Jared e Misha nello spazio

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il regno degli animali ***
Capitolo 2: *** Il mondo delle idee ***
Capitolo 3: *** Il viaggio nello spazio ***
Capitolo 4: *** Il pianeta delle scimmie ***
Capitolo 5: *** Pov Misha ***
Capitolo 6: *** Il legame Parabatai ***
Capitolo 7: *** Flashforward ***
Capitolo 8: *** La litigata di Jared e Misha ***
Capitolo 9: *** Il pianeta dell'amore ***
Capitolo 10: *** Una canzone per sempre ***
Capitolo 11: *** Un dolce addio ***
Capitolo 12: *** Il ragazzo violetto ***
Capitolo 13: *** Jael ***



Capitolo 1
*** Il regno degli animali ***


Misha  aveva deciso di lasciar perdere.
Perché Jared era il suo migliore amico,
perché soffriva per il suo ragazzo,
perché in quella situazione erano in due a soffrire per amore e anche perché avevano dato un calcio alla loro vita di sempre.
 
Misha quindi gli permetteva di sfogarsi come meglio credeva, anche se questo significava usare la sua faccia da pazzo.
Era facile a volte guardarla quando si ricordava chi era che la stava indossando.
Era un po' come andare ad una festa di Halloween.
Jared in quel caso era il Giustiziere.
All’inizio era solo una cosa “personale” aveva detto, un modo per indagare, per ritrovare suo fratello.
“I loro fratelli.”

Ma poi era diventato qualcosa di più.
Jared usava la sua faccia per costringere la gente a dire la verità, a rivelare informazioni con una tenacia abbastanza sorprendente per i casi di fratelli separati alla nascita.
Adorava riunirli, lo leggeva nei suoi occhi a ogni riunione, in quegli occhi spesso tremanti e lacrimanti in cui ci leggeva anche rammarico perché non era LUI quello che aveva ritrovato un fratello.
Da un lato quasi ne era sollevato, forse Jared si sarebbe dato per vinto e sarebbe tornato alla loro vita di sempre.
Subito dopo si sentì una merda per questo pensiero.
Se Jared diceva la verità, anche un suo fratello c’era in mezzo a tutta questa storia.
Ma era davvero così o era solo suggestione di Jared?
 
 
 
(da qui si ricollega al capitolo 10 de Il giocattolaio )
“Jared, questi quartieri francesi , sono deliziosi,  ma ripetimi il piano che ci ripetiamo da due mesi, ormai, da quando abbiamo cominciato a viaggiare.” Diceva Misha, mentre camminavano nel buio di New Orleans.

Jared sospirò, ma guardò l’amico e sorrise.

“Grazie a questa faccia, possiamo scovare dentro il cuore e l’anima della gente, in questo modo, sarà più facile scoprire dove si trovano i nostri fratelli…ma ti vedo preoccupato, Misha, cos’è, hai cambiato idea sul venire con me?” chiese Jared preoccupato.

“Non dire sciocchezze..sono stato io a dirti che volevo venire con te, ma sono preoccupato, Jar..”
“Preoccupato per me? E perché mai?”

“Per la tua..faccia..i tuoi..poteri..li usi sulle PERSONE.”

“Erano tutte persone con una doppia faccia, credi non abbia fatto bene a smascherarli? La maggior parte erano criminali, o fedifraghi o bugiardi..”

“Forse intrometterti così nel destino della vita delle persone, avrà un costo su di te, Jar..”
Jared si fermò, guardandolo critico.
“Da quand’è che sei diventato così moralista?”

“Non mi interessa niente della moralità, io mi preoccupo per te, se non fai attenzione, gente senza scrupoli, potrebbe mettere gli occhi su di te.”

“E allora? La cosa peggiore che potrebbe capitarmi?” chiese Jared, riprendendo a camminare.
“Potrebbero usarti, per esempio.”
“E se fossi d’accordo nel farmi usare?”
 

Misha si parò davanti a Jared e lo prese per il mantello.
“Io non te lo permetterò. Non permetterò che ti usino.”
“Non spetta a te decidere, Misha.”

“Come puoi volere QUESTO? Credevo fossimo in viaggio per ritrovare tuo fratello..e forse anche il mio.”
“È per LORO che io sto facendo tutto!”
“Cosa??”

“Senti, chiunque ha mio fratello, è gente poco raccomandabile..se mischiarmi con i criminali, come ultima spiaggia, mi permetterà di trovare informazioni, che si facciano pure avanti, sono disposto a tutto.”

“No..non lo faresti mai..”
Jared lo fissò. “Ho rinunciato al ragazzo che amo. Non c’è nulla che non farei, Misha.”
 
 
 
 
*

Durante un soggiorno a Roma, in un vicolo buio, Jared aveva chiesto a Misha di seguirlo.
“Sei pronto?” chiese Jared.
“Sì, che cosa volevi farmi vedere, Jared?”

Jared prese un grosso sospiro e con la mano, creò un piccolo buco nero.
Misha non sembrò sorpreso, ma poi, il buco si allargò fino a diventare abbastanza grande.
Misha aveva la bocca spalancata.

Sei riuscito ad espanderlo fino a questo punto??”
Jared sorrise compiaciuto.
“A quanto pare si.”

“L’ultima volta che me l’hai mostrato, era grande quanto una nocciolina.”
“E adesso invece si è allargato.”

“Credi che dipenda dalla tua faccia? Dal potere che ti ha dato la moneta? Ti da anche il potere di aprire la terza dimensione?”
Jared fece spallucce.

“Quello che posso fare io, costringere le persone a rivelarsi per quello che sono, è qualcosa che nessuno è in grado di fare, credo che sia collegato al mio potere,sì, il potere di manipolare la mente altrui, mi ha dato anche il potere di andare oltre la nostra dimensione corrente.”

“E cioè di creare buchi neri?” chiese Misha. “Dove credi che portino?”

“Non lo so, forse altri mondi..altre dimensioni..hai paura?” chiese Jared, rivolgendosi all’amico.
“Sì.” Ammise lui, vergognandosi un po'.
Jared andò da lui e gli mise le mani sul viso.

“Sei ancora in tempo per tornare indietro, tornare a casa, Mish..io non me la prenderò se tu..”

“Scherzi?” chiese Misha, ridendo e spostandosi bruscamente. “A questo punto sembra che la nostra storia fantastica sia arrivata ad un punto in cui i nostri viaggi si prospettano molto meno monotoni e più originali di quello che pensavo. “

“Quei buchi neri potrebbero portare alla morte, Mish…”
“La moneta non ti permetterebbe di creare qualcosa che ti porti alla morte, tu stesso dici che ti protegge.”

Jared si guardò le mani e se le posò sulle guance.
“Io non sono più sicuro di nulla…”

“Lo sapevo, vuoi scaricarmi e iniziare una nuova fantastica avventura tutto da solo, perché vuoi la gloria tutta per te.” Rise Misha.
Jared rise.

“Che cosa ho fatto per meritare un amico come te..”

“Pensi di metterci una mano li dentro, o di continuare a perderti in sdolcinerie fino a quando albeggerà?”

Jared guardò esitante il buco nero che galleggiava sopra di loro.


“Amico, se aspettiamo ancora un po', qualcuno lo vedrà! Oh, al diavolo!”

“MISHA, ASPETTA!”
 
Ma Misha non lo ascoltò e infilò un braccio all’interno del buco nero.

Quasi a Jared gli si spezzò il respiro, nel vedere il braccio di Misha sparire dentro.

“Cosa? Cosa pensavi mi sarebbe successo? Che qualche mastino infernale mi masticasse da li dentro?” chiese Misha, storcendo la faccia in una smorfia e togliendolo. Il braccio sembrava intatto.
 
“RAZZA DI SCIAGURATO!” gridò Jared e andò a controllare l’amico tastandogli il braccio con entrambe le mani.


“Sembra intero, non credo si sia dissolto in milioni di particelle, ma magari all’interno di quel buco nero, il mio braccio si è disintegrato.”

Jared lo guardò senza capire.

“Il gatto di Scrodinger! Mai sentito parlare? Il gatto nella scatola, che finchè non è osservato da nessuno, non si trova in uno stato definitivo. È vivo e morto allo stesso tempo. Che c’è? Non ti piace la storia?”

“No! E se devo dirti la verità, mi stai anche spaventando a morte.” Disse Jared, guardando il buco che senza la sua concentrazione, si stava rimpicciolendo.
“Jared, io vado. “

“Cosa?? SEI IMPAZZITO?”
“La domanda è, verrai con me?”

E senza aspettare la risposta, Misha entrò nel buco.
“MISHA!”
 
Misha era scomparso, ingoiato dal buco nero.

Jared, mise un braccio dentro. Era come toccare il nulla.

“Maledetto sciagurato!” disse, ed entrò a sua volta.

Il buco nero si richiuse dietro di lui.
 
 
 
 
*
Io e Misha entrammo dentro il buco e quasi rischiammo di cadere, visto che eravamo sopra degli alberi, in una foresta.
Due tigri grosse come elefanti in piedi su due zampe, ci ruggirono contro.
E quel che è peggio è che erano VESTITE.

“J-Jared…a-aiuto…”
“Sta calmo, Misha, sta calmo.”
“Oh, ma io SONO calmo.” Disse Misha, atterrando sul prato.
“MISHA, SEI IMPAZZITO??”

“SCAPPA MENTRE IO LI DISTRAGGO!”
“COL CAVOLO! MISHA, TORNA QUI!!”
“SBRIGATIIII”

“Maledizione. Vieni qui, vieni qui, vieni…” un inizio di buco nero si materializzò nel dito di Jared.
Lo guardò allibito. Misha continuava a correre, aveva guadagnato un po' di vantaggio gettando due banane alle tigri.
“Misha!! Sciagurato, vieni qui!!” lo richiamò Jared, posizionando il cerchio per terra. Ormai era grande abbastanza.

Misha scattò a velocità chilometrica, mi acchiappò la mano e tornammo dentro.
Ma non durò, il portale ci scaraventò solo all’uscita di quella che sembrava una foresta.
 
Presi per mano il mio amico e mi accorsi che eravamo precipitati in un Incubo.
Il mondo era un grosso pianeta alla rovescia!

Sugli alberi strane forme umanoidi che assomigliavano a degli uccelli ma grossi come ANATRE, ci fissavano. Io e Misha ci guardavamo deglutendo, loro starnazzavano riconoscendo in noi forse dei simili.

Jared..andiamo via..”
“Ma come, non..non li aiutiamo?”
“Non credo che possiamo..”
“Ma che razza di Mondo è questo?”
 
 
Io e Misha decidemmo di visitare il pianeta, in una città incontrammo una ragazzina, avrà avuto si e no vent’anni e si muoveva a quattro gambe, era una ragazza canina ed era coperta di stracci, non sembrava voler parlare e così la costrinsi esibendo la mia faccia.
Fortunatamente sembrava che il mio potere funzionasse anche in altri mondi.

“Sono secoli che gli animali hanno preso il sopravvento sulla razza umana.” Disse la ragazzina. “e hanno deciso di vendicarsi per tutti i secoli che sono stati trattati come la razza più inferiore del pianeta. Sono Secoli che la razza umana è assoggettata a loro, che NOI siamo assoggettati a loro.”
“Che cosa vi fanno?” chiese Misha con compatimento.

“Tutto quello che noi facevamo a loro.” disse la ragazzina come se fosse OVVIO. “Ci sono gli umani domestici, gli umani da zoo, quelli d’acqua dolce, a seconda delle loro preferenze, ma non sono tutti odiosi, no. Alcuni ci danno anche molte libertà. Io per esempio sono un’umana LIBERA, perché vivo in mezzo alla strada, mi arrangio come posso per mangiare, ma..spesso devo scappare da chi cerca di addomesticarmi.” Rabbrividì e Misha e Jared cercarono di non chiedere cosa gli animali intendevano per “addomesticare.”
“Perché non avete provato a ribellarvi?” chiese Jared.

“Non è facile quando sei la razza inferiore.” Spiegò lei. “Il nostro dna ha subito una mutazione, ora alcuni di noi non possono vivere all’infuori degli oceani o del mare..molti di noi, quelli con il dna dei volatili, non possono muoversi che in cielo, alcuni vivono solo d’estate, altri solo d’autunno, altri solo otto ore come le farfalle..e poi non è semplice organizzare una rivolta quando non puoi riuscire a imparare la stessa lingua o quando sai che tra solo vent’anni di vita, sarai morto, perché la tua vita è come quella di un gatto.” Disse lei tristemente. “Una volta le cose erano diverse, dicono quelli di noi che lo sanno, una volta l’umanità credeva di essere infelice solo perchè doveva guadagnarsi il cibo o lottare per un’emozione, forse abbiamo pagato per non esserci resi conto di quanto eravamo fortunati.”
“È terribile.” Disse Jared guardando Misha.
“Già.”


 
*

Misha voleva tornare subito nel nostro mondo ma a quanto pareva non riuscivo più ad attingere al buco nero e non eravamo liberi di farlo. Rimanemmo intrappolati due mesi in quel mondo, muovendoci tra i rifugi più diversi usando la mia faccia per nasconderci e non farci scoprire e vedemmo le cose sotto un’altra prospettiva.
Noi..l’umanità..la razza MIGLIORE..e invece eravamo la peggiore di tutte, quella che trattava gli animali come BESTIE.

Castravamo gli animali per non fargli avere dei cuccioli o non provavamo neanche a salvare quelli malati, solo perché credevamo che la vita di un gatto non valesse poi molto in confronto a quella di un umano.. se si ammalava uno di noi, c’erano gli ospedali, le visite mediche..le operazioni, se si ammalava un animale, spesso si ricorreva all’eutanasia per non farlo soffrire.
Abbandonavamo i cani sull’autostrada, effettuavamo la caccia, allevavamo delle bestie solo per poi ucciderle o per farne pelliccia, usavamo le cavie da laboratorio..uccidevamo le zanzare..e tanto altro ancora.
Non era un mistero che molti di loro si erano ribellati.

Mi sentivo così triste, ancora di più mi sentivo triste per Misha, lui non aveva fatto mai niente contro nessuno e tantomeno a un moscerino, non era giusto che dovesse pagare proprio lui.
Aspettavamo ormai che la mia capacità di crearci un altro varco dimensionale tornasse, quando in piazza, ci presero alle spalle.
Eravamo circondati da scimmie giganti e elefanti che ci guardavano malissimo.

“Credo che il nostro Presidente sarà contento di vedere che finalmente dei visitatori di un altro pianeta sono venuti tra noi.” disse un cane barbuto.
Sperai che il loro Presidente fosse un pochino più intelligente di questo branco di scimmioni.
 
 
 
 
“Una storia molto toccante. “ disse l’asino sul trono. “E vi aspettate che ci crediamo anche, magari.”
“Con tutto il rispetto, signore, stiamo appena parlando con un asino, eletto a presidente degli stati uniti e siamo capitati in un pianeta in cui gli animali hanno preso possesso del pianeta, prevaricando sull’umanità. Se crediamo a questo noi, potete credere anche alla nostra storia.”
“In effetti dalle dimensioni e dalle fattezze si capisce che non sono di questa terra, signore.” Disse un animale a due zampe che non si capiva bene cos’era, evidentemente gli umani non erano i soli ad aver subito delle mutazioni.

“Capisco..beh, parlateci un po' di questo vostro pianeta, è davvero così antiquato ancora?” sogghignò.
Misha intervenne prima che potessi fermarlo.

“L’umanità può anche non esser stata la migliore razza creata e spesso ha peccato di crudeltà, ma non è colpa nostra se apparteniamo a due mondi COMPLETAMENTE diversi!”
“Misha!!”
“Non riuscite neanche a parlare nella nostra lingua! Non eravamo consapevoli di crearvi tanto male! E poi non è giusto colpevolizzare tutti per i reati di molti!”

“Basta, Misha, calmati!” lo scossi.
Non servì a niente, il presidente e le sue guardie non presero bene i nostri improperi e intimò di catturarci.
“Era il vostro piano dall’inizio! Sporchi animali!”

“Misha piantala!!” lo trascinai via.
 
Corremmo, corremmo e quando già pensavamo di non aver più scampo, ecco che il buco nero si materializzò, finalmente, eravamo in mezzo alla strada.
“JARED, VIENI!”

Misha mi chiamava, mi chiamava, ma io fui ipnotizzato da qualcosa di inaspettato.
Mi voltai e c’era un uomo gatto, tigrato, arancione.
Lo guardai, lo guardai per un tempo immemore.
Jensen amava i gatti tigrati.
Lo avrebbe amato.

