Wonderful Cat Life di Sacchan_ (/viewuser.php?uid=82631)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Castagne ***
Capitolo 2: *** Bacio ***
Capitolo 3: *** Love Triangle ***
Capitolo 4: *** Promemoria ***
Capitolo 5: *** Bagno Caldo ***
Capitolo 6: *** Flower Shop ***
Capitolo 7: *** Appuntamento ***
Capitolo 8: *** Luna Piena ***
Capitolo 9: *** Cerotto ***
Capitolo 10: *** Ricordo ***
Capitolo 11: *** Profumo ***
Capitolo 12: *** Bicchiere Rotto ***
Capitolo 13: *** Cartolina ***
Capitolo 1 *** Castagne ***
Fandom: Utaite
Pairing:
SoraruxMafumafu
Day 1:
Castagne
Link alla canzone:
Young
Ourtburst Disease
Genere:
Raccolta di FlashFiction
-CASTAGNE -
Al Wonderful Cat Life il via vai di gente non si sprecava mai in nessun
orario del giorno.
Complice la posizione centrale del locale, situato a metà
tra il quartiere universitario e il centro cittadino; o magari era
tutto merito della continua propaganda sui social effettuata dalla sua
proprietaria, tale Kuroneko che di barista aveva poco o niente.
Forse la colpa era da attribuirsi a quei innumerevoli piercing sparsi
tra orecchie e labbra e l'immancabile aspetto punk che contrastava i
corti capelli biondi platinati.
Il cliente che, entrando nel bar, si trovava davanti proprio
Kuroneko finiva inevitabilmente per chiedersi se, per un
qualche motivo, si fosse addentrato in una sorta di dimensione
parallela dove le regole sociali venivano tutte sovvertite.
Fortunatamente, quella sera, non era la sua proprietaria a occupare
posto dietro al bancone, bensì qualcun'altro.
Era proprio per lui che Mafumafu aveva deciso di fermarsi lì
invece che andare dritto a casa, del resto conosceva a memoria
tutti i giorni e turni lavorativi del suo amato Soraru-san.
"Ya-hoo!" Urlò il ragazzino spalancando la porta del locale,
facendo tintinnare le campanelle che vi erano attaccate sopra: cosa
aspettarsi da un bar gestito da un'amante di gatti?
Ma la persona, oggetto del suo interesse, non lo degnò di un
solo sguardo, anzi continuò imperterrito a strofinare
meticolosamente la pila di piatti che stava asciugando.
Ciò non rattristì Mafumafu, piuttosto
scivolò
proprio nello sgabello libero davanti al suo barista preferito,
giungendo le mani a coppa sotto il mento e continuando a sorridere
contento.
I due si conoscevano sin da bambini, ma si portavano una differenza di
età di circa due anni. Se da piccoli erano soliti tornare a
casa
insieme, sporchi di fango, ora Soraru era uno studente universitario,
che lavorava
part-time per racimolare qualche soldo, mentre l'altro ancora una
matricola alle prese con gli esami di ammissione nella
facoltà
scelta.
"Soraru!" Gridò quest'ultimo per attirare l'attenzione.
Nonostante fosse un ragazzo di quasi venti anni la sua estensione
vocale era davvero alta, al punto tale che spesso chi gli stava intorno
finiva inevitabilmente per fargli segno di stare zitto o di abbassare i
toni.
"Fai silenzio." Imprecò l'altro, poggiando il piattino
pulito
sul ripiano di marmo. "A differenza tua, a quest'ora del giorno, la
maggior parte dei nostri clienti sono tutti lavoratori o studenti che
vengono qui per rilassarsi e godersi un buon caffè.
Soraru, al contrario, aveva una voce calma e virile, bassa e a tratti
affannosa. Nonostante sia più anziano di soli due anni la
sua
tipica compostezza, unita a un'espressione sempre seria e concentrata,
lo rendevano più simile a un trentenne.
Mafumafu era più tipo iperattivo, di quelli difficile da
gestire, chiassoso fino all'inverosimile e pasticcione come non mai;
quando finiva nei guai era sempre Soraru a doverlo aiutare ed ecco
spiegato perché il più piccolo risultava
così
appiccicoso nei
confronti del più grande. Tra l'altro, da bravo teenager
qual
era, amava seguire le mode e le masse, soprattutto quella di
disegnarsi sul viso un tratto caratteristico che lo contraddistinguesse
dagli altri ragazzi della sua età, anche se per Soraru
quella sequenza di linee e numeri
tracciata sul suo zigomo sinistro assomigliava piuttosto a un codice a
barre malriuscito.
"Oggi non c'è la sorellona Kuroneko?" Mormorò
incassando il colpo e incurvando la schiena.
"Sarà sul retro a dare da mangiare ai gatti randagi."
Esplicitò Soraru ritornando a porre attenzione alla pila di
piattini che gli mancava da lavare, asciugare e riporre a posto negli
scaffali dietro di lui.
Le guance di Mafumafu si gonfiarono esprimendo tutto il suo disappunto;
per nasconderle si ritrovò costretto a ciondolare con la
testa
fino ad appoggiarla alla superficie del bancone, dove Soraru era ancora
intento ad asciugare e creare pile formate da bianche stoviglie
circolari.
Non l'avrebbe mai ammesso con nessuno -anche lui era dotato di quella
cosa chiamata orgoglio maschile-, ma era geloso della mancanza di
attenzioni che gli veniva data, e ora persino invidioso di
stupidi recipienti dalla forma tonda.
"E pensare che per venire fin qui da te non mi sono nemmeno fermato a
mangiare." Bofonchiò con la guancia premuta contro la fredda
superficie di marmo.
Nulla riusciva a scuotere Soraru quando era impegnato a lavorare, per
questo l'unica cosa che poté fare era chiudere gli occhi e
continuare ad ascoltare quella sequenza di rumori di piatti che
venivano prima appoggiati, poi strofinati, poi di nuovo appoggiati.
Solo un tonfo sordo, un rumore diverso dai precedenti, lo costrinse a
risvegliarsi e a sollevare viso e occhi.
"Ma questo è..." Esclamò meravigliato. Poggiato
sul
piattino c'era un tortino dal color marroncino, spolverato di zucchero
a velo sopra. "...la tua torta di castagne e cioccolato! Quella che fai
sempre ogni anno quando arriva l'autunno!"
Soraru gli rispose dandogli le spalle, ancora indaffarato nel voler
portare a termine il suo compito.
"Mangiala adesso che è ancora calda." Dichiarò
ignaro del
fatto che Mafumafu, prima di riempirsi lo stomaco, avrebbe volentieri
scavalcato il bancone per raggiungerlo, abbracciarlo e riempirlo di
baci davanti a tutti.
Soraru era davvero il miglior fidanzato al mondo!
Parole: 814
Primo giorno di
Writetober e primo giorno dedicato al prompt "Castagne"!
Questo giorno è dedicato alla mia OTP per eccellenza di
questo
fandom: i SoraMafu! Io me li immagino molto come nel video che vi ho
postato in alto: con Soraru più posato e Mafumafu
più
scatenato. I Soramafu hanno realizzato una serie di cover utilizzando
questo stile e diciamocelo: quanto sono belli? Tantissimo lo so. La
canzone in questione si chiama Chubyou Gekihatsu Boy (o Young Outburst
Disease) e si tratta in realtà di una canzone del vocaloid
Len
Kagamine, ma non è finita qui! Di Young Outburst Disease
sarà rilasciato un anime dedicato questo mese (che
ovviamente
finirò per guardare io fan dei Vocaloid per eccellenza)
quindi
mi sembrava carino iniziare da questa! :3
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Capitolo 2 *** Bacio ***
Day
2:
Bacio
Fandom: Utaite
Pairing: LuzxNqrse
Link: Sugar Hate
-BACIO-
Quella mattina al Wonderful Cat non c'era molta clientela e
questo gratificò parecchio Luz, seduto al suo solito
tavolino,
intento a sorseggiare il suo americano.
Erano
le sette del mattino, l'orario esatto perché un nuovo giorno
avesse
inizio e la gente entrava e usciva dal locale troppo indaffarata nel
rispettare la propria routine quotidiana. Lui per fortuna
poteva
concedersi ancora qualche minuto di relax, perciò
calò il cappello sul
viso cercando di darsi un'aria anonima per quanto il suo elegante
abbigliamento lo permettesse.
Nonostante l'autunno fosse già arrivato da un po' le
giornate
erano ancora soleggiate e temperate, rendendo difficile l'utilizzo
della giacca. Tuttavia per lui, che tale indumento rappresentava un
outfit da tutti i giorni, indossarla non era un problema,
sebbene la voglia di allentare il nodo alla cravatta era davvero tanta.
