Don't steal what's mine

di AryaDream
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



 
I lamenti dei morti erano un abitudine nel regno di inferi, ma quel giorno in Giudecca Hades, si manifestò all'improvviso.
Il signore degli inferi era inquieto, ma qualcosa gli diceva che sarebbe accaduto qualcosa nel suo regno, ma non avvertiva nessun cosmo estraneo o nemici in avvicinamento.
Trovarsi in Giudecca per lui era normale per comunicare con Pandora e quel giorno, non aveva ordini per lei.
Sentiva di dover rimanere in quel luogo e vigilare lui stesso. Chiuse gli occhi e vide la cupola, ulla quale svetta una scultura ad altezza naturale di una figura alata, con una lancia in una mano e un cerchio nell’altra.
Per lui quella statua raffigurava la sua sacerdotessa, l'unica mortale che poteva il privilegio di conversare con lui.
Non l'avrebbe mai ammesso, ma era molto legato a Pandora, ed era per questo che cercava di proteggerla, anche se lui era sempre molto severo con lei e sugli ordini che le affidava.
Improvvisamente la statua cominciò a creparsi ed Hades, aprì gli occhi, non riuscendo a capire cosa significasse.
 
 
All'interno del suo sudicio palazzo, la dea della discordia si prese tutto il tempo per mettere in atto il suo piano, ma questa volta non contro Athena, ma bensì contro il signore degli inferi.
Non avrebbe fatto l'errore di colpire la divinità, Hades, era troppo potente per lei, ma una persona a cui il signore degli inferi teneva moltissimo.
In una mano teneva il suo scettro, mentre nell'altra mano comparve un pomo dorato che emetteva una luce intensa.
Il pomo della discordia che nel corso dei secoli aveva causato guerre, morte e distruzione e questa volta avrebbe causato dolore ad Hades che si diceva non provasse nessun tipo di sentimento, ma la realtà era ben diversa.
-Compi il tuo destino.-
Non appena pronunciò quelle parole quell'oggetto maledetto scomparve dalla sua mano, pronto a portare il caos, nel regno degli inferi.
 
 
Rhadamanthys era immobile davanti alla grande finestra del castello che osservava la sua sacerdotessa.
Era una giornata abbastanza calda per essere autunno inoltrato, ma alla sacerdotessa piaceva uscire fuori da quello che era diventata una prigione e respirare aria fresca, anche se la barriera di Hades proteggeva quel luogo, uscire le faceva bene.
I suoi capelli corvini venivano mossi dal vento e avrebbe voluto sempre osservarla, come uno scultore farebbe con la propria opera.
Lo sguardo del giudice degli inferi, non si distoglie da Pandora, era uno sguardo d'amore per colei che considerava la donna più bella che avesse mai visto.
Nonostante fosse cosi giovane aveva un compito difficile quello di essere la sorella mortale di Hades e di essere la comandante del suo esercito.
Si era reso conto di essere innamorato di lei e nonostante le loro innumerevoli incomprensioni, non la lasciava mai sola, anche senza che lei si accorgesse della sua presenza.
Molti avrebbero visto le sue gesta come qualcosa di egoistico, ma nonostante lui facesse parte delle schiere più alte degli inferi, aveva imparato ad amare e sopratutto ad amare Pandora.
Non aveva idea di ciò che sarebbe accaduto da li a poco. Distolse lo sguardo dalla sacerdotessa, per andare a riempirsi il bicchiere del suo amato whiskey e fu in quei pochi secondi che avvenne tutto.
Pandora si trovava a fissare la barriera oscura della sua divinità quando improvvisamente davanti a lei comparve il pomo dorato della discordia.
La fanciulla osservò quell'oggetto e sapeva perfettamente a chi apparteneva, ma i suoi occhi erano incollati a quella mela dalla luce dorata e in quel preciso momento le iridi violacee di Pandora si spensero e cominciò a camminare meccanicamente verso l'oggetto.
Lentamente la mano della sacerdotessa toccò quell'oggetto e lei venne avvolta dalla luce che emanava.
Le urla di Pandora attirarono l'attenzione di Rhadamanthys che andò a controllare cosa stesse accadendo e vide la donna che amava, circondata da quella luce, fece cadere a terra il bicchiere pieno di liquido che si frantumò in mille pezzi, facendo macchiare il pavimento, ma questo non gli importava.
Distrusse la vetrata della grande finestra e verso Pandora. Si avvicinò a lei, ma non appena cercava di prenderla veniva catapultato indietro e questo avvenne più volte, fino a quando lei non sparì.
La Viverna si guardava intorno e di Pandora, non vi era nessuna traccia era sparita nel nulla, prese a cercarla per tutto il castello, ma senza successo.
Entrò nella sala dove di solito la sua sacerdotessa suonava l'arpa, ma era vuota, lo strumento musicale, era al centro della stanza e le corde era immobili e fu in quel momento capì che era stata rapita e portata via da lui e un ruggito possente si udì non solo nel grande palazzo, ma arrivò fino al regno degli inferi, dove Hades avvertendo il cosmo di Rhadamanthys espandersi, capì che era accaduto qualcosa alla sacerdotessa capendo il motivo della sua visione.



Note Autrice:
Questa storia è nata un po' per caso e anche grazie a 
foschi che mi ha incoraggiata a scriverla e pubbliccarla.
Mi ha ascoltata e consigliata e alla fine eccomi qui a cominciare una nuova avventura.
Ho voluto inserire le citazioni AU e OOC perché la storia si svolge anche in luoghi che non ci sono in Saint Seiya e nei personaggi ho inserito Morgana che sarà molto diversa dal personaggio che conosciamo .
Grazie per essere arrivati fin qui  

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***



 
La sacerdotessa si risvegliò con un terribile mal di testa. Non riusciva a ricordare nulla, aveva la testa pesante e confusa.
Chi era? Perché si trovava in quel luogo? E perché ricordava solamente il suo nome? Si rese conto di essere completamente nuda e guardandosi intorno vide a terre delle tende che prese per coprirsi.
Prese a camminare per i sudici corridoi erano a malapena illuminati.
Forme scure strisciavano negli angoli e si trattavano di ratti e insetti.
Quel luogo era oscuro e non capiva il motivo per cui si trovava li.
Sembrava una vecchia chiesa sconsacrata e avvicinandosi alla finestra notò che flebili raggi lunari illuminarono la zona che era spettrale, come se quella vegetazione cercasse di proteggere quel luogo da persone indesiderate.
Riprese il cammino ed arrivò fino ad una lunga scalinata e si rese conto che la vegetazione aveva ricoperto gran parte parte della parte inferiore.
Rami di alberi avevano rotto alcune vetrate, le scale erano completamente ricoperti, ma cercò di farsi coraggio e cercare di scendere.
Si ferì le gambe e i piedi essendo scalza, ma anche le braccia e notò che piccole gocce di sangue cominciarono a sporcare quella tenda una volta bianca che stava usando come indumento.
Inciampò e rotolò giù per le scale pieni di rovi e rami. Quella caduta l'aveva fatta svenire e fu il quel preciso momento che cominciarono gli incubi che non l'avrebbero più abbandonata.
Ombre scure e in lontananza vedeva una sagoma, che la chiamava per nome, ma non riusciva a vedere il suo volto.
Quando riprese i sensi, sentì un cigolio che proveniva dalla grande porta e vide che lentamente cominciò ad aprirsi. Nonostante il dolore per via delle ferite, cercò di trovare un riparo.
La porta fece un gran rumore e Pandora, si mise le mani vicino alle orecchie e vide una donna dai lunghi capelli neri che indossava un vestito molto scollato che mostrava le sue forme.
I passi della donna rimbombavano, per via delle scarpe con i tacchi che indossava.
Si fermò poco distante dalla scala e aveva percepito la presenza di Pandora.
Sapeva dove si nascondeva e man mano che si avvicinava, percepiva la paura di quella fanciulla e quando si trovò davanti a lei, rimase per un attimo senza parole.
Aveva riconosciuto la sacerdotessa di Hades. Aveva molte domande su come lei si trovasse li e notò che Pandora era strana, non sembrava la solita donna forte e determinata, sembrava impaurita, come se non ricordasse nulla di ciò che era.
-Non ho nessuna intenzione di farti del male.-
La donna allungò la mano verso Pandora che un po' titubante la prese ed uscì allo scoperto.
Aveva riconosciuto la sacerdotessa del signore degli inferi, ma in lei c'era qualcosa che non andava. Si chiedeva se la stesse ingannando però nel fissarla e nel vedere com'era ridotta, pensò che era successo qualcosa nel regno infernale.
-Posso sapere perché ti trovi qui?-
In quel momento colei che un tempo era la sacerdotessa infernale, prese parola.
-Non lo so...-
Le lacrime cominciarono a rigare il volto di Pandora e a quel punto la donna misteriosa capì che Pandora avesse perso la memoria.
-Mi sono svegliata in questo posto, non so chi sono e da dove vengo, l'unica cosa che riesco a ricordare è il mio nome: Pandora.-
-Non puoi restare qui verrai con me e in qualche modo cercherò di capire il motivo della tua amnesia.-
-Posso sapere il tuo nome?-
-Morgana.-
Colei che un tempo era una sacerdotessa guerriera di Athena che aveva lasciato il suo ruolo di proteggere quella dea che causava solamente guai.
-Ti porterò nella mia dimora, non puoi restare qui con questo freddo e la mia servitù, penserà a curarti le ferite.-
Pandora, non ebbe altra scelta che fidarsi di Morgana, ma era anche molto curiosa di sapere cosa ci facesse in quel luogo.
-Questo luogo ti appartiene?-
-Gestisco solo degli affari per una persona molto influente e questo luogo diventerà un bordello, ma tranquilla sarai sotto la mia protezione e non ti succederà nulla.-
Morgana prese per mano Pandora e la portò fuori da quel luogo.
 
