L'Imperatore dei Cinque Regni - Magie

di ghostmaker
(/viewuser.php?uid=423297)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Cinque Regni ***
Capitolo 2: *** I compiti dell'eroe ***
Capitolo 3: *** La grande sfida ***
Capitolo 4: *** A un passo dalla morte... ***
Capitolo 5: *** ...e quattro passi verso la vita ***
Capitolo 6: *** La sottile linea dell'equilibrio ***
Capitolo 7: *** Il settimo anno (prima parte) ***
Capitolo 8: *** Il settimo anno (seconda parte) ***



Capitolo 1
*** I Cinque Regni ***


L’Imperatore dei Cinque Regni – Magie





– Volando nel passato –



Il capitano Goj, dopo aver letto il messaggio spedito da Sipestro, grazie alla pronta consegna di Agisto, corvo messaggero fedelissimo dell’ammiraglio, scrisse la risposta affidandola allo stesso volatile. L’animale, raggiunto il Mare del Nord, non trovò il vascello del suo padrone, continuò a volare per ore su quel mare fino a raggiungere le coste di Metel e lì vide una persona, che conosceva da anni, mentre consegnava la sua spada a una ragazza. Per innata intelligenza, Agisto decise di tornare a casa, sorvolò il Mare dell’Ovest e finalmente raggiunse una delle casettine, fatte apposta per lui e i suoi simili, posta in una caserma di Tan.
Agisto rimase inattivo per molti mesi, ma un giorno, un'altra persona conosciuta lo portò su un’isola affidandogli il compito che sapeva fare meglio. Gli legarono il cartoccio alla zampa e lui, senza fermarsi mai, raggiunse un uomo che stava seduto su una roccia.
Quest’uomo gli dette in premio una ciliegia e Agisto lo ringraziò gracchiando felice poi, con la risposta di quella persona tornò indietro. Aveva fatto bene la sua parte e gli diedero altra frutta da beccare mentre lo misero nella sua gabbietta.
Il suo nuovo padrone, salito su una barchetta insieme con altre tre persone, lo portò con sé ancora una volta ma Agisto capì subito che non avrebbe più lavorato per quella notte perché gli misero il solito telo scuro sulla gabbietta. Il corvo continuò a mangiare senza prestare ascolto alle parole che dicevano le quattro persone, era troppo occupato a degustare ogni frutto dolce che gli aveva dato da mangiare.
Agisto rimase coperto per qualche ora, poi, un uomo che non aveva mai visto, tolto il telo, gli aprì lo sportellino della gabbietta. Il corvo guardò senza capire cosa avesse dovuto fare, ma quella persona scosse così forte la sua gabbietta che decise di volare via per raggiungere quell’uomo che gli aveva fornito tanta frutta. Proprio mentre era in volo, sentì qualcosa entrare nel suo corpo e chiese: «Chi sei?»
«Un’anima errante, e ti chiedo il permesso di usare il tuo corpo.»
«Ah, mai io ti conosco, eri sulla barchetta. Come mai sei diventato un’anima errante soldato di Tan?»
«Purtroppo mi hanno ucciso, ma mentre il mio corpo affondava nel lago ero ancora vivo e desideravo ardentemente di poter aiutare ancora il mio comandante. Non so chi sia stato, forse il Leggendario ha deciso di farmi entrare nel tuo corpo.»
Agisto era un semplice corvo, non conosceva queste cose, però riconosceva che tutte le persone di Tan, come il suo vecchio padrone Sipestro, erano sempre state buone con lui, allora rispose: «Sì, usa il mio corpo finché ti sarà permesso, anche fino alla fine della mia vita. Sono solo un corvo messaggero, ma farò il possibile per aiutarti nel tuo compito perché, come te, sono nato a Tan e amo la mia terra.»


§   §   §


Ten si siede sull’altra poltrona, impugnando il bastone appoggiandone l’estremità inferiore a terra, la luce riempie completamente la stanza. Il ragazzino riapre gli occhi e si accorge che sta volando, vede qualcosa che assomiglia a un’isola mentre segue il movimento delle nuvole e raggiunge un luogo che conosce solo per averlo scoperto attraverso i libri del maestro. Atterra appoggiando le sue zampe su un legno, guarda davanti a sé e assiste a un combattimento. Sette persone si sono scagliate contro la terribile creatura chiamata Golem e la sconfiggono in pochi minuti. Uno di loro vede qualcosa ricoperta per metà dalla sabbia e chiede a uno dei compagni: «Siete sicuri?»
Una donna risponde: «Sì, rappresenta l’ultima speranza, per tutti.»






1° capitolo – I Cinque Regni





Una luce intensa, pensava che la morte fosse buia, o al massimo rossa, dato che era nel deserto di Koraha per scontare una colpa non sua. Apre gli occhi e si sorprende di trovarsi in un comodo letto e si pizzica una guancia per capire se si tratta solo di un bel sogno. Ma mentre si palpeggia l’intero corpo una donna entra nella stanza.
«Potresti almeno farlo sotto le coperte, non che mi dispiaccia il corpo nudo di un giovane, ma piuttosto che guardare preferirei toccare io stessa.»
Fajro arrossisce e si butta sotto le coperte dicendo: «Dove sono?»
«Ti spiegheranno tutto più tardi, ora è importante che ti riposi completamente» risponde la donna sorridendo. «Dormi ancora un poco, ti sveglierò io quando sarà il momento, e chissà cosa inventerò di scabroso per svegliarti.»
Lo sguardo malizioso della donna fa arrossire ancora di più Fajro mentre lei, prima di uscire dalla stanza, dice: «Perdonami, ho dimenticato le buone maniere, il mio nome è Kasai e, dato che te lo stai chiedendo, non sei morto.»

Fajro non riesce più a dormire, ha troppi pensieri per la testa; la morte dell’imperatore e quella del fratello, la madre malata rimasta sola, e il suo unico amore, Aarde, probabilmente in pericolo. Apre una finestra per tentare di fuggire, ma davanti a sé non c’è nulla, tutto è bianco, prova ad allungare un braccio fuori ma è come se scomparisse. Fajro ritrae velocemente l’arto scoprendo che è ancora al suo posto e questa nuova sorpresa lo disturba perché ricomincia a pensare di essere morto. Si siede su una sedia e attende che Kasai lo chiami perché le domande che ha da farle sono moltissime.

§   §   §

Kasai ha portato i vestiti ripuliti per bene dalla sabbia a Fajro, attende che sia pronto e poi gli fa cenno di seguirla. Usciti dalla stanza, Fajro trova davanti a sè un lunghissimo corridoio e ai suoi lati molte finestre dalle quali si vede soltanto il colore bianco. In fondo al corridoio c’è una porta ma prima di oltrepassarla Kasai dice: «Ascoltami bene Fajro, quando entreremo dovrai fare tre passi avanti e poi metterti in ginocchio abbassando lo sguardo a terra. Non fare domande se non sei interpellato, non parlare se non ti fanno domande, non alzarti se non ti danno il permesso.»
«Mi stai portando dal mio vero carceriere?» chiede Fajro stizzito per tutti gli ordini che la donna gli ha dato.
«Sei un graditissimo ospite Fajro, ma ci sono regole che devono essere rispettate» risponde Kasai sorridendo.

La donna apre la porta e oltrepassa l’uscio per prima, poi fa un gesto e Fajro esegue il primo passo. Il ragazzo, prima di procedere guarda la stanza. I suoi piedi sono su un lungo tappeto blu che arriva fino in fondo alla sala, ai fianchi ci sono cinque persone, due a destra e tre a sinistra, tutte con lo sguardo rivolto verso il basso. Sul fondo del tappeto ci sono tre gradini e su questi sono poste in fila altre quattro persone, due per ogni lato, che lo guardano con attenzione e in ultimo, sul fondo della sala, c’è un’altra persona vicino a baldacchino oscurato da un tendaggio nero che ha una’apertura centrale, ma dalla quale non filtra nessuna luce.
Kasai compie gli ultimi due passi, si sposta sulla destra e prima di abbassare la testa guarda Fajro sorridendogli. Anche il ragazzo esegue gli ultimi due passi e s’inginocchia a testa bassa attendendo in silenzio come gli è stato richiesto.

Troppi secondi di silenzio per Fajro; ha ubbidito ma se lo faranno attendere ancora ha deciso di correre verso il baldacchino, sta per alzare la testa quando sente dietro di lui dei passi. Pensa che in quel posto perderà la vita e la persona che sta arrivando sia il carnefice invece, è proprio quell’uomo il primo a parlargli.
«Ben fatto Fajro, resisti ancora qualche istante e tieni la testa bassa.»
L’uomo si mette davanti al ragazzo e parla con le persone che sono nella sala. «Vi ringrazio per avermi dato la possibilità di mostrarmi al giovane in carne e ossa. Egli troverà più conforto parlando con qualcuno del suo mondo.»
«L’Imperatore ha ritenuto giuste le vostre richieste» risponde uno dei quattro sugli scalini.
Fajro si trattiene, vorrebbe vedere chi sta parlando perché hanno nominato l’imperatore. Si domanda chi sia la persona che ha occupato il posto di Atua, CCXVI del suo nome, dopo solo due giorni, o se invece è rinchiuso in questo posto da mesi per colpa di quella malattia che ha già avuto e che i medici chiamavano “coma”.
«Giovane ragazzo, puoi sollevare il capo» dice la donna più vicino al baldacchino.
Fajro ubbidisce mentre una delle persone sui gradini, una donna, parla: «Hai sicuramente moltissime domande da fare, ma ora non è il momento di chiedere. Conosciamo il tuo impeto, lo apprezziamo ma anche lo detestiamo. Ci sono momenti in cui serve, altri in cui si deve domare. L’uomo che sta davanti a te e che ha ottenuto il permesso di seguire il tuo apprendistato ti spiegherà ogni cosa. Ora potete andare, ciò che volevamo vedere abbiamo visto, ciò che volevamo sentire abbiamo sentito.»
L’uomo davanti a Fajro s’inchina, fa dei passi all’indietro affiancandosi al ragazzo e gli dice: «Adesso alzati, riabbassa la testa e torna sui tuoi passi. Concludi bene la tua presentazione e tutti diventeranno per te padri, madri, fratelli e sorelle.»
Fajro è ancora confuso, ma il tono della voce di quell’uomo è così simile a quello di suo padre da fargli fare ciò che ha chiesto senza neppure fiatare. I due escono dalla sala, la porta é richiusa e tutto sparisce come se non fosse mai esistito; l’uomo e Fajro sono nel mezzo di un prato.
«Non stai sognando, eravamo proprio nella grande sala cerimoniale, e non è sparita lei, ma siamo stati noi a spostarci in un altro posto. Seguimi, ho tante cose da dirti e da farti vedere dell’isola.»
Fajro è ammutolito, ogni cosa che ha visto e sentito è fuori dalla sua comprensione, eppure segue quell’uomo senza dire nulla e continua a guardarlo per ricordare dove ha già visto il suo viso.

Durante la passeggiata Fajro non parla ma osserva ogni cosa. Il cielo è limpido, neanche una nuvola, solo un corvo che svolazza sopra di loro; il prato non è grandissimo e la terra sembra instabile, intorno ci sono alcune casette sparse, una struttura più imponente e un'altra cosa impossibile: un piccolo veliero ormeggiato con tanto di catena dell’ancora che scende verso il basso come se sprofondasse nel terreno.
L’uomo e Fajro entrano in una specie di locanda e si siedono a un tavolo imbandito. «Mangia fino a che sarai sazio, tutto è stato preparato solo per te» dice l’uomo sorridendo.
«Voi non mangiate?» chiede Fajro mentre mette mano sul pane.
«Purtroppo il tempo del cibo e delle bevande per me è finito da migliaia di anni» risponde l’uomo continuando a sorridere ma sconcertando ulteriormente il ragazzo.
«Sono proprio uno stolto, ti rispondo senza pensare che le mie parole possono turbarti» dice l’uomo grattandosi la testa.
Fajro osserva meglio quell’uomo: capelli lunghi e biondi, occhi verdi e pizzetto curato. Lui, prima che il ragazzo gli faccia la domanda, dice: «Sì.»
Per poco Fajro non s’ingozza con il pane che stava deglutendo, prende un respiro e poi chiede per conferma: «Siete Atua? Il primo? Il Leggendario?»
L’uomo scuote il capo confermando e Fajro esclama: «Allora ho ragione! Io sono morto e voi mi avete portato nel vostro regno celeste!»
Atua inizia a spiegare mentre Fajro, per capire tutto, smette di abbuffarsi, anche se il cibo che sta mangiato è tipico di Tan e buono come quello di casa sua.

«La mitologia scritta dagli uomini non è completamente esatta e il mio vero passato è stato adeguato in modo da divinizzarmi. È vero che sono caduto dal cielo nel Mare del Nord, ma non perché era stata una scelta. Mi vergogno a dirlo, ma ero soltanto caduto dal veliero per l’impazienza di tornare a casa. Io ero un uomo come tanti altri, nato in un piccolo paesino situato su quello che oggi è il Confine Ovest, tra Tan e Apen. È tutta vera la storia delle mie battaglie con i mostri, magari non così semplice come è stata descritta, ma purtroppo ero rimasto su quest’isola per tanto, troppo tempo e durante la guerra che c’era nel mondo il mio piccolo paese fu distrutto. Decisi, grazie alle mie nuove abilità, di unificare i regni senza l’uso delle armi, chiesi al re di Apen di seguirmi in questa mia avventura e pian piano riuscimmo a creare l’attuale statuto dei Cinque Regni. Per il mio comportamento mi assegnarono il posto da Imperatore, mi sposai con una bellissima donna di Tan di nome Amara, suggellando l’alleanza tra i due popoli che dura da quel giorno, ebbi dei figli e una bella vita da passare con loro. Come per ogni uomo giunse il momento della mia morte, le famiglie reali decisero di divinizzarmi e inventarono un Regno Celeste in modo che ogni persona credesse che ci fosse un luogo in cielo in cui sarebbero andati dopo la morte nel quale poter vivere di nuovo in pace sotto la mia guida.»
«Nella sala stavate ringraziando qualcuno per avere ottenuto un corpo in carne e ossa per parlarmi, quindi ciò che vedo non è reale?» chiede Fajro stranamente attento a ogni parola che sente pronunciare da Atua.
«Sì e no. Mi vedi, mi senti e mi puoi toccare, sono fatto come te, però questo corpo è creato per un tempo limitato. La mia forma reale è quella di un globo di luce formato da una sostanza chiamata “energia” e in esso risiedono i miei ricordi e la mia anima, ma non posso parlare ed è per tale motivo che mi hanno creato un corpo reale uguale a quello che avevo in vita. Fin dall’antichità onoriamo i nostri defunti bruciandoli, giusto? Ebbene la cenere si compatta e forma il globo di luce che raggiunge questo luogo di ultimo riposo. Ogni essere vivente nasce con questa energia, ed è la materia primaria da cui si acquisisce il potere della magia.»
Fajro ha un sussulto. «Ma allora tutti possono fare magie?»
«I futuri Saggi sono individuati da piccoli perché il loro potere si manifesta inconsciamente, magari proprio davanti ai loro genitori, però chiunque può imparare se ha un buon maestro che insegni loro non solo come utilizzarla ma anche come gestirla.»
«Capisco, però non so cosa c’entro io e perché sono qui, e dove sia il “qui”» chiede Fajro perplesso.
«Usciamo, ti faccio vedere una cosa e ti spiego dall’inizio così capirai meglio perché ti hanno portato fin qua.»

I due escono dalla locanda e mentre camminano Atua dice: «Ti sei accorto che calpestando il terreno sembra muoversi sotto i tuoi piedi?»
«Sì, pensavo che fossi io a traballare perché sconvolto da tutte queste cose strane cui sto assistendo» risponde Fajro tastando nuovamente il terreno con la punta delle scarpe.
«In realtà quest’isola non è bagnata dal mare e… »
Atua smette di parlare bloccando per un braccio Fajro. Il ragazzo stava per cadere in un burrone, o era ciò che credeva prima che Atua dicesse: «E neppure su una montagna.»
Il ragazzo guarda in basso e si spaventa vedendo delle nuvole.
«Conosci di certo cosa si dice nel Mito sull’Albero del Cielo» chiede Atua sorreggendo il ragazzo.
«Sì, Hyperion, chiamato l’Albero del Cielo perché si dice che la cima superi anche le nuvole.»
«Esatto, quest’isola è sorretta dai rami della cima di Hyperion, quindi senti il terreno instabile perché stai camminando sulle foglie di quest’albero gigantesco che ha le sue radici sul fondo dell’isola di Dwr.»
«Sto impazzendo con tutte queste novità» dice Fajro sconcertato.
«Siamo solo all’inizio, ma adesso andiamo laggiù» risponde divertito Atua.

In due raggiungono la più grande struttura del posto, ma entrano in una delle sale più piccole. Il soffitto è a forma di cupola e all’interno della saletta ci sono soltanto due sedie particolari. Si accomodano e Atua indica i braccioli dicendo: «Spingili in avanti e ti troverai quasi sdraiato in modo da guardare bene il soffitto.»
Entrambi eseguono quel movimento, lo schienale si abbassa all’indietro mentre la parte inferiore si alza in avanti. Atua inizia a parlare.
«Il mondo degli uomini è costituito su una base più o meno solida e mutata poco nel corso dei millenni. Cinque Regni dominano; ogni tanto nasceva qualche nuovo stato indipendente, ma finiva per essere inglobato dal regno vicino, purtroppo, attraverso delle guerre. Ma esistono altri Cinque Regni, invisibili e visibili dagli uomini.»
«Non capisco, cosa vuol dire che li vedo ma non li vedo» chiede Fajro incuriosito.
«Noi li vedevamo attraverso le terribili creature che calcavano le nostre terre distruggendo tutto ciò che incontravano, ma non vedevamo che fossero tutte guidate da un proprio regnante. Conosci la mia storia mitologia, sai che ho affrontato Kwakhala, la regina del Regno del Mare, così come molte altre creature, ma per nessuna di queste avevamo pensato che appartenessero a razze diverse fra loro e ben definite. Per esempio nelle cronache si parla di Foresta Proibita, ma in realtà è anch’essa un regno.»
«Nei testi si dice che i mostri sono nati con il mondo stesso, questo vuol dire che loro c’erano prima di noi?»
«Esattamente Fajro. I primi Cinque Regni erano di queste creature e l’uomo è giunto più tardi reclamando con la forza i terreni per sopravvivere. Nessuno sa chi ha creato i mostri e poi l’uomo, neppure l’imperatore di quest’isola, ma è certo che ci fu una terribile guerra tra queste due genti scatenata per un motivo: la magia. E fu proprio la magia ha porre termine alla guerra ancestrale, anche se non ci fu pace fino al mio ritorno nel mondo.»
Fajro si accorge che il soffitto ha iniziato a illuminarsi, mentre Atua parla, e delle immagini sembrano sovrapporsi in modo da fargli vedere le cose che sta spiegando il primo imperatore degli uomini.
«Magia, come funzionano queste cose?» chiede Fajro stupito.
«Ora è importante che tu conosca i primi Cinque Regni con i loro nomi reali e la loro ubicazione. Conosci già il Regno Sea di Kwakhala, ma non sai che si trova attaccato al fondale di Dwr e vicino alle radici di Hyperion, come non sai che non sta a nord ma a ovest. I mostri uscivano a nord per non svelare la loro vera posizione e quando attaccavano le navi dei pescatori, scendevano nell’abisso prima di tornare a ovest. La Foresta Proibita, in realtà, è il Regno di Hout, così come quello che chiamiamo deserto in realtà, è il Regno di Koraha. Dalle cronache sai che esiste il Gigante e che vive da solo sulle montagne di Metel, ma nella realtà tutte le montagne a est, quindi anche quelle di Tera, formano il Regno di Sliabh. Il quinto Regno è quello che nessun uomo, neppure io, ha mai potuto vedere, il Regno Heru, il luogo che nel Mito accoglie le anime delle persone malvagie e cacciate dal regno del Leggendario, che come ho detto è frutto solo di fantasia.»
«Ma allora noi dove siamo?»
«Ecco un punto importante. Se esistono Cinque Regni dei mostri e Cinque Regni degli uomini, ci deve essere un posto che garantisca la pace tra tutti. Questo concetto è proprio la base su cui si è costruita l’idea dell’Imperatore dei Cinque Regni. Tra il reale e il fantastico esiste il posto in cui siamo ora: il Regno Wuxing.»
«Ecco perché mi sembravano diversi dagli altri uomini quelli persone che c’erano nella sala cerimoniale e perché sono rimasto colpito da Kasai» dice Fajro sempre più sorpreso.
Atua ridacchia dicendo: «Vero, però sei stato attirato da Kasai soprattutto perché sei un maschietto e lei è molto bella e notevolmente spigliata.»
Fajro arrossisce, i suoi pensieri sono per Aarde, ma non può negare che una bella donna attiri ugualmente la sua attenzione.
«In realtà c’è anche un altro motivo per cui sei attratto, ma te lo spiegherà proprio lei più avanti. Adesso andiamo in un'altra sala.»
Fajro ormai segue Atua come un animale domestico, immagazzina le informazioni, osserva gli ambienti, e spesso ha quella piacevole sensazione di sentirsi protetto.

Hanno raggiunto una nuova sala, leggermente più grande di quella precedente e completamente vuota. Le pareti sono bianchissime e Fajro sente dei brividi, ma capendo che non sono causati dal freddo, chiede: «Che cosa sta succedendo qua dentro?»
«La tua domanda dimostra che potresti usare la magia. Quella che senti è energia ed è in questa stanza che è purificata. Ti ho portato qui perché è il momento che forse attendevi con più impazienza.»
«Magia» esclama Fajro.
«Iniziamo da ciò che sai. Come ho detto ogni essere vivente è formato di energia e questa particolare cosa è definita anche come Elemento. Sai che gli elementi che producono magie sono quattro, ma che ogni Saggio ne possiede uno soltanto e può utilizzarlo una volta al giorno, e che l’unica persona a poterla usare di nuovo senza morire è l’Imperatore.»
«Esatto, le Regole che avete fissato voi con le Leggi.»
«Sbagliato tutto e soprattutto quelle regole sono state scritte dai miei successori in modo che nessuno usasse la magia per proprio tornaconto. È vero che chi usa la magia due volte può morire. Ho detto “può” perché non è una regola, ma una causa. Ci sono tantissimi motivi perché sopraggiunga la morte, ma è soprattutto una questione di meditazione e di obiettivo. Per esempio un giovane saggio potrebbe usarla anche ogni ora della giornata ma senza addestramento perirebbe, mentre a un vecchio saggio manca la gioventù e a decretarne la morte sarebbe la fatica. Ma su tutto c’è l’obiettivo. Una magia nasce dall’energia, si forma con l’Elemento e fuoriesce in modo adeguato se l’obiettivo è ben focalizzato. Purtroppo non esistono solo obiettivi di pace e tu sei stato vittima di una magia negativa sul ponte Nord/Ovest durante la Grande Guerra.»
«Come immaginavo non ci possono essere solo Saggi buoni!» esclama nervosamente Fajro mentre ricorda com'è morto il Saggio Saga.
«Ecco la verità. Gli elementari magici sono sette, divisi in tre categorie: gli Elementi Primari sono Fuoco, Terra e Acqua; gli Elementi Secondari sono Aria, Metallo e legno; infine c’è l’Elemento Neutro chiamato Etere. I primi sei rappresentano l’equilibrio e la pace e la loro armonia giova al settimo elemento. Esiste anche un ottavo Elemento che è usato solo da due persone e che possono prestarlo ad altri. Ma cosa succede se un Elemento Secondario prende il sopravvento? Lo squilibrio porta uno o più degli Elementi Primari a soccombere mentre uno o più Elementi Secondari acquistano maggiore potere creando instabilità che di conseguenza nuoce al settimo elemento. I riflessi di questa instabilità si ripercuotono su tutto il mondo e creano disordine nell’ordine: il caos.»
«State dicendo che la Grande Guerra è nata da questa instabilità?»
«Non solo, ma anche il riapparire delle bestie mitologiche che erano rimaste nascoste, fino a ora, nei loro regni. E purtroppo, mi spiace ammetterlo, ma a causare questa instabilità è sempre e soltanto una persona del mondo umano. Uno stregone oscuro così potente da utilizzare il suo Elemento per creare il caos e gli altri elementi per eliminare chi lo intralcia.»
«Quindi voi, alla vostra epoca, siete stato portato qui per imparare a gestire la magia per poi utilizzarla contro questo stregone oscuro?»
«Esatto. Ho affrontato i mostri per sigillare il loro passaggio e acquisito il potere necessario per sconfiggere quell’anima corrotta che aveva causato la penultima guerra.
«Sapete chi è quello attuale?» domanda Fajro.
«No, sappiamo solo che si nasconde dietro una maschera e non possiamo vedere quando la indossa perché utilizza una magia così oscura da cancellare completamente la luce. L’unica certezza che abbiamo è che si fa chiamare Inquisitore. Ma non è finita: anche sapendolo non potremmo nominarlo ne indicarlo perché gli apriremmo la strada verso il Regno di Heru e lì entrerebbe in contatto con la forza più negativa mai conosciuta. Il mostro che si cela a Heru è stato visto soltanto dal primo Imperatore di Wuxing che l’ha affrontato e sconfitto alla nascita del mondo. La persona che oggi sta camminando nell’oscurità ha già aperto i sigilli per liberare i mostri, ma sta anche aprendo i quattro sigilli per entrare a Heru.»
C’è qualcosa che Fajro ha chiesto e la risposta di Atua gli ha lasciato nella testa una domanda. «Imperatore Atua, per quale motivo sono stato portato a Wuxing?»
«Prima di rispondere dobbiamo raggiungere il grande salone» dice Atua indicando a Fajro di seguirlo.

Il grande salone è uno spiazzo molto ampio all’interno della struttura e quando entrano notano Kasai e un uomo che combattono tra loro con spade che Fajro non ha mai visto prima. I duellanti, notando la presenza di Atua e di Fajro, smettono la lotta; l’uomo si allontana mentre Kasai raggiunge i nuovi arrivati.
«Tante parole, ma manca il finale, vero?» dice la donna a Fajro.
«Scusami, vi stavate allenando?» chiede Fajro mentre continua a guardare quella strana spada che impugna Kasai.
«Sì, e da domani ti divertirai con tutti noi!»
«Domani? Quindi io…»
Atua interviene: «Proprio così, da domani inizierai il tuo allenamento fisico e mentale. Le sei persone che hai visto poste sui lati della sala cerimoniale t’insegneranno a usare quest’arma e molte altre che non conosci, mentre i quattro che erano sui gradini ti aiuteranno a concentrarti sulle tue capacità mentali.»
«Che ora sono le più scadenti» interrompe Kasai ridendo.
«L’insegnamento durerà degli anni e solo la tua capacità di apprendere determinerà il tempo che passerai a Wuxing. Io avevo dieci anni quando sono venuto qua e ho impiegato ventuno anni per affrontare l’oscurità» dice Atua mettendo maggiore agitazione in Fajro che esclama: «Ma non posso stare qui! Devo tornare a casa, mia madre è malata e sola, e poi c’è lei, devo salvarla!»
Atua, per la prima volta, assume un tono completamente serioso. «Fajro, se torni ora condanni tutto il mondo alla sofferenza perpetua e non riuscirai a salvare nessuna delle persone che ti sono care. Io non posso obbligarti, la scelta deve essere tua.»
«Perché io?» chiede Fajro.
«Hai sentito che molta gente ipotizzava che io fossi un antenato di tua madre; senza saperlo avevano ragione e tu sei l’ultimo discendente del casato nato dall’unione tra Amara e me. Purtroppo anche lo stregone ha scoperto questa verità e si è adoperato in modo che Explodon e Torcon morissero e quasi stava riuscendo a farti decapitare. Per fortuna hai ricordato la Legge, ti sei assunto la colpa e sei stato spedito a Koraha a scontare la pena.»
«Dove noi ti abbiamo prelevato prima che il Golem ti schiacciasse» dice Kasai.
«Oggi ti ho detto tutto ciò che dovevi sapere, adesso tocca a te decidere. Domani mattina sarai convocato nella sala delle cerimonie e fornirai la tua risposta» dice Atua fiducioso.

§   §   §

È un nuovo giorno a Wuxing, Fajro ha dormito poco ma è pronto a scegliere. Kasai lo chiama e insieme ripetono lo stesso rituale del giorno precedente con la piccola variante che questa volta il ragazzo è interpellato.
Uno dei quattro sugli scalini domanda: «Fajro, principe ed erede del trono di Tan, discendente diretto di Atua, comunicaci la tua volontà.»
«Il mondo che conosco ha già iniziato a crollare, forse non comprendo ancora bene i motivi, ma ho imparato da mio padre a non evitare le responsabilità e se mi avete scelto per questo compito io non mi tirerò indietro e cercherò di fare il mio meglio.
Improvvisamente tutti s’inginocchiano volgendo il capo verso il baldacchino mantenendo lo sguardo rivolto verso il basso. Da dietro il tendaggio, una voce maschile dice: «Giovane Fajro, il compito che ti affidiamo è difficoltoso, impervio e pericoloso, e senza nessuna certezza di riuscire a portarlo a termine. Noi dell’Impero Wuxing ti forniremo qualsiasi aiuto possibile, ma sarà decisiva la tua volontà.»
Tutti i presenti nella sala si alzano in piedi, Kasai e Atua s’inginocchiano vicini a Fajro e l’uomo che all’inizio ha interpellato il ragazzo dice: «Kasai e Atua saranno i tuoi Maestri principali. Iniziate subito.»

L’uscita dei tre dalla sala si ripete nei modi del giorno precedente, però questa volta non si ritrovano nel prato ma all’interno della struttura d’allenamento.
«Vediamo giovanotto a che punto sei con l’uso della spada» dice Kasai lanciando nelle mani di Fajro un lungo spadone.
«Io non ho mai usato questo…»
Senza attendere che Fajro finisca di parlare, Kasai attacca sferrando un colpo deciso sullo spadone che cade dalle mani del ragazzo con facilità.
«Prima lezione: quando si combatte, non si parla» dice la donna, questa volta senza sorridere. «Anche se non hai mai usato un arma devi essere pronto a difenderti utilizzando ciò che trovi, anche un sasso lanciato bene fa dei danni. Sono utili agilità e prontezza di riflessi e lavorando sui pescherecci conosci l’importanza di queste due peculiarità.»
«Ora proviamo a vedere il tuo livello energetico con la meditazione. Chiudi gli occhi, devi dimenticare ogni cosa, liberare la mente da tutti i pensieri e lasciare che i cinque sensi si addormentino» dice Atua con fermezza.
Fajro chiude gli occhi e pochi secondi dopo Kasai gli chiede: «Tutto bene?»
«Non so» e alla risposta del ragazzo lei lo colpisce con un bastone di bambù sul sedere.
«Ma che fai, Kasai?» chiede Fajro stizzito.
«Se rispondi a una domanda, vuol dire che senti e in pratica significa che hai ancora attivi i cinque sensi» risponde Atua con un sorrisino beffardo.
Fajro riprova e per altre quattro volte subisce la bastonata sul sedere senza mai evitare le trappole che gli tendono a turno Kasai e Atua.
«Siamo messi davvero male» dice la donna scuotendo la testa.
«Pazienta, è la prima lezione» risponde Atua.
«Io non capisco…» sta dicendo Fajro ma Kasai gli rifila un'altra bastonata.
«Ma cosa ho fatto?»
«Seconda lezione: non si parla durante le lezioni se non si è interrogati» dice Kasai ridendo. «E poi, se ti fa male, dopo passo io a metterti un unguento sul tuo sederino» aggiunge la donna facendo ridere Atua.
In quel momento entra nella struttura di allenamento l’uomo che aveva interpellato Fajro nella sala cerimoniale e Kasai s’inchina immediatamente.
«Vedo che hai già iniziato a colpirlo con lo shinai» dice l’uomo sorridendo.
«Maestro, sono contenta che abbiate accettato di passare qualche minuto insieme con noi» risponde Kasai con estremo rispetto.
«Fajro è importante per tutti noi ed essere invitato a partecipare al primo giorno di addestramento è un onore» risponde l’uomo facendo un inchino.
«Il Maestro Natsu è uno dei quattro generali di Wuxing» dice Atua presentando questa persona importante a Fajro che immediatamente s’inchina in segno di saluto.
«Splendido giovanotto» grida esaltato Natsu. «Poco più di un giorno e hai già imparato le nostre usanze. Non come il tuo Maestro! Atua era indisciplinato in tutto, anche nelle piccole cose.»
«Sei gentile Natsu» dice corrucciato Atua.
«Visto? Ormai mi chiama per nome!» dice Natsu scoppiando a ridere.
«Maestro Natsu, vorrei che testasse la capacità di resistenza di Fajro» chiede Kasai.
«Benissimo. Fajro, per favore, potresti colpirmi con un pugno?»
Il ragazzo guarda stupito il generale, ma l’uomo lo invita facendogli segno di colpirlo alla mascella. Fajro serra il pugno e lo scaglia con violenza contro Natsu ma non arriva neanche vicino al viso del generale perché lui lo ha bloccato con un solo dito.
La mano di Fajro inizia a congelare, il dolore è intenso, anche se dura una manciata di secondi.
«Bene, ora prova a darmi un calcio allo stomaco!»
Fajro si rimette in posizione, sferra il calcio, ma anche questo colpo è fermato da Natsu con il palmo della mano. Al ragazzo gli sembra che la gamba si stia bruciando, però si è avvicinato al corpo del generale di più che con il pugno.
«Infine, prendi lo shinai e prova a colpirmi in testa.»
Fajro esegue, si lancia con tutta la foga possibile ma è addirittura sbalzato via senza che il generale lo tocchi.
«Ecco fatto. Grazie Fajro per la tua determinazione, è un ottimo segnale» dice Natsu.
«Grazie a voi Maestro» risponde Fajro con un inchino.
Il generale prende sotto braccio Kasai e con lei si sposta poco più lontano da Fajro e Atua, poi le dice: «Kasai, non ci sono dubbi, hai ragione tu. Però il ragazzo è proprio “pieno del nulla” e la sola determinazione non basta. Dovremo fargli fare un grande lavoro mentale per metterlo in equilibrio.»
«Maestro Natsu, vi ringrazio nuovamente per il tempo che ci avete concesso.»
«Mia cara, non erano soltanto convenevoli le mie parole; siamo tutti nelle sue mani e ogni momento che possiamo dedicargli dobbiamo sfruttarlo. Avrei voluto aiutarvi di più, ma come sai devo incontrare la bella Yuly e non sarà un piacere per nessuno dei due quest’appuntamento.»
Natsu si allontana mente Kasai torna da Fajro che chiede incuriosito: «Stavate parlando di me?»
«Anche, ma soprattutto della missione che il Maestro sta per iniziare» risponde preoccupata Kasai, sia per il fallimento dei test sia per il viaggio di Natsu a Koraha.

§   §   §

I test del mattino sono andati molto male, Fajro è sdraiato sul suo letto, fissa il soffitto quando si apre la porta ed entra Kasai con in mano una boccetta.
«Forza, spogliati che ti guarisco… o vuoi che ti faccia tutto io?» dice la donna maliziosamente.
Fajro è arrossito e quasi balbettante dice: «Pensavo che scherzassi»
«Infatti è così, anche se… ma parliamo un poco tra noi» risponde Kasai con un lieve rossore sulle gote. «Dimmi qual è il problema Fajro.»
Il ragazzo non sa bene cosa rispondere però dice: «Tempo di non essere adeguato.»
«Ascoltami; tu hai soltanto diciassette anni e ti trovi in un posto e in una situazione difficile anche per un adulto. So che sei in grado di apprendere ogni cosa, ma proprio come nei test, devi imparare a lasciarti dietro le preoccupazioni. Pensare al passato per immaginare il futuro è il tuo errore. Sono dura, ma pensare alla morte dei tuoi cari non li riporta in vita e se non vivi il presente, non sarai in grado di proteggere tua madre e la ragazza che ami.»
«Ma se succede qualcosa di brutto mentre io sono qui? Come posso perdonarmi di non averle aiutate.»
«E se tu fossi lì, nelle condizioni attuali, e morissi? Loro come potrebbero perdonarsi di averti messo in pericolo? Atua diceva bene, ciò che accade non è mai frutto del caso e se sri qui c’è un motivo che scoprirai nel futuro.»
«Fatico a ragionare in questo modo» risponde Fajro abbattuto.
«È normale che sia così, hai vissuto in un certo modo fino a ieri e non è facile cambiare prospettiva in poche ore. Adesso sono qui con te, non penso a quando ho combattuto il Golem per salvarti e non immagino cosa farai domani; mi godo questi momenti in tua compagnia.»
«Mi vergogno a farti questa domanda, ma quando ti guardo, sono… come dire…»
«Attratto da me» risponde Kasai sorridendo.
Fajro arrossisce, lei ride e dice: «Ovvio, sei un maschietto ed io una bella donna notevolmente spigliata!»
«Ha detto la stessa cosa Atua. Mi prendete in giro!»
«Lo ammetto, un poco sì, però c’è un motivo importante per cui ti senti così vicino a me. Facciamo una prova.»
Kasai prende la mano di Fajro tra le sue dicendo: «Chiudi gli occhi, fai dei respiri profondi e dimmi cosa vedi.»
Fajro tentenna, poi accetta di fare l’ennesimo test. Bastano pochi secondi e il ragazzo inizia a parlare: «Vedo una luce, è molto lontana ma sembra avvicinarsi veloce. È di colore rosso, sento il calore, è fuoco. Mi ha raggiunto ed io sono dentro il fuoco ma non mi brucia.»
«Apri gli occhi.»
Fajro apre gli occhi e trova Kasai abbracciata a lui. Imbarazzato, non riesce a chiedere per quale motivo sia in quella posa, e per sua fortuna è lei a parlare mentre scioglie l’abbraccio. «Ciò che hai visto è il mio Elemento magico e tu non hai sofferto perché è uguale al tuo.»
Fajro, come spesso gli è accaduto a Wuxing, è sbalordito.
«Anche tu hai l’Elemento Fuoco dentro di te, ho percepito la tua piccola fiammella accesa ma che non riesce a svilupparsi. Ma ti prometto che faremo di tutto per farti “incendiare”» dice la donna tornando a sorridere.
«In realtà sono già tutto un fuoco» dice Fajro soprapensiero e Kasai risponde subito: «Sei un birbante giovanotto! Se vuoi, te le lascio anche toccare.»










N.d.A.

Ben ritrovati.

- Con questo primo capitolo fatto più che altro da lunghi “spiegoni”, inizia la terza serie della saga e come avevo annunciato, si apre anche il secondo arco narrativo che sarà quasi interamente dedicato al personaggio protagonista.
- In questa prima parte della terza serie ci saranno pochi riferimenti al mondo degli uomini che avete conosciuto nelle prime due serie quindi non vi proporrò la mappa (il motivo è assolutamente spoiler ^^), mentre i personaggi del cast saranno quasi tutti nuovi.
- Insieme alla mappa e al cast ho pensato di inserire le spiegazioni che sono scritte nel testo ma in modo schematico. Una utility che spero vi sia utile come lo è sicuramente per me.  
- A Wuxing siamo nel mondo della magia, ma non mancherà l’azione con armi e lotte a corpo a corpo (oltre a dosi massicce di Magie) per questo motivo ho scelto di scrivere tutto con il tempo verbale “presente” fin dall’inizio (vero) di questo capitolo.
- Per chi non lo sapesse, Wu Xing sono i Cinque Elementi della tradizione cinese (anche se nella mia storia questo Regno è sfacciatamente vicino al Giappone Medioevale).
- Come curiosità: il bastone di bambù, lo shinai, è l’arma utilizzata nell’Arte Marziale chiamata Kendo.

Come sempre v’invito al commento, alla critica costruttiva e se ne avete voglia a segnalare i sicuri errori che troverete nel mio scritto.

Grazie a tutti










CAST
Agisto – Corvo messaggero appartenuto a Sipestro di Tan
Ten – Bimbo che vede gli avvenimenti attraverso gli occhi del corvo
Atua – Primo Imperatore dei Cinque Regni Umani
Fajro – Principe di Tan

- Regno Wuxing
? – Imperatore (si è sentita solo la voce)
Natsu – uno dei quattro generali
? – una dei quattro generali (si è sentita solo la voce)
? – Elemento di Equilibrio (si è sentita solo la voce)
Kasai (Fuoco) – una dei tre Elementi Primari
? – uno dei tre Elementi Secondari (soltanto intravisto mentre si allenava con Kasai)

- Regno Sea
Kwakhala – Regina (soltanto nominata)

- Regno Koraha
Yuly - ? (soltanto nominata)

- Altri personaggi nominati o apparsi nel capitolo
Goj – capitano dell’esercito di Tan deceduto nella Grande Guerra per colpa del Kraken
Sipestro – ammiraglio di Tan deceduto nella Grande Guerra nella battaglia nel Mare del Nord ucciso in duello da Oceanya, principessa e comandante in capo dell’esercito di Dwr
Vecchio Maestro – è l’uomo che aiuta il piccolo Tan nell’apprendimento di una qualche arte magica ancora non definita
Atua, CCXVI del suo nome – Imperatore dei Cinque Regni assassinato da Fajro secondo la sentenza del Tribunale
Aarde – principessa ed erede di Tera
Explodon – Re di Tan deceduto nella Grande Guerra nella battaglia sull’isola imperiale di Ngahuru per mano degli Immortali e di Cristalya, regina di Dwr
Torcon – principe di Tan deceduto durante la rivolta di Tan per mano di Eas, ufficiale dell’esercito di Dwr, ma il cui corpo già morto è stato manipolato dall’Inquisitore




SCHEMA DELLA MAGIA
- Ogni Essere Viventi è costituito di Energia
- Con la morte fisica l’energia si tramuta in un globo di Luce o in uno Oscuro
- Il globo di Luce raggiunge il Regno Wuxing (il bene) mentre il globo Oscuro raggiunge il Regno Heru (il male)
- L’Energia di ogni Essere Vivente è la base per la creazione degli Elementi Magici

SCHEMA ELEMENTI
- Esistono Due Elementi Dominanti: Luce, Oscurità
- Esistono Tre Elementi Primari: Fuoco, Acqua, Terra
- Esistono Tre Elementi Secondari: Metallo, Legno, Aria
- Esiste Un Elemento Neutro: Etere
- se uno o più Elementi Secondari acquistano potere crea/creano squilibrio.
- con lo squilibrio uno o più Elementi Primari soccombe/soccombono e l’Elemento Etere diventa Caos
- L’Elemento Caos dona maggiore potere all’Elemento Dominante Oscurità

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** I compiti dell'eroe ***


Primo Anno (Mondo degli Uomini)
Il Regno di Metel, subito dopo la sentenza di condanna di Fajro, ha dichiarato guerra contro il Regno di Tan conquistando altra terra fino a raggiungere il confine più a nord dell’oasi Oazo. L’inizio del Conclave dei Saggi e le parole di pace proferite da Ohlaka, saggia di corte di Metel, hanno convinto Re Titan a fermare l’invasione. Metel ha ridato a Tan alcune zone vicine al ponte distrutto di Nord/Ovest, però il governo provvisorio del Regno ha dovuto accettare la smobilitazione dell’intero esercito.
Il Conclave dei Saggi ha nominato all’unanimità il nuovo Imperatore, Atua, CCXVII del suo nome. Questa importante carica è stata assegnata proprio a Ohlaka per la grande saggezza con cui ha portato avanti le trattative di pace tra Metel e Tan.
Verso la fine dell’anno è iniziata una nuova invasione verso il Regno di Tan, questa volta effettuata dai briganti di Oazo. I briganti, durante la guerra tra Tan e Metel, sono riusciti a conquistare alcune terre del deserto di Koraha che si erano stranamente svuotate dalle sabbie rosse. Tan, senza esercito, non può opporre resistenza, ma in loro aiuto sta intervenendo una coalizione formata da Metel, Tera e Apen, mentre Dwr, dissociata dall’alleanza, ha comunque garantito la protezione dell’isola Ngahuru così come espressamente richiesto dall’Imperatore Atua, CCXVII del suo nome.

