Revisited Harry Potter

di serafinewriter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** La Lettera/ Diagon Alley ***
Capitolo 3: *** I° Anno: L'Espresso/ Arrivo ad Hogwarts ***
Capitolo 4: *** I° Anno: Adattarsi ***
Capitolo 5: *** I° Anno: Nicolas Flamel ***
Capitolo 6: *** I° Anno: Un drago di nome Norberto/ La fine dell'anno ***
Capitolo 7: *** I Dursley ***
Capitolo 8: *** II° Anno: Un Nuovo Anno/ La Camera Dei Segreti ***
Capitolo 9: *** II° Anno: Il Basilisco ***
Capitolo 10: *** Un'Estate Quasi Perfetta/Finta Latitanza ***
Capitolo 11: *** I Dissennatori ***
Capitolo 12: *** III° Anno: Il Professor Lupin ***
Capitolo 13: *** III° Anno: Hogsmeade ***
Capitolo 14: *** III° Anno: Lupin Lupesco/ Quidditch, Lupi e tante cose tristi ***
Capitolo 15: *** III° Anno: Dicembre/ Il padrino ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


Se la storia di come Harry Potter sia arrivato a casa dei Dursley e così abbia conosciuto un’infazia di infelicità, umiliazioni ed un continuo senso di inappartenenza è nota ai più, mai nella saga originale si è parlato di un’altro personaggio che quella notte rimase senza un tetto sopra la testa o genitori amorevoli.

Nella notte del 31 ottobre 1981 una bambina di appena due anni venne condotta a Little Whinging e lasciata all’ingresso della magione Mason, con una lettera e tanti cari auguri. Non molto differente dal destino di Harry, dopotutto.

Kyra Mason crebbe nella tenuta di famiglia assieme all’amorevole nonna, per quanto si potessero ritenere amorevoli i suoi ripetuti sforzi di trattarla come uno qualsiasi dei suoi nipoti.

Di esprimere opinioni sulla sua eduzaione era permesso, e la cosa lo pompava un sacco, anche all’estenuante zio Nathaniel. Non che fossero realmente richiesti, ma il poveretto si ritrovava a casa della madre un giorno no e due settimane sì, a causa delle regolari liti con la moglie, e non mancava di portarsi appresso quel diavoletto che tutti si ostinavano a definire “adorabile bambina”. Kyra non era esattamente dello stesso parere. Hilary aveva l’abitudine di piombare nella sua stanza e spostare tutte le sue cose, per non parlare di quando si addossava a lei, e non accennava a lasciarla andare. Avrebbe giurato di averla quasi mandata a fuoco una volta, se solo non fosse stata consapevole del fatto che fosse impossibile. La cuginetta aveva iniziato ad urlare e piangere a squarciagola, tanto forte che perfino i vicini (che poi tanto vicini non erano dati i chilometri di giardino fra le proprietà) si preoccuparono e chiamarono la polizia.

Fu difficile spiegare agli agenti come mai alla bambina fossero comparse delle orribili piaghe sui palmi delle mani e sugli avambracci. Alla domanda “Che cosa stavi facendo, piccola?” nessuno credette che stesse solo abbracciando la cugina, e come potrebbero? Nemmeno Kyra seppe spiegarselo. Che si trattasse di una reazione chimica? Magari il nuovo detersivo dei vestiti a cui la bambina poteva essere allergica.

Se già le fosse parso di cogliere dei guizzi di disappunto e disprezzo nello sguardo dei suoi parenti, di tanto in tanto, dopo quell’episodio si guadagnò quell’espressione in modo quasi permanente (esclusa Hilary, naturalmente. Niente avrebbe mai permesso a Hilary di smettere di osannarla ed infastidirla, e di sicuro non qualche ustione di secondo grado).


Camicia. Gonna. Calze. Scarpe.

Camicia. Gonna. Calze. Scarpe.

Camicia. Gonna. Calze. Scarpe.
 

Si ripeteva, mentre frugava nel suo armadio in cerca del suo miglior completo.

Infilò le braccia nel tessuto freddo della camicia bianca ed infilò la gonna, altrettanto in fretta. Non capiva perché doveva indossare proprio quei vestiti, dal momento che quell’estate era particolarmente umida, le temperature non così alte.

Osservò il suo riflesso nello specchio, ed assunse un’espressione rissosa. Si sentiva più forte. Spavalda.

Quel ghigno le dava la sicurezza necessaria ad affrontare giornate come quella, ed uscirne intatta.


Kyra! Sei pronta?!

 

La voce della nonna rimbombò dalle scale, così non perse altro tempo e raccolse gli elastici dal comò di fronte a lei.

Le faceva sempre. Due trecce greche che poi le ricadevano sulle spalle. La nonna diceva che così avrebbe nascosto i lunghi capelli neri e mossi, e nessuno ci avrebbe fatto caso.

Falso.

A quanto comprese Kyra, ed era assai poco, quest’acconciatura provocava ancora più disappunto nella sua famiglia, in quanto i suoi grandi occhi azzurri risaltavano ancora di più.

La sua personale teoria era che quei tratti non appartenendo a nessuno in famiglia, non potessero che essere di suo padre. Uomo ignoto, o innominabile, non ne era sicura.

Da quelle poche conversazione che era riuscita ad origliare, ed i Mason si guardavano bene dal parlarne, lui era sparito da un giorno all’altro, proprio quando la madre iniziò ad accusare i primi “sintomi”.

Legò la punta della seconda treccia e con un ultimo sbuffo di ribellione, si decise a scendere all’ingresso a grandi balzi.

 

Insomma Kyra! Sei una signorina. Cammina composta!

 

Automaticamente la ragazzina assunse una postura regale, tanto elegante quanto scomoda: Certo nonna. Sono pronta.

La puzza di disinfettante inebriò il naso di Kyra e compromise ogni possibilità per il suo olfatto di sentire qualche altro profumo, non appena mise piede all’interno dell’edificio asettico.

Rivolse un sorriso meccanico alla donna che si trovava alla reception all’ingresso. Non serviva fermarsi a chiedere informazioni, seppur le visite fossero molto rare, la famiglia Mason conosceva molto bene quel luogo, dopo ben nove anni e mezzo.

Zampettarono in fretta lungo il corridoio ed atteserò l’ascensore che dovettero chiamare per due volte (dei medici in emergenza avevano preso il primo, causando dell’altro disappunto. Pessima idea).

Arrivato il secondo ascensore, presero la sinistra e si fermarono davanti alla stanza 216. Quando lesse quel numero tutta la tranquillità che aveva padroneggiato fino a quel momento sparì, ed al suo posto giunse un macigno, grosso, pesante ed estremamente scomodo, proprio sul suo petto. No, pensò, no, non ce la faccio. E invece, sì. Prese il mazzo di fiori che fino a quel momento aveva tenuto in mano la nonna, e con attenzione a non rovinarne l’incartamento, riprese il controllo delle sue espressioni. Conosceva le regole.

Niente anomalie, niente discorsi diversi da quelli prestabiliti, e soprattutto, niente negatività.

Assunse l’espressione più serena ed allegra che riuscisse a fingere, e dopo un rapido esame della vecchietta accanto a lei, poterono entrare nella stanza.

Le pareti erano spoglie esattamente come l’ultima volta in cui era stata lì. C’era una scrivania semplice, senza cassetti o ripiani, accanto ad una parete. Dei fogli sparsi erano appoggiati su di essa, probabilmente spartiti. Una vecchia sedia di legno, in disaccordo con il resto dell’arredamento, si trovava a qualche centimetro di distanza, come se chi ci si fosse seduto l’ultima volta non si fosse preso la briga di risistemarla.

Lo sguardo corse al letto in ferro battuto che occupava l’altra parete. Lì filtrava la luce della piccola finestra posta troppo in alto perché ci si potesse arrivare senza una scala. Le coperte erano scomposte sul materasso, ed un cuscino schiacciato era al posto dei piedi. Lei non c’era. Allarmata, balzò all’interno della stanza, come se potesse comparire dal nulla.

Poi sentì una melodia. La voce della madre che cantilenava. Impossibile non riconoscerla. Si voltò a colpo sicuro, e la vide. L’armadio dalle ante spalancate, ospitava una giovane donna dai lunghissimi capelli biondi intrecciati fino alle gambe, e dei fari verdi per occhi. Tutta rannicchiata ed avvolte in più camicie da notte, si dondolava avanti ed indietro a ritmo della sua ninna nanna.

Kyra gettò i fiori sul letto e corse dalla donna, dimenticando i toni calmi e le conversazioni programmate.

 

Mamma! Mamma, come stai?

 

Si chinò davanti a lei, allungando una mano verso il suo volto, per sfiorarne la morbida pelle, e magari sentirne l’odore.

Non era stata una buona idea.

Il canto terminò e la donna si erse in tutta la sua altezza, gridando, aggressiva, nei confronti della figlia e chiunque tentasse di avvicinarla. Kyra si ritrasse in fretta, senza darsi il tempo di pensare, e si mise in un angolo della stanza, lasciando che qualcun altro pensasse alla donna.

Allora Samantha, va meglio? Bevi ancora un po’ d’acqua, dai

 

La signora Mason aveva già calmato la figlia. In realtà quasi tutti riuscivano a calmarla, ma qualcosa in Kyra l’aveva sempre fatta scattare.

Non che odiasse la figlia, anzi. Si leggeva l’amore che provava per lei quando la guardava. Se non altro quando era tranquilla, ma era anche vero che i peggiori attacchi mai avuti erano quelli che la sua stessa figlia le aveva provocato.

Kyra se ne rimase sulla vecchia sedia cigolante, appositamente spostata accanto al letto della madre, che ora balbettava parole quasi di senso compiuto.

 

Kyra quest’anno inizia le medie. Non sei fiera di lei? Frequenterà il collegio cattolico di Belmont, proprio come te. Vedrai come verrà su bene.

 

Forse era solo un riflesso del pensiero di Kyra, ma avrebbe scommesso il suo nuovo basso elettrico di aver visto nella madre un’espressione di riluttanza, tale e quale a quella che aveva avuto lei alla notizia.

Forse nemmeno lei era stata particolarmente felice di frequentare quella “scuola”. Aveva dato un’occhiata al regolamento “Chiunque parlerà dopo il crepuscolo verrà severamente punito. Non sono ammessi ritardi a nessun momento di preghiera della giornata. I ritardatari verranno severamente puniti. Chiunque accenderà le luci dopo l’orario di coprifuoco verrà severamente punito.” Si ritrovò a pensare che chiunque osasse respirare durante la predica sarebbe stato severamente punito. Pensiero che, sicuramente, l’avrebbe portata ad una severa punizione, se solo le suore fossero in grado di leggere nel pensiero. Per sua fortuna, tuttavia, ogni pratica magica, neanche a dirlo, era severamente vietata, e punito con niente meno che la dannazione eterna. Una cosuccia da niente, insomma.

Un ghigno impertinente prese forma sul suo volto, ad immaginarsi una vecchia suora nei preparativi di un rogo per una povera ragazza sorpresa con una bacchetta magica finta. Poverina.

 

Quella mattina era iniziata come una normalissima mattina a Little Whinging. Si era alzata. Aveva fatto colazione. In onore dei sei mesi passati dall’ultima visita, era andata a fare visita a sua madre. Nulla di insolito. La giornata avrebbe dovuto procedere con la pulizia dei forni, in quanto la nonna era ormai troppo anziana per riuscire a chinarsi bene, e poi avrebbe aiutato a preparare il pranzo della domenica, così che la famiglia potesse riunirsi.

C’era solo un dettaglio però, che nessuno aveva calcolato e che avrebbe mandato in subbuglio l’intera giornata e quelle a venire.

Varcato l’ingresso di casa, Kyra raccolse una pila di lettere, precedentemente imbucate nell’apposita fessura della porta, e le adagiò senza nemmeno guardarle. C’era solo un motivo per il quale Kyra riceveva della posta, e riguardava la scuola, ragion percui non voleva vederle, né leggerle.

 

Ferma lì!

 

Kyra si voltò, il piede ancora a mezz’aria in procinto di fare il primo gradino per raggiungere la sua stanza e finalmente cambiarsi. Che cosa mai voleva adesso?

 

Questa qui, con il suo bastone spinse una busta ingiallita verso la ragazzina C’è il tuo nome.

 

Avanzò a passo incerto verso la nonna e raccolse la busta spessa. C’era davvero il suo nome, non poteva esserci un errore.

 

Kyra Mason,

Cameretta al terzo piano sudest,

Drill Avenue, 36

Little Whinging

SURREY

 

Ancora perplessa, voltò la lettera. Era chiusa con un sigillo rosso, con uno stemma.

Hogwarts lesse, scandendo le lettere con lentezza Cos’è Hogwarts?

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Capitolo 2
*** La Lettera/ Diagon Alley ***


Questo è un capitolo un po' di passaggio, e non ho potuto scostarmmi troppo dalla storia originale, perciò si tratta quasi di un ripasso. Dal prossimo, tuttavia, affronteremo l'arrivo ad Hogwarts ed avrò molta più libertà.
Nella speranza che il capitolo vi piaccia,
La Scrittrice







LA LETTERA

 

Non è quel tuo gruppo di musica?

 

La nonna si fece avanti per analizzare la lettera, che fino ad un istante prima aveva ignorato. Sfilò la busta dalle mani della nipote e ne estratte dei fogli di pergamena. Scelta bizzarra da dedicare alla corrisponenza di una undicenne.

 

SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS

 

Direttore: Albus Silente

(Ordine di Merlino, Prima CLasse, Grande Esorcista, Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso, Confed. Internaz. Dei Maghi)

 

La signora Mason non lesse oltre.

 

Cos’è? Uno scherzo? Spostò lo sguardo dalla lettera a Kyra e poi di nuovo alla lettera, Uno scherzo ben congegnato, ma pur sempre uno scherzo. Kyra, ma che cosa...? Non è da te perdere tempo in queste sciocchezze!

Eppure la scenata della nonna non era affatto credibile, anzi. Non sembrava nemmeno veramente arrabbiata.

Forse a causa dell’espressione allibita della nipote, forse perché non lo riteneva così impossibile, ma non proferì altra parola e ritornò al testo che teneva fra le mani.

Kyra attesè, aspettandosi che da un momento all’altro avrebbe parlato, le avrebbe letto la lettera, ma nulla. Sembrava aver perso ogni voglia di comunicare. Si era persino scordata del pranzo.

 

Ehm... nonna? Posso... Posso sapere cos’altro dice?

 

La vecchina si riscosse, quasi non si fosse accorta di aver fissato quei fogli per dei minuti. Li tese in fretta alla nipote e se ne andò, ancora in silenzio.

Così, sola nel suo ingresso, Kyra ebbe sotto gli occhi quella strana lettera.

 

“SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS

 

Direttore: Albus Silente

(Ordine di Merlino, Prima Classe, Grande Esorcista, Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso, Confed. Internaz. Dei Maghi)

 

Cara signorina Mason,

 

Siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l’elencò di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.

 

I corsi avranno inizio il 1° settembre.

Restiamo in attesa della Sua risposta via gufo entro e non oltre il 31 p.v.

 

Con ossequi,

 

Minerva McGranitt

 

Vicedirettrice”

 

Diede solo una rapida occhiata all’altro foglio. Aveva l’aria di essere una semplice lista, sempre se qualcosa di questa storia potesse definirsi semplice.

Ancora interdetta, andò alla ricerca della nonna, che ovviamente ritrovò in cucina.

 

Ehm... nonna? Cercò il suo sguardo invano. La donna era impegnata a fare chissà quale impasto, per chissà quale pietanza.

Fece un gran sospiro per calmarsi. Tutta questa storia era assolutamente assurda. Tanto assurda che a malapena riusciva a ragionare. Certo non si poteva considerare che si trattasse davvero di una scuola di magia, perché, ovviamente, la magia era pura invenzione. Chiunque avesse mandato quella lettera era anche il mandante di uno stupido scherzo.

Uno scherzo molto ben ragionato, doveva ammettere. Inventare una scuola, degli insegnanti, perfino degi libri scolastici con tanto di autori! Ma di certo era impossibile! Insomma, chi diamine si manda la posta via guso? Dove avrebbe dovuto trovare un gufo?

Un altro sguardo alla nonna e capì che doveva intervenire e dire qualcosa o si sarebbe beccata una punizione per qualche giullare di quartiere.

 

Nonna, te lo giuro, non ho idea di chi possa essere stato. Che razza di scherzo!

 

Nessuna reazione, se non per un appena percettibile grugnito. Non incoraggiante.

 

Allora, ehm, io la butto, eh? Con il piede, schiacciò il pedale che fece scattare il coperchio delle immondizie.

 

No! Tienila! La nonnina fece uno scatto degno di una pantera ed afferrò il braccio di Kyra appena in tempo. Inutile dire che la povera ragazzina ormai non capiva più nulla.

 

Va in camera tua. Non mi servi ora. Ti chiamerò io quando sarà pronto.

 

Con la delusione dipinta in volto Kyra obbedì, e si fece indietro, diretta verso le scale di servizio. Ovviamente, pensò, la nonna era arrabbiata con lei.

Si ritirò nella sua stanza e gettò la lettera sulla scrivania segna degnarla di un altro sguardo.

 

Le cuffie nelle orecchie ed il walkman appena riavvolto occupavano tutta l’attenzione di una Kyra ormai rassegnata ad un destino da reclusa nella sua stanza, o almeno ci provavano. Il frastuono che lo zio stava facendo al piano di sotto, riuscì ad interrompere perfino quel suo angolo di pace. Levò le cuffie dalle orecchie e rimase in ascoltò.

 

Cosa vuol dire che ce la vuori mandare? Non mi importa che sia una di loro, mamma! Credevo che quello che hanno fatta a Sam fosse un promemoria sufficiente! Non puoi davvero pensare di mescolarla a quei mostri! A metterci tutti ancora più in pericolo!

 

Si alzò in punta di piedi dal letto, non che ci fosse pericolo di essere sentita con tre pieni di differenza, e scostò di qualche centimetro la porta della sua stanza.

Nulla. Dovevano aver abbassato tioni, non riusciva più a sentire nulla della conversazione.

 

CIAO! Una voce squillante, anche troppo, la prese alla sprovvista, facendola sussultare. Abbassò lo sguardo ai suoi piedi e vi trovò la cuginetta Hilary. Litigano per te, sai?

Hilary aveva da sempre avuto un’ammirazione non da poco per Kyra, con l’unico problema che il suo correrle sempre appresso, l’aveva resa anche la bambina più fastidiosa con cui avesse mai avuto a che fare.

 

Papà ha detto che hai un basso nuovo! Posso vederlo? Me lo fai provare? Questa volta ci sto attenta!

 

Kyra non aveva dubbi sulla risposta: “NO!” non avrebbe dimenticato presto la fine che aveva fatto il suo ultimo strumento. Dopo infinite proteste da parte della cugina che voleva pizzicarne le corde, fu costretta a cedere e lasciarla provare.

Il resto era davvero troppo doloroso da ricordare.

Neanche a dirlo, Hilary ruppe tre corde, mettendo a dura prova la pressione della maggiore le cui narici emettevano nuvole di fumo, probabilmente.

Spaventata a quell’espressione, la bambina corse via piangendo e trasciando con sé il basso, che...

... precipitò dalle scale fino alla sua completa distruzione.

Una fitta al cuore afflisse Kyra quando dovette spiegare com’era successo al negozio di musica.

 

Piuttosto scendiamo a vedere cosa sta succedendo.

 

Propose, richiudendosi la porta della stanza alle spalle ed assicurandosi che Hilary la precedesse per tutto il tragitto.

Al piano inferiore le acque si erano calmate, seppur la tensione fosse palpabile anche a loro.

Scorse il suo sguardo dalla nonna allo zio, cercando di carpire qualcosa della loro lite, ma loro evitavano accuratamente di guardarla. Nemmeno la zia, che notava solo ora seduta a tavola, osava guardarla. Esordì con un sonoro sbuffo, e scosto rumorosamente la sedia dal tavolo, prendendovi posto.

Hilary si affrettò a fare esattamente come lei.

Normalmente l’avrebbero sgridata per non aver dato il buon esempio, ma questa volta, passò del tutto inosservata.

Non era abituata a questo.

 

Consumarono tutto il pasto nel silenzio più totale, fino a che, stufa, Kyra, sbatte forte il piatto sul tavolo, guadagnandosi lo sguardo di tutta la famiglia.

 

Oh.. bene! Un po’ di attenzione, finalmente! Qualcuno intende prendersi la briga di spiegarmi cosa sta succedendo?

 

Poteva leggere lo shock nei volti che ora la stavano fissando. Con un ghigno soddisfatto, ricambio tutte le loro occhiate, in attesa di una risposta.

Fu la nonna a parlare per prima.

 

Non succede niente. LA tua istruzione è una mia responsabilità, e se dico che frrequenterai quella scuola, ci andrai. E questo chiude il discorso.

 

Terminò con eloquenza, insistendo sullo zio, che non osò ribattere davanti alla figlia.

Certo era un inizio, ma non sarebbe mai bastato a Kyra.

 

Quale scuola? Non starai mica parlando ancora di quello scherzo? Non può essere... E fu interrotta, inaspettatamente, ancora dalla nonna,

 

Ho detto che questo chiude il discorso. Ci andrai.

 

Assurdo. Davvero assurdo. Okay, mettiamo che sia vero. Come farai a mandare la conferma della mia iscrizione? Noi non abbiamo un gufo!

 

Ma le sue proteste vennero ben che ignorate, e non toccarono più l’argomento.

 

DIAGON ALLEY

 

Non che Kyra non provasse ad ottenere informazioni ogni volta che le era possibile, ma non ottenne una parola di più, e se solo osava insistere, veniva ripagata con il silenzio più totale.

Dal suo canto, era abituata a sguardi sdegnanti, rimproveri, anche sguardi sbalorditi, ma mai ad essere ignorata. Non lo sopportava proprio. Sentiva di impazzire quando lo facevano, ma non poteva nemmeno smettere di chiedere, così si concentrò sulla lettera, in cerca di qualuqnue indizio su quanto stava accadendo. Purtroppo la ragione non poteva certo aiutarla. Ogni singola teoria che formulasse, perdeva di senso quando veniva pronunciata.

Passò, dunque, il tempo, ed arrivò il 31 luglio 1991.

Un gran fracasso svegliò Kyra ben prima del solito. Su, su, alzati. Dobbiamo andare.

Andare? Non uscivano praticamente mai dalla proprietà, ed erano state da poco al supermercato, perciò erano sistemate per qualche giorno ancora.

Provò a mettere questi pensieri in frasi, e con un enorme sforzo, dalla sua bocca uscì un gran grugnito contrariato. Non esattamente il risultato sperato, ma altrettanto efficiente.

Una volta svegliata e vestita, poté iniziare con le sue domande ed ottenne le prime risposte.

 

Quindi dove andiamo? Londra. E perchè proprio Londra? Non lo so, lì mi hanno detto di andare. Loro chi? Loro. E come te l’hanno detto? Per posta. Via gufo? Sì. Ma come...?

 

Quest’ultima domanda non venne mai terminata a causa dell’arrivo dello zio, che avrebbe guidato fino a Londra.

Che bel viaggio...

 

Non essendo mai stata a Londra, non appena l’auto entro nel centro urbano, le pupille di Kyra si dilatarono, e con mani e naso premuti contro il finestrino, rubò avidamente con gli occhi ogni cosa le passasse davanti.

Palazzi alti diverse decine di piani, parchi verdissimi, cabine telefoniche rossissime, perfino stravaganti artisti di strada ad ogni angolo.

Si fermarono al ciglio di una strada in pieno centro città.

 

L’indirizzo dovrebbe essere questo, ma.. Assurdo! Qui non c’è niente!

 

Kyra si voltò subito verso l’altro finestrino e riconobbe quello che doveva essere un vecchio pub, dall’aria decisamente poco raccomandabile. Non poteva essere lì che dovevano andare.

Cambiò idea quando si fermarono davanti al pub un ragazzino della sua età, ed un gigante. Era tanto alto che le cadde la mandibola per lo stupore.

 

Kyra! Educazione! Dai, scendi, devono essere loro.

 

Con tutto il contegno e la calma del mondo, la nonna, scese dall’auto e si diresse dritta da quell’uomo altissimo.

Kyra si affrettò a seguirla, seppur perdendosi una parte della conversazione.

 

Certo, certo, ci penso. Come vede, Kyra non è la sola a dover fare i suoi acquisti per Hogwarts oggi.

 

L’enorme uomo, afferrò con forza la mano della nonna e la scosse tanto che sembrava stesse per staccarle il braccio destro, poi si rivolse alla ragazzina.

 

Tu sei la bella Kyra, eh? Io sono Hagrid, e questo giovanotto qui con me è Harry Potter!

 

Attese un istante, come se si aspettasse una qualche reazione da lei, ma rimase lì a fissarli perplessa.

 

Ti accompagnerò io a comprare le tue cose per Hogwarts, ce l’hai la lista?

 

Intervenne subito la nonna, che porse la lettera alla nipote e solo allora parlò.

 

Ti lascio nelle mani di questo... mh, questa persona. Alla fine del giro, noi saremo qui.

 

Che cosa? Sarebbe andata a fare compere per una scuola immaginaria, in giro per Londra, con degli estranei. Erano tutti impazziti di colpo?

La signora Mason dovette aver preso il silenzio della nipote per assenso, perché girò sui tacchi e salì in auto.

Fantastico. Ne era certa, sarebbe finita in qualche giro di trafficanti d’organi o giù di lì.

 

Prese con riluttante l’invito del gigante Hagrid di entrare in quell’inquietante pub, e si chiese come l’altro ragazzino potesse sembrare tanto a suo agio in sua compagnia.

Del resto l’interno del pub non era più rassicurante. Polvere ed oscurità regnavano assieme ad un penetrante odore di umidità, ma quella non era certo la cosa più bizzarra. L’abbigliamento dei clienti di quel locale era a dir poco fuori dagli schemi.

Indossavano tutti delle lunghe vesti colorate, dei mantelli vivaci, stracci e capelli vari. Ci voleva fegato da vendere per andare in giro conciati così, ed i presenti sembravano tutti esserne provvisti.

Tutti i suoi pensieri vennero soffocati dal tumulto generale che si animò nell’istante in cui un barista di nome Tom, pronunciò il nome di Harry. Era davvero famoso? Forse avrebbe dovuto conoscerlo anche lei. Chissà poi, perché degli uomini adulti, seppur conciati come nel peggiore cosplay, dovessero idolatrare un bambino della sua età.

Professor Raptor! Disse Hagrid Harry, Kyra, il professore sarà uno dei vostri insegnanti a Hogwarts.

 

P-P-Potter, n-n-non so d-d-dirle qu-quanto s-sono felice di c-c-conoscerla rispose l’uomo pallido e dall’aria piuttosto nervosa. Disse di insegnare qualcosa che suonava come “Difesa contro le Arti Oscure” N-n-non che a lei s-serva, eh, P-P-Potter?

Guardò istintivamente il ragazzino con aria perplessa, ma fu subito rincuorata nel notare nel suo volto la sua espressione riflessa.

In pochi istanti Hagrid riuscì a farsi valere nella folla, ed aliberare la strada verso il retro del locale.

Un piccolo cortile con un bidone della spazzatura era tutto ciò che riusciva a vedere.

 

Non capisco Kyra interruppe la conversazione che Harry ed Hagrid stavano avendo sui vampiri o qualcosa del genere.

 

Cosa non capisci?

 

Cosa ci facciamo in una corte? Come può questo posto procurarci quello che ci serve per andare in questa scuola di magia? Chiese roteando gli occhi, riferitasi alla “scuola”, sempre più scettica riguardo quella gita a Londra.

 

Ora ci arriviamo, ora ci arriviamo! Impugnò il suo ombrello e si avvicinò alla parete di mattoni, e così, iniziò a contare quelli sopra il bidone della spazzatura. Tre verticali... Due orrizzontali... State indietro!

Battè per tre volte su un mattone con il suo ombrello. Incredibilmente il mattino cominciò a vibrare e contorgersi al punto che al suo centro si bucò, e questo prese ad allargarsi ed allargarsi fino a diventare un arco.

Benvenuti a Diagon Alley! Esclamò Hagrid, sorridendo del loro stupore.

Kyra non aveva mai visto nulla del genere, e qualcosa nella sua testa iniziava a farle credere che la storia della magia fosse tutta vera. Poteva davvero essere in presenza di un mago? Con la bacchetta magica e tutto il resto? Per la milionesima volta in quelle settimane si ritrovò a pensare che fosse assurdo, eppure lei era lì. Era tutto vero. D’un tratto si ritrovò a sorridere, ed un peso che non si era mai accorta di avere si sciolse, alleggerendola.

Non appena ebbero oltrepassato l’arco, il muro si ricompose autonomamente. Era tutto vero, si ripeté.

 

Per prima cosa, dobbiamo andare alla Gringott, la banca dei maghi, a prelevare del denaro per te, Harry. Tu, Kyra, hai questi Hagrid le porse un sacchettino pieno di monete di tutte le dimensioni. Tua nonna, me li ha consegnati prima, ma credo che tu possa iniziare le compere da sola. Non ci metteremo molto, non preoccuparti. Attieniti alla lista.

 

E con questo, Harry ed Hagrid presero la direzione opposta, mentre Kyra se ne stava a guardare l’insegna di un negozio di calderoni.

Si riscosse ed afferrò la lista dalla sua tasca. Dato che si trovava lì, tanto valeva fare le cose per bene.

 

UNIFORME

Gli studenti dovranno avere:

Tre completi da lavoro in tinta unita (nero)

Un cappello a punta in tinta unita (nero)  da giorno

Un paio di guanti di protezione (in pelle di drago o simili)

Un mantello invernale (nero con alamari d’argento)

N. B. Tutti gli indumenti dell’allievo devono essere contrassegnati da una targhetta con il nome.

LIBRI DI TESTO

Tutti gli allievi dovranno avere una copia dei seguenti testi:

Manuale degli Incantesimi, Volume primo,  di Miranda Gadula

Storia della Magia,  di Battista Bath

Teoria della Magia, di Adlbert Incant

Guida pratica alla trasfigurazione per principianti,  di Emeric Zott

Mille erbe e funghi magici,  di Phyllida Spore

Infusi e pozioni magiche,  di Arsenius Brodus

Gli animali fantastici: dove trovarli,  di Newt Scamandro

Le Forze Oscure: guida all’autoprotezione, di Dante Tremante

ALTRI ACCESSORI

1 bacchetta magics

1 calderoni (in peltro,  misura standard 2)

1 set di provette di vetro o cristallo

1 telescopio

1 bilancia  d’ottone

Gli allievi possono portare anche un gufo,  OPPURE un gatto, OPPURE un rospo.

SI RICORDA AI GENITORI CHE AGLI ALLIEVI DEL PRIMO ANNO NON È CONSENTITO L’USO DEI MANICI DI SCOPA PERSONALI.

 

Accorgendosi solo in quel momento della mole di materiale scolastico necessario, pensò che fosse il caso di darsi una mossa. Entrò nella bottega davanti a sé, con passo incerto. Un uomo dalla solita veste stravagante (in realtà ora era proprio lei con i suoi jeans e la sua t-shirt a sentirsi fuori strana) le rivolse un cordiale sorriso e l’accolse Buona giornata, signorina In cosa posso esserle utile?

Ehm… roteò sul posto per avere una visione totale del negozio, in cui c’erano calderoni di ogni modello, dimensione e materiale. Faceva fatica a credere che ne potessero esistere così tanti tipi. Mi serve un… controllò la sua lista Calderone in peltro misura standard 2

Hogwarts, non è vero? Il commerciante si procurò subito il calderone, e lo mise sul bancone. Sono cinque falci.

Kyra aprì suo borsellino e ne estrasse delle monete di ogni misura Ehm… Quali? Cioè, io non…

Non sai contare i soldi? Chiese comprensivo, girandosi fra le dita le monete che aveva estratto. Bene, questi qui, sono zellini. Li riconosci perché sono piccoli e di bronzo. Ventinove di questi fanno un falci, va bene? E le mostrò alcune monete d’argento Bene, diciassette di queste, sono un galeone. Che vale più di tutte!

Ripeté fra sé la spiegazione che gli era stata data ed annuì. Non era difficile, poteva farcela. Allora, cinque falci. Rimise nel suo borsellino tutte le monete, se non per cinque monete d’argento.

Riuscita nell’impresa di riuscire a pagare da sola, il resto del giro di molto più semplice. Si godette quel piccolo borgo che sembrava essere abitato da soli maghi. Si fece fare la divisa su misura da una certa Madama McCLan, acquistò tutti gli accessori sulla lista, se non per la bacchetta magica, e si fermò a guardare una vetrina di gufi, che però decise fosse meglio non acquistare.

Il via vai lungo quella strada era tale che se Hagrid non fosse stato tanto alto, non avrebbe mai ritrovato i suoi accompagnatori. Notò il mago a distanza proprio fuori da un negozio chiamato “il Ghirigoro”

Hagrid! Siete qui! Li raggiunse di corsa, prima di poter perderli di vista.

