IìM Elisabeth Corsi

di beth9611
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 27/12/2018 ***
Capitolo 2: *** JP….Che hai fatto? ***



Capitolo 1
*** 27/12/2018 ***


PREFAZIONE
 
 
Un anno fa non avrei mai immaginato tutto questo, ero e sono forse la classica ragazza che non pensa all’amore, ma poi è arrivato lui e tutto è cambiato, insomma capitemi avevo solo venti anni, ero la ragazza sognatrice sì, ma i miei sogni venivano prima dell’amore, avevo dei progetti, dei sogni che avrei voluto realizzare sin da piccola ho amato il mondo del trucco ,tutti quei colori meravigliosi ,ma poi i miei piani vennero del tutto sconvolti da lui. Mi chiamo Elisabeth ho ventuno anni e questa è la mia storia.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
CAPITOLO UNO
27/12/2018
Tutto è iniziato un giorno di Dicembre poco dopo Natale, come tutti gli anni mi dedicavo ai film natalizi, non quelli comici per carità mi piacciono ma amo più, le commedie quelle romantiche americane, quelle classiche, dove si sa già dall’inizio che i protagonisti finiscono con il mettersi insieme ma che guardi lo stesso. Comunque dicevo era un pomeriggio  come tutti i miei pomeriggi invernali  ,stavo guardando un film ,quando mi chiama la mia migliore amica JP ,lei non era come me non lo è tutt’ora , è l’esatto opposto ,lei sogna di incontrare il suo principe azzurro ,e la sua famiglia perfetta con i suoi 3 figli e un lavoro come stilista,ha sempre amato creare vestiti fin dall’ elementari ,ha anche creato il suo vestito da sposa per ogni evenienza cosi dice lei ,ma io sono sicura che lo troverà davvero il suo principe ,insomma lei era ed è bellissima mora ,occhi marroni ma di quel marrone chiaro quasi come nocciola ,alta abbastanza da farmi sentire una tappa con i suoi 1.75 e i miei 1.64 , lo so e poca differenza ma credetemi lei è alta ,lei è la migliore amica perfetta la mia altra metà della mela,e come ogni ragazza del suo genere appunto amava vestirsi alla moda aveva un armadio che ha confronto il negozio di terranova faceva rifornimento da lei quando doveva fare l’inventario;quella sera ci sarebbe stata una festa a casa della sua cotta storica e ovviante lei voleva andarci ma io come potete immaginare non sono il classico tipo di ragazza festaiola alla fine pero  dopo un’ora al telefono, riusci a convincermi cosa non si fa per la propia  migliore amica. Mi sarebbe passata a prendere alle 20 :30 la casa dove c’era la festa dista mezz’ora da dove abitiamo noi perciò lei voleva partire prima. Mi preparo con molta  felicità ,immaginate no?
 
Ma comunque ,lo facevo per lei , lei c ’e sempre stata per me , e andare a quella festa è un po’ strano per me ,ma lei è  JP farei qualsiasi cosa per vederla felice ,e a lei basta stare anche solo un’ora fuori casa per esserlo i suoi genitori sono separati in casa praticamente da 5 anni e lei non vuole vederli litigare anche solo per una forchetta caduta a terra per sbaglio,perciò ci vado,suona il campanello è arrivata puntale come un orologio svizzero ,ma quando si tratta di feste e di Michael  beh non si discute ,ah già Michael è la sua cotta millenaria il classico ragazzo figo della scuola ,capitano della squadra di calcio  ,occhi azzurri cielo ,capelli biondi taglio alla Zac Efron per intenderci ,i suoi genitori possedevano una catena di concessionarie perciò potete tranquillamente dedurre che non sia cosi tanto povero. Beh come tutti i ragazzi fighi della scuola,appunto tutta la scuola gli sbavava dietro ,non solo le ragazze,anche i prof , praticamente tutti .
