Riccardo era schiacciato sul letto dal corpo di Ellie che, quasi famelica, cercava di togliergli la camicia bianca che lo ricopriva.
Sapeva che avrebbe dovuto approfittare del momento, che stava per avere la sua prima volta e qualsiasi altro ragazzo sarebbe stato impaziente e felice di fare quell'esperienza.
Non aveva fatto che pensarci negli ultimi tempi e sapeva di doversi dare una mossa in tal senso.
Ma inspiegabilmente, in quel momento, in cui a sua volta avrebbe dovuto spogliare la ragazza che si trovava su di lui, Riccardo pensava a Gabi.
Si sentiva terribilmente in colpa verso di lui dopo che, pochi minuti prima, li aveva scoperti in quella situazione imbarazzante per poi chiudersi la porta alle spalle con sguardo sconvolto.
La cosa paradossale era che in realtà, non avevano fatto proprio niente: Ellie aveva spinto Riccardo contro il muro per poi inginocchiarsi davanti e lui e sbottonargli i pantaloni alla ricerca delle sue parti intime.
Riccardo aveva compreso le sue intenzioni ma si sentiva terribilmente imbarazzato, non voleva una cosa del genere, non gli sembrava giusto ed in ogni caso non avrebbe mai voluto umiliare in quel modo una ragazza.
Così aveva tentato di spingere via con forza la sua testa mentre lei gli aveva abbassato i boxer e tentava di avvicinarsi al membro del povero ragazzo a dir poco disgustato dal gesto.
-Ellie cosa fai, non voglio- gli aveva detto mentre tentava di respingerla, ma in quel momento la sagoma di Gabi era comparsa davanti alla porta per poi sparire dietro quest'ultima.
Per un istante i loro sguardi si erano incontrati: lo sguardo confuso e allo stesso tempo infastidito di Riccardo aveva incrociato quello sconvolto di Gabi ed in quel momento aveva sentito una scossa al cuore provocata dai dolci occhi azzurri e supplicanti del suo migliore amico.
Dopodiché era riuscito a staccarsi di dosso Ellie e, riallacciandosi i pantaloni, le aveva spiegato che non era quello che voleva e che preferiva andarci piano visto che era la prima volta.
Lei si era mostrata comprensiva e lo aveva preso per mano guidandolo verso il letto, sul quale poi lo aveva fatto stendere.
Si era messa a cavalcioni su di lui e chiudendo gli occhi si era avvicinata al suo volto cominciando a baciargli le labbra inesperte.
Riccardo inizialmente non aveva reagito, ma quando la lingua della ragazza si fu insinuata nella sua bocca sentì di dover ricambiare, anche se non gli piaceva.
"Che schifo" era l'unica cosa che riusciva a pensare.
Con fare svogliato e riluttante si lasciava baciare, sperando solo che smettesse e che si staccasse subito.
Ma lei aveva aumentato sempre di più l'intensità del bacio, cominciando a cercare ad occhi chiusi i bottoni sulla camicia di Riccardo.
"Gabi" pensò Riccardo avvertendo un fremito al cuore.
Si sentiva terribilmente in colpa verso di lui.
Ma perché? Era giusto fare quel tipo di esperienza, Riccardo lo sapeva bene ed anche Gabi ormai era ora che se lo mettesse in testa.
Ma Riccardo non poteva fare a meno di sentirsi in debito verso Gabi.
Il suo sguardo gli aveva spezzato qualcosa dentro, e avrebbe solo voluto corrergli dietro e spiegargli che aveva visto male, che non era successo proprio niente.
Ma perché sentiva di dover spiegare?
Avrebbe dovuto essere orgoglioso del fatto che un suo amico lo avesse sorpreso in una situazione simile, e se lo avesse raccontato in giro tanto meglio.
Appunto, un suo amico, uno qualunque ma non Gabi.
Non doveva essere proprio Gabi a trovarlo lì, così...
Perché proprio lui?
"Gabi" pensò ancora Riccardo con il cuore in pezzi mentre stringeva gli occhi e si staccava dalla bocca famelica di Ellie.
Lei lo cercò ancora ma lui si mise a sedere allontanandola.
-Che ti prende?- aveva sussurrato lei tentando ancora di avvinghiarsi ma lui l'aveva guardata con fare accigliato e disgustato.
-Scusami io non sono pronto- le aveva spiegato, ruotando poi la testa altrove, per non incontrare i suoi occhi indignati.