Per distrarsi lasciò cadere il suo occhio castano-dorato su
una
delle riviste poggiate sul tavolino, finendo poi per chiedersi
perché mai in un bar si trovava una rivista di moda
invece che un classico quotidiano del giorno.
Si pizzicò il naso quando notò un suo ritratto
tra le
tante foto in copertina: era una fortuna che di mattina c'erano solo
studenti liceali troppo affrettati nell'acquistare un cappuccino
caramellato da
passeggio piuttosto che guardarsi attorno.
Al di là del bancone quella che doveva essere la
proprietaria
del bar, stando alle parole di un suo amico, si trovava alle prese con
il mescolamento di una sorta di budino in gelatina; guardandolo meglio
riconobbe che si trattava di perle di tapioca.
Luz spostò le mani, coperte dai guanti in pelle, sotto al
mento
pensando che la
padrona del Wonderful Cat stava sicuramente preparando dei Bubble Tea,
quella
bevanda che andava tanto di moda tra i giovani e lo stava persino
facendo con un espressione estasiata sul viso. Al suo fianco un giovane
collaboratore poco più che ventenne stava disperatamente
cercando di
riportarla alla realtà.
Fu in quel momento che le campanelle attaccate al portone d'entrata
tintinnarono, lasciando apparire una graziosa ragazza avvolta da un
lungo abito immacolato adornato di pizzo. Camminava disinvolta sui
tacchi delle scarpe
con i lembi di tessuto bianco che dolcemente le accarezzavano le
caviglie, attirando gli sguardi degli scolari presenti mentre
i ricci color pesca ondeggiavano a destra e
sinistra alla ricerca di qualcuno.
Quando lo individuarono il suo viso
si rilassò sorridente.
"Luz!" Lo chiamò.
L'uomo si lasciò andare a un sospiro affranto mentre la
persona
appena entrata lo raggiungeva e
lasciava scivolare la candida sciarpa di lino usata per coprirsi le
spalle, mostrando così un lembo di pelle lattea e lucida.
Luz non mutò la sua espressione, piuttosto
continuò a chiedersi
come una tale bellezza davanti a lui, capace di ammaliare sia ragazzi
che ragazze, fosse biologicamente nato
maschio.
Già, perché Naruse, questo il nome della giovane
in
bianco, era il suo partner di lavoro nonché noto modello
crossdresser.
I
due lavoravano presso la stessa etichetta fotografica e quella mattina
si erano dati appuntamento al Wonderful Cat prima di andare a lavoro,
ma tenere un profilo basso non era prerogativa della finta ragazza,
dato che non si era nemmeno preoccupato di nascondere il viso.
"Mi ascolti?" Lo richiamò all'attenzione.
Solo la voce lo tradiva: era un suono così potente ed
espressivo, anche se per contratto di lavoro preferiva utilizzare un
timbro dolce ed emotivo che cozzava un po' con il registro piatto e
altalenante del suo collega di lavoro.
"Stavo pensando." Lo guardò malizioso l'altro.
Lui era tra i pochi
privilegiati che conoscevano i veri tratti di Naruse, quando non erano
coperti da trucco e costose parrucche.
"A
cosa?" Rispose sollevando in alto le delicate sopracciglia naturalmente
truccate. Era incredibile quello che poteva fare un bel vestito e tanto
make up, nessuno si era accorto che la donna vestita di bianco non era
per niente una giovane.
Forse fu proprio per questo che Luz decise
di prendere in giro sia la finta lei che i giovani curiosi che ne erano
stati attirati.
"Penso che chiederò al nostro manager di affidarci uno
shooting
a tema wedding." Esplicitò l'uomo in giacca e cravatta,
tendendo
una mano guantata con fare invitante. "Potrebbe essere la volta buona
che riuscirò finalmente a
rubarti un bacio, mia dolce partner." Sussurrò avvicinandosi
al
suo orecchio, per poi voltarsi e andare alla cassa a pagare la
consumazione, lasciando Naruse rosso come un peperone mentre si toccava
le guance in fiamme.
Lavorare con lui risultava difficile quando esibiva il suo lato
donnaiolo, ma lasciò perdere quanto successo e lo
seguì fuori dal locale, incurante del mormorio generato
dalla
giovane clientela che aveva assistito alla scena.
Ci era abituato, essere fotomodelli voleva dire per forza attirare
l'attenzione!
Parole: 753
Secondo giorno di Writetober dedicato al prompt "Bacio" e con
protagonisti Luz e Naruse (o Nqrse), nonché altra mia ship
di
questo fandom.
La
canzone lassù in alto si chiama Sugar Hate e ricordo che
quando su
Twitter comparì la prewiew di 30 secondi ero diventata
davvero molto
estasiata nel vederli duettare insieme. Le loro collab funzionano bene.
All'inizio non mi piaceva molto Luz, ma essendo un
Utaite molto attivo ho finito per rivalutarlo all'istante. Tra l'altro
in real life lo trovo anche un bellissimo uomo, insomma diciamo che
è
uno che ha stile sul palco, perciò non mi stupisce che molte
sue cover
o canzoni abbiano un timbro parecchio sensuale.
Mentre
Naruse... beh, che ve lo dico a fare? Lui è il mio utaite
preferito per eccellenza, l'unico che utilizza un avatar femminile pur
essendo un uomo e già così mi ha conquistata.
Aggiungiamoci poi che oltre a cantare benissimo sa rappare e pure
cantare in inglese ed ecco che è fatta, è
perfetto.
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Capitolo 3 *** Love Triangle ***
Day 4: Love Triangle
Pairing:
PokotaxKuroneko (+Hanatan)
Link: Acute
-LOVE TRIANGLE-
Di sera il Wonderful Cat
Life non era mai tanto affollato,
motivo per cui Kuroneko mandava via prima il suo aiutante Soraru e
l'altro dipendente part-time per finire la serata da sola. Tranne nei
week-end e nelle giornate festive, lì sì che i
suoi nervi
rischiavano di bruciare del tutto.
Ma se si trattava di una sera infrasettimanale poteva benissimo gestire
le cose da sola: il bar chiudeva verso mezzanotte,
vivendo proprio sopra di esso non si poneva nemmeno il problema di fare
tardi se poi la mattina dopo le toccava l'apertura.
Comunque quella sera era davvero desolata; se le cose continuavano
così la ragazza avrebbe anche potuto valutare l'idea di
chiudere un
po' prima del previsto.
Fu verso le dieci di sera che entrò un cliente per niente
abituale, ma che lei conosceva molto bene.
Camminava a testa bassa, come se fosse stanco, le spalle erano
incurvate
e le mani infilate nelle tasche dei pantaloni; i spettinati ciuffi di
capelli castani gli coprivano le orecchie assieme alla frangia che
ricadeva sugli occhi.
Si posizionò seduto al bancone, proprio davanti alla giovane
proprietaria, grattandosi una tempia e sospirando pesantemente.
"Kuro... Qualcosa di forte. Non preoccuparti, non devo lavorare
domani."
Non era proprio cambiato nel corso degli anni; nemmeno nell'aspetto
fisico, neanche nella voce. Difatti continuava a mantenere quel timbro
vocale un po' nasale, ma delicato e forte allo stesso tempo.
"Fammi capire: hai litigato con Hana-chan?"
Le iridi color cioccolato di Pokota, questo il nome dell'uomo, si
levarono verso l'alto accompagnate da una leggera smorfia sul viso.
"Sei sempre così perspicace." Valutò ad occhi
chiusi. "Potrei anche solo aver avuto una giornata storta."
Le
dita di Kuroneko scivolarono tra le tante bottiglie di liquori alla
ricerca di quello più giusto. Quando individuarono quello
più forte e
adatto lasciò che la sua mano lo tirasse giù dal
ripiano e iniziò a
versarlo in un bicchiere vuoto.
"Non verresti mai qui solo per una
giornata storta." Ponderò la ragazza aggiungendo del limone
e del
ghiaccio per smorzare un po' il gusto troppo forte del liquore. "Anzi,
non dovresti venire affatto."
Pokota accettò con esitazione quel
bicchiere che gli veniva offerto, meditando sulle parole che gli erano
appena state pronunciate. Ripensò a eventi di qualche anno
prima,
quando sia lui che lei erano ancora studenti universitari, quando il
punto di rottura poteva essere evitato.
Il mezzo bicchiere di
liquido trasparente, abbellito da bollicine al gusto di limone
venne appoggiato sulla superficie di marmo. Pokota ne aveva
giusto
preso due sorsi, ma era già riuscito a portarlo a
metà, sotto lo
sguardo severo di Kuroneko.
"Mi stai dicendo che non posso più
venire a trovare una vecchia amica?" Gli occhi di Pokota cercarono di
mostrarsi sorridenti, anche se il tono di voce tradiva il suo
atteggiamento quasi spensierato. Kuro era diventata distante, ora
più
che mai. Difatti vide le ciglia, appesantite dal trucco e dal mascara,
abbassarsi corrucciate.