“Tieni le mani in alto.” Disse proprio lui avvicinandosi.
“No, non farlo! Stai attento!”
“Cerchi di distrarmi, vero? Ma con me non funziona!”

Mi buttai su di lui, spingendolo di lato, salvandolo appena in tempo da una macchina in corsa.

“Sembra che i vostri simili non siano esenti dalla stessa criminalità che amputavate a noi!” sputai arrabbiato.
Il tipo felino sembrava troppo scosso per dire alcunché.
“Ruben!”
Un gatto rosso, arrivò abbracciandolo e vezzeggiandolo.
Il gatto?
O il fratello?

Mi senti strattonare per una spalla e Misha mi trascinò dentro il portale, in tempo per evitare la cattura da parte degli altri.
 
 
“Jared, che diavolo scrivi?” chiese MIsha.
“La nostra prima avventura. Forse un giorno Jensen vorrà sapere..cosa abbiamo passato.”
Chiusi il quaderno e mi stiracchiai di più sul letto.
 
 
 
*
Jensen vide sulla strada un gattino arancione tigrato che lo fissava.
“Ciao, bello.” Lo accarezzò, inginocchiandosi accanto a lui.
“Miao.” Il gattino fece le fusa.
Jensen pensò che dovesse essere un gattino che abitava nella loro zona,  sembrava addomesticato ma probabilmente gli piaceva restare libero e i suoi padroni glielo permettevano.
“Avrei voluto che Jared ti vedesse. Gli saresti piaciuto.”
“Miao.”






















Note dell'autrice: allora, come potete vedere questa è una nuova storia e il primo capitolo è già più lungo, rispetto ai miei standard.
Chi non segue la mia serie "fiaba oscura" non capirà niente quindi ve la consiglio xd
chi invece la segue potrà pensare che questa è una storia inutile visto che sono dei missing moment, ma vi spiego, io ho sempre pensato quando leggo una ff, che avrei voluto che l'autrice magari raccontasse dei retroscena che mi hanno incuriosito molto e spesso non solo a me, ma a quanti di voi sarà capitato che l'autrice vi trova delle scuse per non farlo? Il tempo, l'impegno, non è importante, quando spesso è solo una questione di voglia o la paura di non essere all'altezza e quindi fare uno schifo xd
io penso però che con un po di coraggio in più si possono fare belle cose e aiuta anche a rendere la propria storia più REALISTICA!
Nel senso se già dici che non scrivi una cosa perchè non la ritieni importante, nella testa del lettore scateni dei pensieri, che o la cosa non esiste perchè tutto quello che non pubblichi è come se non lo rendi vero, o che la scrittrice per prima, non vuole rendere più reale la sua stessa storia, insomma cose così.

Io non giudico nessuno, io sono la prima che all'idea di scrivere dei missing moment spesso mi sono scoraggiata, non volevo farli e cose così ma voglio cercare di andare oltre a questo perchè nella mia testa è l'unico modo per rendere più REALI dei personaggi che di fatto non lo sono, insomma poi le cose che proprio non posso scrivere perchè non riesco a immaginarle non le scriverò, ma intendo scrivere almeno fin dove riesco a immaginarmi le cose e trovo che il viaggio di Misha e Jared sia qualcosa di troppo EPICO per non essere raccontato, mi sento come se rendessi la mia serie meno VERA se non lo raccontassi, ecco, ci sarebbero troppe lacune, in più devo raccontare perchè ad un certo punto Jared e Misha si separano, se non lo facessi renderei tutto falso e artificioso e ci ho speso troppo in questa storia per rovinarla così
 
I CAPITOLI SARANNO TUTTI COSì? : NO, questo ve lo posso dire, chiamatemi pigra, tutto quello che volete ma ho fatto fatica a scrivere questo, non ho raccontato nemmeno i due mesi che hanno passato nel primo mondo e non credo lo farò, anche perchè sarebbe stato solo un raccontare di uno spostarsi da un albergo e una casa all'altra, troppo difficoltoso poi scrivere di un mondo in cui gli animali regnano..insomma ce l'ho messa tutta per rendere le cose il più possibile realistiche ma ho fatto fatica e quindi per questo i prossimi capitoli potrebbero essere più..sfumati per così dire, solo dei vaghi accenni, magari anche qualche dialogo ma non così dettagliati come in questo primo capitolo, non arrabbiatevi, perlomeno ho deciso di approfondire già un po di più il loro viaggio, all'inizio non volevo neanche farlo ahha
cmq non so davvero quanto in la posso spingermi con i dettagli, vedremo se sarò ispirata con i prossimi xd

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Capitolo 2
*** Il mondo delle idee ***


La moneta aveva spiegato a Jared come stavano le cose.
I genitori di Jared erano stati ingannati, avevano accettato l’aiuto di un’organizzazione, affidandosi alla magia e all’esoterismo, grazie all’aiuto della moneta, che era lei stessa, per riuscire a guarire la presunta sterilità della madre di Jared.

Da questa gravidanza però, la madre di Jared ebbe TRE FIGLI, ma loro avevano dei piani per questi bambini, non piani normali, ma un progetto enorme, quello di seminare i bambini in altri mondi nel cosmo.

Il motivo stava nella realizzazione di un piano misterioso, che prevedeva la separazione non solo dei gemelli di Jared ma di anche altre coppie di gemelli.
La moneta non poteva dire di più perché sapeva solo queste cose, ma confermò l’esistenza di altri mondi.

Jared si sentì morire all’idea che i suoi fratelli potessero essere seminati nello spazio, abbandonati a sé stessi. Ora aveva la PROVA che altri mondi esistevano DAVVERO, ma in quel caso i suoi fratelli stavano bene? Non aveva neanche la certezza che fossero ancora tutti vivi, non sapeva cosa avrebbe trovato, dei cadaveri? Un cadavere? Sarebbero forse impazziti o sarebbero diventati delle persone cattive? Non lo sapeva ma quello che sapeva è che aveva lasciato TUTTO per questa missione e non aveva intenzione di arrendersi.
 
Quello che la moneta gli raccontò, aveva indotto dei pensieri in lui e svariate idee, sulla riuscita della missione, su quello che avrebbero potuto trovare, si chiese quanto tempo sarebbero stati via e anche quando sarebbe finita.
Insomma, le idee viaggiavano.
Così come quelle di Misha.

Si trovavano nell’ennesimo albergo, a pensare, nei due letti della camera, quando al’improvviso un altro buco nero si materializzò.
 
“Jared…non credo di essere già pronto.” Sbuffò Misha, lamentoso.
“Misha, ti assicuro che io non ho fatto proprio nulla.” Disse sbalordito l’altro.

“Oh, meraviglioso! Quindi adesso puoi materializzare buchi neri anche in base al tuo umore! Non so se gioire o essere terrorizzato da questa cosa! Ma a cosa stavi pensando?”
“Io..a quello che ci ha raccontato Minny, ovviamente.”

Misha storse la bocca in una smorfia e Jared non se la sentì di rimbrottarlo, poteva capirlo, pensare a una moneta dalla forma vagamente umanoide che li aveva plagiati per convincerlo a far avere un’amnesia di massa a tutte le persone che lo conoscevano e chiamarla MINNIE, faceva ridere e disgustare, ma non avevano avuto altra scelta.

Non potevano mica continuare a chiamarla MONETA e poi almeno così potevano palare di lei anche in pubblico, invece stare in un locale o in una piazza dicendo “La moneta mi ha detto” davanti a qualcuno, li avrebbe fatti internare al manicomio più vicino.
Certo, sempre se riuscivano ad avvicinarsi a loro senza spaventarsi davanti alla sua faccia da pazzo.

“Mmm.. interessante.” Disse Misha di colpo più incuriosito. “Se il buco si è materializzato in seguito al tuo UMORE, magari può portarci in un mondo dove può farci vedere il futuro, quando questa storia sarà già finita.”
Jared lo guardò spalancando la bocca.  “Non credo sia così, Misha.”

Non voleva che fosse così. Se fosse capitato in un futuro dove Jensen era morto in seguito alla fine di questa storia? Se avesse dovuto vedere altre persone che amava, fare una brutta fine? E anche persone che non conosceva ma sentiva di amare a prescindere, sottinteso i suoi fratelli? Non era pronto.

Ma lo fece comunque, si allineò al fianco di Misha che era già in postazione davanti al buco nero, perché coraggio non significava non avere paura ma averla e andare avanti lo stesso.
“Pronto?” chiese il suo amico.
“No, ma sai che ti seguo sempre, amico.” Disse Jared.
Misha lo fissò con un sorriso luminoso.
“Non avrei saputo dirlo meglio.”

Si presero la mano e si lanciarono nel buco insieme.
 
 
 
*

Quello che non si aspettavano era quello di precipitare.
Gridarono, spaventati, perché era quello che una persona ancora sana di mente – Jared pensò che ne sarebbe rimasta ancora poco – avrebbe fatto in seguito a una precipitazione del genere.
Ma poi fortunatamente il “volo” non durò a lungo.

Atterrarono sul morbido, precisamente in un tappeto di nuvole.
“Sembra quasi banale, non trovi? Insomma..le nuvole solide in cielo..è una cosa vista e rivista in qualsiasi anime di serie Z.” disse Misha, sembrava quasi deluso.

Jared voleva dire che lui non aveva mai visto anime o film in cui le nuvole fossero solide ma decise di soprassedere e disse invece indicando con il dito:
“Scommetto che QUELLE non sono tante banali.”
Misha si voltò dove lui indicava e sgranò la bocca in una O gigantesca.

Delle ENORMI palle colorate di dubbia natura sovrastavano le nuvole, alcune erano più piccole di altre ma erano lo stesso gigantesche, dominavano le nuvole in un tripudio di colori.
Erano grosse e colorate come sfere gigantesche,alcune invece erano più piccole.







Erano soffici e morbide al tatto, alcune sembravano fragili, ma non sgretolabili, altre sembravano resistenti.
“Misha, che diavolo sono queste robe?”
“Non lo so, sembrano belle ma mi fanno anche paura.”

“Non fanno paura solo a te, ma anche loro sembrano aver paura di noi.” disse Jared vedendo che le sfere sembravano scostarsi dal loro tocco.

“Mmmm…forse possiamo chiederlo ai nababbi che abitano in quel colosso di ricchezza.” Disse Misha indicando un castello che sembrava inglobato con le nuvole stesse.
“E se provano ad attaccarci, Mish?” chiese Jared.

“Gli buttiamo addosso un po' di nuvole e ci inglobiamo tra esse come i camaleonti.” Disse Misha con un fare così cospiratorio che strappò una risata all’amico.

“D’accordo, andiamo.”
 
 

All’interno del “castello” la cosa era ancora più stupefacente con lunghe colonne bianche e una luce che rendeva il castello stesso, un castello delle fiabe.
Capirono di trovarsi davanti a una specie di sala del trono.
Il re li guardò con benevolenza.

“Bene, molto bene, vi stavo aspettando.” Disse il re con la barba marrone.
Jared e Misha si guardarono.
“Noi?” chiese Jared.
“Ho avuto un’idea e questa idea mi ha detto che dei viaggiatori di un altro mondo sarebbero giunti qui, cercando qualcuno. Posso chiedervi chi?”

“Mio fratello, sua maestà e forse anche un altro, due gemelli, che sono stati sottratti alla nascita ai miei genitori con l’inganno e trasportati dio solo sa dove, forse in altri mondi e forse lo stesso destino è stato riservato al mio caro amico Misha. Non sappiamo se ancora sono vivi, ma li stiamo cercando tra i mondi.”

Il re soppesò le sue parole, Jared sudava, ma non perché fosse insincero ma perché parlare di queste cose ad alta voce lo faceva soffrire.
“Dice la verità, sua altezza! Abbiamo dovuto entrambi abbandonare chi amiamo per questa missione.”

“Vi credo, ma non sono sicuro di potervi aiutare, questo è il Mondo Delle Idee, qui è dove si originano pure e limpide, qui è dove sono protette, ma questo non è il Mondo della Verità, se volete sapere se la vostra famiglia è qui, io non posso aiutarvi, il nostro compito è solo quello di custodire questo Regno e non permettere a nessuno di contaminarlo e distruggere le idee, se non quelle malsane.”
Jared e Misha si guardarono sconfortati.

“Magari i vostri fratelli si trovano sulla Terraferma.” Disse il re facendo spallucce.
“Nonno, se mi permetti, io vorrei consigliare ai nostri viaggiatori stranieri di sfruttare l’Iperuranio per rendere la loro ricerca più facile.” Disse una ragazza dai lunghi capelli castani lisci.
“In che modo, bambina mia?”

La bambina che sembrava avere almeno 25 anni ma aveva il limpidume azzurro di chi si trovava esattamente dove voleva essere e che non aveva mai conosciuto alcuna malvagità, disse a loro sorridendo:
“Non so, qualcosa che possa permettere più facilmente loro di trovarlo.”
 
Nel momento stesso in cui lo disse, la mente di Jared lavorò frenetica.

Un’immagine cominciò a lavorargli in testa e sentì una strana energia lavorare in lui.
“Sì, ecco, è esattamente quello che volevo dire!” disse la ragazza.
“Ma io veramente non vedo niente!” disse Misha.
“Perché per adesso è solo un pensiero, ma se il tuo amico ci penserà con la massima intensità, potrebbe perfino riuscire a costruirlo.”
“Costruirlo?” chiese Misha orripilato.
Il re rise e entrambi si sentirono molto stupidi.

“Le idee non CREANO niente, eccetto il modo PERFETTO di creare, il modo perfetto di trovare una soluzione alternativa.”
“Ma io non vedo niente!” disse Jared sconfortato.

“La soluzione non si vede subito, ma è un inizio, magari la tua soluzione non si trova qui.”
In quel momento la mente di Jared riprese a viaggiare e si immaginò di scendere dall’Iperuranio e visitare il pianeta, chiedere aiuto a qualcuno..un inventore…si vide nell’atto di costruire qualcosa.

“JARED!” gridò Misha, facendolo sussultare. Si guardò addosso e vide che ora brillava come se fosse il sole.
“A quanto pare l’idea di Jared, è molto LUMINOSA.” Disse la ragazza ridendo.
“Io..io..”
“Credo che la tua idea sia appena nata nell’Iperuranio, ragazzo, ti consiglio di andarla a vedere, così ci crederai di più.”
 
Jared non se lo fece ripetere due volte e cominciò a correre come un pazzo, non sapeva neanche lui dove stesse andando ne si preoccupò di fare una cattiva impressione, corse come colto da un’intuizione improvvisa, poi si fermò, perché qualcosa gli diceva che era arrivato.
 
Ed eccola li. Una sfera luminosa, delle dimensioni di una pallina di tennis, Jared la guardava angosciato ma con la venerazione di chi guarda un piccolo miracolo.

Misha arrivò al suo fianco, così come la ragazza e il re e altri sudditi, ma Jared li vide appena.
“Posso..toccarla?” domandò titubante.
“Certo! DEVI!” disse il mago incitandolo.

Jared prese la pallina tra le mani e la sentì solleticare e piena di calore tra le mani, poi prese a ruotare e Jared ebbe paura che potesse scappare, ma non aveva il coraggio di toccarla, poi si sfregò sul dorso come se facesse le fusa. Deglutì e quasi urlò quando la pallina entrò DENTRO la mano.

“Stai tranquillo, sta solo CONOSCENDO il suo proprietario.” Rise il signore.
“Le IDEE vogliono conoscere chi le crea?” chiese Misha, sconvolto. Vedere una pallina di luce entrare dentro la mano del suo amico non doveva essergli piaciuto molto.

“Certo, anche chi viene creato, ha bisogno di conoscere il proprio Creatore e se è il caso, tranquillizzarlo.” Disse una dama che doveva essere la madre della ragazza.
La pallina uscì dalla mano e ritornò al suo posto saltellando, più viva che mai.

“è stupendo.” Disse Jared in contemplazione.
 
 
 
 
Jared e Misha riuscirono a scendere grazie a una porta luminosa stile ascensore che li trasportava da li, fino alla piazza preferita e da lì si misero subito in cammino, cercando un inventore.

Erano tutti già a conoscenza del loro arrivo, a quanto pare diversi profeti avevano avuto quella visione, confermata poi dal re dell’Iperuranio.
La popolazione fu incredibilmente gentile nell’indicare loro il migliore.
Jared e Misha si guardavano intorno, cercando di imprimersi a fondo tutto quello.

