Non succederà più

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pensieri, parole, omissioni e intromissioni ***
Capitolo 2: *** Un addio che fa molto male ***
Capitolo 3: *** Nuove vite ***
Capitolo 4: *** Vecchie fiamme che ritornano ***
Capitolo 5: *** Patti inossidabili ***
Capitolo 6: *** Giocare sporco ***
Capitolo 7: *** Brutti sogni ***
Capitolo 8: *** Il consiglio di una sorella ***
Capitolo 9: *** Legarsi con una promessa ***



Capitolo 1
*** Pensieri, parole, omissioni e intromissioni ***


Ranma era quasi sempre distratto anche quando doveva mandare avanti da solo il suo stesso ufficio in compagnia della sua assistente.
La litigata furiosa avuta con Akane aveva minato in lui la sicurezza di un matrimonio spensierato e felice.
Tutta colpa di un amore assopito e mai sbocciato del tutto.
“Akane, mi manchi da morire… Smettila di respingermi. Non posso sopportarlo. E quel Ryoga… L’hai fatto entrare nelle nostre vite ben sapendo che non lo sopportavo. Perché mi fai questo? Io ti ho chiesto scusa, ma tu non hai voluto ascoltarmi. Ti prego di farlo prima che sia troppo tardi.”
Completamente immerso nei suoi pensieri, ci volevano le sgridate di Shampoo per farlo rinvenire un minimo.
< Ranma, ci sei? Quando la smetterai di fare il lunatico e concentrarti sui tuoi doveri? >
< Il mio unico dovere era di stare accanto ad una fidanzata fantastica… Ma purtroppo non sono riuscito in questa impresa. >
< Akane non era la persona adatta a te. L’hai sempre saputo. >
< No, non è così. >
< Invece è la pura verità… E dovresti ascoltarmi più spesso, sai? >
< Perché continui ad essere contro di lei? Che cosa ti ha fatto? >
< Ma allora sei proprio stupido! Perché non l’hai capito? >
< Shampoo, io e te… >
< Non hai ancora cambiato opinione su di me, vero? È solo questione di tempo. Lavoriamo tutti i giorni assieme mano nella mano. Non puoi continuare a fare l’indifferente. >
< Invece posso eccome. >
Alzandosi di scatto dal suo ufficio, Ranma cercò di sparire dalla vista della sua assistente,
< Puoi nasconderti quanto vuoi, ma non puoi sparire per sempre. >
< Lasciami in pace! >
< Tu mi ami, Ranma Saotome. Hai solo paura di confessarlo e rompere il tuo giuramento. >
< Io non ti ho mai amato, Shampoo. Mettitelo bene in testa. >
< Eppure l’altra sera non eri di questo avviso, ricordi? >
< E’ stato tutto uno sbaglio. Se ho provato a baciarti è perché ero stanco e stressato. >
< Certo. Vai a raccontarlo a qualcun altro… Ma a me non incanti. Puoi mentire a te stesso, ma la verità la sappiamo solo io e te. >
< Anche Akane lo sa… >
< E’ stato meglio così. È stato un segno del destino se ci ha scoperti. >
< Non è che per caso l’hai chiamata tu, vero? >
< Mi credi capace di una simile cosa? >
< Shampoo, quanto tempo ti conosco? >
< Ormai credo da quasi cinque anni, perché? >
< Non puoi nascondermi niente. Ormai ti capisco quando mi menti e quando mi dici la verità. >
< E anche se fosse? Ti ripeto che l’ho fatto per il tuo bene. >
< Ma allora… Lasciami da solo. Non vorrei fare qualcosa di imperdonabile. >
< Ormai l’hai già fatto. >
Prendendolo per la camicia, Shampoo baciò con passione il suo superiore facendogli provare emozioni assopite da molto tempo.
< Shampoo, io e te non possiamo… >
< Smettila di parlare e continua a baciarmi. Mi piace un sacco. >
Senza riuscire a staccarsi da lei, alla fine i due si persero in un vortice di passione venendo solo interrotti dall’arrivo di alcuni clienti di Ranma.
< Ci mancavano loro > fece scocciata Shampoo < Non potevano venire più tardi? >
< Adesso mettiamoci al lavoro. Abbiamo perso fin troppo tempo. >
 
 
Come Ranma, anche la povera Akane continuava a soffrire come non mai.
< Hai intenzione di rimanere chiusa qua dentro per il resto della tua vita? >
< Lasciami stare, Nabiki. Sono troppo triste. >
< Questo l’ho capito perfettamente. Ma non puoi continuare a deprimerti all’infinito. La vita è troppo breve per essere tristi. >
< Solo perché tu non sei stata tradita dal tuo fidanzato. >
< Al diavolo Ranma. Non era l’uomo adatto a te. >
< E tu che ne vuoi sapere, scusa? >
< Ascoltami bene: anche se ho un anno più di te, posso darti molti consigli come tua sorella maggiore. >
< Del tipo? >
< Non dimenticarti di Ryoga. Lui è stato l’unico a parte la tua famiglia che ti è rimasto vicino. Sarebbe un ottimo fidanzato per te. >
< Sai cosa ti dico? Ne ho abbastanza di uomini e di fidanzati. Non hanno fatto altro che farmi soffrire. >
< Quindi vuoi rimanere sola a vita? Mica vorrai farti suora, spero. >
< Suora no, ma d’ora in avanti penserò a me stessa e basta. >
< D’accordo. Fai bene a goderti la vita. >
< Non avrò nessun legame. Sarò libera e spensierata… Voglio proprio vedere che cosa farà Ranma quando lo verrà a sapere. >
< Credi che Ranma stia continuando a pensarti? >
< Spero vivamente che sia preso da tutti i sensi di colpa… Deve pregare di non incontrarmi mai più, altrimenti lo strozzerò con le mie mani. >
< Brava, è così che si fa! Vendicati di chi ti ha fatto soffrire! > replicò Nabiki abbracciando sua sorella.
< Cosa fai? Così mi stritoli! >
< Allora siete qui voi due. Vi ho cercato dappertutto. >
< C’è qualche problema, Kasumi? >
< E’ appena arrivato Ryoga. Vuole parlare con te, Akane. >
< Digli che sto riposando. Non voglio vedere nessuno. >
< Ma Akane… >
< Che cosa c’è? Posso rimanere con chi voglio e fare quello che voglio in santa pace? >
< Ryoga è molto preoccupato per te. >
< Digli solo che sto bene. Punto. Mi farò viva io quando ne avrò voglia. >
< Akane, non ti riconosco più… >
< Smettila di stressarmi la vita, Kasumi. Non ti ci mettere anche tu. >
< Nostro padre sarebbe del mio stesso avviso se ti vedesse in questo stato. >
< Perché? Cos’ho che non va? >
< Non sei più la stessa. >
< Meglio così. Adesso, se non hai altro da dirmi, di pure a Ryoga che ci vediamo presto. >
< Visto se bella sveglia, perché non glielo dici tu di persona? >
< Perché non ho voglia di vederlo! >
< Ci penserò io, Kasumi > intervenne Nabiki.
< E tu che centri, scusa? >
< Lasciamola sola. È meglio per noi. >
< Ma veramente non ho finito. >
Una volta trascinata fuori dalla stanza di Akane, Kasumi fu molto furiosa con sua sorella Nabiki.
< Perché mi hai buttato fuori dalla sua stanza come un’indesiderata? Dovevo parlare con Akane. >
< Hai detto fin troppo, sorellona… Meglio se la lasciamo sbollentare da sola. Il tradimento di Ranma l’ha scossa profondamente. >
< Ma devi farsi aiutare > ripetè Kasumi disperata < Hai visto con quale tono si è rivolta a me? >
< Dagli tempo, ok? Vedrai che poi andrà tutto per il meglio. >
< Perché mi risulta molto difficile crederti? >
< Ascoltami bene: o affronti nostra sorella con il rischio di farla arrabbiare di più, o ascolti i miei consigli. A te la scelta. >
Alla fine, s’eppur contrariata, Kasumi ascoltò le parole di sua sorella Nabiki.
< Brava, è così che si fa… Che si cena stasera? >
< Non ho ancora deciso. Devo vedere che cosa c’è in dispensa. >
< Ottimo. Allora vieni. Prepariamo la cena insieme. >
< Da quando in qua ti piace cucinare? >
< Da questo momento. >
 
 
Una volta conclusa la giornata di lavoro, Ranma non vedeva l’ora di tornare a casa.
< Ranma, dove stai andando? > fece Shampoo richiamandolo con la sua voce stridula.
< Sto andando a casa. Sono stanchissimo e mi scoppia la testa. >
< Ma tu non hai più una casa, ricordi? Akane ti ha sbattuto fuori. >
“Accidenti. Me ne ero completamente dimenticato.”
< Lo so. Infatti alloggerò per un po’ in un albergo della zona. >
< E spendere i tuoi soldi inutilmente? Potresti venire ad abitare con me, se vuoi. Io e la mia bisnonna saremmo molto felici di averti in casa. >
“Abitare con te e quella pazza squinternata? Non se ne parla nemmeno.”
< Grazie dell’invito, ma per me va bene l’albergo. Ci vediamo domani mattina. >
< Ranma… >
< Che cosa c’è adesso? >
Girandosi verso di lei, il ragazzo notò che la sua assistente lo fissava con sguardo triste come se fosse stata maltrattata.
< Davvero non sopporti la mia presenza? >
< Cosa? Io non l’ho mai detto! >
< Però sono convinta che lo pensavi. >
< Quello che pensavo non ha nessuna importanza… Se devo dirti le cose in faccia te le dico senza problemi. >
< Eppure hai tenuto nascosto ad Akane la mia lieson con te, ricordi? >
< Quella è un’altra faccenda! Non rivangare il passato e non confondere le cose. >
< D’accordo. Scusa. >
Dispiaciuto per come gli aveva risposto, Ranma salutò la sua assistente dandogli un bacio sulla guancia.
< Penserò alla tua proposta, va bene? Però adesso ho bisogno di rimanere da solo e riordinare le mie idee. Mi capisci, vero? >
< Certo, non ti preoccupare > rispose Shampoo ritrovando il sorriso < Allora ci vediamo domani. Buonanotte. >
< Buonanotte anche a te > disse infine Ranma prima di uscire dal suo studio.
“Da solo in mezzo alla strada senza una fissa dimora. Adesso che cosa faccio?”

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Capitolo 2
*** Un addio che fa molto male ***


Facendo passare alcune ore dopo che era uscito dal suo ufficio, Ranma rientrò con la consapevolezza di essere completamente solo.
“Bene, Shampoo se n’è andata a casa e posso fare quello che voglio…”
Ma appena accese la luce del suo ufficio, vide proprio la sua amante in atteggiamenti molto intimi.
< Sapevo che saresti ritornato > fece la ragazza con tono dolce e sensuale.
< Ma che cavolo… E tu che ci fai qui? >
< Non te ne rendi conto? Ti stavo aspettando. >
< Ma tu… dovevi essere a casa tua! >
< In compagni di mia nonna? Non ci pensare nemmeno. Preferisco di gran lunga stare con te. >
< Perché ti sei vestita in quel modo? >
< Per te. Ho voglia di un poi’ di coccole e di affetto… E tu sei l’unico che può farmene. >
< Shampoo, ti prego… >
Con le spalle al muro, Ranma cercò una via d’uscita che non riuscì a trovare.
< Avanti, non fare il timido. So che lo vuoi anche tu. >
< Non in questo momento, Shampoo. Domani è una giornata molto lunga e faticosa e ho bisogno di riposarmi. >
< Non puoi allontanarmi tutta la vita. Io sono la tua assistente. >
< E come mia assistente devi stare al tuo posto. >
< Perché non vuoi capire che il mio posto è qui con te? >
< Perché io ho una fidanzata, dannazione! >
< Ma se Akane se la sta spassando con il tuo amico Ryoga! Ormai voi due non state più insieme. >
< Che cosa? >
< Mi dispiace avertelo detto, ma è così. Li ho visti oggi mentre stavano passeggiando mano nella mano. E sembravano davvero felici insieme. >
< Non è vero. Tu mi stai mentendo. >
< Ti sembra un viso da bugiarda? >
< Tu sei molto subdola, Shampoo. Ed è per questo che non mi fido di te. >
< Ah sì? Queste tue parole mi feriscono nel profondo. >
Sentendo che non c’era nessuna possibilità di distogliere Ranma dai suoi principi e dai suoi pensieri, alla fine Shampoo si rivestì.
< Ho perso completamente tempo con te. Sono stata una sciocca. >
< Shampoo, devi capire… >
< Sei tu che sei uno stupido! Mi allontani per sperare che un giorno di questi Akane ti possa perdonare. Ma la vita non è così semplice come tu pensi. >
< Shampoo, sei una ragazza bellissima, ma io non ti amo. >
< Io non ho bisogno di essere amata… Ho solo bisogno di un uomo che mi rimanga accanto in momenti come questi dove mi sento molto sola… Ma tu non vuoi soddisfare questo desiderio… Rimarrai solo per tutta la vita, Ranma. Mentre io ho un sacco di amici e di ragazzi che farebbero la fila per uscire con me e sposarmi. >
< Bene, sono contento per te. >
< Sei irremovibile fino al midollo… Vedrai quando lo verrà a sapere la mia bisnonna. >
< Lei non deve entrarci nulla in questa situazione! > ribatté il ragazzo furioso < Io e te siamo solo colleghi. Nient’altro. >
Sentendo come veniva rifiutata ancora una volta, Shampoo corse fuori dall’ufficio di Ranma con le lacrime che non riuscivano a smettere di sgorgargli in viso.
“Shampoo, mi dispiace. Tutto questo lo faccio solo per te. Io e te non potremmo mai essere legati. In nessun modo.”
 