§   §   §

Il piccolo Ten sta vivendo un’avventura fantastica osservando, attraverso gli occhi di Agisto, gli avvenimenti che coinvolgono il suo nuovo eroe. Assiste alle dure prove che Fajro affronta a Wuxing, impara a conoscere questo modo e scopre, con grande sorpresa, che Agisto ha trovato casa proprio in questo luogo. Il corvo, posseduto dall’anima errante di Matco, ha un suo trespolo personale nella sala cerimoniale ed è proprio l’Imperatore, un vecchietto arzillo che Ten ha subito paragonato al suo anziano maestro, a prendersi cura di lui. Ten, purtroppo, in questa sua condizione di semplice osservatore, può sentire tutto tranne quando l’Imperatore parla direttamente a Matco.

Come per Fajro anche Ten scopre ogni giorno cose nuove e tra queste l’importanza che ha il corvo come osservatore speciale nel mondo degli uomini. Il bambino comprende perché il suo maestro gli ha detto che avrebbe potuto vedere tutto, anche cose che lui stesso non ha conosciuto e spera di riuscire a ricordare ogni cosa in modo che l’anziano istitutore possa scrivere il quinto e il sesto tomo della storia.





2° capitolo – I compiti dell’eroe





«Maledizione!» esclama Fajro dopo l’ennesima brutta figura fatta in allenamento contro Mizu.
«Fajro, devi liberare la mente, creare il vuoto, e il corpo si muoverà istintivamente senza che tu debba impartire ordini» urla da distanza Kasai.
«Permettimi di mostrarti come puoi ostacolare Mizu» dice il generale Haru. «Ti posso assicurare che è difficile anche per me quando usa il suo Elemento.»
Fajro lascia il posto a Haru e il generale si mette in posizione di attesa tenendo la spada con la punta rivolta verso il basso e gli occhi chiusi.
Mizu parte all’attacco e Haru para ogni colpo mantenendo sempre gli occhi chiusi e infine conquista la vittoria entrando con tutto il corpo nella linea difensiva dell’avversario.
«Come hai visto non ho usato la forza fisica. Il fragore delle lame che si scontrano è soltanto un effetto scenico mentre la vittoria può avvenire senza troppi movimenti superflui» dice Haru aprendo gli occhi. «Un avversario forte non s’impressiona se agiti la tua spada, anzi, attende che tu sia stanco per poterti colpire.»

Atua, che stava assistendo in disparte, raggiunge Kasai e le chiede a bassa voce: «Contro Kinzoku?»
«Nessun miglioramento neanche contro di lui. Sono sicura che ci sia qualcosa che lo turba ma che lui stesso non riesce a comprendere che va oltre la famiglia e alla principessa di Tera, un malessere profondo scaturito da qualcosa che ha visto e lo ha turbato a tal punto da frenarlo inconsciamente» risponde Kasai.
«Sei una donna fantastica e forse ho capito!» risponde sorridendo Atua.

Una ragazza giovanissima raggiunge l’arena, s’inchina a Haru, e dice: «Maestro, l’Imperatore chiede di voi.»
Haru fa una smorfia rispondendo: «Problemi a Sliabh?»
«No Maestro, è rientrato il generale Natsu.»
«Ah, meno male» risponde sollevato Haru prima di allontanarsi.
La ragazza rimane nell’arena, si avvicina a Fajro e gli consegna un telo per asciugarsi la fronte dal sudore.
«Grazie Mokuzai, sei sempre gentile con me» dice Fajro.
Il viso di Mokuzai diventa rosso appena vede il sorriso del ragazzo e la scena non passa inosservata a Kasai.
«Amica mia, neanche tu sei immune alla presenza di un bel ragazzo. Chissà se pure il generale Aki…»
«La Signora non è frivola come te o timida come me!»
«Appunto, lei parte in vantaggio su noi due! E non escluderei neppure Eteru!» dice Kasai ridacchiando.
«Lasciate in pace questo ragazzo, pettegole» dice Atua facendo l’occhiolino a Kasai.
La donna comprende il messaggio e dice a Mokuzai: «Usciamo un attimo, ho bisogno di un consiglio.»
«Da me? E da quando mi chiedi consigli?» risponde la ragazza mentre Kasai la trascina fuori dall’area di allenamento.

Rimasti soli, Atua chiede a Fajro: «Tu sei consapevole che è stata una scelta di Saga?»
Il ragazzo mostra subito nervosismo rispondendo: «Se fossi stato attento, se non fossi crollato a terra alla notizia della morte di mio padre, lui avrebbe utilizzato una sola magia per salvarci tutti.»
«Ed è per questo che hai aggredito verbalmente Torcon, vero?»
«Se lui avesse obbligato nostro padre a portarsi dietro Saga non sarebbe morto nessuno» risponde Fajro ancora più stizzito.
«In realtà qualcuno sarebbe morto lo stesso: tu.»
«Io sono l’ultima ruota del carro, potevo diventare Globo di Luce e nessuno avrebbe sentito la mia mancanza.»
«Lo sai cosa ti sta bloccando? Hai tratto la conclusione che niente sarebbe successo se quel giorno, invece che adirarti…»
«Fossi rimasto a casa come voleva mio padre» finisce la frase Fajro, mentre i suoi occhi mostrano nervosismo e tristezza.
Atua mette una mano sulla spalla del ragazzo dicendo: «Tu avevi fatto una scelta, così come tutti gli altri, e hai continuato a scegliere in base ai tuoi sentimenti; ti sei assunto una colpa per salvare tua madre e la gente di Tan, hai protetto Aarde da accuse infondate e hai scelto di stare qui per salvare il mondo intero. Troppi “se” nel tuo cuore e so che Kasai sta insistendo sul concetto del tempo.»
«Ma se…»
«Visto? Te lo dico io un “se”; se tu fossi rimasto a casa e non si fosse salvato nessuno ugualmente, adesso diresti che è colpa tua perché avevi rinunciato a seguire le tue idee. Le scelte che facciamo sono per noi e non avranno mai ripercussioni sul futuro degli altri salvo che non sia tu, direttamente, a privarglielo. Mentre combattevi sul ponte, ti sei mai fermato a pensare che stavi uccidendo una persona? No, e sai il motivo? Perché quella persona aveva scelto di combattere senza porsi domande, esattamente come hai fatto tu.»
Fajro è ancora perplesso, ha capito il concetto, ma la rabbia non si è assopita. Atua è consapevole che non ha risolto completamente il problema, nota lo stato di nervosismo del ragazzo e dice: «Gestisci la tua ira, incanalala dentro di te e utilizzala per raggiungere il tuo obiettivo. Ricorda figliolo, il nemico che dovrai affrontare sfrutterà ogni tua debolezza, anche quelle che giungono dal cuore. Egli anela il potere e l’unico mezzo per sconfiggerlo è privarlo del suo desiderio di dominio.»

§   §   §

Fajro è nell’arena insieme con tutti e sei i samurai di Wuxing e a gestire questa sessione di teoria e pratica è la Signora, il generale Aki.
«Oggi ti sarà permesso di osservare la Forma Energetica Assoluta dei nostri sei combattenti. La Forma Energetica è unica per ogni essere vivente, si manifesta sotto tipologie diverse ma la più potente è quella animale. Quando un combattente riesce a evocare l’animale, la bestia si lega in modo indissolubile al suo padrone. Più l’essere vivente diventa forte, più l’animale aumenta il proprio potere, ma con esso anche i rischi per l’evocatore: se durante un combattimento l’animale è ferito, il suo padrone ne risente gli effetti; se l’evocatore perde il controllo mentale sulla magia, la bestia acquisisce coscienza e può ribellarsi fino a distruggere il suo stesso padrone.»
Fajro ascolta con attenzione perché Atua e Kasai l’hanno solo accennato.
«La Forma Energetica si distingue in tre livelli chiamati Kou, il più alto, Heikin quello intermedio e Tei quello più basso. Soltanto due esseri viventi sono in grado di raggiungere il Kou e sono il venerabile imperatore di Wuxing, unico ad avere completato la sua formazione, e quello di Heru, che per nostra fortuna non è ancora riuscito a raggiungere il massimo. Il livello Heiken può essere raggiunto soltanto dai quattro generali di Wuxing, e Natsu è quello più vicino al massimo, e dai cinque servitori dell’imperatore di Heru. Il livello Tei può essere raggiunto da tutti con qualche eccezione. I sei samurai di Wuxing hanno tutti raggiunto il massimo, gli esseri umani, che voi chiamate Saggi, sono molto vicini all’ultimo passo mentre gli altri esseri viventi non sono consapevoli dell’energia che scorre nei loro corpi.»
Aki si ferma a parlare, raggiunge Atua, che stava in disparte, lo indica e dice: «E poi c’è Atua, l’unico essere umano che in vita ha raggiunto il massimo del livello Heikin, tanto da poter rivaleggiare con il generale Natsu.»
«Troppo gentile» risponde Atua ma la donna, con tono brusco, dice: «Non è gentilezza, anzi, sotto un certo punto di vista è pura invidia.»
«Ti comprendo mia cara, non preoccuparti» risponde ridendo Atua.
Aki borbotta qualcosa poi dice a Fajro: «Ragazzo, hai da farmi qualche domanda idiota come quelle che faceva quest’uomo per nulla cortese?»
«Maestra, principalmente una, e spero non sia idiota. Qual è la vera differenza tra un generale e un samurai? Ovviamente il potere ma non può essere soltanto questo fattore a determinare i vari livelli.»
Aki è sorpresa e compiaciuta nel notare che Fajro si differenzia totalmente da Atua in ogni occasione in cui lo incontra e senza far trasparire la soddisfazione risponde: «Mentre chi acquisisce il Tei può evocare un animale, chi ottiene l’Heikin ne può invocare più di uno. Il generale Natsu, per esempio, ne può evocare sette e riesce a gestirne quattro nello stesso momento.»
«Maestra, mi permetta una seconda domanda: la Maestra Eteru per quale motivo non è presente e non è neppure nominata tra i samurai di Wuxing?»
Fajro non era sicuro se fare questa domanda che era soltanto una sua curiosità, ma si accorge che tutti i presenti reagiscono mostrando della preoccupazione sul viso. Aki, dopo un inchino verso il nulla, risponde: «Dopo la lezione sarai convocato dal Venerabile Imperatore e risponderà al tuo quesito.

Aki si riporta al centro dell’arena e chiama ogni samurai per mostrare la propria Forma Energetica Assoluta. Ogni combattente evoca il proprio animale senza recitare nessuna formula lasciando Fajro a bocca aperta perché con ognuno di questi samurai si era sempre allenato solo con le armi e il potere che gli stanno mostrando amplifica la differenza di forza tra loro e lui.
Atua gli è vicino e cerca di incoraggiarlo: «Con il tempo riuscirai a superarli perché ognuno di loro ti fornirà il suo supporto quando tornerai nel mondo degli uomini, sia magico sia fisico. I buoni rapporti che stai intessendo in questi mesi assumeranno maggiore importanza perché spesso combatteranno al tuo fianco.»
Uno dei samurai evoca una Tigre con denti a sciabola fatti di ferro, Fajro osserva mentre chiede ad Atua: «Con lui non vado molto d’accordo, forse perché siamo obbligati a fare insieme un allenamento tutti i giorni ed io non faccio progressi.»
«In verità lui è designato a essere il tuo nemico. Kinzoku farà di tutto per metterti in difficoltà, anche usando l’Elemento Metallo che stai vedendo evocato nella Tigre, ma non per odio, anzi, lui è il primo a volere che tu lo batta. Kinzoku, semplicemente, è il più forte dei Sei e se lo sconfiggi, vuol dire che puoi passare alla fase seguente.»

§   §   §

Finita la lezione teorica e la visione della Forma Energetica dei Sei samurai, Fajro si ritrova, senza essersi mosso, nella sala cerimoniale. Davanti a lui ci sono Eteru e un vecchietto ingobbito intento a ripulire la piccola ciotola del mangiare posta su un trespolo.
«Mi avete convocato imperatore?» dice Fajro inchinandosi verso il baldacchino.
Eteru sorride mentre il vecchio dice: «Giovanotto, dove stai guardando? Sono qui al tuo fianco.»
Fajro impallidisce e s’inginocchia di scatto sbattendo pesantemente le rotule sul pavimento. «Vi chiedo perdono, non sapevo foste Voi.»
«In effetti, non mi hai mai visto in questi mesi e immagino che sia facile per un principe potermi scambiare per un servitore» dice ridacchiando l’imperatore.
Un corvo appare all’improvviso nella stanza e gracchiando atterra direttamente sul trespolo. Il vecchio chiede a Eteru: «Per favore, mi porteresti delle ciliegie? Il nostro amico ne va matto.»
«Sì mio Signore» e una volta risposto Eteru scompare.
«Vieni più vicino giovanotto, saluta un amico.»
Fajro non capisce di chi stia parlando poi, avvicinandosi all’uomo, osserva meglio il volatile ed esclama: «Il corvo di Sipestro!»
Il corvo guarda Fajro e urla: «Impiccati al pennone… impiccati al pennone!»
«Agisto! Ma che cosa ci fa qui a Wuxing?»
«Chissà» risponde l’imperatore senza svelare il segreto del corvo. «Piuttosto ti ho convocato per diversi motivi. Uno è che voglio essere io a spiegarti perché Eteru non era presente alla lezione.»
«Signore, ho notato le espressioni preoccupate degli altri. Spero di non avere fatto una domanda sbagliata» si rincresce Fajro.
«È giusto che tu sappia tutto e la tua domanda è coerente con la lezione. Il suo potere magico oltrepassa ogni livello, compreso il Kou perché Eteru è la persona più vicina al Creatore del Tutto. Può evocare un singolo animale, ma avendo l’Elemento neutro, la bestia che appare divorerebbe ogni cosa nel creato riportando l’equilibrio all’inizio dei tempi, mentre, in disequilibrio, l’animale sbranerebbe ogni essere vivente che gli si parasse davanti creando un mondo fatto di solo Caos. Eteru è una persona combattuta perennemente tra la Luce e l’Oscurità e trova riposo soltanto in due luoghi di Wuxing: la sala cerimoniale e il Tempio Celeste dove dimora durante le sue giornate, soprattutto ora che il Caos si è manifestato.»
«Non sapevo esistesse questo tempio?»
«Come sai alcuni luoghi a Wuxing trascendono la materia e solo se si ottiene il permesso di visitarli si possono vedere. Durante il tuo addestramento sarà Eteru stessa a farti entrare nella sua stanza» dice l’imperatore sorridendo.
Eteru riappare nella sala cerimoniale, s’inchina e si dirige verso il trespolo per mettere delle ciliegie nella ciotola del cibo. Agisto gracchia felice mentre l’imperatore sorride dicendo: «Lo sapevi che questo tipetto è goloso di ciliegie? Si vede che il buon Sipestro l’ha curato con amore.»
«Avevamo molti corvi messaggeri a Tan ma l’ammiraglio si è affezionato a lui fin dal primo momento. Ricordo che se lo portava appresso anche quando veniva alla Villa Reale per cerimonie o banchetti» dice sconsolato Fajro mentre ricorda il bravo ammiraglio defunto nella Grande Guerra.
«Piuttosto, cosa pensi della Forma Energetica dei nostri samurai?» chiede l’imperatore.
«Onestamente Signore, temo di non riuscire a eguagliare i vostri combattenti.»
«Eguagliare? Tu li supererai, ma non stando a Wuxing. Qui devi imparare a gestire il potere magico, sconfiggere il tuo nemico e dare del filo da torcere a un generale, ma sarà solo nel mondo degli uomini che la tua forza crescerà al massimo perché avrai dei compiti precisi da svolgere prima di affrontare chi si cela dietro la maschera dell’Inquisitore.»
«Pensavo che avrei fatto le stesse cose di Atua?»
«Oh no, niente è uguale per nessuno, magari si assomigliano, ma ogni percorso è diverso e più gravoso di quello precedente.»
«Signore, voi sapete già che cosa dovrò fare?»
«Esistono dodici oggetti sacri, sette forgiati nel Regno Wuxing e cinque nei Cinque Regni degli Uomini. Questi oggetti si tramandano dai genitori ai figli, ma quando uno qualsiasi di questi manufatti cambia percorso, l’equilibrio è sostituito dal Caos ed è proprio per uno di questi oggetti che si è scatenato l’attuale disequilibrio. Adesso, soltanto cinque oggetti sacri sono nelle mani dei legittimi proprietari, ma anche questi dovranno essere recuperati e portati a Wuxing per la purificazione e sia i legittimi proprietari sia gli usurpatori non cederanno il loro oggetto senza combattere. Due dei dodici oggetti sono nelle mani dell’Inquisitore, ma egli conosce solo il loro potere magico e non quello di Luce, mentre uno dei dodici oggetti è scomparso e so soltanto che durante il tuo viaggio una persona ti svelerà dove si trova.»
«E gli altri nove?» chiede Fajro.
«Anche nel Caos devo ubbidire alla Regole del Creatore e non posso svelarti né l’oggetto né dove si trova. Tu però, scelto da me per questo compito seguendo le stesse Regole, sarai attratto dal potere magico che emanano e li riconoscerai, mentre la Luce ti guiderà nei luoghi dove sono nascosti in bella vista. È mia facoltà dirti che uno di questi oggetti si trova a Wuxing e dovrai convincere la persona che lo possiede a cedertelo senza utilizzare armi o magie, ma soltanto il tuo cuore.»
«Potete dirmi chi?»
«Io» risponde Eteru sorridendo.

§   §   §

Sono trascorsi quasi due anni da quando Fajro è stato portato a Wuxing. Il ragazzo è sempre stato impegnato in allenamenti con armi e scontri fisici, ma non è riuscito ancora a evocare il suo Elemento Magico. Fajro, costantemente al lavoro, non aveva prestato attenzione allo scorrere dei giorni e soltanto grazie a Kasai e a Mokuzai, sempre pronte a riempirlo di attenzioni, aveva capito che era passato il tempo. Quella mattina Fajro, appena sveglio, si era ritrovato le due donne nella sua stanza e alla sua richiesta di spiegazioni, Kasai, con un enorme sorriso, disse: «Buon compleanno, Uomo!»
Fajro era felice di ricevere quest’augurio per il suo diciottesimo compleanno, ma avrebbe voluto trascorre la sua giornata nella Villa Reale insieme alla madre, agli amici e soprattutto con Aarde.

§   §   §

Secondo Anno (Mondo degli Uomini)
La guerra tra il Regno di Tan e i briganti di Oazo si è conclusa. Dai trattati di pace il Regno di Tan è costretto a perdere ulteriori territori, ma ottiene di riprendersi le terre vicine al mare grazie all’intervento risoluto della Regina di Tera durante un Concilio dei Cinque Regni.
Nella stessa riunione è stata approvata la richiesta di Oazo di diventare Stato Libero in cambio della firma di un accordo di “non belligeranza” contro i Cinque Regni e l’impegno formale di gestire e controllare il confine del deserto di Koraha appena acquisito nella guerra contro Tan.

§   §   §

È il giorno del diciannovesimo compleanno di Fajro e appena apre gli occhi trova nella sua stanza, come l’anno precedente, Kasai e Mokuzai. Ormai tra Fajro e le persone di Wuxing c’è più confidenza e le due donne mostrano subito questo legame buttandosi entrambe sul letto del ragazzo.
«Smettetela di toccarmi!» dice Fajro imbarazzatissimo.
«Io lo faccio sempre, perché oggi ti lamenti?» chiede Kasai mentre mette la faccia di Fajro sul suo seno prosperoso.
«E se lo fai lei, posso farlo anche io!» dice Mokuzai trascinando Fajro sul proprio di seno.
«Attenta, sei piatta, rischi di fargli male al naso!» dice Kasai ridacchiando mentre Mozukai arrossisce.
«Ragazze smettetela! Siete le mie Maestre!»
«Zitto tu!» dice Kasai baciandolo sulla bocca. «Se sei un nostro allievo, devi accettare i nostri ordini!»
Mokuzai, nonostante questo momento di spigliata giocosità, è pur sempre molto timida, così chiude gli occhi, spinge in avanti le sue labbra e dice: «Anch’io!»
Un bacio umido, Mokuzai trema, apre gli occhi, vede Fajro in piedi e Kasai che la sta baciando.
«Ma sei pazza?» urla Mokuzai.
«Mettiamola in questi termini: io ho baciato Fajro, tu hai baciato me, quindi lui ti ha baciata  in modo indiretto» risponde Kasai sempre più divertita nel vedere le strane facce che sta facendo Mokuzai.
Il momento divertente è spezzato dall’arrivo nella stanza di Atua. L’uomo sembra preoccupato mentre dice: «Fajro, Kasai, siamo convocati dal generale Fuyu nell’arena!»
In più di due anni Fajro non ha rivisto questo generale dopo il giorno in cui aveva accettato di fermarsi a Wuxing e il viso di Atua non è quello di una persona che reca buone notizie.

Nell’arena sono presenti anche gli altri tre generali e Fajro sente i loro occhi su di sé, infatti…
«Fajro, il tuo allenamento fisico procede più o meno bene, comunque procede, mentre il tuo addestramento magico non ha avuto nessun tipo di evoluzione. Abbiamo deciso di tentare un approccio diverso, ma soltanto tu puoi acconsentire perché la possibilità di perdere la vita e pari a quella di vivere» dice il generale Natsu con intensa determinazione.
Fajro è consapevole che non ha minimamente utilizzato il potenziale magico rinchiuso nel suo corpo e sa per certo che ogni persona a Wuxing si adopera per migliorarlo sotto ogni aspetto. Non mostra paura rispondendo: «Sono stato scelto per questo compito, l’imperatore crede in me ed io non dubito di voi, quindi qualunque cosa vogliate fare per accelerare i tempi del mio apprendistato sono a vostra disposizione. Se è la morte ciò che mi aspetta, l’accetto.»
«Da quando, due anni fa, ti ho detto che apprezzavamo e detestavamo il tuo impeto sei migliorato tantissimo anche nella gestione mentale. Sarà proprio la tua mente a decretare il successo o il fallimento di questa prova e solo per questo motivo ci siamo convinti a eseguire un rituale così pericoloso» dice il generale Aki sorridendo al ragazzo per la prima volta in questi anni.
Atua stringe a sé Fajro dicendo: «Io non ho affrontato questa prova che può uccidere completamente il corpo o soltanto la mente, ma sono qui perché anch’io credo in te.»
Le parole di Atua ricordano a Fajro la frase che sua madre gli disse prima che andasse a Raumati, ringrazia Atua con un inchino e ne fa un altro in direzione di Kasai, sorride, e poi raggiunge il centro dell’arena, dove sono schierati i quattro generali.
«Ragazzo, mi spiace rivederti solo ora e per questa prova così difficile ma conto di conoscerti meglio appena sarai di nuovo sveglio» dice il generale Fuyu. «Stenditi a terra e resisti fin che puoi.»
Fajro esegue l’ordine e i quattro generali s’inginocchiano ai suoi quattro lati.

Haru tocca il braccio sinistro del ragazzo, Fajro sente una forza incredibile scorrere dal braccio verso il cuore, così potente da fargli accelerare il ritmo cardiaco. Natsu tocca i piedi del ragazzo e Fajro sente un enorme calore svilupparsi e risalire dalla pianta fino all’addome. Aki tocca il braccio destro del ragazzo e Fajro sente intorpidirsi ogni parte del corpo dal collo fino ai piedi. Fuyu mette le mani sulla testa del ragazzo dicendo: «Il tuo ciclo vitale muore per rinascere nel fuoco.»
Fajro sente il gelo partire dalle mani del generale per poi spandersi in tutto il corpo fino a raggiungere il cuore. Il ragazzo ha un sussulto, inizia a gridare per l’indicibile dolore, il suo cuore smette di battere ma lui respira ancora, ansima, perde liquidi dalla bocca, lancia un urlo straziante quando il gelo stringe il suo cervello come se fosse schiacciato in una morsa, le pupille spariscono all’indietro e il secondo urlo è l’ultimo segno di vita del giovane principe di Tan.
I generali si alzano in piedi, Fuyu, spossato, dice ad Atua: «Il rito ha funzionato, ora tocca soltanto a lui.»
Natsu chiama Kasai: «Portalo nella sua stanza e prenditi cura di lui. Ti conosco da secoli e so cosa farai, ebbene, hai il permesso di agire come ritieni più giusto.»
«Grazie della fiducia Maestro, farò tutto il necessario per aiutarlo» risponde Kasai con estrema decisione.

§   §   §

«Ciao bambino mio.»
Fajro riconosce quella voce, apre gli occhi e vede il sorriso di sua madre.
«Che cosa ci fate qui?»
«Non so cosa sia per te il “qui”, io sono nella mia stanza alla Villa Reale.»
«Madre, non è possibile, io vedo soltanto voi!» esclama Fajro perplesso.
«Anch’io vedo soltanto te e sono contenta di poterlo fare. Come sia possibile, non m’importa, ciò che m’interessa è sapere che il mio bambino sta bene» risponde Bruligida con il bel sorriso che aveva prima della morte del marito.
«Voi come state madre? I vostri capelli sono… sono di nuovo rossi.»
«Sto bene figliolo.»
«Madre, non so perché sono apparso a voi, ma vi chiedo di mantenervi salda e forte fino a che potrò abbracciarvi nuovamente.»
«Bambino mio, credo che la tua anima avesse bisogno di conoscere la mia situazione, ed è per questo motivo che mi appari così come aveva fatto tuo padre prima di te. Io ti prometto solennemente che non raggiungerò il Leggendario prima di averti rivisto e baciato» risponde Bruligida con le lacrime agli occhi.
Fajro vorrebbe dire altre parole ma in una frazione di secondo si ritrova da un’altra parte.
Nella stanza entra Flame e chiede: «Madre, con chi stavate parlando questa volta?»
«Con il mio bambino. È vivo!»
La ragazza, ora maggiorenne, scoppia in lacrime e abbraccia Bruligida.

Una camera sfarzosa, un bel tavolo e sopra delle buste da lettera. Fajro guarda chi dorme nel letto e si emoziona chiamandola: «Aarde, amore mio!»
La principessa non si sveglia ma risponde: «Sei vivo o sei soltanto un bel sogno?»
«Sono vivo e immagino che la mia anima sia arrivata da te perché attende una risposta da due anni, dal giorno in cui mi hai visto con le mani insanguinate. Ti supplico, fammi conoscere la tua verità.»
«Quel giorno non ho potuto dire ciò che pensavo ma solo ciò che ho visto, ma nel mio cuore sono sempre stata sicura che non eri stato tu ad assassinare l’imperatore.»
«Mia adorata, tornerò da te a ogni costo.»
Il ragazzo vorrebbe abbracciarla ma anche questa volta si ritrova in un altro luogo.
Aarde si sveglia di colpo, il suo cuore batte all’impazzata, è certa che non fosse un sogno perché il volto del giovane è leggermente cambiato nel corso degli ultimi due anni, soprattutto per quell’inizio di barba biondiccia che gli cresce sul viso. Chiude di nuovo gli occhi e sorride dicendo: «A presto, amore mio.»

Fajro appare in un luogo innevato, si guarda attorno vedendo soltanto la neve candida. Sente freddo, gli fa male la testa, soffia sulle mani per scaldarsi ma non funziona perché non sono solo loro a essere raffreddate, ma l’intero corpo perché è nudo in quel luogo. Chiama: «C’è qualcuno?»
Una voce, proveniente da molto lontano, risponde: «Sei solo, nessuno può aiutarti, o vivi o muori!»
Il ragazzo riconosce chi gli ha risposto. «Generale Fuyu, non mi arrenderò mai!»
Fajro non riceve altra risposta, inizia a camminare sperando che il movimento gli procuri calore, ma il freddo è troppo intenso. Altri passi ma cade all’indietro mentre altra neve scende dal cielo iniziando a ricoprirlo.
«Tutto qui quello che sai fare?» Questa volta è la voce del generale Natsu.
Fajro non risponde, non riesce perché anche le corde vocali sembrano congelate, però il suo spirito è indomito, arrendersi non è contemplato. Il suo cuore aumenta il ritmo dei battiti e per la prima volta lo sente e lo accoglie: il suo fuoco arde, il suo Elemento ruggisce, i suoi pensieri, liberati dal timore di avere già perso le due persone che ama, scongelano la morsa che stringeva la sua mente. Tutto si è acceso, ma forse è troppo tardi, però continua a fidarsi di loro e lascia che il suo corpo bruci con quella fiamma che è arrivata per avvolgerlo completamente.

Fajro sente un profumo delizioso, ma anche un peso addosso, apre gli occhi ed è nel suo letto. Ma non da solo! Anche lei è nuda, gli è sdraiata sopra, le sue braccia lo stringono forte ma con tenerezza. Lui la chiama per nome: «Kasai, grazie.»
La donna si solleva mettendosi cavalcioni su di lui, non è mai stata timida e fargli vedere il suo seno nudo non la disturba, anzi, probabilmente lo desidera da qualche tempo. Kasai sorride, si abbassa verso Fajro e gli regala un bacio, semplice, tenero, affettuoso, uno schiocco così divertente che entrambi ridono. Kasai vorrebbe muoversi sopra di lui, le piace quel ragazzo, ne è attirata e non solo per lo stesso Elemento Magico, la voglia di essere posseduta con forza sul quel letto è inebriante, ma si trattiene, non è lì per questo, forse un giorno, o forse mai, non importa, adesso lei vuole aiutare questo giovane. Dice: «Ero certa che saresti tornato sano e salvo!»
«Kasai, l’ho sentito e riuscirò a evocarlo!»
«Io l’ho visto, però è un cucciolo» dice Kasai ridacchiando, ma subito smette perché Fajro la ribalta sul letto fermandosi sopra di lei. Kasai diventa rossa, Fajro la guarda e ride dicendo: «Questa volta sei tu a essere già tutto un fuoco.»
Ma lei vince sempre questa battaglia. «Stai aspettando che sia io a indirizzarlo nel punto giusto?»
Fajro scatta in piedi e si copre velocemente mentre Kasai ride, non solo per questo momento imbarazzante, ma perché lui è davvero tornato.»

§   §   §

È il momento di dimostrare che l’ultimo tentativo è andato a buon fine. Fajro è nell’arena, davanti a lui proprio il generale Fuyu. L’uomo non sorride, mostra subito la sua intenzione di attaccare senza riserbo; il ragazzo si adegua, sfila dal fodero la strana spada chiamata katana e la punta verso l’avversario ma questa volta non parte diretto: studia le movenze, medita e libera la mente. Fuyu estrae la sua katana e urla buttandosi contro Fajro con impeto e il primo scambio di colpi sono delle parate e contrattacchi. Ai lati dell’arena molti osservano, qualcuno ha una reazione di stupore, altri rimangono impassibili, tutti attendono la parte più importante della sfida.
Fuyu evoca uno scorpione gigante, molto simile a Skorpio, una delle creature malvagie di Koraha, il ragazzo non mostra paura e attraverso la sua Forza Energetica fa apparire il suo animale: un leone con occhi e artigli infuocati, non è enorme, ma neanche piccolo. Fuyu, mentre agita le mani, esclama: «Ora la parte difficile.»
Anche lo scorpione mostra l’aculeo infuocato e il leone indietreggia fino a raggiungere Fajro. La bestia leonina guarda il suo creatore, apre la bocca per fare di Fajro il suo cibo, ma il ragazzo alza il braccio e mette la sua mano davanti alle fauci del leone. Animale ed evocatore si guardano intensamente, entrambi sembrano propensi a sprigionare con potenza delle fiamme dagli occhi per colpirsi a vicenda, ma il leone invece abbassa la testa per farsi accarezzare e poi rivolge la sua attenzione allo scorpione facendo un ruggito così forte da far tremare i muri. Fajro dice soltanto “combatti” e il leone scatta a grande velocità contro lo scorpione senza temere nulla.
Il generale Aki crea una barriera fatta d’acqua che si solidifica immediatamente in ghiaccio ponendola in mezzo alle due bestie mentre il generale Natsu urla: «Ora Fajro, esegui il rientro!»
Il ragazzo solleva il braccio, il leone svanisce lentamente mentre tutta l’energia, fatta a forma di lingua di fuoco, è assorbita dalla mano di Fajro. Il contraccolpo fa indietreggiare il ragazzo di qualche passo ma Fajro resta in piedi senza accusare dolore fisico. Aki fa scomparire la barriera ghiacciata, Fuyu, che aveva fatto rientrare la sua energia senza contraccolpi, cammina veloce verso Fajro e s’inchina davanti a lui dicendo: «Ben fatto, prosegui su questa strada e arriverà il giorno in cui il leone non avrà bisogno di ricevere istruzioni.»
Gli altri nell’arena si avvicinano a Fajro e mostrano la loro soddisfazione nei modi che più conoscono: abbracci, baci, inchini e musi lunghi mentre dicono “bravo”, ma tutti rifilano un delicato pugno sulla testa del ragazzo.
Fajro sorride felice ma Kasai, dopo essersi parecchio strusciata su di lui, lo richiama all’ordine: «Forza, adesso dobbiamo provare la magia elementare!»

L’arena si sgombera quasi completamente: Kasai e Fajro si dispongono al centro mentre a osservare rimangono il generale Natsu e Atua.
«Il rito ha avuto successo?» chiede Atua preoccupato.
«A livello magico c’è stato un enorme balzo in avanti, il ragazzo deve lavorarci sopra per trovare l’intesa perfetta con il suo leone, ma ciò che è sicuramente cambiato in meglio è l’aspetto mentale. Qualunque cosa abbia visto gli ha spezzato le catene che lo imprigionavano e l’imperatore ha già deciso di fargli cadere l’ultimo muro. Grazie al vostro lavoro sappiamo cosa continua a opprimere il ragazzo e più tardi l’imperatore in persona darà in pasto al flusso energetico Fajro.»

Al centro dell’arena Kasai e Fajro depongono le armi e dopo pochi istanti iniziano l’allenamento magico. Entrambi si mettono in posizione, uno affianco all’altro, per uno scontro fisico ma dai loro pugni più avanzati escono delle fiamme; Kasai le indirizza verso un bersaglio mentre quelle di Fajro rimangono ferme nella sua mano.
«Cancellati la mente» dice Kasai sottovoce. «Obiettivo, non risultato.»
Le fiamme di Fajro prendono vigore, ma non raggiungono il bersaglio fermandosi a poca distanza.
«Sono curiosa, proviamo a incanalarle sulla katana» dice Kasai prendendo la spada da terra.
I due sguainano la spada, le loro mani sprigionano il fuoco, la katana di Kasai s’incendia mentre le fiamme di Fajro non si fermano e colpiscono il bersaglio facendo un buco come se dalla spada fosse partito un colpo.
«Ho sbagliato?» chiede Fajro notando lo sguardo interrogativo di Kasai.
«Sì, ma in teoria no. L’obiettivo finale di questa tecnica è proprio quello che hai fatto tu, ma non so né come né perché tu sia riuscito a completare l’allenamento senza passare attraverso il livello intermedio.»
«In che senso?»
«Se con il pugno non arrivi al bersaglio, sempre in teoria, con la spada non dovresti riuscire neppure a farla incendiare completamente.»
Il generale Natsu ha assistito alla scena e chiama la donna: «Kasai, parliamone tra noi, forse dobbiamo cambiare prospettiva con lui.»
Fajro vorrebbe dire qualcosa, ma in un attimo si ritrova nella sala dalle pareti bianche che ha visto soltanto quando Atua gli ha fatto visitare Wuxing il primo giorno.

L’imperatore è nella sala ma Fajro si sorprende soprattutto perché non ha brividi com’è accaduto la prima volta, ma, al contrario, sente un enorme calore.
«La risposta è semplice: adesso anche tu puoi maneggiare la magia e ciò che provi è il fluire del tuo elemento mentre è in contatto con ogni Globo di Luce presente in questa sala» dice l’imperatore.
«Signore, c’è altro, sento qualcosa di famigliare, ma non è fuoco» risponde Fajro mentre si tocca la barba appena accennata sulle sue guance.
L’imperatore appare piacevolmente sorpreso e urla: «Straordinariamente ottimo!»
Fajro rimane interdetto da questa strana felicità, vorrebbe parlare ma nota che l’imperatore sta alzando il braccio verso l’alto e lo guarda. L’uomo sembra aver preso qualcosa tra le dita, serra il pugno e abbassa il braccio mentre dice qualcosa in una lingua arcaica. L’Imperatore, completata la formula, muove il braccio come se volesse lanciare dei semi in un orto e davanti a Fajro appare un suo vecchio amico.
«Siete cresciuto anche in altezza mio Principe» dice il Saggio Saga lasciando senza parole Fajro che, intimorito, fa qualche passo indietro.
«Ciò che avevi sentito era l’Elemento Aria proveniente dal Globo di Luce di Saga, e ciò che vedi è lo spettro del tuo saggio di corte» dice l’imperatore mentre traballa sulle gambe. Il ragazzo lo aiuta a rimanere in piedi e l’imperatore afferma: «Questo effetto negativo si ripercuote su chi manipola dell’energia pura perché l’evocatore deve fornire parte della propria vitalità allo spettro per potersi manifestare.»
«Perché avete fatto questa cosa se poi ne pagate le conseguenze?» chiede Fajro preoccupato.
«Fajro, in questi anni ho imparato a conoscere i tuoi pensieri e dopo il rito con i quattro generali la tua mente è diventata molto più ferma. Sono certo che hai visto ancora in vita le persone che ami e questo ti ha rafforzato, così come sono certo che solo incontrando Saga scioglierai l’ultimo nodo che ti lega al tuo passato più tragico» risponde l’imperatore con sicurezza. «Ora sto meglio e vi lascio soli» aggiunge l’imperatore prima di scomparire.

Fajro è titubante, non sa cosa dovrebbe dire al Saggio, allora è Saga a parlare per primo. «Figliolo, io ti conosco da quando sei nato, comprendo più di tutti il tuo carattere e immagino che ti stia torturando ritenendoti colpevole per la mia morte.»
«Ho accettato che ognuno sceglie la sua strada, ma sei rimasto sul fondo del mare e continuo a dirmi che è stata colpa mia perché ero troppo distratto sul ponte. Potevi tornare tu sulla terra ferma, avresti potuto aiutare Torcon nei mesi seguenti, era lui il principe ereditario di Tan.»
«Fajro, perché continui a dire che la tua salvezza sia stata la mia morte? Forse prima potevi crederlo, ma adesso che sei a Wuxing e conosci la verità sulle Leggi Magiche, non ti è mai venuto il dubbio che io avrei potuto fare una terza magia?»
Il ragazzo è sorpreso dall’affermazione di Saga e il Saggio lo rimprovera: «Sei un testone, impari le cose in fretta, ma poi le lasci indietro come se fossero nozioni slegate una dall’altra!»
Fajro accenna un sorriso dicendo: «Ho imparato a essere testardo da un Saggio di mia conoscenza.»
«Bubbole! Adesso mi tocca darti l’ennesima lezione! Il ponte è crollato, siamo finiti sul fondale del mare…» dice Saga attendendo che Fajro concluda la frase.
«Mare dell’Ovest.»
«Per la geografia del mondo ci siamo; qui ti hanno anche detto che sul fondo del Mare dell’Ovest c’è… »
«Il Regno di Sea.»
«Ora una domanda di storia; se il Kraken era a Ngahuru gli altri due erano…»
«Il Leviatano e il Nathair Mara stavano uscendo dal Regno di Sea e tu li hai fermati.»
«Forse ero uno dei pochi saggi ad avere percepito un disequilibrio nella magia e ho agito seguendo il mio istinto tenendoli a bada in modo che nessuno dei due potesse colpire te o tuo fratello. Prima di lanciarti verso l’alto ti ho detto che avrei compiuto il mio dovere fino all’ultimo e il mio compito, come Saggio di Tan, è sempre stato quello di proteggere gli eredi del Re. Così come il tuo dovere è di proteggere il tuo regno fino all’ultimo istante della tua vita.»
«Sono le parole che ripeteva spesso di mio padre» dice malinconicamente Fajro.
«Explodon è stato un esempio per tutti, anche per noi saggi più anziani, ma aveva il tuo stesso caratteraccio! Contestava ogni decisione di tuo nonno e tu hai acquisito questo lato ribelle da lui» dice Saga ridendo.
Fajro si accorge che lo spetto di Saga sta scomparendo lentamente e gli dice: «Vecchio testone, mi mancano molto le tue sgridate.»
«Mio Principe, usate ogni mezzo che vi sarà fornito e sconfiggete l’oscurità così da  riportare la pace nei Cinque Regni. Anche’io credo in voi» sono le ultime parole del Saggio Saga prima di svanire.

L’imperatore riappare nella sala e Fajro chiede: «Perché non me ne avete parlato?»
«Dirtelo io ha poco valore, sentirsi dire come si sono svolti i fatti dalla persona che li ha vissuti è tutta un'altra cosa. Devo essere sincero e dirti che non sarei voluto arrivare a questo punto, avevo la speranza che il solo fatto di essere qui ti potesse smuovere i blocchi che ti opprimono.»
Il ragazzo mostra la sua sofferenza nell’aver deluso le aspettative ma l’imperatore gli dice ridendo: «Forse sei proprio un testone!»
Fajro sorride, rialza la testa, guarda quel vecchietto determinato e dice con assoluta convinzione: «Per anni ho vissuto nel benessere, mi sono impegnato in lavori che un principe non dovrebbe fare soltanto per dimostrare agli altri di essere indipendente. Litigavo con chiunque dicesse qualcosa che mi disturbava, ho fatto ammattire Saga durante le lezioni e mio padre senza capire che mi stava ascoltando, infine ho insultato mio fratello pensando che fosse un vile e adesso comprendo quanta ragione avesse mia madre nel dirmi che mi sarei pentito. Ora ho capito davvero che il passato ha forgiato il presente e che non esiste un domani senza l’oggi; ora ho compreso pienamente il mio obiettivo e non ci saranno altri giorni senza passi in avanti. Non lotterò per dimostrare agli altri che sono capace, ma lo farò perché è il mio dovere!»










CAST
Importanti
Agisto – Corvo messaggero appartenuto a Sipestro di Tan
Ten [m] – Bimbo che vede gli avvenimenti attraverso gli occhi del corvo
Atua Primo [m] – Leggendario Imperatore dei Cinque Regni Umani
Fajro [m] – Principe di Tan e protagonista della storia
Amara [f] – moglie di Atua Primo, deceduta da secoli (solo nominata)

Regno Wuxing
- ? [m] – Imperatore (il suo nome non è stato ancora detto)
- Aki [f], Fuyu [m], Haru [m], Natsu [m] – i quattro generali di Wuxing
- Eteru [f] (Neutro) – la samurai definita più vicina al Creatore
- Kasai [f] (Fuoco), Mizu [m] (Acqua) – due dei tre samurai con Elementi Primari
- Kinzoku [m] (Metallo) – uno dei tre samurai con Elementi Secondari
- Mokuzai [f] (elemento ancora sconosciuto) – una dei sette samurai

Regno Sea (regno negli abissi marini)
- Kwakhala [f] – Regina (solo nominata)
- Esseri mostruosi: Kraken, Leviatano

Regno Koraha (regno nel deserto omonimo)
- Yuly [f] - ? (solo nominata)
- Esseri Mostruosi: Golem, Skorpio

Regno Sliabh (regno sulle montagne condivise tra Metel e Tera)
- Esseri mostruosi: Gigante

Regno Hout (regno chiamato anche Foresta Proibita)
- Esseri mostruosi: Ombra della foresta?

