Io, lui e l'altra

di Farkas
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Who's that girl? ***
Capitolo 2: *** It’s my day, it’s my night! ***



Capitolo 1
*** Who's that girl? ***


IO, LUI E L’ALTRA
 
Capitolo 1: Who’S That girl?

 

 
Noia, solitudine e un pizzico di nostalgia. Bollitele insieme a fuoco lento, ed otterrete una splendida depressione. Misty aveva seguito perfettamente la ricetta, e si stava gustando i risultati, mentre si rinfrescava i piedi in piscina.
Quando vivi con altre persone, ti abitui ad averle intorno. E quando non sei con loro ti mancano, al punto che il mondo ti sembra sbagliato, quando stai lontano da loro per troppo tempo. A questo la giovane esperta di Pokemon Acqua in un certo senso era abituata: quando aveva iniziato il suo viaggio aveva sentito la mancanza delle sue sorelle, per quanto non ci andasse sempre d’accordo e fosse insieme ad Ash e Brock.
Le sue sorelle le mancavano anche adesso per quanto nutrisse un certo risentimento nei loro confronti, visto che era stato a causa loro, che aveva dovuto scambiare una vita eccitante per una banale. Nel giro di due giorni era passata dal girare il mondo vivendo le avventure più emozionanti (e in certi casi assurde) che si potessero immaginare, a una vita tutto sommato banale. Non si sentiva ancora molto a suo agio, nei suoi compiti da Capopalestra dopo tutto quel tempo … e doveva ammetterlo? Si annoiava.
Amava i suoi Pokémon e anche le lotte, ma si sentiva sola.
Nostalgia e risentimento si mescolavano anche quando pensava ad Ash e Brock. La irritava pensare che, mentre lei doveva occuparsi della pulizia e della manutenzione di una piscina, quei due continuassero come al solito nelle loro avventure.
Cielo, certi giorni arrivava quasi a sentire la mancanza delle trappole strampalate del Team Rocket! Chissà perché era sicurissima che, anche quei tre continuassero a seguire Ash. Non che sapesse molto di come andava il suo viaggio a Hoenn. Le sue cartoline, non dicevano granché.
Cartoline. Ecco come si tenevano in contatto con lei i suoi più cari amici. Con quattro righe, scritte sul retro di foto che mostravano paesaggi che lei forse non avrebbe mai visto. Il loro indissolubile legame aveva retto davvero bene alla distanza!
No, ora stava esagerando. Dopotutto nemmeno lei, aveva fatto molto di più per tenersi in contatto con le sue sorelle, nei due anni di viaggio.
Ash e Brock, passavano la maggior parte del loro tempo in luoghi isolati, e anche quando si ritrovavano in una città, ci rimanevano poco. Magari se si limitavano a mandarle cartoline, era semplicemente perché non avevano molto da dirle. In fondo, che poteva essere successo in appena due mesi? E le videochiamate intercontinentali costavano parecchio. Era giusto che preferissero parlare con le rispettive famiglie. Di certo quando Ash avesse avuto un numero sufficiente di nuove medaglie per vantarsi, o ci fosse stato un avvenimento importante, le avrebbe telefonato o inviato una lettera degna di questo nome. Misty aveva appena concluso il suo ragionamento, quando uno squillo si propagò nella palestra.
“Ringring… chiamata in arrivo… Ringring chiamata in arrivo”.
La rossa scattò immediatamente verso il telefono. Certo poteva darsi che non fossero le sue sorelle o i suoi amici, ma quando uno si annoia apprezza ogni avvenimento, che per quanto banale spezzi la monotonia.
-Ash!- fece sorpresa quando lo schermo si accese.- Pensavo proprio a te…-.
Era un po’ cambiato in quei mesi. Indossava vestiti diversi, e pareva cresciuto.
-Si vede che siamo telepatici- scherzò il ragazzo.- Io mi trovo a Porto Selcepoli… sai è una grande città di mare, e mi ha fatto pensare a te. Come va alla palestra?-.
-Un po’ noioso quando non ci sono sfidanti, ma tutto bene-.
-E i tuoi Pokémon come stanno? Psyduck ti fa ancora disperare mettendosi in mezzo nei momenti meno opportuni?-.
-Non me ne parlare… - borbottò la sorellina di Daisy.- Ormai cominciano a definirlo, una nota folkloristica della palestra-.
