Pillole Sterek

di pampu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno - Fai centro e gusta! ***
Capitolo 2: *** Due - Superman ***
Capitolo 3: *** Tre - Paura ***
Capitolo 4: *** Quattro - Starà bene? ***
Capitolo 5: *** Cinque - Il Demogorgone ***
Capitolo 6: *** Sei - Cos'è cambiato? ***
Capitolo 7: *** Sette - Foto ***
Capitolo 8: *** Otto - Stupida decisone ***
Capitolo 9: *** Nove - Parole ***
Capitolo 10: *** Dieci - Fidati di me ***
Capitolo 11: *** Undici - Non giocare con me ***
Capitolo 12: *** Dodici - Suit ***
Capitolo 13: *** Tredici - Ssssh ***
Capitolo 14: *** Quattordici - Respira ***
Capitolo 15: *** Quindici - Umano ***
Capitolo 16: *** Sedici - Ti Fai Di Strozzalupo? ***
Capitolo 17: *** Diciassette - Cereali ***



Capitolo 1
*** Uno - Fai centro e gusta! ***


La prima oneshot è tutta colpa di ScoSt1124, dei suoi infiniti viaggi in pullman e degli improbabili viveri che le offrono. Quindi è per lei 🧡


Derek ancora deve capire come sia riuscito a farsi convincere da Stiles a fare quella cosa. Okay, forse in certi momenti non è proprio lucidissimo, specialmente quando il ragazzino gli fa certe cose meravigliose con la lingua ma proprio non capisce come si sia ritrovato su quel bus pieno di persone. Quando la settimana prima aveva finalmente realizzato a cosa aveva acconsentito aveva provato a rittattare obiettando che lui aveva una fantastica macchina che funzionava benissimo quindi potevano arrivare in Messico da Cora con quella ma Stiles aveva ribattuto che non sarebbe stata la stessa cosa e lui ci teneva tanto a fare qualcosa di normale tra la gente normale. A quel punto Derek non se l'era proprio sentita di dirgli di no. 

Per questo motivo ora si trova su quel vecchio autobus, sotto al sole, circondato da fin troppe persone. I suoi sensi sono sovraeccitati e l'agitazione di Stiles non lo aiuta per niente: sembra proprio un bambino in un negozio di caramelle; i suoi occhi saettano da tutte le parti; le sue mani continuano a muoversi ininterrottamente e ha già parlato con la metà delle persone presenti.

"Der, guarda!"

Il mannaro sospira prima di girarsi verso Stiles e guardare il succhino che tiene in mano non riuscendo proprio a capire cosa ci sia da vedere. "È alla pesca, ti piace quello alla pesca" dice.

"Ma nooo, guarda meglio" ribatte ammiccando.

Derek si sforza ma proprio non ci arriva. "Cos'ha che non va?"

Stiles sbuffa per poi avvicinarglielo di più agli occhi. "La scritta fai centro e gusta" risponde muovendo le sopracciglia in maniera ridicola.

Derek si schiaffa la mano sul viso. "Sei ridicolo!"

"Non sono così ridicolo quando tu centri me e mi gusti" sussurra.

Derek ringrazia la sua barba che cela il rossore delle sue guance davanti alla sfacciataggine del suo ragazzo. "Stiles!" sibila tra i denti.

Stiles sembra non curarsi di quel tono minaccioso e infila la cannuccia nel buco succhiando in maniera indecente. Derek cerca di allontanarsi per quanto possibile da Stiles e guarda da un'altra parte fingendo di non conoscerlo. Sente lo sguardo del ragazzo bruciare su di sé e, se fossero nella sua Camaro, avrebbe già accostato per sbatterlo come si deve. Ma non può perché sono in mezzo a troppa gente e e si odia per aver assencondato Stiles mentre si passa la mano sul cavallo dei pantaloni.

Sente la vecchietta seduta davanti a loro ridacchiare. "Sei proprio fortunato ad avere un ragazzo così adorabile" gli dice.

E Derek pensa che in quel momento lo definirebbe in ogni modo possibile ma adorabile proprio no. Quando la vecchietta si sporge verso la compagna di viaggio per sussurrarle qualcosa che Derek sente benissimo, il mannaro crede di aver raggiunto il limite massimo di imbarazzo: prende il succhino di Stiles, glielo strappa dalle mani e lo butta via.

Stiles lo guarda oltraggiato ma Derek sa di aver ragione e incrocia le braccia. "Antipatico!" mormora Stiles per poi appoggiare la fronte al finestrino imbronciato.

Passano i minuti e Derek un po' si sente in colpa anche se ha ragione: odia vedere il suo ragazzo così fermo e silenzioso. Così gli pizzica un fianco ma Stiles si limita a spostargli la mano e avvicinarsi ancora di più al finestrino con tutto il corpo. Ci riprova ma la reazione dell'umano è ancora quella. "Un bambino" borbotta Derek "mi sono messo con un bambino. Sono un Alpha, potrei stare con chi voglio ma no, ho scelto un ragazzino."

A quelle parole Stiles gli tira un pugno che ha sicuramente fatto più male a lui che al mannaro e chiude gli occhi. Derek si gira verso di lui e lo vede con le guance gonfie e rosse, sente l'odore delle lacrime che minacciano di uscire e Derek pensa di non aver mai visto qualcuno di più meraviglioso, fragile e adorabile del suo ragazzo. Per questo gli prende il braccio e se lo trascina contro per poi incastrarlo in una specie do abbraccio. Gli lascia un bacio nei capelli sempre guardando davanti a sé perché resta comunque un grande Alpha e non può mostrarsi troppo debole. Ma questo non gli impedisce di sentire Stiles sistemarsi tra le sue braccia e vedere il sorriso soddisfatto sul suo volto. Sbuffa a sua volta un sorriso prima di cominciare a godersi sul serio quel viaggio tra persone normali. 

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Capitolo 2
*** Due - Superman ***


Adoro le ferie e adoro i temporali che mi permettono di restare a casa a scrivere. Ma non abituatevi così bene: tra poco finiranno 😭😭😭


L'odore di bruciato che Stiles sente provenire dalla riserva gli fa balzare il cuore in gola tanto da convincerlo a fare dietrofront e tornare verso dove stava scappando. Nei minuti che lo separano dall'arrivo a villa Hale mille scenari invadono il suo cervello iperattivo. Quello che di certo non si aspetta è di trovare Derek completamente nudo che sta dando fuoco al costume di Superman che stava indossando poco prima. Lo vede guardare fisso le fiamme distruggere il tessuto incurante di essergli vicino, troppo. "Der" urla Stiles spostandolo e spegnendo il fuoco con i piedi "che stai facendo?"

Nessuna risposta da parte del mannaro, lo sguardo fisso sui suoi piedi.

"Ehi, lupone, mi guardi?" riprova più dolcemente.

"Sei scappato, mi hai rifiutato." È solo un sussurro ma quelle parole rimbombano nel petto di Stiles facendolo tremare. "No, no. Abbiamo solo litigato. È normale litigare in una coppia."

"Ma te ne sei andato."

Sì, è vero, Stiles era scappato. Ma lo aveva fatto solo perché Derek si era fatto trovare sul letto con un costume davvero sexy di Superman e a Stiles era quasi venuto un colpo oltre al fatto che aveva seriamente rischiato di cedergli. "Se non lo avessi fatto ti sarei saltato addosso" ammette.

"E sarebbe stato un problema? Eri arrabbiato solo perché non conoscevo Superman, non mi sembrava così grave."

E sì, Stiles doveva ammettere anche quello ma... "non è quello il punto."

"E qual è?"

"Non puoi sempre evitare le discussioni con il sesso. Okay è magnifico, tu sei magnifico. Ma non vale farmi dimenticare così il motivo per cui sono arrabbiato."

"È l'unica cosa che so fare. Con il resto rovino sempre tutto."

A Stiles si stringe il cuore davanti a quelle parole. Si sfila la felpa rossa e gliel'appoggia sulle spalle per poi prenderlo per mano e accompagnarlo in casa. Lo fa sedere sul divano, lo copre meglio con la coperta che Derek aveva preso apposta per lui e gli si siede vicino senza togliere la mano dalla sua. "Non rovinerai niente, non puoi rovinare qualcosa che è già rotto."

"Non sei rotto."

"Nemmeno tu."

Derek lo guarda attentamente studiandolo. "Ci credi davvero. Non stai mentendo" dice stupito.

Stiles sorride. "Io ti vedo perfetto così come sei."

"Ma non ti piace come risolvo i problemi."

"Preferirei che utilizzassi quel metodo dopo la discussione, per fare pace" ammicca Stiles.

"Quindi, ora, stiamo facendo pace?" chiede Derek senza però avvicinarsi a lui.

È Stiles ad accorciare le distanze e sedersi sulle sue gambe. "Direi di sì. Mi hai fatto spaventare, sai? Quando ho sentito l'odore di bruciato io..."

"Lo so, scusa. Ero così ferito che non ho pensato che eri ancora qui e avresti potuto sentirlo."

"Fa nulla. Te ne prenderò un altro."

"No, ormai hai perso la tua occasione."

"Ma Der."

"Ho detto di no!"

"Quello di Batman allora?"

"Chi è Batman?"

"Non lo stai dicendo sul serio, vero?"

Derek alza le sopracciglia quando Stiles scatta in piedi e va verso il computer. "Dove stai andando?" chiede afferrandogli il braccio per non farlo allontanare.

"A recuperare la filmografia su Batman. Non esiste che tu non lo conosca."

"Ma dovevamo far pace."

"La tua cultura cinematografica ha la precedenza."

"Te lo ricorderà la prossima volta che mi pregherai di venire."

Stiles apre la bocca indignato prima di parlare. "Non puoi essere così crudele!"

"Scommettiamo?"

Stiles torna sui suoi passi, sì sistema di nuovo sulle gambe di Derek e lo bacia. Un bacio appassionato fatto di denti e lingua ma che allo stesso tempo rimette assieme i pezzi di entrambi. "Pace?" domanda.

"Pace" acconsente Derek.

"Bene, andiamo?"

"Dove?"

"Come dove? Batman? Film?"

Derek sbuffa ma poi segue Stiles consapevole che sarebbe capace di seguirlo ovunque, in qualunque situazione. 

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Capitolo 3
*** Tre - Paura ***


Stasera va così...
 

Derek guarda Stiles sotto di lui e pensa di non aver mai visto niente di più bello. Emana un forte odore di eccitazione mentre ansima sommessamente e Derek vorrebbe solo affondare i denti nel suo collo e prenderlo, prendersi tutto di lui: il suo corpo, la sua purezza, il suo piacere, lui.

Non ha mai avuto un desiderio così forte e ne ha paura, una paura folle. Ha paura di perderlo, di perdersi, di perdere tutto e non avere più la forza per rimettere assieme i pezzi ancora una volta.

Odia la sua natura mannara e odia ancora di più continuare a legarsi a persone umane così fragili e volubili rispetto a lui.

"Der..." geme Stiles allargando maggiormente le gambe.

È bisognoso, così bisognoso che Derek deve tirare fuori gli artigli della mano che tiene sopra la testa del ragazzo per non perdere il controllo. "Sei bellissimo" sussurra aggiungendo un dito a quelle già dentro al corpo di Stiles.

L'umano è al limite e Derek percepisce il suo odore farsi ancora più intenso. Vorrebbe fargli così tante cose eppure non riesce a distogliere lo sguardo da lui. Vede le pupille dilatate e il respiro fermarsi mentre viene inarcando la schiena. Derek si solleva sulle ginocchia, usa la mano libera per sbottonarsi i pantaloni e toccarsi fino a venire sul petto di Stiles mischiando il loro piacere. È l'unica debolezza che si concede: lasciare il suo odore su di lui.

Si stende al suo fianco per riprendere fiato e parte del controllo che ha rischiato di perdere di nuovo; allunga il braccio alla ricerca del corpo di Stiles ma, al posto di trovarlo caldo e docile come sempre dopo un orgasmo, lo sente irrigidirsi e spostarsi. Si toglie la mano dagli occhi e si volta a guardarlo: Stiles ha la testa rivolta verso la porta e Derek legge nei suoi impercettibili movimenti la sua voglia di scappare via. Un dolore colpisce il petto del mannaro al pensiero che il suo umano voglia andarsene. Il vecchio Derek lo lascerebbe andare senza chiedergli nulla, incapace di dire qualcosa che lo convinca a restare mentre in lui tutto grida di andarsene. Ma il suo lupo guaisce alla sola idea di essere lasciato lì, da solo, proprio ora che si è reso conto che assieme a Stiles tutto è più bello. Lo stringe forte a sé facendogli poggiare la schiena al suo petto. "Cosa succede?"

"Niente" risponde Stiles.

