L'Imperatore dei Cinque Regni - Magie di ghostmaker (/viewuser.php?uid=423297)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Cinque Regni ***
Capitolo 2: *** I compiti dell'eroe ***
Capitolo 3: *** La grande sfida ***
Capitolo 4: *** A un passo dalla morte... ***
Capitolo 5: *** ...e quattro passi verso la vita ***
Capitolo 6: *** La sottile linea dell'equilibrio ***
Capitolo 7: *** Il settimo anno (prima parte) ***
Capitolo 8: *** Il settimo anno (seconda parte) ***
Capitolo 1 *** I Cinque Regni ***
L’Imperatore dei Cinque Regni – Magie
– Volando nel passato
–
Il capitano Goj, dopo aver letto il messaggio spedito da Sipestro,
grazie alla pronta consegna di Agisto, corvo messaggero fedelissimo
dell’ammiraglio, scrisse la risposta affidandola allo stesso
volatile. L’animale, raggiunto il Mare del Nord, non
trovò il vascello del suo padrone, continuò a
volare per ore su quel mare fino a raggiungere le coste di Metel e
lì vide una persona, che conosceva da anni, mentre
consegnava la sua spada a una ragazza. Per innata intelligenza, Agisto
decise di tornare a casa, sorvolò il Mare
dell’Ovest e finalmente raggiunse una delle casettine, fatte
apposta per lui e i suoi simili, posta in una caserma di Tan.
Agisto rimase inattivo per molti mesi, ma un giorno, un'altra persona
conosciuta lo portò su un’isola affidandogli il
compito che sapeva fare meglio. Gli legarono il cartoccio alla zampa e
lui, senza fermarsi mai, raggiunse un uomo che stava seduto su una
roccia.
Quest’uomo gli dette in premio una ciliegia e Agisto lo
ringraziò gracchiando felice poi, con la risposta di quella
persona tornò indietro. Aveva fatto bene la sua parte e gli
diedero altra frutta da beccare mentre lo misero nella sua gabbietta.
Il suo nuovo padrone, salito su una barchetta insieme con altre tre
persone, lo portò con sé ancora una volta ma
Agisto capì subito che non avrebbe più lavorato
per quella notte perché gli misero il solito telo scuro
sulla gabbietta. Il corvo continuò a mangiare senza prestare
ascolto alle parole che dicevano le quattro persone, era troppo
occupato a degustare ogni frutto dolce che gli aveva dato da mangiare.
Agisto rimase coperto per qualche ora, poi, un uomo che non aveva mai
visto, tolto il telo, gli aprì lo sportellino della
gabbietta. Il corvo guardò senza capire cosa avesse dovuto
fare, ma quella persona scosse così forte la sua gabbietta
che decise di volare via per raggiungere quell’uomo che gli
aveva fornito tanta frutta. Proprio mentre era in volo,
sentì qualcosa entrare nel suo corpo e chiese:
«Chi sei?»
«Un’anima errante, e ti chiedo il permesso di usare
il tuo corpo.»
«Ah, mai io ti conosco, eri sulla barchetta. Come mai sei
diventato un’anima errante soldato di Tan?»
«Purtroppo mi hanno ucciso, ma mentre il mio corpo affondava
nel lago ero ancora vivo e desideravo ardentemente di poter aiutare
ancora il mio comandante. Non so chi sia stato, forse il Leggendario ha
deciso di farmi entrare nel tuo corpo.»
Agisto era un semplice corvo, non conosceva queste cose,
però riconosceva che tutte le persone di Tan, come il suo
vecchio padrone Sipestro, erano sempre state buone con lui, allora
rispose: «Sì, usa il mio corpo finché
ti sarà permesso, anche fino alla fine della mia vita. Sono
solo un corvo messaggero, ma farò il possibile per aiutarti
nel tuo compito perché, come te, sono nato a Tan e amo la
mia terra.»
§ § §
Ten si siede sull’altra poltrona, impugnando il bastone
appoggiandone l’estremità inferiore a terra, la luce
riempie completamente la stanza. Il ragazzino riapre gli occhi e si
accorge che sta volando, vede qualcosa che assomiglia a
un’isola mentre segue il movimento delle nuvole e raggiunge
un luogo che conosce solo per averlo scoperto attraverso i libri del
maestro. Atterra appoggiando le sue zampe su un legno, guarda davanti a
sé e assiste a un combattimento. Sette persone si sono
scagliate contro la terribile creatura chiamata Golem e la sconfiggono
in pochi minuti. Uno di loro vede qualcosa ricoperta per
metà dalla sabbia e chiede a uno dei compagni:
«Siete sicuri?»
Una donna risponde: «Sì, rappresenta
l’ultima speranza, per tutti.»
1° capitolo – I
Cinque Regni
Una luce intensa, pensava che la morte fosse buia, o al massimo rossa,
dato che era nel deserto di Koraha per scontare una colpa non sua. Apre
gli occhi e si sorprende di trovarsi in un comodo letto e si pizzica
una guancia per capire se si tratta solo di un bel sogno. Ma mentre si
palpeggia l’intero corpo una donna entra nella stanza.
«Potresti almeno farlo sotto le coperte, non che mi
dispiaccia il corpo nudo di un giovane, ma piuttosto che guardare
preferirei toccare io stessa.»
Fajro arrossisce e si butta sotto le coperte dicendo: «Dove
sono?»
«Ti spiegheranno tutto più tardi, ora è
importante che ti riposi completamente» risponde la donna
sorridendo. «Dormi ancora un poco, ti sveglierò io
quando sarà il momento, e chissà cosa
inventerò di scabroso per svegliarti.»
Lo sguardo malizioso della donna fa arrossire ancora di più
Fajro mentre lei, prima di uscire dalla stanza, dice:
«Perdonami, ho dimenticato le buone maniere, il mio nome
è Kasai e, dato che te lo stai chiedendo, non sei
morto.»
Fajro non riesce più a dormire, ha troppi pensieri per la
testa; la morte dell’imperatore e quella del fratello, la
madre malata rimasta sola, e il suo unico amore, Aarde, probabilmente
in pericolo. Apre una finestra per tentare di fuggire, ma davanti a
sé non c’è nulla, tutto è
bianco, prova ad allungare un braccio fuori ma è come se
scomparisse. Fajro ritrae velocemente l’arto scoprendo che
è ancora al suo posto e questa nuova sorpresa lo disturba
perché ricomincia a pensare di essere morto. Si siede su una
sedia e attende che Kasai lo chiami perché le domande che ha
da farle sono moltissime.
§ § §
Kasai ha portato i vestiti ripuliti per bene dalla sabbia a Fajro,
attende che sia pronto e poi gli fa cenno di seguirla. Usciti dalla
stanza, Fajro trova davanti a sè un lunghissimo corridoio e
ai suoi lati molte finestre dalle quali si vede soltanto il colore
bianco. In fondo al corridoio c’è una porta ma
prima di oltrepassarla Kasai dice: «Ascoltami bene Fajro,
quando entreremo dovrai fare tre passi avanti e poi metterti in
ginocchio abbassando lo sguardo a terra. Non fare domande se non sei
interpellato, non parlare se non ti fanno domande, non alzarti se non
ti danno il permesso.»
«Mi stai portando dal mio vero carceriere?» chiede
Fajro stizzito per tutti gli ordini che la donna gli ha dato.
«Sei un graditissimo ospite Fajro, ma ci sono regole che
devono essere rispettate» risponde Kasai sorridendo.
La donna apre la porta e oltrepassa l’uscio per prima, poi fa
un gesto e Fajro esegue il primo passo. Il ragazzo, prima di procedere
guarda la stanza. I suoi piedi sono su un lungo tappeto blu che arriva
fino in fondo alla sala, ai fianchi ci sono cinque persone, due a
destra e tre a sinistra, tutte con lo sguardo rivolto verso il basso.
Sul fondo del tappeto ci sono tre gradini e su questi sono poste in
fila altre quattro persone, due per ogni lato, che lo guardano con
attenzione e in ultimo, sul fondo della sala, c’è
un’altra persona vicino a baldacchino oscurato da un
tendaggio nero che ha una’apertura centrale, ma dalla quale
non filtra nessuna luce.
Kasai compie gli ultimi due passi, si sposta sulla destra e prima di
abbassare la testa guarda Fajro sorridendogli. Anche il ragazzo esegue
gli ultimi due passi e s’inginocchia a testa bassa attendendo
in silenzio come gli è stato richiesto.
Troppi secondi di silenzio per Fajro; ha ubbidito ma se lo faranno
attendere ancora ha deciso di correre verso il baldacchino, sta per
alzare la testa quando sente dietro di lui dei passi. Pensa che in quel
posto perderà la vita e la persona che sta arrivando sia il
carnefice invece, è proprio quell’uomo il primo a
parlargli.
«Ben fatto Fajro, resisti ancora qualche istante e tieni la
testa bassa.»
L’uomo si mette davanti al ragazzo e parla con le persone che
sono nella sala. «Vi ringrazio per avermi dato la
possibilità di mostrarmi al giovane in carne e ossa. Egli
troverà più conforto parlando con qualcuno del
suo mondo.»
«L’Imperatore ha ritenuto giuste le vostre
richieste» risponde uno dei quattro sugli scalini.
Fajro si trattiene, vorrebbe vedere chi sta parlando perché
hanno nominato l’imperatore. Si domanda chi sia la persona
che ha occupato il posto di Atua, CCXVI del suo nome, dopo solo due
giorni, o se invece è rinchiuso in questo posto da mesi per
colpa di quella malattia che ha già avuto e che i medici
chiamavano “coma”.
«Giovane ragazzo, puoi sollevare il capo» dice
la donna più vicino al baldacchino.
Fajro ubbidisce mentre una delle persone sui gradini, una donna, parla:
«Hai sicuramente moltissime domande da fare, ma ora non
è il momento di chiedere. Conosciamo il tuo impeto, lo
apprezziamo ma anche lo detestiamo. Ci sono momenti in cui serve, altri
in cui si deve domare. L’uomo che sta davanti a te e che ha
ottenuto il permesso di seguire il tuo apprendistato ti spiegherà ogni
cosa. Ora potete andare, ciò che volevamo vedere abbiamo
visto, ciò che volevamo sentire abbiamo sentito.»
L’uomo davanti a Fajro s’inchina, fa dei passi
all’indietro affiancandosi al ragazzo e gli dice:
«Adesso alzati, riabbassa la testa e torna sui tuoi passi.
Concludi bene la tua presentazione e tutti diventeranno per te padri,
madri, fratelli e sorelle.»
Fajro è ancora confuso, ma il tono della voce di
quell’uomo è così simile a quello di
suo padre da fargli fare ciò che ha chiesto senza neppure
fiatare. I due escono dalla sala, la porta é richiusa e
tutto sparisce come se non fosse mai esistito; l’uomo e Fajro
sono nel mezzo di un prato.
«Non stai sognando, eravamo proprio nella grande sala
cerimoniale, e non è sparita lei, ma siamo stati noi a
spostarci in un altro posto. Seguimi, ho tante cose da dirti e da farti
vedere dell’isola.»
Fajro è ammutolito, ogni cosa che ha visto e sentito
è fuori dalla sua comprensione, eppure segue
quell’uomo senza dire nulla e continua a guardarlo per
ricordare dove ha già visto il suo viso.
Durante la passeggiata Fajro non parla ma osserva ogni cosa. Il cielo
è limpido, neanche una nuvola, solo un corvo che svolazza
sopra di loro; il prato non è grandissimo e la terra sembra
instabile, intorno ci sono alcune casette sparse, una struttura
più imponente e un'altra cosa impossibile: un piccolo
veliero ormeggiato con tanto di catena dell’ancora che scende
verso il basso come se sprofondasse nel terreno.
L’uomo e Fajro entrano in una specie di locanda e si siedono
a un tavolo imbandito. «Mangia fino a che sarai sazio, tutto
è stato preparato solo per te» dice
l’uomo sorridendo.
«Voi non mangiate?» chiede Fajro mentre mette mano
sul pane.
«Purtroppo il tempo del cibo e delle bevande per me
è finito da migliaia di anni» risponde
l’uomo continuando a sorridere ma sconcertando ulteriormente
il ragazzo.
«Sono proprio uno stolto, ti rispondo senza pensare che le
mie parole possono turbarti» dice l’uomo
grattandosi la testa.
Fajro osserva meglio quell’uomo: capelli lunghi e biondi,
occhi verdi e pizzetto curato. Lui, prima che il ragazzo gli faccia la
domanda, dice: «Sì.»
Per poco Fajro non s’ingozza con il pane che stava
deglutendo, prende un respiro e poi chiede per conferma:
«Siete Atua? Il primo? Il Leggendario?»
L’uomo scuote il capo confermando e Fajro esclama:
«Allora ho ragione! Io sono morto e voi mi avete portato nel
vostro regno celeste!»
Atua inizia a spiegare mentre Fajro, per capire tutto, smette di
abbuffarsi, anche se il cibo che sta mangiato è tipico di
Tan e buono come quello di casa sua.
«La mitologia scritta dagli uomini non è
completamente esatta e il mio vero passato è stato adeguato
in modo da divinizzarmi. È vero che sono caduto dal cielo
nel Mare del Nord, ma non perché era stata una scelta. Mi
vergogno a dirlo, ma ero soltanto caduto dal veliero per
l’impazienza di tornare a casa. Io ero un uomo come tanti
altri, nato in un piccolo paesino situato su quello che oggi
è il Confine Ovest, tra Tan e Apen. È tutta vera
la storia delle mie battaglie con i mostri, magari non così
semplice come è stata descritta, ma purtroppo ero rimasto su
quest’isola per tanto, troppo tempo e durante la guerra che
c’era nel mondo il mio piccolo paese fu distrutto. Decisi,
grazie alle mie nuove abilità, di unificare i regni senza
l’uso delle armi, chiesi al re di Apen di seguirmi in questa
mia avventura e pian piano riuscimmo a creare l’attuale
statuto dei Cinque Regni. Per il mio comportamento mi assegnarono il
posto da Imperatore, mi sposai con una bellissima donna di Tan di nome
Amara, suggellando l’alleanza tra i due popoli che dura da
quel giorno, ebbi dei figli e una bella vita da passare con loro. Come
per ogni uomo giunse il momento della mia morte, le famiglie reali
decisero di divinizzarmi e inventarono un Regno Celeste in modo che
ogni persona credesse che ci fosse un luogo in cielo in cui sarebbero
andati dopo la morte nel quale poter vivere di nuovo in pace sotto la mia
guida.»
«Nella sala stavate ringraziando qualcuno per avere ottenuto
un corpo in carne e ossa per parlarmi, quindi ciò che vedo
non è reale?» chiede Fajro stranamente attento a
ogni parola che sente pronunciare da Atua.
«Sì e no. Mi vedi, mi senti e mi puoi toccare,
sono fatto come te, però questo corpo è creato
per un tempo limitato. La mia forma reale è quella di un
globo di luce formato da una sostanza chiamata
“energia” e in esso risiedono i miei ricordi e la
mia anima, ma non posso parlare ed è per tale motivo che mi
hanno creato un corpo reale uguale a
quello che avevo in vita. Fin dall’antichità
onoriamo i nostri defunti bruciandoli, giusto? Ebbene la cenere si
compatta e forma il globo di luce che raggiunge questo luogo di ultimo
riposo. Ogni essere vivente nasce con questa energia, ed è
la materia primaria da cui si acquisisce il potere della
magia.»
Fajro ha un sussulto. «Ma allora tutti possono fare
magie?»
«I futuri Saggi sono individuati da piccoli perché
il loro potere si manifesta inconsciamente, magari proprio davanti ai
loro genitori, però chiunque può imparare se ha
un buon maestro che insegni loro non solo come utilizzarla ma anche
come gestirla.»
«Capisco, però non so cosa c’entro io e
perché sono qui, e dove sia il
“qui”» chiede Fajro perplesso.
«Usciamo, ti faccio vedere una cosa e ti spiego
dall’inizio così capirai meglio perché
ti hanno portato fin qua.»
I due escono dalla locanda e mentre camminano Atua dice: «Ti
sei accorto che calpestando il terreno sembra muoversi sotto i tuoi
piedi?»
«Sì, pensavo che fossi io a
traballare perché sconvolto da tutte queste cose strane cui sto assistendo»
risponde Fajro tastando nuovamente il terreno con la punta delle scarpe.
«In realtà quest’isola non è
bagnata dal mare e… »
Atua smette di parlare bloccando per un braccio Fajro. Il ragazzo stava
per cadere in un burrone, o era ciò che credeva prima che
Atua dicesse: «E neppure su una montagna.»
Il ragazzo guarda in basso e si spaventa vedendo delle nuvole.
«Conosci di certo cosa si dice nel Mito sull’Albero
del Cielo» chiede Atua sorreggendo il ragazzo.
«Sì, Hyperion, chiamato l’Albero del
Cielo perché si dice che la cima superi anche le
nuvole.»
«Esatto, quest’isola è sorretta dai rami
della cima di Hyperion, quindi senti il terreno instabile
perché stai camminando sulle foglie di
quest’albero gigantesco che ha le sue radici sul fondo
dell’isola di Dwr.»
«Sto impazzendo con tutte queste novità»
dice Fajro sconcertato.
«Siamo solo all’inizio, ma adesso andiamo
laggiù» risponde divertito Atua.
In due raggiungono la più grande struttura del posto, ma
entrano in una delle sale più piccole. Il soffitto
è a forma di cupola e all’interno della saletta ci
sono soltanto due sedie particolari. Si accomodano e Atua indica i
braccioli dicendo: «Spingili in avanti e ti troverai quasi
sdraiato in modo da guardare bene il soffitto.»
Entrambi eseguono quel movimento, lo schienale si abbassa
all’indietro mentre la parte inferiore si alza in avanti.
Atua inizia a parlare.
«Il mondo degli uomini è costituito su una base
più o meno solida e mutata poco nel corso dei millenni.
Cinque Regni dominano; ogni tanto nasceva qualche nuovo stato
indipendente, ma finiva per essere inglobato dal regno vicino,
purtroppo, attraverso delle guerre. Ma esistono altri Cinque Regni,
invisibili e visibili dagli uomini.»
«Non capisco, cosa vuol dire che li vedo ma non li
vedo» chiede Fajro incuriosito.
«Noi li vedevamo attraverso le terribili creature che
calcavano le nostre terre distruggendo tutto ciò che
incontravano, ma non vedevamo che fossero tutte guidate da un proprio
regnante. Conosci la mia storia mitologia, sai che ho affrontato
Kwakhala, la regina del Regno del Mare, così come molte
altre creature, ma per nessuna di queste avevamo pensato che
appartenessero a razze diverse fra loro e ben definite. Per esempio
nelle cronache si parla di Foresta Proibita, ma in realtà
è anch’essa un regno.»
«Nei testi si dice che i mostri sono nati con il mondo
stesso, questo vuol dire che loro c’erano prima di
noi?»
«Esattamente Fajro. I primi Cinque Regni erano di queste
creature e l’uomo è giunto più tardi
reclamando con la forza i terreni per sopravvivere. Nessuno sa chi ha
creato i mostri e poi l’uomo, neppure l’imperatore
di quest’isola, ma è certo che ci fu una terribile
guerra tra queste due genti scatenata per un motivo: la magia. E fu
proprio la magia ha porre termine alla guerra ancestrale, anche se non
ci fu pace fino al mio ritorno nel mondo.»
Fajro si accorge che il soffitto ha iniziato a illuminarsi, mentre
Atua parla, e delle immagini sembrano sovrapporsi in modo da fargli vedere le cose che
sta spiegando il primo imperatore degli uomini.
«Magia, come funzionano queste cose?» chiede Fajro
stupito.
«Ora è importante che tu conosca i primi Cinque
Regni con i loro nomi reali e la loro ubicazione. Conosci
già il Regno Sea di Kwakhala, ma non sai che si trova
attaccato al fondale di Dwr e vicino alle radici di Hyperion, come non
sai che non sta a nord ma a ovest. I mostri uscivano a nord per non
svelare la loro vera posizione e quando attaccavano le navi dei
pescatori, scendevano nell’abisso prima di tornare a ovest.
La Foresta Proibita, in realtà, è il Regno di
Hout, così come quello che chiamiamo deserto in
realtà, è il Regno di Koraha. Dalle cronache sai
che esiste il Gigante e che vive da solo sulle montagne di Metel, ma
nella realtà tutte le montagne a est, quindi anche quelle di
Tera, formano il Regno di Sliabh. Il quinto Regno è quello
che nessun uomo, neppure io, ha mai potuto vedere, il Regno Heru, il
luogo che nel Mito accoglie le anime delle persone malvagie e cacciate
dal regno del Leggendario, che come ho detto è frutto solo
di fantasia.»
«Ma allora noi dove siamo?»
«Ecco un punto importante. Se esistono Cinque Regni dei
mostri e Cinque Regni degli uomini, ci deve essere un posto che
garantisca la pace tra tutti. Questo concetto è proprio la
base su cui si è costruita l’idea
dell’Imperatore dei Cinque Regni. Tra il reale e il
fantastico esiste il posto in cui siamo ora: il Regno Wuxing.»
«Ecco perché mi sembravano diversi dagli altri
uomini quelli persone che c’erano nella sala cerimoniale e
perché sono rimasto colpito da Kasai» dice Fajro
sempre più sorpreso.
Atua ridacchia dicendo: «Vero, però sei stato
attirato da Kasai soprattutto perché sei un maschietto e lei
è molto bella e notevolmente spigliata.»
Fajro arrossisce, i suoi pensieri sono per Aarde, ma non può
negare che una bella donna attiri ugualmente la sua attenzione.
«In realtà c’è anche un altro
motivo per cui sei attratto, ma te lo spiegherà proprio lei
più avanti. Adesso andiamo in un'altra sala.»
Fajro ormai segue Atua come un animale domestico, immagazzina le
informazioni, osserva gli ambienti, e spesso ha quella piacevole
sensazione di sentirsi protetto.
Hanno raggiunto una nuova sala, leggermente più grande di
quella precedente e completamente vuota. Le pareti sono bianchissime e
Fajro sente dei brividi, ma capendo che non sono causati dal freddo,
chiede: «Che cosa sta succedendo qua dentro?»
«La tua domanda dimostra che potresti usare la magia. Quella
che senti è energia ed è in questa stanza che
è purificata. Ti ho portato qui perché
è il momento che forse attendevi con più
impazienza.»
«Magia» esclama Fajro.
«Iniziamo da ciò che sai. Come ho detto ogni
essere vivente è formato di energia e questa particolare
cosa è definita anche come Elemento. Sai che gli elementi
che producono magie sono quattro, ma che ogni Saggio ne possiede uno
soltanto e può utilizzarlo una volta al giorno, e che
l’unica persona a poterla usare di nuovo senza morire
è l’Imperatore.»
«Esatto, le Regole che avete fissato voi con le
Leggi.»
«Sbagliato tutto e soprattutto quelle regole sono state
scritte dai miei successori in modo che nessuno usasse la magia per
proprio tornaconto. È vero che chi usa la magia due volte
può morire. Ho detto “può”
perché non è una regola, ma una causa. Ci sono
tantissimi motivi perché sopraggiunga la morte, ma
è soprattutto una questione di meditazione e di obiettivo.
Per esempio un giovane saggio potrebbe usarla anche ogni ora della
giornata ma senza addestramento perirebbe, mentre a un vecchio saggio
manca la gioventù e a decretarne la morte sarebbe la fatica.
Ma su tutto c’è l’obiettivo. Una magia
nasce dall’energia, si forma con l’Elemento e
fuoriesce in modo adeguato se l’obiettivo è ben
focalizzato. Purtroppo non esistono solo obiettivi di pace e tu sei
stato vittima di una magia negativa sul ponte Nord/Ovest durante la
Grande Guerra.»
«Come immaginavo non ci possono essere solo Saggi
buoni!» esclama nervosamente Fajro mentre ricorda com'è morto il Saggio Saga.
«Ecco la verità. Gli elementari magici sono sette,
divisi in tre categorie: gli Elementi Primari sono Fuoco, Terra e Acqua;
gli Elementi Secondari sono Aria, Metallo e legno; infine
c’è l’Elemento Neutro chiamato Etere. I
primi sei rappresentano l’equilibrio e la pace e la loro
armonia giova al settimo elemento. Esiste anche un ottavo Elemento che
è usato solo da due persone e che possono prestarlo ad
altri. Ma cosa succede se un Elemento Secondario prende il sopravvento?
Lo squilibrio porta uno o più degli Elementi Primari a
soccombere mentre uno o più Elementi Secondari acquistano
maggiore potere creando instabilità che di conseguenza nuoce
al settimo elemento. I riflessi di questa instabilità si
ripercuotono su tutto il mondo e creano disordine
nell’ordine: il caos.»
«State dicendo che la Grande Guerra è nata da
questa instabilità?»
«Non solo, ma anche il riapparire delle bestie mitologiche
che erano rimaste nascoste, fino a ora, nei loro regni. E purtroppo, mi
spiace ammetterlo, ma a causare questa instabilità
è sempre e soltanto una persona del mondo umano. Uno
stregone oscuro così potente da utilizzare il suo Elemento
per creare il caos e gli altri elementi per eliminare chi lo
intralcia.»
«Quindi voi, alla vostra epoca, siete stato portato qui per
imparare a gestire la magia per poi utilizzarla contro questo stregone
oscuro?»
«Esatto. Ho affrontato i mostri per sigillare il loro
passaggio e acquisito il potere necessario per sconfiggere
quell’anima corrotta che aveva causato la penultima guerra.
«Sapete chi è quello attuale?» domanda
Fajro.
«No, sappiamo solo che si nasconde dietro una maschera e non
possiamo vedere quando la indossa perché utilizza una magia
così oscura da cancellare completamente la luce.
L’unica certezza che abbiamo è che si fa chiamare
Inquisitore. Ma non è finita: anche sapendolo non potremmo
nominarlo ne indicarlo perché gli apriremmo la strada verso
il Regno di Heru e lì entrerebbe in contatto con la forza
più negativa mai conosciuta. Il mostro che si cela a Heru
è stato visto soltanto dal primo Imperatore di Wuxing che
l’ha affrontato e sconfitto alla nascita del mondo. La
persona che oggi sta camminando nell’oscurità ha
già aperto i sigilli per liberare i mostri, ma sta anche
aprendo i quattro sigilli per entrare a Heru.»
C’è qualcosa che Fajro ha chiesto e la risposta di
Atua gli ha lasciato nella testa una domanda. «Imperatore
Atua, per quale motivo sono stato portato a Wuxing?»
«Prima di rispondere dobbiamo raggiungere il grande
salone» dice Atua indicando a Fajro di seguirlo.
Il grande salone è uno spiazzo molto ampio
all’interno della struttura e quando entrano notano Kasai e
un uomo che combattono tra loro con spade che Fajro non ha mai visto
prima. I duellanti, notando la presenza di Atua e di Fajro, smettono la
lotta; l’uomo si allontana mentre Kasai raggiunge i nuovi
arrivati.
«Tante parole, ma manca il finale, vero?» dice la
donna a Fajro.
«Scusami, vi stavate allenando?» chiede Fajro
mentre continua a guardare quella strana spada che impugna Kasai.
«Sì, e da domani ti divertirai con tutti
noi!»
«Domani? Quindi io…»
Atua interviene: «Proprio così, da domani
inizierai il tuo allenamento fisico e mentale. Le sei persone che hai
visto poste sui lati della sala cerimoniale t’insegneranno a
usare quest’arma e molte altre che non conosci, mentre i
quattro che erano sui gradini ti aiuteranno a concentrarti sulle tue
capacità mentali.»
«Che ora sono le più scadenti»
interrompe Kasai ridendo.
«L’insegnamento durerà degli anni e solo
la tua capacità di apprendere determinerà il
tempo che passerai a Wuxing. Io avevo dieci anni quando sono venuto qua
e ho impiegato ventuno anni per affrontare
l’oscurità» dice Atua mettendo maggiore
agitazione in Fajro che esclama: «Ma non posso stare qui!
Devo tornare a casa, mia madre è malata e sola, e poi
c’è lei, devo salvarla!»
Atua, per la prima volta, assume un tono completamente serioso.
«Fajro, se torni ora condanni tutto il mondo alla sofferenza
perpetua e non riuscirai a salvare nessuna delle persone che ti sono
care. Io non posso obbligarti, la scelta deve essere tua.»
«Perché io?» chiede Fajro.
«Hai sentito che molta gente ipotizzava che io fossi un
antenato di tua madre; senza saperlo avevano ragione e tu sei
l’ultimo discendente del casato nato dall’unione
tra Amara e me. Purtroppo anche lo stregone ha scoperto questa
verità e si è adoperato in modo che Explodon e
Torcon morissero e quasi stava riuscendo a farti decapitare. Per
fortuna hai ricordato la Legge, ti sei assunto la colpa e sei stato
spedito a Koraha a scontare la pena.»
«Dove noi ti abbiamo prelevato prima che il Golem ti
schiacciasse» dice Kasai.
«Oggi ti ho detto tutto ciò che dovevi sapere,
adesso tocca a te decidere. Domani mattina sarai convocato nella sala
delle cerimonie e fornirai la tua risposta» dice Atua
fiducioso.
§ § §
È un nuovo giorno a Wuxing, Fajro ha dormito poco ma
è pronto a scegliere. Kasai lo chiama e insieme ripetono lo
stesso rituale del giorno precedente con la piccola variante che questa
volta il ragazzo è interpellato.
Uno dei quattro sugli scalini domanda: «Fajro, principe ed
erede del trono di Tan, discendente diretto di Atua, comunicaci la tua
volontà.»
«Il mondo che conosco ha già iniziato a crollare,
forse non comprendo ancora bene i motivi, ma ho imparato da mio padre a
non evitare le responsabilità e se mi avete scelto per
questo compito io non mi tirerò indietro e
cercherò di fare il mio meglio.
Improvvisamente tutti s’inginocchiano volgendo il capo verso
il baldacchino mantenendo lo sguardo rivolto verso il basso. Da
dietro il tendaggio, una voce maschile dice: «Giovane Fajro,
il compito che ti affidiamo è difficoltoso, impervio e
pericoloso, e senza nessuna certezza di riuscire a portarlo a termine.
Noi dell’Impero Wuxing ti forniremo qualsiasi aiuto
possibile, ma sarà decisiva la tua
volontà.»
Tutti i presenti nella sala si alzano in piedi, Kasai e Atua
s’inginocchiano vicini a Fajro e l’uomo che
all’inizio ha interpellato il ragazzo dice: «Kasai
e Atua saranno i tuoi Maestri principali. Iniziate subito.»
L’uscita dei tre dalla sala si ripete nei modi del giorno
precedente, però questa volta non si ritrovano nel prato ma
all’interno della struttura d’allenamento.
«Vediamo giovanotto a che punto sei con l’uso della
spada» dice Kasai lanciando nelle mani di Fajro un lungo
spadone.
«Io non ho mai usato questo…»
Senza attendere che Fajro finisca di parlare, Kasai attacca sferrando
un colpo deciso sullo spadone che cade dalle mani del ragazzo con
facilità.
«Prima lezione: quando si combatte, non si parla»
dice la donna, questa volta senza sorridere. «Anche se non
hai mai usato un arma devi essere pronto a difenderti utilizzando
ciò che trovi, anche un sasso lanciato bene fa dei danni.
Sono utili agilità e prontezza di riflessi e lavorando sui
pescherecci conosci l’importanza di queste due
peculiarità.»
«Ora proviamo a vedere il tuo livello energetico con la
meditazione. Chiudi gli occhi, devi dimenticare ogni cosa, liberare la
mente da tutti i pensieri e lasciare che i cinque sensi si
addormentino» dice Atua con fermezza.
Fajro chiude gli occhi e pochi secondi dopo Kasai gli chiede:
«Tutto bene?»
«Non so» e alla risposta del ragazzo lei lo
colpisce con un bastone di bambù sul sedere.
«Ma che fai, Kasai?» chiede Fajro stizzito.
«Se rispondi a una domanda, vuol dire che senti e in pratica
significa che hai ancora attivi i cinque sensi» risponde Atua
con un sorrisino beffardo.
Fajro riprova e per altre quattro volte subisce la bastonata sul sedere
senza mai evitare le trappole che gli tendono a turno Kasai e Atua.
«Siamo messi davvero male» dice la donna scuotendo
la testa.
«Pazienta, è la prima lezione» risponde
Atua.
«Io non capisco…» sta dicendo Fajro ma
Kasai gli rifila un'altra bastonata.
«Ma cosa ho fatto?»
«Seconda lezione: non si parla durante le lezioni se non si
è interrogati» dice Kasai ridendo. «E
poi, se ti fa male, dopo passo io a metterti un unguento sul tuo
sederino» aggiunge la donna facendo ridere Atua.
In quel momento entra nella struttura di allenamento l’uomo
che aveva interpellato Fajro nella sala cerimoniale e Kasai
s’inchina immediatamente.
«Vedo che hai già iniziato a colpirlo con lo
shinai» dice l’uomo sorridendo.
«Maestro, sono contenta che abbiate accettato di passare
qualche minuto insieme con noi» risponde Kasai con estremo
rispetto.
«Fajro è importante per tutti noi ed essere
invitato a partecipare al primo giorno di addestramento è un
onore» risponde l’uomo facendo un inchino.
«Il Maestro Natsu è uno dei quattro generali di
Wuxing» dice Atua presentando questa persona importante a
Fajro che immediatamente s’inchina in segno di saluto.
«Splendido giovanotto» grida esaltato Natsu.
«Poco più di un giorno e hai già
imparato le nostre usanze. Non come il tuo Maestro! Atua era
indisciplinato in tutto, anche nelle piccole cose.»
«Sei gentile Natsu» dice corrucciato Atua.
«Visto? Ormai mi chiama per nome!» dice Natsu
scoppiando a ridere.
«Maestro Natsu, vorrei che testasse la capacità di
resistenza di Fajro» chiede Kasai.
«Benissimo. Fajro, per favore, potresti colpirmi con un
pugno?»
Il ragazzo guarda stupito il generale, ma l’uomo lo invita
facendogli segno di colpirlo alla mascella. Fajro serra il pugno e lo
scaglia con violenza contro Natsu ma non arriva neanche vicino al viso
del generale perché lui lo ha bloccato con un solo dito.
La mano di Fajro inizia a congelare, il dolore è intenso,
anche se dura una manciata di secondi.
«Bene, ora prova a darmi un calcio allo stomaco!»
Fajro si rimette in posizione, sferra il calcio, ma anche questo colpo
è fermato da Natsu con il palmo della mano. Al ragazzo gli
sembra che la gamba si stia bruciando, però si è
avvicinato al corpo del generale di più che con il pugno.
«Infine, prendi lo shinai e prova a colpirmi in
testa.»
Fajro esegue, si lancia con tutta la foga possibile ma è
addirittura sbalzato via senza che il generale lo tocchi.
«Ecco fatto. Grazie Fajro per la tua determinazione,
è un ottimo segnale» dice Natsu.
«Grazie a voi Maestro» risponde Fajro con un
inchino.
Il generale prende sotto braccio Kasai e con lei si sposta poco
più lontano da Fajro e Atua, poi le dice: «Kasai,
non ci sono dubbi, hai ragione tu. Però il ragazzo
è proprio “pieno del nulla” e la sola
determinazione non basta. Dovremo fargli fare un grande lavoro mentale
per metterlo in equilibrio.»
«Maestro Natsu, vi ringrazio nuovamente per il tempo che ci
avete concesso.»
«Mia cara, non erano soltanto convenevoli le mie parole;
siamo tutti nelle sue mani e ogni momento che possiamo dedicargli
dobbiamo sfruttarlo. Avrei voluto aiutarvi di più, ma come
sai devo incontrare la bella Yuly e non sarà un piacere per
nessuno dei due quest’appuntamento.»
Natsu si allontana mente Kasai torna da Fajro che chiede incuriosito:
«Stavate parlando di me?»
«Anche, ma soprattutto della missione che il Maestro sta per
iniziare» risponde preoccupata Kasai, sia per il fallimento
dei test sia per il viaggio di Natsu a Koraha.
§ § §
I test del mattino sono andati molto male, Fajro è sdraiato
sul suo letto, fissa il soffitto quando si apre la porta ed entra Kasai
con in mano una boccetta.
«Forza, spogliati che ti guarisco… o vuoi che ti
faccia tutto io?» dice la donna maliziosamente.
Fajro è arrossito e quasi balbettante dice:
«Pensavo che scherzassi»
«Infatti è così, anche se…
ma parliamo un poco tra noi» risponde Kasai con un lieve
rossore sulle gote. «Dimmi qual è il problema
Fajro.»
Il ragazzo non sa bene cosa rispondere però dice:
«Tempo di non essere adeguato.»
«Ascoltami; tu hai soltanto diciassette anni e ti trovi in un
posto e in una situazione difficile anche per un adulto. So che sei in
grado di apprendere ogni cosa, ma proprio come nei test, devi imparare
a lasciarti dietro le preoccupazioni. Pensare al passato per immaginare
il futuro è il tuo errore. Sono dura, ma pensare alla morte
dei tuoi cari non li riporta in vita e se non vivi il presente, non
sarai in grado di proteggere tua madre e la ragazza che ami.»
«Ma se succede qualcosa di brutto mentre io sono qui? Come
posso perdonarmi di non averle aiutate.»
«E se tu fossi lì, nelle condizioni attuali, e
morissi? Loro come potrebbero perdonarsi di averti messo in pericolo?
Atua diceva bene, ciò che accade non è mai frutto
del caso e se sri qui c’è un motivo che scoprirai
nel futuro.»
«Fatico a ragionare in questo modo» risponde Fajro
abbattuto.
«È normale che sia così, hai vissuto in
un certo modo fino a ieri e non è facile cambiare
prospettiva in poche ore. Adesso sono qui con te, non penso a quando ho
combattuto il Golem per salvarti e non immagino cosa farai domani; mi
godo questi momenti in tua compagnia.»
«Mi vergogno a farti questa domanda, ma quando ti guardo,
sono… come dire…»
«Attratto da me» risponde Kasai sorridendo.
Fajro arrossisce, lei ride e dice: «Ovvio, sei un maschietto
ed io una bella donna notevolmente spigliata!»
«Ha detto la stessa cosa Atua. Mi prendete in giro!»
«Lo ammetto, un poco sì, però
c’è un motivo importante per cui ti senti
così vicino a me. Facciamo una prova.»
Kasai prende la mano di Fajro tra le sue dicendo: «Chiudi gli
occhi, fai dei respiri profondi e dimmi cosa vedi.»
Fajro tentenna, poi accetta di fare l’ennesimo test. Bastano
pochi secondi e il ragazzo inizia a parlare: «Vedo una luce,
è molto lontana ma sembra avvicinarsi veloce. È
di colore rosso, sento il calore, è fuoco. Mi ha raggiunto
ed io sono dentro il fuoco ma non mi brucia.»
«Apri gli occhi.»
Fajro apre gli occhi e trova Kasai abbracciata a lui. Imbarazzato, non
riesce a chiedere per quale motivo sia in quella posa, e per sua
fortuna è lei a parlare mentre scioglie
l’abbraccio. «Ciò che hai visto
è il mio Elemento magico e tu non hai sofferto
perché è uguale al tuo.»
Fajro, come spesso gli è accaduto a Wuxing, è
sbalordito.
«Anche tu hai l’Elemento Fuoco dentro di te, ho
percepito la tua piccola fiammella accesa ma che non riesce a
svilupparsi. Ma ti prometto che faremo di tutto per farti
“incendiare”» dice la donna tornando a
sorridere.
«In realtà sono già tutto un
fuoco» dice Fajro soprapensiero e Kasai risponde subito:
«Sei un birbante giovanotto! Se vuoi, te le lascio anche
toccare.»
N.d.A.
Ben ritrovati.
- Con questo primo capitolo fatto più che altro da lunghi
“spiegoni”, inizia la terza serie della saga e come
avevo annunciato, si apre anche il secondo arco narrativo che sarà quasi interamente dedicato al personaggio
protagonista.
- In questa prima parte della terza serie ci saranno pochi riferimenti
al mondo degli uomini che avete conosciuto nelle prime due serie quindi
non vi proporrò la mappa (il motivo è
assolutamente spoiler ^^), mentre i personaggi del cast saranno quasi
tutti nuovi.
- Insieme alla mappa e al cast ho pensato di inserire le spiegazioni
che sono scritte nel testo ma in modo schematico. Una utility che spero vi
sia utile come lo è sicuramente per me.
- A Wuxing siamo nel mondo della magia, ma non mancherà
l’azione con armi e lotte a corpo a corpo (oltre a dosi
massicce di Magie) per questo motivo ho scelto di scrivere tutto con il
tempo verbale “presente” fin dall’inizio
(vero) di questo capitolo.
- Per chi non lo sapesse, Wu Xing sono i Cinque Elementi della
tradizione cinese (anche se nella mia storia questo Regno è
sfacciatamente vicino al Giappone Medioevale).
- Come curiosità: il bastone di bambù, lo shinai,
è l’arma utilizzata nell’Arte Marziale
chiamata Kendo.
Come sempre v’invito al commento, alla critica costruttiva e
se ne avete voglia a segnalare i sicuri errori che troverete nel mio
scritto.
Grazie a tutti
CAST
Agisto – Corvo messaggero appartenuto a Sipestro di Tan
Ten – Bimbo che vede gli avvenimenti attraverso gli occhi del
corvo
Atua – Primo Imperatore dei Cinque Regni Umani
Fajro – Principe di Tan
- Regno Wuxing
? – Imperatore (si è sentita solo la voce)
Natsu – uno dei quattro generali
? – una dei quattro generali (si è sentita solo la
voce)
? – Elemento di Equilibrio (si è sentita solo la
voce)
Kasai (Fuoco) – una dei tre Elementi Primari
? – uno dei tre Elementi Secondari (soltanto intravisto
mentre si allenava con Kasai)
- Regno Sea
Kwakhala – Regina (soltanto nominata)
- Regno Koraha
Yuly - ? (soltanto nominata)
- Altri personaggi nominati o apparsi nel capitolo
Goj – capitano dell’esercito di Tan deceduto nella
Grande Guerra per colpa del Kraken
Sipestro – ammiraglio di Tan deceduto nella Grande Guerra
nella battaglia nel Mare del Nord ucciso in duello da Oceanya,
principessa e comandante in capo dell’esercito di Dwr
Vecchio Maestro – è l’uomo che aiuta il
piccolo Tan nell’apprendimento di una qualche arte magica
ancora non definita
Atua, CCXVI del suo nome – Imperatore dei Cinque Regni
assassinato da Fajro secondo la sentenza del Tribunale
Aarde – principessa ed erede di Tera
Explodon – Re di Tan deceduto nella Grande Guerra nella
battaglia sull’isola imperiale di Ngahuru per mano degli
Immortali e di Cristalya, regina di Dwr
Torcon – principe di Tan deceduto durante la rivolta di Tan
per mano di Eas, ufficiale dell’esercito di Dwr, ma il cui
corpo già morto è stato manipolato
dall’Inquisitore
SCHEMA DELLA MAGIA
- Ogni Essere Viventi è costituito di Energia
- Con la morte fisica l’energia si tramuta in un globo di
Luce o in uno Oscuro
- Il globo di Luce raggiunge il Regno Wuxing (il bene) mentre il globo
Oscuro raggiunge il Regno Heru (il male)
- L’Energia di ogni Essere Vivente è la base per
la creazione degli Elementi Magici
SCHEMA ELEMENTI
- Esistono Due Elementi Dominanti: Luce, Oscurità
- Esistono Tre Elementi Primari: Fuoco, Acqua, Terra
- Esistono Tre Elementi Secondari: Metallo, Legno, Aria
- Esiste Un Elemento Neutro: Etere
- se uno o più Elementi Secondari acquistano potere
crea/creano squilibrio.
- con lo squilibrio uno o più Elementi Primari
soccombe/soccombono e l’Elemento Etere diventa Caos
- L’Elemento Caos dona maggiore potere all’Elemento
Dominante Oscurità
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Capitolo 2 *** I compiti dell'eroe ***
Primo
Anno (Mondo degli Uomini)
Il Regno di Metel, subito dopo la sentenza di condanna di Fajro, ha
dichiarato guerra contro il Regno di Tan conquistando altra terra fino
a raggiungere il confine più a nord dell’oasi
Oazo. L’inizio del Conclave dei Saggi e le parole di pace
proferite da Ohlaka, saggia di corte di Metel, hanno convinto Re Titan
a fermare l’invasione. Metel ha ridato a Tan alcune zone
vicine al ponte distrutto di Nord/Ovest, però il governo
provvisorio del Regno ha dovuto accettare la smobilitazione
dell’intero esercito.
Il Conclave dei Saggi ha nominato all’unanimità il
nuovo Imperatore, Atua, CCXVII del suo nome. Questa importante carica
è stata assegnata proprio a Ohlaka per la grande saggezza
con cui ha portato avanti le trattative di pace tra Metel e Tan.
