Come un temporale primaverile

di lily88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Bethyl AU
Capitolo 1


"Avete chiamato il veterinario?" la domanda era rivolta a tutti e a nessuno in particolare ma il figlio rispose prontamente: "Si papà, circa un'ora fa. Dovrebbe essere qui a momenti." Difatti un'auto si stava avvicinando alla loro fattoria e ne scese una bella ragazza bionda munita di valigetta medica e un sorriso dolce sul viso.

"Buongiorno signor Taylor, ciao ragazzi." "Oh Beth, meno male sei arrivata. La povera Betsy non riesce a partorire, credo che il puledro sia podalico."
"Non si preoccupi, ora do un'occhiata e vediamo di far nascere questo piccolino." Infilati un paio di guanti la giovane si mise al lavoro, tastando e cercando di capire a che punto fosse il parto. "Ha fatto bene a chiamarmi, effettivamente si presenta un parto podalico. Provo a eseguire alcune manovre per poterlo girare; se non dovessi riuscire così procederò con un cesareo." Fortunatamente Beth ce l'aveva fatta senza dover ricorrere al bisturi e Betsy aveva partorito un bel puledro pezzato. "Purtroppo Betsy ha perso più sangue del normale, vi prescrivo del ferro e un paio di altre medicine che l'aiuteranno a ristabilirsi bene e in fretta. In caso di dubbio potete chiamarmi senza problemi, ok?" "Grazie per l'aiuto Beth, siamo contenti che sia andato tutto bene."

"Beth aspetta, volevo chiederti una cosa." la ragazza era già in auto e pronta a partire quando John, figlio maggiore del signor Taylor, l'aveva richiamata. Beth sapeva già cosa volesse chiederle e questo era uno dei motivi per cui aveva tentato di andarsene il più in fretta possibile. John era un bravo ragazzo, carino e gentile; in linea teorica un porto sicuro su cui approdare eppure lei non riusciva a veder altro che un buon amico. Gli sorrise, invitandolo in questo modo ad esprimersi liberamente. "Ecco, mi chiedevo se ti andasse di uscire con me. Se ti va potremmo andare alla fiera primaverile che si terrà settimana prossima." Ce l'aveva fatta, era riuscito a chiedere a Beth Greene di uscire con lui e non si era nemmeno impappinato nel farlo. Bravo John.
Peccato che per il giovane la risposta fu peggio di una doccia fredda. "Mi farebbe piacere John, davvero, ma non credo sia una buona idea. Non voglio darti false speranze e so che tu vorresti qualcosa in più rispetto all'amicizia." La ragazza era dispiaciuta, la delusione negli occhi di lui era così evidente che avrebbe voluto aggiungere qualcosa in più, non sapendo esattamente cosa rimase in silezio. "Ok, ci ho provato Greene. Tentar non nuoce giusto?" tentò di sdrammatizzare lui. "Già. Mi dispiace John, davvero. Ora devo tornare in ambulatorio, buona giornata."

Finite alcune pratiche al lavoro Beth aveva deciso di tornare a casa e di andare a fare una passeggiata nel bosco. Dopo la laurea era rimasta un paio d'anni ad Atlanta ma fare il veterinario lì non era assolutamente la stessa cosa rispetto alla campagna. Suo padre era stato ben felice di riaccoglierla alla fattoria e sopratutto di poter andare in pensione, lasciandole così lo studio e l'onere. In caso di bisogno, professionale e non, Beth sapeva di poter chiedere consiglio al padre ma cercava di appoggiarsi a lui il meno possibile. Dall'alto dei suoi ventisette anni era ormai adulta e indipendente. Il fatto di dormire alla fattoria era più per comodità che non per necessità economica; in fondo era confortante sapere di poter contare su qualcuno.
Tutte queste riflessioni avevano portato lei e Fiona più addentro al bosco di quel che si era prefissata inizialmente. Il tempo quel giorno era piuttosto nuvoloso e man mano che si avvicinava la sera le nubi erano sempre più scure e cariche di piggia. "Fiona, qui mi sa che ci prendiamo una bella lavata. Pronta a trottare un po'?" Il tempo di finire la frase che alcune gocce di pioggia si stavano abbattendo su di loro sempre più forte, togliendole gran parte della visuale. Un lampo e un fulmine avevano fatto fare a Beth un salto sulla sella e innervosire Fiona. "Shhh, piccola è solo un fulmine. Da brava andiamo a casa." La pioggia incessante e i fulmini avevano spaventato troppo l'animale che imbizzarritosi disarcionò Beth, la quale cadendo picchiò la testa sul terreno, svenendo.
La sera stava lasciando posto alla notte e la pioggia continuava a cadere incessantemente. 










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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


capitolo 2 Bethyl AU
Capitolo 2:


Hershel era preoccupato, sua figlia non era ancora tornata a casa e il tempo era peggiorato, la pioggia continuava imperterrita e i fulmini che vedeva non lo tranquillizzavano per nulla. La notte era ormai calata, quando all'improvviso vide un'ombra correre verso la fattoria. Era Fiona, senza Beth. L'anziano corse fuori di casa, andando incontro all'animale e cercando di farlo calmare tenendolo ben saldo con le briglie e riportandolo alla stalla. "Shhh, povera Fiona ti sei spaventata eh? Tranquilla, ora sei a casa." Dopo aver sistemato il cavallo Hershel si accinse a tornare in casa, sospirando rivolse un'ultima frase all'animale "Dove hai lasciato la mia piccola Bethy, mhh?"
Le sue parole non erano astiose verso la povera Fiona, sapeva perfettamente che non era colpa dell'animale se si era spaventato disarcionando, molto probabilmente, sua figlia. Il suo tono era carico di apprensione e di angoscia.
Non sapeva come comportarsi, andare nel bosco a quest'ora era da pazzi, con questo tempo non avrebbe cavato un ragno dal buco, finendo col perdersi egli stesso. D'altro canto anche avvisare lo sceriffo Grimes sarebbe stato inutile, sempre per lo stesso motivo avrebbe fatto partire le ricerche solamente il giorno dopo.
Sconfitto e sconsolato l'anziano andò a cambiarsi di abiti e si appostò vicino alla finestra, pregando per la figlia minore e la sua incolumità. Questo era tutto ciò che poteva fare al momento.


Daryl era stanco, aveva passato tutta la giornata nei boschi a verificare lo stato di salute degli alberi più vecchi. Come guardia forestale questo era uno dei suoi incarichi, ovviamente non quello che lo soddisfava di più ma faceva pur sempre parte del suo lavoro. Aveva deciso di coprire il perimetro a piedi e quindi ora si ritrovava a dover tornare a casa sulle proprie gambe, sfiga massima aveva cominciato a piovere. Forte e incessante, "che culo" si ritrovò a pensare. Quello che non sembrava stancarsi mai invece era il suo fedele amico a quattro zampe; Cane incurante della pioggia e della giornata passata nel bosco era sparito dalla sua vista. Chissà cosa aveva fiutato. Come richiamato telepaticamente Cane era riapparso sul sentiero e abbaiava forte verso di lui, come a dirgli di darsi una mossa e di accelerare il passo. L'uomo aumentò il ritmo per star dietro al proprio cane, torcia in mano si ritrovò davanti una ragazza stesa a terra, decisamente svenuta. Le si era avvicinato per verificare polso e respiro, fortunatamente erano regolari, ora stava tastando la nuca alla ricerca di ferite aperte e sangue in generale. Nulla di significativo, tutto sommato a parte un gran mal di testa e un bernoccolo se la sarebbe cavata. Daryl stava ispezionando il sentiero per capire come avesse fatto a cadere. Vide tracce di zoccoli, ormai sbiadite dalla pioggia, probabilmente era caduta da cavallo. Provò a svegliarla con dei colpetti al viso ma nulla, così se la caricò in spalla e la portò a casa con sè.
 
Seppur minuta e snella un buon 50 kg la biondina li pesava tutti, rimuginò fra sè e sè l'uomo, a peso morto e fradicia probabilmente anche qualcosa in più. Fortunatamente casa sua non era lontana e la raggiunse senza grossi problemi eccetto per il fiato corto dovuto allo sforzo fatto. L'aveva sdraiata sul divano, togliendole la giacca, il maglioncino e le scarpe che indossava facendoli asciugare vicino al fuoco appena acceso. Cane si era posizionato beatamente ai piedi del divano come a voler vegliare sul sonno della bella addormentata. Bella lo era davvero, inizialmente le aveva dato non più di venti, ventuno anni ma guardandola meglio si era resa conto che doveva averne qualcuno in più. Non molti, certo, ai trenta non ci arrivava neanche per sogno.
Daryl amava la privacy e rispettava quella degli altri, però necessitava di risposte, così si mise a frugare nelle tasche della giacca alla ricerca di un documento che potesse fornirgli qualche indicazione da dare allo sceriffo. Con questo tempo il cellulare era inutile ma in casa aveva la radio per poter comunicare con lo sceriffo e gli altri servizi in caso di necessità.
Aveva trovato solamente uno smartphone di ultima generazione, perfettamente inutile senza password, di documenti neanche l'ombra.
Sicuramente era della zona, il volto era famigliare ma non sapeva associare un nome, la differenza di età era tale che in passato non si erano mai frequentati. Non che lui frequentasse molte persone, però aveva una buona memoria e la biondina non rientrava fra le sue conoscenze.
Fin quando non si fosse svegliata il dubbio sarebbe rimasto: Chi diavolo era questa ragazza?












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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3 Bethyl AU
Capitolo 3:


L'uomo stava sorseggiando un caffè caldo più per riscaldarsi che per reale voglia, in attesa che la ragazza si risvegliasse. Solitamente a quest'ora era lui l'occupante di quel divano ma ora era seduto scompostamente su una sedia della cucina, in mancanza di una poltrona. Si era cambiato e dato da mangiare a Cane, Daryl non aveva ancora cenato in attesa di vedere cosa fare con la biondina. La stava fissando da un po' senza guardarla davvero, quando con la coda dell'occhio captò un piccolo movimento della mano. Forse si stava svegliando, finalmente. Si concentrò meglio sul suo viso, aveva degli occhi molto belli. Grandi e luminosi come raramente ne aveva visti in passato. Ora quegli occhi lo fissavano confusi e incerti, forse doveva dire qualcosa, presentarsi magari.
"Eri svenuta e ti ho portata a casa mia. Sono Daryl Dixon, la guardia forestale." Ecco, lui la sua parte l'aveva fatta ora voleva sentire cosa avesse da dire lei. "Io sono Beth Greene, piacere di conoscerti e grazie per non avermi lasciata là fuori a prendermi una polmonite. Che ore sono? Piove ancora? Oh cavolo, mio padre sarà preoccupato a morte! Devo tornare subito a casa e rassicurarlo."
Neanche il tempo di finire la frase e tentare di mettersi seduta che la testa aveva preso a girarle e a farle male.
"Ehi ehi, calma. Stai giù e respira regolarmente. Sono le nove e mezza di sera e sì piove ancora. Qui il cellulare non prende ma ho la radio, ora che so il tuo nome posso contattare lo sceriffo Grimes e lui a sua volta rassicurerà tuo padre. Domattina ti riaccompagnerò a casa, ok?" Più che una domanda la sua era suonata come un'affermazione a cui era vietato obiettare ma Beth alle parole "radio", "sceriffo" e "padre" si era tranquillizzata.


A poco a poco si era calmata e la testa pulsava di meno, Dixon stava facendo quanto promesso e lei curiosa come sempre aveva preso a guardarsi intorno. L'ambiente era spartano ma confortevole, il camino infondeva luce e calore all'ambiente e fra il divano e quest'ultimo era acciambellato un bel cane dal pelo folto e bruno. C'erano anche alcuni dei suoi vestiti stesi ad asciugare, il tavolo della cucina e la cucina stessa erano comunicanti con il salotto, lo spazio era ampio seppur non immenso. Una piccola libreria, forse fatta a mano, completava questa parte della casa. Sembravano tutti manuali o riviste più che romanzi e una televisione di modeste dimensioni faceva timidamente capolino fra gli scaffali. Vicino all'entrata era posizionato un un mobiletto per scarpe e giacche, così da non sporcare una volta entrati. Niente tappeti, così le piastrelle in cotto erano più facili e veloci da pulire, si ritrovò a pensare Beth.


Quando si girò a guardarlo di nuovo lui la stava fissando, non avrebbe saputo dire se fosse infastidito dalla sua curiosità o dal fatto di avere ospiti, in ogni caso si ritrovò ad arrossire senza motivo come quando aveva sedici anni.
"Mi dispiace crearti tanti problemi, non era mia intenzione, davvero. Ti ho bagnato tutto il divano e non so come sdebitarmi."
"Fa niente. Il bagno è di là, puoi lavarti, ti preparo dei vestiti asciutti per la notte. La camera degli ospiti è a fianco alla mia." Il tono era burbero ma non scocciato. "Ok, grazie."
In effetti una doccia calda non era una brutta idea, Daryl le aveva dato una delle sue camicie in flanella, dei pantaloni di una tuta e una salvietta per il corpo. Il bagno come il resto della casa era perfettamente ordinato e in doccia trovò solo il minimo indispensabile: docciaschiuma prettamente maschile e shampoo al profumo di pino.
Aveva ragione lui, niente di meglio di una buona doccia per scaldarsi e far svanire la tensione. Una volta uscita dal bagno si ritrovò a fissarlo, stava letteralmente ghignando. Di lei e del suo aspetto probabilmente, non potè fare a meno di sorridere a sua volta.
"Si, non credo vincerò nessun concorso vestita così, tu che dici?"
"Mhhh" fu la sua unica risposta accompagnata da un mezzo ghigno.
Stava preparando qualcosa da mangiare, minestra. A quella vista lo stomaco di Beth iniziò a brontolare come risvegliatosi da un sonno profondo. "Scusa, evidentemente ho fame. Posso aiutarti in qualcosa? Ti prego dimmi di sì, mi sento già stupida a sufficienza per questa situazione, fammi fare qualcosa."
"Puoi apparecchiare." ok, Daryl non era uno di molte parole a quanto pareva.
Capendo che non avrebbe ottenuto ulteriori informazioni su dove fossero i vari utensili Beth si mise ad aprire ante a caso, trovando a poco a poco il necessario e sistemandoli in tavola.
Il profumo era delizioso e il sapore non era da meno. Era una minestra semplice, riso e prezzemolo ma era calda e riempiva la pancia. Mangiarono in silenzio per quasi tutto il tempo ma a un certo punto Beth non ce la fece più.
"Come si chiama il tuo cane?"
"Cane"
"Sei serio?"
Non rispose, si limitò ad alzare un sopracciglio, come a dire "Prova a ripeterlo, ragazza."
"Ok, scusa. Senti io sono veterinaria se mai avessi bisogno di un controllo o qualche vaccinazione o altro vieni da me, ho lo studio in città e sarò ben felice di aiutarti. Va bene?"
"Mhhh" Beth lo prese per un sì, in fondo quel verso era stato accompagnato da uno sguardo sorpreso ma non infastidito. Forse, pensò lei, Daryl era semplicemente disabituato al contatto con le persone. Il suo lavoro non lo aiutava di certo a socializzare.


Dopo aver riordinato la cucina e aver fatto un paio di carezze -peraltro molto apprezzate- a Cane, Beth aveva augurato la buonanotte e si era ritirata nella sua stanza.
L'uomo dal canto suo si era fatto sfuggire uno striminzito "notte", ritirandosi a sua volta in bagno.
La ragazza era stanca ma il sonno stentava ad arrivare, due occhi azzurri ed espressivi la tenevano sveglia, facendole fare le più svariate supposizioni sul passato e la vita in generale di Daryl. Avrebbe chiesto a suo padre se conosceva la guardia forestale, lo stesso avrebbe potuto fare con lo sceriffo Grimes, Rick per gli amici.
Non sapeva perchè ma c'era qualcosa in lui che la attirava, voleva conoscerlo meglio e sperava davvero che lui cogliesse l'invito di portarle il cane da visitare.
"Domani è un altro giorno." si disse, chiudendo gli occhi e cercando di dormire.