Sembrava una nuova età dell’Oro, il mondo forse non era perfetto ma ci si avvicinava, grazie alle idee raggiungibili facilmente, si poteva creare un mondo quasi perfetto, i palazzi erano esattamente come sognavano chi li immaginava e se si faceva degli errori, venivano ricostruiti meglio, come fossero argilla, le strade erano più pulite e perfino le foglie dagli alberi non cadevano più così spesso.

Le persone erano più sorridenti e felici, a quanto pareva, riuscire a capire subito che un’idea era una CATTIVA idea,  limitava di molto la sofferenza interiore.
Quando arrivarono dall’Inventore, lui credeva che lasciarsi aiutare da Jared. fu una BUONA idea, quindi cominciarono a costruire insieme, quello che si rivelò essere un RADAR.

Per farlo funzionare, l’inventore pensò che fosse una buona idea usare il sangue di JARED, come una sorta di ricarica a pile, l’aggeggio sarebbe entrato in risonanza con altri membri della sua genetica ma ha dovuto focalizzarlo solo sul legame di fratellanza.
Non avevano modo di sapere se funzionava per i viaggi interstellari, ma era la cosa più facile da costruire che avevano trovato.

Jared e Misha, ringraziarono tutti, andarono dalla gente sull’Iperuranio, ringraziarono pure li e se ne andarono.
 
 
Caro Jensen, amore mio.
Ti sarebbe tanto piaciuto quel mondo, sai?
È un mondo in cui l’Iperuranio è raggiungibile all’umanità.

È un mondo dove puoi vedere le tue idee all’infuori di te e vedere quelle che sono più fragili e quelle più forti.
Prima di andare via da li, sono stato attirato da una sfera blu, era grossa, molto grossa, Misha ha cercato di fermarmi, ma non gli ho dato retta.

L’ho abbracciata e ho avuto la visione di me stesso che abbracciavo un altro me stesso, un altro ragazzo dai capelli lunghi ma incredibilmente triste e cupo.
Desideravo proteggerlo più della mia stessa vita.
So bene che non ho visto il futuro ma solo una possibilità, un’idea, la MIA,

ma questa IDEA..è forte, Jensen.
È forte, solida, l’ho TOCCATA.

Questa idea è così anche per merito tuo, per merito del tuo sacrificio, perché mi hai lasciato andare.

Ti amo così tanto,
tuo Jared.






















Note dell'autrice: allora, io in realtà ho cercato invano di ritrovare l'immagine fantastica che ancora dopo ANNI, ero una bambina, avevo letto in un giornalino di Zio paperone. Zio Paperone il mondo delle idee, c'era un'immagine fantastica che mostrava proprio queste palle nel cielo ed erano PERFETTE, ho cercato su google, niente e quindi ho dovuto PER FORZA cercare immagini simili, spero che basti, quelle che ho trovato si somigliano molto però.
Ci sono delle inconruenze con quanto avevo affermato prima su questo famoso telecomando, ma prometto che aggiusterò la cosa, solo che sono in un periodo che non sto bene e ho cmq voluto scrivere questo capitolo. Se riesco sistemerà l'incongruenza già oggi.
Spero vi sia piaciuto il capitlo! Vedrete che ci saranno tantissime altre sorprese

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Capitolo 3
*** Il viaggio nello spazio ***


L’esperienza nel mondo delle Idee fu davvero intensa per Jared e Misha.
Talmente intensa che i due giovani ragazzi credettero che gli sarebbe scoppiato il cuore e se non fossero stati così giovani, forse sarebbe successo davvero.
Fu strano e complicato tornare in una camera d’albergo, dopo l’esperienza incredibile che avevano appena vissuto.
Non riuscirono a chiudere occhio ma comunque Jared riuscì a sognare. Era quasi un sogno da sveglio, come una visione mistica.

Sognò lo spazio infinito. Il cosmo e le stelle e una navicella.
Al risveglio si sentì molto provato e la sensazione che non era stato reale, lo fece sentire svuotato, quindi raccontò tutto a Misha che gli disse che aveva fatto lo stesso sogno.
Questo ruppe gli argini e cominciò a piangere.
La consapevolezza di quanto fosse infinito l'universo e i mondi, oltre al sapere che non disponevano davvero di un'astronave, lo aveva buttato giù. Era inutile, era tutto inutile e loro stavano solo sprecando tempo.

Misha lo abbracciò e gli disse che non dovevano arrendersi, quindi ne parlarono con la Moneta che ormai aveva preso l’abitudine di comunicare telepaticamente con loro.

Disse che non era un caso che avevano sognato una cosa del genere entrambi e che per la loro missione era una scelta obbligata.
Jared e Misha entrarono nel panico appena capirono cosa la moneta stava loro suggerendo.
Un viaggio nello spazio???

Con una navicella VERA?
Ma erano solo due ragazzi!
E se fossero morti nello spazio?
E se fosse mancato l’ossigeno?

Come avrebbero fatto a mangiare, a vivere, a lavarsi e tutte quelle cose basilari di cui ha bisogno l’organismo umano?
E se si fossero ammalati?
Se fossero impazziti davanti alla grande distesa dello spazio?
Se perfino degli scienziati VERI erano solo riusciti a raggiungere la Luna, che speranza avevano loro?

Ma la moneta disse loro di stare tranquilli, che ci avrebbe pensato lei a tutto.
 
 
 
 
*

Non si sa come, forse era una magia, Jared e Misha riuscirono a raggiungere un posto segretissimo della Nasa, dove erano situate delle navicelle spaziali.
Jared e Misha uscirono fuori dal furgone con il quale erano arrivati.
Era notte. Una bella notte stellata.
Non avevano paura, era come se nulla potesse fare più paura.

Quello che stavano facendo sembrava loro così giusto.
E quando tu hai questa sicurezza, niente può andare storto.
 
O forse quasi niente.

Fermi là. Cosa credete di fare?” chiese un uomo di mezza età.
Jared e Misha sbuffarono. Dovevano immaginarlo, non sarebbe stato così semplice.

Scavalcare il filo spinato lo era stato, arrivare fin là lo era stato, ma erano stati ingenui a credere che nessuno cercasse di fermarli.
Erano appena vicini alla navicella e l’uomo sbarrò loro la strada.
“Ma siete 2 ragazzi. Che ci fate in questo posto?” chiese loro interdetto. “Dove sono i vostri genitori? Ce l’avete la maggiore età???”

Misha e Jared temettero che l’uomo avesse seriamente intenzione di chiamare i servizi sociali.
“Abbiamo intenzione di usare QUELLA per trovare i nostri fratelli.” Disse Jared serio.
Misha lo guardò come se gli fosse uscito fuoco dagli occhi.
“Sei completamente rimbecillito???” lo rimproverò.

Bobby sembrò pensarla allo stesso modo.
Sembrava incazzato ma un’altra emozione di fondo fece capolino in quegli occhi.
Ci volle un po' prima che i due ragazzi capirono che fosse dispiacere e un’incredibile tenerezza.

“Okay, non so cosa sia successo ai vostri fratelli ma non si trovano sicuramente nello Spazio, adesso venite con me e faremo una chiacchierata con le vostre famiglie e poi..”
“Jared, fa qualcosa!” quasi strillò Misha.

Jared alzò gli occhi al cielo, a volte Misha era come una ragazzina, ma era scusato in parte per tutto quello che avevano passato.
Cogliendo il riferimento alla sua faccia, la esibì e Bobby lascò i loro bracci come se fosse scattato e gridò, ma non cercò di scappare.
“Che diavolo ha il ragazzo alla faccia??” disse attonito.

Misha lo guardò incuriosito dalla sua reazione.
“Non credi sia un mostro?”
E Jared per l’emozione tornò normale.
“Cosa??? NO. Cosa gli hanno fatto? Chi gli ha fatto questo? Come..come ha fatto a tornare normale???”

“Sei l’unico che non sembra avere paura di me. Ti ringrazio.” Disse Jared e sentì gli occhi commuoversi, prima di sentire le mani di quell’uomo forte stringerlo.
“Devi farti vedere da un medico, hai bisogno di aiuto.”

“Lo lasci immediatamente.” Disse Misha, brandendo un pugnale come per colpirlo.
Bobby si irrigidì.
“Che diavolo vi sta prendendo? Sto solo cercando di aiutarvi! Se tu sei davvero un suo amico non ti importa che stia così?”

“Il mio migliore amico e quello che ha è qualcosa che né io né te possiamo aiutare.” Disse Misha passando al tu senza accorgersene.
Bobby lo lasciò andare istintivamente ma poi sembrò pentirsene, cercò di riavvicinarsi a Jared ma lui prontamente gli sfuggì e si mise al fianco di Misha.

“I nostri fratelli sono stati dispersi nello spazio quando avevano solo pochi giorni di vita, noi stiamo andando a cercarli e non puoi fare nulla per fermarci.”
Bobby sembrò capire che stavano dicendo la verità ma questo lo fece uscire di senno.

“È una follia!! Non si può sopravvivere nello spazio! Se davvero dite la verità…è una tragedia..ma non potrete mai più rivederli..anche se non sono ancora del tutto convinto di una storia così assurda..se venite con me, possiamo aiutarvi a ritrovarli..qualcuno vi ha fatto il lavaggio del cervello o..”

“No.” disse Jared avvicinandosi a lui e prendendogli il viso tra le mani. “Sei un uomo buono e so che non ci permetteresti di andarcene, ma noi non possiamo più permetterci di restare. Ma grazie.
“No..no..”

Ma l’uomo si addormentò dopo pochi secondi.
 
 

*

“Jared, sto tremando. Ti rendi conto di quello che stiamo facendo.”
“Lo so, ho appena addormentato un uomo che voleva solo aiutarci.”
“Starà bene, non pensare a lui, pensa a noi!!”insistè Misha, quasi tremando.

“Misha.” Disse Jared serio fermandosi. “Sei l’uomo più coraggioso che abbia mai conosciuto, al pari dell’uomo che amo..”
“Credevo fossi l’unico che tu ami, my friend!”
“Scemo.” Disse dandogli un pugnetto affettuoso alla spalla.
“Se hai sopportato tutto questo, puoi sopportare anche questa emozione.”

Misha non rispose, ma poi confermò tutto quello che aveva detto Jared, facendo partire la navicella in vigoroso silenzio.
 
“Jared..grazie.” disse Misha con un sorriso.
Jared rispose con un sorriso.

Si partiva. FINALMENTE.






















Note dell'autrice: lo so cosa state pensando, due ragazzi appena maggiorenni, come fanno a far partire una navicella..o anche solo a sopravvivere nello spazio?
Ma se dobbiamo pensare al realismo o farci frenare da esso, nessuna ff esisterebbe più , io credo xd
questa del viaggio nello spazio non era un'idea metaforica, ce l'ho avuta fin dall'inizio ma per problemi stilistici, i buchi neri sono venuti prima
e ho dovuto fare inversione di marcia ma non è mai stata un'idea che ho deciso di abbandonare, mi piace troppo!
State cmq tranquilli, nei limiti del possibile, spiegherò come faranno a sopravvivere nello spazio :)
ma non aspettatevi chissà cosa ahhah :) Ps Bobby lo rivedremo ancora!! Non era ancora comparso nella storia e mi fa piacere che inaspettatamente ho trovato un modo carino per farlo arrivare :)

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Capitolo 4
*** Il pianeta delle scimmie ***


“Mishaaaaa. Dove sei, Mishaaaaaa.” Gridava un Jared sempre più terrorizzato. Stava scappando da una mandria di scimmioni giganti imbufaliti, in mezzo al deserto. Poco lontano, la grande Piramide, svettava, dominando il perimetro.

Ai lati del deserto, c’era il Bosco, che cresceva rigoglioso. Quello era il Pianeta delle Scimmie, il bosco era la loro casa e in quel pianeta, il deserto aveva caratteristiche fisiche che non impediva alla natura di germogliare.

“Jareeeeed!”

Finalmente Misha era arrivato, era seduto carponi su un tappeto volante, mentre si dirigeva veloce verso di lui, afferrandolo, dall’albero a cui si era aggrappato.
“C’è mancato poco. Te la sei presa comoda!”

“Si ringraziano così gli amici che ti salvano? Apri il Portale, forza!”

Il vento scompigliava loro i capelli, Jared con una mano, materializzò il buco nero e fece una carezza al tappeto volante.
“Mi mancherai, tappeto.”

E si gettò insieme a Misha, nel buco
 
Caddero carponi nel pavimento della stanza di motel che avevano alloggiato.
Era buia e vuota.

Niente a che fare con il caos del mondo che avevano appena attraversato.
 
“Così, i tappeti volanti e magici esistono davvero.” Disse Misha.
“Sì, anche se vivono nel deserto.” Disse Jared.

“Magari solo perché non abbiamo esplorato TUTTO il pianeta.” Disse Misha.

“E chi voleva esplorarlo tutto? Anche questa volta è stato un fiasco su tutta la linea.” Disse Jared, togliendosi quegli assurdi vestiti da amazzone, che aveva addosso e restando in mutande.

Misha fece lo stesso, si sdraiò al suo fianco, sul pavimento, riprendendo fiato.
 
“Non sembrava che ci fossero esseri viventi laggiù, ma penso sia andata peggio quando siamo capitati in quel mondo abitato solo da sirene e tritoni, te lo ricordi, Jared?”

“E chi se lo scorda..Un intero pianeta sommerso per tre quarti dall’acqua, all’interno del quale, un’intera civiltà sommersa, come il mondo della principessa Ariel.” Disse Jared.
“O come Atlantide.” Disse Misha, rimuginandoci su.

“Un mondo in cui Atlantide è davvero esistita ed è stata sommersa dalle acque, ma VIVE, come tutti i suoi abitanti, che sono tritoni, sirene, cavallucci marini e altri esseri marini che vivono sott’acqua, una versione alternativa della leggenda.” Disse Jared, ricordando come l’ultimo quarto del pianeta fosse risparmiato dall’acqua e per gli esseri marini, quegli unici metri d’aria, erano l’equivalente del mare per gli esseri umani sulla Terra. Potevano nuotare nell’aria, ma dopo un po' avevano bisogno di ossigeno.

“Credevo che saremmo impazziti li sotto. Stare sott’acqua era dura, ma anche nuotare tra le nuvole, era scioccante e traumatizzante. “ disse Misha.

“Chissà se tutto questo servirà a qualcosa..” disse Jared esasperato.

“Tu credi che i nostri fratelli si trovino in uno di questi mondi?” chiese Misha.

“Non lo so, lo spero, altrimenti a che serviva avere questo potere?”

“Però è sconvolgente scoprire che esistono gli ALIENI, non siamo soli negli universi, ma non erano come ce li eravamo immaginati.” Disse Misha.

“Avrei preferito restare nell’ignoranza..e certe cose non scoprirle mai..e restare con Jensen..” disse Jared.
“Jared..sei pentito di quello che..”

“No..no..certo che no.” disse Jared.
 
 
*
Caro Jensen, mio adorato Jensen, mio amato.
Facebook è una finestra sul mondo, dicevano alcuni, ma com’è avere una finestra sullo spazio?
Ho imparato che non è importante tanto quello che si vede, perché non si vede bene che con il cuore. Sono le nostre emozioni a rendere ai nostri occhi bello tutto quello che ci circonda.
Quando guardo lo spazio, mi rendo conto di quanto sia effimero tutto quanto, anche la nostra stessa terra. Tu guardi fuori dalla finestra e vedi un prato, un giardino o il mare, pensi che sia tutto il mondo, ma è guardando lo spazio che ti rendi conto che non è TUTTO. Che c’è molto di più.
Ci sono moltissimi pianeti, tantissime altre dimensioni e galassie, che se ne stanno per conto loro e non ci raggiungeranno mai.
E le stelle..oh le stelle sono così lontane, e sono indifferenti a quante volte le indichiamo, a quante volte piangiamo per loro, noi le vediamo e crediamo che sono vicinissime e invece…non possiamo toccarle neanche con una navicella.
Anche il nostro stesso corpo..quanto crediamo di conoscerlo e quanto invece di esso non sappiamo nulla?
Siamo così superficiali! Diciamo che l’uomo non può volare ma la verità è che potrebbe senza la forza di gravità, questa è una cosa che tutti sanno, ma in pochi si ricordano ed è da quando galleggio come un palloncino che mi ritrovo a pensare che è quando le tue capacità vengono stravolte, che vedi la vita sotto un’altra prospettiva…
Robbie Williams aveva ragione..
E questo mi fa pensare a te con una nostalgia talmente struggente che quasi vorrei tornare a casa.
Tu voli, amore mio! Tu sei..batman!
L’uomo pipistrello che illumina i miei giorni, perfino quaggiù.
Tu sei la dimostrazione che l’uomo Può VOLARE, se ci crede davvero.
Tu sei nato per fare qualcosa di grande.
E io sono tanto, tanto orgoglioso di te.
 