-Okay...- aveva detto lei imbarazzata.
Riccardo si era alzato e, mentre tentava di darsi una sistemata cominciò ad avviarsi verso la porta.
-Riccardo...senti- lo richiamò la ragazza facendolo tremare di terrore. Lui sapeva di aver fatto la figura della mammoletta ma non voleva occuparsene in quel momento. Voleva solo andare a ritrovare Gabi per scusarsi di averlo abbandonato e tornare a casa assieme a lui.
-Non è che posso raccontare che...ecco...che l'abbiamo fatto?- domandò.
Riccardo si rese conto solo in quel momento di quanto quella ragazza fosse stupida e sentì ancora più disgusto nei suoi confronti.
-Quindi era questo che volevi, avere qualcosa da raccontare- appurò Riccardo infastidito.
-Fai un po' quello che vuoi. Ma non ti voglio più attorno- le disse con tono freddo.
Richiuse la porta alle sue spalle e cominciò a scendere le scale.
Incontrò un paio di ragazzi della squadra e chiese loro se sapessero dove si trovava Gabi, ma nessuno ne sapeva nulla.
Alcuni lo guardavano con sguardo ammiccante, si erano accorti tutti della sua assenza ed avevano fatto due più due.
Poi era possibile che Gabi avesse raccontato a qualcuno di quel che aveva visto, e così ora leggeva la consapevolezza sugli occhi di tutti i suoi compagni.
Anche se Gabi non era il tipo da fare una cosa del genere, soprattutto se si trattava del suo migliore amico.
Magari era solo il suo senso di colpa a farlo sentire come schiacciato da quella brutta esperienza.
Aveva subito una molestia in piena regola e trovava rivoltante il fatto che quella ragazza, così stupida e superficiale, non aveva rispettato il suo volere solo perché per qualche regola non scritta, se è un ragazzo a rifiutarti, devi continuare ad insistere finché non cede.
Ma tutto ciò di cui voleva occuparsi al momento era Gabi. Era preoccupato per quel che avrebbe potuto pensare di lui, ricordava i suoi ammonimenti sulla ragazza e sulle presunte esperienze che Riccardo voleva tanto compiere con lei.
Ed aveva ragione, era troppo presto e certe cose non vanno fatte con leggerezza.
Ma adesso Gabi era sparito e Riccardo si preoccupava sempre di più.
-Ragazzi andiamo, nessuno di voi l'ha visto?! Dovevamo darci un'occhiata l'un l'altro!- li rimproverò Riccardo rivolto ai compagni di squadra, molti dei quali ubriachi e incapaci di fare un discorso sensato.
-Se n'è andato- mormorò Aitor sospirando con aria infastidita.
-Dove?? Come se n'è andato, quando??- domandò arrabbiato.
-Cosa vuoi da me?- rispose Aitor infastidito -Il tuo amico è un deficiente- si lamentò.
-Guarda che è anche uno tuo amico- lo riproverò Riccardo -dovevamo tenerci d'occhio, dovevamo farlo tutti- spiegò portandosi una mano alla fronte.
-Tu sei il primo ad essere sparito intanto- rispose Aitor, facendo mugugnare qualche compagno in approvazione.
-Lo so, avete ragione, ma non dovevate lasciarlo andare- sospirò Riccardo.
-Perché ti preoccupi tanto?- domandò Victor infastidito mentre buttava via una cicca di sigaretta appena finita.
-Se l'è spassata, l'ho visto bere e poi fumare con quel nanerottolo- mormorò facendo cenno ad Aitor.
Riccardo si sentì punzecchiare il cuore e provò un brivido apprendendo quella notizia.
-Ragazzi sono preoccupato, non è da lui sparire così, non è da lui né bere né fumare, non senza di me almeno- spiegò Riccardo.
-Ma cosa sei la sua baby sitter?- lo derise Aitor meritandosi un buffetto sul collo da parte di Subaru.
-Riccardo ha ragione, smettetela di prenderlo in giro! Dobbiamo cercarlo- spiegò.
-Io sto provando a chiamarlo ma non risponde- intervenne preoccupato Arion facendo aumentare l'angoscia di Riccardo.
-Okay ragazzi, basta. Chiamo l'autista, si torna tutti a casa, io scenderò a casa di Gabi per controllare se è tornato li. Andiamo- li esortò il capitano e tutti annuirono cominciando a raccogliere le proprie cose sparse in giro.