Verso la fine dell’anno è iniziata una nuova
invasione verso il Regno di Tan, questa volta effettuata dai briganti
di Oazo. I briganti, durante la guerra tra Tan e Metel, sono riusciti a
conquistare alcune terre del deserto di Koraha che si erano stranamente
svuotate dalle sabbie rosse. Tan, senza esercito, non può
opporre resistenza, ma in loro aiuto sta intervenendo una coalizione
formata da Metel, Tera e Apen, mentre Dwr, dissociata
dall’alleanza, ha comunque garantito la protezione
dell’isola Ngahuru così come espressamente
richiesto dall’Imperatore Atua, CCXVII del suo nome.
§ § §
Il piccolo Ten sta vivendo un’avventura fantastica
osservando, attraverso gli occhi di Agisto, gli avvenimenti che
coinvolgono il suo nuovo eroe. Assiste alle dure prove che Fajro
affronta a Wuxing, impara a conoscere questo modo e scopre, con grande
sorpresa, che Agisto ha trovato casa proprio in questo luogo. Il corvo,
posseduto dall’anima errante di Matco, ha un suo trespolo
personale nella sala cerimoniale ed è proprio
l’Imperatore, un vecchietto arzillo che Ten ha subito
paragonato al suo anziano maestro, a prendersi cura di lui. Ten,
purtroppo, in questa sua condizione di semplice osservatore,
può sentire tutto tranne quando l’Imperatore parla
direttamente a Matco.
Come per Fajro anche Ten scopre ogni giorno cose nuove e tra queste
l’importanza che ha il corvo come osservatore speciale nel
mondo degli uomini. Il bambino comprende perché il suo
maestro gli ha detto che avrebbe potuto vedere tutto, anche cose che
lui stesso non ha conosciuto e spera di riuscire a ricordare ogni cosa
in modo che l’anziano istitutore possa scrivere il quinto e
il sesto tomo della storia.
2° capitolo – I
compiti dell’eroe
«Maledizione!» esclama Fajro dopo
l’ennesima brutta figura fatta in allenamento contro Mizu.
«Fajro, devi liberare la mente, creare il vuoto, e il corpo
si muoverà istintivamente senza che tu debba impartire
ordini» urla da distanza Kasai.
«Permettimi di mostrarti come puoi ostacolare Mizu»
dice il generale Haru. «Ti posso assicurare che è
difficile anche per me quando usa il suo Elemento.»
Fajro lascia il posto a Haru e il generale si mette in posizione di
attesa tenendo la spada con la punta rivolta verso il basso e gli occhi
chiusi.
Mizu parte all’attacco e Haru para ogni colpo mantenendo
sempre gli occhi chiusi e infine conquista la vittoria entrando con
tutto il corpo nella linea difensiva dell’avversario.
«Come hai visto non ho usato la forza fisica. Il fragore
delle lame che si scontrano è soltanto un effetto scenico
mentre la vittoria può avvenire senza troppi movimenti
superflui» dice Haru aprendo gli occhi. «Un
avversario forte non s’impressiona se agiti la tua spada,
anzi, attende che tu sia stanco per poterti colpire.»
Atua, che stava assistendo in disparte, raggiunge Kasai e le chiede a
bassa voce: «Contro Kinzoku?»
«Nessun miglioramento neanche contro di lui. Sono sicura che
ci sia qualcosa che lo turba ma che lui stesso non riesce a comprendere
che va oltre la famiglia e alla principessa di Tera, un malessere
profondo scaturito da qualcosa che ha visto e lo ha turbato a tal punto
da frenarlo inconsciamente» risponde Kasai.
«Sei una donna fantastica e forse ho capito!»
risponde sorridendo Atua.
Una ragazza giovanissima raggiunge l’arena,
s’inchina a Haru, e dice: «Maestro,
l’Imperatore chiede di voi.»
Haru fa una smorfia rispondendo: «Problemi a
Sliabh?»
«No Maestro, è rientrato il generale
Natsu.»
«Ah, meno male» risponde sollevato Haru prima di
allontanarsi.
La ragazza rimane nell’arena, si avvicina a Fajro e gli
consegna un telo per asciugarsi la fronte dal sudore.
«Grazie Mokuzai, sei sempre gentile con me» dice
Fajro.
Il viso di Mokuzai diventa rosso appena vede il sorriso del ragazzo e
la scena non passa inosservata a Kasai.
«Amica mia, neanche tu sei immune alla presenza di un bel
ragazzo. Chissà se pure il generale
Aki…»
«La Signora non è frivola come te o timida come
me!»
«Appunto, lei parte in vantaggio su noi due! E non escluderei
neppure Eteru!» dice Kasai ridacchiando.
«Lasciate in pace questo ragazzo, pettegole» dice
Atua facendo l’occhiolino a Kasai.
La donna comprende il messaggio e dice a Mokuzai: «Usciamo
un attimo, ho bisogno di un consiglio.»
«Da me? E da quando mi chiedi consigli?» risponde
la ragazza mentre Kasai la trascina fuori dall’area di
allenamento.
Rimasti soli, Atua chiede a Fajro: «Tu sei consapevole che
è stata una scelta di Saga?»
Il ragazzo mostra subito nervosismo rispondendo: «Se fossi
stato attento, se non fossi crollato a terra alla notizia della morte
di mio padre, lui avrebbe utilizzato una sola magia per salvarci
tutti.»
«Ed è per questo che hai aggredito verbalmente
Torcon, vero?»
«Se lui avesse obbligato nostro padre a portarsi dietro Saga
non sarebbe morto nessuno» risponde Fajro ancora
più stizzito.
«In realtà qualcuno sarebbe morto lo stesso:
tu.»
«Io sono l’ultima ruota del carro, potevo diventare
Globo di Luce e nessuno avrebbe sentito la mia mancanza.»
«Lo sai cosa ti sta bloccando? Hai tratto la conclusione che
niente sarebbe successo se quel giorno, invece che
adirarti…»
«Fossi rimasto a casa come voleva mio padre»
finisce la frase Fajro, mentre i suoi occhi mostrano nervosismo e
tristezza.
Atua mette una mano sulla spalla del ragazzo dicendo: «Tu
avevi fatto una scelta, così come tutti gli altri, e hai
continuato a scegliere in base ai tuoi sentimenti; ti sei assunto una
colpa per salvare tua madre e la gente di Tan, hai protetto Aarde da
accuse infondate e hai scelto di stare qui per salvare il mondo intero.
Troppi “se” nel tuo cuore e so che Kasai sta
insistendo sul concetto del tempo.»
«Ma se…»
«Visto? Te lo dico io un “se”; se tu
fossi rimasto a casa e non si fosse salvato nessuno ugualmente, adesso
diresti che è colpa tua perché avevi rinunciato a
seguire le tue idee. Le scelte che facciamo sono per noi e non avranno
mai ripercussioni sul futuro degli altri salvo che non sia tu,
direttamente, a privarglielo. Mentre combattevi sul ponte, ti sei mai
fermato a pensare che stavi uccidendo una persona? No, e sai il motivo?
Perché quella persona aveva scelto di combattere senza porsi
domande, esattamente come hai fatto tu.»
Fajro è ancora perplesso, ha capito il concetto, ma la
rabbia non si è assopita. Atua è consapevole che
non ha risolto completamente il problema, nota lo stato di nervosismo
del ragazzo e dice: «Gestisci la tua ira, incanalala dentro
di te e utilizzala per raggiungere il tuo obiettivo. Ricorda figliolo,
il nemico che dovrai affrontare sfrutterà ogni tua
debolezza, anche quelle che giungono dal cuore. Egli anela il potere e
l’unico mezzo per sconfiggerlo è privarlo del suo
desiderio di dominio.»
§ § §
Fajro è nell’arena insieme con tutti e sei i
samurai di Wuxing e a gestire questa sessione di teoria e pratica
è la Signora, il generale Aki.
«Oggi ti sarà permesso di osservare la Forma
Energetica Assoluta dei nostri sei combattenti. La Forma Energetica
è unica per ogni essere vivente, si manifesta sotto
tipologie diverse ma la più potente è quella
animale. Quando un combattente riesce a evocare l’animale, la
bestia si lega in modo indissolubile al suo padrone. Più
l’essere vivente diventa forte, più
l’animale aumenta il proprio potere, ma con esso anche i
rischi per l’evocatore: se durante un combattimento
l’animale è ferito, il suo padrone ne risente gli
effetti; se l’evocatore perde il controllo mentale sulla
magia, la bestia acquisisce coscienza e può ribellarsi fino
a distruggere il suo stesso padrone.»
Fajro ascolta con attenzione perché Atua e Kasai
l’hanno solo accennato.
«La Forma Energetica si distingue in tre livelli chiamati
Kou, il più alto, Heikin quello intermedio e Tei quello
più basso. Soltanto due esseri viventi sono in grado di
raggiungere il Kou e sono il venerabile imperatore di Wuxing, unico ad
avere completato la sua formazione, e quello di Heru, che per nostra
fortuna non è ancora riuscito a raggiungere il massimo. Il
livello Heiken può essere raggiunto soltanto dai quattro
generali di Wuxing, e Natsu è quello più vicino
al massimo, e dai cinque servitori dell’imperatore di Heru.
Il livello Tei può essere raggiunto da tutti con qualche
eccezione. I sei samurai di Wuxing hanno tutti raggiunto il massimo,
gli esseri umani, che voi chiamate Saggi, sono molto vicini
all’ultimo passo mentre gli altri esseri viventi non sono
consapevoli dell’energia che scorre nei loro corpi.»
Aki si ferma a parlare, raggiunge Atua, che stava in disparte, lo
indica e dice: «E poi c’è Atua,
l’unico essere umano che in vita ha raggiunto il massimo del
livello Heikin, tanto da poter rivaleggiare con il generale
Natsu.»
«Troppo gentile» risponde Atua ma la donna, con
tono brusco, dice: «Non è gentilezza, anzi, sotto
un certo punto di vista è pura invidia.»
«Ti comprendo mia cara, non preoccuparti» risponde
ridendo Atua.
Aki borbotta qualcosa poi dice a Fajro: «Ragazzo, hai da
farmi qualche domanda idiota come quelle che faceva
quest’uomo per nulla cortese?»
«Maestra, principalmente una, e spero non sia idiota. Qual
è la vera differenza tra un generale e un samurai?
Ovviamente il potere ma non può essere soltanto questo
fattore a determinare i vari livelli.»
Aki è sorpresa e compiaciuta nel notare che Fajro si
differenzia totalmente da Atua in ogni occasione in cui lo incontra e
senza far trasparire la soddisfazione risponde: «Mentre chi
acquisisce il Tei può evocare un animale, chi ottiene
l’Heikin ne può invocare più di uno. Il
generale Natsu, per esempio, ne può evocare sette e riesce a
gestirne quattro nello stesso momento.»
«Maestra, mi permetta una seconda domanda: la Maestra Eteru
per quale motivo non è presente e non è neppure
nominata tra i samurai di Wuxing?»
Fajro non era sicuro se fare questa domanda che era soltanto una sua
curiosità, ma si accorge che tutti i presenti reagiscono
mostrando della preoccupazione sul viso. Aki, dopo un inchino verso il
nulla, risponde: «Dopo la lezione sarai convocato dal
Venerabile Imperatore e risponderà al tuo quesito.
Aki si riporta al centro dell’arena e chiama ogni samurai per
mostrare la propria Forma Energetica Assoluta. Ogni combattente evoca
il proprio animale senza recitare nessuna formula lasciando Fajro a
bocca aperta perché con ognuno di questi samurai si era
sempre allenato solo con le armi e il potere che gli stanno mostrando
amplifica la differenza di forza tra loro e lui.
Atua gli è vicino e cerca di incoraggiarlo: «Con
il tempo riuscirai a superarli perché ognuno di loro ti
fornirà il suo supporto quando tornerai nel mondo degli
uomini, sia magico sia fisico. I buoni rapporti che stai intessendo in
questi mesi assumeranno maggiore importanza perché spesso
combatteranno al tuo fianco.»
Uno dei samurai evoca una Tigre con denti a sciabola fatti di ferro,
Fajro osserva mentre chiede ad Atua: «Con lui non vado molto
d’accordo, forse perché siamo obbligati a fare
insieme un allenamento tutti i giorni ed io non faccio
progressi.»
«In verità lui è designato a essere il
tuo nemico. Kinzoku farà di tutto per metterti in
difficoltà, anche usando l’Elemento Metallo che
stai vedendo evocato nella Tigre, ma non per odio, anzi, lui
è il primo a volere che tu lo batta. Kinzoku, semplicemente,
è il più forte dei Sei e se lo sconfiggi, vuol
dire che puoi passare alla fase seguente.»
§ § §
Finita la lezione teorica e la visione della Forma Energetica dei Sei
samurai, Fajro si ritrova, senza essersi mosso, nella sala cerimoniale.
Davanti a lui ci sono Eteru e un vecchietto ingobbito intento a
ripulire la piccola ciotola del mangiare posta su un trespolo.
«Mi avete convocato imperatore?» dice Fajro
inchinandosi verso il baldacchino.
Eteru sorride mentre il vecchio dice: «Giovanotto, dove stai
guardando? Sono qui al tuo fianco.»
Fajro impallidisce e s’inginocchia di scatto sbattendo
pesantemente le rotule sul pavimento. «Vi chiedo perdono, non
sapevo foste Voi.»
«In effetti, non mi hai mai visto in questi mesi e immagino
che sia facile per un principe potermi scambiare per un
servitore» dice ridacchiando l’imperatore.
Un corvo appare all’improvviso nella stanza e gracchiando
atterra direttamente sul trespolo. Il vecchio chiede a Eteru:
«Per favore, mi porteresti delle ciliegie? Il nostro amico ne
va matto.»
«Sì mio Signore» e una volta risposto
Eteru scompare.
«Vieni più vicino giovanotto, saluta un
amico.»
Fajro non capisce di chi stia parlando poi, avvicinandosi
all’uomo, osserva meglio il volatile ed esclama:
«Il corvo di Sipestro!»
Il corvo guarda Fajro e urla: «Impiccati al
pennone… impiccati al pennone!»
«Agisto! Ma che cosa ci fa qui a Wuxing?»
«Chissà» risponde l’imperatore
senza svelare il segreto del corvo. «Piuttosto ti ho
convocato per diversi motivi. Uno è che voglio essere io a
spiegarti perché Eteru non era presente alla
lezione.»
«Signore, ho notato le espressioni preoccupate degli altri.
Spero di non avere fatto una domanda sbagliata» si rincresce
Fajro.
«È giusto che tu sappia tutto e la tua domanda
è coerente con la lezione. Il suo potere magico oltrepassa
ogni livello, compreso il Kou perché Eteru è la
persona più vicina al Creatore del Tutto. Può
evocare un singolo animale, ma avendo l’Elemento neutro, la
bestia che appare divorerebbe ogni cosa nel creato riportando
l’equilibrio all’inizio dei tempi, mentre, in
disequilibrio, l’animale sbranerebbe ogni essere vivente che
gli si parasse davanti creando un mondo fatto di solo Caos. Eteru
è una persona combattuta perennemente tra la Luce e
l’Oscurità e trova riposo soltanto in due luoghi
di Wuxing: la sala cerimoniale e il Tempio Celeste dove dimora durante
le sue giornate, soprattutto ora che il Caos si è
manifestato.»
«Non sapevo esistesse questo tempio?»
«Come sai alcuni luoghi a Wuxing trascendono la materia e
solo se si ottiene il permesso di visitarli si possono vedere. Durante
il tuo addestramento sarà Eteru stessa a farti entrare nella
sua stanza» dice l’imperatore sorridendo.
Eteru riappare nella sala cerimoniale, s’inchina e si dirige
verso il trespolo per mettere delle ciliegie nella ciotola del cibo.
Agisto gracchia felice mentre l’imperatore sorride dicendo:
«Lo sapevi che questo tipetto è goloso di
ciliegie? Si vede che il buon Sipestro l’ha curato con
amore.»
«Avevamo molti corvi messaggeri a Tan ma
l’ammiraglio si è affezionato a lui fin dal primo
momento. Ricordo che se lo portava appresso anche quando veniva alla
Villa Reale per cerimonie o banchetti» dice sconsolato Fajro
mentre ricorda il bravo ammiraglio defunto nella Grande Guerra.
«Piuttosto, cosa pensi della Forma Energetica dei nostri
samurai?» chiede l’imperatore.
«Onestamente Signore, temo di non riuscire a eguagliare i
vostri combattenti.»
«Eguagliare? Tu li supererai, ma non stando a Wuxing. Qui
devi imparare a gestire il potere magico, sconfiggere il tuo nemico e
dare del filo da torcere a un generale, ma sarà solo nel
mondo degli uomini che la tua forza crescerà al massimo
perché avrai dei compiti precisi da svolgere prima di
affrontare chi si cela dietro la maschera
dell’Inquisitore.»
«Pensavo che avrei fatto le stesse cose di Atua?»
«Oh no, niente è uguale per nessuno, magari si
assomigliano, ma ogni percorso è diverso e più
gravoso di quello precedente.»
«Signore, voi sapete già che cosa dovrò
fare?»
«Esistono dodici oggetti sacri, sette forgiati nel Regno
Wuxing e cinque nei Cinque Regni degli Uomini. Questi oggetti si
tramandano dai genitori ai figli, ma quando uno qualsiasi di questi
manufatti cambia percorso, l’equilibrio è
sostituito dal Caos ed è proprio per uno di questi oggetti
che si è scatenato l’attuale disequilibrio.
Adesso, soltanto cinque oggetti sacri sono nelle mani dei legittimi
proprietari, ma anche questi dovranno essere recuperati e portati a
Wuxing per la purificazione e sia i legittimi proprietari sia gli
usurpatori non cederanno il loro oggetto senza combattere. Due dei
dodici oggetti sono nelle mani dell’Inquisitore, ma egli
conosce solo il loro potere magico e non quello di Luce, mentre uno dei
dodici oggetti è scomparso e so soltanto che durante il tuo
viaggio una persona ti svelerà dove si trova.»
«E gli altri nove?» chiede Fajro.
«Anche nel Caos devo ubbidire alla Regole del Creatore e non
posso svelarti né l’oggetto né dove si
trova. Tu però, scelto da me per questo compito seguendo le
stesse Regole, sarai attratto dal potere magico che emanano e li
riconoscerai, mentre la Luce ti guiderà nei luoghi dove sono
nascosti in bella vista. È mia facoltà dirti che
uno di questi oggetti si trova a Wuxing e dovrai convincere la persona
che lo possiede a cedertelo senza utilizzare armi o magie, ma soltanto
il tuo cuore.»
«Potete dirmi chi?»
«Io» risponde Eteru sorridendo.
§ § §
Sono trascorsi quasi due anni da quando Fajro è stato
portato a Wuxing. Il ragazzo è sempre stato impegnato in
allenamenti con armi e scontri fisici, ma non è riuscito
ancora a evocare il suo Elemento Magico. Fajro, costantemente al
lavoro, non aveva prestato attenzione allo scorrere dei giorni e
soltanto grazie a Kasai e a Mokuzai, sempre pronte a riempirlo di
attenzioni, aveva capito che era passato il tempo. Quella mattina
Fajro, appena sveglio, si era ritrovato le due donne nella sua stanza e
alla sua richiesta di spiegazioni, Kasai, con un enorme sorriso, disse:
«Buon compleanno, Uomo!»
Fajro era felice di ricevere quest’augurio per il suo
diciottesimo compleanno, ma avrebbe voluto trascorre la sua giornata
nella Villa Reale insieme alla madre, agli amici e soprattutto con
Aarde.
§ § §
Secondo Anno (Mondo degli Uomini)
La guerra tra il Regno di Tan e i briganti di Oazo si è
conclusa. Dai trattati di pace il Regno di Tan è costretto a
perdere ulteriori territori, ma ottiene di riprendersi le terre vicine
al mare grazie all’intervento risoluto della Regina di Tera
durante un Concilio dei Cinque Regni.
Nella stessa riunione è stata approvata la richiesta di Oazo
di diventare Stato Libero in cambio della firma di un accordo di
“non belligeranza” contro i Cinque Regni e
l’impegno formale di gestire e controllare il confine del
deserto di Koraha appena acquisito nella guerra contro Tan.
§ § §
È il giorno del diciannovesimo compleanno di Fajro e appena
apre gli occhi trova nella sua stanza, come l’anno
precedente, Kasai e Mokuzai. Ormai tra Fajro e le persone di Wuxing
c’è più confidenza e le due donne
mostrano subito questo legame buttandosi entrambe sul letto del ragazzo.
«Smettetela di toccarmi!» dice Fajro
imbarazzatissimo.
«Io lo faccio sempre, perché oggi ti
lamenti?» chiede Kasai mentre mette la faccia di Fajro sul
suo seno prosperoso.
«E se lo fai lei, posso farlo anche io!» dice
Mokuzai trascinando Fajro sul proprio di seno.
«Attenta, sei piatta, rischi di fargli male al
naso!» dice Kasai ridacchiando mentre Mozukai arrossisce.
«Ragazze smettetela! Siete le mie Maestre!»
«Zitto tu!» dice Kasai baciandolo sulla bocca.
«Se sei un nostro allievo, devi accettare i nostri
ordini!»
Mokuzai, nonostante questo momento di spigliata giocosità,
è pur sempre molto timida, così chiude gli occhi,
spinge in avanti le sue labbra e dice:
«Anch’io!»
Un bacio umido, Mokuzai trema, apre gli occhi, vede Fajro in piedi e
Kasai che la sta baciando.
«Ma sei pazza?» urla Mokuzai.
«Mettiamola in questi termini: io ho baciato Fajro, tu hai
baciato me, quindi lui ti ha baciata in modo
indiretto» risponde Kasai sempre più divertita nel
vedere le strane facce che sta facendo Mokuzai.
Il momento divertente è spezzato dall’arrivo nella
stanza di Atua. L’uomo sembra preoccupato mentre dice:
«Fajro, Kasai, siamo convocati dal generale Fuyu
nell’arena!»
In più di due anni Fajro non ha rivisto questo generale dopo
il giorno in cui aveva accettato di fermarsi a Wuxing e il viso di Atua
non è quello di una persona che reca buone notizie.
Nell’arena sono presenti anche gli altri tre generali e Fajro
sente i loro occhi su di sé, infatti…
«Fajro, il tuo allenamento fisico procede più o
meno bene, comunque procede, mentre il tuo addestramento magico non ha
avuto nessun tipo di evoluzione. Abbiamo deciso di tentare un approccio
diverso, ma soltanto tu puoi acconsentire perché la
possibilità di perdere la vita e pari a quella di
vivere» dice il generale Natsu con intensa determinazione.
Fajro è consapevole che non ha minimamente utilizzato il
potenziale magico rinchiuso nel suo corpo e sa per certo che ogni
persona a Wuxing si adopera per migliorarlo sotto ogni aspetto. Non
mostra paura rispondendo: «Sono stato scelto per questo
compito, l’imperatore crede in me ed io non dubito di voi,
quindi qualunque cosa vogliate fare per accelerare i tempi del mio
apprendistato sono a vostra disposizione. Se è la morte
ciò che mi aspetta, l’accetto.»
«Da quando, due anni fa, ti ho detto che apprezzavamo e
detestavamo il tuo impeto sei migliorato tantissimo anche nella
gestione mentale. Sarà proprio la tua mente a decretare il
successo o il fallimento di questa prova e solo per questo motivo ci
siamo convinti a eseguire un rituale così
pericoloso» dice il generale Aki sorridendo al ragazzo per la
prima volta in questi anni.
Atua stringe a sé Fajro dicendo: «Io non ho
affrontato questa prova che può uccidere completamente il
corpo o soltanto la mente, ma sono qui perché
anch’io credo in te.»
Le parole di Atua ricordano a Fajro la frase che sua madre gli disse
prima che andasse a Raumati, ringrazia Atua con un inchino e ne fa un
altro in direzione di Kasai, sorride, e poi raggiunge il centro
dell’arena, dove sono schierati i quattro generali.
«Ragazzo, mi spiace rivederti solo ora e per questa prova
così difficile ma conto di conoscerti meglio appena sarai di
nuovo sveglio» dice il generale Fuyu. «Stenditi a
terra e resisti fin che puoi.»
Fajro esegue l’ordine e i quattro generali
s’inginocchiano ai suoi quattro lati.
Haru tocca il braccio sinistro del ragazzo, Fajro sente una forza
incredibile scorrere dal braccio verso il cuore, così
potente da fargli accelerare il ritmo cardiaco. Natsu tocca i piedi del
ragazzo e Fajro sente un enorme calore svilupparsi e risalire dalla
pianta fino all’addome. Aki tocca il braccio destro del
ragazzo e Fajro sente intorpidirsi ogni parte del corpo dal collo fino
ai piedi. Fuyu mette le mani sulla testa del ragazzo dicendo:
«Il tuo ciclo vitale muore per rinascere nel fuoco.»
Fajro sente il gelo partire dalle mani del generale per poi spandersi
in tutto il corpo fino a raggiungere il cuore. Il ragazzo ha un
sussulto, inizia a gridare per l’indicibile dolore, il suo
cuore smette di battere ma lui respira ancora, ansima, perde liquidi
dalla bocca, lancia un urlo straziante quando il gelo stringe il suo
cervello come se fosse schiacciato in una morsa, le pupille spariscono
all’indietro e il secondo urlo è
l’ultimo segno di vita del giovane principe di Tan.
I generali si alzano in piedi, Fuyu, spossato, dice ad Atua:
«Il rito ha funzionato, ora tocca soltanto a lui.»
Natsu chiama Kasai: «Portalo nella sua stanza e prenditi cura
di lui. Ti conosco da secoli e so cosa farai, ebbene, hai il permesso
di agire come ritieni più giusto.»
«Grazie della fiducia Maestro, farò tutto il
necessario per aiutarlo» risponde Kasai con estrema decisione.
§ § §
«Ciao bambino mio.»
Fajro riconosce quella voce, apre gli occhi e vede il sorriso di sua
madre.
«Che cosa ci fate qui?»
«Non so cosa sia per te il “qui”, io sono
nella mia stanza alla Villa Reale.»
«Madre, non è possibile, io vedo soltanto
voi!» esclama Fajro perplesso.
«Anch’io vedo soltanto te e sono contenta di
poterlo fare. Come sia possibile, non m’importa,
ciò che m’interessa è sapere che il mio
bambino sta bene» risponde Bruligida con il bel sorriso che
aveva prima della morte del marito.
«Voi come state madre? I vostri capelli sono… sono
di nuovo rossi.»
«Sto bene figliolo.»
«Madre, non so perché sono apparso a voi, ma vi
chiedo di mantenervi salda e forte fino a che potrò
abbracciarvi nuovamente.»
«Bambino mio, credo che la tua anima avesse bisogno di
conoscere la mia situazione, ed è per questo motivo che mi
appari così come aveva fatto tuo padre prima di te. Io ti
prometto solennemente che non raggiungerò il Leggendario
prima di averti rivisto e baciato» risponde Bruligida con le
lacrime agli occhi.
Fajro vorrebbe dire altre parole ma in una frazione di secondo si
ritrova da un’altra parte.
Nella stanza entra Flame e chiede: «Madre, con chi stavate
parlando questa volta?»
«Con il mio bambino. È vivo!»
La ragazza, ora maggiorenne, scoppia in lacrime e abbraccia Bruligida.
Una camera sfarzosa, un bel tavolo e sopra delle buste da lettera.
Fajro guarda chi dorme nel letto e si emoziona chiamandola:
«Aarde, amore mio!»
La principessa non si sveglia ma risponde: «Sei vivo o sei
soltanto un bel sogno?»
«Sono vivo e immagino che la mia anima sia arrivata da te
perché attende una risposta da due anni, dal giorno in cui
mi hai visto con le mani insanguinate. Ti supplico, fammi conoscere la
tua verità.»
«Quel giorno non ho potuto dire ciò che pensavo ma
solo ciò che ho visto, ma nel mio cuore sono sempre stata
sicura che non eri stato tu ad assassinare
l’imperatore.»
«Mia adorata, tornerò da te a ogni
costo.»
Il ragazzo vorrebbe abbracciarla ma anche questa volta si ritrova in un
altro luogo.
Aarde si sveglia di colpo, il suo cuore batte all’impazzata,
è certa che non fosse un sogno perché il volto
del giovane è leggermente cambiato nel corso degli ultimi
due anni, soprattutto per quell’inizio di barba biondiccia
che gli cresce sul viso. Chiude di nuovo gli occhi e sorride dicendo:
«A presto, amore mio.»
Fajro appare in un luogo innevato, si guarda attorno vedendo soltanto
la neve candida. Sente freddo, gli fa male la testa, soffia sulle mani
per scaldarsi ma non funziona perché non sono solo loro a
essere raffreddate, ma l’intero corpo perché
è nudo in quel luogo. Chiama:
«C’è qualcuno?»
Una voce, proveniente da molto lontano, risponde: «Sei solo,
nessuno può aiutarti, o vivi o muori!»
Il ragazzo riconosce chi gli ha risposto. «Generale Fuyu, non
mi arrenderò mai!»
Fajro non riceve altra risposta, inizia a camminare sperando che il
movimento gli procuri calore, ma il freddo è troppo intenso.
Altri passi ma cade all’indietro mentre altra neve scende dal
cielo iniziando a ricoprirlo.
«Tutto qui quello che sai fare?» Questa volta
è la voce del generale Natsu.
Fajro non risponde, non riesce perché anche le corde vocali
sembrano congelate, però il suo spirito è
indomito, arrendersi non è contemplato. Il suo cuore aumenta
il ritmo dei battiti e per la prima volta lo sente e lo accoglie: il
suo fuoco arde, il suo Elemento ruggisce, i suoi pensieri, liberati dal
timore di avere già perso le due persone che ama, scongelano
la morsa che stringeva la sua mente. Tutto si è acceso, ma
forse è troppo tardi, però continua a fidarsi di
loro e lascia che il suo corpo bruci con quella fiamma che è
arrivata per avvolgerlo completamente.
Fajro sente un profumo delizioso, ma anche un peso addosso, apre gli
occhi ed è nel suo letto. Ma non da solo! Anche lei
è nuda, gli è sdraiata sopra, le sue braccia lo
stringono forte ma con tenerezza. Lui la chiama per nome:
«Kasai, grazie.»
La donna si solleva mettendosi cavalcioni su di lui, non è
mai stata timida e fargli vedere il suo seno nudo non la disturba,
anzi, probabilmente lo desidera da qualche tempo. Kasai sorride, si
abbassa verso Fajro e gli regala un bacio, semplice, tenero,
affettuoso, uno schiocco così divertente che entrambi
ridono. Kasai vorrebbe muoversi sopra di lui, le piace quel ragazzo, ne
è attirata e non solo per lo stesso Elemento Magico, la
voglia di essere posseduta con forza sul quel letto è
inebriante, ma si trattiene, non è lì per questo,
forse un giorno, o forse mai, non importa, adesso lei vuole aiutare
questo giovane. Dice: «Ero certa che saresti tornato sano e
salvo!»
«Kasai, l’ho sentito e riuscirò a
evocarlo!»
«Io l’ho visto, però è un
cucciolo» dice Kasai ridacchiando, ma subito smette
perché Fajro la ribalta sul letto fermandosi sopra di lei.
Kasai diventa rossa, Fajro la guarda e ride dicendo: «Questa
volta sei tu a essere già tutto un fuoco.»
Ma lei vince sempre questa battaglia. «Stai aspettando che
sia io a indirizzarlo nel punto giusto?»
Fajro scatta in piedi e si copre velocemente mentre Kasai ride, non
solo per questo momento imbarazzante, ma perché lui
è davvero tornato.»
§ § §
È il momento di dimostrare che l’ultimo tentativo
è andato a buon fine. Fajro è
nell’arena, davanti a lui proprio il generale Fuyu.
L’uomo non sorride, mostra subito la sua intenzione di
attaccare senza riserbo; il ragazzo si adegua, sfila dal fodero la
strana spada chiamata katana e la punta verso l’avversario ma
questa volta non parte diretto: studia le movenze, medita e libera la
mente. Fuyu estrae la sua katana e urla buttandosi contro Fajro con
impeto e il primo scambio di colpi sono delle parate e contrattacchi.
Ai lati dell’arena molti osservano, qualcuno ha una reazione
di stupore, altri rimangono impassibili, tutti attendono la parte
più importante della sfida.
Fuyu evoca uno scorpione gigante, molto simile a Skorpio, una delle
creature malvagie di Koraha, il ragazzo non mostra paura e attraverso
la sua Forza Energetica fa apparire il suo animale: un leone con occhi
e artigli infuocati, non è enorme, ma neanche piccolo. Fuyu,
mentre agita le mani, esclama: «Ora la parte
difficile.»
Anche lo scorpione mostra l’aculeo infuocato e il leone
indietreggia fino a raggiungere Fajro. La bestia leonina guarda il suo
creatore, apre la bocca per fare di Fajro il suo cibo, ma il ragazzo
alza il braccio e mette la sua mano davanti alle fauci del leone.
Animale ed evocatore si guardano intensamente, entrambi sembrano
propensi a sprigionare con potenza delle fiamme dagli occhi per
colpirsi a vicenda, ma il leone invece abbassa la testa per farsi
accarezzare e poi rivolge la sua attenzione allo scorpione facendo un
ruggito così forte da far tremare i muri. Fajro dice
soltanto “combatti” e il leone scatta a grande
velocità contro lo scorpione senza temere nulla.
Il generale Aki crea una barriera fatta d’acqua che si
solidifica immediatamente in ghiaccio ponendola in mezzo alle due
bestie mentre il generale Natsu urla: «Ora Fajro, esegui il
rientro!»
Il ragazzo solleva il braccio, il leone svanisce lentamente mentre
tutta l’energia, fatta a forma di lingua di fuoco,
è assorbita dalla mano di Fajro. Il contraccolpo fa
indietreggiare il ragazzo di qualche passo ma Fajro resta in piedi
senza accusare dolore fisico. Aki fa scomparire la barriera ghiacciata,
Fuyu, che aveva fatto rientrare la sua energia senza contraccolpi,
cammina veloce verso Fajro e s’inchina davanti a lui dicendo:
«Ben fatto, prosegui su questa strada e arriverà
il giorno in cui il leone non avrà bisogno di ricevere
istruzioni.»
Gli altri nell’arena si avvicinano a Fajro e mostrano la loro
soddisfazione nei modi che più conoscono: abbracci, baci,
inchini e musi lunghi mentre dicono “bravo”, ma
tutti rifilano un delicato pugno sulla testa del ragazzo.
Fajro sorride felice ma Kasai, dopo essersi parecchio strusciata su di
lui, lo richiama all’ordine: «Forza, adesso
dobbiamo provare la magia elementare!»
L’arena si sgombera quasi completamente: Kasai e Fajro si
dispongono al centro mentre a osservare rimangono il generale Natsu e
Atua.
«Il rito ha avuto successo?» chiede Atua
preoccupato.
«A livello magico c’è stato un enorme
balzo in avanti, il ragazzo deve lavorarci sopra per trovare
l’intesa perfetta con il suo leone, ma ciò che
è sicuramente cambiato in meglio è
l’aspetto mentale. Qualunque cosa abbia visto gli ha spezzato
le catene che lo imprigionavano e l’imperatore ha
già deciso di fargli cadere l’ultimo muro. Grazie
al vostro lavoro sappiamo cosa continua a opprimere il ragazzo e
più tardi l’imperatore in persona darà
in pasto al flusso energetico Fajro.»
Al centro dell’arena Kasai e Fajro depongono le armi e dopo
pochi istanti iniziano l’allenamento magico. Entrambi si
mettono in posizione, uno affianco all’altro, per uno scontro
fisico ma dai loro pugni più avanzati escono delle fiamme;
Kasai le indirizza verso un bersaglio mentre quelle di Fajro rimangono
ferme nella sua mano.
«Cancellati la mente» dice Kasai sottovoce.
«Obiettivo, non risultato.»
Le fiamme di Fajro prendono vigore, ma non raggiungono il bersaglio
fermandosi a poca distanza.
«Sono curiosa, proviamo a incanalarle sulla katana»
dice Kasai prendendo la spada da terra.
I due sguainano la spada, le loro mani sprigionano il fuoco, la katana
di Kasai s’incendia mentre le fiamme di Fajro non si fermano
e colpiscono il bersaglio facendo un buco come se dalla spada fosse
partito un colpo.
«Ho sbagliato?» chiede Fajro notando lo sguardo
interrogativo di Kasai.
«Sì, ma in teoria no. L’obiettivo finale
di questa tecnica è proprio quello che hai fatto tu, ma non
so né come né perché tu sia riuscito a
completare l’allenamento senza passare attraverso il livello
intermedio.»
«In che senso?»
«Se con il pugno non arrivi al bersaglio, sempre in teoria,
con la spada non dovresti riuscire neppure a farla incendiare
completamente.»
Il generale Natsu ha assistito alla scena e chiama la donna:
«Kasai, parliamone tra noi, forse dobbiamo cambiare
prospettiva con lui.»
Fajro vorrebbe dire qualcosa, ma in un attimo si ritrova nella sala
dalle pareti bianche che ha visto soltanto quando Atua gli ha fatto
visitare Wuxing il primo giorno.
L’imperatore è nella sala ma Fajro si sorprende
soprattutto perché non ha brividi com’è
accaduto la prima volta, ma, al contrario, sente un enorme calore.
«La risposta è semplice: adesso anche tu puoi
maneggiare la magia e ciò che provi è il fluire
del tuo elemento mentre è in contatto con ogni Globo di Luce
presente in questa sala» dice l’imperatore.
«Signore, c’è altro, sento qualcosa di
famigliare, ma non è fuoco» risponde Fajro mentre
si tocca la barba appena accennata sulle sue guance.
L’imperatore appare piacevolmente sorpreso e urla:
«Straordinariamente ottimo!»
Fajro rimane interdetto da questa strana felicità, vorrebbe
parlare ma nota che l’imperatore sta alzando il braccio verso
l’alto e lo guarda. L’uomo sembra aver preso
qualcosa tra le dita, serra il pugno e abbassa il braccio mentre dice
qualcosa in una lingua arcaica. L’Imperatore, completata la
formula, muove il braccio come se volesse lanciare dei semi in un orto
e davanti a Fajro appare un suo vecchio amico.
«Siete cresciuto anche in altezza mio Principe»
dice il Saggio Saga lasciando senza parole Fajro che, intimorito, fa
qualche passo indietro.
«Ciò che avevi sentito era l’Elemento
Aria proveniente dal Globo di Luce di Saga, e ciò che vedi
è lo spettro del tuo saggio di corte» dice
l’imperatore mentre traballa sulle gambe. Il ragazzo lo aiuta
a rimanere in piedi e l’imperatore afferma: «Questo
effetto negativo si ripercuote su chi manipola dell’energia
pura perché l’evocatore deve fornire parte della
propria vitalità allo spettro per potersi
manifestare.»
«Perché avete fatto questa cosa se poi ne pagate
le conseguenze?» chiede Fajro preoccupato.
«Fajro, in questi anni ho imparato a conoscere i tuoi
pensieri e dopo il rito con i quattro generali la tua mente
è diventata molto più ferma. Sono certo che hai
visto ancora in vita le persone che ami e questo ti ha rafforzato,
così come sono certo che solo incontrando Saga scioglierai
l’ultimo nodo che ti lega al tuo passato più
tragico» risponde l’imperatore con sicurezza.
«Ora sto meglio e vi lascio soli» aggiunge
l’imperatore prima di scomparire.
Fajro è titubante, non sa cosa dovrebbe dire al Saggio,
allora è Saga a parlare per primo. «Figliolo, io
ti conosco da quando sei nato, comprendo più di tutti il tuo
carattere e immagino che ti stia torturando ritenendoti colpevole per
la mia morte.»
«Ho accettato che ognuno sceglie la sua strada, ma sei
rimasto sul fondo del mare e continuo a dirmi che è stata
colpa mia perché ero troppo distratto sul ponte. Potevi
tornare tu sulla terra ferma, avresti potuto aiutare Torcon nei mesi
seguenti, era lui il principe ereditario di Tan.»
«Fajro, perché continui a dire che la tua salvezza
sia stata la mia morte? Forse prima potevi crederlo, ma adesso che sei
a Wuxing e conosci la verità sulle Leggi Magiche, non ti
è mai venuto il dubbio che io avrei potuto fare una terza
magia?»
Il ragazzo è sorpreso dall’affermazione di Saga e
il Saggio lo rimprovera: «Sei un testone, impari le cose in
fretta, ma poi le lasci indietro come se fossero nozioni slegate una
dall’altra!»
Fajro accenna un sorriso dicendo: «Ho imparato a essere
testardo da un Saggio di mia conoscenza.»
«Bubbole! Adesso mi tocca darti l’ennesima lezione!
Il ponte è crollato, siamo finiti sul fondale del
mare…» dice Saga attendendo che Fajro concluda la
frase.
«Mare dell’Ovest.»
«Per la geografia del mondo ci siamo; qui ti hanno anche
detto che sul fondo del Mare dell’Ovest
c’è… »
«Il Regno di Sea.»
«Ora una domanda di storia; se il Kraken era a Ngahuru gli
altri due erano…»
«Il Leviatano e il Nathair Mara stavano uscendo dal Regno di
Sea e tu li hai fermati.»
«Forse ero uno dei pochi saggi ad avere percepito un
disequilibrio nella magia e ho agito seguendo il mio istinto tenendoli
a bada in modo che nessuno dei due potesse colpire te o tuo fratello.
Prima di lanciarti verso l’alto ti ho detto che avrei
compiuto il mio dovere fino all’ultimo e il mio compito, come
Saggio di Tan, è sempre stato quello di proteggere gli eredi
del Re. Così come il tuo dovere è di proteggere
il tuo regno fino all’ultimo istante della tua
vita.»
«Sono le parole che ripeteva spesso di mio padre»
dice malinconicamente Fajro.
«Explodon è stato un esempio per tutti, anche per
noi saggi più anziani, ma aveva il tuo stesso caratteraccio!
Contestava ogni decisione di tuo nonno e tu hai acquisito questo lato
ribelle da lui» dice Saga ridendo.
Fajro si accorge che lo spetto di Saga sta scomparendo lentamente e gli
dice: «Vecchio testone, mi mancano molto le tue
sgridate.»
«Mio Principe, usate ogni mezzo che vi sarà
fornito e sconfiggete l’oscurità così
da riportare la pace nei Cinque Regni. Anche’io
credo in voi» sono le ultime parole del Saggio Saga prima di
svanire.
L’imperatore riappare nella sala e Fajro chiede:
«Perché non me ne avete parlato?»
«Dirtelo io ha poco valore, sentirsi dire come si sono svolti
i fatti dalla persona che li ha vissuti è tutta un'altra
cosa. Devo essere sincero e dirti che non sarei voluto arrivare a
questo punto, avevo la speranza che il solo fatto di essere qui ti
potesse smuovere i blocchi che ti opprimono.»
Il ragazzo mostra la sua sofferenza nell’aver deluso le
aspettative ma l’imperatore gli dice ridendo:
«Forse sei proprio un testone!»
Fajro sorride, rialza la testa, guarda quel vecchietto determinato e
dice con assoluta convinzione: «Per anni ho vissuto nel
benessere, mi sono impegnato in lavori che un principe non dovrebbe
fare soltanto per dimostrare agli altri di essere indipendente.
Litigavo con chiunque dicesse qualcosa che mi disturbava, ho fatto
ammattire Saga durante le lezioni e mio padre senza capire che mi stava
ascoltando, infine ho insultato mio fratello pensando che fosse un vile
e adesso comprendo quanta ragione avesse mia madre nel dirmi che mi
sarei pentito. Ora ho capito davvero che il passato ha forgiato il
presente e che non esiste un domani senza l’oggi; ora ho
compreso pienamente il mio obiettivo e non ci saranno altri giorni
senza passi in avanti. Non lotterò per dimostrare agli altri
che sono capace, ma lo farò perché è
il mio dovere!»
CAST
Importanti
Agisto – Corvo messaggero appartenuto a Sipestro di Tan
Ten [m] – Bimbo che vede gli avvenimenti attraverso gli occhi
del corvo
Atua Primo [m] – Leggendario Imperatore dei Cinque Regni Umani
Fajro [m] – Principe di Tan e protagonista della storia
Amara [f] – moglie di Atua Primo, deceduta da secoli (solo
nominata)
Regno Wuxing
- ? [m] – Imperatore (il suo nome non è stato
ancora detto)
- Aki [f], Fuyu [m], Haru [m], Natsu [m] – i quattro generali
di Wuxing
- Eteru [f] (Neutro) – la samurai definita più
vicina al Creatore
- Kasai [f] (Fuoco), Mizu [m] (Acqua) – due dei tre samurai
con Elementi Primari
- Kinzoku [m] (Metallo) – uno dei tre samurai con Elementi
Secondari
- Mokuzai [f] (elemento ancora sconosciuto) – una dei sette
samurai
Regno Sea
(regno negli abissi marini)
- Kwakhala [f] – Regina (solo nominata)
- Esseri mostruosi: Kraken, Leviatano
Regno Koraha
(regno nel deserto omonimo)
- Yuly [f] - ? (solo nominata)
- Esseri Mostruosi: Golem, Skorpio
Regno Sliabh
(regno sulle montagne condivise tra Metel e Tera)
- Esseri mostruosi: Gigante
Regno Hout
(regno chiamato anche Foresta Proibita)
- Esseri mostruosi: Ombra della foresta?
