I do it for me, not for you!

di MielChan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Di quel giorno ricordo poche cose, come ad esempio la pioggia, la pioggia che prorompente batteva sullo specchio posteriore dell’auto del mio compagno di avventure, quel mio amico d’infanzia, con cui credo aver condiviso ogni mia singola giornata, ed aver raccontato ogni mia singola tristezza e terrore, probabilmente è stato un amore infantile,  quelli che nascono proprio quando si ha 7 o 8 anni, quei amori che nascono quando si è ingenui e che tutti considerano sciocchezze perché si è troppo piccoli per capire un sentimento così grande, così ‘adulto’, e infine mi ricordo quel suo sorriso amaro che mi guardava da dietro il vetro, spento dalla pioggia, e un po’ annebbiato dalla mie lacrime.
Di quel giorno mi è rimasto soltanto un pupazzetto portachiavi di un gatto, era il suo portachiavi preferito, un po’ usurato dal tempo  e con il colore del pelo sbiadito, lo conservo ancora oggi con molta cura.

Quel giorno lui sparì per sempre dalla mia vita trasferendosi non so dove, ne rimasi così scioccato, depresso per intere settime, finché la mia mente non decise di rimuovere poco a poco il suo ricordo, probabilmente  per autodifesa e farmi vivere la mia vita senza alcun tipo di trauma.
Giusto! Credo sia meglio presentarmi, mi chiamo Jennifer, sono una ragazza di 18 anni, una ragazza semplice non tanto bella, bionda con gli occhi azzurri, ho una famiglia benestante, però ho un vuoto dentro di me che porto da ann- AAAh ma dai!? Ma che è sta presentazione? E poi chi vado a prendere in giro IO sono semplicemente BELLISSIMO, sì già, proprio così!

In realtà mi chiamo Christopher  Von Hoffmann  , sono ricco da far schifo, anzi no, io non posso fare schifo! Sono la rincarnazione della bellezza, il raggio di sole dopo la tempesta, ho praticamente tutto dalla vita, mi basta far schioccare le dita e puf! Mi arriva qualsiasi cosa io voglia, alla faccia di chi dice che i soldi non fanno la felicità!

Ho sempre vissuto nel lusso fin da piccolo, i miei genitori erano benestanti già da prima, per questo sono abituato ad un certo livello di vita, senza contare che con gli anni questo livello non ha fatto altro che aumentare!
 Ho davvero dei capelli biondi ma non ho dei banalissimi e clichésosi occhi azzurri, no! I miei sono verdi! Di quel verde smeraldo intenso raro da trovare, in più ho un fisico da modello, bhe forse non alto quanto loro… ma cosa lo sto raccontando a fare!? Tanto bello rimango a prescindere dalla descrizione o meno!

Ah, quella patetica storia raccontata prima? Pfft, ma che volete m’interessi, avevo solamente 8 anni, in più quel pupazzetto era proprio brutto, spennacchiato un po’ in giro con un colore orrendo, dio! Una sciocchezza proprio, certo, lo porto con me, ma non perché m’interessa sia chiaro! Lo ho con me soltanto per ricordarmi di quanto sia tremendo, anzi! Lo ho con me solamente perché mi ricorda il mio potere, perché sì! La dea della fortuna di ‘bendata’ non ha assolutamente nulla, o almeno non con me, quando quello smarmocchio se n’è andato ( okkei, ci sono rimasto male per, mah qualche minuto, non era importante!) via, ho sviluppato questo meraviglioso potere, posso vedere i ricordi delle persone, mi basta uno sguardo et voilà, posso assistere ad ogni loro ricordo come se lo avessi vissuto io, questo potere posso usarlo quando voglio e con chi voglio, viaggiare tra i ricordi quanto mi pare e piace e ritornare nella realtà quando mi va! Senza che nessuno si sia accorto di nulla o che il tempo sia passato, sono praticamente magnifico.       
Inutile dirlo, ma ho usato il mio potere per questioni puramente personali, perché avrei dovuto usarlo per gli altri!? ma scherziamo?

Quando ho scoperto di averli, la prima cosa che ho fatto è stato copiare durante i miei test, ho sempre preso il massimo dei voti e una volta cresciuto ho usato questo potere per procurarmi il meglio.