Regno Heru (regno sotterraneo posizionato alle radici dell’albero Hyperion)
- Innominabile – Imperatore (soltanto identificato come imperatore)
- ? – Cinque servitori di Heru

Altri personaggi nominati o apparsi nel capitolo
- Vecchio Maestro – è l’uomo che aiuta il piccolo Tan nell’apprendimento di una qualche arte magica ancora non definita
- Atua, CCXVII del suo nome, vero nome Ohlaka, era la saggia di corte a Metel prima di diventare Imperatore dei Cinque Regni
- Titan, Re del Regno di Metel
- Sipestro, ammiraglio di Tan deceduto nella Grande Guerra nella battaglia nel Mare del Nord ucciso in duello da Oceanya, principessa e comandante in capo dell’esercito di Dwr
- Bruligida, Regina del Regno di Tan
- Flame, ex ancella della regina, è stata adottata da Bruligida e ora è principessa del Regno di Tan
- Aarde, principessa ed erede di Tera
- Saga, Saggio di corte a Tan, deceduto durante la Grande Guerra nella battaglia del Ponte Nord/Ovest per salvare il principe Fajro




Schema della magia
- Ogni Essere Vivente è costituito di Energia
- Con al morte fisica l’Energia si tramuta in un Globo di Luce o in uno Oscuro
- Il Globo di Luce raggiunge il Regno Wuxing (il bene) mentre il Globo Oscuro raggiunge il Regno Heru (il male)
- L’Energia di ogni Essere Vivente è la base per la creazione degli Elementi Magici

Schema degli elementi magici
- Esistono due Elementi Dominanti: Luce, Oscurità
- Esistono tre Elementi Primari: Acqua, Fuoco, Terra
- Esistono tre Elementi Secondari: Aria, Legno, Metallo
- Esiste un Elemento Neutro: Etere
- se uno o più Elementi Secondari acquistano potere crea/creano squilibrio
- con lo squilibrio uno o più Elementi Primari soccombe/soccombono e l’Elemento Neutro diventa Caos
- L’Elemento Caos dona maggiore potere all’Elemento Dominante Oscurità che prende il soppravvento sulla Luce.

Schema della Forma Energetica Assoluta
- La Forma Energetica Assoluta è il massimo raggiungibile nella Forma Energetica
- La Forma Energetica si divide in tre livelli:
a) Livello Kou (alto) : lo ottengono solo l’Imperatore di Wuxing e l’Imperatore di Heru
b) Livello Heikin (intermedio): lo ottengono solo i generali di Wuxing e i servitori di Heru
c) Livello Tei (basso) – lo ottengono i samurai di Wuxing e tutti gli altri esseri viventi che hanno coscienza delle differenze.
- La Forma Energetica evoca magicamente un Animale

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** La grande sfida ***


Fajro è sorpreso, non si aspettava di essere convocato al Tempio Celeste, ed è stupito nel vedere che questo luogo è una semplice sala vuota con soltanto due comode sedie poste nel centro. Eteru lo guarda sorridendo e anticipa le sue possibili domande: «Questa stanza è colma di energia, ma tu non sei ancora in grado di percepire la parte più sottile perché ancora non hai compreso bene la sua particolarità; l’energia è in ogni cosa, non solo nel corpo dei viventi, ma anche nella massa delle cose inanimate.»
«In pratica anche la sedia su cui sono seduto ha energia?»
«Esatto, anche se diversa dalla nostra. Una sedia non ha coscienza di sé, ma è uno strumento costruito per utilità, però la sua consistenza è una serie di energie assemblate insieme a quella principale, che in questo caso è il legno.»
«Perché riesco a visualizzare le due sedie e nient’altro?»
«Lasciando da parte la teoria, credo che tu abbia “portato” qua dentro qualcosa su cui stare comodo immaginando di fare una chiacchierata» risponde Eteru con il suo bellissimo sorriso che affascina sempre il ragazzo.
«Penso che hai ragione, è da quando abbiamo parlato degli oggetti sacri che desideravo chiederti informazioni più dettagliate» dice Fajro quasi con timore.
Eteru si alza in piedi, raggiunge un punto indefinito della stanza e istanti dopo appare un elmo nelle sue mani. La donna torna a sedersi e dice: «Si chiama Atamakazari ed è l’oggetto che dovrai vincermi superando la prova cui ti sottoporrò.»
«E di cosa si tratta? Puoi dirmelo?»
«Non la conosco neppure io, nasce sul momento ed è diversa secondo la persona che ho davanti perché sarà proprio l’Atamakazari a dirmi cosa dovrai fare.»
Fajro osserva con attenzione quell’oggetto ma non riesce a comprendere quali siano le sue proprietà magiche ed Eteru lo anticipa nuovamente dicendo: «Per la Legge del Creatore non posso svelarti niente, le sue proprietà ti saranno rivelate da me solo dopo averlo conquistato e indossato.»
«Insomma, le mie domande rimangono ancora senza risposte» dice Fajro ridendo.
«In realtà oggi hai avuto delle risposte» dice Eteru alzandosi dalla sedia per avvicinarsi al ragazzo.
«Una prova, d’accordo, ma non so nient’altro.»
«Sei più preoccupato di cosa accadrà in futuro e non focalizzi l’attenzione sul presente, ma so che stai lavorando sodo per migliorare anche questa tendenza. Sono contenta che il prescelto dal Venerabile sia determinato a completare la sua istruzione e sono felice perché la persona che ho davanti m’ispira fiducia ...»
Eteru smette di parlare, si siede sulle gambe di Fajro, lo bacia ardentemente e dice mentre si alza in piedi: «Ed è anche affascinante.»
Fajro non sa cosa dire, è imbarazzato, Eteru sorride e lui diventa ancora di più rosso in viso. La donna, all’improvviso, esulta: «Questa è una bella notizia!»
Fajro non capisce cosa sia successo ed Eteru spiega: «L’imperatore ha deciso di organizzare una gara a squadre. Mi spiace non assistere all'evento di persona, ma potrò gustarmela da questa stanza. Sono sicura che mi farai divertire!»





3° Capitolo – La grande sfida





Fajro, conclusa la chiacchierata con Eteru, si ritrova magicamente nel grande prato posto al centro di Wuxing. Cammina verso il suo alloggio ma la Signora lo chiama: «Fajro, vorrei scambiare due parole con te.»
«Certamente Maestra Aki, possiamo conversare nella locanda…»
Parole inutili quelle di Fajro che si ritrova direttamente nella stanza del generale Aki.
Il ragazzo osserva la fastosa camera del generale ed è colpito soprattutto dai colori che si ripete in tutta la stanza: muri, mobili, tende e le lenzuola del grande letto a baldacchino raccolgono ogni colore possibile tra il giallo e il rosso.
«Andiamo sul balcone, lì possiamo sederci comodi» dice Aki aprendo la grande porta finestra. Fajro segue il generale e nota il tavolo sul quale sono disposti due tazze e alcuni biscotti.
Fajro, per galanteria, attende di sedersi a tavola ma Aki gli fa segno di accomodarsi mentre versa del the nelle due tazze.
«Ti consiglio di alternare un sorso di the alla degustazione di questi biscotti che sono deliziosi» dice la donna accomodandosi molto vicino a Fajro.
«L’imperatore mi ha chiesto di spiegarti le regole della gara a squadre.»
«Maestra Aki, stavo giusto andato a informarmi da Kasai, ma vi ringrazio per la vostra cortesia nel dedicarmi il vostro tempo.»
«M’impressiona come tu sia totalmente diverso da Atua» dice Aki facendo un sorriso particolarmente gioioso e che poche volte Fajro ha potuto notare nella Signora. «Comunque, la gara si disputa tra due squadre formate da cinque combattenti. Nella squadra “A” sono inseriti i samurai dei tre Elementi Secondari, Aria, Legno e Metallo, mentre nella “B” ci sono i tre Elementi Primari, Acqua, Fuoco e Terra ed entrambe le formazioni sono completate con due generali a testa. Tu occuperai il posto di Kasai per il Fuoco e lei sarà l’arbitro di tutte le sfide. I quattro generali sono sorteggiati integralmente quindi io non conosco in quale squadra sarò inserita, così come non so chi sarà il mio avversario; allo steso tempo anche tu saprai il tuo avversario solo questa sera durante il sorteggio.»
«Immagino che se tre di una squadra vincono, la gara termina» dice Fajro ricordando le regole dei giochi estivi di Tan.
«No, oltre che a essere una gara è anche un buon modo per testare l’efficienza di ogni singolo partecipante e quindi saranno disputati tutti. Ogni sfida ha la durata di tre round da cinque minuti ciascuno: nel primo si usa un arma a scelta, la seconda è corpo a corpo, infine nel terzo si utilizza la magia elementare senza usufruire della Forma Energetica. Ovviamente si può vincere l’incontro anche nei primi cinque minuti, ma è più facile che ci siano sfide che finiscano in parità o a pochi istanti dalla loro conclusione.»
«Magari sarò io a finire a terra molto prima» dice Fajro sbuffando.
«Sei troppo pessimista. Conosco ogni tuo risultato in allenamento e non hai perso con nessuno prima di venti minuti continuati. Nella gara sarà tutto più difficile, ma ogni cinque minuti avrai sessanta secondi di riposo nei quali potrai usufruire dei consigli, spero utili, di Atua.»
«Farò il massimo per non deludere nessuno, questo posso giurarlo!»
«Ne sono sicura. Hai affrontato con coraggio ogni nostra richiesta e in questi anni sei migliorato in ogni aspetto» risponde Aki mettendo una mano su quelle di Fajro.
«Seguimi, devo darti una cosa prima di lasciarti tornare al tuo alloggio» dice la donna tenendo la mano del ragazzo che è già diventato rosso dalla vergogna.
Rientrati nella stanza Aki si siede sul letto e accavalla le gambe mentre Fajro rimane impalato in piedi con la testa bassa.
«Siediti vicino a me» chiede Aki e Fajro ubbidisce, ma la donna quasi lo rimprovera dicendo: «Vicino a me, non a due metri!»
Il ragazzo, sempre tenendo la testa bassa, si attacca a spalla a spalla con il generale. Ma lei sta cercando altro, si volta verso di lui, gli mette le braccia al collo e se lo trascina addosso baciandolo.
Aki, accorgendosi che Fajro corrisponde il suo bacio ma non con trasporto, stacca la bocca da quella del ragazzo e chiede: «Sei fermo, non mi tocchi, forse sono troppo vecchia per te?»
«Maestra, ma che dite, voi siete una bella donna» risponde Fajro di getto.
«E allora non capisco. Ai miei tempi, il giorno prima di una sfida, gli uomini cercavano le donne per fare sesso perché infondeva in loro la forza e il coraggio per affrontare il nemico. Tu sei giovane e bello, mi piaci fisicamente, adoro il tuo carattere, e sono più che disponibile a concederti il mio corpo per farti fare faville nella gara di domani.»
Fajro è imbarazzatissimo e Aki, per rincuorarlo, dice: «Se sei ancora vergine non temere, t’insegno io e vedrai che il sesso con me sarà divertente ed efficace.»
«È come dite, sono ancora vergine, ma non è questo il problema, come non lo è la vostra età. Anche nel mio mondo accade ciò che avete detto, però io credo fermamente nei sentimenti e non farei mai sesso con nessuna donna di cui non sono totalmente innamorato.»
Aki è sorpresa, ma ancora una volta si compiace dell’atteggiamento del ragazzo e dice: «Dovrei essere offesa per questo rifiuto, ma non vedo in te né la menzogna né il timore. Conosco i tuoi sentimenti per Aarde e mi detesto perché provo invidia per quella giovane donna che ha un innamorato così puro.»
«Maestra, sono lieto che abbiate capito che non c’è rifiuto verso di lei come donna» dice Fajro alzandosi in piedi. «Se volete scusarmi, dovrei rientrare a casa.»
«Aspetta Fajro, non mentivo quando ho detto che avevo una cosa da darti, anche se mi rammarico che non hai preso tutto ciò che ti offrivo» dice Aki sorridendo maliziosamente.
Il generale si alza dal letto, raggiunge il tavolo con specchiera, apre un cassettino ed estrae un piccolo oggetto che porge a Fajro.
«Da domani dovrai sempre indossare questo piccolo amuleto e attraverso la meditazione istantanea questo oggetto ti farà materializzare la tua armatura da combattimento. Ricorda che ogni volta che superi un grado del tuo livello energetico, anche l’armatura acquisisce maggior potere, sia offensivo sia difensivo. L’amuleto dimostra che ha raggiunto ufficialmente il Livello Tei.»
Fajro, per la contentezza, abbraccia Aki e la donna gli dice sottovoce: «Se cambi idea sul sesso, basta che me lo dici.»
Il ragazzo rimane di nuovo impietrito dalla timidezza, il generale lo saluta e lui si ritrova nella sua stanza.

§   §   §

L’imperatore ha convocato tutti nell’arena, accanto a lui c’è Kasai che ha in mano tre sacchettini di seta. L’uomo dice: «So bene che attendevate tutti questa gara a squadre e la nostra Kasai purtroppo dovrà rinunciarvi per lasciare il suo posto al Fajro.»
«Hai sentito? Sei in debito con me e conosco diversi modi per riscuoterlo» dice la donna facendo ridacchiare quasi tutti i presenti nell’arena.
«Bene, possiamo procedere con i sorteggi» dice l’imperatore mentre Kasai apre uno dei tre sacchettini che ha in mano.
 «Squadra A, in ordine di estrazione, Maestri Fuyu e Haru; squadra B, in ordine di estrazione, Maestro Natsu e Maestra Aki» annuncia Kasai.
«Pertanto la seconda sfida sarà Natsu contro Fuyu e la quarta sarà Haru contro Aki. Procedi, Kasai» dice l’imperatore.
«Squadra A, in ordine di estrazione, Mokuzai, Kuoki, Kinzoku; squadra B, in ordine di estrazione, Daichi, Mizu, Fajro.»
«La prima sfida sarà Mokuzai contro Daichi, la seconda Kuoki contro Mizu e la terza Kinzoku contro Fajro» annuncia l’imperatore con un largo sorriso, soprattutto quando ufficializza l’ultimo incontro, mentre lo sguardo di Fajro mostra palese delusione.
«La gara inizierà domani mattina, andate a riposarvi; Fajro, aspetta, vorrei parlarti» dice l’imperatore mentre con un movimento della mano segnala al ragazzo di raggiungerlo al centro dell’arena.
Rimasti da soli nell’arena, Fajro accenna la sua insoddisfazione: «Signore, siete sicuro che non ci sono stati dei brogli? Ho perso tutte le sfide in allenamento contro di lui!»
L’imperatore ride e si burla del ragazzo rispondendo: «Mi pare che tu abbia perso ogni sfida d’allenamento con tutti, non soltanto con lui.»
«Sono proprio un disastro» ammette Fajro scuotendo la testa.
«Siamo solo al terzo anno, devi essere paziente, la fretta è una brutta consigliera, anche durante un combattimento. Tieni ben presente che Atua ha impiegato ventuno anni prima di poter tornare a casa e i suoi obiettivi, seppur pericolosi, erano pochi in confronto a quelli ho richiesto a te» risponde l’imperatore mentre mette una mano sulla spalla di Fajro.
«Avete ragione, ma è ugualmente frustrante accorgersi di essere ancora indietro e di non avere nemmeno una speranza di vittoria.»
«Sei sicuro che il tuo obiettivo sia di vincere la tua sfida?»
«Che cosa intendete dire?» chiede Fajro perplesso.
«È vero che domani affronti da solo un avversario, ma questa gara è a squadre, non serve per alimentare il tuo ego, ma è lo sforzo comune di un gruppo per raggiungere l’obiettivo finale. Le sfide che hai affrontato durante gli allenamenti ti hanno portato solo sconfitte, eppure il tuo livello generale si è alzato ogni giorno. Comprendi il motivo?»
«Penso che derivi dall’osservazione» risponde Fajro poco convinto.
«In parte è così perché attraverso l’insegnamento e lo scontro diretto con Kasai hai affinato alcune tecniche del tuo Elemento Magico, ma soprattutto hai lottato contro avversari che sprigionano energie completamente diverse dalla tua. Il tuo corpo è come una spugna: attraverso le narici assorbi l’energia che si propaga nella stanza, per mezzo dei polmoni impregni il tuo sangue, e quando raggiunge il cuore, si distribuisce in ogni organo vitale. Il tuo obiettivo primario è affinare l’Elemento Fuoco, ma ciò che ti ho chiesto è di raggiungere le capacità di un generale. E qual è il loro Elemento?»
«In effetti, non so rispondere, li ho visti usare diversi tipi di magie» risponde Fajro incuriosito dalla domanda dell’imperatore.
«La loro caratteristica è quella di padroneggiare perfettamente tre Elementi, ma sono in grado di utilizzare gli altri tre in maniera efficace. Ti ho spiegato come tutta l’energia propagata da ogni persona si spande in una stanza, secondo te che cosa può succedere durante una gara nella quale partecipano tutti?»
«Maggiori possibilità di accrescere il mio Elemento Fuoco attraverso l’assimilazione diretta e indiretta delle altre energie!» esclama Fajro con emozione.
«Il tuo obiettivo finale è sconfiggere l’Inquisitore, un essere umano che come te non può raggiungere la pienezza magica del Creatore. State percorrendo strade diverse, uno nella Luce e l’altro nell’Oscurità, ma destinate a congiungersi per un confronto diretto dal quale uscirà vincitore solo chi sarà riuscito a raggiungere la massima maturazione energetica.
«Signore, grazie per i vostri insegnamenti, continuerò a mettere in pratica ogni nozione con assoluto impegno.»
«Adesso vai a riposare e non fare tardi con Kasai.»
Fajro arrossisce e chiede: «In che senso?»
«Sicuramente vorrà darti mille informazioni per poter affrontare il tuo avversario nel migliore dei modi. Che cosa avevi pensato?»
«Nnn… niente di ddd… diverso Signore» risponde Fajro mentre s’inchina e in seguito fuggire imbarazzatissimo.
L’imperatore guarda verso l’alto e il corvo Agisto si appoggia sulle sue spalle. «Piccoletto, quale novità mi porti dal mondo di sotto?»


Fajro raggiunge di corsa la casa dove alloggia insieme a tutti gli altri samurai, apre la porta e si trova davanti Mokuzai che chiede tenendo la testa bassa: «Posso offrirti una tazza di the?»
Mokuzai solleva il capo e il suo sguardo sembra supplicare una risposta affermativa, Fajro è indeciso, ma alla fine dice: «Avevo proprio voglia di bere qualcosa di caldo.»
Lei sorride felice, prende la mano di Fajro e lo strattona trascinandolo sulle scale, il ragazzo non fa neppure in tempo a dirle che la cucina è al piano inferiore, che si trova dentro la stanza da letto di Mokuzai.
Fajro nota che sul tavolino sono disposte due tazze e alcuni biscotti, per galanteria attende di sedersi a tavola, ma Mokuzai gli fa segno di accomodarsi mentre versa il the nelle due tazze.
«Ti consiglio di alternare un sorso di the alla degustazione di questi biscotti che sono deliziosi» dice la ragazza accomodandosi molto vicino al ragazzo.
«Che strano» bofonchia pensieroso Fajro.
«Hai detto qualcosa?» chiede Mokuzai mentre prende lo stesso biscotto di Fajro.
Entrambi arrossiscono, il silenzio è quasi pauroso, così Fajro dice: «Ce ne sono altri, prendilo tu.»
La ragazza ha un tentennamento, mette in bocca il dolce, ne mangia una metà e poi porge l’altra al ragazzo dicendo: «Assaggialo per favore.»
Fajro, senza alcun pensiero particolare, prende la metà del biscotto e la mangia, ma subito dopo si accorge che gli occhi di Mokuzai sembrano pronti a sgorgare lacrime, e chiede: «Ho sbagliato?»
«No, è che…»
«Dimmi, ti aiuto volentieri se c’è qualcosa che ti turba.»
«Sicuro?»
«Assolutamente!»
«Vorrei baciarti davvero e non in modo indiretto!» urla Mokuzai nascondendo il viso tra le mani.
Fajro, non è totalmente sorpreso dalla richiesta, nel corso degli anni si è accorto che c’è una strana attrazione tra loro, ma aveva pensato che l’età simile tra loro fosse la causa. È grato per le premure che Mokuzai ha nei suoi riguardi, però non prova attrazione fisica, la considera come una sorella, al pari di Flame a tan ma ora si trova in difficoltà nel dover rifiutare quella richiesta. «Anche se ti baciassi, non ci sarebbe nient’altro.»
«Adesso, magari poi, chi lo sa» dice Mokuzai diventando rossissima. «Hai detto che mi avresti aiutato ed io ho bisogno di questo bacio.»
Mokuzai toglie le mani dal viso, guarda Fajro, non lascia che la timidezza prenda il soppravvento e lo bacia. Fajro accetta questo bacio perché in realtà lei sta soltanto appoggiando le labbra sulle sue.
La ragazza si ritrae, apre gli occhi e il suo sorriso è qualcosa di così splendido che Fajro ne rimane quasi abbagliato.
«Il mio primo bacio!» dice Mokuzai felicissima.
Fajro si guarda bene dal ricordarle che il primo bacio le è stato dato da Kasai e chiede: «Hai la mia età, dovevo immaginare che fosse il primo. Quando Atua è stato a Wuxing, tu non eri ancora nata.»
Lei è imbarazzata, non replica alle parole di Fajro, ma dice: «Lo so che sei innamorato di una bella principessa ed io sono solo una ragazzina, però…»
Mokuzai s’interrompe e Fajro le mette una mano sul capo dicendo: «Stai tranquilla, capisco bene cosa fa fare l’amore ed io non ti disprezzo per avermi voluto baciare, però pensa anche ai miei sentimenti è immagina cosa proverebbe la mia amata sapendo che un'altra donna ha sfiorato le mie labbra.»
Mokuzai sembra capire e ridacchiando risponde: «Allora chissà cosa dirà la bella principessa di Kasai.»
«Ecco, meglio che non sappia niente di nessuna di voi quattro» dice Fajro senza pensare alla rivelazione che sta fornendo a Mokuzai.
«Uhm, quattro? Non dirmi che anche le altre due…»
«Meglio che vado a dormire, domani c’è la gara e tu sei pure una mia avversaria! Non mi avrai avvelenato con il the, vero?» risponde Fajro cercando di rimediare al danno cambiando discorso.
«Che stupidaggine. Tu devi vincere, negli altri quattro incontri trionferemo noi» risponde Mokuzai mostrando i muscoli.


Il ragazzo esce dalla stanza e raggiunge la sua camera, ma appena apre la porta Kasai gli salta addosso urlando: «Ecco il mio sostituto!»
Fajro e Kasai finiscono sul letto, lui cerca di divincolarsi dalla presa mentre lei inizia a baciarlo con foga.
«Smettila» dice il ragazzo nell’unico istante in cui ha la bocca libera dalle labbra della Maestra.
«Perché? Sei il mio allievo, mi piaci, ti adoro, quindi ti coccolo!» risponde Kasai prima di riprendere a sbaciucchiare Fajro.
Il ragazzo riesce a scappare sgusciando a terra ma Kasai non ha nessuna intenzione di lasciarlo scappare e usa la “mano di fuoco “ per chiudere e sigillare la porta.
«Vieni da me, uomo!» dice la donna togliendosi la tunica mostrando il suo corpo completamente nudo.
La reazione di Fajro è di mettere una mano sugli occhi, ma ciò da modo a Kasai di spingerlo di nuovo sul letto.
«Arrenditi al mio amore!» dice Kasai sorridendo.
«No e no!» risponde Fajro cercando di non ridere per la faccia divertente che sta facendo Kasai mentre lo tortura.
Lei, improvvisamente, si alza in piedi e gli punta il dito contro.
«Ti sei arresa?» chiede Fajro mentre cerca di sistemarsi i vestiti.
«Tutte e tre lo hanno fatto vero? Ho sentito il loro “sapore” sulle tue labbra!» dice Kasai adirata, anche se il modo di fare assomiglia a quello di una bambina gelosa.
«Non è…»
«Non mentirmi, sono quella che ti ha baciato più spesso!»
«E va bene, sì, tutte e tre.»
«Sei proprio… proprio…»
Fajro attende una sgridata invece Kasai aggiunge: «Proprio diventato uomo e adesso completo la tua istruzione!»
Kasai si lancia nuovamente sul letto, ma questa volta Fajro evita il contatto, si sposta e riesce addirittura a coprire il corpo della donna con un telo.
«Hai finito di fare la sciocchina?» chiede il ragazzo divertito.
«Per adesso, anche se non ti farebbe male scopare con me, anzi, gioverebbe al tuo stato fisico.»
Kasai si alza e si avvicina al tavolino, Fajro, notando cosa c’è disposto sul mobile, esclama: «Anche tu vuoi darmi del the e dei biscotti? Magari stai anche per consigliarmi di alternare un sorso alla degustazione di quei biscotti che sono deliziosi? Inizio a pensare che ci abbiate messo qualcosa di afrodisiaco in quella roba!»
Kasai si volta di scatto e ride dicendo: «Questa è la conferma che la Signora ha cercato di sedurti in tutti i modi che conosce! Aki è la nostra Maestra dopotutto.»
«Dimmi la verità, cosa c’è dentro nel the o nei biscotti!»
«L’unica cosa che so è che questi dolci sono preparati in un negozio nel mondo degli uomini chiamato la “Casa di Lù”.»
«Voi siete delle pazze! Il posto che hai nominato non è un negozio, è un bordello! Nell’impasto usano spezie eccitanti e un liquore famoso per le sue qualità afrodisiache. Adesso capisco perché siete tutte agitate!»
«E tu perché non subisci lo stesso effetto?» chiede Kasai.
«Ha fatto effetto anche a me, infatti continuo a pensare a Aarde nei modi più sconci che si possano immaginare! Siete delle pazze! Oltretutto domani avremo tutti un mal di testa bestiale durante la gara!»
«Allora io sono apposto, devo fare l’arbitro. E se sei già “caldo”, possiamo darci dentro tutta la notte senza problemi perché soffrirai comunque mal di testa» risponde Kasai con un sorrisetto provocante mentre raggiunge il letto e ci gattona sopra liberandosi del telo che la copriva.
«Maestra Kasai!» urla Fajro «Ti richiamo all’ordine!»
«Uffa che noioso» risponde la donna mentre s’infila sotto le coperte.
«Che intenzioni hai?» chiede Fajro.
«Questa notte dormo con te, ma giuro sul mio onore che non ti toccherò.»
«Sono certo di non riuscire a farti smuovere da questa insana idea, e allora va bene, dormi con me, ma se solo allunghi una mano, ti caccio fuori, d’accordo?»
«Sì mio sostituto. Ma se sei tu ad allungare le mani io ti caccio dentro e non esci finché abbiamo finito» risponde Kasai passandosi la lingua sulle labbra.
Fajro scuote la testa, lei sta giocando, però entrambi sanno che c’è attrazione profonda tra di loro e potrebbe succedere di tutto. La guarda di nuovo ma lei non capisce il motivo e Fajro è costretto a dire: «Dovrei cambiarmi.»
«E allora?»
«Dovresti chiudere gli occhi o girarti dall’altra parte.»
«Ho promesso che non ti tocco, ma non abbiamo deciso che non posso guardarti nudo, e poi non sarebbe neanche la prima volta.»
«Sei una vera molestatrice, altro che donna spigliata» dice Fajro ridendo.
Il ragazzo si spoglia, indossa un camice da notte e s’infila sotto le coperte con Kasai. Il letto non è grandissimo, i due sono abbastanza vicini ma non si muovono mantenendo lo sguardo diretto verso il soffitto. Fajro chiede: «Secondo te quante possibilità ho di sconfiggere Kinzoku domani mattina?»
«Nessuna» sentenzia Kasai.
«Non mi sei di aiuto dicendo così.»
«Come tua Maestra devo essere onesta. Lui è molto più forte di te, però sono anche sicura che arriverai almeno al dodicesimo minuto, poi sarà la tua forza di volontà a decretare il finale. Atua ti darà consigli durante il riposo, io posso dartene uno adesso: usa magie elementari che conosci, ma tieniti per ultime le due che hai imparato meglio a usare, sia difensiva sia offensiva. Non ho idea di come si comporterà Kinzoku, ma so che non si risparmierà perché questa gara è stata indetta per te, per farti usare ogni briciolo di energia in modo da determinare a che punto sei con l’addestramento.»
«Continuo a pensare che vi sto deludendo» dice Fajro girandosi sul fianco in direzione di Kasai.
«Come ti ho detto, non ti mentirò mai, neppure ora. L’attrazione tra noi due è fortissima, io non riesco a nasconderla e so che tu la senti e che la tieni a freno per non deludere la principessa che ami. Ebbene, se fossi delusa, proprio per questo legame profondo che abbiamo, te lo direi apertamente anche a costo di farti del male» risponde Kasai girandosi su un fianco in direzione di Fajro.
«Nella mia vita ho avuto la fortuna di trovare molte persone oneste ma che a volte nascondono le verità per proteggermi. Ti ringrazio per essere totalmente onesta in ogni occasione, bella o brutta che sia» risponde Fajro fissando negli occhi Kasai.
La donna si sporge leggermente in avanti dicendo: «Questa è l’eccezione che conferma il patto.»
«Che signif…»
Fajro non completa la frase perché Kasai lo bacia con estrema dolcezza.
«Riposa bene mio Allievo.»
«Anche voi, mia Maestra.»

§   §   §


Terzo Anno (Mondo degli Uomini)
Il piccolo Ten conosce la verità sugli Immortali, ma come osservatore nei panni del corvo Agisto può soltanto assistere alle numerose bugie pronunciate dal Presidente dello Stato Libero di Oazo, vero capo dei furfanti. Kokiaka si è apertamente dissociato dai briganti chiamati Immortali che hanno attaccato diverse città in tutto il mondo e ha offerto il proprio aiuto per contrastare sia loro sia i contrabbandieri che minano l’economia mondiale con i loro traffici. In realtà Kokiaka esegue tutti gli ordini dell’Inquisitore e arrotonda colpendo i vari eserciti preposti alla difesa delle mura cittadine.
I Reali presenti al Concilio dei Cinque, ancora monco per l’assenza di un rappresentante legale di Tan, non sono riusciti a trovare un accordo comune per gestire la crisi, pertanto l’Imperatore Atua, CCXVII del suo nome, si è recato a Tan per trovare una soluzione che incontri i favori di Bruligida, non ancora abilitata a regnare nonostante la morte del figlio Torcon. Bruligida, prima di accettare la proposta dell’imperatore chiede la possibilità di ricreare un esercito, anche di medie dimensioni, in modo da proteggere l’ormai piccolo Regno di Tan.
Nella riunione straordinaria del Concilio la votazione sulla richiesta di Bruligida si è bloccata in pareggio, ma l’Imperatore sceglie di pronunciarsi a favore nonostante la valutazione contraria del Regno di Metel, luogo in cui è nata.
Firmati gli accordi, Bruligida annuncia la sua abdicazione in favore di Flame. Rivela di aver adottato la sua fidata ancella da tre anni e, come legittima erede, la nomina Regina di Tan.
A un altro concilio dei Cinque, Flame, Regina di Tan, annuncia che la Saggia di corte, ruolo rimasto vacante dalla Grande Guerra, è stato assegnato a Bruligida. Le proteste dei regnati di Metel e Dwr sono zittite dalla stessa Flame che ha presentato, come da prassi, i due documenti necessari per accogliere la sua delibera: il foglio con le deleghe dei saggi nati a Tan, ma soprattutto la documentazione nella quale un saggio di corte, Vlek di Tera, descrive minuziosamente i test eseguiti, esprime la sua valutazione positiva e appone la sua firma accettando tra i Saggi la persona testata.

§   §   §


È mattina presto, mancano poche ore all’inizio della gara, Fajro apre gli occhi e si ritrova con Kasai completamente avvinghiata al suo corpo. Il ragazzo non vorrebbe fare rumore ma anche lei deve svegliarsi, delicatamente sposta le braccia di Kasai, si alza in piedi e inizia a vestirsi.
«Meno male che mi sono svegliata, mi sarei persa lo spettacolo» dice Kasai ridendo.
«Sei tremenda» risponde Fajro.
Lei esce dalle lenzuola, è nuda ma non le importa, raggiunge lentamente il tavolino, versa il the nelle tazze e Fajro grida: «Fermati, hai già dimenticato?»
«Ops» è la risposta, ma il sorrisino di Kasai indica chiaramente che lo stava facendo apposta.
I due escono dalla stanza e s’imbattono in Mizu. «Vi siete divertiti?»
Kasai ride mentre Fajro dice: «Ma cosa stai pensando? Non abbiamo fatto niente, non ho rapporti sessuali con le donne.»
Mizu si avvicina a Fajro dicendo: «Se ti piacciono gli uomini, dopo la gara passo a trovarti» e subito dopo bacia il ragazzo.
Fajro è turbato, è la prima volta che un altro ragazzo lo bacia, non riesce a dire nulla e per lui risponde Kasai: «Mi spiace amico mio, è attratto solo dalle donne, soprattutto dalla sua bella principessa che lo attende nel mondo degli uomini.»
«Chiedo scusa, ho frainteso tutto, spero che tu possa perdonare il mio gesto» chiede Mizu veramente costernato.
«Sono io a dovermi scusare, prima ti ho risposto in modo equivoco» dice Fajro sorridendo, e mostrando di non avere astio per il gesto del samurai dice: «Andiamo a vincere insieme questa gara!»


L’arena è sgombra di ogni attrezzo d’allenamento, c’è soltanto, in un angolo, il trespolo con il corvo Agisto appollaiato e che gracchia ogni volta che entra qualcuno nell’anfiteatro. L’ultimo ad apparire è l’imperatore. «Amici miei, non ho troppe parole da aggiungere a ciò che sapete, solo a Fajro un piccolo consiglio: utilizza la respirazione assoluta fin da ora.»
«Grazie Signore per il consiglio» risponde Fajro inchinandosi.
L’imperatore si siede su una sedia posta vicina al trespolo del corvo Agisto mentre Kasai, raggiunto il centro dell’arena, chiama i primi due contendenti.

Mokuzai vs. Daichi
Nel primo round, Mokuzai utilizza un’alabarda e sfrutta l’allungo per tentare di colpire l’antagonista ma Daichi, con la katana, riesce a pare i colpi e quando può avvicinarsi all’avversaria, tenta di colpire con la punta della sua arma.
Il confronto passa al secondo round ed entrambi si dimostrano dei pugili eccezionali incassando ogni colpo e contrattaccando con maggiore foga più lo scontro si accende.
Il terzo round lascia Fajro con gli occhi spalancati perché non ha mai visto, da parte di nessuno dei due, le tecniche magiche che utilizzano. Mokuzai crea dal nulla uno scudo che non solo la difende, ma assorbe completamente le magie di Daichi. Lo stesso Daichi però ha una mossa difensiva superlativa: quando la sua avversaria attacca lanciandogli dei pioli appuntiti di legno, lui crea delle sabbie mobili che inghiottono i pungoli e li risputano indietro, ma più pesanti grazie alla copertura di fango rappreso.
Il tempo sta per scadere, Mokuzai corre verso l’avversario, ma mentre si muove, materializza un tronco di legno immobilizzandoci dentro Daichi. Kasai chiama la fine dell’incontro e la squadra A guadagna un punto.

Daichi, sconsolato, si dirige verso i suoi compagni ma Mizu è pronto a rincuorarlo: «Hai disputato un ottimo incontro.»
«Lei ha sempre idee nuove che vanno oltre la nostra immaginazione. È la prima volta che attacca in modo diretto, mi ha sorpreso e abbattuto senza che riuscissi a capire cosa stava accadendo.»
«Siete stati formidabili, ti sgriderei per esserti trattenuto negli allenamenti con me, ma mi hai emozionato con il tuo combattimento» dice Fajro inchinandosi.
«Supera bene questa prova e da domani inizio a conciarti per bene» risponde Daichi ritornando a sorridere.  

Fuyu vs. Natsu
Nel primo round, i generali, entrambi con la katana sguainata, sono immobili e Fajro chiede a Mizu: «Fanno passare il tempo?»
«Osserva bene come le impugnano.»
Fajro fissa le mani di Natsu e si accorge che le dita del generale muovono su e giù la katana in modo quasi impercettibili e Daichi spiega: «Stanno concentrando tutta la forza nelle dita ed è probabile che questo primo assalto serva solo a caricare di energia le mani per il secondo round, ma se uno dei due perde la concentrazione, la gara finisce in un attimo.»
L’ipotesi di Daichi è giusta e nel secondo round i due generali si attaccano con tale velocità che Fajro non riesce a vedere distintamente i movimenti dei loro corpi.
Per il terzo round appare una barriera a forma di cupola e Fajro nota quanto sia simile a quella utilizzata da Saga per salvarlo. I due generali attendono in ginocchio, Kasai chiama l’inizio dell’incontro e nella cupola si scatena di tutto. Fuyo attacca lanciando dei turbini di vento, Natsu li rinchiude in un tornado di fuoco e lo scaglia contro l’avversario. Fuyo plasma il tornado con la terra e lo spedisce all’antagonista sotto forma di tempesta di sabbia rovente e Natsu spegne tutto con un’onda di acqua ghiacciata. A Fajro sembra che lo scontro sia durato solo un minuto, invece la voce di Kasai annunci il pareggio.

Natsu raggiunge i samurai che s’inchinano tutti, ma la sua attenzione è tutta per Fajro al quale chiede: «Avrai faticato a vedere i nostri movimenti, ma spero che tu abbia continuato a guardare.»
«Sì Maestro, siete stati mirabili.»
«Bene, è importante che alleni la vista a queste alte velocità dì esecuzione e fra poco tempo sarai in grado di distinguere ogni movimento. Continua così giovanotto!»

Kouki vs. Mizu
A Fajro sembra impari la sfida nel primo round nel quale Kouki usa semplici pugnali mentre Mizu utilizza uno scudo dotato di una falce legata con una catena direttamente al suo riparo. In realtà Kouki sfrutta la sua velocità di esecuzione e Mizu è costretto a difendersi senza riuscire a muovere la falce contro l’avversario, ma quando scansa gli attacchi del rivale utilizzando la sua innata agilità, colpisce direttamente con lo scudo sfruttando la lunghezza della catena.
Nel secondo round lo scontro a corpo a corpo è molto più lento dei match precedenti perché i colpi dei due sembrano solo di studio: prima con dei calci e poi con affondi del pugno avanzato, ma nessuno dei due riesce a colpire l’altro per le doti atletiche di entrambi.
Sembra che si siano riposati perché iniziano il terzo round appena ricevono il via da Kasai. Kuoki esegue dei turbini di vento simili a quelli del generale Fuyo ma di intensità minore e Fajro dice a Daichi: «Ha già utilizzato questa tecnica con me, ma era molto più devastante.»
«Vero, ma guarda Mizu e capirai perché Kuoki trattiene l’energia.»
Mizu, ha creato un due grosse colonne d’acqua che risucchiano il vento utilizzato dell’avversario, lo manipolano e poi lo rispediscono indietro ma con all’interno dei pugnali di ghiaccio. Kuoki, avendo dato poca forza, riesce a manipolare le punte di ghiaccio, le estrapola dal turbine e le scaglia in tutte le direzioni cercando di colpire il rivale.
Manca poco alla fine ma Mizu esegue la sua magia migliore; con il movimento circolare di un braccio disegna un cerchio in aria che si tramuta in una specie di gorgo e con la potenza della rotazione dell’acqua attira l’avversario verso il centro. Kuoki reagisce, muove le braccia creando degli spostamenti d’aria perché conosce la tecnica di Mizu e sa che non può mantenerla attiva per molto tempo. Mizu, però, ha aggiunto una miglioria alla sua magia, infatti, dal gorgo escono dei tentacoli di acqua ghiacciata, si attorcigliano alle gambe di Kuoki e lo strattonano all’interno del cerchio. Kasai blocca tutto dichiarando la vittoria di Mizu.

Fajro e Daichi vanno incontro a Mizu congratulandosi con lui, mentre il generale Natsu dice sottovoce alla collega Aki: «Siamo in pareggio, tu che intenzioni hai?»
«Presumo che siano identiche alle tue» risponde Aki con un sorriso sagace.

Haru vs. Aki
Nel primo round i due generali replicano ciò che avevano fatto i loro due colleghi nella seconda sfida della gara. Nessun attacco, soltanto grande concentrazione da trasferire interamente nella seconda parte della sfida. Almeno è quello che pensa Fajro perché nel secondo round Haru e Aki non combattono ma parlottano tra loro.
«Che stanno facendo?» chiede Fajro al generale Natsu.
«Non so risponderti, pensavo che non si sarebbero risparmiati.»
«Possono farlo?»
«Per l’intera gara no di sicuro, nel terzo round si scateneranno. Siccome ieri sei stato l’ultimo a vedere Aki, magari mi sai dire tu perché è stanca?»
Fajro arrossisce e Natsu esclama: «In pratica, ogni donna di Wuxing ha cercato di conquistarti!»
Il ragazzo si salva dall’ennesima situazione imbarazzante grazie all’inizio del terzo round.
Haru scaglia immediatamente delle palle di fuoco contro Aki che risponde creando davanti a sé una cascata che spegne le fiamme e poi contrattacca creando un vento tanto forte da spingere indietro il suo avversario. Haru usa una sua abilità e sprofonda nel pavimento fino alle ginocchia, agita le mani rasenti al terreno e con quel gesto lancia contro l’avversaria delle mattonelle incandescenti. Aki non si fa sorprendere, tramuta la cascata in un fiume e allaga la zona dove si trova il suo rivale sommergendolo completamente. Kasai sta per dichiarare la vittoria ma da terra escono delle lance infuocate, Aki indietreggia per evitarle ma dal pavimento escono delle mani terrose che le bloccano le caviglie. Haru salta fuori dal terreno e si scaglia contro Aki, ma la donna reagisce prontamente creando uno scudo d’acqua. E proprio in quel momento Kasai dichiara il risultato di parità.

Aki raggiunge la sua squadra e dice a Fajro: «Vincere, pareggiare o perdere dipende da te. Fammi vedere chi sei!»
Il ragazzo era già molto sotto pressione e ora si ritrova anche nella posizione di decretare il risultato finale dell’intera gara. Mormora tra sè: «Lo sapevo che avevano imbrogliato nel sorteggio.»
«Se temi degli imbrogli, non puoi affrontare l’Inquisitore; lui userà qualsiasi trucco per vincere» dice Atua, rimasto in disparte fino a quel momento.
Fajro tocca l’amuleto che gli è stato consegnato da Aki e sul suo corpo appare un’armatura di cuoio simile a quella dei soldati semplici di Tan, cammina verso il centro dell’arena e incrocia lo sguardo determinato di Kinzoku e Kasai annuncia l’inizio della sfida.