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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


capitolo 4 Bethyl AU
Capitolo 4:


Una volta riuscita ad addormentarsi, Beth aveva riposato benissimo. Aveva già sistemato il letto, arieggiato la stanza e recuperato i propri abiti ormai asciutti. Il profumo di caffè appena fatto aveva invaso le sue narici, facendola fiondare in cucina. Daryl stava grattando Cane dietro le orecchie, nell'altra mano una tazza di caffè e l'aria rilassata; questa doveva essere una scenetta quotidiana in casa Dixon, pensò Beth.
"Buongiorno Daryl!" la sua voce forse un po' troppo entusiasta aveva fatto voltare il capo dell'uomo istantaneamente verso di lei, facendola arrossire leggermente.
"Giorno. Serviti pure." le parole erano accompagnate da un gesto della mano verso la caraffa del caffè.
"Grazie mille, adoro il caffè. Specialmente quello appena fatto. Senti se mi spieghi come tornare sul sentiero principale poi mi so arrangiare, non vorrei farti perdere altro tempo." Sul tavolo infatti c'era una cartina aperta e contrassegnata in vari punti, uno susseguente all'altro, qualunque fosse il suo lavoro stava procedendo a zone.
"Fa nulla, un diversivo mi farà bene. Ad ogni modo la fattoria dei Greene si trova nell'area che controllerò oggi." stava indicando la sua casa su un punto della mappa ed effettivamente quella parte era ancora libera da scritte o segni rossi.
"Di cosa ti stai occupando?" già che parlava era meglio approfittarne, si disse Beth.
"Niente di entusiasmante. In pratica sto controllando lo stato di salute di flora e fauna. Più che altro si tratta di segnalare alberi potenzialmente pericolosi o sentieri che vanno rimessi in ordine. Niente di entusiasmante, come detto."
Lei gli stava sorridendo "Allora sarò ben felice di essere il tuo diversivo, seppur per poco. Ah, quasi dimenticavo, i vestiti che mi hai prestato e l'asciugamano vorrei portarli con me, così posso lavarli e restituirteli quanto prima. Non dirmi "fa niente" o roba simile, ormai ho deciso."  Non sembrava propriamente contento dell'ultima sua affermazione ma a Beth non importava un fico secco, l'aveva salvata e si era preso cura di lei, questo era il minimo che potesse fare.
Preso di sprovvista e messo alle strette si era ritrovato ad annuire senza quasi accorgersene.

Negli anni, per via del lavoro, qualche volta aveva avuto a che fare con il padre della ragazza. Quando lei si era presentata aveva subito associato il nome e dato un volto al famoso padre preoccupato che l'attendeva a casa. In tutta onestà pensava che Hershel avesse solo una figlia e invece si era ritrovato la piccola di casa -di questo era strasicuro, senza bisogno di chiedere- sulla propria strada. Letteralmente. Beth aveva seguito le orme del padre, diventando lei stessa veterinario, sembrava molto giovane eppure doveva avere almeno venticinque anni o pochi di più, si ritrovò a pensare. Sul perchè si stesse concentrando sulla sua età ancora non l'aveva capito; in realtà gli scocciava chiedere e allo stesso tempo detestava non sapere le cose. Non che questo fosse importante, si disse.
"Se hai finito possiamo andare."
"Sì capo!" era scattata in piedi, facendo il saluto militare.


Erano tornati in jeep, Daryl voleva portare anche Cane in giro per il bosco e in moto sarebbe stato un problema. Erano circa le otto e un quarto di mattina quando padre e figlia poterono riabbracciarsi, sul posto era giunto anche lo sceriffo Grimes.
"Daryl non scappare, sai che ci attendono un paio di scartoffie."
"Mhhh."
"Sì, mi aspettavo una risposta simile. Comunque anche io sono felice di rivederti eh." In tutta risposta Dixon aveva fatto un mezzo ghigno.
"Pensavo avesse una figlia sola, bruna se non sbaglio. Lei non l'avevo mai vista." se c'era qualcuno che poteva informarlo facendosi gli affari propri quello era Rick. I due erano amici da anni, quasi fratelli ormai.
"La maggiore si chiama Maggie, ora vive ad Atlanta. Beth invece non sopportava la città e alla fine è tornata qui da pochi mesi, forse due, a esercitare la professione. Da quel che mi hanno raccontato è molto brava."
Rick si era interrotto e aveva dato a Daryl le famose carte da compilare e firmare poichè l'argomento principale della conversazione si stava avvicinando a loro insieme al padre della ragazza.
"Daryl grazie per aver aiutato mia figlia e averla riportata a casa sana e salva. Davvero. E grazie anche a te Rick per non aver lasciato un povero vecchio senza informazioni."
"Figurati Hershel, ho fatto solo il mio lavoro." il tono dello sceriffo era calmo e sereno, ormai abituato a questo tipo di convenevoli; dal canto suo Daryl si era limitato ad annuire e a stringere la mano del fattore, in leggero imbarazzo.
Beth aveva ringraziato a sua volta Rick abbracciandolo e domandando di Carl e Judith. Quando era più giovane spesso aveva fatto loro da babysitter per racimolare qualche soldo e pagarsi la chitarra nuova.


D'istinto aveva abbracciato anche Daryl per ringraziarlo senza parole. Era durato pochi secondi ma poi i loro sguardi si erano incatenati e Beth non era sicura di ciò che aveva letto nello sguardo dell'uomo. Sorpresa molta, certo e poi paura, sconcerto.
Di lei? O dell'abbraccio?
Forse non averebbe dovuto farlo, si disse. In fondo lo conosceva appena, eppure era stato un gesto totalmente naturale da parte sua. Lui continuava a fissarla, dubbioso se non addirittura sospettoso. Certo che era proprio un'eremita se non accettava nemmeno un abbraccio di ringraziamento.
"Daryl settimana prossima c'è il festival di primavera, vieni in città a fare un giro. Lori e i ragazzi ti vogliono a cena quel venerdì e poi ci facciamo una birra, ok?"
"Ok." tratto in salvo dallo sceriffo.
"Tu ci andrai con le tua amiche?"
"Penso proprio di sì, in realtà devo ancora organizzarmi. Ad ogni modo nulla mi farà perdere il festival, lo sai Rick. È una delle mie feste preferite."
"Lo so bene, vuoi venire anche tu a cena? I ragazzi andranno al settimo cielo a vedervi entrambi."
"Grazie Rick, vengo volentieri. Dì a Lori che al dolce ci penso io, va bene?"
"Riferirò. Speravo tanto che lo dicessi, non è che faresti quella tua torta al limone?"
"Ahah, certo. Allora a venerdì prossimo."
Si erano lasciati così, semplicemente ognuno si era incamminato verso la propria giornata di lavoro e faccende varie.
Rick felice di aiutare un amico, Daryl e Beth più confusi che mai, seppur per ragioni diverse e Hershel felice di vedere sua figlia in perfetta forma e salute.




 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5 Bethyl AU
Capitolo 5:


La settimana era passata in fretta, il lavoro lo aveva tenuto occupato e finalmente era riuscito a finire il suo giro di ispezione del bosco. Tutto sommato non era andata poi così male, aveva potuto camminare molto, rilassarsi nella pace che solo la foresta sapeva donargli e lasciare la mente libera di pensare. La maggior parte delle volte si era ritrovato a pensare a due grandi occhi blu, incorniciati da un bel viso e da una cascata di capelli biondi arruffati e spettinati. Beth.

Perchè diavolo lo aveva abbracciato?
Solo perchè lo aveva fatto con gli altri e non voleva essere scortese? In fondo le sembrava una brava ragazza, ben educata e magari si era sentita in dovere di includerlo pur non volendo.
Eppure una parte di sè gli stava dicendo di smetterla di sparare cazzate, se lei non avesse voluto abbracciarlo non lo avrebbe fatto. Sotto sotto quella ragazza -donna- aveva una grinta non indifferente. Probabilmente era meglio non farla arrabbiare. Era abbastanza sicuro che fosse anche testarda e ostinata nelle sue idee. Questa era una cosa che lui apprezzava molto nelle persone, il sapere quello che si vuole è fondamentale per poter vivere sereni.
Quando lo aveva abbracciato Daryl aveva sentito una strana energia scorrergli in tutto il corpo. Era partita dal petto e si era irradiata verso gli arti e la testa. Dopo, aveva saputo dare un nome a questa energia: era calore. In quel momento però si era fatto prendere dal panico, non sapendo come reagire, cosa fare o come comportarsi.

Nella sua vita aveva ricevuto ben pochi abbracci, non era abituato a quel tipo di contatto e socialmente non sapeva cosa fare. Pur essendo un uomo fatto e finito in certi contesti era come un bambino a cui andava insegnato il giusto modo di approcciarsi alla questione. Il suo primo istinto era stato quello di girarsi e scappare il più lontano possibile, invece aveva mantenuto i piedi fermi e il corpo rigido. I suoi occhi dovevano essere pieni di sconcerto perchè lei si era ritratta non appena lo aveva guardato in volto. Lui aveva letto confusione e un pizzico di tristezza nello sguardo di Beth.
Il fatto di rivederla lo metteva in agitazione, non sapeva bene il perchè. D'altro canto oltre lei ci sarebbero state altre persone, nessuna possibilità di finire a fare discorsi imbarazzanti o privati solo loro due. Di questo Daryl era convinto.
Con questo spirito era montato in sella alla sua moto dirigendosi a casa di Rick e famiglia.


La settimana era passata in fretta, Beth era stata assorbita completamente dal proprio lavoro. Essendo venerdì e avendo promesso un certo dolce allo sceriffo aveva deciso di uscire un po' prima da lavoro così da poter cucinare, prepararsi e arrivare in orario a casa Grimes. Lori le aveva detto di presentarsi per le diciotto e trenta, così da poter dare il via all'aperitivo.
La torta era pronta, lei si era lavata e i capelli bagnati erano acconciati in una treccia laterale, solo un pizzico di mascara e un filo di matita marrone a esaltare il blu dei propri occhi. Beth non era mai stata una da trucco pesante, anzi solitamente nemmeno lo metteva; stasera però voleva sentirsi bella. Non sapeva neanche perchè o forse si.
Il dilemma era cosa indossare. Il tempo era bello e caldo, sarebbe stata una serata serena seppur primaverile. Dopo mille prove e l'orologio che segnava impietoso lo scorrere del tempo Beth aveva trovato gli abiti giusti. La maglietta era stile vintage, morbida, con le spalle scoperte pur avendo le maniche corte e la scollatura diritta. I pantaloni erano dei blue jeans decisamente attillati che lei adorava e per finire le inseparabili sneakers bianche.
In macchina aveva sistemato gli abiti puliti di Daryl, il dolce al limone e una giacca di jeans nel caso le fosse venuto freddo durante la serata.
Aveva salutato il padre con un abbraccio e ascoltato le sue raccomandazioni come quando era piccola, accompagnate da un "divertiti" finale che l'aveva fatta sorridere. 
 
Si sentiva carica e non sapeva bene perchè piena di aspettative per la serata. Era contenta di essere stata invitata insieme a Daryl ed era contenta di poterlo vedere socializzare con persone a cui era evidentemente legato. Avrebbe potuto conoscerlo meglio semplicemente osservandolo. Beth era curiosa e socievole di natura ma oltre a questo c'era qualcosa in quell'uomo che l'attirava, rendendola estremamente recettiva nei suoi confronti.
Il suo sguardo l'aveva colpita profondamente, seppur lui tentava di mascherare le proprie emozioni mantenendo un espressione neutra i suoi occhi lo tradivano. I suoi occhi erano così vivi e pieni di emozioni e lei voleva imparare a leggerle correttamente, voleva frequentarlo e lo aveva realizzato solamente adesso.
La consapevolezza era stata improvvisa ma dentro di sè si era ritrovata ad annuire, decisa a provare a conoscerlo meglio ad ogni costo. in quel momento si era anche resa conto della differenza di età: non sapeva l'età esatta dell'uomo ma supponeva che a dividerli ci fossero almeno una quindicina di anni. In fondo questo non era un fattore determinante, anche i suoi genitori avevano molti anni di differenza ma non aveva impedito loro di formare una famiglia.
Beth aveva deciso: avrebbe vissuto la serata serenamente, cercando di capire meglio l'uomo che ultimamente ingombrava la sua mente e vedendo cosa la vita aveva da offrirle.
Con questi pensieri confortanti aveva cantato l'ultimo parte di una canzone che stavano passando alla radio e aveva parcheggiato vicino a casa dei Grimes.
Incredibile ma vero era in perfetto orario.
Torta in una mano, giacca nell'altra, non aveva fatto in tempo a suonare il campanello che un uragano castano l'aveva travolta in un abbraccio accompagnato da un "Beeeeeth eccoti finalmente."
Judith non l'aveva lasciata fin quando non l'aveva abbracciata stretta stretta a sua volta, baciandole i capelli.
Quando aveva alzato lo sguardo per salutare gli altri aveva incrociato i suoi occhi. La stava guardando, probabilmente fin da quando la bambina aveva aperto la porta e travolta con la sua enfasi. Daryl sembrava tranquillo, birra in mano e sguardo divertito.
"Ciao Daryl."
"Ciao."



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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6 Bethyl AU
Capitolo 6:


Non sapeva cosa dire, la mente in tilt e quando Beth era in questo stato solitamente cominciava a blaterare a vanvera.
"Judith tesoro dove sono gli altri? La torta è meglio metterla in frigo e chiedi a Lori se posso rendermi utile per qualcosa, qualsiasi cosa. Puoi andare a cercarla per piacere? Oh, comunque il tuo vestitino è adorabile, se ci fosse della mia misura lo comprerei senz'altro."
"Vado a vedere dov'è mamma." la bambina si era allontanata con un sorriso lasciando gli ospiti da soli.
"Rick e Carl stanno preparando il grill. Io mi occupo dei rifornimenti." Ora che ci faceva caso nell'altro mano aveva una confezione da sei di birra.
"Perfetto, allora vi raggiungo tra poco, vado in cucina a lasciare la torta e a cercare Lori. Le tue cose sono in macchina, più tardi ricordami di dartele." A questa informazione Daryl si era limitato ad annuire per poi allontanarsi in direzione del giardino. Lei avrebbe voluto dirgli che stava bene vestito così o qualche altra cosa ma non se l'era sentita.


Quando la piccola spaccaculi era andata ad aprire la porta Daryl stava transitando dalla cucina al giardino, birre in mano, ed era rimasto a guardarla. Il sorriso genuino che aveva riservato a Judith lo aveva lasciato interdetto. Nessuno gli aveva mai sorriso così e non potè fare a meno di domandarsi che effetto gli avrebbe fatto se fosse stato rivolto a lui e lui soltanto. Sorriso a parte si era permesso di osservare la ragazza visto che era distratta dall'abbraccio stritolaossa della bambina e quello che aveva visto gli era piaciuto. Diavolo quei jeans le stavano alla perfezione, si era decisamente in ottima forma Beth. Era bella senza essere appariscente o volgare.
Quando Judith si era staccata e lei aveva potuto rialzarsi si era accorta della sua presenza e l'aveva salutato, sorridendo anche a lui. Non lo stesso sorriso, uno più contenuto ma comunque stupendo. In fondo era la seconda volta che si incontravano. Non sapeva cosa dirle, a parte l'aver risposto al suo "ciao" non gli veniva in mente altro da dire pur non volendo interrompere il momento. Merda, con le ragazze era proprio negato. Alla fine aveva fatto dietrofront ed era scappato in giardino come il povero coglione che era.


