada?- parlò con voce delicata, ma al tempo stesso matura.

 

Giorgia aprì un enorme cassettone da una parete con al suo interno numerose armi da allenamento, prendendo quella che a lei più interessava, porgendogliela.

Prese la lama in mano maneggiandola per un'attimo per poi porgergliela di nuovo, confondendola.

 

-Perché me la ridai...? Non volevi usarla te...?- chiese per avere un chiarimento.

 

-Perché devi usarla te, ho notato che usi una spada come arma e non voglio che si rompa a causa mia.- le sorrise rispondendole con chiarezza.

 

Giorgia prese la spada cercando di adattarsi al suo uso visto che era differente dal suo stocco e anche più pesante, ma appena strinse il manico Azal, con una elegante piroetta, la colpì al viso con un calcio facendola indietreggiare.

 

-Ma cosa fai?!- la rimproverò per quella sorpresa inaspettata.

 

-Fammi vedere che sai combattere danzando mia cara.- mise le braccia sul ventre come se stesse meditando, poggiando il piede sinistro nell'interno coscia destro, rimanendo su in perfetto equilibrio.

 

La guardiana della nuvola reagì con un veloce affondo puntando alla pancia, ma quando la punta ne entrò in contatto comparirono delle scintille, facendola indietreggiare per sicurezza.

 

-Mi dispiace, ma, come avrai visto, la mia pelle non è come quella di voi umani.-

 

Impregnò la spada con le fiamme nuvolose, andandole addosso, continuando a colpirla in vari punti vitali e Azal la lasciò fare, rimanendone impassibile.

Dopo svariati tentativi la lama si scheggiò quasi del tutto, lasciandola ansimante per la fatica e in quel momento la draghessa reagì con un'altro calcio che la colpì nello stomaco, buttandola a terra e ritornando nella posizione di prima.

Giorgia buttò l'arma, ormai compromessa, e ne prese un'altra, osservando la sua avversaria, escogitando una strategia.

Si gettò contro di lei di soppiatto, attaccandola di lato, ma Azal trovò un'apertura che le spezzò la spada con un colpo di piede e lanciandola contro un muro.
Ma non si arrese tornando in piedi e la prende per la vita con una presa di sottomissione, però la draghessa ricambiò le posizioni ritrovandosi sopra lei e la giovane donna a terra.
 
-Tutto qui?- le disse con scherno.
 
In un'espressione di rabbia la prese per il collo con le gambe staccandosela di dosso, sguianando lo stocco impregnandola di fiamme della nuvola, decidendo di rischiare di comprometterla.
Si sfiorò un'occhio che divampò in una fiamma viola.
 
-Deadeye!- con passo leggiadro riuscì a mettersi dietro di lei senza quasi farsi vedere piroettando tre volte su se stessa colpendole la schiena scatenando altre scintille.
 
Azal rimase piacevolmente sorpresa, ma si girò di scatto prendendola per un polso, bloccandola.
 
-Sì, così, ma sei troppo rigida, devi saper ballare con la morte.- le sussurrò all'orecchio per poi lasciarla andare, facendola un inchino che la invitò a ritentare di nuovo con eleganza.
 
Approfittò di quel momento di guardia bassa per colpirla dietro il collo, ma lei, con colpo di testa, la disarma facendo volare in aria lo stocco.
Giorgia si accucciò prendendola, di nuovo, per la vita sollevandola per poi buttarla a terra, però Azal piantò una mano nel terreno dividendosi da lei con una capriola, accorgendosi troppo tardi che aveva attuato quella mossa per riprendersi l'arma.
De Luca riusò di nuovo il Deadeye, andandole addosso tenendosi vicino al bacino lo stocco.
La draghessa procedette tentando di colpirla col filo della mano, ma venne schivato facilmente con una veloce piroetta e un'affondo che le scalfì il viso.
La guardiana della nuvola cominciò a muoversi con passo leggero e agile, tempestandola di colpi , contrastando ogni singolo colpo e reazione del drago della nuvola.
 
-Nuovo modello da combattimento della scherma assassina: danza delle lame!- la lama sembrò moltiplicarsi dall'incredibile velocità in cui la maneggiava, facendole danzare in perfetta sincronia tutte insieme contro la sua avversaria.
 
Azal guardò meravigliata quella nuova tecnica improvvisata, sorridendo compiaciuta e non solo per il modo di combattere.
Rimase ferma a incassare l'attacco impassibile in una marea di scintille.
Giorgia si fermò affaticata, riprendendo fiato, sentendo delle mani battere.
 
-Brava, un po' ti sei liberata dalle catene che tu stessa hai creato.-
 
-Che vuoi dire?- si accorse che le aveva risposto con fare più deciso, come se si sentisse più sicura.
 
-Questo voglio dire e mi hai anche stupida. Ti ritengo degna di ricevere la mia fiamma. Inginocchiati, devi dimostrare un po' di rispetto per questo no?- le sorrise facendo apparire una fiamma tra le mani, era più vispa e ardente di quella che possedeva la giovane donna, con delle piccolissime ali.
 
Giorgia si inginocchiò, ricevendo in lei il potere di un vero e proprio drago, sentendo a primo impatto una sensazione di bruciore in tutto il corpo, per poi sparire subito dopo, sentendo anche una scarica di energia facendo svanire la fatica accumolata finora.
 
-Adesso scusami, ma voglio farmi un bagno e cambiarmi di abito che mi hai rovinato il vestito! Cavolo, era all'ultima moda! Dove diavolo è un bagno?! Devo anche risistemarmi i capelli!- Azal uscì dalla sala, inseguita da De Luca che le mostrò dove era situato il bagno.

 

******

 

Il corazzato drago della tempesta camminò con passi pesanti, affidandosi al proprio fiuto per trovare il guardiano della tempesta.

Tetsuya, concentrato sulla sua "lettura" preferita rimbalzò dal letto rimanendo fermo, sentendo bussare alla porta, venendo sfondata subito dopo.

 

-Ehm, magari potevi essere più delicato no...?-

 

-Mh! Non parlare umano! Devi farmi vedere di cosa sei capace! Io sono Arshalong e...! Cosa diavolo stai leggendo?- Arshalong vide che Tetsuya teneva in mano delle riviste erotiche, strappandogliene una di mano. -Cosa diavoleria è mai questa?! Immagini su fogli di carta?!-

 

-Ehi! Quelle riviste sono opere d'arte! Lascia che te le mostri!- aprì una delle opere migliori che possedeva, innondando il drago di una luce che non aveva mai visto nella sua vita.

 

2 ORE DOPO

 

-Volevo sapere come stava andando...cosa state facendo?- Reborn volle vedere la situazione di Tetsuya visto che ha avuto quello più grosso dei draghi, ma a quanto pare le sue preoccupazioni erano inutili visto che i due erano intenti a leggere qualcosa in comune.

 

-Eh? CHiunque tu sia umano siamo impegnati! Va via e non osare disturbarci mai più!- il drago lo cacciò via con voce possente.

 

-Temo che quel personaggio non farà una bella fine da ora in poi...-

 

******

 

-Ehm, che ci fai in cucina...?- chiese Yoshi al paffuto compagno che si stava abbuffando.

 

-Per usare i raggi solari c'è bisogno di molta energia.-

 

-Puzza di scusa quello che hai detto sai? Piuttosto cosa devo fare per essere degno della tua fiamma?-

 

-Portami in un luogo in cui possiamo fare casino, ma prima mi porto dietro uno spuntino!- l'omaccione si portò dietro a se il pranzo al sacco, ovvero un panino imbottito lungo 5 metri, Yoshi si chiese come faceva a rimanere nonostante l'esagerata lunghezza.

 

Il giovane guardiano portò il drago del sole in una sala di allenamento, notando che la vivanda che si era portato dietro era già sparito.

 

-Oh dio...che faticaccia...- ansimò per quei pochi passi che aveva fatto.

 

-Ma abbiamo fatto solamente 5 passi dalla cucina fino a qui!- lo rimproverò aspramente e come risposta ricevette una spanciata che lo schiantò contro il muro, crepandolo. -Cazzo che male...!-

 

-Mi sono dimenticato di presentarmi, mi chiamo Kaoro, il dragone del sole. Ti farò vedere che il tuo modo di combattere è rozzo!- Kaoro si sistemò la cintura tirandosela su.

 

-Allora...fatti sotto! Lancia del sole!- Yoshi si sbloccò dal muro colpendoloin piena pancia con le sue fiamme solari, ma il colpo sprofondò nel grasso, per poi rimbalzare all'indietro autocolpendosi in faccia, come se si fosse fatto male da solo, cadendo a terra.

 

-Devi saper difenderti, ma attaccare al tempo stesso...più un pizzico di imprevidibilità. SPANCIATA!- quando si rialzò lo rimbalzò via con l'enorme pancia sbattendolo di nuovo sul muro come se fosse una pallina da ping pong.

 

Si fermano per qualche secondo, lasciando a Yoshi il modo di prendere respiro, ma lui decise di approfittarne per attaccarlo e l'unico risultato che ottenne fu lo sprofondamento degli arti per poi essere rispediti al mittente sulla sua faccia, facendosi di nuovo male da solo, rompendosi il naso.

Kaoro si lanciò girando su se stesso come se fosse una trottola, colpendolo ripetutamente, ma il giovane guardiano reagì puntandolo con un'altro pugno, preparandosi ad accoglierlo nella sua enorme pancia.

Yoshi mise le braccia davanti a se come scudo come difesa improvvisata, sprofondando in quella marea di grasso.

Con le gambe libere non puntò a colpirlo nello stomaco, ma bensì alle gambe facendogli perdere l'equilibrio per poi provare con una gomitata, però rimbalzò via.

 

-Non mi aspettavo che avresti mirato alle gambe, bravo!-

 

-Fatti sotto Kaoro!- il ragazzo era tutto gasato, ma il suo entusiamo venne subito smorzato di fronte alla scena che aveva di fronte, ovvero Kaoro che non riusciva a rialzarsi a causa della sua stazza che gli impedivano tale azione, dimenandosi come un granchio ribaltato.

 

Yoshi sbuffò andando ad aiutarlo, ma si accorse troppo tardi che era una finta quando si rialzò con un poderoso colpo di schiena facendogli affondare la faccia nel suo grasso, facendogli anche avere il peggior incubo della sua vita.

 

-Cosa diavolo hai tra quei rotoli di ciccia?! Ho visto cose che non sono normali lì dentro!- si rannicchia in un angolo terrorizzato.

 

-Ehi! Ho solamente le ossa grosse!- Kaoro fece un'altra spanciata contro il ragazzo lacnciandosi a palla di cannone.

 

Yoshi, instintivamente, fece una capriola in avanti per evitarlo, ma lui rimbalzò contro il muro andandogli di nuovo incontro dandogli la schiena e, in quel esatto momento, si lanciò contro l'omaccione piantandogli le braccia lungo la spina dorsale, sentendo che c'erano meno strati di grassi rispetto alla pancia.

A quel punto sorrise, bloccandogli la traiettoria per poi chiamare a se tutte la forza che aveva in corpo per sollevarlo da terra, sentendo dolori atroci ai muscoli degli arti superiori, riuscendo poi a sospendendolo in aria per pochi secondi, sfruttandone ognuno.

 

-Lance gemelle solari!- con un doppio colpo di fiamme del sole lo colpì in pieno schiantandolo contro il soffitto, cadendo a terra esausto, sempre sorridente e soddisfatto dell'impresa alla Ercole che aveva compiuto.

 

Quando vide che Kaoro gli stava cadendo addosso sobbalzò dalla paura spostandosi immediatamente, ma venne sbalzato via dall'onda d'urto che il dragone del sole creando sotto di se una piccola voragine e si rialzò subito.

 

-Ottimo lavoro ragazzo e ora...ho fame, vado a mangiare.- se ne andò di punto in bianco, lasciando il ragazzo in sospeso.

 

-...eh...?-

 

******

Akane era nella sua stanza a meditare in tranquillità, quando sentì una presenza che le faceva compagnia.

 

-Vieni fuori dragone, ti stavo aspettando.- si rimse in piedi.

 

-Nonostante tu sia cieca sai vedere entro un certo limite...- apparve davanti a lei, guardandola dall'alto in basso.

 

-Che vorresti dire...?-

 

-Avrai già avuto un assaggio della forza di Aiko, il demone della nebbia. è stato nettamente superiore a te e lo sarà ancora di più dopo tutto questo tempo, per questo devi saper vedere oltre l'illusione della realtà tramite i tuoi occhi umani e già il fatto che non l'hai capito ora ti sarà dura.- le puntò l'indice sui suoi occhi, riponnendola poi giù.

 

-Che vorresti dire?- provò a toccarlo trapassandolo per poi svanire nel nulla.

 

Si guardò insistentemente attorno a se senza ritrovarlo.

Ad un tratto sentì un dolore atroce alla testa, come se due trapani gliela trapasserò girando freneticamente con la punta, immobilizzandola dal dolore, tremando.

Provò a girare la testa vedendo che era proprio il drago della nebbia che le aveva impiantato le mani dentro il suo capo, lavorandole il cervello come se fosse l'impasto del pane, cercando qualcosa.

I ricordi del suo passato cominciarono a scorrerle davanti agli occhi, rivivendo ogni mutamento, sia positiva che negativa, ma la sua vita era piena soltanto di ques'ultime.

Ogni singolo attimo erano una tortura per lei e voleva smetterla assolutamente.

 

-Se ti lasci ingannare così non sopravviverai per niente...- fece più pressione alla presa facendola soffrire ancora di più.

 

Akane in quel momento volle togliersi la vita per avere sollievo da quell'atroce tortura, ma poi vide Katsu e gli altri, coloro che le hanno dato una nuova vita e una nuova famiglia, quindi disse basta a quell'oppressione, liberandosi ansimante lenendo il dolore.

Il dragone tornò all'attacco e la ragazza imbracciò l'asta, preparandosi al contrattacco, ma capì che non servì a molto perciò lasciò cadere a terra l'arma, rimanendo immobile.

Si guardò intorno con gli occhi con attenzione, ma quello che le vorticavano attorno erano delle rozze e mostruose figure non per niente amichevoli e intenzionate a non farle delle carezze dolci, però rimase impassibile, cominciando a camminare verso una direzione senza che quelle figure la toccasserò.

 

-Adesso basta nasconderti lucertola troppo cresciuta.- si rimise nel punto in cui tutto era iniziato e davanti a lei riapparve l'uomo, ma stavolta quello vero.

 

-Te la sei cavata umana, ma prima di ritenerti degna voglio fare qualcosa di più approfondito.-

 

-Accetto la sfida.-

 

******

 

-Perché mi hai portata qui?-

 

-Prima di tutto sono Kark. Voglio vedere quanto sei veloce! Su su! Grinta!- con movimento di gambe si era messo dietro Yuzuyu, spaventandola.

 

Lei reagì provando a colpirlo col martellone, ma vide che aveva colpito l'aria sentendo dolore in quattro punti differenti, ovvero su gamba sinistra, braccio e spalla destra e stomaco, cadendo a terra sostenendosi con l'asta.

Riapparve davanti a lei, accucciandosi.

 

-Devi essere più veloce con gli occhi, su rialzati piccola umana!- scomparve di nuovo da quanto era veloce.

 

Yuzuyu si riprese alzandosi, ma non appena lo fece venne di nuovo messa a terra.

Si mise in una posizione difensiva, concentrandosi con gli occhi e mise l'asta davanti a se, bloccando la sua corsa.

Kark rimase sorpreso decidendo di attaccarla e rimase soddisfatto vedendo che riusciva a parare ogni singolo colpo, reggendo alla sua velocità.