Lei rimaneva lì solo perché era il suo
lavoro a imporle di farlo, in realtà sarebbe volentieri
scappata via
nel momento esatto in cui il giovane uomo castano aveva varcato la
soglia del bar.
"Non possiamo tornare indietro, lo sai."
Una frase pronunciata duramente, che tutto stava a significare: non tornare mai più.
Pokota
accettò il colpo silenziosamente e con un sorriso amaro sul
volto; non
sapeva nemmeno lui che cosa lo aveva portato da lei quella sera. Il
cervello aveva previsto che le cose sarebbero andate così,
ma forse il
cuore rifiutava ancora di crederci.
La freddezza non faceva parte
del carattere di Kuroneko, in questo momento la stava usando solo come
uno scudo di difesa per il suo animo.
Silenziosamente finì il suo
drink e si alzò poggiando delle banconote accanto al
bicchiere vuoto;
non si salutarono e non si dissero nient'altro tuttavia si scambiarono
entrambi uno sguardo sofferente e subito distolsero gli occhi. Quello
sguardo valse come una comunicazione di mille parole, che mai avrebbe
avuto luogo.
Solo quando lo vide uscire dal bar definitivamente la
ragazza si lasciò andare a un sospiro di sollievo misto a
tristezza,
dopo di che raccolse il bicchiere vuoto davanti a lei e
iniziò ad
abbassare le luci del locale. Il suo modo per avvertire i clienti
rimasti che il locale si avviava alla chiusura.
Né Soraru né
l'aiutante part-time erano a conoscenza che, nascosto da qualche parte
dentro al locale, la sua proprietaria custodiva gelosamente una
fotografia di quando era più giovane.
All'interno di essa tre
giovani erano ritratti, due ragazze e un ragazzo: lui aveva corti
capelli castani e una di loro ribelli ciuffi color biondo
platinato.
Sembravano
felici in quel frammento che il tempo era riuscito a fermare, lo sfondo
di un parco-giochi faceva da cornice ai tre assieme al sole che
spuntava da dietro le nuvole. Dietro la fotografia erano persino
impressi i nomi dei tre ragazzi assieme a una scritta che citava Always Together.
Forse
sarebbe arrivato il giorno dove Kuroneko avrebbe trovato il coraggio di
prendere quella fotografia e bruciarla, oppure gettarla assieme alla
spazzatura.
Sapeva di doversi liberare di quell'amore non corrisposto da tanto, ma
ancora non si sentiva pronta.
Gli occhi le si riempirono di lacrime: quel giorno sarebbe davvero
esistito?
Parole: 862
La canzone
non penso abbia bisogno di
spiegazioni: parla di un triangolo amoroso che finisce davvero male,
esiste anche il manga tratto da questa canzone.
Ovviamente
io ho dato una mia versione molto libera e al tempo stesso esplicativa
di cosa sia successo, perciò spero che abbiate colto anche
voi
esattamente cosa sia accaduto tra questi tre.
Bene, così
sono ufficialmente tornata in carreggiata. Ci vediamo domani...
forse... spero ahaha
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Capitolo 4 *** Promemoria ***
Day 6: Promemoria
Pairing:
KuronekoxKogeinu
Link: Akatsuki
Arrival
-PROMEMORIA-
Ottobre si avviava
sempre più verso l'inverno e quella mattina a malapena si
arrivava sui 10°.
Durante la notte era venuta giù una pioggia torrenziale
assieme
a un freddo vento di tramontana che rendeva inutilizzabile la terrazza
esterna del Wonderful Cat; la sua proprietaria si era alzata alle prime
luci dell'alba proprio per andare a spazzare via il fogliame accumulato
tra un tavolo e l'altro e dare un'asciugata alle sedie e al resto.
Davanti a lei la vita sembrava correre allo stesso modo: le prime
automobili sfrecciavano nel centro cittadino, nei palazzi le luci degli
appartamenti iniziavano ad accendersi e dalle uscite delle
metropolitane era possibile iniziare a vedere i primi gruppi di gente
camminare da una parte all'altra della città.
Stringendosi nel giubbotto di pelle nera Kuroneko meditò che
forse era meglio sbrigarsi se voleva aprire il bar in tempo, piuttosto
che perdersi in giri di pensieri assurdi. Era persino parecchio
assonnata dato che, dopo gli eventi della sera prima, non aveva chiuso
occhio. Si era persino svegliata con le borse e gli occhi gonfi dal
pianto.
Di una cosa era sicura: non voleva più vedere capelli
castani in vita sua!
Ma le sue preghiere non furono per nulla ascoltate visto che, sollevato
il mento, qualcuno sempre dotato di corti capelli marroni si trovava a
pochi passi da lei; Kuroneko lo osservò con una smorfia.
Sicuramente quelli di Kogeinu erano più scuri rispetto a
quelli
che tanto l'avevano perseguitata quella notte: Pokota li aveva tendenti
al miele, ma i due condividevano sia lo stesso taglio che la stessa
lunghezza.
"Buongiorno, Kuro!" La salutò vivace e brillante quel
ragazzo
dagli occhi color smeraldo. Forse una differenza c'era, in effetti: i
capelli di Kogeinu sembravano, a qualsiasi ora del giorno, spettinati
come se si fosse appena alzato dal letto.
Ecco, questa cosa di lui non era affatto cambiata... Assieme alla voce
squillante e armonica.
Kuroneko fece schioccare la lingua infastidita: il karma doveva
avercela per forza con lei!
Kogeinu era un suo vecchio compagno sia del liceo che
dell'università e da che ricordava, per un motivo o per
l'altro,
finivano sempre in competizione per qualcosa. Che fosse per il voto
più alto, o per chi riusciva a finire prima il cibo fornito
dalla mensa scolastica, o per una gara di velocità... Erano
destinati a scontrarsi anche per la minima sciocchezza.
Diversi come la notte e il giorno: lei andava in giro sempre vestita di
nero, rosso o viola e faceva delle borchie il suo must, lui invece
preferiva le felpe dai colori aranciati o dalle sfumature calde, che
mettevano in risalto il verde dei suoi occhi perennemente sorridenti.
Era questo che Kuroneko non sopportava, quella mattina poi
più che mai.
"Neanche un saluto?" Il ragazzo inclinò il viso dispiaciuto,
provocandola ulteriormente.
Tre mesi prima di quella mattina Kogeinu aveva lasciato il suo lavoro
di cameriere in un ristorante ed era finito con l'aprire
un'attività propria.
Un bar, già! Esattamente come il suo! Quel ragazzo doveva
davvero mancare d'inventiva per punzecchiarla come era solito fare.
Oltre al danno pure la beffa: il suo bar si trovava persino sulla
stessa strada del Wonderful Cat, anche se era proprio alla fine di
essa.
Senza volerlo finì per stringere il manico della scopa con
troppa forza, reprimendo l'impulso di usarla per scacciarlo via.
"Sai bene perché ce l'ho con te. Eri a corto di idee quando
hai
deciso di aprire una caffetteria tutta tua? Spero che le cose almeno ti
stiano andando benissimo perché, mi spiace deluderti, il mio
Wonderful Cat è di molte spanne sopra il tuo!"
Avrebbe voluto mordersi la lingua, ma le parole erano uscite dalla
bocca senza pensarci. Con Kogeinu era sempre così.
"Oh! Non ti è ancora andata giù che persino nel
lavoro siamo diventati rivali!"
La ragazza non seppe dire se era stata la genuinità della
risposta, o la sottile ironia nascosta nel mezzo, ma la goccia
traboccò dal suo vaso e senza rifletterci
raccattò una
pallina di cartaccie da terra per lanciargliela addosso. La pallina
però, troppo leggera per essere tirata, cadde immediatamente
a
terra scatenando in Kogeinu una risata e mettendo in imbarazzo Kuroneko.
"Mettiamola così." Rispose il giovane uomo dopo aver finito
di
ridere. "Se la persona che ti piace lavorasse proprio in un bar tu che
faresti?"
Le iridi rossicce di Kuroneko si spalancarono sorprese, ma la sua
lingua decise lo stesso di dargli una risposta.
"Probabilmente andrei spesso in quel bar, oppure proverei a farmi
assumere lì."
Kogeinu si portò la mano al collo e lo strofinò
imbarazzato.
"Immagino che questo sia ciò che la maggior parte della
gente penserebbe."
Non cogliendo il senso della frase Kuroneko si sentì in
dovere
di lanciargli uno sguardo interrogativo e improvvisamente Kogeinu si
fece incredibilmente serio.
"Ma io aprirei un bar proprio per attirare la sua attenzione." Rispose
eloquente fissandola dritta negli occhi, aspettando la sua reazione che
non tardò ad arrivare.