Rick aveva assistito alla scena e non sapeva se mettersi a ridere o a piangere, quei due erano un caso disperato si ritrovò a pensare. D'altra parte se avesse condiviso il suo stato d'animo con l'amico si sarebbe ritrovato con un occhio nero, per cui si limitò a prendere la birra che Daryl gli stava porgendo e a fare salute. Peccato che lui avesse notato il ghigno divertito dello sceriffo: "Che hai?" sempre di molte parole.
"Uh, nulla nulla." Non sapeva come entrare in argomento, per cui per il momento era meglio non spingere troppo sull'accelleratore. Non voleva scombussolare l'amico ancora di più, forse avrebbe potuto parlare con Beth. Fra i due era sicuramente quella più a suo agio nel parlare di sentimenti.
Nel frattempo erano arrivate anche le ragazze con l'aperitivo e bevande analcoliche varie, a Carl sembrava fosse venuta una sincope per come era rimasto imbambolato a guardare (forse era meglio dire sbavare) Beth. Che il suo primogenito avesse una cotta per la ragazza non era una novità ma pensava gli fosse passata visto che ora stava con Enid. D'altra parte gli ormoni non facevano sconti a quell'età, era pur sempre un teenager.
"Ehi vuoi un fazzoletto per la bava?" già, Daryl e l'ironia, gran bel duo. Aveva ottenuto un duplice effetto: Beth era arrossita e Carl lo aveva fulminato con lo sguardo, imbarazzato a sua volta.
"Ok, ok ragazzi tutti a tavola che iniziamo l'aperitivo." Lori santa subito, pensò il marito.
"Beth io voglio stare vicino a te, va bene?"
"Certo Jud, non c'è problema."
"Daryl ti spiace sederti in faccia a Beth e tu Carl di fianco a lui ok?" Lori infine si era affiancata alla figlia e Rick si era seduto di fronte a lei. La coppia si sorrideva felice, innamorata come il primo giorno di matrimonio.
Beth non potè fare a meno di invidiarli e sperò con tutta sè stessa che un giorno anche a lei potesse capitare una fortuna simile. Chissà, magari proprio con l'uomo di fronte a lei.

La cena stava andando bene, Judith parlava ininterrottamente della scuola a lei e a Daryl; il quale non si perdeva una sillaba. La stava ascoltando con attenzione e quando lei aveva accennato a Jamie e ai dispetti che ogni tanto le faceva il suo sguardo si era assottigliato e la mascella si era serrata, chiaro segno di nervosismo. Aveva quindi guardato Rick e Lori che si erano fissati a loro volta.

“ Abbiamo già parlato con la maestra e con i genitori del bambino, non preoccuparti Daryl, penso siano più degli scherzi volti ad attirare la sua attenzione che a dei veri atti di bullismo.” Disse Lori.

“Mhhh. Spaccaculi ti ricordi cosa ti ho insegnato, vero? Se qualcuno ti da fastidio dove devi colpire?”

“In mezzo alle gambe! Più forte che posso!” praticamente aveva urlato, suscitando le risate al tavolo.  “Brava ragazza.” Con aria soddisfatta l’uomo era tornato a concentrarsi sul proprio piatto.

 

Beth aveva realizzato che per la famiglia Grimes, Daryl non era un semplice amico ma rappresentava qualcosa di più. Rick lo trattava come un fratello e lei si domandava da quanto tempo e come si conoscessero. Non era questo però il momento adatto per porre domande di questo tipo, ora contava solo lo stare insieme e divertirsi in compagnia.

“Ehi Carl, con chi andrai alla festa?” Beth era curiosa, voleva sapere qualcosa di più su Enid ma non voleva mettere in imbarazzo il ragazzo con una domanda diretta.

“Ci saranno Matt, Denise, Henry, Lidya e Enid.”

“Enid è la tua ragazza giusto? Hai una foto sul cellulare, vorrei vederla, scommetto che è bellissima.”

“Lo è!” l’amore a sedici anni era così bello e puro, anche se a volte è quello che più ti fa soffrire. Enid era effettivamente una bella ragazza, lunghi capelli castani e occhi dolci a incorniciare un volto acqua e sapone. “Hai ragione lo è davvero.” Gli aveva sorriso dolcemente, restituendogli il telefono.

Il dolce era stato mangiato e ora erano tutti pronti per andare alla festa, Carl era già sparito nel nulla con la promessa di rientrare entro mezzanotte e mezza. Beth era emozionata, non vedeva l’ora di guardare ogni singola bancarella e di mangiare i pop corn.




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Capitolo 7
*** Capitolo7 ***


Capitolo 7 Bethyl AU
Capitolo 7:


I coniugi Grimes con la piccola Judith erano spariti nell'area dedicata al Luna Park, lasciando Beth e Daryl a passeggiare fra le bancarelle. La ragazza osservava tutta la merce esposta con grande attenzione, come a volersi ricordare ogni singolo articolo. Ogni tanto sorrideva e domandava qualche prezzo ma non aveva ancora comprato nulla.
Le bancarelle erano una in fila all'altra, lungo la strada principale che portava alla piazza del paese dove era situato un bel gazebo bianco a cui seguiva un parco con laghetto e ponte giapponese annesso. Il gazebo era stato decorato con delle piccole lanterne a led ed era possibile andare a sedersi per riposare. Daryl non amava stare troppo in mezzo alla gente però la compagnia serena e pacifica di Beth non lo infastidiva, anzi lo incuriosiva. Si era fermata ad uno stand che vendeva decorazioni e finalmente si era decisa a comperare qualcosa. Aveva in mano dei fiori finti di ceramica, una margherita, una violetta, un girasole e l'ultima era un'ape.
"Scusa ma a cosa servono?"
"Vedi lo stelo? È fatto in filo di ferro, sono da inserire nel terreno come segnaposto quando si semina, oppure puoi semplicemente lasciarli in un vaso per bellezza. Io vorrei provare a piantare qualche fiore vicino a casa e quindi spero mi tornino utili prossimamente. L'ape è così carina che non potevo lasciarla lì, anche se non serve a nulla."
"Capito, non bastava tenere il cartellino della semenza e mettere quello nel terreno?"
"Ovviamente si ma questi mi piacevano di più. Non è che servano per davvero, sono solo oggetti carini." mi stava guardando sorridendo e alla sua espressione avevo sollevato un angolo della bocca pure io; pur continuando a pensare che queste erano proprio cazzate studiate per le donne.
"Ehi Daryl ti piacciono i pop corn dolci? Io ne vado matta, se li mangi insieme a me prendo la porzione media, che dici?"
"Ok."
"Metti via il borsello, sono io che ti sto tentando."
In realtà Daryl non sapeva nemmeno se i pop corn dolci gli piacessero, da piccolo nessuno gliene aveva mai comperati o anche solo portato ad una di queste fiere di paese, mancavano sia i soldi che l'interesse dei suoi genitori. Lui era cresciuto nella periferia di Atlanta e poi, con Merle in prigione, era passato da una casa famiglia a un'altra. L'ultima era stata casa Grimes, la sua salvezza. Lì aveva conosciuto Rick, di poco più grande di lui. Beth lo stava guardando, offrendogli il cartone con dentro i pop corn, non era proprio il momento di rivevere la propria infanzia di merda. Cazzo, erano a dir poco deliziosi.
"Ah, allora ti piacciono per davvero eh? Non sono niente male anche quelli al cioccolato, la prossima volta prendiamo quelli va bene?"
La prossima volta, aveva capito bene? Magari l'ultima parte se l'era sognata, però suonava dannatamente bene. La prossima volta.
"Ci sto doc."


Parlare e passeggiare con lui si era rivelato più semplice del previsto e Beth ne era molto contenta. Dopo i pop corn Daryl l'aveva trascinata allo stand di tiro e fucile finto alla mano non sbagliava un colpo, tutte le paperelle cascavano giù, senza pietà.
"Complimenti amico, hai fatto dieci su dieci, puoi scegliere quello che vuoi."
"Scegli doc. Direi che a me non serve nulla."
"Davvero? Oh, allora vorrei il cane marrone, quello sulla destra per favore. Wow è morbidissimo, grazie Daryl."
"Figurati, volevo solamente fare qualche tiro i peluche non rientravano nel piano."
"Dove hai imparato a sparare?" era ovvio che lo sapesse fare e non fosse solo questione di fortuna. "Quando ero piccolo papà ci portava a caccia nei boschi." e capendo la mia prossima domanda Daryl mi aveva già anticipata. "Io e mio fratello maggiore, Merle."
"Fantastico, per questo ti piace tanto la natura?"
"Forse. Mi piace il non silenzio del bosco e seguire le tracce, scovare le tane. Uccido solo se necessario."


Beth era contenta, stava imparando a conoscerlo meglio e quello che vedeva le piaceva sempre di più. Si erano allontanati dalle bancarelle e si erano diretti verso il parco, stavano tornando verso casa Grimes e i rispettivi mezzi. La moto di Daryl faceva bella mostra di sé e lei si stava dimenticando dei suoi vestiti lavati e stirati da ridargli, fortuna che li aveva notati sistemando il peluche sul sedile.
"Ehi questi sono i tuoi vestiti, grazie ancora per avermi aiutata l'altra settimana. Ma forse in moto non puoi trasportarli."
Lui le aveva fatto segno di passargli la borsa e l'aveva messa nella bisaccia attaccata alla moto. "Nessun problema doc."
Di nuovo, si stavano fissando negli occhi e lei avrebbe voluto invitarlo a uscire solo loro due ma non era sicura della risposta e lui voleva chiederle se le piaceva andare in moto ma temeva un rifiuto. "Senti, non è che..." avevano iniziato in contemporanea e si erano bloccati di botto. Beth ridacchiava e lui si era zittito, sguardo basso. Capendo l'imbarazzo dell'uomo Beth aveva ripreso la parola. "Scusami, non rido di te ma della situazione. Non offenderti. Con la primvera iniziano le varie rassegne cittadine, sabato prossimo faranno il mercatino dell'antiquariato, ti va di venire con me?"
"Si."
"Buonanotte Daryl."
"Notte, Beth."

Avevano un appuntamento.
Un vero appuntamento.










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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8 Bethyl AU
Capitolo 8:


Cane stava seguendo dei cinghiali, era stata aperta la caccia per via dell'alto numero di capi presenti sul territorio. I cinghiali erano sempre un problema e ogni anno andavano ridimensionati di numero. In quanto guardia forestale era lui a rilasciare i vari permessi di caccia e ad occuparsi della burocrazia varia, ogni capo abbattuto andava notificato a lui. Questo non escludeva un po' di divertimento per Daryl stesso.
Come aveva spiegato a Beth la parte migliore della caccia, per lui, era l'inseguimento. Cercare le tracce, seguirle, ricostruire il percorso e il comportamento dell'animale. Cacciare cinghiali non è come cacciare scoiattoli o conigli, non poteva semplicemente scegliere se abbattere l'animale oppure no, il cinghiale poteva essere molto pericoloso per cui una volta trovato andava ucciso.
Si era alzato molto presto per non avere in giro molti altri cacciatori e potersi godere la quiete del bosco e finalmente dopo un paio d'ore di tracciamento lui e Cane erano stati premiati: un bel maschio adulto di cinghiale era a portata di fucile. Aveva agito senza pensare, i movimenti fluidi e sicuri, di chi gli ha ripetuti centinaia se non migliaia di volte; infine l'animale era steso a terra, senza vita.
Nel rientrare Cane era finito in una trappola, ferendosi la zampa anteriore ed ora Daryl si stava dirigendo allo studio di Beth per farlo visitare. Erano solo le otto di mattina ma sperava fosse già arrivata, non sembrava molto grave ma l'animale faceva fatica ad appoggiare l'arto e camminava tutto sbilanciato.

 
Beth era arrivata da poco in studio, il suo primo appuntamento era solo fra una mezz'ora ma a lei piaceva arrivare prima per prepararsi con calma. Si stava giusto mettendo il camice quando aveva sentito lo scampanellio della porta. Forse la signora Harris era già arrivata insieme al suo gatto, Kitty. Decisamente non era la signora Harris e decisamente davanti a lei non c'era Kitty. Kitty non avrebbe mai agitato la coda a quel modo, felice di vederla. Al massimo avrebbe iniziato a soffiarle adosso ben sapendo che era il momento della vaccinazione.
"Ehi, ciao. Che succede a Cane?" nonostante le feste del cane aveva notato subito la fatica che faceva con la zampa anteriore destra.
"Eravamo a caccia e nel tornare è finito in una trappola. Puoi dargli un'occhiata?"
"Certo, venite da questa parte. Fallo salire sul tavolo per piacere e tienilo fermo mentre lo esamino." Daryl aveva eseguito senza fiatare e lei aveva proceduto con un check up generale. Respiro, cuore, denti e infine si era concentrata sulla zampa ferita; ogni tanto dava qualche carezza all'animale per tranquillizzarlo.
"La buona notizia é che Cane é in perfetta forma e la zampa non é fratturata, fortunatamente ha solo una rottura del legamento. Deve stare a riposo il più possibile, almeno due settimane, poi lo voglio rivedere. Non è grave ma ci vorrà un po' di tempo e di pazienza. La prima settimana puoi dargli queste pastiglie, sono antidolorifici, una al giorno. Meglio la mattina con la sua colazione. Può darsi che la lasci da parte per cui ti conviene nasconderla in qualche pezzetto di cibo o infilargliela a tradimento in bocca.
Riposo vuol dire passeggiate brevi, solo per fare i suoi bisogni, niente bosco almeno fino alla prossima visita. Capito voi due?"
"Si, doc." cane aveva abbassato il muso e la guardava con aria sconsolata, come a dire "si, doc" pure lui. A quella vista Beth si era addolcita e lo stava accarezzando. "Va bene cucciolone, ti sei meritato un bel biscotto."
"Grazie per averlo preso subito, quanto ti devo?"
"Oh Daryl nulla, sono io ad essere in debito con te e con lui. In fondo mi ha trovata Cane, giusto?"
"È diverso, chiunque ti avrebbe soccorsa. Questo è il tuo lavoro, non puoi mica farlo gratis."
"Facciamo così, oggi non mi devi niente, i prossimi controlli ti farò pagare come un normale cliente ok?"
"Posso pagarti almeno gli antidolorifici?"
"No."
"Si."
"No."
"Si, sei testarda. Te l'hanno mai detto?"
"Si, e non voglio i soldi delle pastiglie. La prossima volta pagherai come tutti gli altri, promesso. Ora fuori di qui, la signora Harris mi sta aspettando."
"Mhhh, non finisce qui, lo sai doc, vero?" E Beth aveva sorriso e il battibecco era finito in secondo piano e lui per buona pace aveva alzato un angolo della bocca, sorridendo a sua volta.
"Ci vediamo fra un paio di giorni. Passo a prenderti in moto alle due, ok?"
"Non vedo l'ora. Ciao Daryl."

Andando via Daryl aveva lasciato una banconota da cento dollari sul tavolo della segretaria dicendole che erano per la visita e che Beth avrebbe capito. Forse. Al massimo sabato avrebbero battibeccato di nuovo sulla questione. Non esisteva che se ne andasse senza pagare il suo lavoro.
Solo un paio di giorni e l'avrebbe rivista, il suo sorriso già gli mancava.




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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9 Bethyl AU
Capitolo 9:


"Papà ti serve qualcosa dalla città?" Beth era pronta, stava giusto sistemandosi i capelli in una coda alta, Daryl sarebbe arrivato tra poco a prenderla. "No tesoro, sono a posto. Divertiti." aveva dato un bacio sulla guancia alla figlia e nel frattempo si stava avvicinando la guardia forestale con la sua moto.
Hershel aveva accompagnato la figlia dal motociclista e aveva guardato entrambi senza potersi esimere dal dire un bel "Mi raccomando, guida con prudenza." Daryl aveva annuito e aveva porto a Beth un casco bianco, aiutandola ad allacciarlo. "Migliorerò, giuro. Ciao papà." La figlia lo stava salutando con la mano e Daryl stava mettendo in moto.
"Reggiti, doc. Una mano dietro e una intorno a me, segui i miei movimenti, se piego a destra tu pieghi a destra e così via, ok? Asseconda i miei movimenti e guidare sarà più facile, stai rilassata mi raccomando."
"Agli ordini capo." 
Hershel gli aveva guardati allontanarsi, un po' preoccupato per via della moto ma Daryl sapeva il fatto suo e sembrava guidasse con esperienza e in maniera tranquilla. Almeno davanti a lui. Chissà cosa avrebbe portato il futuro a questi due giovani, si ritrovò a pensare, sospirando. L'uomo seppur di poche parole gli sembrava una brava persona, le poche volte che avevano interagito per lavoro era stato molto professionale ed efficiente. Amava la natura e gli animali, come Beth, certo era più avanti con l'età rispetto a sua figlia. In fondo però non era questo l'importante, ciò che veramente contava era la felicità della sua Bethy.