Siamo arrivate comunque ,casa sua era enorme era una villa a due piani ,con un cancello nero in ferro battuto ,dove c’era inciso il nome di famiglia,Ener. Strana come cosa ma che ti aspetti da una famiglia che mette il suo nome praticamente su tutto  ; JP parcheggia la sua Mini copper rossa, amava quell’auto l’aveva comprata con i suoi risparmi del lavoro estivo le aveva persino dato un nome, kitty non è difficile immaginare il perché;comunque siamo pronte per entrare io mi sono messa semplicemente una tshirt nera con le maniche in pizzo ,e un paglio di leggins in pelle con le convers  bianche una coda alta ,mascara lucidalabbra e via,JP ovviamente non poteva essere cosi semplice ,vestito rosso con piallette sul decolté,lungo fino a poco prima del ginocchio,stivali in velluto alti fino alle ginocchia,trucco degno di una copertina di Vanity Fair,e una coda che lasciava però un ciuffo scivolare sul viso. Entriamo quasi non ci credo che davvero sono qui ,casa di Michael e meravigliosa il cancello era nulla a confronto,le pareti sembravano dipinte con una spugna con sfumature di giallo e panna ,all’ ‘ingresso c’era un tavolo in legno rotondo con un vaso di fiori , da un lato c'era un enorme scala che portava al piano superiore ,mentre dell'altro lato un enorme arco affaciava sul salone.
Tutto mi ricordava la casa di  una regina ,ero ammaliata , totalmente immersa nei miei pensieri che non mi ero accorta che un signore ,a quanto pare il maggiordomo ci stesse invitando a seguirlo,dicendoci  che la festa si teneva in un appartamento privato ,vicino alla villa , una specie di dependance, che Michael aveva reso sua. Lui la usava quando voleva starsene per conto suo o con le ragazze ovviamente. Ma vabbè dicevo, il signor Paul  cosi si chiamava il maggiordomo  ci stava mostrando la strada , ed io non potevo fare a meno di guardarmi attorno ,tutto era fantastico ,per andare alla festa nella dependance bisognava passare per quasi tutto il giardino , eh beh ragazzi li era stra magico so di essere ripetitiva ma era proprio cosi , provate ad immaginare: al centro del giardino c’era una piscina illuminata da mille luci di colori diversi che cambiavano , a bordo piscina c’erano delle sdraio bianche con scritto i nomi della famiglia, insomma erano sdraio personalizzate ve lo detto che amano mettere il loro nome ovunque no?! Tutto intorno era recintato da un enorme cespuglio di rose di tutti i colori ma privilegiava il bianco e il rosso ,e di nuovo non mi rendo conto che il maggiordomo cerca di parlarci ,siamo arrivati alla famosa dependance è bellissima bianca fatta tutta di mattoni con una veranda ,il pavimento in legno ,vicino alla porta d’ingresso c’è una panchina a dondolo bianca in legno con ovviamente inciso il nome di famiglia.
 Entriamo dentro e mi gira letteralmente la testa, per quanto sia irreale tutto ciò ,non pensavo davvero,io non sarei voluta venire qui.
La prima cosa che vidi entrando, è un enorme divano nero in pelle, ci entrerebbero 100 persone li sopra, non esagero! L’arredamento sembra quello di una baita di montagna so che sembra strano visto che fuori c’è una veranda stile anni 50 ma è proprio cosi .Affianco al divano ci sono due tavolini con due bajour dorate e nere , un cammino spento con sopra un quadro enorme, un ritratto di famiglia, ci sono poi delle scale in legno che portano a una specie di rialzo dove si trova un tavolo per almeno  50 persone con sopra un vaso simile a quello dell’entrata della villa e  infine, alla sinistra, una porta  che conduce alla sala da bagno e alle stanze da letto, cosi ha detto il maggiordomo anche se non sono sicura non lo stavo molto a sentire sapete com’è. 