 

-Non ho allenato solamente il fisico in questi 4 anni!- fece roteare il martellone piantadoglielo nello stomaco, ponendo fine a tutto.

 

-Ugh! Ti faccio i miei complimenti umana, non solo hai aguzzato la vista, ma anche portato tutto al termine alla velocità della luce!-

 

-Ti ringrazio, non basterà così poco per farmi arrendere!-

 

-Ora ti sei guadagnata la mia fiamma e rispetto!- la imbastì della sua fiamma con orgoglio.

 

******

-Chi devo picchiare a sangue oggi eh?!- Sora inruppe nel luogo in cui Alkatar le aveva dato appuntamento e lo vide seduto su una poltrona con davanti un tavolino, con sopra una scacchiera già allestita.

 

-Alla faccia della vivacità...comunque vieni cara, non ho nessuna intenzione di ricorrere alla violenza, ma bensì a un semplice gioco.- con la mano le propose di sedersi e di fare la prima mossa visto che aveva i bianchi.

 

La ragazza sbuffò infastidita per i lfatto che non poteva menar le mani, ma il dover giocare a un gioco da secchioni era peggio per lei, non le piaceva rimanere ferma.

Fece la prima mossa, per poi venir seguita dal drago.

Annoiata fece sempre più mosse a caso e dopo neanche due minuti perse, subendo lo scacco matto infuriandosi gettando all'indietro il tavolo.

Volle la rivincita, facendola diventare una questione personale.

Ogni minuto era una sconfitta fin dall'inizio dell partita, accumulando solamente rabbia.

 

-Dio...! Ti ammazzo stronzo!- puntò la pistola contro la testa scagliata del drago, ma rimase impassibile.

 

-Su via, ora calmati, pensaci con calma e sii paziente.- le propose un'altra partita.

 

Lei continuò a mugolare per la rabbia, ma gettò le pistole a terra accettando la proposta, sbuffando infastidita.

Continuarono a giocare per svariate ore, senza sosta, senza cambiare il vincitore e lo sconfitto.

Ad un tratto Sora, dopo molta pazienza, si accorse che Alkatar aveva sbagliato mossa senza rendersene conto e ne approfittò, portandosi in vantaggio mossa su mossa, per poi giungere alla vittoria.

 

-AH! TI HO STRACCIATO!- si alzò in piedi sulla sedia festeggiando finalmente la prima vittoria dopo quella lunga serie nefasta, urlando a suqarciagola.

 

-E secondo te come?- con quella domanda la zittì facendola pensare.

 

-Beh, ho pazientato e...- Sora si accorse che, se avesse fatto alla sua maniera, di sicuro ci sarebbe stato un putiferio senza giungere a nulla, ma ascoltando, osservando e pazientando è riuscita a vincere senza difficoltà, rendendosi conto che il drago aveva ragione.

 

-Esatto mia cara, non ho nulla da dirti e insegnarti se non che ti sei guadagnata la mia fiamma. Vanne fiera di questo.- fece il passaggio di potere, imbastendola del suo stesso potere draconico.

 

 

******

 

 

Sawada scese nei sotterranei del rifugio, andando alla cella dei Maxum superstiti, entrando nonostante gli avvertimenti delle guardie, calmandoli dicendo che per lui non c'era alcun pericolo.

 

-Bene, ora che siamo qui ho bisogno di farvi alcune domande.- il giovane boss prese una sedie elaborando il modo di convincerli a parlare, facendo leva sulla loro psicologia, sedendosi comodamente guardandoli in viso.

 

-E se non parlassimo che ci faresti eh?! Ci torturerai? Ci ucciderai?!- Corex parlò d'impulso con rabbia.

 

-No, vi lascerei andare in un punto lontano da qui, tanto non conoscete l'ubicazione della base e se andaste da Arane non fareste una bella fine...o mi sbaglio?- li guardò entrambi mettendo in evidenza la pura verità.

 

Katsu disse il vero, se fossero tornato da Arane, conoscendola e vedendo come era cambiata in quei 4 anni passando da gentile a essere assetata di sangue piena di rabbia, non sapevano cosa fare esattamente.

Il Maxum del cielo provò a escogitare qualcosa sotto il pressante sguardo di Katsu, mentre Benkei sembrava andare nel panico di fronte a quelle due scelte sudando a dirotto, che nella sua mente semplificò in: vivere o morire.

 

-C-cosa vuoi sapere?- fu il Maxum della nebbia a parlare balbettando.

 

-Ma cosa fai Benkei?! Sta zitto!-

 

-Sta zitto tu! Io, in questi anni, vedendo quanto è cambiata Arane, mi sono sempre attaccato di più alla mia vita e sul fatto che ne ho solo una! Probabilmente per lei siamo solo oggetti usa e getta inutili, sacrificabili e non voglio correre il rischio di accertarmi di tale cosa andando da lei! Non so cosa vuoi far tu, ma, per stavolta, non ho nessuna intenzione di seguirti Corex!- dalla bocca di Benkei uscirono parole di disperazioni e la voglia di vivere che era cresciuta in lui in quegli anni.

 

-Dove si trova la base di Arane?-

 

-Ad Atlantide, in mezzo all'oceano Pacifico, vi darò anche le coordinate per il punto specifico, ma vi prego non uccidetemi o non lasciatemi andare da quella donna!- cominciò a respirare con affanno a causa della paura che si era scatenata pensando alle possibili conseguenze.

 

Katsu riuscì nel suo intento con Benkei, facendo leva sul dubbio, crepe nella fedeltà verso Arane e, principalmente, sull'ignoto di quello che gli sarebbe successo se fossero andati da lei, ma non riuscì apparentemente con Corex.

Ad un tratto elaborò un piano nella sua mente, che decise di attuare da solo, con sorriso beffardo.

 

-Vi aiuterò anche io allora...- Sawada scrutò il suo sguardo, ma decise di dargli fiducia, liberando entrambi.

 

-Bene, venite su con me, ma se farete un passo falso vedrete che saprò ricambiare la vostra "gentilezza".-

 

-Non ci permetteremo mai.- Corex calmò la mente e il corpo, ripassando quello che doveva fare una volta fuori.

 

 

-Reborn, hanno deciso di collaborare con noi.- Katsu portò i due Maxum da Reborn, all'interno della sala communicazioni e ricerca.

 

-Davvero...? Mi sembra strano...- il sicario non si fidò di quei due, osservandoli e tenendoli d'occhio, prendendolo in disparte. -Sicuro che ci possiamo fidare?-

 

-Secondo me sì e poi non hanno alternativa se non di collaborare con noi, sono consci del fatto che se tornano da Arane  moriranno e poi passami il comunicatore, devo fare delle chiamate per delle precauzioni.-

 

-Un'altra cosa, ho osservato i tuoi draghi e sono perfettamente in grado di farcela da soli contro i demoni di tua sorella. Perché mai vuoi che cedino le loro fiamme ai ragazzi?-

 

-Perché, amico mio, si sono indeboliti, nemmeno noi draghi siamo immuni alla vecchiaia e tutto quel tempo passato in quella terribile prigione non gli han per niente giovato a loro, c'è bisogno di loro per poter vincere.-

 

Mentre parlavano Corex ne approfittò per sgattaiolare via tentando di far funzionare il comunicatore che aveva con se prima che andasse nella base segreta.

Provò a sistemarlo come meglio poteva, riuscendo a entrare in comunicazione col suo superiore.

 

-Arane! Boss! Mi trovo nella base segreta dei Vongola, ora sono prigioniero da loro!-

 

-Quindi vuol dire che hai fallito...- parlò con voce cupa e un cenno di rabbia.

 

-Sì, purtroppo non siamo riusciti a respingerli, ma ora possiamo ucciderli tutti!-

 

-Corex, mi hai deluso profondamente e sei diventato inutile...se oserai mostrare ancora il tuo viso davanti a me giuro che ti userò come sbobba per i maiali dopo averti ucciso...-

 

-Ma...!- rimase agghiacciato e stranito da quelle parole, trovandosene sprovvisto per ribattere, facendo crollare gli ultimi frammenti di fedeltà che aveva verso di lei, lasciando cadere il comunicatore.

 

-Fermo lì!- Reborn entrò di soppiatto nella stanza in cui si era rifugiato atterrandolo sul pavimento, puntandogli la pistola sulla tempia. -Cosa stavi facendo?!-

 

-Reborn, calmati! Hai provato a chiamare mia sorella vero?- chiese a Corex, sedendosi vicino a lui, ottenendo un cenno di approvazione. -Quindi cosa farai ora?-

 

-V-voglio...voglio stare dalla vostra parte...Benkei aveva ragione, quei dubbi sono diventati realtà...- trattenne le lacrime amare.

 

Katsu, dopo aver tolto Reborn da dosso di lui, lo aiutò a rialzarsi e ordinando al sicario di ripotarlo nella sala insieme a Benkei.

Sawada, appena fuori, vide Arane con in mano un'apparecchio di comunicazione o almeno quella che sembrava lei, tramutandosi in Akane.

 

-Hai fatto un'ottimo lavoro Akane e scusa se ti ho fermata con Krasma.- si complimentò con la guardiana della nebbia.

 

-Grazie boss...ma come aveva previsto che avrebbe provato a chiamarla...?- chiese lei curiosa.

 

-Mia sorella lo avrà cresciuto insegnandogli che la fedeltà è tutto e quindi, siccome non voleva tradirla, avrebbe di sicuro tentato questo per tornare tra le sue grazie, ma a volte basta decisamente poco per far crollare tale fedeltà.-

 

Il giorno dopo tutti quanti erano pronti, preparandosi al viaggio verso la battaglia che porrà fine al ciclo infinito.

Dopo aver insegnato ai draghi, in maniera molto rapida, il funzionamento degli equipaggiamenti del ventunesimo secolo, si armarono di tutto punto, ognuno alla propria maniera.

 

-Stiamo arrivando Xolotl!-

 

ANGOLO AUTORE

 

E dopo gli anni sono finalmente riuscito a porre fine a questo dannato capitolo! Ci ho messo un po' perché, diciamo la verità, non avevo mai voglia di scrivere e quando ci provavo ero del tipo "bene" Scriviamo!*due minuti dopo* non ho più voglia" e spegnevo il pc, era sempre così ogni volta e raramente arrivava la voglia con l'ispirazione per scrivere, perdonatemi per questo. Alcune scene non le avrò fatte bene e avrete ragione a pensarlo, ma altri modi non mi sono venuti in mente a causa mancanza di idee, colpa mia.

Ci stiamo avvicinando all'ultimo capitolo che, vedendo da questo capitolo, sarà qualcosa di proporzioni enormi se non mostruose perché voglio dare, o almeno provarci, a ogni personaggio un ruolo o una scena a lui dedicata, di conseguenza ci metterò moooolto per farlo per via della lunga misura che avrà, spero che aspetterete, ci si vede alla prossima!

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Capitolo 6
*** Unione dei cieli ***


 

Ore 05:00, partenza verso Atlantide.

 

Tutti quanti si avviarono ai mezzi di incursione, ben armati e pronti ad affrontare ogni cosa, ma l'unico a rimanere momentaneamente indietro fu Katsu, sembrava che stesse aspettando qualcosa.

Infatti Andrea Tommaso, correndo e facendo capire che aveva il fiatone, gli andò incontro porgendogli una valigetta che Sawada aprì, intascandone il contenuto e fece segno al ragazzo di seguirlo per unirsi agli altri.

 

-Allora gente! Ognuno di voi avrà un ruolo preciso da compiere per questa missione! Draghi! Ho bisogno che voi andiate ai pilastri disseminati intorno alla città, Atlantide non può rimanere in superficie, altrimenti si potrebbe scatenare la terza guerra mondiale a cuasa della sua tecnologia! Con voi, a darvi supporto, ci saranno i Varia per adempiere al vostro compito! Andrea, ho bisogno di te e della tua squadra per infiltrarci e far evacuare la città quando la città ritornerà negli oceani! Mentre voi ragazzi dovrete fronteggiare i demoni superiori di Arane, solo voi siete in grado di fronteggiarli e ucciderli!-

 

-Vengo anche io Katsu.- Renji, con calma, espresse il suo desiderio di seguirli, salendo insieme a loro anche se ci fosse stato un rifiuto.

 

-Non dimenticatevi di noi!- Umi, Relampago, Benkei e Corex fecero lo stesso.

 

-Voi cosa vorreste fare scusa?- Katsu provò a opporsi alle loro scelte.

 

-Rivoglio indietro Yori e siccome Xolotl ha osato contaminarla ho intenzione di riprendermela, anche col tuo rifiuto.-

 

-Noi vogliamo farla pagare ad Arane invece!- Relampago parlò a nome di tutti i Maxum presenti, con presupposti vendicativi.

 

Sawada sospirò arrendendosi, lasciandoli andare con loro.

 

-Allora voi darete man forte a Tommaso per l'evacuazione e te Renji...vai pure da Yori. è pur sempre la tua donna no?- fece l'occhiolino all'ex-membro di Arane, sorridendogli mentre guardava Ranma.

 

Renji annuì freddo, ma dentro di lui era felice sentendo quella frase, imbracciando la sua fedele nodachi.

Anche Xanxus, Reborn, il maggiordomo di Reborn che gli stava servendo il thè, Enma e Ranma, di cui quest'ultima le fece il cenno di sì, sorridendogli.

Ognuno di loro aveva un motivo per andare, alcuni con lo scopo di porre fine a quella guerra, altri con lo scopo di vendicarsi, altri invece lo facevano per qualcuno, ma tutti quanti avevano un'unico obiettivo in comune: abbattere Arane, alias Xolotl, la dea dei demoni e della notte.

 

-Sfrutteremo l'effetto sospresa!-

 

Ore 10:00 Atlantide

 

-Mia signora! Dei velivoli volanti si stanno avvicinando!- una guardia avvisa Arane dell'arrivo dei loro "ospiti", informandola che circa una decina di elicotteri si stavano avvicinando.

 

-Fratellino...a un'idea così tanto banale sei ricorso...? Che aspettate? Abbatteteli.- una volta datogli ciò che doveva fare si mise alla finestra del palazzo in cui risiedeva per osservare la caduta nemica.

 

L'uomo andò, passando l'ordine alle difese della città.

Tre grossi cannoni di pietra lucente spuntarono dalle mura, puntando agli elicotteri e gli spararano addosso una potente scarica di fiamme nere corrotte disintegrandole sul posto.

Ad Arane però vennero dei dubbi su quello strano, e inutile, attacco, facendole storcere il naso, pensante.

Ad un tratto udì un'esplosione che alzò una gigantesca colonna di fuoco che disintegrò gli armamenti sulle mura, alzando un polverone di 100 chili da cui emerse il drago della tempesta corazzato, seguito da circa una decina di sottomarini da cui uscirono i suoi nemici, pronti a darle battaglia.

L'unico a guardare nella sua direzione fu suo fratello Katsu, che la guardò sorridente.

 

-Aaaaah, questo è il mio fratellino...che i giochi abbiano inizio!- Arane sfoderò un sorriso pazzo e sadico, preparandosi ad andar fuori a menarlo di mazzate.

 

Ad accoglierli, al momento, fu un grosso esercito di demoni minori che gli corsero addosso infuriati.

 

-Andate! Attuate il piano come previsto! Io vado direttamente da Arane!- Sawada diede inizio al piano, facendoli disperdere e gli unici a rimanere con lui fu la sua famiglia.

 

-Quindi ci siamo eh? La fine di questa guerra.- Giorgia estrasse lo stocco mettendosi il braccio sinistro dietro la schiena.