Oh eccoti! Hagrid, sporse un braccio e con quello cinse le spalle di Kyra ed Harry, indicando loro la strada per l’ingresso nel negozio Qui prendiamo tutti libri di scuola. Ci scommetto che li hanno dal primo all’ultimo. Basta che consegnate la lista al commesso.

Non doveva trattarsi di un negozio troppo piccolo, ma i libri stipati fittamente sugli scaffali fin su al soffitto, davano decisamente l’impressione che sarebbe collassato su sé stesso. Nessuno lì intorno parve preoccuparsene, comunque, perciò decise che non era il caso di farlo nemmeno lei. Dopotutto era un mondo magico, no?

Consegnarono le loro liste ad un commesso ed in ben che non si dica, ottennerò tutti i loro libri.

Ora che decisamente non avevano più braccia per comprare nient’altro, pensò fosse ora di andare, ma Hagrid, li trascinò ancora in un altro paio di negozi per terminare gli acquisti di Harry.

Scopertò del compleanno del ragazzo, decisero di andare all’Emporio del Gufo, nel quale Harry scelse una graziosissima civetta bianca.

Una sola cosa era rimasta sulla lista della scuola, una bacchetta magica. Decisamente la cosa più interessante.

Si fermarono davanti ad un negozietto dall’aria trasandata la cui insegna diceva “Olivander: Fabbrica di bacchette di qualità superiore dal 382 a.C.”

Entraronò accompagnati dal suono di un campanello che avvertiva il proprietario della loro presenza.

Non era un posto molto diverso del Ghirigoro, se non per l’unica ma importante differenza, che al posto di libri impilati fino al soffitto, c’erano delle scatole strette e lunghe.

 

Buon pomeriggio un sobbalzò generale colse i tre clienti, all’ingresso di un uomo anziano che doveva essere il signor Olivander Ah, sì, sì, sì. Sì, ero sicuro che l’avrei conosciuto presto. Harry Potter. Ha gli occhi di sua madre. Sembra ieri che è venuta qui a comperare la sua prima bacchetta magica. Lunga dieci pollici e un quarto, sibilante, di salice. Una bella bacchetta per un lavoro d’incanto.

La stravaganza dell’uomo non fece che venir accentuata dall’inquietanto dettaglio, e Kyra ne era certa, che non sbatteva affatto le palpebre, il che rendeva i suoi occhi argentei da brivido, ed anche piuttosto magnetici, a suo parere.

Suo padre, invece, preferì una bacchetta di mogano. Undici pollici. Flessibile. Un po’ più potente e ottima per la trasfigurazione. Bé, ho detto che suo padre l’aveva preferita, ma in realtà è la bacchetta a scegliere il mago, naturalmente.

Il vecchio mago si fece tanto vicino ad Harry, che probabilmente respiravano l’uno l’aria dell’altro.

Mi spiace dire che sono stato io a vendere la bacchetta che ha fatto questo. Sollevò un dito ed appoggiò la punta sulla fronte di Harry, proprio dove alloggiava una cicatrice a forma di saetta, che Kyra non aveva notato fino a quel momento. Tredici pollici e mezzo. Sì. Una bacchetta potente, molto potente, nelle mani sbagliate... Bene, se avessi saputo cosa sarebbe andata a fare per il mondo...

Non terminò la frase, e rinvenne andando ad accogliere Hagrid come se l’avesse visto solo in quel momento. Kyra scivolò verso una parete, osò alzare un braccio per sfiorare una di quelle scatole, ma capì quasi all’istante che non fosse una buona idea, così si trattenne e riportò la sua attenzione ad Harry che stava provando alcune bacchette.

...Agrifoglio e pime di fenice, undici pollici, bella flessibile.

Il ragazzino la prese e sollevò sopra la sua testa, per poi metterla giù con velocità. Una pioggia di scintille rosse e oro uscirono dalla punta della sua bacchetta. Incredibile.

Ora Kyra fremeva dalla voglia di toccarne una, di sapere cosa si provasse. Non ascoltava nemmeno quello che si stavano dicendo, aspettava solo il suo turno con impazienza.

 

Bene, bene, bene. Kyra, venga, con quale mano usa la bacchetta?

 

D’istinto gli porse la sua mano sinistra Sono mancina, signore.

 

Alzi il braccio sinistro, per favore. E così un metro incantato prese a volarle attorno e prendere le misure più assurde. Storse il naso quando le venne vicino al voltò a starnutì, a causa della polvere che già si muoveva nell’aria.

 

Quando il metro tornò al suo posto, il signor Olivander, tornò con una scatolina, e l’aprì davanti a lei

Sì, sì, credo che questa sia adatta a lei. Ebano, crine di unicorno, dieci pollici e trequarti, rigida.

 

La giovane esitò un’istante, improvvisamente intimorita da quel bastoncino. Era come se riuscisse a percepirne la potenza, eppure non riusciva nemmeno ad immaginare di non toccarla.

La prese con cura e se la rigirò fra le dita. Non attese alcuna conferma, il solo tocco le bastava a sapere che era quella la sua bacchetta. Una sensazione di calore alla mano la invase, e quando l’agitò delle scintille argentee ne uscirono con grazia.

Sicuramente il sorriso sul suo volto bastava a renderre una minima idea della felicità che provava in quell’istante. Era come se avesse atteso tutta la vita solo per questo momento, ed ora non voleva più che finisse.

 

Complimenti signorina! Ora però, la rimetta nella sua scatola. Non sa ancora usarla.

 

A malincuore, acconsentì e risistemò la sua bacchetta nel cofanetto, ma con la certezza che era sua, e nessuno avrebbe potuto portargliela via.

 

 

 

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Capitolo 3
*** I° Anno: L'Espresso/ Arrivo ad Hogwarts ***


L'ESPRESSO 

 

La mattina del primo settembre fu una delle più caotiche che Kyra avesse mai vissuto.

Aveva passato l'ultimo mese a selezionare ed impacchettare tutti i suoi averi, che dovevano entrare in un solo baule. L'unica cosa che non riusciva ad infilarci era il suo amatissimo basso elettrico, che però non era nemmeno disposta a lasciare a casa.

 

Insomma, non c'è quello stupido basso sulla lista. Non lo toccherà nessuno, dai. Quando sarai di ritorno, lui sarà esattamente dove l'hai lasciato.

 

La nonna cercava di separare la nipote dallo strumento, che risultava ancora più stressata dalla minaccia evidente della cugina presente nella stanza. La bambina, infatti, stava seduta a terra, stringendo la gamba destra della cugina più grande e strillando a perdifiato.

Questa crisi, ovviamente, nasceva dalla notizia che Hogwarts l'avrebbe tenuta lontana da casa fino a fine giugno successivo. E grazie tante!

Kyra non vedeva l'ora di sperimentare l'indipendenza, soprattutto in un posto tanto diverso dalla sua quotidianità.

 

Okay, okay, lo lascio se chiudi a chiave, qui davanti a me!

 

Osservò la nonna con aria di sfida, ed agitò più volte la gamba per scrollarsi Hillary di dosso.

Giunte a quella conclusione, ed assicuratasi che il suo amico più fedele fosse al sicuro dalle disastrose mani della famiglia, portare il baule fino all'auto fu molto più semplice, anche portando una zavorrina di qualche decina di chili con sé.

Non oltre le sette e trenta furono in marcia verso Londra.

Lo zio Nathaniel, immancabilmente alla guida, la nonna al suo fianco, e sedute dietro, a debita distanza, si trovavano le due cugine. Kyra aveva sistemato la borsa con la divisa (che avrebbe dovuto indossare sul treno) e la sua bacchetta, proprio fra le due come una barriera.

La ragazzina teneva fra le mani un biglietto per un Espresso, che l'avrebbe portata dritta ad Hogwarts, la cui dicitura diceva che sarebbe partito alle undici in punto, dalla stazione di King Cross, binario 9 e ¾.

Con un po' di fortuna sarebbero arrivati in tempo, ma restava un enorme punto di domanda nella testa di Kyra. Come si raggiunge il binario 9 e ¾? Perché ne era certa, nessuna stazione Babbana (era il termine che Hagrid aveva usato per riferirsi a chi non aveva i poteri) possedeva un binario numerato in tal modo.

 

Come potevasi dimostrare, la famiglia Mason parcheggiò fuori dalla stazione di King Cross appena qualche minuto prima delle undici. La velocità con cui Kyra balzò fuori dall'auto e recuperò i suoi effetti fu tale, che i presenti si chiesero se stesse usando una qualche magia, e Kyra si chiede se non fosse effettivamente così dato che giunse fino ai binari 9 e 10 in men che non si dica.

Ma ora? Avrebbe dovuto chiedere informazioni? Si voltò in cerca d'aiuto e vide la nonna qualche passo addietro raggiungerla.

 

Dovrebbe essere qui! esordì, con preoccupazione. Non voleva rimanere a casa ed andare in quella scuola di suore. Non fece in tempo a dire altro che vide dei ragazzi con dei bauli e quelle che sembravano delle scope. Ritardatari! Probabilmente la sua unica salvezza.

Vide chiaramente i giovani studenti prendere la rincorsa ed andare dritti contro lo spargitraffico.

No, un momento.

Loro non c'erano più. Erano spariti. Bisognava attraversare il muro?

Lanciò uno sguardo incerto verso la nonna, che al contrario non sembrava affatto perplessa.

Dai, il treno non starà ad aspettare noi. Muoviamoci

E con questo prese il via, e se anche avesse temuto di ferirsi, non lo diede minimamente a vedere. Così la nipote la imitò, chiuse gli occhi e spinse il suo baule contro il muro.

Sorprendentemente non sentì nulla. Non appena i suoi occhi azzurri si riaprirono, notò una gran folla di genitori e qualche ritardatario che ancora non era salito sul treno dalla locomotiva scarlatta. Gli altri studenti erano tutti affacciati ai finestrini per gli ultimi saluti.

 

Allora, ehm, è il caso che mi muova!

La nonna sistemò meglio la borsa sulla spalla della nipote, appoggiò entrambe le mani alle guance della ragazza e le baciò la fronte.

Sii forte, e non lasciare che quelle persone cambino quello che sei.

Presa alla sprovvista da quel gesto, non volle rovinare il momento con delle domande che l'avrebbero sicuramente allontanata nuovamente. Senza proferire parola, abbracciò la nonna. Non poté far durare troppo a lungo l'abbraccio o avrebbe perso il treno, ma fu abbastanza perché capisse, che nonostante i loro scontri le voleva bene.

 

Far salire il baule sull'Espresso e trovare un posto a sedere fu un'impresa più ardua di quanto avesse immaginato.

Gli studenti di Hogwarts erano tanti e… vivaci, sì, vivaci era sicuramente il termine più adatto. Sembrava amassero far chiasso e soprattutto esibirsi. Non mancavano occasione di tirar fuori le loro bacchette!

In coda al treno trovò uno scompartimento non troppo pieno di ragazzi della sua età, così ci trascinò il baule. È permesso?

Una ragazza dai capelli castani e mossi almeno quanto i suoi (ma decisamente più crespi ed indomabili) stava agitando la sua bacchetta con fare saccente, stava spiegando qualcosa probabilmente. Lei ed il ragazzo accanto, un ragazzino dall'aria sconsolata ricurvo su se stesso, si voltarono nella sua direzione.

 

Ma certo! C'è ancora tanto posto. Questa saltò in piedi tanto in fretta e rigida, che controllò non ci fosse uno spillo sul suo posto, invece stava porgendo la mano a Kyra.

Sono Hermione Granger, comunque.

Il suo atteggiamento divertiva vagamente Kyra che non perse tempo ed afferrò la sua mano con sicurezza Kyra Mason, piacere. Nel dirlo, guardò curiosa il ragazzino là dietro ancora alle prese con la sua disperazione.

Cosa gli è successo? Bisbigliò ad Hermione, che abbassò a sua volta il volume della voce.

Oh, lui è Neville. Ha perso il suo rospo, Oscar. Credo proprio che dovremo cercarlo prima di arrivare ad Hogwarts.

Si avvicinò a lui gli porse la mano Allora dividiamoci, magari lo troveremo più in fretta.

Lo sguardo di Neville si riempì di riconoscenza nei confronti delle due sconosciute e parve acquisire un brandello di sicurezza in più, nel mettere in atto il loro piano.

 

Chiese ripetutamente nei vari scompartimenti di un rospo di nome Oscar che sembrava essere sparito nel nulla, ed iniziò a credere che fosse rimasto a Londra. Forse Neville avrebbe fatto meglio ad accettarne la perdita, si disse mentre entrava nell’ennesimo scompartimento.

 

Un ragazzo di nome Neville ha perso il suo rospo, Oscar. L'avete mica visto?

 

All'interno dello scompartimento si trovavano dei ragazzi più o meno della sua età. Avrebbe giurato di aver sentito delle risate provenire da questo scompartimento, ma nessuno aveva l'aria di aver appena riso, né di essersi divertito. Un'espressione di perenne disgusto li caratterizzava, ma solo una delle tre sembrava autentica. Il più piccolo e mingherlino, nonché l'unico i cui capelli erano tanto biondi da sembrare finti sembrava dare l'esempio, che gli amici seguivano fedelmente (per quanto gli fosse possibile).

 

Un rospo? Chi mai è così stupido da portarsi un inutile rospo?

 

Respira Kyra. È solo un ragazzino maleducato. Non rispondere.

 

Non mi dire, non avevo idea di trovarmi al cospetto di un tale genio. Alzò gli occhi occhi al cielo, seccata.

Evidentemente il ragazzo non apprezzava particolarmente il sarcasmo, perché si alzò ed avanzò verso Kyra.

E tu chi saresti? I suoi occhi si strinsero a fessura e squadrarono Kyra da cima a fondo, che sfotté il ragazzo con un gesto della mano che portò i lunghi capelli dietro alle spalle, con fare altezzoso.

Kyra Mason, suppongo che anche tu sia nuovo. Lo squadrò a sua volta, con la stessa espressione riluttante.

 

Mason… non sei una purosangue, non è vero? Io si, la mia famiglia, i Malfoy, lo è da secoli.

 

Non voleva darlo a vedere, ma con una sola parola era riuscita a metterla in difficoltà. Cos'era un purosangue? Non stava parlando di cavalli, ovviamente. Stava forse parlando della sua discendenza magica?

 

Suppongo di no. Esordì il biondino in risposta al suo silenzio interdetto. Sei una MezzoSangue? O una Babbana dal sanguemarcio? Avanzò verso di lei, sfruttandone la confusione per metterla all'angolo.

 

Che cosa succede qui? Due ragazzi dai capelli rossi assolutamente identici fecero il loro ingresso, e studiarono la situazione. Si sente la tensione dal corridoio.

 

Fatevi gli affari vostri, Weasley! Andiamocene! Tiger! Goyle! Meglio non affiancarsi a certa gente. E con questo scivolarono fuori dal loro scompartimento, probabilmente a prendersela con qualche altro ragazzino.

 

Stai bene? Uno dei gemelli si avvicinò a Kyra con un sorriso preoccupato. Abbiamo sentito cosa ti ha detto.

 

Che cattiveria. Non dargli retta! Sono buoni solo a parlare quelli come lui. Aggiunse il fratello, lanciando uno sguardo rabbioso nella direzione in cui i tre erano spariti.

 

Sto bene. Disse a testa alta. Veramente, non so cosa significhi.

 

Significa solo che hai del sangue di Babbano, ma è un modo di dire piuttosto volgare, se vuoi saperlo. La maggior parte dei maghi evita di usarlo. Comunque io sono George, e questo qui accanto, è mio fratello Fred.

 

Il più bello. Aggiunse, passandosi una mano fra i capelli, fingendosi vanitoso.

 

Gli piacerebbe. Rispose a denti stretti e fece l'occhiolino a Kyra.

 

Trattenne una risata e porse la mano a quello che doveva essere George, e si presentò.

Chiese anche a loro del rospo di Neville, ed ottenne l'ennesima risposta negativa.

 

È meglio se raggiungo gli altri, allora. Grazie di tutto.

Così sparì di nuovo verso il suo scompartimento, dove trovò solo Hermione intenta a cambiarsi. Pensò bene che fosse il caso di fare lo stesso.

 

L'avete trovato? Chiese, sfilando la veste color d'ebano dalla sua borsa.

 

Hermione, che si era sistemata sul sedile, scosse il capo con fare dispiaciuto.

Se vuoi saperlo, non credo che sia sul treno. Qualcuno deve pur averlo visto!

Con una smorfia piuttosto eloquente, lasciò cadere il discorso e terminò di cambiarsi.

 

Calato il sole, gli studenti iniziarono a fremere in vista dell'imminente arrivò ad Hogwarts. Lo scompartimento di Kyra era stato riempito di dolciumi al passaggio della signora col Carrello. Non erano certo i dolciumi a cui era abituata lei, sia chiaro. I maghi avevano una visione tutta loro dei dolci, o di cosa fosse divertente. Se non era incantato per scappare, esplodere o farti qualche brutta sorpresa, non era stato fatto bene. E come dargli torto?

 

Quando il treno si fermò, un annuncio avvertì gli studenti di scendere e lasciare i loro bagagli, così fece Kyra, cercando di non perdersi in quella folla. Riconobbe un cartello sul quale c'era scritto “Stazione di Hogsmeade”, e mentalmente cercò di ricordare quel nome, ma proprio non riusciva a collocarlo su nessuna mappa conosciuta.

 

Primo anno! Primo anno da questa parte! L'inconfondibile voce di Hagrid sovrastò il chiasso dei ragazzi, ed individuarne anche la figura non fu più difficile. Una lunga fila di ragazzini si raduno accanto a lui. Si fece seguire giù per un sentiero stretto e ripido, in cui faticava a vedere dove metteva i piedi tant'era buio.

Fra un attimo:prima vista panoramica di Hogwarts! Ecco, dopo questa curva! Esclamò, a gran voce, e non appena svoltarono, un coro sorpreso emerse dalla piccola folla. Un'enorme castello era davanti a loro, o meglio lo sarebbe stato non appena attraversato un lago nero forse ancora più grande, e salita una specie di montagna.

Più vicino a loro c'erano delle piccole imbarcazioni di legno sprovviste di remi. Secondo le istruzioni di Hagrid salirono non più di quattro per battello, ed al suo segnale si mossero tutte in direzione del castello, fino ad un porto sotterraneo.

Kyra si strinse nel mantello, accusando l'umidità di quel luogo, non appena mise piede sulla terra ferma, chiedendosi quando sarebbero entrati quando Hagrid gridò qualcosa.

Ehi, tu! È tuo questo rospo? Un attimo dopo Neville, per la prima volta davvero sorridente dacché lo conosceva, aveva fra le braccia il suo Oscar, e Kyra doveva ammetterlo, avrebbe giurato di fosse perso. Era felice di essersi sbagliata.

 

ARRIVO AD HOGWARTS

 

Ad accoglierli al castello trovarono una strega vestita di verde, e dai capelli scuri, tanto rigida quanto, probabilmente, severa. Condusse la scolaresca attraverso la Sala d'Ingresso, che non riuscì a mantenere lo stupore, nemmeno stavolta. Alla sua destra, Kyra percepiva un chiacchiericcio diffuso, e notò una porta dall'altezza spropositata (proprio come quella della Sala d'Ingresso, a pensarci). La professoressa, che doveva esser stata chiamata da Hagrid “McGranitt”, li condusse oltre, in una saletta vuota, in cui si ammassarono.

 

Benvenuti ad Hogwarts. Esordì la professoressa. Il banchetto di inizio anno scolastico avrà luogo tra breve, ma prima di prendere posto nella Sala Grande, verrete smistati nelle vostre Case. Lo Smistamento è una cerimonia molto importante, perché per tutto il tempo che passerete qui a Hogwarts, la vostra Casa sarà un po' come la vostra famiglia. Frequenterete le lezioni con i vostri compagni di Casa, dormirete nei dormitori della vostra Casa e passerete il tempo libero nella sala di ritrovo della vostra Casa.

Le quattro Case si chiamano Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Ciascuna ha la sua nobile storia e ciascuna ha sfornato maghi e streghe di prim'ordine. Per il tempo che resterete ad Hogwarts, i trionfi che otterrete faranno vincere punti alla vostra Casa, mentre ogni violazione delle regole gliene farà perdere. Alla fine dell'anno, la Casa che avrà totalizzato più punti verrà premiata con una coppa, il che costituisce un grande onore. Spero che ognuno di voi darà lustro alla Casa cui verrà destinato.

La Cerimonia dello Smistamento inizierà tra pochi minuti, davanti a tutti gli altri studenti. Nell'attesa, vi suggerisco di farvi più belli che potete.

Tornerò non appena saremo pronti per la cerimonia.

Vi prego di attendere in silenzio.

Così, uscì dalla stanza.

Guardandosi intorno, Kyra notò un certo nervosismo in tutti quanti. Quasi nessuno parlava, se non per Hermione che stava bisbigliando cose riguardo agli incantesimi che era capace di fare, e che magari le sarebbero tornati utili. Lo stomaco di Kyra fece una capriola. Lei non si era disturbata ad imparare nessunissimo incantesimo, anzi. Aveva dato per scontato che li avrebbe imparati direttamente ad Hogwarts.

Trattenne l'istinto di dirle di stare zitta, e si limitò ad giocare con i suoi capelli, fino a raccoglierli tutti in una lunga treccia, che non chiuse mai. Rimase a bocca aperta all'ingresso di una flotta di fantasmi bianchi, che attraversavano le pareti e borbottavano riguardo un certo Pix, finché non notarono gli studenti.

All'ingresso della professoressa McGranitt si dileguarono, e gli allievi si misero in fila secondo i suoi ordini. Seguirono la professoressa attraverso la Sala d'Ingresso ed entrarono nella Sala Grande. La cosa che balzava subito all'occhio erano sicuramente le migliaia di candele sospese, senza alcun sussidio, sopra quattro tavoli sui quali sedevano gli studenti. In fondo alla sala, invece, era riposto un tavolo per gli insegnanti, e lì condusse anche gli studenti del primo anno. Kyra notò Harry col naso all'insù e seguì il suo esempio, ammirando all'istante un cielo nero pieno di stelle lucenti.

È per magia che somiglia al cielo di fuori! L'ho letto in Storia di Hogwarts. Bisbigliò Hermione a chiunque fosse a portata d'orecchio.

Nel frattempo uno sgabello venne sistemato proprio davanti a loro ed un vecchio cappello sopra di esso.

Fece un balzo all'indietro quando il cappello si mise a cantare, e così qualcun altro come lei.

Perse l'inizio della storia per lo stupore, ma ascoltò abbastanza da capire che stava illustrando le varie Case, e che il Cappello Parlante (così si era definito) avrebbe smistato tutti gli studenti, una volta indossato. Dovevano solo attendere di essere chiamati.

La professoressa McGranitt seguì l'ordine alfabetico, perciò ci mise un po' ad arrivare a Kyra. Due Tassorosso, due Corvonero, un Grifondoro, un Serpeverde, un altro Tassorosso, altri due Grifondoro, e subito dopo Malfoy, toccò a lei.

Non ebbe il tempo di sistemarsi sullo sgabello, ed indossare il cappello, che proclamò Serpeverde!

Kyra ripensò alla strofa, che il cappello aveva cantato, mentre un boato emerse dal tavolo di Serpeverde e prendeva posto accanto a Millicent Bulstrode.

 

“O forse a serpeverde, ragazzi miei,

Voi troverete gli amici migliori

Quei tipi astuti e affatto babbei

Che qui raggiungono fini ed onori!”

 

Non sembrava essere affatto male come Casa.

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Capitolo 4
*** I° Anno: Adattarsi ***


Le parole della nonna risuonarono nella testa di Kyra per settimane dopo la sua partenza per Hogwarts.

Non credeva che stare tanto lontana da casa, avrebbe potuto avere un tale impatto su di lei.

La scuola dal suo canto era fantastica. E come avrebbe potuto non esserlo? Si trattava di un castello magico, con tanto di fantasmi ed un suo Poltergeist dispettoso!

Il caro e dolce Pix, infatti, amava terribilmente cogliere Kyra di sorpresa con qualche suo scherzo “divertente” (soprattutto se in ritardo per una lezione di Pozioni).

Il professor Piton, infatti, aveva la fama di essere estremamente severo con i suoi studenti, ed anche profondamente ingiusto. Giravano un sacco di voci sul suo conto, dall’amore per le Arti Oscure, ad una certa predisposizione a favorire i Serpeverde, la sua Casata.

Secondo Kyra, erano corrette entrambe. Piton aveva dimostrato fin dalla prima lezione una certa attrazione per il macabro, così come aveva favorito fino all’ovvietà ognuno dei suoi studenti Serpeverde. Con l’eccezione di Kyra, naturalmente. Non che le rendesse la vita più difficile di quanto lo facesse con gli altri, ma percepiva una strana sensazione ogni volta che la guardava direttamente, e non si era mai degnato di rivolgerle un complimento per il suo lavoro.

Tuttavia la sua media era più che accettabile, anzi. Probabilmente era una delle studentesse migliori della sua Casa, il che le attribuiva un particolare moto d’orgoglio che l’aiutava ad andare avanti.

 

La situazione fuori dai banchi di scuola, infatti, non era delle migliori. Poco dopo lo Smistamento, aveva scoperto che l’arrivo di una Nata Babbana fra i Serpeverde era a dir poco inusuale, e come tale non venne accolta di buon grado da tutti. In realtà quasi nessuno le rivolgeva parole gentili.

Ma Kyra non era completamente sola, Hagrid, il custode delle chiavi e dei luoghi ad Hogwarts, viveva in una capanna al limitare della foresta proibita, e l’invitava spesso per bere qualcosa o mangiare alcuni pasticcini (che dopo la prima volta, si assicurò di non addentare più). Aveva incontrato spesso anche Harry, alla capanna, ed il suo amico Ron Weasley. Purtroppo con il rosso, non scorreva esattamente buon sangue, fin dal loro primo incontro qualche giorno dopo l’inizio della scuola.

Kyra, che aveva avuto la sfortuna di imbattersi in un gavettone dei gemelli Weasley ripieno di Pus di Bubotubero mal diluito (le assicurarono che non fosse destinato a lei, ma al capitano della squadra di Quidditch di Serpeverde, Marcus Flitt), si stava dirigendo in infermeria a prendere un antidoto contro quelle piaghe che le ricoprivano la faccia, quando incontrò per la prima volta Ron Weasley, in compagnia di Harry Potter.

Si affrettò a coprirsi con il cappuccio del mantello, nell’istante esatto in cui il rosso si lasciava scappare un commento con tanto di risata, guadagnandosi una gomitata tra le costole dal suo amico. Non lo degnò di una risposta, ma fece ben intendere di averlo sentito, appesantendo il suo passo e sbattendo tutte le porte che incontrava al suo passaggio.

Da quel momento, ogni loro incontro fu segnato da un’occhiata sdegnata da parte della piccola Serpeverde, che non restava in sua presenza per più tempo del necessario.

 

La mattina del 23 ottobre per Kyra aveva un significato importante, e non avrebbe permesso a nessuno di compromettergliela. Si svegliò di buon’ora, assicurandosi di non disturbare nessuna delle sue compagne di stanza.

Mentre infilava il mantello della divisa, le parve di avvertire Daphne Greengrass mugolare qualcosa. Rimase immobile per qualche istante, finché la ragazza non si rigirò, divulgando un leggero russare nell’aria.

Non si aspettava qualcosa di particolare per quel giorno, ma era il suo dodicesimo compleanno, e Kyra non intendeva perdere il suo preziosissimo tempo con qualche testa di legno, così sgattaiolò velocemente su per le scale, e si recò alla Sala Grande, dove l’attendeva una colazione tranquilla.

Il freddo dell’autunno aveva iniziato a farsi sentire, perciò andava in giro con la sciarpa anche all’interno del castello, dove non esisteva alcuna forma di riscaldamento se non il camino. Doveva ammettere che l’elettricità in questi momenti le mancava parecchio, ma una tazza di thé caldo era sufficiente a farla rinsavire. Non esisteva confronto fra quello che poteva fare la magia, ed un po’ di misera elettricità.

Prese posto al tavolo dei Serpeverde, lontana dall’ingresso, dove trovò la tavola già apparecchiata. Si versò del thé già in infusione, e prese una fetta di torta di mele.

Le diede subito all’occhio che la Sala Grande non era poi tanto deserta al mattino presto, anzi. Poteva distinguere diversi gruppi di studenti alle prese con i compiti o con qualche lettera da finire prima dell’arrivo dei gufi.

Gli unici elementi sopra le righe in quel momento, erano due gemelli dai capelli fiammanti che si aggiravano furtivi attorno al tavolo dei Serpeverde, ma con tutta probabilità solo Kyra ci aveva fatto caso.

Quello che riconobbe come Fred le fece segno di fare silenzio e con un ghigno malevolo. Prese un sacchetto che gli porgeva il fratello, e quando il malcapitato (doveva essere del terzo o quarto anno) si distrasse per sbadigliare un’ennesima volta, chiudendo gli occhi ed accasciandosi al tavolo, non perse occasione per versare una polvere strana nel suo calice dorato, e lasciare il luogo del “delitto”, e tornare al loro tavolo come niente fosse. Kyra li raggiunse, incuriosita da quella polverina.

 

Cosa ci avete messo? Bisbigliò, giunta al tavolo dei Grifondoro. Non lo avete avvelenato, immagino, ma cosa succederà?

 

Noi? Non so di che cosa stai parlando! Il tono era dissimulante, ma Fred non faceva alcuno sforzo per nascondere il divertimento anche sul suo volto.

 

Però credo che il tuo amichetto Serpeverde, avrà una giornataccia. Aggiunse George, che sembrava più assonnato del fratello, ma ugualmente divertito.

 

Già, una giornata rumorosa! continuò il primo, scoppiando a ridere, con una mano sullo stomaco. Ne vuoi un po’ anche tu, per caso?

 

Oh no! Automaticamente, fece un passo indietro, ricordando bene gli effetti dei loro scherzi. Meglio non metterseli contro.

 

Non abbiamo dimenticato l’incidente in cui ti abbiamo coinvolta. Vieni qui. George, che aveva recuperato il sacchetto misterioso glielo mostrò da sotto il tavolo. Così Kyra prese posto proprio in mezzo ai gemelli Weasley, che le mostrarono la polverina scura.

 

L’abbiamo presa da Zonko. Spiegò Fred, servendosi con dei biscotti, ben attento a non contaminarli. Polvere Ruttosa. Ne basta pochissima, e vedrai che concertino avremo stamattina.

Sì, così impara a scambiarci gli ingredienti a Pozioni.

 

Scoppiò a ridere immaginandosi quel povero ragazzo, esibirsi in un vero e proprio concerto ruttante.

 

Va bene, non dirò nulla. Ma solo perché incoraggio la creatività, e mi sembra che voi ne abbiate da vendere, e perché non voglio vedervi finire in punizione con Piton.

Fece per alzarsi dal tavolo, ed udirono i primi frutti di quello scherzo. Il ragazzo doveva essersi svegliato, ed aver iniziato la sua colazione, perché ogni volta che apriva bocca per parlare, ne usciva un potente rutto. La Sala Grande scoppiò in una risata generale, che però non era poi così pompata data la scarsità di popolazione che vi era in quella fascia oraria.

Non erano stati poi così cattivi con lui, considerando quella che ormai era una vera e propria guerra fra le due Casate, avvalorata dall’inizio del campionato di Quidditch, a cui mancavano poche settimane ormai.

 

I primi gufi cominciarono ad arrivare ed uno di loro planò proprio su Kyra, che stava abbandonando il tavolo dei Grifondoro, per terminare la sua colazione.

Un pacchetto delle dimensioni di una normale lettera le cadde fra le mani, ed il gufo riprese il volo, probabilmente verso la guferia di Hogwarts. Si rigirò la lettera fra le mani, trovandovi l’indirizzo della nonna. Dovevano essere i suoi auguri.

 

Sanguemarcio, chi ti scrive?! L’inconfondibile tono sdegnoso di Draco Malfoy le rimbombò nelle orecchie, facendole roteare gli occhi in modo evidente.

 

Se desideri ricevere una risposta, è bene chiedere “per favore”. Rispose, scandendo bene ogni parola, così che anche lui potesse comprendere.

 

Eri dai Grifondoro? Così hai capito di aver sbagliato Casa? Te ne vai finalmente, e smetti di disonorarci.

 

Magari fosse tanto semplice.

 

Ma come? Stavamo tanto bene! Ora mi vieni a dire che era tutto finto! Mi sento tradita, piccolo Draco. Lo provocò ulteriormente, ed alzò i tacchi, verso il suo posto al tavolo della sua Casa.

 

Dai qua! Levò la lettera dalle mani della ragazza ed iniziò a leggerne alcuni punti ad alta voce. “Vorremmo fossi qui con noi oggi! Anche Hilary ti augura tanti auguri, ha scritto una canzone per te!” Cos’è? Hai la fidanzatina a casa? TI manca, eh, Sanguemarcio?

