La Fatica di Crescere - Quinto Anno

di Piumadoro
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Escluso ***
Capitolo 2: *** Le Lacrime del Cervo ***
Capitolo 3: *** La Risata simile ad un Latrato ***
Capitolo 4: *** Il Volo della Fenice ***
Capitolo 5: *** Il Ballo del Ceppo ***
Capitolo 6: *** Le Avventure di Felpato e Piumadoro ***
Capitolo 7: *** Nuovo anno. Nuovo inizio ***
Capitolo 8: *** Buon SanValen...Amici ***
Capitolo 9: *** Il Vendicatore ***
Capitolo 10: *** Tanti Auguri ***
Capitolo 11: *** Panna e Piume ***
Capitolo 12: *** Il Professore e l'Idiota Cieco ***
Capitolo 13: *** I Sentimenti di Sirius ***
Capitolo 14: *** La Mappa dei Malandrini ***
Capitolo 15: *** La Finale ***
Capitolo 16: *** Un Piccolo Problema diventa Grande ***
Capitolo 17: *** Amicizie e Cambiamenti ***
Capitolo 18: *** La Sfida ***
Capitolo 19: *** L'Errore di Star ***



Capitolo 1
*** Escluso ***


Sirius guardò Star in quei profondi occhi cobalto e le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.  

“Ti amo.” Sussurrò lui. 

La ragazza sorrise imbarazzata ma felice. “Ti amo anche io.” 

“NO!” Gridò James esasperato. “No, no, no, NO! Così non va bene! Serve più phatos!” 

Sirius sbuffò alzandosi dal suo letto nel dormitorio dove lui e Star erano seduti mentre James li osservava dal proprio letto. “E’ la quindicesima volta che ci dichiariamo amore eterno per finta, al secondo anno credevano che tu e Star steste insieme solo perché vi siete presentati a King Cross insieme, e noi lo abbiamo già fatto quest’anno. La gente crederebbe nella nostra storia anche se io le tirassi un pugno sulla spalla a colazione dicendole . È inutile fare tutte queste scene.” 

“È vero! È esattamente una cosa da te. Ciao, ti amo, dimmi il tuo nome. Come in quella canzone!” Si esaltò James. 

“Intendi Hello, Love You dei The Doors?” Domandò Remus senza nemmeno alzare lo sguardo dal nuovo libro di difesa contro le Arti Oscure, a quanto pare Silente non era riuscito a trovare un nuovo insegnate e il vecchio professore aveva avuto qualche strano incidente. 

I Malandrini lanciarono uno sguardo stupefatto a Remus il quale roteò gli occhi prima di spiegare: “Ho vissuto on voi tutta l’estate. Ne so qualcosa anche io di musica ora.” 

“Potresti cantarle questa canzone.” Continuò James ignorando Remus e tornando a concentrarsi su Sirius

Il giovane Black si alzò esasperato. “Non è la canzone che canterei alla ragazza che amo.” Replicò scocciato prima di uscire dal dormitorio. 

“Comunque parlano già molto di loro due.” Comunicò Peter cercando di risollevare il morale di James. 

Star pensò che sarebbe stato pazzesco se non avessero parlato. 

Lei era andata da Sirius la sera del trentuno agosto e aveva dormito in casa sua per poter arrivare con lui e i Black a King Cross, tradizione imposta ovviamente dai genitori di Sirius

Oltre ad essersi presentati insieme indossavano anche gli abito pomposi e regali dei Black ed erano stati con Regalus in uno scompartimento a loro dedicato. Una sofferenza atroce visto che i due fratelli emanavano ondate di odio puro. 

 

“Potremmo giocare a scacchi.” Propose Star per rompere il ghiaccio. 

Regalus la fissò, gli occhi gelidi. “Se questo ti aggrada.” 

Star annuì estraendo la scacchiera dal baule e iniziando a posizionare le pedine. 

Giocò contro Regalus per qualche minuto, era molto bravo e molto sveglio ma ovviamente la sua discendenza le impediva di fare mosse stupide. Si chiese dov’era la sua discendenza quando era riuscita ad incasinare ben due rapporti concludendo con il diventare la finta promessa sposa di Sirius. 

“Credo che tu mi abbia sotto scacco.” La informò Regalus. 

La ragazza guardò i pezzi. “Scacco matto.” Disse atona, poi si riprese. “Magari potresti giocare con Sirius, è bravo e non ha la saggezza di duemila persone a farlo vincere.”  

“Di a nostra madre che ci siamo ritirati. Posso farlo, no? È la mia futura sposa.” Con queste fredde parole Sirius la prese per mano e la guidò fuori dallo scompartimento senza lasciare a Regalus il tempo per dire niente. 

“Non è stato molto cortese.” Gli fece notare lei. 

“Dobbiamo cercare James, ricordi? È da solo.”  Le ricordò il ragazzo. 

“Già.” Mormorò Star ricordandosi solo in quel momento che Remus avrebbe passato tutto il viaggio nello scompartimento dei Prefetti lasciando James solo con Peter. 

Peter. 

“C’è Peter con lui.” 

Sirius si bloccò voltandosi a guardarla con la rabbia negli occhi. “Cosa vuoi da me?!” La prese per le spalle saldamente e si avvicinò a suo viso. “Cosa vuoi?! Dimmelo! Infondo sei la mia futura sposa no? La mia stessa famiglia ti ha chiesto di tenermi d’occhio. Vuoi che finga di essere felice con Regalus?” 

“No. Voglio che tu ti ricordi che è tuo fratello e che una volta eri felice davvero con lui. E poi non è colpa mia se per i Black le donne comandano.” Ribatté lei. 

“Una volta... e poi non è vero. Nella mia famiglia comandano i più giudiziosi, e per loro tu lo sei, anche mia madre lo è stata ma al pari di mio padre, tutti e due freddi calcolatori che mettono le apparenze prima di ogni altra cosa. Vogliono che tu mi aiuti ad essere così. E mi sembra che tu stia eseguendo gli ordini.” Spiegò lui, il tono calmo e distaccato. 

“Vaffanculo. Ok? Io non voglio che tu vada d’accordo con tuo fratello per salvare le apparenze ma perché credo che un tempo voi due vi volevate bene come me e James e se un giorno io e mio fratello dovessimo allontanarci per qualche motivo ti ringrazierei se ti sforzassi di farmi ragionare. Perché non potrei perderlo. E pensavo che nemmeno tu volessi perdere Regalus.” Sbottò la ragazza. 

Sirius guardò in basso. “Io l’ho già perso.” Mormorò.  

Star si morse il labbro mortificata. “Cerchiamo James.” Propose dopo con gentilezza. 

Il ragazzo annuì piano. “Scusa.” Disse solo. 

Lei sorrise e lo prese per mano. Raggiunsero James e Peter e passarono il resto del viaggio in tranquillità. 

 

Star guardò la spilla rossa e oro appuntata sul petto di Remus. Da quando avevano saputo che sarebbe stato Prefetto, James aveva preso le redini della finta relazione tra lei e Sirius. Assicurando ad entrambi che con la sua guida i signori Black avrebbero mandato lettere piene di elogi entro la fine del mese. 

“Dovresti andarci piano con questa storia.” Gli consigliò la ragazza. “Ne io ne Sirius vorremmo essere in questa situazione, basta il minimo indispensabile perché Regalus e tutta la scuola pensino che è nostro desiderio stare insieme.” 

James annuì. “Si, hai ragione.” 

 

…............. 

 

Il due settembre cominciarono le lezioni. Tutti gli insegnanti non fecero altro che ricordare a tutti che questo era l’anno dei G.U.F.O. e questo mandò Remus totalmente in panico. 

“Non ci avevo pensato! Come ho fatto a dimenticarlo!” Continuava a ripetere. 

Non era difficile immaginare come mai non se ne fosse ricordato; tra il suo Piccolo Problema Peloso e l’essere diventato Prefetto il suo arrivo ad Hogwarts non era stato certo preceduto da giorni di tranquillità. 

La notizia più incredibile, comunque, arrivò quella sera al banchetto quando Silente si alzò in piedi per annunciare che il Torneo Tre Maghi, dopo quasi due secoli, si sarebbe svolto di nuovo a Durmstrang quell’anno. La notizia fu accolta con grande entusiasmo da tutti gli studenti. Il preside li avvertì che la delegazione sarebbe dovuta partire il 30 ottobre di mattino presto e che, quindi, entro quella data chiunque volesse provare a diventare il campione di Hogwarts avrebbe dovuto proporsi ai Capocasa

Gli occhi di James e Sirius si illuminarono quella sera e anche dopo cena, in dormitorio, quello scintillio non si era ancora spento.  

“Qualcosa mi dice che vorreste proporvi.” Commentò Star gettandosi sul letto di Sirius

“Sareste perfetti!” Si emozionò Peter. 

“Sapete che sono morte delle persone vero?” Li informò Remus

“Ma che dici? Sono tutte leggende.” Lo smontò James. 

“Io penso che sarà straordinario.” Aggiunse Sirius

“Si, uno straordinario modo di perdere le lezioni.” Lo prese in giro Star. 

“In effetti è un motivo davvero valido.” Ammise Sirius facendo ridere tutti. 

Qualcuno bussò alla porta. 

James andò ad aprire trovandosi di fronte Lily Evans. La rossa lo fissò dall’alto in basso e poi lo superò puntando i suoi occhi verdi su Remus

“Riunione dei Prefetti, ora nell’ufficio di Lumacorno.” Disse semplicemente. 

“Ciao, Lily.” La salutò Star. 

La Evans non la degnò nemmeno di uno sguardo, si voltò e fece per andarsene. 

“Hei, che ti prende?!” La rimproverò Sirius

“Ho fatto qualcosa di male?” Chiese Star confusa e dispiaciuta. 

Lily piantò i suoi occhi in quelli cobalto della sua ex amica. “Siamo ad Hogwarts da un giorno intero ormai, senza contare il viaggio in treno, ed è la prima volta che ti degni di salutarmi, e le altre non ti hanno ancora vista.” 

“Mi dispiace, sono stata un po' occupata...” Cercò di spiegarsi la mora. 

La rossa la bloccò. “Si, occupata con Black. Lo abbiamo notato. Tutte.”  

Era un’allusione a Mary, Star lo sapeva. Come poteva essere stata così stupida da non aver pensato di avvertirla della situazione. Credeva che sarebbe bastato aver raccontato a tutte la verità l’anno prima ma quest’anno le cose sembravano più serie. 

Lily se ne era già andata quando Star si riscosse. “Cazzo.” Esclamò. 

James, Sirius e Peter si voltarono verso di lei con aria sconvolta. Remus fortunatamente era uscito con Lily. 

“Da quando in qua usi un linguaggio così volgare?” Le chiese James. 

“Da quando mi sono resa conto di essere una pessima persona.” Star non aggiunse altro e scese le scale di corsa per salire al dormitorio delle ragazze, la sera prima aveva dormito di nuovo dai ragazzi, un po' per alimentare le voci un po' perché Sirius e James avevano parlato lungo tra loro e nell’aspettarli lei, Remus e Peter si erano addormentati. Quando entrò nella stanza delle ragazze del sesto anno trovò anche le sue compagne del quinto, come spesso accadeva erano tutte intente a chiacchierare tra loro. 

“Non è vera!” Gridò subito Star. “La storia tra me e Sirius. Ma dobbiamo far credere che sia così. Quello che vi ho detto l’anno scorso: l’essere la sua finta promessa sposa e tutto quanto, quello è vero. Ma i suoi genitori hanno spie ad Hogwarts e noi dobbiamo far credere che siamo davvero innamorati perché altrimenti i signori Black inizieranno a sospettare qualcosa e potrebbe finire male per Sirius. Mi dispiace. Mi dispiace tanto non averti avvertito, Mary. Non sono abituata a voi ragazze, al fatto che badate alle azioni e non solo alle mie parole. Se avessi fatto una cosa del genere a James sarebbe venuto a chiedermi se era vero o no prima di pensare al peggio. Ma ho capito che per voi è diverso. Pensavo che bastasse avervi raccontato la verità l’anno scorso per non farvi credere alla messa in scena di quest’anno. Scusatemi.” 

Dopo il suo sproloquio, che nemmeno lei stessa era sicura avesse senso, le altre ragazze stettero in silenzio per un lunghissimo lasso di tempo e poi... 

“Una missione segreta!” Urlò Alice prima che gli abbracci delle altre la travolgessero. 

“Potrai provarci con Sirius quando vuoi ma ricorda che devi essere lontana da sguardi indiscreti, almeno all’inizio. Poi, se le cose andranno bene tra voi, sono sicura che troveremo un modo di risolvere questa situazione con i suoi genitori. Non ti dispiace vero? Infondo se avesse scelto un’altra ragazza lei ti avrebbe reso impossibile anche solo avvicinarti a Sirius. Ci tenevano un sacco quelle pazze a diventare Black perfettine.” Spiegò ancora la giovane Potter. 

Mary le sorrise. 

 

................ 

 

Qualche giorno dopo, a colazione, James blaterava senza sosta del Torneo Tre Maghi mentre Peter lo elogiava in tutti i modi possibili assicurandogli che sarebbe stato perfetto. Star si alzò per andare a parlare con le ragazze per qualche secondo mentre Sirius ascoltava come Remus aveva pianificato la settimana per farci entrare tutte le lezioni, gli impegni da Prefetto e le ore di studio.  

Un ragazzo del settimo anno si avvicinò a Remus per dargli qualche indicazione su come risparmiare tempo studiando tra una lezione e l'altra. 

“Scusa, Sirius, ma devo chiedertelo: stai davvero con Star?” Chiese poi. 

Sirius lo guardò sorridendo. “Certo che si.” 

“Cavolo, quest'anno si era fatta proprio carina, mi sarebbe piaciuto chiederle di uscire.” Commentò ancora il ragazzo. 

“Si... Proprio carina.” Mormorò Sirius guardando Star tornare verso di loro seguendo il corridoio tra il tavolo di Tassorosso e quello di GrifondoroAll'improvviso si alzò in piedi, salì sulla panca poggiando il piede sul tavolo e iniziò a cantare: 

“Pretty woman, walkin' down the street 

Pretty woman the kind I like to meet 

Pretty woman I don't believe youyou're not the truth 

No one could look as good as youmercy 

Appena Star si accorse che stava cantando a lei stette al gioco, camminò di fronte a lui avanti e indietro sorridendo. 

“Pretty woman won't you pardon me 

Pretty woman I couldn't help but see 

Pretty woman that you look lovely as can be 

Are you lonely just like me 

Sirius le porse la mano facendola salire sul tavolo e lei girò piano su sé stessa ballando un po’. 

Molti al tavolo di Grifondoro iniziarono a battere le mani a ritmo, Star prese quindi a camminare sopra il tavolo mentre Sirius cantò sempre più forte sostenuto da un corretto improvvisato da James e Remus

“Pretty woman stop awhile 

Pretty woman talk awhile 

Pretty woman give your smile to me 

Pretty woman yeahyeahyeah 

Pretty woman look my way 

Pretty woman say you'll stay with me 

James spinse Sirius a salire a sua volta sul tavolo. Il ragazzo prese le mani di Star e ballò con lei. 

“'Cause I need youI'll treat you right 

Come with me baby, be mine tonight 

Pretty woman don't walk on by 

Pretty woman don't make me cry 

Pretty woman don't walk awayhey, OK 

Il rumore dei battiti di mano si fece sempre più forte e alcuni studenti avevano anche iniziato a cantare a loro volta. 

“If that's the way it must be, OK 

I guess I'll go on home, it's late 

There'll be tomorrow night, but wait 

In quel momento Sirius si bloccò mettendosi la mano sopra gli occhi come per bloccare i raggi di un sole che non c’era per poter vedere più lontano. 

“What do I see?” Cantò poi mettendo effettivamente a fuoco la figura della professoressa McGranitt, le labbra assottigliate dalla rabbia. 

“Is she walkin' back to me? Chiese cantando indicando la professoressa a tutti. 

“Yeahshe's walkin' back to me” Continuò saltando giù dal tavolo tenendo la mano di Star che fu trascinata giù, fortunatamente lui si girò in tempo per afferrarla impedendole di cadere. In quel momento erano davvero vicini, e lei sorrideva in modo meraviglioso, tranquilla tra le sue braccia. Poi Sirius si ricordò della professoressa e iniziò a correre tenendo di nuovo Star per mano. 

“Signor Black, signorina White.” Senza nemmeno bisogno di urlare la McGranitt li richiamò all'ordine facendoli bloccare a pochi passi dal portone. “Seguitemi nel mio ufficio.”  

“Oh, avanti, abbiamo cantato tutti, non può punire tutti.” Cercò di salvarli James. 

“No, ma posso punire gli unici due che lo facevano sopra il tavolo.” Replicò lei. 

Sirius sbuffò in modo strano, come se stesse trattenendo una risatina. 

La McGranitt lo squadrò prima di precedere lui e Star verso il suo ufficio. 

“C’era un doppio senso persino in quello che ha detto lei?” Sussurrò Star a Sirius sconvolta dalla semplicità con cui lui vedeva il sesso ovunque. 

“Te lo spiego dopo.” Le assicurò lui. 

 

…… 

 

Sirius e Star finirono in punizione per due settimane, e la punizione consisteva nel pulire tutti i tavoli della Sala Grande dopo ogni cena. La professoressa aveva scelto la cena così che loro non trovassero scuse per perdere le lezioni, cosa che irritò Sirius

Vero la fine della prima settimana di lezione Silente presentò il nuovo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure: un giovane uomo in completo elegante con lo sguardo furbo e l’aspetto molto affascinante. 

“Peccato che sia biondo.” Commentò Star. 

“Wo wo, frena! Vuoi dire che ti piace?” Le chiese James sorpreso. 

“Non direi che mi piace, direi che è oggettivamente bello. Tutto qui.” Spiegò lei. 

“Però non ti piacciono i biondi.” Notò Remus

“Ne ho abbastanza di biondi, vorrei innamorarmi di un uomo dai capelli neri.” Disse Star, forse solo perché Thomas aveva i capelli chiari. 

“Neri tipo quelli di Sirius?” Domandò Peter. 

La ragazza fece spallucce. “Anche si, ma basta che siano scuri. E poi non è detto, chissà cosa accadrà.” 

Mentre Star tornò a concentrarsi sul suo piatto Sirius lanciò uno sguardo di fuoco agli altri Malandrini che gli stavano lanciando occhiatine ammiccanti. 

Dopo la cena Star e Sirius rimasero in Sala Grande e iniziarono la loro punizione. 

Sirius alzò lo sguardo su di lei, portava i capelli raccolti con la bacchetta e, nonostante stesse grattando via una macchia appiccicosa di cibo dal tavolo, sorrideva. “Mi dispiace averti cacciata in questo guaio.”  

La ragazza lo guardò e sorrise. “A me non dispiace. Non più di tanto.” 

“Ah, no?” Chiese lui avvicinandosi. 

“No, da quando i ragazzi sanno che stiamo insieme mi guardano in modo diverso, come se volessero stare con me.”  

Sirius rise di cuore. “Ti hanno sempre guardata, solo che prima non avevi l’età giusta, diciamo... mentre ora sei cresciuta, sei sexy, e possono guardarti pensando a stare con te. In più da quando hai smesso di preoccuparti del tuo aspetto lo noti di più perché sei più tranquilla.” 

“Secondo me sono attratti da me solo perché pensano che sono impegnata.” Replicò lei. 

“Non è vero. Uno del settimo anno mi ha chiesto se eri libera perché ha detto che dopo l’estate ti sei fatta davvero molto carina. E giuro che se mi rispondi dicendo ti strangolo.” Le raccontò. 

Star scosse la testa poi all’improvviso fissò la porta e a Sirius sembrò quasi di vederla drizzare le orecchie. 

“Qualcuno si avvicina.” Lo avvertì lei. 

Con un movimento repentino il ragazzo la afferrò per la vita facendola sedere sul tavolo e poi si posizionò tra le gambe di lei afferrandole il viso tra le mani per baciarla a pochi centimetri dalle labbra. 

Star sentì il cuore battere forte, non si era aspettata quella mossa. Dopo alcuni secondi Sirius si allontanò. 

“Se n’è andato?” Chiese in un sussurro. 

Lei annuì. “Era proprio necessario, comunque? E se fosse stato solo un ragazzino che voleva infrangere le regole?” 

Sirius fece spallucce. “Così siamo andati sul sicuro.” 

La ragazza sospirò. “Dai, sbrighiamoci a finire.” 

“Star,” La richiamò lui serio dopo qualche minuto. “vuoi che dica a quel ragazzo che sei libera?” 

“Oh, no! Non prima che io l’abbia visto, ricordi? È l’anno dell’amore a prima vista.” Decretò lei. 

Il ragazzo scosse la testa e si rimise al lavoro. 

 

…................. 

 

Il professor Walker non era male, secondo James; conosceva molti incantesimi, li faceva esercitare in classe e aiutava chiunque ne avesse bisogno. Se solo non fosse stato così irritabilmente irresistibile per tutte le ragazze. Era estenuante vederle sbavare così per lui, e la cosa che gli dette più fastidio fu beccare Lily a guardarlo trasognante durante il primo compito. 

Lily si odiò profondamente; Mary le aveva messo in mente strani pensieri sul nuovo insegnante. A parere di quella ragazza scatenata quel professore non doveva avere molti anni in più di loro e una studentessa molto sexy e matura avrebbe potuto accalappiarselo e sposarlo. E quindi la rossa si ritrovò a pensare al matrimonio, si, non al professore in sé ma allo sposare un uomo, non uno dei soliti ragazzini immaturi. 

Proprio in quel momento Potter lanciò un fuoco d’artificio sotto la scrivania di Walker. Prima che lei potesse avvertire l’insegnante quello spense la miccia con un tocco di bacchetta. 

“Non so chi sia stato ma se è davvero coraggioso dovrebbe fermarsi a parlare con me del suo gesto dopo la lezione.” Commentò il professore. 

“È tato Potter.” Sbottò Lily senza nemmeno pensarci, quello di quel ragazzo era esattamente il livello di stupidità adolescenziale che le faceva credere che non avrebbe mai trovato un uomo che potesse sposare. 

Il signor Walker le sorrise. “Vorrei che il responsabile si facesse avanti da solo, signorina Evans.” Detto questo riprese la sua lezione come se niente fosse mentre Potter lo fissava con lo sguardo colmo d’odio. 

Quando la lezione finì i Malandrini si diressero insieme verso la lezione successiva.  

“Adesso dimmi dove diamine nascondevi quel fuoco d’artificio.” Lo interrogò Sirius sorpreso. 

“O forse dovresti dirci perché lo hai lanciato al professore, ci sta insegnando bene.” Protestò Remus

“Quel tipo è odioso. Lo avete visto? Come sorride a tutte le ragazzine e come loro lo guardano? E lui lo sa, e ne gode. Lo detesto.” James digrignò i denti. 

“Anche tu fai così.” Gli fece notare Star. 

“Si ma io ho l’età per farlo. Quando lo fa lui è fuori luogo. Dovrebbe trovare moglie e sistemarsi e non fare la rock star.” Sbottò James. 

“Questo vuol dire che tu hai intenzione di diventare un uomo maturo ad un certo punto?” Lo prese in giro Sirius

“Certo che si. Non posso fare l’idiota per sempre come quello lì! E poi lo avete sentito? si crede tanto figo. Sapete che vi dico. Ci vado! Ci vado eccome. Gli mostrerò chi è James Potter.” Il ragazzo girò sui tacchi e tornò nell’aula a passo di marcia prima che chiunque potesse fermarlo. 

“Deve c’entrare Lily per forza.” Commentò Star. 

“Pensi che sia ancora innamorato di lei?” Chiese Peter. 

“Sicuro. Ora cerca di nasconderlo, vuole far credere che vuole solo conquistarla per dimostrare che anche se lei lo ha rifiutato una volta non vuol dire che possa resistergli sempre.” Spiegò Sirius beccandosi delle occhiate sconvolte da Peter e Remus

Star allontanò quella stranezza con un gesto della mano. “Si, vi presento l’esperto di problematiche adolescenziali Sirius Black, non fateci caso e diventerete adulti senza incidenti di percorso.” 

James li raggiunse a lezione di Storia della Magia iniziata e, visto che il professore a malapena si accorgeva di qualcosa, Star si sporse verso suo fratello per chiedergli spiegazioni. 

“Quel buffone non mi ha nemmeno messo in punizione, mi ha fatto un discorso infinito sul rispetto e sul fatto che anche lui era come me ma non andrò da nessuna parte con questo atteggiamento. Come se sapesse qualcosa di me.” Sbottò lui. 

“Mi sembri davvero molto nervoso, perché odi tanto quel professore? Non è da te.” Si stupì Remus

“Quello lì dice cose che avrebbero anche senso se lui non si comportasse in modo totalmente differente.” Sbuffò James. 

Sirius sospirò. “Lily lo ha guardato e a te la cosa non va giù. Dovresti trovare il coraggio di dirle ciò che provi.” 

“Fatti i cazzi tuoi.” Gridò James. “Sei anche più codardo di me. Sei un falso Grifondoro.” L’aula intera ammutolì, persino il professor Ruf interruppe la sua spiegazione. Il giovane Potter si guardò attorno spaesato e rabbioso poi uscì dall’aula borbottando delle scuse all’insegnante.  

Sirius abbassò lo sguardo sul libro e non aprì più bocca. Star, Remus e Peter si scambiarono sguardi sconvolti.  

A lezione finita Sirius sparì tra la folla e non si presentò a pranzo, come neanche James. 

“Tu dici che James sia così preso da Lily da reagire così?” Chiese Star a Remus all’improvviso. 

Il ragazzo la guardò. “Sicuramente a lei tiene molto di più di quanto ci immaginavamo ma non credo sia solo quello, credo che ci sia dell’altro...” 

“Forse perché i suoi genitori danno molta più fiducia a Star che a lui nonostante lei non sia davvero sua figlia, e questo lo rende felice ma anche triste.” Ipotizzò Peter. 

Gli altri due Malandrini lo guardarono sorpresi. 

“Oh, deve essere così confuso. Io sono arrivata e gli ho scombinato la vita.” Si colpevolizzò la ragazza. 

“Si, certo. Ma poi devi anche contare che anche dopo la Mandragola non sta andando bene il suo progetto di diventare Animagus e lui è il migliore in Trasfigurazione.” Continuò Remus

“E, anche se finta, la relazione tra te e Sirius vi sta avvicinando e Remus è sempre con i Prefetti e io e lui siamo spesso soli, io adoro la sua compagnia ma forse lui non gradisce così tanto la mia, e gli mancate, si vede.” Proseguì Peter buttandosi un po' giù. 

Remus gli passò una mano sulla spalla cercando di rincuorarlo. 

“Stai con lui da poco ma sei l’unico che si è accorto che James non è forte e invincibile come credevamo. Che disastro...” Star si prese il viso tra le mani e si passò le dita tra i capelli. “Dobbiamo fare qualcosa.” 

“Si, ma per ora tu vai da Sirius e io e Peter da James.” Decretò Remus

La ragazza lo guardò sconvolta. “Ma James…” 

“…ha bisogno di te… lo so. Ma io non saprei cosa fare con Sirius. Tu sei l’unica che lo può capire abbastanza e che saprebbe come prenderlo. Quindi noi ci occuperemo di James per te, per questa volta.” Continuò Remus

Lei ci pensò un po’ ma poi annuì e uscì dalla Sala Grande diretta verso la torre di Astronomia sperando che suo fratello non si fosse rifugiato nella loro torre poiché Remus e Peter non lo avrebbero mai trovato se fosse stato così. 

Una volta salita sulla torre vide Sirius appoggiato alle merlature che fissava il Parco di Hogwarts sotto la ripida e fredda luce di fine settembre. 

“Ha fatto male.” Disse Sirius quando la sentì avvicinarsi; non aveva senso mentire con lei, cercare di nascondere i sentimenti era come nascondere una pallina sotto un bicchiere di vetro. 

“Peter ha detto alcune cose… Ha ragione, ma credo che per arrivare ad aggradirti così … deve esserci qualcosa che non va.” Spiegò Star. 

“Vorresti essere con lui, vero? Scommetto che Remus e Peter ti hanno convinta a venire da me. Altrimenti non saresti qui.” Commentò lui. 

La ragazza lo guardò sentendosi una pessima persona. Per tutto il tempo Sirius non aveva smesso di fissare l'orizzonte. “Mi dispiace. Non sono così perfetta come tutti credono. Non sono l'amica di cui hai bisogno ora, non sono James.”  

Il ragazzo si voltò finalmente verso di lei. “Non dovresti mai pensare di essere meno di qualcuno. Se dovessi fare comparazioni tra me e gli altri potrei fare a meno di uscire di casa. Ma ho capito che siamo tutti diversi. E questo va bene, e non solo! È meraviglioso. Come te.” 

Star sorrise. “Dovevo essere io a consolare te.” Notò poi. 

Sirius sorrise amaro. “Credo i capire che cosa prova James ora. Delle scuse sarebbero gradite ma capisco che non potrò averle finché si sentirà così. Aspetterò.” 

“Sei molto più Grifondoro di quanto credi…. Leale per davvero.”  

 

….. 

 

Nella torre di Grifondoro James stava prendendo carta e penna. Sì sarebbe candidato per quello stupido Torneo, avrebbe dimostrato di essere il migliore. Un Potter forte e coraggioso come i suoi genitori. E poi sarebbe diventato Auror.  

Remus e Peter entrarono in quel momento.  

“Risparmiatemi la ramanzina. Mi iscrivo al torneo. Spero che mi prendano così potrete tifare per la mia morte.” Esordì James. 

Remus Lo fissò sconvolto e offeso. “Nessuno vuole la tua morte!” 

“Ah no?! Ho detto a Sirius solo la verità e ora siete qui in sua difesa. E mia sorella non c’è nemmeno. L'avete spedita da lui, vero? Perché lui si merita la compagnia di Star mentre io no! Vado bene solo perché le ho ceduto la mia famiglia.” 

Peter intervenne. “Tu le vuoi bene. Tu hai deciso che lei poteva essere tua sorella e vuoi bene anche a Sirius!” 

James afferrò il suo mantello. “Ho fatto molte pessime scelte. Come scergliemi amici in grado solo di abbandonarmi con questa sanguisuga che dopo tre secondi insieme a me crede di essere il mio migliore amico in assoluto.” Sbottò indicando Peter con tanta veemenza che questi sembrò rimpicciolire sotto il suo sguardo. 

Prima che Remus potesse cercare di dire qualcos’altro James sparì giù per le scale. 

“Non è stata una buona idea.” Borbottò Peter.  

“Forse era solo troppo presto.” Ipotizzò Remus ma nemmeno lui sembrava convinto da sé stesso  

 

….. 

 

Durante le lezioni del pomeriggio James si sedette sempre distante dai suoi amici e nessun altro notò la cosa visto che erano tutti impegnati a notare le spettacolari abilità di cui James stava dando mostra in ogni lezione. 

Star guardandolo si chiede se l'essersi sempre lamentata di riuscire bene in tutto lo avesse costretto a nascondere le sue reali abilità per passare il tempo nell'ombra insieme a lei. 

Sirius le posò la mano sulla spalla, come se le avesse letto nel pensiero, le sorrise e poi la distrasse chiedendole un chiarimento in merito all'esercizio assegnato. 

A cena James si sedette con la squadra di Grifondoro e Star e Sirius finsero di essere troppo impegnati a guardarsi negli occhi l'un l'altra per unirsi ai loro compagni. 

“Hai ricevuto già lettere da tua madre?” Chiese Star spostandogli una ciocca di capelli e dando un'occhiata a James da sopra la spalla del giovane di fronte a lei. 

“Silenzio assoluto. Lo prendo come un buon segno.” Replicò Sirius. Dopo qualche secondo, notando che lo sguardo di Star continuava a schizzare verso suo fratello le chiese: “Come sta?” 

“Sembra felice.” Rispose lei con un sospiro abbattuto. 

“Hei, è solo un momento. Passerà. Andrà tutto bene.” Senza pensarci Sirius le prese il viso tra le mani e lo avvicinò al suo baciandola sulla fronte. 

Quel gesto era talmente naturale e inaspettato che a Star venne automatico poggiare la testa sul petto del ragazzo e lasciarsi stringere da lui. Si accorse della situazione dopo solo un secondo e si allontanò scusandosi. 

“Non ti preoccupare.” Sirius le sorrise calmo. 

“Come credete che dovremmo procedere?” Domandò Remus accennando con il mento a James che in quel momento stava ridendo un po’ troppo forte. 

Star sospirò. “Adesso tocca a me.” 

Quella sera la ragazza aspettò suo fratello insieme agli altri Malandrini nel loro dormitorio, seduta sul suo letto leggeva tranquilla chiacchierando con gli altri. Dopo aver aspettato a lungo Remus e Peter decisero di andare a letto. Star si ritrovò a leggere a lume di candela per non disturbare il riposo di nessuno. 

Dopo un po’ Sirius aprì appena le tende del suo letto e la guardò a lungo prima di chiederle. “Sono davvero un Grifondoro per te?” 

La giovane sorrise posando il libro a faccia in giù sul letto, in  modo da non perdere il segno. Si alzò e raggiunse Sirius sul suo letto, le tende si chiusero dietro di lei. “Molto più di me.” Affermò convinta. “Ma a te non piacciono le comparazioni.” Ricordò dopo. 

“Nah, questa si. Dimmi ancora quanto sono fantastico.” Scherzò lui. 

“Ma io non ho mai detto niente di simile.” Replicò Star. Risero insieme e continuarono a parlare e scherzare. 

Quando James si decise a tornare in dormitorio per dormire almeno qualche ora trovò un libro sopra il suo letto. Sapeva che era di Star ma lei non c'era… non nel suo letto. Sì sdraiò vestito e prese sonno subito. Sì risvegliò dopo un sogno molto agitato. Quel tipico sono che ti dice che ti sta sfuggendo qualcosa. Guardò il libro di Star sul comodino e all'improvviso capì. Inforcò gli occhiali e aprì la tenda del letto di Sirius con veemenza. Star e Sirius si erano evidentemente addormentati chiacchierando in attesa. Il ragazzo era steso sul fianco con la testa verso ii piedi del letto ma chino in avanti, la ragazza era nella stessa posizione ma opposta. Era chiaro che si erano stesi in modo da potersi guardare in volto e parlare, poi avevano appoggiato le stessa sulla mano, dopo sul braccio piegato infine avevano ceduto al sonno. 

James non vide questo. Vide i suoi due migliori confidenti, sua sorella e il suo migliore amico, che legavano definitivamente, creando un nuovo rapporto da cui lui era escluso. Escluso per sempre. Forse Sirius non la voleva più conquistare perché aveva scoperto i vantaggi di amarla incondizionatamente come amica, sorella, e gliela stava portando via.  

James corse giù dalle scale, subito sentì i passi di Star seguirlo, si era svegliata, era ovvio. Questo gli dette un po’di speranza.  

Si lasciò raggiungere solo quando furono nel parco e l'aria pungente e fredda della mattina lo face rabbrividire.  

“Perché sei qui?” Le gridò prima che lei potesse avvicinarsi abbastanza da fargli sentire la sua mancanza. 

“Per parlare … per stare con te. E per dirti che mi dispiace se non ho capito che Lily era così importante per te, e che non devo rubarti la fiducia dei nostri genitori. Ma mamma e papà ti vogliono bene e …” 

“Smettila!” Urlò James. “Smetti di chiamarli così. Io ti ho tirato fuori da quell'orfanotrofio. Dovresti essermi grata. Ma ricordati bene da dove vieni. Non sono i tuoi genitori sono i miei.” 

Star era sconvolta, si fece forza e cerco ancora di parlare. “James, so che sei arrabbiato ma …” 

“NO! Tu non sai niente! Niente!” Detto questo il ragazzo si voltò e corse verso la capanna di Hagrid. Star sperò che quell'omone gentile riuscisse a farlo ragionare, comunque lo avrebbe di certo tenuto al sicuro. Quindi trasse un respiro tremolante per calmarsi e tornò al dormitorio. 

Lungo la strada incontrò Remus che cercava chiaramente di tornare al dormitorio in tutta fretta. 

“Rem, che c’è?” Gli chiese. 

Il ragazzo si fermò e la guardò con aria colpevole, e Star capì che aveva sentito tutto. 

“Mi dispiace… Ti stavo cercando e…” Incominciò a scusarsi il ragazzo. 

Per un secondo Star rifletté sul fatto che Remus doveva essersi preoccupato non vedendola nel letto di James e realizzò che se lei non fosse corsa dietro a suo fratello avrebbe dovuto spiegare perché era nel letto di Sirius“Non fa niente.” Disse solo poi ricominciò a camminare nel corridoio deserto vista l'ora ma Remus le afferrò una mano e quando lei si fermò lui la strinse a sé. 

Gli abbracci di Remus erano magici, sembravano tirare via tutta la tristezza dal cuore. Star stava così bene lì che il mondo sparì, ricomparve solo quando Sirius li chiamò. 

“Tutto bene?” Sirius li guardò con un’aria sinceramente preoccupata. Tra lui e Remus la ragazza si chiese come potesse James comportarsi così. 

“Sì, ora si. Andiamo a lezione.” Decretò lei. 

James non si sedette con loro a nessuna lezione e ricominciò a tormentare il professore di Difesa Contro le Arti Oscure. Tanto che i modi da “ti tratto da pari del professore” non bastarono più e dovette chiamare la McGranitt che assegnò a James una sana punizione, la stessa di Star e Sirius che fortunatamente avevano concluso le due settimane il giorno precedentegiusto in tempo per aiutare Remus von il suo Piccolo Problema Peloso. James non si presentò alla Stamberga Strillante. 

Arrivarono i primi giorni di ottobre e la situazione non migliorava, anzi, James iniziò a prendersela con i più piccoli e a chiedere a Lily di uscire con lui a ripetizione. 

Una sera Silente annunciò che gli iscritti al torneo erano davvero troppi e la delegazione sarebbe stata eccessivamente numerosa così decretò che sabato 11 ottobre si sarebbero svolte delle selezioni aperte a tutti. I primi quindici classificati in base allo stesso punteggio delle prove avrebbero iniziato un allenamento speciale e si sarebbero poi recati a Durmstrang.  

“James ci sarà.” Lì avverti Sirius

“Per farsi male?” Domandò Star scettica. 

“Pensaci: sta sfruttando ogni occasione per mettersi in mostra e questa è perfetta. Se vincesse il torneo persino Lily potrebbe notarlo.” 

“A Lily non piacciono gli esibizionisti.” Si intromise Remus

“Si, ma James non ci arriva. Soprattutto in questo momento.” Insistette Sirius

“E cosa vuoi fare allota?” Chiese Star. 

“Dobbiamo andare anche noi alle selezioni.” Propose Sirius

“Tu sei matto!” Fu l'unico commento di Remus

“Anche se tutti noi battessimo James una volta ritirati lui ci passerebbe davanti e quindi ha comunque enormi possibilità di finire nella delegazione.” Ragionò Star. 

“Ma se lo battiamo forse abbasserà la cresta e capirà di non essere invincibile. E poi gareggeranno anche quelli del settimo anno. Tu potrai anche pensare di entrare in classifica ma noi no.” Continuò il giovane Black. 

La ragazza fissò i suoi amici“Dite che perdere lo farebbe tornare in sé.” 

Remus sospirò. “Forse ci odierà ma è probabile che almeno smetterà di comportarsi così male.” 

Peter rimpicciolí muovendo nervosamente gli occhi. “Non vorrà parlarne per giorni e cercherà di non farsi notare.” 

“Il che lo renderà fragile e avrà bisogno di noi, anche se siamo stati noi a umiliarlo, e noi ci saremo.” Concluse Sirius

“Lo batteremo e basta, non lo umilieremo.” Gli ricordò Remus

“Certo, certo.” Lo rassicurò Sirius. “Ma lui non la vedrà così quindi dobbiamo essere pronti.” 

 

…… 

 

In ogni minuto di tempo libero che precedette la selezione, Star, RemusSirius e anche Peter si allenano il più possibile in ogni sorta di incantesimo e fattura. Sapevano che anche James stava facendo lo stesso perché rientrava tardi ogni notte e di giorno a lezione faticava a restare sveglio. Remus invece li costringeva a ritornare in dormitorio almeno per le undici, anche se poi Star e Sirius si sfinivano leggendo tutti i libri teorici possibili per trovare qualche cosa di nuovo e utile, spesso si addormentavano nel letto di Sirius con le teste sui libri. 

Due giorni prima della selezione James rischiò una brutta ferita addormentandosi nella serata durante Erbologia

“Dormi di più la notte! E ora fila in infermeria.” Lo rimproverò la professoressa dopo aver ispezionato il brutto taglio sul viso di James. 

“Posso accompagnarlo?” Chiese Star all'improvviso. 

James era già uscito quando la professoressa le dette il permesso di seguirlo così quando lo raggiunse lui si voltò a guardarla scocciato. “Che vuoi?”  

“Solo assicurarmi che tu stia bene.” Rispose lei avvicinandosi cauta. 

“Non ne ho bisogno!” Sbottò lui. 

La ragazza si fermò. “Dovresti cercare di dormire di più, davvero…” Insistette

“Non sono affari tuoi. E poi pensi che non sappia che anche voi vi esercitate di notte?” 

“Si, ma non stiamo mai svegli quanto te.” 

“Infatti non sarete mai bravi quanto me.” James si voltò e cominciò a risalire verso il castello quando una voce maschile lo fece fermare: 

“Basta così!” Sirius gli corse incontro. “Vuoi dimostrare che sei il più bravo? Il più forte? Allora ci vediamo domani sera, solo io e te.” 

“Battere te non mi darà nessuna gloria, non sei certo più forte di quello del settimo anno.” Replicò James. 

“Questo lo vedremo domani. Almeno ti dimostrerò che non sono un codardo, ma forse tu lo sei.” Concluse Sirius

James strinse i pugni e gli corse incontro pronto a colpirlo ma Star gli afferrò il polso bloccandolo. “Non ti riconosco più.” Mormorò lei, James si liberò con uno strattone e corse verso l'infermeria

“Che ci fai tu qui?” Domandò Madama Chips. 

James si toccò la guancia accorgendosi solo in quel momento che la ferita non pulsava più, al tatto non riuscì più ad individuarla così si avvicinò allo specchio notando che la pelle era perfettamente guarita. 

“Star…” Mormorò continuando a toccarsi il viso. 

Madama Chips lo fissò e poi decretò che aveva bisogno di riposo, gli assegnò un letto e lo costrinse a stendersi. James prese sonno subito. 

Sognò Star, il suo sguardo deluso, che lo fece soffrire. Lei e Sirius che ridevano insieme. Remus che si assumeva le responsabilità da Prefetto lasciandolo indietro. Anche lui poteva essere un Prefetto, una guida per gli altri, un esempio. Non lo era stato in quei giorni. Poi sognò Peter, sempre al suo fianco nonostante tutto. E Lily. I suoi bellissimi occhi verdi così freddo quando lo aveva punito qualche giorno prima dopo averlo beccato a tormentare un ragazzino del primo anno. Faceva tutto male. I suoi genitori e il modo in cui guardavano Star. I ragazzi della sua squadra che avevano iniziato a comportarsi male come lui per paura di essere cacciati, solo per quello, perché nessuno dovrebbe fare così. 

Sì svegliò di soprassalto. 

“Hai dormito quasi un giorno intero, sai.” Madama Chips gli porse una barretta di cioccolato. Se ti senti bene fai in tempo ad andare a lezione, ma puoi restare qui ancora se vuoi.” 

James fissò il cioccolato. Era di Mielandia, il preferito di Remus poiché era il primo tipo che Star lo aveva costretto a mangiare.  

“Qualcuno è venuto a trovarmi?” Domandò. 

Madama Chips era impegnata a pulire uno strumento dall'aria letale. “No, nessuno.” Il cuore di James sprofondò. Ma se ti chiedi da dove arrivano tutti quei dolci di sicuro non sono miei.” Concluse poi la donna. 

Il ragazzo inforcò i suoi occhiali e osservò il comodino accanto a sé colmo di cioccolato e caramelle, e sorrise. Poi si ricordò tutto quello che era successo, quello che gli avevano fatto. Escluso. 

Lo avevano escluso. Non poteva perdonarli. 

 

 

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Capitolo 2
*** Le Lacrime del Cervo ***


Quella sera James tornò in Sala Comune e attese. Sirius non gli aveva dato  un orario né un luogo di incontro; tipico di Sirius. 

Mentre la Sala si svuotava in lui montò la rabbia. Quelli probabilmente si erano già dimenticati di nuovo di lui. Forse erano in dormitorio a giocare a carte e divertirsi. Di sicuro. 

“Muoviti.” La voce di Sirius lo scosse dai suoi pensieri. James seguì lui, Star e Peter fuori dalla Sala Comune. Sirius era una pessima guida, più di una volta rischiarono di essere beccati. Alla fine giunsero alla Torre di Astronomia. James sorrise amaramente, era sicuramente il secondo posto in cui sarebbe andato per accertarsi che la sfida prendesse luogo.  

Sirius e James si posizionano uno di fronte all'altro distanti qualche metro. Avrebbe arbitrato Remus. Sfoderarono le bacchette.  

“Prima di iniziare io, Star e Peter abbiamo una domanda da porvi:” Remus fece una pausa lunghissima. “È davvero necessario?” 

“Si.” Risposero i due all'unanimità senza nemmeno pensarci un secondo. 

Remus sospirò facendo un passo indietro. “Iniziate.” 

Il susseguirsi di incantesimi fu davvero rapido, in più di un caso entrambi usarono magie non verbali, inizialmente gli effetti erano leggeri e vagamente divertenti ma poi James colpì Sirius facendolo sbattere contro le merlature, il ragazzo vi si aggrappò evitando così di perdere l'equilibrio e cadere di sotto.  

“James!” Lo rimproverò Star. 

“Non importa! Sappiamo che vuole fare il duro. Vuole dimostrare di essere migliore. Ma ci sarà sempre qualcuno migliore di te!” Sirius prese tempo, e funzionò.  

James lo osservò attentamente. “Diventerò il migliore.” 

“Sei solo un ragazzino come tutti noi, non sei speciale. Non sei riuscito a trasformarti in Animagus, esattamente come noi. E va bene.” Cercò di farlo ragionare Sirius. 

James strinse di nuovo i pugni. “Vuoi vedere una trasformazione?” Gridò. 

“James non farlo! È pericoloso!” Cercò di fermarlo Star. 

“Non ce n’è bisogno.” Cercò di convincerlo Remus mantenendo la calma. Sembrò funzionare perché James lo guardò per un secondo. 

Ma c'era troppo dolore. Doveva fare qualcosa per non essere più escluso. Doveva dimostrare chi era. 

James mosse la bacchetta. Per un secondo non successe niente, Peter sì rilassò appena ma poi qualcosa di mosse. In pochissimi attimi di paura James cambiò forma. Davanti a loro, ora, stava un cervo. Elegante e maestoso. 

“Oh, dei del rock, ce l'ha fatta!” Esclamò Sirius strabiliato. 

“James! Ce l'hai fatta!” Esultò Star. 

“Fantastico!” Gridò Remus. 

“È stato meraviglioso!” Si complimentò Peter. 

“Aspettate aspettate. Riesci a capirci?” Domandò Sirius al cervo il quale piegò la testa come per dire “eh?” ma poi annuì piano. 

“Lo sapevo che avrebbe funzionato!” Gioì Sirius. 

In pochi secondi il cervo tornò James che si accasciò a terra un secondo prima di rialzarsi e chiedere: “In che senso sapevi che avrebbe funzionato?” 

Remus lo sostenne vedendolo così debole.  

“Non volevamo questo scontro, è stata un'idea di Sirius. Sì è allenato anche lui per diventare Animagus e gli sembrava che qualcosa stesse funzionando, così ha capito che tu dovevi essere vicino a riuscirci e che probabilmente per dimostrare la tua bravura avresti rischiato di farlo domani, senza rendertene conto. Quindi ha messo su questa sfida.” Spiegò Star. 

“È stato Peter a farcelo notare, senza di lui non ci saremmo mai arrivati. Ma la rabbia io la capisco bene. Qualcosa non va in questo periodo per te. Una delle ipotesi che avevamo era che ti sentissi giù per non essere ancora riuscito a diventare Animagus. Così abbiamo provato ad aiutarti.” Continuò Sirius  

“Un'altra cosa poteva essere il mio rapporto con i tuoi genitori… così ho scritto loro spiegandogli che credevo ti sentissi poco amato. E loro mi hanno risposto con una lettera per rassicurarti. Non l'ho letta ma sono sicura che sia piena di cose bellissime. Sei il loro figlio. Ti ameranno sempre incondizionatamente più di ogni altra persona.” Proseguì Star. 

“Probabilmente siamo stati un po’ assenti. Io più di tutti, ma non vuol dire che solo perché non passiamo tutto il tempo assieme non ti vogliamo bene. Saremo sempre amici. Una famiglia.” Lo rincuorò Remus. 

“Per Lily non possiamo fare molto ma magari Star e Remus potranno impegnarsi a girarti a conquistarla, visto che è davvero la donna dei tuoi sogni.” Concluse Peter. 

“Sono solo alcune cose, ma volevamo dimostrarti che possiamo aiutarti. Se tu ci parlerai ancora e ci dirai cosa non va potremmo aiutarti ancora. Siamo qui per te.” Lo invitò Star. 

Il ragazzo li guardò tutti e si strofinò un occhio rabbiosamente. “Si… sono … cose che mi fanno soffrire ma… sono arrabbiato per la mappa.” Cominciò con voce roca. 

“La mappa?” Si stupì Remus. 

“Visto? Non vi ricordate che avevate promesso di aiutarmi. Mi state escludendo al punto che non vi ricordate niente di quello che riguarda me. Siamo a Hogwarts da più di un mese e mai una volta che abbiamo fatto qualcosa che mi interessava davvero e che avevate promesso di fare.” Sbottò James. 

I suoi amici lo fissarono strabiliati. 

“Ho preso le misure della torre i Grifondoro insieme a Peter, è bravo in matematica così abbiamo trovato una buona proporzione per aiutare Sirius a disegnare la torre in scala perfetta. Star sta dando fondo a tutte le sue abilità, le è venuto in mente di incantare la mappa in qualche modo visto che le scale cambiano in continuo e alcuni passaggi segreti hanno bisogno di una parola d’ordine o delle istruzioni per farli aprire…. Stavamo solo aspettando che ci chiedessi come procedeva.” Raccontò Remus. 

James spalancò la bocca. “Oh.” Disse solo. Una lacrima gli corse sulla guancia a lui la asciugò subito. “Comunque, non posso perdonare Sirius. Non posso.”  

“Cosa ho fatto?” Domandò quest’ultimo sorpreso. 

Hai tutte le ragazze che vuoi. Diventi ogni anno più attraente e nessuna ti dice di no. Ma sapevi cosa provavo per Lily. Tu lo sapevi. E hai rovinato tutto attraendola.” 

Star scoppiò in una sonora risata. “Lily non potrebbe mai innamorarsi di Sirius. E anche se fosse non sarebbe certo colpa sua. Ma sul serio… no!” 

Remus guardò James preoccupato. “Come ti è venuta in mente una cosa simile? Lily non è di certo quel tipo di ragazza.”  

James arrossì violentemente. “L’ho vista guardare Sirius con la stessa aria sognante con cui una volta ha guardato quel professore.” 

“James…” Cominciò Star. “Se ti spiego questa cosa ti rivelerò uno dei più grandi segreti di Lily e quindi devi giurarmi che non lo userai a tuo vantaggio ma farai sempre finta di non saperlo. Ok?” Il ragazzo annuì curioso. “Lei non guardava Sirius, non proprio, guardava il nostro comportamento. Mi ha confidato che è invidiosa per il fatto che anche se finto il nostro rapporto sembra romantico e sincero e lei vorrebbe innamorarsi così, piano piano. In più quando ha guardato il professore il giorno in cui hai dato di matto pensava a come sarebbe essere spostata. Non a lui. Sposata e basta.” 

James rimase in silenzio, lo sguardo perplesso come in cerca di fare quadrare i conti usando vecchie formule complesse, poi sorrise e pianse. Pianse lasciando che le lacrime scorressero senza fermale. 

“Mi dispiace! Mi sentivo così solo! Così inutile! Mi dispiace! Sono stato un idiota.” Cominciò a singhiozzare e le parole delle sue scuse divennero confuse, ma non importava perché i Malandrini gli erano già attorno e lo avevano inglobato in un abbraccio spacca ossa ma ripara cuore. 

“Dobbiamo festeggiare.” Decretò Remus. 

“Cosa?” Chiese James. 

“Sei appena riuscito a trasformarti in Animagus!” Gli ricordò Star esaltata. 

“Per poco tempo però.” Si lamentò il ragazzo occhialuto. 

“Ma sei un cervo! Sei un cervo per davvero! Potresti battere Remus in versione lupesca.” Continuò Sirius. 

“La luna piena di settembre… mi dispiace Remus.” James guardò il suo amico con uno sguardo profondamente rammaricato. 

“Stai tranquillo.” Lo rassicurò Remus. 

“Ti prometto che farò di tutto affinché questi tre diventino Animaghi al più presto. Dammi due lune e correremo con te per il parco di Hogwarts.” Gli promise poi ritrovando il suo solito spirito allegro. 

Non dovevamo festeggiare prima?” Si intromise Peter ben conoscendo l'animo dittatoriale di James. 

Risero insieme. Ancora una volta. Le lacrime erano dolci, e i pensieri leggeri. 

 

……… 

 

Il giorno successivo nessuno dei Malandrini si presentò alle selezioni, passarono tutto il weekend ad esercitarsi in Trasfigurazione. Vennero scelti i quindici studenti che iniziarono allenamenti forzati a cui poteva prendere parte chiunque volesse, con il permesso dei genitori, e solo durante le ore non scolastiche. I Malandrini non si lasciarono scappare l'occasione e parteciparono a tutte le esercitazioni cosa che li tenne lontani dai guai per la felicità della professoressa McGranitt, la quale fu piacevolmente sorpresa anche dalle loro abilità.  

Giuse la luna piena di ottobre e James non si trasformò ma si allenò tutta la notte con Sirius e Peter come promesso. Pochi giorni dopo, la vigilia di Halloween, la selezione di Hogwarts partì verso Durmstrang dopo aver sfilato tra gli applausi di incoraggiamento in Sala Grande. Silente, quella sera, promise che avrebbero potuto seguire le tre prove in diretta grazie ad un incantesimo molto complesso. 

“Inoltre, per entrare nello spirito del Torneo, organizzeremo un Ballo del Ceppo anche qui ad HogwartsDal momento che domani non ci sarà nessun evento particolare per festeggiare la vostra festa preferita degli ultimi anni, Halloween, il Ballo del Ceppo sarà un ballo in maschera. Preparate lo stomaco per il banchetto di domani sera perché gli elfi stanno preparando alcune leccornie davvero deliziose e particolari. Buona notte.” 

“Un ballo in maschera! Il nostro è stato spettacolare, qui a Hogwarts sarà ….” Star descrisse il ballo con un suono acuto e non ben definito muovendo le mani come una pazza. 

Sirius le afferrò le braccia evitando così che uccidesse qualche studente di passaggio che cercava di uscire dalla Sala.  

“Ma da che cosa possiamo travestirci?” Chiese James. 

“Non sarà Halloween quindi potremmo scegliere qualcosa che non faccia paura.” Si rincuorò Peter. 

“I draghi erano cool, non facevano paura.” Ricordò Sirius. 

“Potremmo rimettere quelli.” Propose Remus. 

“Io ho un'idea migliore. Ma prima dobbiamo assolutamente diventare Animaghi.” Decretò Star e poi sparì fuori dalla sala senza rivelare nient’alto. 

 

…............. 

 

La sera dopo Silente permise a tutti di non indossare la divisa scolastica così la Sala Grande si presentò ai Malandrini come un’accozzaglia di colori. Alcuni si erano travestiti comunque, altri indossavano abiti del mondo magico, altri ancora abiti babbani, a questi i Malandrini assomigliavano di più: James, Remus e Peter nei loro jeans, all star, maglietta e felpa, Star e Sirius in completo stile rock ‘n’ roll. 

“Tua madre non la prenderà bene.” Gli ricrdò Star mentre gli sguardi della folla cadevano su di loro. 

“Mia madre mi invia lettere cordiali da troppo tempo, c’è un tasso di ribellione sotto il quale non posso scendere. E non ti preoccupare, ci rifaremo al Ballo del Ceppo.” 

Per Star era ovvio che sarebbe andata al Ballo del Ceppo con Sirius ma sentirglielo dire così la fece stare male, forse perché non era esattamente questo che sperava per quel ballo? Non voleva essere scontata, sapere che non aveva scelta la fece sentire a disagio. Avrebbe voluto dire a Sirius “col bolide! Ci andrò con un ragazzo che me lo abbia chiesto in modo serio, qualcuno a cui io piaccia davvero”. Poi si rese conto che questo sentimento era quello che provava Sirius da una vita, essere costretto a fare delle cose, che magari avrebbe fatto lo stesso, ma senza che gli venissero nemmeno chieste. No, erano sempre state pretese, date per scontate. Successivamente realizzò che, con estrema probabilità, nessuno l’avrebbe invitata al ballo. O meglio, qualcuno lo avrebbe fatto ma difficilmente lei lo avrebbe reputato abbastanza interessante. Si guardò attorno in quella Sala immensa; nessun ragazzo le era mai piaciuto a prima vista in tutti quegli anni ad Hogwarts, nessuno l’aveva davvero colpita per il suo modo di comportarsi o di ragionare. 

Quindi si, sarebbe andata al ballo con Sirius. Sorrise e si sedette di fianco a lui pronta a recitare la sua parte anche quella sera. Non che fosse difficile, alla fine bastava davvero poco per far girare le voci, ma i Black non facevano mai niente a caso, e Walburga le aveva proibito di baciare Sirius solo fino a quel Natale, il che voleva dire che poi avrebbero dovuto farlo. A questo forse non era pronta. 

“Tutto bene?” Le chiese Sirius accarezzandole una guancia.  

Lei annuì. “È solo che… è strano che nessuno ci faccia delle domande per confermare i loro pettegolezzi.”  

Il ragazzo vi pensò su. “Forse perché non vogliono essere smentiti come al solito.” 

Silente.” Li avvertì Remus. Tutti tacquero mentre il Preside si alzava.  

“Ben trovati a questa serata speciale. Questa sera il torneo tre maghi si aprirà ufficialmente e presto scopriremo il nome del nostro campione o della nostra campionessa. Per ora, buon divertimento.” 

Tra cori stupefatti sulle tavole apparvero cibi di ogni sorta e sapore. E i dolci erano spettacolari. 

“Guardate quel pollo!” Esclamò James indicando il delizioso volatile con la pelle bella croccante e la carne succosa. 

cofa ai tetto?” Mugugnò Star con la bocca già piena di un dolce al cioccolato e zucca. 

“Ma come fai a mangiare il dolce prima del resto?” Si stupì Remus  

Star deglutì sonoramente e poi si prese una fetta di carne di manzo e vi grattò sopra del cioccolato. “Il cioccolato sta bene con tutto e in qualsiasi ordine.” Affermò prima di prenderne un morso. 

“Fammi assaggiare.” Chiese Sirius sinceramente curioso. 

Lei lo imboccò con la sua forchetta pulendogli poi il lato della bocca con le dita anche se non era sporco. 

Sirius sgranò gli occhi sorpreso. “Questa cosa è buonissima.” 

“Allora te la preparerò sempre quando vivremo insieme.” Gli promise lei a tono molto più alto del necessario. 

James le fece segno con il pollice in su per complimentarsi con lei. Infatti qualche secondo dopo un Corvonero si avvicinò a loro con la scusa di prendere un vassoio con delle tartine. 

“Scusate se ve lo chiedo, ma la mia ragazza laggiù vuole sapere se siete ufficialmente una coppia.” Fece lui per niente felice dalla situazione. Sirius lanciò uno sguardo alla ragazza in questione mentre Star cominciava con tono insicuro una spiegazione impacciata. 

“Lei è la mia promessa sposa. Quindi stiamo insieme come coppia, si.” Intervenne Sirius tranquillo. 

Il ragazzo fece un cenno d'assenso alla sua fidanzata che si alzò come una molla e corse verso di loro. 

“Vi piacerebbe uscire con noi a Hogsmeade questo weekend?” Chiese lei tutto d'un fiato. 

“Un uscita a quattro?” Domandò Star, e ricordandosi della sua prima esperienza di uscita con altre coppie si irrigidì lievemente.  

Sirius le prese gentilmente la mano per aiutarla a tornare al presente dove la ragazza di fronte a loro aveva risposto di sì e ora li guardava in attesa. 

“Che ne dici? Ti andrebbe?” Le chiese Sirius gentile. 

Star lo guardò, era calmocompletamente a suo agio, e la guardava come se discutere di cosa fare nel weekend solo loro due fosse normale. “Perché no, ci divertiremo!” Rispose allora allegra. 

I due fidanzati se ne andarono alla svelta chiacchierando tra loro. 

“Ma tu hai capito come si chiamano?” Chiese Star a Sirius. 

“Non ne ho la più pallida idea.” Le confidò lui tornando a occuparsi della sua cena. 

“Sono Doris e Kriss, sesto anno. Entrambi Prefetti.” Spiegò loro Remus. 

“Essere un Prefetto ti ha trasformato in una pettegola signora.” Scherzò James. 

“Credo lo sia sempre stato, è che ora ha più informazioni.” Replicò Sirius facendo l’occhiolino al suo amico. 

La serata di Halloween proseguì in allegria, Silente improvvisò anche un balletto con Gazza quando questo venne a lamentarsi del comportamento di alcuni studenti nei corridoi. Ma si concluse. 

Il mattino dopo arrivarono notizie del Torneo, il campione di Hogwarts era un Grifondoro e questo mandò l’intera Casa in agitazione e tutti si promisero che dopo la prima prova avrebbero fatto una festa pazzesca per celebrare e sostenere il loro campione.  

Nel frattempo i Malandrini facevano i conti con una mole di compiti incredibile, i G.U.F.O. sembravano essere già alle porte, inoltre, dal momento che nessun componente di nessuna squadra era stato scelto come campione, gli allenamenti di Quidditch ricominciarono. 

James sprofondò nel suo letto ancora in divisa dopo un durissimo allenamento che lo aveva portato a sbraitare per coprire il forte rumore del vento e per cercare di tenere a bada la sua squadra visibilmente distratta. 

“Almeno domani è sabato.” Sospirò sollevato il ragazzo. 

“E’ vero, cosa hai in programma di fare con Remus e Peter?” Gli chiese Sirius riponendo con cura la sua mazza da battitore.  

“Perché solo con loro?” Domandò sconvolta Star, salita per fare quattro chiacchiere.  

“Perché noi due domani abbiamo quell’uscita.” Le ricordò paziente Sirius. 

Giuuuusto.” Ricordò la ragazza. 

Per quanto stanco James trovò la forza di sbattersi il palmo della mano sulla fronte per dimostrare la sua completa esasperazione. 

“Hai bisogno di aiuto per vestirti? Perché Sirius stava pensando a delle magliette abbinate.” Le chiese Peter con appena un accenno di ironia. 

“Davvero?” Domandò lei incuriosita. 

“Certo che no, se mio fratello ci vedesse con magliette abbinate saprebbe per certo che è una messinscena.” Sbuffò Sirius. 

La ragazza rise, una risata fresca e leggera, e poi si alzò per andare a farsi una doccia. 

Il giorno dopo le ragazze la stressarono affinché si vestisse in modo più femminile, si truccasse o si acconciasse i capelli ma Star scese in Sala Comune con dei pantaloni a vita alta e una maglia nera dei Kinks, I capelli sciolti le ricadevano sulla schiena in morbidi boccoli neri dai riflessi dorati e il viso pulito era luminoso. Non si sarebbe trovata in imbarazzo questa volta, doveva essere perfettamente a suo agio in quella bugia o nessuno di avrebbe creduto. 

“Non ci crederà nessuno se non ti metti d’impegno nel prepararti per lui.” L'aveva rimproverata Sophia prima che lei potesse uscire dal dormitorio.  

Star era rimasta ferita per un secondo, la sua ultima relazione era finita perché lei non si era impegnata, eppure era certa che un giorno le sarebbe importato così tanto di qualcuno che “impegnarsi” le sarebbe risultato talmente naturale da non accorgersene. “A Sirius non piacciono troppo i vestiti e il trucco, gli ricordano i Black.” Rispose infine a Sophia prima di sparire. 

Sirius la stava già aspettando e lei non poté trattenersi dal ridere quando lo vide; anche lui indossava una maglia dei Kinks ma Bianca e dei jeans stretti. Alla fine con le all star ai piedi e tutto il resto sembravano davvero abbinati. 

“Andiamo?” Lui non se ne accorse nemmeno. Le prese la mano senza quasi guardarla in viso e la condusse verso il portone di ingresso dove avevano deciso di incontrarsi con i Corvonero 

“Questa cosa ti infastidisce? Avresti preferito che rifiutassi l’invito?” Chiese lei dispiaciuta. 

Il ragazzo si fermò di scatto in un corridoio deserto. “No! È solo che non vorrei che fosse finto.” Rispose e vedendo lo sguardo di lei corrucciarsi per cercare di capire proseguí in fretta. “Nel senso che non vorrei che tu dovessi fingere, sai… vorrei che tu ti innamorarsi davvero di qualcuno e che uscissi con questa persona per davvero e provassi tutti i sentimenti che dovresti provare se questo fosse un appuntamento vero… con qualcuno che ti piace davvero.” 

Lei sorrise. “Oh, Sir… ma tu mi piaci, o non avrei accettato di aiutarti. E comunque lo prendo come un esercizio per il futuro, così saprò come comportarmi.” 

Sirius la fissò sconvolto. “Ok, non intendevo 'piacere' nel senso che intendi tu. Comunque credo che se esci con la persona giusta non ti chiedi cosa e come fare, viene tutto spontaneo.” 

La ragazza vi rifletté su. “Si… stavo giusto pensando ad una cosa simile prima…” 

Hei, ragazzi!” Il grido di Doris li interruppe. La Corvonero teneva per mano il suo ragazzo e sventolava il braccio libero per attirare la loro attenzione. 

Star e Sirius si avvicinarono tenendosi a loro volta per mano. 

Ma che carini! Siete vestiti uguali!” Esclamò lei. 

Finalmente Sirius guardò Star. “Oh, ecco dov’era finita quella maglia.” Mormorò tra sé e sé. 

Maddai! Indossi anche i suoi vestiti!” Cinguettò Doris prendendo Star sottobraccio e indirizzandola verso le carrozze. Salirono e le ragazze si sedettero una di fronte all'altra con i loro ragazzi al fianco. Doris parlò quasi ininterrottamente di come lei e Kriss si erano conosciuti, stavano già camminando lungo la via principale, quando si voltò verso Star “E voi come vi siete innamorati?”. Sirius aveva preso per mano Star esattamente come Kriss aveva fatto con Doris lasciando le due ragazze una accanto all'altra. La giovane Grifondoro perse un battito, non avevano una storia per questo. 

Sirius sorrise tranquillo sporgendosi verso la Corvonero. “Questa te la racconto io: dovevo scegliere delle pretendenti e lei si è gettata in ginocchio ai miei piedi dichiarandomi tutto il suo amore quindi l'ho scelta, e devo dire che ha sbaragliato la concorrenza quindi ora siamo promessi sposi.” 

“Oh! È così romantico!” Sospirò Doris. 

Star sbuffò. Questa poi, farla passare per una ragazzina persa d'amore per lui. 

“Si certo, però è stato lui a dichiararsi per primo, e io mi sono decisa solo quando ho capito che avrebbero potuto portarmelo via.” Aggiunse poi. 

“Hai lottato per lui.” Tradusse Kriss. 

Non mi si può dire di no.” Scherzò Sirius. 

Camminarono ancora lungo le vie di Hogsmeade a lungo e Doris continuava a chiedere consigli a Star e Sirius su qualunque cosa. 

“Quello rosso ti sta benissimo!” Le confidò Sirius, erano da tempo dentro un negozio di vestiti e Doris non riusciva proprio a decidersi.. 

“Non lo ascoltare, ti sta benissimo anche quello verde è solo che lui non può sopportare quel colore.” Ribatté Star. 

Non è vero!” Replicò Sirius, Star alzò un sopracciglio evidentemente scettica. “Ok, è vero! Ma comunque il rosso è bellissimo.” Si arrende infine sorridendo. 

“Sì ma il verde è il suo colore.” Insistette Star. 

“Il verde non è il colore di nessuno.” Sbottò lui. 

“Ma se è il colore perfetto anche per Lily. Ricordi quella festa nel dormitorio delle ragazze?” Continuò lei. 

“Ma quello è un verde erba fresca mentre questo è un verde scuro.” Brontolò Sirius, poi si illuminò. “Sai cosa le starebbe bene? Il rosso fragola!” 

“Eh?” Fece Kriss sconvolto da quel parlare di colori. 

“È vero!” Esclamò invece Star. 

“Vedi, Sirius sa darmi ottimi consigli in fatto di vestiti e sa anche la differenza tra due colori completamente diversi, dovresti imparare da lui.” Sbottò invece Doris prendendosela con il povero Kriss. 

Bhe, è solo perché Sirius è gay.” Commentò Star seria. * 

La coppietta di Corvonero passò lo sguardo sconvolto da Sirius a Star ripetutamente. 

Sirius non si scompose minimamente; era gettato con nonchalance su un divanetto, i piedi oltre il bracciolo, puntellato su un gomito, sostenendosi la testa con la mano. I suoi capelli neri gli solleticavano il polso, il suo mezzo sorriso sul volto e negli occhi una luce tra il divertito e il diabolico. 

“La mia dolce promessa sposa intende dire che tendo a avere molto più stile di quanto lei avrà mai.” Replicò dunque tranquillo.  

“Non credo fosse proprio quello che volevo dire.” Ribatté Star. 

“Ho già vinto una sfida su questo argomento e ti ricordo che mi devi ancora il mio premio per la vittoria.” Le fece presente lui. 

La ragazza lo fissò sorpresa e poi ricordò quel ballo la sera di Natale a casa Black. Quella sfida buttata lì per gioco.  

“E cosa vuole che faccia, mio signore?” Domandò esibendosi in una perfetta riverenza ma con un sorriso malandrino sul volto. 

“Ancora non lo so.” Scherzò Sirius. Risero entrambi e si resero conto solo dopo che Doris li fissava affascinati.  

“Siete una coppia così affiatata!” Sospirò estasiata. 

Alla fine lei si comprò entrambi gli abiti e poi ricominciarono la loro passeggiata. A causa del vento e della presenza di una moltitudine di persone presero a camminare una coppia dietro l’altra. Star fissava le vetrine tranquilla mentre Sirius indagava Kriss e Doris di fronte a loro, i due cambiavano spesso presa di mano, costringendosi a vicenda in posizioni scomode e irritandosi l’uno con l’altra. Dentro di sé sperò che Star non sentisse lo stesso disagio, Sirius sentiva la mano di lei adagiata nella propria e le sembrava rilassata, non aveva mai pensato che potessero esserci problemi anche per quello.  

All'improvviso Doris si liberò dalla presa di Kriss e si fermò in mezzo alla strada fronteggiandolo. “La smetti?!”  

Lui la guardò nervoso. “Non posso farci niente, sei troppo bassa continui a strattonarmi il braccio in giù, mi dà fastidio!” 

“Ah, sarei troppo bassa io, quindi?!” Si agitò lei. 

Star smise di guardare un appetitoso dolce esposto nella vetrina di una piccola pasticceria e prestò la sua attenzione ai due Corvonero. Litigavano davvero per come si tenevano per mano?! Si domandò stupita. Subito dopo, però, le venne il panico sentendo la sua mano ancora intrecciata a quella di Sirius. E se stesse anche lei dando fastidio a Sirius in qualche modo? Ripensò rapidamente alle ore appena trascorse; certo a volte dopo che si erano separati per qualche motivo e si ricordavano che per sembrare una coppia avrebbero dovuto tenersi per mano la prima presa non le sembrava mai riuscita bene, ma aveva sempre sentito la mano di Sirius prendere l’iniziativa per spostarsi intrecciando le dita alle sue e lei aveva sempre trovato quella presa confortevole. Sperò che dal momento che era lui a cercare quella posizione per primo fosse effettivamente comodo. 

Senza rendersene conto guardò Sirius che ricambiò il suo sguardo interrogativo, quando i due si resero conto di avere la stessa espressione sogghignarono divertiti, lui le strinse la mano appena un po' di più e fu semplice capirsi, comprendere che stavano bene così. 

Hei, suvvia, porgile il braccio.” Sirius intervenne allora nel litigio tra i due Corvonero con tono così allegro che quelli lo guardarono straniti per un momento. 

“Come?” Chiese Kriss. 

“Porgile il braccio.” Ripeté Sirius. “Me lo avranno fatto fare mille volte a casa, in realtà è comodo se la dama può prendersi la confidenza di far passare il suo braccio sotto il tuo gomito e poi sopra il tuo e tu puoi tenere le mani in tasca.” Spiegò poi porgendo infine il suo braccio a Star che eseguì subito quanto spiegato dimostrando la comodità della posizione e sorridendo come una venditrice che mostra il suo innovativo prodotto. 

Doris e Kriss si guardarono un po' imbarazzati rendendosi conto della stupidaggine per cui si erano arrabbiati e poi provarono a fare come spiegato da Sirius. 

“E’ molto comodo in effetti.” Commentò Kriss. “Tu stai bene?” Doris gli rispose annuendo vigorosamente, il viso arrossato dall’imbarazzo. 

“Conoscete un posto carino dove andare a mangiare? Ho una fame!” Annunciò Star cercando di essere allegra almeno quanto lo era stato Sirius. 

Doris riprese la sua consueta energia e prese a guidarli verso un posticino per coppie meno conosciuto di Madama Piediburro ma decisamente meno stucchevole. Star tirò un sospiro di sollievo quando entrando notò che la sala era si piena di coppie, ma era anche arredata in modo molto simile ai Tre Manici di Scopa. 

I quattro si sedettero e Star notò che la disposizione dei tavoli permetteva di avere molta intimità essendo ben distanziati e a volte separati da paraventi o scaffali. 

“E’ carino qui.” Commentò sorpresa. Doris le sorrise felice e poi arrivò la proprietaria a prendere gli ordini. Mangiarono chiacchierando allegramente delle lezioni e del Torneo Tre Maghi. Infondo era piacevole fingere di essere la ragazza di Sirius, era normale, parlavano di quello che facevano insieme ai Malandrini e si comportavano scherzando tra loro come al solito. 

Mentre mangiavano il dolce partì della musica e un ragazzo e una ragazza si misero a cantare, le loro voci erano normali quindi Star capì che erano clienti del locale. 

“Ma che succede?” Chiese Sirius, lo sguardo curioso. 

“Oh, è una cosa che fanno spesso qui, si può cantare la canzone che si vuole, di solito i ragazzi la dedicano alle loro ragazze o viceversa. Una volta Kriss mi ha cantato la nostra canzone per il nostro anniversario.” Spiegò Doris. 

“Non me l’aspettavo!” Esclamò Star colpendo scherzosamente la spalla di Kriss che arrossì un po'. 

“E voi, avete una vostra canzone?” Chiese lui. 

Star ci pensò in silenzio, odiava quelle domande a sorpresa, si chiese perché quel genio di suo fratello non avesse fornito ad entrambi una risposta a queste domande invece di farli esercitare nel guardarsi negli occhi. Mai fidarsi di James in amore. 

“Il fatto che non ti venga in mente mi offende profondamente.” Finse di sgridarla Sirius. 

Lei lo fissò a bocca aperta. 

“Sei una che non bada molto a queste cose, vero?” Le domandò Kriss con un’aria comprensiva. 

Bhe...” Cominciò Star. 

“No basta.” Sirius si alzò con uno sguardo talmente offeso da far prendere un colpo a tutti, a Star più degli altri ovviamente. “So io come fartela venire in mente.” Il giovane si allontanò dal tavolo a grandi passi e lei rimase seduta con i Corvonero a chiedersi cosa diamine avrebbe dovuto fare. 

Qualche secondo dopo la coppia sul palco infondo alla sala lasciò spazio proprio a Sirius che, microfono in mano, la guardava sorridendo. Appena la canzone partì Star ebbe l’impulso di ridere, e rise fortissimo, quella canzone era stata un giorno la sua salvezza e quello dopo la sua disgrazia ma non aveva mai smesso di amarla nel profondo, insomma, era perfetta. 

I'm not content to be with you in the daytime” Sirius cominciò cantare indicandola. 
“Girl, I want to be with you all of the time 
The only time I feel alright is by your side 
Girl, I want to be with you all of the time”  

Continuò portandosi le mani al cuore, le sorrideva e l’attimo dopo la guardava con un’espressione struggente come se davvero stare lontano da lei per qualche ora lo ferisse. 

All day and all of the night 
All day and all of the night 
All day and all of the night” 

Il ragazzo improvvisò anche un balletto e molte ragazze nella sala si voltarono a guardarlo. Star pensò che come sua ragazza avrebbe dovuto essere invidiosa di questo, così si alzò. Doveva comportarsi come se Sirius Black fosse suo territorio, doveva proteggerlo da eventuali invasori.  

Saltò sul palco accanto a lui e guardandolo cantò: 

“I believe that you and me last forever 
Oh yeah, all day and night I'm yoursleave me never” 

Lui sorrise e le prese una mano facendola girare su sé stessa e attirandola così tra le sue braccia. 

“The only time I feel alright is by your side 
Girl, I want to be with you all of the time 
All day and all of the night 
All day and all of the night 
Oh, come on” 

Ballarono e cantarono insieme e cercarono di recitare le parole della canzone come se davvero provassero questo forte desiderio di stare insieme. 

“I believe that you and me last forever 
Oh yeah, all day and night I'm yoursleave me never 
The only time I feel alright is by your side 
Girl, I want to be with you all of the time 
All day and all of the night 
All day and all of the night time 
All day and all of the night” 

Per l’ultima strofa scesero dal palco camminando in mezzo ai tavoli, allontanandosi ma senza smettere mai di guardarsi e cantare l’uno per l’altro.  

Quando finirono di cantare Doris li applaudì entusiasta facendo partire gli applausi di tutta la sala. 

Tornarono a sedersi e Kriss sorrise largamente. “È davvero uno spasso uscire con voi.” 

“Se lo dici così sembra che sia una noia uscire con me.” Doris mise su un finito broncio che fece ridere tutti. “Però è vero. Rendente tutto così semplice, non vi imbarazzate mai.” 

Bhe, è perché per noi stare insieme è normale, naturale. Non abbiamo mai dovuto sforzarci di essere diversi da quello che siamo davvero. Star, ad esempio, conosce tutti i miei difetti.” Commentò Sirius posando la sua mano sopra quella della ragazza e guardandola nei profondi occhi blu cobalto. 

“E a volte penso che per me non sono difetti, sono parti di lui che amo comunque e spero che anche lui ami i miei.” Proseguì lei senza interrompere il contatto visivo. Dovette prendere in prestito il coraggio di quando fingeva di essere Piumadoro ma ci riuscì.  

“Ma certo che li amo, amo tutto di te.” Rispose Sirius e poi le sollevò la mano per baciarla con delicatezza. “Scusate.” Disse subito dopo voltandosi verso Doris e Kriss. “Non volevamo certo farvi sentire a disagio.” 

Mentre Doris e Kriss li rassicuravano sul fatto che non si erano sentiti in imbarazzo ma era stato un momento molto dolce Star riflettè su quello che aveva detto Sirius. Non aveva replicato con uno stupido “ma tu non hai difetti, tesoro” aveva detto invece di amare tutto di lei, come se per lui lei non fosse davvero fastidiosamente perfetta. 

Senza rendersene conto lasciarono il locale e poi anche Hogsmeade, i discorsi continuavano e lei vi prese parte ma nella sua testa continuava a pensare ad altro. Doris e Kriss li salutarono all’ingresso di Hogwarts e lei si ritrovò a camminare accanto a Sirius nei corridoi quasi deserti, tutti gli studenti o erano a cena o si godevano gli ultimi minuti per stare ad Hogsmeade 

Bhe, direi che è andata bene.” Commentò il ragazzo. 

“Tu credi che io abbia dei difetti?” Chiese Star senza riuscire più a trattenersi. 

“Non li chiamerei difetti ma parti di te che amo.” Replicò lui usando le parole che aveva usato lei poco prima, prendendola chiaramente in giro. Ma poi notò che la sua amica era stranamente seria. “Bhe, ci sono delle cose che fai che non avrei mai creduto mi sarebbero andate a genio. Alcune cose che dici e che fai mi farebbero infuriare se le dicesse qualcun altro ma tu sei tu, o cose che crederei strane ma tu le rendi carine. Cioè, non è perché sei una Deran che le trovo carine, ma parchè sei …” Il giovane si bloccò cercando disparatamente il termine giusto. “... mia amica. E ti voglio bene anche per queste cose.” 

Star sorrise e lo abbracciò senza pensarci. “Grazie.” 

“Ma che...?” Si sorprese Sirius.  

“E’ ballo sapere che non sono sempre fastidiosamente perfetta.” Spiegò Star. 

“In effetti il tuo essere fastidiosamente perfetta, come dici tu, è una di quelle cose che sulle mie cugine trovo insopportabile ma su di te è divertente, perché so che lo odi moltissimo e cerchi sempre di non esserlo, tipo quando cerchi di sederti il più scomposta possibile. Mi fai ridere davvero.” Raccontò lui. 

Star gli sorrise, un sorriso che era come il più bel ringraziamento che Sirius avesse mai ricevuto. 

“Dai, torniamo dagli altri, e vedi di ridarmi la mia maglietta poi.” Sbuffò il ragazzo spingendola delicatamente di lato per passare per primo lungo il largo corridoio. Cosa che fece arrabbiare la ragazza che lo raggiunse per spingerlo a sua volta.  

“Mi scusi, passo io!” Sbottò. 

Risero e continuarono a scherzare così praticamente fino alla torre. 

Quando entrarono nel dormitorio Remus e James erano seduti su un letto. 

“Oh eccovi!” Esclamò Remus alzandosi in piedi e correndo ad abbracciarli. 

“Ma che...?” Sbuffò Sirius.  

James li raggiunse poco dopo sorridendo. “Com’è andata?” 

“Eccomi!” Peter entrò in quel momento portando del cibo. 

I due finti fidanzati si misero a raccontare come avevano perfettamente recitato la loro relazione e Remus si chiese se James avrebbe mai raccontato a qualcun altro quanto gli aveva rivelato poco prima. 

 

James non si era fatto vedere per tutta la giornata così quando Remus e Peter lo videro comparire all’improvviso sulla porta del dormitorio presero un colpo. 

“Peter vai a prendere del cibo, tra poco saranno qui e dobbiamo festeggiare la riuscita del piano.” Ordinò James sedendosi sul suo letto. Peter eseguì e Remus si sedette accanto al suo amico. 

“Dove sei stato tutto oggi?” Gli chiese preoccupato. 

James sospirò. “In giro.” 

“Ancora non ti va a genio che Sirius ci provi con Star?” Tirò ad indovinare Remus. 

“No, credo di aver superato quella fase... è solo che sento di non star progredendo... nel senso... anche se per finta Sirius e star passano un sacco di tempo insieme e lui ha moltissime occasioni per dimostrarle chi è davvero e farla innamorare di lui... mentre io...” Mormorò James cupo, la sua voce si spense. 

“E’ perché non riesci a stare con Lily, da solo, per dimostrarle chi sei...” Proseguì Remus. 

James annuì piano. Una lacrima gli rigò il volto. “Lei non si rende nemmeno conto di quanto è speciale, spreca il suo tempo con Mocciosus, passa poco tempo con le altre ragazze, e lui segretamente si diverte a stare con persone che desiderano un mondo in cui tutte le persone come lei vengano torturate o uccise.” James strinse i pugni pieno di rabbia, le lacrime cominciarono a cadergli sui jeans. “E’ davvero molto intelligente, sai. La guardo sempre a lezione, si impegna molto e riesce sempre in tutto, è forte, e coraggiosa... e il suo sorriso...” Il cervo pianse ancora di più. “Ho chiamato Sirius codardo, falso Grifondoro, ma io cosa sono? Mi nascondo dietro le burle per non dirle che davvero vorrei uscire con lei, fingo che sia solo una sfida ma in realtà vorrei solo una possibilità di starle accanto qualche ora. E non ho il coraggio di chiederglielo.” 

Remus gli posò una mano sulla spalla. “Non è così semplice, non autocommiserarti...” Mentre cercava altre parole di incoraggiamento sentì avvicinarsi delle risate familiari e un secondo dopo la porta si aprì, scattò in piedi per intercettare Sirius e Star e lasciare a James il tempo di ricomporsi. Sarebbe stato lui a scegliere quando e a chi dirlo. 

 

…............ 

 

“Hai pianto oggi.” La voce di Star gli arrivò in un sussurro all’orecchio, la sentì infilarsi nel letto accanto a lui e abbracciarlo forte. 

James non le rispose e poté chiaramente sentire il suo petto sollevarsi e abbassarsi al ritmo di un profondo sospiro. 

“Quando sarai pronto. Io sono sempre qui per te.” Lo rassicurò poi.  

Si addormentarono così.  

 

 

 

****************** 

 

Salve a tutti,  

È stato un capitolo alquanto difficoltoso ma eccolo qui. 

Spero vi piaccia. Alla prossima.  

Ciao ciao 

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Capitolo 3
*** La Risata simile ad un Latrato ***


“È impossibile. Non ci state nemmeno provando!” Sbraitò James. Remus produsse un lungo “shhh” e lo prego di fare silenzio con ampi gesti delle mani, il terrore sul volto. Si, in effetti quello che stavano facendo era terribilmente rischioso. 

Quella mattina Sirius li aveva buttati giù dal letto prestissimo. James e Star si erano forse appena addormentati, era stato difficile per James non dirle quello che provava così le aveva comunque rivelato che la sua cotta per Lily si stava trasformando in una cosa seria. Avevano parlato a lungo ma Sirius non era intenzionato a ricevere un no come risposta. Dopo essersi vestiti i Malandrini si recarono in un’aula inutilizzata. Lo stavano facendo in pieno giorno, senza permesso, e in più con lo scopo di esercitarsi a diventare Animaghi 

“Devo assolutamente riuscirci. Oggi è il mio sedicesimo compleanno e voglio diventare un Animagus. Star rileggi da capo, e smettila di dire Animaghi.” Sbottò Sirius. Essendo effettivamente il suo compleanno nessuno aveva potuto dargli contro, e anche se James avrebbe voluto sigillare magicamente le tende del suo baldacchino e tornare a dormire aveva promesso a Remus che li avrebbe aiutati a trasformarsi, e il tempo stringeva. 

“Perché non posso chiamarli Animaghi?” Sbuffò la ragazza. 

“Perché si chiamano Animagi e tu sbagli sempre. Mi confondi.” Replicò Sirius tornando a concentrarsi al massimo, la bacchetta pronta avanti a sé. 

La ragazza fece per sbraitargli contro ma poi diede uno sguardo al libro posato sulle sue ginocchia e lesse lettera per lettera; A-n-i-m-a-g-i.  

“Ma… l'ho sempre detto sbagliato e non me lo avete mai detto?!” Si scandalizzò lei, era così sorpresa e lievemente offesa che Sirius si concesse una distrazione e ammorbidendo il tono cercò di rassicurarla. “È una di quelle cose che potrebbero essere fastidiose ma noi che ti conosciamo bene accettiamo perché sono ciò che ti rende unica. Se ti interessa mio fratello si chiama Regulus non Regalus.” 

Star sgranò gli occhi inorridita. “Ho sempre pronunciato male anche il nome di tuo fratello?! In casa tua?! Davanti a tua madre?!” 

Sirius le sorrise. “Si, l'ho adorato dal momento che mio fratello è sempre stato il preferito. Comunque lei lo ha preso come un tuo difetto di pronuncia dettato dalla tua reale provenienza, i nomi sul tuo testamento non sono inglesi e se è vero che come Deran ti vengono trasmesse delle conoscenze è probabile che molti suoni potresti pronunciarli in modo diverso. Questo ha reso la cosa meno divertente. Ma ho scoperto che mio fratello arrossisce ogni volta che lo chiami così quindi va bene.”  

Toccò a Remus sorridere. “Tuo fratello arrossisce quando lei lo chiama perché si è preso una cotta per lei.” Affermò, tutti si voltarono verso di lui sconcertati. “Suvvia! È palese!” Cercò di difendersi lui. 

“Che pettegolo!” Scherzò James guardando il suo amico fingendosi schifato. 

“Comunque sia non dovreste riprendere gli esercizi? Magari a voce più bassa...” Ricordò loro Remus. 

James allontanò la sua ansia con un gesto della mano. “Star ha scoperto incantesimi interessanti in giro per la scuola. Abbiamo insonorizzato la stanza e bloccato l’ingresso. Dobbiamo solo capire come far trovare a Sirius la sua forma animale entro sta sera.” 

“La stanza è insonorizzata?!” Mugugnò Peter che per la tensione di essere scoperto quasi non aveva respirato per tutto il tempo. 

Star sospirò. “Riprendiamo, forza.”   

 

“Ma a cosa bolide devo pensare?!” Sbottò Sirius dopo un record di tre secondi in silenzio. 

James ci rifletté su un attimo. “Non è come un Patronus… non credo che ci sia qualcosa di specifico a cui pensare… anzi, forse bisogna cercare di non pensare… 

Sirius pensò che dovrebbero essere stato facile non pensare, invece stava pensando, pensò al fatto che appena James aveva finito di pronunciare le parole “non pensare” farlo era diventato impossibile, e stava pensando. Pensò che molte volte aveva evitato di pensare, soprattutto durante il sesso, lo aiutava a sentirsi libero, ma in realtà non lo era mai, se ne rendeva conto una volta finito, forse si sarebbe sentito libero solo se fosse riuscito a amare davvero qualcuno.  

“Ah, diamine non ci riesco!” Il giovane calciò con forza un paio di banchi accatastati lì accanto facendoli cadere rumorosamente a terra. Remus rizzò la schiena, la stanza era insonorizzata ma un rumore del genere forse avrebbe trapassato la barriera magica, Peter si mise a guardare nervosamente la porta vittima degli stessi dubbi. 

Stai calmo!” Gridò James. 

Sirius lo incenerì con uno sguardo e poi si diresse deciso verso la porta, la spalancò con foga e uscì. 

“Stai calmo non è esattamente quello che avrei deciso di dire ad una persona agitata.” Commentò Star fissando James, poi tutti i Malandrini uscirono di corsa dall'aula per cercare di fermare Sirius. 

“Cosa stavate facendo là dentro?” La voce severa della professoressa McGranitt li congelò tutti all'istante, persino Sirius, ormai alla fine del corridoio, si fermò. 

Mi aiutavano in Trasfigurazione.” Confessò Remus, James fu tentato di baciarlo per la sua prontezza di risposta. 

“Aiutavate il signor Lupin?” Ripeté la professoressa evidentemente perplessa dal fatto che Remus potesse necessitare di aiuto nello studio. 

“Lo fanno spesso.” Replicò Remus senza scomporsi. “In teoria vado bene ma spesso in pratica ho bisogno di allenamento.”  

“Oh.” La McGranitt li fissò tutti uno per uno, fortunatamente fermò il suo sguardo su Remus, l'unico ad essere apparentemente calmo e a riuscire a sostenere il suo sguardo 

“Va bene, ma non potete usare le aule senza permesso e senza supervisione. La prossima volta venite a chiedere a me.” Li ammonì prima di proseguire la sua ronda per i corridoi.  

Dopo alcuni silenziosi minuti, in cui i Malandrini attesero pazientemente che la professoressa fosse fuori portata, finalmente poterono prendere tutti un profondo respiro. 

“Ben fatto, Lunastorta.” James diede a Remus una pacca sulla spalla e soddisfatto rientrò nell'aula. “Muovetevi; abbiamo poco tempo.” Li richiamò poi. 

Obbedienti Remus, Star, Peter e anche Sirius rientrarono nell'aula. Era mezzogiorno passato ma a nessuno di loro passò nemmeno per la mente di farlo notare a James e fare quindi una pausa pranzo. 

Forse era proprio la mancanza di cibo, o il fatto che rimasero nella stessa aula chiusa fino a sera, ma ad un certo punto si sentirono tutti come in un'altra dimensione dove tutto era impossibile e iniziarono ad incitare Sirius come se questo potesse aiutarlo. 

Non pensare!” Gridò Remus. 

“Si l'animale che è in te!” Rincarò James. 

“Animale, animale, animale.” Intervenne Peter improvvisando un canto tribale. 

“Lasciati andare!” Provò Star. 

La voce della ragazza gli risuonò dentro.  Ma certo! Lasciarsi andare! La sua forma animale sarebbe stata libera. Libera da qualunque cosa. Poteva sgusciare in giro senza che facessero troppo caso a lui. Non sarebbe più stato il primogenito dei Black. 

Un lampo di luce e Sirius si trasformò davanti ai loro occhi, al suo posto un grande cane nero saltellava in giro entusiasta, scodinzolando a più non posso. Mentre i Malandrini esplodevano in grida di gioia Felpato si posizionò davanti a un vecchio specchio gettato in un angolo e si osservò cercando di muovere le orecchie e la coda, James si trasformò e lo affiancò, le forti corna di uno, le zanne dell'altro e la possente stazza di entrambi rendeva facile immaginare che avrebbero potuto tenere a bada il lupo che risiedeva in Remus. 

I due animali di fronte allo specchio ricominciamo a saltellare in giro, Felpato si ritrasformò in Sirius ancora nel pieno di un momento di euforia che lo portò a produrre una risata simile a un latrato. Subito dopo Star, Remus e Peter gli furono addosso per complimentarsi con lui e poi di nuovo con James che galoppava in giro fiero di non essersi ancora ritrasformato.  

“Wow! Ci sono riuscito! È fantastico! Il miglior compleanno di sempre!” Si esaltò Sirius stendendosi a terra per riprendersi. “Voglio provare di nuovo.” Affermò quando anche James fu tornato normale. 

“Ci sto!” Affermò il suo amico.  

“Aspettate!” Li fermò Remus, i due lo guardarono già pronti a protestare per fargli capire quanto quel progetto era importante per loro, invece il loro amico estrasse del cioccolato dalla sua borsa e lo porse ai ragazzi che mangiarono sorpresi. “Grazie.” Riuscì a dire Remus con le lacrime che già salivano in gola. 

Sirius e James gli sorrise reso comprensivi e poi con tatto ripresero a esercitarsi. Star posò una mano sulla schiena di Remus disegnando piccoli cerchi e arabeschi mentre entrambi guardavano James e Sirius trasformarsi e ritrasformato cercando di spiegare a Peter come imitarli. 

“Quanto tempo fa ci sei riuscita tu.” Le chiese Remus sottovoce. 

“Ti sorprenderà ma non ci sono ancora riuscita.” Rispose lei serena. 

Il suo amico la fissò. “È perché hai paura di non controllarlo?”   

Star sorrise con un pizzico di amarezza. “Ho bisogno di allenarmi di più, e per farlo seriamente devo farlo quando la maggior parte degli studenti non è nel castello.” 

Remus sospirò. “Durante le partite di Quidditch. A James non piacerà.” 

“Sei sveglio…” Borbottò lei. 

Dopo quasi due ore di continue trasformazioni Peter ebbe la brillante idea di chiedere qualcosa a Sirius proprio mentre tornava un cane per l'ennesima volta. Il risultato fu che i vestiti del ragazzo caddero a terra e un grosso cane nero si ritrovò impigliato nella camicia. James corse a liberare il suo amico che preso dall'agitazione si ritrasformò subito in umano. E fu così che il corpo nudo di Sirius apparve, ovvio che per gli altri tre ragazzi presenti non fu niente di rilevante ma Star non vedeva Sirius nudo da un paio d'anni ormai e lui… bhe , era cresciuto proprio bene. Star si ritrovò a fissare i muscoli del ragazzo che stava tranquillamente rimproverando Peter senza sentirsi minimamente a disagio. Ricordò quel pomeriggio nella stanza di Sirius a Grimmauld Place, a come lui le si era inginocchiato davanti in mutande e si era avvicinato a lei, i visi vicini, il respiro di lui che odorava di Brooklyn.  

“Tesoro, so che sono davvero affascinante ma se continui a fissarmi così mi consumerò.” Scherzò Sirius mentre si infilava le mutande che James gli aveva lanciato. Il suo commento la riportò sulla terra e rispose in modo molto intelligente: “Eh?!” mentre finalmente distoglieva lo sguardo dai lievi solchi che formavano una v sul basso ventre del ragazzo che spariva sotto l’elastico dei boxer. “Stavo pensando a come si può essere così rimbambiti da farsi distrarre da Peter nel momento cruciale di una trasformazione.” Riuscì a replicare infine, lasciò completamente il controllo del suo corpo e della sua voce al potere delle Deran che le impedì di diventare viola per l'imbarazzo e balbettare delle scuse insulse. Alla fine ogni tanto essere figlia di quella disgraziata di sua madre le tornava utile. 

Bhe! Prima di tutto…” Cominciò a ribattere Sirius ma lei si alzò da terra, dove si era seduta per fare compagnia a Remus, e si diresse alla porta. “Andiamo a mangiare che siete sfiniti.” 

“Come?” Chiese James deluso. 

“È la risposta alla domanda che mi stavo ponendo: Sirius non ha sbagliato per via di Peter perché prima c’erano molte più distrazione, ha sbagliato perché siamo qui da tutto il giorno e non abbiamo pranzato quindi è meglio smettere prima che vi ritroviate delle corna che vi escono dal naso o una coda sulla fronte.” Decretò lei. 

“Concordo pienamente!” Esclamò Remus alzandosi felice, tutto pur di smettere di compiere azioni contro le regole. 

Sirius finì di vestirsi tranquillo, senza fretta come se stesse aspettando che accadesse qualcosa, tipo che una quindicina di ragazze di bell'aspetto sfondasse la porta per godere della sua bellezza. Non successe niente quindi i Malandrini andarono finalmente a cena. Remus fu subito rapito per una riunione tra Prefetti e Capiscuola e riuscì a malapena a toccare cibo. 

Sirius sedeva sulla panca con un aria tra il sereno e il soddisfatto che aumentava il suo fascino inconsapevole, James cercava di imitare il suo sorriso e la sua postura rilassata con scarso successo, Peter cercava di imitare entrambi con risultati disastrosi. Era comunque bello per Star vederli così tranquilli.  

“Sembri felice.” Constatò lei guardando Sirius nei suoi occhi grigi a cui stava iniziando ad abituarsi.  

“Lo sono. Essere Felpato in tutto e per tutto è fantastico.” Rispose lui tranquillo. 

James si passò una mano tra i capelli e istintivamente Star si voltò, come immaginava Lily e le altre ragazze si stavano avvicinando. 

Alice mise su un finto broncio e si avvicinò alla Malandrina con le mani sui fianchi. “E così hai fatto un'uscita a quattro senza di me! Pensavo fossimo amiche!”  

“Non pensavo che tu e Frank voleste uscire con me e Sirius… a quanto pare tendiamo ad attirare l'attenzione, che non è cosa gradita a Frank.” Replicò Star sinceramente dispiaciuta. 

“Invece Doris mi ha detto che è fantastico uscire con voi! Sto organizzando una bella uscita tra coppie per gennaio e voi dovrete esserci, siete ancora una coppia vero?!” Continuò Alice di nuovo sorridente. 

“Ma certo.” Le assicurò Sirius. “Dovevi vedere poco fa come mi mangiava con gli occhi.” 

“In che senso?” Chiese Mary. 

Bhe io ero nudo…” Cominciò Sirius visibilmente divertito, Star tirò un possente calcio sotto il tavolo per farlo tacere e cambiò discorso alla svelta. “Chi altro ci sarà?”  

Alice non fece un tempo a rispondere che James, dopo essersi passato la mano tra i capelli, si intromise. “Ci sarai anche tu Lily?” 

La rossa storse il naso. “Non sono in una coppia quindi direi di no.” 

“Potresti fare coppia con me.” Provò James speranzoso. 

“Piuttosto vado da sola e fisso Alice e Frank baciarsi per tre minuti di fila.” Sbottò Lily. 

“Oh, non pensavo fossi quel tipo di ragazza….” Cominciò James pronto a finire chissà dove ma il calcio di Star fermò anche questo disastro. 

“E quindi… speriamo che il Ballo del Ceppo sia un successo per tutti, no? Perché se andasse male credo ci sarebbero meno coppie alla tua uscita Alice.” 

Le ragazze risero. “Già, spero che i ragazzi siano tutti perfetti cavalieri quella sera o mi ritroverò a gestire una guerra e non una romantica uscita.” Scherzò Alice poi tutte salutarono e andarono a sedersi infondo al tavolo dei Grifondoro. 

Star sorrise loro finché non si furono tutte sedute e poi si voltò con lo sguardo più spaventoso di sempre verso di Sirius, seduto di fronte a lei, lo afferrò per il colletto costringendolo a sporgersi sul tavolo per avvicinarsi. Con le fronti che quasi si toccavano una Star piena di rabbia proruppe in un: “Amico, vuoi che ti uccida ora?!”  

“Perché?” Chiese lui calmissimo. 

La giovane aprì la bocca e poi si bloccò lasciandolo andare. “Non posso dirtelo ma non dire più cose del genere davanti alle ragazze.” 

“Come vuoi.” Il ragazzo fece spallucce, ancora sporto verso di lei, e la baciò sulla guancia prima di tornare a sedersi. 

“Ma che….?!” Fece lei rabbiosa ma Sirius le sorrise e sussurrò: “Dovremmo essere innamorati, ricordi? Sorridi!” 

La ragazza scoprì i denti in un sorriso talmente forzato che sembrava fosse sotto tortura. 

“Sai, avevi ragione…” Commentò Sirius. “Sarà divertente costringerti ad essere gentile con me.” Il sorriso di Star raggiunse il livello “folle” ma mancava davvero poco al livello “pazza omicida” e a Sirius piaceva il rischio così pensò di aggiungere: “Dimmi qualcosa di carino, tesoro.” 

“Sai qual è la mia frase preferita dei matrimoni, tesoro?” Replicò lei con un tono da fare raggelare il sangue nelle vene, il ragazzo scosse la testa tranquillo in attesa della dolcezza. “Finché morte non ci separi.” Concluse invece Star chiudendo a scatti la mano sul coltello da portata. 

Sirius si allontanò dal tavolo con le mani in alto. “Wow! Ma anche no!” Scherzò. 

Fortunatamente in quel momento tornò Remus che si mise a divorare qualsiasi cibo gli capitasse a tiro con una ferocia tale che i Malandrini rimasero in religioso silenzio per non rischiare di attirare l’attenzione del lupo affamato. “Ok, possiamo andare.” Decretò Remus. 

Salirono in dormitorio e Sirius si ritrovò davanti ad un enorme tela che riproduceva tutti i Malandrini intenti a sorridere, il disegno era chiaramente di Star ma la pittura aveva stili talmente differenti che sicuramente era stata fatta da più persone. 

“Ma quando ci siete riusciti?” Chiese Sirius sorpreso. 

“Lo abbiamo nascosto alla Villa quest’estate e quando avevamo tempo andavamo a pitturare, da soli o insieme, più spesso da soli.” Raccontò James. 

“E poi ci sono queste.” Star gli porse delle piccole foto quadrate dal bordo bianco, erano foto di lui mentre si trasformava e di lui e James come Felpato e Ramoso.  

“Ma come?!” Chiese confuso. 

“Ci siamo fatti spedire una polaroid, me ne hai parlato tu ricordi? E poi ho usato l’incantesimo di disillusione e l’ho come insonorizzata... e quindi ho scattato le foto senza che te ne accorgessi...” Spiegò Star. 

“Grazie.” Disse semplicemente lui abbracciandoli tutti. “E’ decisamente un gran bel compleanno.” Aggiunse poi scimmiottando il suo stesso vecchio modo di dire. 

Si misero tutti seduti sui letti a parlare ma preso crollarono sfiniti. Era stata una giornata dura per tutti loro, pensò Star mentre li copriva con delle coperte, infine si indirizzò fuori dalla torre alla ricerca di un posto dove esercitarsi almeno un po' per conto suo. Ma sapeva che avrebbe dovuto sempre trattenersi per paura di far del male a qualcuno. 

Doveva parlare con James al più presto. 

 

 

….................... 

 

“Lascio la squadra.” Annunciò Star dopo un allenamento, mentre Sirius si sfilava la divisa per andare a farsi una doccia, e Remus rientrava nel dormitorio dopo i suoi impegni da Prefetto. 

“Come scusa?” Chiese James che aveva capito benissimo le parole della ragazza ma non il senso che avevano. 

Jame... mi dispiace tantissimo, io adoro giocare a Quidditch con voi ma durante le partite tutti gli studenti sono fuori dal castello e io ho bisogno di quel lasso di tempo per allenarmi... per... i miei poteri...” Continuò lei dispiaciuta. 

“Ah, quindi non verrai neanche a vederci!” Si agitò lui. 

Star sospirò cercando di spiegarsi meglio ma suo fratello la interruppe. “Ma non puoi andare nella foresta? Lì non rischierai di fare male a nessuno e potrai continuare a giocare!” Provò James. 

La ragazza rimase in silenzio. 

“Non puoi…” Comprese Remus guardandola. 

“I Centauri sono un popolo libero… il mio potere… è come se li soggiogassi senza nemmeno rendermene conto…” Lei alzò il viso, lo sguardo disperato come mai prima. “Diventa sempre più grande, Jame… Devo riuscire a controllarlo il prima possibile.” Decretò. 

James annuì subito, quello sguardo nei suoi occhi, quell’urgenza che vi leggeva nel profondo, non c’era altro modo. “Ci mancherai in campo.” Le disse mentre l’abbracciava. 

“Ma vi ho trovato una sostituta!” Si riprese lei allontanandosi da suo fratello, sorridendo li condusse tutti giù in Sala Comune. “Mary! È giunto il tuo momento. Ti lascio il mio posto in squadra. Fammi onore.”  

La povera ragazza, che evidentemente non sapeva nulla di tutto questo, la fissò come se fosse un’aliena o simili.  

“Cosa?!” Chiese avvicinandosi a loro di corsa e mollando la sua borsa dei libri in mano ad Emmeline. 

“Volevi giocare a Quittitch, io non posso più farlo, quindi tocca a te. Dovrai dimostrare a James di che pasta sei fatta ma poi potrai entrare in squadra davvero.” Spiegò Star. 

Mary prese a saltellare felice. “SI! Grazie! Vedrete, mi sono allenata molto, vi sbalordirò! Vado ad allenarmi ancora!” Esclamò quasi tutto d’un fiato prima di correre fuori dal buco del ritratto. 

“Se va ad allenarsi sul serio allora già mi piace.” Commentò James. Star gli sorrise. “Bene!” Si esaltò. Tornarono tutti in dormitorio per prepararsi per la cena, la luna piena si avvicinava e Remus era pallido da far paura. I suoi amici cercavano di tirarlo su di morale facendo inciampare gli altri studenti con piccoli incantesimi o capovolgendo i quadri per vedere i personaggi infuriarsi, scherzavano a più non posso e raccontavano episodi divertenti del loro passato. All'ennesimo “ti ricordi quando…” Remus stava per abbozzare un sorriso ma in quel momento entrarono in Sala Grande e persino il sorriso di James si spense. 

I Caposcuola erano in piedi ai lati del tavolo dei professori che aspettavano pazientemente che tutti gli studenti si radunassero per la cena. La Sala era allo stesso tempo incredibilmente silenziosa e rumorosa; sussurri e bisbigli percorrevano i tavoli ad ondate per poi crollare di nuovo in silenzio. 

I Malandrini cercarono un posto al tavolo di Grifondoro, Lily fece segno a Remus di sedersi accanto a lei ma anche gli altri presero posto lì e era evidente che la situazione fosse grave perché la rossa non fece nessun commento in proposito. 

Bene, credo che ci siamo tutti.” Incominciò Silente alzandosi, il tono serio come accadeva di rado. Gli ultimi studenti presero posto rapidamente. “Questo sabato si sarebbe dovuta svolgere la prima prova per i campioni del torneo tre maghi, molte persone stavano lavorando per preparare al meglio il torneo. Eppure, forse per un errore o forse perché la natura non ama essere contenuta, è accaduto un grave incidente. Dieci persone sono rimaste ferite. Due gravemente. Uno di questi si tema non riesca a superare la notte. Anche se la persona in questione è un funzionario di un paese straniero spero che vi unirete a me nel cordoglio.” I Fantasmi di Hogwarts, anche loro riuniti in sala, erano forse l’elemento più rumoroso; in quel momento nessuno osava respirare. “Il Torneo è stato ovviamente annullato. Dovremmo imparare dalla storia e comprendere i nostri errori prima di ripeterli da capo. Per rispetto dei feriti e delle loro famiglie, inoltre, credo sia giusto annullare anche il nostro Ballo del Ceppo.” Molti studenti avevano un'espressione davvero delusa che cercavano di nascondere per non dimostrarsi ingrati o disinteressati ad una notizia così negativa. “Questo è tutto.” Concluse Silente prima di tornare a sedersi. 

Durante la cena continuò a regnare il silenzio, solo il suono delle posate sui piatti e dei bicchieri sul tavolo dava l'idea che ci fosse vita in tutta la scuola.  

“Saliamo?” Chiese James ai suoi amici, erano rimasti tra gli ultimi studenti ancora seduti. 

Star si alzò battendo le mani sul tavolo furiosa. “Io devo poter fare qualcosa.” Affermò prima di dirigersi a passo di carica verso Silente. Il preside alzò lo sguardo su di lei. “Immaginavo sarebbe arrivata signorina.” Disse solo in tono pacato. 

“A casa dei Black, io…. Il mio potere…” Balbettò lei. Non era nemmeno più sicura di cosa dire. Per guarire il proprietario di Mielandia da un male che avrebbe potuto guarire qualsiasi mago esperto chiamato dal San Mugo lei aveva studiato notti intere. E ora non c’era tempo. Ma se non ci avesse nemmeno provato non se lo sarebbe mai perdonata. 

“Posso portarla a DurmstrangI Guaritori sono già all'opera lì perché temono che non reggerà uno spostamento. Ma parlano lingue diverse, faticano a capirsi tra loro, sarà difficile che lei possa anche solo capire di cosa hanno bisogno.” Le spiegò lui. 

“Le lingue non sono un problema.” Affermò Star. Poi si voltò e fece cenno ai suoi amici di andare via senza di lei e quando tutti gli studenti ebbero abbandonato la Sala Silente si alzò. 

“Lascio tutto nelle sue mani Minerva.” Annunciò prima di voltarsi e precedere Star fuori dal castello. La ragazza era un fascio di nervi e quello che fece la professoressa McGranitt la sorprese più di vederla ballare il can can: la donna le posò una mano sulla spalla e le sorrise incoraggiante cercando di mascherare la sua preoccupazione. “Ha grandi capacità, signorina.” Aggiunse. 

La giovane sorrise e poi raggiunse svelta il Preside. Camminarono fin oltre i cancelli di Hogwarts, dove la barriera magica non aveva più effetto. Poi Silente le porse il braccio, le lo afferrò silenziosa e scomparvero. Riapparvero ai margini di una fitta foresta. Camminarono in silenzio cercando di dipanarsi tra i rami e gli arbusti, il freddo era pungente. Arrivarono ad un castello che non aveva niente a che fare con il caldo senso di accoglienza che dava Hogwarts, ma Star non ebbe molto tempo di guardarsi intorno, era tornata nervosa e non sapeva cosa aspettarsi. 

Entrarono in un salone dove i ragazzi della delegazione di Hogwarts le posero mille domande, lei sorrise e rispose appena, nello stomaco una sensazione vuota che le dava la nausea. Silente parlò a lungo con il preside di Durmstrang che non sembrava molto felice ma accosentí comunque ad accompagnarli in infermeria. In quella stanza era tutto terribilmente freddo e sterile e una decina di Guaritori si affaccendava attorno ad un corpo talmente sfigurato che Star dovette prendere un profondo respiro per riuscire a guardarlo. Non fu una buona idea perché così l'odore di sangue e carne le entrò nei polmoni. Così decise di concentrarsi su due Guaritori che litigavano in lingue diverse, il tono pieno di urgenza. Non sapeva nemmeno che lingue fossero ma ovviamente le capiva, o meglio, la Deran in lei le capiva. 

Si avvicinò cauta senza badare a nient’altro. Ascoltò a lungo e poi parlò in chissà quale lingua, venne fuori che i due litiganti avevano idee molto simili su come procedere e una volta spiegato il piano a tutti gli altri guaritori furono quasi pronti a procedere. A Star venne dato un camice e la possibilità di lavarsi le mani e poi si presentò il problema di dover rallentare il cuore per evitare perdite di sangue eccessive. Questo richiedeva grandi poteri. Appena sentì questa frase la ragazza si propose come volontaria, nessuno voleva darle ragione tranne una vecchietta che le spiegò esattamente cosa doveva fare e così Star divenne cuore e sangue, rimase ferma in silenzio, una mano stretta a pugno per imitare esattamente il ritmo dei battiti del cuore dell'uomo facendolo rallentare, l'altra mano tesa era una barriera per il sangue che smise di uscire dalle ferite. Appena videro questo gli altri Guaritori si misero all'opera. E Star rimase ferma. Concentrata al massimo finché anche l'ultima ferita non fu ricucita. La vecchietta le mise una mano sulla spalla così come aveva fatto la McGranitt e Star aprì gli occhi. La signora, Iskra si chiamava, le fece segno di rilasciare il sangue e riportare a poco a poco i battiti alla normalità. Il suo lavoro non era ancora finito, e nemmeno quello dei Guaritori, se lei avesse sbagliato avrebbe potuto scatenare un'emorragia interna. Una piccola parte del suo cervello si rese conto che il sole entrava dalle piccole finestre e che molti Guaritori sorridevano sfiniti. L'uomo si svegliò per un secondo spalancando gli occhi e Star fu sul punto di mollare tutto ma Iskra le strinse il braccio all'altezza del gomito e riuscì a restare concentrata anche mentre gli altri Guaritori attorno a lei controllavano le funzioni vitali dell'uomo. Il battito era adesso regolare e Star smise di essere cuore e sangue. Iskra la accompagnò fuori mentre le condizioni stabili dell'uomo venivano confermate.  

“Grazie.” Disse la giovane poggiandosi al muro. 

“Grazie a te.” Replicò l’anziana signora. “Sei stata molto brava.” 

“Non ci sarei riuscita senza di lei, come faceva a sapere che avrei potuto farcela?” Star realizzò solo in quel momento che nessuno lì conosceva i suoi poteri. 

La donna sorrise. “Conoscevo una persona come te… eravamo amiche.”  

La giovane spalancò gli occhi sorpresa. “Mi dica di più, la prego.” 

Iskra le prese una mano tra le sue. “Lei era buona. Amava suo marito e sua figlia. Amava le sue sorelle e le sue nipoti. Ma sua figlia, Rose l'aveva chiamata, perché fosse elegante e bella come una rosa, certo lo era. Ma aveva anche molte spine. Rosa nera era. Sposò un ragazzo e poi Emily fu trovata morta, così le sue sorelle. Emily era sua madre. Nessuna della loro famiglia sopravvisse. Tranne Rose, ma sparì nel nulla e tutti crederono che fosse stato qualcuno che odiava la loro famiglia. Ma nessuno avrebbe potuto ucciderle. Io so che solo Rose poteva farlo, solo lei, perché si fidavano. Quel povero uomo che aveva sposato… la sua vita per sua figlia. Solo lei ha la possibilità di essere ancora viva, protetta dall'amore di suo padre. E da una regola che impedisce alle Deran di sopravvivere alla loro diretta prole. Sai, non è mai invecchiata di un giorno Emily, ma sarebbe morta prima di sua figlia, è una legge che non è mai stata infranta nemmeno in casi funesti. Di solito perché le più anziane tendono a dare la loro vita per le più giovani. Ma credo che Rose abbia paura di sapere cosa succederebbe se uccidesse sua figlia, quindi è viva. Emily era la mia migliore amica.” La donna fece una pausa lunghissima e una lacrima le solcò le rughe del viso. “Studiavamo insieme per diventare Guaritrici. Era buona, gentile, sempre pronta ad aiutare il prossimo. Poteva fare grandi cose, guarire da mali sconosciuti… e tu… sei esattamente come lei, piccola Deran.” 

Star sobbalzò appena, gli occhi di Iskra ricordavano la tundra, ghiaccio e terra mescolati in armonia. Erano pieni di ricordi, e di amore.  

“Gioia.” Si presentò Star. “È il nome che mio padre mi ha dato.”  

Iskra sorrise. “Emily cercò di calmare Rose una sera, le disse che saresti stata la gioia della sua vita. A John piacque molto. Lo vidi solo quella sera, aveva insistito per conoscere la famiglia di Rose e dare loro la notizia. Io ero in casa di Emily perché era un po’anche casa mia, tua nonna mi ha sempre protetta da tutto. Ma Rose… dentro di lei cresce una sete di potere che non ha limiti. Devi fare attenzione a lei. Sta solo cercando il modo per sopravviverti.”  

Quell'ammonimento risuonò in Star per tutto il tempo che le ci volle per rientrare in infermeria dove Silente la costrinse a salutare tutti, il paziente era fuori pericolo, i Guaritori cercarono di farla loro allieva personale ma lei rifiutò. Iskra fu l'ultima a salutarla e Star la abbracciò forte, era un po’ come aver scoperto una parte della sua famiglia, una parte non maledetta, una parte buona. 

Rifece il percorso con Silente. Se all'andata si era resa conto di poche cose a causa del nervosismo, durante il ritorno fu come se avesse dormito. 

Tornò automaticamente al suo dormitorio e finalmente si mise a dormire, per davvero. 

 

……… 

 

Staaaaaar!” La voce entusiasta di Sophia la svegliò un attimo prima che la ragazza si catapultasse nel suo letto. “Ti adoro!” 

La giovane Deran aprì gli occhi di malavoglia. Ann e Sophia sedevano nel suo letto sorridenti, Lily e le altre ragazze la fissavano in piedi accanto al baldacchino. 

“Perché?” Chiese Star tirandosi su. 

“Faccio io l'elenco!” Si esaltò Ann partendo in quarta. “Hai salvato una vita, fatto cose incredibili, e grazie a te il Ballo del Ceppo non verrà annullato perché le famiglie dei feriti, che ora sono tutti salvi, vogliono che non ci perdiamo l'occasione di celebrare la vita.”  

“E Mary, ora che è nella squadra, ha più possibilità di conquistare Sirius.” Aggiunse Marlene dando gomitate amichevoli alla sua bionda amica. 

“Come fate a sapere che sono stata io?” Si preoccupò la ragazza dagli occhi cobalto. 

Sei partita con Silente ieri sera, oggi non eri a lezione, e ora a cena lui ci informa che è tutto risolto... Direi che basta un po’ di intuizione.” Replicò Lily. 

Star sorrise rilassandosi appena; almeno Silente non aveva detto a tutti ciò che aveva fatto. “Comunque se non ho fatto molto, ho seguito le istruzioni.” Commentò lei fra sé e sé ma le ragazze la sentirono e cominciarono a schernirla immaginando che avesse guarito tutta da sola quell'uomo. Star non le ascoltò, era impegnata a rielaborare quanto accaduto nelle ore precedenti: il viaggio, i castello freddo e austero, la sala dei banchetti, lo sguardo rigido del preside, l'uomo steso sul lettino completamente sfigurato, l'odore, le facce diffidenti dei Guaritori, Iskrala sue indicazioni precise ma dolci, il cuore, il sangue, la fatica, e tutta quella discussione sulla sua famiglia. Non aveva mai ricevuto tante informazioni sulle Deran prima di allora. 

Senza pensarci un secondo di più saltò giù dal letto ignorando le proteste delle ragazze, aprì il suo baule ed estrasse un quadernetto blu e una penna babbana, le preferiva perché non doveva intingerle sempre nell’inchiostro. Iniziò a scrivere furiosamente te tutto quello che aveva scoperto. Sophia ovviamente cercò di spiare ma Star la pregò gentilmente di non farlo, così le ragazze la lasciarono stare. 

“Sono successe molte cose.” Mormorò Alice. “Non sappiamo cos'abbia visto o vissuto, dovremmo lasciare che rielabori a modo suo.”  

Quando finì sigillò il libretto con la magia e lo ripose nel baule, si unì alle lievi chiacchere delle ragazze già emozionate per una festa che avrebbe avuto luogo quel sabato.  

“Una festa? Per cosa?” Domandò. 

Mary sorrise. “Avremmo dovuto farla per il nostro Campione ma sono tornati tutti qui a Hogwarts, ovviamente e quindi la faremo lo stesso.”  

“Mi sembra giusto.” Commentò Star.  

In quel momento si sentì un grido fortissimo che superò scale e porte. 

Star riconobbe immediatamente la voce di suo fratello e sorridendo corse fuori dal dormitorio e giù dalle scale infilandosi dritta tra le sue braccia. 

“Va tutto bene, Jame.” Lo rassicurò, ma anche lui stava sorridendo. “Lo so.” Disse infatti. 

È andato tutto bene?” Chiese Remus. 

“Certo, ho incontrato una persona, devo raccontarvi molte cose.” La ragazza fece per partire di corsa verso il dormitorio dei ragazzi ma sentì una mano bloccarle il polso e in un attimo si ritrovò trascinata tra le braccia di Sirius, il viso sprofondato nel suo petto. In quel momento le tornò la nausea, la vista di tutto quel sangue, della carne slabbrata. Le cedettero le gambe e Sirius la sostenne senza fatica stringendola di più a sé. Le crollò tutto addosso, solo in quel momento realizzò quello che aveva davvero visto e fatto. Sirius le stava passando la mano tra i capelli e questo la riportò in sé, rimase in quell'abbraccio ancora un po’ e presto sentì la forza tornarle. Respirò a fondo, Sirius aveva un odore strano famigliare e caldo ma diverso dall'odore di legno e metallo di James, più indefinito e simile ad un misto tra pelle umana e il pelo di un animale domestico coperti appena dal profumo del detersivo e del bagnoschiuma. Si staccò da lui confusa ma comunque lo ringraziò. Salì le scale con calma e gradino dopo gradino le tornò l'entusiasmo per l’incontro con Iskra. Appena Peter chiuse la porta dietro di sé lei partì a raccontare.  

Una volta finito James le carezzò una guancia. “Sapevo che avresti capito come fare del bene.” 

“Dovresti prendere in considerazione di cercare questa Iskra quando finiremo la scuola e chiederle di aiutarti.” Propose Sirius. 

Il volto di Remus si scurì. “Se non saremo tutti soldati una volta finita la scuola.” Commentò.  

A casa Black e a casa Potter era tutto facile, erano entrambe ben distanti sia dai babbani che dalla normale vita magica. Erano eletti. Anche se i Potter facevano gli Auror non portavano mai a casa i loro problemi. Così Remus e Peter finivano per essere quelli che sentivano di più che le cose stavano cambiando nel mondo fuori da HogwartsQuesto Voldemort stava prendendo sempre più potere e per la gente comune la vita di tutti i giorni iniziava a risentirne, soprattutto per i mezzosangue. 

Anche , tra quelle mura protette, molte persone iniziavano a usare il termine “Mezzosangue” come un terribile insulto. In realtà la maggior parte delle volte in cui James e Sirius facevano qualche scherzetto era indirizzato a chi avevano sentito chiamare qualcun altro “Mezzosangue” con tono di disprezzo. Eppure non si rendevano davvero conto di come questo nuovo insulto colpisse le vittime. Come le condannasse ad una posizione di inferiori. Per loro era solo un pretesto per fare casino e creare scompiglio. Ma i tempi stavamo diventando bui, e Remus aveva ragione. 

“Posso usare il mio potere anche per combattere dalla parte giusta.” Riprese Star scrollandosi di dosso il senso di inquietudine che cavalcava quei pensieri cupi. 

Remus le sorrise. “Ne sono certo.” 

“Questa sera c’è la luna piena.” Cambio discorso James. 

Sirius si voltò verso di lui con lo sguardo che si illuminava. “Questa sera ci trasformeremo con te, Remus.” Decretò felice. 

“Non sapete ancora se riuscirete a farlo per tutta la notte, è troppo presto.” Si ribellò Remus. 

“Se qualcosa andrà male interverrò io.” Lo rassicurò Star. 

Remus sospirò, sapeva che qualunque cosa avesse detto non avrebbe fatto cambiare idea ai suoi amici, qualsiasi evidenza scientifica assolutamente certa che poteva presentare non poteva reggere contro il desiderio di James e Sirius di fare qualcosa per lui, e contemporaneamente infrangere tutte le regole del mondo magico. Sorrise. Non avrebbe retto un giorno senza i suoi amici. 

Quella sera si recò con Madama Chips verso l’albero come al solito, ma dentro di lui stava montando una certa eccitazione. Per la prima volta James e Sirius si sarebbero trasformati con lui. Quando l'infermiera lo lasciò solo nella sua solita stanza della Stamberga iniziò a sentirsi davvero euforico. JamesSirius e Star arrivarono giusto in tempo, regalò loro il suo ultimo sorriso del giorno e si trasformò. 

Quando riaprì gli occhi vide davanti a sé un cervo possente e elegante, le lunghe corna che rilucevano illuminate dalla luna, un grosso cane nero che scopriva le zanne e una ragazza che era più creatura dal bosco che umana. Infondo, da qualche parte dentro il lupo, Remus riconobbe Ramoso, Felpato e Piumadoro pronti per lui. Il lupo invece vide … cibo? Annusò l'aria e riconobbe l'odore della creatura che ora avanzava a carponi, i profondi occhi blu cobalto dritti in quelli del lupo. Non attaccò. Guardò con circospezione il cane e il cervo. Star si strofinò sul pelo del lupo come un gatto in cerca di coccole e poi fece lo stesso con Ramoso e Felpato. Lunastorta la fissò attentamente e poi balzò in avanti. 

Ramoso lo respinse con le sue corna ma si rese conto che l'attacco non era feroce, bensì giocoso. E allora giocarono. Tutti e quattro insieme e Star dovette trattenersi dal ridere molte volte. Tipo quando Sirius tentò di stare sulle zampe posteriori cadendo miseramente. Abituarsi ad un corpo totalmente diverso non era facile. Motivo per cui James continuava a sbattere le corna ovunque graffiando la carta da parati e distruggendo mobili.  

Mentre Lunastorta era impegnato con Ramoso, Piumadoro guardo Felpato indicando con un ampio cerchio dello sguardo il disastro che avevano combinato nella già malconcia stanza. E gli occhi di Felpato si illuminarono. Quel luccichio di idea folle che Star conosceva bene. Ramoso si voltò in tempo per vederlo e allora Felpato gli indicò la porta con un cenno del muso. 

Questione di pochi secondi e Il cervo buttò giù la porta con un calcio ben assestato, e poi corse seguito dal cane giù per le scale, il lupo li rincorse felice e ancora di più fu quando uscirono tutti all’aperto e iniziarono a correre nella foresta adiacente alla Stamberga. Per un attimo James ebbe paura che Star non riuscisse a correre veloce come loro che con quattro zampe disponibili si divertivano a farsi rincorrere dal lupo ma poi la vide, dietro a Lunastorta, il sorriso sulle labbra e una corsa che passava fluidamente da due in piedi a quattro zampe, usava i tronchi degli alberi per spingersi in grandi balzi di fronte al lupo che iniziò a giocare con lei e Felpato. C’era una sensazione di libertà assoluta nell'aria e Ramoso presto si unì ai suoi amici. 

Si resero conto di essere troppo vicini al villaggio solo quando Lunastorta alzò la testa annusando l'aria famelico. James si parò tra lui e la fonte della curiosità con le corna ben puntate e il terrore nel cuore. 

Il lupo cercò di oltrepassarlo e per la prima volta Ramoso si trovò in difficoltà di fronte alla potenza degli attacchi di Lunastorta. All'improvviso uno stranissimo rumore distrasse nuovamente il lupo facendolo voltare di nuovo verso la foresta dove Felpato aveva cominciato a grattare con le unghie e su un albero. Quello bastò, Lunastorta incuriosito tornò a concentrarsi su Felpato che poi cominciò a stuzzicarlo attaccandolo giocosamente e scappando a poco a poco verso il folto della foresta, il lupo lo seguì allontanandosi dal villaggio e permettendo a James di trarre un sospiro. Star gli fu accanto in una secondo poggiando le mani sulle sue corna, solo allora lui si rese conto che gli facevano male, il lupo doveva averle danneggiate con il suo peso o con gli artigli. Una calda luce si sprigionò dalle mani di Piumadoro e il colore scomparve.  

I due ricominciarono allora a rincorrere il lupo. La notte ancora tutta da vivere. 

Quando il cielo si fece buio da far paura Star cercò di farsi rincorrere fino all'interno della Stamberga ma il lupo si rifiutava di tornare in quel luogo abbandonando la libertà della natura. Il cerco provò a sospingerlo con le sue corna ma il lupo tentò di morderlo alla giugulare e solo un pronto balzo di Felpato li salvò dalla tragedia. Il cervo, il cane e la ragazza accerchiarono il lupo cercando di avere un atteggiamento sempre giocoso per non farsi attaccare o non farlo sentire in trappola, ma tra di loro si scambiano sguardi preoccupati. L'alba iniziò a sorgere presto e Star si guardò attorno preoccupata, erano protetti dalla vista dagli ultimi alberi che costeggiavano la Stamberga ma se qualcuno del villaggio fosse venuto per raccogliere legna o fare una passeggiatina di prima mattina avrebbe visto tutto. Appena Remus si trasformò Star se lo caricò in spalla e lo condusse di corsa dentro la struttura fatiscente. Remsu ci mise un attimo a capire e poi la ringraziò debolmente, un cane e un cervo entrarono dalla porta trasformandosi poi in Sirius e James 

“Bolide del bolide, amico. C’è mancato poco!” Commentò Sirius dando un'ulteriore occhiata fuori dalla finestra alla ricerca di qualche abitante del villaggio con un'espressione sconvolta in volto, fortunatamente non ne trovò. 

“Scusatemi.” Mormorò debolmente Remus. 

“Non devi, non è colpa tua, sono questi due che hanno avuto la brillante idea di portarti fuori.” Lo rincuorò Star. 

“Lo hai fatto anche tu una volta!” La rimbeccò James. 

“Si, ma io l'ho riportato indietro prima dell’avvicinarsi dell'alba. Quelli di transizione sono i momenti peggiori.” Spiegò lei. 

“Non importa…” La debole voce di Remus interruppe il loro battibecco. Il ragazzo sembrava sfinito, ma sorrideva, un sorriso che trasmetteva un'immensa felicità. “Sono stato bene… mi sono sentito… libero…” 

I suoi amici corsero ad abbracciarlo con slancio e Remus poté respirare quel fantastico odore che era un misto di tutti loro. 

“Signor Lupin? Come sta oggi?” La voce di Madama Chips fece scomparire i suoi tre amici sotto l'impolveratissimo letto a baldacchino. 

Remus uscì dalla stanza per andare incontro all'infermiera. “Benissimo Madama. Potrei anche seguire le lezioni.” 

“Non ha nessuna ferita è vero.” Replicò la donna dopo un rapido esame. “Ma non sottovaluti il dispendio energetico della trasformazione. Dorma almeno per le prime ore di lezione. Forza, torniamo al castello.” 

 

….. 

 

Remus scopri bene presto che l'infermiera aveva ragione, una volta steso nel suo letto sentì la stanchezza coglierlo all'improvviso. Il suo ultimo pensiero andò ai suoi amici che non avevano, come lui, il permesso di assentarsi dalle lezioni. Chissà come stavano. 

James sbadigliò sonoramente. Una volta che l’eccitazione era calata stare svegli diventava sempre più difficile. Peter di fianco a lui cercava di tenerlo sull'attenti punzecchiandolo con la piuma ogni volta che sembrava stesse per crollare. Sirius aveva un'aria da rocker la mattina dopo il concerto che, James non capiva come, gli donava. Star dritta sulla sua sedia ascoltava attentamente la lezione e prendeva appunti, gli appunti sui quali tutti i Malandrini avrebbero poi studiato. James la ringraziò mentalmente mentre Lumacorno procedeva con una delle sue lunghissime spiegazioni. 

Le ultime due ore del mattino erano di BabbanologiaRemus Si presentò in aula con qualche minuto di ritardo e la professoressa lo accolse con calore, l'intero corpo docenti era a conoscenza della sua situazione e erano tutti decisi a rendere la vita di Remus a scuola il più gradevole possibile quindi nessuno gli faceva storie, soprattutto il giorno dopo la luna piena. 

Dopo un pranzo rapido James e Sirius poterono andare a riposarsi in dormitorio mentre Star e Remus si recavano ad AritmanziaPoi si ritrovarono tutti alle serre per le ultime ore di lezione. James e Sirius erano di nuovo pieni di energie e cercavano in tutti i modi di fare impazzire Star spostandole gli oggetti quando non guardava o cercando di convincerla che aveva già fatto qualcosa che non aveva in realtà fatto. 

Dove sono i miei guanti?” Chiese lei a lezione quasi conclusa. 

“Ce li hai addosso.” Rispose Sirius tranquillo. 

“Senti, sono stanca non scema, so benissimo che li avete preso voi.” Replicò lei senza nemmeno guardarsi le mani. Era riuscita a non cascare nei tranelli dei suoi amici per tutta la giornata ma era evidentemente molto stanca ora. Infatti Remus la guardò con aria dispiaciuta e lei sospirò. “Ce li ho davvero addosso, giusto?” Commentò guardandosi poi le mani ricoperte dai sui guanti in pelle di drago. “Non ce la posso fare.” Mormorò, poi si diresse verso l'uscita proprio mentre la professoressa Sprite annunciava la fine della lezione e raggiunse il suo dormitorio sprofondando sul suo letto. E la giornata si sarebbe conclusa lì se solo la fame non l'avesse colpita costringendola a uscire dal letto e scendere in Sala Grande. Incrociò i Malandrini 

“Non sei ancora andata a dormire?” Le chiese James sorpreso. 

“Cibo.” Rispose solo lei indicando convinta la Sala. 

I suoi amici la seguirono sorridendo ma si comportarono bene con lei per il resto della serata e lasciarono che andasse a dormire tranquilla. 

 

…….. 

 

Sabato, il giorno in cui si sarebbe dovuta svolgere la prima prova, tutti i Grifondoro erano in agitazione. Ognuno aveva qualcosa da fare per preparare la grande festa di quella sera. Il campione di Grifondoro veniva scortato ovunque andasse da uno stuolo di studenti urlanti che lo annunciavano come un eroe vittorioso, neanche avesse davvero vinto il Torneo.  

Sirius era stato incaricato di scegliere la musica così quella sera si mise all'opera in Sala Comune, Remus e Peter aiutavano altri studenti a spostare sedie, tavoli, poltrone e divanetti ai lati della sala per avere più spazio per mangiare. James e Star andarono da Mielandia a procurarsi dei dolci mentre altri studenti prendevano cibo dalle cucine. Lily era tra le ragazze che stavano aiutando a sistemare il cibo sul tavolo e Star pensò fosse il momento giusto per scaricare tutti i dolci che stava trasportando tra le mani di suo fratello e sparire ad aiutare Sirius 

Lily vide un ragazzo sommerso di cibo e corse ad aiutarlo restando delusa dal vedere la faccia soddisfatta dietro la montagna di dolci che spostò. Cercò di resistere alla tentazione di rimettere tutto com'era. 

“Ti ringrazio.” Le disse James sorridendo semplicemente, un sorriso naturale, non quel ghigno malefico che gli usciva quando cercava di farsi notare dalle ragazze. “Mia sorella è corsa incontro al suo futuro marito e mi ha abbandonato.” Spiegò James tranquillo mentre distribuiva i dolci sul tavolo. 

“Sai che io so che non sono davvero una coppia?” Gli fece notare la rossa. 

“Lo so.” Rispose lui. 

“Allora perché parli di loro come se fosse reale?” Chiese la ragazza. 

James sorrise di nuovo guardando sua sorella e Sirius spalla a spalla chini su un tavolo pieno di dischi a decidere l'ordine in cui farli partire. I due ridevano e scherzavano tranquilli, con una complicità rara. In quel momento affermarono in contemporanea un disco dei Kinks e presero a ridere in maniera quasi incontrollata. “Sai… stavo solo scherzando.” Disse alla fine sistemandosi gli occhiali sul naso. 

Lily aveva seguito il suo sguardo e aveva visto la stessa scena, era innegabile che la sua amica stesse bene con Sirius, ma si comportava in modo simile anche con James. Il ragazzo invece li aveva guardati con un'espressione sognante, come se desiderasse anche lui una cosa simile con una persona. Lily si dette della stupida; James Potter non era tipo da desiderare una storia seria o una famiglia, lui voleva essere l'ammirato campione di Quidditch. Tutto qui. 

“Se solo Star se ne accorgesse.” Mormorò poi James, il tono era talmente basso che la rossa comprese che non doveva essere indirizzato a nessuno, forse lui non si era nemmeno reso conto di averlo detto davvero. Fissò di scatto i due ragazzi dietro il tavolo. Sirius aveva qualcosa di dolce e profondo negli occhi mentre guardava Star. Lei china su un disco con i capelli che le cadevano in avanti per quanto le cercasse di imprigionarli dietro le orecchie. Il giovane Black sorrise guardandola lottare ancora un secondo e poi con un tocco di bacchetta si tagliò un pezzo della manica della maglia che indossava e si spostò dietro di lei usando quel cerchio di stoffa per raccoglierle dolcemente i capelli in una coda alta. Lei alzò lo sguardo curiosa e gli sorrise ringraziandolo lui le passò una mano sulla guancia e poi sotto il mento dicendole qualcosa e mentre Star riabbassava lo sguardo sui dischi Lily vide chiaramente qualcosa muoversi negli occhi grigi di Sirius, qualcosa che non avrebbe mai pensato di vedere in quegli occhi di solito così freddi e distanti, accessi solo da scintille diaboliche.  

Cazzo, Mary!” Si lasciò sfuggire la rossa. 

James alzò lo sguardo su di lei sconvolto. E Lily si aspettò un classico commento di quelli che facevano di solito i ragazzi quando durante un'uscita lei si esprimeva in quel modo magari dopo essersi quasi ammazzata in una buca sulla strada per tenere il passo di quei cavalloni.  

Invece James rise. “Questo è qualcosa come il momento più bello del mese! Lily Evans è un essere umano! Che impreca! Fantastico!” 

Lei lo fissò senza parole. Un essere umano, l'aveva chiamata. Niente “dovresti essere una signorina” o “sembravi una per bene” nemmeno un piccolo “chissà cosa fai con quella boccaccia.” O il peggiore di tutti “non ti si addice proprio.” . Niente. Solo la realizzazione che anche lei era un'umana come gli altri che poteva imprecare come gli altri.  

“Come?” Gli chiese ancora sorpresa. 

Bhe, mia sorella è uno scaricatore di porto quando qualcosa va male quindi penso che è perfettamente normale che una ragazza dica parolacce ma ho sentito pochissime ragazze dirle fin ora. Bhoquelle che non lo fanno non mi sembrano normali. È un sollievo sapere che tu ne dici.” Cercò di spiegarsi lui. 

“Ah.” Fece Lily mentre la sua testa ancora rifletteva su quella stranezza. Poi si distrasse. “Ah”? Che cavolo di risposta era? Brava Lily, ottime capacità linguistiche! 

“Comunque cosa devi dire a Mary?” Chiese lui. 

“Non sono fatti tuoi Potter, e poi cosa ti fa pensare che debba dirle qualcosa?” 

Lui fece spallucce aprendosi una bottiglietta di burrobirra e sistemando il tappo sotto il lato di un piatto di biscotti affinché fossero più visibili passando di fianco al tavolo. “Lei non è qui quindi ho pensato che forse ti è venuto in mente che devi dirle qualcosa di importante.”  

“Ora Potter pensa pure! Non sono affari tuoi comunque.” Sbottò lei, irritata per nessun motivo in particolare. 

“Mi dispiace, hai ragione. Star dice sempre che tendo ad essere troppo invadente.” Replicò lui. 

“Già.” Concluse la rossa. 

 

.................. 

 

Star sorrise, il suo piano aveva funzionato: James e Lily stavano parlando. Ok, lei non era felicissima ma almeno stavano facendo conversazione. 

“Oh, questo ce lo abbiamo anche a casa.” Disse sollevando un disco. 

“Quello è fantastico ma questo qui è meglio.” Replicò Sirius con fare da esperto. “Comunque il mio preferito è…” 

“Ma guarda …” iniziò Star. 

“.. questo.” Dissero entrambi in contemporanea sollevando il disco dei Kinks. Si fissarono un attimo e poi risero.  

Incredibile! Ti ricordi quando abbiamo ballato a quella festa?” Fede Star. 

“Io si, sei tu che non te lo ricordavi.” Replicò Sirius. 

Star rise. “Oh cielo! E poi l'ho messa in quel biglietto per il povero Thomas!” 

Risero ancora insieme. 

“Comunque la adoro!” Continuò la ragazza.  

“Anche io.” Sirius le sorrise. “Sarà perché ho ballato quella canzone con te.” 

Star sorrise e si chinò di nuovo sui dischi, i capelli sciolti continuavano a ricadere in avanti, li mise dietro l'orecchio un paio di volte, troppo impegnata a leggere i titoli delle canzoni per pensare ad un'altra soluzione. Poi se li sentì sollevare delicatamente e li sentì fissi sulla testa. Si voltò sorpresa a guardare Sirius che a fissava tranquillo di rimando. Le carezzò la guancia piano. Star sapeva di avere gli sguardi di tutta la sala su di sé, doveva dare l'idea di essere abituata a queste attenzioni.  

Non dovresti nasconderti dietro i tuoi capelli quando sei con me.” La riproverò Sirius con tono dolce. 

La ragazza tornò a concentrarsi sui dischi.  Continuava a ripetersi nella sua testa cercando di convincersi. Non era vero… era raro persino per lei vedere Sirius così rilassato e dolce. Ma non ci badò.  

Ann le afferrò la mano all'improvviso. “Andiamo a cambiarci dai!”  

In un secondo si ritrovò nel dormitorio femminile del sesto anno contornata da ragazze che provavano vestiti e si lanciavano trucchi.  

Emmeline non lanciare la mia cipria!” Gridò Sophia un secondo troppo tardi, infatti la cipria si aprì in volo liberando una spessa nuvola di polvere bianca. Ci fu un secondo di silenzio totale, come per rispetto della cipria perduta. E poi Ann esplose in una risata a cui si unirono tutte le altre. Star sorrise. Non aveva nessuna voglia di truccarsi, a che pro? E poi i trucchi le davano una strana sensazione in viso. Però Alice la costrinse a mettere una gonna e fu così che Star si ritrovò a tirare giù l'orlo di una minigonna a pieghe rosse che era quasi più corta della maglia di Sirius che indossava infilata dentro la alta vita della gonna. 

“Non penso sia la mia misura…” Cominciò a protestare lei ma Marlene produsse uno sbuffo divertito. “I sta benissimo.” La rassicurò. 

Star non poté fare altro che lasciarsi guidare di sotto dalle ragazze e cercare di non inciampare sulle scale, fortunatamente le sue All star rosse la portarono dritta a destinazione; la festa era già cominciata, buona musica babbana proveniva da un gira dischi, un gruppetto del settimo anno circondava il campione di Hogwarts cantando inni bizzarri chiaramente inventati sul momento. C’erano anche alcuni studenti delle altre case infiltrati chissà come, forse Sirius aveva fatto gli occhi dolci alla Signora Grassa.  

Tutti si stavano divertendo un mondo. Star rintracciò subito James, Remus e Peter che con dei bicchieri in mano si godevano la scena di due ragazze che ballavano in modo molto provocante. 

“Questo non ti farà guadagnare punti con la tua Lily.” Commentò Star avvicinandosi a suo fratello. 

“Questo non ti riguarda.” Sbottò il ragazzo. “E la tua gonna è troppo corta.” 

“Questo non riguarda te.” Replicò lei all’improvviso sicura di sé. “E dov’è Sirius?” 

“Il tuo futuro marito è fuori a far passare quelli delle altre Case.” Rispose James prendendola in giro. 

“Immaginavo, comunque... Remus, da te non me l’aspettavo!” Continuò Star fingendo di rimproverare il suo amico che comunque distaccò lo sguardo dalle ragazze in fretta e in completo imbarazzo. “Sono un ragazzo anche io.” Borbottò lui in sua difesa. 

“Lo so, volevo solo farti sentire in colpa.” Replicò lei prima di sparire tra la folla e attraversare il Buco del Ritratto.  

“Oh, ecco la mia meraviglia!” La accolse subito Sirius trascinandola tra le sue braccia. Star ci mise un attimo a capire il perché di tutta quella sceneggiata ma poi notò un gruppetto di Serpeverde di passaggio e capì. 

“Stai benissimo!”  Le disse poi. “Vieni, torniamo dentro.” Sirius la prese per mano, passare attraverso lo stretto passaggio così non dovrebbe essere stato semplice invece Star non lo trovò affatto scomodo e rientrare nella Sala accanto a Sirius fu confortante vista tutta la gente che si trovava all’interno; ormai tutti i Grifondoro ero scesi dai dormitori e una folla sembra sempre doppiamente più numerosa quando si scatena. 

“Balliamo!” Star si ritrovò sulla pista col giovane Black senza nemmeno avere il tempo di protestare, le ragazze vennero a recuperarla dopo poco così ballò anche con loro, riusciva a stare con i Malandrini al completo solo quando si fermava per bere qualcosa, e non pensò alla lunghezza della sua gonna per tutta la serata. Il momento più esaltante della festa fu quando costrinsero il Campione a cantare una canzone sopra un sottofondo musicale come era uso fare a quel nuovo locale in cui Sirius le aveva cantato “All the day and all of the night”.  Il Campione dette il meglio di sé e poi chiamò una ragazza a cantare un’altra canzone. Partì così una specie di sfida ragazzi contro ragazze e ad un certo punto Mary salì sul palco per rappresentare le ragazze fu bravissima. Star si ritrovò ad ammirare i suoi biondi capelli che muoveva in modo ipnotico, le labbra della ragazza che si piegavano in un sorriso anche mentre cantava, la sua sicurezza, le sue movenze, era davvero bella e affascinante lassù.  

Star e le altre ragazze applaudirono con entusiasmo quando finì.  

“Sfido Sirius Black!” Annunciò allora lei. 

“Ottima mossa!” Si complimentò Alice mentre la sua amica la raggiungeva e Sirius saliva sul palco. 

Appena la musica partì l’atteggiamento di Sirius  divenne improvvisamente più sensuale e maturo del solito, sembrava un vero cantante rock. 

“Like to tell you 'bout my baby 
You know she comes around 
Just 'bout five feet-four 
A-from her head to the ground” 

Lo sguardo del ragazzo era profondo e seducente. 

You know she comes around here 
At just about midnight 
She make me feel so good, Lord 
She make me feel all right 

Era ovvio che avrebbe cantato una canzone che parlava di una ragazza, dalla quale trapelava sesso da ogni verso, però non era ovvio che lasciasse intendere dal suo viso che provava davvero quelle emozioni. 

“And her name is G-L-O-R-I 
G-L-O-R-I-A 
Gloria! 
G-L-O-R-I-A 
Gloria! 
I'm gonna shout it all night 
Gloria! 
I'm gonna shout it every day 
Gloria! 
Yeah, yeah, yeah, yeah, yeah, yeah” 

I capelli neri gli ricadevano davanti al viso sfiorando i lienamenti perfetti e incorniciando gli occhi di ghiaccio così intensi, i movimenti appassionati, lenti, le sue mani scorrevano sull’asta del microfono come avrebbero potuto fare sul corpo della sua Gloria. 

She comes around here 
Just about midnight 
She make me feel so good, Lord 
want to say she make me feel all right 
Comes a-walkin' down my street 
Then she comes up to my house 
She knock upon my door 
And then she comes to my room 
Yeah, and she make me feel all right 

Sirius si passò la mano sugli addominali sollevando la maglietta e scoprendo i muscoli appena scolpiti.  

Star si ritrovò di nuovo a fissare quei solchi a forma di V e scosse la testa sorprendendosi di sé stessa. 

“Tutto bene?” Le chiese Lily preoccupata. 

“Oh, si, è solo che... credo che mi manchi l’aria... forse fa troppo caldo.” 

“E’ Sirius che sta scaldando l’ambiente, non ti preoccupare, se senti qualcosa di strano in basso si chiama orgasmo, ed è quello che sto provando io come altre mille ragazze in questa sala!” Le gridò dietro Mary mentre ballava tranquilla a ritmo e acclamava Sirius. 

“G-L-O-R-I-A 
Gloria! 
G-L-O-R-I-A 
Gloria! 
I'm gonna shout it all night 
Gloria! 
I'm gonna shout it every day 
Gloria! 
Yeah, yeah, yeah, yeah, yeah 

Il ragazzo guardò verso di loro proprio in quel momento e lanciò un occhiolino nella loro direzione. 

“Ma può essere più sexy di così?!” Gridò Mary sorridendo. 

Lily e Star si scambiarono dei sorrisi complici, la loro amica aveva davvero perso la testa. 

“So good 
Gloria! 
All right 
Feels so good 
Gloria! 
All right, yeah” 

La canzone finì e Sirius puntò lo sguardo dritto su Star, la ragazza si immobilizzò terrorizzata, se lui l’avesse scelta sicuramente l’entusiasmo di Mary sarebbe calato, così si mise a scuotere la testa pregandolo con lo sguardo di non farlo. Con nonchalance Sirius chiamò Alice sul palco. La ragazza cantò benissimo e a grande sorpresa di tutti chiamò James. 

Star corse verso suo fratello e gli sussurrò nell’orecchio “Get Ready” proprio prima di lasciarlo salire sul palco, che alla fine non era altro che una decina di banchi posizionati a rettangolo. Il giovane le sorrise da lassù come se fosse il re del mondo e poi iniziò a cantare sopra la base. 

“I never met a girl who makes me feel the way that you do 
(It's alright) 
Whenever I'm asked who makes my dreams real 
say that you do 
(you're outta sight) 
So fee fi fo fum 
Look out baby 'cause here I come 
And I'm bringing you a love that's true so get ready 
So get ready 
I'm gonna try to make love to you so get ready 
So get ready here I come 
I'm on my way” 

Star sperava che quell’idiota di suo fratello avesse il buon senso di guardare dritto negli occhi di Lily per tutta la durata della canzone, ma quel citrullo passò lo sguardo su praticamente ogni ragazza presente esclusa lei.  