Regno Heru
(regno sotterraneo posizionato alle radici
dell’albero Hyperion)
- Innominabile – Imperatore (soltanto identificato come
imperatore)
- ? – Cinque servitori di Heru
Altri personaggi
nominati o apparsi nel capitolo
- Vecchio Maestro – è l’uomo che aiuta
il piccolo Tan nell’apprendimento di una qualche arte magica
ancora non definita
- Atua, CCXVII del suo nome, vero nome Ohlaka, era la saggia di corte a
Metel prima di diventare Imperatore dei Cinque Regni
- Titan, Re del Regno di Metel
- Sipestro, ammiraglio di Tan deceduto nella Grande Guerra nella
battaglia nel Mare del Nord ucciso in duello da Oceanya, principessa e
comandante in capo dell’esercito di Dwr
- Bruligida, Regina del Regno di Tan
- Flame, ex ancella della regina, è stata adottata da
Bruligida e ora è principessa del Regno di Tan
- Aarde, principessa ed erede di Tera
- Saga, Saggio di corte a Tan, deceduto durante la Grande Guerra nella
battaglia del Ponte Nord/Ovest per salvare il principe Fajro
Schema della magia
- Ogni Essere Vivente è costituito di Energia
- Con al morte fisica l’Energia si tramuta in un Globo di
Luce o in uno Oscuro
- Il Globo di Luce raggiunge il Regno Wuxing (il bene) mentre il Globo
Oscuro raggiunge il Regno Heru (il male)
- L’Energia di ogni Essere Vivente è la base per
la creazione degli Elementi Magici
Schema degli elementi
magici
- Esistono due Elementi Dominanti: Luce, Oscurità
- Esistono tre Elementi Primari: Acqua, Fuoco, Terra
- Esistono tre Elementi Secondari: Aria, Legno, Metallo
- Esiste un Elemento Neutro: Etere
- se uno o più Elementi Secondari acquistano potere
crea/creano squilibrio
- con lo squilibrio uno o più Elementi Primari
soccombe/soccombono e l’Elemento Neutro diventa Caos
- L’Elemento Caos dona maggiore potere all’Elemento
Dominante Oscurità che prende il soppravvento sulla Luce.
Schema della Forma
Energetica Assoluta
- La Forma Energetica Assoluta è il massimo raggiungibile
nella Forma Energetica
- La Forma Energetica si divide in tre livelli:
a) Livello Kou (alto) : lo ottengono solo l’Imperatore di
Wuxing e l’Imperatore di Heru
b) Livello Heikin (intermedio): lo ottengono solo i generali di Wuxing
e i servitori di Heru
c) Livello Tei (basso) – lo ottengono i samurai di Wuxing e
tutti gli altri esseri viventi che hanno coscienza delle differenze.
- La Forma Energetica evoca magicamente un Animale
|
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Capitolo 3 *** La grande sfida ***
Fajro
è sorpreso, non si aspettava di essere convocato al
Tempio Celeste, ed è stupito nel vedere che questo luogo
è una semplice sala vuota con soltanto due comode sedie
poste nel centro. Eteru lo guarda sorridendo e anticipa le sue
possibili domande: «Questa stanza è colma di
energia, ma tu non sei ancora in grado di percepire la parte
più sottile perché ancora non hai compreso bene
la sua particolarità; l’energia è in
ogni cosa, non solo nel corpo dei viventi, ma anche nella massa delle
cose inanimate.»
«In pratica anche la sedia su cui sono seduto ha
energia?»
«Esatto, anche se diversa dalla nostra. Una sedia non ha
coscienza di sé, ma è uno strumento costruito per
utilità, però la sua consistenza è una
serie di energie assemblate insieme a quella principale, che in questo
caso è il legno.»
«Perché riesco a visualizzare le due sedie e
nient’altro?»
«Lasciando da parte la teoria, credo che tu abbia
“portato” qua dentro qualcosa su cui stare comodo
immaginando di fare una chiacchierata» risponde Eteru con il
suo bellissimo sorriso che affascina sempre il ragazzo.
«Penso che hai ragione, è da quando abbiamo
parlato degli oggetti sacri che desideravo chiederti informazioni
più dettagliate» dice Fajro quasi con timore.
Eteru si alza in piedi, raggiunge un punto indefinito della stanza e
istanti dopo appare un elmo nelle sue mani. La donna torna a sedersi e
dice: «Si chiama Atamakazari ed è
l’oggetto che dovrai vincermi superando la prova cui ti
sottoporrò.»
«E di cosa si tratta? Puoi dirmelo?»
«Non la conosco neppure io, nasce sul momento ed è
diversa secondo la persona che ho davanti perché
sarà proprio l’Atamakazari a dirmi cosa dovrai
fare.»
Fajro osserva con attenzione quell’oggetto ma non riesce a
comprendere quali siano le sue proprietà magiche ed Eteru lo
anticipa nuovamente dicendo: «Per la Legge del Creatore non
posso svelarti niente, le sue proprietà ti saranno rivelate
da me solo dopo averlo conquistato e indossato.»
«Insomma, le mie domande rimangono ancora senza
risposte» dice Fajro ridendo.
«In realtà oggi hai avuto delle
risposte» dice Eteru alzandosi dalla sedia per avvicinarsi al
ragazzo.
«Una prova, d’accordo, ma non so
nient’altro.»
«Sei più preoccupato di cosa accadrà in
futuro e non focalizzi l’attenzione sul presente, ma so che
stai lavorando sodo per migliorare anche questa tendenza. Sono contenta
che il prescelto dal Venerabile sia determinato a completare la sua
istruzione e sono felice perché la persona che ho davanti
m’ispira fiducia ...»
Eteru smette di parlare, si siede sulle gambe di Fajro, lo bacia
ardentemente e dice mentre si alza in piedi: «Ed è
anche affascinante.»
Fajro non sa cosa dire, è imbarazzato, Eteru sorride e lui
diventa ancora di più rosso in viso. La donna,
all’improvviso, esulta: «Questa è una
bella notizia!»
Fajro non capisce cosa sia successo ed Eteru spiega:
«L’imperatore ha deciso di organizzare una gara a
squadre. Mi spiace non assistere all'evento di persona, ma
potrò gustarmela da questa stanza. Sono sicura che mi farai
divertire!»
3° Capitolo –
La grande sfida
Fajro, conclusa la chiacchierata con Eteru, si ritrova magicamente nel
grande prato posto al centro di Wuxing. Cammina verso il suo alloggio
ma la Signora lo chiama: «Fajro, vorrei scambiare due parole
con te.»
«Certamente Maestra Aki, possiamo conversare nella
locanda…»
Parole inutili quelle di Fajro che si ritrova direttamente nella stanza
del generale Aki.
Il ragazzo osserva la fastosa camera del generale ed è
colpito soprattutto dai colori che si ripete in tutta la stanza: muri,
mobili, tende e le lenzuola del grande letto a baldacchino raccolgono
ogni colore possibile tra il giallo e il rosso.
«Andiamo sul balcone, lì possiamo sederci
comodi» dice Aki aprendo la grande porta finestra. Fajro
segue il generale e nota il tavolo sul quale sono disposti due tazze e
alcuni biscotti.
Fajro, per galanteria, attende di sedersi a tavola ma Aki gli fa segno
di accomodarsi mentre versa del the nelle due tazze.
«Ti consiglio di alternare un sorso di the alla degustazione
di questi biscotti che sono deliziosi» dice la donna
accomodandosi molto vicino a Fajro.
«L’imperatore mi ha chiesto di spiegarti le regole
della gara a squadre.»
«Maestra Aki, stavo giusto andato a informarmi da Kasai, ma
vi ringrazio per la vostra cortesia nel dedicarmi il vostro
tempo.»
«M’impressiona come tu sia totalmente diverso da
Atua» dice Aki facendo un sorriso particolarmente gioioso e
che poche volte Fajro ha potuto notare nella Signora.
«Comunque, la gara si disputa tra due squadre formate da
cinque combattenti. Nella squadra “A” sono inseriti
i samurai dei tre Elementi Secondari, Aria, Legno e Metallo, mentre
nella “B” ci sono i tre Elementi Primari, Acqua,
Fuoco e Terra ed entrambe le formazioni sono completate con due
generali a testa. Tu occuperai il posto di Kasai per il Fuoco e lei
sarà l’arbitro di tutte le sfide. I quattro
generali sono sorteggiati integralmente quindi io non conosco in quale
squadra sarò inserita, così come non so chi
sarà il mio avversario; allo steso tempo anche tu saprai il
tuo avversario solo questa sera durante il sorteggio.»
«Immagino che se tre di una squadra vincono, la gara
termina» dice Fajro ricordando le regole dei giochi estivi di
Tan.
«No, oltre che a essere una gara è anche un buon
modo per testare l’efficienza di ogni singolo partecipante e
quindi saranno disputati tutti. Ogni sfida ha la durata di tre round da
cinque minuti ciascuno: nel primo si usa un arma a scelta, la seconda
è corpo a corpo, infine nel terzo si utilizza la magia
elementare senza usufruire della Forma Energetica. Ovviamente si
può vincere l’incontro anche nei primi cinque
minuti, ma è più facile che ci siano sfide che
finiscano in parità o a pochi istanti dalla loro
conclusione.»
«Magari sarò io a finire a terra molto
prima» dice Fajro sbuffando.
«Sei troppo pessimista. Conosco ogni tuo risultato in
allenamento e non hai perso con nessuno prima di venti minuti
continuati. Nella gara sarà tutto più difficile,
ma ogni cinque minuti avrai sessanta secondi di riposo nei quali potrai
usufruire dei consigli, spero utili, di Atua.»
«Farò il massimo per non deludere nessuno, questo
posso giurarlo!»
«Ne sono sicura. Hai affrontato con coraggio ogni nostra
richiesta e in questi anni sei migliorato in ogni aspetto»
risponde Aki mettendo una mano su quelle di Fajro.
«Seguimi, devo darti una cosa prima di lasciarti tornare al
tuo alloggio» dice la donna tenendo la mano del ragazzo che
è già diventato rosso dalla vergogna.
Rientrati nella stanza Aki si siede sul letto e accavalla le gambe
mentre Fajro rimane impalato in piedi con la testa bassa.
«Siediti vicino a me» chiede Aki e Fajro ubbidisce,
ma la donna quasi lo rimprovera dicendo: «Vicino a me, non a
due metri!»
Il ragazzo, sempre tenendo la testa bassa, si attacca a spalla a spalla
con il generale. Ma lei sta cercando altro, si volta verso di lui, gli
mette le braccia al collo e se lo trascina addosso baciandolo.
Aki, accorgendosi che Fajro corrisponde il suo bacio ma non con
trasporto, stacca la bocca da quella del ragazzo e chiede:
«Sei fermo, non mi tocchi, forse sono troppo vecchia per
te?»
«Maestra, ma che dite, voi siete una bella donna»
risponde Fajro di getto.
«E allora non capisco. Ai miei tempi, il giorno prima di una
sfida, gli uomini cercavano le donne per fare sesso perché
infondeva in loro la forza e il coraggio per affrontare il nemico. Tu
sei giovane e bello, mi piaci fisicamente, adoro il tuo carattere, e
sono più che disponibile a concederti il mio corpo per farti
fare faville nella gara di domani.»
Fajro è imbarazzatissimo e Aki, per rincuorarlo, dice:
«Se sei ancora vergine non temere, t’insegno io e
vedrai che il sesso con me sarà divertente ed
efficace.»
«È come dite, sono ancora vergine, ma non
è questo il problema, come non lo è la vostra
età. Anche nel mio mondo accade ciò che avete
detto, però io credo fermamente nei sentimenti e non farei
mai sesso con nessuna donna di cui non sono totalmente
innamorato.»
Aki è sorpresa, ma ancora una volta si compiace
dell’atteggiamento del ragazzo e dice: «Dovrei
essere offesa per questo rifiuto, ma non vedo in te né la
menzogna né il timore. Conosco i tuoi sentimenti per Aarde e
mi detesto perché provo invidia per quella giovane donna che
ha un innamorato così puro.»
«Maestra, sono lieto che abbiate capito che non
c’è rifiuto verso di lei come donna»
dice Fajro alzandosi in piedi. «Se volete scusarmi, dovrei
rientrare a casa.»
«Aspetta Fajro, non mentivo quando ho detto che avevo una
cosa da darti, anche se mi rammarico che non hai preso tutto
ciò che ti offrivo» dice Aki sorridendo
maliziosamente.
Il generale si alza dal letto, raggiunge il tavolo con specchiera, apre
un cassettino ed estrae un piccolo oggetto che porge a Fajro.
«Da domani dovrai sempre indossare questo piccolo amuleto e
attraverso la meditazione istantanea questo oggetto ti farà
materializzare la tua armatura da combattimento. Ricorda che ogni volta
che superi un grado del tuo livello energetico, anche
l’armatura acquisisce maggior potere, sia offensivo sia
difensivo. L’amuleto dimostra che ha raggiunto ufficialmente
il Livello Tei.»
Fajro, per la contentezza, abbraccia Aki e la donna gli dice sottovoce:
«Se cambi idea sul sesso, basta che me lo dici.»
Il ragazzo rimane di nuovo impietrito dalla timidezza, il generale lo
saluta e lui si ritrova nella sua stanza.
§ § §
L’imperatore ha convocato tutti nell’arena, accanto
a lui c’è Kasai che ha in mano tre sacchettini di
seta. L’uomo dice: «So bene che attendevate tutti
questa gara a squadre e la nostra Kasai purtroppo dovrà
rinunciarvi per lasciare il suo posto al Fajro.»
«Hai sentito? Sei in debito con me e conosco diversi modi per
riscuoterlo» dice la donna facendo ridacchiare quasi tutti i
presenti nell’arena.
«Bene, possiamo procedere con i sorteggi» dice
l’imperatore mentre Kasai apre uno dei tre sacchettini che ha
in mano.
«Squadra A, in ordine di estrazione, Maestri Fuyu e
Haru; squadra B, in ordine di estrazione, Maestro Natsu e Maestra
Aki» annuncia Kasai.
«Pertanto la seconda sfida sarà Natsu contro Fuyu
e la quarta sarà Haru contro Aki. Procedi, Kasai»
dice l’imperatore.
«Squadra A, in ordine di estrazione, Mokuzai, Kuoki, Kinzoku;
squadra B, in ordine di estrazione, Daichi, Mizu, Fajro.»
«La prima sfida sarà Mokuzai contro Daichi, la
seconda Kuoki contro Mizu e la terza Kinzoku contro Fajro»
annuncia l’imperatore con un largo sorriso, soprattutto
quando ufficializza l’ultimo incontro, mentre lo sguardo di
Fajro mostra palese delusione.
«La gara inizierà domani mattina, andate a
riposarvi; Fajro, aspetta, vorrei parlarti» dice
l’imperatore mentre con un movimento della mano segnala al
ragazzo di raggiungerlo al centro dell’arena.
Rimasti da soli nell’arena, Fajro accenna la sua
insoddisfazione: «Signore, siete sicuro che non ci sono stati
dei brogli? Ho perso tutte le sfide in allenamento contro di
lui!»
L’imperatore ride e si burla del ragazzo rispondendo:
«Mi pare che tu abbia perso ogni sfida
d’allenamento con tutti, non soltanto con lui.»
«Sono proprio un disastro» ammette Fajro scuotendo
la testa.
«Siamo solo al terzo anno, devi essere paziente, la fretta
è una brutta consigliera, anche durante un combattimento.
Tieni ben presente che Atua ha impiegato ventuno anni prima di poter
tornare a casa e i suoi obiettivi, seppur pericolosi, erano pochi in
confronto a quelli ho richiesto a te» risponde
l’imperatore mentre mette una mano sulla spalla di Fajro.
«Avete ragione, ma è ugualmente frustrante
accorgersi di essere ancora indietro e di non avere nemmeno una
speranza di vittoria.»
«Sei sicuro che il tuo obiettivo sia di vincere la tua
sfida?»
«Che cosa intendete dire?» chiede Fajro perplesso.
«È vero che domani affronti da solo un avversario,
ma questa gara è a squadre, non serve per alimentare il tuo
ego, ma è lo sforzo comune di un gruppo per raggiungere
l’obiettivo finale. Le sfide che hai affrontato durante gli
allenamenti ti hanno portato solo sconfitte, eppure il tuo livello
generale si è alzato ogni giorno. Comprendi il
motivo?»
«Penso che derivi dall’osservazione»
risponde Fajro poco convinto.
«In parte è così perché
attraverso l’insegnamento e lo scontro diretto con Kasai hai
affinato alcune tecniche del tuo Elemento Magico, ma soprattutto hai
lottato contro avversari che sprigionano energie completamente diverse
dalla tua. Il tuo corpo è come una spugna: attraverso le
narici assorbi l’energia che si propaga nella stanza, per
mezzo dei polmoni impregni il tuo sangue, e quando raggiunge il cuore,
si distribuisce in ogni organo vitale. Il tuo obiettivo primario
è affinare l’Elemento Fuoco, ma ciò che
ti ho chiesto è di raggiungere le capacità di un
generale. E qual è il loro Elemento?»
«In effetti, non so rispondere, li ho visti usare diversi
tipi di magie» risponde Fajro incuriosito dalla domanda
dell’imperatore.
«La loro caratteristica è quella di padroneggiare
perfettamente tre Elementi, ma sono in grado di utilizzare gli altri
tre in maniera efficace. Ti ho spiegato come tutta l’energia
propagata da ogni persona si spande in una stanza, secondo te che cosa
può succedere durante una gara nella quale partecipano
tutti?»
«Maggiori possibilità di accrescere il mio
Elemento Fuoco attraverso l’assimilazione diretta e indiretta
delle altre energie!» esclama Fajro con emozione.
«Il tuo obiettivo finale è sconfiggere
l’Inquisitore, un essere umano che come te non può
raggiungere la pienezza magica del Creatore. State percorrendo strade
diverse, uno nella Luce e l’altro
nell’Oscurità, ma destinate a congiungersi per un
confronto diretto dal quale uscirà vincitore solo chi
sarà riuscito a raggiungere la massima maturazione
energetica.
«Signore, grazie per i vostri insegnamenti,
continuerò a mettere in pratica ogni nozione con assoluto
impegno.»
«Adesso vai a riposare e non fare tardi con Kasai.»
Fajro arrossisce e chiede: «In che senso?»
«Sicuramente vorrà darti mille informazioni per
poter affrontare il tuo avversario nel migliore dei modi. Che cosa
avevi pensato?»
«Nnn… niente di ddd… diverso
Signore» risponde Fajro mentre s’inchina e in
seguito fuggire imbarazzatissimo.
L’imperatore guarda verso l’alto e il corvo Agisto
si appoggia sulle sue spalle. «Piccoletto, quale
novità mi porti dal mondo di sotto?»
Fajro raggiunge di corsa la casa dove alloggia insieme a tutti gli
altri samurai, apre la porta e si trova davanti Mokuzai che chiede
tenendo la testa bassa: «Posso offrirti una tazza di
the?»
Mokuzai solleva il capo e il suo sguardo sembra supplicare una risposta
affermativa, Fajro è indeciso, ma alla fine dice:
«Avevo proprio voglia di bere qualcosa di caldo.»
Lei sorride felice, prende la mano di Fajro e lo strattona
trascinandolo sulle scale, il ragazzo non fa neppure in tempo a dirle
che la cucina è al piano inferiore, che si trova dentro la
stanza da letto di Mokuzai.
Fajro nota che sul tavolino sono disposte due tazze e alcuni biscotti,
per galanteria attende di sedersi a tavola, ma Mokuzai gli fa segno di
accomodarsi mentre versa il the nelle due tazze.
«Ti consiglio di alternare un sorso di the alla degustazione
di questi biscotti che sono deliziosi» dice la ragazza
accomodandosi molto vicino al ragazzo.
«Che strano» bofonchia pensieroso Fajro.
«Hai detto qualcosa?» chiede Mokuzai mentre prende
lo stesso biscotto di Fajro.
Entrambi arrossiscono, il silenzio è quasi pauroso,
così Fajro dice: «Ce ne sono altri, prendilo
tu.»
La ragazza ha un tentennamento, mette in bocca il dolce, ne mangia una
metà e poi porge l’altra al ragazzo dicendo:
«Assaggialo per favore.»
Fajro, senza alcun pensiero particolare, prende la metà del
biscotto e la mangia, ma subito dopo si accorge che gli occhi di
Mokuzai sembrano pronti a sgorgare lacrime, e chiede: «Ho
sbagliato?»
«No, è che…»
«Dimmi, ti aiuto volentieri se c’è
qualcosa che ti turba.»
«Sicuro?»
«Assolutamente!»
«Vorrei baciarti davvero e non in modo indiretto!»
urla Mokuzai nascondendo il viso tra le mani.
Fajro, non è totalmente sorpreso dalla richiesta, nel corso
degli anni si è accorto che c’è una
strana attrazione tra loro, ma aveva pensato che
l’età simile tra loro fosse la causa. È
grato per le premure che Mokuzai ha nei suoi riguardi, però
non prova attrazione fisica, la considera come una sorella, al pari di
Flame a tan ma ora si trova in difficoltà nel dover
rifiutare quella richiesta. «Anche se ti baciassi, non ci
sarebbe nient’altro.»
«Adesso, magari poi, chi lo sa» dice Mokuzai
diventando rossissima. «Hai detto che mi avresti aiutato ed
io ho bisogno di questo bacio.»
Mokuzai toglie le mani dal viso, guarda Fajro, non lascia che la
timidezza prenda il soppravvento e lo bacia. Fajro accetta questo bacio
perché in realtà lei sta soltanto appoggiando le
labbra sulle sue.
La ragazza si ritrae, apre gli occhi e il suo sorriso è
qualcosa di così splendido che Fajro ne rimane quasi
abbagliato.
«Il mio primo bacio!» dice Mokuzai felicissima.
Fajro si guarda bene dal ricordarle che il primo bacio le è
stato dato da Kasai e chiede: «Hai la mia età,
dovevo immaginare che fosse il primo. Quando Atua è stato a
Wuxing, tu non eri ancora nata.»
Lei è imbarazzata, non replica alle parole di Fajro, ma
dice: «Lo so che sei innamorato di una bella principessa ed
io sono solo una ragazzina, però…»
Mokuzai s’interrompe e Fajro le mette una mano sul capo
dicendo: «Stai tranquilla, capisco bene cosa fa fare
l’amore ed io non ti disprezzo per avermi voluto baciare,
però pensa anche ai miei sentimenti è immagina
cosa proverebbe la mia amata sapendo che un'altra donna ha sfiorato le
mie labbra.»
Mokuzai sembra capire e ridacchiando risponde: «Allora
chissà cosa dirà la bella principessa di
Kasai.»
«Ecco, meglio che non sappia niente di nessuna di voi
quattro» dice Fajro senza pensare alla rivelazione che sta
fornendo a Mokuzai.
«Uhm, quattro? Non dirmi che anche le altre
due…»
«Meglio che vado a dormire, domani c’è
la gara e tu sei pure una mia avversaria! Non mi avrai avvelenato con
il the, vero?» risponde Fajro cercando di rimediare al danno
cambiando discorso.
«Che stupidaggine. Tu devi vincere, negli altri quattro
incontri trionferemo noi» risponde Mokuzai mostrando i
muscoli.
Il ragazzo esce dalla stanza e raggiunge la sua camera, ma appena apre
la porta Kasai gli salta addosso urlando: «Ecco il mio
sostituto!»
Fajro e Kasai finiscono sul letto, lui cerca di divincolarsi dalla
presa mentre lei inizia a baciarlo con foga.
«Smettila» dice il ragazzo nell’unico
istante in cui ha la bocca libera dalle labbra della Maestra.
«Perché? Sei il mio allievo, mi piaci, ti adoro,
quindi ti coccolo!» risponde Kasai prima di riprendere a
sbaciucchiare Fajro.
Il ragazzo riesce a scappare sgusciando a terra ma Kasai non ha nessuna
intenzione di lasciarlo scappare e usa la “mano di fuoco
“ per chiudere e sigillare la porta.
«Vieni da me, uomo!» dice la donna togliendosi la
tunica mostrando il suo corpo completamente nudo.
La reazione di Fajro è di mettere una mano sugli occhi, ma
ciò da modo a Kasai di spingerlo di nuovo sul letto.
«Arrenditi al mio amore!» dice Kasai sorridendo.
«No e no!» risponde Fajro cercando di non ridere
per la faccia divertente che sta facendo Kasai mentre lo tortura.
Lei, improvvisamente, si alza in piedi e gli punta il dito contro.
«Ti sei arresa?» chiede Fajro mentre cerca di
sistemarsi i vestiti.
«Tutte e tre lo hanno fatto vero? Ho sentito il loro
“sapore” sulle tue labbra!» dice Kasai
adirata, anche se il modo di fare assomiglia a quello di una bambina
gelosa.
«Non è…»
«Non mentirmi, sono quella che ti ha baciato più
spesso!»
«E va bene, sì, tutte e tre.»
«Sei proprio… proprio…»
Fajro attende una sgridata invece Kasai aggiunge: «Proprio
diventato uomo e adesso completo la tua istruzione!»
Kasai si lancia nuovamente sul letto, ma questa volta Fajro evita il
contatto, si sposta e riesce addirittura a coprire il corpo della donna
con un telo.
«Hai finito di fare la sciocchina?» chiede il
ragazzo divertito.
«Per adesso, anche se non ti farebbe male scopare con me,
anzi, gioverebbe al tuo stato fisico.»
Kasai si alza e si avvicina al tavolino, Fajro, notando cosa
c’è disposto sul mobile, esclama: «Anche
tu vuoi darmi del the e dei biscotti? Magari stai anche per
consigliarmi di alternare un sorso alla degustazione di quei biscotti
che sono deliziosi? Inizio a pensare che ci abbiate messo qualcosa di
afrodisiaco in quella roba!»
Kasai si volta di scatto e ride dicendo: «Questa è
la conferma che la Signora ha cercato di sedurti in tutti i modi che
conosce! Aki è la nostra Maestra dopotutto.»
«Dimmi la verità, cosa c’è
dentro nel the o nei biscotti!»
«L’unica cosa che so è che questi dolci
sono preparati in un negozio nel mondo degli uomini chiamato la
“Casa di Lù”.»
«Voi siete delle pazze! Il posto che hai nominato non
è un negozio, è un bordello!
Nell’impasto usano spezie eccitanti e un liquore famoso per
le sue qualità afrodisiache. Adesso capisco
perché siete tutte agitate!»
«E tu perché non subisci lo stesso
effetto?» chiede Kasai.
«Ha fatto effetto anche a me, infatti continuo a pensare a
Aarde nei modi più sconci che si possano immaginare! Siete
delle pazze! Oltretutto domani avremo tutti un mal di testa bestiale
durante la gara!»
«Allora io sono apposto, devo fare l’arbitro. E se
sei già “caldo”, possiamo darci dentro
tutta la notte senza problemi perché soffrirai comunque mal
di testa» risponde Kasai con un sorrisetto provocante mentre
raggiunge il letto e ci gattona sopra liberandosi del telo che la
copriva.
«Maestra Kasai!» urla Fajro «Ti richiamo
all’ordine!»
«Uffa che noioso» risponde la donna mentre
s’infila sotto le coperte.
«Che intenzioni hai?» chiede Fajro.
«Questa notte dormo con te, ma giuro sul mio onore che non ti
toccherò.»
«Sono certo di non riuscire a farti smuovere da questa insana
idea, e allora va bene, dormi con me, ma se solo allunghi una mano, ti
caccio fuori, d’accordo?»
«Sì mio sostituto. Ma se sei tu ad allungare le
mani io ti caccio dentro e non esci finché abbiamo
finito» risponde Kasai passandosi la lingua sulle labbra.
Fajro scuote la testa, lei sta giocando, però entrambi sanno
che c’è attrazione profonda tra di loro e potrebbe
succedere di tutto. La guarda di nuovo ma lei non capisce il motivo e
Fajro è costretto a dire: «Dovrei
cambiarmi.»
«E allora?»
«Dovresti chiudere gli occhi o girarti dall’altra
parte.»
«Ho promesso che non ti tocco, ma non abbiamo deciso che non
posso guardarti nudo, e poi non sarebbe neanche la prima
volta.»
«Sei una vera molestatrice, altro che donna
spigliata» dice Fajro ridendo.
Il ragazzo si spoglia, indossa un camice da notte e s’infila
sotto le coperte con Kasai. Il letto non è grandissimo, i
due sono abbastanza vicini ma non si muovono mantenendo lo sguardo
diretto verso il soffitto. Fajro chiede: «Secondo te quante
possibilità ho di sconfiggere Kinzoku domani
mattina?»
«Nessuna» sentenzia Kasai.
«Non mi sei di aiuto dicendo così.»
«Come tua Maestra devo essere onesta. Lui è molto
più forte di te, però sono anche sicura che
arriverai almeno al dodicesimo minuto, poi sarà la tua forza
di volontà a decretare il finale. Atua ti darà
consigli durante il riposo, io posso dartene uno adesso: usa magie
elementari che conosci, ma tieniti per ultime le due che hai imparato
meglio a usare, sia difensiva sia offensiva. Non ho idea di come si
comporterà Kinzoku, ma so che non si risparmierà
perché questa gara è stata indetta per te, per
farti usare ogni briciolo di energia in modo da determinare a che punto
sei con l’addestramento.»
«Continuo a pensare che vi sto deludendo» dice
Fajro girandosi sul fianco in direzione di Kasai.
«Come ti ho detto, non ti mentirò mai, neppure
ora. L’attrazione tra noi due è fortissima, io non
riesco a nasconderla e so che tu la senti e che la tieni a freno per
non deludere la principessa che ami. Ebbene, se fossi delusa, proprio
per questo legame profondo che abbiamo, te lo direi apertamente anche a
costo di farti del male» risponde Kasai girandosi su un
fianco in direzione di Fajro.
«Nella mia vita ho avuto la fortuna di trovare molte persone
oneste ma che a volte nascondono le verità per proteggermi.
Ti ringrazio per essere totalmente onesta in ogni occasione, bella o
brutta che sia» risponde Fajro fissando negli occhi Kasai.
La donna si sporge leggermente in avanti dicendo: «Questa
è l’eccezione che conferma il patto.»
«Che signif…»
Fajro non completa la frase perché Kasai lo bacia con
estrema dolcezza.
«Riposa bene mio Allievo.»
«Anche voi, mia Maestra.»
§ § §
Terzo Anno (Mondo degli Uomini)
Il piccolo Ten conosce la verità sugli Immortali, ma come
osservatore nei panni del corvo Agisto può soltanto
assistere alle numerose bugie pronunciate dal Presidente dello Stato
Libero di Oazo, vero capo dei furfanti. Kokiaka si è
apertamente dissociato dai briganti chiamati Immortali che hanno
attaccato diverse città in tutto il mondo e ha offerto il
proprio aiuto per contrastare sia loro sia i contrabbandieri che minano
l’economia mondiale con i loro traffici. In realtà
Kokiaka esegue tutti gli ordini dell’Inquisitore e arrotonda
colpendo i vari eserciti preposti alla difesa delle mura cittadine.
I Reali presenti al Concilio dei Cinque, ancora monco per
l’assenza di un rappresentante legale di Tan, non sono
riusciti a trovare un accordo comune per gestire la crisi, pertanto
l’Imperatore Atua, CCXVII del suo nome, si è
recato a Tan per trovare una soluzione che incontri i favori di
Bruligida, non ancora abilitata a regnare nonostante la morte del
figlio Torcon. Bruligida, prima di accettare la proposta
dell’imperatore chiede la possibilità di ricreare
un esercito, anche di medie dimensioni, in modo da proteggere
l’ormai piccolo Regno di Tan.
Nella riunione straordinaria del Concilio la votazione sulla richiesta
di Bruligida si è bloccata in pareggio, ma
l’Imperatore sceglie di pronunciarsi a favore nonostante la
valutazione contraria del Regno di Metel, luogo in cui è
nata.
Firmati gli accordi, Bruligida annuncia la sua abdicazione in favore di
Flame. Rivela di aver adottato la sua fidata ancella da tre anni e,
come legittima erede, la nomina Regina di Tan.
A un altro concilio dei Cinque, Flame, Regina di Tan, annuncia che la
Saggia di corte, ruolo rimasto vacante dalla Grande Guerra,
è stato assegnato a Bruligida. Le proteste dei regnati di
Metel e Dwr sono zittite dalla stessa Flame che ha presentato, come da
prassi, i due documenti necessari per accogliere la sua delibera: il
foglio con le deleghe dei saggi nati a Tan, ma soprattutto la
documentazione nella quale un saggio di corte, Vlek di Tera, descrive
minuziosamente i test eseguiti, esprime la sua valutazione positiva e
appone la sua firma accettando tra i Saggi la persona testata.
§ § §
È mattina presto, mancano poche ore all’inizio
della gara, Fajro apre gli occhi e si ritrova con Kasai completamente
avvinghiata al suo corpo. Il ragazzo non vorrebbe fare rumore ma anche
lei deve svegliarsi, delicatamente sposta le braccia di Kasai, si alza
in piedi e inizia a vestirsi.
«Meno male che mi sono svegliata, mi sarei persa lo
spettacolo» dice Kasai ridendo.
«Sei tremenda» risponde Fajro.
Lei esce dalle lenzuola, è nuda ma non le importa, raggiunge
lentamente il tavolino, versa il the nelle tazze e Fajro grida:
«Fermati, hai già dimenticato?»
«Ops» è la risposta, ma il sorrisino di
Kasai indica chiaramente che lo stava facendo apposta.
I due escono dalla stanza e s’imbattono in Mizu.
«Vi siete divertiti?»
Kasai ride mentre Fajro dice: «Ma cosa stai pensando? Non
abbiamo fatto niente, non ho rapporti sessuali con le donne.»
Mizu si avvicina a Fajro dicendo: «Se ti piacciono gli
uomini, dopo la gara passo a trovarti» e subito dopo bacia il
ragazzo.
Fajro è turbato, è la prima volta che un altro
ragazzo lo bacia, non riesce a dire nulla e per lui risponde Kasai:
«Mi spiace amico mio, è attratto solo dalle donne,
soprattutto dalla sua bella principessa che lo attende nel mondo degli
uomini.»
«Chiedo scusa, ho frainteso tutto, spero che tu possa
perdonare il mio gesto» chiede Mizu veramente costernato.
«Sono io a dovermi scusare, prima ti ho risposto in modo
equivoco» dice Fajro sorridendo, e mostrando di non avere
astio per il gesto del samurai dice: «Andiamo a vincere
insieme questa gara!»
L’arena è sgombra di ogni attrezzo
d’allenamento, c’è soltanto, in un
angolo, il trespolo con il corvo Agisto appollaiato e che gracchia ogni
volta che entra qualcuno nell’anfiteatro. L’ultimo
ad apparire è l’imperatore. «Amici miei,
non ho troppe parole da aggiungere a ciò che sapete, solo a
Fajro un piccolo consiglio: utilizza la respirazione assoluta fin da
ora.»
«Grazie Signore per il consiglio» risponde Fajro
inchinandosi.
L’imperatore si siede su una sedia posta vicina al trespolo
del corvo Agisto mentre Kasai, raggiunto il centro
dell’arena, chiama i primi due contendenti.
Mokuzai vs. Daichi
Nel primo round, Mokuzai utilizza un’alabarda e sfrutta
l’allungo per tentare di colpire l’antagonista ma
Daichi, con la katana, riesce a pare i colpi e quando può
avvicinarsi all’avversaria, tenta di colpire con la punta
della sua arma.
Il confronto passa al secondo round ed entrambi si dimostrano dei
pugili eccezionali incassando ogni colpo e contrattaccando con maggiore
foga più lo scontro si accende.
Il terzo round lascia Fajro con gli occhi spalancati perché
non ha mai visto, da parte di nessuno dei due, le tecniche magiche che
utilizzano. Mokuzai crea dal nulla uno scudo che non solo la difende,
ma assorbe completamente le magie di Daichi. Lo stesso Daichi
però ha una mossa difensiva superlativa: quando la sua
avversaria attacca lanciandogli dei pioli appuntiti di legno, lui crea
delle sabbie mobili che inghiottono i pungoli e li risputano indietro,
ma più pesanti grazie alla copertura di fango rappreso.
Il tempo sta per scadere, Mokuzai corre verso l’avversario,
ma mentre si muove, materializza un tronco di legno immobilizzandoci
dentro Daichi. Kasai chiama la fine dell’incontro e la
squadra A guadagna un punto.
Daichi, sconsolato, si dirige verso i suoi compagni ma Mizu
è pronto a rincuorarlo: «Hai disputato un ottimo
incontro.»
«Lei ha sempre idee nuove che vanno oltre la nostra
immaginazione. È la prima volta che attacca in modo diretto,
mi ha sorpreso e abbattuto senza che riuscissi a capire cosa stava
accadendo.»
«Siete stati formidabili, ti sgriderei per esserti trattenuto
negli allenamenti con me, ma mi hai emozionato con il tuo
combattimento» dice Fajro inchinandosi.
«Supera bene questa prova e da domani inizio a conciarti per
bene» risponde Daichi ritornando a sorridere.
Fuyu vs. Natsu
Nel primo round, i generali, entrambi con la katana sguainata, sono
immobili e Fajro chiede a Mizu: «Fanno passare il
tempo?»
«Osserva bene come le impugnano.»
Fajro fissa le mani di Natsu e si accorge che le dita del generale
muovono su e giù la katana in modo quasi impercettibili e
Daichi spiega: «Stanno concentrando tutta la forza nelle dita
ed è probabile che questo primo assalto serva solo a
caricare di energia le mani per il secondo round, ma se uno dei due
perde la concentrazione, la gara finisce in un attimo.»
L’ipotesi di Daichi è giusta e nel secondo round i
due generali si attaccano con tale velocità che Fajro non
riesce a vedere distintamente i movimenti dei loro corpi.
Per il terzo round appare una barriera a forma di cupola e Fajro nota
quanto sia simile a quella utilizzata da Saga per salvarlo. I due
generali attendono in ginocchio, Kasai chiama l’inizio
dell’incontro e nella cupola si scatena di tutto. Fuyo
attacca lanciando dei turbini di vento, Natsu li rinchiude in un
tornado di fuoco e lo scaglia contro l’avversario. Fuyo
plasma il tornado con la terra e lo spedisce all’antagonista
sotto forma di tempesta di sabbia rovente e Natsu spegne tutto con
un’onda di acqua ghiacciata. A Fajro sembra che lo scontro
sia durato solo un minuto, invece la voce di Kasai annunci il pareggio.
Natsu raggiunge i samurai che s’inchinano tutti, ma la sua
attenzione è tutta per Fajro al quale chiede:
«Avrai faticato a vedere i nostri movimenti, ma spero che tu
abbia continuato a guardare.»
«Sì Maestro, siete stati mirabili.»
«Bene, è importante che alleni la vista a queste
alte velocità dì esecuzione e fra poco tempo
sarai in grado di distinguere ogni movimento. Continua così
giovanotto!»
Kouki vs. Mizu
A Fajro sembra impari la sfida nel primo round nel quale Kouki usa
semplici pugnali mentre Mizu utilizza uno scudo dotato di una falce
legata con una catena direttamente al suo riparo. In realtà
Kouki sfrutta la sua velocità di esecuzione e Mizu
è costretto a difendersi senza riuscire a muovere la falce
contro l’avversario, ma quando scansa gli attacchi del rivale
utilizzando la sua innata agilità, colpisce direttamente con
lo scudo sfruttando la lunghezza della catena.
Nel secondo round lo scontro a corpo a corpo è molto
più lento dei match precedenti perché i colpi dei
due sembrano solo di studio: prima con dei calci e poi con affondi del
pugno avanzato, ma nessuno dei due riesce a colpire l’altro
per le doti atletiche di entrambi.
Sembra che si siano riposati perché iniziano il terzo round
appena ricevono il via da Kasai. Kuoki esegue dei turbini di vento
simili a quelli del generale Fuyo ma di intensità minore e
Fajro dice a Daichi: «Ha già utilizzato questa
tecnica con me, ma era molto più devastante.»
«Vero, ma guarda Mizu e capirai perché Kuoki
trattiene l’energia.»
Mizu, ha creato un due grosse colonne d’acqua che risucchiano
il vento utilizzato dell’avversario, lo manipolano e poi lo
rispediscono indietro ma con all’interno dei pugnali di
ghiaccio. Kuoki, avendo dato poca forza, riesce a manipolare le punte
di ghiaccio, le estrapola dal turbine e le scaglia in tutte le
direzioni cercando di colpire il rivale.
Manca poco alla fine ma Mizu esegue la sua magia migliore; con il
movimento circolare di un braccio disegna un cerchio in aria che si
tramuta in una specie di gorgo e con la potenza della rotazione
dell’acqua attira l’avversario verso il centro.
Kuoki reagisce, muove le braccia creando degli spostamenti
d’aria perché conosce la tecnica di Mizu e sa che
non può mantenerla attiva per molto tempo. Mizu,
però, ha aggiunto una miglioria alla sua magia, infatti, dal
gorgo escono dei tentacoli di acqua ghiacciata, si attorcigliano alle
gambe di Kuoki e lo strattonano all’interno del cerchio.
Kasai blocca tutto dichiarando la vittoria di Mizu.
Fajro e Daichi vanno incontro a Mizu congratulandosi con lui, mentre il
generale Natsu dice sottovoce alla collega Aki: «Siamo in
pareggio, tu che intenzioni hai?»
«Presumo che siano identiche alle tue» risponde Aki
con un sorriso sagace.
Haru vs. Aki
Nel primo round i due generali replicano ciò che avevano
fatto i loro due colleghi nella seconda sfida della gara. Nessun
attacco, soltanto grande concentrazione da trasferire interamente nella
seconda parte della sfida. Almeno è quello che pensa Fajro
perché nel secondo round Haru e Aki non combattono ma
parlottano tra loro.
«Che stanno facendo?» chiede Fajro al generale
Natsu.
«Non so risponderti, pensavo che non si sarebbero
risparmiati.»
«Possono farlo?»
«Per l’intera gara no di sicuro, nel terzo round si
scateneranno. Siccome ieri sei stato l’ultimo a vedere Aki,
magari mi sai dire tu perché è stanca?»
Fajro arrossisce e Natsu esclama: «In pratica, ogni donna di
Wuxing ha cercato di conquistarti!»
Il ragazzo si salva dall’ennesima situazione imbarazzante
grazie all’inizio del terzo round.
Haru scaglia immediatamente delle palle di fuoco contro Aki che
risponde creando davanti a sé una cascata che spegne le
fiamme e poi contrattacca creando un vento tanto forte da spingere
indietro il suo avversario. Haru usa una sua abilità e
sprofonda nel pavimento fino alle ginocchia, agita le mani rasenti al
terreno e con quel gesto lancia contro l’avversaria delle
mattonelle incandescenti. Aki non si fa sorprendere, tramuta la cascata
in un fiume e allaga la zona dove si trova il suo rivale sommergendolo
completamente. Kasai sta per dichiarare la vittoria ma da terra escono
delle lance infuocate, Aki indietreggia per evitarle ma dal pavimento
escono delle mani terrose che le bloccano le caviglie. Haru salta fuori
dal terreno e si scaglia contro Aki, ma la donna reagisce prontamente
creando uno scudo d’acqua. E proprio in quel momento Kasai
dichiara il risultato di parità.
Aki raggiunge la sua squadra e dice a Fajro: «Vincere,
pareggiare o perdere dipende da te. Fammi vedere chi sei!»
Il ragazzo era già molto sotto pressione e ora si ritrova
anche nella posizione di decretare il risultato finale
dell’intera gara. Mormora tra sè: «Lo
sapevo che avevano imbrogliato nel sorteggio.»
«Se temi degli imbrogli, non puoi affrontare
l’Inquisitore; lui userà qualsiasi trucco per
vincere» dice Atua, rimasto in disparte fino a quel momento.
Fajro tocca l’amuleto che gli è stato consegnato
da Aki e sul suo corpo appare un’armatura di cuoio simile a
quella dei soldati semplici di Tan, cammina verso il centro
dell’arena e incrocia lo sguardo determinato di Kinzoku e
Kasai annuncia l’inizio della sfida.