 

Dammi qua, Malfoy. Non è roba tua. Sbottò, allungando la mano per riprendersi la lettera, che spostò dalla sua portata allungando il braccio. Draco, difatti, era una decina di centimetri più alto di Kyra, che nemmeno in punta di piedi riusciva a recuperare la sua lettera, fra le risate dei suoi compagni di casa.

A forza di agitare la busta che aveva in mano, cadde qualcosa che era al suo interno. Kyra, che era molto più agile del biondino, si precipitò a terra a recuperare l’oggetto della grandezza di una moneta che era caduto.

Che le avessero regalato del denaro? Non era da loro.

Tastò un po’ a terra, prima di ritrovare un plettro. Anzi, non un plettro qualunque, il suo plettro fortunato. L’aveva lasciato a casa, sul suo comodino, la mattina della partenza per Hogwarts, e probabilmente la nonna aveva pensato che volesse tenerlo con sé. Aveva pensato bene.

 

E quello cos’è? Un pezzo di plastica?

 

Ma Kyra non gli rispose, si rimise in piedi ed andò alla prima lezione della giornata, ignorando completamente Malfoy.

 

E da quel momento tutto iniziò a diventare più semplice per lei, quasi più leggero.

 

Il giorno di Halloween arrivò tanto in fretta che faticò a rendersene conto. L’aria di festa si percepiva fin dal mattino, e seppur avessero le lezioni, quasi nessuno studente aveva davvero la testa presente e vigile quanto gli altri giorni. Inoltre Pix sembrava aver deciso autonomamente che scherzetto fosse l’unica scelta possibile quell’anno.

Per tutta la mattina sentirono parlare di banchi esplosi, studenti rotolati giù dalle scale, perfino Mrs. Purr venne lanciata per i corridoi, provocando ulteriormente il malumore di Gazza.

Quel venerdì, finito con Trasfigurazione, non aveva più alcuna lezione, perciò decise di scendere a salutare Hagrid e portargli alcuni biscotti alla zucca che aveva assaggiato a colazione.

Di solito quando andava da lui, più che parlare, Kyra lo aiutava con i suoi doveri di guardiacaccia. Spesso giocava con Thor, o lo aiutava ad intrecciare crine di unicorno, oppure, le mostrava qualche strana creatura che non era certa dovesse essere ammessa ad Hogwarts.

Al calar del sole, tuttavia, dovette tornare al castello. In vista c’era il banchetto di Halloween, e doveva ammettere di provare una certa curiosità sui festeggiamenti che dei veri maghi applicavano a tale festa.

Si fermò nel primo bagno per potersi lavare le mani dalla terra di cui Thor l’aveva ricoperta, e quando stava per andarsene, udì un singhiozzo.

Rimase in attesa, pensando di essersi sbagliata.

Invece no. Ce ne fu un altro, ed un altro ancora.

Qualcuno stava piangendo.

 

Ehm… Tossicchiò, e bussò alla porta dalla quale provenivano i suoni. C’è qualcuno?

 

No! Va via! Seppur non parlassero da molto, era l’inconfondibile voce di Hermione Granger.

 

Hermione? Che succede? Posso entrare? Chiese, con la mano pronta sulla maniglia, che si abbassò da sola. Una ragazza dai capelli arruffati e gli occhi rossi, la guardava, sfidandola a prenderla in giro.

Che cosa vuoi? Lo so già che non mi sopporta nessuno! Non serve che tu me lo ripeta, inoltre non intendo vergognarmi per i miei risultati accademici, solo perché voi siete troppo pigri per studiare mezzo paragrafo! Ululò in piena crisi isterica, probabilmente senza badare a chi si fosse trovata davanti.

 

Ti hanno detto questo? Afferrò un panno di carta, e lo porse alla ragazza per asciugarsi il viso. Che idioti!

 

Hermione accettò il fazzoletto e ci nascose il volto, in un ennesimo singhiozzo disperato. Hanno ragione, però.

 

Hermione, tu sei brillante, okay? Che importa se loro non lo capiscono? Non sei comunque sola, okay? Ora togliti dalla testa queste sciocchezze, sciacquati il viso, e va al banchetto di Halloween a divertirti, chiaro?

Assunse il tono più risoluto che possedeva, ed ottenne un bel grugnito in risposta.

Un grugnito che chiaramente non poteva provenire da Hermione.

Si voltò lentamente, temendo ciò che avrebbe visto.

Ed eccolo lì un mostro di almeno tre metri, orrendo e grigiastro. D’istinto si portò la mano sulla faccia. L’odore di quell’essere le provocava i conati.

Questo vide le due ragazzine ed emise un altro grugnito, questa volta molto forte. All’unisono le due gridarono a pieni polmoni.

Kyra afferrò il polso di Hermione e la trascinò fuori da quell’abitacolo, correndo verso la porta d’uscita del bagno. Provò ad aprirla più volte ma era bloccata.

 

Bloccata! Hermione, sarebbe proprio il momento di tirare fuori uno di quei tuoi incantesimi!

E nel dire questo, dovettero spostarsi, perché il mostro si stava schiantando proprio contro di loro.

 

S- sono s-stupidi. Proviamo a nasconderci. Balbettò Hermione, sempre più pallida in volto. Questa volta fu lei ad afferrare il polso di Kyra ed a trascinarla in uno dei gabinetti. Entrambe tiravano con forza la porta in un vano tentativo di impedire al mostro di aprirla.

Ci mise solo pochi secondi, infatti a sradicare la porta.

Senza pensarci troppo, si tuffarono entrambe sotto i separé dei bagni, dividendosi. Magari così l’avrebbero confuso.

Qualche miracolo portò Harry Potter e Ron Weasley ad entrare in quel bagno proprio in quel momento.

Hermione spalmata contro la parete, e Kyra nascosta sotto i lavandini, aggrappata alle tubature come unica difesa.

Coraggio o idiozia, portarono Harry a lanciarsi dritto sul mostro per distrarlo, mentre Ron gli sbatteva la clava in testa con un Incantesimo di Levitazione.

Il mostro era a terra, ed in men che non si dica erano circondati da insegnanti che pretendevano spiegazioni.

Assurdo.

Aveva appena rischiato la vita solamente per la sfortuna di trovarsi in quel bagno!

Eppure Hermione si prese tutta la colpa dell’evento, inventò addirittura una bugia nel quale aveva deciso di aggirarsi per i corridoi in cerca del mostro, provocando, ovviamente, lo sgomento di tutti.

Vennero spediti nei loro dormitori, e senza dire alcunché si separarono.

Kyra si mise a letto con uno strano pensiero per la testa.

Possibile che quella sera fosse stata davvero aggredita da un mostro alto tre metri, e che due undicenni possano averlo steso con un Wingardium Leviosa?

A quanto pareva ad Hogwarts era possibile.

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Capitolo 5
*** I° Anno: Nicolas Flamel ***


Non l’avrebbe mai detto, ma l’attacco di un mostro alto tre metri, influì positivamente sulla permanenza di Kyra ad Hogwarts.

Si guadagnò il rispetto di alcuni compagni di Casata, e neanche a dirlo, iniziò a coltivare rapporti anche con altre Case. Era, probabilmente, l’unica Serpeverde della scuola a frequentare con una certa costanza degli studenti da più Case diverse.

Hermione Granger, ad esempio, propose a Kyra un programma di studio assieme in biblioteca, che tuttosommato si rivelò più che necessario con l’imminenza delle vacanze natalizie. Professori come la McGranitt e Piton, infatti, li riempirono di compiti che non avrebbe avuto il tempo di fare una volta tornata a casa.

Inoltre, su suggerimento di Susan Bones, una Tassorosso con cui a quanto pare condivideva la passione per la musica, si unì al coro della scuola.

Per lo più passavano il loro tempo a far suonare gli oggetti più disparati con la magia, dal momento che erano autogestiti quasi sempre. Quando, invece, il professor Vitious si proponeva per condurre il coro, le cose venivano fatte con più ordine.

Faceva comparire dei violini o delle trombe e li incantava perché suonassero da soli, cosa per cui Kyra si distreva sempre.

 

Le vacanze di Natale giunsero presto ed altrettanto in fretta passarono.

Sebbene delle settimane senza magia potessero sembrare un’eternità, Kyra ebbe un sacco da fare a casa.

Parenti da ogni parte del paese erano in arrivo per le feste, come ogni anno, e la casa richiedeva una ripulita da cima a fondo. Nessuno poteva tirarsi indietro in quei giorni di preparativi, nemmeno lo zio Nathaniel.

Ovviamente Kyra non frequentava Hogwarts, ma il collegio cattolico di Belmont, agli occhi della famiglia Mason. Non tutti i suoi parenti, infatti, erano preparati ad una notizia come quella dell’esistenza della magia, e non ci teneva a svegliarli dal loro beato sogno.

La permanenza dei parenti fu la parte più ardua da sopportare, ma nessuno aveva detto che doveva andare proprio tutto liscio. Niente la rendeva insofferente quanto l’essere costretta a comportarsi bene per forza.

Non volle creare troppa confusione, oppure il rientro ad Hogwarts se lo sarebbe sognata, ma fu felice di lasciare che il gatto bevesse dal calice della prozia, senza avvertirla, soprattutto dopo il loro incontro.

 

Kyra, ma sei tu? Come sei cresciuta secca. Dire che mi avevano detto fossi molto bella, mah.

 

Odiosa.

 

Tuttavia il Natale arrivò e così passò.

Tornò ad Hogwarts poco prima di Capodanno, così da riuscire a sistemare con calma le sue cose, senza avere tutti i suoi compagni intorno.

Dei Serpeverde non era rimasto quasi nessuno ad Hogwarts, e si divertì a rilassarsi tutta sola nella Sala Comune.

Gioia, che comunque, non durò a lungo. Il primo gennaio le lezioni ricominciarono, e tutti gli studenti furono di ritorno in tempo.

Fin dalla prima settimana, la biblioteca le risultò essenziale per poter studiare bene, forse troppo influenzata dal tempo passato con la Granger.

Neanche a dirlo un pomeriggio la trovò china sui libri assieme a Ron Weasley ed Harry Potter. Quando la vide, alzò subito la mano per chiamare Kyra da loro.

Non aveva più parlato con i due ragazzi dopo la sera di Halloween, ma sapeva che i tre stavano facendo delle ricerche “personali”, così le aveva definite Hermione.

 

Ancora alle prese con il vostro mistero? Chiese, avvicinatasi al loro tavolo con dei libri fra le braccia.

 

Tu cosa ne sai? Scattò il rosso con un tono più brusco di quello che intendeva usare.

 

Nulla, Ron, le ho solo detto che stiamo facendo alcune ricerche extracurriculari. Sempre delicato. Hermione roteò gli occhi e scosse il capo assumendo un’aria più seria di quella che la situazione richiedesse in realtà.  Io e Kyra studiamo assieme, e le ho accennato qualcosa. Ci si può fidare.

 

E non è che per caso Hagrid ti ha accennato qualcosa riguardo un certo Nicolas Flamel? Harry, che doveva aver ricordato la quantità di tempo che Kyra passava con il guardiacaccia, si chiese se per caso non si fosse lasciato sfuggire qualcosa anche con lei.

 

Nicolas Flamel? Mh, non che io ricordi. È qualcuno di importante?

 

Sarebbe bello saperlo. Sospirò e tornò a sfogliare il libro che aveva sotto il naso.

 

Kyra si sistemò qualche posto più in là e si concentrò sul suo libro di Astronomia, dato che quella notte avrebbe avuto un compito con la professoressa Sinistra.

 

Quel nome, però, Nicolas Flamel, rimase in testa a Kyra per un bel po’ prima che potesse concentrarsi. Aveva l’impressione che fosse importante a giudicare dal modo in cui i tre ragazzi avevano sfogliato libri fino alla chiusura della biblioteca. Non che fosse strano per Hermione, ma gli altri due non erano esattamente dei grandi studiosi, a quanto ne sapeva.

 

Nelle settimane seguenti, tuttavia, ebbe modo di svagarsi non trovando una sola nozione a riguardo, fino ad un buio pomeriggio di pioggia.

Il vento che sbatteva contro le vetrate della classe dava loro una base ideale, non fosse stato per gli spifferi che continuavano ad entrare in quella piccola classe del quinto piano che avevano adoperato al posto della Sala Grande, troppo affollata con quel tempaccio.

 

Facciamo una pausa, dai. Ho qui un po’ di dolci per tutti. Penelope Light, che era la più grande del gruppo, nonché uno dei Prefetti di Corvonero, amava fingere di essere una specie di Capo Squadra, ma le veniva tanto bene di coccolarli, che glielo lasciavano credere volentieri.

Non era raro che arrivasse alle prove con dei doni per tutti. Credeva che così si sarebbero sentiti un gruppo più unito, ed un po’, doveva ammetterlo, stava funzionando.

 

Cinque minuti e poi riprendiamo. Con la bacchetta fece cessare i due cancellini di battere a ritmo sulla lavagna, e su una fila di banchi dispose i dolci che aveva portato da Hogsmeade in una delle visite che gli studenti più grandi potevano fare nel corso dell’anno.

 

Kyra scartò una delle cioccorane, affamata, ed ancora prima che potesse saltare via, le aveva mangiato la testa.

 

Che barba, hai trovato un Silente. Volevo scambiarli, ma ce l’ho già. Borbottò Susan Bones, mentre rimetteva sul banco la figurina che aveva trovato Kyra, un po’ delusa.

 

Effettivamente Kyra ne aveva già trovati un paio di Silente, ma non aveva mai prestato molta attenzione a quello che diceva il retro della figurina. Curiosa, la prese e rigirò per leggerla.

Per poco non si strozzò con la sua cioccorana.

 

“... per i suoi esperimenti di alchimia, insieme al collega Nicolas Flamel.”

 

Eccolo lì, su una figurina per ragazzini!

Lasciò perdere le prove del coro e corse giù fino al terzo piano, in biblioteca, certa che vi avrebbe trovato Harry, Ron o Hermione.

Ma non c’era nessuno dei tre. Però c’era un Grifondoro, Neville Paciock, che se ne stava andando proprio in quel momento.

 

Neville! Lo chiamò a gran voce, per farlo fermare, guadagnandosi un’occhiataccia da Madama Pince, la bibliotecaria.

Scusandosi, corse fuori, dove il ragazzino si era fermato ad aspettarla.

 

Cosa c’è? Cosa vuoi da me? La guardò sospettoso, aspettandosi qualche brutto tiro, probabilmente.

 

Devi dare questo ad Harry Potter. Digli di leggere il retro. È importante. Porse la figurina a Neville, che sembrò pensarci su per un attimo, prima di prenderla.

 

Silente? Chiese incredulo.

 

Per favore, è importante, cred…

 

Paciock! Stavamo cercando proprio te! Draco Malfoy e la sua banda comparve proprio in quel momento, armata di bacchetta, con un ghigno malevolo in volto.

Neville, però, non sembrava proprio cercare lo scontro. Tentò di svincolare via.

 

Dove vai? Abbiamo questo nuovo trucchetto, e ci serve qualcuno su cui provarlo. Continuò, puntando la bacchetta.

 

Piantala Malfoy. Non fai ridere nessuno. Lo rimbeccò Kyra, stufa di quei suoi atteggiamenti da “Sono il capo della tana perché mio padre fa paura a tutti”.

 

Ah no? Locomotor Mortis! E con un gesto circolare attorno alle gambe di Neville, gli provocò una paralisi temporanea alle gambe. Neville, ovviamente, finì subito a terra con un bel tonfo. Tiger e Goyle scoppiarono a ridere come degli ebeti. A me sembra che loro si stiano divertendo. Insistette, puntando la bacchetta anche verso Kyra, che afferrò in fretta la sua e decise di ricambiare il favore a Malfoy, prima che potesse farlo a lei.

 

Locomotor Mortis! gridò a sua volta, verso le gambe di Malfoy, che cadde quasi più in fretta di quanto non avesse fatto Neville. Avevi ragione. È divertente.

 

Diede le spalle a Malfoy ed aiutò Neville a rimettersi in piedi, ma non aveva ancora recuperato l’uso delle gambe e non ne conosceva il contro incantesimo, così lo accompagnò trascinandolo fino alla sua Sala Comune.

 

Grazie. Bisbigliò, quasi vergognandosi, appena raggiunsero il quadro della Signora Grassa, che nascondeva l’ingresso alla Sala dei Grifondoro.

 

Non ci badare. Quello è solo uno sbruffone. Disse, aiutando Neville a mettersi seduto. Ce la fai ad entrare da solo?

 

E dopo un cenno d’assenso da parte del ragazzino, si assicurò che consegnasse la figurina ad Harry, e lo lasciò solo a dire la parola d’ordine al ritratto.

Scese dritta ai sotterranei verso il suo dormitorio, quando si imbatté in un Malfoy nei panni di un bambino ferito e piagnucolante mentre si lamentava con Piton di quello che a detta sua era stato “Un attentato premeditato alla mia vita! Ha cercato di uccidermi!”

Che vittima!

Non appena lo sguardo feroce di Piton incontrò quello di Kyra, ebbe l’impulso irrefrenabile di fare dietrofront e scappare.

 

Inammissibile! Un comportamente inammissibile per una studentessa della mia Casata! Non accetto che si infanghi così il nome di Serpeverde! Stava dicendo, non appena Kyra fu entrata nell’ufficio del professor Piton.

 

Ma professore! Io non… Provò a spiegarsi.

 

Non è forse stata lei, Mason, ad infliggere quell’incantesimo al signor Malfoy?

 

Sì, ma io non…

 

Cosa? Non lo definirebbe un attentato?

 

Bhe, no, io non…

 

Basta giustificazioni! Hai deliberatamente attaccato un tuo compagno! Non è accettabile in questa scuola!

 

Kyra capì di dover star zitta, così chinò il capo ed accettò la sfuriata in silenzio.

Per punizione avrebbe dovuto passare i suoi sabati fino alle vacanze di Pasqua alle calcagne di Gazza, mentre ogni mercoledì e venerdì avrebbe aiutato Hagrid nei suoi compiti. Non era tanto male, anche se il periodo di punizione a suo parere era esageratamente lungo, Kyra sospettava l’avesse fatto per giustificare l’assenza di punti levati alla casa di Serpeverde.

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Capitolo 6
*** I° Anno: Un drago di nome Norberto/ La fine dell'anno ***


Un drago di nome Norberto. 

 

Giunta in aiuto a Kyra per il suo carico di lavoro extra, a causa della punizione di Piton, Hermione aveva preparato dei programmi di ripasso piuttosto specifici, in vista degli esami di fine anno.

In realtà, Kyra riteneva fossero anche troppo specifici, e che non sarebbe mai riuscita a ripassare tutta quella roba, o tanto valeva ripetere direttamente l’anno, ma non avrebbe mai avuto il coraggio di dirlo direttamente in faccia ad Hermione.

Quando si era presentata in biblioteca con quella mole di lavoro, suddivisa per giorno, materia, e paragrafo, Kyra le sorrise e la ringraziò. Dopotutto si era impegnata parecchio per venirle in soccorso, anche se qualcosa le aveva fatto intendere che quello era il suo modo di affrontare tutti gli esami. Non poté che esserle grata.

Anche Neville si era offerto di aiutarla dopo aver scoperto della punizione che attendeva Kyra da lì fino alle vacanze di Pasqua. In un primo momento voleva andare da Piton e spiegargli com’erano andati i fatti, ma riuscirono a convincerlo quasi immediatamente a rinunciare. Se c’era qualcuno che Piton sembrava odiare davvero erano Neville Paciock ed Harry Potter. Personalmente Kyra non credeva fosse il caso che qualcuno dei due provasse a contraddire l’insegnante.

Così si presentò puntuale ad ogni giornata di punizione, finché arrivati all’ultimo giorno prima della sua partenza per le vacanze, si recò da Hagrid.

Venne accolta con il solito guaito di Thor, che le posò le zampone sulle spalle, quasi stendendola.

 

Sì, ciao bello, come va oggi? Gli strofinò la mano sulla testa, in modo affettuoso. Con un fischio di Hagrid il canide filò dal padrone, lasciando libera Kyra. Buonasera Hagrid, cos’hai per me oggi?

 

Io… Non è che ho proprio qualcosa, sai? Sistemò goffamente una coperta su una scatola. Magari potresti tornartene a scuola questa sera. Che ne dici? Non sei stanca?

 

Ma è il mio ultimo giorno, Hagrid! Protestò con aria delusa. In realtà a Kyra piaceva un sacco stare in giro con il guardiacaccia a curarsi delle creature che trovava nella foresta. Inizialmente ne fu piuttosto intimorita, ma una volta fatta l’abitudine divennero quasi tenere. Sempre che non cercassero di strapparti un braccio, ovvio, ma le capitò soltanto una volta.

 

Non è che sei un po’ troppo triste di finire? Mica ti sei divertita a stare in punizione? C’avrebbe giurato, Hagrid stava sorridendo sotto quel barbone.

 

Bhe… Non è che a pulire il castello ci fosse molto da divertirsi, soprattutto con le ramanzine di Gazza. Effettivamente i suoi sabati fino a quel giorno furono piuttosto faticosi, a pulire senza magia tutto il castello, ma la cosa più difficile da sopportare fu proprio il custode Gazza. Non faceva che urlare contro Pix e gli studenti, e se per caso ne prendeva uno non smetteva di gongolare fino a sera. Certo, una volta, prese in flagrante i gemelli Weasley ed il loro amico Lee Jordan nel corridoio del terzo piano, interdetto agli studenti di Hogwarts, con tanto di Caccabombe alla mano. Inutile dire che finirono ai lavori forzati insieme a Kyra, ma più che a lavorare, passarono la giornata a far impazzire il povero custode. Kyra non ricordava di aver mai riso tanto.

Ma stare qui con te è tutta un’altra storia! Dai, facciamo qualcosa anche stasera. Non hai proprio nessuno di cui occuparti?

 

Hagrid scosse il capo ancora più divertito e disse: Basta che mi dici che hai imparato la lezione.

Poi si guardò intorno e le fece segno di avvicinarsi. Una cosa ce l’ho, ma non devi dirlo a nessuno, se te lo mostro, va bene?

 

Kyra, che era ancora più incuriosita di prima, si avvicinò quatta quatta, seguendo Hagrid nella stanza. Prese la coperta che aveva sistemato poco prima e la sistemò sul suo letto lasciando libero alla vista un uovo decisamente più grande della norma. Nemmeno uno struzzo ne avrebbe deposto uno tale, completamente nero.

 

Ma che cosa…?

 

Uovo di drago, ma non so ancora bene come devo fare. Ce l’ho da poche ore, sai? Tu però devi tenertelo per te. Non è che si possa proprio… Si, insomma, non dovrei averne uno.

 

La mandibola di Kyra era a terra dallo stupore. Un uovo. Un uovo di drago.

Come aveva fatto Hagrid a procurarsene uno? Anche se la domanda che aleggiava davvero nella mente di Kyra era: Esistono i draghi?! Dove si nascondono? Perché non ne aveva mai visto uno?

Con uno slancio Kyra si chinò per osservare meglio l’uovo.

 

Ma è bellissimo! Esclamò, notando i dettagli dei motivi sul guscio. Ma, Hagrid, come farai con un drago? Cioè, se tu non puoi averlo, come pensi di fare a nasconderlo? Stiamo pur sempre parlando di un drago!

 

Tu non preoccuparti di questo. Piuttosto, aiutami a tenerlo al caldo. Quando sei arrivata stavo proprio per sistemarlo vicino al camino, ma penso che il calore non basti. Dovrei mettercelo nel fuoco.

 

Riluttante a lasciar cadere l’argomento, decise comunque di aiutare Hagrid a sistemare l’uovo nel camino. Pensò che avrebbe avuto altri momenti per trovare una soluzione una volta tornata dalle vacanze, e poi non le sarebbe più capitata l’occasione di curare un uovo di drago.

 

Quando tornò dalle vacanze, comunque, non dovette preoccuparsi da sola del problema drago, perché scoprì già il primo giorno che anche Hermione, Harry e Ron erano al corrente del nuovo ospite nella capanna di Hagrid, quando si incontrarono per studiare. Ormai più che altro chiacchieravano mentre Hermione studiava e Kyra cercava di assimilare ciò che la prima leggeva, soprattutto in vista delle belle giornate, rimanere concentrata in biblioteca era diventato impossibile.

Anche le prove per il coro ormai le facevano sempre nel parco, se non pioveva. Le temperature miti ed una leggera brezza primaverile erano l’ambientazione perfetta per loro.

Tutti i suoi impegni comunque, non le impedirono di andare a trovare Hagrid con regolarità.

Quando scoprì che l’uovo di stava per schiudere corse alla capanna, appena ebbe un attimo libero, a pranzo.

Quando riuscì ad andare a vederlo, tuttavia, il cucciolo era già fuori dal guscio. Tutto nero ed esile, si divertiva a sbuffare scintille a destra ed a sinistra. Certo, finché era così piccolo non era un problema, ma una volta cresciuto si sarebbe divertito a dar fuoco a quella casa. Tutti quei pensieri, però, scomparirono nell’istante in cui le saltò fra le mani. Non era decisamente il tipo di animale a cui si potevano fare le coccole abbracciati sul divano, ma qualcosa nel modo in cui ne parlava Hagrid, lo rendeva tenero anche ai suoi occhi. Non se ne separò quasi più e passò ogni momento libero con Hagrid, a cercare di allevare il piccolo, nel modo meno pericoloso possibile. Il che lo rendeva, comunque, ancora molto pericoloso.

Un pomeriggio, quando Kyra era intenta a versare il thé, all’arrivo di Harry, Ron ed Hermione, il  Dorsorugoso di Norvegia (questa era la sua specie) che ormai era cresciuto di almeno quattro stazze, decise di farsi scappare una “fiammata” proprio dove si trovavano i suoi capelli. Per fortuna, Harry ebbe il buon senso di afferrare Kyra per il braccio e spostarla appena un istante prima.

I tre ragazzi, comunque, venivano tanto spesso alla capanna, soprattutto per convincere Hagrid a sbarazzarsi del drago, che per quanto le costasse ammetterlo, era l’unica via possibile. Dopo aver saputo che anche Malfoy ne era a conoscenza, però, divenne sempre più attiva nell’aiutarli a convincere il guardiacaccia.

 

Assurdo! Com’è possibile che non esista nessuna riserva, nessuno zoo, nessuno a cui si possa affidare il drago, che se ne prenda cura! Aveva protestato Kyra, quando Hagrid aveva ribadito loro che non aveva intenzione di lasciarlo in mezzo alla strada, perché non sarebbe sopravvissuto. Effettivamente, aveva ragione. Il drago ancora non sapeva volare, figuriamoci andare a caccia, o difendersi dai predatori, per quanto fosse diventato aggressivo “Norberto” (il suo nuovo nome) non era assolutamente in grado di cavarsela da solo.

Quello che disse doveva aver un significato per Harry, perché scattò verso l’amico dai capelli rossi, che a quanto pareva, e Kyra capì solo dopo averli riempiti di domande, Ron aveva un fratello più grande Charlie, che si occupava proprio di draghi.

 

Tu hai sempre avuto un fratello che poteva occuparsi di Norberto e non hai pensato di chiedere aiuto a lui, prima di adesso? Guardò il rosso quasi scioccata. Come aveva fatto a non arrivarci? Ma si guadagnò solo un’occhiataccia che tutti nella casa ignorarono, e così continuarono il discorso. Ron avrebbe scritto a suo fratello, nella speranza di riuscir ad organizzare il trasporto di un drago fuori dal paese, senza autorizzazione.

Questa volta Hagrid rischiava parecchio.

 

Ci vollero altre due settimane prima che riuscissero ad organizzar qualcosa, e nel frattempo Malfoy si divertiva a gongolare e mandare frecciatine, per le quali Kyra avrebbe tanto voluto lanciargli qualche altro incantesimo, ma non osava sfidare il professor Piton, soprattutto alla luce di quello che Hermione ed Harry, seppur contro il parere di Ron, le avevano raccontato su una cosìdetta Pietra Filosofale che era custodita nella scuola e che Piton avrebbe voluto rubare. Sembrava a dir poco fantascientifico come scenario, ma se addirittura Hermione sosteneva quella tesi, Kyra decise di fidarsi, in fondo li aveva visti lei stessa fare ricerche a tutte le ore per chiarire quel mistero.

 

Kyra salutò Norberto il giorno prima della sua partenza. Era già abbastanza rischioso far scappare un drago senza aggiungere la presenza di più persone del necessario. Consolò Hagrid e gli assicurò che Norberto sarebbe stato bene, di non preoccuparsi, e che presto avrebbe avuto sue notizie da Charlie. Non se la sentiva proprio di lasciarlo da solo, ma giunse il tramonto e Kyra era in ritardo per il coprifuoco.

A malincuore dovette salutare Hagrid, e corse su fino al castello dove, neanche a dirlo, trovò proprio Percy Weasley in pattugliamento.

Kyra aveva sentito parlare di lui dai fratelli Weasley, ma per fortuna non aveva mai avuto modo di imbattercisi. Sembrava che quell’anno fosse diventato Prefetto, ruolo che gli pompò enormemente l’ego. Non vedeva l’ora di far valere i “poteri”, dati dalla sua posizione.

 

Ehi, tu! Tu del primo anno! Ferma! Cosa pensi di fare per i corridoi a quest’ora? Alzò il dito per indicarla, mentre spingeva all’infuori il petto come un uccello.

 

Ho solo perso la cognizione del tempo. Sto tornando al dormitorio. Sfoderò il suo miglior sorriso, e si fermò subito alle sue parole con sguardo innocente. Non vorrai mica punirmi per questo?

 

Vide negli occhi di Percy la tentazione di lasciarla andare, ma fu solo una fugace apparizione, che ben presto venne schiacciata da un’espressione di rimprovero. Mi dispiace, ma sono costretto a punirti! Meno cinque punti a Serpeverde e sarà meglio che tu corra dritta alla tua Sala Comune!

 

Con uno gran sbuffo di disapprovazione Kyra ricominciò a camminare, borbottando epiteti non molto gentili verso il Prefetto ancora a portata d’orecchio.

 

La fine dell'anno. 

 

Gli esami arrivarono e così passarono. Alla fine del test di Storia della Magia, Kyra ed Hannah Abbott, come molti altri studenti, decisero di passare il resto della giornata all'aperto, in riva al lago.

 

Non riesco proprio a credere che sia finita. Cominciò la giovane Tassorosso, che fino a poche ore prima tremava dalla preoccupazione.

 

Ora Kyra stava seduta a gambe incrociate, con il mantello steso sull'erba come un telo da mare, ed il volto portato verso il cielo, godendosi i raggi del sole sulla pelle. Oserei dire, per fortuna.  Non avrei sopportato di sprecare un'altra giornata come questa a studiare. Così chiuse gli occhi e lasciò che i suoi capelli le cadessero dietro alle spalle, sfiorando il terreno.

Proprio in quel momento tre ragazzi si fermarono davanti a loro, creando una zona d'ombra. Sbuffò leggermente, ed aprì un occhio. Erano i gemelli Weasley in compagnia del loro fedele amico Lee Jordan.

 

Buongiorno ragazze! Come sono andati gli esami? Lo chiese Fred, che seguito dagli altri due, espose uno dei suoi migliori sorrisi.

Hannah, che era sempre in buona fede, ricambiò il sorriso dei ragazzi, piacevolmente sorpresa dalla loro visita.

 

Che cosa vi serve? Al contrario, Kyra era sospettosa.

 

Oh nulla! Esclamò George, mantenendo un sorriso impeccabile. Abbiamo rubato un po' di cibo nelle cucine, sapete, ed in onore della fine degli esami, ne condividiamo un po' con tutti i compagni.

 

Dolcetto? Lee porse un cestino pieno di pasticcini di tutti i tipi alle due, ed Hannah accettò tanto in fretta che Kyra non fece in tempo a metterla in guardia.

 

No! Non mangiarl…

 

Troppo tardi. Hannah aveva addentato il suo muffin da appena qualche istante ed aveva già cominciato a singhiozzare.

Ora che ci faceva caso, notò che molti ragazzi nel parco accusavano gli stessi sintomi della compagna.

 

Dolci Singhiozzini, sicura di non voler favorire? Lee insistette, la mano tesa verso Kyra, che ormai rideva dell'amica in preda ai singhiozzi, così come gli altri.

 

No grazie, non amo particolarmente i loro effetti collaterali, ma prego, siete liberi di mangiare anche il mio.

 

Sì, potete… sigh… prendere anche… anche questo. Hannah ripose il suo dolce nel mezzo mangiato nel cestino.

Un… sigh… un calamaro! Gridò, indicando qualcosa che si muoveva nel lago prima di scattare in piedi. Kyra le corse appresso, curiosa di vedere di cosa si trattasse.

Effettivamente un calamaro piuttosto piccolino (per quelli che frequentavano il lago di Hogwarts, s'intende) se ne stava nell'acqua, muovendo i tentacoli e schizzando tutto intorno a sé. Era raro riuscire ad avvistarne, perché di solito non si aggiravano in acque tanto basse come quelle della riva.

Anche i gemelli ed il loro amico corsero a vedere l'animale sguazzare nell'acqua.

 

Hey Fred, che ne dici, i calamari soffrono il solletico? Il rosso diede una gomitata complice al fratello.

