Young God (yuri on ice AU )

di Ilreleonewikia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Era un ombra nell'abisso , trasparente che aspettava solo di poter ritrovare la sua luce . Eppure le sue membra non erano evanescenti ; lui era fatto di memorie.

La vita di Yuri non era mai stata eccezionale , la sua esistenza fin dai primi anni sembrava di non dover prendere nessuna piega particolare. 
I ricordi più vividi che aveva della sua casa erano la montagna rocciosa e il mare. 
Il vento pieno di sale e di tempesta. 
Suo padre non era molto conosciuto , il suo regno era davvero piccolo e la sua antica fama sembrava scomparsa. Nemmeno il suo primo genito maschio aiutava. 
Lui Yuri , non era un bambino facile ; non socializzava , se ne restava sempre in disparte e persino nei giochi non riusciva ad eccellere . Non che fosse gracilino , anzi , ma il suo peso , come il suo aspetto cambiavano troppo spesso per definirlo con precisione. 
Persino il suo destino sembrava essere destinato a finire come era cominciato , fino al giorno dei giochi.

Era una mattina di maggio , il sole batteva alto e ogni servo e ancella presente nel palazzo era preso in faccende : si erano preparate le provviste , le bandiere e gli stemmi alzati , persino i tori , ancora giovani e arzilli erano state portati via dai loro pascoli per essere uccisi. 
Ogni persona si stava preparando a quell'evento e persino Yuri , che aveva poco più che otto anni si sentiva agitato. 
Era sul palco , una ghirlanda sulle ginocchia e la testa abbassata. Ia luce splendeva sulle pietre bianche e sulla sabbia del' arena.
Accanto a lui c'erano suo padre che borbottava qualcosa , sua madre e sua sorella , i volti velati per ripararsi dal caldo. 
Gli atleti erano ai posti di partenza , la pelle sudata e la veste bianca. Se fosse almeno un decimo di loro , pensò Yuri , forse suo padre lo amerebbe e non si sentirebbe così a disagio. 
I corridori si inginocchiarono , le schiene tese come corde di lira. 
Fu in quel momento che lo vide per la prima volta. 
Lui il più magro e slanciato , la sua pelle più pallida degli altri, che contrastava con il terreno , come marmo e i capelli lunghi raccolti da una treccia, argentei come Diana. 
Fu un attimo , perché un secondo dopo cominciò a correre. 
Le sue gambe si muovevano con estrema velocità e agilità. I suoi talloni , così perfetti non toccavano nemmeno terra , era come se volasse. 
Arrivò al traguardo per primo , la folla era in delirio e un uomo , che doveva essere il padre , lo prese in braccio e gli baciò la testa orgoglioso. Il ragazzo sorrideva , e Yuuri pensò di non aver mai visto nulla di così bello.

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Il sangue era comparso all'improvviso , lo poteva ancora vedere mentre macchiava il terreno , la testa ormai inerme del ragazzo e l'orrore nel guardarla. 
Gli erano sembrati un sogno , ricordi di una persona che non era lui , invece non era così. 
Dopo settimane di viaggio , in groppa a quell'asino per i sentieri sterrati, con quella sacca piena d'oro e gioielli a fargli da compagnia , Yuuri capì che era realtà. 
Che lui non aveva più una casa o un nome. 
Tutto era finito , perché aveva ucciso. E il sangue e l'espressione di quel ragazzo lo avrebbero tormentato fino alla fine dei suoi giorni. 
Avrebbe potuto evitarlo.
Se non si fosse opposto al comando di dare i suoi dadi preferiti a quel giovane. 
Ora , se non lo avesse spinto per difendersi , sarebbe potuto essere sotto le coperte del suo letto e un tetto da chiamare suo.

Eppure il fato aveva deciso diversamente

Finalmente dopo quel lungo viaggio era arrivato a destinazione: le mure del palazzo di Peleo re di Ftia , un regno nel Nord , così piccolo da essere quasi sconosciuto , ma evidentemente graziato dagli dei , gli si mostrarono davanti e si aprirono.
Le gesta e la bontà di quell'uomo avevano attraversato l'intera Grecia e lui stesso era diventato un mito , come il proprio figlio del resto. 
In effetti, non era da tutti poter sposare una ninfa come Teti . 
Dalla loro unione fu concepito il loro primogenito , Viktor. Il ricordo di quell'immagine così vivida , di quel giorno di maggio era ancora impresso nel suo animo.
Eppure Peleo era un re giusto ed aveva la fama di essere un compassionevole filantropo , accogliendo orfani ed esuli in casa sua. 
Quando entrò , dei servitori lo aiutarono a scendere dell'animale e sesza troppe cerimonie presero il tesoro che portava nella sacca accanto a se . Dopo tutto ormai non era più un principe ; non meritava nessun trattamento speciale.
Si sentì subito più solo ed inerme ; l'unico ricordo che lo legava alla sua vita lassata ormai se ne era andato.