Kinzoku vs. Fajro
Entrambi estraggono la katana e si pongono sulla difensiva. Fajro ha
imparato a usare questa strana spada, ma non ha ancora
l’esperienza per portare degli attacchi diretti
perciò attende le mosse di Kinzoku. La fase di stallo si
protrae per quasi due minuti poi Kinkozu parte deciso
all’attacco e Fajro è costretto a indietreggiare
per parare i colpi che provengono da ogni direzione e ogni tanto prova
a sfondare la posizione difensiva dell’avversario. Kinzoku
è lesto a fare dei balzi all’indietro mandando a
vuoto il tentativo del rivale, poi contrattacca velocemente, ma Fajro
mantiene la sua difesa in modo egregio grazie alla calma che gli
trasmette la respirazione assoluta. La tecnica è
così ben fatta che Fajro, al termine del primo round, non ha
il solito fiatone che l’ha bloccato durante i tre anni di
allenamento.
Atua raggiunge Fajro. «Hai fatto buone scelte e hai tenuto a
freno l’irruenza del tuo avversario senza buttarti allo
sbaraglio. Ti sarà utile quando avrai la
necessità di recuperare le forze, magari per poi eseguire un
attacco magico.»
«Mi aspettavo maggiore vigore da Kinzoku, probabilmente si
sta caricando per il secondo round perché io reggo meglio il
corpo a corpo nel breve periodo.»
Kasai chiama i due sfidanti e inizia il secondo round.
I due contendenti si piazzano uno davanti all’altro nella
posizione da pugilatore, ma Fajro sorprende momentaneamente
l’avversario attaccandolo con dei calci bassi alle cosce.
Kinzoku, compresa la scelta dell’antagonista di debilitargli
gli arti, carica direttamente con dei pugni partendo da lontano mentre
evita i calcetti bassi, ma è ancora Fajro ad avere la
meglio, schiva il contrattacco, riesce ad entrare nella difesa
dell’avversario e con il suo corpo lo sbilancia. Fajro
potrebbe chiuderlo in una presa a terra ma Kinzoku accentua la caduta
non permettendo al nemico di bloccarlo e contrattacca con calcio al
mento che va a segno. Fajro cade a terra stordito, Kasai osserva la
situazione e Fajro si alza su un ginocchio dicendo: «Non
ancora!»
Kinzoku, che si era fermato per l’intervento
dell’arbitro, riparte con un calcio laterale per colpire il
collo di Fajro, ma lui gli blocca il piede e applica una torsione alla
caviglia. Kinzoku deve voltarsi per liberarsi, appoggia le mani a
terra, esegue una torsione del corpo ma Fajro non molla la presa, gli
blocca anche il ginocchio con le gambe e stringe più forte.
Ha la vittoria a portata di mano ma Kasai chiama la fine del round.
Kinzoku zoppica leggermente mentre Fajro mostra la sua delusione ad
Atua dicendo: «Era la mia unica occasione, se non mi avesse
colpito al mento in precedenza, avrei potuto utilizzare più
secondi per chiuderlo in quella morsa.»
«Ragazzo, non darti per vinto!» dice Atua
aggressivamente. «Gli hai dimostrato di non temere il
confronto, se adesso perdi la tua grinta sarai finito in un
attimo!»
«Come posso competere a livello magico con lui? Fatico a
tenere il passo con Kasai.»
«Qui non devi tenere il passo, oggi è il momento
di allungarlo. Usa ciò che conosci e amplifica il loro
potere magico. Qualsiasi cosa accada è questo che stiamo
cercando tutti di spingerti a fare. Guarda i tuoi compagni e dimmi cosa
vedi nei loro occhi.»
Fajro si volta verso la sua squadra e dice:
«Fiducia.»
«Tu hai la loro stessa espressione quando li ascolti e metti
in pratica i loro insegnamenti, così come hai mostrato piena
fiducia in loro durante le altre sfide. È giunto il momento
di riporre questa fiducia anche in te stesso, affronta
l’avversario, reagisci se ti mette in difficoltà
come hai fatto nel secondo round e se alla fine perderai
perché ti è superiore, nessuno ti dirà
niente, ma se ti sconfiggi da solo, sarà stato tutto inutile
il lavoro fatto fino a questo momento!»
Fajro non ha tempo di rispondere perché Kasai chiama gli
sfidanti per il terzo round.
Kinzoku inizia immediatamente, serra tra loro le mani facendo apparire
una frusta metallica, colpisce Fajro immobilizzandogli le braccia al
corpo e lo strattona verso di sé; Fajro non oppone
resistenza, sembra in balia dell’avversario, invece, sta
facendo scorre delle fiamme dal tacco verso la spina dorsale in modo
che il rivale non possa vederle e grazie al calore che ha prodotto
può frantumare la catena allarga di scatto le braccia.
Fajro, chiude le mani a pugno e indirizza delle palle di fuoco verso
Kinzoku e per la prima volta riesce a centrare il bersaglio, anche se
non causa l’effetto voluto perché Kinzoku reagisce
creando una nuova catena che roteando smorza le fiamme. Fajro,
immaginando che quella tecnica non fosse definitiva, ha creato anche
una barriera di fuoco davanti a sè per difendersi dal
contrattacco, però non ha valutato che Kinzoku potesse
indirizzare contro di lui una seconda catena costituita da un metallo
più resistente, e questo nuovo assalto del rivale lo
colpisce su tutto il corpo così violentemente da farlo
cadere a terra.
Kasai osserva la situazione e di nuovo Fajro si alza in piedi, ma
questa volta il ragazzo sorprende tutti i presenti perché il
suo corpo è completamente avvolto dalle fiamme mentre lui
sembra incosciente.
Kinzoku non ha tempo di pensare alla difesa, Fajro gli è
addosso, lo stringe con forza e lo solleva da terra scagliandolo sul
pavimento con una torsione all’indietro del busto.
Entrambi sbattono la testa, Kasai si avvicina ed è
intenzionata a chiudere l’incontro ma Kinzoku, seppur
lentamente, si rialza, così come fa anche Fajro un istante
dopo. I due avversari indietreggiano di qualche passo, manca solo un
minuto alla fine, Kinzoku appoggia le mani sui pettorali e lentamente
appare davanti a lui una larga spada rettangolare di acciaio nero.
L’imperatore si alza in piedi preoccupato, mentre i generali
si preparano a bloccare questa potente magia, ma tutti si bloccano
perché Fajro sta eseguendo gli stessi movimenti del rivale e
davanti a lui appare una scure a doppia lama infuocata.
L’imperatore indica a Kasai di spostarsi e crea la barriera
difensiva anticipando di un solo secondo la mossa dei due contendenti:
entrambi lanciano le loro armi contro l’altro e il contatto
delle lame magiche crea un’incredibile esplosione.
L’interno della barriera si è riempito con un fumo
grigiastro, l’imperatore toglie la protezione, Fuyu e Aki
disperdono la coltre nebbiosa mentre Natsu e Haru accorrono per
sincerarsi delle condizioni dei due ragazzi: Kinzoku è steso
schiena a terra mentre Fajro sta sopra di lui.
Natsu è entusiasta: «Ha assorbito
l’esplosione con il suo corpo!»
Kinzoku apre gli occhi e abbraccia l’amico dicendo:
«Ci siamo quasi.»
Fajro risponde con un filo di voce: «Per favore, non baciarmi
anche tu.»
Kasai è felice mentre grida: «Sfida finita,
è pareggio!»
CAST
Importanti
Agisto – Corvo messaggero appartenuto a Sipestro di Tan e che
ospita l’anima errante del soldato Matco, assassinato al lago
Sider a Dwr
Ten [m] – Bimbo che vede gli avvenimenti attraverso gli occhi
del corvo
Atua Primo [m] – Leggendario Imperatore dei Cinque Regni Umani
Fajro [m] – Principe di Tan e protagonista della storia
Amara [f] – moglie di Atua Primo, deceduta da secoli (solo
nominata)
Regno Wuxing
- ? [m] – Imperatore (il suo nome non è stato
ancora detto)
- Aki [f], Fuyu [m], Haru [m], Natsu [m] – i quattro generali
di Wuxing
- Eteru [f] (Neutro) – la samurai definita più
vicina al Creatore
- Daichi [m] (Terra), Kasai [f] (Fuoco), Mizu [m] (Acqua) – i
tre samurai con Elementi Primari
- Kinzoku [m] (Metallo), Kuoki [m] (Aria), Mokuzai [f] (Legno)
– i tre samurai con Elementi Secondari
Regno Sea
(regno negli abissi marini)
- Kwakhala [f] – Regina (solo nominata)
- Esseri mostruosi: Kraken, Leviatano
Regno Koraha
(regno nel deserto omonimo)
- Yuly [f] - ? (solo nominata)
- Esseri Mostruosi: Golem, Skorpio
Regno Sliabh
(regno sulle montagne condivise tra Metel e Tera)
- Esseri mostruosi: Gigante
Regno Hout
(regno chiamato anche Foresta Proibita)
- Esseri mostruosi: Ombra della foresta?
Regno Heru
(regno sotterraneo posizionato alle radici
dell’albero Hyperion)
- Innominabile – Imperatore (soltanto identificato come
imperatore)
- ? – Cinque servitori di Heru
Altri personaggi nominati
o apparsi nel capitolo
- Kokiaka – Presidente dello Stato Libero di Oazi, ma anche
capo degli Immortali, un gruppo di malfattori che si cela dietro ai
nomi di Briganti, Contrabbandieri e Mercenari
- Atua CCXVII (vero nome Ohlaka) – Saggia della corte di
Metel prima di diventare Imperatore dei Cinque Regni
- Bruligida – Regina del Regno di Tan abdica a favore della
figlia adottata per poi riceve l’incarico di saggia di corte
- Flame – Nuova Regina del Regno di Tan dopo
l’abdicazione della madre adottiva
- Vlek – Saggio di corte a Tera, ha assunto la carica dopo
che Wijs è stato nominato Imperatore dei Cinque Regni con il
nome di Atua CCXVI alla fine della Grande Guerra
Schema della magia
- Ogni Essere Vivente è costituito di Energia
- Con al morte fisica l’Energia si tramuta in un Globo di
Luce o in uno Oscuro
- Il Globo di Luce raggiunge il Regno Wuxing (il bene) mentre il Globo
Oscuro raggiunge il Regno Heru (il male)
- L’Energia di ogni Essere Vivente è la base per
la creazione degli Elementi Magici
Schema degli elementi
magici
- Esistono due Elementi Dominanti: Luce, Oscurità
- Esistono tre Elementi Primari: Acqua, Fuoco, Terra
- Esistono tre Elementi Secondari: Aria, Legno, Metallo
- Esiste un Elemento Neutro: Etere
- se uno o più Elementi Secondari acquistano potere
crea/creano squilibrio
- con lo squilibrio uno o più Elementi Primari
soccombe/soccombono e l’Elemento Neutro diventa Caos
- L’Elemento Caos dona maggiore potere all’Elemento
Dominante Oscurità che prende il soppravvento sulla Luce.
Schema della Forma
Energetica Assoluta
- La Forma Energetica Assoluta è il massimo raggiungibile
nella Forma Energetica
- La Forma Energetica si divide in tre livelli:
a) Livello Kou (alto) : lo ottengono solo l’Imperatore di
Wuxing e l’Imperatore di Heru
b) Livello Heikin (intermedio): lo ottengono solo i generali di Wuxing
e i servitori di Heru
c) Livello Tei (basso) – lo ottengono i samurai di Wuxing e
tutti gli altri esseri viventi che hanno coscienza delle differenze.
- La Forma Energetica evoca magicamente un Animale chiamato Famiglio
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Capitolo 4 *** A un passo dalla morte... ***
– Sei mesi prima –
La sfida a squadre si è conclusa con un pareggio, Atua aiuta
Fajro ad alzarsi e chiede: «Come ti senti?»
«Fisicamente bene, anche se sono molto stanco.»
«Ti ricordi cosa è successo?» chiede
Atua particolarmente preoccupato.
Fajro scuote la testa «Soltanto di aver visto
un’enorme fiamma distruttiva dirigersi verso Kinzoku e ho
provato la sensazione che quel fuoco fosse impregnato d’ira e
pronto a divorarlo, così mi sono buttato su di lui per
proteggerlo.»
«Non costringerti a ricordare, adesso riposati e vedrai che
nei prossimi giorni ti ritornerà la memoria del finale della
tua sfida.»
Atua e Kasai portano Fajro nella sua camera e il ragazzo si butta
letteralmente su letto bofonchiando: «Ho veramente tanto
sonno.»
Il ragazzo chiude gli occhi addormentandosi all’istante,
Kasai gli mette una coperta addosso mentre dice ad Atua: «Ho
conosciuto soltanto due persone che con il Livello Tei hanno evocato la
propria arma spirituale; Kinzoku e adesso Fajro.»
«È la stessa preoccupazione
dell’imperatore perché non ha soltanto utilizzato
questa tecnica ma ha assorbito nel corpo la potenza distruttiva
generata dalle due armi venute in contatto tra loro. Capisco
l’entusiasmo di Natsu ma se Fajro, senza accorgersi, ha
usufruito di una delle tecniche del Livello Heikin,
c’è qualcosa di profondamente sbagliato»
risponde Atua sempre più preoccupato. «Eteru
è l’unica persona che può dirci cosa
è accaduto.»
– Ieri –
«Come sta?»
«Stabile, le sue funzioni vitali sono completamente attive,
però non c’è modo di farlo
risvegliare.»
«È la seconda volta che entra in questo tipo di
coma e già prima avevo avuto l’impressione che ci
fosse altro nella sua testa, qualcosa che nessuno di voi può
vedere perché coperta da una barriera psichica molto
forte.»
«Così potente che neppure l’imperatore
riesce ad aprire? Se Eteru fosse sveglia!»
«È un’ipotesi plausibile, ma fino a
quando l’imperatore sarà occupato per liberare
Eteru dal suo stato catatonico e i generali saranno bloccati nel mondo
degli uomini per osservare lo strano movimento delle creature maligne,
noi possiamo soltanto prenderci cura del corpo di Fajro.»
Sento le loro voci, le
loro preoccupazioni, ma non riesco né
a parlare né ad aprire gli occhi. Vedo una stanza
completamente fatta di specchi: alcuni si sgretolano facendo entrare
una luce nera come il carbone, da altri in frantumi filtra una luce
bianca e confortevole. Non capisco dove mi trovo, continuo a sentirmi
osservato da qualcuno nascosto dietro gli specchi e
all’improvviso…
4° capitolo – A
un passo dalla morte...
Quarto
Anno (Mondo degli Uomini)
Concilio dei Cinque
Nei mesi precedenti il Re di Metel aveva firmato un accordo con lo
Stato Libero di Oazo nel quale si autorizzava il sistema della
schiavitù per debito o per condanna, legittimandolo
attraverso i tribunali di stato nei loro paesi. Ma era solo
l’inizio.
Il Re di Metel, durante il Concilio dei Cinque, ha chiesto di tramutare
l’accordo tra regni indipendenti in Legge Imperiale e la
discussione si è fatalmente accesa fin dal primo istante
perché diventando legge, tutti devono sottostare alle
direttive previste dalla riforma permettendo a chiunque di richiedere
come risarcimento per un danno la schiavitù del condannato.
Nel corso del dibattito non si è raggiunto
l’accordo unitario pertanto i regnanti hanno deciso di
votare. Il partito dei favorevoli è formato da Metel, Dwr e
Apen mentre quello dei contrari è composto da Tera e Tan.
L’imperatore ha il potere di rimandare la discussione al
prossimo Concilio esprimendosi con una votazione contraria ma
clamorosamente Atua CCXVII sostiene il partito dei favorevoli e
annuncia al mondo la nascita di questa nuova Legge Imperiale.
Regno di Tan
Il regno, guidato dalla Regina Flame, ha iniziato a riprendersi dopo le
tante disavventure patite. L’istituzione della Guardia Reale
ha garantito protezione ai pochi mercanti del regno che si avventurano
nel mondo e la creazione di un nuovo porto funzionale per accogliere i
commercianti stranieri provenienti dal mare. Dopo la rivolta di Torcon
a Dwr, Port Altaj era passato in mano al Regno di Metel mentre Port
Shoal era stato conquistato dallo Stato Libero di Oazo; la creazione di
Port Lumo vicino alle macerie del Ponte Nord/Ovest, distrutto durante
la Grande Guerra, permetteva ai mercanti stranieri di diminuire i
lunghi tempi di viaggio attraverso le vie terrestri e di evitare dei
piccoli porticcioli finendo spesso prede degli Immortali.
Flame, sempre appoggiata da tutto il popolo, è riuscita a
rendere meno disagiata la situazione di Tan, grazie anche ai preziosi
consigli della madre adottiva. Bruligida, con il ruolo di Saggio di
corte, ha creato una scuola per saggi nati a Tan riuscendo a riportare
la pace anche all’interno di questa casta che si era
allontanata dalla casa reale subito dopo la Grande Guerra.
Il rinnovato potere economico è gestito in modo che sia la
popolazione più povera ad avere benefici. Il decreto ha
permesso ai profughi, provenienti dalle terre cedute a Metel e a Oazo,
di poter rientrare a Tan, stabilirsi in luoghi e abitazioni decenti, ma
soprattutto dei posti di lavoro all’interno del nuovo
consorzio dei costruttori.
Le nuove attività lavorative accompagnate dal porto di Lumo,
nome che era del padre di Explodon, hanno incoraggiato la costruzione
di nuove navi commerciali. I rappresentanti degli altri regni si sono
espressi con favore a questa rinascita di Tan, ma in realtà
temono che la nuova flotta possa nascondere la rinascita della marina
militare.
Regno di Dwr
La pace relativa con gli altri regni ha permesso alla regina Cristalya
di espandere la propria influenza commerciale in tutto il mondo,
soprattutto con il Regno di Apen, attraverso successivi contratti
commerciali vantaggiosi per entrambi. Cristalya, con nuove risorse
economiche, ha sorprendentemente consolidato i rapporti commerciali con
lo Stato Libero di Oazo acquistando armi di nuova generazione, preziosi
per le sue collane e nuove navi, sia militari sia mercantili. Oceanya,
contraria a dare dei soldi a chi, fino a due anni prima, era una spina
nel fianco per i commercianti di Dwr, ha manifestato disagio prendendo
ugualmente le parti della sorella, ma la difesa dalle
critiche provenienti soprattutto dagli esponenti di spicco di esercito
e marina.
A Dwr, da qualche tempo, è in atto una riforma sociale dalla
quale i ricchi possidenti stanno acquisendo maggiore potere e non ha
sorpreso nessuno l’appoggio totale di questo regno alla
proposta per autorizzare la schiavitù.
Stato Libero di Oazo
Lo Stato Libero di Oazo è l’unico luogo dove la
ricchezza aumenta ogni giorno fin dalla firma dei trattati di pace con
Tan. Il nuovo stato, rilevando la totalità delle miniere, ha
acquisito il monopolio sulle pietre preziose estratte dal vulcano
inattivo e il presidente, avendo fatto installare la base operativa per
il traffico marittimo della merce preziosa a Port Shoal, ex porto di
Tan, ha diminuito sensibilmente le possibilità per i nuovi
briganti di aggredire i commercianti dei regni vicini. In seguito,
Kokiaka, Presidente dello Stato Libero di Oazo e Titan, Re di Metel,
hanno creato una nuova cooperativa mineraria completamente governativa
e il monopolio delle pietre preziose si è esteso anche ai
metalli più rari. Oazo e Metel, con l’accordo
statale, oltre al monopolio sulle materie prime, adesso gestiscono
anche la lavorazione attraverso assunzioni di comodo e sotto pagate, il
commercio diretto senza intermediari e il listino dei prezzi senza
dover tenere conto della situazione globale. Questa nuova cooperativa
si aggiunge al consorzio navale mercantile che da due anni gestiva il
trasferimento delle merci da Port Shoal e Port Altaj, i due porti
acquisiti dai trattati di pace con Tan e la nuova Legge Imperiale sulla
schiavitù garantisce mano d’opera senza spese.
I Briganti di Oazo, in realtà gli Immortali, avevano
compiuto i primi passi verso l’apparente legalità
appropriandosi della terra lasciata libera dal
“ritiro” del deserto ma oggi…
Port Shoal
«Cosa dicono dall’altra parte? Ci sono
messaggi?» chiede uno dei briganti a un suo compagno.
«Niente, ma immagino che sia la stessa cosa anche per
loro!» risponde impaurito il secondo uomo.
Lo sguardo dei due uomini si solleva verso il cielo perché
sopra le loro teste sta volando un uomo cui sono state staccate le
braccia. Le urla di quella persona li fanno correre verso il paesino ma
quell’essere gigantesco li schiaccia senza neppure accorgersi
della loro presenza. Il Golem di granito è uscito dal
deserto, ha distrutto ogni cosa che era sul suo cammino e ora attacca
Port Shoal, dove vivono soltanto i lavoratori coatti e alcune guardie
di sicurezza. La creatura sta passeggiando su tutte le piccole casette,
le manda in frantumi senza sforzo, raggiunge i posti di controllo delle
guardie, costruzioni più resistenti, e li abbatte con dei
poderosi pugni. L’attacco del mostro non risparmia niente e
chi tenta la fuga con delle imbarcazioni, si vedono arrivare sulla
testa dei grossi massi staccati della scogliera con facilità
e lanciati dalla creatura con indifferenza assoluta. Il paese
è un cumulo di macerie, il Golem inizia a correre sulla
costa dirigendosi verso est.
Regno di Apen
Nel corso degli ultimi tre anni Re Oak ha riscritto molte leggi che
vigevano ad Apen da secoli, ma con il solo risultato di aumentare la
distanza tra la nobiltà, sempre più ricca grazie
ai commerci, e la popolazione, sempre più povera e
sfruttata. I malumori sono cresciuti esponenzialmente e nei bassi fondi
si è fatta strada l’idea di liberare Wit
dall’esilio per rimetterlo sul trono. Il Re ha autorizzato
l’esercito a intervenire con decisione per sedare quei
piccoli focolai di rivolta, ma spesso le scaramucce tra soldati e
popolani sono state risolte senza dover utilizzare la forza armata, ma
la vera stranezza è la scomparsa improvvisa proprio dei
più accesi fomentatori alla ribellione.
Negli ultimi mesi le visite del Re di Apen al Regno di Dwr sono state
molto frequenti e nei salotti dei nobili si vocifera con insistenza che
i due regnanti stiano contrattando per un loro matrimonio.
Port Huwur
Il caldo sole del mattino e la calma del mare hanno convinto molti
mercanti a prendere il largo e nel porto fervono i lavori per partire
prima degli altri. Il primo mercantile parte, ma un marinaio urla:
«Capitano, guardate!»
Il comandante del naviglio può solo sgomentarsi mentre un
enorme pietrone colpisce la sua nave che affondando completamente
schiacciata.
Le urla di paura della gente sono agghiaccianti mentre il Golem,
proveniente da ovest, sta disintegrando tutte le imbarcazioni
ormeggiate e risale la costa dirigendosi verso la cittadina. Huwur
è una città ricca e dedita al commercio; i
cittadini più facoltosi hanno costruito ville principesche
mentre i popolani possono godere della richiesta incessante di mano
d’opera per i numerosi lavori autorizzati dal governo reale.
La città è una delle più grandi di
Apen e il Golem sta distruggendo tutto senza trovare alcuna resistenza,
neppure dai soldati che sono fuggiti per primi. La creatura non lascia
intatto niente, schiaccia con i piedi le cose piccole, abbatte con i
pugni le cose grandi, stermina la gente senza preclusione per
età o sesso, e di tanto in tanto gusta il loro sangue mentre
strazia i loro corpi. Un uomo soltanto, incappucciato, non fugge
davanti a quel mostro, non lo ferma perché non
può intromettersi, però si mostra alla creatura
togliendosi il cappuccio.
Il generale Haru di Wuxing gli urla: «Non sei ancora
soddisfatto?»
Il Golem non muove la bocca, una voce risponde, e non è la
sua: «Io ho finito il mio compito, per gli altri deve ancora
cominciare!»
Proferite quelle parole, il Golem si sgretola, il vento trasporta il
granito sbriciolato lontano dalla città e Haru
può solo rimettersi il cappuccio e abbandonare la desolata
cittadina di Huwur che fino a ieri era una delle più fastose
di Apen.
Ma ad Apen la mattina ha riservato altro sgomento…
Port Kurang
Kurang è prettamente un avamposto della marina militare, fin
dalle prime luci dell’alba le varie guarnigioni hanno
iniziato a lavorare alacremente sulle navi o al porto, ma
improvvisamente il sole si oscura e scende una fitta nebbia sulla
piccola cittadina.
«Mi sento come se qualcuno mi toccasse la schiena»
dice un marinaio al suo compagno di lavoro senza ricevere risposta.
«Ehi, parlo con te» dice il marinaio infastidito,
ma quando volta la testa, il suo sguardo si tramuta in terrore puro.
Un’ombra nera, con lunghe braccia e dita artigliate, gli
stacca la testa con un colpo netto. L’ombra si muove nella
nebbia e quando s’imbatte in qualche marinaio, esegue con
precisione la decapitazione senza che la persona possa pronunciare una
sola parola.
Nel posto di guardia alcuni soldati osservano la nebbia e uno di loro
dice: «Meno male che siamo qui dentro al calduccio.»
«Eppure guarda il soffitto.»
I cinque uomini di guardia guardano in alto mentre la nebbia inizia a
riempire l’intera stanza. Una marinaia sta raggiungendo il
posto di guardia e sente delle urla, corre verso la finestra per
guardare cosa stia succedendo all’interno e contro la vetrata
ci finisce una testa tagliata. La donna è inorridita, sta
per fuggire ma la vetrata va in frantumi, il lungo braccio
dell’ombra la raggiunge e le dita artigliate della creatura
le trafiggono il collo. Le stesse sequenze di morte cruenta si
ripetono, minuto per minuto, e quando la nebbia si solleva dal paesino
non c’è più una persona viva a Kurang.
Regno di Tera
Il Regno di Tera è in continua lotta contro i
contrabbandieri che, diventati molto più aggressivi
nell’ultimo anno, impegnano quasi ogni giorno
l’esercito in lunghi e apri combattimenti sopratutto nella
Baia.
La Regina deve anche scontrarsi con lo strapotere economico di Metel,
Dwr e Apen creatosi con una serie di accordi commerciali vantaggiosi
soltanto per loro. La Regina, con la vittoria nella Grande Guerra, e la
conseguente liberalizzazione del commercio sul Ponte Sud/Est, aveva
raddoppiato le entrate monetarie grazie alle esportazioni tipiche del
suo paese, ma i nuovi prezzi, controllati dagli altri tre regni, le
impedisce di vendere la merce con il giusto valore. Addirittura ci sono
oggetti manifatturieri che portano delle perdite finanziare anche se
venduti. Questa strana speculazione, per paradosso, non solo manda in
perdita le casse di Tera, ma favorisce i guadagni illegali dei
contrabbandieri che sottraendo le merci attraverso dei furti, le
vendono a prezzi ancora più bassi.
Port Statig
In questa cittadina la recessione è vissuta in modo blando
perché sono soprattutto i piccoli paesi
dell’entroterra quelli che patiscono maggiormente la crisi
finanziaria del regno. Statig è molto vicina al Confine Sud
e la nebbia proveniente dal paese di Kurang la raggiunge in poche ore;
il mercato settimanale è pieno di gente alla ricerca del
cibo prelibato proveniente dalle fiorenti agricolture di Tera e attende
il pescato giornaliero prenotando il posto dai vari mercanti per
accaparrarsi le primizie.
«La Saggia di Statig sbaglia sempre le previsioni del
tempo» dice una signora al venditore di frutta.
«Ormai non ci dobbiamo più sorprendere di nulla,
neanche del tempo che cambia in un attimo» risponde
l’uomo sorridendo.
La signora sta per dire qualcosa ma vede un’ombra dietro al
mercante e i suoi occhi mostrano paura.
«Che le succede?» chiede l’uomo, ma sono
le sue ultime parole perché la sua testa, staccata di netto,
cade dentro il cestino della donna.
La signora urla, e come lei tantissime altre persone nel mercato mentre
nella fitta nebbia l’ombra maligna continua le decapitazioni
che aveva iniziato ad Apen senza curarsi minimamente di quale persona
sia il capo mozzato. Un solo uomo è risparmiato da
quest’atroce morte, egli ha in mano una strana spada e rimane
fermo al suo posto. Dalla nebbia una voce gli sussurra:
«Perché sei qui Fuyu?»
«Purtroppo posso solo osservare ciò che la tua
creatura sta facendo a queste povere persone, ma presto dovrete fare i
conti con Wuxing» risponde il generale.
L’ombra oscura esce dalla nebbia e si mette davanti a Fuyu,
non è per nulla turbata dalla spada impugnata
dall’uomo, anzi, allunga il suo braccio verso il generale e
mostrando gli artigli insanguinati, risponde: «Non avete
nessuna speranza, a meno che il tuo imperatore non voglia aprire i
cancelli del Regno di Heru. E sai bene che non sopravvivrebbe nessuno,
neppure quelli che volete salvare.»
«Perché ti nascondi per rispondermi? Temi ancora
uno scontro diretto?»
Fuyu ottiene soltanto una risata malefica mentre la nebbia si solleva e
l’ombra scompare. Il generale vede nella piazza i cadaveri
che si decompongono in modo accelerato e che scompaiono lasciando la
cittadina completamente deserta.
Ma a Tera la mattina ha riservato altro sgomento…
Port Royal
Il Regno di Tera è l’unico nel quale la
popolazione ha lasciato i piccoli paesi per fondare delle
città grazie alla fiorente agricoltura esportata in tutto il
mondo. Una delle più frequentate dagli stranieri, oltre alla
capitale, è Royal perché non è solo
attiva commercialmente, ma è anche uno dei luoghi di vacanza
più rinomati. La città brulica di gente: chi
lavora sodo, chi si diverte e passeggia sulle splendide spiagge dorate,
ma anche chi è di passaggio e rimane affascinato dai
monumenti sparsi in ogni angolo di Royal. Ma non tutti sono spensierati
e allegri, alcuni soldati, fin dal primo mattino, hanno notato che
sulla montagna ci sono stati dei grossi smottamenti seguiti da valanghe
improvvise. Il luogo è molto lontano dalla città,
ma l’ufficiale di servizio ha preferito mandare una pattuglia
a controllare cosa succede. L’ufficiale, seduto nella
guardiola, attende di ricevere il piccione viaggiatore dai suoi uomini
quando sente un enorme boato. Lui e altri soldati escono dalla baracca
e non fanno in tempo a parlare perché sono investiti e
schiacciati da un enorme blocco di marmo. La gente è in
preda al terrore, fugge verso il mare ma non ci sono imbarcazioni,
neppure quelle militari. Il Gigante è sceso dalla montagna,
abbatte la sua furia sulle persone, le raccoglie come se fossero frutti
nati dalla terra, le stritola con le sue poderose mani e infine le
trangugia con repellente soddisfazione. I pochi soldati in
città tentano di attaccare quella Creatura mitologica, i
cannoni sparano a ripetizione ma il mostro non subisce la minima ferita
da quelle palle di ferro che sono più piccole delle sue mani.
Il Gigante si mette in ginocchio, agita un braccio sul terreno e spazza
via con un solo colpo cannoni, case, oggetti e persone. La creatura
continua a distruggere tutto fino a quando non è circondato
da macerie, poi, inizia a camminare lungo la costa dirigendosi a nord.
Regno di Metel
Terminata la guerra di tre anni prima, l’espansione di Metel
sulle terre conquistate a Tan era stata veloce ma irta di problemi. Gli
sfollati di un paese raggiungevano quello confinante e organizzavano
piccole sacche di resistenza obbligando a combattere
l’esercito di Metel già sposato dalla guerra
precedente.
Il Regno di Metel, che aveva osteggiato le richieste per la Guardia
Reale fatte da Bruligida, per paradosso ha beneficiato della creazione
di quel piccolo esercito che si è incaricato di sedare le
piccole ribellioni dei profughi e ha gestito il loro trasferimento nel
rinnovato Regno di Tan.
Port Coral
Coral è un paesino quasi disabitato e costruito sul Confine
Est, ha un porto di modeste dimensioni e le navi che attraccano
trasportano soprattutto merci pesanti, tra le quali le tantissime rocce
distrutte sulla montagna per opera dei minatori. Le due famiglie che vi
abitano sono semplicemente i guardiani del faro mentre i lavoratori
giungono dall’entroterra soltanto su commissione. La mattina
è fredda e umida, due ragazzini giocano sull’unico
pontile mentre un uomo è sul faro, osserva il mare e ogni
tanto controlla il confine marittimo che divide Coral dalla
città di Royal di Tera che dista pochi chilometri.
Ciò che vede lo terrorizza, abbandona il suo posto e scende
velocemente la lunga scala a chiocciola, spalanca la porta e urla ai
due bambini: «Venite via!»
Un sibilo, una grande roccia atterra sul pontile distruggendolo
completamente e i due bambini sono trascinati con i legni del ponte
dentro tre metri d’acqua. L’uomo è
affranto, non ha forza di reagire per la perdita dei figli, e il loro
assassino è già vicino a lui. Il Gigante,
l’essere mostruoso che ha distrutto Royal, prende con una
mano l’uomo, guarda quell’insignificante insetto e,
trovandolo disgustoso, lo stritola fino a che il corpo di
quell’umano diventa una poltiglia da gettare in mare. La
creatura distruggere le poche case massacrando i suoi occupanti,
abbatte completamente Port Coral e sogghigna mentre scova una nuova
preda. Ma la donna che ha davanti a sé non è per
nulla pronta a diventare un pasto, estrae la katana e urla:
«Ti sei già dimenticato di me?»
Il Gigante indietreggia, non muove le labbra, ma una voce dice:
«Generale Aki, che cosa ci fate da queste parti? Non vorrete
combattere con noi?»
«Per ora siete salvi, tu è il Gigante»
dice Aki mentre avanza.
«Le tue vittorie sono il passato, adesso siamo tutti molto
più forti di un generale di Wuxing. Potrei anche ucciderti
io a mani nude senza far muovere la mia Creatura» risponde
quella voce proveniente da un punto molto vicino al Gigante.
«E allora perché non ti fai sotto? Lui, per
adesso, non posso toccarlo, ma se tu mi aggredisci stai certo che non
ne esci vivo!» dice Aki avvicinandosi di nuovo al Gigante.
«Sì vedrà quando sarà il
momento.»
Quella voce smette di parlare, il Gigante cambia direzione, evita di
passare dove si è piazzata Aki e percorrere la strada che lo
porterà in un qualche luogo sperduto sulle montagne.
Mondo
In quattro ore il mondo è stato sconvolto
dall’apparizione nefasta di tre creature mitologiche, sei
città sono state rase al suolo e la conta delle vittime
è altissima. Le prime reazioni dei regnanti sono di puro
sgomento, anche la regina di Tan, nonostante non abbia subito perdite,
è vicina alle famiglie che hanno perduto i loro cari tanto
da offrire aiuto ai tre regni colpiti dalle bestie malefiche.
L’unica persona che si è completamente
disinteressata degli avvenimenti accaduti nella mattinata è
la Regina di Dwr e mentre in ogni luogo si discute su come reagire a
questa catastrofe, Cristalya annuncia di avere accettato la proposta di
matrimonio che Oak, re di Apen, le ha presentato per sposare la
principessa Oceanya.
Isola Otoke
Gli avvenimenti catastrofici di questi ultimi mesi hanno convinto
l’imperatore Atua CCXVII del suo nome, a scegliere il palazzo
imperiale sull’isola Otoke come fissa dimora
perché è l’unica, tra le quattro, a
poter usufruire della vicinanza di città portuali
risparmiate dalle aggressioni delle Creature maligne: Port Tuath a Dwr
e Port Pearl a Metel. Da Otoke l’imperatore ha mandato
messaggi a tutto il popolo dei Cinque Regni. «Questo anno di
disgrazia deve farci riflettere e siamo tenuti a riconsiderare le
nostre priorità. Il nostro mondo sta subendo
l’aggressione dei mostri che erano scomparsi fin dal giorno
del Mito e ogni luogo non può più dirsi sicuro.
Auspico che ogni Regno collabori con i propri vicini cancellando le
diffidenze e l’odio così come accadde alla venuta
di Atua, Primo del suo nome, perché soltanto con
l’unità possiamo ricacciare indietro le bestie. Il
Leggendario ci ha mostrato la strada da percorrere e auspico che con la
mia dichiarazione di “Calamità Mondiale”
si possano trovare nuovi eroi tra coloro che si batteranno in prima
persona per tutta la gente del mondo.»
– Oggi –
L’imperatore sta dando da mangiare al corvo Agisto quando
nella sala cerimoniale appaiono i quattro generali.
«Ho visto e la situazione sta peggiorando, ma mi chiedo per
quale motivo il Regno di Sea non si sia mosso come tutti gli
altri» dice l’imperatore.
«Sono rimasto a Otoke fino all’arrivo di Atua
CCXVII e il mare era calmo come se fosse stato congelato»
risponde sconsolato Natsu.
«Temo che si stiano preparando a fare qualcosa di terribile
perché non sono riuscito neppure io a vedere le loro
creature in nessuno dei quattro mari» dice con crescente
preoccupazione l’imperatore.
«La guardia del Gigante dicendomi “quando
sarà il momento” mi ha chiaramente lanciato un
messaggio di sfida che dovremo accogliere in un tempo non troppo
lontano da oggi» sentenzia Aki.
«Ditemi Signore, come sta il giovane?» chiede Haru.
«Nessun cambiamento dalla condizione precedente,
così come Eteru è bloccata nel suo letto in
catalessi.»
«Credete che le due situazioni siano collegate?»
domanda Fuyu.
«È molto probabile, anche se spero di
no» risponde l’imperatore facendo un leggero
sospiro.
«Venerabile Imperatore credo che…»
«Sì, hai ragione tu Natsu, gli devo una
spiegazione» dice l’imperatore interrompendo il suo
generale.
… tutti gli
specchi di destra si sono frantumati, la luce
nera ha invaso metà del luogo in cui mi trovo e davanti a me
c’è una figura completamente vestita di nero che
indossa una maschera. Mi dice con grande astio: «Sei ancora
vivo!»
Non posso riconoscere la
voce, è camuffata in qualche modo,
non so se sia un uomo o una donna, ma capisco che non è
davanti a me per aiutarmi. Con relativa certezza dico: «Sei
l’Inquisitore!»
Vorrei allungare le mani
per colpirlo ma il mio corpo è
immobile, intuisco che lo stregone vorrebbe fare la stessa cosa contro
di me, ma non può avvicinarsi per qualche motivo che non
comprendo. Lui impreca e poi dice: «Ho fatto tutto
ciò che era necessario per eliminare ogni discendente di
Atua eppure sei ancora vivo, ma adesso sono consapevole che non
è lei quella che stanno istruendo alle arti magiche. Povero
Fajro, un essere normale cui hanno assegnato un compito impossibile da
completare. Tu non riuscirà mai a impedirmi di distruggere
l’intero mondo, e fino a quando starai rintanato, io
continuerò a far ballare le mie pedine in modo che
favoriscano la caduta dei Cinque Regni degli Uomini che poi
plasmerò a mio piacimento!»
«Non so chi
sei, ma ti giuro che tornerò nel mondo
e ti strapperò la maschera con le mie mani. Pagherai per
ogni delitto che è stato compiuto per ordine tuo»
urlo decisamente adirato.
Lo stregone oscuro
riesce ad avvicinarsi di più,
è solo a un passo da me e dice con tono spregevole:
«Tuo padre è caduto per opera dei miei servitori,
ma io ho ucciso tuo fratello e finirò l’opera con
te. Avrei voluto farti assistere alla morte di tua madre ma ora che sei
davanti ai miei occhi, chiuderò i conti con te e i tuoi
nuovi amici in questo istante.»
Sono completamente
indifeso, lui alza le mani e sento
un’energia mostruosa mentre s’incanala attraverso
le sue dita, ma all’improvviso sento frantumarsi tutti gli
specchi di sinistra e la luce bianca riempie il luogo in cui mi trovo.
Sento una mano sulla mia spalla, calda, amichevole, guardo lo stregone
e lui, mentre svanisce, urla: «Ti hanno salvato di nuovo ma
alla fine cadrai per mano mia come tutti gli altri!»
La persona che mi ha
messo la mano sulla spalla ha una voce che
conosco. Dice: «Non è il momento, torniamo a
casa!»
Eteru mi ha salvato.
– Adesso –
«Fajro, sei sveglio, finalmente» dice Kasai
piangendo a dirotto.
«Quanto tempo sono rimasto in coma questa volta?»
«Sei mesi» risponde Atua sorridendo.
«Ho molte cose da dire e da chiedere.»
«Anche noi, figliolo» dice l’imperatore
appena materializzato nella stanza.
CAST
Importanti
Agisto – Corvo messaggero appartenuto a Sipestro di Tan e che
ospita l’anima errante del soldato Matco, assassinato al lago
Sider a Dwr
Ten [m] – Bimbo che vede gli avvenimenti attraverso gli occhi
del corvo
Atua Primo [m] – Leggendario Imperatore dei Cinque Regni Umani
Fajro [m] – Principe di Tan e protagonista della storia
Regno Wuxing
- ? [m] – Imperatore (il suo nome non è stato
ancora detto)
- Aki [f], Fuyu [m], Haru [m], Natsu [m] – i quattro generali
di Wuxing
- Eteru [f] (Neutro) – la samurai definita più
vicina al Creatore
- Daichi [m] (Terra), Kasai [f] (Fuoco), Mizu [m] (Acqua) – i
tre samurai con Elementi Primari
- Kinzoku [m] (Metallo), Kuoki [m] (Aria), Mokuzai [f] (Legno)
– i tre samurai con Elementi Secondari
Regno Sea
(regno negli abissi marini)
- Kwakhala [f] – Regina (solo nominata)
- Esseri mostruosi: Kraken, Leviatano
Regno Koraha
(regno nel deserto omonimo)
- Yuly [f] – ? (solo nominata)
- Esseri Mostruosi: Golem, Skorpio
Regno Sliabh
(regno sulle montagne condivise tra Metel e Tera)
- ? – guardiano del Gigante
- Esseri mostruosi: Gigante
Regno Hout
(regno chiamato anche Foresta Proibita)
- Esseri mostruosi: Ombra
Regno Heru
(regno sotterraneo posizionato alle radici
dell’albero Hyperion)
- Innominabile – Imperatore (soltanto identificato come
imperatore)
- ? – Cinque servitori di Heru (soltanto nominato il loro
ruolo)
Altri personaggi
nominati o apparsi nel capitolo
- Atua CCXVII (vero nome Ohlaka) – Saggia della corte di
Metel prima di diventare Imperatore dei Cinque Regni
- Flame – Nuova Regina del Regno di Tan dopo
l’abdicazione della madre adottiva
- Bruligida – Regina del Regno di Tan abdica a favore della
figlia adottata per poi riceve l’incarico di saggia di corte
- Torcon – principe ereditario di Tan ucciso durante la sua
rivolta contro Dwr
- Cristalya – Regina di Dwr
- Oceanya – Principessa ereditaria e comandante in capo
dell’esercito di Dwr
- Kokiaka – Presidente dello Stato Libero di Oazi, ma anche
capo degli Immortali, un gruppo di malfattori che si cela dietro ai
nomi di Briganti, Contrabbandieri e Mercenari
- Titan – Re di Metel
- Oak – Re di Apen
- Inquisitore – Stregone Nero la cui identità
è sconosciuta
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Capitolo 5 *** ...e quattro passi verso la vita ***
Nell’arena
ci sono tre persone: il generale Natsu solleva una
barriera di fuoco per proteggere la sala durante la sfida tra la
maestra Kasai e l’allievo Fajro. Il ragazzo è
davanti al suo primo esame, deve mostrare la sua Forma Energetica,
l’affiatamento con il Famiglio, ma soprattutto deve battere
la persona che gli ha insegnato tutto sull’Elemento Fuoco.
Natsu dà il via e Fajro si accende subito, evoca il suo famiglio, il
leone di fuoco, e l’animale ruggisce all’indirizzo
della donna. Kasai è pronta, deve combattere senza
trattenersi, evoca il suo famiglio, sguaina la katana e indica nel
leone l’obiettivo da colpire e immediatamente una miriade di
formiche rosse assaltano il nemico, e ogni lo feroce morso equivale a
una esplosione sul felino e dolore per il suo evocatore. Fajro,
differentemente dal passato, rimane in piedi, il leone avanza verso
Kasai, spalanca le fauci e dalla bocca sprigiona una fiammata. La
donna, per nulla intimorita, corre verso quel fuoco, rotea la katana e
s’impadronisce della fiamma creando un turbine infuocato, ma
non si accorge che il leone era soltanto un’esca. Fajro,
dietro la bestia, agita la sua katana e spedisce contro
l’avversaria delle rocce roventi ma Kasai conosce quella
mossa, scuote la katana spedendo il turbine infuocato verso
l’alto e con l’arma libera taglia ogni roccia con
precisione. La donna è sorpresa nello scoprire che
all’interno delle rocce ci sono dei cristalli acuminati di
ghiaccio, ma è lesta a richiamare il famiglio vicino a
sé. Le formiche balzano via dal leone, si uniscono tramite
le antenne e formano una rete protettiva. Fajro stava attendendo
proprio questa risposta; il leone estrae gli artigli e con quattro
feroci zampate distrugge la rete, Kasai, subendo il colpo
indirettamente, cade all’indietro, sbatte la schiena a terra,
tenta di rialzarsi, ma non gli è possibile perché
Fajro gli è addosso e le punta alla gola un pugnale di ferro.
