Di cattedre e pozioni

di Mozaik
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***



Capitolo 1
*** I ***


Quando Regulus mette piede in quella dannata grotta, un falso medaglione stretto fra le mani e un elfo domestico fedele accanto a sé, sa di non aver pensato a un dopo. Non è mai stata sua intenzione sopravvivere, non quando la morte arriverebbe comunque subito dopo, dalle mani del Signore Oscuro.

Ma poi gli Inferi lo afferrano, lo tirano, quasi lo trascinano sott’acqua, e quando sente i denti di uno dei quei mostri imprimersi sulla sua spalla il ragazzo comincia a lottare contro la pozione che gli scorre nelle vene, urlando a Kreacher di portarlo via da lì, subito.

Si materializzano in una delle tante tenute della Famiglia Black, lontano da Grimmauld Place. Kreacher non lascia il suo capezzale per tre lunghi giorni e tre lunghe notti, materializzando qualsiasi cosa possa servire a salvargli la vita – acqua per l’arsura, un depurante magico per il veleno nel suo colpo, e poi pozioni su pozioni per restaurare la sua salute, per riportarlo al massimo delle sue forze. Il quarto giorno Kreacher lo prende in braccio e lo smaterializza in un altro luogo, e poi ancora, di nuovo, pur di far perdere le loro tracce – perché Regulus è sicuro che si siano accorti della sua assenza, e quando scopriranno che gli Auror non lo hanno catturato o ucciso, sarà facile capire cosa è successo davvero.

Ci vuole una settimana solo perché Regulus riesca ad alzarsi a sedere sul letto, tre perché ritorni alla normalità. Quattro perché decida di cercare aiuto, perché non c’è alcuna possibilità che il Signore Oscuro abbia fatto solo un Horcrux, che abbia deciso di affidare la sua sopravvivenza solo ad un oggetto e non di più. Non è nel suo stile, non è nella sua paranoia.

Così Regulus, nonostante le proteste di Kreacher che lo vorrebbe solo a casa al sicuro, bussa alla porta di Albus Silente con il mano il medaglione di Serpeverde ed il segreto per sconfiggere Lord Voldemort.




“Hai portato alla luce qualcosa di davvero preoccupante, signor Black.” Dice Silente, ripassandosi fra le mani il medaglione. Lo ha chiamato signor Black, come se fosse ancora un suo studente, e Regulus per un attimo ha la tentazione di chiedere quanti punti abbia guadagnato per Serpeverde con questo atto. “E temo che i tuoi sospetti possano essere giusti: non vedo come Voldemort possa aver deciso di fermarsi a solo uno, di questi oggetti maledetti.”

“Tre, almeno.” Afferma Regulus, e ne è certo. “O qualche altro numero magico. Pensavo che sette, dodici o tredici potessero essere troppi, ma col Signore Oscuro...”

La sua voce si rompe, si costringe ad abbassare lo sguardo per un attimo. Col Signore Oscuro sembrano essere solo il minimo, vorrebbe dire, ma poi si rende conto che anche lui, sotto i suoi ordini, si è macchiato degli stessi crimini, di stragi ed omicidi. E si rende conto anche che era stato così entusiasta all’idea di farlo, fino a quando non si era trovato per la prima volta davanti a un Nato Babbano con una bacchetta in mano ed era stato costretto a farlo.

Silente gli lascia un attimo di pace, rimanendo in silenzio per farlo riprendere. Una piccola gentilezza che Regulus apprezza, anche se una parte di lui vorrebbe soltanto sentirsi urlare dietro la verità, che è anche lui un assassino. Poi, però, il Preside posa il medaglione sulla scrivania e lo guarda fisso, negli occhi. “Cosa hai intenzione di fare, adesso?” E la domanda è così innocente, così normale, che per un attimo lo spiazza. Regulus non sa cosa fare. Regulus pensava di dover morire. “Il Mondo Magico al momento piange la scomparsa del giovane erede della Casata dei Black. Avevi in mente come giustificare la tua assenza per tutti questi giorni?”