Ci volle davvero poco, perché i due recuperassero la complicità di un tempo, e chiacchierarono del più e del meno fino a quando la ragazza non domandò al moro, quando avrebbe cercato di vincere un’altra medaglia.
-Ah non saprei- rispose il giovane Ketchum- Qui non ci sono palestre, ma dovrò comunque trattenermi in città, fino alla gara di Vera-.
Il nome le suonò completamente nuovo: -Scusa, chi è Vera?-.
-Una ragazza che ho conosciuto qui. Ha cominciato il suo viaggio da allenatrice, il giorno in cui mi ha incontrato e abbiamo deciso di viaggiare insieme-. 
Quella semplice frase fece crollare il mondo di Misty, che sentì un’onda di risentimento travolgerle il cuore. Mai avrebbe immaginato che un’altra ragazza ora viaggiasse con Ash, occupando il posto che per tanto tempo era stato suo.
-Ehi Ash, con chi stai parlando?- chiese una sconosciuta voce femminile, anticipando l’ingresso nel campo visivo della nativa di Kanto di una brunetta decisamente carina, vestita di rosso, con gli occhi azzurri.
-Capiti proprio al momento giusto. Misty, lei è Vera. Vera, lei è la mia amica Misty. Te ne avevo parlato ricordi?-.
-Ah sì- fece Vera sul cui viso si era dipinta un’espressione strana. - Sai, anche a me Ash ha distrutto la bicicletta-.
-Sei hai cominciato a seguirlo perché te la ripaghi, temo che tu ti illuda- borbottò Misty tanto per dire qualcosa.
-E che vuoi che me ne importi ormai? Oltretutto mica l’ha fatto apposta, era un’emergenza!-.
-Sentito?- s’inserì Ash.- Questo si chiama essere comprensivi. Perché non provi a imparare da lei? Ehi, Brock c’è Misty al telefono!-.
Il ragazzo dalla pelle scura, accorse immediatamente al richiamo di Ash, ma a sua differenza la nativa di Celestopoli, non si sentiva tanto euforica nell’avere quella conversazione.
A chiamata terminata la rossa si sedette sul pavimento abbracciandosi le gambe. La sensazione di solitudine di prima si era acuita. La sorella minore di Violet avrebbe fatto carte false per poter far tornare il suo stato d’animo a quello precedente la chiamata. Prima si sentiva solo un po’ giù. Ora avrebbe potuto giurare che qualcuno le stesse versando una colata di cemento armato nello stomaco.
Perché si sentiva così? Semplicemente uno dei suoi amici, si era fatto una nuova amica … non avrebbe dovuto essere tanto gelosa.
Gelosa?” si disse di colpo la ragazza. “Io non sono affatto...”.
“Non c’è nulla di più inutile che mentire a sé stessi. Lo sei eccome” rispose una voce interiore.
Credeva di avere con Ash un rapporto esclusivo, speciale… e invece lui l’aveva sostituita con quella Vera appena arrivato ad Hoenn! Certo la cosa valeva anche per Brock … e poi perché quest’ultimo, non le aveva fatto sapere che avrebbe ripreso a viaggiare con Ash?
-Salve è questa la palestra di Celestepoli?- domandò una voce maschile nell’atrio.- Sono qui perché vorrei vincere una medaglia…-.
Ci mancava solo questa. In quel momento non se la sentiva proprio di lottare … eppure era un suo dovere farlo, non poteva certo rifiutare la sfida solo perché era di cattivo umore.
Con un sospiro si alzò e andò ad accogliere lo sfidante, che si rivelò un ragazzo più o meno della sua età, con scompigliati capelli castani, occhi marroni che indossava una maglietta nera, e jeans. Il dettaglio del suo vestiario che più colpiva l’attenzione erano un paio di occhiali da aviatore, legati al collo*.
-Salve mi chiamo Xavier, e sono qui per vincere una Medaglia Cascata. C’è il Capopalestra?-.
-La Capopalestra sono io- rispose la rossa cercando di assumere un tono combattivo.- Possiamo fare la sfida anche subito se lo desideri-.
Ricevuto l’assenso Misty afferrò le sue sfere e accompagnò il ragazzo alla piscina in cui si svolgevano gli scontri.
-Useremo tre Pokèmon a testa, e solo tu sarai autorizzato a fare sostituzioni. Ti vanno bene le regole?-.