Mentre la squadra usciva in giardino per aspettare l'autista di Riccardo, Ellie lo guardò da lontano e lui, infastidito, la ignorò, continuando a guidare i suoi compagni.
Come aveva annunciato, dopo aver accompagnato tutti i compagni di squadra alle rispettive case, Riccardo si fece portare fino a casa di Gabi, dove sbirciando attraverso la finestra in camera sua, appurò che l'amico non era ritornato a casa.
Rassegnato si fece riaccompagnare a casa propria ma non appena l'autista fu andato via lui si alzò silenziosamente dal letto e, presa una torcia, uscì a cercare il suo amico per le strade della città.
Nonostante il suo impegno però, di Gabi non sembrava esserci traccia.
Erano ormai le sei del mattino e la sua assenza in casa non sarebbe certo passata inosservata.
Si avviò verso casa sua dove finse di prepararsi per la scuola infilando cose a caso nella cartella, per poi farsi accompagnare davanti all'istituto che frequentava con i suoi amici.
Tutti i compagni di squadra si erano raggruppati davanti all'entrata della scuola e quando videro Riccardo arrivare si precipitarono verso di lui.
-Lo hai trovato?- domandò Arion impaziente ma Riccardo scosse la testa.
-Ho intenzione di continuare le ricerche questa mattina. Ma non possiamo assentarci tutti insieme, daremmo nell'occhio- spiegò.
-Quindi come si fa?- domandò Victor con il suo solito atteggiamento distaccato.
-Andrò io per la nostra classe e qualcuno della vostra- spiegò Riccardo riferendosi alla classe di Arion, ottenendo in risposta dei cenni di approvazione.
-Andrò io capitano!- si offrì volenteroso Jp ma Aitor si fece spazio fra i compagni con fare infastidito.
-Andrò io, è colpa mia- ammise, provocando sgomento in tutti i compagni.
-Che cosa vuoi dire? Cosa gli hai fatto, ci hai litigato come tuo solito?- domandò nervosamente Riccardo ma Aitor lo superò, avviandosi in strada.
-Io cercherò nella zona del centro commerciale- lo informò allontanandosi, senza rispondere alla sua domanda.
-Mi fa veramente innervosire certe volte- mormorò Riccardo arrabbiato.
-Ragazzi! Buongiorno, ci siete tutti!- gridò una voce familiare in lontananza.
Era la madre di Gabi.
Riccardo trasalì e guardò i suoi compagni di squadra in cerca d'aiuto.
-Buongiorno Signora Garcia! Possiamo aiutarla?- si offrì gentilmente Subaru, facendo cenno a Riccardo di stare tranquillo.
-Questa notte Gabi non è tornato a casa e non risponde al telefono- ammise preoccupata la madre di Gabi, cercando spiegazioni negli occhi dei ragazzi attorno a lei -voi sapete dov'è? Era con voi ieri sera- mormorò allarmata.
-Certo, ha dormito da me- mentì Riccardo con un sorriso, facendo sospirare di sollievo la madre di Gabi.
-Oh, menomale! Non mi ha avvisata e quando ho visto che stamattina non era nel suo letto sono andata nel panico, non mi rispondeva ed ho pensato al peggio- spiegò, facendo deglutire Riccardo, sempre più preoccupato.
-Non si preoccupi sta bene ed è già andato in classe- intervenne Victor, sperando che con quelle parole sarebbe finalmente andata via.
La campanella che segnalava l'inizio delle lezioni suonò e non appena la signora Garcia si fu allontanata, Riccardo scappò velocemente lontano da scuola per evitare che qualche insegnante lo notasse.
Ricominciò le ricerche da dove le aveva lasciate dopo aver sentito Aitor per accordarsi sui prossimi luoghi da passare al setaccio.
Mentre attraversava il ponte sul fiume tentò di abbracciare con lo sguardo l'intero campo da calcio nel quale si allenava spesso con gli amici, per assicurarsi che per qualche motivo Gabi non fosse lì.
Scese in campo incuriosito da una strana sagoma appallottolata sotto la porta, e quando si avvicinò abbastanza da poter distinguerne la forma, riconobbe i vestiti indossati da Gabi la sera prima.
"Grazie a dio" sospirò inginocchiandosi accanto al ragazzo addormentato e lentamente gli sfilò il cappuccio dalla testa, rivelando i suoi bellissimi e fluenti capelli rosa.