Lo smarrimento iniziale fu presto sostituito dallo stupore, poi dalla
realizzazione infine all'impaccio. Forse era anche colpa del freddo, ma
poté giurare di vedere le sue guance colorarsi di rosso
turbate.
Probabilmente era meglio tirare le cuoia immediatamente dopo aver detto
così tanto, almeno prima che si scatenasse l'inferno.
Anche perché le sette del mattino si stavano avvicinando e
l'orario di apertura pure perciò la salutò con un
inchino
cordiale e affrettò il passo, lasciandola lì
imbambolata
a rimuginare su quanto appena sentito.
Lei rimase immobile arrivando all'unica conclusione possibile e
nascosta nelle righe, generando tantissime domande che difficilmente
avrebbero trovato risposta..
Se quanto aveva appena sentito era vero allora avrebbe usato ogni
giorno lavorativo passato dentro al Wonderful Cat come promemoria per
una sola cosa: non avrebbe perso quella sfida, difficilmente sarebbe
ceduta.
Anche perché era impossibile dimenticarsi del suo eterno
rivale.
Parole: 934
Non so se è perfetta, ma la pubblico così
com'è.
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Capitolo 5 *** Bagno Caldo ***
Day 7: Bagno Caldo
Character: Naruse
Link alla canzone: Nectar
-BAGNO CALDO-
Quel giorno aveva
piovuto praticamente sempre, Naruse era uscito di
casa con la pioggia e ora si trovava per strada bloccato nuovamente da
questa.
Aveva salutato Luz alla fermata della metropolitana, quando lo scroscio
d'acqua
era talmente leggero da essere solo poco più che un
fastidio,
per poi venire sorpreso da un vero acquazzone. Di quelli dove si
tornava a casa zuppi come pulcini.
Decise che era meglio fermarsi sotto qualche porticato e attendere che
la pioggia smettesse un po', guardandosi attorno gli pareva persino di
riconoscere in che zona della città si era rifugiato nel
vano
tentativo di trovare un riparo. Dall'altra parte della strada poteva
vedere le vetrate di quel bar dove Luz gli aveva dato appuntamento
qualche mattina prima
Pensò allora che un buon caffè caldo, magari
arricchito
da tanto latte, potesse essere la soluzione ai suoi brividi di freddo.
Si toccò dunque le ricce e umide punte dei suoi capelli. I
suoi
veri capelli, non quelli sintetici delle parrucche che era costretto a
indossare per lavoro.
Erano neri, ma li aveva tinti con sfumature violacee per dargli un
tocco di personalità; li portava lunghi fino al collo e da
dietro le orecchie questi formavano delle onde rendendoli ingestibili,
utilizzava persino delle forcine per tenerli a posto.
Non si stupiva che i suoi capelli facessero a modo loro diventando
tanto
ribelli, dato che ogni giorno li costringeva sotto retine e pesanti
parrucche, forse era il modo per dirgli di prendersi maggiormente cura
di loro.
Sollevando le spalle sospirò guardando il cielo plumbeo,
per quanto tempo ancora sarebbe rimasto lì fermo pregando di
poter tornare a casa? Avrebbe dovuto passare il tempo studiando coloro
che, a differenza sua, portavano appresso l'ombrello ed entravano nel
bar
in cerca di rifugio e di un buon caffè caldo?
Quella giornata lavorativa era stata davvero pesante, per giunta aveva
passato la maggior parte del tempo sdraiato a terra sulla pancia mentre
il suo fotografo personale scattava le foto che sarebbero diventate il
suo nuovo album fotografico. Nonostante il tappeto e il green screen si
era infreddolito abbastanza, e ora la pioggia gli stava dando il colpo
di
grazia: sarebbe stato un miracolo svegliarsi il mattino successivo
senza un raffreddore.
Pensandoci avrebbe fatto meglio ad accettare il passaggio in macchina
che Luz gli aveva offerto, ma aveva perso tempo dentro il suo camerino
a disfarsi del trucco, della lunga parrucca rosa e del leggero vestito
bianco, simile a una sottoveste, usata per il book.
Improvvisamente avvertì uno starnuto al suo fianco,
girandosi
sorpreso individuò un ragazzino avvolto da una pesante
sciarpa.
Non portava cappotti, né aveva ombrelli a seguito, soltanto
una felpa
invernale dotata di un cappuccio forse troppo grande per lui.
Come distintivo di riconoscimento aveva corti capelli decolorati e un
segno sulla guancia
sinistra; le nuove mode di questi ragazzi di oggi rimanevano davvero
incomprensibili.
Da quanto tempo era lì, poi? Naruse non si era per niente
accorto della sua presenza.
Le sue dita si muovevano frenetiche sullo schermo del cellulare,
assieme ai suoi occhi che sembravano irritati o infastiditi,
probabilmente per il maltempo che lo aveva costretto lì.
Naruse sollevò le spalle rassegnato; c'era poco da fare...
Solo
un pazzo avrebbe attraversato la strada per rifugiarsi in un locale,
correndo il rischio di beccarsi in pieno quel diluvio. Chiudendo gli
occhi si limitò a far passare il tempo ascoltando il rumore
generato dalla pioggia nel momento in cui cadeva a terra.
Lo risvegliò uno scalpiccio impensato: il borbottio di
pozzanghere che venivano calpestate e infrante; il ragazzino dai
capelli chiari stava attraversando la strada correndo, in barba al
getto d'acqua.
Istintivamente gli venne da sollevare la mano e sgranare gli occhi,
aprì persino la bocca sorpreso... Ma per dire cosa, poi?
Di aspettarlo? Non si conoscevano nemmeno, l'avrebbe solo spaventato.
Chissà perché lui aveva avuto il coraggio di fare
ciò che invece Naruse mai avrebbe fatto. Eppure bastava
così poco, giusto dieci secondi di sopportazione e avrebbe
potuto sedersi su una calda poltrona e gustare una buona bevanda
bollente.
Invece no, rimase lì sotto quel portico ad aspettare che la
pioggia terminasse di scendere, scrocchiando di tanto in tanto le
spalle indolenzite dal freddo e dal troppo lavoro.
Quel ragazzino invece, ormai già entrato dentro al bar,
chissà a chi andava in contro per avere così
tanta
fretta? Naruse gli augurò che stesse gustando una squisita
cioccolata calda assieme a una persona amata.
Lui sarebbe rimasto lì da solo ad aspettare il sole,
fantasticando su quanto un lungo bagno caldo sarebbe stato perfetto per
concludere quella piovosa giornata.
Sempre che riuscirà a tornare a casa in breve tempo.
Parole: 748
Non c'è niente da fare: nessun Utaite mi piace
più di Naruse/Nqrse.
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Capitolo 6 *** Flower Shop ***
Day 9: Flower Shop
Pairing:
VipTenchouxKuroneko
Link: Magnet
-FLOWER SHOP-
Accanto al Wonferful Cat Life si trovava un negozio di fiori, Vip ci
lavorava come commesso da anni.
Ormai si sentiva in sintonia con questa caffetteria: alla mattina,
prima dell'orario di apertura, si fermava sempre per prendere un
caffè d'asporto e una brioche dolce alla crema. Il ragazzo
dietro al bancone, quello alto con i capelli scuri e gli occhi color
blu notte, appena lo vedeva entrare si affrettava a preparargli tutto
porgendogli un vassoio con il suo solito sorriso cordiale; alle sue
spalle la titolare lavava scodelle e faceva partire la lavastoviglie;
un
altro ragazzo serviva ai tavoli o sparecchiava quelli fuori.
Erano solo in tre, ma sembrava davvero un ambiente famigliare...
Piccolo, intimo e accogliente. In alcune ore del giorno era sempre
pieno, in altre deserto.
Durante la sua pausa-pranzo Vip amava andare a prendersi un piatto
già pronto, farselo mettere in un cartoccio da portare via e
gustarselo di là nel suo negozio, innaffiando fiori e
tagliando
via foglie in eccesso. Non era mai stato bravo a parlare con le
persone, perciò piante e fiori erano diventati i suoi
migliori
amici.
Di solito a quell'ora trovava sempre lei, Kuroneko, a servirlo: gli
diceva qual era il menù del giorno, gli chiedeva se mangiava
lì o se portava via e poi preparava il tutto canticchiando.
Secondo Vip era dotata di una bella voce e l'avrebbe volentieri
ascoltata per tutto il tempo della sua pausa, alcune volte ricordava
persino la prima volta che si erano parlati.
"Come mai non spiaccichi una sola parola?" Gli aveva chiesto lei
ridacchiando, prima di porgergli il sacchetto ripieno di panino caldo e
lattina di Coca-Cola.