 

-Sì...se dopo tutto questo vorrete andarvene fatelo pure, non voglio obbligarvi a rimanere.-

 

-Ma cosa dici boss?! Noi rimarremo! Anche dopo questo casino!- Yuzuyu ribatte le parole del suo giovane boss, esprimendo ciò che tutti loro pensavano.

 

-Allora...grazie mille ragazzi.- Katsu sorrise sentendosi dire quelle parole che trovò remunerative, chiudendo gli occhi per un secondo.

 

Quando li riaprì tutti quanti attaccarono all'unisono incenerendo l'enorme massa demoniaca che si stava avvicinando a loro, dando battaglia contro la fazione dei demoni e di Arane.

 

*****

 

Kaoro e Paride si erano diretti al primo pilastro che era dentro una grande cupola, controllandosi intorno per assicurarsi che non ci siano nemici.

 

-KAORO!!!!!!- ad un tratto, un urlo bestiale e straziante si fece sentire, facendo piegare in due dal dolore il Varia del sole, tappandosi le orecchie e chiudendo gli occhi per provare a lenire il dolore.

 

Quando li riaprì vide il drago obeso spiaccicato contro il muro, in un mantello di sangue, con il fianco completamente mancante.

 

-Kaoro! Ti sei rammollito in tutti questi anni, altrimenti non ti saresti ridotto così!- la voce proveniva da dietro il giovane ragazzo, che gli instillò la pura paura, paralizzandolo e avendo difficoltà nel girarsi, esitando. -In battaglia non puoi esitare piccolo umano!- lo afferrò per la testa, sollevandolo da terra guardandolo dritto in faccia.

 

Si vedeva che era un demone perché di umano non aveva proprio niente, pelle scura come il carbone, tre corna sul capo, occhi iniettati di sangue, denti aguzzi che gli uscivano dalla bocca e l'alito pestilenziale, emanando in continuazione fiamme nere corrotte dal proprio corpo.

Non potè reagire il alcun modo, era impegnato con tutte le sue forze per liberarsi da quella presa che gli stava schiacciando il cranio, aumentandone il dolore.

All'improvviso si ritrovò a terra, finalmente libero da quel coso e una mano si porse davanti al suo viso.

 

-Tutto bene Paride? Scusami se ci ho messo un po', ma sono arruginito.- un'uomo, con gli stessi capelli, occhi, vestiti, ma non il fisico visto che era un unltrapalestrato culturista, di Kaoro gli diede aiuto, alzandolo da terra.

 

-E tu chi cazzo sei?!- fu la prima domanda del Varia, confuso da quello che era appena successo.

 

-Sono Kaoro, ho bruciato i grassi, letteralmente, e sono dimagrito guarendomi anche la ferita e...-

 

-Lurido stronzo di un drago!- il demone ritornò all'attacco, ma stavolta venne subito bloccato da mister muscolo. -Adesso sì che ti riconosco merdone!-

 

-è un piacere rivederti Azel!- i due si guardarono fissi negli occhi, rimanendo in una situazione di stallo, una specie di braccio di ferro.

 

Paride si sentiva messo da parte, un pesce fuor d'acqua vedendo quella dimostrazione di forza, ma si riprese imbracciando la sua fida arma dandogli supporto, colpendo con ferocia la testa del demone, permettendo a Kaoro di portarsi in vantaggio afferrando per il collo Azel in una presa ferrea, quasi rompendogli il collo.

Il demone prima, con un colpo di coda, allontanò il Varia del sole, per poi tornare a occuparsi del drago prendendolo a sua volta per il collo, staccandoselo di dosso.

Una volta libero alzò la testa emettendo un potente ruggito che richiamò a se un bel drappello di suoi piccoli simili, più deboli, ma pur sempre abbastanza per tenerli sotto controllo.

 

-Diavolo! Ci sono visite! Pensaci tu Paride! Sei in grado di ucciderli, io devo saldare un paio di conti con sto stronzone!- Kaoro disse al ragazzo cosa fare in base ai nemici che avevano davanti a loro, affidandogli quelli più semplici da battere, appioppandosi il più forte.

 

La situazione si stava complicando, ma nonostante ciò, per il momento, riuscirono a reggerla.

Il dragone venne lancianto contro un muro e si fece leva con gli arti andando con una spanciata muscolosa.

Azel contrattaccò con un pugno, ma quando colpì i suoi addominali la mano si spappolò e andando in cenere a causa sia per i duri muscoli e della fiamma del sole nonostante c'erano le fiamme della corruzione a proteggerlo.

 

-è il momento di finirla Azel!- passò delle fiamme in un pugno, preparandosi a scagliarlo contro il demone.

 

-NO! MAI!- Azel, senza accettare la cosa, fece lo stesso andando con furia.

 

Corsero l'uno contro l'altro, ma erano pari di potere a causa dell'indebolimento della prigione di cristallo in cui era stato sottoposto Kaoro, quindi, se il pugno demoniaco fosse andato a segno, probabilmente sarebbe morto.

L'ago della bilancia di quell'esatto momento fu proprio Paride, che con uno scatto scivolò sotto loro due rompendo e tranciando il braccio con cui Azel stava attaccando.

Il nemico incassò il colpo in pieno viso, facendogli implodere la testa a causa delle fiamme del sole.

 

-Per la miseria! Ottimo tempismo Paride!- Kaoro si complimento col ragazzo, facendogli un pollice in sù in segno di approvazione, portando entrambi alla vittoria.

 

******

 

Azal e Aruma sfondarono la porta che li isolava dal pilastro e si fecesero strada.

Una volta dentro una massa enorme di demoni inferiori saltarono addosso alla draghessa sommergendola del tutto e qualcosa prese per il collo Aruma piantandolo al muro.

 

-Ma tu guarda chi abbiamo qui, una lucertola troppo cresciuta e il suo animale da compagnia.- una creatura dall'aspetto femminile lo teneva su attaccato al muro, era priva di vestiti, assessuata e priva di capezzoli, occhi rosso sangue che lo guardavano mentre lo strozzava.

 

-S-siamo appena arrivati e già tentano di uccidermi, normale routine insomma...!- il Varia della nuvola tentò di liberarsi da quella presa che gli toglieva il fiato per istinto di sopravvivenza.

 

-Beh, ora stai per morire.- preparò l'altra mano per togliergli la vita, ma un piede su "appoggiò" sulla sua guancia lanciandola via e lasciando il ragazzo libero a riprendere fiato.

 

-Tutto bene Aruma? Ci penso io ora a lei.- Azal era riuscita a liberarsi incenerendo i piccoli famiglia demoniaci giungendo in tempo ad aiutare il proprio compagno in difficoltà.

 

Il demone-donna si rialzò liberandosi dai detriti di roccia che erano caduti su di lei dallo schianto e sollevò l'avambraccio sinistro per parare il colpo di gambe della draghessa, creando un piccolo cratere sotto di loro.

L'umano decise di dare support da lontano lanciando come scheggie le pedine dello shogi, facendo attenzione a non colpire la donna al suo fianco.

In quella posizione di svantaggio il demone ruggì assordante ingrandendo il braccio destro.

Azal incrociò gli avambracci per difendersi, ma il colpo le passò vicino alla testa facendo vedere che in realtà puntava al ragazzo e decise di intervenire mettendosi in mezzo ai due facendogli da scudo, però vennero lo stesso schiantanti contro la parete.

 

-Aruma...lascia fare a me ora!- Scar prende il suo posto tranciando il polso della donna-demone, per poi leccare i lunghi coltelli sporchi di sangue.

 

La draghessa ne approfitta bloccando il ritiro dell'arto trattenendola, tirandola addosso a loro due.

Il demone tentò di bloccarsi a mezz'aria per istinto, ma Scar le tranciò le braccia, Azal le rese inutilizzabili le gambe e la finirono tranciandola in due, aggiudicandosi la vittoria.

 

*******

 

Jor e Kark passarono attraverso il tetto di una delle cupole situate intorno alla città, con all'interno il loro obiettivo, col portone incatenato.

L'interno dell'edificio era buio e non si riusciva a vedere niente, come se fossero ciechi.

Ad un tratto sentire dei pesanti passi lenti, che pian piano aumentarono di velocità intorno a loro.

Si alzò un'urlo stridente e assordante, una creatura dalle sembianze di un serpente quadrupede, munito di piccole corna sul capo, tre denti a sciabola, squame di un sporco metallo ruggine, mentre gli occhi erano scintillanti come i diamanti, il corpo, che emetteva forti scariche, illuminavano la stanza nonchè unica fonte di luce di quel luogo.

 

-Oh cazzo! Jor, attento!- Kark prese per la vita Jor salvandolo da un colpo fulmineo dell'abominio elettrico.

 

-Ma cos'è quel coso?!- chiese il Varia spaventato alla sola visione di quella cosa che li inseguiva.

 

-è una delle armi create da Xolotl e Quetzalcoatl unendo i loro poteri, ma ogni singolo tentativo si è rappresentato un fallimento siccome le fiamme si rigettavano a vicenda e quindi li hanno imprigionati per via della loro pericolosità e ostilità!- fece la sintesi della storia di quel coso.

 

-Allora poniamo fine alla sua esistenza così è solo un problema in meno!- Jor scese di colpo dalle braccia del dragone sfruttandone la spinta per attaccare.

 

Tenne saldamente il manico della propria arma per poi colpire con forza la testa, spiaccicandola al terreno, con annesso cratere.

Il rettile si rialzò di nuovo mostrando che non si era fatto niente.

Kark, per dare man forte, lo protesse assestandogli un destro sotto il mento lanciandolo via all'indietro.

Decisero di fare gioco di squadra insieme per buttarlo giù più rapidamnete.

Quando il serpente si riprese il drago prese il ragazzo per un braccio lanciandolo contro la creatura, per poi seguirlo in una corsa fulminea, il rettilone reagì addentando l'umano, ma gli bloccò la mascella con solamente la forza bruta potenziato tramite la durezza delle fiamme del fulmine, tenendogli la bocca occupata.

Kark ne approfittò facendo apparire un tridente tra le mani fatto interamente di fulmini, trafiggendo l'enorme esperimento da laboratorio facendo rammificare i tuoni dentro il suo corpo facendolo esplodere in una pozza di sangue nero.

 

*******

 

Jink, insieme al dragone della tempesta, fecero irruzione nella sala in cui risiede un pilastro, ottenendo un'accoglienza che loro, sinceramente, si aspettavano molto calorosamente, ovvero un'intero esercito di demoni inferiori, pronti a "intrattenerli", entrambi imbracciarono le loro armi facendo piazza pulita.

 

-Ehi! Mi piaci umano sai?! Hai un carattere di merda, suscettibile e sempre pronto alla rissa! Sei da sposare!-

 

-Grazie! Ma qualcuna mi ha già preso, mi dispiace per te, dovevi arrivare prima! Però anche te mi piaci!-

 

Letteralmente due anime gemelle, entrambi con la stessa sete di combattimento e pronti a menar le mani.

 

-E me non mi vuoi invitare Karsch?- una voce alterata si fece sentire, senza far capire il proprio sesso.

 

Qualcosa striscio lungò il pavimento per poi salire fino a prendere una forma umana non proprio definita, sembrava mezza donna e mezzo uomo, capelli mezzi corti e mezzi lunghi, un'occhio nero e uno marrone, non era uno spettacolo per gli occhi, era un quadro di Van Gogh.

Jink e Karsch lo attaccarono instintivamente, subito sul viso, facendogli incassare in pieno il colpo, trascinandolo lungo il pavimento rimettendocelo dentro, sfondandolo con la sola forza.

Il demone tirò fuori una coda che prese per il collo il Varia tenendolo in aria e con le mani libere si liberò dal dragone togliendoselo di dosso.

 

-Non si trattano così i vecchi compagni di armi maledetto ingrato...- si asciugò il rivolo di sangue che aveva sul labbro.

 

-Non osare definirti mio compagno sia chiaro! Tu disonori il codice della guerra in ogni sua regola e lettera!- gli puntò contro il dito, parlando con un tono arrabbiato e rimproverandolo.

 

-Solamente perché sono scappato lasciandoti qausi a morte certa! Che vuoi che sia? Sei ancora vivo no? Ahia!- il demone sentì un dolore alla coda, vedendo l'umano che gliela aveva morsa. -Ma che fai lurida scimmia?! Che sei?! Goku?! Oh...a quanto pare è così eh?- si accorse che aveva commesso l'errore di distrarsi di fronte al nemico e conoscendo quello che aveva davanti, di sicuro non gli avrebbe più permesso di ripeterlo visto che avrebbe annullato la sua esistenza. -Che coglione sono stato...-

 

Karsch aveva ingigantito una mano nella forma draconica rivestendola di fiamme della tempesta schiacciandolo come se fosse un moscerino, lasciando solamente ceneri al suo posto.

 

*******

 

Yuri e Krasma fecero piazza pulita lungo la strada verso il bersaglio a loro assegnato, uccidendo ogni singolo demone davanti a loro.

Quando entrarono non videro nessuno, avanzando continuarono a guardarsi intorno straniti dell'assenza.

Il dragone fermò la Varia col braccio, fissando il vuoto con le sopracciglia aggrottate e l'espressione infastidita.

 

-Non siamo soli.- disse questo annussando per un momento l'aria.

 

La ragazza aguzzò la vista, percependo la presenza di una gigantesca quantità di fiamme della nebbia che nascondevano il loro nemico, sentendola davanti a loro.

Si materializzò davanti a loro una imponente creatura a quattro zampe dalla lunga criniera color vespro che gli percorevva la schiena, con una maschera dosso sul viso, denti aguzzi come gli artigli, priva di occhi e naso e la pelliccia era nera come la pece.

La belva li attaccò con una forte zampata che li lanciò via per pochi metri ruggendogli contro, caricandogli contro.

Krasma prese per la vita la ragazza saltando in aria, ma la bestia li seguì in aria tentando di divorarli con l'enorme bocca.

Loro risposero con una potente fiammata viola, riuscendo anche ad allontonarsi mettendo una distanza di sicurezza, atterrando lievemente a terra.

Il mostro li cercò intorno a lui, lasciandoli confusi di questo suo comportamento, ma quando Yuri toccò terra coi tacchi si girò improvvisamente verso di loro, lanciandosi a capofitto e di faccia.

 

-Le scarpe! Togliti le scarpe! Altrimenti continuerà a inseguirti, mettiti a piedi nudi come me!- il dragone, una volta tolti entrambi dalla strada di quella carica e salvati, capì come quella cosa si orientava, informando la compagna, dandole anche modo di affrontarla facilmente.

 

-E che cazzo! Sono pure i miei tacchi preferiti!- si tolse i tacchi arrabbiata andando con passo felpato, da assassino.

 

I due compagni si fermarono di colpo nel più assoluto silenzio e la creatura si ritrovò subito disorientata, tirando qualche verso nell'aria, girando continuamente la testa intorno.

Yuri e Krasma, con passo leggero e rapido, si lanciarono contro la bestia cieca.

Combinarono insieme i loro attacchi per finirla con un colpo solo, di cui lei con degli artigli potenziata dalla fiamma della nebbia, mentre lui con due grossi falcetti fiammeggianti, puntando al collo e quando la belva si accorse di loro era già troppo tardi per lui.

Misero fine alla sua sofferente vita, ormai già privata di due sensi.

 

*******

 

Angelyca e Alkatar, una volta dentro la cupola, trovarono per loro un grosso comitato di benvenuto ad attenderli.

 

-Alkatar! è un dispiacere rivederti! Che ne pensi se ti uccidessi qui e ora?- sopra il pilastro un grosso demone muscoloso e dalle grosse ali cominciò a parlare col dragone della pioggia, sorridendogli a trentadue denti, tutti appuntiti e affilati.