Bene sono alla festa quindi , il signor Paul ci augura una buona serata e ci saluta. JP inizia a sentire la festa, mentre io preferirei starmene sul quel divano a leggere un libro o a vedere un film , ma sono qua perciò tanto vale che mi diverta anche io  almeno ci prova, cosi mi faccio spazio tra le persone cercando  di arrivare sul tavolo ,dove scusate  ma mi ero scordata di dirvi , c’era di tutto pizza, panini ,patatine ,tante cose da bere e da mangiare , lo so cosa starete pensato che io non essendo festaiola non bevo , eh beh vi sbagliate amo fare nuovi coktail adoro inventarli , ho inizato a creare e inventare durante il mio lavoro estivo in uno chalet molto elegante, facevo molti coktail diversi amavo sperimentare perciò ho provato ad usare ciò che c’era sul tavolo e ne ho inventato uno sul momento ,un po’ di vodka ,succo di mirtillo,triple sec e soda ,un po di ghiaccio ,e via, prendo anche un pezzo di pizza ,mai bere a stomaco vuoto! 
 
Mi siedo sul divano, sorseggiando il mio coktail,non posso fare a meno continuare ad ammirare, talmente presa da quel luogo non mi accorgo di Matteo. Vi spiego chi è Matteo. Matteo, migliore amico di Michael, era un ragazzo per cui avevo una cotta alle medie, come biasimarmi: alto, capelli neri e occhi verdi, fisico sportivo, gli si intravedono gli addominali anche sotto la camicia bianca. Ricambio il saluto, era dalla festa in spiaggia di questa estate che non lo vedevo e non è cambiato per nulla. con mio stupore si siede accanto a me e cominciamo a parlare del più e del meno, gli spiego che sono stata praticamente costretta a venire qui e che J.P. mi aveva praticamente trascinato. Lui ride, dicendomi "giusto, Elisabeth Corsi non ama le feste" scoppiai a ridere anche io cercando di evitare il suo bellissimo sorriso. Avrei voluto parlare con lui ancora un pò, ma un'altra persona arrivò a rovinare quel momento. Era Giovanni che si avvicinò a noi con il suo computer tra le mani. Lui non era come Michael e Matteo, era tutto il contrario. Senza chiedere nulla si mise a sedere tra noi due, in mezzo, come Giovedì e si mise a parlare di una sua nuova applicazione creata quel pomeriggio. Giovanni con la maggior parte delle persone era molto timido, con me invece era riuscito d aprirsi, un bene per lui un male per me come in questo caso, parlava, parlava, non smetteva più, tanto che Matteo si alzò e sorridendo mi disse, sottovoce, "Auguri", e io rimango con lui. Non so per quanto parlò, fortuna J.P. che, vedendo la situazione, mi venne a salvare con una scusa, non so cosa successe ma lei volle tornare a casa. Non mi spiegò nulla ma volevo a tutti i costi andare via da lì. Mi disse che mi avrebbe riaccompagnata a casa e che il giorno dopo mi avrebe spiegato tutto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** JP….Che hai fatto? ***


Il giorno dopo la festa ,avrei avuto un colloquio verso le 11:00 ,sapete non amo parlare di questa cosa , ma da quando i miei genitori non ci sono più, cercavo e cerco di mantenermi da sola, non ho mai amato chiedere favori o essere compiaciuta. Avevo fatto molti lavori, in questi due anni,dal lavorare in un call center a fare addirittura da baby-sitter,ed infine la barista. Finita la stagione estiva però non ho trovato più nulla,ho mandato molti curriculum,alla fine mi avevano chiamato per uno dei tanti lavori a cui avevo fatto richiesta. Ero molto nervosa,avevo bisogno di lavorare, ero anche in ritardo con i pagamenti, ma non ero nervosa solo per quello, non avevo dormito molto quella notte, ero preoccupata per JP, non avevo la minima idea di cosa l’avesse