Vip si era portato le dita alle labbra nel vano tentativo di
nasconderle e aveva fatto un passo indietro imbarazzato, purtroppo per
lui quella non era una situazione dove poteva scappare via, a meno che
volesse risultare un maleducato evitando la domanda.
"Per la mia voce, è strana." Rispose distogliendo lo
sguardo.
"Non è la voce che dovrebbe avere un uomo: è
alta,
acuta... Viene spesso confusa per quella di una donna."
Effettivamente era vero: Vip non amava conversare, né
esibire la
sua voce quasi femminile; nel negozio di fiori parlava solo il minimo
necessario,
dispiacendosi di quelle volte che i clienti lo ritenevano scortese per
questa sua riluttanza.
Al contrario delle sue aspettative lei non aveva riso, anzi si era
sporta in avanti poggiando i gomiti sul bancone di marmo e assumendo un
espressione interessata.
"No, invece. Io la trovo carina, proprio perché è
unica."
Rise con dolcezza, mettendogli in mano il sacchetto d'asporto prima che
lo scordasse.
La conversazione era finita così: breve, ma Vip non si
scordava
mai della gentilezza che Kuroneko gli aveva dimostrato quella volta.
Giorno dopo giorno aveva iniziato a frequentare il Wonderful Cat per i
motivi più disparati, che fossero per un caffè
veloce, la
pausa pranzo, per cambiare squioldi che servissero a dare resti...
Ormai non sapeva più dire se lo faceva per piacere o per
interesse nel rivedere il sorridente viso di Kuroneko, si sentiva solo
attratto come un magnete a quel luogo e in cuor suo pregava che il bar
di Kuroneko potesse chiudere mai.
Parole: 515
Velocissima, veramente
veloce... di quelle scritte di getto proprio! Ma almeno per questo
prompt ce l'ho fatta!
Partiamo dalla canzone come al solito: si chiama Magnet e chi
è
che non è entrato nel mondo dei Vocaloid con questa alzi la
mano! Sì, lo so. Abbiamo iniziato tutti da questa canzone
e...
*rullo di tamburi* questa è proprio la cover fatta da
VipTenchou
e Kuroneko. No, non spaventatevi non avete visto male... Vip
è
davvero un uomo stando alla Wikia ufficiale e sì, ha la voce
più femminile che esista tra tutti gli Utaite.
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Capitolo 7 *** Appuntamento ***
Day 12: Appuntamento
Pairing:
Amatsuki&Kuroneko
Link: Yume no
Matayume
-APPUNTAMENTO-
Ottobre è
quel magico mese dove le giornate non sono mai né troppo
lunghe, né eccessivamente corte.
Forse è proprio questa sua peculiarità a renderlo
un mese
adatto alle feste, poiché la gente non aveva troppo caldo
per
uscire o tanto freddo da patire. Quella settimana la strada dove il
Wonderful Cat Life alloggiava si sarebbe riempita di luci colorate e
statue alte metri e metri fatte da carta e seta. Dragoni dalle
dimensioni più variate avrebbero danzato nel limpido cielo
autunnale assieme a tantissime lanterne variopinte, rendendolo
così un festival nel verso senso della parola... forse
l'ultimo
per quell'anno.
Kuroneko non era stata da meno a voler addobbare il suo locale a tema,
per far sì che ogni cliente che avesse voluto fermarsi da
lei
per una breve pausa potesse trovare la stessa atmosfera del quartiere
in festa.
Era davvero graziosa avvolta da quel kimono color viola, con ricami di
spirali e la fascia dorata che la stringeva in vita esaltandone le
forme. La maschera con il volto di un gatto nero, che portava sopra la
fronte come un copricapo, le si addiceva particolarmente.
Amatsuki trovò quel dettaglio davvero divertente mentre
continuava a passarle piccole lanterne cinesi da usare come addobbi.
Anche lui si era dovuto vestire a tema, con il tradizionale kimono
maschile e i tabi di legno ai piedi. Certo non credeva che quell'abito
dalle ampie maniche, color blu notte, rinchiuso nell'armadio da ormai
un anno ancora gli sarebbe calzato a pennello, il tempo da sempre gli
pareva scorrere velocemente come un treno.
Quella sera erano solo loro due: Kuroneko aveva liberamente lasciato a
Soraru un giorno free di modo che potesse andare al festival assieme al
suo fidanzato e questo già faceva perdere ad Amatsuki i
battiti
nel suo povero cuore.
Kuroneko era più grande di lui di sei anni, ne aveva 26 e
gestiva da sola un locale ormai avviato da tempo, lui era solo un
collaboratore part-time che conciliava lavoro e studio in quel modo. Un
ragazzo dalla bellezza anonima dotato di spettinati capelli color
cioccolato e grandi occhi mori, spesso nascosti da una montatura
d'occhiali grande ed esagerata.
Lei invece, sempre così autoritaria, ma piena di idee,
pareva un
sogno effimero impossibile da raggiungere. Da quando l'aveva
incontrata, al loro primo colloquio, era diventata il suo segreto colpo
di fulmine e solo il suo migliore amico, Mafumafu, era a conoscenza di
questo pensiero.
Il ragazzo sospirò pesantemente, reprimendo in gola la sua
voce
adolescenziale, ancora non evoluta, mentre ascoltava i discorsi
entusiasti di Kuroneko riguardo allo zucchero filato o alla
varietà di Bubble Tea che avrebbero servito insieme ai
tavoli
quella sera.
Dentro di sé sperò che il suo migliore amico
stesse
avendo il miglior appuntamento della sua storia, dato che lui di
appuntamenti proprio non aveva il coraggio di chiederne.
Si concesse solo la libertà di pensare che, quel momento a
tu per tu con la ragazza amata, potesse esserlo.
Parole: 478
Inizia una nuova
settimana e
ovviamente mi ritrovo già a fare i conti con il pochissimo
tempo
che il giorno mi lascia a disposizione. Ho scritto questa flash di
neanche 500 parole in un ora, cercando di recuperare il giorno 12 con
il prompt Appuntamento. Poiché volevo inserire anche
l'Utaite
Amatsuki in questa raccolta ho preso una delle sue canzoni preferite e,
ascoltandola in loop, ho messo giù questo brevissimo
scritto.
L'esperimento è andato a buon fine? Non lo so, ma non ho
più tempo per rileggere o cambiare qualcosa.
La canzone
lassù in alto si
chiama Yume no Matayume ed è una original song di Mafumafu,
tuttavia per quanto io ami Mafu preferisco la versione cantata da
Amatsuki, e questa è a tutti gli effetti la mia preferita.
Poiché
pare che Kuroneko e Amatsuki abbiano in real life un buon rapporto dato
che collaborano spesso insieme nelle loro cover credo di essermi
lasciata un po' trasportare ahaha
A domani (si spera)
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Capitolo 8 *** Luna Piena ***
Day 13: Luna Piena
Pairing:
EvexSou
Link: Gray&Blue
-LUNA PIENA-
"Te lo avevo detto che saremmo arrivati tardi, ma come al solito tu non
mi ascolti mai." Pronunciò il ragazzo dai capelli color
cenere
scuotendo la testa. Di fronte a lui un altro giovane reggeva fra le
mani una cup da passeggio ripiena di caffè bollente, del
vapore
era visibile risalire verso l'alto.
"Però la padrona del Wonderful Cat è stata
gentile! Ci ha
comunque preparato questo caffé anche se siamo arrivati a
orario
di chiusura!"
Il primo ragazzo sospirò esasperato, mentre l'altro si
guardava
attorno. Alla fine corse verso i tavolini posti all'esterno del bar per
prenderne una sedia e sedersi, facendo segno al compagno di
raggiungerlo.
"Credi che quelli del bar se la prenderanno se resteremo qui per un
po'?" Domandò ingenuamente mentre l'altro lo raggiungeva a
passo
rassegnato.
Sou non era mai cambiato nel corso del tempo, neanche ora che,
raggiunti i quasi venti anni, aveva preso la decisione di trasferirsi
all'estero per studiare altrove; quella era l'ultima sera che avrebbe
passato insieme a Eve, suo coetaneo, che da sempre lo accompagnava fin
da quando avevano mosso i primi passi.
Eve avrebbe detto che lo aveva letteralmente sequestrato.
"Il bar ha chiuso già da mezz'ora. A chi vuoi che daremo
fastidio?" Sospirò grattandosi i folti capelli; li portava
corti, ma ne aveva talmente tanti che tendevano a gonfiarsi e diventare
voluminosi, in più erano di uno strano colore castano
tendente
al grigio. Soltanto la sua voce sottile, leggermente nasale, ma dolce e
scorrevole tradivano il suo essere un ragazzo serio e posato.
Sou batté la mano sulla sedia accanto a lui, facendogli
segno di
sedersi, accompagnando il tutto con sorriso estasiato sulle labbra. Non
sembrava proprio preoccupato per la sua imminente partenza del giorno
dopo.