If you wanna play hide and seek with love let me remind you 
(It's alright) 
The loving you're gonna miss and the time it takes to find you 
(It's outta sight) 
So fiddle-lee-dee fiddle-lee-dum 
Look out baby 'cause here I come 
And I'm bringing you a love that's true so get ready 
So get ready 
I'm gonna try to make love to you so get ready 
So get ready here I come 
I'm on my way” 

Almeno era gradevole starlo a guardare, sorrideva davvero, non uno di quei falsi sorrisi in cui cercava di imitare il fascino di Sirius. Era a suo agio e molto allegro come tutti nella sala, la festa stava procedendo davvero bene. 

All my friends shouldn't want me to I understand it 
(Be alright) 
hope I'll get to you before they do the way I planned it 
(Be outta sight) 
So twiddle-dee-dee twiddle dee dum 
Look out baby 'cause here I come 
And I'm bringing you a love that's true so get ready 
So get ready 
I'm gonna try to make love to you so get ready 
So get ready here I come 
I'm on my way” 

Mentre finiva la canzone fece finalmente quello che sua sorella sperava: guardò Lily. La rossa ovviamente non vi dette peso visto che aveva fatto la stessa cosa con tutte le ragazze, ed era ovvio che Lily Evans fosse troppo impegnata a distogliere lo sguardo dimostrandosi superiore per notare quella scintilla di sincerità negli occhi di James. 

La festa proseguì comunque, qualche ragazzo aveva portato dell’alcol e c’era qualcuno di alticcio. Molti studenti iniziarono ad andare a letto dopo l’una e rimasero svegli solo quelli troppo ubriachi per essere stanchi, quelli davvero abituati a festeggiare e alcuni a cui scorreva ancora l’adrenalina in corpo. 

Star stava ballando con le altre ragazze quando si accorse che anche di loro erano rimaste solo Alice, Mary, Lily e Sophia.   

“Basta così per me.” Annunciò Sophia prendendo la via verso il dormitorio. Le altre andarono a bere e Star ne approfittò per raggiungere James che ballava con una ragazza in modo totalmente casto. Remus sedeva su un divanetto intento a parlare con il Caposcuola di vari impegni e eventi in arrivo. Peter era crollato su un angolo del palco. Così Star si ritrovò costretta a cercare Sirius, lo trovò in un angolo buio e fumoso della sala, si avvicinò ma l’odore di fumo la fece fermare a qualche passo di distanza, il ragazzo però la vide e la invitò a raggiungerlo. 

“Tu fumi?!" Si sorprese lei vedendo il suo amico che fluidamente accettava una sigaretta e l’accendeva con eleganza; il modo in cui la teneva tra le dita era così perfetto e rilassato da trasudare una delicatezza incredibile. La ragazza immaginò che le altre donne che lo guardavano fumare lo trovassero irresistibile, forse avrebbero voluto essere la sua sigaretta per essere toccate così e per poter sfiorare le sue labbra. Ma lei trovava quell’odore rivoltante e i signori Potter le avevano spiegato i gravi danni per la salute che fumare causava. 

Fumo da un po’, così, alle feste.” Le rispose lui tranquillo. 

Quelle cose fanno malissimo. Gli riferì lei ma dallo sguardo del ragazzo capì che la sua affermazione non aveva sortito alcun effetto, così provò a riesumare qualche informazione utile: “Mi fa schifo l'odore. In più ti fanno l'alito cattivo, la pelle brutta, potresti perdere i denti eoh..ti rendono sterile. 

Sirius spense la sigaretta e buttò fuori la boccata di fumo appena presa con una calma impressionante. Tu trovami un modo per essere sexy come quando fumo e io smetto. 

“Intanto perdere i denti e avere le unghie e la pelle gialla non è esattamente sexy.” Sbottò lei. “E poi mangia una Brooklyn e raggiungimi sulla pista da ballo. Ti insegno volentieri a muoverti in modo sexy.” 

Dopo questa affermazione dai ragazzi con cui Sirius stava parlando partì un coro di “oooooh!”. 

Heiti ricordo che sono stato io ad insegnarti a ballare.” Replicò Sirius prendendo una Brooklyn dalla sua tasca. 

A volte l'allievo supera il maestro, vediamo se riesci a starmi dietro.” Lo sfidò lei. 

Ci furono alcune risatine e Sirius si avvicinò a lei portandola verso il centro della sala. “Dovrei farti un corso di modi di dire da non usare davanti a dei ragazzi semi ubriachi.” La rimproverò lui. 

“Ma che ho detto?!” Si scocciò la ragazza. 

Sirius le sorrise “Niente.” Poi afferrò un bicchiere di Whisky Incendiario da un tavolino, ne prese un sorso e la fissò. “Non dovevi insegnarmi a muovermi?” 

Con uno schiocco di dita la canzone tranquilla in sottofondo cambiò in qualcosa di più movimentato e Star cominciò a ballare da sola.  Muoveva i fianchi tranquilla rendendosi a malapena conto dell’orlo della gonna che svolazzava sulle sue cosce 

Brown Sugar, how come you taste so good 
Brown Sugar, just like a young girl should 

Drums beatincold, English blood runs hot 
Lady of the house wonderinwhen it's gonna stop 
House boy knows that he's doinall right 
You should have heard him just around midnight 

Sirius si unì presto a lei, e non era niente male davvero, sapeva muoversi. La prese per le mani facendola girare su sé stessa e circondandola con le braccia per un secondo.  

Brown Sugar, how come you taste so good 
Brown Sugar, just like a young girl should 

Brown Sugar, how come you dance so good 
Brown Sugar, just like a black girl should 

Ad un certo punto il ragazzo si avvicinò a lei con fare seducente e le posò una mano sulla schiena costringendola vicino a lui. Poi le prese una gamba e lei la piegò accanto al bacino di lui, era una figura che avevano già fatto per il tango ma non erano mai stati così vicini. Star dovette usare gran parte del suo potere Deran per non diventare viola. La mano di Sirius l’aveva afferrata sulla sua coscia nuda, con le dita che sfioravano il bordo della gonna, e lui era così vicino che lei poteva sentirlo contro di sé. Non era mai stata così a stretto contatto con nessuno, nemmeno con suo fratello nonostante ci avesse dormito e fatto il bagno assieme, cercò di ricordarsi che aveva già visto Sirius nudo come aveva visto suo fratello ma questo non migliorò la situazione dal momento che le riportò alla mente la scena del compleanno di Sirius. 

Lui la lasciò all’improvviso facendola girare ancora e poi la musica finì. 

“Niente male.” Commentò lui con il suo solito mezzo sorriso malandrino sul volto. 

Bhe, vado a dormire. Non fumare più. Notte.” Disse solo lei velocemente prima di correre al suo dormitorio, si chiuse la porta alle spalle e senza pensare al fatto che poteva non essere sola sbottò: “MA CHE DIAMINE MI SUCCEDE?!” 

“Non lo so, ma così sveglierai tutte.” Le fece notare Lily accendendo la punta della sua bacchetta. 

“Scusa...” Mormorò Star.  

La rossa la guardò con attenzione. “Che succede?" 

Bhe... credo che sia giunto il momento di guardarmi attorno e cercare un ragazzo con cui avere una relazione seria.” Commentò la mora fiocamente. 

“Perché proprio ora?” 

“Sto provando delle cose... insomma... credo di essere pronta ad una relazione, credo di volerlo, volere anche un certo... contatto.” Cercò di spiegarsi Star mentre si infilava il pigiama approfittando della luce fornitale dall’amica. 

“Capisco. Sei nella fase che Mary chiama ‘sesso-time’. Anche se io preferisco attrazione.” Scherzò Lily. 

“Oh, è una cosa brutta?” Chiese la ragazza infilandosi sotto le sue coperte. 

“No! Sei solo pronta a provare attrazione per qualcuno, forse ancora non pensi all’amore per la vita, alla famiglia e a queste cose, però almeno pensi ad avere qualcosa di abbastanza stabile da poter pensare ad avere una certa intimità.” Rispose tranquilla Lily. 

“Grazie.” Star tirò un sospiro di sollievo, quindi era normale anche per le ragazze desiderare quel tipo di esperienza. Poi si ricordò di come la serata era iniziata. “Di cosa parlavi con mio fratello oggi?”  

La domanda colpì Lily alla sprovvista. “Noi... Non ricordo, forse del fatto che quando si tratta di te è meno idiota e più protettivo.” Buttò lì la ragazza girandosi dall’altra parte. 

“Capisco... comunque anche il suo essere protettivo lo porta a fare cose idiote, dolcissime, ma idiote. Però gli voglio bene anche per questo. Non è perfetto e va bene così.” Le rivelò Star ripensando alla conversazione sui difetti avuta con Sirius.  

“Nessuno è perfetto.” Mormorò Lily mentre rifletteva sul suo modo poco delicato di esprimersi e su come James non aveva battuto ciglio al riguardo. 

Forse la festa era stata davvero molto divertente, o forse qualcosa iniziava a nascere nei cuori delle due ragazze, fatto sta che si addormentarono entrambe con un lieve sorriso sulle labbra. 

 

 

 

********************************* 

 

Salve gente! 

A pochi giorni dall’inizio di dicembre vi pubblico il capitolo di novembre. 

Godetevelo perché se prima di Natale non riuscirò a pubblicare il prossimo capitolo non avrete nulla da leggere per molto tempo visto che il mio gennaio e febbraio saranno parecchio full. 

Comunque spero vi piaccia 

Ciao ciao  

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Capitolo 4
*** Il Volo della Fenice ***


Cara An, 

Tuo cugino è sexy! Scusami, ma era importante dirtelo perché credo di essermene resa davvero conto solo questo weekend. Sai, ho sempre pensato che Peter fosse un pochino sotto la media, Remus fosse perfettamente normale ma è talmente dolce da essere un ragazzo molto ambito, poi vedevo mio fratello come un bel ragazzo, di quelli un po' sopra la media, appena appena. Fino a questo sabato credevo che Sirius fosse alla pari con lui, certo è vero che ha un’eleganza inconsapevole che lo rende affascinate ma non mi ero mai resa conto che fosse davvero un bel ragazzo. Di quelli che le ragazze guardano con la bava.  Comunque tutto questo serve a dirti che sto imparando a notare i bei ragazzi.  

Ora ti spiego: ho avuto un ragazzo come Sirius sempre al mio fianco e non mi ero mai resa conto che fosse sexy. Non ci badavo. Ma ora che l’ho notato sento come se riuscissi a vedere le cose come le mie compagne le hanno sempre viste, e sento che ora potrei provare attrazione per un ragazzo, innamorarmi magari, e avere una vera relazione. 

Ho finalmente compreso che l’amore non arriva solo perché io credo di provare delle emozioni ma arriva anche attraverso il corpo, attraverso l’attrazione che è un desiderio completamente gestito dagli ormoni, ma se di principio quello non c’è allora difficilmente potrà esserci altro.  

Non vedo l’ora di avere la mia prima cotta! Mi sto guardando intorno nell’attesa di notare un ragazzo che mi faccia restare senza fiato, con cui provare quella tipica confusione, quell’imbarazzo iniziale, le farfalle nello stomaco. E poi iniziare a conoscerlo, andare oltre l’imbarazzo, diventare qualcosa di più, fidarmi. Fidarmi sarebbe stupendo. Riuscire a non irrigidirmi ad ogni piccola dimostrazione di affetto temendo che nasconda chissà cosa! 

Riesco a stare così tranquilla solo con James, Remus e Sirius. Certo ora sto iniziando a fidarmi anche delle ragazze e a provare una sensazione piacevole ai loro abbracci, ma hai visto anche tu che le prime volte in cui cercavi di dimostrarmi il tuo affetto io non ero esattamente rilassata. Sto migliorando e sono felice. 

Ho anche scoperto nuove informazioni sul mio passato da una donna di nome Iskra. Non vedo l’ora di raccontartele questo Natale. 

Qui ad Hogwarts ci sarà il Ballo del Ceppo e le ragazze sono già tutte in attesa degli inviti, preparano il loro vestito e non parlano d’altro. Anche io sto iniziando a sentire una certa eccitazione, dovrò andarci con Sirius ma sarà un Ballo Mascherato quindi non dovrebbe essere difficile confondermi tra le altre e fingere di essere qualcun’altra per poter conoscere qualcuno. In ogni caso grazie a questo “evento sociale” abbiamo il permesso di restare a Hogwarts a Natale, ma tranquilla, ci vedremo subito il giorno dopo, anche se poi io tornerò a casa mia. Voglio andare a trovare anche i miei genitori. 

Tu cosa mi racconti? 

Fatti sentire  

Con affetto 

Star Gioia Potter 

 

............................. 

 

Dicembre era arrivato e con esso una fredda aria e un cielo quasi bianco che annunciava neve.  

Durante gli allenamenti di Quidditch un gruppetto di ragazze aveva preso l’abitudine di venire ad osservare la squadra. I ragazzi credevano fosse per la loro bravura o il loro fascino ma in realtà molte di loro venivano solo per vedere Sirius e fissarlo senza ritegno. Dopo il suo spettacolino alla festa stava ricevendo moltissime attenzioni e tutte speravano di essere invitate al ballo da lui. 

Star, che assisteva agli allenamenti dagli spalti con suo grande disappunto, trovava la situazione estremamente irritante, anche perché Sirius sbandierava la loro finta relazione nel tentativo di tenere a bada le sue fan e questo faceva si che Star si beccasse moltissime occhiatacce e qualche volta qualche malocchio.  

“Per Merlino!” Gridò una ragazza in quel momento. “Ma non è troppo sexy?!?!” 

Sirius era bardato nella sua divisa come tutti gli altri ma in quel momento il vento gli aveva fasciato stretto il braccio teso per colpire il bolide e questa era stata, evidentemente, la causa di una pioggia di ormoni. 

Star tossicchiò sonoramente.  

“Qualche problema?” Le chiese una delle ragazze. 

“Ma no, sarebbe solo il mio futuro marito, ma tu continua pure a bagnarti nelle mutande di fronte a me.” Sbottò acida Star facendo arrossire la ragazza che si sedette facendo finta di seguire le tattiche di gioco. 

“Bhe, te le cerchi però!” La rimproverò Remus senza alzare gli occhi dal suo libro. Anche Star come lui stava studiando mentre Peter si appoggiava alla balaustra come le ragazzine e incitava James alla pari di come il gruppetto faceva con Sirius

“Non c’è più rispetto per il sacro vincolo del fidanzamento da queste parti!” Sbuffò Star riprendendo a leggere. 

Remus posò invece il suo libro per concedersi una risata sincera. “Te la prendi come se foste davvero promessi.” 

La giovane sospirò. “Ma no! E’ il concetto che ci sta dietro! Me la prenderei anche se stessero parlando del futuro marito di qualche altra ragazza. Dai, c’è un limite a tutto. Loro sono proprio sfrontate.”  

Remus guardò i suoi amici allenarsi con la squadra, in quel momento Mary e Sirius si esibirono in una perfetta azione combinata e poi si dettero il cinque entusiasti. 

“Mary si è integrata bene, vero?” 

Star alzò lo sguardo e vide la sua amica ridere con Sirius dell’autorità di James, qualcosa si mosse dolorosamente nel suo stomaco e una sensazione amara le si allargò in bocca. “Già.” Riuscì a dire. Non aveva pensato a quanto ci sarebbe rimasta male nel vedere Mary prendere il suo posto in squadra, essere ammirata e benvoluta da tutti i compagni, non aveva proprio preso in considerazione che le sarebbe mancato stare al centro dell’attenzione. Ma era evidente che l’essere esclusi, anche se di propria volontà, ferisce davvero. Si chiese se era questo che aveva provato suo fratello all’inizio dell’anno, e sperò che le sarebbe passato presto. 

Si concentrò su James, vederlo volare la tranquillizzava sempre, sembrava così libero e spensierato, nessun pensiero al mondo, solo la consapevolezza di stare davvero bene. Lui si fermò a mezz’aria e puntò lo sguardo su di lei come se l’avesse sentita. Le sorrise e la salutò con la mano prima di ricominciare l’allenamento. 

Qualche ora dopo Star, Peter e Remus scesero dagli spalti per aspettare i loro amici fuori dagli spogliatoi. James uscì quasi subito seguito da Mary e poi arrivarono poco a poco tutti gli altri che si dispersero sfiniti. Mary invece attese Sirius e lo bloccò lontano da orecchie indiscrete. La bionda gli pose una domanda difficile, era evidente perché Sirius si accigliò e cercò di replicare qualcosa ma lei lo bloccò parlando tutto d’un fiato, sicura, decisa e bellissima. Il ragazzo la guardò in silenzio per qualche secondo come se stesse prendendo una decisione difficile e poi le sorrise e le disse qualcosa. Mary sorrise di rimando e se ne andò via superando di corsa il punto dove Star, Remus, Peter e James stavano aspettando il loro amico. Prima di essere troppo distante, mentre tutti gli altri tornavano a concentrarsi su Sirius, Mary si girò e fece segno di vittoria a Star con un ampio sorriso sul volto. 

“Uscirai con lei?” Chiese subito a Sirius quando lui si avvicinò. 

“Come fai a saperlo?” 

“Era il motivo per cui non volevo che fingessi troppo con me quando lei era nei paraggi, so che voleva uscire con te. Sai... è mia amica, non spezzarle il cuore...” 

Sirius la guardò. “Non voglio spezzarle il cuore. E’ stato difficile, ma lei mi piace.” Pronunciò quelle parole in tono tranquillo, non era il tipico “mi piace” da “è attraente”, era qualcosa di più, qualcosa di nuovo. James serrò di scatto la mascella, la rabbia montò dentro di lui ma si contenne. 

“Ok.” Star fu colta da strani pensieri che chiuse rapidamente in un cassetto, non c’era tempo. “Allora, stavo pensando a quanto accaduto all’inizio dell’anno e...” 

“Cavolo Star, non organizzare una mega festa per chiedermi scusa, mi siete mancati ma avevo Hagrid, non ero così solo!” Scherzò James interrompendola. 

“Sei stato con Hagrid?” Gli chiese sorpresa. 

“Si, non eravate voi ma almeno era un amico gentile e un bravo ascoltatore.” 

“E non lo hai mai ringraziato?” Lo rimproverò Remus

“Mercoledì sarà il suo compleanno, pensavo di fare un salto da lui.” Rispose James. “Non sono un totale ingrato.” 

“Bella idea? Che ne dici se veniamo anche noi? Gli sto insegnando a cucinare e sta facendo grandi progressi con i biscotti, dovete provarli.” Si esaltò la ragazza. 

James annuì. 

“Cooomunque, volevo chiedervi a che punto siamo con la mappa.” Proseguì lei. 

James mise su una finta aria delusa. “Oh, quindi niente megafesta di scuse?” 

“Ma certo che avrai una festa, sarà il giorno di ‘James che lava le mutande dei Malandrini perché è lui quello che si è comportato male’, che ne dici?” Ribatté Remus sarcastico. 

“Uuuuuuh, brucia!” Commentò Sirius

“Ecco, hai fatto irritare Remus.” Lo rimproverò invece Star. 

Si aprì un battibecco che proseguì fino a cena. Il weekend si concluse nel dormitorio maschile del quinto anno. James riponeva la sua scopa dopo un’accurata pulizia, Remus si preparava per andare a letto, Peter ammirava James, Star organizzava il compleanno di Hagrid e Sirius guardava le foto della sua trasformazione. 

“Sfogli quell’album da ore, hai perso qualcosa?” Gli chiese Star spazientita per la mancanza di partecipazione. 

“Speravo che ci fosse anche una mia foto nudo, potevo ingrandirla e distribuire coppie autografate alle ragazzine che vengono ad allenamento.” Rispose lui. 

“E per fortuna che non vuoi spezzare il cuore a Mary.” Sbottò Star. 

Sirius sospirò. “AyDios mio! Non capisci proprio niente. Magari se mostro loro come sono smetteranno di infestare gli spalti e fissarmi come se cercassero di farmi i raggi x, e se ne starebbero a masturbarsi nelle loro camerette sulle mie foto o qualunque altra cosa facciate voi ragazze.” 

Un cuscino colpì Sirius dritto in faccia, forse un po' troppo forte. “Non voglio queste immagini nella mia testa, o nella testa di mia sorella!” Lo riprese James. 

“Perchè?” Chiese la ragazza. “Pensi che noi ragazze non ci dovremmo masturbare.” 

“Non dico questo, dico solo che vorrei non avere l’immagine di una ragazzina che lo fa guardando una foto di Sirius nudo stampata nel mio cervello!” Sbuffò James. 

“Oh, concordo.” Replicò Star. 

“Aspetta un attimo...” Intervenne Sirius. “Ma quindi ti masturbi anche tu?” 

“NON SONO AFFARI TUOI!” Gridarono Star, James e Remus in contemporanea. 

“Ok, scusate! Ho solo chiesto!” Sbottò Sirius a mani alzate. 

“Non si chiedono certe cose ad una ragazza. E' peggio che chiedere l’età.” Mugolò Peter. 

James lo indicò con entrambe le mani, neanche fosse un’opera d’arte. “Persino Peter lo sa!” Si esasperò. “Anche la polvere sotto il letto lo sa!” 

“Ok! Comunque io pratico la masturbazione ogni volta in cui ne sento la necessità, ma prediligo il sesso, credo sia una cosa sana e....” Cominciò Sirius

“NON CI INTERESSA!” Gli urlarono tutti i suoi amici colpendolo con dei cuscini. 

Il ragazzo sorrise e anche gli altri Malandrini si lasciarono scappare qualche risata. 

 

 

…................ 

 

Il lunedì mattina, durante le solite ore buche, lontano dall’attacco di rabbia sopraggiunto il giorno prima, James decise di affrontare finalmente l’argomento che gli premeva da un po'. Peter era andato a procurare della cioccolata calda per migliorare lo studio, Sirius sedeva sul suo letto sfogliando pigramente le pagine di appunti. 

“E quindi... esci con Mary.” Esordì James. 

Sirius non lo guardò negli occhi, lasciò passare un’infinità di tempo, e poi disse solo: “Si.” 

“Esci con Mary di nascosto, ma continui a fingere di stare con mia sorella in modo che i tuoi genitori non ti rovinino la vita?” Tornò all’attacco James. 

Ancora silenzio, ancora solo un “Si.” 

“Esci di nascosto con Mary, mentre fingi di stare con mia sorella, che stai ancora cercando di conquistare?” Questa volta la rabbia cominciò a crescere di nuovo. “Non era Star che amavi?! Non mi avresti dimostrato di poterla conquistare?!” 

Sirius non rispose, gli occhi fissi in basso. Le spalle curve. Qualcosa non andava

“Non so come fai a restare così calmo.” Provò allora James. 

“In che senso?” Chiese Sirius

James sorrise, almeno parlavano. “Passate molto tempo vicini, uscite insieme, ballate insieme e tu sai restare calmo, eppure la ami...” 

“Si... non esattamente.” Rispose Sirius

“Come scusa?!" Fece James, di nuovo si sentì rabbioso. 

“James...” Sirius posò gli appunti e lo guardò finalmente negli occhi. “...non la merito.” 

Toccò a James stare in silenzio. 

Sirius sospirò. “Non sono abbastanza per lei. Sai, avevi ragione, non può stare con uno come me. Ho anche immaginato di fare sesso con lei ma poi mi sono disgustato di me stesso. Lei è così pura, semplice, solare. E io sono così cupo, corrotto, pieno di rabbia. E poi lei ha detto che vuole innamorarsi, che vuole il batticuore e tutto il resto. Bhe, l'hai vista! Mi ha visto nudo e non è nemmeno arrossita. Siamo continuamente in contatto e lei non fa nemmeno una piega. Sabato sera… abbiamo ballato… io… sono andato troppo vicino…” 

James guardò il suo amico. “Vi ho visti.” Li aveva in realtà osservarti, sognando un giorno di poter ballare con Lily allo stesso modo, certo non serviva essere così eleganti o così provocanti, ma era la fiducia che dimostravano, il non aver nessun problema a infrangere le barriere l'uno dell'altra. Si era chiesto come avesse fatto Sirius a non dirle tutto in quel momento. Ma ora capiva. 

“Mi sono arreso. La lascio andare. E poi sul serio… mi piace Mary. A volte impreca più di me e se la cava benissimo anche a Quidditch. Non ha paura di stare al centro dell'attenzione ma non si vanta della sua bellezza. Come alla festa… quando ha cantato, sembrava quasi a suo agio.” 

James lo guardò negli occhi. “Sei sicuro? Ero arrabbiato quando mi hai detto quello che provavo per lei ma era innegabile che fosse qualcosa di vero… e l'ho visto… anche sabato.” 

“Non c’è niente. Non confondere la finzione con la realtà. Non mi amerà mai, e un amore non reciproco non è amore. Adesso zitto e studia. O giuro che ti chiudo in una stanza con Evans.” Sbottò Sirius

James si lasciò sfuggire uno sbuffo. “Forse avrei una possibilità così.” 

“Non credo. È che sbagli proprio atteggiamento.”  

“In che senso?” 

“Cerchi di fare le cose che faccio io… ma io sono un fallimento nell'essere il tipo di ragazzo che una come Lily vuole. Dovresti essere te stesso.” Consigliò il giovane Black. 

“Un idiota insomma.” Ribatté James. 

“Si, ma un idiota moderato. Io invece sono un idiota totale.” Gli fece notare Sirius

“Ma a Mary piaci.”  

Il ragazzo dagli occhi grigi sorrise amaramente. “Perché non è come Lily.”  

“E Star com’è?” James lo chiese in tono innocente, apparentemente sfogliando i suoi libri. Ma alzò lo sguardo appena per spiare la reazione del suo amico. 

“Non ne ho la più pallida idea.” Replicò lui scocciato.  

Era una bugia. 

 

……… 

 

Mercoledì, appena si conclusero le lezioni, Star guidò i Malandrini all’assalto della capanna di Hagrid. Il guardiacaccia stava amorevolmente liberando da uno strato di brina congelata le poche verdure invernali che il suo orto offriva. 

James lo salutò da lontano con un urlo possente. 

“Oh! I giovani Malandrini!” Li accolse lui. 

“Buon compleanno!” Gridarono in risposta i ragazzi porgendogli un pacchetto avvolto in carta blu con stelline dorate. 

Hagrid li guardò con gli occhi neri lucidi. “Nessuno se ne era mai ricordato… a parte Silente… grand' uomo Silente…”  

Entrarono nella capanna e si sedettero su sedie fuori misura. Sirius guardò Star, seduta dritta dritta nel suo abitino invernale rosso e blu, e rise. 

“Che hai?” Sbottò lei. 

“Sembri proprio una bambola seduta lì.” Spiegò Sirius

James guardò sua sorella, era vero che d’inverno la sua pelle diventava chiara come la porcellana e che a causa del freddo fuori le guance le si erano arrossate in modo terribilmente grazioso, ed era anche vero che le sedie della capanna la facevano apparire minuta e senza peso. “È vero.” Constatò. 

“Remus?” Cercò aiuto lei. 

Anche il terzo Malandrino la guardò con attenzione. “Temo che non si possa negare.”  

“Peter?” Tentò lei in extremis.  

Il ragazzo fece spallucce. “Mia cugina ha una bambola uguale a te ora.” Commentò poi. 

La giovane sospirò e cominciò ad estrarre dalla sua borsa gli ingredienti per i biscotti. 

“Sei pronto Hagrid?” Chiese quando l'uomo si fu tolto il pesante mantello. 

“Certo. Mi aiutate tutti oggi?” Fece lui felice. 

“Eccome!” James balzò giù dalla sedia pronto all’opera ma prima Star costrinse tutti a lavarsi le mani due volte. L’acqua era gelida e Sirius si chiese come faceva Hagrid a lavarsi. Ma poi si rimproverò per essere così viziato da non aver mai fatto una doccia fredda. 

Impastarono gli ingredienti in pentole giganti, una solo per Hagrid e una in cui dovettero lavorare Peter e James insieme. Mentre Star e Remus controllavano il calore del forno e Sirius preparava la glassa spiegando ad un attento Hagrid come farla diventare vellutata e senza grumi. 

“Sembri uno di quei cuochi dei programmi di cucina Babbani che guarda la mamma di Fay.” Scherzò Star. 

“Vuol dire che sono bravo.” Ne dedusse Sirius

“Vuol dire che sei ridicolo.” Lo corresse James. Risero insieme e poi si prepararono ad informare. 

Le formine di Hagrid erano talmente grandi che Remus si chiese quale assordo negozio vendeva verrà roba ma si divertì comunque moltissimo a ritagliare i biscotti. Star aveva una linea di farina su una guancia, i capelli raccolti con la bacchetta in modo disordinato le cadevano in piccole ciocche davanti agli occhi blu, e doveva maneggiare gli stampini con entrambe le mani. Remus pensò che assomigliava davvero ad una bambola, poi pensò a cosa doveva assomigliare lui in quella casa e sorrise immaginando quando doveva sembrare ridicolo. 

Presto arrivò sera e i biscotti erano pronti e glassati sul tavolo, il thè stava bollendo, e Hagrid finalmente scartò piano il suo regalo. 

“Una lanterna nuova!” Si esaltò lui. 

Star sorrise. “Se tiri giù questo pezzetto di metallo qui compare un filtro a forma di stella che girerà attorno alla lampada in modo che tu possa vedere la stella proiettata sempre a nord. Così potrai orientarti.” Spiegò poi. 

“È un'idea della nostra stella polare, James.” Aggiunse Sirius

A Remus parve do vedere una lacrima perdersi nella folta barba del guardiacaccia ma lo tenne per sé. 

Dopo aver bevuto il thè e mangiato gli ottimi biscotti i Malandrini tornarono di corda al Castello e finirono diretti nel dormitorio maschile del quinto anno. James estrasse dal suo baule un faldone di carte e senza nemmeno bisogno di parlare si misero all'opera sulla mappa. 

 

………… 

 

La prima partita arrivò e Star si preparò mentalmente a delle ore di allentamento per sé stessa. Saluti suo fratello e gli altri giocatori a colazione, pregò Remus e Peter di stare attenti per poterle raccontare tutto e poi si avviò per i corridoi deserti rendendosi conto che avrebbe comunque avuto bisogno di una stanza dove andare. 

“Vado di qui, vado di lì, no, di qua ci sarà sicuramente un'aula adatta.” Borbottò tra sé e sé la giovane camminando avanti e indietro in un corridoio già poco frequentato. Evidentemente nemmeno lei ci era andata spesso visto che si accorse solo in quel momento di una porta proprio vicino a lei. Entrò nell'aula vuota che era spaziosa e piena di oggetti vecchi sui quali avrebbe potuto testare i suoi poteri in vari modi. Ringraziò mentalmente Sirius Black e la sua rinnovata fama che avevano allontanato dal castello anche quegli studenti che di solito non si interessavano di Quidditch. Poi cominciò. 

 

……… 

 

Ci fu una fortissima esplosione e Star uscì dall'aula di corsa chiudendo il fumo dietro la porta. Si allontanò alla svelta dal luogo del crimine per paura di essere scoperta da qualche professore. Aveva i vestiti inceneriti in vari punti ma era abbastanza soddisfatta. Era riuscita ad avere il controllo per molto tempo e reprimere la sua bellezza Deran ora non era così faticoso come prima. Sorrise allegra avviandosi verso il portone di ingresso, forse avrebbe potuto assistere alla fine della partita. Proprio in quel momento un’orda di Grifondoro urlanti si fece largo fino alla Sala Grande. 

“Credo che abbiate vinto!” Si esaltò Star quando riuscì ad avvicinarsi a suo fratello. 

“Si! Una grande vittoria!” Le confermò lui entusiasta. 

“E Mary e Sirius sono stati grandi. Senza di loro non ci saremmo mai riusciti.” Le raccontò Colin. 

“Tutto merito di Mary, si è allenata duramente.” La lodò Sirius

Star provò nuovamente una sensazione amara e dolorosa. Non fare più parte delle squadra era davvero difficile. 

Durante tutta la durata dei festeggiamenti Star stette in disparte a invidiare Mary e la rapidità con cui tutti l'avevano accolta nella squadra. Il modo sicuro in cui si comportava la metteva a disagio. Si sentiva totalmente inferiore.  

“È così che ti guardano tutte le ragazze, sai?” Lily si sedette accanto a lei appoggiando i gomiti sul tavolino di fronte a loro. “È giusto che anche tu abbia provato questa emozione almeno una volta. Ma ora basta. Non sei meno di lei. Siamo solo tutti diversi.” 

Star guardò la rossa sconvolta. “È che …. È come se si fossero dimenticati tutti di me. Poco tempo fa ero io la ragazza nella squadra…lei è entrata da poco e già è la preferita. E poi guardarla. Non avrò mai la sua sicurezza.” 

“Scusami ma non ti credo. Tu hai la sua sicurezza. E sei invidiabile quanto lei credimi.” Lily si alzò. “Vieni ti mostro una cosa.” Star la seguì curiosa e la rossa la condusse al loro dormitorio, prese un album dal suo baule e lo porse a Star. La mora lo aprì e riconobbe subito la serata in cui erano state scattate quelle foto: la festa delle ragazze del settimo anno. Sfogliò le pagine curiosa, c'erano tutte le foto che ritraevano seno una delle ragazze del suo anno.  

“Ma quando…?” Cominciò a chiedere Star. 

“Ce lo hanno consegnato quelle del settimo un paio di mesi dopo la festa. Ci sono solo le foto in cui siamo presenti e alcune dei ragazzi. Noi siamo andate subito a farcene una coppia per ciascuna ma probabilmente era uno di quei giorni in cui tu non eri con noi. Mi dispiace se ci siamo dimenticate di dartene una copia.” Spiegò Lily. 

Star fece spallucce. “Non fa niente, sono bellissime foto. Ma cosa c'entrano?”  

“Guarda le ultime.” Le consigliò la sua amica. 

Star passò direttamente alla fine dell’album dove c'erano le foto degli “spettacoli” forniti dai ragazzi. Fu difficile guardare le foto di Thomas e ricordarsi di come avevano litigato quella sera. Poi arrivarono le foto di Sirius, anche quelle con lei… e si vide tra le braccia del ragazzo con uno sguardo tranquillo e divertito. C'era una foto un po’ mossa del momento in cui gli aveva aperto la camicia di scatto. Una foto in cui lui le baciava il collo. Una in cui la teneva sollevata premendola contro il palo. C'era quella del finale, con lui che le baciava le costole sotto il seno. In tutte le foto vide sé stessa sorridere. Non una traccia di esitazione, nemmeno un po’ di imbarazzo. Ripensò alla festa per il Campione e realizzo che al quarto anno Sirius l'aveva addirittura baciata mentre ballavano. Appena realizzò questa cosa sentì le guance avvampare e sperò che il sangue delle Deran facesse il suo dovere.  

“Wow.” Fu l’unico commento della mora. “Credo di aver finalmente compreso il litigio con Thomas di quella sera.” 

Lily sbuffò. “A parte quello. Il punto è che eri sicura di te. E tutte ti abbiamo invidiata. Anche alla festa a casa Potter o a quella dello scorso mese. O quando stai con i tuoi amici e state per combinare e una delle vostre. Insomma… ti succede spesso quando…” 

“… quando sono con Sirius…” Completò Star, poi realizzò quello che aveva detto e aggiunse. “ 

..e James, Remus e Peter… con i Malandrini insomma.” 

Lily la osservò per qualche secondo. “Perché hai scelto di lasciare la squadra?” 

Star sospirò. “Mi serve la scuola vuota il più possibile. Per allenarmi a controllare il mio potere…. Senza ferire nessuno.”  

La rossa annuì. “Ecco perché hai i vestiti bruciacchiati.”  

La mora si guardò le maniche e sospirò ancora. Dopo qualche secondo di silenzio sorrise. “Comunque sono davvero felice per Mary... tutto ciò che sognava si sta finalmente avverando. Ti ha detto che esce con Sirius? Anche questa sera staranno insieme. Per ora di nascosto ma presto risolveremo questa situazione...” 

“Lo so.” La bloccò Lily. “E’ davvero felice, e a quanto dice è felice anche Black.” 

“A Sirius lei piace, ce lo ha detto. E comunque è la prima ragazza con cui esce da così tanto tempo.” Star si stese sul letto e trasse un profondo respiro. “Però il mio posto in squadra continua a mancarmi molto.” 

“Sono certa che quando deciderai di tornare ti riaccoglieranno a braccia aperte.” La tranquillizzò la rossa. 

La ragazza dagli occhi cobalto le sorrise. 

 

......................... 

 

“Devi aiutarmi a diventare un Animagus.” Sua sorella era seduta accanto a lui sul balcone della finestra della loro torre, con la testa appoggiata sul suo petto che guardava le stelle. 

“Non ci riesci?” Le chiese lui. 

“Non ci ho mai provato. Avevo bisogno della partita per provare a controllare tutto questo potere. E ora credo di essere pronta a fare questo passo.” Spiegò lei. 

James annuì. “Solo noi due?” Le chiese. 

“Solo noi due.” Confermò la ragazza. 

Era da tempo che i due fratelli non facevano qualcosa insieme. Scesero dalla torre e scelsero un'aula in cui iniziare subito ad esercitarsi. 

“Non ci riesco.” Sbuffò Star mentre tornavano al dormitorio che quasi albeggiava. 

“È perché hai paura.” Le spiegò suo fratello. 

“Ho fatto esplodere un'aula! Non posso certo lasciarmi andare!” Sbottò lei. 

“Invece dovresti.” Le consigliò Sirius fermo in mezzo al corridoio. 

“Eri preoccupato per noi e sei venuto a cercarci?” Gli chiese James. 

“Nah, ero in giro per i fatti miei.” Rispose lui.  

Star pensò che c’era solo un motivo per cui Sirius poteva trovarsi in giro a quell'ora: una ragazza. Infatti dall'angolo del corridoio comparve Mary. 

“Ciao!”  

I due fratelli la salutarono.  

“Se stavate tornado al dormitorio possiamo fare la strada assieme.” Propose la bionda. 

“Ottima idea.” Commentò Sirius e così ricominciarono a camminare. 

“Spero per voi due che non siate sfiniti oggi all'allenamento.” Borbottò James. 

Sirius sbuffò. “Mi pare che anche tu sia fuori dal letto. E poi non c’è niente come il sesso per iniziare bene una giornata.”  

Mary rise mentre James si soffocava nella sua stessa saliva. A Star venne un colpo; bastavano così pochi appuntamenti per arrivare a quel punto? 

“Non credergli. Non abbiamo fatto sesso ancora.” Li tranquillizzò Mary. 

“Ma non resisterai ancora a lungo al mio fascino.” Si vantò Sirius

“E nemmeno tu al mio.” Replicò lei. 

“Non mi interessa. L'importante è che giochiate bene.” James pose fine a quell'assurdo scambio di battute e Star gli fu grata. Sentir parlare di sesso non era ancora una cosa a cui era abituata. Si sollevò i lunghi capelli cercando di far prendere aria al collo e alle spalle e Sirius si voltò verso di lei proprio in quel momento. Le sorrise e la affiancò, si slacciò dal polso un nastrino rosso che usò per legarle i capelli.  

“Ah, l'hai fatto sul serio.” Commentò lei. Il giorno dopo la festa del Campione si era accorta di avere tra i capelli qualcosa. Solo dopo un’attenta osservazione aveva compreso che era un pezzo di manica e si era ricordata di come sembrava strana la manica sinistra della maglia di Sirius la sera prima. Così aveva restituito la manica al proprietario e lo aveva rimproverato per aver rovinato una maglia. Anche se con un semplice schiocco di dita l'aveva riportata alla normalità. “Portati via un nastro o qualcosa la prossima volta, se proprio vuoi fare il romantico.” Aveva sbottato lei.  

Ed eccolo lì, il suo finto cavaliere, pronto a prendersi cura di lei in ogni minimo aspetto. I corridoi si stavano ripopolando e Sirius proseguì la camminata al suo fianco sorridendo appena a Mary che comprensiva li salutò raggiungendo la torre da sola. 

Mary era il suo amore segreto. Quello della sera, degli incontri al chiaro di luna, delle parole sussurrate che non nascondevano niente di falso, erano tutte vere, tutti i gesti che si scambiavano erano veramente sentiti, per questo non c’era bisogno che nessuno sapesse. Per questo poteva essere una cosa tra loro. In questa bellissima favola Star si rese conto più che mai di essere solo una copertina, parole dette a voce troppo alta, con il solo scopo di essere sentite, era la futura moglie da esibire e sbandierare, perfetta e dolce, mai una virgola fuori posto, mai un litigio. In pubblico dovevano essere una coppia, ma in realtà Star avrebbe solo voluto che qualcuno le parlasse di ciò che provava per lei in modo sincero. Voleva solo innamorarsi anche lei per davvero, poter vivere un bacio segreto, un “ti amo” sussurrato. Ma quella era la vita di Sirius. E ora anche la sua. 

Era più semplice, però, quando condivideva con il ragazzo la pena di non avere un vero amore. Ora… la sua missione si complicava. 

 

………. 

 

 

Il compleanno di Star cominciò ad avvicinarsi, e così anche il Ballo del Ceppo. C'era nell'aria una tensione mista a eccitazione mai vista prima. I ragazzi erano al limite della sopportazione dal momento che trovare una ragazza da sola era un'impresa.  

James un giorno entrò in Sala Grande spalancando le portecamminò deciso verso Lily seduta a cena. Alle sue spalle, fermi sulla soglia, Sirius e Star scommettevano sull'esito della richiesta. 

“Due galeoni che si prende una sberla.” Commentò Sirius

“Facciamo cinque galeoni. Non si prende una sberla ma come minimo lo pietrifica.” Rilanciò Star. 

“Uno di voi due non dovrebbe scommettere sulla riuscita di James?” Domandò Remus affiancandosi a loro. I tre ragazzi si guardarono giusto per un secondo prima di scoppiare a ridere. 

“La riuscita di James….Ha!” Ridacchiò Sirius.  

“Io scommetto che ce la fa.” Si intromise Peter. 

“Perdi in partenza.” Gli spiegò Star. “Non è il momento giusto. E a Lily non piacerà una cosa così pubblica.” 

James raggiunse la rossa. 

“Dieci galeoni che non lo lascia nemmeno parlare.” Scommise in fretta Remus

“Andata.” Accettò Sirius

Le amiche di Lily le indicarono il giovane Potter in piedi accanto a lei, così si voltò, la divisa del giovane era in perfetto ordine, la spilla da capitano appuntata fieramente al petto. James prese un respiro profondo ma prima ancora di riuscire a pronunciare una parola Lily alzò una mano per bloccarlo risoluta. 

“Non voglio sentire nemmeno un suono da te, Potter, che sia anche solo minimamente riferito al noi due che andiamo insieme al Ballo del Ceppo. Ho già ricevuto un invito che ho accettato con piacere e sono estremamente sollevata che la cosa mi permetta di non stare qui ad ascoltare la tua ridicola proposta. Quindi ti ringrazio ma no. Se vuoi esibire una ragazza al tuo fianco per tutta la sera scegline una con meno amor proprio.” Detto questo la rossa si girò senza badare all'aria estremamente afflitta di James.  

“Fredda e crudele.” Commentò Sirius spiazzato almeno quanto il suo amico. 

“Mi dovete dieci galeoni.” Gli ricordò Remus

James si riprese in quel momento, giusto in tempo per mettere in atto il piano B. “Mary, vuoi essere la mia dama al Ballo del Ceppo?” Chiese con un elegante inchino. 

Mary, la quale sapeva benissimo che per passare un po’ di tempo con Sirius avrebbe dovuto uscire con uno dei Malandrini accettò subito. 

“Non badare a Lily, sono certo che essendo tua amica non ti reputa una persona senza amor proprio. Giusto?” Chiese poi alla rossa che sbalordita fissava Mary a bocca aperta. 

“Sparisci Potter.” Sbottò Lily senza dargli alcuna soddisfazione.  

James salutò Mary dopo essersi accordato con lei sull’orario per il ballo e poi se ne andò. 

Sirius e Star consegnarono i soldi a Remus

“Avete scommesso su di me?!” Si scandalizzò James raggiungendoli. 

“Contro di te tecnicamente.” Precisò Star. 

“E ha vinto Remus?!” Continuò il giovane Potter. 

“Conosce bene la sua amica.” Borbottò Sirius

“Io volevo scommettere a tuo favore.” Lo consolò Peter. 

“Grazie.” James sorrise e si avviò verso il dormitorio. Ma i Malandrini sapevano che c’era rimasto davvero male. 

 

,…….. 

 

Per il suo compleanno la ragazza aveva richiesto lo stesso regalo di Sirius. La partita Corvonero-Tassorosso si era svolta il weekend precedente e con il castello di nuovo vuoto c’erano stati altri progressi per lei. Fu così che venerdì 12 ogni singolo minuto libero dalle lezioni o da atri impegni i ragazzi lo passarono ad aiutare Star in qualche aula nascosta. 

“Devi smetterla di avere paura.” Le ripeté James per la millesima volta quella sera. 

“Ma se faccio esplodere tutto? O se trasformo tutti nel castello in brufoli umani? O se…?” Cominciò a elencare la ragazza subito bloccata dall'urlo in unisono dei suoi amici : “NON SUCCEDERÀ!” 

La giovane sospirò rumorosamente. “L’avete voluto voi.” Li avvertì, poi incrociò i polsi davanti al viso, le mani le tremavano lievemente, chiuse gli occhi, prese un bel respiro con un gesto deciso aprì le braccia… ma non erano più braccia… erano ali.  

La Fenice prese il volo sopra le teste dei suoi amici. Le piume dorate rilucevano tra quelle rosse creando un effetto bizzarro ma meraviglioso, che a James ricordò i capelli della ragazza. La Fenice era maestosa, elegante e infondeva un senso di calma e calore. Nessuno dei Malandrini si mosse o proferì parola finché davanti a loro non ricomparve Star. 

“Non mi aspettavo che funzionasse con gli animali magici.” La ragazza fu la prima a parlare mentre si fissava le dita che fino a poco prima erano state forse piume.  

“Bhe, wow.” Commentò James. 

“Abbiamo la nostra Piumadoro.” Si congratulò Sirius

“Sei stata bravissima.” Remus Le sorrise con calore. 

“Grandiosa!” Si esaltò Peter. 

“Sono solo la terza tra di voi a riuscirci.” Si schermì lei. 

“È vero! Io sono stato il migliore.” Si vantò James. 

“Bhe, direi che è ora di andare a cena." Annunciò Remus

I Malandrini accettarono di buon grado e nel tragitto dall’aula alla Sala Grande videro almeno una decina di ragazzi invitare una ragazza al ballo.  

“Le cose si stanno facendo serie qui.” Commentò Star dopo aver visto una dichiarazione con tanto di rose rosse e amici di lui che cantavano una canzone romantica in sottofondo. 

“Già...” Peter si guardò attorno preoccupato, l’idea del ballo lo rendeva sempre nervoso. Certo, non era sicuramente la prima scelta di molte ragazze ma Star era certa che ad alcune di loro Peter piacesse, infondo era gentile anche se timido e impacciato. 

“Chi hai invitato Remus?” Chiese Star ricordandosi che c’era un altro dei suoi amici ad essere timido.  

Il ragazzo mugugnò qualcosa che somigliava ad “Ancora nessuno.” 

Erano quasi arrivati in Sala Grande e Star individuò tra la folla Jane.  

“Oh, guarda: c’è Jane!” Fece notare a Remus il quale tentò disperatamente di fare finta di niente ma James prese il suo amico sottobraccio conducendolo dritto verso Jane. “Andiamo a salutarla!” Propose poi. 

Giunsero vicino a Jane che stava parlando con Sophia e Ann e la salutarono tutti in coro. La ragazza li fissò sconvolta. “Serve qualcosa?” Chiese gentile. 

“No.” Ripose Star sorridendo in modo molto strano. “No, no.” Ripeté poi con lo stesso sorriso. 

Remus sospirò rassegnato, più tempo aspettava più la situazione sarebbe diventata strana, e poi si conosceva abbastanza bene da sapere che non avrebbe mai più avuto il coraggio di farlo. “Volevo solo sapere se ti avrebbe fatto piacere venire al Ballo con me, sempre che tu non abbia altri impegni...” Le chiese poi con il tono più normale che riuscì a trovare. 

Jane arrossì un po' ma annuì felice. “Volentieri. Ti ringrazio.” 

“Bene, Mary e James si incontrano in Sala Comune, magari potreste incontrarvi con loro.” Si intromise Star, Jane annuì di nuovo e i Malandrini la salutarono prima di andare a sedersi.  

“Ce l’hai fatta!” Si complimentò Sirius.  

Remus sorrise debolmente ancora incredulo. 

I Malandrini cenarono in tranquillità e poi raggiunsero la torre dei Grifondoro. Nel dormitorio maschile i ragazzi consegnarono alla loro amica il suo regalo. La giovane aprì la grande scatola dorata e tra carta velina blu scoprì una stoffa elegante, di un rosso vivido ma non sgargiante che in controluce mandava riflessi dorati. 

“Come al solito ci ha aiutati Andromeda, diceva che l'avevate vista insieme e che te ne eri innamorata.” Le rivelò Sirius

“Però noi sappiamo esattamente che uso ne dovrai fare.” Le anticipò Remus. 

Mentre lei li guardava, perplessa e senza parole, James le sorrise. “Devi usarla per il tuo vestito per il ballo.” 

“Oh, non potete nemmeno immaginare quanto sia perfetta… e i vostri… i vostri sono quasi pronti. Sarà un ballo stupendo.” Si esaltò lei. 

“Io non potrò esserci.” Borbottò Peter spiaccicando poi la sua faccia in un cuscino. 

“Perché?” Chiesero i Malandrini in coro sinceramente dispiaciuti. 

“Il Natale è davvero molto importante per i miei genitori. Mi vogliono a casa fin dalla sera prima della vigilia…” Spiegò lui senza sollevarsi dal cuscino. 

“Mi dispiace…” Commentò James. “Allora ti prometto che quando torni giocheremo a Quidditch insieme tutto il giorno.” Cercò di rincuorarlo poi. Funzionò. Peter si risollevò un pochino e la serata si concluse in chiacchiere.  

Star pensava di essere l'unica ancora sveglia. Era rimasta a dormire con sul fratello e era certa che sia lui che Remus che Peter stavano dormendo da un pezzo. 

“Sirius?” Chiamò piano. 

Il ragazzo rispose con uno strano suono di gola. 

“Qualcosa ti preoccupa?” Chiese lei. 

Uno sbuffo sonoro, il rumore di lui che si rigirava nel letto, e poi… “Tornare a casa questo inverno. Portarti di nuovo lì…” 

Star si alzò piano per non svegliare suo fratello e si avvicinò al letto di Sirius. “Posso?” Gli chiese.  

“Si…” Rispose lui piano. 

La ragazza si infilò sotto le coperte con il suo amico. “Ma quanto cavolo sei caldo? Ma che sei, una stufa? Emani calore!” Si stupì subito lei. Però la stanza era fredda, fredda come la sua pelle. Certo lei non ne soffriva, ma il calore di Sirius era decisamente piacevole, così senza pensarci si rannicchiò più vicina a lui. 

“Io sono caliente. Te l'ho detto questa estate. Sei tu che sei sempre fredda.” Il ragazzo le passò un braccio dietro al collo per poterla abbracciare appena e scaldare un po’ anche dal lato non a diretto contatto con sé stesso. 

Star sbuffò. “Sei preoccupato perché vorresti che venisse Mary e non io?” Gli domandò dopo un po’. 

“No.” Sirius tamburellò le dita sul braccio di lei. “Sono preoccupato per te.” 

“Ti preoccupi troppo per me, non sono più una bambina ormai.” Gli ricordò lei. 

“Lo so, sei una donna…” Mormorò lui. 

“Esatto, quindi tranquillo. So badare a me stessa; andrà tutto bene.” Lo rassicurò poi. 

Sirius sorrise nel buio. Si addormentarono così, senza nemmeno rendersene conto. Tanto che Star si chiese se le ultime cose che si erano detti avessero un senso. Giunse prima il sonno della risposta. 

 

 

..,………. 

 

“Questa cosa non giocava a vostro favore quando Star stava con Thomas e non giocherà a vostro favore nemmeno ora che Sirius sta con Mary.” Di nuovo Star si svegliò tra le braccia di Sirius con James che campeggiava sopra di loro dai piedi del letto. 

“Non lo saprà mai, e in ogni caso stavamo solo parlando e ci siamo addormentati.” Sirius si alzò a sedere e Star sentì l'aria fredda infiltrarsi sotto le coperte. “Comunque grazie di avermi ricordato che devo trovarmi con Mary nella foresta.” Proseguì Sirius alzandosi in piedi. 

Star, invece, afferrò saldamente le coperte e se le strinse attorno al corpo, non voleva che quel delizioso calore andasse via.  

Il giovane Black cominciò a cambiarsi tranquillo. La ragazza lo guardò di sfuggita, si erano sempre cambiati uno di fronte all’altro, tranne Peter che scappava in bagno, però era sempre successo. Eppure dal giorno del compleanno di Sirius lei continuava a sentirsi strana quando lui di spogliava, era una sensazione bizzarra. Anche ripensare all'anno precedente e a quante volte aveva visto il suo amico in mutande, ora era diverso. Forse era perché Sirius era estremamente a suo agio con il suo corpo, spesso girava a petto nudo… immediatamente i suoi pensieri volarono a quando quell'estate James, Remus e Peter li avevano costretti a uscire insieme per comprarle un vestito. E Sirius era a petto nudo anche lì, e come si era avvicinato a lei per scherzo contro il muro di quella casa. La ragazza si strabiliò di ricordare ancora ogni sensazione provata quel giorno: il tiepido e delicato calore del muro della casa sulle sue spalle e lo strano calore della pelle di Sirius contro la sua, lo strano accelerare del suo battito e la realizzazione del fatto che lui era diventato decisamente affascinante. 

“Pensi che uscirai dal mio letto o ti ritroverò ancora qui al mio ritorno?” Scherzò Sirius

Star tornò al presente. “Sinceramente… è sabato, non ho niente da fare… e quindi per una volta, un'unica volta nella mia vita, voglio passare l'intera giornata a letto. Portatemi libri e cibo. Io non mi muovo.” Decretò lei. 

James fece spallucce e si rigettò a sua volta nel suo letto. “Questo programma mi piace.” Commentò togliendosi gli occhiali e prendendo subito sonno. 

Remus lo guardò sconvolto. “Sì è già addormentato? Davvero? Così all’istante?”  

Sirius li guardò tutti e due con un po’ di invidia. “Ci vediamo dopo allora.” Disse mentre usciva. 

“Porta del cibo o non tornare affatto.” Gli urlò dietro Star. 

“Posso andare io a prendere la colazione.” Si propose Peter, entusiasta di poter essere utile. Non aspettò nemmeno una vera risposta e partì verso le cucine. 

Remus sospirò. “Credo che andrò a studiare con Lily… però… quando torno anche io voglio oziare.”  

“Bravo!” Si complimentò con lui la ragazza. 

La giornata trascorse placida e tranquilla. James dormì a lungo mentre Star lesse. Peter tornò con cibo da brunch dal momento che ormai era ora di pranzo e mangiarono tutti insieme, e poi parlarono un po’. Peter poi si ricordò di una ricerca che doveva fare e lasciò solo i due fratelli. 

“Ma tu e Sirius dormite un sacco vicini.” Si stupì lei. 

“In che senso?” 

“I vostri letti… sono più vicini rispetto agli altri.” 

James si guardò attorno. “Non ci avevo fatto caso.” 

“Non ti credo. Secondo me lo avete fatto a posta così potete condividervi i segreti in piena notte.” Scherzò lei. 

“Segreti tipo: 'smettila di russare, cagnaccio' , questo intendi?” Replicò James sarcastico. 

“Ma davvero non vi dite niente?” Domandò lei stranita. 

“Ogni tanto.” Rispose lui alla fine. 

“Ah ha! E cosa? Dimmelo ti prego!”  

Fortunatamente per James Remus tornò in quel momento con delle cioccolate calde. Questo ovviamente distrasse sua sorella. 

Era ormai sera e Star si lasciò trasportare dal torpore di quella giornata in un sonno lieve. Vedendola così tranquilla James propose a Peter e Remus di scendere a cena senza svegliarla. 

Così, presto, il sonno della ragazza divenne più profondo. Le serviva proprio una giornata di riposo totale.  

Ad un certo punto sentì qualcosa toccarle la schiena e si alzò di scatto ma la stanza attorno a sé era troppo buia. 

“Sei ancora qui davvero?” Si stupì Sirius, dal tono basso con cui parlava Star capì che doveva essere notte. Gli altri Malandrini erano già nei loro letti a dormire e probabilmente Sirius era appena tornato nella stanza dal suo appuntamento. 

“Non hai del cibo.” Borbottò lei stendendosi e cercando di riaddormentarsi. Dava la schiena a Sirius ma poté quasi percepirlo mentre sorrideva divertito. 

“Sarebbe il mio letto.” Le fece, infatti, notare lui poco dopo. 

“Ok.” Rispose lei rannicchiandosi. 

Sirius sbuffò cercando di trattenere una risata. Poi rassegnato si infilò nel suo letto avvolgendo la sua amica in un abbraccio. 

“Nessuno ti ha dato il permesso di abbracciarmi.” Sbottò lei. 

“Tu sei troppo fredda. E poi sei nel mio letto, quindi, se vuoi restare, cerca di comportarti bene.” Replicò il ragazzo. 

Star non riuscì a rispondere, il sonno si impossessò nuovamente di lei. Riuscì solo a pensare a quanto fosse bizzarro aver dormito così tanto. 

 

 

************** 

 

Finito! Giusto in tempo per il Compleanno della nostra Star. 

Andate sul mio profilo Instagram per celebrare il suo compleanno ricordando i suoi momenti migliori. 

Tutti pronti per il Ballo ? 

 

Ciao ciao  

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Capitolo 5
*** Il Ballo del Ceppo ***


Un lupo correva libero nella foresta, un cane si faceva inseguire mentre un cervo schivava agile gli ostacoli precedendoli entrambi. Era chiaro che il cervo stesse cercando di indirizzare il cane verso il folto della foresta così che il lupo stesse sempre distante dai punti dove gli alberi si facevano radi e il villaggio diventava troppo vicino. Silenziosa come la notte una felice voleva sopra di loro, le piume mandavano bagliori dorati che rischiaravano la notte. Poi la Fenice produsse un suono melodico e breve e il cervo e il cane, come richiamati da un segnale, cambiarono improvvisamente direzione. Il lupo li seguì, correre con loro era troppo bello per accordarsi che stavano tornando nella vecchia catapecchia. La Fenice sorvolò tutti e tre e distanza ravvicinata, ogni battito delle sue ali emanava un calore così piacevole da far sparire la stanchezza e calmare il cuore. Una volta rientrati nella Stamberga il cervo, il cane e la fenice bloccarono le uscite al lupo continuando a giocare con lui, e presto l'animale iniziò a cambiare. 

Le gambe di Remus cedettero ma due mani lo sorressero subito. Sirius e James gli sorridevano, entrambi al suo fianco, entrambi saldi sui loro piedi mentre condividevano il suo peso morto. Remus sorrise a sua volta. Star gli si avvicinò, emanava ancora quel calore che faceva stare bene e lui si sentì subito meglio. 

“Grazie.” Disse a tutti. 

“È andato tutto bene.” Decretò James. 

“La prossima luna potremmo provare a andare nella Foresta Proibita…” Propose Sirius. 

“Ad Hogwarts?!” Peter li raggiunse dal piano superiore posando una coperta sulle spalle di Remus. 

“Si, ma forse sarà meglio aspettare quella di febbraio.” James concordò subito con il suo compare dagli occhi grigi. 

“Forza, colazione e poi a lezione.” Ordinò invece Star. 

“Vengo con voi.” Decretò Remus. 

“Ma, Rem, devi riposare!” Si preoccupò Star. 

DeVi RiPoSaRe!” Gli fece il verso suo fratello. “Remus fa quello che vuole.” Aggiunse poi. 

Remus guardò James con la gratitudine negli occhi. Apprezzava le cure di Star ma James era quello più in grado di capire cosa una persona volesse davvero fare, come vero amico però lo avrebbe tenuto d'occhio in ogni secondo, ma almeno di facciata avrebbe cercato di non dimostrare la sua preoccupazione. 

Certo, difficilmente lasciava a sua sorella queste libertà ma aveva iniziato a comportarsi in modo meno protettivo con lei. James era quel tipo di persona che crede in te, ma crede anche al fatto che qualcosa può sempre andare storto, nonostante questo continua a sorriderti e dirti che stai andando bene, certo del fatto che se starà abbastanza attento potrà proteggerti da ogni male. 

“Va bene, allora.” Star gli sorrise. 

“Ok. Però dovete portarmi fuori di qui ora, con voi. Se arrivasse Madama Chips mi proibirebbe di venire a lezione.” Spiegò loro Remus. 

“Voi andate con il Mantello, io uso la Disillusione.” Propose Star. 

“Siamo sempre troppi. All'andata abbiamo fatto due giri in quattro e era buio.” Notò James. 

“Allora uno di voi due viene con me, posso aiutarvi a disilludervi meglio.” Decretò la ragazza indicando James e Sirius. 

“Vai tu, Sirius, sono una dannata frana con quell'incantesimo.” Sbottò James. Poi estrasse il mantello e coprì se stesso, Peter, e Remus, che stava iniziando a reggersi in piedi da solo. 

“Dammi la mano.” Disse Star semplicemente. 

Il ragazzo sospirò e obbedì, lanciarono l’incantesimo insieme e poi si avviarono verso il castello, i loro amici li precedevano di qualche metro lasciando orme sulla neve.  

“Non pensavo ti desse così fastidio tenermi la mano.” Scherzò lei dopo qualche secondo. 

Sirius sospirò di nuovo, lei poteva vederlo oltre l’incantesimo e evidentemente anche lui poteva vederla perché le sorrise. “Non mi dà fastidio stare con te. Mi dà fastidio non essere in grado di disilludermi da solo.” 

Star si rilassò. “Capisco. Prima o poi migliorerai. Lo fai sempre.” Lo rassicurò poi. 

“Ah si?” Chiese lui con il suo tipico mezzo sorriso. 

“Si.” Rispose lei semplicemente. Nessuna pretesa di scherzo, nessun imbarazzo. Era la verità. 

Arrivarono a colazione giusto in tempo per mangiare qualcosa e poi scapparono a lezione, le albe invernali erano sempre più tarde. 

Mentre Rüf cominciava la sua noiosa lezione i ragazzi si misero in ascolto, giusto per sostenere Remus nella sua impresa. Poco dopo la porta si spalancò ed entrò Madama Chips. Vedere l’infermiera in un'aula creò un po’ di trambusto, nessuno l'aveva mai vista fuori dalla sua infermeria se non alle cene importanti. Prima che la donna rintracciasse con lo sguardo Remus, Star baciò il suo amico sulla guancia. 

“Ma che….?” Chiese lui sorpreso.  

“Signor Lupin! Lei è qui!” Esclamò Madama Chips chiaramente sollevata. 

“Certo.” Remus cercò di mettersi il più composto possibile e le sorrise tranquillo. Si sentiva in effetti molto meglio. Doveva sembrare in salute e riposato perché la donna lo squadrò con attenzione prima di borbottare qualcosa e uscire dall'aula. 

“Molto bene… le guerre tra popoli del mare…” Il professore ricominciò a spiegare come se nulla fosse. Alcuni guardarono Remus ma non notando niente di strano ipotizzarono che se la fosse svignata dalle cure dell'infermiera dopo un malanno notturno. Stavano cominciando le prime influenze e chiunque presentasse dei leggeri sintomi veniva spedito immediatamente in infermeria sotto le pressanti cure della Madama, capitava a molti di andarsene nei momenti di distrazione. 

Le lezioni proseguirono senza ulteriori intoppi anche se la sera la professoressa McGranitt convocò Remus per pregarlo di non scappare più così o avrebbe fatto venire un colpo a tutti. 

 

………….. 

 

Cosa diamine ci fai in biblioteca!” James era talmente sorpreso che si beccò un'occhiata ammonitrice dalla bibliotecaria. Era una delle sue ore buche e Sirius era scomparso così lui e Peter si erano divisi per cercarlo. E lui l'aveva trovato: seduto ad un tavolo della biblioteca a studiare un libro di Erbologia con le pagine dai colori pastello. 

“Star conosce il linguaggio dei fiori. Non voglio sbagliare.” Rispose Sirius, una vena di tensione nella voce. 

“In che senso?”  

“Per invitarla al Ballo.” 

James si sedette accanto all'amico con la mano tra i capelli. “Non capisco, vuoi invitarla ufficialmente?” 

Non potrà andarci con nessun altro a causa mia, quindi si. Voglio invitarla ufficialmente, e voglio che sia indimenticabile. Non deve rimpiangere niente di questo Ballo.” 

“Non ci ho capito niente, ma ti aiuterò.” Replicò James sconfitto. 

Sirius gli sorrise grato e poi si rimise all'opera. 

 

…….. 

 

Star concluse il suo vestito un paio di giorni prima del Ballo. Le ragazze erano lì riunite per vedere il risultato di tanto lavoro e farsi sistemare i loro abiti.  

“È… unico.” Commentò Alice estasiata. 

“Ti starà benissimo.” Si emozionò Jane. 

“Ti rispecchia davvero molto.” Lily le sorrise girando attorno al manichino. 

“Quindi ci andrai con Sirius?” Chiese Mary nascondendo appena una vena di tristezza. 

“Già.” 

“Ma non ti ha ancora inviata.” Le fece notare Sophia. 

“Ragazze, non lo farà. Lo sapete. Non è una relazione vera, fortunatamente per Mary. È solo una messa in scena per i suoi genitori.” Spiegò Star per l'ennesima volta. 

“Però poteva chiedertelo lo stesso.” Sbottò Ann indispettita. 

“Quel Black!” Concordò Marlene. 

Suvvia ragazze! Ditemi cosa sistemare e poi andiamo a letto.” Le acquietò Star. 

Dopo vari orli e ricami Star si infilò soddisfatta nel suo letto e prese sonno. 

Si svegliò con i primi timidi raggi di sole, essendo domenica le altre ragazze ancora dormivano, pensò di restare a letto ancora un po’ ma un forte odore di fiori la disturbava. Guardò il suo comodino e vite un mazzolino di menta piperita… era decisamente fuori stagione.  

Il profumo iniziò a svegliare anche le altre ragazze. 

“Star! Hai ricevuto moltissimi fiori!” Si stupì Sophia. 

La mora si alzò in piedi nel suo pigiama a stelline e osservò la scia di mazzolini di fiori che partivano dal suo comodino e andavano verso la porta del dormitorio. “Non capisco.” Mormorò. 

“Non sono messi a caso.” Notò Lily. 

Star osservò la menta, il primo mazzetto, e poi realizzò: “Calore dei sentimenti.” 

“Eh?” Fece Ann. 

“Nel linguaggio dei fiori la menta significa: calore dei sentimenti. Sono in ordine… può darsi che sia un messaggio.” Ipotizzò Star. 

Sophia sospirò estasiata e afferrò un foglio e una penna pronta a trascrivere. “Vai pure.” La invitò poi. 

“Non so se funzionerà davvero… è solo un'idea…” Star cercò di frenare il loro entusiasmo ma Ann si sporse verso il foglio della sua amica. “Il primo è calore dei sentimenti, scrivi.” Le dettò e poi entrambe tornarono a guardare Star che sospirando osservò il secondo mazzetto, era talmente piccolo e strano che era ovvio non fosse stato scelto per la sua bellezza, ma lo riconobbe subito. “Chiodi di Garofano: ti ho amata a tua insaputa.”  

“Oh!” Sospirarono Ann e Sophia mentre Jane e Lily sorridevano divertite. 

In quel momento entrarono le ragazze del sesto anno. 

“Ci sono dei fiori fuori dalla porta.” Annunciò Alice. 

“È un messaggio per Star!” Le aggiornò Sophia. 

“Wow! Continua a decifrarlo, forza!” La pregò Emmeline emozionata da quella novità. 

Star proseguì elencando a voce alta nome e significato di ogni fiore a cui si trovava davanti seguendo il percorso che partiva dal suo letto. “Alisso: valore al di là della bellezza. Trifoglio bianco: pensami. Pervinca: teneri ricordi. Lillà: prime emozioni d'amore. Amarillide: orgoglio. Acacia: amore segreto. Buganvillea: passione. Rosa viola: incanto. Fiori di pesco: il tuo fascino non ha eguali.” 

Ma mano che Star raccoglieva i mazzi di fiori li passava alle sue amiche che presto ne ebbero le braccia piene, alcune ragazze si sporsero dai loro dormitorio per guardare quel bizzarro corteo che scendeva le scale raccogliendo fiori. Alice provò ad aiutare Star raccogliendo un mazzo per lei ma non ci riuscì, erano evidentemente incantati in modo che solo la destinataria potesse raccoglierli. 

Gladiolo: mi trapassi il cuore.” Star continuava a elencare tra i sospiri estasiati delle ragazze. “Rosa rosso scuro: bellezza inconsapevole. Rosa arancione: seduzione. Giunchiglia: desiderio. Tulipano: dichiarazione d'amore. Cactus: amore appassionato.” 

“Le cose si fanno interessanti.” Scherzò Alice. 

“Dafne: non ti vorrei in nessun altro modo. Rosa rossa: amore. Flox: le nostre anime sono unite. Giaggiolo: messaggio. Aconito: cavalleria. Tuberosa: piaceri pericolosi. 

“Era l’ultimo?” Chiese Sophia confusa. “Non ha molto senso.” Affermò poi guardando il quadernetto tra le sue mani. 

“Guardate!” Esclamò Emmeline indicando un ultimo fiore.  

“Polemonio azzurro: scendi.” Star si avvicinò per raccoglierlo e rimase a fissarlo per qualche secondo. “Scendi.” Ripeté sorridendo. Poi, sempre seguita dalle sue amiche, scese le ultime scale raggiungendo la Sala Comune. Ai piedi della scalinata se ne stava Sirius in ginocchio, tranquillo, come se avesse tutto il tempo del mondo e quella fosse una posizione particolarmente comoda. Dietro di lui James e Sirius aspettavano in piedi, attorno a loro si stavano radunando i primi curiosi. 

“Vedo che li hai trovati tutti.” Commentò il ragazzo, indossava un completo elegante, anche James e Remus. Tutti e tre avevano le cravatte cobalto. 

Sentivo un certo calore dei sentimenti mentre ti amavo a tua insaputa, perché hai valori al di là della bellezza” Cominciò a recitare il giovane inginocchiato. “Pensami; i teneri ricordi delle prime emozioni d'amore. Per via del mio orgoglio ti ho amata in segreto, ma con passione. Mi hai incantato perché il tuo fascino non ha eguali. Mi hai trapassato il cuore con la tua bellezza inconsapevole. Tra di noi: seduzione e desiderio. Ti ho dichiarato il mio amore appassionato per te, e sai che non ti vorrei in nessun altro modo. Amore, le nostre anime sono unite, per questo il mio messaggio per te è: posso essere il tuo cavaliere al Ballo e poter vivere insieme a te altri piaceri pericolosi?” 

Alcune ragazze sospirarono, alcuni ragazzi guardavano Sirius scocciati; pronti a sentire le lamentele delle loro ragazze sul fatto che la richiesta di Sirius Black era stata più romantica della loro. Sophia scriveva come una matta. “Ha usato tutti i significati dei fiori!” Si stupì Ann sottovoce. “Lo so! Lo so!” La zittì Sophia sempre più emozionata. 

Star… non se lo aspettava di certo. Sentiva gli occhi di tutti puntati addosso ma l'unica cosa che le importava davvero era Sirius, ancora in ginocchio davanti a lei che le sorrideva. Il suo sorriso era sincero, caldo. Con tutta la calma del mondo lui estrasse un fiore dalla tasca interna della camicia e lo tese a lei. 

Sophia trattenne il respiro così rumorosamente da spaventare tutti, Ann non poté resistere: “Che fiore è? Che significato ha?!” 

Star avanzò piano, il cuore le batteva in petto rapidoLei e Sirius avevano deciso quell’estate che sarebbero andati insieme ad ogni evento ufficiale. La signoria Black le aveva scritto mille volte soddisfatta di sapere che sarebbero andati insieme al Ballo del Ceppo, consigliandole come comportarsi. Era deciso. Non si aspettava che Sirius glielo chiedesse, non in quel modo così romantico, oltretutto. Prese in mano il fiore e sussurrò: “Pulmonaria: sei la mia vita.” 

Forse Sophia svenne. 

Sirius le sorrise, il suo tipico mezzo sorriso. “Esatto.” Le prese delicatamente una mano portandosela vicino alle labbra e sfiorandole il dorso con un bacio leggero. 

Romantico, si. Ma anche estremamente teatrale. Serviva a fare sapere a tutti come stavano le cose tra loro. Era la solita finzione. 

“Mi farebbe davvero piacere se tu mi facessi da cavaliere per il Ballo.” Rispose lei sorridendo. 

Finalmente Sirius si alzò in piedi e le circondò la vita con un braccio avvicinandola a sé mentre con l'altra mano le carezzava il viso. Era difficile stargli così vicino e fingere che fosse normale. 

“Ci vediamo lì, allora.” Le comunicò, poi le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e la lasciò andare. 

“Certo.” Gli assicurò Star. Si accorse solo in quel momento di avere ancora l’ultimo fiore in mano, se lo portò vicino al viso per annusarne il dolce profumo. “Grazie.” Aggiunse poi. 

Sono felice che la mia sorpresa ti abbia conquistata.” Rispose lui prima di inchinarsi a lei in segno di saluto e salire verso il dormitorio maschile. 

 

 

…........................ 

 

 

Nei giorni seguenti Star fece da spola dal dormitorio maschile a quello femminile del quinto anno. Nel primo per prendere le misure ai ragazzi e nel secondo per finire di confezionare loro gli abiti. 

La mattina della Vigilia di Natale Star si catapultò a svegliare i suoi amici, era davvero emozionata per quella sera, per la prima volta le interessava davvero partecipare al Ballo. Forse Ann e Sophia l’avevano contagiata. Comunque non le importava. Sperava solo di potersi divertire.  

“Su su, sveglia! Sta sera c’è il Ballo del Ceppo! Non siete emozionati?! Sveglia svegl...” Cominciò a gridare la ragazza saltando sui letti dei suoi amici, ovviamente suo fratello la face cadere lunga e distesa accanto a sé cosa che la zittì. 

“Siamo svegli! Datti una calmata!” Sbottò lui. 

“Sono solo le nove di mattina! Il ballo sarà fra più di otto ore.” La rimproverò Sirius alzandosi dal letto. 

“Dove vai?” Gli chiese James. 

“Ho appuntamento con Mary.” Rispose lui tranquillo infilandosi dei jeans. “Ma oggi pomeriggio ha pensato che potremmo stare tutti insieme, noi e le sue amiche, così io e lei potremmo stare vicini senza destare sospetti.” 

“E’ un’idea carina.” Si mostrò d’accordo James passandosi una mano tra i capelli. 

“A te fa comodo solo perché speri che ci sia Lily.” Sbottò Star, tutti si voltarono a guardarla e lei realizzò di aver usato un tono decisamente troppo acido. “Scusami, capisco che tu voglia delle opportunità per starle accanto, non so come mai mi sia uscito così.” Aggiunse poi sinceramente dispiaciuta. 

I ragazzi le sorrisero e ricominciarono a parlare del più e del meno. Peter era andato via la sera precedente e James gli aveva ricordato la sua promessa di insegnarli a giocare a Quidditch cosa che risollevò un po' il morale del povero ragazzo. 

Sirius scese per primo e sparì in qualche angolo nascosto del castello. James, Star e Remus si concedettero una mattinata di tranquilli giochi da tavolo. Pranzarono cercando di stare leggeri perché sapevano che quella sera ci sarebbe stato un buffet molto sostanzioso. Sirius li raggiunse dopo pranzo e uscirono subito nel parco, lì li raggiunsero le ragazze del quinto e sesto anno. E passarono un bel pomeriggio, davvero!  

Ma Star non riusciva a divertirsi. Quando guardava James provarci spudoratamente con Lily, buttandosi tra lei e le palle di neve che rischiavano di colpirla, e venire respinto con eleganza e un sonoro “SO CAVARMELA DA SOLA, POTTER. SONO SOLO PALLE DI NEVE!”, si sentiva bene. Eppure quando il suo sguardo finiva su Sirius e Mary che scherzavano allegramente tra loro... qualcosa non andava. E peggiorava quando Sirius guardava Mary da distante, con un sorriso in volto e gli occhi illuminati. 

Durante uno di questi suoi momenti di fitta allo stomaco Remus la affiancò.  

“Sembra che tu stia per vomitare.” Le fece notare lui. 

Nah, sto bene. E’ solo …” La ragazza entrò totalmente in panico e cercò di allontanarsi dal gruppo ma in quel momento Lily la colpì con una palla di neve dritta sul petto.  

“Potter due! Toglimi di dosso tuo fratello e aiutami a farlo soccombere come merita.” Le gridò la rossa. 

Questo bastò a distrarla per il resto del pomeriggio. Poi se ne occupò Sophia trascinandola ad aiutare tutte le ragazze con i preparativi per il ballo.  

“Di già?” Si scocciò James.  

“Fatevi trovare pronti per le cinque e mezzo, vengo a portarvi i vestiti.” Li avvertì Star prima di lasciarsi portare via. 

Le ragazze cominciarono subito a truccarsi e pettinarsi, la musica usciva allegra dal giradischi e molte di loro canticchiavano felici, Mary era la più emozionata di tutte e cantava a squarciagola continuando a trascinare Alice a ballare con lei. La bionda continuava a raccontare a tutte del piano messo appunto con Sirius: aveva scelto un abito rosso perché anche Star avrebbe indossato quel colore e poi le avrebbe chiesto di colorarle i capelli di nero così che le due ragazze avrebbero potuto scambiarsi senza dare nell’occhio, almeno per qualche ballo. Il vestito di Mary era molto attillato, fasciava il suo corpo perfettamente e anche se le arrivava ai piedi un ampio spacco la scopriva le gambe ad ogni passo. Era davvero bella. Non indossava nemmeno una vera maschera ma solo un nastro largo di pizzo nero perché, a detta sua, “Sarebbe stato uno spreco coprire il suo bel viso con una maschera.". 

Sophia e Ann stressarono Star per ogni minima cosa finché non si sentirono abbastanza belle da poter scendere a fare il loro ingresso trionfale in Sala Grande, avevano sentito che ci sarebbe stata una scalinata da scendere quindi avevano passato ore a scegliere le scarpe giuste. Quando tutte le ragazze furono pronte scesero promettendo a Star che l’avrebbero aspettata per un ballo.  

Star non si era ancora preparata ma ormai erano le cinque e mezza e quindi andò nel dormitorio dei ragazzi con i loro vestiti e una certa agitazione addosso; e se a loro non fossero piaciuti? 

“Non sei ancora vestita?” Si stupì James quando la vide entrare. 

“No, ma farò veloce.” Lo rassicurò lei. 

“Ora tocca a voi.” La giovane consegnò ai suoi amici i loro vestiti e i ragazzi cominciarono ad indossarli. 

Per tutti e tre aveva confezionato dei completi eleganti; pantaloni camicia e giacca. La giacca e i pantaloni di Remus erano grigio chiaro e la camicia bianca, gli stavano così bene quei colori! La cravatta poi era di un bel rosso vivido che risaltava benissimo in quei colori chiari. Star gli aveva preparato delle orecchie da lupo che gli fissò in testa con la magia e poi gli passò una semplice maschera a mezzo volto di velluto grigio da indossare. Il ragazzo le sorrise ma poi si intristì appena. “Non sarà un po' rischioso?” le chiese toccandosi le soffici orecchie. 

Le gli sorrise. “Solo noi Malandrini sappiamo che sono orecchie da lupo, tutti gli altri vedranno orecchie da cane o un animale simile e dai, nessuno farà un collegamento, non ti preoccupare, Lunastorta.” 

“Aspetta! Se lui è vestito da Lunastorta io sarò Ramoso?” Si esaltò James. “Avrò delle corna vere così potrò infilzare qualcuno?” Il ragazzo si avvicinò a sua sorella entusiasta, il suo completo era di un bel verde scuro, la camicia di un marroncino tenue e la cravatta color muschio.  

“No. Non vorrei vederti accidentalmente infilzare l’accompagnatore di Lily. Quindi per te solo questa.” La ragazza gli passò una machera a mezzo volto, come quella di Remus, gli copriva la parte superiore del viso ed era di un colore verde bosco e da un angolo sbucavano delle estensioni con una forma simile a delle corna ma molto più corte e meno ingombranti. Il ragazzo si guardò allo specchio, soddisfatto. “Mi piace molto. Grazie mille.”  

“Bene, e ora...” Star si voltò pronta ad occuparsi di Sirius ma qualcosa la bloccò. E quel qualcosa era la visione del ragazzo con indosso i pantaloni e la camicia ancora aperta. “Perché non sei ancora vestito?” Chiese lei cercando di non fissarlo troppo.  

“Non vorrei farti sentire in colpa, mi piace tantissimo il vestito ma... forse hai dimenticato i bottoni della camicia...” Il ragazzo aveva un tono molto dispiaciuto. 

Star sbuffò. “Pensavo che uno come te sapesse come trovare i bottoni dentro una cucitura. Ho fatto delle saldine!” Sbottò lei avvicinandosi per allacciargli i bottoni che erano effettivamente nascosti. Solo mentre chiudeva la camicia sugli addominali del ragazzo si rese conto di quando gli fosse vicina e il cuore cominciò a batterle forte... ORA BASTA! Era Sirius! Solo Sirius. Forse era sexy ma era solo suo amico, il suo amico che stava con Mary, la sua amica Mary. 

Il giovane la ringraziò e indossò la giacca, anch’essa nera, prima di guardarsi allo specchio. Nel mentre star incrociò lo sguardo di James che alzò un sopracciglio con aria interrogativa. Suo fratello poteva sentire come stava, e se avesse sentito quel ridicolo battito accelerato?! Cosa stava pensando di lei ora? 

“So che il nero non ti piace molto ma questa sera sei Felpato quindi pensavo ad un total black.” Spiegò lei tornando a concentrarsi su Sirius per cercare di evitare James. Sirius le sorrise tranquillo afferrando la cravatta nera che lei gli stava porgendo. “Mi piace.” Poi si passò entrambe le mani tra i capelli, e sulla sua testa spuntarono delle soffici orecchie da cane. 

“Va bene così?” Le chiese. 

“Come hai fatto?!” Si sorprese Remus prima che la ragazza potesse rispondere. 

“Me lo ha insegnato Star, è una specie di semi-trasfigurazione. Non avevo capito a cose servisse fino ad ora.” Spiegò lui.  

James guardò sua sorella. “Ma non esiste una cosa simile!" 

Lei sospirò scocciata. “Senti, io sono una Deran, e faccio quel Bolide che mi pare con la magia. Ok?” 

James stava per dire altro ma Sirius guardò la sua amica e le disse: “Forza, vai a cambiarti! Ti aspettiamo giù.” 

Star obbedì felice. Davvero non vedeva l’ora di vestirsi e scendere a divertirsi. Quella sera sarebbe stata Piumadoro; viso coperto e identità semi-nascosta. Poteva godersi appieno la serata, magari conoscere nuove persone e ballare senza sentirsi a disagio. Quando rientrò nel dormitorio quasi si scontrò con Lily; la rossa indossava un abito verde, ovviamente consigliato da Alice che le ripeteva sempre quanto le donasse quel colore, drappeggiato di fiori primaverili. Era davvero molto bella, elegante e... nervosa. 

“Tutto bene?” Le chiese. 

Lily si morse il labbro inferiore con il chiaro intento di staccare delle pellicine, doveva averlo fatto molto spesso perché ormai le sue labbra erano piene di piccoli taglietti. “Forse lui non verrà, non verrà perché abbiamo litigato, e io resterò sola, e farò anche la figura della scema.” Spiegò. 

Star sospirò e le passò un dito sulle labbra rimarginandole le ferite. “Parli di Severus?” 

La rossa annuì. 

“Verrà.” La rassicurò la mora. “Lo odio, e dato che litigate spesso credo che non sia molto bravo a destreggiarsi tra l’essere tuo amico e un... non importa... comunque sono sicura che non si perderebbe mai l’occasione di passare una serata simile con te. E se lo fa... bhe, si perderà una ragazza che è un vero schianto, e che è anche un po' troppo intelligente per perdonargli anche questo affronto. E poi hai sempre me e Alice e Mary e tutte le ragazze; non resterai sola.” 

Lily sorrise. “Grazie.” 

“Ah, prendi questa.” Star le porse una corona di fiori freschi intrecciata con nastri verde chiaro come il suo vestito. 

“Quando l’hai fatta questa?” 

“Qualche sera fa, non riuscivo a dormire e avendo appena visto il tuo vestito ho pensato che ti sarebbe stata bene.” Raccontò Star. Lily la abbracciò di slancio e poi si fece aiutare a posizionare la corona tra i capelli e indossò la sua maschera verde simile ad una foglia di vite.  

“Hai bisogno di aiuto?” Domandò la rossa. La ragazza dagli occhi cobalto la pregò di scendere e le promise che ci avrebbe messo un attimo così Lily se ne andò. 

Star sapeva che probabilmente sarebbe arrivata per ultima ma non le importava; indossò rapidamente il vestito. Si guardò allo specchio; lo scollo a cuore del corpetto rigido per una volta non la fece sentire in imbarazzo, sul fianco portava un fiore che sembrava fatto di lingue di fuoco e sulla gonna lievemente ampia rilucevano mille piume d’orate, sembravano quasi uscire dalla stoffa rossa. Il corpetto era chiuso sulla schiena da un nastro dorato intrecciato ma lasciava comunque scoperta una buona porzione di pelle. La ragazza sorrise, si sentiva bene. Infilò le scarpe oro e con uno schiocco di dita i suoi capelli lunghi da mossi formarono boccoli perfetti. La stoffa mandava riflessi dorati simili a quelli nei suoi neri capelli, così lei si truccò con una riga di eyeliner nero, del rossetto rosso e qualche brillantino dorato sul viso. Infine indossò la maschera dello stesso tessuto del vestito, come quelle degli altri Malandrini le copriva solo la metà superiore del viso, e aveva tre piccole piume di fenice attaccate su un angolo. Senza nemmeno capirne il motivo si fece una piccola treccina con una ciocca di capelli dietro l’orecchio sinistro e un nastro blu cobalto, alla fine della treccia infilò una piuma di fenice. Quel vezzo in particolare le fece capire che quella sera sarebbe stata diversa, non si sarebbe fatta frenare da niente. Era Piumadoro, solo Piumadoro. 

Finalmente scese in Sala Comune. I Malandrini non c’erano. Forse era davvero molto in ritardo. Remus attraversò il buco del Ritratto in quel momento. 

“Ah, bene, sei pronta! James e Sirius sono scesi con Mary, io ti stavo aspettando con Jane ma l’ho appena accompagnata giù con Lily e... Accidenti! Stai davvero molto bene!” Le disse il suo amico tutto d’un fiato. 

Quel complimento era così inaspettato che la fece quasi sentire in imbarazzo, inoltre una strana fitta le aveva di nuovo chiuso lo stomaco. Era ovvio che Sirius sarebbe sceso con Mary per cercare di stare con lei. Poi si ricordò che per quella sera non si sarebbe lasciata guidare da certi sentimenti scomodi e sorrise. “Grazie.” 

Si avviarono verso la Sala Grande; i corridoi deserti confermarono il suo timore di essere l’ultima a presentarsi al Ballo ma stranamente fuori dalla porta della Sala molti ragazzi stavano aspettando. 

“C’è una gradinata, non so come sia possibile ma bisogna scenderla per entrare. Molte ragazze stanno andando nel panico e non vogliono entrare per paura di cadere.” Le spiegò rapidamente Remus. 

“Capisco, vai pure da Jane, io mi fermo un secondo, voglio assicurarmi che nessuna ragazza si perda la serata.” Star aveva improvvisamente perso l’entusiasmo, in realtà voleva ancora partecipare al Ballo, ma sapere che il suo arrivo avrebbe segnato la fine del tempo di Sirius con Mary la fece sentire come una strega cattiva. Così colse l’occasione per aiutare davvero le ragazze a sentirsi a proprio agio sui tacchi.  

Ma presto rimase sola. Di nuovo. Prese un respiro profondo. “Sei Piumadoro.” Cercò di ricordarsi. “E Sirius sarà Felpato.” Continuò. Aggiunse poi, ma lo pensò soltanto e non seppe nemmeno spiegarsi perché. Comunque si decise. Aprì finalmente il portone e entrò nella Sala decorata a festa. Notò subito la strana prospettiva rialzata da cui stava osservando i tavoli ai lati della pista da ballo e le coppie che danzavano in abiti dai mille colori, le luci erano meravigliose, così dolci e luminose allo stesso tempo, sembrava che un’aura di vera magia aleggiasse nella stanza. 

Infine realizzò: le scale! Capì all’improvviso l’ansia delle ragazze che erano rimaste fuori dalla Sala: sarebbe caduta. Subito dopo si ricordò che le Deran non lo avrebbero permesso e cominciò a scendere i primi scalini ma un sentimento di incertezza cominciava a farsi largo dentro di lei. Non sapeva dove andare. Chi doveva cercare? Di nuovo Remus e interrompere la sua bella serata con Jane? Oppure James per stargli alle costole come sempre? I fratelli Pottere che non sanno stare separati, avrebbe rovinato tutte le sue possibilità di stare con Lily... e poi lo vide... 

Sirius. Elegante e affascinante nel suo abito nero, la maschera che gli nascondeva una parte del viso gettando un’ombra misteriosa sui suoi occhi e rendendo quasi impossibile capire la sua espressione. L’esitazione svanì, ora almeno aveva una meta da raggiungere: doveva afferrare la mano che Sirius le stava tendendo, calmo e rilassato. Arrivata infondo agli scalini poggiò le dita su quelle tese del ragazzo che inaspettatamente si inchinò e si portò la sua mano alle labbra per baciarla. 

“Sei meravigliosa.” Le sussurrò mentre si rialzava e le porgeva il braccio. 

Star accettò di poggiarsi a lui e sorrise. “Ti piace il mio vestito!” Si entusiasmò. 

“Si, ma non stavo parlando del vestito.” Rispose lui mettendosi in posizione per un ballo e stringendole piano la vita. 

Cominciarono a ballare e Star si sentiva bene, le persone si giravano a guardarli ogni tanto ma era solo perché Sirius la guidava nella danza in modo impeccabile e spesso coreografico. Proprio dopo una figura complicata, per la quale la ragazza dovette concentrarsi sul suo cavaliere, notò che lui non indossava la cravatta nera, ma quella blu cobalto. 

Lei rise mentre la musica arrivava alle ultime battute. 

“Che c’è?” Le chiese. 

“Non potevi proprio sopportare tutto questo nero, avevi assolutamente bisogno di un po' di colore.” Lo prese in giro Star inchinandosi proprio nel momento in cui la musica finiva. 

Sirius sorrise, con il suo mezzo sorriso che preannunciava solo guai, ma non rispose. Ballarono un’altra canzone ancora e poi si recarono verso i tavoli per bere qualcosa di fresco. 

Ovviamente il ragazzo la indirizzò verso il tavolo attorno a cui sedevano Mary e James. Sirius prese posto accanto al suo amico il quale si sporse verso di lui per dirgli qualcosa all'orecchio. Probabilmente un complimento sulla bellezza di Mary e forse anche sul suo carattere piacevole. 

“Vi state divertendo?” Chiese Mary. 

“Sì, mi dispiace solo essere arrivata così tardi… il nostro Campione?” Domandò Star. 

“Ha già fatto il suo ingresso trionfale con una ragazza di Corvonero. Ma mai trionfale come il tuo.” Rispose James. Era stranamente di buon umore e Star si preoccupò per Lily, forse era davvero sola. 

“Perché mai come il mio?” Chiese la mora nel tentativo di distrarsi. 

Bhe, sorellina… il tuo era degno di una regina. Sì sono girati tutti a guardarti quando sei entrata, questa sera brilli di luce dorata. E poi hai sceso le scale leggera come una piuma. Stupenda.” Le raccontò suo fratello non senza un pizzico di esagerazione per prenderla un po’ in giro. 

In quel momento si unirono a loro Jane e Remus 

“Lily dov’è?” Sussurrò Star a Remus. Il ragazzo la guardò dispiaciuto e lei comprese.  

“Ceniamo ora? Così poi possiamo darci alla pazza gioia.” Propose Mary, tutti accettarono ma la mora si alzò. “Scusate un secondo.” Disse prima di iniziare a vagare per l’immensa Sala. 

Forse Lily non era nemmeno più lì. Nella sua disperata ricerca notò che sulla parete che dava verso il parco, di solito composta da spessa pietra fatta eccezione per le grandi finestre poste in alto, ora si aprivano delle vetrate che davano su piccoli terrazzini. Poggiata alla balaustra in pietra che circondava una di quelle terrazze stava Lily, i rossi capelli mossi dal vento.  

“Non hai freddo?” Le domandò Star, ma non appena la raggiunse comprese che un incantesimo le proteggeva dalle temperature invernarli. Da ogni terrazza partiva un piccolo sentiero illuminato da candele che lo rendevano facile da distinguere dalla neve fitta che copriva ogni angolo del parco. Ma ora davanti a loro non c’era più il solito prato con radi alberi; c’era piuttosto un giardino con una specie di boschetto nel quale entravano tutti i sentieri. Sui rami degli alberi mille luci gialle creavano un’incantevole atmosfera Natalizia. 

“No.” Rispose Lily dopo alcuni minuti. 

“Ti andrebbe di venire al Ballo con me?” Star la affiancò e le sorrise quando la rossa si girò a guardarla sorpresa. 

“In che senso?” 

Bhe, io ho un accompagnatore solo formalmente. Ma ti ricordo che, anche se Severus non è venuto, tu hai ricevuto ben due inviti per questa sera, che io sappia. Io nemmeno uno.” Spiegò la ragazza senza perdere il sorriso ma nei suoi occhi cobalto qualcosa si mosse. 

“Quello di Sirius è stato molto romantico, anche se pensi che non fosse vero, almeno si è messo d’impegno...” Cercò di sollevarla Lily. 

“Credo che lo abbia fatto solo per attirare l’attenzione, anche se apprezzo la tua versione.” 

“Secondo me lo ha fatto per te. Dovresti chiederglielo. E comunque io ho ricevuto un solo invito, Potter ha invitato Mary.”  

Star diede una gomitata amichevole alla rossa. “Ma lo sai benissimo che James voleva invitare te!” 

“Senza offesa, ma davvero non sarei riuscita a sopportare un’altra figuraccia in pubblico. I ragazzi pensano che io sia crudele solo perché rifiuto gli inviti di tuo fratello. Il concetto è che lui non è proprio il mio tipo!” Sbottò Lily. 

“E quale sarebbe il tuo tipo?” Le chiese Star. 

“Non lo so ancora... forse lo scoprirò questa sera.” La rossa sorrise e la sua amica la prese per mano.  

“Non questa sera che finalmente posso averti per me!” Scherzò la mora conducendola di nuovo nella Sala. “E comunque... io stavo pensando all’invito di Severus e al mio che ti avevo appena fatto quando ho detto che ne avevi ricevuti due.” Aggiunse poi. 

Lily arrossì un po' ma si riprese prima di arrivare al tavolo. 

“Guardate un po' chi ha portato il vento?!” Esclamò star sedendosi accanto a Sirius e lasciando il posto vicino a Remus a Lily. 

“Non volevo disturbarvi ma Star ha detto...” Cominciò a spiegare la rossa. 

“Sei la benvenuta.” La rassicurò James sorridendole. Un sorriso vero, rilassato. Poi ovviamente rovinò tutto passandosi una mano tra i capelli. “E quindi da cosa saresti vestita?” 

Lily sospirò. “Primavera credo...” 

Bhe, io porto i colori del bosco, non credi che siamo perfettamente abbinati?” Le domandò poi con un tono bizzarro, più profondo del normale. 

“Ah! Vedo che c’è spezzatino di cervo come secondo!” Esordì Star allungando la mano verso uno dei piatti che i ragazzi avevano portato al tavolo per mangiare tutti insieme. James deglutì sonoramente. “Spezzatino di cervo?” Domandò preoccupato. 

“Già.” Rispose Star in tono lugubre. 

“Finitela voi due.” Li rimproverò Sirius. 

“Io credo di aver mangiato abbastanza.” Annunciò Mary spostando lontano da sé un piatto a malapena sporco. “Vorrei ballare ma posso andare con qualcun altro se tu, James hai ancora fame. Sirius ha finito, vero?” 

Sirius sembrò svegliarsi da una specie di trans e Star era certa che stesse fissando qualcosa ma non aveva fatto in tempo a coglierlo sul fatto, ma molto probabilmente guardava la profonda scollatura dell’abito di Mary. "Si, certo.” Rispose. 

“Star, non ti dispiace, vero?” Le domandò la bionda alzandosi dal tavolo.  

“No, tanto devo ancora mangiare....” La rassicurò Star ma ormai i due erano già praticamente sulla pista da ballo. 

Jane e Remus mangiarono qualcosa chiacchierando allegramente e poi, dopo vari calcetti da parte di Star, finalmente il ragazzo invitò Jane a fare una passeggiata. Il ballo non era il suo forte ma quel giardinetto sembrava proprio racchiudere la perfetta cornice per un po' di romantica intimità.  

Così al tavolo rimasero solo Lily e i due Potter. 

“Hai visto Alice?” Chiese Star alla sua amica. 

“Si, se la sta spassando con Frank, è una serata davvero speciale per loro.” Rispose la rossa. “Stai per caso cercando di liberarti di me?” Aggiunse poi. 

“No di certo! È solo che mi sembra strano che non sia passata a vedere come stai... tutto qui.”  

“Mi stavo nascondendo da lei... non voglio rovinarle la serata.”  

James ascoltò attentamente lo scambio di battute tra le due ragazze e poi fissò Lily con uno sguardo sconvolto. “Il tuo accompagnatore non è venuto...” Mormorò. La rossa abbassò lo sguardo senza rispondere e James non poté più trattenersi.  “Cioè, io pensavo che fosse malato o che tu avessi deciso deliberatamente di venire da sola e invece quel fesso ha proprio deciso di non venire. Non è così?” 

“Non sono affari tuoi, Potter.” Sbottò Lily. 

“Direi che è ora di andare a ballare!” Esclamò Star porgendo, a sorpresa la mano verso Lily. 

“Ballare? Io e te?” Si sconvolse la rossa. 

“O vieni a ballare con me o resti qui con lui.” Le fece notare la sua amica. 

Lily afferrò la sua mano rapidamente e insieme si allontanarono per ballare un po'. 

“Ti ringrazio, eh!” Gridò James a sua sorella restando solo al tavolo. Ovviamente dopo poco una ragazza gli chiese di ballare, era pur sempre il capitano della squadra di Quidditch. Ma non era nemmeno lontanamente bello come stare seduto vicino a Lily. 

Lily e Star ballarono a lungo insieme, era talmente divertente che si dimenticarono dei ragazzi. Le loro amiche le raggiunsero per un ballo e poi decisero di restare per un altro. Poi ritornarono tutte dai loro accompagnatori con la promessa di tornare da loro a turno. Mentre Frank, seduto su una sedia a bordo pista, faceva riposare i suoi piedi, Alice ballò con Lily e James venne a reclamare la sua amata sorellina. 

“Non hai fatto nessun incontro interessante?” Le domandò mentre la faceva girare su sé stessa. 

“No, credo che rimanderò. Questa sera sto davvero bene così, con Lily, mi sto divertendo molto. Spero che si stia divertendo anche lei.” Star sorrise felice, nonostante non si fosse fermata un attimo era ancora impeccabile, non una goccia di sudore né un capello fuori posto, degna promessa sposa di un Black, ma c’era di più. Quella sera non le importava del fatto che fosse perfetta, era felice, libera, senza imbarazzo. Nessuna paura di mostrarsi al mondo per come appariva davvero; bellissima e piena di gioia. 

Dopo un paio di balli Star tornò dalle sue amiche, era quasi tutte e si scatenarono sulle note di un liscio ballando come se stessero ascoltando tutt’altra musica. Fu in quel momento che a loro si unì anche Mary, prima disse qualcosa nell’orecchio di Lily e le due si abbracciarono poi diventò presto l’animo della festa, come sempre. Una nuova canzone stava per cominciare quando Sirius apparve dal nulla e porse la mano a Star. “Credo che ora io possa riavere indietro la mia promessa sposa.” 

La ragazza annuì. Si era totalmente dimenticata che quella era una di quelle occasioni formali in cui avrebbe dovuto fingere di essere una Black.  

“Oh no! Non ti irrigidire così!” Sbuffò Sirius mentre si metteva in posizione. “Eri così bella prima mentre ti divertivi davvero. So che non vorresti stare con me ma sarà solo per qualche ballo, possiamo divertirci lo stesso.” 

Star sorrise. “Scusami... pensavo volessi che recitassi la mia parte.” 

“Mia madre non è qui, mi importa solo che lei venga a sapere che siamo stati insieme, non mi interessa cosa saprà di come ci siamo comportati.” Spiegò Sirius. 

La ragazza annuì mentre incominciava a muovere i primi passi sulle note di una canzone che era effettivamente carina. “A me non dispiace stare con te, comunque.” Disse dopo un pò, senza nemmeno sapere perché. 

Sirius le sorrise. “Mi fa piacere sentirlo. Mi sentirò meno in colpa.” 

Lo sguardo interrogativo di Star non necessitava di parole, ma lei le aggiunse lo stesso: “In colpa per cosa?” 

La canzone giunse alle ultime note e Sirius la fece piroettare lontano da sé per evitare di risponderle. Quando lei tornò tra le sue braccia, però, lui ridusse al minimo lo spazio tra loro; la sua presa era salda, la mano aperta sulla schiena di lei con il polso che le toccava il fianco.  

“Non è che avevo bisogno di un po' di colore...” Cominciò a spiegarle mentre le prime note della canzone successiva li circondarono. Star ripensò immediatamente alla cravatta del ragazzo e a come lui non avesse proferito parola al riguardo. “E’ che avevo bisogno di questo specifico colore...” Era un tango. Star stava fissando la cravatta che però l’aveva obbligata a guardare anche i muscoli del ragazzo tendersi sotto la camicia mentre la stringeva ancora un po' a sé. Staccò gli occhi dal petto del giovane e lo guardò negli occhi grigi; erano estremante vicini, i corpi che aderivano l’uno all’altro premendo sugli strati di stoffa tra loro. Il ragazzo avvicinò le labbra all’orecchio di lei mentre i suoi piedi si muovevano lentamente pronti ad accennare il primo passo di danza. “... Blu cobalto, come i tuoi occhi.” 

E la spinse via facendola saltare in alto ma senza lasciarle la mano, pronto a riportarla vicino a sé. Forse era stato il salto improvviso ma Star si ritrovò il suo cuore in gola e le ci volle qualche secondo per rimetterlo al suo posto. Subito dopo incominciò a seguire la musica cercando di non pensare a nient’altro che a divertirsi. E le riuscì subito, era facile, davvero troppo facile. Sapeva che passi fare, dove lasciarsi guidare e quando provare un po' a scappare. Sorrideva e rideva, si sentiva bene, si sentiva... intrigante. Sirius la spinse via per poi afferrarle entrambe le mani mentre lei le teneva dietro la sua schiena e così la giovane lasciò che il suo corpo si inarcasse in avanti, quasi del tutto sostenuto dal contrappeso del ragazzo e in quel momento ali oro e scarlatte le si aprirono tra le scapole, era diventata Piumadoro, anche se non del tutto. Sirius le lasciò le mani e le girò attorno per poterla fronteggiare; sul suo viso si leggeva sorpresa ma anche meraviglia. E poi le sorrise, un sorriso ampio, di quelli che scaldano il cuore. La prese di nuovo vicino a sé e le fece fare un casquè, le ali sfiorarono il pavimento. Era un tango davvero molto bello e doveva essere ballato con passione. La stessa del loro spettacolo teatrale. Stavano tessendo la trama di una storia, come quella sera d’estate l’anno prima. Amore e sofferenza. Tentazioni pericolose.  

Quando la musica finì i due avevano le fronti appoggiate l’una all’altra e sorridevano divertiti, i corpi perfettamente in figura. Risero appena e si distanziarono. 

“Sei stata... tu sei...” Sirius la guardava in modo davvero strano. 

In quel momento le ragazze si avvicinarono.  

“È stato stupendo!” Si esaltò Sophia. 

“Una passione incredibile.” Le fece eco Ann. 

Star sorrise, ma poi notò Mary insieme alle altre, e vide lo sforzo che fece per sorridere. 

“Credo di aver bisogno di un po' d’aria.” La ragazza vestita da Fenice girò decisa verso un terrazzo e si dovette costringere a camminare e continuare a sorridere rassicurando le sue amiche di stare bene. Si chiuse finalmente la porta a vetri alle spalle e prese un profondo respiro. Si incamminò lungo il sentiero, di nuovo spaesata e senza meta. Doveva pensare. 

“Blu cobalto, come i tuoi occhi” 

Entrò nel boschetto e si sentì già più calma, le luci erano davvero meravigliose e la neve brillava in modo così placido e rilassante. Si fermò ad ammirare un salice piangente, le cui foglie erano palline luminescenti. Era così bello... 

Dita leggere le sfiorarono la pelle nuda della schiena, seguirono la colonna vertebrale dall’altro verso il basso e si staccarono solo una volta giunte al bordo della gonna. Star si girò e trovò Sirius inginocchiato ai suoi piedi, il capo chino come se stesse chiedendo perdono per qualcosa di molto grave.  

“Scusami.” Mormorò il ragazzo. Lei rimase in silenzio, troppo confusa per parlare. Sirius alzò lo sguardo. “Credo di averti messa a disagio.” 

“Oh, no. Non è colpa tua, devo aver ballato troppo e mi sentivo un po' soffocata dalle attenzioni delle ragazze... sai come sono...” Star sorrise, sembrava una giustificazione plausibile, forse era vero, si era certamente andata così. 

“Ok...” Il giovane si alzò in piedi. Sembrava incerto sul da farsi. A Star sembrò di aver sentito un rumore tra i rami e forse lo aveva sentito anche lui perché la prese per i fianchi e la guardò dritto negli occhi. Grigio contro cobalto. 

“Però, io penso davvero che tu sia meravigliosa. E non solo questa sera, ma sempre. E non solo perché sei... bhe, incredibilmente bella ma anche per come sei. Per il tuo sorriso. E il tuo modo di ridere. Io adoro tutto di te e... sei la mia meraviglia. L’unica persona per cui abbia senso vivere questa mia esistenza.” Sirius sputò fuori tutto senza mai smettere di guardarla negli occhi, con una certa urgenza nella voce, come se fosse davvero importante. E Star... Star riusciva a malapena a credere alle sue orecchie. Il cuore cominciò di nuovo a batterle forte senza alcun motivo. Non era certo una dichiarazione d’amore! Lo sembrava ma non lo era, forse era... forse... 

“Credo di aver deciso cosa voglio da te per quella vittoria…” Sirius la teneva stretta a sé come se avesse paura di verla andare via e Star stava proprio andando via. Forse non lei, ma i suoi pensieri viaggiavano più veloci dell’Espresso per Hogwarts. La vittoria, la vittoria di quella stupida scommessa. Poteva effettivamente chiederle tutto ciò che voleva, era un patto. “Non fare domande.” Decretò lui. Questo era quello che aveva scelto, ma a Star non bastava: 

“Non fare domande in merito a cosa…?” Cominciò a chiedere ma la voce le morì in gola mentre le mani di Sirius si spostavano tra le sue scapole e i loro corpi aderivano. Senza che lei se ne rendesse nemmeno conto lui le sfiorò la guancia con il palmo di una mano, erano davvero troppo vicini. Con un tocco gentile lui le sollevò il mento, e la baciò. Un bacio vero e ogni singola cellula del corpo di Star impazzì. Poteva sentire la mano di Sirius ancora sulla sua schiena che la stringeva a sé più forte con le dita che sfioravano le piume delle sue ali. 

Com'era iniziato tutto finì. Sirius la lasciò andare e si staccò da lei, la guardò negli occhi solo un secondo e poi si voltò e corse via. 

“A-asp-aspetta!” Balbettò Star, ma era già di nuovo sola. Si portò le mani alle guance che le sembravano in fiamme, forse nemmeno le Deran potevano coprire quel rossore. Aveva nello stomaco una strana sensazione, persistente ma piacevole e nella sua testa non era in grado di rielaborare quello che era appena successo.  

Eppure riuscì a ricomporsi proprio mentre qualcuno sbucava fuori da un cespuglio poco distante. 

Regulus!” Si ritrovò ad esclamare completamente spiazzata. 

Il ragazzo le fece un cenno con il mento e poi si allontanò lungo il sentiero. 

Ma certo, era ovvio. Era tutta una messa in scena per lui. E lei ci aveva creduto. Ci aveva creduto... perché?  

“Oh no!” Mormorò. “Oh, no, no, no, no! Proprio no!” Continuò quella litania mentre cominciava a correre di nuovo verso la Sala Grande. Era talmente sconvolta che non badò a nessuno e uscì praticamente correndo. Una volta fuori corse, corse con i tacchi, fino alla torre dei Grifondoro. Si diresse subito nel suo dormitorio e si chiuse la porta alle spalle notando con sollievo di essere sola. 

“OH CAZZO!” Gridò. “MERDA! MALEDIZIONE!”  

Lily uscì dal bagno in quel momento. “Cos’è successo? Wow, sembri sconvolta.” 

E lo era. Star guardò la sua amica realizzando solo in quel momento cosa le era successo. “Mi sono innamorata di Sirius Black.” 

Lily avrebbe dovuto fingersi sorpresa ma non ce ne fu bisogno, il modo in cui lei lo aveva detto era comunque spiazzante. 

“Devo trovare James.” Decretò poi la mora. 

“Oh, è nel suo dormitorio, è tornato presto anche lui perché Mary si è messa a correre dietro a Sirius, letteralmente.” Le raccontò la rossa. 

Star annuì e si diresse verso il dormitorio maschile, spalancò la porta trovando un felicissimo James che si stava infilando la maglia del pigiama. 

“Abbiamo un problema.” Annunciò lei. Suo fratello la guardò preoccupato “Sono innamorata di Sirius. E la cosa non va bene.” 

“Come scusa?” Fece lui sconvolto. 

“Ti proibisco di dirglielo.” Aggiunse Star.  

Sirius?” Chiese conferma James. “Tra tutti i possibili ragazzi del mondo... Sirius?” 

Sua sorella lo fissò. “Dici che è grave?” James si portò le dita alle tempie. “Oh, è molto grave.” Comprese Star. “Ma io... non so come sia successo!” Si disperò poi. 

“Come farai domani?” Le chiese lui. 

E Star realizzò: l’indomani sarebbe dovuta tornare a casa Black, sola con Sirius. Niente James, niente Remus. Quando avevano scoperto di non essere invitati i due Malandrini avevano cominciato a rincuorare i due finti promessi sposi del fatto che sarebbe andato tutto bene, e avrebbero dovuto resistere solo pochi giorni, e erano amici quindi potevano darsi man forte. James aveva dato un nome incoraggiante a quel soggiorno per allietare l’argomento. 

“Dovrò partire per le Avventure di Felpato e Piumadoro sapendo che Star ama Sirius. Per davvero.” Concluse Star. 

“Non è così male.” Cercò di rassicurarla James. “Almeno non dovete dormire insieme.” 

 

 

 

 

************************************ 

 

 

Finito. E’ troppo tardi per dire altro. 

Ciao ciao 

 

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Capitolo 6
*** Le Avventure di Felpato e Piumadoro ***


“Andiamo alla nostra torre.” Propose James. “Abbiamo molto di cui parlare." 

“Si, decisamente. Dammi solo il tempo di cambiarmi.” La ragazza fece per tornare al suo dormitorio ma suo fratello la bloccò. 

“Non cambiarti, sarà divertente.” Con un sorriso caldo e sincero la convinse. Si infilarono sotto il Mantello dell’Invisibilità. La ragazza dovette raccogliere la gonna e stringersela a sé per non farsi vedere o non inciampare, ma alla fine riuscirono a raggiungere la torre. 

“Allora...” James si sedette sul balcone atteggiandosi a psicologo. “Capisco che tu non sappia spiegarmi come è successo, ma dimmi almeno: cosa ci trovi un lui?” 

Star si portò le mani alle guance; la sensazione del bacio di Sirius era ancora vivida in lei. “Non lo so! Non capisco nemmeno io cosa sia successo! Lui è.... mi ha baciata!” 

“COSAAA?! Senza il mio permesso!?” Eccolo, il fratello maggiore che usciva fuori; il ragazzo si sporse verso di lei prima sconvolto e poi, dopo essersi passato la mano tra i capelli, le sorrise. “Sai, avrei dovuto sentirlo... ”  

Star lo guardò chiedendosi cosa intendesse, evidentemente la sua domanda le si leggeva in volto perché James si passò ancora la mano tra i capelli senza smettere di sorridere, anche se era un sorriso strano, imbarazzato. 

“Avrei dovuto sentire il bacio che hai ricevuto da Sirius, i tuoi sentimenti saranno esplosi in quel momento, ma vedi... forse ero un po' confuso anche io....” Raccontò lui. 

Sua sorella sperò che gli fosse successo qualcosa di bello, qualcosa di dolce e perfetto, si sedette a terra, completamente rivolta verso di lui, in ascolto. 

“Mary si era messa a cercare Sirius e le altre ragazze stavano ballando con i loro cavalieri, Lily non voleva disturbare nessuna e tu non tornavi, così le ho chiesto se potevo almeno riaccompagnarla in dormitorio... visto che lei non voleva ballare con me... e visto che anche io non avevo altro da fare lì al Ballo...” Il ragazzo fu interrotto da un suono molto acuto, Star stava trattenendo un gridolino, lui la guardò sconcertato. “Scusa, scusa, continua...” Mormorò lei fingendo di tossire. 

James guardò fuori dalla finestra, lasciò che il suo sguardo vagasse sul parco ricoperto di neve. “Ha detto di sì. Non c’è stato molto, ma mentre camminavamo abbiamo parlato del più e del meno, le ho chiesto come fa ad andare così bene a Pozioni e lei mi ha risposto che le piace perché sono utili per salvare le persone, sono potenti, e possono essere rimedi a tanti problemi. Vorrebbe inventare una pozione che faccia stare meglio Remus e gli altri come lui, sai? E' per questo che spesso aiuta Madama Chips in infermeria, per imparare come utilizzare al meglio le pozioni. Non è fantastica? Ha trovato del buono anche in una disciplina che viene studiata principalmente per avvelenare o ingannare gli altri!”  

Star rimase colpita da quelle parole; Lily era davvero in grado di trovare il buono in ogni cosa, anche in Mocciosus. Quindi era la sua unica vera amica, oltre ad Andromeda, proprio per quel motivo: lei trovava del buono in tutti. 

“Mi piace davvero,” Suo fratello riportò finalmente lo sguardo dentro la torre. “Lei è incredibile! Dolce, spiritosa, sensibile... E nonostante tutte le sue buone qualità l’unica persona che crede irrecuperabile sono io...” Il sorriso del ragazzo si spense all’improvviso e sua sorella non poté far altro che alzarsi di scatto e correre ad abbracciarlo. 

“Non è vero, non avrebbe accettato di farsi accompagnare se tu fossi davvero irrecuperabile, forse non ha semplicemente la forza di provare a recuperarti... però hai aperto uno spiraglio oggi, vero?” Lo rassicurò. 

James tornò a sorridere timidamente. “Ho solo cercato di ascoltarla. Credo ne avesse bisogno.” 

 “Sei sempre stato bravo ad ascoltare, ma un giorno dovrai dirle quello che provi davvero per lei.” Le consigliò la ragazza. 

Lui sbuffò. “Tu hai pensato a cosa fare, invece?” 

“Sto diventando piuttosto brava a fingere di essere una persona più coraggiosa e sicura di sé di quello che sono, credo che sia la fenice che è in me. Per questo immagino che Piumadoro sia un’altra me, una migliore, più impavida. Quindi credo che mi comporterò come si comporterebbe lei: fingerò che sia tutto normale.” Spiegò lei. 

“E’ al limite della schizofrenia ma credo che funzionerà. Non vuoi dirgli quello che provi, dopo avermi appena consigliato di farlo con Lily?” Le chiese James.  

La ragazza scosse la testa. “Non finché sta con Mary. È inutile rovinare il nostro rapporto di amicizia, se le cose tra loro non dovessero funzionare allora mi farò avanti.”  

“Certo, infondo che possibilità ha la ragazza che incarna la perfezione?” Scherzò lui. 

Star gli fece una linguaccia. “Non c’è solo l’aspetto esteriore, sai?” 

“Lo so, ma posso dire che influisce molto, non credo potrei innamorarmi di altri occhi se non dei suoi.” Il giovane tornò a guardare fuori. Sua sorella si sedette accanto a lui, la gonna che penzolava oltre il bordo del balcone, giù nel vuoto ai piedi della torre. Rimasero svegli quasi tutta la notte a parlare, i loro sussurri che si confondevano con il vento e quasi disturbavano il silenzio della neve che ricominciava a cadere. 

 

 

…................ 

 

“Sveglia! Abbiamo poco tempo prima che i due giovani promessi sposi tornino alla loro reggia e dobbiamo aprire i regali!” La voce di Remus era stranamente entusiasta, e anche se James era distrutto si alzò lo stesso. Star li raggiunse poco dopo e suo fratello ammirò la sua abilità nel comportarsi come se nulla fosse accaduto, quando scherzò con Sirius su come era andata con Mary James ebbe per un attimo paura che si fosse auto-colpita con un incantesimo Obliviante.   

I regali che si erano fatti erano tutte cose poco costose ma utili, dei libri, delle penne, qualche maglia; era stata Star a decidere così, diceva che avevano decisamente troppe cose inutili.  

Dopo un pranzo veloce la Malandrina salì in dormitorio a indossare l’abito da viaggio dell’anno precedente. Mentre stringeva il corpetto si accorse, con disappunto, che le era cresciuto il seno, non di molto, ma abbastanza da sentirsi ancora più costretta in quegli abiti. Sorrise allo specchio cercando di non scoprire i denti e di apparire fredda e austera come Narcissa, il risultato la fece rabbrividire, quindi si giudicò pronta. 

Sirius la attendeva in Sala Comune indossando abiti Babbani. “Devi proprio far infuriare subito i tuoi genitori?” Fu l’unico commento della ragazza.  

“Che divertimento ci sarebbe altrimenti?” Scherzò lui. 

Salutarono insieme James e Remus e poi raggiunsero l’ufficio della McGranitt dove, insieme a Regulus, presero la Metropolvere e si ritrovarono nel salone da ballo dei Black. 

“Bentornati.” La signora Black li accolse con un tono talmente normale da sembrare quasi ospitabile, salvo poi assegnare loro orari e incarichi che li avrebbero tenuti occupati tutta la giornata. 

A Star non dispiaceva. Tutte quelle lezioni, quello studio, le informazioni le si affollavano nella mente pronte ad entrare in ordinati cassettini. Questo le impediva di pensare alla sera precedente, e si stupì del fatto di sentirsi quasi grata a Walburga.  

Prima di cena si riunirono tutti in biblioteca: lei, SiriusRegulusNarcissa e BellatrixAndromeda non c’era. 

“Dov’è Andromeda?” Chiese Sirius con un informalità tale da provocare un'occhiataccia di disappunto da parte di sua madre. Era stato costretto a indossare un completo elegante e antico ma questo non gli aveva impedito di tenere la camicia fuori dai pantaloni e la giacca aperta in perfetto stile star del rock.  

Sua madre comunque non rispose. Star dal canto suo cercò di fargli sapere con lo sguardo che gliene avrebbe parlato dopo ma lui non vi badò. Piuttosto decise di alzarsi in piedi di scatto e battere la mano sul tavolo ripetendo in tono perentorio: “Dov’è Andromeda.” 

“Non possiamo più parlare di lei, cugino.” Fu la risposta fredda di BellatrixNarcissa abbassò lo sguardo. Walburga invece sorrise soddisfatta. “Esatto.” 

Gli occhi di Sirius cambiarono espressione un'infinità di volte mentre lui realizzava quello che era successo. Star era certa di essere l'unica nella stanza a vedere la disperazione del ragazzo. 

“L’hai diseredata!” Gridò puntando il dito contro sua madre. “E perché poi? La sua gonna era stropicciata? Ha camminato davanti ad un uomo? O era semplicemente una brava persona e tu non potevi sopportarlo?” 

Walburga sorrise gelida. “Non è importante. Comunque non credevo che ti interessasse, è successo quasi subito dopo che sei tornato a Hogwarts, lo scorso Natale.”  

La donna aveva sottolineato con cura le ultime parole sapendo perfettamente che effetto avrebbero sortito. Sirius aveva passato l'estate alla casa vacanze dei Potter e molto probabilmente prima e dopo la sua partenza non aveva incontrato nessuna delle sue cugine, motivo per cui non poteva aver notato che una delle tre non faceva più parte della famiglia. Ma lui si incolpò lo stesso. Con uno scatto improvviso il giovane uscì dalla stanza evidentemente diretto verso la sala dell'arazzo. Sua madre lo seguì con calma e una curiosità scientifica nello sguardo, come un uomo che osserva un topino intrappolato cercare di liberarsi.  

Bellatrix si alzò in piedi solo quando Walburga fu uscita dalla stanza e fece un breve cenno a sua sorella ancora seduta. “Muoviti, non voglio perdermi la scena.” Narcissa si alzò di controvoglia togliendo immaginari granelli di polvere dal suo vestito con le mani e poi le due si diressero fuori seguire da RegulusStar capì cosa stava per succedere: Sirius avrebbe ricevuto la sua punizione per quella scenata. Secondo le regole di casa lei non aveva nessun diritto di alzarsi da quella sedia e seguire gli altri Black, ma Sirius stava per affrontare l'ira di sua madre per l'ennesima volta, e lei gli sarebbe stata accanto. Anzi… avrebbe provato a fermare la sua sofferenza. La giovane prese un profondo respiro e si alzò dalla sedia procedendo a passo di carica verso la sala degli arazzi. Nel corridoio i giovani Black camminavano tranquillamente, se avessero corso si sarebbero beccati una bella punizione a loro volta. Ma a Star non importava, non importava più niente se non di SiriusCosì afferrò le lunghe gonne che la intralciavano e spinse di lato Bellatrix, “Levati.” le disse prima di superarla e correre verso la sua meta. 

Sirius era in ginocchio, le mani strette al petto e il muscolo della mandibola talmente teso da dare l’idea che il morso del giovane avrebbe potuto spezzare l'acciaio, eppure non gridava. Non un singolo suono uscì dalla sua bocca, ma una parola molto chiara uscì da quella di Star: “Sirius!” 

Walburga si fermò per voltarsi verso la nuova arrivata. La ragazza emanava rabbia ma cercò di calmarsi e assumere un aspetto decente. 

“Mi hai spinta lurida mocciosa?!” Bellatrix le arrivò alle spalle puntandole contro la bacchetta. 

Bellatrix, fermati.” L'ordine annoiato di Walburga arrivò tardi ma non sembrava che Star fosse stata colpita comunque, Sirius si stupì; Bellatrix aveva esitato? 

“Sono delusa da entrambe.” Proseguì la donna, le due giovani le si inchinarono in segno di scuse. “Mi aspetto di vedervi fare una ricerca sulle buone maniere e sull'eseguire gli ordini questa notte. Insieme. Me la consegnerete domani mattina. Saprò se avrete dormito o meno dalla sua lunghezza.” Detto questo la signora Black si avviò verso la porta, poi si fermò giusto un secondo per ricordare a tutti di prepararsi per la cena, infine li lasciò soli. 

“Come hai fatto?!” Bellatrix aggredì subito Star guardandola in modo strano. Sembrava davvero troppo furiosa. 

“Non ho fatto niente.” Replicò Star. 

“Avanti, dimmi quale assordo incantesimo da principiante hai usato!” La intimò la Black estraendo di nuovo la bacchetta. 

“Vattene, cazzo!” Sbraitò Sirius rivolto alla cugina. La rabbia dentro i suoi occhi superava di gran lunga quella della ragazza e il giovane mandava scintille, letteralmente. Era ancora in ginocchio a terra ma si alzò piano, i pugni stretti. 

“Che c’è, cugino? Hai preso male la scomparsa della dolce Andromeda? Non era abbastanza forte e fiera per questa famiglia. E in realtà non lo sei nemmeno tu. Spero che condividerete la stessa sorte.” Soddisfatta di aver avuto le ultime parole Bellatrix se ne andò seguirà da sua sorella e Regulus, che erano rimasti fermi in disparte per tutto il tempo, era evidente che quello era il loro modo per evitare i guai. 

Rimasero soli. Felpato e Piumadoro. Il ragazzo si voltò sfiorando con le dita il buco incenerito che un tempo era il ritratto di Andromeda.  

“Non me ne sono nemmeno accorto.” Mormorò poi. 

“Non è colpa tua. Lei non voleva che tu lo sapessi così.” Rispose Star piano. 

Sirius si voltò a guardarla sorpreso. “Tu lo sapevi?” Si stupì, poi realizzò: “Certo, tu le scrivi. A differenza mia.” 

La ragazza gli si avvicinò. “Voleva dirtelo di persona, Sir. Tuo zio ha già organizzato tutto. Ci avrebbe portato da lei domani. Quest'estate non era sicuro… e non è sicuro parlarne ora.” 

Il giovane annuì piano. Poi sorrise appena. “Sir” Ripeté. “È così strano quando mi chiami così.”  

“Scusa.” Sussurrò lei.  

Sirius scosse la testa. “Tranquilla, non mi dispiace affatto.” Dopo qualche secondo di silenzio in cui entrambi fissarono la bruciatura nell'arazzo, spalla contro spallaSirius tornò a guardare la sua amica. “Andiamo a prepararci.” 

 

 

………. 

 

La cena passò in assoluto silenzio finché Orion non chiese come si erano comportarti i suoi figli. 

Sirius, lo puoi vedere tu stesso, fatica ad abituarsi al ritorno alle buone maniere. Per così dire.” Commentò Walburga. 

Il signor Black fissò suo figlio che sedeva in una posizione impeccabile, se fosse stato una donna, alzava persino il mignolino ogni volta che beveva, inoltre l’unico cambiamento che aveva attuato al suo abbigliamento era l'aggiunta di un corpetto, forse rubato dall'armadio provvisorio di Andromeda, indossato sotto la camicia, ma comunque ben visibile. 

“Farai qualche ripasso con me. Questa sera.” Decretò Orion. 

Sirius non rispose, sorseggiò altra acqua e poi si alzò da tavola esibendosi in un elegante inchino da dama, prima di andarsene.  

Star dovette trattenersi dal ridere, e non fu molto difficile, le bastò incrociare i freddi occhi di Orion. Non abbassò il suo sguardo anche se sostenere quello dell'uomo le risultò difficile, la faceva sentire in pericolo, la calma prima di una tempesta terrificante. Alla fine, solo per educazione tornò a guardare il suo piatto, ma si sentì come se tutta la voglia di ridere le fosse stata portata via. Quello era il padre di Sirius. 

 

Il giorno successivo, dopo aver passato l'intera notte sui libri, Walburga esaminò gli elaborati delle due giovani e poi le condusse a fare una rapida colazione. Non concesse loro nemmeno un secondo di riposo per tutta la giornata. Star si stupì della resistenza di Bellatrix, non aveva certo il potere delle Deran a farla sembrare fresca come una rosa e di certo doveva aver bisogno di dormire, a differenza di Star, eppure non mostrò mai il minimo segno di debolezza. Era di certo la nipote preferita di Orion e Walburga per un motivo ben specifico: se l'era guadagnato con fatica e sudore… e molto probabilmente sangue. 

Poco prima di cena Alphard fece il suo ingresso in casa, era sempre molto strano vederlo in abito formali. Parlò a lungo con Walburga che sembrava restia a lasciarli andare via dopo i guai causati ma alla fine la vecchia volpe dello zio di Sirius la convinse con: “Se vuoi avere una Deran in famiglia devi anche dare la possibilità ai due di innamorarsi. Puoi costringere Sirius a sposarla ma lei sa bene chi è.” 

Qualche minuto dopo, in abiti da passeggio, Star, Sirius e Alphard uscirono dal numero 12 di Grimmauld PlaceAvevano avuto il permesso di cenare fuori, il che a Sirius sembrò un miracolo. Camminarono lungo la strada a distanza concordata finché non furono sicuri di essere fuori dalla vista di Walburga appostata di fronte a qualche finestra della villa. Subito dopo, in un vicolo nascosto, Alphard si smaterializzò portando con sé i due ragazzi. Riapparvero tutti in un boschetto innevato.  

“Però è davvero un bel posto.” Si stupì Sirius mentre si dirigevano verso una casetta in legno dall'aspetto molto accogliente. Star aveva letto la descrizione di quella casa così tante volte che, ora che la vedeva per la prima volta, le sembrava in realtà famigliare. 

Alphard bussò in modo un po’ bizzarro e la porta si aprì quasi subito. 

“Siete arrivati!” Esclamò Andromeda, nonostante quello che aveva passato ora il suo viso era molto più felice e sereno dell’ultima volta in cui Star l'aveva vista. Il suo sorriso naturale era così speciale che la ragazza dagli occhi cobalto si sentì arrabbiata con i Black per averlo spento così a lungo. 

Dopo aver salutato tutti abbracciandoli, Andromeda guidò i suoi ospiti in un salotto con un camino semplice ma molto bello. La giovane donna iniziò subito a spiegare a Sirius cosa aveva fatto e perché non gli aveva detto niente: 

È da tempo ormai che sono innamorata di Ted. Ma lui è un nato-babbanoSai che la nostra famiglia non avrebbe approvato. Però lo amavo troppo, ci vedevamo di nascosto. Era da tempo che volevo andarmene dalla nostra famiglia ma mia madre mi ha sempre pregato di restare. La protezione che offre una casara come i Black di questi tempi… bhe… non voleva che io rischiassi così tanto. Ma non ero felice. Fortunatamente sono la figlia di mezzo, nessuno ha fatto molto caso a me durante la mia infanzia, non ero dotata come Bellatrix o ligia come Narcissa quindi a tua madre non dispiaceva se mia madre decideva di mandarmi via per qualche tempo o tenermi a casa.”  

Sirius annuì, era vero, molto spesso a casa sua vedeva Bellatrix e Narcissa ma negli ultimi anni Andromeda presenziava solo agli eventi ufficiali e di una certa importanza. In quel momento il pianto improvviso di un bambino lo fece sobbalzare, Star invece si alzò in piedi di scatto sorridendo entusiasta. “La posso vedere, An?”  

Andromeda le sorrise e li guidò tutti verso una delle camere dove una bambina di circa due anni stava piangendo seduta sul letto. 

“Tutto bene, tesoro?” Andromeda la prese in braccio e lei si calmò subito, i suoi capelli ebbero uno strano scintillio ma nella stanza semibuia era difficile identificarne la natura.  

“Guarda, questa è Star, ti ricordi?” Andromeda si avvicinò con la bimba alla sua amica che sorrise emozionata. 

“Stella!” Esclamò la bimba porgendo le braccia verso Star, la ragazza la prese in braccio sorpresa da tutto quell'affetto. 

“Crede che tu sia una stella per davvero.” Le sussurrò Andromeda come spiegazione. 

Sirius era a dir poco sconvolto, ma vedere Star con una bambina in braccio, dopo Anne, lo rendeva anche felice e nervoso allo stesso tempo. Natante tutta la confusione dentro di sé il ragazzo riuscì finalmente a fare una delle molte domande che gli affollavano la mente.  

“Come si chiama?” La voce del giovane era roca come arrugginita.  

Ninfadora.” Rispose Andromeda con un sorriso. “A Ted piaceva qualcosa che avesse un suono naturale.”  

“Mi piace, ma chissà se piacerà a lei. Magari è un tipetto peperino.” Commentò Star tranquilla.  

“Quando l’hai avuta? Come hai fatto? Non capisco.” Le domande premevano troppo all’interno del cranio di Sirius premevano troppo per non lasciarle uscire.  

Tornarono nel salottino, Star si sedette a terra in un morbido tappeto giocando con la piccola Ninfadora, mentre Andromeda serviva il the e raccontava la sua storia. La storia di come lei è Ted si fossero finalmente decisi a sposarsi, una cerimonia intima e parecchio segreta in Scozia. Poi il loro cercare un luogo sicuro con l’aiuto della madre di Andromeda che in realtà faticava a reputare qualsiasi luogo abbastanza sicuro. Una vita vissuta a metà in mille case diverse per essere sempre in movimento e non destare sospetti. Infine quella casa nel bosco, perfetta, bastava solo qualche lavoro per sistemarla e molti, molti incantesimi di protezione.  

“Avevamo appena iniziato a lavorarci quando sono rimasta incinta.” Spiegò l’ex Black. “Ninfadora è nata due anni fa, ha reso le cose più difficili. Eravamo più impegnati a tenerla al sicuro e abbiamo concluso tardi la casa. Mia madre ha acconsentito al mio trasferimento completo solo dopo lo scorso Natale. E ora sono ufficialmente libera di vivere tranquilla la mia vita. Ho preso volentieri il cognome di Ted, non ho sofferto. La cosa più bella è stata affermare con sicurezza davanti a tua madre che avevo sposato un figlio di babbani. La sua espressione era impagabile, mia madre è stata bravissima a fingere di non saperne nulla, l’ho pregata di restare al sicuro. E tua madre era così soddisfatta di poter bruciare quel pezzo di arazzi, così l’ho fatto io stessa. Le ho tolto anche questa soddisfazione. Ed è stato stupendo. Sai, Bellatrix mi ha sempre disprezzata, non le importava quello che facevo, ma anche se Narcissa cerca di essere come lei io credo che sospettasse qualcosa di tutto ciò, ma non ha mai detto nulla.” 

“Ah, l’ingenua Cissy si farà trascinare nel barato dalla spietata Bella.” Commentò Alphard sereno.  

“Tu zio non vuoi andartene?” Chiese Sirius dopo qualche minuto di silenzio.  

Nah, aspetto che anche il mio ultimo nipote buono venga rapito dall’amore della sua vita. Ho bisogno di sapere che non sarai solo quando te ne andrai. Devi poterti appoggiare a qualcuno, devi fidarti. Allora me ne andrò anche io. Ma fino a quel momento…. Beh, qualcuno deve pur fare il doppio gioco per renderti la vita migliore.” Alphard si alzò sorridendo e andò alla finestra.  

“Pensi che me ne andrò?” Domandò Sirius.  

“Tu no?” Fu la risposta di suo zio, alla quale seguì un altro lungo silenzio. “Questa è una zona sicura. E l’ultima volta che sono venuto qui ricordo di aver visto un rifugio oltre il boschetto, non troppo lontano. Magari tu e la magnifica Gioia potreste andare a camminare fino a lì. Non avrete molti altri momenti di libertà come questo nei prossimi giorni.” Propose Alphard dopo un po’.  

“Appena tornerà Ted ceneremo tutti insieme.” Aggiunse Andromeda.  

Sirius annuì piano e uscì e Star si alzò da terra per raggiungerlo.  

“Mio cugino è sexy, eh?” Le sussurrò Andromeda prima che la ragazza carcasse la porta. E Star tornò alla sera della Vigilia. Doveva ancora raccontare tutto ad Andromeda.  

“Aspettami.” Star raggiunse il Malandrino con una corsetta leggera. “Mi dispiace non averti detto di Andromeda, davvero. Ma lei voleva parlartene di persona.” 

“Sapevi tutto da anni?” Le chiese lui.  

“No. Lei mi scriveva di Ted e del fatto che erano innamorati ma non usava mai il suo nome, né mi ha mai detto di essersi sposata o aver avuto una figlia. Era rischioso, capisci? Mo ha raccontato tutto solo lo scorso Natale.” Spiegò lei.  

“Poteva dirlo anche a me.” Sbuffò lui continuando a camminare qualche passo avanti.  

Star gli afferrò un braccio, spazientita, costringendolo a voltarsi verso di sé. “Intanto non avrebbe dovuto dirlo nemmeno a me, ho solo percepito una cosa strana mentre la abbracciavo, e non so come ho capito che doveva aver partorito. E in secondo luogo, io non ho scatto di rabbia come i tuoi in cui non controllo quello che dico. Più persone lo sapevano più Leo era in pericolo, ho dovuto evitare anche solo di pensarci per cercare di proteggerla il più possibile.” 

Sirius la guardò sconvolta. “Credeva che l’avrei tradita in uno scatto d’ira…” Ripetè atono. 

La ragazza gli lasciò il braccio rendendosi conto di aver detto una cosa orribile. “Scusami.” 

Lui scosse la testa piano. “No, hai ragione. Non mi so controllare. Specialmente in quella casa. Ha fatto bene. Sono felice per lei, davvero. Mi chiedo se un giorno riuscirò a vivere libero anche io.” 

Star sorrise. “Certo che si.” 

I due camminato o in silenzio fino ad arrivare al rifugio, ma era un silenzio gradevole, poi Star colpì il suo amico con una palla di neve e allora iniziarono una battaglia. Continuarono a colpito con la neve finché non tornarono alla casa. Lì Andromeda consegnò loro sua figlia ben imbottita in abiti pesanti e chiese di farla giocare un po’ in giardino. “Per rinforzare il carattere.” Aggiunse.  

Fu mentre la bimba giocava afferrando la neve con le piccole manine che videro i suoi capelli cambiare colore all’improvviso.  

“Ehm, le sono venuti i capelli azzurri.” Gridò Sirius attirando l’attenzione di sua cugina che uscì di casa.  

“Oh, si. Crediamo sia una Metamorfomagus.” Li tranquillizzò quest'ultima. 

“Forte.” Commentò il ragazzo. 

Star invece propose ad Andromeda di aiutarla a cucinare e lo zio Alphard uscì a fare compagnia a Sirius. 

“Allora, che succede?” Le chiese la giovane donna senza tanti preamboli. 

Star sospirò e le raccontò del Ballo del Ceppo. “Mi sa che mi sono innamorata di Sirius.” Concluse con tono cupo. 

Ed è brutto?” Replicò Andromeda trattenendosi appena dal ridere. 

Bhe, credo che gli piaccia Mary e a Mary piace lui ma anche se non fosse così.. Sirius Black non ha mai amato nessuna ragazza per davvero. Dice che c’è né una… se fosse Mary … sarebbe una cosa brutta. E non credo di essere io perché … insomma. Avrebbe potuto dirmelo.” Spiegò la ragazza. 

“A me sembra he te lo abbia detto, al ballo.” Ribatté la sua amica. 

 

 Star scosse la testa. “Nei paraggi c'era Regulus. Io credo che Sirius lo sapesse, credo che fosse una delle sue messe in scena. Come l'invito al ballo. Vuole solo una copertura da me. Nessuno a scuola sa che esce con Mary in segreto. Lei adora questa cosa, e visto che sono l'unica a cui può dirlo me ne parla in continuo. Le cose che le dice… secondo me è lei che ama.”  

“Ma tu glielo hai chiesto?” Andromeda le posò una mano sul braccio dal momento che la ragazza sembrava davvero giù di morale. 

“Non posso. Mi ha chiesto di non fare domande per via di una scommessa…” Provò a raccontare lei ma la donna la interruppe subito. “Che sciocchezza! Non può impedirti di chiederglielo. Al massimo può evitare di rispondere. Ma noi sappiamo che se non risponderà vorrà dire che tu gli piaci e per qualche assurdo motivo non vuole dirtelo.”  

“Oppure può voler dire che gli piace Mary, e ha notato che io sto provando qualcosa, e non vuole ferirmi.” Ipotizzò Star. 

La sua amica di penna la guardò con occhi dolci e gentili. “Siete così complicati voi giovani. Non costa niente essere chiari. Serve solo un po’ di coraggio. Capisco che siate molto amici, ma questo non cambierà comunque vadano le cose.” 

 

Ted tornò a casa poco dopo e cenarono tutti insieme. Finito il cibo Star si offrì di pulire i piatti e Ted la aiutò. Alphard andò a fare una breve camminata per trovare un punto sicuro per smaterializzarsi e tornare a casa. Così Andromeda e Sirius parlarono un po’. 

Infine Sirius, Star e Alphard salutarono la famiglia Tonks e se ne andarono.  

Una volta tornati a casa Black Sirius ebbe il permesso di accompagnare Star nelle sue stanze. 

Credi ancora che dovrei dare a questa mia famiglia altre possibilità?” Le chiese lui all'improvviso. 

“Non so. Credo sempre che allontanarsi totalmente dalla propria famiglia sia difficile, per quanto sia brutta. Ma credo anche che tu meriti di essere felice.” Rispose lei con un dolce sorriso in volto, senza pensarci accarezzò la guancia del suo amico che la ringraziò e se ne andò. 

 

……. 

 

Il mattino seguente, durante la colazione più formale di sempre, successe qualcosa di inaspettato.  

Regulus, tu sei stato con Sirius e la sua promessa ad Hogwartsti sembra che abbiano rispettato i patti?” Domandò Walburga come se stesse conversando sul tempo. Star invece rischiò di soffocarsi con il thè che stava bevendo, ma riuscì a cavarsela con un lieve colpo di tosse quasi impercettibile. 

Si, hanno presenziato al Ballo insieme, e sono stati spesso visto insieme. Tutti a Hogwarts sanno del loro amore.” Rispose Regulus sforzandosi di mantenere lo stesso tono calmo. Ovviamente parlare dei sentimenti di suo fratello, che lo detesta, in sua presenza non era facile per lui. 

“Capisco. Ma, secondo te, lo sono davvero? Non mi piace essere presa in giro.” Insistette la donna.  

Era evidente che il giovane ebbe delle serie difficoltà a deglutire. “Li ho visti la sera del Ballo. Io credo che non si possa fingere quel trasporto.” 

Walburga sorrise soddisfatta. “Certo. La sera del bacio.” 

Star si dimenticò all'improvviso come si respira e dovette cercare di calmare il battito del suo cuore sapendo di star perdendo il controllo. Le era del tutto passato di mente che Sirius l'aveva baciata un giorno prima della fine dell'incantesimo 

“Io…” Cominciò a scusarsi la Deran, pronta a inventarsi qualche stupidaggine sulla passione di un giovane amore così a lungo trattenuto. 

“Capisco, non potevate farne a meno e a avete pensato che essendo passata la mezzanotte forse il patto era rispettato.” La interruppe Walburga. “Lo accetto, per questa volta. Siete scusati.” 

Sirius si alzò nuovamente in piedi di scatto. “Quindi sarà per sempre così? Da ora ci controllerete entrambi? Mettendo mio fratello come spia? Solo perché non vi siete resi conto di Andromeda allora mi impedite di avere la benché minima intimità così sarete sicuro che la mia vita scorra esattamente come programmato?” Senza attendere risposta il giovane se ne andò. 

Star guardò tutti i presenti. “Mi scuso per lui. Se me ne date il permesso, posso provare a farlo ragionare.” 

Orion annuì in segno di consenso ma osservandola con i suoi occhi gelidi, come se fosse principalmente curioso di vedere se sarebbe riuscita a piegare Sirius al volere dei Black. Cave da laboratorio. 

La ragazza bussò piano alla porta della stanza del Malandrino e lui aprì subito. Le foto delle riviste tappezzavano le pareti ma c’erano anche foto dei Malandrini, i quadri che gli avevano regalato per Natale e molto altro. Star smise di analizzare la stanza e riportò il suo sguardo su Sirius. 

“Mi dispiace.” Disse lui prima che lei potesse aprire bocca. “Non vorrei che tu dovessi subire tutto questo. Questi interrogatori ad altri come se tu non fossi lì, come se la tua parola non fosse affidabile. Il fatto che sappiano tutto di ciò che fai e con chi stai… so che è orribile e … credo che dovremmo smetterla.”  

Star sbuffò. “Non la smetterò ora dopo tutta la fatica che ho fatto. Vedrai che una volta che li avremo convinti i controlli diminuiranno.” 

“Come vuoi.” Sirius si sedette sul suo letto e ci rimase a lungo in silenzio, finché la ragazza non prese posto accanto a lui. 

Dopo alcuni secondi Star si decise, prese coraggio e parlò: So che è la tua ricompensa per aver vinto la scommessa ma…”  

“No.” La bloccò lui. “Non ci provare nemmeno. Ti ho chiesto una sola cosa. Devi rispettarla.” 

La ragazza si alzò in piedi ponendosi di fronte a lui. “Però non puoi nemmeno impedirmi di chiedere! È una cosa che riguarda anche me! 

Bhe, non era certo il tuo primo bacio, o sbaglio?” Sbuffò Sirius. 

Non era il primo bacio, ma era stato il primo bacio che l'aveva fatta sentire così. Oltre ad essere stato un bacio lievemente più profondo di quelli a stampo fin ora ricevuti. 

“Dimmi almeno se lo hai fatto perché c'era Regulus. Solo questo.” Mormorò la giovane. 

“Non sono tenuto a risponderti.” Brontolò il ragazzo. 

“No, ma perché non dovresti farlo? Mi hai sempre detto tutto dei nostri piani, perché questa volta no? Mi hai colta alla sprovvista e ho il diritto di sapere perché.” 

“Si! Va bene? L’ho fatto per Regulus. Sei felice ora?” Sbottò lui. 

Felice? Il cuore di Star era appena sprofondato da qualche parte nel suo stomaco, ma non era sorpresa. Una parte di sé lo aveva sempre saputo. L'unico problema, a quel punto, era nascondere i suoi reali sentimenti per fingere di avere quei sentimenti per finta. Fortunatamente era una Deran. Ed era anche convinta che un giorno qualcuno le avrebbe fatto venire il batticuore come aveva fatto Sirius. 

“Perché sei così arrabbiato?” Chiese lei. 

“Speravo che almeno tu non mi pressassi. È difficile essere una persona spontanea e impulsiva in una famiglia in cui devo rendere conto di tutto. E ora anche con te?” Rispose Sirius sinceramente. 

“Mi dispiace. Ma vuoi sapere una cosa che potresti fare a sorpresa che nessuno avrebbe il coraggio di chiederti di spiegare?” Piumadoro era così, aveva sempre un piano in testa. 

Il ragazzo la guardò curioso. 

“Comportati come vogliono loro.” Spiegò la giovane. 

Sirius rise. “Sei talmente brava a fare il doppio gioco che mi chiedo se questa proposta sia per aiutare me o per rendere soddisfatti i miei genitori.”  

Star si inchinò, ma come avrebbe fatto un uomo. “Pensavo che il punto fosse non fare domande.” E dopo un sorriso Malandrino uscì dalla stanza lasciandosi dietro un'altra risata di Sirius. 

Non era felice. 

Giunta l'ora dello studio in biblioteca i giovani della famiglia si radunarono attorno al tavolo. Sirius entrò vestito di tutto punto, mantenendo la posizione corretta e, sotto gli occhi increduli di sua madre, prese posto accanto alla sua futura moglie senza dire una parola. 

Star sorrise. Avevano avuto la prima piccola vittoria, entrambi. Sirius aveva sbalordito e lei aveva dimostrato di saper fare ciò che mille punizioni non erano mai riuscite a fare. 

Per il resto della giornata Sirius si comportò in modo esemplare, tanto che a cena Walburga Se ne uscì con un “Sono felice di vedere i miei figli prendere finalmente sul serio le nostre tradizioni, e dobbiamo ringraziare il futuro membro della famiglia per questo.”. Star notò con estremo piacere che questo fece apparire per un secondo un'espressione delusa sul volto di Bellatrix. Non essere al centro dei complimenti serali era evidentemente una novità per lei. 

Dopo cena Star si concesse un lungo bagno rilassante. Andromeda le aveva dato il permesso di svuotare il suo armadiobruciare gli abiti verdi e prendersi quello che voleva; e la giovane aveva trovato dei Sali da Bagno che emanavano un dolcissimo profumo di rosa, le ricordarono talmente tanto la sua amica che non resistette e li usò. 

Uscirà dalla vasca si legò l’asciugamano addosso e si chiuse la porta del bagno alle spalle restando nella penombra creata dalla luce della luna che entrava dalla finestra. Cercò di asciugarsi al meglio mentre si recava nella camera da letto e accendeva la candela sulla cassettiera. La stanza si illuminò un po’, estrasse da un cassetto una sottoveste leggera che indossò sopra le mutande. Infine si voltò verso il letto e per poco non cacciò un urlo; Sirius era steso sopra le lenzuola, in mutande, e la guardava divertito. 

“Ma sei pazzo!” Lo sgridò la ragazza sentendosi all'improvviso troppo nuda. 

“Mi dispiace averti spaventata. E giuro che ho chiuso gli occhi mentre ti cambiavi.” Replicò lui trattenendo una risata. 

“Non è che… se tu fossi vestito almeno… cosa Bolide stai facendo?!” Si agitò lei. 

Sirius le sorrise. “Oh, la mia bellezza ti sta mettendo a disagio?” 

Star lo guardò; il ragazzo era steso su un fianco, il comito puntellato sul cuscino e la testa posata sulla mano. Era totalmente a suo agio nel suo corpo, in quel suo favoloso corpo tanto simile a quelle statue italiane… Star scosse la testa cercando si tornare in sé. 

“No!” Ribatté stizzita, rendendosi perfettamente conto che era passato un lasso di tempo troppo lungo e anche se la luce della candela alle sue spalle probabilmente impediva a Sirius di vedere il suo viso sapeva che lui non aveva dubbi sul fatto che lei lo avesse guardato. 

Infatti rise. Una risata di cuore. “Sai, è da un po’ che fai la strana con me… non è che finalmente si stanno accendendo gli ormoni anche a te?” 

“Non sono strana!” Sbuffò lei. “Mi dici cosa ci fai qui, così?”  

Sirius trattenne un'altra risata. “Se pensi di essere al sicuro qui nelle tue stanze ti sbagli. Mia mamma può vedere ogni cosa. Raramente può sentire, ma può vedere. Molti di questi quadri sono in realtà finestre. Non c’è scampo.” 

“E cosa vuoi che faccia?” Chiese Star riacquistando un po’di dignità. 

Lui batté piano la mano sul letto accanto a sé. “Vieni qui.” 

La ragazza quasi si strozzò con la sua saliva. “No!” 

“Avanti! Come se non avessimo mai dormito insieme.” La prese in giro lui. 

La giovane sospirò. “Si ma tu…” 

“So che ho sempre cercato di indossare almeno i pantaloni dormendo con te ma qui non sarebbe realistico. E poi non cambia così tanto dai. Ti prometto che lo terrò a bada.” La rassicurò. 