Nel frattempo nel regno degli inferi erano in allarme, per via della scomparsa di Pandora.
Hades non si era mosso dal suo trono nella giudecca, non dava a vedere la sua preoccupazione per la sorte della sua sacerdotessa.
Doveva rimanere impassibile, ma lentamente si stava rendendo conto che Pandora, non era li con lui ad ascoltare i suoi ordini e questo lo faceva infuriare.
Qualcuno era entrato nel suo regno sulla terra e aveva osato portare via una delle figure più importanti degli inferi, avevano osato mettersi contro il signore degli inferi e avrebbe scoperto il colpevole e avrebbe usato tutti i suoi poteri per distruggerlo.
Sapeva perfettamente che questo non poteva essere opera di Athena, era una dea troppo buona e gentile e mai avrebbe osato mettersi contro di lui e causare una nuova guerra sacra tra l'esercito infernale e quello del Grande Tempio.
Chi poteva essere stato? I suoi pensieri vennero interrotti, dall'entrata di Rhadamanthys in Giudecca che si fermò davanti a trono.
L'unica cosa che separava Hades dal giudice della stella del cielo furioso erano delle tende nere.
Hades osservava Rhadamanthys e poteva capire la sua rabbia e frustrazione nell'aver perso la sacerdotessa.
Sapeva cosa voleva chiedergli, ma non gli avrebbe dato il permesso di lasciare il regno infernale, fino a quando, non avrebbe capito cosa fare.
Rhadamanthys era inginocchiato, fino a quando non decise di prendere parola.
-Sommo Hades vorrei il permesso di poter andare a cercare la sacerdotessa.-
-Non posso accontentare la tua richiesta Rhadamanthys.-
-Perché?-
-Non sappiamo chi sia il nemico e cosa vuole...Sono certo che non si tratti di Athena, ma di qualcuno che vuole divertirsi alle nostre spalle.-
-Cosa dovremmo fare restare qui? Lady Pandora potrebbe essere in pericolo.-
Il signore degli inferi era preoccupato e sapeva che Pandora in determinati momenti della sua eterna vita da Dio era l'unica persona che lo ascoltava e passava del tempo con lui, rendendo la sua vita divina, meno solitaria.
-Resta al tuo posto Rhadamanthys...-
Allo specter non restò che obbedire, anche se la voglia di andare a cercare Pandora era tanta.
Poco dopo il cosmo di Hades svanì e quando la Viverna alzò lo sguardo, vide il trono vuoto e non riusciva a capire cosa avesse in mente la sua divinità.
Intanto il signore degli inferi, si manifestò al Grande Tempio al cospetto della Dea della Giustizia.


Note Autrice:
Ed eccomi tornata ad aggiornare con il primo capitolo la long.
Devo dire che mi sto divertendo tantissimo a scriverla e inserire personaggi interessanti. Come avevo già scritto nelle note del prologo ci saranno i personaggi del Lost Canvas, ma appare un personaggio della serie classica ovvero Morgana.
Un personaggio molto interessante che per me aveva lasciato il ruolo della sacerdotessa guerriera per dedicarsi ad altro e infatti gestisce dei bordelli per una divinità. Non ho bisogno di nominarla ora, ma penso che si capisce molto bene di chi si tratta.
Ringrazio Foschi per leggere i capitoli in anteprima e dirmi la sua sugli avvenimenti che ho in mente.
L'aesthetic è una mia creazione.

Grazie per essere arrivati fin qui.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***




 
Il Signore degli Inferi si trovava di fronte ad Athena seduta sul suo trono. Anche il Gran Sacerdote vicino alla sua dea, non poteva credere ai suoi occhi.
Il cosmo di Hades era potente e fu avvertito per tutto il Grande Tempio, mettendo in allarme tutti i cavalieri d'oro.
Le iridi azzurre del Dio scrutavano attentamente quello della fanciulla davanti a lui, la reincarnazione della dea Athena.
La dea della giustizia si alzò dal suo trono, strinse tra le mani lo scettro di Nike e si avvicinò Hades.
-Cosa porta il Signore degli inferi al Grande Tempio?-
-Per parlare con te Athena...Ho bisogno del tuo aiuto.-
Quelle ultime parole dette dal sovrano degli inferi, vennero pronunciate con rabbia, ma si sarebbe immaginato di chiedere aiuto a colei che si era sempre intromessa tra lui e la conquista del mondo.
Persino Athena, non poteva credere a quelle parole.
-Ti ascolto.-
-Pandora è stata rapita.-
Quelle parole risuonarono più volte nella mente di Athena, ma anche nella mente del Gran Sacerdote.
Chi aveva osato rapire colei che comandava l'esercito di Hades, ma sopratutto la sorella mortale del Dio.
-Pensate che il Grande Tempio sia il responsabile?-
Lo sguardo della divinità, passò sul gran sacerdote che aveva osato rivolgergli parola.
-Non penso che Athena sia cosi stolta da rapire la mia sacerdotessa cosi da dare inizio ad una nuova guerra tra i nostri regni.-
In quel momento Athena prese a camminare per la grande stanza pensando a chi potesse fare una cosa del genere.
-Hai idea di chi ha potuto commettere il rapimento.-
-Purtroppo no, altrimenti non sarei qui a chiedere il tuo aiuto.-
-In che modo è stata rapita Pandora?-
-Dal rapporto del Giudice della stella del cielo fuoroso, Pandora è stata avvolta da una luce dorata e poi è scomparsa...-
La dea della giustizia osservò il suo sacerdote e prese la sua decisione.
-Convoca una riunione dei cavalieri d'oro...Daremo la priorità alle ricerche di Pandora...-
-Come volete mia signora...-
Non appena il Gran Sacerdote uscì dalla stanza, la dea prese di nuovo parola.
-Chi ha rapito la tua sacerdotessa non ha buone intenzioni.-
-Credi che voglia una guerra tra i regni?-
-Probabile...Solo trovando Pandora potremmo sapere di più...-
-Molto bene...Io invierò i miei specter nella ricerca e se per caso un tuo cavaliere la dovesse trovare sai come avvisarmi ed io arriverò.-
La dea annuì ed osservò Hades sparire, mentre lei uscì dalla sala diretta all'incontro con i cavalieri d'oro.
 
 
Pandora dopo essere stata salvata da Morgana venne portata in una grande villa, dove venne sistemata.
Alcuni servi chiesero a Morgana se quella fanciulla di rara bellezza, fosse una nuova ragazza inviata dalla dea Aphrodite, ma lei rispose di no, che quella fanciulla, non doveva essere toccata.
Lei sapeva chi era e voleva proteggerla, in quel momento Pandora le faceva molta tenerezza.
All'inizio voleva portarla al Grande Tempio, ma poi ci ripensò perché voleva sapere cosa le era realmente accaduto.
Venne portata in una stanza e non appena mise la testa sul cuscino si addormentò.
La casa giaceva avvolta nel silenzio.
Il buio della notte, veniva illuminato dai lampi che si riflettevano sulle pareti. Pandora dormiva profondamente, un sonno privo di sogni.
Il vento piegava al suo volere ogni cosa e il suo ululato sembrava quello di un lupo.
Un improvvisa folata di vento spalancò le finestre, facendo svegliare di soprassalto Pandora.
Cominciò a piovere e l'acqua cominciò lentamente a bagnare il freddo pavimento di marmo e la fanciulla scese dal letto per richiudere le finestre.
Quando si voltò per tornare sul letto, udì una voce, ma nella stanza non c'era nessuno.
I lampi che illuminavano la stanza facevano capire a Pandora che era sola, ma in realtà percepiva la presenza di qualcun altro che non riusciva a vedere.
Improvvisamente venne strattonata e buttata sul letto e davanti a lei apparve una figura di una donna.
La donna aveva un sorriso maledico in volto e questo spaventò molto Pandora. Se solo lei avrebbe ricordato chi fosse, non si sarebbe spaventata.
Non disse nulla ma continuava a fissarla, fino a quando non sparì.
Quella donna era Eris la dea della discordia che trionfante aveva visto con i suoi occhi colei che era la sacerdotessa di Hades non ricordare più nulla.
Lei doveva agire nell'ombra e conquistare tutto quello che voleva: terra, mare, inferi e non solo, ma in quel momento voleva divertirsi e indebolire il regno del signore che governava l'inferno.
La mattina il sole aveva preso il suo posto nel cielo e quando Pandora si sveglio, pensò che quello che aveva passato la notte prima era solo un sogno.
Rimase sul letto quando entrarono delle serve seguite da Morgana.
-Buongiorno principessa.-
Pandora non rispose, anche perché non capiva il motivo di tutta quella gentilezza, ma pensò che non doveva essere cattiva per averla salvata.
-Posso fare qualcosa per sdebitarmi per avermi salvata?-
-Se vuoi potrai aiutarmi, ma prima dovrai rimetterti completamente.-
Morgana non sapeva cosa far fare a Pandora, ma qualcosa che non l'avrebbe messa in pericolo, ma poteva benissimo occuparsi delle questioni dei bordelli che gestiva, come gli appuntamenti e la gestione dei soldi.
La guardava ed era vero quello che si diceva su di lei che era bellissima e la sua bellezza avrebbe fatto cadere ai suoi piedi qualsiasi uomo e non solo, ma era meglio per lei non rischiare troppo, anche perché immaginava che l'esercito di Hades la stava cercando.
La lasciò sola insieme alle serve, mentre lei andava a occuparsi di quella cattedrale nel bosco.
 