 

-Kilo caro! Anche per me è un piacere rivederti! Mi dispiace, ma non posso proprio. Possiamo fare in un'altro momento?- con tono ironico, rispose alla "cordiale" domanda.

 

-No! Facciamo qui e ora!- Kilo si scagliò contro Alkatar con velocità sonica, spaccando pure il terreno e alzando un bel polverone.

 

Quando si accorse che non aveva colpito nessuno si ritrovò con un tagliò al fianco sinistro e il braccio quasi mozzato, notando che era satat opera dell'umana.

 

-Sei suscettibile oggi. Che ne pensi di una camomilla?- il drago gli premette scherzosamente il naso dicendo "boop".

 

Kilo andò su tutte le furie e si tolse da davanti a lui.

 

-Fai il serio per la miseria! Dannato drago!- lo rimproverò di quel suo comportamento infantile, scherzoso e allegro.

 

-Se proprio insisti...- improvvisamente passò da sorridente a serio, attendendo una sua reazione, avvisando Angelyca di rimanere ferma con la mano e di aspettare il suo segnale.

 

Il demone si lanciò per la seconda volta contro il lucertolone, arrabbiato come una iena, ma quando era quasi vicino i due nemici che aveva davanti scomparvero per riapparirgli dietro, cadendo a terra in una pozza di sangue, privo di braccia, gambe, ali, busto, petto e collo.

 

-Una volta mi chiamavano Alkatar lo spietato...-

 

Gli avevano lasciato solamente la testa intera, il resto fatto tutto a pezzettini.

Il dragone leccò il pugnale fatto di fiamme della pioggia con gusto, per poi tornare come prima.

 

*******

 

Reborn si era staccato dal gruppo, andando in un punto non indefinito della città per incontrare una sua vecchia conoscenza, che era seduta su una poltrona di pietra, ritrovandosi davanti a lui.

 

-Ci rivediamo di nuovo Reborn...- il suo vecchio maestro lo guardò dritto negli occhi con un espressione del tutto impassibile.

 

-Stavolta la finiremo una volta per tutte, qui e ora e si deciderà chi è il più grande assassino del mondo...maestro.- nonostante il suo amico fosse passato dalla parte del nemico provava ancora del rispetto per lui. -Nessun trucco, nessun inganno...solo io e te, a mani nude.- si tolse giacca, cravatta, rimboccandosi le maniche della camicia all'insù, risoluto e deciso della sua scelta.

 

-A quanto pare vuoi fare a botte come ai vecchi tempi eh?- il mentore si alzò dalla sedia togliendosi il giaccone che indossava, rimanendo anche lui in camicia, mostrando anche che possedeva ancora dell'elegenza in lui, insieme ai suoi accessori personali e armi di vario tipo.

 

I due, una volta fidati compagni di assassinio e di vita, si ritrovarono, dopo tanto tempo, l'uno contro l'altro, a guardarsi dritti negli occhi con la propria aura di intento omicida.

Fecero la prima mossa insieme in sincronia, battendo pugno contro pugno, braccio contro braccio, gamba contro gamba.

Era come se si ritrovassero davanti a uno specchio che li copiava alla perfezione, dimostrando che erano maestro e allievo, ritrovandosi in stallo.

Reborn, ad un tratto, gli afferrò il colletto della camicia dandogli una sonora testata, facendolo indietreggiare e annullando quella parità di mosse, approfittandone per prenderlo per la testa colpendolo in pieno viso con una ginocchiata che gli ruppe il naso.

Il maestro, per reagire, gli prese la gamba che aveva usato per colpirlo, tirandoselo addosso per poi tirargli un pugno in faccia, rompendogli a sua volta il naso, tenendolo saldamente.

L'allievo gli diede una gomitata sul capo per liberarsi, afferrandolo per il collo con le braccia e lo sollevò da terra, buttandocelo subito dopo con forza di schiena.

Il vecchio se lo trascinò dietro per i capelli ricambiandolo del gesto con un colpo di tacco di scarpa sulla schiena, buttando anche lui a terra.

Si fermarono per un'attimo a causa dei forti dolori che provavano, approfittandone per riprendere anche fiato.

Reborn si rialzò di scatto prendendo al volo la sua lucertola Leon, che si trasformò subito in una pistola, ma il suo mentore lo prese per il polso, disarmandolo all'istante, bloccandolo a terra in un mugolio di dolore.

Pure lui tentò di afferrare un'arma e anche il suo allievo lo disarmò subito, ribaltando le posizioni torcendogli dietro la schiena il braccio fino quasi a romperlo.

Il vecchio, ormai stufo, si liberò utilizzando i suoi poteri da demone emanando un'aura nera, staccandosi di dosso il giovane sicario.

Si girò verso di lui e un proiettile gli sfiorò il viso, facendogli uscire un piccolo rivolo di sangue.

 

-Siccome hai rotto la regola...la rompo pure io per essere pari no?- il suo maestro gli sorrise, dandogli ragione, lanciandosi addosso su di lui.

 

Reborn sparò due colpi nel terreno per poi rispondere all'offensiva nemica, stavolta andando più veloci e letali da tagliargli la pelle e tenere il suo passo, rendendo il filo delle mani delle vere e proprie lame taglienti.

Il mentore unì le braccia in una procedendo con un attacco più potente e caricato, ma l'allievo lo bloccò incrociando gli arti in sua difesa per poi rompergli la difesa aprendogliele.

I due colpi sparati in precedenza fuori uscirono dal terreno colpendogli entrambe le spalle in un punto ben specifico, procurandogli dolore quando le muoveva rendendogli inutilizzabili ogni utilizzo, rendendolo anche vulnerabile alla prossima mossa del sicario.

Reborn, con in mano Leon trasformato in pugnale rivestito di fiamme del sole, lo guardò negli occhi un'ultima volta e, con malincuore ricordando i momenti passati insieme a lui ritenendolo come un padre, lo uccise, trafiggendogli il cuore, facendogli implodere pure il corpo in mille pezzi, ad eccezzione della testa.

 

-Veloce e letale...proprio come mi hai insegnato tu...maestro.- una lacrima amara, ricolma di tristezza, gli rigò il viso guardandone gli ultimi resti, tenendo in mano il viso.

 

-Ottimo lavoro Reborn...ora vai...il tuo protetto ha bisogno di te...- annuì in lacrime, poggiandolo delicatamente a terra, avviandosi correndo. -Sono fiero di te Reborn...- le sue ultime parole prima di chiudere definitivamente gli occhi.

 

L'uomo riuscì a sentirlo in qualche modo, aumentando la quantità di lacrime che cadevano.

 

*******

 

L'undicesima generazione, insieme a Renji, dopo aver decimato l'esercito cominciò ad avanzare verso l'enorme palazzo, ma davanti a loro comparvero i demoni superiori di Arane, tutti e sette, per bloccarli.

Alcuni erano cambiati in quattro anni, Leo aveva dei capelli normali, finalmente, che erano raccolti in un piccolo codino dietro la nuca, Aiko era privo di occhiali, capelli più corti e non indossava più una giaccia, Lisa indossava una felpa e i capelli non erano più lunghi come una volta, erano più corti, ma emanavano energia elettrica, mentre gli altri erano rimasti uguali.

 

-Allora, dove pensate di andare piccoli umani? Voi non passerete!- Illaila fece un passo in avanti, mettendo in chiaro che loro uniti erano un imponente muro impenetrabile, pronti a dargli battaglia in qualsiasi momento.

 

Katsu gli passò sopra senza problemi, correndo a per di fiato verso il palazzo, facendo fare una figuraccia ai loro nemici.

 

-Riprendetelo presto!- l'undicesima generazione di gettò su di loro, separandoli gli uni dagli altri, per dare il tempo al loro boss di raggiungere Arane.

 

Renji ignorò gli altri, seguendo in corsa la sua amata Yori.

 

 

-Se riusciamo a trovare Arane e a farla fuori subito potremmo porre fine a tutto questo rapidamente.- intanto Ranma, Xian e Xanxus si erano intrufolati nel palazzo per conto loro fino alla sala del trono, volendo atturare il loro piano.

 

-Chi cercate scusa?- apparve dietro di loro e il primo a reagire di istinto fu Xanxus che sparò una potente fiammata di fiamme dell'ira dalla propria pistola, facendo abbassare le ragazze per sopravvivenza e per paura, colpendola in pieno. -Che tenero che sei.- sorrise angelica, ma aveva un che di maligno quel sorriso.

 

Ranma, approfittando del diversivo a lei fornito si portò dietro la dea afferrandola per i capelli e per le braccia dalla schiena, piegandola all'indietro in una prtesa di sottomissione.

 

-ORA!- diede il segnale.

 

Sia Xian che Xanxus eseguirono il cambio forma delle proprie armi con la box heiki, lui infilò la pistola nella bocca della donna-demone, lei sul ventre e sul petto.

Sembrava strano che lei non oppose alcuna resistenza per quella azione, ma pensarono che si era arresa all'evidenza che era morta, sparando con furia e potenza allo stato puro e Ranma si tolse appena in tempo per non finrie coinvolta.

Ci fu un gigantesco spruzzo di sangue nella direzione dello sparo, insieme a pezzi di carne distrutti e bruciati e il corpo cadde a terra, privo di addome e della testa con solamente la mascella rimanente.

 

-Beh, è stato facile. Ora andiamo a dar man forte agli altri!- esultò Ranma.

 

-Pensate che basti davvero così poco a uccidermi?- ad un tratto l'atmosfera e l'aria cominciarono a farsi pesanti, come se al collo e ai polsi avessero dei pesanti catenacci arruginiti e il cadavere si rialzò sollevandosi dai piedi in puro stile horror.

 

Le carni si riformarono, i muscoli, le vene, i legamenti, il cervello, i bulbi oculari, i denti e i tendini salirono all'insù riformando la testa e le parti mancanti che le avevano "tolto", sorridendo sadicamente, assaporando la loro disperazione, mentre evocava un fantoccio con le sembianze di Squale che scagliò subito contro di loro.

Ranma e Xian erano rimaste terrorizzate dalla scena, la prima stava quasi per vomitare, e entrambe rimasero paralizzate vedendola in prima persona, indietreggiando.

Lo Squale non-morto invece continuò a correre contro di loro senza sosta, ma solamente Xanxus reagì, sparandogli in faccia, cessando la vita rimasta di quel cadavere ambulante.

 

-Ma...! Era un tuo compagno!- Arane rimase sorpresa di fronte a tale azione.

 

-è proprio per questo che l'ho ucciso, la tua insulsa copia disturbava il suo sonno eterno! E ora tocca a te morire!-

 

-Voglio proprio vedere! I tuoi attacchi mi fanno il solletico piccolo umano!- la sua aura di terrore e istinto omicida si fece sempre più grande, mettendo a dura prova il decimo boss dei Varia.

 

-Allora assaggia questo di solletico!- Katsu giunse in tempo da dietro l'uomo furioso prendendo Arane per le spalle, per poi mollarle nello stomaco una ginocchiata che le fece uscire gli occhi fuori dalle orbite, lanciandola contro il muro.

 

-A quanto pare sei arrivato fratellino...!- si liberò dal libero, togliendosi la polvere e alcune pietruzze dal lungo vestito bianco che indossava.

 

-Beh, non potevo di certo mancare!-

 

-Beh, hai fatto benissimo, perché la festa comincia ora!- Arane tirò fuori un piccolo pulsante che attivò subito e un fragoroso rumore si sentì in lontananza. -Ora cosa farai?- sorrise, ma lo perse subito dopo vedendo che era fermo al suo posto.

 

-Pensi davvero di avermi messo in difficoltà...? Mi dispiace, ma mi sono preparato stavolta!-

 

La dea strinse i pugni e i denti dalla rabbia, attaccandolo con una potente fiammata oscura furiosa che i suoi piano non stiano andando come aveva programmato.

 

******

 

 Andrea, insieme alla sua squadra, procedeva all'evacuazione della città, assicurandosi che venga effettuata in ordine, ma sentiva delle grida in lontananza, vedendo degli scienziati inseguiti da delle strane creature mostruose, domandandosi che fossero.

Non si fece troppe domande che decise di intervenire insieme alla sua squadra, salvandoli, però un'altra apparve, molto più grande, ovvero un'idra con ben cinque teste, che continuava a muoverle.

 

-Ma quello è un'idra?! Quello delle dodici fatiche di Ercole?! Sarà dura buttarlo giù allora!- ad un tratto una delle teste prese in bocca, con un singolo boccone, il grosso uomo compagno di Andrea. -Arlasn no!- a Tommaso gli venne un colpo vedendo la scena, per poi tranquilizzarsi subito dopo.

 

Pian piano le enormi fauci della belva si aprirono non per sua volontà, ma per la pura forza bruta di Arslan, rompendogli anche una mascella.

 

-Ci vuole più di questo per uccidermi.-

 

-O forse una donna col ciclo può farlo invece.- la donna con la lunga coda di cavallo decise di intervenire tranciando le altre teste.

 

-Ottimo lavoro Jessie!- Andrea si complimentò con la propria sottoposta, ma per loro sfortuna non era finita lì.

 

Le cinque teste ricressero con in aggiunta altre cinque, rendendo veritiere le leggende su tale creatura della mitologia greca.

 

-Bene! Allora accettiamo la sfida orrenda creatura!- Andrea Tommaso, insieme a Jessie e Arslan, si prepararono ad affrontarla, spavaldi e senza paura della creatura che avevano di fronte a loro, permettendo al resto del suo squadrone di proseguire l'evacuazione.

 

Lì assallì tutti e tre insieme, disperdendoli e loro ne approfittarono per contrattaccare.

L'omone fece ingoiare a una testa una granata a frammentazione, facendogliela esplodere in mille pezzi, la donna correva e saltava lungo i vari colli tagliandoglieli a metà in una pioggia di sangue, mentre il loro boss gliele spaccò fragorosamente aiutandosi con le fiamme del cielo.

La bestia cadde di nuovo, ma più la uccidevano e più teste si ricreavano, diventando sempre più forte.

Più continuavano e più sprecavano energie inutilmente, finchè Tommaso non si gettò in quello che sembrava un gesto disperato facendosi mangiare volontariamente.

Jessie e Arslan rimasero scioccati e decisero di vendicarlo insieme uccidendo l'idra una volta per tutte, ma videro che aveva qualcosa che non andava.

Si stava contorcendo dal dolore, esplodendo in una gigantesca fiammata arancione e dalla carcassa uscì il giovane boss, tutto sporco di sangue dopo averci fatto letteralmente il bagno.

I due compagni gli saltarono addosso abbracciandolo e stringendolo a loro quasi piangendo e convinti che fosse morto.

Però non potevano fermarsi lì, c'erano anche dei minotauri di cui dovevano occuparsi, ma una tempesta di proiettili della tempesta li decimò tutti quanti.

 

-Ehi! Non fermatevi a piangere! Per quello c'è tempo dopo!- Jink apparve da sopra di loro su un tetto di un'edificio di pietra.

 

-Ma tu non dovresti essere insieme a uno dei draghi di Katsu?-

 

-In casi di emergenza come questa possiamo allontanarci per darvi man forte per l'evacuazione e infatti eccomi qui! Piuttosto dove sono i Maxum?-

 

-Ci siamo divisi per coprire un'area maggiore per facilitare e rendere più veloce l'evacuazione!- gli rispose Andrea, indicandogli anche la loro posizione.

 

-Mh, bene, lì ci sono Angelyca e Paride, ci penseranno loro. Ora vediamo di far fuori qualche altra bella bestiolina!- Jink sfoderò il suo sorriso da belva assetata di sangue.