Natsu urla dalla contentezza: «Lo sapevo, lo sapevo che ci
saresti riuscito!»
«Chi è stato? Tu non sei un tattico, chi
è riuscito a metterti nella zucca queste soluzioni?
Mizu?» chiede sorridendo Kasai.
Fajro si alza in piedi, aiuta la maestra a rialzarsi e risponde
sogghignando: «No.»
«Non dirmi che è stata lei?»
«Se vuoi, non te lo dico» risponde Fajro ridendo
ancora di più.
«Pazzesco, non ti ha solo insegnato una tattica ma anche come
implementare un elemento diverso! Ed è anche quello meno
affine al tuo!» dice Natsu che poi, sorridendo, aggiunge:
«Lei è sempre con il broncio ma da qualche mese si
è sciolta. Mi dici cosa combinate davvero tu e l a Signora
quando state da soli?»
«Allenamenti!»
«Sì, ma di che genere?» chiede Kasai
maliziosamente.
«Inutile, non mi crederete mai!» bofonchia Fajro
facendo ridere Natsu e Kasai.
5° capitolo –
…e quattro passi verso la
vita
Nella sala cerimoniale il corvo Agisto è sul trespolo,
sbatte le ali, gracchia come se fosse inseguito da qualche gatto
affamato; l’imperatore, osservando questa bestiola tanto
agitata, immagina che “laggiù” stia
accadendo qualcosa di terribile. L’uomo muove la mano vicino
al becco nel corvo e il segno fa chiaramente capire ad Agisto che non
è il momento di raccontare gli ultimi avvenimenti.
Fajro è lì, sorride osservando il pennuto che
smette di agitarsi soltanto quando l’imperatore gli serve
delle ciliegie. L’imperatore, conclusa questa sua divertente
mansione, dice al ragazzo: «Giovanotto, sono molto contento
dei tuoi progressi e se all’inizio eri in forte ritardo, ora
sei anche troppo in anticipo.»
«Signore, ormai non ho dubbi che quello che mi è
successo l’anno scorso abbia smosso qualcosa, ma va oltre la
mia comprensione.»
«Ti ho fatto attendere, ma dovevo prima mettere insieme ogni
pezzo per poterti fornire delle spiegazioni precise e sicure»
risponde l’Imperatore. «Vieni con me, attraversiamo
il velo.»
L’imperatore e Fajro si dirigono verso il baldacchino,
l’uomo solleva il tendaggio, entrano e davanti agli occhi del
ragazzo compare un enorme sala con all’interno un tavolo, due
sedie e una specie di lettino senza coperte. Il ragazzo è
colpito soprattutto dalla conformazione a specchi delle pareti, troppo
simile a quella che ha visto mentre era in coma.
«Esatto» dice l’imperatore conscio del
pensiero di Fajro. «Ciò che stai guardando non
esiste e nella realtà sei soltanto in ginocchio nel
baldacchino. Sei nel mio rifugio mentale nel quale soltanto chi entra
può sentire ciò che dico, il posto più
sicuro in cui discutere di cose importanti.»
«Non capisco, io dove mi trovavo quel giorno? Questa stanza
è integra, ed è più grande del posto
in cui stavo» chiede Fajro.
«Devo raccontarti una cosa che non ti ho detto, ma che
soprattutto ho chiesto al Saggio Saga di tacere se non fosse stato
interpellato. Lui, come Saggio, avrebbe affermato la verità,
io sono sicuramente meno saggio e mantengo bene i segreti»
risponde l’imperatore quasi imbarazzato. «Devi
sapere che alcune volte ho il dono della preveggenza e tempo fa mi sei
apparso tu e avevi tra le mani un oggetto sacro che non hai ancora
né toccato né visto. Quando sei finito nel mare,
Saga ti ha protetto fisicamente, ma sono stato io a metterti in quello
stato che chiami “coma” e ho atteso pazientemente
che una persona a te cara dimostrasse il suo amore nonostante la dura
prova che stava affrontando.»
«Mia madre! Ma come è possibile?» chiede
Fajro perplesso.
«Ricordati che lei è la più anziana
discendente, ancora in vita, di Atua Primo e che certi poteri, anche se
assopiti, si possono sempre manifestare.»
«Pertanto il coma non era dipeso dalla veloce risalita
dall’acqua, ma da una barriera che avete creato per
proteggere il mio cervello.»
«Non solo la mente, ma anche quel potere che ancora stava in
silenzio dentro di te e che in questi anni ti stiamo aiutando a
sviluppare. E quando hai evocato inconsciamente un’arma
spirituale, la barriera si è alzata nuovamente per
nasconderti dagli occhi dell’oscuro signore del Regno di
Heru» risponde preoccupato l’imperatore sapendo che
Fajro è stato visto dall’Inquisitore.
«Ed è anche il motivo per cui Natsu ha innalzato
una barriera prima dell’esame che hai fatto con Kasai e che
rialzeremo a ogni altra prova nella quale ti sarà richiesto
l’utilizzo della tua Forma Energetica.»
«È una nuova prassi perché gli specchi
della mia barriera sono andati distrutti?»
«Esattamente. Ogni volta che utilizzi la Forma Energetica chi
è legato all’oscurità scopre dove ti
trovi. All’Inquisitore noi non interessiamo, ma sapere chi
è e dove si trova il mio prescelto ha grande importanza.
Lui, quasi sicuramente, ha una barriera mentale in modo da
tenerci fuori quando indossa la maschera.»
«Signore, ma allora, quando tornerò nel mondo
degli uomini, sarò obbligato a non usare l’energia
del leone?»
«C’è un modo, ed è per questo
motivo che nell’ultimo esame dovrai superare Eteru.»
«L’Atamakazari!» esclama Fajro.
«Lei si è intromessa volontariamente senza dirmi
nulla perché ha recepito la minaccia prima di me ed
è intervenuta senza perdere tempo prezioso. Ha usato
l’elmo per nascondere la sua presenza e con la sola forza
spirituale è riuscita a distruggere la mia barriera. Lei ha
agito come tua madre, senza magie ma solo con il cuore.»
«Signore, per quale motivo non ho memoria del finale della
sfida con Kinzoku e dell’arma spirituale?»
«Questi sono misteri ancora irrisolti, ma il vero problema
è capire come sia stato possibile evocare un’arma
spirituale replicando le movenze di un avversario. È stato
come se tu avessi usato il Metallo per creare del Fuoco, azione molto
simile a quella che hai utilizzato contro Kasai plasmando Acqua dentro
il Fuoco» risponde l’imperatore ancora sconcertato.
«Perché temete queste cose? Non dovrebbero
rappresentare un’arma in più da usare contro
l’Inquisitore?»
«Se tu avessi avuto coscienza mentre usavi quella tecnica,
sarei saltato di gioia, ma capitando nel momento
d’incoscienza il rischio è che tu possa fare del
male a chiunque e non solo ai nemici.»
«Il generale Natsu sembrava contento, non immaginavo che ci
fossero queste controindicazioni» dice Fajro sconsolato.
«Natsu è il vero “artista della
magia” di Wuxing. Studia ogni fenomeno derivante dalla magia,
i pro e i contro, il metodo più giusto per evocare sia il
Famiglio sia l’arma spirituale ed è attraverso la
sua amplia conoscenza che ha raggiunto il grado più alto nel
Livello Heikin. Ti svelo che avevo deciso di non proseguire su questa
strada ritenendola troppo pericolosa; lui ha insistito facendomi notare
che già usi queste tecniche in modo
“incosciente”, ma che hai anche assorbito
l’energia distruttiva che stava per abbattersi su Kinzoku
scegliendo la soluzione giusta. Insomma, Natsu ha già
programmato i tuoi prossimi passi riordinando la sequenza degli esami
che devi ancora svolgere.»
Quinto
Anno (Mondo degli Uomini)
Il nuovo anno si apre con l’ennesimo annuncio clamoroso.
Dall’Isola Raumati giunge la notizia che Wit e Pine, ex
regnanti di Apen, sono stati assassinati da sconosciuti vestiti di
nero. Re Oak li aveva deposti ed esiliati a Raumati dopo la fine della
guerra civile e molte persone gli avevano sentito promettere di
eliminarli nel caso avesse sospettato di un loro ritorno in patria per
reclamare la corona. L’anno precedente ad Apen erano
scoppiati disordini perché il popolo stava organizzando una
rivolta proprio per far tornare sul trono Wit, e nonostante Oak nega
qualsiasi coinvolgimento nell’assassinio dei genitori, la
voce comune è che sia stato proprio lui a finanziare
l’atroce delitto nel quale hanno perso la vita anche sette
guardie pretoriane dell’Imperatore Atua.
Oceanya, considerando i sospetti sulla persona che dovrebbe diventare
il suo futuro marito, ha richiesto alla sorella di rinviare il
matrimonio e Cristalya ha accettato senza discutere, ma solo
perché più preoccupata di ritrovarsi impegnata in
un conflitto che non ha creato lei.
L’attacco al mondo degli uomini effettuato dalle Creature
mitologiche nell’anno precedente, sembrava fosse soltanto un
episodio isolato, invece altre Creature hanno fatto la loro comparsa
portando nuova distruzione scegliendo le cittadine più
interne di ogni Regno. Il terribile Skorpio è uscito dal
deserto di Koraha invadendo e distruggendo i paesi a nord nello Stato
Libero di Oazo, il gigantesco scheletro dalle ossa nere chiamato
Maputa, distrutte delle barriere difensive predisposte vicino alla
Foresta Proibita, ha mietuto vittime nelle città a est del
Regno di Tera, infine, l’abominevole Pithecus dalla pelliccia
rossiccia ha assaltato e distrutto ogni città nelle terre a
sud Metel. Le tre Creature, dopo aver compito la loro opera
distruttiva, sono scomparse come avevano fatto le altre
l’anno prima.
Ogni Regno assalito ha decretato lo “stato
d’assedio” e gli eserciti si sono mossi per
approntare delle difese ai nuovi confini che si sono creati senza
intervenire nei posti già persi per cercare dei
sopravvissuti.
L’imperatore Atua, CCXVII del suo nome, temendo per la
propria vita dopo il duplice omicidio degli ex regnanti di Apen, aveva
richiesto a ogni Regno di inviare delle truppe sull’isola di
Otoke, ma le nuove incursioni delle Creature Mitologiche hanno
costretto Metel, Tera e Apen a rispondere negativamente, Tan a esimersi
dal rispondere non avendo un esercito e Oazo, non equiparato ai Cinque
Regni, non è obbligato a intervenire in soccorso
dell’impero, ha comunque rispettato gli accordi attuando una
controffensiva contro i mostri usciti da Koraha.
Dwr, non avendo subito attacchi dalle Creature maligne, ha dovuto
rispondere alla chiamata dell’imperatore e
sull’isola di Otoke è arrivata Oceanya coadiuvata
dal capitano Foeil.
Negli ultimi mesi dell’anno, Re Titan di Metel e la Regina
Wasa di Tera, hanno ufficializzato l’intenzione di sposarsi
appena saranno stati risolti i problemi più gravi causati
dalle Creature Mitologiche.
Nel Regno di Apen, nonostante i disastri compiuti dai mostri, la
popolazione ha dato inizio a nuove rivolte contro il re, ma questa
volta sono state sedate con la forza delle armi. Il popolo, per secoli
legato alle tradizioni del Leggendario, sostiene che le Creature siano
uscite dal letargo per colpa del duplice omicidio di Wit e Pine
avvenuto sull’isola di Raumati, luogo prediletto da Atua
Primo del suo nome. Una semplice diceria considerando che Port Kurang e
Port Huwur sono stati rasi al suolo l’anno precedente. Ma la
superstizione è più forte della realtà
dei fatti.
§ § §
Il generale Natsu sta parlando con Fajro e Kasai al centro
dell’arena d’allenamento. «In questa
sfida dovrete usare la katana in un combattimento semplice, ma dal
momento in cui dirò “cambio” potrete
applicare della magia elementare sulla vostra arma, però con
una limitazione: non potrete lanciare attraverso la spada il vostro
Elemento contro l’avversario. L’obiettivo per voi
è nascosto mentre i vostri avversari sanno qual è
il punto che assegna la vittoria.»
«Tu non sai niente?» chiede sottovoce Fajro a Kasai.
«Kasai conosce bene questo test, ma il suo compito
sarà solo quello di supporto, sempre che ci
riesca» dice Natsu facendo notare che ci sente molto bene.
Atua sta camminando nervosamente e attira l’attenzione di
Fajro: «Che cosa vi succede?»
«Non sono d’accordo sulla scelta di fare questa
sfida con il blocco della magia sull’arma.»
Kasai mette un braccio al collo di Fajro e dice sorridendo:
«È nervoso perché questa sfida lui,
l’ha fatta dopo sette anni.»
«Non è per questo motivo! Forse anche per questo,
ma non è il punto. E se…»
Natsu ferma Atua: «Dicendo cosa temi spieghi a Fajro come
agire per conquistare il punto vittoria.»
«Ci sono effetti collaterali?» chiede Fajro
titubante.
«Non devi preoccuparti, qualunque cosa succeda ci sono
io» risponde Natsu con fermezza. «In nessun modo
possiamo permetterci che ti accada qualcosa di così grave da
tenerti bloccato per troppo tempo.»
Nell’arena entrano gli avversari per questa sfida: Kinzoku e
Daichi.
«Mi ha detto il generale che alla prossima saremo compagni,
ma oggi mi tocca batterti» dice sogghignando Daichi a Fajro.
«Puoi provarci» risponde Kasai mostrandosi
protettiva verso il suo allievo.
La sfida ha inizio, il suono delle spade che si scontrano rimbomba
nell’arena, la battaglia tra Fajro e Kinzoku è
caratterizzata dallo studio dell’avversario intervallato da
attacchi e contrattacchi, mentre quella tra Kasai e Daichi è
contraddistinta dalla velocità di esecuzione. Natsu sa bene
che con la spada Fajro ha raggiunto buona destrezza, così
chiama subito “cambio”. I quattro si spostano
all’indietro, Fajro e Kasai danno fuoco alle spade,
dall’altra parte, la katana di Kinzoku acquisisce il colore
nero dell’acciaio indistruttibile mentre Daichi conficca la
sua arma nel terreno fino alla fine della lama. Kasai sferra colpi
veloci verso Kinzoku che reagisce tentando soluzioni estreme non
temendo le fiamme sprigionate dall’avversaria, Fajro si
lancia con impeto verso il nemico mentre Daichi, estraendo la spada da
terra, la tramuta in un martello di cemento. Kinzoku mette alle strette
Kasai ma la donna reagisce modificando la lama della katana in una
frusta di fuoco; Fajro è costretto a indietreggiare
perché Daichi agita la spada martello facendola roteare, ma
non si perde d’animo e conoscendo la tecnica
dell’avversario contrattacca. Daichi sembra sorridere, Fajro
è sorpreso e cade nella trappola. Kinzoku compie due
piroette all’indietro e con il
“fondello”della katana, diventato
anch’esso di acciaio nero, colpisce alla schiena Fajro. Il
ragazzo non riesce più a respirare, si piega su un ginocchio
e mentre Natsu urla “punto e vittoria” Daichi lo
colpisce in pieno volto facendolo volare addosso a Kasai.
Atua, preoccupato, corre verso Fajro ma il ragazzo scatta in piedi da
solo e furente esclama: «Maledizione! Ancora una volta ho
fatto lo stesso errore!»
Natsu sorride perché il ragazzo ha capito qual era
l’obiettivo. «La tua attitudine di buttarti contro
un avversario senza preoccuparti di cosa succede alle tue spalle
è dura da cancellare, ma c’è anche un
altro punto di vista da prendere in esame.»
«La fiducia incondizionata che hai nei tuoi compagni
è onorevole ma la dimostri se ti accordi con loro prima di
agire. Se tu vinci un combattimento ma Kasai muore, tu perdi
ugualmente» dice il generale Fuyu appena apparso
nell’arena insieme a Kuoki.
Fajro ringrazia inchinandosi e poi chiede ad Atua: «Signore,
lei cosa aveva fatto in questo test?»
«Stessa sconfitta, però io ero indietreggiato per
aiutare il mio compagno» risponde il Leggendario abbassando
la testa.
Natsu e Fuyu confabulano tra di loro poi il primo chiede a Fajro:
«Senti qualche dolore o della stanchezza?»
«No Signore, sono soltanto adirato con me stesso.»
«Molto bene, mi serve proprio la tua frustrazione!»
risponde Fuyu lasciando perplesso Fajro.
Kasai, Kinzoku e Atua si spostano dalla zona di combattimento mentre
Fuyu spiega: «Siccome stai bene, faremo subito un nuovo test
nel quale ci aspettiamo che tu perda perché è una
sfida impossibile.»
«Signore, ma il nostro obiettivo non è rendermi
più forte?»
«Sì, per questo affronterai una battaglia
impossibile. Nel test non cerchiamo la tua vittoria ma la tua
resistenza fisica e mentale. Tenere testa al nemico, aiutare i tuoi
compagni e continuare a combattere anche se loro non ce la fanno. La
tua esperienza negativa sul Ponte Nord/Ovest deve essere rimossa a
tutti i costi perché il tuo nemico farà di tutto
per eliminare qualsiasi persona che ti è cara per rendere la
tua mente più debole. L’amore è un
sentimento straordinario, ma anche la più grande debolezza
per un combattente.»
Atua strilla: «Che cosa avete in mente di fare? È
troppo presto!» mentre all’arena arrivano anche
Mizu, Mokuzai e i generali Haru e Aki.
Il leggendario chiede a Haru: «Non vorrete farli tutti e tre
oggi?»
«Vediamo che succede nel prossimo test, ma la nostra
intenzione è proprio questa.»
«Siete sicuri che una doppia sconfitta non abbatta il morale
di Fajro» chiede Kasai anche lei preoccupata.
«Se così sarà, riprenderemo
l’addestramento normale» risponde in modo
perentorio Aki.
Fuyu, nel frattempo, continua la spiegazione. «In questo
nuovo test combatterai insieme a Daichi e Kuoki contro Natsu. Le
regole: Natsu utilizzerà una sua tecnica speciale che gli
consente di plasmare l’energia ambientale per creare dei
mostri serventi, Daichi e Kuoki useranno la loro Forza Energetica per
attaccare il generale, mentre tu, usando solo la magia elementare,
dovrai proteggere i compagni e te stesso senza poterti muovere dalla
posizione difensiva.»
S’inizia e in un attimo Natsu crea una serie di
mostriciattoli verdi armati di spade, forconi e lance, qualche istante
dopo Daichi evoca il suo Famiglio, un enorme cobra, seguito dal
Famiglio di Kuoki, un’aquila reale mente Fajro crea una
barriera di fuoco alle spalle dei compagni. Il cobra inghiotte ogni
nemico mentre l’aquila li artiglia piovendo
dall’alto con impressionante velocità, ma per ogni
mostriciattolo ucciso Natsu ne crea altri due. Fajro difende la
barriera, spara dai pugni delle palle di fuoco, ma utilizzando il suo
Elemento accoppiato a una tecnica imparata da Kuoki, da ogni mano
riesce a lanciare almeno tre sfere infuocate.
La battaglia sembra in stallo, Fajro mantiene bene la difesa e i suoi
compagni tentano anche di aggredire il generale ma Natsu contravviene
alle regole creando una gabbia d’acciaio nero per
imprigionare l’aquila reale e un’enorme scatola di
legno per rinchiudere il grande cobra. Fajro si accorge, crea due
enormi fruste di fuoco e disintegra la scatola di legno liberando il
cobra ma Natsu sfrutta le fiamme della barriera innalzata dal ragazzo
per colpire e abbattere Daichi e Kuoki.
Fajro corre vicino agli amici, utilizza il vento per creare un circolo
di fuoco a protezione dei compagni mentre lui continua a sferrare colpi
contro i nemici, ma Natsu, nuovamente, cambia le regole ed evoca un
Famiglio così alto da toccare il soffitto
dell’arena: un Mammut dalle lunghe zanne. Fajro è
sbalordito, non ha mai visto quel tipo di bestia, cerca di colpirla con
frecce di fuoco ma il mammut spruzza dalla sua proboscide un getto
d’acqua così forte da spegnere ogni fiamma del
ragazzo. I mostriciattoli verdi sfruttano il momento e assaltano Fajro;
lui si difende colpendo con una spada di fuoco, ma di nuovo il
gigantesco animale spegne le fiamme. Il ragazzo sta per essere
sconfitto, indietreggia, protegge i compagni stesi a terra e
all’improvviso, i suoi occhi diventano rossi. Fuyu si accorge
della situazione, è pronto a fermare tutto, ma Fajro
è pienamente cosciente delle sue azioni, non richiama il suo
leone, emana un’enorme fiamma da tutto il suo corpo e la fa
espandere nell’arena bruciando ogni mostriciattolo verde che
s’imbatte in quel fuoco. Natsu sorride mentre evoca un
secondo Famiglio, un enorme condor del vulcano, tipico animale nativo
di Tan. Questa bestia inghiotte la grande fiammata del ragazzo
togliendogli la difesa e la potenza d’attacco, il mammut
solleva la zampa per schiacciare Fajro ma il generale Fuyu urla:
«Vince Natsu!»
Fajro è stanchissimo, s’inginocchia vicino ai suoi
compagni e strabuzza gli occhi quando Daichi e Kuoki si alzano in piedi
senza lamentarsi.
«Eravate svegli?»
«Ti pare che una piccola fiammella possa metterci fuori
combattimento così facilmente?» dice Kuoki ridendo.
«Però se usavi quella tua fiammata finale contro
qualsiasi di noi ci avresti arrostito per bene» aggiunge
Daichi mentre aiuta Fajro ad alzarsi.
Anche Natsu si aggiunge al gruppetto dicendo: «Riesci a
sorprendermi ogni volta e ti assicuro che quella fiamma è
portentosa!»
«Maestro, però voi avete barato alla
grande!» dice Fajro e Natsu s’inchina rispondendo:
«Ti chiedo perdono.»
Anche il viso di Fuyu denota soddisfazione mentre dice:
«Adesso voglio provarla!»
Fajro scuote il capo. «Non sono in grado neanche di reggermi
in piedi, adesso mi batterebbe anche la piccola Flame a Tan.»
Il generale Haru, raggiunto il gruppo e sentite le parole del ragazzo,
dice: «A questo ci penseranno i tuoi due prossimi compagni
nella prossima gara.»
«Un'altra?»
All’estremità dell’arena Atua sta ancora
protestando con Aki quando appare l’imperatore con il corvo
Agisto sulla spalla.
«Imperatore, diteglielo voi che non va bene!»
«Atua, mi dispiace, non mi ascoltano» risponde
l’imperatore ridacchiando. «Proprio come non mi
ascoltavi tu quando ti dicevo che spingere troppo avanti il tuo
Elemento era pericoloso, eppure lo hai fatto, ricordi?»
Il Leggendario smette di protestare mentre Aki mostra un piccolo
sorriso di soddisfazione. Atua, da piccolo, le aveva fatto passare
giorni terribili e ogni volta che l’imperatore lo sgrida, per
lei è festa.
Natsu si aggiunge alla discussione: «Avete visto?
L’ha governato, gli ha impedito di uscire utilizzando la sua
forza mentale per creare quella fiamma!»
«Prima di esaltarci guardiamo cosa succede nel prossimo test.
Se Mizu e Mokuzai riescono a far sprigionare completamente
quell’energia innaturale da Fajro possiamo affinarla nel giro
di cinque anni come hai previsto» risponde
l’imperatore compiaciuto.
Il generale Fuyu da una parte, dall’altra Mokuzai a destra,
Fajro a sinistra e al centro Mizu, ma una decina di passi
più avanti dei due compagni, infine, molto indietro dai tre
Kinzoku è inginocchiato in meditazione. Il generale Haru
innalza la barriera protettiva e da inizio alla sfida.
Mizu crea una serie di pugnali di ferro e li lancia contro
l’avversario, Fuyu risponde con palle di fuoco che esplodono
al contatto delle lame; il generale contrattacca creando una spirale di
vento e il samurai si difende con una muraglia di mattoni.
Haru chiama il “cambio scambio”, Mokuzai avanza,
raggiunge Mizu, il ragazzo si pone dietro di lei e gli appoggia le mani
sulla schiena mentre Kinzoku esce dalla zona di combattimento.
Mokuzai attacca con un enorme muro d’acqua e Fuyu
è costretto a fare qualche passo all’indietro per
difendersi utilizzando la stessa tecnica del muro di mattoni. Mokuzai
sfrutta l’occasione, materializza dei pioli di legno e li
lancia contro la barriera dell’avversario aggiungendoci la
forza dall’elemento Aria. Di nuovo Fuyu deve indietreggiare,
ma poi trasforma i pioli in lance acuminate di acciaio nero e le
rilancia contro l’avversaria ma Mokuzai usa un forte per
spazzarli via.
Haru chiama il “cambio scambio”. Fajro avanza,
raggiunge Mokuzai, la ragazza si pone dietro di lui e gli appoggia le
mani sulla schiena mentre Mizu esce dalla zona di combattimento.
Fajro si accende come una torcia, i suoi occhi sono rossi, ma lancia un
attacco con l’Elemento Acqua identico a quello usato da
Mokuzai e Fuyu è costretto a difendersi dietro al muro di
mattoni. Il generale tenta un attacco ma Fajro lo anticipa facendogli
piovere sulla testa una serie di tronchi d’albero che
distruggono il muro di mattoni. Il generale crea una barriera
d’aria salvandosi all’ultimo momento. Il generale
nota un varco libero, contrattacca lanciando dei chiodi che
acquisiscono velocità progressiva, ma Fajro crea in un
istante qualcosa di impensabile per tutti i presenti: un muro
d’acqua che lo circonda e lo difende muovendosi a secondo
della direzione da cui arrivano i chiodi; davanti a sé, un
arco di legno dotato di frecce di metallo infuocato e appoggiato su un
muretto di cemento che lo mantiene in equilibrio. Le frecce partono a
ripetizione e Fuyu può difendersi solo evocando un Famiglio;
il gigantesco armadillo dalla corazza di acciaio nero riesce a
proteggerlo.
Haru chiama “ultimo”. Mokuzai si allontana
velocemente da Fajro che all’istante esplode in una fiammata.
L’armadillo gigante si avvicina al ragazzo, tenta di
colpirlo, ma le fiamme assumono la forma del leone. Fajro è
dentro la Forma Energetica del suo Famiglio che aumenta di dimensioni
superando quelle dell’armadillo, il ragazzo muove le mani e
al leone basta un’artigliata per tagliare in due la bestia
avversaria. Fuyu subisce il colpo, finisce seduto a terra, ma riesce a
creare un diluvio d’acqua riversandolo su Fajro ma
quell’acquazzone evapora a contatto delle fiamme di Fajro. Ed
è in quel momento che Haru urla:
«Pareggio!»
Fuyu, dolorante e spossato, è ancora seduto a terra, Fajro
assorbe tutta l’energia del fuoco dentro di sé e
chiede al generale Haru: «Davvero?»
«Sì ragazzo, gliel’hai fatta!»
urla Natsu mentre Fajro, sorridente, crolla a terra esausto.
§ § §
Nella sala delle cerimonie l’imperatore discute con i quattro
generali e Atua dei progressi di Fajro. «Quattro mesi fa,
seguendo le indicazioni di Natsu, abbiamo accelerato il suo
addestramento e il ragazzo non ha soltanto confermato le ipotesi, ma ci
ha fornito chiare indicazioni che il suo percorso è
progredito oltre le nostre aspettative. Credo di poter affermare che
Fajro, oggi, è alla pari con quasi tutti gli altri, ma prima
di decidere vorrei conoscere le vostre impressioni generali.»
«Signore, conoscete già la mia idea. È
chiaro che non può essere in grado di utilizzare
perfettamente tutti gli Elementi, ma è altrettanto lampante
che la sua Forma Energetica abbia assunto il massimo nel Livello
Tei» risponde Natsu.
«A livello fisico e mentale è prontissimo. La
muscolatura del suo corpo si è rinforzata grazie alla sua
tendenza di non risparmiarsi nell’allenamento, la sua mente
si è fortificata ed è in grado di reagire
istantaneamente alla difficoltà elaborando una strategia
efficace» risponde Fuyu.
«Se proprio vogliamo trovargli un difetto, forse ha ancora la
tendenza a rispondere con irruenza alle varie sollecitazioni,
però in allenamento comprende gli errori ed è
determinato ad azzerarli» dice Haru.
«Signore, sinceramente io credo che dovremmo provare
così come abbiamo fatto con i tre test precedenti. Dovesse
perdere la sfida, non sarebbe un problema, ormai ha imparato a trovare
il positivo su cui lavorare e il negativo da eliminare, ma se la vince,
come auspico, potremmo trovarci davanti a un primo grado del Livello
Heikin acquisito in soli cinque anni» dice Aki.
«Signore, è vero che io sono un entusiasta di
natura, però i fatti sono davanti agli occhi di tutti,
soprattutto ciò che ci ha creato per combattere alla pari
con Fuyu. Difesa e attacco composti di sei Elementi mentre ne aveva a
disposizione solo quattro, due primari e due secondari. Signore, non ha
creato solo un quinto che ci avrebbe fatto intendere una situazione di
Caos, ma anche il sesto portando equilibrio nella magia di
quell’attrezzo» dice Natsu mentre gli brillano gli
occhi.
«Atua, tu e Kasai siete le persone più vicine al
ragazzo, cosa ne pensi?» chiede l’imperatore.
«Sapete che ero contrario nel fargli fare i tre test
consecutivamente, però devo ammettere che grazie alla vostra
scelta Fajro ha accresciuto la sua autostima nelle proprie
capacità e negli ultimi mesi il suo stato d’animo
di è risollevato. Penso si possa provare senza temere che
una sconfitta lo scalfisca in modo irreparabile.»
L’imperatore cammina nella sala, accarezza il corvo Agisto
poi dice: «Sono d’accordo con tutti voi. Il mese
prossimo daremo l’occasione a Fajro di sorprenderci ancora
una volta.»
Mentre nella sala delle cerimonie si discutono argomenti importanti,
nella locanda si fa baldoria.
«Propongo un brindisi per il festeggiato!» urla
Mizu.
«E falla finita, hai in mano una tazza
d’acqua» risponde Daichi già sbronzo.
«Eccoti Fajro, questo è il bigliettino di
auguri» dice Kasai mentre mette la testa del ragazzo sul suo
seno prosperoso. «E dopo, in camera da soli, ti do il regalo
per i tuoi ventidue anni!»
Mizu ride dicendo: «Secondo me è lui che ti fa un
regalo. Stai sbavando.»
Mokuzai, si alza in piedi, strattona Fajro lontano dal seno di Kasai e
si avvinghia a lui dicendo: «Anch’io ho un regalo,
anche se è più piatto!»
«Mia cara, credo che tu abbia esagerato con i
brindisi» dice Kuoki notando la strana intraprendenza di
Mokuzai, solitamente timida.
Fajro sente la mancanza delle persone care che sono nel Mondo degli
Uomini e di quelle scomparse che hanno raggiunto Wuxing nella forma del
Globo di Luce, però è contento di aver conosciuto
delle persone così sincere da poterle chiamare amici. Sta
per dire qualcosa ma è sorpreso da Kinzoku che dice
alzandosi in piedi: «Nonostante sia felice di averti qui con
noi, spero che tu possa andartene prima possibile. Auguri!»
Fajro è così colpito dall’augurio di
Kinzoku da avere gli occhi lucidi, ma non può piangere
perché Kasai, per baciarlo, gli si butta addosso con tale
foga da farlo cadere dalla sedia scatenando le risate di tutti.
§ § §
I quattro generali sono al centro dell’arena, cinque samurai
e Atua ai lati mentre in una posizione defilata l’imperatore
accompagnato sempre dal corvo Agisto. Il suono di un gong annuncia
l’entrata dei due partecipanti alla sfida: Kinzoku e Fajro.
I generali si posizionano ai quattro angoli di un immaginario quadrato
e insieme creano una barriera fatta da tutti gli Elementi Magici, gli
sfidanti si guardano, nessuno dei due mostra emozioni, mettono mano
alla katana ma non la estraggono, sanno entrambi che con
quell’arma si equivalgono e la useranno solo applicandoci
magie elementari alla lama, camminano uno verso l’altro e
sorprendono tutti i presenti iniziando una scazzottata da strada. I
pugni che si scambiano non sono dotati di potenza ma di precisione e
raggiungo dei punti vitali come se testassero l’efficienza
fisica dell’avversario. Si fermano entrambi nello stesso
momento e indietreggiano senza distogliere lo sguardo
dall’avversario.
«Quasi c’eri l’altra volta»
dice Kinzoku.
«Quasi sei morto l’altra volta» risponde
Fajro.
Ridono, insieme, di gusto, poi smettono, insieme. È il
momento.
Nella barriera si alza un vento fortissimo che spira da tutti i lati;
l’hanno creato insieme perché è un
Elemento indigesto per entrambi. Nello stesso istante Kinzoku crea la
difesa con un muro di sabbia, Fajro con una barricata di legno, poi,
nello stesso momento attaccano; Kinzoku con delle lance di ghiaccio,
Fajro con delle palle di fango. Entrambe le tecniche hanno qualcosa in
più: sulle lance ghiacciate sono appoggiati delle palline di
granito, dal fango spuntano fuori dei pioli di legno. Lo scontro tra
tutti gli oggetti avviene con un impatto ad alta velocità
perché i due contenenti sfruttano il vento. Nella barriera
si alza un polverone che nasconde Kinzoku e Fajro alla vista dei
presenti, ma tutti sentono l’enorme energia che i due ragazzi
stanno sprigionando.
I contendenti non hanno più bisogno di capirsi, si conoscono
bene dopo cinque anni, pregi e difetti, ciò che non sanno
è come reagirà nello scontro la loro massima
Forza Energetica.
La nebbia si abbassa, la Tigre con i denti a sciabola di acciaio nero
ruggisce contro il nemico e il Leone dagli artigli infuocati
contraccambia. Lo scontro tra le due bestie avviene a
velocità impressionante, la Tigre prova ad azzannare il
Leone e lui tenta di squarciarle la gola. Kinzoku crea un mantello
gelatinoso per il suo Famiglio e gli artigli del Leone scivolano via
senza arrecare danni; Fajro crea una corazza di granito e le zanne
della Tigre non possono mordere.
Kinzoku affianca la Tigre, estrae la sua spada e roteandola lancia del
filo di ferro spinato contro il nemico; Fajro affianca il Leone, estrae
la spada e roteandola lancia delle “lingue” di
fuoco verso l’avversario. La Tigre e il Leone rotolano
cercando di colpirsi, Kinzoku sferra un colpo con la katana mentre la
sua armatura diventa di acciaio nero, Fajro para il colpo mentre il suo
corpo inizia a bruciare.
La Tigre azzanna una zampa del Leone e Fajro sanguina dal braccio
destro; il Leone graffia il torace della Tigre e Kinzoku sanguina dal
petto. Il primo sangue è il segnale. È il momento!
Sull’armatura di Kinzoku appaiono dei pungiglioni di acciaio
nero, dall’armatura di Fajro il fuoco si propaga
all’interno di tutta la barriera; la Tigre non ha
più la protezione gelatinosa che è evaporata a
contatto con il Leone, anch’esso completamente avvolto nel
fuoco. Kinzoku lascia partire i pungiglioni che però sono
fusi al contatto delle fiamme, Fajro allunga il braccio verso
l’avversario e chiudendo il pugno scatena
un’esplosione così forte da crepare la barriera
dei quattro generali. Kinzoku crolla a terra mentre Fajro, appoggiatosi
su un ginocchio, si alza in piedi. L’urlo
dell’imperatore è forte e chiaro: «Vince
Fajro!»
Fajro assorbe tutte le fiamme ancora accese e l’energia del
Leone nel suo corpo, i generali possono togliere la barriera protettiva
e accorrere in soccorso di Kinzoku, ma il primo a prendersi cura dello
sconfitto e proprio il vincitore che con una mano assorbe le lesioni
causate dall’Elemento Fuoco e lenisce il dolore creando una
pasta argillosa con l’Elemento Terra.
Atua non riesce a credere a ciò che ha visto e chiede a
Fajro: «Sei qui con noi?»
«Sì, sono cosciente, anche se non so come ho
fatto. Ho soltanto capito che dovevo agire in questo modo per
guarirlo.»
«Ragazzo, con questa sfida vinta, hai compiuto il quarto
passo dopo solo cinque anni.»
«Voi quanto tempo avete impiegato Signore?»
Atua non risponde, ma ancora una volta lo fa per lui Kasai dicendo
sarcasticamente: «Quindici!»
Natsu sta per dire qualcosa ma Aki lo ferma portandolo poco distante
dagli altri.
«Signora…»
«So che stavi per dirlo, ma devi stare zitto!»
«Ma lo avete visto, lui ha sicuramente…»
«Maledizione Natsu! Non devi per forza dire tutto
ciò che pensi. Fajro ha già troppe missioni da
compiere e se gli diciamo che forse ha quel potere rischiamo di
incasinargli di nuovo la mente dopo tutta la fatica che abbiamo fatto
per sbloccarla.»
«Noi dobbiamo dirgli tutto!» protesta Natsu.
«Basta giovanotto! Da generale più anziano ti
ordino di startene zitto con lui, di non disturbare
l’imperatore, e soprattutto di non molestare Eteru con questa
questione!»
«Uffa, però mi dica che lo pensa anche
lei» chiede Natsu con il broncio da bambino.
Aki scuote il capo e sbuffando risponde: «Potresti avere di
nuovo ragione.»
CAST
Importanti
Agisto – Corvo messaggero appartenuto a Sipestro di Tan e che
ospita l’anima errante del soldato Matco, assassinato al lago
Sider a Dwr
Ten [m] – Bimbo che vede gli avvenimenti attraverso gli occhi
del corvo
Atua Primo [m] – Leggendario Imperatore dei Cinque Regni Umani
Fajro [m] – Principe di Tan e protagonista della storia
Regno Wuxing
- ? [m] – Imperatore (il suo nome non è stato
ancora detto)
- Aki [f], Fuyu [m], Haru [m], Natsu [m] – i quattro generali
di Wuxing
- Eteru [f] (Neutro) – la samurai definita più
vicina al Creatore
- Daichi [m] (Terra), Kasai [f] (Fuoco), Mizu [m] (Acqua) – i
tre samurai con Elementi Primari
- Kinzoku [m] (Metallo), Kuoki [m] (Aria), Mokuzai [f] (Legno)
– i tre samurai con Elementi Secondari
Regno Sea
(regno negli abissi marini)
- Kwakhala [f] – Regina (solo nominata)
- Esseri mostruosi: Kraken, Leviatano
Regno Koraha
(regno nel deserto omonimo)
- Yuly [f] – ? (solo nominata)
- Esseri Mostruosi: Golem, Skorpio
Regno Sliabh
(regno sulle montagne condivise tra Metel e Tera)
- ? – guardiano del Gigante
- Esseri mostruosi: Gigante, Pithecus
Regno Hout
(regno chiamato anche Foresta Proibita)
- Esseri mostruosi: Ombra, Maputa
Regno Heru
(regno sotterraneo posizionato alle radici
dell’albero Hyperion)
- Innominabile – Imperatore (soltanto identificato come
imperatore)
- ? – Cinque servitori di Heru (soltanto nominato il loro
ruolo)
Altri personaggi nominati
o apparsi nel capitolo
- Atua CCXVII (vero nome Ohlaka) – Saggia della corte di
Metel prima di diventare Imperatore dei Cinque Regni
- Flame – Nuova Regina del Regno di Tan dopo
l’abdicazione della madre adottiva
- Cristalya – Regina di Dwr
- Oceanya – Principessa ereditaria e comandante in capo
dell’esercito di Dwr
- Titan – Re di Metel
- Wasa – Regina di Tera
- Oak – Re di Apen
- Wit – Re di Apen, spodestato da suo figlio Oak
- Pine – Consorte reale di Apen, spodestata da suo figlio Oak
- Foeil – Capitano dell’esercito di Dwr
Schema della magia
- Ogni Essere Vivente è costituito di Energia
- Con al morte fisica l’Energia si tramuta in un Globo di
Luce o in uno Oscuro
- Il Globo di Luce raggiunge il Regno Wuxing (il bene) mentre il Globo
Oscuro raggiunge il Regno Heru (il male)
- L’Energia di ogni Essere Vivente è la base per
la creazione degli Elementi Magici
Schema degli elementi
magici
- Esistono due Elementi Dominanti: Luce, Oscurità
- Esistono tre Elementi Primari: Acqua, Fuoco, Terra
- Esistono tre Elementi Secondari: Aria, Legno, Metallo
- Esiste un Elemento Neutro: Etere
- se uno o più Elementi Secondari acquistano potere
crea/creano squilibrio
- con lo squilibrio uno o più Elementi Primari
soccombe/soccombono e l’Elemento Neutro diventa Caos
- L’Elemento Caos dona maggiore potere all’Elemento
Dominante Oscurità che prende il soppravvento sulla Luce.
Schema della Forma
Energetica Assoluta
- La Forma Energetica Assoluta è il massimo raggiungibile
nella Forma Energetica
- La Forma Energetica si divide in tre livelli:
a) Livello Kou (alto) : lo ottengono solo l’Imperatore di
Wuxing e l’Imperatore di Heru
b) Livello Heikin (intermedio): lo ottengono solo i generali di Wuxing
e i servitori di Heru
c) Livello Tei (basso) – lo ottengono i samurai di Wuxing e
tutti gli altri esseri viventi che hanno coscienza delle differenze.
- La Forma Energetica evoca magicamente un Animale chiamato Famiglio
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Capitolo 6 *** La sottile linea dell'equilibrio ***
«Cari
ragazzi, non vi aspettavate di essere qui solo dopo sei
anni dall’arrivo di Fajro, ma questo giovanotto ci ha
sorpresi tutti. Il suo inizio è stato travagliato e per
onestà devo dire che temevo di superare il tempo utilizzato
dal nostro Atua per apprendere le arti marziali e magiche, invece,
nell’anno appena trascorso, abbiamo assistito ai suoi
miglioramenti immediati che mi hanno convinto a dare inizio alla fase
finale del suo apprendistato già da oggi» annuncia
l’imperatore nella sala delle cerimonie.
Etere prende la parola: «Kasai, avendo l’Elemento
Fuoco come Fajro saresti esentata seguendo le regole, ma abbiamo
deciso, d’accordo con i generali, di farti partecipare
ugualmente e credo tu sappia già il motivo.»
«Sì, mi è stato spiegato e ubbidisco
all’ordine del silenzio» dice Kasai destando
l’interesse di Fajro.
L’imperatore parlotta con Eteru a bassa voce mentre Fajro
chiede ad Atua: «Che cosa dovremo fare?»
«Ti spiegherà tutto Eteru quando sarete arrivati
lì.»
«Dove?»
«Certo che sei curioso figliolo! Attendi e saprai
tutto.»
«Signore, a proposito della curiosità, ma voi,
dopo quanto tempo avete fatto questa cosa?»
Come il solito Atua non risponde, e come da prassi lo fa Kasai:
«Diciassette anni.»
Eteru richiama l’attenzione di tutti facendo apparire
l’elmo sacro. Lo indossa e chiede: «Chiudete gli
occhi, rilassatevi e visualizzate un luogo cui siete legati.»
6° capitolo –
La sottile linea
dell’equilibrio
Fajro aprendo gli occhi si trova davanti alla Villa Reale di Tan. Il
ragazzo corre in casa, cerca le persone che conosce senza trovare
nessuno, sente il profumo dei dolci che cucinava con diletto la giovane
Flame, veloce raggiunge la cucina, ma è vuota, apre la porta
ed entra nella grande sala da pranzo trovando Eteru già
seduta a tavola al posto che solitamente occupava suo padre. La donna
dice sorridendo: «No, non sei veramente nella tua casa. Il
tuo cuore ha scelto questo luogo perché sei molto attaccato
alla famiglia.»
Fajro si siede a tavola sconsolato: «Eppure ho sentito il
profumo dei biscotti di Flame.»
Con uno scatto improvviso Fajro spinge indietro la sedia,
s’inginocchia e va sotto il lungo tavolo di legno.
«Briccone, stai guardando di che colore sono le mie
mutandine?» chiede ridendo Eteru.
A quella domanda Fajro sbatte la testa, esce da sotto il tavolo e
massaggiandosi il capo dice: «Eppure lì sotto ci
sono i nomi di mio fratello che ho personalmente intagliato di
nascosto.»
«Tu hai creato questa illusione quindi ogni memoria che hai
di questo luogo è qui con te. Ricordi quando ti ho invitato
nella mia stanza? Li avevi portato due sedie per farci stare
comodi.»
Fajro si sta per risedere ma Eteru gli chiede: «Vieni vicino
a me, ho bisogno di toccarti.»