 
Al Grande Tempio stava per cominciare il Chrysos Synagein, indetto da Athena.
La sala si trovava all'intero della meridiana dello zodiaco. La sala del Chrysos Synagein era circolare, priva di pareti ma delimitata da numerose colonne.
In cima ad ogni colonna vi erano delle grandi statue che raffiguravano i dodici segni dello zodiaco, disposti in senso orario e rivolti verso l’interno.
Ciascuna statua era particolarmente realistica e scolpite sin nei dettagli, con un aspetto e pose che ricordano quelli dei totem delle armature d’oro.
Tutti i Gold Saint erano riuniti e aspettavano la dea Athena che arrivò poco dopo.
I dodici si chiedevano il motivo di quella convocazione, ma erano tutti d'accordo che riguardasse Hades.
-Vi ho fatto convocare per un motivo molto serio.-
-Quale sarebbe?- chiese curioso il cavaliere del sagittario.
-La sacerdotessa degli inferi è stata rapita.-
Tutti rimasero in silenzio e nessuno poteva credere che Pandora fosse stata rapita sotto il naso di specter e la sua divinità.
-Il signore degli inferi, mi ha chiesto aiuto per ritrovarla ed io ho accettato.-
-Non sarà facile trovarla, potrebbe essere in qualsiasi posto nel mondo.-
Ribatté Kardia un po' scocciato, non gli andava di andare in giro per cercarla, ma non poteva disobbedire al volere della sua dea.
-Io penso che si trovi qui in terra di Grecia...Chiunque l'abbia rapita voglia qualcosa e penso che voglia una guerra tra i regni o vuole farci arrivare qualche messaggio.-
-Che tipo di messaggio.- Disse sempre lo scorpione.
-Nonostante tutte le difese lei o lui può aggirarle...Vi prego di trovare la sacerdotessa Pandora e portarla qui al tempio.-
-Agli ordini.-Dissero tutti insieme i Gold, per poi uscire dalla stanza.
 
Negli inferi la maggior parte degli specter era alle prese con le ricerche di Pandora.
Era stato ordinato a Rhadamanthys di restare negli inferi, ma lui aveva inviato le Fairy di Myu di Pappillon, per cercare indizi che l'avrebbero condotto dalla sacerdotessa.
-Ti troverò Pandora...-
Disse ad alta voce, mentre portava sulle labbra il bicchiere pieno di whiskey.



Note Autrice:
Ed eccomi con un nuovo capitolo.
Vediamo Hades che deve abbassarsi a chiedere aiuto ad Athena.
Ho cercato di far rimanere il signore degli inferi freddo. La dea della giustizia non può fare a meno che aiutare cosi nasce questa insolita alleanza.
Vediamo Pandora al sicuro da Morgana e Rhadamanthys che si muove.
Ringrazio Foschi che legge in anteprima i capitoli <3

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***





“C'era una grotta profonda e immensa per la sua vasta apertura, rocciosa, protetta da un nero lago e dalle tenebre dei boschi, sulla quale nessun volatile impunemente poteva dirigere il proprio volo con le ali, tali erano le esalazioni che, effondendosi dalla nera apertura, si levavano alla volta del cielo."

                                                                             [Virgilio nel VI libro dell'Eneide]


 
Tutti i morti, fossero stati in vita buoni o malvagi, giungono negli inferi attraverso una qualsiasi voragine aperta nel terreno. Quindi, l'Ade comunica con l'esterno tramite tutti quei luoghi della superficie terrestre che emanano vapori sulfurei, ribollono di lava o si spalancano in tetre voragini.
In rari casi, anche i vivi potevano accedere al regno dei morti, ad esempio i cavalieri d'oro.
Erano quelli i pensieri di Rhadamanthys che si trovava sulla riva del fiume Acheronte, osservando il continuo flusso di anime che aspettavano Caronte colui che avrebbe permesso a quelle anime di oltrepassare il tetro fiume Acheronte. La viverna conosceva molto bene quel luogo, ma mai prima di quel momento si era soffermato ad osservare il panorama brullo e arido, pianeggiante ma intervallato con ammassi di pietra e spuntoni rocciosi, che si interrompevano di netto in presenza del fiume.
Quel tratto degli inferi può sembrare deserto, ma non era cosi, infatti era popolato dagli ignavi, ovvero coloro che in vita non compirono né il bene né il male, e che ora sono puniti con l’impossibilità di entrare negli inferi. Oltre a loro, si trovano qui i defunti privi di un obolo per Caronte, che quindi aveva rifiutato loro il passaggio. Quando il traghettatore tornò per portare altre anime nell'altra sponda, osservò Rhadamanthys chiedendosi, il motivo per cui uno dei giudici infernali, si trovava in quel luogo. Di solito la Viverna per uscire dagli inferi usava il passaggio che l'avrebbe condotto al castello di Pandora, ma in quel momento nemmeno Rhadamanthys, sapeva il motivo per cui si trovava in quel luogo. L'unica cosa a cui riusciva a pensare era la sua sacerdotessa e che stava impazzendo in quel luogo senza far nulla per andare a cercarla, ma gli ordini di Hades erano tassativi: nessun giudice degli inferi doveva lasciare il regno. Lui aveva inviato delle Fairy, ma ancora non aveva avuto notizie e in più essere alleato di Athena, ma specialmente dei Gold Saint, lo mandava su tutte le furie.
Prese ad osservare Caronte che stava facendo salire sulla sua zattera altre anime, per poi soffermarsi sul fiume le cui acque avevano un colorito marroncino e salmastro tale da impedire di vedere qualcosa anche appena sotto il pelo dell’acqua. In realtà Rhadamanthys non era certo che quella fosse acqua, visto che a differenza dei fiumi normali al suo interno non era possibile nuotare o galleggiare, e si finiva per sprofondare ed affogare.
Chi faceva questa fine era destinato a restare nel letto del fiume, condannato ad assalire a sua volta altri avventurieri ed a trascinarli verso il fondo.
Poco dopo vide l'imbarcazione di Caronte allontanarsi, mentre una leggera foschia cominciò a coprire le acque del fiume e lui decise di uscire dal regno di Hades per schiarirsi le idee e pensare a cosa fare e tentare di convincere il suo signore a dargli il permesso di andare a cercare la donna di cui era innamorato.
Una volta uscito dagli inferi, non sapeva dove andare, ma alla fine il suo volo si fermò su una spiaggia isolata.
Aveva sempre odiato il mare, la salsedine che gli invadeva il respiro, l'odore viscido delle alghe e di tutte quelle creature che vivano nell'acqua.
Non riusciva a comprendere come Pandora amasse quel luogo, ma le diceva sempre che la rilassava e che il mare è un ottimo amico se volevi stare solo.
D'altronde non poteva cadere più in basso di cosi, almeno credeva. Aveva raggiunto quel luogo perché in qualche modo Pandora era collegata a quel luogo o perché sperava di trovarla li che correva sulla subbia, mentre i suoi capelli corvini giocavano con il vento.
-Ti troverò Pandora e troverò chi ha osato portarti via da me e dagli inferi.-
Osservò per un ultima volta quella distesa immensa, per poi voltarsi e tornare negli inferi.
 
Pandora si era rimessa completamente e le ferite che aveva riportato si erano rimarginate, non lasciando nemmeno una cicatrice.
Morgana era felice, ma ora doveva nasconderla. Se Pandora era in quello stato qualcuno o qualcosa stava cercando di mettere in difficoltà il regno degli inferi.
Si chiedeva se la stessero cercando, ma fino a quel momento nessuno aveva raggiunto il luogo in cui si trovava lei insieme alla sacerdotessa degli inferi.
-Mi dispiace darti problemi.-
-Non sei un problema Pandora, ma vorrei capire cosa ti è accaduto...-
La sacerdotessa in quel momento abbassò lo sguardo, non ricordava nulla di chi era e da dove veniva, l'unica cosa che sapeva era il suo nome. Tutto il resto era avvolto dall'oscurità.
Morgana nel vederla triste si avvicinò a lei, mettendole le mani sulle spalle.
-Scopriremo cosa ti è accaduto, ma per il momento resterai con me e sarai presentata come mia sorella.-
Non capiva il motivo per cui la stava aiutando, ma non le sembrava una persona cattiva e sentiva di potersi fidare e aprirsi con lei.
In qualche modo Pandora era venuta a conoscenza che Morgana gestiva dei bordelli e che le ragazze erano molto richieste e sapeva che “lavorava” per una donna molto importante, ma non sapeva che si trattava della dea dell'amore e della bellezza e che le ragazze che Morgana comandava, sacerdotesse della dea stessa.
Di certo Pandora non avrebbe mai fatto parte di quella schiera, anzi Morgana l'avrebbe tenuta lontana, anche se la sacerdotessa di Hades, avrebbe attirato molti uomini facoltosi in nome della dea dell'amore, non voleva di certo far infuriare il signore degli inferi.
-Pandora.-
La sacerdotessa alzò lo sguardo verso Morgana che sorride.
-Voglio che tu venga con me, ma non pensare che voglio farti fare cose che non vuoi...Voglio solo che mi aiuti ad arredare quella chiesta sconsacrata nella foresta.-
In quel momento la donna annuì alla proposta di Morgana e insieme si diressero verso la foresta dove Pandora era stata trovata.