 

Vedendolo far così erano sicuri che lì il mostro fosse lui.

 

*******

 

Dopo un'estenuante inseguimento Renji si fermò quando vide Yori immobile di fronte a un muro, ritrovandosi in un enorme piazza.

La ragazza si girò verso di lui con lo sguardo spento e assente, puntandolo con la lama nera che brandiva.

 

-Ti prego Yori! Non voglio doverti uccidere! Non obbligarmi a farlo!- al demone gli tremavano le mani, sopratutto quella con cui teneva la nodachi, resistendo nell'estrarla.

 

Non lo ascoltò e si lanciò su di lui senza esitazione, attaccandolo con furia e senza pietà, obbligandolo a rimanere sulla difensiva, ma non era lei, bensì il suo amore verso di lei che lo bloccava nel colpirla, ogni volta che ci provava gli si stringeva il cuore.

Subiva ogni singolo colpo, ferendosi e rovinandosi i vestiti, finchè decise di reagire sguainando la lunga spada giapponese, bloccandola al momento.

Con un movimento secco e deciso fece volare in aria le lame di entrambi, che caddero in seguito a terra, aprendole la guardia e ne approfitta prendendola per il colletto, baciandola con amore e passione.

 

-R-renji...?- nei suoi occhi ritornò il colore che possedeva una volta, guardando fissa negli occhi il suo amato.

 

-Yori...!- la strinse a se in un grande e forte abbraccio, in lacrime.

 

-N-no! Aspetta!- ad un tratto Yori si mise ad urlare tenendosi la testa tra le mani piegandosi in due, mentre un'aura nera si manifestò intorno a lei.

 

-Cazzo no! è Xolotl! Non ascoltarla! Non guardarla! Non pensarla!- la prese per le spalle scuotendola, guardandola negli occhi.

 

-N-non...! Aaaaaaaah!- con un colpo di braccio di allontanò da lui sbattendolo contro un muro.

 

L'aura prese possesso di lei, facendo comparire due piccole corna che si rammificarono lentamente, delle chiazze nere le comparvero sugli occhi e la sclera le divenne oscura, alzandosi con le gambe contorte,riprendendosi la spada nera -Devo...ucciderti...ti prego, scappa...!- parlò con voce alterata, come se stesse combattendo contro qualcosa.

 

-MAI!- Renji riprese la nodachi impugnandola deciso di quello che voleva fare per salvarla, con sguardo serio 

 

Iniziò di nuovo il combattimento tra loro due.

Stavolta le due lame si scontrarono ripetutamente in un mare di mille scintille, bloccandosi i colpi a vicenda, ma ancora no nebbe il coraggio di ferirla.

Con colpo rapido tentò di alzarle di nuovo in aria la lama, per poi andarle dietro per colpirla dietro il collo, senza riuscirci in quanto lei fu più veloce nel rigirarsi verso di lui, colpendolo con un calcio nello stomaco, lanciandolo anche via.

Si coprì la pancia tentando di lenirsi il dolore, volendo insistere sul suo piano di stordirla.

Yori, in preda a una crisi di controllo, lo attaccò utilizzando dei grossi spuntoni nero viscidi, obbligandolo ad usare i suoi poteri di demone, evocando il Kirin.

Vide che stava piangendo e non riuscendo a sopportare tale spettacolo decise di porre fine con un'unico attacco, andandogli incontro.

La ragazza reagì di conseguenza lanciandogli contro tutto quello che aveva, ma lui lo infranse con abile colpo di spada e quando si ritrovò vicino a lei gli trafisse una spalla e una gamba, ma non lo fermarono nel suo intento.

Riuscì a portarsi dietro di lei e con tutta la forza rimastagli la colpì forte dietro il collo, stordendola e ponendo momentaneamente fine alle sue sofferenze.

La prese in braccio stringendola a se, poggiando la fronte contro la sua, baciandola in lacrime.

 

*******

 

Dal forta spintone Yoshi riuscì ad isolarsi insieme ad Aizayo, procedendo subito dopo con un colpo nel plesso solare che accusò in pieno senza muoversi.

Il demone del sole rispose unendo le mani in un unico pugno, procedendo con un attacco pesante, che venne bloccato.

Il Vongola del sole ne approfittò per afferrarlo per i polsi alzandolo in aria per poi schiantarlo a terra con forza.

 

-Lance solari gemelle!- lo colpì di nuovo nel plesso solare con un doppio affondo di braccia, facendogli sentire per bene il colpo.

 

-Colpo di petto!- letteralmente lo colpì col proprio petto in piena faccia spingendolo via di alcuni metri.

 

A Yoshi sembrava di essere stato colpito da una spranga di ferro in viso da quanto era doloroso.

Ad Aizayo, non appena i raggi solari lo toccarono, gli cominciarono a crescere i muscoli e la massa, lanciandosi di peso sul ragazzo, schiacciandolo.

Sorrise, convinto di aver vinto subito, ma senti qualcosa sotto di lui che lo sollevò.

 

-KAORO è PIù PESANTE!!!!!- urlò a squarciagola per darsi la carica per sollevarlo su, lanciandolo in aria.

 

Infiammò i pugni con le fiamme del sole per poi attaccarlo in uno scontro aereo, tempestandolo di rapide serie di colpi che gli bruciarono la pelle.

Per finire lo afferrò per il collo girando su se stessi un paio di volte, schiantandolo a terra e nonostante ciò tenne la guardia alta.

Infatti ebbe ragione a tenerla, perché si stava già rigenerando le ferite tramite il potere curativo delle fiamme.

 

-Tuuuu umanooo! Più il soooole picchia piùùùù sono forteee!- ciò che disse era vero, infatti più rimaneva esposto ai raggi, più diventava grosso.

 

Ma si accorse di un'altra cosa importante, che decise di sfruttare per poter vincere.

 

-Allora vorrà dire che ci darò subito dentro!- Yoshi si infiammò completamente, trasformando alcune parti del corpo.

 

Si formarono delle scaglie gialle intorno agli occhi che anch'essi erano diventati gialli, ai lineamenti del viso, sulle braccia e i capelli divennero fuoco solare.

I tirapugni erano diventati dei veri e propri guanti pesanti di metallo, ricoperti dalle sue fiamme.

Aizayo fece la prima mossa che, nonostante le sue dimensioni, era molto veloce e puntò subito alla testa, ma il ragazzo, con una giravolta laterale, lo schivò facilmente per poi girare un'altra volta su se stesso assestandogli un potente pugno infuocato nello stomaco, facendogli vomitare sangue, procedendo con un secondo pugno, alzandolo un poco in aria.

Il demone provò a reagire circondandolo con le braccia in una presa a tenaglia, ma l'umano lo prese per le spalle usandole come leve per uscirne senza danni, mollandogli in faccia una ginocchiata che gli ruppe il naso.

Lo prese saldamente per i capelli facendo una capriola in aria in avanti trascinandoselo dietro, ma qualcosa opponeva resistenza che lo sollevò.

Si girò con la testa notando che anche il suo nemico si era trasformato nella sua forma demone che consisteva in occhi gialli, due lunghe corna ricurve all'insù con le punte carbonizzate dal sole, la pelle giallognola e i capelli in fiamme.

Lo afferrò per il viso lanciandolo contro una parete come se fosse una palla da baseball.

 

-Però! Anche te puoi trasformarti! Ma non pensare che basti a scoraggiarmi!- Yoshi si ricompose sorridendo.

 

-Perché sorridi? Perché sei qui a combattere?-

 

-Semplice. Perché state minacciando la mia casa! Ed è mio compito proteggerla!- il ragazzo accorciò le distanze tra i due mollandogli un colpo sotto il mento quasi rompendogliela.

 

Non si fermò, procedendo con una raffica di pugni infuocati ben assestati in punti vitali fragili, facendogli pure colassare alcuni muscoli.

Aizayo mugolò per il dolore, ma se la rise sotto rigenerandole, continuando a subire, inconsapevole delle conseguenze a cui stava andando incontro, ridandogli indietro ogni singolo attacco, come se fossero due lottatori a un incontro di pugilato.

 

-Prendi questo! TEMPESTA SOLARE!- Yoshi gli piantò nel plesso solare tutte e dieci le dita, incenerendolo con una potente fiammata di fiamme del sole, investendo una buona parte di città, per poi allontanarsi.

 

-Hai finito?- il demone tornò come prima, tutto muscoloso.

 

-Certo. Prego, a te la mossa.- il ragazzo ritornò normale,, ansimante e con ferite ancora sanguinanti, facendogli un piccolo inchino, mettendosi in attesa.

 

Quel comportamento gli sembrò strano e sospetto, ma non resistette alla tentazione di eliminarlo facilmente e quindi lo attaccò, puntandolo alla faccia.

Il Vongola del sole lo bloccò con una mano, sfiorandolo appena e il demone cadde a terra ansimante, sgretolandosi lentamente.

 

-C-cooosa mi hai fattoooo?!- gli chiese furioso, ormai a terra piegato in due dal dolore.

 

-Hai abusato del tuo potere, la fiamma del sole sfrutta la rigenerazione delle cellule del corpo di chi guarisce per attivare il suo potere, di conseguenza le fa invecchiare e le uccide prima. Ho fatto in modo di infliggerti delle ferite talmente gravi da obbligarti a usarla a oltraggio.- gli spiegò chiaramente, mentre si sedeva per riposarsi e riprendere fiato.

 

-N-no...no...no no no! Non doveva finire così...! Perdonami Xolotl...!- furono le sue ultime parole prima di sgretolarsi del tutto in un cumulo di polvere.

 

-La fiamma del sole è un gran bel potere curativo, ma se usata troppo diventa veleno. Ora, riprendiamo fiato e poi torniamo da Katsu!-

 

*******

 

Nessuno continuò a sparare delle raffiche di grosso calibro, costringendola a ripiegare sulla difensiva, parando i colpi con il proprio stocco, ridandogli indietro alcuni proiettili.

Giorgia gli corse incontro, continuando a deviargli gli attacchi, attaccandolo con un'affondo repentino, sche schivò spostandosi di lato, ma ne approfittò per distruggergli un fucile in quell'attimo di vulnerabilità.

Il demone provò a reagire dandole un calcio puntandola al viso, ma la ragazza lo bloccò con la mano libera buttandolo a terra, mettendosi sopra di lui a cavalcioni piantandogli l'arma vicino al viso.

 

-Pensi che basti questo a bloccarmi donna umana?- si trasformò in fumo nero, prendendola per il collo.

 

Si attaccò al soffitto, facendole da cappio, stringendo la presa.

Giorgia andò un'attimo nel panico per la sorpresa, per poi ricomporsi, sollevando le gambe con la semplice forza della schiena, liberandosi tornando a terra.

Il demone si lasciò andare, cadendole addosso nello stesso momento in cui lei si era liberata.

Riuscì a prenderla per la testa, sbattendogliela forte sul terreno aprendole anche una piccola ferita sanguinante sulla fronte.

Lei reagì colpendogli la maschera con la punta del manico dell'arma, rompendogliela e staccandoselo di dosso, obbligandolo a coprirsi il viso.

Cominciò ad ansimare pesantemente come se stesse piangendo, indietreggiando, scaturendo un'aura nera.

 

-Dannata donna...! Mi hai rotto la maschera! TE LA FACCIO PAGARE!- diventò più forte espandendo l'aura, scoprendone il viso.

 

Giorgia rimase scioccata di quello che stava vedendo, il viso di Nessuno era molto somigliante a Katsu, ma non uguale.

 

-Perché sei uguale a Katsu?-

 

-Non hai il diritto di parlare! Ti schiacciò!- il braccio del demone di allungò ingrandedosi, trasformandosi in maniera informe e mostruosa.

 

Lei si scansò in tempo, per poi corrergli contro tagliandogli in parte il braccio approfittando dell'enorme stazza dell'arto a suo vantaggio, avvicinandosi a lui pericolosamente tranciandogli il petto di netto sgorgando sangue.

Nessuno urlò di rabbia, riuscendo a colpirla allontanandola da lui.

Cominciò a trasformarsi strappando e distruggendo in mille pezzi il cappotto, lasciandone solamente il cappuccio, il braccio destro rimase quasi invariato, le gambe si avvicinavano alle sembianze di quello di un cavallo, la schiena si era ingobbata curvandosi brutalmente ed era aumentato di dimensioni anche.

 

-Perché combatti?! Sarebbe molto più facile per voi sottomettervi!- le chiese, parlando con voce grossa e alterata.

 

-Perché mi chiedi...perché non voglio rinunciare senza aver combattuto! E poi sto lottando per questo mondo, per il posto in cui io...posso sentirmi libera a modo mio!- Giorgia gli rispose, avvolgendosi dalle fiamme della nuvola, trasformandosi anch'essa.

 

Una leggera onda di fuoco si materiallizzò intorno a lei, creando un elegante vestito da danzatrice, delle scaglie viola le comparvero intorno agli occhi che si infiammarono entrambi e la lama si trasformò diventando seghettata lungo il filo, l'elsa diventò due piccole ali draconiche e sulla punta del manico si materializzò una piccola testa di drago.

 

-Death dancer!- la Vongola della nuvola si preparò alla battaglia contro il demone.

 

Nessuno le saltò addosso con rabbia con un gigantesco pugno, spaccando il terreno, m  lei lo schivò con leggerezza ed eleganza salendo sopra e lungo il braccio, aprendogli un'altra ferita, aprendogli una cascata di sangue.

La bestia demoniaca urlò di dolore, schiantandosi a terra per schiacciarla, ma non si accorse che aveva saltata giusto in tempo, facendo una capriola in aria e senza fermarsi lo colpì di nuovo in pieno petto procurandogli una bella e grossa X sanguinante.

Sempre in preda alla sua furia cieca, la prese con la gigantesca mano, tentando di romperla, ma Giorgia si liberò tagliandogliela in mille pezzi, procedendo a fare lo stesso col braccio.

 

-Prendi questo! Fiammata degli inferi!- le sputò contro dalla bocca una grossa fiammata nera di corruzione per incenerirla.

 

-Nuovo modello da combattimento della scherma assassina: danza delle lame!- la ragazza mosse talmente veloce lo stocco che sembrò che ne apparirono altre 5 intorno a lei.

 

Le lame cominciarono a danzare insieme a lei in maniera armoniosa e sincronizzata, disperdendo le fiamme oscure, annullando il suo attacco.

Si precipitò su di lui conficcandogli braccia e gambe e con l'arma rimastole gli trafisse il cuore, uccidendolo.

 

-B-battuto da un'umana...non può esserci cosa più umiliante...- disse prima di morire, invecchiando a vista d'occhio fino a rinsecchirsi.

 

Giorgia ritornò normale, cadendo all'indietro poco lontano dal cadavere, esausta e priva di forze.

 

-D-diavolo, questo potere porta molta più energia di quel che pensavo...- respiro affanosamente, lasciando cadere a terra lo stocco, riprendendo fiato e riposarsi.

 

******

 

Akane inseguì di corsa Aiko, ritrovandosi in un vicolo cieco, davanti a un muro.

Quando si girò la strada cominciò ad allungarsi a dismisura in un punto senza fine, rimanendo immobile a fissare il vuoto.

Il demone, muovendosi in mezzo alla sua stessa illusione, portandosi alle sue spalle per attaccarle di soppiatto.

La ragazza si girò di scatto, faccia contro faccia, colpendolo con la punta dell'asta rapidamente, continuando con un colpo di sciabola tranciandogli l'addome e per finire unì le due armi formando la falce, colpendolo per la seconda volta, facendola girare tra le sue mani.

