Me, her, and her son

di lilydreaming
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un inaspettato incontro ***
Capitolo 2: *** "La ragazza della porta accanto" ***
Capitolo 3: *** "L'occasione giusta" ***
Capitolo 4: *** "Il momento adatto" ***
Capitolo 5: *** "Scelte" ***



Capitolo 1
*** Un inaspettato incontro ***


"Un inaspettato incontro"


Un giovane stava salendo i gradini di quello che sarebbe stato il suo nuovo appartamento, uno scatolone sotto a un braccio e un borsone in una mano, così Eddie si preparava a iniziare un nuovo capitolo della sua vita. L'ultima rampa di scale, e finalmente poteva godersi il suo appartamento, la sua e solo sua casa, certo era un semplice appartamento posto al quarto piano di un vecchio edificio, ma l'affitto era più che ragionevole, e l'appartamento era buono per i suoi standard. Suo padre aveva insistito nel farlo trasferire in un appartamento molto meno diroccato, come l'aveva chiamato lui, ma era troppo per le tasche del giovane, e non voleva l'aiuto economico del padre.
Poggiò lo scatolone sul pavimento ricoperto di una moquette di uno squallido colore verde ammuffito, inserì la chiave nella serratura, quando una voce lo distrasse facendolo voltare. Un ragazzino di non più di dieci anni lo stavo fissando incuriosito.
"Ehm ciao" disse Eddie
Il ragazzino aveva gli occhi fissi sullo scatolone, per essere precisi sul suo contenuto. Un videogioco fuoriuscito dallo scatolone aveva attirato la sua attenzione.
"Wow hai? “THE ZOMBIE’S BREATH?”* Che fortuna!La mia mamma non vuole comprarmelo, dice che é troppo violento per me.”. Gli occhi del ragazzino si erano illuminati alla vista del gioco, lo prese, e lo tenne nelle sue mani manco fosse una reliquia antica o il santo Graal
"La fortuna di essere adulti, ragazzino.” Replicò il ventiquattrenne.
"Se nuovo? Non ti ho mai visto, io abito al D16" Disse il ragazzino, indicando una porta davanti a quella di Eddie. 
"Perfetto" pensò Eddie, il ragazzino ficcanaso e invadente doveva capitargli come vicino.
"Io sono Samuel, ma tutti mi chiamano Sam, o Sammy, mia madre mi chiama con il mio nome intero solo quando é arrabbiata con me."
In quel momento Eddie aveva sperato di poter sentire il nome completo del suo piccolo vicino. Quel dannato ragazzino non aveva smesso di parlare per un secondo. Quanto aveva da chiacchierare?
" Samuel Carter Williamson! La pianti di dare fastidio  alla gente?" Gridò una voce femminile. Le preghiere di Eddie erano state ascoltate, si voltò verso la voce della sua "salvatrice" aspettando di trovare la tipica madre disperata sui trenta- quaranta anni con tanto di capelli grigi, e un’espressione stressata in volto, ma quello che vide era completamente inaspettato. Davanti a lei c'era una splendida ragazza della sua età, con lunghi, e splendidi capelli castani, quasi rossi nei riflessi, due occhi bellissimi verdi, e un corpo mozzafiato. Non era possibile che quella donna davanti a lui avesse mai partorito, no, dovevano essere la sorella oppure la babysitter.
"Mamma stavo parlando con.."
"Eddie!" Si presentò velocemente il ragazzo. 
"Si con Eddie, é il nostro nuovo vicino" Affermò Sam incurante delle urla della madre.
" Non puoi parlare con la gente che non conosci. Quante volte devo ripeterlo?" Dichiarò Esasperata la giovane mamma.
"È il nostro vicino a mamma, l'ho appena conosciuto."
"Devo insegnarti che cos é la tempistica. Non hai proprio freni tu."
"Non sono pericoloso, se é questo che ti preoccupa."
Eddie osservò la ragazza davanti a sé. Non si era mai innamorato nella sua vita, aveva avuto solo cotte, ma in quel momento, in quel preciso istante in cui aveva posato gli occhi su di lei, aveva sentito una fitta. Era questo il cosiddetto chiamato colpo di fulmine?" Non é questo che mi preoccupa Eddie" diamine anche il suo nome sembrava così diverso pronunciato da lei." Questo piccolo ranocchietto é un  terribile ficcanaso, non sai quanti problemi mi procura." Replicò la donna con un forte accento inglese. Eddie viveva in Inghilterra da anni, ma non aveva mai sentito un accento così forte, aveva un so che di sexy.
"Sono del tutto innocente mamma."
"Si, vallo  a dire alla signora Pittsburgh"
"La signora Pittsburgh ha come minimo cento anni, non sa cosa sia il divertimento."Si lamentò il bambino.
"Ne ha sessantacinque, ora fila a mettere in ordine la tua camera, altrimenti sai quanto mi divertiranno a buttare tutti i tuoi giochi." Lo disse in un modo così glaciale intimidatorio, che anche a Eddie venne voglia di sistemare la sua di stanza.
Sam sbuffò dirigendosi rassegnato verso casa. “ciao Eddie!"
"Si sì, ciao Eddie." Replicò la madre mostrando sul suo volto un malizioso sorriso. 