Note Autrice:
Gestire un personaggio come Rhadamanthys non è per nulla facile, ma ho tentato di  lasciare il personaggio il più possibile simile all'originale e spero di esserci riuscita.
Mi sono divertita a descrivere Morgana in questa nuova veste, lasciare Athena sempre in guerra per servire la dea dell'amore.
Questo capitolo di transizione mi sono dedicata a descrivere i sentimenti di Rhadamanthys e "l'amicizia" nata tra Morgana e Pandora.
Ringrazio Foschi per leggere in anteprima i capitoli.
Grazie per essere arrivati fin qui.
 
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***




 
Pandora si ritrovava quasi tutte le notti in un terribile incubo: si trovava dentro una stanza nel buio più totale, dove vi era solo una finestra e vicino a lei vi erano due figure maschili. Non poteva vedere i loro volti, ma solo delle armature. La prima era nera come la notte, mentre il secondo indossava un'armatura dorata come il sole.
Entrambi le tendevano la mano, ma lei era ferma non sapendo dove andare o chi scegliere, solo quando provò ad allungare la mano verso uno di loro, una strana forza la portava via.
Lei si svegliava di soprassalto con le lacrime agli occhi. Non aveva parlato con Morgana di quest'incubo, anche perché lei aveva fatto tantissimo per lei.
Ormai erano passati sei mesi da quando si trovava insieme a lei e l'aveva aiutata nel suo lavoro e doveva ammettere che era molto strano.
La foresta che aveva visto quella notte del suo incontro con Morgana era cambiata completamente. Un sottile strato di neve ricopriva ogni cosa, mentre gli alberi spogli si allungavano verso il cielo grigio come mani in cerca di calore.
I lago che quella notte non era riuscita e vedere era ricoperto da uno strato di ghiaccio riflettevano i tenui raggi solari che regalavano alla vista un arcobaleno di colori.
Tutte quelle sfumature scure e tetre avevano lasciato spazio ad un nuovo mondo.
Quella cattedrale era tornata a splendere anche se in modo diverso. Qualche volta Pandora era andata con Morgana e la situazione che aveva trovata in quel luogo, era molto surreale e delle volte divertente nel vedere uomini che entravano e uscivano completamente soggiogati dalle ragazze di Morgana.
Quella sera quando tutto avvenne, Pandora era con Morgana nella cattedrale. Ogni tanto lei voleva controllare con i suoi occhi se gli affari andavano bene e si portava la colei che presentava come sua sorella che affascinava gli uomini, ma nessuno poteva osare avvicinarsi a lei.
Nel frattempo uno strano individuo era giunto in quella foresta. Stava giocando con una mela che la lanciava in aria e poi la riprendeva.
C'era una sacralità nel silenzio che albergava in quel posto, spezzato solo da qualche sommesso vociare di qualche piccolo animale della foresta.
Kardia si lasciò sfuggire un sospiro, quella foresta sarebbe stata la sua casa, per un paio di giorni, visto che la sia dea gli aveva affidato quel luogo per trovare la sacerdotessa degli inferi.
Il cavaliere dello scorpione si inoltrò nel fitto della foresta e arrivò fino alla cattedrale. Le grandi porte erano aperte e notò il via via di gente che entrava e usciva, ma la sua attenzione andò su Morgana.
Un sorriso comparve sul volto di Kardia che poteva chiedere informazione a lei su Pandora.
Si appoggiò alla porta, mentre prese a mangiare la mela.
-E' da tanto che non ci vediamo Morgana?-
La donna si voltò e vide il cavaliere d'oro dello scorpione con un sorriso divertito che la fissava e ogni tanto osservava la cattedrale.
-Devo dire che ti sei sistemata bene...Non pensavo che una sacerdotessa guerriera che alla fine ha deciso di abbandonare Athena, abbia trovato come dire un “lavoro” cosi divertente.-
-Vuoi provare Kardia?-
-Ti piacerebbe...Anche se sono tentato sono qui per un altro motivo.-
-Quale sarebbe?- Pronunciò Morgana, mentre si avvicinava al cavaliere dello scorpione.
-Sto cercando la sacerdotessa degli inferi.-
In quel momento l'espressione della donna cambiò e Kardia si accorse del cambiamento, era come se lei sapesse qualcosa e sapeva che aveva fatto centro.
-Immagino che tu sai qualcosa?-
A quel punto Morgana non poteva mentire e cosi fece cenno a al cavaliere d'oro di seguirlo e lo portò in una stanza e li la vide.
-Non può essere Pandora...-
-E' lei...Io non so cosa le è successo, ma la trovai in questo luogo priva di memoria e l'unica cosa che ricorda è il suo nome, nient'altro...-
Kardia continuò a fissare colei che era la sacerdotessa degli inferi, ed era cosi diversa da come la ricordava.
-Devo portarla al Grande Tempio.-
-Pensi che sia sicuro portarla li?-
-Diciamo che in questo momento c'è una specie di alleanza tra inferi e il tempio.-
-C'è una cosa che non capisco.-
-Cosa?-
-Chi ha osato tanto?-
-Vorremmo saperlo, ma non prevedo nulla di buono.-
In quel momento il cavaliere d'oro entrò nella stanza e si avvicinò alla sacerdotessa. Lei si voltò e rimase a fissare quel ragazzo bizzarro, ma che non sembrava cattivo.
Per la prima volta nella sua vita, Kardia, provava tenerezza e comprensione per qualcuno e quella fanciulla che era sempre stata forte e determinata, in quel momento era fragile e delicata come un fiore.
-Morgana fai preparare Pandora, la porterò al tempio...-
-Portarmi dove?-
-Non sei al sicuro in questo luogo...Domani partiremo per il Grande Tempio e ti porterò dalla dea Athena.-
Pandora in quel momento prese a fissare Morgana che non poteva fare nulla e approvò quella scelta.
-Sarai al sicuro con i cavalieri d'oro e li potranno capire cosa ti è successo...-
-Prima di accettare potrei sapere il nome di questo cavaliere?-
-Il mio nome è Kardia cavaliere della costellazione dello scorpione.-
-Piacere di fare la tua conoscenza cavaliere...-
Morgana arrivò vicino a Pandora e le mise una mano sulla spalla.
-E' un cavaliere molto forte, anche se all'apparenza può sembrare un idiota.-
La sacerdotessa sorride, anche se era triste all'idea di lasciare Morgana che in quel lungo periodo era diventata la sua famiglia.




Note Autrice:
Come ogni sabato eccomi a qui a pubblicare il nuovo capitolo.
In questo capitolo ho fatto apparire un cavaliere d'oro che porterà Pandora al Grande Tempio, ma all'inizio compare un sogno con due figure.
Posso dirvi che il cavaliere con l'armatura dorata non è lo scorpione.
Ringrazio Foschi per leggere come sempre i capitoli in anteprima.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***





