Wonderful Cat Life

di Sacchan_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Castagne ***
Capitolo 2: *** Bacio ***
Capitolo 3: *** Love Triangle ***
Capitolo 4: *** Promemoria ***
Capitolo 5: *** Bagno Caldo ***
Capitolo 6: *** Flower Shop ***
Capitolo 7: *** Appuntamento ***
Capitolo 8: *** Luna Piena ***
Capitolo 9: *** Cerotto ***
Capitolo 10: *** Ricordo ***
Capitolo 11: *** Profumo ***
Capitolo 12: *** Bicchiere Rotto ***
Capitolo 13: *** Cartolina ***



Capitolo 1
*** Castagne ***


Fandom: Utaite
Pairing: SoraruxMafumafu
Day 1: Castagne
Link alla canzone: Young Ourtburst Disease
Genere: Raccolta di FlashFiction



-CASTAGNE -


Al Wonderful Cat Life il via vai di gente non si sprecava mai in nessun orario del giorno.
Complice la posizione centrale del locale, situato a metà tra il quartiere universitario e il centro cittadino; o magari era tutto merito della continua propaganda sui social effettuata dalla sua proprietaria, tale Kuroneko che di barista aveva poco o niente.
Forse la colpa era da attribuirsi a quei innumerevoli piercing sparsi tra orecchie e labbra e l'immancabile aspetto punk che contrastava i corti capelli biondi platinati.
Il cliente che, entrando nel bar, si trovava davanti proprio Kuroneko finiva inevitabilmente per chiedersi se, per un qualche motivo, si fosse addentrato in una sorta di dimensione parallela dove le regole sociali venivano tutte sovvertite.
Fortunatamente, quella sera, non era la sua proprietaria a occupare posto dietro al bancone, bensì qualcun'altro.
Era proprio per lui che Mafumafu aveva deciso di fermarsi lì invece che andare dritto a casa, del resto conosceva a memoria tutti i giorni e turni lavorativi del suo amato Soraru-san.
"Ya-hoo!" Urlò il ragazzino spalancando la porta del locale, facendo tintinnare le campanelle che vi erano attaccate sopra: cosa aspettarsi da un bar gestito da un'amante di gatti?
Ma la persona, oggetto del suo interesse, non lo degnò di un solo sguardo, anzi continuò imperterrito a strofinare meticolosamente la pila di piatti che stava asciugando.
Ciò non rattristì Mafumafu, piuttosto scivolò proprio nello sgabello libero davanti al suo barista preferito, giungendo le mani a coppa sotto il mento e continuando a sorridere contento.
I due si conoscevano sin da bambini, ma si portavano una differenza di età di circa due anni. Se da piccoli erano soliti tornare a casa insieme, sporchi di fango, ora Soraru era uno studente universitario, che lavorava part-time per racimolare qualche soldo, mentre l'altro ancora una matricola alle prese con gli esami di ammissione nella facoltà scelta.
"Soraru!" Gridò quest'ultimo per attirare l'attenzione.
Nonostante fosse un ragazzo di quasi venti anni la sua estensione vocale era davvero alta, al punto tale che spesso chi gli stava intorno finiva inevitabilmente per fargli segno di stare zitto o di abbassare i toni.
"Fai silenzio." Imprecò l'altro, poggiando il piattino pulito sul ripiano di marmo. "A differenza tua, a quest'ora del giorno, la maggior parte dei nostri clienti sono tutti lavoratori o studenti che vengono qui per rilassarsi e godersi un buon caffè.
Soraru, al contrario, aveva una voce calma e virile, bassa e a tratti affannosa. Nonostante sia più anziano di soli due anni la sua tipica compostezza, unita a un'espressione sempre seria e concentrata, lo rendevano più simile a un trentenne.
Mafumafu era più tipo iperattivo, di quelli difficile da gestire, chiassoso fino all'inverosimile e pasticcione come non mai; quando finiva nei guai era sempre Soraru a doverlo aiutare ed ecco spiegato perché il più piccolo risultava così appiccicoso nei confronti del più grande. Tra l'altro, da bravo teenager qual era, amava seguire le mode e le masse, soprattutto quella di disegnarsi sul viso un tratto caratteristico che lo contraddistinguesse dagli altri ragazzi della sua età, anche se per Soraru quella sequenza di linee e numeri tracciata sul suo zigomo sinistro assomigliava piuttosto a un codice a barre malriuscito.
"Oggi non c'è la sorellona Kuroneko?" Mormorò incassando il colpo e incurvando la schiena.
"Sarà sul retro a dare da mangiare ai gatti randagi." Esplicitò Soraru ritornando a porre attenzione alla pila di piattini che gli mancava da lavare, asciugare e riporre a posto negli scaffali dietro di lui.
Le guance di Mafumafu si gonfiarono esprimendo tutto il suo disappunto; per nasconderle si ritrovò costretto a ciondolare con la testa fino ad appoggiarla alla superficie del bancone, dove Soraru era ancora intento ad asciugare e creare pile formate da bianche stoviglie circolari.
Non l'avrebbe mai ammesso con nessuno -anche lui era dotato di quella cosa chiamata orgoglio maschile-, ma era geloso della mancanza di attenzioni che gli veniva data, e ora  persino invidioso di stupidi recipienti dalla forma tonda.
"E pensare che per venire fin qui da te non mi sono nemmeno fermato a mangiare." Bofonchiò con la guancia premuta contro la fredda superficie di marmo.
Nulla riusciva a scuotere Soraru quando era impegnato a lavorare, per questo l'unica cosa che poté fare era chiudere gli occhi e continuare ad ascoltare quella sequenza di rumori di piatti che venivano prima appoggiati, poi strofinati, poi di nuovo appoggiati. Solo un tonfo sordo, un rumore diverso dai precedenti, lo costrinse a risvegliarsi e a sollevare viso e occhi.
"Ma questo è..." Esclamò meravigliato. Poggiato sul piattino c'era un tortino dal color marroncino, spolverato di zucchero a velo sopra. "...la tua torta di castagne e cioccolato! Quella che fai sempre ogni anno quando arriva l'autunno!"
Soraru gli rispose dandogli le spalle, ancora indaffarato nel voler portare a termine il suo compito.
"Mangiala adesso che è ancora calda." Dichiarò ignaro del fatto che Mafumafu, prima di riempirsi lo stomaco, avrebbe volentieri scavalcato il bancone per raggiungerlo, abbracciarlo e riempirlo di baci davanti a tutti.
Soraru era davvero il miglior fidanzato al mondo!


Parole: 814 

Primo giorno di Writetober e primo giorno dedicato al prompt "Castagne"!
Questo giorno è dedicato alla mia OTP per eccellenza di questo fandom: i SoraMafu! Io me li immagino molto come nel video che vi ho postato in alto: con Soraru più posato e Mafumafu più scatenato. I Soramafu hanno realizzato una serie di cover utilizzando questo stile e diciamocelo: quanto sono belli? Tantissimo lo so. La canzone in questione si chiama Chubyou Gekihatsu Boy (o Young Outburst Disease) e si tratta in realtà di una canzone del vocaloid Len Kagamine, ma non è finita qui! Di Young Outburst Disease sarà rilasciato un anime dedicato questo mese (che ovviamente finirò per guardare io fan dei Vocaloid per eccellenza) quindi mi sembrava carino iniziare da questa! :3