Una volta entrato in casa, Eddie ringraziò quel vecchio videogioco, strausato durante tutto il suo periodo del college, senza di esso non avrebbe potuto incontrare quella ragazza, beh era la sua vicina di casa, e alla fine l'avrebbe incontrata. Si maledisse per non averle chiesto il nome o addirittura un appuntamento, perché non lo aveva fatto? Poi realizzò aveva un figlio, probabilmente era già impegnata, o addirittura sposata, o perché doveva essere così sfortunato? Forse aveva ancora una possibilità, dopotutto le aveva sorriso. Decise di indagare, doveva conoscere quella giovane mamma.

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Capitolo 2
*** "La ragazza della porta accanto" ***


 

"La ragazza della porta accanto"


L’unico pensiero che aveva in mente, era riuscire a scoprire qualcosa in più della sua vicina, e no, non stava parlando della signora Pittsburgh, e delle sue crostate ai mirtilli, ma di lei, della mamma di Sam, quel ragazzino ficcanaso. Non sapeva il suo nome, né se fosse libera, ma ogni suo piccolo particolare, lo intrigava: il suo modo di parlare, lo stile nel vestire, il modo in cui lo aveva liquidato. Era completamente preso da lei.
Eddie aveva due possibilità, per sapere qualcosa in più su quella ragazza. Uno, poteva chiederlo a Sam il nome della madre, e se era single, storse il naso a questa possibilità. Quale bambino aiuterebbe uno che vuole praticamente farsi sua madre? Era cresciuto con una madre single, e odiava tutti i mosconi che le giravano intorno. Infine la sua seconda e ultima possibilità, chiedere qualche informazione al portiere, dopotutto doveva conoscere i coinquilini di un palazzo. Sì, ecco cosa doveva fare.
Quella sera stessa decise di entrare in azione.
"Ehm Victor?" Chiese al vecchio e burbero portiere. Quell’uomo sembrava fosse uscito da un museo delle cere, poiché si presentava ogni volta impeccabile, e senza mai un pelo fuori posto.
"Si?" Rispose il vecchio, con un tono così seccato, come se avessero disturbato un'importante attività, stava semplicemente controllando la posta, di che cosa si lamentava?
"Sa gli inquilini del d16? Certo che li conosce é il portiere dopotutto, ad ogni modo volevo sapere."
Ma il  vecchio burbero lo interruppe bruscamente. "Che cosa ha combinato quel ragazzino?"
"Che cosa? No Sam non ha fatto niente, volevo solo sapere di sua madre.”. Affermò Eddie, forse la sua non era stata una buona idea.
"Non tentare di difenderlo, quel ragazzino é una piaga! Non fa altro che combinare guai! Ma cosa c'è da aspettarsi da un bambino cresciuto da solo da un'altra stupida ragazzina irresponsabile!"
A Eddie quasi fumò il cervello a quelle parole. Era stato cresciuto da una madre single, aveva conosciuto suo padre relativamente da poco. Conosceva ogni sacrificio che sua madre era stata costretta a fare per causa sua, e non poteva permettere che un vecchio frustrato insultasse una mamma single. Avrebbe voluto dirgliene quattro.
" Sono esattamente in grado di crescere e educare mio figlio! A mio modo e alle mie regole."