Fu condotto fino alla sala del trono , molto più piccola e stretta di quella di suo padre , ma assolutamente di un altro livello. I muri erano dipinti con colori vividi e le decorazioni erano minuziose e splendenti , quasi ad imitare il fondale del mare poco distante.

Ma sul trono non c'era il Re , ma una figura più giovane , che se ne stava sdraiata sui braccioli di pietra , mentre sul ventre piatto aveva appoggiata una piccola lira. 
Era decisamente cambiato dal loro primo incontro , omrai lui aveva quattordici anni e la sua linea esile da bambino avevano lasciato posto a dei muscoli appena accennati , ma lo riconobbe subito. 
Il ragazzo appena lo vide entrare alzò lo sguardo facendo cadere delle ciocche argentate sul viso ancora più bello da vicino. 
Yuri rimase interdetto qualche secondo prima di decidersi a inginocchiarsi , per fortuna i suoi anni di esercizio con suo padre ai vari consigli , gli erano serviti a qualcosa .
Dopo tutto anche se Peleo non era lì , suo figlio era l'autorità più prossima e avrebbe dovuto presentarsi prima o poi.

Sentì comunque gli occhi azzurri del ragazzo su di lui. 
Si fece coraggio , per una volta , si disse non poteva fare brutta figura.

"I-Io sono Yuri. Sono- no ero figlio di Menezio e di Stelene , regnanti di un piccolo paese del Sud . E sono venuto a presentarmi e ringraziare per l'ospitalità che mi offrite." disse con voce tremante. Mantenere il controllo sembrava davvero difficile .

Aspettò che succedesse qualcosa , e poi vide un paio di piedi scalzi davanti a lui. 
Non lo aveva sentito avvicinarsi , ma ora Viktor era proprio di fronte a lui a pochi centimetri.

"Alzati Meneziante. Non rimanere li per terra o ti verrà una slogatura." disse mettendogli delicatamente una mano sulla spalla in tono rassicurante. 
Persino la sua voce era musica.

Yuri ubbidì titubante. 
Quando alzò il volto i loro sguardi si incrociarono. 
Il più grande gli sorrise.

"Tu sei il ragazzo che è arrivato oggi. 
Ti ho già visto anni fa. Eri accanto a tuo padre , ai giochi. 
Io sono Viktor " disse .

Yuri annuì. Certo che sapeva chi era , ma non credeva che uno come Viktor si ricordasse di lui. Non si erano nemmeno scambiati un saluto prima di quel momento.

"Perché Meneziante , parli della tua famiglia come se non ci fosse più? Ti è capitata una sventura? " chiese senza malizia.

Avrebbe potuto essere quasi una domanda stupida , pensò Yuri se non l'avesse pronunciata lui.

"Si. In un certo senso. Io..io non ho più casa. Io non ho più un titolo. Ogni mio avere è sparito . Io sono il figlio di nessuno" rispose rassegnato. 

"Non è vero." disse il Pelide prendendogli il mento fra le mani, avvicinandosi ancora di più.
"Perché da ora in poi questa e casa tua. Il vecchio te non può più raggiungerti qui. Qualsiasi cosa tu abbia fatto ora non conta più. In questo palazzo , tu mangerai il nostro stesso cibo, e sarai trattato come gli altri. Ora sei un membro della nostra famiglia" .

E detto questo se ne andò lasciandolo solo . 
Non sapeva cosa dire. 
Il tempo era sembrato fermarsi in quell'istante. 
Rimase così fino a quando un servitore non lo accompagnò nella sua stanza.

Quella fu la prima volta che lui e Viktor si parlarono.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


I primi giorni del suo esilio passarono senza complicazioni , eppure Yuri non riusciva ancora ad abituarsi al suo giaciglio e alla sua nuova stanza. 
La notte si svegliava di soprassalto , credendo che l'anima del ragazzo , lo stesse aspettando per portarlo nell'Ade insieme a lui. 
Persino la luna sembrava opprimente , credeva che Artemide lo stesse punendo per il suo peccato . Come giusto che fosse.

Gli altri ragazzi , forse scappati di casa come lui , riposavano calmi nelle loro tuniche , mentre la brezza del mare li cullava.

Nessuno provava a fare amicizia o a giocare con lui , se ne stava da solo in disparte , mentre gli altri si azzuffavano nell'arena di sabbia. 
Avvolte aveva pensato persino di fuggire via dagli allenamenti di combattimento ,ma era cosciente che avrebbe fallito miseramente .