«Adesso sei tu a dire qualcosa di sconcio» dice
Fajro ridacchiando.
«Io non ho problemi, possiamo anche fare sesso su questo
tavolo, sei tu quello in difficoltà» risponde
languidamente Eteru mettendo Fajro subito in soggezione.
Il ragazzo, completamente arrossito dalla vergogna, si siede accanto
alla donna che si avvicina quasi da finirgli in braccio. Eteru pone la
propria mano destra sulla fronte del ragazzo e quella sinistra sul
cuore, si sporge in avanti, appoggia la sua guancia su quella di Fajro
e gli sussurra all’orecchio: «Ora
ascolterò i tuoi Elementi, chiudi gli occhi, lasciati andare
e utilizza la respirazione assoluta.»
Fajro si rilassa, distoglie l’attenzione dal profumo
inebriante della donna, i suoi muscoli si rilassano come se fossero di
gelatina, le ossa sembrano muoversi per trovare nuovi incastri, la
mente è vuota di ogni pensiero mentre il cuore batte
all’impazzata pompando sangue ricco di energia in tutto il
corpo.
«Ho finito» sussurra con dolcezza Eteru, Fajro
riapre gli occhi e si trova la donna sulle sue gambe completamente
avvinghiata a lui.
«È la prassi?» chiede Fajro arrossito di
nuovo.
«No, ma più i nostri corpi sono vicini,
più riesco a distinguere gli Elementi. Sarebbe stato meglio
che fossimo nudi, così come sto facendo con Kasai, ma la tua
timidezza, unita al tuo desiderio della principessa, ti tengono la
mente e il cuore occupato anche nei momenti di rilassamento.»
«Kasai? Ora?» chiede Fajro non capendo la risposta
della donna.
«Sì, in questo momento sono in ogni luogo creato
dalle vostre sette menti perché non devo solo ascoltare gli
Elementi ma compararli tra loro nell’immediato.»
«Ma come è possibile?»
Eteru ride. «Sei troppo carino, riesci a sorprenderti della
magia nonostante tutto quello che hai visto e fatto in sei anni.
Capisco perché Mokuzai desidera perdere la sua
verginità con te, come comprendo l’attrazione che
stiamo provando tutte per te» risponde Eteru alzandosi in
piedi.
Fajro non sa più cosa rispondere ma la donna cambia discorso
chiedendo: «Mi porti con te nel giardino come facevi da
piccolo con Aarde?»
Il ragazzo ha capito bene la richiesta, si alza dalla sedia, prende la
mano di Eteru e sorridendo la porta nel luogo che gli ha chiesto di
visitare.
Il grande giardino è pieno di fiori colorati, ordinato e ben
curato, proprio come lo è nella realtà grazie
alle continue cure che sua madre dedica al giardinaggio dicendo che i
fiori sanno parlare a chi li ascolta. Proprio come faceva da piccolo
con la sua amata principessa, Fajro trascina Eteru tirandola per la
mano, ogni tre passi si volta verso la donna e sorride, infine,
raggiunta una delle tante panchine, si siede e lei usa le esatte parole
che diceva Aarde: «Quale donna sposerebbe mai un uomo che non
è capace di gesti galanti? Dovevi lasciarmi sedere per
prima!»
«Tu mi sposerai» risponde di getto Fajro mentre i
suoi occhi iniziano a lacrimare.
Eteru si siede accanto al ragazzo, lo abbraccia e gli bacia la fronte,
poi dice: «Nonostante le tragedie e i tuoi comportamenti
irosi, il tuo cuore è così puro da darti la forza
di scatenare il Fuoco ma anche la lungimiranza di ritirarlo prima di
far male agli innocenti.»
Fajro si asciuga le lacrime, torna a sorridere e chiede:
«Perché avete infranto una regola portando
Kasai?»
«Ti sei accorto che Kasai, ultimamente, è sempre
più stanca?»
«Io no, con me è sempre esuberante» dice
Fajro arrossendo.
Eteru, dapprima dice bofonchiando “sì, questo lo
so bene” e poi risponde: «La tua forza nel Fuoco
è diventata predominante fin da quando i generali hanno
sbloccato i tuoi poteri più latenti. Ricordi chi
c’era, abbracciato a te, quando ti sei risvegliato?»
«Kasai nuda» dice Fajro mentre il colorito
rossiccio delle sue guancie diventa rosso completo.
«Quella grande fiamma che ti ha riportato indietro era di
Kasai e giorno dopo giorno ha continuato a donarti le sue energie per
farti rinforzare il tuo Elemento. Dovrebbe diminuire
l’intensità, ma sappiamo entrambi che ogni volta
cerca il tuo contatto fisico, anche per altri motivi.»
Fajro ha il viso completamente rosso come se stesse creando la sua
magia di fuoco, ma che in realtà rappresenta bene la sua
vergogna quando gli parlano apertamente di faccende prettamente
sessuali.
«Ho voluto che Kasai partecipasse per poterla
“visitare” e darle giusti suggerimenti per
riacquistare la sua forza originale» dice Eteru terminando il
discorso.
- - -
Il suono ritmato di un tamburo attira l’attenzione di Fajro:
«Da dove proviene?»
«Il tempo è scaduto» risponde Eteru
accarezzandolo.
- - -
Fajro apre gli occhi ed è sdraiato nella sala delle
cerimonie e accanto a lui si stanno risvegliando anche gli altri
samurai.
«Grazie a tutti, mi avete regalato le vostre emozioni
lasciandomi entrare nei vostri cuori» dice Eteru inchinandosi
mentre Atua, raggiunto Fajro, chiede: «Ti senti
bene?»
«Sì, ma ho la sensazione di avere digiunato per
giorni.»
«Infatti è così. Siete stati distesi
qui per dodici giorni, anche se per te sembrare siano passate
un’ora o due.»
Eteru si avvicina all’imperatore e sottovoce dice:
«Fajro ha già scavalcato la sua personale sottile
linea dell’equilibrio. Fuoco, Terra e Legno erano
già attivi prima che fosse portato a Wuxing e ora, i primi
due sono predominanti, ma hanno messo in disparte Aria. Per nostra
fortuna Kouki sta rilasciando costantemente il suo Elemento compensando
Fajro, ma c’è bisogno di uno stimolo maggiore per
cui proporrei il generale Aki. La Signora ha anche l’Elemento
di disturbo Acqua ed è preferibile come avversaria per il
prossimo test.»
«Accetto la tua proposta naturalmente. E dell’altra
cosa che mi dici?»
«Il generale Natsu, come sempre, ha ragione. È
ancora addormentato ed è probabile che esca in futuro ed
è per questo che sono d’accordo con Aki nella
scelta di mantenere il silenzio.»
«Come te lo spieghi?» domanda
l’imperatore evidentemente sorpreso.
«Non ne ho idea nonostante io sia l’unica ha
possederlo, e di certo non posso tramandarlo, neppure inconsciamente.
So solo che questo spiega il motivo per cui sono attratta da Fajro in
modo così ossessivo.»
Gli occhi dell’imperatore si scuriscono mostrando tensione ed
Eteru lo anticipa dicendo: «Non possiamo essere sicuri, ma
forse è come pensate voi.»
Sesto
Anno (Mondo degli Uomini – prima parte)
Regno di Metel
La truppa è appena rientrata dalla battaglia con il
terribile Gigante. Al castello reale la gente è esaltata dal
ritorno del principe Metalo che con i suoi uomini ha arrestato
l’avanzata del mostro riuscendo a ricacciarlo sulle montagne.
Il principe, aiutato dalla magia della Saggia Crehuma, ha riportato una
vittoria importante dopo la distruzione di Port Coral, il morale della
popolazione si è rialzato, ma il ragazzo sa bene che ha
soltanto rimandato l’inevitabile non riuscendo a distruggere
il Gigante.
«Meirge, non vedo mio padre?» chiede Metalo alla
sua fidata generalessa.
«Ecco perché ha mandato me, aveva altri
impegni!»
«Mio Signore, il Re è partito per Tera con le navi
del generale Moncai» dice Tyred mentre s’inchina.
«Ma è uscito di testa del tutto? Andare in barca
quando continuano ad avvistare i mostri marini?» urla Metalo
furibondo.
Regno di Tera
Tutti gli abitanti del Regno di Tera sono preoccupati, la notizia che
si sta spargendo in ogni città non è ancora stata
confermata, ma neanche smentita.
Draak, seduto nel suo ufficio nella caserma di comando, sbuffa mentre
ascolta il resoconto dei suoi due sottoposti che gli stanno portando
altre infauste notizie.
«Nella Grande Guerra avevo assistito impotente
all’aggressione che stavamo subendo dall’ombra
uscita dalla Foresta Proibita, abbiamo perso Port Statig
l’anno scorso sempre per quella bestia e mi aspettavo di
incontrarla anche questa volta» dice Buffel costernato.
«Dimmi delle perdite che ci ha arrecato questo nuovo mostro
uscito dalla foresta» chiede Draak continuando a mettersi le
mani tra i capelli.
«Il Lipitoare, da solo, ha distrutto la maggior parte delle
cittadine di frontiera e con il suo morso velenoso ha raggruppato sotto
la sua custodia tutte le vittime rendendole dipendenti ai suoi voleri.
Parlo di tutte le persone di ogni città che ha distrutto, ma
anche di almeno ventimila dei miei uomini che sono caduti preda del suo
maleficio» risponde Buffel sedendosi di colpo sulla sedia per
la stanchezza. «Non ho una stima precisa da darvi, ma
considerando le dieci città credo che il numero delle
vittime si attesti intorno alle trecentomila persone, forse anche di
più.»
«Anche per me è la stessa cosa. Port Royal
è caduto per mano del Gigante e mi attendevo la sua comparsa
alla Baia dei contrabbandieri e invece no» dice Paard.
Draak si alza in piedi picchiando i pugni sul tavolo: «Chi
allora?»
«Il Denosor» risponde abbassando la testa Paard.
«Anche quel rettile gigante è uscito dalle
montagne!»
«Sì signore, ma noi siamo stati più
fortunati perché non ci ha degnato di uno sguardo. Ha
disintegrato tutta la baia per poi completare la sua opera demolendo i
due faraglioni. Le nostre perdite sono contenute, ma il mostro ha di
sicuro distrutto le piccole cittadine sui monti prima di raggiungere la
baia.»
Draak si risiede, si appoggia allo schienale e sospira.
«Comandante, è vero ciò che si mormora
a Winkel?» chiede Buffel.
«Purtroppo sì amico mio.»
Nel castello reale c’è grande agitazione: le
ancelle e i medici corrono avanti e indietro sulle scalinate mentre i
servitori si adoperano per istruire i popolani chiamati a fornire aiuto
mentre l’esercito è impegnato altrove.
Nella stanza della Regina il Saggio Vlek parla a Haag: «Non
capisco, non ho mai visto una cosa del genere e nessun medicamento sta
facendo effetto.»
«Saggio, è se fosse un veleno?»
«Deve essere talmente nuovo perché io non riesca a
individuarlo e in quel caso…»
Il Saggio smette di parlare, trascina fuori dalla stanza il capitano e
sottovoce dice: «E in quel caso la morte della Regina sarebbe
certa.»
Aarde ha le lacrime agli occhi, è seduta accanto al letto,
dove sua madre Wasa è sdraiata priva di conoscenza,
all’improvviso si apre la porta ed entra Titan.
«Dimmi come sta?» chiede il Re.
«È in questo stato da giorni e ogni tipo di cura
non funziona» risponde Aarde singhiozzando.
Titan si gira di spalle e dice al Saggio: «Chiedetemi
qualsiasi cosa che esiste solo a Metel e io ve la farò
arrivare, anche se dovessi abbattere ogni mostro delle montagne. Amo
questa donna e non voglio perderla proprio ora che ha accettato di
sposarsi con me!»
Aarde non è stata contenta, l’anno prima, di
sapere delle future nozze tra sua madre e il Re di Metel,
però sente nelle parole di quell’uomo
dell’amore che fino a quel momento le sembravano soltanto
dettate dalla convenienza e, alzandosi in piedi, dice:
«Maestà, non dovevate rischiare di venire qua, ma
sono lieta che lo avete fatto.»
Regno di Dwr
La Regina Cristalya si gode la pace del suo regno sollazzandosi con dei
bei giovanotti, non tanto per godere le gioie del sesso, ma piuttosto
per poi poterli frustare e legare in modo da vendicarsi indirettamente
dell’affronto subito da Titan che ha rifiutato la sua
proposta di matrimonio. I giovani, dopo le torture, acquisiscono il
ruolo di schiavi grazie proprio alla proposta del Re di Metel di
accettare la schiavitù come pena.
Se la regina non è per nulla interessata a ciò
che sta avvenendo nel mondo, nella marina militare
c’è grande agitazione per i continui avvistamenti
del Leviatano.
§ § §
Nell’arena la tensione è altissima, Fajro
è pronto a intraprendere un nuovo test, la sfida che
può portarlo più vicino o più lontano
da casa. Tale è l’importanza di questo confronto
che l’imperatore in persona sarà
l’arbitro mentre gli altri tre generali stanno già
alzando la barriera a forma di triangolo. Il generale Aki è
pronta, non tratterrà la sua forza e non
agevolerà Fajro, anzi, farà di tutto per
sconfiggerlo perché il suo compito non è
accudirlo ma distruggerlo. Il ragazzo è concentrato, non
sente le parole dell’imperatore che spiegano le regole, sa
che non ce ne sono di limitanti, attende solo di sentire la parola
“iniziate”.
Basta un istante e le energie che scaturiscono da Fajro e Aki riempie
totalmente l’interno della barriera: il Leone dagli artigli
infuocati ruggisce all’indirizzo dell’Albatro che
dispiega le sue lunghe ali. Il felino si lancia all’attacco
ma il pennuto si alza in volo e agitando le ali spinge il Leone contro
un lato della barriera dalla quale non riesce neppure a muoversi. Aki
sguaina la katana e si lancia contro Fajro, il ragazzo si accende, la
sua fiamma lo circonda, ma il generale la spegne con una raffica di
vento e lo sorprende arrivandogli così vicino da toccarli
con una mano la pancia. Fajro s’inginocchia e dalle sue
viscere esce tanta acqua da riempire un fiume, Aki solleva la katana,
compie il movimento per mozzare la testa al nemico ma Fajro gli fa
saltare via dalle mani l’arma facendo uscire da terra dei
rami rampicanti acuminati da spine di ferro; è stata proprio
l’acqua uscita dai suoi intesti a far crescere quei rami
puntosi.
Il Leone, fino a quell’istante bloccato, acquista vigore,
sfida il vento costruito dall’Albatro e compie un balzo verso
l’alto per azzannare la preda; non riesce a colpire
mortalmente il pennuto, però lo costringe a stare in terra.
Aki reagisce, s’impossessa dei rampicanti e muovendo una mano
li indirizza contro Fajro, ma il ragazzo li carbonizza soltanto con lo
sguardo di fuoco. La Signora, forse per la prima volta da quando ha
incontrato il ragazzo, indietreggia timorosa, poi, scansata la paura,
rilascia un turbine ventoso, mischiato a granelli di polvere ferrosa,
contro il Leone che lascia la presa dell’animale avversario
per il bruciore agli occhi e Aki, compiendo un salto, sale in groppa al
suo Albatro.
Anche Fajro, come il Leone, deve chiudere le palpebre per il bruciore e
il generale sfrutta l’occasione attirando a sé la
katana. Aki si lancia contro l’avversario, ma il ragazzo
riapre gli occhi ciò che prima erano granelli di polvere
ferrosa, ora scendono dalle sue pupille sotto forma di lacrime
d’acciaio nero che consolidandosi formano degli aghi
appuntiti. Fajro, con l’aiuto del vento, lancia una miriade
di aghi dai suoi occhi che si conficcano nelle ali
dell’Albatro. Il Famiglio di Aki è costretto ad
atterrare proprio dove si trova il leone e al felino basta
un’artigliata per squarciare il petto del pennuto.
L’Albatro scompare e Aki crolla a terra. La donna non si
arrende, si appresta a evocare un secondo famiglio, ma il ragazzo la
stringe tra le sue braccia e lascia che il suo Fuoco diventi
un’esplosione.
All’interno della barriera triangolare si è
sollevata una nube densa, i generali tolgono la protezione temendo per
la salute di Aki ma ciò che appare ai loro occhi li
stupisce: Fajro stringe tra le braccia Aki ed entrambi sono
all’interno di un sarcofago di ghiaccio che lentamente si
scioglie liberandoli senza danni fisici.
Le gambe del ragazzo cedono per la fatica, Fajro
s’inginocchia accompagnato nella discesa dalla donna che
all’orecchio gli dice: «Non mi sono mai eccitata
come in questo combattimento, purtroppo ci sono troppi occhi che ci
guardano se no...»
«Signora, da ciò che state toccando con la vostra
mano, immagino che stiate per dire qualcosa di molto sconcio.»
L’imperatore, entusiasta annuncia: «Decreto la
sfida conclusa in pareggio perché non possiamo determinare
chi abbia creato il sarcofago ghiacciato, ma ciò che importa
è che Fajro ha superato il test e da domani tutti i generali
lo metteranno sotto torchio per una serie di allenamenti
intensivi.»
Kasai raggiunge il suo allievo e indicando Atua dice: «Fajro,
ti evito di chiederglielo così non lo mettiamo in imbarazzo;
lui ha superato il test dopo diciannove anni.»
Sesto
Anno (Mondo degli Uomini – seconda parte)
Regno di Apen
La notizia di un’invasione da parte di Tera è
parzialmente negata, ma la situazione e nettamente peggiore. I soldati
che hanno distrutto le città di Apen sono del regno
confinante, ma guidati dal terribile influsso del Lipitoare.
Nel frattempo, nelle cittadine vicine alla capitale, le rivolte
continuano e l’esercito, ridotto per l’esigenza di
contrastare le Creature Mitologiche, si abbandona ad atti atroci contro
i popolani più poveri. Al palazzo reale Oak parla proprio di
questa situazione con Panglito.
«Gli ordini rimangono invariati, non mi interessa cosa fanno
i soldati a quei traditori della corona, possono trucidarli, buttarli
nelle fauci di qualche mostro o prenderseli come schiavi.
Ciò che importa è che siano tolti di
mezzo!»
«Maestà, i nostri uomini sono a sua disposizione
per compiacervi in tutto, però ho una richiesta da farvi per
portare a termine il mio compito in tempi brevi» chiede
Panglito consapevole che il re lo accontenterà.
Da Koraha una nuova Creatura Mitologica ha fatto la sua comparsa. La
Chimera ha distrutto tutte le città di Apen che confinavano
con il deserto per poi dirigersi verso l’entroterra.
L’esercito guidato da Macan ha opposto un’inutile
resistenza, il mostro ha annientato tutto mietendo migliaia di vittime
anche tra i soldati. Macan, ritiratosi, ha potuto soltanto guardare
quella belva alata mentre distruggeva altri villaggi prima di tornare
nel deserto.
Macan e i suoi uomini hanno raggiunto il primo paese risparmiato dal
mostro, ma ciò che ha trovato è la morte.
Centinaia di persone, uomini, donne e bambini, tutti impalati e posti
in ordine lungo la via principale, molte case sono state incendiate, la
poca gente ancora in vita è nascosta nelle abitazioni, ma le
loro urla straziate per la perdita dei propri famigliari echeggiano tra
le poche mura risparmiate dalla tragedia che ha subito questo paese di
provincia.
In mezzo alla strada c’è un bambino, cerca di
tenere dritta la spada che ha in mano, ma che pesa quasi quanto lui.
Urla all’indirizzo del generale: «Non ho paura di
voi, siete malvagi e il Leggendario vi punirà,
perché se non sarò io a vendicare mio padre, lo
faranno le Creature!»
Macan si guarda attorno, alcune persone si sono munite di bastoni, ma
tremano davanti alle armature dei soldati; lui si ferma a qualche metro
di distanza dal bambino, estrae la spada e la butta a terra dicendo:
«Popolo di Apen, i soldati dietro di me, anzi, questi uomini
e donne, hanno combattuto per il nostro regno contro la Chimera, quindi
se volete incolpare qualcuno, ebbene, io sono pronto a morire per loro,
così come sono pronto a morire per ognuno di voi.»
Il brusio della gente è diventato assordante, qualcuno vuole
la testa del generale, qualcun altro lo riconosce e chiede la salvezza
per lui e il suo esercito, ma il suono di un corno fa smettere il
vociare delle persone che si rintanano nuovamente nelle poche case
ancora intatte. Macan è a ovest della strada principale, il
bambino nel mezzo e da est giungono soldati armati e riposati. I nuovi
arrivati avanzano, il loro comandante guarda quel bambino che piange
tenendo, si abbassa per dargli qualcosa da mangiare poi lo supera e
raggiunge Macan.
«Generale Macan, per ordine di Re Oak sono qui per
arrestarvi» dice Jaran.
Macan guarda negli occhi quell’uomo che conosce da una vita e
senza proferire parola allunga le mani in avanti per farsele legare, ma
Jaran s’inginocchia davanti a lui dicendo:
«Però Re Oak ha tradito il Regno di Apen e deve
pagare per le sue azioni scellerate!»
L’uomo si alza in piedi, prende la mano di Macan e la solleva
gridando al folto pubblico: «Il Regno di Apen non ha bisogno
di un re tiranno, ma di un vero uomo a cui sta a cuore il popolo. Viva
Macan!»
I soldati di Jaran urlano quel nome, subito si aggregano anche quelli
di Macan e poco dopo tutti i sopravvissuti del villaggio, tranne uno.
Macan raggiunge il bambino che è rimasto in silenzio e il
piccoletto dice: «Vendicherai la morte della mia
famiglia?»
«Sì.»
«Difenderai tutta la gente e non solo i ricchi?»
«Sì.»
Il bambino asciuga le lacrime e dice ad alta voce: «Non mi
basta!»
Macan risponde urlando in modo che tutti possano sentire:
«Sì, giuro di difendere la giustizia a costo della
mia vita!»
Isola Imperiale di Otoke
L’imperatore Atua, CCXVII del suo nome cammina nella grande
sala dopo avere ricevuto le notizie provenienti da tutto il mondo. Ha
in mano un foglio, lo legge, lo rilegge, e di nuovo e ancora. La
principessa Oceanya, rimasta stabilmente nel palazzo imperiale ormai da
due anni, chiede: «Che cosa vi turba che già non
conosco?»
«Ho scelto una persona per un ruolo che nella nostra storia
è stato ricoperto soltanto da una decina di persone, ma sono
tuttora indecisa se annunciarla oppure attendere che la situazione
migliori.»
«Sappiamo entrambe che è più facile che
tutto peggiori da un momento all’altro. Non ci sono solo le
Creature, ma anche tra gli uomini ci sono dei
“mostri” come quello che dovrei sposare. Se
è una vostra prerogativa imporre la persona che avete
scelto, fatelo senza rimuginarci sopra» dice Oceanya
sorseggiando del liquore.
«Lo so, ma per tutti i popoli sembrerà una scelta
soltanto politica, mentre la mia intenzione e dare risalto
all’impresa che ha compiuto affidandogli un ruolo
pacificatore come quello di Primo Cavaliere
dell’Impero.»
Oceanya ha compreso e dice: «Metalo ha sempre pensato
soprattutto a se stesso incurante del dolore che causavano le sue
parole, ma in questi ultimi anni, forse perché diventato
adulto, si è mostrato più flessibile, ha lavorato
per il suo popolo ed è l’unico che ha riportato
una mezza vittoria in battaglia contro le Creature
Mitologiche.»
«E’ vero ciò che dici, ma rimane sempre
una scelta di parte che scontenterà la
maggioranza» dice l’imperatore scuotendo la testa.
«Senza dubbio vi accuseranno di patrocinare il figlio del
vostro ex datore di lavoro, ma se facciamo i conti non ci sono altre
persone. Re Titan sarebbe la scelta meno appropriata, proprio per il
discorso politico, la Regina Wasa è malata, la Regina Flame
governa il popolo attraverso Bruligida, mia sorella è odiata
in ogni luogo e Re Oak, beh, sapete già cosa penso di lui.
Tra noi principi, che siamo cresciuti in questi anni tormentati, io
sono da scartare perché una principessa cui piacciono le
donne è un orrore agli occhi dei puritani e Aarde ha sempre
vissuto nel bozzolo protettivo della madre. Tolti tutti, rimane
Metalo.»
Atua, CCXVII del suo nome, si avvicina al leggio posto accanto al
trono, appoggia il foglio che teneva tra le mani sopra altri documenti
identici e li firma tutti.
«Mandate una colomba bianca a ogni a ogni rappresentante dei
Cinque Regni» dice Atua consegnando i fogli firmati a una
guardia pretoriana. «L’imperatore dei Cinque Regni
nomina ufficialmente come Primo Cavaliere Imperiale il principe Metalo
di Metel.»
§ § §
Fajro ha appena terminato l’ennesimo un allenamento intenso
Kuoki, i due ragazzi si siedono a terra per riposare.
«Ultimamente sei sempre tu il mio avversario
giornaliero» dice Fajro mentre si asciuga il viso.
«Dopo il “viaggio” con Eteru, la scelta
del maestro per l’allenamento è dettata da
ciò che lei ha sentito dentro di te. In pratica ha rilevato
che in te l’Elemento Aria è carente, e hai bisogno
di assorbire questo tipo di energia piuttosto che un altro. Ogni
persona ha tre Elementi predominanti e tra questi
c’è quello di base, che nel tuo caso è
il Fuoco, e se è Aria a essere carente probabilmente la tua
sottile linea dell’equilibrio è formata da due
Elementi Primari e uno Secondario. I tre meno influenti, uno primario e
due secondari, devono essere equilibrati tra loro, e questo ti spiega
perché non stai facendo più allenamenti con
Mokuzai» risponde Kuoki.
«Allora è per questo che è sempre
adirata con me anche se non faccio niente per causare le sue
reazioni.»
«Devi anche mettere nel conto che lei è una
diciottenne e che non ha avuto esperienze romantiche con altri ragazzi
e tu sei l’unico a sua disposizione» risponde Kuoki
ridendo.
«C’è una domanda che mi sta tormentando
e quando intraprendo il discorso non ricevo mai risposta.
Com’è possibile che…»
Kuoki lo ferma: «So cosa ti chiedi, ma neanche io ti
risponderò. Ti posso dire che non è per
cattiveria che non ottieni risposta, ma è un argomento che
tratterai con l’imperatore, e soltanto prima di tornare nel
mondo degli uomini.»
Fajro sbuffa come un bambino imbronciato, Kasai, appena entrata
nell’arena, notata l’espressione
“carina” del ragazzo e gli si butta addosso in meno
di un secondo.
«Kasai, sei sempre troppo espansiva» dice Kuoki
rimproverando bonariamente la donna.
«Non è colpa mia se questo giovanotto è
un Fuoco totale!» risponde Kasai mentre continua a
strusciarsi su Fajro.
«Lo sapevo! Con la scusa di controllare
l’allenamento ti sei subito buttata su di lui!»
strilla Mokuzai entrando di corsa nell’arena.
«Amico, adesso sono affari tuoi» dice Kuoki
ridacchiando.
«Tu sei cattivissima con il mio cucciolo, lo sgridi tutti i
giorni!» dice Kasai senza mollare la presa su Fajro.
Mokuzai si lancia addosso ai due dicendo: «Mi sta lasciando
sempre sola e sono nervosa. E poi è colpa tua Kasai, lo
tieni sempre al guinzaglio!»
Kuoki si accorge che una persona importante e nell’arena,
salta in piedi e s’inchina mentre gli altri tre continuano a
rimanere sdraiati per terra.
«Molto bene, vedo che l’allenamento prosegue in
modi diversi da quelli previsti» dice Aki con tono
autoritario.
La voce della Signora fa scattare tutti in piedi, ma soprattutto
permette a Fajro di liberarsi dalla presa delle due ragazze. Aki si
avvicina ai tre e Kuoki sfrutta l’occasione per andarsene
prima di finire anche lui nei guai.
«Mokuzai è una ragazzina ed è
comprensibile il suo atteggiamento, ma tu Kasai, sei anche la sua
Maestra» dice Aki spostando le due donne da Fajro.
La signora non solo libera Fajro dalle grinfie delle altre donne, ma
senza essere vista gli mette una mano sul sedere e il ragazzo,
sentendosi toccare, spinge in avanti il bacino con un movimento
incondizionato. Kasai, capendo cosa sia accaduto, dice senza timore:
«Signora, state cercando di accaparravi il ragazzo
utilizzando il vostro grado? Non è una cosa decente, lo
sa?»
Mokuzai dice la sua mettendo da parte la timidezza: «E poi io
sono la più giovane e dovrei essere quella che lui deve
sco… sco…ehm, prendere per prima!»
«Signore, da che mondo esiste, sono le donne più
mature ed esperte quelle preferite dai giovani ragazzi» dice
Aki accarezzando il viso di Fajro proprio mentre entra Mizu
nell’arena per una sessione di allenamento singolo.
Il neo entrato osserva la situazione e ride guardando la faccia di
Fajro che è completamente in balia delle tre donne. Cerca di
aiutare l’amico dicendo: «Posso darvi una
mano?» ma la sua frase è recepita come provocante
dalle donne che rispondono in coro “no”.
Nell’arena rimbomba la voce di Eteru: «Fajro, caro,
avrei bisogno di parlare con te.»
«Caro?» dicono all’unisono le tre donne
mentre guardano negli occhi il povero Fajro che, ormai conscio di
attirare la loro attenzione nonostante i suoi continui rifiuti,
può solo stare zitto evitando di dire qualcosa che possa
peggiorare la situazione.
Nel frattempo l’imperatore ha ascoltato i tre generali appena
rientrati a Wuxing dopo una missione importante. «Le
informazioni che avete carpito ai guardiani delle Creature sono molto
chiare e temo che non abbiamo ancora visto il peggio che possono fare
con l’unione dei quattro regni soprannaturali. Il nostro
obiettivo rimane inalterato, spingeremo ancora il ragazzo sapendo che
solo Eteru deciderà quando Fajro potrà tornare
nel mondo degli uomini. Orami è inutile sperare; la sottile
linea dell’equilibrio è definitivamente
spezzata.»
I generali stanno per uscire ma l’imperatore trattiene Natsu.
«Ho parlato con Aki» dice l’imperatore
leggermente adirato.
«Ehm, mi perdoni, è stato più forte di
me» risponde il generale inginocchiandosi.
«Spero che almeno tu non abbia detto niente a lui
direttamente?»
«No Signore, su questo punto ero e sono d’accordo
con Aki, però…»
«Natsu, questa volta non ci sono però di mezzo, e
ti ordino di mantenere il silenzio!»
«Ubbidisco» risponde Natsu costernato.
«Sei un brav’uomo, però mi fai diventare
matto» dice l’imperatore tornando a sorridere.
«Ma se ti può far piacere la risposta è
sì.»
Natsu scatta in piedi e dalla gioia abbraccia l’imperatore.
«Grazie Signore.»
Il generale corre via dalla sala, l’imperatore osserva il
corvo Agisto e…
Il piccolo Ten,
attraverso gli occhi nel corvo vede cosa accade nel
mondo, ma per la prima volta sente anche la voce dell’anima
errante che è nel corpo di Agisto.
«Matco, ho da
affidarti una missione importante che esula
dall’osservare e riferire.»
«Sono a vostra
disposizione, in cosa posso essere di
aiuto?»
«Devi
consegnare, a voce, dei messaggi ad alcune persone,
però mantenendo le qualità di questo splendido
corvo parlante. Nessuno di loro dovrà capire che giungono da
una persona reale.»
«Ho
capito» risponde Matco prima di cominciare a
gracchiare.
CAST
Importanti
Agisto – Corvo messaggero appartenuto a Sipestro di Tan e che
ospita l’anima errante del soldato Matco, assassinato al lago
Sider a Dwr
Ten [m] – Bimbo che vede gli avvenimenti attraverso gli occhi
del corvo
Atua Primo [m] – Leggendario Imperatore dei Cinque Regni Umani
Fajro [m] – Principe di Tan e protagonista della storia
Regno Wuxing
- ? [m] – Imperatore (il suo nome non è stato
ancora detto)
- Aki [f], Fuyu [m], Haru [m], Natsu [m] – i quattro generali
di Wuxing
- Eteru [f] (Neutro) – la samurai definita più
vicina al Creatore
- Daichi [m] (Terra), Kasai [f] (Fuoco), Mizu [m] (Acqua) – i
tre samurai con Elementi Primari
- Kinzoku [m] (Metallo), Kuoki [m] (Aria), Mokuzai [f] (Legno)
– i tre samurai con Elementi Secondari
Regno Sea
(regno negli abissi marini)
- Kwakhala [f] – Regina (solo nominata)
- Esseri mostruosi: Kraken, Leviatano – Creature mitologiche
Regno Koraha
(regno nel deserto omonimo)
- Yuly [f] – ? (solo nominata)
- Golem, Skorpio, Chimera – Creature mitologiche
Regno Sliabh
(regno sulle montagne condivise tra Metel e Tera)
- ? – guardiano del Gigante
- Gigante, Pithecus, Denosor – Creature mitologiche
Regno Hout
(regno chiamato anche Foresta Proibita)
- Ombra, Maputa, Lipitoare – Creature mitologiche
Regno Heru
(regno sotterraneo posizionato alle radici
dell’albero Hyperion)
- Innominabile – Imperatore (soltanto identificato come
imperatore)
- ? – Cinque servitori di Heru (soltanto nominato il loro
ruolo)
Altri personaggi
apparsi o solo nominati nel capitolo
- Aarde – Principessa ereditaria di Tera
- Metalo – Principe ereditario di Metel
- Crehuma – Saggia di corte a Metel
- Meirge e Tyred – Generali dell’esercito di Metel
- Moncai – Generale della marina militare di Metel
- Draak – Comandante in capo dell’esercito di Tera
- Buffel e Paard – Generali dell’esercito di Tera
- Vlek – Saggio di corte a Tera
- Haag – Capitano dell’esercito di Tera
- Wasa – Regina di Tera
- Titan – Re di Metel
- Cristalya – Regina di Dwr
- Oak – Re di Apen
- Panglito – Comandante in capo dell’esercito di
Apen
- Macan – Generale dell’esercito di Apen
- Jaran – Capitano dell’esercito di Apen
- Atua CCXVII (vero nome Ohlaka) – Imperatore dei Cinque Regni
- Oceanya – Principessa ereditaria e comandante in capo
dell’esercito di Dwr
- Flame – Regina di Tan
- Bruligida – Regina di Tan dopo aver abdicato è
diventata Saggia di corte
Schema della magia
- Ogni Essere Vivente è costituito di Energia
- Con al morte fisica l’Energia si tramuta in un Globo di
Luce o in uno Oscuro
- Il Globo di Luce raggiunge il Regno Wuxing (il bene) mentre il Globo
Oscuro raggiunge il Regno Heru (il male)
- L’Energia di ogni Essere Vivente è la base per
la creazione degli Elementi Magici
Schema degli elementi
magici
- Esistono due Elementi Dominanti: Luce, Oscurità
- Esistono tre Elementi Primari: Acqua, Fuoco, Terra
- Esistono tre Elementi Secondari: Aria, Legno, Metallo
- Esiste un Elemento Neutro: Etere
- se uno o più Elementi Secondari acquistano potere
crea/creano squilibrio
- con lo squilibrio uno o più Elementi Primari
soccombe/soccombono e l’Elemento Neutro diventa Caos
- L’Elemento Caos dona maggiore potere all’Elemento
Dominante Oscurità che prende il soppravvento sulla Luce.
Schema della Forma
Energetica Assoluta
- La Forma Energetica Assoluta è il massimo raggiungibile
nella Forma Energetica
- La Forma Energetica si divide in tre livelli:
a) Livello Kou (alto) : lo ottengono solo l’Imperatore di
Wuxing e l’Imperatore di Heru
b) Livello Heikin (intermedio): lo ottengono solo i generali di Wuxing
e i servitori di Heru
c) Livello Tei (basso) – lo ottengono i samurai di Wuxing e
tutti gli altri esseri viventi che hanno coscienza delle differenze.
- La Forma Energetica evoca magicamente un Animale chiamato Famiglio
|
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Capitolo 7 *** Il settimo anno (prima parte) ***
Il
corvo Agisto, in missione per l’imperatore di Wuxing,
svolazza nel mondo degli uomini e il piccolo Ten, attraverso gli occhi
del pennuto, vede il caos in azione.
Il corvo atterra in un luogo polveroso, il forte vento disturba il suo
volo così il corvo zampetta sul terriccio, entra in un
grande buco di una montagna, arriva quasi sul fondo della grande
miniera e osserva uomini, donne e bambini, diventati schiavi, mentre
lavorano senza ricevere cibo o acqua, malmenati e in alcuni casi anche
colpiti a morte da guardie più disumane delle bestie
mitologiche. Nell’oscurità le piume nere
nascondono il corvo e lui raggiunge la persona che deve contattare
senza che qualcuno si accorga della sua presenza.
Era un soldato, ha vissuto servendo la casa reale del suo regno, ha
rischiato la vita durante la Grande Guerra, ha partecipato alla rivolta
del suo principe, ma come molti di Tan, ha perso l’ultima
battaglia e si è ritrovato schiavo senza neppure accorgersi
del mondo che stava cambiando. Picchiato, ferito, imprigionato e messo
ai lavori forzati, quest’uomo non si è mai
spezzato, la sua mente è salda e non vacilla mai, attende un
singolo segnale per dare sfogo alla sua rabbia, anche se il destino gli
sembra tanto ineluttabile da fargli paura. Sembra, ma gli è
bastato vedere quel piccolo corvo per fargli immaginare un futuro
diverso, perché se un pennuto ha la forza di vivere
nonostante sia solo, lui non sarà da meno.
L’uomo, sottovoce, dice: «Piccoletto, come sei
riuscito ad arrivare fin qui?» poi lo schiavo ride da solo
pensando che sta facendo delle domande dirette aspettandosi una
risposta coerente da un corvo.
Agisto, infatti, non risponde, però dice: «Cra
cra! L’ho visto, vivo, il deserto non l’ha portato
via. Tornerà, cra cra!»
L’uomo spalanca gli occhi, ha subito capito di chi stia
parlando, ma teme di nominare quel nome associato a un assassinio
gravissimo, persona così odiata da chiunque che pure uno
schiavo qualsiasi, sentendoglielo pronunciare lo denuncerebbe ai loro
carcerieri, e allora dice soltanto una parola:
«Scavezzacollo?»
«Lui!» risponde il corvo prima di allontanarsi
nell’oscurità della miniera.
L’uomo scoppia a ridere istericamente e neppure le frustate
delle guardie riescono a farlo smettere.
Agisto esce dalla miniera e riprende il suo volo; ha ancora due persone
da incontrare: un altro uomo e una donna bellissima, l’unica
cui consegnerà un messaggio scritto
dall’imperatore di Wuxing, anche se il vecchio ha apposto una
firma falsa per non svelare la sua identità.
7° capitolo –
Il settimo anno (prima parte)
È la prima volta che il ragazzo esegue un test direttamente
nella sala delle cerimonie; l’imperatore è nel suo
baldacchino, Fajro proprio nel centro della sala e ai quattro lati i
generali. L’imperatore dice: «Questa sala
è già protetta da barriere costituite da tutti
gli Elementi Magici e potrai utilizzare tutta la tua energia senza
causare danni alle cose o alle persone che sono presenti. Due anni fa i
generali, utilizzando le loro mani, hanno fatto confluire i loro poteri
nel tuo corpo per sbloccare il tuo Fuoco, invece questa volta, dovrai
catturare da solo l’energia che ti metteranno a disposizione.
Ma dovrai fare grande attenzione perché questa prova
è la più pericolosa che tu abbia affrontato a
Wuxing. L’energia non ti sarà offerta, ma dovrai
acquisirla tu stesso attraverso le tecniche combattive che i generali
metteranno in campo contro di te. Sei pronto a rischiare di dover
rimanere a Wuxing ancora per molti anni?»
«Signore, io sono pronto a rischiare di lasciare Wuxing prima
del tempo che mi aveva pronosticato» risponde Fajro senza
indugio.
«Molto bene giovanotto, diamo inizio alla prova.»
Fajro esegue la respirazione assoluta e all’istante inizia a
far uscire fiamme dal corpo mentre i generali posizionati ai quattro
angolo iniziano a lanciare dei colpi di magia elementare seguendo dei
turni precisi: Aki, da destra, colpisce con una massa d’acqua
racchiusa in una bolla d’aria, Fuyu, dietro, attacca con un
turbine ventoso nel quale sono racchiuse delle schegge di granito,
Haru, a sinistra, sferra un colpo creando una lingua di lava
incandescente, infine, Natsu da davanti, lancia palle di fuoco con
all’interno dei pugnali di ghiaccio. Ma la sequenza non
finisce perché Fuyu indirizza contro il ragazzo una lancia
di metallo cosparsa da terriccio e contemporaneamente Natsu lancia un
tronco di quercia con al suo interno un anima di acciaio nero.
Il fuoco difensivo di Fajro tende ad assopirsi sempre di più
dopo ogni attacco subito, ma alla fine si espande in direzione degli
attaccanti costringendoli a evocare un famiglio per difendersi dalle
fiamme roventi emanate dal ragazzo.
Fajro assorbe tutta l’energia circostante e la converte
evocando il suo Leone.
I generali eseguono il secondo attacco: il grande Albatro di Aki agita
le ali causando un tornado, il gigante di granito di Fuyu lancia delle
scuri diamantine, l’enorme lucertola di Haru sputa del fuoco,
infine, il pachidermico Mammut di Natsu spruzza dalla proboscide un
fiume d’acqua ghiacciata. Ma la sequenza non finisce
perché Fuyu evoca una quercia vivente che colpisce il leone
con i rami fatti a forma di artigli appuntiti e contemporaneamente
Natsu evoca un gigante d’acciaio nero che sferra un colpo al
felino con un’enorme spada.
Fajro ha in mano la katana, il colore della fiamma che lo circondava
è passato dal rosso intenso al bianco fosforescente e il
Leone ruggisce con più vigore mentre una strana energia esce
dalla spada del ragazzo, si disperde in tutto l’ambiente e
colpisce con precisione assoluta tutti i famigli presenti nella sala.
L’imperatore esce dal baldacchino con in mano un bastone
nodoso, agita l’asta e dalla punta di quell’oggetto
esce una luce fortissima che raggiunge i quattro generali mentre i loro
famigli scompaiono sconfitti. Fajro si avvede dell’intervento
protettivo eseguito dall’imperatore, risucchia dentro di se
l’energia distruttiva che aveva sprigionato mentre il Leone,
con un ultimo ruggito così potente da far indietreggiare
addirittura il sovrano di Wuxing, scompare dentro il corpo del giovane.
Fajro è stanco, ha subito lievi ferite alle mani, ma
è in piedi e cosciente.
«Rispondete, secondo voi Fajro ha superato la vostra
prova?» chiede l’imperatore ai quattro generali che
sono ancora storditi da ciò che hanno visto.
«Signore, credo di poter dire, in nome di tutti i miei
compagni, che Fajro ha superato la prova oltre le nostre più
grandi attese, e infine vi chiedo ufficialmente di dare a Fajro
l’opportunità di affrontare l’ultimo
passo in tempi brevi» risponde Natsu, come al solito il
più esaltato di tutti.
Gli altri tre generali annuiscono e l’imperatore dice al
ragazzo: «Eteru ha visto, conosce le nostre risposte
favorevoli e ha accettato le nostre richieste. Soltanto Eteru
può decidere quale sia il giorno più opportuno,
ti chiamerà nell’istante esatto in cui sarai
chiamato all’ultimo passo.»
«Grazie Signore, e grazie a tutti voi» dice Fajro
inchinandosi prima di allontanarsi dalla sala delle cerimonie.
L’imperatore, appena uscito il giovane principe, parla ai
generali: «Avete visto tutti ciò che ha fatto, ma
soprattutto a ciò che è successo durante il
secondo assalto. È di vitale importanza che nessuno gli dica
che nel suo corpo alberga quel grande potere e dobbiamo tutti sperare
che non sia mai costretto a utilizzarlo.»
Settimo
Anno (Mondo degli Uomini – Prima parte)
Regno di Tan
L’avvistamento continuo dei mostri marini ha convinto la
Regina Flame a bloccare i viaggi commerciali per mare e ha consigliato
ai mercanti del proprio regno di utilizzare soltanto le vie terrestri
che congiungono Tan a Metel ritenendo poco sicure anche le strade che
si collegano allo Stato Libero di Oazo.
Bruligida è nella sua stanza quando un corvo la raggiunge.
La donna lo riconosce immediatamente nonostante siano passati tanti
anni.
«Ciao Agisto, pensavamo di averti perso e invece sei riuscito
a trovare la strada per farmi visita» dice la donna porgendo
una ciliegia al pennuto.
Bruligida osserva la zampa del corvo e chiede: «Ma stai
lavorando! Che cosa mi hai portato di così importante da
scegliere di entrare direttamente dalla mia finestra?»