"Signorina Williamson che cosa ci fa qui?" Il portiere rimase quasi scioccata alla vista della donna. La sua presenza lo aveva in imbarazzo, ma dopotutto si era messo lui stesso in quella situazione.
"Sono venuta per portare l'affitto di questo mese, perché sa, sono un'adulta responsabile in grado di crescere da sola un figlio." Dichiarò la giovane madre, porgendo al portiere la somma stabilita per l'affitto mensile, per poi dirigersi al piano di sopra.
Eddie aveva assistito a quella scena impotente, e non perché non era in grado di replicare a quell'idiota, ma perché era stato colpito dalla grinta e la ferocia dimostrata dalla giovane madre.
"Hey!" Le gridò inseguendola."
La ragazza si fermò, voltandosi.
"Quel Victor é un idiota, non prendertela a male."
"Non me la sono presa, sono abituata a sentirmi cose di questo genere."
Un'espressione di stupore si formò sul volto del ventiquattrenne. Come poteva la gente essere così meschina?" La gente é idiota, tu sei una brava mamma.
La giovane madre iniziò a ridere di gusto" Scusa ma come puoi dirlo? Non mi conosci nemmeno, potrei anche essere la peggior madre del mondo."
"Vengo da una situazione simile a quella di tuo figlio, capisco esattamente cosa si prova, e so per certo che tu fai tutto il tuo meglio per Sam."
"Wow, ed io che credevo che fossi uno stupido figlio di papà, né hai pure l'aspetto." Sbottò la ragazza.
Fu il momento di ridere per Eddie.
"Che cosa ho detto?"Chiese confusa, alzando le sopraciglia, facendo apparire sul suo viso un’espressione adorabile e dolce agli occhi del ragazzo.
"In un certo senso lo sono, ma conosco mio padre da poco tempo, ma forse non sono un così figlio di papà come tu pensi."
"Forse, ma non crederai che non ti prenda in giro per questo." Replicò la sua vicina, mostrando la sua solita espressione accigliata, ma con un tono pressoché civettuolo.
"Non credi di avere troppi vantaggi su di me? Conosci molte più cose su di me, che io di te. Non so nemmeno il tuo nome." Flirtò Eddie di rimando. Non si conoscevano, ma già sentiva una forte alchimia con lei.
"Patricia, il mio nome é Patricia, guai a te se mi chiami Patty, o giuro che non rispondo delle mie azioni."
 
Nei giorni seguenti Eddie ebbe l’occasione di conoscere qualcosa in più della sua vicina. Sapeva che aveva avuto Sam al liceo, beh questo lo aveva intuito da se, dopotutto non serviva un genio in matematica per capirlo. La sua migliore amica era una certa Joy, che frequentava uno stupido spilungone tutto capelli, cosi lo definiva Patricia, ma nonostante tutto era felice per l’amica. Gli aveva detto che durante il periodo della scuola saltava spesso le lezioni, e che spesso non andava d’accordo con gli insegnanti, ma nonostante tutto non si poteva lamentare della sua media. Gli aveva anche riferito di trovare stomachevoli e odiose le coppie troppo appiccicose, e piuttosto si sarebbe schiaffeggiata violentemente, se mai avesse mai reagito cosi con un ragazzo. Erano diventati una sorta di amici, il ventiquattrenne avrebbe voluto qualcosa di più, ma non aveva mai avuto il coraggio di provarci cosi spudoratamente. O forse si era messo in una friendzone senza uscita.