 
Rimasto completamente senza sonno, Ranma decise di passeggiare all’aperto nel buio della notte continuando a pensare alla sua vita che stava andando in pezzi.
“So che è molto tardi, ma ho bisogno di parlare con Akane immediatamente.”
Una volta giunto dinanzi alla sua abitazione, il ragazzo alzo lo sguardo vedendola nel suo giardino distesa a fissare l’enorme luna che brillava in cielo.
“Akane… che cosa starà pensando?”
Essendo molto vicino a lei, fece di tutto per attirare la sua attenzione cercando in ogni modo di non urlare per non svegliare nessuno.
“Akane… sono io. Ranma.”
Ma niente, la ragazza non si mosse minimamente, continuando a fissare il cielo stellato.
Con un balzo repentino, Ranma entrò nella sua dimora.
< Akane… >
Sentendo il suo nome, la ragazza si girò di scatto, e appena lo vide emise un urlo che svegliò tutta l’abitazione.
Completamente imbarazzato dalla situazione, Ranma rimase lo stesso immobile con le gambe che gli tremavano dallo spavento.
< Akane, che succede? >
< E’ Ranma. È entrato nella nostra proprietà senza il mio permesso. >
< Volevo solo parlare con te, Akane > rispose il ragazzo cercando una scusa rapida.
< A quest’ora della notte?! Ma sei completamente pazzo?! >
< Non posso stare senza di te. Non riesco più a dormire. >
< Ci dovevi pensare prima di tradirmi. Ormai è troppo tardi. >
< Ranma, da bravo. Tornatene subito a casa. Qui non sei il benvenuto > replicò Kasumi con tono pacato e tranquillo.
< Akane, cerca di ascoltarmi. >
< Non ho più voglia di sentirti parlare! Mi stai già facendo soffrire e sentire in colpa fin troppo… Ancora non capisco dove posso aver sbagliato. >
< Ma tu non hai sbagliato niente. Sono io quello che non va. >
< Ranma, ti prego di andartene subito da qui. La tua presenza mi disturba molto. >
< Hai sentito? Vorremmo andare tutti a dormire se non ti dispiace > replicò Nabiki stropicciandosi gli occhi.
< Akane, ho bisogno di farti una sola domanda. >
< Poi mi prometti che te ne andrai? >
< Sì, te lo prometto. >
< Allora parla senza paura. >
Con il cuore che gli martellava in gola, Ranma fece un respiro profondo per paura di dire qualcosa di sbagliato.
“Non posso fermarmi ora. Ci sono dentro fino al collo.”
< Che cosa aspetti a parlare? Non ho tutta la notte per te. >
< Sì, scusa… Adesso che io e te non stiamo più insieme fai coppia fissa con Ryoga? >
Sentendo il nome del suo amico, Akane assunse un’espressione ancora più furiosa e rancorosa.
< Credi che dopo tutto quello che è successo negli ultimi giorni io pensi ad un altro ragazzo?! >
< Non lo so. Ho solo chiesto. >
< Lo vuoi davvero sapere? Ti preme così tanto? >
< Ho solo a cuore il tuo futuro, Akane. >
< Ah davvero? Il mio futuro era insieme a te… Ma la tua bramosia di uomo con gli ormoni a mille ha rovinato tutto. Dovresti vergognarmi e patire le pene dell’inferno. >
< Lo so Akane e me ne rendo perfettamente conto… >
< Non è vero. Se fosse per me vorrei vederti strisciare e patire le sofferenze che stanno colpendo la mia mente… Vorrei prenderti a schiaffi fino a farti uscire il sangue in tutto il corpo… >
< Sei libera di farlo se questo può farti sentire meglio. >
< No, non lo farò… Anche se mi sono ripromessa che ti avrei strozzato con le mie mani, mi sono anche detta che d’ora in avanti sarò una persona libera che non penserà agli uomini e ai fidanzati… Piaciuta la risposta? >
< Sei sincera? >
< Non vedo perché dovrei mentirti… >
Fissandola intensamente negli occhi, Ranma capì che non stava dicendo nessuna bugia.
< Molto bene, è quello che volevo sapere… Quindi non ho nessuna speranza per te? >
< Assolutamente no. E che non ti passi per l’anticamera del cervello. Ormai io e te abbiamo chiuso per sempre. >
Sentendosi rifiutato completamente, Ranma non seppe se salutarla un’ultima volta o uscire dalla sua proprietà come un cane bastonato.
< Akane, io… >
< Non ti avvicinare mai più a me o la mia collera sarà implacabile. Addio > disse infine la ragazza prima di rientrare nella sua abitazione.
< Ranma, mi dispiace che sia finita così, ma devi capire i sentimenti di nostra sorella. >
< Li capisco perfettamente, Kasumi... di tutto questo non gli faccio nessuna colpa. Siete una grande famiglia. Ed è per questo che vi porterò per sempre nel mio cuore. Addio > replicò Ranma prima di sparire nel buio della notte.

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Capitolo 3
*** Nuove vite ***


Nel mentre Soun Tendo pregava per sua figlia Akane che un giorno non molto distante potesse trovare la felicità che gli spettava, fu interrotto da alcuni lamenti che minavano la sua concentrazione.
“Chi starà piangendo? Spero vivamente che…”
Recatosi in cucina, vide solamente Kasumi intenta a preparare la colazione.
< Buongiorno, papà. Sei già in piedi? >
< Sì, non riuscivo a dormire > mentì il padre.
< Posso fare qualcosa per te? Hai fame? >
< In questo momento no… >
< Strano. Pensavo che fossi venuto qui per vedere quali prelibatezze stavo preparando. >
< Ho sentito alcuni lamenti provenire da molto vicino. Però vedo che qui sei sola… >
< Purtroppo credo che i lamenti a cui ti stai riferendo sono di Akane. La poverina non fa altro che piangere dalla mattina alla sera. >
< Questa non ci voleva. La mia povera bambina… >
< Anche se non l’ammetterà mai, era molto legata a Ranma. >
< Lo penso anch’io… Credo che dovrò parlare assolutamente con il mio amico Genma. È uno degli unici che può risolvere questa situazione insostenibile. >
< Lo credi davvero, papà? Secondo me tocca solo ad Akane e Ranma. Se ci immischiamo nei loro affari non faremo altro che peggiorare la situazione. >
< Non è detto, figlia mia. >
< Papà, ti prego… >
< Parlerò con Genma. Voglio vedere cosa potrà fare. >
Uscendo dalla sua abitazione, Soun vide il suo amico di vecchia data Genma intento come al solito ad allenarsi da solo in giardino.
< Da quando Ranma ha deciso di seguire la vita da avvocato ha smesso completamente di allenarsi > fece Genma con tono dispiaciuto appena vide avvicinarsi il suo amico.
< Deve averti dato un colpo al cuore, vero? >
< E’ un giovane ragazzo. Ancora non sa bene cosa vuole fare nella vita… Ed io non sono nessuno per imporgli di fare una cosa che non ama. >
< Mi dispiace dirtelo ma sinceramente non ce lo vedo come avvocato. Maestro di arti marziali era molto meglio. >
< Vallo a raccontare a lui… >
< No, lasciamo perdere. Se sono qui a disturbarti stamattina è per parlare della vita sentimentale dei nostri ragazzi. >
< Mi dispiace per te Soun, ma non entrerò mai in questa storia. Ho altre cose a cui pensare. >
< Ma si tratta della vita di tuo figlio. Perché vuoi lavartene le mani? >
< Perché se in tutti questi anni sono stato per lui un padre esemplare era perché volevo che diventasse come me… Ma purtroppo questa cosa non è successa. >
< Puoi sempre fargli cambiare idea, no? >
< E’ impossibile, Soun. Mettitelo bene in testa. >
< Ma non senti i lamenti di mia figlia che sta soffrendo nella sua camera? Io non posso più vederla così. >
< Gli passerà. È solo questione di tempo. >
< Sì, ma di quanto tempo? >
< Presto Akane si ricorderà che non può perdere la sua esistenza a soffrire per un ragazzo che non la ama e a quel punto tornerà ad essere l’Akane che tutti conosciamo. >
< Quindi mi stai forse dicendo che non farai niente? >
< Non per quanto riguarda la sua vita sentimentale. Farei più danni che altro. E non solo io, ma anche tu. >
< Ma io veramente… >
< Papà! Vieni subito qua! > gli gridò Nabiki dal soggiorno.
< Che cosa sta succedendo? >
< Sì tratta di Akane. È svenuta. >
< Come? >
Preoccupato per le sorti di sua figlia, Soun Tendo si precipitò in camera sua per sincerarsi delle sue condizioni.
< Chiamate subito un medico. È urgente. >
 
 
Una volta conclusa la visita, il medico di famigli poté far tirare un sospiro di sollievo a tutta la famiglia Tendo sulle condizioni di Akane.
< Sta bene, è soltanto affaticata… L’unica cosa che mi preoccupa è che l’ho vista molto dimagrita. Non mangia più regolarmente come prima? >
< Purtroppo no, dottore > gli spiegò Soun.
< E da cosa è dato tutto questo? >
< Purtroppo mia figlia sta attraversando un brutto periodo sentimentale e si rifiuta di mangiare e di allenarsi. >
< Questo è un male, Soun. Devi sforzarla in qualche maniera, altrimenti potrebbe svenire altre numerose volte. >
< Ci sto già provando ma è molto difficile. Mia figlia si sta chiudendo in se stessa evitando di parlare con l’esterno. >
< Tra pochi minuti potrebbe risvegliarsi. A quel punto uno di voi dovrà fare in modo che possa mangiare qualcosa, capito? In ogni caso se ci sono dei peggioramenti non esitate a chiamarmi > replicò Ono Tofu.
< Grazie per tutto quello che ha fatto per noi, dottore. Kasumi la raccompagnerà alla porta. >
< Venga dottore. Le faccio strada. >
< Grazie mille e buona giornata. >
Senza darsi minimamente pace, Soun Tendo non lasciò un solo secondo sua figlia, attendendo con impazienza il suo risveglio.
“Akane, mi fai soffrire vederti così. Se potessi fare qualcosa per te, non esiterei a fermarmi. Però non so cosa posso fare. Ho bisogno di aiuto come te.”
Nel mentre il vecchio Soun Tendo era immerso nei suoi pensieri, l’arrivo di Ryoga gli fece balenare un’idea che molto probabilmente avrebbe salvato la salute di sua figlia.
< Ryoga, finalmente sei qui! Avevo proprio bisogno di te. >
< Ho saputo dal Dottor Tofu che cosa gli è successo. Posso vederla? >
< Certo. Anche se non si è ancora svegliata. >
< Posso attendere, se vuole. >
< Assolutamente. Però prima avrei bisogno di parlare un attimo con te in privato. >
< Mi dica pure. >
Fissandolo con sguardo serio e preoccupato, Soun gli confessò che lui era l’unica persona che avrebbe potuto far star meglio sua figlia.
< Farò il possibile, Soun. Non si preoccupi… Però purtroppo sua figlia non fa altro che pensare ancora a Ranma. >
< Lo so. Ma se sarà felice con te, molto presto si scorderà di lui. >
< Da quanto tempo erano fidanzati i due? >
< Da circa tre anni. Anche se all’inizio era molto difficile, alla fine hanno imparato a volersi bene e a rispettarsi a vicenda. Fino a quando Ranma non l’ha tradita con la sua assistente. Che si dannato. >
< L’animo maschile è molto corruttibile, Soun. La donna può distruggerci e renderci invincibili allo stesso tempo. >
< Però non avrei mai creduto che Ranma fosse un Don Giovanni. >
< Nemmeno io. >
< Comunque evita di parlare di lui in presenza di mia figlia. Fagli ricordare pensieri felici di quando siete stati insieme voi due. Ci saranno alcuni momenti importanti, no? >
< Purtroppo no, Soun. Sua figlia preferiva sempre allenarsi e attendere il ritorno di Ranma nella sua abitazione piuttosto che stare con me. >
< Accidenti, questo non ci voleva. >
< Ma non si preoccupi. Le rimarrò accanto per tutto il tempo che vorrà. >
< Bravissimo. È qui che ti volevo! Appena si sveglia ti consiglio di dargli da mangiare queste prelibatezze che Kasumi ha preparato per pranzo. Sono sicuro che gli piaceranno. >
< Va bene. Come vuole lei. >
Una volta rimasto da solo in compagnia di Akane, Ryoga la fisso in tutto il suo splendore mentre stava ancora dormendo.
“Akane, mi dispiace vederti in quelle condizioni. Mi manca vedere il tuo sorriso e la tua spensieratezza che ti contraddistingue. Spero che molto presto tu possa tornare ad essere felice.”
Massaggiandogli la fronte come segno d’affetto, Ryoga alla fine la baciò sulle sue fredde labbra, facendola svegliare di soprassalto.
< Ryoga, sei tu? >
“Accidenti! Sì è svegliata proprio adesso!”
< Sì, Akane. Sono io > replicò il ragazzo con voce rotta.
< Ho percepito i tuoi tocchi… Sei rimasto tutto il tempo accanto a me in attesa che mi risvegliassi? >
< A dir la verità sono appena arrivato. >
“Che stupido! Potevo dirgli che ero rimasto tutto il tempo accanto a lei!”
< Comunque sono contenta di vedere che sei stato il primo a vedermi sveglia. Ne ho abbastanza di restare da sola. >
< Rimarrò accanto a te per tutto il tempo che vorrai. >
< Ti ringrazio, Ryoga… La mia famiglia? Stanno tutti bene? >
< Sì, erano solo preoccupati per te. >
< Ne hanno tutte le ragioni. Mi sto distruggendo da sola evitando di allenarmi e di mangiare. >
< Tieni. Questo l’ha cucinato tua sorella Kasumi per te. >
< Grazie. Ho una gran fame. >
< Attena a mangiare troppo veloce. Sei ancora molto debole. >
< So che può essere una richiesta alquanto singolare, ma potresti imboccarmi tu? Non ce la faccio da sola. >
< Certo, non ti preoccupare. Ce la fai a stare su? >
< Ci provo. >
Ancora visibilmente debilitata, alla fine Akane cadde tra le braccia di Ryoga, suscitando nel ragazzo un senso di profondo affetto.
< Stringiti e arreggiti a me. Sarai più comoda. >
Una volta avergli fatto magiare tutto il pranzo, Akane si sentiva già molto meglio. >
< Mi ci voleva proprio un bel pranzo preparato da mia sorella > mormorò la ragazza ritrovando il sorriso < Grazie per avermi accudito come un padre, Ryoga. >
< Figurati. L’ho fatto con piacere. >
“Come un padre? Ed io sarei questo per lei? Potrei essere qualcos’altro, se volesse.”
< Vuoi ancora riposarti un po’? >
< No. Sono piena di energie. Infatti andrò ad allenarmi. >
< Non credo che sia una buona idea, Akane. >
< Non ti preoccupare, Ryoga. Non mi affaticherò troppo. >
< Ma veramente… >
< Ti va se ci andiamo insieme? Mi farebbe molto piacere la tua compagnia. >
< Certo, come vuoi tu. >
< Allora cosa aspetti? Alzati da terra! >
Una volta trascinato fuori dalla stanza, tutta la famiglia di Akane fu molto felice nel vedere che aveva riacquistato tutte le energie in pochissimo tempo.
< Akane, ma sei sicura di volerti allenare? >
< Certo che sì. Non aspettavo altro da giorni. In guardia, Ryoga. Non andrò tanto per il sottile. >
 