-Sì non c’è problema-.
Soddisfatta la ragazza mandò in campo Starmie e il castano incuriosito decise di scansionarlo con il suo Pokedex “Starmie. Pokémon Misterioso. Tipo Acqua/Psico. Nel suo nucleo brillano i sette colori dell'arcobaleno. Qualcuno lo considera una pietra preziosa. Per la sua luminosità è chiamato Gemma del mare”.
-Mmm… un tipo Acqua/Psico eh? Allora potrei scegliere…- prima ancora che il ragazzo potesse fare qualcosa, una delle sue Pokeball si aprì da sola e il lampo di luce che ne uscì fece materializzare davanti agli occhi perplessi di Misty, e a quelli rassegnati di Xavier un Pokémon molto simile a una palla nera, circondato da un alone di gas viola, il cui volto era formato da grandi occhi bianchi, e una bocca da cui sporgevano due zanne.
-Gaaaaaaastly!- esclamò fieramente il nuovo arrivato.- Ga-ga-ga Gaastly!-.
-Urgh- fece il suo allenatore.- Va bene che stavo pensando di scegliere te Gastly, ma una volta tanto, non potresti aspettare che ti chiami, invece di uscire dalla sfera ogni volta che ne hai voglia? Scusa il mio Gastly, ha questa brutta abitudine...-.
-N…non ti preoccupare ti capisco benissimo- fece Misty sulla cui fronte si era appena formato un grosso gocciolone di sudore.- Allora se vuoi usare lui, possiamo cominciare-.
-Certamente! Gastly Ombra Notturna!-.
Immediatamente il fantasma scagliò due raggi di luce nera dagli occhi, che Starmie evitò roteando abilmente su sé stesso. La stella marina, contrattaccò poi con un Pistolacqua, che però il Pokémon Gas schivò con facilità.
-Usa Smog!-.
Il tipo Veleno spalancò la bocca, sommergendo la forma evoluta di Staryu di gas velenoso, mossa che lasciò la Capopalestra lievemente perplessa… prima che Xavier desse il suo nuovo ordine.
-Confonditi col gas e usa Ipnosi!-.
-Starmie disperdi il gas con Rapigiro!- strillò la rossa. Il tipo doppio eseguì, ma ormai Gastly era riuscito ad avvicinarsi a sufficienza per eseguire l’attacco. Gli occhi della forma pre-evoluta di Haunter si illuminarono di blu, e la luce che pulsava nella gemma di Starmie perse intensità, segno che il bizzarro Pokémon acquatico si era addormentato. Xavier si concesse un largo sorriso.
-Perfetto! Ora usa Incubo!-.
Mentre rideva come se avesse sentito chissà quale battuta, gli occhi di Gastly si illuminarono di nuovo, stavolta di un inquietante luce scarlatta, che circondò il corpo di Starmie, che cominciò a gemere.
-Palla Ombra a ripetizione!-.
Gastly scagliò in rapida successione sfere d’energia oscura addosso al malcapitato Pokémon d’Acqua, finchè la stella marina non passò dal sonno al K.O.
Con un sospiro Misty richiamò Starmie. Doveva concentrarsi di più sulla battaglia.
-Politoed scelgo te!-.
Xavier e Gastly si ritrovarono ad affrontare un grosso ranocchio verde e giallo, dotato di cerchi rosa sulla guance, e un buffo ciuffetto a spirale sulla testa, che si mise a battere le mani allegramente.
“Politoed. Pokemon Rana. Tipo Acqua. Quando si trovano in tre o più iniziano a cantare ad alta voce, producendo una sorta di gracchio. Il pennacchio arricciato sul capo di Politoed simboleggia il suo stato di re. Si dice che più lungo e più arricciato è il pennacchio, maggiore sia il rispetto che questo Pokemon riceve dai suoi pari” dichiarò il Pokedex del ragazzo.
Quest’ultimo si mise subito in guardia, ma il suo Pokemon era troppo orgoglioso di sé per aver battuto tanto facilmente Starmie, per cui non riuscì a schivare l’attacco Bolla che gli venne spedito contro, che pur non danneggiandolo troppo riuscì a rallentarlo.
-Perfetto e ora usa Bullo!-.
Politoed incrocia le braccia e guarda l'avversario in modo minaccioso mentre il suo corpo si illumina di un rosso acceso, esattamente come fecero gli occhi del Pokemon Gas segno che era rimasto confuso.