“Papà voglio quella bici rosso fiammante.” Una bici particolare che costava una fortuna per non ricordo qual motivo, glielo chiesi a 11 anni, però quel vecchio scorbutico se n’è uscì fuori con una frase del tipo ‘ma stiamo scherzando? Possiamo anche permettercela ma mica siamo ricchi come i politici o i presidenti!’ non  siamo abbastanza ricchi come loro?! BENE, allora mi  basterà fartelo diventare, proprio così, mio padre aveva già i giusti agganci, in più dai nostri nonni abbiamo ereditato qualche multinazionale, di nomi ne conoscevo eccome, io  dovevo semplicemente far girare i fili.

Ooooh, e i fili erano così facile da far girare con il mio potere, e chi se lo aspettava che metà di quei vecchietti del parlamento europeo fossero così disagiati con un sacco di scheletri nell’armadio?! Ma che vado a dire scheletri? Quelli lì avevano direttamente i fossili!   

Dissi del mio potere a mio padre e di tutti gli sporchi affari che giravano, appena si rese conto che non stavo affatto scherzando o blaterando mi trattò come i diamanti, scalammo quindi insieme il potere, o meglio, io restavo dietro le quinte mentre  l’osservavo scalare il potere, forse non nel più pulito dei modi ovvio, ma che importanza aveva se questo mi permetteva di avere ciò che volevo!? Mio padre infine diventò pure il re della nazione (o forse non proprio re, ma chissene frega, mio padre diventò importante e basta), decisi di nascondermi dal pubblico, quei vecchietti importanti sapevano soltanto che il capo aveva un figlio, nessun altro sapeva del mio potere o addirittura di come fossi, bisognava  evitare che si scoprisse e che mi prendessero di mira, quindi non davo nell’occhio, restavo semplicemente nel mio grande lusso a godermi i miei soldi.

Potendo copiare nei test ci misi un attimo a finire le scuole e i miei studi, i maestri pensavano fossi un qualche sorta di genio, è bastato qualche avanzamento di classe  ed eccomi qua!  18 anni con una vita magnifica, un aspetto altrettanto magnifico e soldi a palate, posso avere qualsiasi donna ai miei piedi, voglio dire, in molte mi ronzano intorno, soldi e bell’aspetto fanno scintille!  

Comunque eccomi qua! Al parlamento europeo, perché diamine mio padre ha bisogno di me sempre nei momenti meno opportuni!? ‘ho bisogno che tu legga i ricordi di una segretaria’  mi ha chiesto, come se i ricordi si potessero ‘’leggere’’, manco un verbo come ‘guardare’ riesce a capire, glie l’avrò spiegato un sacco di volte, ma lasciamo perdere, in più non ci vuole il mio entusiasmante potere per capire che quella lì se la fa con suo datore, è così palese ma insiste comunque, in più mi deve ancora dei soldi, ritornando a prima, è il momento meno opportuno perché oggi stare al parlamento è un incubo, a quanto pare c’è una specie di rimpatriata delle scuole americane per visitare sto schifo di posto, che cosa ci sarà poi da visitare non lo so, in più quelli della sicurezza sono più insistenti che mai! Potrei benissimo licenziarli tutti se solo volessi!

Oh! Ed eccola lì la fonte dei miei problemi, mio padre a quanto pare aveva ragione, a breve si terrà una specie di conferenza, alcuni  decidono di venire un po’ prima per sistemare cose che non m’interessano e che manco so, sta nell’ufficio del piano superiore intenta a leggere scartoffie,  bhe, basterà fingere di esser entrato per sbaglio, tanto con tutti sti ragazzi non ci baderà.

Entro così spalancando la porta, lei mi guarda un po’ titubante e quel misero secondo mi basta per assistere alla sua vita, come sempre mi trovo davanti innumerevoli vie, ma mi basta pensare qualche parola, (questa cosa funziona un po’ come i tag dei social per diminuire le ricerche) parole come ‘scandalo’ o ‘vergogna’ molte volte aiutano per trovare le informazioni, infine settare la data in modo tale da scartare le cose avvenute da piccoli, ed ecco qua i ricordi che potrei usare.

Come da me previsto, se la fa davvero con il datore, ha un sacco di conversazioni provocanti con lui sul suo cellulare e portatile, e a quanto pare ci è finita a letto più volte all’insaputa della moglie di lui, oh! ed ecco spiegato del perché a mio padre servano informazioni, la moglie del datore a quanto pare ha molto più potere del marito, questa segretaria potrà benissimo essere la chiave per distruggere il suo bel castello e metterla sotto i riflettori per un po’, un pezzo dopo l’altro e sarà fuori dai piedi, giochetti tipici di mio padre, bhe, a me non mi possono importare di meno! Esco quindi dai suoi ricordi tornando nella realtà.

