Le Stagioni
del Dubbio
Disclaimer: I diritti di Harry Potter and co. appartengono a JKRowling ed a chiunque altro li detiene, niente di tutto
ciò mi appartiene, non
voglio offendere nessuno né scrivo a scopro lucro, il mio è soltanto un modo
per dare sfogo alla mia alquanto perversa ed insana fantasia.
Beta-readers: Chiara (mise_keith)
e Gioia (Heavy)
Note: Ho sempre
desiderato scrivere una fanfiction su Draco Malfoy e
la conclusione del quinto libro si è presentata come un’occasione
insostituibile per questo mio lavoro d’introspezione psicologica, adesso che
tutti i punti fermi e tutte le certezze della sua vita sono crollate.
Ho tentato di mantenermi il più possibile dentro il
personaggio di Draco Malfoy, ma, visto che nei libri
non è chiaramente definito, è difficile attenersi a dei modelli. Un personaggio
“nuovo”, invece, può essere considerato Blaise Zabini, che nei libri della Rowling è solo un nome, mentre io
ho creato ex novo un personaggio unico nel suo genere, diverso da ogni
Serpeverde e totalmente disinteressato al mondo circostante: anarchico ed un
po’ filosofo, ribelle e disinibito, affascinante e bisessuale. Effettivamente
la mia visione di Blaise è nata da un’idea della grande Gioia, Heavy, che oltre ad essere un abile
scrittrice è anche una mente
geniale.
L’unica cosa anche potrebbe non coincidere con i libri della
Rowling è questa: benché Azkaban sia priva di dissennatori
ho fatto in modo che si presentasse come l’inferno di un tempo e che non fosse
così facile evadere.
Ho tentato di essere realista quindi in più punti il linguaggio è
relativamente volgare ed allusivo e, soprattutto, questa fanfiction
non si risparmia di trattare argomenti come il sesso libero e promiscuo. Io mi mantengo sempre e comunque
entro certi limiti, non scendo nei particolari,
e non credo di essere mai caduta nell’osceno, però se ritenete che la
trattazione di argomenti del genere può essere per voi motivo di fastidio non
leggete questo lavoro.
La ff è divisa in 4 parti
precedute da un prologo e si conclude con un epilogo.
Ogni parte dovrebbe rappresentare una stagione, ed a sua volta è divisa in 4 capitoli. La ff è
preceduta da una poesia, scritta da me, che l’abbraccia tutta. Ogni parte a sua
volta è introdotta da una nuova poesia, sempre scritta da me. Ogni capitolo è
invece introdotto da brani famosi, la maggior parte dei quali in latino, che mi
hanno talvolta inspirata nella creazione di questo
lavoro.
Se avete dubbi, domande, curiosità,
non esitate a scriverle nei commenti o, se volete, potete contattarmi
all’indirizzo thilwen87@yahoo.it.
Vi prego di commentare questo lavoro per me è necessario
ogni singolo commento, positivo, negativo,
l’importante è che sia costruttivo.
Note2: 13-03-2006 A più di un anno
dalla pubblicazione di questa fanfiction, la più
importante per me, ritorno con alcune modifiche. Visti i cambiamenti che ci
sono stati nell’ultimo periodo ho deciso d’innalzare
il rating a NC17.
Benché credo che la materia erotica non sia eccessivamente esplicita, visti gli
argomenti trattati e le tematiche forti credo che sia
giusto inserire un rating più alto, in modo che utenti troppo giovani non
possano leggere (e fraintendere) questa storia.
Mi sono resa conto che sono presenti diversi errori di battitura
qua e là. Mi scuso con i lettori, nelle prossime settimane,
quando sarà possibile, m’impegnerò a ricorreggere questo lavoro. Grazie.
Ringraziamenti: C’è
una persona che merita tutta la mia gratitudine, senza la quale questo lavoro
non sarebbe mai stato completato. Questa è Chiara, la migliore amica che si può
desiderare, per l’impegno dedicato nella lettura del mio lavoro capitolo per capitolo, per le sue splendide parole d’incoraggiamento, per
il suo entusiasmo ad ogni nuova pagina. Ha visto nascere e
crescere questo lavoro aiutandomi a non smarrirmi nella narrazione, consigliandomi di
volta in volta con attenzione ed affetto sincero. Se non ci fosse lei a
sostenermi in ogni momento di questa mia derelitta esistenza
non riuscirei a concludere nulla!Grazie Chiara, amica mia, mia sorellina
minore, grazie d’esistere.
Vorrei ringraziare anche il mio amico Rosario che ha
gentilmente letto questa fanfiction in anteprima,
anche lui mi ha spinto a continuarla. Merita un doveroso
ringraziamento anche Gioia che ha letto con una rapidità impressionante questo
lavoro esprimendo subito e sinceramente le sue impressioni. Ti mando un grosso
abbraccio su fino a Firenze!
Dediche: Questa fanfiction la voglio dedicare ad Alfio, per l’impegno
dimostrato nel leggere i miei lavori e perché continua a sorbirsi con stoica
pazienza i miei quotidiani sproloqui.