“...No.” Risponde sinceramente il ragazzo, passandosi una mano fra i capelli. Se li vorrebbe strappare tutti per lo stress e per la disperazione. “Anche se potrei sempre inventarmi qualcosa. Il Signore Oscuro non ci richiama giornalmente, certe volte può passare anche più di una settimana – e non ho sentito nulla.” Il suo braccio è rimasto in silenzio per tutto il tempo della sua convalescenza, una piccola consolazione durante quel periodo di inferno. “Se fossi stato intercettato da qualche membro dell’Ordine e fossi scappato appena in tempo, e mi fossi nascosto lontano da tutti per non essere scoperto...”

“Sei sempre stato un ragazzo sveglio, a scuola, un ottimo studente.” Silente gli sorride, e per un attimo Regulus pensa davvero che stia per far vincere a Serpeverde la Coppa delle Case… “Sono sicuro che riuscirai a trovare una solida scusa.” L’uomo incrocia le mani davanti a sé, lo guarda quasi innocentemente, come se si tratti davvero un vecchio rimbambito, un nonnino che fa i complimenti al suo caro nipote, e non uno dei più grandi maghi di tutti i tempi. “Ma devo chiedertelo… perdonami forse l’ardire… cosa intendi fare come Mangiamorte.” Regulus corre ad afferrarsi il braccio sinistro, quasi a voler nascondere con la mano il simbolo tatuato su di esso, anche se al momento è impossibile notarlo sotto la lunga manica di lana. “Vorrei presumere che le tua azioni di un mese fa vogliano significare la tua perdita di lealtà per Lord Voldemort.”

Regulus arrossisce di vergogna. “E’ ovvio.” Doveva anche essere specificato. “E’ mia intenzione, se le scuse reggono, fare di tutto per scoprire le località di qualsiasi altro Horcrux il Signore Oscuro possa aver creato e nascosto.”

“Una missione decisamente pericolosa, seppur nobile.” Insiste il Preside, e Regulus nonostante la sua intelligenza non capisce dove voglia andare a parare, perché sembra quasi volerlo convincere a fare il contrario, a lasciar perdere, ma è impossibile no? “Anche se questo vorrebbe dire la morte?”

“Ero pronto a morire in quella grotta.” Confessa Regulus, a testa alta. “Non vedo quale sarebbe la differenza.”

Il preside lo guarda da sopra gli occhialetti a mezzaluna, e sta sorridendo. “I tuoi voti in Pozioni sono sempre stati alti, non è vero?” Dice pacato, come se l’argomento centrasse qualcosa. “Se non ricordo male… Eccezionale, sia ai G.U.F.O. che ai M.A.G.O.” Regulus annuisce, confuso, e qualcosa brilla negli occhi dell’uomo, qualcosa che Regulus non riesce a riconoscere. “Il Professor Lumacorno ha deciso di ritirarsi dall’insegnamento… e mi ritrovo a dover cercare un nuovo professore di pozioni per il prossimo anno.” E, oh, adesso Regulus ha capito dove il preside stia cercando di andare a parare – ed è forse la soluzione migliore, una per lui completamente inaspettata, ma favorevole. “Sono sicuro che Lord Voldemort smanierebbe all’idea di avere un uomo fidato ad Hogwarts.”

Vuol dire protezione. Vuol dire redenzione, quando tutto finirà. Vuol dire un posto più in alto nei ranghi dei Mangiamorte, con un ruolo del genere. Vuol dire essere costretto a Hogwarts per nove mesi all’anno, lontano da omicidi, torture e maledizioni senza perdono. Regulus sogghigna, si aggiusta meglio le vesti. “Sì, sono sicuro di poterlo convincere.” Afferma, un po’ spavaldo, e Silente gli sorride di nuovo in quella maniera un po’ criptica, che gli fa pensare di essere appena finito nella tana di un lupo.