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Capitolo 2
*** Bacio ***


Day 2: Bacio
Fandom: Utaite
Pairing: LuzxNqrse
Link: Sugar Hate
-BACIO-

Quella mattina al Wonderful Cat non c'era molta clientela e questo gratificò parecchio Luz, seduto al suo solito tavolino, intento a sorseggiare il suo americano.
Erano le sette del mattino, l'orario esatto perché un nuovo giorno avesse inizio e la gente entrava e usciva dal locale troppo indaffarata nel rispettare la propria routine quotidiana. Lui per fortuna poteva concedersi ancora qualche minuto di relax, perciò calò il cappello sul viso cercando di darsi un'aria anonima per quanto il suo elegante abbigliamento lo permettesse.
Nonostante l'autunno fosse già arrivato da un po' le giornate erano ancora soleggiate e temperate, rendendo difficile l'utilizzo della giacca. Tuttavia per lui, che tale indumento rappresentava un outfit da tutti i giorni, indossarla non era un problema, sebbene la voglia di allentare il nodo alla cravatta era davvero tanta.
Per distrarsi lasciò cadere il suo occhio castano-dorato su una delle riviste poggiate sul tavolino, finendo poi per chiedersi perché mai in un bar si trovava una rivista di moda invece che un classico quotidiano del giorno.
Si pizzicò il naso quando notò un suo ritratto tra le tante foto in copertina: era una fortuna che di mattina c'erano solo studenti liceali troppo affrettati nell'acquistare un cappuccino caramellato da passeggio piuttosto che guardarsi attorno.
Al di là del bancone quella che doveva essere la proprietaria del bar, stando alle parole di un suo amico, si trovava alle prese con il mescolamento di una sorta di budino in gelatina; guardandolo meglio riconobbe che si trattava di perle di tapioca.
Luz spostò le mani, coperte dai guanti in pelle, sotto al mento pensando che la padrona del Wonderful Cat stava sicuramente preparando dei Bubble Tea, quella bevanda che andava tanto di moda tra i giovani e lo stava persino facendo con un espressione estasiata sul viso. Al suo fianco un giovane collaboratore poco più che ventenne stava disperatamente cercando di riportarla alla realtà.
Fu in quel momento che le campanelle attaccate al portone d'entrata tintinnarono, lasciando apparire una graziosa ragazza avvolta da un lungo abito immacolato adornato di pizzo. Camminava disinvolta sui tacchi delle scarpe con i lembi di tessuto bianco che dolcemente le accarezzavano le caviglie, attirando gli sguardi degli scolari presenti mentre i  ricci color pesca ondeggiavano a destra e sinistra alla ricerca di qualcuno.
Quando lo individuarono il suo viso si rilassò sorridente.
"Luz!" Lo chiamò.
L'uomo si lasciò andare a un sospiro affranto mentre la persona appena entrata lo raggiungeva e lasciava scivolare la candida sciarpa di lino usata per coprirsi le spalle, mostrando così un lembo di pelle lattea e lucida.
Luz non mutò la sua espressione, piuttosto continuò a chiedersi come una tale bellezza davanti a lui, capace di ammaliare sia ragazzi che ragazze, fosse biologicamente nato maschio.
Già, perché Naruse, questo il nome della giovane in bianco, era il suo partner di lavoro nonché noto modello crossdresser.
I due lavoravano presso la stessa etichetta fotografica e quella mattina si erano dati appuntamento al Wonderful Cat prima di andare a lavoro, ma tenere un profilo basso non era prerogativa della finta ragazza, dato che non si era nemmeno preoccupato di nascondere il viso.
"Mi ascolti?" Lo richiamò all'attenzione.
Solo la voce lo tradiva: era un suono così potente ed espressivo, anche se per contratto di lavoro preferiva utilizzare un timbro dolce ed emotivo che cozzava un po' con il registro piatto e altalenante del suo collega di lavoro.
"Stavo pensando." Lo guardò malizioso l'altro.
Lui era tra i pochi privilegiati che conoscevano i veri tratti di Naruse, quando non erano coperti da trucco e costose parrucche.
"A cosa?" Rispose sollevando in alto le delicate sopracciglia naturalmente truccate. Era incredibile quello che poteva fare un bel vestito e tanto make up, nessuno si era accorto che la donna vestita di bianco non era per niente una giovane.
Forse fu proprio per questo che Luz decise di prendere in giro sia la finta lei che i giovani curiosi che ne erano stati attirati.
"Penso che chiederò al nostro manager di affidarci uno shooting a tema wedding." Esplicitò l'uomo in giacca e cravatta, tendendo una mano guantata con fare invitante. "Potrebbe essere la volta buona che riuscirò finalmente a rubarti un bacio, mia dolce partner." Sussurrò avvicinandosi al suo orecchio, per poi voltarsi e andare alla cassa a pagare la consumazione, lasciando Naruse rosso come un peperone mentre si toccava le guance in fiamme.
Lavorare con lui risultava difficile quando esibiva il suo lato donnaiolo, ma lasciò perdere quanto successo e lo seguì fuori dal locale, incurante del mormorio generato dalla giovane clientela che aveva assistito alla scena.
Ci era abituato, essere fotomodelli voleva dire per forza attirare l'attenzione!

Parole: 753

Secondo giorno di Writetober dedicato al prompt "Bacio" e con protagonisti Luz e Naruse (o Nqrse), nonché altra mia ship di questo fandom.
La canzone lassù in alto si chiama Sugar Hate e ricordo che quando su Twitter comparì la prewiew di 30 secondi ero diventata davvero molto estasiata nel vederli duettare insieme. Le loro collab funzionano bene.
All'inizio non mi piaceva molto Luz, ma essendo un Utaite molto attivo ho finito per rivalutarlo all'istante. Tra l'altro in real life lo trovo anche un bellissimo uomo, insomma diciamo che è uno che ha stile sul palco, perciò non mi stupisce che molte sue cover o canzoni abbiano un timbro parecchio sensuale.
Mentre Naruse... beh, che ve lo dico a fare? Lui è il mio utaite preferito per eccellenza, l'unico che utilizza un avatar femminile pur essendo un uomo e già così mi ha conquistata.
Aggiungiamoci poi che oltre a cantare benissimo sa rappare e pure cantare in inglese ed ecco che è fatta, è perfetto.

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Capitolo 3
*** Love Triangle ***


Day 4: Love Triangle
Pairing: PokotaxKuroneko (+Hanatan)
Link: Acute



-LOVE TRIANGLE-

Di sera il Wonderful Cat Life non era mai tanto affollato, motivo per cui Kuroneko mandava via prima il suo aiutante Soraru e l'altro dipendente part-time per finire la serata da sola. Tranne nei week-end e nelle giornate festive, lì sì che i suoi nervi rischiavano di bruciare del tutto.
Ma se si trattava di una sera infrasettimanale poteva benissimo gestire le cose da sola: il bar chiudeva verso mezzanotte, vivendo proprio sopra di esso non si poneva nemmeno il problema di fare tardi se poi la mattina dopo le toccava l'apertura.
Comunque quella sera era davvero desolata; se le cose continuavano così la ragazza avrebbe anche potuto valutare l'idea di chiudere un po' prima del previsto.
Fu verso le dieci di sera che entrò un cliente per niente abituale, ma che lei conosceva molto bene.
Camminava a testa bassa, come se fosse stanco, le spalle erano incurvate e le mani infilate nelle tasche dei pantaloni; i spettinati ciuffi di capelli castani gli coprivano le orecchie assieme alla frangia che ricadeva sugli occhi.
Si posizionò seduto al bancone, proprio davanti alla giovane proprietaria, grattandosi una tempia e sospirando pesantemente.
"Kuro... Qualcosa di forte. Non preoccuparti, non devo lavorare domani."
Non era proprio cambiato nel corso degli anni; nemmeno nell'aspetto fisico, neanche nella voce. Difatti continuava a mantenere quel timbro vocale un po' nasale, ma delicato e forte allo stesso tempo.
"Fammi capire: hai litigato con Hana-chan?"
Le iridi color cioccolato di Pokota, questo il nome dell'uomo, si levarono verso l'alto accompagnate da una leggera smorfia sul viso.
"Sei sempre così perspicace." Valutò ad occhi chiusi. "Potrei anche solo aver avuto una giornata storta."
Le dita di Kuroneko scivolarono tra le tante bottiglie di liquori alla ricerca di quello più giusto. Quando individuarono quello più forte e adatto lasciò che la sua mano lo tirasse giù dal ripiano e iniziò a versarlo in un bicchiere vuoto.
"Non verresti mai qui solo per una giornata storta." Ponderò la ragazza aggiungendo del limone e del ghiaccio per smorzare un po' il gusto troppo forte del liquore. "Anzi, non dovresti venire affatto."
Pokota accettò con esitazione quel bicchiere che gli veniva offerto, meditando sulle parole che gli erano appena state pronunciate. Ripensò a eventi di qualche anno prima, quando sia lui che lei erano ancora studenti universitari, quando il punto di rottura poteva essere evitato.
Il mezzo bicchiere di liquido trasparente, abbellito da bollicine al gusto di limone venne appoggiato sulla superficie di marmo. Pokota ne aveva giusto preso due sorsi, ma era già riuscito a portarlo a metà, sotto lo sguardo severo di Kuroneko.
"Mi stai dicendo che non posso più venire a trovare una vecchia amica?" Gli occhi di Pokota cercarono di mostrarsi sorridenti, anche se il tono di voce tradiva il suo atteggiamento quasi spensierato. Kuro era diventata distante, ora più che mai. Difatti vide le ciglia, appesantite dal trucco e dal mascara, abbassarsi corrucciate.
Lei rimaneva lì solo perché era il suo lavoro a imporle di farlo, in realtà sarebbe volentieri scappata via nel momento esatto in cui il giovane uomo castano aveva varcato la soglia del bar.
"Non possiamo tornare indietro, lo sai."
Una frase pronunciata duramente, che tutto stava a significare: non tornare mai più.
Pokota accettò il colpo silenziosamente e con un sorriso amaro sul volto; non sapeva nemmeno lui che cosa lo aveva portato da lei quella sera. Il cervello aveva previsto che le cose sarebbero andate così, ma forse il cuore rifiutava ancora di crederci.
La freddezza non faceva parte del carattere di Kuroneko, in questo momento la stava usando solo come uno scudo di difesa per il suo animo.
Silenziosamente finì il suo drink e si alzò poggiando delle banconote accanto al bicchiere vuoto; non si salutarono e non si dissero nient'altro tuttavia si scambiarono entrambi uno sguardo sofferente e subito distolsero gli occhi. Quello sguardo valse come una comunicazione di mille parole, che mai avrebbe avuto luogo.
Solo quando lo vide uscire dal bar definitivamente la ragazza si lasciò andare a un sospiro di sollievo misto a tristezza, dopo di che raccolse il bicchiere vuoto davanti a lei e iniziò ad abbassare le luci del locale. Il suo modo per avvertire i clienti rimasti che il locale si avviava alla chiusura.
Né Soraru né l'aiutante part-time erano a conoscenza che, nascosto da qualche parte dentro al locale, la sua proprietaria custodiva gelosamente una fotografia di quando era più giovane.
All'interno di essa tre giovani erano ritratti, due ragazze e un ragazzo: lui aveva corti capelli castani e una di loro ribelli ciuffi color biondo platinato. 
Sembravano felici in quel frammento che il tempo era riuscito a fermare, lo sfondo di un parco-giochi faceva da cornice ai tre assieme al sole che spuntava da dietro le nuvole. Dietro la fotografia erano persino impressi i nomi dei tre ragazzi assieme a una scritta che citava Always Together.
Forse sarebbe arrivato il giorno dove Kuroneko avrebbe trovato il coraggio di prendere quella fotografia e bruciarla, oppure gettarla assieme alla spazzatura.
Sapeva di doversi liberare di quell'amore non corrisposto da tanto, ma ancora non si sentiva pronta.
Gli occhi le si riempirono di lacrime: quel giorno sarebbe davvero esistito?