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Capitolo 3
*** "L'occasione giusta" ***


"L'occasione giusta"

Il ventiquattrenne dell’appartamento D14 si era infilato in una friendzone senza uscita, decise così di chiedere rinforzi a qualcuno di esterno, in altre parole alle sue due migliori amiche. I tre avevano preso appuntamento in un piccolo bar situato lungo la strada in cui il ragazzo lavorava. Alle due ragazze piaceva per l’atmosfera calda e accogliente, a Eddie piaceva per le sue torte. Non si può dire di no allo stomaco. "Quindi, se ho capito bene, hai preso una cotta per la tua vicina di casa, ci sei diventato amico, però non riesci a sbloccare la situazione." Proferì una ragazza dai biondi capelli ondulati. "Centrato il punto Nina." I due si conoscevano dai tempi dell'asilo, e da allora erano stati inseparabili. Non c'era mai stato niente tra di loro, Eddie aveva sempre adoperato un rapporto da fratello maggiore con la ragazza, nonostante fosse più piccolo di lei di tre mesi. "Uhm, e poi c'è la questione figlio" Continuò la bionda. "Se avessi un figlio, ci andrei piano con le relazioni romantiche, dopotutto farei entrare uno sconosciuto nella vita di mio figlio, e in caso di fallimento gli/le provocherei un danno." "Wow figlio? Non ci avevi detto che aveva un figlio?" Disse una ragazza afroamericana, KT. Aveva un sorriso luminoso, che contagiava tutti, anche se spesso diventava leggermente paranoica. Eddie aveva conosciuto KT durante l'ultimo hanno di liceo. Lei era nuova, e lui si offrì da farle da Cicerone, la sua fu solo una scusa per provarci, ma la ragazza lo fermò sul nascere, dicendole che preferiva le ragazze. I due si fecero una risata, divennero amici, e il duo diventò un trio. "Si KT, te lo avevo detto." Gli disse Eddie. "Ti deve piacere tanto questa ragazza, insomma non ti ferma che abbia un figlio.”In tutti gli anni in cui conosceva Eddie, KT non aveva mai visto una ragazza che gli piacesse cosi tanto. A volte rivaleggiavano se entrambi posavano l’occhio sulla stessa ragazza, ma il suo migliore amico non aveva mai fatto sul serio. "No, con Trixie vale la pena provarci." "Trixie?" Domandò Nina. Che nome buffo. Le ricordavo un folletto, o qualche altra creatura magica. "Il suo nome è Patricia, ma preferisco chiamarla così." "Ooh" Il ragazzo prese il cellulare dalla sua tasca. “Ecco é lei." Disse mostrando alle due ragazze la foto della sua amata." "Hai perfino una sua foto?Che stalker che sei." "Ho solo fatto qualche ricerca online"Si giustificò il ragazzo. "È davvero carina, non posso crederci che abbia avuto un figlio.” Aveva un bel fisico per essere una che aveva partorito. "Giù le zampe KT, l'ho vista prima io." "Tranquillo é tutta tua, non é nemmeno il mio tipo." "Grazie, allora che cosa devo fare?" Le due ragazze si guardarono per un secondo per poi rispondere all'unisono. "Chiedile di uscire razza di stupido!" I mesi passavano, ed Eddie non fu mai