"Ehi, ragazzino, sono un lupo. Non mentirmi, ti prego." Derek lascia sottointendere quel anche tu e sa di essere un po' scorretto ma vuole capire il motivo di quel cambiamento in Stiles, vuole capirlo per fare il possibile per rimediare.

Stiles sospira prima di parlare. "Perché non vuoi fare l'amore con me?"

Derek gli bacia una spalla. "È la tua prima esperienza, non voglio correre e non voglio nemmeno che tu possa pentirtene."

"È per quello che non vuoi nemmeno che ti tocchi? Perché non sono bravo?"

Ora è Derek ad essere in difficoltà, vorrebbe fuggire davanti a quella domanda perché la risposta è complicata e parlargliene vorrebbe dire esporsi. Ma l'odore di tristezza e insicurezza che Stiles emana è davvero sgradevole e, forse, Stiles potrebbe essere la persona giusta in cui credere di nuovo. "Sono certo che saresti bravissimo. Ma non sono certo di me" sussurra.

"In che senso?"

"Non sono certo di riuscire a mantenere il controllo se ti permettessi di toccarmi."

Stiles si gira nel suo abbraccio e fissa i suoi occhi ambrati in quelli di Derek. "E come hai fatto con..."

"Non è mai stato così."

"Nemmeno con Paige?" mormora.

"Nemmeno con lei."

Stiles resta in silenzio ma Derek sente chiaramente il suo cervello cercare di riordinare le idee. "Cosa c'è di diverso?"

Stiles fa l'unica domanda che Derek temeva più di ogni altra ma non si aspettava nulla di diverso da lui. Sente la bocca farsi arida e probabilmente comincia a sudare. Ancora una volta la voglia di fuggire si fa prepotente ma i piedi di Stiles si intrecciano con i suoi e le dita delle mani cominciano ad accarezzargli i capelli in maniera rassicurante. "Der, non voglio obbligarti a dirmi qualcosa per cui non sei ancora pronto ma vorrei capire se sono io ad essere sbagliato o..."

Derek non vuole che Stiles pensi di essere sbagliato nemmeno per un momento perché lui è così perfetto da avergli permesso di innamorarsi di nuovo di qualcuno. E, questa volta, in maniera totale. "Il mio lupo, è lui il problema, non tu."

Sente Stiles trattenere il respiro in attesa del resto ma Derek fa davvero fatica a parlare. Ha paura delle conseguenze della sua confessione. Certo non potrebbe biasimare Stiles se dovesse decidere di andarsene e non tornare più da lui e la sola idea gli smuove lo stomaco dal terrore ma non sarebbe giusto tenerglielo nascosto. "Ti ha scelto come compagno."

"Lui cosa?"

Ecco, Derek sapeva che si sarebbe spaventato. Stiles non è stupido, sa cosa significa quando un mannaro sceglie il suo compagno e può perfettamente comprendere il suo non volersi legare a qualcuno in maniera così profonda. "Stiles, se-se vuoi andartene posso capirlo" la voce gli trema leggermente e il fiato un po' gli manca davanti a quella possibilità.

"Perché dovrei?"

Derek lo guarda allibito: dovrebbe essere così ovvio! "Sei così giovane, hai una vita davanti. Perché dovresti volerti legare ad una persona?"

"Perché sei tu" risponde in maniera altrettanto ovvia.

"Il mio lupo vorrebbe marchiarti..."

"E questo ti fa paura" termina Stiles per lui.

"Sì."

"Hai paura che possa ferirti o che possa lasciarti, vero?"

Derek appoggia la fronte su quella di Stiles. "Ho paura di perdere il controllo, di farti del male, di non essere abbastanza."

"E se fossi io a non esserlo?"

"Impossibile."

"Vedi? Come per te è impossibile che io non sia abbastanza, anche io penso la stessa cosa di te. E non possiamo avere certezze sul domani. Non possiamo prometterci nessun per sempre ma possiamo andare avanti giorno per giorno, insieme."

"Ne sei sicuro?"

"Io sì e tu?"

"Posso provarci."

Stiles sorride, l'odore di tristezza completamente sostituito dalla felicità. "Quindi farai l'amore con me?" chiede.

"Non correremo!"

"Vaaaa bene" sbuffa Stiles "però mi permetterai di toccarti?"

"E se perdo il controllo?"

"Non mi farai del male, mi fido di te."

Derek guarda Stiles negli occhi e la sicurezza e la fiducia che emanano lo lasciano senza fiato. Sì, forse può permettere a Stiles di toccarlo e anche affidargli il suo cuore o quello che gli resta.

 

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Capitolo 4
*** Quattro - Starà bene? ***


Non so davvero cosa dire riguardo questa pillola. Ho il cuore a pezzi voglio pensare che sia andata davvero così. 
 

Stiles si sfrega gli occhi confuso e assonnato mentre la volante di suo padre sfreccia per le strade di Beacon Hills a tutta velocità nel cuore della notte. "Mi dispiace" continua a ripetere John ma Stiles proprio non capisce per cosa dovrebbe scusarsi. Ha solo nove anni ma è già grande e certe cose le capisce. Come il fatto che suo padre faccia un lavoro importante e che da quando è morta sua mamma deve prenderlo su se lo chiamano di notte per qualche emergenza perché non ha nessuno con cui lasciarlo a casa. Perciò si limita a sussurrare che va bene mentre si stringe un po' di più nella coperta blu. Fa freddo quella sera e il cielo è nero ma Stiles vede dei bagliori rossastri provenire dalla riserva. "Cosa succede?" chiede a John.

"Ancora non lo so, ma niente di buono."

Stiles vorrebbe fare altre domande ma John sembra molto preoccupato perciò decide di tenerle per Tracy, la segretaria della centrale che si occupa di lui quando passa le giornate o le nottate nell'ufficio del papà.

Appena arrivati John lo consegna direttamente tra le braccia della donna per poi risalire in macchina e correre via. "Ehi, tesoro, come stai?"

"Papà è preoccupato."

"È un brutto incendio" dice la donna.

Stiles adora Tracy perché non lo tratta come un povero bambino senza mamma ma gli parla come se fosse grande. "Si è fatto male qualcuno?"

"Non sanno quante persone stavano in quella casa questa notte" gli spiega la donna. Non ha bisogno di aggiungere altro perché Stiles conosce il significato dietro a quelle parole. John diceva spesso che il fuoco distrugge e non perdona.

"Ho capito."

"Vuoi riposare un po'?"

"Non ho più sonno" risponde Stiles.

"Allora disegnamo un po'?"

Il bambino annuisce.

Restano nell'ufficio di John a disegnare fino a quando non si assopiscono entrambi. Quando Stiles riapre gli occhi, fuori sembra esserci ancora più confusione di prima. Stiles si stringe la coperta sulle spalle, apre la porta e la prima cosa che vede è un ragazzo poco più grande di lui tutto sporco di fuliggine e con uno sguardo che Stiles conosce fin troppo bene. Torna nell'ufficio, apre il cassetto, prende le noccioline dolci che John tiene sempre lì per lui ed esce di nuovo. Si avvicina piano al ragazzo per non spaventarlo. "Ciao."

Il ragazzo alza appena gli occhi su di lui per poi abbassarli di nuovo senza dire niente. "Vuoi?" chiede allungandogli il pacchetto di noccioline.

"No, grazie" risponde con la voce roca di chi ha pianto tanto. Stiles conosce bene anche quella.

Si siede vicino a lui e lo osserva in silenzio. "Cosa vuoi?" sbotta il ragazzo dopo qualche minuto.

"Niente."

"E allora perché sei qui?"

"Ho freddo" risponde Stiles.

Il più grande sospira per poi sfilarsi la felpa che aveva e passargliela. "Tieni."

"Tu non hai freddo?"

"No, sto bene."

Stiles lo ringrazia e si infila la felpa enorme. Un profumo che sa quasi di casa lo avvolge rilassandolo. Sistema meglio la coperta in modo da riuscire a coprire anche il ragazzo e solo in quel momento si accorge del pupazzo che l'altro sta stringendo. "È tuo?"

"Sì, non so nemmeno perché l'ho portato fuori dalla casa."

Stiles fino a quel momento non era certo che lui fosse coinvolto nell'incendio ma ora ne ha la certezza. Non dice niente ma si rannicchia contro il corpo del ragazzo che non lo scaccia. "Sono Stiles" sussurra.

"Derek" risponde stringendoselo addosso.

Restano in silenzio fino a quando non si addormentano assieme. Durante quei minuti Stiles vorrebbe dirgli qualcosa ma Derek non sembra voler mostrare a nessuno il suo dolore. Si riconosce in quel dolore e sa che nessuna parola potrebbe aiutarlo. Ha sentito uno dei poliziotti dire che non c'erano altri superstiti e Stiles si sente così triste per quel ragazzo dagli occhi verdi e buoni. Gli stringe la mano e non la lascia per tutta la notte, le noccioline abbandonate sulla sedia accanto a loro.

*

"Ehi, Stiles, svegliati."

Stiles apre gli occhi e si trova davanti il viso stanco e sporco di John. Il bambino allunga le braccia verso il padre lasciandosi abbracciare. "Stai bene?"

"Sì. Mi dispiace di averti lasciato solo tutta notte."

Solo in quel momento Stiles si ricorda che lui non era solo. "Derek?" domanda.

"Lo hanno portato via."

Stiles si accorge di qualcosa avvolto nella coperta vicino a lui. La prende e vede il pupazzo a forma di lupo che il ragazzo aveva portato via dalla casa. Si accorge anche che le noccioline non sono più sulla sedia a fianco e vuole credere che sia stata una sorta di scambio tra i due. Stiles lo stringe e annusa il suo profumo. "Starà bene?"

"Lo spero, se lo merita."

"Non potevamo tenerlo qui, con noi?"

"Perché pensi che sarebbe stato bene con noi?"

"Perché sappiamo cosa vuol dire vivere senza qualcuno a cui volevamo bene."

John gli spettina i capelli, gli occhi visibilmente lucidi. "Se la caverà anche lui, starà bene e cercheremo di andarlo a trovare, va bene?"

"Va bene."

"Colazione?"

Stiles prende il padre per mano e si avviano verso l'uscita della centrale senza lasciare però il pupazzo. "Colazione."

 

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Capitolo 5
*** Cinque - Il Demogorgone ***


Non so cosa dire. Tutta colpa di Stranger Things *parte Neverending Story*


"Dai, Der!"

"Ho detto di no."

"Ma Deeer e se poi vengo attaccato da un Demogorgone?"

Ecco, Derek lo sapeva: far vedere Stranger Things a Stiles e poi portarlo ad ubriacarsi era stata una pessima idea. Ma no, Scott non lo aveva ascoltato. Quando mai lo fa? "Stupido Scott" sbotta.

"Scottie? È qui? Dove si è nascosto?" domanda Stiles piegandosi sotto al letto e cadendo rovinosamente a terra.

"Occhio che potrebbe uscire il Demogorgone che vive lì sotto."

Stiles lancia un urlo decisamente poco virile mentre si alza piuttosto velocemente per essere ubriaco e si attacca alle spalle di Derek. "Difendimi, ti prego."

E, okay, forse non era stata una così brutta idea se questo vuol dire poter passare la notte con Stiles attaccato, poterlo avere al suo fianco senza conseguenze visto che la mattina dopo si sarebbe probabilmente scordato tutto. "Forza, andiamo a letto."

"Resti?" domanda Stiles con occhi grandi e pieni di speranza.

"Resto."

Nessuno dei due si preoccupa di cambiarsi, si stendono assieme e Stiles si sistema sopra al corpo di Derek.

"Mio eroe" biascica strofinandogli il naso nel collo, facendolo rabbrividire.

"Dormi!"

"Ti trovo ancora qui domani mattina?"

"Sì."

"Promesso?"

Derek sa che non è una buona idea. Anzi, è decisamente peggio di quando ha proposto il suo loft come ritrovo per la serata film al posto della villa di Lydia. Ma, per una volta, vuole pensare anche a quello che desidera lui. "Promesso."

*

Le prime luci dell'alba entrano dalla finestra rimasta aperta. Derek sente Stiles muoversi e il suo respiro cambiare, segno che si è svegliato. Tiene gli occhi chiusi lasciando a Stiles la decisione sul come comportarsi. Si aspetta quasi che il ragazzo si stacchi da lui incredulo, forse schifato. Quello che non ha previsto era invece sentire il suo respiro avvicinarsi e il suo naso sfregargli sul collo. "Buongiorno" mormora.

Derek non risponde ma la sua mano corre istintivamente tra i capelli morbidi di Stiles.

"Mi dispiace" sussurra di nuovo l'umano.

"Per cosa?" domanda curioso.

"Per la pessima figura di ieri sera. E per averti costretto a restare."

"Non avevo niente da fare" ribatte Derek.