Parole: 862

La canzone non penso abbia bisogno di spiegazioni: parla di un triangolo amoroso che finisce davvero male, esiste anche il manga tratto da questa canzone.
Ovviamente io ho dato una mia versione molto libera e al tempo stesso esplicativa di cosa sia successo, perciò spero che abbiate colto anche voi esattamente cosa sia accaduto tra questi tre.
Bene, così sono ufficialmente tornata in carreggiata. Ci vediamo domani... forse... spero ahaha

 


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Capitolo 4
*** Promemoria ***


Day 6: Promemoria
Pairing: KuronekoxKogeinu
Link: Akatsuki Arrival


-PROMEMORIA-

Ottobre si avviava sempre più verso l'inverno e quella mattina a malapena si arrivava sui 10°.
Durante la notte era venuta giù una pioggia torrenziale assieme a un freddo vento di tramontana che rendeva inutilizzabile la terrazza esterna del Wonderful Cat; la sua proprietaria si era alzata alle prime luci dell'alba proprio per andare a spazzare via il fogliame accumulato tra un tavolo e l'altro e dare un'asciugata alle sedie e al resto.
Davanti a lei la vita sembrava correre allo stesso modo: le prime automobili sfrecciavano nel centro cittadino, nei palazzi le luci degli appartamenti iniziavano ad accendersi e dalle uscite delle metropolitane era possibile iniziare a vedere i primi gruppi di gente camminare da una parte all'altra della città.
Stringendosi nel giubbotto di pelle nera Kuroneko meditò che forse era meglio sbrigarsi se voleva aprire il bar in tempo, piuttosto che perdersi in giri di pensieri assurdi. Era persino parecchio assonnata dato che, dopo gli eventi della sera prima, non aveva chiuso occhio. Si era persino svegliata con le borse e gli occhi gonfi dal pianto.
Di una cosa era sicura: non voleva più vedere capelli castani in vita sua!
Ma le sue preghiere non furono per nulla ascoltate visto che, sollevato il mento, qualcuno sempre dotato di corti capelli marroni si trovava a pochi passi da lei; Kuroneko lo osservò con una smorfia.
Sicuramente quelli di Kogeinu erano più scuri rispetto a quelli che tanto l'avevano perseguitata quella notte: Pokota li aveva tendenti al miele, ma i due condividevano sia lo stesso taglio che la stessa lunghezza.
"Buongiorno, Kuro!" La salutò vivace e brillante quel ragazzo dagli occhi color smeraldo. Forse una differenza c'era, in effetti: i capelli di Kogeinu sembravano, a qualsiasi ora del giorno, spettinati come se si fosse appena alzato dal letto.
Ecco, questa cosa di lui non era affatto cambiata... Assieme alla voce squillante e armonica.
Kuroneko fece schioccare la lingua infastidita: il karma doveva avercela per forza con lei!
Kogeinu era un suo vecchio compagno sia del liceo che dell'università e da che ricordava, per un motivo o per l'altro, finivano sempre in competizione per qualcosa. Che fosse per il voto più alto, o per chi riusciva a finire prima il cibo fornito dalla mensa scolastica, o per una gara di velocità... Erano destinati a scontrarsi anche per la minima sciocchezza.
Diversi come la notte e il giorno: lei andava in giro sempre vestita di nero, rosso o viola e faceva delle borchie il suo must, lui invece preferiva le felpe dai colori aranciati o dalle sfumature calde, che mettevano in risalto il verde dei suoi occhi perennemente sorridenti.
Era questo che Kuroneko non sopportava, quella mattina poi più che mai.
"Neanche un saluto?" Il ragazzo inclinò il viso dispiaciuto, provocandola ulteriormente.
Tre mesi prima di quella mattina Kogeinu aveva lasciato il suo lavoro di cameriere in un ristorante ed era finito con l'aprire un'attività propria.
Un bar, già! Esattamente come il suo! Quel ragazzo doveva davvero mancare d'inventiva per punzecchiarla come era solito fare.
Oltre al danno pure la beffa: il suo bar si trovava persino sulla stessa strada del Wonderful Cat, anche se era proprio alla fine di essa.
Senza volerlo finì per stringere il manico della scopa con troppa forza, reprimendo l'impulso di usarla per scacciarlo via.
"Sai bene perché ce l'ho con te. Eri a corto di idee quando hai deciso di aprire una caffetteria tutta tua? Spero che le cose almeno ti stiano andando benissimo perché, mi spiace deluderti, il mio Wonderful Cat è di molte spanne sopra il tuo!"
Avrebbe voluto mordersi la lingua, ma le parole erano uscite dalla bocca senza pensarci. Con Kogeinu era sempre così.
"Oh! Non ti è ancora andata giù che persino nel lavoro siamo diventati rivali!"
La ragazza non seppe dire se era stata la genuinità della risposta, o la sottile ironia nascosta nel mezzo, ma la goccia traboccò dal suo vaso e senza rifletterci raccattò una pallina di cartaccie da terra per lanciargliela addosso. La pallina però, troppo leggera per essere tirata, cadde immediatamente a terra scatenando in Kogeinu una risata e mettendo in imbarazzo Kuroneko.
"Mettiamola così." Rispose il giovane uomo dopo aver finito di ridere. "Se la persona che ti piace lavorasse proprio in un bar tu che faresti?"
Le iridi rossicce di Kuroneko si spalancarono sorprese, ma la sua lingua decise lo stesso di dargli una risposta.
"Probabilmente andrei spesso in quel bar, oppure proverei a farmi assumere lì."  
Kogeinu si portò la mano al collo e lo strofinò imbarazzato.
"Immagino che questo sia ciò che la maggior parte della gente penserebbe."
Non cogliendo il senso della frase Kuroneko si sentì in dovere di lanciargli uno sguardo interrogativo e improvvisamente Kogeinu si fece incredibilmente serio.
"Ma io aprirei un bar proprio per attirare la sua attenzione." Rispose eloquente fissandola dritta negli occhi, aspettando la sua reazione che non tardò ad arrivare.
Lo smarrimento iniziale fu presto sostituito dallo stupore, poi dalla realizzazione infine all'impaccio. Forse era anche colpa del freddo, ma poté giurare di vedere le sue guance colorarsi di rosso turbate.
Probabilmente era meglio tirare le cuoia immediatamente dopo aver detto così tanto, almeno prima che si scatenasse l'inferno.
Anche perché le sette del mattino si stavano avvicinando e l'orario di apertura pure perciò la salutò con un inchino cordiale e affrettò il passo, lasciandola lì imbambolata a rimuginare su quanto appena sentito.
Lei rimase immobile arrivando all'unica conclusione possibile e nascosta nelle righe, generando tantissime domande che difficilmente avrebbero trovato risposta..
Se quanto aveva appena sentito era vero allora avrebbe usato ogni giorno lavorativo passato dentro al Wonderful Cat come promemoria per una sola cosa: non avrebbe perso quella sfida, difficilmente sarebbe ceduta.
Anche perché era impossibile dimenticarsi del suo eterno rivale.