 

Non lo so George, dovremmo provare per scoprirlo. E così avanzarono nelle acque basse del lago.

Kyra non era certa che il calamaro se ne sarebbe stato buono e senza reagire ai loro scherzi,  ma dovettero pensarlo anche loro perchè si armarono subito di bacchetta.

 

E sentiamo, come pensate di fare a fargli il solletico? Guardò scettica, prima loro e poi l'animale.

 

Come dovremmo fare? Con le dita! Risposero ovvi.

Semplice, ed a quanto pareva anche molto efficace, dal momento che i tentacoli che i ragazzi solleticavano, fecero degli scatti in aria, e quando ricaddero in acqua crearono delle onde che travolsero chiunque si trovasse nell'arco di dieci metri da loro.

Kyra, che ormai era fradicia dalla testa ai piedi, scoppiò a ridere e, reggendosi a vicenda per non cadere a causa delle alghe fitte, lei ed Hannah, si avvicinarono di più alla bestia.

 

Riuscirono a stare in acqua a giocare per un bel po’ di tempo, finché Hagrid, che passava di là, non notò il calamaro e richiamò sulla riva tutti quanti. Certo, fare le ramanzine non erano parte del suo ruolo, ma per un istante riuscì a sembrare “minaccioso”.

A quel punto decisero di ritornare ognuno nella propria Sala Comune, più veloci della luce, prima che Gazza potesse beccarli grondanti nei corridoi.

 

Al risveglio tutta la scuola borbottava la storia di Harry Potter e le sue avventure notturne contro improbabili mostri nascosti nella scuola, ed ogni volta che la sentiva, la versione dei fatti cambiava.

Harry d'altra parte non si fece vivo a colazione, nè a pranzo, cosa che fece sospettare a Kyra che un fondo di verità in quelle storie ci fosse. Malfoy andava in giro raccontando di come Potter fosse stato beccato da Gazza e rispedito dritto dai suoi zii Babbani, per non tornare mai più. Versione che venne subito smentita da Hermione, quando la incrociò sulla strada che l'avrebbe portata in infermeria. Infatti, stava proprio andando a trovare Harry.

Appena dopo cena ebbe modo di scoprire cosa fosse successo veramente, o almeno una parte della storia, composta da chiavi volanti, scacchi giganti ed indovinelli con delle pozioni quasi tutte letali.

Nei giorni seguenti, comunque, la casa di Serpeverde dimenticò la faccenda, troppo impegnata a festeggiare la vittoria della Coppa delle Case che oramai ritenevano vinta.

Al banchetto di fine anno la Sala Grande era agghindata con i colori dei Serpeverde, ed il suo stendardo aleggiava dietro al tavolo dei professori, facendo nascere un moto d'orgoglio in Kyra, mentre prendeva posto. Non aveva mai visto tanti sorrisi a quel tavolo, ne era certa. Tutti ridevano e giocavano tra di loro, alzando i calici ed intonando canti, che si interruppero solo quando il professor Silente si alzò per il suo discorso.

Ovviamente quasi nessuno dei Serpeverde seguiva davvero, attendevano tutti il momento in cui avrebbe reso ufficiale la vittoria consegnando la Coppa delle Case.

E sembrò tutto andare per il verso giusto, finché non decise di assegnare dei punti dell'ultimo minuto.

 

Al signor Ronald Weasley per la miglior partita a scacchi che si sia vista ad Hogwarts da molti anni a questa parte, attribuisco al Grifondoro cinquanta punti.

 

Okay,  erano ancora in vantaggio di centodieci punti.

 

Secondo, alla signorina Granger per aver usato freddamente la sua logica davanti al fuoco, attribuisco al dormitorio di Grifondoro cinquanta punti.

 

Bene, erano sotto di sessanta, se Silente avesse fatto quello che Kyra temeva, e cioè aggiungere altri cinquanta punti anche ad Harry, i Serpeverde avrebbero comunque vinto con dieci punti di vantaggio.

 

Terzo,  al signor Potter per il suo sangue freddo e l'eccezionale coraggio, attribuisco al Grifondoro altri sessanta punti!

 

La tavola dei Serpeverde si ammutolì.

Pareggio.

Ma Silente non aveva ancora finito.

 

Esistono molti tipi di coraggio. Affrontare i nemici richiede notevole ardimento. Ma altrettanto ne occorre per affrontare gli amici.  E pertanto… attribuisco dieci punti al signor Neville Paciock.

 

Un boato invase la Sala Grande, i Grifondoro stavano festeggiando. Nell'arco di pochi minuti avevano scalato la classifica e da ultimi si classificarono primi.

Dapprima i Serpeverde rimasero quasi folgorati, immobili, per poi lasciare spazio alla rabbia ed alla frustrazione.

Non era una buona serata per i Serpeverde.

 

Il giorno seguente i bagagli erano stati fatti e puntualmente tutti gli studenti presero l'Espresso di Hogwarts. Con un moto di nostalgia, Kyra si guardò addietro e salutò i campi verdi che non avrebbe rivisto fino a settembre, ed un po' le sarebbero mancati.

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Capitolo 7
*** I Dursley ***


Piccola peste! Torna subito qui!

 

Per l'ennesima volta in pochi giorni Kyra stava inseguendo la sua cuginetta Hilary su e giù per le scale. Ancora una volta la bambina si era intrufolata nella sua stanza, e come sua abitudine da qualche settimana a questa parte, aveva la tendenza a rubare il materiale scolastico di Kyra.

Ora, infatti, scorrazzava per la casa con la bacchetta stretta fra le mani. Non c'era pericolo che Hilary potesse utilizzarla, a meno di non essere una strega, ma conoscendola, le avrebbe fatto fare una fine orribile.

 

Ridammela! Subito! Non è un gioco!

 

Dopo aver corso intorno al bancone della cucina, rischiando entrambe di scivolare più di una volta, Kyra riuscì ad afferrare la cugina, che non accettando la sconfitta prese a dimenarsi e lamentarsi. Le tolse la bacchetta di mano, togliendola dalla sua portata.

 

No, no, lasciala! Piagnucolò la più piccola, liberandosi dalla prese della ragazza, per poi incrociare le braccia. Le rivolse uno sguardo imbronciato nel quale i suoi occhi verdi sgargianti Kyra poteva riflettersi.

Quell'estate Kyra era cresciuta molto e, come tutti continuavano a ripeterle, diventava sempre più bella con i suoi lunghi ed ondulati capelli neri in contrasto con la pelle candida, ed i suoi grandi occhi azzurri. Ma la sua attenzione era stata catturata dalla cugina, che solo ora lo notava, assomigliava sempre più alla madre di Kyra.

Quando quell'estate era stata a trovarla, aveva trovato la madre più serena del solito, le aveva accarezzato i capelli ed avevano giocato a carte per tutta la visita, mentre la nonna le raccontava come andavano le cose.

Ovviamente non le avevano detto nulla di Hogwarts, non nello specifico, almeno. Kyra aveva accennato qualcosa di vago sul castello nel quale studiava, ma non era un discorso che la madre sembrava gradire. Iniziava ad innervosirsi ogni volta che Kyra provava a raccontarle qualcosa riguardante il suo mondo, ma nei confronti della figlia era più affettuosa di quanto non lo fosse mai stata negli ultimi anni. Sembrava davvero che stesse avendo un miglioramento. Aveva sentito un medico parlare con la nonna e spiegarle che se avesse continuato a prendere le medicine ed avesse continuato così, in pochi mesi la donna avrebbe potuto venir dimessa. Il cuore di Kyra perse un battito. Avrebbe riavuto sua madre, dopo così tanto tempo, se tutto fosse andato per il meglio.

Arrivata a casa decise di impegnarsi a comportarsi bene, per abituarsi al clima che avrebbe dovuto mantenere per casa dal momento in cui la donna sarebbe tornata. Impegno, che naturalmente, lasciò perdere non appena la cugina fece capolino alla porta della sua stanza. Ogni volta che quelle due erano assieme, nella casa regnava il caos. Solo la presenza dello zio, a volte, riusciva a calmarle. L'uomo, difatti, non assomigliava per nulla alla madre di Kyra.

Nathaniel e Samantha in comune avevano solo i capelli d'oro e gli occhi smeraldo.

Lei doveva essere una vera sognatrice, quando era giovane. Non parlavano quasi mai a Kyra di come fosse la madre prima di stare male, ma qualche volta era riuscita ad entrare nella vecchia stanza della donna, che sembrava essere rimasta intatta negli anni.

C'erano fotografie appese alle pareti di una giovane ragazza sempre sorridente, accerchiata da famiglia ed amici. Anche lei doveva avere il dono per le arti, perché immagini di concerti, quadri dipinti da lei e vari strumenti strani riempivano la sua stanza.

Il primo basso che Kyra avesse mai visto, si trovava ancora in quella stanza, ma la nonna aveva ritenuto che non fosse abbastanza matura da custodire quello della madre. Aveva permesso, però, che suonasse il pianoforte in una sala al pianoterra dove anche la madre si esercitava da piccola. Un piccolo gesto che fece sentire la ragazzina estremamente orgogliosa.

Lo zio Nathaniel, invece, era molto meno rilassato della sorella. In più di un'occasione parve biasimare la donna per aver avuto Kyra in età troppo giovane, senza pensare nemmeno a cosa ne sarebbe stato della figlia se le fosse successo qualcosa.

Lui si era diplomato ed era andato al college, dove incontrò la moglie. Una volta terminati gli studi, prese posto nella ditta di costruzioni della famiglia Mason, e ne prese il comando alla morte del padre. Dopo di che, cinque anni addietro, aveva avuto la piccola Hilary. Una vita del tutto ordinaria che, secondo Kyra, gli andava stretta.

In più di un'occasione lo aveva sorpreso a fissare una foto della sorella, ma la sua espressione variava dal disprezzo alla malinconia, e non appena si accorgeva della presenza della nipote,  assumeva uno sguardo che facilmente poteva appartenere al professor Piton. In momenti come quelli, la scelta migliore era filarsela prima che potesse metterla in qualche castigo senza che avesse ancora fatto nulla.

 

Fa… fammici gio… giocareee… Hilary piangeva tanto forte ora che i singhiozzi a stento le permettevano di respirare. Si era tinta completamente di rosso e sbatteva i piedi con forza per riavere la bacchetta magica di Kyra.

 

No! Non è un giocattolo. Non puoi averla! E detto ciò mise la bacchetta al sicuro nella tasca posteriore dei suoi pantaloni, coperta con cura dalla maglietta. Se la smetti di piangere puoi avere un gelato.

 

La proposta dovette sembrare allettante, perché smise di gridare per un istante e prese a respirare di nuovo normalmente. Lo voglio grande così. Ed allungò le braccia più che poté.

 

Va bene, non appena zio Nathaniel se ne va, avrai il tuo gelato. Sussurrò alla bambina per non farsi sentire da nessuno che fosse in arrivo nella cucina. La piccola annuì con sguardo complice, e si mise a sedere al tavolo della cucina, con tutta la tranquillità del mondo.

Gli zii, infatti, avevano portato la bambina dalla nonna solo per la cena, in quanto loro dovevano andare a cena da un fornitore che viveva non molto distante da lì.

Di lì a poco a casa rimasero solo le due cugine e la nonna, che avrebbero cenato presto per poi andare a giocare in salotto.

La nonna mise un film alla televisione, mentre la giovane strega pettinava i capelli della bambina per rilassarla e poter andare finalmente di sopra a finire i compiti.

E sì, lo aveva pensato veramente, non vedeva l'ora di fare i compiti da quando era tornata a casa. La distanza dal mondo magico e la sua impossibilità di fare magie fuori dalla scuola, in quanto minorenne, alimentavano una nostalgia che colmava solo leggendo libri le cui illustrazioni erano in grado di muoversi, o scrivendo riassunti sulle guerre dei Goblin.

 

Che gran manica di maleducati quelli lì! L'inconfondibile voce del signor Mason tuonò in tutto l'ingresso arrivando fino al salotto. Se pensano che firmerò anche solo mezzo contratto con loro, si sbagliano di grosso!

Al ché la madre di Hilary fece il suo ingresso nel salone, tremante e ricoperta di torta,  seguita da un marito furioso. E quello stupido scherzo con il gufo? Quale persona normale permette che degli stupidi gufi entrino in casa sua?

 

Quelli come me. Disse tranquilla Kyra, ed appoggiò la spazzola sul divano sulla quale era seduta.

 

Non dire sciocchezze. Non hai mai visto quella famiglia. Sono il ritratto dell'ordinario. Figurati se sono come te. Alzò gli occhi al cielo, e prese in braccio la figlia che gli era corsa incontro. Davvero, davvero di cattivo gusto. Continuò a borbottare scuotendo il capo.

 

Ma se sono tanto ordinari… insisté Kyra …  perché mai dovrebbero voler fare uno scherzo così infantile? Guardati intorno. Diresti che in questa casa vive una strega? Eppure sono qui. Magari hanno solo ricevuto una lettera.

 

Lo zio fissò intensamente la nipote, valutandone le parole e cercandone una falla. Non era incline ad ascoltare le sue considerazioni, ma qualcosa aveva catturato la sua attenzione, probabilmente. Come sai della lettera?

 

Io non so di nessuna lettera, ma so che i gufi le consegnano. Precisò subito Kyra, ma aveva già perso l'attenzione dello zio che scuoteva il capo e blaterava ...Ragazzo disturbato, dice… ci ha lanciato una torta… quello stupido gufo… e tutto quel chiasso!... Ah che io sia dannato se deciderò mai di stringere altri affari con quel Dursley!

 

Dursley.

Quel nome era estremamente familiare a Kyra. Era certa di averlo già sentito da qualche parte, forse a scuola.

 

Ehm… zio Nathaniel? Per caso i signori Dursley avevano un nipote? Circa dodici anni, capelli ricci, occhi verdi, una cicatrice a forma di saetta sulla fronte?

 

Lo zio la fulminò con lo sguardo. Aveva fatto centro. Erano stati a casa di Harry Potter.

Kyra sapeva che vivevano vicini, ma non aveva idea che fossero così tanto vicini.

 

Hanno detto che è disturbato. Lo conosci?

 

È un mio compagno di scuola, e mentono. Credo che abbiano problemi con le stranezze o cose del genere. Harry non ne parla molto, ma quando li nomina sembrano surreali.

 

Il sopracciglia destro dello zio fece un balzo verso l'alto. Surreale era una parola che usata da una strega suonava decisamente poco credibile agli occhi di un Babbano. Eppure dopo quelle parole, qualcosa nella testa dello zio stava iniziando a prendere forma. Magari avrebbe concluso comunque l'affare con i Dursley,  ed Harry si sarebbe risparmiato una punizione.

 

Nel giro di pochi giorni Kyra ebbe la conferma che Harry era stato punito. Tutto il vicinato lamentava di una famiglia che aveva montato delle sbarre alla finestra di un ragazzino pericoloso da cui tutti erano stati messi in guardia. Ovviamente questa cosa era nociva all'estetica di tutto il quartiere e ne minava il valore. Non che fosse un problema per i Mason che possedevano la proprietà più costosa della contea, per quanto ne sapeva Kyra, eppure le voci erano arrivate fin da lei.

Kyra la trovava una punizione profondamente ingiusta, e per quel che aveva capito di Harry nel corso dell'anno appena passato, non capiva proprio che cosa potesse aver spinto il ragazzo a comportarsi in quel modo. Una cosa l'aveva imparata però. Harry Potter aveva l'abitudine di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, e fino a prova contraria considerava il piccolo Grifondoro occhialuto innocente.

Aveva tentato in più di un'occasione di convincere lo zio a parlare con il signor Dursley, ma ogni volta che lo si nominava diventava tutto paonazzo ed iniziava a bofonchiare cose riguardo a gufi e torte alla panna.

Quando finalmente acconsentì, e per niente di voglia, a dare allo zio di Harry una seconda possibilità, venne fuori che si trattava di uno sforzo totalmente inutile, in quanto pareva che il ragazzino non fosse più a casa loro.

 

È dovuto tornare presto in istituto, per i suoi problemi. Questa fu la risposta datagli quando chiese del nipote. Per un attimo la sfiorò il pensiero che lo avessero ucciso, ma non aveva senso. Se fossero stati degli assassini si sarebbero liberati del bambino non appena arrivato a casa loro.

Era più probabile che fosse scappato o che qualcuno ad Hogwarts fosse venuto a conoscenza delle sbarre alle finestre e fosse venuto a salvarlo.

Comunque dopo alcune esitazioni iniziali il signor Mason acconsentì a firmare un ordine altissimo di trapani per la sua impresa ad un prezzo stracciato, dati gli esiti disastrosi della loro ultima cena, e per festeggiare li invitò tutti a cena a casa della madre. Si giustifica dicendo che era più vicina a loro, ma ormai Kyra lo conosceva abbastanza bene per sapere che intendeva solo sbattere loro in faccia la reggia che possedevano, al contrario della “misera” villetta in cui abitava con la moglie e la figlia.

Qui infatti, erano esposti anche gli svariati trofei sportivi che aveva vinto in gioventù, per non parlare di tutti i suoi risultati accademici di cui andava tanto fiero.

Tuttavia nessuno in casa prese la cosa con particolare importanza, in quanto erano abituati ad ospitare le varie cene o feste che organizzavano regolarmente. Normalmente Kyra non partecipava, preferiva starsene di sopra con il suo Walkman, ma quella sera in particolare, era curiosa di vedere cosa ne sarebbe venuto fuori.

Nei giorni precedenti, infatti, aveva riconosciuto la civetta di Harry, Edwige, volare bassa in quella zona e decise di consegnarle una lettera in cui gli chiedeva se stesse bene e cosa fosse successo quella sera, inoltre gli spiegava che i coniugi Mason erano i suoi zii, e per questo era venuta a conoscenza di alcuni fatti.

Lui le rispose che era scappato con i Weasley a bordo di un'auto volante (ma sul serio?) e che stava bene, inoltre le avrebbe spiegato la storia della torta sul treno per Hogwarts perché la storia era troppo lunga.

Indossando il suo abito nuovo, Kyra ottenne il permesso ad entrare in salone, mentre la piccola Hilary protestava perché non voleva lavarsi le mani sporche di Nutella.

 

Conosci le regole! Niente dolce se non fai la brava! Per l'ennesima volta la gola della bambina ebbe la meglio sui suoi capricci, rendendola docile come un gattino. Kyra, aiuta tua cugina, o non finiremo più.

Detto questo il campanello suonò e Kyra scortò la bambina per mano fino al bagno.

A lavoro terminato, raggiunsero gli altri nel salone dove c'era anche il pianoforte. Normalmente gli ospiti attendevano la cena lì, in quanto era una delle sale che lasciava un impatto maggiore. Una delle poche sale rimaste intatte nei secoli precedenti in cui era stata aggiunta solo la corrente per le illuminazioni.

Non appena fecero il proprio ingresso udirono un uomo, che doveva essere il signor Dursley, commentare (o adorare, a seconda dei punti di vista) proprio il magnifico arredamento.

La famiglia composta da tre persone si era accomodata su un divanetto blu e si guardava intorno, complimentandosi con lo zio Nathaniel.

Il signor Dursley era un uomo decisamente in sovrappeso, con dei folti baffi neri ed i capelli ingrigiti dal tempo. Al suo fianco vi era una donna esile, dal lungo collo asciutto ed i capelli biondi, tramandati al figlio seduto accanto a lei. Se non per questo piccolo dettaglio, il ragazzino assomigliava molto di più al padre, forse per la stazza oltre misura che li contraddistingueva.

 

Oh eccola qui la mia principessa! Lo zio Nathaniel tese le braccia verso la figlia, che lusingata dagli sguardi attenti dei presenti, lasciò la mano della cugina e corse fra le braccia del padre, arrossendo.

Kyra, invece, prese posto accanto alla nonna, che le porse subito un bicchiere di thè freddo.

Saltò subito all'occhio la zia che si guardava nervosamente intorno, ben attenta a non incrociare mai lo sguardo con la signora Dursley.

 

Ma che bel lampadario! Molto azzeccato, è davvero incantevole. Tentò per l'ennesima volta di far colpo sulla donna, che la liquidò semplicemente con: È in questa famiglia da generazioni, non è vero signora Mason? E spostò la conversazione sulla nonna, che iniziò a raccontare aneddoti di famiglia, finché non fu il momento di trasferirsi in sala da pranzo.

 

E questa graziosa ragazza? Che scuola frequenta? Il nostro Dudley è ormai al secondo anno alla Snobkin, un eccellente istituto! Iniziò a vantarsi il signor Dursley, mentre la moglie annuiva con forza e con un tovagliolo ripuliva la guancia del figlio, come fosse il suo più prezioso tesoro.

Kyra quasi non si strozzò nel sentirsi definire in tale modo. Se solo avessero saputo!

 

Oh, Kyra è mia nipote. Lei passa le vacanze con la nonna qui, mentre durante l'anno studia al collegio cattolico di Belmont, non è vero? Lanciò uno sguardo eloquente alla nipote che annuì a forza, piuttosto divertiva.

Sì, certo, Belmont.

 

Ho sentito che è una scuola molto selettiva. Ammette solo un paio di studenti all'anno. Deve essere proprio una gran brava ragazza. Non è vero Dudley? La donna dai capelli biondi ora stava incitando il figlio con lo sguardo.

Oh no. Non volevano mica che si parlassero?

Kyra gettò subito lo sguardo sul suo piatto, evitando la risposta del ragazzo, che evidentemente in imbarazzo, aveva bofonchiato qualcosa.

Ben presto si rese conto che non era poi tanto interessante come cena. I signori Dursley passarono l'intera serata a venerare in ogni cosa la famiglia di Kyra e Kyra stessa, in alcune occasioni (Non mi dire ragazza, suoni anche il pianoforte? Hai sentito Dudduccio? Potrebbe insegnarti). Per sua fortuna il giovane Dudley era del tutto incapace di fare conversazione con lei. Non era chiaro se fosse a disagio a parlare con una ragazza o se non fosse proprio in grado di argomentare qualunque cosa, ma ogni suo tentativo cadde nel nulla più assoluto.

Kyra stava quasi per ritirarsi in camera sua quando intravide la cugina giocare con qualcosa che nascondeva fra le balze del suo vestitino.

 

MA QUELLA È LA MIA BACCHETTA! Esplose non appena la riconobbe.

Silenzio.

Il signor Dursley quasi si strozzò con il suo caffè, mentre moglie e figlio sbiancavano. Dall'altra parte del tavolo i Mason stavano squadrando la strega, comunicandole silenziosamente quanto si trovasse nei guai ora.

Hilary, ovviamente ritrasse il braccio e finse di non aver capito.

Kyra balzò in piedi e tese la mano con impazienza. Ti ho detto mille volte che non devi giocare con le mie cose!

 

I coniugi Dursley ora parevano preoccupati. Figliola, sicuramente ho capito male, hai detto b-b-bacchetta?

 

Sì, ho detto bacchetta. Come quella che avete messo sottochiave ad Harry. Disse senza distogliere lo sguardo dalla cugina, da cui cercò di recuperare il bastoncino con la forza.

Una volta fra le sue mani, se la rigirò fra le dita, ed un brivido generale percorse le schiene dei Dursley. Un certo timore era apparso anche nei volti dei suoi familiari.

In men che non si dica le situazioni si erano capovolte ed ora erano i Dursley che davano ai Mason dei matti, i cui scherzi non erano affatto divertenti “Prendersi gioco così della malattia di un ragazzo” insistevano sulla versione nella quale Harry era un ragazzo disturbato, cosa che fece uscire Kyra dai gangheri.

 

Non siamo mica malati! Abbiamo solo delle doti in più! Non avete il diritto di trattarci in questo modo!

 

Kyra, non ti immischiare. Va' di sopra! Subito! Il tono fermo e severo della nonna, la fece zittire e dopo averli guardati tutti con disprezzo, risalì le scale con grandi falcate pesanti, decisamente in disaccordo con il tema elegante della serata.

Sbatté furiosamente la porta della stanza per fare la giusta scena e poi la riaprì piano, ed avanzò lentamente nel pianerottolo per sentire che cosa succedeva di sotto.

Percepiva le voci di tutti i presenti (i Dursley non se n'erano ancora andati, allora), ma non riusciva a percepirne le parole, se non una ogni tanto decontestualizzata.

Intuì che entrambe le famiglie non volevano che si parlasse delle rispettive stranezze con altri. Nessuno di loro voleva venir associato a persone dello stampo di Kyra o Harry, perciò si accordarono per continuare a fingere che nulla di tutto ciò fosse mai successo, e soprattutto che non dovessero più incontrare le rispettive famiglie.

Kyra emise uno sbuffo sonoro e se ne tornò in camera, che fine estate col botto per quei Babbani.

Quella sera si addormentò con l'immagine di Vernon Dursley che diventava sempre più paonazzo fino a scoppiare, il che ovviamente era un bel sogno.



 

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Capitolo 8
*** II° Anno: Un Nuovo Anno/ La Camera Dei Segreti ***


Un nuovo anno.

 

L'Espresso per Hogwarts fu in partenza alle 11 in punto del primo settembre, e come ogni anno l'euforia per il ritorno al castello si avvertiva a pelle. Era impossibile non essere felice in quella giornata.

Dopo la pessima serata passata qualche sera prima in compagnia dei Dursley, i Mason avevano lasciato che Kyra facesse i suoi bagagli nell'indifferenza più assoluta. Ancora una volta si sarebbe aspettata grida e punizioni, ma la sua punizione fu quella di passare assolutamente inosservata per i giorni successivi, tanto erano impegnati a fingere che non fosse successo nulla.

Intendiamoci, ai Mason non importava affatto che con i signori Dursley fosse andata male, e nemmeno cosa pensavano di loro, ma il fatto che degli estranei sapessero della “diversità” di Kyra li avevano mandati su tutte le furie. Pococ importava se si trattava di una famiglia nella loro stessa situazione. In realtà aveva sperato che con quella cena avrebbero trovato sostegno per capire un po' meglio quel mondo così distante da loro, ma ora capiva quanto era impossibile. La reazione iniziale avuta dai suoi familiari alla sua vera natura non era stata delle più incoraggianti, ma dopo qualche tempo tutto andò ad affievolirsi e tornarono a trattarla come sempre. Non era mai stata la favorita della famiglia, ma non era certo ai livelli dei signori Dursley.

Comunque dopo aver ricevuto la notifica dell'annullamento di ogni rapporto lavorativo con la ditta di costruzioni di famiglia, l'aveva sentito dire dalla nonna, gli zii di Harry si erano fatti risentire. Evidentemente non potevano permettersi di perdere un cliente come lo zio Nathaniel, che conoscendolo si sarebbe fatto rincorrere per un po'. Ma con l'assenza dei nipoti, sicuramente avrebbero trovato un accordo.

 

Lo scompartimento vuoto su cui Kyra riuscì a mettere le mani ben presto si riempì di teste rosse, ed alcune compagne del secondo anno tra cui Hermione Granger ed Hannah Abbott. La più piccolina, che ancora non conosceva, era intenta a far valere i suoi diritti sui fratelli maggiori.

 

Bene, io devo raggiungere lo scompartimento dei Prefetti. Sono già abbastanza in ritardo. Ginny,  non ti allontanare da Fred e George. Percy guardò i due gemelli con aria rassegnata. E quando trovate Ron, vi prego, non complimentatevi per questo scherzetto di cattivo gusto…  

I due fratelli identici si scambiarono uno sguardo d'intesa e rimboccandosi le maniche, afferrarono il maggiore per le spalle e lo lanciarono fuori dallo scompartimento.

Ora che ci siamo liberati di Percy il Perfetto Prefetto… Fred guardò tutti i presenti nella stanza ...Siete liberi di fare tutto quel che vi pare, se riuscite a creare un po' di trambusto ancora meglio. Addio sorellina. Fece per aprire la porta, mentre George aggiungeva. Se hai bisogno di noi siamo con Lee Jordan a trasfigurare un bottone in una tarantola. Se tutto va bene il piccolo Ron troverà una gran bella sorpresa al suo arrivo. E così sparirono oltre lo scompartimento, fra le risate.

La bambina che avevano chiamato Ginny se ne stava seduta in un angolo, più timida di quanto non fosse sembrata finché si trovava in compagnia dei suoi fratelli.

 

Ginny, ti presento Hannah e Kyra, sono del secondo anno, come me e tuo fratello. Hermione si sedette accanto a lei, porgendole un pacchetto di Tutti I Gusti Più Uno. La ragazzina dalla chioma rosso fiamma, prese una caramella con la manina. Sembrava molto più piccola di quanto non si fosse sentita Kyra solo l'anno prima.

 

Sei spaventata? Non ti preoccupare, vedrai che ti troverai bene. E se hai dei dubbi puoi sempre chiedere a noi, non è vero? La Grifondoro dai capelli ricci, guardò le due ragazze in cerca di conferma.

 

Certo! Kyra si affrettò ad aggiungere. Vieni pure da noi, soprattutto se non vuoi chiedere ai tuoi fratelli, e mi sembra che sia la scelta migliore. Ron mi prende ancora in giro per essermi imbattuta in un gavettone sbagliato dei gemelli. Scosse lentamente il capo, ma sul suo volto comparve un sorriso. Quel ricordo iniziava a sembrarle divertente. Forse perché iniziava a scordare il bruciore dovuto alle piaghe comparse sulla sua pelle.

 

Quel Weasley ha la sensibilità di un gatto morto. Sbuffò Hannah, sistemandosi una ciocca di capelli biondi dietro alle spalle. Ma alla fine dell'anno scorso si è rivelato un eroe, non è vero Hermione?

Kyra fece scorrere il suo sguardo fino a lei, curiosa, non aveva ancora sentito il resoconto completo di quanto accaduto l'anno precedente con la pietra filosofale.

 

Bhe, sì, insomma, si potrebbe dire così. Hermione chinò il capo, evitando di guardarle negli occhi. Non ne voleva parlare con loro, probabilmente.

 

Allora, Ginny, speri di finire anche tu tra i Grifondoro? Ti assicuro che anche Serpeverde non è male. Sono meno… amichevoli, ma vale la pena, secondo me. Abbiamo le caratteristiche migliori, siamo ambiziosi, astuti e…

 

Kyra venne interrotta da Hermione.

 

E dei perdigiorno al confronto di noi Grifondoro! Ginny è coraggiosa ed ha grinta da vendere, vedrai che finirà assieme a noi!

 

L'importante è che si trovi bene, non trovate? Noi Tassorosso troviamo che sia più importante stare bene fra di noi. Eccellere è importante, sì, ma non è sana questa competizione fra le Case…

 

Kyra ed Hermione, che non si potevano certo definire due estremiste nelle loro casate, guardarono la signorina Abbott quasi sconvolte. Entrambe, infatti, portavano con un certo orgoglio i colori della loro casata.

 

Vorrei finire tra i Grifondoro, come la mia famiglia. Una voce flebile, riscosse le tre ragazze dai loro discorsi. Quasi avevano scordato che stavano parlando con Ginny.

 

Oh bhe, se è quello che desideri, buona fortuna!

 

In quel momento la signora del carrello si fermò davanti al loro scompartimento e dopo aver ordinato qualcosa per ciascuna di loro, si accomodarono sui sedili mangiando e scherzando, finché lo sferragliare del treno sulle rotaie non indusse in tutte e quattro una sensazione di quiete e sonnolenza che fece calare un ben accolto silenzio.

 

Il tramonto era calato, quando Penelope Light, uno dei Prefetti di Corvonero, passò a controllare che tutti gli studenti avessero indossato la divisa.

 

Siete ancora in questo stato? Cambiatevi, forza ragazze! Tra pochissimo saremo ad Hogsmeade. Le incitò battendo un paio di volte le mani e poi dirigendosi subito ad un altro scompartimento.

 

Le quattro sobbalzarono all'istante, rinsavendo dal loro stato di dormiveglia. Dopo aver capito cosa fosse successo, capirono anche quanto fossero in ritardo, perciò in fretta e furia cercarono la loro divisa e si cambiarono, e non appena il treno si fu fermato, si salutarono.

 

Allora a presto, Ginny. Kyra salutò la ragazzina consapevole del fatto che lei avrebbe preso le barche con Hagrid, mentre gli studenti dal secondo anno in poi avrebbero preso delle carrozze che si tiravano da sole.

Kyra prese posto accanto a Daphne Greengrass, Blaise Zabini e Millicent Bulstrode.

Tutti piuttosto piacevoli quando non avevano una testa di legno a comandarli, come spesso aveva l'abitudine di fare il signor Malfoy.

Certo, doveva ammettere che Millicent non fosse esattamente una cima, o che pensasse esattamente con la sua testa. Per lo più si limitava a seguire lo scorrere della corrente, ovunque essa la portasse, buona o cattiva che fosse. D'altra parte, però, Daphne e Blaise si erano rilevati delle gran sorprese già dall'anno passato. Entrambi al contrario di Millicent tendevano a ragionare per conto proprio, seppur avessero una predisposizione al pensiero di Malfoy sul sangue sporco, non avevano potuto non riconoscere a Kyra i traguardi raggiunti nel corso del suo primo anno ed ora, seppur nessuno li avrebbe definiti “amici”, un clima di rispetto reciproco si instaurava in ogni loro interazione.