capace di fare una mossa con Patricia. Non aveva mai avuto problemi a chiedere alle ragazze di uscire, anzi aveva sempre avuto un discreto successo, e non lo diceva certo per vantarsi, ma con la giovane madre sembrava avesse esaurito tutte le sue tecniche di rimorchio. Doveva darsi una mossa, e non sprecare la sua occasione, perché di certo non avrebbe bussato alla sua porta. "Dring!" Il campanello suonò. Chiedi qualcosa, e ti sarà dato. "Arrivo!" Urlò Eddie alzandosi da quel divano che ormai aveva preso la sua impronta. La pigrizia era sempre stata un suo difetto. Aprì la porta, e si ritrovò davanti Patricia ben vestita e pronta per uscire. Stava iniziando a credere che qualcuno lo amasse davvero tanto lassù, oppure che avesse dei poteri magici. “Hey Trixie!" "Sei libero stasera?" "Sì, super liberissimo per te!" Pensò il giovane felice. "Oh grazie Dio!" Disse Patricia sollevata. Ti dispiacerebbe fare da babysitter a Sam per un paio d'ore?" Serata tra videogiochi e badare a un bambino di otto anni, non era così che Eddie pensava avesse passato il suo sabato sera. La sua doveva essere una congiura. I due maschi erano intenti in una partita, Sam in vantaggio sul ventiquattrenne. Farsi battere da un ragazzino, era proprio messo male. "Eddie sei una schiappa." "Non dovresti parlare così agli adulti, tua madre non te l'ha insegnato?" "Anche la mamma lo fa, e poi non é mica colpa mia, se sono più forte di te in questo gioco" Ribatté ' il piccolo brunetto. Il ragazzo ridacchiò'. “Sei proprio figlio di tua madre" Nei mesi trascorsi con Patricia, aveva imparato come avesse sempre la risposta immediata, e questa caratteristica era stata tramandata a Sam. La partita continuò con una vittoria schiacciante di Sam, Eddie pensò che dovesse ricominciare a giocare più spesso. Verso l'ora di cena i due ordinarono una pizza, le abilità in cucina di Eddie erano scarse, e di certo un ragazzino non avrebbe fatto meglio di lui. Viveva tra take-away e la rosticceria all'angolo della strada. "Eddie?" Chiamò Sam mentre il suo babysitter era intento ad addentare la sua seconda fetta di pizza. "Che cosa c'è?" "Ti piace la mia mamma?" Il ragazzo quasi soffocò a quella domanda. Prese un sorso dalla sua lattina di 7up. E una volta ripreso dallo shock rispose al brunetto. "Perché me lo chiedi?" Sam si strinse nelle spalle."Così,beh se tu passi il sabato sera con me, vuol dire che non hai di meglio da fare. Dovresti trovarti una fidanzata. Eddie osservò il ragazzino, non solo lo stracciava ai videogiochi, ma gli dava anche consulenze relazionali. Era messo proprio male. "Ti ringrazio per aver badato alla peste." "Figurati, é stato un piacere." "Sono in debito con te, dimmi come posso sdebitarmi?" Gli chiese Patricia. "Esci con me, esci con me!" Gridò il subconscio del ragazzo, ma dalla sua bocca uscì solo un "Ma no dai, tranquilla." Una volta entrato in casa, Eddie sbatté la testa sul muro, l'ennesima occasione sprecata.