Beth alle parole "asseconda i miei movimenti" non aveva capito più nulla, facendo partire un filmino non proprio casto nella propria testa. Non che lei fosse chissà quale mangiatrice di uomini e non è che avesse chissà quale esperienza eppure qualcosa in lei si era risvegliato. Un che di viscerale e sconvolgente, probabilmente dovuto anche alla vicinanza dell'uomo, la faceva sentire elettrizzata, come non le capitava da molto, molto tempo.
Una volta partiti però aveva dovuto concentrarsi per cercare di rimanere rilassata e facilitare Daryl nella guida, capendo alla seconda curva la storia del piegarsi da una parte piuttosto che dall'altra. Non era mai stata su una moto e doveva ammettere che le piaceva. Era bello sentire l'aria addosso e avere la sensazione di poter andare dove si vuole, libera e senza meta. Ora, loro una meta ce l'avevano e distava poche miglia dalla fattoria per cui stava cercando di godersi la corsa il più possibile.
"Piaciuto?"
"Oh si! Ora capisco la passione per le due ruote, è stato fantastico! Vero che mi porterai ancora?"

Lui aveva sorriso alla sua maniera, poco più che un sollevarsi degli angoli della bocca e aveva annuito. Nella sua testa era felicissimo che le fosse piaciuta questa esperienza, non era abituato ad avere un passeggero dietro ma lei era stata brava ed ora era entusiasta e gli sorrideva con quel sorriso tutto suo e solo per lui e lui faceva fatica a restare concentrato.
Avrebbe voluto baciarla.
Un pensiero così fugace che quasi non si era reso conto di averlo formulato. Un attimo, fermi tutti. Ok, lei era carina -dannatamente bella- e intelligente e giovane. Giovane come l'acqua. Lei probabilmente non arrivava ai trenta e lui ormani si avvicinava ai fatidici anta. Lei era gentile con tutti e forse lui stava mal interpretando le sue attenzioni. Forse Beth voleva solamente conoscerlo come amico e niente più. Forse si sentiva in dovere di passare del tempo con lui per ringraziarlo di averla aiutata nel bosco. Eppure questa ultima ipotesi sembrava assurda persino a lui. Se Beth voleva passare del tempo con lui non era di certo per carità, si disse.

Il mercatino dell'antiquariato era piuttosto grande e si poteva trovare di tutto: libri, stampe, vestiti degli anni '40, '50 e '60, dischi in vinile, oggettistica varia per la casa, mobili più o meno antichi e così via. In realtà molte cose arrivavano dritte dritte dalle soffitte dei vari cittadini che volevano semplicemente fare un po' di pulizia ma Beth trovava sempre divertente andare a dare un'occhiata.
Daryl si guardava attorno con curiosità, era in posti come questi che potevi fare qualche buon affare a poco prezzo. Quando era piccolo sua mamma lo trascinava al mercatino delle pulci o alla svendita della croce rossa alla ricerca di qualche vestito per uno o due dollari, al massimo. Sapeva muoversi in questo tipo di ambiente e anche se qui la merce era infinitamente migliore e i prezzi lievitavano sapeva come comportarsi.
"Hai trovato qualcosa che ti piace?"
"La cassapanca." si era avvicinato per guardarla meglio, era in buono stato, probabilmente bastava grattarla e ripitturarla e sarebbe tornata come nuova. Era di legno scuro, molto semplice, aveva solo delle decorazioni, dei fiori, agli angoli esterni superiori. Era perfetta per sistemarci alcune cose da caccia. "È molto bella. Molto essenziale, si addice a casa tua."
"Ehi Luke, quanto vuoi per la cassapanca?"
"100 $"
"Nah, è troppo. Te ne do 60."
"80."
"70, ultima offerta."
"Andata per 70$."
"Posso passare da te lunedì sera a ritirarla? Oggi sono in moto."
"Ok amico, solo perchè sei tu non ti farò un sovraprezzo per lo stoccaggio."
Si erano allontanati, continuando il loro giro e Beth poco dopo se ne era uscita con un'invettiva delle sue: "Cosa ti avevo detto riguardo alla prima visita? Rosita mi ha dato i 100 dollari, si può sapere quanto pensi che costino degli antidolorifici? Tra l'altro ce li ho qui e ora tu te li riprendi chiaro?"
Aveva i soldi e stava tentando di metterglieli in mano ma lui non cedeva, era come se stessero facendo una sorta di balletto. Lei faceva un passo avanti e lui indietreggiava, lei si spostava su un lato e lui scartava. Visti dall'esterno era piuttosto divertente, fin quando Beth aveva perso l'equilibrio ed era finita addosso a Daryl con tutto il corpo. Aveva sollevato lo sguardo per incontrare i suoi occhi e scusarsi ma le parole le erano morte in gola. I loro visi erano così vicini che le sarebbe bastato un nulla per baciarlo.
Si, lei voleva baciarlo.
Stava per farlo, i loro sguardi erano incatenati e l'espressione di Daryl era un misto fra aspettativa e timore e desiderio. Le loro bocche erano vicinissime, i soldi dimenticati nella sua mano.

"Ehi ragazzi anche voi in giro per il mercatino?"
Beth non aveva mai maledetto nessuno in vita sua ma come si suol dire c'è sempre una prima volta e Lori Grimes era decisamente la candidata perfetta dopo questa interruzione. 




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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10 Bethyl AU
Capitolo 10:


Lei era sopra di lui e indossava solamente dell'intimo nero in pizzo, slip e reggiseno corredato. Era bellissima e supereccitante ed era sua. Lo stava baciando con passione sulle labbra per poi spostarsi alla mascella e scendere sul collo, le sue piccole mani gli stavano sbottonando la camicia e alla vista del suo petto nudo lei aveva sospirato pesantemente, riprendendo a baciarlo e a lambirlo lungo tutto l'addome, sempre più giù. La meta era quasi raggiunta, non le restava che abbassargli i boxer e finalmente il suo inguine sarebbe stato appagato. Oh si, già pregustava le labbra soffici di Beth sul suo pene.

Il telefono aveva preso a suonare, sempre più insistente, sempre più forte e Daryl si svegliò. Non era il telefono che faceva rumore bensì la sveglia radiofonica.
Maledizione!
Dopo aver sbattuto gli occhi un paio di volte si era reso conto del tipo di sogno che stava avendo su Beth e dopo qualche altro secondo si era reso conto dell'effetto che quel sogno aveva avuto sul suo corpo. Cristo, non gli capitava di svegliarsi con un'erezione così lampante da moltissimo tempo, forse da quando era teenager. Una bella doccia era la soluzione ideale e sopratutto in futuro avrebbe evitato di guardare stupide sfilate di intimo di certi angeli di Victoria. Si era soffermato solo un paio di minuti su quel canale, facendo zapping, aveva visto questo angelo biondo e non aveva proprio potuto evitare di notare lo stacco di coscia della suddetta, nonché il suo intimo di pizzo a dir poco provocante. La sua mente aveva elaborato il tutto, associandolo però a un'altra ragazza bionda e bellissima con un sorriso mozzafiato. Beth.

Dopo il quasi bacio e relativa interruzione avevano continuato il loro giro in tutta tranquillità; avrebbe voluto baciarla ma non gli sembrava mai il momento giusto e alla fine aveva lasciato perdere. Era riuscito ad invitarla a cena a casa sua e lei aveva accettato subito, regalandogli un sorriso e un lieve rossore di guance. Era adorabile. L'aveva già pensato? Certo si stava rincoglionendo mica male.
Rick l'aveva invitato a bere una birra insieme a Shane e a Tyrese dopo il lavoro e lui aveva accettato. Sospettava che Lori avesse spifferato tutto al marito e lui probabilmente voleva sentirlo di persona che Daryl-uomo-solitario si stava innamorando. Perchè era quello che stava succedendo giusto? Erano passati anni dall'ultima relazione degna di essere definita tale ma non era stupido e Beth lo faceva stare bene. Lei sembrava pensare lo stesso di lui, forse per una volta avrebbe potuto funzionare.


"Allora? Non racconti nulla? Tu e Daryl Dixon, da soli mano nella mano, in giro per la città, hai presente?" Tara non mollava il colpo, da quando si erano riunite tutte e quattro per andare al cinema non la smetteva di farle domande e di prenderla in giro. Rosita e Michonne perlomeno erano più discrete, pur morendo anche loro di curiosità.
"Eddai, lasciala in pace, quando vorrà ce ne parlerà. Vero, Bethy?" La voce della ragione era Michonne, ovviamente. Rosita taceva perchè l'aveva già fatta cantare in ambulatorio, dopo la storia del centone; peraltro ancora in suo possesso.
"Uff, che volete che vi dica? Che è bello ed è una brava persona lo sapete già. Sto bene con lui e mi piace passare il mio tempo libero insieme a lui, vorrei vederlo tutti i giorni e invece dovrò aspettare fino a mercoledì. Mi ha invitata a casa sua per cena e forse finalmente riusciremo a baciarci senza interruzioni."
"Wow, wow, frena. Quand'è che stavate per baciarvi?" questo a Rosita non l'aveva detto.
"Lo sanno anche i sassi Ro, Lori Grimes gli ha interrotti sul più bello e non contenta è andata a raccontarlo alla signorina Patty. Puoi ben immaginare, ormai lo saprà tutta la Georgia."
"Grazie per l'aggiornamento Tara, le sai sempre tutte. Occhio a non trasformarti tu nella prossima Patty."
"Nah, tranquilla Michonne, non potrei mai farmi i capelli di quel rosso tremendo." stavano ridendo tutte e quattro, scambiandosi i pop corn con gli m&m's e i nachos e Dio solo sapeva come riuscivano a sopravvivere tutte le volte a questi intrugli eppure ce la facevano.
Questa sera riproponevano il primo X-men, uno dei migliori secondo Beth. Rivedendolo non poteva fare a meno di associare Wolwerine a una certa persona di sua conoscenza. Erano burberi uguali, di poche parole e qualcosa le diceva che il passato di Daryl non doveva essere stato particolarmente felice.

"Ragazze buonanotte, ci sentiamo presto. Ro, a domani."
"Ciao Beth. Non pensare di passarla liscia, giovedì mattina non ti lasceremo in pace fino a quando non risponderai ai nostri messaggi, sappilo. Ro, non credere di avere l'esclusiva solo perchè lavorate insieme."
"Che ho fatto di male? Va bene Tara, tu però non iniziare a martellarmi alle 5 di mattina, chiaro?"
"Vedremo Greene."
Dopo un abbraccio collettivo ognuna era andata per la sua strada, Beth non vedeva l'ora di sdraiarsi nel suo letto e farsi una bella dormita. Lo studio stava andando bene, aveva molte visite in questo periodo per via delle cucciolate e di tutte le vaccinazioni da fare eccetera. Inoltre le fattorie locali facevano capo a lei per le emergenze, quindi capitava che a volte doveva chiudere lo studio e andare a domicilio a visitare mucche, vitelli, cavalli e altri animali troppo grandi da portare in ambulatorio.  
Finalmente nel suo letto, occhi chiusi e sorriso sulle labbra, Beth si stava addormentando con l'immagine di lui nella mente. Lui mentre la sorreggeva al mercatino e i loro visi erano a pochi centimetri l'uno dall'altro. Loro due che annullavano quell'effimera distanza e si baciavano. Per il momento poteva solamente immaginare il sapore di quelle labbra sottili e ben delineate ma sperava che presto l'immaginazione avrebbe lasciato posto alla realtà.





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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11 Bethyl AU
Capitolo 11


"Buona serata tesoro." Hershel stava salutando la figlia, quando gli aveva detto che quella sera non ci sarebbe stata per cena lo aveva fatto con un sorriso a trentadue denti; il padre aveva dedotto che non usciva con le sue amiche. Negli anni aveva imparato a non forzare le sue figlie e ad aspettare che fossero loro a presentare i vari ragazzi con cui si frequentavano, Beth era adulta e perfettamente in grado di prendere le proprie decisioni. D'altronde una mezza idea su chi fosse l'uomo che faceva sorridere in questo modo sua figlia Hershel ce l'aveva.
Daryl gli piaceva, da quando si era trasferito in questa piccola città, si era sempre dimostrato una brava persona e un gran lavoratore, appassionato e ben preparato professionalmente.
"Grazie papà. Ci vediamo domani mattina, non aspettarmi alzato, ok?"
"Oh Bethy, non puoi togliere a un povero anziano le sue abitudini, ti pare?" Beth aveva sorriso leggermente e dato un bacio sulla guancia a suo padre. "Papà, tranquillo, sono adulta e so cavarmela. E poi è solo una cena con un brav'uomo."
"Lo so tesoro. Daryl è un bravo ragazzo ma tu sei la mia bimba e vorrò sempre proteggerti." Ora era lui a fare una carezza sulla guancia della figlia.
"Come sai che esco con Daryl?" Beth era sia sollevata che sorpresa, il padre sembrava bendisposto nei confronti della guardia forestale e lei non poteva che esserne contenta.
"Diciamo che la signorina Patty alla funzione domenicale non si è risparmiata alcun particolare su di voi. Fosse per lei sareste già sposati e io sarei un nonno felice."
A questa uscita la ragazza aveva ridacchiato, immaginandosi la corpulenta Patty sul sagrato della chiesa a tenere banco. Domenica scorsa Beth non era potuta andare alla funzione in quanto era stata chiamata d'urgenza alla fattoria dei Leery e quindi era rimasta all'oscuro. Chissà cosa avrebbe detto Daryl una volta raccontatogli l'accaduto?


Cane era sulla veranda, sdraiato e rilassato, si stava godendo gli ultimi raggi di sole prima della sera ma quando aveva sentito il rumore di un motore in avvicinamento si era messo subito vigile. Quando dall'auto era scesa Beth la sua coda aveva cominciato ad agitarsi all'impazzata, felice come non mai di rivederla. Stava già per correrle incontro quando un "Seduto!" perentorio l'aveva fatto bloccare lì. Daryl e Beth però l'avevano premiato con delle carezze e dei biscottini extra. Eseguire gli ordini a volte era utile.
"Hey" la ragazza era stata accolta così, da un hey roco e basso e lei non aveva potuto evitare di arrossire leggermente. Sperava lui non se ne accorgesse ma dubitava ci fosse qualcosa che gli sfuggisse. Era un buon osservatore.
"Ciao, ti ho portato il dolce. Spero che il cake all'arancia ti piaccia. L'altro giorno mi sono dimenticata di chiedertelo."
"È perfetto." sempre di molte parole, l'aveva fatta accomodare in casa.
"Posso appoggiarlo lì o ti intralcia?" Beth stava indicando il piano da lavoro della cucina e Daryl aveva annuito dandole l'ok. "Ho preparato del coniglio al forno con patate e zucchine, spero ti piaccia."
"Adoro il coniglio. Lo preparava sempre mia madre, sono anni che non lo mangio più." Beth stava sorridendo nel dirgli ciò eppure non era uno dei suoi soliti sorrisi, era velato di tristezza. Il volto di lei si era trasformato ancora, come colto da un'illuminazione. "L'hai cacciato tu il coniglio?"
Daryl aveva sogghignato e annuito, orgoglioso di sé. "Si, esatto." "Come l'hai preso? Con una trappola o gli hai sparato?" Beth era sinceramente curiosa e lui questo proprio non se lo aspettava. "Nessuna delle due, ho usato la balestra. I piombini rischiano di rovinare troppa carne su prede così piccole e le trappole vanno bene se hai tempo e pazienza."
"Wow, è grandioso."
"Mhhh, niente di che."