Il Signore Oscuro è sospettoso, sia della sua assenza che dell’offerta lavorativa, ma alla fine sembra che la possibilità di avere una spia al fianco di Silente lo convinca. Era qualcosa che cercava di fare da tempo, e a quanto pare Severus Piton stesso aveva intenzione di provare il colloquio con lo stesso obiettivo – una cosa impossibile, perché Regulus sa benissimo che tutti gli Auror sospettano di Piton, mancano solo le prove a suo sfavore. Sua madre storce il naso, insegnare ai Mezzosangue e ai Sanguesporco per lei è un disonore, ma forse si rende conto che ciò lo terrà lontano dall’azione e dal rischio di morire senza discendenza, quindi alla fine acconsente con disdegno.

Regulus si trasferisce a Hogwarts immediatamente – e l’accoglienza non è delle più calorose. Nessuno ha effettive prove che sia un Mangiamorte, ma sa che Sirius l’ha riconosciuto in uno scontro, quindi chiunque faccia parte della “cricca” di Silente, del suo gruppetto di vigilantes senza macchia e senza paura, sospetta di lui. Metà del corpo insegnanti è guardingo, forse anche freddo con lui. Rubeus Hagrid si rifiuta di sedersi accanto a lui, al tavolo degli insegnati. Sono anche professionali, tuttavia, e nonostante lo guardi con espressione sospetta, Minerva McGranitt irrompe nel suo nuovo ufficio la prima sera con una lista di tutti gli studenti e tanti consigli da dargli per l’insegnamento.

E’ strano, insegnare: Regulus è giovane, sta per compiere diciannove anni, e nelle sue classi dei M.A.G.O. trova ragazzi anche più alti di lui. La prima volta che entra in aula, una dei suoi studenti Serpeverde nonché Caposcuola, Arianna Bourgeois, gli chiede perché non sia in divisa e sopratutto cosa ci faccia con quelli del settimo anno.

Ma stranamente… Regulus scopre che gli piace insegnare. E’ sempre stato quello paziente, in famiglia, non ha problemi a rispiegare più e più volte un concetto, non si annoia a correggere lunghi temi sulle proprietà, ad esempio, degli artigli di Lavellan uniti all’erba fondente. Le classi del settimo anno lo mettono a disagio, e ha nello stomaco sempre un po’ di genuino terrore quando riesce a impedire a un primino di farsi esplodere insieme al suo calderone, ma Regulus apprezza genuinamente il suo lavoro.

Grazie al suo nuovo ruolo, può passare intere serate a parlare con Albus Silente – a capire che informazioni poter passare a Voldemort per mantenere viva la menzogna, a ragionare sugli Horcrux, a proporre piani, azioni, idee. Kreacher lo ha seguito a Hogwars, e quando Regulus torna nelle sue stanze accanto al suo ufficio l’elfo lo aspetta sempre con una tazza di tè e una porzione di pasticcini alla menta, i suoi preferiti.

I mesi passano, poi gli anni. Non ci sono progressi sugli Horcrux, ma i due lavorano comunque bene – su informazioni da passare all’Ordine, sulle intenzioni di Voldemort. Alcuni omicidi vengono sventati grazie alle informazioni di Regulus, dei Mangiamorte vengono arrestati o uccisi, i Potter si nascondono appena in tempo e la guerra continua.

Fino al 31 Ottobre, quando cambia tutto.









 



In ritardo, sempre di ore. Ugh. Mi sa che diventerà un'abitudine di questo Writober.
Ho deciso questa volta di dividere la storia a capitoli - questo perché la storia doveva andare in tutta un'altra direzione all'inizio, ma sarebbe stata troppo simile alla prima della raccolta, e non mi andava bene. Prendendomi un po' più di ore di scriverla, allora mi son detto: "comincio a pubblicarla adesso, così almeno sono un po' più in orario." Lo so che non funziona così ma shhhhhhhhhhhhhh let me dream"
L'idea originale della storia è di @professorsparklepants. La potete trovare qui!