“Oh mi scusi ho sbagliato stanza.” Le dico e  sembra non sospettare nulla, mi dice di uscire da lì, scusandomi di nuovo quindi me ne vado, senza farmi beccare da nessuno chiamo infine mio padre dalla sua linea protetta, gli spiego quel che ho visto e termino la chiamata.
Bene, per fortuna posso tornarmene a casa, do un’ultima occhiata al telefono per vedere l’ora e un email mi informa dell’asta perduta.

DIAMINE L’ASTA.

“Non ci posso credere! Quella Bugatti in edizione limitata era già mia! Ci avevo puntato 2milioni pur di aggiudicarmela, chi diamine ha puntato di più!?” me la prendo con il mio telefono cercando informazioni.

“Wohoo a quanto pare è vero che i ricchi sono tutti montanti!” Commenta qualcuno dietro di me con un terribile accento americano, fortunatamente mia madre era inglese quindi riesco a capirlo e a parlarlo,  mi volto e lo vedo, è uno di quei ragazzi in visita, è così di seconda mano! Con dei capelli blu sparati in aria, degli occhiali anni 70, e una cicatrice sull’occhio.

Ma cosa più importante, mi ha dato seriamente del montato? Oh carino, ormai ti ho visto potrei benissimo entrare nei ricordi e umiliarti come vogl-
“Pedro sei qui! Dobbiamo andare.”

Pedro!? Ma che razza di nome è! lo si da’ ad un cavallo il nome Pedro! A questo punto tanto valeva chiamarlo Jean!  Comunque, credo sia un suo amico questo che mi ha interrotto, oh caro tizio! vuoi fare l’eroe e portarti via  Pedro ,eh!? Non così in fretta belloccio! Lo guardo e attivo il mio potere.

Ho detto, lo guardo e attivo il mio potere.

Perché diamine non sta funzionando!? Com’è possibile? Mi volto di scatto a guardare Pedro e, attivando il mio potere, mi ritrovo così le solite vie a me conosciute, a quanto pare funziona ancora… perché prima no?! Probabilmente lui e questo Pedro sono amici, userò i suoi ricordi per trovare qualcosa sull’altro ragazzo, dico quindi ‘amico’, e mi trova tra i suoi ricordi un sacco di persone ma nessuno corrisponde al ragazzo, che siano solo compagni di scuola? Eppure ha detto il suo nome, perché non lo trovo in nessun modo!?

“Argh, proviamo con: Belloccio con gli occhi castani intensi a taglio occidentale, alto, ben muscoloso, capelli corti anch’essi castani chiaro… argh, ma che razza di descrizione sto facendo!? Va bhe.”   PERCHE’ NESSUNA CORRISPONDENZA TROVATA!? Chi diamine sei!? Ritorno nella realtà.

“Chi sei?” Dico immediatamente portando il mio sguardo verso di lui.

“Siamo qui in visita al parlamento.” Risponde con calma guardandomi dritto negli occhi.

“No, ho chiesto chi sei tu!” Alzo un po’ il tono.

“Io? Ehm, mi chiamo Theo  Miller.” Mi risponde con la stessa calma di prima. “Ad ogni modo, dobbiamo andare, mi scuso per il mio amico a volte è così esuberante, buona giornata.” Mi fa un cenno con la mano e si porta via l’amico tirandolo mentre quest’ultimo si lamenta di qualcosa.

Qualcuno mi spieghi cos’è  appena successo. Ma soprattutto perché quel tipo non ha sbattuto ciglio!? Sono consapevole di avergli risposto in modo un po’arrogante, eppure non ha fatto nulla, argh! Ho capito, non mi trova abbastanza all’altezza! Ti faccio vedere io chi non è abbastanza all’altezza!

Faccio quindi una telefonata.

“Papà ho bisogno che tu mi trovi una persona!”

“Mi hai chiamato davvero per questa sciocchezza?”

“Lo vuoi o no il mio potere?”

“Che ti serve?” Ah! Come previsto, basta semplicemente accennare il mio potere ed ecco che va tutto a meraviglia.