 
Nel mentre Ranma era immerso nei suoi impegni d’avvocato, Shampoo non faceva altro che fissarlo con disdegno e in maniera irrispettosa.
< Shampoo, puoi venire ad aiutarmi in archivio? >
< No. Ho da fare > rispose la ragazza senza mezzi termini.
< Ti prego. È urgente. >
< Trovati un’altra assistente se hai bisogno di aiuto. >
Completamente spazientito dalla situazione, alla fine Ranma decise di cavarsela da sola.
“Perché le donne si comportano in maniera così irrispettosa? Per loro diveniamo comodi quando gli pare, ma poi quando noi abbiamo bisogno di loro…”
< Grazie dell’aiuto. Ce l’ho fatta da solo > rispose Ranma sarcastico.
< Bravo, hai fatto il tuo dovere. >
“Brutta stronzetta che non sei altro. Te la farò pagare appena ne avrò l’occasione.”
Nel mentre la rabbia ribolliva nelle vene del giovane avvocato, i suoi pensieri furono interrotti dal suo del campanello.
< Ranma, vai tu a controllare? Io non posso muovermi. >
< Vorrei proprio vedere che cosa stai facendo > gli gridò Ranma dall’altra parte della stanza.
< Questi non sono affari tuoi. Puoi andare ad aprire sì o no? >
< Vado subito. >
“Rotta di scatole che non è altro.”
Appena Ranma aprì la porta del suo ufficio, il suo sangue si raggelò all’istante appena vide Obaba di fronte a lui.
< E lei che ci fa qui? >
< Sono venuta a vedere come sta mia nipote. Posso passare o mi faccio largo da sola? >
< Non c’è bisogno di essere così scortesi > rispose il ragazzo irritato.
< Sì scusa, hai ragione… Dove si trova mia nipote? >
< Non ne ho la più pallida idea. Mi ha solo detto che era molto impegnata. >
< Ah davvero? Secondo me la stai facendo lavorare fin troppo. >
“Ma se se ne sta tutto il giorno davanti al computer senza fare niente!”
< Questo è il nostro lavoro, Signora Obaba. Non possiamo farci niente. >
< Shampoo? Sono io. Tua nonna. >
Sentendo la voce della vecchia, Shampoo corse verso di lei abbracciandola come se fosse la persona più importante della sua vita.
< Ciao bisnonna! Sono felice di rivederti! >
< Anch’io, tesoro. È da molto che non torni al ristorante. Hai avuto molto da fare? >
< Sì. Io e Ranma stiamo lavorando ad un caso che ci sta tenendo impegnati giorno e notte. >
< Ma non potresti lasciarlo lavorare da solo? Tu hai altre cose di cui occuparti. >
< Non ti preoccupare, nonna. Ce la faccio. >
“Altre cose da occuparsi? Del tipo? A parte rovinare la mia vita sentimentale, non credo che Shampoo sia così impegnata.”
< D’accordo. Se lo dici tu mi fido… Allora, ti trovi bene con Ranma in questo nuovo lavoro? >
< Assolutamente sì. Sono ancora molto contenta che abbia scelto me come assistente. >
“L’errore più grossolano della mia vita dopo che mi ha baciato contro la mia volontà. Ma che diavolo mi sarà venuto in mente?”
< Bene, sono contenta. Ma quando tornerai a farmi visita? >
< Stasera uscirò molto prima. Tanto ho quasi finito i miei compiti. >
< Perfetto! Così potrò cucinarti il tuo piatto preferito. >
< Non vedo l’ora, bisnonna. >
< Allora a questo punto ti lascio lavorare. Porta anche il tuo futuro marito, se vuoi. Gli farò una cena che si leccherà i baffi. >
< Non credo che potrà venire > rispose Shampoo fissando Ranma con sguardo accigliato < E’ molto impegnato, ultimamente. >
< E’ un vero peccato. Sarei stata molto felice di vederlo per la prima volta mangiare nel mio ristorante. >
< Magari sarà per la prossima volta, bisnonna. >
< Sicuro. Allora ci vediamo più tardi. Ci conto, nipote. >
< Senz’altro. A più tardi, bisnonna. >
Appena la vecchia uscì dall’ufficio di Ranma senza degnargli nemmeno di uno sguardo, Ranma fu molto contrariato nel sapere che sarebbe uscita prima.
< Potrò prendermi alcune ore di permesso, no? O devo farti da schiava tutto il santo giorno? >
< Non credevo che ti avrei usata così tanto > ribatté Ranma sarcastico < Però se vuoi andare a cena da tua nonna, non sono nessuno per farti cambiare idea. Anzi, puoi andare via ora se vuoi. >
< Ci penso. Devo sistemare alcune pratiche al computer. Se hai bisogno di me sai dove trovarmi. >
< Di te avevo bisogno prima in archivio. Non ora! >
< Peccato, sarà per un’altra volta. Ciao ciao > replicò Shampoo prima di richiudere la porta del suo ufficio.
“Certe volte sono convinto che mi sta prendendo in giro… Ma presto verrà anche il mio giorno che potrò dire la mia.”

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Capitolo 4
*** Vecchie fiamme che ritornano ***


< Ranma, dove sei? >
Appena il giovane ragazzo sentiva la voce della sua assistente, sentiva un brivido percuotergli dentro la pelle.
“Oh, no. Adesso che cosa vuole Shampoo da me?”
< Che cosa c’è, Shampoo? >
< Vado via. Ho sistemato tutto il magazzino e l’archivio del computer. >
< Ok. Ci vediamo domani. Vai pure. >
< Sei sicuro? Posso aiutarti in qualcosa? >
“Shampoo che mi aiuta? Da quando in qua? Non eravamo in guerra aperta?”
< No. Anch’io tra poco me ne andrò. >
< Va bene, come vuoi tu. Se hai bisogno un po’ di compagnia sai dove trovarmi. La mia bisnonna è molto brava a cucinare. >
< Ne sono convinto. Se avrò tanta fame ti raggiungerò, altrimenti sarà per un’altra volta. >
< Ranma… >
< Che cosa c’è adesso? >
La giovane ragazza fissava Ranma con gli occhi pieni d’amore.
“Conosco quello sguardo… Non mi piace per niente.”
< Sei sicuro che il problema non sia io? Se davvero la mia presenza ti disturba posso andarmene via quando vuoi. >
< Oh, certo che no. Mi serve assolutamente un assistente. Non posso rimanere da solo. >
< Puoi trovare una sostituta se vuoi. Non te ne farò una colpa. >
< Lascia perdere. Tu mi vai bene così come sei. Davvero. >
Nel sentire quelle parole, Shampoo fu più risollevata che mai.
< Grazie. Ti ringrazio tanto, Ranma. Non so cosa farei senza di te > gridò la ragazza piombandogli addosso per abbracciarlo.
< Sì però ora smettila. Mi stai stritolando. >
< Oh, scusa. Ci vediamo domani. >
“Donne. Chi le capisce è bravo.”
 
 
Nel mentre Ranma si apprestava a chiudere il suo ufficio, il suo del campanello lo mise in allarme.
“Accidenti. Chi potrebbe mai essere a quest’ora?”
Indeciso se aprire o no, non fece in tempo a toccare la maniglia che la persona dall’altra parte sfondò la porta del suo ufficio.
< Shampoo! Sono mousse! Dove ti trovi? >
Sbalordito dalla sua presenza, Ranma non fu minimamente contento di vederlo.
< Tu?! Che cosa ci fai nel mio ufficio? >
< Stavo cercando Shampoo > replicò Mousse irritato < So che la nascondi da qualche parte. È sempre qui che lavora nel tuo ufficio. >
< Ti sbagli, caro mio. Shampoo se n’è andata più di un’ora fa’. >
< Andata dove? >
< Questo non lo so. Non sono la sua balia. >
< Bugiardo. Tu non vuoi dirmelo. >
Con gli occhi iniettati di fuoco e di rabbia, Mousse stava perdendo la pazienza.
< Vedi di stare calmo. Ho avuto una giornata molto lunga e sono molto stanco. >
< Non m’interessa minimamente. Non me ne andrò da qui finché non mi dirai dove si trova Shampoo. >
“Non posso rivelare a questo svitato dove si trova la mia assistente. Potrebbe fare qualcosa di imperdonabile.”
< Allora? Vuoi rinchiudermi qua dentro come fai con lei? >
< Io non ho rinchiuso nessuno! >
< Certo. Aspetta che ci credo. >
< Adesso basta! Ne ho abbastanza! >
Usando le sue arti marziali, Ranma notò che non era abile e forte come un tempo.
< La vita di avvocato ti ha completamente rammollito, Ranma. Non fai paura nemmeno ad una mosca. >
< Esci immediatamente da qui, altrimenti… >
< Controllerò ogni singola stanza, va bene? Se vedrò che Shampoo non è qui toglierò il disturbo. >
Mettendo completamente a soqquadro gli uffici di Ranma, il giovane avvocato fu molto sconsolato di guardare il disastro che stava causando Mousse.
“Ecco fatto. Domani mi toccherà sistemare tutto.”
< Sembra che avevi ragione tu. Qui non c’è traccia di Shampoo. >
< Che ti avevo detto?! Guarda che disastro! Adesso dovrò risistemare tutto. >
< Almeno passerai un po’ di tempo facendo qualcosa… Se rivedi Shampoo non esitare a chiamarmi, ok? Ciao ciao > disse infine Mousse lasciando il povero Ranma in mezzo alla confusione.
 