Erano sciolti e gli incorniciavano il viso rendendolo ancora più carino del solito.
Riccardo arrossì nell'osservarlo mentre dormiva, aveva un'espressione così soave e delicata, sembrava proprio una ragazza.
Le lunghe ciglia e le labbra socchiuse tremavano con il respiro, provocando un forte sentimento di trasporto in Riccardo che sentiva un gran bisogno di accarezzare il dolce volto del suo amico e riempirlo di baci, come per risvegliare una principessa dal suo sonno.
Si morse il labbro inferiore tentando di scacciare via quei pensieri e scosse delicatamente Gabi pronunciando a bassa voce il suo nome.
-Gabriel sono io, svegliati- sussurrò, facendo lentamente stiracchiare l'amico.
Solo in quel momento notò che stringeva un pallone in grembo e si sentì terribilmente intenerito dalla cosa.
-Andiamo Gabi...- sussurrò -hai dormito fuori, ti verrà un febbrone assurdo-
Gabi aprì lentamente i suoi dolci occhi celesti facendo scricchiolare il cuore di Riccardo.
-Ciao- sussurrò con un sorriso, ma notò che il volto di Gabi si faceva sempre più addolorato con il passare dei secondi.
-Va tutto bene?- domandò accarezzandogli i capelli, ottenendo in risposta un debole cenno affermativo.
-Viglio andare a casa- sussurrò con la voce roca per poi tossire e stringere gli occhi dal dolore alla gola.
-Va tutto bene? Che cos'hai?! Ecco lo sapevo ti sei preso un malanno a stare qui al freddo tutta la notte!- lo rimproverò Riccardo per poi togliersi la felpa, rimanendo in t-shirt, e posarla sulle spalle ghiacciate dell'amico.
Lo aiutò ad alzarsi ed assieme si incamminarono verso l'abitazione di Gabi che a quell'ora doveva essere vuota.
Gabi non spiccicò parola per tutto il tragitto e Riccardo, che gli camminava di fianco, rispettò il suo silenzio.
Non sapeva cosa ricordasse Gabi della sera prima, non sapeva neanche cosa avesse bevuto e fumato e di conseguenza aspettarsi delle spiegazioni in quel momento era stupido e soprattutto non avrebbe fatto altro che indisporre ancora di più il suo migliore amico che in quel momento aveva solo bisogno di tranquillità e cure.
Entrarono in casa grazie alle chiavi che la madre di Gabi nascondeva sempre sotto al tappeto e Riccardo guidò il suo amico fino in bagno dove cominciò a riempire la vasca da bagno con dell'acqua calda.
Gabi aveva ancora quell'espressione addolorata dipinta sul volto e Riccardo si sentiva così impotente in quel momento.
-Gabi che cosa ti è successo?- domandò inginocchiandosi davanti al suo migliore amico, ricevendo in risposta solo un suo tentativo di trattenere le lacrime.
La bocca gli tremava, il pianto era imminente e Riccardo non faceva che preoccuparsi sempre di più.
-Ti prego Riccardo lasciami solo- disse Gabi con un soffio.
Non appena aveva rivisto gli occhi di Riccardo al suo risveglio, il dolore si era ripresentato prepotente e da quel momento non aveva desiderato far altro che piangere.
-Come vuoi Gabi. Ti aspetto in camera- gli aveva detto, per poi cominciare ad allontanarsi.
-No- lo aveva richiamato Gabi ricacciando indietro le proprie lacrime e tirando su col naso.
-Per favore, scusami, non volevo cacciarti. Ti prego torna qui, aiutami- gli aveva detto, con voce tremante.
Non voleva rovinare il rapporto con il suo migliore amico a causa della gelosia, non voleva che quella ragazza distruggesse il loro legame prezioso.
E soprattutto non voleva in alcun modo che Riccardo scoprisse di essere lui la causa del suo dolore.
Riccardo sorrise in risposta e gli si avvicinò per poi aiutarlo a sfilare la felpa, rivelando il suo torso nudo e bianco.
Gabi si appoggiò al suo amico nel levarsi i jeans ed i boxer per poi entrare in vasca ed appoggiarsi subito allo schienale dopo essersi seduto con un sospiro di sollievo.
Riccardo cominciò a bagnargli i capelli delicatamente con il getto caldo e Gabi si lasciò coccolare ad occhi chiusi.