“Devo sapere quale scuola è in visita al parlamento, di ai tuoi subordinati di cercare nell’elenco dei nomi un certo Theo Miller.” Avrei dovuto cercare prima che ne se andassero diamine, però ero così sconvolto da non riuscire a rifletter bene.

“D’accordo appena so qualcosa ti faccio sapere.” E chiude la chiamata.

Sarà meglio non pesarci va, e ritorno così indietro un po’ pensieroso, in realtà ora vivo a Lussemburgo, sono andato a Bruxelles solo per aiutare mio padre con la questione della segretaria, ho il volo privato per il ritorno che partirà a breve come confermato quindi decido di affrettarmi.

 Giunto finalmente a destinazione i miei assistenti mi vengono a prendere in auto ed a riportarmi a casa, appena varco la soglia della mia villa come al solito mi vengono a salutare il maggiordomo e i domestici, tutti di fiducia controllati da me uno per uno, stanno però al comando di mio padre, da piccolo volevo spesso giocare con loro, ma mio padre non me lo permise mai, restavo quindi in tranquillità nella mia stanza, non avevo amici, nemmeno ora li ho, non devo dare nell’occhio e quindi gli altri figli dei politici o di quei vecchietti delle multinazionali non li conosco,  da piccolo quando frequentavo una scuola normale, bhe prestigiosa ma normale, gli altri ragazzi si avvicinavano a me soltanto perché obbligati dai loro genitori, in ogni ricordo che ho visitato ho sempre visto la stessa cosa.

“Cerca di avvicinarti a lui, la sua famiglia è ricca” oppure. “i suoi nonni sono dei nobili, fattelo amico.” Nessuno si è mai interessato a me per davvero, rifletto su tutto ciò entrando in camera mia trovando come al solito quel portachiavi a forma di gatto appoggiato sulla scrivania, lo afferro tra le mani e inizio a giocherellarci.

“Probabilmente sei stato l’unico, eh?” sospiro mettendolo al suo posto, prendo una lunga boccata d’aria e ritorno in me.

“Bhe non che m’importi di avere degli amici, la felicità me la procuro con i soldi!” Dico fischiettando allegramente mentre dalla mia cabina armadio cerco un costume, mi farò una nuotata nella mia piscina interna!

E’ sera quando mio padre mi ricontatta, come al solito mi dice che oggi non ritornerà, ormai ci ho fatto l’abitudine a rimanere da solo, verso sera e dopo la cena di solito i domestici se ne ritornano a casa, quindi diventa tutto un po’ più vuoto e calmo, rimane soltanto qualche guardia all’esterno.
Mi stendo sul divano accendendo la tv, i programmi si rivelano noiosi, faccio per accendere la mia console quando mi risuona però il telefono.

“Ho trovato quello che cercavi, a quanto pare erano dei ragazzi dell’ultimo anno di una scuola americana in Florida.” Lo ringrazio velocemente  terminando la chiamata.

Florida, eh! Bene, non ho ancora visitato quello stato.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


“No, te lo puoi scordare, mi servi nei dintorni te l’ho già spiegato.” Sbrocca così mio padre appena gli dico che sarei partito per l’America, oh, ma se pensa che questo serva per dissuadermi si sbaglia di grosso!

“Oh suvvia potrai benissimo stare senza il mio potere per un po’, ormai hai raggiunto la carica massima, fa soltanto il tuo lavoro come al solito, ci penserai poi al mio ritorno di togliere dal giro l’eventuale concorrenza.”

“Potresti cacciarti nei guai e sai quanto sei prezioso per gli affari, non puoi mollare tutto soltanto perché tu ti sei preso una sbandata per qualcuno.” Continua ad insistere ma invano, ormai ho già deciso.

“Non mi sono preso nessuna sbandata per qualcuno io! E poi con tutti i soldi che abbiamo possono benissimo attendere per anni interi gli affari, senza contare che con il mio potere si può tornare in gareggiata quando voglio, perciò io ci andrò che tu lo voglia o meno!”

“Se la vuoi mettere così d’accordo, ma scordati pure di andarci in questo modo, non userai i miei soldi per avere il lusso sfrenato anche lì, ricordi? Non devi dare nell’occhio e lì non è l’Europa, non ho nessun potere, e tu dovrai evitare  di farti riconoscere.” Sospira incrociando le sue dita per poi avvicinarsele al volto come sostegno, oh, la conosco bene quella posizione, è la classica posa che assume quando inizia ad ingranare e non mi piace affatto, AFFATTO.