-Oh no… Gastly usa Leccata!-.
Lo spettro per tutta risposta si leccò la faccia da solo, venendo poi colpito da un Pistolacqua sferrato con micidiale precisione dal suo avversario.
L’attacco Ombra Notturna non ottenne risultati migliori mancando clamorosamente il bersaglio, pertanto Politoed ottenne la vittoria, grazie a un altro paio di colpi ben piazzati.
-La presunzione del tuo Gastly ti ha giocato un brutto tiro- commentò Misty, mentre il suo sfidante richiamava il tipo Veleno.- Dovrai lavorare parecchio con lui. Ha talento, ma tende ad abbassare la guardia troppo facilmente… è chiaro che non prenda la lotta molto sul serio-.
-Be’ il mio prossimo Pokemon non è così. Vai Ivysaur!-.
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-Mi hai battuta, quindi questa è tua!- proclamò, Misty consegnando una Medaglia Cascata a Xavier, che si affrettò a riporla in un apposito contenitore. Dopo un lungo scontro Ivysaur era riuscito a sconfiggere Politoed, e la forza che aveva mostrato aveva portato Misty a mandare in campo Gyrados… che pur avendo avuto rapidamente ragione del Pokemon Seme, alla fine aveva dovuto soccombere davanti al terzo Pokemon del ragazzo, un tipo Acqua che lei non aveva mai visto prima, e che con sua sorpresa si era rivelato in grado di usare mosse di tipo Roccia molto potenti, contro cui Gyrados non aveva potuto far molto.
-Complimenti anche per quel tuo Pokemon d’Acqua. Non so a quale specie appartenga, ma me ne intendo di tipi Acqua e il tuo è indubbiamente molto ben allenato-.
-Intendi Swampert? Bè in effetti è stato il mio starter, quindi è normale che sia una spanna al di sopra dei Pokemon che ho catturato qui a Kanto. Sai, io sono di Hoenn, quindi il mio viaggio l’ho cominciato lì-.
-Ah Hoenn…- borbottò Misty. La lotta le aveva fatto dimenticare i pensieri foschi di poco prima, ma sentire citato quel continente li fece riaffiorare all’istante. Tuttavia quel ragazzo non c’entrava nulla pertanto, decisa a mostrarsi cortese, commentò che Hoenn era un posto che le sarebbe piaciuto visitare prima o poi e gli augurò buona fortuna per la lega di Kanto.
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I Pokemon Spettro sono conosciuti per essere particolarmente dispettosi, e il Gastly del ragazzo di Hoenn non faceva eccezione. A notte fonda, mentre Xavier dormiva, la Pokéball della forma base di Gengar, si aprì da sola liberando un fantasma, ben deciso a fare un brutto tiro a Misty. Per quanto fosse soddisfatto della sua lotta e della vittoria del suo allenatore, il commento della Capopalestra di Celestopoli su di lui, non gli era affatto andato giù.
Per il tipo Spettro non fu affatto un problema uscire dal Centro Medico in cui il suo allenatore si era fermato per la notte e fluttuò più veloce che poteva verso la palestra.
Arrivato a destinazione Gastly girò per l’edificio fino a quando non trovò la rossa, che stava dormendo proprio come lui sperava. Il ghigno sulla faccia del tipo Veleno si allargò, e i suoi occhi s’illuminarono di rosso, facendo sprofondare la ragazzina in un terribile incubo.
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Aveva vinto. Dopo la battaglia più dura che lei avesse mai visto, Ash aveva vinto e ricevuto il titolo di Maestro Pokémon. Teneva tra le mani la coppa, e Pikachu esausto ma felice saltellava euforico al suo fianco.
Misty inziò correre verso di lui, ma venne superata da Vera che gettò le braccia al collo di Ash baciandolo con passione. Il ragazzo lasciò andare il trofeo, la cosa che Misty sapeva desiderava da sempre, per abbracciare la ragazza, facendole poi fare una giravolta, mentre ricambiava il bacio.
-Ce l’hai fatta! Lo sapevo! L’ho sempre saputo!- esultò la castana quando si furono separati.
-Ce l’ho fatta solo per merito tuo, Vera- rispose Ash con un sorriso.- Mi hai sempre spronato al massimo, hai sempre creduto in me. Non avrei mai potuto deluderti. Se solo ci fossimo incontrati prima… vorrei aver viaggiato sempre con te-.