Kinzoku vs. Fajro
Entrambi estraggono la katana e si pongono sulla difensiva. Fajro ha imparato a usare questa strana spada, ma non ha ancora l’esperienza per portare degli attacchi diretti perciò attende le mosse di Kinzoku. La fase di stallo si protrae per quasi due minuti poi Kinkozu parte deciso all’attacco e Fajro è costretto a indietreggiare per parare i colpi che provengono da ogni direzione e ogni tanto prova a sfondare la posizione difensiva dell’avversario. Kinzoku è lesto a fare dei balzi all’indietro mandando a vuoto il tentativo del rivale, poi contrattacca velocemente, ma Fajro mantiene la sua difesa in modo egregio grazie alla calma che gli trasmette la respirazione assoluta. La tecnica è così ben fatta che Fajro, al termine del primo round, non ha il solito fiatone che l’ha bloccato durante i tre anni di allenamento.

Atua raggiunge Fajro. «Hai fatto buone scelte e hai tenuto a freno l’irruenza del tuo avversario senza buttarti allo sbaraglio. Ti sarà utile quando avrai la necessità di recuperare le forze, magari per poi eseguire un attacco magico.»
«Mi aspettavo maggiore vigore da Kinzoku, probabilmente si sta caricando per il secondo round perché io reggo meglio il corpo a corpo nel breve periodo.»
Kasai chiama i due sfidanti e inizia il secondo round.

I due contendenti si piazzano uno davanti all’altro nella posizione da pugilatore, ma Fajro sorprende momentaneamente l’avversario attaccandolo con dei calci bassi alle cosce. Kinzoku, compresa la scelta dell’antagonista di debilitargli gli arti, carica direttamente con dei pugni partendo da lontano mentre evita i calcetti bassi, ma è ancora Fajro ad avere la meglio, schiva il contrattacco, riesce ad entrare nella difesa dell’avversario e con il suo corpo lo sbilancia. Fajro potrebbe chiuderlo in una presa a terra ma Kinzoku accentua la caduta non permettendo al nemico di bloccarlo e contrattacca con calcio al mento che va a segno. Fajro cade a terra stordito, Kasai osserva la situazione e Fajro si alza su un ginocchio dicendo: «Non ancora!»
Kinzoku, che si era fermato per l’intervento dell’arbitro, riparte con un calcio laterale per colpire il collo di Fajro, ma lui gli blocca il piede e applica una torsione alla caviglia. Kinzoku deve voltarsi per liberarsi, appoggia le mani a terra, esegue una torsione del corpo ma Fajro non molla la presa, gli blocca anche il ginocchio con le gambe e stringe più forte. Ha la vittoria a portata di mano ma Kasai chiama la fine del round.

Kinzoku zoppica leggermente mentre Fajro mostra la sua delusione ad Atua dicendo: «Era la mia unica occasione, se non mi avesse colpito al mento in precedenza, avrei potuto utilizzare più secondi per chiuderlo in quella morsa.»
«Ragazzo, non darti per vinto!» dice Atua aggressivamente. «Gli hai dimostrato di non temere il confronto, se adesso perdi la tua grinta sarai finito in un attimo!»
«Come posso competere a livello magico con lui? Fatico a tenere il passo con Kasai.»
«Qui non devi tenere il passo, oggi è il momento di allungarlo. Usa ciò che conosci e amplifica il loro potere magico. Qualsiasi cosa accada è questo che stiamo cercando tutti di spingerti a fare. Guarda i tuoi compagni e dimmi cosa vedi nei loro occhi.»
Fajro si volta verso la sua squadra e dice: «Fiducia.»
«Tu hai la loro stessa espressione quando li ascolti e metti in pratica i loro insegnamenti, così come hai mostrato piena fiducia in loro durante le altre sfide. È giunto il momento di riporre questa fiducia anche in te stesso, affronta l’avversario, reagisci se ti mette in difficoltà come hai fatto nel secondo round e se alla fine perderai perché ti è superiore, nessuno ti dirà niente, ma se ti sconfiggi da solo, sarà stato tutto inutile il lavoro fatto fino a questo momento!»
Fajro non ha tempo di rispondere perché Kasai chiama gli sfidanti per il terzo round.

Kinzoku inizia immediatamente, serra tra loro le mani facendo apparire una frusta metallica, colpisce Fajro immobilizzandogli le braccia al corpo e lo strattona verso di sé; Fajro non oppone resistenza, sembra in balia dell’avversario, invece, sta facendo scorre delle fiamme dal tacco verso la spina dorsale in modo che il rivale non possa vederle e grazie al calore che ha prodotto può frantumare la catena allarga di scatto le braccia. Fajro, chiude le mani a pugno e indirizza delle palle di fuoco verso Kinzoku e per la prima volta riesce a centrare il bersaglio, anche se non causa l’effetto voluto perché Kinzoku reagisce creando una nuova catena che roteando smorza le fiamme. Fajro, immaginando che quella tecnica non fosse definitiva, ha creato anche una barriera di fuoco davanti a sè per difendersi dal contrattacco, però non ha valutato che Kinzoku potesse indirizzare contro di lui una seconda catena costituita da un metallo più resistente, e questo nuovo assalto del rivale lo colpisce su tutto il corpo così violentemente da farlo cadere a terra.
Kasai osserva la situazione e di nuovo Fajro si alza in piedi, ma questa volta il ragazzo sorprende tutti i presenti perché il suo corpo è completamente avvolto dalle fiamme mentre lui sembra incosciente.
Kinzoku non ha tempo di pensare alla difesa, Fajro gli è addosso, lo stringe con forza e lo solleva da terra scagliandolo sul pavimento con una torsione all’indietro del busto.
Entrambi sbattono la testa, Kasai si avvicina ed è intenzionata a chiudere l’incontro ma Kinzoku, seppur lentamente, si rialza, così come fa anche Fajro un istante dopo. I due avversari indietreggiano di qualche passo, manca solo un minuto alla fine, Kinzoku appoggia le mani sui pettorali e lentamente appare davanti a lui una larga spada rettangolare di acciaio nero.
L’imperatore si alza in piedi preoccupato, mentre i generali si preparano a bloccare questa potente magia, ma tutti si bloccano perché Fajro sta eseguendo gli stessi movimenti del rivale e davanti a lui appare una scure a doppia lama infuocata.
L’imperatore indica a Kasai di spostarsi e crea la barriera difensiva anticipando di un solo secondo la mossa dei due contendenti: entrambi lanciano le loro armi contro l’altro e il contatto delle lame magiche crea un’incredibile esplosione.
L’interno della barriera si è riempito con un fumo grigiastro, l’imperatore toglie la protezione, Fuyu e Aki disperdono la coltre nebbiosa mentre Natsu e Haru accorrono per sincerarsi delle condizioni dei due ragazzi: Kinzoku è steso schiena a terra mentre Fajro sta sopra di lui.
Natsu è entusiasta: «Ha assorbito l’esplosione con il suo corpo!»
Kinzoku apre gli occhi e abbraccia l’amico dicendo: «Ci siamo quasi.»
Fajro risponde con un filo di voce: «Per favore, non baciarmi anche tu.»
Kasai è felice mentre grida: «Sfida finita, è pareggio!»










CAST
Importanti
Agisto – Corvo messaggero appartenuto a Sipestro di Tan e che ospita l’anima errante del soldato Matco, assassinato al lago Sider a Dwr
Ten [m] – Bimbo che vede gli avvenimenti attraverso gli occhi del corvo
Atua Primo [m] – Leggendario Imperatore dei Cinque Regni Umani
Fajro [m] – Principe di Tan e protagonista della storia
Amara [f] – moglie di Atua Primo, deceduta da secoli (solo nominata)

Regno Wuxing
- ? [m] – Imperatore (il suo nome non è stato ancora detto)
- Aki [f], Fuyu [m], Haru [m], Natsu [m] – i quattro generali di Wuxing
- Eteru [f] (Neutro) – la samurai definita più vicina al Creatore
- Daichi [m] (Terra), Kasai [f] (Fuoco), Mizu [m] (Acqua) – i tre samurai con Elementi Primari
- Kinzoku [m] (Metallo), Kuoki [m] (Aria), Mokuzai [f] (Legno) – i tre samurai con Elementi Secondari

Regno Sea (regno negli abissi marini)
- Kwakhala [f] – Regina (solo nominata)
- Esseri mostruosi: Kraken, Leviatano

Regno Koraha (regno nel deserto omonimo)
- Yuly [f] - ? (solo nominata)
- Esseri Mostruosi: Golem, Skorpio

Regno Sliabh (regno sulle montagne condivise tra Metel e Tera)
- Esseri mostruosi: Gigante

Regno Hout (regno chiamato anche Foresta Proibita)
- Esseri mostruosi: Ombra della foresta?

Regno Heru (regno sotterraneo posizionato alle radici dell’albero Hyperion)
- Innominabile – Imperatore (soltanto identificato come imperatore)
- ? – Cinque servitori di Heru

Altri personaggi nominati o apparsi nel capitolo
- Kokiaka – Presidente dello Stato Libero di Oazi, ma anche capo degli Immortali, un gruppo di malfattori che si cela dietro ai nomi di Briganti, Contrabbandieri e Mercenari
- Atua CCXVII (vero nome Ohlaka) – Saggia della corte di Metel prima di diventare Imperatore dei Cinque Regni
- Bruligida – Regina del Regno di Tan abdica a favore della figlia adottata per poi riceve l’incarico di saggia di corte
- Flame – Nuova Regina del Regno di Tan dopo l’abdicazione della madre adottiva
- Vlek – Saggio di corte a Tera, ha assunto la carica dopo che Wijs è stato nominato Imperatore dei Cinque Regni con il nome di Atua CCXVI alla fine della Grande Guerra




Schema della magia
- Ogni Essere Vivente è costituito di Energia
- Con al morte fisica l’Energia si tramuta in un Globo di Luce o in uno Oscuro
- Il Globo di Luce raggiunge il Regno Wuxing (il bene) mentre il Globo Oscuro raggiunge il Regno Heru (il male)
- L’Energia di ogni Essere Vivente è la base per la creazione degli Elementi Magici

Schema degli elementi magici
- Esistono due Elementi Dominanti: Luce, Oscurità
- Esistono tre Elementi Primari: Acqua, Fuoco, Terra
- Esistono tre Elementi Secondari: Aria, Legno, Metallo
- Esiste un Elemento Neutro: Etere
- se uno o più Elementi Secondari acquistano potere crea/creano squilibrio
- con lo squilibrio uno o più Elementi Primari soccombe/soccombono e l’Elemento Neutro diventa Caos
- L’Elemento Caos dona maggiore potere all’Elemento Dominante Oscurità che prende il soppravvento sulla Luce.

Schema della Forma Energetica Assoluta
- La Forma Energetica Assoluta è il massimo raggiungibile nella Forma Energetica
- La Forma Energetica si divide in tre livelli:
a) Livello Kou (alto) : lo ottengono solo l’Imperatore di Wuxing e l’Imperatore di Heru
b) Livello Heikin (intermedio): lo ottengono solo i generali di Wuxing e i servitori di Heru
c) Livello Tei (basso) – lo ottengono i samurai di Wuxing e tutti gli altri esseri viventi che hanno coscienza delle differenze.
- La Forma Energetica evoca magicamente un Animale chiamato Famiglio

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** A un passo dalla morte... ***


– Sei mesi prima –



La sfida a squadre si è conclusa con un pareggio, Atua aiuta Fajro ad alzarsi e chiede: «Come ti senti?»
«Fisicamente bene, anche se sono molto stanco.»
«Ti ricordi cosa è successo?» chiede Atua particolarmente preoccupato.
Fajro scuote la testa «Soltanto di aver visto un’enorme fiamma distruttiva dirigersi verso Kinzoku e ho provato la sensazione che quel fuoco fosse impregnato d’ira e pronto a divorarlo, così mi sono buttato su di lui per proteggerlo.»
«Non costringerti a ricordare, adesso riposati e vedrai che nei prossimi giorni ti ritornerà la memoria del finale della tua sfida.»

Atua e Kasai portano Fajro nella sua camera e il ragazzo si butta letteralmente su letto bofonchiando: «Ho veramente tanto sonno.»
Il ragazzo chiude gli occhi addormentandosi all’istante, Kasai gli mette una coperta addosso mentre dice ad Atua: «Ho conosciuto soltanto due persone che con il Livello Tei hanno evocato la propria arma spirituale; Kinzoku e adesso Fajro.»
«È la stessa preoccupazione dell’imperatore perché non ha soltanto utilizzato questa tecnica ma ha assorbito nel corpo la potenza distruttiva generata dalle due armi venute in contatto tra loro. Capisco l’entusiasmo di Natsu ma se Fajro, senza accorgersi, ha usufruito di una delle tecniche del Livello Heikin, c’è qualcosa di profondamente sbagliato» risponde Atua sempre più preoccupato. «Eteru è l’unica persona che può dirci cosa è accaduto.»



– Ieri –



«Come sta?»
«Stabile, le sue funzioni vitali sono completamente attive, però non c’è modo di farlo risvegliare.»
«È la seconda volta che entra in questo tipo di coma e già prima avevo avuto l’impressione che ci fosse altro nella sua testa, qualcosa che nessuno di voi può vedere perché coperta da una barriera psichica molto forte.»
«Così potente che neppure l’imperatore riesce ad aprire? Se Eteru fosse sveglia!»
«È un’ipotesi plausibile, ma fino a quando l’imperatore sarà occupato per liberare Eteru dal suo stato catatonico e i generali saranno bloccati nel mondo degli uomini per osservare lo strano movimento delle creature maligne, noi possiamo soltanto prenderci cura del corpo di Fajro.»


Sento le loro voci, le loro preoccupazioni, ma non riesco né a parlare né ad aprire gli occhi. Vedo una stanza completamente fatta di specchi: alcuni si sgretolano facendo entrare una luce nera come il carbone, da altri in frantumi filtra una luce bianca e confortevole. Non capisco dove mi trovo, continuo a sentirmi osservato da qualcuno nascosto dietro gli specchi e all’improvviso…





4° capitolo – A un passo dalla morte...






Quarto Anno (Mondo degli Uomini)



Concilio dei Cinque
Nei mesi precedenti il Re di Metel aveva firmato un accordo con lo Stato Libero di Oazo nel quale si autorizzava il sistema della schiavitù per debito o per condanna, legittimandolo attraverso i tribunali di stato nei loro paesi. Ma era solo l’inizio.
Il Re di Metel, durante il Concilio dei Cinque, ha chiesto di tramutare l’accordo tra regni indipendenti in Legge Imperiale e la discussione si è fatalmente accesa fin dal primo istante perché diventando legge, tutti devono sottostare alle direttive previste dalla riforma permettendo a chiunque di richiedere come risarcimento per un danno la schiavitù del condannato. Nel corso del dibattito non si è raggiunto l’accordo unitario pertanto i regnanti hanno deciso di votare. Il partito dei favorevoli è formato da Metel, Dwr e Apen mentre quello dei contrari è composto da Tera e Tan. L’imperatore ha il potere di rimandare la discussione al prossimo Concilio esprimendosi con una votazione contraria ma clamorosamente Atua CCXVII sostiene il partito dei favorevoli e annuncia al mondo la nascita di questa nuova Legge Imperiale.


Regno di Tan
Il regno, guidato dalla Regina Flame, ha iniziato a riprendersi dopo le tante disavventure patite. L’istituzione della Guardia Reale ha garantito protezione ai pochi mercanti del regno che si avventurano nel mondo e la creazione di un nuovo porto funzionale per accogliere i commercianti stranieri provenienti dal mare. Dopo la rivolta di Torcon a Dwr, Port Altaj era passato in mano al Regno di Metel mentre Port Shoal era stato conquistato dallo Stato Libero di Oazo; la creazione di Port Lumo vicino alle macerie del Ponte Nord/Ovest, distrutto durante la Grande Guerra, permetteva ai mercanti stranieri di diminuire i lunghi tempi di viaggio attraverso le vie terrestri e di evitare dei piccoli porticcioli finendo spesso prede degli Immortali.
Flame, sempre appoggiata da tutto il popolo, è riuscita a rendere meno disagiata la situazione di Tan, grazie anche ai preziosi consigli della madre adottiva. Bruligida, con il ruolo di Saggio di corte, ha creato una scuola per saggi nati a Tan riuscendo a riportare la pace anche all’interno di questa casta che si era allontanata dalla casa reale subito dopo la Grande Guerra.
Il rinnovato potere economico è gestito in modo che sia la popolazione più povera ad avere benefici. Il decreto ha permesso ai profughi, provenienti dalle terre cedute a Metel e a Oazo, di poter rientrare a Tan, stabilirsi in luoghi e abitazioni decenti, ma soprattutto dei posti di lavoro all’interno del nuovo consorzio dei costruttori.
Le nuove attività lavorative accompagnate dal porto di Lumo, nome che era del padre di Explodon, hanno incoraggiato la costruzione di nuove navi commerciali. I rappresentanti degli altri regni si sono espressi con favore a questa rinascita di Tan, ma in realtà temono che la nuova flotta possa nascondere la rinascita della marina militare.


Regno di Dwr
La pace relativa con gli altri regni ha permesso alla regina Cristalya di espandere la propria influenza commerciale in tutto il mondo, soprattutto con il Regno di Apen, attraverso successivi contratti commerciali vantaggiosi per entrambi. Cristalya, con nuove risorse economiche, ha sorprendentemente consolidato i rapporti commerciali con lo Stato Libero di Oazo acquistando armi di nuova generazione, preziosi per le sue collane e nuove navi, sia militari sia mercantili. Oceanya, contraria a dare dei soldi a chi, fino a due anni prima, era una spina nel fianco per i commercianti di Dwr, ha manifestato disagio prendendo ugualmente  le parti della sorella, ma la difesa dalle critiche provenienti soprattutto dagli esponenti di spicco di esercito e marina.
A Dwr, da qualche tempo, è in atto una riforma sociale dalla quale i ricchi possidenti stanno acquisendo maggiore potere e non ha sorpreso nessuno l’appoggio totale di questo regno alla proposta per autorizzare la schiavitù.


Stato Libero di Oazo
Lo Stato Libero di Oazo è l’unico luogo dove la ricchezza aumenta ogni giorno fin dalla firma dei trattati di pace con Tan. Il nuovo stato, rilevando la totalità delle miniere, ha acquisito il monopolio sulle pietre preziose estratte dal vulcano inattivo e il presidente, avendo fatto installare la base operativa per il traffico marittimo della merce preziosa a Port Shoal, ex porto di Tan, ha diminuito sensibilmente le possibilità per i nuovi briganti di aggredire i commercianti dei regni vicini. In seguito, Kokiaka, Presidente dello Stato Libero di Oazo e Titan, Re di Metel, hanno creato una nuova cooperativa mineraria completamente governativa e il monopolio delle pietre preziose si è esteso anche ai metalli più rari. Oazo e Metel, con l’accordo statale, oltre al monopolio sulle materie prime, adesso gestiscono anche la lavorazione attraverso assunzioni di comodo e sotto pagate, il commercio diretto senza intermediari e il listino dei prezzi senza dover tenere conto della situazione globale. Questa nuova cooperativa si aggiunge al consorzio navale mercantile che da due anni gestiva il trasferimento delle merci da Port Shoal e Port Altaj, i due porti acquisiti dai trattati di pace con Tan e la nuova Legge Imperiale sulla schiavitù garantisce mano d’opera senza spese.
I Briganti di Oazo, in realtà gli Immortali, avevano compiuto i primi passi verso l’apparente legalità appropriandosi della terra lasciata libera dal “ritiro” del deserto ma oggi…
Port Shoal
«Cosa dicono dall’altra parte? Ci sono messaggi?» chiede uno dei briganti a un suo compagno.
«Niente, ma immagino che sia la stessa cosa anche per loro!» risponde impaurito il secondo uomo.
Lo sguardo dei due uomini si solleva verso il cielo perché sopra le loro teste sta volando un uomo cui sono state staccate le braccia. Le urla di quella persona li fanno correre verso il paesino ma quell’essere gigantesco li schiaccia senza neppure accorgersi della loro presenza. Il Golem di granito è uscito dal deserto, ha distrutto ogni cosa che era sul suo cammino e ora attacca Port Shoal, dove vivono soltanto i lavoratori coatti e alcune guardie di sicurezza. La creatura sta passeggiando su tutte le piccole casette, le manda in frantumi senza sforzo, raggiunge i posti di controllo delle guardie, costruzioni più resistenti, e li abbatte con dei poderosi pugni. L’attacco del mostro non risparmia niente e chi tenta la fuga con delle imbarcazioni, si vedono arrivare sulla testa dei grossi massi staccati della scogliera con facilità e lanciati dalla creatura con indifferenza assoluta. Il paese è un cumulo di macerie, il Golem inizia a correre sulla costa dirigendosi verso est.


Regno di Apen
Nel corso degli ultimi tre anni Re Oak ha riscritto molte leggi che vigevano ad Apen da secoli, ma con il solo risultato di aumentare la distanza tra la nobiltà, sempre più ricca grazie ai commerci, e la popolazione, sempre più povera e sfruttata. I malumori sono cresciuti esponenzialmente e nei bassi fondi si è fatta strada l’idea di liberare Wit dall’esilio per rimetterlo sul trono. Il Re ha autorizzato l’esercito a intervenire con decisione per sedare quei piccoli focolai di rivolta, ma spesso le scaramucce tra soldati e popolani sono state risolte senza dover utilizzare la forza armata, ma la vera stranezza è la scomparsa improvvisa proprio dei più accesi fomentatori alla ribellione.
Negli ultimi mesi le visite del Re di Apen al Regno di Dwr sono state molto frequenti e nei salotti dei nobili si vocifera con insistenza che i due regnanti stiano contrattando per un loro matrimonio.
Port Huwur
Il caldo sole del mattino e la calma del mare hanno convinto molti mercanti a prendere il largo e nel porto fervono i lavori per partire prima degli altri. Il primo mercantile parte, ma un marinaio urla: «Capitano, guardate!»
Il comandante del naviglio può solo sgomentarsi mentre un enorme pietrone colpisce la sua nave che affondando completamente schiacciata.
Le urla di paura della gente sono agghiaccianti mentre il Golem, proveniente da ovest, sta disintegrando tutte le imbarcazioni ormeggiate e risale la costa dirigendosi verso la cittadina. Huwur è una città ricca e dedita al commercio; i cittadini più facoltosi hanno costruito ville principesche mentre i popolani possono godere della richiesta incessante di mano d’opera per i numerosi lavori autorizzati dal governo reale. La città è una delle più grandi di Apen e il Golem sta distruggendo tutto senza trovare alcuna resistenza, neppure dai soldati che sono fuggiti per primi. La creatura non lascia intatto niente, schiaccia con i piedi le cose piccole, abbatte con i pugni le cose grandi, stermina la gente senza preclusione per età o sesso, e di tanto in tanto gusta il loro sangue mentre strazia i loro corpi. Un uomo soltanto, incappucciato, non fugge davanti a quel mostro, non lo ferma perché non può intromettersi, però si mostra alla creatura togliendosi il cappuccio.
Il generale Haru di Wuxing gli urla: «Non sei ancora soddisfatto?»
Il Golem non muove la bocca, una voce risponde, e non è la sua: «Io ho finito il mio compito, per gli altri deve ancora cominciare!»
Proferite quelle parole, il Golem si sgretola, il vento trasporta il granito sbriciolato lontano dalla città e Haru può solo rimettersi il cappuccio e abbandonare la desolata cittadina di Huwur che fino a ieri era una delle più fastose di Apen.
Ma ad Apen la mattina ha riservato altro sgomento…
Port Kurang
Kurang è prettamente un avamposto della marina militare, fin dalle prime luci dell’alba le varie guarnigioni hanno iniziato a lavorare alacremente sulle navi o al porto, ma improvvisamente il sole si oscura e scende una fitta nebbia sulla piccola cittadina.
«Mi sento come se qualcuno mi toccasse la schiena» dice un marinaio al suo compagno di lavoro senza ricevere risposta.
«Ehi, parlo con te» dice il marinaio infastidito, ma quando volta la testa, il suo sguardo si tramuta in terrore puro. Un’ombra nera, con lunghe braccia e dita artigliate, gli stacca la testa con un colpo netto. L’ombra si muove nella nebbia e quando s’imbatte in qualche marinaio, esegue con precisione la decapitazione senza che la persona possa pronunciare una sola parola.
Nel posto di guardia alcuni soldati osservano la nebbia e uno di loro dice: «Meno male che siamo qui dentro al calduccio.»
«Eppure guarda il soffitto.»
I cinque uomini di guardia guardano in alto mentre la nebbia inizia a riempire l’intera stanza. Una marinaia sta raggiungendo il posto di guardia e sente delle urla, corre verso la finestra per guardare cosa stia succedendo all’interno e contro la vetrata ci finisce una testa tagliata. La donna è inorridita, sta per fuggire ma la vetrata va in frantumi, il lungo braccio dell’ombra la raggiunge e le dita artigliate della creatura le trafiggono il collo. Le stesse sequenze di morte cruenta si ripetono, minuto per minuto, e quando la nebbia si solleva dal paesino non c’è più una persona viva a Kurang.


Regno di Tera
Il Regno di Tera è in continua lotta contro i contrabbandieri che, diventati molto più aggressivi nell’ultimo anno, impegnano quasi ogni giorno l’esercito in lunghi e apri combattimenti sopratutto nella Baia.
La Regina deve anche scontrarsi con lo strapotere economico di Metel, Dwr e Apen creatosi con una serie di accordi commerciali vantaggiosi soltanto per loro. La Regina, con la vittoria nella Grande Guerra, e la conseguente liberalizzazione del commercio sul Ponte Sud/Est, aveva raddoppiato le entrate monetarie grazie alle esportazioni tipiche del suo paese, ma i nuovi prezzi, controllati dagli altri tre regni, le impedisce di vendere la merce con il giusto valore. Addirittura ci sono oggetti manifatturieri che portano delle perdite finanziare anche se venduti. Questa strana speculazione, per paradosso, non solo manda in perdita le casse di Tera, ma favorisce i guadagni illegali dei contrabbandieri che sottraendo le merci attraverso dei furti, le vendono a prezzi ancora più bassi.
Port Statig
In questa cittadina la recessione è vissuta in modo blando perché sono soprattutto i piccoli paesi dell’entroterra quelli che patiscono maggiormente la crisi finanziaria del regno. Statig è molto vicina al Confine Sud e la nebbia proveniente dal paese di Kurang la raggiunge in poche ore; il mercato settimanale è pieno di gente alla ricerca del cibo prelibato proveniente dalle fiorenti agricolture di Tera e attende il pescato giornaliero prenotando il posto dai vari mercanti per accaparrarsi le primizie.
«La Saggia di Statig sbaglia sempre le previsioni del tempo» dice una signora al venditore di frutta.
«Ormai non ci dobbiamo più sorprendere di nulla, neanche del tempo che cambia in un attimo» risponde l’uomo sorridendo.
La signora sta per dire qualcosa ma vede un’ombra dietro al mercante e i suoi occhi mostrano paura.
«Che le succede?» chiede l’uomo, ma sono le sue ultime parole perché la sua testa, staccata di netto, cade dentro il cestino della donna.
La signora urla, e come lei tantissime altre persone nel mercato mentre nella fitta nebbia l’ombra maligna continua le decapitazioni che aveva iniziato ad Apen senza curarsi minimamente di quale persona sia il capo mozzato. Un solo uomo è risparmiato da quest’atroce morte, egli ha in mano una strana spada e rimane fermo al suo posto. Dalla nebbia una voce gli sussurra: «Perché sei qui Fuyu?»
«Purtroppo posso solo osservare ciò che la tua creatura sta facendo a queste povere persone, ma presto dovrete fare i conti con Wuxing» risponde il generale.
L’ombra oscura esce dalla nebbia e si mette davanti a Fuyu, non è per nulla turbata dalla spada impugnata dall’uomo, anzi, allunga il suo braccio verso il generale e mostrando gli artigli insanguinati, risponde: «Non avete nessuna speranza, a meno che il tuo imperatore non voglia aprire i cancelli del Regno di Heru. E sai bene che non sopravvivrebbe nessuno, neppure quelli che volete salvare.»
«Perché ti nascondi per rispondermi? Temi ancora uno scontro diretto?»
Fuyu ottiene soltanto una risata malefica mentre la nebbia si solleva e l’ombra scompare. Il generale vede nella piazza i cadaveri che si decompongono in modo accelerato e che scompaiono lasciando la cittadina completamente deserta.
Ma a Tera la mattina ha riservato altro sgomento…
Port Royal
Il Regno di Tera è l’unico nel quale la popolazione ha lasciato i piccoli paesi per fondare delle città grazie alla fiorente agricoltura esportata in tutto il mondo. Una delle più frequentate dagli stranieri, oltre alla capitale, è Royal perché non è solo attiva commercialmente, ma è anche uno dei luoghi di vacanza più rinomati. La città brulica di gente: chi lavora sodo, chi si diverte e passeggia sulle splendide spiagge dorate, ma anche chi è di passaggio e rimane affascinato dai monumenti sparsi in ogni angolo di Royal. Ma non tutti sono spensierati e allegri, alcuni soldati, fin dal primo mattino, hanno notato che sulla montagna ci sono stati dei grossi smottamenti seguiti da valanghe improvvise. Il luogo è molto lontano dalla città, ma l’ufficiale di servizio ha preferito mandare una pattuglia a controllare cosa succede. L’ufficiale, seduto nella guardiola, attende di ricevere il piccione viaggiatore dai suoi uomini quando sente un enorme boato. Lui e altri soldati escono dalla baracca e non fanno in tempo a parlare perché sono investiti e schiacciati da un enorme blocco di marmo. La gente è in preda al terrore, fugge verso il mare ma non ci sono imbarcazioni, neppure quelle militari. Il Gigante è sceso dalla montagna, abbatte la sua furia sulle persone, le raccoglie come se fossero frutti nati dalla terra, le stritola con le sue poderose mani e infine le trangugia con repellente soddisfazione. I pochi soldati in città tentano di attaccare quella Creatura mitologica, i cannoni sparano a ripetizione ma il mostro non subisce la minima ferita da quelle palle di ferro che sono più piccole delle sue mani.
Il Gigante si mette in ginocchio, agita un braccio sul terreno e spazza via con un solo colpo cannoni, case, oggetti e persone. La creatura continua a distruggere tutto fino a quando non è circondato da macerie, poi, inizia a camminare lungo la costa dirigendosi a nord.


Regno di Metel
Terminata la guerra di tre anni prima, l’espansione di Metel sulle terre conquistate a Tan era stata veloce ma irta di problemi. Gli sfollati di un paese raggiungevano quello confinante e organizzavano piccole sacche di resistenza obbligando a combattere l’esercito di Metel già sposato dalla guerra precedente.
Il Regno di Metel, che aveva osteggiato le richieste per la Guardia Reale fatte da Bruligida, per paradosso ha beneficiato della creazione di quel piccolo esercito che si è incaricato di sedare le piccole ribellioni dei profughi e ha gestito il loro trasferimento nel rinnovato Regno di Tan.
Port Coral
Coral è un paesino quasi disabitato e costruito sul Confine Est, ha un porto di modeste dimensioni e le navi che attraccano trasportano soprattutto merci pesanti, tra le quali le tantissime rocce distrutte sulla montagna per opera dei minatori. Le due famiglie che vi abitano sono semplicemente i guardiani del faro mentre i lavoratori giungono dall’entroterra soltanto su commissione. La mattina è fredda e umida, due ragazzini giocano sull’unico pontile mentre un uomo è sul faro, osserva il mare e ogni tanto controlla il confine marittimo che divide Coral dalla città di Royal di Tera che dista pochi chilometri. Ciò che vede lo terrorizza, abbandona il suo posto e scende velocemente la lunga scala a chiocciola, spalanca la porta e urla ai due bambini: «Venite via!»
Un sibilo, una grande roccia atterra sul pontile distruggendolo completamente e i due bambini sono trascinati con i legni del ponte dentro tre metri d’acqua. L’uomo è affranto, non ha forza di reagire per la perdita dei figli, e il loro assassino è già vicino a lui. Il Gigante, l’essere mostruoso che ha distrutto Royal, prende con una mano l’uomo, guarda quell’insignificante insetto e, trovandolo disgustoso, lo stritola fino a che il corpo di quell’umano diventa una poltiglia da gettare in mare. La creatura distruggere le poche case massacrando i suoi occupanti, abbatte completamente Port Coral e sogghigna mentre scova una nuova preda. Ma la donna che ha davanti a sé non è per nulla pronta a diventare un pasto, estrae la katana e urla: «Ti sei già dimenticato di me?»
Il Gigante indietreggia, non muove le labbra, ma una voce dice: «Generale Aki, che cosa ci fate da queste parti? Non vorrete combattere con noi?»
«Per ora siete salvi, tu è il Gigante» dice Aki mentre avanza.
«Le tue vittorie sono il passato, adesso siamo tutti molto più forti di un generale di Wuxing. Potrei anche ucciderti io a mani nude senza far muovere la mia Creatura» risponde quella voce proveniente da un punto molto vicino al Gigante.
«E allora perché non ti fai sotto? Lui, per adesso, non posso toccarlo, ma se tu mi aggredisci stai certo che non ne esci vivo!» dice Aki avvicinandosi di nuovo al Gigante.
«Sì vedrà quando sarà il momento.»
Quella voce smette di parlare, il Gigante cambia direzione, evita di passare dove si è piazzata Aki e percorrere la strada che lo porterà in un qualche luogo sperduto sulle montagne.


Mondo
In quattro ore il mondo è stato sconvolto dall’apparizione nefasta di tre creature mitologiche, sei città sono state rase al suolo e la conta delle vittime è altissima. Le prime reazioni dei regnanti sono di puro sgomento, anche la regina di Tan, nonostante non abbia subito perdite, è vicina alle famiglie che hanno perduto i loro cari tanto da offrire aiuto ai tre regni colpiti dalle bestie malefiche. L’unica persona che si è completamente disinteressata degli avvenimenti accaduti nella mattinata è la Regina di Dwr e mentre in ogni luogo si discute su come reagire a questa catastrofe, Cristalya annuncia di avere accettato la proposta di matrimonio che Oak, re di Apen, le ha presentato per sposare la principessa Oceanya.


Isola Otoke
Gli avvenimenti catastrofici di questi ultimi mesi hanno convinto l’imperatore Atua CCXVII del suo nome, a scegliere il palazzo imperiale sull’isola Otoke come fissa dimora perché è l’unica, tra le quattro, a poter usufruire della vicinanza di città portuali risparmiate dalle aggressioni delle Creature maligne: Port Tuath a Dwr e Port Pearl a Metel. Da Otoke l’imperatore ha mandato messaggi a tutto il popolo dei Cinque Regni. «Questo anno di disgrazia deve farci riflettere e siamo tenuti a riconsiderare le nostre priorità. Il nostro mondo sta subendo l’aggressione dei mostri che erano scomparsi fin dal giorno del Mito e ogni luogo non può più dirsi sicuro. Auspico che ogni Regno collabori con i propri vicini cancellando le diffidenze e l’odio così come accadde alla venuta di Atua, Primo del suo nome, perché soltanto con l’unità possiamo ricacciare indietro le bestie. Il Leggendario ci ha mostrato la strada da percorrere e auspico che con la mia dichiarazione di “Calamità Mondiale” si possano trovare nuovi eroi tra coloro che si batteranno in prima persona per tutta la gente del mondo.»



– Oggi –



L’imperatore sta dando da mangiare al corvo Agisto quando nella sala cerimoniale appaiono i quattro generali.
«Ho visto e la situazione sta peggiorando, ma mi chiedo per quale motivo il Regno di Sea non si sia mosso come tutti gli altri» dice l’imperatore.
«Sono rimasto a Otoke fino all’arrivo di Atua CCXVII e il mare era calmo come se fosse stato congelato» risponde sconsolato Natsu.
«Temo che si stiano preparando a fare qualcosa di terribile perché non sono riuscito neppure io a vedere le loro creature in nessuno dei quattro mari» dice con crescente preoccupazione l’imperatore.
«La guardia del Gigante dicendomi “quando sarà il momento” mi ha chiaramente lanciato un messaggio di sfida che dovremo accogliere in un tempo non troppo lontano da oggi» sentenzia Aki.
«Ditemi Signore, come sta il giovane?» chiede Haru.
«Nessun cambiamento dalla condizione precedente, così come Eteru è bloccata nel suo letto in catalessi.»
«Credete che le due situazioni siano collegate?» domanda Fuyu.
«È molto probabile, anche se spero di no» risponde l’imperatore facendo un leggero sospiro.
«Venerabile Imperatore credo che…»
«Sì, hai ragione tu Natsu, gli devo una spiegazione» dice l’imperatore interrompendo il suo generale.


… tutti gli specchi di destra si sono frantumati, la luce nera ha invaso metà del luogo in cui mi trovo e davanti a me c’è una figura completamente vestita di nero che indossa una maschera. Mi dice con grande astio: «Sei ancora vivo!»
Non posso riconoscere la voce, è camuffata in qualche modo, non so se sia un uomo o una donna, ma capisco che non è davanti a me per aiutarmi. Con relativa certezza dico: «Sei l’Inquisitore!»
Vorrei allungare le mani per colpirlo ma il mio corpo è immobile, intuisco che lo stregone vorrebbe fare la stessa cosa contro di me, ma non può avvicinarsi per qualche motivo che non comprendo. Lui impreca e poi dice: «Ho fatto tutto ciò che era necessario per eliminare ogni discendente di Atua eppure sei ancora vivo, ma adesso sono consapevole che non è lei quella che stanno istruendo alle arti magiche. Povero Fajro, un essere normale cui hanno assegnato un compito impossibile da completare. Tu non riuscirà mai a impedirmi di distruggere l’intero mondo, e fino a quando starai rintanato, io continuerò a far ballare le mie pedine in modo che favoriscano la caduta dei Cinque Regni degli Uomini che poi plasmerò a mio piacimento!»
«Non so chi sei, ma ti giuro che tornerò nel mondo e ti strapperò la maschera con le mie mani. Pagherai per ogni delitto che è stato compiuto per ordine tuo» urlo decisamente adirato.
Lo stregone oscuro riesce ad avvicinarsi di più, è solo a un passo da me e dice con tono spregevole: «Tuo padre è caduto per opera dei miei servitori, ma io ho ucciso tuo fratello e finirò l’opera con te. Avrei voluto farti assistere alla morte di tua madre ma ora che sei davanti ai miei occhi, chiuderò i conti con te e i tuoi nuovi amici in questo istante.»
Sono completamente indifeso, lui alza le mani e sento un’energia mostruosa mentre s’incanala attraverso le sue dita, ma all’improvviso sento frantumarsi tutti gli specchi di sinistra e la luce bianca riempie il luogo in cui mi trovo. Sento una mano sulla mia spalla, calda, amichevole, guardo lo stregone e lui, mentre svanisce, urla: «Ti hanno salvato di nuovo ma alla fine cadrai per mano mia come tutti gli altri!»
La persona che mi ha messo la mano sulla spalla ha una voce che conosco. Dice: «Non è il momento, torniamo a casa!»
Eteru mi ha salvato.



– Adesso –



«Fajro, sei sveglio, finalmente» dice Kasai piangendo a dirotto.
«Quanto tempo sono rimasto in coma questa volta?»
«Sei mesi» risponde Atua sorridendo.
«Ho molte cose da dire e da chiedere.»
«Anche noi, figliolo» dice l’imperatore appena materializzato nella stanza.










CAST
Importanti
Agisto – Corvo messaggero appartenuto a Sipestro di Tan e che ospita l’anima errante del soldato Matco, assassinato al lago Sider a Dwr
Ten [m] – Bimbo che vede gli avvenimenti attraverso gli occhi del corvo
Atua Primo [m] – Leggendario Imperatore dei Cinque Regni Umani
Fajro [m] – Principe di Tan e protagonista della storia

Regno Wuxing
- ? [m] – Imperatore (il suo nome non è stato ancora detto)
- Aki [f], Fuyu [m], Haru [m], Natsu [m] – i quattro generali di Wuxing
- Eteru [f] (Neutro) – la samurai definita più vicina al Creatore
- Daichi [m] (Terra), Kasai [f] (Fuoco), Mizu [m] (Acqua) – i tre samurai con Elementi Primari
- Kinzoku [m] (Metallo), Kuoki [m] (Aria), Mokuzai [f] (Legno) – i tre samurai con Elementi Secondari

Regno Sea (regno negli abissi marini)
- Kwakhala [f] – Regina (solo nominata)
- Esseri mostruosi: Kraken, Leviatano

Regno Koraha (regno nel deserto omonimo)
- Yuly [f] – ? (solo nominata)
- Esseri Mostruosi: Golem, Skorpio

Regno Sliabh (regno sulle montagne condivise tra Metel e Tera)
- ? – guardiano del Gigante
- Esseri mostruosi: Gigante

Regno Hout (regno chiamato anche Foresta Proibita)
- Esseri mostruosi: Ombra

Regno Heru (regno sotterraneo posizionato alle radici dell’albero Hyperion)
- Innominabile – Imperatore (soltanto identificato come imperatore)
- ? – Cinque servitori di Heru (soltanto nominato il loro ruolo)

Altri personaggi nominati o apparsi nel capitolo
- Atua CCXVII (vero nome Ohlaka) – Saggia della corte di Metel prima di diventare Imperatore dei Cinque Regni
- Flame – Nuova Regina del Regno di Tan dopo l’abdicazione della madre adottiva
- Bruligida – Regina del Regno di Tan abdica a favore della figlia adottata per poi riceve l’incarico di saggia di corte
- Torcon – principe ereditario di Tan ucciso durante la sua rivolta contro Dwr
- Cristalya – Regina di Dwr
- Oceanya – Principessa ereditaria e comandante in capo dell’esercito di Dwr
- Kokiaka – Presidente dello Stato Libero di Oazi, ma anche capo degli Immortali, un gruppo di malfattori che si cela dietro ai nomi di Briganti, Contrabbandieri e Mercenari
- Titan – Re di Metel
- Oak – Re di Apen
- Inquisitore – Stregone Nero la cui identità è sconosciuta 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** ...e quattro passi verso la vita ***


Nell’arena ci sono tre persone: il generale Natsu solleva una barriera di fuoco per proteggere la sala durante la sfida tra la maestra Kasai e l’allievo Fajro. Il ragazzo è davanti al suo primo esame, deve mostrare la sua Forma Energetica, l’affiatamento con il Famiglio, ma soprattutto deve battere la persona che gli ha insegnato tutto sull’Elemento Fuoco. Natsu dà il via e Fajro si accende subito, evoca il suo famiglio, il leone di fuoco, e l’animale ruggisce all’indirizzo della donna. Kasai è pronta, deve combattere senza trattenersi, evoca il suo famiglio, sguaina la katana e indica nel leone l’obiettivo da colpire e immediatamente una miriade di formiche rosse assaltano il nemico, e ogni lo feroce morso equivale a una esplosione sul felino e dolore per il suo evocatore. Fajro, differentemente dal passato, rimane in piedi, il leone avanza verso Kasai, spalanca le fauci e dalla bocca sprigiona una fiammata. La donna, per nulla intimorita, corre verso quel fuoco, rotea la katana e s’impadronisce della fiamma creando un turbine infuocato, ma non si accorge che il leone era soltanto un’esca. Fajro, dietro la bestia, agita la sua katana e spedisce contro l’avversaria delle rocce roventi ma Kasai conosce quella mossa, scuote la katana spedendo il turbine infuocato verso l’alto e con l’arma libera taglia ogni roccia con precisione. La donna è sorpresa nello scoprire che all’interno delle rocce ci sono dei cristalli acuminati di ghiaccio, ma è lesta a richiamare il famiglio vicino a sé. Le formiche balzano via dal leone, si uniscono tramite le antenne e formano una rete protettiva. Fajro stava attendendo proprio questa risposta; il leone estrae gli artigli e con quattro feroci zampate distrugge la rete, Kasai, subendo il colpo indirettamente, cade all’indietro, sbatte la schiena a terra, tenta di rialzarsi, ma non gli è possibile perché Fajro gli è addosso e le punta alla gola un pugnale di ferro.
Natsu urla dalla contentezza: «Lo sapevo, lo sapevo che ci saresti riuscito!»
«Chi è stato? Tu non sei un tattico, chi è riuscito a metterti nella zucca queste soluzioni? Mizu?» chiede sorridendo Kasai.
Fajro si alza in piedi, aiuta la maestra a rialzarsi e risponde sogghignando: «No.»
«Non dirmi che è stata lei?»
«Se vuoi, non te lo dico» risponde Fajro ridendo ancora di più.
«Pazzesco, non ti ha solo insegnato una tattica ma anche come implementare un elemento diverso! Ed è anche quello meno affine al tuo!» dice Natsu che poi, sorridendo, aggiunge: «Lei è sempre con il broncio ma da qualche mese si è sciolta. Mi dici cosa combinate davvero tu e l a Signora quando state da soli?»
«Allenamenti!»
«Sì, ma di che genere?» chiede Kasai maliziosamente.
«Inutile, non mi crederete mai!» bofonchia Fajro facendo ridere Natsu e Kasai.