“Cosa vorresti dire?” Mi azzardo a chiedere, sperando che non sia quel che penso.

“Ti farò iscrivere in questa benedetta scuola usando il cognome di tua madre, penserò io a tutti i documenti e ai certificati per restare lì e per il cambiamento del cognome, ma nessuno dovrà sapere che siamo collegati, da me riceverai soltanto i soldi per pagare l’affitto e le altre spese, ti potrai benissimo scordare le uscite al ristorante a cinque stelle, le auto lussuose, e altre diavolerie varie.”

“OH, non oseresti!” Mi impunto su me stesso indicandolo. “TU NON PUOI FARLO.”



Qualcuno mi spieghi cos’è questa catapecchia! Ma stiamo scherzando? E io dovrei vivere qua dentro!? Un misero appartamentino di 50mq, fatto arredare con dei mobiletti da quattro soldi, e poi cos’è questa tv da 22 pollici!? Non sapevo manco che fossero in commercio al di sotto dei 60! E dove pretenda che io vada a mangiare quel vecchio? Non si aspetterà mica che mi metti a cucinare? Argh, al mio ritorno se la vedrà con me! Sto letteralmente morendo di fame, il mio stomaco non fa altro che brontolare rumorosamente, non ho mangiato nulla prima di arrivare, in più ho dovuto viaggiare su un banalissimo aereo come gli altri e aver preso un misero taxi come tutti! Io non sono come tuti!

Mi avvicino verso il frigo sperando di trovarci qualcosa, ma appena lo apro mi accorgo del fatto che sia vuoto, vuoto così come tutte le altre credenze, credo di aver visto un… come lo chiamano? ‘acquista beni’? venditori di alimenti? No, era una parola con la ‘s’, ah ecco! Supermercato, ho visto un supermercato  prima di venir qua, ma come pretende che io ci vada senza nemmeno un auto, da quel poco che mi ha dato non posso nemmeno viaggiare in taxi per così tante volte.

Rassegnato mi preparo per uscire prendendo le chiavi con me e guardando per l’ultima volta le poche banconote nel mio portafoglio, giusto, credo potrò per una volta usare quel portachiavi che mi aveva regalato quel ragazzo da bambino, non m’interessa di per sé! Semplicemente così non perderò le chiavi, ecco!

Esco infine di casa dirigendomi al supermercato, ci sono un sacco di persone, ora che ci penso però…come farò a prendere tutto con sole due mani!?  Mi sarei dovuto informare prima! Per fortuna mio padre si è degnato almeno di lasciarmi internet!  Ma ora come ora non ho assolutamente voglia di ritornare indietro a controllare, per il momento credo sia meglio entrare e dare un’occhiata.

Mi sposto tranquillamente tra i reparti fin quando non m’imbatto in una signora anziana con… cos’è quell’affare di metallo che si sposta!? Dove si compra?! Bhe, c’è soltanto un modo per scoprirlo senza sembrare un idiota.

Mi avvicino verso la sua direzione, attendo un contatto visivo, ed eccomi qua a cercare tra i suoi ricordi!
“aggeggio di metallo che si sposta al supermercato.” Dico, e nella mia visuale si mostra la parola ‘carrello spesa’, ah ecco come si chiamavano… forse sarebbe il caso di leggere qualche manuale sulla vita comune, fin da piccolo ho sempre vissuto nel lusso sfrenato, con cuochi al mio servizio, camerieri al mio servizio… bhe, e un sacco di altre persone che facevano le cose al posto mio, non sono seriamente abituato a tutto ciò... ma fa niente, tanto sarà per poco tempo!

Ritorno al ricordo del carrello della spesa, a quanto pare si prendono in prestito per poi rimetterli al proprio posto fuori, ma perché non li ho notati prima!?

Torno nella realtà, esco in qualche modo da questo negozio-labirinto e prendo con me finalmente il carrello, il resto della spesa  procede più o meno senza problemi, dai ricordi della signora di prima ho controllato anche a chi dover pagare e tutte quelle questioni lì, credo di aver preso più o meno tutte le cose importanti, ad essere sincero metà di queste cose non le avevo mai viste prima d’ora, non saprei manco come cucinarle… spero di cavarmela in qualche modo cercando su internet.