Misty rimase di sasso nell’udire quelle parole, mentre sentiva un gran dolore nascerle dentro
-Uh? E tu che ci fai qui?- fece Ash notando finalmente la sua presenza.
-Co-come sarebbe a dire? Sono venuta a vederti-.
-E chi ti vuole? Adesso ho lei-.
-Sono meglio di te in tutto non trovi? Più gentile, più di supporto, più carina…- s’inserì Vera, mentre si strusciava su Ash come una Skitty bramosa di coccole .
-Molto più carina… mi hai sempre fatto sentire il centro del mondo… e io ora voglio metterti al centro del mio-.
Perfino Pikachu la guardò in modo da farla sentire un’intrusa, mentre Vera dava ad Ash un altro bacio.
-B… Brock, tu non dici nulla?-.
-Che dovrei dire? Vera rende Ash così felice… una vera amica sarebbe contenta per lui-.
Ash non aveva più bisogno di lei. Non ne avrebbe più avuto. Lei non era più parte del gruppo.
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-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-.
-Psy-ay-ay!-.
Misty aprì gli occhi di scatto. Dov’era finito lo stadio? Perché si trovava in quella camera buia? E perché Psyduck la stava abbracciando?
Un momento, quella era la sua camera, quindi…
-Psyduck… mi hai sentito gridare e ti sei preoccupato?- fece commossa la ragazza mentre il papero psichico si stringeva a lei ancora di più. -Non ti preoccupare ho solo fatto un brutto sogno-.
-Duck! Psy, Psyduck!- starnazzò il Pokemon Papero salendo sul letto.
-Non c’è bisogno che tu rimanga qui… oh, va bene- capitolò la rossa, vedendo che l’imbranato tipo Acqua, si era già sdraiato al suo fianco.- Basta che non diventi un’abitudine-.
Poco dopo allenatrice e Pokemon stavano già dormendo e la prima sognò di nuovo. Stavolta sognò una dolce voce femminile che le sussurrò “Ash ti vuole bene, e non ti ha sostituita. Hai dimenticato come è stato male quando ha dovuto lasciare Butterfree? E quanto è stata dura per lui rinunciare a tenere con sé Charizard, malgrado tutto ciò che lui gli aveva combinato? Credi che dopo aver catturato Heracross e Cyndaquil, non abbia più pensato a loro? Certo: Vera ora fa parte della sua vita, ma questo non cambia tutto ciò che avete condiviso, non cambia nulla tra di voi! Lui continua a volerti bene come prima!”.
Nel sonno la ragazzina sorrise, mentre un’ombra dalla forma bizzarra si allontanava dalla sua camera.
Gastly che se n’era andato prima dell’arrivo di Psyduck ormai soddisfatto, era appena ritornato al Centro Medico e guardò con affetto al suo allenatore addormentato, prima di tornare nella sfera. La sua vita era diventata molto più interessante, da quando quel ragazzo l’aveva catturato, e l’avrebbe ripagato aiutandolo più che poteva… certo però non si sarebbe lasciato sfuggire qualche possibilità di sano divertimento!
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Il mattino seguente Misty non riuscì a non sorridere nel vedere Psyduck, addormentato accanto a lei. Quello sciocco papero, era stato davvero carino nei suoi confronti. Dopotutto c’era ancora molto di bello nella sua vita. Chissà perché le parole di quella voce l’avevano convinta, e si sentiva piena d’energia, e di voglia di fare. Quanto ad Ash… al momento non poteva farci nulla, quindi era inutile pensarci. Prima o poi sarebbe tornato a Kanto … e allora sarebbe successo quel che doveva succedere
-Sveglia Psyduck! Si va a fare colazione!- esclamò in tono energico facendo sobbalzare il papero, che cadde dal letto, fortunatamente di schiena.
La rossa si chinò a controllarlo e un’idea le attraversò la mente:- Di’ un po’… non sarai mica stato tu a tranquillizzarmi nel sonno? In fondo non ho mai capito bene i tuoi poteri…-.
La risposta della buffa forma base di Golduck fu uno sguardo perplesso, e la ragazza decise di accantonare il quesito. In fondo l’importante era che il suo malumore se ne fosse andato via.