Qualche giorno fa, io e Misha siamo finiti in un mondo abitato interamente da scimmie giganti, sembrava il pianeta delle scimmie, lo sai?
Ridacchio, pensando a come avresti reagito tu alla cosa.
Probabilmente avresti dato dei brutti scimmioni a tutti.
E avresti avuto torto!
Ora divento serio.
Non hai idea, Jensen..
Quel mondo, finire lì, mi ha fatto realizzare come anche le creature più inferiori abbiano dei sentimenti che possono essere feriti.
Per la stessa insignificante eppure importante ragione che spinge tutti noi a ferire il nostro prossimo.
Per paura, per ignoranza, per stupidità, perché a nostra volta siamo stati feriti e abbiamo bisogno di trovare qualcuno da punire.
Jensen, amore mio, quel mondo mi ha aperto ancora di più gli occhi sulla legge delle infinite possibilità.
La terra lì, il pianeta, è un gigantesco pianeta arido, ricoperto prevalentemente dal deserto, con poco altro.
È fatta da piramidi e altre rifugi.
E scimmie.
Gli esseri umani sono regrediti a SCIMMIE, non interamente, da qualche parte, nascosti, ci sono ancora delle creature di forma umanoide, ma sono in guerra con le scimmie.
 
Quando io e Misha abbiamo provato a dialogare con loro, era quasi impossibile, per fortuna la moneta ci ha interconnesso con un linguaggio universale e siamo potuti venire a sapere cosa era successo.
Il mondo finì così perché secoli fa, ci fu una guerra tra leggi dell’istinto e della ragione, per qualche motivo la popolazione pensò che la ragione avesse infettato l’umanità come un morbo malato e pensò che sarebbe stato meglio per l’umanità essere mossi solo dall’istinto, mettendo da parte quella fantastica capacità che ci permette di analizzare le cose e cercare ammenda per i nostri errori.
Niente più rimorsi, pentimento, rimpianti, niente più giornate passate a piangere sul cuscino o rivangando un amore finito, niente più dubbi, lacerazioni interne, sarebbe stata la fine anche delle malattie sulla Terra.
Un Paradiso.
Ma l’Umanità non era preparata ancora, non era a un’evoluzione tale ancora, da poter fare a meno di una dipendenza tale quale potesse essere la prigionia della mente, che anche se devastante, era quella che li rendeva UMANI.
Non è riuscita quindi a trattenere con sé, la parte migliore e lasciar andare la parte cattiva di tutto questo e insieme alle malattie che la mente portava, lasciò andare anche l’intelligenza emotiva e la voglia di progettare, la creatività, qualsiasi cosa prodotta dalla mente, la capacità di immaginare scenari migliori, di inventarli, di progettare.
Essendo elaborazioni della mente vennero automaticamente bollate inconsciamente come pericolose e quindi l’uomo gradualmente perse la capacità di scrivere storie, di appassionarsi ad esse, di progettare edifici più grandi o ambire a palazzi più ricchi o a fare più soldi, perse l’ambizione di creare nuovi antidoti o guarigioni contro le malattie.
Perse la voglia di fare soldi e quindi film, cinema, programmi tivù, prodotti dimagranti miracolosi, finirono per non interessare più, una volta persa l’ambizione e la ricerca spasmodica di rincorrere l’impossibile o l’irraggiungibile.
Questo fu il riassunto breve che portò l’umanità indietro di millenni e già io e Misha ci sentivamo provati al riguardo, non chiedemmo altro.
 
Ma io ebbi una crisi. Piansi.
Mi sentivo in colpa.
Mi trovavo in un mondo in cui la popolazione aveva subito un immenso dietro front e io ero la rappresentazione umana di qualcuno che invece costringeva altri a dire la verità, grazie alla mia faccia. Mi sentivo indegno di essere lì.
Misha mi abbracciò, però, dicendomi che non era delle nostre capacità che dovevo vergognarmi, perché non sono queste che stabiliscono chi siamo, ma cosa ne facciamo, e io le avevo sempre usate per il bene.
 
Quel mondo mi ha insegnato, Jensen.
Mi ha insegnato che non dobbiamo mai cullarci su quello che abbiamo, pensando che sia eterno, perché d’un tratto potrebbe esserci spazzato via, potremmo perderlo.
È per questo che io ogni giorno, ringrazio il Cielo o chi per lui, per avermi dato te.
Non mi cullo pensando che tu mi aspetterai fino alla fine del mio viaggio, se mai esiste una fine.
Ma penso tutti i giorni a quando tornerò da te, con il terrore che potresti non volermi più.
Perché amare qualcuno non è scontato, è un regalo che ti fanno.
E tu me ne hai fatto uno grandissimo.
Ma smetti di amarmi, te la vedrai con me :pp






















Note dell'autrice: ve l'avevo detto che non sapevo se sarei riuscita a scrivere di tutti i mondi e infatti..questa è la dimostrazione che non dico cazzate xd LOL
credetemi, è meglio lasciar perdere..se già con gli animali, ho fatto fatica, qui è proprio una tragedia ç_ç
spero che quello che ha raccontato Jared, vi basti.
ed è ispirato al capitolo 11 della storia "il giocattolaio

I viaggiatori dei mondi

  Se volete, guardatelo, anche perchè c'è un piccolo estratto di cosa è successo in quel mondo ma purtroppo sono riuscita a immaginarmi solo quello LOL forse un giorno dirà di più ma non lo so LOL ci sarebbe anche il mondo dell'acqua ma non so se lo racconterò, mi preme invece di raccontare di un altro mondo e poi vedrete..sappiate che questa non sarà una raccolta lunga, anzi se arriva a 10 capitoli è tanto, secondo me si concluderà prima, per ora ne ho previsti solo altri 3 o 4, ma sapete che poi come al solito, scrivendo i capitoli si allungano.

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Capitolo 5
*** Pov Misha ***


Vedere il mio migliore amico così mi distrugge.
È bruttissimo quando capisci che l’amicizia non può tutto, per quanto possa essere pura, sincera, disinteressata.
Jared è un bell’uomo, ha un bel fisico, forse prima di tutto, prima di…Chad, avrei anche potuto farci qualche fantasia, ma poi tutto si è trasformato in una bella amicizia tra di noi.
Non nego la sua avvenenza e forse qualcun altro potrebbe pensare che due uomini omosessuali, per quanto amici, soli nello spazio, potrebbero alla fine cedere e darsi alla pazza gioia.
E non parliamo solo di lussuria e libido, parliamo anche solo della cosa che maggiormente ha fatto soffrire per secoli, la popolazione. Umana e animale.

Sì, anche animale, perché non ci si pensa mai a questo, ma, ed è anche una cosa che il mondo degli animali mi ha insegnato, anche gli animali soffrono di solitudine e di dolore.
Anche gli animali possono provare sofferenza!

Ma malgrado io e Jared siamo soli qui, malgrado avremmo potuto facilmente cedere ad abbandonarci l’uno nelle braccia dell’altro, non l’abbiamo fatto.
Non perché per Jared io non provi nulla o viceversa, non è neanche per via della nostra moralità o per un fatto di fedeltà, è il nostro cuore che non ce lo permetterebbe mai.
Amiamo troppo chi abbiamo lasciato sulla Terra.
Io desidero solo Chad.
E lui desidera solo Jensen.

Li desideriamo in un modo che sappiamo essere per sempre e quando io mi avvicino a Jared e lo vedo su quel lettino, raggomitolato, semi sofferente e mi sdraio assieme a lui e lo abbraccio, stringendolo a me, lo faccio senza secondi fini.
Quando lui mi raggiunge la mattina, nella stanza della navicella adibita a cucina per la colazione e mi abbraccia e mi stringe, io provo AMORE ma non le farfalle allo stomaco che sentirei se mi stringesse Chad.

Non perché Jared ha qualcosa in meno, anzi io penso che lui sia un essere davvero straordinario, ma perché quando persone come noi AMANO qualcuno, è davvero per sempre.
Con quel per sempre che a volte fa soffrire perché temi che prima o poi verrai separato per sempre dalla tua metà.
Con quella consapevolezza che è stata una tua scelta però.
Spesso io e Jared abbiamo parlato, fantasticando, immaginandoci Jensen e Chad qui assieme a noi, immaginandoci le battute che avrebbe fatto Jensen, quello che avrebbe mangiato a colazione, le pantofole che avrebbe avuto Chad.
Come si sarebbero lamentati entrambi di essere costretti ad indossare tute per restare con i piedi per terra.

E tu sicuramente ci avresti tormentato dicendoci che il sesso in aria è terapeutico! Mi diceva Jared.

E io avrei davvero voluto dargliela. Donargliela. Quella fantasia.
Solo per vederlo felice.
 
 

Fu quando attraversammo anche il mondo dell’acqua che ebbi veramente paura di perderlo.
Jared stava rischiando seriamente di affogare.
Nelle sue emozioni, nel suo rimpianto, nei suoi ricordi.
Ricordo di aver pensato allora, che era vero quindi quello che in molti dicevano.
Che l’amore può anche uccidere.

Quella volta arrivai in tempo per salvarlo.
E ricordo che si strinse tra le mie braccia, freddo e infreddolito, tremava.
Si lasciò prendere in braccio da me, dopo che ebbi provato in tutti i modi a farlo parlare, a farmi spiegare cosa era successo.
Capii…INTUIVO che c’entrasse Jensen, ma non capivo cosa era realmente successo.
Era già parecchio che eravamo lontani da loro, io credevo..credevo stupidamente che stesse soffrendo meno.
E fu allora che capii…capii quanto grande può essere l’IGNORANZA di un uomo.
Capii che anche l’amicizia ha i suoi limiti e che io li odiavo, perché per colpa di essi, io stavo per perdere il mio migliore amico.
 
 
Mentre disperato, mi stavo lasciando confortare dal Tritone del mare. (un tritone! Un pesce!) e quasi mi strappavo i capelli dall’ansia, lui mi diceva parole che io non riuscivo ad accettare.
“Il mio migliore amico non può soffrire il mal d’amore! Lui..gli era passata..lui non..perchè non mi parla? Perché quando l’ho soccorso non mi ha voluto dire niente?? VOGLIO che me lo dica lui, altrimenti non ci crederò!”

Il re Tritone mi guardò con compatimento, come se fossi un inutile mollusco, con il cervello di un lombrico. Stavo facendo una figura pessima con un pesce! Non credevo di vivere a lungo per poter vedere anche questo!
“L’amore del tuo amico è forte e solido, ama così tanto questa persona che non ha voluto dirti che per quest’amore ha quasi rischiato di morire, lo ama così tanto che non voleva rischiare che tu lo odiassi per questo.”
MI sentii crollare le gambe, non avevo pensato a questo. Io odiare Jensen?

L’avrei fatto? Sì, forse avrei potuto, se Jared..
Oddio, che pensiero tremendo. No, no, no.
“Voglio vederlo.” Dissi io e il tritone acconsentì.
 
 
Jared era ancora convalescente, quando lo raggiunsi, il guaritore incaricato di rimetterlo a posto, se ne stava andando.
Vidi l’essere alto, dal colore di un puffo e la forma armonica di un cavalluccio marino, sorridermi e lasciare la stanza. Aveva un curioso ciuffo di capelli blu brillante e sembrava l’immagine della salute.
Sorrisi in modo malinconico pensando a quanto siamo stati stupidi sulla Terra a pensare che un nostro simile fosse inferiore perchè avesse la pelle color cioccolato, piuttosto che bianca come la parete di un ospedale.

Le differenze erano incantevoli, e quanto arroganti siamo potuti esseri per pensare che la NOSTRA specie fosse quella migliore.
Esistono infiniti esseri più belli di noi. Per fortuna.
Se la bellezza più grande fosse stata riservata ad esseri tanto ignoranti, limitati e spregevoli, sarebbe stato un grande guaio.

Andai dal mio migliore amico e mi inginocchiai ai piedi del suo letto, stringendogli la mano teneramente, che ricambiò con dolcezza.
Restammo così per 5 minuti, poi mi decisi a parlare.
“So che stai così per Jensen..”
Non rispose.

“Non devi nascondermi nulla..io..io non mi sarei arrabbiato..” coprii la sua mano con un’altra della mia e lui quasi singhiozzò.
“Perdonami..io..”
“Schhh..”non volevo che provasse a scusarsi per la mia stupidità.
Mi chinai e lo abbracciai.

Se essere amanti significava amare una persona, allora forse anche io e Jared lo eravamo.
Non volevo prendere il posto di Jensen, solo proteggerlo e non rischiare che una cosa del genere si ripetesse mai più.
 
E un giorno, mi si presentò l’occasione per esaudire questo mio desiderio.
Il legame Parabatai.






















Note dell'autrice: chiedo scusa per il cambio di rating, non intendo confondere nessuno, ma credo di aver dato per scontato, quando ho cominciato questa raccolta, che sarebbe stato arancione, abituata come sono, che tutte le mie storie son così
ma ora pensandoci bene, davvero in questa raccolta non c'è neanche la più piccola forma di violenza che giustifichi l'arancione xd
e non credo neanche arrivi a giallo, quindi credo lascerò a verde, se non arriverà altro che giustifichi almeno il giallo :)

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Capitolo 6
*** Il legame Parabatai ***


POV MISHA


Quando arrivammo nel pianeta dell’Amicizia, da noi soprannominato, perché era l’ideale più forte inteso anche come risorsa PRIMARIA, fu lì che capii che c’era quello che poteva fare al caso mio.
In quel pianeta, scoprimmo che l’amicizia era la più grande fonte di salute di esso.
Era l’Elisir per qualsiasi cosa, ma doveva essere un sentimento puro e sincero.
Anche lì l’amicizia poteva non essere immortale, c’erano molti livelli, alcune amicizie erano false, altre si spegnevano subito, per le amicizie che tendevano a spegnersi, c’erano i cosiddetti Guaritori per curare le ferite che avevano portato a quel sentimento, ma per le persone che compivano atti troppo GRAVI, come portare una ferita troppo grave all’amico o un tradimento vero e proprio, c’era la MORTE del traditore e cure speciali per il tradito affinchè non guarisse completamente.

Nessuno faceva niente, era il corpo stesso ad ammalarsi fino a quando non moriva.
In quei casi gravissimi anche i Guaritori non potevano niente.
C’erano le amicizie poi SPECIALI, che erano diverse da tutte le altre, che facevano fiorire i fiori e contribuivano  a rendere l’ambiente un posto bellissimo, scacciavano le malattie e il male sulla terra, anche i pensieri cattivi.

Per chi lo desiderasse e aveva un’amicizia DAVVERO speciale, si poteva compiere il legame parabatai.

Non insistere perché ti abbandoni e rinunci a seguirti, perché dove andrai tu andrò anch’io, e dove ti fermerai mi fermerò. Il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo Dio sarà il mio Dio. Dove morirai tu, morirò anch’io e vi sarò sepolto
L’Angelo faccia a me questo e anche di peggio se altra cosa che la morte mi separerà da te.

Una volta che Jared e Misha andarono dai saggi che gli dissero, sondando le loro menti e i loro cuori, che erano IDONEI, fecero il Giuramento.

Jared aveva tremato a questo giuramento, per via delle parole troppo importanti, ma Misha lo rassicurò. Era quello che lui voleva e non doveva temere che lo abbandonasse e per dimostrarglielo, aveva fatto quel Giuramento.
“Non volevo che mi rassicurassi a costo della tua vita!” provò a protestare lui.
 
I Saggi dissero comunque che il legame Parabatai era possibile slacciarlo prima che fossero trascorsi i sei mesi, in caso di ripensamento, senza conseguenze.

“Non avevo idea che poteste sondarci la mente e il cuore. “ disse Jared ai Saggi.
“Non sono capaci di farlo dalle vostre parti? È una pratica che si ricollega al potere dei Chackra.” Disse il buon Saggio.
“I Chackra…ne ho sentito parlare sì…ma nel nostro mondo non credono a queste discipline..o comunque non le prendono sul serio, ne parlano ma non insegnano..pensano siano sciocchezze.”