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Capitolo 4
*** "Il momento adatto" ***


"Il momento adatto"

Dopo la sua ennesima opportunità sprecata, Eddie era sprofondato in un pessimismo cronico, il mondo, l'universo lo stava palesemente prendendo in giro. Le sue due migliori amiche avevano provato più volte a svegliarlo da questo turbine che lui definiva il periodo più agghiacciante e terrificante della sua vita, sì il ragazzo era sempre stato una regina del dramma.
Così durante uno dei suoi soliti ormai pomeriggi a deprimersi della sua inesistente vita sentimentale, il suono assordante del campanello lo svegliò bruscamente da quel sonno.
"Eddie vieni subito!" Gridò un Sam visibilmente scioccato, trascinando per un braccio il ragazzo.
"Sammy calmati che cosa è successo?" Gli chiese preoccupato il ragazzo. Mille pensieri negativi attraversano la mente del giovane, e se fosse accaduto qualcosa a Patricia?
"Mamma sta per commettere un rubinettouccidio!" Sbottò il ragazzino con la sua vocina stridula.
"Un cosa?"
Sam però ignorò il confuso Eddie."Ecco vedi?" Gli disse sull'uscio della porta di casa.
La scena che si mostrava ai suoi occhi era questo: Patricia con mano un martello intenta ad avere un’accesa discussione con il lavandino della cucina. “Dannato stupido lavandino, la pianti di sgocciolare!"
Eddie scoppiò in una fragorosa risata, non per la situazione, anche il suo lavandino gli aveva dato gli stessi problemi, ma per come Trixie stava gestendo la situazione. Solo lei poteva litigare con un oggetto inanimato.
"Perché accidenti ridi?"
"No, niente é solo che. dai lascia fare me." Disse Eddie togliendosi la felpa grigia, rimanendo così in t-shirt.
"Hai il brevetto d’idraulico o qualcosa del genere?" Sbottò infastidita la giovane madre.
"No, ma penso proprio che colpire un lavandino con un martello non sia il metodo più efficace, per riparlo." Replicò Eddie stuzzicandola.
 Patricia sbuffò."É tutto tuo"
Il ragazzo cominciò a smanettare con il lavandino, non ero un grande esperto, ma quella era una possibilità di fare bella figura con Patricia, non poteva di certo sprecarla.
 
 
"Trixie quando te lo dico apri il rubinetto"
"Ok" Sul volto della ragazza apparve un ghigno malefico. Patricia aprì sì il rubinetto, ma molto prima che Eddie le dicesse di farlo.
"TRIXIE!" Urlò il ragazzo ormai fradicio.
"Ahahah, dovresti vederti, sei zuppo!" Patricia aveva una passione per gli scherzi, e nonostante fosse diventata mamma, non aveva mai perso la voglia e l'entusiasmo, e soprattutto l'occasione farne uno.
"Ah é così che stanno le cose?"contagiato dall'entusiasmo della ragazza, iniziò a schizzarla con l'acqua.
"EDDIE!"Strillò la rossa. Non c’era rabbia nella sua voce ma felicità.
"Non crederai che non mi sarei vendicato? Hai sbagliato persona.” Ricambiò Eddie con lo stesso entusiasmo.
I due ingaggiarono ben presto una sfida all'ultima goccia d'acqua. Come due bambini in un giorno d’estate. Ridevano e scherzavano, senza rendersi conto di aver provato un disastro sul pavimento di casa della rossa.
Entrambi bagnati si guardarono intorno.
"Credo che sia meglio che tu chiami un esperto."
"Non mi dire, pensavo che la tua fosse una nuova tecnica per riparare rubinetti." Lo prese in giro la ragazza.
" Sei tu che hai voluto iniziare questa guerra, o devo ricordatelo?" Replicò il giovane, trattenendo a stento le risate.
"Ma dai, per due gocce d'acqua?"
I due vicini di casa ripresero a ridere a crepapelle, avvicinandosi sempre di più, e poi le risate cessarono, i respiri si fecero più pesanti, e infine, ma quasi inesorabilmente le loro labbra si toccarono.
Era stato Eddie a fare la prima mossa, il suo istinto gli aveva detto che quello era il momento adatto. Il bacio fu ricambiato in breve tempo dalla rossa, ben presto si trasformò in un inteso e passionale bacio.
Il giovane avvolse le sue braccia sui fianchi della ragazza, stringendola a sé. I due continuarono a baciarsi a lungo, e lentamente, e solo per riprendere fiato si staccarono.
"Tu mi piaci Trixie." Riuscì finalmente a dire Eddie. L'aveva baciata, non aveva niente da perdere ora.
Patricia rimase pietrificata dalle parole di Eddie. "Mi dispiace io.."
"Patricia non dirmi che non provi niente.." se un camion lo avesse investito, avrebbe provato meno dolore.
"Io.."
"Ti prego dimmi qualcosa."
"É stato un errore.."
"Che cosa? No, niente affatto, so che entrambi abbiamo provato qualcosa, l'ho sentito io, e lo hai sentito tu. Non mentirmi Patricia, ti prego."
"..."
Quel silenzio fu come un’accoltellata in pieno petto per Eddie. Aveva aperto il suo cuore, e in cambio aveva ricevuto solo dolore. Arrabbiato e affranto lasciò l'appartamento.
 