"Ah! Però abbiamo soltanto un caffè! Come
facciamo, lo
dividiamo?" Domandò sollevando gli occhi azzurri e scostando
una
ciocca di capelli color biondo scuro dietro le orecchie.
"Non ha importanza, bevilo tu. Sei tu il festeggiato questa sera." Gli
rispose Eve sedendosi.
Per molti minuti nessuno dei due parlò e l'unico rumore
udibile
in quel silenzio era quello del caffè che veniva soffiato e
bevuto. Eve alzò il viso verso l'alto contemplando il cielo
di
ottobre: era sgombro di nuvole, ma privo di stelle. Dipinta a mano
sembrava la luna che appariva piena e gialla, impreziosita da sfumature
bianche sui lati. La sua luce rischiarava tutto, dalle strade notturne
e deserte, dalle vetrate del bar dietro di loro, dal nero asfalto
rendendolo lucente alla vista.
Eve amava l'autunno perché finalmente l'aria diventava secca
e
respirabile, ma al tempo stesso lo odiava per i cambiamenti che portava
con sé.
"Ehi." Lo richiamò al presente la rinfrescante voce di Sou;
voltando leggermente il viso notò che non aveva ancora
terminato
il suo caffè, tuttavia si ostinava a soffiarci sopra per
renderlo più freddo. I loro occhi si incontrarono, ora
più vicini di prima.
"Credi che anche i desideri espressi alla luna piena si possano
considerare validi?"
Eve gli sorrise dolcemente, reprimendo quella voglia di appoggiargli
una mano sul capo e accarezzargli i biondi capelli come era poi solito
fare quando erano in intimità solo tra loro due.
"Stupido. Perché ti vengono in mente certe cose ora?"
Chissà perché l'atmosfera tra loro sembrava
cambiata; non
era più quella fintamente gioiosa di qualche minuto prima,
ora
appariva triste e malinconica. Forse era così che doveva
essere.
Improvvisamente Sou gli si gettò tra le braccia, lo
abbracciò saldamente stringendolo a sé, arrivando
a
poggiare la fronte sulla sua spalla, nell'incavo tra questa e il collo
poco più sopra della clavicola. La tazza di
caffé, quel
poco rimasto, era caduta ai loro piedi, spargendone il liquido a terra.
"Perché io ti scriverò. Sempre, ogni giorno.
Riceverai un
messaggio da parte mia a tutte le ore." Soffocò contro il
suo
petto; solo allora Eve capì che forse stava facendo
così
per reprimere un pianto tenuto nascosto a lungo. Allora sì
che
le sue mani trovarono il coraggio di poggiarsi una sul capo e l'altra
in mezzo alle scapole, iniziando a massaggiarlo con lenti movimenti
circolari.
"Non hai bisogno di promettere cose che so già."
Soffiò
contro il suo orecchio, chiudendo i grigi occhi e cullandolo dolcemente
nel loro abbraccio.
Solo la luna poteva essere testimone di quella promessa.
Parole: 690
Eve e Sou sono un po'
come i SoraMafu, ma meno conosciuti. Hanno realizzato tantissimi duetti
insieme e alla fine shipparli un po' mi viene naturale, prima o poi li
dovevo inserire in questa raccolta! =)
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Capitolo 9 *** Cerotto ***
Day 16: Cerotto
Characters:
Soraru&Amatsuki
Link: Recollection
Endroll
-CEROTTO-
"Te lo avevo detto di lasciar fare a me." Sospirò debolmente
Soraru dopo aver finito di fasciargli la mano.
Amatsuki si guardò il palmosinistro ricordando quanto
accaduto
qualche minuto prima: voleva solo affettare il pane per preparare i
tramezzini da esporre sul bancone che sarebbero serviti per gli
aperitivi di quella sera, ma la lama seghettata gli era scivolata
durante un taglio ed era finito con l'imbrattare di rosso la superficie
di lavoro. Inizialmente non ci aveva nemmeno fatto caso a quanto
successo, troppo sorpreso a osservarsi la pelle squarciata che pensare
a disinfettare la ferita, tuttavia Soraru era stato più
risoluto
di lui. Afferrandogli il polso lo aveva trascinato in bagno gettandogli
la mano insanguinata sotto il getto di acqua corrente, infine lo aveva
portato nella saletta privata dove tenevano la cassetta destinata al
primo soccorso.
"Sei davvero abile con le mani." Commentò Amatsuki ancora
sorpreso: Soraru gli aveva fatto un bendaggio degno di quel nome,
fissandolo con un cerotto per tenerlo fermo. Così delicato
che
quasi non si era accorto di niente, nemmeno del fastidio quando la
ferita veniva premuta dal tessuto della benda.
"Ora non dire cose di dubbio gusto." Tossicchiò il ragazzo
più grande nel vano tentativo di nascondere le sue guance
arrossate.
"No, dico sul serio! Non potevo aspettarmi di meglio da uno studente
d'infermieristica come te!" Amatsuki abbassò gli occhi color
cioccolato ripensando alla sera prima, quando aveva visto Mafumafu
venirgli incontro con due palesi occhi a cuoricino: era stato a un
appuntamento, si vedeva da lontano un miglio. "Mafu è
davvero
fortunato ad avere un fidanzato come te." Sospirò
debolmente, in
realtà stava invidiando la fortuna che avvolgeva il suo
amico.
Chissà quante volte Soraru aveva curato Mafumafu adottando
quel
comportamento così premuroso e amorevole come un fratello
maggiore? Finora tutto quello che lui invece aveva ricevuto in cambio
erano state solo finte gentilezze; ripensò infatti alla sua
mancanza di coraggio nel chiedere un appuntamento a Kuroneko, o a tutte
quelle volte che era stato rifiutato dalla ragazza che gli piaceva.
Vero che il suo aspetto non aveva niente di virile se paragonato alla
prontezza di agire di Soraru; così come non poteva certo
competere con la bellezza della vecchia fiamma di Kuroneko; oppure con
quel ragazzo dai capelli sempre spettinati che aveva aperto un bar
proprio alla fine della strada e sembrava voler fare a gare con loro
per il titolo di miglior bar del quartiere, ma Amatsuki non poteva
ricevere solo delusioni dalla propria vita sentimentale!
Chissà se esistevano cerotti capaci di coprire le ferite
dell'animo?
D'un tratto una pacca lo colpì in mezzo alla schiena,
facendolo
barcollare leggermente in avanti. Dietro di lui Soraru lo squadrava
dall'alto, osservandolo con occhi decisi e al tempo stesso pieni di
disapprovazione. Che avesse intuito, come sempre, il motivo della suo
improvviso rattristamento?
"Torniamo a lavoro, Kuroneko ci aspetta! Vogliamo renderla fiera di
noi, no?"
Amatsuki si accarezzò la parte danneggiata con la mano sana.
"Oh, sì. Arrivo!"
Prima o poi avrebbe tolto via quei cerotti da tutte le sue delusioni,
trasformandole in conquiste!
Parole: 500
Sicuramente con il prompt cerotto avrei potuto sbizzarrirmi in tanti
modi, ma il meglio che ho tirato fuori nel breve tempo a mia
disposizione è stato questo aborto ahaha
Consolatevi con la canzone di Soraru e Amatsuki che cantano insieme
Recollection Endroll, sono bravi vero? Non hanno entrambi una
bellissima
voce?
Ok, farà schifo... ma sono indietro di troppi giorni ancora
per aggiungere altri arretrati xD
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Capitolo 10 *** Ricordo ***
Day 22: Ricordo
Link alla canzone: Manjushage
-RICORDO-
Era un ricordo rapido quanto un fulmine a ciel sereno.
Quando nasci in una famiglia "speciale" la libertà rimaneva
sempre vigilata; lei non era una eccezione, ma ogni tanto queste si
presentavano su un piatto d'argento e chi era allora per poterle
respingere?
Lo ricordava ancora, quell'assaggio di quotidianità,
avvenuto in
una mattina qualunque: esitando aveva spinto la porta a vetri di quel
bar, annusando subito il profumo delle paste da poco sfornate,
accompagnate dalla miscela di caffè.
Il barista l'aveva accolta con un sorriso mentre puliva la superficie
del bancone con uno strofinaccio: era un bel ragazzo dai capelli mori e
profondi occhi blu, accanto a lui una giovane donna si divertiva a
decorare stuzzichini per poi depositarli su piattini.
Non sapeva esattamente cosa doveva fare, se ordinare prima o sedersi
subito a un tavolo, ma ci aveva pensato un altro dipendente a decidere
per lei. Gentilmente le pulì un tavolo e una sedia,
litigando
con la montatura degli occhiali che continuava a scivolare via dal
naso.