“Buon Dio..è un modo molto retrogrado allora..deve ancora progredire molto.”
Non era il primo che lo rimproverava anche se bonariamente, Jared si trovò non per la prima volta a vergognarsi della sua specie.
E meno male che dovrebbero essere la razza più intelligente!
 
 

Quando lasciarono il pianeta, tuttavia, Jared non potè fare a meno di sentire il cuore ancora in tumulto.
“Quel legame Parabatai..ci farà sentire in coma, per quanto tempo?” chiese all’amico, entrambi sdraiati sui rispettivi lettini.
“Non so..credo che dovremmo sopportare..” abbozzò Misha con un sorriso.

Jared allungò una mano a sfiorare il braccio dell’amico.
“Non voglio che tu soffri per colpa mia..”

“Non soffrirò.” Ribattè Misha. “Tu ormai hai preso piena consapevolezza della NOSTRA missione e ogni volta che tu cederai alla tristezza, io sarò li per ricordarti che la lontananza dal tuo amato è il prezzo da pagare per riabbracciare l’altra parte speciale della tua anima..e ti farò tornare il sorriso.” Sorrise anche lui e Jared si sentì un po' peggio, sì perché il calore che era irradiato dalle parole di Misha, l’avevano fatto sentire un mostro.
“E tu e Chad..?”
Misha scrollò le spalle.

“Faccio lo stesso pensiero tuo. Sai, Jared..” gli posò una mano sul braccio. “Le persone che ci amano davvero..riescono  a comprendere perché abbiamo fatto certe cose..e ci perdonano..l’ho pensato sempre..” e si chiuse in un silenzio che pareva definitivo.
Jared si ammutolì. Era sicuro di avere sentito una sensazione, come di un battito cardiaco frenetico, colmo di angoscia.

Forse se l’era solo immaginato.
“Va bene..va bene..”
 
*
 
Quello che Jared aveva percepito, era solo l’inizio.
All’inizio Jared lo percepì come una leggera inquietudine, una pressione un po' fastidiosa, un riuscire difficilmente a riordinare i pensieri, un mal di stomaco una volta ogni tanto, un giramento di testa, poi arrivò il DOLORE.

Una sensazione angosciosa di sofferenza, lacrime la notte.
Jared, perché diavolo stai piangendo??” lo scosse Misha nel cuore della notte.
“I-io non sto piangendo.”
“Non fingere!! Sono lacrime quelle che sto vedendo sul tuo viso!” gli disse Misha.

“Non sono lacrime mie!! Sono le tue!” disse Jared fissandolo accusatorio, le lacrime rapprese intorno agli occhi.
Misha si sentì sprofondare.
Fu la fine.
La fine di tutto.






















Note dell'autice: il legame parabatai, è preso dal telefilm Shadowhunters.

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Capitolo 7
*** Flashforward ***


AVVISO: ho revisionato la storia Jared e Jaej , inglobando in essa i capitoli del Giocattolaio e inevitabilmente ho aggiunto questo capitolo che faceva parte del giocattolaio, voglio specificare che non è da intendere come ultimo capitolo e che sarà spostato


Ti ricordi il primo mondo che abbiamo attraversato, quando siamo passati per la prima volta attraverso il buco nero?”
“Come scordarlo! Ti avevo sfidato a seguirmi.” Disse Misha.

“Il mondo degli animali.." disse Jared, perdendosi nei ricordi. "Tu eri impaziente di andarci."

“E tu hai preso a insultarmi, dicendomi che era tutta colpa mia se ci trovavamo in quella situazione..” proseguì Misha.

“Sì, beh, per fortuna adesso grazie al TELECOMANDO possiamo evitare di perdere altro tempo."
“Fu una fortuna averlo trovato.” Disse Misha.

“Non l'abbiamo proprio trovato.. sono stato io a crearlo..se penso che una simile COSA sia uscita dalla mia testa, mi sembra ancora tutto assurdo.”

“Amico mio, io penso che TUTTO di te sia assurdo. Ma anche incredibilmente GENIALE." disse l'amico sorridendogli. "Ad ogni modo, alla fine FINALMENTE abbiamo trovato una cosa in grado di renderci la ricerca più FACILE, per così dire.”

“Soprattutto perchè ci siamo resi conto che passa sempre più tempo tra un viaggio e l'altro. ” Disse Jared, guardandosi le mani.

“Dunque ricapitoliamo: l'inventore ci ha aiutato a costruire il telecomando ci ha anche spiegato come funziona, a quanto pare, è una frequenza per i diversi pianeti del cosmo, ANZI NO, di SICURO è un radar per localizzare i vari pianeti, ma sono INVISIBILI e impercettibili e si illuminano, rispondendo solo a un richiamo, il tuo, Jared.”
Jared lo guardò. Aveva timore di annuire.

“Andiamo, sai che è così! Questo COSO ha cominciato a brillare e si è formato un puntino luminoso, che ha formato la scritta BROTHER, lo sai anche te..e si sono formate delle scie come di una ragnatela e una freccia.”

“E questo ci ha fatto pensare che i nostri probabili FRATELLI, siano dispersi in qualche mondo, nello spazio, ma non ci dice come ritrovarli. Finora siamo andati a finire in vari mondi, ma non li abbiamo trovati…forse ...stiamo sbagliando tutto..” disse Jared con voce triste.

“Jared..” sospirò Misha abbracciandolo.
 
 
*

FLASHFORWARD


Tempo dopo, Jared arrivò in un mondo, che era simile alla Terra in cui lui era nato e cresciuto.

Si trovò a camminare, con la testa che sembrava scoppiargli.
Si sentì strano, sulla testa.
Si toccò i capelli.
“VIOLA? Ma cosa..”

Per la prima volta, il radar che aveva in tasca, cominciò a suonare.
La scritta BROTHER era illuminata fortemente.

“Oh mio dio!” disse Jared, mettendosi una mano sulla bocca.
Suo fratello era lì.

Finalmente lo aveva trovato!

Ma ebbe una sorpresa che non si sarebbe mai immaginato.























ragazzi queste sono le note vecchie che avevo messo quando le ho scritte due anni fa, siccome poi il capitolo dovrà essere spostato, tenete conto di queste note che sono vecchie ma per chi invece le legge perbla prima volta servono a capire questo cspitolo:

devo dire una cosa su JAEL, il Jared del giocattolaio quando incontrerà il suo gemello, stabilirà insieme a lui, che sarà lui a chiamarsi Jael, ma per avere una conferma definitiva del cambio nome, dobbiamo aspettare che si ritrovano tutti insieme anche con Jensen, e potrebbero ricambiare di nuovo idea, sono quasi del tutto sicura di questo, ma PER ORA, sarà lui a chiamarsi Jael, vi prometto che non farete confusione..:)
qui si intuisce che Misha deve aver fatto o deve essergli successo qualcosa per cui non si trova più con Jared..

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Capitolo 8
*** La litigata di Jared e Misha ***


Jared era stato contento di aver fatto il legame Parabatai con Misha, è stato il loro regalo per il primo anno trascorso tutto insieme.
Da allora, fu un susseguirsi di emozioni dirompenti, Misha lo tirava fuori dai guai più impensabili, riuscivano a capirsi nel profondo, avevano una connessione emotiva incredibile, Misha aveva addirittura trovato il modo di proteggersi, ergendo una barriera protettiva per cui i sentimenti TROPPO intimi, quelli che non si voleva che si potessero trapassare, non fossero invalicati.

Misha disse che lo faceva perché non voleva che Jared potesse provare la stessa emozione quando Misha voleva darsi piacere da solo. Insomma, era imbarazzante!
Ma Jared non ci cascava, sapeva che non era solo quello, anche se Misha dopo quella notte, in cui lo aveva accusato di piangere e far piangere anche lui, aveva dato una spiegazione ridicola, adducendola allo stress.
Jared si sentiva egoista.

Era così contento di avere Misha con sé che aveva il terrore quasi di convincere sé stesso che dopotutto non c’era niente di male, che avevano bisogno ENTRAMBI l’uno dell’altro di questa missione.
Ma così non era e ad un certo punto, quando Misha a stento riuscì a lavare i piatti, - l'acqua veniva collegata magicamente nell'astronave con la magia, tramite il lavandino del motel che faceva da ponte, così come la luce elettrica - trascinandosi da una stanza all’altra, Jared lo affrontò.
“Mi stai facendo del male, Mish.”

Misha boccheggiò e Jared ebbe davvero paura che stavolta svenisse sul pavimento.
Un altro senso di colpa per lui. Benissimo.
“Come?? Cosa ho fatto??”

“Tu..i TUOI sentimenti! Maledizione! Non ti reggi in piedi! Non dirmi che non te ne sei accorto!”
“Perdonami, sono un po' stanco..vado subito a  sdraiarmi e..”

“NO!! Non voglio che ti sdrai, o che ti riposi, il male che ti ha afflitto non è un male che se ne va con il riposo! Lo so perché ne ho sofferto anch’io! È il mal d’amore!!
Misha si sentì sprofondare un po' di più.
“Ma che stai dicendo?” balbettò.

“Per quanto ancora credevi di potermi nascondere che soffri ancora per Chad?”
“Io . NON – SOFFRO per Chad.” Scandì Misha arrabbiato.
“Gne gne gne! Cazzo, Misha, fai l’uomo per una volta!”

“Per una..non accetto lezioni di morale da uno che mi sta parlando di SENTIMENTI come una femminuccia!”
“E io non accetto lezioni di morale da uno che non si regge in piedi divorato dalla sofferenza per la lontananza del suo fidanzato!!”
Silenzio.
“Tu..Jared..ti sbagli..” disse Misha.

“Io non credo! Sono MOLTO ricettivo con le tue emozioni!" disse Jared con le braccia incrociate. “Sono mesi che non stai bene, posso avvertire la tua debolezza..il tuo vuoto interiore..Mish..mi stai facendo preoccupare..”
“Se lo sopporti tu, posso sopportarlo anch’io! O forse credi che io sia un debole?” quasi ringhiò.

“Non credo tu sia un debole, ma io e Jensen siamo una questione diversa..noi ci siamo fatti una promessa..tu non ti sei chiarito con Chad..non gli hai detto cosa volevi fare..”
“Lui ha detto che mi aspetterà, è tutto quello che mi serve..”
Jared per la frustrazione gli diede un pugno sul braccio.
“Sai che non lo è! Lo so, Mish.”

“Ma che cosa sai?” disse scimmiottandolo.

“ So quanto ti senti INFERIORE a me e a Jensen, per esempio, perché non hai i poteri come noi e credi di non poter essere speciale a sufficienza per riuscire a svolgere questa missione, temi di morire in una di esse senza poter mai rivedere Chad, temi che lui non ti perdonerà quando tornerai, perché non è Jensen, non sono io, perché noi siamo EPICI, è quello che pensi e credi tu di non essere abbastanza importante perché..”

Un pugno bloccò questo fiume di parole, Jared cadde per terra.
“Sei stato sufficientemente chiaro, agente Padalecki." disse Misha con voce strascicata." Non ho bisogno di sentire altre parole su quanto io sia un inutile inserviente insignificante e quanto ti sia d’intralcio in questa missione.”
“Misha..cazzo..io non..intendevo..”

“Scommetto che questo non te lo aspettavi eh? Non l’hai letto nel pensiero come hai letto tutti questi pensieri, che, un angelo ti direbbe, traspaiono solo vergogna e debolezza.”
“Misha, perdonami, sono stato insensibile!”

“Sì, lo sei stato.” Disse Misha strascicando le parole. Fece per voltarsi poi gli disse: “Prova a tenermi un’altra volta fuori, agente Padalecki, e ti sbatto fuori dallo spazio. Senza tuta. Oppure puoi leggermelo nella mente. Se sarai abbastanza RICETTIVO."
Il clangore della porta che sbatteva, era pari alla sofferenza del cuore di Misha che piombò nelle orecchie di Jared.

Ma stavolta non c’era solo la sua di sofferenza, ma quella di entrambi.






















Note dell'autrice: il riferimento all'angelo è a Gadreel e a quello che aveva detto a Sam, che tutto quello che aveva dentro trasuda debolezza ahhah vi è piaciuto? :))

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Capitolo 9
*** Il pianeta dell'amore ***


Per un po' di tempo, sembrò che Misha guarì dalle sue ferite, quelle dell’anima, Jared era il primo ad esser sorpreso, non capiva come fosse possibile, però Misha, il sorriso come quello di una sfinge, non gli dava nessuna spiegazione, lo guardava soltanto con un sorriso strafottente sul viso.

Jared, dimentico di ogni rancore, era andato in cucina, in quella meravigliosa cucina della navicella spaziosa, lussuosa come non mai e lo aveva abbracciato.
Misha aveva respirato contro il suo collo, in quel modo che sapeva fare solo lui e aveva ricambiato appieno.
Jared pensò che Misha non poteva comprendere quanto lui stesse fosse sollevato che non erano stati costretti a separarsi.
 
L’ennesimo dramma, l’ultimo, arrivò quando atterrarono sul pianeta dell’AMORE.

Jared a conti fatti pensò che le cose si preannunciavano tragiche fin da PRIMA che arrivassero. Infatti non aveva mai visto Misha fare tante storie per andare su un pianeta.
“Mish, se credi che possa avere un brutto effetto su di me, ti sbagli, avanti andiamo. Smettila di fare storie, la moneta ha detto che ci sono grandi probabilità che qualcuno dei nostri fratelli si trovi qui. è la nostra missione, ricordi?”

Misha lo guardò, lo sguardo incattivito come quello di una bestia e Jared ne ebbe paura, perché, comprese all’istante, non era CON LUI che era tanto incazzato, ma con la moneta. Solo che non ne comprendeva il motivo. LEI voleva solo aiutarli.
Amputò però quel fatto solo alla paura di Misha che quel pianeta potesse destare in loro ricordi oscuri e nostalgici.
 
Quel pianeta era molto simile al pianeta dell’amicizia, ma non esistevano punizioni per chi tradiva l’amore, semplicemente perché era tanto una fede, l’amore, che eri COSTRETTO a seguire il tuo cuore comunque, ad ascoltarlo, era nella tua stessa natura, cedervi, prima o poi.
Jared si ricordò di una frase che aveva sentito una volta:
“Derido il mio cuore ma mi piego sempre alla sua volontà.”

Solo che non c’era NIENTE da ridere lì, non era come sulla Terra, dove si deridevano i sentimenti.
Lì era tutto diverso.
Lì le nuvole erano talvolta striate di rosa, accadeva quando un passante rivolgeva al cielo pensieri innamorati.

Lì i fiori potevano essere spolverati di una polvere rosa come di una caramella, il tramonto poteva colorarsi di rosa se due innamorati lo stavano guardando e quando una persona si stava innamorando, potevi vedere, se guardavi bene, la sua aurea colorarsi di ROSA.
 
“Non dire sciocchezze, Kristin, preferisco studiare con te, che passare una giornata noiosa in gruppo con quegli sfigati.” Stava dicendo un ragazzino a una ragazzina che teneva il suo zainetto come un morbido peluche.

La ragazzina sorrise e guardò il ragazzo, come se gli avesse detto la cosa più bella del mondo. Jared prese il braccio di Misha e indicò quell’alone rosastro che si delimitò sopra la ragazza.
Un alone luminoso, rosa.
“È…Misha..si sta innamorando, vero?”

“Sì..è meraviglioso. Se potessimo vederlo anche sulla Terra..oh, nessuno deriderebbe più l’amore.”
Jared fu d’accordo con lui.
 
 
Jared su quel pianeta fece una scoperta CLAMOROSA.

Un gruppo di potenti, santi, santoni, avevano costruito un potente macchinario in grado di percepire le energie anche a tantissimi anni luce da li, l’intento era quello di convogliare tali energie come quelle del loro amore, nello spazio, sperando che altri pianeti potessero arrivarci.
Jared su quello ebbe qualche dubbio. Gli sembrava un’impresa quasi disperata, un po' come cercare vita su Marte, l’energia supponeva si disperdesse nel cosmo, non arrivasse mai neanche al pianeta più vicino, figurati in uno così lontano come la terra.

I saggi gli dissero che aveva poca fede. L’amore è la macchina capace di muovere qualsiasi motore e molto più veloce anche della luce, può arrivare dappertutto.
 
La riprova di quanto detto, Jared ce l’ebbe quando trovò Misha stramazzato al suolo per strada.