"Ma Breaden è in città."

"E allora?"

"Non è la tua ragazza?"

"Non ho una ragazza e non voglio nemmeno averla."

"Dovresti smetterla di avere paura e darti una possibilità per essere felice, te lo meriti."

"Non hai mal di testa tu?" domanda Derek per cambiare argomento. Ha paura della direzione che potrebbe prendere quella conversazione perché Stiles è troppo intelligente e Derek non vuole che capisca.

"Sì, ma me lo sono meritato."

"Per aver urlato pensando di avere un Demogorgone sotto al letto?"

"Oddio, Derek Hale che ha fatto una battuta?" grida Stiles alzandosi di colpo.

"Idiota" ribatte Derek lanciandogli il cuscino e facendolo cadere giù dal letto. Ma le gambe dell'umano sono incastrate alle sue trascinandolo giù assieme al ragazzo che sembra non respirare. "Ti sei fatto male?" gli domanda preoccupato.

"Sei troppo bello" sussurra Stiles.

"E tu ancora ubriaco."

"Magari."

"Perché?"

Stiles distoglie lo sguardo da lui, le guance rosse. "Perché potrei baciarti e dare la colpa all'alcool davanti al tuo rifiuto" sussurra.

Il cuore di Derek perde un battito e per un breve istante desidera che Stiles lo faccia in quel momento senza dare la colpa a niente e nessuno ma riprende subito il controllo. "È meglio se vado" dice spostandosi.

"Sì, è meglio" concorda Stiles ancora senza guardarlo.

Derek lo guarda dall'alto e sembra così piccolo che vorrebbe tornare al suo fianco, stringerlo e non lasciarlo andare. "Ci vediamo stasera?"

Ora Stiles si gira e lo fissa stupito. "Dobbiamo vederci con il branco?"

"No."

"E allora perché dovremmo vederci?"

"Non vorrei che il Demogorgone che vive sotto il tuo letto ti attacchi mentre dormi" spiega Derek alzando il sopracciglio.

Stiles ridacchia, le guance di nuovo arrossate. "Lascio la finestra aperta, mio eroe."

Derek sbuffa un sorriso. "A stasera" lo saluta prima di uscire dalla camera.

Forse Stiles ha ragione, forse dovrebbe darsi una possibilità per essere felice, forse proprio con quel ragazzino terrorizzato dal Demogorgone che vive sotto al suo letto. 

 

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Capitolo 6
*** Sei - Cos'è cambiato? ***


"No, Scott, non puoi farmi questo."

"Amico non lo faccio per farti un dispetto ma perché è giusto così: è il testimone di Malia e deve stare al tavolo dei testimoni. Esattamente come te."

"Non lo voglio!"

Scott sospira per l'ennesima volta in quella mattina. "Dovevi pensarci prima di accettare di farmi da testimone."

"Sei sleale, sai che non avrei mai detto di no. Farei qualsiasi cosa per te."

"Allora puoi anche sopportare Derek per qualche ora."

"Se ne è andato con lei senza nemmeno avere il coraggio di dirmelo."

"Stiles, non stavate assieme. Lo hai sempre detto anche tu che era solo sesso."

Stiles abbassa la testa. "Sai benissimo che mentivo."

"Io sì, ma lui?"

Stiles sa che Scott ha ragione, che se solo avesse avuto le palle avrebbe rincorso Derek e gli avrebbe detto che lo amava e gli avrebbe chiesto di restare. Ma era terrorizzato da un possibile rifiuto da parte di Derek perciò aveva preferito chiudersi in camera e piangersi addosso. "Va bene, posso farlo. Ma solo perché sei tu."

*

Sono solo agli antipasti, Stiles è al quarto o quinto bicchiere di vino e odia tutti. Odia Scott per avergli chiesto di fargli da testimone, lo odia per aver deciso di sposare Malia; odia Malia per essere la cugina di Derek e per averlo scelto come testimone; odia Derek per essere ancora più bello di quando se ne era andato ma, soprattutto, odia se stesso per amarlo ancora nonostante siano passati quasi due anni da quando se ne è andato.
Non si sono ancora rivolti la parola da quella mattina, non che Derek non ci abbia provato ma Stiles è stato piuttosto scortese ma era nervoso e terrorizzato dall'idea di inciampare entrando in chiesa. Il fatto che vedere Derek in abito elegante gli abbia tolto il fiato non c'entrava nulla, proprio no.

"Stiles, tutto bene?" gli sussurra Scott.

Stiles vorrebbe urlargli che non c'è niente che vada bene, che vorrebbe solo andarsene ma non può, vuole troppo bene a Scott per rovinargli il suo giorno e, soprattutto, non vuole che gli altri ascoltino la sua risposta. Quindi fa un sorriso tirato e: "va tutto benissimo, devo solo andare in bagno" dice alzandosi.

Entra nel lussuoso bagno fatto tutto di marmo, si avvicina al lavandino e si bagna il viso con l'acqua fredda. Si guarda allo specchio ma dietro al suo riflesso vede Derek che lo sta fissando in modo che fa tremare le ginocchia a Stiles. "Ti serve qualcosa?" domanda non riuscendo a sopportare quel silenzio troppo intenso.

Derek si avvicina, lo prende per il braccio, lo trascina dentro ad una cabina e lo bacia. Stiles esita un istante prima di mandare a puttane il suo buonsenso e rispodere. Si baciano a lungo, prima in maniera vorace e poi sempre più lentamente. Le mani di Stiles si aggrappano alla giacca di Derek mentre quelle del mannano non si staccano dal viso del ragazzo come se avesse paura che se ne potesse andare. Quando Stiles sente la necessità di respirare si stacca e si rende conto di quello che sta facendo. Lo schiaffo gli parte istintivamente senza poter fare nulla per fermarlo. Il volto di Derek si gira e il suo sguardo diventa ferito e dispiaciuto. Ma non parla, non si sposta, si limita a prendere la mano che lo ha colpito di Stiles, portarla alla bocca e baciarla dolcemente.

Davanti a quel gesto qualcosa si scioglie dentro lo stomaco di Stiles che sente gli occhi pizzicare e abbraccia Derek lasciando andare tutto quello che si è tenuto dentro da quando aveva scoperto che il mannaro sarebbe stato presente al matrimonio. Piange silenziosamente e Derek ricambia il suo abbraccio massaggiandogli la schiena. "Voglio andare via da qua" sussurra quando riesce a calmarsi.

"Non possiamo, abbiamo ancora un discorso da fare."

Stiles alza lo sguardo sul mannaro trovandoselo vicino, troppo vicino. "Non possiamo? Vuoi dire che vorresti venire con me?"

"Solo se è quello che vuoi anche tu."

"Sei tu ad aver scelto di andartene e lasciarmi qui, da solo. Cos'è cambiato in questi mesi?"

"Io sono cambiato" risponde Derek illuminando gli occhi di rosso.

"Sei tornato ad essere un Alpha."

"Sì."

"Come...?"

"È una storia lunga. Se vorrai te la racconterò una sera di queste."

"Mi stai chiedendo qualcosa?"

Derek appoggia la fronte su quella di Stiles. "Ti sto chiedendo di provarci, questa volta sul serio."

Il cuore di Stiles batte all'impazzata. "Cos'è cambiato?" gli chiede di nuovo.

"Ora so cosa voglio, so di poterti tenere al sicuro e so di poterti rendere felice."

Stiles resta in silenzio per qualche secondo prima di parlare. "Quando?"

"Cosa?"

"Quando pensi di cominciare a provarci sul serio?"

"Dopo il taglio della torta?"

Stiles ride, il cuore finalmente più leggero. Si stacca da Derek controvoglia ma non vuole rischiare di rovinare nulla. "Va bene. Dubito che avremo voglia di cenare ma ci inventeremo qualcosa" dice prima di uscire dal bagno lasciando un Derek sorridente e probabilmente incredulo dentro.

Raggiunge il tavolo e abbraccia Scott. "Grazie."

L'amico sorride. "Siete due idioti. Carini ma idioti."

"Tu sapevi tutto?"

Scott non risponde ma sorride colpevole e Stiles pensa che non potrebbe avere un amico migliore di lui.

 

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Capitolo 7
*** Sette - Foto ***


Ho trovato questa shot tra i ricordi di Faccialibro e mi sembrava un peccato lasciarla lì, così. Perciò eccola qui sistemata un pochino. E sì, ho bisogno di dolcezza per sopportare questo tragico rientro a lavoro 😭😭😭
 

Stiles sa che non dovrebbe essere lì, Derek glielo ha detto un sacco di volte di non entrare nel suo studio (Stiles non perde occasione per fargli notare che la presenza di un tavolo, perchè no, quella non è una scrivania, e di uno scaffale non possono rendere quella stanza tale) e, soprattutto, è quasi certo che non dovrebbe avere quel vecchio quaderno, che sembra quasi un diario, tra le mani. Ma sa anche di essere estremamente curioso e di non riuscire a tenere a bada la sua curiosità rischiando di passare notti insonni e dorme già abbastanza poco così, senza bisogno di altri pensieri per la sua mente troppo iperattiva. Per questo si sistema meglio sulla sedia e lo apre lentamente, cercando di non rovinare quelle pagine che sembrano delicate e preziose al tempo stesso. Le parole sono sbiadite, Stiles le accarezza con un dito seguendone i contorni poco definiti, certo che Derek le conosca a memoria. La calligrafia è elegante, le lettere sembrano intrecciarsi tra di loro rendendo ancora più difficile decifrarle e Stiles riconosce la calligrafia di Talia da quella b particolare che ha già visto dietro ad una foto che Cora teneva nel portafoglio. Spera che, prima o poi, il mannaro deciderà di leggergliele svelandogli i racconti racchiusi tra quelle righe scritte da sua madre. Ma non sono ancora arrivati a quel punto e, forse, non ci arriveranno mai: hanno fatto passi avanti ed ora passano pomeriggi assieme senza discutere e divertendosi ma Stiles non riesce a trovare il coraggio di dichiararsi e Derek ancora gli impedisce di vederlo quando è trasformato perché ha paura, di cosa ancora Stiles non lo ha capito.

Sta pensando a quello, alla loro storia "non storia", quando una foto scivola fuori. La prende e vede l'immagine di un lupacchiotto quasi spelacchiato, tutto nero.

"Contento?"

La voce di Derek lo fa sobbalzare, facendogli chiudere il diario con aria colpevole. "Per cosa?"

"Ora puoi prendermi in giro per com'ero da cucciolo."

Stiles guarda di nuovo la foto e sorride. Nessuna presa in giro nei suoi occhi lucidi.

Riesce a scattagli una foto durante una corsa nel bosco tre mesi dopo. Le cose tra loro stanno pian piano cambiando: ora Derek si fida di lui, al punto di accantonare le sue paure e chiedergli di accompagnarlo nella riserva quella sera. Il mannaro sentiva il bisogno di correre e Stiles lo aspettava seduto su un tronco. Gli compare davanti nella sua forma beta un'ora dopo e Stiles riesce a riconoscere quel lupacchiotto, ora cresciuto, visto in foto. Derek nemmeno si accorge dello scatto.

*

Derek trova la foto in quel vecchio diario, una notte di luna piena. È inquieto e Stiles si trova troppo lontano. Ora sono una coppia a tutti gli effetti: si sono scambiati il primo bacio la sera prima che l'umano partisse per andare al college e sorride ricordando la quasi crisi isterica di Stiles al pensiero che hanno sprecato un'intera estate per potersi conoscere. Ma Derek lo aveva rassicurato dicendogli che lo avrebbe aspettato e che si sarebbero sentiti ogni giorno.

"Sono il tuo ragazzo?" aveva domandato con gli occhi lucidi.
Derek si era limitato a sbuffare e a baciarlo di nuovo.

Era contento come non si sentiva da tempo. Quello che non si era aspettato era di essere già così dipendente dal suo umano. Entrare in quello studio, che ora aveva una scrivania e una sedia imbottita, era stato quasi istintivo. Si trova a sfogliare quelle pagine sperando di trovare sollievo. Passa le dita su quelle parole sbiadite che, però, conosce a memoria. Storie scritte da sua madre sulla loro famiglia, le loro tradizioni, ogni aneddoto che li riguarda e, da qualche parte, anche alcune sue ricette segrete. È girando le ultime pagine che le vede: sono quattro foto di lui, attaccate una accanto all'altra. Due in versione umana e due in lupo. Due scattate da sua madre quando era un cucciolo e due da Stiles nei mesi precedenti.

Ancora si chiede come quel ragazzino, il suo ragazzino, riesca a capire senza nemmeno sapere. Sorride come è tornato a fare negli ultimi tempi e pensa che, un giorno molto presto, tipo appena Stiles tornerà da lui per le vacanze di Natale, dovrebbe proprio leggergli quelle pagine.