Parole: 934


Non so se è perfetta, ma la pubblico così com'è.

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Capitolo 5
*** Bagno Caldo ***


Day 7: Bagno Caldo
Character: Naruse
Link alla canzone: Nectar
-BAGNO CALDO-


Quel giorno aveva piovuto praticamente sempre, Naruse era uscito di casa con la pioggia e ora si trovava per strada bloccato nuovamente da questa.
Aveva salutato Luz alla fermata della metropolitana, quando lo scroscio d'acqua era talmente leggero da essere solo poco più che un fastidio, per poi venire sorpreso da un vero acquazzone. Di quelli dove si tornava a casa zuppi come pulcini.
Decise che era meglio fermarsi sotto qualche porticato e attendere che la pioggia smettesse un po', guardandosi attorno gli pareva persino di riconoscere in che zona della città si era rifugiato nel vano tentativo di trovare un riparo. Dall'altra parte della strada poteva vedere le vetrate di quel bar dove Luz gli aveva dato appuntamento qualche mattina prima
Pensò allora che un buon caffè caldo, magari arricchito da tanto latte, potesse essere la soluzione ai suoi brividi di freddo.
Si toccò dunque le ricce e umide punte dei suoi capelli. I suoi veri capelli, non quelli sintetici delle parrucche che era costretto a indossare per lavoro.
Erano neri, ma li aveva tinti con sfumature violacee per dargli un tocco di personalità; li portava lunghi fino al collo e da dietro le orecchie questi formavano delle onde rendendoli ingestibili, utilizzava persino delle forcine per tenerli a posto.
Non si stupiva che i suoi capelli facessero a modo loro diventando tanto ribelli, dato che ogni giorno li costringeva sotto retine e pesanti parrucche, forse era il modo per dirgli di prendersi maggiormente cura di loro.
Sollevando le spalle sospirò guardando il cielo plumbeo, per quanto tempo ancora sarebbe rimasto lì fermo pregando di poter tornare a casa? Avrebbe dovuto passare il tempo studiando coloro che, a differenza sua, portavano appresso l'ombrello ed entravano nel bar in cerca di rifugio e di un buon caffè caldo?
Quella giornata lavorativa era stata davvero pesante, per giunta aveva passato la maggior parte del tempo sdraiato a terra sulla pancia mentre il suo fotografo personale scattava le foto che sarebbero diventate il suo nuovo album fotografico. Nonostante il tappeto e il green screen si era infreddolito abbastanza, e ora la pioggia gli stava dando il colpo di grazia: sarebbe stato un miracolo svegliarsi il mattino successivo senza un raffreddore.
Pensandoci avrebbe fatto meglio ad accettare il passaggio in macchina che Luz gli aveva offerto, ma aveva perso tempo dentro il suo camerino a disfarsi del trucco, della lunga parrucca rosa e del leggero vestito bianco, simile a una sottoveste, usata per il book.
Improvvisamente avvertì uno starnuto al suo fianco, girandosi sorpreso individuò un ragazzino avvolto da una pesante sciarpa. Non portava cappotti, né aveva ombrelli a seguito, soltanto una felpa invernale dotata di un cappuccio forse troppo grande per lui.
Come distintivo di riconoscimento aveva corti capelli decolorati e un segno sulla guancia sinistra; le nuove mode di questi ragazzi di oggi rimanevano davvero incomprensibili.
Da quanto tempo era lì, poi? Naruse non si era per niente accorto della sua presenza.
Le sue dita si muovevano frenetiche sullo schermo del cellulare, assieme ai suoi occhi che sembravano irritati o infastiditi, probabilmente per il maltempo che lo aveva costretto lì.
Naruse sollevò le spalle rassegnato; c'era poco da fare... Solo un pazzo avrebbe attraversato la strada per rifugiarsi in un locale, correndo il rischio di beccarsi in pieno quel diluvio. Chiudendo gli occhi si limitò a far passare il tempo ascoltando il rumore generato dalla pioggia nel momento in cui cadeva a terra.
Lo risvegliò uno scalpiccio impensato: il borbottio di pozzanghere che venivano calpestate e infrante; il ragazzino dai capelli chiari stava attraversando la strada correndo, in barba al getto d'acqua.
Istintivamente gli venne da sollevare la mano e sgranare gli occhi, aprì persino la bocca sorpreso... Ma per dire cosa, poi?
Di aspettarlo? Non si conoscevano nemmeno, l'avrebbe solo spaventato.
Chissà perché lui aveva avuto il coraggio di fare ciò che invece Naruse mai avrebbe fatto. Eppure bastava così poco, giusto dieci secondi di sopportazione e avrebbe potuto sedersi su una calda poltrona e gustare una buona bevanda bollente.
Invece no, rimase lì sotto quel portico ad aspettare che la pioggia terminasse di scendere, scrocchiando di tanto in tanto le spalle indolenzite dal freddo e dal troppo lavoro.
Quel ragazzino invece, ormai già entrato dentro al bar, chissà a chi andava in contro per avere così tanta fretta? Naruse gli augurò che stesse gustando una squisita cioccolata calda assieme a una persona amata.
Lui sarebbe rimasto lì da solo ad aspettare il sole, fantasticando su quanto un lungo bagno caldo sarebbe stato perfetto per concludere quella piovosa giornata.
Sempre che riuscirà a tornare a casa in breve tempo.

Parole: 748

Non c'è niente da fare: nessun Utaite mi piace più di Naruse/Nqrse.

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Capitolo 6
*** Flower Shop ***


Day 9: Flower Shop
Pairing: VipTenchouxKuroneko
Link: Magnet

-FLOWER SHOP-


Accanto al Wonferful Cat Life si trovava un negozio di fiori, Vip ci lavorava come commesso da anni.
Ormai si sentiva in sintonia con questa caffetteria: alla mattina, prima dell'orario di apertura, si fermava sempre per prendere un caffè d'asporto e una brioche dolce alla crema. Il ragazzo dietro al bancone, quello alto con i capelli scuri e gli occhi color blu notte, appena lo vedeva entrare si affrettava a preparargli tutto porgendogli un vassoio con il suo solito sorriso cordiale; alle sue spalle la titolare lavava scodelle e faceva partire la lavastoviglie; un altro ragazzo serviva ai tavoli o sparecchiava quelli fuori.
Erano solo in tre, ma sembrava davvero un ambiente famigliare... Piccolo, intimo e accogliente. In alcune ore del giorno era sempre pieno, in altre deserto.
Durante la sua pausa-pranzo Vip amava andare a prendersi un piatto già pronto, farselo mettere in un cartoccio da portare via e gustarselo di là nel suo negozio, innaffiando fiori e tagliando via foglie in eccesso. Non era mai stato bravo a parlare con le persone, perciò piante e fiori erano diventati i suoi migliori amici.
Di solito a quell'ora trovava sempre lei, Kuroneko, a servirlo: gli diceva qual era il menù del giorno, gli chiedeva se mangiava lì o se portava via e poi preparava il tutto canticchiando. Secondo Vip era dotata di una bella voce e l'avrebbe volentieri ascoltata per tutto il tempo della sua pausa, alcune volte ricordava persino la prima volta che si erano parlati.
"Come mai non spiaccichi una sola parola?" Gli aveva chiesto lei ridacchiando, prima di porgergli il sacchetto ripieno di panino caldo e lattina di Coca-Cola.
Vip si era portato le dita alle labbra nel vano tentativo di nasconderle e aveva fatto un passo indietro imbarazzato, purtroppo per lui quella non era una situazione dove poteva scappare via, a meno che volesse risultare un maleducato evitando la domanda.
"Per la mia voce, è strana." Rispose distogliendo lo sguardo. "Non è la voce che dovrebbe avere un uomo: è alta, acuta... Viene spesso confusa per quella di una donna."
Effettivamente era vero: Vip non amava conversare, né esibire la sua voce quasi femminile; nel negozio di fiori parlava solo il minimo necessario, dispiacendosi di quelle volte che i clienti lo ritenevano scortese per questa sua riluttanza.
Al contrario delle sue aspettative lei non aveva riso, anzi si era sporta in avanti poggiando i gomiti sul bancone di marmo e assumendo un espressione interessata.
"No, invece. Io la trovo carina, proprio perché è unica." Rise con dolcezza, mettendogli in mano il sacchetto d'asporto prima che lo scordasse.
La conversazione era finita così: breve, ma Vip non si scordava mai della gentilezza che Kuroneko gli aveva dimostrato quella volta. Giorno dopo giorno aveva iniziato a frequentare il Wonderful Cat per i motivi più disparati, che fossero per un caffè veloce, la pausa pranzo, per cambiare squioldi che servissero a dare resti...
Ormai non sapeva più dire se lo faceva per piacere o per interesse nel rivedere il sorridente viso di Kuroneko, si sentiva solo attratto come un magnete a quel luogo e in cuor suo pregava che il bar di Kuroneko potesse chiudere mai.