 

Le torrette di Hogwarts presto si fecero più vicine, fino a che le carrozze si fermarono esattamente davanti alla scalinata che li avrebbe portati all'ingresso di Hogwarts.

Si affrettarono a liberare le carrozze ed a prendere posto alla Sala Grande.

Kyra si sistemò alla fine della tavolata dei Serpeverde, vicino alla tavola degli insegnanti, dove presto si sarebbero sedute anche le nuove matricole.

La Cerimonia dello Smistamento vista comodamente seduta al tavolo aveva l'aria di essere molto meno spaventosa. Anzi, Kyra si divertì ad applaudire forte ed esultare ogni volta che uno studente veniva smistato in Serpeverde, sovrastando i fischi contrariati che provenivano dal tavolo di Grifondoro dall'altra parte della Sala Grande.

A fine smistamento il Preside Silente si affrettò a dire due parole di benvenuto al nuovo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, Gilderoy Allock, ricordò i soliti divieti dall'ingresso nella Foresta Proibita ad una svariata lista di prodotti di Zonko (un negozio di scherzi presente ad Hogsmeade), e poi diede il via al banchetto. I piatti dorati presenti sulla tavola si riempirono di pietanze, mentre i calici furono presto carichi di succo di zucca. Nessuno fece troppi complimenti ed iniziarono a mangiare, affamati dal lungo viaggio. Cominciarono le presentazioni delle varie matricole, le quali erano quasi tutte proveniente da famiglie con almeno un paio di maghi in famiglia, per quanto Kyra fosse riuscita a carpire dalle conversazioni, finché tutta la sua attenzione venne rapita dalla notizia che Harry Potter e Ronald Weasley erano arrivati a scuola a bordo di una macchina volante.

Assurdo, pensò Kyra. Non potevano certo essere tanto stupidi.

Eppure non li aveva visti sull'Espresso, né ora li vedeva nella Sala Grande. Anzi, individuò subito Hermione che si guardava intorno accigliata. Kyra riuscì a mettere le mani sulla copia della “Gazzetta del Profeta” (il giornale del maghi) che stavano facendo girare i Serpeverde.

Rilesse l'articolo più di una volta per essere sicura di non aver frainteso. Arrotolò il giornale e andò al tavolo dei Grifondoro, dove si guadagnò un'occhiata diffidente dalla maggior parte degli studenti (e come dar loro torto).

Si sedette al fianco di Hermione Granger e le mise davanti agli occhi un articolo parlante di una Ford Anglia vista volare da non meno di sette Babbani.

 

Ne sai qualcosa?

 

Hermione prese fra le mani la pergamena e ne rilesse il contenuto un paio di volte, mentre i Grifondoro si affollavano là intorno. I gemelli Weasley primi fra tutti volevano leggere cosa fosse successo. Ma sono loro! Esclamò Fred. Ti dico che sono Ron ed Harry! Continuò George riferito a Lee Jordan che dubitava delle doti dei due latitanti. Sì, questa è la macchina di papà.

Ed in men che non si dica tutta la Casa di Grifondoro narrava le nuove avventure di Harry Potter prima ancora di averne udito una prima versione dai diretti interessati. Ovviamente la temporanea assenza al banchetto dei Professori Silente, Piton e McGranitt non fece che dar fondo alle loro tesi.

Tesi che una Hermione sbuffante cercava in tutti i modi di smentire, ma con nessun elemento a suo favore ogni suo sforzo pareva inutile.

Kyra colse l'occasione al volo per farsi raccontare cosa fosse successo con quei due alla fine dello scorso anno, e dal momento che l'attenzione di tutti gli altri era concentrata su ben altro, si decise a parlare. Hermione le raccontò di come Harry avesse sconfitto una seconda volta Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato (Che si trovava proprio sulla nuca del professor Raptor), tutto grazie ad una protezione che la madre di Harry al momento della sua morte aveva lasciato su di lui, per cui non poteva nemmeno essere toccato da Lord Voldemort.

 

Non mi stupisce che non si sia fatto vivo per giorni. Commentò alla fine del resoconto dell'amica. Siete stati fortunati a non aver fatto una fine peggiore, però. Come vi è venuto in mente di andarci senza dire niente a nessuno? Avrei potuto dare l'allarme se non foste tornati in tempo!

 

Ma in fondo, nemmeno Kyra sapeva se in una situazione simile avrebbe pensato di avvertire qualcuno prima di agire.

 

La camera dei segreti.

 

Questo secondo anno ad Hogwarts Kyra cominciò a gonfie vele. Trasfigurò in maniera quasi impeccabile degli scarafaggi in bottoni grossi e rotondi. Solo Hermione Granger ne produsse di migliori, a quanto aveva detto la professoressa McGranitt. Un po' meno emozionante fu la prima lezione di Difesa Contro le Arti Oscure nella quale non fecero che rispondere a delle domande personali sull'insegnante. Domande a cui ovviamente quasi nessuno sapeva rispondere. Kyra, infatti, non si era presa la briga di leggere tutti i suoi libri di testo da cima a fondo. Ed ora che ne aveva avuto un assaggio, non ne aveva la minima intenzione. Gilderoy Allock, infatti, sembrava improntare ogni sua lezione sul suo fascino e le imprese che aveva compiuto negli anni, senza però insegnare davvero qualcosa ai ragazzi. Disgustoso.

Accolse l’arrivo dei primi freddi con l’inizio degli incontri del coro, che quest’anno non contava su nessun nuovo acquisto.

Penelope Light, divenuta ufficialmente il leader del gruppo, fece in modo che entro i primi di ottobre tutti fossero in possesso dei loro spartiti, così che per il banchetto di Halloween fossero pronti ad esibirsi in apertura. Ovviamente era molto tesa per questo avvenimento, dal momento che era stato Silente in persona a chiedere di loro.

Personalmente Kyra pensava si trattasse solo di cantare l’Inno di Hogwarts senza stonare troppo e che la giovane Tassorosso stesse esagerando, ma non sarebbe certamente stata lei a farglielo notare.

 

Come previsto, nessuno si diede la pena di giudicare il gruppo di ragazzi che all’inizio del banchetto si radunarono in fondo alla Sala Grande, indossando i mantelli da cerimonia.

Seppur sentendo un po’ di agitazione ad aver tutti quegli occhi puntati addosso, l’omaggio alla scuola fu più che adatto, concluso con un applauso da parte di studenti ed insegnanti.

Solo una volta seduta al suo tavolo Kyra si accorse del peso sullo stomaco che aveva avuto per tutta l’esibizione e che ora cominciava a sciogliersi. Forse non aveva sottovalutato così tanto la sua prima esibizione pubblica, pur senza assoli suoi.

Comunque non aveva tempo per tergiversare al banchetto. Qualche ora prima, infatti, era stata invitata al complemorte del fantasma dei Grifondoro, da Hermione. Era così curiosa, che prese un panino, se lo mise in tasca e corse verso i sotterranei dove aveva luogo la festa.

 

Quasi si scontrò con Harry, Ron ed Hermione che invece stavano salendo.

 

La festa è già finita? Ho fatto prima possibile! esclamò, dispiaciuta di essersi persa un avvenimento tanto singolare.

 

No, siamo scappati. Abbiamo troppa fame. brontolò il rosso, ed il suo stomaco gli fece da eco.

 

Kyra scosse il capo con fare rassegnato e porse al ragazzino un pezzo del panino che aveva preso al banchetto. Non so se ce ne sarà altro nella Sala Grande.

 

Tss Harry, che sembrava preso da altro fino ad ora li zittì. Avete sentito?

 

Tutti e quattro tesero bene le orecchie, ma il silenzio più assoluto li circondava.

Qualcuno fece per dire qualcosa, ma il ragazzo riccioluto disse sicuro: Ancora quella voce! Da questa parte! Ed intraprese una corsa a perdifiato sulle scale, seguito dai tre ragazzini fino alla Sala Grande.

 

Si può sapere cosa stiamo seguendo? chiese Kyra, non capendo nulla di quelle strane dinamiche, ma avevano tutti gli occhi su Harry che sembrava concentrato ad ascoltare chissà che cosa.

 

Sta per ammazzare qualcuno! E via di nuovo a correre alla caccia di un misterioso assassino. Non era forse meglio avvertire un insegnante? Cosa avrebbero potuto fare loro? Ma Kyra non ebbe il tempo di esprimere le sue perplessità e corse assieme agli altri fino al terzo piano, dove svoltato l’angolo, Harry si fermò di colpo.

Un’enorme scritta fatta con il sangue era comparsa sulla parete di fronte a loro.

 

La camera dei segreti è stata aperta.

Temete, nemici dell’erede.

 

Kyra non sapeva cosa significasse, ma sapeva che non voleva stare lì, qualunque cosa fosse successa.

Poi notarono qualcosa, Mrs Purr appesa alla torcia, rigida, immobile, probabilmente morta.

 

Harry, dove ci hai portati? Chi è stato?

 

Un brusio all’improvviso s’infiltro nella loro testa e si fece sempre più intenso, fino a che il gruppo di studenti che lo provocava non fece capolino dalle scale.

Poi il silenzio. Rimasero tutti pietrificati dalla scena.

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Capitolo 9
*** II° Anno: Il Basilisco ***


Il Basilisco.

 

Non esisteva studente in tutta Hogwarts che non fosse a conoscenza di quanto accaduto nel corridoio del terzo piano la notte di Halloween.

Per i corridoi si udivano brusii di stanze segrete e dei mostri racchiusi al suo interno. Dal canto suo, Kyra era più preoccupata del significato della frase comparsa sul muro e che, nonostante tutti i suoi sforzi, Mastro Gazza non era ancora riuscito a debellare.

Qualunque cosa volesse dire, c’era qualcuno con dei nemici all’interno della scuola in grado di pietrificare i gatti.

Malfoy, con la sua solita aria di strafottenza, andava in giro a blaterare sul fatto che sicuramente si riferiva ai Nati Babbani presenti nella scuola.

 

Non riesco proprio a decidermi, Mason. Esordì un giorno a pranzo. Non so se vorrei che l’erede iniziasse da te, che infanghi il nome stesso di Serpeverde, o dalla Granger. Oh bhe, in ogni caso sarà una vittoria. Non temere, prima o poi sarà anche il tuo turno.

 

Ovviamente Kyra si era arrabbiata talmente tanto che il porridge si riversò completamente sotto il mantello di Draco. Con gli ossequi della signorina Granger. E si diresse verso la biblioteca.

 

Passava un sacco di ore lì, ad assicurarsi che Hermione non avesse un esaurimento nervoso. Da quando la camera era stata aperta non faceva che trangugiare testi su testi nella speranza di saperne qualcosa in più.

 

Malfoy sostiene che l’erede sia un Serpeverde. Ho sentito che ne parlava con quegli scimmioni di Tyler e Goyle in Sala Comune. Ma ti dirò, non penso proprio che qualcuno dei miei abbia le capacità di trovare una stanza segreta a tutti gli insegnate e pietrificare qualcuno. Sono per lo più degli incapaci. Disse con tranquillità, mentre sfogliava l’ennesimo libro privo di informazioni a riguardo, comodamente sistemata su una delle poltrone accanto alla finestra. Tu? Hai scoperto qualcosa? Sei più tranquilla del solito. Hermione, infatti, sedeva composta di fronte a lei con una pila di libri ordinatamente sistemati sulle sue gambe. Solo ora che la guardava bene, si accorse che non stava leggendo, ma stava fissando Kyra.

 

Sai, credo che Malfoy potrebbe aver ragione. E si passò una mano fra i ricci ribelli, che al contrario di quelli dell’amica, andavano in ogni direzione, senza controllo. Oggi ho chiesto al professore Ruff della Camera dei Segreti. Lui non crede che esista, ma ci ha raccontato comunque la leggenda. Pare che Serpeverde avesse costruito una stanza segreta agli altri Fondatori nel quale ha nascosto un mostro che solo il suo erede può governare. Tutto per colpa degli attriti riguardo l’ammissione di maghi non Purosangue. Sai, mi chiedevo che forse tu da Serpeverde potevi aver sentito qualcosa.

 

Per delusione di Hermione, tutto ciò che Kyra aveva sentito negli ultimi tempi erano solo un sacco di storie, nonché un sacco di palloni gonfiati gongolare.

Se c’è qualcuno davanti al quale non parlano, sono io. Non sono tutti così fissati, ma ci sono davvero un sacco di ragazzi che con questa storia ripudiano tutti i Nati Babbani. Onestamente credo che agiscano più per timore di essere colpiti anche loro, che per convinzione, ma questa è la situazione adesso.

Lo sguardo speranzoso dell’amica si spense, e seppur per un attimo sembrò illuminarsi nuovamente, parve decidere di lasciar perdere e tornò ai suoi libri nel silenzio della biblioteca, dove vennero raggiunte da Ron ed Harry, che portarono un clima decisamente più leggero.

 

Insomma Hermione, solo una sbirciatina. Si tratta solo di prendere spunto, non è copiare. Harry è stato ad allenarsi tutto il pomeriggio sotto la pioggia! Insisteva il rosso, che sembrava essere ad un punto morto nei compiti.

 

Allora Harry avrebbe potuto amministrare meglio il suo tempo! Avevate più di una settimana per fare questa relazione. Dovevate pensarci prima, e no! Non provare a chiedere a Kyra, lei non ha i nostri stessi compiti di Difesa Contro Le Arti Oscure! La ramanzina di Hermione arrivò puntuale come un orologio, con il suo sguardo accusatore pronto.

Kyra rideva sempre a quelle scene, che si ripetevano ogni sera allo stesso modo. I due assumevano un’aria dispiaciuta, di chi non lo farà mai più in vita sua, ed Hermione cedeva.

 

Se si tratta della relazione sul professor Allock, in realtà, anche io sono indietro. Ammise, meritandosi un’occhiataccia dall’amica. Kyra era sempre stata brava a gestire i suoi compiti, ma quando si trattava di leggere quelle autobiografie, finiva sempre col rimandare.

 

Ma se ho visto che ti porti sempre dietro il libro! Come fai a non aver ancora finito? Guardò la mora con un misto di delusione e stupore.

 

Mi addormento ogni volta che inizio a leggere, è più forte di me! Protestò Kyra, e provocò la risata dei due ragazzi.

 

Vedi Hermione, era impossibile finire questo compito se nemmeno Mason ce l’ha fatta. Dai facci vedere che cos’hai scritto.

 

Con uno sbuffo piuttosto plateale, Hermione srotolò la sua pergamena e la lasciò lì, mentre lei si perdeva in qualche altro corridoio della biblioteca.



Come ogni anno anche il Quidditch arrivò, ed assieme a lui il lavoro per Madama Chips si fece di nuovo intenso. Harry, infatti, dovette passare la notte in infermeria per farsi ricrescere tutte le ossa del braccio, magicamente svanite in seguito all’intervento del professor Allock.

Ma tutta la scuola vociferava del povero Colin Canon che proprio quella sera era stato ritrovato pietrificato con la sua macchina fotografica, proprio come la gatta di Gazza. Colin era un ragazzino del primo anno che stava in classe con Ginny Weasley, e secondo i gemelli Fred e George era proprio distrutta per l’accaduto. Non faceva che piangere da quando la Camera era stata aperta, ma ora la situazione sembrava essere peggiorata.

Kyra si offrì di portarle un paio di Api Frizzole per farla sentire meglio, ma non ottenne più di un sorriso tirato e due occhioni arrossati e lucidi.

Allora Fred trasfigurò i capelli di Kyra in dei ricci colorati che ricordavano la parrucca di un clown, ma ogni tentativo di far ridere la ragazzina era del tutto inutile. George riportò la chioma della ragazza al suo stato originale e le fece segno di non preoccuparsi, che sicuramente avrebbero trovato un modo per aiutare la sorella.

 

Il trio inseparabile, invece, da giorni se ne stava nel bagno di Mirtilla Malcontenta, proprio al terzo piano. Si erano messi in testa che l’Erede di Serpeverde doveva per forza essere Malfoy, e che l’unico modo per smascherarlo era lavorare ad una pozione che poteva modificare l’aspetto di chi la beveva, semplicemente aggiungendo il DNA del malcapitato la cui identità si desidera assumere. La pozione Polisucco.

Kyra non aveva chiaro come Hermione avesse ottenuto il permesso per mettere le mani sulla ricetta, ne dove possano aver trovato tutti quegli ingredienti, ma sospettava fosse meglio per lei non saperlo. Aveva tentato di far capire loro quanto fosse impossibile che fosse davvero Malfoy il loro “uomo”, e che probabilmente ne sapeva meno di loro: Malfoy ha detto che sperava di vedere iniziare l’Erede da me o da te Hermione. Invece ha cominciato da Colin, non pensi che significhi qualcosa? Ma ogni volta che Hermione sembrava recuperare un po’ di lucidità, Weasley la riportava dalla sua parte con un sacco di storie. L’unico modo per far cambiare loro idea su Malfoy, era proprio lasciar loro fare quello che volevano.

 

Quel sabato mattina si era diretta subito su al terzo piano, appena fatta colazione nella Sala Grande deserta. Quando nessuno degli amici si trovava lì, ormai andava direttamente al bagno delle ragazze, e poi al massimo provava in biblioteca. Ormai Hermione aveva già tutte le informazioni di cui aveva bisogno e la pozione era piuttosto complessa da fare, perciò passava tutto il suo tempo libero ad assicurarsi che tutto filasse liscio. Ed infatti era proprio così, se non per qualche interruzione di Mirtilla Malcontenta che sbucava dal gabinetto ed ululava per tutto il bagno per chissà quale cattiveria le veniva riferita.

Proprio quel giorno, appena prima che Kyra potesse mettere piede in bagno, per cercare i suoi amici, Mirtilla sfrecciò nell’aria gridando come una pazza, qualcosa sui suoi brufoli.

 

Mirtilla, ma cosa succede?! seguì il fantasma con lo sguardo fino alla finestra che attraversò senza problemi. Kyra sentì in lontananza la risata lontana del pestifero Pix. Sicuramente aveva insultato la povera Mirtilla fino a farla scappare dalla sua tana. Si sporse leggermente alla finestra per vedere dove fosse finito lo spirito, ma non vedeva più nulla. Almeno non davanti a sé. Percepì qualcosa muoversi o meglio strusciare dietro di lei. Pensando subito ad uno scherzo da parte dei gemelli, si rimise dritta al davanzale e sbuffò: Non è divertente!

Un secondo in più e probabilmente Kyra sarebbe morta. Indugiò appena un attimo sulla finestra e nel suo riflesso scorse un serpente gigante, assolutamente diverso da qualunque cosa Kyra avesse mai visto. Un grido fuggì dalla sua bocca e rimase strozzato non appena lo sguardo di Kyra si posò su quello del serpente. Un senso di immobilità percorse all’improvviso il corpo e lo spirito della ragazzina che non riuscì più a percepire nulla.

Quando Hermione Granger salì dalla colazione per lavorare alla sua pozione, non trovò che la statua della sua amica, con la quale non avrebbe più parlato fino al risveglio di entrambe in Infermeria alla fine dell’anno scolastico.

 

Recuperare tutti gli avvenimenti dell’anno e comprendere tutte le informazioni che le venivano bombardate da Ron ed Harry che facevano loro un resoconto supercolorito di quanto accaduto, sembra impossibile per Kyra, che seppur appena sveglia, non desiderava altro che tornare a dormire per qualche ora. Secondo Madama Chips era ancora troppo scossa per ricevere visite e provò a cacciare tutti più volte, finché non si arrabbiò ed i visitatori si dileguarono, lasciando dietro di loro silenzio e tranquillità.

 

In una notte tutti quelli che erano stati attaccati dal basilisco si ripresero completamente e furono liberi di tornare ai loro dormitori, e godersi le ultime settimane scolastiche senza pensare troppo ai compiti dato che gli esami erano stati annullati.

Kyra si recava al Lago Nero quasi ogni giorno, a godersi il sole, ma sempre pronto con qualche controincantesimo da lanciare ai gemelli per difendersi dai loro mini “attentati”. Una delle ultime volte, fu Ginny a parare uno dei loro scherzi, che rimbalzò loro incontro e si ritrovarono a gracchiare per delle ore, più o meno lo stesso tempo che Kyra e Ginny trascorsero a ridere di loro.

 

Ed anche quell’anno era giunto alla conclusione. Con un peso sul petto Kyra dovette fare i bagagli e lasciare Hogwarts, eppure le sembrava davvero troppo presto. Complice la sua temporanea condizione di immobilità, sentiva di essere stata derubata del tempo che avrebbe potuto passare con i suoi amici in tranquillità, eppure non era arrabbiata. Lasciò il dormitorio con la consapevolezza che sarebbe tornata presto, e con un’estate di studio intensivo per recuperare le lezioni non fatte durante l’anno. Avrebbe assolutamente dovuto scambiare il numero di casa con Hermione e chiamarla qualche volta.

 

Oltrepassata la barriera alla stazione di King’s Cross, Kyra si guardò intorno in cerca della sua famiglia, per poi salutare i suoi compagni di scuola. Ma quando vide chi l’attendeva con sua nonna, si scordò completamente dei suoi compagni. Una donna dai lunghi capelli dorati ed i grandi occhi color smeraldo sventolava la mano con fare infantile ed un sorriso enorme stampato in volto. Non solo sua madre era lì, ma l’aveva riconosciuta ed era felice di vederla. Kyra non riuscì a trattenersi e corse verso di lei, unendosi in un abbraccio tanto aspettato e desiderato. Era talmente felice in quel momento che sentiva il sangue pomparle fino alle orecchie, che probabilmente erano arrossite come quelle di Ron Weasley.

Le lacrime sgorgavano a fiumi dai suoi occhi, e percepiva che anche la madre era emozionata e ricambiava il suo abbraccio.

 

Coraggio Samantha, ora andiamo. Qui è troppo chiassoso. Kyra, prendi il tuo baule. Lo zio Nathaniel ci aspetta in auto. Fece una pausa osservando qualcosa oltre la nipote e poi aggiunse. Su, saluta i tuoi amici, ed andiamo. E con un piccolo colpetto la incitò ad andare verso il suo baule dove, ora lo poteva vedere, i Weasley, Hermione ed Harry la guardavano con un sorriso. Non aveva parlato apertamente con nessuno di loro sulla condizione della madre, ma erano tutti lì, felici di vederla felice.



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Capitolo 10
*** Un'Estate Quasi Perfetta/Finta Latitanza ***


Un’estate quasi perfetta.

 

Si direbbe che riprendersi in seguito ad una pietrificazione da Basilisco durata svariati mesi sia una cosa da non prendere alla leggera, invece Kyra stava vivendo la sua estate come se nulla fosse successo. Certo, a volte sentiva ancora i muscoli un po’ indolenziti, ma non è quello l’effetto se uno rimane immobile per più di sei mesi?

Non era certa che le cose fossero collegate, ma dalla fine della scuola, Kyra era cresciuta e non poco. Non solo era decisamente più slanciata, ma ormai più vicina ai quattordici anni, che ai tredici, aveva tutto l’aspetto di una bellissima adolescente. Finalmente Kyra era radiosa e gran parte del merito era certamente della presenza della madre.

Samantha Mason era tornata a casa dopo più di dieci anni di reclusione in clinica. Stava ancora male, e probabilmente non sarebbe mai guarita completamente, ma poteva stare a casa se sotto sorveglianza. Ora camminava, parlava, suonava il piano e dipingeva. Si agitava raramente se prendeva le sue medicine con regolarità, e molto spesso lasciava che Kyra si accomodasse accanto a lei nel Salone della Musica, e suonasse il pianoforte assieme a lei.

Neppure quella peste della cugina Hilary la disturbava, soprattutto perché vista la presenza della madre di Kyra, tutti tenevano sotto controllo la bambina. Lo zio Nathaniel era quasi sempre alla magione, ma si era dimostrato molto più severo con la figlia, per evitare che potesse agitare la sorella in qualche modo.

Sembrava davvero che quella potesse diventare l’estate perfetta.

Aveva mantenuto i contatti con Hermione Granger, soprattutto per supportarsi l’un l’altra con i compiti, ma le loro conversazioni sfociavano sempre in altro. Hermione stava trascorrendo le sue vacanze in Francia, ed aveva un sacco di cose da raccontarle e luoghi da descriverle. La teneva informata anche su cosa succedeva ad Harry e Ron, e nonostante alcuni intoppi, sembrava che se la cavassero anche loro. Certo, Ron più di tutti dato che la sua famiglia, famosa per essere povera in canna, aveva vinto alla lotteria ed ora si stavano godendo un viaggio in Egitto dove lavorava il primogenito Weasley.

 

Ti sei ricordata il regalo di Harry? Per fortuna qui è passata Edvige a ritirare il mio, o non avrei proprio saputo come farglielo arrivare!

 

Solo in quel momento Kyra si era ricordata del compleanno del compagno di classe, per cui non aveva assolutamente alcun regalo. Meditò un po’ camminando in cerchio nella sua stanza in cerca di un’idea regalo per il giovane mago. Avrebbe voluto acquistare per lui qualcosa di magico, magari a Diagon Alley, ma non ci si sarebbe recata fino a fine agosto, perciò era assolutamente fuori discussione.

Decise di optare per l’opzione sopravvivenza. Sapeva perfettamente che i Dursley maltrattavano il ragazzino, e che spesso e volentieri lo affamavano, d’altra parte il cibo a casa sua di certo non mancava, tanto meno le golosità. Corse al piano di sotto con una scatola di latta ed iniziò a metterci tutte le leccornie che trovava nella dispensa, sicura che se non altro avrebbe assaggiato qualcosa di buono, sempre che il pacco fosse arrivato nelle sue mani. Non poteva certo lasciarlo nella cassetta della posta. Doveva intercettare Edvige e sperare che non fosse troppo carica per riuscire a portare anche il suo regalo.

 

Non dovette attendere troppo, quella stessa notte la civetta bianca si presentò al suo davanzale e svegliò la ragazza con un acuto impaziente. Non era sola, ma assieme ad altri due volatili, uno dei quali in dubbie condizioni. Kyra si affrettò a sistemare il suo pacco sopra a quello di Hermione e diede loro dei biscotti gufici, subito dopo presero il volo diretti verso casa di Harry Potter.

 

Al mattino seguente scese più tardi in cucina dove trovò un gufo bruno in attesa sul ripiano dell’isola con una lettera dai caratteri inconfondibili. Era arrivata la lettera di Hogwarts.

Grazie. Prese la lettera e gli diede un buffetto ed un istante più tardi volava fuori dalla finestra aperta.

 

Che cos’è? chiese la nonna, mentre prendeva la macedonia dal frigo ed una bottiglia di spremuta, da servire a colazione.

Kyra lesse velocemente la solita lettera di avviso del nuovo anno scolastico ad Hogwarts e trovò la lista del materiale scolastico, inoltre c’era un nuovo allegato. Mh, c’è un permesso per visitare il villaggio di Hogsmeade. I ragazzi più grandi dicono che è davvero fantastico! Posso andare?

Lo sguardo di Kyra, pieno di speranza, seguiva la vecchietta con lo sguardo, mentre prendeva delle scodelle per le nipote ed i figli. La giovane strega si affrettò a darle una mano, come ogni mattina, ma questa volta con un secondo fine.

A che serve? Si tratta di una cosa di scuola? Non è pericoloso? Sei un po’ piccola per andartene in giro per un villaggio, no? La nonna tastava il terreno, il che significava che voleva firmare, o avrebbe detto solo “no”.

 

Bhe, credo siano più delle gite scolastiche. Sono weekend organizzati e predefiniti dagli insegnanti. Non me ne andrò avanti e indietro senza regole, puoi scrivere alla professoressa McGranitt, se vuoi dei chiarimenti, ma è tutto qui nel permesso! Mise la pergamena sul bancone, e recuperò subito una penna da uno dei cassetti.

La nonna lesse con attenzione il permesso una, due e tre volte, infine con una sospiro si decise a firmare e riconsegnare la pergamena alla nipote. Ora falla sparire, prima che tua madre veda che ricevi delle lettere di pergamena.

Kyra obbedì subito e corse su, nella sua stanza, a riporre tutto nel suo baule scolastico, fantasticando sulle future visite ad Hogsmeade e su tutte le stranezze che si sarebbe procurata.

 

L’armonia che si era instaurata alla magione in quel periodo avrebbe dovuto durare per sempre, soprattutto nelle fantasie di Kyra, che in seguito ad una bellissima cena consumata sotto il gazebo al lato della piscina, si ritirò nel salone dove c’era la televisione assieme alla madre. Lei giocava a solitario, mentre Kyra la aiutava a pettinare i lunghissimi capelli dorati, proprio come ogni sera. Aveva appena iniziato ad intrecciarli, così che non se li tirasse nella notte, quando lo zio Nathaniel decise di guardare il telegiornale allarmata da alcuni colleghi di lavoro.

A quanto dicevano un pluriomicida era fuggito da un carcere di massima sicurezza ed ora poteva essere ovunque. Quando trasmisero quel servizio sullo schermo apparve l’immagine d’incarcerazione di un uomo estremamente magro, scavato, pallido, dai capelli sporchi e neri e gli occhi di ghiaccio. Quello sguardo, così folle riuscì a mettere in agitazione anche Kyra, e si lasciò sfuggire la spazzola di mano, colpendo inavvertitamente la madre.

 

Perdonami, mamma, scusa. Ti ho fatto male? chiese allarmandosi per lo scatto improvviso della donna in avanti. Sembrava improvvisamente incapace di parlare, e continuava ad agitarsi emettendo dei versi sofferenti. Ogni tentativo di scusa fu assolutamente inutile, la donna non accennava a calmarsi e più Kyra si avvicinava più la madre sembrava star male. A quel punto, lo zio che tentava di aiutare la sorella, cacciò la ragazza dalla stanza e le vietò di tornare di sotto fino a nuovo ordine.

Kyra rimase seduta sul pianerottolo del suo piano, in ascolto. Ci misero un bel po’ a calmare la madre, ma alla fine riuscirono a metterla a letto e farle prendere le sue medicine. Piano andarono a letto uno ad uno e calò il silenzio nella magione, mentre la strega piangeva e si chiedeva cosa mai aveva potuto fare per scatenare una tale reazione.

 

Non si diede per vinta, a colazione si alzò prima di tutti e decise di preparare la colazione preferita della madre e portargliela a letto.

Bussò, e non ottenne risposta, così aprì di poco la porta per controllare se fosse tutto al suo posto.

Samantha era seduta sul suo letto e fissava la finestra, canticchiando assieme agli uccellini che zampettavano sul suo davanzale.

Mamma, ti ho portato la colazione. Come stai?

La donna si zittì subito e portò lo sguardo sulla figlia. Sembrava quasi che la sua immagine tremasse a quella luce del mattino. Kyra si avvicinò cautamente, per appoggiare il vassoio sul comodino affianco al letto dove la donna giaceva fragile ed intimorita da ogni movimento provocato dalla strega. Per un istante sembrava di riuscire a leggerglielo negli occhi. Era combattuta fra l’amore che provava nei suoi confronti e qualunque cosa scattasse nella sua testa quando la vedeva. Anche in quel momento riusciva a percepire la lotta interiore della madre e qualunque cosa facesse, le sembrava di peggiorare la situazione.

Ti voglio bene mamma.

E lasciò che mangiasse in pace, uscendo dalla stanza e chiudendosi la porta alle spalle. Fece appena qualche gradino verso il piano di sotto quando un tonfo sordo arrivò direttamente dalla camera della madre. Corse nuovamente di sopra a controllare cosa avesse provocato quel rumore e scoprì la donna sdraiata a terra in un lago di sangue destinato ad espandersi. Gridò, chinandosi sulla madre e cercando la causa di quella emorragia. Notò che stringeva con forza nella mano sinistra un frammento di uno specchio che doveva aver rotto per procurarsi una lama con la quale si ferì profondamente il braccio destro ed il ventre. Mamma! Mamma sta sveglia! Aiuto! continuava a gridare, sperando che qualcuno arrivasse presto.

Tutto quello che accadde dopo per Kyra furono solo immagini sparse che si susseguivano in ordine sparso nella sua testa. Una sirena davanti a casa e venne allontanata dalla stanza, ancora sporca del sangue della madre.

Udì la nonna cercare di contattare la cognata per sistemare Kyra dagli zii qualche giorno, ma accusavano le doti di stregoneria della giovane per la fine che aveva fatto la madre e non voleva vedere la nipote in casa sua. Allora la vecchina, disperata per la figlia, convinse il figlio a portare la ragazza da chiunque, un qualunque amico, purché lei potesse stare al capezzale della figlia.

Non sapendo con esattezza come o per quanto tempo, Kyra, ancora in pigiama e con delle grandi chiazze di sangue sulla veste, si ritrovò all’ingresso dei signori Dursley.

Mi devono un grosso favore, e sanno della tua… situazione. Non avranno il coraggio di dirmi di no. E tu non farti cacciare anche da loro! Non sarà facile farti accogliere, ma con un po’ di fortuna tua madre si rimetterà in breve. Sarà meglio che resti qui, intesi?