 

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Capitolo 8
*** Otto - Stupida decisone ***


Tanto amore per voi! ❤️❤️❤️


"Sei uno stronzo!"

Derek guarda Stiles, le sue guance sono arrossate, i capelli sparati in tutte le direzione, il respiro ancora pesante e pensa di non aver mai visto niente di più bello. Sorride e si avvicina pericolosamente al suo viso. "Hai ancora la forza di parlare."

"Io parlo sempre" ribatte Stiles.

"Preferisco quando lo fai in maniera sconclusionata per il troppo piacere." Stiles boccheggia, l'odore di eccitazione che impregna di nuovo l'aria e Derek non può che essere compiaciuto per riuscire a provocare quelle reazioni nel suo ragazzo. "Sei uno stronzo" ripete Stiles.

"Sentiamo, perché lo sarei?"

"Approfitti del tuo bellissimo corpo per provocarmi quando ci sono gli altri."

Okay, è vero che Derek un pochino ne approfitta: adora sapere di poter eccitare Stiles senza neppure il bisogno di toccarlo, ma proprio non capisce dove sia il problema. "E quindi?"

"Quindi io mi trovo a non riuscire a concentrarmi, perdo il filo del discorso e non obietto davanti alle tue folli decisioni. E tutto perché devo trattenermi perché non vuoi far sapere agli altri che stiamo assieme" sbotta Stiles.

Ora Derek è ancora più confuso: non pensa di aver preso una folle decisione né, tantomeno, vuole nascondere la relazione con Stiles. "Pensi che non se ne siano accorti? I nostri odori sono mischiati e anche un idiota come Scott dovrebbe essersene accorto."

Stiles gli colpisce un braccio. "Scott non è idiota, ha solo qualche difficoltà a capire le cose più ovvie. Ma non è questo il punto."

"E quale sarebbe, allora?"

"Non hai detto niente a loro, non ti avvicini a me in loro presenza e i segni che mi lasci sono sempre in posti che poi vengono coperti. Perdonami ma tutto questo per me significa solo che non vuoi ufficializzare la cosa. Che poi, detta così sembra pure chissà cosa. Cioè non voglio sposarti, non ora, sono troppo giovane e..."

Derek lo bacia per fermare quel fiume di parole. "Non ho detto nulla solo perché voglio evitare battutine che potrebbero metterti in imbarazzo costringerdomi così ad uccidere i membri del nostro branco" spiega.

"Oh."

"Già, oh" borbotta Derek voltandosi dall'altra parte per impedire a Stiles di notare le sue guance rosse.

Stiles si sistema meglio sul petto di Derek per poi allungarsi e lasciargli un bacio sul collo. "Hai il mio permesso per fare il culo a strisce a Jackson."

Derek si rilassa, ringraziando mentalmente Stiles per aver alleggerito la conversione. "Solo a lui?"

"Chi altro vorresti sbranare?"

"Il primo della lista è Peter. Cristo appena lo renderemo ufficiale si divertirà da matti a provocarmi. Già ha una cotta colossale per te."

Stiles spalanca la bocca stupito. Ci mette qualche secondo prima di assorbire quell'informazione. "Piaccio davvero a tuo zio?"

"Sì. Quella sera, quando ha morso Scott, non era lui che aveva scelto." A Derek pesa fare quella confessione a Stiles ma ritiene giusto che lo sappia, dopotutto vuole solo la felicità del suo ragazzino. Magari (Derek non ci vuole nemmeno pensare ma resta comunque una possibilità) anche Stiles è interessato allo zio e lui è solo un ripiego.

"Voleva me?"

"Già. E non ha perso occasione per ricordarmelo."

Il cuore di Stiles comincia a battere velocemente e Derek teme che sia per la felicità di averlo scoperto. Ma la mano del ragazzo si posa sul volto del mannaro facendolo girare verso di lui. "Ammetto che Peter è un bell'uomo ma non fa proprio per me. Preferisco di gran lunga il nipote" sussurra con il sorriso.

"Ah sì?" domanda Derek incredulo. Non è da lui mostrarsi così insicuro ma Stiles gli piace sul serio e ora ha bisogno di sapere che anche per lui è così.

"Sì, tu sei molto più bello. I tuoi occhi, i tuoi capelli" risponde passando le dita tra di essi "la barba e i pettorali" continua proseguendo in quella carezza per poi fermarsi sul cuore "e la persona che sei. Quella è la cosa che più mi piace di te. Il tuo esserci sempre per noi anche quando non ce lo meritiamo, il tuo aiutarci mettendoci davanti alla tua incolumità. Come la stupida decisione che hai preso oggi."

Derek sente gli occhi lucidi e manda giù il nodo in gola realizzando però di cosa sta parlando Stiles. "Non è una stupida decisione ma saggia. È troppo pericoloso averti in battaglia."

"Perché sono un inutile umano troppo fragile?"

Derek appoggia la sua mano sopra quella di Stiles. "No, perché non riuscirei a restare concentrato. La mia attenzione sarebbe tutta su di te."

"Pensi che non riuscirei a cavarmela?"

"No, non è questo. È solo l'istinto del lupo che vuole tenere al sicuro il suo compagno."

"Sono così importante per te?" domanda stupito.

Derek deve prendere un profondo respiro prima di rispondere incapace di prevedere la reazione a quelle parole. "Sì, lo sei."

Gli occhi di Stiles si fanno lucidi e un piccolo sorriso fa capolino sulle sue labbra. "Va bene" sussurra appena.

"Cosa?"

"Non verrò con voi in battaglia. Ti aspetterò qui, a casa."

Derek sente il suo cuore fare una capriola e pensa che anche Stiles lo abbia sentito. Si sporge e lo bacia finalmente felice, finalmente a casa.

 

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Capitolo 9
*** Nove - Parole ***


"Vaffanculo, Derek! Non puoi trattarmi così."

"Così come?"

"Come se non contassi niente per te."

"Solo perché andiamo a letto assieme non significa che ti ritenga diverso dagli altri."

Era un colpo basso e Derek lo sapeva ancor prima di vedere gli occhi di Stiles farsi lucidi e sentire l'odore delle lacrime pungergli il naso. Faceva male vederlo così ma aveva bisogno di allontanarlo, di tenerlo al sicuro. "Sei uno stronzo!" urla prima di andarsene.

È solo dopo aver sentito la porta sbattere e il motore della Jeep allontanarsi che Derek può finalmente abbandonare la sua posizione a braccia conserte e appoggiarsi stancamente al tavolo. Una mano corre sul cuore e respira lentamente. Ha appena ferito l'unica persona oltre a Cora per cui farebbe di tutto ma doveva farlo. Stiles è troppo testardo e troppo legato a lui per capire la decisione che aveva preso di lasciarlo indietro ancora una volta. Non poteva permettersi di averlo sul campo di battaglia e rischiare così di perderlo. Preferiva saperlo al sicuro, lontano da lui. Anche se questo significava saperlo in lacrime, triste e ferito. Ma almeno lui sarebbe stato vivo.

*

La battaglia era cominciata da una decina di minuti quando Derek nota Scott in difficoltà. Si precipita verso di lui per aiutarlo, lo ha quasi raggiunto ma qualcosa lo colpisce e vede tutto nero.

Apre lentamente gli occhi e tutto attorno a lui sembra girare vorticosamente. I suoni gli giungono ovattati e gli odori confusi. Ombre che non riesce a mettere a fuoco si muovono vicino a lui. Cerca di sollevarsi ma il suo corpo pare bloccato. Vede una figura rossa correre verso di lui e un moto di terrore lo travolge quando si accorge che si tratta di Stiles, il suo Stiles. "Der, ehi, Der. Mi senti?"

"No-non dovresti essere qui."

"Ne parliamo più tardi. Riesci ad appoggiarti a me?"

Derek ci prova, ci prova davvero ad alzarsi e ci sta quasi riuscendo quando vede un'ombra incombere su ragazzo davanti a lui. "STILES!"

Stiles si volta di scatto estraendo quella che a Derek sembra una fialetta e gettandola sull'essere minaccioso facendo svanire nel nulla. "Sto bene" lo rassicura immediatamente il ragazzo.

Derek ricomincia a respirare accorgendosi che stava trattenendo il fiato. "Vattene da qui."

"Non senza di te."

"Starò bene, mettiti in salvo."

Stiles alza gli occhi al cielo, prende un suo braccio e se lo carica sulle spalle. "Andiamo ragazzone, finiremo di discutere più tardi."

Derek vorrebbe obiettare ma è troppo impegnato a cercare di mantenere l'equilibrio per non pesare troppo su Stiles per rispondere.

Derek apre gli occhi trovandosi sul letto di camera sua. Non ricorda come ci è arrivato, l'ultima cosa che ricorda è Stiles che lo trascinava fuori dalla radura. "Stiles" chiama.

"Sono qui. Come ti senti?"

Derek ci pensa un momento. Si sente indolenzito ma sente anche il suo corpo che sta lavorando per rigenerarsi. "Starò bene. I ragazzi?"

"Stanno tutti bene. L'incantesimo che ho creato stanotte ha funzionato e li abbiamo sconfitti senza troppi danni."

"Tranne per me" risponde fremendo di rabbia per essersi lasciato mettere fuori gioco così facilmente.

"Lo hanno fatto apposta, ti ritenevano quello più forte e hanno cercato di colpirti fin da subito."

"E invece non erano me che dovevano temere" ribatte pensando alle parole del ragazzo. "Mi dispiace" continua.

"Per cosa?"

Derek sente una leggera rabbia provenire da Stiles. "Per quello che ti ho detto ieri."

"Dovresti smetterla di ferire le persone per allontanarle. Così non le terrai al sicuro, almeno non me perché io non ho intenzione di lasciarti nonostante tutto quello che potrai dirmi."

Derek lo sa, lo ha capito da tempo. E forse è per quello che ha permesso al ragazzo di insediarsi così tanto in profondità. Si alza dal letto, si avvicina a Stiles e lo abbraccia. "Sei importante per me, più di quanto credi" gli sussurra.

Stiles non risponde ma Derek non ha bisogno di parole, gli basta l'abbraccio ricambiato e il bacio che Stiles gli dà.

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Capitolo 10
*** Dieci - Fidati di me ***


Stiles non ha ben chiaro come sia cominciata la loro storia, ammesso che si possa definire così. Ci ha messo un po' ad accettare di provare attrazione per un ragazzo, non un ragazzo qualsiasi ma per DereknonsorridomaiHale e, quando lo ha fatto, ha accettato anche il fatto che l'altro non lo avrebbe mai guardato. E, invece, non solo Derek si è mostrato interessato a lui ma gli ha anche permesso di entrare nel suo letto e restarci. Come in quel momento: sono entrambi nudi, Stiles avvolto nel lenzuolo e Derek che lo abbraccia da dietro mentre dorme.

Stiles dovrebbe essere felice, un po' lo è, eppure c'è una cosa che proprio non riesce a capire. Lo ha notato nelle ultime settimane: Derek lo prende solo da dietro. Le prime volte non ci aveva fatto caso troppo sconvolto da quelle nuove sensazioni. Poi aveva cominciato a prendere l'iniziativa e, a volte, pensava anche che il mannaro gliela concedesse per poi ritrovarsi a pancia in giù con Derek che si spingeva dentro di lui alle sue spalle. Aveva anche provato a girarsi, a chiedergli di cambiare posizione ma era sempre stato zittito in modi di cui non poteva lamentarsi. Però, ora che aveva cominciato a provare qualcosa per Derek, questa situazione cominciava a pesargli impedendogli di essere davvero sereno. E si sentiva anche uno stupido perché Derek stava dormendo accanto a lui e non lo farebbe con chiunque, giusto?

"Sei agitato."

La voce impastata dal sonno di Derek lo distoglie dai pensieri. "Scusa, non volevo svegliarti."

Derek sfrega il naso nel collo di Stiles ispirandone l'odore e facendolo rabbrividire. "Fa niente. Cosa succede?"

"Non riesco a dormire, tutto qua."

"Cosa ti preoccupa?"

"Niente, soffro solo di insonnia."

Derek sospira e lo stringe un po' di più. "Non quando sei con me. E ti ricordo che sento quando menti."

Stupido lupo! "È solo la mia testa che si crea problemi dove non ce ne sono."

"Che problemi?" lo incalza Derek dimostrando una pazienza che Stiles non pensava avesse.

"Non voglio fare la parte dello stupido ragazzino."

Derek lo fa girare e gli prende il mento tra le dita facendoglielo alzare. "Non avrei mai pensato di dirlo ma vorrei che me ne parlassi. Ho come la sensazione di esserne la causa."

Stiles si morde il labbro cercando le parole giuste. "Mi piacerebbe toccarti."