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“Io faccio la fatica e guarda chi si prende il merito” pensò divertita una strana Pokemon simile a un cigno, che resasi invisibile guardava l’umana che aveva beneficiato del suo aiuto senza saperlo… ma in fondo non liberava la gente dagli incubi, per ottenerne i ringraziamenti.
Cresselia fluttuò via e si librò verso il cielo, cominciando a inventare i meravigliosi sogni che avrebbe donato quello notte.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  • Non potevo non fare una strizzatina d’occhio alla concorrenza digitale!
 
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTORE
Qui si apre la serie “Quando la luna piena fa un brutto effetto a Farkas”. Non avrei mai pensato di scrivere qualcosa in questo fandom ma mi è venuta quest’idea, e quindi...
Misty è sempre stata amichevole con Vera, ma immagino che quando abbia saputo che Ash viaggiava con un’altra ragazza ci sia rimasta almeno un po’ male. Inoltre così mi sono tolto anche lo sfizio di descrivere un incontro di Pokemon; lo scontro tra Gastly e Starmie non è un granchè lo so, ma mi serviva per esigenza di trama e non era il caso di renderlo troppo prolisso, visto che il tema centrale della storia è un altro. Magari in storie future… vabbè inutile tergiversare. Grazie per aver speso un po’ del vostro tempo per leggere questa storia, e grazie in anticipo a tutti coloro che vorranno dedicarmi qualche altro minuto, lasciandomi una recensione. Ci vediamo nel prossimo capitolo, dedicato a Vera.

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Capitolo 2
*** It’s my day, it’s my night! ***


IO, LUI E L’ALTRA

 

Capitolo 2: It’s my day, it’s my night!

 
Vera, aspirante coordinatrice di Petalipoli, quella mattina si sentiva uno schifo. Ash l’aveva notato e quando le aveva chiesto esitante se andasse tutto bene la ragazza si era sentita gelare. In genere quando l’allenatore di Kanto mostrava premura nei suoi confronti, Vera si sentiva invadere da una gradevole sensazione di calore, ma in quel caso non era stato così. Per fortuna sia lui che gli altri si erano bevuti che si sentisse ancora un po’ giù per i risultati non proprio brillantissimi ottenuti nell’ultima gara.
In realtà la gara non c’entrava nulla e certo Ash non poteva immaginare di essere lui la causa della tristezza della castana: la sera precedente, al Centro Pokemon dell’ultima città in cui avevano pernottato, Vera era corsa ad avvertirlo che Corpish e Treecko si erano messi a litigare, e il nativo di Biancavilla si era precipitato fuori dalla stanza a tale velocità dar far volare giù dal tavolo la cartolina che stava scrivendo.
La ragazza non aveva avuto nessuna intenzione di sbirciare quando si era chinata per raccoglierla, ma era caduta in modo che risultasse visibile la parte scritta, e leggere quelle due righe era stato automatico.
Cara Misty (“E chi è?” si era chiesta perplessa Vera, certissima che il suo mentore non le avesse mai parlato di qualcuno con quel nome).
Qui tutto bene. Hoenn è davvero bella! Pensa ho anche ritrovato Brock, e ho catturato un Pokemon d’Acqua, Corpish! Sono sicuro che ti piacerebbe.
Spero che tu stia bene. Mi manchi.
Ash”.
Quelle poche righe, va a capire perché, le avevano fatto male quanto una pugnalata al cuore.
In più il fatto che mentre Brock era citato a lei non si accennava nemmeno (se è per quello non si parlava neanche di Max, ma la cosa non aveva minimamente sfiorato la coordinatrice), l’aveva stranamente indispettita. Si era rigirata nel letto per almeno un’ora prima di prendere sonno e al risveglio il testo di quella stramaledetta cartolina, era stato la prima cosa che le era venuta in mente. Non si era mai sentita così di cattivo umore appena alzata.
“Spero tu stia bene. Mi manchi. Spero tu stia bene. Mi manchi. Spero tu stia bene. Mi manchi.” Quelle maledette parole, le risuonavano in testa da ore, come se un complesso heavy metal le stesse sparando a tutto volume nel suo cervello.
Chi diamine era quella Misty? Che rapporto c’era tra lei e Ash? Perché lui non le aveva mai parlato di lei?
-Ehi Vera tutto bene?- le chiese l’unicogenito di Delia.- Non è da te essere così silenziosa…-.