Parole: 515

Velocissima, veramente veloce... di quelle scritte di getto proprio! Ma almeno per questo prompt ce l'ho fatta!
Partiamo dalla canzone come al solito: si chiama Magnet e chi è che non è entrato nel mondo dei Vocaloid con questa alzi la mano! Sì, lo so. Abbiamo iniziato tutti da questa canzone e... *rullo di tamburi* questa è proprio la cover fatta da VipTenchou e Kuroneko. No, non spaventatevi non avete visto male... Vip è davvero un uomo stando alla Wikia ufficiale e sì, ha la voce più femminile che esista tra tutti gli Utaite.

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Capitolo 7
*** Appuntamento ***


Day 12: Appuntamento
Pairing: Amatsuki&Kuroneko
Link: Yume no Matayume


-APPUNTAMENTO-

Ottobre è quel magico mese dove le giornate non sono mai né troppo lunghe, né eccessivamente corte.
Forse è proprio questa sua peculiarità a renderlo un mese adatto alle feste, poiché la gente non aveva troppo caldo per uscire o tanto freddo da patire. Quella settimana la strada dove il Wonderful Cat Life alloggiava si sarebbe riempita di luci colorate e statue alte metri e metri fatte da carta e seta. Dragoni dalle dimensioni più variate avrebbero danzato nel limpido cielo autunnale assieme a tantissime lanterne variopinte, rendendolo così un festival nel verso senso della parola... forse l'ultimo per quell'anno.
Kuroneko non era stata da meno a voler addobbare il suo locale a tema, per far sì che ogni cliente che avesse voluto fermarsi da lei per una breve pausa potesse trovare la stessa atmosfera del quartiere in festa.
Era davvero graziosa avvolta da quel kimono color viola, con ricami di spirali e la fascia dorata che la stringeva in vita esaltandone le forme. La maschera con il volto di un gatto nero, che portava sopra la fronte come un copricapo, le si addiceva particolarmente.
Amatsuki trovò quel dettaglio davvero divertente mentre continuava a passarle piccole lanterne cinesi da usare come addobbi. Anche lui si era dovuto vestire a tema, con il tradizionale kimono maschile e i tabi di legno ai piedi. Certo non credeva che quell'abito dalle ampie maniche, color blu notte, rinchiuso nell'armadio da ormai un anno ancora gli sarebbe calzato a pennello, il tempo da sempre gli pareva scorrere velocemente come un treno.
Quella sera erano solo loro due: Kuroneko aveva liberamente lasciato a Soraru un giorno free di modo che potesse andare al festival assieme al suo fidanzato e questo già faceva perdere ad Amatsuki i battiti nel suo povero cuore.
Kuroneko era più grande di lui di sei anni, ne aveva 26 e gestiva da sola un locale ormai avviato da tempo, lui era solo un collaboratore part-time che conciliava lavoro e studio in quel modo. Un ragazzo dalla bellezza anonima dotato di spettinati capelli color cioccolato e grandi occhi mori, spesso nascosti da una montatura d'occhiali grande ed esagerata.
Lei invece, sempre così autoritaria, ma piena di idee, pareva un sogno effimero impossibile da raggiungere. Da quando l'aveva incontrata, al loro primo colloquio, era diventata il suo segreto colpo di fulmine e solo il suo migliore amico, Mafumafu, era a conoscenza di questo pensiero.
Il ragazzo sospirò pesantemente, reprimendo in gola la sua voce adolescenziale, ancora non evoluta, mentre ascoltava i discorsi entusiasti di Kuroneko riguardo allo zucchero filato o alla varietà di Bubble Tea che avrebbero servito insieme ai tavoli quella sera.
Dentro di sé sperò che il suo migliore amico stesse avendo il miglior appuntamento della sua storia, dato che lui di appuntamenti proprio non aveva il coraggio di chiederne.
Si concesse solo la libertà di pensare che, quel momento a tu per tu con la ragazza amata, potesse esserlo.

Parole: 478

Inizia una nuova settimana e ovviamente mi ritrovo già a fare i conti con il pochissimo tempo che il giorno mi lascia a disposizione. Ho scritto questa flash di neanche 500 parole in un ora, cercando di recuperare il giorno 12 con il prompt Appuntamento. Poiché volevo inserire anche l'Utaite Amatsuki in questa raccolta ho preso una delle sue canzoni preferite e, ascoltandola in loop, ho messo giù questo brevissimo scritto. L'esperimento è andato a buon fine? Non lo so, ma non ho più tempo per rileggere o cambiare qualcosa.
La canzone lassù in alto si chiama Yume no Matayume ed è una original song di Mafumafu, tuttavia per quanto io ami Mafu preferisco la versione cantata da Amatsuki, e questa è a tutti gli effetti la mia preferita. Poiché pare che Kuroneko e Amatsuki abbiano in real life un buon rapporto dato che collaborano spesso insieme nelle loro cover credo di essermi lasciata un po' trasportare ahaha
A domani (si spera)

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Capitolo 8
*** Luna Piena ***