 

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Capitolo 2
*** II ***


James e Lily Potter vengono seppelliti a Godrics Hollow. Il loro unico figlio è affidato a una famiglia di Babbani, lontano dal Mondo Magico e da qualsiasi minaccia possa portare, ma fra le mani di qualcosa decisamente peggiore. La gente scende in piazza a festeggiare, altri a piangere in lutto. In tutto il Paese i Mangiamorte vengono catturati, o uccisi, o processati. Lucius se la cava con la scusa di un Imperius; Bellatrix, Rodolphus, Rabadan e Barty vengono gettati ad Azkaban.

Silente stesso si trova al fianco di Regulus, quando il ragazzo si presenta davanti al Wizengamot, le braccia scoperte e lo sguardo fiero. Viene assolto una volta scoperto il suo vero ruolo, una volta che Silente assicura che abbia lavorato per lui fino a questo momento, anche se gli Horcrux rimangono un segreto che si porteranno forse nella tomba, e la sua fedina penale viene ripulita del tutto.
Severus Piton ha rivelato a Silente della scelta di Voldemort, del destino dei Potter, ma l’uomo viene comunque portato via dai Dissennatori davanti ai loro occhi. Regulus sa che se quel giorno di due anni fa fosse affogato in quel lago, trascinato giù dagli Inferi, forse Severus sarebbe libero ora – ma Albus non ha bisogno di due pedine.

Per la prima volta, gli studenti di Hogwarts non hanno paura di ricevere una lettera da casa, di sapere cosa è successo alla loro famiglia in loro assenza. Gli insegnanti non devono dubitare di ogni giovane che potrebbe celare, nonostante la giovane età, un marchio sul braccio sinistro. La fiducia che hanno cominciato ad avere per Regulus in quei due anni si afferma finalmente.
 

 

Sirius Black viene arrestato e incarcerato, senza processo, ad Azkaban per l’omicidio di Lily e James Potter.

 

 

“Non può essere stato lui – non c’è alcuna possibilità che sia colpevole!” Urla Regulus, la sua solita calma accantonata ormai da ore. Davanti a lui Silente è impassibile, lo guarda con pacatezza aspettando che finisca. “Ci deve essere… una spiegazione. Forse Sirius non era il loro...”

“Ho offerto personalmente a James e Lily di diventare il loro Custode Segreto.” Lo interrompe Silente, con gentilezza. “Si sono rifiutati, perché avevano la più totale fiducia in Sirius. Non c’è alcun dubbio che fosse lui il loro Custode.”

“Ma non ha senso. Sirius ha lasciato tutto indietro quando è scappato – la sua famiglia, il suo ruolo, tutto. Per questa vita, per il “lato buono”, e adesso dovrei credere che non solo fosse un Mangiamorte, qualcosa che andava contro tutto ciò in cui credeva, e sopratutto che abbia venduto James Potter?” Non può credere. Non riesce a crederci. “Era Potter, colui che Sirius considerava suo fratello. Non ha alcun senso. Lui non è… come me.

“Le persone cambiano, Regulus.” Mormora il preside, e c’è qualcosa di nascosto dietro il tono della sua voce, una nota di tristezza, di colpa, e Regulus non riesce a non pensare che l’uomo si stia riferendo, senza volerlo, a qualcosa di personale. “Le nostre scelte modellano tutto ciò che siamo… tu hai fatto la tua scelta. Sirius deve averne fatta un’altra.” Regulus si lascia cadere sulla sedia davanti alla scrivania, andando a strofinarsi occhi con aria stanca. “Non puoi cambiare ciò che è stato… non importa quanto tu voglia.”

“Se solo ci fosse qualcosa su cui indagare..” Mormora Regulus. “Un indizio, qualsiasi cosa… sono stati troppo veloci a Obliviare tutti quei testimoni babbani. Come se fosse compito loro, poi! Da quando l’Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia scavalca gli Auror in un’investigazione?”