Il corvo gracchia come se volesse rispondere, Bruligida sfila dal
cartoccio legato alla zampetta del pennuto il messaggio e Agisto vola
via immediatamente senza dover aspettare una risposta. La donna si
avvicina alla candela, legge avidamente lo scritto e mentre sul suo
viso appare un sorriso raggiante consegna alla fiamma del moccolo la
missiva. Bruligida apre un cassettino e prende qualcosa tra le mani,
esce dalla sua stanza e poi dalla Villa, cammina con calma verso una
piccola casetta appoggiata a uno dei muri di cinta, bussa alla porta e
ricevendo risposta entra dicendo: «Mie care ragazze, mi sono
fidata di voi, vi ho dato un buon lavoro e una buona sistemazione. Vi
ho accolto con scetticismo, è vero, ma mi avete mostrato le
vostre buone intenzioni ridandomi indietro un oggetto prezioso e vi ho
garantito che sarebbe stato il vostro premio se un giorno vi avrei
chiesto di lavorare per me come avevate fatto in precedenza con il buon
comandante. Ebbene, un uccellino mi ha sussurrato che è
quasi giunto il momento di metterci all’opera e la missione
che sto per affidarvi darà modo a tutte noi di riprenderci
ciò che è nostro.»
Bruligida smette di parlare, appoggia la mano sul tavolo lasciando un
oggetto in bella vista. Una delle due ragazze, eccitata alla vista di
quel diamante, quasi si sdraia sul tavolo per prenderlo,
l’altra, senza termini troppo raffinati, dice:
«Porca puttana, ditemi quale culo devo spaccare ed io ci
infilerò tutta una spada!»
La Saggia di Tan ride, non la infastidiscono le espressioni colorite,
anzi, proprio il modo di fare di quella donna è stato molto
di aiuto nei momenti in cui la giovane Flame era più
depressa.
Regno di Metel
Nel castello reale, servitori e schiavi continuano i loro lavori
giornalieri sotto lo sguardo attento della Saggia Crehuma, mentre i
regnanti sono entrambi in mare ma verso due direzioni diverse.
L’ammiraglio Lyngesydd, che in assenza di Titan e Metalo
rappresenta la massima carica del regno, ha preso una decisione
importante e informa il suo più stretto collaboratore
presente nel regno. «I nuovi avvistamenti dei mostri marini
sono preoccupanti e sapere che il Re e il principe sono in viaggio
proprio per mare mi disturba nonostante siano accompagnati dalla nostra
marina militare. Ho deciso di salpare io stesso per raggiungere Puna,
mentre tu dovrai andare a Otoke.»
«Signore, siete sicuro di questa scelta? Lontani anche noi
due, il regno rimane scoperto e qualche nobile poco
“nobile” potrebbe approfittarsene»
risponde Moncai seriamente preoccupato.
«Nonostante sia stata promossa da non molto tempo, il
generale Meirge ha la fiducia incondizionata del principe e sono certo
che lei, aiutata dalla Saggia Crehuma, terrà
l’interno di Metel al sicuro. L’unico problema
potrebbe derivare da un attacco delle Creature della montagna, ma se
perdiamo entrambi i regnanti in mare, quello che accade qui
sarà tanto ininfluente perché saremmo
già spacciati» risponde l’ammiraglio con
decisione.
«Molto bene Signore, a Port Pearl le nostre navi sono
già pronte, basta che mi dica quando intendete partire e
organizzo le carrozze per raggiungere il porto.»
«Subito, non possiamo perdere tempo» termina la
discussione l’ammiraglio alzandosi in piedi.
Regno di Apen
La seconda guerra civile di Apen è stata drammaticamente
più cruenta: se nella prima era bastato togliere di mezzo
l’ammiraglio fedele a Re Wit, in questa gli scontri tra le
due fazioni si sono svolti totalmente a terra. La prima azione di
Macan, ormai capo indiscusso dei rivoltosi, è stata quella
di imprigionare l’ammiraglio Prau, fedelissimo di Re Oak, in
seguito ha proposto il proprio progetto al generale Menara il quale si
è unito alla ribellione portando con sé
l’intera flotta della marina militare. Ogni battaglia si era
combattuta di città in città, erano caduti molti
militari ma anche i tantissimi civili che parteggiavano per uno o per
l’altro schieramento.
La battaglia che sta infuriando nella capitale, soprattutto davanti al
palazzo reale assediato dai rivoltosi, ha raggiunto il punto di svolta.
I portoni della magione si spalancano e molti soldati escono tenendo le
mani alzate mentre il loro comandante, il generale Terwelu, sventola
una bandiera bianca.
«La pazzia di quel ragazzo non ha limiti e aveva intenzione
di struggere il castello con quelle bombe acquistate dallo Stato Libero
di Oazo. Solo l’altro è completamente dalla sua
parte» dice Terwelu consegnando la sua spada al capitano
Jaran.
«Amico mio, perché hai continuato a servirlo fino
a ora?» chiede Macan.
«Perché soltanto adesso sono riuscito a liberare
la mia famiglia, insieme a quelle dei soldati che sono usciti insieme a
me. Lui era nelle gabbie sotterranee solo per aver detto cosa pensava
delle rappresaglie delle quali aveva soltanto assistito»
risponde Terwelu facendo notare le condizioni quasi disperate del
capitano Catur.
«Lui dove si trova?» chiede Macan pronto allo
scontro finale.
«E’ una domanda a cui non so risponderti. Non mi
è mai stato permesso di vederlo e in tutto questo tempo ho
sempre parlato con l’altro. Anche la Saggia Wicaksana
è inavvicinabile da mesi» dice Terwelu.
Macan sale sulla scalinata poi si volta indietro e grida al suo
esercito costituito da semplici contadini: «Popolo di Apen
è giunto il momento di fare un fronte unito contro il
tiranno e questi soldati, arrendendosi, sono diventati nostri compagni
perché già da prima erano nostri fratelli,
soggiogati anch’essi dal re e costretti a difenderlo contro
la loro volontà di libertà. Entriamo tutti
insieme, mostriamo al tiranno che un popolo fiero è capace
di perdonare offrendogli una giusta punizione che non
contempli la morte, ma se oserà sollevare un solo dito
contro chiunque di voi non avrò pietà e
sarò io stesso a tagliargli il capo
all’istante!»
Macan e molti uomini entrano nel palazzo, soffocano nel sangue chi
cerca di fermarli, raggiungono la sala del trono, spalancano le porte e
trovano solo il comandante in capo dell’esercito Panglito
seduto sul podio reale.
«Questo Regno è del suo Re e voi dovete ubbidire.
Gettate le armi e con la sua magnanimità vi darà
modo di pagare la vostra ribellione con la salvezza della vostra
vita» urla Panglito sguainando la spada davanti a un
centinaio di persone inferocite.
«Non vedi che sei l’unico a parteggiare per il
tiranno? Sei stato contagiato così a fondo dalla sua pazzia
da decidere di morire per un ragazzo che ha addirittura fatto uccidere
i suoi genitori per tenersi sulla testa una corona
insanguinata?»
«Oak non si è macchiato di questo atroce atto. Io
sono il vero padrone di Apen, io ho fatto uccidere dai mercenari Wit e
la consorte, io ho predisposto che tu fossi imprigionato. Io sono il
vero Re di Apen!»
Panglito, completamente impazzito, si scaglia contro Macan e il
generale con un solo colpo di spada toglie la vita al folle comandante.
Il silenzio è rotto dal capitano Jaran che grida:
«Cercatelo in ogni stanza e in ogni segreta del palazzo.
Prendete il tiranno vivo a tutti i costi!»
Un messaggero entra nel palazzo, raggiunge la sala del trono e
costernato dice: «Signore, brutte notizie dal generale
Menara. Il ponte Sud/Ovest è stato distrutto dal Kraken e le
nostre navi da guerra, dislocate in quella zona, sono state spazzate
via in un attimo dalla bestia.»
Macan non ha neppure il tempo di adirarsi; un secondo messaggero si fa
largo tra la folla e con il fiatone gli dice: «Qualche ora fa
il luogo in cui era imprigionato Prau è stato distrutto da
qualche magia e l’ammiraglio è fuggito con una
nave. Purtroppo il tenente Kayu è rimasto ucciso dal crollo
del carcere.»
Macan, senza dire una parola, esce dal palazzo correndo, raggiunge un
angolo del parco e il suo sguardo diventa arcigno mentre osserva una
botola scoperta dal finto tronco che la rendeva invisibile alle
persone. Apre la botola, scende velocemente la lunga scala attaccata
alla parete e raggiunge un cunicolo, corre, non bada alle porte che ci
sono su entrambi i lati, infine arriva a una specie di porticciolo ed
è sgomento trovando un ufficiale steso a terra in una pozza
di sangue con le viscere quasi del tutto fuoriuscite dal corpo.
L’uomo riesce ancora a dire prima di morire tra le braccia di
Macan: «Signore, conoscevo questo porto sotterraneo, ho
provato a fermarli ma non pensavo ci fosse Prau
sull’imbarcazione e lui mi ha colpito alle spalle.»
«Riposa in pace Gedhe, la tua anima raggiungerà
sicuramente il Leggendario» dice il generale.
Macan si alza in piedi, osserva l’acqua immobile e urla
inferocito perché Oak è fuggito da troppo tempo
utilizzando il porticciolo segreto.
Regno di Tera
La malattia di Wasa era stata tenuta ben nascosta per alcuni mesi, ma
alla fine il Saggio Vlek aveva dovuto annunciare i motivi
dell’assenza della regina a una delle feste più
importanti del regno.
Aarde, poco avvezza alle riunioni militari, è coadiuvata dal
capitano Haag, ancora più vicino a lei da quando la regina
è malata, mentre ascolta il rapporto di Draak.
«Le Creature Mitologiche sono sparite, non ci sono
avvistamenti successivi all’ultimo loro attacco ma fatto
strano, in una terra ancora libera dall’influsso della
Foresta Proibita abbiamo rinvenuto tutte le armi degli uomini
sottomessi dal veleno ipnotico che secerne il Lipitoare.»
«In realtà ci sono degli avvistamenti delle bestie
del mare che si ripetono quasi quotidianamente, ma la loro comparsa non
è stata seguita da attacchi né alle navi militari
né a quelle mercantili. Temo che però sia solo il
preludio di un attacco in queste zone» dice Raal puntando il
dito sulla cartina precisamente sul Mare del Sud.
«Quali sono le indicazioni
dell’Imperatore?» chiede Aarde.
«Nessuna Milady, tranne la continua richiesta del Primo
Cavaliere di pattugliare ogni isola imperiale per proteggere i palazzi
di Atua, CCXVII del suo nome e la popolazione indigena. Forse quel
ragazzino pensa che qui stiamo perdendo tempo se ci chiede ulteriori
sforzi» risponde innervosito Raal.
«Comprendo la vostra frustrazione ammiraglio, ma dobbiamo
rispondere alla sua chiamata in modo che in futuro nessuno possa
contestarci per negligenza» dice Aarde.
«A Dwr fanno diversamente da noi!» insiste Raal
sempre più infuriato.
«Mi perdoni signor ammiraglio se mi permetto di ricordarle
che noi siamo sicuramente superiori in rettitudine e onestà
al confronto con loro» dice Haag intervenendo a difesa della
principessa.
Draak, notando che gli animi si stanno accendendo, cambia discorso
puntando più sulle richieste del Primo Cavaliere piuttosto
che su come comportarsi: «Milady, sapete se Re Titan
condivide le scelte del figlio o se le ha accettate per il dovere
imposto dall’imperatore?»
«Quando Titan è a Tera fa visita soltanto a mia
madre e le uniche parole che ci scambiano sono inerenti alle condizioni
fisiche della regina.»
Un soldato a guardia della sala della riunione riceve un dispaccio
urgente da un servitore e lo consegna immediatamente
all’ammiraglio. Raal lo legge e la sua esclamazione,
notevolmente volgare, fa capire che sta succedendo qualcosa di grave.
«Quali notizie la sconvolgono?» chiede Aarde.
«Milady, da Port Winkel chiedono il nostro intervento. Come
avevo ipotizzato i mostri marini stanno attaccando proprio nel Mare del
Sud: il Leviatano, ogni ora, emerge dall’acqua per colpire le
infrastrutture del Ponte Sud/Est!»
Aarde si alza in piedi di scatto, stizzita per questa nuova tragica
notizia, dice: «Andate Raal, ma non rischiate inutilmente. Se
c’è un modo per colpirlo utilizzatelo, ma non fate
gli eroi a tutti i costi, abbiamo bisogno del vostro acume tattico
ancora per mille anni.»
«Milady, le posso solo promettere che tenterò di
rispedire nell’abisso quella
mostruosità» risponde Raal allontanandosi dalla
sala.
Raal scende la scalinata proprio nel momento in cui il Re di Metel
entra nel castello.
«Sire, per fortuna siete illeso» dice
l’ammiraglio.
«Che cosa succede?» chiede Titan non sapendo nulla
della situazione.
«È appena giunto il messaggio che il Leviatano sta
attaccando il ponte vicino a Port Winkel e pensavo che lo aveste
visto.»
«No, non so nulla, abbiamo utilizzato la rotta per Puna e da
lì abbiamo ci siamo dirette al piccolo porto di pescatori
che dista qualche chilometro dal ponte. Adesso la mia scelta di
lasciare le navi militari che mi accompagnavano all’isola
imperiale si ritorce contro tutti, maledizione!»
«Non angustiatevi, l’importante è che
siate giunto a Tera incolume, perdere un re in questo momento sarebbe
una catastrofe. Ci occuperemo noi della bestia, le chiedo soltanto di
non tornare in mare fino a nuove notizie.»
«Farò come mi avete chiesto e rimarrò
accanto alla regina per tutto il tempo che sarà
necessario.»
Raal si allontana dal castello mentre Titan raggiunge velocemente la
stanza di Wasa e si siede accanto al letto della regina tenendole
amorevolmente la mano.
Regno di Dwr
La Regina Cristalya, per nulla contenta di dover ubbidire a un ordine
impartito dal Primo Cavaliere, dice chiaramente al suo ammiraglio:
«Quel ragazzino impudente si è montato la testa,
però nessuno ci vieta di stare alla larga dai guai e
pertanto voglio che partiate con una piccola parte della flotta,
evitiate l’isola di Ngahuru, e vi attestiate vicino alle
macerie del Ponte Nord/Ovest più vicine al nostro regno. Se
quei mostri dovessero apparire, tu ritornerai immediatamente a Port Iar
senza ingaggiare un combattimento.»
«Maestà, non credete che sia importante anche per
noi cacciare, e se possibile sopprimere, le bestie marine? Dopotutto
abbiamo perso anche noi, ogni giorno, delle navi commerciali»
dice Haranche evidentemente preoccupato ma Cristalya non lo sta
ascoltando, non è interessata ad avere qualche tipo di
risposta e l’ammiraglio rinuncia a parlare allontanandosi
dalla saletta.
Haranche incrocia nel corridoio una delle ancelle della regina che sta
strattonando un uomo tirandolo dalla catena che ha legata al collo, per
nulla preoccupata che quello schiavo stia zoppicando vistosamente.
L’ammiraglio osserva quell’uomo Haranche e
riconoscendolo gli dice: «Questa nuova tortura che si sono
inventati è disumana più di una decapitazione che
merita un soldato valoroso come te.»
Lo schiavo, opponendo resistenza ai nuovi strattoni
dell’ancella, risponde: «Forse un tempo potevo
definirmi valoroso, ma quel giorno non sono riuscito a salvare il mio
comandante e neppure a raggiungere la salvezza. Forse,
quest’agonia, è ciò che merito per le
mie mancanze.»
«Andiamo sporco schiavo, non vorrai che la mia signora se la
prenda con me!» dice l’ancella tirando di nuovo la
catena e l’uomo, questa volta, si lascia trascinare dentro la
saletta dove la regina aveva incontrato in precedenza
l’ammiraglio.
Cristalya gira intorno a questa persona, osserva interessata la
corporatura dello schiavo, gli graffia il petto con le unghie e poi
infila la sua mano nel pantalone dell’uomo dicendo:
«Tu sei soltanto spazzatura come quella persona che servivi,
ma voglio ugualmente darti la possibilità di redimerti. Usa
bene ciò che hai nelle mutande e servirai alla Reggia, usa
male i tuoi attributi e finirai i tuoi giorni nel posto peggiore che tu
possa immaginare.»
L’uomo, per nulla intimorito, risponde: «Sono
appena arrivato nel posto peggiore che potessi immaginare e farmi
toccare da una puttana come te è peggio che una bastonata
ben assestata.»
Cristalya si scosta dall’uomo, impugna proprio un bastone e
colpisce la gamba malandata dello schiavo che crolla a terra dal
dolore. La regina urla: «Farai la stessa fine di quel
pezzente del tuo principe!»
«Meglio morire oggi che servirti domani!» dice
l’uomo mentre alcune guardie, sentendo le urla della regina,
entrano nella saletta e iniziano a colpirlo con ferocia e senza
pietà.
§ § §
Fajro, uscito dalla sala delle cerimonie, si ritrova nel grande prato
di Wuxing. Saltella felice nonostante la stanchezza, fa qualche
capriola e poi si lascia cadere sul terreno morbido creato
dall’albero Hyperion. Ride rumorosamente, gioca come se fosse
tornato al tempo in cui era un bambino felice, poi sente dei forti
rumori, si alza in piedi di scatto, muove la testa a destra e a
sinistra per vedere chi sta facendo baccano e nota che i suoi amici
samurai sono tutti vicino al grande veliero. Corre, vuole raggiungerli
subito, sente il bisogno di parlare con loro, di raccontare, ma poi,
anche se è ancora lontano, sente che tutti stanno emanando
una strana energia, una tensione che Fajro non aveva mai rilevato. Loro
l’hanno visto, hanno smesso di parlare e quando il ragazzo li
raggiunge, si sforzano di sorridere. Kasai si lancia su Fajro e
naturalmente lo bacia come fa ogni volta prima di salutarlo verbalmente.
«Sei stato fenomenale, da tua maestra sono così
contenta che ti offro il mio corpo per un bel riposo.»
«Kasai, le provi davvero tutte!» dice Fajro
sorridendo, ma il ragazzo cambia espressione notando che Mokuzai,
questa volta, non dice niente di cattivo all’amica e neppure
tenta di intromettersi lanciandosi a peso morto su di lui.
Il principe di Tan non riesce a trattenersi e domanda:
«È successo qualcosa di grave
laggiù?»
Kuoki non mente rispondendo: «Non lo sappiamo, ma presumo che
anche tu hai sentito questa strana energia che c’è
nell’aria e, immagino, sei sorpreso nel sentire anche la
nostra tensione.»
«Quell’energia non promette niente di buono,
purtroppo» aggiunge Kinzoku.
«Forza ragazzi, abbiamo un lavoro da fare e qualsiasi cosa
stia accadendo non possiamo intrometterci, quindi mettiamoci
all’opera!» dice Mizu spronando gli altri a tornare
al lavoro.
«Posso aiutarvi? Che cosa dovete fare?» chiede
Fajro.
«Non puoi, devi aiutarci perché questi piccoli
lavori sono soltanto per te» dice Kasai dando un pugno
giocoso sulla testa di Fajro.
Atua raggiunge il gruppetto: «Naturalmente sappiamo tutti che
hai superato il test e i ragazzi stanno sistemando il veliero per
riportarti nel mondo degli uomini. Ciò che ancora non sapete
è che Eteru ha già dato il suo assenso per
eseguire l’ultima prova in questa settimana!»
Fajro salta di nuovo dalla gioia ma questa volta i suoi amici lo
abbracciano, chi in modo smodato come Mokuzai che gli si appende al
collo e chi con finto distacco come Kinzoku.
Il ragazzo però non si esime dal chiedere ad Atua:
«Sapete cosa è successo nel mio mondo?»
«Sapevamo che poteva accadere qualcosa di grave, ma siamo
ugualmente rimasti sorpresi. Quello che posso dirti è che le
persone cui pensi stanno bene e per ora sono lontane dai
pericoli.»
Fajro sospira per il sollievo, però subito dopo
s’irrigidisce perché oltre alle persone cui vuole
bene, è tutto il mondo a essere coinvolto nel Caos. Il
ragazzo ha solo un obiettivo in mente: dare la caccia allo stregone
oscuro, stanarlo e sopprimerlo definitivamente .
Settimo
Anno (Mondo degli Uomini – Seconda parte)
Mare del Nord
Le navi di Metel, in viaggio per raggiungere Puna, devono superare la
barriera del Ponte Nord/Est, ma ciò che vedono i marinai li
intimorisce. Una delle terribili creature marine, il gigantesco
serpente Nathair Mara, completamente avvinghiato alle impalcature del
ponte, con le sue spire lo demolisce senza nessuna fatica.
Lyngesydd urla al timoniere del suo vascello: «Non farti
distrarre dalla paura, vira a babordo e preparati per
l’attacco!»
Tutti i marinai sono in preda al panico, l’ammiraglio urla
ordini ma in pochi rispondono eseguendo le azioni richieste e il
Nathair Mara, completata la distruzione del ponte, indirizza la sua
attenzione verso quel gruppo di barche. Troppo pochi i colpi di cannone
che le navi di Metel riescono a sparare e nessuna delle sfere di ferro
che lo colpiscono riescono a scalfi la pelle squamosa del serpente
marino; Lyngesydd non può fare più nulla, guarda
le altre navi sprofondare nell’abisso e infine urla disperato
quando il Nathair Mara inghiotte lui e tutto il suo vascello.
Mare del Sud
Port Winkel a Tera è salvo perché il Leviatano
è interessato solamente a distruggere il Ponte Sud/Est. La
grande balena non si cura delle cannonate che provengono dalle navi
guidate dall’ammiraglio Raal, continua a prendere a testate
le grandi impalcature che mantengono in piedi il ponte e inghiotte ogni
persona che finisce in mare per le forti scosse che la mangiatrice di
uomini imprime ai muri portanti. L’ammiraglio sta decidendo
quale tattica utilizzare per allontanare il mostro ma mentre impartisce
i primi ordini, il Ponte Sud/Est crolla su se stesso portandosi dietro
le casermette di guardia poste al confine di Dwr e a quello di Tera. Il
Leviatano emette un sibilo che sembra una risata, poi, repentinamente,
si dirige proprio contro le navi di Tera che si erano poste a ventaglio
per bombardarlo: s’inabissa, risale sfondando la chiglia di
una nave e poi ricade verso il mare colpendo la nave seguente con la
testa. Il mostro distrugge l’intera flotta, ma come mosso da
coscienza, lascia per ultimo il boccone per lui più dolce.
Raal non ha modo di fuggire, la balena colpisce la fiancata del
vascello dell’ammiraglio ribaltandola poi scende
sott’acqua per inghiottire ogni uomo o donna che sprofonda
verso l’abisso, compreso Raal stesso.
Mare dell’Ovest
Un piccolo brigantino sta solcando il mare e un ragazzo osserva con un
cannocchiale la terra che ha lasciato dietro di sé.
«Dove stiamo andando?» chiede la Saggia Wicaksana.
Il ragazzo abbassa il cannocchiale e dice: «Raggiungeremo
prima di tutto Otoke, è il posto più sicuro ed
è il luogo dove risiede la mia futura sposa, poi andremo a
Metel e con il mio amico Primo Cavaliere, organizzerò una
spedizione per riprendermi Apen!»
«Maestà, c’è qualcosa che si
sta muovendo nel mare!» urla Prau mentre gli occhi
terrificanti del Kraken fanno capolino vicino
all’imbarcazione.
«Nessuna paura, Wicaksana ci toglierà di mezzo
questo impiccio» dice Oak confidando nella magia della Saggia.
La donna sale sulla prua, proferisce delle parole in lingua antica e
una serie di grandi lance di quercia fuoriescono dalle travi legnose
del brigantino per colpire il Kraken, ma la bestia risponde abbattendo
l’albero maestro della nave con uno dei suoi tentacoli e poi,
per nulla intimorito, si avvinghia all’imbarcazione, inizia a
farla sprofondare, ma all’improvviso lascia la presa e si
allontana di qualche metro rimanendo a osservare la persona che
è salita a bordo.
Sul brigantino è apparso un uomo vestito di nero e i suoi
occhi rossi dietro la maschera non lasciano dubbi su chi sia.
«Che cosa volete?» chiede Wicaksana intimorita
soltanto dall’energia oscura che sente provenire dallo
stregone.
L’Inquisitore non risponde e si avvicina a Oak al quale dice:
«Adesso quella bestia è impaurita, ma se non le
date un buon pasto vi attaccherà di nuovo. Io
scomparirò così come sono apparso senza subirne
le conseguenze, ma voi sarete ricordato come il re che inseguito dal
suo popolo è finito nello stomaco del Kraken.»
Prau tenta di colpire l’Inquisitore ma la sua spada si
scioglie tra le sue mani mentre Wicaksana rinuncia a eseguire la
seconda magia che la porterebbe alla morte.
«E come posso fare per sfamare quella creatura?»
chiede Oak.
«Volete il mio aiuto? Ricordate che non si riceve niente
senza pagare.»
«Quando tornerò nel mio regno, vi darò
qualsiasi cosa che vorrete.»
«Non ho bisogno né di denaro né di
pietre preziose, potrete ricambiare il favore quando avrò
bisogno di voi, ma ricordate che non accetterò un rifiuto e
il “no” vi costerà la vita che ora posso
salvarvi.»
«D’accordo» risponde Oak portando in
avanti una mano per stringere quella dello stregone, ma
l’Inquisitore si volta, solleva un braccio e la Saggia
Wicaksana vola dalla prua della nave fino al Kraken che la blocca con i
suoi tentacoli. La bestia, in un istante, strappa le braccia e le gambe
dal corpo della Saggia e poi ne lancia i resti in acqua per divorarli
con estrema cura.
«Perché lei?» chiede Oak per niente
intimorito dall’azione dello stregone.
«La bestia ama le persone che usano la magia e ne gusta ogni
lembo di carne, anche se detesta gli arti perché troppo
scarni. Ma questo non la sfama di certo, serve anche una persona che si
erge sugli altri per un potere che gli è stato soltanto
donato» e dette quelle parole esegue il gesto precedente nei
confronti di Prau, e anche il Kraken ripete la macabra sequenza operata
su Wicaksana.
«Ora proseguite il vostro viaggio, la bestia vi
disturberà soltanto se manterrete la rotta che porta vicino
a Ngahuru. Seguite le coste, ci metterete più tempo per
raggiungere Otoke, ma sarete in salvo» dice
l’Inquisitore prima di sparire.
Sul brigantino tutti i marinai sono impauriti mentre Oak urla:
«Fate rotta verso lo Stato Libero di Oazo!»
Isola Otoke
«Mia cara, andresti ad accogliere il nostro
ospite?» chiede l’imperatore Atua, CCXVII del suo
nome.
«Mi ha sorpreso sapere che avrebbe sfidato il mare per
raggiungervi a Otoke» risponde Oceanya mentre allaccia la
cintura della sua spada.
«Il ruolo di Primo Cavaliere prevede che sia a mia completa
disposizione, soprattutto in questi anni di terribili catastrofi.
Metalo è conscio che rifiutando la mia chiamata, il popolo
recepirà la sua scelta come un atto di paura perdendo
fiducia in lui, l’unico uomo ad aver sconfitto una Creatura
Mitologica.»
«Voi lo conoscete da una vita, però io conosco la
sua vera natura che è un calco ben riuscito di quella del
padre. Se viene qua senza discutere è perché ha
qualche idea da proporre, e magari, da imporre» dice la
principessa prima di uscire dal palazzo.
Oceanya raggiunge in poco tempo il porto e assiste
all’attracco del brigantino di Metel al molo principale.
Raggiunge l’imbarcazione e s’inchina davanti a
Metalo, poi chiede: «Avete avuto qualche avvistamento molesto
durante il viaggio?»
«Per fortuna no, ma mi è arrivato un messaggio in
cui mi segnalavano un possibile attacco al Ponte Nord/Est»
risponde Metalo.
«L’imperatore è lieta che tu abbia
accettato di incontrarla. Mi domando perché hai aspettato
quasi un anno prima di venire qua» chiede Oceanya testando
l’amico.
«Potrei inventarmi di tutto, ma sarò sincero. Temo
che l’attacco terrestre sia stato solo l’inizio di
qualcosa di più terribile e voglio essere sicuro che
l’imperatore riesca ad avere dalla sua parte ogni regno.
Metel è ovviamente allineato, Tan non si è mai
tirata indietro, ma Tera è in piena crisi con la malattia di
tua zia, tua sorella sta facendo di tutto per evitare di perdere
soldati se non ne ricava profitto e soprattutto il tuo futuro marito
non ha mai risposto ai miei appelli.»
La ragazza, sorridendo sarcasticamente, provoca dicendo: «E
di che ti preoccupi? Puoi sempre contare sullo Stato Libero di Oazo
come ha fatto tuo padre per invadere indisturbato Tan.»
«Visto che vuoi giocare, ti ricordo che il tuo marito defunto
ti ha ammazzato la tua bella concubina e a cercato di uccidere tua
sorella. Neppure Wasa si è mai spinta a tanto»
risponde Metalo contraccambiando il sorriso sarcastico.
Oceanya non risponde, non è mai riuscita a tenere testa a
Metalo neppure quando erano piccoli mentre lui cambia discorso
chiedendo: «Tu hai qualche notizia di Oak? Dopo le accuse che
ha ricevuto e il rinvio del vostro matrimonio ha smesso di scrivere a
chiunque.»
«No, e non sono minimamente interessata a ricevere suoi
messaggi. Se ci pensi bene, sarebbe più utile che il suo
popolo lo linciasse velocemente; avresti all’istante Apen
dalla tua parte. Personalmente, un pensierino di aiutare i rivoltosi lo
farei.»
«I regni devono essere riuniti sotto le corone dei loro
regnanti, non posso permettermi di dover perdere tempo a intavolare
lunghe discussioni con un altro stato libero dalle Leggi
imperiale» risponde Metalo mostrando decisione nelle sue
parole.
Oceanya sorride dicendo: «Da come parli, sembra proprio che
quel pensierino lo aveva già fatto tuo padre.»
§ § §
Agisto ha da fare l’ultima consegna ma può
soltanto utilizzare il suo istinto perché
dell’uomo che cerca si sono perse le tracce da anni. Il
piccolo Ten, attraverso gli occhi di Agisto, assiste impotente alla
distruzione perpetuata dalle bestie degli abissi e recepisce anche lui
la forte energia oscura che si sta propagando nel Mondo degli Uomini,
nonostante sia un semplice osservatore proveniente dal futuro. Il corvo
è tanto disorientato da questi influssi malefici che
è obbligato a tornare a Wuxing e raggiunta la sala
cerimoniale si appoggia al suo trespolo spossato.
L’imperatore accarezza la bestiola dicendo
all’anima errante: «Matco, hai fatto quello che
potevi, non disperarti, avrai modo di completare la tua missione molto
presto.»
CAST
Importanti
Agisto – Corvo messaggero appartenuto a Sipestro di Tan e che
ospita l’anima errante del soldato Matco, assassinato al lago
Sider a Dwr
Ten [m] – Bimbo che vede gli avvenimenti attraverso gli occhi
del corvo
Atua Primo [m] – Leggendario Imperatore dei Cinque Regni Umani
Fajro [m] – Principe di Tan e protagonista della storia
Regno Wuxing
- ? [m] – Imperatore (il suo nome non è stato
ancora detto)
- Aki [f], Fuyu [m], Haru [m], Natsu [m] – i quattro generali
di Wuxing
- Eteru [f] (Neutro) – la samurai definita più
vicina al Creatore
- Daichi [m] (Terra), Kasai [f] (Fuoco), Mizu [m] (Acqua) – i
tre samurai con Elementi Primari
- Kinzoku [m] (Metallo), Kuoki [m] (Aria), Mokuzai [f] (Legno)
– i tre samurai con Elementi Secondari
Regno Sea
(regno negli abissi marini)
- Kwakhala [f] – Regina (solo nominata)
- Kraken, Leviatano, Nathair Mara – Creature mitologiche
Regno Koraha
(regno nel deserto omonimo)
- Yuly [f] – ? (solo nominata)
- Golem, Skorpio, Chimera – Creature mitologiche
Regno Sliabh
(regno sulle montagne condivise tra Metel e Tera)
- ? – guardiano del Gigante
- Gigante, Pithecus, Denosor – Creature mitologiche
Regno Hout
(regno chiamato anche Foresta Proibita)
- Ombra, Maputa, Lipitoare – Creature mitologiche
Regno Heru
(regno sotterraneo posizionato alle radici
dell’albero Hyperion)
- Innominabile – Imperatore (soltanto identificato come
imperatore)
- ? – Cinque servitori di Heru (soltanto nominato il loro
ruolo)
Altri personaggi
apparsi o solo nominati nel capitolo
- Flame – Regina di Tan
- Bruligida – Regina di Tan dopo aver abdicato è
diventata Saggia di corte
- Crehuma – Saggia di corte a Metel
- Lyngesydd – ammiraglio della marina di Metel
- Titan – Re di Metel
- Metalo – Principe ereditario di Metel
- Moncai – Generale della marina militare di Metel
- Meirge – Generale dell’esercito di Metel
- Wit – Re assassinato di Apen
- Macan, Terwelu – Generali dell’esercito di Apen
- Prau – Ammiraglio della marina di Apen
- Menara – Generale della marina di Apen
- Jaran e Catur – Capitani dell’esercito di Apen
- Wicaksana – Saggia alla corte di Apen
- Panglito – Comandante in capo dell’esercito di
Apen
- Kayu, Gedhe – Ufficiali dell’esercito di Apen
- Wasa – Regina di Tera
- Vlek – Saggio di corte a Tera
- Aarde – Principessa ereditaria di Tera
- Haag – Capitano dell’esercito di Tera
- Draak – Comandante in capo dell’esercito di Tera
- Raal – Ammiraglio della marina di Tera
- Atua CCXVII (vero nome Ohlaka) – Imperatore dei Cinque Regni
- Cristalya – Regina di Dwr
- Haranche – Ammiraglio della marina di Dwr
- Oak – Re di Apen
- Oceanya – Principessa ereditaria e comandante in capo
dell’esercito di Dwr
Schema della magia
- Ogni Essere Vivente è costituito di Energia
- Con al morte fisica l’Energia si tramuta in un Globo di
Luce o in uno Oscuro
- Il Globo di Luce raggiunge il Regno Wuxing (il bene) mentre il Globo
Oscuro raggiunge il Regno Heru (il male)
- L’Energia di ogni Essere Vivente è la base per
la creazione degli Elementi Magici
Schema degli elementi
magici
- Esistono due Elementi Dominanti: Luce, Oscurità
- Esistono tre Elementi Primari: Acqua, Fuoco, Terra
- Esistono tre Elementi Secondari: Aria, Legno, Metallo
- Esiste un Elemento Neutro: Etere
- se uno o più Elementi Secondari acquistano potere
crea/creano squilibrio
- con lo squilibrio uno o più Elementi Primari
soccombe/soccombono e l’Elemento Neutro diventa Caos
- L’Elemento Caos dona maggiore potere all’Elemento
Dominante Oscurità che prende il soppravvento sulla Luce.
Schema della Forma
Energetica Assoluta
- La Forma Energetica Assoluta è il massimo raggiungibile
nella Forma Energetica
- La Forma Energetica si divide in tre livelli:
a) Livello Kou (alto) : lo ottengono solo l’Imperatore di
Wuxing e l’Imperatore di Heru
b) Livello Heikin (intermedio): lo ottengono solo i generali di Wuxing
e i servitori di Heru
c) Livello Tei (basso) – lo ottengono i samurai di Wuxing e
tutti gli altri esseri viventi che hanno coscienza delle differenze.
- La Forma Energetica evoca magicamente un Animale chiamato Famiglio
|
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Capitolo 8 *** Il settimo anno (seconda parte) ***
In
poco più di sette anni il mondo è stato
completamente sconvolto: due imperatori e due re morti, una Grande
Guerra tra Regni, due guerre civili, una serie di piccole guerre tra
regni confinanti, infine, il ritorno di creature soltanto nominate nei
miti. I ponti, unico collegamento tra l’isola di Dwr e la
terraferma, sono stati distrutti dalle tre bestie del mare, i confini
tra i regni sono stati cancellati dalle nove bestie della terra;
soltanto i confini nuovi tra Metel e Tan e tra Tan e lo Stato Libero di
Oazo sono ancora in salvo, ma tutta la popolazione si sta aspettando
l’ennesima catastrofe perché tra le Creature del
Mito ce ne una che non si è ancora fatta vedere: la Fenice
che dimora all’interno del grande Vulcano di Tan che copre i
territori a ovest del mondo.
Tali disastri hanno portato in dote la morte di quasi
trentatré milioni di persone e il crollo
dell’intera economia mondiale con il parziale blocco navale.
L’imperatore Atua, CCXVII del suo nome, ha assunto le redini
di ogni regno, così come il suo status gli impone, ma
relegato per sicurezza sull’isola di Otoke non è
in grado di gestire il governo mondiale; poche persone rischiano di
solcare i mari e gli unici che raggiungono l’isola in
relativa sicurezza, provengono dai regni più vicini: Metel e
Dwr.
8° Capitolo –
Il settimo anno (seconda parte)
–
ore 22 –
Regno
di Wuxing
Nel Tempio Celeste appare Fajro. La prima volta che il ragazzo era
entrato in quel posto aveva trovato Eteru e soltanto due sedie, mentre
adesso quella piccola saletta appare come una grande casa. Fajro si
trova in una specie di corridoio, bussa alla porta posta alla sua
destra e chiama Eteru senza ottenere risposta. La curiosità
lo spinge ad aprire e dentro la stanza ci sono dei tappetini di
allenamento sistemati a terra in modo che coprano quasi la
totalità del pavimento e nell’unico lato libero,
sono disposte in fila quattro armi diverse. Fajro bussa alla stanza che
sta in faccia a quella appena aperta e senza ricevere risposta ci entra
per curiosare. All’interno ci sono due statue di un
personaggio che Fajro non riconosce, ma nota subito la somiglianza dei
due volti con il viso di Eteru.
Il ragazzo procede nel corridoio, bussa e apre la seconda stanza a
destra e al suo interno trova un’enorme vasca da bagno, piena
d’acqua e che emana un profumo che Fajro conosce bene
perché è lo steso che sente addosso a Eteru ogni
volta che le è vicino. Apre anche la porta a sinistra e
nella quarta stanza ci sono degli attrezzi d’allenamento che
il ragazzo ha utilizzato spesso durante i sette anni di allenamento.
Fajro cammina fino in fondo al corridoio e s’imbatte nella
stanza più grande della casa. Posto sulla parete di sinistra
c’è un letto spazioso con lenzuola di raso dalla
tinteggiatura mista di colore rosa e azzurro, a sinistra
c’è una grande porta a specchio che il ragazzo
apre per vedere cosa ci sia dall’altra parte. Fajro si
ritrova all’aperto, davanti a lui c’è
una specie di ponte tanto lungo da non riuscire a vederne la fine, non
ci sono protezioni laterali ed è sprovvisto di tetto. Sul
fondo del ponte Fajro nota che qualcuno sta camminando verso di lui.
La voce di Eteru raggiunge Fajro nonostante la donna sia ancora
lontana: «Immagino che tu sia sorpreso di vedere tante cose
in casa mia.»
Il ragazzo urla: «Non ho portato tutto io, vero?»
La donna, in un istante, è proprio davanti a Fajro.
«Non serve gridare, anche un pensiero senza voce arriva a
destinazione se sei in questo luogo. Tu hai portato solo le armi che
hai visto in una delle stanze, il resto è la mia casa vera.
Immagino che ti aspettavi un combattimento come ultima prova.»
Eteru prende a braccetto Fajro e insieme ritornano nella stanza da
letto, lei chiude la vetrata, la maniglia scompare e lo specchio
diventa più grande.
«Ormai non dovrei meravigliarmi, ma mi ha sorpreso vederti
camminare sul ponte sospeso. Poche persone l’hanno visto e
nessuna ci ha camminato sopra senza che fossi stata io a permettere di
vedere o di toccare» dice Eteru sempre sorridente.
«È lunghissimo, dove finisce?» chiede
Fajro.
Eteru non risponde, s’inginocchia davanti a lui e inizia a
slacciargli i pantaloni.
«Che intenzioni hai?» chiede Fajro fermandole le
mani.
«Mio caro, dovresti davvero fare del sesso perché
ogni tuo pensiero è indirizzato a quello» risponde
Eteru ridacchiando. «Ti sto spogliando perché
prima di tutto devi purificare il corpo e quindi andrai nella grande
vasca.»
«Ero capace anch’io di spogliarmi!»
«Sì, ma immaginavo che saresti diventato rosso e
non mi volevo perdere la tua espressione vergognata.»
Fajro non riesce a finire di protestare che si ritrova in mutande,
Eteru lo afferra per la mano e lo accompagna nella stanza della grande
vasca poi lo guarda e dice: «Cosa aspetti? Inutile che mi
dici di andare via, starò qui con te.»
Il ragazzo ormai non è più in grado di opporre
resistenza, il profumo di quell’acqua gli ottenebra la mente
e senza indugio si toglie le mutande ed entra nella vasca mentre Eteru
dice: «Rilassati, lascia che ogni tua energia si liberi dal
tuo corpo per invadere quest’acqua e ogni tuo fastidio fisico
sarà lenito.»
Fajro chiude gli occhi mentre Eteru, uscita dalla stanza, raggiunge la
camera da letto e si avvicina a un tavolo, fino a quel momento nascosto
alla vista di Fajro, sul quale sono appoggiati l’Atamakazari,
un medaglione e una veste. La donna si spoglia degli abiti da
combattente mantenendo soltanto le mutandine, indossa la veste,
totalmente trasparente, il medaglione, che a contatto del suo collo
s’illumina, infine, l’elmo sacro, che scompare
subito dopo averlo appoggiato sul suo capo.
Il ragazzo, ancora nella vasca, apre gli occhi e si accorge di avere
acquisito maggior vigore muscolare, si sente carico di energia e
soprattutto ha la mente completamente sgombra, quasi da dimenticare il
motivo per cui si trova nel Tempio. Fajro esce dall’acqua,
non si preoccupa di rivestirsi, oltrepassa l’uscio e si
dirige verso la stanza da letto completamente nudo mentre il corpo si
asciuga da solo.
Nella camera non c’è Eteru, il ragazzo si guarda
allo specchio, si tocca la corta barba bionda che si è fatto
crescere nell’ultimo anno, poi si sdraia sul letto e chiude
gli occhi rilassandosi. Eteru esce dalla sala delle due statue, con
passi lenti e delicati attraversa il corridoio e raggiunge la camera.
La donna guarda Fajro stesso sul letto, osserva la sua
nudità con crescente eccitazione, si accarezza il seno
inturgidendo i capezzoli ed emette un mugolio che desta il ragazzo dal
sonno.
«Ti piaccio?» chiede lei mentre sale sul letto
mettendosi in ginocchio.
«Sì» risponde Fajro stravolto
dall’eccitante visione del corpo di Eteru.
La donna gattona verso di lui dicendo: «Vuoi
scoparmi?»
«Sì.»
Eteru sale sopra il ragazzo, piega la schiena in avanti e lo bacia con
ardore e lui, travolto, corrisponde con foga.
Quella situazione è innaturale, Fajro ha sempre rifiutato
ogni proposta delle donne di Wuxing, eppure sta cedere davanti a quella
bellezza così particolare e unica poi, come se si fosse
svegliato da un lungo sonno, stacca le sue labbra da quelle di Eteru e
la spinge via alzandosi dal letto.
«Ma che cosa sto facendo?» si chiede da solo Fajro.
Eteru si rimette in ginocchio sul letto e si toglie la veste
trasparente dicendo un’altra volta: «Vuoi
scoparmi?»
«No!»
«Temi che ti possa fare del male? Non sei obbligato a
prendere la mia parte maschile se non vuoi» dice Eteru.
«Di quale parte maschile stai parlando?» chiede
sbigottito Fajro.
«Possibile che mentre ero sopra di te non hai sentito
qualcosa di strano?»
Fajro strabuzza gli occhi quando Eteru si toglie le sue mutandine.
«Io sono femmina e maschio allo stesso tempo, ho i genitali
di entrambi i sessi e racchiudo in me le qualità perfette
dei due generi» dice Eteru senza farsi problemi nel
raccontare questa sua particolarità fisica.
«Non è possibile, è solo una tua
illusione!» ribatte Fajro più intimorito che
adirato.
Eteru scatta in piedi, materializza un pugnale d’acciaio nero
e tenta di colpire il ragazzo all’addome. Fajro evita la
pugnalata, ma con una forza fisica impensabile Eteru lo sbatte contro
il muro mentre urla inferocita: «Ora morirai per esserti
preso gioco di me!»
«Ma che stai dicendo? Sono sorpreso ma non mi sto burlando di
te» risponde Fajro riuscendo a fatica a tenere lontana dal
suo collo la lama impugnata da Eteru.