Quel momento era tutto per loro due, solo loro fuori dal mondo, in una bolla di dolcezza e tenerezza che nessuno avrebbe mai potuto invadere.
Riccardo cominciò a massaggiare delicatamente i capelli rosa del suo amico con lo shampoo, mentre Gabi si cospargeva la pelle candida con il bagno schiuma.
-Ti ricordi quando da piccoli facevamo il bagno insieme?- domandò senza pensarci Gabi, facendo sorridere Riccardo spontaneamente.
Dopo aver realizzato quello che aveva detto però, Gabi arrossì.
-Lo facevamo quasi ogni giorno, dopo gli allenamenti. Chissà perché abbiamo smesso- mormorò Riccardo mentre risciacquava i bei capelli lunghi del suo amico.
Gabi si lasciò cullare dal getto caldo e dalle carezze di Riccardo alla sua testolina infreddolita.
-Siamo cresciuti- ammise, riaprendo gli occhi.
Riccardo lo guardò facendo scivolare la mano dalla sua testa al suo viso.
-Ti voglio bene- disse senza pensarci.
Gabi arrossì ancora una volta ed abbassò la testa imbarazzato mormorando solo un flebile -Grazie-
Riccardo si alzò e dopo aver preso l'accappatoio aiutò Gabi a rimettersi in piedi per poi avvolgerlo dolcemente ed aiutarlo ad uscire dalla vasca come se stesse aiutando una delicata fanciulla.
Si diressero assieme in camera di Gabi e Riccardo lo fece stendere per poi rimboccargli le coperte con premura.
Andò a prendere l'asciugacapelli ed una spazzola e continuò a coccolare l'amico con le sue premurose attenzioni.
Una volta che i capelli furono asciutti, Riccardo glieli pettinò delicatamente mentre Gabi rimaneva disteso su di un fianco, dandogli le spalle.
Teneva gli occhi chiusi e tentava di rilassarsi e godersi quel momento, nel terrore che finisse troppo presto.
Riccardo si stese infine accanto a lui con un sospiro e, preso il suo cellulare fra le mani spiegò che avrebbe dovuto avvisare Aitor di aver ritrovato Gabi.
-Certamente vuole venire anche lui a vedere come stai- disse, provocando uno scatto in Gabi che si mise a sedere.
-No ti prego! Non farlo venire qui- intervenne Gabi, sorprendendo Riccardo.
-Perché no? Ha passato tutto il tempo a cercarti anche lui sai- lo informò Riccardo, restando sorpreso dall'espressione impaurita di Gabi.
-Per favore, non voglio vederlo ora- spiegò, insospettendo Riccardo.
-Come preferisci...- disse soltanto lui in risposta, sempre più pensieroso.
-Ti va di raccontarmi com'è andata ieri sera? Ha detto Aitor che avete litigato o qualcosa del genere- disse Riccardo rimanendo sul vago, facendo avvampare Gabi.
-Mi sono solo arrabbiato perché mi ha fatto fumare una cosa schifosa- ammise Gabi.
Riccardo annuì, come se si aspettasse proprio una risposta del genere e Gabi riprese subito.
-Mi dispiace di non averti aspettato, dovevamo farlo insieme...ma eri sparito e-
-Sta tranquillo- lo interruppe Riccardo -è stata colpa mia, non dovevo abbandonarti così.
Gabi gli sorrise per rassicurarlo che non fosse nulla di grave e si sentì quasi in colpa per avergli nascosto il vero motivo del litigio, ovvero il tentativo di bacio di Aitor. Ma credeva che sarebbe stato meglio per tutti se avessero finto che non fosse mai successo.
In fondo non era successo niente.
-E tu invece? Hai concluso con Ellie?- domandò con il dolore nel cuore.
Tentare di mantenere una parvenza di indifferenza era la cosa più saggia da fare se voleva che la loro amicizia non andasse in frantumi a causa dei suoi sentimenti sbagliati.
Si trovavano seduti sul letto l'uno di fronte all'altro, Gabi avvolto nel sul accappatoio e Riccardo con ancora il telefono fra le mani.
-Non abbiamo fatto niente- ammise un po' imbarazzato.
Non aveva alcuna intenzione di raccontare a Gabi delle molestie, sia perché se ne vergognava, sia perché temeva che Gabi avrebbe pensato che il suo amico fosse stato strano a rifiutare le attenzioni così palesi di una ragazza, quindi semplicemente decise di ometterlo.