Derek solleva il sopracciglio e fa un piccolo sorriso perché sì, Stiles ha scoperto che anche lui sorride. "Hai ancora voglia?"

"No, no. Cioè se tu hai voglia io non mi tiro di certo indietro perché sei stupendo e ho sempre voglia, però non è questo. Il punto è che non ti fai mai toccare da me quando lo facciamo. Mi prendi sempre da dietro e ho come la sensazione che sia voluto."

"Lo è" risponde Derek con tono più basso.

Stiles prende un profondo respiro prima di porgere la domanda che lo tormenta da giorni. "Perché non sono abbastanza bello per te?" sussurra abbassando gli occhi.

Derek gli accarezza una guancia. "No, no. Tu sei bellissimo."

"E allora perché?" domanda con voce leggermente incrinata.

Ora sembra essere Derek quello in difficoltà ma non era quello che Stiles voleva, così lo stringe forte contro di sé come per impedirgli di andarsene ma, allo stesso tempo, sostenerlo. "Perché mi piaci, forse troppo."

"Non capisco."

"Non piaci solo a me com'è successo in passato con le ragazze che ho avuto. Piaci anche al mio lupo."

Okay, ora Stiles è ancora più confuso. Decine di domande gli affollano la mente ma si sforza di tenerle per sé per lasciare a Derek il tempo necessario per riuscire a spiegarsi. "Lui ti vuole esattamente come ti voglio io e... faccio davvero fatica a controllarlo. Il più delle volte non ci riesco. Sento gli artigli e le zanne uscire, così come le orecchie e gli occhi cambiano colore senza che riesca ad impedirlo" termina abbassando lo sguardo.

Per Stiles tutto comincia ad avere un senso e a diventare chiaro. "Pensi che abbia paura di te vedendoti in quel modo?"

"Sì."

"Stupido! Mi hai salvato così tante volte trasformato da mannaro che non potrei mai avere paura di te."

"Ma in questi momenti..."

Stiles gli mette l'indice sulle labbra per zittirlo. "Mi piaci per quello che sei e per come sei. E questo comprende anche il tuo lato animale. Permettimi di vederlo, di vederti."

"E se poi non ti piaccio?"

Improvvisamente è Derek ad essere quello insicuro tra i due e Stiles sente solo il bisogno di stringerlo e assicurargli che tutto andrà bene. "Dovresti mettermi alla prova e fidarti di me."

"Non è facile."

"Lo so, ma mi piacerebbe che un giorno tu ci provassi. Non dico adesso e neppure domani. Ma vorrei che arrivassi a fidarti di me."

"Vuoi dire che...?"

Stiles sorride. "Sì, mi sta bene che tu continua a prendermi da dietro."

"Non ti merito."

"Credo di doverlo decidere io" ribatte Stiles allungandosi per dargli un piccolo bacio.

"Lo farò, te lo prometto."

La mano di Stiles passa sul petto di Derek accarezzandolo. "Solo quando ti sentirai pronto. Non voglio costringerti a fare niente esattamente come tu hai sempre fatto con me" lo rassicura pensando alle attenzioni e alla gentilezza che Derek gli aveva riservato le prime volte, quando per lui tutto era nuovo e inesplorato.

"Tu sei quello giusto, lo so, lo sento."

Stiles sorride di nuovo, ancora più felice di prima. "Quando vorrai. Ora, però" continua dandogli le spalle a mettendosi a carponi "ho davvero, davvero voglia" termina offrendosi completamente a lui.

Derek rilascia un leggero ringhio prima di afferrarlo per la caviglia, voltarlo e metterlo sotto di lui. Stiles è confuso ma quando vede gli occhi di Derek tingersi di rosso sorride eccitato. "Sono io l'Alpha" sottolinea prima di calarsi su di lui.

 

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Capitolo 11
*** Undici - Non giocare con me ***


Quando Stiles ha visto il nome di Derek illuminare la schermata del suo cellulare per un momento, un minuscolo momento, aveva creduto che Derek gli avesse mandato un messaggio per scusarsi per averlo sbattuto contro al muro il giorno precedente, di nuovo. Quello che non poteva di certo immaginare era che Derek gli stesse chiedendo aiuto. Si precipita fuori casa non prima di aver riempito lo zaino con qualunque sostanza potesse uccidere il mostro che, con ogni probabilità, si era preso possesso del loft di Derek.

"DEREK, DOV'È?" urla Stiles entrando di corsa in casa del mannaro.

"Sssssh, ma sei impazzito? Non urlare che la svegli."

Stiles si avvicina al divano vedendo sul tappeto un dondolino con dentro Eva, la figlia di Cora. "Oh, scusa, scusa. Quale sarebbe il pericolo?"

Derek sbuffa per poi indicargli la bambina di qualche mese. Stiles è confuso. "Der, non capisco, davvero."

"Tra poco si sveglierà."

"E...?"

"Non so cosa fare."

"Derek è solo una bambina. Avrà bisogno di mangiare, giocare un po', essere cambiata, fare il bagnetto e poi dormire di nuovo."

"E se la spavento?"

Stiles comincia ad intravedere il panico negli occhi di Derek e gli dispiace perché il ragazzo non è un mostro. A parte quando lo sbatte contro al muro. "È tua nipote, ti conosce. E ti sei preso cura di Cora quando era piccola. Con lei non sarà diverso."

"Sì che lo è."

"Perché?"

"Perché io sono diverso dal bambino che si è preso cura di Cora, mamma non c'è più a guidarmi e lei potrebbe essere umana" risponde gesticolando in un modo che non gli appartiene.

"Hai i tuoi sensi da lupo, usali."

"Ma è così piccola."

"E perché pensi che io possa aiutarti?" chiede Stiles porgendogli quella domanda che voleva fargli da quando aveva cominciato a capire.

"Perché sei umano, sai meglio di me di cosa potrebbe avere bisogno."

"Okay, ho capito. Vieni, vediamo se serve qualcosa."

Derek gli indica una borsa. "Cora ha lasciato quella con tutto l'occorrente per un paio di giorni."

"Perché l'ha lasciata qui?" domanda di nuovo mentre apre la borsa e dispone l'interno sul tavolo.

"Ha discusso con Isaac che se ne è andato. Mi sono offerto di andarlo a cercare io, spezzargli tutte le ossa e riportarlo indietro ma lei ha farfugliato qualcosa riguardo il fatto che è colpa sua e se ne è andata."

"Ho capito. Bene, abbiamo tutto."

*

La giornata era passata in modo frenetico. Stiles non immaginava fosse così impegnativo prendersi cura di una bambina. Okay, Derek è stato più un supporto emotivo che fisico dal momento che non ha mai sfiorato la piccola troppo terrorizzato dall'idea di poterle fare del male.

Sospira beato quando l'acqua calda della doccia colpisce i muscoli. Si rilassa sotto il getto cercando però di fare alla svelta per non lasciare Derek da solo troppo a lungo nonostante Eva stesse dormendo. Esce dal bagno con l'asciugamano ancora tra i capelli umidi e l'immagine che si trova davanti gli chiude lo stomaco in una morsa quasi piacevole: Derek sta tenendo in mano la piccola mentre Eva gli accarezza la barba ridacchiando.

"Non gli faccio paura" sussurra Derek quando si accorge che Stiles è rientrato.

"Perché dovresti?" gli domanda avvicinandosi.

"Non lo so" ammette.

"Cosa dici se la tieni mentre faccio la cena?"

La serata passa in maniera piacevole, Eva sporca Derek con la pastina e Stiles pensa che sono passati mesi dall'ultima volta che ha riso così tanto. "Dovrei andare, è tardi" dice Stiles.

"Non puoi restare?"

Stiles avrebbe davvero voluto che la stessa domanda gliel'avesse fatta il mese scorso, quando si era deciso a confessare a Derek la sua attrazione nei suoi confronti. Gli ci era voluto una buona dose di coraggio liquido ma il rifiuto aveva fatto male ugualmente. "Papà si spaventa se domani torna e non mi trova."

"Se vuoi lo chiamo io per spiegargli la situazione."

A Stiles sembra così disperato che si arrende. "D'accordo. Però dormo io sul divano."

"Puoi dormire con noi. Il letto è abbastanza grande per tutti e tre."

"Der, ti prego, non giocare con me."

Derek sta per rispondere ma Eva comincia a piangere e lui va dalla bambina lasciando uno Stiles sull'orlo delle lacrime.

Stiles si gira e rigira sul divano senza riuscire a prendere sonno. "Lo so, è scomodo" sussurra Derek comparendo con una tazza in mano.

"Mi hai spaventato a morte" dice Stiles alzandosi di scatto. "Come mai sei sveglio? Eva?"

"Eva dorme ma tu no."

"Scusa, non volevo tenerti sveglio."

Derek gli porge la tazza con dentro il the. "Non ti preoccupare, sai che dormo poco."

"Mi dispiace lo stesso."

"Dai, vieni."

"Dove?"

"In camera mia. Non sto giocando con te, non ho mai voluto farlo o avrei approfittato di te quella sera."

"Così mi ferisci però."

"Non volevo farlo allora e non voglio farlo nemmeno adesso."

"E allora perché?"

"Eri ubriaco."

"Sapevo perfettamente cosa stavo facendo."

Derek incrocia le braccia. "E, secondo te, come facevo a saperlo?"

"Oh. Quindi, se fossi stato lucido..."

"Vieni a letto con noi."

Stiles appoggia la tazza sul tavolino, si alza di scatto e segue Derek in camera.

Stiles apre gli occhi, gira la testa e vede Derek con Eva appoggiata sul suo petto e pensa di non aver mai visto niente di più bello. "Buongiorno" mormora con un sorriso.

Derek allunga il braccio, si trascina Stiles vicino cercando di non svegliare la bimba e gli lascia un bacio sulla testa. "Hai dormito bene?"

"Benissimo. Si è svegliata?"

"No, ma mi piace averla qui così."

"Grazie."

"Per cosa?"

"Per avermi chiamato. Per avermi permesso di essere qui in questo momento. Per non aver giocato con me."

"Non potrei mai farlo."

"Lo so, tu non giochi mai Derek Hale" lo canzona.

Qualcosa cambia nello sguardo del mannaro. "Ritieniti fortunato che c'è Eva con noi o ti farei vedere come so giocare anche io" sussurra leccandosi poi le labbra.

Stiles si ritiene fortunato per essere coricato o, probabilmente, le gambe non avrebbero retto davanti a quelle parole che sanno così tanto di promessa. "È meglio se vado a preparare la colazione."

"Non mi dai un bacio?"

Stiles sorride, si allunga verso Derek e appoggia le sue labbra su quelle del mannaro per il loro primo bacio. Si stacca poco dopo per poi abbassarsi e baciare la testolina di Eva prima di alzarsi e andare in cucina felice come non gli succedeva da troppo tempo.

 

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Capitolo 12
*** Dodici - Suit ***


Dopo un pomeriggio di shopping in cui sono tornata a casa solamente con un gran mal di piedi è uscita questa. Buona lettura! 
 

Derek non vede l'ora di fuggire da quel posto. Gli odori, le voci e i rumori erano troppo per i suoi sensi super sviluppati. Eppure non dice nulla e continua a tenere la mano di Stiles seguendolo tra tutta quella gente. Anche Stiles ha le mani che sudano indicando al mannaro il disagio del suo ragazzo ma non può fare altro che stringerlo più forte.

"Non potevamo venire un altro giorno?" prova Derek con la speranza di convincere Stiles ad andarsene di lì.

"Ma Der, è il primo giorno di saldi e se non prendiamo oggi i completi rischiamo di non trovare nulla in sconto e doverli prendere a prezzo pieno."

"E dove sarebbe il problema?" domanda.

"Che non posso permettermelo e voglio fare una bella figura al matrimonio di Cora."

Derek vorrebbe dirgli che non deve farsi quei problemi ma sa che non servirebbe a molto visto che Stiles continua a vedersi goffo e sgraziato perciò sospira per poi seguirlo all'interno del negozio.

Due ore dopo Derek pensa di aver raggiunto il suo limite massimo di sopportazione. Ha trovato il suo vestito esattamente venti minuti dopo essere entrato in quel posto e solo perché cinque minuti li ha passati discutendo con Stiles sul colore: Derek aveva scelto un modello nero ma l'umano glielo aveva strappato di mano proibendogli quel colore e suggerendogliene una blu cobalto che Derek non aveva voluto nemmeno provare. Alla fine avevano patteggiato e avevano scelto un completo grigio antracite con una camicia bianca. Non avrebbe messo la cravatta ma Stiles non aveva obiettato, l'odore di eccitazione che proveniva da lui rendeva ben chiaro al mannaro il motivo di quella mancata obiezione.
La scelta di Stiles si era rivelata più difficile. Aveva provato completi di ogni colore e forma ma non si piaceva con nessuno di essi e Derek gli dava perfettamente ragione perché nessuno rendeva giustizia al suo corpo. Non che Derek si intendesse di moda ma quando si trattava di Stiles riusciva a capire esattamente cosa gli sarebbe stato bene e cosa no.