La cena stava andando bene, stavano parlando del più e del meno per conoscersi meglio e Beth lo aveva fatto ridere con il racconto e l'imitazione della signorina Patty in chiesa. Pur non essendo presente nessuno di loro due non facevano fatica a immaginarsela sul sagrato, sotto il sole, capelli rossi e voce stridula a raccontare a chiunque ciò che era successo al mercatino dell'antiquariato. Tra l'altro tutto il paese sapeva del loro appuntamento di stasera, da chi avesse avuto questa informazione la signorina Patty restava un mistero. Fortunatamente ora erano al riparo da occhi indiscreti si ritrovò a pensare Daryl.
Il dolce era ottimo ed era già alla seconda fetta. "Mhh, la prossima volta niente dolci o diventerò grasso." Beth si era messa a ridere "Sono contenta che ti piaccia Daryl. Non preoccuparti, con tutta l'attività fisica che fai potrai ben permetterti un paio di fette di torta ogni tanto." Mentre lo diceva aveva avvicinato la sua mano, delicata e morbida, alla sua guancia ispida per levargli qualche briciola e lui l'aveva trattenuta quella mano su di sé; prolungando il contatto, trasformandolo in una carezza. Raccogliendo il coraggio necessario si era sporto verso di lei e Beth si era avvicinata a sua volta, finalmente le loro labbra si stavano sfiorando, baciandosi per la prima volta.
Bellissimo e perfetto.
Il bacio perfetto, si ritrovò a pensare Daryl.
Bacio perfetto su delle labbra perfette che appartengono a una ragazza perfetta.

Shane aveva ragione: era fottuto.






NdA: la signorina Patty è la stessa signorina Patty di "Una mamma per amica", mi piaceva l'idea della pettegola zitella di paese e lei era perfetta. Di fatto il paese in cui è ambientata la storia la immagino molto stile Stars Hollow  o Bluebell o Sunnydale ecc.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12 Bethyl AU
Capitolo 12:


Daryl si sentiva in pace con il mondo. Una strana calma interiore lo stava pervadendo come poche altre volte nella vita gli era successo. Pochissime, per la verità. Il merito era da attribuire a lei, Beth. Capitata nella sua vita per puro caso, durante un temporale primaverile, l'aveva conquistato con i suoi modi gentili, i suoi sorrisi sinceri e gli occhi troppo espressivi, da cui si poteva capire esattamente cosa stesse pensando.
Come aveva detto Shane, spalleggiato da Rick, era fottuto.
Felicemente fottuto e in pace con sè stesso.
Felice.
Innamorato. Difficile associare questa parola a sè stesso eppure si, lui che dell'amore sapeva così poco non aveva fatto fatica a riconoscere questo sentimento. Si ritrovò a sorridere, pensando alla propria giovinezza e al disincanto che lo avevano accompagnato per tanti anni.
A sedici anni un Daryl perennemente incazzato e indisponente con il mondo mai avrebbe pensato che la sua vita avrebbe preso questa -bella- piega.
Un lavoro onesto e ben retribuito, degli amici e l'amore.

Tutto questo lo doveva al caso. Dall'età di quattordici anni era stato sballottato da una casa famiglia all'altra per tutta Atlanta e paesi vicini; suo fratello era in prigione e quindi pur essendo maggiorenne non poteva occuparsi di lui. Nessuna famiglia resisteva più di qualche mese, troppo problematico: "non è che per caso soffre di qualche forma di autismo? Non parla praticamente mai. Noi i miracoli ancora non li facciamo". Queste erano le frasi più o meno standard che le varie famiglie usavano per scaricarlo nuovamente ai servizi sociali. Dopo due anni di continui spostamenti, ormai disilluso dalla vita e pronto a scappare alla prima occasione e mandare a fanculo i servizi sociali era capitato in una bella casa situata in un bel quartiere di Atlanta. Una di quelle case con il prato verde ben curato e doppio garage, dove i vicini si conoscono da una vita e fanno il barbecue il finesettimana tutti insieme; salvo poi sparlare alle spalle alla prima occasione. O almeno questo pensava un Daryl sedicenne che della vita aveva visto e vissuto solo il peggio.
Era finito a casa Grimes e ad accogliere lui e l'uomo dei servizi sociali era stato un ragazzo della sua età con un mare di riccioli castani in testa e un sorriso di cortesia stampato in faccia.
"Sono Rick piacere di conoscerti. Accomodatevi pure, vado ad avvisare mia madre che siete arrivati." così aveva conosciuto il suo più caro amico; un altro fratello, al pari di Merle.

Amelia e Robert Grimes a poco a poco erano riusciti a guadagnarsi la sua fiducia e a scalfire lo strato di strafottenza, ironia e baldanza che lo contraddistinguevano scoprendo il ragazzo pacato e dal buon cuore che in realtà era.
Compiuti i diciotto anni gli avevano chiesto di rimanere con loro e continuare gli studi, andare al college e poter fare ciò che più voleva della sua vita. Daryl aveva accettato, dicendo però che avrebbe contribuito alle proprie spese grazie ai soldi che aveva guadagnato lavorando all'officina di Dale. Aveva iniziato come lavamacchine e tuttofare praticamente nell'istante stesso in cui si era trasferito a casa Grimes e aveva risparmiato ogni centesimo non sapendo cosa gli sarebbe accaduto al compimento del diciottesimo anno d'età. Quella famiglia lo aveva salvato dal finire come il proprio fratello o peggio ancora come il loro vecchio, non solo, ormai i Grimes erano anche la sua famiglia.
Grazie al caso era stato assegnato alla famiglia Grimes e grazie a loro aveva trovato la propria strada; la quale lo aveva condotto in questa cittadina nel nulla della Georgia e fargli baciare la ragazza più bella e radiosa che avesse mai visto.
Innamorato, chi lo avrebbe mai detto? Di sicuro non il sè stesso sedicenne e rabbioso con tutto e tutti.

Per la prima volta poteva guardare qualcuno negli occhi e sentire il desiderio di raccontare il proprio schifoso passato senza avere paura del giudizio o di leggere pietà in quegli occhi blu. Voleva parlare per permetterle di conoscerlo meglio, di conoscerlo per davvero e quindi Daryl, dal nulla, iniziò a raccontare.
Beth aveva ascoltato in silenzio, -concentrata e sgomenta- la vita dell'uomo che aveva di fronte a sè.
Di sua madre, troppo debole per proteggere sè stessa e i propri figli, uccisa dai suoi stessi vizi.
Di suo padre, violento con tutti i membri della sua famiglia, morto per un attacco di cuore, proprio lui che un cuore non lo aveva.
Di suo fratello Merle, arrestato per rapina e traffico di droga, condannato a ventitre anni di carcere. Ora cuoceva hamburger in un bar di Atlanta e il vizio più grande che aveva era una lingua troppo lunga e il non sapersi fare gli affari propri.
Infine il suo legame con la famiglia Grimes e Rick.

Alla fine del racconto Beth si sentiva sopraffatta dalle emozioni, era senza parole ma per fargli capire che lo aveva ascoltato e compreso e accettato si era alzata dalla sedia e si era avvicinata a lui, abbracciandolo. Voleva trasmetterli la propria empatia, voleva avvolgerlo e proteggerlo, voleva dargli calore.
Dopo un primo momento di esitazione Daryl aveva stretto le sue braccia alla vita della ragazza e affondato il viso sul suo ventre, beandosi della sensazione.

Forse questo era ancora più intimo e vero del bacio che si erano scambiati prima. Si sentivano appagati e completi come mai prima d'ora.


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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13 Bethyl AU
Capitolo 13:

Beth era tornata alla fattoria, mille pensieri per la testa. Daryl le aveva raccontato la sua storia e questo l'aveva colpita profondamente, le aveva dato fiducia e le aveva permesso di conoscerlo veramente. La sua infanzia era stata terribile e dopo aver ascoltato il suo racconto aveva capito alcuni suoi atteggiamenti e sguardi intercorsi fra loro le volte precedenti. Ora capiva il suo disagio nell'essere toccato da altri senza preavviso, quando lo aveva abbracciato la prima volta il corpo di Daryl era rimasto rigido e teso per tutto il tempo; Beth se lo ricordava bene perchè ci era rimasta un po' male.
Adesso sapeva e si rendeva conto.
Suo padre non le aveva dato ascolto e l'aveva aspettata in soggiorno, sonnecchiante. Lei si era avvicinata e dopo avergli dato un bacio sulla tempia lo aveva scosso leggermente, risvegliandolo. Hershel le aveva sorriso ed erano andati a dormire.

La primavera aveva lasciato il posto a una delle estati più calde e afose mai registrate in Georgia e forse del mondo a detta di Daryl. Era decisamente troppo caldo e tutto il bosco ne stava risentendo, troppe poche piogge, il livello dell'acqua si era decisamente abbassato e i rigagnoli erano in secca. Cane, come sempre al suo fianco, aveva la lingua penzoloni e ansimava pesantemente sempre a causa del maledetto caldo. La zampa era guarita completamente ora ci mancava che gli venisse un infarto e meno male che Beth gli aveva detto che era in perfetta forma!
Già, Beth.
Da quella sera a casa sua era passato più di un mese e loro avevano continuato a frequentarsi e le cose andavano a gonfie vele e per la prima volta nella sua vita Daryl si sentiva vivo, adrenalinico. L'adrenalina sarebbe aumentata maggiormente domenica a pranzo, infatti era stato invitato a casa Greene per festeggiare il compleanno della ragazza insieme a tutta la sua famiglia. Aveva scoperto che oltre ad avere una sorella, Maggie, aveva anche un fratello più grande, Shawn. L'uomo abitava ad Atlanta ed era un assicuratore mentre la sorella era felicemente sposata e al momento decisamente incinta. Ogni volta che uscivano insieme Beth aveva preso l'abitudine di aggiornarlo sullo stato di salute della sorella e gli faceva vedere le foto della sua pancia sempre più grande. In effetti era abbastanza impressionante e miracoloso.
Era nervoso ma allo stesso tempo curioso di conoscere meglio e di persona la famigia della sua ragazza. Si, Beth era la sua ragazza e non è che avessero dovuto dirselo in maniera diretta come si fa a scuola era ovvio che avessero intrapreso una relazione. Si vedevano regolarmente ed insieme erano felici, lei gli sorrideva spesso e lui ogni tanto ricambiava come meglio poteva.
Rick e Shane continuavano a sfotterlo benevolmente e a lanciare perle di saggezza qua e là, stile grilli parlanti. Certo che se mai avesse avuto bisogno di consigli non avrebbe saputo a chi rivolgersi, fra loro due e Merle non sapeva chi fosse il meno peggio.

Il suo unico problema attualmente, oltre alla moria di pesci, era cosa regalare a Beth per il suo compleanno. Durante gli appuntamenti scorsi aveva provato a indagare ma lei gli aveva sorriso e detto che non era necessario alcun dono. "Ciò che conta è la tua presenza domenica."
Quando ne aveva parlato ai due pettegoli per eccellenza -di malavoglia e praticamente obbligato dai suddetti- gli avevano detto che tutte le donne rispondono così ma che ovviamente si aspettano un regalo.
Lui detestava i centri commerciali, troppa gente, troppo rumore ma per lei avrebbe fatto uno sforzo. Inizialmente aveva pensato di prenderle una valigetta per le sue visite a domicilio, magari con le sue iniziali ma aveva scartato l'idea. Ne possedeva già una in ottimo stato e funzionale, probabilmente un regalo di laurea. Così con zero idee in testa era andato a fare un giro al centro commerciale nella speranza di un'illuminazione improvvisa.
"Amico prendile un profumo." questa la proposta di Shane ma Daryl non era convinto fosse una buona idea, a lui piaceva il profumo di Beth, non voleva coprirlo con altri odori.
"Comprale degli orecchini o un foulard." Rick era rimasto sul generico ma lui voleva trovare qualcosa che a lei piacesse davvero e che potesse usare.
"L'importante è che sia fatto con il cuore, quando poserai gli occhi sull'oggetto giusto lo saprai subito perchè nella tua mente comparirà l'immagine di Beth. Allora saprai di aver fatto centro, lasciati guidare dal tuo istinto."
Proprio come aveva detto Lori lo aveva trovato. Questo era il regalo perfetto perchè appena aveva posato lo sguardo su di esso l'immagine di Beth era comparsa prepotentemente nella sua testa e lì era rimasta. Daryl era soddisfatto, ora non doveva fare altro che attendere domenica. 

"Che torta vuole la mia festeggiata preferita?"
"Cheesecake al limone, come al solito." Beth aveva sorriso nonostante fosse al telefono e quindi Maggie non era in grado di vederla.
"Uff, potresti farmi fare qualcosa di diverso una volta tanto. Le mie doti culinarie sono nettamente migliorate da quando mi sono sposata, lo sai."
"Si, ora sai persino fare un piatto di spaghetti. Glenn è molto fiero di te, lo siamo tutti."
"Smettila di sfottermi, sono i migliori spaghetti del mondo."
"D'accordo, d'accordo. Allora voi portate la torta e le pizze, io preparo l'aperitivo e Shawn ha detto che si occupa delle bibite e della griglia. Dovremmo essere a posto per domenica."
"Già, sarà una giornata bellissima. E Beth?"
"Si?"
"Non vedo l'ora di conoscere Daryl." 


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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14 Bethyl AU
Capitolo 14:


I suoi famigliari e Daryl erano arrivati prima per aiutarla a preparare il necessario per la festa. Daryl e Glenn stavano sistemando due lunghi tavoli da picnic, non troppo distante dal grill mentre Maggie appendeva delle ghirlande sulle balaustre del portico. Shawn stava mettendo in fresco casse di birra e di analcolici vari e Beth era in cucina, stava ultimando i piatti per l'aperitivo. Hershel sovrintendeva ai vari lavori, tenendo d'occhio il quadro generale. La sua bambina era raggiante, ancora più sorridente del solito.
Beth aveva imposto a Maggie di stare seduta all'ombra del portico e di riposarsi, seppur in perfetta forma e con una splendida gravidanza era pur sempre alla fine dell'ottavo mese. Con il caldo non c'era da scherzare, sarebbe stata una lunga giornata e lei voleva che la sorella non si sforzasse inutilmente. "Papà stai con Maggie, il caldo non fa bene nemmeno a te. Potete dirigere da lì i lavori."

Beth era contenta, Shawn e Maggie sembravano entusiasti di Daryl e lo avevano coinvolto sin da subito nelle loro discussioni sul football e sport vari. Sembrava andare d'accordo anche con Glenn, d'altra parte era impossibile non andare d'accordo con il coreano. Daryl dal canto suo era sollevato di aver potuto conoscere la sua famiglia prima che arrivassero gli altri invitati. Era stato accolto calorosamente da tutti loro e lo avevano incluso sin da subito, proprio come Beth erano molto amichevoli e aperti. Dopo un primo momento di disagio si era detto che avrebbe dovuto aspettarselo e si era dato da fare con i preparativi, mettendosi al lavoro.
Shawn gli aveva offerto una birra e avevano cominciato a chiaccherare del più e del meno, era un tipo simpatico e alla mano. Chissà perchè aveva pensato non lo fosse per via della sua professione.