I giorni passavano, e i due si evitarono, o meglio era Eddie ad evitare Patricia. Non lo faceva per il rifiuto ricevuto, ma perché gli mentiva, e lo faceva anche a se stessa. Era più che certo che avesse provato le stesse cose, e allora perché fingeva? Varie possibili motivazioni attraversano la sua mente, e poi realizzò. Era Sam, il suo motivo era suo figlio. Come un lampo si precipitò fuori, doveva parlare, dirle che non gli importava che avesse un figlio, si sarebbe preso cura di entrambi, se solo gli avesse dato una possibilità, una sola e unica chance. Il suo passo si fece più lento, un uomo era davanti all'ingresso del D16. Era forse quell’uomo il padre di Sam?

 

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Capitolo 5
*** "Scelte" ***


"Scelte"



La storia che Eddie in breve tempo avrebbe udito fuoriuscire dalla bocca di Patricia era qualcosa di sconvolgente, mai avrebbe immaginato una cosa del genere. Il padre di Sam non era altro che un suo professore, un neo insegnante, che si era spinto troppo in là con una sua alunna.
"Non c'è mai stata violenza, se é questo che pensi." Lo bloccò sul nascere la rossa.
"Spiegami, perché io non riesco a capacitarmene."Sospirò il ventiquattrenne.
"Ero al secondo di liceo, ricordò che quell'anno fu particolarmente difficile per me. I miei si erano da poco  separati, qualunque cosa facessi non andava mai bene per loro, tutte le loro attenzioni erano  rivolte verso la mia gemella."
"Hai una gemella?"
"Non interrompermi.” Gli ordinò stizzita la ragazza.
"Mi dispiace." Le rispose dispiaciuto Eddie.
"Ad ogni modo iniziai ad odiare tutti, ero costantemente arrabbiata con il mondo. Mia madre mi diceva che lo faceva per attirare l'attenzione. E sai una cosa? Pensa che io abbia affatto apposta a rimanere incinta.”C’era un’ amarezza mista a una sorta di malinconia nella sua voce.
"Patricia.." Eddie cercò di consolarla, aveva intuito che i suoi genitori, specialmente sua madre, erano ancora una ferita aperta per lei.
"Un giorno ci diedero la notizia che una nostra insegnante avrebbe preso un congedo per maternità, al suo posto arrivò un giovane e neo insegnante, Jason. Insegnava storia e letteratura inglese. All'inizio pensai che fosse il solito bamboccio pieno di sé, che guarda tutti dall'alto in basso solo perché era un insegnante. Mi sbagliavo, Jason mi ascoltava, e mi capiva. Era l'unica persona di cui mi fidavo, in quel periodo mi sentivo esclusa anche dai miei amici. In poco tempo diventai dipendente da lui, mi confidavo per ogni minima cosa, anche per le sciocchezze, e lui era sempre li, senza mai lamentarsi. Finì per innamorarmene, gli dissi quello che provavo, di com’era speciale per me. Lui mi ricambiava, mi sentivo così felice. Iniziamo a vederci di nascosto dopo le lezioni, dopo tanto tempo sentivo che la rabbia accumulata in quei mesi si stava pian piano scemando, mi sentivo al settimo cielo."
"E poi?"
"E poi sono rimasta incinta. Ero davvero sconvolta e impaurita, non sapevo che cosa fare, lo riferì a Jason, lui sapeva sempre cosa fare. Mi disse che avrebbe pensato a una soluzione, che si sarebbe preso cura di me e del bambino. Io non so come la storia sia venuta a galla, ma in un attimo tutta la scuola seppe della mia gravidanza, e che avevo fatto sesso con il mio professore. Scoppiò un putiferio, gente che mi chiamava sgualdrina nei corridoi, altra che mi diceva di abortire, e altra che mi avvertiva che sarei andata all'inferno se avessi abortito. Fu un incubo. Jason fu messo alle strette, una volta saputo che aveva avuto rapporti sessuali con un’alunna, per giunta minorenne, il consiglio lo licenziò. Poi lo costrinsero a prendere una decisione."