 
Dopo una lunga giornata di allenamenti, Akane era stremata.
< Akane, secondo me dovresti fermarti. Hai usato fin troppe energie. >
< Sì, mio caro allenatore > rispose la ragazza prendendo in giro Ryoga < Hai ragione tu. Per oggi basta. >
< Molto bene. >
< Credo che mi andrò a fare una doccia. Tu mi aspetti qui? O te ne vai subito a casa? >
< Posso aspettarti qui, se vuoi. >
< Faccio presto, ok? >
< Sicuro > rispose il ragazzo facendogli l’occhiolino.
Nel mentre Ryoga stava attenendo Akane, venne chiamato da Kasumi.
< Scusa il disturbo Ryoga, ma c’è una persona che ti sta cercando. >
< Che sta cercando me? >
< Sì. E’ una ragazza. Ma non ricordo il suo nome. >
Incuriosito, Ryoga andrò fino all’ingresso per vedere chi fosse.
< Non è possibile… Akari… >
< Ciao, Ryoga. È da un bel pezzo che non ci vediamo. >
< Io… Credevo che tu fossi negli Stati Uniti. >
< Sono tornata il prima possibile per rimanere con te. >
< Ma cosa… >
Inavvertitamente, Ryoga fu afferrato per le braccia e trascinato verso la giovane ragazza.
< La vuoi sapere la mia sorpresa? Non tornerò mai più negli Stati Uniti. Rimarrò qui in Giappone per seguire gli ultimi corsi di cucina. >
< Davvero? Questa sì che è una bella sorpresa > replicò Ryoga nascondendo l’entusiasmo.
< Infatti! Così potremmo rimanere vicini per tutto il tempo che vogliamo. >
Completamente imbarazzato, Ryoga non sapeva se confessare che era molto legato ad Akane oppure no.
“Sta succedendo tutto fin troppo in fretta… Adesso che cosa faccio?”
< Puoi scusarmi un attimo? >
< Certo. Fai pure con comodo. Io ti aspetto qui. >
Ritornano vicino alla stanza da bagno, Ryoga vide che Akane era appena uscita.
< Eccoti. Ti stavo cercando. >
< Akane, devo parlarti di una cosa. >
< Dimmi. Che succede? >
< Non so da dove iniziare… La situazione è imbarazzante… >
Dopo alcuni minuti spesi a cercare le parole adatte, alla fine Ryoga confessò ad Akane che da quel momento non si sarebbero mai più rivisti.
< Sì tratta di Akari. Ti ricordi di lei? >
< Sì. La tua amica che si era trasferita negli Stati Uniti. >
< Esatto, proprio lei… Adesso è qui all’ingresso che mi sta aspettando. >
< Sul serio? Ma non doveva stare via per un anno? >
< Finirà i corsi di cucina qui in Giappone. E vuole che gli rimanga vicino. >
< Certo, capisco. >
Vedendo un velo di tristezza negli occhi di Akane, Ryoga fece di tutto per scusarsi.
< Non ti devi preoccupare. So quanto lei possa essere legata a te. A dirla tutta, fate una bella coppia. >
< Ti ringrazio. Ma non volevo abbandonarti proprio ora in un momento del genere. >
< Stai tranquillo. Adesso sto molto bene. Dovevo solo provare a dimenticare Ranma e devo dire che ci sto riuscendo. Non sembro tornata la persona di un tempo? >
< Anzi, adesso sei molto meglio > rispose Ryoga sorridendogli.
< Grazie. Spero di rivederti ancora in giro. >
< Sicuro. Per qualsiasi problema non dubitare di chiamarmi. Io ci sarò sempre per te > replicò il ragazzo prima di dare un bacio rapido sulla guancia di Akane.
< Oh, scusami. Non volevo metterti in imbarazzo. >
< Figurati. Mi fa piacere sentire la tua vicinanza. Ci vediamo presto allora. >
< Sì, a presto > disse infine Ryoga prima di uscire accompagnato da Akari mano nella mano come due innamorati.
“Ryoga, potevamo essere destinati a rimanere assieme… Ma tu hai scelto lei. Spero vivamente di non sentirmi abbandonata da te. Ho ancora bisogno della tua vicinanza. Non mi illudere… non ora.”
 
 
Una volta uscito dal suo ufficio ed essersi liberato di Mousse, Ranma decise di andare a mangiare un boccone veloce nel ristorante di Obaba.
“Devo dire a Shampoo di stare molto attenta a quel tipo. Anche se non siamo legati, sto cominciando a preoccuparmi per lei.”
Giunto al ristorante, Shampoo non perse tempo nel saltargli addosso e farlo accomodare nel tavolo dove lei stava consumando la sua porzione di ramen.
< Te ne faccio preparare una porzione anche a te. Sono convinta che ti piaceranno molto. >
< Ok, però aspetta un momento. Devo parlarti di una cosa. >
< Nonna! Un’altra porzione di ramen! > gridò la ragazza facendosi subito sentire da tutti.
< Arrivano subito! > gli rispose Obaba.
< Allora Ranma, di cosa dovevi parlarmi? >
< Riguarda una tua vecchia conoscenza che mi è venuta a far visita in ufficio. Devi stare molto attenta, Shampoo… >
Ma Ranma non fece in tempo a raccontargli chi aveva visto che Mousse piombò come un fulmine a ciel sereno nel ristorante di Obaba.
< Sapevo che se ti avrei inseguito mi avresti portato dritta dalla mia Shampoo. >
< Mousse! Sei tu che oggi sei venuto nei nostri uffici? >
< Esatto, amore mio. Avevo bisogno di vederti. >
< Cosaaa?! Non avevi nessun diritto di farlo! >
< Ma come? Non posso stare lontano da te. >
< Lo vuoi capire o no che io non ti amo? È Ranma il mio futuro marito. Non tu. >
< Ah davvero? >
Sentendo quelle parole, lo sguardo di Mousse divenne più rosso fuoco di rabbia più che mai.
< Spero che voi due non vogliate duellare nel mio ristorante. Non posso permettere che me lo distruggiate > mormorò Obaba frapponendosi tra i due.
< Tranquilla, Obaba. Non ci sarà nessun duello… Io e Shampoo non siamo minimamente legati. È tutta per te, Mousse. >
< Questo è tutto da vedere > intervenne Shampoo fissando malamente il povero Ranma < Caro tesorino, posso renderti la vita un inferno come ho fatto pochi giorni fa’, ricordi? Ora Akane non sarà mai più un problema tra noi due. E presto anche Mouse dovrà arrendersi al nostro volere. >
< Voglio proprio vedere come. >
< Semplice. Sono molto persuasiva quando voglio. Lascia fare pure a me > rispose Shampoo con ghigno malefico prima di trascinare Mousse fuori dal ristorante.
“Sono proprio curioso di vedere cosa farà quella pazza. È davvero senza freni ed è disposta a tutto per arrivare a me… Come potrà andare a finire?”

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Capitolo 5
*** Patti inossidabili ***


Dopo aver trascinato fuori dal ristorante Mousse, Shampoo lo fissava con disprezzo e rabbia.
< Shampoo, cerca di capire i miei reali sentimenti per te. Io ti amo. >
< Stai zitto! Non voglio mai più sentirti parlare! >
< Va bene amore mio, ma cerca di ragionare… >
< Sto facendo di tutto per conquistare Ranma e tu piombi qui nel ristorante di mia nonna giurandomi amore eterno? Non è così che deve andare. >
< Che cosa posso fare, allora? >
< Posso mettermi con te ad una sola condizione. >
< Qualsiasi cosa per te, tesorino. >
< Dovrai togliermi di mezzo Akane. Nei pensieri di Ranma c’è ancora quella ragazzina. Pretendo che tu la uccida a sangue freddo. Mi sono spiegata? >
Sentendo la richiesta di Shampoo, Mousse rimase alquanto sbigottito.
< Ma io… non sono un assassino. >
< Questi non sono affari miei. Mi ami? Allora uccidi la mia rivale per amore. È l’unica maniera perché io e te possiamo metterci insieme. >
< Posso pensarci un attimo? >
< Non hai molto tempo. La mia pazienza sta per finire. >
Non avendo nessun’altra scelta per arrivare alla sua amata, alla fine Mousse accettò la sua offerta.
< D’accordo, farò come mi hai appena detto amore mio. Ucciderò Akane Tendo per te. E finalmente potrei metterci insieme. >
< Grazie, Mousse. Sapevo che avresti accettato > rispose Shampoo al settimo cielo baciandolo sulla guancia < Adesso è meglio che ritorni al ristorante. Devo aiutare mia nonna con le pulizie. >
< Fai pure. Ci vediamo presto > disse infine Shampoo prima di sparire nell’ombra
“Sono estremamente convinta che Mousse non arriverà mai ad essere un assassino per me. Spero vivamente però di essermelo tolto di mezzo una volta per tutte.”
 
 
Appena Ranma uscì dal ristorante di Obaba, credette fermamente di non incorrere più in Shampoo.
Ma la ragazza era per lui come una spina nel fianco.
< Ranma, dove vai così di fretta? >
< A casa. Sono molto stanco e ho bisogno di riposare. >
< Poverino. Tu sei sempre stanco… Lasciami coccolare almeno un po’ sono sicuro che dopo ti sentirai meglio. >
< Non ce n’è bisogno, Shampoo. Davvero… E poi hai Mousse a cui pensare. >
< Quel dannato occhialuto non sarà più un problema per noi. >
< Davvero? Se solo tu vedessi come ha rovinato il nostro ufficio… >
< Non ci darà più nessun fastidio. Davvero… Adesso sei tutto per me, tesoro mio. >
Cercando di sfuggire alla sua presa, Ranma corse più veloce che poté seminando la sua assistente.
< Ranma! Torna qui! > gridò Shampoo.
“Meno male. Sono riuscito a sfuggirgli.”
Ma mentre stava correndo, inavvertitamente colpì un individuo nascosto nell’ombra.
< Ma che cavolo… >
< Ranma, sei davvero tu? >
Vedendo chi fosse realmente, Ranma rimase sbigottito.
< Kodachi! Che ci fai in giro a quest’ora? >
< Passeggiavo da sola nei dintorni… Tu piuttosto, come stai? È da molto tempo che non ci vediamo. >
< Sì, da troppo… Non so se hai saputo, ma da qualche anno sono diventato un buon avvocato. >
< Davvero? Le mie più sentite congratulazioni > replicò Kodachi facendo finta di essere felice per lui < E dimmi, hai forse bisogno di un’assistente? Potrei essere io la persona adatta per te. >
< Sinceramente pensandoci bene un aiuto non mi guasterebbe affatto… Che ne dici se ci troviamo domattina nel mio ufficio e parliamo un po’? >
< Domattina va benissimo! >
< Stupendo. Di te cosa mi racconti? >
< Niente d’importante… A parte che non pratico più ginnastica ritmica da un po’. >
< E come mai? Credevo che fosse il tuo più grande sogno. >
< Purtroppo nel corso degli anni le persone cambiano… Guardati tu. Prima di diventare un avvocato eri un talentuoso ragazzo di arti marziali. >
< Credo di esserlo ancora > replicò Ranma facendo il modesto < Qualche volta mi alleno con mio padre. >
< Bravo, fai bene… Dopo che mio fratello ha deciso di andare a studiare in Europa, mi sento abbastanza sola. >
< Non sei riuscita a trovare la tua anima gemella? >
< Ma quale anima gemella… Gli uomini che ho conosciuto pensano solo al sesso e nulla più. Tu sì che eri il ragazzo adatto a me. >
< Kodachi, non so se è una buona idea rivangare il passato. >
< No, tranquillo. Non sono venuto qua per darti fastidio… Sono davvero stata contenta di rivederti. Magari dopo il nostro colloquio potremmo uscire a bere qualcosa. Puoi invitare la tua fidanzata Akane senza problemi. Non sono gelosa. >
< Purtroppo io e Akane non stiamo più insieme… Per colpa mia… >
Nel sentire quella rivelazione, gli occhi di Kodachi si illuminarono all’istante.
< Davvero? Mi dispiace tantissimo. >
< Sto facendo di tutto per farmi perdonare ma è impossibile con lei. E’ troppo orgogliosa e testarda. >
< Se vuoi posso darti una mano io. Posso essere molto convincente, sai? >
< No, lascia perdere. Non credo che sia una buona idea. E poi Akane ti odia, non ricordi? >
< Ma sono passati molti anni. Avrà sepolto l’ascia di guerra. >
< Ne dubito fortemente… Comunque non ti preoccupare. Devo dare tempo al tempo e vedrai che tutto si risistemerà. >
< Ne sono certa… Scusami se ti ho fatto dilungare in questa conversazione ma avevo assoluto bisogno di parlare con qualcuno. >
< Figurati. È stato un piacere > rispose Ranma sorridente < Ci vediamo domattina. >
< A domani allora > disse infine Kodochi prima di sparire nell’ombra.
Dopo aver svoltato l’angolo ed essersi guardata attorno perché nessuno la potesse vedere, Kodachi fece un segnale a suo fratello di uscire dall’ombra.
< Fratello, ho una notizia bomba da darti! >
< Ho sentito tutto quando parlavi con Ranma > fece Takewaki con tono serio < E così Ranma e Akane si sono lasciati. Davvero interessante. >
< Ma sei pazzo?! Gli ho detto che eri andato a studiare in Europa. Secondo te che figura potevo farci se ti vedeva? >
< Cara sorellina, posso essere invisibile quando voglio. Proprio come adesso. >
< La precauzione non è mai troppa, sai? >
< E comunque, visto che i nostri due piccioncini si sono lasciati, come intendi procedere? >
< Devo assolutamente entrare a lavorare con lui come sua assistente. Così sì che dopo non potrà mai starmi più lontano. Finalmente potremmo sposarci e tu avrai definitivamente campo libero con Akane. Non ti sembra un piano perfetto? >
< Senz’altro. Però vedi di stare tranquilla e andarci piano. Ricordi che cos’è successo l’ultima volta? >
< In quel momento Ranma pensava solo ad Akane. Non questa volta, però… Questa volta penserà solo a me e a nessun altro. >
< Vedremo… Comunque meglio andare a riposare. Il nostro viaggio di ritorno dall’Europa è stato molto sfiancante. >
< Parla per te. Io sono così eccitata che difficilmente dormirò. >
< Penserai tutta la notte a lui? >
< Assolutamente sì. >
< D’accordo, fai come vuoi. Ci vediamo a casa, se vieni. >
< Va bene. Ti seguirò. >
 