È proprio mentre sta portando giù l'ennesimo completo che vede quel modello e capisce che è perfetto per Stiles. Cerca la taglia e glielo porta. "Prova questo."

Stiles lo afferra come un automa completamente esausto. Quando esce dal camerino a Derek manca il fiato: il completo è di un bel grigio lucido; la giacca gli modella i fianchi e gli fascia alla perfezione il petto mentre i pantaloni cadono elegantemente mettendo in risalto il suo sedere. "È lui" mormora Stiles ancora incredulo e Derek non può che essere d'accordo.
Ma appena Stiles guarda l'etichetta il suo umore cambia. "Ma non me lo posso permettere" sussurra.

"Stiles..."

"No, Der, non voglio."

"Ma perché?"

"Perché non voglio dipendere da te, non è giusto."

Derek sospira. "Prenderti questo vestito non implica che ti stia mantenendo."

"Lo so ma non voglio. Ho cominciato a lavorare proprio per poter essere indipendente."

"Lo so ed è una cosa davvero nobile. Ma lavorare solo nei fine settimana non ti permette di guadagnare abbastanza per permetterti di prenderti da solo tutto quello che ti serve."

"Mi basta un vestito normale, non ho bisogno proprio di questo" ribatte Stiles.

Ma Derek sa quanto ci sia rimasto male e quanto gli piaccia quel completo ma non risponde per non rovinare ancora di più l'umore del suo ragazzo con una discussione.

*

Forse sto facendo una cazzata. DH

È una cosa carina, invece. CH

Si incazzerá, lo so. DH

Non lo farà. E, al massimo, lo sbatti sul letto e gli fai dimenticare anche il suo nome. CH

CORA. DH

Sì? CH

Dimmi che non ti racconta anche cosa facciamo a letto, ti prego. DH

È mio amico, è normale che si confidi con me. CH

Ma sei la mia sorellina. Sei innocente e dovresti rimanere tale. DH

Mi sto per sposare. E non sono più vergine da un pezzo. CH

Stop, stop. Non voglio saperlo. E sono arrivato. DH

Buona fortuna. CH

Derek prende un profondo respiro e suona il campanello. Stiles apre la porta e si soprende di vederlo lì con quell'enorme borsa in mano. "Ciao."

"Ciao, posso entrare?"

"Pensavo non avessi bisogno di chiedermelo dalla prima volta che sei entrato di nascosto in camera mia."

"Idiota" ribatte Derek baciandolo prima di farsi strada verso la cucina.

"È per te" continua allungandogli poi la borsina.

Stiles la apre curioso, le mani un po' gli tremano mentre tira fuori il completo grigio e Derek si trova a trattenere il fiato. "Der, non posso accettarlo."

"Tra poco è il tuo compleanno. Volevo regalarti un weekend da qualche parte ma poi ho pensato che era meglio questo."

"Ma..."

"Lo so che per te è importante la tua indipendenza ma per me è importante che tu riesca a vederti esattamente come ti vedo io."

"E come mi vedi tu?"

"Da togliere il fiato, esattamente come quando ti sei visto allo specchio con addosso questo."

Stiles ha gli occhi lucidi. "Non so cosa dire."

"Puoi sempre dimostrarmi quanto ti è piaciuto il regalo" dice Derek ammiccando cercando di stemperare la tensione.

"Scemo" esclama Stiles abbracciandolo. "Grazie, davvero."

"Non ringraziarmi. Ora devi trovare la camicia, le scarpe, la cintura e la cravatta. E non ho intenzione né di pagartele né tantomeno di accompagnarti di domenica."

Stiles sorride. "Nemmeno se ti corrompo?"

"Hai detto che vuoi essere indipendente."

"Ma ho bisogno di consigli, dei tuoi consigli."

Derek sbuffa fingendosi esasperato ma consapevole che lo avrebbe accompagnato in qualunque posto. "Dovrai essere davvero bravo a corrompermi."

"Accetto la sfida" risponde per poi attaccarsi alle sue labbra.

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Capitolo 13
*** Tredici - Ssssh ***


Okay, il titolo fa un po' schifo ma avevo troppe idee e non sapevo cosa fare 🤣🤣🤣
Se qualcun* fosse interessat
* all'idea di Derek, cercate il "kit per massaggio con le labbra". Prego 😏😏😏

 

"No, Scott, non sono nervoso!"

"Certo, infatti non sei tu quello che ieri, durante la riunione del branco, ha urlato contro Derek come un isterico per poi ribaltare il tavolo e andarsene."

"Avevo ragione io."

"Sì, ma..."

"DA CHE PARTE STAI?"

Un sospiro. "Dalla tua, sempre."

"Bravo Scottie."

"Allora passi di qui tra poco?"

"Non lo so."

"Dai, una serata come ai vecchi tempi ti farà bene."

"Forse hai ragione. Okay, a dopo."

Stiles aggancia il telefono sospirando. Non pensa sia davvero una buona idea ma non ha molta voglia di restare a casa da solo. Guarda l'ora e decide di andare a fare una doccia prima di passare in ospedale da John e poi andare da Scott.

*

Sono le nove e Stiles parcheggia davanti a casa di Scott consapevole di essere in ritardo. Chiude la Jeep quando una benda cala sui suoi occhi e una mano gli tappa la bocca. Il cuore di Stiles comincia a correre e le mani afferrano il braccio davanti a lui sentendo sotto alle sue dita muscoli contro il quale capisce di poter fare davvero molto poco. Le orecchie fischiano e le parole dell'uomo arrivano confuse e ovattate. "Fai il bravo, resta in silenzio e vieni con me."

Non che potesse fare altrimenti visto che viene caricato sulle spalle e poi messo in un'auto. Il percorso è breve e l'uomo tiene tutto il tempo una delle mani attorno ai polsi di Stiles impedendogli di muoversi. Arrivati a destinazione viene di nuovo caricato in spalle e poi gettato su qualcosa di morbido mentre i polsi vengono legati a quella che sembra la testata del letto.

È proprio quando Stiles pensa di non riuscire a gestire il panico che un paio di labbra si appoggiano alle sue. "Der?"

"Ssssh."

Una carezza sul viso lo tranquillizza facendolo decidere di seguire l'ordine di Derek.

Sente i bottoni della camicia saltare a causa di uno strattone del mannaro, le scarpe venire sfilate assieme alle calze e i pantaloni tolti con le mutande. In poco tempo si ritrova completamente nudo e con un principio di erezione tra le gambe.

Qualcosa di morbido passa sulla sua guancia per poi scendere sulla labbra e sul collo. Prosegue per tutto il corpo provocando brividi lungo la schiena di Stiles. Appena quella che pensa essere una piuma finisce il suo percorso, qualcosa di caldo cola sul petto di Stiles, scaldandolo. La lingua di Derek cosparge quel liquido che profuma di cocco e ananas ovunque, soffermandosi in zone che Stiles non pensava potessero provocare così tanto piacere. Arriva a pensare di poter prendere fuoco per combustione se Derek non si decide a farlo venire. "Der, ti prego."

Nessuna risposta ma le labbra di Derek percorrono l'interno coscia per poi leccare finalmente i testicoli gonfi. "Di più" supplica Stiles inarcando la schiena.

Derek sembra accontentarlo succhiando appena la punta, calandosi poi sull'intera lunghezza. Il calore provocato da quell'olio sembra insopportabile contro la pelle sensibile di Stiles ma la bocca di Derek allevia quel fastidio portandolo pericolosamente vicino all'apice. Ma quel sollievo dura troppo poco. Derek si stacca e il freddo colpisce l'erezione di Stiles facendogli emettere un verso di disapprovazione. Poco dopo, però, sente il liquido colare nel suo solco e si ritrova a trattenere il respiro ancora prima che la lingua arrivi ad accarezzare la sua apertura.
Nemmeno si rende conto di quanto tempo passa prima di riversarsi sul suo stomaco ma pensa di non aver mai desiderato così tanto un orgasmo. Probabilmente lo ha anche ripetuto in una confusa litania ma proprio non ricorda, sa solo di aver finalmente trovato un po' di pace.

*

"Hai finto il mio rapimento" dice Stiles appena riprende fiato accoccolandosi meglio sul petto di Derek.

"Lo so."

"Non hai altro da dire?"

"I tuoi occhi e il tuo odore dicono già abbastanza."

"Perché non mi hai chiesto direttamente di venire qua ma hai coinvolto Scott?"

"Dopo la sfuriata di ieri non ero sicuro che avresti accettato."

"Sì... ecco... per quella... mi dispiace."

Derek gli passa la mano tra i capelli. "So che non è un periodo facile per te."

"Pensi anche tu che io sia stressato?"

"Non lo penso, lo sei. Ma con tutto quello che stai passando in questo periodo è normale. Vorrei solo che non te ne facessi carico da solo."

"Lo so ma..."

"So che non hai voglia di parlare della situazione di tuo padre. Ma posso anche condividere il tuo silenzio. E aiutarti a scaricare un po' di tensione."

"Grazie."

"Ssssh."

"Dovrai impegnarti un po' di più per farmi stare zitto" ribatte Stiles ammiccando.

"Tutto quello che vuoi" risponde Derek ribaltando le posizioni per portare Stiles sotto di lui e impossessarsi delle sue labbra.

 

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Capitolo 14
*** Quattordici - Respira ***


Buondì, torno con questa breve pillola nata venerdì scorso mentre tenevo la mano a figlia durante la risonanza. Non ho avuto il tempo di scriverla fino ad oggi. Ed eccola finalmente qui. Spero che abbia un minimo di senso. Buona lettura! 
 

Respira.

È l'unica cosa su cui Stiles cerca di concentrarsi per non permettere al panico di avere la meglio su di lui. Man mano che i rumori della macchina si fanno più insistenti il respiro di Stiles diventa più rapido. "Devi stare un po' più fermo o dobbiamo ripetere la risonanza."

"Sì, mi scusi" mormora flebilmente Stiles.

Conta i secondi sforzandosi di seguirli.

Uno, due, tre. Inspira.
Uno, due, tre. Espira.

La mano sembra agire di propria volontà nel voler stringere la pompetta per suonare il campanello e mettere fine a quella sensazione di soffocamento ma Stiles non vuole cedere o dovrà cominciare di nuovo daccapo.

Uno, due, tre. Inspira.
Uno, due, tre. Espira.

Stiles sente gli occhi farsi lucidi e la gola stringersi. È stato un idiota a non dire niente a Scott, a non farsi accompagnare da nessuno ma non voleva farsi vedere in quelle condizioni da qualcuno del branco. Non voleva mostrare ancora una volta la sua fragile umanità.

Uno, due, tre. Inspira.
Uno, due, tre. Espira.

Maledizone! Forse può ancora chiamarlo. Potrebbe schiacciare quella pompetta, fermare tutto, chiedere a Scott di raggiungerlo e poi riprovarci. Dopotutto cosa gli costa? È suo fratello, non gli sarà di peso.
Il panico si fa ancora più persistente e Stiles crede davvero di essere al suo limite quando dita calde si intrecciano alle sue e un pollice massaggia il dorso della sua mano. Stiles è confuso fino a quando non sente un accenno di unghie e capisce, rilassandosi.
Quasi si assopisce mentre l'esame prosegue. Tutto diventa più semplice, non deve più contare per respirare ma solamente seguire i movimenti circolari del polpastrello sulla mano.

Quando finalmente il medico lo tira fuori dal macchinario, trova due occhi verdi a fissarlo. Stiles fa un piccolo sorriso prima di schiarirsi la voce e trovare il coraggio di parlare. "Mi aspetti fuori?"

Derek non risponde, limitandosi ad un cenno del capo prima di alzarsi e uscire dalla stanza.

Stiles si prende tutto il tempo per rivestirsi conscio di dover dare delle spiegazioni a Derek. Per quanto sia stato davvero molto carino a tenergli la mano, nei suoi occhi ha potuto chiaramente leggerci la rabbia mischiata a qualcosa di molto simile alla delusione.

"Ehi" sussurra l'umano trovandosi davanti la schiena del mannaro.

"Andiamo?" domanda Derek incamminandosi, senza voltarsi o aspettare risposta.

Stiles lo segue fino al parcheggio prima di parlare di nuovo. "Mi dispiace."

"Per cosa?" chiede Derek girandosi finalmente per guardarlo.

"Non lo so. Ma è chiaro che ho fatto qualcosa che non andava o non saresti così arrabbiato con me. E mi dispiace, non volevo."