E quando i coniugi aprirono la porta, le loro mandibole quasi si slogarono dallo stupore.

 

Nathaniel non era abituato a sentirsi dire no, tanto meno dai suoi sottoposti, eppure i signori Dursley dissero chiaramente e ripetutamente “no”. Ovviamente Kyra alla fine rimase al numero quattro di Privet Drive, e nessuno osò commentare oltre.

Sistemarono il suo baule nella stanza di Harry, che rimase in silenzio non sapendo come commentare la situazione. Avrebbero diviso la stanza, ma questo non sembrava un problema per nessuno dei due.

Dormirai sul tappeto, ragazzo. Chiaro? E fa in modo che questo (non lo avrebbe mai detto esplicitamente, ma si riferiva ovviamente a Kyra) non crei problemi con la visita di zia Marge, o il patto salta!

E con un gran brontolare il signor Dursley girò i tacchi e se ne andò.

 

Non devi dormire a terra. Furono le prime parole che Kyra pronunciava dal ritrovamento della madre. Possiamo mettere dei cuscini in mezzo al letto. Si può fare, non credi? Diede le spalle all’amico e trattenne delle altre lacrime. Era ora di reagire. Sua madre non era mai stata bene tanto a lungo e non poteva che essere felice del tempo che aveva potuto trascorrere con lei. Ora qualcuno si sarebbe occupato di lei, e Kyra come ogni volta doveva farsi forza ed andare avanti.

 

Per tutta la giornata Kyra assistette alle continue provocazioni che Harry era costretto a subire ogni giorno. Le aveva confessato che aveva fatto un patto con suo zio. Se si fosse comportato bene per tutta la permanenza della zia acquisita, lui gli avrebbe firmato il permesso per Hogsmeade. A quel punto, Kyra si offrì di aiutare Harry in tutti i suoi lavori e promise di non dare problemi, anche se a volte era davvero difficile non rispondere al suo posto. Comunque Harry le fece notare che da quando lei era lì, il cugino Dudley non aveva quasi aperto bocca in sua presenza, ed ovviamente era una gran vittoria per tutti, secondo lui.

I signori Dursley, al contrario della famosa zia Marge, non cercavano mai di contrariare Kyra, comunque. La trattavano con indifferenza terribilmente cortese, ma le andava più che bene. Nessuno pronunciò parola riguardo a quanto successo alla madre, neppure Harry, che alla sera cercava di distrarre Kyra con il suo Manuale di Manutenzione per Manici di Scopa, nonostante lei non volasse mai, non possedendo una scopa sua. Gesto che apprezzava tantissimo.

Non parlavano nemmeno del modo in cui lo trattavano, in realtà. Si supportavano in vicenda, ed evitavano che l’altro esplodesse.

In quella che doveva essere l’ultima cena della zia di Harry, però, lo scontro fu inevitabile. Per quanto avesse provato a non dare peso alle sue parole, aveva iniziato ad insultare direttamente i genitori del ragazzo. Tutto ad un tratto la donna si zittì e poi cominciò a gonfiarsi fino a sollevarsi da terra.

 

Harry! Kyra scattò in piedi non sapendo come fermare l’incantesimo sulla donna, che per quanto sgradevole fosse, avrebbe messo sicuramente nei guai entrambi. Comunque il ragazzo non rispose e corse a prendere le sue cose al ripostiglio ed in camera.

Harry! lo seguì Cos’hai intenzione di fare? Dove vuoi andare? cercò  di fermarlo, inutilmente. Recuperò la gabbia vuota di Edvige ed alcuni dei suoi regali che teneva nascosti sotto un'asse del pavimento.

Me ne vado. Ho usato la magia fuori dalla scuola, ed ho già ricevuto un ammonimento. Ormai sarà già partito il gufo con la mia lettera di espulsione.

Al ché Kyra prese semplicemente il suo baule. Vengo con te e non dire nulla. Non resto in questo posto senza di te. Andiamo.

Probabilmente avrebbe voluto controbattere ma la consapevolezza che lo zio Vernon era in agguato, riportò il ragazzo alla realtà e si precipitarono al piano di sotto, dove con un po’ di minacce, riuscì a liberarsi dello zio e si diressero nel buio serale di Little Whinging.



Finta latitanza.

 

Harry continuò a camminare a passo svelto fino a Magnolia Crescent, dove si fermò all’improvviso o sarebbero arrivati fino alla magione della sua famiglia. Kyra non si azzardò a parlare. Era evidente che Harry in quel momento fosse combattuto su cosa fare, e soprattutto su come fare.

Con un sospiro si appoggiò al muretto a lato della strada ed appoggiò il suo baule, come poco dopo fece anche lui.

Vado a Londra. Bisbigliò ed aprì di scatto il suo baule, cercando qualcosa. Tu torna a casa. Non posso portare anche te ed il tuo baule con la mia scopa.

Ma Kyra aveva smesso di ascoltarlo a “Londra”. Harry! lo avvertì, scorgendo qualcosa alle spalle del giovane, proprio fra un garage ed una staccionata. Non sapeva definire cosa, ma c’era qualcosa. Anche il mago si mise in allerta, avvertendo una presenza. Afferrò la bacchetta e pronunciò Lumos ed il vicolo si illuminò, mostrando un enorme cane nero dagli occhi color ghiaccio. Non sembrava per niente amichevole ed Harry, che era molto più vicino di lei, indietreggiò inciampando nel baule, cadendo per strada proprio mentre un enorme autobus a tre piani sfrecciò in quella strada. Per fortuna Harry ebbe la prontezza di riflesso necessario per rotolare sul marciapiedi e scostarsi.

Kyra, che era rimasta a bocca aperta, fissava l’autobus, con la certezza che appartenesse al mondo della magia. Nottetempo, si leggeva sul parabrezza con delle lettere d’oro che facevano a pugni con il viola sgargiante della carrozzeria.

Un ragazzo vestito dello stesso identico colore balzò giù dall’autobus Benvenuti sul Nottetempo, mezzo di trasporto di emergenza per maghi e streghe in difficoltà. Allungate la bacchetta, salite a bordo e vi portiamo dove volete. Mi chiamo Stan Picchetto, e sono il vostro bigliettaio per questa not… che ci fai lì per terra? si sporse a guardare Harry, che ancora non si era rialzato. Al ché si ricordarono entrambi del cane e si voltarono in fretta verso il vicolo. Non c’era più nulla, ovviamente. Kyra porse la mano all’amico, per aiutarlo a rialzarsi, mentre dissimulava le domande sulla sua cicatrice.

 

Com’è che ti chiami? indagò ancora il bigliettaio, ed a sorpresa Harry rispose: Neville Paciock.

ma non gli diede il tempo di fare altre domande che subito lo comprò dei biglietti per Londra.

Kyra non era del tutto convinta che fosse saggio salire su un autobus strampalato nel mezzo della notte, senza sapere da dove provenga né null’altro, ma sospirò, prese il suo baule senza dare modo a nessuno di farle delle domande e precedette i due giovani sull’autobus.

Potete sistemarvi qui, dietro ad Ern. Stan indicò i letti dietro alla postazione dell’autista. Nemmeno Ern aveva l’aria di essere molto rassicurante. Era un vecchietto che non sembrava del tutto sveglio ed in grado di guidare, ma si ripeté che la ragione non funzionava in un mondo di magia. Si sistemò sul suo letto e si accoccolò sul cuscino in attesa di arrivare a Londra.

A differenza di Harry che se ne stava tutto teso a guardarsi intorno, Kyra stava accusando la stanchezza della settimana appena passata, che nemmeno accorgendosene si appisolò in tutto il casino che la guida sconsiderata di Ern provocava.

Rinsavì solo quando Harry esclamò qualcosa su un criminale ritratto sulla Gazzetta del Profeta. Lì per lì non le parve particolarmente importante, ma non appena schiuse le palpebre riconobbe subito il pluriomicida ricercato. Capto frammenti della conversazione che Stan ed Harry stavano avendo, mentre afferrava una Gazzetta sul letto accanto e leggeva l’articolo sull’uomo.

A quanto sembrava Sirius Black era un mago oscuro sostenitore di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato ed alla sua caduta perse la testa, uccidendo tredici persone con un solo incantesimo, per poi mettersi a ridere.

Certo che metteva i brividi se le cose stavano così. Allontanò il giornale, riluttante, e si risistemò sul letto osservando il paesaggio scorrere dal finestrino. Non aveva idea di cosa avrebbero fatto una volta a Londra, ma a guardarlo bene, ora era chiaro che nemmeno Harry era tanto tranquillo, soprattutto dopo quella conversazione.

 

Quando il Nottetempo inchiodò davanti al Paiolo Magico, Kyra ed Harry avevano i bauli pronto già da qualche minuto, perciò, non sapendo bene come comportarsi in quella situazione optarono per un saluto di circostanza, pronti a levare il disturbo da quel bus traballante. Ma proprio quando Kyra cercò di scendere si ritrovò davanti il Ministro della Magia in persona. Rimase immobile per qualche istante e poi guardò Harry interrogativa. Erano davvero nei guai per quanto successo quella notte? Se lo erano di certo non si trattava di qualcosa di tanto importante da scomodare il Ministro. Forse Sirius Black si trovava a Londra?

 

Eccoti qui, Harry… Oh naturalmente ben arrivata anche a lei signorina Mason.

 

Quel tono di cortesia e conoscenza lasciò Kyra senza parole, forse era troppo stanca e stava sognando.

Scese dall’autobus, sorridendo al Ministro Caramell e ricambiando il saluto altrettanto gentilmente, per poi cercare nuovamente conferma in Harry. Ovviamente stava cercando lui. Ma rifiutava di credere che potesse davvero trattarsi della zia Marge.

Non appena anche Harry fu sceso dal bus, l’uomo fece loro strada all’interno del pub, senza concedere oltre pettegolezzi ai lavoranti del Nottetempo (che continuarono a seguire il gruppo ostinati).

Ottenne un salottino privato per parlare con Harry e chiese a Tom, il proprietario del locale, di portare Kyra nella sua stanza per la notte.

Lì attese impaziente di sentire Harry passare, per capire se fosse nei guai oppure no, e non appena riuscì ad intercettarlo, uscì di fretta dalla sua stanza priva di informazioni. Potter attraversava il corridoio girandosi tra le mani una chiave con un grande numero undici inciso sul portachiavi.

A quanto sembrava Harry non sarebbe stato punito, ma Caramell voleva solo assicurarsi che Harry trovasse un posto dove stare e arrivasse ad Hogwarts sano e salvo. Aveva usato le parole “dato il clima attuale”. Insomma desiderava che Harry rimanesse lì al Paiolo Magico fino a settembre e che non uscisse mai da Diagon Alley.

 

Ha detto anche che sarebbe meglio restassi qui con me, se non vuoi tornare a casa. Tom ci terrà d’occhio. E che non mi firmerà il permesso per andare ad Hogsmeade.

Spiegò con gran rammarico, recandosi poi nella sua stanza dove avrebbe trovato la sua amata civetta.

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Capitolo 11
*** I Dissennatori ***


I Dissennatori

 

La svolta che aveva preso il resto dell’estate dopo essere scappati da casa Dursley sembrava essere davvero buona.

Poco dopo essersi sistemati, Kyra ricevette una lettera della nonna, nella quale spiegava che le condizioni della madre erano stabili, ma che probabilmente non sarebbe tornata a casa molto presto, rassicurandola sul fatto che era meglio continuasse la sua estate a Londra. Ed allegò un po’ di soldi, che Kyra avrebbe dovuto cambiare alla Gringott il prima possibile.

Una volta sistemate le questioni di sopravvivenza, poteva rilassarsi e girare per Diagon Alley come una ragazzina qualunque, anche perché più di quello e studiare non c’era molto da fare senza poter utilizzare la magia.

Harry aveva scoperto che andando a fare i compiti da Florian Fortebraccio, non solo si ottenevano gelati gratis, ma anche un sacco di consigli utili, che Tom non era in grado di fornire loro (non attendibili, per lo meno). Così cominciò a portarsi i libri e le pergamene fino alla sua gelateria, assieme ad Harry.

L’ultimo giorno delle vacanze Kyra si scoprì letargica, e rimandò il momento di alzarsi fino a quasi all’ora di pranzo, quando la luce del sole cominciava ad essere insistente.

Scese a Diagon Alley, domando le sue morbide onde in una lunga treccia, indossando un leggero abito estivo, finché ancora non era costretta a portare una divisa scolastica.

 

Kyra! Hermione Granger, che camminava al passo con Ronald Weasley ed Harry Potter, corse verso la ragazza e la strinse forte a sé. Stavamo andando a comprarmi un gufo, vieni? la prese sottobraccio e trascinò avanti, allontanandosi dagli altri due mentre entravano nel negozio. Ron deve farsi controllare il topo. Non sta bene dopo essere stato in Egitto. spiegò, avanzando fra terrari e gabbie contenenti le più strane creature.

 

Com’è andata in Francia? chiese, sporgendosi a vedere la voliera dei gufi e delle civette, mentre Hermione contemporaneamente chiedeva: Come sta tua madre?

 

Kyra rimase interdetta per un secondo, alzò le spalle e dissimulò con un sorriso: Sta meglio. Nonna dice che è fuori pericolo di vita, almeno. Al ché Hermione abbracciò per la seconda volta l’amica, senza sentire il bisogno di aggiungere nient’altro.

 

Kyra, guarda! L’attenzione della ragazza riccioluta venne attirata da un enorme gatto rosso dalle zampe storte e particolarmente bellicoso verso gli altri gatti. Sono sicura che ha bisogno di attenzioni. Chissà da quanto tempo è qui.

Kyra ci si avvicinò in dubbio, ed appena entrarono nel campo visivo del felino questo iniziò a fare le fusa. Hermione lo prese in braccio, ma subito ne approfittò per balzare via e fare trambusto. In pochi secondi distrusse un espositore e fece scappare il topo Crosta di Ron, fuori dal negozio. Kyra recuperò lo Sciroppo Ragno del rosso e lo porse ad Hermione, che stava riempendo di coccole il gatto nominato Grattastinchi.

Dai, andiamo a mangiare qualcosa.

Arrivati al Paiolo Magico non fecero fatica ad identificare i membri della famiglia Weasley, tutti caratterizzati da una chioma rosso fiammante. Certo, l’elemento più riconoscibile in quel momento, forse erano proprio i gemelli Fred e George. I due, nell’intento di prendere in giro il fratello Percy, avevano alzato i toni e continuavano a muoversi con fare pomposo, dando la mano a chiunque capitasse loro a tiro, ed inchinandosi ad Harry. Il tutto dovuto al nuovo traguardo raggiunto da Percy. Era stato nominato Caposcuola e non faceva che mettersi in mostra per questo. Personalmente Kyra credeva che facesse bene ad esserne fiero, ma con due fratelli come i gemelli, era come se stesse chiedendo loro di prenderlo in giro. Tutta la scena finì, inevitabilmente, con un rimprovero della signora Weasley, che si rivelò anche del tutto inutile.

Nelle ultime settimane Kyra ed Harry avevano cenato sempre soli, perciò la svolta che aveva preso quella serata non poteva che rivelarsi piacevole.

La famiglia Weasley, non solo era sempre disponibile nei confronti dei giovani ragazzi, ma era anche una delle famiglie di maghi più sorprendenti che conoscesse.

In realtà era anche l’unica famiglia di soli maghi che Kyra avesse mai frequentato, e forse per questo motivo continuava a meravigliarsi della nonchalance con cui eseguivano gli incantesimi più banali per prendere il giornale all’altro capo della tavola, o discutevano di pozioni per mantenere una determinata pietanza per ben dodici giorni. Certo Kyra frequentava Hogwarts già da due anni, ma non era abituata a vedere la magia nel mondo esterno all’ambiente scolastico.

La cena passò serenamente, e la signora Weasley si premurò che tutti mangiassero almeno una porzione di ogni cosa. Sistematicamente si rivolgeva a Kyra o ad Harry, e si esibiva in ciò che sembrava fare meglio, mostrare tutto il suo lato materno e preoccuparsi per loro.

Kyra, sei così magra! Ma avete mangiato voi due? Non posso credere che il Ministro abbia permesso che due ragazzini rimanessero a Diagon Alley da soli. Se solo fossimo stati in Gran Bretagna vi avremmo sicuramente accolti noi, non è vero Arthur?

La giovane strega aveva sicuramente apprezzato le premure della donna, ma la sua parte preferita della cena erano certamente gli scherzi che i gemelli continuavano a rivolgere al fratello maggiore (preda fissa di quelle vacanze estive). Sembrava infatti che i due avessero tentato di chiuderlo in una piramide, per non parlare di tutte le manomissioni dei suoi piatti. Per fortuna Molly Weasley ne sapeva una più del diavolo, e riuscì ad intercettare quasi tutti i trucchetti dei figli.

Alla fine di quella cena infinita (Kyra era certa che sarebbe esplosa se avesse davvero finito tutte quelle portate), Fred Weasley, che aveva approfittato della momentanea sonnolenza che aleggiava nella stanza, fece segno a Kyra di seguirlo su per le scale con il fratello identico.

 

Non abbiamo potuto fare a meno…

...di notare la tua predisposizione a vedere Percy disperarsi.

Personalmente non possiamo che incoraggiarti…

… ma perché assistere solo da spettatrice?

Abbiamo in mente di far sparire quella sua spilla da Caposcuola!

Vedrai come da di matto!

I due gemelli sussurravano e si cambiavano le battute tanto in fretta che ad un certo punto Kyra non era sicura di chi avesse detto cosa.

Ed io cosa dovrei fare? Il sopracciglio destro si sollevò di qualche millimetro.

Custodirlo. La mamma non verrà mai a cercarlo da te. Le spiegò subito George, ed il fratello aggiunse con certezza: E poi daranno sicuramente la colpa a Ron.

Kyra aveva risolto i suoi dissapori con il più piccolo dei maschi Weasley già da un anno, ormai, ma trovava un nonsoché di divertente nella cosa.

Agirono in fretta.

George e Fred entrarono subito nella stanza che Ron e Percy dividevano al piano superiore rispetto quello dove stava Kyra. Lei stava di sotto e chiacchierava con la signora Weasley così che non notasse l’assenza dei suoi figli più vivaci, mentre le nascondevano il distintivo in camera.

Non appena i due comparvero nel salottino dove si trovava la famiglia, Arthur Weasley diede ai figli l’ordine di andare a letto, così fecero dietro front e salirono tutti assieme.

George affiancò la giovane e mimò con le labbra Sta a vedere.

Preoccuparsi che Percy non notasse l’assenza del prezioso distintivo fu assolutamente inutile dato che iniziò ad urlare più o meno dopo mezzo secondo che era entrato in stanza. Kyra ed i gemelli si erano appostati sul pianerottolo fra le risate, e come Fred aveva previsto, Percy accusò subito il compagno di stanza Ron.

Quando sentirono qualcuno scendere le scale corsero velocemente nella stanza della ragazza, per non farsi beccare a ridere.

Dove l’avete nascosto? chiese, tornando seria e controllando la sua camera. Uno dei quadri appesi alla parete grugnì per essere stato svegliato dagli schiamazzi dei ragazzi e se ne andò con fare burbero. Ops.

Nel tuo baule. Non serviva impegnarsi più di tanto per questo.

Kyra andò al suo baule e prese il distintivo, rigirandoselo fra le dita. Ed ora che si fa? Glielo restituiamo e basta?

Bhe… Pensi di farci qualcosa?

Percy potrebbe dare di matto veramente se glielo rovinassimo.

Già sarebbe fantastico!

Per un attimo la giovane pensò che i gemelli avessero un indole criminale neanche troppo latente, ma la cosa la divertiva.

Com’è che l’avete chiamato prima? Gran Zuccone? s’intromise nella discussione dei due, sentendo quasi di star interrompendo una qualche connessione.

Sei un genio! Esclamarono in coro. Fred prese il distintivo dalle mani della ragazza e George prese una piuma dal suo baule. La riconobbe subito come una di quelle più indelebili senza il bisogno di utilizzare l’inchiostro. Impazzirà per riuscire a cancellarlo.

Ora il distintivo di Caposcuola di Percy Weasley diceva Zuccaposcuola. Era una cosa estremamente stupida ed infantile, eppure era una delle cose più divertenti a cui Kyra avesse preso parte e rise di gusto.

 

Il giorno seguente arrivarono tutti a King’s Cross nel caos, che ormai Kyra aveva capito, contraddistingueva la famiglia Weasley. Caricarono i loro bagagli in delle auto del Ministero ed arrivarono alla stazione giusto in tempo.

Fu strano non avere la nonna da salutare prima di una permanenza ad Hogwarts che sarebbe durata almeno fino alle vacanze di Natale, ma in compenso la signora Weasley si preoccupò di non lasciare nessuno dei ragazzi senza abbraccio.

Il viaggio si rivelò subito essere inquieto. Appena il treno iniziò a muoversi, Harry annunciò di dover parlare con il gruppo, che a quanto sembrava ora includeva anche lei. Cercarono uno scompartimento libero per tutto il treno finché non arrivarono all’ultimo nel quale un uomo stava dormendo. Doveva essere un insegnante a quanto diceva la sua valigia. Professor Lupin.

L’uomo non aveva l’aria di essere al pieno delle sue forze, ma a giudicare dallo stato del suo mantello doveva essere provato da un qualche viaggio.

Si sistemarono nello scompartimento, cercando di non fare troppo rumore, ma nemmeno quando Kyra prese posto accanto all’insegnante quello diede segno di percepire quello che accadeva attorno a loro, così Harry parlò.

Sembrava che ogni anno dovesse succedere qualcosa.

Sirius Black. disse spostandosi un ciuffo ribelle da davanti gli occhiali Sta cercando me. L’ho sentito dire da tuo padre, Ron. Crede che uccidendo me, riporterà al potere Voldemort (un sussulto generale percorse le schiene dei presenti nel vagone) Tuo padre mi ha anche chiesto di non andare a cercarlo per nessun motivo, ma non ha senso, no?

Quella conversazione era ingombrante per il piccolo scompartimento dove si erano sistemati i quattro compagni. Si percepiva il disagio che provavano in quel momento, chiedendosi se l’assassino avrebbe davvero provato a penetrare Hogwarts per uccidere un tredicenne. Personalmente Kyra non aveva mai creduto che Harry potesse avere una qualche rilevanza nella questione, e che fosse sopravvissuto a Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato per chissà quale circostanza “fortunata”. Se il signor Weasley si era preso il disturbo di preoccuparsi tanto, però, qualcosa di vero doveva pur esserci. Posò per un istante il suo sguardo preoccupato su Harry che stava già discutendo d’altro con i due amici.

 

Vado a cambiarmi. Esordì, ancora turbata, mentre le chiacchiere su Hogsmeade prendevano tutta l’attenzione dei presenti.

Uscì alla ricerca di un luogo tranquillo dove poter indossare la sua divisa. Ovviamente, trovò tutt’altro. Un gran boato provenne da uno scompartimento, seguito da del fumo.

Kyra afferrò la sua bacchetta d’Ebano ed aprì velocemente la porta, che nascondeva niente meno che i gemelli Weasley, Angelina Johnson e Lee Jordan che ridevano a crepapelle. Fred e George avevano il volto coperto di fuliggine.

Kyra, siediti! Fred la notò sulla porta, e si spinse verso la finestra trascinando con sé il fratello per fare posto alla ragazza.

Ci serve più siero ritardante, oppure rischia di esplodere troppo presto. Continuò George, riferendosi all’esplosione appena avvenuta come se si trattasse di routine.

Non ne abbiamo più molta il ragazzo riccioluto controllò in un sacchetto porpora Dobbiamo fare rifornimento alla prossima visita ad Hogsmeade.

Il gruppetto di amici si divertiva a brevettare scherzi tutti loro, anche se non sembravano essere ancora sulla via della legalità. Per lo più erano i gemelli che ci mettevano le idee, mentre gli altri due si divertivano ad assistere alle esplosioni. Eventi che si ripeterono per tutto il pomeriggio, in grandi o piccole dimensioni. Attirarono le furie della Signora del Carrello più di una volta, ma poi si lasciava sempre intenerire e perdonava loro tutto quanto.

Quando il tempo iniziò davvero a peggiorare all’esterno, i botti non si sentivano neanche più con la furia del temporale che si abbatteva sull’Espresso in quel momento.

Uno sbalzò improvviso fece quasi cadere i ragazzi dai sedili, che si ressero a fatica. Il treno aveva frenato, e sembrava che le luci avessero smesso di funzionare. In una situazione normale Kyra avrebbe pensato ad un blackout, ma era piuttosto certa che non ci fosse elettricità nei dintorni. Si riusciva a malapena a distinguere le sagome delle persone attorno a lei, mentre un brusio di adolescenti preoccupati le riempiva le orecchie.

Un pensiero, però, colpì subito la giovane dai capelli corvini. Sirius Black. Era un’occasione ghiotta per attaccare Harry. Che cos’avrebbe potuto fermarlo?

Scattò in piedi proprio mentre Malfoy ed i suoi amici piombavano nello scompartimento terrorizzati. Li ignorò e fece per uscire, con i mugugni contrariati dei tre (Ti farai ammazzare!) ed attraversò in fretta il corridoio, provando ad evitare ostacoli e compagni.

Eppure non era Sirius Black ad andare verso lo scompartimento dell’amico. Una figura incappucciata aleggiava diretto verso l’ultimo vagone del treno, assolutamente fuoriluogo. L’avrebbe ritenuto assolutamente ridicolo, se in quel momento non si fosse sentita il petto tanto gelido, da esserne sicura, non c’era nulla da provare in quel mondo grigio e monotematico. Sentiva con assoluta certezza che quella vita non avrebbe mai più avuto senso, non dopo quel momento. Quasi con un moto di disperazione rimpianse i colori e le emozioni intense, quelle che ti spiazzavano, togliendoti il respiro. Provò ad aggrapparsi a quei momenti, a ricordarne le sensazioni, ma per Kyra era come se fossero spariti dalla sua memoria. L’unico sprazzo di ricordo che le si presentò riguardava la madre in una pozza di sangue, fu questione di un attimo e poi un vortice di rabbia e disperazione parvero prendere possesso della ragazza, che perse li contatto con il mondo che la circondava, ed i suoni si fecero ovattati e lontani. Le sembrò quasi di sentire delle grida, come a rispolverare ogni momento difficile di tutta la sua breve esistenza.

Doveva essere passato appena un attimo, perché non appena l’essere incappucciato aprì lo sportello ed avanzò al suo interno, tornò quasi completamente in sé.

L’istinto le disse di buttarsi e fare qualcosa, ma si bloccò, temendo di cadere nuovamente in quel tunnel freddo e buio. L’esitazione di un attimo, le permise di vedere allontanarsi quell’essere, quasi scappando da una figura argentata, dopo aver udito “Nessuno di noi nasconde Sirius Black sotto il mantello”. Kyra corse a vedere, per quanto ci riuscisse, quale fosse la situazione con i suoi amici. In quel momento la luce si riaccese e poté distinguere chiaramente Hermione e Ron inginocchiati accanto ad un Harry svenuto, circondato da Ginny Weasley e Neville Paciock, tutti Grifondoro. Il professor Lupin, che prima era addormentato, stava riponendo la sua bacchetta sotto il mantello. Doveva esser stato lui a scacciare quella creatura. Alzò lo sguardo e lo posò su Kyra, che senza accorgersene lo stava fissando ormai. Non sembrò esserne turbato, comunque. Sostenne il suo sguardo, quasi apprezzasse il gesto.

 

State tutti bene? L’insegnante prese della cioccolata, e non appena Harry riprese i sensi, ne diede un pezzetto a tutti, ordinandoci di rimanere tutti lì, finché andava a parlare con il macchinista.

 

Dissennatori borbottò fra sé e sé Kyra, dopo che il professore aveva spiegato loro che quelle figure erano le guardie di Azkaban e stavano sicuramente dando la caccia a Sirius Black. Non si sentì più tranquilla a sapere che quei cosi avrebbero dovuto proteggere Harry dal momento che a causa loro si era trovato lungo sul pavimento.




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Capitolo 12
*** III° Anno: Il Professor Lupin ***


Professor Lupin

 

L’anno scolastico ad Hogwarts cominciò con l’introduzione di due nuovi insegnanti: Il professor Remus Lupin, che avrebbe insegnato Difesa Contro le Arti Oscure; ed il professor Rubeus Hagrid, ex guardiacaccia, che avrebbe insegnato a partire da quell’anno Cura delle Creature Magiche.

Dal terzo anno agli studenti veniva chiesto di scegliere almeno due materie aggiuntive a quelle obbligatorie fra cui: Aritmanzia, Divinazione, Babbanologia, Cura delle Creature Magiche, Antiche Rune.

Kyra non aveva dubbi su cosa le interessasse studiare e scelse le ultime due. Certo, quando vide che il libro che Hagrid aveva scelto era così mordace aveva iniziato a preoccuparsene un po’.

La prima colazione al tavolo dei Serpeverde, rivelò da subito il livello medio della classe che faceva tanta fatica a frequentare. Draco Malfoy, che aveva fatto il suo ingresso da poco, aveva già iniziato a dar spettacolo. Si divertiva a mimare la scena dello svenimento sul treno di Harry la sera prima, come se effettivamente avesse di che parlare. Tutta la tavolata ne rideva, chiedendo il bis e montando ulteriormente l’ego del biondino.

Hey, Cuor di Leone, perché non racconti cosa facevi tu quando sono saliti i Dissennatori? Chiese la giovane dai capelli neri, che posavano le loro onde ordinatamente sulle sue spalle. Non vuoi raccontare le tue prodi gesta? sbatté esageratamente le ciglia, con un finto sospiro sognante Ma per favore, sei corso nel mio scompartimento tutto tremante e quando io sono andata a vedere cosa stava succedendo ti sei messo a piagnucolare. Cos’hai tu più di Harry? guardò il ragazzo Purosangue (se ne vantava tanto) con aria di sfida.

Il ragazzo assunse un’espressione seria, ed arrogante, ma Kyra aveva colto nel segno. L’aveva messo in imbarazzo davanti a tutti i suoi amici. Almeno non sono svenuto, sanguemarcio. Che ne vuoi sapere di come si comporta un vero mago?

 

Io non saprò come si comporta un “vero mago”, ma sono certa che un Serpeverde degno di questo nome non si sarebbe nascosto sotto il mantello, ma avrebbe affrontato ciò che lo aspetta con determinazione. Raccolse la sua borsa, e con un brusio d’assenso a cui non era abituata, alzò i tacchi.

 

Questo favore da parte della sua casata durò giusto il tempo di scoprire che Kyra continuava a fraternizzare con il “nemico”. Poco dopo essere uscita da Incantesimi, infatti, i gemelli Weasley l’avevano intercettata per saltare le due ore successive ed andare a svuotare le cucine.

Per quanto sia molto tentata dall’offerta di bazzicare per il castello tutta la mattina, credo proprio che per questa volta andrò a lezione. Rifiutò, divertita dall’insistenza degli amici, che a quanto sembrava di vedere Piton non avevano proprio voglia.

 

Oh andiamo! Passi troppo tempo con Hermione. insisté Fred, per poi lasciare la parola al fratello

Non ci dirai mica che preferisci una lunghissima e noiosissima ora di blateramenti, alla nostra compagnia? George indicò sé stesso e poi con una smorfia il fratello, come a voler comunque ribadire quanto lui fosse più bello del gemello assolutamente identico.

 

Kyra non poté che ridere a quel gesto fatto con tale naturalezza. Iniziava ad avere una vera e propria predilezione per i fratelli Weasley, ma oggi non sarebbe andata con loro. Mi dispiace ragazzi. Piuttosto, voi quest’anno non avete i Gufo? Anche voi dovreste lasciare che Hermione vi influenzi un po’. Non vi farà male, sapete?

 

E con questa pazza proposta, Fred e George (senza nemmeno accampare una scusa per salvare le apparenze, che importava?) se la diedero a gambe borbottando qualcosa contro Lee Jordan che si era rifiutato di andare con loro, ancora prima che lo facesse Kyra.

 

Difesa Contro le Arti Oscure non era mai stata una materia in cui la ragazzina si era impegnata particolarmente, ne aveva mai nutrito un interesse particolarmente profondo a riguardo. Complici degli insegnanti poco attenti, o coinvolgenti, negli scorsi anni aveva frequentato quel corso per il solo fatto che doveva. Quella mattina, tuttavia, si era scoperta incuriosita mentre si dirigeva nell’aula al primo piano.

Il professor Lupin era già in classe, appoggiato alla cattedra, quando gli studenti cominciavano ad arrivare.

No, non sedetevi, prego. Non sarà quel genere di lezione oggi. e con un movimento della bacchetta, mormorò qualcosa ed i banchi si sistemarono ordinatamente accanto alle pareti per fare spazio.