 
La mattina dopo, appena Ranma era pronto per aprire il suo ufficio, non poté immaginare che l’appartamento dove eseguiva la sua professione era aperto.
“Ma chi diavolo può aver lasciato la porta aperta? E se fosse un ladro?”
Preoccupato per le sorti del suo ufficio, Ranma si mosse all’interno dell’appartamento con circospezione, tenendo in mano un’antica spada che teneva nascosta nel suo ufficio.
“Si trova nell’ufficio di Shampoo. Ormai non ha più scampo.”
Aprendo la porta di botto, Ranma trovò ancora una volta Shampoo in atteggiamenti molto intimi.
< Buongiorno, fustacchione. Sono molto felice che tu sia arrivato presto al lavoro > fece la giovane donna con tono sensuale.
< Shampoo, che cosa stai facendo? >
< Non mi vedi? Ti stavo aspettando. Questa notte ti ho sognato… Mi facevi le coccole e mi facevi sentire tua. Una sensazione che mi è rimasta nella testa. >
< Shampoo, tu sei completamente pazza. >
< Sì, sono pazza di te. >
< Rivestiti immediatamente. Tra poco ho un colloquio con una mia vecchia conoscente e ho bisogno che tu stia buona e al tuo posto. >
< Come? Chi diavolo vuoi assumere? > domandò Shampoo furibonda.
< Questi non sono affari tuoi. Cambiati immediatamente, altrimenti… >
< Ranma, non abbiamo bisogno di un’altra assistente. Siamo apposto così. >
< E chi lo dice? >
< Ce la facciamo benissimo da soli io e te. >
< Invece no. Ho molte pratiche da risolvere e un altro aiuto non mi farà male. Quindi mettiti pure comoda Shampoo, tra poco conoscerai la prossima tua collega di lavoro. >
Sentendo suonare il campanello, Ranma fu per la prima volta felice di poter rivedere Kodochi.
< Senti? Credo proprio che sia già arrivata. >
< Ranma, la questione non finisce qui. Chiaro?! >
< Sì, certo. Intanto tu occupati per i miei prossimi impegni. Vedi di farmi entrare tutti i miei colloqui perché sono importanti. >
< Certo, come vuoi tu Ranma > replicò Shampoo con il suo solito tono sarcastico.
< E vedi di rispondermi ammodo, altrimenti… >
Ma la ragazza non attese la risposta, sbattendo violentemente la porta del suo ufficio.
“Perché fa sempre così la difficile? Che cosa avrò fatto di male?”
Sentendo il campanello suonare numerose volte, alla fine Ranma decise di andare ad aprire.
< Buongiorno, Ranma. Sono in anticipo? >
Fissando il vestitino verde e i suoi tacchi neri che risaltavano il suo corpo snello e perfetto, Ranma non poté fare altrimenti che arrossire.
< Certo che no. Sei arrivata in perfetto orario. Entra pure. >
Una volta accompagnata nel suo ufficio, Ranma fece subito gli onori di casa offrendogli qualcosa.
< No, grazie. Sono apposto così. >
< Bene. Ti vedo in gran forma. Non occorreva che tu ti mettessi così in ghingheri. >
< Perché? Sono o non sono nell’ufficio di un brillante avvocato? >
< Purtroppo non sono ancora così famoso, ma ti ringrazio molto. >
< Ranma, ho assoluto bisogno di questo lavoro. Mi sento molto sola in casa senza mio fratello o un uomo che mi possa tenere compagnia. >
< Kodochi, sei sicura di poter iniziare questo lavoro? Certe volte io e la mia assistente lavoriamo anche di notte per risolvere casi alquanto intrigati che sembrano non avere nessuna speranza. >
< Certo che sì. Sono disponibile 24 ore su 24. Tutta per te, Ranma. >
La voce sensuale di Kodochi non faceva altro che distrarre il povero Ranma.
< Ti ringrazio… D’accordo, vedrò di farti un contratto per un mese di prova. Voglio mettere in atto tutte le tue possibili capacità. >
< Vedrai Ranma, non te ne pentirai. >
< Ne sono sicuro. >
Nel mentre Ranma e Kodochi stavano parlando amorevolmente tra di loro, Shampoo non poté far altro che ascoltare la loro conversazione.
“L’ho capita quella maledetta… Vuole portarsi a letto il mio Ranma. Ma ancora non sa contro chi si è messa quella sgualdrina.”
< Allora comincio domani? >
< Sì. Oggi farò tutte le carte in regola per assumerti e domani comincerà la tua prova. >
< Grazie! Non sto più nella pelle! > rispose la donna al settimo cielo piombando addosso al suo nuovo capo.
< Frena gli entusiasmi. Anche se posso essere amichevole e accondiscendente, sul lavoro voglio serietà, puntualità ed efficienza. Solo così io e te potremmo andare d’accordo. >
< Certo. Oltre a te, spero di andare d’accordo anche con la tua assistente. Mi piacerebbe conoscerla. >
< In questo momento è occupata con alcune scartoffie dell’ufficio. Te la presenterò domani… Ora scusami, ma ho molto lavoro da fare. Ci vediamo domani mattina alla solita ora. >
< D’accordo. A domani > replicò Kodochi baciandolo sulla guancia e stampandogli il rossetto.
“Quella ragazza… Non ha fatto altro che ammaliarmi tutto il tempo… Spero solamente di non cascarci una seconda volta.”
< Vedo che ti ha completamente imbambolato > fece Shampoo sbucando da dietro le spalle di Ranma.
< Shampoo! Mi hai spaventato! >
< Ancora non hai visto niente… Vedrai quando renderò la vita impossibile alla tua nuova assistente. Non mi conosce ancora la ragazzina. >
< Credo che sia più grande di te, sai? >
< Non me ne frega niente. Non c’è posto per due assistenti in questo ufficio. È troppo stretto! >
< Shampoo, vedi di comportarti bene. Secondo me Kodochi ha delle buone credenzialità. >
< Ma quali credenziali… Non l’hai ancora capito che ti vuole tutto per te? >
< Mi dispiace, ma sul lavoro sono irremovibile. Hai visto l’altra volta, no? >
< Solo perché siamo stati interrotti da Akane e tu sei scappato da lei a gambe levate. Questa volta sarà diverso… >
< Grazie di avermi ricordato che hai rovinato la mia vita sentimentale. >
< Sei tu che hai rivangato il passato! E poi diciamola tutta Ranma… Lei non era adatta a te. >
< Smettila di parlare di questa faccenda! Non ti sopporto quando fai così! >
< Stai ancora soffrendo, vero? Lo immaginavo… Ok, tornerò al mio lavoro. Assaporerò la quiete prima della tempesta. E ti assicuro che ce ne sarà tanta, mio caro Ranma. >
< Shampoo! Ti prego. >
< Ti ho avvisato, Ranma… Non c’è posto per tutti e due > disse infine la ragazza prima di rinchiudersi nel suo ufficio.
“Ma cos’ho fatto per meritarmi donne così piene di problemi e complessi?”

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Capitolo 6
*** Giocare sporco ***


Passarono i giorni e il conforto della famiglia di Akane stava piano piano avendo effetto.
La giovane ragazza stava tornando a pensare ai suoi doveri, alla scuola e ai suoi hobby, dimenticando sempre di più Ranma.
< Buongiorno, Akane. Stamattina come stai? >
< Benissimo, Kasumi. Non vedo l’ora di andare a scuola. >
< Come mai tanta voglia di andarci? È una giornata particolare? >
< Sì. Sarò in compagnia di alcune mie amiche che non vedevo da molto tempo. >
< Bene, sono contenta. >
Ma la ragazzina non raccontò a tutti la sua verità, nascondendo il suo più grande desiderio che aveva annebbiato la sua mente.
“Ranma, spero che tu ti stia pentendo di quello che hai fatto. Oggi conoscerò un nuovo ragazzo magnifico e finalmente potrò dimenticarti per sempre.”
< Adesso però devo andare. Le mie compagne mi aspettano. >
< Ma dove vai? Non hai nemmeno toccato la colazione. >
< Mangerò qualcosa più tardi. Ci vediamo stasera > disse infine Akane correndo via dalla sua abitazione.
< Chissà come si divertirà oggi la nostra sorellina, Nabiki. >
< L’unica volta che mi sono comportata così è perché non vedevo l’ora di conoscere un ragazzo. >
< Ah sì, adesso ricordo! Non dormisti tutta la notte. E per poco non decidesti di svegliarti la notte e di recarti immediatamente a scuola. >
< L’amore fa brutti scherzi. Credo che anche Akane se ne sia accorta. >
< Già… Ma secondo te quando toccherà a me trovare il mio vero amore? >
< Se continui a rimanere rinchiusa in questa casa non lo troverai mai. >
< Lo so. Ma chi manderà avanti la famiglia se non penso io a queste cose? >
< Per un giorno non ci succederà niente, sorellona. Sei hai qualche hobby da fare, non devi far altro che dirmelo e cercherò in ogni modo di sostituirti… Per caso ti piace qualcuno? Dimmi la verità. >
< Nessuno in particolare. Però mi piacerebbe fare un giro in bicicletta all’aria aperta come quando ero bambina. Credo che mi aiuterebbe a rilassarmi. >
< Perché? Ultimamente sei nervosa? >
< Dopo aver accudito Akane al massimo delle mie forze mi sento molto indebolita. Ho bisogno di svagarmi. >
< Allora vai subito. Penserò io alla casa. >
< Ma Nabiki, tu non dovevi andare in palestra? >
< Ci andrò domani, non ti preoccupare. >
< Ti ringrazio infinitamente > disse infine Kasumi prima di appendere il suo grembiule in cucina < Nabiki, allora ci pensi tu alla cena? >
< Vai! Non fartelo dire una seconda volta! >
< Scusami, è l’abitudine. A stasera. >
 
 
Nel mentre Akane attendeva la sua fiamma segreta, passeggiava nervosamente per il giardino della scuola.
“Le mie amiche mi hanno detto che è un ragazzo molto alto e dolce. Spero di poter far colpo su di lui.”
Alzando lievemente lo sguardo, Akane vide una figura avvicinarsi lentamente verso di lei.
“Ecco, ci siamo.”
Ma appena vide chi fosse, rimase alquanto sbigottita.
< Kuno, che cosa ci fai qui? >
< Ti stavo cercando, Akane. Le tue amiche mi hanno detto che mi stavi aspettando. >
< Che cosa? Vorresti forse dirmi che sei tu il mio appuntamento al buio? >
< Sei sorpresa, vero? >
Non riuscendo a capire la situazione, Akane non seppe cosa dire.
< In verità… credo di sì. >
< Sapevo che ti avrei colpita nel segno. E adesso che Ranma non si frapporrà più tra noi, posso avere campo libero con te. >
< E chi te lo fa pensare? >
< Quando stavate insieme non facevi altro che pensare a lui senza nemmeno degnarmi di uno sguardo. Ma stavolta è diverso. >
< Mi dispiace per te, ma non è così. >
< Akane, so che puoi sentirti confusa ma credo di avere diritto ad una possibilità con te. >
< Certo. Se tu evitassi di fare la prima donna e tu fossi più umile, saresti una persona migliore: la persona adatta a me. >
< Ma lo posso diventare, se vuoi. >
< Pregarmi non cambierà nulla. Ormai rimarrai per sempre così. >
< Akane, tu non mi conosci abbastanza… >
< Voglio proprio sapere chi è stato ad organizzare un simile scherzo. >
< Ma Akane, questo è tutto vero… >
< Io e te non siamo fatti per stare insieme. Punto e basta. >
< Dici così perché ami sempre quel disgraziato che ti ha tradito. >
Nel sentire come si rivolgeva a Ranma, Akane non ci vide più dalla rabbia mollando un sonoro schiaffo al giovane Kuno.
< Come ti sei permesso di giudicarlo in questo modo? La mia vita non ruota intorno alla sua. Io sono uno spirito libero… E quello che ha fatto in passato non sono affari che ti riguardano. >
< Lo so, e mi scuso. Però non posso più vederti soffrire. Mi piange il cuore. >
< Ascoltami bene: sono venuta a scuola con la consapevolezza che questa mattina avrei conosciuto l’uomo che mi avrebbe cambiato la vita. Perché non vedi di farmi finire la giornata senza che io mi possa arrabbiare con te? >
< Akane, io… >
< Tu sei un bel ragazzo, Kuno. Ma il tuo istinto di essere sempre al centro dell’attenzione fa sì che io e te continuiamo ad essere due poli opposti. Mi segui nel ragionamento? >
< Quindi non ho nessuna speranza con te? >
< MI dispiace darti un simile rifiuto, ma è così. >
Non sapendo cosa dire, Kuno decise di tacere e di distogliere lo sguardo da Akane.
< Non prenderla male, Kuno. Ci sono un sacco di ragazze che continuano a farti la corte. Vedi per esempio quelle in classe mia. Non smettono di fissarti ogni volta che gli passi accanto. >
< Immagino… Però loro non saranno mai come te. Tu sei dolce e gentile. Io ho bisogno di una donna così, Akane. Che mi possa stare accanto nei momenti di difficoltà. Non ho bisogno di una donna che sbava dietro per me solo perché sono bello e famoso in tutta la scuola. Io non sono questo. >
< Invece lo sei e non fai nulla per cambiare, te l’ho detto. >
< Akane, ti prometto che cambierò… Ma tu sei disposta ad aspettarmi? >
< No. Perché non voglio avere vincoli di nessun genere. Io e te siamo e rimarremo solo amici, Kuno. Mettitelo bene in testa. >
< Va bene, tanto è inutile. >
< Mi dispiace. Davvero… E grazie per essermi stato ad ascoltare > disse infine Akane prima di dargli un dolce bacio sulla guancia ed entrare dentro l’istituto.
“Quando mia sorella sarà riuscita a fare breccia nel cuore di Ranma vedrai che avrai un’altra opinione su di lui e su di me… E sarà in quel momento che affonderò il colpo su di te, Akane.”
 