 

-Diavolo! Come hai fatto?!- le chiese stupito in maniera negativo di fronte a tale azione.

 

-Ti si vede lontano un miglio e poi mi aspettavo illusioni migliori di questa banalità.-

 

-Non sei tu a comandare qui, ma bensì io! Fammi vedere di cosa sei capace umana!- scomparve disperdendosi con nella polvere.

 

Akane rimase immobile e impassibile.

L'ambiente intorno a lei cominciò a cambiare intorno a lei drasticamente, cambiando completamente, diventandone il vuoto siderale, cominciando a fluttuare.

Una grossa pioggia di meteore infuocate si diressero verso di lei, ma cominciò a camminare in avanti.

 

-Ora ti faccio vedere io come si crea un'illusione.- divise le armi facendole diventare due, roteandole tra le mani.

 

Ad un tratto lo spazio sparì all'improvviso e Aiko cadde a terra piegato in due dal dolore mentre degli spuntoni gli fuoriuscirono dalla schiena in una pioggia di sangue, lasciando cadere a terra il portatile che aveva con se, tentando di riprenderselo.

Un gesto strano per un semplice accessorio superfluo, quindi prese la decisione di distruggerglielo e gettarlo lontano da lui.

 

-Mi hai deluso, mi aspettavo qualcosa di più da un demone del tuo calibro, ma dipendere da un computer portatile per sfruttare al meglio il tuo potere...proprio penoso.- ricompose la falce, mettendogli la punta sotto il mento. -Ultime parole?-

 

-Non ci sono ultime parole per me!- Aiko prese in mano la lama dell'arma, allontanadola da lui, ricoprendosi di fiamme della nebbia.

 

Si trasformò, in un gesto di disperazione, facendosi crescere due piccole corna sulla fronte, gli occhi e la pelle divennero fucsia, , i capelli si allungarono diventando fuoco illusorio, i vestiti cambiarono diventando una specie di tuta organica e artigli al posto delle unghie.

La attaccò con un pugno in viso, ma si bloccò a malapena a contatto col viso di lei, cominciando a disgregarsi lentamente, mandandolo nel panico.

 

-Tu sei già morto.- entrambi caddero in un vuoto nero assoluto, rimanendo sempre in piedi.

 

Il demone continuò a decomporsi lentamente, e nonostante le sue proprietà demoniache, non riuscì a fermare il processo, sentendone il lancinante dolore, impotente, potendo solo guardare.

Sentì un dolore alla pancia che cominciò a deformarsi come se qualcosa di vivo fosse al suo interno, per poi esplodere in una pozza di sangue da cui uscirono delle lunghe braccia e mani che si avvinghiarono al suo collo, costringendolo a sprofondare in quel buio universale.

Tentò di opporsi, ma più opponeva resistenza, più quegli arti moribondi divennero forti, sentendosi la testa schiacciare.

Con un urlo di rabbia tutto si disolse, tornando alla normalità e controllandosi se era ancora intero, ma ancora per poco.

Lentamente girò la testa verso la ragazza, notando che anche lei si era trasformata.

Aveva delle scaglie fucsia intorno agli occhi, gli abiti che indossava prima erano diventati una lunga ed elegante tunica azteca decorata che le arrivava fino alla vita e aperto sulla pancia, col viso incappucciato nascondendone i capelli, i pantaloni si ernao accorciati, rimanendo a piedi nudi, mentre la falce era cambiata radicalmente con l'asta che sembrava una lunga coda di drago seguendo i lineamenti della schiena, la lama invece era coperta di spuntoni e denti sul dorso, con un grosso occhio a ogni lato, che lo guardava dall'alto in basso.

Mosse la falce con leggerezza e rapidità, senza fargli accorgere che gli aveva tagliato la testa, uccidendolo in maniera indolore.

Il demone si pietrificò, disintegrandosi da solo.

 

-Riposa in pace.-

 

*******

 

Leo continuò a muoversi agilmente per schivare le frecce di Tetsuya, riuscendo ad avvicinarsi, venendo respinto con un colpo di palmo nello stomaco, colpendolo con una freccia sulla spalla.

 

-Per la miseria! Fatti uccidere umano!- il demone della tempesta gli sclerò contro per il fatto che non riusciva a colpirlo.

 

-No! Ho dalla mia parte un potere che uno come te non si permetterebbe mai!-

 

-E cioè...?-

 

-Il potere dei porno!- gli rispose convinto e fiero.

 

-...- rimase in silenzio indignato di quella risposta, spalmandosi la mano sulla faccia, sorpreso di fronte a tanta stupidità. -Sei stupido...un motivo che mi fa incazzare e trovarti irritante! E anche per ucciderti a sangue!- si imbestiali ancora di più, correndogli contro inarrestabile.

 

Sobbalzò per quella sorpresa scoccando subito tre frecce, che si conficcarono nelle spalle, ma questo non lo fermò prendendolo per la vita, schiantandolo a terra creando anche un piccolo cratere sotto di loro.

Tetsuya si liberò facendo leva sullla sua pancia, togliendoselo di dosso, scoccando altri colpo che gl itrasifferò una gamba e un braccio.

Leo grugnì si rabbia, estraendosi dal corpo quei pezzi di legno.

 

-Ora assaggia questo! Tempesta perversa!- prese cinque grosse frecce, imbevendole della fiamma della tempesta, lanciandole in aria.

 

Un secondo dopo si divisero aumentando di numero, cadendogli tutte quante su di lui e si tolse dalla traiettoria per schivarle, ma una di quelle rimbalzò contro i muri conficcandosi nel suo sedere.

 

-DIO...! CHE CAZZO FAI DANNATO UMANO?!- non gradì quella spiacevole sorpresa, finendo sotto il tiro delle rimanenti.

 

-è uno delle particolarità del mio attacco! Anche se funziona meglio contro le donne, con te è sprecato proprio.-

 

-Ma vuoi farmi incazzare o cosa lurido stronzo?! Facciamola finita ora!- il demone si infuriò ancora di più, trasformandosi.

 

Il fuoco rosso lo avvolse del tutto, trasformandolo in un incrocio tra l'umano e Ifrit, con una folta pelliccia rossa, lunghe corna ricurve all'indietro e le gambe come quelle di un fauno, con uno spallaccio infuocato sulla spalla destra.

 

-Potere dei porno a me!- Tetsuya, tenendo in mano una rivista porno nella mano destra, trasformandosi anche lui.

 

Gli apparve un mantello di fiamme, la divisa diventò un'armatura aderente leggera, delle scaglie rosse gli apparvero intorno agli occhi, diventando dello stesso colore e l'arco si allungò ricoprendosi anch'esso di scaglie del medesimo colore, trasformando il filo per tendere in fuoco.

Leo si precipitò su di lui correndo a quattro zampe.

 

-Fuoco depravato!- lui rispose disponendo l'arma in orizzontal, scoccando tre frecce.

 

Una si conficcò nel petto, la seconda nella bocca soffocandolo e facendolo razzolare a terra, mentre la terza quasi lo colpì in mezzo alle gambe, spaventandolo per un'attimo.

Con un colpo di schiena si rialzò ritrovandosi davanti alla sua faccia, digrignando i denti dalla rabbia mostrandoglieli che erano ben affilati e pericolosi.

Il ragazzo gli fece segno di guardarsi dietro, ma non lo ascoltò alzando una mano per colpirlo e ad un tratto un'altra freccia lo colpì nel sedere, peggio di una sonda anale.

Sobbalzò con le lacrime agli occhi, cadendo a terra e tenendo il deretano su per aria, tornando normale.

 

-Dobbiamo continuare per caso?-

 

-No no no! Mi arrendo, ma ti prego smettila!- lo implorò, stufo di quel dolore assai poco gradito in punti del corpo che non voleva.

 

-Allora ti convincerò a cambiare idea riguardo i porno che sono delle opere d'arte!- Tetsuya tornò normale, tirando fuori alcune riviste da chissà dove.

 

-Vi prego, qualcuno mi uccida ora...-

 

 

*******

 

Sora, correndo con accanto Illaila, continuò a spararle cobtro una raffica dopo l'altra e lei, per rispondere, le gettò contro il grosso globo di ferro, obbligandola a schivarlo con una capriola all'indietro, mentre ritirava a se la sfera con una robusta catena.

La demone vide che non c'era più nessuno, ma sentì che la sua arma era più pesante di prima e quando controllò ricevette un doppio sparo in faccia, indietreggiando un poco, con un'espressione arrabbiata.

 

-Pensavi che ti fossi già sbarazzata di me eh?!-

 

-Prendi questo allora!- la grossa donna procedette con ripetuti attacchi dettati dalla rabbia.

 

Sora aspettò il momento giusto per contrattaccare, schivando in continuazione, tenendo le dita sui grilletti pronti.

Nell'ultimo colpo si bloccò per aver  conficcato troppo in profondità il globo, ne approfittò per colpire con rapidità e letalità, infliggendole une bella ferita da arma da fuoco, stordendone i sensi tramite il fattore calmante della pioggia.

Con una falciata alle gambe le fece perdere l'equilibrio procedendo poi con una gomitata nello stomaco, facendole sentire il dolore, allontanandosi subito dopo per ricaricare.

Illaila si rialzò a fatica, respirando affanosamente, afferrando di nuovo la sfera metallica con se, e con una decisione presa con l'impulso, si trasformò.

Una tempesta di fiamme blu la avvolsa trasformandola in maniera radicale, la pelle diventò come quella di un polpo, le gambe si unirono diventando una serie di circa dieci tentacoli e i capelli divennero fuoco blu, ingigantendosi.

Sora rimase stupefatta, trasformandosi anche lei.

Le due pistole che aveva cambiarono, al posto delle normali canne c'erano due teste di drago dalla bocca aperta e il manico in pelle raffinata, gli stivali si allungarono arrivandole al ginocchio in stile azteco, la giacca si allungò avvolgendola intorno al busto, delle scaglie blu le apparvero intorno agli occhi e divennero del medesimo colore.

La attaccò immediatamente con quattro tentacoli a capofitto, Sora ci saltò sopra schivandoli tutti quanti, correndoci per il lungo.

Unì le due pistole trasformandole in un grosso fucile a cannemozze, disintegrando con una tempesta di pallini ogni tentacolo che le andava contro.

La demone andò nel panico tentando di attaccarla e allontanarla da lei, ma più si avvicinava e più si agitava.

Una volta vicina a lei tentò di indietreggiare, ma lei la prese per le spalle avvinghiandole il collo con le gambe, sparandole una grossa dose di fiamme della pioggia.

 

-Pioggia della calma!- continuò a sparare per quasi un minuto, facendola tornare normale, annullando la sua trasformazione tentacolosa.

 

-C-cosa aspetti a finirmi...?- le chiese esausta e quasi paralizzata.

 

-Non ho nessuna intenzione di farlo, perché so che devi tornare da qualcuno e a cui tieni o almeno questo ho capito questo dai tuoi occhi.- le fece l'occhiolino tornando normale. -E comunque preferisci vivere oppure morire per mano del tuo stesso capo?-

 

Illaila, a quella domanda, non seppe come rispondere, rimanendo in silenzio.

 

******

 

Yuzuyu inseguì Lisa, ma inchiodò all'improvviso colpendola in viso, dando inizio allo scontro.

Alla Vongola del fulmine quasi le si ruppe il naso, estraendo la propria arma, preparandosi a combattere, facendola roteare.

 

-Quarto marchio, 10%! Colpo del fulmine!- come inizio la colpì con un attacco di fulmini, ma rimase di stucco vedendo che le stava assorbendo tramite la bocca e i capelli, sparendo davanti ai suoi occhi.

 

Si mise dietro la ragazza, colpendola con un doppio pugno alla schinea, fulminandola sul posto.

Per sua fortuna Yuzuyu possedeva un'ottima resistenza al elemento fulmine e rispose prendendola per i polsi buttandola a terra con forza, ma scomparve di nuovo.

Questo le ricordo le parole del drago, che doveva avere l'occhio veloce per riuscire a stanare Lisa e a causa della carica che le aveva dato prima era più difficile del previsto.

Continuò a muoversi con gli occhi, cercando di cogliere ogni traccia che lasciava e all'ultimo ci riuscì, facendole lo sgambetto con l'asta per poi colpirla con la parte del martello con prepotenza.

La demone bloccò l'attacco con le mani con la forza bruta, togliendoglielo dalle mano, assestandole un pugno nello stomaco, ma Yuzuyu la afferrò per il polso per poi prenderle la testa dandole una ginocchiata in faccia, rompendole il naso.

Fece una capriola a terra riprendendosi l'arma.

 

-Primo marchio, 20%! Colpo della tempesta!- delle fiamme rosse avvolsero il martello, colpendo Lisa, quasi bruciandole la pelle, lanciandola via di pochi metri.

 

-Questo era un poco più forte del precedente...- si accorse del lieve aumento di potenza.

 

-E non è finita qui! Primo e quinto marchio, 20%! Nuvole di tempesta!- la ragazza unì la fiamma della tempesta e della nuvola, attaccandola nonostante la distanza.

 

All'improvviso l'arma si allungò a dismisura colpendola nella pancia, bruciandola di nuovo.

Si levò quel martello di dosso, mettendodici sopra correndo lungo l'asta per raggiungerla, ma scomparve dal nulla, per poi riapparire colpendola al collo.

 

-Cambio fiamma da tempesta e nuvola a nebbia!- cambiò le proprietà delle fiamme in pochi secondi, sorprendendo il nemico ottenendo un piccolo vantaggio.

 

-Ho l'ordine di ucciderti...e lo porterò a termine ora!- intorno a loro si scatenò una tempesta di fulmini, emanando energia elettrica in tutto il corpo.

 

I capelli si allungarono a dismisura trasformandosi in elettricità, due tenaglie le spuntaronmo ai lati della bocca, la pelle divenne squamosa come quella dei serpenti e al posto delle dita le crebbero dei lunghi artigli neri, ottenendo anche una forma fisica più grottesca.

Dimostrò subito la sua potenza, avventandosi sullla ragazza con furia, disarmandola immediatamente, mordendola a una spalla, quasi staccandogliela, bloccandola a terra facendo da peso.

Urlò a squarciagola per il dolore, provando a liberarsi senza successo, dovendo ricorrere a una mossa a lei rischiosa.

 

-Primo, secondo, terzo, quarto, quinto e sesto merchio, 5%! Esplosione arcobaleno!- tutte le fiamme del firmamento, tranne quella del cielo, la avvolsero completamente, esplodendo in una bufera di fuoco variopinto, staccandosi di dosso la demone.

 

Si rialzò da terra, trasformandosi anche lei.

Le comparvero dei bracciali dorati alle caviglie, la gonna si avvolse intorno alla sua vita diventando in stile azteco, la maglietta una fascia che le corpì il busto e il petto, dei bracciali le avvolsero le braccia, delle scaglie gialle le apparvero intorno agli occhi, diventandone del medesimo colore e l'arma mutò, la parte del martello diventò una grossa testa di drago, mentre nella parte della falce apparvero degli spuntoni sul dorso, seghettando il filo della lama.

Le fiamme divennero più forti e ardenti, sanguinando lievemente dal naso a causa del troppo sforzo, mettendosi in posizione con le gambe divaricate, roteando l'arma posizionandosela dietro di se.

Lisa, ormai stufa, si lanciò di nuovo su di lei, ma lei non si mosse, attendendo il momento giusto.

Quando si trovò a pochi centimetri da lei  fece la sua mossa, tagliandola a metà con la parte affilata.

 

-D-dannazione a me che ti ho sottovalutata umana...che tu sia dannata...- la demone tornò normale, cadendo a terra dividendosi in due parti, bruciando e diventando cenere.