La ragazza pensò che quella doveva essere vera gentilezza,
quella spontanea e genuina, dettata dal lavoro, ma esibita da persone
che amavano quello che stavano facendo.
Con questo pensiero in testa si lasciò servire,
meravigliandosi
di quanto potesse essere buono un semplice caffè preso in un
bar
qualunque, eppure guardandosi attorno le mancava qualcosa che rendesse
perfetto quel momento.
Non ci volle molto a capire che quella mancanza era dovuta all'assenza
di qualcuno desiderato per condividere quel momento.
Colleghi di lavoro, amici, studenti, famiglie... Tutti coloro che
entravano e uscivano da quel bar erano in perfetta compagnia di
qualcuno, tranne lei che sedeva in disparte a guardarli.
Le sue rosee labbra si incurvarono verso il basso, mentre si toccava i
lisci capelli. Si sentiva persino a disagio vestita con quei abiti
tradizionali, da signorina di buona famiglia, mentre imperversava quel
via vai di passi, giacche e scarpe.
Come se la vita andasse avanti, mentre lei restava indietro.
Vincolata al ricordo di una infanzia e una adolescenza mai avuta,
costretta a crescere troppo in fretta.
Improvvisamente vide comparire un piattino davanti ai suoi occhi un
piattino con dentro dei pasticcini.
Sollevò i grandi occhi ambrati incontrando quelli del
cameriere che l'aveva accolta quando era entrata.
"Ma..."
"Questi te li manda la padrona." Le disse stringendo al petto il
vassoio.
"Non li ho ordinati." Rispose a voce bassa e confusa, facendolo
sorridere.
"Lo sappiamo. Ma Kuroneko si ricorda di tutte le facce dei suoi clienti
e tu sei sicuramente nuova. Perciò vuole darti un bel
ricordo di
questo posto."
Spostando lo sguardo sulla giovane donna dai capelli biondi
capì
di non doversi preoccupare grazie al suo gesto di vittoria con le dita,
infine gustò quei pasticcini senza sprecarne nemmeno uno.
Nel suo mondo la gentilezza non era una cosa scontata, ma forse poteva
includere anche sconosciute persone che la usavano senza doppi fini.
Un mese era passato da allora e non c'era più stata
occasione di
tornare in quel bar, ma era certa che l'opportunità non le
sarebbe presto mancata.
La sua era una vita controllata, vero, tuttavia era certa di poter
continuare ad assaporare quei piccoli momenti di
quotidianità
che le regalavano il dono della normalità.
Parole: 513
Beh, che dire? Torna
Mafumafu con una delle sue original song! Amatelo,
cioè davvero amatelo... è troppo prezioso per
regalarci
la sua voce!
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Capitolo 11 *** Profumo ***
Day 25: Profumo
Character:
Reol
Link alla canzone: Sweet
Devil
-PROFUMO-
Sapeva che le sarebbe
toccato ad aspettarlo; Giga non era
esattamente la persona più puntuale al mondo e i suoi dieci
minuti in realtà equivalevano almeno a una mezz'ora o forse
più.
Reol, corti capelli a caschetto tinti di viola, alta nemmeno 1.60 cm,
attendeva nel luogo stabilito che si palesasse la persona in questione;
avevano scelto quel bar di comune accordo, essendo le sue vetrate
visibili sin dalla uscita della metropolitana.
Era sabato sera, verso le undici di notte e le strade erano piene di
gente in libera uscita.Tutti erano avvolti in giubbini da mezza
stagione o trench per proteggersi dall'arrivo dei primi freddi, tranne
lei che esibiva con disinvoltura meta coscia protetta dalle parigine
nere con l'orlo di pizzo, la gonna scozzese era persino corta quanto
bastava per permettere di vedere quello stacco di pelle. Reol non
badò alle occhiate che le venivano rivolte, era piuttosto
nervosa per l'attesa che doveva subire e lo dimostrava spostando il
peso da un piede all'altro. Quelle maledette scarpette dai tacchi rossi
erano quanto di più scomodo potesse indossare e non c'era
nemmeno un posto dove mettersi a sedere.
Di colpo le arrivò alle narici l'odore del suo profumo
preferito, un aroma dolce e fruttato talmente sottile da passare
inosservato quanto provocante, la cosa curiosa però era che
ancora non era stata lanciato sul mercato, quindi nessuno avrebbe
dovuto conoscerlo, tranne lei che lo usava tutti i giorni.
Incuriosita balzò in avanti e finì per attirare
l'attenzione di una coppia che passeggiava a braccetto: lui era
palesemente ubriaco a giudicare dal suo volto paonazzo, lei invece era
completamente l'opposto: piuttosto che guardarla sorpresa per
l'interruzione la stava fissando con fare malizioso, esibendo un
saccente sorriso con le labbra tinte di rossetto e guardandola da sotto
le lunghe ciglia piene di mascara.
Innaturali capelli color mogano le arrivavano fino al fondoschiena in
una cascata di onde mosse, Reol l'avrebbe giudicata persino una
spudorata guardando il suo abbigliamento, se non fosse stato che pure
lei stava girando con un outfit poco consono al luogo dove si
trovavano. Le due si guardarono a lungo, finché la
più
bassa spostò la sua attenzione sull'uomo e tutto divenne
assolutamente più chiaro.
Era vecchio, molto più vecchio della ragazza davanti a lei,
sicuramente di almeno dieci anni, ed era vestito per bene quasi fosse
un uomo in carriera, tuttavia sotto l'effetto dell'alcool pareva un
uomo qualunque appena caduto in una trappola. Non era possibile che
questi due si conoscessero, o che stessero insieme, più
fattibile invece che fosse stato adescato e che si sarebbe svegliato
all'indomani senza nulla indosso, a partire dai vestiti fino ad
arrivare al contenuto del proprio portafogli.
Dopo qualche istante la coppia si allontanò indisturbata,
per
poi svoltare in una traversa un po' nascosta... dove probabilmente
avrebbero consumato un rapporto nascosti dall'oscurità
oppure
l'uomo sarebbe stato abbindolato con un inganno.
Reol intrecciò le braccia al petto, dove il baby doll
stringeva
i suoi esili seni: la scia di profumo era diventata persino
impercettibile, ma c'era dell'altro!
Lei stessa era la creatrice di quella fragranza, stava solo aspettando
che ricevesse il riconoscimento per poi essere messo in vendita. Finora
aveva rilasciato solo qualche campioncino di prova a persone a lei
vicine, quindi come era possibile che quella ragazza lo stesse
indossando?
Esisteva una sola e unica soluzione al caso e non appena la
realizzò sogghignò ironicamente.
Sweet Devil, a
quanto pareva, era un titolo più che azzeccato per la sua
creazione.
Parole: 567
Finalmente inserisco in
questa
raccolta una delle mie ship het di questo fandom: la Kradness x Reol!
Li ho scoperti la prima volta proprio grazie a questa canzone,
arrivando poi a scoprire anche tutte le varie collaborazioni che hanno
fatto insieme. Soprattutto per quanto riguarda molte canzoni del
gemelli Rin e Len Kagamine! Difatti, se siete fan dei Vocaloid, non
potete ignorare che Reol insieme a Giga ha realizzato i testi di
tantissime loro canzoni! (Bring it On! non vi dice ancora nulla?)
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Capitolo 12 *** Bicchiere Rotto ***
Day
28:
Bicchiere Rotto
Characters: Naruse&Takamasa
Link
alla canzone:
Jewel
-BICCHIERE
ROTTO-
Fissava il bicchiere con aria assente, studiandone le venature
del vetro e i riflessi della luce oppure la semplice ombra proiettata
sul legno del tavolino.
Fino a cinque minuti prima conteneva una semplice miscela di aperol,
prosecco e acqua frizzante, uno spritz in poche parole. Il cocktail
più comune per un aperitivo.
Era stato proprio Naruse a proporglielo, dopo il lavoro: una semplice
bevuta tra amici e colleghi, fotografo e modello. Takamasa aveva
accettato all'istante, ostentando quella sua voce chiara e forte di cui
era dotato, capace di attrarre l'interesse di tutti i suoi
collaboratori.
Dopo averlo svuotato si era trovato attratto da quel bicchiere vuoto,
incantato quasi come fosse la prima volta che ne vedeva uno in vita
sua. Non riusciva proprio a distoglierne lo sguardo, soltanto la mano
del suo collega di lavoro e la sua voce riuscirono a riportarlo alla
realtà.
"Pianeta Terra chiama Takamasa, ci sei?"
Le sue palpebre sbatterono più di una volta prima di
riprendersi, alla sua domanda Naruse reagì soltanto con un
sospiro dispiaciuto.
"Ti eri incantato." Spiegò. "E ammutolito. Pensavo ti fossi
addormentato ad occhi aperti."