spinta a voler andarsene dalla festa quella sera ,ma sicuramente era qualcosa di grave o perlomeno non positivo ,sapete com’è fatta lei ,perciò penso che anche voi vi sareste preoccupate al mio posto conoscendola. Mi avrebbe dovuta accompagnare lei al colloquio,quando sono nervosa non riesco a guidare,ma visto che non si faceva sentire avevo deciso di optare per il pullman. Mi ero svegliata di buon’ora quindi avevo deciso di passare in libreria a prendere dei nuovi libri da leggere, quelli che avevo come al solito li avevo mangiati in due settimane. Continuavo a pensare a JP. Ero arrivata in libreria,e come al solito ero indecisa su quali libri scegliere,la mia attenzione va su una biografia di Samantha Towle: Troppe volte vorrei dirti no , di quel libro il titolo,non mi ispirava abbastanza,ma dovete sapere che io la maggior parte delle volte,non scelgo il libro dal titolo bensì dalla trama,perciò anche quella volta scelsi così. Avevo scelto e preso solo quel libro,nessun altro aveva attirato la mia attenzione e curiosità. La stazione dei pullman era abbastanza vicina dalla libreria cosi mi avviai,e dovevo aspettare li una mezz’ora .Ero allo stazione ,immersa come sempre nei miei pensieri,quando mi accorsi che il telefono stava suonando e finalmente era JP,le dissi che stavo aspettando il pullman ,e le spiegai il perché avevo deciso di prenderlo ,lei mi disse di stare tranquilla e che mi sarebbe passata a prendere alla fine del colloquio,e che mi avrebbe spiegato, salutai JP e salii sul pullman,cuffie alle orecchie ed entrai nel mio mondo. amavo rilassarmi ascoltando la musica e ne avevo davvero bisogno, avevo ed ho una playlist per ogni cosa,momenti belli,tristi,per quando sono arrabbiata ecc,al momento era per quella triste,perché pensavo a JP,a come sarebbe andato il colloqui,e addirittura,una parte della mia testa era andata da sola verso Matteo. Indovinate un po’?! Talmente fossi immersa nei miei pensieri tanto per cambiare,persi la fermata e dovetti farmi 5 minuti a piedi,arrivata al ufficio , mi diressi verso la segretaria,che mi disse che dovevo aspettare. Nell’attesa, pensai a quello che potessi dire: ai miei precedenti lavori, le mie esperienze … era un lavoro da barista per il bar dell’azienda, quando mi chiamarono e entrai. Il colloquio durò quasi una quindicina di minuti, mi salutarono cordialmente e pensai che fosse andato bene. La prima cosa che feci fu chiamare JP per avvertirla della fine del colloquio, nell’attesa cominciai a leggere il libro comprato quella mattina e finalmente vidi la mia amica. Ci sedemmo in un bar lì vicino, ovviamente non in quello per cui feci il colloquio e cominciò a raccontare il motivo della sua fuga dalla festa: mi disse che, mentre parlava con la sua cotta storica, arrivò a mettersi in mezzo tra loro Anna. Questa Anna non solo era la più popolare della scuola, ma aveva un interesse nei confronti di Michael, che a mio riguardo più che un interesse, ormai, sembrava fosse diventata una sfida per lei, perciò non mi sorprese quello che la mia amica mi disse ovvero che Anna cominciò a provarci con Michael davanti a lei. Sapete, ormai avrete capito che voglio molto bene a JP, ma quando attaccava a parlare di Michael e Anna, ve lo devo confessare, a volte non l’ascoltavo, semplicemente perché conoscevo la storia a memoria. Mentre lei ripeteva le stesse cose di sempre, mi arrivò una notifica di Facebook: non potevo crederci. Era l’invito all’evento della festa di compleanno di Matteo\ festa di capodanno, essendo lui nato il 31 Dicembre. Interrompo bruscamente JP per mostrarle l’invito, e lei, di