 

-Ora arrivo boss...! T-tra qualche minuto...- Yuzuyu ritornò normale anche lei, cadendo a terra priva di energie, asciugandosi il sangue che le colava dal naso.

 

 

*******

 

La dea strinse i pugni e i denti dalla rabbia, attaccandolo con una potente fiammata oscura furiosa che i suoi piano non stiano andando come aveva programmato.

Katsu si preparò a respingerli, ma cambiò traiettoria, andando verso Xian, Xanxus e Ranma.

Lì si impanicò, mettendosi in mezzo facendogli da scudo umano da quell'attacco, bruciandosi in parte  la giacca.

 

-Come pensi di colpirmi se continuerai a difenderli eh?! Gli umani sono solo spazzatura e immondizia da buttare via, usa e getta, inutili! Perché combatti sempre per loro invece di schierarti con me per dominarli?!- continuò ad attaccare lasciandosi andare alla sua furia cieca.

 

-Perché...io confidò in loro e nella loro tenacia!- Katsu attraversò quelle fiamme, proteggendo anche gli altri al tempo stesso, dandole un pugno in faccia lanciandola fuori dal palazzo.

 

La inseguì dal buco che aveva appena creato, ritrovandosi davanti a lei che lo afferrò immediatamente al collo, lanciandolo contro il muro di un'edificio.

 

-Perché confidi in loro...? Ma non farmi ridere! Gli umani sono nati per servre gli dei! Per servire noi e chi gli è superiore! Per questo esistono! Per questo sono nati e venuti al mondo!- rirpese a tempestarlo di colpi oscuri.

 

Il dio dei draghi non si mosse, subendo ogni singolo colpo, rimanendo sulla difensiva, come se fosse impedito da qualcosa.

 

-Che fai ora eh?! Ti comporti come un coniglio che ha paura! Perché sei debole!-

 

-Katsu! Evacuazione completata al 100%! Scatenati! Tra poco arriviamo tutti quanti!- dopo aver ricevuto quella notizia all'auricolare nell'orecchio, sorrise.

 

-E ora muori come tale!- trasformò la mano in una piccola lama nera, trafiggendolo.

 

Sawada la bloccò prendendola per il polso, assestandole un secondo pugno, nello stomaco stavolta, schiantandola contro un'altro edificio, demolendolo.

Si scrocchiò dita e collo, preparandosi a combattere con serietà contro la propria sorella.

Una volta che lei si rialzò sparò una gigantesca fiammata corrotta contro il fratello, ma lui fece lo stesso con le sue fiamme draconiche del cielo, scatenando una grossa esplosione infuocata, alzando un bel polverone.

Katsu ci passò attraverso dandole un calcio volante in faccia, ma lei lo afferrò per la caviglia sbattendolo a terra, sbattendogli addosso un globo nero che esplose subito dopo.

Dopo l'esplosione si allontanò dalla sorella ritrovandosi ferito e la pelle lievemente bruciata.

 

-A quanto pare non sei così tanto resistente come una volta eh?-

 

-Potrei dire lo stesso di te.- lei non capì quella frase, ma una ferità le si aprì sulla guancia, sanguinando.

 

Si incupì di colpo, schioccando le dita.

Katsu cominciò a barcollare come sei  suoi sensi fossero stati storditi.

Lo prese per il collo, sollevandolo da terra e facendogli esplodere addosso altre sfere nere, ferendolo un po' ovunque e bruciandogli la giacca insieme alla camicia.

Stava per trafiggerlo, ma Xanxus e Xian intervennero sparandole in faccia insieme allontanandola dal fratello, facendole saltare la testa.

 

-Voi! Luridi umani di...!- non finì la frase che Ranma, con un potente pugno gravitazionale, la spiaccicò a terra.

 

Si liberò dal terreno, rialzandosi e si ritrova davanti Yoshi che la colpì nel busto con una doppia lancia solare, lanciandola sempre via.

Ad attenderla ci furono Illaila e Leo che la colpirono entrambi sulla schiena, facendole demolire un'altro edificio.

 

-Illaila! Leo! Osate tradirmi?!- gli chiese con rabbia e disprezzo.

 

-Diciamo che preferisco vivere!- le rispose Illaila.

 

-A me invece mi ha convinto un pervertito...e anche io voglio vivere!- le rispose Leo.

 

Entrambi erano attaccati alle loro vite, tutto a causa della paura che lei stessa gli aveva instillato dentro.

Stava per andare a punirli, ma Giorgia si mise in mezzo, comparendole davanti dall'alto, lacerandole il busto con un taglio netto, facendole sgorgare sangue a iosa.

Yuzuyu, sempre dall'alto, la colpì con la parte del martello, schiacciandola al suolo.

Sora e Tetsuya procedettero con una tempesta di frecce e proiettili fatti di fiamme della pioggia e della tempesta, abbattendoli su di lei e infine Akane la intrappolò in un'illusione in cui veniva pressata e spappolata.

Fecero tutti quanti un'ottimo gioco di squadra, ma tutto quanto risultò inutile in quanto si liberò da ogni cosa e vincolò che le aveva gettato addosso, rigenerandosi completamente, scatenando anche una potente onda d'urto che sbalzò via tutti quanti, allontanando di più Katsu.

Notarono che si era trasformata, aveva dei tatuaggi neri brillanti aztechi sulla pelle, il vestito si era tramutato in un lungo velo che la cingeva dalla spalla sinistra al fianco destro, una fascia le copriva il petto e il seno, una gonna avvolta intorno alla vita, braccialetti ai polsi e alle caviglie e dei bracciali dorati sulle braccia, con una vistosa ed elegante corona sulla testa.

 

-Ora fatevi sotto umani, sopratutto voi aggiunte nuove.- Arane si girò verso Reborn che si era avvicinato abbastanza a lei per colpirla.

 

Stava per prenderla in una presa mortale, ma la deagli toccò semplicemente la fronte per farlo passare accanto a lei, sbalzandolo via contro un muro, distruggendolo.

Jink e Yuri andarono in un attacco combinato per avere la meglio, Xolotl invece aprì le braccia facendole girare lentamente per poi far cozzare le loro teste l'una contro l'altra non appena li toccò facendoli sbattere contro Xian e Xanxus.

Yoshi procedette con una guardia da pugile, pronto ad attaccarla, ma gli saltò semplicemente sopra e lo fece sbattere contro una parete quando lo toccò con le punte dei piedi.

Mentre era in aria Yori le saltò addosso, con due mazze chiodate nere al spoto delle mani, puntandole a spappolarle la testa, riuscendo a colpirla, senza sortire alcun effetto e la divinità le sfiorò la pancia facendola vomitare sul posto, mentre dietro di lei Renji tentò di attaccarla con la nodachi rivestita di corruzione colpendola sul collo, senza però tagliarla, come se ci fosse una barriera a proteggerla.

 

-Cos'è questo pizzicorio...? Oh, sei tu Renji, mi domandavo dove fossi.- sfiorò anche lui col palmo della mano sul viso.

 

Gli sangunò il naso copiosamente, venendo sbalzato via.

 

-R-renji...!- Yori, nonostante le condizioni in cui era, si preoccupò del proprio partner.

 

Anche Jor, Angelyca, Paride e Aruma si unirono alla lotta, attaccandola da quattro lati diversi.

Arane sorrise divertita, facendo una capriola all'indietro buttando a terra per primo Aruma, poi bloccò Paride distruggendogli l'arma e lo fece sbattere contro Jor, mentre con Angelyca, che la stava attaccando con la sua fidata spada ninja, le fece roteare l'arma quando la attaccò con essa, conficcandogliela in una gamba per poi sfiorarle la pancia, mandandola contro un muro.

Arrivarono Corex, Umi, Relampago e Benkei, che la attaccarono a vista.

Il Maxum della nebbia creò un'illusione per dare supporto agli altri tre che si avvicinarono a lei, trasformandosi nella loro forma potenziata per avere la meglio, ma nonostante il loro attacco combinato, vennero sconfitti molto facilmente, ferendosi gravemente.

 

-Non ho ancora finito io! Primo, secondo, terzo, quarto, quinto e sesto marchio, 100%!- Yuzuyu si avvolse completamente da quasi tutte le fiamme del firmamento, tingendo anche gli occhi dei medesimi colori, emanando una potente aura distruttiva, insieme alla trasformazione draconica.

 

-Ora si che si ragiona! Io, in quanto dea della notte, dichiarò che sei la più forte tra questi umani!- la dea dei demoni dichiarò il suo pensiero quando vide quella trasformazione.

 

-CARICA DEGLI ARCOBALENO!- la caricò a testa bassa.

 

La colpì in pieno nello stomaco, facendola indietreggiando spaccando il terreno sotto di loro, lanciandola poi in aria.

Yuzuyu la seguì, assestandole un calcio sulla testa risbattendola a terra, precipitando poi su di lei.

Si rialzò subito da terra bloccandole la carica aerea prendendole il viso con la mano, colpendola con un pugno che le annullò ogni trasformazione, buttandola giù.

Gli ultimi rimasti in piedi furono Reborn e Ranma, che la attaccarono insieme.

La giovane donna dei Simon usò il potere della fiamma della terra per bloccarla sul posto tramite la gravità, mentre il sicario la attaccò prendendola per un braccio, sbattendola a terra con una mossa di arte marziale, ma lei non si mosse letteralmente., provando a bloccarla.

Kozato procedette con un doppio pugno gravitazionale che la colpì in pieno, ma senza ottenre nulla.

 

-Ora tocca a me giusto?- Xolotl alzò la mano, con un grosso intento omicida, persino più grande del famoso assassino mondiale.

 

-Eh no! Tocca a me!- Katsu si mise in mezzo ai due, colpendola nello stomaco con un doppio colpo infuocato, riuscendo a sbalzarla via, rompendo le sue difese divine che la facevano sembrano invincibile, rendendola momentaneamente vulnerabile, piegata in due a terra.

 

Tutti quanti, non appena la videro in quelle condizioni, ne approfittarono attaccandola tutti insieme.

 

-STATEMI LONTANI!- Arane creò un'altra onda d'urto che ferì tutti quanti gravemente, allontanando da lei.

 

Si trasformò per una seconda, ingigantendosi e assumendo la forma di un demone dal corpo femminile grigio oscuro, aveva due grossi ali dall'enorme apertura alare, lunghe corna all'insù, occhi che trasudavano corruzione, con tatuaggi aztechi su tutti i lineamenti del fisico.

Katsu guardò da lontano la trasformazione.

 

-A quanto pare è giunto il momento eh?-

 

-Direi di sì...è stato bello combattere al tuo fianco per tutti questi anni!- la piccola copia di se stesso lo ringraziò del tempo passato insieme a combattere.

 

-Anche per me amico mio...a tutta forza?-

 

-A tutta forza!- il draghetto si fuse con la spada, imbevendola di tutti i suoi poteri divini, ingigantendo la lama e facendole assumere un'aspetto draconico. -Ragazzo! Lanciatemi contro Arane! ORA!- Yoshi, Xanxus, Xian, Jink, Reborn e Ranma lo aiutarono nel suo intento, lanciandolo più forte che potevano a causa delle loro condizioni.

 

Andò di volata contro la sorella, chiudendo brevemente gli occhi sorridendo, per poi portare la lama dietro, cominciando ad urlare a squarciagola.

 

-COSA VUOI FARE TU?! COS...NO NO NO! FERMO FERMO FERMO!- lei provò a fermarlo, ma non ci riuscì, conficcandole la lama nel suo petto.

 

Ci fu una gigantesca esplosione e il grosso demone si pietrificò completamente, diventando una statua che si sgretolò del tutto, formando una grossa montagna di polvere.

Katsu invece cade poco più lontano, precipitando a terra, privo di forze.

 

-Poni fine a tutto...!- furono le ultime parole del suo compagno, disgregando la lama della spada, lasciando solo l'elsa.

 

-QUETZALCOATL! DOVE CAZZO SEI LURIDO STRONZO PEZZO DI MERDA! SEI FELICE ORA AD AVERMI TOLTO LA MIA DIVINITà VERO?! MA HAI PERSO ANCHE LA TUA DI CONSEGUENZA!- Arane emerse dal cumulo di cenere, più arrabbiata che mai, camminado minacciosa verso di loro, ma sopratutto verso il fratello.

 

-SONO QUI XOLOTL!- lui gli andò incontro, rimboccandosi l'unica manica rimastagli.

 

I due iniziarono lo scontro sbattendo l'uno contro l'altro i propri pugni spaccando il terreno sotto di loro.

Per seguire le diede un calcio infuocato sul fianco sinistro bruciandole in parte la pelle, ma lei rispose con una gomitata che gli spaccò il naso.

Con le mani libere entrambi colpirono con un attacco infuocato che li divise.

Continuarono lo scontro a suon di fiamme, che si distrussero sempre a vicenda.

Le corse contro, lanciandosi in aria per essere poi seguito dalla sorella.

 

-X-burner!- creò una fiammata dietro di se che lo aiutò a sollevarsi, aprendo l'altra davanti ad Arane sparandone una seconda, ma più potente.

 

-Omega corrotto!- fece lo stesso, creando l'ennesima esplosione che scatenò un'altra onda d'urto in cielo, spostando tutte le persone che erano a terra dai loro posti e le macerie.

 

Entrambi tornarono a terra.

 

-Sei sempre in mezzo ai miei piani! Sempre! Non sei mai d'accordo con ciò che faccio! Ma stavolta morirai per sempre! PER SEMPRE!- cominciò ad accumulare corruzione in entrambe le mani. -Ooooh! Qeusto tu non lo schiverai!- gli disse questo, vedendo che stava per schivarlo.

 

Katsu si girò dietro di se, vedendo Corex bloccato da dei grossi detriti.

Sparò il colpo e lui rimase fermò al suo post, facendo da scudo al Maxum per tutta la durata.

Quandò finì Sawada era ridotto peggio degli altri, aveva la maggior parte della pelle bruciata e carbonizzata, sanguinante, ma sempre e comunque ancora in piedi.

 

-P-perché lo hai fatto...? Io sono un'essere artificiale...! NON MERITO DI VIVERE!- gli chiese Corex, confuso di fronte a quella folle azione suicida che aveva compiuto.

 

-Perché...anche se sarai un essere artificiale...appartiene a questo mondo e hai il diritto di vivere come tutti gli altri...- quelle parole toccarono molto il suo cuore, rigandogli il viso con delle lacrime.

 

-Vedi? è proprio questo che ti ha portato sempre a fallire fratellino...potevamo dominare insieme, ma hai deciso di intraprendere questa strada...peggio per te.- Xolotl si preparò a dargli il colpo di grazia.

 

-Sì...ho deciso di intraprendere questa strada per fermarti...ma anche perché...IO CREDO IN LORO!-

 

I rispettivi colpi si scontrarono, rimanendo in una posizione di perfetto stallo, scatenando una grossa e potente tempesta di fuoco.

Le fiamme bruciarono l'uno contro l'altro, consumandosi a vicenda.

Il braccio sinistro di Katsu, con cui aveva attaccato, si bruciò disintegrandosi, ma non perché era stato il fuoco.

 

-NON HO ANCORA FATTO SUL SERIO!- le fiamme si erano trasferite nell'altro braccio, pronto a colpire.

 

-HAI USATO IL SINISTRO COME ESCA?!- Arane non aveva previsto che ci avrebbe messo così tanto impegno e ardore.

 

Ma quelle fiamme non erano come quelle di prima, al suo interno c'erano quelle del firmamento, insieme a quelle dell'ira e della notte rivestite da quella di Katsu, che, esattamente come il cielo, abbraccia ogni singola cosa, che sia brutta, bella, malvagia, buona o neutrale, tutto in un unico legame materno, come una madre.