 
La notte prima della partenza di Pandora per il Grande Tempio, la neve cominciò a scendere ovunque.
La mattina fu dura dire addio alle persone che fino a quel momento erano state la sua famiglia. Morgana non si era presentata, si era affezionata a quella nuova Pandora, cosi diversa da come la ricordava, ma era giusto lasciarla andare e farle ritrovare la memoria e l'unico modo era quello di portarla al sicuro al Santuario.
Durante il tragitto Kardia era avanti a lei e dovunque guardasse era circondata dal banco candito della neve.
Né un filo di vento, né un suono, sembrava di stare all'interno di una di quelle palle di neve che aveva visto all'interno della villa di Morgana.
Abbassò lo sguardo sulle sue mani, non ricordava di averle cosi pallide. In quella foresta vi era solo lei e il cavaliere dello scorpione.
Lo fissava camminare davanti a lei e doveva ammettere che era un ragazzo molto buffo, ma Morgana le aveva spiegato delle cose su di lui, non solo era uno dei cavalieri più forti del Grande Tempio, ma lui era speciale per via della malattia che si portava dietro da quando era bambino. Le venne raccontato che grazie all'aiuto ricevuto e all'allenamento era riuscito a sopravvivere, anche se la malattia non l'aveva mai abbandonato.
Sospirò, stiracchiandosi le braccia e cominciava ad annoiarsi e pensava cosa l'aspettava una volta arrivata a destinazione.
Detestava restare in silenzio e non sapere nulla. Camminarono per un tempo che parve infinito. Era difficile tenere il passo e camminare sulla neve non era per nulla facile e quel cavaliere avrebbe anche potuto aiutarla, ma non lo faceva, era come se Pandora era invisibile. In realtà Kardia osservava con la cosa dell'occhio la sacerdotessa degli inferi che in quelle condizioni era cosi fragile.
I due non si erano mai piaciuti. Poteva aiutarla e comportarsi da gentiluomo, ma lui non era cosi: sempre impulsivo e la maggior parte delle volte si cacciava nei guai per poi uscirne male ma per fortuna vivo.
La vide scostarsi un ciuffo cordino, portandolo dietro l'orecchio e sbuffò, per poi fermarsi.
-Ti aiuto, ma non dirlo a nessuno che Kardia di Scorpio abbia aiutato una nemica?-
-Una nemica?- In quel momento il cavaliere dell'ottava casa, capì di aver commesso un errore. Pandora non ricordava chi era e chi fosse, l'unica cosa che sapeva era il suo nome e bisognava capire chi l'aveva ridotta in quel modo e sapeva che non sarebbe stata una minaccia solo per gli inferi, ma anche per Athena e il Grande Tempio.
-Stavo scherzando...Devo portarti al Santuario il prima possibile cosi sarai al sicuro.-
Si bloccò all'istante, con la mano ancora tra i capelli, mentre osservava Kardia camminare e non appena vide che lei si era fermata si bloccò, voltandosi verso Pandora.
-Da cosa devi proteggermi?-
-Probabilmente da qualcuno di molto pericoloso, ma non conosciamo la sua identità.-
-Quindi un nemico invisibile.-
-Cosi sembrerebbe....Ora se sua altezza vuole riprendere il cammino, arriveremo al tempio nel tardo pomeriggio.-
Riprese il cammino quando all'improvviso sentì una voce che la chiamò. Era soave, formale e il tono era particolarmente alto.
Si trovò faccia a faccia con una donna dal sorriso malefico che era a pochi passi da lei.
-Stai in guardia Pandora...Guardati le spalle, non fidarti di coloro che governano il grande tempio.-
Dette quelle parole, la donna svanì e la paura cominciò a prendere possesso di lei, fino a quando non prese a correre e raggiunse Kardia, prendendolo per il braccio.
Il cavaliere d'oro si rese subito conto che Pandora era terrorizzata come se avesse visto un fantasma e lui cominciò ad alzare la guardia e guardarsi intorno, ma non vedeva nessuno.
-Mi trovi interessante, Pandora?- Disse quelle parole per alleggerire la tensione che si era creata in quel momento, ma non percepiva nessun pericolo.
-Tu interessante? Voglio solo arrivare il prima possibile, visto che questo posto mi inquieta.-
A quelle parole, Kardia dovette fare un'espressione talmente assurda che Pandora, si lasciò sfuggire una risata.
-Hai vinto...Tienimi il braccio se ti fa sentire al sicuro, ma tanto non corri nessun rischio se sei con me...-
-Abbiamo il grande cavaliere senza macchia e senza paura...-
-Puoi ben dirlo...-
Pandora non sapeva chi fosse quella donna che le era comparsa davanti, ma sentiva che poteva fidarsi di Kardia, anche se era un tipo buffo.
Come aveva detto il gold saint, arrivarono al santuario nel tardo pomeriggio e i due cominciarono a salire la scalinata che li avrebbero portati nelle stanze del Gran Sacerdote e di Athena.
Pandora indossava un mantello chiaro con il cappuccio e una volta raggiunto la casa dell'ariete, Shion andò incontro a Kardia e vide la fanciulla.
Il cavaliere della prima casa la riconobbe, ma anche lui fece fatica a riconoscere colei che guida l'esercito infernale, in quello stato.
Shion aveva poteri telepatici e avvicinandosi alla sacerdotessa, posò una mano sulla fronte e si rese conto che in lei non vi era più nulla, non aveva più un identità, era come se il misterioso rapitore volesse colpire al cuore il regno infernale riuscendoci alla perfezione e dovevano trovare un modo per farla tornare in se.
Tutti gli altri cavalieri videro passare Kardia e Pandora spaventata e non riusciva a capire il motivo per cui la fissavano come se vedessero un mostro, lei era semplicemente una persona normale, ma aveva la sensazione che quei cavalieri d'oro la conoscessero.
L'unico che si inchinò a lei in segno di rispetto fu il cavaliere del sagittario Sisyphus, che decise di accompagnare il suo parigrado, fino alle stanze del Gran Sacerdote.
Quando arrivarono Pandora osservò attentamente la stanza dove predominava il bianco e in fondo la sala un trono dorato dove era seduta una donna e vicino a lui, un uomo che indossava una maschera che immaginò fosse il famoso Gran Sacerdote.
Dietro al trono vi erano delle tende rosse, che sicuramente portava in un'altra parte del tempio. I due cavalieri camminarono lentamente con Pandora impaurita vicino a loro.
-Divina Athena ho trovato Pandora.-
In quel momento lo sguardo dolce della dea della giustizia si posò su Pandora che aveva abbassato il cappuccio.
Persino il Sage il gran sacerdote capì che la donna infernale che aveva davanti, non era la stessa che conosceva e che qualcosa l'aveva cambiata.
-Benvenuta al Grande tempio di Atene Pandora...-
-Vi ring...ringrazio....-
Non potevano credere che la sacerdotessa degli inferi che era riuscita a tenere testa alla dea della giustizia era cosi impaurita. Sage guardando la sua divinità si chiedeva chi avesse ridotto in quel modo Pandora e capì che anche Athena stava pensando la stessa cosa, come anche i due cavalieri d'oro.
-Invierò la mia messaggera negli inferi ad informare Hades...-
Lo sguardo di Athena poi passò al cavaliere d'oro del sagittario.
-Sisyphus puoi prenderti cura di Pandora, portandola con te nella casa del sagittario.-
-Come volete divina Athena.-
Il Gold Saint del sagittario porse il braccio e Pandora e uscirono dalla stanza di Athena, mentre Kardia rimase a raccontare come avesse trovato la sacerdotessa.



Note Autrice:
Eccomi qui con il nuovo capitolo che avrei dovuto aggiornare sabato, ma per problemi ho dovuto rimandere ad oggi.
Per chi mi conosce sa perfettamente che Pandora è il mio personaggio preferito che mi rispecchio moltissimo in lei e quando posso cerco di scrivere su questo personaggio.
Adoro scrivere su di lei e Rhadamanthys la mia ship suprema e insieme li adoro tantissimo.
Questa storia che può sembrare strana mi piace perché adoro intrecciare i vari personaggi con altri considerati nemici, anche perché molte volte la storia prende delle pieghe inaspettate da quelle che all'inizio avevo pensato.
Determinate scene sono nate parlando con colei che legge i capitoli in anteprima e si parla di quello che potrebbe succedere dopo che può completamente stravolgere quello che avevo pensato all'inizio.
Quindi ringrazio Foschi per essere sempre cosi disponibile a sclerare con me ad immaginare Pandora e gli altri personaggi.
L'aesthetic è stato creato dalla sottoscritta, anche se non sono brava a crearli.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***





 
Un silenzio pesante accolse l'arrivo della messaggera di Athena.
La candida civetta, si trasformò in una fanciulla, non appena entrò nella Giudecca. La giovane avanzò lentamente, guardando sempre dritto davanti a sé.
-Quale messaggio mi porta la messaggera di Athena.-
La voce di Hades era calma, ma l'aria rarefatta del regno infernale preoccupava moltissimo la giovane che doveva solo consegnare il messaggio della sua divinità.
-La situazione è molto delicata Sommo Hades. La sacerdotessa è stata ritrovata, ma non ha più memoria di ciò che era. L'unica cosa che ricorda è il suo nome nulla più...-
La giovane si interruppe aspettando un qualche segnale da Hades che era immobile seduto sul suo trono con lo sguardo fisso su di lei.
Improvvisamente l'aria fu squarciata da un rombo, mentre poco dopo un lampo illuminò la sala. Li, dove si trovava la messaggera come tutto il pavimento della sala, si innalzava una densa lingua di fumo nero e acre.
Hades stava utilizzando i suoi poteri divini, ma poco dopo un silenzio profondo e cupi dominò ancora la maestosa sala della Giudecca.
Hades si alzò in piedi e scese lentamente gli scalini che lo dividevano dalla messaggera.
-Dov'è Pandora?-
-Si trova al Grande tempio protetta da Athena e attende una vostra riposta.-
Lo sguardo di Hases, fisso sulla donna, non vacillo per un momento. Il viso duro, ma allo stesso tempo bellissimo non mostrò nessuna traccia di emozione.
In quel momento doveva recarsi al Grande Tempio, per osservare di persona come stava realmente la situazione, anche se in quel frangente si fidava di Athena, doveva vedere la sua sacerdotessa e sorella mortale con i suoi occhi solo allora avrebbe avuto tutto chiaro da prendere una decisione.
Pandora sarebbe stata sempre la sua sacerdotessa e comandante dell'esercito infernale e se le parole della messaggera della giustizia erano vere avrebbe dovuto trovare un modo per far ricordare a sua sorella chi era e quale fosse il suo posto.
Hades sparì poco dopo lasciando intendere alla messaggera che si sarebbe recato in quel momento al Grande Tempio.
L'immenso cosmo di Hades che improvvisamente sparì dal regno infernale, mise in agitazione i tre giudici infernali, tra cui Rhadamanthys che capì subito il motivo dell'assenza del suo sovrano.
Voleva sapere se Pandora era stata trovata, se da li a poco l'avrebbe rivista in Giudecca o nel castello, ma bisognava solo attendere il ritorno del suo re per sapere cosa stava accadendo e se avrebbe rivisto la donna di cui era innamorato.
 