5° capitolo – …e quattro passi verso la vita





Nella sala cerimoniale il corvo Agisto è sul trespolo, sbatte le ali, gracchia come se fosse inseguito da qualche gatto affamato; l’imperatore, osservando questa bestiola tanto agitata, immagina che “laggiù” stia accadendo qualcosa di terribile. L’uomo muove la mano vicino al becco nel corvo e il segno fa chiaramente capire ad Agisto che non è il momento di raccontare gli ultimi avvenimenti.
Fajro è lì, sorride osservando il pennuto che smette di agitarsi soltanto quando l’imperatore gli serve delle ciliegie. L’imperatore, conclusa questa sua divertente mansione, dice al ragazzo: «Giovanotto, sono molto contento dei tuoi progressi e se all’inizio eri in forte ritardo, ora sei anche troppo in anticipo.»
«Signore, ormai non ho dubbi che quello che mi è successo l’anno scorso abbia smosso qualcosa, ma va oltre la mia comprensione.»
«Ti ho fatto attendere, ma dovevo prima mettere insieme ogni pezzo per poterti fornire delle spiegazioni precise e sicure» risponde l’Imperatore. «Vieni con me, attraversiamo il velo.»
L’imperatore e Fajro si dirigono verso il baldacchino, l’uomo solleva il tendaggio, entrano e davanti agli occhi del ragazzo compare un enorme sala con all’interno un tavolo, due sedie e una specie di lettino senza coperte. Il ragazzo è colpito soprattutto dalla conformazione a specchi delle pareti, troppo simile a quella che ha visto mentre era in coma.
«Esatto» dice l’imperatore conscio del pensiero di Fajro. «Ciò che stai guardando non esiste e nella realtà sei soltanto in ginocchio nel baldacchino. Sei nel mio rifugio mentale nel quale soltanto chi entra può sentire ciò che dico, il posto più sicuro in cui discutere di cose importanti.»
«Non capisco, io dove mi trovavo quel giorno? Questa stanza è integra, ed è più grande del posto in cui stavo» chiede Fajro.
«Devo raccontarti una cosa che non ti ho detto, ma che soprattutto ho chiesto al Saggio Saga di tacere se non fosse stato interpellato. Lui, come Saggio, avrebbe affermato la verità, io sono sicuramente meno saggio e mantengo bene i segreti» risponde l’imperatore quasi imbarazzato. «Devi sapere che alcune volte ho il dono della preveggenza e tempo fa mi sei apparso tu e avevi tra le mani un oggetto sacro che non hai ancora né toccato né visto. Quando sei finito nel mare, Saga ti ha protetto fisicamente, ma sono stato io a metterti in quello stato che chiami “coma” e ho atteso pazientemente che una persona a te cara dimostrasse il suo amore nonostante la dura prova che stava affrontando.»
«Mia madre! Ma come è possibile?» chiede Fajro perplesso.
«Ricordati che lei è la più anziana discendente, ancora in vita, di Atua Primo e che certi poteri, anche se assopiti, si possono sempre manifestare.»
«Pertanto il coma non era dipeso dalla veloce risalita dall’acqua, ma da una barriera che avete creato per proteggere il mio cervello.»
«Non solo la mente, ma anche quel potere che ancora stava in silenzio dentro di te e che in questi anni ti stiamo aiutando a sviluppare. E quando hai evocato inconsciamente un’arma spirituale, la barriera si è alzata nuovamente per nasconderti dagli occhi dell’oscuro signore del Regno di Heru» risponde preoccupato l’imperatore sapendo che Fajro è stato visto dall’Inquisitore. «Ed è anche il motivo per cui Natsu ha innalzato una barriera prima dell’esame che hai fatto con Kasai e che rialzeremo a ogni altra prova nella quale ti sarà richiesto l’utilizzo della tua Forma Energetica.»
«È una nuova prassi perché gli specchi della mia barriera sono andati distrutti?»
«Esattamente. Ogni volta che utilizzi la Forma Energetica chi è legato all’oscurità scopre dove ti trovi. All’Inquisitore noi non interessiamo, ma sapere chi è e dove si trova il mio prescelto ha grande importanza. Lui, quasi sicuramente, ha una barriera mentale  in modo da tenerci fuori quando indossa la maschera.»
«Signore, ma allora, quando tornerò nel mondo degli uomini, sarò obbligato a non usare l’energia del leone?»
«C’è un modo, ed è per questo motivo che nell’ultimo esame dovrai superare Eteru.»
«L’Atamakazari!» esclama Fajro.
«Lei si è intromessa volontariamente senza dirmi nulla perché ha recepito la minaccia prima di me ed è intervenuta senza perdere tempo prezioso. Ha usato l’elmo per nascondere la sua presenza e con la sola forza spirituale è riuscita a distruggere la mia barriera. Lei ha agito come tua madre, senza magie ma solo con il cuore.»
«Signore, per quale motivo non ho memoria del finale della sfida con Kinzoku e dell’arma spirituale?»
«Questi sono misteri ancora irrisolti, ma il vero problema è capire come sia stato possibile evocare un’arma spirituale replicando le movenze di un avversario. È stato come se tu avessi usato il Metallo per creare del Fuoco, azione molto simile a quella che hai utilizzato contro Kasai plasmando Acqua dentro il Fuoco» risponde l’imperatore ancora sconcertato.
«Perché temete queste cose? Non dovrebbero rappresentare un’arma in più da usare contro l’Inquisitore?»
«Se tu avessi avuto coscienza mentre usavi quella tecnica, sarei saltato di gioia, ma capitando nel momento d’incoscienza il rischio è che tu possa fare del male a chiunque e non solo ai nemici.»
«Il generale Natsu sembrava contento, non immaginavo che ci fossero queste controindicazioni» dice Fajro sconsolato.
«Natsu è il vero “artista della magia” di Wuxing. Studia ogni fenomeno derivante dalla magia, i pro e i contro, il metodo più giusto per evocare sia il Famiglio sia l’arma spirituale ed è attraverso la sua amplia conoscenza che ha raggiunto il grado più alto nel Livello Heikin. Ti svelo che avevo deciso di non proseguire su questa strada ritenendola troppo pericolosa; lui ha insistito facendomi notare che già usi queste tecniche in modo “incosciente”, ma che hai anche assorbito l’energia distruttiva che stava per abbattersi su Kinzoku scegliendo la soluzione giusta. Insomma, Natsu ha già programmato i tuoi prossimi passi riordinando la sequenza degli esami che devi ancora svolgere.»



Quinto Anno (Mondo degli Uomini)



Il nuovo anno si apre con l’ennesimo annuncio clamoroso. Dall’Isola Raumati giunge la notizia che Wit e Pine, ex regnanti di Apen, sono stati assassinati da sconosciuti vestiti di nero. Re Oak li aveva deposti ed esiliati a Raumati dopo la fine della guerra civile e molte persone gli avevano sentito promettere di eliminarli nel caso avesse sospettato di un loro ritorno in patria per reclamare la corona. L’anno precedente ad Apen erano scoppiati disordini perché il popolo stava organizzando una rivolta proprio per far tornare sul trono Wit, e nonostante Oak nega qualsiasi coinvolgimento nell’assassinio dei genitori, la voce comune è che sia stato proprio lui a finanziare l’atroce delitto nel quale hanno perso la vita anche sette guardie pretoriane dell’Imperatore Atua.
Oceanya, considerando i sospetti sulla persona che dovrebbe diventare il suo futuro marito, ha richiesto alla sorella di rinviare il matrimonio e Cristalya ha accettato senza discutere, ma solo perché più preoccupata di ritrovarsi impegnata in un conflitto che non ha creato lei.

L’attacco al mondo degli uomini effettuato dalle Creature mitologiche nell’anno precedente, sembrava fosse soltanto un episodio isolato, invece altre Creature hanno fatto la loro comparsa portando nuova distruzione scegliendo le cittadine più interne di ogni Regno. Il terribile Skorpio è uscito dal deserto di Koraha invadendo e distruggendo i paesi a nord nello Stato Libero di Oazo, il gigantesco scheletro dalle ossa nere chiamato Maputa, distrutte delle barriere difensive predisposte vicino alla Foresta Proibita, ha mietuto vittime nelle città a est del Regno di Tera, infine, l’abominevole Pithecus dalla pelliccia rossiccia ha assaltato e distrutto ogni città nelle terre a sud Metel. Le tre Creature, dopo aver compito la loro opera distruttiva, sono scomparse come avevano fatto le altre l’anno prima.
Ogni Regno assalito ha decretato lo “stato d’assedio” e gli eserciti si sono mossi per approntare delle difese ai nuovi confini che si sono creati senza intervenire nei posti già persi per cercare dei sopravvissuti.

L’imperatore Atua, CCXVII del suo nome, temendo per la propria vita dopo il duplice omicidio degli ex regnanti di Apen, aveva richiesto a ogni Regno di inviare delle truppe sull’isola di Otoke, ma le nuove incursioni delle Creature Mitologiche hanno costretto Metel, Tera e Apen a rispondere negativamente, Tan a esimersi dal rispondere non avendo un esercito e Oazo, non equiparato ai Cinque Regni, non è obbligato a intervenire in soccorso dell’impero, ha comunque rispettato gli accordi attuando una controffensiva contro i mostri usciti da Koraha.
Dwr, non avendo subito attacchi dalle Creature maligne, ha dovuto rispondere alla chiamata dell’imperatore e sull’isola di Otoke è arrivata Oceanya coadiuvata dal capitano Foeil.

Negli ultimi mesi dell’anno, Re Titan di Metel e la Regina Wasa di Tera, hanno ufficializzato l’intenzione di sposarsi appena saranno stati risolti i problemi più gravi causati dalle Creature Mitologiche.
Nel Regno di Apen, nonostante i disastri compiuti dai mostri, la popolazione ha dato inizio a nuove rivolte contro il re, ma questa volta sono state sedate con la forza delle armi. Il popolo, per secoli legato alle tradizioni del Leggendario, sostiene che le Creature siano uscite dal letargo per colpa del duplice omicidio di Wit e Pine avvenuto sull’isola di Raumati, luogo prediletto da Atua Primo del suo nome. Una semplice diceria considerando che Port Kurang e Port Huwur sono stati rasi al suolo l’anno precedente. Ma la superstizione è più forte della realtà dei fatti.

§   §   §

Il generale Natsu sta parlando con Fajro e Kasai al centro dell’arena d’allenamento. «In questa sfida dovrete usare la katana in un combattimento semplice, ma dal momento in cui dirò “cambio” potrete applicare della magia elementare sulla vostra arma, però con una limitazione: non potrete lanciare attraverso la spada il vostro Elemento contro l’avversario. L’obiettivo per voi è nascosto mentre i vostri avversari sanno qual è il punto che assegna la vittoria.»
«Tu non sai niente?» chiede sottovoce Fajro a Kasai.
«Kasai conosce bene questo test, ma il suo compito sarà solo quello di supporto, sempre che ci riesca» dice Natsu facendo notare che ci sente molto bene.
Atua sta camminando nervosamente e attira l’attenzione di Fajro: «Che cosa vi succede?»
«Non sono d’accordo sulla scelta di fare questa sfida con il blocco della magia sull’arma.»
Kasai mette un braccio al collo di Fajro e dice sorridendo: «È nervoso perché questa sfida lui, l’ha fatta dopo sette anni.»
«Non è per questo motivo! Forse anche per questo, ma non è il punto. E se…»
Natsu ferma Atua: «Dicendo cosa temi spieghi a Fajro come agire per conquistare il punto vittoria.»
«Ci sono effetti collaterali?» chiede Fajro titubante.
«Non devi preoccuparti, qualunque cosa succeda ci sono io» risponde Natsu con fermezza. «In nessun modo possiamo permetterci che ti accada qualcosa di così grave da tenerti bloccato per troppo tempo.»
Nell’arena entrano gli avversari per questa sfida: Kinzoku e Daichi.
«Mi ha detto il generale che alla prossima saremo compagni, ma oggi mi tocca batterti» dice sogghignando Daichi a Fajro.
«Puoi provarci» risponde Kasai mostrandosi protettiva verso il suo allievo.

La sfida ha inizio, il suono delle spade che si scontrano rimbomba nell’arena, la battaglia tra Fajro e Kinzoku è caratterizzata dallo studio dell’avversario intervallato da attacchi e contrattacchi, mentre quella tra Kasai e Daichi è contraddistinta dalla velocità di esecuzione. Natsu sa bene che con la spada Fajro ha raggiunto buona destrezza, così chiama subito “cambio”. I quattro si spostano all’indietro, Fajro e Kasai danno fuoco alle spade, dall’altra parte, la katana di Kinzoku acquisisce il colore nero dell’acciaio indistruttibile mentre Daichi conficca la sua arma nel terreno fino alla fine della lama. Kasai sferra colpi veloci verso Kinzoku che reagisce tentando soluzioni estreme non temendo le fiamme sprigionate dall’avversaria, Fajro si lancia con impeto verso il nemico mentre Daichi, estraendo la spada da terra, la tramuta in un martello di cemento. Kinzoku mette alle strette Kasai ma la donna reagisce modificando la lama della katana in una frusta di fuoco; Fajro è costretto a indietreggiare perché Daichi agita la spada martello facendola roteare, ma non si perde d’animo e conoscendo la tecnica dell’avversario contrattacca. Daichi sembra sorridere, Fajro è sorpreso e cade nella trappola. Kinzoku compie due piroette all’indietro e con il “fondello”della katana, diventato anch’esso di acciaio nero, colpisce alla schiena Fajro. Il ragazzo non riesce più a respirare, si piega su un ginocchio e mentre Natsu urla “punto e vittoria” Daichi lo colpisce in pieno volto facendolo volare addosso a Kasai.
Atua, preoccupato, corre verso Fajro ma il ragazzo scatta in piedi da solo e furente esclama: «Maledizione! Ancora una volta ho fatto lo stesso errore!»
Natsu sorride perché il ragazzo ha capito qual era l’obiettivo. «La tua attitudine di buttarti contro un avversario senza preoccuparti di cosa succede alle tue spalle è dura da cancellare, ma c’è anche un altro punto di vista da prendere in esame.»
«La fiducia incondizionata che hai nei tuoi compagni è onorevole ma la dimostri se ti accordi con loro prima di agire. Se tu vinci un combattimento ma Kasai muore, tu perdi ugualmente» dice il generale Fuyu appena apparso nell’arena insieme a Kuoki.
Fajro ringrazia inchinandosi e poi chiede ad Atua: «Signore, lei cosa aveva fatto in questo test?»
«Stessa sconfitta, però io ero indietreggiato per aiutare il mio compagno» risponde il Leggendario abbassando la testa.
Natsu e Fuyu confabulano tra di loro poi il primo chiede a Fajro: «Senti qualche dolore o della stanchezza?»
«No Signore, sono soltanto adirato con me stesso.»
«Molto bene, mi serve proprio la tua frustrazione!» risponde Fuyu lasciando perplesso Fajro.
Kasai, Kinzoku e Atua si spostano dalla zona di combattimento mentre Fuyu spiega: «Siccome stai bene, faremo subito un nuovo test nel quale ci aspettiamo che tu perda perché è una sfida impossibile.»
«Signore, ma il nostro obiettivo non è rendermi più forte?»
«Sì, per questo affronterai una battaglia impossibile. Nel test non cerchiamo la tua vittoria ma la tua resistenza fisica e mentale. Tenere testa al nemico, aiutare i tuoi compagni e continuare a combattere anche se loro non ce la fanno. La tua esperienza negativa sul Ponte Nord/Ovest deve essere rimossa a tutti i costi perché il tuo nemico farà di tutto per eliminare qualsiasi persona che ti è cara per rendere la tua mente più debole. L’amore è un sentimento straordinario, ma anche la più grande debolezza per un combattente.»
Atua strilla: «Che cosa avete in mente di fare? È troppo presto!» mentre all’arena arrivano anche Mizu, Mokuzai e i generali Haru e Aki.
Il leggendario chiede a Haru: «Non vorrete farli tutti e tre oggi?»
«Vediamo che succede nel prossimo test, ma la nostra intenzione è proprio questa.»
«Siete sicuri che una doppia sconfitta non abbatta il morale di Fajro» chiede Kasai anche lei preoccupata.
«Se così sarà, riprenderemo l’addestramento normale» risponde in modo perentorio Aki.
Fuyu, nel frattempo, continua la spiegazione. «In questo nuovo test combatterai insieme a Daichi e Kuoki contro Natsu. Le regole: Natsu utilizzerà una sua tecnica speciale che gli consente di plasmare l’energia ambientale per creare dei mostri serventi, Daichi e Kuoki useranno la loro Forza Energetica per attaccare il generale, mentre tu, usando solo la magia elementare, dovrai proteggere i compagni e te stesso senza poterti muovere dalla posizione difensiva.»

S’inizia e in un attimo Natsu crea una serie di mostriciattoli verdi armati di spade, forconi e lance, qualche istante dopo Daichi evoca il suo Famiglio, un enorme cobra, seguito dal Famiglio di Kuoki, un’aquila reale mente Fajro crea una barriera di fuoco alle spalle dei compagni. Il cobra inghiotte ogni nemico mentre l’aquila li artiglia piovendo dall’alto con impressionante velocità, ma per ogni mostriciattolo ucciso Natsu ne crea altri due. Fajro difende la barriera, spara dai pugni delle palle di fuoco, ma utilizzando il suo Elemento accoppiato a una tecnica imparata da Kuoki, da ogni mano riesce a lanciare almeno tre sfere infuocate.
La battaglia sembra in stallo, Fajro mantiene bene la difesa e i suoi compagni tentano anche di aggredire il generale ma Natsu contravviene alle regole creando una gabbia d’acciaio nero per imprigionare l’aquila reale e un’enorme scatola di legno per rinchiudere il grande cobra. Fajro si accorge, crea due enormi fruste di fuoco e disintegra la scatola di legno liberando il cobra ma Natsu sfrutta le fiamme della barriera innalzata dal ragazzo per colpire e abbattere Daichi e Kuoki.
Fajro corre vicino agli amici, utilizza il vento per creare un circolo di fuoco a protezione dei compagni mentre lui continua a sferrare colpi contro i nemici, ma Natsu, nuovamente, cambia le regole ed evoca un Famiglio così alto da toccare il soffitto dell’arena: un Mammut dalle lunghe zanne. Fajro è sbalordito, non ha mai visto quel tipo di bestia, cerca di colpirla con frecce di fuoco ma il mammut spruzza dalla sua proboscide un getto d’acqua così forte da spegnere ogni fiamma del ragazzo. I mostriciattoli verdi sfruttano il momento e assaltano Fajro; lui si difende colpendo con una spada di fuoco, ma di nuovo il gigantesco animale spegne le fiamme. Il ragazzo sta per essere sconfitto, indietreggia, protegge i compagni stesi a terra e all’improvviso, i suoi occhi diventano rossi. Fuyu si accorge della situazione, è pronto a fermare tutto, ma Fajro è pienamente cosciente delle sue azioni, non richiama il suo leone, emana un’enorme fiamma da tutto il suo corpo e la fa espandere nell’arena bruciando ogni mostriciattolo verde che s’imbatte in quel fuoco. Natsu sorride mentre evoca un secondo Famiglio, un enorme condor del vulcano, tipico animale nativo di Tan. Questa bestia inghiotte la grande fiammata del ragazzo togliendogli la difesa e la potenza d’attacco, il mammut solleva la zampa per schiacciare Fajro ma il generale Fuyu urla: «Vince Natsu!»

Fajro è stanchissimo, s’inginocchia vicino ai suoi compagni e strabuzza gli occhi quando Daichi e Kuoki si alzano in piedi senza lamentarsi.
«Eravate svegli?»
«Ti pare che una piccola fiammella possa metterci fuori combattimento così facilmente?» dice Kuoki ridendo.
«Però se usavi quella tua fiammata finale contro qualsiasi di noi ci avresti arrostito per bene» aggiunge Daichi mentre aiuta Fajro ad alzarsi.
Anche Natsu si aggiunge al gruppetto dicendo: «Riesci a sorprendermi ogni volta e ti assicuro che quella fiamma è portentosa!»
«Maestro, però voi avete barato alla grande!» dice Fajro e Natsu s’inchina rispondendo: «Ti chiedo perdono.»
Anche il viso di Fuyu denota soddisfazione mentre dice: «Adesso voglio provarla!»
Fajro scuote il capo. «Non sono in grado neanche di reggermi in piedi, adesso mi batterebbe anche la piccola Flame a Tan.»
Il generale Haru, raggiunto il gruppo e sentite le parole del ragazzo, dice: «A questo ci penseranno i tuoi due prossimi compagni nella prossima gara.»
«Un'altra?»

All’estremità dell’arena Atua sta ancora protestando con Aki quando appare l’imperatore con il corvo Agisto sulla spalla.
«Imperatore, diteglielo voi che non va bene!»
«Atua, mi dispiace, non mi ascoltano» risponde l’imperatore ridacchiando. «Proprio come non mi ascoltavi tu quando ti dicevo che spingere troppo avanti il tuo Elemento era pericoloso, eppure lo hai fatto, ricordi?»
Il Leggendario smette di protestare mentre Aki mostra un piccolo sorriso di soddisfazione. Atua, da piccolo, le aveva fatto passare giorni terribili e ogni volta che l’imperatore lo sgrida, per lei è festa.
Natsu si aggiunge alla discussione: «Avete visto? L’ha governato, gli ha impedito di uscire utilizzando la sua forza mentale per creare quella fiamma!»
«Prima di esaltarci guardiamo cosa succede nel prossimo test. Se Mizu e Mokuzai riescono a far sprigionare completamente quell’energia innaturale da Fajro possiamo affinarla nel giro di cinque anni come hai previsto» risponde l’imperatore compiaciuto.

Il generale Fuyu da una parte, dall’altra Mokuzai a destra, Fajro a sinistra e al centro Mizu, ma una decina di passi più avanti dei due compagni, infine, molto indietro dai tre Kinzoku è inginocchiato in meditazione. Il generale Haru innalza la barriera protettiva e da inizio alla sfida.
Mizu crea una serie di pugnali di ferro e li lancia contro l’avversario, Fuyu risponde con palle di fuoco che esplodono al contatto delle lame; il generale contrattacca creando una spirale di vento e il samurai si difende con una muraglia di mattoni.
Haru chiama il “cambio scambio”, Mokuzai avanza, raggiunge Mizu, il ragazzo si pone dietro di lei e gli appoggia le mani sulla schiena mentre Kinzoku esce dalla zona di combattimento.
Mokuzai attacca con un enorme muro d’acqua e Fuyu è costretto a fare qualche passo all’indietro per difendersi utilizzando la stessa tecnica del muro di mattoni. Mokuzai sfrutta l’occasione, materializza dei pioli di legno e li lancia contro la barriera dell’avversario aggiungendoci la forza dall’elemento Aria. Di nuovo Fuyu deve indietreggiare, ma poi trasforma i pioli in lance acuminate di acciaio nero e le rilancia contro l’avversaria ma Mokuzai usa un forte per spazzarli via.
Haru chiama il “cambio scambio”. Fajro avanza, raggiunge Mokuzai, la ragazza si pone dietro di lui e gli appoggia le mani sulla schiena mentre Mizu esce dalla zona di combattimento.
Fajro si accende come una torcia, i suoi occhi sono rossi, ma lancia un attacco con l’Elemento Acqua identico a quello usato da Mokuzai e Fuyu è costretto a difendersi dietro al muro di mattoni. Il generale tenta un attacco ma Fajro lo anticipa facendogli piovere sulla testa una serie di tronchi d’albero che distruggono il muro di mattoni. Il generale crea una barriera d’aria salvandosi all’ultimo momento. Il generale nota un varco libero, contrattacca lanciando dei chiodi che acquisiscono velocità progressiva, ma Fajro crea in un istante qualcosa di impensabile per tutti i presenti: un muro d’acqua che lo circonda e lo difende muovendosi a secondo della direzione da cui arrivano i chiodi; davanti a sé, un arco di legno dotato di frecce di metallo infuocato e appoggiato su un muretto di cemento che lo mantiene in equilibrio. Le frecce partono a ripetizione e Fuyu può difendersi solo evocando un Famiglio; il gigantesco armadillo dalla corazza di acciaio nero riesce a proteggerlo.
Haru chiama “ultimo”. Mokuzai si allontana velocemente da Fajro che all’istante esplode in una fiammata.
L’armadillo gigante si avvicina al ragazzo, tenta di colpirlo, ma le fiamme assumono la forma del leone. Fajro è dentro la Forma Energetica del suo Famiglio che aumenta di dimensioni superando quelle dell’armadillo, il ragazzo muove le mani e al leone basta un’artigliata per tagliare in due la bestia avversaria. Fuyu subisce il colpo, finisce seduto a terra, ma riesce a creare un diluvio d’acqua riversandolo su Fajro ma quell’acquazzone evapora a contatto delle fiamme di Fajro. Ed è in quel momento che Haru urla: «Pareggio!»
Fuyu, dolorante e spossato, è ancora seduto a terra, Fajro assorbe tutta l’energia del fuoco dentro di sé e chiede al generale Haru: «Davvero?»
«Sì ragazzo, gliel’hai fatta!» urla Natsu mentre Fajro, sorridente, crolla a terra esausto.

§   §   §

Nella sala delle cerimonie l’imperatore discute con i quattro generali e Atua dei progressi di Fajro. «Quattro mesi fa, seguendo le indicazioni di Natsu, abbiamo accelerato il suo addestramento e il ragazzo non ha soltanto confermato le ipotesi, ma ci ha fornito chiare indicazioni che il suo percorso è progredito oltre le nostre aspettative. Credo di poter affermare che Fajro, oggi, è alla pari con quasi tutti gli altri, ma prima di decidere vorrei conoscere le vostre impressioni generali.»
«Signore, conoscete già la mia idea. È chiaro che non può essere in grado di utilizzare perfettamente tutti gli Elementi, ma è altrettanto lampante che la sua Forma Energetica abbia assunto il massimo nel Livello Tei» risponde Natsu.
«A livello fisico e mentale è prontissimo. La muscolatura del suo corpo si è rinforzata grazie alla sua tendenza di non risparmiarsi nell’allenamento, la sua mente si è fortificata ed è in grado di reagire istantaneamente alla difficoltà elaborando una strategia efficace» risponde Fuyu.
«Se proprio vogliamo trovargli un difetto, forse ha ancora la tendenza a rispondere con irruenza alle varie sollecitazioni, però in allenamento comprende gli errori ed è determinato ad azzerarli» dice Haru.
«Signore, sinceramente io credo che dovremmo provare così come abbiamo fatto con i tre test precedenti. Dovesse perdere la sfida, non sarebbe un problema, ormai ha imparato a trovare il positivo su cui lavorare e il negativo da eliminare, ma se la vince, come auspico, potremmo trovarci davanti a un primo grado del Livello Heikin acquisito in soli cinque anni» dice Aki.
«Signore, è vero che io sono un entusiasta di natura, però i fatti sono davanti agli occhi di tutti, soprattutto ciò che ci ha creato per combattere alla pari con Fuyu. Difesa e attacco composti di sei Elementi mentre ne aveva a disposizione solo quattro, due primari e due secondari. Signore, non ha creato solo un quinto che ci avrebbe fatto intendere una situazione di Caos, ma anche il sesto portando equilibrio nella magia di quell’attrezzo» dice Natsu mentre gli brillano gli occhi.
«Atua, tu e Kasai siete le persone più vicine al ragazzo, cosa ne pensi?» chiede l’imperatore.
«Sapete che ero contrario nel fargli fare i tre test consecutivamente, però devo ammettere che grazie alla vostra scelta Fajro ha accresciuto la sua autostima nelle proprie capacità e negli ultimi mesi il suo stato d’animo di è risollevato. Penso si possa provare senza temere che una sconfitta lo scalfisca in modo irreparabile.»
L’imperatore cammina nella sala, accarezza il corvo Agisto poi dice: «Sono d’accordo con tutti voi. Il mese prossimo daremo l’occasione a Fajro di sorprenderci ancora una volta.»

Mentre nella sala delle cerimonie si discutono argomenti importanti, nella locanda si fa baldoria.

«Propongo un brindisi per il festeggiato!» urla Mizu.
«E falla finita, hai in mano una tazza d’acqua» risponde Daichi già sbronzo.
«Eccoti Fajro, questo è il bigliettino di auguri» dice Kasai mentre mette la testa del ragazzo sul suo seno prosperoso. «E dopo, in camera da soli, ti do il regalo per i tuoi ventidue anni!»
Mizu ride dicendo: «Secondo me è lui che ti fa un regalo. Stai sbavando.»
Mokuzai, si alza in piedi, strattona Fajro lontano dal seno di Kasai e si avvinghia a lui dicendo: «Anch’io ho un regalo, anche se è più piatto!»
«Mia cara, credo che tu abbia esagerato con i brindisi» dice Kuoki notando la strana intraprendenza di Mokuzai, solitamente timida.
Fajro sente la mancanza delle persone care che sono nel Mondo degli Uomini e di quelle scomparse che hanno raggiunto Wuxing nella forma del Globo di Luce, però è contento di aver conosciuto delle persone così sincere da poterle chiamare amici. Sta per dire qualcosa ma è sorpreso da Kinzoku che dice alzandosi in piedi: «Nonostante sia felice di averti qui con noi, spero che tu possa andartene prima possibile. Auguri!»
Fajro è così colpito dall’augurio di Kinzoku da avere gli occhi lucidi, ma non può piangere perché Kasai, per baciarlo, gli si butta addosso con tale foga da farlo cadere dalla sedia scatenando le risate di tutti.

§   §   §

I quattro generali sono al centro dell’arena, cinque samurai e Atua ai lati mentre in una posizione defilata l’imperatore accompagnato sempre dal corvo Agisto. Il suono di un gong annuncia l’entrata dei due partecipanti alla sfida: Kinzoku e Fajro.
I generali si posizionano ai quattro angoli di un immaginario quadrato e insieme creano una barriera fatta da tutti gli Elementi Magici, gli sfidanti si guardano, nessuno dei due mostra emozioni, mettono mano alla katana ma non la estraggono, sanno entrambi che con quell’arma si equivalgono e la useranno solo applicandoci magie elementari alla lama, camminano uno verso l’altro e sorprendono tutti i presenti iniziando una scazzottata da strada. I pugni che si scambiano non sono dotati di potenza ma di precisione e raggiungo dei punti vitali come se testassero l’efficienza fisica dell’avversario. Si fermano entrambi nello stesso momento e indietreggiano senza distogliere lo sguardo dall’avversario.
«Quasi c’eri l’altra volta» dice Kinzoku.
«Quasi sei morto l’altra volta» risponde Fajro.
Ridono, insieme, di gusto, poi smettono, insieme. È il momento.
Nella barriera si alza un vento fortissimo che spira da tutti i lati; l’hanno creato insieme perché è un Elemento indigesto per entrambi. Nello stesso istante Kinzoku crea la difesa con un muro di sabbia, Fajro con una barricata di legno, poi, nello stesso momento attaccano; Kinzoku con delle lance di ghiaccio, Fajro con delle palle di fango. Entrambe le tecniche hanno qualcosa in più: sulle lance ghiacciate sono appoggiati delle palline di granito, dal fango spuntano fuori dei pioli di legno. Lo scontro tra tutti gli oggetti avviene con un impatto ad alta velocità perché i due contenenti sfruttano il vento. Nella barriera si alza un polverone che nasconde Kinzoku e Fajro alla vista dei presenti, ma tutti sentono l’enorme energia che i due ragazzi stanno sprigionando.
I contendenti non hanno più bisogno di capirsi, si conoscono bene dopo cinque anni, pregi e difetti, ciò che non sanno è come reagirà nello scontro la loro massima Forza Energetica.
La nebbia si abbassa, la Tigre con i denti a sciabola di acciaio nero ruggisce contro il nemico e il Leone dagli artigli infuocati contraccambia. Lo scontro tra le due bestie avviene a velocità impressionante, la Tigre prova ad azzannare il Leone e lui tenta di squarciarle la gola. Kinzoku crea un mantello gelatinoso per il suo Famiglio e gli artigli del Leone scivolano via senza arrecare danni; Fajro crea una corazza di granito e le zanne della Tigre non possono mordere.
Kinzoku affianca la Tigre, estrae la sua spada e roteandola lancia del filo di ferro spinato contro il nemico; Fajro affianca il Leone, estrae la spada e roteandola lancia delle “lingue” di fuoco verso l’avversario. La Tigre e il Leone rotolano cercando di colpirsi, Kinzoku sferra un colpo con la katana mentre la sua armatura diventa di acciaio nero, Fajro para il colpo mentre il suo corpo inizia a bruciare.
La Tigre azzanna una zampa del Leone e Fajro sanguina dal braccio destro; il Leone graffia il torace della Tigre e Kinzoku sanguina dal petto. Il primo sangue è il segnale. È il momento!
Sull’armatura di Kinzoku appaiono dei pungiglioni di acciaio nero, dall’armatura di Fajro il fuoco si propaga all’interno di tutta la barriera; la Tigre non ha più la protezione gelatinosa che è evaporata a contatto con il Leone, anch’esso completamente avvolto nel fuoco. Kinzoku lascia partire i pungiglioni che però sono fusi al contatto delle fiamme, Fajro allunga il braccio verso l’avversario e chiudendo il pugno scatena un’esplosione così forte da crepare la barriera dei quattro generali. Kinzoku crolla a terra mentre Fajro, appoggiatosi su un ginocchio, si alza in piedi. L’urlo dell’imperatore è forte e chiaro: «Vince Fajro!»

Fajro assorbe tutte le fiamme ancora accese e l’energia del Leone nel suo corpo, i generali possono togliere la barriera protettiva e accorrere in soccorso di Kinzoku, ma il primo a prendersi cura dello sconfitto e proprio il vincitore che con una mano assorbe le lesioni causate dall’Elemento Fuoco e lenisce il dolore creando una pasta argillosa con l’Elemento Terra.
Atua non riesce a credere a ciò che ha visto e chiede a Fajro: «Sei qui con noi?»
«Sì, sono cosciente, anche se non so come ho fatto. Ho soltanto capito che dovevo agire in questo modo per guarirlo.»
«Ragazzo, con questa sfida vinta, hai compiuto il quarto passo dopo solo cinque anni.»
«Voi quanto tempo avete impiegato Signore?»
Atua non risponde, ma ancora una volta lo fa per lui Kasai dicendo sarcasticamente: «Quindici!»

Natsu sta per dire qualcosa ma Aki lo ferma portandolo poco distante dagli altri.
«Signora…»
«So che stavi per dirlo, ma devi stare zitto!»
«Ma lo avete visto, lui ha sicuramente…»
«Maledizione Natsu! Non devi per forza dire tutto ciò che pensi. Fajro ha già troppe missioni da compiere e se gli diciamo che forse ha quel potere rischiamo di incasinargli di nuovo la mente dopo tutta la fatica che abbiamo fatto per sbloccarla.»
«Noi dobbiamo dirgli tutto!» protesta Natsu.
«Basta giovanotto! Da generale più anziano ti ordino di startene zitto con lui, di non disturbare l’imperatore, e soprattutto di non molestare Eteru con questa questione!»
«Uffa, però mi dica che lo pensa anche lei» chiede Natsu con il broncio da bambino.
Aki scuote il capo e sbuffando risponde: «Potresti avere di nuovo ragione.»










CAST
Importanti
Agisto – Corvo messaggero appartenuto a Sipestro di Tan e che ospita l’anima errante del soldato Matco, assassinato al lago Sider a Dwr
Ten [m] – Bimbo che vede gli avvenimenti attraverso gli occhi del corvo
Atua Primo [m] – Leggendario Imperatore dei Cinque Regni Umani
Fajro [m] – Principe di Tan e protagonista della storia

Regno Wuxing
- ? [m] – Imperatore (il suo nome non è stato ancora detto)
- Aki [f], Fuyu [m], Haru [m], Natsu [m] – i quattro generali di Wuxing
- Eteru [f] (Neutro) – la samurai definita più vicina al Creatore
- Daichi [m] (Terra), Kasai [f] (Fuoco), Mizu [m] (Acqua) – i tre samurai con Elementi Primari
- Kinzoku [m] (Metallo), Kuoki [m] (Aria), Mokuzai [f] (Legno) – i tre samurai con Elementi Secondari

Regno Sea (regno negli abissi marini)
- Kwakhala [f] – Regina (solo nominata)
- Esseri mostruosi: Kraken, Leviatano

Regno Koraha (regno nel deserto omonimo)
- Yuly [f] – ? (solo nominata)
- Esseri Mostruosi: Golem, Skorpio

Regno Sliabh (regno sulle montagne condivise tra Metel e Tera)
- ? – guardiano del Gigante
- Esseri mostruosi: Gigante, Pithecus

Regno Hout (regno chiamato anche Foresta Proibita)
- Esseri mostruosi: Ombra, Maputa

Regno Heru (regno sotterraneo posizionato alle radici dell’albero Hyperion)
- Innominabile – Imperatore (soltanto identificato come imperatore)
- ? – Cinque servitori di Heru (soltanto nominato il loro ruolo)

Altri personaggi nominati o apparsi nel capitolo
- Atua CCXVII (vero nome Ohlaka) – Saggia della corte di Metel prima di diventare Imperatore dei Cinque Regni
- Flame – Nuova Regina del Regno di Tan dopo l’abdicazione della madre adottiva
- Cristalya – Regina di Dwr
- Oceanya – Principessa ereditaria e comandante in capo dell’esercito di Dwr
- Titan – Re di Metel
- Wasa – Regina di Tera
- Oak – Re di Apen
- Wit – Re di Apen, spodestato da suo figlio Oak
- Pine – Consorte reale di Apen, spodestata da suo figlio Oak
- Foeil – Capitano dell’esercito di Dwr




Schema della magia
- Ogni Essere Vivente è costituito di Energia
- Con al morte fisica l’Energia si tramuta in un Globo di Luce o in uno Oscuro
- Il Globo di Luce raggiunge il Regno Wuxing (il bene) mentre il Globo Oscuro raggiunge il Regno Heru (il male)
- L’Energia di ogni Essere Vivente è la base per la creazione degli Elementi Magici

Schema degli elementi magici
- Esistono due Elementi Dominanti: Luce, Oscurità
- Esistono tre Elementi Primari: Acqua, Fuoco, Terra
- Esistono tre Elementi Secondari: Aria, Legno, Metallo
- Esiste un Elemento Neutro: Etere
- se uno o più Elementi Secondari acquistano potere crea/creano squilibrio
- con lo squilibrio uno o più Elementi Primari soccombe/soccombono e l’Elemento Neutro diventa Caos
- L’Elemento Caos dona maggiore potere all’Elemento Dominante Oscurità che prende il soppravvento sulla Luce.

Schema della Forma Energetica Assoluta
- La Forma Energetica Assoluta è il massimo raggiungibile nella Forma Energetica
- La Forma Energetica si divide in tre livelli:
a) Livello Kou (alto) : lo ottengono solo l’Imperatore di Wuxing e l’Imperatore di Heru
b) Livello Heikin (intermedio): lo ottengono solo i generali di Wuxing e i servitori di Heru
c) Livello Tei (basso) – lo ottengono i samurai di Wuxing e tutti gli altri esseri viventi che hanno coscienza delle differenze.
- La Forma Energetica evoca magicamente un Animale chiamato Famiglio

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** La sottile linea dell'equilibrio ***


«Cari ragazzi, non vi aspettavate di essere qui solo dopo sei anni dall’arrivo di Fajro, ma questo giovanotto ci ha sorpresi tutti. Il suo inizio è stato travagliato e per onestà devo dire che temevo di superare il tempo utilizzato dal nostro Atua per apprendere le arti marziali e magiche, invece, nell’anno appena trascorso, abbiamo assistito ai suoi miglioramenti immediati che mi hanno convinto a dare inizio alla fase finale del suo apprendistato già da oggi» annuncia l’imperatore nella sala delle cerimonie.
Etere prende la parola: «Kasai, avendo l’Elemento Fuoco come Fajro saresti esentata seguendo le regole, ma abbiamo deciso, d’accordo con i generali, di farti partecipare ugualmente e credo tu sappia già il motivo.»
«Sì, mi è stato spiegato e ubbidisco all’ordine del silenzio» dice Kasai destando l’interesse di Fajro.
L’imperatore parlotta con Eteru a bassa voce mentre Fajro chiede ad Atua: «Che cosa dovremo fare?»
«Ti spiegherà tutto Eteru quando sarete arrivati lì.»
«Dove?»
«Certo che sei curioso figliolo! Attendi e saprai tutto.»
«Signore, a proposito della curiosità, ma voi, dopo quanto tempo avete fatto questa cosa?»
Come il solito Atua non risponde, e come da prassi lo fa Kasai: «Diciassette anni.»
Eteru richiama l’attenzione di tutti facendo apparire l’elmo sacro. Lo indossa e chiede: «Chiudete gli occhi, rilassatevi e visualizzate un luogo cui siete legati.»