Sembrava tutto pronto per far festa: i tavoli erano stati apparecchiati e imbanditi, il grill acceso e le decorazioni sistemate. 
Beth aveva invitato la famiglia Grimes e le sue amiche (Rosita, Michonne e Tara).
"Festeggiata, come ti senti? Più saggia?" Tara le aveva buttato le braccia al collo stringendola forte a sé.
"Direi che sto benissimo, anche se ho trovato il mio primo capello bianco."
"Ma dai, non dire cazzate, sarà stato solo più biondo degli altri."
"Lasciamo stare, ad ogni modo sono contentissima ci siate tutte e tre. Di là ci sono le bibite e Shawn ha già messo a cuocere costine e salsicce. Gli antipasti e i contorni sono in tavola."
"Ricevuto." e con saluto militare Tara si era allontanata con le altre verso il buffet.
La festa stava andando alla grande, Cane stava giocando con Judith, Carl messaggiava come se non ci fosse un domani col cellulare e Rosita civettava con suo fratello. Quei due facevano così dai tempi del liceo, il loro era un tira e molla infinito e la cosa assurda è che chiunque si rendeva conto del feeling eccetto i diretti interessati.
Maggie e Glenn facevano Maggie e Glenn e suo padre stava chiaccherando con le sue amiche.
Daryl era con Rick e Lori e lei aveva deciso di unirsi a loro. Voleva stare un po' con lui, era così contenta che tutti i suoi famigliari e amici fossero lì a festeggiare che forse aveva messo da parte il suo uomo, dedicandogli poche attenzioni.
"Guacamole?" era arrivata dal trio munita di salsa e patatine e si era affiancata a Daryl, sfiorandogli il braccio intenzionalmente e sorridendogli.
"Oh Beth, stavamo giusto dicendo quanto sarebbe bello fare un'uscita a quattro. Ti andrebbe, potremmo fare giovedì prossimo che ne dici?" Lori aveva colto il momento, se avesse lasciato cadere l'argomento Rick e Daryl avrebbero fatto finta di nulla. "Oh sarebbe magnifico."

Al momento della torta aveva ricevuto anche i regali che aveva detto loro di non portare. Nessuno le aveva dato retta, così ora possedeva dei nuovi libri (romanzi, di pasticceria e di veterinaria), dischi, un foulard colorato, un casco per la moto (regalo di suo padre) e un vestito. Quest'ultimo era il regalo di Daryl ed era anche il suo preferito. Era semplicemente perfetto e semplice. 
Bianco con stampati dei fiori di ciliegio rosa, smanicato, le arrivava sopra il ginocchio. La gonna a campana e dei bottoncini sul petto, completo di sottoveste perchè di cotone leggero. Lo avrebbe indossato il più possibile, lo adorava. Si era alzata in piedi e lo aveva raggiunto, baciandolo davanti a tutti. Sapeva che forse lui non avrebbe apprezzato il fatto di dare spettacolo ma non aveva saputo o voluto trattenersi talmente era felice. Daryl non l'aveva respinta e non era fuggito, semplicemente era leggermente arrossito godendosi il bacio fuori programma.
Gli altri avevano applaudito e poco per volta se ne erano andati, complimentandosi ancora per la bella giornata.
"Grazie per averci aiutato a sistemare, senza di te ci avremmo messo molto di più. Maggie ormai è stanca anche se non lo ammetterebbe mai."
"Di nulla." erano seduti sui gradini del portico a godersi un lieve venticello serale, dopo un primo momento di esitazione Daryl si era fatto coraggio e aveva messo un braccio intorno alle spalle di Beth, avvicinandola a sé. "Buon compleanno Beth." dopo averla fissata per un lungo momento l'aveva baciata con desiderio.
Questo era il miglior compleanno di sempre.


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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15 Bethyl AU
Capitolo 15:

Erano passate tre settimane dal suo compleanno e ora erano tutti in ospedale a festeggiare il lieto evento. Maggie aveva partorito in mattinata ma era stata ricoverata la notte precedente. Era successo tutto all'improvviso, il bimbo aveva deciso di nascere in anticipo di una decina di giorni, creando scompiglio e ansia ai neo genitori. Da brava perfettina quale era sua sorella aveva pianificato tutto in anticipo, che il piccolo Travis volesse dire la sua non era contemplato. Il neonato invece si era fatto sentire eccome.
Maggie quella sera aveva voglia di cinese e così aveva costretto Glenn, Daryl e Beth ad accompagnarla fuori a cena. Meno male che lei e Daryl avevano accettato, quando Maggie era tornata dal bagno dicendo a Glenn di pagare e di portarla in ospedale che le si erano rotte le acque per poco il poveretto non sveniva. Daryl si era offerto di accompagnarli e grazie a lui avevano scampato un incidente assicurato.

Il piccolo Travis era perfetto, piccolissimo e addormentato, completamente ignaro di essere fissato da quasi tutta la famiglia. All'appello mancava solo Shawn ma sarebbe arrivato solo in serata. Il parto era andato bene e Maggie seppur stanca dalla notte insonne era così eccitata da essere completamente sveglia. Una volta ricoverata loro tre erano stati rimandati a casa, assicurando loro che prima di quella mattina non sarebbe successo nulla e che in caso avrebbero telefonato a Glenn. Di conseguenza questa mattina in ospedale c'erano lei, Glenn (ancora in fase di ripresa dopo aver assistito al parto) e suo padre. Daryl era a lavoro, lei aveva avvisato Rosita che aveva spostato gli appuntamenti della mattina.
"Beth vuoi prenderlo in braccio?" Maggie aveva notato lo sguardo di puro amore che la sorella stava rivolgendo al piccolo. "Siii, non vedo l'ora." Era così piccolo fra le sue braccia e leggero e caldo. Stava dormicchiando e aveva l'espressione più pacifica e rilassata del mondo. Hershel era commosso, finalmente era diventato nonno e quasi non ci sperava più. Giovani non si diventa e Maggie e Shawn l'avevano fatto penare un bel po'; la sua Bethy era ancora giovane per avere figli e ormai si era quasi rassegnato a non vedere alcun nipote. Per fortuna era arrivato Glenn a far mettere la testa a posto alla maggiore delle sue figlie, quel ragazzo era stata una benedizione.
Chissà, con un po' di fortuna sarebbe vissuto abbastanza a lungo da poter veder nascere altri nipotini. Magari i figli di Beth e Daryl, lui non aveva dubbi sul fatto che il loro amore sarebbe durato nel tempo. Certo, si stavano frequentando da pochi mesi e sua figlia era giovane eppure qualcosa nel modo in cui si guardavano l'un l'altro, il loro interagire insieme indicavano al suo sesto senso che erano fatti per stare insieme.

"Arrivederci Carol, a presto." Beth stava congedando l'ultima paziente del pomeriggio. Finalmente aveva finito, Rosita le aveva inserito alcuni appuntamenti del mattino accavallandoli a quelli già esistenti facendola correre come una matta. Ne valeva la pena però. Il premio era stringere un fagottino paffuto fra le braccia, non vedeva l'ora di tornare da sua sorella a da Travis. Daryl era entrato proprio in quel momento in studio, sarebbero andati insieme in ospedale. Beth gli era andata incontro con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia e l'aveva stretto fra le braccia, sprizzando felicità da tutti i pori. "Mica l'ho fatto nascere io, sai." "Lo so, ma tu hai contribuito a far arrivare Maggie sana e salva a destinazione. Glenn ed io te ne saremo eternamente grati. Fatti coccolare un po', Rosita è già andata per cui puoi scioglierti, siamo solo noi." A quelle parole Daryl non si era fatto pregare, abbracciandola a sua volta e baciandola. Il suo sole personale, la sua gioia, lì fra le sue braccia.

Da un po' di tempo a questa parte stava realizzando cosa volesse dire essere felici. Da una parte lo spaventava, insomma quanto poteva essere vero? Quanto a lungo sarebbe rimasta al suo fianco? Lei era troppo per uno come lui.
Uno come lui. Forse uno come lui avrebbe potuto farla felice per sempre, di sicuro non era perfetto ma non era nemmeno come suo fratello o il suo vecchio. 
Nonostante le sue insicurezze di questo ne era certo.
Forse per lui poteva esistere un futuro con una moglie e dei figli.
Una famiglia tutta sua, con Beth. 
Vederla tenere in braccio il piccolo Travis aveva fatto scattare qualcosa in lui. Una nuova consapevolezza. Se prima pensava di amarla ora ne era certo.
Daryl ama Beth, facile e lineare.
Ora non gli restava che trovare il modo di farglielo capire, possibilmente in tempi brevi, cosa per lui abbastanza difficile.


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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16 Bethyl AU
Capitolo 16:

Era una serata tranquilla come tante altre, avevano finito di cenare da poco e ora Beth era seduta sul suo divano con Cane che si lasciava coccolare spudoratamente. Non era ancora veramente freddo, l'autunno era iniziato da poco, ma stava comunque accendendo il fuoco nel camino. "Per sicurezza. Non vogliamo che la nostra migliore veterinaria si ammali, vero Cane?" "Fate bene a tenermi al caldo, sono l'unico veterinario per un bel po' di miglia. Bé, l'unico in attività." Il tono di Beth era allegro e spensierato, per lei queste erano le serate migliori; loro due soli e Cane.
Daryl era rilassato a sua volta, queste serate fra loro stavano diventando un'abitudine e lui ormai sapeva cosa aspettarsi, quindi l'ansia a poco a poco era scemata. Aveva acceso la tv, sintonizzandosi su un canale di documentari, questa era la settimana dedicata agli squali. Era interessante anche se lui preferiva quelli sui grandi predatori del nord America. "Vanno bene gli squali o preferisci qualche altra cosa?" "Mhh, oggi è giovedì, potremmo guardare quello dei pasticceri." Sapeva che lei gli avrebbe risposto così, Beth adorava quegli stupidi show di cucina e quello era forse il suo preferito, ormai aveva imparato il giorno. Finalmente seduto al suo fianco aveva fatto scendere Cane dal divano e Beth si era stretta al suo fianco, sorridendo e baciandolo sulla guancia.
"Domani guardiamo quello che vuoi tu, niente horror però."
"Mhhh, volevo prepararti per halloween." ora lei stava ridendo, abbracciandolo.
"Non ci pensare Dixon. Oh, così quella sfoglia non verrà mai. Cosa combina Wanda?!" sentire i suoi commenti era la parte migliore di quelle serate.

Il programma era finito e Beth stava sbadigliando, stiracchiandosi sul divano.
"Vuoi dormire qui?" a volte capitava che dormissero insieme se lei era troppo stanca per guidare fino alla fattoria.
"Forse è meglio, domani devo alzarmi presto però. Ti dispiace?"
"Nah, nessun problema."
La prima volta era successo per caso, durante il weekend, si era addormentata sul divano e lui l'aveva portata nella stanza degli ospiti, premurandosi di avvisare Hershel. Da quella volta Beth aveva detto al padre che sarebbe potuto accadere di nuovo e di non aspettarla alzata. Hershel non aveva potuto fare altro che mettersi il cuore in pace.
La seconda volta che era successo lui le aveva offerto nuovamente la stanza degli ospiti, lei si era limitata a prenderlo per mano e a condurlo nella sua stanza. Avevano semplicemente dormito, Beth sapeva che Daryl aveva bisogno di abituarsi a questa nuova situazione.
Erano capitate altre notti così, in cui loro due dormivano insieme, uno fianco all'altra.
 
Cane era acciambellato nella sua cuccia, vicino al camino, il programma era terminato e Beth si stava lavando i denti. Al contrario di Daryl, lei non si faceva troppi problemi a spogliarsi di fronte a lui e questa notte non faceva eccezione. Si era avvicinata a lui, a coprirla una delle sue vecchie magliette che a lei arrivavano a metà coscia, ed ora lo stava baciando. Le sue mani attorno al collo, fra i suoi capelli, lo stavano accarezzando e oltre alla bocca gli stava lasciando dei piccoli baci sulla mascella e lungo il collo.
Negli occhi un desiderio e una domanda vecchi come il mondo. Beth voleva lui, in tutti i modi possibili e lui la voleva a sua volta. Realizzato ciò l'aveva presa in braccio e le gambe di lei, di riflesso, si erano avvinghiate intorno alla sua vita, cingendolo e facendolo sentire accolto. L'aveva adagiata sul letto, baciandola a sua volta, lungo tutto il corpo, scoprendola di volta in volta.
Bellissima.
L'unico pensiero possibile per Daryl era questo.
Fare l'amore con Beth per la prima volta era stata l'esperienza più appagante di tutta la sua vita.
Lei si era completamente donata a lui, lasciandolo esplorare come più preferiva. Aveva potuto assaporare il suo seno, piccolo e perfetto, sentire la consistenza delle sue cosce e toccare la morbidezza dei suoi glutei; perdersi nel suo centro salvo poi ritrovarsi nello specchio dei suoi occhi azzurri.
Per la prima volta nella sua vita, Daryl Dixon poteva dire di aver fatto l'amore, ed era stato infinitamente meglio del semplice sesso.

Beth era semplicemente felice. Avevano fatto l'amore e per lei era stato a dir poco perfetto. Sentire le sue mani, grandi e ruvide, scorrere lungo il suo corpo le aveva provocato una serie di brividi e sensazioni incredibili. Accoglierlo dentro di sè e assecondare le sue spinte, trovare insieme il loro ritmo era stato semplice. Avrebbe voluto non finisse mai. Le sue braccia, Dio, le sue braccia l'avevano avvolta e fatta sentire importante, vedere il suo corpo nudo, scattante e proporzionato le aveva fatto venire tutta una serie di brividi lungo il corpo.
Era bello, Daryl Dixon era veramente bello.
L'aveva già pensato in passato e ora ne aveva la certezza. Bello nella sua imperfezione. Quando si era girato di spalle per rimettersi la maglietta e i boxer per dormire aveva visto la sua schiena. Era durato un'istante ma l'immagine di quello scempio le sarebbe rimasto per sempre impresso nel proprio cuore. Sentirlo raccontare, seppur non nello specifico delle violenze subite e vederlo con i propri occhi non era per nulla la stessa cosa. Aveva agito d'istinto, seguendo il cuore, l'aveva abbracciato da dietro,  forte, non volendo lasciarlo andare. Daryl si era irrigidito all'istante, forse combattuto dall'orgoglio, per poi lasciarsi andare all'abbraccio. La tensione delle spalle stava scivolando via sotto l'effetto delle parole calmanti sussurrate da Beth. Non sapeva nemmeno lei cosa stesse dicendo. L'unica cosa certa era il suo amore per lui e la voglia di farlo sentire bene, accettato. 

Ormai ne era certa, lei lo amava con tutto il suo cuore.
Se avesse sussurrato quelle due semplici parole come avrebbe reagito? Daryl le voleva bene, ne era certa. Forse però era troppo presto per mettersi a fare dichiarazioni plateali; il loro rapporto stava andando alla grande, meglio non mettere troppa pressione.
Questa sera avevano già affrontato un grande passo, lui si era fidato di lei permettendole di vedere la sua schiena e abbandonandosi al suo abbraccio. Non voleva aggiungere altra pressione emotiva, Daryl non avrebbe retto. Sotto certi aspetti la sua bellissima anima era fragile e andava trattata con cura. Avrebbe capito sul momento quando esprimere i propri sentimenti.

Si erano addormentati l'uno fra le braccia dell'altra, appagati e sereni. Daryl si sentiva in pace come poche volte gli era capitato nella vita, Beth era una donna eccezionale. Era riuscita a comprenderlo meglio di chiunque altro, meglio di Merle e di Rick ed era riuscita a farlo in pochi mesi. Non era stato affatto sicuro di levarsi la maglietta durante l'atto sessuale ma lei aveva sollevato il bordo per levarla e lui l'aveva lasciata fare. Quando si era voltato, dandole la schiena per rivestirsi non sapeva cosa aspettarsi ma lei lo aveva avvolto fra le sue braccia e gli aveva ripetuto per diverse volte "Non è colpa tua. Eri solo un bambino, non è colpa tua." Si era colpevolizzato tutta la vita, pensando di non aver mai fatto abbastanza per sua madre, Merle e per sè stesso. Si era quasi convinto di meritarsi tutte quelle botte e le cinghiate e gli insulti. Si era quasi convinto di essere la spazzatura che tutti dicevano che fosse. Gli ci erano voluti anni e anni per convincersi che non era vero, che poteva essere migliore. Aveva avuto bisogno di aiuto, i Grimes erano stati il primo passo verso una vita diversa e ora, grazie a Beth, finalmente si sentiva realizzato. Accettato, persino amato.
Finalmente si sentiva in pace.