"Ti ho chiamato tutto il pomeriggio ma non rispondevi. Sono andato in centrale e ho dovuto sapere da tuo padre che eri qui, da solo, a fare questo esame. Perché non me lo hai detto?"

"Perché non so cosa siamo."

"E...?"

"E non volevo far preoccupare ne te ne nessun altro" ammette Stiles.

Derek sospira, si avvicina a Stiles e gli appoggia una mano sul fianco. "Dimmi la verità."

Quel gesto, il tono di voce diventato improvvisamente più dolce portano Stiles a crollare definitivamente. Si aggrappa al corpo di Derek lasciandosi avvolgere dalle braccia del lupo e facendo correre le lacrime trattenute quel giorno. "Pe-perché dirtelo a-avrebbe reso tutto più reale."

Derek lo stringe maggiormente a sé. "Non c'è ancora niente di reale. Dobbiamo prima aspettare i risultati degli esami."

"E-e se fossero positivi?" domanda Stiles dando voce alle preoccupazioni di quei giorni.

"Faremo tutto ciò che ci sarà da fare e anche di più. Ma non sei malato."

"Come fai a saperlo?"

Derek appoggia il naso nella piega del collo di Stiles e respira a fondo. "Il tuo odore non è cambiato."

"E se non lo sentissi?"

"Stiles, guardami."

Stiles alza lo sguardo e lo fissa negli occhi di Derek. "Andrà tutto bene. E se non dovesse andare bene, affronteremo la cosa. Insieme."

"Davvero?"

Un piccolo sorriso fa capolino sulle labbra di Derek. "Davvero."

"Perché stai ridendo?"

"Perché è meraviglioso come riesci ad essere impaurito, incredulo ed eccitato nello stesso tempo. Il mio lupo è stordito da tutte le sensazioni che provi contemporaneamente."

"È come se fosse sotto effetto di droghe?"

"Più o meno."

Stiles ridacchia. "Sono stupefacente!"

Derek sbuffa. "Sei un idiota e basta."

"Posso restare da te stanotte?"

"Puoi restare quanto vuoi."

 

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Capitolo 15
*** Quindici - Umano ***


Approfitto di questa giornata vegetativa passata tra letto e divano per pubblicare questa piccolissima shot. Non so bene cosa sia, se abbia senso o se ci siano errori ma ho la mente leggermente annebbiata. Abbiate pietà di una malata! 
 

"E se muoio?"

Stiles alza gli occhi al cielo e si trattiene dallo schiaffarsi una mano in faccia. È lì da quella mattina, quando il temporaneo ex mannaro lo aveva chiamato lamentandosi di sentirsi strano. Ci aveva messo poco per capire cosa gli stava succedendo, un po' di più per fargli capire che era una cosa normale per gli esseri umani. "Der non morirai per una semplice influenza."

"Come fai a saperlo?"

"L'umanità non si è ancora estinta. Qualcosa vorrà pure dire."

"Ma capita che alcune persone muoiano. E io non ho mai avuto l'influenza" ribatte Derek stringendosi meglio la coperta addosso.

Stiles lo guarda: Derek ha gli occhi lucidi, il naso arrossato, batte i denti per colpa della febbre che si sta alzando e il ragazzo pensa a quanto sia così diverso dal mannaro che ha sempre conosciuto ma, allo stesso tempo, sempre bellissimo anche nella sua fragilità. Si avvicina e gli allunga delle pastiglie. Aspetta che le prenda assieme all'acqua prima di sedersi vicino a lui e stringerlo. "Non morirai. Mi sto prendendo cura io di te. E sono bravissimo come infermiere."

Sa che forse si sta approfittando un po' della situazione ma non riesce a impedirselo, non con quella versione di Derek umano al suo fianco.

Restano accoccolati sul divano tutto il pomeriggio, cenano assieme e poi Stiles gli prepara del the caldo prima di cominciare a vestirsi per tornare a casa.

"Te ne vai?" domanda Derek con voce flebile.

"Sì, si è fatto tardi. E devo controllare papà."

"Non voglio restare solo stanotte."

"Vuoi che chiami qualcuno del branco a farti compagnia?"

Derek scuote la testa. "Non voglio che mi vedano così."

Stiles vorrebbe davvero abbracciarlo ma quello non è il vero Derek, non può illudersi. "Der, l'incantesimo dovrebbe svanire tra qualche ora. Tornerai il solito lupone prima che se ne accorgano."

"No-non voglio. Solo te. Ti prego..."

Stiles sospira e si arrende. "Fammi fare una telefonata e arrivo."

Derek fa un piccolo sorriso prima di sistemarsi meglio sotto le coperte preparando il posto anche per Stiles. Appena il ragazzo torna, Derek lo trascina di peso sotto le coperte per poi appoggiarsi contro di lui usandolo come cuscino. Stiles aspetta di sentire il respiro regolare di Derek godendosi quel momento prima di chiudere gli occhi e provare a dormire.

*

Le prime luci dell'alba entrano dalla finestra e Stiles sente caldo, tanto caldo e qualcosa che gli solletica il collo. "Der..."

"Mh" mugola Derek continuando a sfregare il naso contro al collo sensibile di Stiles.

"Come stai?" domanda accarezzandogli i capelli.

"Bene."

"Sono tornati i tupi poteri lupeschi?"

"Sì" risponde mordendolo con un accenno di zanne che lo fanno rabbrividire.

"Co-cosa stai facendo?"

Derek schiaccia Stiles con tutto il suo peso per non permettergli di spostarsi. "Sto facendo fatica a controllare di nuovo il lupo. Sembra ti voglia tutto per sé."

"Devo aver paura?"

"Non ti farà niente che tu non voglia" sussurra passandogli gli artigli sulla pelle nuda dei fianchi.

Stiles fatica a mantenersi lucido ma non vuole cedere, non prima di capire. "E-e tu?"

Derek alza la testa e lo guarda per la prima volta quella mattina. "Io cosa?"

"Lo vuoi anche tu?"

"È così importante?"

Stiles alza una mano e l'appoggia sulla guancia di Derek in una carezza. "Sì, lo è."

Derek sbuffa un sorriso per poi nascondere il volto nel collo di Stiles. "Sei stato l'unico che ho voluto con me quando ero vulnerabile."

"Pensavo che fosse perché, essendo l'unico umano, sapeva perfettamente di cosa avevi bisogno."

"È incredibile come a volte riesci ad essere così... Così... Idiota!"

"Ehi, come siamo passati da una dichiarazione ad un insulto?"

"Non era una dichiarazione."

Stiles alza gli occhi al cielo. "Certo, come no."

Derek gli morde il collo. "AHIA."

"Così impari a prendermi in giro" sbotta Derek.

"Non ti stavo prendendo in giro. E voglio fare qualsiasi cosa volete fare voi."

"Voi?"

"Sì, tu e il tuo lupo. Consideratemi vostro ostaggio."

Derek sorride maliziosamente. "Mi piace. Sicuro di non pentirtene?"

"Ehi, sono un adolescente con gli ormoni impazziti. Non mi pentirei di nessuna esperienza sessuale, specialmente se fatta con me."

"Bene, perché le farai solo con me."

Stiles sorride. "Non vedo l'ora."

 

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Capitolo 16
*** Sedici - Ti Fai Di Strozzalupo? ***


Stiles si aspettava di tutto da quella nuova esperienza al college ma non certo di ritrovare Derek. E, soprattutto, non di trovarlo così... diverso. Non era più il lupo musone e costipato che aveva lasciato Beacon Hills qualche anno prima. Ora comunicava senza usare le sopracciglia, interagiva con le persone senza minacciarle o sbatterle al muro e, cosa che aveva destabilizzato ancora di più Stiles, sorrideva.

Quando lo aveva visto entrare in classe quasi gli era preso un colpo. Derek lo aveva notato subito ma si era limitato a fargli un veloce cenno. Stiles si era fermato alla fine della lezione per chiedergli come dovevano comportarsi e Derek lo aveva stupito salutandolo con un abbraccio. Stiles aveva cominciato a sospettare che si facesse di strozzalupo o non si spiegava il suo cambiamento. Lydia si era trovata a dargli ragione quando quella stessa sera l'aveva chiamata per raccontarglielo ma, allo stesso tempo, gli aveva suggerito di approfittare della situazione e provarci finalmente con lui. Stiles le aveva detto di smetterla, che non aveva mai avuto possibilità con lui e ora men che meno visto le ampie possibilità che aveva nel college.

Ci erano voluti due mesi prima che Stiles si decidesse a vivere la vita del college a 360 gradi e partecipare ad una delle tante feste organizzate nel campus. Quello che di certo non si aspettava era trovarci anche Derek con la barba più lunga del solito e una camicia bianca con i primi bottoni slacciati e... erano occhiali da sole quelli? Okay, si fa di strozzalupo, ora ne ha la certezza! Stiles però non se ne lamenta perché pensa di non averlo mai visto così rilassato, sereno e bello. Quando però vede una bella ragazza avvicinarsi a lui, cerca di non pensarci troppo e di godersi la serata. Non che ci riesca davvero specialmente quando inciampa e si schianta addosso a qualcuno rovesciandogli addosso il suo bicchiere. "Scusa, non volev... Der, non uccidermi!" piagnucola rendendosi conto di chi si trova davanti e cercando di asciugargli la camicia ormai rovinata.

"Ragazzino, tranquillo. Non è successo niente."

Stiles alza gli occhi di colpo non proprio certo di aver capito bene. Ma Derek sta sorridendo e Stiles si perde in quel sorriso. "Ti ho rovinato la camicia" riprova.

"È solo bagnata."

Stiles abbassa gli occhi e la vede essere diventata trasparente nel punto in cui la birra ci è finita sopra. Sente la saliva venire meno mentre non riesce ad evitare di pensare a come diventerebbe completamente bagnata addosso al mannaro. "Vedi qualcosa che ti piace?"

La voce roca di Derek gli solletica l'orecchio e il suo cervello va completamente in tilt. Riesce a malapena a rispondere con un cenno quando si sente trascinare lontano dalla folla. "Andiamocene di qua."

Stiles non può che essere d'accordo con la proposta di Derek. Arrivano nella camere dell'umano e si ritrovano sotto la doccia. Stiles non sa bene come ci sono arrivati, come Derek sapesse quale fosse la sua stanza e come fosse finito in ginocchio davanti al mannaro ma la visione di Derek che si spinge pigramente nella sua bocca con la camicia diventata trasparente incollata addosso è la visione migliore che gli sia mai capitata. Quasi ha da ridire quando Derek lo riporta in piedi ma, quando lo sente dentro di lui con il suo peso che lo sostiene contro al muro non può proprio lamentarsi. È tutto quello che Stiles ha sognato da quando conosce Derek e anche più intenso di quello che si era immaginato. Si aggrappa alla camicia con tutte le sue forze mentre viene tra i loro corpi. È completamente senza forze mentre Derek gode dentro di lui ma non lo molla restando aggrappato al corpo muscoloso che ha davanti.

"Stai bene?" gli domanda Derek continuando a sostenerlo.

"Mai stato meglio."

Derek sorride spostandogli i capelli dagli occhi. "Cosa ne dici se usciamo di qua e ci asciughiamo?"

"Devi andartene?" domanda Stiles rendendosi conto della situazione in cui si trovano.

"Dovrei. Ma non è il caso che esca nudo. E nemmeno bagnato: anche se sono un mannaro fuori fa freddo e la gente si farebbe troppe domande."

"Puoi prendere una mia maglietta."

"Hai messo su un bel fisico ma temo mi siano ancora strette."

Stiles ridacchia. "E cosa pensi di fare, Miguel?"

Derek sbuffa un sorriso. "Cosa ne dici se mi fermo qua? Ti do fastidio?"

Stiles pensa che non avrebbe sperato in meglio ma... "Non ti creerà problemi?"

"Perché sono un tuo professore o perché non mi vuoi?"

Stiles si ritrova a giocare con la barba di Derek. "Non voglio crearti problemi di nessun tipo. Non ora che mi sembri così... felice."

"E non pensi che, forse, stare con te mi renderebbe ancora più felice?"

Stiles alza di scatto la testa spalancando la bocca e facendo scoppiare Derek a ridere. "Ti fai di strozzalupo, vero?"

"No, idiota! Ti ha dato alla testa l'orgasmo?"

"È che sei così diverso."

"Ho più o meno fatto pace con i miei demoni. Allontanarmi da Beacon Hills, crearmi una nuova vita, rimettermi in gioco mi ha fatto bene."

"E io? Non ti ricordo il vecchio te?"

"Stai scappando anche tu da quello che eri, lo sento. E posso darti una mano, possiamo darcela insieme."

"Mi sei sempre piaciuto" ammette.

"Lo so."

"Stronzo!"

"Dovevi fare le tue esperienze, capire chi eri e cosa volevi. Nessuno di noi due era pronto."