tutta fretta, controllò il suo telefono e mi guardò strano: anche a lei era arrivato lo stesso invito. Vi avviso: quello sguardo lo conosco molto bene, ha qualcosa in mente. Mi disse che dovevamo avviarci verso casa sua e che quella sera avrei cenato da lei, non feci pranzo quel giorno perché lei mi costrinse ad un aperitivo molto sostanzioso per poi avviarci verso la sua macchina e ci dirigemmo verso casa sua. Mentre guidava, JP mi chiese di controllare gli invitati all’evento, eravamo per strada quando cominciammo a sentire uno strano rumore provenire dal motore accorgendoci che la macchina ci stava abbandonando. Fortunatamente, abbiamo avuto il modo e il tempo di poterci accostare, lei era molto in ansia, sapete, teneva molto a quella macchina. Stavamo cercando di capire cosa fosse successo quando sentimmo qualcuno chiamarci: era Giovanni appena uscito dal suo corso di informatica. Ci chiese cosa facessimo lì e cosa fosse successo, gli spiegammo bene o male la situazione e lui si offrì di chiamare un suo amico che lavorava in un autofficina lì vicino e che poteva raggiungerci subito. Non passarono nemmeno cinque minuti che l’amico di Giovanni arrivò, non capimmo molto bene ma a quanto pare era un problema al motore e che sarebbe dovuto venire il carro – attrezzi. JP era disperata, perché non sapeva come dirlo ai suoi, Sapeva però che sarebbe stato oggetto di un’ulteriore litigio. Si stava facendo tardi, era passata più di mezz’ora e il carro attrezzi non era ancora arrivato quando i squillò il telefono: era mia zia Luisa, sorella di mamma, per chiedermi come stessi e se fosse tutto apposto, le dissi che andava tutto bene raccontandogli del colloquio. Mi disse di stare tranquilla e che sicuramente avrebbero apprezzato le mie qualità. La salutai dicendole che le volevo bene e che lei avrei fatto sapere. Avevo appena chiuso la chiamata quando vidi arrivare questo benedetto carro attrezzi. JP continuava a disperarsi, non sapevamo come poter tornare a casa, Giovanni non aveva la macchina e il suo amico era venuto in motorino, JP non avrebbe voluto chiamare i suoi ma purtroppo eravamo costrette a farlo così chiamò sua madre, le spiegò velocemente la situazione chiedendole di passarci prendere. La madre,preoccupata, le disse che stava arrivando. Nell’attesa scoprimmo, con mio stupore, parlando con Giovanni, che anche lui era stato invitato alla festa di Matteo. Mi stupì la cosa perché ne Michael ne Matteo avevano mai dimostrato interesse verso di lui così chiesi a Giovanni da parte di chi aveva ricevuto l’invito, mi disse che la sera della festa, poco dopo che ce ne fossimo andate, Matteo, stranamente, si mise a parlare con lui e che a quel punto gli avesse già accennato alla festa per il suo compleanno ma che anche lui non si aspettava ciò. Arrivò Dora, la madre di JP, la classica signora alla mano ma al temo stesso fine e educata. Non dimostra la sua età, per correttezza e educazione non vi dirò quanti anni abbia! Però posso dirvi che Dora e JP si assomigliano molto. Salutammo Giovanni, e ci avviammo verso casa di JP, nel tragitto, Dora spiegò che Fabio, suo marito, era fuori per lavoro e che aveva ricevuto una chiamata all’ultimo. In quel momento, JP mi guardò facendo un sospiro di sollievo, era ormai quasi ora di cena. Arrivati a casa, Dora ci disse di andare in camera e rilassarci mentre lei si occupava della cena. JP si era tranquillizzata, iniziò a parlare senza prendere fiato della festa di Matteo. Ve lo avevo detto o no che quello sguardo non prometteva niente di buono!

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