6° capitolo – La sottile linea dell’equilibrio





Fajro aprendo gli occhi si trova davanti alla Villa Reale di Tan. Il ragazzo corre in casa, cerca le persone che conosce senza trovare nessuno, sente il profumo dei dolci che cucinava con diletto la giovane Flame, veloce raggiunge la cucina, ma è vuota, apre la porta ed entra nella grande sala da pranzo trovando Eteru già seduta a tavola al posto che solitamente occupava suo padre. La donna dice sorridendo: «No, non sei veramente nella tua casa. Il tuo cuore ha scelto questo luogo perché sei molto attaccato alla famiglia.»
Fajro si siede a tavola sconsolato: «Eppure ho sentito il profumo dei biscotti di Flame.»
Con uno scatto improvviso Fajro spinge indietro la sedia, s’inginocchia e va sotto il lungo tavolo di legno.
«Briccone, stai guardando di che colore sono le mie mutandine?» chiede ridendo Eteru.
A quella domanda Fajro sbatte la testa, esce da sotto il tavolo e massaggiandosi il capo dice: «Eppure lì sotto ci sono i nomi di mio fratello che ho personalmente intagliato di nascosto.»
«Tu hai creato questa illusione quindi ogni memoria che hai di questo luogo è qui con te. Ricordi quando ti ho invitato nella mia stanza? Li avevi portato due sedie per farci stare comodi.»
Fajro si sta per risedere ma Eteru gli chiede: «Vieni vicino a me, ho bisogno di toccarti.»
«Adesso sei tu a dire qualcosa di sconcio» dice Fajro ridacchiando.
«Io non ho problemi, possiamo anche fare sesso su questo tavolo, sei tu quello in difficoltà» risponde languidamente Eteru mettendo Fajro subito in soggezione.
Il ragazzo, completamente arrossito dalla vergogna, si siede accanto alla donna che si avvicina quasi da finirgli in braccio. Eteru pone la propria mano destra sulla fronte del ragazzo e quella sinistra sul cuore, si sporge in avanti, appoggia la sua guancia su quella di Fajro e gli sussurra all’orecchio: «Ora ascolterò i tuoi Elementi, chiudi gli occhi, lasciati andare e utilizza la respirazione assoluta.»
Fajro si rilassa, distoglie l’attenzione dal profumo inebriante della donna, i suoi muscoli si rilassano come se fossero di gelatina, le ossa sembrano muoversi per trovare nuovi incastri, la mente è vuota di ogni pensiero mentre il cuore batte all’impazzata pompando sangue ricco di energia in tutto il corpo.
«Ho finito» sussurra con dolcezza Eteru, Fajro riapre gli occhi e si trova la donna sulle sue gambe completamente avvinghiata a lui.
«È la prassi?» chiede Fajro arrossito di nuovo.
«No, ma più i nostri corpi sono vicini, più riesco a distinguere gli Elementi. Sarebbe stato meglio che fossimo nudi, così come sto facendo con Kasai, ma la tua timidezza, unita al tuo desiderio della principessa, ti tengono la mente e il cuore occupato anche nei momenti di rilassamento.»
«Kasai? Ora?» chiede Fajro non capendo la risposta della donna.
«Sì, in questo momento sono in ogni luogo creato dalle vostre sette menti perché non devo solo ascoltare gli Elementi ma compararli tra loro nell’immediato.»
«Ma come è possibile?»
Eteru ride. «Sei troppo carino, riesci a sorprenderti della magia nonostante tutto quello che hai visto e fatto in sei anni. Capisco perché Mokuzai desidera perdere la sua verginità con te, come comprendo l’attrazione che stiamo provando tutte per te» risponde Eteru alzandosi in piedi.
Fajro non sa più cosa rispondere ma la donna cambia discorso chiedendo: «Mi porti con te nel giardino come facevi da piccolo con Aarde?»
Il ragazzo ha capito bene la richiesta, si alza dalla sedia, prende la mano di Eteru e sorridendo la porta nel luogo che gli ha chiesto di visitare.
Il grande giardino è pieno di fiori colorati, ordinato e ben curato, proprio come lo è nella realtà grazie alle continue cure che sua madre dedica al giardinaggio dicendo che i fiori sanno parlare a chi li ascolta. Proprio come faceva da piccolo con la sua amata principessa, Fajro trascina Eteru tirandola per la mano, ogni tre passi si volta verso la donna e sorride, infine, raggiunta una delle tante panchine, si siede e lei usa le esatte parole che diceva Aarde: «Quale donna sposerebbe mai un uomo che non è capace di gesti galanti? Dovevi lasciarmi sedere per prima!»
«Tu mi sposerai» risponde di getto Fajro mentre i suoi occhi iniziano a lacrimare.
Eteru si siede accanto al ragazzo, lo abbraccia e gli bacia la fronte, poi dice: «Nonostante le tragedie e i tuoi comportamenti irosi, il tuo cuore è così puro da darti la forza di scatenare il Fuoco ma anche la lungimiranza di ritirarlo prima di far male agli innocenti.»
Fajro si asciuga le lacrime, torna a sorridere e chiede: «Perché avete infranto una regola portando Kasai?»
«Ti sei accorto che Kasai, ultimamente, è sempre più stanca?»
«Io no, con me è sempre esuberante» dice Fajro arrossendo.
Eteru, dapprima dice bofonchiando “sì, questo lo so bene” e poi risponde: «La tua forza nel Fuoco è diventata predominante fin da quando i generali hanno sbloccato i tuoi poteri più latenti. Ricordi chi c’era, abbracciato a te, quando ti sei risvegliato?»
«Kasai nuda» dice Fajro mentre il colorito rossiccio delle sue guancie diventa rosso completo.
«Quella grande fiamma che ti ha riportato indietro era di Kasai e giorno dopo giorno ha continuato a donarti le sue energie per farti rinforzare il tuo Elemento. Dovrebbe diminuire l’intensità, ma sappiamo entrambi che ogni volta cerca il tuo contatto fisico, anche per altri motivi.»
Fajro ha il viso completamente rosso come se stesse creando la sua magia di fuoco, ma che in realtà rappresenta bene la sua vergogna quando gli parlano apertamente di faccende prettamente sessuali.
«Ho voluto che Kasai partecipasse per poterla “visitare” e darle giusti suggerimenti per riacquistare la sua forza originale» dice Eteru terminando il discorso.

- - -
Il suono ritmato di un tamburo attira l’attenzione di Fajro: «Da dove proviene?»
«Il tempo è scaduto» risponde Eteru accarezzandolo.
- - -

Fajro apre gli occhi ed è sdraiato nella sala delle cerimonie e accanto a lui si stanno risvegliando anche gli altri samurai.
«Grazie a tutti, mi avete regalato le vostre emozioni lasciandomi entrare nei vostri cuori» dice Eteru inchinandosi mentre Atua, raggiunto Fajro, chiede: «Ti senti bene?»
«Sì, ma ho la sensazione di avere digiunato per giorni.»
«Infatti è così. Siete stati distesi qui per dodici giorni, anche se per te sembrare siano passate un’ora o due.»

Eteru si avvicina all’imperatore e sottovoce dice: «Fajro ha già scavalcato la sua personale sottile linea dell’equilibrio. Fuoco, Terra e Legno erano già attivi prima che fosse portato a Wuxing e ora, i primi due sono predominanti, ma hanno messo in disparte Aria. Per nostra fortuna Kouki sta rilasciando costantemente il suo Elemento compensando Fajro, ma c’è bisogno di uno stimolo maggiore per cui proporrei il generale Aki. La Signora ha anche l’Elemento di disturbo Acqua ed è preferibile come avversaria per il prossimo test.»
«Accetto la tua proposta naturalmente. E dell’altra cosa che mi dici?»
«Il generale Natsu, come sempre, ha ragione. È ancora addormentato ed è probabile che esca in futuro ed è per questo che sono d’accordo con Aki nella scelta di  mantenere il silenzio.»
«Come te lo spieghi?» domanda l’imperatore evidentemente sorpreso.
«Non ne ho idea nonostante io sia l’unica ha possederlo, e di certo non posso tramandarlo, neppure inconsciamente. So solo che questo spiega il motivo per cui sono attratta da Fajro in modo così ossessivo.»
Gli occhi dell’imperatore si scuriscono mostrando tensione ed Eteru lo anticipa dicendo: «Non possiamo essere sicuri, ma forse è come pensate voi.»



Sesto Anno (Mondo degli Uomini – prima parte)



Regno di Metel
La truppa è appena rientrata dalla battaglia con il terribile Gigante. Al castello reale la gente è esaltata dal ritorno del principe Metalo che con i suoi uomini ha arrestato l’avanzata del mostro riuscendo a ricacciarlo sulle montagne. Il principe, aiutato dalla magia della Saggia Crehuma, ha riportato una vittoria importante dopo la distruzione di Port Coral, il morale della popolazione si è rialzato, ma il ragazzo sa bene che ha soltanto rimandato l’inevitabile non riuscendo a distruggere il Gigante.
«Meirge, non vedo mio padre?» chiede Metalo alla sua fidata generalessa.
«Ecco perché ha mandato me, aveva altri impegni!»
«Mio Signore, il Re è partito per Tera con le navi del generale Moncai» dice Tyred mentre s’inchina.
«Ma è uscito di testa del tutto? Andare in barca quando continuano ad avvistare i mostri marini?» urla Metalo furibondo.

Regno di Tera
Tutti gli abitanti del Regno di Tera sono preoccupati, la notizia che si sta spargendo in ogni città non è ancora stata confermata, ma neanche smentita.
Draak, seduto nel suo ufficio nella caserma di comando, sbuffa mentre ascolta il resoconto dei suoi due sottoposti che gli stanno portando altre infauste notizie.
«Nella Grande Guerra avevo assistito impotente all’aggressione che stavamo subendo dall’ombra uscita dalla Foresta Proibita, abbiamo perso Port Statig l’anno scorso sempre per quella bestia e mi aspettavo di incontrarla anche questa volta» dice Buffel costernato.
«Dimmi delle perdite che ci ha arrecato questo nuovo mostro uscito dalla foresta» chiede Draak continuando a mettersi le mani tra i capelli.
«Il Lipitoare, da solo, ha distrutto la maggior parte delle cittadine di frontiera e con il suo morso velenoso ha raggruppato sotto la sua custodia tutte le vittime rendendole dipendenti ai suoi voleri. Parlo di tutte le persone di ogni città che ha distrutto, ma anche di almeno ventimila dei miei uomini che sono caduti preda del suo maleficio» risponde Buffel sedendosi di colpo sulla sedia per la stanchezza. «Non ho una stima precisa da darvi, ma considerando le dieci città credo che il numero delle vittime si attesti intorno alle trecentomila persone, forse anche di più.»
«Anche per me è la stessa cosa. Port Royal è caduto per mano del Gigante e mi attendevo la sua comparsa alla Baia dei contrabbandieri e invece no» dice Paard.
Draak si alza in piedi picchiando i pugni sul tavolo: «Chi allora?»
«Il Denosor» risponde abbassando la testa Paard.
«Anche quel rettile gigante è uscito dalle montagne!»
«Sì signore, ma noi siamo stati più fortunati perché non ci ha degnato di uno sguardo. Ha disintegrato tutta la baia per poi completare la sua opera demolendo i due faraglioni. Le nostre perdite sono contenute, ma il mostro ha di sicuro distrutto le piccole cittadine sui monti prima di raggiungere la baia.»
Draak si risiede, si appoggia allo schienale e sospira.
«Comandante, è vero ciò che si mormora a Winkel?» chiede Buffel.
«Purtroppo sì amico mio.»
 
Nel castello reale c’è grande agitazione: le ancelle e i medici corrono avanti e indietro sulle scalinate mentre i servitori si adoperano per istruire i popolani chiamati a fornire aiuto mentre l’esercito è impegnato altrove.
Nella stanza della Regina il Saggio Vlek parla a Haag: «Non capisco, non ho mai visto una cosa del genere e nessun medicamento sta facendo effetto.»
«Saggio, è se fosse un veleno?»
«Deve essere talmente nuovo perché io non riesca a individuarlo e in quel caso…»
Il Saggio smette di parlare, trascina fuori dalla stanza il capitano e sottovoce dice: «E in quel caso la morte della Regina sarebbe certa.»
Aarde ha le lacrime agli occhi, è seduta accanto al letto, dove sua madre Wasa è sdraiata priva di conoscenza, all’improvviso si apre la porta ed entra Titan.
«Dimmi come sta?» chiede il Re.
«È in questo stato da giorni e ogni tipo di cura non funziona» risponde Aarde singhiozzando.
Titan si gira di spalle e dice al Saggio: «Chiedetemi qualsiasi cosa che esiste solo a Metel e io ve la farò arrivare, anche se dovessi abbattere ogni mostro delle montagne. Amo questa donna e non voglio perderla proprio ora che ha accettato di sposarsi con me!»
Aarde non è stata contenta, l’anno prima, di sapere delle future nozze tra sua madre e il Re di Metel, però sente nelle parole di quell’uomo dell’amore che fino a quel momento le sembravano soltanto dettate dalla convenienza e, alzandosi in piedi, dice: «Maestà, non dovevate rischiare di venire qua, ma sono lieta che lo avete fatto.»

Regno di Dwr
La Regina Cristalya si gode la pace del suo regno sollazzandosi con dei bei giovanotti, non tanto per godere le gioie del sesso, ma piuttosto per poi poterli frustare e legare in modo da vendicarsi indirettamente dell’affronto subito da Titan che ha rifiutato la sua proposta di matrimonio. I giovani, dopo le torture, acquisiscono il ruolo di schiavi grazie proprio alla proposta del Re di Metel di accettare la schiavitù come pena.
Se la regina non è per nulla interessata a ciò che sta avvenendo nel mondo, nella marina militare c’è grande agitazione per i continui avvistamenti del Leviatano.


§   §   §


Nell’arena la tensione è altissima, Fajro è pronto a intraprendere un nuovo test, la sfida che può portarlo più vicino o più lontano da casa. Tale è l’importanza di questo confronto che l’imperatore in persona sarà l’arbitro mentre gli altri tre generali stanno già alzando la barriera a forma di triangolo. Il generale Aki è pronta, non tratterrà la sua forza e non agevolerà Fajro, anzi, farà di tutto per sconfiggerlo perché il suo compito non è accudirlo ma distruggerlo. Il ragazzo è concentrato, non sente le parole dell’imperatore che spiegano le regole, sa che non ce ne sono di limitanti, attende solo di sentire la parola “iniziate”.

Basta un istante e le energie che scaturiscono da Fajro e Aki riempie totalmente l’interno della barriera: il Leone dagli artigli infuocati ruggisce all’indirizzo dell’Albatro che dispiega le sue lunghe ali. Il felino si lancia all’attacco ma il pennuto si alza in volo e agitando le ali spinge il Leone contro un lato della barriera dalla quale non riesce neppure a muoversi. Aki sguaina la katana e si lancia contro Fajro, il ragazzo si accende, la sua fiamma lo circonda, ma il generale la spegne con una raffica di vento e lo sorprende arrivandogli così vicino da toccarli con una mano la pancia. Fajro s’inginocchia e dalle sue viscere esce tanta acqua da riempire un fiume, Aki solleva la katana, compie il movimento per mozzare la testa al nemico ma Fajro gli fa saltare via dalle mani l’arma facendo uscire da terra dei rami rampicanti acuminati da spine di ferro; è stata proprio l’acqua uscita dai suoi intesti a far crescere quei rami puntosi.
Il Leone, fino a quell’istante bloccato, acquista vigore, sfida il vento costruito dall’Albatro e compie un balzo verso l’alto per azzannare la preda; non riesce a colpire mortalmente il pennuto, però lo costringe a stare in terra.
Aki reagisce, s’impossessa dei rampicanti e muovendo una mano li indirizza contro Fajro, ma il ragazzo li carbonizza soltanto con lo sguardo di fuoco. La Signora, forse per la prima volta da quando ha incontrato il ragazzo, indietreggia timorosa, poi, scansata la paura, rilascia un turbine ventoso, mischiato a granelli di polvere ferrosa, contro il Leone che lascia la presa dell’animale avversario per il bruciore agli occhi e Aki, compiendo un salto, sale in groppa al suo Albatro.
Anche Fajro, come il Leone, deve chiudere le palpebre per il bruciore e il generale sfrutta l’occasione attirando a sé la katana. Aki si lancia contro l’avversario, ma il ragazzo riapre gli occhi ciò che prima erano granelli di polvere ferrosa, ora scendono dalle sue pupille sotto forma di lacrime d’acciaio nero che consolidandosi formano degli aghi appuntiti. Fajro, con l’aiuto del vento, lancia una miriade di aghi dai suoi occhi che si conficcano nelle ali dell’Albatro. Il Famiglio di Aki è costretto ad atterrare proprio dove si trova il leone e al felino basta un’artigliata per squarciare il petto del pennuto. L’Albatro scompare e Aki crolla a terra. La donna non si arrende, si appresta a evocare un secondo famiglio, ma il ragazzo la stringe tra le sue braccia e lascia che il suo Fuoco diventi un’esplosione.
All’interno della barriera triangolare si è sollevata una nube densa, i generali tolgono la protezione temendo per la salute di Aki ma ciò che appare ai loro occhi li stupisce: Fajro stringe tra le braccia Aki ed entrambi sono all’interno di un sarcofago di ghiaccio che lentamente si scioglie liberandoli senza danni fisici.
Le gambe del ragazzo cedono per la fatica, Fajro s’inginocchia accompagnato nella discesa dalla donna che all’orecchio gli dice: «Non mi sono mai eccitata come in questo combattimento, purtroppo ci sono troppi occhi che ci guardano se no...»
«Signora, da ciò che state toccando con la vostra mano, immagino che stiate per dire qualcosa di molto sconcio.»
L’imperatore, entusiasta annuncia: «Decreto la sfida conclusa in pareggio perché non possiamo determinare chi abbia creato il sarcofago ghiacciato, ma ciò che importa è che Fajro ha superato il test e da domani tutti i generali lo metteranno sotto torchio per una serie di allenamenti intensivi.»
Kasai raggiunge il suo allievo e indicando Atua dice: «Fajro, ti evito di chiederglielo così non lo mettiamo in imbarazzo; lui ha superato il test dopo diciannove anni.»



Sesto Anno (Mondo degli Uomini – seconda parte)



Regno di Apen
La notizia di un’invasione da parte di Tera è parzialmente negata, ma la situazione e nettamente peggiore. I soldati che hanno distrutto le città di Apen sono del regno confinante, ma guidati dal terribile influsso del Lipitoare.
Nel frattempo, nelle cittadine vicine alla capitale, le rivolte continuano e l’esercito, ridotto per l’esigenza di contrastare le Creature Mitologiche, si abbandona ad atti atroci contro i popolani più poveri. Al palazzo reale Oak parla proprio di questa situazione con Panglito.
«Gli ordini rimangono invariati, non mi interessa cosa fanno i soldati a quei traditori della corona, possono trucidarli, buttarli nelle fauci di qualche mostro o prenderseli come schiavi. Ciò che importa è che siano tolti di mezzo!»
«Maestà, i nostri uomini sono a sua disposizione per compiacervi in tutto, però ho una richiesta da farvi per portare a termine il mio compito in tempi brevi» chiede Panglito consapevole che il re lo accontenterà.

Da Koraha una nuova Creatura Mitologica ha fatto la sua comparsa. La Chimera ha distrutto tutte le città di Apen che confinavano con il deserto per poi dirigersi verso l’entroterra. L’esercito guidato da Macan ha opposto un’inutile resistenza, il mostro ha annientato tutto mietendo migliaia di vittime anche tra i soldati. Macan, ritiratosi, ha potuto soltanto guardare quella belva alata mentre distruggeva altri villaggi prima di tornare nel deserto.
Macan e i suoi uomini hanno raggiunto il primo paese risparmiato dal mostro, ma ciò che ha trovato è la morte. Centinaia di persone, uomini, donne e bambini, tutti impalati e posti in ordine lungo la via principale, molte case sono state incendiate, la poca gente ancora in vita è nascosta nelle abitazioni, ma le loro urla straziate per la perdita dei propri famigliari echeggiano tra le poche mura risparmiate dalla tragedia che ha subito questo paese di provincia.
In mezzo alla strada c’è un bambino, cerca di tenere dritta la spada che ha in mano, ma che pesa quasi quanto lui. Urla all’indirizzo del generale: «Non ho paura di voi, siete malvagi e il Leggendario vi punirà, perché se non sarò io a vendicare mio padre, lo faranno le Creature!»
Macan si guarda attorno, alcune persone si sono munite di bastoni, ma tremano davanti alle armature dei soldati; lui si ferma a qualche metro di distanza dal bambino, estrae la spada e la butta a terra dicendo: «Popolo di Apen, i soldati dietro di me, anzi, questi uomini e donne, hanno combattuto per il nostro regno contro la Chimera, quindi se volete incolpare qualcuno, ebbene, io sono pronto a morire per loro, così come sono pronto a morire per ognuno di voi.»
Il brusio della gente è diventato assordante, qualcuno vuole la testa del generale, qualcun altro lo riconosce e chiede la salvezza per lui e il suo esercito, ma il suono di un corno fa smettere il vociare delle persone che si rintanano nuovamente nelle poche case ancora intatte. Macan è a ovest della strada principale, il bambino nel mezzo e da est giungono soldati armati e riposati. I nuovi arrivati avanzano, il loro comandante guarda quel bambino che piange tenendo, si abbassa per dargli qualcosa da mangiare poi lo supera e raggiunge Macan.
«Generale Macan, per ordine di Re Oak sono qui per arrestarvi» dice Jaran.
Macan guarda negli occhi quell’uomo che conosce da una vita e senza proferire parola allunga le mani in avanti per farsele legare, ma Jaran s’inginocchia davanti a lui dicendo: «Però Re Oak ha tradito il Regno di Apen e deve pagare per le sue azioni scellerate!»
L’uomo si alza in piedi, prende la mano di Macan e la solleva gridando al folto pubblico: «Il Regno di Apen non ha bisogno di un re tiranno, ma di un vero uomo a cui sta a cuore il popolo. Viva Macan!»
I soldati di Jaran urlano quel nome, subito si aggregano anche quelli di Macan e poco dopo tutti i sopravvissuti del villaggio, tranne uno. Macan raggiunge il bambino che è rimasto in silenzio e il piccoletto dice: «Vendicherai la morte della mia famiglia?»
«Sì.»
«Difenderai tutta la gente e non solo i ricchi?»
«Sì.»
Il bambino asciuga le lacrime e dice ad alta voce: «Non mi basta!»
Macan risponde urlando in modo che tutti possano sentire: «Sì, giuro di difendere la giustizia a costo della mia vita!»

Isola Imperiale di Otoke
L’imperatore Atua, CCXVII del suo nome cammina nella grande sala dopo avere ricevuto le notizie provenienti da tutto il mondo. Ha in mano un foglio, lo legge, lo rilegge, e di nuovo e ancora. La principessa Oceanya, rimasta stabilmente nel palazzo imperiale ormai da due anni, chiede: «Che cosa vi turba che già non conosco?»
«Ho scelto una persona per un ruolo che nella nostra storia è stato ricoperto soltanto da una decina di persone, ma sono tuttora indecisa se annunciarla oppure attendere che la situazione migliori.»
«Sappiamo entrambe che è più facile che tutto peggiori da un momento all’altro. Non ci sono solo le Creature, ma anche tra gli uomini ci sono dei “mostri” come quello che dovrei sposare. Se è una vostra prerogativa imporre la persona che avete scelto, fatelo senza rimuginarci sopra» dice Oceanya sorseggiando del liquore.
«Lo so, ma per tutti i popoli sembrerà una scelta soltanto politica, mentre la mia intenzione e dare risalto all’impresa che ha compiuto affidandogli un ruolo pacificatore come quello di Primo Cavaliere dell’Impero.»
Oceanya ha compreso e dice: «Metalo ha sempre pensato soprattutto a se stesso incurante del dolore che causavano le sue parole, ma in questi ultimi anni, forse perché diventato adulto, si è mostrato più flessibile, ha lavorato per il suo popolo ed è l’unico che ha riportato una mezza vittoria in battaglia contro le Creature Mitologiche.»
«E’ vero ciò che dici, ma rimane sempre una scelta di parte che scontenterà la maggioranza» dice l’imperatore scuotendo la testa.
«Senza dubbio vi accuseranno di patrocinare il figlio del vostro ex datore di lavoro, ma se facciamo i conti non ci sono altre persone. Re Titan sarebbe la scelta meno appropriata, proprio per il discorso politico, la Regina Wasa è malata, la Regina Flame governa il popolo attraverso Bruligida, mia sorella è odiata in ogni luogo e Re Oak, beh, sapete già cosa penso di lui. Tra noi principi, che siamo cresciuti in questi anni tormentati, io sono da scartare perché una principessa cui piacciono le donne è un orrore agli occhi dei puritani e Aarde ha sempre vissuto nel bozzolo protettivo della madre. Tolti tutti, rimane Metalo.»
Atua, CCXVII del suo nome, si avvicina al leggio posto accanto al trono, appoggia il foglio che teneva tra le mani sopra altri documenti identici e li firma tutti.
«Mandate una colomba bianca a ogni a ogni rappresentante dei Cinque Regni» dice Atua consegnando i fogli firmati a una guardia pretoriana. «L’imperatore dei Cinque Regni nomina ufficialmente come Primo Cavaliere Imperiale il principe Metalo di Metel.»


§   §   §


Fajro ha appena terminato l’ennesimo un allenamento intenso Kuoki, i due ragazzi si siedono a terra per riposare.
«Ultimamente sei sempre tu il mio avversario giornaliero» dice Fajro mentre si asciuga il viso.
«Dopo il “viaggio” con Eteru, la scelta del maestro per l’allenamento è dettata da ciò che lei ha sentito dentro di te. In pratica ha rilevato che in te l’Elemento Aria è carente, e hai bisogno di assorbire questo tipo di energia piuttosto che un altro. Ogni persona ha tre Elementi predominanti e tra questi c’è quello di base, che nel tuo caso è il Fuoco, e se è Aria a essere carente probabilmente la tua sottile linea dell’equilibrio è formata da due Elementi Primari e uno Secondario. I tre meno influenti, uno primario e due secondari, devono essere equilibrati tra loro, e questo ti spiega perché non stai facendo più allenamenti con Mokuzai» risponde Kuoki.
«Allora è per questo che è sempre adirata con me anche se non faccio niente per causare le sue reazioni.»
«Devi anche mettere nel conto che lei è una diciottenne e che non ha avuto esperienze romantiche con altri ragazzi e tu sei l’unico a sua disposizione» risponde Kuoki ridendo.
«C’è una domanda che mi sta tormentando e quando intraprendo il discorso non ricevo mai risposta. Com’è possibile che…»
Kuoki lo ferma: «So cosa ti chiedi, ma neanche io ti risponderò. Ti posso dire che non è per cattiveria che non ottieni risposta, ma è un argomento che tratterai con l’imperatore, e soltanto prima di tornare nel mondo degli uomini.»
Fajro sbuffa come un bambino imbronciato, Kasai, appena entrata nell’arena, notata l’espressione “carina” del ragazzo e gli si butta addosso in meno di un secondo.
«Kasai, sei sempre troppo espansiva» dice Kuoki rimproverando bonariamente la donna.
«Non è colpa mia se questo giovanotto è un Fuoco totale!» risponde Kasai mentre continua a strusciarsi su Fajro.
«Lo sapevo! Con la scusa di controllare l’allenamento ti sei subito buttata su di lui!» strilla Mokuzai entrando di corsa nell’arena.
«Amico, adesso sono affari tuoi» dice Kuoki ridacchiando.
«Tu sei cattivissima con il mio cucciolo, lo sgridi tutti i giorni!» dice Kasai senza mollare la presa su Fajro.
Mokuzai si lancia addosso ai due dicendo: «Mi sta lasciando sempre sola e sono nervosa. E poi è colpa tua Kasai, lo tieni sempre al guinzaglio!»
Kuoki si accorge che una persona importante e nell’arena, salta in piedi e s’inchina mentre gli altri tre continuano a rimanere sdraiati per terra.
«Molto bene, vedo che l’allenamento prosegue in modi diversi da quelli previsti» dice Aki con tono autoritario.
La voce della Signora fa scattare tutti in piedi, ma soprattutto permette a Fajro di liberarsi dalla presa delle due ragazze. Aki si avvicina ai tre e Kuoki sfrutta l’occasione per andarsene prima di finire anche lui nei guai.
«Mokuzai è una ragazzina ed è comprensibile il suo atteggiamento, ma tu Kasai, sei anche la sua Maestra» dice Aki spostando le due donne da Fajro.
La signora non solo libera Fajro dalle grinfie delle altre donne, ma senza essere vista gli mette una mano sul sedere e il ragazzo, sentendosi toccare, spinge in avanti il bacino con un movimento incondizionato. Kasai, capendo cosa sia accaduto, dice senza timore: «Signora, state cercando di accaparravi il ragazzo utilizzando il vostro grado? Non è una cosa decente, lo sa?»
Mokuzai dice la sua mettendo da parte la timidezza: «E poi io sono la più giovane e dovrei essere quella che lui deve sco… sco…ehm, prendere per prima!»
«Signore, da che mondo esiste, sono le donne più mature ed esperte quelle preferite dai giovani ragazzi» dice Aki accarezzando il viso di Fajro proprio mentre entra Mizu nell’arena per una sessione di allenamento singolo.
Il neo entrato osserva la situazione e ride guardando la faccia di Fajro che è completamente in balia delle tre donne. Cerca di aiutare l’amico dicendo: «Posso darvi una mano?» ma la sua frase è recepita come provocante dalle donne che rispondono in coro “no”.
Nell’arena rimbomba la voce di Eteru: «Fajro, caro, avrei bisogno di parlare con te.»
«Caro?» dicono all’unisono le tre donne mentre guardano negli occhi il povero Fajro che, ormai conscio di attirare la loro attenzione nonostante i suoi continui rifiuti, può solo stare zitto evitando di dire qualcosa che possa peggiorare la situazione.

Nel frattempo l’imperatore ha ascoltato i tre generali appena rientrati a Wuxing dopo una missione importante. «Le informazioni che avete carpito ai guardiani delle Creature sono molto chiare e temo che non abbiamo ancora visto il peggio che possono fare con l’unione dei quattro regni soprannaturali. Il nostro obiettivo rimane inalterato, spingeremo ancora il ragazzo sapendo che solo Eteru deciderà quando Fajro potrà tornare nel mondo degli uomini. Orami è inutile sperare; la sottile linea dell’equilibrio è definitivamente spezzata.»
I generali stanno per uscire ma l’imperatore trattiene Natsu.
«Ho parlato con Aki» dice l’imperatore leggermente adirato.
«Ehm, mi perdoni, è stato più forte di me» risponde il generale inginocchiandosi.
«Spero che almeno tu non abbia detto niente a lui direttamente?»
«No Signore, su questo punto ero e sono d’accordo con Aki, però…»
«Natsu, questa volta non ci sono però di mezzo, e ti ordino di mantenere il silenzio!»
«Ubbidisco» risponde Natsu costernato.
«Sei un brav’uomo, però mi fai diventare matto» dice l’imperatore tornando a sorridere. «Ma se ti può far piacere la risposta è sì.»
Natsu scatta in piedi e dalla gioia abbraccia l’imperatore. «Grazie Signore.»
Il generale corre via dalla sala, l’imperatore osserva il corvo Agisto e…

Il piccolo Ten, attraverso gli occhi nel corvo vede cosa accade nel mondo, ma per la prima volta sente anche la voce dell’anima errante che è nel corpo di Agisto.
«Matco, ho da affidarti una missione importante che esula dall’osservare e riferire.»
«Sono a vostra disposizione, in cosa posso essere di aiuto?»
«Devi consegnare, a voce, dei messaggi ad alcune persone, però mantenendo le qualità di questo splendido corvo parlante. Nessuno di loro dovrà capire che giungono da una persona reale.»
«Ho capito» risponde Matco prima di cominciare a gracchiare.










CAST
Importanti
Agisto – Corvo messaggero appartenuto a Sipestro di Tan e che ospita l’anima errante del soldato Matco, assassinato al lago Sider a Dwr
Ten [m] – Bimbo che vede gli avvenimenti attraverso gli occhi del corvo
Atua Primo [m] – Leggendario Imperatore dei Cinque Regni Umani
Fajro [m] – Principe di Tan e protagonista della storia

Regno Wuxing
- ? [m] – Imperatore (il suo nome non è stato ancora detto)
- Aki [f], Fuyu [m], Haru [m], Natsu [m] – i quattro generali di Wuxing
- Eteru [f] (Neutro) – la samurai definita più vicina al Creatore
- Daichi [m] (Terra), Kasai [f] (Fuoco), Mizu [m] (Acqua) – i tre samurai con Elementi Primari
- Kinzoku [m] (Metallo), Kuoki [m] (Aria), Mokuzai [f] (Legno) – i tre samurai con Elementi Secondari

Regno Sea (regno negli abissi marini)
- Kwakhala [f] – Regina (solo nominata)
- Esseri mostruosi: Kraken, Leviatano – Creature mitologiche

Regno Koraha (regno nel deserto omonimo)
- Yuly [f] – ? (solo nominata)
- Golem, Skorpio, Chimera – Creature mitologiche

Regno Sliabh (regno sulle montagne condivise tra Metel e Tera)
- ? – guardiano del Gigante
- Gigante, Pithecus, Denosor – Creature mitologiche

Regno Hout (regno chiamato anche Foresta Proibita)
- Ombra, Maputa, Lipitoare – Creature mitologiche

Regno Heru (regno sotterraneo posizionato alle radici dell’albero Hyperion)
- Innominabile – Imperatore (soltanto identificato come imperatore)
- ? – Cinque servitori di Heru (soltanto nominato il loro ruolo)

Altri personaggi apparsi o solo nominati nel capitolo
- Aarde – Principessa ereditaria di Tera
- Metalo – Principe ereditario di Metel
- Crehuma – Saggia di corte a Metel
- Meirge e Tyred – Generali dell’esercito di Metel
- Moncai – Generale della marina militare di Metel
- Draak – Comandante in capo dell’esercito di Tera
- Buffel e Paard – Generali dell’esercito di Tera
- Vlek – Saggio di corte a Tera
- Haag – Capitano dell’esercito di Tera
- Wasa – Regina di Tera
- Titan – Re di Metel
- Cristalya – Regina di Dwr
- Oak – Re di Apen
- Panglito – Comandante in capo dell’esercito di Apen
- Macan – Generale dell’esercito di Apen
- Jaran – Capitano dell’esercito di Apen
- Atua CCXVII (vero nome Ohlaka) – Imperatore dei Cinque Regni
- Oceanya – Principessa ereditaria e comandante in capo dell’esercito di Dwr
- Flame – Regina di Tan
- Bruligida – Regina di Tan dopo aver abdicato è diventata Saggia di corte





Schema della magia
- Ogni Essere Vivente è costituito di Energia
- Con al morte fisica l’Energia si tramuta in un Globo di Luce o in uno Oscuro
- Il Globo di Luce raggiunge il Regno Wuxing (il bene) mentre il Globo Oscuro raggiunge il Regno Heru (il male)
- L’Energia di ogni Essere Vivente è la base per la creazione degli Elementi Magici

Schema degli elementi magici
- Esistono due Elementi Dominanti: Luce, Oscurità
- Esistono tre Elementi Primari: Acqua, Fuoco, Terra
- Esistono tre Elementi Secondari: Aria, Legno, Metallo
- Esiste un Elemento Neutro: Etere
- se uno o più Elementi Secondari acquistano potere crea/creano squilibrio
- con lo squilibrio uno o più Elementi Primari soccombe/soccombono e l’Elemento Neutro diventa Caos
- L’Elemento Caos dona maggiore potere all’Elemento Dominante Oscurità che prende il soppravvento sulla Luce.

Schema della Forma Energetica Assoluta
- La Forma Energetica Assoluta è il massimo raggiungibile nella Forma Energetica
- La Forma Energetica si divide in tre livelli:
a) Livello Kou (alto) : lo ottengono solo l’Imperatore di Wuxing e l’Imperatore di Heru
b) Livello Heikin (intermedio): lo ottengono solo i generali di Wuxing e i servitori di Heru
c) Livello Tei (basso) – lo ottengono i samurai di Wuxing e tutti gli altri esseri viventi che hanno coscienza delle differenze.
- La Forma Energetica evoca magicamente un Animale chiamato Famiglio

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Il settimo anno (prima parte) ***


Il corvo Agisto, in missione per l’imperatore di Wuxing, svolazza nel mondo degli uomini e il piccolo Ten, attraverso gli occhi del pennuto, vede il caos in azione.
Il corvo atterra in un luogo polveroso, il forte vento disturba il suo volo così il corvo zampetta sul terriccio, entra in un grande buco di una montagna, arriva quasi sul fondo della grande miniera e osserva uomini, donne e bambini, diventati schiavi, mentre lavorano senza ricevere cibo o acqua, malmenati e in alcuni casi anche colpiti a morte da guardie più disumane delle bestie mitologiche. Nell’oscurità le piume nere nascondono il corvo e lui raggiunge la persona che deve contattare senza che qualcuno si accorga della sua presenza.
Era un soldato, ha vissuto servendo la casa reale del suo regno, ha rischiato la vita durante la Grande Guerra, ha partecipato alla rivolta del suo principe, ma come molti di Tan, ha perso l’ultima battaglia e si è ritrovato schiavo senza neppure accorgersi del mondo che stava cambiando. Picchiato, ferito, imprigionato e messo ai lavori forzati, quest’uomo non si è mai spezzato, la sua mente è salda e non vacilla mai, attende un singolo segnale per dare sfogo alla sua rabbia, anche se il destino gli sembra tanto ineluttabile da fargli paura. Sembra, ma gli è bastato vedere quel piccolo corvo per fargli immaginare un futuro diverso, perché se un pennuto ha la forza di vivere nonostante sia solo, lui non sarà da meno.
L’uomo, sottovoce, dice: «Piccoletto, come sei riuscito ad arrivare fin qui?» poi lo schiavo ride da solo pensando che sta facendo delle domande dirette aspettandosi una risposta coerente da un corvo.
Agisto, infatti, non risponde, però dice: «Cra cra! L’ho visto, vivo, il deserto non l’ha portato via. Tornerà, cra cra!»
L’uomo spalanca gli occhi, ha subito capito di chi stia parlando, ma teme di nominare quel nome associato a un assassinio gravissimo, persona così odiata da chiunque che pure uno schiavo qualsiasi, sentendoglielo pronunciare lo denuncerebbe ai loro carcerieri, e allora dice soltanto una parola: «Scavezzacollo?»
«Lui!» risponde il corvo prima di allontanarsi nell’oscurità della miniera.
L’uomo scoppia a ridere istericamente e neppure le frustate delle guardie riescono a farlo smettere.

Agisto esce dalla miniera e riprende il suo volo; ha ancora due persone da incontrare: un altro uomo e una donna bellissima, l’unica cui consegnerà un messaggio scritto dall’imperatore di Wuxing, anche se il vecchio ha apposto una firma falsa per non svelare la sua identità.





7° capitolo – Il settimo anno (prima parte)





È la prima volta che il ragazzo esegue un test direttamente nella sala delle cerimonie; l’imperatore è nel suo baldacchino, Fajro proprio nel centro della sala e ai quattro lati i generali. L’imperatore dice: «Questa sala è già protetta da barriere costituite da tutti gli Elementi Magici e potrai utilizzare tutta la tua energia senza causare danni alle cose o alle persone che sono presenti. Due anni fa i generali, utilizzando le loro mani, hanno fatto confluire i loro poteri nel tuo corpo per sbloccare il tuo Fuoco, invece questa volta, dovrai catturare da solo l’energia che ti metteranno a disposizione. Ma dovrai fare grande attenzione perché questa prova è la più pericolosa che tu abbia affrontato a Wuxing. L’energia non ti sarà offerta, ma dovrai acquisirla tu stesso attraverso le tecniche combattive che i generali metteranno in campo contro di te. Sei pronto a rischiare di dover rimanere a Wuxing ancora per molti anni?»
«Signore, io sono pronto a rischiare di lasciare Wuxing prima del tempo che mi aveva pronosticato» risponde Fajro senza indugio.
«Molto bene giovanotto, diamo inizio alla prova.»

Fajro esegue la respirazione assoluta e all’istante inizia a far uscire fiamme dal corpo mentre i generali posizionati ai quattro angolo iniziano a lanciare dei colpi di magia elementare seguendo dei turni precisi: Aki, da destra, colpisce con una massa d’acqua racchiusa in una bolla d’aria, Fuyu, dietro, attacca con un turbine ventoso nel quale sono racchiuse delle schegge di granito, Haru, a sinistra, sferra un colpo creando una lingua di lava incandescente, infine, Natsu da davanti, lancia palle di fuoco con all’interno dei pugnali di ghiaccio. Ma la sequenza non finisce perché Fuyu indirizza contro il ragazzo una lancia di metallo cosparsa da terriccio e contemporaneamente Natsu lancia un tronco di quercia con al suo interno un anima di acciaio nero.
Il fuoco difensivo di Fajro tende ad assopirsi sempre di più dopo ogni attacco subito, ma alla fine si espande in direzione degli attaccanti costringendoli a evocare un famiglio per difendersi dalle fiamme roventi emanate dal ragazzo.
Fajro assorbe tutta l’energia circostante e la converte evocando il suo Leone.

I generali eseguono il secondo attacco: il grande Albatro di Aki agita le ali causando un tornado, il gigante di granito di Fuyu lancia delle scuri diamantine, l’enorme lucertola di Haru sputa del fuoco, infine, il pachidermico Mammut di Natsu spruzza dalla proboscide un fiume d’acqua ghiacciata. Ma la sequenza non finisce perché Fuyu evoca una quercia vivente che colpisce il leone con i rami fatti a forma di artigli appuntiti e contemporaneamente Natsu evoca un gigante d’acciaio nero che sferra un colpo al felino con un’enorme spada.
Fajro ha in mano la katana, il colore della fiamma che lo circondava è passato dal rosso intenso al bianco fosforescente e il Leone ruggisce con più vigore mentre una strana energia esce dalla spada del ragazzo, si disperde in tutto l’ambiente e colpisce con precisione assoluta tutti i famigli presenti nella sala.
L’imperatore esce dal baldacchino con in mano un bastone nodoso, agita l’asta e dalla punta di quell’oggetto esce una luce fortissima che raggiunge i quattro generali mentre i loro famigli scompaiono sconfitti. Fajro si avvede dell’intervento protettivo eseguito dall’imperatore, risucchia dentro di se l’energia distruttiva che aveva sprigionato mentre il Leone, con un ultimo ruggito così potente da far indietreggiare addirittura il sovrano di Wuxing, scompare dentro il corpo del giovane.

Fajro è stanco, ha subito lievi ferite alle mani, ma è in piedi e cosciente.
«Rispondete, secondo voi Fajro ha superato la vostra prova?» chiede l’imperatore ai quattro generali che sono ancora storditi da ciò che hanno visto.
«Signore, credo di poter dire, in nome di tutti i miei compagni, che Fajro ha superato la prova oltre le nostre più grandi attese, e infine vi chiedo ufficialmente di dare a Fajro l’opportunità di affrontare l’ultimo passo in tempi brevi» risponde Natsu, come al solito il più esaltato di tutti.
Gli altri tre generali annuiscono e l’imperatore dice al ragazzo: «Eteru ha visto, conosce le nostre risposte favorevoli e ha accettato le nostre richieste. Soltanto Eteru può decidere quale sia il giorno più opportuno, ti chiamerà nell’istante esatto in cui sarai chiamato all’ultimo passo.»
«Grazie Signore, e grazie a tutti voi» dice Fajro inchinandosi prima di allontanarsi dalla sala delle cerimonie.
L’imperatore, appena uscito il giovane principe, parla ai generali: «Avete visto tutti ciò che ha fatto, ma soprattutto a ciò che è successo durante il secondo assalto. È di vitale importanza che nessuno gli dica che nel suo corpo alberga quel grande potere e dobbiamo tutti sperare che non sia mai costretto a utilizzarlo.»