“Chi…?” Chiese lei spontaneamente, sorpresa da quel cambio di persona, ma poi realizzò. “Oh, stavi parlando del tuo… oh… Certo! Questo mi mette proprio a mio agio.” Borbottò poi. 

Sirius sbuffò spazientito e si sporse fuori dal letto per afferrare il polso della ragazza e trascinarla accanto a sé. 

“Ti ripeto che mia madre ci osserva. So che è odioso, ma se vuoi aiutarmi dovresti almeno fingere di non potermi resistere.” Le ricordò lui. 

Star non capì molto bene. Stava analizzando la sensazione della stoffa leggera addosso alla pelle, attraverso la quale il calore delle dita di Sirius si faceva strada per carezzarle la schiena piano. 

Il ragazzo passò un braccio sotto il fianco di lei e la strinse a sé, con l'altra mano le toccò i capelli con delicatezza. 

“Ti chiedo perdono, sembri davvero non a tuo agio.” Si scusò Sirius. 

Star gli sorrise. “No… tranquillo. Mi hai solo colto di sorpresa.” Dopo un secondo di silenzio la ragazza si rese conto che si stava perdendo un po’ troppo nel grigio degli occhi di Sirius così abbassò lo sguardo e chiese: “Vuoi dormire qui questa notte?” 

“Il piano è questo.” Le spiegò il ragazzo tranquillo. 

“Vuoi proprio fargli capire che non possiamo fare a meno uno dell'altra.” Scherzò lei. 

Bhe certo! Vogliono che ci sposiamo? PerfettoDevo comportarmi da bravo figlio? Ok. Ma almeno rendiamolo un po’ divertente. Deve essere scandaloso!” Si esaltò lui. 

“Come il Rocky Horror?” Chiese la ragazza. 

“Esatto!” Gli occhi di Sirius brillarono alla luce della candela. 

“Sono felice che questo ti metta di buon umore. Ti aiuterà a stare bene.” Commentò lei poggiando la testa sul petto di lui. 

“Grazie… è l'unico modo per sopravvivere a questi giorni.” Il ragazzo rimase in silenzio qualche secondo. “Sicura che non sia un problema per te? Mia madre.. le regole..” Chiese poi. 

Star alzò la testa per poterlo guardare negli occhi. “No. Non è pensante. E poi sto bene finché non devo interagire con tuo padre.” 

“Ah, hai paura di mio padre, eh?” La prese in giro lui. 

“Tu no? È terrificante! Austero, quella serietà…la sua freddezza… mi dà l'idea che possa uccidere o che lo abbia già fatto.” La giovane finse un brivido come per scuotersi via quell'idea. 

“Capisco. Ti chiedo scusa. Ma tu resta con me…non ti succederà niente.” La rassicurò lui  

“Lo so. Tu non lo permetterai.” Improvvisamente Star si senti stanca e cercò di mettersi comoda in quella posizione. “Come l'anno scorso.” 

“In che senso?” Chiese lui perplesso. 

“So che sei stato tu e non James, quel giorno.” Dopo aver detto questo tutto diventò buio. Non aveva mai preso sonno così all'improvviso. Una parte del suo cervello registrò la voce di Sirius chiederle come lo sapesse ma non ottenendo risposta si arrese. Forse erano stati i Sali da Bagno. 

 

 

……… 

 

Il mattino successivo Star si svegliò con le braccia di Sirius ancora attorno a sé, non l'aveva lasciata nemmeno un secondo. Sospirò chiedendosi se un giorno avrebbe dormito così anche con la persona che avrebbe sposato. Poi si alzò e si vestì. 

“Sei già pronta, che peccato.” Fu il commento lieve di Sirius mentre la osservava raccogliersi i capelli in una crocchia elaborata. 

“Fatti bastare lo spogliarello di ieri, pervertito.” Sbuffò la ragazza con il sorriso sulle labbra. 

Lui rise. “Quindi siamo d’accordo, cercheremo di essere scandalosi giusto?”  

Star lo guardò, gli occhi cobalto che mandavano bagliori divertiti. “Ma certo.” Poi si alzò e imitò Janet del Rocky Horror: “I wanna be dirty!” Allora Sirius si sventolò il volto con una mano fingendo di essere a dir poco scandalizzato. 

“Bene, iniziamo.” Il ragazzo afferrò la sua maglietta dalla sedia dove l’aveva lasciata ma non la indossò, se la posò sulla spalla e senza dire altro uscì dalle stanze di Star. La ragazza lo guardò sconvolta salutare allegramente Regalus senza preoccuparsi minimamente di essere in mutande. 

Mentre scendeva a colazione Star sperò che Sirius si fosse almeno vestito e si stupì di vederlo arrivare in completo perfettamente indossato, anche se in ritardo. 

“Tuo fratello ti ha visto uscire dalle stanze della tua promessa decisamente in deshabiller.” Walburha non perse tempo e cominciò subito il suo interrogatorio. 

“È la mia futura moglie.” Fu Il rilassato commento di Sirius, poi si sedette a tavola prendendo la mano di Star. 

“Certo. Ma ti viene comunque chiesto di mantenere un certo decoro. Se hai bisogno di esprimere i tuoi sentimenti canta per lei, oggi a pranzo.” Propose la donna, in un ambiente come quello sembrava davvero fuori luogo cantare i propri sentimenti, ma a quanto pare essere portati nelle arti era comunque un vanto. 

“Sto bene così.” Rispose Sirius. 

“Tu canterai per lei subito dopo pranzo. È deciso.” Decretò Orion in tono severo. Doveva davvero odiare che suo figlio disubbidisse sempre. 

La conversazione si concluse lì. 

Per tutta la mattina Star non riuscì a cacciare dal suo corpo una certa emozione; si chi deva cosa avrebbe cantato Sirius e si sentiva entusiasta. Il che la faceva sentire anche una stupida. A peggiorare la situazione quando la ragazza tornò nelle sue stanze, che erano state quelle di James l’anno precedente, non trovò la vasca da bagno. In compenso Walburga era lì, le spiegò che le era proibito lavarsi, voleva vedere se le Deran l’avrebbero protetta anche dall’accumulare sporcizia. 

“Preparati per il pranzo.” Concluse la donna uscendo. 

Star era certa che il sangue delle Deran avrebbe reso il suo aspetto gradevole anche senza fare il bagno, ma si sentì estremamente irritata; immergersi nell’acqua calda era un ottimo modo per recuperare le energie e sentirsi meglio dopo lunghe giornate di studio, non le andava proprio che le venisse privato anche quest’unico piacere.  

Durante il pranzo, che passò in silenzio tombale, Star cercò in tutti i modi di evitare lo sguardo di Sirius. Si sentiva come una ragazzina, una di quelle che lo andavano a vedere alle partite di Quidditch per sbavargli dietro. Ed era inaccettabile! Doveva trovare un po' di contegno. 

Quando finirono di mangiare Sirius insistette affinché andassero tutti in salone. “Volete che lo faccia? Lo farò come si deve, la mia futura moglie merita il meglio.” Il ragazzo si posizionò di fronte a tutti. “Ovviamente, sapete che è vietato interrompere un’esibizione.” Si assicurò. Walburga annuì. Anche Star sapeva che le regole di bon ton impedivano a chiunque di fermare un Black mentre si esibiva in casa propria, il che a parer suo era molto egocentrico, e le sembrò strano che Sirius ci tenesse così tanto. Ma capì tutto non appena la musica cominciò; il ragazzo si era portato con sé il suo giradischi e aveva fatto partire una versione solo base di Touch me” dei The Doors 

C'mon, c'mon, c'mon, c'mon now 

Touch me, babe 

Can't you see that I am not afraid? 

What was that promise that you made? 

Why won't you tell me what she said? 

What was that promise that she made? 

E il Sirius cantò. Le sue movenze erano appositamente provocatorie e per Star l'espressione dei Black costretti a guardare quello spettacolo non aveva prezzo. 

NowI'm gonna love you 

Till the heavens stop the rain 

I'm gonna love you 

Till the stars fall from the sky 

For you and I 

Durante la parte lenta il giovane riprese un po’ di contegno, giusto per dimostrare che aveva comunque scelto una canzone d'amore. O più che altro per riprendere fiato e potersi scatenare di più quando la musica ricominciò ad accelerare.  

C'mon, c'mon, c'mon, c'mon now 

Now touch me, baby 

Can't you see that I am not afraid? 

What was that promise that you made? 

Why won't you tell me what she said? 

What was that promise that she made? 

Poi successe qualcosa; prima dell'ultima parte calma e profonda Sirius puntò i suoi occhi grigi su quelli cobalto di Star. 

I'm gonna love you 

Till the heavens stop the rain 

Il giovane non smise di guardarla dritto negli occhi mentre pronunciava quelle parole e Star era impietrita. Fino a quel momento la scena era stata così divertente e normale che lei aveva fatto sparire i suoi nuovi sentimenti per Sirius e si era semplicemente concentrata sul trattenersi dal ridere. Ma ora, mentre lui cantava quelle cose scavandole nell’anima con uno sguardo… era difficile non pensare a quel bacio. 

I'm gonna love you 

Till the stars fall from the sky for you and I 

For you and I” 

La canzone finí ma Sirius continuava a fissarla come se si fosse appena accorto della sua presenza nella stanza. Poi un la voce di Walburga ruppe l’incanto. 

“Perfetto, pensavo di potermi fidare ma credo che avrai bisogno di un'altra lezione privata.” 

Sirius sorrise colpevole, come se non avesse potuto farne a meno. Ma Orion non era dello stesso umore del figlio. L’uomo si alzò, lo sguardo gelido come sempre. “Mi occuperò io della tua futura moglie oggi.”  

“NO!” Gridò Sirius, il sorriso gli era sparito dal volto ad una velocità impressionante, lasciando spazio alla paura e alla preoccupazione. 

“È deciso. Così vediamo se continuerai a sfidarci. Devi ricordarti che possiamo impartire anche a lei le tue stesse lezioni.” Decretò il signor Black. 

Il suo primo genito rimase immobile per qualche secondo e poi con il volto basso e il tono cupo parlò: “Verrò io con voi, padre. E anche con Bellatrix se volete. Potremmo andare nella nostra villa estiva, sono certo che potrò imparare molto.”  

“No, Sirius.” Star rimase immobile, non era certa di essere stata lei a parlare, ma da come tutti la guardavano non c'erano dubbi.  

“È giusto che tu prenda le sue difese. Ma non qui. Come sua futura moglie non dovresti permettere a nessuno al di fuori della famiglia di ferirlo. Ma ora siamo in famiglia. Non ci sono pericoli.” Le spiegò Walburga tranquilla come se non stesse per vedere il suo stesso figlio afflitto da una delle peggiori maledizioni del mondo magico.  

“Accetto la tua proposta.” Decretò Orion guardando suo figlio. “Ma questa notte. Questo pomeriggio lei starà comunque con me.”  

Gli occhi di Sirius erano disperati. E Star gli si affiancò. “Starò bene.” Gli promise in un sussurro prima di seguire il capostipite della famiglia.  

A sorpresa Star non subì nessuna punizione. L'uomo la fece esercitare in alcuni incantesimi osservandola attentamente. Ne sceglieva di sempre più complessi dai libri, lasciandole solo qualche secondo per studiarli, e poi osservava l’esecuzione. Star immaginò che lui volesse rendersi conto di persona del potere delle Deran, infondo era stata Walburga ad occuparsi di lei l'anno precedente. 

“Basta così. Hai del tempo libero ora.” Annunciò Orion, mancava ancora più di un'ora alla cena così Star prese coraggio. “Non è che potrei fare una passeggiata?”  

Orion la fissò intensamente. “Verrà Regulus con te.” Acconsentì dopo. 

In pochi minuti lei e il fratello di Sirius uscirono dalla casa. 

“Non sei felice che io sia qui, vero?” Chiese il giovane mentre si allontanavano. 

“Preferirei solo una persona di cui potermi fidare.” Replicò Star, ma poi sorrise. “Ciò non toglie che potresti essere tu.” 

Regulus la guardò stranito. “Sai che dirò qualsiasi cosa farai ai miei genitori, vero?” Le ricordò lui. 

“Magari potresti non dire tutto. Devo solo smaterializzarmi e andare in un posto per mezz’ora. Solo mezz’ora.” Spiegò lei. 

“Io non sono Sirius.” Commentò Regulus. “Non sono bravo come lui a resistere alle torture, faccio sempre quello che vogliono perché così non dovrò soffrire.” 

Star lo guardò per un secondo, poi gli posò una mano sulla spalla. “Scusami. Sono stata un'egoista a chiederti di rischiare per me. Fai bene, a non voler essere ferito. Mi dispiace. Sai, una parte di me si sentirebbe meglio se anche Sirius si comportasse bene, così non dovrebbe soffrire mai.” 

Regulus alzò lo sguardo su di lei, era incredibile quanto somigliasse al fratello maggiore. “Tu sai Obliviare?” Le chiese, lei annuí e lui prosegui soddisfatto. “Vai, torna e cancellami la memoria. Ti prego. Così io potrò essere sincero e non dovrò essere punito.” 

Star sorrise e istintivamente abbracciò il ragazzo. Quando lo lasciò Regalus era visibilmente imbarazzato ma si riprese subito. “Tu non stai fingendo.” Aggiunse poi poco mentre la ragazza si preparava a smaterializzarsi in una via laterale.  

“Come?” Domandò Star. 

“Tu lo ami davvero.” Concluse Regulus. Quelle parole le rimbombarono dentro per svariati minuti. Non rispose e sparì, ma anche una volta comparsa nel famigliare boschetto quella strana sensazione non se ne andò. 

La ragazza si avvicinò alla casa e bussò alla porta. Andromeda le aprì di corsa piazzandole tra le braccia una piccola Ninfadora urlante.  

“Non riesco a farla smettere, scusami! Ti faccio un the?” Gridò la donna sovrastando i pianti di sua figlia. 

“Si certo.” Star cullò un po' la bambina e prese a farle delle facce buffe cosa che la calmò. 

Adromeda si voltò di colpo verso le due ancora con la teiera in mano. “Come diavolo hai fatto?!”  

La ragazza la guardò con aria colpevole. “Non saprei.”  

Bhe, vieni a trovarmi più spesso, ti prego!” Commentò la sua amica. “Allora, che succede?” Aggiunse poi curiosa. 

Star iniziò a cambiare il colore dei suoi capelli e si divertiva a vedere la piccola Ninfadora imitarla alla perfezione. “Gli ho chiesto se lo ha fatto perché c’era Regulus e lui ha detto di si.” Sputò fuori poi. 

Bhe, come ti ho detto non vuol dire che sia la verità.” Ripeté Andromeda. 

“An, non voglio sperarci ancora. Mi sento così stupida! Oggi ha cantato per me, lo hanno obbligato i suoi genitori, ma comunque io... quasi non mi reggevo in piedi! Ridicolo!” Cercò di spiegare la ragazza. 

“Potresti porre fine a tutto e dichiararti." Propose la donna. 

“Uno. Sta con Mary. Due. Io ho una dignità! Non gli sbaverò dietro come le altre.” Sbottò Star. 

“A me pare che tu lo stia facendo.” Andromeda la guardò di sottecchi con un’aria complice e scherzosa. 

“Si ma non gli darò la soddisfazione di vedermi.” Decretò la giovane Deran. 

“Tu sei pazza! E terribilmente orgogliosa!” La sgridò la donna mantenendo sempre un tono sereno. 

“Io preferisco pensarmi determinata e realista.” 

Andromeda sbuffò mentre i capelli di Ninfadora diventavano rosa shokking come quelli della ragazza che ancora la teneva in braccio, la piccola rise allegra.  

“Sinceramente se io avessi anche una minima possibilità di fiondarmi tra le braccia di uno come mio cugino lo farei subito.” Star la fissò sconvolta. “Bhe, io non sono come te, l’ho visto crescere e i miei occhi e ho immediatamente capito quanto sia diventato sexy.” 

“Sei una ragazzaccia!” Fu il commento di Star. 

“Si, e mi sono presa l’uomo che volevo e ora sono sposata e con una meravigliosa creatura.” Concordò Andromeda. 

“Sei stata molto coraggiosa.” La ragazza guardò la neve fuori dalla finestra. “Un giorno troverò anche io una persona con cui creare la mia nuova famiglia. Per ora… i Malandrini sono la mia famiglia, e non voglio rischiare di rovinare tutto.” 

Non succederà mai. Sei importante per tutti loro.” La rassicurò Andromeda. 

Dopo pochi minuti Star dovette andare via e la sua amica la pregò di ritornare presto affermando che la sua bambina sarebbe diventata bravissima a trasformarsi se avesse continuato a giocare con lei. “In più sono un po’ sola qui.” Concluse. 

La ragazza dagli occhi cobalto la abbracciò e le promise di tornare e poi si avviò nel boschetto e si smaterializzò.  

“Sei pronto?” Chiese a Regulus appena riapparve. Il ragazzo annuì con determinazione.  

Non aveva mai obliviato qualcuno ma appena poggiò le mani sulle tempie del giovane Black riuscì a vedere tutti i ricordi di quella giornata, si concentrò in quelli che riguardavano la loro chiacchierata e la sua sparizione e cercò di immaginarsi di essere rimasta con Regulus tutto il tempo a parlare di pittura. Cercò di essere più dettagliata possibile, e le sembrò che qualcosa nel ragazzo stesse cambiando. Sì allontanò da lui ma poi lo afferrò saldamente poiché il giovane stava avendo un mancamento. Quando si riprese Regulus la guardò. “Scusami. Credo di essere sfinito. Cosa dicevi a proposito del chiaroscuro?” 

Star sorrise. Era fatta. “Vorrei dipingere con te domani.” Replicò lei mentre tornavano a casa Black. 

“Certo, non credo che sarà un problema.” Replicò il ragazzo tranquillo. 

Star gli strinse amichevolmente un braccio e lo guardò negli occhi. “Ti ringrazio.” Ed era un ringraziamento davvero sentito. 

 

…… 

 

SiriusBellatrix e Orion non erano presenti a cena quella sera. Star non riusciva a fare a meno di pensare a Sirius e a cosa stesse passando, era talmente preoccupata che, nonostante si stesse comportando egregiamente, era certa che se qualcuno l'avesse guardata bene negli occhi lo avrebbe capito. Narcissa distolse altezzosamente lo sguardo da lei, Bella e Cissy la guardavano spesso mentre mangiava o si muoveva in casa Black, il sangue delle Deran in lei le permetteva di muoversi come se stesse sempre danzando.  

Quando tornerà mia sorella?” Chiese Narcissa a Walburga. 

La donna guardò l'orologio nella stanza. “Credo che ci vorrà ancora qualche ora. Forse sarà qui nel pieno della notte.”  

Narcissa annuì silenziosamente. Anche Regulus fissò l'orologio. “Quale lezione stanno ripassando?” Domandò come se credesse davvero a quella scusa. 

“Vedo che come sempre ti preoccupi per lui. Sì è preso la responsabilità dei suoi sbagli, almeno questa volta. Non dovresti stare in pensiero. Tutto è come deve essere. Vedrai che questa volta capirà.” Rispose Walburga tranquilla. 

Suo figlio veniva torturato, da sua padre e sua cugina, e lei restava tranquilla. Anzi, era certa che andasse bene, che fosse necessario.  

Star si alzò. “Credo di non sentirmi molto bene.” Annunciò, la donna le fece un rapido cenno, segno che poteva andare, sapeva di apparire pallida, esercitarsi con la piccola Ninfadora le aveva fatto bene, poteva controllare il colorito del suo viso a piacimento.  

Entrò nella stanza di Sirius e cercò di concentrarsi sui bei momenti che le foto appese le riportavano alla mente. Notò che molte erano stata scattate da David e si chiese quando le avesse prese. Si ritrovò spesso in quelle fotografie ma pensò che fosse normale visto che era uno dei soggetti preferiti dal loro nuovo amico. Mentre rifletteva su come Sirius le aveva ottenute sentì una fitta allo stomaco. SiriusSirius stava soffrendo. Cercò di concentrarsi su di lui e le sembrò quasi di essere lì, di vedere nella sua testa, in modo confuso e sfumato, quello che vedeva il suo amico. Allora provò a immaginare di portargli via un po’ di dolore, e iniziò a sentirlo su di sé. Non aveva mai provato la Cruciatus su sé stessa, sembrava che ogni nervo, ogni osso stesse andando a fuoco. Era un dolore incredibile e fu sorpresa di provarlo ma non gridò. Sì inginocchiò a terra e continuò a sperare di poter aiutare Sirius. Passarono alcuni minuti, forse ore, il cielo fuori dalle finestre era completamente nero, le nuvole coprivano le stelle. Star esausta si tolse l'abito elegante, con la magia di slacciò il corpetto intricato e il vestito scivolò a terra. Indossava una sottoveste leggera e si accorse di avere la pelle calda, aprì la finestra e in un secondo tornò alla sua normale temperatura. Il vento freddo su di sé la fece sentire meglio, come un balsamo lenitivo. Comunque era stanca, si infilò sotto le coperte e chiuse gli occhi. Attorno a sé dilagava un forte profumo di rose fresche, da quando Walburga le aveva proibito di fare il bagno quel profumo era diventato sempre più intenso, e in un certo senso le piaceva, era come riposare in un campo di rose selvatiche. 

Sirius tornò a casa distrutto e senza dire una parola andò dritto in camera sua. Era strano ma nonostante fosse stato terribile il dolore che aveva provato gli era sembrato meno intenso. Forse stava imparando a resistere. Chiuse la porta della sua stanza dietro di sé e sorrise alle foto dei Malandrini, si tolse il completo e si sfilò la camicia senza nemmeno slacciare tutti i bottoni. Il vento freddo lo sorprese e corse a chiudere la finestra; quello stupido elfo faceva davvero di tutto per metterlo a disagio in quella casa, come se non lo fosse già abbastanza. Si infilò sotto le calde coperte e dovette trattenere un grido sorpreso quando si accorse che c’era qualcuno. 

“Sir?” Chiese Star piano, era ovvio che si era appena svegliata. 

“Ah, quindi questa notte sei venuta tu da me? Vedo che non ti dispiace dormire insieme.” Commentò lui. 

“Ero solo preoccupata per te.” Sbottò lei alzandosi a sedere. 

Sei molto dolce.” Replicò lui stendendosi accanto alla ragazza. 

“Cosa ti hanno fatto?” Star creò una piccola bollicina luminosa che usò per indagare il volto del suo amico.  

“Stai tranquilla, sto bene. Anzi, è stato anche meno peggio del solito. E comunque… sto già pensando alla mia personale vendetta di domani.” Il giovane sorrise rilassato, incrociandola le mani dietro la testa. 

“Sei sicuro di volerli sfidare ancora?” Chiese lei piano. 

“Ti ho detto che saranno giorni di scandali. Non mi arrendo così facilmente. Tu però hai tutta la libertà di scegliere.” Sirius la guardò dritto negli occhi, per lui era normale tutto quello, le punizioni e il sentirsi sempre giudicato, ma non voleva costringere Star a subire quelle angherie. 

La ragazza sorrise, un mezzo sorriso Malandrino che rivelò tutte le sue intenzioni. “Non ti lascerò tutto il divertimento. Dimmi cosa hai in mente.” 

“Domani inviteranno un paio di colleghi a pranzo, e io ho recuperato degli abiti che fanno proprio al caso nostro.” Spiegò lui. 

I due parlarono a lungo del loro piano, e di tutti i dettagli del caso. Sirius la avvertì più volte delle conseguenze ma Piumadoro non demorse. 

Alla fine si stesero di nuovo sul letto.  

“Come hai fatto a farti dare le foto di David? Non è semplice convincerlo a cedere le sue opere, nemmeno se sono delle copie.” Domandò Star dopo un po’. 

“Ho fatto sesso con lui.” Rispose Sirius tranquillo. 

“Cos..?” La ragazza si strozzò con la sua stessa saliva cosa che le provocò un attacco di tosse. “Come scusa?” Rantolò poi. 

Il giovane le sorrise, come solo lui sapeva fare, mistero e divertimento in una perfetta piega delle labbra. “Bhe, a dire la verità sono uscito con lui per le foto. Però poi la sua compagnia mi è piaciuta davvero… e ci ho fatto sesso.” 

Star lo guardò sconvolta senza riuscire a dire niente. E a Sirius tornò in mente il giorno in cui avevano incontrato David, lasciò vagare la sua mente. 

 

“Mi dispiace aver infranto la tua privacy. Ma ho bisogno di un favore.” Gli disse il giovane Black mentre il Serpeverde già si spostava per allontanarsi da lui. Evidentemente era riuscito ad incuriosirlo perché David non disse più nulla. 

Cosi Sirius continuò. “Vorrei una copia di queste foto.” 

Il fotografo scosse vigorosamente la testa. 

“Te le posso pagare.” Aggiunse il ragazzo dagli occhi grigi. 

“Non sono in vendita.” Lo bloccò David. 

“Ti prego, dimmi cosa vuoi. Infondo sono Sirius Black. Vuoi qualche favore dai miei stupido parenti? Preferisci la promessa di non finire mai più in uno degli scherzi di noi Malandrini ad Hogwarts, a proposito; mi scuso per le volte in cui ci sei finito in mezzo. Oppure vuoi che ti procuri un appuntamento con una ragazza..?” 

A quell’ultima domanda David rise con amarezza. “Le ragazze sono merce di scambio ora?” 

Sirius si trovò spiazzato. “Bhe, parlavo di un'uscita… nel senso che se sei timido io ti posso aiutare… a trovare qualche ragazza con cui uscire…” Blaterò poi. 

“Ah…” Fece David. Seguì un lunghissimo silenzio e poi il padrone di casa fece un cenno con il mento alle foto dietro a Sirius. “Mi piacciono i ragazzi.” Disse infine arrossendo visibilmente.  

Black si voltò e notò una cosa che prima, preso ad osservare le foto di Star, non aveva notato: c'erano moltissime foto di ragazzi, in particolare molte foto… sue. “Oh.” Mormorò, poi sorrise. “Bhe, diciamo che a me piace sperimentare.” 

David deglutì sonoramente. “Cosa intendi…?” 

Sirius gli si avvicinò piano posandogli una mano sotto il mento e una dietro la schiena in modo da poterlo avvicinare a sé. E poi lo baciò. “Nel senso che non sei il primo ragazzo che bacio.” Gli confidò infine con quel suo mezzo sorriso così famoso. “Esci con me, ad Hogwarts. Voglio solo delle copie di quelle belle foto.” Insistette poi. “Conosco un posto, lo sapremo solo noi.” 

“Ma tu… non starai mai con me.. intendo in pubblico.”  

Sirius sospirò. “Se non fossi già innamorato magari avrei potuto amare anche te. Chi lo sa. Se vuoi possiamo uscire in pieno giorno. Per me non è un problema. Ma non voglio illuderti… non smetterò mai di amarla. Lei però non mi ama, quindi non posso stare con lei, non per davvero. Quindi se ti va di vivere un amore a metà possiamo tranquillamente uscire quanto vuoi.” 

Toccò a David sorridere. “Sapevo che la amavi. Si vede. In ogni scatto.” 

“È per questo che li voglio. Sei bravo, davvero.”  

Il Serpeverde sospirò. “Non sapevo che frequentassi anche i ragazzi...” 

“Sono innamorato dell'amore.” Replicò Sirius sollevando le spalle. 

“Una notte. Voglio sapere cosa sa fare il famoso Sirius Black.”  

Sirius lo guardò sorpreso. “Vuoi fare sesso?”  

“Non lo escludo. Hai paura?” Replicò David ora molto più tranquillo. 

“Non sono mai arrivato fino a quel punto con un ragazzo. E non lo farò in cambio di un favore. È squallido. Stiamo insieme a parlare in cambio di quelle foto mentre se vorrai altro… seducimi.” Propose Sirius sicuro di sé. 

“Pensavo fossi tu il seduttore, il predatore.” Lo prese in giro David. “Le ragazze dicono così.” 

Sirius  rise piano. “Sì, alle ragazze piace pensare di essere quelle innocenti. Ma fidati che non ci provo mai se prima non sono convinto di essere una compagnia gradita.” Gli rivelò. 

“Bene, allora siamo d'accordo.” Concluse David. 

 

“Mi dispiace.” La voce di Star lo riportò alla realtà. “Ci ho sempre scherzato perché non pensavo che a te piacessero davvero i ragazzi. Sono stata insensibile.” 

Il giovane Black sorrise. “Mi piace sperimentare. Ma non sei stata insensibile. Non mi piace Remus in quel senso. E per ora esco con Mary, quindi…”  

La ragazza sospirò. “Com’è?”  

Sirius la fissò stranito. “Mi stai chiedendo com’è fare sesso con un ragazzo?” 

Lei sostenne lo sguardo. “No, solo … com’è fare sesso?”  

Il ragazzo aprì la bocca sbalordito e poi rise. “No! Non sarò io a raccontarti queste cose!” 

“Perché no?” Si offese la sua amica. 

“Perché è imbarazzante, siamo amici e siamo già mezzi nudi nello stesso letto, non mi sembra il caso di peggiorare la situazione.” Rispose lui. 

Star si sedette sul letto e incrociò le braccia sul petto. “A James però lo dici.”  

Sirius si mise sul fianco per guardarla meglio, ora il suo torso nudo non era più coperto dalle lenzuola. “James è un ragazzo. È come se ti chiedessi di venirmi a parlare del tuo ciclo o di come ti masturbi.”  

Star si concentrò per reprimere il rossore che le era salito alle guance. “Lo so. Ma non voglio sapere delle tue avventure. Voglio solo sapere com’è il sesso.” Mormorò dopo. 

Il ragazzo sospirò rassegnato. “È bello. È questo che vuoi sapere? È bello e eccitante. Ti fa sentire vivo, e felice, e il cuore sembra uscirti dal petto. E con ogni persona è diverso. Per questo mi piace cambiare.”  

“E non pensi mai di farlo con una sola persona per tutta la vita?” Chiese lei. 

Sirius sbuffò. “Non si fa sesso con una sola persona per tutta la vita. Ci fai l'amore. È diverso. Prima o poi il semplice e puro sesso stanca. Ma l'amore… deve essere una cosa speciale. Qualcosa che riguarda dei veri sentimenti altrimenti non lo concederesti ad una persona sola.” 

“Non hai mai fatto l'amore?” Domandò Star. Il giovane scosse piano la testa. “Nemmeno con Mary?” Insistette lei. Sirius sollevò le sopracciglia in segno di avvertimento. “Non sono affari che ti riguardano. Comunque no. Ti ho detto che devi provare qualcosa, qualcosa di speciale e profondo, per fare l'amore. 

“Oh.” Mormorò la ragazza delusa. 

Lui tornò a stendersi a pancia in su. “Credo che non farò mai l'amore. L'ho capito quest'anno. Dopo aver fatto sesso con David. Stavo cercando di dimostrarmi di essere una persona migliore rispetto a quello che tutti credono. Ma ero curioso, ero così curioso, e ho fatto sesso con lui. E ho capito che non mi merito l'amore. Non merito che qualcuno provi quei sentimenti per me… perché vedi, il guaio dell'amore è che deve essere reciproco. Se sei da solo, se l'altro non si perde nei tuoi occhi come tu nei suoi… allora non è niente, o è sesso, o è ossessione.” Il ragazzo chiuse gli occhi. “E io voglio troppo il sesso per meritarmi l'amore. Nessuno può provare quelle cose per uno come me.” 

“Ti sbagli.” Gli occhi cobalto di Star erano diversi, così pieno di dolcezza da sembrare stelle che brillano in cielo. “Non è vero. Sono sicura che incontrerai qualcuno e vi innamorerete. Sei giovane, è normale che tu faccia qualcosa di cui non vai fiero. Ma non importa. Un giorno sarai chi vuoi essere. E qualcuno ti amerà. E secondo me, Mary ti ama già.” 

Sirius ridacchiò. “Non credo che sia come dici tu. Ma non è male sperarci, sai?” 

Star gli sorrise e poi si stese accanto a lui e si riaddormentò. 

E sognò. Sognò di fare sesso, bhe, non sapeva come doveva essere quindi in realtà sognò di passare la sua mano sul petto di un ragazzo e di avvicinare il suo corpo al suo. E il ragazzo nel sogno era Sirius. Ma poteva essere davvero così ossessionata da lui? Era sicuramente una cosa che riguardava quello di cui avevano parlato la sera precedente. 

“Star?” E si svegliò. L'aveva chiamata Sirius, e le ci volle solo qualche secondo per capire il perché; i loro corpi aderivano l'uno all'altro e la ragazza aveva una mano poggiata sul petto di lui. Si allontanò di scatto. La luce fuori dalle finestre indicava che era già mattina.  

Sirius si esibí nel suo mezzo sorriso più perverso di sempre. “Potevi continuare se volevi.” Commentò. 

E Star dovette ancora una volta concentrarsi con estrema attenzione per mantenere un colorito normale. “Mi dispiace, dev'essere…” cominciò a scusarsi ma lui concluse al posto suo: “L’argomento di ieri che si ripercuote nei tuoi sogni? Molto probabile.”  

Sirius si alzò in piedi stiracchiandosi, i  suoi muscoli si tendevano flessuosi. “Ma forse è anche il fatto che io sono l'uomo più sexy del mondo e nessuno può resistermi.” Poi iniziò a vestirsi. “Comunque, indipendentemente da quello che pensa tuo fratello, tra un anno sarai un adulta nel mondo magico. Se vuoi fare sesso fallo e basta.”  

“Non voglio fare sesso!” Sbottò lei. 

“No, certo che no. Tu sei pura come un fiorellino, proprio per questo ti stavi strusciando contro di me cinque minuti fa.” La prese in giro il ragazzo. 

Star gonfiò le guance furiosa. “Stammi bene a sentire, Ser Villano Black! Io non mi stavo strusciando su di te.” 

Lui rise di cuore. “Era da una vita che non usavi quel nomignolo. Comunque io non ti giudico, capisco che tu possa essere curiosa.”  

La ragazza fissò ostinatamente le lenzuola tra le sue dita. “Non voglio fare sesso perché vorrei fare l'amore.” Mormorò poi. Era poco più di un sussurro, un timido soffio di vento. Sirius sorrise dolcemente e si avvicinò a lei posandole due dita sotto il mento per sollevarle il volto. “Allora dovrai fare attenzione. Ci saranno di sicuro dei ragazzi che vorranno ingannarti. Promettimi che starai attenta.”  

Lei sorrise a sua volta. “Bhe, sono certa che tu e James mi aiuterete a capire chi fa sul serio con me.”  

“James ti farà aspettare ben oltre il matrimonio e sottoporrà tuo marito a prove ben peggiori di quelle di mia madre, quindi non credo sia affidabile. E io… io sono un delinquente, no? Non posso capirlo. Dovrai imparare da sola. Ma sono sicuro che lo saprai… quando troverai quello giusto intendo.” Sirius la lasciò andare e riprese a vestirsi con calma. 

“Oggi sarà tuo l'onore di fare la camminata della vergogna.” Commentò il giovane dopo qualche minuto di silenzio. Star ormai aveva indossato di nuovo il suo abito del giorno precedente, che era sgualcito e stropicciato.  

La ragazza si scompigliò i capelli e prese in mano le sue scarpe. “Non ho paura. Abbiamo optato per lo scandalo. E che scandalo sia!” Detto questo uscì decisa dalla stanza e incontrò Regulus che la fissò sbalordito, lei si portò un dito alle labbra e lanciò uno sguardo complice al fratello del suo futuro marito, infine si chiuse dentro le sue stanze. Il più giovane dei Black guardò Sirius, il quale aveva osservato tutta la scena appoggiato allo stipite della sua porta. 

“Vorrei proprio sapere come hai fatto.” Mormorò Regulus stupefatto. 

“Non ho fatto niente, è tutta una messa in scena.” Sbottò Sirius, senza smettere di osservare ammirato la porta dietro la quale era scomparsa Star.  

“Non dovresti giocare così con lei.” Sbuffò suo fratello. 

Felpato lo guardò sospettoso mentre scendevano per la colazione. “Ti sei affezionato a lei?” Chiese all'improvviso. Regulus sobbalzò appena e non rispose.  

Eh, già. Bhe, era inevitabile. È fantastica.” Sirius sorrise ampiamente, quei momenti con suo fratello gli mancavano davvero, e poi Star era stata davvero eccezionale.  

Regulus lo stava fissando in modo strano, stava per parlare di nuovo quando la loro madre si intromise. “Niente colazione per te, SiriusBellatrix è andata nelle stanze di Gioiaquesta mattina prima di partire, e non l'ha trovata. Non vorrei mai sapere che l'hai costretta a dormire con te.” 

“Era solo preoccupata per me, madre. È una cosa che non ti è famigliare ma per lei è normale.” Sbottò Sirius 

Con un cenno severo del capo Walburga gli indicò di salire con lei. “Passeremo la giornata insieme. Il pranzo con i nostri ospiti è diventato un ricevimento serale. Voglio assicurarmi che tu ti comporti come si deve.  

Star arrivò appena in tempo per la colazione. Orion se ne andò a lavoro e la ragazza fu affidata a Regulus. 

“Dicevi di voler dipingere.” Le ricordò il ragazzo guidandola verso la stanza per la pittura.  

“Certo.” Confermò lei. La giornata con Regulus non fu affatto spiacevole. Senza la fredda presenza degli altri Black il giovane era molto più tranquillo e rilassato. 

“Sai…” Provò Star mentre studiavano lingue. Sirius… ha molti difetti, però.. il suo modo di reagire… mia madre non è una brava persona, e vederlo fare così mi ricorda che posso essere migliore di lei, e usare la mia magia per il bene.”  

“Tua madre non è qui.” Replicò piano lui. 

“No. Ma mi sta cercando.” Replicò lei.  

In quel momento la porta si aprì. “Andate a prepararvi. Gli ospiti saranno qui tra poco.” Ordinò Walburga. 

Regulus se ne andò subito e Star sospirò profondamente prima di alzarsi a sua volta e andare nelle stanze di Sirius. 

“Potresti bussare almeno!” Gridò lui appena lei aprì la porta. 

La ragazza chiuse istintivamente gli occhi. “Scusami, scusami!” Si affrettò a dire ma la risata del suo amico le fece capire che era tutto uno scherzo. Aprì gli occhi e lui era completamente vestito seduto su una poltroncina. “Che stupido.” Sbottò. 

“Senti, mi faccio un bagno prima. Mia madre mi ha strapazzato con il suo bon ton oggi e ho bisogno di un po’ di relax. Puoi iniziare a vestirti se vuoi.” Spiegò il ragazzo. 

“Già, capisco perfettamente. Non sai cosa darei per un bagno caldo.” Replicò lei gettandosi su una poltroncina. 

“Vai a farti un bagno allora. Abbiamo tempo, se stai abbastanza veloce.” Ribatté lui. 

“Sì… non posso. Tua madre ha tolto la vasca dalle mie stanze per vedere cosa sarebbe successo.” Raccontò Star. 

“E tu profumi di rose.” Rise Sirius. “Devo dire che questa cosa delle Deran deve essere un grande affronto per lei.”  

La ragazza fece spallucce.  

“Puoi sempre fare il bagno con me, ma solo se mi prometti di tenere le mani a posto; sono pur sempre un ragazzo.” Scherzò lui. 

Star sorrise. “Ah, allora ti è piaciuto!”  

Il ragazzo rise scuotendo la testa. “Sempre la solita. Dai, muoviti. Ti vedo il bagno ma abbiamo comunque poco tempo.”  

Lei corse verso il bagno felice ma poi si bloccò. “Verrai con me?”  

“Certo che no! Non siamo più ragazzini.” Sbottò lui. 

“Ma non voglio rubarti il tuo momento di relax. E poi non te ne fregava niente due mesi fa, il giorno del tuo compleanno.” Protestò Star. 

“Perché io sono a mio agio con il mio corpo. Ma tu no. E non saresti tranquilla. E poi… dovremmo stare molto vicini perché la vasca non è così grande.” Iniziò ad elencare il ragazzo. 

“Tu stai nella tua zona e io nella mia. Non succederà niente.” Insistette lei. 

Sirius sospirò ma poi la seguì in bagno, riempì la vasca mentre lei si spogliava dietro un paravento e poi ci si immerse. Star si avvicinò a lui, l’asciugamano stretto addosso.  

“Chiuderò i miei bellissimi occhi se ti fa sentire meglio.” Annunciò lui abbassando le palpebre. La ragazza si sfilò l'asciugamano e entrò nella vasca stando bene attenta a restare nel suo lato. 

“Puoi aprirli ora.” Lo avvertì mentre si passava una spugna sulle braccia e lasciava cadere la testa all'indietro sul bordo freddo della vasca. “Ah! Non sai quanto mi mancava!” Mugolò lei. 

Sirius rise. “È dura vivere in questa casa, eh?” 

“Abbastanza.” Star fece emergere un piede dall'acqua e lo sbatté sulla superficie schiumosa per schizzare il suo amico. “Ma non ti lamentare troppo, è pur sempre una casa.” Aggiunse poi scherzosa. 

“Hai ragione. Però, ammetti che la mia famiglia non è delle migliori.” Replicò lui asciugandosi il volto con una mano. 

“Lo so. E mi dispiace, per quello che ho detto anni fa, avevi ragione tu: non sapevo niente di te e di loro e di come fosse vivere qui. Forse è vero che saresti più felice se te ne andassi, però io continuo a credere che in parte ne soffriresti.” Spiegò lei giocherellando con la schiuma. Ogni volta che le sue dita si sollevavano facevano apparire tante piccole bollicine iridescenti che incominciarono a volteggiare nella stanza. 

“Chi lo sa.” Commentò il giovane cupo. 

Star lo fissò e poi sorrise. “Non credi che stiamo crescendo troppo in fretta?”  

“In che senso?” 

“Qualche anno fa facevamo il bagno nudi nel Lago. Ora siamo in imbarazzo a stare nella stessa vasca, nemmeno James riesce più a fare il bagno con me con la stessa serenità di prima.”  

Sirius sbuffò. “Gli ormoni non sono facili da controllare. Non so per voi ragazze ma per noi ragazzi… ci sono giorni in cui basta che una ragazza ci sfiori la mano per mandarci completamente in tilt. E tu sei una ragazza molto bella, e che tu lo ammetta o no stai crescendo, e il tuo corpo sta cambiando, e non è facile per tutti noi Malandrini ricordarci in ogni momento che sei nostra amica e che… bhe … hai capito il concetto.”  

Lei lo fissò stupita e poi lo colpì ancora con dell'acqua. “Voi ragazzi pensate solo a quello!” Sbottò poi fingendosi sconvolta.  

“L’ho appena ammesso! Che altro vuoi?” Replicò lui, e rispose a suon di schizzi. Partí una piccola battaglia che fu divertente finché Star non ebbe la brillante idea di sporgersi in avanti per dare una spinta amichevole ad una spalla di Sirius. E bhe, erano nudi, in una vasca molto stretta. Il ragazzo si spostò prontamente di lato facendola finire completamente sott’acqua mentre lui usciva rapido dalla vasca e si legava l’asciugamano in vita.  

Lei rimase con la testa immersa per qualche secondo. Ben conscia di avere esagerato, non sapeva bene se si erano toccati o no, ma di sicuro aveva rischiato di finire nuda tra le braccia di Sirius nudo, per il quale attualmente aveva una cotta. Uscì dall'acqua e si sciacquò in fretta.  

“Tu sei pazza!” Stava sbraitando Sirius dalla sua camera. “Ma ti pare?!”  

Sentirlo così agitato, però, in qualche modo la divertiva. Si legò l’asciugamano addosso e uscì dal bagno. 

“Vestiti!” La rimproverò lui lanciandole un rapido sguardo, aveva già indossato i pantaloni e stava frugando nell’armadio alla ricerca della camicia.  

“Perché?” Rise lei. “Ti ho messo a disagio?” Gli si avvicinò tranquilla. “Ho messo a disagio il grande Sirius Black che è a proprio agio con il suo corpo?” Continuò a prenderlo in giro facendosi sempre più vicina. Fu un attimo. Un battito di ciglia e si ritrovò con la schiena al muro, una mano di Sirius ancora sul suo polso e l'altra poggiata sulla parete accanto alla sua spalla. Il ragazzo alzò lo sguardo piano, i capelli neri che gocciolavano a terra come l'anno precedente. “Non sfidarmi.” Sussurrò lui mentre la guardava negli occhi, i visi vicini, i corpi a pochi centimetri l'uno dall'altro. Quel tono di voce era qualcosa di nuovo per Star, era morbido come del velluto, ma profondo e nero come una notte senza luna. Era pericoloso, suadente. Si chiese se era con quel tono che attirava le ragazze. Sì ricordò di un commento udito di sfuggita tempo prima da una ragazza del sesto anno: “Mi stava solo sussurrando cose completamente normali, eppure credevo di impazzire.” . Parlavamo di lui.  

Nel frattempo il ragazzo si era fatto ancora più vicino, i due si guardavano negli occhi già da un po’, e il cuore di Star batteva così forte che la ragazza era certa che sarebbe esploso a momenti. E poi si ricordò: “non gli darò la soddisfazione di vedermi.”. Rapida come una freccia ben scoccata passò sotto il braccio del ragazzo che trovandosi con le mani incrociate fu costretto a lasciarle il polso. Sorrise serena. “Sei bravo!” Commentò. “Ero davvero curiosa di sapere come facevi ad andare a letto con tutte quelle ragazze, ma adesso l'ho capito. Complimenti.” Aggiunse poi con un lieve tono di scherno che lasciava ben intendere che con lei non aveva funzionato. 

“Sì, bhe, ti prego di non svelare a nessuno i miei segreti.” Replicò lui poggiandosi alla parete con aria soddisfatta. 

Star prese i suoi vestiti e tornò in bagno. “Le tue tecniche sono al sicuro con me!” Gli gridò da lì mentre si vestiva. “Spero che tu non usi questo squallore anche con Mary, però.” Aggiunse poi. 

“Squallore?!” Ripeté Sirius fingendosi profondamente offeso mentre a sua volta finiva di vestirsi. “Non sono squallide, sono tecniche sopraffini.”  

Lei rise. “Siamo in ritardo.” Annunciò uscendo dal bagno completamente vestita, si girò e sollevò i capelli. “Corpetto.” Disse, e Sirius andò a chiederglielo, cosa che ricordò ad entrambi il Musical e li fece sorridere. 

“Lo so. Ma visto che ci stiamo comunque cacciando nei guai tanto vale farlo per bene, no?” Replicò chiudendo i nastri del corpetto con un bel fiocco e passando alla ragazza la cravatta che lei gli annodò con abilità prima di cercare le scarpe nell'armadio.  

“Dove sono le mie scarpe?” Chiese poi cercandole accanto al letto dove trovò la giacca di Sirius che gli lanciò dopo averlo avvertito con un sonoro: “Giacca.” 

Lui la prese e se la infilò rapido chinandosi poi vicino alla poltrona e ficcando tra le mani della ragazza le scarpe. “Le sue calzature, Milady.” Scherzò.  

In quel momento, tra la confusione di abiti nella stanza, erano talmente in sintonia da sembrare che si vestissero insieme da una vita. Il che era decisamente strano, ma piacevole, almeno per Star. 

“Sono pronta.” Annunciò la giovane.  

Sirius le porse il braccio e insieme uscirono dalla stanza, camminata perfetta, postura perfetta. Arrivarono in salone talmente in ritardo che Walburga li guardò a malapena, si affiancò a Sirius e guardando uno degli ospiti disse. “Posso presentarvi mio figlio, Sirius, e la sua promessa Star Gioia Deran?” L'uomo strinse loro la mano perplesso e mentre la coppia felice sorrideva ampiamente Walburga li guardò meglio. E la sua espressione fu impagabile, era brava a mantenere le apparenze ma in quel momento si capiva perfettamente quanto fosse sconvolta.  

Sirius e Star erano vestiti in abiti eleganti, perfettamente adatti alla serata, se solo non fosse che erano rossi e oro, in ogni singolo dettaglio. 

“Una particolare scelta di colori.” Commentò l'ospite. 

“Oh, si.” Rispose rapido Sirius. “Siamo stati smistati in Grifondoro. Dobbiamo molto alla nostra Casa.”  

L’uomo era sempre più perplesso e Walburga sempre più furente. “Ma pensavo foste Serpeverde, come tutti nella famiglia Black.” Si stupì il funzionario del Ministero. 

Serpeverde? No!” Replicò Sirius sereno. 

“Però abbiamo molti amici Serpeverde.” Aggiunse Star con un meraviglioso sorriso. 

“Oh, si. Molti amici!” Concordò Sirius. “Possiamo offrirle qualcosa da bere?” Chiese poi guidando l'ospite verso un tavolino con Star sempre poggiata al suo braccio. 

I due erano inarrestabili, il loro comportamento era impeccabile, perfetto, esattamente come Walburga e Orion avrebbero desiderato. Ma quei vestiti, quei vestiti! Disonoravano l'intera casata dei Black. Ma ne Walburga ne Orion dissero nulla, certo, il padre di Sirius lanciò loro uno sguardo che fece raggelare il sangue di Star ma finché lei e Sirius erano insieme non sarebbe accaduto nulla. 

A Star fu chiesto di accompagnare alla porta degli ospiti e Sirius spero che tornasse prima che gli ultimi se ne andassero via, ma non fu così. E lui rimase solo con Regulus e o suoi genitori. Walburga lo prese per un braccio trascinandolo al piano di sopra senza dire niente. Lo spinse dentro una stanza a casa e iniziò subito a torturarlo. Ma a lui non importava del dolore, si chiedeva solo cosa stessa accadendo a Star. E poi sentì il suono di un colpo di frusta, nitido nel silenzio della casa. Senza pensarci due secondi alzò la bacchetta e disarmò sua madre. “Come ti permetti!?” Gridò lei ma lui era già fuori dalla porta, diretto verso la sala degli arazzi. Entrò e vide Star, immobile di fronte a suo padre che reggeva la bacchetta dalla quale usciva un filamento rosso lungo e sinuoso che Orion fece scattare. Di nuovo quel rumore. E gli occhi di Star si allargarono in pozze di terrore e Sirius ricordò, ricordò che il suo molliccio era quella donna, con una frusta, che era quello il modo in cui era stata torturata per anni all'orfanotrofio, e anche i suoi amici avevano sofferto per quell'arma, e provò ad immaginare la paura di vederla ora, ma non ci riuscì.  

Orion fece scattare la frusta verso di lei ma Sirius si mise in mezzo e bloccò il colpo con un braccio. 

“No, ti prego!” Supplicò. 

Ma suo padre era furioso. “Spostati.” Gli intimò con voce gelida. “So che le maledizioni non la colpiscono ma questo, questo sembra farle paura quindi spostati. È giunta l'ora che impartisca una lezione anche a lei.”  

“No. Ti prego. Punisci me, è stata un’idea mia.” Continuò Sirius. 

“Lo sappiamo.” Intervenne Walburga entrando nella stanza. “Puniamo lei proprio per questo. Così la prossima volta ci penserai più a lungo prima di architettare un tale affronto.” La donna alzò la bacchetta contro suo figlio. “Levati.” Gli intimò di nuovo, ma lui non si mosse e lei lo colpì. 

Almeno Sirius credeva che lo avrebbe fatto, ma non sentì nulla. Non un solo accenno di dolore. Aprì gli occhi, sua madre era sorpresa quanto lui. Allora si girò di scatto. Star.  

La ragazza sorrideva tranquilla, non c’era nulla che tirasse fuori la Piumadoro in lei come vedere i suoi amici in pericolo. 

“Avevi ragione.” Il suo tono era calmo, con un lieve accenno di sfida, mentre si rivolgeva alla madre del suo amico. “Non dovrei permettere a nessuno al di fuori della sua famiglia di ferirlo.” La ragazza cominciò ad emanare una lieve luce dorata. “IO sono la sua famiglia. IO gli voglio bene davvero, e per questo non voglio ferirlo mai, ne permetterò più che lo facciate voi.”  

Era bellissima, e potente, e poi alle sue spalle apparve BellatrixSirius la vide chiaramente imitare con la bacchetta un colpo di frusta, e Star cadde in ginocchio.  

“Quindi è questo che ti spaventa, eh?” La prese in giro Bellatrix. 

La ragazza non dovette nemmeno alzarsi in piedi, un battito di ciglia e tutti i Black, a parte Sirius, si trovarono sbalzati indietro.  

“No, non più.” Commentò Star sollevandosi da terra.  

Sirius le si avvicinò rapido. “Stai bene?” Le chiese preoccupato. Lei annuì guardandosi intorno. 

“Vai a casa tua.” La pregò Sirius 

“Voglio restare con te.” Affermò lei mentre Orion riprendeva pian piano conoscenza. 

“È la mia famiglia. Me ne occuperò io. Devo farlo da solo.” Insistette lui. 

Star imprecò, e sembrava davvero preoccupata. “Se griderai il mio nome io tornerò subito qui.” Gli promise.  

“Avrai mie notizie prima dell'alba, promesso.” La tranquillizzò Sirius, poi le sorrise e la baciò sulla guancia. “Vai.”  

Star non staccò gli occhi da quelli grigi del ragazzo nemmeno mentre si sentiva trascinare via dalla smaterializzazione. Apparve in casa Potter, proprio di fronte a James che si era alzato per prendere un bicchiere d’acqua. 

“Oh, no!” Disse lui tetro. “Cosa avete combinato?” 

E Star gli raccontò tutto, ogni cosa. Ma era troppo sconvolta per preoccuparsi dei suoi sentimenti, voleva solo che Sirius stesse bene. 

“La mia bambina è tornata!” La signora Potter scese le scale evidentemente svegliata dalla voce di Star, subito dietro di lei suo marito, entrambi felici di rivedere la loro bambina. 

Sirius è nei guai con la sua famiglia.” Li avvertì James. “Se non dovessimo ricevere sue notizie entrò l’alba dovrete aiutarci, per favore, è una cosa seria! Lo torturano! Star lo ha visto.” 

Susan abbracciò James accarezzandogli piano i capelli. “Se non si farà sentire faremo sicuramente un bel discorsetto ai Black.”  

Henry invece guardò Star negli occhi. “Tu stai bene?”  

La ragazza annuì. “Non sono un bersaglio facile da colpire.” Rispose fiera, poi guardò a terra. “Sono molto preoccupata per Sirius, però.” 

“Non vi preoccupate. Aspetteremo insieme.” Henry li condusse in sala da pranzo a passo deciso e aprì la finestra della cucina, in caso dovesse arrivare un gufo, infine si sedette di fronte all'orologio e James accanto a lui. Susan sospirò preoccupata. “Faccio un the.” Annunciò. Star scattò subito ad aiutarla, qualcun cosa che le tenesse impegnato il cervello andava bene. 

E così attesero, tutti insieme. Sedevano sul tavolo della cucina, con le tazze di the ancora traboccanti, guardando l'orologio che calmo ticchettavaEra già il 30 dicembre, ma il sole invernale tardava ad alzarsi, e questo rendeva tutti sia più ansiosi che più speranzosi; più tardi sorgeva più tempo aveva Sirius per farsi sentire, ma era anche vero che più tempo passava più lui restava in quella casa terribile.  

Henry accese anche il camino per precauzione, la Metropolvere così funzionava meglio. E a Star non importava cosa Sirius aveva deciso, se aveva risolto con la sua famiglia o no, voleva solo che stesse bene. Era tutto ciò che le importava. 

 

 

***** 

 

 

 

Dal momento che sono babbea ho buttato via quasi tutta la giornata di ieri di studio, ma almeno questo mi ha portato a finire il capitolo con largo anticipo. È uno dei capitoli che mi ha preso di più, mi sono divertita molto a scriverlo ma più avanti lo rivedrò per correggere o mille errori che avrò fatto scrivendo dal telefono. Pensate che il mio correttore mi ha cambiato Cissy in Cossu almeno due volte! Spero che sia comunque leggibile. 

Vi ricordo che nella mia pagina Instagram nelle storie in evidenza ho messo tutte le canzoni usate nei primi 4 anni, presto inizierò a mettere anche quelle del 5° .  

E ora, ciao ciao.  

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Capitolo 7
*** Nuovo anno. Nuovo inizio ***


Il tempo passava talmente piano da essere straziante, Star non era abituata a non fare nulla, eppure non sarebbe riuscita a fare qualcosa, poteva solo guardare quell'odioso orologio. 

Susan era stanca, James lo sapeva perché lei si mordeva le labbra ad intervalli regolari, era il suo modo per mantenersi sveglia e attiva. Si chiese quante volte, nella sua vita da Auror, era stata sottoposta ad attese di quel genere, pure dopo lunghi giorni di lavoro e poche ore di sonno a notte. L'ammirava. E ammirava suo padre. Mettevano il bene degli altri al primo posto. Combattevano per la sicurezza di tutti. Per questo voleva diventare Auror come loro.  

Il silenzio era diventato talmente opprimente che il ticchettare della lancetta dell'orologio pareva quasi rimbombare. Il cielo, fuori dalle finestre, era diventato appena più chiaro. 

James balzò in piedi. “Adesso andiamo.” Esordì spazientito.  

“Sì, non posso aspettare un minuto di più.” Concordò Star afferrando il suo mantello, indossava ancora l'abito da sera rosso e oro e per un attimo James si chiese come era riuscita a sopravvivere ad una tale attesa dentro un corpetto così stretto. 

E poi… si udì bussare alla porta. 

Star e James si guardarono intensamente. I signori Potter, che fino ad un attimo prima stavano sorridendo dell'impazienza dei loro figli, ora erano vigili, le bacchette pronte. 

Bussarono ancora e i due fratelli corsero a perdifiato verso l'ingresso.  

“Fermi!” Tuonò Henry; non era più tempo di aprire la porta di casa senza sapere con esattezza chi vi fosse dietro.  

James guardò attraverso lo spioncino e trattenne a stento un sorriso, ma i suoi genitori gli avevano insegnato regole ben precise. “Cosa cantavi quando mi hai confessato di essere innamorato?” Chiese il giovane Potter.  

Una voce chiara al di là della porta rispose: “Elenor dei The Turtle.” Star riconobbe la voce di Sirius e il suo cuore le sembrò salito sulle montagne russe. James aprì la porta ad un Sirius sconvolto e pallido ma senza ferite evidenti. 

“Me ne sono andato.” Dichiarò, il tono concitato. “Me ne sono andato davvero. E mi dispiace di essere qui, così all'improvviso, è che non sapevo dove altro andare e…” 

James lo abbracciò trascinandolo dentro casa e Susan chiuse la porta con un dolce sorriso sulle labbra. “Sei il benvenuto qui.” Disse la donna. 

Abbiamo sicuramente spazio per un figlio in più.” Commentò Henry guardandosi attorno. 

Grazie.” Mormorò Sirius, era commosso, aveva le lacrime agli occhi, ma sembrava già più sereno. 

Star osservava la scena un passo più in là, ma il ragazzo incrociò presto il suo sguardo.  

“So che non credi che sia la cosa giusta, che pensi che soffrirò, ma non importa perché ci ho provato ma.. non potevo più andare avanti così, mi disp…” La ragazza lo abbracciò senza lasciargli il tempo di finire la frase. 

“Voglio solo che tu sia felice, e sono così sollevata ora che so che stai bene.” Gli sussurrò lei prima di staccarsi. 

“Allora,” James circondò le spalle del suo amico con un braccio. “ora che ho finalmente un fratello, noi uomini siamo tornati in maggioranza in questa casa.” Constatò. 

Henry si illuminò all'improvviso. “È vero! Finalmente potrò avere un angolo relax per soli uomini al posto della lavanderia!”  

“Nossignore!” Sbottò Susan. “Hai avuto il tuo dannato sentiero dritto per le tue dannate rose e mille altre cose negli undici anni con James. Che siate in maggioranza o no, io e Star decideremo per almeno altri sei anni.”  

I due cominciarono a bisticciare amorevolmente mentre James e Star aiutavano Sirius a portare il suo baule nella sua stanza. Era esattamente come l'avevano dipinta la prima estate insieme, quindi uguale a quella di James. Tutto quel rosso e oro mise il ragazzo di buon umore. Era come se dopo molto tempo si fosse tolto un peso dal petto che gli impediva di respirare a pieni polmoni.  

“Vi abbinate alle pareti.” Scherzò James indicando il suo amico e sua sorella Poi, mentre loro si guardavano a vicenda perplessi, scattò una foto. 

“Bhe, è normale che ci assomigliamo. Sono appena diventato suo fratello.” Commentò Sirius scherzando. 

Io non ho detto che vi assomigliate! E poi io sono suo fratello!” Sbottò James. 

“Nessuno di voi due mi assomiglia!” Li bloccò Star.  

“Perché?” Chiese James deluso.  

“Perché sono più bella di entrambi.” Rispose Star in falso tono altezzoso facendo ridere i suoi amici. 

“Comunque non ti permettere mai più di dire che sei più bella di me. Io sono Sirius! Il famigerato pluri-amato Sirius Black.” Replicò Sirius. Le risate riempirono la casa.  

I signori Potter dovettero andare a lavoro e i ragazzi si scusarono o per averli fatti restare svegli tutta la notte. 

“Era una cosa importante, chiederemo a dei colleghi di coprirci così potremmo tornare presto.” Li tranquillizzò Susan. 

I tre giovani filarono a letto per riposare un po’ e nel pomeriggio iniziarono a preparare una cena di ringraziamento per i signori Potter.  

Quando Susan e Henry rientrarono trovarono la tavola imbandita, ottima musica e profumo di arancia e cannella. Mangiarono allegramente tutti insieme e poi andarono a letto presto, Susan però si attardò con Star a spegnere alcune candele.  

“Tesoro, io e tuo padre abbiamo ricevuto delle notizie da Hogwarts sulle tue abilità di cura.” Cominciò la donna. Star rimase in silenzio, aveva forse deluso sua madre? Susan proseguì. “Siamo molto fieri di te, usare i tuoi poteri per aiutare gli altri è qualcosa di stupendo. Quindi… mi chiedevo se volessi venire con me al San Mugo domani, devo fare alcune cose per l'ufficio, e potremmo trovarti un insegnate.” 

Star sorrise. “Certo, ne sarei felice.”  

“Però, non ti prometto nulla, la tua magia è complessa…” La fermò sua madre. 

La ragazza annuì. “Lo so, solo Iskra sapeva come aiutarmi.”  

“Troverò questa donna, chiederò a Silente, se è capace di aiutarti con i tuoi poteri la troveremo. Vedrai.” Susan la baciò sulla fronte e poi salirono verso le camere. 

“Grazie mamma.” Star abbracciò la donna e poi si dileguò nella sua stanza.  

Non era sola. 

 

…… 

 

Quella notte Star entrò nella stanza di Sirius.  

Il ragazzo era evidentemente sveglio perché appena lei si richiuse la porta alle spalle lui disse: “Hai sbagliato stanza di nuovo, credo.”  

La ragazza avanzò verso il letto. “No, ero preoccupata per te. Come stai?”  

Il ragazzo sorrise, i suoi denti bianchi luccicarono appena nella stanza semibuia. “Sembri più sconvolta tu di me.” 

“Bhe, mi sento come se fosse un po' colpa mia...” Cominciò a spiegare lei. 

“Non lo è. Posso assicurartelo.” Sirius la bloccò e poi le fece segno di sedersi accanto a lui sul letto. 

Star si accomodò, ma sembrava ancora tesa.  

“Dimmi cosa c’è.” La incoraggiò il ragazzo. 

“Continuo a pensare che tu l’abbia fatto per difendermi... perché io so cavarmela da sola e … non era necessario...” 

“Io non sono James. Sono certo che tu sappia difenderti da sola, e so perfettamente che tu potresti difendere te e tutti noi, e non l’ho fatto per difenderti. E se mai ti difenderò, o se ho già agito così, sappi che è solo perché mi fa piacere farlo e non perché mi sento obbligato a proteggerti.” 

Star rimase bloccata per qualche secondo. “Tu non pensi che io abbia bisogno di essere protetta?” Chiese poi sorpresa. 

“No, e non solo perché sei una Deran, ma perché sei tu. So che sei sveglia, forte e coraggiosa. E che sicuramente sarai quella che tirerà sempre fuori dai guai me e James.” Rispose Sirius convinto. 

“Grazie.” La ragazza era sinceramente grata per quelle parole.  

“Però sarebbe carino se ogni tanto lasciassi credere a me e James che possiamo esserti d’aiuto. Infondo tutti hanno bisogno di aiuto.” Continuò lui. 

“Anche tu?” Domandò Star, Sirius era l’ultima persona al mondo che avrebbe potuto accettare il fatto di aver bisogno di aiuto. 

“Si.” Replicò invece a sorpresa. “E per questo vorrei chiederti una cosa, se ti va... non sei obbligata...” 

“Dimmi!” Lo pregò lei. 

“Resteresti a dormire con me?” Doveva essergli costato molto fare quella richiesta e Star non aveva nessuna intenzione di rifiutare ma si chiedeva perché Sirius voleva questo. La risposta arrivò subito dopo. “Avevi ragione, anche se mi sento più libero non è comunque stato facile... andare via...e mi sento strano... e tu... so che puoi capirmi...” 

Non era da tutti i giorni vedere Sirius completamente senza barriere. Star era abituata al lato fragile di James, ma a quello di Sirius? Decisamente no. Eppure era bellissimo. Gli sorrise e si stese nel letto permettendogli di abbracciarla.  

“Allora, sei stato adottato dai Potter anche tu, eh?” Scherzò poi. 

Sirius rise, lei sentiva il suo respiro addosso, e il cuore di lui le batteva nell’orecchio. “Sono felice che James sia mio fratello.” Rispose. 

“E non sei felice di avere me?”  

 Il ragazzo sbuffò. “Avere una sorella sexy è la cosa peggiore del mondo, ora tutti i ragazzi verranno a chiedermi se possono uscire con te e se posso aiutarli a conquistarti.”  

Star rise. “Ma non è vero! Al massimo saranno le ragazze a venire da me per chiedermi di presentarvi!” 

“Oddio! Siamo entrambi sexy! Povero James!” Sirius si posò una mano sulla fronte fingendo di essere davvero preoccupato. Scherzarono così ancora un po', finché il sonno non sopraggiunse. 

 

….... 

 

“E’ una mia impressione o avete preso una brutta abitudine in questi giorni a casa Black.” La voce di James risvegliò i due immediatamente, ma il ragazzo non era arrabbiato o infastidito, sembrava divertito. 

“Ti ho rubato il peluche per una notte, devo dire che è davvero terapeutico.” Commentò Sirius stiracchiandosi. 

“Tua madre ha preso un colpo.” Scherzò James riferendosi a sua sorella. “E’ venuta a chiamarti nella tua stanza e non ti ha trovata, allora è passata da me e quando non ti ha visto si è preoccupata così le ho detto che magri eri qui.” Il ragazzo sorrise divertito. “Inutile dire che è completamente impazzita, credo non le sia piaciuta la notizia che sua figlia dorme con un ragazzo. Mi ha chiesto di venire a chiamarti.” 

“Oh, no.” La ragazza si alzò di scatto e si precipitò in salone, ancora in pigiama. James e Sirius la seguirono curiosi. In sala da pranzo li attendevano i signori Potter. 

“Sedetevi, tutti e tre.” Disse Henry. 

I ragazzi obbedirono. 

“Crediamo sia giunta l’ora di farvi un certo discorso e, Sirius, anche se non sei nostro figlio, vorremmo che ascoltassi.” Continuò Susan. 

“Volentieri.” Il giovane non più Black sorrise mentre sedeva tranquillo abbandonandosi sullo schienale della sedia. 

“Dobbiamo parlare di sesso.” Cominciò il signor Potter provocando un sonoro “No ti prego.” di suo figlio, un “Preferirei parlarne da sola con mamma.” da sua figlia e un sorprendentemente entusiasta “Quando vuoi!” da parte di Sirius. 

“Vogliamo solo darvi qualche consiglio e qualche avvertimento, non entreremo nei dettagli.” Cercò di tranquillizzarli Susan. 

“Il sesso porta molte malattie, è pericoloso, e tu potresti pure restare incinta.” Sputò fuori Henry, principalmente rivolto a sua figlia. 

Mentre Star iniziava a sentire uno strano senso di colpa montare in lei, anche se non aveva mai fatto sesso, Sirius ghignò. “Non è esattamente così.” Disse calmo. “Al giorno d’oggi esistono delle protezioni molto efficaci per le malattie; come il preservativo. E’ molto importante e non smetto mai di ricordare a James di usarlo sempre.” 

James fece spallucce. “E’ vero, mi ha riempito il baule praticamente.” 

“Mentre a Star non serve che glielo ricordi, lei non farà sesso se non con quello giusto, anche se mi permetterò di consigliarle di usarlo almeno per le prime volte, oh e di usare un contraccettivo. In ogni caso avete due figli puri e candidi, per ora.” Proseguì il giovane tranquillo e rilassato come se stessero parlando di ricette di famiglia. 

“C’è una malattia mortale che sta spaventando tutti i Babbani, ho letto le notizie in un loro giornale a lavoro, e noi maghi non ne siamo immuni.” Insistette Henry dopo essersi ripreso da un lieve shock. 

“L’AIDS non è un problema se si usano le giuste precauzioni, e comunque per essere tranquilli si può chiedere al proprio compagno di fare un test.” Replicò Sirius, perfettamente a suo agio. 

“Si... noi siamo a posto con il sesso, abbiamo l’enciclopedia Sirius a portata di mano. Ha infilato un preservativo persino nella tasca della giacca di Remus la sera del ballo.” Raccontò James, soddisfatto di saperne di più dei suoi genitori grazie al suo amico. 

“Cosa! Questo non lo sapevo!” Si sorprese Star, dimenticando i sensi di colpa. “E lui ha accettato di portarlo con sé tutta la sera?”  

“Non si è più toccato la tasca, però si.” Le confidò suo fratello. 

“L’astinenza non è mai una saggia idea quando si è giovani, bisogna essere pronti e preparati.” Fu la seria risposta di Sirius. “A proposito di questo, a che età avete avuto James?”  

La, decisamente invadente, domanda del giovane fece arrossire Susan e alzare di scatto Henry dal tavolo, entrambi trovarono alla svelta qualcosa da fare lasciando cadere il discorso. 

“Comunque non ci hai mai detto come sai tutte queste cose, non può essere solo esperienza...” James fronteggiò il suo amico pieno di curiosità, era ovvio che se ci fosse stato un canale di informazione accessibile anche a lui ne avrebbe volentieri usufruito. 

“Avevo delle domande e mio zio mi ha detto che se me ne avesse parlato lui sarebbe stato troppo imbarazzante, così mi ha portato in un ospedale babbano e un medico è stato così gentile da rispondere a tutte le mie domande, mi ha anche lasciato dei dépliant.”  

“Tu hai letto dépliant sul sesso?” Star era sempre più sconvolta.  

“Andiamo, tesoro?” Susan però la stava chiamando, era giunta l’ora della sua visita al San Mugo. 

Salutò i suoi amici e se ne andò. 

 

…............... 

 

“Non sembra che sia andata bene.” L’accogliente sorriso di James si spense quando, aprendo la porta, si trovò davanti alle facce abbattute di sua sorella e sua madre. 

“Nessuno crede che potrei essere utile, e se lo credono non credono di potermi aiutare a gestire il mio potere.” Raccontò Star. 

“Ma non fa niente, perché troveremo Iskra e lei ti aiuterà.” La rassicurò Susan. 

Henry non tornò a casa per cena quella sera, e Susan lasciò da soli i ragazzi per tornare in ufficio ad aiutarlo. 

I tre erano riuniti nel Covo a chiacchierare allegramente. 

“Dovresti ringraziare che non ho detto ai tuoi genitori del tuo lato scandaloso.” Dopo essere stato insultato scherzosamente dalla sua amica Sirius la rimbeccò con queste parole. 

“In che senso il suo lato scandaloso?” Si incuriosì subito James. 

“Abbiamo lasciato intuire di aver fatto qualcosa andando da una camera all’altra in déshabillé.” Spiegò la giovane pronunciando l’ultima parola con lo stesso disappunto della signora Black. Cosa che fece ridere Sirius. Era fuori da casa da appena due giorni e sembrava la persona più felice del mondo. 

“Ah, quello! Si me lo avevi raccontato.” Commentò James. 

Star lanciò un’occhiata interrogativa a suo fratello. “Come te lo ha raccontato?” 

“Abbiamo usato i tuoi specchi per tenerci in contatto.” Le spiegò Sirius. 

“Sono utilissimi.” Concordò James. 

Star sorrise, era bello sapere di essere stata utile. 

“Mi sbaglio o oggi è l’ultimo dell’anno?” Domandò Sirius all’improvviso. 

“E’ vero! E l’anno scorso non abbiamo nemmeno festeggiato come si deve!” Notò James. 

“Ma cosa possiamo fare ora? Mancano solo poche ore all’anno nuovo...” Commentò Star. 

“Abbiamo noi stessi e della buona musica, cos’altro ci serve?” Si entusiasmò Sirius. 

“Niente.” Rispose James. Star invece non sembrava convinta. 

“Manca Remus, e anche Peter.” Mormorò la ragazza.  

“Magari non possiamo stare con loro, questa sera, ma loro saranno sicuramente con le loro famiglie. Una cosa che possiamo fare, però, è una sorpresa ai nostri genitori.” Cercò di risollevarla suo fratello, sembrò funzionare. “A te andrebbe di aiutarci, Sirius?” Chiese il giovane Potter. 

Il ragazzo sorrise ampiamente. “I vostri genitori mi hanno accolto a braccia aperte senza un minimo di preavviso e senza nemmeno chiedere per quanto ho intenzione di restare. Una sorpresa è il minimo che possa fare.” 

Così i Malandrini, non al completo, si misero all’opera: radunarono cibo, bevande e qualche decorazione, presero un disco molto speciale per loro, infine James chiese a Star di forzare la porta dell’ufficio di suo padre. 

“Il camino qui dentro ha una linea di collegamento con il Ministero della Magia, mi è proibito entrarci e usarlo, e non ho mai avuto intenzione di infrangere questa regola, fino ad ora.” Spiegò a Sirius mentre Star tamburellava le dita sulla porta in legno borbottando una serie di parole in latino. La porta si aprì quasi subito e i ragazzi presero svelti una manciata di polvere a testa; la destinazione era a portata di mano. 

Il primo a giungere nell’immenso atrio del Ministero fu James, era totalmente vuoto. Subito dopo giunsero Star e infine Sirius, svelti come linci si coprirono come riuscirono con il Mantello dell’Invisibilità e si diressero verso gli uffici degli Auror, solo in qualche ufficio le luci erano ancora accese, nessuno però si aggirava nei corridoi, erano tempi duri. 

James si diresse deciso verso una porta molto specifica, doveva essere stato in visita all’ufficio dei suoi genitori più di una volta. Si catapultò senza tanti preamboli dentro alla stanza e controllò rapidamente che non ci fosse nessuno mentre suo padre, da chino sulla scrivania, alzava lo sguardo verso la porta che si era apparentemente aperta e richiusa da sola. 

“Susan.” Chiamò tranquillo Henry, dall’ufficio accanto la signora Potter lo raggiunse chiudendo tutte le tendine della stanza. 

“James?” Chiese poi la donna. 

“Non è divertente così!” Brontolò il ragazzo togliendosi il mantello e scoprendo così anche Star e Sirius che, non essendosi arresi, gridarono “SORPRESA!” 

“Avete portato delle cose per festeggiare la fine dell’anno!” Si stupì Susan, commossa. 

“Siete stati davvero gentili.” Commentò Henry, iniziando a fare posto sul tavolo. In pochi minuti la scrivania del signor Potter sembrava un piccolo buffet, alle pareti c’erano bandierine luccicanti, e un giradischi sgangherato suonava in sottofondo Auld Lang Syne.  

“Credo che manchi poco.” Annunciò la signora Potter. 

Sirius dette un rapido sguardo al suo orologio, era diventato particolarmente bravo a leggerlo. “Quindici secondi ora. Dodici...” 

“Undici!” Gli fece eco James, felice. Era raro, specialmente in quel periodo, poter festeggiare qualcosa con i suoi genitori, non c’era niente di meglio del poter essere con loro. Anche se non lo avrebbe mai ammesso. 

“Otto!” Si esaltò Star, era così bello avere un altro ricordo come quello da poter conservare. Un momento in cui era una Potter anche lei, aveva dei genitori anche lei, e tutto andava bene. 

“Cinque!” Continuò a contare Sirius, e si sentiva terribilmente strano, i signori Potter sembravano essersi abituati a lui in un attimo, mentre lui... non si era abituato a niente. In realtà non aveva ancora realizzato un bel niente di quello che era successo. Voleva piangere? Forse si. O forse voleva solo ridere, una gigantesca e liberatoria risata. O picchiare qualcosa, o urlare. Non lo sapeva, come si fa a capire come reagire ad una situazione che non hai compreso? Però era con James, il suo amico, suo fratello. L’indomani ne avrebbe parlato con lui, loro due soli, e le cose si sarebbero sistemate magicamente. Accadeva sempre, magari serviva comunque qualche pugno, ma andava sempre tutto a posto. 

“Uno” Le voci si mescolavano, Sirius si era completamente perso nei suoi pensieri e non aveva badato al conto alla rovescia, gli sembrò di non essere davvero lì, in quel momento. Si sentiva come un osservatore esterno di sé stesso, finché Star non gli poggiò la mano sulla spalla e gli sorrise, allora tornò in sé. 

“BUON ANNO!”  

Ovviamente, per quanto avessero insonorizzato l’ufficio e nonostante non ci fosse più quasi nessuno al Ministero, la festa non poté durare che qualche manciata di minuti. I ragazzi non dovevano essere lì, e i signori Potter dovevano lavorare. 

“Bhe, direi che è stata una gran bella giornata.” Commentò James gettandosi sul suo letto, Star era sprofondata su un pouf e Sirius sedeva in equilibrio sul balcone della finestra. 

“E’ stato magnifico, mamma e papà erano così felici!” Sospirò la ragazza soddisfatta. 

Sirius fissava il giardino buio aldilà del vetro, era talmente silenzioso e fermo da sembrare finto. 

Star si alzò di scatto, sapeva cosa doveva fare: lasciarli soli. Li salutò e se ne andò a farsi un lungo bagno, la vasca era un privilegio che apprezzava ogni giorno di più. I sali da bagno alla camomilla di sua madre erano perfetti per rilassarsi ma di certo non superavano quelli alla rosa di Andromeda. Dopo il bagno prese carta e penna e scrisse alla sua amica pregandola di rivelarle dove li comprava e soprattutto chiedendole quando avrebbero potuto vedersi. Gil si librò nella fredda aria di gennaio. Gennaio 1976. Un nuovo anno, un nuovo inizio. 

Nella stanza di James, intanto, Sirius si era spostato dalla finestra e camminava nervosamente avanti e indietro. “Io volevo andare via, ho sempre voluto andare via. Non voglio negarti che avevo e ho paura, mi chiedo cosa farò ora, e dove starò...” 

“Puoi stare qui.” Il tono del giovane Potter non ammetteva repliche. 

“Si ma non per sempre.” 

“Nemmeno io voglio stare qui per sempre. Ma finché ne avrai bisogno questa è casa tua.” 

Sirius sorrise. “Grazie. Comunque ho paura anche perché so che mi mancherà mio zio, e mio fratello. So che ho fallito come fratello maggiore, perché avrei dovuto proteggerlo, avrei dovuto rispettare le regole e garantire ad entrambi una vita più serena. Ma non potevo. Non potevo fingere di non disprezzare ogni singola idea che loro hanno. Era tutto così ridicolo! Assurdo! Se avessi fatto come volevano loro sarei finito in Serpeverde, non avrei conosciuto te, Star, Remus e Peter, non sarei la persona che sono. Io sono così, e so di averlo ferito, ma non posso nasconderlo. E non potevo più resistere in quella casa. Però mi sento un vigliacco per averlo abbandonato lì.” Ancora silenzio. “E al tempo stesso so che non sarebbe mai venuto via con me, lo so, perché quella è la sua famiglia, l’unica che conosce. Invece io ho voi.” 

James si alzò in piedi e abbracciò il suo amico. “Non è colpa tua. Tuo fratello deve fare le sue scelte, non è giusto che sia tu a scegliere per lui, nemmeno se sai che la tua via è giusta.” 

“Sono comunque preoccupato.” 

“Questo te lo concedo.” I due risero e si staccarono. 

Per Sirius stava cominciando una nuova vita, totalmente diversa. 1976. Un nuovo inizio. 

 

….............. 

 

“Buon giorno.” James accarezzò piano i capelli di sua sorella svegliandola dolcemente. 

È giunta l'ora di parlare con te di sesso?” Scherzò Star sedendosi sul suo letto. 

Non è necessario parlare di sesso. Ma avete finto di essere scandalosi, a quanto dice Sirius, quindi tu come ti sei sentita?” Le chiese lui. 

La ragazza sospirò. “Come ho detto anche ad Andromeda, mi sono sentita stupida. Una stupida ragazzina in piena crisi ormonale. Ha cantato per me e c’è mancato poco che gli sbavassi letteralmente dietro. Ho bisogno di guardarmi intorno, davvero. Non posso essere così fissata con lui. L'ho sognato mentre dormivo con lui! È stato terribilmente imbarazzante. Abbiamo fatto il bagno insieme e io ho provato a restare calma ma ero talmente agitata che mi sono mossa troppo e l'ho fatto scappare, e poi era così vicino a me. Scherzava. Mi prendeva in giro. Ha persino usato una voce sexy, e sembrava volesse baciarmi.” 

“E tu?” Domandò il ragazzo decisamente divertito. 

“Sono scappata! Non potevo fare altro. Ho tirato fuori la calma e distaccata Piumadoro e ci ho riso su. Non esiste che io perda la mia dignità. NO!” Replicò lei risoluta. 

“Hai mai preso in considerazione di dirglielo e basta?” Sospirò suo fratello. 

“Sai una cosa? Penso che lo farò, ma solo se effettivamente non mostrerà nessun interesse per Mary o nessun’altra ragazza.” Decretò lei. 

“Davvero?” Si esaltò il ragazzo. 

“Davvero.” Star si alzò in piedi di scatto. “Non so come ci riuscirò ma lo farò, così se dovesse dirmi di no almeno potrò andare avanti e basta.” 

“Sei molto coraggiosa, sorellina.” Il ragazzo era davvero ammirato, e poté riflettere su sé stesso e su Lily. Si, sarebbe stato più coraggioso anche lui. 

Quella mattina i signori Potter tornarono a casa solo per poche ore e le passarono tutte a godersi un po' di meritato riposo. I ragazzi rimasero tutto il giorno nel Covo a rilassarsi e chiacchierare. 

“Ma dimmi un po', i tuoi sanno che noi abbiamo finto di stare insieme?” Chiese Sirius all’improvviso. 

Star dovette mandare giù velocemente la triste verità: Sirius aveva usato il passato, avevano finto di essere innamorati, ora anche il flebile barlume di speranza di passare del tempo insieme se ne andava, Sirius era libero. Nuovo anno, nuovo inizio. 

“Lo sa, ma Star è stata poco delicata come al solito e le è quasi venuto un colpo." Rispose James tranquillo. 

“Sei un disastro!” Rise Sirius. 

“Ero solo distratta!” Si difese Star, ed era vero. 

 

Star stava leggendo un libro, i raggi caldi del sole le scaldavano la pelle. Essere di nuovo a casa Potter per l’estate la faceva sentire sia felice che malinconica. Sua madre si sedette accanto a lei. 

“Ti mancano i tuoi amici?” Le chiese dolcemente la donna. 

Su figlia annuì. 

“Non mi hai più raccontato cosa è successo questo Natale. Siete stati bene? Vi siete divertiti?” Continuò Susan.  

“Diciamo di si.” Il tono della giovane non era entusiasta e sua madre iniziò a preoccuparsi. 

“Sembri molto giù, hai lasciato ad Hogwarts qualcuno di importante? Un ragazzo? Forse Sirius, è molto carino, c’è qualcosa tra voi?” 

Star sospirò e senza smettere di leggere il libro: “Nah, sono solo la sua promessa sposa, ma niente di serio.” 

Susan quasi si strozzò con la sua stessa saliva. “Come scusa?!” 

Allora la ragazza realizzò che sua madre non sapeva niente di Sirius, e del suo ritorno ritardato a Hogwarts e di tutto il resto. Chiuse il libro in fretta. “Oh, ma solo per finta! Davvero! Lo sto aiutando a sopravvivere alla sua famiglia, non ti agitare!” 

La donna riprese un po' di colore in viso e, dopo un lungo sospiro di sollievo, rise. Quella sera, a cena, non parlarono altro che dello spavento che Susan aveva preso e del piano di Star. 

 

“Ci sei?” La voce di Sirius la riportò al presente. 

“Si, certo.” La ragazza fece una breve pausa mentre i suoi amici continuavano a parlare del più e del meno e poi si ricordò: “Verreste con me a trovare Andromeda?” 

“Vuoi tornare dai Black?” Si sorprese James. 

“Oh, no. Anche lei ha lasciato la famiglia. Vive in un posto davvero carino.” Spiegò Sirius. 

“Capisco, e come vuoi arrivarci?” Domandò James ora d’un tratto curioso. 

“C’è solo un modo: dovete Smaterializzarvi con me. Vi porto io, nessun problema.” Propose Star. Inutile dire che i suoi amici accettarono, e che non dissero nulla ai signori Potter. Non era per cattiveria, ma solo perché sapevano che si sarebbero preoccupati eccessivamente. 

In pochi minuti erano di nuovo nel boschetto innevato e presto bussarono alla porta di Andromeda. La giovane donna li accolse con calore, meno calorosa fu la sua reazione alla notizia che Sirius aveva abbandonato i Black. 

“Spero che tu non l’abbia fatto per causa mia, non dovevo influenzarti con le mie scelte.” Si rammaricò lei. 

Sirius guardò James per un secondo e poi tornò a sua cugina stringendole la mano. “Io dovevo andarmene da lì. E sai, quello che mi hai detto ora mi fa sentire meglio. E’ stata una mia scelta, solo mia, non c’entri nulla. Prima stavo male per aver lasciato lì Regulus, ma tu hai ragione: non dobbiamo condizionarci a vicenda. Tu avevi i tuoi motivi, io i miei. Ma ti ringrazio.”  

Andromeda sorrise sollevata. “Perfetto, Ninfadora si sveglierà tra poco, posso offrirvi un thè?” 

Fu un pomeriggio davvero gradevole, la neve cadeva fitta fuori dalle finestre della casa e Ninfadora era particolarmente di buon umore. Vedere Star giocare con la piccola era straordinario, l’aspetto delle due cambiava con estrema rapidità e naturalezza e spesso prendevano tratti davvero divertenti. Ad esempio Star si ritrovò con una boccuccia a cuore e dei capelli rosa che fecero partire a Sirius un attacco di risa infinite. James sosteneva ancora il suo amico quando salutarono Andromeda e se ne andarono dalla casa, la neve aveva smesso di cadere ma un lieve manto bianco ricopriva anche il giardino di casa Potter, il che fu una fortuna visto che loro erano pieni di neve e i signori Potter stavano rientrando in casa proprio in quel momento. Svelta Star lanciò una palla di neve a James cominciando una battaglia che rese credibile il fatto che avessero tutti e tre i vestiti bagnati. Appena entrarono in casa dalla porta sul retro Susan iniziò subito a pregarli di togliersi i mantelli e di salire a fare un bagno cercando di non gocciolare in giro. 

“Di do una mano.” La signora Potter si avvicinò a Sirius tendendo una mano verso la sua spalla per aiutarlo a togliersi un po' di neve di dosso, ma i sensibili riflessi di Sirius scattarono e il ragazzo si scansò in fretta. Fu allora che Susan poté vedere la paura negli occhi di Sirius, la paura di un gesto qualunque fatto nei suoi confronti da una figura materna. Anche James sembrava essersene accorto, infatti fece subito una battuta sul fatto che Star era scivolata fuori dalla porta, cosa non vera, e la ragazza prese subito a difendersi, come previsto. L’episodio dello spavento di Sirius rimase tra lui, Susan e James.  

Dopo un bel bagno caldo si riunirono tutti per una cena allegra e solo quando Susan si infilò sotto le coperte le tornò in mente lo sguardo spaventato del giovane Black. Non riuscì ad addormentarsi, così, dopo ore insonni, si alzò e uscì in corridoio. Camminò fino alla stanza di suo figlio e socchiuse piano la porta.  

“Sei sveglio?” Chiese in un sussurro. 

“Si.” La risposta di James arrivò subito, segno che anche lui non aveva chiuso occhio. Susan entrò e si sedette ai piedi del letto. 

“Sei qui per Sirius?” Domandò James. 

Sua madre non rispose ma fece un suono piuttosto strano, a metà tra un sospiro e un mugugno di assenso.   

“Se la caverà. Lo sapevo, sapevo che non stava bene lì, ma non immaginavo quanto sua madre lo avesse punito. Deve essergli rimasto dentro per molto tempo. Se vuoi sapere cosa gli facevano io non lo so, dovresti provare a chiederlo a Star ma forse lei non te lo racconterà.” Raccontò il ragazzo. 

Susan sospirò di nuovo. “Povero Sirius.” 

“Star urlava la notte, ricordi?” Ricordò all’improvviso James. “Ora dorme pacifica. Se potessimo fare lo stesso per Sirius sarebbe magnifico...” Qualcosa nel suo tono preoccupò la donna. 

“Sembra che tu non creda di poterci riuscire.” Ipotizzò lei. 

“Non è che non ci credo, è che lo so. Star si fidava di me, ero il suo eroe, per questo sono riuscito ad aiutarla almeno un po'. Ma sai quando ha iniziato ad essere forte? Quando Sirius le ha spiegato come potersi aiutare da sola. E ora tocca a lei. Il loro vissuto è molto simile, si capiscono più di quanto io potrò mai capirli, e so che l’unica persona che può aiutare Sirius è Star. Lei può capirlo davvero. Io... posso solo immaginare.” James fece una breve pausa. “Di questo vi ringrazio. Siete stati ottimi genitori, tu e papà. Non che ci voglia molto a essere meglio di quelli di Star e Sirius, ma voi avete fatto proprio un bel lavoro. E vi ringrazio di essere così disponibili ad accogliere sempre i miei amici.” 

Susan sorrise e passò la mano sulle coperte sopra i piedi di suo figlio. “Tu sei buono, James. E io e tuo padre siamo fieri di te, e lo saremo sempre perché sempre aiuterai gli altri. Noi lo sappiamo. Tu sei questo.” Detto ciò la donna si alzò e tornò a letto, il suo ultimo pensiero andò a Star, la sua figlia adorata. James era nato maschio, e lei lo aveva amato dal primo momento per quanto avesse desiderato una femmina, e il suo James era riuscito ad accontentarla anche in quello; le aveva portato a casa una figlia. Aveva realizzato il suo sogno, e quello della giovane Star. E ora c’era anche Sirius, un altro figlio, un altro regalo per lei che credeva che non avrebbe potuto avere figli mai più. Si, James sapeva come far stare bene chi amava, compreso Sirius. Finalmente le sue preoccupazioni scomparvero, i suoi figli sapevano cosa fare per sostenersi a vicenda, lei poteva solo esserci per loro. Gli occhi di Susan si chiusero e lei si addormentò, sognò i suoi tre figli ed era felice. 

 

…........ 

 

Inutile dire che la felicità di Susan veniva spesso offuscata dalla preoccupazione; i tre giovani si radunavano nel loro Covo e spesso facevano esplodere qualcosa. Ne succedevano di tutti i colori, letteralmente: un giorno la neve diventò blu, l’altro delle bolle di sapone giganti invasero il salone, e una sera tutte le luci della strada si spensero all’unisono. Erano davvero scatenati.   

Fortunatamente mancava poco al loro ritorno ad Hogwarts, poi sarebbe stato compito di Minerva gestirli, quella santa donna! Proprio quando Susan si stava illudendo che le sue preoccupazioni sarebbero presto giunte al termine un rombo incredibile si udì fuori dalla loro casa. La signora Potter era già pronta ad uscire e sgridare i suoi figli quando li vide scendere dal piano superiore, sorpresi quanto lei. Henry prese subito il comando e guardò fuori con lo spioncino, sorrise e uscì chiudendosi la porta alle spalle. I tre Malandrini e Susan rimasero in casa pronti ad ogni evenienza. Poco dopo Henry rientrò e dette loro il permesso di uscire. Fuori dal cancello in ferro battuto c’era Alphard, lo zio di Sirius, accanto ad una grossa motocicletta nera con sidecar. Inutile dire che Sirius gli corse immediatamente incontro emozionato e curioso. 

Quando i Potter li raggiunsero Alphard stava dicendo: “Cos’è questa? Ma un regalo per te ovvio! Questa e qualche soldo che potrà farti comodo più avanti, questo è il tuo nuovo conto alla Gringott.” 

“Orion ti ha lasciato aiutare Sirius?” Si sorprese Star. 

“Certo che no! Sono stato finalmente eliminato dall’albero anche io!” L’uomo sembrava davvero felice e entusiasta, libero.  

“Ora puoi andare dove vuoi! Fare quello che vuoi!” Si entusiasmò James. 

“Esatto, ragazzo!” Alphard sorrideva come mai prima, indossava una maglia dei Rolling Stones e dei jeans logori, un look che gli donava sicuramente di più degli abiti eleganti dei Black. 

“Ma i tuoi soldi... serviranno a te, per viaggiare...” Rifletté Sirius.  

Alphard gli diede una poderosa pacca sulla spalla. “Assolutamente no, io parto all’avventura. Non ho bisogno che di me stesso e buona musica. Tutto qui.” 

“E dove andrai?” Chiese Sirius di nuovo felice. 

“Chi lo sa! A sud, o magari a nord. Non ha importanza. Andrò. Sono passato solo a salutarti. Tratta bene questo bolide, sono certo che sarai in grado di farlo volare!” Rispose l’uomo. Era chiaramente entusiasta e in trepidazione così non lo trattenerono oltre. I Potter lo salutarono e poi rientrarono in casa lasciando a lui e Sirius qualche minuto di privacy.  

James osservò Sirius che salutava con la mano suo zio che si allontanava e poi raggiunse il suo amico insieme a Star. 

“Ha detto che fa un po' di capricci ma che è certo che la saprò sistemare.” Disse Sirius spingendo la moto verso il Covo, Star dietro di lui dovette far ricrescere qualche cespuglio di rose schiacciato per evitare una crisi di Henry.  

Sirius non ci badò, non badò quasi più a nulla se non alla motocicletta. Passava le giornate a sfogliare riviste babbane sul tema sperando di farsi un’idea su come cominciare, mentre Star e James lo prendevano in giro amichevolmente.  

Per quanto Susan non fosse entusiasta del regalo di Alphard a suo nipote dovette ammettere che stava tenendo impegnati i ragazzi in modo estremamente efficace. E presto giunse il giorno del rientro ad Hogwarts. 

I tre Malandrini erano felici di rivedere i loro amici; si svegliarono presto e, con i bagagli già pronti, scesero a fare colazione. 

“Vi prego, cercate di non combinare troppi disastri.” Augurò loro Susan mentre si accingevano a partire via Metropolvere. 

“Ma’, mi conosci! Dovremo per forza combinare qualcosa, c’è il primo aprile!” Ribatté James. 

“L’ultima volta mi è arrivato un gufo al Ministero sul fatto che avevate fatto esplodere delle uova di Pasqua, i miei colleghi l’avranno anche trovato divertente ma il mio capo no!” Proseguì la tiritera Henry, però era troppo tardi; James era sparito in un turbinio di fiamme. Sirius salutò in fretta e scomparve subito dopo, così rimase solo Star. 

“Divertiti, tesoro.” Le augurò il signor Potter. 

“E prenditi cura di quei due.” La pregò sua madre. 

Star abbracciò entrambi e poi seguì i suoi amici. “E anche di Remus!” Gridò la signora Potter e la ragazza riuscì a malapena a sentirla mentre tutto attorno a lei girava. Arrivò nell’ufficio della McGranitt che con la solita calma le diede il benvenuto, la pregò di spolverarsi via la cenere e di spostarsi prima che qualche altro studente le atterrasse in testa. 

La ragazza obbedì rapida e uscì dalla stanza trovandosi di nuovo in compagnia di Sirius e James. Senza nemmeno dirsi una parola i tre si diressero verso la loro Sala Comune e individuarono immediatamente Remus e Peter che tranquilli giocavano a scacchi.  

“Salve a tutti!” Gridò James avvicinandosi ai due suoi amici e facendo prendere un colpo ad entrambi. I Malandrini si salutarono e si abbracciarono e poi James costrinse tutti a salire nel loro dormitorio. 

“Ma che fretta c’è?” Esclamò Remus sedendosi sul suo letto già esausto. 

“La luna piena è la prossima settimana, non fingere di essere stanco.” Lo rimproverò scherzosamente Sirius. 

“A volte voi mi stancate più della luna.” Replicò lui. 

“Ma se siamo tornati da nemmeno cinque minuti!” Protestò James. 

“Appunto!” Remus si stese sul letto e i suoi amici risero di quella sceneggiata. Subito dopo James tornò serio e cominciò ad estrarre una marea di fogli dal suo baule. 

“La Mappa!” Si illuminò Peter, era davvero entusiasta di poter partecipare a quel progetto. 

“Allora, dobbiamo trovare un modo per visitare le altre Sale Comuni così potremmo disegnarle...” Cominciò James impaziente. 

“Tutte tranne quella di Corvonero, Star ci è già stata.” Ricordò Remus. 

“Oh, no, così non vale. Dobbiamo andarci tutti, possiamo disegnare qualcosa sulla mappa solo se ognuno di noi ci è effettivamente stato, è la nostra mappa, dobbiamo viverla!” Decretò James. 

“E’ vero! Questo ci porterà a vivere moltissime avventure!” Si esaltò Sirius. 

“Ed ad infrangere moltissime regole.” Completò Remus. 

“Io mi fermerei alle avventure.” Star sorrise al suo amico e bastò questo a convincerlo. Era vero, si sarebbero cacciati nei guai ma anche divertiti molto. 

“Allora...” Riprese James stendendo le carte su un tavolo che avevano spostato lì dalla Sala Comune. “Dopo le Case, ci mancano le torri e qualche luogo sperduto in vari piani, infine potremmo occuparci dei passaggi segreti...” Mentre il giovane spiegava i suoi amici gli si fecero attorno per sentire meglio e proporre le loro idee. Così, alla luce delle candele, la loro mappa ricominciò a prendere forma. 

 

…............... 

 

Il giorno seguente le lezioni ripresero regolarmente e anche gli allenamenti di Quidditch. James aveva deciso di mettere sotto la sua squadra. Gli mancava giocare con sua sorella ma era giusto così, e poi lei non si perdeva nessun allenamento quindi era un po' come averla ancora in squadra.  

Proprio alla fine dell’allenamento, mentre i giocatori si divertivano un po' tra battute e scherzi e James si era avvicinato agli spalti per parlare con Star e Remus, successe l’imprevedibile: Mary si avvicinò a Sirius per potergli parlare e lui la baciò. La cosa lasciò totalmente perplessa Mary e decisamente sconvolta Star. 

“Stai tranquilla, me ne sono andato dalla mia famiglia quindi Star non è più costretta a fingere di stare con me, e io posso stare con te in pubblico, se ancora lo voi.” Le raccontò Sirius. Per tutta risposta Mary lo baciò con foga e quando si staccò aveva un sorriso sinceramente felice. La squadra non poté far altro che festeggiare il nuovo amore a suon di domande e prese in giro che seguirono la coppietta felice fino allo spogliatoio. Solo James rimase in campo, in piedi nell’immenso spazio verde guardava in alto sugli spalti, lì dove sua sorella si stava pian piano allontanando. Il ragazzo poté vedere il suo viso mentre si fermava per raccogliere i libri che si era portata, sorrideva, ma la conosceva abbastanza da sapere che era un sorriso totalmente falso. Sirius aveva scelto Mary, e anche se lei aveva sempre detto di saperlo non poteva negare di aver sperato che le cose andassero diversamente.  

 

 

******************** 

 

Salve! E’ un capitolo che ho odiato un sacco, non c’è niente di esaltante, lo so, ma è un capitolo di passaggio, andrà meglio! 

Ringrazio di cuore kikichan85 e la sua bellissima recensione, spero di non averti delusa troppo con questo capitolo. 

E spero di non aver deluso nemmeno gli altri di voi che leggono e mi scrivono. Grazie di tutto. 

Ciao ciao 

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Capitolo 8
*** Buon SanValen...Amici ***


La relazione di Mary e Sirius diventò presto di dominio pubblico, lui era il ragazzo più desiderato di Hogwarts e lei era sicuramente una delle ragazze più belle della scuola. Tutti parlavano di quei due.  

Star non sembrava colpita; sin da quel giorno all’allenamento non aveva mai mostrato un solo segno di debolezza e non aveva mai più parlato a suo fratello di Sirius, ma James portava con sé l'anima della ragazza e poteva sentire la sua sofferenza. Il giovane Potter sapeva benissimo che il cuore di sua sorella sprofondava ogni volta che la neo coppia si baciava davanti a lei, oppure quando scherzavano tranquilli con la stessa intesa che aveva lei con Sirius, nonostante questo non aveva cambiato il suo comportamento nemmeno di una virgola.  

Sirius, invece, cercava di non pensare alla sua famiglia e non ne parlava mai ma ogni volta che vedeva in giro suo fratello diventava spericolato tutto d'un tratto; doveva fare qualcosa di folle e di nuovo, e James era il suo compagno preferito. “James, mi annoio.” Buttava lì casualmente Felpato e Ramoso entrava in azione: si guardava attorno alla ricerca della prossima malefatta e in un attimo accontentava l'amico. Sapeva che non era il metodo migliore per aiutarlo, ma sapeva anche che Sirius aveva eretto un muro su quell'argomento che solo una persona speciale sarebbe riuscita ad abbattere. Tutto quello che James poteva fare era creare dei diversivi, dei passatempo, per quanto stupidi e rischiosi fossero. 

Nonostante stesse chiaramente con Mary il fascino di Sirius continuava ad aumentare, il modo in cui si muoveva, il suo essere così sfrontato e disinvolto, il fatto che non nascondesse più la sua eleganza per infastidire i suoi genitori, il suo atteggiamento rilassato, tutto ciò che faceva o diceva sembrava sexy da morire. Tutte le ragazze volevano un pezzo di Sirius. E, anche se lui ripeteva sempre che stava con Marynon aveva certo smesso di guardare le altre o regalare loro occhiolini o cenni che le facevano sperare in qualcosa di più.  

Al contrario Star non destava più l'interesse di nessun ragazzo. Molti la consideravano decisamente troppo bella per provarci, altri pensavano che se aveva rifiutato Sirius per loro non c’era speranza, altri ancora che se Sirius aveva rifiutato lei c’era per forza qualcosa che non andava. Quest'ultima voce era fortemente fermentata da molte ragazze che facevano notare il fatto che Star avesse avuto ben tre ragazzi e che tutti se l'erano data a gambe. “È bella ma non sa tenersi un uomo” era il commento che si sentiva dire più spesso oltre a varie congetture su quale fosse il suo enorme difetto segreto. Nonostante tutto Star non accennava a cambiare minimamente il suo comportamento, anzi era diventata più espansiva anche in pubblico e non le interessava più della considerazione altrui, il che la rendeva decisamente sexy secondo James, ma ovviamente le persone vedono solo quello che vogliono vedere. 

L’unico lato positivo per James, oltre al tentare di fare star meglio Sirius, era che Mary costringeva spesso le sue amiche e Lily a passare del tempo con i Malandrini in modo che lei potesse stare con Sirius. Però James non era in vena di provarci seriamente con la donna che amava, la sua mente era troppo impegnata sui suoi amici. Così spesso finiva per chiedere a Lily di uscire in modo del tutto casuale e a volte ridicolo, se ne rendeva conto, certo, ma anche se non riusciva ad impegnarsi con lei sperava che questo comportamento tenesse lontani altri eventuali pretendenti. Lily stava diventando sempre più bella, più sveglia, e anche più fredda nel rifiutarlo. Eppure vederla ridere con le altre gli scaldava il cuore, e andava bene anche se rideva di lui. 

Così, tra tutte queste novità, gennaio giunse al termine. Uno dei primi giorni di febbraio Star si stava recando in biblioteca da sola per incontrare Lily quando due ragazzi le si pararono davanti. 

Ma guarda un po’ chi si vede, la più bella ragazza di Hogwarts, forse del mondo intero!” Scherzò uno. 

“Eppure qualcosa non le funziona bene, forse hai un mostro orrendo al posto della vagina?” Continuò l'altro. 

“Oh, si. Siamo curiosi di sapere cosa ha spaventato tanto i tuoi altri ragazzi.” La pressò il primo. 

“Visto che non hai fatto sesso con nessuno di loro crediamo sia qualcosa che riguarda il sesso.” Rincarò il secondo. 

“Vero, vero. Allora, non ci dirai cos’hai?” Chiese il primo insistendo. 

Star avrebbe semplicemente usato i suoi poteri per oltrepassarli ma, prima che potesse dire qualcosa, qualcuno intervenne. 

“Cosa vi fa dire che non ha fatto sesso con nessuno?” Chiese Regulus tranquillo, Star non si sarebbe mai aspettata lui. Eppure eccolo lì, così simile a suo fratello da farle venire un balzo al cuore. 

“A quanto sembra i suoi ex ragazzi lo dicono.” Rispose il secondo ridendo. 

Regulus sorrise. “Non credo che le voci siano esatte, io so per certo che ha fatto sesso con mio fratello, e lui lo ha sicuramente gradito.”  

“E allora perché l'avrebbe lasciata?” Sentenziò il primo. 

“Lui non ha fatto proprio niente, lei lo ha lasciato. Evidentemente mio fratello non è così bravo e sexy come crede. Era distrutto questo Natale. Se n’è persino andato di casa. Crede che questo lo renderà di nuovo attraente, poveretto.” La stramba versione del giovane Black sembrò convincere i due, che però passarono subito ad un altro tipo di offensiva: 

“Quindi vorresti uscire con uno di noi due?” 

“Non credo proprio che sareste all'altezza.” Replicò Star, poi, nello stile più Black che riuscì, si ravvivò i capelli e passò oltre i due a testa alta. Regulus la seguì fino ad un corridoio deserto dove lei si fermò. 

“Ti ringrazio.” Disse la ragazza girandosi verso di lui. “Ma non ne avevo bisogno.” 

“Ne sono certo. Ho visto cosa sai fare, però mi sono divertito ad insultare mio fratello.” Il tono del giovane era scherzoso più che cattivo e per questo Star non si arrabbiò. 

“A proposito di questo…” Si preoccupò lei. “Se questa storia prende piede tuo fratello mi ucciderà.” 

“Non credo che succederà, ci sono troppe persone che possono testimoniare che stavo mentendo. Tranquilla.” La rassicurò lui. 

Star gli sorrise. “Grazie ancora.” Disse prima di riprendere la sua strada verso la biblioteca. 

“Ciao!” La salutò Lily allegramente quando la vide arrivare. Un altro lato positivo di tutto quel casino è che Lily e Star si erano avvicinate molto. Star aveva confessato a James che Lily l'aveva messa alle strette e l'aveva obbligata a parlare di Sirius, cosa che non intendeva fare più, e suo fratello era così felice per lei che non gli interessava non sapere, anche perché in realtà lui conosceva perfettamente i sentimenti di sua sorella. 

Hei, scusa il ritardo.” Sospirò la ragazza dagli occhi cobalto sprofondando su una sedia. 

Oh, no. Qualcun altro ti ha importunata?” Le chiese la rossa. 

“Si, ma uno dei mille cavalieri della scuola è venuto in mio soccorso. Di questi tempi una donna non può più togliersi dai guai da sola!” Sbottò lei. 

Lily rise piano. “Ti capisco.” 

Le due ragazze cominciarono a studiare, ma era chiaro che qualcosa turbava la rossa. Dopo alcuni minuti Lily alzò lo sguardo su Star. “A proposito di ragazzi:” Esordì. “mi spieghi perché tuo fratello è diventato così detestabile ultimamente? Lui e Black non fanno altro che tormentare chiunque e combinare guai. E poi perché insiste a chiedermi di uscire così pubblicamente? Tutti i ragazzi pensano che tra noi ci sia qualcosa anche se io non gli ho mai dato corda. È stressante. 

Star sorrise. “Sirius non è più un Black, come sai, quindi evita di usare troppo il suo cognome. Comunque ci sono mille scusanti al comportamento di mio fratello, ma il punto è: tu ci crederesti o continueresti a pensare che lui sia solo un idiota?”  

“Senza offesa. Ma tuo fratello è un idiota.” Sbottò Lily. 

La mora si lasciò sfuggire un sorrisino alla Sirius. “Appunto.” Rise. “Inoltre per rispondere alla tua domanda dovrei parlare bene di James, cosa che tu mi hai proibito di fare onde evitare di rovinare la nostra amicizia.” 

“Giusto, colpa mia.” Lily alzò le mani in segno di resa.  

Dopo di che entrambe ritornarono a concentrarsi sui libri. I G.U.F.O. erano sempre più vicini e chiunque volesse passarli al meglio aveva già organizzato le ore di studio per il resto dell'anno scolastico. Lily e Star studiavano insieme, spesso a loro si univa anche Remus nonostante il più delle volte fosse impegnato a costringere Sirius e James a studiare, cosa a cui Star aveva rinunciato da tempo. Inoltre Peter chiedeva continuamente aiuto ai suoi amici ma molto raramente a Star. Così Lily e la sua nuova amica si ritrovavano spesso da sole, e in un certo senso andava bene così. 

 

…. 

 

Una sera di inizio febbraio i Malandrini si trovarono a cena insieme a Mary e le sue amiche. All'improvviso la bionda smise di baciare Sirius per rivolgersi ad Alice: “Quand’è che hai organizzato la tua uscita tra coppie? Il prossimo sabato, giusto?”  

Alice sembrò a disagio. “Si, certo. È che avevo invitato Sirius e Star… allora... e non vorrei che…” 

“Oh, a Star non dispiace, vero?” Replicò Mary felice. 

“No, infatti. Andate pure.” Rispose Star tranquilla. 

“Perfetto!” Mary sorrise. 

Alice quindi dovette darle tutte le informazioni che voleva anche se non sembrava molto soddisfatta. 

“Avrebbe preferito che tu fossi rimasta con Sirius.” Rivelò Lily a Star mentre si recavano in dormitorio da sole, la mora le aveva chiesto spiegazioni sullo strano comportamento di Alice. 

“Perché? Lei e Mary sono amiche.”  

“Questo è certo. Ma Mary ha un comportamento piuttosto espansivo nei confronti dei suoi ragazzi, finirà per baciare Sirius tutto il tempo, sedersi sulle sue ginocchia, e cose così, dimenticando totalmente di fare conversazione con gli altri, e per questo appuntamento lo scopo è proprio di fare amicizia tra coppie. Spiegò la rossa. 

“Capisco, però è normale l'esuberanza di Mary, infondo io e Sirius non stavamo davvero insieme.”  

“Vuoi dire che anche tu saresti così?”  

“Non lo so, io mi sento sempre a disagio e Sirius dice sempre che dovrei imparare a non sentirmi sempre così e in effetti con lui...” La voce della mora si ruppe e per un attimo regnò il silenzio. “... non ero a disagio. Quindi credo che anche io potrei comportarmi così, non sempre forse, ma capisco Mary, ecco tutto, lei è fatta così.” 

“Sarà meglio per lei che impari a contenersi o la mia uscita diventerà uno spettacolo porno.” Alice le sorprese raggiungendole in fretta, per un attimo Star si chiese quanto della loro conversazione aveva sentito ma la risposta le giunse subito dopo quando Alice prese a parlare con Lily unicamente di Mary e Sirius senza nessun riferimento ad altro. 

Quella stessa sera Star, James e Sirius stavano conversando in Sala Comune di Quidditch mentre Remus spiegava pazientemente a Peter l’incantesimo di Protezione. Star e James erano seduti su una poltrona, lui in modo normale e lei sul bracciolo, Sirius era semi disteso a terra e Peter e Remus occupavano un divanetto. In quel momento Mary scese dal dormitorio femminile indossando jeans attillati, si sedette tranquillamente a cavalcioni su Sirius e lo spinse a stendersi a terra cominciando a baciarlo. 

“...dobbiamo affrontare la loro difesa e …. Oh, ok.” James, che stava spiegando la sua idea per vincere la prossima partita dovette fermarsi e cercare qualcosa da guardare che non fosse la scena di fronte a lui. Spostò quindi lo sguardo su Star che, senza nessuna espressione in volto, continuava a guardare verso Sirius e Mary come se il loro fosse un normalissimo comportamento. La ragazza restò pazientemente in attesa finché la sua bionda amica non si sollevò da terra lasciando libero Sirius. “Scusate, ma non ho potuto resistere, non trovate che sia il ragazzo più sexy del mondo?” Commentò Mary rivolgendosi ai due Potter. 

“Sono certa che esistano uomini più sexy di Sirius.” Replicò Star con un tono talmente neutro da sembrare annoiato. 

Sirius si portò una mano al petto. “Questo mi offende profondamente!” Scherzò. 

“Io non credo che sia vero.” Ribatté Mary. “Fammi un esempio di qualcuno più sexy di Sirius.” 

“Jim Morrison.” Rispose la mora. 

“Non ha tutti i torti.” Ammise Sirius.  

È morto.” Sbottò Mary. 

“John Travolta.” Star non demorse. 

“E chi sarebbe?” Domandò la bionda. 

Sirius rise. “Hai letto le riviste che mi ha lasciato mio zio, vero?” Chiese alla sua amica. La ragazza fece spallucce lui si rivolse alla sua amata: “E’ un attore americano, non è molto famoso al cinema per ora ma pare che sia il protagonista di uno spettacolo teatrale di grande successo. Comunque è decisamente sexy, non potrei competere.” 

Non era vero, Star sapeva perfettamente che non era vero; Sirius era molto più sexy di John Travolta. Eppure desiderava con tutta sé stessa averla vinta su Mary, così una piccola parte di sé gioì quando la ragazza sbuffò: “Ok, allora. Ma sei sicuramente il più sexy di Hogwarts.” 

Mary si unì presto alla conversazione sul Quidditch e, essendo lei parte della squadra, era la diretta interessata di molti discorsi di James, che il ragazzo lo volesse o no. Così Star ben presto salutò il gruppetto e salì nel suo dormitorio. Una cosa era certa: doveva smettere di pensare a Sirius. Era di Mary. Costringersi a guardarli mentre si scambiavano effusioni era il primo passo della sua terapia d’urto. Doveva solo riuscire a vederli insieme senza sentire le sue budella accartocciarsi e il suo cuore stringersi, dopodiché sarebbe stata libera di innamorarsi di qualcun altro.  

 

…..................... 

 

Il 14 febbraio si avvicinava inesorabilmente e Star si preparava mentalmente alla prima uscita ufficiale della coppia più famosa di Hogwarts. Unica consolazione: non avrebbe dovuto vederli essendo che non era più invitata. Aveva progettato di passare San Valentino con James, Remus e Peter a rilassarsi al pontile. Sarebbe stata comunque un’ottima giornata. E si era davvero abituata all’idea, per questo le venne quasi un colpo quando la sera del 13 Alice interruppe una sua lettura chiudendole di prepotenza il libro e decretando: “Tu verrai alla mia uscita con Sirius.” 

“Come scusa?” Fu l’unica cosa che Star riuscì a dire. 

“Mary sta male, ha fatto la forte fino ad ora ma adesso è chiusa in bagno a restituire tutti i pasti consumati ad Hogwarts, anche se stanotte stesse meglio domani sarebbe comunque troppo debole, o infetta.” Spiegò Alice. “Quindi tu dovrai venire al posto suo.” 

“Ma non posso, loro stanno insieme.” Protestò la mora. 

“Non importa. Verrete come amici.” Cercò di convincerla la sua amica. 

Star ci pensò su, e avrebbe davvero voluto dire di no. C’erano stati dei progressi, minuscoli, ma sempre progressi, e uscire con Sirius in una situazione simile li avrebbe annullati tutti. Stava per dare voce al suo rifiuto quando incrociò i supplichevoli occhi di Alice. Pensò che se doveva accettare aveva bisogno di rinforzi. 

“Se vengo con Sirius come sua amica allora anche James e Lily verranno come amici.” Propose Star. 

Alice sorrise. “Ottimo!” Affermò e poi se ne andò tutta allegra lasciando Star a rimuginare. 

Giusto qualche secondo dopo la Squadra di Grifondoro rientrò dall’allenamento. 

Sirius si avvicinò a lei e senza nemmeno salutarla chiese: “Ci sono novità su Mary?”  

Star sospirò. “Alice dice che sta troppo male per uscire domani, e mi ha appena invitata a uscire con te, solo come amici ovviamente ma...” 

“In che senso sta troppo male? Come fate a preoccuparvi di domani se lei sta male?!” Si agitò il ragazzo.  

“Può darsi che Alice si preoccupi dell’uscita che organizza da mesi perché ci tiene e perché, anche se tiene di più a Mary, è evidente che la sua amica ha solo preso un malanno stagionale e se non è in infermeria con Madama Chips vuol dire che può solo riposare!” Sbottò Star, subito dopo girò sui tacchi e salì di corsa nel suo dormitorio. 

“Cos’ha detto Black?” Le chiese Lily senza nemmeno alzare gli occhi dal libro, era scontato che ci fosse qualcosa che non andava e per loro fortuna le altre ragazze erano ancora a cena. 

“Niente di ingiustificabile.” Borbottò Star ritrovando la sua calma. “Era preoccupato per Mary, giustamente. Non capisco perché sono così sconvolta.” 

Perché sei gelosa.” Le rispose la rossa con semplicità. 

“Io non... sciocchezze!" Replicò la mora, poi guardò la sua amica e realizzò. “Ah... potrei aver infranto una delle nostre Regole dell’Amicizia...” Buttò lì. 

Lily inorridì. Le Regole dell’Amicizia riguardavano principalmente James. Lily Evans non era una stupida: sapeva che Potter voleva davvero uscire con lei ma era certa che non sarebbe stata una cosa seria. Più volte lo aveva visto all’ombra di qualche albero nel parco a baciare ragazze sempre diverse, senza parlare di tutte le volte che veniva beccato a girovagare di notte con il suo amico Black, di sicuro in cerca di qualche appuntamento segreto. No, Potter non era abbastanza maturo per Lily, lei voleva un impegno serio, e in ogni caso un combinaguai senza cervello non era esattamente il suo tipo. Star dal canto suo era convinta che lei dovesse dare una possibilità a James. La rossa si fidava della sua amica ormai, ma credeva che anche se Potter poteva essere un buon fratello e un buon amico non voleva certo dire che potesse essere un buon partito. Avevano più volte litigato perché la pensavano diversamente su James e Severus, e più volte Lily si era irritata quando Star si ritrovava a elogiare il fratello o a lasciarla casualmente sola con lui. Da questi litigi continui nacquero le loro Regole. La più importante per Lily era... 

“Ti prego dimmi che non hai infranto quella di non fissarmi appuntamenti con James.” Supplicò la rossa. 

Star non rispose. 

“Oh, no! Ma come hai potuto?!” Lily era sconvolta, arrabbiata e agitata e milioni di altre cose negative tutte insieme, ma prima che potesse dire altro la sua amica la bloccò: “Mi dispiace! Mi dispiace davvero, ma ero in panico, capisci? Alice mi ha chiesto di uscire con Sirius e io non voglio farlo perché stavo meglio ultimamente ma se esco con lui dovrò ricominciare da capo.” La rossa guardò Star, era visibilmente a disagio. “Avevo bisogno di te ma anche di James, voi non andate d’accordo ma per me siete entrambi importanti.” Concluse la mora torcendosi le mani. 

Lily sospirò pesantemente. “Lo farò solo per te, solo per aiutarti.” 

“Grazie! E comunque dovrete essere solo amici, niente di più.” Specificò Star sollevata. 

“Lo spero bene!” Commentò la rossa. 

 

.................... 

 

La mattina successiva l’umore di Sirius non era migliorato e Star, che lo aveva sentito pressare Emmeline  per avere informazioni sullo stato di salute di Mary, si chiese se sarebbe venuto al punto d’incontro. Lei e Lily avevano deciso di vestirsi casual, ma rispettando le direttive di Alice che aveva richiesto di indossare qualcosa di rosso, entrambe allora portavano dei jeans e una maglietta scarlatta sotto un pesante maglione.  

Al momento c’erano solo Frank e Alice, Doris e Kriss e altre due coppie che Star aveva visto in giro ma non conosceva. In quel momento arrivarono Remus e Jean, essendo entrambi molto timidi Alice aveva faticato molto per averli con loro ma era riuscita ad averla vinta, come quasi sempre. Attesero tutti insieme per qualche minuto e proprio quando Lily e Star avevano cominciato a guardarsi imbarazzate per il ritardo dei loro accompagnatori, questi arrivarono. James indossava una felpa bordò e dei normalissimi jeans, mentre Sirius portava una felpa nera e i suoi jeans attillati preferiti. Il primo dei due sembrava estremamente felice, non si poteva dire altrettanto del secondo che, mani in tasca e sguardo basso, seguiva il suo amico con un’espressione a dir poco ombrosa. 

“Oh, bene! Ci siamo tutti, andiamo!” Decretò Alice soddisfatta, poi si mise a dare le sue direttive per il viaggio in carrozza e, dal momento che erano già in ritardo, nessuno osò contraddirla. Star e Lily si ritrovarono, quindi, da sole in carrozza con James e Sirius.  

“State molto bene, ragazze.” Commentò James allegro. 

“Grazie fratellino.” Replicò Star serena. 

“Sia ben chiaro:” Sbottò invece Lily. “che io ho accettato solo per fare un piacere ad Alice quindi non farti strane idee, Potter.” James per tutta risposta le regalò un sorriso tranquillo. La rossa poi rivolse la sua furia su Sirius. “E Mary stamane stava già molto meglio, era solo troppo debole per uscire e noi l’abbiamo forzata a restare a letto. Alice ci tiene a questa uscita, quindi se io posso sopportare di essere qui con Potter, tu puoi sopportare di stare distante da Mary per un paio d’ore. Fingi almeno di essere una persona normale, grazie.” 

Sirius la guardò come se avesse realizzato solo in quel momento di non essere solo. “Mi dispiace.” Disse, mentre guardava verso di Star. Lily annuì soddisfatta e la sua amica sorrise già più tranquilla; aveva visto quell’ombra cupa sollevarsi dal viso del suo amico dopo la sgridata della Evans e tanto bastava. Infondo tutti sapevano che ora erano solo amici. 

“Io non ci posso credere!” Fu il primo commento di Doris una volta che tutti furono scesi dalle carrozze. “Non posso credere che voi due non stiate più insieme! Eravate una coppia così affiatata!” Continuò poi mentre il gruppo si radunava a lato della strada. 

Bhe, succede.” Fu la semplice risposta di Star, che non aveva nessuna voglia di parlare di questo argomento. 

“Allora, Sirius e Star conoscono già Doris e Kriss, ma non Ethan e Lizzy, né Daisy e Paul.” Cominciò a fare le presentazioni Alice. “Poi abbiamo Remus e Jane, mentre sia Star e Sirius che Lily e James sono qui solo in quanto amici, niente di più. Lily ci teneva che lo specificassi.”  

La rossa arrossì lievemente, la schiettezza di Alice era spesso incontrollabile. Dopo le dovute strette di mano il gruppo si avviò verso Mielandia. Il negozio era affollato come sempre, anzi forse di più, ma a parere di Alice era necessario comprare del cioccolato da condividere. Mentre le coppiette di innamorati si scambiavano i loro regali distaccandosi tutti un po' dalle altre coppie, Star e Lily chiacchieravano tranquillamente del loro programma di studio. 

“So benissimo che i G.U.F.O. si avvicinano, ma se non vi prendete una pausa ogni tanto finirete per esaurirvi ancora prima che comincino.” Commentò James avvicinandosi a loro e porgendo ad entrambe un sacchettino con una manciata di cioccolatini a forma di cuore. Star lo ringraziò e Lily lo guardò scettica. “Nessun secondo fine.” La rassicurò lui alzando le mani. “Volevo solo essere gentile.” 

La rossa lo guardò sospettosa per almeno altri cinque secondi e poi prese a scartare il primo cioccolatino.  

“Forza andiamo!” Gridò Alice, qualche metro più in là, il gruppo si mosse. 

Star era rimasta indietro di un paio di passi per cercare di restare calma, infondo non stava accadendo nulla di eclatante, ma proprio un secondo dopo aver formulato questo pensiero Sirius la affiancò. Non era troppo distante da Lily e James per richiedere un loro intervento, ma cercandoli con lo sguardo li vide conversare con una tale serenità che non ebbe cuore di interromperli. In quel momento si rese conto che Sirius stava cercando di passarle qualcosa. Afferrò così un piccolo pacchettino che scartò trovando all’interno una barretta di cioccolato con miele, granella e tante bollicine che lo rendevano quasi frizzante. Era il suo cioccolato preferito.  

“Volevo scusarmi per averti aggredita ieri sera.” Cominciò Sirius. 

“Eri preoccupato per Mary, lo comprendo.” Cercò di tranquillizzarlo lei. 

Ma il ragazzo scosse la testa. “Non è solo questo. Forse avevi ragione... quando cercavi di avvertirmi sul fatto che lasciare casa mi avrebbe comunque scosso.” 

“Mi dispiace.” Replicò Star. 

“Non fa niente, solo che mi sei sembrata distante e volevo capire se eri arrabbiata per quello che ho fatto.” Continuò lui. 

“Certo che no!” Esclamò la ragazza. 

Sirius sorrise appena. “Bene, perché credo di aver bisogno di poter contare sulla tua amicizia in questo periodo.” 

“Puoi parlarmi quando vuoi di quello che vuoi, o anche stare zitto. Sono qui comunque.” Lo rassicurò lei. 

“Ti ringrazio.”  

I due proseguirono la passeggiata in silenzio, ma non era uno di quei silenzi imbarazzati, anzi, Star non stava così bene accanto a Sirius da molti giorni. 

Il Tour delle Coppie, come aveva preso a chiamarlo Frank, fece tappa in un negozio di abiti lussuosi da cui Star e Lily sfuggirono in fretta per fare un giro nel negozio di forniture scolastiche.  

“Come sta andando?” Chiese la rossa esaminando una piuma di pavone piuttosto costosa. 

“Sorprendentemente bene, dire. E tu, riesci a sopportare James?” Replicò la mora. 

Lily sospirò. “Finché si comporta bene...” 

Star sorrise, si avvicinò alla commessa e comprò della carta da lettere blu cobalto e una penna rosa pallido con dei riflessi argento che fece mettere in una scatola. Lily non comprò nulla e la aspettò fuori per assicurarsi di non perdere il gruppo, quando la mora la raggiunse le porse la scatola. 

“Ma cosa...?” Chiese Lily sorpresa aprendo la scatola e fissando la penna strabiliata. 

“Sono anni che la guardi senza comprarla mai, San Valentino serve per festeggiare l’amore in generale, non serve essere una coppia o essere innamorati in senso stretto. Tu mi sei stata vicina, volevo ringraziarti e farti sapere che ti voglio bene.” Spiegò Star. La rossa sorrise commossa e abbracciò l’amica. 

In quel momento Sirius e James le raggiunsero. 

“Ah, eccovi qui!” Esclamò il giovane Potter. 

Kriss si sporse dalla soglia del negozio di abbigliamento per gridare: “Muovetevi voi due!” 

“Oh, siamo desiderati come consiglieri di Doris, non uscirà dal camerino finché non saremo presenti entrambi.” Chiarì Sirius.  Star annuì e lo seguì verso il negozio approfittando del fatto che lui fosse di schiena per scambiare uno sguardo pieno di angoscia con Lily. La rossa le sorrise incoraggiante. 

“Eccoci!” Esordì Star avvicinandosi al camerino. 

“Oh, finalmente! Dovete essere sinceri, come sto?” Doris spostò le tende mostrando un abito color sabbia molto carino e subito Sirius e Star dettero sfoggio delle loro abilità cercando di rassicurarla sul fatto che le stesse d’incanto e consigliandole migliorie o accessori. 

“Siete fenomenali voi due!” Si stupì Lizzy che volle subito anche lei dei consigli. 

“Ma come fai?” Chiese Ethan a Sirius evidentemente sconvolto dal suo interesse per i vestiti. 

“Oh, loro sono incredibili! L’altra volta discutevano sulle sfumature di colore, io non ci stavo capendo niente.” Rispose per lui Kriss. 

“Sappiamo solo come valorizzare al meglio la figura femminile.” Si schernì Star. 

“Le ho insegnato io tutto quello che sa...” Commentò Sirius sicuro di sé come sempre. 

“Non è vero!” Ribatté Star. 

Daisy si era ormai unita alle altre ragazze nel provare vari capi di abbigliamento mentre Jane semplicemente sfiorava alcuni vestiti senza mai prenderne uno. 

“Dovresti provarlo.” Le consigliò Remus vedendola toccare la stoffa leggera di un vestito a fiori. 

“Assolutamente !” Si entusiasmò Doris. 

“Non mi starebbe bene.” Jane cercò di allontanare l’argomento ma Sirius afferrò il suo polso e il vestito e la condusse fino ad un camerino obbligandola ad entrare. 

“Non ti preoccupare. Io ho abbastanza talento da sopperire a qualsiasi mancanza dello stilista.” La rassicurò. 

“Disse quello che mi dice cosa fare ma non saprebbe infilare un filo nella cruna di un ago.” Sbottò Star scherzosa. 

“Se è la sfida che cerchi la sfida avrai!” Ribatté lui. 

Jane uscì proprio allo dal camerino, il viso arrossato e le spalle alzate per la timidezza. 

“Ti sta benissimo! Ma non puoi stare così, no no.” Sirius schioccò le dita. “Star mostrale come si sfila!” 

La ragazza dagli occhi cobalto li raggiunse davanti agli specchi con un passo rilassato, muovendo la testa e destra e a sinistra, il mento alto e la schiena dritta, un’espressione seria alla Black tradita dallo scintillio divertito degli occhi. Girò su sé stessa e si mise in posa davanti alle altre coppie che applaudirono.  

“Ah, sono così fiero di te.” Si finse commosso Sirius, poi passò delicatamente le mani sulle spalle di Jane. “Così, brava, rilassati, divertiti!” La prese poi per mano e sfilò a sua volta di fronte alle coppie, Jane camminò normalmente ma almeno vedere un ragazzo atteggiarsi così la fece divertire abbastanza da riuscire a tenere una postura più rilassata. Ridendo e accogliendo l’invito delle coppie Star e Sirius sfilarono ancora tutti e due insieme, si drappeggiarono dei vestiti addosso e improvvisarono un vero e proprio momento di alta moda. 

Lily li osservava un po' in disparte. 

“Non capisco come facciano quei due a non stare insieme.” Il commento di James le arrivò chiaro alle orecchie anche se era poco più di un sussurro e solo allora lei si accorse di averlo al suo fianco. 

“Come?” Gli chiese, aveva sentito perfettamente ma era strabiliata dal fatto che lui la pensasse così. 

“Oh, scusa. Penso che tu sarai giustamente dalla parte di Mary, ma io... insomma guardali!” James era chiaramente ammirato dal comportamento dei suoi amici, il che sorprese molto Lily. 

“Ti sbagli.” Gli rivelò la rossa dopo un po', mentre guardava Sirius e Star inchinarsi davanti ai loro amici. “Anche io credo che dovrebbero stare insieme.” 

COS....?!” Si stupì James bloccando a malapena il suo urlo.  

Bhe, sono estremamente spontanei, e credo che Star renda Black una persona migliore; quando è con lei non è il cupo e misterioso accalappia donne che è di solito, sembra quasi un tipo divertente.” Spiegò Lily. 

“Quasi.” Ripeté James ridacchiando. “Lui è sempre divertente con noi.” La corresse. 

“Voi due vi credete divertenti, ma non lo siete affatto. Siete solo dei tronfi arroganti combinaguai.” Sbottò la rossa, improvvisamente le salì un’ondata di rabbia molto forte e decise di allontanarsi da James avvicinandosi ad Alice e Star che chiacchieravano del colore più di moda mentre le altre ragazze pagavano il loro vestiti. Perché diamine si era messa a parlare con Potter, finiva sempre così: lui la faceva andare su tutte le furie, semplicemente con il suo esistere. 

Una volta usciti dal negozio Star prese a camminare accanto a Lily, aveva visto che era di cattivo umore e non poteva lasciarla ancora sola con James. Così seguirono il gruppo nella passeggiata panoramica progettata da Alice e poi attesero Ethan fuori da un negozio dove aveva comprato una collana alla sua Daisy. 

“Sembra un gesto carino.” Fece Star accennando a Ethan. 

“No, è ridicolo. Quando siamo passati di qua, prima, l’ho sentita dire chiaramente che lui le ‘doveva’ comprare quella collana. Non ha senso così.” Replicò Lily. 

La sua amica sorrise. “No, in questo caso non ha molto senso, ma è anche vero che qualcuno qui sembra un po' allergico all’amore oggi.” 

La rossa si esibì in una linguaccia. “E’ solo che non c’è niente di romantico nel passare il San Valentino con Potter.” Pronunciò il cognome di James con tanto odio da far sembrare che avesse un’acca al suo interno. 

“Sai che quello è anche il mio cognome, vero?” Rise Star. 

“Si, ma io non ti odio.” La rassicurò lei. 

“Perfetto!” Si entusiasmò la mora prendendola a braccetto mentre il gruppo si avviava finalmente a pranzo. “Allora va tutto bene visto che stai passando il San Valentino con questa Potter.” Concluse con un sorriso e un saltello. Anche Lily sorrise, sembravano così diversi lei e James, quasi due opposti. Uno la irritava senza dire una parola e l’altra la faceva stare bene anche quando cercava di irritarla. 

Andarono a pranzare nel locale in cui li aveva portati Doris, questa volta Star riuscì a leggere “Le Lune” scritto a caratteri dorati sull’insegna blu notte. La sala presentava qualche lieve decorazione rossa o cuoricinosa ma niente di eccessivo, e di nuovo la ragazza dagli occhi cobalto fu grata dell’esistenza di quel posto.  Alice aveva prenotato un lungo tavolo per tutti loro, abbastanza vicino al palco, attualmente vuoto.  

Lily e Star si sedettero vicine ma dal momento che tutti si erano accomodati accoppiandosi James finì vicino a Lily e Sirius accanto a Star, le due si scambiarono uno sguardo esasperato e poi cercarono di nascondere le risate dietro il menù.  

“Cosa prendi?” Chiese Sirius alla sua accompagnatrice.  

“Credo la zuppa di farro e orzo.” Scelse lei scorrendo velocemente il menu. 

“Prendi anche un dolce dopo. Mi farebbe piacere offrirti il pranzo, per farmi perdonare. E che pranzo sarebbe senza un dolce?” La pregò lui, il suo tono era talmente gentile che Star accettò di buon grado. 

“E tu non mi offri il pranzo come il tuo amico?” Sbuffò Lily rivolta a James prima ancora che lui potesse aprire bocca. 

“Nah, ti farebbe solo innervosire. Sei una donna forte e indipendente, puoi pagare la tua insalata da sola.” Replicò James senza smettere di osservare il listino. 

La rossa produsse un suono strano e prese a sua volta un menù, ordinò lo spezzatino, tanto per dare fastidio a Potter, e anche perché lee piaceva davvero. 

Le coppie al tavolo avevano iniziato a raccontarsi vari aneddoti delle loro storie d’amore e non era spiacevole ascoltarli. Mentre mangiavano uno dei camerieri del locale salì sul palco e annunciò l’inizio della loro piccola gara di San Valentino; in pratica chiunque poteva dedicare una canzone alla sua anima gemella, o anche ad un amico o amica, cantandola sopra la base, dei giudici avrebbero poi scelto l’esibizione migliore da premiare con un buono per una cena per due. 

Ragazzi e ragazze iniziarono a susseguirsi sul palco, i Malandrini riconobbero anche Al e lo salutarono con un cenno. Nessuno del loro tavolo si alzò, la conversazione era piacevole e la musica aveva un volume abbastanza basso da poter essere ignorata, volendo. Ma poi, Doris e Alice misero insieme i loro poteri diabolici. 

AlloooraSirius, non canterai per Star oggi?” Domandò Doris. 

“Già, hanno detto anche amici e voi comunque avete sempre avuto un’intesa incredibile sul palco!” Rincarò Alice. 

“Non credo sia giusto rubare spazio a chi vuole dedicare davvero una canzone solo per dare spettacolo.” Commentò Sirius senza però perdere il suo sorriso cordiale. 

“No, però tu hai scritto quella canzone che avete usato nel musical. Sono certa che se tu cantassi una canzone tua nessuno avrebbe nulla in contrario. E poi non vuoi dedicarla a Star, che è comunque tua amica?” Insistette Alice. 

Sirius la fissò sbalordito. Alla fine Star era effettivamente sua amica, ma quella canzone... “Ma non avranno la base dato che l’ho scritta io, come farei a... 

“Morgan! Tira fuori il pianoforte!” Gridò Doris rivolta al cameriere di turno. Sirius si maledisse di aver sottovalutato quanto quella ragazza conoscesse il locale. 

“Hanno un pianoforte?” Si stupì Star. 

“Certo, e anche un violino.” Le assicurò Morgan. 

Tutti poterono vedere Sirius illuminarsi alla parola violino, il ragazzo era sicuramente un amante della musica. 

“Ok, ma non la dedico solo a Star, ma a tutti voi, per augurarvi tanta felicità.” Si convinse finalmente il giovane Black. Poi porse la mano alla sua dama. “E tu mi aiuterai.”  

“IO?!” Si agitò Star alzandosi di controvoglia.  

Sirius la guidò fino al pianoforte e la fece accomodare, poi le mise una mano aperta sulla schiena restando in piedi dietro di lei. “Ma non conosco le note!” Protestò la giovane ma il ragazzo sorrise e con la mano libera posò le dita di lei sui tasti. “So che puoi farcela.” Le assicurò, detto ciò prese il violino che Morgan gli porgeva e prese posto davanti al pianoforte in modo che la ragazza potesse vederlo. Accordò lo strumento per qualche secondo, le dita che si muovevano esperte sulle corde, già solo quella vista era musica allo stato puro; il giovane aveva lo sguardo basso e i capelli gli ricadevano sul volto, afferrò l’archetto tra le dita perfette e iniziò a suonare. Il suo corpo seguiva i movimenti dell’arco con una delicatezza assurda, li assecondava con ogni fibra di sé. 

“Will drive you .. 
Will drive you ... 
Will drive you mad” 

Gridò poi, e Star seppe di dover iniziare a suonare a sua volta. 
 
Roxanne” Sirius aprì finalmente gli occhi grigi e li puntò sulla sala, pazzo come straziato da un sentimento forte e invincibile. 
You don't have to put on that red light 
Walk the streets for money 
You don't care if it's wrong or if it is right 
Roxanne” 

La preghiera di un amante disperato. Cantava come se fosse la sua unica arma. 

You don't have to wear that dress tonight 
Roxanne 
You don't have to sell your body to the night” 

Il suo volto così disperato da far male.  

All’improvviso, in quella pausa minuscola, lui puntò la bacchetta sul violinò che continuò a suonare da solo, sospeso a mezz’aria. Il ragazzo potè quindi avvicinarsi a Star passando la sua mano sulla superficie lucida del piano mentre cominciava a cantare la parte più sofferente: 
“His eyes upon your face 
His hand upon your hand 
His lips caress your skin 
It's more than I can stand 
Roxanne 
 
Sirius poggiò le mani sulle spalle di Star che suonava con tutto il suo corpo come le aveva insegnato lui stesso. “Why does my heart cry ?” Cantò lui. 
 

Roxanne” Gridò Star. 
 

“Feelings I can't fight 
Your free to leave me 
Just don't deceive me” 

Senza che lei se ne fosse resa conto Sirius la sollevò di peso tenendola per la vita e la fece girare prendendola così tra le sue braccia, il pianoforte continuò a suonare, ma Star non vi badò. Era iniziato il loro tango.  

Yo que te quiero tanto 
Que voy a hacer ? 
Me dejaste, me dejaste 
Como una paloma 
El alma se me fue 
Se me fue el corazon 
Ya no tengo ganas de vivir 
Porque no te puedo convencer 
Que no te vendasRoxanne 

La ragazza si lasciò guidare finendo così al centro del palco, nonostante tutto era ancora così semplice fidarsi di lui, seguire ogni suo passo quasi anticipandolo. 

Why does my heart cry? 
Feelings I can't fight” Il volto del giovane era devastato, così spaventosamente verosimile da spezzare il cuore. 

Sirius la guardò negli occhi mentre si piegava in avanti e lei lo assecondava in un casquet. 

“And please believe me 
When I say,” Le labbra del ragazzo erano terribilmente vicine a quelle di Star.  “I love you 

Non poté evitarlo, neanche se lui la spinse via per la figura successiva. Il cuore della ragazza si era fermato e ora batteva con talmente tanta forza da essere insopportabile, ma le fu utile perché la musica aumentava e le figure che seguirono diventavano sempre più difficili. 
 
Roxanne 
Roxanne 
I love you 
I love you 
I love you 
I love you 
 
Roxanne 
You don't have to put on that red light 
You don't have to wear that dress tonight 
Roxanne 
You don't have to put on that red light 
Roxanne 
You don't have to wear that dress tonight 
Roxanne 
Roxanne 
Roxanne 
Roxanne” 

Passo finale e chiuso. Gli strumenti si zittirono all’improvviso e la sala cadde nel silenzio più completo. In quel momento esistevano solo loro due, ancora stretti, petto contro petto e fronte contro fronte, entrambi con il fiato corto per lo sforzo fisico. Non si mossero finché dal pubblico non partì un applauso guidato principalmente dal tavolo dei loro amici. 

I due si staccarono e scesero dal palco evitando accuratamente di guardarsi. Tornarono a sedersi al tavolo tra i complimenti di tutti, nel frattempo arrivarono i dolci. Erano quasi tutti dolci al cioccolato e il cuoco aveva pensato di scrivere sui tutti i piatti “Buon SanValentino” con il cioccolato fuso. Le uniche due ragazze che non apprezzarono questo gesto furono ovviamente Star e Lily, la prima fissava il suo dessert come se l’avesse pugnalata e la seconda invece sembrava avere nel piatto della spazzatura. Incredibilmente James e Sirius reagirono rapidamente nel modo giusto. 

Il ragazzo dagli occhi grigi prese un pezzo del dolce di Star distraendola dalla scritta. 

Hei!” Protestò lei. 

“Che c’è? Sembrava che quel dolce ti avesse fatto un torto, ti volevo solo vendicare.” Replicò lui. 

La ragazza sorrise. “Bhe, ti ringrazio.” 

Nello stesso esatto momento James usò una forchetta pulita per mescolare il cioccolato cancellando così metà scritta, poi con uno stuzzicadenti scavò nel cioccolato la parola “amici”. 

“Buon SanValenamici?” Lesse la rossa scettica. 

Il ragazzo le sorrise. “Non stiamo uscendo come coppia, ma volevo sperare almeno di poter essere amici. Anche solo per oggi.”  

Lily lo fissò sbalordita. “Magari solo per oggi...” Mormorò affondando poi il cucchiaino nel dolce e prendendone un bel cucchiaio. 

Inutile dire che, anche dopo molte altre esibizioni a cui assistettero, Morgan chiamò sul palco Sirius e Star per ricevere il loro premio. I due di comune accordo scelsero di regalare la cena a una coppia di fidanzatini che avevano cantato una canzone dolcissima. Facendo così, però, ottennero solo di ricevere un’altra cena in regalo come premio per il loro per gesto. 

“Potrai portarci Mary se vuoi.” Commentò Star mentre erano in fila alla cassa finalmente pronti ad uscire. 

Sirius fece per rispondere ma era il suo turno, come promesso pagò anche per Star e solo nel momento in cui lui usò i suoi soldi lei realizzò che era una cosa piuttosto imbarazzante, ma cercò di non pensarci troppo. 

Uscirono tutti dal locale e si diressero alla seconda parte di camminata pensata da Alice. Avevano fatto davvero tardi e il grigio cielo di febbraio cominciava a tingersi di rosa e arancione preparandosi al tramonto. Le coppie si tenevano dolcemente per mano e lo strano quartetto composto da Lily, Star, James e Sirius procedeva infondo al gruppo cercando di godersi l’aria fresca e il panorama delle case del villaggio.  

Ritornarono alle carrozze e questa volta, per quanto Alice si sforzasse, non era in grado di prendere delle vetture tutte per sé. Molti studenti stavano facendo ritorno e Lily poté salire con Ann, Sophia e alcune sue amiche che la costrinsero a far venire con loro anche James, ci fu un tafferuglio tale che alla fine Star e Sirius, a forza di cedere il loro posto a studenti infreddoliti, rimasero soli ad aspettare che le carrozze tornassero indietro. 

“Ti ho preso un regalo.” Annunciò Sirius dopo qualche secondo di silenzio. 

“Non era necessario, era già abbastanza il pranzo, guarda che non hai fatto niente di così grave...” Cercò di rassicurarlo lei, ma il ragazzo scosse il capo. 

“Non è per quello. È solo che mi ha fatto pensare a te. Siamo amici, no?” Replicò lui. 

Star sorrise e afferrò il pacchettino che lui le porse ma non lo aprì. La carrozza arrivò in quel momento e loro vi salirono da soli, parlarono dei compiti e dello studio per i G.U.F.O. e presto giunsero al Catello dove gli altri li aspettavano. 

Il gruppo si prodigò negli ultimi saluti e poi si sciolse. Star e Lily tornarono subito alla Torre insieme a Remus e Jane, mentre James e Sirius sparirono chissà dove. 

È stata una giornata gradevole, non trovate?” Chiese Jane gentile come sempre. 

“Si, è stato divertente.” Rispose Lily, più per farle piacere che altro. 

“Non l’avrei creduto possibile, ma grazie a te mi sono divertito anche io.” Replicò Remus rivolto alla sua accompagnatrice. 

Arrivarono davanti al Ritratto della Signora Grassa e Star disse in tono chiaro “Citazioni Romantiche”, e il ritratto si spostò. Passarono una alla volta nello stretto buco e poi Lily e Star salirono in dormitorio lasciando ancora qualche momento di privacy alla coppietta felice. 

“Com’è andata?” Chiese la rossa alla sua amica mentre si preparavano per andare a letto. 

“Oh, bene... si...” Mormorò Star. 

“Dimmi la verità!” La rimproverò Lily. “La vostra esibizione è stata a dir poco straziante... e poi... sei sicura che Sirius non provi niente per te?” 

La mora sbuffò. “Sono sicura... non ha mai cantato quella canzone così prima di Mary.” 

“Non ha mai cantato quella canzone così prima di non stare più con te.” Le ricordò la sua amica sedendosi sul letto. 

Star la colpì dolcemente con un cuscino. “Ma se era tutto finto!” Protestò, poi si accomodò di fronte all’amica. “E tu dimmi, hai notato qualche ragazzo carino oggi? Il cameriere sembra un tipo molto maturo. Non avrà che qualche anno in più di noi, comunque.” 

Lily rise di cuore. “Non credo che una relazione basata su incontri furtivi nei weekend ad Hogsmeade funzionerebbe.” 

“Questo lo dici tu!” 

Per il resto della serata le due amiche chiacchierarono allegramente senza più parlare di James o di Sirius e poi andarono a letto presto promettendosi di studiare insieme Pozioni l’indomani. Prima di andare a dormire Star pensò che in fondo era davvero bello avere un’amica. 

 

 

 

**************** 

 

Pensavate che con la quarantena sarei stata più veloce? E invece no! 

Ma eccomi qui! 

Mi sono accorta di avere più di qualche nuovo follower e ne sono felice. Vi ringrazio davvero di cuore e spero che leggere questo capitolo possa distrarvi da questo strano periodo che stiamo vivendo. 

Ciao ciao. 

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Capitolo 9
*** Il Vendicatore ***


Lily adorava le lezioni del professor Lumacorno. Quell’uomo era un po' pazzo ma sicuramente molto buono e simpatico, non aveva paura a lasciar loro provare anche gli intrugli più difficili, e non scoraggiava mai nessun studente, anche se era certo che avesse i suoi preferiti. Lei era una di quelle studentesse che il professore non mancava mai di elogiare, e Sverus era il suo studente migliore. A Lily piaceva stare con Severus durante le lezioni di Pozioni; era bello vedere che il loro rapporto continuava a esistere, si parlavano normalmente e si emozionavano allo stesso modo quando il contenuto del loro calderone prendeva l’esatta sfumatura indicata dal libro. Certo era, però, che Severus avesse l’abitudine di prendere alcune scorciatoie, a Lily non importava perché era ammirata dalle soluzioni alternative che il ragazzo riusciva ad inventare, e anche perché molte volte era lei stessa a suggerirgliele. A volte Severus schiacciava un ingrediente invece che tagliarlo, in modo che uscisse più succo, oppure mescolava alternatamente a destra e a sinistra per ottenere il risultato più rapidamente. Era palese che il giovane si applicasse a quella materia giorno e notte, a differenza di Potter e Black che spesso ridevano e scherzavano per la maggior parte del tempo per poi ottenere di conseguenza un risultato appena accettabile. Era anche vero che esistevano studenti che per quanto si impegnassero non raggiungevano mai i risultati sperati, come Remus. A volte Lily abbandonava Severus, e quindi la certezza di un bel voto, per poter aiutare Remus il più possibile. Spesso il ragazzo stava in coppia con Star, era estenuante vedere come quella ragazza si muoveva; tagliava ogni ingrediente in modo perfetto, maneggiava tutti gli strumenti come se stesse danzando con loro, pesava perfettamente gli ingredienti con un semplice sguardo ma li posava comunque sulla bilancia, possedeva una rapidità e una sicurezza innegabili, era come se avesse già eseguito ogni pozione talmente tante volte da averne imparato il procedimento a memoria. Si, era decisamente snervante per la povera Lily, ma ora che erano amiche e che conosceva il suo segreto di certo non la invidiava; avere la certezza di non poter mai fallire, non poter mai a provare qualcosa di nuovo per riuscirci con le sole proprie forze, doveva essere stancante. Star aveva un’aria sempre più annoiata a lezione, era chiaro che il suo potere stesse aumentando, e con esso i ricordi delle sue antenate. Le uniche volte che sembrava provare dei sentimenti che colorassero quella grigia monotonia era quando Remus sbagliava qualcosa o quando Potter e Black la distraevano con qualcosa di stupido. Lily odiava quei due, erano la peggior accoppiata della storia di Hogwarts, ma non si poteva negare che fossero gli unici a rendere Star più presente, più umana e sicuramente più felice. Infine c’era Peter, spesso i suoi cosiddetti amici lo escludevano ma lui continuava a ridere alle loro battute o a complimentarsi con loro persino se si era posizionato due o tre file più indietro con un compagno totalmente casuale. Purtroppo per lui non possedeva l’innato talento di cavarsela sempre come i due suoi amici e finiva per ottenere pessimi risultati in tutte le Materie. 