Day 13: Luna Piena
Pairing: EvexSou
Link: Gray&Blue



-LUNA PIENA-

"Te lo avevo detto che saremmo arrivati tardi, ma come al solito tu non mi ascolti mai." Pronunciò il ragazzo dai capelli color cenere scuotendo la testa. Di fronte a lui un altro giovane reggeva fra le mani una cup da passeggio ripiena di caffè bollente, del vapore era visibile risalire verso l'alto.
"Però la padrona del Wonderful Cat è stata gentile! Ci ha comunque preparato questo caffé anche se siamo arrivati a orario di chiusura!"
Il primo ragazzo sospirò esasperato, mentre l'altro si guardava attorno. Alla fine corse verso i tavolini posti all'esterno del bar per prenderne una sedia e sedersi, facendo segno al compagno di raggiungerlo. 
"Credi che quelli del bar se la prenderanno se resteremo qui per un po'?" Domandò ingenuamente mentre l'altro lo raggiungeva a passo rassegnato.
Sou non era mai cambiato nel corso del tempo, neanche ora che, raggiunti i quasi venti anni, aveva preso la decisione di trasferirsi all'estero per studiare altrove; quella era l'ultima sera che avrebbe passato insieme a Eve, suo coetaneo, che da sempre lo accompagnava fin da quando avevano mosso i primi passi.
Eve avrebbe detto che lo aveva letteralmente sequestrato.
"Il bar ha chiuso già da mezz'ora. A chi vuoi che daremo fastidio?" Sospirò grattandosi i folti capelli; li portava corti, ma ne aveva talmente tanti che tendevano a gonfiarsi e diventare voluminosi, in più erano di uno strano colore castano tendente al grigio. Soltanto la sua voce sottile, leggermente nasale, ma dolce e scorrevole tradivano il suo essere un ragazzo serio e posato.
Sou batté la mano sulla sedia accanto a lui, facendogli segno di sedersi, accompagnando il tutto con sorriso estasiato sulle labbra. Non sembrava proprio preoccupato per la sua imminente partenza del giorno dopo.
"Ah! Però abbiamo soltanto un caffè! Come facciamo, lo dividiamo?" Domandò sollevando gli occhi azzurri e scostando una ciocca di capelli color biondo scuro dietro le orecchie.
"Non ha importanza, bevilo tu. Sei tu il festeggiato questa sera." Gli rispose Eve sedendosi.
Per molti minuti nessuno dei due parlò e l'unico rumore udibile in quel silenzio era quello del caffè che veniva soffiato e bevuto. Eve alzò il viso verso l'alto contemplando il cielo di ottobre: era sgombro di nuvole, ma privo di stelle. Dipinta a mano sembrava la luna che appariva piena e gialla, impreziosita da sfumature bianche sui lati. La sua luce rischiarava tutto, dalle strade notturne e deserte, dalle vetrate del bar dietro di loro, dal nero asfalto rendendolo lucente alla vista.
Eve amava l'autunno perché finalmente l'aria diventava secca e respirabile, ma al tempo stesso lo odiava per i cambiamenti che portava con sé.
"Ehi." Lo richiamò al presente la rinfrescante voce di Sou; voltando leggermente il viso notò che non aveva ancora terminato il suo caffè, tuttavia si ostinava a soffiarci sopra per renderlo più freddo. I loro occhi si incontrarono, ora più vicini di prima.
"Credi che anche i desideri espressi alla luna piena si possano considerare validi?"
Eve gli sorrise dolcemente, reprimendo quella voglia di appoggiargli una mano sul capo e accarezzargli i biondi capelli come era poi solito fare quando erano in intimità solo tra loro due.
"Stupido. Perché ti vengono in mente certe cose ora?"
Chissà perché l'atmosfera tra loro sembrava cambiata; non era più quella fintamente gioiosa di qualche minuto prima, ora appariva triste e malinconica. Forse era così che doveva essere.
Improvvisamente Sou gli si gettò tra le braccia, lo abbracciò saldamente stringendolo a sé, arrivando a poggiare la fronte sulla sua spalla, nell'incavo tra questa e il collo poco più sopra della clavicola. La tazza di caffé, quel poco rimasto, era caduta ai loro piedi, spargendone il liquido a terra.
"Perché io ti scriverò. Sempre, ogni giorno. Riceverai un messaggio da parte mia a tutte le ore." Soffocò contro il suo petto; solo allora Eve capì che forse stava facendo così per reprimere un pianto tenuto nascosto a lungo. Allora sì che le sue mani trovarono il coraggio di poggiarsi una sul capo e l'altra in mezzo alle scapole, iniziando a massaggiarlo con lenti movimenti circolari.
"Non hai bisogno di promettere cose che so già." Soffiò contro il suo orecchio, chiudendo i grigi occhi e cullandolo dolcemente nel loro abbraccio.
Solo la luna poteva essere testimone di quella promessa.

Parole: 690

Eve e Sou sono un po' come i SoraMafu, ma meno conosciuti. Hanno realizzato tantissimi duetti insieme e alla fine shipparli un po' mi viene naturale, prima o poi li dovevo inserire in questa raccolta! =)

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Capitolo 9
*** Cerotto ***


Day 16: Cerotto
Characters: Soraru&Amatsuki
Link: Recollection Endroll


-CEROTTO-


"Te lo avevo detto di lasciar fare a me." Sospirò debolmente Soraru dopo aver finito di fasciargli la mano.
Amatsuki si guardò il palmosinistro ricordando quanto accaduto qualche minuto prima: voleva solo affettare il pane per preparare i tramezzini da esporre sul bancone che sarebbero serviti per gli aperitivi di quella sera, ma la lama seghettata gli era scivolata durante un taglio ed era finito con l'imbrattare di rosso la superficie di lavoro. Inizialmente non ci aveva nemmeno fatto caso a quanto successo, troppo sorpreso a osservarsi la pelle squarciata che pensare a disinfettare la ferita, tuttavia Soraru era stato più risoluto di lui. Afferrandogli il polso lo aveva trascinato in bagno gettandogli la mano insanguinata sotto il getto di acqua corrente, infine lo aveva portato nella saletta privata dove tenevano la cassetta destinata al primo soccorso.
"Sei davvero abile con le mani." Commentò Amatsuki ancora sorpreso: Soraru gli aveva fatto un bendaggio degno di quel nome, fissandolo con un cerotto per tenerlo fermo. Così delicato che quasi non si era accorto di niente, nemmeno del fastidio quando la ferita veniva premuta dal tessuto della benda.
"Ora non dire cose di dubbio gusto." Tossicchiò il ragazzo più grande nel vano tentativo di nascondere le sue guance arrossate.
"No, dico sul serio! Non potevo aspettarmi di meglio da uno studente d'infermieristica come te!" Amatsuki abbassò gli occhi color cioccolato ripensando alla sera prima, quando aveva visto Mafumafu venirgli incontro con due palesi occhi a cuoricino: era stato a un appuntamento, si vedeva da lontano un miglio. "Mafu è davvero fortunato ad avere un fidanzato come te." Sospirò debolmente, in realtà stava invidiando la fortuna che avvolgeva il suo amico. Chissà quante volte Soraru aveva curato Mafumafu adottando quel comportamento così premuroso e amorevole come un fratello maggiore? Finora tutto quello che lui invece aveva ricevuto in cambio erano state solo finte gentilezze; ripensò infatti alla sua mancanza di coraggio nel chiedere un appuntamento a Kuroneko, o a tutte quelle volte che era stato rifiutato dalla ragazza che gli piaceva.
Vero che il suo aspetto non aveva niente di virile se paragonato alla prontezza di agire di Soraru; così come non poteva certo competere con la bellezza della vecchia fiamma di Kuroneko; oppure con quel ragazzo dai capelli sempre spettinati che aveva aperto un bar proprio alla fine della strada e sembrava voler fare a gare con loro per il titolo di miglior bar del quartiere, ma Amatsuki non poteva ricevere solo delusioni dalla propria vita sentimentale!
Chissà se esistevano cerotti capaci di coprire le ferite dell'animo?
D'un tratto una pacca lo colpì in mezzo alla schiena, facendolo barcollare leggermente in avanti. Dietro di lui Soraru lo squadrava dall'alto, osservandolo con occhi decisi e al tempo stesso pieni di disapprovazione. Che avesse intuito, come sempre, il motivo della suo improvviso rattristamento?
"Torniamo a lavoro, Kuroneko ci aspetta! Vogliamo renderla fiera di noi, no?"
Amatsuki si accarezzò la parte danneggiata con la mano sana.
"Oh, sì. Arrivo!"
Prima o poi avrebbe tolto via quei cerotti da tutte le sue delusioni, trasformandole in conquiste!

Parole: 500

Sicuramente con il prompt cerotto avrei potuto sbizzarrirmi in tanti modi, ma il meglio che ho tirato fuori nel breve tempo a mia disposizione è stato questo aborto ahaha
Consolatevi con la canzone di Soraru e Amatsuki che cantano insieme Recollection Endroll, sono bravi vero? Non hanno entrambi una bellissima voce?
Ok, farà schifo... ma sono indietro di troppi giorni ancora per aggiungere altri arretrati xD