Le Stagioni del Dubbio
di
Thilwen
________________________________________________
*
Sciogli i nodi dei tuoi dubbi,
con l’arrancare al buio dei ricordi.
Ascoltami:
sei ancora capace di sussultare al mio nome?
Vivimi nuovamente,
ma in silenzio,
non permettere ad un’unica goccia
di lavare via
questo grande disegno a due mani
intriso del nostro sangue
e della nostra felicità.
Ascoltami:
sei ancora capace di ricordarti il mio calore?
Ti vedo correre
solo in un deserto di belle parole
denudato dalle tue idee
e perfino del rancore che provi per me,
io che ho permesso al coltello di cadere
ed alla sua lama
di perforare il nostro intreccio scuro.
Ascoltami:
sei ancora capace di inseguire i miei sogni?
Piangi maree deluse,
distilli dolore nei tuoi respiri,
afferri fiori
da aiuole rase dalla loro umiltà
stroncate dalla caducità
dell’infinito vorticare
e finire nell’essere il nulla.
Cessa d’ascoltarmi allora,
ma io non potrò mai credere che tu non sei più tu.
*
___________________________________
Prologo
****
Necesse
est multos timeat quem multi timent.
Necessariamente molti
teme chi da molti è temuto.
(Decimo
Laberio)
****
Percorro i sotterranei vuoti ascoltando l’eco dei miei
passi. È semibuio
e la mia ombra si staglia lunga contro la pietra.
- Malfoy… Draco Malfoy…? - c’era stata una nota di emergenza nella voce del ragazzo che trafelato mi aveva
raggiunto nella poltrona su cui stavo seduto quella mattina nella Sala Comune.
Era un Serpeverde del quarto anno, basso, dai capelli rosso
intenso ed il viso pallido, del quale non ricordavo il nome.
- Il professore Piton vuole
parlarti. Dice di dirigerti al più presto nel suo studio. A quanto ho capito è
una cosa importante.-
Stavo seduto scomposto con il capo reclinato all’indietro,
avvolto nei miei più reconditi pensieri e gustandomi l’assenza di Pansy Parkinson.
Ho sospirato e, senza ringraziare né degnare di uno sguardo
l’emissario, mi sono diretto meccanicamente fuori dalla
Sala Comune imboccando la strada dei sotterranei.
Sono troppo stanco, stufo, stressato, per pensare a cosa ha
da dirmi Piton.
Sono le sette del mattino, oggi è domenica, ieri ho passato
una serataccia per colpa di quei derelitti dei Grifondoro
e, come se non bastasse, ho dovuto cacciare Pansy dal
mio letto per una notte di tranquillità. Benedetta ragazza, ogni tanto può
anche tornare comoda, ma è una colla …
Non ho ancora neanche letto “La Gazzetta del Profeta”. Sono stanco anche per fare quello. Mi
sento spossato ed annoiato. Vorrei spaccare ogni finestra del castello, ma non ho voglia di alzarmi da dove sono seduto. Se adesso sto
mettendo un piede dietro l’altro è solo ed
esclusivamente per inerzia.
Busso alla porta dello studio del nostro benamato professore
di Pozioni.
Sento la sua voce quieta dire – Avanti. -
Bene, finalmente, vediamo che cosa può esserci di tanto
urgente.
Quello studio darebbe il voltastomaco a chiunque. Pulito,
ordinato sì, ma dentro ci si può trovare la qualsiasi cosa, imbottigliata,
etichettata e posta sullo scaffale che le spetta.
Severus Piton, il volto illuminato da una manciata
di candele, sta dietro la sua scrivania. Vestito interamente
di nero, con il volto pallido che spicca fra i capelli untuosi ed
un’espressione strana sul viso. Indecifrabile.
Davanti a sé ha “La
Gazzetta della Domenica”. La chiude e la mette in disparte.
- Buongiorno Malfoy.- la voce è fredda e per
nulla convinta di ciò che sta dicendo.
- Buongiorno a lei, professore.- rispondo di rimando
utilizzando lo stesso tono.
- Siediti. - mi dice spiccio indicando una sedia dissestata
davanti a lui. Mi trattengo dall’alzare gli occhi al cielo. Sono abituato alla
formalità forzata, ma oggi mi farebbe scattare sui
nervi la qualunque cosa.
Mi siedo e lo guardo utilizzando l’espressione interrogativa
più falsa e gentile che conosco.
Lui resta in silenzio fissando un punto indefinito davanti a
sé. Attendo, trattenendo la lingua fra i denti perché sono tentato a chiedere:
“Ebbene?”
- Hai letto il giornale stamattina, Malfoy? -
- No.- rispondo sorpreso. Che
diavolo sta macchinando? Che diamine può essere
successo? Come…. come è finita la storia ieri sera?
È piuttosto imbarazzante ammetterlo, ma dopo che i Grifondoro mi sono…. beh, sfuggiti
di mano, non ho più saputo nulla.
Che si sarà inventato stavolta
Harry Potter?
O meglio, che cosa è successo stavolta fra lui ed il Signore Oscuro?
Sicuramente è lì che è andata a parare la questione.
Ma perché adesso Piton mi chiama e
mi fa venire nel suo ufficio? Che cosa c’entro io?