“MISHA!” gridò, raggiungendolo.
 
 
 
Misha era all’ospedale e il dottore che si occupava di lui, aveva una faccia così funerea per un attimo Jared temette che gli stesse per comunicare che Misha era morto.

Ma evidentemente per il medico, ciò che aveva fatto Misha, era sia essere morti, sia aver compiuto un sacrilegio profondissimo, che poteva mandarti addirittura all’inferno.
Comunicò a Jared, che il suo “amico incosciente” aveva TENTATO di SPEGNERE l’amore che sentiva per una persona.

Jared era quasi scoppiato a ridere davanti a questo. NESSUNO poteva spegnere di proposito il suo amore per qualcuno. Sarebbe stato troppo facile così. Non puoi smettere di amare qualcuno a comando.
“Infatti non c’è riuscito, e sicuramente non l’ha fatto da solo, ma con l’aiuto di una forza magica superiore, ha convogliato in sé un blocco, anestetizzando il suo sentimento, non l’ha fatto scomparire, ma ha fatto in modo che non potesse sentirlo, deve soffrire molto, per chiunque abbia deciso di farlo.”
Jared si sentì morire e parlò senza pensare.

“Ecco perché io non l’ho sentito! Neanche con il legame Parabatai!”
Il medico chiese delucidazioni su questo legame e Jared gli spiegò brevemente in cosa consisteva.

“Abbiamo litigato duramente perché lo sentivo stare male e soffrire…volevo suggerirgli di tornare indietro, di lasciarmi procedere da solo, ma lui l’ha presa malissimo..da quel giorno però notai che sembrava stare meglio, ho cominciato a non sentire più tutta la sua agonia e sofferenza e credevo che in un certo qual modo..”

“L’avesse superata? No, tu hai ragione, ragazzo. Non si può smettere di soffrire per amore da un giorno all’altro, il tuo amico ha cercato di anestetizzare il suo sentimento per non farlo sentire  A TE, aveva capito che era l’unico modo per restare al tuo fianco senza essere un peso e senza essere lasciato indietro.

Il cuore di Jared sprofondò un po' di più, quei due mesi passati con Misha, erano stati meravigliosi. Lui era più capace, più collaborativo, più geniale ed erano davvero forti insieme senza l’ostacolo delle emozioni, non si era più preoccupato di come stava perché non avvertendo più la sua agonia magicamente, aveva creduto non ci fosse più.
“Sono stato così superficiale..abituato dalla magia a non sentire più nulla, ho dato per scontato che non soffrisse più..non sono migliore di quelli che non si accorgono della sofferenza di chi hanno accanto, se non li vedono piangere.”

“Non essere così duro con te stesso, ragazzo, se le cose sono andate così, vuol dire che desideravi davvero avere il tuo amico con te, ciò vuol dire che quello che ha fatto il tuo amico aveva comunque un significato, non sarebbe stato meglio se stare insieme fosse stato un desiderio solo unilaterale? Lui ha sentito che tu avevi bisogno di lui, sei ricambiato in qualche modo.”
Jared pensò che quell’uomo non capiva, questa cosa lo faceva stare peggio, non meglio.

“Ha detto che ha avuto bisogno di aiuto..ma siamo solo io e lui..non riesco a capire cosa..ODDIO.” si mise la mano negli occhi. La moneta!
Ecco perché Misha sembrava arrabbiato con lei.
In qualche modo deve aver infranto un patto tra di loro.
Forse Misha si era sentito tradito in qualche modo da lei, ma perché?
Forse Misha indovinava cosa sarebbe successo se fossero approdati li?
Doveva assolutamente parlare con Misha.

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Capitolo 10
*** Una canzone per sempre ***


“Ho combinato un bel casino, vero?” diceva la voce soffocata di Misha, nel lettino dell’ospedale.
Jared scosse la testa. “Svenire nel bel mezzo della strada non ha fatto male a nessuno, tranne che se gli fossi caduto addosso con quel tuo bel peso da bisonte..”
“Ehi, io sono un fuscello. Tutti vorrebbero avere il mio fisico, la mia forza atletica..”

Ci fu un silenzio carico di significati.
“Dai, dillo.”
“Cosa?”
“Stavi per dire – di certo non la tua testa.”
“Veramente stavo per aggiungere –il tuo cuore..”
Altro silenzio.
“Misha, quello che hai fatto è..”
“Una grande, gigantesca cazzata, vero?”

“Quindi lo sai? Che io so, intendo.”
“Certo.” Lo spiazzò Misha, per poi guardarlo con quei suoi occhi di ghiaccio. “Non so ancora leggere nel pensiero ma siamo sempre parabatai tu e io..e leggo nelle tue vibrazioni la consapevolezza.” Distolse lo sguardo da lui.

“Come hai potuto, Mish? Come hai potuto annullare te stesso pur di non farmi soffrire?” non voleva piangere, non voleva. Non davanti all’amico.
Misha lo guardò come se fosse un imbecille.

“Credo che questo sia essere amici, Jared, ma non preoccuparti, quando partiremo ti comprerò un bel paroliere, impareremo ogni giorno una parola nuova.”
“Essere amici significa rinunciare a sé stessi??”

“No, significa mettere il bene dell’altro prima del tuo, fare dei sacrifici! Diavolo, Jared, sei un ragazzo intelligente, non dirmi che non sai anche te che per fare del bene ci vogliono dei sacrifici! Altrimenti tutti lo farebbero, non costerebbe un cazzo essere persone buone!!” quasi strillò.

“Io avevo diritto a sapere come ti sentivi..”
“No, che non ce l’avevi.” Lo spiazzò l’altro.
“Prego??”

“Non ero obbligato a dirtelo e avrebbe compromesso il mio obiettivo!”
“Il tuo..cazzo, Mish, è della mia vita che stiamo parlando!!

“Certo! Della tua vita, idiota!! Cosa credi, che io non lo sappia??? So a cosa hai rinunciato, a cosa entrambi abbiamo rinunciato, tutto per questa missione!! Quindi scusami tanto se non ero disposto a mandare tutto a puttane solo per i miei sentimenti!
Jared rimase a bocca aperta. Fu sollevato del fatto di aver gettato un incantesimo di insonorizzazione alla stanza o lo avrebbero già sbattuto fuori.

“Dici poco..Mish, i tuoi sentimenti sono importanti..”
Misha sbuffò.
“I sentimenti sono sopravvalutati e i miei, poi, ancor di più. I sentimenti sono un ingombro per un obiettivo più grande, pensaci Jared, sarei stato un problema io se non avessi sofferto così tanto per Chad al punto da cercare di occultarli? Mi avresti chiesto di andarmene altrimenti? Sii sincero.”

“Non ti permetterò di farmi sentire in colpa..” disse Jared, la colpa nei suoi occhi, visibilissima e finalmente l’amico addolcì lo sguardo.
“Se non ti avessi voluto così tanto con me, tu non avresti fatto tutto questo..” disse Jared, asciugandosi gli occhi e Misha gli prese la mano.

“Credi che essere amato così tanto dal mio amico non mi renda fiero? Jared, se io tornassi indietro non cambierei di una virgola, anche perché ora grazie a me, tu..tu troverai davvero il tuo gemello.”
Jared avvertì un brivido freddo travolgerlo.
“Che cosa intendi? Misha, che cosa hai fatto?”
Misha si leccò il labbro.
“Ho fatto un patto con la tua preziosa moneta.”

“Questo l’avevo capito ma non ho ancora capito quale, avevo intenzione di lasciarti respirare un po' prima di..”
“Non sono uno sprovveduto, Jared. Avevo capito già da un po' che con il nostro viaggio non stavamo andando da nessuna parte, tu..noi..il viaggio è infinito, il cosmo, le galassie..quante credi ce ne siano? Non sforzarti a immaginare, Jar..non ce la faresti..è una cosa troppo GRANDE..”
Jared corrugò le sopracciglia. Non capiva.

“Tu hai sempre saputo che era una missione impossibile?”
“No, non da sempre, ma con il tempo mi è stato chiaro..anche se come tutti quelli che non vogliono vedere, ho messo la testa sotto la sabbia..ma poi la moneta mi ha dato una visione dello spazio..milioni di stelle davanti ai miei occhi..non vedevo la fine, Jared..credevo che LEI mi stesse mostrando la fine dello spazio che era impossibile da vedere, e invece..mi stava mostrando la STRADA per raggiungere i tuoi fratelli..una strada INFINITA..”
Jared si sentì tremare.

“Io non capisco..questo cosa c’entra con..”
“Un’impresa IMPOSSIBILE..e io dissi..la pregai..-no, ci deve essere un altro modo, aiutami, non posso dargli questa delusione..lui ne morirebbe..questa missione è tutta per lui..- e lei mi disse che forse c’era un modo.”
“Continuo a non capire…”

“La moneta avrebbe potuto attingere alla magia del cosmo, fare da PONTE, per aumentare la velocità della navicella, per collegarla a un unico obiettivo, il tuo stesso SANGUE. Avrebbe isolato tutti gli altri pianeti, tutte le altre forme viventi, non si sarebbe fermata fino a che non li avrebbe trovati, una velocità dieci volte superiore a questa.”
“Li avrebbe TROVATI?” Jared era sconvolto.
“Sì.” Disse Misha guardandolo con il suo sguardo di ghiaccio. “Ma c’era un prezzo.”
“Ovviamente.” Rispose l’altro sarcastico.

“Non era colpa sua. Non di questo. È la legge del mondo, non puoi avere una cosa che desideri, una GRANDE COSA, se prima non cedi qualcosa in cambio, qualcosa di estremamente importante o forse di più. È la legge dello scambio. C’era bisogno che noi dessimo qualcosa che per l’universo è considerata da sempre la forza più grande come pegno. Il DOLORE e anche l’amore. Se sei disposto a soffrire forse verrai ricompensato dall’universo, ma deve essere una sofferenza GRANDE. Un sacrificio ENORME.”
“Mio dio, Mish..cos’hai..”

“Più io avrei sofferto e più c’erano possibilità che l’Universo ci graziasse, che la moneta potesse attingere a questa magia e usarla per far funzionare la navicella.”
“Non funzionerà mai! È una follia!!”

“Sta già funzionando!” esalò Misha, alzandosi in piedi. “Lei sta convogliando la magia, anche se l’ultima volta che ho controllato, non era abbastanza…ma suppongo che farmi venire qui, abbia in qualche modo accelerato il processo..”
“Era tutto un piano!” realizzò Jared all’improvviso. “Venire qui..per questo eri così arrabbiato..”

Misha fece una smorfia sarcastica, tenendosi lo stomaco. “Ero arrabbiato solo per il fatto che non sono stato avvisato! Ma suppongo lei abbia pensato che un’azione condita da un inganno mi avrebbe reso ancora più martire di quello che sono e che quindi c’era più possibilità che potesse funzionare..”

“NO! Ti stai sbagliando, devi sbagliarti..lei non avrebbe mai..”
“Non ti avrebbe mai ingannato?” ridacchiò Misha, inginocchiandosi al pavimento. “Lei vuole quanto me che tu li trovi e forse di più..non so perché ma è così..lei mi aveva detto che avrebbe fatto qualcosa che avrebbe accelerato tutto, ma non potevo saperlo neanche io..ed eccolo qua, il jolly..”
“Mish!”
 
Jared si era inginocchiato al pavimento, tenendogli la testa tra le braccia.
“Sta tranquillo, Jared, non morirò..” trovò anche la forza di sorridergli.

“Lo so.. ma fa male lo stesso..tutta la devozione che tu mi hai donato..io non la merito..” e pianse e una lacrima cadde sul viso di Misha.
“Sì, invece..bearmi dell’amore che provi per il tuo ragazzo..mi ha riscaldato per poco, della sofferenza che provo nell’allontanarmi dal mio..ora posso dirtelo..”

Una canzone, Jared non sapeva perché, gli sovvenne alla mente.
Ambigua, ma anche estremamente dolce.
“Mi fai pensare a una canzone, vuoi sentirla?”
Misha fece cenno di sì, e Jared gliela cantò.
 

JARED: Questo sono io
Tutta una vita per cercare di capire
il finto inverno misto al quasi eterno sole
cercare di capire se poi la fine è stato meglio rinunciare
Questo sono io
eppure inizio bene ma non so finire
rifaccio cose che dovevano servire
a non ricadere per non pagare più lo stesso errore...

Tu, tu, tu
Sappi amore mio
che se avanza un pezzo di sto cuore è cuore tuo
tu dici sì per sempre io per non morire
ho tatuato te
Sappi amore mio


MISHA: che adesso io e te siam diventati noi (cantata assieme a Misha)
Jared: i giorni intensi sono i giorni da rifare
senti amore mio...
Sappi amore mio oh oh
Sappi amore mio oh oh

Questo sono io

MISHA: non sono mica da dover poi perdonare (Misha)

dovresti credermi e sapermi accettare

te lo voglio dire io più te fa noi la somma (in due)
di io distratto e tu perfetto tu... 
Tu, tu, tu
(insieme) Sappi amore mio

Che se avanza un pezzo di sto cuore è cuore tuo
Tu dici sì per sempre io per non morire
Ho tatuato te
Sappi amore mio
Che adesso io e te siam diventati noi
I giorni intensi sono i giorni da rifare

Senti amore mio...
Sappi amore mio
Che brutto tempo non è sempre un temporale
Che sei la pelle che ho deciso di tenere
Qua tra poco nevica

 
Quando la canzone finì, Jared disse con la voce spezzata:
“Questa è una canzone d’amore…per me universale..mi fa pensare a te, a Jensen e anche..a mio fratello..ai nostri fratelli..”

“Non c’era bisogno che lo dicessi..io lo so..legame parabatai..ricordi?” chiese Misha con dolcezza. “Allora, tornamo nella navicella e ci prepariamo alle conseguenze?”
“Sì.”
 






















Note dell'autrice:  La canzone che cantano Misha e Jared, è Sappi amore mio - Biagio Antonacci
L'ho ascoltata al bar stamattina e ho pensato immediatamente a questo capitolo..almeno stamattina andare al bar non è stato tempo sprecato xd

ora arriviamo a noi: forse con un capitolo così intenso dovrei esordire con altre cose da dire ma ci tengo perchè mi rendo conto che l'amicizia tra Jared e Misha in questa ff, possa essere così ambigua da essere a volte fraintesa e siccome anche io a volte mi sono ritrovata a dover shippare coppie di amici nelle ff, sperando che tra un po' sarebbe successo anche altro ed è stato sempre vano, volevo far un grande favore a tutti, o no, dipende dai punti di vista, dicendovi che no, non sono da shippare in quel senso..mettetevela via se avete già cominciato a shipparli ahahha davvero mi dispiace un casino, so che sono ambigui ma..è l'amicizia che vorrei avere io, nel senso, Misha lo faccio diventare spesso così con loro due, nelle mie ff, talmente devoto da assomigliare all'amore ma non lo è..è che proprio mi sembrano meravigliosi così xd spero possiate capire xd
il capitolo doveva essere originariamente più lungo ma non sono in grado di resistere a così tanta angst tutta insieme..il prossimo sarà ancora più strappalacrime..preparate i fazzoletti xd

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Capitolo 11
*** Un dolce addio ***


Quando Jared e Misha tornarono sulla navicella, la moneta era seduta su una delle rientranze a scalino della navicella, nelle sue sembianze umane, quella di una fanciulla con capelli troppo lunghi e un’espressione mortifera.
“Tu…sei solo un’infame! Io…” disse prevedibilmente Misha, andando da lei, Jared , che se lo era aspettato, lo trattenne.
“Misha! Non vedi che è a pezzi??”

Misha lo guardò come se fosse impazzito.
“E tu non capisci che è un trucco? Lo fa per impietosirci! Ti sei già scordato quello che ha fatto?”
“Se intendi agire alle spalle, non è quello che hai fatto esattamente tu, complottando alle MIE spalle con lei?”
Misha ebbe il buon gusto di guardare a terra e vergognarsi.
“Non è..”
La moneta umana, alzò lo sguardo e fece un sorriso triste.
“Ha funzionato.”
Jared, che era grato dell’interruzione su quel confronto infelice, la guardò corrucciato.

Di cosa stai parlando?” chiesero entrambi.

“Sono riuscita a convogliare tutte le energie di cui avevate bisogno.” Disse agitando le mani al cielo, come se questo spiegasse tutto.

Non prendermi per il culo!”
“Misha!”