"Ah, no, solo che..."
Il fascino di quel semplice bicchiere vuoto era ancora lì
davanti a lui, eppure se lo avesse preso in mano poteva già
immaginare il logo di qualche grande catena di distribuzione nel
settore dell'arredamento; un oggetto come un altro insomma, possibile
da acquistare in qualsiasi negozio di articoli per la casa a buon
prezzo.
Con la coda dell'occhio vide Naruse inclinare il mento e portare le
mani sotto di esso, assumendo una postura interessata. Doveva per forza
dargli una spiegazione?
Non era sicuro però di volergli raccontare la
verità: a
trent'anni ormai compiuti poteva ancora andare in giro dicendo di
soffrire di sogni ricorrenti?
Nonostante ciò era proprio questo la sua fonte di
preoccupazione, che significato poteva esserci dietro un bicchiere
rotto?
Beneficio o malasorte? Poi, nel suo sogno, il bicchiere era pieno
oppure vuoto? Era di vetro o di cristallo? Si rompeva da solo oppure
era lui a frantumarlo?
Quante interpretazioni potevano esserci dietro? Inoltre non ne
ricordava perfettamente tutti i dettagli, dopotutto il sogno svaniva
non appena apriva gli occhi e il buio della mente faceva posto alla
luce del mattino.
Si sporse in avanti poggiando i gomiti sul tavolo e assumendo un
espressione di disinvoltura. Avrebbe lasciato perdere e per farlo
doveva smettere di pensarci per primo.
"No, non importa. Mi ero solo incantato. Altro giro?"
Domandò
senza aspettare risposta e attirando la concentrazione del ragazzo che
si aggirava tra i tavoli per prendere le ordinazioni della sera.
Naruse lo guardò accigliato, ma decise di non chiedere
altro.
Il bicchiere vuoto restò lì in bella vista per
tutta la
durata della loro bevuta, continuando ad attirare l'attenzione di
Takamasa come il vero protagonista di quella serata.
Semplice oggetto inaminato che continuava a gridare " trova una risposta".
Parole: 459
La canzone
lassù in alto si chiama Jewel ed è una song di
Umetora. Gli utaite che la interpretano sono Nqrse, Takamasa, Pocchan,
Ranta, Shamitaro e Yuro.
Io però seguo
soltanto Nqrse e Takamasa, ecco perché ho
usato solo loro due. (per inciso vorrei una cover di questa canzone
fatta solo da Takamasa, ma immagino non si possa ottenere tutto dalla
vita) Il prompt usato è quello di bicchiere rotto,
perciò
partendo dalla parola bicchiere rotto ho fatto il collegamento:
Bicchiere rotto - Jewel - Sogno.
Sognare un bicchiere
rotto può avere diverse interpretazioni, se
volete saperne di più vi darò qualche info nei
commenti.
Bene, con questa ho
recuperato almeno un giorno.
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Capitolo 13 *** Cartolina ***
Day 17:
Cartolina
Characters:
Urata, Shima, Sakata, Senra (+Amatsuki)
Link: Senbonzakura
-CARTOLINA-
Si potevano chiamare cartoline, ma in realtà non
lo
erano. Però la forma era davvero simile: piccole, quadrate,
stampate su carta lucida.
Senra le guardava con aria
nostalgica, ripensando a qualche sera
prima quando lui e i suoi tre amici d'infanzia si erano ritrovati
durante il festival delle lanterne che si era tenuto nel loro
quartiere. Le occasioni per vedersi, ora che tutti e quattro avevano
finito l'università, erano davvero rare. Chi si era
allontanato
dalla città per cercare lavoro altrove, chi aveva deciso di
seguire il cuore e la propria fidanzata, chi semplicemente aveva preso
la decisione d'iniziare un nuovo capitolo della propria vita altrove...
Erano quattro amici
d'infanzia, cresciuti assieme in un gruppo proprio,
frequentando da sempre la stessa scuola elementare, media, superiore.
Solo all'università si erano separati, seguendo ognuno le
proprie ambizioni, ma amicizie così al giorno d'oggi si
consideravano davvero rare.
Urata, il
più infantile di loro quattro, nemmeno quella sera
aveva rinunciato ad andare in giro con il suo peluche a forma di
procione, gli era talmente affezionato da trattarlo come un vero
animale; Sakata, e la sua passione per gli ombrelli come accessorio,
passeggiava lasciandolo oscillare a ogni passo oppure usandolo per
minacciare, scherzando, uno di loro; Shima, l'elemento più
cool
del gruppo, attirava da destra e sinistra, le occhiate da parte delle
giovani donne o delle studentesse, peccato che fosse gà
fidanzato e che per nessuna di loro esisteva chance di essere notata.
Infine c'era lui,
Senra, il più normale del gruppo, quello che
aveva scelto di vestirsi con un semplice kimono maschile tradizionale,
senza optare per varianti o petti nudi.
Seduto al tavolino
del bar si lasciò andare ai ricordi di quella
sera, lisciando la ciocca più lunga di capelli che portava
sul
lobo sinistro. Erano di un colore simile al grano d'estate prima della
mietitura: dorati e lucenti al sole.
"Bello, vero? Il
festival delle lanterne è la festa migliore che abbiamo in
questo quartiere!"
Il cameriere del
Wonderful Cat lo risvegliò dai suoi pensieri
porgendogli il piattino ripieno di brioche calda e cappuccino fumante;
Senra lo guardò sorpreso a causa di quella interruzione. Si
chiamava Amatsuki e, se non fosse stato per gli occhiali esagerati che
gli coprivano il volto, la sua spiccata ingenuità gli
ricordava
davvero tanto Urata alla sua età.
Senra
accettò il tutto esibendo un sorriso nostalgico, continuando
a guardare le quattro foto che teneva sul tavolo.
Purikura era il loro
nome ufficiale, le avevano scattate presso una di
quelle macchinette apposta che si potevano trovare per strada, esibendo
boccacce strane o espressioni bizzarre. Infine, prima di stamparle, le
avevano abbellite con tutti quei adesivi, sticker e scritte glitterate
come tanto andava di moda. Era stato un gioco, come tornare adolescenti
per un po', ma si era trasformato in un piacevole ricordo
stampato.
"Ah, mi scusi! Non
volevo sembrarle un impiccione!" Amatsuki si
inchinò, ma Senra gli fece un segno con le mani per
indicargli
di non farlo.
"Non preoccuparti."
Rispose dolcemente. "Non lo sei stato, e poi hai
pienamente ragione. Io e i miei amici ci siamo divertiti un sacco, a
fine serata abbiamo persino scattato queste." Indicò le foto
ancora stese sul tavolo, dove appunto erano visibili i quattro ragazzi
vestiti tradizionalmente con i ventagli in mano.
"Sembrate un gruppo
davvero affiatato." Commentò il cameriere sporgendosi
curioso per guardarle meglio.
"Lo siamo. Ci
conosciamo tutti da bambini, ma adesso ognuno ha preso la
propria strada. Non saprei nemmeno dirti quando e se ci rivedremo."
Amatsuki si
risollevò non appena udì il suo nome chiamato
dalla cassa in fondo al bancone. Aveva perso davvero troppo tempo e gli
rimanevano ancora tanti clienti che aspettavano la loro ordinazione.
"Non preoccuparti!"
Lo incoraggiò a gran voce prima di andarsene. "Il festival
si tiene anche il prossimo anno!"
E volò via
a prendere l'ennesimo vassoio, alla velocità della luce.
Senra lo
fissò interdetto, infine poggiò le mani sotto al
mento lasciandosi andare alla felicità di un ricordo in
quella
mattina come tante altre.
Urata aveva detto la
stessa identica cosa quando loro quattro si erano
salutati quella sera: si sarebbero ritrovati, anche se un altro anno
sarebbe dovuto passare.
Parole:
673
Le
purikura sono foto dalle dimensioni di una cartolina. All'interno
delle purikura ci sono tante foto dalle dimensioni di fototessere,
messe insieme come se fossero collage. Si possono abbellire con
adesivi, sticker, scritte... fare le purikura è molto in
voga
adesso nelle fiere del fumetto. Io personalmente quando vado a una
fiera del fumetto e c'è la macchinetta per fare le purikura
costringo tutti a venire dentro con me, mi piacciono davvero tanto.
Comunque
non sapevo cosa scrivere per questo prompt, anzi pensavo di
saltarlo ma poi ho visto le mie purikura e ho pensato: EHI!
Il
gruppo lassù in alto si chiama Urashimasakatasen ed
è
costituito dagli utaite Urata, Aho no Sakata, Shima e Senra. Questi
quattro hanno un loro canale e sono anche molto attivi nel pubblicare
sempre nuove canzoni o cover. In particolare mi piace molto la voce di
Senra.
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