 

-ADDIO XOLOTL! UNIONE DEI CIELI!- con decisione, furia, e tanta forza di volontà Sawada assestò il colpo finale alla sorella in piena faccia, sbattendola con violenza a terra, spaccando ancora una volta il terreno sotto di loro, ponendo fine a quell'estenuante scontro all'ultimo sangue.

 

"Addio Quetzalcoatl."

 

Le ultime fiamme si spensero, facendo piombare l'ambiente circostante in un profondo silenzio, con Arane a terra.

Tutti quanti si avvicinarono a lui, tirando sospiri di sollievo e festeggiando sul posto la vittoria tanto sudata.

 

-Non è il momento di festeggiare ancora. Andate ai sottomarini, io devo ancora fare una cosa...- titubanti, eseguirono l'ordine avviandosi verso i sottomarini.-A tutti i dragoni, lasciate la vostra posizione e lasciate Atlantide sprofondare...Alkatar, te rimani invece, lasciamelo fare...-

 

-Non c'è problema Quetzalcoatl.- il dragone della pioggia rimase saldamente attaccato al pilastro, mentre pian piano la città cominciò a sprofondare.

 

-C-cosa vuoi farmi fratellino...?- gli chiese priva di forze.

 

-Una cosa che avrei dovuto fare da tempo.- con l'unico braccio rimastogli se la prese in spalla portandola in un luogo chiuso, mettendola sulla poltrona di pietra posizionata al centro.

 

-Aaaah, lo conosco questo luogo. La prigione eh? Non hai il coraggio di uccidermi...- se la rise un poco sotto i baffi la ex-divinità.

 

-Lo sai, non ci riesco, perciò ti imprigiono facendoti sprofondare insieme ad Atlantide, dove non potrai più nuocere a nessuno...- dalla tasca tirò fuori il pacchetto che Tommaso gli aveva consegnato all'inizio, scoprendo che era un cristallo dalla forma singolare, sembrava una specie di croce, che le conficcò nel petto, imprigionandola lentamente in una prigione cristallina insieme alla comoda sedia.

 

-Che cosa divertente...allora addio fratellino, mi mancherai...- furono le sue ultime parole prima di finire inglobata completamente in una sfera di cristallo verdeacqua.

 

-Addio...sorellona...- accarezzò il globo con una lacrima che gli rigò il viso, andandosene.

 

Alkatar lo stava aspettando, entrando entrambi nei sommergibili di fuga, lasciando sprofondare la loro città, per la seconda volta, nelle profonde acqua dell'oceano, dove nessuno la avrebbe ne trovata e nemmeno fatta riemergere.

 

 

5 ANNI DOPO GLI EVENTI DI ATLANTIDE

 

Passarono ben cinque anni dallo scontro con Arane e per riprendere il controllo di tutti i possedimenti perduti e unificare tutte le famiglie sotto un'unica bandiera.

Un mese dopo c'erano grandi festeggiamenti in casa Vongola, un evento molto importante, ovvero un matrimonio tra Ranma e Katsu.

Aevano già compiuto il sacro voto ed era già iniziato il banchetto.

 

-Beh, voi ora cosa farete?- chiesero i due novelli sposi ad Renji e Yori.

 

-Torneremo nel nostro mondo, abbiamo ancora delle cose importanti da fare e ci dobbiamo pure sbrigare. Spero non sia un problema se c'è ne andiamo via ora.- gli rispose Renji.

 

-Certo che no! Prendetevi cura l'un dell'altro, mi raccomando, sopratutto di Yori, avrà bisogno del tuo aiuto in quanto dmeone no?- gli fece l'occhiolino con un piccolo colpetto di spalle.

 

-Certamente.- Renji, per la prima volta in tutta la storia, sorrise felice, andandosene insieme alla propria amata tornando a casa loro.

 

-Ora che è tutto ifnito cosa faremo? Xolotl non c'è più ormai.- chiese Leo ad Illaila, seduti da soli a un tavolo, vestiti elegantemente, entrambi avevano una fede al dito.

 

-Beh, potremmo viaggiare per il mondo! Abbiamo ancora tanti anni di vita davanti!- la donnona propose quel fantastico progetto al marito, facendolo sorridere.

 

-Ci sto! Domani prepareremo i bagagli!-

 

Tutti quanti mangiarono, festeggiarono e si divertirono e Katsu e Ranma diedero inizio al gran ballo, con qualche piccola difficoltà a causa del braccio mancante dello sposo.

I festeggiamenti andarono avanti senza intoppi, finchè Reborn non volle prendere in disparte Sawada.

 

-Cosa c'è Reborn?- gli chiese curioso.

 

-Che è giunto il mio momento di andarmene, ti ho insegnato tutto quello che dovevi sapere e ora...fammi riconoscere come undicesimo boss dei Vongola. Qui e ora.- il sicario si mise in una posizione da combattimento, attaccandolo da subito.

 

Il giovane uomo si abbassò schivandolo, sorridendo.

Lo scontro durò svariati minuti, ma a Reborn qualcosa gli fece storcere il naso.

 

-Perché non usi i tuoi poteri draconici? Potresti vincere facilmente così!-

 

-Reborn...non ho più intenzione di combattere come drago, ma bensì come umano, perché è questo che sono e oerciò combatterò come tale!-

 

Si mise a ridere, fermando il tutto, approvoando la sua risposta con fierezza e orgoglio, guardando in alto il cielo limpido e chiaro.

 

-Katsu, hai costruito un magnifico cielo sai?-

 

-Sì, hai ragione Reborn.- anche lui si unì a guardarlo.

 

Tutti quanti li raggiunsero, osservando la magnifica volta celeste che c'era, insieme a loro, sorridendo tutti quanti.

 

 

 

                                                                                                             The End

 

ANGOLO AUTORE

Finalmente siamo giunti alla fine di questa storia dopo anni dalla sua prima pubblicazione! Ne abbiamo passate tante insieme, tra successi e disastri totali, ma sempre con qualche soddisfazione. Questo è il capitolo più lungo che abbia mai fatto! In confronto guerra e pace è una sintesi. Mi sorprende come una storia del genere si sia evoluta così tanto, proprio come i suoi personaggi.

Spero che possiate sorvolare sui molteplici errori che ho fatto in questo capitolo, ma cercate di capire il lavoro svolto finora per farlo.

Beh, che posso dire? Non sono bravo con gli addi, sono veramente negato, posso solo augurarmi che questo e la storia intera vi sia piaciuta, sia lati negativi che positivi e con sto finale che fa benissimo pena, purtroppo non mi sono venute altre idee, vi chiedo scusa.

Vi ringrazio per avermi seguito, tutti quanti recensori e non, e io, insieme ai Vongola, i demoni superiori, ai draghi, ai Maxum e a tutti quanti che ho saltato.

Grazie mille per averci supportato e sopratutto sopportato.

Grazie.

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Capitolo 7
*** Bloopers e alcune scene tagliate. ***


BLOOPERS E SCENE ELIMINATE

*****
TERZA SERIE, ULTIMO CAPITOLO

-Katsu... posso farti una domanda?- gli chiese Reborn.

-Eh? Certo, dimmi.-

-Senza il braccio destro... come farai a segarti?-

-... sei serio?! Hai mandato all'aria l'atmosfera!- lo rimproverò, perché fare scene del genere era difficile.

-Scusami, ma dovevo chiedertelo!- il sicario si mette a ridere, ignorando il fatto che Katsu stia sclerando male.

****
DIETRO LE QUINTE

-Ehi Nessuno!- Arane arriva all'improvviso sul set, interfacciandosi subito con Nessuno.

-Mh? Cosa c'è?-

-Owae wa mou shindeiru.- all'improvviso Arane sembrava Kenshiro, solo con i capelli lunghi e il vestito bianco.

-NANI?!- con un poderoso pugno nello stomaco lo lancia contro un muro sfondandolo.

-è stra divertente!- si mette a saltellare divertita come una bambina.

-Non distruggete il set che ci serve ancora cavolo!- Katsu si mise subito a rovinare la festa, ottenendo una pernacchia da lei.

-Sempre meglio di quei due...- Reborn si indicò dietro di sè.

Illaila stava flexando i muscoli come una uclturista, mentre Leo stava sulle sue spalle, con un'espressione da demente.

-Siamo i sovrani del mondo! Ahahahahah!-

Katsu sospirò esasperato, brandendo una bottiglia di Brandy per dimenticare la cosa.

****
PRIMA SERIE, CAPITOLO 19

-RINGRAZIO A TUTTI PER ESSERE...!- mentre Arane stava sulla sedia cadde a terra per essersi messa male.

Si era fatta molto male in quanto era caduta di faccia e in un impeto di rabbia prese la sedia, sbattendola con forza sul terreno fino a spaccarla.

-Non sarà una reazione esagerata...?- chiese Katsu inorridito.

-Capiscila. Sarà tipo l'ennesima volta che rifacciamo la scena.-

Arane girò lentamente la testa verso di lui, con una faccia che voleva stuprarlo dalla rabbia, ma si era già dileguato.

-TORNA QUI CHE ORA SPACCO TE!-

-Nope!-

*****
TERZA SERIE, CAPITOLO 1

Ktasu stava fronteggiando un'intero esercito di demoni e quando ricevette la chiamata da Reborn volle mandargli un selfie, ma non riusciva a stare fermo in quanto doveva schivare ogni attacco per rimanere illeso.

-STATE FERMI BRUTTI STRONZI?!- urlò dalla rabbia, ammansendoli tutti quanti.

-Ora sorridete!- si mise in posa con tutte quelle creature dietro, che ne approfittarono per sorridere e mettersi in posa pure loro.

Quando Reborn ricevette l'immagine fece un'espressione infastidita earrabbiata, quasi spaccando il telefono.
Katsu stava aspettando una sua risposta, ma all'improvviso dallo schermo uscì un pugno che lo colpì in pieno viso, facendogli pentire quello che aveva fatto.

-Ahia.-

****
CAMERINO DEI TRUCCHI

Arane stava spulciando sulle notifiche di Facebook e sui vari social, in cui si chiedevano come mai lei era stata introdotta così senza preavviso.

-Beh, per quello che sta leggendo in questo momento... è perché quel genio dell'autore non ha saputo fare di meglio. E ha pure preso il nome dalla tizia di Metroid. Pure pigro ora.-

*****
DIETRO LE QUINTE

Arane era ancora in modalità Kneshiro, tutta muscolosa e minacciosi, sentendo in sottofondo una musica dei Pillarman di Jojo.

-E tu cosa saresti?! Sembri un abominio inguardabile! Yori, non preoccuparti! Sta dietro di me e starai bene! E tu cosa vui? Cos'hai da fissarmi così? Pensi che mi fai paura?! Forza, fatti sotto!- Renji, per qualche strano motivo, era fuori di testa in quel momento, mentre sorseggiava una grossa tazza di caffè, per poi gettarlo a terra con forza, in segno di sfida.

Arane/Kenshiro cominciò a muoversi lentamente verso di lui, senza muovere nessun arto o muscolo, come se fosse una statua.

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!-

*****
PRIMA SERIE, CAPITOLO 15

-Sei sicuro di ciò che stai facendo, Tetsuya...?- suo padre lo stava guardando dall'alto in basso, con rabbia.

-No cazzo! Me la sto facendo sotto solo guardandoti, ma ho il mio motivo!- stava tremando dalla paura, persino le gambe stavano per cedere-

-Ovvero...?-

-Ovvero... che dai Vongola c'è la figa!- ad un tratto si fermò il tremolio, facendo un'espressione seria e ben dettagliata.

Suo padre rimase in silenzio, non avendo paroel nel descrivere il fatto che è un morto di figa.

*****
PRIMA SERIE, CAPITOLO 18

-Perché avete colpito me?!- Sora era infastidito...infastidita da ciò che gli... le era successo.

-Beh, sei molto meglio da ragazza sinceramente. Sei anche molto carina.- Reborn le fece il pollice all'insù.

-E tu sei uno stronzo! Stronzo!-

*****
DIETRO LE QUINTE.

-Arane? Dobbiamo fare le prossime scene.- Katsu bussò al camerino della sorella, aspettandola.

-Mmmmh, non mi va! Voglio solo dormire!- si lamentò dall'altro lato della porta, mentre era sul suo letto improvvistato e si girva tra le coperte.

-Lo sai che non possiamo fare tardi. L'autore e Reborn si faranno il cazziatone.-

-Chi se ne! Voglio dormire!-

-Arane! Forza, andiamo!- stufo aprì la porta senza il suo permesso.

Arane emerse dalle coperte.

-I refuse.- la sua espressione diventò ben definita, con uno sguardo di disapprovazione.

-Era necessario fare una Jojo reference?-

-è sempre necessario fare una jojo reference!-

-...- la prese per la caviglia trascinandosela dietro.

-NOOOO! Voglio solo dormire!- Arane provò ad aggrapparsi a ogni cosa che trovava per non andare.

*****
PRIMA SERIE, CAPITOLO 7

-Siete arrivati allora!- Xian fece la sua entratta in scena.

Katsu la fissò per qualche secondo, per poi parlare.

-Scusami, ma come fai a rimanere dritta con la schiena?-

-...scusami...?- si stava già alterando.

-Hai delle tette giganti! Coa diavolo ti hanno dato da mangiare i tuoi genitori?!- Katsu fi incredibilmente diretto e senza peli sulla lingua.

-C-come ti permetti dannato?!- Xian arrossì di colpo, arrabbiandosi ancora di più.

-In effetti non hai tutti i torti Katsu.- Tetsuya si mise in mezzo, mentre si sfregava il mento.

-Vero?-

-Avete rovinato la scena, idioti!-

****
SECONDA SERIE, CAPITOLO 4

-Xolotl, posso chiederti una cosa...?- Quetzalcóatl stava osservando fuori dal proprio palazzo, osservando il panorama.

-Dimmi fratellino...- attenta, le rispose.

-Come diavolo fai a non avere freddo? Qua si gela!- si strofinò le mani sulle braccia per avere un po' di calore.

-...hai rovinato tutta la scena...- lo guardò male, facendo un facepalm, mentre l'altro rideva.

****
SECONDA SERIE, CAPITOLO 8

Renji gli mutilò gli arti, facendolo cadere a terra come se fosse un pesante sacco, per poi afferrarlo dal colletto del camice.


-Dov'è?- gli chiese con freddezza.

 
-D-di chi sta parlando? La prego non mi uccida!- oltre a rispondergli lo implorò di risparmiarlo, continuando incessantemente, bramoso della propria vita nonostante le sue condizioni.

 
-Chiudi quella cazzo di bocca e dimmi dove si trova Yori!- gli urlò con rabbia in faccia.

-M-ma cosa hai mangiato oggi a pranzo...?! Aglio e cipolla...?!- la guardia volse lo sguardo altrove per non sentire l'alito fetido che usciva dalla sua bocca.

-Senti, mi piacciono, ok? E ora dobbiamo rifare la scena.- lo lasciò cadere a terra, sbuffando infastidito.

****

ANGOLO AUTORE
IT'S BACK! Avevo voglia di fare una serie di Bloopers, dietro le quinte e scene eliminate, come se fosse un film. Era anche per far ridere un poco.
Magari potrà uscirne una serie assestante degli errori di ogni capitolo di tutte e 3 le serie fatte finora. Dipenderà tutto dalla mia voglia.
Ovviamente spero che abbiate gradito il tutto e di questi Bloopers. è fatta a casissimo sta cosa, perdonate se è fatta male.

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