Per chi di voi ancora non mi conoscesse sono il professor Lupin, e come saprete sono il vostro nuovo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure. cominciò, muovendosi nell’aula camminando fra gli studenti disorientati per quel cambio di rotta. Tutti tranne Malfoy, ovviamente, che continuava a bisbigliare cattiverie sull’abbigliamento dell’insegnante. Erano passati solo pochi minuti, e poteva sbagliarsi, ma Kyra aveva inquadrato il professore come “troppo buono per questa massa di ingrati”.

Allora, qualcuno ha mai sentito parlare di un molliccio? chiese, fermandosi accanto alla lavagna.

Silenzio.

Nessuno? Bhe, il molliccio è una creatura che prende la forma della peggior paura di chi lo affronta. Questo perché si nutre della nostra paura. Il modo migliore per affrontarne uno sono le risate, e se si è in compagnia anche meglio. Dovete sapere che non sono esseri particolarmente furbi. Se incontra più di una persona, non saprà chi spaventare e potrebbe trasformarsi a metà fra le due paure.

Certo, il problema con i mollicci è che nessuno ha mai visto la loro vera forma, perciò per un inesperto può essere difficile individuarne uno.

Per oggi faremo un esercizio particolare. Mastro Gazza, può portare qui quel baule che ha trovato sabato? Chiese rivolto all’uomo che stava passando davanti all’aula proprio in quel momento. Visibilmente seccato, eseguì l’ordine uscendo di fretta dalla stanza e correndo chissà dove. D’altro canto il professor Lupin non sembrava affatto turbato dal comportamento scortese del custode, ma continuava a sorridere come aveva fatto dall’inizio della lezione.

Sistemarono il grosso baule ai piedi della cattedra. Questa vibrava e si agitava sul pavimento, con dei gran tonfi, facendo indietreggiare tutta la classe.

Non preoccupatevi,  e prendete le bacchette. disse, puntando la sua contro il baule Oggi affronterete un vero molliccio. Non è particolarmente potente, perciò non rischiate nulla, e per qualunque necessità interverrò io. Ora, l’incantesimo per affrontarlo è Riddikulus. Scandite bene e ripetete Riddikulus, e tutta la classe agitò la bacchetta ripetendo con convinzione la formula.

Molto bene, molto bene. Ovviamente quando avrete il molliccio davanti dovrete concentrarvi su qualcosa di davvero ridicolo, chiaro? Vi consiglio di pensare già a quale potrebbe essere la vostra paura ed a come affrontarla, o vi coglierà impreparati e sarà più difficile.

Mh, Bulstrode? Millicent! Inizia tu, prego. E fece segno alla ragazzina di prendere posto davanti a tutti Ora io aprirò il baule, e lascerò a te il molliccio, va bene? Quando sei pronta.

 

Millicent fu un po’ incerta, forse perché la prima, forse perché non era un asso in quella materia, ma con un po’ di incoraggiamento riuscì a mettere le bretelle ed il rossetto allo Slenderman che la minacciava. Così come Tracey non ebbe alcuna difficoltà ad accendere una luce nel buio pesto che avanzava verso di lei, Daphne a far comparire una gelatina gigante nella quale intrappolare la cavalletta altrettanto imponente che tanto la spaventava. Solo Goyle aveva necessitato dell’intervento dell’insegnante fino a quel momento.

 

Malfoy tornò al suo posto con un ghigno soddisfatto, nonostante un istante prima si potesse leggere il terrore sul suo volto. Non aveva eseguito il suo esercizio con particolare attenzione dal momento che Mason veniva subito dopo Malfoy, stava provando a scervellarsi. Non che Kyra non avesse paure, ne aveva eccome, ma non riusciva proprio ad immaginarsi quale potesse essere la più grande o quale il molliccio avrebbe scelto per lei.

 

Mason, vieni pure. Il professor Lupin la chiamò, con tono rassicurante, notando che non era già in posizione. Kyra strinse la bacchetta in un pugno e si fece avanti, osservando il mostro di Malfoy trasfigurarsi nella più grande paura di Kyra.

Rimase di sasso quando di fronte a lei ritrovò sua madre. La donna era bella come mai Kyra aveva avuto modo di vederla. I lunghi capelli dorati erano raccolti come sempre in una treccia ordinata adornata di fiori di campo, ed il sorriso era radioso. Era come se emanasse una luce propria, mentre se ne stava lì a guardare la figlia. Sembrava addirittura essere fiera di lei.

Non… non capisco, professore. Guardò il professor Lupin che, con gran stupore dell’alunna, guardava la madre di Kyra con un’espressione indecifrabile.

Non aveva certo paura della madre, né tanto meno di quella sua versione. Aveva sempre sognato di poter avere un contatto con la donna che era stata. Si chiese anche se non fosse un sogno, eppure sembrava tutto così reale. Samantha Mason era reale.

Mamma… con un groppo in gola fece un passo verso la donna. La voglia di stringerla fra le braccia era tale da non riuscire a trattenersi oltre.

 

No, Kyra, ferma! ordinò l’insegnante, che si era ridestato all’istante. Analizza la tua paura e reagisci, puoi farcela.

 

Ma io non ho paura di lei… Gli occhi ghiaccio della figlia brillavano esattamente come quelli smeraldo della madre, entrambe trepidanti per quell’incontro. Kyra si fiondò tra le sue braccia, ma la donna, imprevedibilmente (esattamente quanto era prevedibile in realtà), si ritrasse urlando a perdifiato. Era di nuovo la donna malata e trasandata a cui  Kyra era abituata Cosa mi hai fatto? gridava Cosa mi hai fatto?

Si rigirava tra le mani un coltello da cucina e continuava a gridare, per la vicinanza della figlia.

Mamma, no! Ferma! Kyra fece uno scatto verso la donna, per toglierle l’arma dalle mani. Non poteva permettere che lo facesse, non di nuovo. Fu troppo tardi, la donna si rigirò il coltello nella mano sinistra e si pugnalò a livello dello stomaco.

Il tempo si fermò per Kyra, in quel momento. Il mondo attorno a lei era ovattato, distante ed insignificante dopo aver visto sua madre tentare il suicidio per colpa sua, per la seconda volta. Emise un grido straziato, che esprimeva tutto il dolore e la disperazione che provava in quell’istante, la colpa e l’inadeguatezza. Ogni respiro le faceva male e le parve di non farlo nemmeno più ad un certo punto. Anche le ginocchia le cedettero, quando provò a correre dalla donna per soccorrerla.

Prontamente il professor Lupin intervenne, ed afferrò l’allieva. Non guardare Kyra, chiudi gli occhi. Ma non era in grado di distogliere lo sguardo dalla madre, seppur ora vedesse davvero poco a causa delle lacrime che scendevano copiosamente lungo le sue guance.

Il professore si mise nella linea di tiro del molliccio e questo divenne una palla bianca, che con un Riddikulus non divenne altro che un palloncino sgonfio ed il molliccio venne scaraventato di nuovo nel baule. Accompagnò Kyra alla cattedra e la fece accomodare.

Oggi finiremo prima! esordì l’insegnante, senza ammettere repliche (non che ce ne fossero molte) Tutti fuori grazie, la prossima volta andremo avanti con il programma. Arrivederci.

Detto questo si chinò sulla studentessa rimasta inerte dove l’aveva lasciata qualche attimo prima. Se non fosse stata tanto scossa, sicuramente Kyra sarebbe sprofondata per l’imbarazzo. Non aveva quasi mai discusse della madre con i suoi compagni, a malapena ne aveva parlato con gli amici più intimi, ed ora tutti avevano potuto vedere il suo fallimento come figlia. Eppure la cosa che più disturbava la giovane in quel momento, era il dolore. Aveva capito che quella non era davvero sua madre, ma soffriva come se l’avesse persa di nuovo. Sconvolta, nascose il volto nel mantello, evitando lo sguardo del professore.

 

Kyra, vuoi una tazza di té? chiese, appoggiando una mano sulla spalla dell’alunna, che rispose con un singhiozzo. Lo prese per un sì, e con un gesto della bacchetta rivolta verso il suo ufficio ed un “Accio” la teiera già pronta galleggiò fino alla cattedra  della classe di Difesa Contro le Arti Oscure. Versò la bevanda calda in due tazzine e si sedette sul bordo della cattedra, attendendo in silenzio che Kyra si calmasse.

Sollevò lo sguardo indecisa, e trovò il professore che la guardava con aria preoccupata, ma al contempo rilassata.

Ti senti meglio adesso? le porse la tazza di té ancora fumante, e la ragazza accettò con un cenno d’assenso.

Mi dispiace, non sono riuscita a…

Kyra, anch’io avrei fatto fatica a difendermi da uno scenario simile, e sicuramente non ci si poteva riuscire con un semplice Riddikulus. Dovrò fare più attenzione alle paure dei miei studenti d’ora in poi.  Non notando alcun segno di miglioramento nello stato della studentessa continuò: Ascolta, una cosa del genere è davvero pesante da portare. Ho parlato con il professor Silente prima di venire qui, e mi ha raccontato la storia di tutti i miei studenti. So che tu, come altri, hai avuto delle perdite importanti, ma mi ha anche detto che hai una grande forza e che sei una combattente, determinata, astuta, fiera. La rappresentazione più pulita e chiara di quello che dovrebbe significare essere Serpeverde. Non credere di aver portato disonore sulla tua Casa oggi, o di essere debole. Sei solo stata provata. Sei all’inizio del tuo percorso, ed hai ancora tanto da imparare, ma il modo in cui reagirai oggi, determinerà ciò che sarai in futuro. Pensaci bene.

Kyra fu sorpresa di scoprire che il professor Silente sapesse davvero qualcosa su di lei, oltre ai voti ed il nome, ma pensò che la sua fama non erano certo voci infondate. Si sentì ancora più orgogliosa di quanto non fosse di solito nel sentirsi appellare con determinati aggettivi. Fin da quando aveva dovuto interagire con i Serpeverde la prima volta, si era chiesta se fosse nella casata giusta per lei, e sapere che due insegnanti come il professor Silente ed il professor Lupin avessero una tale opinione di lei, la fece sentire meglio all’istante. Forse non stava sbagliando proprio tutto. Si asciugò gli occhi con un fazzoletto che si trovava sulla cattedra accanto alla zuccheriera. Grazie, davvero professore. Mh, io, dovrei andare a lezione da Hagrid. Sono in ritardo! Balzò in piedi, mortificata per tutto quel tempo perso, ed aver mancato la prima lezione dell’amico insegnante.

Non ti preoccupare Kyra, ti giustificherò io. Credo che prima di inserirti di nuovo nella classe, soprattutto con i tuoi compagni, puoi goderti un po’ di pace qui. Io non avrò lezione fino a dopo pranzo. Non ho alcuna fretta, va bene?

Non essendo abituata a questo genere di premura, la studentessa si limitò a bere un sorso del suo té, tornando a sedersi, mentre l’uomo risistemava i banchi al loro posto.

 

Professore? chiese dopo un po’ Crede che riuscirò ad affrontare il molliccio, prima o poi?

L’insegnante, sorpreso a quella richiesta, andò a sedersi accanto alla giovane, con un gran sorriso. Ne sono certo, se davvero vorrai riprovare. Ma abbi pazienza, non credo che sia il caso di riprovare durante le lezioni. Se vorrai, il mio ufficio è sempre aperto per ascoltare o aiutare i miei studenti, Kyra. Puoi venire da me, per qualunque cosa. Tu ed i tuoi amici.

 

Kyra decise di prendere alla lettera il professor Lupin già quel giorno. Non riprovò subito ad affrontare il suo molliccio, ma l’insegnante decise di darle un’infarinatura più generale in pratica di Difesa, così da rendere la ragazza preparata, per un tentativo futuro anche a livello mentale.

Quando nel pomeriggio raggiunse la Sala Comune dei Serpeverde, il buon umore appena ritrovato svanì improvvisamente. La calma che regnava nella Sala, infatti, era dovuta all’assenza di Draco Malfoy, che non era tornato dalla lezione di Cura delle Creature Magiche. Pansy Parkinson le riferì (con una certa dose di indignazione) che Hagrid aveva preparato una lezione con dei mostri immondi e che avevano aggredito il povero Draco senza alcun motivo. Personalmente Kyra faticava a credere che fosse stato aggredito senza alcun motivo, ma era sinceramente preoccupata riguardo alla natura della creatura che Hagrid aveva scelto di portare a lezione. Non che credesse nelle cattive intenzioni dell’amico, ma sapeva benissimo che lui aveva un’idea molto diversa di innocuo rispetto al resto del mondo.

Quando qualche giorno dopo si ritrovò Malfoy con il braccio fasciato ed appeso al collo, nella Sala Comune che si dirigeva a lezione di Pozioni come tutti i Serpeverde del loro anno. Il modo in cui il ragazzino piagnucolava e si lamentava, minacciando Hagrid sistematicamente, facevano ribollire il sangue a Kyra, che però tentava di stare buona per non farlo intestardire oltre al suo malato piano di far licenziare il guardiacaccia. Inutile dire che Pansy, in totale linea con la sua mancanza di personalità e amor proprio, si era già attaccata al biondino, portato da mangiare, e proposto di portare i suoi libri (che già portavano Tiger e Goyle).

Con un sonoro sbuffo, seccato, si diresse a passo svelto verso la classe di Pozioni, poco distante dai loro Dormitori.

Kyra prese posto esattamente fra Millicent Bulstrode ed Hermione Granger, e menomale dal momento che le due non si potevano proprio vedere.

L’insegnante di Pozioni, Severus Piton, amabilmente come al solito diede loro le indicazioni per creare la Pozione Restringente, che avrebbe dovuto far ringiovanire chi l’avrebbe bevuta o rimpicciolire gli oggetti inanimati.

 

Quindi oggi avete Lupin per la prima volta? chiese Kyra, guardando l’amica con la coda degli occhi, impegnata a tagliare le sue radici di margherita.

Sì, sono un po’ nervosa. Com’è? Bravo? chiese ansiosa. Hermione era la strega più brillante che Kyra avesse mai incontrato, ma era sempre ansiosa quando conosceva un nuovo insegnante, desiderosa di fare una buona impressione. Per quanto i Serpeverde non si fecero problemi a sparlare di quanto successo in classe alla prima lezione di Difesa Contro le Arti Oscure, Hermione non aveva detto nulla a riguardo e Kyra aveva deciso di non parlarne, e quindi non le aveva raccontato nulla sul contenuto della lezione.

Vedrai la rassicurò, sbucciando il Grinzafico Non ti serviranno i libri, ma sarà davvero interessante. Nessuno ci ha mai proposto una lezione simile.

 

Arancione! L’attenzione della classe venne richiamata dal professor Piton che rimproverava ancora una volta Neville Paciock, portandolo al limite delle lacrime. Paciock, alla fine della lezione daremo un po’ della pozione al tuo rospo e staremo a vedere che cosa succede. Forse così imparerai a fare le cose per bene.

Nessuno meritava un tale trattamento, soprattutto in pubblico, ed aiutò Hermione a suggerire a Neville, pizzicandole il braccio ogni volta che Piton stava per girarsi verso di loro. Alla fine riuscì a sistemare la pozione, perché Oscar una volta assaggiata la mistura, non fece altro che diventare un tenero girino.

Eppure il professor Piton non accettò di essere stato raggirato e tolse cinque punti ai Grifondoro, per aver imbrogliato, e così li liquidò.

Kyra si diede una mossa per raggiungere l’aula di Antiche Rune per cui aveva la sua prima lezione, e si ritrovò in classe Hermione Granger.

Hermione, non avevi Difesa Contro le Arti Oscure, oggi? chiese confusa, mentre prendeva posto accanto a lei, che distolse lo sguardo dall’amica e si chinò a prendere un libro dalla sua borsa, borbottando cose sconnesse.

Okay, va bene, io non chiedo, tu non menti e così Kyra, appoggiò una pergamena ed un calamaio sul banco.

Sono emozionata! Hermione cambiò discorso velocemente Sai quante informazioni in più potremo acquisire studiando la scrittura delle Rune? Non vedo l’ora di essere in grado di leggere un testo completo da sola.

 

Bhe, dovremmo prepararci ed iniziare a scegliere una serie di titoli che vogliamo leggere entro la fine dell’anno. Propose Kyra, interrompendosi con l’arrivo dell’insegnante e l’approvazione dell’amica.




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Capitolo 13
*** III° Anno: Hogsmeade ***


Hogsmeade

 

I mesi ad Hogwarts sembravano davvero volare con tutto quel che c’era da fare. Fra le lezioni, le prove con il coro ed un po’ di tempo rubacchiato qua e là per frequentare gli amici, era arrivato ottobre e quasi passato. Il vento sbatteva contro le imposte di Hogwarts in ogni ala del castello, e da lì a poco gli studenti avrebbero ricominciato a girare con la sciarpa ed i guanti anche all’interno del castello.

Comunque la giovane Serpeverde non aveva di che preoccuparsi per quanto riguardava gli studi. Forse grazie alla compagnia di Hermione, forse non era poi una strega tanto sconsiderata, ma raggiungeva sempre risultati eccellenti, seppur con un po’ di lavoro alle spalle.

Fred e George Weasley tendevano a prenderla in giro per questo: Non so proprio con quale coraggio continuiamo a farci vedere in giro con te.

Guarda qua che voti! Neanche un insufficienza!

Siamo molto delusi dal tuo lavoro, signorina!

E con questo cercavano delle scuse per trascinarla nei guai con loro. Una volta avevano incantato una cioccorana per moltiplicarsi ogni volta che qualcuno prendeva una nota alta, durante le sue prove con il coro, ed ovviamente Penelope Light si ritrovò sommersa da queste, portandola all’esaurimento.

Le cioccorane sparirono non appena l’incantesimo finì il suo corso, ma nel frattempo i gemelli si erano fatti delle grosse risate, immaginandosi il povero Percy alle prese con una fidanzata attaccata dai dolci, provando a tenerla tranquilla.

Lo scherzetto costò qualche punto a Kyra, dal momento che Penelope era un Prefetto, ed era stata lei ad offrire la leccornia alla ragazza del settimo anno. Però valutò che ne fosse valsa la pena. Le dispiaceva solo un po’ per l’assolo che si era guadagnata, ed aveva rischiato di perdere.

Vedila così: Ti sei salvata la reputazione insisté Fred, quando si erano incontrati al pianerottolo a metà fra il quarto ed il terzo piano.

Già, se continui ad andare bene a scuola, frequentare dei club, non riusciremo più a salvarti dal baratro in cui ti stai infilando. continuò George, fingendosi preoccupato.

Potresti diventare come Percy!

Giammai! esclamò la ragazza, balzando in piedi dai gradini sui quali era seduta Ed ora, se volete scusarmi, devo andare dal professor Lupin.

Ecco, lo vedi Fred? La stiamo perdendo!

Sì, frequentare gli insegnanti anche dopo scuola!

E poi non viene mai a vedere i nostri allenamenti…

E per fortuna!

Immagina Baston, se…

Una Serpeverde si presentasse!

SPIA!

 

Lasciandosi le risate dei gemelli alle spalle, Kyra scese velocemente le scale fino al primo piano. I fratelli Weasley avevano decisamente ingigantito la cosa. Remus Lupin, per lo più le dava sicurezza. Sì, le insegnava qualche trucchetto extra scolastico, ma non erano delle vere e proprie lezioni.

Kyra arrivava in classe, e quasi sempre il professore era ancora su nel suo ufficio a preparare il té, poi chiacchieravano un po’. L’insegnante cercava di rendere la cosa naturale, ma Kyra aveva avuto spesso il sospetto che ci fosse qualcosa in particolare che gli interessasse. Per lo più le chiedeva degli amici, aveva notato che quando nominava Harry prestava molta più attenzione, ma poi cercava di cambiare discorso molto velocemente. Gli piaceva sentire dei gemelli Weasley, ed a dispetto di ciò che si dovrebbe pensare di un insegnante, incoraggiava le loro bravate Ma non raccontarmi i dettagli, o dovrò punirvi.

Ma l’informazione che cercava con più premura, riguardava la sicurezza. Hogwarts era circondata da Dissennatori proprio per quello stesso motivo, pronti a tenere a bada Sirius Black, eppure sembrava che il professore non fosse certo che bastassero a tenerlo lontano. Si raccomandava sempre di riferire qualsiasi stranezza notasse, e di non attardarsi fuori quando calava il sole. Se possibile, le diceva, di essere sempre scortata e così di far fare lo stesso ai suoi amici. Dopo di ché, a seconda dell’andamento della conversazione le insegnava qualche incantesimo di Difesa, oppure semplicemente aiutava l’insegnante a preparare la lezione successiva.

Arrivò in fretta il primo fine settimana ad Hogsmeade, che si tenne il 31 ottobre, giorno di Halloween. Il professor Piton fece sapere agli studenti della sua Casa che avrebbero dovuto consegnare i consensi a lui. Quando fu Kyra ad andare nel suo ufficio con il modulo firmato appresso, l'insegnante le lanciò un’occhiata penetrante, che fece sentire la ragazza a disagio, come se avesse sbagliato qualcosa, eppure aveva fatto tutto alla perfezione. Kyra non capiva perché provasse tutta quell’avversione nei suoi confronti, dal momento che tendeva a favorire sempre gli studenti Serpeverde. La teoria attuale, era che frequentasse troppi studenti che non sopportava, come i Weasley, Potter e Granger. E perché no, anche le gentilezze nei confronti di Neville Paciock non aiutavano a renderla più simpatica all’insegnante di Pozioni.

La mattina di Halloween l’eccitazione per la visita ad Hogsmeade si percepiva per tutta la Sala Grande. Per quanto Hogwarts fosse uno spettacolo, la prospettiva di cambiare un po’ paesaggio e visitare tutti quei negozi magici (potendo utilizzare la magia, non scordiamolo) elettrizzava tutti.

 

Hogsmeade rispettava in tutto e per tutto le aspettative di Kyra. Il villaggio era piuttosto piccolo, con qualche strada in croce, ricco di negozi e cottage. Il primo luogo che attirò l’attenzione di Kyra fu Mondomago. Un negozio che vendeva ogni genere di stranezza, e si occupava anche della manutenzione. Non riuscì a trattenersi ed acquistò il suo primo set di Gobbiglie, un dizionario di goblinese, ed un modellino per Astronomia, che però spostava stelle e pianeti in base a quanto gentile eri con lui. E bhe, Kyra non aveva proprio idea di che cosa dovesse dire per risultare gentile ad un modellino.

 

Dai, Kyra, muoviti a pagare. Vogliamo andare da Mielandia! Daphne Greengrass protestava, ferma all’uscio del negozio, mentre con il suo collo si allungava a dismisura verso High Street. Sta andando là! Muoviamoci!

Kyra non voleva certo essere la causa dell’imminente strappo muscolare al collo della compagna di Casata, perciò raccolse i suoi acquisti e la raggiunse Arrivo, arrivo.

Daphne partì alla volta del negozio di dolci, dove aveva visto entrare Blaise Zabini. Erano settimane ormai che la giovane parlava solo del compagno di scuola, e passava le sue giornate a guardarlo da lontano. Non che Daphne fosse timida, ma l’idea di dichiararsi sembrava ancora essere fuori questione. Si limitava a stare sempre intorno a lui, perciò. Kyra trovava la cosa un po’ inquietante, ma Blaise, che se n’era accorto, si era mostrato divertito da tutte quelle attenzioni.

Mielandia non era altro che il paradiso di qualunque ragazzino, soprattutto se goloso. Ogni cosa in quel negozio aveva l’aria invitante, vuoi per i colori sgargianti, vuoi per i profumi, ma il credito di Kyra era destinato ad esaurirsi in fretta in un posto simile.

Eccolo, vicino ai topoghiacci… borbottò Daphne, quando anche Millicent Buldstrode e Pansy Parkinson si unirono al duo. Che non scorresse buon sangue fra Pansy e Kyra era risaputo a tutti i serpeverde, data la vicinanza con Draco Malfoy, che notoriamente disprezzava i Nati Babbani.

Più avanti ho visto dei bastoncini di liquirizia interessanti. Ci scommetterei che alcuni di loro hanno morso Neville Paciock. Disse, indicando alcuni stand dietro di sé, a mo’ di scusa per lasciare il gruppo. L’ultima cosa che desiderava era un altro fastidioso e chiassoso dramma.

Alla velocità della luce si dileguò fra gli scaffali coloratissi ed animatissimi del negozio di dolci. La cosa più complicata era mantenere l’attezione su una cosa sola per più di una manciata di secondi, con tutte quelle distrazioni. Eppure un’esplosione dai toni inconfondibili riuscì nell’intento. Nello scaffale fra le Tutti i Gusti + 1 e le Gomme Bolle Bollenti spuntavano un paio di chiome rosse lucenti, che sghignazzavano furtive, cercando di nascondere la prova incriminante l’uno sotto il mantello dell’altro. Trattenendo una risata, Kyra, fece capolino nella loro corsia.

Beccati!

I due gemelli Weasley sobbalzarono con la faccia di chi sa di essere nei guai. Anche se solo per un attimo. Naturalmente erano certi che Kyra fosse fidata, perciò scoppiarono a ridere e lasciandosi cadere qualcosa alle spalle, si avvicinarono a grandi passi verso la ragazza e le portarono ognuno un braccio attorno alle spalle.

Kyra, Kyra, Kyra ripeterono, scuotendo il capo con l’atteggiamento di chi la sa lunga Un uccellino ci ha detto che da poco hai fatto gli anni. Esordì Fred.

Si, bhe, più che un uccellino parliamo di una ragazzina in carne ed ossa, ed anche piuttosto loquace. Puntualizzò George.

Comunque… il primo scosse il capo e riprese il discorso Non ci hai detto nulla! Ti avremmo fatto un regalo.

Kyra fece per dire qualcosa, ma non le diedero il tempo di intervenire, che l’altro gemello stava già parlando.

Un bellissimo regalo! Magari qualcosa di utile! Vero, Fred?

Certo George! Magari qualcosa che può usare per salvarsi in caso voglia saltare qualche lezione di Astronomia… si fermò per permettere al fratello di esibirsi in un gran rumoroso sbadiglio. Sono d’accordo. Ho sonno solo a pensarci!

 

Okay, okay, piano. Kyra mise le mani avanti, non capendo dove i due volessero andare a parare, mentre chiacchierando l’avevano ormai portata fuori da Mielandia e stavano risalendo una via laterale di Hogsmeade. Non ho bisogno di un regalo, ragazzi. E se volessi evitare una lezione, saprei come trovare una scusa degna. Ormai qualcosa l’ho imparato, non credete?

 

Se le cose stanno così… George estrasse una pergamente ripiegata con cura dalla tasca del suo mantello e se la rigirò fra le mani. Allora questa non ti serve. Fred, forse potremmo venderla a qualcuno del nostro anno.

Con i G.U.F.O. alle porte vorranno tutti una pergamena firmata da Silente in persona che ti esonera dalle lezioni per la giornata intera. Confermò Fred, rivolgendo uno sguardo divertito all’amica, che ora capiva cosa i due avevano fatto per lei.

State forse dicendo? chiese, esaminando il foglio che ora si trovava in mano sua. Era pulito, senza una scritta.

Abbiamo usato l’inchiostro simpatico, ma bada bene, se vorrai usarla, sarà solo per quella volta. Purtroppo non siamo riusciti a far sì che si rigeneri. Spiegò George, visibilmente seccato del risultato non ottimale Ma è sempre un gran bel aiuto!

Nessuno aveva mai falsificato un permesso per me, ragazzi! Grazie! E dopo aver sistemato con cura la pergamena nella borsa, abbracciò i due sinceramente emozionata.

In effetti era vero. I soldi non erano mai mancati a Kyra, e quindi i regali, seppur in infanzia si fosse sentita spesso sola, aveva sempre ottenuto tutto quello che voleva, ma raramente qualcuno le aveva donato qualcosa pensando esplicitamente a lei.

Per il resto della giornata rimase un po’ con loro, un po’ con Hermione e Ron a passeggiare fra le vie del villaggio che si preparava ad accogliere la neve.

Era tutto davvero magico, se non per i manifesti di cattura dedicati al famigerato Sirius Black, che spezzavano l’aria spensierata che quel luogo suggestivo insisteva col ricreare. Le immagini che ritraevano il ricercato, infatti, tappezzavano la via principale ed il brusio insistente dei commercianti, non mancava di ricordare la presenza dei Dissennatori ogni sera. Certo dal punto di vista di Kyra, non era come trovarseli fuori dalla porta ad Hogwrtas, ma pur sempre un gran disagio.

Sono un po’ preoccupata. Ammise Hermione, notando dove lo sguardo di Kyra era diretto. Stavano tornando dai Tre Manici di Scopa appena prima del tramonto, ed i due giovani Grifondoro faticavano a portare la quantità di dolci che avevano preso da portare ad Harry, che non aveva ottenuto il permesso dai suoi zii.

Credi davvero che Sirius Black voglia dare la caccia ad Harry? Sussurrò a bassa voce, non volendo allarmare gli studenti che tornavano ad Hogwarts attorno a loro. Ron emise una sorta di gemito frustrato. Evidentemente per lui era un sì. Tanto è impossibile che arrivi al castello. E poi non può mica essere peggio di Voi-Sapete-Chi! Esclamò, spazientito dall’andamento di quel discorso. Era decisamente preoccupato.

Nessuno disse più nulla fino all’arrivo al castello, quando si separarono per raggiungere ognuno la propria sala comune.

 

Daphne Greengrass stava raccontando dettagliatamente a tutto il dormitorio del terzo anno dei Serpeverde di come la visita ad Hogsmeade (con tanto di attività di spionaggio avanzato) si era trasformata in un romanticissimo appuntamento con Blaise Zabini.

In realtà Daphne aveva ottenuto poco meno di un bacio a stampo ed una burrobirra verso sera, a cui era seguito il banchetto di Halloween, dove i due si erano tenuti la mano per tutto il tempo.

Teneri. Erano davvero teneri, e tuttavia era decisamente più piacevole ascoltare lei, piuttosto che le stupidaggini di Pansy Parkinson. Eh sì, qualunque cosa pensasse Pansy si trasformava immediatamente in una stupidaggine.

Aveva appena infilato il pigiama quando un gran chiasso seguito dalla voce di Gemma Farley attirò l’attenzione delle studentesse. Giù dai letti! Giù dai letti! Seguitemi tutti in Sala Comune! gridò la Prefetto al settimo anno.

Kyra, confusa, così come le altre compagne, lasciò stare le coperte del suo letto a baldacchino e si precipitò fuori dalla stanza per capire cosa stesse accadendo. A quell’ora la Sala Comune metteva un po’ suggestione, ma era altrettanto affascinante con tutte le ombre ed i riflessi che il Lago Nero ricreava sulle pareti ed i volti degli studenti preoccupati.

Il Professor Piton comparve all’ingresso della Sala Comune Siamo dinanzi ad un’emergenza che prevede una perquisizione del castello. Esordì con il tono pacato e macabro di sempre. Non doveva essere tanto grave. Seguite i Prefetti nella Sala Grande. Passerete tutti la notte lì. Chiunque si faccia beccare in giro fuori orario (il suo sguardo si posò per un istante su Kyra, ne era certa) sarà mia premura farlo espellere.

E così, si rivoltò il mantello sulla sua spalla sinistra ed uscì a grandi passi.

 

La Sala Grande si riempì subito di voci e studenti ed in seguito ad un breve discorso del Professor Silente e la comparsa di un sacco a pelo per ogni studente. Non profelì parola sul motivo per cui stavano perquisendo la scuola, ma un solo nome era sulla bocca di tutti. Sirius Black. Le storie che passavano di studente in studente erano fin troppo fantasiose per esser credibili, tuttavia. E poi la scuola era circondata di Dissennatori, che ora sicuramente avrebbero insistito per entrare se si fosse trattato davvero di lui.

Doveva trovare Harry. Vedere se stava bene e chiedere a lui. Quando succedeva qualcosa a scuola, di solito, lui c’entrava sempre. Avrebbe sicuro avuto risposte migliori dei ragazzini del primo anno accanto a lei.

Si alzò con il suo sacco a pelo e piano, senza farsi notare, raggiunse il punto in cui Harry, Hermione e Ron si erano stesi.

Cosa sta succedendo? sussurrò, con lo sguardo puntato sul cielo stellato della Sala. Anche se si trattava di un incantesimo atto a riprodurre il meteo esterno, sembrava che il cielo fosse inquieto, un po’ come il castello in quel momento. Forse Kyra stava viaggiando troppo con la fantasia.

Black. Ha fatto irruzione ad Hogwarts ed ha attaccato la Signora Grassa. Rispose Potter a mezzavoce.

Silenzio. Aveva attaccato il quadro d’ingresso della Sala Comune dei Grifondoro. Il signor Weasley credeva che volesse uccidere Harry. Non serviva certo un genio per capire cosa stesse facendo lì il criminale. Tuttavia Kyra, senza nemmeno accorgersene, aveva smesso di respirare.

Cercava te? Chiese comunque, dopo un lungo silenzio.

Nessuna risposta. Era chiaro che fosse così. Non era certo entrato ad Hogwarts rischiando di farsi prendere da uno di quei Dissennatori solo per taglizzare un quadro. No di certo.