 
Non appena il cosmo di Hades si manifesto nelle stanze di Athena vi fu un silenzio irreale. La dea della giustizia e il Gran Sacerdote osservarono il signore degli inferi.
Ad Hades bastò un solo sguardo per capire che le parole della messaggera erano vere. Cosi qualcuno aveva osato non solo rapire la sua sacerdotessa, ma anche toglierle la memoria, facendole scordare ogni cosa e ciò che era per il regno degli inferi.
-Dove si trova?-
-Nella casa del sagittario. Ho chiesto al cavaliere della nona cosa di prendersi cura di lei.- Fu la risposta di Athena e in quel momento il signore dell'oltretomba usò i suoi poteri per osservarla.
Era impaurita nella casa del sagittario, ma stava bene e si guardava intorno con aria curiosa, tipico di Pandora, era stata sempre molto curiosa di tutto e tutti.
Hades si rese conto che non possedeva più la collana che le permetteva di camminare da viva nel regno degli inferi e che i suoi poteri che le aveva donato erano spariti.
-Non ho altra scelta che lasciarla qui al Santuario finché non riusciremo a capire come farle tornare la memoria qui è al sicuro.-
-Sisyphus si prenderà cura di lei, ma vorrei tanto sapere chi c'è dietro a tutto questo e cosa vuole?-
In quel momento lo sguardo di Hades si fece più duro e i suoi occhi azzurri come il cielo d'estate erano colmi d'odio.
-Chiunque sia il responsabile la pagherà molto cara...Passerà il resto della sua esistenza tra le gelide lande del Cocito.-
Athena osservava Hades senza dire una parola.
-Lascio Pandora alle tue cure...Intanto cercherò di capire chi sia il colpevole.-
-La sacerdotessa non correrà nessun pericolo e anche io insieme ai miei cavalieri e al Gran Sacerdote cercherò il responsabile che ha ridotto Pandora in quello stato.-
Il signore degli inferi annui, per poi scomparire come era arrivato.
 
Quella notte il vento soffiava forte, il cielo oscuro senza stelle si apriva minaccioso sul Grande Tempio di Atene,
Pandora era una ragazza forte, non le importava dei tuoni e dei lampi che rischiarivano il cielo nero.
Riparata dal suo lungo mantello, era appoggiata ad una delle colonne della casa del sagittario ad osservare la pioggia che cadeva.
Si chiedeva come sarebbe evoluta quella situazione strana in cui trovava in quel momento e cosa sarebbe accaduto in quel luogo che non conosceva.
-Se non entri ti ammalerai...-
Pandora in quel momento si voltò è vide il cavaliere d'oro del sagittario che si era avvicinato senza farsi notare.
I suoi occhi chiari erano cosi sinceri e limpidi e le dava un senso di protezione.
-Penso che hai ragione, ma sai la pioggia che cade mi rilassa.-
In quel momento il cavaliere d'oro sorrise, anche se doveva ammettere che quella situazione era abbastanza strana. Non si sarebbe mai immaginato di avere una piccola conversazione con colei che era la sacerdotessa degli inferi.
In quel momento nonostante tutto capì che aveva davanti la vera Pandora, colei che era la comandante dell'esercito infernale, ma quando era sola, era una semplice ragazza.
Nonostante non avesse più la memoria, aveva quella fierezza e quella grinta che tutti riconoscevano alla comandante dell'esercito di Hades.
-La pioggia può essere rilassante, ma troppa può far male...Andiamo Pandora che con questo tempo ci vuole qualcosa di caldo...-
Pandora lo guardò, per poi seguirlo.
 
Nel frattempo in un luogo segreto nascosto da umani e divinità Eris, la dea della discordia era divertita da ciò che aveva creato.
Aveva portato via Pandora ad Hades che ora aveva abbassato le difese chiedendo aiuto ad Athena, ma la cosa che ora l'ha incuriosiva era la sacerdotessa e quel cavaliere d'oro.
Era lei che era comparsa alla sacerdotessa riferendole di non fidarsi dei cavalieri d'oro, ma alla fine potrebbe essere interessante vedere cosa potrebbe succedere con Pandora al Grande Tempio.
Prese a ridere e ora non doveva far altro che aspettare.




Nota Autrice:
Ed eccomi qui tornata con il nuovo capitolo. Mi diverto moltissimo a immaginare le scene con Hades e cercare di manternerlo originale più possibile, anche se non è facile.
Pandora e Rhadamanthys sono la mia coppia preferita e cerco di scrivere sempre di loro, anche se li metto in situazioni diverse per rendere la storia più movimentata.
In questo capitolo ho tentato di non far trasparire i sentimenti di Hades ed alcuni dettagli per far mostrare la sua rabbia reale.
Pandora si trova nella nona casa del sagittario, mentre la discordia si diverte.
Ringrazio Foschi per leggere come sempre in anteprima i capitoli.
L'aesthetic è stato realizzato da me, anche se non sono brava.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***




 
I tiepidi raggi del sole colpivano la meridiana dello zodiaco.
Vi si infrangevano contro, senza riuscire a superare quell'enorme struttura e vi scivolavano con dei bellissimi riflessi, formando cosi un arcobaleno di colori.
Il vento quella mattina era fresco scuoteva i capelli corvini di Pandora, ma andava a giocare con i fiori e le foglie sugli alberi, ma qualche foglia, si staccava dai rami cascando a terra.
I lunghi capelli della sacerdotessa degli inferi, ricadevano scomporsi sul viso e sulle spalle. Osservava quel paesaggio dalla nona casa e sembrava un quadro in movimento. Improvvisamente udì dei passi metallici e quando si voltò, notò il cavaliere d'oro del sagittario e la sua armatura luccicava non appena veniva colpita dai raggi solari.
Il silenzio tra loro, fu interrotti dal cinguettio dei alcuni passerotti. Quel silenzio parve durare un etenità, mentre Sisyphus si voltò verso colei che era la sacerdotessa infernale, cosi calma e tranquilla in quella veste inedita per lui.
L'aveva vista sempre forte e determinata, ma ora in lei vedeva quel lato fragile, che mai avrebbe mostrato specialmente a un cavaliere d'oro suo nemico.
La fissò con attenzione, scrutandone, ogni lineamento fermandosi su ogni singolo particolare che fino a quel momento non aveva mai fatto caso.
Le labbra carnose, il naso ben proporzionato e il viso dai lineamenti delicati, i capelli di un nero come la notte più oscura che quando venivano colpiti dai raggi solari, si intravedevano quei riflessi violacei ed infine i suoi occhi, meravigliosi di un colore particolare che non sapeva descrivere.
Sisyphus si avvicinò, sino a notare un tremito di paura in quei suoi occhi occhi, che lo fissavano allarmati, mostrandogli anche un sorriso enigmatico e infatti Pandora era cosi, forte e enigmatica e non riusciva a capire cosa pensasse.
-Spero che hai passato una notte tranquilla qui nella casa del sagittario?-
Pandora ascoltava le parole di quel cavaliere cosi gentile.
-Si.-
Gli occhi azzurri del cavaliere del sagittario distolsero la sguardo da Pandora, immergendosi nell'osservare il Santuario di Atene, immerso nel silenzio.
-L'inverno porta cambiamenti.-
-Cosa vuoi Pandora?-
-Ho l'impressione che stando in questo luogo, potrò ricordare chi realmente o almeno cosi spero.-
Sisyphus rimase in silenzio, fino a quando Pandora non riprese parola.
-Noi siamo come quelle foglie che piangono quando il vento le strappa via dai loro rami, finché non cadono nella fredda terra. -
-E' come la vita. Nasciamo per un motivo e il mio è quello di proteggere la dea Athena.-
Pandora rimase in silenzio, fino a quando un vento forte si levò da nord, facendo tramare la fanciulla.
-Il tempo in questa stagione cambia di continuo.-
-Rientra nella nona casa, starai al caldo oltre che al sicuro...Non è un ordine il mio...-
-Non sei il tipo di cavaliere a cui piace comandare, ma pensi che tutto si possa chiarire con una conversazione e tu sei bravo a convincere le persone.-
-Il mio compito è tenerti al sicuro, ma hai ragione, non esiste solo combattere e delle volte le parole sono più forti di un colpo segreto.-
Pandora sorrise e rientrò nella casa del sagittario, mentre il cavaliere d'oro la guardava allontanarsi e pensava che le era bastato poco per capire il suo carattere e doveva ammettere che la sacerdotessa infernale era una donna speciale.
 