Oltre a questo poi c'era anche da contare il fatto che quell'esperienza era stata umiliante per Riccardo e gli faceva ancora male pensarci.
Al sentire quelle parole sbrigative Gabi strinse i denti deluso e deglutì.
-Che bisogno c'è di mentire- disse con tono piatto, catturando l'attenzione di Riccardo che lo guardò di sottecchi.
Ricordava bene la scena a cui aveva assistito, era stato il motivo del suo crollo della sera prima.
-Gabi- ridacchiò Riccardo toccandogli un braccio, provocando una reazione di rifiuto da parte dell'amico che spinse via la sua mano con un gesto istintivo.
"Non dare di matto, non dare di matto" si ripeteva Gabi tentando di rimanere calmo.
-Perché mi menti Riccardo? Dimmelo, lo avete fatto, non c'è niente di male. Perché non vuoi dirmelo?- domandò ferito.
-Gabriel ti sto dicendo la verità, ci siamo solo baciati non abbiamo fatto altro- spiegò Riccardo tentando di essere il più convincente possibile.
Gabi rabbrividì nel sentire quella parola e non poté fare a meno di sentire una profonda fitta al cuore.
Era certo che avevano fatto molto più che baciarsi ma sentire quella parola uscire dalle lebbra di Riccardo lo ferì profondamente.
-Ti prego và via- disse Gabi sul punto di scoppiare in lacrime.
Riccardo era confuso, non capiva perché mai Gabi stesse avendo quella reazione inspiegabile. Non voleva dirgli che era stato molestato, faceva male anche solo pensarci e non era pronto.
Ma Gabi si stava comportando in modo strano e sembrava che se la stesse prendendo molto più di quanto avrebbe dovuto.
-Gabriel vuoi dirmi che cosa ti prende? Perché ti arrabbi tanto, ti ho detto che non abbiamo fatto nulla, te lo direi se avessi combinato qualcosa, lo sai che ti racconto tutto- spiegò, ma Gabi lo afferrò per la maglietta guardandolo dritto negli occhi per poi spingerlo sul letto con forza urlandogli in faccia -Bugiardo!-
-Che cosa vuoi ti sto dicendo la verità!- si difese Riccardo proteggendosi il viso, temendo una inspiegabile reazione violenza.
Davvero non capiva perché Gabi se la prendesse tanto.
Anche se avessero fatto qualcosa perché gli interessava tanto?
Poi elaborò un pensiero che in effetti poteva essere la spiegazione a tutti gli atteggiamenti strani che Gabi aveva avuto fin da quando Riccardo aveva conosciuto Ellie: a Gabi piaceva lei e così si sarebbero anche spiegati tutti i suoi commenti su quanto lei fosse bella.
Gabi continuava a guardarlo dall'alto con gli occhi lucidi mentre con sguardo rabbioso lo fulminava tenendolo fermo per le spalle.
-Ti piace Ellie non è vero?- domandò Riccardo infastidito facendo scoppiare Gabi in un pianto quasi isterico.
-Sei proprio un coglione cazzo!- gridò profondamente ferito per poi chinarsi su Riccardo e baciarlo con violenza.
Riccardo sbarrò gli occhi del tutto sconvolto mentre sentiva la testa scoppiare ed il respiro aumentare a dismisura.
Spinse via Gabi con decisione facendolo quasi cadere dal letto e scattò in piedi guardandolo con disgusto.
-Che cazzo stai facendo!- urlò in preda alla paura mentre Gabi per la vergogna aveva abbassato il capo, nascondendo così il viso con i lunghi e lisci capelli rosa.
Riccardo infilò velocemente le scarpe e con il respiro sempre più accelerato si diresse verso la porta d'ingresso dopo aver raccolto le sue cose in giro.
-No, Riccardo- soffiò con voce flebile Gabi, in preda alle lacrime.
Riccardo lo ignorò completamente e si diresse a grandi falciate fuori dall'abitazione per poi prendere ad allontanarsi con decisione.
Gabi rimase abbandonato sul letto, coperto a malapena dal suo bianco accappatoio che a causa dei movimenti gli era scivolato da entrambe le spalle, lasciandole scoperte.
Non aveva la forza di rincorre Riccardo, in quel momento avrebbe soltanto desiderato di scomparire.
Aveva distrutto la cosa più preziosa che aveva al mondo.
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