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Capitolo 10
*** Ricordo ***


Day 22: Ricordo
Link alla canzone: Manjushage


-RICORDO-

Era un ricordo rapido quanto un fulmine a ciel sereno.
Quando nasci in una famiglia "speciale" la libertà rimaneva sempre vigilata; lei non era una eccezione, ma ogni tanto queste si presentavano su un piatto d'argento e chi era allora per poterle respingere?
Lo ricordava ancora, quell'assaggio di quotidianità, avvenuto in una mattina qualunque: esitando aveva spinto la porta a vetri di quel bar, annusando subito il profumo delle paste da poco sfornate, accompagnate dalla miscela di caffè.
Il barista l'aveva accolta con un sorriso mentre puliva la superficie del bancone con uno strofinaccio: era un bel ragazzo dai capelli mori e profondi occhi blu, accanto a lui una giovane donna si divertiva a decorare stuzzichini per poi depositarli su piattini.
Non sapeva esattamente cosa doveva fare, se ordinare prima o sedersi subito a un tavolo, ma ci aveva pensato un altro dipendente a decidere per lei. Gentilmente le pulì un tavolo e una sedia, litigando con la montatura degli occhiali che continuava a scivolare via dal naso.
La ragazza pensò che quella doveva essere vera gentilezza, quella spontanea e genuina, dettata dal lavoro, ma esibita da persone che amavano quello che stavano facendo.
Con questo pensiero in testa si lasciò servire, meravigliandosi di quanto potesse essere buono un semplice caffè preso in un bar qualunque, eppure guardandosi attorno le mancava qualcosa che rendesse perfetto quel momento.
Non ci volle molto a capire che quella mancanza era dovuta all'assenza di qualcuno desiderato per condividere quel momento.
Colleghi di lavoro, amici, studenti, famiglie... Tutti coloro che entravano e uscivano da quel bar erano in perfetta compagnia di qualcuno, tranne lei che sedeva in disparte a guardarli.
Le sue rosee labbra si incurvarono verso il basso, mentre si toccava i lisci capelli. Si sentiva persino a disagio vestita con quei abiti tradizionali, da signorina di buona famiglia, mentre imperversava quel via vai di passi, giacche e scarpe.
Come se la vita andasse avanti, mentre lei restava indietro.
Vincolata al ricordo di una infanzia e una adolescenza mai avuta, costretta a crescere troppo in fretta.
Improvvisamente vide comparire un piattino davanti ai suoi occhi un piattino con dentro dei pasticcini.
Sollevò i grandi occhi ambrati incontrando quelli del cameriere che l'aveva accolta quando era entrata.
"Ma..."
"Questi te li manda la padrona." Le disse stringendo al petto il vassoio.
"Non li ho ordinati." Rispose a voce bassa e confusa, facendolo sorridere.
"Lo sappiamo. Ma Kuroneko si ricorda di tutte le facce dei suoi clienti e tu sei sicuramente nuova. Perciò vuole darti un bel ricordo di questo posto."
Spostando lo sguardo sulla giovane donna dai capelli biondi capì di non doversi preoccupare grazie al suo gesto di vittoria con le dita, infine gustò quei pasticcini senza sprecarne nemmeno uno.
Nel suo mondo la gentilezza non era una cosa scontata, ma forse poteva includere anche sconosciute persone che la usavano senza doppi fini.
Un mese era passato da allora e non c'era più stata occasione di tornare in quel bar, ma era certa che l'opportunità non le sarebbe presto mancata.
La sua era una vita controllata, vero, tuttavia era certa di poter continuare ad assaporare quei piccoli momenti di quotidianità che le regalavano il dono della normalità.


Parole: 513


Beh, che dire? Torna Mafumafu con una delle sue original song! Amatelo, cioè davvero amatelo... è troppo prezioso per regalarci la sua voce!

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Capitolo 11
*** Profumo ***


Day 25: Profumo
Character: Reol
Link alla canzone: Sweet Devil


-PROFUMO-


Sapeva che le sarebbe toccato ad aspettarlo; Giga non era esattamente la persona più puntuale al mondo e i suoi dieci minuti in realtà equivalevano almeno a una mezz'ora o forse più.
Reol, corti capelli a caschetto tinti di viola, alta nemmeno 1.60 cm, attendeva nel luogo stabilito che si palesasse la persona in questione; avevano scelto quel bar di comune accordo, essendo le sue vetrate visibili sin dalla uscita della metropolitana.
Era sabato sera, verso le undici di notte e le strade erano piene di gente in libera uscita.Tutti erano avvolti in giubbini da mezza stagione o trench per proteggersi dall'arrivo dei primi freddi, tranne lei che esibiva con disinvoltura meta coscia protetta dalle parigine nere con l'orlo di pizzo, la gonna scozzese era persino corta quanto bastava per permettere di vedere quello stacco di pelle. Reol non badò alle occhiate che le venivano rivolte, era piuttosto nervosa per l'attesa che doveva subire e lo dimostrava spostando il peso da un piede all'altro. Quelle maledette scarpette dai tacchi rossi erano quanto di più scomodo potesse indossare e non c'era nemmeno un posto dove mettersi a sedere.
Di colpo le arrivò alle narici l'odore del suo profumo preferito, un aroma dolce e fruttato talmente sottile da passare inosservato quanto provocante, la cosa curiosa però era che ancora non era stata lanciato sul mercato, quindi nessuno avrebbe dovuto conoscerlo, tranne lei che lo usava tutti i giorni.
Incuriosita balzò in avanti e finì per attirare l'attenzione di una coppia che passeggiava a braccetto: lui era palesemente ubriaco a giudicare dal suo volto paonazzo, lei invece era completamente l'opposto: piuttosto che guardarla sorpresa per l'interruzione la stava fissando con fare malizioso, esibendo un saccente sorriso con le labbra tinte di rossetto e guardandola da sotto le lunghe ciglia piene di mascara.
Innaturali capelli color mogano le arrivavano fino al fondoschiena in una cascata di onde mosse, Reol l'avrebbe giudicata persino una spudorata guardando il suo abbigliamento, se non fosse stato che pure lei stava girando con un outfit poco consono al luogo dove si trovavano. Le due si guardarono a lungo, finché la più bassa spostò la sua attenzione sull'uomo e tutto divenne assolutamente più chiaro.
Era vecchio, molto più vecchio della ragazza davanti a lei, sicuramente di almeno dieci anni, ed era vestito per bene quasi fosse un uomo in carriera, tuttavia sotto l'effetto dell'alcool pareva un uomo qualunque appena caduto in una trappola. Non era possibile che questi due si conoscessero, o che stessero insieme, più fattibile invece che fosse stato adescato e che si sarebbe svegliato all'indomani senza nulla indosso, a partire dai vestiti fino ad arrivare al contenuto del proprio portafogli.
Dopo qualche istante la coppia si allontanò indisturbata, per poi svoltare in una traversa un po' nascosta... dove probabilmente avrebbero consumato un rapporto nascosti dall'oscurità oppure l'uomo sarebbe stato abbindolato con un inganno.
Reol intrecciò le braccia al petto, dove il baby doll stringeva i suoi esili seni: la scia di profumo era diventata persino impercettibile, ma c'era dell'altro!
Lei stessa era la creatrice di quella fragranza, stava solo aspettando che ricevesse il riconoscimento per poi essere messo in vendita. Finora aveva rilasciato solo qualche campioncino di prova a persone a lei vicine, quindi come era possibile che quella ragazza lo stesse indossando?
Esisteva una sola e unica soluzione al caso e non appena la realizzò sogghignò ironicamente.
Sweet Devil,  a quanto pareva, era un titolo più che azzeccato per la sua creazione.

Parole: 567

Finalmente inserisco in questa raccolta una delle mie ship het di questo fandom: la Kradness x Reol! Li ho scoperti la prima volta proprio grazie a questa canzone, arrivando poi a scoprire anche tutte le varie collaborazioni che hanno fatto insieme. Soprattutto per quanto riguarda molte canzoni del gemelli Rin e Len Kagamine! Difatti, se siete fan dei Vocaloid, non potete ignorare che Reol insieme a Giga ha realizzato i testi di tantissime loro canzoni! (Bring it On! non vi dice ancora nulla?)

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Capitolo 12
*** Bicchiere Rotto ***