Negli inferi le ore passano e i giorni e le notti non si danno mai il cambio.
Il cielo infernale è rosso come il sangue, alle creature infernali, non interessa del tempo che passa, ma è l'oblio per le anime che vi arrivano e una condanna per il signore che lo governa.
Il signore degli inferi aveva fatto ritorno nel suo regno. Pandora era quel raggio di sole in mezzo a quell'oscurità, era alla pari di Persephone che poteva vedere solo sei mesi l'anno, ma la sua sacerdotessa era sempre li con lui, non l'avrebbe mai lasciato solo. Si sentiva vuoto e si cominciò a chiedere se era quello quel senso di vuoto che provavano gli esseri umani quando perdevano i loro cari.
Si sedette sul suo trono, mentre le tende nere come il suo animo si chiusero. Si chiedeva chi avesse osato tanto, ma non aveva risposta. Lasciare Pandora al Grande Tempio, era stata la scelta più giusta. Senza la sua collana, non avrebbe mai potuto varcare gli inferi e la prima cosa che doveva fare e farle avere quell'oggetto.
Le porte della Giudecca si aprirono e il Giudice della stella del cielo furioso entrò nella maestosa sala infernale.
Camminò lentamente, ma era fiero. Si inginocchiò davanti alle tende nere che coprivano la figura del suo imperatore.
-Mio Signore...Notizie della sacerdotessa?-
-Pandora si trova al Grande Tempio.-
A quelle parole, lo sguardo di Rhadamanthys si alzò verso le tende e non capiva il motivo per cui Pandora, si trovasse al santuario in mezzo ai cavalieri d'oro.
-C'è un motivo per cui Pandora si trova li.-
-Potrei saperlo?-
-Chiunque l'abbia rapita ha provato Pandora dei ricordi e del suo passato, l'unica cosa che ricorda è il suo nome. Non possiede più la collana che le permetteva di camminare liberamente negli inferi e la scelta migliore era quella di lasciarla alle cure di Athena, finché non si saprà chi sia il colpevole.-
La Viverna non sapeva che dire, si sentiva sollevato che Pandora, fosse sana e salva, ma lo turbava il fatto che fosse senza memoria e lasciata sola in mezzo ai cavalieri d'oro.
-Vorrei affidarti una missione-
-Sono pronto mio Signore.-
-Vorrei andassi nella sesta prigione e prendessi i frutti di Magnolia per poter ricreare la collana che permetteva a Pandora di raggiungere gli inferi.-
-Sarà fatto Sommo Hades.-
In quel momento l'unico obiettivo di Rhadamanthys era quello di far tornare al più presto la sua sacerdotessa negli inferi e scovare il colpevole che aveva osato tanto conto la donna di cui era segretamente innamorato.



Note Autrice:
Ed eccomi qui ad aggiornare la long come ogni sabato.
Mi rilassa tantissimo scriverla visto che si tratta di una storia che vede protagonista il mio personaggio femminile preferito ovvero Pandora descritta in modo completamente diverso dal solito.
Ringrazio Foschi che come sempre legge i capitoli in anteprima ed è sempre disponibile per consigli quando mi viene qualche idea da aggiungere.
Grazie a tutti coloro che leggeranno e lasceranno un pensiero.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***




 
La sesta prigione era divisa in tre valli: il Lago di Sangue, in realtà simile a lava, dove bruciano i violenti, una foresta, dove sono imprigionati i suicidi e infine un deserto di sabbie ardenti, dove risiedono gli edonisti.
Tra la sesta e la settima prigione vi era una cascata di sangue, composta dalle lacrime e dal sangue versati dai peccatori di tutto l’Inferno.
In cima alla cascata aveva germogliato la magnolia degli Inferi, unico caso di forma vivente in Ade, ed era li che il giudice della stella del cielo furioso era giunto.
Quei frutti avrebbero riportato la sacerdotessa negli inferi.
Mentre osservava la magnolia, pensò a come lui uno dei tre giudici degli inferi conosciuto e temuto da molti, cambiava totalmente alla vista di Pandora, ed ora era anche peggio visto la sua assenza, ma lui era molto bravo a nascondere i suoi sentimenti.
Rhadamanthys prese ad osservare la cima della cascata che era incorniciata da due rocce coniche, a punta, mentre la parete circostante è di dura roccia, dotata però di abbastanza blocchi e appoggi per poter essere scalata senza eccessivi problemi.
Non fu un problema per la Viverna arrivare in cima e davanti a lui vi era la magnolia che stava cercando.
La Magnolia eveva in tutto e per tutto l’aspetto di un normale albero rigoglioso, alto qualche metro e avvolto da una leggera aura bluastra.
Sapeva perfettamente che dopo aver preso i suoi frutti, l'albero sarebbe morto e per germogliare, aveva bisogno di un anno e lui non aveva nessuna intenzione di fallire e lasciare la sacerdotessa al grande tempio.
Finalmente aveva preso ciò che voleva quando si accorse di un ombra che lo stava fissando.
-Esci allo scoperto Violate di Behemoth.-
Fu cosi che la seconda in comando del giudice della stella del cielo intrepido comparve alle spalle di Rhadamanthys.
-Ti manda Aiacos?-
-No...Stavo controllando che tutto in questa zona fosse normale, fino a quando non ti ho visto raccogliere i frutti della Magnolia.-
-Sono qui per ordine del Sommo Hades, ma io non devo dare spiegazione ad una sottoposta di Aiacos.-
-Non sono qui per ricevere spiegazioni da uno dei tre giudici degli inferi, ma per sapere se quei frutti riporteranno negli inferi Pandora?-
In quel momento Rhadamanthys rimase in silenzio, mentre Violate lo stava scrutando molto attentamente e sapeva perfettamente cosa stava provando la Viverna. Per quanto fosse orgoglioso, non avrebbe mai ammesso di essere innamorato della sacerdotessa e, infondo lo capiva, visto che provava gli stessi sentimenti per Aiacos.
-Eseguo gli ordini per riportarla negli inferi...E' questo il suo luogo non il grande tempio.-
Si voltò e prese la strada di ritorno verso la Giudecca, mentre Violate, continuò ad osservarlo, fino a quando non lo vide scomparire dalla sua vista.
In quel momento alla stella del cielo della solitudine le venne un'idea e avrebbe però dovuto esporla ad Hades.
Nel frattempo Rhadamanthys aveva raggiunto la Giudecca e consegnato i frutti dell'albero della magnolia alla sua divinità, che li avrebbe portato nei Campi Elisi, dove sarebbero germogliati e poi creare una nuova collana che avrebbe permesso a Pandora di camminare negli inferi.
La cosa che Rhadamanthys non sopportava era proprio quella di aspettare e più volte aveva chiesto ad Hades di lasciarlo andare, ma senza successo.
Era inginocchiato con la testa bassa davanti al signore degli inferi, fino a quando le porte della Giudecca, si aprirono lasciando entrare la stella del cielo della solitudine.
Violate avanzò lentamente, fino ad arrivare di fianco a Rhadamanthys, per poi inginocchiarsi.
In quel momento il giudice si chiedeva il motivo della presenza della donna in Giudecca.
-Mi scuso se vi ho disturbato Sommo Hades, ma vorrei chiedervi di poter lasciare gli inferi e raggiungere la sacerdotessa.-
-Perché dovrei lasciarti andare.-
-A differenza di Rhadamanthys e degli altri specter, sono una donna.-
In quel momento Violate, alzò lo sguardo verso le tende nere, dove vi era il trono con la figura della sua divinità, per poi proseguire con il suo discorso.
-Negli anni ho legato moltissimo con la sacerdotessa e potrei tenerla d'occhio come una semplice umana, ma sarei sempre in contatto con voi tramite le Fairy del regno degli inferi.-
L'idea di Violate non era sbagliata neanche per Rhadamanthys. Molte volte aveva visto Pandora parlare con la sottoposta di Aiacos.
Persino Hades, doveva ammettere che in fondo non era una cattiva idea
-Puoi recarti ad Atene. Invierò uno Skeleton al che annuncerà il tuo arrivo, ma non dovrai rivelare a Pandora chi sei, almeno per il momento visto le sue condizioni.-
Violate non solo poteva tenere sotto controllo Pandora, ma anche osservare e scoprire qualcosa al di fuori degli inferi che potevano condurre al colpevole del rapimento e della perdita di memoria di Pandora.
-Vi ringrazio per la fiducia.-
Hades non pronunciò parola e lasciò gli inferi diretto ai Campi Elisi, mentre Violate e Rhadamanthys rimasero nella Giudecca, ad osservare il trono ormai vuoto.


Nota Autrice:
Dovevo aggiornare sabato scorso, ma alcuni impegni, mi hanno impedito di inserire il nuovo capitolo.
Questo dovrebbe essere il penultimo capitolo del 2019.
La storia è un pò ferma è fin'ora ho aggiunto poca azione, ma dal prossimo capitolo si muoveranno anche i cavalieri ombra della discordia che non saranno come quelli del film, ma ho pensato ad alcuni silver del lost canvas che potrebbero essere perfetti.
Volevo inserire Violate ed ho trovato il modo di farlo.
Ringrazio Foschi per leggere come sempre i capitoli in anteprima.

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***




 
Il tramonto stava lasciando spazio all'oscurità. In quel preciso momento il paesaggio sembrava essere uscito da una fiaba. L'aria fresca e il cinguettio degli ultimi uccelli, stavano cercando riparo tra i rami degli alberi.
Tutto in quel momento sembrava immobile, tranne per una figura incappucciata che si aggirava furtiva tra gli alberi.
Arrivò in cima ad una collina, dove si poteva osservare il Grande Tempio di Atene.
Ad attendere la misteriosa figura, un uomo anch'esso avvolto da un alone di mistero.
-Guarda attentamente il Santuario governato da Athena, sarà nostro come lo sarà il regno degli inferi.-
-Sono ai vostri ordini Divina Eris.-
La dea della discordia osservava con occhi colmi di disprezzo il Grande Tempio e odiava profondamente colei che vi regnava. Il rapimento di Pandora era stata solo la prima mossa della della discordia.
Aveva previsto ogni cosa e lei avrebbe guardato l'evolversi della situazione da lontano, finché non sarebbe giunto il momento di agire.
-Mia Signora, usare Pandora per il vostro piano, potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio.-
-Nel corso dei secoli ho assistito a guerre nate per la conquista di donne e la sacerdotessa di Hades è una fanciulla di rara bellezza che potrebbe conquistare anche l'uomo più fedele ad un'altra divinità.-
-Cosa volete dire?-
-Nonostante sono cavalieri hanno dei poteri leggendari sono esseri umani...-
La dea della discordia aveva studiato tutto nei minimi dettagli, ma anche Hades non era stato da meno. Nonostante non sapesse chi fosse il nemico da affrontare, aveva tenuto Rhadamanthys negli inferi e il motivo era Pandora.
Ad Eris bastava solamente aspettare ed osservare l'evolversi di ciò che aveva creato.
 