“Non vi sto prendendo in giro. Non ne avrei motivo. “ li guardò. “Posso mostrarvelo.”
“No, che cosa vuoi fare…ferm..” cominciò Misha.
Lei non si fermò. Si piazzò davanti a loro e una bolla luminosa li avvolse.
 
E fu…
Intenso.
Stavano volteggiando nello spazio, all’inizio come fossero cullati nel grembo materno o nel calore dell’oceano, che poi divenne freddo, poi andarono sempre più veloci, sempre più veloci, si sentirono schizzare veloci come se fossero stati sparati ad altezza cannone. Jared quasi non respirava, e pensò che per Misha fu lo stesso.
Era terribile.
Essere preda di una forza sconosciuta, non essere padrone del tuo corpo..
Ma poi lo vide.

Lo spettacolo di milioni di stelle, le trapassava tutte.
Entrava DENTRO tutte.
E sorpassava pianeti, pianeti e pianeti.
Fino a cui un UNICO pianeta riuscì a intravedere, come se fosse l’ultimo della galassia.
 
E poi l’illusione svanì e caddero sul pavimento.
Quasi soffocarono nel riprendersi.

“Chiedo scusa, ma la visione dell’Occhio non è mai indolore.” Disse lei.
Si voltarono a guardarla, videro che luccicava come se lei stessa fosse il Sole.
“Perdonami Misha, non era mia intenzione agire alle tue spalle, tuttavia, avevo bisogno che tu fossi all’oscuro, se ti fossi sentito tradito da una tua complice, avresti sofferto di più..”

“Non ho mai voluto che lui soffrisse tutto questo a causa mia!” gridò Jared furibondo e sofferente.
Lei si volse verso di lui con un sorriso triste.
“Tutti noi non vorremmo far soffrire le persone che amiamo, ma non possiamo controllare quando loro decidono di voler soffrire PER noi, che sia per una promessa che vogliano mantenere a tutti i costi o per un amore non ricambiato, è una loro scelta, e comprende un destino più grande. Un destino che ora grazie a LUI non è più così irraggiungibile.”

“È vero, dunque? Misha aveva ragione? Hai detto la verità? Ora posso davvero..”
Puoi..” disse lei. “Ma il tuo amico non potrà più accompagnarti.”
“Cosa??”
“È compromesso, ormai. C’è stato uno scambio e l’Universo è stato equo. Se anche il tuo amico non fosse debilitato così com’è e non rischiasse la sua stessa vita ad andare avanti, se anche riuscisse a riprendersi..deve pagare il suo prezzo per quello che ha ottenuto, se cercasse di avere di più, l’universo potrebbe punirlo.”
“Ha già pagato così tanto..non puoi pensare che..”
“In questo caso la separazione è un buon compromesso. L’Universo non è impietoso, rinuncerà a qualcosa e allo stesso tempo riavrà quello che desiderava. Il tuo amore.” Disse guardando Misha e Jared seppe che non parlava della loro amicizia.

“Potrò rivedere Chad?” chiese Misha con un’aria quasi speranzosa che gli fece male al cuore.
“Certo, se lo desideri. Avete il libero arbitrio, lo sai."
“Misha..tu…vuoi andare?”chiese Jared.
Misha si volse verso di lui. Sembrava deciso fino a un secondo prima ma poi vide gli occhi lucidi di Jared.

“No, non voglio. Resterò con te. Non ti lascio da solo.”
Doveva sembrare davvero terrorizzato se Misha lo stava tranquillizzando così. Misha andò da lui e lo abbracciò.
“Jared. calmati..”
“Io..”
La moneta sospirò.

“Quanto è egoista l’animo umano. Così vicino da ottenere quello che desidera, ma incapace di riuscirci perché non riesce a …lasciar andare.”

“CHE COSA NE PUÓ SAPERE UN OGGETTO DI METALLO COME TE, DEI VALORI, DEL SENTIMENTO DELL’AMICIZIA??” gridò Jared, si era a malapena accorto di aver spinto di lato Misha per fronteggiarla.

“Più di quanto credi.” Disse lei.

“BUGIE! NON SAI NIENTE! NIENTE! ALTRIMENTI NON PARLERESTI COSÍ! COME PUOI CHIEDERCI..NON SONO SOLO IO..MISHA NON PUÓ STARE SENZA DI ME..SIAMO LEGATI A DOPPIO FILO NOI DUE..LUI VUOLE STARE CON ME..IO NON POSSO..Stare senza di lui..” si volse verso il suo amico, consapevole che la sua sceneggiata dimostrasse solo che tutto quello che aveva detto finora aveva avuto ragione.
Misha lo abbracciò, aveva il viso pieno di lacrime e fu questo a far rassegnare forse Jared.

“Se io non me ne vado..tutto questo potrebbe essere stato inutile..”
“L’Universo non vuole che io stia da solo..non è quello che..”
“Sì, invece, vuole esattamente questo.” disse la moneta e ora sembrava l’incarnazione dell’infelicità. Guardava Jared colma di pena.
“Cosa?? Come fai a saperlo?”
La moneta chiuse gli occhi.
“Jared..” non lo chiamava mai per nome. Quasi mai.

“Sai quanto ci sarebbe voluto, anche grazie alla mia magia limitata, per raggiungere il pianeta dove si trova tuo fratello? 600 anni.” Jared aprì la bocca senza riuscire a dire una parola. La richiuse.
“Era necessario donare qualcosa per avere uno sconto..e Misha..”
“No..”

“Misha ha donato la sua sofferenza. Sapeva che non era giusto, sapeva che avrebbe sofferto, perché anestetizzare l’amore non è MAI giusto e comporta grande sofferenza. Ma l’ha fatto per accorciare la distanza..”
Jared corrugò le sopracciglia.
“Grazie a lui sono diventati 60 anni.” disse con voce profonda.

Jared crollò in ginocchio e si sarebbe accasciato al suolo se non avesse sentito la mano di Misha artigliarsi alla sua spalla.
“Ritroverò mio fratello…quando sarò vecchio..?” disse affranto e subito dopo: “Non rivedrò mai più Jensen? I miei genitori..?”
Si sentì crollare e andare alla deriva in un mare nero e senza fine.
 


La moneta ebbe pietà di lui e si chinò, a prendergli le mani.
“Questo prima che dessi anche io qualcosa.”
Jared la guardò come se non la riconoscesse.
“Tu..?” come se le avesse appena confessato di sfamare da sei mesi uno squalo bianco.

La moneta sorrise. Mille brividi attraversarono Jared quando gli sembrò che quei lineamenti furono molto meno metallici e più umani.
“Io..hai un viso familiare..come..mi sembra..”
“C’è una cosa che non vi ho mai detto..io non sono stata sempre così…ero umana una volta..”

Si alzò e si voltò e una sorta di orribile dejavu trapassò Jared con la forza di mille stelle.
“No..”
“Sai Jared..mi sarebbe piaciuto conoscere mio fratello..” disse voltandosi, con il sorriso di una sfinge.
“No..” Jared si sentì crollare. Non poteva essere.
“Che significa?? Non dirmi che è un’altra tua sorella perché io..”

“No, Misha” lo interruppe Jared. “Non la mia…ma quella di Shunrei.
“Chi??”
“È una fanciulla cinese, sono andato a parlarci una volta..è la donna che si intravede sopra la moneta..ha accettato di farsi ritrarre e di donare magia buona a essa..non..non mi ha detto di avere..oddio..davvero tu sei..”

“Non lo sapeva.” Disse lei tagliando corto. “Non sapeva di avere una sorella, ma io l’ho sentita sempre vicino a me. In un certo senso lei mi ha protetto con la sua magia.” Disse abbracciandosi lo stomaco.
“Cosa ti hanno fatto?” chiese Jared.
Ma la donna sbottò.

“Ora questo non è importante, quanto quello di cui stavamo parlando prima! Come stavo per dire, io non sono nata così..ero umana..una volta..la magia di cui sono pregna..mi consente di restare SVEGLIA.”
“Quindi tu non sei la moneta, ma sei intrappolata dentro di essa.” Disse Jared.

“Esatto. Ma come stavo dicendo..sempre se non vuoi buttare via tutta la tua vita umana in un viaggio a cui ad ogni modo non sopravviveresti neanche per arrivarci a questa età, era NECESSARIO un supplemento.”
Jared la guardò.
“Cos’hai fatto?” chiese per la milionesima volta.

La moneta chiuse gli occhi e stavolta sembrò per la prima volta più fragile.
Troppo.



“Ho dato parte della mia magia.”
Jared sembrò assurdamente sollevato.
“Tutto qui?”

“Penso che tu non capisca, Jared. La magia è quella che mi permette di restare SVEGLIA.”
“E quindi di parlare anche..” disse Misha.
Jared spalancò la bocca inorridito.
“Non l’ho data TUTTA.” Spiegò velocemente. “Solo quel che basta e così tu potrai..in un tempo ragionevole stavolta..”
“Oh mio dio.”

Sei anni.” disse con voce rotta. “Sono riuscita ad accorciare fino a questo punto. Avrai magia sufficiente affinchè la navicella non si fermi mai. Ma non dovrai MAI fermarti. Per SEI ANNI.”
“Ma tu..” Jared ora stava tremando. “Non starai sempre addormentata..vero..a volte ti sveglierai..vero..quando ti sentirai meglio e poi..”
La moneta sorrise debolmente.

“Non è come fare..un riposino ristoratore, temo..”
Crollò a terra.
“Minnie!”




“Anche se l’universo non parla..io ormai conosco la su lingua..so cosa voleva dirmi..fino a che non saranno  scaduti i sei anni..io non mi sveglierò mai più..tornerò a essere..una moneta..”

“NO!”
“Sì, invece..” sorrise.

“NO, TI PREGO. NO.” guardò Misha. “SEI ANNI..NO..VI PREGO..NON.POSSO..NON LASCIATEMI SOLOOOOOOOOOOOOOOOOOOO.”


 
Era così straziante da rompere il cuore dell'essere più spregevole. Misha andò da lui e gli prese il viso tra le mani, quasi glielo scavò con le unghie.

“Hai una grandissima opportunità. Sono solo sei anni, sei anni e puoi porre fine a tutto questo psicodramma greco.”
“Mish..”
“Se mandi tutto a puttane solo per un po' di solitudine..ti uccido.”
“Mish..io non sono convinto di potercela fare..”
“Va bene, allora..non mi lasci altra scelta.”
 
Quello che avvenne dopo, tutto poteva aspettarselo, ma non quello.
Misha gli prese il viso tra le mani e lo baciò.
Lo baciò senza dargli modo di ritrarsi, il bacio fu lento, ma non passionale, sembrava più triste, anche se Jared avvertì un pizzico di lingua farsi strada.
“Mish.no..no..” chiuse gli occhi spingendolo gentilmente con le mani sul petto ma senza allontanarlo bruscamente. “Cosa stai facendo..perchè..”

Quello che Misha vide fu quello che voleva vedere. Jared lo amava, certo come amico, per questo non lo scosse bruscamente, ma non lo ricambiava neppure.
“Non sono innamorato di te, Jar..”
Jared lo guardò ancora più confuso.

“Allora perché l’hai fatto..ti sei bevuto il cervello..io amo Jensen, sarà SEMPRE Jensen!”
“Lo so..e non desidero altro che questo..e voglio che tu te lo ricorda.” Gli disse prendendogli le mani.
Jared sgranò gli occhi.
“L’hai fatto apposta.”

“Sì, perché sei un idiota imbecille. Ma anche un’inguaribile romantico e so che non ti darai pace all’idea che l’ultimo bacio che hai dato nella tua vita, sia stato dato a me.”
Jared sbattè gli occhi.

“Perciò ti consiglio di fartela passare, Jar. Qualsiasi stronzata che hai in mente, in modo da tornare sulla terra tra sei anni. Non vorrai che il tuo ultimo bacio sia stato dato a me, vero? E non pensare neanche di tornare prima che scada il tempo..non vuoi che dica a Jensen che sono arrivato a baciarti pur di non mandare a puttane tutto e alla fine..l’hai fatto lo stesso vero? Jensen non te lo perdonerebbe mai, perciò..,ti consiglio di portare a termine la missione e poi tornare a supplicarlo sui ceci di perdonarti di avermi baciato.”

“Perché Jensen ovviamente deve saperlo..a lui dico sempre tutto..”
“Tranne magari che ti sei fatto venire un’erezione appena hai sentito la mia lingua.”
“Brutto idiota!” gli diede un pugno sul petto ma poi si lasciò abbracciare.

“Ti voglio tanto bene, amico mio..anzi no, ti amo, amico mio.”
Misha sorrise accarezzandogli i capelli.
“Lo so. Ecco come sono. Irritante ed adorabile.”
“Penoso.” Disse Jared tra il riso e le lacrime. “La tua ultima battuta prima che ci separiamo e la usi per citarmi Snoopy?”
“Si fa quel che si può, my dear.” Disse Misha.

Poi si girarono tutti verso la donna moneta che sorrise.
“Misha, ora tu dovresti andare..”
Lui annuì.
“Resterai un po' con lui, dopo..?”
La moneta esitò.

“Le mie ultime energie servono per portarti sulla Terra e per far funzionare la navicella..dopo averlo fatto..mi addormenterò.”
Sentì un sospiro dietro Jared.
“Misha..vai. è giusto così. Riprenditi il tuo ragazzo.”
Misha sorrise.

“Credevo fossi TU il mio ragazzo, razza di orso troppo cresciuto.”
“Non importa. Io non sono geloso.” Gli fece la linguaccia.
“Jared..” sorrise ancora. “Io ti prometto che parlerò a Jensen..no, ascoltami..so che lui non può ricordare ed è giusto che sia così..non gli dirò chi sei..mai..ma cercherò di..non lo so, in un certo senso, cercherò di fargli restare te in mente, in un modo o nell’altro.”

Jared lo guardò con sguardo solenne.
“Anche se non dovessi riuscirci, grazie per averlo detto.”
Lui annuì.
Poi Misha parlò ancora.
Si rivolse alla moneta.

“Jared comunque non può restare per sei anni ininterrotti sullo spazio, ha bisogno di cibo inesauribile, una camminata al fresco – possibilmente non in prigione – tutti i giorni, svago e potersi lavare, non deve mancargli l’acqua, non vogliamo che diventi un brutto puzzolente orso, non è vero?”
Risero entrambi.

“Posso lasciare la navicella qualche volta, non è vero?” chiese un po' preoccupato.
La moneta annuì.

“Come abbiamo sempre fatto, il radar ti segnalerà quando ci sarà bisogno che ritorni, anche la magia va ricaricata qualche volta, ma ho improntato un promemoria all’interno della..moneta. È un messaggio registrato a voce con dentro tutte le informazioni. Ti sarà utile, ho lasciato il codice per ascoltarlo nella tua camera da letto.”
Jared la guardò impressionato. Misha fischiò.
“Però. È meglio di quegli inutili promemoria dei cellulari.”

“Sono d’accordo. Minnie, grazie di tutto. Mi sono sbagliato su di te.” Disse stringendola forte.
Lei scosse la testa.

“Ti ho portato via dall’uomo che ami, era giusto che mi odiassi, non avrei voluto niente di diverso. questo dimostra che hai un cuore buono.”
“Ho comunque sbagliato ad accusarti senza pensare che..”
“Ehi.” Lo stoppò. “Credi che io sarò clemente quando si tratterrà di trovare i colpevoli che mi hanno separato dalla mia gemella? Perché non lo sarò.” Gli picchiettò un indice sul petto.
Jared sorrise.
“Erano belli, sai. Hai una bella famiglia..sono..”

“Ok, basta così. Non voglio sapere da altri come sono la mia famiglia. Mi piacerebbe scoprirlo da sola. Un giorno..” gli diede le spalle e Jared seppe che non voleva farsi vedere piangere.
Un giorno..
“Sì, lo farai.” Disse Jared convinto.

La sua sicurezza si riflettè nel suo sguardo, perché lei si girò e si illuminò, poi guardò Misha.
“Sei pronto?”

“Sono nato pronto, bellezza. Mon amour, ricordati cosa ti ho detto.” Gli fece un cenno come se avesse potuto sparargli oltre le stelle se Jared non avesse mantenuto quello che…era una promessa, giusto? Jared si accorse di non averlo detto.
Volle rimediare.
“Lo farò. Lo ricorderò SEMPRE.” Chiarì.
Misha parve spiazzato.