  

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17 Bethyl AU
Capitolo 17:


Beth si era svegliata con le farfalle nello stomaco e un sorrisone sul viso. Daryl le stava cingendo la vita con un braccio, il suo respiro regolare e tranquillo, ancora addormentato. In effetti l'orologio del cellulare segnava le 4.17 di mattina, vero che doveva alzarsi presto ma aveva ancora un'oretta di sonno da potersi godere prima di dover andare a lavoro.
Eppure non riusciva a chiudere gli occhi. Aveva la possibilità di ammirare Daryl in santa pace, per una volta ne avrebbe approfittato. Era girato quasi totalmente sul fianco, verso di lei, alcuni capelli gli coprivano parte della fronte e della guancia. Delicatamente glieli aveva scostati, carezzandolo leggermente.

Era bello Daryl Dixon, bello a modo suo. La sua non era una bellezza da attore hollywoodiano o da modello di riviste patinate, la sua era una bellezza ruvida, vera, che la eccitava da matti.
Fra le sue braccia si sentiva al sicuro, protetta, avrebbe voluto rimanere così per sempre. Passare il resto della sua vita in quel letto, con lui. I loro visi erano talmente vicini che le bastava un nulla per baciarlo ed era estremamente tentata di farlo; però non voleva svegliarlo. Sembrava rilassato, per una volta i suoi lineamenti non erano tesi o corrucciati.
"Ok niente bacio, una carezza leggera e torna a dormire Beth." La sua parte ragionevole stava prendendo il controllo.

Nel tempo di una carezza Daryl aveva fatto due cose: aveva aperto gli occhi e l'aveva baciata. Cavolo, lei non voleva questo. O meglio, si che lo voleva, adorava essere baciata da lui ma non voleva disturbarlo.
"Mi dispiace, non volevo svegliarti."
"Mhhh, troppo tardi doc. Che ore sono?"
"4.25. È presto, torna a dormire."
"Nah, credo che mi vendicherò e ti darò un buon motivo per dimenarti."
Beth non aveva fatto in tempo ad assimilare il significato della sua ultima frase che lui le si era portato sopra, prendendo le sue mani fra le proprie e baciandola con passione; facendola ridere e fremere allo stesso tempo.
Questo era davvero un modo fantastico di iniziare la giornata.


"Buongiorno Ros." aveva preso la colazione per entrambe prima di recarsi allo studio. Alla fine grazie al bel risveglio aveva fatto comunque tardi rispetto all'orario che si era autoimposta. Avrebbe voluto arrivare presto per poter sistemare e aggiornare alcune cartelle ma ormai lo avrebbe fatto più tardi, addio pausa pranzo. La sua amica era appena arrivata, stava accendendo i pc e sistemando la sala d'attesa, facendo arieggiare l'ambiente. Le era bastato uno sguardo prima di mettersi a urlare un: "Tu hai fatto sesso!"
"Shhh. Abbassa la voce Ros. Non c'è bisogno che lo sappia tutta la città. Poi come diavolo hai fatto a capirlo?"
"Stai sorridendo."
"Sorrido quasi sempre se è per questo."
"Si, ma non come un'ebete."
Beth aveva alzato gli occhi al cielo, porgendole una tazza di caffè e un muffin al limone. Lei si era presa un muffin cannella e zucca, una bomba; in tutti i sensi. In fondo fra ieri sera e stamattina aveva smaltito un bel po' di calorie, poteva permettersi qualche sgarro. "Allora?!"
"Cosa?" ovviamente sapeva cosa volesse sapere la sua amica ma voleva tenerla un po' sulle spine.
"E dai, non farti pregare. Come è stato?"
"Bellissimo. Questo è quanto, non saprai altro. Ti dirò solamente che abbiamo ripetuto l'esperienza questa mattina e che non vedo l'ora di rivederlo."
"Wow, santa Beth ha scoperto le gioie del caz..."
"Rosita! Linguaggio." ed erano scoppiate a ridere. 
 La giornata era trascorsa tranquillamente fra cagnolini, gatti e il canarino della signora Smith. Tutto nella norma, eccetto per il fatto che la signora Smith le aveva fatto notare quanto fosse luminosa quest'oggi. Beth a quel commento si era limitata a sorridere e a dirle che Titti stava benissimo ma temeva di essere arrossita leggermente; nella sua mente l'immagine di Daryl nudo sopra di lei. La signora Smith aveva capito, ne era sicura, una volta uscita dallo studio sarebbe andata dritta dritta dalla signorina Patty e addio privacy.
Le gioie di vivere in un paesino. Lei e Daryl erano motivo di un certo scalpore, chissà perchè tutta la cittadina si aspettava che lei uscisse con Jimmy o John; non erano contemplate terze persone.

§§§§

Aveva comperato alcune decorazioni autunnali per lo studio e per la fattoria e nel weekend avrebbe intagliato diverse zucche per halloween. Voleva farne una anche per Daryl, da lasciare sul suo portico. Dubitava che a lui importasse qualcosa delle decorazioni ma quando glielo aveva chiesto non aveva rifiutato. "Solo una zucca, niente ragnatele o cazzate varie." le sue parole erano state più o meno queste. Questo discorso era saltato fuori la sera in cui era toccato scegliere a lui il programma in tv e alla fine aveva optato per un thriller. Forse sarebbe stato meglio un horror. Da quel venerdì sera a oggi erano trascorse altre tre settimane e senza nemmeno rendersene conto erano già a ottobre inoltrato.
In realtà era un po' in ritardo con il suo allestimento autunnale ma non per l'intaglio della zucca. Solitamente era una tradizione delle sorelle Greene, Maggie sarebbe arrivata alla fattoria sabato mattina con il piccolo Travis e avrebbero dato vita a delle magnifiche lanterne.
Beth adorava decorare casa in base alle stagioni e l'autunno e l'inverno le offrivano un sacco di spunti al riguardo. In più lei era un'amante della zucca, le piaceva cucinarla in vari modi e in uno dei libri di pasticceria che le avevano regalato aveva trovato la ricetta di una torta che avrebbe tanto voluto provare a fare. 
Glenn e Daryl sarebbero arrivati alla sera, il primo doveva lavorare mentre il secondo voleva andare a caccia. Voleva procurarsi un capriolo, era perfetto da mangiare in questo periodo, o almeno così le aveva detto.

Hershel teneva in braccio il nipote, felice come non mai. Travis era un bebè molto tranquillo, sorrideva spesso ed era curioso di tutti e tutto. Piangeva solo quando aveva fame ed era sempre allegro quando stava in braccio a qualcuno.
Era pomeriggio inoltrato e le due sorelle avevano terminato con le zucche. Due erano già esposte sul portico della fattoria, una fianco all'altra. La prima era la classica zucca con la bocca e occhi intagliati, la seconda invece raffigurava una strega in volo. Beth ne aveva preparata una terza con un gatto intagliato da lasciare a Daryl, sperava che lui e Cane apprezzassero l'ironia. Infine ne aveva preparata una per lo studio, aveva intagliato il volto di Jack Skeletron. Maggie ne aveva fatta una per sé e Glenn in cui aveva intagliato un pipistrello. Queste tre zucche erano esposte in salotto, poi ognuno avrebbe preso le proprie da portare a casa.
Per rimanere in tema Beth e Maggie stavano cucinando la famosa torta di zucca e per cena avrebbero mangiato risotto -sempre alla zucca- preparato da Beth. Nessuno voleva essere avvelenato quella sera. Maggie era più un supporto morale che non un vero aiuto in cucina ma era divertente sentirla parlare del piccolo.

Glenn stava apparecchiando e Daryl era in salotto insieme ad Hershel e al piccolo. Cane era rimasto a casa, prima di andare alla fattoria Daryl si era lavato e cambiato. Non che la cosa avesse molta importanza visto che Travis aveva deciso di rigurgitare su metà della sua camicia di flanella. Era incredibile come un bimbo così minuscolo riuscisse a sporcare così tanto. Hershel glielo aveva dato da tenere in braccio perchè doveva andare in bagno e così in meno di un minuto era stato inondato da bava e latte.
"Allora come è andata a caccia? Preso quello che volevi?" l'anziano era tornato in salotto e Daryl gli aveva ripassato Travis. Ogni volta che Hershel teneva il piccolo gli si illuminavano gli occhi.
"Si, ho preso un capriolo. Una delle prossime sere vorrei cucinarlo a Beth."
"Bethy è una ragazza fortunata ed io non potevo chiedere di meglio per le mie figlie, tu e Glenn siete delle brave persone."
L'anziano non aveva aggiunto altro, Daryl si era quasi aspettato che gli facesse IL discorso, tipo "tratta bene mia figlia o te ne pentirai" ma così non era stato. All'anziano non servivano grandi discorsi, incuteva sufficiente rispetto e timore con uno sguardo e lui, avendo capito perfettamente aveva annuito, guardandolo negli occhi e facendogli una silenziosa promessa.
Beth era la persona più importante per lui e avrebbe sempre cercato di trattarla con rispetto, dedizione e amore.

"Ragazzi tutti a tavola, il risotto è pronto." Maggie era venuta ad avvisarli, prendendo il piccolo dalle braccia del padre e adagiandolo nella sua sdraietta. 
La serata era stata divertente ed era passata in fretta fra le chiacchere di Glenn e le risate delle due sorelle. A un certo punto avevano discusso su quale fosse la lanterna più bella, finendo col fare una votazione. Il suo voto era stato quello decisivo, il primo posto se lo contendevano la lanterna pipistrello e quella con il gatto. Il suo voto, insindacabile, era andato a favore della lanterna gatto. Ovviamente questo aveva dato via a una sequela di "E ti pareva." da parte di Maggie ma il tutto si era risolto in altre risate. Daryl si sentiva sempre più a suo agio ogni volta che veniva invitato a casa Greene, si sentiva parte di qualcosa e non solo un ospite. Si sentiva avvolto dal calore di una famiglia, si sentiva bene.

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18 Bethyl AU
Capitolo 18:

La notte di Halloween avevano deciso di passarla a casa sua, loro due soli e Cane. Qui nessun ragazzino sarebbe venuto a disturbarli con "Dolcetto o scherzetto?", cena, film e poi a letto. Il tutto contornato dalle decorazioni che lei era riuscita a mettere in casa sua. Oltre alla zucca, sistemata sul portico e accesa per l'occasione, Beth era riuscita a piazzare in tavola un paio di portacandele a forma di gatto (rigorosamente neri). Stavano cenando e Beth era entusiasta della sella di capriolo preparata da Daryl. Insieme alla carne avevano preparato diversi contorni tra cui il cavolo rosso, castagne, mele e pere accompagnate da marmellata di ribes e spätzli. Daryl aveva visto un programma alla tele in cui facevano vedere la preparazione di questo piatto e aveva voluto provare a ripetere il tutto, con successo.
"È squisito, davvero. Allora cos'hai intenzione di farmi vedere questa sera?" ovviamente questa serata cinema sarebbe stata a tema, avevano scelto un film ciascuno a sorpresa.
"Non avere fretta doc, tra poco lo saprai." il sorrisetto che le stava rivolgendo non prometteva nulla di buono. "Non sarà troppo pauroso, vero?" la voce speranzosa di lei era andata via via affievolendosi man mano che il suo sorrisetto si trasformava in un ghigno vero e proprio.
"Se vuoi iniziamo con il tuo film targato Disney."
"Come fai a saperlo?"
"Non era difficile da immaginare."

"Hocus Pocus, sul serio?" Daryl teneva fra le mani il dvd scelto da Beth, stava leggendo il riassunto e domandandosi se la sua ragazza avesse in chiaro il concetto di horror. Magari se avesse avuto dieci anni avrebbe avuto paura delle tre streghe ma stasera decisamente no. Beth aveva chiaramente bisogno di essere istruita sulle grandi perle del cinema horror, fortunatamente lui le avrebbe fatto vedere uno dei migliori film sugli zombie di tutti i tempi. Si, gli zombie erano sempre stati fra i suoi preferiti, più di vampiri scintillanti e lupi mannari. Certo, il buon vecchio Dracula e i libri della Rice avevano sempre un certo appeal ma ormai la categoria era stata usata e usurpata da più recenti scempi di scrittura. Vampiri scintillanti, robaccia per ragazzine, meglio soprassedere e concentrarsi sul film.
Alla fine aveva dovuto ammettere che Hocus Pocus era stata una piacevole scoperta, l'aveva trovato divertente. Accompagnato da pop corn e coca cola il film era passato in un attimo e Beth era rimasta vicino a lui rilassata e contenta. Presto la musica sarebbe cambiata, si pregustava già i suoi urletti, zombie tocca a voi.

"Dawn of the Dead, sul serio?" gli stava facendo il verso.
"Poche chiacchiere doc, vedrai che ti piacerà. Questo è un classico per gli amanti del genere, Romero è stato a dir poco geniale." Beth aveva passato tre quarti del film appiccicata al suo fianco, stritolandogli il braccio ogni trenta secondi circa. A un certo punto, nel tentativo di preservare quel poco che gli restava del braccio destro, aveva provato ad abbracciarla e lei aveva affondato il viso sul suo petto. Averla su di sè, sentire il suo calore gli aveva smosso qualcosa dentro; le aveva dato un bacio fra i capelli e senza rendersene conto aveva dato voce ai suoi pensieri.
Quel "Ti amo." era stato poco più di un sussurro ma lei lo aveva udito ugualmente e aveva sollevato la testa di scatto, cercando i suoi occhi.

Cazzo, non pensava di dirglielo così. In effetti non pensava proprio di dirglielo. Sopratutto non per primo.
Era terrorizzato, lo avrebbe deriso? Lo avrebbe piantato in asso, lì, nel bel mezzo della serata? Gli avrebbe dato una risposta? Concentrati Daryl, lei è ancora al tuo fianco, non si è spostata di un millimetro e sta sorridendo e perchè diavolo sta piangendo? Come si fa a ridere e piangere allo stesso tempo? Doveva essere una dote puramente femminile.
"Ti amo anche io."

Frastornato, questa era senz'altro la definizione giusta. Daryl si sentiva talmente sovraccarico di emozioni e di sentimenti che non si era quasi reso conto che Beth lo stava baciando sulle labbra. Le sue piccole, delicate, rosee labbra stavano premendo sulle sue e gli ci erano voluti diversi secondi prima di riconnettersi alla realtà e rispondere al bacio.
"Su, ora basta piangere." le stava asciugando le lacrime con le dita e lei improvvisamente aveva cominciato a ridere di gusto. Non aveva dovuto fare domande, la sua espressione stranita era sufficiente e Beth come spiegazione si era limitata ad un: "Benedetti siano gli zombie." e aveva continuato a ridere, fra un bacio e l'altro e Daryl si era unito alla sua risata; stringendola forte a sè.

Grazie ai morti che camminano e alla sua paura per i film horror, Daryl le aveva detto che l'amava.
Daryl ama Beth.
Poteva fare un poster e affiggerlo in ambulatorio oppure poteva cercare il suo vecchio diario e aggiornarlo con questa succulenta novità. Non sapeva nemmeno che fine avesse fatto, erano almeno dieci anni che non lo prendeva in mano per scriverci qualcosa o semplicemente per rileggerlo. Questa serata andava ricordata.
Beth aveva la sensazione che non avrebbe risentito quel "Ti amo." basso e roco e sussurrato tanto presto. Forse mai più nella vita, anzi molto probabilmente mai più ma ora lo sapeva e tanto le bastava.
Non riusciva a smettere di ridere, Daryl ama Beth.
Grazie Romero.
Grazie morti che camminano.