La porta del castello si aprì, facendo passare Violate, mentre gli skeleton rimasero immobili a fissare la specter di behemoth.
Quell'immenso palazzo sembrava vuoto senza la sua padrona e le faceva strano non sentire il suono dell'arpa della sacerdotessa.
Si stava preparando per recarsi a Rodorio dove avrebbe potuto controllare Pandora.
Il silenzio era molto inquietante e doveva ammettere che negli inferi vi era molta più confuzione, fino a quando la porta si aprì di scatto con una tale forza che venne distrutta.
La sagoma di Rhadamanthys, Aiacos e Minos comparvero davanti a Violate, La viverna era di pessimo umore e il motivo era semplice: Hades aveva dato il permesso a Violate di controllare Pandora, mentre lui doveva restare buono negli inferi.
-Perché ti ha dato il permesso?- In quel momento Rhadamanthys stava urlando e gli altri due giudici che ormai lo conoscevano molto bene si divertivano nel vederlo in quello stato.
Violate osservò Aiacos, per poi sbuffare.
-Sono una donna.-
-Cosa vorresti dire con questo?-
In quel preciso momento fu Minos che aveva preso parola, avendo notato che Rhadamanthys era troppo furioso per capire la situazione.
-Non ti facevo cosi idiota Rhadamanthys.-
Nel sentire quelle parole la viverna si voltò verso Minoss che senza distogliere lo sguardo.
-Se il Sommo Hades ti avesse dato il permesso cosa avresti fatto? Saresti andato da Pandora e cosa avresti fatto?-
Rhadamanthys non rispose e cominciò a pensare che Minos volesse arrivare da qualche parte, ma stranamente lo lasciò continuare.
-La nostra sacerdotessa non ricorda nulla e se tu ti presentassi con il tuo pessimo carattere davanti a lei, la spaventerai, invece Violate nonostante sia forte come un uomo possiede una certa “dolcezza” che tu Rhadamanthys non hai....-
Voleva ribattere, ma alla fine restò in silenzio e prese ad osservare i due parigrado e infine Violate.
-Nonostante non sia d'accordo con questa decisione, vorrei essere messo al corrente di ogni cosa che accade alla sacerdotessa.-
-Accontentalo Violate, altrimenti diventerà un vero incubo per tutti.- Concluse Minos, mentre Aiacos restò in silenzio, ma bastò quel silenzio a far capire alla sua seconda in comando che quella missione sarebbe stata importante e che non avrebbe dovuto fallire.



Nota Autrice:
Eccomi qui con l'ultimo capitolo prima del 2019. Non succede nulla di interessante in verità, ma ho presentato la dea della discordia e un suo cavaliere che per il momento è misterioso.
Troviamo anche i Giudici Infernale specie Rhadamanthys che è furioso, ma per fortuna Minos riesce a convincere la viverna.
Ringrazio Foschi per leggere in anteprima il capitolo.


 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***




 
Superato uno stretto passaggio tra le montagne, che consentiva il passaggio a non più di un carro alla volta, s'accedeva ad una strada serrata a quello che era un lussureggiante bosco composto principalmente da alberi.
Il bosco si estendeva per moltissimi chilometri, tanto da risultare complicato da attraversare per chi non conosceva il luogo.
Vi era un unico sentiero che si doveva passare per arrivare al villaggio di Rodorio.
Il villaggio di Rodorio, si trovava nei pressi del Grande Tempio. Si diceva che gli abitanti dovevano custodire il passaggio tra il Santuario di Athena e il mondo esterno.
Proprio in quel villaggio arrivò Violate.
Aveva raggiunto una piccola casetta, vicino a un negozio di fiori, dove si diceva che vi era l'entrata per raggiungere il Grande Tempio.
Era vicinissima alla sua sacerdotessa e se fosse accaduto qualcosa, avrebbe dovuto fare rapporto ad Aiacos e Rhadamanthys.
Le era stato detto di avvicinare Pandora pian piano e cosi fece: Passò diversi giorni ad osservare gli abitanti di quello strano villaggio.
Vi erano molte cose inspiegabili nella vita di quegli uomini e donne. La specter si era sempre chiesta cosa avessero di cosi speciali gli uomini che Athena cosi tanto proteggeva. Lei era abituata al tanfo della morte e dalle anime che vagavano per gli inferi, la sua vita mortale non la ricorda più, l'unica cosa che ricorda era essersi risvegliata specter di Hades.
Erano ormai passati diversi giorni dal suo arrivo e decise di uscire per fare una passeggiata in riva al mare e li la vide, la sua sacerdotessa in compagnia del cavaliere del sagittario.
Fin dal primo momento che l'aveva incontrata si era resa conto che in Pandora vi era qualcosa di diverso che non riusciva a spiegarsi. La guardava ogni volta e si chiedeva quanta forza potesse avere una donna che all'apparenza poteva essere cosi fragile.
La prepotenza e la determinazione con cui guidava il regno infernale riusciva a sconvolgerla. A volte, guardandola nei suoi profondi occhi violacee, si chiedeva se quella fanciulla che doveva chiamare sacerdotessa celasse una parte crudele pronta a colpire da un momento all'altro chiunque osasse mettersi sulla sua strada.
Il suo compito era quello di proteggerla, impedendo a qualsiasi nemico di avvicinarsi a lei.
Si avvicinò lentamente solo il cavaliere della nona casa, aveva percepito il suo cosmo, ma lui sapeva che si trovava li per volere di Hades, per dare supporto e proteggere Pandora.
Una volta che la sacerdotessa si allontanò, lasciando solo Sisyphus, esso si avvicinò a Violate.
-Sapevo dell'arrivo di uno specter, ma non mi immaginavo fossi tu...-
-Chi ti saresti immaginato? Rhadamanthys?-
-In effetti...Il giudice infernale da quel che si dice è molto legato alla sacerdotessa.-
I due osservarono Pandora, salire la scalinata che l'avrebbe condotta all'interno del Santuario, protetta da qualsiasi pericolo.
-Mi sembra cosi assurdo che non ricordi nulla.-
-Deve essere stato qualcuno di molto potente a causa la perdita di memoria...In questi giorni ho osservato Pandora e mi chiedo come sia possibile che una fanciulla come lei sia la portatrice di morte e distruzione.-
-Ha accettato il suo fato Sisyphus come tutti noi...-
Gli occhi di Violate incontrarono quelli color cielo di Sisyphus, per poi voltarsi e prendere la strada che l'avrebbe condotta al villaggio, ma si fermò dopo qualche passo.
-Il mio compito e proteggerla e avvicinarmi a lei, senza intimorirla, ma questo non è il momento...-
Violate in qualche modo era terrorizzata all'idea che qualcuno potesse fare male alla sua sacerdotessa a cui si era molto affezionata.
Pandora in quegli anni aveva vissuto in una prigione e in quel momento si stava godendo un po' di libertà, ma la spaventava anche il legame che stava instaurando con Sisyphus. Se fosse nato qualcosa tra quei due avrebbe dovuto avvertire Rhadamanthys che di certo avrebbe scatenato il panico non solo negli inferi, ma anche al Grande Tempio.
 
Una volta tornato al Santuario, il cavaliere del sagittario ripensò alla breve conversazione avuta con Violate, per poi prendere ad osservare Pandora che stava ridendo a qualche battuta del cavaliere di Scorpio.
Studiava i suoi movimenti lenti, aggraziati e femminili, sembrava cosi pura innocente. Osservava il suo sorriso e gli pareva cosi incredibile poter notare un sorriso sincero da colei che era la sacerdotessa di Hades.
Non sapeva che cosa gli stesse succedendo, provava tenerezza per Pandora, ma cominciò a chiedersi se fosse solo quello.
La vide poco dopo sospirare, e passarsi una mano tra i lunghi capelli corvini, mentre lo sguardo era puntato non solo su Kardia, ma su tutto ciò che la circondava che per lei era una cosa nuova.
Decise di tornare nella nona casa, per cercare di mettere rilassarsi e mettere in ordini i suoi pensieri che in quel momento erano molti confusi per un cavaliere d'oro nel rango di Sisyphus.



Note Autrice:
Sono tornata ad aggiornare questa storia, dopo un pò di tempo. All'inizio mi era passata completamente la voglia di continuarla a causa di vari problemi, ma alla fine mi è stato chiesto di continuarla.
Non sono sicura se l'aggiornamento sarà settimanale oppure ogni due, dipende dai vari impegni.
In questo capitolo succede davvero molto poco, Violate arriva a Rodorio e incontra Sisyphus.
Ho già tutta la storia in mente, devo solo metterla nero su bianco.
L'aesthetic è una mia creazione.
Ringrazio Foschi  che mi ha spinto a continuare la long.
Ringrazio tutti coloro che arrivarono fin qui e che lasceranno un parere.

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