Alla fine della giornata , quando tutti si ritrovavano nella grande sala per mangiare tutti insieme e conversare e ridere del più e del meno Yuri se ne stava in silenzio , nel suo solito tavolo. 
Mangiava il suo pesce grigliato con calma e a testa bassa e se ne andava presto. 
Nessuno gli chiedeva di restare e a lui andava bene così.

C'erano delle sere però in cui quella calma veniva interrotta violentemente da qualcosa. 
Viktor era sempre stato un punto di riferimento per tutti i ragazzi del palazzo , e ogni occasione era buona per mettersi in luce davanti ai suoi occhi. 
E per quanto Yuri cercava di non darlo a vedere , anche per lui era così. 
Avvolte quando il primcipe decideva di pranzare insieme a loro , raccontando battute o aneddoti spiritosi e quando era sicuro che lui non lo stava guardando , il ragazzo lo osservava con la coda dell'occhio ammaliato , per poi distogliere lo sguardo quando l'atro lo alzava. 
In quei momenti sentiva il cuore battere a mille.

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Era il decimo giorno , omrai era il tramonto e tutti si stavano dirigendo verso il lungo corridoio dipinto di blue e arancio verso il loro , tanto atteso pasto ; Yuri era rimasto indietro , camminava piano e senza fretta . Come gli altri la corsa di quella mattina lo aveva sfinito. 
Poi però quando stava per andare a sedersi verso il suo solito posto , si accorse che il suo tavolo era più affollato del solito. 
Un gruppo di ragazzi era radunato in cerchio su qualcuno che non riusciva a riconoscere. Sembravano un nido di gazze difronte a una moneta d'oro. 
Quando il ragazzo si sedette rimase sconcertato. Accanto a lui , con una ciotola di fichi in mano c'era Viktor . 
Il giovane stava sbucciando il frutto , facendo una riga continua con la buccia; lo spezzò e lo mangiò , addentadolo con gusto .
Yuri lo fissò attentamente e quando lui ricambiò la sua attenzione , girò la testa dalla parte opposta con le guance in fiamme .

La cena continuò così , tra tensioni e occhiate sfuggenti , avvolte quasi di aspettativa , ma per lo più il piccolo esule se ne stava con la faccia rivolta al piatto , ormai vuoto.

Era omrai buio e i servi cominciarono a sparecchiare , anche lui come suo solito se ne stava andando verso il suo giaciglio , quando per caso un fico gli cadde tra le mani.

Yuri si accigliò , e una voce cristallina rise divertita. 
Viktor lo osservava , dal posto in cui era seduto , e in grembo la ciotala ormai vuota. 
Solo in quel momento il ragazzo si accorse che a parte loro due , la sala era deserta.

Il più grande gli si avvicinò cautamente , come se fosse un cucciolo che potrebbe correre via, e con voce bassa come se si trattasse di un segreto gli disse ;

"Domani mattina , sulla spiaggia" . 
I capelli lunghi gli cadevano sulla spalla e le labbra piene erano divertente ancora più rosa.

L'altro cercò di non farci caso e fissando i piedi scalzi , pieni di sabbia domandò : "Per fare cosa? Il maestro si arrabbierá se salto l'allenamento..." la sua schiena si fece tesa.

Il Pelide rise alla sua reazione : "Non ti preoccupare , farò in modo che non ti succeda niente. Mi serve solo che tu mi aiuti a fare una cosa..." 
Quella affermazione lo confuse ancora di più , ma non seppe controbattere qualche altra scusa per non accettare.

Così il principe si scanzò d'improvviso e con un ghigno trionfatore corse via senza aspettare una sua risposta. 
E per l'ennesima volta Yuri rise immobile mentre se ne andava.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***



"Dove stiamo andando?" , i piedi gli facevano male per la lunga camminata e la luce del sole continuava a riscaldare le colline aspre di Fitia fino a far diventare la strada bollente. 
La testa di Yuri sembrava non voler smettere di girare , eppure lui aveva detto che ormai erano giunti a destinazione.

Il principe che si trovava a cinque passi piu avanti non sebrava minimamente affaticato da quella salita e i suoi piedi scalzi non sembravano dolere come i suoi , protetti dai sandali di cuoio .

Stavano camminando da una buona mezzora , da quando lo aveva svegliato di soprassalto e lo aveva trascinato in quella scalata a dir poco massacrante, e il palazzo sembrava ormai una piccola macchia nascosta in lontananza.

"Non dovevamo andare alla spiaggia?" gli fece notare , il ragazzo ormai privo di aria nei polmoni. 
"Certo. Ma non ho mai detto come ci saremmo arrivati" . 
Disse ridendo il Pelide senza guardarlo.