Lei placa la forza e si stacca di un metro da lui,
s’inginocchia a terra dicendo con una voce infantile:
«Davvero non ti burli del mio corpo?»
«Perché mai dovrei? Sei e sarai sempre una mia
amica in qualunque caso.»
«E allora perché non vuoi più scopare
con me? È forse un peccato l’amore tra un uomo e
un essere doppio come me? Sono forse deforme ai tuoi occhi?»
chiede Eteru quasi lacrimando.
Fajro si avvicina, s’inginocchia davanti a Eteru e la
abbraccia dicendo: «Niente di tutto questo. Non voglio fare
l’amore con te, come non lo farò con
nessun’altra donna che non sia la mia amata Aarde.»
«Non merito di essere amata?» chiede sottovoce
Eteru.
«Ceto che sì, ed io ti amo, anche se in modo
diverso, così come amo ogni persona che mi è
vicino, persone come te che mettono il loro cuore davanti agli ostacoli
della vita e che donano il loro affetto senza chiedere niente in
cambio.»
Improvvisamente sul collo di Eteru appare il medaglione che aveva
indossato, la catenella si fonde, l’oggetto scivola sulle
gambe di Fajro e subito dopo appare l’elmo sacro, ma sulla
testa del ragazzo.
«Che cosa sta succedendo adesso?»
Gli occhi di Eteru hanno smesso di lacrimare, le sue labbra tornano a
sorridere come fanno sempre e lei dice: «Grazie Fajro,
l’Atamakazaki ti ha tentato, ti ha stordito e ti ha
inebriato; nello stesso tempo ha scosso il mio equilibrio accentuando
il Caos che sta lentamente mangiando il mio corpo e la mia mente. Tu
sei la persona che hai identificato in me, il tuo è un cuore
puro e nobile, tu sei un Essere Umano con valori sacri che nel mondo si
sono persi e poi diventati preda dell’oscurità che
li usa a suo vantaggio. Amico mio, è davvero giunta
l’ora di tornare a casa.»
Fajro sorride, l’ultima strana prova è stata
superata, dalla gioia bacia Eteru e lei, sorridendo, chiede:
«Meglio il mio bacio o quello di Mizu?»
Il ragazzo, senza arrossire, risponde: «Mi avete baciato
tutti, perfino il corvo mi ha beccato le labbra mentre sonnecchiavo nel
prato. Ma perdonami, alla fine il bacio più emozionante
è stato il primo che ho dato alla mia principessa.»
«Impertinente, da galantuomo avresti dovuto
mentire» dice Eteru ridendo. «Caro, è il
momento di riposare.»
Il ragazzo, in un istante, si ritrova nella sua stanza.
Fajro è effettivamente molto stanco, si sdraia sul letto, ma
la porta si spalanca e appare Kasai con addosso una semplice tunica
trasparente. Fajro si prepara a subire il solito attacco morboso ma la
donna cammina lentamente verso di lui e chiede: «Posso
dormire accanto a te questa notte?»
«Che succede Kasai?»
«Niente, vorrei solo starti vicino per questa notte e senza
doppio fine.»
Fajro è sorpreso, nota la tristezza negli occhi di Kasai e
risponde: «Il letto è grande, scegli il lato e
raggiungimi.»
La donna si sistema su un fianco alla sinistra di Fajro e lo guarda,
lui la accarezza amorevolmente, ma di nuovo la porta si apre di colpo e
ad apparire è Mokuzai vestita nello stesso modo di Kasai.
Fajro è pronto a sentire il litigio delle due donne ma la
ragazza cammina lentamente verso il letto e chiede: «Posso
dormire accanto a te questa notte?».
Anche Mokuzai mostra grande tristezza nel suo sguardo, e ancora Fajro,
senza pensarci due volte, dice: «Il letto è
grande, ci stiamo anche in tre.»
La ragazza si sistema su un fianco alla destra di Fajro e lo guarda,
lui la accarezza amorevolmente poi il ragazzo si sistema supino mentre
Kasai e Mokuzai si stringono contro di lui. Fajro osserva le due donne
che chiudono gli occhi, ma poi sente le loro mani, delicate e sinuose,
mentre cercano le sue per stringerle. Il ragazzo accetta questo
contatto, contraccambia e chiudendo gli occhi augura il buon riposo.
–
ore 9 –
Regno
di Tera
Nella sala del trono Haag osserva in silenzio la principessa Aarde che
cammina nervosamente avanti e indietro dopo aver ascoltato la proposta
di Titan. La ragazza con stizza, si rivolge al Re di Metel dicendo:
«È inaccettabile!»
«Aarde, la situazione ci impone di agire. Se tua madre fosse
sveglia, lei ed io avremmo già sistemato le cose ancora
prima dell’apparizione delle bestie del mare, ma non possiamo
più attendere, dobbiamo dare al popolo qualcosa che ispiri
speranza nel futuro e che lo spinga a reagire contro queste forze
sovraumane.»
«E allora perché io e non una delle mie cugine?
L’impatto sarebbe maggiore!»
«Stai scherzando? Oceanya, seppur apprezzata per le sue doti
di comando, è osteggiata per le sue tendenze sessuali e ti
confesso che ho il dubbio che la rivolta ad Apen sia nata proprio per
l’annuncio del suo matrimonio con Oak. Cristalya è
la regina più odiata in ogni paese del mondo,
l’unica cosa che ispira è rabbia o
frustrazione.»
«Allora Flame. È più giovane e la sua
dedizione per il popolo è apprezzata anche da te che non sei
propriamente un loro amico.»
«Tan è un regno troppo piccolo perché
convogli la forza di tutti.»
«Questo soprattutto grazie a te che non hai perso un attimo
per invaderlo.»
«La colpa dovresti darla a chi a creato il
problema.»
Aarde si ferma, si avvicina a pochi passi da Titan e mostrando una
furia poche volte vista nei suoi occhi, risponde: «Non devi
neanche permetterti di nominarlo. Lo avete accusato, giudicato e
giustiziato in meno di un giorno senza fare ulteriori
indagini.»
Titan non può permettersi di far infuriare Aarde, la sua
proposta ha la massima importanza. Dice: «Torniamo al
discorso di partenza.»
«Continuo a non capire il motivo? Come può far
cambiare l’umore dei popoli, l’accordo che mi stai
proponendo.»
«Aarde, sei troppo ingenua. Secondo te perché tua
madre aveva accettato di sposarmi soltanto tre anni fa? È
scoppiato l’amore all’improvviso? Lo sai benissimo
che nel cuore di Wasa esiste solo il tuo povero padre scomparso.
Sicuramente ci sono sentimenti nella nostra unione, ma
c’erano anche anni addietro. La verità
è che l’aspetto politico è determinate
in queste scelte, così come lo sarebbe il tuo matrimonio con
l’unico uomo che ha sconfitto una Creatura. Apri la tua mente
e immagina quanta forza scaturirebbe nei cuori dei popoli sapere che il
Primo Cavaliere imperiale, e principe del regno più vasto, sta
per sposare la ragazza più bella del mondo,
nonché principessa del regno che ha vinto la Grande
Guerra.»
Aarde si siede sul trono e con determinazione dice: «Ora non
avrai nessuna risposta da me, non è una decisione che posso
prendere all’istante. Per adesso il colloquio si conclude qui
perché il mio primo dovere è gestire Tera come fa
mia madre.»
Titan s’inchina dicendo: «Considerata la
situazione, se mi è concessa la liberà di
soggiornare a Tera, resterò accanto a Wasa.»
«Certamente, sono sicura che mia madre senta le vostre parole
e presto si risveglierà anche grazie a voi»
risponde Aarde calcando la voce in modo che sia chiara la sua vera
priorità.
Uscito il re, Haag dice ad Aarde: «Non farlo, la sua brama di
potere è conosciuta da tutti e non perderà un
secondo per metterti in disparte quando avrai assolto il compito che ti
vuole assegnare.»
«La verità è che capisco benissimo
ciò che mi ha detto, può anche pensare di
guadagnarci personalmente, ma su tutto il resto ha più
ragione lui di me.»
Titan scende le scale e incrocia Metalo, giunto a Tera mentre lui stava
parlando con la principessa. Il re chiede al figlio:
«Com’è andata con
l’imperatore?»
«Nessun tipo di resistenza, ma era logico che accettasse la
nostra idea che è l’unica che può
risollevare il morale a tutto il mondo.»
«E della ragazza?»
«Oceanya è ovviamente guardinga, ma è
anch’essa consapevole che è la giusta
decisione.»
«Aarde sa bene che è la soluzione ideale, mantiene
la sua posizione come è giusto fare con noi che abbiamo
sempre cercato posizioni di comodo. L’ho punzecchiata ma
capirei se decidesse di non accettare.»
«Magari se le parlo, si potrebbe convincere, che ne
dite?»
«No, è da escludere un tuo intervento.
Rafforzerebbe i suoi timori e non ha buoni ricordi da condividere con
te.»
I due smettono di parlare perché alcuni servitori e dei
dottori corrono velocemente da un lato all’altro del
castello. Titan riesce a fermare il Saggio Vlek che li sta seguendo e
chiede preoccupato: «Ci sono problemi con Wasa?»
«No maestà, il trambusto, per una volta, indica
qualcosa di positivo. Il giovane ufficiale, l'aiutante del compianto
Hebber, ha ripreso conoscenza dopo sette anni di coma. Potrebbe anche
fornirmi la chiave per liberare la mia Regina dalla malattia!»
«Veniamo anche noi!» dice Titan trascinando con
sé il figlio, più per tenerlo
sott’occhio che per bisogno di compagnia.
–
ore 10 –
Regno
Wuxing
Nella sala cerimoniale l’imperatore sta dando da mangiare al
corvo Agisto mentre parla con Fajro. «Purtroppo i generali
sono in missione e non possono salutarti, però durante il
tuo percorso li incontrerai quando sarà necessaria la loro
presenza.»
«Signore, sono euforico per il ritorno a casa, ma allo stesso
tempo provo una sensazione di disagio, come se lasciassi qui qualcosa
di sbagliato.»
«È l’Atamakazari. Ora sei tu a possedere
l’elmo ed Eteru deve stare rinchiusa nel tempio
perché dal momento in cui l’hai vinta, per lei il
Caos è aumentato. Ma di questo non devi preoccupartene se
seguirai le mie istruzioni.»
«Farò ciò che mi ordinate!»
risponde Fajro con sicurezza.
«Semplicemente: non devi usare la magia se non è
necessaria perché diventeresti visibile agli occhi
dell’Inquisitore e se ti attacca prima del previsto, non ne
uscirai indenne; non puoi svelare il tuo vero nome, tornare a casa o
far visita alla tua amata perché nel mondo tu sei un
assassino e quindi un fuggitivo dalla prigione di Koraha; non puoi
usare la katana perché è un’arma che
nel mondo non esiste e attirerebbe l’attenzione su di
te.»
«Lo sapevo che dovevo aspettare a dirvi che avrei ubbidito
alle vostre richieste» dice Fajro sorridendo.
«Tranquillo, quando sarà il momento giusto tutto
accadrà senza che sia tu a forzare i tempi. Ci
sarà sicuramente qualcuno che ti riconoscerà
perché dopo sette anni il tuo viso, anche con questa barba
corta e bionda, non si è modificato e i tuoi occhi mostrano
la tua determinazione proprio come facevano prima di venire qui, ma se
ti fidi totalmente delle persone che ti riconosceranno, allora ti
basterà chiedergli di mantenere il segreto.»
«Signore, come farò a trovare gli oggetti sacri
senza conoscere la direzione da cui partire o da seguire?»
«Noi sappiamo soltanto che devi partire da Koraha e che gli
avvenimenti seguenti ti porteranno a trovare le cose importante nel tuo
viaggio. Nel frattempo, un nostro caro amico, svolgendo il suo compito,
ti fornirà le informazioni necessarie per procedere verso la
direzione giusta.»
«Chi è questo “nostro”
amico?»
E dopo una gracchiata si presenta con il suo classico:
“Impiccati al pennone!»
«Agisto è un alleato prezioso ma potrai conoscerne
meglio le qualità soltanto dopo che lui tornerà
da te» dice l’imperatore accarezzando la bestiola.
La voce di Eteru rimbomba nella sala: «Mantieni il tuo cuore
puro, segui il tuo istinto, non farti accecare dall’odio e
non forzare il destino anche se scoprirai che qualcosa sta minacciando
tutto ciò che ami.»
«Mi spiace non poterti abbracciare, ma seguirò
anche i tuoi consigli» risponde Fajro.
«Giovanotto, è ora, Atua ti sta aspettando davanti
alla tua abitazione e insieme andrete al veliero dove gli altri samurai
ti attendono per la partenza. Sei diventato uomo e noi tutti abbiamo
fiducia in te.»
Fajro saluta l’imperatore con un inchino e subito si ritrova
davanti ad Atua.
«Ho imparato a usare la magia, ma questa del trasporto veloce
da un posto all’altro non me l’ha insegnata
nessuno!» dice Fajro bofonchiando.
Il leggendario è in evidente imbarazzo, sa qualcosa ma non
può parlare, si lascia andare soltanto alla frase:
«Magari un giorno l’impari da solo» e poi
cambia prontamente discorso iniziando a camminare verso il veliero.
«Le tue cose private le ha prese Kasai mentre la tua katana
sarà custodita dai samurai e te la consegneranno nel momento
del bisogno.»
«Anche loro, come i generali, mi aiuteranno durante il mio
viaggio?»
«Certamente, tu affronterai un percorso personale, ma quando
t’imbatterai nel sovrannaturale loro, secondo la situazione,
saranno vicini a te nella battaglia.»
«Voi non mi accompagnerete con la nave?»
«Figliolo, il mio compito finirà nel momento in
cui salirai la passerella del veliero. È stato bello
conoscerti e poter partecipare al tuo addestramento, ma come ti ho
detto anni fa, il corpo che vedi è solo in prestito e fra
poco tornerò a essere un Globo di Luce
com’è giusto che sia.»
«Che stupido, se mi fossi ricordato le vostre parole non
avrei mai continuato a fare domande ai ragazzi. Mi avevate risposto voi
fin da subito. Anche i samurai sono Globo di Luce all’interno
di copie dei loro corpi» dice Fajro abbassando la testa.
«Avevi intuito che ci fosse qualcosa di strano, ma eri
impegnato nel tuo addestramento e l’imperatore ha scelto di
non dire nulla che potesse crearti turbamento. Ora comprendi
perché tu hai ventiquattro anni mentre Mokuzai sembra averne
sempre diciotto?»
«È l’ultima immagine del suo corpo in
vita ed è deceduta diciottenne in una guerra
magica.»
«Quando sono giunto a Wuxing, io ero piccolo e con lei si
è instaurato un rapporto di fratellanza, ma tu, arrivato
diciassettenne, hai scatenato la sua fase adolescenziale che non aveva
potuto sviluppare nella sua vita originale.»
«Signore, ma allora a Wuxing non c’è
nessuno vivo?»
«L’imperatore Tengoku è un Essere Umano
vivente e il suo ciclo di vita dura secoli, poi
c’è Eteru che…»
Atua smette di parlare, la voce delicata di Eteru entra direttamente
nella testa di Fajro dicendo: «Ti hanno detto che sono la
persona più vicina al Creatore ed è
così perché, seppur umana, sono
immortale.»
Fajro, adesso che ha compreso, preferirebbe non aver saputo niente. La
tristezza che compare sul suo volto è così
visibile che appena raggiunge il veliero Kasai esclama cercando di
farlo ridere: «Sei triste perché inizi a pentirti
di non aver voluto giocare con il mio corpo!»
«Fajro, tutti noi siamo contenti di aver passato anni insieme
a te e non devi sentirti né in colpa né pentirti
di niente. Ti stiamo affidando le nostre anime convinti che ci salverai
tutti dal Caos» dice Atua.
Fajro s’inchina davanti al Leggendario, mette il secondo
piede sulla passerella, si guarda indietro e Atua gli riserva un ultimo
sorriso mentre svanisce.
«Andiamo amico» dice Kinzoku a Fajro mentre il
corvo Agisto vola direttamente dentro il veliero.
–
ore 11 –
Regno
di Tera
Aarde è nella sala delle riunioni e sta firmando una serie
di documenti che Haag le ha consegnato. La principessa sbuffa dicendo:
«Non immaginavo che mia madre dovesse firmare così
tante scartoffie solo per assegnare gli appalti per la lavorazione dei
campi ortofrutticoli.»
«La Regina ha molte mansioni di governo a Tera, ma stai
sostituendo egregiamente tua madre e il nostro popolo ti
adora… mai quanto me ovviamente» dice il giovane
capitano guardando la principessa negli occhi.
«Smettila di guardarmi in quel modo» dice Aarde
arrossendo.
Bussano alla porta, Haag la apre e trova davanti a sé il
principe Metalo. Il Primo Cavaliere entra senza aspettare il permesso,
si dirige verso Aarde e le dice: «Sei impegnata, ma vorrei
parlare con te in privato.»
«Non credo che sia il caso Metalo.»
«Devo insistere.»
«Se vuoi discutere dell’argomento che mi ha
proposto tuo padre, questo non è né il luogo
né il momento.»
Aarde nota della preoccupazione negli occhi di Metalo, ma non riesce a
parlare perché Haag si piazza davanti al principe dicendo:
«La Signora vi ha già risposto, dovete uscire
immediatamente da questa sala.»
Le porte si spalancano ed entrano Titan, Buffel e alcuni soldati che
impugnano delle alabarde.
«Buffel, perché questa irruzione?»
chiede Aarde sorpresa, mentre Metalo, sfruttando la situazione, evita
Haag e si mette al fianco della principessa.
«Capitano Haag, vi ordino di consegnarmi la vostra
arma» dice Buffel tendendo una mano verso il capitano mentre
l’altra è appoggiata sull’elsa della
spada.
«Che cosa succede generale?» chiede Haag senza
capire il motivo di quella richiesta.
Sull’uscio, dietro a tutti, il Saggio Vlek risponde alla
domanda: «L’ufficiale Geel si è
finalmente risvegliato e ha potuto raccontarci cosa è
successo durante la festa di Juniper.»
«Vlek, esigo delle spiegazioni immediate e ti richiamo
all’obbligo della verità dei Saggi!»
dice Aarde con decisione.
«La Regina ed io stavamo indagando sulla causa della morte
del comandante Hebber e abbiamo scoperto che non sono stati gli
alimenti ma da una dose letale del veleno che si ricava dalla serpe
verde di Tera. La nostra scoperta ha portato con sé anche
un'altra verità traumatica: anche vostro padre Zand,
compianto Re di Tera, è stato avvelenato con la stessa
mistura anche se dosata lentamente anno dopo anno in modo che non lo
uccidesse in poche ore come è successo a Hebber. Geel ci ha
svelato che il comandante stava indagando su un fatto altrettanto
increscioso che aveva colpito il nostro regno ovvero la scomparsa in
mare del vostro fratello Hond. L’ufficiale ci ha raccontato
che il giorno della festa di Juniper stava scortando una persona che si
diceva informati sui veri fatti accaduti durante l a tempesta, ma che
avrebbe parlato solo con Hebber perché all’interno
delle mura del castello c’era una persona assoldata da degli
assassini per mantenere tutto segreto. Ebbene, quell’uomo,
prima di essere ucciso, ha rivelato il nome del congiurato.
L’allora ufficiale Haag ha fornito agli assassini
l’indicazione del luogo dove sarebbe attraccato Geel, ed
è verosimile pensare che sia stato lui il diretto
responsabile dell’omicidio di Hebber.»
Aarde, sconvolta, ha un cedimento ma Metalo riesce a tenerla in piedi
mentre Haag urla la sua innocenza: «È una bugia!
Ammiravo Hebber e sono un fedele suddito della Regina Wasa!»
«Ragazzo, appureremo la verità, ma adesso esegui i
miei ordini» intima Buffel mentre i soldati si avvicinano al
giovane capitano.
Haag si volta verso la principessa e Metalo estrae la sua spada, ma il
capitano non ha intenzioni moleste e dice: «Aarde, ti giuro
sull’amore che provo per te che non sono colpevole dei fatti
che mi contestano.»
Aarde, ripreso vigore, con un tono molto amorevole gli risponde:
«Io ti credo ma tu dovrai credere in me. Cedi la tua arma al
generale e noi faremo di tutto per scovare qualsiasi prova che ti
scagioni.»
«Sarò io stesso a condurre le indagini»
dice Buffel.
Haag ubbidisce, consegna la spada al generale e mentre i soldati lo
conducono fuori dalla sala, dice soltanto: «Io credo in te
Aarde.»
«Mia Signora, farò di tutto per scoprire la
verità, però è bene prendere anche in
considerazione che le parole di Geel siano veritiere. Haag è
diventato capitano dopo la morte di Hebber e nonostante il nuovo
incarico è sempre rimasto vicino a voi come faceva da
ufficiale.»
Aarde ha subito forti emozioni, crolla sulla sedia dicendo:
«Percorrete ogni strada senza lasciare nulla di intentato.
Voglio la verità, anche se potrebbe essere
scomoda.»
Metalo pone una mano sulla spalla della principessa dicendo:
«Attiveremo anche la nostra rete d’informatori,
siete d’accordo padre?»
«Sì perché sono sicuro che da anni
qualcuno stia tramando alle spalle di tutti i regnanti e poi
perché la grande amicizia che mi legava a Zand
m’impone di non fermarmi davanti a niente» dice
Titan senza ombra di menzogna nelle sue parole.
«Milady, ho anche un'altra novità da riferirle.
Grazie alle rivelazioni di Geel abbiamo individuato quale sia il veleno
che sta affliggendo vostra madre e ho già ordinato agli
erboristi di preparare le pozioni appropriate» dice con un
flebile sorriso Vlek.
«Ditemi, tutto senza timore» chiede Aarde notando
la cauta contentezza del Saggio.
«Sappiamo da dove iniziare, però non sono in grado
di garantire che il nostro intervento sia tempestivo perché
il veleno è in circolo da almeno tre anni.»
«Tre anni, proprio come per mio padre» esclama
addolorata Aarde mentre picchia un pugno sul tavolo.
–
ore 11 –
In
volo verso Koraha
Kuoki sta governando le vele del veliero che sta scendendo lentamente
sul mondo degli uomini, Fajro osserva le nuvole che
l’imbarcazione oltrepassa passandoci dentro mentre gli altri
samurai sono vicini al ragazzo. A rompere lo strano silenzio
è Daichi che dice a Fajro: «Raggiunto Koraha il
veliero non potrà atterrare perché sveleremmo la
nostra presenza. Dovrai lanciarti tu ma fai attenzione
perché appena toccherai la sabbia, ti verrà
incontro qualcosa o qualcuno sicuramente ostile.»
«Senza la katana dovrò affrontarlo a mani
nude?» chiede Fajro per essere sicuro di non commettere
errori subito dopo il suo ritorno nel mondo.
«No, avrai con te questa» risponde Kinzoku mentre,
ridendo, gli porge una spada di ferro piuttosto malridotta.
«Ti preferivo quando eri sempre burbero e
scontroso» dice Fajro sforzandosi di sorridere.
Mokuzai prende la mano del ragazzo dicendo: «Non essere
triste, non è ancora il tempo degli addii.»
«Sono triste perché senza capire, vi ho fatto del
male, per esempio ti ho spesso preso in giro per i tuoi modi
fanciulleschi di comportarti.»
«Io mi sono divertita anche quando ti burlavi di me, proprio
perché lo facevi senza doverti trattenere per motivi
inutili. E poi tu sei la persona cui ho dato il mio primo bacio e tanto
mi basta.»
«Io sono quella che hai trattato malissimo, è con
me che dovresti scusarti» dice Kasai senza perdere
l’occasione di strusciarsi su Fajro.
«In verità ti ha dato fin troppo corda ed io non
ho potuto fare niente di compromettente con lui!» protesta
Mizu facendo ridere anche Fajro.
«Certo che vi siete tutte date da fare, persino la Signora e
soprattutto Eteru» dice Fajro arrossendo.
Kuoki abbandona le vele ai venti e raggiunge il gruppetto.
«Siamo quasi arrivati e vorrei salutare Fajro nel nostro modo
poco convenzionale.»
I samurai accettano la proposta, si prendono tutti per mano, formano un
cerchio, fanno un passo dopo l’altro in avanti ritrovandosi
in un abbraccio collettivo. Kinzoku, il più vecchio del
gruppo, dice: «Se il nostro cuore rimane puro, in ogni
istante saremo sempre vicini e abbracciati come ora.»
I samurai urlano facendo commuovere Fajro, e Kasai, anche con le
lacrime agli occhi, non perde l’occasione per baciare il
ragazzo con tale impeto da togliergli il fiato.
«Maestra, tu sei la peggiore!» dice Fajro facendo
ridere tutti.
–
ore 12 –
Deserto
di Koraha
L’imbarcazione è a un metro dal suolo, Fajro
s’inchina un ultima volta verso i suoi amici e poi si lancia
con un balzo sulla sabbia rossa di Koraha che sette anni prima doveva
essere la sua tomba. La nave di Wuxing si allontana velocemente, Fajro
guarda il veliero e nuovamente piange per l’emozione, poi si
gira di spalle, si asciuga il viso e dai suoi occhi traspare la
determinazione con cui sta per affrontare questo nuovo capitolo della
sua vita. È pronto, l’hanno avvisato, sguaina la
spada e attende che arrivi il benvenuto dal deserto. Sulle dune
qualcosa si muove, si avvicina rapidamente e il ragazzo riconosce
quelle bestie, anche se il loro corpo è deformato. Cinque
Fennec, le piccole volpi del deserto, sono grandi come orsi, si
avventano sul ragazzo con la chiara intenzione di divorarlo, ma Fajro
ha imparato a difendersi contrattaccando e utilizza quel rudere di
spada che impugna come se avesse tra le mani la preziosa katana che
lasciato nelle mani di Kinzoku.
Il ragazzo ha imparato l’importanza della tattica: porta il
suo primo e unico attacco contro l’animale che guida il
branco e con un taglio netto gli stacca la testa; attende la risposta
disorganizzata degli altri Fennec e li colpisce uno dopo
l’altro in modo da neutralizzarli, infine, tronca il collo di
quelli che tentano di reagire nonostante che la prima ferita li stia
già portando alla morte.
Il branco di Fennec è sconfitto e Fajro osserva, con
raccapriccio, il lento disfacimento delle carni degli animali e nota
che le carcasse iniziano a sgretolarsi alle prime folate di vento.
Fajro comprende che è il segnale della presenza di qualcosa
di molto peggiore e s’incammina veloce seguendo
l’ombra del covo Agisto che, volando sopra la sua testa, gli
sta indicando la direzione.
–
ore 13 –
Regno
di Dwr, Port Tuath
Il blocco navale ha avuto ripercussioni nella cittadina del porto e
sono pochi i turisti provenienti dagli altri regni, soprattutto quelli
che visitavano una villetta posta nella periferia di Tuath, fino a
pochi mesi prima fin troppo frequentata.
Seduto al bancone del famoso bordello chiamato “Casa di
Lù” un uomo, non tanto giovane, continua a bere
incurante della sbornia già ben visibile nei suoi occhi.
«Non pensa che sia ora di tornare a casa?» chiede
la donna che sta servendo da bere.
«Mia cara, sto solo brindando per commemorare gli amici e i
nemici caduti in mare, tutti vecchietti come me che hanno dedicato la
loro intera vita al proprio regno. Ammiragli, come me, cresciuti nelle
vecchie accademie navali e che sono caduti mentre svolgevano il loro
lodevole lavoro.»
«Volete superare il senso di colpa del sopravvissuto
affogandolo con il liquore?»
«Il mio problema non è essere vivo, ma il motivo
per cui lo sono. L’unico ammiraglio dei Cinque Regni ad aver
evitato la battaglia per l’ordine di una regina
bisbetica!»
La donna, sottovoce, dice: «Per favore Haranche, tenga la
voce bassa, non vorrete farci arrestare da qualche guardia troppo
zelante?»
«Hai perfettamente ragione, scusa mia cara, ma versamene un
altro goccio.»
«Piuttosto che bere in continuazione, perché non
sale di sopra e si sceglie una delle ragazze per passare qualche ora in
tranquillità?»
«Sono troppo vecchio, non mi diverte più toccare
culi e tette senza poter fare altro con le belle concubine che mi
offrite, ma ascolterò il tuo primo consiglio e torno a casa
prima che mi portiate voi a spalla» risponde
l’ammiraglio ridendo di sé.
Haranche non ha davvero ascoltato quella donna, è andato in
città ad acquistare altro liquore, si è diretto
al porto ed è salito sul vascello che comanda personalmente,
dopo aver salutato le due marinaie di guardia. Lentamente raggiunge la
prua della nave e lì stappa la bottiglia iniziando a bere,
ma dopo due sorsi inizia a traballare. «Sono proprio ubriaco
se non riesco a stare in piedi» dice prima di bere un altro
sorso.
Ma non è lui, è tutto il mare che sta fremendo,
così come la costa sta tremando. Un boato assordante,
Haranche guarda davanti a sé e il mare sembra sollevarsi,
l’ammiraglio si stropiccia gli occhi e capisce che
è la sua nave che sta sprofondando.
«Amici e nemici, vi sto per raggiungere» dice
Haranche sollevando la bottiglia mentre durante il secondo boato
sprofondano dentro il Mare del Nord, il veliero e tutta la
città di Tuath.
Il terremoto, seguito da una serie spaventosa di tsunami, inghiotte
tutta la fascia costiera a nord dell’isola di Dwr. La terra
sommersa porta alla morte circa due milioni di persone cancellando
dalle mappe Tuath e altre cittadine del regno.
–
ore 13 –
Regno
di Tera
Haag, avendo ubbidito agli ordini senza ribellarsi, ha ricevuto un
trattamento di favore dal generale Buffel ed è stato
trasferito in una piccola casetta poco distante dal castello reale
nella quale soggiornerà, controllato a vista dalle guardie
di Tera, in attesa del primo processo.
Il capitano cerca di rilassarsi, prende uno dei libri che sono sugli
scaffali e ne sfoglia qualche pagina, ma poi lo scaraventa a terra con
furia. Sa bene che il rumore attirerà l’attenzione
dei suoi carcerieri e quando sente il grido di un soldato, si aspetta
di ritrovarselo in casa, invece, altre urla e poi il silenzio. Haag
guarda fuori dalla finestra e non vede nessuno, circospetto apre la
porta e scopre che non ci sono guardie, tutte scomparse nel nulla
mentre i cavalli sono ancora legati alla staccionata. Haag non ha
dubbi, prende uno dei puledri e fugge in direzione di Port Winkel.
Nel frattempo, nella sala del trono al castello, Aarde e il comandante
Draak accolgono Titan. Il re s’inchina chiedendo:
«Mia Signora, avete deciso?»
«Titan, ho valutato la tua proposta e continuo a non essere
d’accordo sulla tua soluzione, ma devo considerare
più importanti il mio ruolo di principessa e di regina in
pectore di Tera piuttosto che le mie opinioni personali.
Sposerò Metalo.»
«Aarde, comprendo che la scelta fosse difficile e gli
avvenimenti delle ultime ore ti hanno profondamente scossa, ma sono
felice che hai compreso l’importanza di questo matrimonio.
Rientrerò subito a Metel e farò iniziare i
preparativi per…»
«No, ho detto che accetto la proposta, ma non che mi
sposerò domani. Daremo al più presto
l’annuncio ufficiale del fidanzamento, ma il matrimonio si
celebrerà soltanto quando le creature saranno state
sconfitte.»
«Ma Aarde, il Leggendario ci ha impiegato sette anni per
debellare quelle bestie!»
«Se temi il tempo che passa allora il matrimonio non ha senso
di esistere. Mi sto piegando alle esigenze della politica, ma non
farò la parte della moglie che rimane a guardare il suo
popolo mentre muore. Inoltre, io confido che mia madre riapra gli occhi
al più presto, tu no?»
«Certo che sì, che domanda!» risponde
Titan irretito.
«Ebbene, io sposerò Metalo nel momento in cui mia
madre sarà in grado di governare avendo la certezza assoluta
che il Regno di Tera sia guidato ancora, e per sempre, dalla stirpe del
mio casato. Se invochi la politica per farmi accettare un contratto di
matrimonio, io faccio la stessa cosa per farti accettare i miei
termini» dice Aarde in modo così serio da
sorprendere il suo interlocutore.
«Accetto la tua richiesta che sarà inserita nel
contratto di matrimonio, naturalmente.»
«Naturalmente, Re di Metel» risponde Aarde senza
battere ciglio.
Titan s’inchina e abbandona la sala e Aarde dice al
comandante che sta sorridendo beffardamente: «Forse credeva
che avrei accettato senza imporre delle regole, ma non farò
l’errore di Torcon, nessuno potrà sottrarmi dalle
mani il Regno di Tera con facilità!»
–
ore 13 –
Oasi
Oazo
Agisto atterra sulla spalla di Fajro e il ragazzo gli chiede:
«Magari tu mi sai dire perché ho dovuto mettere i
vestiti, con i colori imperiali, che indossavo proprio quando mi hanno
accusato di omicidio. Mi chiedono di non svelare la mia
identità e poi mi ricoprono con questo segnale evidente,
anche se sono cresciuto e sembrano un bavaglio sulla schiena e una
veste da donna.»
Fajro si sorprende sentendo il corvo rispondere: «Devono
immaginare che c’è in giro uno come Atua
Primo.»
«Ma allora sai anche parlare bene?»
«No… impiccati al pennone!» dice Agisto
spiccando il volo.
«Rispondimi! Fai il serio…»
Fajro ma smette di urlare perché ha avvistato
l’oasi, si sporca ulteriormente di sabbia impiastricciandola
sulle macchie di sangue dei Fennec, rallenta il passo, mima la fatica
caracollando, raggiunge un bivacco e si lascia cadere sulle rocce.
Sente il brusio della gente, ascolta le parole stupefatte delle persone
mentre guardano il suo vestiario e fatica a trattenere la risata mentre
una qualcuno urla: «Rivendico questa persona come mio
schiavo!»
Due persone molto robuste lo trascinano dentro
all’accampamento e lo appoggiano contro un muretto, un altro
gli mette dei ferri a polsi e piedi per legarlo e l’uomo che
ha rivendicato la proprietà su Fajro dice in modo arrogante:
«Dagli poca acqua!»
Il ragazzo nota che i passi della persona che gli si avvicina sono
leggeri, così come la vocina che dice: «Bevi
piano, è poca e non va bene bere velocemente dopo essere
stato a lungo nel deserto.»
Fajro sorseggia piano l’acqua, apre lentamente gli occhi e
vede che è stato un bambino a porgergli la piccola ciotola.
Nonostante le catene gli impediscano movimenti lineari, Fajro riesce a
mettere le sue mani sulla testa del bambino e lo ringrazia sorridendo
mentre sente lo schiavista che urla al corvo Agisto: «Vai via
bestiaccia! Siete tutte impazzite voi bestie provenienti dal
deserto?»
§ § §
Il vecchio maestro nota che le palpebre del piccolo Ten si stanno
muovendo in modo innaturale, prende un piccolo amuleto dalla propria
tasca e proferisce delle parole incomprensibili mentre appoggia
quell’oggetto sulla fronte del bimbo.
Ten, con un sussulto, apre gli occhi mentre il vecchio maestro gli
sfila dalle mani il bastone nodoso che ha utilizzando per entrare in
contatto con il corvo. Il bimbo fa un balzo dalla poltrona, corre
vicino alla gabbietta di Agisto dicendogli: «Allora tu sei
Matco!»
Il corvo gracchia come se ridesse, poi risponde: «No, il buon
Matco ha concluso il suo lavoro e ha raggiunto Wuxing in forma di Globo
di Luce. Io sono nato e morto molti anni dopo.»
«E allora perché sei qui? Quale missione
hai?»
Il vecchio maestro ride, ma nasconde la risposta chiedendo al bimbo:
«Giovanotto, come ti senti?»
«Maestro, è stato come vivere in un sogno, potevo
vedere ogni cosa, sia tra gli uomini sia a Wuxing, ma non sentivo le
parole di Matco. Perché?»
«Ti sei appena svegliato e hai già fatto tre
domande!» dice il vecchio ridendo.
«A proposito, il bambino che Fajro ha accarezzato eravate
voi?»
«Sì, era il primo incontro con l’uomo
scampato dal deserto, anche se adesso potrei chiamarlo con il suo
nome.»
«Ma certo è…»
Il vecchio maestro zittisce Ten dicendo: «Non dirlo,
manteniamo anche noi il segreto come ha richiesto
l’imperatore di Wuxing. Lo chiameremo con il nome che ha
usato prima di rivelarsi al mondo: Capitan Blood!»
Ten strabuzza gli occhi e naturalmente dice: «Ma è
il nome della piratessa Zedora!»
«Sì, hai ragione, ma questa è un'altra
storia che non conosci ancora» risponde il maestro
sogghignando.
Ten urla: «No, non potete dire così,
chissà quanto tempo ho passato guardando il passato e adesso
dovrò tornare in fretta a casa!»
«In verità hai dormito soltanto sette ore, una per
ogni anno che hai visto.»
Il sorriso del bimbo è raggiante, com’è
disarmante il suo cipiglio mentre dice: «Voi mi avete
mentito! Voi sapevate già cosa era successo in quei sette
anni!»
«Sì, lo ammetto» risponde il vecchio
senza troppo curarsi di ciò che ha detto, ma per Ten non
è per niente normale quella risposta e puntando il dito
dice: «Voi siete un Saggio, non potete mentire!»
Il maestro sogghigna esclamando: «Che cosa ti fa pensare che
io sia un saggio? Solo perché insegno alla scuola imperiale?
O perché uso la magia?»
«Ma, allora chi siete?» chiede Ten.
«Un saggio poco saggio» risponde il vecchio ridendo
con più gusto.
Ten bofonchia qualcosa tra sé, poi chiede: «Che
cos’è un Jingoku?»
Il maestro smette immediatamente di ridere e chiede: «Dove
hai sentito quel nome?»
«È una delle poche parole che ho sentito dire
dall’imperatore di Wuxing a Eteru nel Tempio
Celeste.»
Il vecchio maestro, evidentemente sorpreso, dice ad Agisto:
«Questa è la prova!»
«Di che cosa parlate?» chiede Ten incuriosito
dall’improvvisa serietà del maestro.
«E un nome che poche persone possono dire tanto facilmente e
se tu sei riuscito a sentirlo significa che il tuo percorso di
apprendimento sta progredendo magnificamente. Ti chiedo di non dirlo di
nuovo, almeno fino a quando non lo avrai letto su uno degli ultimi
tomi.»
Ten non capisce, ma sapere che potrà andare avanti con la
storia gli fa dimenticare la sua stessa domanda. «Evviva!
Quando potrò iniziare?»
«Siccome è mattina, facciamo una bella colazione e
poi potrai leggere tutto ciò che vuoi nella mia biblioteca
privata. Sempre che tu riesca a entrarci» dice il vecchio
maestro lasciando il bimbo con la bocca aperta per la
curiosità.
N.d.A.
Ben ritrovati per quest’ultimo capitolo della terza serie.
Vi lascio con qualche informazione sulla quarta, e forse ultima, serie:
- Il titolo sarà “L’Imperatore dei
Cinque Regni – Ritorni” e questo è uno
spoiler diretto perché usando il plurale, significa che non
è tornato solo Fajro ma ci saranno altri personaggi dei
quali non sappiamo molto su cosa abbiano fatto in questi sette anni
(anche se di qualcuno ho lasciato scritto delle tracce che lo
identificano).
- A differenza delle altre serie posso già da ora
anticiparvi che pubblicherò il primo capitolo della quarta
nel mese di dicembre. (Il giorno preciso non lo so dire, potrebbe
essere il primo come l’ultimo giorno del mese).
- C’è un’effettiva
possibilità che la quarta serie sia più lunga dei
canonici otto capitoli con cui ho gestito la trama fino a oggi e sono
ancora indeciso se proporre più puntate o creare una quinta
serie in modo mantenere ordinata tutta la storia.
- In anteprima vi regalo la nuova mappa del mondo con i disastri creati
dalle creature, ma anche da me a mano libera.
Vi ringrazio per aver seguito questa storia fino a questo momento con
la speranza di ritrovarvi di nuovo tra un mese. Nel frattempo, se avete
voglia di segnalarmi errori, commentare e fare delle critiche
costruttive consapevoli che riceverete sempre una risposta in tempi
brevissimi.
Grazie a tutti.
MAPPA
CAST
Importanti
Agisto – Corvo messaggero appartenuto a Sipestro di Tan e che
ospita l’anima errante del soldato Matco, assassinato al lago
Sider a Dwr
Ten [m] – Bimbo che vede gli avvenimenti attraverso gli occhi
del corvo
Atua Primo [m] – Leggendario Imperatore dei Cinque Regni Umani
Fajro [m] – Principe di Tan e protagonista della storia
Regno Wuxing
- Tengoku [m] – Imperatore di Wuxing
- Aki [f], Fuyu [m], Haru [m], Natsu [m] – i quattro generali
di Wuxing
- Eteru [f/m] (Etere) – la samurai definita più
vicina al Creatore
- Daichi [m] (Terra), Kasai [f] (Fuoco), Mizu [m] (Acqua) – i
tre samurai con Elementi Primari
- Kinzoku [m] (Metallo), Kuoki [m] (Aria), Mokuzai [f] (Legno)
– i tre samurai con Elementi Secondari
Regno Sea
(regno negli abissi marini)
- Kwakhala [f] – Regina (solo nominata)
- Kraken, Leviatano, Nathair Mara – Creature
mitologiche
Regno Koraha
(regno nel deserto omonimo)
- Yuly [f] – ? (solo nominata)
- Golem, Skorpio, Chimera – Creature mitologiche
Regno Sliabh
(regno sulle montagne condivise tra Metel e Tera)
- ? – guardiano del Gigante
- Gigante, Pithecus, Denosor – Creature mitologiche
Regno Hout
(regno chiamato anche Foresta Proibita)
- Ombra, Maputa, Lipitoare – Creature mitologiche
Regno Heru
(regno sotterraneo posizionato alle radici
dell’albero Hyperion)
- Innominabile – Imperatore (soltanto identificato come
imperatore)
- ? – Cinque servitori di Heru (soltanto nominato il loro
ruolo)
Vulcano di Tan
- Fenice – Creatura mitologia
Altri personaggi
apparsi o solo nominati nel capitolo
- Atua CCXVII (vero nome Ohlaka) – Imperatore dei Cinque Regni
- Haag – Capitano dell’esercito di Tera
- Aarde – Principessa ereditaria di Tera
- Titan – Re di Metel
- Oceanya – Principessa ereditaria e comandante in capo
dell’esercito di Dwr
- Oak – Re di Apen
- Cristalya – Regina di Dwr
- Flame – Regina di Tan
- Wasa – Regina di Tera
- Metalo – Principe ereditario di Metel e Primo Cavaliere
imperiale
- Vlek – Saggio di corte a Tera
- Buffel – Generale dell’esercito di Tera
- Hebber – Comandante in capo dell’esercito di
Tera, deceduto
- Geel – Ufficiale dell’esercito di Tera
- Zand – Re di Tera assassinato per avvelenamento
- Hond – Principe illegittimo di Tera
- Haranche – Ammiraglio della marina di Dwr
- Draak – Comandante in capo dell’esercito di Tera
- Torcon – Principe di Tan ucciso dalla magia
dell’Inquisitore.
Schema della magia
- Ogni Essere Vivente è costituito di Energia
- Con al morte fisica l’Energia si tramuta in un Globo di
Luce o in uno Oscuro
- Il Globo di Luce raggiunge il Regno Wuxing (il bene) mentre il Globo
Oscuro raggiunge il Regno Heru (il male)
- L’Energia di ogni Essere Vivente è la base per
la creazione degli Elementi Magici
Schema degli elementi
magici
- Esistono due Elementi Dominanti: Luce, Oscurità
- Esistono tre Elementi Primari: Acqua, Fuoco, Terra
- Esistono tre Elementi Secondari: Aria, Legno, Metallo
- Esiste un Elemento Neutro: Etere
- se uno o più Elementi Secondari acquistano potere
crea/creano squilibrio
- con lo squilibrio uno o più Elementi Primari
soccombe/soccombono e l’Elemento Neutro diventa Caos
- L’Elemento Caos dona maggiore potere all’Elemento
Dominante Oscurità che prende il soppravvento sulla Luce.
Schema della Forma
Energetica Assoluta
- La Forma Energetica Assoluta è il massimo raggiungibile
nella Forma Energetica
- La Forma Energetica si divide in tre livelli:
a) Livello Kou (alto) : lo ottengono solo l’Imperatore di
Wuxing e l’Imperatore di Heru
b) Livello Heikin (intermedio): lo ottengono solo i generali di Wuxing
e i servitori di Heru
c) Livello Tei (basso) – lo ottengono i samurai di Wuxing e
tutti gli altri esseri viventi che hanno coscienza delle differenze.
- La Forma Energetica evoca magicamente un Animale chiamato Famiglio
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