“È una promessa?” gli chiese con uno sguardo insolente.
“È una promessa.” Disse deciso.
 
Li guardò mentre si presero per mano. Credette che bisognasse dire qualcosa in casi epici come questi.

“Non avrei mai pensato che si potesse avere una famiglia con membri che non fossero del tuo stesso sangue..”

Vide i volti illuminati dei suoi amici, irrigidirsi e quasi crollare, Jared temette per un momento di aver mandato a puttane tutto, ma l’incantesimo resse, anche se Misha aveva l’idea di aver appena ingoiato un limone o quella di volersi gettare tra le sue braccia come quelle di un drago con la sua vittima. Minnie dal suo canto, sembrò pensare la stessa cosa, perché lo sostenne per la spalla, anche se non aveva nessuno a sostenere lei, però incredibilmente non crollò, anche se le lacrime ai suoi occhi, espressero fin troppo chiaramente quello che provava.
Poi l’alone sparì e Misha scomparve e anche Minnie, lasciando per terra la moneta di sempre.
 
Jared si inginocchiò, ma non provava tristezza stavolta, ma un piacevole tepore.

Si considerava fortunato. In quanti potevano dire di aver vissuto un addio tanto emozionante e bello?
No, non un addio, pensò mentre raccoglieva la moneta da terra.
Ma un arrivederci. Pensò al vuoto con un sorriso.






















Note dell'autrice: mamma mia, sono tantissime le cose da dire, così tante che non so da dove cominciare! Allora..innanzitutto, vi è piaciuto il bacio Mishalecki? ahhah xd prima che attaccate a darmi della buffona, specifico che è stata una cosa decisa all'ultimo momento quindi NON vi ho trollato con le note del capitolo precedente xd anche perchè quello che penso rimane. La scena non è il preludio a chissà quali evoluzioni future, anche se forse un'autrice più brava di me non darebbe certi spoliers xd ma è davvero una cosa pura, istintiva come lo è Misha, mi è sembrata semplicemente una cosa carina e forte da fare, a prescindere da tutto, non è dolce che l'ultima cosa che Misha lascia a Jared è una cosa d'amore? 
Poi..la moneta..vi aspettavate che fosse la gemella di Shunrei? No? Bene! Neanch'io ! ahhah xd lo so, non mi fa onore dirlo, ma è stato solo ieri che l'ho pensato..ma almeno fa coincidere tutto no? xd altrimenti che origini le davo a sta povera cristiana? xd LOL
e devo ammettere che seppur stramba, mi piace quest'idea!
Adoro questo capitolo, penso si capisca e...se ve lo state chiedendo, sì, avevo deciso dall'inizio che la moneta non sarebbe stata malvagia, non è stato un colpo di testa, magari non l'ho deciso proprio dall'inizio, ma l'ho deciso comunque che stavo ancora scrivendo i capitoli della prima storia, quindi insomma..va bene improvvisare ma un minimo di trama ce l'ho pure io..e lo dico con orgoglio! :ppp

Il prossimo capitolo dovrebbe essere l'ULTIMO quindi sapete cosa vi aspetta vero? Piccolo indizio: NON Jensen LOL xd
 

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Capitolo 12
*** Il ragazzo violetto ***


Era fatta. Erano passati sei anni finalmente.

Jared aveva vissuto tanto in quei sei anni, aveva combattuto in nome della giustizia, per Jensen, anche se lui tante volte non l’aveva visto, aveva aiutato a risolvere tantissimi casi e aveva dovuto resistere alla curiosità del suo vecchio amore e a quella che ben presto si era trasformata in un’autentica ossessione.

 Quindi resistere anche alla sua voglia di catturarlo.
Era una sfida tra lui e Jensen, lo era stata sempre in quei sei anni, in cui gli era permesso tornare sulla Terra ma senza rivelarsi al suo primo, vero, ed unico amore.
Era stata una sofferenza per molti versi, ma per altri, un balsamo per lui, poterlo comunque vedere, sospirando da lontano.

 Ma poi anche quei sei anni sono passati, come passa tutto, anche il tempo.
E aveva raggiunto il fatidico pianeta.
Jared già dalla notte prima, non aveva dormito e quel giorno fu peggio.
Considerato che l’aria era respirabile e non aveva bisogno di una maschera per respirare, atterrò finalmente in quel mondo, che era così simile alla Terra.


 Si aspettava di dover tranquillizzare il suo gemello quando lo avrebbe visto, temeva reazioni inconsulte e per un attimo, ponderò il fatto di nascondere quell’assurdo colore di capelli che gli era arrivato già da un bel po'.
Viola. Aveva i capelli viola da anni ormai! Quel colore non andò più via. Gli restava da sperare che il suo gemello non fosse un tipo superstizioso, perché non era esattamente il modo migliore per presentarsi a un tizio e dirgli di fidarsi, farsi vedere con i capelli VIOLA.
Cercò di tacitare la sua coscienza, lui non era un tipo da pregiudizi, e come era giusto che gli esseri umani fossero rispettati, qualsiasi fosse il loro orientamento sessuale e qualunque fosse il colore della loro pelle, era giusto non avere pregiudizi per il colore dei capelli e poi sicuramente lui sarà sconvolto dalla sua faccia. Non starà certo a guardargli il colore di capelli!
Ciònonostante doveva essere pronto a qualsiasi svenimento da parte sua e sorreggerlo.
 
 
 
 
 
 
 
*

Jared non chiedeva niente di particolare dalla vita, desiderava unicamente andare a lavorare nel suo negozio di giocattoli, convivere con l’uomo che era per lui come un padre e con quegli assurdi poteri per tutta la vita.
Avere una vita tranquilla, insomma.
Ormai aveva rinunciato a conoscere i suoi veri genitori, chiunque lo aveva abbandonato anni e anni fa, con solo una navicella, non sarebbe mai più tornato a riprenderlo.
Gli piacevano gli anime come Dragon Ball, o telefilm come Smallville. Parlavano di alieni abbandonati con le loro navicelle ma che alla fine, venivano  a conoscenza della loro vera storia, nel caso di Superman, arrivavano addirittura persone sconosciute a reclamarsi come parenti.
In un certo senso gli dava sollievo guardare queste storie chiedendosi come avrebbe reagito lui se qualcuno dal cielo un giorno si fosse presentato a lui.
Un giorno si svegliò, sentendosi strano, guidò fino a una pianura che non credeva di conoscere, non aveva mai percorso quella strada, era deserta, ma era come richiamato da qualcosa che non sapeva spiegare, qualcosa che era dentro di lui e gli diceva di percorrere proprio QUELLA STRADA.
La percorse, salì sulla pianura, e rimase sbigottito.

Aveva ventidue anni, solo ventidue e non era preparato a quello che vide, la sua stessa immagine riflessa che lo guardava spaventata, pensò che sarebbe svenuto, o che avrebbe gridato, chi lo sa.
Non fece neanche in tempo a farlo, che la sua immagine riflessa, svenne.
“Ma che diavolo..”
Il ragazzo IDENTICO A LUI svenne, per fortuna riuscì a sostenerlo prima che cadde di schianto, facendosi male alla testa.
 

“Viola. Capelli viola.” Pensò ad alta voce accarezzandoglieli. “Per fortuna sei leggero, ragazzo violetto.” Disse, trasportandolo tra le braccia, fino alla sua macchina.






















Note dell'autrice: perdonatemi davvero per il capitolo corto, ma sto facendo uan fatica a continuare questa storia che voi non avete idea..mi ha stufato xd
meno male che siamo arrivati quasi alla fine xd ho scoperto che i missing moments non fanno proprio per me ç_ç
ma erano necessari stavolta ç_ç

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Capitolo 13
*** Jael ***


Avviso: ho inserito un capitolo nuovo flashforward e poi ho pubblicato nuovamente questo ultimo capitolo che avevo scritto due anni fa, perché altrimenti mi avrebbe segnato come ultimo il capitolo flashforward che tra qualche giorno metterò tra i primi, sfasandomi la cronologia





Jared era un ragazzo sognatore, devi esserlo per forza, se nasci con dei poteri magici, ma non puoi raccontarlo a nessuno, se ci convivi da anni con questa consapevolezza.
Si era chiesto tantissime volte se fosse un alieno, poi un giorno aveva trovato un uomo, che si era presentato a lui e gli aveva raccontato la storia della sua vita.
Tantissimi anni fa, da neonato, fu raccolto dall’uomo, era uscito da un’astronave, un’astronave VERA, poi sparita.
All’uomo non fu permesso tenere il bambino, ma questa è un’altra storia, non importante. Jared non volle rimuginarci su, importava solo che adesso il suo padre putativo e lui vivevano insieme.
Ma Jared continuava a pensare alla sua famiglia, alla sua VERA famiglia. Se era vero che veniva da un altro mondo, avrà pure avuto una famiglia o no?
Non è che magari gli alieni crescevano sugli alberi?
Jared si augurò di no, sperava così tanto ardentemente non fosse così.

Non per i suoi genitori, che certamente lo avevano abbandonato,ma perché magari aveva dei FRATELLI, che non avevano colpe per gli sbagli dei genitori.
E chissà cosa stavano passando, chissà se sapevano della sua ESISTENZA.
Non parlava mai di questo con Bobby, perché non voleva che pensasse che rimpiangesse la sua vera famiglia, né Bobby gli ha mai fatto domande al riguardo.
Ma non aveva mai pensato all’eventualità di avere addirittura un GEMELLO.
Gli sfiorò gli zigomi, sospirando.
Era BELLO il suo gemello, ed era strano pensare ad un ragazzo in termini di bellezza, senza desiderare portarselo a letto, una sensazione diversa, sconosciuta, di amore e devozione che non aveva mai provato fino ad ora. Che non pensava avrebbe mai provato.
Non poteva parlarne con NESSUNO.
Forse solo con Bobby, lui lo avrebbe nascosto, lui lo avrebbe protetto..

Si sentì annegare. Se il governo lo avrebbe scoperto, avrebbe fatto domande..e se avrebbe scoperto che erano entrambi di un altro pianeta..
Cosa gli avrebbero fatto???
Quel ragazzo era un pericolo anche per lui!
Nonostante ciò, non avrebbe mai pensato di disfarsene, sarebbe morto piuttosto.
Bobby non si era disfatto di lui quando l’aveva trovato, solo,sperduto, a sé stesso, in quella navicella.
Lui non avrebbe fatto altrettanto. Era suo fratello!
Loro tre erano una famiglia!

E magari lui era venuto proprio per cercare lui.
Lo avrebbe protetto.
Si sporse su di lui ad accarezzargli i capelli violetti. Erano di un viola chiari, teneri e fluidi come quel ragazzo.
Aveva trovato uno strano aggeggio come un radar, nella sua giacca, ma non desiderava scoprire cosa fosse. Non prima che quel ragazzo si fosse svegliato.
 
 
 
*

Quando Jared si risvegliò, trovandosi in un comodo letto soffice come una nuvola, quasi scattò a sedere, quando vide un ragazzo delle sue stesse fattezze, accarezzargli i capelli.
Sono molestato dalla mia immagine riflessa?
“Stai..indietro..”
“Scusami, non volevo spaventarti..” disse il ragazzo.


Jared lo guardò confuso e un po…sorpreso, doveva ammetterlo.
Quel ragazzo era identico a lui, ma allo stesso tempo era diverso.
Aveva brillanti occhi verdi e un sorriso meraviglioso, aperto, quel sorriso che non si poteva vedere spesso su di lui, soffocato dalla maschera, dai suoi poteri.
Lui era più magro, il ragazzo davanti a lui aveva un po più di muscoli e sembrava godere di ottima salute, e poi c’erano quei dannati capelli viola..il ragazzo davanti a lui li aveva CASTANI e lunghi.
“Sei..un doppelgangher? O sei….siamo..fratelli?” il ragazzo pareva quasi timoroso di chiederglielo, era dolcissimo.

“Io..sto cercando mio fratello gemello..più di uno in realtà.” Disse Jared.
L’altro lo guardò pallidissimo.
Ce n’è più di uno?

“Tu vieni da un altro mondo? Ti prego, dimmi la verità, ho bisogno di verificarlo e non prendermi per pazzo, per questo.”
“Non lo faccio. Sono sollevato che tu..sappia già qualcosa a questo riguardo. Sì, vengo da un altro mondo, ho fatto un lungo viaggio per venire qui.”
“Dunque tu sei..siamo..ALIENI?”

Jared lo guardò con curiosità e l’altro si sbrigò a spiegare:
“Sono arrivato qui con una navicella e sono stato accolto da un brav’uomo..”
Jared lo guardò a bocca aperta.

“E io cercavo proprio uno come te..uno che fosse arrivato dalle stelle..”
“Davvero?”

“Sì, io..ti hanno strappato a me e ai nostri genitori..appena nato..io..aspetta! Il mio radar! Dove..”
“Ho visto un aggeggio strano..tranquillo,è nella tua giacca..ecco.  Ha cominciato a trillare impazzito, ho dovuto spegnerlo, per impedire ti svegliasse.” Glielo diede ma Jared lo guardò basito.

“Tu l’hai..spento? 
“Certo. Perché? Non avrei dovuto? Scusami, io..”

“No, no, è che..finora solo io ci riuscivo..”
“Davvero?”

Jared lo accese e il piccolo aggeggio cominciò a trillare impazzito davanti a lui, la scritta BROTHER lampeggiava furiosa con una freccia che pulsava davanti a lui.
“Oh mio dio..sei..sei TU..” disse Jared guardandolo con le lacrime che stavano già per apprestarsi a gocciolare.

Il ragazzo davanti a lui, aveva gli occhi lucidi. Erano lacrime diverse dalle sue, il ragazzo di quel mondo sapeva gestire meglio le emozioni, l’altro Jared forse per aver dovuto affrontare troppo in tutti quegli anni, era più emotivo. Erano lacrime diverse, ma erano uguali, erano dello stesso colore, lo stesso dna..
Entrambi i fratelli si buttarono l’uno nelle braccia dell’altro, singhiozzando immediatamente, dimostrando se ancora ce ne fosse stato bisogno, che erano proprio GEMELLI.

“Ho un gemello..ho un gemello..” disse il Jared di quell’universo.
Jared si scostò appena dal suo abbraccio.
“Calma ragazzo cucciolo, dammi l’occasione di dimostrartelo prima, avete anche qui la prova del DNA?”
L’altro Jared rise.

“Faremo tutto quello che vuoi..eh sì, c’è anche qui..ma non so se mi fido a far analizzare il tuo sangue, da degli sconosciuti, c’è un tizio che è come un padre per me, ci aiuterà lui. Oh, avevo un padre e ora ho anche un gemello!”

“Un tizio che è come un padre? E chi è?”
“Ohh, ti piacerà un sacco!! Ma prima dovremmo capire chi dei due dovrà cambiare nome. Ti piace Jael??


 







   






















Note dell'autrice: MAMMA MIA non ci credo che sono arrvata alla fine di questa storia xd davvero non ne potevo più, amo tantissimo questa saga, ma mi sono arenata e bloccata su sti missing moments e desidero solamente andare avanti!!
Cmq sono fiera di me per esser riuscita ad andare avanti nonostante non avessi NESSUN SOSTEGNO da parte di NESSUNO per continuare questa storia se non quello di Teamfreewill che ringrazierò sempre!! ^^
se riuscirò a scriverli, ci dovranno essere anche dei missing moments tra i due fratelli, ma farebbero in quel caso parte della storia "il giocattolaio" quindi sarebbe un'altra storia in più, credo sarebbe una cosa carina da scrivere, vi dico la verità, la voglia è pari a ZERO xd ma penso che un piccolo tributo a loro due come fratelli ci vuole, anche perchè Jensen della storia del giocattolaio conosce Jael che fa capire che ha fatto avanti e indietro da quel mondo, un sacco di volte e mi sembra di lasciare un grandissimo spazio vuoto nel non cercare almeno un po' di riempire quello spazio, ma non aspettatevi chissà che eh. Esattamente come per questa storia, io cercerò di riempire un po' lo spazio vuoto ma non sarà cmq una storia impegnativa, ad ogni modo dopo questa storia devo ASSOLUTAMENTE scrivere una storia missing moments tra Duefacce e Batman alias Jared/Jael e Jensen. Devo, è indispensabile e forse questa mi piacerà anche scriverla, sarà piena di sentimento, ma anche qui non aspettatevi chissà quale storia impegnativa, la scrivo solo per far capire a tutti cosa provava Jensen per Duefacce alias Jared :)) Baci!!

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