 
Mentre Ranma stava parlando con un suo cliente di un caso molto delicato, non riusciva a concentrarsi a causa degli urli che provenivano dalla stanza accanto.
< Vogliate scusarmi un attimo. Devo assentarmi per poco. >
< Faccia pure. >
Uscito dal suo ufficio scuro in volto, si recò immediatamente da Shampoo e da Kodachi che stavano litigando per una banale fotocopia.
< Ha iniziato lei a fregarmi e ad usare il mio computer! Ci sono i miei documenti privati là sopra! > sbraitò Shampoo.
< Non è colpa mia se ho bisogno del computer principale dell’azienda per fare una fotocopia. >
< Bugiarda! Tu volevi il mio computer solo per guardarci dentro e sbirciare nei miei documenti. Confessalo! >
< Adesso vi giuro che se non chiudete la bocca vi licenzio in tronco tutte e due e rimango a lavorare da solo. Non è possibile che si senta un tale baccano dalla porta accanto! >
< Vedremo di fare meno rumore. Promesso > fece Kodachi.
< E’ tutta la settimana che me lo state dicendo. Però non siete ancora riuscite in questo intento! >
< Faremo le brave. Promesso > fece Shampoo con il suo tono triste.
< Facciamo così: chi fa la brava, stasera avrà il diritto di portarmi a cena. >
< Cos’è? Una sfida? >
< Siete in grado di farcela? Fatemi vedere di cosa siete capaci. >
< Lo sai che faremo di tutto per conquistarti, vero? >
< Non lo voglio sapere. Qui siamo al lavoro e ho bisogno che voi due teniate un certo contegno. Mi sono spiegato? >
< Ahi! > gridò Kodachi dolorante.
< Che cosa ti succede? >
< Mi sono tagliata con questo blocco di carta. Mi fa un male cane. >
< Aspetta un attimo. Magari succhiandolo… >
< Ranma, che stai facendo?! Non vedi che l’ha fatto apposta? >
Evitando di ascoltare Shampoo, il giovane avvocato curò la ferita della sua assistente prima succhiando il suo dito e poi fasciandoglielo.
< Ora va meglio? >
< Sì. Adesso sto mooolto bene > replicò Kodachi con tono seducente prima di toccare le natiche del suo capo.
< Adesso devo tornare dal mio cliente. Fate le brave, d’accordo? >
< Sì. Faremo le gattine buone > replicò Kodachi facendogli l’occhiolino e parlando anche per Shampoo.
Appena le due si ritrovarono sole, Shampoo non perse tempo per attaccarla e offenderla.
< Puoi dirmi tutte le cattiverie che vuoi… Sta di fatto che farò di tutto per conquistare Ranma e tu non potrai fare niente per fermarlo. >
< Ah sì? Non ci sperare. Non rimarrò ferma a guardare. Io e Ranma siamo molto più legati. >
< Penserò a te quando me lo porterò a letto. >
< Io l’ho già baciato, mentre tu… >
< Bugiarda, non è vero… So la verità su voi due. >
< Quale verità? >
< E’ stato mio fratello a dirmelo. A scuola gira voce che tu stavi tentando di baciarlo, ma Akane è arriva in tempo e vi ha colto sul fatto. Ed ecco spiegato la causa scatenante del loro “divorzio”. >
< Non è così. Io me lo sono baciato. Che ti piaccia o no > rispose furibonda Shampoo.
< Puoi dire quello che vuoi ma non ti crederò mai. E poi il passato è passato… Adesso è il presente e il futuro che conta. E sono io a vedermi con lui… Ora, se vuoi scusarmi, vado a portare queste pratiche che il mio amore mi ha chiesto gentilmente di compilare. A dopo > disse infine Kodachi prima di uscire dalla stanza dell’archivio.
“Quella maledetta non la sopporto! Vedrà di che pasta sono fatta. Io non mi lascio sconfiggere da nessuna e farò di tutto pur di conquistare Ranma e renderò la vita difficile a quella sgualdrina.”

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Capitolo 7
*** Brutti sogni ***


Erano appena passate le otto e il sole stava calando dietro l’orizzonte per far spazio alla sera.
Appena Ranma aveva finito tutti i suoi colloqui con i suoi clienti, non vedeva assolutamente l’ora di riposare e di dimenticare la giornata faticosa appena trascorsa.
< Vado via > fece il ragazzo attirando l’attenzione delle sue due assistenti < Voi a che punto siete? >
< Non stiamo facendo niente > gli rispose Shampoo < Quindi possiamo venire via anche noi. >
< Ma brave. Io non vi pago per non fare niente. Sappiatelo. >
< Volevamo sapere che cosa riguardava l’impegno che avevi preso con gli ultimi clienti > fece Kodachi < Deve essere molto interessante. >
< Si tratta di un presunto tradimento da parte della fidanzata di un mio cliente… Ma non ve lo sto a spiegare troppo. A sentire la sua storia, mi sento già fin troppo coinvolto. >
< Perché? Centri forse qualcosa? >
< No. Però mi ricorda molto me stesso e il grande errore che ho commesso. >
< Ranma, tu non hai fatto niente. Avevi solo bisogno di sfogarti > fece Shampoo cercando di abbracciarlo.
< Certo. E ho rovinato tutto perché avevo voglia… Ti prego di lasciar perdere, Shampoo. Non voglio ricascarci una seconda volta. >
< Perché? Tanto ormai non ha più importanza. >
< Sei solo un’egoista. Non pensi a me e a quanto stia soffrendo? >
< Smetteresti di soffrire solo se tu ti lasciassi andare. >
< Con te? Non se ne parla nemmeno. Te l’ho già detto. >
< Bravo, Ranma! Sono io la persona adatta a te > s’intromise Kodachi.
< Volete essere licenziate tutte e due? Perché se è così, siete sulla giusta strada. Lasciatemi vivere la mia vita senza pensieri, punto e basta. Ho bisogno di ritrovare me stesso e di pensare al mio futuro. Non ho bisogno di voi. Lo volete capire? >
Sentendo le parole piene di disprezzo di Ranma, Shampoo e Kodachi si guardarono a vicenda smarrite.
< Perché mi state fissando in quel modo? >
< Scusaci, Ranma. Non succederà mai più. >
< Come può non succedere più se domani saremo ancora al punto di partenza? Ormai vi conosco come le mie tasche. Non finirete di conquistarmi finché una di voi due non sarà riuscita nel suo intento. >
< Ti promettiamo che ti lasceremo vivere la tua vita in pace. Vero Kodachi? >
< Sì, Shampoo. >
< Fatela finita. Non dite cose che non potete mantenere… Accidenti, mi scoppia la testa. Me ne vado immediatamente a casa a riposarmi… Ah, che stupido. Non ho una casa in cui vivere dopo che io e Akane ci siamo lasciati per colpa mia. Splendido. >
< Senti Ranma, non voglio insistere ulteriormente, ma casa mia sarebbe disponibile > mormorò Shampoo < Ti prometto che non oserò invadere la tua vita personale. >
< Ti ringrazio, ma sto bene da solo. E poi non voglio disturbare. >
< Nessun disturbo. So che sei il mio capo, ma farei in modo di non darti minimamente fastidio anche se siamo sotto il solito tetto. >
< Ti ringrazio per la tua gentilezza, ma sto bene così. >
< D’accordo. Kodachi, è meglio andare > fece Shampoo prendendo il braccio della sua collega.
< Ma cosa fai? Così mi fai male. >
< Possiamo fare qualcosa per te prima che ce ne andiamo? >
< No, Grazie Shampoo. È tutto apposto. >
< Che cosa mangerai? Vuoi che ti porti qualcosa dal ristorante della mia bisnonna? >
< Ho qualcosa da mangiare nel mio ufficio. Sono apposto. >
< Bene. Buonanotte, allora. Per qualsiasi cosa… >
Ma appena Ranma fissò Shampoo con il suo sguardo accigliato, la giovane assistente si bloccò di colpo.
< Come non detto. A domani > disse infine la ragazza senza dare il tempo a Kodachi di salutare il loro capo.
< Sì può sapere che cosa ti ha preso?! > fece la ragazza dai capelli mori appena si ritrovò da solo con Shampoo.
< Ho capito che siamo diventate un intralcio per lui. E questo mi dispiace molto. >
< E’ così che dobbiamo fare per conquistarlo. Battere il ferro finché è caldo. >
< Ha bisogno di rimanere da solo. Tutto qui. Io ho finito di dargli fastidio. >
< Allora mi lasci campo libero a me? Ottima idea! >
< Fai pure. Se vuoi essere licenziata, questo è il piano adatto. >
Ripensandoci bene, anche a Kodachi gli dispiaceva essere un martello pneumatico nella vita sentimentale di Ranma.
< Secondo te dovremmo aspettare? >
< Non aspettare… lasciar perdere. Tanto non abbiamo nessuna speranza. >
< No! Io non voglio arrendermi. >
< Fai come credi. Per me ho deciso così… Anzi, sto pensando di licenziarmi e di tornare a lavorare con la mia bisnonna. Non posso continuare a vederlo. Continuerei a soffrire pure io. >
< Tu sei molto strana, sai? >
< Non sono strana. Credo che questo sia amore. Un amore che può farmi tanto male… Comunque ci rifletterò e domani prenderò una decisione. >
< Se vuoi posso darti qualche consiglio. >
< Ma quale consiglio Kodachi? So benissimo che non vedi l’ora che mi tolga di mezzo. >
< Ma veramente… >
< Lasciamo perdere. Non voglio guastarmi ulteriormente la giornata. Ci vediamo domani. >
< Ok a domani > disse infine Kodachi alquanto perplessa prima di vedere la sua collega incamminarsi da sola verso la sua auto.
“Che tipa strana. Chi la capisce è bravo.”
 
 
Appena Ranma consumò la sua miserabile cena composta da un bicchiere di latte e un pacchettino di biscotti, si distese sul suo divano posto nel suo ufficio cercando di rilassarsi e chiudere gli occhi.
Ma i pensieri che aveva per Akan stavano continuando a tormentarlo fino all’infinito.
“Non riuscirò a trovare pace finché non ci parlerò faccia a faccia” pensò mentre continuava a ripensare a quella volta che l’aveva tradita.
 
 
Inizio flashback
< Ranma, posso entrare? > domandò Shampoo con la sua vocina stridula.
< Avanti, Shampoo. >
< Che cosa stai facendo di bello? >
< Sto solo riordinando alcune cartelle al computer. Posso fare qualcosa per te? >
< Volevo sapere se potevo aiutarti in qualcosa. Di là ho finito di sistemare la scartoffie in magazzino. >
< No, ti ringrazio. Posso farcela da solo. >
Non accettando un no come risposta, Shampoo si avvicinò lo stesso a lui fissandolo con sguardo persuasivo.
< Ne sei sicuro? > replicò con tono sensuale mentre lo guardava sfogliare alcune sue foto con Akane al computer.
< Come? Stavi parlando con me? >
< Ranma, tu hai bisogno di distrarti. E io ho il metodo giusto per te. >
< Che cosa vuoi dire? >
< Aspetta un momento e lo vedrai. >
Mentre Shampoo teneva gli occhi fissi su Ranma, cominciò a spogliarsi dei suoi vestiti per poi mettersi sulle sue ginocchia.
< No, Shampoo! Rivestiti immediatamente! >
< Perché? Potrebbe essere divertente… Dai, lasciati andare. >
< Non posso, Shampoo. Sono fidanzato. >
< Ma lei non è qui ora… Un piccolo peccatuccio non ha mai fatto male a nessuno. >
< Ho detto di no. Ti prego di rivestirti. >
< Non c’è nessun modo per farti cambiare idea? > fece la ragazza mordendogli il labbro.
< Ahi! Così mi fai male! >
< Ma quale dolore. Sono sicura che ti piace moltissimo… Sento la tua presenza dentro i pantaloni che sta cercando di liberarsi. >
< Shampoo, non potremmo mai giacere insieme. Tu sei la mia assistente. >
< E quindi? Sono solo una giovane donna che ha bisogno del suo uomo per divertirsi un po’… Tu non ti vuoi divertire? >
< Ho un appuntamento con un cliente facoltoso tra poco. Quindi ti prego di rivestirti immediatamente se non vuoi che ti faccia un richiamo. >
Alla fine, Shampoo si arrese s’eppur riluttante.
< Va bene, ma non finisce qui. Ci saranno altre occasioni in cui ti prenderò di sorpresa e finalmente coroneremo il nostro sogno d’amore. >
< Sì, speraci. >
Ma nel mentre Shampoo si stava rivestendo, Akane irruppe nell’ufficio cogliendo lei e Ranma sul fatto.
< Akane, che cosa ci fai qua? >
< Che cosa stavi facendo con lei, Ranma? >
< Io? Niente. Posso spiegarti… >
< Non occorre che tu mi dica nulla… Ormai ho già capito. >
Con le lacrime che stavano cominciando a sgorgargli sul viso, Akane scappò dall’ufficio di Ranma mentre veniva inseguito da quest’ultimo.
< Akane! Fermati! >
Ma la giovane ragazza non ne volva più sapere di lui, troncando immediatamente la loro relazione.
< Sei un porco! Tu mi hai tradito! >
< Ti giuro che non l’ho nemmeno sfiorata. È lei che voleva giacere con me ma l’ho fermata. >
< E tu speri che io creda alla tua storia? Falla finita, Ranma. Ormai ho perso ogni fiducia in te. Non potremmo continuare la nostra relazione. >
< Akane, non dirmi così… >
< E’ la pura verità. Tu hai il tuo lavoro e io la mia vita. Non possiamo continuare in questa maniera. Siamo troppo distanti. >
< Ti giuro che cambierò. Da domani prenderò alcune settimane di ferie così potremmo partire dove ti pare e piace e trascorrere ogni singolo momento con te. >
< Parole, parole e parole… Mi dici questa frase ogni singola volta che stiamo discutendo su questo argomento! Ma stavolta sarà diverso, Ranma. >
< No, Akane. Ti prego. >
< Addio, Ranma. Ti ho amato fino all’ultimo… Ma tu non mi hai mai ricambiato > disse infine la giovane donna prima di sparire dalla sua vista.
Fine flashback
 
 
“Akane, torna da me. Ho assoluto bisogno di te.”
 