Quel giorno il professor Lumacorno annunciò che avrebbero prodotto L’Elisir dell’Euforia, o almeno ci avrebbero provato. Alcuni, tra cui Lily e Severus, risero per la battuta. James e Star erano in coppia insieme e Potter sussurrò qualcosa a sua sorella che le fece produrre uno sbuffo divertito.  

Star si sporse in avanti avvicinandosi all’orecchio di Sirius. “Jame dice che probabilmente Lumacorno questa sera festeggerà il weekend bevendosi quintali di questo Elisir.” 

Sirius ghignò. “Secondo me se li beve sempre, non si può essere così allegri tutto il tempo!” Replicò poi. 

Remus lanciò loro un’occhiata ammonitrice, ma non risultò molto convincente visto che stava sorridendo. 

La lezione cominciò. Sirius e Remus era un disastro a Pozioni, l’uno le odiava perché la sua famiglia le amava, l’altro non era proprio in grado di uscirne. Presto la pozione nel calderone di Lily e Severus diventò di un perfetto giallo sole e il professore si avvicinò a loro per elogiarli. 

“Ma cosa sento? Menta piperita?” Chiese Lumacorno ai due studenti che si guardarono sorridenti. 

“Lily ha suggerito che poteva essere usata per contrastare gli effetti colleterali del pizzicore al naso e del canto.” Rispose Severus fiero. 

“Ma è stato Severus a trovare la dose giusta.” Aggiunse Lily. 

“Un tocco di classe, e ottimo lavoro di squadra!” Concluse il professore a voce alta in modo che tutta la classe potesse sentire, poi abbassò il tono e aggiunse. “Verrete questa sera al Lumaclub, vero? È da un po' che siete assenti.” I due annuirono felici e presero a sfogliare il libro dandosi consigli su altre pozioni. 

Gne gne gne, verrete al Lumaclub?” James fece il verso al professore in modo che solo Star potesse sentirlo. 

Lei rise e poi si immobilizzò. “Dovremmo andare ad una di queste feste, invece!” Esclamò poi. 

“Come scusa?!” Le chiese James colto alla sprovvista. 

“Si! Uno, abbiamo bisogno di mappare anche l’Ufficio di Lumacorno. Due, sono l’occasione perfetta per te di stare con Lily, adora quelle feste, sarebbe sicuramente abbastanza di buon umore. E poi potremmo far in modo che Severus non ci sia.” Spiegò la ragazza. 

Suo fratello la guardò ammirato. “Sei diabolica, e comunque non c’è bisogno di disfarsi di Mocciosus. Hai sentito no? Manca anche lui molto spesso, basterà scegliere una di quelle sere in cui sarà troppo impegnato a spaventare quelli del primo.” 

Toccò a Star dimostrarsi stupita. “Non vuoi avere il privilegio di mettere Mocciosus fuori gioco?” 

“No, così dimostrerò a Lily che posso essere migliore.” Replicò James. 

Sua sorella era sul punto di aggiungere qualcosa quando Lumacorno si parò davanti a loro calderone, per un attimo James pensò che non sarebbe finita bene, ma la pozione chissà come era di un bel giallo brillante e il professore li elogiò. Remus e Sirius non furono così fortunati, e nemmeno Peter e Jane entrambe le coppie si beccarono un Accettabile solo per un pelo. 

“Io questa materia proprio non la sopporto!” Sbottò Remus appena furono abbastanza distanti dai sotterranei. 

“Remus! Ricordati che prima di cena c’è la riunione.” Lily passò loro accanto a braccetto con Severus e James si passò immediatamente la mano tra i capelli. 

“Si, certo.” Le assicurò Remus 

Quando la rossa se ne fu andata Star si girò verso suo fratello. “Ti cadranno tutti i capelli se continuerai a fare così ogni volta che la vedi.” Commentò spettinando la chioma già eccessivamente ribelle del ragazzo. 

“Oh, non toccare dai!” Sbuffò lui spostandole la mano. 

“Qualcuno è di cattivo umore.” Annunciò Sirius. 

“Non è vero.” Ribattè James a denti stretti. 

Contraddire Sirius quando ha ragione, che pessima idea! Il giovane fece un paio di passi avanti agli altri Malandrini, prese un respiro profondo e cominciò a gridare: “Scusate, permesso! Fate attenzione! Passa ragazzo ferito nei suoi sentimenti! Spostatevi o vi contagerà con il suo malumore!” James si incupì un po' di più punto nel vivo, ma da un lato non poteva non trovarlo divertente, e comunque dovevano per forza percorrere quel corridoio o non sarebbero arrivati a lezione di Babbanologia in tempo.  

Sirius continuava a sbraitare come un venditore ambulante: “I sintomi sono: acidità, maleducazione e, nei casi più gravi, stronzaggin...” 

“Signor Black!” Tuonò la professoressa McGranitt facendo ammutolire Sirius all’istante. “Mi aspetto che si fermi in aula dopo la mia lezione di questo pomeriggio, un simile comportamento non sarà accettato.” 

Min, sai che adoro passare il tempo con te ma non dovremmo tenerlo segreto?" Replicò Sirius in tono calmo e sensuale. 

La professoressa assottigliò le labbra fino a renderle una piccola linea sul viso. “Cinquanta punti in meno a Grifondoro! E fili subito in classe!” Sbottò prima di voltarsi e tornare verso la sua aula. 

“Ma era proprio necessario?” Domandò Remus sconvolto. 

“E’ stato eroico! Dovremmo fare una gara a chi fa la cosa più rischiosa!” Si esaltò James. 

“Non sarebbe meglio la cosa più imbarazzante? Potrei partecipare anche io allora....” Si intromise  Peter timidamente. 

“Tu sei imbarazzante di tuo, vinceresti di sicuro!” Scherzò James. 

Star era rimasta zitta per tutto il tragitto e mentre i Malandrini prendevano posto nei banchi infondo James si preoccupò. 

“Tutto bene?” Le chiese, anche gli altri suoi amici ormai la stavano fissando. 

“Ma nessuno di voi ha notato...” Cominciò lei con lo sguardo fisso nel vuoto. “...nessuno ha notato... che non ha smentito Sirius?” Concluse totalmente perplessa. 

James e Remus fissarono nel vuoto a loro volta per un secondo, poi si voltarono verso di Sirius con gli occhi sbarrati. 

Bhe, spero che non stiate davvero pensando che...” Iniziò Sirius. 

Nah,” Lo interruppe Star riscuotendosi. “La McGranitt ha troppo stile per te.” 

Tutti i Malandrini risero di cuore. 

Subito dopo la lezione iniziò, persino la dolce e gentile professoressa Murray aveva abbandonato un po' le sue richieste strane e compiti divertenti per lasciare più spazio al completamento del programma in vista dei G.U.F.O.. 

“Ma secondo voi, è utile tutto questo?” Chiese James uscendo dall’aula. “Intendo dire che secondo me nemmeno i babbani sanno così tante cose sull’elettricità.” 

“Potresti avere ragione, oppure no, ma non credo che noi lo sapremo mai. Quindi studiate.” Sbottò Remus. 

James e Sirius sospirarono teatralmente ma si arresero, e si diressero docilmente a pranzo. Lì li raggiunse Mary che si era perfettamente rimessa e cercava di recuperare i due giorni senza Sirius come se fossero stati due mesi. 

“Ciao!” Salutò allegramente prima di baciare il suo ragazzo. Non era mai stata gelosa, ma dopo aver sentito i racconti entusiasti di Alice sul comportamento di Sirius e Star alla sua uscita era come impazzita. Cercava di far capire in tutti i modi a Star che il giovane Black era suo ed era sempre più estroversa quando lei era nei dintorni. La giovane Potter, dal canto suo, li ignorava il più possibile e passava sempre più tempo sui libri e con Lily. Sirius invece sembrava di terribile umore quasi sempre; quando non era con Mary si annoiava a morte e per questo lui e James erano finiti in punizione innumerevoli volte. 

Quel pomeriggio, dopo la lezione di Trasfigurazione in cui la professoressa spiegò la teoria degli Incantesimi Evanescenti, i Malandrini attesero Sirius fuori dall’aula. Quando il giovane ne uscì schernì la punizione che gli era stata assegnata (un tema di 50 pagine sugli incantesimi Evanescenti) ma fu comunque preso da uno dei suoi attacchi di cattivo umore. Quindi James propose di cercare di entrare nella Sala Comune di Tassorosso quella stessa notte. 

“Ma è davvero necessario?” Chiese Remus. 

“Prenderemo solo le misure, niente di più, la mappa deve essere perfetta.” Gli ricordò James. 

Per quanto l’idea della mappa piacesse anche a Remus non gli piaceva certo l’idea di intrufolarsi nelle Sale Comuni altrui, ma accettò comunque. Avevano deciso che avrebbero esplorato insieme ogni centimetro del Castello e in realtà persino lui era davvero curioso di conoscerne ogni angolo nascosto. 

“Ma come facciamo a sapere come entrare nella Sala?” Chiese Peter. 

“Ci infiliamo sotto il mantello e seguiamo un Tassorosso dopo cena.” Rispose Sirius come se fosse ovvio. 

“In cinque sotto il mio mantello?” Domandò James squadrandoli tutti. “Non ci staremo mai.” 

“Ma Star riesce a disilludersi in modo perfetto e portare qualcuno con sé. Non è un problema.” Ricordò Remus.  

“Disse quello che fino a cinque secondi fa non voleva venire.” Commentò Star facendo ridere tutti. 

 

…............... 

 

Quella sera James portò il suo mantello a cena e, dopo aver mangiato e aspettato che la Sala si svuotasse quasi completamente, i Malandrini uscirono e si infilarono in uno stretto corridoio laterale.  

“Ok, Pete e Felpato con me, Lunastorta e Piumadoro disilludetevi.” Decretò Ramoso. 

“Voglio anche io un nome fico.” Protestò debolmente Peter infilandosi sotto il mantello. 

“Quando sarai diventato un Animagus lo avrai.” Chiese il discorso Sirius. 

Dopo essere spariti nel nulla i ragazzi si sistemarono nel corridoio delle cucine, questo perché James Star e Sirius giuravano di aver visto i Tassorosso girovagare in quel corridoio un po' troppo spesso. 

Passarono i minuti e, proprio mentre Sirius stava per lamentarsi della noia, una ragazza del settimo anno passò davanti a loro, superò il dipinto con la natura morta e si avvicinò a qualcosa in un angolo buio. I ragazzi non videro bene quello che stava facendo ma sentirono che batteva sul legno con un ritmo ben preciso e poi sparì.  

“Ma che bolide...?!” Borbottò Sirius. 

“Dobbiamo avvicinarci.” Li incitò James. Seguì un lieve trambusto e alla fine i Malandrini riuscirono a posizionarsi accanto a delle botti nell’angolo in ombra. Attesero ancora. 

“Credo di avere un crampo.” Sbottò Felpato. 

“Pensavo fossi troppo bello per avere crampi.” Lo rimbeccò Star. La ragazza interpretò il silenzio attorno a loro come segno dell’indecisione del suo amico e sorrise. 

“Lo hai zittito, incredibile.” Commentò Remus con un accenno di divertimento nella voce. 

I ragazzi risero piano e subito ammutolirono; qualcuno avanzava lungo il corridoio. Questa volta videro chiaramente un ragazzo che batté sul coperchio di una botte con lo stesso ritmo che avevano udito prima, il coperchio di quella scivolò di lato rivelando un passaggio rotondo dentro cui il giovane si infilò. 

“Ci siamo.” Si elettrizzò Ramoso. “Piumadoro, hai memorizzato il ritmo?”  

“Certo che si.” Garantì lei. 

Erano pronti ad entrare in azione ma in quel momento partì un traffico di studenti fuori dal comune; sembrava che tutti i Tassorosso si fossero messi d’accordo di rientrare insieme. I Malandrini attesero ancora. Gli studenti smisero di fluire solo quando scattò il coprifuoco 

“Siamo definitivamente illegali.” Sbuffò Remus che sperava di essere di nuovo alla sua torre per quell’ora. 

“Io sono sempre illegale, perché sono troppo bello.” Ridacchiò Sirius. Qualcosa lo colpì sulla nuca. “Ahi!” Star rise e il giovane si chiese come aveva fatto a sapere dov’era. 

“Ok, andiamo!” Li riscosse James. 

Piumadoro batté sulla botte e il coperchiò si aprì. Sgusciare nel passaggio per lei e Remus fu semplice ma pensò che James, Sirius e Peter avrebbero avuto delle difficoltà così cercò una distrazione; nella Sala Comune a pianta circolare che si ritrovò davanti i pochi Tassorosso rimasti svegli stavano tutti studiando o chiacchierando piano tra loro augurandosi la buona notte. Nonostante l’ordine e la quiete quasi surreale nessuno notò la scarpa di James o le tozze dita di Peter o i lacci di Sirius che a torno svolazzarono fuori dal passaggio. Il giallo e il nero erano presenti ovunque e il mobilio erano di un bel legno coloro miele. James sussurrò il piano in bisbigli e pochi secondi dopo Star e Remus erano diretti al dormitorio femminile per prenderne le misure mentre gli altri tre si avviavano a quello maschile.  

“Non mi sento a mio agio.” Mormorò Lunastorta.  

“E’ per questo che sei qui con me.” Sbottò Piumadoro. Le lampade di rame al soffitto erano tutte spente e si poteva vedere a malapena il profilo delle studentesse sotto le coperte di patchwork. In ogni caso Remus rimase in disparte a occhi chiusi scusandosi mentalmente di lasciar fare tutto il lavoro a Star.  

Una volta concluso il dormitorio tornarono nella Sala dove gli altri già li aspettavano, tutti gli studenti erano andati a letto e la sala era vuota. Questa fu una fortuna dal momento che prendendo le misure i giovani passarono davanti a piante che si misero a danzare o a cercare di lavare le loro teste nonostante fossero invisibili. 

“Abbiamo tutto quello che ci serve?” Chiese Ramoso. 

“Si, usciamo, fa caldissimo qui.” Sbuffò Sirius. 

In breve tempo i Malandrini furono di nuovo nel corridoio di fronte all’ingresso delle cucine. 

“Che dite? Ci prendiamo una cioccolata calda?” Propose Star. Inutile dire che tutti accettarono. Mentre aspettavano la cioccolata James si sedette su una panca e stese sul tavolo i loro appunti di quella sera e alcuni schizzi che aveva portato con sé. Remus e Peter gli si sedettero ai lati e Star e Sirius si accomodarono sul tavolo, l’una con le gambe incrociate e l’altro con i piedi a penzoloni.  

“Dobbiamo finire tutto il primo piano ora, perché abbiamo solo l’ingresso, la Sala Grande e qualche aula ma ancora non ci siamo.” Commentò James osservando i fogli sparsi sul tavolo e afferrando la tazza di cioccolata con panna che un elfo gli porgeva. 

Star stava già sorseggiando la sua quando indicò con un dito un punto preciso degli schizzi. “Qui è pieno di aule in disuso, sarà uno strazio mapparle se sono tutte piene come quella che utilizziamo di solito.” 

“Ovvio, ma il problema vero saranno gli uffici dei professori.” Notò Remus. 

“Basterà finire in punizione con ognuno di loro.” Sirius allontanò l’argomento con leggerezza. 

“Punizione?!” Domandò Peter rimpicciolendo. 

“No, non si era parlato di questo!” Si agitò Remus. 

“Dai dai, ci penseremo, un piano alla volta.” Li tranquillizzò James. 

“La prossima luna piena direi che dovremmo mappare anche la Stamberga.” Considerò Star. 

“Ah, si! Che ottima idea, due metri qui, le zanne di un lupo mannaro lì... sarà uno spasso!” Ribattè sarcastico Lunastorta. 

“Suvvia, intendevo che dovremmo farlo prima e dopo la trasformazione, ovviamente!” Lo rimproverò lei. 

“Il Remus sarcastico è di nuovo in azione...” Annunciò invece Sirius. I giovani risero tutti insieme e ancora di più quando si voltarono verso Peter che aveva degli incredibili baffi di panna. Tornarono al dormitorio davvero molto tardi e Star rimase con i ragazzi così da non rischiare di svegliare le sue compagne, e anche perché stavano ancora parlando della mappa. 

“Ma secondo voi quanti passaggi segreti che portano fuori dalla scuola ci sono?” Chiese Star. 

“Non saprei, sarà difficile scoprirli tutti.” Rispose Remus pensieroso. 

“Ma noi ce la faremo sicuramente.” Li incoraggio James. 

“E poi sono certo che ce ne saranno moltissimi che conducono da una parte all’altra del castello.” Notò Sirius. 

“Ma volete farlo o no?!” Sbottò James spazientito da tutto quel negativismo. 

“Ci riusciremo!” Si esaltò Peter cercando di stare dalla parte del suo amico. 

“Grazie.” Sbuffò Ramoso. Tutti i suoi amici risero del fatto che l’unico a dargli supporto fosse Peter. 

Continuarono a parlare allegramente seduti ognuno sul suo letto, Star si mise con suo fratello, e così si addormentarono mentre fuori albeggiava. La ragazza dormì per poco tempo e poi si svegliò disturbata da qualcosa che identificò essere un sospiro pesante. Rimase in silenzio; le sembrò che tutti stessero dormendo e poi sentì di nuovo quel lamento.  

Sirius?” Sussurrò lei. 

“Oh, sei sveglia.” Si sorprese lui. 

“Si... qualcosa non va?” Domandò la ragazza alzandosi piano dal letto di James e avvicinandosi a quello del ragazzo in pena. 

“Sono solo i soliti pensieri.” Minimizzò lui. 

“Che riguardano... la tua famiglia?” Chiese lei. 

“No...” 

“Allora Mary.” Provò ad indovinare Star. Ci fu un lungo silenzio e solo dopo Sirius aprì appena le tende attorno al suo baldacchino per poterla guardare negli occhi. “Si...” Rispose. “Ma non credo che vorresti sentirmene parlare.” 

“Lascia a me l’arduo compito di leggere la mente altrui, per favore.” Scherzò star infilandosi dentro le tende e sedendosi ai piedi del letto del ragazzo. “Allora, che succede?” 

Sirius fissò ostinatamente un punto del soffitto per qualche minuto e poi guardò finalmente la sua amica. “Si arrabbia spesso perché dice che continuo a fare il cascamorto con le altre anche se sto con lei.” 

“Capisco... bhe, è vero che fai gli occhiolini alle altre o sorridi a loro o queste cose, ma...” La giovane si fermò appena in tempo, non poteva parlare male di Mary, non sarebbe stato giusto. 

“Ma?” Domandò Sirius. 

“Mary è gelosa solo perché noi due siamo usciti insieme a San Valentino, ma stai tranquillo; le racconterò di quanto eri preoccupato per lei.” Lo rassicurò Star. 

“Lo ha già fatto Lily, ma non basta. Credi che io sia davvero un cascamorto?” Domandò Sirius seriamente pensieroso. 

 La ragazza prese un respiro profondo, non poteva permettere che Sirius stesse così male, e alla fine si decise a parlare: “Credo sia uno di quelle cose di amare i difetti di cui parlavamo. È sicuramente fastidioso ma tu non sei un casca morto sei … carismatico e in buona parte non puoi farne a meno, comunque non la tradiresti... è solo il tuo modo di fare, lo so perché so che hai smesso di uscire con le ragazze da tempo. Non è così?” 

Bhe, si... ma quindi a te non importerebbe, voglio dire... se tu fossi la mia ragazza non saresti gelosa per queste cose?” Chiese ancora lui. 

“Nah, credo che sarebbe divertente punirti perché guardi le altre ragazze, ma infondo sarebbe divertente, no?” Commentò Star, poi realizzò quanto aveva detto e continuò in tono più serio: “Ma è Mary la tua ragazza, e se lei si sente a disagio con queste cose è anche colpa mia: siamo stati molto bravi a fingere quest’anno, e anche ora che stai con lei le persone preferiscono vedere me e te più che voi due insieme. E’ normale che si senta attaccata, ed è per questo che è così gelosa e non a suo agio con quello che fai.” 

“Capisco... cercherò di non farlo più... Infondo non è una cosa necessaria, come hai detto tu; è solo divertente.”  Mormorò il ragazzo, eppure il suo sguardo non si era rasserenato. 

“Non è solo per Mary che sei giù.” Ipotizzò lei. 

Sirius la guardò negli occhi e per un secondo si perse in quel blu così profondo. “No.” Rispose piano. 

“Vorresti parlarne?” Provò Star. 

Lui la guardò ancora un attimo e poi iniziò. “La McGranitt mi ha parlato della mia condizione, ieri...” 

“Oh...” Fu l’intelligentissimo commento della ragazza.  

“Dice che sa cosa ho fatto e che se avessi bisogno di qualunque cosa avrei solo dovuto chiedere.” Continuò Sirius. 

Lei sorrise, la professoressa McGranitt infondo era un cuore di mamma allo stato pure, si preoccupava così anche per lei quando ancora stava in orfanotrofio.  

“Le ho detto che sto da voi, per ora.” A quel punto anche il ragazzo sorrise un po'. “Mi ha offerto un biscotto.” 

Star gli posò una mano sulla spalla, non si era nemmeno resa conto di essersi avvicinata così tanto. 

“Comunque dice che quello che mi è successo non è un motivo valido per essere uno studente terribile e mi ha pregato di rispettare almeno le regole di Hogwarts.” A quel punto Sirius rise un po'. 

“A volte mi sento in colpa pensando a lei...” Concordò la sua amica ridendo piano con lui. 

“Ma poi senti che non puoi vivere senza avventura e te lo fai passare?” Chiese il ragazzo con il sorriso sulle labbra. 

“Si! Succede anche a te?!” Scherzò lei. 

“Più o meno.” Replicò lui senza perdere quell’espressione serena. 

Rimasero nel letto a ridere e scherzare per un po' e poi si addormentarono piano insieme. James li trovò immersi in un sonno profondo quando si svegliò e li lasciò dormire con un sorriso sulle labbra, nessuno dei Malandrini commentò minimamente quel fatto e passarono tutto il resto della giornata nella torre a sistemare la mappa. 

 

................ 

 

Si avvicinava una nuova partita per i Grifondoro, questa volta contro Tassorosso. La data fissata era il 29 Febbraio, il che lasciava spazio ad un gran numero di battute come “Avete dovuto aspettare il 29 febbraio per avere una possibilità di vincere!” o “Non perderemo mai, nemmeno se la partita si giocasse il 30”, fatto sta che il 1976 era un anno bisestile e quella data esisteva davvero. 

Star era pronta a continuare i suoi allenamenti ma con i G.U.F.O. e i M.A.G.O che si avvicinavano e la moltitudine di compiti assegnati molti studenti rimasero al castello. Fortunatamente riuscì a chiedere alla McGranitt di rendere obbligatorio lo stare in biblioteca o in Sala Grande con la scusa che i professori che non andavano alle partite erano pochi, così Star cercò un’aula che fosse sufficientemente distante da entrambi i luoghi. Dovette scegliere la torre che aveva scoperto con James quindi sperò di non raderla al suolo. 

La mattina della partita i Malandrini fecero colazione tutti insieme e poi Star salutò i suoi amici, vedere lo sguardo triste di suo fratello la metteva di cattivo umore. James ci teneva davvero molto al Quidditch ed era difficilissimo per lui non avere Star né in squadra né sugli spalti. 

“Mi racconterai tutto nei minimi dettagli, ti voglio bene.” Disse lei prima di alzarsi e recarsi all’uscita. 

James prese un respiro profondo, era il Capitano, aveva una squadra da portare avanti. 

“Forza ragazzi andiamo!” Gridò poi richiamando i suoi compagni. 

La squadra in divisa si avvio verso il campo, le condizioni erano ottime senza troppo sole né troppo vento. Mary e Sirius camminavano mano nella mano e James sbuffò sonoramente, almeno sua sorella non avrebbe dovuto assistere alle scene che Mary faceva ad ogni bella battuta di Sirius. 

La squadra di Tassorosso stava scendendo nel parco poco dietro di loro, James guidò alla svelta i suoi compagni nello spogliatoio, erano già tutti in divisa quindi poté iniziare subito il ripasso degli schemi. Per tutto il tempo Mary stette appoggiata a Sirius sorridendo e fissandolo. 

“Ok, allora: so che siamo una grande squadra, ci siamo allenati moltissimo e vinceremo di sicuro.” James iniziò il suo discorso ma Mary stava ancora guardando Sirius. “Ammesso che i fidanzatini non ci rovinino la partita!” Sbottò poi ottenendo finalmente l’attenzione della ragazza. “Dovete restare concentrati, capisco che vi vogliate bene e...” 

“Noi ci amiamo.” Lo interruppe lei. 

“Ok. Capisco che vi amiate ma adesso si gioca, nessuna distrazione e nessun complimento per ogni gesto che fa l’uno o l’altra, non pensate solo a voi dovete proteggere la squadra. Intesi?” 

Sirius annuì con uno sguardo che per un attimo sembrò voler dire ma James credette di esserselo immaginato. Mary si spostò i capelli dalla spalla a mento alto ma fece a sua volta un cenno d’assenso. Scesero in campo e mentre stringeva la mano al capitano di Tassorosso James guardò sugli spalti dove Remus e Peter sorridevano tenendo tra le mani il loro stendardo. Il Capitano ebbe una stretta al cuore e sentì con forza la mancanza di sua sorella e poi vide una cosa che lo sorprese: Lily e le altre ragazze sedute accanto ai suoi amici. Era evidente dallo sguardo della rossa che non era lì di sua spontanea volontà, forse Star le aveva detto cosa cercava di fare durante le partite e l’aveva pregata di stare lontano dalla scuola. 

Con un sonoro fischio Madama Bumb segnò l’inizio del gioco; James si spinse con forza sui piedi e afferrò per primo la Pluffa proseguì il suo volo in verticale togliendosi di torno gli avversari e partì alla carica degli anelli. Segnò, ovviamente, il portiere non aveva nemmeno visto passare la Pluffa. I Grifondoro esultarono. Dopo svariati minuti James capì che quella partita sarebbe andata per le lunghe, il Boccino d’Oro non si era visto nemmeno una volta e Al cominciava ad innervosirsi e scattare in giro. Mentre Fill e Dorian Tentavano un’azione a due provata in allenamento James passò accanto ad Al per cercare di rassicurarlo ma riuscì a malapena ad avvicinarsi visto che fu quasi colpito da un bolide, mentre planava in basso per liberarsene riuscì solo a sbraitare ad Al di stare un po' fermo. Sperò che bastasse. Sirius intervenne proprio in quel momento spedendo il Bolide contro gli avversari e James si infuriò moltissimo quando vide Mary, vicina al punto dove il Bolide lo aveva quasi colpito, esultare per la battuta del suo ragazzo. 

Erano ormai passate quattro ore e del Boccino nemmeno l’ombra, anche se i Grifondoro restavano in ampio vantaggio la squadra iniziava a stancarsi. 

Nel frattempo ina torre particolare Star si fermò; aveva provato incantesimi difficilissimi e impegnativi eppure si sentiva più stanca del solito. Rifletté un attimo e capì che era passata l’ora di pranzo da un po' e si stupì che la partita non fosse ancora finita, ma infondo voleva dire che aveva più tempo per esercitarsi. 

James era sfinito, iniziò a chiedersi se magari Madama Bumb non si fosse scordata di liberare il Boccino, la sua squadra era a pezzi e lui stava dando fondo a tutte le sue forze per mantenere il vantaggio su Tassorosso. I tifosi sugli spalti erano sempre meno e persino Peter aveva perso l’entusiasmo. Il giovane Potter effettuò un tiro magistrale, ovviamente si rese conto di esserci riuscito solo perché il Portiere dei Tassorosso era stanco come tutti, però sentì che era ingiusto non essere acclamato. Proprio mentre formulava questo pensiero un grido gioioso si levo dagli spalti, solo e unico ma perfettamente udibile. James si voltò verso il punto dove erano seduti i suoi amici e vide la più meravigliosa visione della giornata: Star indossava la sua vecchia divisa e sventolava lo stendardo insieme a Remus, Peter e le ragazze. Presto tutti i Grifondoro ricominciarono ad incoraggiarli e questo gli dette vita.  

“Se non alto basso!” Urlò Star. Sembrava una frase senza senso ma James capì perfettamente; Al era rimasto in alto per avere una visuale migliore del campo da gioco ma così facendo il Boccino poteva perfettamente sfuggire alla vista volando rasoterra. Il Capitano si voltò verso il suo Cercatore facendogli segno di volare più in basso. Il ritrovato entusiasmo degli spettatori sembrò ricaricare le energie dei giocatori di Grifondoro, segnarono ancora un paio di punti e poi Al partì rasoterra all’inseguimento del Boccino, rischiò quasi di spaccarsi un braccio sporgendosi così vicino al suolo ma lo prese. Il cercatore di Tassorosso era talmente in alto che non si rese conto di niente. Grifondoro aveva vinto e conquistato un bel po' di punti. James era raggiante; scese dalla scopa ancora prima di raggiungere la distanza di sicurezza dal suolo e Star, che era saltata giù dagli spalti insieme ad altri Grifondoro, gli corse in contro per abbracciarlo. Mentre la squadra festeggiava in campo Mary saltò in braccio a Sirius incominciando a baciarlo a ripetizione lanciando sguardi di fuoco a Star. 

Ma alla giovane Potter non importava, aver visto suo fratello fare quel tiro la rendeva felice. Anche gli altri giocatori erano contenti di vederla e la imbucarono con loro nello spogliatoio. Con un sorriso enorme James li radunò per fare un discorso e mandarli a festeggiare ma prima che potesse aprire bocca parlò Mary: “Oh, Star, perché sei qui? E perché indossi la divisa?” 

“Non ti preoccupare.” La rassicurò la mora senza smettere di sorridere. “Era solo la prima cosa rossa e oro che sono riuscita a trovare, ho finito prima di studiare e ho deciso di venire a fare il tifo. Tutto qui.” 

“Questo non spiega perché sei qui ora, il discorso di fine partita è per la squadra.” 

“Lei faceva parte della squadra.” Rispose Al. 

“E per noi non smetterà mai di farne un po' parte.” Concluse Fill. 

Star sorrise. “Vi ringrazio, ma Mary ha ragione, vi aspetterò fuori.” Decretò alzandosi. 

James avrebbe voluto pregarla di restare ma l’atmosfera era decisamente tesa, non poteva permettere che la squadra venisse divisa dall’interno.  

“No, resta.” La pregò Dorian che James ringraziò mentalmente, anche gli altri componenti della squadra si unirono alla sua richiesta. 

“No, va bene così. Vi ho abbandonati e Mary è stata così gentile da prendere il mio posto, questo momento è solo vostro.” Detto questo la ragazza dagli occhi cobalto uscì dal dormitorio senza permettere a nessuno di fermarla. 

Perchè deve andarsene? Sappiamo che non è stato facile per lei lasciare la squadra.” Sbottò Fill. 

“In più ci ha aiutato a vincere.” Ricordò Colin. 

“E’ inaudito, tutti fingete di volerla qui solo perché lo vuole James!” Mary fronteggiò il suo Capitano. “Ammettilo che non ti è mai andato giù che abbia preso il posto di tua sorella sia in squadra che nel cuore di Sirius, lo vedo come ci guardi sempre quando stiamo insieme. Non riesci a sopportare di veder felice il tuo amico senza tua sorella? Non sentivate la sua mancanza quando vi ho fatto vincere la prima partita e ora solo perché tu James non puoi più sopportare me e Sirius fai...” 

“Smettila.” Finalmente Sirius si decise a dire la sua. Mary si voltò verso di lui sconvolta e il ragazzo si alzò in piedi per allontanarla da James. “Il Capitano ha ragione, ci stiamo distraendo troppo ultimamente.” 

“Ovvio, prendi le parti di Star! Siete sempre entrambi dalla sua parte solo perché è...” Cominciò Mary. 

Perchè è nostra amica.” Concluse Sirius prima che la sua ragazza potesse dire qualcosa di male su Star. “Perché le vogliamo bene e perché in questo caso ha ragione James. Lei sarebbe dovuta restare perché è stata praticamente obbligata dalle circostanze a lasciare la squadra ed è difficile per noi giocare senza di lei. Doveva restare perché non è stata sua nemmeno la scelta di stare con me, ti ricordo. Anzi, se non fosse per lei noi due non staremmo nemmeno insieme. Lei ha sacrificato mesi della sua vita, ha dovuto frequentare i miei genitori e passare prove disumane solo per dimostrare di essere una sposa e una futura Black perfetta, tutto solo per aiutarmi a essere libero e scegliere la ragazza che volevo. Non ha nemmeno potuto uscire con qualcuno che le piaceva al Ballo del Ceppo e in questi ultimi mesi perché dovevamo far credere a tutti che stavamo insieme solo per darmi la possibilità di non essere cacciato di casa o essere obbligato a sposarmi a quindici anni. E anche ora che sono andato via lei non è davvero libera di frequentare chi vuole visto che girano voci orribili su di lei e il motivo per cui ci siamo lasciati. Sta passando l’inferno e comunque lei ha voluto che tu prendessi il suo posto in squadra perché ti reputa sua pari e sua amica e anche perché sapeva che tu volevi giocare. E sapeva anche che volevi stare con me, motivo per qui non ha permesso a nessuna ragazza assetata di potere di sposarmi. Ha fatto quello che ha fatto anche per te e per noi ma se tu vuoi fare la gelosa e credere che tra noi ci sia più di amicizia allora possiamo anche smettere di stare insieme.” La sfuriata del giovane fu così lunga e terribile che calò il silenzio più completo nello spogliatoio. Mary guardava il suo ragazzo con gli occhi sgranati cercando un modo per ribattere e Al e Fill si misero a fissarsi in modo strano. 

“Lo sapevo che non era colpa sua!” Si lasciò sfuggire alla fine Al. 

“Ma quindi non stavi con Star, cavolo! Volevo andare con lei al ballo!” Sbuffò Colin. 

Sirius indicò a Mary i suoi compagni come uno scienziato che mostra i risultati ovvi di un esperimento. Ma la ragazza iniziò a piangere. “Mi dispiace...” Disse solo prima di scappare via. 

James espirò rumorosamente. “Perfetto...” Cercò di incominciare. 

“Mi dispiace, fratello." Borbottò Sirius. 

“Fa niente tu l’hai difesa bene.” James gli poggiò una mano sulla spalla. 

“Si, anche troppo bene direi.” Sbottò Star rientrando in quel momento. “Mary mi è passata davanti in lacrime.” Annunciò a mo’ di spiegazione. “Dovresti chiederle scusa Sirius.” Aggiunse dopo, infine guardò la squadra che sembrava appena essere stata sconfitta. “E voi altri... avete vinto! Andate immediatamente a festeggiare! Oh, e potreste accennare a Mary che è stata bravissima se la vedete. Muoversi!” 

“Ma non è vero! Era distratta tutto il tempo.” Protestò Dorian. 

“Non mi interessa. Fa parte della squadra quindi la dovete incoraggiare a fare meglio e non buttarle in faccia i suoi errori. E ora, fuori da qui.” Ordinò severa la ragazza. 

Al e Fill scattarono in piedi sull’attenti. “Si capo!” Gridarono all’unisono. 

“Pensavo di essere io il capo!” Protestò James. 

“Tua sorella ha decisamente più polso.” Commentò Fill. 

“E’ come la luce del sole che severamente mette in fuga le ombre.” Commentò Al facendole il baciamano. 

“Voi due vi troverete presto nei guai.” Commentò Star, i due ragazzi allora seguirono la squadra fuori a festeggiare. 

Rimasero solo lei, James e Sirius. 

“Te l’ho detto l’altra sera: siamo stati molto credibili, è normale che sia gelosa.” Ricordò Star a Sirius. Poi prese sottobraccio entrambi e li condusse fuori dagli spogliatoi verso il Castello. 

 

…....................... 

 

Marzo cominciò. Sirius e Mary stavano ancora insieme e lei sembrava essersi calmata un po'. Star, Lily e Remus studiavano insieme sempre più spesso. Di notte i Malandrini mappavano Hogwarts e cercavano di aiutare Peter a diventare Animagus in vista della luna piena del 16 marzo. A dire la verità era James ad occuparsi di Peter mentre Sirius e Remus si allenavano negli incantesimi non verbali e Star provava a effettuare magie bizzarre ma mai troppo potenti. 

Tra tutti questi impegni Star passava raramente le sere e le notti nel suo dormitorio, il che la portò a domandarsi perché aveva scelto di unirsi alle ragazze proprio quella sera. 

Era il primo venerdì di marzo e le ragazze del quinto e sesto anno erano tutte riunite del dormitorio di queste ultime. La conversazione, che era iniziata con i G.U.F.O. e la mole di lavoro che comportavano, si stava spostando verso temi più leggeri quali i vestiti e i ragazzi. 

 “Lily, non ci hai ancora raccontato com’è stato uscire con James!” Ricordò Sophia. 

“Non l’ho fatto perché tecnicamente non sono uscita con Potter.” Replicò la rossa. 

“Oh, maddai! Anche se siete usciti come amici siete comunque usciti!” Insistette Ann. 

“E poi dovresti prendere in considerazione il fatto che lui potrebbe essere quello giusto.” Commentò Marlene. 

“Quello giusto?! Potter?!” Sbuffò Lily. 

“Hai detto che ti piacerebbe sapere chi è il tuo vendicatore per ringraziarlo e ammettiamo che potrebbe essere James.” Le ricordò Emmeline. 

“E’ ovvio che sia lui!” Sbottò Mary. “Chi altro potrebbe essere il tuo vendicatore?” 

Star guardò Lily confusa. “Vendicatore?” Chiese. 

“Oh, ma come? Non sai niente?” Si stupì Alice. Lily arrossì, era ovvio che non aveva voluto parlargliene di proposito. 

“Certo, è andata a casa Black subito dopo il Ballo.” Fece presente Jane. 

“E’ vero! Mettiti comoda allora.” Le consigliò Alice preparandosi a raccontare. “Nel pomeriggio del giorno di Natale Severus è stato convocato da Lumarcorno per potergli dare il suo regalo che aveva vinto come miglior studente. Il ragazzo però si rifiutava di farsi vedere, e sai quanto Lumacorno odi essere contradetto, così lo ha minacciato di abbassargli il voto in pozioni e alla fine Severus si è fatto vivo ed era...” Ad Alice scappò una risatina, anche le altre ragazze sorrisero tutte trattenendo le risate, Lily compresa.  

“Era rosso... rosso dalla testa ai piedi." Continuò Sophia scoppiando poi a ridere. 

“Si esatto, tutti i vestiti, la pelle, i capelli, tutto!” Le fece eco Ann. 

“E la cosa più bella era un’enorme scritta sopra la sua testa che lo seguiva ovunque e recitava: sono rosso perché ho dato buca alla più bella rossa.” Concluse Alice ricominciando poi a ridere. 

“Lily, mi sorprendi!” Commentò Star vedendo la sua amica ridacchiare. 

Bhe, ero molto arrabbiata con lui quel giorno, e poi gli effetti sono svaniti la sera stessa.” Si scusò Lily, gli occhi verdi colmi di uno strano scintillio. “Avevo io stessa pianificato di fargliela pagare in qualche modo, ma questa persona è stata più veloce.”  

Star sorrise serena. “E quindi come fate a sapere che è un ragazzo?” 

“Non sappiamo se sia un ragazzo, ma sembra proprio lo stile di James, no?” Spiegò Marlene. 

“Tu sei sua sorella, non ti ha detto niente? Vi dite sempre tutto.” Domandò Emmeline. 

“No, non mi ha detto niente.” Rispose Star sincera. 

“Oh, che peccato.” Commentò Sophia. 

“Non le ha detto niente perché non è stato Potter. Lui se ne sarebbe vantato con tutta la scuola, come sempre.” Ribatté Lily. 

“Pensa a quello che vuoi ma è stato molto carino a San Valentino.” Le ricordò Alice. 

“Oh, basta con quella storia! E’ stato il giorno peggiore del mondo.” Sbuffò Mary. 

“E allora di cosa dovremmo parlare? Io volevo una storia succulenta.” Chiese Ann che voleva proprio sentire un pettegolezzo. 

“Se vuoi sentire qualcosa di interessante posso raccontarti di quello che ho fatto l’altra sera con Sirius.” Replicò Mary. 

“Fammi indovinare, vi siete baciati come al solito?” Commentò Sophia annoiata. 

“Oh, non solo.” Rivelò Mary, gli sguardi di tutte le ragazze si posarono su di lei. “Abbiamo fatto sesso.” Sussurrò infine dopo aver ricevuto finalmente le attenzioni che voleva. 

Una cascata di versetti emozionati si riversò sulla bionda, tutte le ragazze voleva sapere di più. Tutte tranne Alice, Lily e Star. Star non voleva proprio sentire un’altra parola, eppure non riusciva nemmeno a smettere di ascoltare.  

“Ah, dovevate vederlo! Era pazzo di me! Eravamo in una di quelle aule inutilizzate e lui mi ha spinta con forza contro una parete.” Cominciò a raccontare la bionda. 

Star ripensò a quell’estate e alla sensazione del corpo caldo di Sirius contro la sua pelle fredda e il muro dietro di sé. E man mano che Mary raccontava altri ricordi emergevano nella mente di Star. 

“Poi mi ha sollevata e messa su un banco.” 

La sensazione di essere leggerissima tra le sue braccia, la semplicità con cui l’aveva fatta sedere sul tavolo della Sala Grande mentre erano in punizione insieme. 

“Mi ha baciata con foga!” 

Il bacio, quel bacio che le aveva fatto esplodere il cuore in petto e di cui lui non aveva più voluto parlare. 

“Ha passato le sue mani sulle mie cosce.” 

Le sue dita che stringevano la pelle nuda della sua coscia mentre ballavano alla festa per il campione, la gonna troppo corta, che non era stata un problema finché non aveva capito dove lui poteva arrivare a toccarla. 

“Ha iniziato a spogliarmi e io spogliavo lui. E' davvero così sexy!” 

Il corpo nudo di Sirius il giorno del suo compleanno, lui così tranquillo e sicuro di sé. 

“Poi abbiamo preso a toccaci.” 

La vasca da bagno dei Black, quel tocco accidentale e brevissimo, nemmeno sapeva cosa aveva toccato in realtà. 

“Ah, ha avvicinato la sua bocca al mio orecchio per sussurrarmi delle cose... voi non avete idea! Ci sa fare anche con le parole.” 

Il ricordo di sé stessa avvolta nell’asciugamano e lui a petto nudo che la teneva inchiodata al muro con solo il potere del suo sguardo e poi le sussurrava piano una frase così ben studiata e casuale al tempo stesso, con un tono incredibilmente vellutato, setoso... sexy. 

“E poi...” Mary si interruppe quando vide Star alzarsi di botto dal letto di Alice. “Tutto bene, tesoro?” Le chiese con un falso tono gentile, nel suo sguardo però c’era cattiveria pura. 

“Mi sono appena ricordata che devo vedermi con James, Peter, Remus e Sirius.” Star si ricompose in fretta, parlò con tono sicuro e sottolineò con attenzione l’ultimo nome. “E non chiamarmi ‘tesoro’, l’unico che può farlo e sperare di sopravvivere è il tuo ragazzo, e solo perché siamo amici da una vita.” Detto questo la ragazza dagli occhi cobalto girò sui tacchi e uscì a passo deciso dalla stanza. Non era assolutamente vero che i Malandrini l’aspettavano, ma non sarebbe riuscita ad ascoltare una parola di più di quel racconto. Uscì dalla torre per non destare sospetti, la Signora Grassa le lanciò uno sguardo ammonitore. “Fai attenzione ai ragazzi con cattive intenzioni, girano spesso di notte.” le disse il ritratto con tranquillità. 

Star le sorrise appena e poi si incamminò verso la Torre sua e di James. Suo fratello non era lì, ovviamente, ma già solo stare in quel luogo la faceva sentire meglio. Mentre stava seduta sulla finestra con i piedi nel vuoto rifletté sui ricordi provocati dal racconto di Mary. Era così strano ripensare a ciò che aveva vissuto con Sirius; anche se era finzione ogni fibra del suo corpo ricordava perfettamente tutte le sensazioni provate in quei momenti. Ricordava anche l’odore di Sirius, quel sentore così mascolino e sensuale, l’alito che sapeva di Brooklin e i capelli che avevano un profumo naturale, non di shampoo, solo di... capelli. Poi all’improvviso tornò a quanto era successo poco prima e si ritrovò ad analizzare un’informazione rivelata da Lily prima del discorso di Mary: la sua amica era ad Hogwarts la sera di Natale e forse ci era rimasta per tutte le vacanze. Probabilmente non se l’era sentita di tornare a casa da sua sorella, i suoi genitori le volevano bene ma sua sorella stava diventando insopportabile. 

Star si alzò di nuovo, uscì dalla torre e girovagò un po' per il Castello. Quando fu abbastanza tardi tornò al suo dormitorio e svegliò Lily scuotendola delicatamente. 

“Che c’è?” Chiese la rossa preoccupata. 

“Hai passato le vacanze di Natale a Hogwarts?” Domandò Star. 

“Si, non è stato male. Silente ha organizzato qualche banchetto divertente e la Mcgranitt mi ha dato ripetizioni.” Raccontò Lily. 

“Ma eri sola.” Notò Star. Silenzio. “Il prossimo anno ti va di venire a casa con me?” 

“Ci sarà anche James.” Commentò la rossa. 

“Si, e anche Sirius.” Le ricordò la mora. “Quindi potremmo ignorarli insieme. Magari invitiamo anche le altre ragazze.” 

Lily sorrise per un attimo, sembrava una buona idea. “Se mi prometti che non finirò da sola con lui vengo volentieri.” Decise alla fine. 

Gli occhi cobalto della sua amica si illuminarono di gioia. “Ne sono felice! Prometto che non resterai sola con lui, a meno che non lo voglia tu.” 

“Non lo vorrò.” 

“Non si sa mai.” 

Le due risero piano e poi Star si infilò nel suo letto. 

“Buona notte.” Mormorò. 

“Sogni d’oro.” Sussurrò Lily. 

 

 

 

************************ 

 

Salve!  

Bhe, eccoci qui. Sono in anticipo e inoltre ho una scaletta per il prossimo capitolo (dovrebbe semplificarmi il lavoro ma non sempre funziona). 

In ogni caso spero che il capitolo vi piaccia. 

Ci vediamo su Instagram per la conclusione della mia Sfida di Harry Potter giorno per giorno (voglio sapere anche le vostre risposte) e su Telegram per sclerare insieme. 

Ciao ciao.  

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Capitolo 10
*** Tanti Auguri ***


Il compleanno di Remus sarebbe stato martedì e i suoi amici lo pregavano da giorni di farli entrare di nascosto nel bagno dei Prefetti per festeggiare, e anche per mapparlo. Il giovane, però, era irremovibile.  

“Ti pregoooo.” Provò Star con i suoi occhioni dolci. 

“No, non potete; vi mettereste nei guai e io potrei non essere più un Prefetto, e poi è nel bel mezzo della settimana! Dobbiamo studiare! Ci sono i G.U.F.O.” Elencò di nuovo Remus. 

“Non finiremo nei guai perché abbiamo i fratelli dell’Invisibilità qui con noi.” Ricordò Sirius accennando ai due Potter. 

“Sarai sempre un Prefetto perché ti basta poco per essere migliore di questi tre.” Aggiunse Star. 

“Possiamo farti gli auguri e darti i regali martedì e poi fare la festa nel bagno venerdì sera. Dormiremo sabato mattina e nel pomeriggio farò gli allenamenti.” Propose James. 

“E domenica studieremo!” Intervenne Peter credendosi utile, ma Sirius e James lo incenerirono con lo sguardo; studiare nei weekend era fuori discussione. 

“Oh, se la mettete così allora va bene.” Colse l’occasione Remus. 

“Senza lo studio, no? Bastano solo le altre soluzioni.” Tentò Sirius. 

“Oh, no. Niente studio niente festa. Decidete voi.” Replicò Remus tutto contento dirigendosi appunto in biblioteca. 

“Studiamo già tantissimo durante la settimana!” Sbuffò James. 

Hei... non funzionerà. Ormai ci tocca studiare anche domenica.” Fece notare Star. 

“Perfetto!” Sbottò Sirius. “Grazie mille, Peter.” 

Il ragazzo si fece piccolo piccolo e i suoi occhi iniziarono a scattare a destra e a sinistra alla ricerca di una via di fuga, ma non successe altro.  

L’ammontare dei compiti era davvero incredibile e lunedì sera i Malandrini si resero conto che alla fine avrebbero comunque dovuto studiare nel weekend per tenere il passo. Lily era riuscita a far Evanescere un porta spilli prima di James e questo a lui non andava giù; forse era la ragazza dei suoi sogni, ok... sicuramente era la ragazza dei suoi sogni, ma nessuno, NESSUNO, lo poteva battere in Trasfigurazione. 

Quella sera Remus andò a letto soddisfatto, vedere i suoi amici impegnarsi nello studio era davvero piacevole e sorprendente in alcuni casi. Avevano molto talento. Mentre scivolava lentamente nel mondo dei sogni il ragazzo fantasticò un po' su cosa avrebbero fatto i suoi amici per il suo compleanno.  

“Rem... Rem Rem.” L’inconfondibile voce di Star lo stava chiamando, si chiese che ore fossero visto che si sentiva così stanco. Aprì gli occhi e attorno a sé era tutto buio, escluse le punte delle bacchette dei suoi amici radunati attorno al suo letto. 

“Buon compleanno!” Esclamarono i suoi amici in coro e il giovane si ritrovò sorpreso nel notare che c’era anche Lily tra loro. 

“Lily?” Chiese assonato. 

“Certo! E’ felice di vedere solo lei, e noi che siamo?!” Sbottò James chiaramente in tono scherzoso. 

Bhe, per voi è normale infrangere le regole, no?” Replicò la rossa sorridendo. 

“Ma non stiamo infrangendo nessuna regola!” Constatò Sirius perplesso. 

“Tecnicamente noi non dovremmo essere qui.” Gli ricordò Lily. 

“Ma se Star è sempre qui!” Commentò Sirius. 

Perché lei infrange spesso le regole.” Obiettò Lily. 

Hem, gente...” Li richiamò Star indicando il festeggiato. 

“Oh, giusto.” La rossa riportò l’attenzione sul suo amico. “Ti abbiamo preso una cosa.” Aggiunse porgendogli un piccolo pacchettino. 

“E’ da parte di tutti noi." Rivelò Star. 

“E come avreste fatto voi a mettervi d’accordo?” Domandò Remus dubbioso. 

“Star ha fatto da intermediario.” Sbottò Sirius. “Apri quel coso.” 

Remus aprì il suo regalo e vi trovò un bracciale in cuoio con una pietra opalescente con su incisi due simboli una specie di P e una croce un po' sghemba. 

“Sono rune.” Spiegò Peter fiero. 

“Si... le riconosco... Gioia e bisogno, giusto?” Chiese il giovane. 

Star e Lily annuirono. “Le abbiamo scelte per ricordarti che abbiamo bisogno di te per essere felici, o per meglio dire: sei parte della nostra vita e senza di te non saremmo più completi.” Spiegò Lily. 

“E anche per ricordati che se avrai bisogno di qualunque cosa per essere felice noi ci siamo per te.” Proseguì Star. 

“Se le porterai sempre con te ti ricorderai quanto sei importante per noi.” Continuò Sirius. 

“E che puoi sempre fare affidamento su di noi.” Concluse James. 

“Noi non ci abbandoneremo a vicenda.” Commentò Peter con gli occhi lucidi, era evidente quanto tenesse a quel gruppo e quanto fosse felice di essere lì. 

“Grazie, mi piace molto.” Remus era senza parole, indossò il bracciale in silenzio e osservò la pietra incisa. “Voi state già facendo molto per me.” Assicurò poi. 

“Vorremmo poter fare di più.” James poggiò la mano sulla spalla dell’amico, era sincero e i suoi occhi color nocciola emanavano un bagliore d’affetto puro. Lily si stupì nel vedere quella scena; sapeva che James doveva essere molto dolce con Star, ma non credeva che lo fosse anche con Remus. 

“Bene, ora tutti a nanna.” Decretò Star.  

“Si... grazie...” Mormorò Remus un po' commosso. I suoi amici tornarono nei loro letti e le due ragazze scesero piano le scale per risalire quelle del loro dormitorio.  

Star prese subito tra le mani il suo diario. 

“Vuoi scrivere a quest’ora?” Sussurrò Lily infilandosi sotto le coperte. 

“Certo.” Replicò la mora. 

“E cosa scrivi di così importante?” 

“Caro diario” Lesse Star “oggi Lily Evans ha di nuovo infranto le regole della scuola con me, inizia ad essere divertente.”  

La rossa sbuffò divertita. “Che scema.” Borbottò scherzosamente.  

“Guarda che sono seria.” Ribatté la mora sedendosi nel letto accanto alla sua amica. “Vedi?” Così dicendo le mostrò la pagina appena scritta che riportava le esatte parole pronunciate poco prima. Lily rise piano e chiuse le tende del suo baldacchino attorno a loro. 

“E in che altro momento avrei infranto le regole con te?” Domandò poi divertita da quel gioco. 

Star sfogliò il diario alla ricerca di aneddoti su Lily e le regole. Le due amiche passarono ore sveglie a leggere brandelli del diario che riportava loro alla mente ricordi ormai sepolti tra le informazioni studiate e i fatti più recenti.  Si addormentarono nello stesso letto, le dita ancora poggiate sulle pagine del diario e le teste sprofondate nel cuscino.  

Il mattino dopo si svegliarono entrambe presto e indolenzite, almeno evitarono di scatenare il putiferio tra le loro compagne sul fatto che avessero spettegolato senza di loro. Come se Sophia e Ann non dormissero in continuo nello stesso letto per poter parlottare sottovoce fino a tarda notte. 

A colazione incontrarono gli altri Malandrini; Remus ricevette una bella penna dai suoi genitori via gufo. Lily, quindi, gli consegnò il suo regalo personale: un’agenda per organizzare lo studio. Jane li raggiunse per poter dare a Remus un berretto di lana fatto da lei. James, Sirius e Star, invece, avevano svaligiato qualche negozio di libri per compare tutti quelli nella lista dei desideri del loro amico e per tutta la durata delle lezioni continuarono a passare dei libri incartati a Remus, tanto che alla fine della giornata il giovane si portava appresso una borsa pesantissima. Eppure Remus si sentiva leggero, e non riusciva a smettere di sorridere. Non aveva smesso nemmeno quando Sirius aveva infilato un libro/regalo nel suo calderone e lui stava per versarci sopra tutti gli ingredienti, e nemmeno quando il professor Vitious li aveva pregati di scambiarsi i regali non durante la sua lezione. Era davvero una bella giornata e, anche se la sera dovettero fare i compiti per il giorno dopo e filare a letto presto, i suoi amici avevano saputo renderla speciale.  

Dal momento che il suo compleanno era stato così piacevole Remus si adoperò in segreto per realizzare non solo il desiderio di tutti i suoi amici di vedere il bagno dei Prefetti ma anche qualcos’altro di meglio. Tra i compiti e il suo piano segreto fu davvero difficile avere del tempo libero ma alla fine riuscì a realizzare quello che desiderava. 

Venerdì 12 le lezioni si svolsero nella più totale normalità e solo dopo cena, seduti attorno ad un tavolo in Sala Comune, i Malandrini parlarono di come arrivare al bagno.  

“Faremo come abbiamo fatto per la Sala Comune dei Tassorosso.” Decretò James tranquillo. 

Bhe, non credo che sarà facile, ho due invitati extra.” Annunciò Remus. 

“Cosa? Quando pensavi di dircelo?!” Sbottò James. 

“Ma chi sono?” Si incuriosì Sirius. 

“Jane e Lily.” Rispose Remus con un sorriso divertito. 

James quasi si strozzò con la sua stessa saliva. 

“Oh, Jane, sembra una cosa seria.” Commentò Star sorridente. 

“Ma perché Lily?” Chiese James. 

Perchè siamo amici, Potter. Ma il fatto che ci sia anche tu mi irrita.” Rispose Lily in persona unendosi in quel momento a loro con Jane. 

“Bene, allora le ragazze con me e voi con James, è buio quindi non ci saranno problemi.” Propose Star. 

I giovanotti lasciarono che le dame andassero per prime sia per evitare che vedessero il Mantello di James sia per dare il tempo alle ragazze di prepararsi. 

Quando Star entrò nel bagno, dopo che Lily ebbe pronunciato la parola d’ordine, rimase davvero sorpresa: la stanza era completamente ricoperta di marmo bianco che dava un senso di pulizia e serenità, era illuminata da un candeliere che emanava una luce soffice e calda, al centro della stanza c’era una piscina rettangolare contornata da almeno un centinaio di rubinetti d’oro con pietre di colore diverso incastonate sul pomolo.  

“Wow.” Commentò Jane. 

Subito le ragazze iniziarono a spogliarsi, avevano già indossato i costumi al posto della biancheria. Jane se l’era fatto inviare dalla sua famiglia per posta mentre Lily aveva accettato troppo tardi così se l’era fatto prestare da Star. La mora notò come se sue amiche cercassero di nascondersi il più possibile mentre si toglievano gli indumenti. Lily aveva già fatto scorrere l’acqua dai suoi rubinetti preferiti e la vasca si stava riempiendo velocemente. Star le guardò sorpresa.  

“Quella stupida sirena.” Sbottò Lily coprendosi la pancia con le braccia. “Mi fa sentire così inadeguata e poi... tu... ma guardati!” 

Star fissò il suo riflesso sullo specchio; indossava un bikini per la prima volta nella sua vita solo perché sua madre lo aveva visto in un negozio all’ultima moda e aveva creduto giusto mandarglielo, e le stava davvero bene mostrando le sue forme più di quanto lei stessa credesse necessario. 

Lily e Jane la osservavano, entrambe avevano un costume intero. Lily continuava a tirare il suo per farlo stare a posto, era meno magra di Star però un pochino più bassa quindi il tessuto elastico le stava solo appena un po' teso, eppure non si dava pace. Jane non aveva ancora deciso di poggiare la maglia e se la stringeva addosso come se volesse nascondersi. 

Star sorrise. “Lo so che non ha senso... ma io pagherei per avere un aspetto grazioso e normale come il vostro.”  

Avevano entrambe sentito quel discorso molte volte, non era molto convincente in quel momento. 

Bhe, non entriamo in acqua?” Chiese allora Star adocchiando la vasca che si era riempita di bolle enormi e nuvolette profumate. Le sue amiche annuirono ed entrarono. Stavano scherzando tra loro quando arrivarono i ragazzi; evidentemente James aveva nascosto il Mantello nella sua borsa prima di entrare e ora avanzavano tutti a occhi chiusi.  

“E’ troppo presto?” Domandò James procedendo tentoni. 

“No, tranquilli.” Li rassicurò Star ridendo a quella scena. 

I giovani aprirono gli occhi e James, Sirius e Peter rimasero strabiliati dalla bellezza di quel posto. 

“Ma come, non c’eri mai stato Potter?” Chiese Lily sorpresa. 

“Certo che no, non sono un Prefetto.” Sbottò lui. 

“Anche i capitani delle squadre di Quidditch possono usarlo.” Lo informò la rossa notando solo dopo un agitato Remus che le faceva segno di tacere alle spalle di James. “Ops.” 

Il ragazzo dagli occhi nocciola si voltò sbalordito verso Remus. “Perché io non ne sapevo niente?!” 

“Evidentemente eri distratto alla riunione dei capitani e quando ho capito che non lo sapevi ho pensato che fosse meglio così o avresti organizzato strani festini.” Vuotò il sacco Remus con aria colpevole. 

“Wow, sei una persona crudele.” Si stupì Sirius mentre cominciava a spogliarsi, più interessato alla vasca che alle chiacchiere. 

Mentre Remus e James discutevano sull’argomento bagno, Star si ritrovò di nuovo a guardare il corpo di Sirius. Incredibile come ogni singola linea del corpo del ragazzo fosse perfetta, in più lui aveva deciso di non usare i costumi di James ma un semplice paio di boxer azzurri con i pesciolini che potevano sembrare ridicoli ma erano comunque attillati e... 

“Tu hai bisogno di un ragazzo.” Le fece notare Sirius in piedi di fronte a lei guardandola dall’alto. “Non puoi continuare a mangiarmi con gli occhi, sono fidanzato.” Continuò. 

“Mi stavo solo chiedendo dove comprassi delle mutande così ridicole.” Sbuffò Star voltandosi per allontanarsi a nuoto dal bordo e dando di proposito una fluida gambata da fuori a sotto la superficie che schizzò acqua sul suo amico. 

“Ah, si?!” Sirius si tuffò a bomba a pochi centimetri da lei facendole bere acqua saponata. 

“Sei un... arhajhj!” Gridò Star gettandogli dell’acqua in viso. 

Tra quei due che scherzavano in acqua e gli altri due che litigavano fuori, il bagno stava diventando decisamente troppo rumoroso. 

“Smettetela! Non abbiamo insonorizzato la stanza!” Ricordò a tutti Peter con l’ansia che dilagava nei suoi occhietti. 

“Oh, giusto.” Ricordò James, agitò la bacchetta e poi cominciò a togliersi la maglietta. Remus e Peter erano meno a loro agio con il loro corpo. Remus sbiancò quando si ricordò di doversi spogliare; era così concentrato sul suo piano da essersi totalmente dimenticato delle sue cicatrici.  

Star interruppe il suo litigio con Sirius per raggiungere il suo amico fuori dall’acqua. 

“Tutto bene?” Gli chiese piano. 

“Non voglio che vedano...” Cominciò lui. 

Star annuì e fissò l’acqua. “Tutta quella schiuma rende impossibile vedere sotto, io le distraggo e tu entri, ok?”  

Il ragazzo annuì grato. 

Star girò attorno alla piscina posizionandosi sul bordo opposto a Remus. “E ora signore e signori! È giunto il momento dell’attesa sfida in costume da bagno!” Annunciò, poi indicò James e Sirius che stavano scherzando tra loro appoggiati al bordo. “Vi chiedete sempre chi è il più bello tra voi, no? Oggi abbiamo due ragazze e voi avete l’occasione di essere in costume: venite qui, forza!” Li invitò. 

Sirius la raggiunse subito e James arrossì appena, fortunatamente con tutto quel vapore non si notò molto. Uscirono dalla vasca accanto alla loro amica e Jane e Lily si avvicinarono ridacchiando. 

“Bene, ora sfilerete per le nostre ospiti e loro decideranno chi è il migliore...” 

“A me piace quel Dorian della squadra, ha un bel fisico.” Commentò Lily senza lasciare che la sua amica finisse. 

“Io preferisco Remus.” Sussurrò Jane imbarazzata. 

“Dovete scegliere tra loro due!” Ricordò Star spaesata. 

“Oh, giusto. Allora, Black.” Decise Lily in fretta. 

Sirius di sicuro.” La appoggiò Jane. 

“Ma non abbiamo ancora sfilato!” Protestò il giovane Potter. 

“Non è necessario. Black è decisamente meglio." Replicò la rosa convinta. 

James guardò sua sorella in cerca di appoggio.  

“Ah, no. Sono la persona sbagliata, lo sai che per me oggettivamente Sirius è migliore, sono dalla sua parte.” Gli ricordò Star. 

“E io sto dalla tua parte, soprattutto con quel costume.” Commentò Sirius che nel frattempo si era appoggiato alla parete in modo disinvolto. 

Tutti i presenti si voltarono sconvolti verso di lui. Forse, per un nano secondo, Sirius assunse l’espressione colpevole di chi non aveva intenzione di parlare ad alta voce, ma fu solo un lampo. 

“Oggettivamente intendo, e comunque sarai sempre dopo Mary... la mia ragazza.” Proseguì poi con tono calmo. 

Ooook.” Star rientrò nella vasca. “Ora vorrei un costume intero anche io.” Scherzò, poi lasciò perdere l’accaduto e si rivolse a suo fratello. “Comunque sai che ti reputo un partito migliore per un matrimonio.” 

“Potter uno sposo?” Sbuffò Lily incredula. 

“Certo! E poi comunque è molto bello. Falle vedere Jame.” Lo incoraggiò sua sorella, lui prese a passeggiare avanti e indietro e poi mise in mostra i muscoli, ovviamente buttando tutto sul ridere ma Star era sicura che Lily non era indifferente a quello sfoggio di fisico. 

Remus nel frattempo era entrato nella vasca e si era un po' appartato a parlare con Jane, Peter si era unito al gruppo per riempire James di complimenti. James e Sirius tornarono in acqua dopo pochi minuti e il ragazzo dagli occhi grigi stava per richiamare l’attenzione di Remus ma Lily lo bloccò: “Lascia che stiano un po' da soli!” 

“Anche se così tu dovrai stare con me?” Le chiese James. 

“Non sono sola con te.” Ribatté Lily. “E sapevo già, quando ho accettato di festeggiare questa sera con Remus, che avrei dovuto sopportare la tua presenza.” 

“A dir poco glaciale.” Commentò Sirius con il suo mezzo sorriso divertito. 

“James non è fastidioso come credi. È divertente e leale, un buon amico.” Si intromise Peter. 

“Lascia stare Pete, Evans ha un’opinione tutta sua di quali sono i buoni amici.” Sbottò James. 

“Se ti riferisci a Severus io...” Incominciò ad infuriarsi la rossa ma fu interrotta da Star che gridò: “Oh cielo, professoressa McGranitt!” 

Tutti i presenti nella vasca si voltarono terrorizzati verso la porta dove... non c’era nessuno. 

Quel diversivo però fece riunire Jane e Remus al gruppo. “Allora, vi andrebbe di fare un gioco?” Chiese il festeggiato. 

Star toccò appena una grande bolla di sapone che divenne una palla da gioco e senza bisogno di dire molto altro i ragazzi si posizionarono in cerchio cominciando a passarsi la palla. Decisero che chi le faceva toccare la superficie dell’acqua avrebbe dovuto rispondere ad una domanda oppure fare qualcosa che avrebbe deciso chi aveva lanciato la palla. Lily non era molto entusiasta dell’idea ma essendo stata una proposta di Remus non fece storie. 

Il primo a far cadere la palla fu Peter, ovviamente, a cui Jane chiese di immergersi per almeno 15 secondi. Evidentemente lei la credeva una cosa facile ma Peter uscì dall’acqua paonazzo e la povera ragazza si dimostrò estremante dispiaciuta. Continuarono il gioco e i pessimi riflessi di Peter battevano tutti sul tempo, anche se anche a Jane cadde la palla un paio di volte e a Remus una. Alla ragazza fu chiesto di dire chi le piacesse davvero (rispose Remus) e di fare un giro su sé stessa canticchiando (cosa che fece diventando bordò), a Remus Lily chiese di battersi una mano sul petto e strofinare l’altra sulla cima della testa (esercizio di coordinazione piuttosto difficile e il tentativo del ragazzo fece ridere tutti). Dopo che Peter fece cadere la palla altre innumerevoli volte chiese di poter arbitrare e tutti furono più che felici di dargli questa grazia. James fece un tiro assurdo a Star che lei riuscì a recuperare solo per un pelo, la palla finì a Remus che con sorpresa di tutti la tirò di nuovo verso di Star che si stava raddrizzando in quel momento e la perse.  

La ragazza guardò il suo amico sconvolta. “Rem malvagio che viene a galla!” Annunciò. 

Remus sorrise colpevole ma quello che fece poi fu ancora più terribile e sorprendente. “Come pegno dovrai riportare le ragazze a letto finita la festa e poi tornare qui da sola.”  

“Infrangere ulteriormente le regole?!” Lo rimproverò Lily. 

“Esatto.” Replicò Remus irremovibile. 

Star per vendetta fece un tiro complesso e chiese a Remus di baciare Jane ma vedendo i due arrossire fino all’attaccatura dei capelli aggiunse: “Dopo... in privato... ma fatelo.” 

“Allora Evans...” Incominciò Sirius dopo essere riuscito a far cadere la palla a Lily. “Devi dirci come vuoi che sia il tuo ragazzo ideale.” 

“Così che il tuo amico Potter può fingere di esserlo per conquistarmi e poi buttarmi via dopo un paio di giorni? No grazie.” Sbottò lei. 

“Ah quindi ammetti che comportandomi in un certo modo potrei riuscire a conquistarti!” Esclamò James felice. 

“No, hai ragione, sei troppo ripugnante.” Lo rimbeccò lei. “Ok, allora... Vorrei che fosse dolce, ma non servizievole  uno di quei ragazzi che crede di dover fare tutto lui perché è maschio e io non posso fare niente perché sono una ragazza. Mi piacerebbe che leggesse...” 

“Io leggo.” Buttò lì James. 

“... libri che non siano sul Quidditch.” Continuò Lily. 

“Leggo anche libri di Trasfigurazione.” Replicò James. 

La rossa lo ignorò. “Vorrei un ragazzo serio e pronto ad impegnarsi fino in fondo con me, una persona sincera e gentile.” 

“Io sono gentile.” Riprovò James. 

“L’altro giorno ti ho tolto cinque punti perché ti ho beccato a gettare giù dal tavolo i libri di uno del primo anno per fare spazio alla tua robaccia.” Gli ricordò la ragazza. 

“Era un’emergenza.” Cercò di spiegarsi lui, ricordando che quel giorno aveva avuto una brillante idea per riportare vari piani delle torri sulla mappa e aveva bisogno di spazio immediato per stendere i suoi schizzi e ragionarci meglio. Lily lo ignorò di nuovo. 

Finalmente Remus riuscì a far cadere la palla a Sirius. “Dovrai fare la stessa cosa di Star.” Decretò deciso. 

“COSA?! NO!” Gridò la ragazza, Remus non sapeva niente dei suoi sentimenti per Sirius, ma non poteva essere una coincidenza, forse aveva capito, ma non era una buona idea. 

“Che c’è hai paura di perdere?” Le chiese James tranquillo. 

“Perdere?” Ripeté lei perplessa. 

“Certo, io contro te, chi riesce a tornare qui e poi tornare al dormitorio incolume vince, no?” Spiegò Sirius guardando Remus in cerca di conferma. Il loro amico annuì. “Esatto, e vince anche chi riesce a restare qui sveglio più a lungo.”  

“Cerchi di farci finire in punizione?” Domandò la ragazza sconvolta. 

“Esatto. Almeno finendo in punizione non avrete più il tempo di combinare altri disastri.” Rivelò Remus. 

“Io non combino disastri.” Sbuffò Star. 

“Mi faccio dare un resoconto su chi di voi esce di notte dalla signora Grassa ogni settimana e voi due siete usciti più volte di James negli ultimi giorni. Dovete darvi una regolata!” Sbottò Remus. 

“Wow, questo non lo sapevo.” Si stupì James. 

“E tu dovresti togliere loro dei punti.” Lo rimproverò Lily. 

“Non funzionerebbe, fidati, ci perderebbe solo la nostra Casa.” Spiegò Remus. 

“Ma non è corretto!” Insistette lei. 

“Tecnicamente dovresti perdere punti anche tu questa sera.” Le fece notare Peter. 

La rossa arrossì e rimase in silenzio. 

Il gioco proseguì e ad un certo punto tornò la serenità tra i componenti del gruppo, forse dovuta alla simpatia e facilità delle sfide proposte. Poi Star fece cadere la palla a James. 

“Devi baciare la persona più sexy nella stanza, e sai a chi mi riferisco.” Esordì Star. 

James si voltò nella direzione di Lily e la rossa cominciò a balbettare cose tipo “Oh, no! Non ci provare nemmeno.” James si avvicinava sempre di più. “Se ti avvicini ti schianto.” Lo minacciò Lily. Ma con grande sorpresa della rossa James oltrepassò il punto dove lei si trovava e proseguì fino ad arrivare a Sirius, afferrò il ragazzo per i fianchi stabilendo un contatto visivo. Sirius si morse un labbro con fare sexy e James lo baciò, dritto in bocca. 

Lily e Jane fissarono la scena sconvolte e pietrificate. Quando i ragazzi si staccarono risero di gusto e Star proruppe con un “Oh, avrei dovuto fare questa richiesta a Remus! Dannazione.”  

“Ma anche no!” Sbottò Remus. 

“Siete stati meravigliosi.” Si complimentò con loro Star. Peter li fissava perplesso quanto le due ragazze. 

“Io sono sempre meraviglioso!” Scherzò Sirius scuotendo i suoi capelli. Poi tornò serio. “Comunque tu hai proprio bisogno di fare sesso, amica mia!” Decretò poi puntando il dito contro Star.  

Sirius!” Sbottò Lily inorridita dalla sua confidenza sull’argomento. 

“Facci l’abitudine.” La informò Remus tranquillo. 

“Ma io non...” Jane indicò ad intermittenza Sirius e James che era tornato al suo posto vicino a Star. 

“Non ti preoccupare.” La rassicurò Remus. “Sono solo terribilmente a loro agio con la loro sessualità e il loro corpo, non stanno insieme o altro.” 

Siii, tipo quando io e Star fingevamo di stare insieme.” Le spiegò Sirius. 

“So che ancora ti sogni quello che avevamo!” Scherzò Star recitando la parte dell’amante passionale. 

“Tutte le notti!” Replicò Sirius tenendole il gioco. 

Erano talmente ridicoli che anche Lily rise, continuarono un po' quella scenetta e poi il gioco riprese. Ad un certo punto James si guadagnò il diritto di fare una domanda a sua sorella. “Ti sei mai innamorata di qualcuno?”  

Star si sentì messa all’angolo, da suo fratello poi! “Si.” Rispose semplicemente. 

“Ottimo.” Fu la risposta di James. 

“Si? Solo si? Vogliamo sapere chi!” Fece invece Sirius curioso. 

“Fammi perdere.” Replicò Star in tono di sfida, poi si rese conto di quello che aveva appena fatto. Fortunatamente dopo un po' Jane si dimostrò stanca e decisero di tornare tutti a letto. I ragazzi decisero di chiudere tutti gli occhi mentre le ragazze si rivestivano e le lasciarono tornare alla torre per prime. Era l’una di notte passata quando Star riportò le ragazze al dormitorio, subito dopo tornò indietro al bagno dei Prefetti come indicato da Remus. Visto che avrebbe dovuto aspettare giocò un po' con i rubinetti della vasca e la riempì di nuovo. A quel punto decise che tanto valeva immergersi; Sirius ancora non si vedeva, se era stato beccato lei avrebbe vinto la sfida e sarebbe potuta tornare al dormitorio. Proprio quando iniziava a pensare di potersi rivestire e andarsene la porta si aprì. 

“Ah, ti sei messa comoda.” Notò Sirius guardandola dal bordo della vasca. 

“Già.” Star si stese nell’acqua lasciando che il liquido sostenesse il suo peso, aveva usato prevalentemente un rubinetto che creava una densa schiuma bianca e uno che odorava di fiori freschi e aveva riempito la superficie della schiuma di mille bollicine azzurre. 

“Questo profumo mi piace.” Commentò Sirius spogliandosi di nuovo. 

“Che fai?” Si allarmò lei. 

Il ragazzo sorrise divertito. “Sei nervosa!” Poi si immerse piano nella vasca. “Non mi sembra giusto che tu possa goderti l’acqua e io no. Non vincerai questa sfida solo perché mi annoierò.”  

Star fece spallucce.  

Per qualche minuto, o forse delle ore, i due ragazzi rimasero in silenzio nuotando a distanza nella vasca e galleggiando placidi. 

“Allora... come va con Mary?” Domandò Star all’improvviso. 

“Dobbiamo proprio parlare di lei? Perché non parliamo del tuo amore segreto?” Sbottò lui. 

“Ho capito, scusa.” Replicò lei fredda. 

Dopo un altro lunghissimo silenzio Sirius parlò: “Mi dispiace...è che... credo di volerla lasciare.” 

Star si alzò in piedi di scatto. “Oh no! Perché?” 

Il ragazzo giocherellò con una manciata di bollicine prima di rispondere senza guardare la sua amica in viso: “Non c’è abbastanza intesa, abbastanza romanticismo.” 

“Ma se vi baciate e strusciate tutto il tempo!” Replicò lei avvicinandosi a Sirius per capire meglio. 

“Si, ma non è quello che cerco... Ricordi quello che facevamo quando fingevamo di stare insieme? Voglio quelle cose, quella passione.” Spiegò lui.  

“Ma quale passione? Recitavamo tutto!” Ribatté la ragazza. 

Sirius sospirò. Poi, all’improvviso, le prese una gamba da dietro il ginocchio e la portò verso di sé, contemporaneamente la spinse contro il bordo piastrellato della vasca e avvicinò la bocca al collo di lei. Si fermò così, con le labbra a pochi centimetri dalla morbida pelle di Star. Alla ragazza sembrò di svenire, si sentì sciocca da un lato, ma dall’altro era stata completamente presa alla sprovvista. 

“Hai il cuore che batte fortissimo.” Commentò lui senza accennare a spostarsi. 

Perché non me l’aspettavo. Mi hai colta di sorpresa.” Si scusò lei cercando di riacquistare la calma. 

“Eppure hai lasciato che ti facessi questo.” Continuò il ragazzo. 

“Perché...” Cercò una spiegazione Star. Ma Sirius fu più veloce: “Perché ti fidi di me.” Finalmente lui allontanò la bocca da lei e la guardò negli occhi. “L’intesa che avevamo anche se stavamo fingendo era reale perché ti fidi di me, sai che non ti farei mai male.” Proseguì. La ragazza non rispose e lui finalmente la lasciò andare allontanandosi un po’. “E’ questo che vorrei. Ma Mary non si fida, per questo fa tutte quelle scene.” 

“Ne hai parlato con lei?” Chiese Star semplicemente. 

Il suo amico scosse la testa. “Ci proverò.” Promise. 

Erano ancora molto vicini, nell’acqua. La ragazza sentiva ancora la sensazione dell’alito tiepido di Sirius sul suo collo. 

“Forse è meglio andare. Direi che abbiamo pareggiato.” Propose Sirius. 

“Si, ottima idea.” Accettò lei; qualunque cosa pur di uscire da quella situazione. 

Si rivestirono in fretta mentre la vasca si svuotava e una volta fuori dal bagno Star prese per mano il ragazzo. 

Perché?” Chiese lui, ma poi riconobbe una strana sensazione un po' fredda e capì che erano diventati invisibili. “Grazie.” Disse solo. 

Tornarono alla torre e una volta nell’accogliente Sala Comune si salutarono e andarono ognuno nel proprio dormitorio.  

Star si stese nel letto con un lunghissimo sospiro. 

“Com’è andata?” Le chiese Lily con la voce impastata dal sonno. La sua amica mora pensò che era stato un bel gesto cercare di aspettarla per sapere, ma era davvero sfinita. “Ti racconto domani, dormi.” Consigliò. Ben presto entrambe le ragazze presero sonno. 

Era stata una serata davvero bizzarra. 

 

 

….................. 

 

 

Peter guardava i suoi amici avvicinarsi al Platano Picchiatore dalla finestra del dormitorio. Non era riuscito a trasformarsi in Animagus e lo avevano lasciato indietro, di nuovo. Capiva che era per la sua sicurezza ma era invidioso; rimase sveglio finché non vide un cervo e un cane farsi rincorrere da un lupo mentre una fenice volteggiava leggera sopra di loro controllandoli e intervenendo se necessario per distrarre Lunastorta. Erano così belli. Presto sparirono all’interno della Foresta Proibita. Quanto avrebbe dato per essere lì con loro.  

Il mattino seguente Star curò le ferite dei suoi amici e si infilò sotto il Mantello con loro appena in tempo. Madama Chips era sempre più soddisfatta del comportamento di Remus e di come si presentasse in forze al mattino. In forze, ovviamente, per uno che aveva appena affrontato una trasformazione terribile, quindi gli proibiva comunque di frequentare le prime lezioni della giornata. Cosa che agitava terribilmente Remus, che passava poi tutta la sera a cercare di recuperare dagli appunti di Star. Quella sera fu ancora peggio visto l’avvicinarsi dei G.U.F.O., eppure il ragazzo sembrava più felice. 

Intanto si avvicinava anche il compleanno di James. Il giovane aveva chiesto ai suoi amici di accompagnarlo alla scoperta del dormitorio di Serpeverde come regalo, quindi Remus non aveva potuto rifiutare. Il suo piano malvagio del 12 marzo non era andato come sperato, ma James avrebbe compiuto gli anni di sabato e avrebbero di certo organizzato una festa in Sala Comune, c’era ancora speranza. 

Decisero di entrare nella Sala Comune dei Serpeverde mercoledì sera; era meglio durante la settimana per poter essere certi di trovare gran parte degli studenti addormentati. Questa volta era necessario un piano di Invisibilità migliore del precedente, i Serpeverde erano forse antipatici ma decisamente troppo diffidenti e all’erta. 

“Dobbiamo aspettare che tutti siano andati a letto, poi misuriamo tutta la Sala Comune e infine vediamo velocemente i dormitori. Questa volta Star entra da sola in quello femminile così almeno abbiamo la coscienza pulita. Infine torniamo in Sala e poi usciamo, massimo silenzio, e ci stiamo per non più di venti minuti da quando tutti sono andati a letto. Questo vuol dire che sarà meglio entrare quando è già tardi." Spiegò James a bassa voce nonostante si trovassero da soli nel loro dormitorio. 

“Questa volta è meglio che stiate solo in due sotto il Mantello e io faccio l’incantesimo su gli altri due. Dopo l’ultima partita ho notato che sono migliorata molto, posso farcela.” Propose Star. 

“Sei sicura? Non potrai restare in contatto con loro quando entrerai nel dormitorio.” Le ricordò James, sua sorella annuì risoluta. 

“Se andassimo io e Sirius con lei...” Iniziò Remus ma non aveva la più pallida idea di come continuare la frase per convincere gli altri a lasciare Star e Sirius da soli. 

“No, Peter verrà con me. È un disastro sotto il Mantello.” Decretò Star. 

“Ma io volevo stare con James.” Protestò Peter. 

“Mi dispiace, ma è vero quello che dice lei.” Cercò di convincerlo James. 

“Quindi io e Rammy soli soletti e tu con gli altri?” Ricapitolò Sirius. 

“Esatto, Remus e Peter resteranno nella Sala Comune mentre noi saremo nei dormitorio, così se dovessi perdere la concentrazione almeno siamo certi che dovrebbero essere soli.” Spiegò lei. 

“Ottimo. Ci muoviamo dopo il coprifuoco.” James afferrò i suoi fogli e li ficcò nel baule e uscì di corsa dal dormitorio. 

“Ma dove diavolo sta andando?” Chiese Star perplessa. 

“Non lo so.” Rispose Sirius, poi si voltò verso i suoi amici sconvolto. “PERCHE’ NON LO SO?! Jame mi nasconde qualcosa!” 

“Davvero strano...” Notò Remus, ma non rimase molto a riflettere sull’argomento perché aveva dei compiti da finire. Anche i suoi amici presero i libri ma nessuno di loro riuscì a concentrarsi davvero, erano tutti troppo curiosi di sapere dove fosse andato James. 

Quando il giovane Potter tornò Star, Sirius e Peter balzarono i piedi e cominciarono a tartassarlo di domande. James sorrise e le ignorò tutte. “State zitti ora, dobbiamo andare.” Ricordò loro. 

Per quanto curiosi fossero, i suoi amici pensarono che fosse giusto dare la precedenza alla loro missione, visto che sarebbe stata il regalo di compleanno per James. Così, senza più dire una parola, James e Sirius si infilarono sotto il Mantello e Star toccò sulla spalla Remus e Peter. Invisibili e silenziosi uscirono dalla torre diretti ai sotterranei. James aveva seguito un Serpeverde qualche sera prima quindi sapevano già la posizione dell’entrata e la parola d’ordine, sperando che non fosse cambiata nel frattempo. Giunsero quindi di fronte ad un muro di pietra che Sirius osservò scettico. “Sicuro sia qui?” Sussurrò. 

“Si. Taci.” Lo rimproverò James. “Piumadoro?” Chiese poi. 

Star si avvicinò alla parete e vi poggiò sopra la mano, le sembrò di percepire una stanza lunga e bassa e nessuna persona al suo interno. “Campo libero.” Assicurò. 

Ramoso si schiarì la gola e pronunciò in modo chiaro: “Orgoglio.” 

Una porzione di parete si aprì scorrendo rivelando una Sala con pareti e soffitto in pietra da cui pendevano lampade rotonde e verdastre appese con catene. C’era un camino con il fuoco ormai spento e dietro le finestre sembrava non ci fosse aria ma qualcosa di verde e turbinante.  

“Siamo sotto il Lago Nero!” Esclamò Peter sconvolto. Un coro di “shhhhh” lo zittì. 

I Malandrini si misero all’opera misurando e appuntandosi tutte le informazioni necessarie, presto James estrasse un dito dal Mantello e fece segno a Star di entrare nel dormitorio. La ragazza obbedì lasciando Peter e Remus addossati ad una parete. “Se state fermi qui non dovrebbero esserci problemi.” Mormorò, dopodiché oltrepassò una porta finemente decorata e si ritrovò in un lungo corridoio sul quale si affacciavano sette porte che immaginò portassero alle stanze divise per anno. Notò che sul legno del primo uscio c’era una targhetta argento con segnato l’anno degli studenti. Quella cosa le ricordò moltissimo Casa Black e ebbe un brivido freddo, prese un respiro profondo e entrò. All’interno trovò antichi letti a baldacchino con tende in seta verde e copriletti ricamati con fili d’argento. pensò lei, non che il loro dormitorio fosse meno confortevole, ma c’era una certa eleganza e austerità in questo che le riportò subito alla mente lo sguardo altezzoso di Bellatrix e Narcissa. Prese in fretta le misure che le servivano entrando piano in ogni stanza e tornò alla Sala Comune. 

Quello che vide una volta richiusa delicatamente la porta la fece rabbrividire di nuovo: un gruppo di otto ragazzi dal quinto anno in su stava in piedi attorno ad un ragazzino che tremava da capo a piedi.  

Non appena si riprese dallo shock cercò immediatamente i suoi amici; Remus e Peter erano immobili vicino alla parete, decisamente sconvolti dalla scena a cui stavano assistendo ma incolumi. Sirius e James stavano dall’altra parte della Sala, forse avevano seguito il gruppo fuori dai dormitori, quei ragazzi non dovevano aver iniziato da molto il loro incontro. 

Star cercò di girare attorno al gruppo per aiutare i suoi amici a raggiungere l’uscita ma mentre passava dietro ad uno di loro quello che sembrava il capo disse: “E ora il nostro compagno più giovane ci aiuterà a prepararci, giusto? Vedrai non ti succederà niente di che, sentirai solo un forte dolore ma poi sarai sicuramente degno di unirti a noi...Crucio!” In un istante il ragazzino cominciò ad urlare e contorcersi sul pavimento. La ragazza riuscì appena in tempo a bloccare di peso James e Sirius che, senza ricordarsi di essere ancora sotto il Mantello, avevano fatto uno scatto in avanti pronti ad intervenire. Le urla si interruppero dopo pochi terribili istanti, era chiaro che avessero insonorizzato la Sala Comune perché nessuno si svegliò.  

“Tocca a te, Avery.” Il capo invitò uno dei ragazzi a provare la maledizione sul loro compagno più giovane. Avery sollevò la bacchetta eccitato ma quando pronunciò l’incantesimo nulla accade al ragazzo.  

“Che incapace.” Commentò qualcuno.  

Mocciosus con loro!> Pensò James con rabbia sperando che sua sorella portasse il suo pensiero a tutti i Malandrini. Ah, se solo Lily avesse visto. 

Intanto altri ragazzi avevano provato a scagliare la maledizione senza alcun effetto. 

Il pensiero di Star attraversò le menti di tutti i suoi amici.  

Fu la risposta che le tornò indietro da parte di tutti. 

Proprio mentre la ragazza stava per insistere la porta del dormitorio maschile si aprì e ne uscì un ragazzo robusto e atletico dagli occhi marroni svegli e attenti. Scrutò la scena che gli si parò davanti.  

“Torna a letto e domani fila in infermeria.” Ordinò al ragazzino con un cenno del capo. 

“Alastor, di nuovo, che piacere.” Sbuffò il capo del gruppo maligno. 

Alastor lo fissò con una strana luce negli occhi. “Fate ancora esperimenti per diventare piccoli maghi oscuri, vedo. Siete la feccia della nostra Casa. Vi avevo avvertito che non l’avreste passata liscia la prossima volta...” Il ragazzo si bloccò a metà frase e si mise a scandagliare la stanza da parte a parte. 

“Che ti prende? Un'altra delle tue paranoie?” Lo prese in giro uno dei ragazzi. 

“Ci sono degli intrusi, uno di loro sta respirando affannosamente.” Sbottò Alastor. 

Peter, che aveva usato tutto il suo coraggio per dire che voleva restare anche lui, aveva poi iniziato a sudare freddo e effettivamente il suo respiro era parecchio udibile in quel momento di silenzio. Tanto che anche il picco gruppo di ragazzi cominciò a guardarsi attorno sospettoso.  

“Ah, la regina delle fate a quanto pare!” Esclamò Alastor all’improvviso divertito, fermandosi a pochi passi da Remus e Peter e voltandosi di nuovo verso i suoi compagni di Casa. “Tornando a voi: vi consiglio di interrompere le vostre riunioni e di sparire dalla mia vista il più in fretta possibile.” 

“L’altra volta ci hai preso alla sprovvista con i tuoi tranelli ma ora siamo otto contro uno e non hai l’elemento sorpresa dalla tua parte, cosa speri di fare?” Lo sfidò il capo. 

Alastor sorrise. “E chi vi dice che non abbia l’elemento sorpresa?”  

In un battito di ciglia la Sala divenne completamente buia e si sentirono delle grida di stupore seguite da pesanti tonfi, come corpi che cadevano a terra. Quando la lieve luce verdognola tornò ad illuminare la Sala Comune Star era perfettamente visibile in piedi al centro del cerchio di Serpeverde tutti accasciati a terra con gli occhi chiusi.  

“Bella mossa, è sempre un piacere collaborare con te, Cuor di Panna.” Commentò Alastor calmo avvicinandosi alla ragazza per stringerle la mano.  

“Grazie a te, non avrei mai saputo come fermare tutto questo senza il tuo intervento, non ti si nasconde niente eh?” Replicò Star sorridente.  

James si strappò il Mantello di dosso rivelando sé stesso e Sirius. “Ma che cosa sta succedendo?!” Sbottò sconcertato. 

Tranquillissima Star tolse l’incantesimo di Disillusione anche da Remus e Peter e poi si rivolse a suo fratello. “Ti presento Alastor Moody, abbiamo studiato insieme un paio di volte, è al settimo anno e si sta preparando per la carriera da Auror.”  

Alastor fece un breve cenno. “Ah, Potter, Black, Lupin e … tu... non ti conosco ma sei un pessimo infiltrato!” Sbottò puntando il dito contro Peter. 

“Come fa a conoscere Remus, voglio dire; è normale che conosca me perché sono io, James è il capitano della squadra di Quidditch, ma Remus?” Si stupì Sirius. 

“Alastor è Caposcuola e Remus Prefetto.” Ricordò Star al suo amico. 

“Oh, ecco dove lo avevo già visto.” Riflettè James. 

“Frequentiamo comunque tutti la stessa scuola!” Sbottò la ragazza spazientita. “Non posso farcela...” Sospirò poi portandosi le mani alle tempie. 

“E’ meglio se andate signorina.” La interruppe Alastor. “Di loro mi occupo io.”  

“Efficiente come sempre.” Replicò lei sorridendo. 

“E dì ai tuoi amici che se entrano di nuovo nel mio dormitorio di notte li strangolo.” Concluse il Serpeverde lanciando un’occhiata sbieca a James e Sirius. 

“Ma come ha fatto a...?” Cercò di chiedere James sbalordito ma Star salutò e spinse i Malandrini fuori dalla Sala Comune. Nel corridoio tornarono tutti Invisibili e silenziosi e solo quando riapparvero nella Sala Comune di Grifondoro i ragazzi assaltarono Star con le domande più disparate. 

“Ma li hai uccisi?!” Chiese Peter sconvolto. 

“Chi diamine era quello?” Sirius. 

“Come cavolo ha fatto a scoprirci?” James. 

“Calmi!” Sbottò Star. “Uno. Peter! Ma che razza di persona credi che io sia?! Li ho solo fatti dormire profondamente!” Si agitò lei. 

Peter si scusò con un borbottio. 

“Poi... Alastor l’ho incontrato un giorno in biblioteca, avevamo bisogno dello stesso libro e abbiamo deciso di studiare insieme. In poco tempo ho capito che è un tipo piuttosto sospettoso ma davvero sveglio e sempre all’erta! Non è facile prenderlo alla sprovvista così ogni tanto lo aiuto ad allenarsi per diventare Auror, mi ha dato delle dritte molto interessanti e...” 

“Voglio farlo anche io.” La interruppe James. 

“Oh, si. Addestramento anti oscurità! Mi piace.” Lo appoggiò Sirius. 

“Ragazzi, Alastor è un mago esperto, se avesse voluto avrebbe sicuramente vinto non solo le selezioni ma tutto il Torneo Tre Maghi. Insomma, non ci va giù leggero con gli allenamenti.” Cercò di spiegare lei ma invece di frenare l’entusiasmo dei suoi amici lo aumentò e alla fine dovette accettare di chiedere ad Alastor di far partecipare anche quei due. Fu così che ancora scossi e un po' emozionati dalla loro avventura i Malandrini andarono a letto.  

 

 

…........................ 

 

Quel sabato mattina James si svegliò incredibilmente di buon umore. Star si presentò nel dormitorio dei Malandrini con la colazione ancora calda e i ragazzi rimasero nel dormitorio ad aprire i regali. I signori Potter avevano regalo al loro figlio una camicia di un bel blu infinito. I suoi amici invece un Kit per le scope tutto nuovo.   

“Vi avevo detto che non era necessario! Mi basta avervi con me alla scoperta di Hogwarts.” Protestò James ma non riusciva a smettere di sorridere.  

Ovviamente i Malandrini avevano anche organizzato una festa per il loro amico, quella sera. Essendo i Grifondoro fondamentalmente la Casa più rumorosa e festaiola tutti acconsentirono a fare la loro parte per mettere su un bel clima. Dalla Festa per il Campione il “Prova un po' a Cantare”, così lo chiamavano, aveva iniziato a spopolare quindi moltissimi studenti fornirono i loro dischi solo base per poterci cantare sopra. Dopo cena la festa cominciò senza che nessuno se ne accorgesse davvero; Sirius mise su un disco e poi salì in dormitorio a cambiarsi e quando tornò in Sala con una camicia rossa damascata di nero tutti stavano già ballando, bevendo e chiacchierando. 

Star era seduta ad un tavolo con le ragazze e quando Sirius scese le scale Mary gli lanciò un’occhiata penetrante ed esclamò: “Cavolo, è davvero sexy, non trovate? Cioè, mi sono accalappiata proprio il ragazzo più bello di tutta la scuola.” 

“Accalappiata?” Ripeté Star sconvolta. 

“Si, esatto. Nel senso che stiamo insieme, che è mio, quindi smetti di guardarlo grazie.” Sbottò Mary. 

“Mica si consuma.” Replicò Star scocciata. Lily e Alice le rivolsero uno sguardo ammirato e faticarono a nascondere la loro soddisfazione. Star voleva bene a Mary ed effettivamente le dovevamo molto. Mary era stata gentile con lei e si era assicurata che lei non provasse niente per Sirius prima di mettersi con lui; per questi motivi la mora si era sempre trattenuta e aveva sempre giustificato il comportamento acido di Mary. Ma quel che è troppo è troppo. Sirius forse non avrebbe mai amato Star e lei se ne sarebbe fatta una ragione prima o poi, ma comunque fosse andata loro sarebbero rimasti amici per sempre, tutti i Malandrini sarebbero rimasti uniti per sempre. Per questo motivo Star agì nella convinzione che una persona che crede di poterne possedere un’altra non sia il partito giusto.  

Quando Mary si alzò dal tavolo per correre incontro a Sirius Star si alzò a sua volta, indossava una gonna a pieghe a quadri scozzesi rossi e neri e una semplice maglia. Proprio quando la bionda fu a pochi passi da Sirius ,con le braccia già aperte pronte ad un abbraccio che avrebbe sicuramente portato ad un bacio, Star si appoggiò appena al bordo del tavolo dietro di sé e con tutta la disinvoltura possibile gridò: “Hei, Sir Villano Black! Mi devi un ballo o mi sbaglio?” 

Sirius portò l’attenzione sulla sua amica e Mary seguì il suo sguardo infuriata, fermandosi proprio accanto a lui. Il ragazzo sorrise, il suo adorabile mezzo sorriso malandrino. “Non mi sembra.” Replicò divertito. Mary mise su un’espressione terribilmente soddisfatta e vittoriosa che la fece somigliare in modo raccapricciante alle cugine di Sirius. 

Bhe, forse tu credi di aver pareggiato quella sfida, ma ammetti che ne sei uscito incolume solo grazie a me, quindi: un ballo.” Spiegò Star. 

Il ragazzo si profuse in una risata tra il divertito e il sorpreso. “Lo ammetto.” Aggiunse, subito dopo camminò verso di lei, la prese per mano e la condusse sulla pista. 

“E dice di non avere abbastanza fiducia in sé stessa.” Commentò Alice incredula. 

Lily sorrise. È stata geniale.” Ammise, poi si voltò verso di Mary che fissava Star e Sirius con un’aria incredibilmente triste. 

“Forse l’ha presa peggio del previsto.” Notò Marlene. 

“Non si è comportata bene ultimamente ma credo che dovremmo andare da lei.” Consigliò Emmeline. 

“Si, infondo è sempre la nostra amica.” Concordò Alice. Le ragazze si alzarono e raggiunsero la bionda.  

Nel frattempo Sirius e Star stavano ballando sulle note della canzone di una nuovissima band del mondo magico, aveva un che di rock quindi piaceva molto ad entrambi e si stavano già scatenando. 

“Allora, lo hai finalmente notato anche tu?” Le chiese Sirius. 

“Cosa?” Domandò Star girando su sé stessa e scuotendo la testa. 

“Che Mary sembra un’altra persona. Se ha fatto perdere la pazienza a te non immagino cosa abbia detto.” 

“Solo che crede di possedere Sirius Black, ma noi due sappiamo che è una cosa che non si può fare.” La ragazza gli sorrise complice. 

“Eh, già. Hai perfettamente ragione!” Il ragazzo rise e approfittò di uno slancio di lei per sollevarla da terra, lei si ancorò con le gambe sui fianchi di lui e poi gettò indietro la schiena. La musica finì in quel momento e Sirius la lasciò andare delicatamente ma le tenne una mano guidandola in una lenta giravolta. “Sei una meraviglia anche questa sera.” Notò lui. 

“Grazie.” Replicò la ragazza con un inchino scherzoso.  

Rapido come sempre Sirius l’attirò a sé e la baciò sulla guancia, e altrettanto rapidamente si allontanò di nuovo senza mai lasciarle la mano. “Andiamo a cercare tuo fratello.” Disse mentre si voltava pronto a farsi largo tra la folla tenendo la ragazza per mano.  

“Si, aspetta.” Per un attimo Star si chinò come per raccogliere le pesanti gonne di un abito elegante per non inciampare camminando, ovviamente la sua mano afferrò solo aria e allora realizzò che indossava una gonna corta. Ebbe una stranissima sensazione, come se quello che stava vivendo in quel momento si sovrapponesse perfettamente con un ricordo non suo, e perse il contatto con la realtà.  

Sirius si voltò verso di lei, era successo tutto in un attimo, la vide chiudere gli occhi e sbiancare, si gettò in ginocchio a terra e afferrò il corpo di Star prima che sbattesse violentemente contro il suolo. Tenendola tra le braccia la girò supina e le afferrò il viso con una mano sollevandolo per cercare di capire se stesse ancora respirando. Star riaprì subito gli occhi e ricominciò a riprendere colore. 

“Oh, stai bene!” Esordì lui con il viso teso per lo spavento. “Mi hai fatto prendere un colpo.” Borbottò, dopo di che passò un braccio dietro le ginocchia di lei e con l’altro ancora dietro le sue spalle la strinse a sé e si alzò in piedi tenendola in braccio.  

Star non protestò, non riusciva a pronunciare una sola parola. Solo quando Sirius la depose sul letto vuoto di James iniziò a ritornare alla realtà e a ricordare quello che le era successo. 

“Dimmi qualcosa, ti prego.” Il ragazzo la osservava spaventato, Star realizzò con una minuscola parte del suo cervello di avere ancora lo sguardo vacuo. Sbatté le palpebre e scosse piano la testa. 

“Mi dispiace.” Disse piano, vide Sirius tirare un sospiro di sollievo ma ancora la guardava con una punta di ansia. 

“Che ti è successo?” Le chiese. 

Star si sistemò a sedere con la schiena dritta sul letto. “Non ne sono sicura, ma credo una specie di dejavù, sai... come quando ti sembra di aver già vissuto quello che stai vivendo. Solo che non l’ho vissuto io...”  

“Un ricordo di qualche tua antenata?” Ipotizzò lui. 

La giovane annuì. “Può darsi.” 

I due rimasero in silenzio un po' e Sirius si sentì sollevato quando vide la ragazza più sveglia e reattiva.  

“Prendi un po' di cioccolato dalla scorta privata di Remus, sono certa che a lui non dispiacerà per questa volta.”  

Il ragazzo si alzò per portarle il cioccolato richiesto. “Senti, se vuoi scendo a dire a James che sei stata male e …” 

“Oh, no. Sto meglio e voglio tornare giù a distrarmi un po'. E James sa già che sono stata male.” 

“E non è qui?” Si stupì Sirius. 

“Gli ho chiesto di restare giù, è il suo compleanno, e poi sa che non sono sola.” 

“Capisco. Comunque questa storia del vostro legame mi incasina la mente.”  

Star rise piano. “Si, non è semplice da capire, ma io sto iniziando a percepire meglio anche te e Remus. Quello che provate e come vi sentite.” 

“Ah, si?” Fece Sirius, sembrava nervoso. 

“Si... cerco di non farlo perché rispetto la vostra privacy ma quando provate un’emozione molto forte vi sento.” Spiegò lei. 

Il ragazzo annuì. 

“Possiamo andare ora.” Annunciò Star alzandosi in piedi. 

“Star Gioia Potter, mi concede di essere il suo cavaliere?” Domandò Sirius in falso tono pomposo porgendo il braccio alla ragazza che accettò ridendo. 

“Ma certo, Sir Villano Black” 

Tornarono in Sala Comune insieme e fu inutile dire che quando Mary li vide, non si era accorta del malore di Star, andò su tutte le furie e si incamminò a passo di carica verso di loro. 

“Oh-oh” Commentò tetro Sirius. “Mia cara dama, è meglio per te se raggiungi tuo fratello, io devo parlare con Mary.” 

“Certo.” Star sparì più in fretta possibile, raggiunse James e Remus che stavano ballando con Marlene e Jane. 

Hei, fatti vedere.” James prese il viso di sua sorella tra le mani ispezionandolo al millimetro, la guardò negli occhi e infine sorrise soddisfatto. “Spero che Sirius abbia una buona motivazione per averti lasciata sola.” 

“Oh, Mary lo ha intercettato, era furiosa, quindi ha pensato che fosse meglio per me fuggire.” Spiegò la ragazza. 

“E’ davvero distrutta.” Commentò Marlene. 

“Posso immaginarlo, non mi parlerà per il resto della sua vita tanto mi sono comportata male.” Si dispiacque Star. 

“Sinceramente credo che le passerà.” Alice e Frank si unirono a loro. “Le cose tra quei due non stavano andando bene da un po', e non di certo a causa tua.” 

“Capisco.” Star sembrò comunque un po' cupa. Per questo James, Remus e gli altri la costrinsero a ballare con loro, in un attimo tornò il buon umore. 

Star non si era resa conto del fatto che era già molto tardi e Sirius li raggiunse dopo circa un’ora, senza Mary, ma sereno. I Malandrini ballarono insieme e poi, così come era iniziata, la festa finì. 

Mentre la Sala Comune si svuotava i Malandrini accesero una candelina e la infilzarono su uno Gne-Gna e cantarono a James tanti auguri. Chiesero a Jane di scattare loro una foto e infine andarono tutti dritti a letto. 

James era davvero soddisfatto della giornata, si era molto divertito e anche se Star e Sirius avevano avuto dei problemi era segretamente felice che avessero passato del tempo insieme. Non riuscì ad addormentarsi e così scese di nuovo in Sala Comune. Ciò che vide lo sorprese: Lily stava seduta a lume di candela con due libri aperti che sfogliava all’evidente ricerca di qualcosa. 

“Evans?” Chiese lui. 

“Oh, perfetto!” Sbottò lei spazientita. “Avete fatto confusione per tutta la sera a causa del tuo stupido compleanno e ora vieni pure a disturbarmi mentre cerco di recuperare il tempo perso?!” 

“Non era mia intenzione disturbarti.” Commentò James, il tono talmente dispiaciuto che Lily si rese conto di essere stata un tantino aggressiva.  

“Scusami. Trasfigurazione mi rimbambisce.” Sbuffò. 

James alzò lo sguardo curioso. “Trasfigurazione? Ma se l’altro giorno sei stata la prima a far Evanescere il puntaspilli.”  

“Un colpo di fortuna.” Ammise Lily. “Pozioni è molto meglio, mi fa sentire sicura, mi sembra più lineare. Trasfigurazione ha un che di filosofico che... insomma... dove vanno a finire tutti gli oggetti che facciamo sparire? Non capisco...” 

James sorrise e le si avvicinò. “Posso aiutarti io se ti va.” 

Lily lo guardò con sospetto ma poi si fece spiegare l’argomento che l’aveva tanto messa in difficoltà, strano a dirsi ma James era un bravo insegnante; aveva un tono talmente appassionato che era impossibile distrarsi, la guidò attraverso le pagine del libro con la sicurezza di uno che lo sa quasi a memoria e le fece esempi estremamente chiari. 

“Wow... Io... ti ringrazio.” Balbettò lei alla fine, grata. 

“Non c’è di che.” James fece per alzarsi ma si bloccò a metà del gesto. “Il tuo compleanno era il 30 gennaio, giusto?” 

 Lily annuì chiedendosi cosa centrasse il suo compleanno in quel momento. 

“Mi dispiace non averti fatto gli auguri.” Disse James mentre estraeva un foglio da una tasca interna della felpa che portava sopra il pigiama, lo posò sul tavolo e gli diede un lieve colpetto con la bacchetta.  “Per farmi perdonare.” Aggiunse, Lily lo guardò negli occhi, non era niente male quando stava così tranquillo. “Tanti Auguri.” Il ragazzo si voltò e salì le scale del suo dormitorio lasciando la rossa da sola. 

La ragazza guardò il foglio che le aveva lasciato James e si stupì nel vedere che nel frattempo si era auto-piegato a formare un giglio. Sorrise e lo prese delicatamente tra le mani. Con il fiore posato sul palmo sinistro raccolse i suoi libri con la mano libera e tornò nel suo dormitorio, gettò i libri a terra e posò il fiore all’interno del cassetto del suo comodino. 

James Potter era appassionato di Trasfigurazione e sapeva fare magie belle e delicate, inoltre era riuscito a non parlare di sé stesso o di Quidditch per quasi un’ora, e non si era mai passato la mano tra i capelli né le aveva chiesto di uscire insieme. Era incredibile. Forse si era sfogato abbastanza alla festa con qualche ragazzina persa d’amore il per famoso Capitano della squadra. Forse... 

“Tanti Auguri.” Mormorò Lily nel buio, nemmeno lei li aveva fatti a James. 

Jame ti ringrazia.” Mormorò Star rigirandosi sul letto. 

“Come?” Chiese Lily sobbalzando sia per lo spavento sia per quello che aveva detto la sua amica. Ma Star non rispose, stava dormendo profondamente e Marlene e Jane le avevano riferito che non era stata bene quindi non la svegliò. 

Lily rimase a fissare il cassetto chiuso del suo comodino finché non le si chiusero gli occhi. Ma quante personalità aveva James Potter? 

 

 

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Oplà! Ringraziate Chiara per questo capitolo speciale.  

Un aggiornamento così rapido non capiterà mai più credo. 

Vabbè, spero che il capitolo vi piaccia e che il gioco vi sia piaciuto ancora di più. Forse ce ne saranno altri quindi restate in contatto con me nella mia pagina Instagram. 

Ciao ciao 

 

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Capitolo 11
*** Panna e Piume ***


Marzo volgeva al termine e l’aria frizzante riempiva gli studenti di Hogwarts di voglia di divertimento. Fortunatamente i Malandrini erano all’opera per organizzare qualcosa per il primo aprile; non era stato facile trovare il tempo di pensare anche a questo con tutti i compiti che avevano, ma alla fine riuscirono a ritagliarsi qualche ora il lunedì sera. 

“Quindi abbiamo deciso?” Chiese James emozionato. I suoi amici annuirono, Remus compreso. 

“Stranamente sembra che questa vostra idea non rischierà di uccidere nessuno, sono sbalordito.” Commentò il ragazzo dagli occhi ambra sdraiandosi sul suo letto con uno sbadiglio. 

“Tranne i diabetici.” Ribatté Sirius. 

“I diabetici hanno già il destino segnato: non si può vivere senza cioccolato.” Replicò Remus facendo ridere tutti i suoi amici. 

Il giorno successivo fu pieno di impegni più del solito dal momento che i Malandrini dovettero impostare le basi del loro piano. Per questo la sera del 31 marzo i ragazzi si ritrovarono nel dormitorio maschile del quinto anno a cercare di finire tutti i loro compiti. 

“Una cosa non ho ancora capito.” James alzò gli occhi dal suo tema di difesa contro le Arti Oscure assegnato dal professor Walker, lui e Sirius avevano da poco finito gli allenamenti e non si erano ancora tolti la divisa. “Perché la Maledizione Cruciatus non ha funzionato quella sera?” 

“Evidentemente erano tutti pessimi, e comunque non credo che una Maledizione senza Perdono riesca bene al primo colpo.” Rispose Remus chiudendo il suo libro di Antiche Rune. 

“No, per eseguirla basta volerlo e loro lo volevano.” Replicò Sirius voltandosi lentamente verso Star che fingeva ostinatamente di essere troppo presa dalla sua lettura. “Star si è presa il suo dolore.” Spiegò il giovane Black ricordando quanto vissuto nella sua vecchia casa. 

“Cosa intendi? Star, è vero?” Domandò James agitandosi. 

La ragazza prese un respiro profondo e chiuse il suo libro lanciando uno sguardo di rimprovero a Sirius. “Si, è vero. E’ una cosa che ho scoperto di poter fare a casa Black; prendermi il dolore degli altri... stranamente posso farlo anche su me stessa... Posso portarmi via il dolore, lo sento, ma come se colpisse solo il mio corpo e non me. Però quando prendo il dolore di qualcuno... sono costretta a prenderlo nella sua interezza e a subirlo completamente.” Spiegò lei. “E’ tutto quello che so. Ogni tanto vado in infermeria a provare a migliorare questa capacità.” 

“Quando lo prendi agli altri lo devi provare tu?!” Si stupì Sirius. “Ma allora questo inverno...” 

“La Cruciatus di quei ragazzini era solletico in confronto a quella dei tuoi ex parenti, già.” Commentò lei con un lieve sorriso. 

James, Remus e Peter la fissavano profondamenti sconvolti da quella rivelazione. 

“Forse dovresti raccontarci cosa è successo questo inverno.” Mormorò James. 

“Pensavo che tu e Sirius vi foste tenuti in contatto con gli specchi.” Sospirò lei. 

“Si, ma non so nemmeno io cosa ti hanno fatto.” Insistette Sirius. 

“Niente fino a quella sera.” Rispose la ragazza, gli occhi cobalto fissi sulla copertina del libro tra le sue mani. 

“Davvero? Nemmeno mio padre?” Continuò Sirius. 

“No, anzi, mi ha dato la possibilità di esercitarmi come si deve, diciamo che dopo quello che avevo visto non mi stavo preoccupando molto di trattenermi... insomma... se avessi fatto esplodere la stanza almeno avrei riempito un po' di fuliggine i suoi vestiti.” Scherzò Star. 

Sirius sbuffò ma sembrò almeno un po' divertito. 

“Sei sicura?” Le domandò Remus con gentilezza. 

“Si.”  La giovane sorrise di nuovo. 

“Ok, allora vieni a spiegarmi questa robaccia.” Sbottò Sirius sollevando il suo libro di Pozioni. 

“Oh, si, anche a me ti prego!” Esclamò Remus avvicinandosi a loro. 

Anche James e Peter decisero di aver bisogno di aiuto in Pozioni quindi si ritrovarono tutti attorno al letto di Sirius. Il ragazzo era seduto a gambe incrociate, Star era accanto a lei con le gambe raccolte da un lato, Remus e Peter si erano seduti a terra di fronte a loro e James aveva creato una specie di soppalco con le tende e li osservava dall’alto.  

“Evans non lo ha fatto così quel passaggio l’altro giorno.” Notò James ad un certo punto. 

“Esatto, vedo che fissare Lily porta a qualcosa di buono. Quello che sto cercando di spiegarvi è che il motivo per cui Lily e Severus vanno così bene in pozioni è che sanno esattamente quello che fanno. Questi libri di testo sono stati scritti da maghi che lavorano in laboratori con strumenti estremamente precisi e che sanno esattamente come usare, loro scrivono ‘tagliare’ e sanno dove puntare loro coltello di precisione per poter eseguire questa operazione, ma qui non abbiamo quei coltelli e non sappiamo nemmeno dove puntarli, per questo Lily e Severus hanno schiacciato, è un espediente molto ingegnoso.” Spiegò Star. 

“Tu non hai bisogno di questi espedienti però.” Si imbronciò Remus. 

La ragazza produsse un sospiro talmente lungo che per un attimo Peter si chiese come aveva fatto a non respirare per tanto tempo. “Io ho la conoscenza di un’infinità di persone nella mia testa, molte delle quali erano eccellenti pozioniste, probabilmente sarei in grado di ricreare queste pozioni anche abbandonata in un bosco. Possiamo, quindi, non pensare a me, per favore?”  

Remus sbuffò. “Ok. Però anche io voglio riuscirci senza stratagemmi.”  

“Puoi farcela, ma otterrai sempre risultati mediocri, soprattutto nelle pozioni più complesse.” Replicò lei. 

“Come facciamo a capire quali stratagemmi usare?” Chiese allora Peter. 

“Studiando. Dovete capire esattamente a cosa serve un ingrediente così potrete essere in grado di capire se ve ne serve di più o di meno, se necessitate del succo o della polvere e così via.” Rispose la ragazza. 

“Questo stratagemma non mi piace.” Sbottò Sirius. 

“Quindi sta tutto nello studio?” Si sorprese invece Remus. 

“Esatto.” La sua amica sorrise. 

“Scommetto che ora queste soluzioni alternative ti piacciono di più.” Lo prese in giro James. 

Remus fece un piccolo movimento con la bacchetta in sua direzione e il giovane Poter si ritrovò a cadere sul letto con le tende arrotolate addosso. “Grazie Star.” Disse poi e soddisfatto chiuse il libro preparandosi per andare a letto. 

Hei!” Protestò James cercando di liberarsi dalle tende, nel fare ciò spinse involontariamente sua sorella a terra. 

“Tu hei!” Sbottò lei rialzandosi in piedi e spingendo suo fratello giù dal letto. 

Peter nel frattempo fissava ancora i libri davanti a sé. 

“Tutto bene?” Gli domandò James quando si fu rialzato. 

“Ancora non so cosa scrivere nel mio tema di Trasfigurazione.” Mormorò lui abbattuto. 

“Ti aiuto io dai.” Propose James, insieme a Peter si sistemarono seduti sulla scrivania e iniziarono a scrivere. 

“Ma, toglimi una curiosità:” Esordì Sirius rivolto a Star che si era riseduta sul letto del ragazzo. “come fai a studiare questa roba senza morire di noia? Ormai la saprai a memoria no?”  

Star sorrise. “In un certo senso si, ma d’altra parte mi ricordo un argomento solo quando ne leggo o ne parliamo a lezione, è come se avessi bisogno di un legame per recuperare le vecchie informazioni, credo che sia a causa di ma madre. Lei è come un blocco tra me e il mio vero potere, però ogni volta che trovo un legame le rubo un po' di quelle informazioni che non vuole rivelarmi. E' questo che cerco di fare durante le partite: lascio libero il mio potere e poi provo incantesimi molto difficili e ogni volta mi accorgo di averli già fatti in passato e qualcosa ricomincia a scorrere.” 

“Credi sia per quello che hai avuto quel dejavù l’altra sera?” Chiese lui. 

“Si, e credo che ne avrò altri, sono i ricordi delle Deran che cercano di tornare da me, è che quelli che riguardano lo studio o la magia sono facili, quelli che riguardano emozioni e sentimenti... non così tanto.” Raccontò lei. 

“Capisco... quindi quello che ho fatto...” Iniziò il ragazzo. 

“Una delle mie antenate deve aver avuto un amico molto sfrontato come te, esatto.” La giovane gli fece una linguaccia. 

“Io sarei terrorizzato.” Sussurrò Sirius. 

“In che senso?” Chiese lei. 

“Poter conoscere i ricordi dei miei antenati... e se mentre facessi sesso ti venisse in mente il ricordo di una tua antenata che lo fa?” Illustrò il giovane sdraiandosi sul suo letto. 

“Che idiota!” Rise Star colpendolo con un cuscino sullo stomaco. 

“Non parlarmi così, signorina!” Ribatté lui afferrandola per i fianchi e iniziando a farle il solletico. “James, ho bisogno di aiuto per punire tua sorella qui.” Il ragazzo guardò verso il suo amico e vide che lui e Peter erano crollati sulla pergamena ricoperta dalla disordinata scrittura di Peter. 

Sirius smise di fare il solletico a Star e le indicò i loro due amici. La ragazza sollevò le mani con i palmi verso l’alto e i due presero a volteggiare in aria, con le mani lei li guidò nei loro letti, li depose delicatamente e poi si alzò per andare di persona a coprirli con le coperte. Dopo aver rimboccato le lenzuola di James gli spostò una ciocca di capelli dal viso e lo baciò sulla fronte. 

“E’ bello.” Constatò Sirius. 

“Cosa?” Domandò lei tornando a sedersi accanto a lui. 

“Il modo in cui ti prendi cura di lui.”  

Star si sdraiò nel letto fissando le tende. “Lui si è sempre preso cura di me, faccio quello che posso.” 

Il ragazzo sorrise. “Sei una brava sorella.” 

“E tu un bravo fratello.”  

“Ma se persino tu mi hai rimproverato il mio modo di comportarmi con Regulus!” 

La ragazza si alzò a sedere di nuovo per guardare il suo amico negli occhi. “Forse con Regulus non sei riuscito a fare del tuo meglio a causa dei tuoi genitori, ma con James stai facendo davvero un bel lavoro.”  

“Non sto facendo niente.” Sbottò lui. 

“James non sarebbe d’accordo con te.” Replicò lei. 

Sirius sorrise e si distese su un fianco, anche Star fece lo stesso in modo che potessero continuare a guardarsi. 

“Credi che potrò mai rimediare?” Le domandò. 

“Ne sono certa.” La ragazza gli si avvicinò un po' per accarezzargli una guancia. In quel momento un altro ricordo la stordì e chiuse gli occhi. 

Hei!” Sirius la stava scuotendo lievemente. Risollevò le palpebre e tornò in sé. 

“Scusami. Ti ho fatto prendere un altro spavento.” 

“Tranquilla, l’importante è che tu stia bene ora.” Il ragazzo le spostò i capelli dal volto. 

“Mi sento improvvisamente molto stanca, meglio andare a letto.” Lo informò lei, ma il suo corpo faticava ad assecondarla. 

“Sembri sfinita, resta qui.” La pregò lui. 

“Sarebbe sconveniente.” Sbuffò la ragazza cercando di essere divertente. 

“James mi uccide se ti lascio andare così.” Replicò Sirius 

Star non rispose nemmeno, si sentiva completamente spossata, posò la testa sul cuscino e prese sonno. 

Il giorno dopo James si svegliò molto presto; aveva una missione da compire. Fece per svegliare Sirius ma vide che si era addormentato stringendo a sé Star, si era addirittura tolto la maglia della divisa per poggiarla sulle spalle della ragazza. Sorrise e si avvicinò al letto di Peter, aiutante diverso ma stesso piano. 

Dopo circa un’ora anche Remus si svegliò; quella mattina tutti i Malandrini avevano un’ora buca che lui avrebbe utilizzato per studiare. Vestendosi si stupì di non vedere né James né Peter, sorrise quando lanciò uno sguardo al letto di Sirius e scese in Sala Comune.  

“Signori e signore!” James Potter se ne stava in piedi sopra un tavolo e cercava di attirare l’attenzione degli studenti attorno a sé.  

“Oggi è il primo aprile, il giorno delle assurdità, è per questo che in qualità di capitano della squadra di Quidditch ho deciso di indire una piccola partita interna! Quella è la porta.” Il ragazzo indicò un secchio rovesciato posato sopra una cassettiera. “E per chiunque catturi il boccino... potrà richiedere un bacio a chi desidera!” I ragazzi in sala esultarono. “Vai Pete... no quelli no!” 

Evidentemente James aveva dato per scontato che i Bolidi non dovessero essere liberati, invece Peter, in piedi accanto al pesante baule con tutte le palle del gioco, li liberò per primi. Si scatenò il panico. Gli studenti presero ad urlare e accalcarsi per cercare di uscire dalla Sala, ma i Bolidi amano la folla quindi si indirizzavano sempre verso i gruppi più consistenti, in breve: pochissimi riuscirono a oltrepassare il buco del ritratto. Remus estrasse la sua bacchetta ma cercare di mirare ad un Bolide impazzito, in uno spazio ristretto, con tutte quelle persone, era a dir poco impossibile. I Bolidi stavano producendo una confusione incredibile distruggendo qualsiasi cosa su cui sbattevano. Molti studenti ancora a letto scesero le scale di corsa allarmati da quei rumori.  

Star si svegliò di soprassalto e Sirius con lei. 

“Ho sentito un..." Incominciò la ragazza ma delle urla li fecero balzare in piedi. 

“Cosa bolide sta succedendo?” Sbottò il giovane sfoderando la bacchetta.  

Star indossava un pigiama estivo formato da canotta e pantaloncini blu notte, infilò quindi la prima cosa che trovò a tiro e si precipitò giù per le scale seguita da Sirius. 

James era nel panico, i Bolidi sembravano feroci il doppio chiusi in così poco spazio, e poi li vide: i suoi salvatori. Star e Sirius scesero le scale di corsa, arruffati dal sonno, entrambi decisamente sexy. L'uno indossava solo i pantaloni aderenti e elastici della divisa, l’altra dei pantaloncini e la maglia della divisa di Sirius che le stava larga facendola apparire ancora più slanciata. 

“Accio mazze.” Enunciò Sirius rapido dopo essersi reso conto di cosa stava creando scompiglio. In un attimo due mazze da Battitore volarono dritte verso di lui, ne afferrò una e fu lieto di vedere che Star prese l’altra. Senza perdere altro tempo scesero tra la folla cominciando a dirigere i Bolidi lontano dall’uscita della Sala. 

“Fuori di qui, tutti!” Ordinò Sirius. Gli studenti non se lo fecero ripetere due volte, anche se alcuni rimasero addossati alle pareti, chi per terrore chi per vedere cosa sarebbe successo. 

“James, aprì la dannata finestra!” Gridò Star a suo fratello che svelto corse verso la finestra della torre spalancandola. Non appena l’aria fresca lo colpì in viso il giovane dovette abbassarsi per evitare due scope che volarono dritte dentro la Sala. Star colpì un Bolide mandandolo dritto fuori dalla finestra, poi afferrò una scopa. Sirius eseguì a sua volta un’ottima battuta che spedì anche il secondo Bolide fuori dalla Sala. Star prese a correre, “Ti aspetto fuori.” riferì a Sirius, poi saltò dalla finestra senza alcuna esitazione, inforcò la scopa in volo e colpì di nuovo il primo Bolide già di ritorno verso la torre.  

“Non ti prenderai tutto il divertimento.” Commentò Sirius, rapido afferrò la sua scopa e balzò a sua volta oltre il balcone. James fissò i suoi amici spedirsi i Bolidi l’uno contro l’altra, era così affascinato che si rese solo parzialmente conto che altri studenti si erano accalcati vicino a lui e altri ancora avevano aperto altre finestre della torre per poter osservare meglio la scena. 

“Dobbiamo spedirli contro qualcosa!” Urlò Sirius a Star.  

La ragazza fece un cenno dopo di che si abbassò un poco, Sirius intuì che voleva portare i Bolidi più vicini a terra e diminuì la quota di volo. Continuarono a ribattersi i Bolidi a vicenda finché non giunsero abbastanza vicini al suolo, infine contemporaneamente colpirono ciascuno un Bolide spedendoli a schiantarsi nella terra umida, rapidi come saette entrambi scesero dalle scope schiacciando i Bolidi al suolo sotto il loro peso. Sirius estrasse di nuovo la bacchetta puntandola contro il Bolide sotto il suo corpo “Impedimenta” borbottò, e quello smise di divincolarsi e prese a ronzare piano. Si alzò da terra con la pesante palla in mano e vide Star che sollevò verso di lui il suo Bolide perfettamente fermo come a fare un brindisi. “Ottimo lavoro” Disse lei. Il ragazzo imitò il suo gesto e sorrise. 

A quel punto Star rivolse il viso verso una delle finestre sopra di sé. “James Potter. Ti conviene portare il tuo fondoschiena qui e sarà meglio che ci sia la cassa del Quidditch con te.” 

“Come fai a dire che è stato lui?” Domandò Sirius. 

“Tu hai qualche dubbio?” Chiese lei di rimando. 

“In effetti no.” Rise il giovane. 

Qualche minuto dopo James e Peter li raggiunsero, rimisero i Bolidi a posto e portarono la cassa nella rimessa delle scope. Sirius e Star, invece, tornarono verso il dormitorio con le mazze poggiate sulla spalla. Inutile dire che la loro sfilata in déshabillé provocò molto più scompiglio a Hogwarts che in casa Black. La professoressa Sinistra ebbe quasi un colpo vedendoli, Lumacorno tentò di togliere loro dei punti ma era troppo impegnato a coprirsi gli occhi. Quando finalmente tornarono alla torre vennero accolti come eroi e … attirarono anche molti sguardi interessati ad altro che alle loro imprese.  

Mylady, io me ne torno a letto.” Scherzò Sirius indicando le scale con la mazza. 

“Sir Villano Black, lei si vestirà e scenderà a lezione.” Replicò Star guardandolo con un’aria che emanava falsa dolcezza. “Infondo è il primo aprile, abbiamo delle cose da fare.” Aggiunse. 

Sirius sospirò e si poggiò sulla mazza da Battitore come ci si potrebbe poggiare su un bastone da passeggio. “Per questa volta ti concedo la vittoria.” Commentò. 

La ragazza colpì la mazza con un calcetto facendo perdere l’equilibrio al suo amico. “Io vinco sempre.” Sbottò divertita voltandosi per raggiungere il suo dormitorio. 

Sirius sorrise largamente e la rincorse poi la prese per i fianchi, la sollevò, e se la caricò su una spalla come un sacco di patate. 

Sirius! Mettimi giù immediatamente!” Ordinò lei, ma senza sortire alcun effetto. 

“Signor Black, le consiglio di eseguire.” La voce della professoressa McGranitt congelò tutti i presenti. 

Sirius adagiò immediatamente Star a terra e si girò verso la donna. “Professoressa! Venuta anche lei a godersi lo spettacolo?” Domandò calmo. 

“Avete cinque minuti per vestirvi e raggiungermi nel mio ufficio. Non tardate.” Li informò la professoressa con tono severo. 

Star e Sirius si sorrisero a vicenda e prima che potessero sparire un ragazzino li chiamò alzando la sua macchina fotografica. Sirius sorrise all’obiettivo con la mazza posata sulla spalla e allo scatto afferrò Star per la vita stringendola a sé, la ragazza gli posò una mano sul petto “Vacci piano, Black.” Commentò con un sorriso intrigante, poi si liberò dalla stratta e salì a cambiarsi. 

“Voglio quella foto.” Disse Sirius al ragazzino che annuì entusiasta. 

Tre minuti dopo i due Battitori correvano verso l’ufficio della McGranitt 

“Hai avvertito James?” Chiese Sirius senza smettere di correre. 

“Sono troppo impegnata a farci arrivare in orario.” Sbottò lei afferrando il ragazzo per trascinarlo in un passaggio segreto alla loro destra. 

Arrivarono davanti alla porta dell’ufficio di Minerva e bussarono all’ultimo secondo, Sirius cercò di calmare il battito del suo cuore, pensò mentre si accorgeva di essere sudato. 

“Entrate.” Li invitò la professoressa. Quando i due superarono l’uscio lei fece loro segno di accomodarsi sulle sedie di fronte alla scrivania. 

Minerva si posò le dita sulle tempie e sospirò. “Non so più che fare con voi. Questa mattina mi è stato riferito che avete scandalizzato metà Castello con la vostra ‘sfilata’, e a vedere dal vostro abbigliamento quando sono entrata nella Sala Comune non ci sono dubbi.” La donna fece una breve pausa e li guardò negli occhi. “Non avete niente da dire?” 

“Oh,” Cominciò Star. “qualcuno ha accidentalmente liberato dei Bolidi in Sala Comune e il rumore ha svegliato tutti, anche me e Sirius e quindi siamo intervenuti così vestiti per spingerli fuori dalla finestra. Abbiamo riportato scope e bolidi alla rimessa e poi siamo tornati alla torre ovviamente a piedi.” Spiegò Star.  

“Questa versione dei fatti mi fa sorgere delle domande: perché non siete tornati in volo alla torre, indossato abiti appropriati e poi scesi a piedi per riportare le scope al loro posto?” Domandò la professoressa. 

Sirius e Star si guardarono colpevoli, avevano lasciato le scope a James e Peter per vederli faticare di più nel riportare quelle e la cassa alla rimessa, una specie di punizione. “Non ci abbiamo pensato, non volevamo infrangere ulteriormente le regole.” Rispose Sirius. 

La donna sospirò nuovamente. “L’altra domanda è: perché indossavate le due metà della stessa divisa? Signorina White lei sa che è proibito dormire nel dormitorio maschile, vero?” 

“Potter...” Borbottò Star. “e si, lo so. Infatti stavo dormendo nel mio dormitorio, la maglia mi è stata data ieri sera.” 

“E’ perché, di grazia, il signor Black le ha dato la sua maglia, privandosene e non indossando il suo pigiama?” Insistette la donna sempre più spazientita. 

“Oh, noi stiamo insieme, sa... e volevo che avesse qualcosa di mio per la notte e poi ero molto stanco quindi sono crollato a letto.” Spiegò rapido il ragazzo. 

“Credevo che lei frequentasse la signorina MacDonald, signor Black.” Proseguì la McGranitt. 

“E’ molto informata sulle mie frequentazioni, vedo!” Si esaltò Sirius sorridendole. “Comunque non è andata bene con Mary, non avevamo una grande intesa.” 

“Capisco.” Replicò la professoressa. “In ogni caso mi state garantendo di aver capito la gravità della vostra azione, ma che è stata dettata dal bisogno di salvare la Sala Comune da dei Bolidi e da una successiva sbadataggine?” 

“Esatto.” Risposero in coro i due giovani. 

“Non si ripeterà mai più?” Domandò la donna. 

“Certo che no.” Le assicurò Sirius. 

“Allora questo weekend pulirete tutti i calderoni della scuola. Potete andare.” Decretò la professoressa. 

I due si alzarono rapidi, ma la donna parlò ancora. “Sapreste indicarmi chi ha liberato i Bolidi?”  

“No.” Replicarono i ragazzi all’unisono. 

“Immaginavo.” Mormorò la professoressa facendolo loro cenno di andare a lezione. 

“Allora...” Fece Sirius mentre salivano alla torre a prendere i loro libri. “... Di nuovo in punizione insieme, eh?” 

“Non farci l’abitudine, tesoro.” Lo prese in giro lei.  

“Mi hai chiamato tesoro?” Si stupì il giovane, ma non ricevette risposta perché la sua amica era già sparita in dormitorio.  

Due minuti dopo i due stavano di nuovo correndo, questa volta verso le serre. Quando arrivarono sotto la struttura di vetro si sentirono la pelle andare in fiamme; l’aria esterna era ancora piuttosto fredda e il contrasto con quella calda delle serre dopo una corsa a perdifiato era drastico. 

“Alla buon’ora!” Li salutò la professoressa Sprite ritornando poi alla spiegazione del metodo più corretto per piantare un Fungo Arroventoso 

Sirius e Star si posizionarono tra James e Remus. 

“Cosa vi ha detto la Mc?” Chiese subito James. 

“Abbiamo detto che è stata un’emergenza, quindi questo weekend puliamo calderoni.” Rispose Sirius infilandosi i guanti. 

“Già, e questo brillante tizio le ha detto che stiamo insieme, di nuovo!” Sbottò la ragazza afferrando a mani nude una manciata di semi di fuoco. 

“Attenta!” Le gridò Lily dall’altro lato del tavolo attirando l’attenzione su Star. La mora posò i semi nel vaso con aria perplessa e poi li osservò, era ovvio che emanavano calore, si guardò la mano già solo appena arrossata dalla quale sparì presto ogni segno. 

“Oh.” Mormorò Star. “Erano caldi...” Un ragazzo di Corvonero di fronte a loro la stava osservando con fare scientifico. 

“Fa...faccia più attenzione signorina Potter.” Balbettò la professoressa cercando di non sembrare impressionata. 

Lily si morse la lingua, avrebbe dovuto saperlo che alla sua amica non sarebbe successo nulla. Star sembrò leggerle nella mente e le sorrise come per dirle di non preoccuparsi. Ma la rossa lo fece; per tutta la lezione gli studenti guardarono Star di sbieco. Due ore decisamente troppo lunghe. 

“Pazzesco, l’hai vista?” Esclamò un Corvonero uscendo dalle serre a lezione finita. 

“Ti portiamo via da qui.” Commentò James posando il braccio attorno alle spalle di sua sorella. 

“No.” La ragazza si divincolò dolcemente. “Abbiamo una missione da compiere.” 

“La fase uno è già completa.” La informò Peter emozionato. 

“Perfetto.” Star sembrava felice, sinceramente felice, così James si calmò e iniziarono la fase due. 

Dopo una lunghissima lezione del professore Walker sui Demoni elementari, che solo Remus trovò interessante, attuarono la fase tre. I Malandrini si divisero uscendo dall’aula e avrebbero dovuto ritrovarsi a pranzo esattamente quindici minuti dopo. James fu il primo ad arrivare, subito seguito da Remus. 

Il ragazzo occhialuto guardò il suo orologio. “Dovrebbero essere qui ormai.” Sbuffò. 

“Oh, ecco Peter!” Esclamò Remus facendogli segno di sedersi sulle panche accanto a loro. 

Sirius e Star?” Chiese Peter con la faccia arrossata da una recente corsa e il fiato corto. 

“Dispersi come sempre.” Sbottò James, poi estrasse uno specchietto quadrato dalla sua borsa e cominciò a chiamare Sirius in tono concitato.  

“Che c’è?!” Esclamò quello inquadrandosi finalmente nello specchio. 

“Dove ti sei perso?” Domandò  

“Mary voleva parlare.” Senza aggiungere altro Sirius sparì dall’interno della cornice, prima che James potesse richiamarlo apparve all’ingresso della Sala Grande e li raggiunse di corsa. 

“Star?” Chiese. 

“Non lo so.” Rispose James preoccupato fissando il portone. 

“Dovresti sapere dov’è, è tua sorella.” 

“Già infatti.” Sospirò James. 

“Non sei un bravo fratello.”  

“Ci provo ma...” James si bloccò a metà della frase voltandosi per capire con chi stava parlando: Star era seduta accanto a lui e gli sorrideva con gli occhi di chi ha appena fatto uno scherzo ben riuscito. 

“Pesce d’aprile!” Esclamò lei.  

“Come, hai...?” Cercò di chiedere James guardando anche gli altri Malandrini che era evidente non sapessero rispondere. 

“E’ semplicemente apparsa lì.” Commentò Peter stupito. 

“Non fa niente, la nostra missione è completata. A momenti dovremmo...” La frase del giovane Potter fu interrotta da un rumore ovattato. 

Qualcuno aprì a fatica il portone d’ingresso alla Sala e entrarono circa una decina di studenti tutti completamente ricoperti di panna. 

"Panna?" Chiese sorpreso Al avvicinandosi ai Malandrini, certo che fossero i responsabili dell’accaduto. 

"Panna." Rispose James tranquillo. 

"Panna?!" Ridomandò Fill fissando il portone dal quale continuavano ad arrivare studenti che si facevano largo a fatica tra corridoio pieni di dolcezza. 

"Si, panna." Confermò Sirius. 

"Perchè?" Chiese Al come se stessero parlando delle scelte delle materie per il terzo anno. 

"Uhm... la schiuma era banale, l'avevamo già usata per l'ufficio della Mc al terzo anno, ah! che bei ricordi...." Sospirò Star nostalgica. 

“Ma è commestibile?” Si incuriosì Fill. 

“Certo, è panna!” Sbuffò Remus, prese il piatto con il suo dessert al cioccolato e si incamminò con un cucchiaio verso la porta, prese un po' di quella panna che riempiva il corridoio, la posò sul dolce e tornò indietro. 

“La mia ragazza mi raggiungerà tra poco... dovrò aiutarla a pulirsi.” Commentò Al con uno strano sorrisetto in volto. 

“Non voglio saperlo.” Decretò Star vedendo che Sirius si era sporto verso di lei per spiegarle la malizia dietro quell’affermazione. 

“Avete completamente riempito tutti i corridoi di tutta Hogwarts di panna?!” La voce di Lily carica di rimproverò arrivò a loro subito seguita dalla figura della ragazza furente completamente ricoperta della dolce mousse. 

“Con chi sta parlando?” Chiese Sirius ai Malandrini. 

“Con voi! Sono certa che siete stati voi.” Sbottò lei. 

“Non credo che tu abbia prove, Evans.” Le fece notare James tranquillo. 

“Non è divertente! Non si riesce più ad andare da nessuna parte!” Continuò la rossa. 

“Io credo che dopo il passaggio di un paio di persone particolarmente golose il problema non si presentì più.” Commentò Remus calmissimo. 

“Oh, no! Anche tu?” Si disperò Lily. “Sei un Prefetto! Dovresti togliere loro punti!” 

“Nuovamente: non ci sono prove a favore della tua teoria.” Le ricordò Star. 

Lily aprì la bocca per replicare ma la richiuse subito e furiosa si allontanò da loro. 

“Allora, che facciamo?” Domandò Sirius già annoiato. 

“Abbiamo due opzioni:” Notò James. “O aspettiamo che i professori scoprano come eliminare la panna e le lezioni ricomincino, oppure ci tuffiamo nella mischia e facciamo vedere quanto è divertente sporcarsi un po' di tanto in tanto.” 

“La mia scelta è ovvia!” Si entusiasmò Sirius. 

“Io faccio quello che fa James.” Decise Peter emozionato. 

Star sorrise. “Credo che sarà divertente.” 

Remus guardò lo scorcio di corridoio pieno della soffice sostanza bianca. “Credo che oggi mi lacerò andare un po'.” 

“Ottimo!” James spinse i suoi amici verso il portone, entusiasta.  “Andiamo!” Decretò poi il ragazzo immergendosi nella panna subito seguito dai suoi amici. 

I Malandrini avanzarono facendosi largo nella panna, era una sensazione piuttosto strana. In alcuni punti la bianca mousse arrivava fino al collo e in altri solo alla vita, in uno di questi ultimi momenti Sirius si fermò osservando i suoi amici divertito mentre si leccava via un po' di panna dal palmo della mano. Un gruppetto di ragazze si fermò ad osservare il giovane Black, era decisamente sexy, lui regalò loro uno dei suoi migliori sorrisi e quelle ridacchiarono lanciandogli sguardi passionali. 

“Sei fastidioso.” Lo rimproverò James sbuffando. Il suo amico alzò le spalle come a dire “e che posso farci?”, ma il giovane Potter sapeva perfettamente cosa poteva fare; indossare il mantello della divisa e non solo la camicia bianca per di più fuori dai pantaloni, per esempio. 

James cercò lo sguardo di sua sorella, convinto di trovare anche lei a fissare Sirius, invece la ragazza stava leccando via un po' di panna dalle sue dita. “E’ buona.” Commentò lei come scusante quando capì di essere osservata da tutti i suoi amici. 

“Non farlo mai più in pubblico.” La avvisò Sirius. 

“Cosa?” Chiese lei perplessa. 

“Essere così...” Replicò Sirius indicandola con entrambe le mani. 

“Parli proprio tu, gli ormoni di quelle ragazze stanno impazzando.” Ribattè lei indicando con il mento il gruppetto sempre più consistente di giovani che osservavano Black. Qualcuno scattò una foto, ma quando Remus cercò il responsabile non riuscì a individuare nessuna macchina fotografica. 

In quel momento il professor Vitious passò di lì risucchiando tutta la panna con la sua bacchetta. “Forza, tutti in aula, abbiamo quasi ripulito tutto il castello, potete ancora frequentare l’ultima ora.” Li avvertì. 

I Malandrini alzarono le spalle e si diressero verso l’aula di Babbanologia. La lezione fu breve ma intensa, almeno la professoressa non aveva perso il suo tono simpatico, anche se non bastò a rendere piacevole la montagna di compiti che assegnò per la settimana successiva. 

Di ritorno alla torre i Malandrini sentirono più persone che guardando Sirius commentavano sul se fosse davvero bravo a letto o no. 

“Strano questo pettegolezzo.” Notò James una volta che si furono seduti in Sala Comune per iniziare i compiti prima di cena. “Hai per caso avuto scarse prestazioni con Mary?” 

“Forse ha messo in giro lei la voce, per vendicarsi.” Ipotizzò Peter. 

Da quando Sirius non stava più con la bionda spumeggiante erano partiti vari pettegolezzi e “Sirius Black fa schifo a letto” era apparentemente il più in voga del momento. 

“Credo che sia colpa mia.” Mormorò Star. “Ricordate quando prendevano in giro me perché non stavo più con Sirius?” I suoi amici annuirono curiosi. “Bhe, qualcuno nel tentativo di difendermi ha dato inizio alla voce che forse era Sirius a non essere tutto questo granché. All’inizio non ci aveva badato quasi nessuno, ma ora che ha lasciato anche Mary...” 

“Capisco.” Commentò Sirius tranquillo. 

“Non ti preoccupa?” Gli chiese Remus sorpreso. 

Nah, anzi, mi piacerebbe smettere di fare sesso per un po’.” Replicò il giovane. 

I suoi amici lo fissarono perplessi. “Credo che stia male.” Si preoccupò James. 

“Taci, Ramoso, sto studiando.” Sbottò Sirius. 

“Sta decisamente male.” Affermò Remus. 

Quella sera, a cena, la voce si era sparsa al punto che un paio di Serpeverde si avvicinarono ai Malandrini per farsi beffe di Sirius, purtroppo per loro il giovane Black si alzò in piedi con tutta la sua tranquillità e il suo fascino e disse: “Avete ragione; io sono bravo a letto, ma Star è su un altro livello! Sicuramente può avere di meglio. Per questo noi due ci siamo lasciati.” Posò quindi una mano sul fianco di Star sollevandola dalla panca e avvicinandola a sé. “Però siamo rimasti amici, e ancora mi consiglia come essere più sexy. Ed è per questo che mi ha detto che posso avere di meglio di Mary. Ed ecco perché ho lasciato lei. Non che Mary non sia bravissima, ma dopo Star...” 

Dopo questo piccolo teatrino Star si risedette sulla panca e rise. 

“Tutto bene?” Si preoccupò James. 

“Si, certo. E’ solo che a quanto pare ho la fama di una cortigiana, pure brava! E invece me ne sto qui, ancora vergine, a cercare qualcuno che mi attragga un minimo.” Rispose lei ridacchiando. 

“Però tu mi trovi attraente.” Le fece notare Sirius dandole una leggerissima spallata.  

“Perché oggettivamente lo sei, lo sanno tutti. Forse è che sono abituata ad avere te intorno. Hai alzato troppo la mia asticella, devo abbassare i miei standard.” Replicò lei sempre sorridendo. 

“Smettila, così mi farai arrossire.” Scherzò Sirius coprendosi il volto con una mano. 

“Giuro che non aspetto atro di vederti alle prese con una ragazza che ami davvero per vederti arrossire davanti a lei e magari anche balbettare, sarà una scena meravigliosa.” Commentò Remus. 

“Una scena che non vedrai mai.” Ribatté Sirius. 

“Chiunque sia la ragazza che ami mi assicurerò io stessa che ti faccia arrossire davanti a noi. Sara bellissimo prenderti in giro per il resto della tua vita.” Promise Star. 

“Se, se.” Il ragazzo dagli occhi grigi liquidò l’argomento con un gesto della mano e poi si concentrò su James. “A proposito di questo: il rossore sul viso di Jame non può che annunciare che una certa rossa è qua vicino.”  

“Non sono arrossito!” Sbottò James. 

Lily passò loro accanto senza nemmeno degnarli di uno sguardo. 

“Dici che domani ci lascerà comunque studiare con lei o sarà ancora arrabbiata?” Domandò Star a Remus. 

“Non mi sembra che abbiamo fatto niente di così grave, spero che le passi.” Rispose lui. 

Fortunatamente Remus aveva ragione e la sessione di studio del giorno seguente si svolse in modo totalmente normale. Con l’avvicinarsi delle vacanze di Pasqua i compiti per gli studenti del quinto e del settimo anno stavano per toccare il tetto massimo. C’era chi già vendeva strane polveri per potenziare le abilità mentali. James, tra gli allenamenti e lo studio, aveva iniziato a non uscire più la notte e a bere moltissimo caffè. Per di più il quindici aprile ci sarebbe stata la luna piena, proprio pochi giorni prima dell’inizio delle vacanze.  

“Lasciate che resti da solo.” Remus aveva iniziato la sua crociata di convincimento ma i suoi amici non voleva sentire ragione. Il ragazzo era decisamente sotto stress per lo studio e sembrava doppiamente più stanco e pallido del solito. 

“Puoi anche incatenarci nell’ufficio della McGranitt, troveremo comunque un modo per venire da te, quindi lascia perdere.” Gli riferì James con tono determinato. 

Remus sospirò abbattuto, anche se in angolo del suo cuore era felice. 

 

 

…...................... 

 

La notte tra il 14 e il 15 un lupo, un cane, un cervo e una fenice presero a correre liberi nel parco di Hogwarts. In un’ala nascosta del Castello, Peter Minus cercava di seguire gli insegnamenti di James e trasformarsi in Animagus. 

Il mattino seguente i Malandrini affrontarono l’ultima giornata di lezione assonnati ma soddisfatti. Il Professor Lumacorno passò tutta la lezione a testare la loro preparazione teorica; sparò moltissime domande e incominciò una specie di battaglia a quiz tra Lily e Severus. I due guadagnarono una considerevole quantità di punti per le loro rispettive Case e fu solo grazie all’aiuto di Star che Grifondoro ne uscì in vantaggio. 

“E’ inutile che mi guardi così, ho risposto solo a due domande, Jame.” Sbottò Star mentre uscivano dall’aula con gli altri studenti. 

“Hai comunque disonorato il nostro cognome.” Borbottò lui. 

La ragazza sospirò. “Vado in bagno un attimo, vi raggiungo a Difesa.” Li avvertì prima di cambiare direzione. 

Star entrò nel bagno e si sorprese di trovare un gruppo di ragazze Serpeverde che sghignazzavano.  

“Oh, ecco l’altra!” Disse una di loro. 

“Almeno lei è Purosangue.” Commentò un’odiosa biondina che ricordava Narcissa. “La tua amica Mezzosangue, invece, non ha scuse per essere un’insopportabile so tutto io.” 

Da dietro una delle porte delle cabine dei gabinetti si udì un singhiozzo. 

“Lily?” Domandò Star riconoscendo la presenza della sua amica, come risposta ricevette solo un mugolio. 

“Oh, piange da ore! Piccola e debole com’è.” Continuò a provocare una terza. 

Star si voltò verso le quattro ragazze e comprese cosa doveva essere successo. “Se vi dà così fastidio essere superate in Pozioni perché non studiate un po'?” Sbottò poi. 

La ragazza bionda la fissò maligna. “E’ inutile studiare per gli esami, dipenderà tutto da chi si conosce. E lei non dovrebbe sventolare ai quattro venti quello che sa, fosse per me nessuna Sanguesporco come lei dovrebbe avere il permesso di imparare la magia.” 

All’improvviso la stanza si fece calda. “Come l’hai chiamata?” Domandò Star con un tono talmente calmo da spaventare. 

“Ma che hai?” Le chiese una delle Serpeverde, ma quando la ragazza dagli occhi cobalto portò lo sguardo su di lei si lasciò sfuggire una specie di squittio. 

Gli occhi di Star fulminarono una ragazza alla volta. “Come l’avete chiamata?” Questa volta il tono era duro, intriso di rabbia. 

Lily uscì dal bagno, il viso rigato di lacrime. “Non lo fare! Devi usare la tua magia solo per il bene.” La pregò cercando di asciugarsi le guance. 

La temperatura tornò subito normale. “Hai ragione.” Mormorò Star, poi si avvicinò alla sua amica. 

“Sta attenta, a forza di stare così vicina a lei ti si sporcherà anche il tuo di sangue.” Sbottò una delle ragazze ripresasi dallo spavento, tutte risero.  

Rapida come un fulmine Star si voltò verso di loro e colpì a palmo aperto la guancia della bionda facendola finire a terra, le altre indietreggiarono con un balzo.  

“Sparite.” Intimò loro Star. 

Le Serpeverde aiutarono la loro amica ad alzarsi e corsero fuori dal bagno. “Lo diremo agli insegnanti!” Gridò una di loro prima di dileguarsi. 

“Non avresti dovuto.” La rimproverò Lily. “Ora sarai punita.” 

“Ne dubito, sono brava con la magia curativa, non avrà nemmeno un segno nel giro di qualche secondo.” Replicò Star. “A meno che non confessi tu, Prefetto.”  

La rossa sbuffò, si avvicinò ad un lavandino e si sciacquò il viso. “Credo che per questa volta lascerò correre.” La sua voce tremava appena. 

“Sei sicura di stare bene?” Le chiese Star preoccupata, sia per il tono della sua amica sia per quanto aveva affermato. 