"Quale decisione?"Le chiese titubante il giovane.
"Avrebbe dovuto rompere ogni contatto con me, altrimenti sarebbe stato radiato dall'albo."
"Che cosa ha fatto?Quale fu la sua decisione?"Chiese Eddie. In cuor suo sapevo già la risposta, ma sperava che la sua intuizione fosse sbagliata. Non voleva credere.
"La carriera, ha preferito il suo lavoro a me. Ne ero devastata. Ero di nuovo sola, con un bambino in grembo.”. Rispose Patricia tra le lacrime, gocce di pianto piene di odio e solitudine.
"Che bastardo! Ti ha abbandonato, non puoi dirmi che provi ancora qualcosa per lui, non puoi continuare ad amare una persona del genere!" Gridò il giovane. Aveva sentito abbastanza, troppo per permettere che la ragazza che amava si riducesse cosi.
"Tu che cosa ne sai di quello che provo io? Tu non sai niente! É ritornato da me perché si é sentito in colpa, in tutti questi anni non ha fatto altro che pensare me e a Sam. Vuole un'altra possibilità, Sa di aver sbagliato,mi ama e vuole rimediare."
"E tu lo ami? Rispondimi sinceramente."
"Io non lo so."
"Non lo sai? Patricia se ami qualcuno lo sai e basta, senza se e senza me. Io so di amarti dal primo momento che ti ho vista, non ho bisogno di nient’ altro per capire che tu sei l'unica che voglio."
“Non farlo, non costringermi a fare questo.”
“Fare cosa? Commettere un grande errore?”
“Costringermi a dover scegliere. Provo qualcosa per te, e mi spaventa, perché sono stata ferita. Ho mille dubbi, e altrettanti preoccupazioni. Non posso permettermi di buttarmi a capofitto in una relazione, cerca di capirmi..  c’è Sam, non posso coinvolgerlo in tutto questo.”
Eddie le prese le mani, e le strinse con le sue.”Hey, io non ti dico di chiudere per sempre Jason fuori dalla  vita di Sam,è suo padre. Non sono nessuno per importi una cosa del genere, e tanto meno posso obbligarti a chiuderlo fuori dalla tua di vita. Ti chiedo solo di rifletterci prima di prendere una decisione.”
“Eddie io..”
“Non adesso, nessuna fretta. Solo una cosa da ricordare. Non puoi stare con qualcuno che ami solo per riconoscenza, o per affetto, questo non è davvero amore. Starò via per un po’, al mio ritorno saprò che decisione avrai  preso.”
 
In quei giorni passati lontano di casa, cercò di non pensare al fatto che avrebbe potuto perdere per sempre Patricia. Andarsene fosse era stato un azzardo, ma aveva bisogno di staccare la spina e allontanarsi. Non si diede tante aspettative, non voleva ricevere una delusione. Non era certo che lei lo avrebbe aspettato. Salì quegli scalini a passo pesante, come se non volesse, la paura s’impadronì di lui, poi si fece coraggio, prima o poi avrebbe dovuto avere una risposta, dolce o amara che sia. Arrivato in cima, udì dei passi, e il rumore dei bracciali che lei era solita indossare. Patricia era lì seduta su gli ultimi gradini.
“Trixie.” Disse semplicemente Eddie, non aveva bisogno di dire altro.
La ragazza si alzò in piedi. “Voglio provarci, desidero seriamente avere una relazione con te.”
Eddie la prese e la avvicinò a se. “Non è necessario che tu dica niente.” Le disse prima di dividere lo spazio che c’era tra loro due con un bacio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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