"Quindi ora lo siamo?"

"Abbiamo sicuramente più probabilità di farcela."

"Potrei uccidere chiunque ti faccia gli occhi da cerbiatto."

Derek scoppia a ridere. "Non sono mai andato a letto con nessuno dei miei studenti, te lo assicuro."

"Non lo avrei mai detto. Sei così amichevole."

"Stare con loro mi assicura di poterli tenere sotto controllo ed evitare che facciano cazzate troppo grosse."

Stiles resta un momento in silenzio. "Allora non sei cambiato così tanto."

"Ti dispiace?"

"No se mi prometti che, d'ora in poi, questo sarà l'unico modo in cui mi sbatterai contro al muro."

"Idiota! Stiles..."

"Sì, lo so. Per il primo trimestre dobbiamo evitare di farci vedere assieme."

"Grazie. Poi ti prometto che, appena terminerai il mio corso e non sarò più un tuo professore, potremo uscire allo scoperto."

Stiles sorride, finalmente felice. Si lascia trasportare sul letto e si accoccola tra le braccia di Derek certo di aver trovato il suo posto.

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Capitolo 17
*** Diciassette - Cereali ***


Quando Derek aveva deciso di tornare a Beacon Hills sapeva già che le cose erano cambiate: la vita dei membri del suo vecchio branco era continuata pure senza di lui. Non era certo di essergli mancato anche se Scott lo sottolineava al termine di ogni loro telefonata, almeno non quanto erano mancati a lui. Perché
sì, Derek non lo avrebbe mai ammesso ma il suo strano branco gli era mancato al punto da rendergli difficile controllare il suo lupo durante le lune piene, in particolare la mancanza di una persona lo aveva spinto a tornare sperando di aiutarlo a gestire la cosa.

Quello che certo non si aspettava era di trovare quella persona completamente diversa da quando se ne era andato: il suo fisico adolescenziale stava sbocciando pronto a diventare quello di un uomo; i suoi capelli erano diventati ancora più lunghi e ribelli; il suo gesticolare scomposto ora era quasi ipnotico e il suo sorriso era ancora più caldo, sereno, rilassato. Probabilmente il merito è di quel ragazzo che gli tiene la mano sulla spalla e lo guarda con occhi adoranti e un sorriso troppo malizioso. Derek sente il suo lupo ringhiare e pensa sia meglio andare a trovare Scott.

La seconda volta che Derek incontra Stiles non può proprio evitarlo: Scott ha chiamato l'intero branco al loft per dargli il bentornato. Derek si era lasciato abbracciare da tutti, approfittando per stringersi Stiles un po' più addosso ma storgendo il naso nel sentire l'odore del suo ragazzino mischiato a quello di un altro. Aveva dovuto far leva su tutte le sue forze per impedire al lupo di uscire e marchiarlo.

Le volte successive Derek nemmeno riesce a spiegarsi se siano casuali o meno, fatto sta che ogni volta che il suo lupo percepisce l'odore di Stiles, Derek si ritrova nascosto dietro a qualche angolo e seguirlo. Era proprio dietro ad uno di questi il giorno che l'umano si è accorto di essere osservato mentre si trovava in un bar assieme a Jack (un nome banale per un ragazzo banale si era trovato a pensare Derek). Si è alzato dal tavolo, è uscito dal retro e si è avvicinato furtivo. "Sei diventato uno stalker?" gli ha urlato.

Derek non lo ha proprio sentito arrivare e si è spaventato portandosi una mano sul cuore. Stiles è scoppiato a ridere davanti alla reazione del mannaro e Derek ha pensato che il suo cuore non avrebbe retto. "Idiota!"

"Cosa fai qui?"

"Volevo andare a correre ma poi mi sono ricordato che al loft sono finite le tue patatine per la serata film così stavo per andare a comprarle."

Non ha proprio mentito ma nemmeno detto tutta la verità visto che il supermercato in cui generalmente si rifornisce è dall'altra parte della città. Ma Stiles non sembra volerlo punzecchiare nonostante il suo sorrisino lasci intendere che non se la sia bevuta. "L'ho sempre detto che sei un lupastro dal cuore tenero. Vuoi unirti a noi?"

E vederti sorridere a qualcun altro? No, grazie. "Mi dispiace ma Scott mi aspetta tra poco. Ci vediamo domani?"

"Sì, a domani."

Derek si presenta da Scott dieci minuti dopo e si siede in sala d'attesa senza dire una parola. "Dovresti deciderti a dirglielo" comincia Scott.

"No, non posso."

"Perché?"

"Ha Jack, è felice. Merita tutto questo."

"Amico, non hai mai pensato che con te potrebbe esserlo di più?"

"Impossibile, io distruggo tutto ciò che tocco."

Scott non risponde limitandosi a dargli una pacca sulla spalla prima di tornare a lavoro.

Dopo quel giorno a Derek sembra che Stiles cercasse di stare più tempo con lui e, se da una parte gli fa davvero piacere la cosa, dall'altra continuare a sentire il suo odore mischiato a quello di Jack lo sta portando al manicomio.

Una sera si trova inconsapevolmente ad avvolgerlo nel suo lenzuolo tolto per l'occasione dal letto pur di lasciare sul ragazzo il suo odore. Si da dello stupido appena si rende conto dell'accaduto ma Stiles si sistema meglio il lenzuolo sulle spalle e si rannicchia sul divano e decide di lasciarlo così.

La tragedia, però, viene sfiorata alla seconda luna piena che Derek passa a Beacon Hills: il mannaro sente il suo lupo particolarmente inquieto. Scalcia e ringhia cercando di convincerlo ad andare da Stiles. E, dopo la prima notte passata a lottare contro il suo istinto, il lupo ha avuto la meglio.

Derek si trova sotto la finestra di camera di Stiles esattamente come il mese precedente. Ma Stiles non è in casa, lo sente chiaramente. Il lupo di Derek comincia a fiutare l'aria riuscendo ad individuarlo all'interno della radura. Derek comincia a correre sentendo il lupo scodinzolare all'idea che Stiles li stesse cercando. Arrivare fino alla Jeep e trovarlo mezzo nudo, a cavalcioni di Jack era l'ultima cosa che Derek si aspetta di trovare. Tutto succede in pochi secondi: Derek si trasforma completamente ed aggredisce i due amanti. Scaraventa Stiles fuori dalla macchina e si avventa su Jack. Ha ricordi confusi dei minuti successivi, ricorda solo urla e odore di sangue e di lacrime. In un momento di lucidità ricorda Stiles, il volto sporco di terra e sangue e coperto di lacrime, tra lui e il corpo inerme di Jack che brandisce qualcosa. "Uccidimi" è la sua unica preghiera. E ci spera davvero che lo faccia, che ponga fine alle sue inutili sofferenze.

Stiles sembra sul punto di colpirlo ma poi lascia cadere quella che sembrava una mazza a terra e si inginocchia, abbracciandosi da solo tra i singhiozzi.

Derek riesce a riprendere il controllo del lupo e se ne è andato pregando di non aver distrutto la felicità dell'unica persona che contava per lui.

Decide di andarsene definitivamente da Beacon Hills due giorni dopo la fine della luna piena e non prima di essersi assicurato che Stiles e Jack stessero bene. Erano entrambi malconci ma se la sarebbero cavata.

Stava caricando il borsone in macchina quando il telefono comincia a squillare. "Sei sicuro?"

"E hai anche il coraggio di chiedermelo? L'ho quasi ucciso, Scott. Non riesco a controllarmi con lui vicino e senza poterlo avere. È meglio così, per tutti."

"E a Stiles non pensi? Non pensi a come starà quando lo scoprirà?"

"Se la stava cavando benissimo prima del mio ritorno."

Scott sospira. "Non riesco a capire cos'ho fatto di male per avere amici così idioti."

"Grazie di tutto, addio. Abbi cura di lui" dice Derek per poi staccare.

È buio ed è quasi fuori da Beacon Hill quando nota una Jeep azzurra, scassata, di traverso sulla strada.

Scende e trova Stiles con ancora il camice dell'ospedale addosso. Sembra senza forze e sofferente. "Dove pensi di andare?" gli urla contro.

Derek abbassa la testa incapace di guardarlo. "Dove non potrò più farti del male."

"Ci stai abbandonando di nuovo?"

L'odore delle lacrime punge il naso di Derek. "È meglio così."

"Tu hai deciso che è meglio così. Lo hai deciso da solo, come sempre."

"Stiles, guardati, guarda cosa ti ho fatto. Sono un..."

"Non sei un mostro, non azzardarti a dirlo. E qualunque problema tu abbia con i tuoi poteri lupeschi possiamo risolverlo. Pensi che non me ne sia accorto che ci fosse qualcosa che non andava? Perché pensi che abbia passato così tanto tempo con te? Ero preoccupato, volevo capire, speravo ti fidassi di me. E, invece, mi stai lasciando di nuovo senza permetterti di provare ad aiutarti."

Derek si sente travolto da tutte quelle informazioni e non riesce neppure a rispondere. "Mi dispiace" è l'unica cosa che riesce a dire.

"Se te ne vai, non tornare mai più, non cercarmi più, considerami morto" è l'ultima cosa che dice Stiles prima di entrare in macchina e andarsene.

***

Stiles rientra in ospedale consapevole della ramanzina che lo aspetta: è letteralmente scappato nelle sue condizioni, staccandosi le flebo e guidando una macchina che stava per cadere letteralmente a pezzi nonostante i farmaci. Pensa di non aver mai visto suo padre così furioso ma non se ne pente: lo rifarebbe di nuovo anche se non è servito a nulla.

Guarda fuori dalla finestra le goccioline che si rincorrono sul vetro. Non ha notizie di Jack da giorni ma non gli interessa. Lo ha cercato non appena è riuscito a sedersi sulla sedia a rotelle ma l'altro non ha voluto vederlo. Lo capisce, davvero, e forse è meglio così. È stato bene con lui ma non è lui la persona che vorrebbe al suo fianco. Ha cominciato a capirlo appena Derek era ricomparso a Beacon Hills e ne ha avuta l'assoluta certezza la mattina che si è risvegliato al loft, sul divano del mannaro, avvolto nel suo lenzuolo. Si era tirato la pelle e beato dell'odore che emanavano le lenzuola. Non aveva ancora aperto gli occhi che Derek gli aveva passato una tazza di caffè e fatto trovare i suoi cereali preferiti con il latte. Jack, in tutti quei mesi di relazione, nemmeno sapeva che cereali gli piacevano. E Stiles voleva svegliarsi felice e pieno di zuccheri ogni mattina.

E ora, invece, aveva perso entrambi ma non poteva incolparsi per la decisione di Derek anche se, forse, se avesse avuto il coraggio di gridargli quello che provava, di dargli una ragione per restare, ora sarebbe lì con lui.

L'aria comincia a mancare e apre la finestra. Il vento gelido entra nella stanza facendolo tremare. "Di questo passo finirai per ammalarti e non uscirai più di qua."

Stiles si volta di scatto trovandosi davanti Derek con un timido sorriso tipico di chi non sa se è benvoluto. "Cosa ci fai qui?"

No, non gli renderà facili le cose.

"Sarei venuto prima ma John non voleva farmi entrare. Nonostante l'età mi ha dato del filo da torcere."

"Lo hai ucciso?"

"Ma sei idiota? Ti pare che per farmi perdonare da te ti uccida il padre?"

Stiles lo guarda sospetto. "E come intendi farti perdonare?"

Derek gli allunga una scatola di cereali, i suoi preferiti. "So che ti tengono a stecchetto."

"Ti amo!" urla Stiles lanciandosi verso i cereali.

Derek alza il sopracciglio e si morde un labbro e Stiles si rende conto di aver detto una cagata. Perché sì, la sera precedente Scott gli aveva raccontato tutto. Era stato quello il motivo che lo aveva spinto ad uscire e provare a farlo tornare indietro. "Scusa, non volevo giocare con i tuoi sentimenti."

"Lo sai?"

"Sì."

"E?"

Stiles prende un profondo respiro prima di rispondere. "Se non m'importasse di te non avrei cercato di fermarti. E non parlo di te come amico."

"Quindi?"

"Per cominciare mi piacerebbe svegliarmi ogni mattina con i tuoi cereali. Poi vedremo" risponde prendendo i cereali con la mano, buttandoseli direttamente in bocca.

Derek sorride, questa volta sul serio. "Sembri uno scoiattolo."

"Perché sono carino?"

"No, perché sei grasso."

"... Non vedrai mai il mio culo, sappilo" lo minaccia alzando il dito contro di lui.

Derek si avvicina. "Prima o poi mi pregherai. Più prima che poi."

Stiles quasi si soffoca e comincia a tossire. "Sarai la mia morte" dice per poi abbracciarlo.

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