“Posso prometterti che farò tutto il possibile per scoprire se ci sia una verità nascosta dietro tutto questo.” Lo rassicura Silente. “Ma per il tuo stesso bene, Regulus… per evitare di cadere preda di quegli stessi demoni che già non ti fanno dormire la notte… devi accettare la possibilità che sia questa la verità. Che Sirius abbia deciso che la sua strada sarebbe stata questa, o che tu non conoscessi abbastanza tuo fratello.” E adesso Regulus è sicuro, dal tono della voce dell’uomo, che il preside stia parlando dall’esperienza. “Non tendo a giudicare una persona dal suo passato… ma devo ricordarti comunque, che Sirius ha già un precedente per tentato omicidio.”

Già, come farebbe Regulus a non saperlo, dopo che Severus ha decantato l’avvenimento a tutti i Mangiamorte? E’ un miracolo che la cosa non sia arrivata alla stampa. Il ragazzo ha sempre pensato che Severus avesse mentito, o esagerato, perché Sirius era stato un bullo, e cattivo con chiunque della casa di Serpeverde, anche con lui, ma uccidere qualcuno? Mettendo di mezzo per giunta un suo stesso amico? Non può essere vero.

Ma se fosse vero? Non c’è bisogno di odiare i Babbani e i Nati Babbani, per unirti a Voldemort – basta desiderare il potere, la gloria, la possibilità di fare ciò che si vuole. Sirius è sempre stato così, anche a Hogwarts, quando lui e Potter camminavano per i corridoi del castello come se gli appartenessero, maledicendo di nascosto e non qualsiasi Serpeverde si ritrovassero davanti. E se Potter non fosse stato abbastanza, o se fosse impazzito – se alla fine fosse stato proprio come Bellatrix.

Regulus rimane in silenzio – non vuole affrontare la possibilità che sia vero.

“Non pensavo nemmeno di riuscire a preoccuparmi, di Sirius.” Confessa, guardando un punto indefinito davanti a sé. “Non dopo tutto ciò che è successo fra di noi.”

“Non l’ho forse detto, poco fa?” Chiede Silente, con voce pacata. “Le persone cambiano.”

 

 

 

Da quando Sirius è stato arrestato, le persone tendono a trattare Regulus in due modi – a guardarlo con preoccupazione, visto che condivide lo stesso sangue di suo fratello, o a compatirlo. Entrambi i trattamenti lo irritano a morte, ad eccezione di quando Minerva McGranitt si presenta nel suo ufficio, proprio come tanti anni prima. I due parlano, sinceramente, del passato e di Sirius e di ciò che può essere stato, di ciò che sarà. Da quel momento, tè e biscotti mentre si correggono i compiti delle rispettive materie diventa un’abitudine settimanale.

Walburga Black non ha preso bene il tradimento di Regulus, e l’unico motivo per cui il ragazzo non viene diseredato e cancellato dall’arazzo è perché interviene suo nonno Arcturus: con il figlio di Narcissa che porta avanti la Casata Malfoy e Bellatrix ad Azkaban, Regulus rimane l’unico erede dei Black, l’unico in grado di salvare la famiglia dall’estinzione.
E’ un vero peccato, anche se non ne fa parola con suo nonno, che Regulus non abbia intenzione di sposarsi e figliare – non al momento, almeno.

Si trasferisce a Hogsmeade, vicino a scuola, e la sua vita diventa qualcosa che Sirius definirebbe “monotono”, ma che Regulus si ritrova ad amare. Insegna, corregge i compiti, stabilisce nuovi programmi. Comincia anche a scrivere un libro sulle pozioni curative, ma non riesce a finirlo: il suo tempo libero è speso alla ricerca degli Horcrux, perché sia lui che Silente sono certi che Voldemort non sia morto, che ne abbia creati altri, che prima o poi tornerà, e devono essere pronti all’arrivo di quel giorno.