-Certo tutto bene!- rispose in fretta la coordinatrice.
-Senti anch’io all’inizio della mia carriera come allenatore, ho collezionato un bel po’ di fallimenti… Brock può confermartelo, ma non devi perderti d’animo-dichiarò il moro mettendole una mano sulla spalla. -Non ne so niente di gare, ma sono certo che tu hai tutto quello che serve per diventare una grande coordinatrice. Questa sconfitta deve spronarti, non farti rinunciare-.
Fosse stato davvero quello il problema, il discorso di Ash avrebbe di certo fatto effetto… tuttavia la preoccupazione che aveva dimostrato nei suoi confronti, e la mano sulla spalla portarono Vera a sentire di nuovo la sensazione di calore… fino a che il pensiero della cartolina, fece di nuovo capolino nella sua mente. Faceva tanto il carino con lei e poi scriveva a un’altra ragazza, quanto sentisse la sua mancanza!
La sorella di Max borbottò un assenso poco convinto, e si allontanò. Forse avrebbe potuto chiedere informazioni a Brock… però avrebbe rischiato di fare la figura dell’impicciona.
Assorta nei suoi pensieri, la bruna non si avvide di un Ariados seminascosto nell’erba, e gli calpestò inavvertitamente una zampa. Ovviamente il tipo doppio non gradì, e si parò minaccioso davanti alla figlia di Norman.
Curiosamente a quella scena il primo pensiero di Ash e Brock, fu che se al posto di Vera ci fosse stata Misty, l’urlo della ragazza si sarebbe udito fino alla città più vicina.
Vera non aveva il terrore di Misty per i Pokemon Coleottero, ma di certo vedersi comparire di fronte un Ariados non era esattamente la sua idea di esperienza piacevole. Quel particolare Ariados, poi, aveva appena cercato di saccheggiare un nido di Swellow… ma i genitori sentendo le grida dei piccoli erano accorsi, dando al Pokemon Lungazampa una di quelle batoste di cui non si sarebbe dimenticato tanto in fretta. Anche Ash si avvide, che il Pokemon era inferocito e quando scagliò sull’allenatrice con la sua Velenpuntura, non pensò. Semplicemente agì, gettandosi su di lei e facendole scudo col proprio corpo, prendendo il colpo sul braccio.
-Via presto!-urlò il ragazzo prendendo la mano della primogenita di Norman e correndo via. La cartolina era ormai a mille miglia dai pensieri della ragazza, che ora indugiavano solo su come lui l’avesse protetta, su come l’avesse consolata...
Fortunatamente il tipo Veleno non li inseguì, e una volta al sicuro Brock raggiunse l’amico. –Appena arriveremo in città, farai meglio a farti vedere da un medico. Gli Ariados hanno un veleno potente. Anzi sarebbe meglio legarti il braccio in modo che il veleno non si diffonda...-.
-Ci penso io- disse Vera. Immediatamente, si portò le mani leggermente tremanti alla testa, sciolse il nodo della bandana che portava tra i capelli, e la legò strettamente al braccio di Ash. Ora erano il modo in cui si era ferito per lei, e quello che Brock aveva detto a proposito del veleno, a dominare i suoi pensieri.
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Vera si era sentita il cuore in gola fino all’arrivo in ospedale e, quando, dopo aver visitato il corvino, il dottore disse che bastava somministragli l’antidoto e tenerlo in osservazione per un giorno, la primogenita di Caroline emise un sospiro di sollievo che pareva un attacco Raffica.
-Posso restare con lui per la notte? E’ tutta colpa mia… quell’Ariados voleva colpire me… Ash si è messo in mezzo per proteggermi…-.
Il medico fortunatamente era abbastanza giovane da ricordare la sua prima cotta, e uno sguardo al viso di Vera fu più che sufficiente a fargli capire i sentimenti della ragazza.
-Non si potrebbe, ma d’accordo. Solo tu, però-.
Ash tentò di dissuaderla, ma non ci fu verso… e tutto sommato l’idea di avere la compagnia di Vera gli faceva non poco piacere. Gli permetteva di pensare a qualcosa di diverso, dal dolore al braccio. Però non era affatto pentito di quel che aveva fatto. Preferiva di gran lunga starci lui in un letto d’ospedale, che vederci uno dei suoi amici. E poi si sentiva stranamente in dovere di difendere Vera… chissà forse perché era imbranata proprio come lui all’inizio.