A meno che….
La voce lenta, neutra e bassa di Piton giunge alle mie
orecchie.
Mi costringo a guardarlo negli occhi. Sono bui come due
pozzi ed imperscrutabili. Lui può essere chiunque, la qualunque cosa. Può
nascondere di tutto dietro quegli occhi.
- Penso che come supervisore della tua casa, nonché amico di tuo
padre, tocchi a me avvisarti, Draco.
Ieri un gruppo di Mangiamorte si è infiltrato nell’Ufficio Misteri, al
Ministero della Magia, insieme a … all’Oscuro Signore. Qui c’è stato uno
scontro fra loro e Silente con alcuni suoi sostenitori. Alcuni adepti
dell’Oscuro Signore sono finiti ad Azkaban. Fra
questi c’era tuo padre.-
Gli occhi di Severus Piton non sono assolutamente cambiati
durante il discorso. Non
tradiscono alcuna emozione.
Io ho tentato di mantenere la mia espressione del volto.
Non so se ci sono riuscito.
La parole di Piton mi riecheggiano
nella mente. “Mio padre ad Azkaban…” . Non è possibile.
Lui se la cava sempre.
Sento da lontano la mia voce chiedere atona: - Mia madre? -
- È
stata avvisata ieri sera - fa una pausa - ha preferito fossi io
ad informarti di persona piuttosto che mandarti un gufo.-
- Capisco.-
Cade un silenzio umido di parole.
Io non riesco a pensare. Vorrei solo uscire da questo buco
sotterraneo e riposizionarmi
sulla mia poltrona nella Sala Comune, lasciando correre il tempo.
Lucius Malfoy, mio padre, uno dei
più noti e potenti maghi d’Inghilterra è in carcere.
Tutto per colpa di Silente. Di Silente e…
- C’entra qualcosa Potter in questa storia? -
Piton alza gli occhi pensieroso.
- C’era anche Potter ieri sera?-
- Sì.- sibila.
Prende “La Gazzetta
della Domenica” e me l’infila sotto gli occhi.
Leggo stupito le dichiarazioni del Ministro della Magia, leggo
senza capire cosa c’è sotto ai miei occhi.
La verità è stata svelata, tutto è
stato rimesso in gioco. È iniziata una nuova guerra fratricida fra maghi. Puri
contro impuri. E bisogna scegliere da che parte stare.
Ed io, con mio padre rinchiuso ad Azkaban, non so davvero da che parte stare.
- Potter era lì quindi - mantengo la voce bassa e calma -
come sempre preso da manie d’eroismo, come sempre incapace di stare al suo
posto, come sempre…. -
- Non è colpa di Potter, Malfoy. - m’interrompe Piton
glaciale.
I suoi occhi sono sempre imperscrutabili. Non è colpa di
Potter? Ma che gli passa per la testa?
Preferisco non ribattere.
- È giusto anche che ti avverta della scomparsa di un tuo
parente. - continua lui. La sua voce prende una strana inclinazione.
- Zia Bellatrix? - domando annoiato. Non la conosco a dire
il vero, e mia madre non ha ottimi rapporti con lei. Credo sia anche perché mio
padre ha sempre avuto un debole per la cognata, a mio parere completamente
folle.
- Sirius Black.-
Non so che cosa mi ha trattenuto dal scoppiargli a ridere in
faccia. Questa è una perdita di Potter non mia.
Quel degenerato del cugino di mia madre ha fatto la fine che
meritava.
- Mi scusi. - gli rispondo - ma non
riesco a dispiacermi neanche un po’ per questa scomparsa. -
Il volto di Severus Piton, inflessibile durante tutta la
conversazione, si contorce in una smorfia.
-Resti tra noi Malfoy, neanche io.-
Scende nuovamente il silenzio ed una serie di pensieri si
affollano nella mia mente. Interrogativi, constatazioni,
risposte indesiderate.
-Deve dirmi altro? -
-No,- risponde laconico -se vuoi
puoi andare.-
Se voglio? E cosa dovrei fare,
passare l’intera mattinata qui a guardarlo in faccia mentre finisce di leggere il giornale?
Mi alzo con un sorriso affettato.
-Grazie per avermi avvertito dell’accaduto.-
Non risponde. I suoi
occhi bui sono fissi sul tavolo, le sopracciglia leggermente introflesse.
Mi allontano dalla scrivania dopo aver aspettato per alcuni
secondi un non arrivato segno di congedo.
Sento la sua voce bassa appena la mia mano s’avvolge nella
fredda maniglia.
-Draco? -
Mi volto verso di lui.
I suoi occhi m’inchiodano alla porta.
Apre bocca per come parlare poi la richiude senza emettere
alcun suono. Fa un gesto veloce con la mano come per cacciare via un pensiero
inutile.
- Faresti bene a scrivere a tua madre.-
Annuisco ed esco dalla porta richiudendola piano alle mie spalle.
Il corridoio è più buio di quando
sono venuto. La mia ombra contro la parete è più lunga di prima.
-Mio padre è chiuso ad Azkaban-
le sussurro.
Ed ogni mia certezza adesso è
crollata.