Settimo Anno (Mondo degli Uomini – Prima parte)



Regno di Tan
L’avvistamento continuo dei mostri marini ha convinto la Regina Flame a bloccare i viaggi commerciali per mare e ha consigliato ai mercanti del proprio regno di utilizzare soltanto le vie terrestri che congiungono Tan a Metel ritenendo poco sicure anche le strade che si collegano allo Stato Libero di Oazo.
Bruligida è nella sua stanza quando un corvo la raggiunge. La donna lo riconosce immediatamente nonostante siano passati tanti anni.
«Ciao Agisto, pensavamo di averti perso e invece sei riuscito a trovare la strada per farmi visita» dice la donna porgendo una ciliegia al pennuto.
Bruligida osserva la zampa del corvo e chiede: «Ma stai lavorando! Che cosa mi hai portato di così importante da scegliere di entrare direttamente dalla mia finestra?»
Il corvo gracchia come se volesse rispondere, Bruligida sfila dal cartoccio legato alla zampetta del pennuto il messaggio e Agisto vola via immediatamente senza dover aspettare una risposta. La donna si avvicina alla candela, legge avidamente lo scritto e mentre sul suo viso appare un sorriso raggiante consegna alla fiamma del moccolo la missiva. Bruligida apre un cassettino e prende qualcosa tra le mani, esce dalla sua stanza e poi dalla Villa, cammina con calma verso una piccola casetta appoggiata a uno dei muri di cinta, bussa alla porta e ricevendo risposta entra dicendo: «Mie care ragazze, mi sono fidata di voi, vi ho dato un buon lavoro e una buona sistemazione. Vi ho accolto con scetticismo, è vero, ma mi avete mostrato le vostre buone intenzioni ridandomi indietro un oggetto prezioso e vi ho garantito che sarebbe stato il vostro premio se un giorno vi avrei chiesto di lavorare per me come avevate fatto in precedenza con il buon comandante. Ebbene, un uccellino mi ha sussurrato che è quasi giunto il momento di metterci all’opera e la missione che sto per affidarvi darà modo a tutte noi di riprenderci ciò che è nostro.»
Bruligida smette di parlare, appoggia la mano sul tavolo lasciando un oggetto in bella vista. Una delle due ragazze, eccitata alla vista di quel diamante, quasi si sdraia sul tavolo per prenderlo, l’altra, senza termini troppo raffinati, dice: «Porca puttana, ditemi quale culo devo spaccare ed io ci infilerò tutta una spada!»
La Saggia di Tan ride, non la infastidiscono le espressioni colorite, anzi, proprio il modo di fare di quella donna è stato molto di aiuto nei momenti in cui la giovane Flame era più depressa.

Regno di Metel
Nel castello reale, servitori e schiavi continuano i loro lavori giornalieri sotto lo sguardo attento della Saggia Crehuma, mentre i regnanti sono entrambi in mare ma verso due direzioni diverse.
L’ammiraglio Lyngesydd, che in assenza di Titan e Metalo rappresenta la massima carica del regno, ha preso una decisione importante e informa il suo più stretto collaboratore presente nel regno. «I nuovi avvistamenti dei mostri marini sono preoccupanti e sapere che il Re e il principe sono in viaggio proprio per mare mi disturba nonostante siano accompagnati dalla nostra marina militare. Ho deciso di salpare io stesso per raggiungere Puna, mentre tu dovrai andare a Otoke.»
«Signore, siete sicuro di questa scelta? Lontani anche noi due, il regno rimane scoperto e qualche nobile poco “nobile” potrebbe approfittarsene» risponde Moncai seriamente preoccupato.
«Nonostante sia stata promossa da non molto tempo, il generale Meirge ha la fiducia incondizionata del principe e sono certo che lei, aiutata dalla Saggia Crehuma, terrà l’interno di Metel al sicuro. L’unico problema potrebbe derivare da un attacco delle Creature della montagna, ma se perdiamo entrambi i regnanti in mare, quello che accade qui sarà tanto ininfluente perché saremmo già spacciati» risponde l’ammiraglio con decisione.
«Molto bene Signore, a Port Pearl le nostre navi sono già pronte, basta che mi dica quando intendete partire e organizzo le carrozze per raggiungere il porto.»
«Subito, non possiamo perdere tempo» termina la discussione l’ammiraglio alzandosi in piedi.

Regno di Apen
La seconda guerra civile di Apen è stata drammaticamente più cruenta: se nella prima era bastato togliere di mezzo l’ammiraglio fedele a Re Wit, in questa gli scontri tra le due fazioni si sono svolti totalmente a terra. La prima azione di Macan, ormai capo indiscusso dei rivoltosi, è stata quella di imprigionare l’ammiraglio Prau, fedelissimo di Re Oak, in seguito ha proposto il proprio progetto al generale Menara il quale si è unito alla ribellione portando con sé l’intera flotta della marina militare. Ogni battaglia si era combattuta di città in città, erano caduti molti militari ma anche i tantissimi civili che parteggiavano per uno o per l’altro schieramento.
La battaglia che sta infuriando nella capitale, soprattutto davanti al palazzo reale assediato dai rivoltosi, ha raggiunto il punto di svolta. I portoni della magione si spalancano e molti soldati escono tenendo le mani alzate mentre il loro comandante, il generale Terwelu, sventola una bandiera bianca.
«La pazzia di quel ragazzo non ha limiti e aveva intenzione di struggere il castello con quelle bombe acquistate dallo Stato Libero di Oazo. Solo l’altro è completamente dalla sua parte» dice Terwelu consegnando la sua spada al capitano Jaran.
«Amico mio, perché hai continuato a servirlo fino a ora?» chiede Macan.
«Perché soltanto adesso sono riuscito a liberare la mia famiglia, insieme a quelle dei soldati che sono usciti insieme a me. Lui era nelle gabbie sotterranee solo per aver detto cosa pensava delle rappresaglie delle quali aveva soltanto assistito» risponde Terwelu facendo notare le condizioni quasi disperate del capitano Catur.
«Lui dove si trova?» chiede Macan pronto allo scontro finale.
«E’ una domanda a cui non so risponderti. Non mi è mai stato permesso di vederlo e in tutto questo tempo ho sempre parlato con l’altro. Anche la Saggia Wicaksana è inavvicinabile da mesi» dice Terwelu.
Macan sale sulla scalinata poi si volta indietro e grida al suo esercito costituito da semplici contadini: «Popolo di Apen è giunto il momento di fare un fronte unito contro il tiranno e questi soldati, arrendendosi, sono diventati nostri compagni perché già da prima erano nostri fratelli, soggiogati anch’essi dal re e costretti a difenderlo contro la loro volontà di libertà. Entriamo tutti insieme, mostriamo al tiranno che un popolo fiero è capace di perdonare  offrendogli una giusta punizione che non contempli la morte, ma se oserà sollevare un solo dito contro chiunque di voi non avrò pietà e sarò io stesso a tagliargli il capo all’istante!»
Macan e molti uomini entrano nel palazzo, soffocano nel sangue chi cerca di fermarli, raggiungono la sala del trono, spalancano le porte e trovano solo il comandante in capo dell’esercito Panglito seduto sul podio reale.
«Questo Regno è del suo Re e voi dovete ubbidire. Gettate le armi e con la sua magnanimità vi darà modo di pagare la vostra ribellione con la salvezza della vostra vita» urla Panglito sguainando la spada davanti a un centinaio di persone inferocite.
«Non vedi che sei l’unico a parteggiare per il tiranno? Sei stato contagiato così a fondo dalla sua pazzia da decidere di morire per un ragazzo che ha addirittura fatto uccidere i suoi genitori per tenersi sulla testa una corona insanguinata?»
«Oak non si è macchiato di questo atroce atto. Io sono il vero padrone di Apen, io ho fatto uccidere dai mercenari Wit e la consorte, io ho predisposto che tu fossi imprigionato. Io sono il vero Re di Apen!»
Panglito, completamente impazzito, si scaglia contro Macan e il generale con un solo colpo di spada toglie la vita al folle comandante.
Il silenzio è rotto dal capitano Jaran che grida: «Cercatelo in ogni stanza e in ogni segreta del palazzo. Prendete il tiranno vivo a tutti i costi!»

Un messaggero entra nel palazzo, raggiunge la sala del trono e costernato dice: «Signore, brutte notizie dal generale Menara. Il ponte Sud/Ovest è stato distrutto dal Kraken e le nostre navi da guerra, dislocate in quella zona, sono state spazzate via in un attimo dalla bestia.»
Macan non ha neppure il tempo di adirarsi; un secondo messaggero si fa largo tra la folla e con il fiatone gli dice: «Qualche ora fa il luogo in cui era imprigionato Prau è stato distrutto da qualche magia e l’ammiraglio è fuggito con una nave. Purtroppo il tenente Kayu è rimasto ucciso dal crollo del carcere.»
Macan, senza dire una parola, esce dal palazzo correndo, raggiunge un angolo del parco e il suo sguardo diventa arcigno mentre osserva una botola scoperta dal finto tronco che la rendeva invisibile alle persone. Apre la botola, scende velocemente la lunga scala attaccata alla parete e raggiunge un cunicolo, corre, non bada alle porte che ci sono su entrambi i lati, infine arriva a una specie di porticciolo ed è sgomento trovando un ufficiale steso a terra in una pozza di sangue con le viscere quasi del tutto fuoriuscite dal corpo.
L’uomo riesce ancora a dire prima di morire tra le braccia di Macan: «Signore, conoscevo questo porto sotterraneo, ho provato a fermarli ma non pensavo ci fosse Prau sull’imbarcazione e lui mi ha colpito alle spalle.»
«Riposa in pace Gedhe, la tua anima raggiungerà sicuramente il Leggendario» dice il generale.
Macan si alza in piedi, osserva l’acqua immobile e urla inferocito perché Oak è fuggito da troppo tempo utilizzando il porticciolo segreto.

Regno di Tera
La malattia di Wasa era stata tenuta ben nascosta per alcuni mesi, ma alla fine il Saggio Vlek aveva dovuto annunciare i motivi dell’assenza della regina a una delle feste più importanti del regno.
Aarde, poco avvezza alle riunioni militari, è coadiuvata dal capitano Haag, ancora più vicino a lei da quando la regina è malata, mentre ascolta il rapporto di Draak.
«Le Creature Mitologiche sono sparite, non ci sono avvistamenti successivi all’ultimo loro attacco ma fatto strano, in una terra ancora libera dall’influsso della Foresta Proibita abbiamo rinvenuto tutte le armi degli uomini sottomessi dal veleno ipnotico che secerne il Lipitoare.»
«In realtà ci sono degli avvistamenti delle bestie del mare che si ripetono quasi quotidianamente, ma la loro comparsa non è stata seguita da attacchi né alle navi militari né a quelle mercantili. Temo che però sia solo il preludio di un attacco in queste zone» dice Raal puntando il dito sulla cartina precisamente sul Mare del Sud.
«Quali sono le indicazioni dell’Imperatore?» chiede Aarde.
«Nessuna Milady, tranne la continua richiesta del Primo Cavaliere di pattugliare ogni isola imperiale per proteggere i palazzi di Atua, CCXVII del suo nome e la popolazione indigena. Forse quel ragazzino pensa che qui stiamo perdendo tempo se ci chiede ulteriori sforzi» risponde innervosito Raal.
«Comprendo la vostra frustrazione ammiraglio, ma dobbiamo rispondere alla sua chiamata in modo che in futuro nessuno possa contestarci per negligenza» dice Aarde.
«A Dwr fanno diversamente da noi!» insiste Raal sempre più infuriato.
«Mi perdoni signor ammiraglio se mi permetto di ricordarle che noi siamo sicuramente superiori in rettitudine e onestà al confronto con loro» dice Haag intervenendo a difesa della principessa.
Draak, notando che gli animi si stanno accendendo, cambia discorso puntando più sulle richieste del Primo Cavaliere piuttosto che su come comportarsi: «Milady, sapete se Re Titan condivide le scelte del figlio o se le ha accettate per il dovere imposto dall’imperatore?»
«Quando Titan è a Tera fa visita soltanto a mia madre e le uniche parole che ci scambiano sono inerenti alle condizioni fisiche della regina.»
Un soldato a guardia della sala della riunione riceve un dispaccio urgente da un servitore e lo consegna immediatamente all’ammiraglio. Raal lo legge e la sua esclamazione, notevolmente volgare, fa capire che sta succedendo qualcosa di grave.
«Quali notizie la sconvolgono?» chiede Aarde.
«Milady, da Port Winkel chiedono il nostro intervento. Come avevo ipotizzato i mostri marini stanno attaccando proprio nel Mare del Sud: il Leviatano, ogni ora, emerge dall’acqua per colpire le infrastrutture del Ponte Sud/Est!»
Aarde si alza in piedi di scatto, stizzita per questa nuova tragica notizia, dice: «Andate Raal, ma non rischiate inutilmente. Se c’è un modo per colpirlo utilizzatelo, ma non fate gli eroi a tutti i costi, abbiamo bisogno del vostro acume tattico ancora per mille anni.»
«Milady, le posso solo promettere che tenterò di rispedire nell’abisso quella mostruosità» risponde Raal allontanandosi dalla sala.

Raal scende la scalinata proprio nel momento in cui il Re di Metel entra nel castello.
«Sire, per fortuna siete illeso» dice l’ammiraglio.
«Che cosa succede?» chiede Titan non sapendo nulla della situazione.
«È appena giunto il messaggio che il Leviatano sta attaccando il ponte vicino a Port Winkel e pensavo che lo aveste visto.»
«No, non so nulla, abbiamo utilizzato la rotta per Puna e da lì abbiamo ci siamo dirette al piccolo porto di pescatori che dista qualche chilometro dal ponte. Adesso la mia scelta di lasciare le navi militari che mi accompagnavano all’isola imperiale si ritorce contro tutti, maledizione!»
«Non angustiatevi, l’importante è che siate giunto a Tera incolume, perdere un re in questo momento sarebbe una catastrofe. Ci occuperemo noi della bestia, le chiedo soltanto di non tornare in mare fino a nuove notizie.»
«Farò come mi avete chiesto e rimarrò accanto alla regina per tutto il tempo che sarà necessario.»
Raal si allontana dal castello mentre Titan raggiunge velocemente la stanza di Wasa e si siede accanto al letto della regina tenendole amorevolmente la mano.

Regno di Dwr
La Regina Cristalya, per nulla contenta di dover ubbidire a un ordine impartito dal Primo Cavaliere, dice chiaramente al suo ammiraglio: «Quel ragazzino impudente si è montato la testa, però nessuno ci vieta di stare alla larga dai guai e pertanto voglio che partiate con una piccola parte della flotta, evitiate l’isola di Ngahuru, e vi attestiate vicino alle macerie del Ponte Nord/Ovest più vicine al nostro regno. Se quei mostri dovessero apparire, tu ritornerai immediatamente a Port Iar senza ingaggiare un combattimento.»
«Maestà, non credete che sia importante anche per noi cacciare, e se possibile sopprimere, le bestie marine? Dopotutto abbiamo perso anche noi, ogni giorno, delle navi commerciali» dice Haranche evidentemente preoccupato ma Cristalya non lo sta ascoltando, non è interessata ad avere qualche tipo di risposta e l’ammiraglio rinuncia a parlare allontanandosi dalla saletta.
Haranche incrocia nel corridoio una delle ancelle della regina che sta strattonando un uomo tirandolo dalla catena che ha legata al collo, per nulla preoccupata che quello schiavo stia zoppicando vistosamente. L’ammiraglio osserva quell’uomo Haranche e riconoscendolo gli dice: «Questa nuova tortura che si sono inventati è disumana più di una decapitazione che merita un soldato valoroso come te.»
Lo schiavo, opponendo resistenza ai nuovi strattoni dell’ancella, risponde: «Forse un tempo potevo definirmi valoroso, ma quel giorno non sono riuscito a salvare il mio comandante e neppure a raggiungere la salvezza. Forse, quest’agonia, è ciò che merito per le mie mancanze.»
«Andiamo sporco schiavo, non vorrai che la mia signora se la prenda con me!» dice l’ancella tirando di nuovo la catena e l’uomo, questa volta, si lascia trascinare dentro la saletta dove la regina aveva incontrato in precedenza l’ammiraglio.
Cristalya gira intorno a questa persona, osserva interessata la corporatura dello schiavo, gli graffia il petto con le unghie e poi infila la sua mano nel pantalone dell’uomo dicendo: «Tu sei soltanto spazzatura come quella persona che servivi, ma voglio ugualmente darti la possibilità di redimerti. Usa bene ciò che hai nelle mutande e servirai alla Reggia, usa male i tuoi attributi e finirai i tuoi giorni nel posto peggiore che tu possa immaginare.»
L’uomo, per nulla intimorito, risponde: «Sono appena arrivato nel posto peggiore che potessi immaginare e farmi toccare da una puttana come te è peggio che una bastonata ben assestata.»
Cristalya si scosta dall’uomo, impugna proprio un bastone e colpisce la gamba malandata dello schiavo che crolla a terra dal dolore. La regina urla: «Farai la stessa fine di quel pezzente del tuo principe!»
«Meglio morire oggi che servirti domani!» dice l’uomo mentre alcune guardie, sentendo le urla della regina, entrano nella saletta e iniziano a colpirlo con ferocia e senza pietà.


§   §   §


Fajro, uscito dalla sala delle cerimonie, si ritrova nel grande prato di Wuxing. Saltella felice nonostante la stanchezza, fa qualche capriola e poi si lascia cadere sul terreno morbido creato dall’albero Hyperion. Ride rumorosamente, gioca come se fosse tornato al tempo in cui era un bambino felice, poi sente dei forti rumori, si alza in piedi di scatto, muove la testa a destra e a sinistra per vedere chi sta facendo baccano e nota che i suoi amici samurai sono tutti vicino al grande veliero. Corre, vuole raggiungerli subito, sente il bisogno di parlare con loro, di raccontare, ma poi, anche se è ancora lontano, sente che tutti stanno emanando una strana energia, una tensione che Fajro non aveva mai rilevato. Loro l’hanno visto, hanno smesso di parlare e quando il ragazzo li raggiunge, si sforzano di sorridere. Kasai si lancia su Fajro e naturalmente lo bacia come fa ogni volta prima di salutarlo verbalmente.
«Sei stato fenomenale, da tua maestra sono così contenta che ti offro il mio corpo per un bel riposo.»
«Kasai, le provi davvero tutte!» dice Fajro sorridendo, ma il ragazzo cambia espressione notando che Mokuzai, questa volta, non dice niente di cattivo all’amica e neppure tenta di intromettersi lanciandosi a peso morto su di lui.
Il principe di Tan non riesce a trattenersi e domanda: «È successo qualcosa di grave laggiù?»
Kuoki non mente rispondendo: «Non lo sappiamo, ma presumo che anche tu hai sentito questa strana energia che c’è nell’aria e, immagino, sei sorpreso nel sentire anche la nostra tensione.»
«Quell’energia non promette niente di buono, purtroppo» aggiunge Kinzoku.
«Forza ragazzi, abbiamo un lavoro da fare e qualsiasi cosa stia accadendo non possiamo intrometterci, quindi mettiamoci all’opera!» dice Mizu spronando gli altri a tornare al lavoro.
«Posso aiutarvi? Che cosa dovete fare?» chiede Fajro.
«Non puoi, devi aiutarci perché questi piccoli lavori sono soltanto per te» dice Kasai dando un pugno giocoso sulla testa di Fajro.
Atua raggiunge il gruppetto: «Naturalmente sappiamo tutti che hai superato il test e i ragazzi stanno sistemando il veliero per riportarti nel mondo degli uomini. Ciò che ancora non sapete è che Eteru ha già dato il suo assenso per eseguire l’ultima prova in questa settimana!»
Fajro salta di nuovo dalla gioia ma questa volta i suoi amici lo abbracciano, chi in modo smodato come Mokuzai che gli si appende al collo e chi con finto distacco come Kinzoku.
Il ragazzo però non si esime dal chiedere ad Atua: «Sapete cosa è successo nel mio mondo?»
«Sapevamo che poteva accadere qualcosa di grave, ma siamo ugualmente rimasti sorpresi. Quello che posso dirti è che le persone cui pensi stanno bene e per ora sono lontane dai pericoli.»
Fajro sospira per il sollievo, però subito dopo s’irrigidisce perché oltre alle persone cui vuole bene, è tutto il mondo a essere coinvolto nel Caos. Il ragazzo ha solo un obiettivo in mente: dare la caccia allo stregone oscuro, stanarlo e sopprimerlo definitivamente .



Settimo Anno (Mondo degli Uomini – Seconda parte)



Mare del Nord
Le navi di Metel, in viaggio per raggiungere Puna, devono superare la barriera del Ponte Nord/Est, ma ciò che vedono i marinai li intimorisce. Una delle terribili creature marine, il gigantesco serpente Nathair Mara, completamente avvinghiato alle impalcature del ponte, con le sue spire lo demolisce senza nessuna fatica.
Lyngesydd urla al timoniere del suo vascello: «Non farti distrarre dalla paura, vira a babordo e preparati per l’attacco!»
Tutti i marinai sono in preda al panico, l’ammiraglio urla ordini ma in pochi rispondono eseguendo le azioni richieste e il Nathair Mara, completata la distruzione del ponte, indirizza la sua attenzione verso quel gruppo di barche. Troppo pochi i colpi di cannone che le navi di Metel riescono a sparare e nessuna delle sfere di ferro che lo colpiscono riescono a scalfi la pelle squamosa del serpente marino; Lyngesydd non può fare più nulla, guarda le altre navi sprofondare nell’abisso e infine urla disperato quando il Nathair Mara inghiotte lui e tutto il suo vascello.

Mare del Sud
Port Winkel a Tera è salvo perché il Leviatano è interessato solamente a distruggere il Ponte Sud/Est. La grande balena non si cura delle cannonate che provengono dalle navi guidate dall’ammiraglio Raal, continua a prendere a testate le grandi impalcature che mantengono in piedi il ponte e inghiotte ogni persona che finisce in mare per le forti scosse che la mangiatrice di uomini imprime ai muri portanti. L’ammiraglio sta decidendo quale tattica utilizzare per allontanare il mostro ma mentre impartisce i primi ordini, il Ponte Sud/Est crolla su se stesso portandosi dietro le casermette di guardia poste al confine di Dwr e a quello di Tera. Il Leviatano emette un sibilo che sembra una risata, poi, repentinamente, si dirige proprio contro le navi di Tera che si erano poste a ventaglio per bombardarlo: s’inabissa, risale sfondando la chiglia di una nave e poi ricade verso il mare colpendo la nave seguente con la testa. Il mostro distrugge l’intera flotta, ma come mosso da coscienza, lascia per ultimo il boccone per lui più dolce. Raal non ha modo di fuggire, la balena colpisce la fiancata del vascello dell’ammiraglio ribaltandola poi scende sott’acqua per inghiottire ogni uomo o donna che sprofonda verso l’abisso, compreso Raal stesso.
 
Mare dell’Ovest
Un piccolo brigantino sta solcando il mare e un ragazzo osserva con un cannocchiale la terra che ha lasciato dietro di sé.
«Dove stiamo andando?» chiede la Saggia Wicaksana.
Il ragazzo abbassa il cannocchiale e dice: «Raggiungeremo prima di tutto Otoke, è il posto più sicuro ed è il luogo dove risiede la mia futura sposa, poi andremo a Metel e con il mio amico Primo Cavaliere, organizzerò una spedizione per riprendermi Apen!»
«Maestà, c’è qualcosa che si sta muovendo nel mare!» urla Prau mentre gli occhi terrificanti del Kraken fanno capolino vicino all’imbarcazione.
«Nessuna paura, Wicaksana ci toglierà di mezzo questo impiccio» dice Oak confidando nella magia della Saggia.
La donna sale sulla prua, proferisce delle parole in lingua antica e una serie di grandi lance di quercia fuoriescono dalle travi legnose del brigantino per colpire il Kraken, ma la bestia risponde abbattendo l’albero maestro della nave con uno dei suoi tentacoli e poi, per nulla intimorito, si avvinghia all’imbarcazione, inizia a farla sprofondare, ma all’improvviso lascia la presa e si allontana di qualche metro rimanendo a osservare la persona che è salita a bordo.
Sul brigantino è apparso un uomo vestito di nero e i suoi occhi rossi dietro la maschera non lasciano dubbi su chi sia.
«Che cosa volete?» chiede Wicaksana intimorita soltanto dall’energia oscura che sente provenire dallo stregone.
L’Inquisitore non risponde e si avvicina a Oak al quale dice: «Adesso quella bestia è impaurita, ma se non le date un buon pasto vi attaccherà di nuovo. Io scomparirò così come sono apparso senza subirne le conseguenze, ma voi sarete ricordato come il re che inseguito dal suo popolo è finito nello stomaco del Kraken.»
Prau tenta di colpire l’Inquisitore ma la sua spada si scioglie tra le sue mani mentre Wicaksana rinuncia a eseguire la seconda magia che la porterebbe alla morte.
«E come posso fare per sfamare quella creatura?» chiede Oak.
«Volete il mio aiuto? Ricordate che non si riceve niente senza pagare.»
«Quando tornerò nel mio regno, vi darò qualsiasi cosa che vorrete.»
«Non ho bisogno né di denaro né di pietre preziose, potrete ricambiare il favore quando avrò bisogno di voi, ma ricordate che non accetterò un rifiuto e il “no” vi costerà la vita che ora posso salvarvi.»
«D’accordo» risponde Oak portando in avanti una mano per stringere quella dello stregone, ma l’Inquisitore si volta, solleva un braccio e la Saggia Wicaksana vola dalla prua della nave fino al Kraken che la blocca con i suoi tentacoli. La bestia, in un istante, strappa le braccia e le gambe dal corpo della Saggia e poi ne lancia i resti in acqua per divorarli con estrema cura.
«Perché lei?» chiede Oak per niente intimorito dall’azione dello stregone.
«La bestia ama le persone che usano la magia e ne gusta ogni lembo di carne, anche se detesta gli arti perché troppo scarni. Ma questo non la sfama di certo, serve anche una persona che si erge sugli altri per un potere che gli è stato soltanto donato» e dette quelle parole esegue il gesto precedente nei confronti di Prau, e anche il Kraken ripete la macabra sequenza operata su Wicaksana.
«Ora proseguite il vostro viaggio, la bestia vi disturberà soltanto se manterrete la rotta che porta vicino a Ngahuru. Seguite le coste, ci metterete più tempo per raggiungere Otoke, ma sarete in salvo» dice l’Inquisitore prima di sparire.
Sul brigantino tutti i marinai sono impauriti mentre Oak urla: «Fate rotta verso lo Stato Libero di Oazo!»

Isola Otoke
«Mia cara, andresti ad accogliere il nostro ospite?» chiede l’imperatore Atua, CCXVII del suo nome.
«Mi ha sorpreso sapere che avrebbe sfidato il mare per raggiungervi a Otoke» risponde Oceanya mentre allaccia la cintura della sua spada.
«Il ruolo di Primo Cavaliere prevede che sia a mia completa disposizione, soprattutto in questi anni di terribili catastrofi. Metalo è conscio che rifiutando la mia chiamata, il popolo recepirà la sua scelta come un atto di paura perdendo fiducia in lui, l’unico uomo ad aver sconfitto una Creatura Mitologica.»
«Voi lo conoscete da una vita, però io conosco la sua vera natura che è un calco ben riuscito di quella del padre. Se viene qua senza discutere è perché ha qualche idea da proporre, e magari, da imporre» dice la principessa prima di uscire dal palazzo.

Oceanya raggiunge in poco tempo il porto e assiste all’attracco del brigantino di Metel al molo principale. Raggiunge l’imbarcazione e s’inchina davanti a Metalo, poi chiede: «Avete avuto qualche avvistamento molesto durante il viaggio?»
«Per fortuna no, ma mi è arrivato un messaggio in cui mi segnalavano un possibile attacco al Ponte Nord/Est» risponde Metalo.
«L’imperatore è lieta che tu abbia accettato di incontrarla. Mi domando perché hai aspettato quasi un anno prima di venire qua» chiede Oceanya testando l’amico.
«Potrei inventarmi di tutto, ma sarò sincero. Temo che l’attacco terrestre sia stato solo l’inizio di qualcosa di più terribile e voglio essere sicuro che l’imperatore riesca ad avere dalla sua parte ogni regno. Metel è ovviamente allineato, Tan non si è mai tirata indietro, ma Tera è in piena crisi con la malattia di tua zia, tua sorella sta facendo di tutto per evitare di perdere soldati se non ne ricava profitto e soprattutto il tuo futuro marito non ha mai risposto ai miei appelli.»
La ragazza, sorridendo sarcasticamente, provoca dicendo: «E di che ti preoccupi? Puoi sempre contare sullo Stato Libero di Oazo come ha fatto tuo padre per invadere indisturbato Tan.»
«Visto che vuoi giocare, ti ricordo che il tuo marito defunto ti ha ammazzato la tua bella concubina e a cercato di uccidere tua sorella. Neppure Wasa si è mai spinta a tanto» risponde Metalo contraccambiando il sorriso sarcastico.
Oceanya non risponde, non è mai riuscita a tenere testa a Metalo neppure quando erano piccoli mentre lui cambia discorso chiedendo: «Tu hai qualche notizia di Oak? Dopo le accuse che ha ricevuto e il rinvio del vostro matrimonio ha smesso di scrivere a chiunque.»
«No, e non sono minimamente interessata a ricevere suoi messaggi. Se ci pensi bene, sarebbe più utile che il suo popolo lo linciasse velocemente; avresti all’istante Apen dalla tua parte. Personalmente, un pensierino di aiutare i rivoltosi lo farei.»
«I regni devono essere riuniti sotto le corone dei loro regnanti, non posso permettermi di dover perdere tempo a intavolare lunghe discussioni con un altro stato libero dalle Leggi imperiale» risponde Metalo mostrando decisione nelle sue parole.
Oceanya sorride dicendo: «Da come parli, sembra proprio che quel pensierino lo aveva già fatto tuo padre.»

§   §   §

Agisto ha da fare l’ultima consegna ma può soltanto utilizzare il suo istinto perché dell’uomo che cerca si sono perse le tracce da anni. Il piccolo Ten, attraverso gli occhi di Agisto, assiste impotente alla distruzione perpetuata dalle bestie degli abissi e recepisce anche lui la forte energia oscura che si sta propagando nel Mondo degli Uomini, nonostante sia un semplice osservatore proveniente dal futuro. Il corvo è tanto disorientato da questi influssi malefici che è obbligato a tornare a Wuxing e raggiunta la sala cerimoniale si appoggia al suo trespolo spossato. L’imperatore accarezza la bestiola dicendo all’anima errante: «Matco, hai fatto quello che potevi, non disperarti, avrai modo di completare la tua missione molto presto.»









CAST
Importanti
Agisto – Corvo messaggero appartenuto a Sipestro di Tan e che ospita l’anima errante del soldato Matco, assassinato al lago Sider a Dwr
Ten [m] – Bimbo che vede gli avvenimenti attraverso gli occhi del corvo
Atua Primo [m] – Leggendario Imperatore dei Cinque Regni Umani
Fajro [m] – Principe di Tan e protagonista della storia

Regno Wuxing
- ? [m] – Imperatore (il suo nome non è stato ancora detto)
- Aki [f], Fuyu [m], Haru [m], Natsu [m] – i quattro generali di Wuxing
- Eteru [f] (Neutro) – la samurai definita più vicina al Creatore
- Daichi [m] (Terra), Kasai [f] (Fuoco), Mizu [m] (Acqua) – i tre samurai con Elementi Primari
- Kinzoku [m] (Metallo), Kuoki [m] (Aria), Mokuzai [f] (Legno) – i tre samurai con Elementi Secondari

Regno Sea (regno negli abissi marini)
- Kwakhala [f] – Regina (solo nominata)
- Kraken, Leviatano, Nathair Mara – Creature mitologiche

Regno Koraha (regno nel deserto omonimo)
- Yuly [f] – ? (solo nominata)
- Golem, Skorpio, Chimera – Creature mitologiche

Regno Sliabh (regno sulle montagne condivise tra Metel e Tera)
- ? – guardiano del Gigante
- Gigante, Pithecus, Denosor – Creature mitologiche

Regno Hout (regno chiamato anche Foresta Proibita)
- Ombra, Maputa, Lipitoare – Creature mitologiche

Regno Heru (regno sotterraneo posizionato alle radici dell’albero Hyperion)
- Innominabile – Imperatore (soltanto identificato come imperatore)
- ? – Cinque servitori di Heru (soltanto nominato il loro ruolo)

Altri personaggi apparsi o solo nominati nel capitolo
- Flame – Regina di Tan
- Bruligida – Regina di Tan dopo aver abdicato è diventata Saggia di corte
- Crehuma – Saggia di corte a Metel
- Lyngesydd – ammiraglio della marina di Metel
- Titan – Re di Metel
- Metalo – Principe ereditario di Metel
- Moncai – Generale della marina militare di Metel
- Meirge  – Generale dell’esercito di Metel
- Wit – Re assassinato di Apen
- Macan, Terwelu – Generali dell’esercito di Apen
- Prau – Ammiraglio della marina di Apen
- Menara – Generale della marina di Apen
- Jaran e Catur – Capitani dell’esercito di Apen
- Wicaksana – Saggia alla corte di Apen
- Panglito – Comandante in capo dell’esercito di Apen
- Kayu, Gedhe – Ufficiali dell’esercito di Apen
- Wasa – Regina di Tera
- Vlek – Saggio di corte a Tera
- Aarde – Principessa ereditaria di Tera
- Haag – Capitano dell’esercito di Tera
- Draak – Comandante in capo dell’esercito di Tera
- Raal – Ammiraglio della marina di Tera
- Atua CCXVII (vero nome Ohlaka) – Imperatore dei Cinque Regni
- Cristalya – Regina di Dwr
- Haranche – Ammiraglio della marina di Dwr
- Oak – Re di Apen
- Oceanya – Principessa ereditaria e comandante in capo dell’esercito di Dwr





Schema della magia
- Ogni Essere Vivente è costituito di Energia
- Con al morte fisica l’Energia si tramuta in un Globo di Luce o in uno Oscuro
- Il Globo di Luce raggiunge il Regno Wuxing (il bene) mentre il Globo Oscuro raggiunge il Regno Heru (il male)
- L’Energia di ogni Essere Vivente è la base per la creazione degli Elementi Magici

Schema degli elementi magici
- Esistono due Elementi Dominanti: Luce, Oscurità
- Esistono tre Elementi Primari: Acqua, Fuoco, Terra
- Esistono tre Elementi Secondari: Aria, Legno, Metallo
- Esiste un Elemento Neutro: Etere
- se uno o più Elementi Secondari acquistano potere crea/creano squilibrio
- con lo squilibrio uno o più Elementi Primari soccombe/soccombono e l’Elemento Neutro diventa Caos
- L’Elemento Caos dona maggiore potere all’Elemento Dominante Oscurità che prende il soppravvento sulla Luce.

Schema della Forma Energetica Assoluta
- La Forma Energetica Assoluta è il massimo raggiungibile nella Forma Energetica
- La Forma Energetica si divide in tre livelli:
a) Livello Kou (alto) : lo ottengono solo l’Imperatore di Wuxing e l’Imperatore di Heru
b) Livello Heikin (intermedio): lo ottengono solo i generali di Wuxing e i servitori di Heru
c) Livello Tei (basso) – lo ottengono i samurai di Wuxing e tutti gli altri esseri viventi che hanno coscienza delle differenze.
- La Forma Energetica evoca magicamente un Animale chiamato Famiglio

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Il settimo anno (seconda parte) ***


In poco più di sette anni il mondo è stato completamente sconvolto: due imperatori e due re morti, una Grande Guerra tra Regni, due guerre civili, una serie di piccole guerre tra regni confinanti, infine, il ritorno di creature soltanto nominate nei miti. I ponti, unico collegamento tra l’isola di Dwr e la terraferma, sono stati distrutti dalle tre bestie del mare, i confini tra i regni sono stati cancellati dalle nove bestie della terra; soltanto i confini nuovi tra Metel e Tan e tra Tan e lo Stato Libero di Oazo sono ancora in salvo, ma tutta la popolazione si sta aspettando l’ennesima catastrofe perché tra le Creature del Mito ce ne una che non si è ancora fatta vedere: la Fenice che dimora all’interno del grande Vulcano di Tan che copre i territori a ovest del mondo.
Tali disastri hanno portato in dote la morte di quasi trentatré milioni di persone e il crollo dell’intera economia mondiale con il parziale blocco navale.
L’imperatore Atua, CCXVII del suo nome, ha assunto le redini di ogni regno, così come il suo status gli impone, ma relegato per sicurezza sull’isola di Otoke non è in grado di gestire il governo mondiale; poche persone rischiano di solcare i mari e gli unici che raggiungono l’isola in relativa sicurezza, provengono dai regni più vicini: Metel e Dwr.





8° Capitolo – Il settimo anno (seconda parte)





– ore 22 –
Regno di Wuxing

Nel Tempio Celeste appare Fajro. La prima volta che il ragazzo era entrato in quel posto aveva trovato Eteru e soltanto due sedie, mentre adesso quella piccola saletta appare come una grande casa. Fajro si trova in una specie di corridoio, bussa alla porta posta alla sua destra e chiama Eteru senza ottenere risposta. La curiosità lo spinge ad aprire e dentro la stanza ci sono dei tappetini di allenamento sistemati a terra in modo che coprano quasi la totalità del pavimento e nell’unico lato libero, sono disposte in fila quattro armi diverse. Fajro bussa alla stanza che sta in faccia a quella appena aperta e senza ricevere risposta ci entra per curiosare. All’interno ci sono due statue di un personaggio che Fajro non riconosce, ma nota subito la somiglianza dei due volti con il viso di Eteru.
Il ragazzo procede nel corridoio, bussa e apre la seconda stanza a destra e al suo interno trova un’enorme vasca da bagno, piena d’acqua e che emana un profumo che Fajro conosce bene perché è lo steso che sente addosso a Eteru ogni volta che le è vicino. Apre anche la porta a sinistra e nella quarta stanza ci sono degli attrezzi d’allenamento che il ragazzo ha utilizzato spesso durante i sette anni di allenamento.
Fajro cammina fino in fondo al corridoio e s’imbatte nella stanza più grande della casa. Posto sulla parete di sinistra c’è un letto spazioso con lenzuola di raso dalla tinteggiatura mista di colore rosa e azzurro, a sinistra c’è una grande porta a specchio che il ragazzo apre per vedere cosa ci sia dall’altra parte. Fajro si ritrova all’aperto, davanti a lui c’è una specie di ponte tanto lungo da non riuscire a vederne la fine, non ci sono protezioni laterali ed è sprovvisto di tetto. Sul fondo del ponte Fajro nota che qualcuno sta camminando verso di lui.
La voce di Eteru raggiunge Fajro nonostante la donna sia ancora lontana: «Immagino che tu sia sorpreso di vedere tante cose in casa mia.»
Il ragazzo urla: «Non ho portato tutto io, vero?»
La donna, in un istante, è proprio davanti a Fajro. «Non serve gridare, anche un pensiero senza voce arriva a destinazione se sei in questo luogo. Tu hai portato solo le armi che hai visto in una delle stanze, il resto è la mia casa vera. Immagino che ti aspettavi un combattimento come ultima prova.»
Eteru prende a braccetto Fajro e insieme ritornano nella stanza da letto, lei chiude la vetrata, la maniglia scompare e lo specchio diventa più grande.
«Ormai non dovrei meravigliarmi, ma mi ha sorpreso vederti camminare sul ponte sospeso. Poche persone l’hanno visto e nessuna ci ha camminato sopra senza che fossi stata io a permettere di vedere o di toccare» dice Eteru sempre sorridente.
«È lunghissimo, dove finisce?» chiede Fajro.
Eteru non risponde, s’inginocchia davanti a lui e inizia a slacciargli i pantaloni.
«Che intenzioni hai?» chiede Fajro fermandole le mani.
«Mio caro, dovresti davvero fare del sesso perché ogni tuo pensiero è indirizzato a quello» risponde Eteru ridacchiando. «Ti sto spogliando perché prima di tutto devi purificare il corpo e quindi andrai nella grande vasca.»
«Ero capace anch’io di spogliarmi!»
«Sì, ma immaginavo che saresti diventato rosso e non mi volevo perdere la tua espressione vergognata.»
Fajro non riesce a finire di protestare che si ritrova in mutande, Eteru lo afferra per la mano e lo accompagna nella stanza della grande vasca poi lo guarda e dice: «Cosa aspetti? Inutile che mi dici di andare via, starò qui con te.»
Il ragazzo ormai non è più in grado di opporre resistenza, il profumo di quell’acqua gli ottenebra la mente e senza indugio si toglie le mutande ed entra nella vasca mentre Eteru dice: «Rilassati, lascia che ogni tua energia si liberi dal tuo corpo per invadere quest’acqua e ogni tuo fastidio fisico sarà lenito.»
Fajro chiude gli occhi mentre Eteru, uscita dalla stanza, raggiunge la camera da letto e si avvicina a un tavolo, fino a quel momento nascosto alla vista di Fajro, sul quale sono appoggiati l’Atamakazari, un medaglione e una veste. La donna si spoglia degli abiti da combattente mantenendo soltanto le mutandine, indossa la veste, totalmente trasparente, il medaglione, che a contatto del suo collo s’illumina, infine, l’elmo sacro, che scompare subito dopo averlo appoggiato sul suo capo.

Il ragazzo, ancora nella vasca, apre gli occhi e si accorge di avere acquisito maggior vigore muscolare, si sente carico di energia e soprattutto ha la mente completamente sgombra, quasi da dimenticare il motivo per cui si trova nel Tempio. Fajro esce dall’acqua, non si preoccupa di rivestirsi, oltrepassa l’uscio e si dirige verso la stanza da letto completamente nudo mentre il corpo si asciuga da solo.
Nella camera non c’è Eteru, il ragazzo si guarda allo specchio, si tocca la corta barba bionda che si è fatto crescere nell’ultimo anno, poi si sdraia sul letto e chiude gli occhi rilassandosi. Eteru esce dalla sala delle due statue, con passi lenti e delicati attraversa il corridoio e raggiunge la camera. La donna guarda Fajro stesso sul letto, osserva la sua nudità con crescente eccitazione, si accarezza il seno inturgidendo i capezzoli ed emette un mugolio che desta il ragazzo dal sonno.
«Ti piaccio?» chiede lei mentre sale sul letto mettendosi in ginocchio.
«Sì» risponde Fajro stravolto dall’eccitante visione del corpo di Eteru.
La donna gattona verso di lui dicendo: «Vuoi scoparmi?»
«Sì.»
Eteru sale sopra il ragazzo, piega la schiena in avanti e lo bacia con ardore e lui, travolto, corrisponde con foga.
Quella situazione è innaturale, Fajro ha sempre rifiutato ogni proposta delle donne di Wuxing, eppure sta cedere davanti a quella bellezza così particolare e unica poi, come se si fosse svegliato da un lungo sonno, stacca le sue labbra da quelle di Eteru e la spinge via alzandosi dal letto.
«Ma che cosa sto facendo?» si chiede da solo Fajro.
Eteru si rimette in ginocchio sul letto e si toglie la veste trasparente dicendo un’altra volta: «Vuoi scoparmi?»
«No!»
«Temi che ti possa fare del male? Non sei obbligato a prendere la mia parte maschile se non vuoi» dice Eteru.
«Di quale parte maschile stai parlando?» chiede sbigottito Fajro.
«Possibile che mentre ero sopra di te non hai sentito qualcosa di strano?»
Fajro strabuzza gli occhi quando Eteru si toglie le sue mutandine.
«Io sono femmina e maschio allo stesso tempo, ho i genitali di entrambi i sessi e racchiudo in me le qualità perfette dei due generi» dice Eteru senza farsi problemi nel raccontare questa sua particolarità fisica.
«Non è possibile, è solo una tua illusione!» ribatte Fajro più intimorito che adirato.
Eteru scatta in piedi, materializza un pugnale d’acciaio nero e tenta di colpire il ragazzo all’addome. Fajro evita la pugnalata, ma con una forza fisica impensabile Eteru lo sbatte contro il muro mentre urla inferocita: «Ora morirai per esserti preso gioco di me!»
«Ma che stai dicendo? Sono sorpreso ma non mi sto burlando di te» risponde Fajro riuscendo a fatica a tenere lontana dal suo collo la lama impugnata da Eteru.
Lei placa la forza e si stacca di un metro da lui, s’inginocchia a terra dicendo con una voce infantile: «Davvero non ti burli del mio corpo?»
«Perché mai dovrei? Sei e sarai sempre una mia amica in qualunque caso.»
«E allora perché non vuoi più scopare con me? È forse un peccato l’amore tra un uomo e un essere doppio come me? Sono forse deforme ai tuoi occhi?» chiede Eteru quasi lacrimando.
Fajro si avvicina, s’inginocchia davanti a Eteru e la abbraccia dicendo: «Niente di tutto questo. Non voglio fare l’amore con te, come non lo farò con nessun’altra donna che non sia la mia amata Aarde.»
«Non merito di essere amata?» chiede sottovoce Eteru.
«Ceto che sì, ed io ti amo, anche se in modo diverso, così come amo ogni persona che mi è vicino, persone come te che mettono il loro cuore davanti agli ostacoli della vita e che donano il loro affetto senza chiedere niente in cambio.»