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Al mattino Vera si svegliò un po’ indolenzita per aver passato la notte su una sedia. Sorrise nel vedere Ash addormentato. Aveva un’aria così pacifica e tranquilla da far rilassare anche lei… proprio come da sveglio riusciva a contagiarla con la sua energia.
Qualche minuto dopo anche il ragazzo si svegliò, dopo i saluti e l’assicurazione che il braccio non gli faceva più male Vera sbuffò: -Accidenti ho una fame…-.
-A chi lo dici-.
-Vado a prendere qualcosa alla macchinetta?-.
-Ho qualche tavoletta di cioccolato nello zaino… possiamo mangiare quelle-.
La castana si mise immediatamente a frugare nel bagaglio dell’amico, ma senza successo, così cominciò a estrarne il contenuto.
-Bel fazzoletto- commentò quando se ne ritrovò uno tra le mani. -Dove l’hai preso?-.
-Me lo ha regalato Misty-.
La lettera non mancò di tornarle alla mente, ma finalmente poteva avere qualche spiegazione.
-E chi è?- domandò sperando di aver mantenuto un tono neutro.
-Una mia amica che è diventata capopalestra di Celestopoli. Sai, una volta viaggiava anche lei con me e Brock, ed erano le sue sorelle a occuparsi della palestra, ma poi hanno vinto un viaggio intorno al mondo e…-.
-Capisco- borbottò la nativa di Hoenn. Il sorriso nostalgico di Ash, mentre parlava di quella tizia le aveva procurato una stretta allo stomaco.
-Sai, quando l’ho conosciuta, Pikachu le ha distrutto la bici proprio come ha fatto con te… e mi ha dato il tormento per anni! Temevo che anche tu avresti fatto così!-.
-Dev’essere un tipo determinato, la tua amica- bofonchiò la brunetta.
-Altrochè- convenne l’allenatore.- In genere Misty è simpatica, ma non ci mette niente ad arrabbiarsi e quando capita meglio girarle alla larga. E ha fegato da vendere… a meno che non si trovi davanti a un insetto -.
“E visto che è una Capopalestra dev’essere pure una brava allenatrice” si disse sempre più sconsolata la sorella di Max, prima di lasciarsi sfuggire:- Nulla a che vedere con una coordinatrice da strapazzo come me insomma-.
-Co… non volevo dire questo! Tu sei gentile e disponibile. Non ti tiri mai indietro e sei sempre solare, piena di energia, divertente…- fece immediatamente l’allenatore ricordandosi di come si fosse offesa, la compagna di viaggio quando le aveva parlato di Brock per la prima volta… del tutto ignaro di averne appena mandato l’umore dal livello del nucleo, a quello della stratosfera.
Vera che certo non si aspettava quella sfilza di complimenti, sorrise felice. Certo non poteva, cambiare il fatto che Ash in passato avesse viaggiato con un’altra ragazza… ma nel presente c’era lei. E questo al corvino non sembrava affatto dispiacere. Il futuro era tutto da scrivere… e lei aveva la penna pronta.
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Il dottor John N. Larson stava per entrare a fare gli esami al paziente della stanza 614, ma la porta era socchiusa, e così lo vide ridere e scherzare con la ragazza dai capelli castani mentre lei spezzava a metà una tavoletta di cioccolata.
Sorridendo il medico fece un passo indietro. Gli era venuta un’improvvisa voglia di caffè… le analisi avrebbero potuto aspettare qualche minuto.
 
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTORE
E rieccomi col secondo (e ultimo) capitolo di questa mini-long. Sono un fan di Pokemon fin dalla prima generazione, quindi in teoria dovrei shippare la Pokeshipping a oltranza… e invece no! Proprio non mi riesce! Sarà che mi fa strano immaginare insieme personaggi che ho visto per la prima volta da piccolissimo.
Vera d’altro canto mi è sempre piaciuta molto, così come l’Advanceshipping… sarà che ho cominciato a giocare con i giochi di Pokemon con Rubino e Zaffiro, ma sono particolarmente affezionato a lei.
Non ho altro da dire se non grazie a EmaBixx e Nerowolf, per aver recensito lo scorso capitolo, e a Sephiroth986 per aver messo la storia nelle seguite.
Grazie anche a chi ha letto fin qui e mi lascerà una recensione. Accetto tutto anche critiche.

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