“Certo!” Lily raccolse da terra la sua borsa. “Muoviamoci, siamo in ritardo a lezione.” Aggiunse. 

La mora la seguì felice verso l’aula di Difesa Contro le Arti Oscure, appena entrarono il professor Walker sorrise loro. 

“Signorina Evans, va tutto bene?” Chiese subito. 

Star non aveva notato che la sua amica aveva ancora un’espressione scossa e il viso arrossato, nonostante ciò annuì al professore e prese posto. La giovane Potter si accomodò accanto a lei senza dire nulla. 

“Oggi studieremo l’incantesimo Gnaulante. Chi sa dirmi qualcosa in proposito?” Ricominciò il professore, stranamente la mano di Lily non scattò in aria entusiasta come sempre. Dopo qualche secondo di imbarazzato silenzio il professore chiamò qualcuno a rispondere. Star si stupì nel sentire la voce di Remus che spiegava per filo e per segno l’importanza dell’incantesimo per poter aver consapevolezza dell’arrivo di eventuali nemici. Mentre Walker era impegnato ad assegnare punti a Grifondoro Star passò un pezzo di carta a Lily che lo lesse curiosa. 

“Domani iniziano le vacanze di Pasqua, ci prendiamo un giorno di riposo?” 

La rossa alzò il viso dal foglietto e annuì piano. Forse un giorno di pausa era esattamente quello che le serviva. 

 

 

….................. 

 

 

Il giorno seguente, mentre alcuni studenti si recavano negli uffici dei rispettivi Capocasa per poter passare le vacanze con la famiglia, Star e Lily scesero a fare colazione insieme in Sala Grande. Entrambe indossavano semplicemente jeans e maglietta, nonostante questo un paio di ragazzi si voltarono a guardarle.  

Mentre Star spalmava la marmellata di albicocche su una fetta di pane tostato ascoltava il racconto di come Mary si era ripresa dalle fine della storia con Sirius uscendo subito con uno del settimo anno. 

“E ora continua a ripetere che non avrebbe mai dovuto uscire con uno più piccolo di lei, i ragazzi sono già abbastanza immaturi, eccetera eccetera.” Concluse Lily bevendo poi un sorso di the. 

“Oh, ma sono d’accordo con lei in questo. Non uscirei mai con un ragazzo più giovane.” Replicò Star allegra. 

“Quindi non usciresti mai con me o con Remus?” Commentò James avvicinandosi alle due ragazze. 

“No, direi di no.” Rispose la Malandrina sorridendo. 

“Oh! Ne sono affranto!” Scherzò il giovane Potter prima di baciare sua sorella sulla guancia per salutarla. “Buon giorno, Evans, Star dice che passerete la giornata insieme, non sei preoccupata del fatto che starai con una fuorilegge?” Continuò poi il ragazzo. 

Lily evitò accuratamente il suo sguardo e replicò solo al saluto con un freddo “Potter.” 

“Deliziosa l’intonazione di fastidio che infligge al vostro cognome, non trovate?” Anche Sirius si avvicinò a loro per salutare la sua amica. 

“Lasciatele stare! Vi lamentate sempre del fatto che Star dovrebbe farsi più amiche e poi siete sempre nei paraggi pronti a rovinare tutto.” Sbottò Remus passando accanto a loro e iniziando a trascinare i suoi amici lontano dalle due giovani.  

“Buona giornata, Stellina.” James baciò sua sorella tra i capelli e poi si lasciò trascinare via da Remus. 

“Fai sempre ciò che farei io!” Le gridò Sirius. 

“Sesso?” Replicò Star divertita. 

“Molto sesso.” Rispose Sirius con il suo solito mezzo sorriso. 

“Non faremo davvero quello che farebbe Black, vero?” Chiese Lily preoccupata. 

La sua amica mora si finse d’un tratto tutta interessata alla sua colazione.  

“Star! Cos’hai in mente?” La rossa si stava agitando. 

“Ho in mente una cosa non esattamente da Prefetto...” Cominciò a spiegare Star. “Ma fidati di me: ti piacerà. E poi se ci beccano puoi sempre dire che ti ho rapita, ti crederebbero di sicuro.” 

“Dirò di sicuro che è colpa tua.” Sbottò Lily. “Ma non essere così certa che crederanno che mi hai rapita, sarai pure una Deran ma io non sono così indifesa come credi.” 

Star sorrise. “Lo so.” Concordò, poi si alzò presa dall’entusiasmo obbligando Lily a seguirla di corsa fuori dalla Sala Grande. 

Arrivarono nei pressi della statua della Strega Orba e la mora finalmente si fermò osservando la sua amica da capo a piedi. Dopo di che si avvicinò alla gobba della statua borbottando qualcosa e quella si aprì, Lily rimase spiazzata.  

“E’ un passaggio segreto!” Mormorò. 

Senza risponderle Star la prese per mano e la guidò all’interno del passaggio, camminarono a lungo in silenzio e poi sbucarono in quella che aveva tutta l’aria di … 

“Una cantina.” Sussurrò Lily sempre più sorpresa. 

“Non è una cantina qualunque.” Annunciò Star. “Siamo a Mielandia.” 

“Cosa?!” Esclamò Lily. “Siamo a Hogsmeade?!”  

“Già.” Rispose la mora tranquilla scegliendo due mantelli da un appendiabiti.  

“Non possiamo essere qui! Verremo espulse!” La sua amica era chiaramente agitata ma Star non se preoccupò troppo. “Ci puniranno, e comunque lo faranno solo se ci scoprono, e non mi hanno mai scoperta quindi...” La rassicurò porgendole un mantello blu scuro mentre ne indossava uno azzurro polvere. “Allora vieni o hai paura?” 

Non si poteva dire che Lily fosse finita nella Casa sbagliata; la rossa indossò il mantello e uscì dalla cantina a passo di carica. Star salutò i signori Hitch e poi si diresse in strada accompagnata dalla sua amica. 

“Wow! E’ così strana Hogsmeade senza studenti.” Commentò Lily strabiliata. 

“Già, dobbiamo tenerci alla larga dalla via principale, però, o rischiamo che qualche commesso ci riconosca.” Consigliò la mora. 

Lily annuì, entrambe lasciarono che i cappucci dei mantelli calassero un po' sui loro volti e si diressero verso le vie più secondarie. Fu così che scoprirono un negozietto di animali molto carino in cui passarono il tempo a coccolare una cucciolata di gattini da poco nati. Dopo aver messo Lily di buon umore vivere l’illegalità delle loro azioni fu davvero divertente. Si persero in un negozio di libri antichi e scoprirono di amare il profumo delle pagine ingiallite dal tempo. Verso l’ora di pranzo fecero una sosta in un locale unto e bisunto chiamato La Testa di Porco, risero degli strani avventori e finsero di essere misteriose dame venute da lontano, ovviamente non ordinarono nulla di alcolico. Nel pomeriggio passarono davanti alla Stamberga Strillante.  

“Tu stai sempre con Remus quando...?” Chiese la rossa accennando con il mento alla struttura cadente.  

“Ci sono state delle volte in cui ho dovuto lasciarlo solo, ma in linea di massima cerco di esserci sempre.” Raccontò la mora poggiandosi alla staccionata. 

“E com’è?” Continuò Lily. 

La sua amica si voltò nascondendo il volto con il cappuccio. “Terribile.” 

“Scusa.” Si affrettò a dire la rossa. 

“Andiamo in quel negozio di piume che abbiamo visto?” Propose Star, la sua amica annuì felice e si diressero verso il negozietto. 

Quando entrarono trovarono due giovani ragazzi intenti a sistemare negli scaffali dietro il bancone pesanti macchine da scrivere. Si somigliavano molto ed erano davvero carini. Star e Lily si scambiarono un’occhiata eloquente. 

“Oh, salve.” Uno di loro le notò e sorrise loro posando a terra la macchina da scrivere. 

“Buongiorno, cosa sono quelli?” Chiese Star indicando i marchingegni come se non li avesse mai visti prima. 

“Oh, li usano i babbani.” Spiegò l’altro ragazzo voltandosi verso le clienti.  

Dattilografomi.” Aggiunse il primo. “Nostro padre va pazzo per queste cose.” 

I due le guardavano con i loro occhi azzurri e i loro capelli castani erano piacevolmente illuminati dai raggi del sole.  

“Sono molto affascinanti.” Commentò Star avvicinandosi al bancone. “Lily, vieni a vedere.”  

La rossa affiancò la sua amica senza parole.  

“Sapete, io e la mia amica adoriamo scrivere, e leggere, non vi abbiamo mai visti in questo negozio però.” Proseguì Star tranquilla. 

“Oh, noi non lavoriamo quando gli studenti sono in visita. E' il negozio dei nostri genitori.” Spiegò il secondo. “Io sono Reece.” Aggiunse. 

“Io Kyle.” Si presentò il primo. 

Lily produsse un suono simile ad un respiro mozzato. “Sanno che siamo studentesse.” Sussurrò nell’orecchio della mora, la quale sorrise serena. 

“Si... e non stanno chiamando rinforzi.” Le fece notare a tono basso. 

La rossa sorrise a Kyle, certo che erano proprio belli, avranno avuto solo un paio d’anni più di loro, come aveva fatto a non notarli a Hogwarts? 

“Eravate in Corvonero, giusto? Ad Hogwarts.” Domandò loro Star. 

I due fratelli annuirono. “Tenevamo un profilo molto basso.” Precisò Kyle. 

“Siamo usciti con ottimi voti e ora stiamo cercando un lavoro che ci metta alla prova.” Spiegò Reece. 

“Interessante, e fate altro oltre a lavorare qui?” Continuò a chiedere Star. 

“Stiamo scrivendo un libro, sulla storia di Hogsmeade, ci sono molti misteri nascosti, per questo per ora non vogliamo spostarci.” Rivelò Kyle. 

“La storia di Hogsmeade?” Si illuminò Lily, aprendosi finalmente alla conversazione. 

I quattro parlarono a lungo e alla fine Star si fece mettere da parte una macchina da scrivere per poterla regalare a Remus. 

“La prossima volta che avete un’uscita autorizzata...” Cominciò Reece. 

“... vi andrebbe di uscire insieme?” Concluse Kyle. 

“La prossima dovrebbe essere il 19, il giorno dopo Pasqua.” Ricordò Lily. 

“Vi aspettiamo.” Affermarono i due in coro sorridendo. 

“Hanno dei denti bianchissimi, è normale che abbiano dei denti così bianchi?” Commentò Lily una volta che furono a distanza di sicurezza dal negozio. 

Sirius ha i denti bianchi...” Replicò Star. “...e anche dei canini appuntit...” 

“Ok, basta così. Tu verrai a questa uscita con me, dopo Pasqua e ti divertirai un mondo. Ma soprattutto: non penserai a Sirius Black.” Sbottò Lily. 

“Vuoi davvero uscire con loro?” Domandò Star d’un tratto esaltata. 

“Sono carini...” Mormorò la rossa. 

“Ah! Fantastico! Un'uscita a quattro.” Si emozionò la mora.  

Tornarono alla svelta a Mielandia e si infilarono nel passaggio segreto, inutile dire che corsero un po' per arrivare a scuola in tempo per la cena. Mangiarono in compagnia delle altre ragazze e si radunarono con loro in dormitorio. Mary era tornata la ragazza allegra di sempre anche se era ancora un po' fredda con Star. La qual cosa era del tutto comprensibile a detta di quest’ultima, Alice e Lily non erano d’accordo: Star e Sirius non si erano mica lanciati l’uno tra le braccia dell’altra subito dopo la rottura con Mary, quindi era evidente che non fosse colpa di Star. Era anche vero che il giovane Black era estremamente docile quando la sua amica dagli occhi cobalto era nei dintorni. 

Lily ricordava perfettamente quella particolare luce negli occhi grigi di Sirius quando, la sera della festa al Campione, aveva amorevolmente legato i capelli a Star. E il modo in cui la guardava! Lily sapeva che doveva esserci qualcosa sotto. D'altro canto avrebbe detto lo stesso al primo anno di James e Star. 

L'amore è così sfuggente. 

 

….......... 

 

Il giorno di Pasqua arrivò. James aprì gli occhi e inforcò gli occhiali pronto a qualsiasi tipo di attacco, ma non successe nulla. In quei giorni la Sala Comune era stata riempita di opuscoli sui possibili futuri lavori per maghi e streghe. La McGranitt aveva insistito più volte affinché li prendessero tutti in considerazione per farsi un’idea della strada da seguire dopo la scuola. Ma per James non c’erano dubbi: l’elegante opuscolo blu e oro che aveva posato sul suo comodino recitava a chiare lettere “Auror”. Star gli aveva confessato che avrebbe provato a essere una Guaritrice, e dopo varie insistenze aveva rivelato che Lily avrebbe scelto la strada delle Pozioni. Sirius e Remus sfogliavano ancora gli opuscoli in cerca d’ispirazione tutti i giorni. L'uno con aria annoiata l’altro con una chiara rassegnazione negli occhi. “Non è detto che non ti prendano solo per ciò che sei, scommetto che quando vedranno le tue doti non avranno dubbi.” si era ritrovato a dirgli James giusto la sera precedente. Non aveva funzionato molto; Remus aveva dormito sonni agitati, era chiaro da come le coperte gli si erano avvinghiate addosso. Peter, da parte sua, sembrava essersi rassegnato a qualunque strada gli avrebbero consigliato i suoi genitori e gli insegnati, aspettava ansioso un gufo da casa per sapere cosa fare. Sarebbe stato un ottimo Black, almeno questo pensava Sirius; glielo si leggeva chiaramente negli sguardi di disappunto che lanciava a Peter. 

Dopo aver passato lo sguardo su tutto il dormitorio, perfettamente immerso nel silenzio, James si alzò. Un sonoro rumore di uova rotte gli arrivò all’orecchio e il giovane alzò il piede, con cui aveva evidentemente calpestato qualcosa, pronto al peggio. Sul pavimento, però, c’era solo un innocuo cuscino di piume. Peccato che quello non era il posto giusto per un cuscino di piume. Senza pensarci molto afferrò quella che poteva essere un’arma di distruzione di massa e la lanciò contro Sirius ancora nel suo letto. Il cuscino esplose liberando piume blu cobalto su tutto Sirius, il ragazzo si era svegliato all’impatto e ora guardava perplesso le piume attorno a sé. 

“Blu cobalto.” Fu il suo unico commento, nemmeno in tono molto sorpreso per giunta. 

“Star.” Decretò James. 

In quel momento la ragazza apparve dal nulla al centro della stanza, gettò a terra quattro ovetti bianchi e li calpestò, questi si trasformarono immediatamente in cuscini che lei tirò con estrema precisione contro ogni Malandrino nella stanza. Nella nuvola di piume colorate che si sprigionò ad ogni impatto, Star sparì.  

Remus si svegliò perplesso e Peter non dette segni di vita. 

“Che cosa sta succedend...?” Iniziò a chiedere il ragazzo dagli occhi ambra ma poi realizzò. “Oh, è Pasqua.”  

“LOTTA CON I CUSCINIIIIII!” Gridarono invece James e Sirius vestendosi in fretta pronti per la battaglia, il loro urlo svegliò anche Peter. 

In pochi minuti i quattro ragazzi scesero in Sala Comune e la trovarono decisamente troppo tranquilla. James individuò subito un ovetto bianco nascosto dietro un divanetto, lo schiacciò tra le mani e lanciò il morbido guanciale che apparve dritto contro la prima persona che individuò. Purtroppo per lui quella persona era Lily Evans. 

La rossa aprì la bocca furente pronta a togliere punti a Grifondoro quando un altro cuscino la colpì dritto in volto. Piume cobalto si dispersero nell’aria. 

“Paura di perdere, Lily?” Domandò Star soddisfatta. 

“Una lotta con i cuscini?” Chiese invece la rossa. “Vuoi ingaggiare una lotta con i cuscini con tutto il castello?” Sbuffò incredula. 

“Nessuno si farebbe male.” Constatò la mora. “A parte il tuo orgoglio.” Aggiunse poi lanciandole contro un altro guanciale. 

Mentre piume rosa ricoprivano una Lily decisamente combattuta, Remus si avvicinò a lei porgendole un ovetto bianco. 

“In caso volessi...” Sussurrò il ragazzo. 

“Io non ho bisogno di fare certe cose per sentirmi superior...” L’argomentazione di Lily sarebbe stata perfetta, ma fu interrotta dal lancio di un cuscino talmente imbottito che la fece finire a terra. “Dammi qua.” Sbottò allora la rossa alzandosi e afferrando l’ovetto che Remus le stava ancora porgendo, lo ruppe e lanciò il guanciale a Star che lo schivò con grazia. 

“Puoi fare di meglio, Evans.” Sospirò la sua amica con un pizzico di delusione nella voce.  

Tanto bastò. Lily iniziò a rincorrerla fuori dalla Sala Comune alla disperata ricerca di ovetti bianchi da lanciarle contro mentre Star rideva divertita. Ben presto tutti nel Castello ebbero compreso il funzionamento delle uova e incominciò davvero una battaglia a cuscinate di proporzioni epiche. 

Nel furore della mischia Sirius e Star si ritrovarono a schiacciare James tra due cuscinate ben assestate che lo ricoprirono di delicate piume rosa. 

“Io vi distruggo!” Ruggì James tirando un cuscino verso Star che si abbassò rapidamente, il guanciale finì così dritto in faccia alla professoressa McGranitt. Improvvisamente la battaglia si arrestò. 

“Potter.” Chiamò la professoressa, ma prima di poter aggiungere altro fu colpita da un altro cuscino. Tutti si voltarono per scoprire chi era stato così folle. “Professor Silente!” Si stupì la professoressa.  

“Suvvia, Minerva, si lasci un po' andare, sono solo cuscini.” Commentò Silente con un sorriso sereno sul volto. 

“E chi pulirà tutto questo disastro?” Sbottò la McGranitt. 

“Le piume svaniranno da sole.” Assicurò Star. “Così ho sentito dire.” Aggiunse rapida quando notò che tutti gli sguardi si erano posati su di lei. 

“Bene, è tutto sistemato.” Decretò Silente felice. “Il pranzo Pasquale verrà servito tra poco, mi auguro che tutti voi vorrete praticare una tregua momentanea per godere del delizioso cibo preparato dagli Elfi.” 

“Ma professore...” Cercò di intervenire Minerva, ma fu di nuovo interrotta da un lancio di cuscino che questa volta colpì Silente in persona. 

“Ho sempre desiderato farlo.” Commentò il professor Lumacorno soddisfatto della sua mossa. 

“Horace, se vuoi avere quell’aumento dovrai sconfiggermi.” Replicò Silente afferrando un nuovo ovetto e lanciandolo contro il suo avversario. Silente era sceso in battaglia. E quando Silente scende in battaglia tutti devono combattere. I lanci di cuscini ricominciarono ed era incredibile quanta allegria portassero delle semplici piume colorate. Ci fu una pausa solo per il pranzo, che era squisito, e poi lo scontro si spostò addirittura all’aperto. E quanti problemi risolse! Uno sfogo simile era quanto di più necessario ci fosse al momento. Gli studenti stressati si dimenticarono dei compiti, amici divisi da un litigio pareggiarono i conti in modo innocuo riportando la serenità tra loro, le varie coppiette in crisi risolsero le discussioni a suon di colpi di cuscino e i professori si presero un giorno di pausa dalle loro pressanti responsabilità. 

Verso il tramonto l’aria di aprile cominciò a diventare fredda, la superficie del Lago Nero era completamente ricoperta di piume colorate portate fin lì dal vento, e gli studenti ormai sfiancati tornarono al Castello per prepararsi alla cena. 

“Grazie.” Mormorò Lily a Star. Tra l’averla tirata su di morale con la loro uscita illegale e l’averla vendicata riempiendo di piume le Serpeverde antipatiche, un grazie se lo meritava proprio. 

“È stato un piacere.” Replicò la mora. 

“Star! Vieni qui, è una sensazione bellissima!” Sirius la chiamò dalle sponde del Lago dove lui, James, Remus e Peter se ne stavano con l’orlo dei pantaloni tirato su e i piedi immersi nell’acqua. 

“Ti reclamano.” Notò Lily. 

Star le sorrise e le prese la mano costringendola ad avvicinarsi con lei ai Malandrini. 

“L’acqua è caldissima.” Le incoraggiò Remus, nonostante la luna piena fosse passata da poco il suo volto era sereno e presentava un colorito pieno di salute. 

Lily gli sorrise e iniziò a togliersi le scarpe in silenzio. 

“Stiamo portando entrambi i Prefetti dalla nostra parte.” Commentò Sirius soddisfatto. 

“Io non sarò mai dalla vostra parte, Black.” Sbuffò Lily. 

“Ma...?” Chiese Peter. 

“Ma... mi fido abbastanza di Star e totalmente di Remus, per questo sono qui ora e... è bellissimo.” La rossa si bloccò fissando estasiata i colori del tramonto riflessi sulle acque del Lago e sulle mille piume che ci galleggiavano sopra, sembravano quasi emanare luce propria. Era uno spettacolo mozzafiato. I ragazzi guardarono i riflessi dorati e rossi del sole ancora un po', e mentre il buio iniziava a premere attorno a loro Star sbottò: “Com’è che ti fidi solo abbastanza di me, scusa?” 

Fu così che Lily e James risero insieme per la prima volta, non si poteva negare che il suono che ne uscì fu decisamente piacevole. Subito dopo calò l’imbarazzo tra loro.  

“E’ ora di andare.” Li avvertì Sirius. “O non resterà nulla da mangiare per cena.” 

Rapido il gruppo si infilò di nuovo scarpe e calzini e prese a salire la collina verso il Castello, si chiusero il portone alle spalle mentre gli ultimi raggi del sole sparivano. La Sala Grande era piena di risate e aria di festa. I Malandrini cenarono insieme alle compagne di Star e alle ragazze del sesto anno, Mary non sembrava molto felice della cosa e continuava a lanciare sguardi di sottecchi a Sirius ma nessuno vi badò. L'allegria alleggiava tra i tavoli quella sera e non si sarebbe certo spenta per così poco. 

 

 

 

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E’ scandaloso! Ho finito! Wow. 

Grazie a tutti i partecipanti del nuovo gioco sul mio profilo Instagram.
Buona Pasquetta 
Ciao ciao

 

 

 

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Capitolo 12
*** Il Professore e l'Idiota Cieco ***


“Oggi ci sarà un’uscita ad Hogsmeade?” Domandò Sirius stupito per la terza volta. 

“Esatto.” Rispose Remus, di nuovo. 

“E noi non ne sapevamo niente?” Ripeté James sconvolto. 

“Proprio così.” Remus era davvero stanco di quella conversazione. Era iniziata quando i suoi due amici, appena scesi in Sala Comune, avevano notato l’allegro fermento che riempie la sala nei giorni dell’uscita, e andava avanti da un po'. Fortunatamente fu interrotta da Star che scese di corsa le scale del dormitorio femminile precipitandosi da loro. 

“Ok, non vi arrabbiate...” Cominciò chiaramente dispiaciuta. “Non è che non volessi dirvelo è che mi sono totalmente dimenticata della cosa...” Continuò ora lievemente nervosa. 

“Pensi di dircelo entro domani?” Sbuffò suo fratello divertito, e se James era divertito allora non c’era pericolo che fosse qualcosa di grave. 

“Oggi io e Lily andiamo ad Hogsmeade.” Sputò lei, talmente rapida da risultare a malapena comprensibile. 

“E?” Chiese James. 

Remus li fissava stranito, era impressionante la loro connessione. 

“Incontreremo dei ragazzi lì.” Concluse Star. 

“Dei ragazzi? Nel senso che esci con qualcuno? Credevo non volessi più farlo finchè non avessi provato qualcosa.” Si sorprese Sirius. 

Bhe... si... ma...” Cominciò la ragazza a disagio.    

Sirius le sorrise. “Non ci andrai mica vestita così, vero?” Le chiese poi. 

Forse doveva essere un gesto gentile ma Star guardò disperata verso il basso allargando le braccia. “Perché? Cosa c’è di male?”  

Chiunque, letteralmente qualsiasi essere umano sulla faccia della terra e molto probabilmente anche qualunque altro essere dotato di intelligenza, avrebbe risposto “Niente. Sei perfetta!”, ma non Sirius Black. Il ragazzo piegò le labbra nel suo tipico mezzo sorriso e disse “Sei un disastro.” 

Fu così che i Malandrini si recarono a dormitorio maschile del quinto anno. Era una calda giornata di aprile inoltrato quindi Sirius le fece indossare uno degli abitini a fiori comprati da Susan, era color panna con piccoli e graziosi non ti scordar di me del tipico azzurro.  

“Direi che puoi mettere le tue All Star cobalto.” Commentò il giovane Black. 

“Scarpe da ginnastica con un vestito?” Si intromise incredulo Peter. 

“Solo con una modella abbastanza sicura di sé.” Replicò Sirius lanciando uno sguardo d’intesa a Star come a ricordarle qual era la sua missione. Una volta pronta vestita di tutto punto il giovane le fece sciogliere i capelli, le intrecciò qualche ciocca e gliele sistemò a dovere incrociandole dietro la testa. Poi le si mise di fronte e le portò davanti alle spalle qualche boccolo. “Meravigliosa.” Mormorò. “Ora vai, o farai tardi.” 

“Grazie.” Replicò lei in un sussurro prima di scendere in Sala Comune. Lily la aspettava lì in imbarazzo; evidentemente Alice e Mary l’avevano costretta ad indossare un vestito a tema floreale di un bel verde pastello. 

“Sembriamo abbinate.” Constatò Lily lievemente agitata mentre si incamminavano insieme verso il portone di ingresso. “E’ esagerato?” 

“Usciamo con dei gemelli, non credo noteranno che indossiamo entrambe un vestito a fiori.” La tranquillizzò Star. 

“Giusto." Concordò la rossa. 

Le amiche raggiunsero il portone e salirono sulla prima carrozza disponibile. Lily si stava tormentando la punta delle dita della mano destra con la sinistra e mentre Star giocherellava con una ciocca di capelli, le due incrociarono gli sguardi e risero. 

“Sei nervosa anche tu?” Domandò Lily sorpresa. 

Bhe, certo.” Replicò Star. 

“E di cosa ti preoccupi, di essere troppo carina e simpatica?” Scherzò la rossa. 

“Intanto tu non mi trovavi molto simpatica all’inizio, e poi la bellezza è soggettiva, magari a loro Reece non piaccio.” 

“Ah quindi hai scelto Reece?” Lily rise. Avevano scherzato molto in quei giorni sul fatto che, dopo una così breve chiacchierata, non sapevano molto dei due gemelli e quindi per loro era ancora indifferente l’uno o l’altro. Alice aveva fatto notare che invece ii due ragazzi potevano avere già una preferenza su d loro, questo aveva messo le amiche in agitazione ma Sophia ava risolto con “Se per voi sono uguali allora lasciate che scelgano loro.”, che forse non era un buon inizio per una romantica storia d’amore ma era di certo pratico. 

Quando scesero dalla carrozza Lily si ricordò che non avevano deciso dove incontrarsi, ma non fu un problema: i due ragazzi le stavano aspettando qualche metro più in là scandagliando gli studenti uno ad uno. 

“Ciao!” Esordì Star.  

Kyle e Reece salutarono a loro volta. “Vi portiamo a vedere una parte di Hogsmeade che sicuro non avete mai visto.” Proposero in coro. 

“Abbiamo pensato di fare un pic-nic.” Aggiunse Kyle. 

“Sappiamo cucinare molto bene.” Assicurò Reece. 

“E’ un’idea molto carina.” Commentò Lily con un sorriso mozzafiato. Star capiva perfettamente perché suo fratello avesse perso la testa per lei; quando era serena il suo sorriso illuminava la stanza, aveva una risata bellissima e contagiosa, i capelli rossi le contornavano il viso dolce e gli occhi di un verde luminoso. Lily era decisamente una bella ragazza, ma era anche gentile e divertente. Mentre i giovani le conducevano per le vie secondarie, Star rimase qualche passo indietro a guardare Lily intavolare una conversazione perfettamente normale, senza alcuna pretesa di sedurre o di prendere in giro. La mora rifletté sul fatto che era in grado di fare così solo con i Malandrini. 

“Non sembravi così tranquilla l’altro giorno.” Commentò Kyle fermandosi insieme a suo fratello e Lily e voltandosi indietro verso Star. 

“In effetti sembravi una tipa piuttosto peperina, quasi pericolosa.” Ricordò Reeece. 

Pericolosa... si... questo aggettivo andava bene. 

“E’ innamorata di un ragazzo.” Replicò Lily trattenendo a malapena il suo disappunto. 

“Lily!” Sbottò Star. 

“Oh, non volevamo distrarti da lui.” Fece Kyle. 

“Non è corrisposto. Il mio amore.” Mormorò la mora, lo sguardo basso. Improvvisamente le tornò alla memoria il sorriso di Sirius, il suo sguardo calmo mentre le faceva dei complimenti, nessuna emozione. Star alzò piano il viso. “Perciò...non ha senso pensare ai lui, no?” La ragazza mostrò il sorriso più smagliante del suo repertorio e si riavvicinò al gruppetto. 

Kyle e Reece camminavano un paio di passi avanti alle due amiche e continuavano a scambiarsi tra loro voltandosi indietro a chiacchierare con l’una o con l’altra mostrando alcuni luoghi davvero interessanti. 

Sophia aveva torto, si scambiano di continuo, perché lo fanno?” Sussurrò Lily all’orecchio della sua amica. 

“Forse non hanno ancora scelto nemmeno loro." Mormorò Star in risposta. Lily alzò le spalle perplessa. “Hem, scusate... ma voi avete una certa preferenza? Tra noi due intendo?” Domandò la mora ad alta voce, gli occhi verdi della rossa cercavano una via di fuga da quell’imbarazzo. Oh, un dirupo! 

Bhe, no.” Ammise Kyle passandosi una mano sulla nuca in imbarazzo. 

“E’ che siete molto simili, volevamo conoscerci meglio.” Aggiunse Reece. 

“Simili?” Replicò Lily perplessa fronteggiando la sua amica; non solo avevano due colori di capelli totalmente differenti ma anche nel fisico, nella carnagione, nella fisionomia del volto non avevano niente in comune.  

I due gemelli risero nel vederle così.  

“Non fisicamente, siamo piuttosto bravi a trovare dei tratti differenti, ma caratterialmente.” Spiegò Reece. 

“Ah, è chiaro.” Mormorò Lily arrossendo. 

“In tal caso è perfetto, anche noi volevamo conoscervi meglio!" Si entusiasmò Star.  

I ragazzi risero e tornò l’allegria. Camminarono in una via dove le case si distaccavano l’una dall’altra sempre di più finché non si infilarono in una via tra i boschi. Giunsero ad una radura, Star l’aveva già vista dall’alto una notte di luna piena ma cercò di imitare la faccia stupida di Lily per non sembrare scortese, o destare sospetti. 

Kyle e Reece stesero una morbida coperta sull’erba, alcune margherite spuntavano a ciuffetti in mezzo a tutto quel verde, e il vento soffiava piano tra le foglie degli alberi.  

Ora che avevano parlato un po' Star aveva capito che Reece e Kyle avevano qualche differenza, Kyle era più spigliato e divertente mentre Reece più premuroso e dolce.  

Per questo Kyle aveva puntato gli occhi su Star, l’umorismo della ragazza lo attirava molto e anche il luccichio un po' folle sul fondo dei suoi occhi cobalto. Reece invece si avvicinava a Lily con la stessa delicatezza con cui si tratta un fiore prezioso. Il cibo era davvero buono, e il clima piacevole. Per Star era strano vedere la sua amica così a suo agio con Reece quando con James era l’essere più ostile sulla faccia della terra, ma capiva anche che James non aveva ancora raggiunto quella maturità in cui gli uomini realizzano che non devono essere forti e possenti in ogni momento per essere attraenti. 

Star si ritrovò davanti gli azzurri occhi di Kyle e maledisse le Deran, dove erano finiti tutti i suoi riflessi? Alastor sarebbe stato davvero deluso da lei. 

“Stai ancora pensando a quel tipo?” Le chiese. 

La ragazza scosse la testa. “Stavo pensando a mio fratello, e al fatto che è ancora lontano dall’essere così maturo.” 

“Ci consideri maturi?” Domandò. 

“Si, direi di si.” 

“Credo che ti stia sbagliando. Su di me, su mio fratello non molto. Lui è il tipo che pensa ad una casa e ad una famiglia.” Replicò Kyle. 

“E tu?” 

“Io sono più il tipo che si gode il presente.” Rispose il giovane avvicinando pericolosamente il suo viso a quello della ragazza. “Il che è un bene dal momento che la mia accompagnatrice è follemente innamorata di un altro.” 

“Non sono follemente innamorata.” Sbottò Star. 

“No, non negarlo. Credo sia una cosa bella, anche se... se questo tipo non è innamorato di una come te è proprio un citrullo.”  

La ragazza rise, Kyle ci sapeva fare davvero. 

“Vieni, ti mostro una cosa.” la invitò lui alzandosi e tendendole la mano. La ragazza la accettò e lo seguì di nuovo nel sentiero nel bosco. Quella zona era davvero particolare: gli alberi erano pieni di fiori bianchi e rosa e i petali cadevano a terra come fiocchi di neve. 

“Dimmi un po'…” Kyle si fermò all’improvviso, i capelli castani illuminati da raggi solitari che trapassavano la cortina di rami e foglio sopra di loro. “Anche se continui a pensare a lui usciresti con me?” Il ragazzo le si avvicinò di nuovo. 

“Lui non mi ama, no? Dovrò pur farmene una ragione...” Replicò Star, gli occhi azzurri di lui erano davvero bellissimi. 

“Concordo.” Kyle le carezzò la guancia e poi chinò il viso verso quello della ragazza. 

Hei! C’è Star! Guardate!” Una voce incredibilmente familiare interruppe quello che con tutta probabilità sarebbe stato un gran bel bacio. Star si guardò attorno individuando suo fratello e gli altri Malandrini, o forse era meglio dire il suo EX fratello o il suo fratello defunto. 

Hei, ragazzi.” Li salutò la giovane senza entusiasmo. 

Kyle le avvicinò le labbra all’orecchio per sussurrarle: “Il ragazzo a cui pensi sempre è tra questi?” 

Star annuì senza staccare lo sguardo da James che, in testa al gruppo, si avvicinava sempre di più. 

“Allora scopriamo se è vero che non ti ama, come dici tu?” Le propose. 

La ragazza gli lanciò uno sguardo perplesso ma lui sorrise e la prese per mano conducendola vicino ai suoi amici. 

“Ciao, sono Kyle.” Si presentò poi. 

“Io sono James, e loro sono RemusSirius e Peter.” James sorrideva tranquillo, sembrava totalmente ignaro di aver interrotto un appuntamento importante. 

“Non credevo che gli studenti conoscessero questo posto.” Commentò il ragazzo. 

“Oh, noi si. Girovaghiamo molto.” Replicò il giovane Potter. 

“Ah.” Kyle guardò Star che cercò accuratamente di evitare il suo sguardo. “Gentile da parte tua cercare di non farmi sentire uno schifo.” La ringraziò. 

 “Oh, forse non te lo ha detto perché siamo venuti di nascosto, di notte.” Spiegò James. 

“Oh, sei una che infrange spesso le regole allora. Si, lo avevo intuito quando ci siamo incontrati ma averne la certezza ora... mi piace.” Kyle aveva gli occhi fissi sulla ragazza alla quale teneva ancora la mano e quando pronunciò le ultime parole Star si decise a lanciargli uno sguardo divertito. Poi ne lanciò uno molto meno amichevole a suo fratello. 

“Allora cosa stavate facendo? Possiamo unirci a vo...” Incominciò a chiedere James nella speranza di interrompere il contatto visivo fra Kyle e sua sorella, ma fu lui a essere interrotto da Sirius: 

“Non rompere il cazzo, James. Andiamo.” Sbottò il giovane Black afferrando il suo amico per un braccio pronto a trascinarlo via. “Buona giornata.” Augurò alla coppietta prima di voltarsi portandosi dietro James. Peter li seguì rapido e Remus si fermò giusto il tempo di lanciare un sorriso mortificato alla sua amica prima di raggiungere i suoi amici. 

“Ecco, visto? Nessuna reazione.” Commentò Star quando i Malandrini si furono allontanati. 

Sirius? A te piace Sirius Black?” Si stupì Kyle. 

“Si, lo so. E' ridicolo che mi piaccia lui. Lo so che piace tipo a chiunque, non so come sia successo.” Assicurò lei. “Però... è più del suo aspetto... è quel lato di lui che credo conosciamo solo noi che gli siamo amici da molto...” La ragazza sorrise, poi si ricordò di essere ad un appuntamento, con un ragazzo carino. “Allora... dove eravamo rimasti?” 

Kyle le afferrò il viso tra le mani e si piegò di nuovo verso di lei. E la baciò. Era un bacio davvero niente male, anche se molto superficiale. Proprio per questo Star non riuscì a fare a meno di pensare all’unico ragazzo che era andato più a fondo: Sirius. E si maledisse per questo. 

“Comunque ti sbagli.” La informò Kyle staccandosi da lei. “Lui è completamente innamorato di te.” 

Star lo guardò sorpresa per un secondo poi gli angoli della sua bocca salirono verso l’alto, non riuscì proprio a trattenersi, e rise. Rise fino alle lacrime sotto lo sguardo perplesso e divertito del ragazzo. “Si, certo. Questa era proprio bella.” 

Kyle alzò le spalle sorridendo. “Se non ci credi meglio per me.” 

Tornarono da Lily e Reece e li aiutarono a raccogliere il cibo avanzato e la tovaglia. Passeggiarono ancora insieme nel bosco e poi i due gemelli le riaccompagnarono a prendere le carrozze e regalarono ad entrambe una scatola di fragole ricoperte di cioccolato. Le ragazze ringraziarono e salirono sulla carrozza. 

“Sembrano deliziose.” Mormorò Star osservando le sue fragole. 

“Mai deliziose come le labbra di Kyle.” Replicò Lily. 

“Come sai che mi ha baciata?” Si stupì la mora. 

“Non lo sapevo per certo, Reece mi ha detto che Kyle ci avrebbe provato, ma grazie per la conferma.” Replicò la rossa. “Com’è stato?” 

“Bello ma...” 

“Oh, no. Non dirmi che hai pensato a Black.” 

Non servì una risposta, l’aria colpevole della sua amica bastò. 

“Almeno ci siamo baciati.” Sbottò Star. 

“E chi ti dice che io e Reece non lo abbiamo fatto?” Ribatté la rossa. 

“Lily! Wow!” La giovane si finse scandalizzata dalle chiacchiere della sua amica. Entrambe risero di cuore. 

“Grazie.” Disse Lily dopo un po'. “Senza di te non avrei vissuto niente di tutto questo.” 

Star fece per dire qualcosa ma la sua amica la interruppe. “Ma non farmi più infrangere le regole, e domani studio doppio in vista dei G.U.F.O., quando hai il colloquio a proposito?” 

La mora sorrise. “Non ti posso promettere niente, ma ok, domani si studia. Il colloquio... giovedì prima di cena, tu?” 

“Io domani sera.” Lily sembrava sicura di sé, era chiaro che aveva dei progetti ben delineati per il suo futuro. Salirono a cambiarsi e poi scesero a pranzare insieme. Dopo cena Star entrò a passo di carica nel dormitorio maschile del quinto anno. 

“Sei un cretino, James Potter.”  

“Cavolo! La Evans deve essere contagiosa, per un attimo mi sei sembrata proprio lei.” Scherzò Sirius. 

“Sono sicura che approverebbe la mia entrata.” Replicò Star mentre suo fratello le sorrideva tranquillo infilandosi i pantaloni del pigiama. 

“Non ho fatto niente di male, vi siete baciati comunque, no?”  

“Maledetta quella volta che ho pensato fosse una buona idea avere una connessione con te.” Sbuffò la ragazza sedendosi sul letto di Remus. 

Peter uscì dalla doccia in accappatoio proprio in quel momento e vedendo Star rientrò subito in bagno. Sirius afferrò i vestiti del suo amico aprendo la porta quel tanto che bastava per porgerglieli. 

“Dovresti venire più spesso, Peter è un buon amico ma non un bello spettacolo.” Commentò Sirius tornando a stendersi nel suo letto. Ovviamente era a petto nudo. Perché doveva sempre essere a petto nudo? Si chiese Star, poi si ricordò che era lì per sgridare suo fratello, ma non ne aveva più voglia.  “Cosa avete fatto oggi?” Chiese allora. 

La ragazza passò la sera ad ascoltare le chiacchiere infinite di Peter su quanto era bravo James a giocare a Quidditch, era evidente che il capitano aveva indetto un allenamento speciale quella mattina. Star si addormentò sul letto di James, accanto a lui, le era mancato quel profumo di legno, cera per manici di scopa, cuoio e metallo. 

 

 

…................................. 

 

La professoressa McGranitt si considerava una donna severa ma piuttosto paziente, eppure i colloqui pre-G.U.F.O. mettevano sempre a dura prova la sua calma. Nonostante la Sala Comune fosse stata riempita di opuscoli, doveva vedersela con una bella fetta di studenti che sembrava riuscito ad evitare alla perfezione ogni foglietto ripiegato. Entravano senza la minima idea di che cosa volevano fare, oppure sparavano un lavoro a caso, forse quello dei loro genitori, completamente ignari di non avere la media adatta. Per questo adorò Lily Evans ancora di più quando questa si presentò con un piano dettagliato di cosa fare in futuro e la perfetta conoscenza dei voti necessari per raggiungere i suoi obiettivi. Inoltre, il programma di ripasso per gli esami, del quale non aveva assolutamente bisogno, che le snocciolò a memoria la fece sentire la professoressa più fortunata del mondo. Ciò non bastò a cancellarle dalla mente l’incontro avuto con Sirius Black quella stessa mattina. Il ragazzo era svogliato, strafottente, sembrava non voler nemmeno prendere in considerazione che se ne sarebbe dovuto andare da Hogwarts un giorno. Ad un certo punto le aveva detto “Farò qualsiasi lavoro che non abbia fatto nessun membro della mia famiglia.”, peccato che i Black fossero vissuti per secoli e avessero intrapreso qualunque tipo di carriera. “Se odia così tanto la magia oscura, Signor Black, allora faccia l’Auror.” si era ritrovata a dire dopo altri minuti di infernali risposte sarcastiche. Gli occhi del giovane di fronte a lei si erano allargati, come riempiti di speranza e gioia, e il ragazzo sembrava rinato, “Davvero Lei crede che potrei fare l’Auror?”. Minerva non si era mai sentita così triste in vita sua, aveva davanti a sé un ragazzo che aveva avuto il destino segnato all’oscurità fin dalla nascita, invece era diventato un Grifondoro e, a parte qualche bravata, si era tenuto ben lontano dalla magia oscura, nonostante questo non credeva che avrebbe potuto combattere contro la Magia Oscura. “Ma certo, Signor Black, dovrà solo migliorare in Pozioni, e fare più attenzione ad incantesimi, per il resto la sua media è più che accettabile.” gli aveva detto e lui si era alzato sorpreso e felice, era evidente che nessuno aveva mai creduto che lui potesse essere altro che l’erede dei Black. La sua espressione, Minerva, non l’avrebbe mai dimenticata. 

Quella con Remus Lupin fu un’esperienza ancora più disastrosa: sembrava impossibile convincere il giovane che avrebbe potuto trovare un lavoro e avere una vita normale. Più Minerva gli parlava della sua vita fuori da Hogwarts più lui si chiudeva a riccio in un tenebroso e oscuro mondo.  

“Forse dovremmo fissare un altro colloquio.” Decretò infine la professoressa, Remus annuì e si ritirò abbattuto. “Guardi gli opuscol..” Cercò di ricordargli ma lui aveva già chiuso la porta e la donna sospirò forte. 

L’incontro con Peter Minus fu rapido, almeno. Quel giovane non voleva lasciare James Potter nemmeno fuori dalla scuola quindi decise che avrebbe fatto l’Auror come il suo amico. Inutile dire che la professoressa impiegò il resto del colloquio a convincerlo che, vista la sua media, sarebbe stato meglio puntare a essere un impiegato in qualche altro Ufficio del Ministero. 

Il giovedì Minerva era già di pessimo umore, la aspettava l’incontro con i due Potter.  

Il primo fu James, incredibilmente si mostrò molto risoluto nella sua decisione di diventare Auror e le spiegò che si stava già facendo aiutare dalla sorella a migliorare in Pozioni. Non si poteva certo dire che gli altri voti non fossero sufficienti, chissà come quel ragazzo aveva una delle medie migliori della scuola, se solo fosse cresciuto un po'! 

“Ho intenzione di proteggere le persone a cui voglio bene, e tutti gli innocenti, chi non può difendersi da solo.” James stava così concludendo la risposta alla domanda “Perché l’Auror?” quando si zittì all’improvviso. “Remus dovrà fare un altro incontro?” 

“Il signor Lupin glielo avrà accennato.” Replicò la professoressa acida. 

“Già...ma non ha detto perché...” Incalzò James. 

“Queste sono informazioni che non la riguardano.” Ribatté Minerva. 

Il ragazzo abbassò lo sguardo in silenzio, sospirò forte e poi mormorò: “La prego non gli permetta di credere che non può avere un futuro fuori da qui. Lo convinca che può fare tutto, ha visto la sua media, no? Può fare tutto quello che vuole!” Ora James stava guardando la professoressa negli occhi, le guance arrossate per il furore e uno sguardo supplichevole. 

“Certo...” Balbettò la professoressa. 

“Mi scusi.” Sussurrò il giovane e poi uscì di corsa, evidentemente convinto di essere sul punto di beccarsi una punizione. 

Subito dopo di lui entrò sua sorella, con aria perplessa si sedette sulla sedia. 

“Mi faccia indovinare, signorina White: vuole fare l’Auror. I suoi voti le permettono di fare quello che vuole quindi vada pure...” Iniziò la donna sbrigativa. 

“Potter.” La interruppe la giovane. “E in realtà sarei più interessata ad una carriera in campo medico.” 

La professoressa la fissò sorpresa. “Vorrebbe fare la Guaritrice?” 

Star annuì. “Ho promesso che avrei cercato di fare del bene e questo mi sembrava il modo migliore...” 

“Certo. D’accordo...” Minerva passò a spiegarle il procedimento che avrebbe dovuto attuare una volta uscita dalla scuola e quando finì la ragazza sembrava determinata e soddisfatta. 

 “Grazie...” Prima di alzarsi Star notò un foglio pieno di cuoricini sulla cattedra, tra tutti quei segni spuntava il nome di un certo suo amico. “Ehm.. Quello...” Cercò di dire lei. 

“L’ho sequestrato ad una studentessa stamane a lezione.” Rispose rapidamente la professoressa seguendo lo sguardo della giovane. 

“Ovviamente... non è che potrei averlo?” Chiese Star. La donna annuì impassibile e poi la spedì fuori dal suo ufficio. La ragazza sorrise soddisfatta guardando il foglio, poi riaprì la porta e infilò la testa di nuovo nella stanza “E dica a Remus che può diventare chiunque lui voglia!” detto questo di dileguò alla ricerca di suo fratello. Lo trovò in dormitorio con i suoi amici.  

“Oh, eccola! Il nostro Medimago di successo!” La accolse James. 

“Qualcuno dovrà pur ricucirvi, Auror.” Sbottò lei. “Quando avrai il prossimo colloquio, Rem?” Chiese poi. 

“La prossima settimana.” Rispose Remus cupo. 

Remus, dovrai scegliere cosa fare prima o poi...” Commentò James. 

“Potresti insegnare.” Propose Sirius. Tutti si voltarono a guardarlo. “Dicevo che... insomma... lui è molto bravo a spiegarci le lezioni e...” 

“E’ un’ottima idea davvero!” Si stupì James.  

“Già, sei molto bravo Remus.” Concordò Peter entusiasta. 

“Certo, ottima idea... un lupo mannaro che insegna a dei bambini innocenti.” Sbottò l’interessato sarcastico. 

“Perché, hai paura di mangiarteli tutti? Non sarà diverso da ora.” Replicò James scocciato. 

“Non ne parliamo più per favore.” Sospirò Remus. 

“Ok, ho un argomento migliore!” Si entusiasmò Star, poi estrasse dalla tasca della divisa un foglio spiegazzato e lo stese per bene in modo da poterlo mostrare a tutti.  

James, Remus e Peter scoppiarono a ridere, invece Sirius si alzò di scatto e strappò il foglio dalle mani della ragazza. “Dove hai trovato una robaccia simile?” Sbuffò. 

“Nell’ufficio della McGranitt, lo ha sequestrato a una ragazzina.” Spiegò la ragazza ridendo. 

“Minnie dice così ma io so che l’ha scritto lei, le sono rimasto nel cuore.” Sirius cambiò rapidamente comportamento; tornò a essere sereno e divertente come non lo era da un po'. Star se ne accorse solo allora; si rese conto di come Sirius fosse stato più cupo nell’ultimo periodo. Lui e Remus erano un disastro, sembrava fossero seguiti da una nuvola scura. La ragazza pensò che fosse solo a causa dei colloqui per i G.U.F.O. ma non si permise troppo di cullarsi in quell’idea. 

Il resto della serata trascorse senza intoppi e senza troppa tristezza. Star dormì con James e il mattino dopo, al suo risveglio, si lasciò stringere da lui un po'. 

“Sei in vena di coccole questa mattina?” le chiese suo fratello senza nemmeno aprire gli occhi. 

“Si, un po'.” Star inspirò profondamente, subito dopo si alzò in piedi con un balzo inspirò a pieni polmoni e gridò: “SVEGLIAAAAAAA!” 

Peter non si mosse, Remus sollevò il busto di scatto e Sirius scattò in piedi ed era a petto nudo, ovviamente.  

In breve tempo i ragazzi si vestirono, tra proteste e brontolii, e scesero in Sala Comune dove un gruppetto di ragazzine si stava affollando attorno ad un tavolo.  

“Che bolide succede questa mattina?” Domandò Sirius perplesso. 

Star sbirciò oltre le teste delle ragazze e ridacchiò. “Tu, credo.” Rispose. 

James incuriosito si avvicinò al tavolo e afferrò un giornalino tra i tanti poggiati su di esso, lo fissò e rise a sua volta lanciandolo a Sirius. 

Bhe, è una gran bella foto.” Commentò questo dopo aver dato un’occhiata alla copertina del giornale che ritraeva sé stesso ricoperto di panna il giorno di Pasqua. 

“Il ragazzo più sexy della settimana.” Remus lesse il titolo scritto a caratteri cubitali. 

“Oh, aspetta, dice che c’è un articolo su di te a pagina tre.” Star indicò l’angolo in basso della copertina. 

James riafferrò il giornalino dalle mani dell’amico e lo sfogliò rapido. “C’è un’altra foto, e non sei solo.” Annunciò voltando il giornale verso di loro. Una foto occupava buona parte di pagina tre, era quella scattata a Sirius e Star il primo aprile, quando erano ancora in pigiama con le mazze da battitori in mano, lei che spingeva giocosamente via lui, il ragazzo che la teneva stretta a sé per la vita. 

“E’ una foto stupenda!” Esclamò Sirius entusiasta. 

Peter aveva preso un’altra copia del giornalino e fissava perplesso la copertina. “Avevi davvero la camicia così inumidita dalla panna?” Domandò stupito. 

Sirius guardò di nuovo il sé stesso in copertina che sorrideva ammiccante tra la candida panna, la cravatta allentata sul collo e la camicia che gli aderiva addosso. “Non penso, forse hanno fatto un qualche incantesimo.” 

“Oh, no. Eri proprio così.” Lo smentì Star. 

In quel momento due studentesse del primo anno si avvicinarono ai Malandrini. “Scusaci...” Iniziò una timidamente rivolgendosi a Sirius come se il resto delle persone li attorno fossero state invisibili. “Possiamo avere un tuo autografo?” 

“Un autografo!” Ripetè James cercando di trattenersi dal ridere mentre Sirius accontentava le due ragazze. 

“Non essere scortese, Jame, ora Sirius deve occuparsi delle sue ammiratrici.” Scherzò Star, nel frattempo uscirono dalla Sala Comune e si diressero lungo i corridoi già affollati. 

Bhe, scusate se sono troppo bello e troppo sexy per passare inosservato come voi.” Sbottò il ragazzo, si spostò una ciocca di capelli dalla fronte con un gesto elegante, e Star si chiese se si rendesse davvero conto di quanto era attraente o se semplicemente si divertiva a scherzarci sopra senza comprenderlo. 

Non si sapeva bene come ma moltissime ragazzine parevano aver già visto il giornale, anche quelle di altre Case. Si erano radunate tutte nei pressi della torre di Grifondoro per cercare di vedere Sirius. 

“Hai ragione, sei troppo bello, ti lasciamo in buone mani allora.” Replicò Remus dopo essersi accorto degli sguardi su di loro, poi annunciò a gran voce: “Sirius Black firma autografi sulla sua foto in copertina!”  

In poco tempo il loro amico fu circondato dalle ragazzine, come se si fosse spezzato l’incantesimo di protezione che le aveva tenute alla larga fin ora.  Il resto dei Malandrini sgattaiolò via lasciando il loro amico in balia delle sue ammiratrici.  

“Sei stato perfido, Remus!” Commentò James estasiato da quell’attacco di malizia nel suo amico. 

“Un genio.” Gli fece eco Peter. 

“Un genio che dovrebbe essere un Prefetto.” Lily li sorpassò fermandosi più avanti e sbarrando loro la strada. 

Star stava per replicare qualcosa, sorpresa del fatto che la sua amica avesse da ridire, quando la rossa cominciò a ridere. È stato divertente, comunque.” Commentò poi. 

“Felice che ti piacciano i nostri scherzi, Evans.” Replicò James. 

“Questo è uno scherzo fatto da Remus, e oltre ad avere come vittima uno di voi, ha anche delle conseguenze molto leggere. I vostri scherzi, Potter, li trovo ignobili e assolutamente non divertenti.” Sbottò Lily girando sui tacchi e sparendo tra la folla. James per tutta risposta si passò la mano tra i capelli e sorrise ammiccante ad un gruppo di ragazzine; non aveva il fascino quasi inconsapevole di Sirius ma era comunque un gran bel ragazzo, anche Capitano della squadra oltretutto. 

“Non la conquisterai mai così.” Gli fece notare sua sorella dopo aver seguito il suo sguardo mentre proseguivano verso la Sala Grande. 

“E cosa dovrei fare, di grazia?” Sbuffò il giovane Potter. 

“Crescere. Ad esempio.” Ribatté Remus. 

“James è perfetto così com’è.” Si intromise Peter. 

“James è un rimbambito, e con le altre persone fa al figura dell’arrogante.” Replicò Star paziente arruffando con la mano i capelli di suo fratello. 

“Non è vero!” Proprio mentre pronunciava queste parole James spostò di peso un ragazzino del primo anno, facendolo scivolare lungo panca accostata al tavolo dei Grifondoro, per potersi sedere più comodamente. Star e Remus lo fissarono entrambi con un sopracciglio inarcato.  

James stava per dire qualcosa in sua difesa quando Sirius si gettò di peso sulla panca tra lui e Peter.  

“Oh sei vivo.” Notò Remus con scarso entusiasmo, accomodandosi di fronte al loro con Star.  

“Mi hanno rubato i calzini!” Annunciò Sirius con l’aria più stralunata del mondo. In effetti il giovane aveva perso anche la cravatta e qualche bottone della camicia che ora giaceva semi aperta sul suo petto, il mantello era sparito.  

“Ti senti violato?” Scherzò Star. 

“Io non so bene cosa sia successo, ma sono certo che le loro mani hanno toccato parti di me che non dovrebbero essere toccate.” Raccontò lui sconvolto. 

“Tipo il cuore?” Chiese la sua amica facendo ridere gli altri Malandrini, Sirius le lanciò uno sguardo stupefatto. “Scusa ma non riesco a pensare a nessuna altra parte del tuo corpo che non sia già stata toccata.” Si spiegò lei. 

“Oggi siete tutti incredibilmente cattivi con me.” Si lamentò lui. 

Al e Fill giunsero vicino a loro interrompendo le risate.  

“Ci scusi Capitano.” Cominciò Fill con un inchino.  

“E incantevole sorella del Capitano.” Aggiunse Al inchinandosi ancora più a fondo. 

“Ma volevamo sapere quando inizieremo ad organizzare le Giornata dei Grifondoro.” Concluse Fill. 

Inutile dire che a James quasi prese un colpo. Era venerdì 23 aprile e la Giornata dei Grifondoro sarebbe stata il 28 aprile.  

“Cinque giorni...” Balbettò il Capitano. “E non ho nemmeno chiesto il permesso alla McGranitt...” Senza dire altro il ragazzo partì di gran carriera fuori dalla Sala. 

Al e Fill rimasero stupiti a fissare i restanti Malandrini che continuarono a mangiare con calma.  

“Oh, Sirius ha già chiesto il permesso alla McGranitt.” Spiegò Star. 

“E hanno già fatto il disegno per le magliette.” Aggiunse Remus. 

“Questo weekend, dopo gli allenamenti, vi spiego l’incantesimo e vi fermerete a fare le maglie con noi.” Sirius estrasse dalla borsa una maglia già finita e la passò ai ragazzi che entusiasti andarono a mostrarla ai loro compagni di squadra. 

James li raggiunse in aula, rosso in viso, era evidente che la professoressa McGranitt gli aveva riferito che Sirius aveva già ottenuto il permesso. “Potevate dirmelo.” Sbottò sedendosi accanto ai suoi amici nei banchi infondo. 

“Non sarebbe stato divertente.” Replicò Star tranquilla.  

La McGranitt entrò subito dopo James. “Cinque punti in meno per il ritardo, signor Potter.” Decretò prima ancora di raggiungere la cattedra. 

“Ma anche Lei è in ritardo!” Ribatté il ragazzo. 

“Perché lei mi ha fatto arrivare in ritardo, signor Potter. Quindi altri cinque punti in meno per questo. Aprite i libri.” 

Sirius cercò di trattenersi dal ridere, non per rispetto della lezione, ma per il semplice fatto che i corridoi erano ancora pieni di ragazzine assatanate e lui non era certo che i suoi pantaloni gli sarebbero rimasti addosso se James avesse voluto vendicarsi. 

Una volta concluse le lezioni il Capitano mise subito all’opera la squadra per finire di organizzare il Raduno in Volo. Sarebbe stata di mercoledì quindi la professoressa McGranitt voleva concedere ai Grifondoro solo il pomeriggio di libertà, ma Silente le fece notare che avevano avanzato un giorno intero di vacanza avendo fatto una pausa Natalizia più breve, così venne data a tutta Hogwarts una giornata di riposo. I Tassorosso presero d’esempio i Grifondoro e decisero di trascorrere anche loro la giornata insieme. I Corvonero, venuti a saperlo, prenotarono la biblioteca. I Serpeverde provarono ad organizzare qualcosa sotto consiglio di Lumacorno ma non tutti aderirono.  

Giunse infine mercoledì, i componenti della squadra si recarono per primi in campo già indossando le loro maglie rosse con un leone con una mazza da Battitore in mano, la Pluffa sotto il braccio e un boccino che gli svolazzava attorno alla testa, ovviamente c’era anche il conteggio magico dei minuti in volo. Star era con loro, la squadra aveva insistito visto l’impegno impiegato dalla ragazza per preparare le magliette; Mary la fissava in modo strano, meno odioso rispetto agli ultimi tempi. 

“Ok, prepariamo le scope per chi non le ha, i tavoli per il pranzo e tutte le decorazioni.” Ordinò James guardandosi intorno allegro. Star respirò a fondo, adorava organizzare le cose di prima mattina: era una bella giornata e l’aria era frizzante ma non pungente, si prospettava un aumento di temperatura. Tutti intorno alla ragazza si misero al lavoro e lei iniziò ad aiutare qua e là. Star cercò di vivere al meglio quella sensazione particolare che le percorreva il corpo, i preparativi di qualcosa di importante che avrebbe reso felici molte persone la facevano sentire bene, emozionata, felice. Si, quello era il momento della giornata che preferiva in assoluto.  

“Star, vieni un attimo per favore?” La chiamò Sirius alle prese con uno stendardo che non voleva farsi appendere dritto. Quando lei si avvicinò il ragazzo incrociò le mani posizionandole con i palmi in alto e piegò un po' le ginocchia tenendo le mani più in basso possibile. “Salta su.” La incoraggiò. 

Star poggiò un piede sulle sue mani e si sentì sollevare immediatamente, svelta sistemò lo striscione che si era attorcigliato e poi Sirius la afferrò per i fianchi accompagnandola a terra. 

“Grazie. Ottimo lavoro.” Le disse lui sorridendo.  

“Non c’è di che.” Rispose la ragazza. In quel momento arrivarono i primi Grifondoro e la squadra si adoperò per aiutarli. Lily e le altre ragazze giunsero al campo più tardi e Mary le accolse subito, Alice e Lily, però, chiesero l’aiuto di Star. Non che la loro bionda amica non fosse brava, ma era poco paziente, la mora invece non aveva problemi ad aiutarle con calma. 

“Non ho mai capito perché dobbiamo fare questo raduno proprio in volo.” Si Lamentò Lily reggendosi con forza alla sua scopa. 

Star rise volgendo il viso alla carezza del vento. “Perché è un Raduno in Volo.” Spiegò semplicemente. 

“Sai Star, vorrei vederti alle prese con una cosa che ti viene difficile.” Scherzò Alice. 

“Basta che la guardi alle prese con i suoi sentimenti con Black.” Commentò Lily. 

Shhhhhh!” Fece Star guardandosi intorno agitata. 

“Dai, non puoi essere così pessima nelle relazioni.” Replicò Alice. 

“Decisamente si. E, Lily, usa un nome in codice se proprio vuoi parlare di lui, ha un udito davvero molto fine.” La mora rimproverò la rossa dopo essersi accertata che Sirius fosse dall’altra parte del campo. 

“Ok, lo chiamerò l’Idiota Cieco.” La accontentò Lily. 

“Gli si addice.” Replicò Star con un sospiro sconsolato. 

Bhe, non si può incolparlo di essere cieco visto il modo in cui ti ostini a non dare traccia dei toui sentimenti.” Fece notare Alice. 

“E che dovrei fare? Morirgli dietro come tutte le altre?” Sbottò la mora. 

“Esiste una via di mezzo.” Le ricordò Lily. 

“Non mi piace civettare.” Ribatté Star. 

“Basta che tu faccia quello che hai fatto al compleanno di tuo fratello.” Commentò Alice. 

“Buon giorno signorine.” Sirius si fermò in volo accanto a loro con un sorriso smagliante. “Tuo fratello, nonché capo supremo, ti attende.” Riferì alla sua amica. 

“Sentite la mia mancanza, vero?” Scherzò Star. 

“Come l’aria.” Rispose Sirius nello stesso tono. 

La mora rise, salutò le ragazze e volò rapida verso James schivando tutti gli inesperti Grifondoro che incontrò nel tragitto. 

“A rapporto, Capo.” Annunciò scherzosa la ragazza. 

James le si avvicinò il più possibile. “Le hai indicato me? Oggi sto volando proprio bene. Le hai fatto notare quanto sono agile? A proposito, come sto?” Le sussurrò all'orecchio poi prese a passarsi la mano tra i capelli e produsse il suo sorriso più falso in direzione di Lily, era quello che gli usciva quando cercava di imitare il sexy e sfrontato mezzo sorriso di SiriusLa rossa, che stava guardando da quella parte per capire se la sua amica sarebbe tornata, sbuffò e distolse lo sguardo. 

“Non mi può sopportare!” Si disperò il giovane Potter. 

“È perché ti comporti così. Stai fermo con quei capelli. E sorridi in modo normale!” Sbottò Star esasperata. 

“Non ci riesco!” James era davvero un fascio di nervi, era raro vederlo così. 

“Ma che ti prende oggi?” Gli chiese. 

È che lei non viene mai alle partite. E oggi pensavo… dopo quello che è successo la sera del ballo e anche a Pasqua… io pensavo che mi avrebbe guardato in modo diverso.” Spiegò lui. 

Sua sorella sorrise dolcemente. “Farò quel che potrò. Ma tu smettila di atteggiarti cercando di imitare Sirius.” 

“Ma con le altre funziona sempre…” Sospirò rassegnato James. 

“Ah, Lily è come le altre allora?” Domandò lei. 

“No, ma certo che no.” Replicò il ragazzo con aria offesa. 

Star stava per dirgli qualcosa ma poi si arrese e scuotendo la testa tornò dalle sue amiche.  

“Cosa voleva?” La accolse Alice curiosa. 

“Cose da fratelli.” Rispose la mora. 

“Ah, non è giusto! Deve essere davvero un legame speciale quello che ci lega. L'ho capito bene alla partita; quella in cui ti sei gettata dalla scopa.” Protestò Alice con un pizzico di invidia. 

“Chissà chi ti prenderebbe lo facessi oggi?” Si domandò Lily. 

“James.” Star non aveva dubbi. 

“Io non ne sarei così sicura.” Alice cercava di insinuarle un dubbio, infatti riprese subito dopo: “Credo che oggi ti prenderebbe Sirius.” 

“Tu sogni.” Replicò la mora ridendo. 

“Bhe, non puoi saperlo.” Le fece notare Lily. 

“Ve lo dimostro allora.” Replicò Star convinta. 

“Oh, no! Sei impazzita? C'è troppa gente oggi, e se nessuno ti prendesse?” Si agitò Alice. 

“Sono piuttosto brava con gli incantesimi, mi fermerò da sola prima di spappolarmi, promesso.” Le assicurò la ragazza dagli occhi cobalto, poi si voltò e volò verso l’alto, sopra tutti i partecipanti al raduno. Era davvero molta gente, ma per fortuna in quel momento arrivò il pranzo e tutti scesero di quota; il cielo era libero.  

Star sapeva che James la stava cercando, poteva quasi percepire i suoi occhi nocciola scandagliare i dintorni per trovarla. La ragazza prese un respiro profondo, il sole le scaldava la pelle ma il vento fresco le impedica di soffrire il caldo. E si lasciò andare.  

Cadere nel vuoto era una sensazione terrificante e bellissima al tempo stesso, sembrava che il tempo rallentasse, poteva sentirsi pensare ad una lentezza incredibile, guardò il suolo e si chiese da quanti secondi ormai stava precipitando. Braccia forti la afferrarono per la vita e degli applausi partirono da quei pochi che avevano notato la scena, convinti che fosse un tributo alla prima partita del Capitano. Star sorrise e salì sulla scopa dietro il suo salvatore; suo fratello.  

“Dovresti avvertirmi quando fai queste cose. Avrei potuto non accorgermene.” Commentò James, ma il suo sorriso tranquillo dimostrava che aveva compreso le intenzioni di sua sorella ben prima che lei si buttasse. 

“Tutto bene? Mi hai fatto prendere un colpo.” Sirius era accanto a loro, Star non sapeva da quanto tempo, e il suo viso, al contrario di quello di James, era solcato da un’ombra di preoccupazione. 

“Oh, si. Volevo solo... sai, la nostra prima partita. James è stato incredibile, ha preso il boccino e me.” Raccontò lei come scusante. 

“Andiamo a prendere la tua scopa.” Propose James accennando con il mento al manico bloccato in aria alcuni metri sopra di loro. Sua sorella annuì e sorrise a Sirius come per rassicurarlo. 

Il pranzo si svolse in volo per pochi temerari e a terra per gli altri studenti meno avvezzi ai manici di scopa. Nonostante questo fu estremamente divertente. Al e Fill intrattennero i Grifondoro recitando una scenetta allegra di una vecchietta e sua nipote, vederli fingersi l’uno un’anziana e l’altro una bambina era la cosa più esilarante del teatrino improvvisato. 

Dopo pranzo tutti rimontarono sulle scope, la giornata era splendida. Dall’alto si potevano vedere i Tassorosso radunati in riva al Lago Nero che si godevano il sole su coperte gialle e immergevano i piedi nell’acqua fresca.  

“Star?” La voce di Sirius riscosse la ragazza dal torpore in cui era caduta osservando il parco dall’alto.  

“Dimmi.” 

“E’ da un po’ di giorni che volevo chiedertelo ma...” Iniziò lui, ma fu interrotto da Sophia che nonostante fosse instabile sulla scopa si era presa la briga di volare fin lassù solo per chiedere con aria strabiliata: “Tu e Lily siete usciti con dei ragazzi più grandi il giorno dopo Pasqua?” 

“Già.” Replicò la mora. 

“Mary ha detto di averli visti, sono davvero così belli come dice? Ha detto che hanno degli occhi azzurri pazzeschi.” Continuò Sophia. 

“Sono effettivamente molto belli.” Confermò Star. 

Ahhh! Tu e Lily vi beccate sempre i migliori!” Protestò la ragazza. 

La mora sorrise e la guardò tornare verso il basso pregando che non si facesse male. 

“Quindi è andata bene l’uscita alla fine.” Constatò Sirius. 

“Lo sai com’è andata. Ci siamo baciati e...” Replicò Star ma il suo amico scosse la testa.  

“No, intendo dire... ti piace, quel ragazzo, nonostante avessi detto che non saresti più uscita con nessuno.” Spiegò lui. 

La ragazza guardò verso il basso, qualche metro sotto di lei i suoi compagni Grifondoro ridevano e scherzavano. “E’ bello, si... mi piace direi.” 

“Bene.” Sirius sembrava desideroso di chiudere quel discorso. “Volevo chiederti: hai mai letto di una magia che può impedirti di scoprire un luogo, di disegnarlo su una mappa intendo.” 

Star ci pensò su. “Hogwarts è protetta da una magia simile, no?”  

“Ma noi stiamo disegnando la mappa di Hogwrts.” Ribatté lui. 

“Si, ma non la stiamo posizionando su una carta geografica intendo. Non si può fare questo.”  

Il giovane parve deluso. “Nemmeno tu puoi farlo? Nel senso; non puoi rompere l’incantesimo?” 

“Non ci ho mai provato. Forse si, ma se lo facessi metterei a rischio la sicurezza di Hogwarts.” Spiegò lei. “Perchè mi chiedi questo?” Si incuriosì poi. 

Sirius le sorrise. “Ho trovato una stanza, una che credo non abbia mai trovato nemmeno James.” 

Per un attimo Star perse un battito: e se il suo amico aveva trovato la Torre? 

“Si trova al settimo piano, dietro il ritratto di quel tipo che cerca di insegnare la danza ai troll.” Rivelò il giovane e la ragazza si sentì sollevata. 

“Ci sono passata di lì, in una stanza lì vicino mi sono allenata per... bhe... ok... e quindi?” 

Il sorriso del ragazzo si allargò. “Quindi è incantata, non si può disegnare, inoltre ci trovi dentro tutto ciò di cui hai bisogno.” 

“Cosa?” Si stupì lei. 

“Esatto. L'ho scoperta giorni fa, avevo voglia di suonare un po' ma non ci sono strumenti qui ad Hogwarts e tu non eri nei paraggi per farli apparire, mi sono perso in quel dannato corridoio e sono tornato indietro sempre alla ricerca di un posto dove suonare, poi ho capito dov’ero e ci sono passato di nuovo, davanti all’arazzo intendo. In quel momento è apparsa una porta, sono entrato e c’era una stanza piena di strumenti. Sono uscito per cercare di ricordami bene dove fosse la stanza ma allora la porta è sparita, così ho fatto una prova desiderando un posto per nascondermi ed è apparso una stanza molto confortevole, come se pensasse che ci avrei passato del tempo. Poi sono uscito e la porta non c’era.” Sirius raccontò tutto ciò senza quasi prendere fiato. 

“Ma è fantastico. Dobbiamo andarci!”  Si esaltò la ragazza. 

“Volevo farvi una sorpresa e disegnarla sulla mappa, ma non ci sono riuscito.” Si rammaricò lui. 

“Se preferisci possiamo andarci solo noi due, così posso vedere se riesco ad aggirare quell’incantesimo.” Propose Star. 

“E’ un’ottima idea.” Acconsentì il giovane.  

“Di che blaterate voi due?" James si avvicinò a loro tenendo d’occhio un insicuro Remus e un troppo entusiasta per le sue capacità Peter.  

“Di quanto sei patetico.” Rispose sua sorella sorridendo. 

“Ha-ah, mai patetico quanto te sorellina.” Replicò James.  

Senza che Remus se ne rendesse conto presto si trovò da solo ad un’altezza considerevole mentre i suoi amici erano partiti a gareggiare tra loro seguiti da un esaltato Peter che rischiava di cadere ogni metro e sbatteva contro chiunque. Il giovane sospirò e cercò, con calma, di scendere di quota.  

Star fermò la sua corsa quando fu chiamata da Alice; si unì al gruppo di ragazze che stavano allegramente chiacchierando di compiti e ragazzi.   

“L’idiota cieco è venuto a salvarti, hai visto?” Le sussurrò all’orecchio Lily. 

“No, James mi ha salvata, come dicevo io.” Replicò la giovane. 

“Si, ma non hai visto la corsa che il tuo amico ha fatto?” Si intromise Alice sporgendosi verso di loro. 

Lo sguardo ingenuo di Star fu una risposta eloquente.  

“Si è voltato verso di te nell’esatto istante in cui hai lasciato la scopa, è partito in volo talmente velocemente che era quasi impossibile vederlo, è arrivato un secondo dopo di James ma solo perché tuo fratello è partito ancora prima che tu ti lasciassi cadere.” Il racconto di Lily sorprese Star anche se lei finse di no. 

Bhe, lo ha fatto perché a differenza di James non sapeva che mi ero gettata appositamente, era molto preoccupato quando ci ha raggiunto.” Spiegò poi. 

Alice la guardava con un’aria talmente scettica che le sue sopracciglia erano quasi finite sotto la sua frangia. 

“Kyle e Reece, vero?” Chiese Ann a Lily in quel momento, distogliendo le tre dalle loro chiacchiere. 

“Si, si chiamano così.” Rispose la rossa. 

“Sono cariniiiii, io li ho visti.” Commentò Marlene. 

“Sono molto affascinanti in effetti, e intelligenti. Sapeste che libro stanno scrivendo! E’ fantastico.” Raccontò Lily. 

“Sarà quello giusto?” Le chiese Mary maliziosa. 

“Mah, è troppo presto per dirlo, per ora so che è una persona molto gradevole e mi piace uscirci, se me lo richiedesse ci uscirei di nuovo.” Rispose la rossa con lieve imbarazzo. 

“E tu che ne pensi di Kyle, Star?” Domandò Emmeline curiosa. 

“Più o meno lo stesso. Mi chiedo se usciremo ancora insieme.” La ragazza dagli occhi cobalto fissò in alto. Il sole stava tramontando e i Grifondoro cominciavano ad atterrare e a salutarsi. 

“Io mi ritiro.” Annunciò Alice scendendo dalla scopa con aria infelice. Frank le fu subito accanto e le avvolse le spalle con un braccio conducendola fuori dal campo. I due si allontanarono chiacchierando allegramente, sembravano davvero felice, lui le baciò la guancia e lei sorrise in modo stupendo, gli occhi di entrambi sembravano luccicare. 

“Una cosa così la vorrei anche io.” Mormorò Lily. Star si voltò verso di lei. “Anche io.” Replicò con un sorriso amaro. “Ma un giorno succederà anche a noi.” 

Lily e Star si salutarono. La rossa andò a cenare mentre la mora rimase a sistemare il campo con la squadra. Andarono a cena molto tardi e riuscirono a malapena a mangiare qualcosa prima di tornare in dormitorio. Alcuni ragazzi del sesto anno ne approfittarono per fare un festino ma nessuno del quinto o del sesto vi partecipò. Star filò a letto distrutta dopo aver salutato Malandrini, non dormire non la stancava, e nemmeno la fatica fisica, ma cercare di nascondere i suoi sentimenti per Sirius... quello la distruggeva. Si addormentò subito e si godette un sonno profondo e ristoratore. 

 

 

............ 

 

Le lezioni ripresero e il giorno dopo prima di cena Remus salutò i suoi amici per recarsi, sconsolato, al colloquio.  Il ragazzo camminava lentamente, era partito con largo anticipo, ma non aveva nessuna voglia di arrivare a destinazione. Che lavoro poteva fare un lupo Mannaro? Forse il distruggi documenti in qualche buio angolo di discarica. Nonostante cercasse di perdersi nei corridoi arrivò comunque all’Ufficio della McGranitt, almeno non era in anticipo. Spinse la porta ed entrò, pronto ad un colloquio interminabile quanto inutile, ma quando entrò trovò i suoi amici in piedi attorno alla scrivania della professoressa. 

“Che cosa ci fate qui?” Domandò il giovane perplesso. 

“I signori e la signorina sono venuti a parlarmi di una certa idea per il suo futuro.” Rispose Minerva.  

I Malandrini sorrisero. “Dovresti pensarci davvero, ad insegnare qui ad Hogwarts.” Aggiunse James. 

Remus era senza parole, ma riuscì comunque a balbettare un rifiuto. “Non è saggio.” 

“Io trovo, invece, che sia una splendida idea.” Commentò l’insegnante. 

“Sei sempre molto paziente con me.” Raccontò Peter. 

“E anche con me.” Aggiunse Sirius. 

“E io, purtroppo per te, so che ti piacerebbe insegnare.” Concluse Star. 

“Ma non è sicuro.” Protestò Remus. 

“Io personalmente mi occuperò della sua sicurezza, Signor Lupin. E mi occuperò anche di scrivere una lettera di raccomandazione per il professor Silente quando sarà il momento.” La professoressa era a dir poco determinata.  

“Io... io...” Balbettò Remus. 

“Tu accetti.” Completò James per lui poggiandogli un braccio sulle spalle. 

“E ringrazi.” Concluse Sirius. 

“Diventerai professore.” Si entusiasmò Star. 

Remus era sull’orlo delle lacrime. “Non sono sicuro di poterci riuscire... voi... vi fidate troppo di me ma senza Star io...”  

“La signorina White?” Chiese la professoressa McGranitt perplessa. Remus si rese conto di aver messo a rischio la sua amica e le loro lune piene. 

“Lo curo... dopo Madama Chips e anche la sera prima della luna.” Rispose rapida Star. 

“Questo spiega perché il signor Lupin è sempre meno stanco e si ferisce meno. Non dovreste tenerlo nascosto, può recarsi alla Stamberga con Madama la sera e la mattina, signorina White.” Per quanto gentile e premurosa questa decisione di Minerva mise a serio rischio tutti i piani dei Malandrini. 

“Comunque, Rem, se diventerò una Guaritrice non mi scorderò di certo del mio paziente preferito. Io sarò qui se questo ti fa sentire più tranquillo, sarò al tuo fianco ogni mese.” Promise Star. 

“Ha sentito, signor Lupin? Non c’è nessun pericolo.” La professoressa si alzò. “Quindi ora che ha scelto la sua carriera mi aspetto il massimo impegno da lei nei G.U.F.O., qualunque materia deciderà di insegnare non può essere impreparato in tutte le altre.” Detto questo indicò la porta a tutti i ragazzi li riuniti. Remus stava piangendo, grosse e dolci lacrime che scendevano sulle sue guance incrociandosi sul mento. “Ma sono certa che non mi deluderà.” La donna lo guardava sorridendo dolcemente. Remus abbassò lo sguardo ma annuì e in silenzio uscì insieme agli altri Malandrini. 

“Su su, non è così grave, anche se non sarai un Auror sexy come me e Sirius non vuol dire che non troverai mai una moglie.” Scherzò James una volta richiusa la porta alle loro spalle. 

Remus singhiozzò ma sorrise. “Forse... forse non prima di te... ma prima di Sirius...” 

“Prima di me cosa?” Domandò il giovane Black. 

“Mi sposerò prima di te.” Sbuffò Remus cercando di frenare le lacrime asciugandole con i bordi delle maniche. 

“Sono certa che sarà così.” Concordò Star porgendogli un fazzoletto. 

“Andiamo a mangiare?” Propose Peter. 

I ragazzi risero e si incamminarono verso la Sala Grande. Dopo cena Remus li costrinse a studiare, con i preparativi del Raduno in Volo i suoi amici avevano messo da parte i compiti e ora si erano accumulati a dismisura. Nonostante lo studio erano tutti sereni, anche se avevano fatto i conti con la prima tappa di una crescita personale, per quella sera i loro desideri per il futuro erano ancora sogni lontani, e loro erano solo dei ragazzi che si prendevano in giro interrogandosi a vicenda sui libri di testo nella calda e accogliente Sala Comune dei Grifondoro. 

 

 

................. 

 

L’ultima settimana di aprile si era conclusa con la partita Serpeverde contro Corvonero. Restava solo da giocare quella Grifondoro contro Serpeverde, da sempre la più agguerrita. Inutile dire che James stava facendo sfiancare la sua squadra a suon di allenamenti e che per questo motivo lui e Sirius si ritrovavano a studiare fino a tarda sera. Nonostante tutto, la missione Mappa non era stata messa da parte e i ragazzi contavano di essere invitati alla festa di Lumacorno il primo weekend di maggio. Per questo motivo si stavano davvero impegnando in Pozioni, venerdì pomeriggio era la loro ultima chance. 

“Ok gente, Piumadoro con Lunastorta, io con Felpato.” Pianificò James a pranzo. 

“Se facciamo così Remus non verrà mai invitato, il professore non crederà che sia merito suo.” Protestò Star. 

“Non fa niente, non è il suo solito raduno del Lumaclub in cui invita solo i migliori, è una festa, sicuramente chiederà ad ognuno di noi di invitare qualcuno. Tu inviti Remus, io e Sirius cercheremo di fare del nostro meglio per essere invita a nostra volta.” Replicò suo fratello. 

“E poi uno di vuoi due inviterà me.” Concluse Peter emozionato.  

“Ma sei pazzo? Nessuno di noi due si presenterà accompagnato da un ragazzo, me che meno da te. Noi ti faremo intrufolare con il mio mantello. E bada di non perderlo o rovinarlo.” Sbottò James impaziente. 

“Lily con chi ci andrà?” Chiese Remus. 

“Con Severus credo.” Rispose Star. 

“Ok, possiamo concentrarci su come prendere un bel voto?” Sbuffò Sirius, l’unico con il libro aperto per un ripasso dell’ultimo minuto. 

Quando entrarono nelle segrete notarono subito svariati calderoni e contenitori fumanti da cui si levavano diversi profumi e odori.  

“Oggi ho in mente una cosa un po' speciale, darò un premio a chi di voi riuscirà a riconoscere le pozioni che ho preparato per voi.” Annunciò Lumacorno giovale mentre gli studenti prendevano posto. 

“Chi vorrebbe provar...?”  

“Io.” 

Lily e Severus erano scattati in piedi contemporaneamente pronti ad offrirsi volontari, ma il più veloce a proporsi non era stato uno di loro, bensì Sirius. 

“Prego signor Black.” Lo invitò Lumacorno piacevolmente sorpreso mentre Severus sussurrava qualcosa di maligno su di lui a Lily. E con gran sollievo Star notò che la sua amica finse di sorridere. 

“Questa è pozione Polisucco, utile per assumere le sembianze di qualcun altro.” Iniziò Sirius sicuro indicando il primo calderone pieno di una fanghiglia densa e scura. 

“Ottimo!” Lo incoraggiò Lumacorno. 

“Questa è Pozione ricostituente alla Mandragola, serve a riportare alla normalità chi è stato accidentalmente pietrificato.” Proseguì il ragazzo, Lumacorno annuì entusiasta. 

“Pozione Invecchiante, penso sia ovvio a cosa serve.” Sirius stava guardando un contenitore contenente un liquido verde, ancora una volta il professore annuì. 

“Qui abbiamo Pozione Obliviosa, l’ho capito dall’odore di valeriana, e Bevanda della Pace.” Il giovane Black era ormai giunto alla fine del tavolo, si voltò verso l’ultimo calderone dal quale il fumo si sollevava a spirale. Senza che nessuno potesse prevederlo il ragazzo sbincò e fece un passo indietro. “E’ Amortentia, vero?” Sirius guardava il calderone con un misto di rabbia e circospezione. 

“Si esatto! Ha indentificato correttamente tutte le pozioni...” Lumacorno sembrava davvero felice dei progressi del suo allievo. Ma Sirius non ascoltò una parola.  

“Signor Black... Signor Black, vuole dirci cosa sente?” Il professore stava cercando di richiamarlo, Sirius lo sentì lontano, come se non fosse davvero lì. Strinse i pugni; la rabbia montava sempre di più. Senza nemmeno rendersene conto uscì di corsa dal sotterraneo, forse aveva gettato a terra il libro di un Serpeverde prima di andarsene, forse quel Serpeverde era Mocciosus, ma non gli importava. 

Star si voltò preoccupata verso suo fratello, Lumacorno balbettava sorpreso cercando di capacitarsi di quanto accaduto. James balzò verso di lui.  “Lo scusi professore, l’Amortentia, sa bene che effetto fa solo il suo profumo e Sirius... sta attraversando un brutto periodo in amore.” 

Il professore sorrise rassicurato. “Ma certo, certo. Problemi giovanili. Sono infatti sicuro che l’Amortentia sia la Pozione più pericolosa in questo sotterraneo.” Dopo aver annunciato questo si chinò verso James e sussurrò: “Si assicuri che il signor Black stia bene, e gli dica che gli assegnerò il suo premio alla mia festa domani sera, e che può portare chi vuole così si distrarrà.” 

Il giovane Potter ringraziò il professore e uscì a sua volta. Star e Remus fecero del loro meglio per non pensarci troppo e far proseguire il piano. Ovviamente uscirono dall’aula vittoriosi: anche Star aveva ricevuto un invito alla festa. Prima di cena cercarono James e Sirius, invano, così si misero a studiare con Lily in biblioteca. Si diressero in Sala Grande per mangiare con Lily e le altre ragazze, e solo quando la Sala cominciò a svuotarsi incontrarono James e Peter. 

“E Sirius? Che gli è preso?” Domandò Remus preoccupato. 

“L’ho cercato tutto il pomeriggio, sembra svanito nel nulla. Sono andato anche alla Stamberga, niente.” Rispose James amareggiato. 

Star si illuminò. “Forse so dov’è, fidatevi di me.” Senza aggiungere altro partì di corsa. Salì un’infinità di scale ma alla fine arrivò al settimo piano, fissò l’arazzo con i troll e prese un respiro profondo. Avevano aspettato talmente tanto a cena che nel giro di un’oretta sarebbe scatto il coprifuoco, quindi sperò davvero di trovare Sirius al più presto; sarebbe stato strano dover spiegare alla gente perché faceva avanti e indietro in un corridoio in piena notte. Scacciò i brutti pensieri e cercò di concentrarsi per chiedere al muro di far comparire una stanza dove poter suonare. Era decisamente ridicolo camminare su e giù ma alla terza volta una porta apparve. La ragazza bussò, senza nemmeno sapere perché, controllò che il corridoio fosse vuoto, e poi entrò. Sirius era seduto al pianoforte, le sue mani però erano distanti dai testi, e gli occhi grigi erano puntati su di lei. 

“Non credevo te lo ricordassi, ti ho aspettato per venirci insieme la sera del raduno.” La accolse Sirius aspramente. 

“Oh.” Fu questo l’unico suono che la giovane riuscì a produrre, il viso puntato verso le sue scarpe, ripetendosi mentalmente quando era stata stupida. “Mi dispiace.” Riuscì ad aggiungere poi. 

Nel silenzio che seguì nessuno dei due si mosse. Alla fine Star si sedette accanto al ragazzo e posò un dito su un tasto; un Sol chiarissimo vibrò nell’aria. 

“Come stai?” Chiese lei. “A parte la scenata di oggi è da un po' che ti vedo giù di corda.” 

“Mio zio ha smesso di rispondermi alle lettere, non ho sue notizie da un po'.” Rispose Sirius, lui stesso si stupì di quanto detto; teneva quel segreto nascosto da tempo e gli era bastato che lei domandasse per sputare il rospo. 

Star lo guardò con i suoi occhi cobalto pieni di preoccupazione. “Spero che stia bene, è un uomo saggio e un abile mago, sono certa che non ti scrive per non farsi rintracciare.”  

“Grazie.” Mormorò il giovane, premette anche lui un tasto, tanto per fare. LA. 

“E Mary? Hai sentito il suo profumo nella pozione?” La ragazza stava guardando le dita di lui posate delicatamente sui tasti, in posizione, pronte per produrre musica. 

“Stavo con lei perché pensavo di non meritare altro. Ma non era giusto per lei. Non merito nemmeno lei.” La voce di lui era poco più di un sussurro. 

“Perché pensi di non meritare la persona che ami?” Insistette Star. 

“Dovevo dimostrare di essere più di un ragazzo inebriato dal sesso e dall’alcol ma non ce l’ho fatta.” Rispose Sirius con semplicità. 

“Cioè non la meriti solo perché non sei fatto per l’astinenza?” La ragazza trattenne uno sbuffo divertito. 

“No... È perché... e se stando con lei la obbligassi a fare sesso prima di quando vuole?” Il giovane Black si alzò di scatto posando la mano sui toni più cupi della tastiera, un bell’effetto drammatico. 

“Lo faresti?” Chiese lei. 

“No, ma forse farei sesso con altre ragazze...” Sirius guardò in basso, sorpreso da sé stesso.  

“Riusciresti a fare sesso con altre persone mentre stai costruendo un’intesa di veri sentimenti con la persona che ami? Sei troppo emotivo per riuscirci, credo.” Replicò la giovane tranquilla. 

“Cosa intendi?” Il ragazzo si voltò a guardarla, era ancora seduta e sorrideva serena, sicura di sé. 

“Che fai sesso perché ti piace la sensazione, ma non crei mai un legame vero con le persone con cui lo fai.” Gli leggeva dentro, Sirius ne era convinto. “Io so che la rabbia che hai dentro non è l’unico sentimento che nascondi. Quindi dimmi: se fossi sicuro di amare e essere amato ti importerebbe del sesso?” 

“Credevo di no. Ma anche se amo questa persona ho ceduto comunque.” Rispose lui, c’era una durezza tale nel suo tono da essere quasi solida, graffiante. 

Perchè non ti sei mai dichiarato!” Sbottò Star spazientita. “Non sai nemmeno se questa persona prova lo stesso per te. Ma se fosse così; se ti amasse nello stesso pazzo, forte e incredibile modo con cui la ami tu, di cosa ti importerebbe?” 

“Solo di lei. Anche ora mi importa solo di lei... non mi importa del sesso.” Il tono del giovane diventò improvvisamente forte e alto, tanto da rimbombare nella grande stanza. 

“Allora perché lo fai?” 

“Perchè è divertente, mi fa sentire bene.... ” 

“E perché stai male?” Lo interruppe lei. 

“Perché HO PAURA CHE LEI NON MI AMERA’ MAI. E soprattutto perché non ho il coraggio di dirle che io la amo.” Gridò Sirius. 

“E se tu lo trovassi il coraggio? E lei ti amasse?” Quella domanda rimbombò nella testa del giovane per dei lunghissimi secondi. E se lei lo avesse amato. Doveva scoprirlo. 

“Hai ragione... Devo scoprire cosa prova per me, solo così potrò mettermi il cuore in pace.” 

Star rise. “Sembri così convinto che lei ti rifiuterà, chi è? E’ Rosmerta?”  

Il giovane arrossì lievemente. “Come fai a sapere di lei?” Domandò in preda al panico. 

“Sono amica di una sua amica, un giorno siamo uscite e l’ho sentita parlare di te. Allora, ho indovinato? Hai paura perché lei è più grande? O solo perché è bellissima?” 

“Non hai indovinato. Sono uscito con lei solo una notte.” Sirius sorrise. “Però lo farò, dirò alla donna che amo quello che sento. Così tu, James e Remus smetterete di assillarmi.” 

“Sei incredibile, ti sei creato tutti i tuoi problemi da solo.” La ragazza rise ancora. “Comunque... cosa hai suonato quando sei venuto qui la prima volta?” 

Il cambio repentino di argomento lo sorprese tanto che non trovò una risposta abbastanza rapida. 

“Intendo dire che... se hai trovato questa stanza... credo che tu avessi davvero bisogno di suonare, mi sbaglio?” Continuò Star guardandosi finalmente attorno. 

“Ho scritto una nuova canzone.” Rispose lui. 

Gli occhi della giovane si illuminarono. “Oh, ti andrebbe di farmela sentire? È da questa estate che non ti sento suonare.” Lo pregò poi. 

“Non è vero, ho suonato anche … in quel posto.” L’amarezza nelle sue parole rendeva chiaro il riferimento a Casa Black. 

Impossibile per Star dimenticare quelle esibizioni. “Si, ma non eri tu davvero. Eri molto più sereno da noi.” 

“E a San Valentino.” Le ricordò il ragazzo. 

“Si, ma lì ho suonato con te, quindi non conta.” Insistette lei. 

Sirius sospirò e tornò a sedersi accanto alla sua amica. “Non dovrai prendermi in giro se te la faccio sentire, ok?” 

“Non ti prenderei mai in giro...” 

“Mi hai sventolato in faccia quel dannato foglietto coi cuori per una giornata intera." Replicò lui. 

“Non ti prenderei mai in giro per la tua musica.” Si corresse Star dopo aver riflettuto un attimo. 

Il ragazzo rise piano scuotendo la testa incredulo, poi smise di guardarla e si concentrò sui tasti; impresa non facile. Prese un respiro profondo e iniziò a suonare. 

We both lie silently still 
In the dead of the night 
Although we both lie close together 
We feel miles apart inside 

La melodia era lenta e piacevole, la voce del ragazzo dolce e triste. 

Was it something I said or something I did 
Did the words not come out right 
Though I tried not to hurt you 
Though I tried 
But I guess that's why they say 

Every rose has its thorn 
Just like every night has its dawn 
Just like every cowboy sings his sadsad song 
Every rose has its thorn 

Dopo l’ultima strofa il giovane lasciò il piano e afferrò una chitarra poggiata lì vicino allontanando il sedile dal primo strumento si mise a passare le dita sulle corde, il ritmo era forse poco più rapido ma la cosa più importante è che le note prendevano una forza differente con la chitarra.  

“Yeah it does 
listen to our favorite song 
Playing on the radio 
Hear the DJ say loves a game of easy come and 
Easy go 
But I wonder does he know 
Has he ever felt like this 
And I know that you'd be here right now 
If I could have let you know somehow I guess” 

Star si alzò per lasciargli il suo spazio e si sedette sul pianoforte di fronte a lui, da quella prospettiva lo vedeva piegato sullo strumento, completamente assorto dalla musica. 

Every rose has its thorn 
Just like every night has its dawn 
Just like every cowboy sings his sadsad song 
Every rose has its thorn 

Though it's been a while now 
I can still feel so much pain 
Like a knife that cuts you the wound heals 
But the scarthat scar remains 

I know I could have saved a love that night 
If I'd known what to say 
Instead of makin' love 
We both made our separate ways” 

La ragazza aveva chiuso gli occhi e stava leggermente ondeggiando a ritmo, ma si fermò quando Sirius riprese con: 

But now I hear you found somebody new 
And that I never meant that much to you 
To hear that tears me up inside 
And to see you cuts me like a knife I guess 

La durezza che lui aveva messo in quelle parole le fece battere il cuore forte, sentiva quasi la sua sofferenza, fu per questo che quando riconobbe il ritornello lo canticchiò a bocca chiusa facendogli da supporto. 

Every rose has its thorn 
Just like every night has its dawn 
Just like every cowboy sings his sadsad song 
Every rose has its thorn 

 

“Che ne pensi?” Chiese Sirius riappoggiando la chitarra e riavvicinando il sedile al piano, una pessima idea visto che si trovò di fianco le lunghe gambe della ragazza lasciate scoperte dalla gonna della divisa.  

“Che sei parecchio incasinato. La tipa che ti piace sembra davvero non dardi molte attenzioni, sta con un altro, giusto?” Star si piegò in avanti avvicinando il viso a quello di lui, gli occhi cobalto che lo scrutavano indagatori; che senso aveva mentire. 

“Non proprio, esce con un altro, ma non so cosa sia.” Spiegò Sirius. 

“Oh, se è per questo allora non dovresti disperare. Io sono uscita con Kyle ma non ho la più pallida idea di cosa provo, magari anche lei è una piuttosto indecisa.” Lo rassicurò lei. 

“È probabile.” Rise il giovane. “Comunque ora sono meno incasinato di quando ho scritto questa... sento come se avessi ben chiaro in mente cosa fare per la prima volta da moltissimo tempo, quindi grazie.” 

Star gli regalò un sorriso bello da mozzare il fiato e poi saltò giù dal pianoforte aggirandosi per la stanza. “Sono abbastanza certa di aver fatto esplodere questo posto, ma non sembra affatto. Forse la mia magia non ha effetto qua dentro." Constatò guardandosi attorno. 

“Non credi di poterla disegnare, quindi?” 

“No.” La giovane fece spallucce. “Ma almeno tu sai che cosa fare della tua vita. Credo di aver avuto successo.” Si avvicinò scherzosamente a Sirius per sistemargli la cravatta della divisa. 

“Io ho sempre saputo cosa fare della mia vita.” Ribatté chinando il viso verso quello dell’amica. “Ora so anche cosa fare con i miei sentimenti.” 

La ragazza lo fissò negli occhi e con l’ari più seria che riuscì ad esibire disse: “Ma Sirius Black non ha sentimenti.” 

“Divertente.” Replicò lui. In un battito di ciglia Star provò un’incredibile quantità di emozioni derivate dal susseguirsi rapido di svariati eventi: il primo fu le labbra di Sirius pericolosamente vicine alle sue mentre pronunciavano “Potrei dimostrarti il contrario.”, le quali le causarono una folle agitazione, poi ci fu lo spavento incredibile che prese quando la porta si aprì di scatto, subito sostituito dal sollievo nel vedere James, Remus e Peter sull’uscio, immediatamente rimpiazzato dall’imbarazzo nel notare che stavano guardando lei e Sirius decisamente troppo vicini l’uno all’altra. 

Con un dignitoso passo indietro si allontanò dal suo amico per accogliere gli altri Malandrini. “Finalmente siete arrivati.” Commentò. 

“Li hai chiamati tu?” Chiese Sirius perplesso.  

Bhe, James sa sempre dove mi trovo e siamo qui da un po'.” Rispose lei. 

James, che stava infilando il Mantello dell’Invisibilità nella borsa, sorrise in modo strano. “Ti ho cercato tutta la sera. Il piano è fallito.” 

Sirius cercò di scusarsi ma James lo interruppe. “Oh, tu sei riuscito a farti invitare, ma io no.” 

“Ma anche Star è invitata.” Fece notare Remus. 

“Si, quindi voi due potrete entrare, mentre per me è Peter sarà ben più difficile, con tutta la gente che ci sarà la vedo dura stare in due sotto il Mantello.” Spiegò il giovane Potter. 

“Puoi sempre accompagnare Sirius, stareste bene con dei completi da sera abbinati.” Scherzò Star. 

“Ma ragazzi...” Cercò di richiamare la loro attenzione Remus. 

“Pensi che non avrei il coraggio di presentarmi con quel cornuto come accompagnatore?” Sbottò Sirius. 

“Nessuno di voi due ne avrebbe il coraggio.” Li sfidò lei. 

“Ragazzi?” Continuò Remus. 

“Ok, ci sto. Facciamolo. Ti mostreremo chi siamo.” Accolse la sfida James. 

“Ma avevate detto che nessuno di voi due ci sarebbe andato con un ragazzo!” Protestò Peter. 

“Gente?” Provò ancora Remus. 

“Bizzarro il destino, vero?” Li prese in giro Star. 

“Noi non siamo ragazzi, siamo uomini, uomini virili.” Commentò James sicuro di sé. 

“Non abbiamo paura di niente.” Lo appoggiò Sirius con il suo sorriso più strafottente 

“HEI! CHE RAZZA DI POSTO È QUESTO?” Sbottò Remus gridando e riuscendo finalmente ad attirare l’attenzione dei suoi amici.  

James si avvicinò a lui con aria preoccupata e le mani in avanti come se stesse trattando con una bestia pericolosa. “A cuccia.” Scherzò, i Malandrini risero ma poi James e Peter si guardarono intorno perplessi. 

“E’ un’ottima domanda comunque.” Constatò James. 

“L’ha scoperta Sirius.” Spiegò Star. 

“Teoricamente appare solo quando qualcuno ha bisogno di qualcosa. Ma … come avete fatto ad entrare?” Raccontò Sirius. 

James fece per rispondere ma poi si bloccò.  

“Ha fatto avanti e indietro come uno scemo.” Spiegò Remus. 

“Si, e ho pensato a fare musica, credo...” Confessò James confuso. 

“Ah, bene.” Star chiuse lì il discorso ma Sirius era molto più sconvolto: “Il vostro legame è incredibile!” Esclamò. 

“Si sta rafforzando in effetti, non mi stupisce.” Confermò lei. 

“E’ piuttosto interessante, però.” Remus aveva preso a guardare i due fratelli con un che di scientifico negli occhi. 

“Andiamo ad esplorare.” Star prese per mano il giovane Lupin e lo condusse con sé in giro per la grande stanza. Il resto dei Malandrini li seguì e quando furono soddisfatti tornarono alla Torre. Star li salutò e salì nel dormitorio delle ragazze, i suoi amici salirono verso i loro letti. Peter si addormentò appena poggiò la testa sul cuscino e James si stese sotto le coperte con un sospiro. 

“Come stai?” Chiese. 

“Ho sentito il suo profumo, in quella dannata pozione.” Spiegò Sirius. 

Remus li ascoltava seduto sul suo letto e lanciò una barretta di cioccolato al suo amico che la aprì ringraziandolo con un cenno. 

“Quindi cosa hai intenzione di fare?” Continuò James. 

“Credo che sia giunto il momento di dichiararmi. Spero solo che questo non rovini tutto.” Rispose il ragazzo dagli occhi grigi.  

“Non succederà niente di male, Star tiene a te come amico, ti conosce e sa che non vuoi ferirla, se non prova amore per te non avrà problemi a restarti comunque amica.” Lo rassicurò Remus. 

“Già, e tu hai detto che se lei non ti amasse non rimarresti fermo con i tuoi sentimenti.” Gli ricordò James. 

“Certo che non lo farei, l’amore vero è un sentimento condiviso. Se lei mi rifiuterà io saprò andare avanti, vorrebbe dire che non era la ragazza giusta.” Sirius si gettò di schiena sul suo letto. “Anche se vorrei con tutto me stesso che lei sia la ragazza giusta, ora come ora sento che non potrei provare niente del genere per nessun’altra.” Raccontò Sirius. 

“Quando le dirai tutto?” Gli domandò Remus curioso. 

“Bhe, non posso dirle quello che provo così su due piedi, l’amore è un gioco di attrazioni e seduzioni, voglio prima...” Cercò di spiegare l’innamorato. 

“Vuoi sedurre mia sorella?” Lo interruppe James. 

“No! Voglio... corteggiarla.” Replicò Sirius offeso. 

“Che significa sedurla con delicatezza e rispetto credo.” Tradusse Remus con un sorriso. 

“Esatto!” Si esaltò Sirius felice di essere stato compreso. 

“Non mi suona molto meglio.” Mormorò James poco convinto. 

“La cosa importante è che le dirai tutto. Comunque vada, no?” Chiese conferma Remus. 

“Si.” Rispose Sirius felice. “Non importa cosa succederà, le dirò quel che provo.” 

“Ottimo, buona fortuna.” Commentò James girandosi di lato e spegnendo la luce.  

“La considero con una promessa, buona notte.” Concluse Remus prima di infilarsi velocemente a letto. 

“Mi darete il tormento se non lo farò, vero?” Realizzò Sirius. 

“Si.” Risposero i suoi due amici in coro. La stanza calò nel buio. 

 

 

 

************************** 

 

Ta-dan! 

E’ andato anche questo. Non so quando aggiornerò di nuovo perché ora iniziano gli esami, ma siamo ad un punto interessante quindi spero di non lasciarvi in sospeso a lungo.  

Per ora è tutto. 

Ciao ciao. 

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Capitolo 13
*** I Sentimenti di Sirius ***


Sirius si svegliò presto il mattino seguente e rimase a fissare il soffitto con una strana sensazione positiva nello stomaco. 

“Di cosa sapeva la tua Amortentia?” Per poco il giovane Black non ebbe un infarto sentendo la voce di James così all’improvviso. 

Cioccovaniglia, salsedine e cannella.” Ripose Sirius, era inutile mentire. 

“Cioè nemmeno un profumo per me?” Si finse offeso James. 

“Perché la tua di cosa sapeva?” 

“Credo legno, Cioccovaniglia e menta.” Rifletté il giovane Potter.  

“Il fatto che abbiate un profumo in comune è agghiacciante.” Commentò Remus alzandosi dal letto. 

“Sei proprio una pettegola spiona.” Lo rimproverò Sirius 

“La tua di cosa sapeva?” Si incuriosì James. 

“Cane bagnato, legno e cioccolato.” Ricordò Remus. 

“Oh, ma siamo noi!” Si sorprese James correndo ad abbracciare l’amico. 

“Cane bagnato?!” Si finse invece offeso Sirius annusandosi poi le ascelle. “Ok, la doccia è mia.” 

I suoi amici risero. 

Per quanto strano, nel dormitorio delle ragazze del quinto anno si stava parlando dello stesso identico argomento. 

“La mia aveva dei profumi così strani!” Stava dicendo Sophia. “Odorava di miele e stoffa, cose simili. La tua Lily?” 

La rossa si stava infilando la divisa e si fermò un secondo. “Fiori, legno e metallo.” Ci rifletté un attimo e concluse: “I fiori mi ricordano casa, il metallo del calderone e il legno dei banchi di scuola.” 

Star si era immobilizzata con la camicia mezza infilata addosso. Legno e metallo erano odori che per lei contraddistinguevano James, e se fosse...? 

“Star? La tua Amortentia?” Incalzò Ann. 

“Un profumo molto strano, una specie di mistura particolare che non saprei descrivere bene, poi legno e metallo e cioccolata.” Rispose la giovane troppo concentrata a cercare di ricordare dove aveva già sentito il primo profumo. 

“Perché legno e metallo?” Le domandò Lily curiosa. 

“Sono i profumi che mi ricordano... una persona.” Star aveva imparato una cosa di Lily: più la si metteva davanti all’evidenza più lei ne sfuggiva. Così si guardò bene dal nominare James. 

“Questa sera c’è la festa di Lumacorno. Con chi verrai?” Le chiese Lily mentre le altre loro compagne continuavano a parlare di Amortentia. 

“Con Remus. Tu con Severus, immagino.”  

“Esatto. Ho sentito che verrà anche Sirius, porterà qualcuno?” Continuò Lily. 

“Credo di si.” Rispose vaga Star. 

Scesero insieme a fare colazione e dopo un po' si unirono a loro Alice, Marlene e Emmeline. 

“Dov’è Mary?” Domandò Star. 

“Sta con uno del settimo, dice che è una giornata stupenda per passeggiare in compagnia.” Spiegò Emmeline. 

“Questa sera voi due andrete al Lumaclub, vero?” Alice spostò immediatamente la discussione su argomenti, a suo parere, più interessanti. 

“Si. Ci andrò con Remus.” E Star specificò subito quello che immaginava volesse scoprire la sua amica. 

“Io con Severus.”  

“Ma tra voi due c’è forse qualcosa di più? Insomma, non ti innamori mai di nessun ragazzo e l’unico con cui esci stabilmente è Sev.” Commentò Alice. 

Lily rise. “Oh, no. Io e lui siamo solo amici, non potrei mai vederlo come qualcosa di più, non è esattamente il mio tipo, anche se gli voglio molto bene.”  

“E’ come per Star e James, giusto?” Intervenne Marlene. 

Star sorrise. “Esatto, tranne per il fatto che...” La ragazza si bloccò; stava per specificare che lei amava James, ma quel suo modo di dire aveva creato fin troppi danni, così si limitò a concludere con un impacciato: “...viviamo insieme, perché siamo fratelli.” 

Ann e Sophia piombarono al tavolo in quel momento lanciando un giornalino a Star.  

Sirius Black è di nuovo il ragazzo più sexy della settimana.” Annunciò Sophia. 

“Vedo.” Fu l’unico commento della loro amica mora che osservò Sirius sulla copertina; la foto era stata scattata in Sala Grande mentre il giovane “studiava”, era seduto al contrario sulla panca, la schiena e un braccio poggiati sul tavolo, mentre con una mano teneva un libro. Alzava lo sguardo dal testo ridendo, probabilmente ad una battuta di James seduto accanto a lui, ma tagliato fuori dalla foto. “A James non piacerà.” Aggiunse poi. 

“MA INSOMMA!” La rimproverò Sophia. “Non vuoi dirci la verità?” Star la fissò a dir poco perplessa. 

“Leggi l’articolo.” Sbottò Ann aprendole il giornalino sotto il naso.  

Questa volta la “notizia” occupava l’intera pagina, e il titolo recitava a chiare lettere “Il Ragazzo più Sexy e la Ragazza più Bella: Storia d’amore o solo amicizia?” 

“Perlomeno hanno un dubbio pure loro.” Constatò Star. L’articoletto era un insieme di supposizioni fantasiose e si concludeva con una foto di lei e Sirius ad Hogsmeade che si sorridevano tenendosi a braccetto, a giudicare dai vestiti era stata scattata a San Valentino. 

Bhe?” Fece Sophia impaziente.  

“Siamo usciti insieme perché Mary stava male, ricordate? Cosa dovrei dirvi?” Domandò Star. 

“Qui c’è scritto che se non vi mettete insieme voi chi altro?” Sbuffò Ann. 

“Sulla base del fatto che siamo entrambi attraenti dovremmo stare insieme?” La mora rise di gusto. “Vi adoro ragazze.” 

“Dovresti provarci almeno! Non puoi dire che non ti piaccia.” Insistette Sophia. 

Sirius è un ragazzo bellissimo, ma se mi innamorerò di qualcuno sarà anche per il suo carattere.” Replicò Star. 

Evidentemente questo non era contemplato nei piani delle due giovani che se ne andarono insoddisfatte. Mentre Star le seguiva con lo sguardo avvistò i Malandrini entrare nella Sala e si affrettò a salutare le sue amiche per potersi unire a loro. 

“Questa sera ci prepariamo insieme?” Le chiese Lily. 

“Sicuro.” Promise Star alzandosi e raggiungendo i ragazzi che si stavano accomodando poco più in là. 

“Buon giorno, stellina.” James la baciò sulla guancia e le fece spazio accanto a sé sulla panca.  

“Ho pensato che potremmo allestire un rifugio nella Stanza di ieri sera, possiamo usarlo per disegnare la Mappa in santa pace oppure per esercitarci o....” Sirius ascoltò Star parlare solo i primi secondi e poi si perse nei suoi pensieri: ora che doveva fare qualcosa per attirare la sua attenzione e farle sapere che lui la vedeva in modo speciale... niente. Nessuna idea. Non sapeva nemmeno come salutarla. Cosa avrebbe dovuto dirle? Hei, ciao, ti ricordi quando l’anno scorso sei scesa in Sala Comune mezza nuda di notte e io ho fatto l’indifferente mentre in realtà ogni particella del mio corpo avrebbe voluto gridarti che ti amo? Non sembrava una buona idea. Il ragazzo però si ritrovò a ripensare a quella notte. 

 

Sirius?” Si sentì chiamare. Si voltò verso la fonte del suono e dovette sforzarsi di tenere la bocca chiusa: Star era in mutande e indossava la maglia del suo vecchio pigiama con le impronte di zampe di cane, le stava larga e la faceva sembrare esile e alta. Molto alta.  

Perchè sei sveglio?” Gli chiese.  

Comportati normalmente, ripeté a sé stesso prima di rispondere in un tono che sperò fosse tranquillo: “Non lo so, mi sono svegliato poco fa con un gran mal di testa. E tu?”   

“Io...  le ragazze stanno ancora parlando e volevo fare un riposino.” Replicò lei rapida sedendosi sul divanetto accanto a lui. 

Sirius realizzò che la stava fissando, doveva distogliere lo sguardo. Così guardò verso il dormitorio femminile. “Tante chiacchiere segrete lassù, eh? Mi piacerebbe sapere di cosa parlate.” Commentò.  

“Di ragazzi... e amore...” Rispose pronta lei. “A proposito: so che odi che io cerchi di scoprire i tuoi segreti… ma sei davvero innamorato di qualcuno? Perché a me non sembra… insomma… non ti sforzi nemmeno di provarci con questa persona e per te non dovrebbe essere difficile.”  

“La situazione è complicata…” La bloccò lui; non aveva nessuna intenzione di parlare di quella cosa o avrebbe rischiato di professarle amore eterno inginocchiandosi ai suoi piedi, e sarebbe stato imbarazzante.  

Star stese le gambe sopra le sue e lo fissò sempre più curiosa. Il ragazzo la guardò, non riuscì a farne a meno. Iniziò dai piedi e poi dai polpacci perfettamente lisci, e le cosce così toniche e belle che si chiudevano appena nascondendo le mutandine di lei solo per un soffio. Era stupenda, e non se ne rendeva nemmeno conto. Si accorse di star sorridendo così la prese per quelle gambe perfette tirandola, facendola così scivolare più vicino a sé. Dopo di che la sovrastò completamente. “Tesoro, ti ha mai detto nessuno che non hai più l'età per andare in giro vestita così?” Le disse, ormai che senso aveva mentirle? Star non rispose.  

Sirius avvicinò il viso al suo, talmente vicino che poteva sentire il suo profumo di Cioccovaniglia penetrargli fin nello stomaco.  “Qualcuno potrebbe impazzire” le sussurrò, poi si avvicinò ancora di più. Pochi centimetri e l’avrebbe baciata, e sarebbe stato bellissimo. Bellissimo e falso, almeno falso secondo lei che non gli avrebbe mai creduto, cosa le avrebbe detto dopo? Si alzò di scatto fingendo nonchalance anche se dovette voltarsi da un'altra parte per nascondere il suo rossore. 

“Anche tu?” Chiese lei riuscendo a malapena a nascondere la sua preoccupazione.  

“No, io so gestire me stesso.”  Il ragazzo tornò a guardarla, certo... come no, si sapeva gestire perfettamente. “Con me e gli altri Malandrini non corri rischi…. Bhe… non posso garantire per Remus … sembra che quando fai queste cose lo confondi parecchio. Ma non ti farebbe mai del male.”  

“Ho sentito tante storie su di te dalle ragazze… non sembri uno che sa gestire sé stesso…” Replicò lei con tono di sfida.  

“Ah… quelle storie...” Sirius la guardò, il mezzo sorriso sul volto, come poteva discolparsi? “Storie di sesso” Concluse poi spostandosi lievemente i capelli dalla fronte per dissimulare la tristezza che provava. “Non devi credere a tutto quello che senti… e poi… tu con me sei al sicuro.”  

Al sicuro, ripeté a sé stresso. Si sporse verso di lei e la baciò tra i capelli. Non si sarebbe mai permesso di ferirla. Se ne andò alla svelta chiudendosi alle spalle la porta del dormitorio realizzando che non l’aveva nemmeno salutata.   

 

“...che ne pensi, Sirius?” Star lo guardava, lo guardava ora, nel presente. E gli aveva fatto una domanda. Il ragazzo le sorrise, nascondendosi dietro la sua solita maschera. “E’ un’idea splendida.” Le rispose. 

“Perfetto.” Si entusiasmò lei. “Ci vediamo davanti all’arazzo tra mezz’ora, speriamo non ci sia troppa gente.” 

Un attimo dopo la ragazza, Remus e Peter erano già spariti, per fortuna rimase James a guardarlo con aria divertita. 

“Non hai capito una parola, vero?” Gli chiese. 

“Come...?” Cominciò a domandare Sirius. 

“L’hai fissata tutto il tempo con lo sguardo perso nel vuoto. Se avesse parlato per altri due minuti avresti incominciato a sbavare.” Replicò James. 

“Io non sbavo.” Sbottò Sirius offeso. 

“Come vuoi. Ti interessa sapere quello che devi fare?”  

“Si.” 

“Tu ti occupi di andare a prendere gli album di foto e la macchina fotografica.” 

“E tu?” 

“Io vengo con te ma per prendere la mappa.”  

I due ragazzi rimasero seduti per qualche secondo. “Io credo che dovresti dichiararti a Lily.” Disse Sirius dal nulla. 

“Lo farò dopo che tu ti sarai dichiarato a Star.” Ribatté James. 

“Maledetto.” Sirius si alzò di scatto. “Ho tutto oggi per corteggiarla, e questa sera balleremo sicuramente insieme.” 

“Ballate sempre insieme.” Gli fece notare James mentre si dirigevano verso la torre dei Grifondoro. 

“Ma le farò dire che sono stupendo, non mi toglierà gli occhi di dosso.” Aggiunse Sirius. 

James stava per rispondergli ma cambiò idea, era molto più divertente se lui non interveniva. Ma lui doveva intervenire, Star non si era dichiarata perché Sirius stava con Mary, ma ora che non era più così lui doveva riportarle alla mente la sua promessa. La questione Starius si sarebbe risolta in un paio di giorni. 

Una volta radunati tutti di fronte all’arazzo Star parlò carica: “Allora, senza offesa Sirius, ma io pensavo che potremmo desiderare un luogo più confortevole, tipo un salottino o...” 

“O il Covo.” Suggerì James. 

“Esatto, e Covo sia.” Decretò la ragazza. Insieme passarono tre volte davanti alla parete pensando al loro posto a Casa Potter, la porta comparve e i giovani ci si infilarono dentro appena prima che alcuni studenti girassero l’angolo e si dirigessero verso di loro chiacchierando. 

“Sarà una giornata fantastica.” James si guardò intorno strabiliato, la stanza somigliava moltissimo al loro Covo; c’erano divanetti e amache, persino il soppalco. Tutti i ragazzi erano entusiasti, ma Star no. La ragazza si guardava attorno con un’espressione confusa. 

“Tutto bene?” James le si avvicinò piano. 

“Ci siamo già stati qui.” Rispose lei. 

“Sarà una tua impressione perché somiglia molto a ...” Cominciò a spiegare razionalmente Remus. 

“No.” Lo bloccò lei. “Siamo già stati in questa stanza, l’abbiamo già usata come Covo... noi eravamo qui... eravamo qui e c’erano dei passaggi segreti. Al terzo anno.” 

I Malandrini la guardarono perplessi. 

Sirius la chiamava il Covo di Hogwarts.” Continuò lei. “La usavamo per gli scherzi e per uscire dalla scuola senza essere bloccati dagli Auror.” Qualcosa si mosse nel profondo degli occhi dei suoi amici. “Corte...abbiamo trovato un indizio qui...” 

James si guardò attorno. “Aveva rapito Peter, e altri ragazzi della squadra. Ci siamo sempre sentiti in colpa per questo.” Ricordò. 

“Il passaggio, portava anche al nostro dormitorio.” Sirius si avvicinò alla parete passandoci sopra la mano. 

“Ma perché non ce lo ricordavamo?” Remus si guardò intorno in quella stanza oramai familiare. 

“Silente...” Rifletté Star. “Non voleva che ci venissimo più. Inoltre, se ci pensate bene, tutti i brutti ricordi del terzo anno sono un po' sfocati.” 

“Quel vecchio furbone!” Commentò James. 

“Io non ricordo di essere stato rapito. Non ricordo niente di quello che è successo dopo che sono entrato qui con gli altri finché non sono tornato a scuola.” Rivelò Peter. Tutti si voltarono verso di lui sorpresi. 

“Dev’essere difficile.” James gli poggiò una mano sulla spalla ma il ragazzo scosse la testa. “Credo che sia molto più facile invece. È come se avessi dormito per un po'.” Spiegò. 

Dormito. Sirius ripensò alla notte prima di prendere l’Espresso per Hogwarts; Star aveva dormito a Casa Black, nella stanza adiacente alla sua. 

 

Il ragazzo aveva accolto la sua amica con il contegno che i Black richiedevano, l’aveva aiutata a risistemarsi nelle sue stanze e avevano mandato via Kreacher per potersene occupare da soli. Parlarono del più e del meno, di quando sarebbero tornati ad Hogwarts il giorno dopo e di come stava James.  

“Posso fare da sola ora.” Gli assicurò lei. 

“Bene. Se dovessi aver bisogno di me...” Sirius si sentiva stranamente a disagio. 

“So che c’è un passaggio segreto che mi farà arrivare da te.” Concluse Star. 

“Già...Notte.” Il giovane la salutò e andò nella sua camera, si stese sul letto a fissare i poster e le foto alle pareti. Rimase in silenzio a lungo senza riuscire a dormire, così si alzò e poggiò la schiena al muro, accanto al passaggio segreto. Lei si trovava dall’altra parte di quella parete; gli sarebbe bastato usare il passaggio per andare da lei, starle accanto, magari dirle ciò che si teneva dentro da tempo. Restò lì, ad assaporare il contatto con la fredda parete e a maledirsi per le sue incertezze.  

Sirius?” Regulus era alla porta, era mattino. “Hai perso la colazione, siamo pronti ad andare.” Gli riferì suo fratello uscendo svelto dalla stanza.  

Sirius si alzò, indolenzito, e sospirò pesantemente. Si cambio rapito e scese fino all’atrio.  

“Andiamo.” Eseguirono tutti l’ordine di Orion e salirono sulla carrozza. Il viaggio fu lungo e silenzioso, fortunatamente alla fine giunsero a King Cross e lì Sirius e Star poterono separarsi dai Black per salutare i loro amici. 

 

Quando Sirius tornò al presente Star e Remus stavano sistemando il cibo in un tavolo.  

“Dovremo stare molto più attenti questa volta, se Silente sospettasse che abbiamo ritrovato questa stanza probabilmente ci cancellerebbe di nuovo la memoria.” Ipotizzò James. 

“Già, e dovremo ricordarci di non usarla più per aprire passaggi al di fuori di Hogwarts, non sono bei tempi.” Ricordò loro Remus. 

“E’ piuttosto bello, però, stare di nuovo un po' soli, avere uno spazio nostro.” Star sembrava molto felice quel giorno.  

“Sei raggiante.” Notò Sirius guardandola con un che di inquisitorio. 

“Si, mi mancava passare del tempo con voi, e poi Lily mi ha chiesto di prepararmi con lei per questa sera. Sarà solo una festa ma io sono comunque emozionata, quasi come per lo spettacolo l’anno scorso.” Spiegò lei. 

Sirius, senza volerlo, ritornò con la mente al dietro le quinte di quella sera. Era stato così stupido. 

 

Il sipario si chiuse per un'altra brevissima pausa. Gli applausi furono ancora più forti. Dietro le quinte Star indossava l'abito dalle molteplici sottogonne nere.  

Bonjour” La salutò scherzosamente Sirius quando vide la testa della giovane spuntare fuori dal vestito.   

“Non ridere di me, Ser Villano Black.” Sbuffò lei mentre Ann la aiutava a chiudere i lacci sulla schiena.  

Tranquilla faccio io. Va ad aiutare la nostra Enny.” La rassicurò Sirius prendendo i nastri del corpetto, la schiena nuda della ragazza sembrava quasi porcellana ricoperta di velluto finissimo. 

“Ma sai almeno come si fa?” Lo prese in giro Star. Per tutta risposta lui le strinse il vestito fino a toglierle il respiro. “Ah, ok! Scusami!”   

“Così va meglio.” Replicò il ragazzo sorridente allentando i nastri. “Sei pronta alla grande scena?”   

“Credo di sì…” Rispose lei.  

“Sei nervosa, eh?” La ragazza annuì di controvoglia. “E perché mai?”  

Star prese un respiro profondo. “Le ragazze dicono che tu ed io in realtà ci amiamo, quando vedranno questa scena mi tormenteranno ancora di più e …”  

Wo wo! Frena un po’! Le ragazze dicono? Non puoi farti condizionare da loro. Ricordi quando dicevano che tu e James vi amavate? E non solo come fratelli… e quelle cose orrende che i ragazzi dicono su di te? Suvvia! Saprai tu cosa è vero o no? Noi su quel palco siamo Chuck e Roxanne. Quei sentimenti non sono i nostri. Quella scena non è la realtà, giusto?” La rimproverò lui. Non era il momento di confondere la fantasia con la realtà o non sarebbe più riuscito a recitare. 

La giovane sorrise rilassata. “Giusto! La persona che ami sarà davvero fortunata, sai? Dovresti farti avanti.”   

Sirius le sorrise di rimando, poteva essere un buon momento per dirle tutto, se solo non fossero sul punto di entrare in scena. “Pensiamo allo spettacolo intanto. Faremo furore.” Disse solo. 

 

Quei continui ricordi lo facevano sentire come trafitto da lame affilate. Cercò di distrarsi aiutando i suoi amici a sistemare il cibo, ma non ne avevano portato molto quindi finirono in fretta. Fortunatamente James estrasse la Mappa poggiandola su un tavolo spazioso su cui apparvero strumenti di precisione. Quello distrasse il giovane Black per un bel po'. Avevano quasi finito il quarto piano ormai, ne mancavano solo tre e le torri di Corvonero e Astronomia. La mappa era piuttosto grande e aveva molte parti sovrapposte, ma avevano deciso che una volta disegnati tutti i dettagli l’avrebbero rimpicciolita e incantata affinché sembrasse una semplice pergamena vuota ripiegata più volte.   

“Lunedì sera potremmo andare nella Sala Comune dei Corvonero.” Propose James. 

“Se ideiamo un buon piano che ne tenga impegnati la maggior parte possiamo andarci anche prima del coprifuoco. Così entreremo con uno di loro.” Consigliò Star. 

“E’ rischioso ma potrebbe funzionare.” Sirius passò il dito sulle carte degli appunti “Se noi... Ahi!” Si era tagliato un dito, che cosa banale. Dal taglio, per quanto piccolo, cominciò a fuoriuscire molto sangue. Con un gesto meccanico, quasi annoiato Star gli passò la mano sulla ferita che sparì immediatamente. Sirius la ringraziò e lei annuì senza alzare lo sguardo dalle bozze continuando a conversare con suo fratello. Niente a che vedere con la dose di attenzione che gli aveva dato quando James lo aveva picchiato quell'estate. In quel caso lei gli aveva minuziosamente controllato le mani e aveva curato tutti i tagli, gli aveva sistemato anche un livido attorno all'occhio e poi James le aveva detto di controllare le costole. Il momento in cui Star gli aveva alzato la maglia, le sue mani calde e delicate che gli correvano sul torso nudo; quelle sensazioni Sirius non le avrebbe scordate mai. Molte persone lo avevano toccato più volte, ma il modo in cui lei lo aveva sfiorato era totalmente diverso. Ricordando quel momento il battito del giovane accelerò. Era in ammissibile che si sentisse così emozionato solo per un fatto accaduto mesi prima. Cercò di calmarsi riportando l'attenzione alla mappa.  

Lavorarono riportando gli schizzi nel foglio ufficiale con estrema precisione per tutta la mattinata. Solo quando lo stomaco di Peter brontolò sonoramente si fermarono per mangiare qualcosa. 

“Buonissima questa torta.” Esclamò Peter. 

“Grazie, l’abbiamo fatta io e Hagrid ieri.” Rivelò Star. 

“Quando? Quando sei riuscita a fare qualcosa ieri che non fossero le lezioni?” Si stupì James, sua sorella fece spallucce e non rispose. 

“Ma dove hai imparato a cucinare?” Le chiese Sirius. 

Bho, seguo le ricette e viene tutto bene.” Ripose lei tranquilla. 

“Ah, giusto, me ne ero scordato.” Realizzò lui. 

James si stiracchiò con un lamento. “Ah, all’ultimo allenamento ho potenziato molto le mie braccia! Fanno ancora male, però ora sono più muscoloso di Sirius.” 

“Non credo proprio.” Sbottò l’interessato.  

“Invece si, te lo dimostro subito.” James si tolse la maglia velocemente e mise in mostra braccia e torace. Sirius aveva perfettamente capito che quello era solo un modo per concedergli l’opportunità di mostrarsi a Star, era un trucchetto sciocco ma non si tirò certo indietro per questo. Anche il giovane Black si tolse la maglia. 

“Che te ne pare Star?” Chiese James. 

La ragazza alzò pigramente lo sguardo dalla sua cioccolata calda. “Fortunatamente nessuno dei due ha messo su una di quelle masse muscolose esagerate, perché sinceramente le trovo brutte, ma avete entrambi un fisico molto asciutto e, si, Jame, hai delineato di più i bicipiti, si vede.” 

“Non sembri entusiasta come al solito.” Si rabbuiò James. 

Bhe, sembrate un po' troppo pieni di voi ultimamente, e poi sono invidiosa, anche io voglio avere la tartaruga e i bicipiti ben delineati.” Sbuffò lei. 

Suo fratello cominciò a prenderla in giro mentre Sirius fu scaraventato di nuovo al suo passato, precisamente all’estate precedente. 

 

Bhe, in effetti.” Commentò Star osservandolo attentamente. 

“In effetti cosa?” Chiese lui spaesato dall’avere lo sguardo di lei su di sé. 

Bhe...” Cominciò la ragazza afferrando una maglia da una bancarella e lanciando qualche moneta al venditore senza quasi staccare gli occhi da Sirius. “...diciamo che durante l’inverno hai fatto progressi, è il Quidditch che ti fa venire quegli addominali? E le spalle? No, perché dovrei averli anche io, cioè, giochiamo nello stesso ruolo.” Spiegò lanciandogli la maglietta. 

“Mi stai, per caso, dicendo che sono sexy e bellissimo come un dio greco?” Ipotizzò lui con il suo mezzo sorriso sul volto poggiandosi la maglietta sulla spalla senza indossarla, era piacevole essere guardato da lei. 

“NO!” Replicò Star. “Volevo solo dire che anche io dovrei avere quei muscoli.” 

Era davvero possibile che lei non sentisse niente? Il ragazzo la afferrò per la vita spingendola contro un muro e stringendola a sé, facendo aderire il suo corpo a quello di lei. “Vuoi dire che tutto questo non ti fa nessun effetto?” Le domandò sussurrando. 

“No.” Rispose lei tranquilla. 

“Hai i brividi però.” Le fece notare Sirius stringendola ancora di più tanto che la ragazza dovette poggiare la mano sul suo petto per riuscire a non finire col viso su di lui. Il ragazzo assaporò ogni secondo di quel contatto, i loro corpi vicini, la mano di lei sul suo corpo. 

Perchè tu sei caldo, perché sei così dannatamente caldo?!” Sbottò Star. 

“Sono caliente! E poi sei tu che sei fresca, è piacevole...” Ribatté lui cercando di restare il solito ragazzo sicuro di sé. Era bello avere il controllo, per una volta, di solito si sentiva perso quando stava con lei, ma ora... l’aveva letteralmente messa con le spalle al muro. 

“Sono fredda perché sono ancora bagnata e...” Cominciò a spiegare lei ma venne interrotta da una risatina del ragazzo. “Cosa?!” Sbuffò al limite della sopportazione. 

“Niente, è che tutte le ragazze mi dicono questo ma da te non me lo sarei mai aspettato.” Rispose Sirius ancora ridendo. Adorava metterla in difficoltà con i doppi sensi. 

“Cosa... che sono bagnata...? Ma che...?” La ragazza guardò il suo amico combattere con sé stesso per non scoppiare in una fragorosa risata. Dopo qualche secondo Sirius la vide comprendere la battuta e gonfiare le guance irritata, con uno spintone lei si liberò dalle braccia del suo amico che prese a ridere fortissimo. 

“Ci hai messo una vita!” La prese in giro. “Dovevi vedere la tua faccia!” Era a dir poco meraviglioso poterla vedere confusa e costringerla a riflettere, era raro vederla pensare davvero a qualcosa. 

“Sei pessimo.” Commentò lei avviandosi a passo di carica verso un negozio. “Ma fai sempre così con tutte le ragazze?” 

“Non prenderei mai in giro le altre ragazze, anche perché loro sanno perfettamente cosa intendono quando mi sussurrano certe cose all’orecchio.” Le raccontò lui seguendola, più lei si arrabbiava più lui si divertiva. 

“Non voglio sapere altro!” Lo bloccò Star entrando nel negozio. 

 

“Non credo che ti donerebbero tutti questi muscoli, preferisco le ragazze dall’aspetto soffice.” Scherzò Sirius, doveva smetterla di imbambolarsi. 

“Hai appena insinuato che sono grassa?” La ragazza si portò la mano al cuore offesa. 

“NO! Ma perché siete tutte così isteriche voi donne!” Sbottò lui. 

“Perché ci piace vedere voi uomini in crisi.” Replicò lei con una linguaccia. 

“Ti faccio vedere io!” Senza pensarci il ragazzo la prese per la vita e la sollevò posandola sopra il tavolo e iniziando a farle il solletico sui fianchi, per sua fortuna James gli diede man forte perché un’ondata nostalgica lo travolse nuovamente. 

 

Star scosse la testa poi all’improvviso fissò la porta e a Sirius sembrò quasi di vederla drizzare le orecchie. 

“Qualcuno si avvicina.” Lo avvertì lei. 

Con un movimento repentino il ragazzo la afferrò per la vita facendola sedere sul tavolo e poi si posizionò tra le gambe di lei afferrandole il viso tra le mani per baciarla a pochi centimetri dalle labbra. Dovette trattenersi per non spostare la bocca giusto un po' più a destra e baciarla davvero, conoscere finalmente il sapore delle sue labbra. Il suo cuore iniziò a battere all’impazzata, con le dita le sfiorava i morbidi capelli e una sofficissima porzione di pelle sotto la mandibola. Desiderava spostare le mani sulla schiena di lei per poterla stringere forte a sé e non lasciarla andare mai. Invece si distanziò un po'. 

“Se n’è andato?” Chiese in un sussurro poi. 

Lei annuì. “Era proprio necessario, comunque? E se fosse stato solo un ragazzino che voleva infrangere le regole?” 

“Così sono andato sul sicuro.” Replicò lui, in realtà si stava approfittando di quella storia della finzione per poterla sentire più vicina. Era così stupido, ma in quei rapidi momenti tra fantasia e realtà poteva sognare di stare davvero con lei; erano occasioni che non voleva lasciarsi scappare. 

 

“Ti arrendi?” Le chiese Sirius solleticandole il collo. 

“Fanculo, Black!” Replicò lei tra una risata e l’altra. 

Per tutta risposta Sirius se la caricò su una spalla come un sacco di patate e iniziò a girare su sé stesso. 

“Mettimi giù, cagnaccio!” Gridò lei. Il giovane obbedì e la ragazza cercò di rimettersi i capelli in ordine. Sirius si dispiacque di quel suo tentativo; era così bella con i capelli arruffati e con ciocche che le ricadevano sul viso, selvaggia e naturale. 

“Mi hai palpeggiato il sedere!” Affermò lei sconvolta. 

Sirius la guardò perplesso, avrebbe voluto rispondere “Se ti avessi palpato davvero non ti lamenteresti.” ma gli occhi della giovane sembravano davvero offesi e quindi incespicò sulle parole e tirò fuori una specie di “Mi dispiac...non l’ho fatto ... app...stra.” 

Ovviamente Star rise. “Sei nervoso? Che succede? Di solito sei sempre calmo e spudorato.” 

Calmo. pensò Sirius mentre altri ricordi lo inghiottivano. 

 

Hei, è solo un momento. Passerà. Andrà tutto bene.” Senza pensarci Sirius le prese il viso tra le mani e lo avvicinò al suo baciandola sulla fronte. 

Star poggio la testa sul petto del ragazzo che pregò che lei non sentisse il suo cuore perdere un battito, o forse due. La strinse un po' a sé, senza malizia, solo perché era un’amica che stava soffrendo e voleva darle il suo sostegno. Dopo poco la ragazza di riscosse e si allontanò scusandosi. 

“Non ti preoccupare.” Sirius le sorrise calmo. Ma non era calmo, non era affatto calmo. 

 

“Scusa se mi sono preoccupato per te.” Ribatté il giovane scocciato riacquistando finalmente un po' della sua dignità. 

“Sai che sei di nuovo in copertina di quel giornalino?” Cambiò argomento lei. 

“Ma perché non considerano nessun altro?” Chiese James scocciato. 

“Perché è ovviamente scritto dal fan club di Sirius.” Rispose Remus che aveva appena finito il suo panino. 

“Io non ho un fan club!” Sbottò Sirius. 

“Giuro che se trovo le ragazzine del primo anno in gruppetto a parlare di te ti sfotto a vita.” Replicò Star ridendo. 

Il giovane dagli occhi grigi le sorrise. “Sei invidiosa, tesoro?” 

La ragazza si portò la mano al petto e si profuse in un’espressione di tremenda offesa. “Io? Invidiosa!? En garde!” Star sfilò la bacchetta dalla tasca e la puntò contro il suo amico. 

Sirius sfoderò a sua volta la sua bacchetta e si mise in posizione. James e Peter si sedettero sul tavolo per avere una visuale migliore e Remus sospirò ma comunque li guardò interessato.  

Partì un duello in piena regola, che Sirius non perse subito solo perché Star si ostinava ad usare la bacchetta. Nonostante questo, dopo qualche minuto il ragazzo si ritrovò bloccato da una sostanza nera e appiccicosa e la sua amica lo disarmò facilmente. Sirius si trasformò in cane e si liberò di una sostanza con una scrollata, prese la rincorsa e si gettò contro Star che perse l’equilibrio e cadde a terra ridendo.  

“Ma chi è un bel cagnolone, chi è il più puccioso cane del mondo?” Prese a dire la ragazza con una vocina cantilenante mentre grattava le orecchie del cane che scodinzolava felice. 

“Potresti restare così per sempre.” Lo prese in giro James. “Sei molto più tenero e affettuoso.” 

Sul pavimento della stanza riapparve il loro amico seduto a gambe incrociate che li guardava di sbieco. “Sono molto affettuoso anche da umano.” 

“Sei molto scontroso da umano, ma almeno questa volta sei riuscito a non perdere i vesti nel trasformarti.” Continuò a deriderlo James.  

Sirius sorrise. Gli tornò in mente il giorno della sua prima trasformazione e mentre riempiva il suo amico di insulti rivisse quel ricordo.  

 

Dopo quasi due ore di continue trasformazioni Peter ebbe la brillante idea di chiedere qualcosa a Sirius proprio mentre tornava un cane per l'ennesima volta. Il risultato fu che i vestiti del ragazzo caddero a terra e un grosso cane nero si ritrovò impigliato nella camicia. James corse a liberare il suo amico che preso dall'agitazione si ritrasformò subito in umano. Sirius si rese a malapena conto di essere nudo, era più impegnato a riprendersi dallo spavento e insultare Peter. Poi realizzò una cosa alquanto importante: Star lo stava guardando, no, lo stava fissando. Il ragazzo era consapevole di essere piuttosto attraente per alcune persone ma non avrebbe mai creduto di esserlo per lei. Finalmente aveva un vantaggio. 

“Tesoro, so che sono davvero affascinante ma se continui a fissarmi così mi consumerò.” Scherzò Sirius mentre si infilava le mutande che James gli aveva lanciato.  

“Eh?!” Fece lei. “Stavo pensando a come si può essere così rimbambiti da farsi distrarre da Peter nel momento cruciale di una trasformazione.” Replicò lei sfrontata. 

Bhe! Prima di tutto…” Cominciò a ribattere Sirius sicuro di sé, ma lei si alzò da terra, dove si era seduta per fare compagnia a Remus, e si diresse alla porta. “Andiamo a mangiare che siete sfiniti.” 

 

“Ok, basta voi due, che facciamo ora?” Chiese Star. 

“Tu e Sirius potreste suonarci qualcosa.” Propose Remus. 

“Oh, a me piacerebbe ascoltarvi.” Si entusiasmò James. 

Sirius ebbe l’impressione che il piano Starius fosse rientrato in azione, sorrise; era impossibile che i suoi amici si facessero gli affari loro. Senza nemmeno il tempo di formulare il pensiero di avere degli strumenti quelli apparvero in un angolo della stanza. I Malandrini si radunarono su pouf e morbide poltrone, Star si sedette al piano e Sirius afferrò una chitarra, suonarono una versione lenta e melodica di Drift Away. 

“Oh, give me the beat boys, and free my soul 
want to get lost in your rock and roll and drift away 

Oh, give me the beat boys, and free my soul 
want to get lost in your rock and roll and drift away 

Cantarono piano tutti insieme, non importava anche se Peter non era intonato, o se Remus non riusciva ad adeguarsi al giusto ritmo, e nemmeno che Sirius fosse troppo concentrato su Star per suonare al meglio. La guardava posare le dita sui tasti, gli occhi chiusi, il viso rivolto verso l’alto. Era così delicata, così aurea. 

Beginning to think that I'm wastin' time 
don't understand the things I do 
The world outside looks so unkind 
So I'm countin' on you to carry me through 

Contava su di lei, certo. Ma non poteva fare a meno di chiedersi se anche Star si appoggiasse a lui di tanto in tanto. Come quando era tornata dall’aver curato uno dei lavoratori del Torneo Tre Maghi. 

 

“Certo, ho incontrato una persona, devo raccontarvi molte cose.” La ragazza fece per partire di corsa verso il dormitorio dei ragazzi ma Sirius le afferrò un polso e la attirò tra le sue braccia. Non sapeva perché lo aveva fatto, era stato un istinto, qualcosa dentro di lui gli diceva che era la cosa giusta da fare per lei. Sentì le gambe della ragazza cedere e le strinse di più per sostenerla. Era sconvolta, forse non voleva ammetterlo ma come poteva essere diversamente? Sirius poteva solo starle vicino, le passò piano una mano tra i capelli sperando di tranquillizzarla. Apparentemente funzionò perché poco dopo Star ricominciò a reggersi di nuovo in piedi, ma non si allontanò ancora e il ragazzo ne fu felice. I capelli di lei odoravano di cannella e qualcos’altro di più indefinito, forse mela. Aveva sentito un profumo simile in una località di montagna dell’Austria in un viaggio con suo zio, era una fragranza calda e croccante, di quelle che si accordavano perfettamente con le giornate fredde; un profumo che ti scaldava dentro. Il giovane sentì la sua amica respirare profondamente e poi si allontanò un po'. “Grazie.” mormorò lei, niente altro. Si voltò e iniziò a salire le scale riacquistando il suo buon umore. Sirius la seguì, nel petto ancora una strana sensazione di calore dove il respiro di Star era penetrato sotto i vestiti fin alla pelle. 

 

“Oh, give me the beat boys, and free my soul 
want to get lost in your rock and roll and drift away 

Give me the beat boys, and free my soul 
want to get lost in your rock and roll and drift away 

Finirono tutti insieme, come sulla spiaggia l’estate passata. 

“Dovreste suonare qualcosa di più movimentato, tu e James.” Star si alzò dallo sgabello e andò a prendere delle chitarre elettriche per entrambi.  

Sirius partì subito con un ritmo sostenuto. “Vediamo come e la cavi Potter.” Lo sfidò. 

James cercò immediatamente di tenere il ritmo, conosceva la canzone. 

You need cooling 
Baby I'm not fooling 
I'm gonna send ya 
Back to schooling 

Cominciò a cantare Sirius. 

“A-way down inside 
A-honey you need it 
I'm gonna give you my love 
I'm gonna give you my love” 

Proseguì James. 

Want to whole lotta love 
Want to whole lotta love 
Want to whole lotta love 
Want to whole lotta love” 

Cantarono insieme il ritornello, accompagnandolo con movimenti provocanti.  

Sirius si ricordava bene tutte le volte che aveva cantato per Star, anche quando lei non poteva saperlo. Come quando le aveva dedicato una canzone costretto dai suoi genitori, avrebbe tanto voluto dirle che tutto quello che le stava dicendo era vero, ma lei credeva fosse finzione. Finzione, come il suo invito al Ballo del Ceppo, ogni singola parola che aveva pronunciato quel giorno era vera, ma non per lei.  

“A-way, way down inside 
A-honey you need-ah 
I'm gonna give you my love, ah 
I'm gonna give you my love, ah oh 

Whole lotta love 
Want to whole lotta love 
Want to whole lotta love 
Want to whole lotta love” 

Sirius si stava scaldando, come alla festa per il Campione. Stava pensando a lei mentre cantava Gloria ed era sicuro che tutti lo avevano visto perdere il controllo. Si, pensava a Star anche in un modo in cui non avrebbe voluto, ma non poteva escludere quel desiderio. 

Fortunatamente la canzone finì e gli applausi dei suoi amici lo fecero tornare alla realtà. Cantarono e suonarono tutti insieme ancora un po', infine James fece ripetere loro il piano per entrare nella Torre dei Corvonero per assicurarsi che lo sapessero a memoria e ovviamente anche il piano per aiutare Peter ad intrufolarsi quella sera alla festa. 

Concluso il ripasso militare di suo fratello Star uscì per prima dalla stanza per raggiungere Lily e prepararsi. La sua rossa amica la attendeva stesa sul letto a leggere. 

“Allora, tu ci sei già stata, quanto eleganti bisogna essere?” Le chiese Star senza tanti preamboli aprendo il suo baule. 

“Oh, molto. A Lumacorno piace lo sfarzo, però è un bravo insegnante quindi lo apprezzo.” Rispose Lily alzandosi e chiudendo il pesante libro di Aritmanzia 

“Perfetto, allora ho una cosa per te.” Star estrasse dal baule un abito di un bronzo chiaro e metallico, lungo, lievemente a coda di sirena e con uno scollo sulla schiena molto profondo.  

“E’ molto aderente.” Notò Lily. 

“Ci puoi scommettere.” Le assicurò Star. 

“Lo metto se ne metti uno uguale.” Replicò la rossa convinta di averla spuntata. 

“Sfida accettata.” Replicò invece Star sventolando il vestito e facendone apparire uno molto simile di fattura ma di un colore più dorato anche se sempre metallico. 

“Sarete favolose se metterete quelli!” Il grido di Sophia, appena entrata nel dormitorio, perforò le orecchie delle due amiche. Ma ora che le loro compagne di stanza avevano visto i vestiti non si poteva più tornare indietro, quindi cominciarono a prepararsi.  

Star raccolse i capelli di Lily in una crocchia elaborata e elegante lasciandole libero qualche ciuffo che le solleticava la schiena nuda. Indossarono i vestiti e Star si lasciò i lunghi e mossi capelli sciolti. 

“Eh no!” Protestò Lily. “Se io devo mostrare la mia schiena lo farai anche tu.” 

Star fece spallucce e con un gesto di bacchetta si tagliò i capelli, ora le arrivavano poco oltre le spalle e il taglio era talmente sbarazzino da dare un effetto molto sensuale. 

“Non finirà bene.” Si agitò la rossa guardandosi allo specchio. 

“Ci divertiremo.” Le assicurò Star passandole un mantello nero e prendendola sottobraccio. 

“Oh, che fortunate!” Si lamentò Ann. 

“Se tu andassi meglio in Pozioni ora potremmo andare anche noi.” La rimproverò Sophia. 

“Io? Tu dovresti andare bene in Pozioni!” Sbottò Ann. 

Mentre le due bisticciavano e Jane si preparava per andare a letto, Star e Lily si diressero nei sotterranei coperte dai mantelli. Star aveva avvisato Jane di aver invitato Remus solo come amico e le aveva assicurato che lui non aveva alcun interesse per altre ragazze, quindi si sentì serena nel vedere la sua compagna così tranquilla. 

Le due amiche attesero i loro cavalieri nel corridoio, Lumacorno doveva aver insonorizzato il suo ufficio perché non si udiva nessun suono. Remus arrivò dopo qualche minuto in un elegante completo classico.  

Sirius?” Chiese Star perplessa. 

“Si sta vestendo.” Rispose lui roteando gli occhi, era evidente che il loro amico stava facendo impazzire tutti nel dormitorio perché non trovava gli abiti che voleva indossare. 

Attesero ancora un po' ma di Severus nemmeno l’ombra dell’unto dei capelli. 

“Lily, entriamo intanto? Ci divertiremo noi tre.” Le propose Remus gentile, ma lei scosse la testa risoluta. Senza volerlo Star lesse nella sua mente, vide la paura che Lumacorno le chiedesse dov’era il suo accompagnatore, le era molto affezionato ma i suoi modi erano esuberanti e a volte la mettevano in imbarazzo. 

“Puoi entrare accompagnata da Remus, intanto.” Suggerì la mora. 

“E tu?” Chiese Lily preoccupata. 

“Entrerò da sola, per me non è un problema.” La rassicurò la sua amica. Ci vollero ancora alcuni minuti per convincerla ma alla fine cedette. 

“Benvenute!” Lumacorno le accolse cordiale e con un tono talmente alto che tutti si voltarono verso di loro. “Oh, hai cambiato compagnia questa sera vedo!” il professore fece un occhiolino a Lily e le sussurrò qualcosa che la fece sorridere. “Sei splendida! Vieni, ti presento alcune nuove promesse che ho scovato questa settimana, la tua guida sarà utile a tutti loro.” Lumacorno trascinò via Lily e di conseguenza anche Remus, così Star restò sola. Si tolse il mantello per appenderlo e notò che molti sguardi si spostavano su di lei. Che idea stupida le era venuta! Vestirsi d’oro! Un colore più appariscente non poteva trovarlo; il tessuto con effetto metallico catturava ogni sprazzo di fiammella e la facevano risaltare nella massa. Almeno anche Lily sembrava brillare di luce propria, anche se lei era certamente più a suo agio in quell’ambiente. Star si guardò attorno cercando di ricordarsi come si cammina normalmente, le sarebbe servito Sirius con uno dei suoi discorsi sull’avere più fiducia in sé e non essere spaventata dal suo aspetto o robe simili. Oh, il buffet. La giovane si diresse verso il cibo. La cioccolata; quella si che era fonte di sicurezza.  

Star stava spizzicando da un po' tutti i dolci al cioccolato cercando di evitare le attenzioni di alcuni ragazzi che cercavano coraggiosamente di fare conversazione con lei, nonostante rispondesse a monosillabi, quando le porte si aprirono. 

James e Sirius entrarono insieme tenendosi per mano, ma, cosa più importante, erano elegantissimi e meravigliosi. James indossava un completo nero dai ricami argentati, sicuramente trovato nel baule di Sirius, il tessuto e la fattura erano talmente raffinati! E la giacca sfiancata chiusa da un unico bottone gli si stringeva sul torace facendolo sembrare più atletico e slanciato del solito. Sirius era letteralmente da divorare con gli occhi. Portava un gilet damascato nero, sopra ad una camicia bianca che gli aderiva perfettamente al corpo, talmente su misura che il giovane la portava fuori dai pantaloni ma l’orlo di una fiorava appena il bordo degli altri. Anche i pantaloni erano neri e, seppur mantenessero un taglio elegante, erano leggermente attillati. Star poté percepire alcuni pensieri delle ragazze presenti, anche se, essendo tutti su suo fratello e sul ragazzo per cui ancora provava qualcosa, avrebbe preferito non sentirli. Istintivamente guardò Lily e provò una fitta di felicità e orgoglio nel notare che anche lei stava guardando i nuovi arrivati con stupore e incredulità. 