Improvvisamente sul collo di Eteru appare il medaglione che aveva indossato, la catenella si fonde, l’oggetto scivola sulle gambe di Fajro e subito dopo appare l’elmo sacro, ma sulla testa del ragazzo.
«Che cosa sta succedendo adesso?»
Gli occhi di Eteru hanno smesso di lacrimare, le sue labbra tornano a sorridere come fanno sempre e lei dice: «Grazie Fajro, l’Atamakazaki ti ha tentato, ti ha stordito e ti ha inebriato; nello stesso tempo ha scosso il mio equilibrio accentuando il Caos che sta lentamente mangiando il mio corpo e la mia mente. Tu sei la persona che hai identificato in me, il tuo è un cuore puro e nobile, tu sei un Essere Umano con valori sacri che nel mondo si sono persi e poi diventati preda dell’oscurità che li usa a suo vantaggio. Amico mio, è davvero giunta l’ora di tornare a casa.»
Fajro sorride, l’ultima strana prova è stata superata, dalla gioia bacia Eteru e lei, sorridendo, chiede: «Meglio il mio bacio o quello di Mizu?»
Il ragazzo, senza arrossire, risponde: «Mi avete baciato tutti, perfino il corvo mi ha beccato le labbra mentre sonnecchiavo nel prato. Ma perdonami, alla fine il bacio più emozionante è stato il primo che ho dato alla mia principessa.»
«Impertinente, da galantuomo avresti dovuto mentire» dice Eteru ridendo. «Caro, è il momento di riposare.»
Il ragazzo, in un istante, si ritrova nella sua stanza.

Fajro è effettivamente molto stanco, si sdraia sul letto, ma la porta si spalanca e appare Kasai con addosso una semplice tunica trasparente. Fajro si prepara a subire il solito attacco morboso ma la donna cammina lentamente verso di lui e chiede: «Posso dormire accanto a te questa notte?»
«Che succede Kasai?»
«Niente, vorrei solo starti vicino per questa notte e senza doppio fine.»
Fajro è sorpreso, nota la tristezza negli occhi di Kasai e risponde: «Il letto è grande, scegli il lato e raggiungimi.»
La donna si sistema su un fianco alla sinistra di Fajro e lo guarda, lui la accarezza amorevolmente, ma di nuovo la porta si apre di colpo e ad apparire è Mokuzai vestita nello stesso modo di Kasai. Fajro è pronto a sentire il litigio delle due donne ma la ragazza cammina lentamente verso il letto e chiede: «Posso dormire accanto a te questa notte?».
Anche Mokuzai mostra grande tristezza nel suo sguardo, e ancora Fajro, senza pensarci due volte, dice: «Il letto è grande, ci stiamo anche in tre.»
La ragazza si sistema su un fianco alla destra di Fajro e lo guarda, lui la accarezza amorevolmente poi il ragazzo si sistema supino mentre Kasai e Mokuzai si stringono contro di lui. Fajro osserva le due donne che chiudono gli occhi, ma poi sente le loro mani, delicate e sinuose, mentre cercano le sue per stringerle. Il ragazzo accetta questo contatto, contraccambia e chiudendo gli occhi augura il buon riposo.

– ore 9 –
Regno di Tera

Nella sala del trono Haag osserva in silenzio la principessa Aarde che cammina nervosamente avanti e indietro dopo aver ascoltato la proposta di Titan. La ragazza con stizza, si rivolge al Re di Metel dicendo: «È inaccettabile!»
«Aarde, la situazione ci impone di agire. Se tua madre fosse sveglia, lei ed io avremmo già sistemato le cose ancora prima dell’apparizione delle bestie del mare, ma non possiamo più attendere, dobbiamo dare al popolo qualcosa che ispiri speranza nel futuro e che lo spinga a reagire contro queste forze sovraumane.»
«E allora perché io e non una delle mie cugine? L’impatto sarebbe maggiore!»
«Stai scherzando? Oceanya, seppur apprezzata per le sue doti di comando, è osteggiata per le sue tendenze sessuali e ti confesso che ho il dubbio che la rivolta ad Apen sia nata proprio per l’annuncio del suo matrimonio con Oak. Cristalya è la regina più odiata in ogni paese del mondo, l’unica cosa che ispira è rabbia o frustrazione.»
«Allora Flame. È più giovane e la sua dedizione per il popolo è apprezzata anche da te che non sei propriamente un loro amico.»
«Tan è un regno troppo piccolo perché convogli la forza di tutti.»
«Questo soprattutto grazie a te che non hai perso un attimo per invaderlo.»
«La colpa dovresti darla a chi a creato il problema.»
Aarde si ferma, si avvicina a pochi passi da Titan e mostrando una furia poche volte vista nei suoi occhi, risponde: «Non devi neanche permetterti di nominarlo. Lo avete accusato, giudicato e giustiziato in meno di un giorno senza fare ulteriori indagini.»
Titan non può permettersi di far infuriare Aarde, la sua proposta ha la massima importanza. Dice: «Torniamo al discorso di partenza.»
«Continuo a non capire il motivo? Come può far cambiare l’umore dei popoli, l’accordo che mi stai proponendo.»
«Aarde, sei troppo ingenua. Secondo te perché tua madre aveva accettato di sposarmi soltanto tre anni fa? È scoppiato l’amore all’improvviso? Lo sai benissimo che nel cuore di Wasa esiste solo il tuo povero padre scomparso. Sicuramente ci sono sentimenti nella nostra unione, ma c’erano anche anni addietro. La verità è che l’aspetto politico è determinate in queste scelte, così come lo sarebbe il tuo matrimonio con l’unico uomo che ha sconfitto una Creatura. Apri la tua mente e immagina quanta forza scaturirebbe nei cuori dei popoli sapere che il Primo Cavaliere imperiale, e principe del regno più vasto, sta per sposare la ragazza più bella del mondo, nonché principessa del regno che ha vinto la Grande Guerra.»
Aarde si siede sul trono e con determinazione dice: «Ora non avrai nessuna risposta da me, non è una decisione che posso prendere all’istante. Per adesso il colloquio si conclude qui perché il mio primo dovere è gestire Tera come fa mia madre.»
Titan s’inchina dicendo: «Considerata la situazione, se mi è concessa la liberà di soggiornare a Tera, resterò accanto a Wasa.»
«Certamente, sono sicura che mia madre senta le vostre parole e presto si risveglierà anche grazie a voi» risponde Aarde calcando la voce in modo che sia chiara la sua vera priorità.

Uscito il re, Haag dice ad Aarde: «Non farlo, la sua brama di potere è conosciuta da tutti e non perderà un secondo per metterti in disparte quando avrai assolto il compito che ti vuole assegnare.»
«La verità è che capisco benissimo ciò che mi ha detto, può anche pensare di guadagnarci personalmente, ma su tutto il resto ha più ragione lui di me.»

Titan scende le scale e incrocia Metalo, giunto a Tera mentre lui stava parlando con la principessa. Il re chiede al figlio: «Com’è andata con l’imperatore?»
«Nessun tipo di resistenza, ma era logico che accettasse la nostra idea che è l’unica che può risollevare il morale a tutto il mondo.»
«E della ragazza?»
«Oceanya è ovviamente guardinga, ma è anch’essa consapevole che è la giusta decisione.»
«Aarde sa bene che è la soluzione ideale, mantiene la sua posizione come è giusto fare con noi che abbiamo sempre cercato posizioni di comodo. L’ho punzecchiata ma capirei se decidesse di non accettare.»
«Magari se le parlo, si potrebbe convincere, che ne dite?»
«No, è da escludere un tuo intervento. Rafforzerebbe i suoi timori e non ha buoni ricordi da condividere con te.»

I due smettono di parlare perché alcuni servitori e dei dottori corrono velocemente da un lato all’altro del castello. Titan riesce a fermare il Saggio Vlek che li sta seguendo e chiede preoccupato: «Ci sono problemi con Wasa?»
«No maestà, il trambusto, per una volta, indica qualcosa di positivo. Il giovane ufficiale, l'aiutante del compianto Hebber, ha ripreso conoscenza dopo sette anni di coma. Potrebbe anche fornirmi la chiave per liberare la mia Regina dalla malattia!»
«Veniamo anche noi!» dice Titan trascinando con sé il figlio, più per tenerlo sott’occhio che per bisogno di compagnia.


– ore 10 –
Regno Wuxing

Nella sala cerimoniale l’imperatore sta dando da mangiare al corvo Agisto mentre parla con Fajro. «Purtroppo i generali sono in missione e non possono salutarti, però durante il tuo percorso li incontrerai quando sarà necessaria la loro presenza.»
«Signore, sono euforico per il ritorno a casa, ma allo stesso tempo provo una sensazione di disagio, come se lasciassi qui qualcosa di sbagliato.»
«È l’Atamakazari. Ora sei tu a possedere l’elmo ed Eteru deve stare rinchiusa nel tempio perché dal momento in cui l’hai vinta, per lei il Caos è aumentato. Ma di questo non devi preoccupartene se seguirai le mie istruzioni.»
«Farò ciò che mi ordinate!» risponde Fajro con sicurezza.
«Semplicemente: non devi usare la magia se non è necessaria perché diventeresti visibile agli occhi dell’Inquisitore e se ti attacca prima del previsto, non ne uscirai indenne; non puoi svelare il tuo vero nome, tornare a casa o far visita alla tua amata perché nel mondo tu sei un assassino e quindi un fuggitivo dalla prigione di Koraha; non puoi usare la katana perché è un’arma che nel mondo non esiste e attirerebbe l’attenzione su di te.»
«Lo sapevo che dovevo aspettare a dirvi che avrei ubbidito alle vostre richieste» dice Fajro sorridendo.
«Tranquillo, quando sarà il momento giusto tutto accadrà senza che sia tu a forzare i tempi. Ci sarà sicuramente qualcuno che ti riconoscerà perché dopo sette anni il tuo viso, anche con questa barba corta e bionda, non si è modificato e i tuoi occhi mostrano la tua determinazione proprio come facevano prima di venire qui, ma se ti fidi totalmente delle persone che ti riconosceranno, allora ti basterà chiedergli di mantenere il segreto.»
«Signore, come farò a trovare gli oggetti sacri senza conoscere la direzione da cui partire o da seguire?»
«Noi sappiamo soltanto che devi partire da Koraha e che gli avvenimenti seguenti ti porteranno a trovare le cose importante nel tuo viaggio. Nel frattempo, un nostro caro amico, svolgendo il suo compito, ti fornirà le informazioni necessarie per procedere verso la direzione giusta.»
«Chi è questo “nostro” amico?»
E dopo una gracchiata si presenta con il suo classico: “Impiccati al pennone!»
«Agisto è un alleato prezioso ma potrai conoscerne meglio le qualità soltanto dopo che lui tornerà da te» dice l’imperatore accarezzando la bestiola.
La voce di Eteru rimbomba nella sala: «Mantieni il tuo cuore puro, segui il tuo istinto, non farti accecare dall’odio e non forzare il destino anche se scoprirai che qualcosa sta minacciando tutto ciò che ami.»
«Mi spiace non poterti abbracciare, ma seguirò anche i tuoi consigli» risponde Fajro.
«Giovanotto, è ora, Atua ti sta aspettando davanti alla tua abitazione e insieme andrete al veliero dove gli altri samurai ti attendono per la partenza. Sei diventato uomo e noi tutti abbiamo fiducia in te.»

Fajro saluta l’imperatore con un inchino e subito si ritrova davanti ad Atua.
«Ho imparato a usare la magia, ma questa del trasporto veloce da un posto all’altro non me l’ha insegnata nessuno!» dice Fajro bofonchiando.
Il leggendario è in evidente imbarazzo, sa qualcosa ma non può parlare, si lascia andare soltanto alla frase: «Magari un giorno l’impari da solo» e poi cambia prontamente discorso iniziando a camminare verso il veliero.
«Le tue cose private le ha prese Kasai mentre la tua katana sarà custodita dai samurai e te la consegneranno nel momento del bisogno.»
«Anche loro, come i generali, mi aiuteranno durante il mio viaggio?»
«Certamente, tu affronterai un percorso personale, ma quando t’imbatterai nel sovrannaturale loro, secondo la situazione, saranno vicini a te nella battaglia.»
«Voi non mi accompagnerete con la nave?»
«Figliolo, il mio compito finirà nel momento in cui salirai la passerella del veliero. È stato bello conoscerti e poter partecipare al tuo addestramento, ma come ti ho detto anni fa, il corpo che vedi è solo in prestito e fra poco tornerò a essere un Globo di Luce com’è giusto che sia.»
«Che stupido, se mi fossi ricordato le vostre parole non avrei mai continuato a fare domande ai ragazzi. Mi avevate risposto voi fin da subito. Anche i samurai sono Globo di Luce all’interno di copie dei loro corpi» dice Fajro abbassando la testa.
«Avevi intuito che ci fosse qualcosa di strano, ma eri impegnato nel tuo addestramento e l’imperatore ha scelto di non dire nulla che potesse crearti turbamento. Ora comprendi perché tu hai ventiquattro anni mentre Mokuzai sembra averne sempre diciotto?»
«È l’ultima immagine del suo corpo in vita ed è deceduta diciottenne in una guerra magica.»
«Quando sono giunto a Wuxing, io ero piccolo e con lei si è instaurato un rapporto di fratellanza, ma tu, arrivato diciassettenne, hai scatenato la sua fase adolescenziale che non aveva potuto sviluppare nella sua vita originale.»
«Signore, ma allora a Wuxing non c’è nessuno vivo?»
«L’imperatore Tengoku è un Essere Umano vivente e il suo ciclo di vita dura secoli, poi c’è Eteru che…»
Atua smette di parlare, la voce delicata di Eteru entra direttamente nella testa di Fajro dicendo: «Ti hanno detto che sono la persona più vicina al Creatore ed è così perché, seppur umana, sono immortale.»
Fajro, adesso che ha compreso, preferirebbe non aver saputo niente. La tristezza che compare sul suo volto è così visibile che appena raggiunge il veliero Kasai esclama cercando di farlo ridere: «Sei triste perché inizi a pentirti di non aver voluto giocare con il mio corpo!»
«Fajro, tutti noi siamo contenti di aver passato anni insieme a te e non devi sentirti né in colpa né pentirti di niente. Ti stiamo affidando le nostre anime convinti che ci salverai tutti dal Caos» dice Atua.
Fajro s’inchina davanti al Leggendario, mette il secondo piede sulla passerella, si guarda indietro e Atua gli riserva un ultimo sorriso mentre svanisce.
«Andiamo amico» dice Kinzoku a Fajro mentre il corvo Agisto vola direttamente dentro il veliero.

– ore 11 –
Regno di Tera

Aarde è nella sala delle riunioni e sta firmando una serie di documenti che Haag le ha consegnato. La principessa sbuffa dicendo: «Non immaginavo che mia madre dovesse firmare così tante scartoffie solo per assegnare gli appalti per la lavorazione dei campi ortofrutticoli.»
«La Regina ha molte mansioni di governo a Tera, ma stai sostituendo egregiamente tua madre e il nostro popolo ti adora… mai quanto me ovviamente» dice il giovane capitano guardando la principessa negli occhi.
«Smettila di guardarmi in quel modo» dice Aarde arrossendo.
Bussano alla porta, Haag la apre e trova davanti a sé il principe Metalo. Il Primo Cavaliere entra senza aspettare il permesso, si dirige verso Aarde e le dice: «Sei impegnata, ma vorrei parlare con te in privato.»
«Non credo che sia il caso Metalo.»
«Devo insistere.»
«Se vuoi discutere dell’argomento che mi ha proposto tuo padre, questo non è né il luogo né il momento.»
Aarde nota della preoccupazione negli occhi di Metalo, ma non riesce a parlare perché Haag si piazza davanti al principe dicendo: «La Signora vi ha già risposto, dovete uscire immediatamente da questa sala.»
Le porte si spalancano ed entrano Titan, Buffel e alcuni soldati che impugnano delle alabarde.
«Buffel, perché questa irruzione?» chiede Aarde sorpresa, mentre Metalo, sfruttando la situazione, evita Haag e si mette al fianco della principessa.
«Capitano Haag, vi ordino di consegnarmi la vostra arma» dice Buffel tendendo una mano verso il capitano mentre l’altra è appoggiata sull’elsa della spada.
«Che cosa succede generale?» chiede Haag senza capire il motivo di quella richiesta.
Sull’uscio, dietro a tutti, il Saggio Vlek risponde alla domanda: «L’ufficiale Geel si è finalmente risvegliato e ha potuto raccontarci cosa è successo durante la festa di Juniper.»
«Vlek, esigo delle spiegazioni immediate e ti richiamo all’obbligo della verità dei Saggi!» dice Aarde con decisione.
«La Regina ed io stavamo indagando sulla causa della morte del comandante Hebber e abbiamo scoperto che non sono stati gli alimenti ma da una dose letale del veleno che si ricava dalla serpe verde di Tera. La nostra scoperta ha portato con sé anche un'altra verità traumatica: anche vostro padre Zand, compianto Re di Tera, è stato avvelenato con la stessa mistura anche se dosata lentamente anno dopo anno in modo che non lo uccidesse in poche ore come è successo a Hebber. Geel ci ha svelato che il comandante stava indagando su un fatto altrettanto increscioso che aveva colpito il nostro regno ovvero la scomparsa in mare del vostro fratello Hond. L’ufficiale ci ha raccontato che il giorno della festa di Juniper stava scortando una persona che si diceva informati sui veri fatti accaduti durante l a tempesta, ma che avrebbe parlato solo con Hebber perché all’interno delle mura del castello c’era una persona assoldata da degli assassini per mantenere tutto segreto. Ebbene, quell’uomo, prima di essere ucciso, ha rivelato il nome del congiurato. L’allora ufficiale Haag ha fornito agli assassini l’indicazione del luogo dove sarebbe attraccato Geel, ed è verosimile pensare che sia stato lui il diretto responsabile dell’omicidio di Hebber.»
Aarde, sconvolta, ha un cedimento ma Metalo riesce a tenerla in piedi mentre Haag urla la sua innocenza: «È una bugia! Ammiravo Hebber e sono un fedele suddito della Regina Wasa!»
«Ragazzo, appureremo la verità, ma adesso esegui i miei ordini» intima Buffel mentre i soldati si avvicinano al giovane capitano.
Haag si volta verso la principessa e Metalo estrae la sua spada, ma il capitano non ha intenzioni moleste e dice: «Aarde, ti giuro sull’amore che provo per te che non sono colpevole dei fatti che mi contestano.»
Aarde, ripreso vigore, con un tono molto amorevole gli risponde: «Io ti credo ma tu dovrai credere in me. Cedi la tua arma al generale e noi faremo di tutto per scovare qualsiasi prova che ti scagioni.»
«Sarò io stesso a condurre le indagini» dice Buffel.
Haag ubbidisce, consegna la spada al generale e mentre i soldati lo conducono fuori dalla sala, dice soltanto: «Io credo in te Aarde.»
«Mia Signora, farò di tutto per scoprire la verità, però è bene prendere anche in considerazione che le parole di Geel siano veritiere. Haag è diventato capitano dopo la morte di Hebber e nonostante il nuovo incarico è sempre rimasto vicino a voi come faceva da ufficiale.»
Aarde ha subito forti emozioni, crolla sulla sedia dicendo: «Percorrete ogni strada senza lasciare nulla di intentato. Voglio la verità, anche se potrebbe essere scomoda.»
Metalo pone una mano sulla spalla della principessa dicendo: «Attiveremo anche la nostra rete d’informatori, siete d’accordo padre?»
«Sì perché sono sicuro che da anni qualcuno stia tramando alle spalle di tutti i regnanti e poi perché la grande amicizia che mi legava a Zand m’impone di non fermarmi davanti a niente» dice Titan senza ombra di menzogna nelle sue parole.
«Milady, ho anche un'altra novità da riferirle. Grazie alle rivelazioni di Geel abbiamo individuato quale sia il veleno che sta affliggendo vostra madre e ho già ordinato agli erboristi di preparare le pozioni appropriate» dice con un flebile sorriso Vlek.
«Ditemi, tutto senza timore» chiede Aarde notando la cauta contentezza del Saggio.
«Sappiamo da dove iniziare, però non sono in grado di garantire che il nostro intervento sia tempestivo perché il veleno è in circolo da almeno tre anni.»
«Tre anni, proprio come per mio padre» esclama addolorata Aarde mentre picchia un pugno sul tavolo.

– ore 11 –
In volo verso Koraha

Kuoki sta governando le vele del veliero che sta scendendo lentamente sul mondo degli uomini, Fajro osserva le nuvole che l’imbarcazione oltrepassa passandoci dentro mentre gli altri samurai sono vicini al ragazzo. A rompere lo strano silenzio è Daichi che dice a Fajro: «Raggiunto Koraha il veliero non potrà atterrare perché sveleremmo la nostra presenza. Dovrai lanciarti tu ma fai attenzione perché appena toccherai la sabbia, ti verrà incontro qualcosa o qualcuno sicuramente ostile.»
«Senza la katana dovrò affrontarlo a mani nude?» chiede Fajro per essere sicuro di non commettere errori subito dopo il suo ritorno nel mondo.
«No, avrai con te questa» risponde Kinzoku mentre, ridendo, gli porge una spada di ferro piuttosto malridotta.
«Ti preferivo quando eri sempre burbero e scontroso» dice Fajro sforzandosi di sorridere.
Mokuzai prende la mano del ragazzo dicendo: «Non essere triste, non è ancora il tempo degli addii.»
«Sono triste perché senza capire, vi ho fatto del male, per esempio ti ho spesso preso in giro per i tuoi modi fanciulleschi di comportarti.»
«Io mi sono divertita anche quando ti burlavi di me, proprio perché lo facevi senza doverti trattenere per motivi inutili. E poi tu sei la persona cui ho dato il mio primo bacio e tanto mi basta.»
«Io sono quella che hai trattato malissimo, è con me che dovresti scusarti» dice Kasai senza perdere l’occasione di strusciarsi su Fajro.
«In verità ti ha dato fin troppo corda ed io non ho potuto fare niente di compromettente con lui!» protesta Mizu facendo ridere anche Fajro.
«Certo che vi siete tutte date da fare, persino la Signora e soprattutto Eteru» dice Fajro arrossendo.
Kuoki abbandona le vele ai venti e raggiunge il gruppetto. «Siamo quasi arrivati e vorrei salutare Fajro nel nostro modo poco convenzionale.»
I samurai accettano la proposta, si prendono tutti per mano, formano un cerchio, fanno un passo dopo l’altro in avanti ritrovandosi in un abbraccio collettivo. Kinzoku, il più vecchio del gruppo, dice: «Se il nostro cuore rimane puro, in ogni istante saremo sempre vicini e abbracciati come ora.»
I samurai urlano facendo commuovere Fajro, e Kasai, anche con le lacrime agli occhi, non perde l’occasione per baciare il ragazzo con tale impeto da togliergli il fiato.
«Maestra, tu sei la peggiore!» dice Fajro facendo ridere tutti.

– ore 12 –
Deserto di Koraha

L’imbarcazione è a un metro dal suolo, Fajro s’inchina un ultima volta verso i suoi amici e poi si lancia con un balzo sulla sabbia rossa di Koraha che sette anni prima doveva essere la sua tomba. La nave di Wuxing si allontana velocemente, Fajro guarda il veliero e nuovamente piange per l’emozione, poi si gira di spalle, si asciuga il viso e dai suoi occhi traspare la determinazione con cui sta per affrontare questo nuovo capitolo della sua vita. È pronto, l’hanno avvisato, sguaina la spada e attende che arrivi il benvenuto dal deserto. Sulle dune qualcosa si muove, si avvicina rapidamente e il ragazzo riconosce quelle bestie, anche se il loro corpo è deformato. Cinque Fennec, le piccole volpi del deserto, sono grandi come orsi, si avventano sul ragazzo con la chiara intenzione di divorarlo, ma Fajro ha imparato a difendersi contrattaccando e utilizza quel rudere di spada che impugna come se avesse tra le mani la preziosa katana che lasciato nelle mani di Kinzoku.
Il ragazzo ha imparato l’importanza della tattica: porta il suo primo e unico attacco contro l’animale che guida il branco e con un taglio netto gli stacca la testa; attende la risposta disorganizzata degli altri Fennec e li colpisce uno dopo l’altro in modo da neutralizzarli, infine, tronca il collo di quelli che tentano di reagire nonostante che la prima ferita li stia già portando alla morte.
Il branco di Fennec è sconfitto e Fajro osserva, con raccapriccio, il lento disfacimento delle carni degli animali e nota che le carcasse iniziano a sgretolarsi alle prime folate di vento. Fajro comprende che è il segnale della presenza di qualcosa di molto peggiore e s’incammina veloce seguendo l’ombra del covo Agisto che, volando sopra la sua testa, gli sta indicando la direzione.


– ore 13 –
Regno di Dwr, Port Tuath

Il blocco navale ha avuto ripercussioni nella cittadina del porto e sono pochi i turisti provenienti dagli altri regni, soprattutto quelli che visitavano una villetta posta nella periferia di Tuath, fino a pochi mesi prima fin troppo frequentata.
Seduto al bancone del famoso bordello chiamato “Casa di Lù” un uomo, non tanto giovane, continua a bere incurante della sbornia già ben visibile nei suoi occhi.
«Non pensa che sia ora di tornare a casa?» chiede la donna che sta servendo da bere.
«Mia cara, sto solo brindando per commemorare gli amici e i nemici caduti in mare, tutti vecchietti come me che hanno dedicato la loro intera vita al proprio regno. Ammiragli, come me, cresciuti nelle vecchie accademie navali e che sono caduti mentre svolgevano il loro lodevole lavoro.»
«Volete superare il senso di colpa del sopravvissuto affogandolo con il liquore?»
«Il mio problema non è essere vivo, ma il motivo per cui lo sono. L’unico ammiraglio dei Cinque Regni ad aver evitato la battaglia per l’ordine di una regina bisbetica!»
La donna, sottovoce, dice: «Per favore Haranche, tenga la voce bassa, non vorrete farci arrestare da qualche guardia troppo zelante?»
«Hai perfettamente ragione, scusa mia cara, ma versamene un altro goccio.»
«Piuttosto che bere in continuazione, perché non sale di sopra e si sceglie una delle ragazze per passare qualche ora in tranquillità?»
«Sono troppo vecchio, non mi diverte più toccare culi e tette senza poter fare altro con le belle concubine che mi offrite, ma ascolterò il tuo primo consiglio e torno a casa prima che mi portiate voi a spalla» risponde l’ammiraglio ridendo di sé.

Haranche non ha davvero ascoltato quella donna, è andato in città ad acquistare altro liquore, si è diretto al porto ed è salito sul vascello che comanda personalmente, dopo aver salutato le due marinaie di guardia. Lentamente raggiunge la prua della nave e lì stappa la bottiglia iniziando a bere, ma dopo due sorsi inizia a traballare. «Sono proprio ubriaco se non riesco a stare in piedi» dice prima di bere un altro sorso.
Ma non è lui, è tutto il mare che sta fremendo, così come la costa sta tremando. Un boato assordante, Haranche guarda davanti a sé e il mare sembra sollevarsi, l’ammiraglio si stropiccia gli occhi e capisce che è la sua nave che sta sprofondando.
«Amici e nemici, vi sto per raggiungere» dice Haranche sollevando la bottiglia mentre durante il secondo boato sprofondano dentro il Mare del Nord, il veliero e tutta la città di Tuath.

Il terremoto, seguito da una serie spaventosa di tsunami, inghiotte tutta la fascia costiera a nord dell’isola di Dwr. La terra sommersa porta alla morte circa due milioni di persone cancellando dalle mappe Tuath e altre cittadine del regno.


– ore 13 –
Regno di Tera

Haag, avendo ubbidito agli ordini senza ribellarsi, ha ricevuto un trattamento di favore dal generale Buffel ed è stato trasferito in una piccola casetta poco distante dal castello reale nella quale soggiornerà, controllato a vista dalle guardie di Tera, in attesa del primo processo.
Il capitano cerca di rilassarsi, prende uno dei libri che sono sugli scaffali e ne sfoglia qualche pagina, ma poi lo scaraventa a terra con furia. Sa bene che il rumore attirerà l’attenzione dei suoi carcerieri e quando sente il grido di un soldato, si aspetta di ritrovarselo in casa, invece, altre urla e poi il silenzio. Haag guarda fuori dalla finestra e non vede nessuno, circospetto apre la porta e scopre che non ci sono guardie, tutte scomparse nel nulla mentre i cavalli sono ancora legati alla staccionata. Haag non ha dubbi, prende uno dei puledri e fugge in direzione di Port Winkel.

Nel frattempo, nella sala del trono al castello, Aarde e il comandante Draak accolgono Titan. Il re s’inchina chiedendo: «Mia Signora, avete deciso?»
«Titan, ho valutato la tua proposta e continuo a non essere d’accordo sulla tua soluzione, ma devo considerare più importanti il mio ruolo di principessa e di regina in pectore di Tera piuttosto che le mie opinioni personali. Sposerò Metalo.»
«Aarde, comprendo che la scelta fosse difficile e gli avvenimenti delle ultime ore ti hanno profondamente scossa, ma sono felice che hai compreso l’importanza di questo matrimonio. Rientrerò subito a Metel e farò iniziare i preparativi per…»
«No, ho detto che accetto la proposta, ma non che mi sposerò domani. Daremo al più presto l’annuncio ufficiale del fidanzamento, ma il matrimonio si celebrerà soltanto quando le creature saranno state sconfitte.»
«Ma Aarde, il Leggendario ci ha impiegato sette anni per debellare quelle bestie!»
«Se temi il tempo che passa allora il matrimonio non ha senso di esistere. Mi sto piegando alle esigenze della politica, ma non farò la parte della moglie che rimane a guardare il suo popolo mentre muore. Inoltre, io confido che mia madre riapra gli occhi al più presto, tu no?»
«Certo che sì, che domanda!» risponde Titan irretito.
«Ebbene, io sposerò Metalo nel momento in cui mia madre sarà in grado di governare avendo la certezza assoluta che il Regno di Tera sia guidato ancora, e per sempre, dalla stirpe del mio casato. Se invochi la politica per farmi accettare un contratto di matrimonio, io faccio la stessa cosa per farti accettare i miei termini» dice Aarde in modo così serio da sorprendere il suo interlocutore.
«Accetto la tua richiesta che sarà inserita nel contratto di matrimonio, naturalmente.»
«Naturalmente, Re di Metel» risponde Aarde senza battere ciglio.

Titan s’inchina e abbandona la sala e Aarde dice al comandante che sta sorridendo beffardamente: «Forse credeva che avrei accettato senza imporre delle regole, ma non farò l’errore di Torcon, nessuno potrà sottrarmi dalle mani il Regno di Tera con facilità!»

– ore 13 –
Oasi Oazo

Agisto atterra sulla spalla di Fajro e il ragazzo gli chiede: «Magari tu mi sai dire perché ho dovuto mettere i vestiti, con i colori imperiali, che indossavo proprio quando mi hanno accusato di omicidio. Mi chiedono di non svelare la mia identità e poi mi ricoprono con questo segnale evidente, anche se sono cresciuto e sembrano un bavaglio sulla schiena e una veste da donna.»
Fajro si sorprende sentendo il corvo rispondere: «Devono immaginare che c’è in giro uno come Atua Primo.»
«Ma allora sai anche parlare bene?»
«No… impiccati al pennone!» dice Agisto spiccando il volo.
«Rispondimi! Fai il serio…»
Fajro ma smette di urlare perché ha avvistato l’oasi, si sporca ulteriormente di sabbia impiastricciandola sulle macchie di sangue dei Fennec, rallenta il passo, mima la fatica caracollando, raggiunge un bivacco e si lascia cadere sulle rocce. Sente il brusio della gente, ascolta le parole stupefatte delle persone mentre guardano il suo vestiario e fatica a trattenere la risata mentre una qualcuno urla: «Rivendico questa persona come mio schiavo!»
Due persone molto robuste lo trascinano dentro all’accampamento e lo appoggiano contro un muretto, un altro gli mette dei ferri a polsi e piedi per legarlo e l’uomo che ha rivendicato la proprietà su Fajro dice in modo arrogante: «Dagli poca acqua!»
Il ragazzo nota che i passi della persona che gli si avvicina sono leggeri, così come la vocina che dice: «Bevi piano, è poca e non va bene bere velocemente dopo essere stato a lungo nel deserto.»
Fajro sorseggia piano l’acqua, apre lentamente gli occhi e vede che è stato un bambino a porgergli la piccola ciotola. Nonostante le catene gli impediscano movimenti lineari, Fajro riesce a mettere le sue mani sulla testa del bambino e lo ringrazia sorridendo mentre sente lo schiavista che urla al corvo Agisto: «Vai via bestiaccia! Siete tutte impazzite voi bestie provenienti dal deserto?»


§   §   §


Il vecchio maestro nota che le palpebre del piccolo Ten si stanno muovendo in modo innaturale, prende un piccolo amuleto dalla propria tasca e proferisce delle parole incomprensibili mentre appoggia quell’oggetto sulla fronte del bimbo.
Ten, con un sussulto, apre gli occhi mentre il vecchio maestro gli sfila dalle mani il bastone nodoso che ha utilizzando per entrare in contatto con il corvo. Il bimbo fa un balzo dalla poltrona, corre vicino alla gabbietta di Agisto dicendogli: «Allora tu sei Matco!»
Il corvo gracchia come se ridesse, poi risponde: «No, il buon Matco ha concluso il suo lavoro e ha raggiunto Wuxing in forma di Globo di Luce. Io sono nato e morto molti anni dopo.»
«E allora perché sei qui? Quale missione hai?»
Il vecchio maestro ride, ma nasconde la risposta chiedendo al bimbo: «Giovanotto, come ti senti?»
«Maestro, è stato come vivere in un sogno, potevo vedere ogni cosa, sia tra gli uomini sia a Wuxing, ma non sentivo le parole di Matco. Perché?»
«Ti sei appena svegliato e hai già fatto tre domande!» dice il vecchio ridendo.
«A proposito, il bambino che Fajro ha accarezzato eravate voi?»
«Sì, era il primo incontro con l’uomo scampato dal deserto, anche se adesso potrei chiamarlo con il suo nome.»
«Ma certo è…»
Il vecchio maestro zittisce Ten dicendo: «Non dirlo, manteniamo anche noi il segreto come ha richiesto l’imperatore di Wuxing. Lo chiameremo con il nome che ha usato prima di rivelarsi al mondo: Capitan Blood!»
Ten strabuzza gli occhi e naturalmente dice: «Ma è il nome della piratessa Zedora!»
«Sì, hai ragione, ma questa è un'altra storia che non conosci ancora» risponde il maestro sogghignando.
Ten urla: «No, non potete dire così, chissà quanto tempo ho passato guardando il passato e adesso dovrò tornare in fretta a casa!»
«In verità hai dormito soltanto sette ore, una per ogni anno che hai visto.»
Il sorriso del bimbo è raggiante, com’è disarmante il suo cipiglio mentre dice: «Voi mi avete mentito! Voi sapevate già cosa era successo in quei sette anni!»
«Sì, lo ammetto» risponde il vecchio senza troppo curarsi di ciò che ha detto, ma per Ten non è per niente normale quella risposta e puntando il dito dice: «Voi siete un Saggio, non potete mentire!»
Il maestro sogghigna esclamando: «Che cosa ti fa pensare che io sia un saggio? Solo perché insegno alla scuola imperiale? O perché uso la magia?»
«Ma, allora chi siete?» chiede Ten.
«Un saggio poco saggio» risponde il vecchio ridendo con più gusto.
Ten bofonchia qualcosa tra sé, poi chiede: «Che cos’è un Jingoku?»
Il maestro smette immediatamente di ridere e chiede: «Dove hai sentito quel nome?»
«È una delle poche parole che ho sentito dire dall’imperatore di Wuxing a Eteru nel Tempio Celeste.»
Il vecchio maestro, evidentemente sorpreso, dice ad Agisto: «Questa è la prova!»
«Di che cosa parlate?» chiede Ten incuriosito dall’improvvisa serietà del maestro.
«E un nome che poche persone possono dire tanto facilmente e se tu sei riuscito a sentirlo significa che il tuo percorso di apprendimento sta progredendo magnificamente. Ti chiedo di non dirlo di nuovo, almeno fino a quando non lo avrai letto su uno degli ultimi tomi.»
Ten non capisce, ma sapere che potrà andare avanti con la storia gli fa dimenticare la sua stessa domanda. «Evviva! Quando potrò iniziare?»
«Siccome è mattina, facciamo una bella colazione e poi potrai leggere tutto ciò che vuoi nella mia biblioteca privata. Sempre che tu riesca a entrarci» dice il vecchio maestro lasciando il bimbo con la bocca aperta per la curiosità.










N.d.A.

Ben ritrovati per quest’ultimo capitolo della terza serie.

Vi lascio con qualche informazione sulla quarta, e forse ultima, serie:
- Il titolo sarà “L’Imperatore dei Cinque Regni – Ritorni” e questo è uno spoiler diretto perché usando il plurale, significa che non è tornato solo Fajro ma ci saranno altri personaggi dei quali non sappiamo molto su cosa abbiano fatto in questi sette anni (anche se di qualcuno ho lasciato scritto delle tracce che lo identificano).
- A differenza delle altre serie posso già da ora anticiparvi che pubblicherò il primo capitolo della quarta nel mese di dicembre. (Il giorno preciso non lo so dire, potrebbe essere il primo come l’ultimo giorno del mese).
- C’è un’effettiva possibilità che la quarta serie sia più lunga dei canonici otto capitoli con cui ho gestito la trama fino a oggi e sono ancora indeciso se proporre più puntate o creare una quinta serie in modo mantenere ordinata tutta la storia.
- In anteprima vi regalo la nuova mappa del mondo con i disastri creati dalle creature, ma anche da me a mano libera.

Vi ringrazio per aver seguito questa storia fino a questo momento con la speranza di ritrovarvi di nuovo tra un mese. Nel frattempo, se avete voglia di segnalarmi errori, commentare e fare delle critiche costruttive consapevoli che riceverete sempre una risposta in tempi brevissimi.

Grazie a tutti.

MAPPA
ImagesTime.com - Free Images Hosting









CAST
Importanti
Agisto – Corvo messaggero appartenuto a Sipestro di Tan e che ospita l’anima errante del soldato Matco, assassinato al lago Sider a Dwr
Ten [m] – Bimbo che vede gli avvenimenti attraverso gli occhi del corvo
Atua Primo [m] – Leggendario Imperatore dei Cinque Regni Umani
Fajro [m] – Principe di Tan e protagonista della storia

Regno Wuxing
- Tengoku [m] – Imperatore di Wuxing
- Aki [f], Fuyu [m], Haru [m], Natsu [m] – i quattro generali di Wuxing
- Eteru [f/m] (Etere) – la samurai definita più vicina al Creatore
- Daichi [m] (Terra), Kasai [f] (Fuoco), Mizu [m] (Acqua) – i tre samurai con Elementi Primari
- Kinzoku [m] (Metallo), Kuoki [m] (Aria), Mokuzai [f] (Legno) – i tre samurai con Elementi Secondari

Regno Sea (regno negli abissi marini)
- Kwakhala [f] – Regina (solo nominata)
- Kraken, Leviatano, Nathair Mara  – Creature mitologiche

Regno Koraha (regno nel deserto omonimo)
- Yuly [f] – ? (solo nominata)
- Golem, Skorpio, Chimera – Creature mitologiche

Regno Sliabh (regno sulle montagne condivise tra Metel e Tera)
- ? – guardiano del Gigante
- Gigante, Pithecus, Denosor – Creature mitologiche

Regno Hout (regno chiamato anche Foresta Proibita)
- Ombra, Maputa, Lipitoare – Creature mitologiche

Regno Heru (regno sotterraneo posizionato alle radici dell’albero Hyperion)
- Innominabile – Imperatore (soltanto identificato come imperatore)
- ? – Cinque servitori di Heru (soltanto nominato il loro ruolo)

Vulcano di Tan
- Fenice – Creatura mitologia

Altri personaggi apparsi o solo nominati nel capitolo
- Atua CCXVII (vero nome Ohlaka) – Imperatore dei Cinque Regni
- Haag – Capitano dell’esercito di Tera
- Aarde – Principessa ereditaria di Tera
- Titan – Re di Metel
- Oceanya – Principessa ereditaria e comandante in capo dell’esercito di Dwr
- Oak – Re di Apen
- Cristalya – Regina di Dwr
- Flame – Regina di Tan
- Wasa – Regina di Tera
- Metalo – Principe ereditario di Metel e Primo Cavaliere imperiale
- Vlek – Saggio di corte a Tera
- Buffel – Generale dell’esercito di Tera
- Hebber – Comandante in capo dell’esercito di Tera, deceduto
- Geel – Ufficiale dell’esercito di Tera
- Zand – Re di Tera assassinato per avvelenamento
- Hond – Principe illegittimo di Tera
- Haranche – Ammiraglio della marina di Dwr
- Draak – Comandante in capo dell’esercito di Tera
- Torcon – Principe di Tan ucciso dalla magia dell’Inquisitore.





Schema della magia
- Ogni Essere Vivente è costituito di Energia
- Con al morte fisica l’Energia si tramuta in un Globo di Luce o in uno Oscuro
- Il Globo di Luce raggiunge il Regno Wuxing (il bene) mentre il Globo Oscuro raggiunge il Regno Heru (il male)
- L’Energia di ogni Essere Vivente è la base per la creazione degli Elementi Magici

Schema degli elementi magici
- Esistono due Elementi Dominanti: Luce, Oscurità
- Esistono tre Elementi Primari: Acqua, Fuoco, Terra
- Esistono tre Elementi Secondari: Aria, Legno, Metallo
- Esiste un Elemento Neutro: Etere
- se uno o più Elementi Secondari acquistano potere crea/creano squilibrio
- con lo squilibrio uno o più Elementi Primari soccombe/soccombono e l’Elemento Neutro diventa Caos
- L’Elemento Caos dona maggiore potere all’Elemento Dominante Oscurità che prende il soppravvento sulla Luce.

Schema della Forma Energetica Assoluta
- La Forma Energetica Assoluta è il massimo raggiungibile nella Forma Energetica
- La Forma Energetica si divide in tre livelli:
a) Livello Kou (alto) : lo ottengono solo l’Imperatore di Wuxing e l’Imperatore di Heru
b) Livello Heikin (intermedio): lo ottengono solo i generali di Wuxing e i servitori di Heru
c) Livello Tei (basso) – lo ottengono i samurai di Wuxing e tutti gli altri esseri viventi che hanno coscienza delle differenze.
- La Forma Energetica evoca magicamente un Animale chiamato Famiglio

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3863369