Del film ormai non importava poi molto a nessuno dei due, erano impegnati in ben altro al momento e Beth ne era più che contenta. Ogni volta che facevano l'amore era sorprendente rendersi conto di quanto i loro corpi stessero bene insieme, uniti. Daryl mostrava una passionalità e un'attenzione ai suoi bisogni che mai si sarebbe aspettata, cercava di appagarla ogni volta prima del suo orgasmo. Il modo in cui la baciava, leccava e carezzava lungo tutto il corpo la facevano impazzire e lei cercava di rispondere con lo stesso ardore e spavalderia. Le sue esperienze passate non erano che un pallido ricordo a confronto e ora si rendeva conto di quanto potesse essere bello il rapporto sessuale fra due amanti.
Non era mai stata una mangiatrice di uomini, prima di Daryl era stata solamente con Jimmy e Zach. Jimmy era stato il suo primo amore, quello innocente e puro, quello che ricordi con affetto e che nonostante tutto avrà sempre un posticino nel tuo cuore.
Zach era stato quello stronzo. L'aveva fatta soffrire, molto, illudendola di essere importante per poi lasciarla malamente per un'altra ragazza. Quando stava con lui si sentiva sempre in ansia, mai all'altezza delle aspettative, quello era stato un brutto amore. Una relazione sbagliata e ora se ne rendeva conto.
Infine Daryl, lui era l'amore bello perchè consapevole; non avrebbe ripetuto gli errori e le leggerezze commesse con Jimmy e Zach. Questo amore lo avrebbe coltivato con pazienza e costanza, trasformandolo in un rapporto duraturo e bellissimo.
Daryl era la sua metà: il suo amico più caro, il suo amante e il suo amore.


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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19 Bethyl AU
Capitolo 19:

Le ultime foglie autunnali stavano finendo di cadere, lasciando gli alberi spogli ad affrontare l'inverno. Si prospettava una giornata di pioggia, fredda e grigia, di uscire dal comodo rifugio che era il letto proprio non se ne parlava. Avrebbe voluto continuare a rimanere al calduccio, sotto le coperte, con Daryl al suo fianco. Purtroppo il lavoro chiamava e la voce della ragione, bassa e roca, glielo stava facendo presente.
"Forza, dobbiamo prepararci." non era molto convincente dal momento che la sua mano era rimasta sulla sua vita, circondandola in un mezzo abbraccio.
"Mhhh, cinque minuti." in pratica lo stava pregando.
"Sono già passati, forza." e con un colpo secco, il traditore, aveva scostato il piumone esponendola al freddo mattutino.
"Ah, questa me la paghi, Dixon!"
"Sto tremando di paura." lei si era messa a ridere, mettendosi a sedere e lui l'aveva baciata a stampo, per farsi perdonare. "Preparo il caffè. Vestiti, altrimenti i tuoi pazienti aspetteranno tutto il giorno."
Daryl sembrava una fonte inesauribile di energia, nel tempo che le era occorso per vestirsi e andare in bagno lui aveva preparato il caffè, si era vestito, dato la colazione a Cane e ora stava preparando dei toast.
Pazzesco, quell'uomo era incredibile.

Seduta a tavola aveva notato un'altra cosa. Una chiave classica senza portachiave.
Ok Beth, non partire in quarta con le fantasie, è solo una chiave, può essere lì per un milione di motivi. Non è detto che sia LA chiave, magari è quella del suo ufficio e vuole solo cambiare il portachiave, o farne una copia o magari è davvero per me. Magari questa è la chiave di casa sua e lui la sta dando a me. O mio Dio.
Era in fissa, la tazza di caffè bollente fra le mani e lo sguardo perso sulla chiave. Magari era davvero per lei, per loro.
"Per te. Così potrai venire ogni volta che vorrai." ecco ogni dubbio era stato levato.
"Oh." aveva così tanti pensieri in testa che il commento più intelligente che le era uscito era stato quell' oh. Felicità era un termine riduttivo, Daryl non smetteva mai di stupirla. Le aveva detto di amarla, l'aveva detto solo una volta ma per lei era sufficiente, le sue azioni glielo ribadivano ogni giorno. Si sentiva estremamente fortunata.
"Pensavo, um, ecco, pensavo di fare un po' di spazio nell'armadio."
 
Il suo sorriso lo stava abbagliando talmente era luminoso. Ci aveva pensato su per un po', non sapendo come chiederglielo e alla fine aveva optato per questa soluzione. Era una ragazza intelligente, avrebbe fatto due più due, giusto?!
"Mi stai chiedendo di vivere con te, Daryl Dixon? In questo caso temo che mezzo armadio non basti." lo stava prendendo in giro?
"Ne farò uno più grande." il suo sorriso era raddoppiato.
"Sei pronto ad avere in giro "cose" femminili per casa?" si, lo stava decisamente prendendo in giro.
"Niente tendine di pizzo o trapunte fiorate."
"Promesso."
"Promesso." quale modo migliore di un bacio per sugellare una promessa? Dare seguito al bacio poteva essere un'idea niente male ma a malincuore Daryl aveva rinunciato a questa possibilità, era già dannatamente tardi.

Il nervosismo che lo aveva pervaso fino a quel momento era scomparso per lasciare posto al sollievo e alla gioia. Beth aveva accettato di vivere insieme a lui e di trasferirsi nella sua casa nel bosco. Era un passo importante, nel suo caso significava portare questa relazione ad uno stadio mai raggiunto prima. Non aveva mai convissuto con una donna, aveva sempre preferito stare per conto proprio senza mai farsi coinvolgere veramente; con Beth era tutto diverso. Lei lo rendeva diverso, migliore, stando con lei Daryl si trovava a pensare di essere una persona migliore. Non era mai stato bravo ad esprimere i propri sentimenti o i propri bisogni ma con lei si ritrovava a farlo con naturalezza. Per lei avrebbe fatto qualsiasi cosa.
  
"Beth, dobbiamo andare. La signora Smith si domanderà che fine hai fatto."
"Già, forse dovrei lasciarle le chiavi dello studio e incaricarla di aprire. In fondo lei e il canarino ipocondriaco passano il loro tempo nella mia sala d'attesa." lui aveva sogghignato, senza aggiungere altro.
"Allora ci vediamo stasera."
"Si, stasera. Ti amo." Beth glielo diceva spesso e lui non sapeva mai cosa rispondere. In genere non lo faceva, si limitava a fissarla intensamente, sperando che leggesse la risposta dal suo sguardo. Da come gli sorrideva supponeva che il messaggio arrivasse perfettamente.

Dopo il lavoro e l'occhiataccia di rimprovero della signora Smith per il suo ritardo, Beth era andata alla fattoria. Voleva dare la bella notizia al padre e iniziare a portare qualche vestito nella sua nuova casa. Nonostante tutto si sentiva nervosa ad affrontare questo discorso con lui, seppur, di fatto, non aveva bisogno di alcun permesso. Era adulta, più vicina ai trenta che non ai venti e sapeva badare a sè stessa. 
"Ciao papà." Hershel stava leggendo il giornale in salotto.
"Oh tesoro, bentornata. Tutto bene a lavoro?"
"Benissimo, Titti è venuto a farmi visita per la quinta volta questo mese." suo padre aveva riso, conosceva la signora Smith da anni e conosceva le sue ansie meglio di chiunque altro. Per rompere il ghiaccio andava bene.

"Papà, volevo dirti una cosa. Ecco, stamattina è successa una cosa bella. Daryl mi ha chiesto di andare a vivere con lui. Nella sua casa nel bosco, ed io ho accettato."
Aveva parlato velocemente e suo padre aveva fatto fatica a capire cosa gli avesse detto, poi la comprensione aveva illuminato i suoi occhi e il suo sguardo si era addolcito. "Sono contento per te Beth. Daryl è un brav' uomo e tu meriti tutta la felicità possibile. Mi inviterai a vedere la tua nuova casa?"
"Certo. Inviteremo tutta la famiglia e faremo un bel pranzo quando sarà tutto in ordine." lo aveva abbracciato forte forte e gli aveva dato un bacio sulla guancia, felice come non mai.
"Beth?" il padre l'aveva richiamata e lei si era voltata, un piede già sul primo scalino.
"Si?"
"Maggie e Glenn mi hanno dato un bellissimo nipotino, tu e Daryl potreste fare una bimba meravigliosa, non pensi?" gli occhi di Hershel luccicavano mentre si immaginava questa fantomatica bimba fra le braccia. Sua figlia stava sorridendo, forse anche lei stava pensando ad un'ipotetica figlia o figlio con Daryl.
"Tutto a suo tempo papà. Per il momento comincio a fare qualche bagaglio." a metà scalinata l'aveva sentito bofonchiare un "Non fatemi aspettare troppo, non divento mica giovane." Beth aveva riso e si era dedicata al proprio lavoro.

Aveva portato con sè buona parte dei vestiti invernali e l'armadio praticamente strabordava. "Non scherzavi riguardo ai tuoi vestiti." "Nope. Conviene metterti al lavoro tesorino."
Tesorino? Che cacchio significava? A Daryl andava bene praticamente tutto, era un'anima semplice lui ma 'tesorino' no, non poteva proprio accettarlo. Non sarebbero stati una di quelle coppie tutta pucci pucci e miao miao, assolutamente no.
"Solo se la smetti di chiamarmi così." il modo in cui lo aveva detto era suonato minaccioso persino alle proprie orecchie. Beth stava ridendo e con un bacio a fior di labbra aveva sussurato un "Promesso." per poi condurlo verso il suo letto e  sbottonargli la camicia.
No, non suo, loro. Il loro letto.
La loro casa.
Suonava dannatamente bene.



 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20 Bethyl AU
Capitolo 20:

La convivenza fra loro due andava bene anche se Daryl a volte si domandava come era possibile possedere così tanti oggetti. Beth aveva una collezione incredibile di dischi e libri e dvd e tantissimi altri oggettini a dir poco inutili e che lei definiva "carini". La sua casa era stata invasa, letteralmente. Daryl non aveva mai avuto molti oggetti personali, specialmente da piccolo e ora che era adulto si limitava a possedere lo stretto necessario. Non capiva perchè la gente -Beth- in particolare, avesse così tanta roba. In fondo si poteva indossare un capo per volta e utilizzare un oggetto per volta, giusto? Teoricamente era sufficiente avere un paio di cambi a suo modesto avviso. 
Nel tentativo di ovviare al problema, oltre all'armadio le aveva costruito una libreria tutta sua, perlomeno era una ragazza ordinata. Fra i suoi libri ne aveva visto uno che aveva attirato la sua attenzione, trattava proprio di come ordinare e cosa buttare; l'autrice era giapponese. Evidentemente Beth aveva provato ad applicare il metodo ma con scarso successo, quantomeno sulla parte del buttare, conoscendola ogni cosa che le apparteneva le dava gioia. 

Fra tutte le cianfrusaglie spiccava il cane di peluche che le aveva regalato quella sera al luna park, era stata la loro prima uscita insieme. Beth l'aveva sistemato in camera, dalla sua parte del letto ma Cane, geloso del peluche, glielo rubava continuamente e lo usava come gioco personale. Alla fine Beth si era arresa e ormai il posto fisso del peluche era diventato la cuccia; Cane aveva fatto propria la concorrenza.

Beth e Daryl vivevano insieme da un paio di mesi, Natale era passato in armonia e avevano festeggiato tutti insieme alla fattoria. Tutta la sua famiglia era curiosa di vedere casa loro ma Beth era stata categorica, gli avrebbe invitati una volta sistemato tutto per bene, era una perfezionista.
Il gran giorno era arrivato, la sua famiglia sarebbe venuta a pranzo a casa loro. Beth era un pochino agitata, aveva passato la mattinata a pulire e a rassettare nonostante Daryl le avesse detto che era tutto in ordine. La torta faceva bella mostra di sè sul piano da lavoro della cucina, l'aveva preparata quella mattina stessa come prima cosa. Il forno ora era occupato dal pollo al limone che stava lentamente cuocendo e dorandosi in superficie, insieme alle patate. Sul fornello aveva messo a stufare anche delle zucchine e delle carote. Non sarebbero morti di fame, anche se Daryl e Shawn mangiavano una quantità non indifferente di cibo.
Oh, cavolo. Sbaglio o aveva sentito il suono del campanello? 
"Daryl stanno arrivando!" era eccitata e preoccupata allo stesso tempo, ok, quella era la sua famiglia e non c'era alcun motivo di essere in ansia, eppure non voleva deludere nessuno.
"Beth respira, andrà bene. Il pranzo è pronto e la casa è in ordine. Non agitarti."
Le aveva dato un bacio veloce sulle labbra e aveva aperto la porta.

"È andata bene vero?" erano sul divano, il camino acceso a tener loro compagnia. La sua famiglia era andata via da poco e ora si godevano la pace della loro casa nel bosco. 
"Si." il suo uomo, sempre di poche parole, le aveva dato un bacio sulla fronte e stretta al suo fianco. "Papà sembrava contento e sbaglio o Maggie ti ha commissionato una libreria come quella che hai fatto per me?"
"Già."
"Potresti usare qualche parola in più sai? O hai dato fondo alla tua quota giornaliera oggi a pranzo? Ho visto come chiacchieravi con Glenn e Shawn di football." lo stava prendendo in giro, il tono di Beth era troppo leggero e spensierato per essere un vero rimprovero. "Mpf, solo per te farò questo sforzo. Abbiamo scommesso cinque dollari a testa su chi vincerà il campionato." Non è che non avesse voglia di parlare con Beth, semplicemente si stava godendo la quiete di casa loro; lei però aveva bisogno di esternare tutti i suoi pensieri sulla giornata. 

"Travis è sempre più bello vero? È così curioso, chissà come..." aveva interrotto il suo pensiero di colpo, rendendosi conto troppo tardi di aver parlato a voce alta.
"Finisci la frase Beth." glielo aveva detto gentilmente, sussurrando quasi e lei aveva risposto con lo stesso tono, senza più esitare.
"Chissà come saranno i nostri figli?" lo aveva guardato con quei suoi grandi occhi blu, in attesa. In realtà se lo era chiesto anche lui qualche volta per cui la risposta era stata semplice e immediata.
"Lo scopriremo a tempo debito, insieme." il suo sorriso le aveva illuminato tutto il viso e gli occhi le scintillavano tanto forti erano le emozioni che stava provando in quel momento.
"Si, insieme." Lo aveva stretto forte, baciandolo lentamente.

La vita non gli aveva dato granchè, perlomeno fino a qualche mese fa; gli sembrava di iniziare a vivere sul serio solamente adesso e tutto grazie a lei. Beth era la donna che amava e per lei avrebbe fatto di tutto. Se la ricompensa per l'inferno vissuto da piccolo era lei, allora l'avrebbe rivissuto altre cento, mille volte. Non era perfetta, come tutti aveva i suoi difetti ma di certo era perfetta per lui.
Beth si era staccata leggermente dalla sua bocca, in cerca di aria e Daryl aveva continuato a baciarla lungo tutta la mascella scendendo verso il collo. Fra baci e sospiri, dati e ricevuti era riuscito a sussurrare la sua proposta indecente.
"Che dici, iniziamo a fare un po' di pratica per il futuro?"
Beth aveva riso e accolto prontamente il suggerimento.
Avevano fatto l'amore sul divano, alla luce del fuoco morente, prendendosi il tempo necessario e lasciandosi trasportare dal momento. I gemiti di Beth lo infiammavano e lo spronavano ogni volta a darle piacere e quando la sentiva venire non poteva fare a meno di essere orgoglioso di sè stesso. Solo dopo essersi assicurato del piacere di Beth si permetteva di pensare al proprio. 

Erano nudi sul divano, stavano ancora riprendendo fiato uno fra le braccia dell'altro.
"Ti amo tanto, sai?" sentirselo dire praticamente ogni giorno era un balsamo per la sua anima e per il Daryl bambino che mai aveva ricevuto dimostrazioni d'affetto, se non sporadiche dal fratello.
"Anche io." per lui era difficile risponderle e solitamente non lo faceva, limitandosi a fissarla ma in questo momento gli sembrava importante farlo. Voleva farlo.
 
Il futuro era loro e si prospettava radioso. Non sarebbe sempre stato tutto rosa e fiori, lo sapeva ma avrebbe fatto di tutto per sentire almeno una volta al giorno la sua risata cristallina.



Fine






Grazie a tutti coloro che sono giunti fino a qui, spero che questa storia vi sia piaciuta.
In particolare grazie a chi ha recensito: Gaudia, Cignodicostiera e Topazio. Grazie per i consigli, gli incoraggiamenti e l'onestà.
Grazie anche a te, o lettore silenzioso. Certo, se mai volessi far sentire la tua voce, sai come fare.


Lily




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