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Capitolo 14
*** III° Anno: Lupin Lupesco/ Quidditch, Lupi e tante cose tristi ***


Lupin Lupesco

 

Mi ha guardato come se potesse incenerirmi con gli occhi! Sbuffò Kyra, mentre la vecchia bibliotecaria continuava a zittirla insistentemente con un sibilo ancor più rumoroso della voce stessa della giovane. Insomma, è vero che non avrei dovuto trovarmi nel suo ufficio, ma che ne potevo sapere che il professor Lupin era ammalato? Continuò, abbassando a malapena il tono della voce, mentre la compagna di studi scriveva qualcosa sulla sua pergamena. Sembrava più concentrata del solito, e non alzava nemmeno lo sguardo quando la chiamava.

Hermione? Mi stai ascoltando? Si sporse sugli appunti della studentessa riccioluta. Immancabili come sempre. Successo qualcosa? Chiese ancora, cercando di incrociare i suoi occhi che scorrevano velocemente fra le righe fitte d’inchiostro.

Ma cosa dici? Va tutto bene. Sto solo cercando di concentrarmi su questi appunti!

Kyra sfilò la pergamena dalle sue mani, costringendola a guardarla. Hermione era visibilmente provata. Aveva gli occhi stanchii e le mancava quel guizzo che la contraddistingueva, soprattutto quando si trovava in biblioteca. Bugia.

Non che Hermione Granger non fosse in grado di mantenere un segreto, anzi. Era tutto l’anno che si rifiutava di spiegare come faceva a frequentare tutti i suoi corsi ed aveva accettato la cosa senza alcun problema, ma ora qualcosa chiaramente la turbava e forse infondo desiderava parlarne, perché cedette subito.

E va bene. Il Professor Piton è stato terribile oggi. Si lasciò andare ad un sospiro sconsolato, per poi recuperare la sua solita tenacia. Ma non m’importa affatto. Mi spiace solo che abbiamo perso dei punti per colpa mia, ma so già come rimediare. E si riprese la pergamena che Kyra le aveva rubato. Dobbiamo fare una ricerca sui Lupi Mannari per lunedì. Mi sto dando da fare.

Kyra chiuse il domo di Incantesimi che aveva davanti fino a quel momento con un gran fracasso, guadagnandosi un altro ammonimento, che ignorò andando a sedersi più vicino ad Hermione. Dai, ti aiuto, che cosa sappiamo su questi Lupi Mannari?

 

Studiare con la signorina Granger era un’esperienza del tutto spompante. Riusciva a far girare i suoi ingranaggi ad una velocità tale che Kyra faticava a seguire e si ritrovava immancabilmente con un gran mal di testa. Comunque sembrava che Hermione si ritenesse soddisfatta. Era certa che avrebbe trovato delle nuove informazioni da aggiungere alla sua ricerca nei giorni seguenti, ma come base di partenza doveva essere ottima, perché se ne uscì dalla biblioteca talmente felice da attirare l’attenzione di Pix e le sue angherie. Poverina.

Credo… Credo di aver capito! Disse mentre radunava i suoi libri in una borsa che di lì a poco avrebbe ceduto al suo lavoro. Credo di aver capito perché proprio i Lupi Mannari. Anzi, è cos’ ovvio! Voglio esserne sicura, ma è lampante! Esclamava felice nel tragitto dalla biblioteca verso le loro Sale Comuni.

Hermione, non ho idea di che cosa tu stia parlando. Cosa c’entra? Perché? Perché Piton vuole umiliare il Professor Lupin e screditarlo come insegnante dimostrando quanto siamo indietro, no? Non ha fatto altro per tutta la lezioni! Che altro poteva esserci? Che il Professor Piton desiderasse la cattedra di Difesa Contro le Arte Oscure era ormai un dato di fatto.

Kyra… Hermione si fermò di colpo e la prese per la manica del mantello, trascinandola con sé in un corridoio laterale, dove c’era meno agitazione fra gli studenti. Esatto! Il Professor Piton vuole esattamente screditare il Professor Lupin, ma non come pensi tu. Ecco, di nuovo quel guizzo e Kyra non seguiva più i suoi ragionamenti. Harry ha detto che il Professor Piton ha fatto per il Professor Lupin una pozione per un suo malessere il giorno di Halloween. Una pozione molto complicata. Ed ora lui è ammalato!

Stava forse dicendo che aveva tentato di avvelenarlo? Certo la pozione non aveva funzionato. Kyra non era un’esperta di “medicina magica”, ma ogni qualvolta si era ritrovata a dover assumere una delle loro pozioni per un qualunque malessere l’effetto l’aveva fatta ristabilire nel giro di poche ore. Perché era ancora ammalato? Forse era qualcosa di più grave di un male di stagione. E se fosse stato ammalato di qualcosa di davvero pericoloso? Forse qualcosa di terminale. Una stretta al cuore di Kyra le impedì di respirare al solo pensiero. Si era troppo affezionata all’insegnante per sopportare di perderlo così. Non poteva trattarsi di questo. Ma allora cos… La luna! Com’era la luna in quelle notti?

Credi che… potrebbe trattarsi di una pozione Anti-Lupo? Questa volta bisbigliò davvero, non volendo farsi sentire nemmeno dai quadri attorno a loro.

Penso proprio che potrebbe. Ovvio, voglio fare delle altre ricerche, ma questo spiegherebbe tutto! Il Professor Piton ha tenuto questa lezione nella speranza che qualcuno capisse! Per fortuna del Professor Lupin non credo che qualcuno dei nostri compagni lo farà.

E non aveva tutti i torti. Se Hermione non glielo avesse praticamente urlato, probabilmente nemmeno Kyra se ne sarebbe mai resa conto, nonostante tutto il tempo passato assieme all’insegnante nei doposcuola.

Ormai conoscevano entrambe il mondo magico abbastanza bene da sapere che se si fosse saputo, probabilmente, il Professor Lupin avrebbe perso il posto, perciò decisero di tenere la bocca ben chiusa anche se avessere scoperto che era davvero un Lupo Mannaro.

Se ne andò nella sua Sala Comune con la sensazione di essere a conoscenza di qualcosa di cui non avrebbe dovuto.

Scossa da quella giornata di studio, andò direttamente a letto, mentre Millicent e Daphne discutevano del braccio di Malfoy. Mentre ormai stava già per dormire udì qualcosa riguardo ad un ricorso, Hagrid, ed un Ippogrifo. Si annotò mentalmente di andare a trovare il guardiacaccia l’indomani.

Domani.

Cosa doveva ricordarsi di fare?

 

Quidditch, Lupi, e tante cose tristi.

 

La casata dei Serpeverde si sentiva particolarmente beffarda quel mattino. La tempesta che si era animata durante la notte e tutt’ora si agitava all’esterno del castello, ormai era la protagonista di quella prima giornata di Quidditch.

Non era abitudine di Kyra andare a vedere le partite, soprattutto quando la sua casa non partecipava, o fuori il mondo sembrava ribellarsi, ma i gemelli Weasley le avevano fatto promettere di andare ad assistere alla loro inevitabile vittoria. Quell’atteggiamento altrettanto beffardo la convinse a prendersi una polmonite per accontentarli, e poi dopo gli avvenimenti di Halloween, quella sembrava un’occasione ghiotta per chiunque stesse cercando di uccidere Harry. Detestava pensarci, ma si sarebbe detestata anche di più se fosse successo qualcosa e lei non fosse stata presente.

Evitò di andare a fare gli auguri alla squadra di Grifondoro prima della partita, per due motivi.

Primo: Non era il caso di agitare la squadra con la presenza di una Serpeverde, seppur amica di alcuni giocatori. La casata è come il sangue, no?

Secondo: Bhe, non è molto diverso dal primo. Se la casata è come il sangue, ed i Serpeverde odiano particolarmente i Grifondoro, se fosse venuto fuori che avevo addiritttura pensato di tifare per la squadra avversaria l’indice di gradimento generale per Kyra sarebbe sceso ai minimi storici. E la sua vita si sarebbe trasformata in un vero inferno. Meglio evitare.

Prese posto verso metà della gradinata. Non era proprio all’altezza del campo, un po’ più in basso, ma aveva notato una nicchia in cui poteva ripararsi dalla pioggia, creata dalle gradinate più in alto.

Daphne e Blaise avevano preso posto accanto a lei, abbracciati l’uno all’altra per scaldarsi. Mentre il vento e la pioggia gelida si abbattevano contro il suo volto, che pur coperto dalla sciarpa non era sufficiente a darle un po’ di terpore.

I giocatori delle due squadre erano appena entrati in campo, quando Goyle si sedette dietro a lei, calpestandole i capelli. Hey! Sta’ più attento! Si portò una mano alla chioma, spostandosi di qualche centimetro dalla sua portata di tiro, per poi voltarsi nella sua direzione del ragazzo. Fu sorpresa nel vedere che era solo con l’amico Tiger. Il boss evidentemente era ancora convalesciente. Sospirò, riportando la sua attenzione alla partita, che nel frattempo aveva avuto inizio.

Il Quidditch sembrava estremamente più complicato di quanto in realtà non fosse. Scoprirlo fu addirittura piacevole, nonostante la pioggia fitta. Forse era addirittura un valore aggiunto. Certo bisognava riusscire a vedere i giocatori, e non era affatto facile, ma un paio di volte riconobbe alcuni Tassorosso. Doveva essere Cedric Diggory. Inizialmente non aveva capito l’astio dei gemelli nei suoi confronti, ma dopo averlo visto giocare, bhe, forse erano più invidiosi che altro e non poteva biasimarli. Era proprio un gran bel ragazz… Era del tutto impossibile fare delle riflessioni in santa pace con scemo e più scemo seduti proprio dietro di lei a toglierle il cappuccio o calpestarle una mano. BASTA! Sbottò riferita a Goyle per l’ennesima volta, quando voltandosi notò qualcosa immobilizzarsi sotto la gradinata.

Un cane.

Un cane nero che la guardava.

No, i cani non fissano le persone. Si era solo spaventato per le grida. Doveva essere un randiagio che si riparava dal maltempo.

Eppure la stava proprio guardando. Quegli occhi color ghiaccio.

Proprio come… Non ebbe il tempo di formulare quel pensiero assurdo che l’animale stava già correndo, arrampicandosi più in alto lungo la gradinata. Scosse il capo, rimettendosi a guardare il campo da Quidditch. Non poteva essere lo stesso cane che aveva visto con Harry prima di salire sul Nottetempo durante l’estate, così come non poteva star fissando lei. Eppure ora stava salendo a guardare la partita di Quidditch.

No, stava cercando un nuovo nascondiglio. Decusamente più logico.

Harry! Per qualche assurda legge fisica la voce di Baston che avvertiva Harry dell’arrivo imminente di Cedric Diggory alle sue spalle, arrivò fino alle sue orecchie, nonostante il rombo del temporale. Si fece particolarmente rigido, ed il freddo iniziò a farsi davvero insopportabile. Un primo istinto disse a Kyra di alzarsi e scappare. Che quel posto, in quel momento, portava solo guai. Tanto non sarebbe mai stata davvero felice lì, i suoi amici dopotutto erano tutti Grifondoro, e non potevano realmente considerarla come invece consideravano i loro compagni di casata. Soprattutto i gemelli Weasley, a cui ormai teneva particolarmente, non facevano altro che prendersi gioco di lei. E poi quelle grida lontane, quelle grida come quelle del treno. Troppo lontane per poterne distinguere le parole. Eppure riuscì a ridestarsi e capire.

Harry! Gridò, attirando l’attenzione di tutti i Serpeverde attorno a lei. Oh no! Harry! Gridò ancora, appena un attimo prima che la figura di Harry Potter che cadeva in picchiata dalla sua scopa si palesasse davanti a quella fetta di pubblico.

Con il cuore che le batteva in gola ed il respiro affannato, Kyra non perse tempo ed iniziò a correre. Correva giù, verso il campo. Non che potesse fare alcunché, ma desiderava almeno essere certa che Harry fosse vivo. Fu come se non si sentisse nel suo corpo. Tutto attorno a lei era amplificato ed allo stesso tempo ovattato. Insegnanti correvano di qua e di là per arginare la folla di studenti che si stava agitando per vedere Harry Potter morto.

Il Professor Silente, stava conducendo una barella galleggiante fino al castello, di cui Kyra riuscì a scorgere appena una mano.

Sapeva bene che non fosse credibile pensare che lei potesse essere una sua amica, che desiderasse solo assicurarsi che stesse bene, o forse era solo un residuo dell’effetto dei Dissennatori. Non era ancora chiaro. Comunque Kyra decise di non insistere. Si diresse verso il castello, in modo ordinato e composto, consapevole che almeno Hermione e Ron avevano potuto seguirlo in infermeria, con il resto della squadra.

Anche lei si diresse in infermeria, ma si sedette su un gradino di pietra situato appena fuori dalle sue porte ed attese, in silenzio, finché fu necessario.

Insegnanti andarono e venirono, vide addirittura il Professor Vitious entrare con una borsa contenente pezzi della scopa da corsa di Harry. Nel vederne le condizioni si sentì male per lui. Che giornata orribile stava passando.

Una gran agitazione si stava animando nell’infermeria, o così sembrava dalla postazione di Kyra. Harry doveva essersi svegliato. Il sollievo fece alzare Kyra, che iniziò a camminare avanti ed indietro, improvvisamente energica.

La squadra di Grifondoro fu quasi cacciata una manciata di minuti più tardi e non appena individuò i gemelli, Kyra si fiondò ad abbracciare i due. Sta bene? Chiese agitata, stringendo ancora i due amici, totalmente sorpresi da quel gesto. George appoggiò una mano sulla schiena della ragazza, come a rassicurarla. Sta benone. Confermò, mentre il fratello ridacchiava di quella sua reazione. Sì, se non si considera la depressione post partita.

Non aveva mai perso prima. Ma è tutto intero. Sei stata qui tutto il tempo?

Okay, Harry stava bene e ne aveva la conferma. Sciolse l’abbraccio con un sorriso molto simile a quello che aveva assunto ora Fred per prederla in giro ed annuì. Capisco proprio perché non vi piace Cedric. Non solo è un bravo cercatore, ma è proprio un gran bel ragazzo! Esclamò consapevole del fatto che la conversazione avrebbe deviato inevitabilmente direzione. Vedo che vi hanno proprio fatto a pezzi! E non solo perché Harry è caduto dalla scopa. Li stuzzicò, mentre un borbottiò di “Non è vero” o “Tutta fortuna. Quando vuoi, gli diamo la rivincita quando vuoi, e vedi come li stendiamo” si faceva sempre più insistente.

Ragazzi.

 

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Capitolo 15
*** III° Anno: Dicembre/ Il padrino ***


Dicembre

 

Rivedere il Professor Lupin girare per i corridoi, seppur non in piena forma, fu un gran sollievo per gli studenti di Hogwarts. Già dalla prima lezione con l’insegnante il clima amichevole ed autorevole che aveva instaurato da inizio anno era tornato a crearsi.

Personalmente Kyra credeva che con alcuni dei suoi compagni fosse anche troppo indulgente. Lo rivelò al professore durante uno dei loro incontri nel dopo scuola. Stava provando un incantesimo di difesa, anche se non coincidente con il suo anno accademico. Il Professor Lupin riteneva che i tempi lo richiedessero, seppur continuasse a raccomandarsi che non se ne andasse troppo a zonzo.

Non servirebbe a niente punirli, Kyra. Tutti i ragazzi si divertono a prendere in giro i loro insegnanti. Rispose con il tono stanco che lo contraddistingueva da tutta la settimana, nonostante si mostrasse molto più rilassato delle ultime volte che l’aveva incontrato. Devo guadagnarmi il loro rispetto con i fatti, non con la forza. E sarebbe il caso che tu facessi lo stesso ora. Concentrati. Su. E con queste parole chiuse il discorso, non permettendole più di tornarci.

Era quasi ora di cena quando l’insegnante la cacciò intimandole di andare a divertirsi un po’ prima di andare a letto. Ma niente uscite di nascosto! Fa solo qualcosa di innocuo, mi raccomando. Buonanotte signorina Mason.

 

Kyra non se lo fece ripetere due volte! Le settimane di novembre, infatti trascorsero sempre più tranquille, se non si considerava la presenza di Draco Malfoy, ormai abile di muovere entrambe le braccia dopo “l’infortunio” con Fierobecco, l’ippogrifo di Hagrid. Andò spesso a trovare il guardiacaccia durante quel periodo. Nonostante le minacce di Malfoy, non sembrava che Hagrid avesse ricevuto brutte notizie o se non altro non lo disse a Kyra. Le sue visite purtroppo erano spesso brevi e frettolose. Con l’accorciarsi delle giornate gli studenti avevano sempre meno tempo da passare all’esterno, soprattutto con i Dissennatori in giro. Seppur molti prendessero in giro Harry per la sua reazione ai Dissennatori, nessuno voleva finire come lui.

Harry si era ripreso bene dalla caduta, e rimase in infermeria non più di un fine settimana. Kyra andò a trovarlo solo una volta. Non voleva infierire ulteriormente dopo la perdita della sua scopa, così gli portò dei biscotti che Fred e George avevano recuperato per lei dalle cucine.

Prima o poi avrebbero dovuto portarla con sé. Ogni volta che ci andavano poi profumavano di arrosto e cannella per tutta la giornata. Anche Kyra voleva profumare di arrosto e cannella.

Mi dispiace, hai avuto la tua occasione. Aveva detto George, quando gliel’aveva chiesto.

E poi è troppo pericoloso per una del terzo anno. Non è così facile, sai? Si vantò Fred, e con un gesto della mano fece per allontanare l’amica che determinata assillò i gemelli per tutto il resto della giornata.

 

Ormai era arrivata la neve da un paio di settimane e con quella il professor Vitious aveva colto l’occasione per rendere Hogwarts il posto più natalizio di sempre. Come sempre erano comparsi dodici alberi decorati a dovere nella Sala Grande e nelle aule ed i corridoi il profumo di vischio e bastoncini di zucchero aveva preso il sopravvento sulla voglia degli studenti di fare lezione.

Dai, Hermione, restiamo un po’ fuori! protestò Kyra al gesto dell’amica di rientrare. Dovevano riportare dei libri in biblioteca, prima della fine della giornata, e la giovane Serpeverde, aveva insistito perché facessero il giro esterno. La temperatura era davvero bassa, ormai, ma lo era anche all’interno del castello.

La ragazza dai ricci ribelli fece per rispondere, ma notando qualcosa alle spalle dell’amica, l’afferrò per il braccio e trascinò dietro ad una colonna.

Troppo tardi.

Un palla di neve gelida colpì Kyra proprio in testa. Si sfiorò la radice di una delle trecce per assicurarsi che la sua acconciatura fosse ancora intatta, e si voltò in cerca di un colpevole.

Nemmeno a dirlo, ed un’altra sfera di neve arrivò dritta verso la spalla della ragazza.

 

Guerra! esclamò uno dei due tiratori dai capelli rossi. Ovviamente i gemelli Weasley.

Kyra non se lo fece ripetere due volte e si chinò a raccogliere quanta più neve possibile, per mettere su una buona difensiva.

In men che non si dica si ritrovarono in una vera e propria battaglia, dove anche la povera Hermione venne coinvolta senza volere (anche se era difficile credere che Fred non l’avesse fatto di proposito), che decise di lasciare i tre a giocare.

Kyra preparò una bella palla di neve compatta, quella della vittoria, con cui avrebbe messo k.o. entrambi i gemelli. Un ultimo lancio perfetto.

Bhe, non proprio perfetto. Entrambi i ragazzi lo schivarono e quella andò dritta a schiantarsi contro la faccia di Gazza.

Accidenti!

Non sentirono nemmeno tutti gli epiteti che stava urlando loro ed i diversi metodi di tortura con cui intendeva punirli, tanto veloce stavano scappando. Cambiarono direzione più e più volte, fino a nascondersi in un aula vuota al quarto piano. Con il fiatone e le lacrime agli occhi dalle risate, Fred estrassè una pergamena da sotto il mantello.

Sta a vedere… sussurrò George, prendendo la bacchetta. Giuro solennemente di non avere buone intenzioni! esclamarono in coro al pezzo di carta. Cos’era? Un altra giustificazione truccata? Si avvicinò, curiosa ai due, che stavano esaminando qualcosa.

Che zuccone! Ci sta cercando vicino all’aula di Pozioni!

Sulla pergamena c’era una vera e propria mappa di Hogwarts, tanto accurata da segnare anche i suoi studenti ed insegnanti, e la loro locazione.

A bocca aperta, osservava quell’oggetto magico, affascinata.

Ma questi sono… sono passaggi segreti! E le cucine! Le Sale Comuni! C’è tutto! Come avete fatto?

Chiaramente i gemelli erano soddisfatti del loro piccolo tesoro, e pronunciando un’altra formula fecero sparire tutto quanto e riposero di nuovo la pergamena al sicuro.

Mappa del Malandrino. Si chiama così. L’abbiamo trovata nell’ufficio di Gazza e, bhe, ci ha aiutato parecchio in situazioni come questa. Spiegò George.

Anche se ormai siamo abbastanza bravi anche senza. Ormai questo castello non ha più segreti per noi! Continuò Fred, beffardo.

Kyra avrebbe dovuto raggiungere Hermione in biblioteca, ma alla luce di quella nuova rivelazione, perse il senso del tempo, e trascorse l’intero pomeriggio rifugiata lì con i gemelli a discutere della mappa e di tutti i successi che erano riusciti a raggiungere grazie a lei.

Ah quanti rifornimenti da Zonko siamo riusciti a fare! E quante volte Gazza non ha capito come abbiamo fatto a sfuggirgli! Fred ti ricordi quando…

...Sì! Esattamente come quando…

... Strabiliante!

Ovviamente Kyra capiva poco o niente dei loro discorsi, ma quando si ricordavano che lei non era connessa quanto loro, e le raccontavano le loro “avventure” non faceva che ridere.

Ha davvero un potere straordinario. Disse dopo un po’, sdraiata su alcuni banchi con lo sguardo sul soffitto. Credete che ce ne siano altre in giro?

Non credo proprio. Rispose subito Fred, troppo geloso della pergamena.

Codaliscia, Lunastorta, Felpato e Ramoso l’hanno creata. Crediamo fossero studenti come noi. Continuò George, spiegando l’affermazione del fratello.

Siamo in debito con loro! Vorrei stringergli la mano!

Ma cos’è? Ne volevi forse una?

Mi dispiace, Kyra, ma credo che siamo gli unici ad averne una.

Già il nostro tesoro.

Kyra non voleva certo rubare loro una cosa tanto cara, ma se ne fossero esistite altre, avrebbero potuto tornare molto utili.

No, ma sai, di questi tempi conoscere tutti questi passaggi segreti. Penso che tornerebbe utile a molti. Si spiegò, rimettendosi seduta composta e parlando più seriamente.

Lo sappiamo, ci stavamo pensando da un po’. Fred, si sedette accanto a lei.

Sì, noi ormai la sappiamo a memoria. Forse dovremmo passare il testimone a chi ne ha più bisogno di noi. Ora George si mise dall’altro lato accanto a lei. L’altro gemello più riluttante all’opzione di cederla a qualcun altro.

A chi pensavate? Chiese, lasciando correre la sua immaginazione. Forse a Ron, dato che anche lui aveva un talento per mettersi nei guai ogni anno.

Harry.

Ne ha davvero bisogno.

Non può nemmeno andare ad Hogsmeade.

Crudeli. I suoi zii sono crudeli.

E così discussero seriamente di quella possibilità. Chiaramente Fred era meno convinto del fratello, che credeva fosse la cosa giusta da fare, per quanto difficile.

George era sempre stato quello più riflessivo dei due.

Insomma, riflessivo. Non era una caratteristica che apparteneva ai gemelli Weasley, in effetti.

Giunsero alla conclusione che l’avrebbero consegnata l’indomani ad Harry, mentre tutti gli altri sarebbero andati ad Hogsmeade.

 

Seppur non fosse nei suoi piani fare compere per il Natale. Portava con sé una borsa piena di dolci che voleva far assaggiare a sua cugina, totalmente estranea al mondo magico, oltre al suo baule. Il treno per Londra, partiva da Hogsmeade al mattino presto, quel lunedì mattina e Kyra si stava già preparando a raggiungere le carrozze. Aveva già avuto modo di salutare i compagni la sera prima, ed ora andava in cerca di Harry, Hermione e Ron, che aveva a malapena visto ad Hogsmeade. Era certa che Harry avesse ricevuto la mappa ed incontrato i due amici, ma non capiva perché fossero così sfuggenti.

Purtroppo quella mattina non c’era traccia dei tre in giro, così, rassegnata decise che avrebbe scritto loro una lettera sul treno.

Trascinò il suo baule ancora fino all’ufficio dell’insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure. Lo lasciò fuori dalla porta, e fece per entrare scostandola di poco.

 

Credo che dovrebbe saperlo. Sta diventando troppo pericoloso. Sentendo quelle parole uscire dalle labbra del Professor Lupin, Kyra si bloccò, indietreggiando.

Sono così simili! Uguale a suo padre, è evidente. Insistette con il suo interlocutore misterioso.

So cosa significavano per te Potter e Black, Remus, ma non è compito tuo. Vorrei che lo tenessi bene a mente in futur…

 

Origli, Mason?

 

Maledizione! Goyle l’aveva spaventata a morte. E poi, “origli”, Goyle conosceva un verbo così complesso? Non se l’aspettava proprio.

 

Non starmi fra i piedi. Bisbigliò, e con un gesto della bacchetta fece levitare il suo baule e se lo portò avanti così da poterlo controllare mentre si dirigeva all’ingresso.

Ignorò totalmente ciò che il burattino di Malfoy continuava a dirle, ripensando alla conversazione che aveva appena sentito. Il Professor Lupin stava parlando di Harry con il Preside, non aveva dubbi a riguardo. Ma cosa gli stavano nascondendo?




Il padrino

 

Aveva scritto tutto quello che aveva sentito in una lettera ad Hermione prima ancora di essere a Londra, e dopo aver pregato un po’ Percy Weasley, ottenne in prestito il suo gufo per spedirla.

Non nascose i suoi timori a Fred e George Weasley, che non persero occasione per far ridere Kyra.

Avevano sostituito la bacchetta di Percy con un prototipo di “bacchetta finta”. Dovevano lavorare sul nome. Lo scherzo consisteva nel indurre il fratello a fare incantesimi ed in quel momento la bacchetta avrebbe assunto una forma buffa.

Ovviamente non aveva funzionato a dovere, e la bacchetta si era trasformata in un pollo mentre era ancora nella tasca di Percy. Un pollo vivo.

Kyra rise tanto da non reggersi nemmeno in piedi, e ricominciò a ridere ancora ogni volta che ci pensava.

 

Il profumo di biscotti alla cannella e cioccolata calda aveva invaso la casa di Kyra già dal mattino presto, svegliando i suoi abitanti ed ospiti.

Nei giorni precedenti, infatti, erano arrivati i parenti più lontani e si erano sistemati nelle stanze degli ospiti.

Nonostante il dolce risveglio, avrebbe dovuto affrontare un Natale un po’ più amaro.

Ad Hogwarts, infatti, era libera di vestire, acconciarsi, parlare come preferiva. A casa, invece, era molto limitata in questi aspetti. Soprattutto in presenza d’ospiti.

Appena alzata dovette subito impegnarsi a domare i suoi capelli, che prima di esser spazzolati ricordavano un po’ quelli di Hermione, se non per il colore.

Li intrecciò subito, in modo che nessuno potesse dire nulla sulle sue onde. Pensò di scendere a vedere i regali in pigiama, ma sapeva che la nonna avrebbe preferito che indossasse un bel vestito, perciò aprì il suo guardaroba e ne estrasse un vestito a ruota rosso, ed un cardigan del medesimo colore, così che non avesse troppo caldo. Li posò sul letto e solo in quel momento notò ai piedi del letto, fra le trapunte, un pacchetto molto piccolo.

Un regalo?

Con curiosità lo prese subito per scartarlo e vi trovo una collana con un ciondolo che conteneva una foto della madre quando stava ancora bene e… Non si capiva bene ma doveva essere Kyra quando aveva solo qualche giorno. Portò il medaglione al petto, chiudendo gli occhi. Si prese un attimo per visualizzare la scena. Lei fra le braccia di sua madre, serena, innamorata di sua figlia. Memorizzò il suo sorriso.

Wow.

Delle lacrime calde percorsero le sue guance giusto per un attimo. Poi la felicità prese il posto della commozione. Indossò la collana, e si cambiò d’abito. Non sapeva perché, ma decise di coprirla con il vestito. Non voleva condividere il suo regalo con nessun altro.

Quel piccolo dono le diede la voglia di comportarsi bene per tutto il giorno. Fu impeccabile in tutto quello che la nonna le chiedeva di fare. Dal servire il té, al suonare il piano per pavoneggiarsi con la sorella sulle doti di sua nipote. Non si lamentò, non sbuffò, non litigò con la cugina. La zia Jadis definì la nipotina “deliziosa”, proprio lei che anni prima ne disse che era “la peggior disgrazia che quella famiglia avesse mai visto io l’avrei lasciata fuori dalla porta ad urlare”. Ovviamente era una donna, mh, deliziosa.

Alla sera, erano tutti riuniti nelle solite chiacchiere, a cui Kyra odiava prendere parte, perché non poteva fare altro che mentire, perciò prese posto accanto ad Hilary a cui consegnò una confezione di Tutti I Gusti + 1. Rise tantissimo quando le capitò il gusto di calzino sporco. Hilary era diventata tutta rossa ed era corsa a sputare la caramella nel bicchiere della dentiera della bisnonna Clarie. La pace non sarebbe durata a lungo per quello, ma non sarebbe stata certo Kyra a parlare.

Un gran fracasso, però, distrusse l’armonia prima del tempo. La signora Mason, moglie dello zio Nathaniel stava urlando dal bagno GUFI GUFI, AIUTO GUFI.

A quelle parole, Kyra balzò subito in piedi e corse al bagno del piano terra. Un bellissimo gufo bianco stava battendo il becco contro la finestra con una lettera fra le zampe. Oltrepassò la zia, ed andò ad aprire la finestra, facendo entrare il gufo, chiaramente uno di quelli della scuola. Prese la lettera dalle sue zampe, e riconobbe subito la calligrafia di Hermione. Non ho biscotti con me. Vai di sopra. Ti porto dell’acqua e qualcosa da sgranocchiare. E come se avesse realmente compreso, il gufo uscì dalla porta del bagno e volò su per le scale verso la stanza di Kyra. Che animali particolari.

Tu sei nei guai signorina! Guai serissimi! Come hai osato portare quei… MOSTRI in questa casa?! Come?!

Dovette aspettere più di un’ora prima che finissero tutti di rimproverarla, e metterla in punizione. Quando finalmente poté rinchiudersi nella sua stanza (E se senti un solo suono di quel tuo maledettissimo basso, vengo a prenderlo e lo uso come legna da ardere!) poté finalmente leggere anche la lettera di Hermione.

 

“Cara Kyra,

Ti ringrazio per avermi scritto subito!

Assolutamente sì, è importantissimo quello che ci hai detto!

Scusa se nessuno di noi ha avuto modo di salutarti quando sei partita, ma eravamo tutti

sconvolti da quello che abbiamo scoperto ad Hogsmeade.

Harry ci ha raggiunto grazie ad un passaggio segreto (che incosciente) ed abbiamo sentito la

professoressa McGranitt, il professor Vitious, Hagrid ed il Ministro parlare ai Tre Manici di

Scopa. Parlavano di Sirius Black.

Oh Kyra, non immaginerai mai che cosa abbiamo scoperto. Sono così preoccupata per Harry.

Sirius Black ed il papà di Harry erano amici fin dai tempi della scuola, ed è stato lui a tradire i

Potter. Erano protetti da un Incanto Fidelius, perciò non ci sono dubbi. Lui era il custode

segreto. L’unico a poterlo dire a Tu-Sai-Chi. Deve essere stato terribile. Hagrid l’ha anche

incontrato quella notte. Voleva che finire il lavoro che il suo Signore non aveva portato a

compimento. E poi ha raggiunto Peter Minus (era un altro amico del padre di Harry, abbiamo

scoperto) ne ha lasciato solo un dito. Tutto il resto polverizzato. Rideva quando il Ministero l’ha

trovato. Non ha avuto alcun rispetto per la loro amicizia, o per Harry. Pensa che è il suo

padrino...

Harry purtroppo ha sentito tutto. Ora vuole vendetta ed io non so più come fermarlo.

Vorrei che fossi rimasta anche tu a farlo ragionare. Forse a te, che puoi capirlo, avrebbe dato

ascolto.

Non so proprio che pensare.

Spero che tu stia passando un buon Natale.

Tua, Hermione”

 

Kyra non perse tempo e rispose subito. Non aveva altre notizie da darle, ma ora molte cose assumevano senso. Anche il discorso del Professor Lupin ed il Professor Silente.

Faceva fatica ad immaginare un tale scenario. Pensare che uno dei suoi migliori amici potrebbe fare una cosa simile era fuori discussione. Eppure quello che aveva fatto Sirius Black era un dato di fatto.

Quella notte Kyra non dormì, ripensando a quella storia.





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