“Oh, signor Black e lui dev’essere...” Li accolse Lumarcono ma anche lui sembrava parecchio confuso. 

“Il mio accompagnatore, si.” Concluse per lui Sirius, perfettamente a suo agio. James sorrise tranquillo passandosi la mano tra i capelli. Solo allora Star notò che quelli di Sirius erano estremamente folti e avevano un aspetto così soffice, in più gli arrivavano fino a sfiorargli il punto in cui spalle e collo si uniscono, lievemente ondulati e così... tanto stupidi. La giovane cercò di riacquistare un po' della sua antica dignità, si trattenne dal cercarla sotto il tavolo perché era sicura che facendolo quella l’avrebbe abbandonata del tutto.  

“Prego, accomodatevi.” Finalmente Lumacorno li fece entrare e sparì ad occuparsi di qualche giovane promessa da istruire. James e Sirius scandagliarono la stanza, smettendo di tenersi per mano, entrambi alla ricerca di persone ben specifiche. James trovò Lily impegnata in una discussione con alcuni ragazzi tra cui Remus, non si fece scappare l’occasione e si avvicinò al gruppo con la scusa di salutare il suo caro amico.  

Sirius stava cercando Star, pensando che fosse finita al centro dell’attenzione, dove meritava di stare. Invece la trovò in un angolo poco illuminato della stanza vicino al tavolo del buffet. Eppure anche in quel ritaglio di ombra lei risplendeva. Indossava un abito aderente e mozzafiato, sembrava oro liquido, aveva un taglio di capelli quasi selvaggio che invece di cozzare con l’eleganza del vestito la faceva apparire sexy. E, cosa più importante, quando i loro sguardi si incrociarono sorrise. Un sorriso così bello da guarire i malati. Tutto ciò gli ricordò quando l’aveva vista sulle scale la sera del Ballo del Ceppo. Il modo in cui lei aveva cercato un viso familiare in tutta la stanza, il suo sorriso quando si era accorta di lui ai piedi della scalinata. Il cuore di Sirius aveva perso un battito in quel momento. Non l’aveva mai vista così bella, e non era il vestito, seppur stupendo, o il trucco o altro... era il modo in cui i suoi occhi si erano illuminati riconoscendolo, come se lo stesse aspettando, come se non fosse solo una finzione. 

Senza rendersene conto Sirius si mosse verso di lei e le tese la mano con un inchino. Non sapeva nemmeno cosa stava facendo, ma per la prima volta essere stato addestrato alle buone maniere gli tornava utile. Star accettò la sua mano e lui rialzò lo sguardo su di lei.  

“Sei...” Cominciò il ragazzo. 

“...una meraviglia?” Tirò ad indovinare la giovane. 

Sirius le posò una mano sul fianco, come per prepararsi a danzare. La guardava negli occhi cobalto e sentiva il suo cuore accelerare e fare le capriole, si poteva essere più stupidi di così? Il suo unico desiderio era chinarsi e baciarla, dirle ogni cosa, ogni singola cosa emozione che aveva provato da più di un anno a quella parte. Voleva solo stringerla a sé e sentirla appoggiarsi a lui, fidarsi. Si sporse verso di lei. Avvicinò le labbra all’orecchio della ragazza. 

“Sei decisamente una meraviglia, ma anche un pericolo per questo buffet.” Le sussurrò con una punta di malizia che lasciava trapelare il vero significato di quello che avrebbe voluto dire.  

Star lo guardò, si rese conto di avere la bocca semi aperta dallo stupore e la chiuse subito. “Un pericolo per il buffet?” Ripeté con uno sbuffo divertito. 

Il ragazzo annuì convinto. “Ma se balli con me potrai ancora salvare del cibo innocente.” Le propose. 

“Ballo con te.” Accettò lei. “Ma perché è divertente, non per salvare il cibo.” 

Sirius sorrise e iniziarono a muoversi a ritmo della musica che in realtà era solo un sottofondo. 

“Si, un ballo!” Si esaltò Lumarcono alzando il volume con un colpo di bacchetta. “Forza, danzate tutti, avanti! Non siate timidi.” 

“Abbiamo scatenato una rivoluzione.” Commentò Star guardandosi attorno mentre, timidamente, altre coppie iniziavano a ballare. 

Il ragazzo sorrise e spostò la mano dal fianco alla schiena di lei per poterla accompagnare in una figura complessa, purtroppo la sua mano incontrò della pelle nuda che non si era aspettato. si domandò. E poi successe; la vicinanza del corpo di lei, la sua schiena nuda e il fatto che fosse semplicemente Star, lo fecero arrossire. Distolse lo sguardo dalla ragazza cercando di mantenere la calma, lieto che lei fosse intenta a fissare un’altra coppia e che nessuno degli invitati lo stava guardando. Ma si sbagliava: Remus Lupin aveva gli occhi puntati proprio sul suo viso, e con un sorriso sornione in volto levò il calice alla sua salute. rifletté Sirius tra sé e sé. Come spesso capita, tutti questi pensieri si erano susseguiti ad una velocità impressionante, così il giovane si rese conto che sarebbe stato ancora normale agganciarsi all’ultima frase della ragazza che volteggiava tra le sue braccia. “Tu stai scatenando molto più di una rivoluzione con questo vestito.” disse allora, stampandosi in volto il suo miglior sorriso malandrino. 

Non c’era cosa più bella degli occhi di Star quando si rendeva conto che lui le aveva fatto un complimento: lo guardò sorpresa per mezzo millesimo di secondo, e poi realizzò che era un complimento piuttosto spinto, allora mise su un’espressione offesa con occhiatacce e tutto il resto. Sirius la trovava a dir poco adorabile, ma questo non lo avrebbe ammesso mai.  

“Parli proprio tu.” Sbottò lei prima di dargli un’occhiata; una lunga, bella, intensa, occhiata. Si, era decisamente sexy. Fortunatamente la musica scelta dal professor Lumacorno concedeva solo balli casti e puri, altrimenti...  

Sirius passò lo sguardo sui presenti nella stanza, solitamente non lo avrebbe fatto, ma stava cercando di darsi un contegno e non poteva guardare Star o avrebbe fatto qualcosa di stupido come inciampare sui suoi piedi, e Sirius Black non faceva mai cosa simili. Ovviamente, proprio perché cercava di evitare di guardarla, i ricordi del ragazzo gli vennero in aiuto. In aiuto per perdere la dignità visto che si trattava della sera della festa del Campione, quando, per la prima volta, era stata la ragazza ad invitarlo a ballare. E come se non fosse bastato quel gesto a confonderlo lei era incredibilmente sicura di sé quella sera. 

 

Ad un certo punto il ragazzo si avvicinò a lei con fare seducente e le posò una mano sulla schiena costringendola vicino a lui. Poi le prese una gamba e lei la piegò accanto al bacino di lui, era una figura che avevano già fatto per il tango ma non erano mai stati così vicini. Il ragazzo se ne rese perfettamente conto e dovette sforzarsi per mantenere un certo contegno, era anche consapevole di averle afferrato la coscia nuda estremamente vicino al bordo della sua gonna corta. Tutto ciò non andava bene, non andava affatto bene. La lasciò all’improvviso facendola girare ancora e poi la musica finì, per fortuna. 

 

Visto che la gran parte degli invitati era impegnato nelle danze James si mise all’opera per attuare il piano e far entrare Peter di soppiatto. Non fu difficile come credeva, nessuno lo notò mentre apriva la porta e Peter poté sgusciare dentro sotto il Mantello. Almeno così credeva, quando si voltò, invece, si trovò di fronte all’espressione inquisitoria di Lily. 

“Cosa stai combinando?” Lo accusò lei. 

“Non pensavo di interessarti tanto.” Replicò James passandosi la mano tra i capelli.  

“Tu non mi interessi, ma sono un Prefetto e sono sicura che ne stai per combinare una delle tue.” Spiegò la rossa. 

“Però oggi non porti la spilla sul petto, vedo solo una profonda scollatura niente mal...” Il ragazzo non concluse mai la frase perché Lily lo colpì con una sberla fortissima e tutti si voltarono verso di loro. 

Lily arrossì violentemente, Lumacorno la fissava tra il perplesso e il deluso e lei sentì di aver tradito la sua fiducia. La ragazza balbettò delle scuse e uscì. In un lampo Star si staccò da Sirius per raggiungere suo fratello che con la mano sulla guancia si guardava attorno spaesato.  

Sirius rimase solo.  

“Non so nemmeno cosa è successo ma so che te la sei meritata.” Esordì Star guidando suo fratello in un angolo in disparte. 

“Credo proprio di si... però aho!” Concordò lui. 

Sua sorella sospirò. “Ma perché ti comporti sempre così male con lei?” 

“Non lo so, mi si spegne il cervello e riesco solo a dire cose stupide! Non è colpa mia.” Ribatté James. 

“Questo lo scriveremo sulla tua lapide, è perfetto.” Commentò Remus avvicinandosi a loro. 

“Non sei con Lily?” Si stupì Star. 

“Pensavo andassi tu da Lily.” Replicò Remus. 

“Oh... avrebbe senso...” Rifletté la ragazza, poi guardò suo fratello; il giovane aveva uno sguardo afflitto, nei suoi occhi si leggeva l’imbarazzo. “Tu dovresti imparare a essere meno arrogante.” 

“Hei, non sono arrogante!” Sbottò lui. 

“Non lo sei, ma ti comporti come tale!” Replicò sua sorella. 

“Non ti ucciderebbe mostrare un po' di umiltà, in effetti.” Concordò Remus. 

“Già, dovresti smettere di essere così perfetto in tutto: Capitano, ottimi voti, sempre bellissimo, sempre allegro...” Elencò Star. 

“Si, so di essere bellissimo ma non capisco... dovrei prendere brutti voti? Pensavo ai Lily piacessero i ragazzi intelligenti.” Il giovane sembrava piuttosto confuso. “E comunque senti chi parla!” Aggiunse guardando il corpo di sua sorella fasciato d’oro. 

“Io ci sono nata così.” Replicò lei. 

“A Lily piace chi si impegna, a te viene tutto facile.” Incalzò il ragazzo dagli occhi ambra. 

“Si, più impegno, dovresti mostrare più impegno!” Commentò Peter eccitato da sotto il Mantello. “Poi sarà tua." 

“Non sarà mia, Pete. Non voglio possederla, voglio stare con lei... voglio... essere amato da lei.” Mormorò James. 

Aww, che dolce il mio fratellino!” Star lo abbracciò. 

 

…........ 

 

Nel frattempo Sirius si era allontanato dalla stanza, e si era seduto a terra con la schiena al muro in un corridoio semi buio. Alla fine era stato un bene che Star se ne fosse andata, i suoi ricordi avevano preso una piega strana. Non faceva altro che pensare a lei, in modo non molto casto e puro. Gli bastava la memoria delle mani di lei sul suo corpo mentre era impegnata a chiudergli la camicia la sera del Ballo del Ceppo, solo quella semplice vicinanza era abbastanza per smuovergli sensazioni profonde. Le emozioni che provava per altri ricordi erano talmente forti da essere fisiche. Come quelli di Casa Black. 

 

 

“Avanti! Come se non avessimo mai dormito insieme.” La prese in giro lui, disteso comodamente sul letto. 

La giovane sospirò. “Si ma tu…” 

“So che ho sempre cercato di indossare almeno i pantaloni dormendo con te ma qui non sarebbe realistico. E poi non cambia così tanto dai. Ti prometto che lo terrò a bada.” La rassicurò, era un piano perfetto, una sola notte vicino a lei e avrebbe convito il suo stesso orgoglio a rivelarle tutto. 

“Chi…?” Chiese lei spontaneamente, sorpresa da quel cambio di persona, ma poi realizzò. “Oh, stavi parlando del tuo… oh… Certo! Questo mi mette proprio a mio agio.” Borbottò poi. 

Sirius sbuffò spazientito e si sporse fuori dal letto per afferrare il polso della ragazza e trascinarla accanto a sé. Era deliziosamente ingenua a volte, il che era meraviglioso. 

“Ti ripeto che mia madre ci osserva. So che è odioso, ma se vuoi aiutarmi dovresti almeno fingere di non potermi resistere.” Le ricordò lui carezzandole la schiena con le dita. Poi passò un braccio sotto il fianco di lei e la strinse a sé, con l'altra mano le toccò i capelli con delicatezza. Era una sensazione stupenda averla così vicina, ma forse lei non pensava lo stesso, era silenziosa e pensierosa. “Ti chiedo perdono, sembri davvero non a tuo agio.” Si scusò Sirius. 

Star gli sorrise. “No… tranquillo. Mi hai solo colto di sorpresa. Vuoi dormire qui questa notte?” 

“Il piano è questo.” Le spiegò il ragazzo tranquillo. Il piano. Un piano che ora come ora non aveva più molto senso, la stava costringendo a fare qualcosa che non voleva. 

“Vuoi proprio fargli capire che non possiamo fare a meno uno dell'altra.” Scherzò lei. 

Bhe certo! Vogliono che ci sposiamo? Perfetto. Devo comportarmi da bravo figlio? Ok. Ma almeno rendiamolo un po’ divertente. Deve essere scandaloso!” Il giovane finse esaltazione, ma in realtà era dispiaciuto per quello che aveva fatto. 

“Come il Rocky Horror?” Chiese la ragazza. 

“Esatto!” Gli occhi di Sirius brillarono alla luce della candela, lei sembrava di nuovo allegra, di nuovo sé stessa. 

“Sono felice che questo ti metta di buon umore. Ti aiuterà a stare bene.” Commentò lei poggiando la testa sul petto di lui. 

“Grazie… è l'unico modo per sopravvivere a questi giorni.” Il ragazzo rimase in silenzio qualche secondo. “Sicura che non sia un problema per te? Mia madre.. le regole..” Chiese poi. <..io e i miei stupidi piani.> aggiunse mentalmente. 

Star alzò la testa per poterlo guardare negli occhi. “No. Non è pensante. E poi sto bene finché non devo interagire con tuo padre.” 

“Ah, hai paura di mio padre, eh?” La prese in giro lui, ma la capiva. 

“Tu no? È terrificante! Austero, quella serietà…la sua freddezza… mi dà l'idea che possa uccidere o che lo abbia già fatto.” La giovane finse un brivido come per scuotersi via quell'idea. 

“Capisco. Ti chiedo scusa. Ma tu resta con me…non ti succederà niente.” La rassicurò lui  

“Lo so. Tu non lo permetterai.” Improvvisamente Star si senti stanca e cercò di mettersi comoda in quella posizione. “Come l'anno scorso.” 

“In che senso?” Chiese lui perplesso. 

“So che sei stato tu e non James, quel giorno.” Rispose lei addormentandosi. 

“Come fai a saperlo?” Le domandò di nuovo, il cuore che batteva a mille. Ma lei non parlò più. 

….. 

Si svegliò di soprassalto con la mano di Star sul suo petto nudo, sentì il corpo di lei avvicinarsi in un modo estremamente difficile da ignorare. Non avrebbe retto oltre. Così la chiamò: “Star?” E si svegliò.  

Il ragazzo cercò di dimostrare pieno controllo di sé; si esibì nel suo mezzo sorriso più perverso di sempre. “Potevi continuare se volevi.” Commentò. 

 “Mi dispiace, dev'essere…” cominciò a scusarsi ma lui concluse al posto suo: “L’argomento di ieri che si ripercuote nei tuoi sogni? Molto probabile.”  

Sirius si alzò in piedi stiracchiandosi, i suoi muscoli si tendevano flessuosi. “Ma forse è anche il fatto che io sono l'uomo più sexy del mondo e nessuno può resistermi.” Poi iniziò a vestirsi. “Comunque, indipendentemente da quello che pensa tuo fratello, tra un anno sarai un’adulta nel mondo magico. Se vuoi fare sesso fallo e basta.”  

“Non voglio fare sesso!” Sbottò lei. 

“No, certo che no. Tu sei pura come un fiorellino, proprio per questo ti stavi strusciando contro di me cinque minuti fa.” La prese in giro il ragazzo. 

Star gonfiò le guance furiosa. “Stammi bene a sentire, Ser Villano Black! Io non mi stavo strusciando su di te.” 

Lui rise di cuore, era stupenda così arrabbiata. “Era da una vita che non usavi quel nomignolo. Comunque io non ti giudico, capisco che tu possa essere curiosa.”  

Ma non era curiosa, voleva solo amore prima dell’attrazione fisica... quando lei gli spiegò questo, lui non poté fare a meno di sentirsi un essere spregievole. 

…. 

Sirius sospirò ma poi la seguì in bagno, riempì la vasca mentre lei si spogliava dietro un paravento e poi ci si immerse. Star si avvicinò a lui, l’asciugamano stretto addosso.  

“Chiuderò i miei bellissimi occhi se ti fa sentire meglio.” Annunciò lui abbassando le palpebre, la verità è che probabilmente non avrebbe retto a quella vista. Sentì il rumore del suo corpo a contatto con l’acqua che salì di livello. 

“Puoi aprirli ora.” Lo avvertì mentre si passava una spugna sulle braccia e lasciava cadere la testa all'indietro sul bordo freddo della vasca. “Ah! Non sai quanto mi mancava!” Mugolò lei. 

Sirius rise cercando di dissimulare il suo imbarazzo. “È dura vivere in questa casa, eh?” 

“Abbastanza.” Star fece emergere un piede dall'acqua e lo sbatté sulla superficie schiumosa per schizzare il suo amico. “Ma non ti lamentare troppo, è pur sempre una casa.” Aggiunse poi scherzosa. 

“Hai ragione. Però, ammetti che la mia famiglia non è delle migliori.” Replicò lui asciugandosi il volto con una mano. 

“Lo so. E mi dispiace, per quello che ho detto anni fa, avevi ragione tu: non sapevo niente di te e di loro e di come fosse vivere qui. Forse è vero che saresti più felice se te ne andassi, però io continuo a credere che in parte ne soffriresti.” Spiegò lei giocherellando con la schiuma. Ogni volta che le sue dita si sollevavano facevano apparire tante piccole bollicine iridescenti che incominciarono a volteggiare nella stanza. 

“Chi lo sa.” Commentò il giovane cupo. 

Star lo fissò e poi sorrise. “Non credi che stiamo crescendo troppo in fretta?”  

“In che senso?” 

“Qualche anno fa facevamo il bagno nudi nel Lago. Ora siamo in imbarazzo a stare nella stessa vasca, nemmeno James riesce più a fare il bagno con me con la stessa serenità di prima.”  

Sirius sbuffò. “Gli ormoni non sono facili da controllare. Non so per voi ragazze ma per noi ragazzi… ci sono giorni in cui basta che una ragazza ci sfiori la mano per mandarci completamente in tilt. E tu sei una ragazza molto bella, e che tu lo ammetta o no stai crescendo, e il tuo corpo sta cambiando, e non è facile per tutti noi Malandrini ricordarci in ogni momento che sei nostra amica e che… bhe … hai capito il concetto.”  Fare quella rivelazione gli costò molto, ma perlomeno era la verità. 

Lei lo fissò stupita e poi lo colpì ancora con dell'acqua. “Voi ragazzi pensate solo a quello!” Sbottò poi fingendosi sconvolta.  

“L’ho appena ammesso! Che altro vuoi?” Replicò lui, e rispose a suon di schizzi. Partí una piccola battaglia che fu divertente finché Star non ebbe la brillante idea di sporgersi in avanti per dare una spinta amichevole ad una spalla di Sirius. E bhe, erano nudi, in una vasca molto stretta. Il ragazzo si spostò prontamente di lato facendola finire completamente sott’acqua mentre lui usciva rapido dalla vasca e si legava l’asciugamano in vita. Gli era praticamente saltata addosso, non osava immaginare come avrebbe reagito ad avere Star nuda tra le sue braccia. Si diresse in camera cercando di mettere più spazio possibile tra loro. 

“Tu sei pazza! Ma ti pare?!” Sbraitò agitato, non riusciva a calmare il battito del suo cuore. Infilò in fretta i pantaloni e la vide entrare nella stanza con solo l’asciugamano legato addosso. “Vestiti!” La rimproverò lanciandole un rapido sguardo, prima di mettersi a cercare una camicia nell’armadio per nascondere il viso arrossato.  

“Perché?” Rise lei. “Ti ho messo a disagio?” Gli si avvicinò tranquilla. “Ho messo a disagio il grande Sirius Black che è a proprio agio con il suo corpo?” Continuò a prenderlo in giro facendosi sempre più vicina. Pensò Sirius, in un attimo la prese per un polso e la spinse contro il muro, poggiò la mano sulla parete accanto alla spalla di lei per bloccarla. Il ragazzo alzò lo sguardo piano, i capelli neri che gocciolavano a terra come l'anno precedente. “Non sfidarmi.” Sussurrò lui mentre la guardava negli occhi, i visi vicini, i corpi a pochi centimetri l'uno dall'altro. Sirius si avvicinò ancora di più, i due si guardavano negli occhi già da un po’. <È il momento giusto> pensò lui, si, le avrebbe detto tutto, ogni cosa. Ma non fu così, rapida come una freccia ben scoccata lei passò sotto il braccio del ragazzo che trovandosi con le mani incrociate fu costretto a lasciarle il polso. Sorrise serena. “Sei bravo!” Commentò. “Ero davvero curiosa di sapere come facevi ad andare a letto con tutte quelle ragazze, ma adesso l'ho capito. Complimenti.” Aggiunse poi con un lieve tono di scherno che lasciava ben intendere che con lei non aveva funzionato. 

“Sì, bhe, ti prego di non svelare a nessuno i miei segreti.” Replicò lui poggiandosi alla parete con aria soddisfatta, ma non era affatto soddisfatto. 

 

 

Un sospiro tetro e profondo lo fece tornare in sé, si guardò attorno e scorse Lily di fronte ad una finestra che osservava il cielo buio chiaramente in attesa di qualcosa, o qualcuno. In quel momento la giovane si voltò e si bloccò notandolo.  

“Black, cosa ci fai qui?” Sbottò lei. 

“Bhe, tu hai preso a sberle il mio migliore amico quindi Star è andata in suo soccorso.” Replicò acido lui. “Quei due mi faranno impazzire.” 

Lily lo osservò in silenzio, qualcosa nel suo sguardo cambiò, non era più severo e rigido. 

“Lei ti piace, vero?” Gli domandò 

Sirius la fissò per un secondo, poi distolse lo sguardo e sorrise. “Ma certo che mi piace, dico, l’hai vista?” 

L’hai vista? La sua stessa voce gli risuonava nel cranio. Oh, l’aveva vista. L'aveva vista il primo aprile con la sua maglia della divisa addosso e quei pantaloncini così corti, aveva avuto il cuore in gola per tutto il tempo. L'aveva vista leccarsi la panna dalle dita qualche ora dopo, con così tanta innocenza da farlo sentire sporco. L’aveva vista in quel costume a due pezzi la sera del compleanno di Remus. E non solo.... 

 

“Ma quale passione? Recitavamo tutto!” Ribatté la ragazza. 

Sirius sospirò, era stanco di parlare di Mary, non voleva Mary. Per quanto potesse negarselo e dire a James che era passato, lui voleva solo Star. All’improvviso le prese una gamba da dietro il ginocchio e la portò verso di sé, contemporaneamente la spinse contro il bordo piastrellato della vasca e avvicinò la bocca al collo di lei. Si fermò così, con le labbra a pochi centimetri dalla morbida pelle di Star. Non la meritava. Non sapeva controllarsi. 

“Hai il cuore che batte fortissimo.” Commentò lui, voleva baciarla ma resistette. Forse c’era una possibilità. 

Perchè non me l’aspettavo. Mi hai colta di sorpresa.” Si scusò lei cercando di riacquistare la calma. 

“Eppure hai lasciato che ti facessi questo.” Continuò il ragazzo, lei non si era irrigidita, nemmeno un po', se lo avesse fatto lui non sarebbe mai finito in quella situazione. In quella posizione. 

Perchè...” Cercò una spiegazione Star. Ma Sirius fu più veloce: “Perchè ti fidi di me.” Finalmente lui allontanò la bocca da lei e la guardò negli occhi. “L’intesa che avevamo anche se stavamo fingendo era reale perché ti fidi di me, sai che non ti farei mai male.” Proseguì. La ragazza non rispose e lui finalmente la lasciò andare allontanandosi un po’, ma questo non voleva dire che lui poteva approfittarsi di lei, anzi, tutto il contrario. Non aveva il diritto di trattarla così. “E’ questo che vorrei. Ma Mary non si fida, per questo fa tutte quelle scene.” 

“Ne hai parlato con lei?” Chiese Star semplicemente. 

Il suo amico scosse la testa. “Ci proverò.” Promise. 

 

 

La rossa scosse la testa. “Non fingere di badare solo alle apparenze come il tuo amico Potter. Ti ho visto la sera della festa per il Campione. Non è solo per la sua bellezza.” 

“Stavamo fingendo.” Replicò il ragazzo. 

Lei sbuffò. “Non era solo finzione; a te piace vederla felice.” 

Vederla felice. Era vero. Sirius non seppe più cosa dire, si scervellò per trovare una delle sue solite battute sarcastiche ma le parole di Lily gli offuscavano la mente. Insieme ad altri ricordi. Ricordi decisamente meno impuri e molto più belli. Tutti i sorrisi di lei, così tanti, molti glieli aveva regalati, erano solo per lui. Si ricordava la festa del Campione, ma lì era tutto falso. Invece al compleanno di James... nessuno l’aveva costretta ad invitarlo a ballare, a stare con lui, eppure lo aveva fatto, ed era felice, almeno lo sembrava. 

 

Sirius notò Mary alzarsi dal tavolo per corrergli incontro. Era pronto a passare tutta la serata con lei, era diventata meno piacevole ultimamente, ma lui le era affezionato. E poi qualcosa lo distrasse: Star si alzò a sua volta, indossava una gonna a pieghe a quadri scozzesi rossi e neri e una semplice maglia. Proprio quando la bionda fu a pochi passi da Sirius ,con le braccia già aperte pronte ad un abbraccio che avrebbe sicuramente portato ad un bacio, Star si appoggiò appena al bordo del tavolo dietro di sé e con disinvoltura gridò: “Hei, Sir Villano Black! Mi devi un ballo o mi sbaglio?” 

Sirius poté guardarla apertamente, notò con la coda dell’occhio che Mary non aveva gradito quel cambio di attenzione, si sentì spregevole. Soprattutto quando si ritrovò a sorridere a Star e risponderle con un divertito: “Non mi sembra.”.  Vide Mary assumere un’espressione soddisfatta e vittoriosa che gli ricordò Cissy. 

Bhe, forse tu credi di aver pareggiato quella sfida, ma ammetti che ne sei uscito incolume solo grazie a me, quindi: un ballo.” Spiegò Star. 

Il ragazzo si profuse in una risata tra il divertito e il sorpreso. “Lo ammetto.” Non capiva le insistenze di lei, ma non si sarebbe perso l’occasione di ballare insieme. Camminò verso la ragazza, la prese per mano e la condusse sulla pista. Si, era una persona terribile, ma almeno non stava costringendo Star a fare nulla che non volesse fare. 

…. 

“Eh, già. Hai perfettamente ragione!” Il ragazzo rise e approfittò di uno slancio di lei per sollevarla da terra, lei si ancorò con le gambe sui fianchi di lui e poi gettò indietro la schiena. La musica finì in quel momento e Sirius dovette sforzarsi per lasciarla andare, era davvero sorpreso da lei. Le tenne una mano guidandola in una lenta giravolta. “Sei una meraviglia anche questa sera.” Le confidò. 

“Grazie.” Replicò la ragazza con un inchino scherzoso.  

Rapido come sempre Sirius l’attirò a sé e la baciò sulla guancia. Non avrebbe dovuto farlo, un altro chiaro segno della sua incapacità di comportarsi in modo adeguato. Si allontanò alla svelta e senza mai lasciarle la mano si voltò pronto a farsi largo tra la folla e nascondere una nuova ondata di imbarazzo, ma dove aveva nascosto la sua dignità? “Andiamo a cercare tuo fratello.”  

“Si, aspetta.” Fece lei. Aspettare? Sirius si voltò verso la ragazza; era successo tutto in un attimo, la vide chiudere gli occhi e sbiancare, si gettò in ginocchio a terra e afferrò il corpo di Star prima che sbattesse violentemente contro il suolo. Tenendola tra le braccia la girò supina e le afferrò il viso con una mano sollevandolo per cercare di capire se stesse ancora respirando, il cuore gli batteva a mille per la paura. Star riaprì subito gli occhi e ricominciò a riprendere colore. 

“Oh, stai bene!” Esordì lui con il viso teso per lo spavento. “Mi hai fatto prendere un colpo.” Borbottò, dopo di che passò un braccio dietro le ginocchia di lei e con l’altro ancora dietro le sue spalle la strinse a sé e si alzò in piedi tenendola in braccio. La portò nel dormitorio dei ragazzi e la posò su un letto. 

Star non protestò. “Dimmi qualcosa, ti prego.” Il ragazzo la osservava spaventato. 

Star sbatté le palpebre e scosse piano la testa. “Mi dispiace.” Disse piano. Sirius tirò un sospiro di sollievo ma ancora non riusciva a calmarsi del tutto. 

“Che ti è successo?” Le chiese. 

Star si sistemò a sedere con la schiena dritta sul letto. “Non ne sono sicura, ma credo una specie di dejavù, sai... come quando ti sembra di aver già vissuto quello che stai vivendo. Solo che non l’ho vissuto io...”  

“Un ricordo di qualche tua antenata?” Ipotizzò lui. 

La giovane annuì. “Può darsi.” 

I due rimasero in silenzio un po' e Sirius si sentì sollevato quando vide la ragazza più sveglia e reattiva.  

“Prendi un po' di cioccolato dalla scorta privata di Remus, sono certa che a lui non dispiacerà per questa volta.”  

Il ragazzo si alzò per portarle il cioccolato richiesto. “Senti, se vuoi scendo a dire a James che sei stata male e …” 

“Oh, no. Sto meglio e voglio tornare giù a distrarmi un po'. E James sa già che sono stata male.” 

“E non è qui?” Si stupì Sirius. 

“Gli ho chiesto di restare giù, è il suo compleanno, e poi sa che non sono sola.” 

“Capisco. Comunque questa storia del vostro legame mi incasina la mente.”  

Star rise piano. “Si, non è semplice da capire, ma io sto iniziando a percepire meglio anche te e Remus. Quello che provate e come vi sentite.” 

“Ah, si?” Fece Sirius nervoso, se davvero lei poteva sentire le sue emozioni... cercò di non pensarci. 

“Si... cerco di non farlo perché rispetto la vostra privacy ma quando provate un’emozione molto forte vi sento.” Spiegò lei. 

Il ragazzo annuì, sembrava che lei non volesse aggiungere altro, allora non si era accorta di niente. Per un attimo aveva quasi sperato di si, solo per sapere che almeno lei sapeva. 

“Possiamo andare ora.” Annunciò Star alzandosi in piedi. 

“Star Gioia Potter, mi concede di essere il suo cavaliere?” Domandò Sirius in falso tono pomposo porgendo il braccio alla ragazza che accettò ridendo. Rideva, questo gli bastò. Cercava sempre di vederla felice. 

“Ma certo, Sir Villano Black” 

 

Voleva davvero vederla felice, anche quando gli faceva male al cuore. Come il giorno in cui era uscita con Lily e quei ragazzi. Lei era così allegra, e lui l’aveva aiutata a sentirsi carina, glielo doveva; era sempre più bella quando credeva in sé. Eppure vederla andare via fu pari al farsi strappare un braccio. Quel giorno trovò la Stanza delle necessità, di nuovo. Aveva bisogno di esprimere quello che provava, almeno in musica.  

But now I hear you found somebody new 
And that I never meant that much to you 
To hear that tears me up inside 
And to see you cuts me like a knife 

Poi si ricordò anche della brillante idea di James di andare a trovarla. Durante il suo appuntamento con un altro. Stupido James. 

 

“Non le piacerà.” Sbuffò Remus. 

“Concordo con lui.” Sbottò Sirius. 

“Tu puoi fare finta di niente ma so che quando la vedrai con quel ragazzo ti pentirai di ogni tua azione, forse troverai pure il coraggio di dichiararti.” Replicò James procedendo convinto tra le viette, sapeva di essere sempre più vicino a lei. 

“La verità è che vuoi assicurarti che Lily non si innamori di un bell’imbusto.” Notò Remus. 

“Questo è falso. Lo faccio esclusivamente per Sirius.” James scacciò i pensieri su Lily e si addentrò in un boschetto. 

“Oh, ci siamo stati qui.” Ricordò Remus. 

“Non c’è tempo per i tuoi progressi di memoria su quello che hai fatto durante il PPP, Rem.” Sbuffò James scrutando tra gli alberi. “Eccola!” Sussurrò poi. 

Seppur contrario, Sirius guardò nella direzione indicata dal suo amico e la sua mascella si irrigidì quando vide un bel ragazzo avvicinarsi a Star sempre di più, ma la cosa che gli fece più male fu vedere il sorriso tranquillo di Star e la sua sicurezza in quel momento. Era riuscito a farle credere in sé stessa e a non aver paura dei rapporti, ottimo. Bel lavoro. 

“La bacerà credo.” Commentò James guardando Sirius che strinse il pungo ma non fece altro. “Chiamala.” Lo incitò poi, ma il suo amico non si mosse. Andava bene così, pensava Sirius, andava bene perché lui non la meritava.  

“Se non lo fai tu lo farò io.” Sbottò James, poi prese fiato ed esclamò“Hei! C’è Star! Guardate!”  

Star si guardò attorno individuando suo fratello e gli altri Malandrini. “Hei, ragazzi.” Li salutò la giovane senza entusiasmo. 

Mentre i due piccioncini si scambiavano qualche sussurro, Sirius pensò a quanto fosse sbagliato essere lì. L'avevano infastidita. Il bel giovane prese per mano Star conducendola vicino ai suoi amici. 

“Ciao, sono Kyle.” Si presentò poi. 

“Io sono James, e loro sono RemusSirius e Peter.” James sorrideva tranquillo, sembrava totalmente ignaro di aver interrotto un momento privato. 

“Non credevo che gli studenti conoscessero questo posto.” Commentò il ragazzo. 

“Oh, noi si. Girovaghiamo molto.” Replicò il giovane Potter. 

“Ah.” Kyle guardò Star che cercò accuratamente di evitare il suo sguardo. “Gentile da parte tua cercare di non farmi sentire uno schifo.” La ringraziò. 

 “Oh, forse non te lo ha detto perché siamo venuti di nascosto, di notte.” Spiegò James. 

“Oh, sei una che infrange spesso le regole allora. Si, lo avevo intuito quando ci siamo incontrati ma averne la certezza ora... mi piace.” Kyle aveva gli occhi fissi sulla ragazza alla quale teneva ancora la mano e quando pronunciò le ultime parole Star si decise a lanciargli uno sguardo divertito. Poi ne lanciò uno molto meno amichevole a suo fratello. Sirius voleva sparire. Kyle le piaceva, piaceva a Star davvero. 

“Allora cosa stavate facendo? Possiamo unirci a vo...” Incominciò a chiedere James nella speranza di interrompere il contatto visivo fra Kyle e sua sorella, ma fu lui a essere interrotto da Sirius: 

“Non rompere il cazzo, James. Andiamo.” Sbottò il giovane Black afferrando il suo amico per un braccio pronto a trascinarlo via. “Buona giornata.” Augurò alla coppietta prima di voltarsi portandosi dietro James. Peter li seguì rapido e Remus si fermò giusto il tempo di lanciare un sorriso mortificato alla sua amica prima di raggiungere i suoi amici. 

“Non farlo mai più.” Sbottò Sirius. 

“Sei geloso... non mentirmi.” Insinuò James. 

“Non ha importanza. Loro due sono una bella coppia, Star era felice, prima che arrivassimo noi, questo ha importanza.” Replicò Sirius. 

 

Vedere il suo sorriso, quella era la cosa più importante. Per questo aveva la camera tappezzata di foto di lei. Aveva strappato di nascosto anche la pagina del giornalino con la foto di loro due il primo aprile. Almeno poteva avere un ricordo di aver tenuto tra le braccia una sorridente Star. 

 

“Star, vieni un attimo per favore?” La chiamò Sirius alle prese con uno stendardo che non voleva farsi appendere dritto. Quando lei si avvicinò il ragazzo incrociò le mani posizionandole con i palmi in alto e piegò un po' le ginocchia tenendo le mani più in basso possibile. “Salta su.” La incoraggiò. 

Star poggiò un piede sulle sue mani e si sentì sollevare immediatamente, svelta sistemò lo striscione che si era attorcigliato e poi Sirius la afferrò per i fianchi accompagnandola a terra. La ragazza era raggiante da tutta la mattina, ogni volta che si rendeva utile per migliorare qualcosa diventava ancora più felice. Il giovane si godette il sorriso emozionato di lei nel vedere lo striscione ben appeso. “Grazie. Ottimo lavoro.” Le disse poi, sorridendole di rimando. 

 

Sirius non sapeva da quanto tempo era in silenzio, ma calcolò fosse molto. “Bhe, è ovvio... che io voglia... insomma, è mia amica. Voglio che sia felice.” Se avesse potuto si sarebbe preso a sberle. Doveva tirare fuori il vecchio Sirius al più presto o Lily avrebbe capito tutto. Fortunatamente l’arrivo di Mocciosus distrasse la Prefettina 

“Bene, buona festa.” La salutò il Grifondoro cercando di svignarsela. 

“Non ti preoccupare, questo segreto è al sicuro con me.” Gli assicurò lei. 

Sirius avrebbe tanto voluto se ne fosse stata zitta e basta; Severus lo guardava con un certo interesse. Se lei avesse spifferato... 

Il giovane Black li guardò entrare nell’Ufficio di Lumacorno, attese qualche minuto e poi decise di rientrare a sua volta, più che altro per prendere le misure di cui doveva occuparsi secondo il piano di James. Estrasse un pezzo di pergamena e una scheggia di carboncino e prese a muoversi lungo le pareti della sala cercando di non farsi notare mentre mormorava gli incantesimi di rivelazione delle misure. Proprio quando stava concludendo l’ultima misurazione si scontrò con qualcuno, ripose la pergamena nella tasca del gilet in fretta e furia, e si congelò alzando lo sguardo su suo fratello. Non si parlavano da quando aveva lasciato casa. Sirius avrebbe voluto dirgli molte cose, scusarsi, o altro ma il Serpeverde fu più veloce.  

“Hai ballato con lei.” Commentò. 

“Già.” Replicò Sirius cauto. 

“Ma non stai con lei.” Continuò Regalus. 

“No.” Confermò l’altro. 

“Che vuoi fare? Illuderla come hai illuso la nostra famiglia? Farle credere di essere speciale e poi abbandonarla? Nostra madre sta malissimo da quando...” Cominciò Regalus. 

“Nostra madre sta bene.” Lo interruppe Sirius. “E lo sai anche tu. E sai che provo qualcosa di vero per Star, anche se ciò non ti riguarda.” 

Regulus lo guardò sorpreso. “Quello che hai detto...” 

Sirius ricordava benissimo quella sera. 

 

 

Sirius si avvicinò rapido a Star. “Stai bene?” Le chiese preoccupato. Lei annuì guardandosi intorno. 

“Vai a casa tua.” La pregò Sirius 

“Voglio restare con te.” Affermò lei mentre Orion riprendeva pian piano conoscenza. 

“È la mia famiglia. Me ne occuperò io. Devo farlo da solo.” Insistette lui. 

Star imprecò, e sembrava davvero preoccupata. “Se griderai il mio nome io tornerò subito qui.” Gli promise.  

“Avrai mie notizie prima dell'alba, promesso.” La tranquillizzò Sirius, poi le sorrise e la baciò sulla guancia. “Vai.”  

Sirius guardò nel cobalto degli occhi di lei finché non scomparve. Poi attese. Orion si alzò in piedi per primo e gli puntò la bacchetta contro, ma il ragazzo fu più rapido e lo disarmò. Walburga, Bellatrix e Regulus si ripresero subito dopo, anche se erano ancora storditi.  

“Sei un disonore per questa famiglia.” Commentò Orion. 

“Lei dov’è? Voglio trovarla, deve soffrire!” Bellatrix si guardò attorno alla ricerca di Star. 

“Tu non le farai niente, è lontana ormai, e anche se fosse qui io non permetterei a nessuno di voi di farle male. Per anni mi avete controllato, maltrattato e mai amato. E andava bene, finché non ho capito che meritavo di meglio. Finché non avete iniziato a voler controllare anche lei. Star in questa famiglia è come in fiore in un deserto arido, e io non vi lascerò mai, MAI, avere il controllo su di lei. e da ora non lo avrete nemmeno su di me.” Sirius li guardava tutti uno ad uno, eccetto suo fratello. 

“Che sciocchezze sono queste? Senza di noi non avresti mai avuto la possibilità di stare con lei.” Sbottò Walburga. 

“No, io la amo da prima che voi rovinaste tutto, quello che lei ha fatto era solo una finzione... si, madre, abbiamo finto tutto, e lei lo ha fatto solo per darmi uno spiraglio di libertà.” Raccontò il ragazzo vittorioso. 

“Libertà... il nostro cognome ti dà potere, e tu cerchi la libertà, la libertà è per i deboli. Tu un giorno erediterai tutto questo potere, inizia ad esserne degno altrimenti...” Lo rimproverò Orion. 

“Altrimenti? Mi crucierete? Mi frusterete? Cosa? Nulla di tutto questo funzionerà, io amo Star, amo James e Remus. Loro sono la mia famiglia, loro staranno sempre con me e non mi faranno mai del male.” Replicò Sirius. 

“Quante scempiaggini! Parli come uno sciocco, quando capirai? Con questo comportamento non fai altro che portare vergogna alla nostra famiglia!” Gridò Walburga furiosa.  

“Benissimo.” Sirius alzò la sua bacchetta con gesti freddi e controllati. “Allora smetterò di farvi vergognare per sempre. Me ne vado.”  

“Se te ne vai da questa casa oggi non ti considerare mai più un Black. Se vuoi la tua stupida libertà cercala lontano dalla nostra protezione.” Lo ammonì Orion. 

“Volentieri.” Ribatté il giovane. 

Fun in quel momento che Bellatrix perse la pazienza e attaccò, ma Sirius evocò un incantesimo di protezione talmente forte da sbalzare di nuovo via tutti i Black. Non sapeva da dove gli veniva tutto quel potere ma non restò fermo a chiederselo: controllò che Regulus stesse bene e poi andò di corsa nella sua stanza cercando di arraffare quanto poteva e di ficcarlo in un baule. Trascinò il pesante bagaglio giù per le scale e poi fuori di casa, in strada. Sentiva le grida dei suoi genitori dietro di lui, alzò la bacchetta e un autobus viola a tre piani apparve dal nulla frenando appena prima di investirlo. Lanciò cinque galeoni al bigliettaio issando rapido il baule sul mezzo mentre gridava “Ve ne do altri cinque se andiamo via subito!”. Il veicolo partì con una sgommata e Sirius fece appena in tempo a vedere sua madre uscire dalla porta di casa urlando qualcosa, che l’autobus sbalzò e il panorama fuori dai finestrini cambiò totalmente. 

“Dove vuoi andare?” Gli chiese il bigliettaio intascandosi le monete. 

“A casa Potter, sta...” Disse il ragazzo convinto. 

“Sappiamo bene dove vivono i Potter.” Lo interruppe il bigliettaio, poi lo lasciò solo. 

Sirius si sedette su un letto che scivolava rapidamente avanti e indietro ogni volta che il mezzo compariva in un luogo nuovo o frenava bruscamente. Era libero. 

 

“...era tutto vero...” Concluse Regulus. 

“Non è affar tuo!” Sbottò Sirius. 

“Eccoti qui!” Esclamò Star comparendo proprio in quell’istante. “Ti abbiamo cercato ovunque.” Lo informò prendendolo per una mano e trascinandolo via mentre salutava Regulus con un cenno. 

“Che fretta! Vi sono mancato così tanto?” Scherzò Sirius. 

No... è che stavi per dire cose di cui ti saresti pentito.” Rispose lei tenendo lo sguardo basso e fermandosi di colpo. 

“Come fai a saperlo?” Le chiese lui. 

“L’ho sentito nominare quella notte... perdi sempre la ragione quando si parla di quello... e non hai torto.” La ragazza tacque per un po'. 

Sirius pensò a quello che era successo una volta arrivato a casa Potter, il modo in cui lo avevano accolto, l’abbraccio di Star, e la chiacchierata con James. 

  

 

 

“Come stai?” Star li aveva lasciati soli da qualche secondo ma James non sembrava voler perdere tempo. 

Sirius sospirò. “Sinceramente, amico, non ne ho la più pallida idea.” 

Silenzio. 

“Te ne sei andato per lei?” Chiese James. 

Sirius scese dal balcone e iniziò a camminare su è giù per la stanza. “E’ quello che ho detto ai miei, ho detto cose tipo che lei era libera e che loro non potevano costringerla a fare un bel niente, e che se la credevano di loro proprietà solo perché ci amavamo io me ne andavo.” Il ragazzo si fermò e sorrise. “Potrei dirti che la verità è che me ne sono andato per non farle vivere tutto quello nell’eventualità in cui sarei riuscito a conquistarla. Eppure penso che la verità sia un’altra: io volevo andare via, ho sempre voluto andare via. Non voglio negarti che avevo e ho paura, mi chiedo cosa farò ora, e dove starò...” 

“Puoi stare qui.” Il tono del giovane Potter non ammetteva repliche. 

“Si ma non per sempre.” 

“Nemmeno io voglio stare qui per sempre. Ma finché ne avrai bisogno questa è casa tua.” 

Sirius sorrise. “Grazie. Comunque ho paura anche perché so che mi mancherà mio zio, e mio fratello. So che ho fallito come fratello maggiore, perché avrei dovuto proteggerlo, avrei dovuto rispettare le regole e garantire ad entrambi una vita più serena. Ma non potevo. Non potevo fingere di non disprezzare ogni singola idea che loro hanno. Era tutto così ridicolo! Assurdo! Se avessi fatto come volevano loro sarei finito in Serpeverde, non avrei conosciuto te, Star, Remus e Peter, non sarei la persona che sono. Io sono così, e so di averlo ferito, ma non posso nasconderlo. E non potevo più resistere in quella casa. Però mi sento un vigliacco per averlo abbandonato lì.” Ancora silenzio. “E al tempo stesso so che non sarebbe mai venuto via con me, lo so, perché quella è la sua famiglia, l’unica che conosce. Invece io ho voi.” 

James si alzò in piedi e abbracciò il suo amico. “Non è colpa tua. Tuo fratello deve fare le sue scelte, non è giusto che sia tu a scegliere per lui, nemmeno se sai che la tua via è giusta.” 

“Sono comunque preoccupato.” 

“Questo te lo concedo.” I due risero e si staccarono. “E ora torniamo al problema che ti assillato in questi giorni e per il quale hai assillato me attraverso quel dannato specchio: mia sorella.” 

“Quella donna mi ucciderà!” Esordì Sirius. “L’ultima notte mi si è strusciata addosso.” 

“Come scusa?!” 

“Stava sognando, avevamo parlato di sesso, evidentemente era un sogno erotico, e lei si è fatta sempre più vicina a me e ha iniziato a passare la sua mano sul mio petto, in modo così... sexy! E’ stata dura resistere, ho dovuto concentrarmi al massimo sul fatto di essere a casa mia e sulla probabilità che mia madre ci stesse spiando, però ce l’ho fatta. E lei si è svegliata, dovevi vederla: un attimo prima sconvolta e quello dopo perfettamente calma! E quella sera stessa abbiamo fatto il bagno insieme e non si è minimamente preoccupata di essere nuda con me, non le faccio il minimo effetto!” Raccontò Sirius. 

“Questo non lo puoi sapere.” Lo bloccò James. 

“Lo so per certo, invece. Subito dopo il bagno io me ne stavo in boxer e lei in asciugamano e mi sono avvicinato, nessuna mi resiste di solito, ho usato anche il tono sexy, era abbastanza vicino per baciarla, e lei? Con nonchalance mi passa sotto il braccio si allontana, e mi fa pure una battuta. Niente. E’ come se fosse immune.” 

“Forse non le interessa l’aspetto fisico o l’attrazione sessuale.” Ipotizzò James. 

“Può essere, ma devi ammettere che gioca la sua parte.” 

“Certo. Ma quindi come intendi procedere?”  

“In nessun modo. Ho la certezza di non interessargli. Quindi mi metterò con Mary per davvero, una volta tornati ad Hogwarts, lei mi piace.” 

“Ma non la ami!” Si disperò James. 

“E tu cosa intendi fare con Lily?” Cambiò argomento Sirius. 

James arrossì. “La sera del Ballo è andata bene, vorrei avere sempre con lei quell'intesa. Come quella che avete tu e Star. Per ora mi basterebbe.”  

“Ah, quindi secondo te noi siamo ad un buon punto.” 

“Almeno non ti odia.” 

 

Almeno non ti odia.  

“Grazie.” Mormorò Sirius e senza pensarci abbracciò la sua amica. 

Lei gli sorrise passandogli una mano sulla guancia, una carezza tenera, ma che trasmetteva forza. “Non c’è di che.” 

“So che mi hai aiutato, quella sera... te ne sei andata ma non mi hai lasciato solo...” Le raccontò lui. 

“Ti ho solo lasciato un po' di energia magica di riserva, niente di più.” Rise Star. 

“Sei... meravigliosa.” Commentò il ragazzo e ci credeva davvero. Andromeda e suo zio credevano lo stesso.  

Quando erano andati a casa di sua cugina e lui era rimasto solo con lei le aveva rivelato tutto quello che provava per Star. Le aveva anche detto di essere riuscito a dichiararsi la sera del ballo ma che lei non aveva creduto ad una parola. “Ma come si fa ad essere così cieche?!” nonostante la sua esasperazione Andromeda sembrava così felice, finché lui non le aveva detto che Star non provava nessun interesse. Ci era rimasta talmente male che si era proposta di chiedere alla ragazza se fosse davvero così, ma Sirius la pregò di non farlo. Non sarebbe stato giusto usare degli intermediari, quello era il motivo per cui aveva proibito a James e Remus di farne parola con Star. Lui le avrebbe detto di persona quello che provava, e avrebbe accettato qualsiasi risposta.  

Il cuore gli si strinse quando pensò all’ultima volta che aveva visto suo zio, prima che partisse. Gli aveva chiesto di Star. 

 

 

“Come procede con quella ragazza?”  

“Non bene.” Rispose Sirius. 

“Oh, no, non voglio sentirtelo dire. Non provare a fartela scappare. Se mi giunge anche solo mezza voce che non ti sposerai con lei io torno immediatamente indietro e ti costringo a farlo. Tu l’ami. E io non ti ho mai visto, in tutta la mia vita, sorridere come quando stai con lei. Vedi di conquistarla, perché non avrai troppe occasioni, una come lei sa badare a sé stessa e non ci metterà niente a rimpiazzarti.” Lo ammonì Alphard. 

“Sarei felice se trovasse qualcun altro. Io sto male anche solo a vederla parlare con altre persone. Non è sano. È da malati! Eppure non riesco a smettere.” Si disperò il ragazzo. 

Lo zio sorrise. “Non c’è niente di sbagliato in quello che provi, è solo il tuo cuore che cerca di darti il mio stesso consiglio. Lei è quella giusta.” 

 

 

Star si staccò dolcemente da lui e lo guidò verso gli altri Malandrini. La festa stava per finire.  

“Allora, abbiamo tutte le misure che ci servono, Peter è stato davvero bravo.” Annunciò James. 

“Grazie.” Trillò Peter da qualche parte alla destra di Remus. 

“Io ho preso queste.”Sirius estrasse il foglietto e lo passò al suo amico.  

“Ottimo, si. Abbiamo decisamente tutto. Missione compiuta.” Si congratulò lui. 

“Si, abbiamo fatto un misfatto, yeee. Ora possiamo goderci la festa in tranquillità?” Commentò Remus sarcastico. 

“Fatto il Misfatto... mi piace...” Rimuginò invece James.  

Mentre i suoi amici discutevano sulla frase si Remus e sul come collegarla alla mappa, Sirius rifletté su quello che era accaduto a San Valentino. Forse suo zio aveva ragione perché quel giorno era così furioso di essere di nuovo costretto ad uscire con Star che non riusciva nemmeno a guardarla, era certo di essere ormai vicino al dimenticare i suoi sentimenti per lei, e forse era così, ma starle accanto di nuovo aveva riportato tutto a galla. E cantare Roxanne, ormai odiava quella canzone, era sempre più straziante ogni volta che la eseguiva. Fu in quel momento che Sirius notò che la sua amica portava degli orecchini spaiati, uno era una piccola stellina d’oro e l’altro era un pendente; un’ala in metallo dorato appesa con una catenella al gancetto. Quell’ala l’aveva comprata lui, era il suo regalo di San Valentino, non era altro che un oggetto inutile e antico ma lei era riuscita a trasformarlo in qualcosa di bello e intrigante. 

“Un ultimo ballo?” La ragazza gli tese la mano. 

James e Remus erano spariti chissà dove.  

“Si, volentieri.” Sirius accettò l’invito e cominciarono a ballare restando nell’ombra, nessuna strana coreografia, niente passi particolari; si muovevano dolcemente a ritmo della musica di sottofondo mentre Lumacorno, nell’altro lato della stanza, faceva il suo discorso di chiusura della festa e augurava la buona notte a tutti.  

“Ok, è ora di andare.” Li avvertì James sbucando dal nulla. Tutti insieme si diressero di nuovo alla torre e i ragazzi salutarono Star prima di salire al loro dormitorio. Sirius si spogliò e si infilò sotto le lenzuola in mutande, e pensare che Star aveva dormito con lui anche in quel letto. Quando James spense le luci il giovane Black strinse a sé il cuscino e si lasciò cullare dal più bel ricordo che aveva di Star, cercando di non pensare al fatto che le aveva mentito sulle sue intenzioni quando lei gli aveva chiesto perché. Lo faceva spesso, la notte, pensava a quella sera speciale e al gusto di miele di rose delle labbra di lei. 

 

 

 

Una nuova canzone stava per cominciare e Sirius era deciso a provarci davvero, individuò Star tra le ragazze, si avvicinò a lei e le porse la mano. “Credo che ora io possa riavere indietro la mia promessa sposa.” 

La ragazza annuì, Sirius la vide raddrizzare la schiena all’impossibile e assumere un’espressione seria.  

“Oh no! Non ti irrigidire così!” Sbuffò lui mentre si metteva in posizione. “Eri così bella prima mentre ti divertivi davvero. So che non vorresti stare con me ma sarà solo per qualche ballo, possiamo divertirci lo stesso.” 

Star sorrise. “Scusami... pensavo volessi che recitassi la mia parte.” 

“Mia madre non è qui, mi importa solo che lei venga a sapere che siamo stati insieme, non mi interessa cosa saprà di come ci siamo comportati.” Spiegò Sirius. 

La ragazza annuì mentre incominciava a muovere i primi passi. “A me non dispiace stare con te, comunque.” Disse dopo un po'. 

Sirius le sorrise, era sorpreso di quell’affermazione. “Mi fa piacere sentirlo. Mi sentirò meno in colpa.” 

Lo sguardo interrogativo di Star non necessitava di parole, ma lei le aggiunse lo stesso: “In colpa per cosa?” 

La canzone giunse alle ultime note e Sirius la fece piroettare lontano da sé per evitare di risponderle. Quando lei tornò tra le sue braccia, però, lui ridusse al minimo lo spazio tra loro; la sua presa era salda, la mano aperta sulla schiena di lei con il polso che le toccava il fianco. Era giunto il momento. 

“Non è che avevo bisogno di un po' di colore...” Cominciò a spiegarle mentre le prime note della canzone successiva li circondarono. Star ripensò immediatamente alla cravatta del ragazzo e a come lui non avesse proferito parola al riguardo. “E’ che avevo bisogno di questo specifico colore...” Era un tango. La ragazza era impegnata a fissare la cravatta e Sirius ne approfittò per prendere coraggio e stringerla ancora un po' a sé. Lei lo guardò negli occhi all’improvviso, e lui si perse in quel cobalto. Erano estremante vicini, i corpi che aderivano l’uno all’altro premendo sugli strati di stoffa tra loro. Il ragazzo avvicinò le labbra all’orecchio di lei mentre i suoi piedi si muovevano lentamente pronti ad accennare il primo passo di danza. “... Blu cobalto, come i tuoi occhi.” 

Non poteva credere di averle detto una cosa simile. La spinse via facendola saltare in alto ma senza lasciarle la mano, pronto a riportarla vicino a sé. Star incominciò a seguire la musica cercando di non pensare a nient’altro che a divertirsi. Sirius lo capì dal modo in cui sorrideva e rideva; lei si sentiva bene, si sentiva... intrigante. Il giovane la spinse via di nuovo per poi afferrarle entrambe le mani mentre lei le teneva dietro la sua schiena e così la giovane lasciò che il suo corpo si inarcasse in avanti, quasi del tutto sostenuto dal contrappeso del ragazzo e in quel momento ali oro e scarlatte le si aprirono tra le scapole. Era diventata PiumadoroSirius era meravigliato: le lasciò le mani e le girò attorno per poterla fronteggiare. E poi le sorrise, un sorriso vero, non la sua solita maschera. La prese di nuovo vicino a sé e le fece fare un casquè, le ali sfiorarono il pavimento. Era un tango davvero molto bello e doveva essere ballato con passione. La stessa del loro spettacolo teatrale. Ma questa volta...questa volta lui non avrebbe permesso che tutto fosse finzione. 

Quando la musica finì i due avevano le fronti appoggiate l’una all’altra e sorridevano divertiti, i corpi perfettamente in figura. Risero appena e si distanziarono. 

“Sei stata... tu sei...” Sirius non riusciva nemmeno ad esprimere il suo stupore, era meravigliosa, con quelle ali in cui piccole piume d’oro riflettevano le mille luci della sala, come i riflessi dorati nel nero dei suoi capelli. Emanava luce propria. 

In quel momento le ragazze si avvicinarono.  

“È stato stupendo!” Si esaltò Sophia. 

“Una passione incredibile.” Le fece eco Ann. 

Star sorrise, ma poi notò il suo sguardo si fece cupo. “Credo di aver bisogno di un po' d’aria.” Disse e poi si diresse a passo deciso verso un terrazzo chiudendosi le porte alle spalle. Sirius fissò il punto dove l’aveva persa di vista per qualche secondo, poi si decise a seguirla. 

Nel parco ogni cosa era ricoperta di neve, il ragazzo seguì le impronte di Star con facilità e la ritrovò ferma sotto un salice piangente, le cui foglie erano palline luminescenti. Era così bella illuminata da quella luce soffusa. 

Sirius prese un respiro profondo e le si avvicinò silenziosamente, si lasciò guidare dal suo istinto e le passò le dita sulla pelle nuda della schiena seguendo la colonna vertebrale. Quando arrivò al bordo della gonna si fermò e si mise in ginocchio, lo avrebbe fatto per bene. 

“Scusami.” Mormorò il ragazzo quando lei si girò. Dopo qualche attimo di silenzio alzò lo sguardo su di lei. “Credo di averti messa a disagio.” 

“Oh, no. Non è colpa tua, devo aver ballato troppo e mi sentivo un po' soffocata dalle attenzioni delle ragazze... sai come sono...” Star sorrise. 

“Ok...” Il giovane si alzò in piedi, si sentiva spaesato, perché poi? No, doveva essere deciso, era il momento giusto. La prese per i fianchi e la guardò dritto negli occhi. Grigio contro cobalto. 

“Però, io penso davvero che tu sia meravigliosa. E non solo questa sera, ma sempre. E non solo perché sei... bhe, incredibilmente bella ma anche per come sei. Per il tuo sorriso. E il tuo modo di ridere. Io adoro tutto di te e... sei la mia meraviglia. L’unica persona per cui abbia senso vivere questa mia esistenza.” Sirius si sentì pronunciare quelle parole come se fosse stato fuori dal suo stesso corpo, era una sensazione piuttosto bizzarra. Il cuore prese a battergli forte; la guardava in viso e non poteva fare a meno di chiedersi se anche lei provava lo stesso sentimento, lo stesso forte bisogno di stare insieme. 

“Credo di aver deciso cosa voglio da te per quella vittoria…” Il ragazzo la strinse più forte a sé, gli sembrava di non avere abbastanza tempo, credeva che lei sarebbe fuggita da un momento all’altro. Sirius aveva vinto la scommessa; poteva effettivamente chiederle tutto ciò che voleva, era un patto. Avrebbe tanto desiderato chiederle cosa provava lei per lui, ma poi si sentì uno sciocco. Non avrebbe potuto forzarla così, ma una cosa poteva fare; poteva assaggiare un pizzico di felicità senza doverne dare conto a nessuno. “Non fare domande.” Decretò poi sicuro di sé. 

“Non fare domande in merito a cosa…?” Cominciò a chiedere lei ma la voce le si spense. Sirius spostò le mani sulle scapole di lei e la strinse a sé facendo aderire i loro corpi. Subito dopo portò una mano a sfiorarle la guancia, poi sotto il mento, cercando di fare piano, per sollevare il viso di lei, e la baciò. 

Le labbra della ragazza sapevano di miele di rose ed erano tiepide e morbide. Sirius sentiva ogni fibra del suo corpo gioire per quel contatto, sotto le sue dita le piume delle ali di lei erano soffici e calde. 

Ogni fibra del suo corpo. Sirius la lasciò andare e si staccò da lei, la guardò negli occhi solo un secondo e poi si voltò e scappò via. Codardo, pensò mentre rientrava rapido nella Sala Grande. Quello che aveva fatto era imperdonabile e bellissimo; le aveva rubato un bacio e lo avrebbe tenuto al sicuro con sé per sempre. 

James era già nel dormitorio quando Sirius vi arrivò, gli fu difficile non raccontargli tutto, ma pensò che alcuni dettagli li voleva solo per sé.  

“L’ho baciata, è stato meraviglioso, sono un codardo, non ne parleremo mai più, ciao.” Blaterò il giovane. James si voltò vero di lui con un’aria trasognata. “Sono feliceee...” Disse allegro. “... per te.” Aggiunse poi cercando di smettere di sorridere come un ebete, ma non ci riuscì. 

Il giovane Black lo guardò e sorrise a sua volta. “Senti... devo sgarbugliarmi un po', vado alla torre di Astronomia, ma quando torno mi racconti cosa è successo con Lily perché solo lei ti rende così” 

 

 

“I think I love youElenore, love me.” Canticchiò piano Sirius stringendo il cuscino tra le braccia e chiudendo finalmente gli occhi dopo quella lunga giornata nostalgica. 

 
 

************* 

 

Ho finitoooooo. 

Saluto tutti ciao. 

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Capitolo 14
*** La Mappa dei Malandrini ***


Star adorava quella torre, e sapeva quanto fosse importante anche per James; spesso negli ultimi mesi si erano chiesti se avrebbero dovuto parlarne o meno con gli altri Malandrini. Alla fine avevano optato per mostrare loro la torre, sapevano che se avessero spiegato la sua importanza nessuno dei loro amici l’avrebbe violata. 

Prima di fare ciò, però, si godettero un’intera mattinata da soli con il loro segreto. Star era sdraiata a pancia in giù sul pavimento in legno, leggeva un libro in tranquillità, i lunghi capelli che si adagiavano sul suolo in morbide onde.  

“Sai...Sirius non sta più con Mary.” Accennò James quasi con causalità. 

“L’ho notato.” Rispose lei tranquilla senza alzare gli occhi dalle pagine. 

James sbuffò chiudendo il Manuale avanzato di Trasfigurazione che stava leggendo per la millesima volta. “Staaaaar...” La rimproverò. 

“Cosa ti turba oggi?” Sbottò lei guardandolo finalmente negli occhi.  

“Avevi detto che gli avresti rivelato i tuoi sentimenti se fosse stato single.” Le ricordò suo fratello. 

La ragazza sospirò. “Lo so. Lo farò, ok? Sto solo aspettando il momento giusto.” 

“Tipo ieri sera quando eravate entrambi stupendi e stavate ballando insieme?” Ipotizzò James. 

“No, ieri lui stava chiaramente pensando ad altro. Lo hai visto? Era così distratto.” Commentò lei. 

James cercò di trattenersi dal rivelarle a cosa aveva pensato il loro amico per tutto il giorno. “Quindi quando?” 

“Quando sarà il momento. Ti prometto che sarò vigile e glielo dirò alla prima occasione.” Gli rivelò lei. 

“Ottimo, è ora di andare. Dobbiamo mostrare agli altri la torre e prepararci per mappare la Sala Comune dei Corvonero.” 

“Dobbiamo finire la biblioteca, inoltre; manca sempre la sezione proibita.” 

James sorrise a sua sorella. “Adoro quando prendi il controllo dei miei piani.” 

Star rise. “Non è vero, lo odi. Capitano.” Lo prese in giro poi. 

I due si presero per mano e uscirono dalla torre, raggiunsero i loro amici a pranzo.  

“Che ne pensate di andare nella Stanza delle Necessità oggi? Vorrei studiare Incantesimi.” Propose Sirius appena vide i Potter. 

“Ottima idea. Ma prima dobbiamo dirvi una cosa...” Cominciò Star. 

“E’ successo qualcosa di grave?" Si preoccupò Remus. 

“No, tranquillo.” Lo rassicurò James sedendosi sulla panca. “Il fatto è che vi abbiamo nascosto una stanza.” 

“Una stanza?” Chiese Peter perplesso. 

“Si... c’è un’altra torre... l’abbiamo tenuta nascosta tutto il tempo.” Spiegò Star. 

“Wow! Come avete fatto a nasconderla fino ad oggi?” Si incuriosì Sirius. 

“L’abbiamo incantata. E Silente ci ha aiutato. Insomma, storia lunga.” Raccontò James. 

“Quindi... per finire la mappa... dovete venire a vederla.” Proseguì Star. 

“Si, ma è la vostra torre, no?” Chiese Remus 

“Ci abbiamo passato dei bei momenti, si. È un po' il nostro rifugio, ma adesso è tempo che lo vediate e che...” Insistette James ma Sirius si alzò in piedi deciso. 

“No. Non veniamo a vederla.” Decretò il giovane Black. 

“Come no?” Domandò Star sorpresa. 

“No. Concordo con Sirius. Non disegneremo quella torre sulla mappa.” Affermò Remus. 

“E’ solo vostra.” Concluse Peter. 

“Oh... bene... allora andiamo nella Stanza delle Necessità.” Star si alzò energica e i suoi amici la seguirono. 

L’ambiente che si manifestò loro era come il Covo ma con molto più spazio.  

“Star, mi aiuti in Incantesimi?” Chiese Sirius appena entrarono.  

“Si, certo.” La ragazza si avvicinò al suo amico e presero a esercitarsi. 

Remus e Peter cercarono di concentrarsi in pozioni e James prese a completare alcuni dettagli della mappa. Se Star fosse stata meno impegnata a osservare il modo elegante che aveva Sirius di muovere la bacchetta si sarebbe accorta del fatto che la stanza aveva fatto apparire calderone e ingredienti per Remus e Peter, e che tutto ciò non era una buona idea. Purtroppo se ne accorsero tutti solo quando del fumo violetto e maleodorante prese a riempire le loro narici e far lacrimare i loro occhi.  

“Rem, io ti adoro ma cosa avete combinato?” Chiese piano la ragazza avvicinandosi al pentolone. 

“Non lo so ma sta per esplodere credo...” Si agitò Peter. 

“Non esploderà!” Replicò Remus punto sul vivo. 

“Star, non ti avvicinare!” Gridò Sirius afferrando la ragazza per la vita e proteggendola con il suo corpo. In quel momento preciso la pozione esplose; Remus si sorprese quando realizzò di non essere stato colpito dallo strano liquido. Quando il fumo finalmente calò Sirius si allontanò da Star e James abbassò la bacchetta, i due ragazzi erano gli unici ricoperti di pozione.  

“Grazie di averci salvato, James.” Disse piano Remus osservando il suo amico cercare di togliersi della roba rosa dagli occhi. 

Peter cacciò un urlo e corse dal giovane Potter ringraziandolo all’infinito e cercando di aiutarlo a pulirsi. 

“Non è un problema, non sembra mortale alla fine.” Sbuffò James. 

“Potrebbe sempre ucciderci domani.” Constatò Sirius. Ci fu un attimo di silenzio inquietante e poi tutti risero. Star fece sparire tutti i residui di pozione in un battito di ciglia e i Malandrini cercarono di spiegare a Remus come fare una pozione molto semplice. Ci misero tutto il pomeriggio ma alla fine sia Remus che Peter riuscirono a inserire tutti gli ingredienti della Pozione Scacciabrufoli nell’ordine esatto.  

“Cena?” Domandò Sirius esausto, era poggiato in modo rilassato su una poltrona e Star non poteva fare a meno di guardarlo; i suoi capelli neri gli incorniciavano il viso in modo perfetto e... 

“Si, andiamo a cena.” Decretò Star, cercando di distogliere lo sguardo. Dopo il discorso di suo fratello aveva realizzato di voler davvero stare con Sirius, o almeno provarci, ed era il momento giusto perché erano entrambi single... ma ancora non capiva cosa la bloccava dal dichiararsi. 

Scesero tutti in Sala Grande a mangiare.  

“Ho una proposta.” Cominciò James all’improvviso. 

“Oh, no.” Mormorò Remus toccandosi le tempie con le dita.  

“Andiamo in biblioteca questa sera." Propose James. 

Sirius si illuminò immediatamente alzando la testa come un cane che fiuta un succulento pasto. “Ottima idea!” 

“No, non abbiamo un piano. James fai sempre dei piani, perché questa volta no?” Chiese Star. 

“Perché è solo la sezione proibita! Abbiamo il Mantello, abbiamo te, andrà tutto bene.” Li rassicurò James. 

“Non andrà tutto bene.” Commentò Remus. 

Venti minuti dopo erano comunque diretti alla biblioteca; James, Peter, Sirius e Remus sotto il Mantello e Star e disillusa.  

“Ma dovevamo proprio stare tutti qua sotto?” Sbottò Remus. 

“In effetti qualcuno di noi poteva andare con Star.” Rifletté Sirius mentre la ragazza andava in avanscoperta. 

“A te sarebbe proprio piaciuto andare con lei...” Mormorò James.  

Remus ridacchiò vedendo Sirius arrossire di nuovo, James invece ebbe una reazione un tantino diversa: 

“COOOOOSA?! Sei arrossito?”  

“Lo ha fatto anche l’altra sera.” Raccontò Remus. 

“Tu lo hai già visto fare così?” Si stupì ancora James. 

“Si, è tenerissimo, non trovi?” Scherzò Remus. 

“Smettetela! Non sono arrossito!” Sbottò Sirius, anche alla tenue luce delle torce il ragazzo era chiaramente rosso in viso, eppure manteneva ancora un’espressione incredibilmente dignitosa. 

“Ah, se Star potesse vederti così si innamorerebbe subito di te.” Sussurrò James. 

“Dici davvero?” Chiese Sirius agitato.  

“Che diamine state borbottando là sotto.” Domandò Star ritornando verso di loro. 

“NIENTE!” Risposero tutti in coro, compreso Peter. 

“Siete strani. Ma ok.” Replicò la ragazza. “Comunque la biblioteca sta per chiudere, è rimasta praticamente solo Lily.” 

“Lily?” Chiese James. 

“Che c’è, sei nervoso?” Lo prese in giro Sirius, pronto a rifarsi. 

“No. Andiamo.” Rispose velocemente James, incamminandosi verso la biblioteca, il che portò i suoi amici a seguirlo, non tanto per scelta personale ma perché altrimenti sarebbero finiti fuori dal Mantello. 

Entrarono proprio mentre Madama Pince avvisava gli studenti che avrebbe chiuso a minuti. Lily sedeva ad un tavolo e alzò appena lo sguardo prima di ricominciare a leggere scribacchiando appunti furiosamente. James si fermò ad osservarla, ergo tutti i Malandrini si fermarono con lui.  

“Sei terribile.” Sussurrò Sirius cercando di distogliere il suo amico dalla ragazza dai capelli rossi. 

“Come se tu sapessi fare di meglio.” Sbuffò James.  

Si sistemarono accanto al cordone che divideva il Reparto Proibito dal resto della biblioteca e attesero il momento in cui, finalmente, Madama Pince costrinse tutti ad uscire e chiuse la porta a chiave. 

Sirius si tolse il Mantello di dosso con foga e superò il cordone con un balzo. “Sei ridicolo, Ramoso. Dovresti fare qualcosa. Agire.”  

James piegò il Mantello con cura. “Senti chi parla!” Sibilò. 

“Finitela.” Sbottò Remus entrando nella sezione proibita a sua volta. “Prima iniziamo e prima finiamo. Così poi potrò togliermi la spilla da Prefetto e sentirmi meno in colpa.” 

I ragazzi iniziarono a prendere le misure ma Sirius e James continuavano a distrarsi.  

“Ci sono libri di Trasfigurazione talmente avanzati da far paura!” Si sorprese James aprendo un tomo pesantissimo con figure piuttosto raccapriccianti. 

“E guarda questi incantesimi! Roba mai vista!” Si esaltò Sirius. 

“Sapete che avreste potuto prendere in prestito questi libri tempo fa, vero?” Sbuffò Remus. 

“Certo che no! Non si può prendere in prestito una cosa che non sai che esiste!” Replicò Sirius. I due presero a battibeccare e molto probabilmente non avrebbero mai smesso se Star non si fosse seduta su un tavolo tra solo fissandoli con aria trasognata. 

“Che c’è?” Le chiese Sirius. 

“Sto immaginando la vostra vita da coppia sposata.” Rispose lei tranquilla. 

Remus diventò bordeaux. “Muoviamoci.” Decretò poi ricominciando a misurare l’area.  

Finirono presto e, nonostante Remus avesse più volte ripetuto che era una pessima idea, sia Sirius che James si presero ancora qualche secondo per esplorare i volumi. 

“Non fare quella faccia, alla fine sei solo felice che ci sia qualcosa che li appassioni tra le pagine di un libro.” Lo rimproverò Star. Remus sorrise e si preparò a essere disilluso.  

“Noi restiamo ancora un secondo.” Li avvisò James. 

“Ok, ma non rubate i libri o il Prefetto Remus dovrà punirvi.” Si raccomandò scherzosamente la ragazza. 

Suo fratello le fece un cenno sorridendo divertito, Peter accanto a lui stava per avere un attacco di cuore a causa dell’eccessiva emozione che gli procurava l’idea di vivere un’avventura solo con Sirius e James. 

Star e Remus se ne andarono e giunsero alla torre sani e salvi. 

“Se penso che domani dovremo fare quella cosa alla Sala Comune dei Corvonero sto male.” Sospirò Remus tornando visibile nella Sala vuota. 

“E tu non pensarci.” Replicò Star facendo spallucce. 

“No! Che idea geniale.” Ribatté il giovane sarcastico. 

“Che cosa ci fate qui voi due?” Lily scese di corsa le scale. “E perché i vostri amici non sono con voi? Sono di nuovo in giro, vero?” La rossa li fissava con uno sguardo estremamente severo. 

“Mi appello alla nostre regole dell’amicizia e quindi non risponderò, ciao, buona notte.” Disse svelta Star sparendo rapidamente verso il suo dormitorio. 

Per un secondo Remus si sentì tradito, ma poi... ma poi niente, era stato abbandonato! 

“Tu sei un Prefetto!” Esordì Lily, dopo di che prese a ripetergli una delle sue infinite ramanzine sulla responsabilità.  

“Lily, io ti voglio bene, ma il mondo non è divisibile in bianco e nero, e i miei amici non sono criminali solo perché escono dalla torre di notte. Comunque sono stanco, e non ho intenzione di ascoltare oltre le tue ridicole insinuazioni, per quanto ne sai loro stanno dormendo nei loro letti ora.” Sbottò Remus superando la sua amica a passo deciso per recarsi nel dormitorio maschile.  

Remus, se li trovo fuori dal letto dirò tutto alla McGranitt.” Lo avvertì Lily appuntandosi la spilla sul pigiama e dirigendosi verso il buco del ritratto. 

“Fai pure.” Commentò il ragazzo atono salendo le scale in tutta tranquillità. 

Lily sbuffò e uscì dalla torre. L’ostinazione di Remus nel proteggere i suoi amici la infastidiva al punto che sentiva il suo corpo percorso da scariche elettriche. Decise di incanalare quelle energie nella ricerca di Potter e Black, non aveva la più pallida idea di dove trovarli ma era certa che non sarebbe comunque riuscita a dormire finché non li avesse beccati. 

James, Sirius e Peter stavano ancora ispezionando i libri della sezione proibita, avevano deciso che era meglio copiare con un incantesimo le pagine utili e lasciare i libri in biblioteca. Il piano era ottimo, se solo non fosse stato interrotto da qualcuno che apriva la porta. 

“C’è qualcuno qui?” Chiese Madama Pince.  

James e Sirius si scambiarono uno sguardo allarmato e coprirono loro stessi e Peter con il Mantello, nella fretta James afferrò il libro che stava consultando, peccato fosse rimasto fuori dal tessuto.   

Pix! Smettila! Ti farò sgridare dalla professoressa McGranitt, non puoi stare qui lo sai!” Gridò Madama Pince in preda al panico.  

“Metti giù il libro, mettilo giù, la stai spaventato a morte!” Squittì Peter mentre la bibliotecaria continuava a gridare indicando il tomo sospeso a mezz’aria. 

James invece ebbe la brillante idea di inserire il libro sotto il Mantello. Madama Pince caccio un urlo agghiacciante e corse via gridando: “IO ODIO QUESTO CASTELLO E TUTTI QUESTI FANTASMI!” 

“Dobbiamo andarcene, quella chiama la McGranitt.” Consigliò Sirius 

James e Peter annuirono vigorosamente e tutti e tre se la dettero a gambe, alla velocità massima di tre persone sotto un mantello, ovviamente. Percorsero alcuni passaggi segreti, guidati da James, per arrivare il prima possibile alla torre. Prima di girare l’angolo Sirius udì dei passi lungo l’altro corridoio e si fermò, Peter sbatté su di lui, purtroppo non fecero in tempo ad avvisare James che continuò a correre uscendo dal Mantello e finendo steso a terra. 

“Potter?” Esclamò una voce femminile ben nota. 

“Ciao.” La salutò James.  

“Potter!” Lily sembrava decisamente arrabbiata.  

E finalmente James fece qualcosa di intelligente: scappò. Per fortuna Sirius lo afferrò e lo coprì con il Mantello appena prima che Lily girasse l’angolo. 

“Dove sei?! Dove sei finito! Ti ho visto!” La ragazza sapeva di sembrare una pazza ma non le importava molto. Doveva assolutamente trovare James, toglierli un numero indicibile di punti, e sbattere in faccia a Remus il fatto di aver preso il suo amico in flagrante. E ora si sentiva anche una pessima amica. Eppure di Potter nemmeno l’ombra, era svanito nel nulla. “Maledetto.” Sbottò lei e, dopo alcuni interminabili minuti di ispezione del corridoio, si decise a tornare alla torre.  

“Mi adora.” Commentò James appena i passi di Lily smisero di rimbombare per i corridoi vuoti. 

“Quanto io adoro mia madre, circa.” Replicò Sirius sarcastico. 

I tre ripresero la loro camminata verso la torre e quando si trovarono davanti al ritratto della Signora Grassa si tolsero il Mantello e entrarono. 

“Ah-ha!” Esordì Lily puntando, soddisfatta, il dito verso i Malandrini. “Lo sapevo! Lo sapevo che eravate in giro per la scuola oltre il coprifuoco!” 

“Tu sei ossessionata da me.” Le fece notare James. “Dovresti mettere da parte l’orgoglio e accettare uno dei miei inviti ad Hogsmeade, perché sei ridicola così, da quanto tempo ci aspetti qui in piedi?” 

La rossa arrossì. “Venti punti in meno, a testa.” Replicò severa. “E domani andrò dalla professoressa McGranitt così finirete in punizione.” 

“Io e Sirius facciamo parte della squadra e tra due settimane avremo la partita decisiva, la McGranitt non ci metterà mai in punizione.” Ribatté il giovane Potter. 

Dire che Lily era furiosa era riduttivo; la ragazza emanava ondate di odio puro. Fortunatamente Star apparve sulle scale in quel momento.  

Lil, basta così, vieni a letto.” Disse la mora. 

“Un giorno le dirò io questo.” Scherzò James rivolto a Sirius che ghignò. 

Fu una pessima idea visto che la rossa si voltò di scatto e cercò di attaccare James dimenticandosi completamente di possedere una bacchetta e sbattendo contro la barriera invisibile evocata dal ragazzo. “IO TI AMMAZZO!” Minacciò Lily. 

“Ok, ok. Hai ragione.” La appoggiò Star raggiungendola in fretta e circondandole le spalle con un braccio. “Ma ora respira.” 

“Ho perso la calma, è normale, lo hai sentito, lo hai sentito vero?” Replicò Lily. 

“Si, l’ho sentito, e sono molto delusa.” Le assicurò la mora guardando suo fratello con un’aria davvero abbattuta.  

“Bravo, Jame, hai fatto arrabbiare Star.” Sbottò Sirius. 

“Tu hai riso!” Lo rimproverò James. 

“Ma non può davvero importarvi solo di me, avete ferito Lily!” Si agitò Star. 

“Non è vero! È un pezzo di ghiaccio! Ha il cuore di pietra!” Ribatté James arrabbiato. 

“Io non sono... non ho un cuore di pietra! Non mi conosci nemmeno!” Gridò Lily. 

“NON TI CONOSCO PERCHE’ SEI UNA STRONZA CHE SI CREDE SUPERIORE A CHIUNQUE E NON VUOI USCIRE CON ME!” L’urlo di James rimbalzò sulle pareti e tutti ammutolirono.  

“Sparisci dalla mia vista.” Mormorò Lily correndo verso il suo dormitorio.  

“Io non lo pensavo.” Sussurrò James lasciandosi cadere pesantemente su una poltrona. “Non pensavo quello che ho detto.” 

“Si, invece. E ti darei anche ragione, se solo tu non fossi sempre così odioso quando c’è lei attorno.” Replicò Star. 

“No, ti assicuro che non penso che lei sia una stronza. Volevo solo usare un termine volgare, ma non credo che lei sia così. So che è gentile... è solo che... perché mi odia?” 

Perché ti rendi detestabile ogni volta che Lily è nei paraggi.” Rispose Remus scendendo le scale per raggiungerli. 

“Oh, hai sentito anche tu.” Sospirò James. 

“Non arrenderti.” Disse Peter, totalmente a caso in realtà, ma si vedeva che era dispiaciuto per James. 

“Non ho la più pallida idea di cosa dovrei fare per rimediare a questo.” James sospirò di nuovo, sembrava davvero abbattuto. 

“Umiliati.” Se ne uscì Sirius seduto tranquillo su una poltrona. 

“Come scusa?” Chiese James perplesso. 

“Fai qualcosa di umiliante, fallo davanti a lei, e chiedile scusa, ovviamente.” Spiegò Sirius. 

Star e Remus si scambiarono uno strano sguardo. 

“Non è una cattiva idea.” Ipotizzò timidamente Remus. 

“Penso di sapere cosa posso fare.” Realizzò James riacquistando un po' di energia. 

“Perfetto, ma ora tutti a letto.” Decretò Star.  

 

......... 

 

Il mattino dopo Lily era ancora furente, scese a fare colazione con Alice e le altre ragazze del sesto anno, ma le fu difficile sembrare calma.  

“Sei arrabbiata?” Le chiese Alice all’improvviso. 

“Si.” Rispose secca la rossa. 

“Potter?” Domandò lei.  

“Si.” Questa volta il tono di Lily era talmente rabbioso da sembrare un ruggito. 

Bhe, credo che stia per chiederti scusa... immagino... non lo so...” Annunciò Marlene.  

Infatti in quel momento James si alzò in piedi sul tavolo con un quadernetto tra le mani. 

“Attenzione, scusate tutti, vorrei la vostra attenzione.” Esordì James. “Ieri sera ho detto una cosa alla signorina Evans che non avrei dovuto dire.  Quindi, dal momento che se parlo dico delle cazzate, vi leggerò qualcosa che ho scritto sul mio diario su Lily, per scusarmi.” Ormai tutti i presenti in Sala Comune stavano fissando James. “Caro diario, oggi ho visto Evans preparare una pozione difficilissima in pochissimo tempo, credo sia straordinaria. Ha un modo incredibile di seguire quelle noiosissime istruzioni, io ci riesco a malapena, invece lei lo fa quasi ad occhi chiusi. Remus dice che vuole diventare una pozionista per aiutare gli altri, e io ci credo, ha sempre aiutato Remus, perché è suo amico. Mi dispiace solo che non provi ad aiutare anche me.”  

Molte persone cominciarono a prendere in giro James, a fare versi o a ridere, ma al ragazzo non importava, lui guardò Lily negli occhi e concluse con un semplice: “Mi dispiace.” 

“E state un po' zitti.” Sbottò Sirius mettendo a tacere solo pochi studenti. 

“Credete che abbia funzionato?” Chiese James tornando a sedere. 

“Credo di si.” Lo confortò Remus osservando attentamente Lily che non si era minimamente scomposta e che ora riprendeva a fare colazione anche se con un lieve sorriso sulle labbra. 

“Ok, ma questi tizi sono fastidiosi.” Ora era il torno di Sirius a somigliare ad un ringhio. 

“Rideresti anche tu se fosse stato qualcun altro a fare una cosa del genere. James sapeva che sarebbe successo, e il punto è proprio questo: pur di farsi perdonare non gli importa.” Replicò Remus saggiamente. 

“Andiamo a lezione.” Star si alzò in piedi e i suoi amici furono ben lieti di seguirla fuori da quella sala maledetta.  Si recarono nel parco, al limitare della foresta, dove il professor Kettleburn già attendeva i suoi studenti.  

“Siete in orario per una volta.” Notò il professore vedendoli arrivare. 

“Cosa faremo oggi?” Chiese Star curiosa; quella materia le piaceva davvero il che era quasi incredibile visto quanto il professore si mettesse d’impegno per cercare di ucciderli tutti, sé stesso compreso come dimostravano i pezzi mancanti del suo corpo. 

“Oh! Quella di oggi è una sorpresa.” Rispose quello tutto fiero. 

 Sirius sospirò pesantemente, quando il professore era così di buon umore le probabilità di restarci secchi aumentavano. 

Attesero pazientemente che tutti gli altri studenti si radunassero attorno al professore e cercarono di ignorare le risatine di alcuni Corvonero. Finalmente Kettleburn li richiamò e iniziò a condurli tra i primi alberi della foresta. Si avvicinarono ad un recinto all’interno del quale dieci creature metà cavallo e metà aquile giganti se ne stavano tranquille a pulirsi le piume.  
“Chi sa dirmi cosa sono questi?” Chiese il professore. 

La mano di Lily scattò in alto rapidissima. “Sono Ippogrifi, signore.” 

“Esattamente, allora, alcune cose che dovete sapere sugli Ippogrifi: sono molto orgogliosi, non insultateli mai, lasciate a loro la prima mossa. Ora dividetevi in gruppi da quattro, uno alla volta vi avvicinate all’ippogrifo, non troppo, gli fate un inchino, e se lo fa anche lui allora potete avvicinarvi. Forza veloci.” 

I Malandrini puntarono insieme verso un ippogrifo grigio ma il professore intercettò James e Sirius. “Signor Black e Signor Potter, non starete nello stesso gruppo." 

Fu così che Sirius finì in gruppo con tre Corvonero e James andò con SophiaAnn e Lily. Peter, Jane, Remus e Star si avvicinarono ad un ippogrifo rossiccio. Ognuno degli animali aveva un grosso collare in cuoio ed era legato al recinto, queste erano le uniche misure di sicurezza a proteggergli dai lunghi artigli e dal becco feroce di quelli animali.  

“Allora, chi va per primo?” Chiese Sophia osservando con un certo nervosismo l’animale grigio davanti a loro. 

“Io.” Risposero in coro James e Lily. 

“Perché tu?” Sbottò la rossa. 

“Perché sono l’unico ragazzo del gruppo e ho pensato che...” 

“Che noi fossimo tutte oche indifese su cui fare colpo, certo. Pessima idea.” Concluse per lui Lily avvicinandosi poi all’ippogrifo con passo deciso e fermandosi per fare il suo inchino, James la osservava ammirato. Lei attese paziente ma l’animale la fissava minaccioso senza accennare a piegarsi, così la ragazza fu costretta ad indietreggiare.  

“Proverai tu, James, vero?” Chiese Ann intimorita. 

“Si...certo.” La rassicurò lui, poi si avvicinò piano all’animale fissandolo nei grandi occhi gialli. Si chinò e alle sue spalle Lily sbuffò: “Non credevo che sapessi inchinarti! Pensavo che il tuo ego te lo impedisse.”, James la ignorò e non perse il contatto visivo con l’ippogrifo. A sorpresa l’animale piegò la zampa anteriore e si chinò brevemente.  

“Wow...” Si sorprese il ragazzo guardandosi intorno per avere conferme su cosa fare, delle risatine femminili lo costrinsero a spostare lo sguardo su Sirius che accarezzava elegantemente un ippogrifo nero. Era ovvio che ci fosse riuscito subito, i Black lo avevano addestrato ad inchinarsi sempre, nessuno poteva resiste alla sua eleganza. James cercò di smettere di pensare al suo migliore amico e si avvicinò all’ippogrifo, sfiorò lievemente le piume lucide e si sorprese di quanto fossero morbide. 

“Star.” Sussurrò Remus alla ragazza. “Fra poco sbavi.” 

La sua amica chiuse la bocca e smise di fissare Sirius. “Non sbaverò, non ne ho motivo.” Replicò. “Tocca a me.” Annunciò poi avvicinandosi all’ippogrifo, fece subito il suo inchino e dovette ammettere che gli occhi dell’animale le incutevano un certo timore. Alla fine l’animale si inchinò elegantemente e Star si sentì piuttosto emozionata, si avvicinò a lui e lo carezzò piano, era incredibilmente soffice.  

“Il signor Black sembra piuttosto affiatato con Piumanera, perché non prova a cavalcarlo?” La voce del professore attirò gli sguardi di tutti su Sirius e l’ippogrifo nero, che in effetti gli stava strofinado la testa sulla mano. Il ragazzo guardò Kettleburn come se fosse impazzito, in realtà tutti i presenti avevano più o meno lo stesso sguardo, ma a sorpresa di tutti quando il professore slegò l’ippogrifo quello abbassò un’ala come per invitare Sirius a salire. Il giovane Black si issò sulla groppa dell’animale con un movimento fluido e elegante. pensò Star. All'improvviso l’ippogrifo prese una bella rincorsa e partì in volo sbattendo le grandi ali lucenti, Sirius si librò in aria, la sensazione era stupenda, molto meglio di volare su un manico di scopa.  

L’animale lo portò a sorvolare il Lago Nero; guardare l’acqua dall’alto lo riporto alla sua prima volta sulla scopa quando lui e James avevano cercato di salvare Star ma erano finiti per cadere nel lago tutti e tre. I ricordi con i Malandrini erano talmente tanti e così felici che gli sembrava facessero parte della sua vita da sempre, ma poi realizzò che non era così, che c’era stato un periodo in cui il suo unico fratello era Regulus e il suo unico amico zio Alphard, un periodo senza nemmeno un attimo di gioia, in cui ogni trasgressione gli si ritorceva contro in modi orribili. Si afferrò il polso destro con la mano sinistra e prese un respiro profondo cercando di calmarsi, non fu difficile vista l’enorme quantità di aria fresca che gli sferzava il volto e il magnifico paesaggio di Hogwarts vista dall’alto.  

L’ippogrifo nero atterrò di nuovo nel recito nel giro di un paio di minuti. Il professor Kettleburn legò svelto la corda spessa e Sirius scese tranquillo dalla groppa dell’animale.  

“Ottimo signor Black.” Annunciò il professore. “Dieci punti a Grifondoro.” 

“E’ così bravo in tutto, anche a cavalcare.” Commentò una Corvonero sottovoce. 

“Io mi farei volentieri cavalcare da Sirius.” Ribatté la sua amica con malizia. 

E Star sentì tutto, ne avrebbe fatto volentieri a meno, anche perché da qualche parte nel suo cervello qualche neurone impazzito stavo producendo pensieri molto simili a quelli delle Corvonero. Un’altra parte del suo cervello, invece, registrò la voce di Sirius, ed era vicina, troppo vicina. La ragazza si rese conto di avere il viso del suo amico a poco spazio dal suo, il che le causò una specie di colpo al cuore seguito dal soffocamento nella sua stessa saliva, ma fortunatamente poteva contare sul potere delle Deran che... 

“Tutto bene?” Le chiese Sirius, mentre Star tossicchiava leggermente. 

“Si, scusa. Dicevi?” Maledette Deran 

“Oh, niente, che è stato fantastico volare su quel coso e che dovresti farlo anche tu prima che la lezione finisca, perché so che tu potresti farcela, insomma.” Il ragazzo era davvero emozionato, e la sua amica gli sorrise. Purtroppo proprio in quel momento il professore annunciò la fine della lezione e li accompagnò tutti fuori dalla foresta. 

“Che abbiamo ora?” Chiese James. 

“Difesa.” Rispose Remus pronto. 

“Ah, odio quel tipo.” Borbottò James. 

“Ancora? Pensavo l’avessi superata.” Sbottò Remus spazientito. 

“Non mi piace.”  

Star poggiò il braccio attorno alle spalle di suo fratello e cambiò abilmente discorso. “In gruppo con Lily, eh? La sceneggiata di questa mattina ha funzionato?” 

“Non era una sceneggiata, lo sai. Comunque mi disprezza come prima ma almeno mi rivolge la parola, quindi credo che abbia funzionato.” Raccontò James. 

“Ottimo. Ora tutti zitti, devo concentrarmi per concentrarmi.” Sbottò Sirius. 

“CHE?!” Fecero tutti gli altri in coro. 

“Lasciate perdere.” Mormorò Sirius cupo. 

Entrarono al Castello e si diressero verso l’aula di Difesa contro le Arti Oscure. Il professore li aspettava all’ingresso, cosa che irritò moltissimo James il quale si sedette in un banco infondo all’aula sbuffando. Quando tutti ebbero preso posto il professor Walker chiuse la porta con fare circospetto.  

“Ho appena scoperto che ai G.U.F.O. chiedono spesso i Lupi Mannari, quindi credo dovremmo ripassare l’argomento se lo avete già fatto, e se non è così dobbiamo affrontarlo assolutamente.” Annunciò il professore. 

“Aspetti aspetti aspetti, questo non è come barare? Io non posso, non baro mai!” Si ribellò James. 

“Ma se tu bari in continuazione.” Sbottò Remus. 

“Non è vero.” Ribatté il giovane Potter. 

“L’altro giorno hai copiato a Storia della Magia” Gli ricordò il ragazzo dagli occhi ambra. 

“Storia della Magia non conta.” Replicò James. 

“Vero.” Lo appoggiò Star.  

“Non ha tutti i torti” Concordò Sirius. 

“Ha ragione.” Concluse Peter. 

“Posso proseguire con il programma e spiegarvi i Lupi Mannari adesso?” Domandò il professore. 

“La responsabilità è sua.” James alzò le mani in segno di resa. 

“Un Lupo Mannaro si distingue per...” Cominciò a spiegare il professore. 

Solo in quel momento i Malandrini realizzarono che nella stanza con loro c’erano i Serpeverde del quinto anno, tra cui SeverusSeverus, il ragazzo che voleva con tutto il suo cuore distruggerli stava ascoltando una lezione sui Lupi Mannari, e stava prendendo appunti, moltissimi appunti. Nel frattempo alcuni altri Serpeverde ancora ridevano di James.  

“Quando la smetteranno?” Bofonchiò Sirius. 

“Quando succederà qualcos’altro di ugualmente imbarazzante.” Ipotizzò Star. 

“Ottima idea! Dovremmo fare qualcosa di imbarazzante!" Si esaltò il giovane Black. 

“Noi?!” Domandò Remus. 

“Si, noi, tutti noi. Anzi, vi sfido a chi fa la cosa più imbarazzante.” Spiegò Sirius. 

“Io ci sto!” Esordì Star. 

“Io lo faccio solo per aiutare James.” Mormorò Peter. 

“Grazie amico.” Replicò l’interessato. 

“Io no, grazie.” Sussurrò Remus cercando di prestare attenzione alla lezione. 

“Ma non puoi abbandonarci così!” L’esclamazione di Sirius fu perfettamente udibile a tutti, professore compreso, quest’ultimo guardò il ragazzo e gentilmente lo invitò ad elencare i tratti caratteristici di un lupo mannaro. 

Il ragazzo si alzò in piedi pronto. “Il muso è più corto di quello di un lupo, gli occhi sono più tondi, la coda è a ciuffi, e il comportamento è meno aggressivo, inoltre a mio parere gli artigli...” James trascinò il suo amico di nuovo a sedere strattonandolo per la manica.  

“A suo pare...?” Chiese il professor Walker. 

“Insomma... credo che anche gli artigli avranno qualche differenza no? Teoricamente parlando un Lupo Mannaro è più umano di un lupo, quindi...” Cercò di barcamenarsi Sirius. 

“Teoria interessante, ma non le dà comunque il diritto di parlare mentre spiego, signor Black.” Lo ammonì il professore prima di riprendere la lezione. 

“Ma sei pazzo? Mocciosus sta prendendo già troppi appunti per i miei gusti, e ora continua pure a fissarti ad intermittenza.” Sbottò James a tono talmente basso da essere a malapena udibile. 

“Sono bello, non faccio caso a chi mi fissa.” Sbuffò Sirius di rimando adagiandosi sullo schienale in modo rilassato. 

James sospirò pesantemente e poi prese a fingere di seguire la lezione insieme a sua sorella, giocavano a baci e abbracci e si scribacchiavano cose tra loro, Sirius li osservò con una certa malinconia nello stomaco. 

Finalmente la lezione si concluse e i ragazzi si recarono a pranzo; quando entrarono in Sala Grande tutti gli occhi si puntarono su James, qualche Serpeverde maligno imitò la scena di quella mattina. 

“Ridi ridi.” Mormorò Sirius prima di muovere la sua bacchetta nascondendola alla vista. In un attimo il Serpeverde si ritrovò appeso a testa in giù, e smise di ridere. 

“Una reazione decisamente esagerata.” Commentò Remus mettendosi a sedere. Dovette ricredersi poco dopo; quando gli sguardi e le risatine diventarono insostenibili.  

“Ok, lo farò.” Sbottò alla fine, sul margine di un crollo nervoso. 

“Ottimo!” Si entusiasmò Sirius. 

Mentre discutevano di cosa avrebbero potuto fare di imbarazzante, la professoressa McGranitt si avvicinò al loro tavolo. “Signor Potter, voglia seguirmi nel mio ufficio.” 

“Ma che ho fatto?” Domandò James sinceramente sorpreso. Il sopracciglio inarcato della professoressa bastò a ricordargli che la notte prima la Evans lo aveva visto in giro oltre il coprifuoco. 

“Si, certo.” Il ragazzo salutò i suoi amici e seguì Minerva lungo i corridoi. Entrarono nella stanzetta con il camino e la professoressa si sedette svelta dietro la scrivania.  
“Manca un libro di Trasfigurazione dalla Sezione Proibita.” Annunciò la donna. 

“Ah...” James pensò al grosso tomo aperto sul suo comodino su nel dormitorio. 

“Non faccia finta di niente, signor Potter; la signorina Evans mi ha riferito di averla vista in giro oltre il coprifuoco ieri notte, la stessa notte in cui Madama Pince è venuta ad avvisarmi di aver visto un libro sollevarsi in aria e scomparire nel nulla, libro che non è più stato ritrovato...” Continuò la professoressa. 

James rimase in silenzio per un po'. Si domandò perché non era ancora stato punito, forse la McGranitt gli stava dando la possibilità di spiegarsi... aprì la bocca per provarci ma la donna fu più rapida: “Apprezzo molto la sua passione per la Trasfigurazione, signor Potter, ma devo informarla che ci sono metodi più tradizionali e approvati per prendere in prestito un libro dalla sezione proibita. Se me lo avesse chiesto io avrei firmato il permesso. Non avrei mai creduto che la sua sete di conoscenza fosse così grande.” 

“Grazie...” Balbettò James sconcertato per la sua fortuna. 

“Restituirà il libro il prossimo mese. E dovrò comunque punirla per essere uscito dal dormitorio di notte. Ma potrà godersi la sua lettura senza ripercussioni. Buona giornata.” Decretò la professoressa. 

Cinque anni ad Hogwarts avevano insegnato a James che quando Minerva saluta ci si alza e si leva immediatamente il disturbo. Non aveva senso cercare di replicare; così il giovane salutò e se ne andò. Raggiunse i suoi amici a lezione e raccontò loro quanto successo, Remus ascoltò solo per metà impegnato com’era a seguire la lezione. Quando finalmente il professor Ruf finì di blaterare i Malandrini si recarono alla svelta in biblioteca. Era giunta l’ora del piano, e solo allora Remus si rese conto di quanto stupido fosse. Purtroppo per lui Sirius era già entrato in azione salendo su un tavolo e distribuendo permessi per la Sezione Proibita, falsi, a tutti i Corvonero impegnati a studiare. Il giovane completò la sua opera di attivazione di sommossa gridando: “Assalto al Reparto Proibito! La conoscenza deve essere nostra!” 

Madama Pince corse verso di lui per fermalo ma fu bloccata da un’orda di Corvonero fin troppo entusiasti.  

“Non credevo funzionasse.” Si stupì Peter. 

“Si, ho avuto dei dubbi anche io.” Replicò Remus. 

James afferrò entrambi per un braccio e li trascinò via. “Non abbiamo tempo di sorprenderci, dobbiamo muoverci gente.” 

In men che non si dica i Malandrini si infilarono in una stanza vuota e si cambiarono indossando delle divise con i colori di Corvonero rubate da James in lavanderia. Poi si diressero verso la loro meta. I corridoi sembravano pullulare di Corvonero che cercavano di raggiungere in fretta la biblioteca, il piano aveva funzionato alla perfezione, i ragazzi si bloccarono davanti alla porta lucida e nera della Sala Comune. Il batacchio di bronzo pose loro un intricato indovinello a cui Star rispose ancora prima che James avesse afferrato il senso delle parole, entrarono svelti e si ritrovarono estasiati. La sala era vasta ed ariosa, illuminata da enormi vetrate ad arco e da meravigliosi lampadari di cristallo. Star si innamorò del soffitto che sembrava un cielo trapunto di stelle, le quali erano raffigurate anche sulla moquette blu notte, anche Sirius stava fisando in alto e forse per questo finirono uno contro l’altra, a terra. La ragazza non sapeva spiegarsi come era successo ma le sembrava che il suo amico, che le stava tenendo ancora a terra sotto il suo corpo, lo sapesse perfettamente. Solo dopo alcuni secondi realizzò che sopra di loro mille lampi colorati stavano passando da parte a parte nella stanza. Quando smisero James aiutò i suoi amici ad alzarsi. “Sanno che ci sono degli intrusi, o meglio, la Sala lo sa. Dobbiamo muoverci.” Suggerì. I suoi amici annuirono e percorsero rapidamente la stanza arredata con moltissime librerie e scaffalature, traboccanti di libri e tomi, lunghi tavoli di legno scuro e comode sedie.  

Nel giro di pochi minuti passarono ai dormitori, erano completamente vuoti, non si sarebbero mai aspettati tanta fortuna ma si chiesero cosa avrebbero fatto altrimenti. In men che non si dica uscirono dalla torre e scoprirono che il batacchio aveva preso ad urlare “INTRUSIIIII! INTRUSIIIII!” così corsero a perdifiato verso la Stanza delle Necessità e ci si chiusero dentro. 

“Non so come bolide abbiamo fatto ma l’abbiamo fatto!” Si esaltò Sirius, il primo a riprendere fiato. 

Ahahah fantastico!” Esclamò James estraendo rapidamente le misure appena prese dalla tasca della divisa e poggiandole sul tavolo dove aveva lasciato la mappa. “Sirius, vieni qui, dobbiamo disegnare subito questa parte nuova.” Ordinò poi. 

Star mise su un disco dei Beatles e cominciò a scatenarsi, con sua grande sorpresa a lei si unì Remus. Poco dopo anche Peter mosse i primi passi a ritmo. Tutto quell’entusiasmo derivava sicuramente dall’aver praticamente completato la mappa. Era quasi finita. 

“Well, shake it up, baby, now 
Twist and shout” 

Cantò Sirius unendosi al ballo dei suoi amici dopo aver finito di disegnare. 
“Come on, come on, come, come on, baby, now 
Come on and work it on out 
You know you twist, little girl 
You know you twist so fine” 

Anche James prese a cantare ballando in modo assolutamente assurdo. 

“Come on and twist a little closer now 
And let me know that you're mine, woo 

Intonò Star senza riuscire a smettere di sorridere o di muoversi a ritmo.  

Poi presero a cantare tutti insieme, ogni cosa era talmente perfetta da sembrare incorniciata in una calda luce d’orata. 

“Baby, now 
Twist and shout 
Come on, come on, come, come on, baby, now 
Come on and work it on out 
You know you twist, little girl 
You know you twist so fine 
Come on and twist a little closer now 
And let me know that you're mine 
Well, shake it, shake it, shake it, baby, now 

Quando la musica finì i ragazzi si gettarono sulle poltrone e risero a lungo, i muscoli del viso che facevano male, e il cuore leggero. 

“Andremo a cena ora, vero?” Chiese Peter accorgendosi dell’ora. 

“Si, tranquillo, non resterai senza cibo.” Lo rassicurò James, sorrideva così ampiamente che il suo viso sembrava dieci volte più bello. 

Fu così che scesero a cenare, ma non riuscirono a calmarsi. James intravide Mocciosus in corridoio e con un incantesimo lo fece inciampare su sé stesso, per sua fortuna il Serpeverde non li aveva notati tra tutta la folla di studenti che si dirigeva in Sala Grande. Questo non impedì al giovane Potter di vantarsi della sua superiorità in Incantesimi per tutta la cena.  

“Sarò meglio di te tra solo un paio di settimane, grazie all’aiuto di Star sto migliorando a vista d’occhio.” Ribatté Sirius 

“Lo vedremo, allora.” Replicò James. 

Dopo cena i Malandrini studiarono insieme, erano rimasti tutti parecchio indietro con i compiti tra una cosa e l’altra, e James iniziava ad essere preoccupato per la partita, tanto che cercò di convincere sua sorella a giocare al posto di Mary ma la ragazza rifiutò.  

Andarono a letto e James non chiuse praticamente occhio per tutta la notte, ogni singolo abitante di Hogwarts ora lo reputava uno scemo che ha un diario segreto, come avrebbe fatto a farsi rispettare come prima sul campo da Quidditch? Verso le quattro di mattina, finalmente, arrivò il sonno e come spesso accade il nuovo giorno portò delle soluzioni. 

“Cosa diamine stai facendo?!” James aveva appena inforcato i suoi occhiali dopo un risveglio piuttosto agitato e la prima cosa che mise a fuoco fu Sirius completamente vestito che indossava un paio di scarpe col tacco nere e rosse. 

“Faccio la mia mossa imbarazzante per la sfida, anche se non credo che vincerò visto che queste scarpe mi stanno benissimo.” Rispose Sirius tranquillo.  

“Tu sei sicuro di saper camminare su quei cosi?” Domandò Remus preoccupato. 

“Lui ha insegnato a me a camminare su quei cosi quindi direi di si.” Replicò Star appena entrata nel dormitorio. “Ti stanno bene comunque, dovresti metterli più spesso.” Aggiunse poi la ragazza. 

“E’ uno scherzo?” Chiese James sconvolto. 

Bhe, non proprio uno scherzo ma l’obiettivo è farti sorridere quindi ci si avvicina.” Spiegò Sirius. 

James cominciò a vestirsi a corto di parole mentre il suo amico si preparava la borsa come se non stesse in piedi su dei trampoli dall’aria piuttosto scomoda. 

“Comunque devo avvisarti che dopo una giornata sui tacchi rimpiangerai di aver avuto questa idea.” Disse Star. 

“Non ti preoccupare, ho un’alta soglia del dolore.” La rassicurò Sirius.  

Finalmente James fu pronto e i Malandrini poterono scendere a fare colazione. Già normalmente Sirius e Star attiravano moltissimi sguardi camminando nei corridoi, quella mattina poi... Sirius svettava tra la folla e camminava a passo talmente sicuro su quelle scarpe che la gente aveva preso a fissarlo apertamente.  

“Credo sia più imbarazzante per noi che per te.” Sbuffò James.  

“Almeno non ridono più di te.” Notò Peter. 

“Spero almeno che ne sia valsa la pena di rendermi così ridicolo.” Sbuffò James osservando sua sorella. 

“Ok, ok, non serve che mi incenerisci con lo sguardo. Lily ha detto che non crede che il diario sia vero, pensa che tu lo abbia scritto solo per l’occasione, ma apprezza comunque che tu ti sia preso il tempo di scrivere certe cose solo per chiederle scusa. Ha detto che è stato inaspettato.” Raccontò lei. 

“Non hai firmato una specie di contratto con Lily che ti impedisce di riferire a James queste cose?” Chiese Remus. 

“Si, ma Lily sa che stiamo parlando di mio fratello e che quindi c’è la possibilità che alcune innocue informazioni passino.” Rispose la ragazza. 

“Vuoi dire che ci sarebbe dell’altro?” Domandò James d’un tratto di buon umore. 

“Cavoletti di Bruxelles blu!” Esclamò Star indicando un piatto di bacon sul tavolo dei Grifondoro e fiondandosi su di esso. 

“Ottimo lavoro.” Lo prese in giro Sirius. 

“Aspetto le tue dichiarazioni ufficiali.” Replicò James in un sussurro che fece perdere la sicurezza a Sirius, ma solo per un secondo. 

Dopo una rapida colazione i giovani andarono a lezione, Trasfigurazione alla prima ora.  

“Oggi vorrei che vi divideste in coppie, cercherete di cambiare il colore degli occhi o dei capelli del vostro compagno, chi ci riuscirà otterr...” Annunciò la professoressa McGranitt appena aprì la porta dell’aula ai suoi studenti, ma si bloccò all’improvviso quando Sirius entrò e sfilò fino al banco in fondo. “...si..signor Black?” Balbettò la donna lasciando tutti perplessi: Minerva McGranitt non balbettava mai. 

“Si?” Rispose Sirius tranquillo. 

“Sta bene?” Chiese Minerva. 

“Oh, si, certo, la ringrazio. E lei sta bene?” Domandò lui di rimando. 

“...si...si. Bene, dividetevi in coppie prego.” Continuò la donna riacquistando un po' del suo normale carattere ma continuando a lanciare sguardi ad intermittenza a Sirius. 

James e Remus decisero misteriosamente di stare insieme e Peter svanì in fretta per mettersi con un suo amico di Tassorosso, così Sirius e Star si prepararono a lavorare insieme in fondo all’aula.  

“Secondo te starei bene biondo?” Le chiese il ragazzo. 

“Biondo?” Lei gli toccò i capelli che da scuri divennero chiari e poi rise. “No.” Decretò passandogli uno specchietto. 

“Decisamente no.” Concordò Sirius. “Ma dovresti farlo con la bacchetta.” 

“Vero, scusa...” La giovane si affrettò ad estrarre la sua bacchetta e la puntò sul suo amico. 

“Sei sicura di saperlo fare?” Chiese lui preoccupato. 

“Hai detto tu che dovevo farlo!” Sbottò lei. 

“Lo so, ma mi rende nervoso avere una novellina che mi punta un’arma dritta in faccia!” Replicò il ragazzo.  

“Non ti fidi di me?” Si offese Star. 

“Non mi fido di nessuno quando si tratta della mia faccia, la mia bellezza è tutto ciò che sono.” Spiegò lui. 

“Questo non è affatto vero.” Mormorò la giovane. 

“Si che lo è. James è il capo e quello simpatico, Remus è quello con la coscienza, Peter è la cheerleader, tu sei quella sveglia e io sono quello bello.”  

Star guardò Sirius sorpresa. “Per te io sono quella sveglia? Non quella super intelligente o bella?” 

Bhe... sei anche quello, ma ammettiamolo, sei molto di più, è il modo in cui usi i tuoi poteri che ti rende ciò che sei. Sei sveglia, e anche buona, ma credo che nessuno di noi quattro possa essere cattivo... bhe... io sono cattivo ma...” Balbettò il ragazzo. 

“Tu non sei cattivo, e non sei quello bello, cioè... sei bello. Ma anche tu sei molto di più, anche tu sei simpatico e poi hai charme, e sei dolce e sei...unicamente Sirius.” Replicò lei. 

“Io dolce?” Sbuffò Sirius incredulo. 

“Si... a volte... di rado...” Aggiunse la sua amica. 

Ooooook. Come vuoi. Dai muoviti a riportarmi normale.” Le ricordò poi lui a corto di parole. 

Star prese un bel respiro e puntò la bacchetta sui capelli di Sirius che tornarono del loro nero inchiostro originale.  

“Ottimo.” Fece lei soddisfatta. “Ora tocca a te. Prova a cambiarmi il colore degli occhi.” 

Toccò al ragazzo respirare profondamente; puntò la bacchetta ma non successe niente. 

“Hai fatto? Di che colore sono?” Chiese Star curiosa afferrando lo specchietto, ma si ritrovò a fissare i suoi occhi del loro solito colore.  “Non ci sei riuscito... mi spiace, dai prova di nuovo.” Insistette poi. 

“Non ci riesco.” Mormorò Sirius guardando in basso. 

“Ma si che ci riesci, ti serve solo qualche prova. È facile, guarda...” La giovane chiuse gli occhi e quando li riaprì erano grigi come quelli del suo amico.  

“No!” Sbottò il ragazzo. “Non ce la faccio perché non vorrei che i tuoi occhi avessero altro colore oltre che blu cobalto. Mai.” Spiegò, dopo di che puntò la bacchetta verso di lei riportandole gli occhi alla normalità e si mise a fissare in quei cristalli cobalto come se fosse la prima volta, gli erano mancati così tanto eppure non li aveva visti per così poco tempo. “Sono meravigliosi così.” Sussurrò posando una mano sulla guancia della ragazza per avvicinare il viso di lei al proprio.  

Di nuovo Star si ritrovò con il volto così vicino a quello di Sirius da poter sentire il suo alito dal profumo di Brooklin. Le labbra del ragazzo erano improvvisamente invitanti, come un dolce al cioccolato. Ed erano, tra l’altro, estremamente accessibili.  

Sirius notò appena di non essere più il responsabile dell’avvicinamento della ragazza, era immerso nei suoi occhi, frugava con avidità ogni angolo del viso di lei. Lo spazio tra loro sembrava così incolmabile anche se realizzò essere di appena pochi centimetri. Forse avrebbe semplicemente dovuto baciarla. Si, l’avrebbe baciata, e poi le avrebbe detto tutto, le avrebbe detto di come si perdeva nei suoi occhi cobalto, di come quello fosse diventato il suo colore preferito perché gli ricordava lei, gli avrebbe detto della calda e piacevole sensazione che provava nello stomaco e nel cuore ogni volta che lei sorrideva, e di come il suono della sua risata gli risuonasse nella mente per ore come la sua musica preferita. Solo un centimetro. 

“La lezione è finita! Ricardatevi il test pratico della prossima volta. Studiate o sarò costretta ad abbassare le vostre medie, vi ricordo che i G.U.F.O. sono vicini.” La voce della professoressa McGranitt ruppe l’incanto. Star si allontanò di scatto esclamando “Peperoni al formaggio un stest spratico?!” 

“Ehm... già.” Commentò Sirius. 

“Dovremmo studiare, oh, voi avete gli allenamenti tutti i pomeriggi ora.” Continuò lei alzandosi e infilando le sue cose nella borsa.  “Promettimi che tu e James approfitterete di quest’ora buca per ripassare.” 

“Certo.” La rassicurò lui. Si diressero insieme in corridoio a malapena consci di James, Remus e Peter che cercavano di raggiungerli.  

“Devo andare ad Antiche Rune.” Annunciò Star, Sirius annuì e le sorrise, la ragazza rispose al sorriso e poi si allontanò. Sirius prese subito la strada della torre senza dire altro e lasciando i suoi amici fermi in piedi in mezzo al corridoio. 

James si voltò verso Remus con un’espressione estasiata. “Lo hai visto? Lo hai visto? Quello sguardo, quel sorriso, quell’intesa. Si stanno innamorando!” 

“Vorrei ricordarti che già si amano, e non se lo vogliono dire, è questo il problema!” Sbottò Remus per niente soddisfatto dall’accaduto. 

“Aspetta un momento, anche tu sai che anche Star ama Sirius.” Si stupì James. 

“E’ piuttosto evidente.” Commentò Remus. 

“In effetti.” Il ragazzo occhialuto guardò nel vuoto per un secondo. 

“Ma se Star ama Sirius e Sirius ama Star perché non stanno insieme?” Domandò Peter sconvolto dalla notizia. 

“Non capisci niente, Pete.” Sbottò James. “Ok, Lunastorta va con Star e cerca di capire se si è resa conto del sorriso di Sirius, io andrò da Felpato a estorcergli la stessa cosa.” Decretò, subito dopo partì a passo di carica verso la Sala Comune seguito da Peter.  

Remus sospirò e raggiunse Star in aula, le lezioni di Antiche Rune consistevano quasi sempre in tradurre qualche testo in coppia, motivo per cui erano perfette per chiacchierare d’altro, cosa che di solito Star e Remus non facevano, ma questa volta la situazione era diversa. 

“Hai fatto Sirius biondo, è stato divertente.” Incominciò Remus una volta che la traduzione fu ben avviata. 

“Ci stavi guardando?” Il tono preoccupato della ragazza era già di per sé una rivelazione. 

“Si... perché?” 

“Oh... niente, niente... non è successo niente.” La giovane allontanò l’argomento con un gesto della mano. 

“Lo sai che ho notato una cosa ultimamente? Un certo sentimento che credo che tu provi per Sirius.”  

Star si voltò verso di lui, gli occhi cobalto sgranati dalla preoccupazione. “Non dirmi che è così evidente.” 

“Solo per me... e più che altro lo so da quando fingevate di stare insieme. Negli ultimi tempi sei diventata più brava a nasconderlo, ma qualcosa mi dice che il sentimento non è diminuito, anzi... credo sia accaduto l’opposto.” Insinuò lui con tono calmo. 

“Come va con Jane?” Chiese lei. 

“Molto bene, non cambiare argomento.” 

“Ok... volevo baciarlo oggi.” Sputò fuori la ragazza. 

“E perché non lo hai fatto?”  

“Ma hai una minima idea di quante ragazze gli saltino al collo per baciarlo tutti i giorni, non voglio essere una di loro.”  

“Non è proprio possibile che tu sia una di loro.” Ridacchiò Remus. 

“Non è divertente. Scommetto che se un giorno farò il mio primo passo in modo spontaneo e nel momento sbagliato senza prima rivelargli i miei sentimenti, lui mi considererà una come tutte le altre.” Borbottò lei. 

“Scommessa accettata.” Replicò Remus sicuro di sé. “Io dico che se tu dovessi baciarlo anche senza avergli detto cosa provi per lui non succederà niente di ciò che hai detto.” 

“Da quando in qua scommetti?” 

“Da quando sono sicuro di vincere.” Ribatté il ragazzo sicuro di sé, dopo di che aggiunse l’ultima frase alla traduzione e consegnò il compito alla professoressa venuta a ritirarlo in vista della fine della lezione. I due amici si diressero a Babbanologia dove rincontrarono gli altri Malandrini.  

“Devo parlare con i fantasmi.” Annunciò Star sottovoce.  

“Perché?” Domandò James rabbrividendo, ricordava fin troppo bene l’esame a cui avevano sottoposto sua sorella appena al primo anno. 

“Sono certa che loro conoscono tutti i passaggi segreti.” Spiegò lei. 

“Geniale!” Commentò Sirius. 

“Si, ottima idea, ma non fare niente che ti chiedono di fare senza consultarmi.” La ammonì suo fratello. 

“Si mamma.” Replicò lei sorridendo divertita. 

Quel pomeriggio prima di cena Sirius e James si allenarono con il resto della squadra. Remus, Star e Peter andarono ad assistere dagli spalti, i primi due ne approfittarono per studiare mentre il terzo si distraeva troppo guardando i suoi amici librarsi leggeri nell’aria. 

“No, no! Non è abbastanza per vincere contro Serpeverde! Stanno andando alla grande quest’anno! E mi hanno detto che hanno sostituito il loro Cercatore dopo l’incidente che ha avuto l’altro alla partita e sembra che quello nuovo sia incredibilmente bravo quindi Al ti voglio al massimo.” Gridò James. 

“Hanno cambiato Cercatore?” Domandò Al ad un tratto preoccupato. “E chi è?” 

“Si... è... lui è... Regulus Black.” Mormorò James lanciando uno sguardo preoccupato a Sirius che si era bloccato all’improvviso. Anche Star e Remus avevano d’un tratto perso interesse per i libri e si erano messi a fissare il loro amico.  

Regulus giocherà contro di noi?” Domandò Mary. 

“Esatto.” Confermò James. 

L’allenamento finì sullo strascico di questa brutta notizia, quindi non andò molto bene. 

I Malandrini tornarono insieme verso il castello camminando abbattuti.  

“Senti Star, so che hai bisogno di tempo da sola, e Mary è bravissima, solo che non è abbastanza brava per questa partita. Certo, ora che non sta più con Sirius si distrae meno ma...” Riprovò James. 

Jame, non ho intenzione di tornare a giocare e rubare il posto a Mary, e poi la partita ormai è troppo vicina e io non mi alleno da troppo tempo.” Replicò Star. 

“Io ho bisogno di te...” Mormorò Sirius. 

Tutti si fermarono e si voltarono a guardarlo. 

“Ho bisogno di te perché sei l’unica che sa come farmi mantenere la calma di fronte a Regulus. Devi farlo o credo che finirò per cacciargli un Bolide dritto sui denti.” Spiegò Sirius. 

“Ma Mary...” Cominciò Star ma venne interrotta da Mary in persona, la quale era evidentemente sempre stata alle loro spalle. 

“Io ho sentito tutto, e capisco, davvero. E poi è solo per una partita giusto?” Disse lei sicura di sé. 

“Ok, solo per una partita.” Acconsentì Star alla fine. 

“Grazie Mary.” Sussurrò Sirius sorridendo alla bionda.  

“Di nulla.” Mary li salutò e li superò diretta di corsa al Castello. 

“Ok, ora muoviamoci, dobbiamo studiare molto.” Ricordò a tutti Remus accelerando il passo. 

“Voi andate avanti... io proverò a far parlare qualche spirito.” Annunciò Star. 

“Fai attenzione.” Si premurò James. 

“Non farò nulla di strano, promesso.” Replicò lei con un sorriso prima di staccarsi da loro appena oltrepassato il portone d’ingresso. 

 

.............. 

 

James si svegliò quel mercoledì con un gran mal di testa. Star non si era fatta vedere né a cena né dopo in Sala Comune, quindi lui non aveva quasi chiuso occhio per tutta la notte. L’unico motivo che lo aveva trattenuto da smontare il castello pezzo per pezzo alla ricerca di sua sorella era il fatto che dentro di sé la sentiva tranquilla. Ma se non l’avesse trovata a colazione avrebbe passato il resto della sua vita a trovare un modo per uccidere chi è già morto. 

Il giovane indossò gli occhiali e fu lieto di vedere che il suo migliore amico portava un paio di scarpe normali, almeno oggi le persone non li avrebbero fissati, anche se a dire la verità verso l’ora di cena del giorno precedente tutti si erano abituati completamente a vedere un ragazzo con delle scarpe col tacco. Solo Sirius poteva rendere normale una cosa simile.  

“Buon giorno gente!” Star entrò nel dormitorio con un’energia impossibile a quelle ore del mattino e in più tra i folti capelli mossi le spuntavano delle morbide orecchie da gatto bianche e si era disegnata i baffi sulle guance.  

“Questa dovrebbe essere la tua cosa imbarazzante?” Domandò James perplesso. 

“Esatto! Sono un insulso gattino! Miao. Tipo una dodicenne.” Si esaltò lei muovendo una mano come una zampina.  

Sirius rimase seduto sotto le coperte a fissare la ragazza a bocca aperta. Si riprese appena prima che lei lo notasse. “Non hai una grande percezione di cose è imbarazzante.” Le fece notare. 

Bhe, nemmeno tu, avresti almeno dovuto mettere una gonna per essere davvero imbarazzante.” Lo rimbeccò Star. 

“Andiamo a lezione.” Sospirò Remus interrompendo la discussione sul nascere.  

“Andate pure, noi vi raggiungiamo dopo. Abbiamo un’ora buca.” Li avvertì Sirius. 

Star e Remus uscirono dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle, meno di un secondo dopo James fissava il suo migliore amico con un sorriso malizioso in volto.  

“Devi andare in bagno per caso?” Domandò quest’ultimo. 

Sirius gli lanciò un’occhiataccia ma poi si mise a guardare con ostinazione il suo baldacchino. “Si.” Rispose infine con un tono decisamente furioso. 

“Pensa che se ti fossi dichiarato avresti potuto baciarla e basta.” Commentò James con falsa noncuranza.  

“Baciarla o altro.” Aggiunse Peter emozionato di poter assistere a quella conversazione. 

Wooo! Vacci piano, Pete, è pur sempre mia sorella!” Lo rimproverò James. 

“Si, vacci piano. È sua sorella.” Concordò Sirius. 

James si voltò di nuovo a guardarlo. “Avresti voluto fare altro, vero?”  

“Con rispetto parlando: decisamente si... se lo avesse voluto anche lei ovviamente. In modo molto rispettoso e...” Rispose Sirius. 

“Va in bagno.” Lo liquidò James, il giovane Black non se lo fece ripetere oltre e sparì dietro la porta. 

Più tardi i tre ragazzi scesero alle serre dove ritrovarono Star e Remus. La professoressa Sprite stava animatamente discutendo con la ragazza sul suo look del giorno. 

“Non posso toglierlo! Ho prodotto una pozione sbagliata che mi è finita addosso, lo chieda al professor Lumacorno.” Sbottò Star. 

“Lo farò di certo, signorina.” Concluse la professoressa scocciata. 

La giovane tornò al suo posto soddisfatta. “Allora, stavo dicendo a Remus che ho ottenuto le informazioni che volevo. Nick è stato molto gentile e mi ha aiutata a trovare i fantasmi giusti.” Rivelò ai suoi amici sottovoce mentre trapiantavano Tentacula Velenosa. 

“Quanti sono?" Chiese James curioso. 

“Sette. Uno è il Platano, ovviamente. Il secondo la Strega Orba che già conosciamo. Il terzo è la Stanza delle necessità. Il quarto quello dietro la Statua di Gregory il viscido che Sirius usa per sgraffignare alcol. Il quinto è dietro uno specchio al quarto piano, quello dovremmo andare a vederlo. Il sesto si trova nei sotterranei ma passa per le fognature quindi lo eviterei, dicono che è uno dei luoghi preferiti da Mirtilla Malcontenta. Il settimo invece si trova … sulla nostra torre.” Elencò Star. 

“Li conosciamo quasi tutti.” Notò Sirius.  

“Inseriamo quelli che abbiamo già visitato questa sera. Lo specchio lo visitiamo domani, le fognature lo segniamo ma direi che non lo attraversiamo tutto e quello sulla nostra torre...” Il tono entusiasta di James si spense. 

“Lo segnate voi, ma non in modo preciso. Solo indicate dov’è, senza mappare la torre.” Proseguì Sirius per lui. 

“Perfetto. Quindi domani sera basterà visitare gli ultimi due passaggi e poi avremmo finito.” Commentò Remus.  

“Già... è straordinario..." James fissò il vuoto per qualche secondo, pessima idea ad Erbologia. Non che per Sirius fosse più facile concentrarsi visto che continuava a guardare Star ad intermittenza.  

Presto anche quella giornata finì. La squadra fu chiamata ad allenarsi immediatamente visto che poi il campo sarebbe servito ai Serpeverde. Il ritorno di Star fu accolto con più calore di quanto la ragazza si aspettava e dovette passare i primi minuti a ricordare a tutti che avrebbe giocato solo l’ultima partita.  

“Sono felice che tu sia tornata, con l’intesa che avete tu e Sirius mi sento finalmente al sicuro.” Gli riferì Fill prima di salire in sella alla sua scopa e partire verso l’alto. 

Fortunatamente la ragazza riuscì a non farsi distrarre dai suoi pensieri e l’allenamento andò piuttosto bene. James lasciò il campo alla squadra di Serpeverde sorridendo soddisfatto. Dopo cena i Malandrini sgattaiolarono ad aggiungere i passaggi segreti che conoscevano alla mappa e poi Remus insistette per studiare. I compiti si erano accumulati al punto che i cinque andarono a letto molto tardi.  

Il mattino dopo James si svegliò finalmente risposato, era un sollievo essere riuscito a dormire in tranquillità. In più quella mattina nessuno dei suoi amici sembrava avere in programma niente di strano.  Andarono normalmente a colazione, frequentarono le lezioni senza nessun imprevisto. Andava tutto bene. Finché durante Pozioni il professor Lumarcono disse: “Ora vi prego di tagliare queste radici di luparia finemente, devo farle essiccare per produrre della polvere.” 

“Se le tagli lei le sue radici.” Sbottò Remus in risposta, e si era pure alzato in piedi.  

“Signor Lupin?” Si sorprese il professore. “Credo che le toglierò dei punti. E la prego di uscire dall’aula a calmarsi.”  

Remus uscì in silenzio cercando di non sembrare troppo imbarazzato. 

“Per me non è così imbarazzante.” Mormorò Sirius. 

“Credo che per Remus sia ad un livello molto alto, invece.” Gli fece notare James. “Comunque non è necessario che voi facciate una cosa del genere per me.” 

“Ormai lo abbiamo già fatto tutti, manca solo Peter.” Ricordò Star. 

Peter sorrise timidamente. “Io ho già un’idea.” 

“Fatto. Ora possiamo ascoltare Pozioni visto che facciamo tutti schifo.” Decretò Star. 

“In realtà tu...” Cominciò Sirius ma la ragazza sorrise in modo estremamente forzato e ripeté: “Facciamo tutti schifo.” 

“Ok.” Chiuse l’argomento James.  

Quella stessa sera dopo gli allenamenti i Malandrini si recarono al quarto piano e individuarono alla svelta lo specchio, il passaggio dietro di esso era molto spazioso.  

“Wow, sembra un’altra stanza segreta!” Si esaltò James. 

“Ok, misuriamo velocemente, voglio vedere dove porta.”  Disse Star. 

“Ottima idea.” Commentò Remus.  

Furono piuttosto veloci dal momento che l’ampio spazio era vuoto, si diressero poi lungo un tunnel. La lunga camminata fu accompagnante da una ancora più lunga discussione tra Sirius e James sulla più carina ragazza della scuola.  

“Quella Serpeverde del settimo anno con cui uscivi non è più bella di Katrin di Grifondoro.” Ripeté James per la millesima volta. 

“Finitela, è Star la ragazza più bella della scuola, non so nemmeno perché state... oh grazie al cielo ecco l’uscita.” Sospirò Remus. 

Spostarono quello che sembrava un altro specchio e si ritrovarono in un magazzino colmo di scatoloni pieni di diari e pergamene.  

“Credo di conoscere questo negozio.” Sussurrò Star.  

“Ti prego non dirmi che è il negozio dei due gemelli con cui se uscit...” Cominciò James incredulo ma fu interrotto dalla porta che si apriva bruscamente lasciando entrare proprio i due gemelli. 

“Oh, ma chi abbiamo qui?” Domandò Reece divertito abbassando la bacchetta. 

“Come ci siete arrivati qui?” Chiese Kyle ammirato. 

“E’ un segreto.” Rispose James rapido. 

“E’ il nostro negozio.” Replicò Reece. 

“Hei... Star, posso parlarti un attimo?” Kyle le indicò la porta come se volesse stare solo con lei. E Star realizzò subito quanto fosse una brutta idea, eppure non trovò un motivo valido per non accettare, così annuì e lo seguì fuori dalla stanza.  

Erano in uno spazio piuttosto angusto e il ragazzo le stava vicino come se fosse una cosa del tutto naturale. Kyle era bello, i suoi occhi chiari erano penetranti, e la sua voce sicura. “Come sta andando con Black?” Le domandò subito.  

“Ehm...” La ragazza si sorprese della sua brillante risposta.  

“Non state ancora insieme, vero?” Ipotizzò lui. “In tal caso non è un problema se faccio questo...” Il giovane avvicinò il viso a quello di Star e la baciò. “Se non ti ha dato fastidio possiamo uscire di nuovo insieme.”  

“Io...” Mormorò la giovane. 

“Nessuna pressione, sai dove trovarmi, non lavoro alla prossima uscita ad Hogsmeade ma ti aspetterò qui.” Spiegò il ragazzo. “E ora fuori di qui, se vi trova nostro padre impazzisce.”  

Star annuì e tornò nella stanza con i suoi amici. I Malandrini salutarono i gemelli e rientrarono nel passaggio. 

“Cosa ti ha detto?” Chiese James.  

“Mi ha baciata.” Sussurrò Star.  

“Lo so, l’ho sentito... ti è piaciutoooo.” La prese in giro suo fratello. 

“Taci.” Sbottò lei. 

Una volta tornati a scuola visitarono velocemente il passaggio segreto nei sotterranei, o meglio lo aprirono e lo annusarono e decisero che non lo avrebbero mai esplorato. 

“Dovreste andare alla vostra torre.” Suggerì Sirius. “Avete molto di cui parlare e poi dovete trovare il passaggio.”  

“Di cosa dovremmo parlare?” Si incuriosì Star.  

“Del tuo nuovo amore.” Sirius le sorrise e si allontanò. Remus fece spallucce e seguì il suo amico, mentre Peter aspettò che James gli facesse un cenno con il mento prima di andarsene.  

“Tu sai che io non amo Kyle.” Borbottò Star guardando suo fratello.  

“Non ne sono così sicuro ora, ti è piaciuto parecchio baciarlo, no?” James si incamminò verso la torre e sua sorella dovette seguirlo per continuare la conversazione.  

“E’ un bel ragazzo, non lo nego, ma...”  

“Ma sei follemente innamorata di Sirius.” La interruppe lui. 

“Follemente un paiolo!” Sbottò lei.  

“Star... devi dirglielo.” Insistette il ragazzo.  

“Lo so... l’altro giorno stavo per baciarlo, è un passo avanti, no?” Gli ricordò lei. 

“No. Cerca quel passaggio segreto.” Decretò James, erano arrivati alla loro torre e non dovettero nemmeno salirci del tutto, il gradino scricchiolante che avevano riparato era l’ingresso del passaggio. Bisognava battere su di esso con il tacco dei piedi ad un ritmo ben preciso, ed ecco che il gradino si apriva.  

“Vuoi vedere dove porta?” Chiese Star.  

“Sinceramente no. In realtà sono molto curioso, perché vorrei conoscere ogni angolo di Hogwarts... ma questo è il segreto della nostra torre segreta. Mi piace così.” Spiegò lui. 

La ragazza gli sorrise, pensava esattamente la stessa cosa. Chiusero il passaggio e andarono svelti nella loro Sala Comune; i compiti attendevano. 

  

….... 

 

Quel venerdì mattina James si svegliò stanco, avevano studiato fino a tarda notte e non si erano occupati della Mappa, il tutto per fare bella figura al test pratico di Trasfigurazione. Erano Animagus! Trasfigurazione non aveva più segreti per loro, tranne che per Peter... e Remus. 

In ogni caso anche quella giornata iniziò in modo normale. Il test era alle prime ore ed andò benissimo a tutti i Malandrini, Peter compreso. La McGranitt sembrava estremamente soddisfatta e prima che James uscisse dall’aula gli fece notare che aveva assegnato pochi compiti per il weekend nella speranza che si concentrassero sugli allenamenti.  

E James lo fece, quello stesso pomeriggio, non gli fu difficile impegnarsi al massimo. Anzi, gli sembrava di avere una ragione in più. Forse era stato il sorriso che Mocciosus gli aveva lanciato mentre tornava al suo posto dopo aver consegnato al professor Walker il tema sui Lupi Mannari. Quel fatto, accaduto appena qualche ora prima, gli faceva ribollire il sangue nelle vene. Nemmeno la corsa ridicola di Peter in costume per i corridoi riuscì a fargli passare la rabbia. Eppure Sirius aveva decretato il loro amico il vincitore della sfida, il suo corpo paffutello era sicuramente piuttosto imbarazzante da mostrare in quel modo. “Scoprirò il segreto del tuo amico.” si era permesso di dire Mocciosus con quello stupito sorrisetto sul volto. Inutile dire che prima di recarsi agli allenamenti James individuò il Serpeverde tra la folla e lo pietrificò facendolo finire faccia a terra, inoltre si godette un po' quella vendetta prendendolo in giro di fronte agli altri studenti che passavano di lì. Sirius rideva come un matto. Era così bello sentire Sirius ridere dopo quello che gli era successo accadeva di rado. 

Dopo l’allenamento più intensivo dell’anno James si dedicò alla Mappa insieme ai suoi amici. Saltarono la cena e mangiarono dei panini nella Stanza delle Necessità, ma ne valse la pensa perché conclusero la Mappa. Anche se non ci fu un grande aiuto da parte di Peter che se ne stava in un angolo ad esercitarsi con la bacchetta in chissà quale incantesimo.  

“E’ finita!” Esclamò James elettrizzato. “C’è tutto, ogni cosa! Pete, inutile amico, vieni almeno a vedere.” 

Peter non rispose, ma si sentirono degli squittii eccitati. I quattro si voltarono lentamente e trovarono un topo proprio lì dove qualche secondo prima stava Peter.  

“Figlio di puttana... ce l’ha fatta!” Esordì Sirius, non una delle sue migliori uscite.  

“Grandioso Peter! Non insultare le madri altri Sir Villano Black.” Esclamò Star con due toni ben distinti; il primo gioioso il secondo furioso.  

“Fantastico!” James si avvicinò al ratto proprio quando questo si ritrasformava nel ragazzo dagli occhietti acquosi.  

Codaliscia...” Mormorò Remus mentre i suoi amici festeggiavano.  

“Come scusa?” Fece James con l’espressione di chi sta per avere un’epifania. 

“Ha la coda liscia, è la prima cosa che mi è venuta in mente.” Spiegò Remus.  

“E’ perfetto, ecco il suo soprannome.” Si esaltò James. “Ora possiamo firmare la Mappa con i nostri nomi da Animagus.” 

“Idea geniale!” Star corse alla mappa e la piegò per bene, poi passò la piuma a Remus. “Fai tu, hai la scrittura più elegante.” 

“Si ma come la chiamiamo?” Domandò il ragazzo dagli occhi ambra. 

“Mappa dei Malandrini ovviamente.” Rispose James. 

“I Malandrini siamo noi, si riconosce subito. Chiamiamola solo Mappa del Malandrino, d° l’idea che sia una mappa per combina guai e non una mappa fatta da noi.” Ribatté Sirius 

“Mappa del Malandrino mi piace, ma possiamo incantarla affinché sia visibile solo dopo aver pronunciato una parola d’ordine.” Suggerì Star. 

Siii!” Accettarono gli altri in coro.  

“Allora propongo: Giuro Solennemente di Non Avere Buone Intenzioni.” Aggiunse la ragazza, i suoi amici furono inondati dai ricordi per un attimo e poi Remus sollevò la penna pronto a scrivere.  

“Metti Messier e Madame davanti ai nostri nomi, aumenta il mistero.” Propose timidamente Peter.  

“Si, suona bene.” Concordò James.  

Così Remus tracciò le seguenti parole sul fronte vuoto della mappa ben ripiegata: 

Messier LunastortaCodaliscia, Felpato, Ramoso e Madame Piumadoro, sono fieri di presentarvi: La Mappa del Malandrino” 

“E’ così poetico!” Lo adulò Star.  

“Perché hai messo il tuo nome per primo?” Brontolò Sirius. 

“Non lo so... ho seguito l’istinto.” Cercò di scusarsi Remus arrossendo.  

“È perfetta." Lo tranquillizzò James, poi con un colpo di bacchetta ne ridusse le dimensioni fino a renderla facilmente trasportabile. Sirius afferrò una pergamena su cui aveva copiato alcuni incantesimi trovati nel libro del Reparto Proibito e pronunciò un intricato incantesimo e subito dopo la frase scelta.  

“Dobbiamo sceglierne una per farla sparire.” Notò Remus.  

“Fatto il Misfatto. Lo hai detto tu dopo aver esplorato lo studio di Lumacorno.” Ricordò James.  

“Va bene, allora ci provo io.” Remus estrasse la bacchetta e lesse l’incantesimo che Sirius gli indicò. Le scritte scomparvero dalla pergamena, così come tutti i loro disegni. Inutile dire che i ragazzi erano un po' tesi; e se non fosse più riapparso niente? 

James si schiarì la voce prendendo coraggio. “Giuro Solennemente di Non Avere Buone Intenzioni.” Enunciò puntando la bacchetta su quella che era stata una mappa particolarmente accurata di Hogwarts. E con sollievo di tutti l’inchiostro riapparve, ogni singolo dettaglio tornò a essere impresso sulla superficie giallastra.  

“Ottimo.” Sussurrò James visibilmente soddisfatto. 

Bhe, ragazzi... avrei scoperto un’altra cosa che potrebbe esserci utile; c’è questo incantesimo che rileva le persone in un luogo e le traspone su carta. Star... Dacci un’occhiata.” Rivelò Sirius porgendo alla ragazza un foglio fittamente scritto.  

I Malandrini passarono le ore successive a leggere e rileggere il trafiletto, fecero varie prove su fogli bianchi, modificarono l’incantesimo poco a poco. Erano ormai le tre di notte ma nessuno voleva cedere; quello poteva essere l’incantesimo che avrebbe reso la loro mappa la mappa più utile e geniale dell’intero universo.  

“Ci siamo.” Decretò Star dopo aver analizzato a fondo il foglio della loro ultima prova. “MA farlo per tutta Hogwarts, valido sempre, in qualunque momento, con chiunque entri... bhe, non sarà semplice. Dobbiamo farlo tutti insieme.” 

“Sei la strega più potente al mondo, probabilmente, perché dovresti avere bisogno di noi?” Le fece notare Sirius. 

“Perché voi siete dei maghi straordinari, e so che potete farcela, e poi perché non posso usare tutto il mio potere, lo sai. In più abbiamo ideato l’incantesimo insieme, vi prometto che userò la quantità di magia necessario affinché la mappa sia infallibile, ma dobbiamo farlo insieme. Non ce l’avrei fatta da sola, non in una notte, quindi...” La giovane allungò le mani verso i suoi amici e sorrise.  

James e Sirius le afferrarono le mani, Remus posò una sua mano sulla spalla di Sirius e Peter su quella di James. Tutti insieme puntarono le bacchette verso la pergamena e Star chiuse gli occhi. Pronunciarono l’intricata formula che avevano creato e attesero. Dopo pochi secondi, sotto i loro occhi increduli, piccole orme di inchiostro con cartigli con dei nomi apparvero sulla mappa. Ogni singola persona nel Castello era rintracciabile da quel piccolo pezzo di pergamena.  

“Oh... questo sarà davvero utile per fare degli scherzi.” Commentò James, il cuore gli batteva a mille, posò con leggerezza le dita sulla superficie porosa e riuscì a malapena a trattenere le lacrime.  

“La userai per dare il tormento a Severus, vero?” Chiese Remus rassegnato interpretando correttamente lo sguardo del suo amico. 

“Ci puoi scommettere.” Decretò James. 

Un sorriso malandrino apparve sul volto di Sirius e Star e Remus si stupì nel notare quanto fossero simili in quel momento. Fortunatamente Peter si ritrasformò in topo senza nessun motivo in particolare, cosa che fece scoppiare a ridere tutti gli altri. Anche se in realtà sapevano che la loro allegria derivava dall’essere riusciti a finire la mappa, e con grande successo. Inoltre, alle quattro di mattino tutto sembra estremamente divertente.  

 

 

 

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Finito gente! 

Spero sia un capitolo più avvincente dello scorso.  

Grazie a @hsksodnnsbbs per essere entrata in mood Umbridge e avermi fatto concludere il capitolo. 

Ciao ciao a tutti  

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Capitolo 15
*** La Finale ***


Quello stesso sabato James diede di matto agli allenamenti. La partita era stata più volte spostata perché Silente ci teneva a partecipare ma aveva alcuni impegni con i Presidi delle altre scuole. Alle fine si decise che si sarebbe giocata domenica 16 maggio, come era stato inizialmente stabilito. Le squadre avevano quindi una settimana in più per allenarsi, ma la cosa non tranquillizzò James Potter. Il ragazzo prenotava il campo in ogni momento libero e allenava la sua squadra allo sfinimento, gli fece fare degli esercizi bendati perché dovevano “imparare a percepire la palla con cui giocavano”, per i Cacciatori fu quasi possibile, per Al che era un Cercatore fu inutile, ma per Star e Sirius fu quasi mortale. Tra gli allenamenti e le lezioni c'era pure da studiare per gli esami; Remus diventò il coach dello studio per i suoi amici stilando un programma alquanto impegnativo, ma ai suoi amici non importava di non dormire la notte dovevano prendere ottimi voti per realizzare i loro sogni.  

Quella situazione aveva reso Sirius e James studenti modello, il problema era che la loro voglia di scherzi, a causa della mancanza di tempo per organizzarne di maestosi, si era incanalata tutta sul dare fastidio a MocciosusOgni singola volta in cui lo incontravano Severus finiva vittima di qualche assurdo scherzo, e ciò metteva decisamente troppo di buon umore Sirius, ma Star vedeva che quelle risate erano una copertura, sapeva che il suo amico era preoccupato per qualcosa, ma non aveva il coraggio di stare sola con lui per chiederglielo, così sperò che se ne occupasse James. La ragazza si rendeva conto di essere ridicola ma il fatto era che ogni volta che restava sola con Sirius si sentiva come se non avesse più il controllo sul proprio corpo e suoi propri pensieri, e la cosa era a dir poco inaccettabile.  

Impegnata com’era con i Malandrini, Star vedeva poco spesso Lily e le altre ragazze. Il che la preoccupava vista la freddezza con cui la trattava la rossa ultimamente, forse perché a volte anche Star finiva per insultare Severus solo per sentire Sirius ridere, nonostante sapesse che il ragazzo stava fingendo era anche conscia che perlomeno tormentare Mocciosus era una distrazione per lui.  

Per questa miriade di motivi la seconda settimana di maggio volò via in un baleno. Il venerdì fu un giorno tremendo per Remus, stremato dallo stress e dai compiti si ritrovò ad avere un aspetto orribile. Madama Chips lo condusse al Platano Picchiatore sostenendo praticamente tutto il suo peso, cosa che impedì loro di essere rapidi e veloci come al solito.  

“Cosa stai guardando?!” Esordì James cercando di non sembrare terrorizzato, ma lo era, perché Severus Piton stava scrutando il parco dalla finestra nella fioca luce del crepuscolo, e James sapeva che lì fuori Remus stava arrancando verso il Platano.  

“Problemi Potter?”  Replicò Severus voltandosi verso il suo nemico, avrebbe voluto continuare a seguire con lo sguardo le due figure illuminate appena dalla luce rossiccia, ma rifletté sul fatto che per quanto odiasse James Potter non era una buona idea dargli le spalle.  

“Si: odio la tua presenza, e stai perdendo unto sul pavimento, è pericoloso. Ecco il mio problema.” Ribatté James riacquistando sicurezza.  

Prima che Severus potesse controbattere Sirius voltò l’angolo esclamando: “Hei, James, noi siamo pronti!” 

“Pronti per cosa?” 

“Non è sicuramente affar tuo Mocciosus.” Lo liquidò Sirius. 

“Lo è dal momento che fra poco scatterà il coprifuoco e voi siete in giro.” Replicò Severus. 

“Anche tu sei in giro.” Sbottò Sirius prima di voltargli le spalle per parlare con James. 

Il Serpeverde ne approfittò per vendicarsi e puntò la bacchetta contro la schiena del giovane Black, purtroppo per lui James fu più svelto; una poltiglia nera lo investì in pieno mandandolo lungo e disteso a terra.  

“Grandioso, Jame! Quell’incantesimo funziona alla grande!” Si esaltò Sirius fissando Mocciosus mentre cercava di alzarsi.  

Severus ci mise moltissimo tanto a rimettersi in piedi, quella sostanza gli era entrata negli occhi e non ci vedeva bene, così optò per una ritirata. 

“Era ora che se ne andasse!” Sospirò James sollevato. “Credo che abbia visto Remus.” 

“Chi ha visto Remus?” Chiese Star arrivando in quel momento con Peter. 

Mocciosus.” Rispose Sirius con un ringhio.  

“Oh, questo non va affatto bene.” Notò Peter. 

“Non ha importanza ora, abbiamo poco tempo, sicuri che se ne sia andato?” Star prese il comando della situazione.  

“James gli ha gettato della roba sugli occhi, anche se volesse non vedrebbe molto nel buio la fuori.” Raccontò Sirius 

“E’ buio... troppo buio, dobbiamo andare.” Decretò la ragazza partendo di corsa.  

Una volta davanti al platano Peter si trasformò e corse rapido a premere il nodo sul tronco. I Malandrini si infilarono alla svelta nel tunnel e si trasformarono prima di uscire nella Stamberga, il che fu un’ottima idea dal momento che ad attenderli c’era il lupo.  

I Lupi Mannari non attaccano gli animali, ma, anche se certe notti i loro amici potevano vedere il loro amico nel fondo degli occhi del lupo, altre notti l’animale vinceva completamente su Remus. Quelle notti erano terribili, cercare di non restarci secchi era la priorità, e si poteva dire addio alle scampagnate nella foresta.  

Fortunatamente quella notte non fu così terribile, anche se il lupo ci mise un po' ad accettare il topo, dopo uscirono tutti nel bosco di Hogsmeade. Il clima era caldo e il lupo non correva come al solito in una fuga disperata, anzi, era piuttosto mansueto e cercava di giocare con i quattro Animagus 

 

…........... 

 

James fu svegliato da qualcuno che lo scuoteva dolcemente, aprì gli occhi e si trovò davanti sua sorella che lo fissava con aria desolata. “Avrei voluto lasciarvi dormire ma tu mi hai fatto promettere di buttarvi giù dal letto o non potremmo allenarci abbastanza.” Gli ricordò. 