‘tutorial su come aprire un uovo’

Ma perché deve essere così difficile cucinare!? Pensavo che fare la spesa fosse già abbastanza, portare le buste è stata una faticaccia, perdere tempo a sistemare il cibo nel frigo o nella credenza è uno spreco di energie! Argh, chi me lo ha fatto fare!? Ah sì, Theo Miller ecco chi! È tutta colpa sua.

Come previsto mi si è spaccato un’altra volta, al diavolo le uova!
Su questo sito scrivono che di solito i ragazzi fuori casa si nutrono di scatolette di tonno, credo di averne comprato qualcuna, caccio così fuori dalla credenza le scatolette, dovrebbe esserci un arnese per aprire sti cosi, almeno gli utensili di cucina li ho!

“PERCHE’ DIAMINE NON TI APRI DANNATA SCATOLETTA!” Sbotto ad alta voce verso il mio nuovo nemico giurato, appena ritorno a casa farò abbattere tutte le catene che producono questo dannato tonno in scatola!    

Alla fine mi arrendo e decido per optare di ritornare al supermercato a comprare qualcosa che si cucina al forno, su internet c’è scritto che basterà togliere dalla scatola il prodotto e aspettare che il forno faccia tutto il resto.    

Quindi, esco di casa. Ritorno al supermercato. Prendo il primo prodotto in scatola che vada al forno che trovo. Ritorno a casa.

“Fa che questa giornata finisca presto.” Borbotto tra me e me mentre inserisco il ‘non lo so’ dentro il forno seguendo le istruzioni lettera per lettera. Certo che questi forni hanno dei simboli strani!

Mi metto davanti alla tv (se così posso chiamarla) aspettando che suoni il timer, suona dopo ben 30 minuti, caccio quindi infine il ‘non lo so’ dal forno, e una volta sistemato sul piatto inizio a mangiarlo.

Quanto vorrei i miei cuochi tascabili in momenti simili, questa cosa che sto mangiando non dovrebbe nemmeno entrare nella categoria cibo! Seriamente, sa di plastica, però dovevo mettere necessariamente qualcosa dentro lo stomaco o non sarei arrivato vivo.

Mi toccherà pure lavare questo dannato piatto, ora vorrei pure i domestici tascabili!

Io lo ripeto…

‘’Fa che questa giornata finisca in fretta!”

Ma sfortunatamente non va così,  la giornata  a causa del fuso orario mi sembra addirittura allungata! In più dopo aver fatto avanti indietro tra casa e supermercato per ben due volte mi è passata la voglia di uscire, e addio ai miei piani per visitare la Florida, senza contare che domani inizia la settimana e questo significa ritornare a scuola, manco so dove sia! Le scuole che ho frequentato erano tutte private, dotate dei migliori confort, invece qua no! Dovrò mettere piede in un semplice scuola pubblica, non voglio pensarci…

Ora che ci faccio caso, da quando ho messo piede in questo stato la mia fortuna pare avermi abbandonato, quindi le cose son due, o vivere da comune mortale porta sfiga, oppure è lo stato in se, ma chissà perché ho il presentimento che tutto questo casino sia dovuto esclusivamente dalla prima opzione! 

Al diavolo chi dice che i soldi non rendono felici, magari non lo fanno per davvero, ma almeno non ti rendono la giornata una tragedia!

Finisco così quindi di lamentarmi per l’ennesima volta buttandomi sul letto della mia nuova stanza, il mio appartamento si trova in una zona piuttosto silenziosa, personalmente non mi piace il silenzio, mi fa sentire vuoto, da piccolo l’unica mia compagnia era quel ragazzo che abitava nella via dopo la mia, eravamo gli unici bambini del quartiere , mia madre a quei tempi era ancora viva, stavo spesso con lei, a casa le chiedevo sempre di leggermi qualcosa o di cantare, così per distruggere quel pesante silenzio.

Morì qualche anno prima della partenza del mio amico, ero soltanto un bambino quando capitò, ma conservo ancora ogni piccolo momento passato insieme, il mio potere sfortunatamente non mi consente di vedere i miei ricordi dagli 8 anni in giù, ma continuo ad avere un sacco di suoi video e fotografie, non sparirà dalla mia mente così in fretta, le volevo davvero bene.

Quando mi riprendo inizio a sistemarmi per andare a dormire, inserisco la sveglia per il giorno dopo e mi corico sul letto.
“Aspettami Theo, scoprirò chi diavolo sei!” Dico prima di cadere nelle braccia di morfeo. 

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