 
Dopo essere tornata a casa, Akane si mise subito a letto senza cenare nemmeno con la sua famiglia.
< Sono stanca. Vado subito a letto > disse a suo padre.
< Ma Akane, saltare la cena non ti farà bene. Soprattutto dopo averlo fatto molto spesso negli ultimi tempi. >
< Papà, non ho fame. Davvero. >
< Va bene. Vuoi che ti lasciamo da parte qualcosa? >
< No, grazie. Se avrò fame mi farò un po’ di tè con i biscotti. Buonanotte. >
Dopo essere corsa verso la sua camera, Akane si mise sotto le sue coperte e cominciò a pensare a pensieri estremamente felici.
Ma non riusciva a sforzarsi minimamente a causa dei suoi pensieri negativi su Ranma.
 
 
Inizio flashback
Erano le dieci di sera e Ranma era appena rincasato.
Il giovane avvocato credeva che avrebbe trovato i parenti della sua fidanzata in salotto per passare una serata diversa insieme, ma non fu così.
< Finalmente sei tornato > fece Akane con tono serio.
< Ciao. Dove sono tutti gli altri? >
< Sono fuori a fare una passeggiata. Gli ho detto che avevo bisogno di stare un po’ da sola per parlare con te e mi hanno ascoltato. >
< Akane, ti prego. Non adesso. È stata una giornata molto lunga e faticosa. >
< E’ così da molto tempo ormai… Si può sapere che cosa fai tutto il giorno nel tuo ufficio? >
< Punto primo: a parte non sono sempre nel mio ufficio. Io e la mia collega Shampoo ci rechiamo spesso a parlare con i nostri clienti ascoltando le richieste che hanno da farci.
Punto due: non perdo tempo come pensi tu. >
< Ma questo non l’ho mai pensato… >
< Akane, il mio lavoro comporta molti doveri e sacrifici. Ti avevo avvertito, no? >
< Ed io ti avevo risposto che non dovevi cambiare il tuo stile di vita. >
< E’ un lavoro che mi ha sempre appassionato. Non posso farci niente. >
< Preferisci il tuo lavoro a me? >
< Non ho detto questo, dannazione > replicò Ranma adirato < E poi lo vuoi capire che questo lavoro può darmi un sacco di soddisfazioni se riesco a portare avanti una causa e vincerla? >
< Ma potresti anche perdere. Che è molto più probabile. >
< Perché non hai fiducia in me? Che fine ha fatto l’Akane che mi appoggiava in ogni frangente della mia vita? >
< Prima rivoglio il mio Ranma che aveva sempre una parole dolci per me… Invece adesso non fai altro che scansarmi e pensare solo al tuo lavoro. >
< E’ colpa mia se è così faticoso? >
< Allora abbandonalo! Cosa spetti? >
< Akane, adesso basta. >
< Sai che c’è? Sto pensando che tu non mi voglia più… Stai forse cercando un espediente per tradirmi? È per questo che fai tardi tutte le sere? >
< Ma cosa ti viene in mente? >
< Rispondi alla mia domanda. >
< Tu sei completamente pazza. Mi rifiuto di risponderti ad una cosa così sciocca. >
< Quindi mi nascondi qualcosa… >
< Akane, falla finita! Stai diventando stressante. Non ti sopporto più. >
< Ah sì? Se non mi sopporti più, puoi anche andartene adesso. >
< E’ questo che vuoi? Allora ti prendo alla lettera. >
Senza pensarci due volte, Ranma uscì di casa sbattendo la porta e facendo piangere la sua fidanzata.
< Vuoi gettarmi nella più totale disperazione?! > gridò Akane facendosi sentire.
< Sei tu che stai facendo tutta da sola… Pensi cose che non esistono! Sei paranoica! >
< Sarà il tempo che deciderà se ho ragione oppure no. Meglio se vai a rinfrescarti un po’ la mente. Non c’è posto per chi non mi rispetta. >
< Ma che cavolo… Io ti ho sempre rispettato! > sbraitò Ranma facendosi sentire dai vicini.
< Vattene via, Ranma. Ritorna da dove sei venuto. Io non ho bisogno di te > disse infine Akane prima di disperarsi definitivamente e piangere in completa solitudine.
Fine flashback
 
 
“Ranma… mi hai fatto soffrire tantissimo. Forse dovrei crederti quando mi hai detto che non sei mai stata con la tua assistente. Ti amo troppo per essere in collera con te e dimenticarti. Se solo potessi trovare la forza per riunirmi a te… Ma in fondo credo che questo rimarrà solo un lontano sogno.”

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Capitolo 8
*** Il consiglio di una sorella ***


Appena Ranma giunse nel suo ufficio, vide con grande sorpresa che c’era una strana aria nei dintorni.
“Questo ufficio non è mai stato così pulito prima d’ora… Ma cosa sta succedendo?”
Entrando in punta di piedi, scorse le sue due assistenti Shampoo e Kodachi intenti a sistemare il suo ufficio dove non ci avevano mai messo piede.
< Buongiorno > fece Ranma spaventandole < Vedo che vi siete alzate molto presto questa mattina. >
< Buongiorno a te, Ranma. Volevamo farti una sorpresa. Peccato che ci hai beccate sul fatto > fece Shampoo.
< Che sorpresa mi dovevate fare? >
< L’hai appena vista. Volevamo farti trovare l’ufficio pulito come non avevi mai visto prima. >
< Vi ringrazio ragazze, ma non occorreva. >
< E’ il minimo dopo tutti i pensieri che ti abbiamo dato > replicò invece Kodachi.
< Adesso avete imparato la lezione, no? Per me è questo quello che conta. >
< Lo so. Però volevamo farti contento lo stesso. >
< Grazie ancora. >
Ma nel mentre Ranma fissava le sue due ragazze, notò in loro che stavano nascondendo un’altra faccenda.
< E poi dovevamo dirti una cosa… >
< Lo supponevo. Vi si legge in faccia, ragazze. Che cosa succede? >
< Però ci prometti che non ti arrabbi? >
< Dipende. Che cosa avete fatto? >
Dopo aver fatto un respiro profondo, fu Shampoo che iniziò a parlare.
< Sì tratta di tua sorella. L’abbiamo fatta venire qui per darti una consulenza sul tuo rapporto ormai incrinato. >
< Mia sorella? >
< Esatto. Abbiamo saputo che è una brava psicologa e secondo noi può darti una mano. >
Nel sentire la risposta, Ranma rimase di stucco.
< Ranma, va tutto bene? >
< Vorrei essere lasciato solo, se non vi dispiace. >
< Sei arrabbiato con noi, vero? >
< Non ce la fate proprio a farvi gli affari vostri? Perché avete chiamato mia sorella che non vedo da molti anni, ormai? >
< Scusaci. Pensavamo di fare una cosa giusta per te. >
< Peccato che avete fallito! Adesso che cosa gli dico? >
< Niente. A parte esprimere i tuoi tormenti. >
Nel sentire quella voce maschile mista a quella femminile, Ranma rimase scioccato.
< Sei già qui, Ukyo. >
< Sorpreso? Lo sai che non perdo mai tempo quando voglio… E poi era da molto tempo che io e te non ci vedevamo… Stai bene? >
< Potrei stare meglio. >
< Lo supponevo… Parliamo nel tuo ufficio? >
< Io e te non abbiamo niente da dirci > replicò Ranma freddamente < Tutti fuori da qui. Ho bisogno di lavorare. >
< Anch’io, mio caro fratello. Ed è per questo che sono qui. >
< Mi dispiace per te Ukyo, ma essendo qui hai perso solo tempo. >
< Qualcosa mi dice che non è così… Mi dispiace invece per te, ma io sono l’unica con cui puoi parlare dei tuoi problemi. >
Riflettendo sulle parole di sua sorella, il giovane avvocato capì che aveva ragione.
< Ho forse un’altra scelta? >
< No, mio caro. >
< Allora rimani. Voglio vedere se sei così brava come dicono. >
< Vedrai. Ti stupirò. >
 
 
Una volta accomodatosi nel suo studio, Ranma chiuse accuratamente la porta per non venire disturbato da nessuno.
< Hai paura che qualcuno ci senta? >
< Sì. Non voglio che le mie assistenti sappiamo i miei oscuri segreti su Akane. >
< Non ti preoccupare. Non ti costringerò a rivelarteli. >
< Ok. Però vedi di fare in fretta. Anche oggi ho un’agenda di appuntamenti bella piena. >
< Vedremo come si evolverà la situazione… In caso contrario, dovrai cancellarli tutti. >
< Cancellare i miei impegni? Non se ne parla nemmeno > replicò Ranma senza sentire ragioni.
< Fai silenzio e rilassati. Hai già parlato a vanvera fin troppo. >
< Ora forse ricordo perché non ci siamo più visti. Non ci sopportavamo a vicenda. >
< Sono successe un sacco di cose, caro Ranma… La morte di nostro padre ci ha diviso indissolubilmente. E vorrei ricordarti che non sei nemmeno venuto al suo funerale. >
< Avevo chiuso con lui. Fine della storia. >
< Non ti sei comportato bene, sappilo. >
< Sei venuta fin qui per parlare di mio padre o di Akane? No perché se stai cercando di deviare il discorso sappi che puoi uscire dal mio ufficio. >
< Sei incorreggibile, Ranma. >
< E tu sei molto furba, Ukyo. >
< Tornando ad Akane, quale è la motivazione culminante che vi ha fatti lasciare? >
< Il tradimento. E il fatto che non avevo mai tempo per lei. >
< L’hai tradita? Ma come hai potuto? >
< In verità non l’ho fatto… Però volevo, capisci? È molto complicato spiegarlo. >
< Quindi tu non l’amavi più? >
< Quando ci siamo lasciati, no… Ma con il passare del tempo ho capito che i miei sentimenti erano ancora molto forti per lei. Ho fatto una cazzata e non c’è modo per rimediare. >
< Hai provato a parlare con lei? >
< Non vuole nemmeno vedermi da lontano… Ormai è tutto inutile, Ukyo. >
< Non è così. Lei si sente molto ferita da te, ma sono convinta che in fondo al suo cuore lei ti ama ancora molto. >
< Come fai ad esserne certa? Ci hai forse parlato? >
< No… Ma secondo me dovrei farlo. >
< No, Ukyo. Non provarci. >
< Perché? >
< Peggioreresti solo la situazione. >
< Tanto ormai peggio di così… >
< Che cosa vuoi combinare? Un appuntamento? >
< Ecco! Non sarebbe una cattiva idea. >
< Akane non è così stupida. Lo capirebbe immediatamente che c’è qualcosa sotto in quanto tu sei mia sorella e patteggi sempre e comunque per te. >
< Invece è qui che ti sbagli… Se non ricordo male lei sa che io e te non andiamo molto d’accordo. Se gli propongo di uscire insieme, vedrai che non penserà mai che ci sei tu sotto. Mi capisci? >
< Anche se il piano andasse a buon fine lo capisci che appena mi vede lei scappa? Ormai non c’ho più speranze. Punto e basta. >
< Conoscendoti sono sicura che non hai nemmeno cercato il suo perdono. >
< Invece l’ho fatto eccome! >
< E che cosa avresti fatto? >
< Niente di che. Ho tentato di parlarci e per poco non mi prende a pugni. E Come se non bastasse, mi odia tutta la sua famiglia. >
< Devo dire che l’hai fatta davvero grossa, Ranma. >
< Grazie per avermelo fatto notare, Ukyo… Allora? Non ho speranze con lei? >
< Devi riuscire a colpirla nel segno. >
< E come? >
< Non c’è qualcosa che gli potrebbe piacere in modo che tu possa far breccia nel suo cuore? >
< Sì. La mia dipartita. >
< Non fare lo sciocco. Sono molto seria, Ranma. >
< Anch’io lo sono. Ma cosa ci posso fare se siamo arrivati a quel punto? >
< La situazione è più gravosa di quanto potevo immaginare… Ma fa lo stesso. A tutto c’è rimedio, tranne che alla morte. Organizzerò un incontro con lei in modo che tu possa chiedere il suo perdono. È l’unico modo in cui tu puoi avvicinarti a lei senza fare danni o rischiare di essere malamente picchiato. >
< Intercederesti per me? Grazie sorellina. Non l’avrei mai creduto. >
< Non sono così una cattiva persona come potevi credere, sai? Ti faccio sapere se ci sono sviluppi. >
< Ma non devi tornare in Cina per il tuo lavoro da manager? >
< No, mio caro. Ho preso le ferie per una settimana. E una settimana è sufficiente per provare a risistemare le cose. >
< Spero che tu abbia ragione > replicò Ranma alzandosi dal divano < Sai una cosa, Ukyo? Mi sento davvero molto meglio ora che ho parlato con te. >
< Ci credo. Però non sono ancora convinta di una cosa, Ranma. >
< Che cos’è che ti turba? >
< Mi prometti che mi risponderai sinceramente? >
< Certo. Dimmi tutto. >
< Guardami dritto negli occhi e dimmi se ami realmente Akane. >
< Ma Ukyo, ne abbiamo parlato fino adesso… >
< Le tue intenzioni non mi hanno convinto, caro fratello. Confessami cosa ti salta in mente. >
Intimorito, Ranma fece un respiro profondo per affrontare pienamente il gioco psicologico di sua sorella.
< Anche se abbiamo avuto un sacco di momenti molto brutti e burrascosi, io non posso stare senza di lei. Nemmeno se volessi. >
Esaminando accuratamente le parole di Ranma, Ukyo capì che stava dicendo la verità.
< Stasera tieniti libero da ogni impegno. Ci potrebbe essere la possibilità che tu la incontri nel momento che deciderà le sorti della vostra vita. >
< Va bene. Mi farò trovare pronto. >
Nel mentre Ranma aprì la porta del suo ufficio, beccò le sue assistenti intente ad origliare.
< Con voi faccio i conti più tardi, ragazze. >
< Scusaci, Ranma. Eravamo curiose di sapere come andava a finire. >
< Non lo so nemmeno io… Ma di una cosa sono certo: fatevi gli affari vostri. >
< Ranma, usa la tua rabbia per concentrarti e non per brontolare le tue assistenti. Loro si preoccupano di te. Come me, del resto. >
< E le difendi pure? È stata una di loro a rovinare il mio rapporto con Akane. >
< No, è qui che ti sbagli caro mio. Dalle tue parole ho dedotto che avevi già previsto che l’avresti provata a tradire. Ricordi? >
< Accidenti. Mi hai incastrato ben bene. >
< Adesso vado. Tieni il cellulare libero. Sto per entrare in azione > disse infine Ukyo uscendo dall’ufficio di suo fratello.
“Spero davvero che non complichi una situazione già tremendamente compromessa.”