“Hai fatto bene.” Mormorò Suo fratello alzandosi di controvoglia.  

Star si spostò per svegliare Sirius e lo trovò abbracciato al suo cuscino. “Da quando dorme così?” 

“Carenza d’affetto, credo.” Si inventò rapidamente James. 

“Oh, è così tenero.” Commentò Star, poi fece una foto. Ovviamente il suono dello scatto svegliò Sirius che prese ad insultarla e rincorrerla per cercare di toglierle dalle mani la foto. Peccato che Star la fece sparire nel nulla e molto probabilmente era riapparsa al sicuro nel baule di lei, o in versione ingrandita in Sala Comune. pensò Sirius per tranquillizzarsi.  

“Non ti sei messo così in ridicolo alla fine. Se avessi voluto scioccare davvero avresti potuto mettere una gonna.” La ragazza gli aveva letto nel pensiero, ovviamente.  

“Dov’è finita la mia privacy?” Sbottò Sirius. 

“Stiamo per allenarci, ho tutti i sensori al massimo, come credi che possa anticipare così bene le vostre mosse?” Replicò la ragazza. 

“Tu bari.” Decretò James offeso. 

“Tu mi hai chiesto di giocare.” Gli rammentò lei.  

Tra battibecchi e battutine i tre scesero a fare colazione. Subito dopo raggiunsero il campo con il resto della squadra. L’allenamento fu furioso ma andò piuttosto bene, tutti sapevano di quello che era successo a Sirius e l’idea di perdere contro un componente della sua famiglia era inaccettabile.  

Preso dall’euforia James fece allenare la sua squadra anche dopo pranzo, il campo era occupato dai Serpeverde ma loro si misero in un angolo del parco, vicino alla capanna di Hagrid, e fecero alcuni esercizi. Il Guardiacaccia li osservava di tanto in tanto, nelle pause dal suo lavoro nell’orto, e sorrideva allegro. 

 

….......... 

 

Domenica mattina; il gran giorno. James si svegliò talmente presto che il sole non era ancora sorto, ma non aveva voglia di provare a dormire ancora. Scese così nel parco; la cosa buffa di Hogwarts era che nessuno ti faceva problemi se ti svegliami alle 4 del mattino per girovagare, e il giovane Potter lo sapeva per esperienza personale. L’aria era fresca in modo piacevole, il giovane si avvicinò al campo da Quidditch e si fermò a osservare gli alti spalti dall’esterno.  

“James?” La voce di sua sorella, anche se improvvisa, lo fece sentire più tranquillo. Si voltò a guardarla e sorrise vedendola già in divisa.  

“Agitata?” Le chiese. 

“Nervoso?” Replicò lei, osservando attentamente suo fratello nella sua divisa perfettamente pulita con la spilla da capitano appuntata al petto. 

“Ricordi quando ci siamo svegliati troppo presto la prima estate insieme e abbiamo preso le scope e volato nei colori dell’alba?” James guardò il cielo sopra di loro che si stava tingendo di meravigliosi colori pastello. 

“Sei troppo nostalgico.” Mormorò Star. “Sembra una vita fa.” 

Il ragazzo la guardò e sorrise, le posò una mano sulla guancia in una carezza gentile, poi le cinse le spalle con un braccio e la strinse a sé. “Ti voglio bene.”  

“Ti voglio bene, Jame, mio dolce fratellino.” Lo prese in giro lei dolcemente. 

“Sarò pure più piccolo di te, ma ero l’unico che ti faceva smettere di avere gli incubi.” Replicò lui. 

La ragazza poggiò la testa sul petto d suo fratello. “Fammi una delle tue promesse: assicurati che la persona con cui passerò il resto della mia vita sappia calmare i miei incubi.” 

“Li fai ancora?” James cercò di non sembrare troppo preoccupato. 

“A volte, quando mi esercito troppo con i miei poteri, o quando leggo il diario di mia madre.” Rispose lei in un sussurro.  

“Credo che se vedrò qualcuno calmarti mentre hai uno dei tuoi attacchi non avrò dubbi che sia quello giusto per te.” Ammise il giovane dopo qualche secondo di silenzio.  

I due fratelli rimasero fermi, abbracciati, a guardare il sole sorgere.  

“Bene, ora vediamo se sai gestire la squadra anche senza di me; saranno puntuali a colazione?” Lo sfidò la ragazza. 

“Saranno già in Sala Grande, vedrai.” Replicò lui sicuro. 

I Potter rientrarono al Castello e appena oltrepassate le porte della sala individuarono tutta la squadra di Grifondoro che faceva colazione in divisa.  

“Si, sei un grande capitano, lo ammetto. Ma in realtà già lo sapevo.” Star strinse la mano di suo fratello per un secondo e poi la lasciò per unirsi agli altri giocatori seduti a tavola. 

James rimase fermo ancora un attimo, poi prese un bel respiro e si avvicinò alla squadra.  

“Allora, voglio che facciate una bella colazione, nessun calo di zuccheri sarà permesso nel mio campo.” Cominciò il giovane Potter. 

“Nel suo campo...” Gli fece l’eco Fill, Al ridacchiò, e anche il resto dei giocatori. 

Hei, ammasso di muscoli che non siete altro, state zitti e in silenzio, il Capo... ehm, il Capitano sta parlando.” Sbottò Star. La squadra smise immediatamente di ridere e si concentrarono tutti su James. 

“Ok, allora...finite alla svelta di mangiare, ma non troppo, vi voglio agili e svelti. Ci vediamo al campo tra dieci minuti.” Il ragazzo prese un panino alla marmellata, di Sirius, e se ne andò. 

“Quello era mio...” Si lamentò Sirius. 

Star gli posò sul piatto il suo panino e si alzò. 

Il giovane dagli occhi grigi le afferrò il polso per fermarla. “Tutto bene?” 

“Si... ma James è strano oggi... nostalgico.” Gli rivelò lei sottovoce.  

“Vengo con te.” Sirius afferrò il panino e la seguì fuori dalla sala. Ritrovarono il loro amico di nuovo di fronte alle alte mura del campo.  

“Madama Bumb non mi fa entrare.” Borbottò James. 

“Aprirò all’orario stabilito per permettere a entrambe le squadre di prepararsi, non un minuto prima!” Gli urlò la corpulenta donna posteggiata di fronte all’ingresso degli spogliatoi.  

I ragazzi sospirarono ma non servì a niente, Madama Bumb li lasciò entrare con il resto della squadra solo mezz’ora dopo. La partita stava per cominciare e dagli spogliatoi i giovani potevano sentire i passi degli altri studenti che riempivano gli spalti.  

“Bene, è l’ultima partita, l’ultima faticata. Il tempo è perfetto anche se forse fra poco il sole scalderà troppo, ma non è importante, vi ho fatti allenare con i maglioni per resistere ai colpi di calore.” Cominciò James solenne.  

“Un allenamento terribile.” Borbottò Dorian. 

“Ma utile!” Lo rimbeccò James. “Ora siamo resistenti! Siamo capaci di mantenere un buon ritmo più a lungo di tutti i Serpeverde. Siamo forti, e ben allenati. Ora vi voglio carichi, in campo! Forza!” 

La squadra esultò e si recò fuori dagli spogliatoi, le grida di gioia dei tifosi riempirono le loro orecchie. Madama Bumb chiese ai capitani di stringersi la mano, inutile dire che i due se la stritolarono. Il problema maggiore, però, erano i due Black che si lanciavano sguardi infuocati. 

“Sulle scope. Al tre. Uno, due, tre!” Il tono severo della Madama dette inizio alla partita.  

James scattò rapido verso la Pluffa e se ne impossessò subito. Star e Sirius raggiunsero le loro postazioni migliori e iniziarono immediatamente a bersagliare gli avversari di Bolidi. Solo la concentrazione della ragazza impedì a Sirius di colpire suo fratello dritto sui denti con la sua mazza, forse questo lo avrebbe riportato al normale e allegro bambino di un tempo. Fortunatamente la giovane Deran focalizzava tutta la sua attenzione passandogli dei Bolidi da indirizzare sui Cacciatori di SerpeverdeRegulus giocava come Cercatore, Al era stato addestrato da James e perdere non era un’opzione. Colin stava proteggendo gli anelli come se ne valesse della sua vita. Per quanto la squadra di Grifondoro fosse agguerrita i giocatori di Serpeverde non erano certo pronti a demordere e già molte volte erano finiti troppo vicini agli anelli.  

Star gioì quando spedì un bolide a due centimetri dal naso di un Cacciatore avversario in possesso di Pluffa e quello per frenare lasciò cadere la palla prontamente intercettata da Fill 

“Ottimo lavoro!” Esclamò Sirius passandole accanto per lo scambio di postazioni. Star faticò a mantenere la concentrazione, per sua fortuna suo fratello segnò in quel momento portando in vantaggio Grifondoro 

Al sorvolò piano l’intero campo; stavano vincendo con un bel vantaggio, poteva prendere il boccino in qualunque momento. Doveva solo trovarlo. Regulus stava qualche metro più in basso, in quel momento Serpeverde segnò. Al realizzò che non avrebbero tenuto quel vantaggio a lungo, per quanto si fossero allenati Sirius era distratto dalla presenza del suo ex fratello e la squadra puntava molto sui battitori per tenere gli avversari lontani dalla Pluffa 

“Smetti di guardarlo.” Sbottò Star a Sirius 

“Non ci riesco, lui è... felice... felice di essere un Serpeverde.” Ringhiò il ragazzo.  

“Anche Alastor è un Serpeverde ma non lo disprezzi.” Lo rimbeccò lei. 

“E’ diverso... Regulus sta.. Guardarlo... io...” Balbettò il giovane.  

Star spedì un Bolide dritto verso un Cacciatore di Serpeverde rallentandolo un po'. “Dobbiamo giocare, stanno recuperando.” Detto questo la ragazza partì alla carica per difendere James da un Bolide in arrivo.  

Purtroppo per lei Regulus le sfrecciò accanto rallentando giusto il tempo per mormorarle: “Io so che lui ti ama.”  

Fu un attimo, un battito di ciglia; perse la concentrazione e la palla nera le passò accanto brontolando finendo a colpire James. E Regulus sorrise. Era stato solo un gioco di manipolazione per lui, niente di più.  

James cercò di ignorare il dolore atroce al gomito, non era nemmeno certo che sarebbe più riuscito a staccare la mano dalla scopa, ma almeno sotto il braccio sano stringeva ancora la Pluffa. Si avvicinò agli anelli e capì di non avere tempo per una finta; il dolore gli annebbiava la vista. Incredibilmente il Portiere del Serpevedere non si aspettava un tiro pulito e scattò nella direzione sbagliata. La Pluffa entrò nell’anello riportando Grifondoro in vantaggio. Comunque un Cacciatore di Serpeverde ne entrò subito in possesso. La partita non era ancora finita. James sentiva un fortissimo senso di nausea; usò il braccio non ferito per cambiare direzione e cercò di non muovere il gomito colpito.  

Il cronista stava gridando qualcosa in tono concitato ma James faceva fatica a capire, Sirius invece si fermò a guardare disperato Regulus allungare la mano verso il Boccino d’oro con Al rimasto indietro di qualche metro. Poi un Bolide colpì il Boccino sbalzandolo sopra la testa di Regulus che fece una buffa piroetta nel tentativo di afferrarlo, ma fallì. Al scattò rapido e strinse le dita attorno a quella sfuggente pallina dorata segando la vittoria dei Grifondoro 

James non comprese molto di ciò che successe dopo. Era piuttosto certo che Sirius lo avesse aiutato a tornare a terra e che Star gli avesse sfiorato il gomito riportandolo in funzione, suo fratello le fu grato anche se il dolore gli era ormai penetrato nel sistema nervoso e non passò altrettanto rapidamente. Vide un Silente piuttosto sfocato consegnargli la coppa che la sua squadra gli aiutò a sollevare ignorando completamente che il loro Capitano era stato ferito. Subito dopo si risvegliò in infermeria.  

“Madama Chips dice che non sa come tu sia riuscito a sopportare tutto quel dolore senza svenire.” Commentò Star non appena il ragazzo aprì gli occhi. “Ha aggiunto che hai quasi il livello di resistenza di una donna, e io vorrei sottolineare che ha detto quasi.” 

James sbuffò, ma inconsapevolmente gli angoli della bocca gli salirono verso l’alto. 

“Comunque il tuo braccio era fatto praticamente di schegge di osso, ha detto che senza il mio aiuto avrebbe fatto prima a farti ricrescere le ossa da zero. Quindi prego. In più Lily sarà di turno tra poco, quindi fingi di essere ancora svenuto.” Sussurrò la ragazza dagli occhi cobalto che era tutta intenta a leggere un libro. “Non deve sapere che è una mia idea, però.” Aggiunse poi lanciando uno sguardo sospettoso alla porta. “Io vado, raggiungici alla festa, chiaro? Non ti dilungare troppo, non essere strano o appiccicoso.” 

“Si, capo.” Scherzò James richiudendo gli occhi, udì sua sorella alzarsi dalla sedia e rimboccargli le coperte mentre la porta dell’infermeria si apriva.  

“Come sta? Non si è ancora svegliato?” Chiese la voce di Lily.  

“Ha aperto gli occhi per qualche secondo quindi so che sta bene, poi è svenuto di nuovo... uomini!” Sbuffò Star con un accenno di ironia.  

“Puoi andare alla festa se vuoi, alla fine anche se inizialmente nessuno ha notato il tuo tiro che ha salvato la partita ora si è sparsa la voce.” 

“È stato un colpo di fortuna; miravo al sorriso compiaciuto di Regulus. Quel ragazzo mi ha proprio dato sui nervi oggi.” Replicò la giovane Potter.  

“Finalmente capisci cosa provo io quando tuo fratello se ne va in giro con quel sorrisetto tutto il giorno.” Sbuffò Lily.  

“Non era nei patti di non parlare di James?” Scherzò la mora.  

“Si. Bhe... vai.” Le ricordò la rossa.  

Il suono della porta che si muoveva sui cardini confermò a James che sua sorella se ne era andata.  

Ma a questo punto cosa avrebbe dovuto fare lui? 

Stranamente fu Lily a muoversi per prima; dopo aver fatto un rapido giro tra i letti vuoti perfettamente sistemati si mise seduta sulla sedia lasciata libera da Star. “Cosa ci sarà mai di bello nel farsi ridurre così.” Si domandò tra sé e sé.  

James non sapeva come fingere di svegliarsi, di solito si svegliava e basta. Poi si ricordò che sua sorella aveva detto a Lily che lui l’aveva vista prima di svenire di nuovo, così mormorò un lieve “Star?” e la sua voce era ancora roca. Aprì quindi gli occhi e si finse sorpreso nel vedere Lily seduta accanto al suo letto.  

“Evans?” Un’interpretazione magistrale.  

“Sei l’unico paziente.” Disse in fretta la rossa come se questo spiegasse tutto.  

“Dov’è...?” Cominciò a chiedere il ragazzo.  

“Star è andata alla festa, evidentemente era sicura che stessi bene.” Gli rispose Lily. 

“O forse era sicura che sarei stato in buone mani.” Replicò lui.  

La ragazza gli lanciò uno sguardo di fuoco. “Non sono certo qui per accudirti amorevolmente, anzi, quello che ti è successo io lo chiamo Karma.” 

James rise. “Non volevo che mi accudissi, ma sai che mia sorella ci tiene a me quindi se ci fossero state complicazioni l’avresti chiamata, mi sbaglio?” Lily distolse lo sguardo ma non lo smentì. “E poi che diamine è il Karpa?” 

“Karma.” Ripeté la rossa. “E’ un concetto simile al destino ma più a breve termine. Si dice che il destino sia già scritto e sia difficile da cambiare, mentre il Karma è una forza che cerca l’equilibrio, di conseguenza per ogni cosa cattiva che fai il Karma te ne fa accadere una altrettanto brutta. Almeno questo è quello che dice sempre mia madre.” 

Nel frattempo James si era alzato muovendo cautamente il braccio. Una volta che si fu assicurato del funzionamento del suo arto si avvicinò a Lily chinandosi verso di lei. “È interessante. E funziona anche con le cose belle?” 

“Credo di si.” Rispose lei indietreggiando un po' sulla sedia.  

Bhe, questo spiega perché sei qui.” Il ragazzo si allontanò di scatto e si diresse verso la porta. “Star mi sta aspettando, vieni anche tu? Tanto lei dice che qui non puoi fare niente senza feriti o malati.” 

“In che senso ‘lei dice’?” Si incuriosì Lily seguendolo. 

“Ah, io e lei possiamo come sentirci a vicenda anche se siamo distanti. Non te lo ha mai detto?” Spiegò lui.  

“Mi ha detto che può sentire i tuoi sentimenti ma non pensavo poteste parlarvi.” La ragazza doveva quasi correre per star dietro alle ampie falcate di Potter.  

Bhe, lei può leggere nel pensiero di chi le sta intorno, e nel mio e degli altri Malandrini ovunque noi siamo, e poi può... inserire alcuni suoi pensieri nelle nostre teste, tipo... è un po' strano.”  Raccontò James. 

“Si, è molto strano.” Concordò la rossa, poi all’improvviso si rese conto di tre cose: stava praticamente correndo dietro a Potter, stava parlando con Potter, e stava per entrare ad una festa in Sala Comune con Potter. Tutto ciò era altamente inaccettabile. Così si fermò a pochi metri dal ritratto della Signora Grassa.  

“Qualcosa non va?” Chiese James.  

“Niente, non mi va di festeggiare.” Rispose lei.  

“Star ti sta aspettando e sicuramente anche le tue amiche.” Le fece notare lui. Poi comprese. “Se vuoi tu entri e io aspetto qualche minuto qua fuori.” Le propose.  

“Perché? Non vedi l’ora di vantarti di essere con me.” Sbottò Lily.  

“Questo non è vero, e poi so bene quanto siano fastidiose le voci qui ad Hogwarts.” 

“Vuoi dire che se io uscissi con te tu non ti vanteresti?” 

“Se tu uscissi con me tutta la scuola lo saprebbe di certo.” La sincerità di James la spiazzò per un secondo. Solo per un secondo poi la rossa replicò con un: “Ah-ha! Lo sapevo. Tu vuoi uscire con me solo per vantarti della tua conquista.”  

James sorrise. “Non ho detto che me ne sarei vantato, ma che lo avrei detto a tutti. Se tu riuscissi a realizzare il tuo sogno più grande riusciresti a tenertelo per te?” Detto questo il giovane proseguì fino al ritratto. “Edera Rigogliosa.” Annunciò alla Signora che si spostò. 

“Non dovevi lasciar entrare prima me?” Sbottò Lily cercando di riprendersi.  “Dov’è finita la tua galanteria.” 

“La galanteria è sprecata con te, la prenderesti come un insulto alla tua capacità di badare a te stessa. E poi sei tu quella che non ha voglia di festeggiare. Ciao.” James si infilò nel buco del ritratto e Lily restò sola in corridoio.  

Quando il giovane Capitano entrò nella sala molte mani lo afferrarono per i vestiti e qualcuno gli ficcò tra le mani un bicchiere che odorava in modo sospetto di Whisky Incendiario. Forse non si era ancora completamente ripreso perché era certo che davanti ai suoi occhi ci fosse Sirius Black in gonna che trangugiava un bicchiere pieno sicuramente di una bevanda alcolica, incitato dagli studenti del sesto anno. 

“Non lo fissare troppo a lungo, potresti quasi farci l’abitudine.” Gli consigliò Remus cogliendolo di sorpresa.  

Lunastorta, che diamine!” Sbottò James distogliendo lo sguardo da Sirius. “Almeno non ho le allucinazioni.” 

“Io avrei preferito fosse un mio delirio che sapere che sta accadendo davvero.” Borbottò Remus ma in tono divertito.  

“Ma quella gonna dove l’ha presa?” Domandò il giovane Potter abbassandosi per evitare l’abbraccio indesiderato di una del secondo anno piuttosto alticcia.  

“Star.” Rispose il suo amico. 

“Chiaramente. A proposito, ma lei dov’è?” Questa volta Remus non usò le parole per rispondere, alzò semplicemente il dito indicando un angolo della sala dove Star rideva spensierata con un gruppo di studenti del settimo anno. Sembrava molto più grande e matura del solito, aveva uno sguardo diverso, quasi pericoloso, inoltre teneva in mano un bicchiere colmo fino all’orlo di liquido verde. 

“Ma che succede?” Sbottò James spaesato.  

“A quanto pare l’Assenzio la fa diventare brilla.” Commentò Remus atono.  

“Assenzio? Non dovrebbe essere un veleno?” Si preoccupò il ragazzo dagli occhi nocciola. 

“Già, ma hanno avuto la brillante idea di dirle che i Babbani ne assumono pochissimo alla volta per avere un effetto quasi allucinogeno e bhe... ha pensato di provare, e a quanto pare non è totalmente immune ai veleni.” 

“Ottimo, mia sorella si ubriaca con il veleno. Perfetto.” James trangugiò il suo bicchiere, tanto valeva farsi del male tutti insieme.  

“Ecco qui il nostro Capitano!” Sirius gli mise un braccio attorno alle spalle, aveva bevuto ma come sempre stava reggendo l’alcol alla perfezione, e almeno non sembrava aver fumato.  

“Tua sorella mi ha convertito ad una vita senza sigarette.” Lo informò Sirius 

“Come hai fatto a sapere quello a cui stavo pensando?” Si spaventò James. 

“Oh, non l’hai notato? A quanto pare quando Star perde appena un pochino il controllo i suoi poteri hanno il sopravvento. Basta che la guardi, è più affascinante del solito, in più noi possiamo comunicare con il pensiero come ci permette di fare alcune volte.” Spiegò Remus 

“JAAAAAAAAAAAMES! ECCCOOOOTIIIIIIIII!” Anche se l’urlo era estremamente stridulo James riconobbe la voce di Peter e si voltò appena in tempo per vedere il ragazzo corrergli incontro a braccia spalancate. Grazie al bicchiere appena bevuto il giovane Potter non fu in grado di scansarsi in tempo e venne imprigionato dalle braccia del suo amico.  “Questo è il Capitano James, è mio amico.” Peter si rivolse a due ragazzine del primo anno che strillarono esaltate. “E questo è Sirius Black, il Battitore, anche lui è mio amico.”  Anche questa affermazione scatenò un gridolino. “E questo è Remus Lupin.” Nessuna reazione. “E’ amico di James e Sirius.” Di nuovo urletti. 

“Te la fai con quelle del primo anno, Pete?” Chiese James sorpreso.  

Shhhh!” Gli fece Peter. “Andiamo ragazze.” Le invitò poi, le due lo seguirono staccando a malavoglia gli occhi dai due giocatori.  

“Avete fatto nuove conoscenze.” Notò Star unendosi a loro, a malincuore il gruppetto del settimo anno continuò la conversazione senza di lei.  

“E tu hai fatto nuove scoperte.” La rimbeccò suo fratello.  

“È stato Sirius a portare l’Assenzio.” Esordì lei.  

“Spia, spiona.” Sbottò l’interessato. 

“Tu e Sirius siete un pericolo l’uno per l’altra.” Decretò James. “Insomma, sto via qualche ora e tu presti una gonna e Sirius e tu ubriachi mia sorella con un veleno?” Proseguì indicando prima la ragazza e poi il ragazzo.  

“Potremmo fare di peggio.” Constatò Sirius 

“Non credo proprio.” James non sapeva quanto si sbagliava, i suoi amici si scambiarono uno sguardo di sfida e prima che potesse fare qualsiasi cosa Star aveva buttato giù d’un colpo l’intero bicchiere di liquido verde e stava seguendo Sirius verso il centro della sala pronta a scatenarsi. I due presero a ballare con talmente tanta foga che gli studenti attorno a loro si fecero da parte, e per quanto James e Remus non apprezzassero il tentativo di Star di farsi del male, non avevano nulla da ridire nel vedere quei due ballare insieme così liberamente.  

James era lieto del fatto che la maggior parte dei Grifondoro fosse ormai troppo ubriaca per potergli chiedere della partita. Non che non fosse soddisfatto della vittoria, ma sentiva dentro di sé che per Sirius non era stato affatto semplice vincere, in più aveva visto che era stato Regulus a distrarre Star prima che il Bolide lo colpisse. Andò a prendersi qualcosa di analcolico da bere chiacchierando allegramene con Remus e vennero interrotti da Alice.  

“Sembra che si divertano quei due.” Commentò la ragazza, accanto a lei Frank sorrideva tranquillo stringendole la mano e guardano verso Star e Sirius 

“E’ piuttosto strano vederli così disinibiti.” Rispose Remus 

“Ma se sono le persone più disinibite del mondo!” Replicò Frank.  

“Non credere! Quando mai li hai visti ballare senza una coreografia?” Gli fece notare James.  

Alice e Frank rimasero in silenzio per alcuni secondi cercando di ricordare tutti i momenti in cui Star e Sirius erano finiti al centro dell’attenzione, e in effetti nessuno di essi era spontaneo. 

“Hei, Ali!” Lily si avvicinò alla sua amica e troppo tardi si accorse della presenza di Potter. Avrebbe voluto ignorarlo come al solito ma si ricordò che mentre aspettava in corridoio aveva incrociato al professoressa McGranitt che le aveva riferito qualcosa di molto interessante. “Potter, la nostra Capocasa ha detto che ora che hai vinto la Coppa sarà ben lieta di assegnarti la tua meritatissima punizione.” Gli riferì soddisfatta.  

James alzò il bicchiere verso di lei in una specie di brindisi. “Accetto volentieri.” 

La rossa sbuffò e passò alla fase in cui ignorava l’esistenza di James Potter. “Alice, volevo solo dirti che Sophia e Ann sono un po' brille quindi le aiuto ad andare a letto. Buona festa.” Detto questo se ne andò. 

James non poté fare a meno di fissarla finché non sparì tra la folla. I capelli rossi le ondeggiavano sulla schiena a ritmo del suo passo deciso. Solo quando il ragazzo non riuscì più a vederla tornò sulla terra e afferrò un altro bicchiere dal tavolo degli alcolici. 

“Vuoi ubriacarti anche tu ora?” Sbuffò Remus.  

“No... Se mi ubriacassi mi perderei quella scena e devo dire che mi sta piacendo molto.” Commentò James divertito.  

“Quale scena?” Remus seguì lo sguardo del suo amico e ci mise un po' ad individuare Star e Sirius in un angolo della sala.  

La ragazza si stava avvicinando al giovane sorridendo sensuale.  

“Che stai facendo?” Sirius rimase fermo mentre il corpo di Star aderiva al suo. Lei era bellissima, così tranquilla e sicura di sé, aveva un’espressione intrigante.  

“Sei sexy.” Dolcemente Star passò le mani sul petto del giovane e poi gli sfiorò delicatamente la gola con le dita fino a posare i palmi sulle guance di lui.  

“E lo sei anche tu ora.” Replicò Sirius.  

“Solo ora?” Scherzò lei.  

Il ragazzo non rispose e cercò di non dare di matto; avrebbe voluto stringere Star a sé e baciarla. Oh, quanto avrebbe voluto baciarla! 

“Faresti sesso con me?” Chiese la ragazza. 

Per Sirius fu difficile restare impassibile, si sentì avvampare come un tredicenne. “Ti porto a dormire ora, sei decisamente troppo alticcia.” Decretò infine, sforzandosi di mantenere un tono normale.  

“Perché no.” Sussurrò Star avvicinando il viso a quello del suo amico. “Potremmo restare soli.” 

“Ok, ora è proprio giunto il momento di bere un bicchiere d’acqua.” Il ragazzo cercò di allontanarsi da lei ma la mora fu più svelta e si staccò annunciando: “Ti aspetto in dormitorio.” 

“Cos...no!” Sirius cercò di fermarla ma lei fu troppo rapida.  

“Perché mia sorella è salita in dormitorio?” Chiese James affiancando il giovane Black.   

“Oh, grazie al cielo, Ramoso! Devi aiutarmi. È andata di sopra, vaneggia sul fare sesso con me e cose simili.” Gli spiegò lui. 

“Il tuo sogno che si avvera in pratica, bhe, che aspetti?” Domandò il ragazzo dagli occhi nocciola con un sorriso compiaciuto.  

“Non voglio fare sesso con lei senza averle detto cosa provo, ne voglio farlo con lei che non è totalmente in sé. Sto solo cercando di farla andare a dormire, così starà meglio.” Spiegò Sirius.  

“Allora vai.” Lo incoraggiò James.  

“E tu... non vieni?” Chiese Sirius.  

“No. Ti do fiducia.” Ramoso gli diede qualche pacca sulla spalla e sorrise.  

“Credete che sia così ubriaca da essersi spogliata?” Domandò Remus. 

James quasi si strozzò con la sua stessa saliva e la reazione di Sirius non fu molto diversa.  

“Stavo solo scherzando! Vai.” Ribatté Remus 

Felpato si passò una mano dietro il collo e poi si decise a salire in dormitorio. Senza sapere perché, bussò prima di aprire la porta. Star gli afferrò un polso trascinandolo nella stanza semibuia e lo inchiodò al muro. 

“Ce ne hai messo di tempo!” Lo rimproverò lei.  

“Basta così; non sei in te. Ora fila a letto.” Finalmente il ragazzo riacquistò un po' della sua sicurezza e con decisione e delicatezza la guidò verso il letto.  

“Fai sul serio eh!” Rise la ragazza mentre si sedeva sul materasso. Poi fece una cosa che lasciò Sirius senza parole: si tolse la maglietta. Fortunatamente indossava un reggiseno, un sexy reggiseno nero ricamato... 

“Hai perso il controllo.” Decretò lui. 

“Non è vero... dai, fai sesso con tutte, non lo faresti con me?” Ribatté Star. 

“Si che è vero, e lo so perché stai agendo come farebbe una Deran.” Sbottò Sirius.  

Il sorriso sul volto della ragazza si spense. “Oh, no... io credevo che... pensavo...” 

“L’alcol non è mai la soluzione; intorpidire i sensi non funziona, anzi, a volte peggiora le cose.” Lui si tolse la sua maglia e gliela passò. 

“Tu bevi però.” Sbuffò lei indossandola e rendendosi pian piano conto di quanto si fosse lasciata andare. 

“Ma non abbastanza da non sapere cosa sto facendo.” Il giovane la coprì con una coperta. “Cerca di riposare.” 

“Non credo di avere sonno.” Mormorò Star, ma Sirius non accettò un no e prese e passarle con delicatezza la mano sulla schiena; cullata da quelle carezze la ragazza si addormentò subito. 

Il mattino dopo Star si svegliò con un lieve senso di nausea e una strana sensazione di torpore e stanchezza addosso. Dal bagno proveniva il rumore di acqua che scorreva, attorno a lei tutti i letti erano vuoi.  

“Oh, sei sveglia.” Notò Sirius uscendo dal bagno con l’asciugamano legato in vita; Star si costrinse a non fissare le fossette a forma di V attorno agli addominali di lui. 

“Dove sono tutti.” Chiese lei.  

“Sono andati a studiare, tuo fratello mi ha incaricato di fare il primo turno di guardia.” Spiegò il ragazzo. 

“Fate turni di guardia a me?” Star rise. 

“Esatto. Come ti senti?” 

“Decisamente stupida.” Mormorò la giovane, il suo amico le sorrise brevemente. “Pensavo di potermi togliere di dosso le Deran bevendo. Quando ho capito che il veleno faceva effetto ho pensato che mi stavo distanziando da quella immunità tipica delle mie antenate, pensavo di essere più normale... invece ho lasciato loro il controllo totale delle mie azioni... spero di non aver fatto niente di cui potrei pentirmi.” 

“Non ricordi cosa hai fatto?” Si stupì Sirius. 

“Ricordo di aver parlato con dei ragazzi del settimo anno e che poi è arrivato James e ho bevuto tutto il bicchiere per dargli fastidio. Non credo sia stata una buona idea ma almeno so che poi sono stata con te, almeno ricordo che quando ho realizzato che non ero in me tu eri qui, e io ero...” La ragazza guardò verso il basso e afferrò la maglia di Sirius che indossava per analizzarla. “...ero in reggiseno.” Concluse poi. 

“Si... esatto.” Commentò lui passandosi una mano sotto la nuca.  

“Grazie di non avermi permesso di fare cose stupide.” Sussurrò Star.  

“Non c’è di che.” 

Sirius...” Mormorò lei, il ragazzo la guardò in attesa. “...almeno... almeno stamattina ho un aspetto orribile, vero?” Domandò speranzosa. 

“Devo essere sincero?” 

“Si!” 

Il giovane sospirò. “Sei decisamente sexy.”  

Star borbottò rassegnata. 

“Ora vai a farti una doccia così possiamo raggiungere gli altri.” Le consigliò lui.  

Lei si alzò e subito si rese conto di aver fatto un movimento troppo brusco; sentì le gambe cederle e afferrò qualcosa nel tentativo di sostenersi. Non era una cosa stabile perché la sua caduta continuò, interrotta solo dalle braccia di Sirius. Piano piano il mondo smise di girare e lei realizzò di avere tra le mani l’asciugamano del ragazzo che aveva il corpo nudo premuto contro il suo nel tentativo di sorreggerla.  

“Stai bene?” Le chiese il ragazzo.  

Star annuì piano e sentì la stretta di lui diminuire man mano che si faceva più stabile sulle sue gambe.  

“Il tuo asciugamano.” Mormorò la ragazza sollevando il pezzo di tessuto e porgendolo a lui.  

Sirius la guardò ancora per un secondo poi prese l’asciugamano lasciandola andare, lei si voltò rapida indirizzandosi verso la porta del bagno.  

Il ragazzo rise alle sue spalle. “Sai... ieri volevi fare sesso con me. Invece oggi scappi via?” 

Star si sentì avvampare, e come sempre in queste situazioni c’era una bella notizia e una brutta notizia: la bella notizia era che l’aver fatto prendere il controllo alle Deran per un’intera serata aveva diminuito la forza dei suoi poteri per quella mattina. La cattiva notizia era che era arrossita, davanti a Sirius, il che la spinse ad entrare in bagno senza voltarsi ma quel briciolo di dignità che aveva preservato la aiutò a rispondere per le rime con un: “Non scappo dal tuo corpo nudo, scappo dal tuo ego immenso. Non c’è quasi più aria da respirare in questa stanza.” Detto ciò si chiuse la porta alle spalle e si guardò allo specchio. Quanto odiava le Deran. 

Quando uscì dal bagno, meno rossa e più vestita, Sirius la stava aspettando seduto sul suo letto a leggere un libro di poesie. 

“E’ così che aspetti le persone con cui esci? Ti credono mai un vero appassionato di poesie?” Scherzò lei. 

“Di poesie non sempre, più di bellezza, ed è la verità... a me piacciono le cose belle.” Rispose il giovane posando il libro sulle lenzuola. All'improvviso a Star balenò un dubbio.  

“Tu... hai dormito con me questa notte?” Chiese. 

“No. Forse non te lo ricordi ma eri davvero strana e... ho dormito a terra.” Spiegò lui. 

“Mi dispiace...” 

“Oh, non devi, mi ha ricordato la notte che abbiamo dormito tutti in spiaggia. Su, andiamo adesso.” Sirius si diresse deciso verso la biblioteca e la sua amica lo seguì; una volta entrati individuarono in fretta i Malandrini e si sedettero vicino a loro.  

“Hai intenzione di bere veleno in grandi quantità in futuro?” Le chiese James senza tanti preamboli. 

“No, visto che non faccio altro che darla vinta alle Deran.” Sbottò Star.  

“Saggia decisione.” Affermò Remus.  

“Però eri divertente.” Ricordò Sirius.  

“Si, lo ammetto, eri divertente.” Concordò James. 

“Non credo proprio.” Sbuffò lei.  

“Hai detto che ero sexy.” Le raccontò Sirius.  

“Lo dico sempre.” Notò la ragazza aprendo un libro di Antiche Rune piuttosto pesante. 

“E volevi fare sesso con lui.” Aggiunse James.  

“Come scusa?!” Fece Star stupita dal fatto che tutti i suoi amici fossero a conoscenza di quel dettaglio, si beccò pure un rimprovero da Madama Pince. I suoi amici cercarono di ridere il più silenziosamente possibile. “Non farò mai più una cosa simile.” Decretò lei.  

Shhhhh.” Mormorò Peter alzando la testa dal tavolo, a quanto pareva era quello ridotto peggio tra loro.  

“Non ha tutti i torti.” Mormorò Remus guardando di sbieco il loro amico dormiente. “Abbiamo gli esami tra due settimane, dovremmo decisamente studiare.” 

“In che senso tra due settimane?” Si preoccupò Sirius.  

“Siamo il 17 maggio e gli esami saranno la prima settimana di giugno. Mancano due settimane.” Spiegò pazientemente Remus.  

“Non può davvero mancare così poco! Non sono pronto! Io devo prendere un bel voto in praticamente tutto!” L’ansia che pervase James si sparse in fretta. In un attimo sembrò che tutti gli studenti del quinto anno si fossero accorti della vicinanza degli esami all’improvviso. Si scatenò il panico. Persino Sirius sembrava piuttosto teso, per sua fortuna i successi ottenuti quella stessa sera a lezione di Astronomia lo sollevarono di morale.  

Mentre gli studenti tornavano ai rispettivi dormitori, James tirò silenziosamente la manica di Sirius indicandogli un passaggio segreto nel quale potevano nascondersi. I due ragazzi si distaccarono così dal gruppo e si diressero verso le cucine; arraffarono del cibo e poi si sistemarono in un’aula vuota dalle grandi finestre. 

“Senti Ramoso, è da ieri che cerco di dirtelo... io non credo di poter continuare a giocare a Quidditch l’anno prossimo.” Mormorò Sirius con lo sguardo fisso sul cielo. 

“Non è stata facile la partita per te, quindi capisco.” Replicò James tranquillo.  

“Come fai?”  

“A fare cosa?” 

“A capirmi...” 

James si voltò e trovò gli occhi grigi del suo amico fissi su di sé.  

“Star odia sua madre per averla abbandonata... eppure quando ha scoperto che lei era cattiva ne ha sofferto. Ha sempre paura di diventare malvagia come lei... né l’odio che prova né il fatto di non averla mai conosciuta sono abbastanza per spezzare il suo legame con lei.” James fece una breve pausa. “Quindi immagino che anche se li odi, anche se te ne sei andato di tua spontanea volontà, tu non riesci a liberarti del legame che hai con loro. Questo vuol dire che stai soffrendo... perché una piccola parte di te, per quanto li disprezzi, desidera ancora la loro approvazione, e vedere tuo fratello guardarti con quello sguardo... deve essere terribile.” Il giovane Potter concluse il suo discorso e si rese conto di aver abbassato gli occhi sulle proprie mani, rialzò il viso per poter guardare il suo amico e quello che vide lo lasciò senza parola: Sirius stava piangendo. Grosse lacrime silenziose invadevano il volto del ragazzo.  

Senza pensarci James si sporse verso di lui e lo abbracciò. “Ma io sono e sarò sempre fiero di te, fratello.” Quelle parole fecero definitivamente scoppiare Sirius in un pianto liberatorio. Quando finalmente il giovane si riprese un po' mormorò un semplice “Grazie.” con voce roca.  

“Non ho fatto niente di….” Cercò di schermirsi James. 

Ma il suo amico lo interruppe: “No, non è vero, hai fatto moltissimo. Non solo mi hai dato un posto in cui stare, ma hai condiviso volentieri con me l’affetto dei tuoi genitori. Dopo quello che hai detto all’inizio dell’anno a Star io non pensavo saresti mai riuscito a sopportare un altro intruso in casa tua... e invece... 

“Senti, cerchiamo di non pensare più a quello che ho detto a te e Star all’inizio dell’anno, ero molto arrabbiato, e avevo paura, non pensavo davvero quelle cose. Io voglio bene a Star e adoro il fatto che sia mia sorella, mi piace averla in casa e mi sento così felice quando si rivolge ai miei genitori come fossero sempre stati anche i suoi, e sono anche felice che loro le vogliano bene. E lo stesso vale per te. Ti meriti un po' di serenità, e sono onorato che tu sia venuto da me appena sei scappato di casa. Pensavo che saresti andato chissà dove spinto dal tuo orgoglio, invece sei venuto da me. Non potevo sperare in niente di meglio. Io e Star eravamo così preoccupati per te... saperti finalmente al sicuro sotto il nostro tetto è stata una delle migliori sensazioni della mia vita. E poi... ho sempre desiderato un fratello, e dal momento che ci siamo incontrati sul treno ho sentito che tu eri perfetto per quel ruolo.” Il giovane Potter parlò talmente in fretta che Sirius faticò a comprendere tutte le parole, ma erano talmente belle che valsero appieno tutto lo sforzo.  

I due ragazzi si abbracciarono di nuovo per qualche secondo.  

“Credo che dovremmo andare a letto, domani dobbiamo impegnarci in tutte le lezioni e studiare in ogni secondo libero. Diventeremo degli Auror bravissimi.” Consigliò James. Sirius annuì e insieme si recarono alla torre. Era piuttosto tardi eppure alcune candele erano ancora accese; Star e Remus stavano ancora studiando. La ragazza sedeva sul bordo della sedia come se fosse pronta a scattare in piedi per qualsiasi evenienza. Sedeva spesso così, soprattutto se era preoccupata. Sirius sorrise, forse non era l’unica persona ad aver notato quella cosa di Star, ma sicuramente era l’unico a trovarla adorabile.  

“Hai gli occhi rossi, tutto bene?” Chiese la ragazza.  

“Si, certo.” Rispose frettolosamente Sirius.  

“Andiamo a letto, forza. Remus, smettila di leggere, tanto lo vedo che ti reggi a malapena in piedi.” Decretò James. I suoi amici obbedirono subito e Star augurò a tutti una buona notte prima di salire nel dormitorio delle ragazze.  

“Comunque qualcosa di buono Regulus l’ha fatto ieri.” Commentò James indossando il pigiama.  

“Cosa?” Sbottò Sirius.  

“Ho visto come sei partito alla carica quando l’hai visto parlare con Star... credo che ti sia venuta voglia di dichiararti il prima possibile, o mi sbaglio?” Continuò il ragazzo dagli occhi nocciola.  

“Oh, Star mi ha detto che Regulus le ha detto che Sirius la ama.” Buttò lì Remus come se niente fosse. 

Sirius arrossì violentemente. “COSA?!”  

“Lei non ci ha creduto, ovviamente, sappiamo com’è fatta... però devo dire che si è distratta parecchio...” Notò Remus. 

James ridacchiò. “Chissà che cosa prova Star davvero.” 

“Lo so che voi due potreste chiederle cosa prova in qualunque momento, o forse lo sapete già, quindi smettetela di fare tanto gli spiritosi. Glielo dirò quando sarà il momento.” Replicò Sirius acido stendendosi a letto.  

“Già me lo immagino...” Attaccò Remus con un tono trasognante. “...accadrà il giorno del compleanno di lei. La bellissima Star avrà appena oltrepassato la soglia dei novanta anni, i lunghi capelli bianchi le contorneranno il viso e...” 

“Finiscila.” Ringhiò il giovane dagli occhi grigi. “Non andrà così.” 

“Su questo ha ragione.” Lo appoggiò James. “Ti sei dimenticato che Star non invecchierà quindi non avrà mai i capelli bianchi.”  

Remus e James scoppiarono a ridere talmente forte che persino Peter, profondamente addormentato, produsse un lieve lamento. Sirius impose ai due di finirla e si rigirò nel suo letto imbronciato, ma appena James spense le luci un sorriso apparve sul suo volto. Sapeva che i suoi amici erano dalla sua parte, e che entrambi gli volevano bene. E questo bastava. 

 

 

************************************ 

 

Salve gente. 

Ci ho messo un po', come al solito. Ma la bella notizia è che per il prossimo ci metterò ancora di più visto che da oggi sono sotto esami. Yeeee.  

Ed è pure un capitolo corto... vabbè... però c’è molta Starius quindi apprezzatelo.  

 

Ciao ciao  

 

 

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Capitolo 16
*** Un Piccolo Problema diventa Grande ***


Nonostante i Malandrini avessero appena creato la Mappa più geniale al mondo, essa fu lasciata in disparte per una settimana intera; i cinque erano troppo impegnati ad usare ogni secondo libero per studiare. Gli esami si avvicinavano sempre di più e ormai i professori avevano smesso di assegnare compiti e utilizzavano le ore di lezione per ripassare gli argomenti che credevano sarebbero stati tema d’esame. Gli studenti del quinto e del settimo anno sembravano letteralmente impazziti; alcuni si chiudevano semplicemente in biblioteca dalla mattina alla sera, altri invece si lasciavano prendere dal panico estraendo i libri dalle borse in qualunque momento, altri ancora cedevano a brutte abitudini che agitavano gli altri studenti come fare domande invadenti o chiedere informazioni in continuazione.  

RemusRemus! So che hai i voti più alti in Difesa Contro le Arti Oscure nella parte teorica, puoi dirmi le abitudini dei Berretti Rossi?” Un Tassorosso bloccò Remus mentre, insieme ai Malandrini, cercava di raggiungere il tavolo per la colazione.  

“Oh si certo, i Berretti Rossi tendono a essere crudeli, soprattutto se privati dei pasti, e uccidono a sangue freddo.” Replicò Remus sarcastico. Come spesso succedeva il ragazzo non captò la vera intonazione del Malandrino e si scrisse quanto detto su un foglio prima di sparire.  

“Più che il comportamento da Berretto Rosso sembra un comportamento da Lupo Mannaro...” Scherzò Sirius 

“Taci.” Sbottò James lanciando un’occhiata preoccupata al tavolo di Serpeverde. 

“Che c’è? Hai paura che qualcuno sappia del Piccolo Problema Pelos...” Continuò Sirius sorridente ma James gli rifilò una gomitata tra le costole che lo zittì proprio mentre Severus e alcuni suoi “amici” passavano loro accanto. 

Purtroppo per lui, Severus decise di girarsi verso i Malandrini incuriosito dai loro discorsi, e ancora peggio decise di lasciarsi andare ad un sorrisino.  

James ci mise un secondo, Star riuscì a malapena a vederlo prendere la bacchetta e non poté fare a meno di pensare a quanto suo fratello fosse diventato abile. Un battito di ciglia più tardi Mocciosus era sdraiato a terra in una pozza di liquido scivoloso e maleodorante. La risata prodotta da Sirius era talmente sguainata da sembrare un latrato e Star si convinse che era l’espressione di odio sul volto di Mocciosus a farla sentire così euforica e non il ragazzo dagli occhi grigi che finalmente abbandonava un po' della sua cupezza. Severus si alzò con uno sguardo pieno d’odio. 

“Sei un mostro!” Esordì poi, ma a sorpresa di tutti non stava guardando James o Sirius, bensì Remus. Lui sapeva. 

“No, no, no, non hai capito bene....” Star si fece avanti tranquilla mentre dietro di lei il battito dei suoi amici era accelerato fino a raggiungere le classiche frequenze della colpa. “... mi stupisce che tu abbia dei voti così buoni in Difesa Contro le Arti Oscure quando non hai capito nemmeno il concetto di base, vedi: Remus è una brava persona, gentile e onesto, tu sei un mostro, tu usi le Arti Oscure, e tu sei quello da combattere. Ora sparisci dalla mia vista, tu e la pozza di sporcizia che ti porti dietro.” 

Forse era per via del tono di Star, o forse perché non aveva altro da replicare, o magari perché i professori avevano iniziato a fissarli dal loro tavolo, comunque sia Severus girò sui tacchi e raggiunse un gruppo di studenti dall’aria poco raccomandabile. Star li tenne d’occhio mentre guidava i suoi amici verso un posto a sedere al tavolo dei Grifondoro; stavano chiaramente architettando qualcosa e le bastò lo sguardo che Alastor, seduto a poca distanza da Severus, le lanciò per capire che era sicuramente qualcosa di brutto.  

Severus sospetta qualcosa.” Commentò Remus atono, anche lui stava guardando verso il tavolo dei Serpeverde. “E’ per questo che vi state comportando in modo così orribile con lui.” 

Mocciosus non sospetta niente, gli piace solo ficcare la sua lunghissima appendice nasale negli affari altrui.” Sbottò James. 

“Forse non è nemmeno colpa sua, magari con il naso che si ritrova diventa inevitabile ficcarlo negli affari degli altri.” Borbottò Sirius con un ghigno.  

Peter e James risero.  

“Non facciamoci distrarre da certe cose, manca meno di una settimana agli esami e il primo è Storia della Magia.” Ricordò loro Star sperando che l’argomento interessasse Remus. 

“Dovremmo studiare molto oggi.” Propose Remus. 

“Dovremmo far in modo che nessuno possa ficcare il naso nella nostra mappa.” Realizzò invece James. 

“E’ protetta da una parola d’ordine.” Gli fece notare Peter. 

“Si, ma non basta...” Ribadì James. 

“Potrebbe insultare chiunque sbagli la parola d’ordine, questo dovrebbe far smettere alle persone di provare ad indovinarla.” Buttò lì Sirius. 

“Geniale!” Si esaltò James, afferrò un panino e partì di corsa fuori dalla Sala. 

I suoi amici lo seguirono di controvoglia. Passarono tutta la pausa pranzo a cercare un incantesimo adatto e ben presto si appassionarono al tentativo di James. Infondo serviva anche un incantesimo che permettesse alla mappa di rivelare le parole d’ordine dei passaggi segreti. La Mappa doveva essere perfezionata. Continuarono a parlarne anche durante le lezioni del pomeriggio e ben presto l’episodio di quella mattina fu dimenticato.  

Quella sera i Malandrini si radunarono nella Stanza delle Necessità per concludere il loro lavoro.  

“Ok, l’incantesimo per i passaggi segreti è fatto, ora basterà avvicinarsi ad un passaggio con la mappa aperta ed essa ti dirà cosa fare. Ora dobbiamo solo aggiungere l’incantesimo per gli insulti.” Ricapitolò James. 

“Oh, faremo un insulto personalizzato per Mocciosus?” Chiese Peter entusiasta. 

“Ma certo! Cosa vuoi dire al nostro amico MocciosusLunastorta?” Domandò James. 

“Perché devo iniziare io?” Si agitò Remus. 

“Perché il tuo nome è il primo nella mappa.” Gli ricordò Sirius. “E lo hai deciso tu.” 

“Ok, ok. Che vorrei che tenesse il suo naso fuori dagli affari altrui, va bene?” Sbottò Remus. 

“Sono lieto che concordi con me. Quindi io concorderò con te.” Decretò James. “E poi gli dirò che è un brutto idiota.” 

“Io mi stupirò che un tale imbecille sia riuscito a fare qualsiasi cosa, anche entrare ad Hogwarts.” Aggiunse Sirius. 

“Io gli dirò di lavarsi i capelli e che è uno sporcaccione.” Intervenne Peter emozionato.  

“Sporcaccione, che parola pesante.” Lo prese in giro James ma scrisse lo stesso il tutto su un foglio a parte. “Star?” 

“Io gli ricorderò che il suo atteggiamento lo porterà ad essere solo e senza amici, o forse la sua scarsa pulizia, chi lo sa.” Concluse la ragazza sedendosi comodamente su una poltrona.  

“Ok, per fare questo incantesimo dovrete pensare ad alcuni insulti che direste a chiunque sbagli la parola d’ordine della Mappa, il tutto mentre pronunciamo le parole magiche.” Spiegò James posizionando la Mappa aperta su un tavolo con accanto la formula ben ricopiata.  

Lessero insieme il foglio ad alta voce e un lieve bagliore confermò loro di essere riusciti nell’intento. James chiuse la Mappa e ne fece sparire i disegni, dopo di che la passò a Peter. “Prova una parola a caso.” 

“Bungalow.” Disse quello puntando la bacchetta contro la pergamena, subito dell’inchiostro apparve sulla superficie.  

“Il signor Codaliscia si stupisce per la tua stupidità, ma ammette anche che il signor Ramoso ha scelto una parola d’ordine impossibile da ricordare correttamente.” Lesse Sirius, poi ridacchiò. “Non è male. Si può fare di meglio.” 

Per il resto della serata si divertirono a farsi insultare a turno dalla Mappa, e quindi tecnicamente da loro stessi. Era certamente un passatempo stupido e non avrebbe giovato al loro programma di studio, ma Remus rideva di cuore ogni volta che la Mappa faceva apparire una nuova frase, il che andava bene, davvero bene.  

I Malandrini recuperarono le ore perse durante la settimana di studio più infernale mai passata prima. Per non farli sentire soli Star aveva preso, con il permesso di Silente, alcuni libri dalla sezione proibita che contenevano incantesimi talmente complessi che nessuno era riuscito a eseguirli in modo corretto, rendendoli leggende più che vere informazioni. Eppure la ragazza adorava studiarli nei minimi dettagli e James era certo che alla prima occasione li avrebbe provati tutti.  

La domenica prima dell’esame la passarono nel parco, sotto una betulla in riva al lago, ripassando tranquillamente tutti gli argomenti di Storia della Magia. Remus si stupì di quanto potessero apprendere James e Sirius se profondamente motivati. Erano sicuramente il gruppetto più rilassato e quando si furono stancati di studiare James e Sirius si sfidarono ad un duello amichevole e divertente dal momento che decisero di usare solo Incantesimi che non contenessero la lettera S. Salirono alla torre per poggiare le borse prima di cena con i sorrisi sulle labbra e uno strano senso di emozione addosso. Non appena varcarono la soglia, però, tutto cambiò. Il dormitorio maschile del quinto anno era sottosopra, come se qualcuno avesse cercato in fretta e furia qualcosa di molto importante. 

“Ma che bolide è successo?” Sirius si diresse subito verso il letto di Remus a cui erano state strappate le tende e cercò di rimettere il materasso, che si trovava stranamente sotto la struttura del baldacchino, al suo posto originale, ma quello non si mosse.  

“È fissato con la magia.” Commentò James corso in suo aiuto.  

“Non si sposterà...” Mormorò Remus, era pallido in volto, ma la cosa peggiore era il suo sguardo di triste rassegnazione, come se fosse abituato a trattamenti simili. 

“Come scusa?” Fece James perplesso. 

“L’hanno messo lì appositamente per me.... vogliono che dorma sotto il letto... come un mostro.” Sussurrò il giovane, il suo tono era talmente calmo che faceva solo aumentare la rabbia nei suoi amici.  

Il primo ad esplodere fu Sirius. “Io li ammazzo!” Ruggì strattonando il materasso che non si mosse, il ragazzo estrasse la bacchetta e la puntò ripetutamente sul letto finché alla fine non riuscì a riportare tutto alla normalità. 

“Grazie... ma ora calmati.” Lo pregò Remus 

“Nessuno di noi dovrebbe calmarsi. È inaccettabile.” Sbottò James.  

“Non si sarebbero dovuti comportare così.” Concordò Peter.  

“Era questo... stavano architettando questo...” Borbottò Star prima di rimettere la stanza in ordine con uno schiocco di dita.  

“Perché non ci hai detto cosa stavano pensando? Leggi nella mente delle persone, no?” La aggredì Sirius. 

Avery e Nott sono così stupidi che leggere nella loro mente equivale a farsi sparare contro parole casuali senza alcun senso. Invece Mocciosus studia Occlumanzia da quando Lily si è lasciata sfuggire che so leggere nel pensiero.” Spiegò Star.  

“Potevi impegnarti di più.” Replicò Sirius 

“Certo, avrei potuto forzare la mente di Severus così lo avrei reso sempre più bravo a bloccarmi fuori dalla sua mente. Non mi sembra una buona idea.” Ribatté lei. 

“Avresti potuto evitare tutto questo!” Insistette Sirius. 

“Finitela.” Li zittì James. “Peggiorate solo la situazione.” 

I due litiganti si voltarono verso di Remus, seduto sul suo letto con un’aria talmente afflitta da ferire anche il cuore più duro.  

“Non devi badare a quegli idioti, Rem. So che è difficile, so che le loro voci ti entrano nella testa e sembrano non uscirne più, ma non deve importarti di cosa dicono le persone a cui non importa di te.” Star si sedette accanto al suo amico e lo abbracciò. 

“Ha ragione, sai?” Proseguì James. “Noi sappiamo chi sei, e non crediamo che tu sia un mostro.” 

“Questo perché mi volete bene.” Mormorò Remus 

Bhe, è proprio questo il punto, no? Noi ti vogliamo bene, e tutte le persone che ti vorranno bene la penseranno come noi. Quindi perché preoccuparsi degli altri.” Aggiunse Sirius 

“Io ho paura di tutto ma non ho paura di te, quindi non credo che tu sia un mostro, nessuno che ti conosce abbastanza lo crederà mai.” Concluse Peter. 

Remus si guardò attorno commosso. “Cosa dovrei fare se lo sapessero tutti?” 

“A parer mio potresti fingere di trasformarti ogni volta che qualcuno ti dà fastidio. Credo che la tua vita risulterebbe estremamente più semplice se lo sapessero tutti.” Scherzò James.  

“Potresti farti portare della cioccolata per placare la tua fame, e la gente lo farebbe, in qualunque momento!” Realizzò Peter. 

Il pensiero di studenti e professori che porgevano tavolette di cioccolata a Remus inchinandosi a lui con aria reverenziale era abbastanza divertente da farli scoppiare a ridere nonostante tutto.  

“E voi resterete con me?” Chiese Remus, già più sereno. 

“Ovviamente, avrai bisogno di aiuto per mangiare tutta quella cioccolata.” Commentò Star.  

Fresche risate riempirono di nuovo la stanza.  

“Fino alla fine.” Rispose James convinto fissando il suo amico negli occhi ambra.  

“Sembra piuttosto macabro.” Ridacchio Remus. “Ma grazie, grazie a tutti.” 

“Ora scendiamo a cena, ho sentito che poi arriveranno gli Esaminatori, sono curiosa di vedere che aspetto hanno.” Li incitò Star. 

I cinque amici scesero sereni verso la Sala Grande e si godettero una cena allegra e spensierata, a dispetto del gruppetto di Serpeverde che li fissava perplesso dalla loro reazione. Gli esaminatori, un gruppo di persone piuttosto anziane, fecero il loro ingresso nella Sala guidati da Silente che allegramente indicava loro varie finestre raccontandone la storia. Il gruppo si sedette al tavolo dei professori e cominciò a cenare scrutando i presenti.  

“Ok, ora sono in ansia...” Mormorò Remus fissando un esaminatore dall’aria piuttosto severa. “Spero che quello non segua Pozioni.” 

Star trattenne una risatina. 

“Oh, è di Pozioni, vero?!” Comprese Peter sconsolato estraendo subito il suo volume di Pozioni.  

I Malandrini, come molti altri studenti del quinto e settimo anno, decisero di andare a letto presto, nonostante poi rimasero quasi tutti svegli a fissare il soffitto e ripassare mentalmente le date delle Guerre dei Goblin.  

Star, stesa nel suo letto, cercava di ignorare Sophia e Ann che svolgevano alcuni esercizi di respirazione e rilassamento e anche il continuo mormorare di Lily e Jane che ripetevano secoli di Storia della Magia. Si ritrovò a pensare a come era stato facile attirarsi le ire di Sirius quel giorno, e si chiese se sarebbero mai andati veramente d’accordo. A volte le sembrava che lui a  malapena la sopportasse; figuriamoci amarla! Con questa amara sensazione Star chiuse gli occhi abbandonandosi ad un sonno agitato.  

Il mattino dopo nessuno studente del quinto anno sembrava particolarmente loquace, ancor meno quelli del settimo. Dopo colazione dovettero aspettare nell’ingresso e vennero poi richiamati in una Sala Grande completamente trasformata: i lunghi tavoli avevano lasciato posto a file ordinate di banchi. Gli esaminatori li fissavano silenziosi in piedi in fondo all’aula e la professoressa McGranitt fece una cosa mai vista: sorrise incoraggiante.  

Gli studenti vennero fatti sedere in ordine alfabetico ma i posti vennero assegnati in ordine sparso,  Star provò un po' di compassione per i ragazzi del settimo anno che avrebbero dovuto attendere la fine del loro esame per iniziare, lei si sentiva così felice di essere sul punto di liberarsi della prima materia. La professoressa McGranitt ripeté le regole degli esami ricordando a tutti che fogli e penne erano incantate per evitare imbrogli e poi ricordò a tutti il tempo disponibile, infine con un colpo di bacchetta fece iniziare a scorrere la sabbia all’interno di una grossa clessidra, l’esame era iniziato.  

James era seduto in prima fila e avrebbe tanto voluto voltarsi a guardare Sirius che aveva preso posto quattro banchi dietro di sé, ma pensò non avrebbe dato una buona impressione agli esaminatori, così cominciò a leggere le domande; erano difficili, ma non impossibili. Storia della Magia non era molto importante per diventare un Auror ma non conoscere guerre e leggi non avrebbe fatto una buona impressione al Ministero, così James si dette da fare senza sapere che dietro di lui Sirius stava facendo lo stesso per lo stesso motivo.  

Star contava le file tra una domanda e l’altra, riusciva a richiamare le informazioni necessarie in modo talmente specifico che si domandò quanti degli avvenimenti spiegati a lezione le Deran avessero vissuto in prima persona. Notò che trovarsi nell’ultima fila proprio alla sinistra di Remus non doveva essere una coincidenza; era evidente che i professori avevano pensato attentamente alla disposizione dei banchi in modo da avere le persone più inclini all’imbroglio a portata di sguardo. Si sentì per questo piuttosto offesa di vedere James più avanti di Peter, insomma, Peter! Il ragazzo grassottello si trovava di fronte a lei, cinque banchi più avanti, quindi in terza fila, e stava già cercando di sbirciare dal suo vicino. James e Sirius erano davanti a Remus, e anche il fatto che Sirius fosse stato posizionato quasi nelle ultime file la sorprese, poi il suddetto ragazzo si appoggiò con nonchalance allo schienale della sedia e prese a guardarsi intorno sereno. Remus aveva obbligato tutti ad indossare la divisa al meglio ma chissà quando Sirius si era tirato su le maniche ad altezze differenti e emanava la sua solita aria sbarazzina che lo rendeva ancora più attraente, come se il fascino della sua sicurezza non fosse abbastanza. Solo in quel momento realizzò che dietro di lui sedeva una Corvonero che sembrava combattuta tra il fare l’esame migliore dell’anno o il fissare i capelli neri come l’inchiostro di Sirius con aria trasognata.  

“Quella brutta...” Sbottò Star. 

Shh!” Le intimò Remus teso lanciando uno sguardo rapido agli esaminatori che ora tenevano gli occhi fissi su di loro.  

rifletté Star tornando a rispondere alle domande.  

Dal momento che Storia della Magia era solo pratico al pomeriggio era stato inserito l’esame di Babbanologia, di conseguenza i Malandrini furono costretti da Remus a mettersi a ripassare non appena finito il primo compito.  

Il giorno dopo, martedì primo Giugno, gli studenti affrontarono l’esame di Incantesimi, la parte teorica fu piuttosto semplice, soprattutto per chi aveva passato gli ultimi mesi a leggere libri di Incantesimi avanzati per rendere spettacolare una certa Mappa. Dopo pranzo vennero radunati nella stanzetta adiacente alla Sala Grande e successivamente chiamati a gruppi di quattro in ordine alfabetico. Sirius era nel secondo gruppo e uscì dalla stanza lanciando un sorriso ai suoi amici. 

“Dannato Black. Sorride come se stesse andando in vacanza, solo perché per lui è tutto facile! Ma avete visto quanto è migliorato in Incantesimi? Avresti dovuto dare ripetizioni anche a me, Star.” Borbottò Remus strofinandosi le mani nervoso. Peter continuava a passare il suo peso da un piede all’altro quasi come se dovesse andare in bagno.  

“Stai tranquillo, Rem, andrai benissimo, e non ti ho dato ripetizioni proprio perché non ne avevi alcun bisogno.” 

“Vorrei crederti.” Mormorò il giovane.  

Sirius, come gli altri studenti, non tornò nella stanzetta dopo l’esame e quindi non ebbero occasione di chiedergli come era andato. Poco dopo Remus fu chiamato e nel turno successivo anche Peter. Star e James erano ovviamente nello stesso gruppo, la ragazza sorrise al pensiero che sulla carta il suo cognome fosse Potter, checché ne dicesse la McGranitt 

“La professoressa Marchbanks ti aspetta, cara.” Le riferì Vitious, evidentemente pronto a fare un’ottima figura. 

Star si avvicinò all’anziana signora. “Mi è stato riferito che lei ha dei particolari poteri che le riesce meglio esercitare senza bacchetta, quindi può farne a meno se vuole.” Annunciò subito quella con aria severa. 

“La ringrazio, ma posso farcela anche con la bacchetta.” Replicò Star cortese estraendo il legnetto dai suoi capelli, lo chignon disordinato si sciolse in un secondo e l’esaminatrice la fissò con una certa soddisfazione; probabilmente non approvava chi sceglieva la via facile.  

Gli incantesimi richiesti erano piuttosto semplici all’inizio e Star fu felice di notare che sia a lei che a James gli esaminatori chiesero qualcosa in più.  

“Credo che sia andata benissimo.” Commentò Star uscendo dalla Sala accanto a suo fratello. 

Mocciosus ha sbagliato l’incantesimo allungante! Che perdente!” Gioì James. 

“Questo perché è nel programma del sesto anno, gli daranno comunque il massimo dei voti, ma sicuramente a noi daranno un riconoscimento maggiore.” Gli fece notare Star. 

“Oh, eccovi!” Remus li raggiunse di corsa seguito da Sirius e Peter. “Domani c’è Trasfigurazione e, James, devi spiegarmi tutto.”  

L’esame di Trasfigurazione pratico fece prendere a James una sicurezza tale che si voltò più volte a sorridere a Sirius, un poco più in difficoltà su alcune domande. Remus era molto teso ma Star era certa che avesse scritto il necessario per prendere un ottimo voto.  

L'esame pratico fu interrotto per qualche minuto dal momento che Sophia aveva riempito di piume il suo esaminatore. Alla fine Star si godette il trionfo di James che accanto a lei trasfigurò il suo stesso naso più volte.  

“Sei stato grandioso!” Si complimentò Star con lui mentre raggiungevano i loro amici. 

“Lo so!” Si esaltò James, sembrava davvero sodisfatto di sé e se lo meritava. 

Le giornate si erano fatte molto lunghe e calde così anche quel giorno ripassarono sotto la betulla per l’esame di Erbologia. Nessuno di loro era un asso in quella materia, forse Peter era quello che se la cavava meglio. Ma memorizzando le informazioni principali erano certi di poter ottenere almeno un “Oltre Ogni Previsione”.  

Il giovedì mattina gli studenti si preparavano all’esame di Difesa Contro le Arti Oscure. James e Sirius erano decisamente troppo felici, forse perché per loro era l’ultimo esame della settimana ed inoltre su una materia in cui entrambi eccellevano. In ogni caso anche Remus sembrava piuttosto tranquillo.  

Per l’esame pratico si ritrovarono seduti nei soliti posti, il sole entrava prepotente dalle finestre e per Star divenne estremamente difficile ignorare la Corvonero dietro a Sirius, la quale aveva rapidamente concluso l’esame e prima di correggerlo si era messa a fissare ostinatamente il ragazzo. Fu con estrema soddisfazione di Star che Sirius si voltò, una volta concluso l’esame, per regalarle un largo sorriso, e Star rispose con entusiasmo assicurandosi che la Corvonero vedesse tutta la loro intesa. Anche James e Remus conclusero presto il compito, James si voltò verso Sirius e i due si sorrisero complici. Sirius spostò il peso mettendo la sedia in equilibrio sulle gambe posteriori e Star si dovette costringere e a smettere di guardare come i capelli gli ricadevano sugli occhi in modo così naturale e distratto e elegante e … una domanda sui Lupi Mannari! 

James rimase incantato per svariati minuti a fissare i rossi capelli di Lily prendere vita propria sotto i raggi del sole estivo, era così bella mentre rileggeva il suo tema concentrata al massimo. Senza rendersene quasi conto il ragazzo prese a scribacchiare le iniziali di lei sulla pergamena di riserva accanto al disegno di un boccino che aveva tracciato poco prima.  

“Giù le piume!” Squittì il professor Vitious. “Anche tu, Stebbins! Per favore, restate seduti mentre raccolgo i compiti! Accio!” Il peso delle pergamene era evidentemente troppo per il piccolo professore che cadde all’indietro e due razzi in prima fila furono obbligati ad aiutarlo. “Grazie...grazie. Molto bene, potete andare!” 

James realizzò solo in quel momento ciò che aveva scritto e lo cancellò rapidamente prima di ficcare piuma e pergamena nella sua borsa. 

“E’ stato grandioso.” Commentò Sirius quando James gli si avvicinò, attesero Star, Remus e Peter e uscirono insieme dalla Sala.  

“Ti è piaciuta la domanda numero dieci, Lunastorta?” Chiese Sirius 

“Eccome.” Rispose allegramente Remus. “Indicate i cinque segni che identificano un Lupo Mannaro. Un’ottima domanda.” Era bello vedere che dopo il loro discorso di domenica Remus prendesse con molta più leggerezza la sua situazione. 

“Credi di essere riuscito ad individuarli tutti e cinque?” Scherzò James fingendosi preoccupato.  

“Credo proprio di si.” Replicò serio Remus, il rumore attorno a loro era tale che non correvano rischi. “Uno: è seduto sulla mia sedia. Due: indossa i miei vestiti. Tre: si chiama Remus Lupin.” 

Risero tutti tranne Codaliscia 

“Non hai scritto tutti e cinque i punti ma credo che te la abboneranno.” Disse Star scherzosa, poi notò Lily poco più indietro. “Vi raggiungo dopo.” Li avvertì prima di tornare sui suoi passi per raggiungere l’amica.  

“Io ho indicato la forma del muso, le pupille e la coda a ciuffo.” Disse Peter ansioso. “Però non mi è venuto in mente altro.” 

“Ma quanto sei zuccone, Codaliscia?” Sbuffò James. “Corri in giro con un Lupo Mannaro una volta al mese...” 

“Abbassa la voce.” Lo implorò Remus con un pizzico d’ansia. 

“Secondo me l’esame era una sciocchezza. Mi stupirei se non prendessi come minimo Eccezionale.” Commentò Sirius mentre uscivano all’aria aperta. 

“Anch’io.” James infilò una mano in tasca e ne estrasse un Boccino d’Oro piuttosto agitato. 

“E quello dove l’hai preso?” 

“Sgraffignato.” James prese a giocherellare con il Boccino prendendolo e riacciuffandolo in continuo. “Ho pensato che fosse più facile da controllare dei Bolidi.” 

“Ottima scelta.” Concordò Remus sollevato mentre Peter osservava il ragazzo con gli occhiali ammirato. 

Si diressero alla solita betulla e si stesero sull’erba all’ombra. James continuava a giocherellare con il Boccino, pensare a quello che avevano fatto i Serpeverde lo rendeva estremamente nervoso, per questo aveva rubato la pallina dorata, doveva distrarsi solo fino alla fine dell’esame pratico, poi avrebbe tranquillamente potuto ideare un piano per vendicarsi con l’aiuto di Sirius. Cominciò a prendere il Boccino in modi sempre più complicati e si passò la mano tra i capelli più volte mentre Peter lo applaudiva entusiasta.  

“Mettilo via, dai!” Sbottò Sirius, mentre James eseguiva un abile presa che fece produrre a Peter un gridolino eccitato. “Prima che il nostro amico se la faccia addosso.” 

James capì subito che anche Sirius era piuttosto nervoso quel giorno, starsene buono così a lungo doveva essere stato ancora più difficile per lui, soprattutto perché probabilmente continuava a chiedersi se anche suo fratello aveva fatto parte del gruppo che si era introdotto nel loro dormitorio. “Se ti dà fastidio.” Commentò infilando il Boccino di nuovo in tasca.  

“Che noia.” Sbuffò Sirius subito dopo. “Vorrei che fosse luna piena." 

“Tu forse.” Brontolò Lupin. “Domani io e Star abbiamo Antiche Rune, se ti annoi interrogami.”  

“Non se ne parla! Non so leggere quella roba non capiresti niente.” Borbottò il giovane Black.  

James notò che era tornato cupo di nuovo, una parte di sé sapeva che dipendeva dall’aver attaccato Star domenica, la stessa sera gli aveva chiesto cosa non andasse in lui, doveva conquistarla, non farla arrabbiare. Il giovane Potter non aveva saputo rispondergli, e fortunatamente gli esami lo avevano tenuto abbastanza impegnato da non pensarci più, ma ora avevano un lungo weekend davanti subito dopo l’esame pratico più facile per tutti loro, e Sirius iniziava a sprofondare nei suoi pensieri. “Questo ti tirerà su, Felpato...” Esclamò James individuando un capo espiatorio. “Guarda chi c’è...” 

Sirius voltò la testa e s’immobilizzò come un cane che annusa la preda. “Eccellente, Mocciosus.”  

I due amici si alzarono per andare incontro al loro nemico che stava tornando verso il Castello. Remus avrebbe tanto voluto dire ai suoi amici di non fare niente, che non gli importava, ma una parte di sé sapeva che non era vero, una parte di sé odiava Severus. Peter sembrava prepararsi ad una spettacolare partita di tennis e si era seduto comodo passando rapido lo sguardo tra i tre ragazzi in piedi a pochi passi da loro. 

“Tutto bene Mocciosus?” Chiese James ad alta voce. Severus fu rapido ad estrarre la bacchetta, ma non abbastanza rapido, e James usò appositamente un incantesimo verbale per disarmalo, era giusto che tutta la scuola vedesse quel verme umiliato, doveva provare la stessa vergogna che aveva provato Remus e che, James lo sapeva, provava ancora. Per questo godette della risata di Sirius quando la bacchetta del Serpeverde atterrò lontano da lui.  

“Impedimenta!” Enunciò Sirius facendo cadere Severus a terra lungo e disteso.  

Finalmente alcuni studenti si avvicinarono a loro, lo spettacolo poteva continuare. James lanciò un’occhiata di sbieco alle ragazze in riva al Lago, tra loro c’erano Star e Lily, entrambe non avrebbero dovuto vedere nulla.  

“Com’è andato l’esame, Mocciosus.” Domandò James al ragazzo ancora a terra.  

“Lo tenevo d’occhio, aveva il naso incollato alla pergamena.” Sogghignò Sirius. “Con tutto l’unto che ci ha lasciato non riusciranno a leggere una parola.” 

Molti ragazzi scoppiarono a ridere. Era facile portare dalla propria parte gli studenti quando si trattava di Severus e gli altri suoi amichetti, molti avevano sentito storie su chi si aggirava di notte ad esercitarsi nella magia oscura.  

“Aspetta...tu.” Ansimò Severus cercando di divincolarsi e alzando lo sguardo su James. “Aspetta... e vedrai!” 

“Aspettare cosa?” Chiese gelido Sirius, gli occhi così freddi. Remus sapeva che anche James si era accorto del cambiamento nel loro amico. “Che cosa farai, Mocciosus, ci userai per soffiarti il naso?” Proseguì Sirius, e i ragazzi sapevano che poteva solo peggiorare velocemente.  

Forse James avrebbe messo fine a tutto, se solo Severus non avesse iniziato ad insultare Sirius 

“Faresti meglio a lavarti la bocca.” Commentò James, freddo come Sirius. “Gratta e Netta.” 

Un attimo dopo una saponosa schiuma rosea eruttò dalle labbra di Severus, provocandogli conati di vomito, soffocandolo... 

“Lascialo STARE!” Gridò Lily avvicinandosi a loro a passo di carica.  

James e Sirius si voltarono verso di lei, Ramoso si passò rapido una mano tra i capelli, Felpato invece era concentrato a fissare Star qualche passo dietro la rossa, scalza e bellissima come sempre, ma anche furiosa.  

“Tutto bene, Evans?” Chiese James con la sua solita voce matura che tirava fuori quando si trovava di fronte a Lily.  

“Lascialo stare.” Ripeté la rossa disgustata. “Che cosa ti ha fatto?” 

Bhe...” Rispose James fingendo di ponderare la questione. “...è più il fatto che esiste, non so se mi spiego...” 

Parecchi studenti risero, ma non Remus o Lily e nemmeno Star. James però sapeva che sua sorella era a conoscenza del vero motivo per cui lui doveva umiliare Mocciosus, e per quanto fosse combattuta non intervenne, non ancora, ma il ragazzo sapeva che lei stava sperando di vederlo fare una mossa saggia.  

“Ti credi divertente, Potter.” Sbottò Lily. “Ma sei solo un bullo arrogante e prepotente. Lascialo stare.” 

Si, James avrebbe dovuto esaudire il desiderio della rossa, tutte le persone a cui voleva bene ne sarebbero state felici, Remus compreso, eppure non poteva non ascoltare il suo orgoglio. “Solo se esci con me, Evans.” Replicò rapido, e la cosa che gli fece più male fu la consapevolezza di aver deluso Star profondamente. “Esci con me e non alzerò mai più la bacchetta su Mocciosus.” Comunque gli sembrava equo, al suo orgoglio ferito sembrava equo; non aveva protetto Remus, ma forse avrebbe costretto Lily a uscire con lui, una sola volta con la forza e poi sarebbe riuscito a conquistarla davvero. 

“Non accetterei nemmeno se dovessi scegliere fra te e la Piovra Gigante.” Ribatté la rossa. 

“Ti è andata male.” Constatò Sirius pacato, poi si voltò verso Severus e gridò “EHI!” ma era troppo tardi perché il Serpeverde aveva già puntato la bacchetta contro James producendo un lampo di luce che colpì il Grifondoro su una guancia aprendogli un taglio, il sangue gli sporcò la divisa. Con una mossa fluida James ruotò su sé stesso facendo partire un altro lampo di luce e in un attimo Severus si trovò appeso a testa in giù con la divida che gli ricadeva sopra la testa mostrando delle pallide gambe ossute e delle mutande grigiastre. 

Per un secondo Star non poté fare a meno di pensare a come la veste delle occasioni ufficiali rendesse finalmente giustizia a tutte quelle ragazze che girando con la gonna dovevano aver temuto che qualcuno ci sbirciasse sotto. Ma fu solo un momento di debolezza, poi tornò a fissare la scena con enorme disappunto, non intervenne solo perché non le interessava molto di Severus dopo quello che aveva fatto, e anche perché difendere Lily o difendere James avrebbe segnato la fine di una delle sue amicizie, e forse non era saggio.  

Nel frattempo la folla era esplosa in un applauso e James, Peter e Sirius ridevano divertiti.  

“Mettilo giù!” Gridò Lily furiosa ma un angolo delle sue labbra ebbe uno spasmo piuttosto strano. 

“Ai tuoi ordini.” La assecondò James e sua sorella era quasi pronta a gioire prima che lui lasciasse cadere Severus a terra di mala grazia.  

Il Serpeverde si alzò districandosi dalla divisa e cercò di puntare la bacchetta contro i suoi avversari, decisamente troppo lentamente dal momento che Sirius ebbe tutto il tempo di puntargli contro la sua bacchetta e esordire con un “Pietrificus Totalus.” che fece ricadere di nuovo a terra Severus. 

“LASCIATELO STARE!” Urlò Lily, e Star capì che era stato superato un limite molto sottile. Lo capirono anche James e Sirius quando la rossa estrasse la sua bacchetta.  

“Dai, Evans, non costringermi a farti un incantesimo.” Perlomeno il tono di James era ansioso. 

“Allora liberalo!” 

James sospirò, poi si voltò verso Severus e mormorò un controincantesimo. “Ecco fatto.” Disse mentre il Serpeverde si rialzava a fatica. “Ti è andata bene che ci fosse Evans, Mocciosus...” 

“Non mi serve l’aiuto di una piccola schifosa Mezzosangue!” Sbottò Severus facendo trasalire Lily. 

“Molto bene. Vuol dire che in futuro non mi prenderò la briga di aiutarti. E se fossi in temi laverei le mutande, Mocciosus.” Replicò la rossa freddamente. Poteva finire lì, con una Lily distrutta ma nessun ferito. Invece James era presente, e a James non piacciono certe cose. 

“Chiedi scusa a Evans!” Ruggì il ragazzo puntando la bacchetta contro Severus 

“Non voglio che mi chieda scusa perché l’hai costretto tu! Siete uguali voi due!” Urlò Lily. 

fu la sola cosa a cui riuscire a pensare Star, dopodiché desiderò di essere intervenuta prima. Stupida. 

“Che cosa? Io non ti avrei mai chiamato una...tu-sai-come!” Protestò James. 

“Sempre a spettinarti i capelli perché ti sembra affascinante avere l’aria di uno che è appena sceso dalla scopa, sempre a esibirti con quello stupido Boccino e a camminare tronfio nei corridoi e a lanciare incantesimi su chiunque ti infastidisca solo perché sei capace... sei così pieno di te che non so come fa la tua scopa a staccarsi da terra! Mi dai la NAUSEA.” Detto questo Lily si voltò e corse via. 

Mentre James cercava di richiamarla e borbottava qualcosa per far credere a tutti che non le importasse, Star realizzò una cosa: James aveva giocato con il Boccino solo quel giorno e Lily lo stava guardando, e aveva notato ogni sua singola abitudine, anche se non le aveva correttamente interpretate.  

“Leggendo tra le righe, amico, direi che secondo lei sei un po' presuntuoso.” Commentò Sirius riportando Star al presente.  

“Bene...bene...” Borbottò James, poi puntò nuovamente la bacchetta verso Severus e quello ritornò appeso a testa in giù. “Allora... chi vuole vedermi togliere le mutande a Mocciosus.” 

Quello era decisamente il momento di intervenire. “Nessuno sopporterebbe quella vista, mettilo giù, e non te lo ripeterò ancora.” Il tono di Star era deciso e James non obiettò. Appena Severus si fu rialzato per l’ennesima volta Star gli si piantò di fronte. 

“Tu, TU sei il più schifoso essere vivente sulla terra, sei un verme disgustoso e non so come tu faccia a sopportare di essere ancora vivo dopo quello che hai detto a Lily. Eri il suo migliore amico, cazzo! Come puoi aver rovinato una cosa così bella? Come puoi aver osato ferirla così di fronte a me? Io spero davvero di vederti morire soffocato dalle tue lacrime di rimpianto un giorno, perché te lo meriti, e se non accadrà sarò io stessa a portarti via nel peggiore dei modi che riuscirò ad escogitare, è una promessa. Ora vaffanculo e sparisci dalla mia vista.” Forse era stato il tono talmente gelido da far spengere il sole, o magari i lampi di odio negli occhi della ragazza, o forse le sue parole taglienti, in ogni caso quella non sembrava affatto una minaccia a vuoto, era sicuramente la più tetra e seria promessa mai sigillata ad Hogwarts e tutti ammutolirono, convinti che un giorno avrebbero udito della morte di Severus Piton e che non sarebbe stata bella.  

L'interessato se la diede, giustamente, a gambe, ma la giovane sembrava non aver finito il suo dovere. Puntò i suoi occhi infuocati su James e Sirius e entrambi i ragazzi sentirono una delle sensazioni più sgradevoli al mondo farsi largo nei rispettivi stomaci.  

“Voi due... come potete essere così idioti?! James! Come cazzo ti è saltato in mente?! Sei impazzito?! Tornate subito al dormitorio e mettetevi a studiare, vi conviene fare un esame esemplare oggi pomeriggio o giuro che mi occuperò io stessa della vostra educazione da qui in avanti. E non provate nemmeno a dire una parola, siete stati così.... ah! Se non ci arrivate da soli siete proprio idioti. Filate!” Ordinò, e nessuno, nessuno, avrebbe mai avuto il coraggio di replicare. Così James e Sirius eseguirono in silenzio, la cosa migliore era che Star era talmente furente che nessuno li avrebbe giudicati deboli per aver obbedito a lei.  

“Vado da Lily.” Sussurrò poi la ragazza a Remus. “Tu controlla i due idioti.” 

Star realizzò che se non fosse stata una Deran non avrebbe mai trovato la sua amica, per sua fortuna la localizzò in fretta grazie ai suoi poteri. Era dentro uno stanzino piuttosto malconcio al secondo piano e piangeva.  

“Vattene.” Sbottò Lily. “Non voglio sentire una parola sul fatto che sapevi la vera natura di Severus o che tuo fratello è in realtà un eroe.” 

Star sospirò. “Mio fratello è un idiota, e Severus... pensa di lui ciò che vuoi, non mi interessa, io non gli renderò la vita facile da ora in poi ma niente che posso fare io lo intaccherà più di quello che gli hai detto tu prima, lo so. E so cosa hai provato quindi... mi dispiace.” 

“Se sei qui per dispiacerti puoi...” 

“Non sono qui per dispiacermi né per spiegarti la psiche malata di mio fratello, sono qui perché fra qualche ora abbiamo l’esame pratico di Difesa Contro le arti Oscure e so che tu potresti tranquillamente prendere un Eccezionale quindi non mi interessa cosa provi, quanto male stai, tu ora ti alzi, vieni a sciacquarti il viso e ti prepari con me all’esame. Perché so che se ti permettessi di fallire ora non mi considereresti una vera amica, perché so che sei abbastanza forte per tenerti tutto dentro ancora per qualche ora. E poi questa sera se vorrai piangere io ci sarò, ma adesso alzati.” Il tono della mora era gentile ma anche deciso. Lily sollevò lo sguardo su di lei e non poté fare a meno di pensare che aveva ragione; cacciò indietro le lacrime e si alzò. Non avrebbe mai permesso a sé stessa di auto-sabotarsi il G.U.F.O. più importante dopo Pozioni. 

 

…....... 

 

James e Sirius avevano abbandonato la loro solita aria spavalda; camminavano a testa bassa e cercavano Star tra la folla di studenti che si stava ritirando nella stanzetta accanto alla Sala Grande.  

I due ragazzi individuarono la loro amica proprio accanto ad una chioma rossa molto familiare, Remus poté vedere l’esitazione negli occhi di James ma alla fine lui e Sirius si avvicinarono a Star e la abbracciarono.  

“Scusa.” Mormorarono in coro.   

“Sono ancora molto arrabbiata con voi, ma vi voglio bene. Ora concentratevi per l’esame.” Replicò lei con una punta di dolcezza nella voce.  

I suoi amici annuirono e fecero per andarsene ma poi James si voltò. “Mi dispiace, Evans. Se non avessi detto quella cosa a Mocc...Severus, forse lui non avrebbe reagito così. Nessuno dovrebbe comportarsi in quel modo con gli amici, ma io sono stato uno stronzo per mesi quest’anno e i miei amici mi vogliono ancora bene, magari anche tu lo perdonerai...” Il tono del ragazzo era normale e sinceramente dispiaciuto, prima che si girasse nuovamente per tornare da Remus e Peter Star gli regalò un enorme sorriso, ma non gli servì certo l’approvazione di sua sorella per capire che finalmente aveva fatto una cosa giusta; gli bastò lo sguardo perplesso di Lily, anche se subito dopo lei rimise su la sua maschera di disprezzo e si voltò con uno sbuffo. 

L’esame cominciò e fu con estremo orgoglio che durante il turno di Ramus dalla Sala Grande si sentirono distintamente dei cori stupiti.  

“Che succede?” Chiese Lily, che a causa di un problema con una studentessa era finita al penultimo gruppo. 

Remus ha evocato il suo Patronus.” Rispose Star felice.  

Remus sa evocare un Patronus corporeo? Che forma ha?” Si incuriosì la rossa.  

“E’ un lupo comune.” Spiegò Star.  

“Un lupo?” Il tono di Lily si abbassò subito di molto.  

“Si, è perfetto, e bellissimo, e chi potrebbe sospettare, dovrebbe averne paura no?” Star sorrise serena.  

Piton, Potter, Potter, Evans.” Chiamò il professor Walker 

“Abbiamo sentito dal vostro professore che sapete tutti utilizzare incantesimi non verbali, dividetevi a coppie, vi faremo fare un piccolo duello amichevole.” Annunciò un esaminatore.  

Star si guardò attorno e “amichevole” non le sembrò la parola più adatta.  

Lily fece un passo verso Severus; abitudine? Istinto omicida? Non si poteva dire, subito James accelerò il passo per precederla e i due si scambiarono un’occhiataccia.  

Severus, caro amico, va bene se duelliamo io e te?” Disse Star allegramente estraendo la bacchetta. Nessuno ebbe il tempo di replicare perché una delle esaminatrici batté le mani “Perfetto, cominciate.” 

L’incontro tra James e Lily fu piuttosto spettacolare per entrambi, rispettarono tutte le regole e non cercarono di uccidersi a vicenda, il che era ammirevole per Lily. Conclusero in parità e secondo i loro esaminatori erano andati benissimo. Quando i due si voltarono Severus e Star stavano ancora duellando, tutti gli occhi era puntati su di loro. James sapeva che se Star avesse smesso di usare la bacchetta avrebbe schiantato a morte Severus con uno schiocco di dita, e forse era esattamente per contenere il suo potere che non abbandonava l’inutile bastoncino di legno. Il ragazzo ricordava l’esitazione di sua sorella nell’usare la bacchetta, gli incantesimi sempre imperfetti e il potere magico che tracciava solchi profondi sul legno desideroso di essere liberato con maggior potenza, ma ora non vedeva nulla di tutto ciò: lei era sicuramente meno potente ma sempre altrettanto rapida, fluida e decisa, doveva essersi allenata molto per fare bella figura agli esami. 

Con un colpo di bacchetta deciso Star fece apparire una lingua di fuoco azzurrina che fece perdere l’equilibrio a Severus, il ragazzo era troppo impegnato ad evitare il fuoco per parare il successivo attacco, un movimento rapido di Star e la bacchetta di Severus le atterrò dritta tra le mani. Gli esaminatori applaudirono soddisfatti. 

“Eccellente, potete andare." Disse l’esaminatrice.  

Appena fuori dalla Sala Severus e Lily sparirono in due direzioni differenti senza nemmeno salutare, i Potter furono raggiunti dal resto dei Malandrini.  

“Star, devi aiutarmi in Antiche Rune, Sirius è un disastro.” La pregò Remus. 

La ragazza fissò Sirius stranita. “Non può essere un disastro, l’ho visto io stessa leggere un testo in Rune a casa Black.” Raccontò.  

Remus si voltò lentamente verso Sirius che sorrideva colpevole. “L’hai fatto apposta?! Io domani ho un esame!” Sbottò. 

Il ragazzo dagli occhi grigi ridacchiò. “È stato piuttosto divertente.”  

Star sospirò e seguì Remus in biblioteca. Lì incontrarono Lily e studiarono insieme fino a ora di cena, Remus raggiunse i Malandrini in Sala Grande ma Star e Lily rimasero a studiare ancora.  

“Andiamo nel bagno dei Prefetti, so che ti rilassa molto.” Propose Star all’improvviso.  

“E’ sempre pieno a quest’ora.” Replicò Lily. 

“Infatti noi ci andremo dopo il coprifuoco.”  

“Abbiamo un esame domani.” 

“Esatto, e tu non vuoi affrontarlo con questo stato d’animo, giusto?” 

Lily guardò la sua amica e inarcò un sopracciglio, ma alla fine cedette. “Ok.” 

Quella sera le due ragazze si recarono di soppiatto nel bagno dei Prefetti, sapendo di essere sole non si erano preoccupate di portarsi un costume, riempirono la vasca con un rubinetto dalla soffice schiuma e uno che odorava di lavanda che Lily diceva essere ottima per abbassare lo stress, infine si immersero.  

“Certo che tu... nemmeno un pelo, eh?” Sbuffò Lily.  

“Non iniziare subito a guardare il mio corpo e farti complessi con il tuo perché sappiamo entrambe che sono frutto di un artificio della natura. Punto e fine.” Replicò Star severa.  

“Ok! Scusa!” Replicò la rossa. 

“So che ti ho costretta a tenerti tutto dentro e che adesso non vuoi assolutamente perdere di nuovo la tua aria sicura e solare e far cedere la tua corazza perché sai che farà male, e lo so anche io, ma devo chiederti di farlo.” La sua amica andò dritta al punto e anche se il suo sguardo era rassicurante Lily rifletté sul fatto che se ne avessero parlato da vestite si sarebbe sentita meno indifesa, ma era questo che Star voleva: farla sentire vulnerabile.  

“Cosa vuoi che ti dica? Che avevi ragione tu su Severus? Che sentirlo usare quell’appellativo... contro di me... Mezzosangue... Sanguesporco... è così che mi vede ormai... non sono cieca, ho visto le compagnie che frequenta e so che non sono raccomandabili, insomma sono un Prefetto, ho tolto un sacco di punti ad Avery e altra gente come lui e ho visto il loro sguardo pieno di disprezzo. Però non potevo non sperare che Severus fosse diverso... se tu lo avessi conosciuto anni fa... mi è stato accanto sempre...” Mormorò la rossa, gli occhi le si appannarono e così decise di immergersi ancora un po' nell’acqua calda, si fermò solo quando la superficie le sfiorò il naso.  

“Ho visto Severus fare delle cose che non voglio ripeterti... ma tu sei quella che lo conosce... Se tu mi dicessi che James fa queste cose io mi arrabbierei con lui ma proverei a fargli cambiare idea in tutti i modi prima di troncare ogni rapporto. Quindi sta a te... decidere chi credi che lui possa essere.” 

“Sembri sempre molto saggia quando fai questi discorsi.” Sussurrò Lily.  

“Io sono molto saggia.” Replicò Star offesa.  

“Una persona molto saggia si dichiarerebbe alla persona che ama dopo aver appurata la forza dei suoi sentimenti.” Ribatté la rossa riacquistando un po' della sua serenità.  

“Io ci sto lavorando! E poi siamo qui per parlare di te, non di me!” Sbottò la mora.  

“Poco fa Alice mi ha raccontato quello che hai detto a Severus quando me ne sono andata... Non sembra che tu creda che lui possa essere una brava persona.” 

“Personalmente credo che non aprirà gli occhi finché non accadrà qualcosa di male a qualcuno a cui tiene davvero. Non penso sia irrecuperabile, solo che sono certa che sia una di quelle persone che finché non viene toccata dal male non realizza che il male esiste.” Star sospirò pesantemente.  

“Sai, anche Potter se ne frega degli altri.” Buttò lì la rossa.  

“Lo so, ma in realtà si preoccupa molto degli altri se succedono cose gravi. Certo, è ancora immaturo e tende a difendere a spada tratta un ristretto gruppo di persone fregandosene un po' del resto del mondo, ma di fondo è una persona che si preoccupa, anche troppo.” Raccontò la ragazza dagli occhi cobalto, Lily alzò un sopracciglio guardandola sospettosa. “E’ vero! Ammetto che è spesso molto orgoglioso, tanto che mi sono stupita anche io quando oggi ti ha chiesto scusa, e ha pure accennato al suo comportamento ad inizio anno, è stato un gran bel passo avanti. Quindi nonostante quello che ha fatto prima io l’ho già perdonato.” 

“Perché prima eri arrabbiata?” Le chiese la rossa scettica. 

“Molto, hanno superato il limite, lo so io e lo sanno loro, non ci sono scusanti.”  

“Ma, dimmi se sbaglio, non ti sono sembrati più fastidiosi ultimamente?” 

“In effetti si, prima credevo che fosse per via di Sirius, James crede che fare scherzi lo tenga occupato e lo distragga dal pensiero di essere un fallimento come figlio e come fratello.” Spiegò Star, Lily la fissò sorpresa; non aveva mai pensato che ci fosse una motivazione a quei gesti stupidi. “Ma ora James si è fissato in modo inquietante con Severus e credo che dipenda dal fatto che ha dei sospetti su Remus, e che bhe, l’ha chiamato mostro.” Proseguì lei.  

Lily la fissò sempre più sorpresa. “Lo ha davvero fatto?... io non lo riconosco più.”  

“Ohi, Lil...” Mormorò Star abbracciandola, e Lily pianse, in silenzio.  

Dopo alcuni minuti le due ragazze si rivestirono e tornarono alla torre, quando salirono in dormitorio però trovarono Mary e Alice che parlavano con AnnSophia e Jane. 

“Dove eravate?” Chiese Alice. 

“In giro.” Rispose vaga Star e si sentì terribilmente uguale a suo fratello.  

“Non avete visto Severus rientrando?” Domandò Sophia. 

Star ripensò alla figura in attesa davanti al ritratto che aveva costretto ad andare a farsi una breve camminata per poter rientrare nella Sala Comune senza essere vista. “Oh...non pensavo fosse lui.” 

“Non mi interessa.” Sbottò Lily.  

“Ha minacciato di dormire qua fuori.” Insistette Mary. 

“Quando siamo entrate non c’era.”  

“E’ colpa mia, incantesimo Confundus, è andato fino infondo al corridoio ma poi l’ho sentito tornare indietro, scusa.” Spiegò Star. 

“Ok, bene.” Lily afferrò una vestaglia e uscì dal dormitorio a passo di carica. 

“Oh, Lily, mi dispiace.” Severus era effettivamente appostato di fronte al ritratto della Signora Grassa e si scusò non appena Lily mise piede fuori dalla Sala Comune.  

“Non mi interessa.” 

“Mi dispiace!” 

“Risparmia il fiato. Sono uscita solo perché Mary mi ha detto che minacciavi di dormire qui.” 

“L’avrei fatto. Non volevo chiamarti schifosa Mezzosangue, mi è...” 

“Scappato?” Lily rifletté sul fatto che il suo migliore amico era riuscito a ripetere quell’insulto pronunciato solo qualche ora prima, mentre James Potter no. “Troppo tardi. Ti ho giustificato per anni. Nessuno dei miei amici riesce a capire come mai ti rivolgo la parola. Tu e i tuoi cari Mangiamorte... vedi, non lo neghi nemmeno! Non neghi nemmeno quello che volete diventare! Non vedi l’ora di unirti a Tu-Sai-Chi, vero?” Non c’era pietà nel tono di lei. 

Lui aprì la bocca, ma la richiuse senza aver parlato. 

“Non posso più fingere. Tu hai scelto la tua strada e io la mia.” 

“No...senti, io non volevo...” 

“Chiamarmi schifosa Mezzosangue? Ma chiami così tutti quelli come me, Severus. Perché io dovrei essere diversa?” 

Il ragazzo fece per ribattere, ma con uno sguardo sprezzante Lily si voltò e varcò il buco del ritratto. Subito dopo si appoggiò alla parete, sfinita. Star era lì, in piedi di fronte a lei e le tendeva una mano.  

“Sei sicura?” Le chiese. 

Lily accettò l’aiuto ad alzarsi e le sorrise. “Non lo so, ma ha fatto troppo male.” 

La mora annuì, tornarono insieme nel dormitorio e Lily notò con piacere che le sue compagne erano sotto le coperte e fingevano tutte di dormire. Apprezzò molto il poter andare a letto sola con i suoi pensieri.  

“Buona notte.” Le augurò Star.  

E la rossa si ricordò di non essere sola, e solo in quel momento notò quanto ne fosse sollevata. 

 

….................. 

 

Il giorno dopo Star, Remus e Lily affrontarono insieme l’esame di Antiche Rune e poi Star si diresse da sola a quello di Aritmanzia. Per scusarsi James e Sirius avevano messo i materassi del loro dormitorio a terra e si erano procurati del cibo, così per tutta la sera i Malandrini giocarono a Cadaveri Eccellenti e altri giochi di carta e penna cercando di rilassarsi prima del weekend di studio che li attendeva l’indomani.  

“Lunedì, che splendido giorno per fallire in Pozioni.” Commentò Remus sarcastico a colazione, e il suo umore restò piuttosto nero fino a pochi secondi prima dell’esame. Il ragazzo era davvero teso e aveva ripassato ogni singola pozione tutto il weekend, anche James, Sirius e Peter non sembravano molto felici.  

“Almeno tu te la cavi in Pozioni.” Borbottò Remus a Sirius mentre prendevano posto per l’esame scritto. Alla fine controllarono le loro risposte sul libro e a quanto pareva nessuno di loro era a rischio bocciatura, per fortuna. Ma la parte peggiore doveva ancora venire; dopo un ripasso denso di tensione gli studenti del quinto anno furono messi davanti ad un calderone e cominciò la prova pratica. Star procedette il più lentamente possibile in modo che Remus, sempre accanto a lei, potesse copiare qualche sua mossa se si fosse trovato in eccessiva difficoltà. Alla fine i Malandrini tapparono le loro fiaschette fieri di aver raggiunto tutti dei risultati accettabili. 

Il giorno dopo i ragazzi erano di nuovo più rilassati, Cura delle Creature Magiche era per loro piuttosto divertente nonostante i tentativi del professor Kettleburm di procurare a tutti ferite indelebili. Andarono bene, tranne Peter che si scottò con un Fiammagranchio e finì in infermeria per tutta la sera. 

Mercoledì mattina affrontarono lo scritto di Astronomia, inutile dire che Sirius completò l’esame in tempo record e di nuovo si voltò verso Star sicuro che fosse l’unica altra persona in tutta l’aula ad aver concluso il compito. Infatti lei gli sorrise serena, la piuma posata sul banco. Sirius si perse qualche secondo di troppo negli occhi cobalto di lei e rimase piacevolmente sorpreso nel notare che la ragazza non aveva interrotto il contatto visivo, si guardavano ormai da molti secondi e... 

“Signor Black si volti!” Lo rimproverò la professoressa McGranitt sottovoce, il ragazzo piegò le labbra nel suo solito mezzo sorriso prima di mettersi seduto composto e Star dovette far leva sui suoi poter per non arrossire violentemente sotto lo sguardo interrogatorio della professoressa.  

Per l’esame pratico di Astronomia avrebbero dovuto aspettare il calar della notte così il pomeriggio ci fu l’esame di Divinazione, che nessuno di loro aveva scelto come materia. 

Giunse la sera e con essa l’ultimo esame. I Malandrini avevano costretto Remus a dormire qualche ora; la luna piena si avvicinava e per il ragazzo non era semplice restare alzato a lungo in quelle condizioni. Si diressero alla torre di Astronomia decisamente di buon umore, il cielo era sereno e limpido e la luna splendeva in cielo quasi completamente piena, il che fece passare il buon umore a Remus. Ognuno degli studenti prese posto vicino ad un telescopio; grazie alla solita regola di mettere vicini i più bravi Sirius e Star erano proprio uno accanto all’altra. Il loro compito era semplice: completare una mappa celeste muta, Sirius avrebbe potuto farlo senza nemmeno usare il telescopio. Gli esaminatori passavano tra gli studenti per controllarli e Star si godette per qualche secondo il piacevole silenzio attorno a lei e la luce delle stelle sulla sua pelle. Infine si mise all’opera. 

 

“Penso che l’abbiamo trovata. Ankaa, la fenice. Si, è perfetta.” 

 

Star alzò la testa perplessa, ma nessuno aveva parlato, era passato molto tempo dall’inizio dell’esame e lei aveva completato la mappa proprio in quel momento. Eppure era certa di aver sentito una voce... poi realizzò: era nella sua mente, erano i ricordi della notte in cui Sirius le aveva dato il nome di una stella. 

 

“Perché pensi che sia le stella giusta per me?” 

“Perché è raro vedere quella stella come è raro incontrare una ragazza come te. Entrambe siete speciali e uniche. E poi perché hai un po’ il carattere di fuoco della Fenice.” 

 

La ragazza puntò lo sguardo su Sirius quasi inconsciamente, era stupendo vederlo chino sulla mappa, le dita sottili che muovevano piano gli ingranaggi del telescopio, i capelli scuri che gli ricadevano sugli occhi grigi e luminosi, come le stelle.  

All’improvviso Sirius alzò la testa fissando dritto a sud. “Ankaa...” Sussurrò, poi si voltò rapido verso Star e lei non ebbe nemmeno il tempo di fingere di non star guardando nella sua direzione; colta in fallo.  

“Ritiro le mappe, restate fermi.” Annunciò la professoressa Marchbanks 

Pensò Sirius, gli occhi fissi nel cobalto. E Star lo sentì, quel pensiero. Il ragazzo probabilmente realizzò che la sua mente non era più un posto privato perché abbassò lo sguardo in fretta e si voltò per raggiungere gli altri.  

“Aspetta, Sirius...” Lo fermò lei con un sussurro.  

Il giovane tornò a guardarla; la luce delle stelle le donava davvero troppo. 

“Io...” Cominciò Star con il cuore che le batteva rapido fin quasi in gola.  

“Andiamo ragazzi! Abbiamo finito gli esami!” Esultò James avvicinandosi a loro e, solo quando i suoi due amici distolsero lo sguardo uno dall’altra imbarazzati, capì che aveva interrotto il momento perfetto.  “Ma insomma, voi potete restare ancora un po', no? Sembra che abbiate visto una stella molto particolare, vorrete parlarne, e osservarla meglio...” Provò James.  

Sirius lanciò un rapido sguardo a sud. “No, in realtà la mia stella preferita non si è vista stasera, peccato. Dai andiamo a festeggiare.” Commento allegro.  

La frase “la mia stella preferita” rimbombò nella scatola cranica di Star battendo sue e giù ogni volta che la giovane scendeva un gradino della torre. Avrebbe ucciso suo fratello. 

 

…........... 

 

Nei giorni successivi agli esami i Malandrini si godettero un po' di meritato riposo, quel sabato notte ci sarebbe stata la Luna Piena e vista la dose eccessiva di stress che Remus aveva subito a causa dei G.U.F.O., e anche un po' per l’incidente con Lily, nessuno sembrava in vena di scherzi, stettero semplicemente tranquilli sotto la loro betulla. Remus leggeva, Sirius, James e Peter chiacchieravano e spesso Star si toglieva le scarpe e camminava sull’acqua bassa in riva al lago.  

“...non credi anche tu, Sirius?” chiese James sorridendo ma non ottenne nessuna risposta; il suo amico era troppo impegnato a guardare la ragazza in riva a lago che, in un abitino dai colori pastello, si copriva gli occhi dal sole per salutare le sue amiche che chiacchieravano qualche metro più in là.  

“E va da lei!” Sbottò James. 

“Non se ne parla.” Replicò Sirius. 

“Felpato se non ti alzi domani notte assaggerai tutta la mia furia.” Lo minacciò Remus posando il libro per poterlo guardare negli occhi. 

Lunastorta, fai paura.” Constatò Sirius ma alla fine si sfilò scarpe e calzini e si alzò per raggiungere Star.  

Hei.” Fece lei chinandosi per toccare l’acqua con la punta delle dita e spruzzare sul viso del suo amico qualche gocciolina, facendo ciò si bagnò l’orlo del vestito.  

“Ti ringrazio, stavo morendo di caldo.” Commentò lui infilando i piedi nell’acqua fredda.  

“Tu hai sempre caldo, non è che c’entra con il fatto che ti trasformi in un cane?” Ipotizzò lei girando piano su sé stessa.  

“Non credo proprio.” Rise il ragazzo, senza nemmeno pensarci si ritrovò a prendere la sua amica per i fianchi sollevandola e girando con lei. Star rise piano inarcando la schiena; era stupenda.  

“Allora... ” Sirius la posò di nuovo a terra, avrebbe voluto parlarle della sera dell’esame di Astronomia ma lei prese a canticchiare e il ragazzo si sentì totalmente svuotato da ogni parola. “...ti va di cantare per me sta sera?”  

“Eh?” Fece Star, lui stesso era stupito della sua domanda, cosa gli era saltato in mente? 

“Cioè con me, questa sera potremmo andare nella Stanza delle Necessità e cantare insieme qualcosa... e insieme a James, e Remus, e Peter... ovviamente.” 

“Ovviamente...” Ripeté lei perplessa.  

“Siete davvero una coppia adorabile!” Commentò Sophai avvicinandosi a loro insieme alle altre ragazze del quinto e sesto anno.  

“Non siamo una coppia.” Rapida come la loro risposta data in coro, ai due Malandrini arrivò una stilettata dritta al cuore, quelle parole facevano male.  

“Certo, certo, come volete!” Li liquidò Sophia 

“Comunque domani sera quelli del settimo anno organizzano una festa in Sala Comune per la fine degli esami, e quindi abbiamo bisogno del tuo aiuto, Star.” Spiegò Ann. 

“Vi aiuterò volentieri ma non potrò esserci, Silente mi darà delle lezioni private per aiutarmi a controllare i miei poteri e non posso certo chiedergli di spostare una cosa simile, insomma, è pur sempre il Preside, no?” Rispose in fretta Star.  

“Oh, no! Che peccato!” Si dispiacque Marlene.  

“Però tu ci sarai, vero Sirius? Mi devi un ballo, ricordi?” Chiese Sophia 

“Io... bhe...” Il ragazzo cercò di inventare una scusa al momento ma Alice lo interruppe: “Se non ci sarai nemmeno tu sarà ovvio che uscirete insieme, quindi tanto vale dirlo subito.” 

“Non usciremo insieme.” Le assicurò Sirius 

“Scusate, dobbiamo dirlo agli altri.” Star afferrò il suo amico per un braccio e lo trascinò sotto l’albero. “Abbiamo un problema.” Annunciò poi ai suoi amici.  

“Non credo di volerlo sapere.” Sbuffò Remus, ma posò comunque il suo libro.  

“Questo sabato ci sarà una festa in Sala Comune, io ho trovato una scusa perfetta ma se non ci sarete nemmeno voi allora tutti si insospettiranno.” Riferì la ragazza.  

“Ma c’è la luna piena domani.” Commentò Peter.  

“Credo sia questo il problema.” Gli spiegò James riflettendo attentamente. “Allora, è certamente strano che noi non partecipiamo ad una festa ma non lo sarà se ci inventiamo una scusa, potremmo preparare uno scherzo per il giorno dopo così tutti saprebbero che non eravamo alla festa per architettare il tutto.” 

“Ok, ma comunque avremo bisogno di qualche ora la sera per organizzare lo scherzo quindi non arriveremo mai puntuali.” Ricordò loro Sirius 

“Non fa niente... il momento della trasformazione è... non mi piace che voi assistiate sempre. Comunque il lupo si ferisce da solo solamente quando si annoia, anche se arriverete un po' in ritardo non succederà niente. Dobbiamo stare attenti ora che i Serpeverde sospettano qualcosa.” Remus sussurrò il tutto a tono talmente basso che fecero fatica a sentirlo, era preoccupato, ovviamente, e i suoi amici non lo avrebbero certo messo in pericolo. 

“Va bene.” Acconsentì James. “Ma dobbiamo andare subito nella Stanza delle Necessità; abbiamo uno scherzo da ideare in meno di 36 ore.” 

 

 

….......... 

 

“Per l’ennesima volta, Ramoso, non ci sono incantesimi che facciano esplodere le cose ad un’ora prevista. Il concetto è semplice: o le fai esplodere subito o non le fai esplodere.” Ripeté nuovamente Sirius mentre rileggeva per la decima volta il capitolo “Esplosioni e Sradicamenti” del Manuale di Incantesimi.  

“Tu fai incantesimi che hanno una durata precisa! Come puoi non poterli fare iniziare quando vuoi?” Sbottò James ora rivolto a sua sorella.  

“La durata è un conto, prima o poi un incantesimo deve finire, ma per iniziarlo dovrei fermarmi e ritrasformarmi, e dovremmo essere nella Foresta Proibita perché va bene distanti ma dalla Stamberga Strillante potrei sbagliare qualcosa.” Rispose lei.  

“Va bene, allora ritrasformati. Non ci succederà niente per cinque minuti.” La pregò James. 

“Lo spero per voi, se vi fate ammazzare da Remus allora io vi ammazzerò.” Sbuffò Star. 

Sirius stava per replicare qualcosa ma venne interrotto dalla ragazza che ricominciava a parlare.  

“Comunque sta sera dobbiamo intasare qualche gabinetto dei sotterranei, e poi dipingere le pareti, io nasconderò tutto con un incantesimo di disillusione e verso le quattro di mattina farò esplodere i bagni, ci metteranno un po' ad allagare la Sala Comune dei Serpeverde ma per le 6 dovrebbero avere acqua di fogna fino alle caviglie.” Decretò lei.  

“Sapete che questo piano implica che Lily vi toglierà dei punti e vi farà punire, giusto?” Ricordò loro Remus 

“Non abbiamo paura.” Lo rassicurò Peter.  

“Sempre meglio una punizione della McGranitt che un certo Serpeverde scopra troppo.” Borbottò James.  

“Bene, abbiamo tre ore, che facciamo?” Domandò Sirius sprofondando su una morbida poltroncina.  

Bhe... per Remus è ora di andare in infermeria, possiamo accompagnarlo io e Peter mentre voi pensate bene a cosa dipingere sui muri... infondo siete voi due gli artisti.” James non fece nemmeno in tempo a finire la frase che Remus e Peter erano già balzati in piedi e si apprestavano ad andarsene. 

“Ok, ma...” Star cercò di protestare ma i suoi amici erano già spariti e l’avevano lasciata sola con Sirius, che stava fissando la porta perplesso, quanto lei, dalla fretta degli altri. 

Il ragazzo fece spallucce e si diresse al tavolino, prese una penna e un foglio e cominciò a tracciare una rapida bozza della scritta da fare sul muro. 

“Dal momento che avete paura del mostro sotto il letto, vi aiutiamo accendendo la luce, buona notte principessine." Lesse Star da sopra la spalla di lui, e ridacchiò.  

Sirius era intento a disegnare una coroncina che completasse la sua opera e prese a canticchiare.  

“Sembra una bella canzone... vorresti suonarmi quella che hai composto il mese scorso?” Chiese lei. 

“Non l’ho mica composta per te.” Sbottò il ragazzo allarmato, ma poi si rese conto di essere suonato solo scortese.  

“Lo so... è solo che mi piaceva... mi è rimasta in testa, e di solito se una canzone mi rimane in testa o la ascolto di nuovo o finisco per odiarla e … non vorrei insomma...” Spiegò Star imbarazzata.  

“Mi dispiace... va bene, te la faccio risentire se vuoi.” Sirius andò a sedersi sullo sgabello di fronte al pianoforte.  

“Non devi sentirti obbligato...” 

“Siamo amici, mi fa piacere. E poi sei una grande sostenitrice delle mie canzoni, come posso privarti di riascoltarle?” Il ragazzo lasciò che un angolo delle labbra gli salisse verso l’alto nel suo tipico mezzo sorriso Malandrino. 

“Spero che con il termine grande sostenitrice tu non stessi sottintendendo groupies.” Sbuffò la ragazza.  

“Non mi permetterei mai.” Replicò lui, ma il suo sorriso diceva tutt’altro, prima che lei potesse replicare, però, lui cominciò a suonare.  

We both lie silently still 
In the dead of the night 
Although we both lie close together 
We feel miles apart inside 

Was it something I said or something I did 
Did the words not come out right 
Though I tried not to hurt you 
Though I tried 
But I guess that's why they say 

Il giovane cantò e si sorprese di quanto facessero ancora male quelle parole. Fu a sorpresa che una volta arrivato al ritornello Star cantò al posto suo: 

Every rose has its thorn 
Just like every night has its dawn 
Just like every cowboy sings his sadsad song 
Every rose has its thorn 

Lei si era seduta di nuovo sul piano e lui non poteva fare a meno di guardarla, poi proseguì intonando: 

Yeah it does 
listen to our favorite song 
Playing on the radio 
Hear the DJ say loves a game of easy come and 
Easy go 
But I wonder does he know 
Has he ever felt like this 
And I know that you'd be here right now 
If I could have let you know somehow I guess 

Nuovamente Star prese a cantare ma questa volta Sirius non si sorprese e non smise, fu così che si ritrovarono a intonare insieme il ritornello: 

Every rose has its thorn 
Just like every night has its dawn 
Just like every cowboy sings his sadsad song 
Every rose has its thorn 

Though it's been a while now 
I can still feel so much pain 
Like a knife that cuts you the wound heals 
But the scarthat scar remains 

Il giovane smise piano di suonare, non aveva intenzione di proseguire oltre, quelle parole lo ferivano troppo. La ragazza invece lo fissò negli occhi e canticchiò: 

“I know I could have saved a love that night 
If I'd known what to say 
Instead of makin' love 
We both made our separate ways” 

“A proposito... l’altra sera alla torre di Astronomia...” Disse subito lei appena finì la strofa. 

“Mi è tornato in mente un ricordo del primo anno, pensa che strano...” La interruppe lui.  

“Si lo so, anche a me... quello che volevo dire è che...” Riprovò Star, ma Sirius avvicinò il viso al suo con uno scatto repentino. “Sei agitata?” Le chiese.  

“No!” Sbottò la giovane.  

Il ragazzo la guardò sospettoso. “Hai un lieve e terribilmente delizioso segno di rossore qui sul naso...” Notò riducendo lo spazio tra loro. 

Sirius...” Lo chiamò lei.  

Si guardarono negli occhi, blu cobalto contro quel grigio così luminoso. Il cuore di entrambi batteva a mille. Star pensò che era quello; era il momento giusto, solo tre parole poi avrebbe potuto sapere cosa provava Sirius per lei. Si concentrò al massimo, poteva farcela:  

“James sei tu?” Non erano quelle le parole che voleva dire, affatto, ma aveva sentito la porta aprirsi appena a richiudersi di scatto. Subito dopo la sua domanda James e Peter entrarono nella stanza con aria colpevole. La ragazza lanciò uno sguardo a Sirius prima di raggiungere gli altri due suoi amici, il ragazzo si era allontanato e guardava ostinatamente i tasti del piano. 

“Qui è tutto pronto, andiamo?” Domandò lei.  

Ramoso sorrise. “Certo, andiamo. Dobbiamo dipingere bene i muri dei sotterranei ed è meglio se lo facciamo intanto che tutti sono a cena.” 

“Ma io posso andare a cenare, vero?” Fece Peter preoccupato.  

Il viso del giovane Potter si illuminò. “Ma certo! Io e te andremo a cena e subito dopo intaseremo i bagni, nel frattempo Sirius e Star si occuperanno dei dipinti, ci ritroveremo protetti dall’ombra della foresta proibita e poi attraverseremo il passaggio sotto il Platano. Va bene?” 

Star non scoprì mai se Sirius aveva qualcosa da ridire o meno perché suo fratello li incitò ad andare nei sotterranei spingendoli quasi di peso fuori dalla Stanza delle Necessità. 

“Quindi dipingiamo tutto e poi tu ti occupi di disilludere la vernice, giusto?” Ricapitolò Sirius camminando con le mani nelle tasche accanto a lei. 

“Esatto. Usiamo moltissimo rosa, ne saranno entusiasti.” Commentò lei. 

Il ragazzo ridacchiò. “Sicuramente.” 

Proseguirono verso la loro destinazione continuando a parlare della malefatta che stavano per mettere in atto, nessuno dei due tornò su quello che era successo solo qualche minuto prima.  

Lavorarono in silenzio cercando di essere il più svelti possibile, Star disilludeva la vernice mano a mano in caso che qualcuno fosse passato di là. Purtroppo non avevano pensato a disilludere loro stessi e quando sentirono avvicinarsi un gruppetto di ragazze Sirius fece quello che Sirius faceva sempre in situazioni simili: la prese per la vita e la mise spalle al muro posando le labbra a pochi centimetri dalle sue e nascondendo i visi di entrambi con ciuffi dei suoi capelli.  

Il gruppetto li superò ridacchiando. “Ma quelli erano Black e la Deran? Ma allora stanno insieme davvero?” 

“A quanto pare si nascondono dai loro amici qui nei sotterranei, forse non vogliono che si sappia.” 

“Se non volevano si sapesse si sarebbero staccati...” 

Sentendo quelle chiacchiere Sirius le passò una mano dietro la testa e fece completamente aderire il suo corpo a quello di lei. Stretta così tra le sue braccia Star non riusciva assolutamente a pensare ad un motivo per filarsela. 

“A me sembrano troppo impegnati per far caso a noi.” Rise una ragazza, subito dopo svoltarono finalmente l’angolo e il ragazzo si staccò dalla sua amica ad una velocità impressionante.  

“Credo che dovresti disilluderci.” Le fece notare completamente calmo. 

“Eh?” Star si maledisse; aveva un centinaio di risposte più intelligenti, tra cui “Avrei potuto disilluderci anche prima se tu non mi avessi assalita!”, ma il suo cuore si rifiutava di darsi una calmata e lei sentiva terribilmente caldo, anche in posti che di solito non si scaldavano. 

“Tutto bene, meraviglia?” Sirius le sorrise malandrino spostandole una ciocca di capelli dalla spalla.  

“Si, certo.” Sbottò lei.  

“Perché sembri parecchio confusa, pensavo ti fossi abituata a fingere certe cose.” 

“Ero abituata, ma credevo che visto che te ne sei andato di casa mi sarei potuta riappropriare del mio diritto di farmi sbattere al muro da un ragazzo che effettivamente mi piace. Invece no.” Replicò Star acida.  

“Wow, quindi io non ti piaccio?” Si finse offeso lui. 

Pensò Star. “Non sei il mio tipo.” Ribatté. Stupido orgoglio. 

“Farò più attenzione allora.” Rise Sirius 

La ragazza borbottò qualcosa che somigliava ad un “Sarà meglio.” e poi applicò su entrambi un incantesimo di disillusione.  

“Io ho finito.” Annunciò il giovane poco dopo.  

“Perfetto, io ricontrollo alcune cose, tu raggiungi pure gli altri.” Riferì Star. 

Sirius seppe di essere ritornato visibile dalla sparizione della fresca sensazione che di solito lo avvolgeva mentre era disilluso. “A dopo.” Disse prima di recarsi verso l’ingresso. Il sole stava calando velocemente quindi Remus si trovava con ogni probabilità già all’interno della Stamberga.  

“Cosa ci facevi tu nei sotterranei, Black.” La voce melliflua di Severus lo fece bloccare immediatamente.  

“Baciavo una bellissima ragazza, una di quelle cose che a te non capiteranno mai.” Rispose Sirius girandosi lentamente verso il suo nemico, erano soli. 

“Risparmiami un’altra delle tue stupide battute sui miei capelli, sei ripetitivo, Black.” Sbottò il Serpeverde. 

“Non è tanto per i tuoi capelli, o per il tuo naso enorme, o per il tuo orribile aspetto in generale che penso che non bacerai mai una ragazza, Mocciosus. E' più per l’atteggiamento.” Replicò Felpato. 

“E fammi indovinare; l’atteggiamento giusto sarebbe aggirarsi per la scuola con l’aria di chi possiede il mondo, ha una vita perfetta ed è sempre felice di infilare occhi di salamandra nei calzoni di qualcun altro? Non è un atteggiamento un po' troppo arrogante e irritante?” Sbuffò Severus 

Sirius ghignò. “Non credo che tu possa darmi lezioni su come ci si comporta, da che ne so hai pesantemente insultato la ragazza che ami da sempre appena la settimana scorsa.” 

Severus arrossì, non sapeva come Black conoscesse i suoi sentimenti per Lily, forse era solo un’'ipotesi, forse no, fatto sta che gliel’avrebbe fatta pagare. “Un giorno scoprirò perché il vostro amico sparisce così spesso e vedremo se sarai ancora così felice. Ci sono vicinissimo sai, infatti credo che questa sera ci sarà la luna piena, mi sbaglio? E non ho ancora visto il vostro amico in giro, piuttosto sospetto non trovi? Mi serve solo una minuscola prova e lo dirò a tutta la scuola; vi eviteranno come la peste, vi prenderanno in giro, forse il vostro amico sarà espulso e magari tutto ciò vi toglierà finalmente quei sorrisetti compiaciuti dalla faccia. Finirete nel fango anche voi, te lo posso giurare, e avere il mio aspetto non ti sembrerà poi tanto male quando vi accuseranno di aver coperto un mostro, un ibrido.” 

Al Grifondoro si congelò il sorriso sul volto, andava bene tutto, ma non quella minaccia verso RemusRemus non aveva fatto niente per meritarsi tutto quell’odio per meritarsi di essere messo alla pubblica gogna. E Mocciosus c’era davvero vicino, era questione di ore. Poi a Sirius venne un’idea malsana e il suo sorriso si allargò. “Vuoi davvero sapere dove va Remus? Perché non provi a scoprire cosa succede se premi il nodo sul tronco del Platano Picchiatore. Ah, e attento a non farti uccidere, sarebbe un peccato per i pidocchi che abitano i tuoi capelli.” Soddisfatto il ragazzo se ne andò lasciando che Severus corresse incontro alla sua sorte. Se era così disgustato dai Lupi Mannari, allora avrebbe imparato cosa si prova a essere nei panni di uno di loro, diventando uno di loro. 

“Oh, eccoti! E’ tardi, dobbiamo muoverci, dov’è Star?” James lo intercettò all’ingresso, aveva rischiato di finire addosso a Severus che usciva dal Castello di corsa ma non ci aveva fatto molto caso. “Credi che Mocciosus stia cercando di scappare dallo sporco?” Chiese scherzoso a Sirius. Peter rise di cuore. 

Il giovane Black infilò le mani in tasca. “Può darsi, ma non sa a cosa corre incontro.”  

James smise di sorridere e guardò il suo amico perplesso. “Che intendi dire?” 

“Ha insultato RemusJame... Ha detto che quando lo saprà lo dirà a tutti. Gli farà passare un inferno, lo sai! Ed è vicino, è vicino a scoprirlo. Si merita di condividere la stessa sorte, voglio vedere se proverà ancora a credersi superiore.” Raccontò Sirius 

“Cosa hai fatto? Dimmi esattamente cosa hai fatto!” James sembrava troppo agitato. 

“Credevo lo avresti trovato divertente, insomma, ti immagini come sarà per lui, senza amici?”  

Sirius!” Ora il giovane Potter era decisamente furioso. 

“Gli ho solo detto del platano, che vuoi che sia, magari non ha nemmeno il coraggio di entrare nel passaggio, oppure sbaglierà a premere il nodo e l’albero gli farà mangiare un bel po' di foglie o...”  

“O Remus potrebbe ucciderlo! Ti rendi conto di questo? Ci hai mai pensato?!” James si rivolse rapidamente a Peter, forse perché credeva che il cervello dell’altro suo amico fosse completamente andato in pappa. “Avverti Star, vado a fermarlo.” Poi partì di corsa nel parco.  

Quando giunse al Platano Picchiatore lo trovò ancora fermo, il passaggio appena visibile, vi si infilò rapido. “Moccios...Piton! Fermati cazzo, non è una buona idea. Fidati di me, lo dico stranamente per il tuo bene!” Prese a gridare senza smettere di correre. Forse era il vantaggio di conoscere ogni curva e ogni ostacolo di quel passaggio ma alla fine raggiunse Severus poco prima di sbucare nella Stamberga. “Fermati, è pericoloso. Non sto scherzando.” Lo avvertì. 

“Quindi Black non stava mentendo, se sei qui per fermarmi allora c’è davvero la risposta qui più avanti. Stavo quasi per credere di essere cascato in uno dei vostri stupidi scherzi.” Commentò Severus vittorioso.  

“Si, esatto è uno scherzo, uno scherzo molto molto pericoloso. Ora vieni via.” James cercò con cautela di oltrepassare il Serpeverde ma lo spazio angusto gli impediva questa manovra.  

“Non se ne parla, scoprirò la verità!” Severus si slanciò verso l’uscita, era terribilmente vicina e James lo seguì rapido; si ritrovarono in una stanza semibuia avvolta nel silenzio e, per un attimo, James pensò che erano salvi, poi un basso ringhio gli avvisò del fatto che non erano soli. Occhi infernali si posarono su di loro.  

“Scappa!” James afferrò Severus per un braccio e lo rispinse all’interno del passaggio che fortunatamente era troppo stretto per il lupo in quello stato di agitazione, ma sfortunatamente non troppo stretto per le sue zampe. Gli artigli perforarono la schiena di James ma il ragazzo non smise di correre e di spintonare Severus fuori da quel passaggio. Non si fermò nemmeno per un secondo e molto probabilmente anche il Serpeverde era abbastanza spaventato perché aveva preso a correre a sua volta. James sapeva che se determinato a catturarli Remus avrebbe potuto seguirli anche lì dentro e i suoni alle sue spalle gli facevano credere che se solo il lupo fosse stato meno accecato dal desiderio di catturare le sue prede li avrebbe già raggiunti, invece lo sentiva sbattere sulle strette pareti e inciampare sulle radici. Alla fine lui e Severus emersero dal Platano e vi si allontanarono con uno slancio mentre l’albero riprendeva ad agitare i suoi rami.  

“James!” Sua sorella lo raggiunse di corsa e lo aiutò ad alzarsi da terra. “Cosa hai fatto?! Oh, no, no no!” 

“Sto bene.” Cercò di rassicurarla lui ma i tagli dovevano essere piuttosto profondi perché Star lo guardò tristemente.  

“Nemmeno io potrò mandarli via del tutto, Jame...” La ragazza gli passò comunque la mano sulla schiena e James provò un enorme sollievo. Dopo aver dato le prime cure a suo fratello Star si voltò con una rabbia furiosa negli occhi. “Che ti è saltato in mente, si può sapere?!” 

Solo allora James notò Sirius e Peter qualche passo più in là. 

“Io...” Sirius fissava il sangue sulla camicia del suo amico con il terrore negli occhi. “Non volevo... non era mia intenzione...” 

“Sei un deficiente, un coglione, un cretino... sei proprio un idiota madornale! Cosa credevi che sarebbe successo? Poteva morire! James poteva morire!” Gli gridò contro lei. “Ora tu porti mio fratello da Madama Chips e ti assicuri che stia bene, e poi sarà meglio per te che fili immediatamente da Silente e a spiegargli perché sei completamente andato fuori di testa, e ti conviene che sia una spiegazione convincente perché io voterò per la tua espulsione, sappilo.” La rabbia non donava agli occhi cobalto, Sirius lo aveva sempre saputo, ma quella sera, nel vederla così furiosa per una cosa che aveva fatto lui, il ragazzo realizzò di essere davvero il più grande cretino sulla faccia della terra. Era giunta l’ora di crescere e smettere di farsi sempre soggiogare dal suo orgoglio, era giunta l’ora di riflettere davvero sulle sue azioni e sulle conseguenze che ne potevano derivare. Fu nel vedere l’ira di Star che Sirius prese finalmente la strada per essere un uomo, fu grazie a lei che capì che non bastava scrollarsi di dosso il suo cognome; avrebbe sempre avuto dei doveri, uno dei quali era prendersi le sue responsabilità.  

“Si, subito.” Disse abbassando la testa e avvicinandosi a James per aiutarlo a rientrare al castello.  

“E tu.” Proseguì Star puntando il dito contro Severus ancora steso atterra, pieno di piccole ferite ma complessivamente illeso. “Andrai immediatamente da Silente, e sarà meglio per te che ascolti ogni sua singola parola, e io lo saprò se non sei andato da lui, lo saprò e ti verrò a cercare. E non scherzo; io ti farò fuori nel peggiore dei modi. Vai, e non parlare con nessuno, non osare aprire bocca, o comunicare con chiunque in qualunque modo.” 

Severus si alzò alla svelta, quello che aveva visto lo aveva sconvolto abbastanza da avergli tolto tutta la voglia di rivelare il segreto di Remus. E quel che era peggio era che quell’arrogante di Potter lo aveva salvato, lo aveva salvato e lui non poteva negarlo. 

Star si chinò, prese una manciata di terra e se la gettò addosso. “Per questa sera è meglio se non mi segui, Peter, sarà piuttosto brutto.” Detto ciò bloccò i rami del Platano con un gesto secco della mano e poi entrò di corsa nel passaggio.  

Peter sentì chiaramente il ringhio del lupo prima che i rami dell’albero riprendessero a sferzare l’aria attutendo ogni rumore. Non si prospettava una bella notte per nessuno. 

 

…................. 

 

Il professor Silente fu costretto ad ascoltare per cinque minuti buoni Sirius e Severus che si gridavano contro i reciproci errori. 

“Quindi il signor Potter ha evitato che il signor Piton restasse ferito.” Chiese il preside a Peter che era riuscito a raggiungere i due e si era deciso a dare man forte al suo amico nonostante il suo orribile comportamento. Il ragazzo con gli occhietti da topo sapeva che il suo gesto sembrava molto nobile, ma era anche certo che nessuno lo avrebbe considerato tale se avessero anche solo sospettato che lui lo faceva perché il gruppo dei Malandrini non si sfaldasse. 

“Si, esatto.” Affermò Peter. 

“Molto bene, e il signor Potter come sta?” Chiese ancora l’uomo sbirciando verso la porta oltre le lenti dei suoi occhiali a mezzaluna come se potesse vedere l’infermeria da lì. 

“Star lo ha curato subito.” Mormorò Sirius, era evidente che avrebbe preferito essere accanto a James a implorare il suo perdono. Il pentimento del ragazzo si leggeva chiaro nei suoi gesti; in cinque anni di malefatte non aveva mai ammesso la sua colpevolezza, ne aveva chinato il capo in attesa di una sentenza, aveva sempre creduto di essere dalla parte del giusto, ma non quella volta.  

“Il suo comportamento mi sorprende non poco, signor Black. Ho sempre preso le sue difese in questi anni ma questo suo gesto esula da una qualunque malefatta; il signor Piton poteva essere gravemente ferito o peggio.” 

“Me ne rendo conto... non so cosa mi sia passato per la testa...” Sirius strinse i pugni e fissò con ostinazione le punte dei suoi piedi. “Mi dispiace.” Aggiunse, e dire quelle parole di fronte a Severus era quanto di più umiliante esistesse al mondo. Ma vedere James ferito, tutto quel sangue, il disprezzo negli occhi di Star... qualcosa si era mosso dentro di lui. 

“Io non credo che...” Cominciò il Preside.  

“Professor Silente, permette una parola?” Intervenne la McGranitt 

Silente la fissò stranito ma poi invitò con un cenno i tre ragazzi ad attendere fuori dalla porta per qualche secondo.  

“So che ne è già a conoscenza ma vorrei ricordale quello che ha passato il giovane Black in questi ultimi mesi. Se lo avesse visto agli incontri di orientamento... era talmente abbattuto, confuso e spaesato. So che non è una scusante ma non è di certo un periodo facile per lui, la signorina White mi ha confessato che, nonostante sia più sereno a casa Potter, Black sta vivendo tormentato dai sensi di colpa per aver abbandonato suo fratello e costretto l’amato zio a fare una vita da fuggiasco, senza considerare che per quanto odiasse i suoi genitori ha comunque rinunciato alla loro protezione, cura e affetto, non è semplice per nessuno e per essere arrivato a compiere un simile gesto deve aver sofferto molto.” La professoressa McGranitt parlò rapida e decisa.  

“Non è certo una scusante, ma concordo con Minerva. Questa situazione familiare sta influendo negativamente anche su Regulus, me ne rendo conto quando i miei studenti soffrono, e i due Black stanno soffrendo parecchio. In più Severus ha ammesso lui stesso che aveva un’idea di cosa stava andando ad affrontare, non si può certo negargli di avere una parte di colpa. Io stesso sono molto deluso dal suo comportamento, è uno studente modello, sapete? Certo nemmeno la sua situazione famigliare è semplice...” Aggiunse Lumacorno. 

“Signori, signori, vi prego... non ho intenzione di espellere nessuno se questa è la vostra preoccupazione.” I due Capocasa tirarono un sospiro di sollievo. “So bene quanto voi che entrambi i ragazzi coinvolti hanno alle spalle dei vissuti difficili e non permettere loro di concludere gli studi potrebbe portare a risultati catastrofici. No, sono dell’opinione che entrambi debbano essere tenuti al sicuro qui.” Detto ciò il Preside si schiarì la gola e con tono alto invitò i giovani a rientrare. 

“Le azioni di entrambi mi hanno profondamente deluso; questa sera avete fatto delle scelte sbagliate e sento che i risultati estremamente disastrosi vi abbiano già impartito una lezione. Innanzitutto devo mettere in chiaro che sono a conoscenza della condizione del signor Lupin, ovviamente, e che desidero che possa continuare a frequentare la scuola visto che fin ora non è stato un pericolo per nessuno, vi prego quindi di non rivelare ad anima viva della sua condizione.” Silente si fermò osservandoli con i suoi occhi azzurri finché tutti e tre non ebbero confermato di aver compreso l’obbligo. “Detto ciò sono certo che per voi sarà una punizione piuttosto efficacie dover lavorare insieme per riordinare la sala trofei, mi aspetto che collaboriate senza recarvi altri danni a vicenda, non tollererò altre scelte sbagliate da parte vostra. Infine credo dobbiate entrambi delle scuse al signor Potter a cui assegno trenta punti per la sua prontezza, mentre a voi ne toglierò cinquanta a testa.” Né Sirius né Severus protestarono. “Potete andare.” Concluse Silente. 

I tre si recarono silenziosamente in infermeria, ormai era notte fonda e quando bussarono Madama Chips li squadrò da capo a piedi.  

“Ci manda il professor Silente.” Spiegò Peter timidamente.  

La donna sbuffò ma li lasciò entrare.  

“Mi scuso.” Disse rapidamente Severus ad un James mezzo dormiente.  

“Allora è vero!” Lily sbucò fuori da dietro la tenda chiusa di un letto poco più in là. 

“Lily... possiamo parlare, per favore?” La pregò il Serpeverde. 

La rossa lo guardò con sospetto, poi lanciò uno sguardo a James ricordandosi quello che le aveva rivelato prima dell’esame pratico di Difesa Contro le Arti Oscure. “Va bene.” Acconsentì la ragazza e si recò fuori con Severus 

Mocciosus ha appena detto che gli dispiace.” Notò James con un sorrisino compiaciuto, era visibilmente stanco segno che Madama Chips gli aveva dato qualcosa per dormire meglio.  

“James...” Iniziò Sirius mentre Peter si sedeva preoccupato accanto al suo letto.  

“Non sono molto arrabbiato con te...” lo bloccò il ragazzo ferito. “...non quanto Star almeno. Lei è furiosa, e la sento fin da qui.” 

“Fa bene... e tu...?” Mormorò Sirius. 

“Non ti odio. Forse avrei reagito male anche io se Mocciusus avesse insultato Remus davanti a me, di nuovo... ma... quello che tu hai scelto di fare?” 

Sirius guardò fisso a terra.  

“Sai quanto Remus odi la sua situazione e tu hai rischiato di fargli uccidere una persona. Capisci il peso che si sarebbe trovato addosso?” 

“Ovviamente lo so... James... mi dispiace, mi dispiace davvero! Non capisco cosa mi sia passato per la mente!” 

“Forse ti sei solo lasciato accecare dalla rabbia perché temi che anche Regulus sia così.” Ipotizzò Peter.  

Il silenzio calò tra loro, teso e freddo. 

 

….......... 

 

Nel frattempo Lily e Severus avevano ormai percorso più volte il corridoio, come anche i ricordi della loro amicizia.  

“Non volevo dirlo, davvero Lily, è che credevo che fossimo amici!” Si lamentò Severus per l’ennesima volta. “Credevo di essere il tuo migliore amico!” 

“Lo eri, Severus, ma già da prima non mi piaceva la gente con cui vai in giro! Scusa ma detesto Avery e MulciberMulciber! Che cosa ci trovi in lui? Fa venire i brividi! Lo sai cosa ha cercato di fare a Mary Macdonald l’altro giorno?” Lily raggiunse una colonna e vi si appoggiò, fissando il volto affilato e giallastro dell’amico. 

“Non era niente... era solo uno scherzo...” 

“Era Magia Oscura, e se pensi che sia uno scherzo...” 

“E quello che fanno Potter e i suoi amichetti?” Ribatté Severus arrossendo senza riuscire a nascondere il risentimento. 

“Cosa c’entra Potter?” Sbottò Lily. 

“Escono di nascosto, di notte. Ha qualcosa di strano, quel Lupin. Dov’è che va sempre?”  

“È malato.” Spiegò Lily. “Dicono che è malato...” Anche se dopo quello che era successo non era più certa di voler essere amica di Severus, mentirgli non era facile. 

“Tutti i mesi con la luna piena?” Domandò Severus. 

“Conosco la tua teoria.” Replicò lei, gelida. Severus era sempre stato così vicino a scoprire il segreto di Remus, sempre ad un passo dalla soluzione, e lei aveva cercato di rendergli difficile arrivarci. “Ma perché sei così fissato con loro? Che t’importa dove vanno di notte?” 

“Sto solo cercando di farti capire che non sono meravigliosi come tutti pensano.” 

“Ma non usano Magia Oscura.” Lily avrebbe dato qualunque cosa per dargli ragione come un tempo, ma in quel momento non ne aveva più voglia. In quel momento tutte le scuse di Star sembravano avere molto più senso. “E tu sei un ingrato. Ho sentito cos’è successo questa notte. Ti sei infilato in quel tunnel vicino al Platano Picchiatore e James Potter ti ha salvato da quello che c’è là sotto, qualunque cosa sia...” La mente della ragazza fu attraversata per un attimo dall’orrenda visione di Remus che ritornava alla normalità con le mani sporche del sangue di Severus 

Il volto di Severus si contorse in una smorfia. “Salvato? Salvato? Credi che abbia fatto l’eroe? Stava salvando  stesso e anche i suoi amici! Tu non... io non ti permetterò...” Farfugliò lui. 

“Permettermi? Permettermi?” Gli occhi verdi di Lily erano ridotti a due fessure. 

“Non volevo dire... è solo che non voglio che ti prendano in giro... gli piaci, tu piaci a James Potter!” Sembrava che le parole gli venissero strappate contro la sua volontà. “E non è... Tutti pensano... Il Grande Campione di Quidditch...” 

“So benissimo che James Potter è un arrogante” Lo interruppe. “Non ho bisogno che me lo dica tu.” Lily cercò di non pensare al fatto di aver pronunciato per ben due volte “James”. “Ma il modo di divertirsi di Mulciber e Avery è malvagio. Malvagio, Severus. Non capisco come fai a essere loro amico.” 

“Ancora questa storia? Tu sei amica di qualcuno di molto più pericoloso!” Sbottò Severus 

Lily storse la bocca. “Sai, è solo per quello che ha detto James Potter che ora sto parlando con te. Invece avrei dovuto ascoltare Star. Lei mi aveva avvertita, mi aveva detto che non te ne accorgi nemmeno. Mi hai chiamata sporca Mezzosangue... e ti aggiri per i corridoi di notte a fare cose molto più losche di Potter e i suoi amici e vuoi sapere perché lo so? Perché sono uscita con loro un paio di volte e mi sono divertita. Si, divertita! Non avevo paura per il mio sangue sporco, non dovevo sentirmi inferiore o in pericolo. Mi sono allontanata da te perché mi sento sempre...” 

“Non dirlo, non sei inferiore, non c’è niente che non vada in te...” Balbettò Severus 

Sev...” Mormorò lei, aveva appositamente usato quel nomignolo e sapeva che sarebbe stata l’ultima volta. “Non voglio più vederti, sarà impossibile in realtà, ma non ti parlerò più, non voglio più avere niente a che fare con te. Ora non siamo più amici.” 

Mentre Lily gli voltava le spalle Severus si sentì sprofondare il cuore fino allo stomaco. “No, ti prego.” La supplicò.  

Lily si girò a guardarlo. “No, ho preso una decisione. Non posso più volerti bene. Finisce qui la nostra amicizia.” 

“Ti prego...” 

Lily non disse altro, non una sola parola, si asciugò le lacrime e tornò in infermeria.  

“Quando sarà qui Star?” Chiese rivolta a James che stava sussurrando qualcosa a Sirius. Il ragazzo la guardò. “All’alba.” 

“Potreste dirle che le vorrei parlare?” Mormorò lei.  

“Certo, ma ti conviene dormire, ci metterà un po' ad occuparsi di me.” Borbottò Sirius con un sorriso teso non da lui.  

Lily annuì e fece per andarsene ma poi si ricordò che Severus poteva ancora essere lì fuori ad attenderla così si sdraiò in silenzio su un letto distante dai Malandrini.  

“Se vuoi stare un po' in compagnia promettiamo di non essere troppo... fastidiosi?” Sussurrò James.  

“No... va bene qui.” 

 

…................. 

 

Il sole sorse e Star uscì dalla Stamberga prima che arrivasse Madama Chips. Corse a raggiungere suo fratello in infermeria e lo trovò steso comodamente sotto le lenzuola mentre Peter e Sirius dormivano con le teste poggiate sul suo letto. In quello accanto riposava Lily, Star sorrise convinta che fossero stati i suoi amici a convincerla a non isolarsi. Come c’erano riusciti sarebbe rimasto un mistero.  

Hei...” La ragazza accarezzò James dolcemente. “Come stai?” 

“Piuttosto bene” La rassicurò James svegliandosi con un sorriso sulle labbra. Lei lo costrinse comunque ad alzarsi a sedere per potergli osservare la schiena.  

Jame…” Mormorò poi dispiaciuta abbracciandolo. “Ero così preoccupata per te e …” Fu in un battito di ciglia che Star scaraventò Sirius contro lo schienale della sedia. Il ragazzo di sveglio di soprassalto e la fissò per un secondo offeso, poi si ricordò. “Come osi?! Come osi stare qui con lui e dormire dopo quello che hai fatto? Come ti è saltato in mente? E Silente ha pure avuto il coraggio di non espellerti! E ringrazia la McGranitt e Lumacorno per questo. Io sono allibita! Sei un cretino! Un coglione! Un… non so come descrivere la tua immensa stupidità! Cosa pensavi?! Che sarebbe stato divertente?” Le sue urla svegliarono anche Peter e Lily che presero a fissarla straniti. 

“Io…” Mormorò Sirius. 

“Io cosa? Cosa?! Hai messo in pericolo la vita di una persona, che ti piaccia o no. E hai messo per sempre in pericolo Remus. Sai cosa vorrà dire per lui adesso vivere questi ultimi anni con la paura che Severus riveli tutto a tutti? 

“Silente glielo ha proibito.” 

“Silente ci ha proibito moltissime cose eppure noi le facciamo lo stesso, mi pare. E una volta che saremo usciti da Hogwarts? Chi gli proibirà di rendere la vita di Remus un inferno?” Sbottò Star, poi si voltò verso suo fratello. “E tu? Tu lo hai perdonato? Così?”  

“Non ho mai detto di averlo perdonato... è solo che... credo che lo avrei fatto anche io.” Replicò James. 

“No, non è vero! Per quanto odi Severus. Per quanto avrebbe potuto dire di sbagliato su di me o su di Remus tu lo avresti sfidato, schiantato, picchiato, ma non questo. Non avresti mai permesso che il peggior incubo di Remus si avverasse.” Star si fermò un secondo a prendere fiato. Era davvero fuori di sé e il potere delle Deran che le correva sotto la pelle era quasi visibile. “Lui si ricorda quello che ti ha fatto. Hai la più pallida idea di come si senta? Sai che non lo dimenticherà mai! Abbiamo passato anni! Anni a fargli capire che non è un mostro, che poteva controllarlo, e ora ti ha ferito! Ed è tutta colpa sua.” La ragazza puntò il dito contro Sirius tornando a guardarlo. 

Il giovane Black abbassò lo sguardo. “Ora sei furioso anche tu.” Sussurrò. 

James si stupì ma era vero. La sera precedente era stato arrabbiato mentre correva per salvare Mocciosus ma una piccola parte di sé gli diceva che se lo sarebbe meritato. Poi aveva visto Remus e si era sentito impotente e in pericolo e non aveva più pensato a nulla. Eppure adesso era chiaro come il sole che lui non lo avrebbe fatto, per questo nonostante odiasse Mocciosus era corso da lui. Non lo avrebbe fatto. Non avrebbe preso così alla leggera quella cosa. Era questo che significava crescere? Lui era cresciuto e Sirius no? Sirius. Come gli era saltato in mente? La rabbia aveva preso a ribollirgli dentro.  

Il rumore di uno schiaffo sonoro interruppe i suoi pensieri. Star era immobile, la mano ancora in aria, lo sguardo gelido, e sulla guancia di Sirius si allargava una macchia rossa che James sapeva gli stava bruciando dentro. Dentro dove Sirius amava Star e lei era la cosa più importante della sua vita, e ora lo odiava. “Sparisci.” Intimo la ragazza.  

Sirius si alzò in silenzio. I capelli scuri gli ricadevano sul viso ma James poté vedere qualcosa brillare appena sotto le prime luci del giorno. Il ragazzo se ne andò. 

Nella stanza rimase un’atmosfera pesantissima che peggiorò ulteriormente quando Remus entrò accompagnato da Madama Chips. La donna li guardò tutti di sbieco e loro dovettero spiegarle che erano lì per James e Remus, infondo era pur sempre domenica mattina. 

Quando l'infermiera ebbe dato le ultime cure, e anche qualche barretta di cioccolato, al ragazzo controllò James e poi si ritirò nel suo ufficio.  

“Tutto bene?” Gli chiese subito James. 

“Si grazie a te.” Rispose Remus sistemandosi sui morbidi cuscini. “Star non ha voluto dirmelo… ma è stato Sirius, vero?”  

James e Peter deglutirono, Lily li guardava in silenzio; temeva che se avesse anche solo respirato troppo forte l'avrebbero cacciata e lei voleva sapere.  

“Si, è stato Sirius.” Rivelò Star dopo alcuni interminabili secondi.  

“Capisco.” Remus abbassò lo sguardo con un sospiro. “No, in realtà non capisco, perché lo ha fatto? L’ho ferito durante la luna piena e cercava vendetta? Non capisco.” 

Non ha pensato a te.” Mormorò Peter. 

Come scusa?!” Fece James, si sentiva stranamente arrabbiato, era ancora certo che da qualche parte nel suo cervello lui sapeva perché Sirius lo aveva fatto e lo capiva, ma da quando era entrata Star era troppo furioso per ricordarselo.  

“Non ha pensato a cosa sarebbe successo a Remus. Ha pensato solo a vendicarsi di Mocciosus, e ammetto che fargli provare in prima persona la sofferenza di Remus era una buona idea. Non ha pensato che stava rivelando il suo segreto, comunque Mocciosus lo sapeva già. Non ha pensato che Remus avrebbe potuto ucciderlo, nemmeno io lo avrei fatto… con noi è sempre così giocoso che… io non lo avevo mai sentito ringhiare come ieri sera… non pensavo fosse davvero pericoloso.” Spiegò Peter. In effetti lui aveva visto Remus al suo meglio e anche James e Sirius non avevano mai realmente affrontato tutta la rabbia del lupo da soli. C’era sempre Piumadoro. 

“Avrebbe dovuto pensarci.” Sbottò Star. 

All'improvviso James si illuminò. “Non è solo rabbia!” 

“Come?” Chiesero Peter e Remus perplessi.  

Il giovane puntò il dito contro sua sorella. “È da quando sei e entrata che mi sento così, pensavo fosse arrabbiato, e lo sono, ma non è solo questo: sei delusa! Sei delusa da Sirius per via di quello che provi per lui, non riesci ad accettare che possa aver fatto uno sbaglio così grande.”  

Star strinse le labbra. “Non avrebbe dovuto tradirci così... io mi fidavo, Remus si fidava! Ha rivelato un segreto troppo grande.” 

“Dovresti calmarti, le tue emozioni sono così forti da interferire con le mie, lo sai?” La pregò James.  