Yuri non capiva , come avrebbero potuto arrivare alla spiaggia scalando una montagna , e perche lo stava portando con lui ?

Tutte queste domande lo stavano tormentando dall'altra notte , e non era quasi riuscito a dormire per cercare una risposta.

Era ormai del tutto stremato quando sbattè il naso sulla schiena del principe che si era fermato tutto d'un tratto ; "Ecco. Siamo arrivati" disse.

Yuri dopo un attimo di spaesamento , riamse a bocca aperta. 
Sulla cima di quella montagna si trovava un piccolo tempio circolare , bianco con massicce colonne di marmo e all'orizzonte una distesa immensa di verde e azzurro .

Il cielo e il mare erano così tersi da non distinguersi e si poteva scorgere la piccola striscia di costa alle pendici dove poggiava il porto e la spiaggia e anche il palazzo. 
Dalla parte opposta c'erano le montagne rocciose e le foreste verdi , i campi coltivati e le distese di terreno dei contadini dei regni vicini. Era uno spettacolo magnifico.

"O miei dei è..." 
"È spettacolare , si" , concluse una voce roca alle loro spalle.

I due giovani si girarono verso il tempio dove proveniva la voce e appoggiato a una delle colonne c'era un uomo di mezza età , la pelle abbronzata e la barba bianca , li stava guardando con sguardo austero.

Victor non si scompose alla vista del vecchio , anzi lo saluto con la mano e gli sorrise:

" Buon Giorno Maestro " .

L'altro però stava guardando verso la direzione di Yuri.

"Perché lo hai portato qui? Chi è? " . chise il maestro torvo.

Il giovani si sentì mancare , il suo tono non era molto amichevole.

Viktor gli mise una mano sulla spalla e disse :

"Questo e Meneziante. Ho solo voluto che mi accompagnasse a lezione, Maestro." disse semplicemente .

L'uomo lo squadrò ancora di più sprezzante , poi annui e disse :

"Almeno sai suonare?" .

Al suono di quella domanda il giovane esito , ma poi disse:

"So suoare il flauto , signore" .

A quella risposta il Maestro lo guardo con ancora più insofferenza , ma non ribattee.

Si sistemarono a l'aperto , sul campo d'erba , all'ombra degli alberi.

I due ragazzi erano seduti a gambe incrociate , gli strumenti sui grembi pieni e le vesti bianche che brillavano tra i giochi di luce.

Demetrio , il maestro era dietro di loro in piedi ad osservarli.

Per prima cosa l'uomo voleva sentire come se la cavava il nuovo arrivato , Yuri prese il legno tra le mani fine e bianche e comincio a soffiare . Le sue dita si muovevano semza troppa esotazione e il suono , cosi gradevole , uscì senza fatica , libero come il vento.

Quando concluse persino il Maestro ne fu sorpreso.

"Dove hai imparato ?" gli chiese curioso .

"Mia madre...a lei piaceva suonare e fin da piccolo mi fece prendere lezioni da un aedo che spesso si esibiva a palazzo. Ma mio padre non ne ere felice , quindi smisi per un po". 
Disse semplicemente , abbassando un po gli occhi. 
Nella sua voce si sentiva un po di melanconia ; pensava raro a sua madre , di lei aveva ricordi alquanto vaghi , quasi da sembrare un sogno.

Quando si girò verso Viktor , 
il ragazzo lo stava fissando assorto come se ci fosse qualcosa nella sua testa. 
Quando si rocordò che era arrivato il suo turno , mise la lira sopra la sua camba e ne accarezzo le corde , come se gli potessero parlare.

"Su forza Vitya come sempre" lo esortò Demetrio con una voce molto più paterna , era incridibile quel cambiamento di tono , ma Yuri non disse niente , solo si mise pronto per sentire quello che un attimo dopo sarebbe venuto.

Come un risveglio al tocco delle sue dita sottili , le note si svegliarono e uscirono , come il sole all'alba . Il suono era cristallino , dolce come le onde sulla spiaggia , fresco come il vento.

Qualcosa fece breccia nell'animo del giovane , mai si era sentito così provato da una semplice canzone , eppure senza accorgersene stava tremando.

I suoi occhi erano incollati alle sue mani mentre pizzicava le ultime note come un sussurro.

Il tempo ricominciò a scorrere come prima , ma il vuoto che stava provando lo disorientò un attimo.

Stava per dire qualcosa ma il maestro lo precedette :

"Bravo , bravo come sempre" .

Yuri annui.

Viktor si alzò e gli tese la mano , dicendo : "Forza Yuri dobbiamo andare " .

L'altro lo guardò senza capire .

"Dove?" chiese .

"Sulla spiaggia" rispose e detto questo saluto Demetro e trascino Yuri lontano tra i cespugli.

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