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Capitolo 9
*** Legarsi con una promessa ***


Ukyo incontrò Akane in un momento della giornata dove la giovane ragazza se ne stava spaparanzata nel giardino del parco vicino casa a leggere un libro in completa solitudine.
< Akane Tendo, posso disturbarti? >
< Ukyo! E tu che cosa ci fai qua? >
< Passavo qui nei dintorni e ho pensato di venirti a salutare > replicò la sorella di Ranma baciando e abbracciando amichevolmente la ragazza.
< Credevo che tu fossi in Cina. >
< Ho preso un piccolo periodo di ferie. Ne avevo assoluto bisogno visto l’anno stressante che ho avuto. >
< Con il tuo lavoro non ti riposi mai, vero? >
< Purtroppo no, ma va bene così… Tu invece che cosa mi racconti, Akane? >
Essendo Ukyo una parente molto stretta di Ranma, Akane non sapeva se confessargli che lei e suo fratello si erano lasciati e che non vivevano più insieme.
< Niente di particolare. La mia vita è felice e monotona allo stesso tempo. >
< E Ranma? Come si comporta? >
< E’ sempre impegnato con il lavoro > si limitò a dire Akane.
< Quel furbacchione. Non fa altro che passare le sue giornate nel suo ufficio. E poi a fare cosa, scusa? Potrebbero pensarci le sue assistenti. >
< Già. Magari non vorrà mai mancare perché deve risolvere molti casi. >
Vedendo come Akane distoglieva lo sguardo da Ukyo, quest’ultima capì che c’era qualcosa che non andava in lei.
< Akane, sei davvero convinta che vada tutto bene? >
Alla fine, Akane confessò i suoi timori a Ukyo senza risparmiare le angherie a suo fratello.
< Ranma… non stiamo più insieme da quasi un mese ormai > fece la ragazza con le lacrime che stavano iniziando a sgorgargli sul viso.
< Come mai? Che ha combinato? >
< Mi ha tradito. Con una sua assistente. >
< Non ci credo. >
< Ti dico che è così, Ukyo. Quel porco ha osato mancarmi di rispetto dopo che gli ho giurato amore incondizionato… Non riuscirò mai a perdonarlo nemmeno se volessi. >
< Akane, non credo che sia dovuto ad un atto voluto. Forse aveva bisogno di te e tu non ci sei stata… >
< Ma cosa dici? Io ci sono sempre stata per lui! E lui cosa fa’? Se la va a spassare con la prima che capita. >
< E dopo? Che cos’è successo? >
< Puoi immaginarlo. Ci siamo definitivamente lasciati. >
< Capisco… E non hai mai provato a riallacciare i rapporti con lui? >
< Non voglio nemmeno vederlo da lontano. Mi fa schifo come uomo… E da quel fatto, ho deciso di non legarmi più con un’altra persona per un bel po’. >
< Akane, non sei tu che detti queste parole. È la tua rabbia. >
< Vorrei vedere te nei miei panni, Ukyo. Anche tu avresti reagito così. >
< Sai cosa c’è? Non è perché è mio fratello, ma secondo me dovresti provare a parlarci. Almeno un’ultima volta. >
< Per dirgli cosa? Non riesco nemmeno a guardarlo dritto in faccia. >
< Ce la devi fare. Per il vostro bene comune. >
< Di lui non m’interessa niente ormai… Se devo vivere in pace, lo faccio solo per me stessa. >
< Allora fallo per te, Akane. Dammi retta. >
< Io… non lo so veramente. Ho paura di scoppiare a piangere e di reagire molto male. >
< Vuoi forse che ti accompagni io? >
< Non so se cambierà qualcosa. >
< Provaci, dammi retta. Altrimenti ti pentirai per sempre per non averlo fatto. >
Ripensando alle parole di Ukyo, alla fine Akane si convinse.
< Portalo qui da me. Lo aspetterò con ansia. >
< Qui al parco? Io avevo pensato che volevi incontrarlo in un bar a prendere un caffè o qualcosa del genere. >
< No, non voglio che ci siano persone nei paraggi. Voglio rimanere da sola con lui. >
< Ok, come vuoi tu. Allora lo chiamo subito. >
 
 
Ranma attendeva la chiamata di sua sorella Ukyo come una manna dal cielo.
Non era mai stato così nervoso, nemmeno quando aveva dichiarato apertamente il suo amore per Akane quando la loro relazione era all’inizio.
< Ranma, vuoi che ti prepari qualcosa? > gli domandò Kodochi distraendolo dai suoi pensieri.
< Come? Non ti ho sentito. >
< Posso fare qualcosa per te? >
< No, grazie. >
Kodochi lo vedeva fissare il suo cellulare in maniera talmente morbosa che stava quasi impazzendo.
“Sembra che il tempo non scorri mai. Ma quando mi chiamerà mia sorella?”
< Non riesci a stare tranquillo, vero? >
< No. È una situazione surreale. >
< Ti capisco. Anch’io mi sono sentita così tanto tempo fa’ quando ero innamorato di un ragazzo che studiava nella nostra stessa scuola. >
< Davvero? >
< Sì. Ma purtroppo la nostra relazione si è interrotta bruscamente appena mi ha rivelato che doveva cambiare città e da quel momento non ci siamo più sentiti. >
< Un vero peccato, Kodochi… Ma se ti piaceva davvero, perché non hai mantenuto i contatti? >
< Perché poi sono venuta a sapere da alcune mie amiche che si era innamorato perdutamente di un’altra donna e da quel momento ho chiuso per sempre con lui… Inizialmente è stato un colpo dritto al mio cuore, ma poi ho capito che non posso soffrire tutto il resto della mia vita per una persona. La vita va avanti sempre e comunque. >
< Molte persone cercano di farsi forza come te Kodochi, ma spesso non riescono a superare il trauma di una perdita o di un abbandono. >
< Sì, è vero… Ma per quanto riguarda il mio caso è molto diverso. Se voglio posso trovare un altro uomo che può starmi vicino. Ma è difficile trovarlo come piace a me. >
< E dimmi Kodochi, perché ti piaccio così tanto? >
< Perché sei un ragazzo forte e molto premuroso nei confronti di una persona. Due qualità che mi fanno impazzire. >
< Vedendo come ho fatto soffrire Akane direi che non sono così premuroso come mi hai appena detto. >
< Hai sbagliato. Tutti facciamo degli sbagli… La cosa importante è redimersi dai proprio errori. E credo che tu debba averne l’occasione. >
< Lo spero tanto… Infatti sto aspettando la chiamata di mia sorella in maniera disperata. >
< Sai dove incontrava Akane? >
< Mi ha mandato un messaggio un’ora fa’ dicendomi che l’aveva vista aggirarsi vicino il parco di casa sua. >
< Allora è molto probabile che tu e troverai tutte e due là. >
< Dici che dovrei andare a vedere? >
< Se non riesci a pazientare, allora devi prendere l’iniziativa. >
< E se peggioro le cose? >
< Ascoltami bene: vuoi riprenderti Akane oppure no? >
< Certo! Farei qualsiasi cosa per lei. >
< Allora vai e non indugiare. Così non potrai pentirti di essere rimasto fermo senza fare nulla. >
< Hai pienamente ragione, Kodochi. Grazie per tutti questi consigli. >
< Figurati… Sei un brav’uomo, Ranma. Anche malgrado tutti i tuoi difetti. >
Nel sentire quelle parole, Ranma non poté trattenersi dall’impulso di abbracciarla e di dargli un piccolo bacio sulla guancia facendola arrossire immediatamente.
< Ti meriti il meglio uomo che può farti felice… Come del resto Shampoo. Grazie per tutto quello che avete fatto per me, ragazze. >
< Ma io cos’ho fatto? > domandò la ragazza dai capelli celesti piombando all’improvviso nell’ufficio di Ranma.
< In fondo non sei una cattiva ragazza anche se sei ossessiva come Kodochi. Siete le migliori assistenti che un giovane avvocato come me poteva avere. >
< Allora aspettiamo una promozione! > fece Kodochi scherzando.
< Ci penserò… A presto, ragazze > disse infine Ranma uscendo dal suo ufficio con la consapevolezza che niente e nessuno poteva separarlo dalla sua Akane.
 
 
Con il cuore che gli martellava in gola, Ranma raggiunse il parco vicino casa di Akane.
“Deve trovarsi qui da qualche parte. Me lo sento. Non può essersene andata.”
Intravedendo la figura di Ukyo, Ranma gli fece un segno con la mano.
< E tu che cosa ci fai già qui? >
< Non riuscivo più ad aspettare. Che cosa ti ha detto Akane? Ci hai parlato? >
< Sì. Ha acconsentito a vederti. >
< Stupendo! E dove si trova? >
< Vicino alla fontana… Però stai attento a quello che fai, Ranma. È ancora arrabbiata con te. >
< Ne sono consapevole. Ma visto il fatto che ha deciso di vedermi vuol dire che tutto non è perduto. >
< Ma potresti rischiare di farla soffrire ancora. Vedi di comportarti bene, capito? >
< Gli chiederò scusa. poi vedremo… >
< Non so se chiedergli scusa basterà. >
< Vedrò poi. Non mi mettere ansia, Ukyo. >
< Ok ok va bene. Tolgo il disturbo. Buona fortuna > replicò la ragazza facendogli l’occhiolino.
< Grazie per aver interceduto per me. Significa molto. >
< L’ho fatto con piacere anche se non te lo meritavi, caro fratellone. A presto > disse infine Ukyo prima di lasciare Ranma da solo.
Appena il giovane avvocato si ritrovò di fronte Akane fu come quella volta che l’aveva baciata per amore.
< Akane > fece Ranma con voce flebile per attirare la sua attenzione.
Sentendo il suo nome, la giovane ragazza si girò verso di lui fissandolo con sguardo triste.
< Sei già qui? >
< Non potevo più stare senza di te… Ti ho fatto soffrire troppo e questo mi dispiace. Se solo potessi tornare indietro, cancellerei tutte le brutte cose che ti ho fatto passare. >
< A parte il tradimento, ho sofferto molto la tua lontananza. >
< Akane, per quanto riguarda il mio presunto tradimento, ti giuro che Shampoo non l’ho mai baciata. >
< Però volevi farlo… >
< Sì, è vero. Ma poi mi sono ricordato di tutti i bei momenti passati insieme. Momenti che non si potevano cancellare in un solo secondo. Momenti indelebili della nostra vita… Una vita che voglio avere legata solo ed esclusivamente a te. >
Sentendo le parole piene d’amore, Akane cominciò a piangere dall’emozione.
< Ti prego di non piangere, Akane. Altrimenti rischio di piangere pure io. >
< Non mi hai mai parlato così prima d’ora. E solo adesso capisco quanto puoi essere sincero. >
< Akane, perdona il mio modo di essere. Io non sono questo… >
< Invece sei quello che sei… Il giovane brillante avvocato di cui mi sono innamorata e che non cambierei mai per nessuna cosa al mondo > replicò Akane stringendolo tra le sue braccia.
< Akane, io… >
< Abbiamo parlato fin troppo. >
Una volta assaporato il suo tocco in un abbraccio, Akane e Ranma ricucirono il loro amore baciandosi come avevano fatto la prima volta.
< Qui davanti alla fontana dove ci siamo detti ti amo la prima volta. >
< Un giorno davvero magnifico e indimenticabile > rispose Ranma pieno di felicità.
< Ancora una volta dinanzi a questa fontana. Per ricordare i nostri bei momenti passati e rinnovare le nostre promesse e il nostro amore. >
< Sì. Per sempre io insieme a te > disse infine Ranma prima di accoccolarsi nel dolce abbraccio di Akane e chiudendo gli occhi per assaporare quell’amore che da tempo immemore aveva dimenticato.

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