“Ne sono felice, così non lo perdonerai molto in fretta.” Sbottò lei.  

“Ma prima o poi lo perdoneremo, giusto?” Chiese Peter preoccupato.  

“Ci ha traditi tutti, non c’è garanzia che non lo rifaccia di nuovo.” Sussurrò Star, fissò fuori dalle ampie finestre dove il sole inondava il parco di Hogwarts, poteva essere una bellissima giornata... “Cosa devi dirmi, Lily?” 

 

******** 

 

Salve gente,  

mi dispiace avervi fato attendere così tanto. Mi metto subito a scrivere il prossimo capitolo.  

Volevo solo ringraziare tutti coloro che mi hanno scritto, o hanno commentato le mie storie, e si, anche quelli che mi hanno stressata per fare uscire il nuovo capitolo. Grazie. 

Ciao ciao 

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Capitolo 17
*** Amicizie e Cambiamenti ***


Lily guardò Star con un misto di paura e sorpresa negli occhi così la mora le fece cenno di uscire dall’infermeria insieme. Camminarono per i corridoi semi deserti in silenzio per un po'.  

“Come facevi a sapere che ho bisogno di parlarti?” Mormorò Lily.  

“Lo sapevo e basta... Severus?”  

La rossa si fermò all’improvviso. “Non voglio più avere niente a che fare con lui.”  

“Ne sei sicura?”  

“Si... è definitivo...” Lily fece una lunghissima pausa. “Ho perso anche il mio migliore amico adesso.” 

“Mi dispiace molto Lily, ma io e Remus ci saremo sempre per te. Promesso. So che non è molto ma...” Star non riuscì a finire la frase perché la sua amica la abbracciò con forza e, forse per la prima volta con una ragazza, la giovane Potter la strinse forte a sé. 

“Grazie.” Sussurrò Lily con le lacrime agli occhi. 

Le due ragazze si incamminarono verso la torre di Grifondoro. 

“E per quanto riguarda Sirius...” Cominciò la rossa dopo qualche minuto di silenzio. “...credi che odi Severus al punto da volerlo morto?” 

Star si bloccò nel corridoio. “Un giorno, a casa Black, Sirius era furioso con la sua famiglia. Non per come avevano trattato lui ma come si erano comportati con me... nei suoi occhi c’era tantissima rabbia... non lo avevo mai visto così, e diciamo che è sempre stato piuttosto arrabbiato. Sono certa che volesse fare loro del male, più male possibile. Ma non voleva ucciderli, ne sono sicura, anche se non scommetterei che non volesse farlo perché avrebbero sofferto troppo poco. In ogni caso so che non è una persona che ucciderebbe qualcuno volontariamente. La cosa che mi infastidisce è come si è comportato nei confronti di Remus...” 

“Ti infastidisce davvero il suo comportamento o solo il fatto che non riesci a trovare una motivazione per il gesto che ha fatto?” Commentò Lily.  

La sua amica dagli occhi cobalto riprese a camminare in silenzio riflettendo su quelle parole. Le piaceva sapere che i suoi amici avevano sempre una motivazione per compiere gesti che non approvava fino infondo. Era davvero questo che la turbava così tanto? 

“Leo Cor” Enunciò Lily e il ritratto della Signora Grassa si spostò lentamente.  

Salirono in dormitorio e furono entrambe sollevate di non trovare nessuna delle loro compagne.  

“C’è l’uscita ad Hogsmeade di fine anno oggi.” Ricordò Star. 

“Oh... io dovevo uscire con Reece.” Realizzò Lily mortificata. 

“Dovresti andare.” Star le sorrise. “Credo che ti farà bene distrarti.” 

La rossa annuì poco convinta. “E tu non esci con Kyle?”  

“Non oggi...  devo stare con James e Remus... hanno bisogno di me.”  

Lily abbracciò di nuovo la sua amica e poi lasciò che tornasse in infermeria. 

Star passò tutta la giornata a cercare di far sparire le cicatrici dalla schiena di James e a rassicurare Remus sul fatto che non aveva gravemente ferito nessuno e non si doveva, quindi, sentire in colpa. 

La sera lei e Peter scesero nelle cucine per prendere qualcosa di gustoso per i loro amici, Madama Chips non fu felice di vederli tornare carichi di torte e pollo con patate ma chiuse un occhio perché Remus era davvero di cattivo umore. Silente aveva riferito l’accaduto all’infermiera solo in tarda mattinata e da quel momento la donna aveva deciso di essere meno rigida nel far rispettare le solite regole, almeno per quel giorno.  

Sirius non si fece vedere, nemmeno la notte quando Madama Chips permise ai ragazzi di tornare nel loro dormitorio per riposare nei loro letti. Star restò con James ma non dormì, perciò sapeva per certo che Sirius non era rientrato alla torre. Il mattino seguente però, mentre i Malandrini si cambiavano per passare una giornata al sole, Sirius entrò nel dormitorio, fissò negli occhi Remus e poi James.  

“Mi dispiace.” Disse dopo aver preso un profondo respiro. “So che non sarà mai abbastanza ma vi chiedo scusa. Ho sbagliato e non so nemmeno... perché.” Il ragazzo avrebbe voluto dire altro, qualsiasi cosa. Nella Stanza delle Necessità quella notte aveva ripetuto mille e mille volte un discorso molto più convincente, ma in quel momento un nodo gli bloccava le parole in gola e un peso nello stomaco lo faceva sentire stordito. Star lo stava guardando e lui non aveva la forza di voltarsi verso di lei, di incontrare di nuovo quegli occhi cobalto così pieni di odio e disprezzo. Nessuno parlò, così Sirius si strinse un polso con una mano e attese ancora qualche secondo finché non sentì le lacrime farsi pericolosamente prepotenti. Uscì di corsa, convinto di aver rovinato ogni cosa: l’amicizia con Remus, il rapporto fraterno con James, e qualunque cosa sarebbe potuta nascere tra lui e Star.  

Star. Le lacrime gli rigarono il viso proprio mentre si rifugiava nella Stanza delle Necessità. Star... e quelle emozioni negative in quei perfetti occhi cobalto. La delusione, la rabbia... “Cosa ho fatto?” Mormorò Sirius, la voce rotta dal pianto, mentre si lasciava scivolare a terra portando le mani sul volto.  

Il giovane Black faticava a ricordare i dettagli di quei giorni passati a nascondersi per cercare di vedere i suoi ex amici il meno possibile, ogni volta che li incrociava non riusciva a guardarli negli occhi e scappava via... sembravano così felici senza di lui. Prese ad uscire dalla Stanza solo di notte, consapevole del fatto che se avesse incontrato James quello sarebbe rimasto a fissarlo con odio da sotto il suo mantello dell’Invisibilità, e gli andava bene purché non fosse costretto a vedere i suoi occhi nocciola oscurati dalla delusione. Traditore... lo era sempre stato. Le sue crisi giungevano all’improvviso, tutto ad un tratto si sentiva arrabbiato con sé stesso e doveva prendere a pugni qualcosa, qualunque cosa. Per sua fortuna la Stanza delle Necessità era sempre pronta a fornirgli un bersaglio su cui non si sarebbe ferito eccessivamente. I suoi amici continuavano a mancargli come l’ossigeno. Martedì sera Sirius si trasformò in cane per fare una corsa in libertà nel parco di Hogwarts. Tornando indietro passò di fronte alla torre dei Grifondoro, non sapeva nemmeno lui il perché di quella deviazione ma sapere di essere a pochi passi dai suoi amici lo faceva sentire bene. Almeno così credeva finché non sentì delle voci che lo costrinsero a nascondersi dietro una statua, e ovviamente quelle voci appartenevano a Star e Kyle.  

“Mi sei mancata domenica.” Le confidò lui.  

“Mi dispiace, avevo qualcosa di importante da fare, altrimenti non sarei venuta trovarti.” Gli assicurò.  

Kyle sorrise soddisfatto e si avvicinò al viso della ragazza per baciarla. Fu in quel momento che Sirius distolse lo sguardo e comprese: lei non si sarebbe mai innamorata di un traditore.  

 

 

…......... 

 

Giovedì mattina uscirono i risultati degli esami e Sirius decise di unirsi alla mischia di studenti per controllare i voti di Regulus, solo per curiosità, credendo che in tutta quella confusione nessuno lo avrebbe mai notato. Ma James lo vide; rimase a fissarlo finché Sirius non incrociò il suo sguardo per poi abbassarlo subito.  

“Posso parlarti?” Chiese il giovane Black a sorpresa.  

James annuì e insieme si diressero al dormitorio del quinto anno. Appena varcarono l’uscio Peter e Remus, seduti a scherzare nei loro letti, ammutolirono e Star scattò in piedi pronta ad uscire.  

“Aspetta ti prego.” Sirius alzò finalmente il viso e si costrinse a guardarla negli occhi, fu come beccarsi la più dolorosa delle Cruciatus di sua madre, anzi peggio. Un dolore così non lo aveva mai provato prima. Ma funzionò; Star rimase nella stanza.  

“Volevo solo dirvi che...” Il ragazzo si stritolò il polso, nervoso come mai prima di allora, ma prese tutto il suo orgoglio lo cacciò in un angolo remoto del suo cuore; voleva solo riavere con sé i suoi amici, non gli interessava niente altro. “Ho scelto il cane perché è fedele...credo. Eppure io non sono mai stato fedele alla mia famiglia. Ma ho scelto il cane perché con voi... con voi volevo esserlo, e sentivo di poterlo essere. Non mi sono mai sentito così bene come quando siete diventati miei amici, e mi dispiace. Mi dispiace se ho fallito. Non avevo nessuna intenzione di tradirvi e per me questa è una novità visto che anche se all’inizio non era colpa mia io ero consapevole di star tradendo gli ideali della mia famiglia, e una parte di me lo voleva, volevo essere un traditore. Ma adesso che ho fatto questo errore... io ho sbagliato, non ci sono scuse, e purtroppo non so nemmeno perché l’ho fatto... forse ero arrabbiato... forse volevo che Severus capisse cosa vuol dire essere nella situazione di Remus... non lo so, e non importa. La cosa importante è che mi rendo perfettamente conto di aver permesso ai miei sentimenti di governarmi e facendo così vi ho ferito. Mi dispiace Remus, mi dispiace...” Le lacrime rigarono le guance di Sirius e James fece un passo avanti senza nemmeno accorgersene. In pochi attimi Sirius si ritrovò circondato dalle braccia del suo amico. E subito dopo anche Remus lo abbracciò, questo sorprese profondamente il giovane Black e di fronte a quegli occhi grigi sgranati Remus sorrise dolcemente.  

“Un giorno ero davvero arrabbiato per la mia situazione... non riuscivo nemmeno a capire verso di chi provassi questo sentimento; ero arrabbiato con me? Con chi mi aveva fatto quello? Non lo so, fatto sta che all’ennesimo discorso di incoraggiamento dei miei genitori sono sbottato e ho detto loro che li odiavo, che era tutta colpa loro, che avrebbero dovuto proteggermi meglio. Non lo pensavo, non lo pensavo nemmeno con una piccola parte del mio cervello, e sapevo che una cosa del genere li avrebbe feriti talmente a fondo dal lasciare un segno indelebile... ma l’ho detto. Ho sbagliato. E ho fatto loro del male... se credi di essere l’unico a sbagliare stai facendo un altro errore... tutti sbagliamo Sirius. Tutti siamo arrabbiati e diciamo cose che non dovremmo dire. Io lo capisco, e sono felice che tu sia consapevole di quello che hai fatto.” Anche gli occhi di Remus si riempirono di lacrime.  

“Mi dispiace...” Mormorò Sirius abbracciandolo di nuovo.  

Peter trattenne a stento un urletto e corse felice ad abbracciare i suoi amici.  

Ma Sirius sapeva che non era finita lì; in piedi in un angolo della stanza con la testa bassa c’era ancora Star, le braccia conserte come a proteggersi.  

“Star?” Sussurrò James.  

“Sono lieta che Remus ti abbia perdonato.” Replicò lei fissando Sirius negli occhi. 

“Hai paura che io possa rifarlo... e lo capisco... ma non voglio più essere così arrabbiato... e per non esserlo ho bisogno di te... parlare con te mi fa sentire bene. In più... è giunta l’ora di crescere, prometto che mi prenderò le mie responsabilità e penserò sempre alle conseguenze delle mie azioni.” Proseguì Sirius, lei lo guardò ancora poco convinta. “Oh... e ovviamente ci penserò prima di fare qualcosa... promesso.”  

Star rise piano. “Si, pensarci prima è un ottimo piano.”  

Sirius sorrise felice; vederla di nuovo serena era quanto di più bello ci fosse al mondo, anche se non più bello dell’abbraccio di lei che ricevette subito dopo, e di quello di tutti i suoi amici insieme.  

“Dovremmo andare a festeggiare.” Propose Remus 

“Si, sono così felice di essere di nuovo con voi.” Concordò Sirius 

“Oh, io intendevo festeggiare il fatto che abbiamo tutti finito gli esami ma si... anche il fatto che sei di nuovo con noi va bene.” Spiegò Remus con un sorriso sghembo.  

E i Malandrini risero, insieme.  

Quella stessa sera, di ritorno nel dormitorio femminile, Star si ritrovò davanti a tutte le sue compagne del quinto e sesto anno. Ovviamente Alice e Sophia iniziarono subito a chiederle se avesse fatto pace con Sirius, e se fosse stato riammesso nel loro gruppo di amici. Star era sorpresa del fatto che le ragazze avessero notato quel litigio interno ai Malandrini e decise di rassicurarle, solo quando si fece tardi Lily le chiese di accompagnarla in Sala Comune per assicurarsi che nessun studente cercasse di sgattaiolare fuori dalla torre oltre il coprifuoco.  

“Son certa che non siamo qui solo per i tuoi doveri da Prefetto.” Esordì la mora appena furono sole nella sala accogliente. 

“Esatto... siamo qui perché voglio congratularmi con te per aver capito che i tuoi amici a volte sbagliano.” Replicò Lily.  

“Capisco... bhe, non è stato semplice, ma grazie per avermelo fatto capire.” Star si gettò su un divanetto felice ma poi la sua espressione si incupì. “Ma se sai che gli amici sbagliano...” 

Severus ha sbagliato troppe volte e la strada che sta prendendo... non si è pentito delle cose che ha fatto o detto agli altri... gli importa solo di me. E non gli interessa del male che fa alle altre persone.” Sbottò la rossa gettandosi su un divanetto. “Per questo non voglio più considerarlo mio amico... quella sera in infermeria ha chiesto scusa a tuo fratello ma... io so che lo disprezzava, lo disprezzava per avergli salvato la vita, capisci?” 

“James è stato il primo a perdonare Sirius...” Mormorò Star. “...è giusto che tu lo sappia. Ovviamente Sirius ha davvero capito l’errore che ha fatto, e io ne sono estremamente soddisfatta ma...” 

“Cerchi ancora di mettere in luce Potter e il suo buon cuore?” 

“No, il contrario. Cerco di farti capire che quella sera ha salvato più Remus che Severus... so che non lo avrebbe voluto morto, ma una parte di me sa che sia James che Sirius non si sentirebbero troppo male se Severus venisse ferito. E io non posso fare altro che concordare con loro, soprattutto dopo quello che ti ha detto... solo che...” 

“Senti. Io so benissimo che i tuoi amici non sono perfetti, non sono certo come te. E poi non mi interessa un gran che. Il fatto è che, invece di farsi da scudo con il corpo di Severus, tuo fratello si è preso gli artigli di Remus. Questo mi ha finalmente aperto gli occhi su tutte quelle cose che dicevi su di loro. Ma non cambia che Potter e Black siano due esseri per me estremamente fastidiosi, arroganti e pieni di sé.” La bloccò Lily.  

“Una perfetta descrizione di due persone a cui voglio bene, grazie.” Rise la mora, e solo in quel momento realizzò che Lily aveva appena perso il suo migliore amico e invece di sperare che tra lei e Sirius andasse male era lì a gioire del fatto che si era tutto sistemato. “Tu sei una persona estremamente preziosa, per me.” Sussurrò poi.  

La ragazza dagli occhi verdi la fissò perplessa per qualche secondo e poi rise. “Dai torniamo dalle altre, adoro vedere come usi i tuoi poteri per non far trasparire nessuna emozione quando ti fanno domande su Sirius.”  

Toccò a Star ridere. “Non avrei mai dovuto dirti così tante cose su di me.” 

“Penso anche io la stessa cosa ogni tanto, ma è questo che vuol dire fidarsi, no?” 

Le due amiche si sorrisero e risalirono le scale verso il loro dormitorio. I giorni ad Hogwarts giungevano alla fine e molti studenti non andavano di certo a letto presto, per questo motivo si trovarono a chiacchierare con le loro compagne ancora per qualche ora prima che tutte crollassero sfinite. 

 

................. 

 

Un paio di giorni più tardi i Malandrini erano radunati sotto la betulla in riva al Lago e la vita sembrava perfetta. Stavano osservando la Mappa cercando uno scherzo da poter fare prima di lasciare Hogwarts per quell’anno.  

“E’ da un po' che non andiamo al pontile.” Notò Remus. “Quest’anno faremo sempre il bagno da lì?” 

“Ovviamente!” Rispose Sirius svelto. “Ma hai ragione, non capisco perché ce ne stiamo qui in mezzo a tutta questa gente con la mappa aperta quando potremmo starcene al pontile e essere più tranquilli.” 

“A James piace stare qui così può guardare Lily passeggiare in riva al Lago.” Spiegò Star.  

“Non è vero! E poi, visto il suo odio per me, sto iniziando a guardarmi attorno; sono decisamente troppo bello per essere ancora single.” Replicò James.  

“Assolutamente si, Denise del settimo ha detto che uscirebbe con te...” Si intromise Peter, ma fu interrotto da un’incredula Star. “Hai anche un servizio di accoppiamento ora?” 

“Tesoro, non suona bene quello che hai detto.” Scherzò Sirius 

“Visto che hai rischiato grosso appena qualche giorno fa e che ti ho perdonato solo in virtù del fatto che ho un grande cuore, dovresti cercare di rispettare due regole basilari: non chiamarmi tesoro e non trovare doppi sensi in ogni singola frase che dico.” Sbottò la ragazza.  

James rise beandosi della ritrovata serenità tra i suoi amici, poi lanciò un rapido sguardo a Lily e un nodo gli attanagliò lo stomaco; lei non avrebbe mai smesso di odiarlo. 

“Potremmo dare una festa.” Propose Peter di punto in bianco.  

“E come potremmo usare la Mappa dando una stupidissima festa?” Domandò Sirius 

Peter si zittì per pensarci su ma a sorpresa di tutti intervenne Remus. “Potremmo usarla per fare dei piccoli scherzi ai professori. Spostare degli oggetti nei loro uffici mentre non ci sono, comparire più volte sul loro cammino facendo loro credere di star impazzendo... cose così.” 

James e Sirius gli lanciarono uno sguardo tra il perplesso e l’impressionato.  

Lunastorta!” Si stupì Star.  

“E’ un’ottima idea!” Si entusiasmò James.  

“Guardate, Lumacorno sta andando proprio ora a cena; se stiamo abbastanza veloci possiamo usare questi passaggi e tormentarlo per tutto il tragitto." Notò Sirius indicando la mappa.  

I ragazzi corsero rapidi verso i sotterranei e si assicurarono di salutare tutti il professore. Subito dopo presero un passaggio segreto e lo attesero appoggiati alla parete salutandolo di nuovo quando lui passò allegro accanto a loro. Il professore si voltò a controllare di aver davvero rivisto i cinque giovani ma loro erano già spariti e lui proseguì. Fu quando li incontrò nuovamente intenti a rimettere in piedi un’armatura che iniziò a sentire una strana sensazione tra il déjà-vu e la pazzia. Nel frattempo i Malandrini se la ridevano alla grande.  

“È stato divertente ma non possiamo fare questo con tutti gli insegnanti, la McGranitt non ci cascherebbe mai ad esempio.” Commentò James.  

“Questa notte ci impegneremo di più allora.” Promise Sirius 

 

…......... 

 

Il giorno dopo Minerva si recò nel suo ufficio e si sedette sulla sua sedia per preparare le lezioni per l’anno successivo. Purtroppo per lei la sua fidata penna non si trovava più al suo solito posto. Dovette cercarla per svariati minuti e la cosa la seccò parecchio dal momento che la sera si assicurava che tutto fosse in ordine prima di andare a letto. Piccole stranezze del genere accaddero per tutta la prima mattina e una volta giunta a colazione la professoressa realizzò di non essere l’unica ad aver avuto difficoltà nello svolgere il suo normale lavoro. La professoressa Sprite si era trovata tutti i vasi pieni di caramelle, Sinistra aveva dovuto cercare i telescopi ovunque fino ai sotterranei, il professor Vitious aveva trovato piume in ogni angolo del suo studio, Madama Chips si lamentava di lenzuola colorate di blu e così via. Ovviamente i Malandrini cercarono di far impazzire anche il professor Walker ma conoscendolo poco non sapevano bene cosa fare così gli nascosero tutti i completi mentre faceva la ronda e l’uomo fu costretto ad indossare degli abiti poco eleganti e poco adatti ad un professore.  

I Malandrini erano appena scesi a colazione per godersi il risultato della loro notte in bianco quando notarono un campanello di studenti radunato all’ingresso che parlottava preoccupato.  

“Che succede?” Chiese Remus al Prefetto di Tassorosso tra loro.  

“Hanno appena portato via il professor Walker, pare abbia avuto una crisi di nervi o qualcosa di simile.” Rispose quello.  

“Avreste dovuto vederlo, era tutto rigido e tremava.” Intervenne Ann lì accanto.  

“Era vestito molto strano questa mattina, forse lo stress.” Suppose Frank, il ragazzo di Alice. 

“Oh, no.” Mormorò Sirius. I Malandrini si sedettero a tavola con degli sguardi cupi e l’umore sotto le scarpe.  

“Non è stata colpa nostra.” Mormorò Star sollevata dopo qualche minuto.  

“Come lo sai?” Domandò Peter. 

Silente mi ha lasciato leggere nella sua mente per farmi sapere che ciò che è accaduto non c’entra con noi.” Sussurrò la ragazza dopo aver controllato di non poter essere sentita. 

“Silente ti permette di fare questo?” Si sorprese James.  

“Credo abbia capito che ci sentivamo responsabili.” Spiegò lei. 

Dopo quel momento la colazione dei Malandrini riprese in allegria. L'unico componente con uno sguardo cupo era Sirius, il quale stava fissando suo fratello seduto al tavolo di Serpeverde che ascoltava con attenzione qualcosa che Avery stava dicendo.  

“Non guardarlo.” Sirius si rese conto che James, Remus e Peter stavano ancora ridendo e scherzando tra loro, per questo si sorprese di vedere che invece Star lo stava fissando intensamente. Era seduta di fronte a lui quindi Sirius non capiva bene come avesse fatto a comprendere chi era il soggetto del suo sguardo tenebroso. Ma infondo era pur sempre Star, quindi non c’era molto da stupirsi. “Sento il tuo corpo aumentare di temperatura sempre di più. Sei come un bollitore pronto ad esporre quindi smettila di guardarlo.” Proseguì lei sottovoce.  

“Lui diventerà uno di loro. La mia famiglia… lui è fiero di farne parte, è fiero del suo sangue.” Borbottò Sirius. 

“Non abbiamo più allagato i sotterranei.” Cambiò argomento Star alzando il tono di voce in modo che anche gli altri Malandrini potessero sentirla. Il ricordo di quella notte era ancora vivido e spiacevole nelle menti di tutti ma allagare i sotterranei e mostrare a la loro opera era ancora un'idea piuttosto allettante. Forse ancora più di prima. Con la mappa avrebbero potuto effettuare il piano senza lasciar fare tutto a Star e senza che nemmeno uno studente li vedesse.  

James sorrise ma poi si voltò verso Sirius notando che l'idea di sua sorella non aveva sortito il risultato sperato; il giovane Black continuava ad emanare ondate di odio, dopo qualche secondo, però, alzò gli occhi e rispose “Facciamolo.” e purtroppo qualcosa nel suo tono non prometteva bene.  

 

…… .  

 

James aveva la Mappa stampata in mente quindi lui agì da solo e prese il Mantello. Remus e Peter chiesero a Lumacorno ripetizioni di Pozioni per tenerlo impegnato e Star e Sirius presero la Mappa in modo da poter evitare di essere visti.  

La parte più geniale del piano fu che quando i sotterranei cominciarono ad allargarsi James si trovava in Sala Comune con dei ragazzi del secondo anno ad aiutarli in Trasfigurazione, Star e Sirius erano in biblioteca e Remus e Peter stavano salutando il professor Lumacorno. Horace notò, infatti, che i corridoi si stavano velocemente riempiendo di acqua maleodorante ma prima che potesse avvisare qualcuno si ritrovò a fuggire da un'onda anomala. Il professore riuscì a salvarsi salendo nell'atrio ma molti Serpeverde non ebbero la stessa fortuna. Severus stava camminando verso il dormitorio quando fu investito, l’acqua spazzò via l'incantesimo disillusore di Star e i muri si tinsero di rosa, la frase di scherno ideata da Sirius che campeggiava accanto a disegni di fatine e principesse, dopo di che le torce si accessori di nuovo da sole sprigionando molta più luce del solito. Era stato Sirius a trovare l'incantesimo della luce solare e a illuminare i sotterranei con decine e decine di piccoli soli che ferirono gli occhi di molti Serpeverde abituati alla luce fioca. I Malandrini avevano sicuramente aiutato i loro compagni a non avere più paura del buio.  

James si diresse nell'atrio ad osservare i Serpeverde scappare dalla loro tana con la scusa di incontrarsi con Remus e Peter, usò lo specchietto per mostrare anche a Star e Sirius il risultato del loro scherzo e i due si beccarono un'occhiataccia da Madama Pince quando non riuscirono più a trattenere le risate.  

“Imparare è divertente!” Replicò Sirius, ottenendo solo che la bibliotecaria gli facesse un gesto brusco per intimargli il silenzio. 

“Andiamo alla betulla, gli altri ci aspettano.” Propose Star in un sussurro.  

Sirius annuì e la ragazza si tranquillizzò; non era successo niente di grave. Purtroppo per lei Regulus entrò in quel momento in biblioteca recandosi svelto verso di loro, era asciutto ma maleodorante.  

“Siete stati voi.” Sbottò poggiando le mani sul tavolo.  

“A fare cosa?” Mentre Sirius rispondeva tranquillo Star fece sparire dalla mappa aperta sul tavolo, sulla quale stavano osservando i puntini dei Serpeverde scappare come formiche impazzite, ogni traccia di inchiostro 

“A fare quello che è successo nei sotterranei, lo so per quella frase.” Ribatté Regulus 

Sirius sorrise freddo. “Se hai capito la nostra risposta allora sai cosa l'ha scatenata, sbaglio?”  

“So che Severus continua a blaterare di Remus e la sua malattia, e che AveryMulciber Nott hanno pensato di colpire l'anello debole tra di voi. Ma ora mi sono stancato.” Gli occhi grigi di Regulus si puntarono su quelli di suo fratello e Star rimase in disparte, inerte, senza poter fare altro che notare quanto si assomigliassero quei due. “Ma il fatto è che tu oggi hai appena ricoperto di acqua del cesso ritratti e averi che la nostra famiglia ha lasciato a questa scuola, come se il tuo tradimento non ci avesse già abbastanza gettati nel fango. Dovevi essere l'erede dei Black e sei scappato, non capisci che colpo è stato per la famiglia? Non ti rendi conto che…” 

“Per l'immagine della famiglia vorrai dire.” Lo interruppe Sirius con tono duro. “L’unico motivo per cui mi tenevano in casa anche dopo che sono diventato un Grifondoro era proprio la paura di fare una brutta figura con le altre famiglie Purosangue no? Alla fine il Cappello a volte fa quello che vuole, ma perdere il primo genito di Orion e Walburga sarebbe stato un disonore. Ecco perché continuavano a volermi a casa, a costringermi a sottostare alla regole, a sposarmi con una bellissima Purosangue di qualche importante famiglia. Come le Deran, no? Quanto lustro avrei portato se avessi sposato l’ultima discendente di una così antica e nobile famiglia! Era solo questo che importava, ed è ancora solo questo che importa a loro, non capisci?” 

Regulus batté le mani sul tavolo. “No! Non capisco. Io capisco loro, e tu ci hai portato solo vergogna. Stiamo molto meglio senza di te.” 

“Vogliono aiutare Voldemort, non è vero?” La domanda di Sirius bloccò Regulus Mentre usciva. Molti studenti si voltarono a guardarli, quel nome… quel mago. Sparizioni misteriose di nati Babbani e il Ministero in subbuglio che cercava di nascondere che esisteva un mago oscuro che prendeva sempre più potere, i suoi seguaci erano ovunque, adulti e giovani, forse anche studenti di HogwartsAlastor aveva rivelato a Star alcune cose: torture, morti... La via per l'epurazione del mondo dai Babbani, che non erano degni. C’era già chi aveva talmente paura da non pronunciare mai il suo nome; Tu-Sai-Chi. 

“Basta così. Fuori voi due!” Madama Pince spinse i due Black oltre la porta dalla biblioteca. “E se combinerete qualcosa sarò la prima ad informare i vostri rispettivi Capicasa.”  

Senza dire una parola Star prese Sirius sottobraccio e lo condusse verso il parco di Hogwarts 

“Lasciami.” Il ragazzo si divincolò dalla presa, lo sguardo furioso.  

Hei, finalmente!” James corse nella loro direzione ma il suo sorriso si spense subito. “Tutto ok?”  

La risposta di Sirius fu voltarsi e tornare indietro. Per tutto il tempo negli ultimi giorni che li separavano dal tornare a casa il ragazzo dagli occhi grigi rimase cupo e silenzioso, solamente l'ultimo giorno, quando i suoi amici iniziarono ad organizzare il solito bagno dal Pontile, il giovane Black parve riprendere un po’ di buon umore. Remus ipotizzò che fosse l'idea di tornare a casa Potter e non a casa Black a rincuorarlo un po’. In effetti Sirius sentiva una piacevole emozione al pensiero di passare l'estate con James e Star senza dover tornare nemmeno per un giorno dai Black, ed era difficile restare arrabbiato davanti a quella prospettiva. 

Quella stessa sera Star prese da parte Lily mentre le loro compagne chiacchieravano allegramente.  

“So che sei coraggiosa e che non accetterai mai questa proposta, ma so anche che sei intelligente che potresti capire perché devo chiederti una cosa simile.” Proruppe Star.  

“Mi spaventi.” Le fece notare la rossa.  

“Lo so.” La sua amica prese un respiro profondo. “Vorrei che valutassi l’idea di venire a casa mia questa estate... potrebbe essere che la tua famiglia si trovi in situazioni difficili se tu resti con loro.” 

“Non posso lasciarli indifesi.” Rispose subito Lily.  

“Immaginavo che lo avresti detto, ma prometti che ci penserai lo stesso, va bene?” Insistette la mora.  

La ragazza dagli occhi verdi la fissò intensamente per qualche secondo. “Ci penserò, come penso a questa situazione sempre più spesso... ma non li abbandonerò.” 

Star annuì comprensiva. Entrambe le ragazze attesero qualche secondo prima di unirsi nuovamente alle loro compagne; quei discorsi ci mettevano sempre più tempo a svanire. 

 

…….. 

 

Uscire dalla torre e raggiungere il Pontile fu semplicissimo con l’aiuto della Mappa che indicava loro dove si trovavano tutti i professori. Era quasi rilassante passeggiare per i corridoi con la certezza di non poter essere scoperti. Arrivarono al Pontile in un attimo e Peter si tolse alla svelta la maglia lanciandosi di corsa e provocando una miriade di schizzi. James e Sirius si tuffarono insieme. Star restò per un attimo incantata a osservare i muscoli delle spalle di Sirius tendersi per effettuare un tuffo di testa, poi si rese conto che Remus la guardava divertito e si gettò in acqua a sua volta 

Remus aspettò che i suoi amici lo chiamassero a gran voce prima di entrare nel Lago, restò sospeso nell'acqua tra le chiacchiere e le risate dei suoi amici con gli occhi fissi sul cielo limpido e pieno di stelle. C’era qualcosa di estremamente terapeutico in tutto ciò, forse era anche la quasi totale mancanza della luna, o il fatto che James lo aveva nuovamente invitato a casa sua insieme a Peter. In ogni caso si sentiva come se ogni cosa fosse perfettamente al suo posto. 

I Malandrini si godettero qualche altro tuffo e poi rimasero a galleggiare placidi sulla superfice del Lago, all'improvviso, James disse una cosa che sorprese tutti: “Forse dovremmo invitare altre persone a casa mia questa estate.”  

“E chi?” Chiese Peter ferito dal non avere l'esclusiva.  

“Non saprei… quanti nostri compagni vivono con genitori Babbani?” Replicò James pensieroso.  

In un attimo l'atmosfera divenne pesante. C’era quel nome non detto che aleggiava tra loro, la paura che i seguaci di Voldemort potessero trovare i loro compagni di scuola in visita alle loro famiglie, senza protezione, alcuni con solo i più basici rudimenti del combattimento magico, era spaventosa e inquietante.  

“Star, devi invitare Lily.” Realizzò Remus preoccupato.  

“Non abbandonerà mai la sua famiglia.” Mormorò la ragazza. 

Sirius scosse la testa. “La sua famiglia sarà più al sicuro senza di lei in casa.”  

Rimasero tutti in silenzio ancora per un po’.  

“Ci proverò.” Accettò Star.  

“Silente vuole creare un gruppo di resistenza.” Aggiunse James serio. “Me lo hanno detto i miei genitori. E io voglio farne parte, subito dopo i M.A.G.O.. Se Silente crede che ci sia bisogno di combattere allora deve essere molto più grave di quello che si pensa.”  

Sirius strinse i pugni fino a sbiancare le bocche, il suo sguardo vagò subito verso il Castello, lì dove suo fratello stava per fare decisioni troppo sbagliate per un ragazzo così giovane, decisioni che lo avrebbero cambiato per sempre, e lo avrebbero portato a scontrarsi con Sirius su un campo di battaglia. Perché Sirius ne era certo, avrebbe combattuto dalla parte giusta.  

I Malandrini ripresero a ridere solo dopo molto altro silenzio. La notte era molto buia, segno che si avvicinava l'alba. Si rivestirono e presero a risalire la collina erbosa verso il portone di ingresso. Erano certi che nessuno facesse le ronde fuori dal Castello quindi non avevano aperto la Mappa, grosso errore dal momento che intravidero appena in tempo il profilo di Mocciosus nelle vicinanze del portone.  

“Il Mantello non ci coprirà tutti.” Notò James. “Non abbastanza bene da poter ingannare Mocciosus.” 

“Abituato com’è a guardare dove cammina per non inciampare nel suo unto vedrà subito i nostri piedi.” Sbottò Sirius 

“Possiamo incantarlo.” Suggerì Peter.  

“Sarebbe la prova che siamo qui.” Rifletté Star. “Posso disilludermi con qualcuno.”  

James, Remus e Peter si voltarono contemporaneamente verso Sirius 

“Che c’è?” Borbottò lui. 

“Sei il più bravo con la Disillusione.” Ricordò Remus 

“Va bene.” Accettò lui.  

Decisero di prendere strade diverse, i primi a partire furono James, Remus e Peter una volta che i loro amici si furono assicurati della loro completa copertura. Star e Sirius si disillusero pronti a superare Severus di guardia al portone quando quest’ultimo cominciò ad addentrarsi nella foresta. Sirius si sentì tirare una manica.  

“Dobbiamo nascondere il Pontile, se Severus lo trovasse non ci darebbe pace.” Sussurrò Star.  

I due quindi tornarono indietro correndo nella foresta e superando il SerpeverdeDisillusero il pontile meglio che riuscirono e si nascosero di nuovo nella foresta.  

“Senti…” Cominciò Star mentre camminavano tra gli alberi conosciuti per tornare al Castello. “So che sei preoccupato per qualcosa…  qualcosa di grande… e sono convinta che non sia solo tuo fratello…  quindi cos’è?” 

Sirius sbuffò e rimase in silenzio tanto a lungo che la ragazza credette che la stesse ignorando, poi il giovane Black si bloccò e si voltò a guardarla. “Quel mago…  Voldermort… Regulus non sa cosa sta facendo…  mio zio mi ha scritto com’è  la situazione la fuori, stava raccogliendo informazioni e mi ha chiesto di passarne alcune a Silente. E poi…” Sirius fissò in basso. “Non ricevo sue notizie da mesi ormai.”  

Il silenzio li avvolse, pesante e denso, sembrava quasi che l’aria si fosse liberata dell’ossigeno.   

Sirius… mi dispiace.” Mormorò lei, poi realizzò che non serviva a niente. “Cercherò tuo zio, lo faremo insieme, promesso.” 

Il giovane alzò gli occhi sulla sua amica; era così determinata che era impossibile non essere investiti da almeno un po’ della sua speranza. “Grazie.” 

Star gli sorrise e poi rifletté sul fatto che Sirius difficilmente le avrebbe detto una cosa simile prima che a James, e allora perché lo aveva appena fatto? 

Ma tu… come stai?” Chiese lei. 

Stai cercando di psicanalizzarmi?” Replicò il ragazzo rapido.  

“No, è solo che…” 

“Se cerchi di capire se è per come mi sento che ho fatto qualcosa che ho fatto ti ho già detto che non lo so, comunque non userei mai i miei sentimenti come scusante. Nemmeno fosse il periodo più incasinato della mia vita.” Sbottò lui. 

“E lo è? È il periodo più incasinato della tua vita?” Insistette Star. 

Ma che importa? Cosa vuoi? Che ti dica che non sopporto il pensiero che un giorno mi troverò di fronte a mio fratello in uno scontro magico per un qualche bene superiore? Che ho una fottuta paura che mio zio non ci sia più e di aver perso una delle figure più importanti della mia vita? Che non riesco a tenermi un ragazza perché sono innamorato, fottutamente innamorato, di una a cui non riuscirò mai a dire quello che provo per paura di rovinare tutto e che comunque vada è sempre contornata da centinaia di bei ragazzi? Cosa vuoi?!” Si arrabbiò Sirius 

La ragazza rimase a guardarlo a bocca aperta. “Per paura di rovinare tutto” aveva detto, quindi era una ragazza con cui già condivideva qualcosa. Per quanto fosse bravo Sirius ad uscire di notte e conoscere persone non poteva certo aver sviluppato un legame forte con qualcuno che non fosse all’interno dei Malandrini, e aveva detto ragazza… All'improvviso qualcosa riemerse nei ricordi di Star: un pomeriggio in cui aveva sentito Sirius canticchiare una canzone molto bella e gli aveva chiesto quale fosse. “Elenore” aveva risposto lui. Elenore era anche la risposta che aveva dato a James quando questi gli aveva chiesto cosa aveva cantato quando si era reso conto di essere innamorato. Elenore dei The Turtles. Quel pomeriggio in cui Sirius l’aveva cantata loro due erano soli.  

Era il momento. Star prese coraggio e si avvicinò al ragazzo di fronte a lei, l'intento era quello di dirgli tutto e poi baciarlo ma qualcosa le fece perdere l'equilibrio e le Deran rimediarono come sempre; finì tra le braccia di Sirius con le labbra su quelle di lui e tutto era così perfetto che lei non interruppe quel contatto. Purtroppo Sirius lo fece, spingendola piano lontano da sé. Lui la guardava sconvolto, confuso. 

Woooo! Fermati! Cosa credi di fare?” La rimproverò. 

“Io...” Balbettò Star, nella sua testa le era sembrato tutto così chiaro, invece, a quanto pareva, era solo una stupida sognatrice.  

“Pensavo volessi fare l’amore e non sesso. Capisco che tu ultimamente possa sentire voglie strane e cose così dal momento che sei attratta da un ragazzo che non vedi quasi mai, ma non puoi trattarmi in questo modo. Non sarò il tuo sfogo solo perché sai che a me piace fare sesso.” Continuò il giovane. 

“Tu pensi che io...” E lei realizzò: Sirius credeva che fosse stato uno slancio dettato dagli ormoni o chissà da che cosa, forse gli era successo mille altre volte con altrettante ragazze. Era stata rifiutata su tutti i fronti. “Ma che razza di persona credi che io sia?! Non volevo di certo approfittarmi di te! In un momento del genere poi!” 

“E allora perché questo bacio?” Sbuffò lui incredulo. 

Lei lo guardò sconvolta e arrabbiata “Perchè tu...” doveva dirglielo, dirgli quello che provava. Ma a che pro? Lui non l’avrebbe mai vista come qualcosa di più che un'amica. Aveva solo frainteso le parole del giovane. E quella canzone... anche se erano solo loro due non voleva dire che lui non stesse pensando ad un'altra. “Niente. Sono proprio felice che tu mi creda una pervertita.” Replicò lei fredda, infine si voltò e sparì nella foresta a passo di carica.  

Sirius rimase solo. Ancora più arrabbiato di prima. Le labbra che bruciavano dopo il contatto con quelle di lei, era stato un bacio fin troppo spinto per nascondere dei veri sentimenti. O no? Grazie al suo pessimo atteggiamento forse non lo avrebbe scoperto mai. Il giovane tornò al suo dormitorio senza incontrare la sua amica lungo la strada.  

“Finalmente, ho sentito Star tornare minuti fa.” Mormorò James. “Tutto bene? Lei sembrava molto scossa.” 

Lasciamo stare.” Tagliò corto Sirius infilandosi alla svelta sotto le lenzuola. 

 

……. 

 

Il mattino dopo i Malandrini si radunarono al tavolo di Grifondoro per la colazione. James, Remus e Peter erano entusiasti e felici ma anche nella loro euforia pre-estate era impossibile non notare la freddezza che si era diffusa da Sirius a Star. Come se non bastasse i due presero a scambiarsi battute acide che nessuno dei loro tre amici capiva.  

Sirius passami il sale, per favore, a meno che per te non sia segno anche questo di un mio tentativo di sfruttarti.” Cominciò Star, evidentemente la più furiosa tra i due. 

Bhe, potresti farti passare il sale da chiunque no? Ma era ovvio che scegliessi me” Replicò il ragazzo. 

Sei il più vicino, idiota!” Spiegò lei spazientita. 

Ah ok, allora se queste sono le misure avresti dovuto farti passare il sale da chiunque ti sia passato accanto.” Ribatté lui. 

Ma che è successo tra voi due?” Chiese finalmente James. 

“NIENTE!" Risposero entrambi rabbiosi. 

“Sai che verranno a casa con te vero?” Chiese Remus divertito a James che guardava i suoi amici spiazzato. 

“Aspetto anche te e Peter fra una settimana, giuro che se mi abbandonate in questa situazione non vi rivolgo più la parola.” Borbottò James. 

“Si, ma di solito il picco dei loro litigi si raggiunge dopo tre giorni quindi... buona fortuna James, ci vediamo tra una settimana.” Gli ricordò Remus alzandosi dal tavolo. 

“Abbiamo ancora il viaggio in treno!” Gli gridò dietro James. 

“Sono un Prefetto.” Replicò Remus sorridendo felice. 

 

……… 

 

Il viaggio in treno fu effettivamente difficile per James e Peter tanto che il ragazzo occhialuto, stanco di battutine e sguardi infuocati tra i suoi amici decise di sgridarli e prese Peter con sé per fare un giro. “E quando sarò di ritorno sarà meglio per voi che ogni cosa sia tornata normale.” 

Una volta che la porta dello scompartimento si fu chiusa Sirius si esibì in un lunghissimo sospiro. “Non volevo giudicarti male.” Disse dopo un po’.  

“Non sembrava.” Sbottò lei. 

“Lo so. Ma… allora perché lo hai fatto?”  

A quella domanda il cuore di Star prese a battere all'impazzata, sarebbe stato semplicissimo portare a galla i suoi veri sentimenti ora, già quasi tutte le carte erano sul tavolo, bastava solo fare qualche collegamento. “Credo che le Deran abbiano preso il sopravvento, un misto tra i ricordi delle vite passate e quello che è successo quella sera alla festa con l’Assenzio.” Inventò alla fine.  

“Mi dispiace. Davvero, scusami.” Replicò subito il ragazzo. 

Lei gli sorrise tranquilla ma dentro di sé non faceva altro che maledirsi per il suo stupido orgoglio. Se solo l’imbarazzo non le bruciasse così forte nello stomaco forse avrebbe potuto dirgli comunque la verità, cosa mai sarebbe potuto succedere? Avrebbe potuto dire “Hei, ho male interpretato dei segni e ti ho baciato perché mi paci e pensavo di piacere a te.” e Sirius al massimo le avrebbe detto “Mi dispiace, ti vedo come un’amica e quasi una sorella e poi sei troppo santarellina per me.” o cose simili. Solo poche parole e sarebbe finito tutto, infondo era meglio essere rifiutata che non sapere, ma ormai credeva di sapere fin troppo bene. Lui era arrivato addirittura a pensare che lei fosse in preda agli ormoni e volesse uno sfogo. Una valvola di scarico. Eppure stare con Kyle non l’aveva fatta sentire nemmeno una volta come si era sentita con Sirius, nonostante anche il ragazzo di Hogsmeade fosse un perfetto rubacuori. Era chiaro che anche Kyle aveva avuto molte ragazze e che sapeva perfettamente come essere desiderato, ma ogni volta che si trovava vicino al suo corpo la mente di Star veniva attraversata dai ricordi del corpo di Sirius. Era incredibile quante volte, più o meno volutamente, erano stati vicini, troppo vicini. E lui era riuscito a resistere, insomma, era pur sempre una Deran, se non poteva far cadere ai suoi piedi il ragazzo che le piaceva allora significava solo una cosa: lui non era affatto interessato.  

Quando James tornò notò con piacere che l'atmosfera nel vagone si era alleggerita e prese a chiacchierare del più e del meno felice di aver apparentemente risolto un problema tra i suoi amici. Presero delle caramelle e Remus li raggiunse quasi alla fine del viaggio, sollevato dal trovarli tutti a parlare in armonia di Quidditch e della coppa vinta quell'anno. Il treno si fermò rallentando dolcemente alla stazione di King Cross, Peter non resistette e abbracciò tutti due volte anche se li avrebbe rivisti a breve. Scesero sulla banchina e Sirius dimenticò presto della discussione con Star quando i signori Potter lo abbracciarono esattamente come avevano fatto con i loro figli. In lontananza il giovane Black scorse la sua famiglia di sangue evitare accuratamente di guardarlo, qualcosa nel fondo del suo cuore si ribellò un po’ ma la signora Potter gli mise in mano una fetta di dolce per il viaggio e così lui si avviò felice verso quella che da pochi mesi era la sua nuova casa.  

I signori Potter avevano affittato un’auto babbana, come spesso facevano. Susan e Henry continuavano a tempestarli di domande dai sedili anteriori. Le risposte secche di James venivano arricchite da quelle più elaborate di Sirius che era chiaramente alla ricerca di approvazione. Il ragazzo dagli occhi grigi faceva sentire Henry un giovane al passo coi tempi e Susan una bellissima donna. Una cosa era certa: Sirius aveva un talento innato per trattare con le persone e portarle dalla sua parte. Star si chiese a che età Walburga aveva dovuto sostituire le istruttrici e le insegnanti femmine con quelli di genere maschile per evitare che suo figlio le rigirasse a suo piacimento, e poi si domandò se era stato un provvedimento utile. Il suo amico era davvero bravo a usare le parole, i gesti, le espressioni facciali per far credere agli altri esattamente quello che voleva. Questo era successo: Sirius stava solo recitando come sempre, e lei ci era cascata in pieno.  

“Sei silenziosa oggi, Frangipane.” Notò Susan. Star sorrise; sua madre aveva preso a chiamarla Frangipane da quando l’aveva vista sorridere di fronte ad uno di quei bellissimi fiori che Henry aveva piantato l’estate precedente nel giardino. Era il modo di Susan per comunicarle che si era accorta che qualcosa non andava; “Una madre sa quando i suoi figli non stanno bene.” le aveva riferito la prima volta che l’aveva chiamata così. Anche quel giorno lei stava pensando a Sirius, era preoccupata per lui, mentre ora si sentiva terribilmente presa in giro. Ma non era certo colpa del ragazzo se lei era stata ingenua. “Spero di aver preso abbastanza G.U.F.O. da rendervi orgogliosi.” Sussurrò Star a mo’ di scusa.  

“Su questo non ci sono dubbi! Saremmo orgogliosi di te anche se prendessi zero G.U.F.O. cosa che, comunque, è decisamente impossibile per la mia figlia sveglia.” Commentò Henry gioviale.  

“Stai sottintendendo che io sono il figlio tardo?” Protestò James. 

Il silenzio accolse la sua domanda e quando il ragazzo proruppe con un “Hei!” offeso, tutti risero di cuore, James compreso.  

Appena arrivati a casa i due ragazzi salirono di corsa a sistemare i bauli nelle loro stanze, entusiasti di passare così tanti giorni insieme. Star invece prese da parte suo padre.  

“Lo zio di Sirius stava cercando informazioni su Voldemort ed è sparito... Sirius non riceve più sue notizie da molto... possiamo aiutarlo?” Mormorò lei.  

Henry la guardò con un accenno di compassione. “Possiamo provarci. Nel frattempo ricorda: anche se ammiro molto il tuo coraggio non usare troppo spesso quel nome, potrebbe essere pericoloso.” 

Star annuì. Non comprendeva bene come un semplice nome potesse fare danni, ma il suo padre di sangue aveva fatto i salti mortali per farle conoscere il suo vero nome che sua madre le aveva nascosto, quindi non mise nemmeno per un secondo in dubbio l’avvertimento di Henry.  

“Ora va a divertirti, appena saprò qualcosa ve lo dirò subito.” La incoraggiò il signor Potter.  

La ragazza gli baciò teneramente una guancia e corse rapida dai suoi amici. Una settimana ancora e i Malandrini sarebbero stati di nuovo riuniti sotto lo stesso tetto.  

 

 

************************ 

 

Salve gente,  

È successo che il mio aereo era in ritardo e io ho scritto scritto scritto finchè non è arrivato. Quindi ringraziate le compagnie aeree low cost e Scrich23 e anche due fantastiche ragazze di Instagram che mi hanno fatto venire voglia di scrivere con i loro tag: il.sorriso.di.sirius_ e _needxwolfstar_ 

Grazie a tutte 

E ciao ciao 

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Capitolo 18
*** La Sfida ***


Sirius non si era mai sentito così bene; a casa Potter poteva dedicarsi alla sua moto nella sicurezza del Covo, e parlare con Star e James quando voleva, giocavano spesso a Quidditch tutti insieme e le giornate passavano allegramente. Una sera i signori Potter insistettero per cenare con loro anche se sapevano che sarebbero tornati a casa molto tardi da lavoro. Quando furono finalmente riuniti attorno al tavolo pieno, come sempre, di prelibatezze, Henry li guardò con uno sguardo serio che era piuttosto strano da vedere su quel volto di solito sempre gioviale.  

“Questo weekend andremo ad un matrimonio, e voi verrete con noi.” Annunciò.  

“Un matrimonio? Chi si sposa?” Chiese Star entusiasta.  

Susan non poté fare a meno di sorriderle. “Un lontano cugino di tuo padre, ci vogliono lì principalmente per protezione.” Spiegò poi.  

E nuovamente il silenzio colmo di pensieri cupi tornò ad alleggiare in quella casa; succedeva spesso, ogni volta che i signori Potter tornavano a casa esausti, che arrivano dei messaggi che i tre giovani non potevano leggere, e tutte le volte in cui dal camino apparivano volti di persone che lasciavano brevi comunicazioni prima di sparire. I tre Malandrini comprendevano l’importanza della segretezza delle azioni dei signori Potter e cercavano sempre di rispettare la loro privacy anche quando la curiosità era molto forte, dal canto loro Henry e Susan cercavano sempre di riferire il più possibile ai loro figli: “Dovete sapere, dovete essere pronti.” Continuavano a ripetere.  

“Dopo il matrimonio i vostri amici vi raggiungeranno qui.” Proseguì il signor Potter. “Vorrei che tornaste tutti alla nostra casa al mare, ma quest’anno vi chiederemo di rispettare delle regole.” 

“So che vi sembreranno un po' restrittive ma è davvero importante, vogliamo che siate al sicuro.” Gli diede man forte Susan.  

“Ci sarà un perimetro di incantesimi protettivi attorno alla casa, potrete andare in giardino e sulla spiaggia, nuotare fino ad una certa distanza segnalata da boe e fare tutto quello che volete all’interno di questi incantesimi, ma quest’anno non potrete uscire per nessun motivo. Niente gite al villaggio, niente cinema, niente feste a casa di altri e non fate nemmeno entrare nessuno in casa nostra, nessuno.” Henry li guardò uno per uno per assicurarsi che avessero capito l’importanza di quelle regole.  

“In ogni caso abbiamo aggiunto qualche stanza alla casa; c’è una sala per vedere i film e avete sempre un bel po' di spazio in giardino per giocare a Quidditch. Dovete solo ricordarvi che fintanto che non uscirete dal perimetro sarete al sicuro. Non inviate gufi a nessuno, per il resto potete fare tutta la confusione che volete.” Aggiunse la signora Potter.  

Star si morse un labbro, era chiaro che per i suoi genitori fosse importante vederli al sicuro ma... “Dovevamo cercare lo zio di Sirius, come possiamo farlo se...” 

“Ce ne occuperemo noi.” Le assicurò Henry.  

“Ma io... potrei aiutare... con i miei poteri sono certa che potrei...” Insistette la ragazza.  

“Sappiamo benissimo di cosa sei capace, Silente ci tiene costantemente aggiornati. Se proprio vuoi andare in giro per il mondo in cerca di Alphard fai pure, non possiamo proibirtelo, ma sarà meglio se questa volta ti ricordi di non portare con te James o Sirius o Remus come invece hai fatto al terzo anno quando hai avuto la brillante idea di condurre tutti di fronte ad un essere molto più potente di te che avrebbe potuto uccidervi solo per togliersi di dosso un po' di noia.” Sbottò l’uomo.  

Star aprì la bocca per replicare ma la richiuse subito. Era la verità; aveva messo in pericolo i suoi amici perché era convinta di poter risolvere le cose grazie ai suoi poteri, e James, Sirius e Remus non erano nemmeno lontanamente abili con la magia quanto lo erano in quel momento.  

“Henry!” “Papà!” Protestarono Susan e James contemporaneamente.  

“No... ha ragione... farò la brava.” Promise invece Star, poi si voltò e salì le scale per rifugiarsi in camera sua.  

“Forse non le piacerà sentirlo, ma abbiamo sempre scelto noi di andare con lei. Quindi tecnicamente siamo noi quelli da rimproverare per la nostra stupidità. Almeno lei sapeva di poterci difendere.” Mormorò Sirius, dopo di che seguì la sua amica.  

“Ha ragione lui.” Concordò James rivolgendo a suo padre uno strano sguardo. Quando il ragazzo raggiunse i suoi amici in camera di sua sorella trovò Sirius seduto sul letto dove Star era gettata a pancia in giù, lui le stava carezzando piano la schiena ed evidentemente aveva appena detto qualcosa di molto divertente perché lei sorrideva anche se i suoi occhi erano ancora un po' tristi.  

“Mi sembra che vada tutto bene qui.” Decretò James facendo per andarsene.  

“Dove vai? Resta con noi!” Lo sgridò amichevolmente Star.  

Proprio mentre James si sedeva accanto a Sirius qualcuno bussò piano alla porta.  

“So che forse non sei in vena, ma al matrimonio sarai una damigella, l’ho promesso alla sposa e quindi dobbiamo andare a provare i vestiti.” Sussurrò Susan dolcemente.  

“No, va bene. Scendo subito.” Le assicurò Star con un sorriso gentile.  

 

…............ 

 

La sposa lanciò un gridolino non appena vide Star.  

“Oh, ma è bellissima proprio come dicevi! Starà benissimo nelle foto, ovviamente non ci sarà in nessuna delle foto in cui ci sarò io altrimenti mi oscurerebbe e non possiamo permetterlo, però farò di sicuro un figurone!”  

Il vestito era piuttosto bruttino: verde menta con moltissimo tulle, in ogni caso le Deran fecero il loro dovere e addosso a Star era grazioso.  

“Visto? Lei non si lamenta del vestito? Le sta così bene, non vi pare?” La sposa non perse occasione per rimbeccare le sue altre damigelle che sembravano tutte ad un passo da un a crisi di nervi ma le sorrisero comunque. Star pensò che i matrimoni erano piuttosto strani ma si sentiva comunque emozionata all’idea di vederne uno. Si era sempre chiesta come venissero svolti, se davvero era una giornata solo per la sposa come le aveva detto Sophia o se invece era la celebrazione dell’amore tra due persone come insisteva Alice. Mentre attendeva le prove dell’ingresso della sposa in chiesa Star si dette da fare cercando di sistemare i vestiti delle altre damigelle, quando ebbe finito ogni abito si adattava alla perfezione al corpo della sua indossatrice e, nonostante il tulle e il colore non fossero cambiati, almeno ora sembravano tutti più belli.  

“Dovresti portarla più spesso Susan.” Commentò una damigella fissandosi allo specchio sbalordita.  

“Io la prenoto per il mio matrimonio.” Rise un’altra.  

Per il resto della giornata Star cercò di rendersi utile il più possibile, di sorridere quando le veniva chiesto e di farsi da parte quando la sposa doveva brillare più di ogni altro donna presente nella stanza. Stranamente nessuno di questi incarichi le pesò, anzi si ritrovò ad avare la mente libera di vagare alla ricerca di segnali. A differenza di quando stava in casa Potter, all’interno di incantesimi protettivi di altissimo livello, quelli che attorniavano il luogo delle prove erano talmente blandi che lei poteva aggirarli con facilità; si stupì di quanto potesse captare del mondo attorno a sé senza restrizioni. Aveva appena cominciato a concentrarsi al punto di vedere sé stessa volare sopra le case della città in esplorazione di filamenti magici, quando Susan la chiamò: “E’ ora di tornare a casa.”  

La ragazza avrebbe voluto spiegarle cosa sentiva e cosa era in grado di fare ma il ricordo della lavata di testa che le aveva fatto Henry era decisamente ancora troppo vivida nella sua mente. Così annuì e seguì sua madre di nuovo a casa.  

 

…........ 

 

Il weekend arrivò molto presto e il sabato di buon'ora la famiglia Potter si recò al luogo del matrimonio. Indossavano tutti abiti babbani e avevano noleggiato un’auto, al loro arrivo Susan e Henry incominciarono subito a percorrere un perimetro ampio borbottando incantesimi di ogni sorta. Star fu praticamente rapita dalle damigelle mentre James e Sirius si godevano alcuni stuzzichini rubati dalle cucine. La mattinata passò rapida tra le varie isterie della sposa e, indaffarata com’era tra tulle e nastri, Star si perse il pranzo.  

La cerimonia si svolse nel pomeriggio assolato, fuori dagli incantesimi protettivi faceva molto caldo ma all’interno qualcuno aveva incantato il vento affinché soffiasse una lieve e fresca brezza. La sposa entrò in chiesa con le sue damigelle e gli invitati si alzarono in piedi per vederla meglio. Sirius non era molto entusiasta di quella tradizione e rimase seduto finché James non gli tirò una gomitata.  

“Che c’è?” Sbottò il giovane dagli occhi grigi sottovoce. 

“Guardala.” Rise James.  

Sirius si voltò nella stessa direzione in cui stava guardando il suo amico e poi scattò in piedi; Star sfilava con le altre damigelle, i capelli sciolti e appena intrecciati attorno al volto, gli strati di tulle che sbuffavano leggeri ad ogni suo passo. Era stupenda, solare, bellissima, con quel sorriso luminoso e gli occhi così brillanti e...  

“Sirius siediti.” James lo trascinò di nuovo col sedere sulla panca. “Sei ridicolo.” 

“È meravigliosa.” Mormorò Sirius.  

“È vestita in modo orrendo.” Replicò James ridacchiando.  

“Non fa niente, lei è meravigliosa comunque.” Il ragazzo dagli occhi grigi si sistemò meglio sulla panca in modo da poter vedere Star con facilità. Di solito odiava i matrimoni, ma su quello in corso aveva un buon presentimento.  

La cerimonia fu piuttosto breve e mentre il sole tramontava gli invitati uscirono dalla chiesa e si diressero ai tavoli posizionati tra gli alberi. I signori Potter erano spesso in giro a fare ronde e rinforzare gli incantesimi così Sirius, Star e James si trovarono da soli nel loro tavolino tondo. Fu servito moltissimo cibo e prima del dolce tutti gli invitati vennero radunati di fronte al tavolo degli sposi per l’apertura dei regali. La sposa, invece del tradizionale lancio del bouquet, lo donò ad una damigella che evidentemente non ne era molto felice e lo passò in fretta alla prima persona accanto a sé non appena la sposa si voltò. Quella persona era Sirius, il ragazzo lanciò il bouquet alle sue spalle con una certa nonchalance e ovviamente cadde tra le mani di Star che senza rendersene davvero conto lo strinse a sé dolcemente. La giovane annusò i candidi petali osservando Sirius che chiacchierava sottovoce con James di fronte a lei. I due erano intenti ad osservare gli sposi che aprivano altri regali e Star poté dedicarsi a squadrare Sirius dalla testa ai piedi; il ragazzo indossava un completo elegante di un blu notte così intenso da perdercisi dentro. Era tutto il giorno che la ragazza dagli occhi cobalto lo guardava di sfuggita, e ora aveva finalmente l’occasione di osservare ogni minimo dettaglio di quel viso che aveva da poco cominciato ad amare. Erano ancora strane le sensazioni che quella vista le suscitava, non avrebbe mai creduto che il solo guardare una persona potesse farla sentire così emozionata e follemente innamorata. Lo stomaco di lei fece svariate caprile all’indietro quando Sirius la beccò in flagrante e incrociò i suoi occhi, eppure non fece altro che sorriderle, ciò mandò Star ancora più in confusione. Perciò la ragazza si ritirò in un angolino del parco, sotto l’ombra di un albero, si sedette a terra e prese ad accarezzare i petali dei fiori.  

“Trovata, e prima di tuo fratello! La vostra connessione fa cilecca?” Esordì Sirius avvicinandosi.  

“Non pensavo che mio fratello mi stesse cercando.” Replicò lei cercando di non scomporsi troppo; l’abito disegnava un cerchio di tulle nel quale si sentiva protetta. 

“E’ arrivato il dolce, non volevamo che te lo perdessi.” Spiegò Sirius con un’alzata di spalle porgendole un piattino con una fetta di torta; facendo ciò notò il bouquet tra le mani della giovane. 

Star sorrise timidamente. “Me lo hai lanciato praticamente tra le mani.” Borbottò a mo’ di scusa.  

“E ti ci sei affezionata così tanto?” Scherzò lui.  

“Sono dei bei fiori.” Star li posò a terra accanto a sé per dedicarsi al dolce.  

“Si, non c’è male.” Mormorò lui.  

“Non ti piacciono i matrimoni, eh?”  

Sirius si tolse la giacca e la appese su un ramo prima di sedersi accanto alla sua amica. “Non particolarmente; di solito c’è sempre qualche ragazza che è casualmente presente al matrimonio e che guarda caso potrebbe essere un buon partito.” 

Star rise. “Capisco: i matrimoni ti facevano venire l’ansia.” 

“Un po'.” Replicò lui sorridendo. “Ma questo è diverso.” 

“E perché?” 

“Perché non sono obbligato a conoscere nessuno... credo... e anche per la compagnia.” Rispose il ragazzo.  

Star sorrise. “Allora torniamo da James, non vorrei privarti di parte della compagnia che adori così tanto.” Lei si alzò di scatto e gli porse una mano.  

Era così strano per Sirius che fosse una ragazza a fare questo gesto per lui ma lo accettò volentieri. Tornarono insieme verso il loro tavolo e conclusero la festa a chiacchierare con James, ridendo e scherzando.  

 

…............... 

 

La festa finì molto tardi e i Malandrini avevano aiutato anche con le pulizie, per questo motivo la domenica passò pigramente in sonnecchiosa attesa di Remus e Peter. Non appena i loro amici arrivano tutti i ragazzi si recarono alla villa al mare dei Potter. Prima della partenza furono ripetute le regole, Star quindi pregò sua madre di riferirle eventuali notizie di Lily o Andromeda.  

Le stanze alla villa rimasero le stesse dell’anno precedente, e subito dopo aver acconsentito a quella decisione Star cominciò a pregare di non sbagliarsi nuovamente finendo nella camera di Sirius. Era buffo tornare in quella casa; molte cose erano cambiate, stanze erano state aggiunte come se nulla fosse, ma molte cose erano invece rimaste uguali, come il giardino in cui avevano festeggiato insieme uno degli ultimi giorni d’estate e la spiaggia con il suo mare cristallino.  

“Ogni anno diventi sempre più bella.” Le disse James quel lunedì mentre sistemavano gli asciugamani sulla spiaggia e si mettevano in costume.  

“E’ proprio vero, dovrai dire a Sirius di starle distante da ora in poi.” Commentò Remus.  

“E perché mai?” Si stupì Star.  

“Perché ha preso la brutta abitudine di far innamorare di sé le belle ragazze per poi lasciarle sole.” Spiegò Remus.  

“Ma che bolide stai dicendo?” Si arrabbiò Sirius.  

“Scherza, ovviamente, come se potessi davvero riuscire ad attrarmi.” Replicò Star.  

Il ragazzo dagli occhi grigi cambiò immediatamente sguardo. “Tesoro, se io ci provassi davvero con te tu non mi sapresti resistere.” 

“Non credermi così ingenua, Sir Villano Black, posso impegnarmi anche io in questo gioco. E io sono decisamente più sexy di te. In più non chiamarmi tesoro.” Ribatté la giovane con una scintilla di sfida negli occhi cobalto. 

Sirius aspirò rumorosamente portandosi la mano al cuore con aria oltraggiata. “Non l’ha detto davvero!” 

“Eccome se lo ha detto.” Rise James.  

“E credo abbia ragione.” Infierì Remus.  

“Oh no, io ho molta più esperienza nell’affascinare altre persone, tu forse sei bella ma non sai flirtare o renderti irresistibile.” Insistette Sirius.  

“Allora ti sfido: vediamo chi di noi due sarà il primo a far cadere ai propri piedi l’altro.” Star si avvicinò a Sirius fino a fronteggiarlo.  

“E’ una competizione pericolosa.” La avvertì lui e già in quel momento sembrava diverso, più affascinante, più attraente, o forse, pensò Star, era solo la vicinanza tra i loro visi a farle battere il cuore così. Pericolosa.  

“Forse hai paura di perdere.” Lo provocò. 

“Sfida accettata.” Decretò il ragazzo con il suo solito mezzo sorriso malandrino. 

“Non andrà a finire bene.” Sussurrò James a Remus, quest’ultimo guardava Sirius e Star con una certa soddisfazione nello sguardo.  

“Sarà un disastro.” Mormorò Peter.  

“Peggio di così non può certo andare.” Replicò Remus.  

 

 

…............. 

 

Remus Lupin si era sbagliato, e di grosso. Lo capì immediatamente il primo mattino della sfida; Sirius aveva preso a girare sempre a petto nudo anche se indossava i suoi jeans stretti e ogni occasione era buona per avvicinarsi pericolosamente a Star. La ragazza dal canto suo sembrava piuttosto presa alla sprovvista, ma quella destabilizzazione iniziale durò solo pochi giorni; infatti un mercoledì Sirius fece la sua ennesima mossa sporgendosi di fronte a Star per raggiungere un dolcetto sul tavolo della colazione. Con quei perfetti addominali di fronte, la ragazza si ritrovò a riflettere sul guaio in cui si era cacciata, e poi, finalmente, il suo orgoglio tornò a galla.  

“Ancora cioccolato, Sirius?” Domandò prendendo un dolce a sua volta. “Stai mettendo su qualche chilo.” 

Il giovane ghignò. “Forse non mi hai visto bene, mi avvicino ancora se vuoi.” Ribatté. 

“Non serve, ho visto bene. Sai, le Deran sono donne perfette, sono abituate a cercare difetti perché loro non ne hanno nemmeno uno.” Le dita della ragazza erano sporche di cioccolato e lei prese a leccarsi via le briciole dalla pelle un dito alla volta con estrema lentezza, lo sguardo fisso su Sirius. Si, Star era rientrata nei giochi, con grande effetto, e il giovane Black si domandò se sarebbe mai riuscito a resistere. 

Le giornate passavano piuttosto normalmente tra bagni al mare, partite di Quidditch e di carte e serate di musica in giardino. L’unico cambiamento era nel comportamento bizzarro che Star e Sirius mostravano di tanto in tanto. Il primo weekend i signori Potter li raggiunsero con lettere per loro: erano arrivati i risultati dei G.U.F.O. e per tutti furono piuttosto soddisfacenti. Remus era sollevato del suo risultato in Pozioni, James orgoglioso del suo “Eccezionale” in Trasfigurazione accompagnato da un’ulteriore nota di merito, Sirius andò fiero del suo ottimo voto in Incantesimi materia che qualche anno prima non era certo il suo forte, Peter notò di aver raggiunto il minimo indispensabile per il lavoro al Ministero che la professoressa McGranitt gli aveva consigliato di provare ad ottenere.  

“Allora, bastano per quello che vorreste fare?” Domandò Henry.  

“Eccome.” Si esaltò Sirius. I suoi voti non erano l’unico motivo della sua felicità quel giorno dal momento che i signori Potter erano riusciti a portare la sua moto e tutti gli attrezzi fino alla villa.  

“E cosa vorreste fare?” Chiese Susan.  

“Remus sarà un professore ad Hogwarts.” Rispose James rapido.  

“Il migliore.” Specificò Star.  

“Io e Sirius faremo gli Auror, come voi.” Continuò James.  

“Vogliamo aiutare a combattere il male che c’è nel mondo.” Spiegò Sirius.  

“Sarete ottimi Auror.” Assicurò loro Henry.  

“Anche io potrò lavorare al Ministero!” Si entusiasmò Peter.  

“Molto bene.” Susan sorrise e guardò Star, sapeva già che voleva fare il Medimago ma senza l’aiuto di Iskra non avrebbe potuto raggiungere l’alto livello che sperava. “Queste sono per te.” La donna porse a sua figlia due lettere, una era di Lily l’altra di Andromeda. 

“Grazie.” 

Per quella sera la sfida venne sospesa, nessuno dei due partecipanti voleva continuare in presenza dei signori Potter. Forse proprio per quel motivo la serata risultò per Remus estremamente piacevole; festeggiarono i loro risultati scolastici con una cena suntuosa, il signor Potter, James e Sirius suonarono un po' mentre Susan e Star ballavano allegramente. Peter applaudiva entusiasta, felice di essere parte di tutto ciò. Fu in quel momento che la malinconia scese nel cuore del ragazzo dagli occhi ambra, si alzò e si diresse in terrazza, non sapeva per quanto tempo era rimasto lì a fissare le stelle che si riflettevano sul mare calmo ma ad un certo punto una voce lo tirò fuori dal turbine di pensieri in cui stava annegando.  

“I miei genitori sono andati a casa ma mi hanno lasciato una lettera da parte dei tuoi.” James passò la lettera sigillata al suo amico che la fissò intensamente.  

“Perché sei qui solo tu?” Domandò Remus.  

“Sirius e Star stanno facendo una specie di sfida di sguardi sensuali dal momento esatto in cui i miei se ne sono andati, e Peter sta arbitrando, credo.” 

Il giovane Lupin sbuffò. “Non è stata affatto una buona idea.” 

“No, proprio per niente... ma in ogni caso sono sorpreso dal fascino di Star.” Notò James.  

“Davvero?” 

“No... Non esattamente. Forse è più il fatto che sappia rendersi ancora più seducente, non la credevo capace di fare quelle cose, non pensavo nemmeno che sapesse cosa è sexy per un uomo.” James rise piano. “Forse è perché nella mia testa è ancora quella ragazzina con gli occhi grandi e pieni di paura che ho portato a casa da un orfanotrofio.”  

Remus sorrise.  “Anche io non vorrei perdere mai il mio rapporto con voi.”  

“Non succederà. E comunque... i tuoi genitori stanno bene, non ti preoccupare per loro.” Lo rassicurò James prima di scendere al piano inferiore.  

“Come facevi a sapere che stavo pensando a...” Chiese Remus, ma si interruppe quando si rese conto di essere di nuovo solo.  

 

........... 

 

Star aveva vinto la gara di sguardi, almeno così aveva detto Peter. Si stava crogiolando in quel senso di sicurezza che le faceva credere di aver praticamente vinto anche la sfida quando realizzò di aver prodotto un pensiero estremamente simile a quelli letti nel diario di sua madre: “Gli uomini sono manipolabili”. Un brivido le corse lungo la schiena, sapeva già che il fascino delle Deran non era solo una facciata attraente, aveva uno scopo, e quello scopo era far fare a tutti quello che si voleva. Occhioni dolci di qua, seduzione di là, ogni curva, ogni dettaglio del volto, tutto era fatto per incantare e piegare gli altri al proprio volere. Eppure Star aveva sempre cercato di stare ben alla larga da questo suo potere, fino a quel momento. Non era sua intenzione usare il fascino delle Deran, voleva solo giocare un po', vedere se nonostante Sirius la percepisse solo come un’amica lei sarebbe comunque riuscita a sedurlo. Voleva solo scoprire quanto ci avrebbe messo ad accendere una scintilla in lui. Infondo era pur sempre un maschio, e lei era pur sempre una Deran! Proprio in quel momento la ragazza si sentì prendere per un braccio e si ritrovò con la schiena addossata al muro e il corpo di Sirius premuto contro il suo. Il giovane aveva indossato una camicia per la cena con i signori Potter ma in quel momento tutti i bottoni erano slacciati, cosa non importante visto che Star era troppo impegnata a sostenere lo sguardo di lui per potersi permettere di indugiare sul suo addome.  

“Se vuoi guardarmi puoi farlo.” Sirius mise su il suo mezzo sorriso più intrigante. “Puoi ammirare ogni singola parte del mio corpo.” In tono era caldo e seducente. “E se vuoi...” Star ebbe un lievissimo spasmo quando lui le posò leggero le dita sulla pelle nuda della coscia. “...puoi anche toccarmi.” In un attimo il ragazzo la prese da dietro il ginocchio destro e dal fianco sinistro e la sollevò da terra posizionandosi ancora più vicino a lei. La giovane non respirava, non sapeva se per il fatto di essere talmente stretta tra il muro e il corpo di Sirius o per l’avere la sua mano sul petto di lui e i visi così vicini...  fu quando lui le si avvicinò per baciarle la gola con lentezza estrema che lei si decise finalmente a richiamare tutta la sua dignità e il suo orgoglio a rapporto e con un gesto rapido si sfilò la maglietta restando in reggiseno, il ragazzo la lasciò subito andare sorpreso.  

“Ma sei impazzita? Non puoi spogliarti?” Sbottò.  

“Perché no?” Replicò Star facendo dei decisi passi avanti costringendolo così ad indietreggiare con le mani in alto. “Tu lo fai sempre!” 

“Si ma io non ho...” Sirius era finalmente spalle al muro. “Questo è uso improprio del seno! È sleale!” 

“Non credo proprio.” Toccò alla ragazza poggiarsi contro di lui. “Puoi sempre toccarmi.” 

“E perdere la sfida, e probabilmente anche una mano? Non ci tengo!” Lui riuscì a sgusciare via di lato e prese a correre verso la sua stanza.  

“Cederai molto presto Sir Villano Black! Vincerò!” Gli gridò dietro Star con un enorme sorriso sulle labbra; in un certo senso era divertente.  

 

 

…............ 

 

Star fissò il suo letto sul quale aveva posato alcuni indumenti. Si sentiva divisa a metà: una parte che trovava estremamente sciocco anche solo pensare al suo piano per quella sera, l’altra che rifletteva su quanto invece fosse ingegnoso.  

“Star! Arrivi?” Gridò James dal piano di sotto.  

“Si certo.” La ragazza coprì gli abiti con un lenzuolo e scese di corsa le scale. Quel giorno avevano programmato di fare un torneo tutti insieme; ognuno aveva ideato una sfida da fare nel corso della giornata, si assegnavano 50 punti al primo classificato di ogni sfida e a scalare di 10 punti per chi si posizionava al secondo, terzo, quarto e quinto posto. Poi avrebbero sommato i punti che ciascuno aveva ottenuto in tutte e cinque le sfide e avrebbero proclamato il vincitore del primo torneo dei Malandrini. Il vincitore avrebbe avuto una festa l’indomani con il tema che preferiva e una giornata di completo relax in cui tutti avrebbero dovuto servirlo e riverirlo.  

Star giunse in giardino dove si sarebbe svolta la prima sfida, era stata decisa da James e quindi avrebbe riguardato il Quidditch, lo sapevano tutti.  

Il ragazzo dagli occhi nocciola li guardò tutti e poi estrasse dalla tasca un Boccino d’Oro.  

“Hai ancora quel coso con te?” Si stupì Sirius. “Dove bolide lo hai tenuto per tutto questo tempo? No, non dircelo, è meglio.” 

Remus, Peter e Star risero mentre James lanciava un’occhiataccia al suo amico. “L’ho tenuto in una scatola nel mio baule.” Rispose acido. “Comunque, penserete che la sfida sarà prendere il Boccino nel minor tempo possibile ma, ammettiamolo, vi straccerei tutti. Quindi ho pensato a qualcosa di più divertente: a turno terremo il boccino stretto tra due cucchiai che non potremmo afferrare con le mani ma solo con la bocca e vincerà chi riuscirà a fare slalom tra queste sedie e tagliare il traguardo senza far volare via il Boccino.” Spiegò poi. Gli altri Malandrini si scambiarono uno sguardo sorpreso.  

“Sembra divertente!” Remus era palesemente sconvolto dalla cosa, il che fece ridere ancora i suoi amici.  

“Certo che lo è, ci divertiremo un mondo oggi.” Assicurò James.  

Cominciarono il gioco. A Peter il Boccino sfuggì via ancora prima di iniziare lo slalom, Remus invece riuscì a superare quasi tutte le sedie ma poi cominciarono a fargli male le guance e la pallina dorata si liberò dalla presa dei cucchiai. A sorpresa James superò a malapena due sedie prima di perdere il Boccino, bisognava dargli atto del fatto che stava ancora ridacchiando per una cosa che gli aveva detto Sirius, quest’ultimo fu il primo a completare il percorso e si vantò di altre cose che poteva fare con la bocca che ne Star ne Remus ascoltarono. Anche la ragazza arrivò alla fine del percorso senza perdere il Boccino e subito dopo lanciò uno sguardo molto particolare a Sirius, pregando che le Deran la assistessero i suoi occhi avrebbero dovuto dire “Cose con la bocca? Non sei l’unico ad avere questo talento?” e a vedere dall’espressione sorpresa del ragazzo doveva aver funzionato.  

L’atmosfera iniziava a scaldarsi sia per la voglia di vincere il torneo sia perché il sole si stava facendo sempre più alto nel cielo. Era il turno della sfida pensata da Remus che appese un cartellone, con strani quadrati che formavano colonne e righe disordinate, su un albero. 

“Che cos’è?” Chiese Peter preoccupato.  

“Quello è un Cruciverba, è un gioco che fanno i babbani per mantenere attivo il cervello. In pratica vi vengono dati degli indovinelli con dei numeri e vi viene detto se la risposta deve essere scritta in orizzontale o in verticale, ogni lettera della risposta va inserita in un solo quadratino. Così facendo le soluzioni che troverete vi aiuteranno a trovare altre risposte fino a completare tutti i quadrati e quindi tutti gli indovinelli.” Illustrò Remus.  

“Ma se li hai fatti tu saprai le risposte.” Notò James. 

“Ho fatto io quello per Remus.” Ribatté Star.  

“In più gli indovinelli si potranno leggere solo da questa parte e per rispondere bisognerà attraversare il giardino, per tutta la durata del tragitto chi non sta giocando potrà bersagliare il partecipante con queste spugne inzuppate d’acqua.” Concluse la spiegazione Remus.  

“Benissimo, comincio io.” Sirius si fece avanti e si posizionò di fronte al tavolino sul quale era poggiato il foglio con le domande.  

“Puoi leggerle tutte subito e iniziare da quella che vuoi ma dovrai tornare indietro ogni volta che scrivi una parola sul cartellone.” Aggiunse Remus.  

“Capito.” Sirius sorrise, un sorriso divertito e pronto all’azione che per Star era uno dei più belli in assoluto.  

Il gioco cominciò e i quattro non giocatori iniziarono a colpire Sirius con le spugne bagnate. Il ragazzo se la cavò piuttosto bene; rispose a quasi tutti gli enigmi e si fece distrarre ben poco dalle spugne volanti. Quando finì il tempo, prestabilito da Remus, il ragazzo aveva la maglia completamente zuppa e non perse l’occasione di togliersela guardando intensamente Star negli occhi.  

“Ok, tocca a me.” La ragazza si fece avanti con decisione e non appena Remus le dette il via lesse in fretta il foglio con le domande e poi cominciò a fare avanti e indietro verso il cartellone per scrivere le risposte.  

“Non credi che dovresti iniziare a trovare un modo per rendere utile questa sfida?” Chiese James a Sirius mentre bersagliavano di spugne la loro amica.  

“Tipo?” Fece il ragazzo dagli occhi grigi.  

“Tipo dichiarandoti!” Sbottò Remus esasperato.  

“Per farle credere di nuovo che sia una dichiarazione finta? Non se ne parla!” Replicò Sirius.  

“Di nuovo?” Ripeté Peter perplesso. 

“Vado a mettere su il disco nuovo.” Annunciò James allontanandosi con aria decisamente rassegnata. Pochi secondi dopo partì una canzone molto allegra e movimentata che Star sembrò riconoscere perché prese a muoversi a ritmo anche mentre completava il gioco.  

“Non era un disco nuovo?” Chiese Remus sorridendo.  

“Lo ascoltato a ripetizione da quando lo abbiamo comprato subito dopo essere tornati a casa da Hogwarts.” Spiegò Sirius.  

La ragazza concluse il cartellone prima della seconda strofa e si avvicinò ballando proprio a Sirius

“You better get yourself a partner 
Go down to the concert or the local bar” Cantò lei mentre trascinava Sirius a ballare con sé.  

Il ragazzo cominciò a muoversi a ritmo e a cantare a sua volta.  

 
Check the local newspapers 
Chances are you won't have to go too far 
Yeah the rafters will be ringing cause the beat's so strong 
The crowd will be swaying and singing along 
And all you got to do is get in into the mix 
If you need a fix 
Come back baby 
Rock and roll never forgets 

Per Star doveva essere un tentativo di vincere la sfida ma presto se ne dimenticò e trascinò nell’euforia del ballo anche James e Peter. 

“Well now sweet sixteens turned thirty-one 
Feel a little tired feeling under the gun 
Well all Chuck's children are out there playing his licks 
Get into your kicks 
Come back baby 
Rock and Roll never forgets 
Said you can come back baby 
Rock and Roll never forgets 
Oh, come back baby, rock and roll never forgets 
Never never forgets, ah no, ah no” 

Dopo la pausa musicale, che portò i Malandrini a ridere fino ad avere mal di pancia, fu il turno di James che rispose allo stesso numero di enigmi di Sirius. Poi Remus che completò il cartellone ma in più tempo di Star. Infine Peter rispose a poche domande, ma più che altro perché continuava a scivolare sul terrendo ormai zuppo.  

Pranzarono con cibi freschi e leggeri, sotto consiglio di Peter, e subito dopo si prepararono per il gioco successivo. Peter posò sul tavolo cinque libri di cucina e cominciò a spiegare: “Ognuno di noi sceglierà una ricetta per qualcun altro da questi libri, l’importante è che ci sia una foto e che sia una torta, chi farà il dolce più simile a quello illustrato vincerà la sfida, ma dovrà essere anche buono.” 

“Vi prego scegliete qualcosa con il cioccolato per Star così almeno siamo certi di mangiare una torta buona.” Disse Remus.  

“E se invece facessi un disastro?” Replicò Star.  

Quattro identici sguardi scettici si posarono su di lei e poi i Malandrini presero a cercare il dolce al cioccolato più complesso e delizioso da farle fare: la scelta ricadde su un soufflé. A Remus capitò una crostata alla frutta, per Sirius una charlotte cioccolato e lamponi, a James una torta alle fragole e per Peter una cheesecake.  

Misero su della buona musica e cominciarono a cucinare tutti sullo stesso grande tavolo. Fu forse la sfida più divertente visto che si potevano prendere in giro a vicenda e a volte si facevano anche dei piccoli scherzetti.  

Star ne approfittò di nuovo per cercare di sedurre Sirius; prese con un dito del cioccolato fuso che lui stava per aggiungere al suo impasto e lo leccò con estrema lentezza. “Cavolo, sei davvero bravo a fondere il cioccolato... non lo avrei mai detto...” Mormorò poi avvicinandosi lentamente a lui.  

Sirius cercò di mantenere la calma, ma lo sguardo di lei era così penetrante da far venire i brividi. In un attimo il ragazzo fece l’unica cosa che gli venne in mente: prese il suo impasto quasi completo e lo spalmò in faccia a Star. Non appena la ragazza riuscì a liberarsi gli occhi guardò il suo amico totalmente sconvolta.  

“Hai praticamente appena perso la gara.” Gli fece notare.  

“Si, ma tu hai perso la concentrazione.” Ribatté Sirius, vittorioso prese un po' della crema sul viso di lei con le dita e le leccò regalandole uno sguardo seducente.  

“Sei un villano, Black.” Sbottò Star pulendosi con un canovaccio.  

“Ma tu non mi ami proprio per questo?” Replicò lui. Peter trattenne rumorosamente il respiro a sentire quelle parole, James gli tirò una gomitata ma si immobilizzò subito dopo, anche Remus guardava i due sfidanti in attesa.  

“Amarti?” Ripeté Star. “Non sei proprio il mio tipo.” Scherzò poi.  

James lanciò il mestolo nella sua ciotola e se ne andò dal tavolo, Remus ebbe un tic nervoso all’occhio per i successivi cinque minuti, e Peter sfiatò producendo lo stesso suono di una teiera.  

“Capisco, preferisci i bravi ragazzi come lo sei tu.” La rimbeccò Sirius.  

“Io non sono una brava ragazza, lo scoprirai presto.” Lei gli sorrise intrigante, dopo di che si voltò per mettere la sua torta in forno. “Ho la vittoria in pugno.” Aggiunse poi, e tutti compresero che non si riferiva al torneo.  

Allo scadere del tempo i Malandrini posarono le loro torte accanto alle rispettive immagini. James aveva fatto un ottimo lavoro ma mai stupefacente come quello di Remus, quest’ultimo era stato particolarmente attento ai dettagli. Sirius, invece, aveva arrangiato la sua torta come poteva visto l’accaduto e Peter era riuscito persino a batterlo. Il soufflé di Star era perfetto, e nessuno se ne stupì. Assaggiarono tutte le torte, ma ne conservarono la gran parte per la festa.  

I sole era ancora caldo così si sistemarono all’ombra del gazebo in giardino per partecipare al gioco pensato da Sirius. Il ragazzo posizionò sul tavolo dei dischetti di metallo con piccole viti e molle. “Ho tolto questo pezzo dalla moto ieri e si è completamente aperto, non ho guardato cos’è e non ho provato ad aggiustarlo quindi la mia sfida è cercare di ricostruirlo. Faremo turni di un minuto a giro finché qualcuno di noi non ci sarà riuscito, ogni volta che il tempo scade si disfa ciò che è stato fatto e si riparte da zero.”  

“Sembra complesso.” Si preoccupò Peter.  

“Sembra qualcosa per cui bisogna usare il cervello.” Si sorprese Remus pronto a cominciare.  

Il gioco non durò molto: James riuscì a malapena a mettere insieme qualche pezzo forse in modo errato, Peter aveva troppa paura di rompere ulteriormente tutto per provarci davvero, Sirius forse ci era quasi riuscito ma avanzava delle molle, Remus cercava perplesso di capire cosa doveva costruire, Star osservò i pezzi rigirandoseli tra le dita. Al secondo giro ci fu una replica totale tranne per il fatto che la ragazza mise rapidamente insieme tutti i pezzi e restituì a Sirius l’oggetto misterioso. “Credo che sia il blocco della frizione, hai bisogno di aiuto per metterlo al posto giusto?” Lo prese in giro lei. Sirius si intascò il pezzo di meccanica e fece una linguaccia alla sua amica.  

“Bene, ora è il momento del gioco di Star.” Annunciò James allontanandosi rapido dal tavolo.  

“Ho preparato per voi un percorso.” Rivelò lei guidandoli verso un angolino nascosto del giardino dove pozze di fango, reti a pochi centimetri da terra, pareti da scalare e altri ostacoli facevano da padroni.  

“Alla faccia del percorso.” Commentò Peter che già stava sudando. 

“Vince chi lo completa nel minor tempo.” Illustrò Star semplicemente.  

Ogni punto del percorso era abbastanza ampio così i Malandrini partirono tutti insieme, superarono prima la rete strisciandoci sotto. Peter si perse già a questo ostacolo continuando ad incastrarsi e lamentandosi per la fatica. Dopo di che scalarono una parete e fu in questo punto che Remus rimase indietro e scoprì oltretutto di soffrire lievemente di vertigini. Star arrivò per prima a camminare in equilibrio sulla trave, subito seguita da James e Sirius. I tre affrontarono quasi in contemporanea anche il salto sulle pietre e infine l’ultimo ostacolo era attraversare una pozza di fango che arrivava a tutti fino alle ascelle. Mentre Star si faceva largo nella melma un ricordo non suo si impossessò di lei, uscì dalla buca e raggiunse il traguardo anche se solo dopo James e Sirius. La ragazza era talmente pallida che i suoi amici accorsero subito da lei per aiutarla a stendersi. Remus concluse il percorso e raggiunse i suoi tre amici preoccupato.  

“Sembrava un ricordo molto antico... di un addestramento militare o uno spostamento con delle truppe... qualcosa di secoli fa.” Stava spiegando Star mentre riprendeva colore poco alla volta.  

“Forse dovremmo andare a mangiare.” Consigliò Peter giungendo in quel momento con l’aria di chi si era spudoratamente arreso.  

“Mangiare, è una buona idea.” Concordò Remus indirizzandosi verso la cucina per preparare qualcosa.  

Quella sera la cena fu piuttosto tranquilla e serena; i Malandrini si raccontarono storie divertenti cercando di far stare il meglio possibile Star. Peter si sentiva felice come non mai, finalmente era parte degli scherzi dei ragazzi e dei loro racconti.  

“Comunque ha vinto Star.” Annunciò Peter ad un certo punto, tutti si voltarono verso di lui con sguardo interrogativo. “Il torneo, lo ha vinto Star.” Specificò il ragazzo. “Io ho fatto 80 punti, quindi sono ultimo, Remus ne ha 160 e James ne ha guadagnati 170 esattamente come Sirius e infine Star ne ha fatti 230, quindi ha vinto.” 

“Si, è vero.” Confermò Remus. “Quindi per la giornata di domani saremo tutti ai tuoi ordini.” Aggiunse osservando la ragazza con aria divertita. “Tutti compreso Sirius.” 

“Molto bene. Sarà molto divertente e... Per la mia festa gradirei un tema indiano.” Detto ciò la ragazza si alzò e andò a dormire. In camera, Star spostò i vestiti, preparati quella mattina, in un angolo del letto: non era dell’umore giusto quella sera.  

 

 

.................. 

 

Il giorno seguente Star si svegliò con tutta calma rinunciando alla sua usuale nuotata mattutina. I Malandrini avevano preparato la colazione in spiaggia e avevano anche costruito un gazebo con legno di riciclo e teli bianchi, sotto cui avevano sistemato un tavolo, delle sedie e degli sdrai.  

“Qualcosa mi dice che vorreste farmi passare tutta la giornata lontana dalla villa.” Notò Star mentre si accomodava al tavolo.  

“Hai richiesto un tema molto particolare, ci vorrà del tempo.” Replicò James.  

“Assaggia questo nel frattempo.” Sirius le avvicinò una fetta di dolce alle labbra che lei addentò, subito dopo il ragazzo le pulì dello sporco, quasi certamente inesistente, dalla bocca con un dito. “Sei meravigliosa quando mangi.” 

“Ah-ha." Ribatté lei cercando di sembrare impassibile, ma il suo cuore che batteva forte la faceva sentire un’indifesa ragazzina.  

James, Remus e Peter si alzarono sospirando esasperati e andarono a svolgere i loro compiti per la festa di quella sera. Star e Sirius rimasero soli, e lei aveva un’aria piuttosto cupa. 

“Che succede?” Le chiese il ragazzo.  

“Questa sfida non ha senso.” Sbottò Star.  

“Perché no?” Domandò lui, non era giusto aggrapparsi in quel modo ad una stupidaggine del genere, ma avere campo libero nel cercare di sedurla gli sembrava sempre meglio di niente.  

“Perché potrei anche denudarmi di fronte a te proprio ora e comunque non vincerei e questo perché non mi trovi nemmeno un po' attraente.” Spiegò la ragazza.  

Sirius sorrise e si chinò verso di lei sussurrando: “Ti sbagli; io ti trovo molto attraente.” Le scoccò un bacio lento sulla guancia e poi si allontanò. “Ma non per questo perderò.” Le gridò mentre correva per raggiungere la villa.  

Il resto della giornata fu per Star piacevole e rilassante; giocò a scacchi con Remus, nuotò un po' con suo fratello, giocarono tutti insieme a frisbee subito dopo pranzo, lesse un po' e vide pochissimo Sirius. Ormai era certa che avrebbe vinto la sfida, ma le parole di lui le rimbombavano in testa; se davvero la trovava attraente allora perché non mostrava mai nessun tipo di imbarazzo o di tensione? Proprio mentre rifletteva sulla battaglia tra il suo orgoglio e i suoi sentimenti, la ragazza vide arrivare Sirius in lontananza, vestito in maniera particolare; indossava pantaloni dalle tinte accese in tessuti che sembravano molto pregiati e che raccontavano di terre esotiche e lontane, era a petto nudo e in più la sua pelle riluceva in modo piuttosto strano. L'effetto, comunque, era sexy. Un profumo di spezie giunse al naso di Star mentre si accorgeva delle catene ai polsi del suo amico, che si chinò di fronte a lei. “Sono tuo servo.” Annunciò lui, poi alzò il viso e la guardò intensamente negli occhi. “Fai di me ciò che vuoi.” 

Inutile dire che la ragazza dovette appellarsi al potere delle Deran per non cedere al rossore e non mostrare interesse. Era ormai abituata ai metodi di seduzione di Sirius, a quei tranelli che tendeva con il suo sorriso e il suo corpo, il modo in cui la faceva sentire una preda, docile e indifesa. Ma questa volta lui si dimostrava cedevole, si stava donando a lei, si era messo in una posizione inferiore e non era mai successo prima. Star non era preparata e lui era bello, così tanto da toglierle il fiato.  

“Siediti, sembri sconvolta.” Le sussurrò dolcemente il ragazzo mentre le si faceva vicino per sostenerla. Il corpo di lui era piacevolmente caldo e il suo profumo inebriante, dopo averla fatta accomodare su una poltroncina il giovane si chinò di nuovo ai suoi piedi, il volto accanto alle sue ginocchia. “Posso fare altro per te?” Domandò sfoderando uno sguardo innocente, con degli occhi così calmi da farla sentire al sicuro nonostante avessero il colore del mare in tempesta. Mare in tempesta, mai fidarsi. Star si riscosse appena in tempo; era tutto un gioco, tutta una finzione, e lei ci era cascata di nuovo. La ragazza afferrò le catene di lui e lo trascinò verso la villa.  

“Cosa vuoi farmi, padroncina?” Sirius la superò posizionandosi di fronte a lei in modo che la giovane, che non era riuscita a fermare in tempo la sua marcia decisa, si ritrovò a sbattergli contro. “Vuoi un po' di privacy?” Le chiese passandole una mano sotto il mento per sollevarle il viso e poterla guardare. Fu un errore; Star aveva uno sguardo deciso pieno di sfida e un mezzo sorriso Malandrino che gli provocò una bizzarra sensazione allo stomaco. 

“Si, esatto.” Sbottò lei continuando a camminare, entrò nella villa e lo lasciò solo in sala salendo le scale rapida prima che lui potesse uscirsene con un'altra frase da abbordaggio. Era giunto il momento di porre fine a quella assurdità.  

James, Peter e Remus raggiunsero la villa ridacchiando; infondo era divertente quella sfida, anche se era perlopiù estenuante. Sirius si era davvero dato da fare e vedere Star senza parole era stato quasi esilarante. Quello che non si aspettavano era che la ragazza si riprendesse così in fretta; quando scese le scale, qualche minuto più tardi, fu impossibile per i suoi quattro amici non spalancare la bocca: indossava una gonna molto corta e un corpetto in pizzo nero molto stretto che le sottolineava le curve e le faceva risaltare il seno. La giovane spostò la sedia, su cui Sirius si era seduto, dal tavolo senza nessuno sforzo, poi scavalcò con una gamba quelle del ragazzo fronteggiandolo. James mise una mano sugli occhi di Peter e chiuse i propri. Sirius, invece, era a dir poco spaesato dalla sicurezza di lei. Per giunta, Star mosse la testa facendo sventolare i suoi lunghi capelli che le ricaddero sul volto in modo sexy e disordinato, subito dopo posò una mano sullo schienale della sedia chinandosi così verso Sirius.  

“Ti andrebbe di salire in camera con me?” Chiese in tono provocante. 

“Tuo fratello è dietro di te.” Replicò lui cercando con tutto sé stesso di stare calmo. 

“E molto probabilmente si sta godendo una vista di cui potresti godere anche tu se ti lasciassi andare.” Gli fece notare la ragazza, Sirius deglutì sonoramente certo ormai di non avere scampo: era stupenda, decisa, meravigliosa... 

“Lasciati andare.” Sussurrò lei avvicinandosi sempre di più al ragazzo. “Lo so che ti piace quello che vedi.” Era sempre più vicina. Cobalto nel grigio. Sirius sentiva il suo cuore battere ad un ritmo talmente folle che non era certo di essere ancora vivo. Ma si sentiva vivo, estremamente vivo. Le loro labbra erano così vicine che il giovane finalmente si decise a sporsi, voleva solo un bacio, doveva sapere se lei avrebbe risposto. E l’avrebbe fatto davvero, se solo Star non si fosse spostata rapidamente per baciargli il collo. Un bacio talmente intenso che gli organi di Sirius tremarono nella sua pancia e lui sentì il sangue affluire dove non avrebbe dovuto. 

“Ho vinto.” Decretò Star spostandosi da sopra di lui sorridendo. “Grazie per la prova inequivocabile.” Aggiunse lanciando una rapida occhiata al cavallo dei pantaloni del ragazzo. La giovane tornò in camera sua per cambiarsi quasi saltellando per la gioia: aveva vinto! Mentre si spogliava però un fastidioso pensiero le si insinuò nella mente; aveva dimostrato che Sirius era attratto da lei, ma questo non voleva dire che potesse nascere qualcosa di romantico tra di loro. Aveva vinto la sfida, ma perso ogni speranza di poter davvero conquistare Sirius, di poter stare con lui realmente e provare a scoprire se i suoi sentimenti erano corrisposti. 

Aveva perso. 

In compenso la festa fu incredibile. I signori Potter erano passati nel pomeriggio per lasciare dei vestiti indiani presi in prestito da alcuni amici, e i Malandrini ci avevano davvero messo il cuore nel preparare cibo e decorazioni. Il salone sembrava la stanza di un palazzo indiano e un lieve profumo di spezie e incenso impregnava anche il giardino. Susan le aveva messo un prezioso sari azzurro in una scatola sopra il suo baule in camera e le aveva lasciato dell’hennè dorato sul comò; così vestita, con i piedi scalzi e disegni dorati su mani e piedi, e in quella sala esotica, Star non poteva fare a meno di sentirsi in India. Non ci era mai stata ma i signori Potter si, anche se solo per lavoro, e quando aveva visto le foto del loro album se ne era innamorata. I Malandrini la aspettavano in giardino su un tavolo riccamente imbandito di cibi particolari, erano tutti vestiti con abiti tipici, Sirius si era coperto di più e si era tolto quelle ridicole catene, per fortuna. Chiacchierarono per tutta la cena e ognuno raccontò un fatto dell’India che aveva scoperto durante i preparativi. Dopo cena rientrarono in salone senza chiudere le finestre e cercarono di produrre della musica a tema con scarsi ma divertenti risultati. Così andarono nella sala cinema a guardare alcune scene di un film indiano prestato dagli amici dei signori Potter. Il film era Sawan Bhadon e non capirono molto della trama, a loro bastava sapere com’era la musica e come ballarla. Passarono il resto della serata a riprodurre le musiche ascoltate con tutto ciò che capitava a tiro, Star provò anche a ballare un po' e Sirius si ritrovò a fissarla ammirato mentre lei muoveva le mani creando arabeschi in aria, i decori dorati sulle sue mani che brillavano come le stelle nella notte.  

“Quindi...” James si sedette a terra accanto a Sirius che stava cercando di suonare un flauto. “Ormai è chiaro anche per lei che non sei immune al suo fascino... non credi sia ora di dichiararti?” 

Il giovane dagli occhi grigi posò lo strumento a terra e guardò il suo amico dritto negli occhi. “Credo di sì. Devo assolutamente dirglielo.” 

“Ottimo!” Esclamò James senza potersi trattenere. 

“Buone notizie?” Chiese Star avvicinandosi. 

“Si, più o meno.” Rispose rapido Sirius

“Bene, allora bagno di mezzanotte! Esclamò la giovane trascinando i suoi amici in spiaggia. 

Si tuffarono insieme nell'acqua che era quasi calda. Si erano tolti i vestiti e li avevano ordinatamente ripiegati sugli sdrai per non rovinarli. Nuotavano quindi in biancheria intima, ma poco importaval'atmosfera era serena e scherzosa. Un altro splendido momento perfetto da fissare nella mente.  

“Deve essere stato difficile per te sta sera.” Insinuò James mentre risalivano verso la villa. 

“In che senso?” Replicò Sirius. Peter, Remus e Star erano più avanti di qualche metro e chiacchieravano del successivo anno ad Hogwarts

“Vedere Star con quei vestiti blu cobalto… non era bellissima questa sera?” Spiegò James. 

“Era turchese, non blu cobalto… ma sarebbe stato perfetto se fosse stato dello stesso colore dei suoi occhi. Mi è venuta voglia di portarla in giro per il mondo, e comprarle tutti i vestiti più belli che si abbinino perfettamente a lei. Hai visto come l’oro di quei tatuaggi brilla come quello tra i suoi capelli? Vorrei che si sentisse sempre speciale, anche se per me è meravigliosa in ogni occasione e…” Sirius si bloccò all'improvviso realizzando che stava parlando dei suoi sentimenti a poca distanza dalla ragazza per cui li provava. James sorrise e gli fece un occhiolino.  

Una volta tornati in villa si fecero una doccia rapida e andarono tutti a letto. Star si ritrovò di nuovo sola di fronte a quegli abiti preparati giorni prima per la sfida e che non aveva avuto il coraggio di indossare. Così nel silenzio della sua camera li mise per la prima volta assaporando la morbida sensazione della seta sulla pelle fresca di doccia. Si fissò allo specchio e le tornò in mente quello che le aveva detto Sirius l'anno precedente mentre guardava quella lingerie sul manichino: “sei già sexy con della normale biancheria quindi direi che con questa potresti uccidere qualcuno”. Star sapeva chi voleva uccidere, voleva usarla per la sfida, voleva che Sirius perdesse il controllo. Ma ora che aveva già ottenuto questo risultato si sentiva ancora più stupida. Era una Deran, era nata per essere seducente, non era mai stato un problema, il fatto era che forse nessuno avrebbe mai guardato oltre il suo aspetto per amare le altre piccole cose del suo essere. In quel momento alla ragazza venne in mente un’altra frase del suo amico: “Io aspetterei comunque qualche anno se fossi in te e, bhe, il ragazzo giusto”. Il ragazzo giusto... qualcuno che non la veda solo come un bel viso. Senza pensarci la giovane prese una vestaglia blu e si fiondò nella stanza di fronte alla sua.  

“Star! Non ti ho sentita bussare...” Sirius aveva appena finito la sua doccia e si stava strofinando i capelli con un asciugamano indossando i pantaloni del pigiama, non sembrava troppo sorpreso dal vederla lì. 

“Non...non ho bussato.” Balbettò lei.  

“Bhe, è piuttosto rischioso non bussare, avrei potuto essere nudo, o in una situazione personale.” Scherzò il ragazzo.  

“Non ci ho pensato, scusa.” Star si voltò e afferrò la maniglia della porta; era stata davvero una sciocca. 

“Hei, fermati, tutto bene? Sembri sconvolta.” Sirius le si fece vicino cauto, come se temesse di spaventarla. Lei si fermò ma non disse nulla. “C’è un motivo per cui sei qui?” Proseguì il giovane preoccupato.  

“Volevo mostrarti una cosa ma... credo che non sia appropriato... insomma... ho sbagliato.” Spiegò la ragazza stringendosi nella vestaglia.  

“Non c’è niente di inappropriato che tu possa dire o fare a me, per qualunque cosa io ci sono, lo sai.” La tranquillizzò.  

“Ma se mi hai dato della pazza assatanata di sesso solo per un bacio!” Sbottò lei.  

“Si, è stato un errore ma... avresti dovuto essere in te per capire che era piuttosto... sensuale come bacio. Io non sapevo che fare!” Replicò Sirius.  

“Capisco... allora vado.” Star afferrò nuovamente la maniglia ma lui posò la mano sulla porta tenendola chiusa.  

“Non te ne vai di qui finché non mi dici perché sei venuta.” Insistette. 

La giovane sospirò e fece qualche passo avanti nella stanza allontanandosi dal suo amico. “Ricordi la lingerie che abbiamo visto l’anno scorso in quel negozio in paese?” Iniziò lei, Sirius annuì. “Bhe, l’ho comprata; sono tornata lì da sola e l’ho presa e... volevo usarla per la sfida ma poi mi sono ricordata che avevi detto che avrei dovuto metterla per il ragazzo giusto e quindi non l’ho fatto, ma poi ho pensato che forse era eccessiva e tu sei sempre stato comprensivo e mi hai sempre aiutato a sentirmi a mio agio e quindi volevo mostrartela...” Star stava parlando talmente in fretta che fu parecchio difficile per Sirius comprendere tutto ma quando la vide slacciare la cintura della vestaglia e notò la seta rosa cipria e il pizzo nero sotto di essa si slanciò in avanti per coprire la sua amica.  

“Wo wo wo! Fermati ti prego! Basta così, per questa settimana non credo di poter essere un tuo amico o darti consigli lucidi su queste cose, soprattutto se ti spogli, ok?” Il ragazzo si allontanò di un passo mentre lei si richiudeva la veste addosso con aria mortificata. “Senti...” Proseguì lui. “...io vorrei... vorrei vederti con quella lingerie ma non così, non in questo modo... prima... allora... ok. Io devo dirti una cosa prima: Star, io...” 

“Svegliatevi tutti! Dobbiamo andare a Londra!” La voce di Susan giunse alle loro orecchie dal salone; rapida Star uscì dalla stanza e si infilò nella sua camera cambiandosi in fretta.  

“Vestitevi, veloci, si tratta della vostra amica Lily Evans.” Aggiunse Henry, bussando alle porte delle stanze dei Malandrini.  

“Lily?” Chiesero tutti i giovani in coro uscendo dalle loro camere indossando i primi indumenti trovati in giro.  

“Si, purtroppo.” Susan li guardò con occhi pieni di dolore; era successo qualcosa di brutto. 

 

 

****************** 

 

Salve gente,  

Lo so, vi lascio in sospeso di nuovo, portate pazienza.  

Volevo ringraziare tutte le persone che in questi giorni mi hanno taggata su instagram, mi hanno scritto messaggi o hanno commentato i miei capitoli facendomi venire sempre voglia di scrivere. Grazie a voi pubblico questo capitolo in ritardo rispetto a quello che penavo ma in anticipo visto il periodo in cui sono stata poco bene (ho avuto solo un’insolazione, ma mi ha portato a dormire moltissimo e quando ero sveglia avevo troppo mal di testa per scrivere). 

Ringrazio anche tutte le persone che hanno iniziato a seguirmi da poco, e anche chi mi segue da molto ma non si è ancora stancato delle mie stupidaggini e della mia lentezza nello scrivere. 

Siete talmente tanti da ringraziare e io non sto ancora abbastanza bene da cercare tutti i vostri nomi per taggarvi qui, ma se volete un ringraziamento personale commentate e vi ringrazio uno per uno, o scrivetemi in qualsiasi altro modo su qualsiasi altra piattaforma, mi fa sempre piacere. 

Ciao ciao 

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Capitolo 19
*** L'Errore di Star ***


I Malandrini camminavano rapidi tra le strade semivuote di Londra, seguendo i signori Potter in completo silenzio. L’oscurità li avvolgeva mentre si recavano agli ingressi per i dipendenti, non avevano usato la linea diretta da casa Potter, il che dimostrava che il Ministero stava iniziando ad applicare delle restrizioni di sicurezza. Si recarono immediatamente all’ufficio di Protezione dei Babbani dove c’era un gran fermento, tra vari dipendenti e Auror James individuò subito dei capelli rossi.  

“Lily!” Star e Remus corsero incontro alla loro amica abbracciandola forte.  

“Cos’è successo?” Chiese la ragazza dagli occhi cobalto. 

Lily si asciugò rapidamente gli occhi. “Non ve l’hanno detto?” 

“No, tesoro... andate pure nel nostro ufficio, qui finiamo noi.” Assicurò loro Susan. 

I giovani si diressero verso la stanza indicata dalla signora Potter e chiusero la porta. Lily prese subito a camminare avanti e indietro. “Devono stare qui anche loro?” Chiese accennando a Sirius, Peter e James, mentre cercava di fermare le lacrime con la manica della maglia.  

“Oh... noi possiamo uscire.” Balbettò James alzandosi dalla scrivania su cui si era accomodato. 

“No, non fa niente.” Cambiò bruscamente idea lei. “Hanno attaccato. Ero a casa con i miei genitori e quegli schifosi ci hanno attaccato... ho provato a difenderli ma non ci sono riuscita... non ho potuto fare niente...” Il tono della giovane era rotto e brevi respiri affannati interrompevano spesso le sue frasi. 

Remus le posò una mano sulla spalla. “Lily... nessuno della nostra età avrebbe potuto fermarli...” 

“Voi si... vi ho visti all’esame di Difesa Contro le arti Oscure e... io ero inutile! Li hanno torturati!” Protestò la rossa. 

“Come stanno?” Si preoccupò Star. 

“Erano molti scossi, gli Auror li hanno portati via... non potrò più vederli forse... e l’ultima volta che li ho salutati avevano gli occhi pieni di terrore! E Tunia! Lei era fuori con il suo ragazzo e quando è tornata... tutto era sottosopra... e lei... ha gridato tanto e mi ha guardata come se fossi...” Un singhiozzo interruppe il racconto di Lily.  

Nessuno nella stanza si mosse, il silenzio era assordante. 

“Se hai bisogno di un posto dove stare...” Cominciò James gentile, ma Lily lo bloccò: “Non ho nessuna intenzione di venire a casa con te, Potter. Ho già scritto ad Alice...” 

“Ma certo, è giusto..." Replicò lui calmo. 

Star sospirò. “Andate a vedere quanto manca ad andare via da qui.” Ordinò a Sirius, James e Peter. I tre uscirono alla svelta dalla stanza e Remus tirò fuori dalla tasca una barretta di cioccolato porgendola alla rossa.  

“Mi avevi avvertito che poteva essere pericoloso per loro... avrei dovuto ascoltarti.” Lily afferrò il cioccolato ma si rivolse a Star. 

La mora scosse piano la testa. “Sarebbero venuti a casa tua comunque e se tu non fossi stata lì le cose sarebbero andate peggio, senza la tua Traccia forse gli Auror non sarebbero mai arrivati in tempo.”  

Gli occhi verdi della giovane si riempirono nuovamente di lacrime e solo allora Star notò che la manica della sua amica era completamente zuppa di sangue, osservò con più attenzione e vide che sotto i brandelli di stoffa strappata delle linee scavate sulla pelle candida di lei tracciavano lettere famigliari e crudeli.  

“C’era una donna con loro, vero?” Chiese la ragazza dagli occhi cobalto. Lily annuì. “Aveva i capelli scuri, e lo sguardo più malvagio del mondo?” Di nuovo la rossa fece un cenno di assenso. “Era la cugina di Sirius, Bellatrix.” 

“Come fai a saperlo?” Domandò Remus. Star non aveva mai staccato gli occhi dal braccio di Lily e il ragazzo seguì il suo sguardo alla ricerca di una risposta. 

“Ho visto cos’è capace di fare... lo puoi vedere anche sulla pelle di Sirius... sono cicatrici meno profonde delle tue, talmente sottili da essere quasi invisibili... le ho notate lo scorso inverno a Casa Black... Walburga chiede spesso a Bellatrix di punire chi sbaglia, a lei piace far soffrire le persone.” Spiegò la mora.  

Lily sbuffò e quando i suoi due amici la fissarono si esibì in un sorriso amaro. “Ho sempre pensato che Black fosse un privilegiato Purosangue annoiato che ha lasciato la sua famiglia solo perché non era bravo a rispettare le regole, ma... se quella era sua cugina... se lui ha dovuto passare la sua vita con persone come lei... io credo che... credo di capire finalmente perché il Cappello lo ha messo in Grifondoro. Non ci sono dubbi.” Grosse gocce solcarono le guance della ragazza.  

Qualcuno bussò dolcemente alla porta.  

“Lily, cara, siamo pronti ad andare; la tua amica ci sta aspettando.” Susan sorrise con la sua solita dolcezza che faceva sembrare anche quel luogo, piuttosto spoglio, accogliente. 

I tre si alzarono e si riunirono agli altri tre Malandrini ed Henry che aspettavano in corridoio. Presero un’auto e il viaggio passò in completo silenzio. Alice non abitava distante dal Ministero; la sua casa era piccola ma pulita e ordinata. La famiglia della ragazza accolse Lily a braccia aperte e Star e Alice salirono in camera con lei per aiutarla a sistemarsi anche se portava con sé solo uno zaino preparato in gran fretta. 

“Ti ringrazio, Alice.” Mormorò Lily sedendosi sul letto rifatto di fresco nella stanza degli ospiti.  

“E di che? Sono così felice che tu ora sia qui, al sicuro. E sono certa che gli Auror avranno trovato una sistemazione confortevole per i tuoi genitori, vedrai. Ancora non capisco perché tua sorella sia voluta restare, però.” 

La rossa sospirò pesantemente. “Tunia non ha fiducia nel Ministero della Magia, o in niente altro che sia di questo mondo, in realtà. Alla fine voleva andare a vivere con quel Veron da un po' quindi ha colto la palla al balzo per distaccarsi da me e da tutto questo il più possibile.”  

“Meglio così.” Affermò Alice sbrigativa. “Almeno non correrà dei rischi. Andrà tutto bene ora, devi solo riposare un po'.” La ragazza si sedette accanto alla sua amica e le circondò le spalle con un braccio. “So che sarà dura non vedere i tuoi genitori per un po', ma devi avere fede che Silente saprà gestire la situazione e tra qualche anno saremo pronti a combattere a nostra volta, vedrai, c’è solo bisogno di persone giovani che sappiano da che parte stare. Tra qualche anno li rivedrai.” 

“Tra qualche anno, si...” Ripeté Lily lasciandosi cullare lievemente; Alice aveva sempre un effetto calmante su chiunque. 

“Star... dobbiamo andare ora!” Chiamò Henry dal piano di sotto.  

“Lily, abbi cura di te. Non fare sciocchezze, ti prometto che se arriverai sana e salva ad Hogwarts l’anno prossimo io ti insegnerò alcune cose.” Gli occhi cobalto della giovane fiammeggiarono in direzione di quelli verdi. Star aveva ascoltato i pensieri di Lily per tutto il tempo; c’era rabbia e voglia di vendetta. Lily la fissò per qualche secondo soppesando quella promessa e poi annuì decisa. Sollevata, Star le posò una mano sul braccio come segno di affetto e poi raggiunse la sua famiglia al pianterreno.  

“Puoi farti un bagno se vuoi.” Alice le fece la proposta con il tono più normale e calmo che riuscì a sfoderare anche se vedere la sua amica così sconvolta e sanguinante le faceva male fin nelle viscere. 

Lily acconsentì e solo una volta sola, nella stanza dalle tenui piastrelle azzurrine, ricominciò a piangere. Poi prese a spogliarsi e allora notò che il braccio su cui Bellatrix le aveva inciso la parola “Sanguesporco” non le doleva più. Represse un conato di vomito e si preparò a guardare cosa era accaduto. La sorpresa fu grande nel vedere che le ferite si erano rimarginate perfettamente e al posto di quella scritta rivoltante ne era apparsa un’altra; lettere dorate dipinte con una grafia particolare ma familiare campeggiavano sulla sua pelle chiara. “Sopravvissuta”. Quello era il marchio che le aveva affidato Star, il suo modo per farle notare che nonostante tutto lei, a differenza di altri, era ancora viva, poteva ancora lottare. E Lily Evans avrebbe lottato, con ogni fibra del suo corpo avrebbe lottato contro il male che affliggeva il Mondo Magico, non avrebbe permesso mai più a nessuno di fare del male a degli innocenti sotto il suo sguardo. 

 

…................... 

 

Londra era ormai piena di persone indaffarate. I Potter e i Malandrini stavano tornando al Ministero per restituire l’auto, da lì i signori Potter li avrebbero riportati alla villa e poi sarebbero tornati al lavoro. All’andata Star era troppo concentrata su Lily per accorgersi che conosceva parzialmente alcune strade su cui stavano viaggiando. Cercò di capire perché provava un misto di sensazioni orrende e malinconiche quando percepì qualcosa che la fece agire senza pensare minimamente: aprì la portiera e si gettò dall’auto in corsa facendo prendere un colpo a tutti. Corse a perdifiato tra le vie, ignorando le urla dei suoi amici e famigliari che le chiedevano di tornare indietro, fino ad una piazzetta nella quale una piccola folla si stava radunando attorno ad un palco, su di esso un giovane uomo sorrideva sistemando il microfono, dietro di lui altri giovani prendevano posto e accordavano gli strumenti.  

“Benvenuti! Sono felice di vedervi qui anche quest’anno, prima dello spettacolo vi invito come al solito a chiudere gli occhi con me. Aspettiamo un Angelo, io non ho ancora trovato il mio quindi chiedo il vostro aiuto. Spero che arrivi un Angelo anche per voi.” Disse il giovane, gli occhi che brillavano nostalgici. Tutto il pubblico obbedì subito, alcuni si strinsero anche le mani, altri mormoravano qualcosa.  

Star rimase infondo alla piazza a fissare la folla, ma il suo sguardo tornava sempre sull’individuo con gli occhi chiusi davanti al microfono; il suo volto era rivolto verso l’alto ed emanava uno strano senso di pace. 

“Chiudi gli occhi e spera che arrivi un angelo per te.” Sussurrò Star, poi la band prese a suonare una canzone lenta ma in un certo modo ritmata. Il cantante aveva una voce stupenda; calda e dolce. 

Everybody needs a reason 
To make it through another day 
And everybody needs a reason 
Try and find another way 

I've been up, I've been down 
Seemed like one long, lonely ride 
Wish I'd been usin', time I could be usin' 
To learn about myself inside 
That's not a hard thing to do” 

Quando James e Sirius raggiunsero finalmente la loro amica la trovarono con gli occhi lucidi fissi sul giovane sul palco, non aveva pianto ma teneva una mano premuta sulla sua bocca ed era pallida con il viso chiazzato di rosso, talmente sconvolta che nemmeno il potere delle Deran poteva coprire i suoi sentimenti. Eppure Sirius non l’aveva mai vista così bella, così sé stessa, nonostante stesse chiaramente soffrendo molto.  

“Star, che succede? Va tutto bene?” James la prese delicatamente per il gomito cercando di risvegliarla da quella trance.  

“Michael...” Mormorò lei a tono talmente basso da essere appena percettibile sopra la musica.  

Everybody needs a reason 
Doesn't matter who they are 
And everybody needs a reason 
To make it to the shootin' star” 

“Star?” Sussurrò Sirius che aveva seguito lo sguardo della ragazza. “Quello è Michael?” 

“So many people don't understand 
Never live, but waiting to die 
wish I could reach them 
really want to teach them 
Something so good going on inside 

Maybe they don't like itmaybe they do 
This is the way; it's all coming true 
Everybody needs a reason 
Everybody needs to know 
Maybe things are changin' 
really don't know 
Knowing things is helping to grow 

Everybody needs a reason 
Everybody needs to know 
Everybody needs a reason 
Everybody needs to know 

La band smise di suonare e gli applausi partirono subito.  

“Si.” Rispose lei.  

James si voltò verso il palco. “Hei! È qui!”  

Il cantante che stava ringraziando il pubblico seguì l’urlo di James al quale si unì Sirius e individuò subito degli occhi cobalto inconfondibili e indimenticabili.  

“Vogliate scusarmi, è arrivato il mio Angelo.” Michael scese di corsa da palco e si mosse tra la folla con estrema rapidità, ma prima che potesse raggiungere Star un altro giovane uomo lo precedette abbracciandola. 

“Jack!” Si sorprese Star rispondendo all’abbraccio al quale poi si unì Michael. “Siete qui! Vi ho trovati!” 

James fece un passo indietro per lasciare a sua sorella lo spazio per salutare i suoi vecchi amici. Osservò attentamente i due ragazzi che sorridevano increduli e felici; Michael aveva i capelli castano chiari, mossi e lunghi fin quasi alle spalle, gli occhi chiari di un azzurro limpido, era alto come loro e aveva una corporatura piuttosto normale. Jack, invece, era più alto e più muscoloso anche se non di molto, i capelli quasi biondi e gli occhi verdi. 

“Non parla...” La voce di Sirius lo fece sobbalzare. 

“Chi?” Chiese James ancora un po' perso nei suoi pensieri.  

“Jack...” Rispose Sirius piano. “Non ha mai parlato.” 

James fissò il ragazzo per un po' a distanza, il giovane Black aveva ragione, non apriva nemmeno bocca eppure Star e Micheal sembravano non farci caso.  

“Quindi ora canti! E che pubblico!” Si entusiasmò star, la sua emozione era quasi palpabile.  

“Certo, Jack continuava a ripetermi che ero bravissimo, è tutto merito suo. Ora mi fa da manager.” Spiegò Michael.  

“Sei sempre stato la nostra forza Jack.” Si complimentò la ragazza. “Ma quindi da quanto canti, e soprattutto da quanto ti esibisci qui?” 

Bhe...” Micheal e Jack si scambiarono uno sguardo imbarazzato. “Da qualche anno ormai facciamo questo concerto cercando di trovarti, vedi, lo facciamo sempre lo stesso giorno, il giorno in cui ce ne siamo andati... sempre qui, a poca distanza dall’orfanotrofio...” 

James e Sirius non avevano mai visto Star così distrutta; il suo volto era devastato dai sensi di colpa e nemmeno sentiva quello che Michael le diceva per rincuorarla: “lo so, è colpa nostra, sapevamo che saresti stata il più distante possibile da qui, è che non sapevamo dove altro...” 

“No.” La ragazza si premette di nuovo la mano sulla bocca. “Tutto questo tempo... tutti questi anni a cercarvi e mi sarebbe bastato tornare qui... che stupida... ho fatto un errore gravissimo a non pensarci... mi dispiace ragazzi... mi dispiace davvero... io...” 

Jack e Michael la abbracciarono di slancio e proprio in quel momento i signori Potter li raggiunsero.  

“Siete impazziti tutti? Ci avete fatto prendere un colpo!” Si agitò Henry.  

James intercettò i suoi genitori e li portò qualche metro più in là facendo l’occhiolino a Star.  

“Quelli sono i miei genitori adesso.” Raccontò Star. “E lui era James, mio fratello, è stato lui a convincerli ad adottarmi dopo il primo anno di scuola. E questo è Sirius, vive con noi anche lui dopo qualche piccolo problema in famiglia.” 

Sirius si fece avanti e strinse la mano ai due vecchi compagni di avventure della sua amica.  

“Quindi sei andata in una scuola dopo che ce ne siamo andati, e come ci sei riuscita?” Le domandò Michael.  

“E’ una storia lunga, non posso raccontarvela qui e il vostro pubblico aspetta.” Star lanciò uno sguardo alla folla che veniva intrattenuta a malapena dal resto della band.  

“Va bene, suoneremo un’altra canzone ma tu non sparire. Jack, tienila d’occhio anche per me.” Michael sorrise e salì di nuovo sul palco. 

“Ora suoneremo una canzone molto particolare, non è nostra ma è molto importante per me e per le persone che vedete laggiù, vi prego di ballare, scatenatevi e lasciatevi andare.” Detto ciò Michael dette il via ai suoi compagni e iniziarono a suonare Rock Around the Clock. 

Star sorrise e strinse la mano di Jack poggiando la testa sulla sua spalla, poi i due presero a ballare e Sirius rimase in disparte a guardarli con una strana sensazione fredda e sgradevole che gli cresceva nello stomaco.  

“Invidioso?” Chiese James facendolo sobbalzare.  

“Si, ma non dovrei; è una vita che aspetta di rivederli... sono stati gli unici a volerle bene all’orfanotrofio...” Replicò Sirius 

“Già, ma comunque non riesci a farne a meno di chiederti se anche Star vede quanto sono cresciuti bene.” Ribatté James.  

“Ti odio.” Sbuffò il giovane dagli occhi grigi.  

Star si voltò verso di loro e sorrise. “Forza, venite anche voi!” Li invitò. 

James e Sirius si unirono ai due e Jack si stupì nel vedere che i Malandrini conoscevano gli stessi passi che lui aveva insegnato a Star anni prima. 

“E’ tutto a posto con mamma e papà?” Domandò lei a suo fratello.  

“Stanno sorvegliando i dintorni, appena finiamo dobbiamo tornare in auto con Remus e Peter, possono venire anche i tuoi amici.” Spiegò lui.  

Jack sorrise annuendo, la canzone finì e Michael ringraziò il pubblico, che si disperse in fretta, prima di tornare da loro. Il giovane biondo prese a gesticolare in modo strano e Michael lo fissò divertito. “Certo, certo, possiamo andare con loro.” Affermò poi.  

Il gruppo si avviò verso l’auto che ripartì appena salirono. 

Remus, Peter, questi sono Jack e Michael.” Li presentò Star.  

“I famosi Jack e Michael?” Fece Remus incredulo stringendo la mano ad entrambi. 

“Non è un po' troppo grande per com’era all’esterno, quest’auto?” Chiese Michael. 

“Si... ecco... la scuola che frequento è una scuola di magia.” Cercò di raccontare Star.  

Jack prese a gesticolare furiosamente.  

“Che dice?” Domandò Peter spiazzato da tutta quella storia. 

“Che sapeva che avevo qualcosa di speciale.” Rise Star. 

Dopo aver superato lo sconcerto iniziale toccò a Michael raccontare le loro avventure, si scoprì che la signora che li aveva adottati li aveva portati in giro per l’Europa per qualche anno e infine erano tornati in Inghilterra per stabilirsi. La signora aveva ormai una veneranda età e per questo Jack e Michael cercavano di non lasciarla mai sola troppo tempo. Arrivati a casa Potter, Rue preparò il thè per tutti, Henry e Susan non erano tornati in auto con loro e quindi i ragazzi poterono parlare liberamente ancora per un po'. Jack e Michael erano, ovviamente, affascianti da ogni cosa appartenente al mondo magico e Star poté riferì loro quanto era successo da quando si erano separati.  

“Credo che ora dobbiamo proprio andare.” Annunciò Michael.  

Star scattò in piedi. “Ci sentiremo ancora vero?” 

Jack le sorrise dolcemente e le passò un fogliettino.  

“Lì c’è il nostro indirizzo se vuoi scriverci o passare a trovarci, in quanto a te, sappiamo dove trovarti, prometto che non spariremo.” Michael la abbracciò stretta.  

I Malandrini salutarono i due e li accompagnarono alla porta. Il silenzio calò tra loro ma non era triste, forse appena malinconico. Lasciarono a Star il tempo d sedimentare tutte le emozioni provate quel giorno. I signori Potter rientrarono per cena e una volta riuniti tutti al tavolo cominciarono a mangiare senza dire nulla.  

“Che succede?” Domandò James stranito.  

“Succede che io e tua madre siamo preoccupati per Star...” Rispose Henry paziente.  

“Ho fatto qualcosa di male?” Chiese la ragazza. 

“No, tesoro... ma non sappiamo come aiutarti... non sappiamo se sia giusto cercare di tenerti al sicuro o se è meglio lasciarti libera... non capiamo come comportarci.” Spiegò Susan.  

“Capisco.” Star sospirò pesantemente. “Io credo di sapere come trovare lo zio di Sirius.” 

Tutti i presenti si immobilizzarono tranne il giovane Black che si sporse in avanti in attesa.  

“Io...” proseguì la ragazza. “...ho sentito delle forze il giorno del matrimonio, sono certa che se stessi in un luogo senza troppe protezioni potrei individuare le tracce magiche di Alphard, devo solo trovare un modo per distinguerle delle altre.” 

“Ne sei sicura?” Remus ruppe il silenzio preoccupato. 

“No, ma devo provarci.” Replicò lei. 

 

 

…...................... 

 

Un paio di giorni dopo era tutto pronto per l’esperimento di Star; Henry, Susan e i Malandrini si materializzarono in un campo di proprietà dalla famiglia Weasley, i quali erano stati amici dei Potter in passato. 

“Ok, non ci sono molte protezioni qui... senti qualcosa?” Le chiese Henry frettoloso. 

“Non pressarla, tesoro.” Susan afferrò con gentilezza il braccio del marito ma anche lei aveva uno sguardo teso.  

Star chiuse gli occhi e strinse il pugnale regalatole da Alphard cercando di concentrarsi; miriade di tracce magiche le si aprivano davanti e la conducevano in luoghi mai visti prima. La ragazza non era certa di quanto tempo fosse passato ma poi riconobbe qualcosa, era una traccia vecchia, appena percettibile, ma di sicuro era di Alphard 

“L’ho trovato.” Quando lei aprì gli occhi notò che i suoi amici e la sua famiglia si erano ormai seduti a terra o poggiati agli alberi nei dintorni, tutti le si fecero subito attorno tranne Sirius. Il giovane rimase con la schiena contro la corteccia di un faggio e la fissò semplicemente in attesa. “E’ qualcosa di flebile, ma credo di aver sentito la sua magia in Grecia.” Proseguì la ragazza.  

“Molto bene. Partiremo appena sarete di nuovo al sicuro.” Affermò Henry.  

I signori Potter li condussero alla villa al mare e rinforzarono gli incantesimi di protezione prima di dirigersi al Ministero per ottenere dei giorni di permesso. I Malandrini si radunarono attorno al tavolo da pranzo senza trovare il coraggio di aprire bocca. Dopo qualche minuto fu Peter a parlare per primo: “Forse dovremmo andare su a suonare qualcosa, è sempre molto divertente.” 

James sorrise appena. “Non è male come idea... forse ho qualcosa di tranquillo che potremmo provare a intonare in spiaggia.” 

“Salgo a aiutarti a prendere le chitarre.” Propose Remus 

“Io prendo i teli.” Star corse rapida su per le scale entusiasta di avere qualcosa da fare.  

Scesero insieme in spiaggia mentre il sole tramontava, stesero i teli e Sirius e James imbracciarono le chitarre.  

“Blue jean baby, L.A. lady, seamstress for the band 
Pretty eyedpirate smile, you'll marry a music man” 

Cominciò a cantare il giovane con gli occhi nocciola, a sorpresa Remus proseguì: 

“Ballerina, you must've seen her dancing in the sand 
And now she's in me, always with me, tiny dancer in my hand 

Star si alzò in piedi e cominciò ad abbozzare qualche passo. 

“Puoi insegnarmi?” Chiese Peter a Sirius indicando la chitarra. Il giovane Black gliela passò cercando di aiutarlo a posizionare le dita un po' tozze sulle corde. 

“Ci sei quasi...” Rise James. 

“Peter suona, quindi tu vieni con me.” Star tese la mano a Sirius, nuovamente il ragazzo si stupì di vedersi porre quel gesto da lei, ma si alzò comunque e la seguì.  

Jesus freaks out in the street 
Handing tickets out for God 
Turning back, she just laughs 
The boulevard is not that bad 
Piano man, he makes his stand 
In the auditorium 
Looking on, she sings the songs 
The words she knows, the tune she hums 

But oh, how it feels so real 
Lying here with no one near 
Only you, and you can hear me 
When I say softlyslowly 

Star prese le mani di Sirius guidandone una sulla propria vita e tenendo stretta l’altra; lui non poté fare a meno di stringerla appena a sé ripensando a quando suo zio gli aveva consigliato di non perderla. 

Hold me closertiny dancer 
Count the headlights on the highway 
Lay me down in sheets of linen 
You had a busy day today 
Hold me closertiny dancer 
Count the headlights on the highway 
Lay me down in sheets of linen 
You had a busy day today 

I Malandrini andarono a letto ognuno nella propria stanza ma nessuno di loro era davvero solo; avevano tutti i loro pensieri di cui occuparsi. James si chiese come si sentiva Lily in una casa nuova senza sapere cosa ne era dei suoi genitori, Sirius si interrogava su dove poteva essere suo zio e su se mai l’avrebbe rivisto, Peter si struggeva per lo stato d’animo dei suoi amici, Remus era a sua volta preoccupato per Lily, infine Star si domandava come stavano Jack e Michael e soprattutto se era davvero riuscita ad aiutare Sirius 

 

….......... 

 

Agosto scorreva senza pietà, per la luna piena i signori Potter avevano preparato una stanza in cui Star e Remus avrebbero potuto restare tranquilli senza paura di farsi del male o farne agli altri. Quello che i signori Potter non sapevano era che anche gli altri Malandrini fecero compagnia al lupo.  

Una mattina Sirius si alzò di buon’ora; convinto di essere l’unico sveglio si recò nel garage per sistemare la moto ma appena apri la porta Star si alzò in piedi da dietro il veicolo e il cuore del ragazzo fece una capriola. Lei indossava dei pantaloncini un po’ logori e una maglia dei Kinks tagliata corta che le lasciava scoperta la pancia piatta e sporca di olio da motore come le mani e gli indumenti. Era stupenda.  

“Oh… ciao.” Subito dopo averla salutata il ragazzo si schiarì la gola per evitare di parlare ancora con quel tono bizzarro.  

Lei sorrise. “Ti sei appena svegliato, eh?” 

“Si... tu invece?” Chiese Sirius girando attorno alla moto e affiancandola per osservare il suo lavoro. 

“Sono sveglia da qualche ora; mamma e papà sono passati a dirmi che non riescono ancora a trovare tuo zio... mi dispiace, forse ho sbagliato qualcosa.” Spiegò la ragazza. 

“Non ti preoccupare, almeno ci hai provato.” Lui sospirò e si sforzò di sembrare sereno. “Comunque mi stai davvero aiutando con questa moto, credo che allo zio farebbe piacere saperlo.” 

Bhe, è solo perché mi tiene occupata... dopo quello che è successo a Lily mi è difficile non pensare al fatto che potrei essere là fuori a combattere...” Star prese uno straccio e si pulì con gli occhi che fissavano il vuoto.  

“So che senti di doverti rendere utile... ma Silente non sa ancora abbastanza di questo mago oscuro... sono certo che potremmo tutti essere più utili quando concluderemo la nostra istruzione.” Replicò il giovane. 

Lei rise passandogli una chiave inglese. “Dici così solo perché tu e Remus non volete restare soli con James il prossimo anno.” 

“Si lo ammetto, e poi ci servi tu nei Malandrini per controbilanciare la presenza di Peter.” Scherzò Sirius, i due risero insieme. 

“Credo che sia quasi finita.” Decretò il ragazzo dopo qualche altro minuto di lavoro. “Andiamo a fare colazione?” 

Star annuì, tornarono in casa e vi trovarono Remus intento a sfornare dei biscotti al cioccolato.  

“Da quanto sei sveglio tu? Non ti ho visto!” Si stupì Sirius.  

“Non da molto, ho scoperto una ricetta molto veloce nei libri che abbiamo usato per il torneo.” Spiegò il ragazzo dagli occhi d’ambra.  

“Questo è per caso profumo di biscotti?” Peter scese rapido le scale seguito da James.  

“Solo tu potevi sentirli attraverso un piano e svariati muri.” Rise Star.  

I Cinque si sedettero sul tavolino in giardino e si dedicarono ad una pacifica colazione. Di lì a pochi giorni sarebbero arrivate le loro lettere per Hogwarts e presto avrebbero preso l’Espresso. Per quel motivo i ragazzi decisero di godersi la giornata avviando una partita di frisbee sulla spiaggia; il sole era caldo ma il vento fresco impediva loro di sentirsi male, la sabbia grossa sotto i piedi e gli schizzi d’acqua che ogni tanto i giovani si lanciavano contro l’un l’altro erano tutte sensazioni che i Malandrini cercarono di fissare nella loro memoria. Giunta la sera accesero un piccolo falò e si misero a mangiare cracker e marshmallow. 

“Giochiamo a obbligo o verità?” Propose Peter.  

“Obbligo o verità? Non penso ci siano dei segreti tra noi quindi non penso abbia molto senso.” Intervenne subito Sirius preoccupato.  

“Io invece credo che ci siano molte cose che non conosciamo di noi, potrebbe rivelarsi sorprendente.”  Insistette Remus con uno sguardo furbo. 

“Va bene, che sarà mai.” Acconsentì Star, l’atmosfera era talmente gioiosa che non aveva senso smettere di divertirsi.  

Il primo a cominciare fu Peter che fece una domanda a James, niente di nuovo venne fuori, almeno per i primi venti minuti, poi Remus fece una domanda a Sirius che lui gli perdonò solo perché aveva fatto di peggio giusto un paio di mesi prima: 

“Obbligo o verità: quando dirai a Star cosa provi?” 

L'aria sembrò raggelarsi all’improvviso; Star si voltò immediatamente verso di Sirius con uno sguardo interrogativo e il cuore in gola.  

Il ragazzo dagli occhi grigi si alzò di scatto. “Non so, magari quando saprò cosa è accaduto a mio zio?!” Sbottò risalendo in fretta verso la villa.  

La giovane cercò di raggiungerlo ma appena giunta alla villa non seppe più dove andare. Si fermò per riflettere per un secondo e poi senza altri indugi si recò in terrazza, lì rimase un attimo ad osservare il profilo di Sirius che si stagliava sul cielo trapunto di stelle. “So che sono l’ultima persona che vuoi vedere in questo momento...” 

“Star...” Lui si voltò a guardarla, il viso tirato da un evidente stanchezza.  

“No, lo so. Ascoltami: non voglio essere invadente, voglio solo sapere se sei arrabbiato con me per il fatto che... insomma... devo aver commesso un errore perché stanno cercando tuo zio dove ho detto io da giorni ma...” 

Sirius sospirò e si avvicinò alla sua amica. “Star...” il ragazzo le prese il viso tra le mani. “...quello che provo per te è...” Per Star fu un’attesa talmente lunga da farle credere che il tempo si fosse fermato, le dita di Sirius le accarezzavano dolcemente le guance e gli occhi grigi erano talmente profondi da annegarci dentro. In quella notte c’erano solo loro. “...è gratitudine... tu hai rischiato molto per me, sei andata contro i tuoi stessi genitori e io non ti ho mai davvero ringraziato come si deve per avermi aiutato... insomma... Remus crede che avrei dovuto fare qualcosa per te e ha ragione...” 

“Se non sei davvero arrabbiato credo che un abbraccio possa bastare.” Replicò lei.  

Il giovane sorrise e la strinse a sé, era da molto tempo che non abbracciava la sua amica così, i capelli di lei gli solleticavano le labbra, e il suo respiro gli scaldava il petto. Quel piccolo momento tra loro era qualcosa di talmente speciale che Sirius non l’avrebbe mai dimenticato. 

Star si si districò dolcemente dalle braccia del ragazzo. “Bhe, buona notte allora.” 

“Certo, dormi bene...”  

 

…...................... 

 

Susan odiava la Smaterializzazione; nonostante tutti gli anni passati a farlo quell’incantesimo la faceva sempre sentire estremamente scombussolata, quel giorno in particolare le ci volle una manciata buona di secondi per riprendere a respirare normalmente, anche se il peso sul petto che la opprimeva da ore non le passava. 

“Non è colpa tua.” Henry le strinse la mano cercando di sorriderle rincuorante. 

“Lo so... ma mi sento sempre come se avessi dovuto fare di più.” La donna sospirò e insieme al marito oltrepassò gli incantesimi di protezione attorno alla villa. 

Ad accoglierli fu Sirius con l’asciugamano legato in vita e il sorriso sulle labbra. “Scusatemi, ci stavamo lavando per preparare una cena gustosa e io ero quello meno indecente.” Disse rapido facendosi da parte e indicando con un gesto le sedie libere attorno al tavolo in sala da pranzo. “Vado a vestirmi e torno.” 

Quando Sirius rientrò nella stanza trovò tutti i suoi amici seduti attorno al tavolo con aria ansiosa. “Oh, siete qui per mio zio...” Comprese poi osservando i signori Potter. 

“Siediti.” Lo pregò Susan.  

Il ragazzo obbedì e il cuore prese immediatamente a battergli forte.  

“Non è affatto facile da dire, quindi cercherò di non girarci troppo attorno. Le tracce di Star erano esatte ma ci abbiamo messo molto tempo perché erano piuttosto vecchie, e il motivo per cui lo erano è che tuo zio non ha più usato la magia... Alphard...” Iniziò a raccontare Henry ma poi si fermò all’improvviso senza riuscire a trovare le parole giuste. 

“E’ morto.” Concluse Sirius con lo sguardo basso. 

“No...” Star scattò in piedi con la mano premuta sulla bocca. “Non può essere... mi dispiace.” Senza aggiungere altro salì di corsa le scale e si chiuse in camera. Rimase nella sua stanza, stesa a pancia in giù sul letto con il viso premuto sul cuscino, finché James non bussò piano. 

“Sorellina...?" Il ragazzo aprì delicatamente la porta, un mugugno fu l’unica risposta che ricevete così entrò e si sedette sul bordo del letto. “Vuoi parlarne?” Nessun suono. “Sai che non me ne andrò finché non mi dirai qualcosa.” 

La giovane sollevò un poco la testa. “È stato un errore cercarlo. Senza di me Sirius non avrebbe mai saputo e ora non starebbe soffrendo.” 

James sospirò pesantemente. “Lo avrebbe saputo comunque prima o poi, almeno non ha passato anni in ansia alla continua ricerca di una persona che se n’è andata da tempo.” 

“E’ sempre colpa mia. È stata colpa di un mio sbaglio anche quando hanno tagliato la lingua a Jack. Non faccio altro che errori.” Star si alzò a sedere stringendo forte un cuscino. 

“Che dici?” Sussurrò suo fratello accarezzandole un braccio. 

“Non me lo avete chiesto per gentilezza ma so che volete sapere perché Jack non parla. Beh... non può, non bene almeno, gli è stata tagliata la lingua perché io ho fatto uno stupido errore all’orfanotrofio e ora è come un pesce.” Si sfogò lei. 

L’immagine di un piccolo pesciolino argentato attraversò rapida la mente del ragazzo. “Star, se ti ha perdonato lui vuol dire che non era colpa tua e anche se lo è stata non ha importanza ora.” La rassicurò abbracciandola. Gli abbracci di James erano accoglienti e come al solito sembravano spazzare via ogni problema e ogni brutto pensiero. 

Un altro lieve bussare alla porta interruppe quel momento. “Star, posso chiederti un piacere?” Chiese Sirius infilando appena la testa nella stanza. La ragazza si allontanò un po' da James e annuì. “Ecco...tu conoscevi mio zio, e so che ti ha parlato e ti ha dato dei consigli... in più sei stata l’unica che è riuscita ad aiutarmi con la sua moto quindi... in suo onore... vieni a farti un giro con me?” 

“Non sei arrabbiato?” Domandò lei. 

Sirius ridacchiò, il viso ancora un po' teso. “Mi chiedo se smetterai mai di credere che io sia sempre arrabbiato, soprattutto con te.”  

“Scusa...” Mormorò la giovane sorridendo. 

“Quindi andiamo?” Ripeté lui.  

“Adesso? Sta calando il sole, non mi sembra ottimale per un primo giro.” Fece notare Star. 

“A me invece sembra un’ottima idea.” La incoraggiò James. “Farà bene ad entrambi.” 

“Ok... allora... va bene, ma gli incantesimi di protezione?” Ricordò loro la ragazza. 

“Per una sera non succederà nulla, poi sono al sicuro finché sono con te, no?” Sirius le sorrise e le porse la mano, non era certo che lei avrebbe accettato di mettere in pericolo la sua vita per un giretto, invece Star accettò. Scesero insieme a James in giardino e Remus e Peter si unirono a loro.  

“Fate attenzione.” Li avvertì Remus mentre si allacciavano il casco.  

“Ma sei sicuro che sai guidarla?” Chiese Peter.  

“In realtà no, ma il lato positivo è che la prima prova la farò con James visto che ha tanto insistito per essere il primo.” Spiegò Sirius 

“Ora non sono più molto sicuro di voler essere il primo.” Borbottò James. 

“Non c’è più tempo.” Sirius saltò in sella e porse il casco al suo amico. “Forza.” 

James sorrise e salì sulla moto con un sorriso spavaldo che sparì non appena Sirius partì facendo una curva piuttosto stretta infondo al giardino. Urla di gioia e di spavento si unirono a quelle di incitamento di Star, Remus e Peter. Dopo qualche giro James prese a ridere epoi lasciò il posto a Star, poi fu il turno di Peter al quale Sirius raccomandò di non urlare troppo, e alla fine convinsero a provare anche Remus che contro ogni aspettativa si divertì davvero molto.  

I giovani erano talmente sereni che si erano quasi scordati del fatto che Sirius e Star avrebbero dovuto infrangere le regole e uscire dalla villa, ma poi James lo ricordò a tutti.  

“Ok, solo un rapido giro attorno al vicinato.” Li pregò Remus.  

“Oppure sulla strada deserta dietro la villa che costeggia la scogliera.” Propose James.  

“Mi sembra un’idea decisamente migliore.” Acconsentì Sirius. “Pronta?”  

Star sorrise, si allacciò il casco e salì in moto. I due uscirono dalla proprietà e si infilarono subito nella stradina; il sole era quasi tramontato completamente e il vento portava con sé aria salata. Star si strinse a Sirius e respirò a fondo, anche il ragazzo stava respirando a pieni polmoni come se fossero finalmente liberi dai brutti pensieri.  

“Non hai fatto nessun errore." Affermò Sirius mentre passavano in un punto dove potevano vedere perfettamente il mare. “Non con me.” Il giovane staccò la mano dal manubrio e strinse quella di Star. “Grazie, invece... ”  

La ragazza teneva il palmo sul petto di lui, e sentire anche la mano calda del ragazzo sul dorso della sua era una sensazione incredibilmente strana e piacevole.  

“Siamo tornati.” Sussurrò Sirius, la sua amica aveva poggiato la testa sulla sua schiena e lui aveva come la sensazione che non stesse prestando attenzione alla strada e non voleva che le urla degli altri Malandrini la disturbassero.  

“Ti ringrazio.” Mormorò lei staccandosi appena.  

Rientrarono nel giardino e i loro amici li accolsero con sorrisi e parole gentili, rimasero fuori accanto alla moto parcheggiata in giardino per un po' e poi Remus tirò fuori da chissà dove una bottiglia di Whisky Incendiario e permise ai suoi amici di berne un bicchierino a testa dicendo che a zio Alphard avrebbe fatto piacere.  

“Credo faccia più piacere a noi che a lui questo tuo lato ribelle!” Rise Sirius. 

“Non farglielo notare troppo e bevi.” Lo rimproverò James. 

“Brucia tantissimo!” Si lamentò Peter con le lacrime agli occhi dopo aver preso un minuscolo sorso.  

“Quindi... quando faranno il funerale? Scusate ma... credo di essermi persa questa informazione.” Balbettò Star.  

Sirius guardò in basso per un secondo. “Abbiamo deciso dopodomani ma... forse sarà una cosa troppo ufficiale, troppo triste... a lui non piacerebbe.” Poi il ragazzo fece una cosa incredibile: rise, la tristezza che provava trasformò la risata in quasi un latrato ma andava bene lo stesso. “Credo che dovremmo andare a prendere le chitarre e suonare un po', apprezzerebbe molto di più tutto questo...” 

“Credo sia un’ottima idea.” James poggiò la mano sulla spalla del suo amico. 

Remus corse a prendere le chitarre insieme a Peter e Star frugò nei bauli dei suoi amici per radunare qualcosa di più importante: i coltelli a serramanico e il pugnale che Alphard aveva regalato loro. Sirius in realtà lo portava sempre con sé e lei dovette spiegargli ciò che voleva fare prima di ottenerlo. La ragazza accese delle candele e infilò la lama delle armi nella terra accanto alla moto.  

Sirius sorrise nel vederla così intenta a fare qualcosa per Alphard. Appena Remus e Peter tornarono si misero tutti a suonare e cantare solo canzoni allegre, alla fine della serata si versarono un altro bicchierino di Whisky e ne rovesciarono un po' a terra tra le lame lucenti e le fiammelle.  

“Sono certo che se n’è andato in pace sapendo che non sei più in casa.” Gli fece notare James.  

“Io so che è tranquillo perché sa che sono con voi, ha sempre creduto che foste gli amici giusti per me.” Replicò Sirius. “Mi mancherà molto.” 

“Non ti lascerà mai davvero, resterà con te, dentro di te...” Gli assicurò Star avvicinandosi a lui.  

I Malandrini si strinsero, spalla contro spalla, a guardare quella motocicletta nera sulla quale le luci delle candele si riflettevano in giochi di colore bizzarri.  

“Ad Alphard!” Brindarono tutti in coro; una stella particolare luccicò appena nel profondo blu del cielo notturno e i cinque salutarono a modo loro un Black dall’animo puro. 

 

 

********** 

 

Salve gente.... io ho pianto un sacco... spero anche voi (non perché voglio rendervi tristi ma perché spero di avervi trasmesso qualcosa). 

Prometto che il prossimo sarà più allegro e vi piacerà di sicuro, almeno spero. 

Ringrazio ancora tutti voi che leggete e commentate e mi scrivete su Instagram o Telegram o... bhe, grazie a tutti <3 

Ciao ciao 

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