Day 28: Bicchiere Rotto
Characters: Naruse&Takamasa
Link alla canzone: Jewel


-BICCHIERE ROTTO-


Fissava il bicchiere con aria assente, studiandone le venature del vetro e i riflessi della luce oppure la semplice ombra proiettata sul legno del tavolino.
Fino a cinque minuti prima conteneva una semplice miscela di aperol, prosecco e acqua frizzante, uno spritz in poche parole. Il cocktail più comune per un aperitivo.
Era stato proprio Naruse a proporglielo, dopo il lavoro: una semplice bevuta tra amici e colleghi, fotografo e modello. Takamasa aveva accettato all'istante, ostentando quella sua voce chiara e forte di cui era dotato, capace di attrarre l'interesse di tutti i suoi collaboratori.
Dopo averlo svuotato si era trovato attratto da quel bicchiere vuoto, incantato quasi come fosse la prima volta che ne vedeva uno in vita sua. Non riusciva proprio a distoglierne lo sguardo, soltanto la mano del suo collega di lavoro e la sua voce riuscirono a riportarlo alla realtà.
"Pianeta Terra chiama Takamasa, ci sei?"
Le sue palpebre sbatterono più di una volta prima di riprendersi, alla sua domanda Naruse reagì soltanto con un sospiro dispiaciuto.
"Ti eri incantato." Spiegò. "E ammutolito. Pensavo ti fossi addormentato ad occhi aperti."
"Ah, no, solo che..."
Il fascino di quel semplice bicchiere vuoto era ancora lì davanti a lui, eppure se lo avesse preso in mano poteva già immaginare il logo di qualche grande catena di distribuzione nel settore dell'arredamento; un oggetto come un altro insomma, possibile da acquistare in qualsiasi negozio di articoli per la casa a buon prezzo.
Con la coda dell'occhio vide Naruse inclinare il mento e portare le mani sotto di esso, assumendo una postura interessata. Doveva per forza dargli una spiegazione?
Non era sicuro però di volergli raccontare la verità: a trent'anni ormai compiuti poteva ancora andare in giro dicendo di soffrire di sogni ricorrenti?
Nonostante ciò era proprio questo la sua fonte di preoccupazione, che significato poteva esserci dietro un bicchiere rotto?
Beneficio o malasorte? Poi, nel suo sogno, il bicchiere era pieno oppure vuoto? Era di vetro o di cristallo? Si rompeva da solo oppure era lui a frantumarlo?
Quante interpretazioni potevano esserci dietro? Inoltre non ne ricordava perfettamente tutti i dettagli, dopotutto il sogno svaniva non appena apriva gli occhi e il buio della mente faceva posto alla luce del mattino.
Si sporse in avanti poggiando i gomiti sul tavolo e assumendo un espressione di disinvoltura. Avrebbe lasciato perdere e per farlo doveva smettere di pensarci per primo.
"No, non importa. Mi ero solo incantato. Altro giro?" Domandò senza aspettare risposta e attirando la concentrazione del ragazzo che si aggirava tra i tavoli per prendere le ordinazioni della sera.
Naruse lo guardò accigliato, ma decise di non chiedere altro.
Il bicchiere vuoto restò lì in bella vista per tutta la durata della loro bevuta, continuando ad attirare l'attenzione di Takamasa come il vero protagonista di quella serata.
Semplice oggetto inaminato che continuava a gridare "trova una risposta".


Parole: 459

La canzone lassù in alto si chiama Jewel ed è una song di Umetora. Gli utaite che la interpretano sono Nqrse, Takamasa, Pocchan, Ranta, Shamitaro e Yuro.
Io però seguo soltanto Nqrse e Takamasa, ecco perché ho usato solo loro due. (per inciso vorrei una cover di questa canzone fatta solo da Takamasa, ma immagino non si possa ottenere tutto dalla vita) Il prompt usato è quello di bicchiere rotto, perciò partendo dalla parola bicchiere rotto ho fatto il collegamento: Bicchiere rotto - Jewel - Sogno.
Sognare un bicchiere rotto può avere diverse interpretazioni, se volete saperne di più vi darò qualche info nei commenti.
Bene, con questa ho recuperato almeno un giorno.

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Capitolo 13
*** Cartolina ***


Day 17: Cartolina
Characters: Urata, Shima, Sakata, Senra (+Amatsuki)
Link: Senbonzakura



-CARTOLINA-


Si potevano chiamare cartoline, ma in realtà non lo erano. Però la forma era davvero simile: piccole, quadrate, stampate su carta lucida.

Senra le guardava con aria nostalgica, ripensando a qualche sera prima quando lui e i suoi tre amici d'infanzia si erano ritrovati durante il festival delle lanterne che si era tenuto nel loro quartiere. Le occasioni per vedersi, ora che tutti e quattro avevano finito l'università, erano davvero rare. Chi si era allontanato dalla città per cercare lavoro altrove, chi aveva deciso di seguire il cuore e la propria fidanzata, chi semplicemente aveva preso la decisione d'iniziare un nuovo capitolo della propria vita altrove...
Erano quattro amici d'infanzia, cresciuti assieme in un gruppo proprio, frequentando da sempre la stessa scuola elementare, media, superiore. Solo all'università si erano separati, seguendo ognuno le proprie ambizioni, ma amicizie così al giorno d'oggi si consideravano davvero rare.
Urata, il più infantile di loro quattro, nemmeno quella sera aveva rinunciato ad andare in giro con il suo peluche a forma di procione, gli era talmente affezionato da trattarlo come un vero animale; Sakata, e la sua passione per gli ombrelli come accessorio, passeggiava lasciandolo oscillare a ogni passo oppure usandolo per minacciare, scherzando, uno di loro; Shima, l'elemento più cool del gruppo, attirava da destra e sinistra, le occhiate da parte delle giovani donne o delle studentesse, peccato che fosse gà fidanzato e che per nessuna di loro esisteva chance di essere notata.
Infine c'era lui, Senra, il più normale del gruppo, quello che aveva scelto di vestirsi con un semplice kimono maschile tradizionale, senza optare per varianti o petti nudi.
Seduto al tavolino del bar si lasciò andare ai ricordi di quella sera, lisciando la ciocca più lunga di capelli che portava sul lobo sinistro. Erano di un colore simile al grano d'estate prima della mietitura: dorati e lucenti al sole.
"Bello, vero? Il festival delle lanterne è la festa migliore che abbiamo in questo quartiere!"
Il cameriere del Wonderful Cat lo risvegliò dai suoi pensieri porgendogli il piattino ripieno di brioche calda e cappuccino fumante; Senra lo guardò sorpreso a causa di quella interruzione. Si chiamava Amatsuki e, se non fosse stato per gli occhiali esagerati che gli coprivano il volto, la sua spiccata ingenuità gli ricordava davvero tanto Urata alla sua età.
Senra accettò il tutto esibendo un sorriso nostalgico, continuando a guardare le quattro foto che teneva sul tavolo.
Purikura era il loro nome ufficiale, le avevano scattate presso una di quelle macchinette apposta che si potevano trovare per strada, esibendo boccacce strane o espressioni bizzarre. Infine, prima di stamparle, le avevano abbellite con tutti quei adesivi, sticker e scritte glitterate come tanto andava di moda. Era stato un gioco, come tornare adolescenti per un po', ma si era trasformato in un piacevole ricordo stampato. 
"Ah, mi scusi! Non volevo sembrarle un impiccione!" Amatsuki si inchinò, ma Senra gli fece un segno con le mani per indicargli di non farlo.
"Non preoccuparti." Rispose dolcemente. "Non lo sei stato, e poi hai pienamente ragione. Io e i miei amici ci siamo divertiti un sacco, a fine serata abbiamo persino scattato queste." Indicò le foto ancora stese sul tavolo, dove appunto erano visibili i quattro ragazzi vestiti tradizionalmente con i ventagli in mano.
"Sembrate un gruppo davvero affiatato." Commentò il cameriere sporgendosi curioso per guardarle meglio.
"Lo siamo. Ci conosciamo tutti da bambini, ma adesso ognuno ha preso la propria strada. Non saprei nemmeno dirti quando e se ci rivedremo."
Amatsuki si risollevò non appena udì il suo nome chiamato dalla cassa in fondo al bancone. Aveva perso davvero troppo tempo e gli rimanevano ancora tanti clienti che aspettavano la loro ordinazione.
"Non preoccuparti!" Lo incoraggiò a gran voce prima di andarsene. "Il festival si tiene anche il prossimo anno!"
E volò via a prendere l'ennesimo vassoio, alla velocità della luce.
Senra lo fissò interdetto, infine poggiò le mani sotto al mento lasciandosi andare alla felicità di un ricordo in quella mattina come tante altre.
Urata aveva detto la stessa identica cosa quando loro quattro si erano salutati quella sera: si sarebbero ritrovati, anche se un altro anno sarebbe dovuto passare.

Parole: 673

Le purikura sono foto dalle dimensioni di una cartolina. All'interno delle purikura ci sono tante foto dalle dimensioni di fototessere, messe insieme come se fossero collage. Si possono abbellire con adesivi, sticker, scritte... fare le purikura è molto in voga adesso nelle fiere del fumetto. Io personalmente quando vado a una fiera del fumetto e c'è la macchinetta per fare le purikura costringo tutti a venire dentro con me, mi piacciono davvero tanto.
Comunque non sapevo cosa scrivere per questo prompt, anzi pensavo di saltarlo ma poi ho visto le mie purikura e ho pensato: EHI!
Il gruppo lassù in alto si chiama Urashimasakatasen ed è costituito dagli utaite Urata, Aho no Sakata, Shima e Senra. Questi quattro hanno un loro canale e sono anche molto attivi nel pubblicare sempre nuove canzoni o cover. In particolare mi piace molto la voce di Senra.

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