La vita ad Hogwarts diventa meno tranquilla tre anni dopo, quando uno dei suoi studenti, il giovane Sigma, decide che andare a cercare Sale letteralmente Maledette (avranno quel nome per un motivo!) in giro per Hogwarts sia più interessante del Quidditch – e non passa settimana che Regulus si ritrovi lui, Khanna, Haywood e Copper sempre in qualche guaio. Dovrebbe espellerli, altro che, ma forse il giovane professore vede qualcosa in Sigma, qualcosa nella sua disperata ricerca del fratello maggiore, nel cercare di scagionarlo, così Regulus si limita a togliere loro punti e avvertirli che la prossima volta verranno espulsi, senza mai però andare dal Preside a proporre la cosa.

I suoi colleghi sono adeguati. Oltre a Minerva (e che impressione, chiamarla così invece di Professoressa!), Regulus ha un rapporto civile con gli altri direttori delle Case, Madama Bumb continua a cercare di convincerlo a provare il Quidditch Professionali, e dopo che Hagrid è scoppiato a piangere davanti a lui parlandogli di Sirius l’uomo non ha più paura e sospetto di lui, almeno così Regulus crede.
La Cooman, tuttavia, è troppo strana per Regulus – e se Silente non gli avesse parlato della Profezia, sarebbe convinto al 100% di trovarsi di fronte a una Truffatrice. Non interagisce molto con gli altri professori, con Sinistra o Babbling o Raptor, ed è certo che Silvanus Kettleburn sia un pazzo psicotico da internare al San Mungo fino alla fine dei suoi giorni. I professori di Difesa che si alternano hanno rapporti diversi con Regulus, che non durano mai troppo – certe volte di rispetto, altre di totale apatia, e nel caso di Patricia Rakepick puro odio.

Alla morte di sua madre Regulus non si ritrasferisce a Grimmauld Place – troppi ricordi, troppi fantasmi di ciò che è stato e mai più sarà. Kreacher si occupa della casa a settimane alterne, per non lasciarla andare in malora, ma per il resto la dimora rimane disabitata, e Regulus apprezza particolarmente i pomeriggi estivi nella sua casa di Hogsmeade, lontano da ogni ricordo del suo passato.

Nessuno riprende in mano il caso di suo fratello – nemmeno per dargli un giusto processo. Tutti gli indizi portano a lui, tutte le prove. L’assenza di un Marchio e la testimonianza di Regulus non contano, perché ha senso che il suo braccio sia immacolato, se Sirius doveva fare la spia nell’Ordine. Ed è normale che Regulus non sapesse nulla, non quando nessuno doveva sospettare di lui, non quando doveva fare un lavoro impeccabile, no?

Regulus pensa più volte di andarlo a trovare ad Azkaban – ma non è solo la presenza dei Dissennatori e di tutti i suoi ex amici e compagni a fargli cambiare idea. Regulus è un codardo, sa di esserlo, essere stato una spia non conta: quando si tratta di famiglia, quando si tratta di Sirius, è sempre stato un codardo.
Ma gli va bene così.

 

 

Una notizia positiva arriva quando Regulus riesce a rintracciare Merope Gaunt come madre di Voldemort, no, di Tom Riddle, e da qui Silente riesce a capire come procedere. E’ una notte d’inverno, fredda come quando Regulus si avventurò nella grotta, che i due si trovano a Little Hangleton, un villaggio Babbano. Regulus non può fare a meno di pensare a cosa penserebbero gli altri Mangiamorte, se scoprissero le “nobili” origini del loro Signore Oscuro.

Trovano la casupola grazie alla testimonianza di un vecchio pazzo, ingannato da Voldemort a passare la vita ad Azkaban, e Regulus deve fermare fisicamente Silente dall’afferrare l’anello che ci trovano dentro senza controllare per la presenza di maledizioni. L’Horcrux viene distrutto, Silente ne conserva i resti così come Regulus conserva quelli del medaglione, ma non possono abbassare la guardia, non possono sperare che Voldemort abbia fabbricato solo due Horcrux.
Possono essere stati fortunati – ma continuano comunque a indagare, a riflettere, a cercare di capire cosa fare.
Gli anni passano, Sigma e tutta la sua combriccola si diplomano, grazie a Salazar, e Regulus riesce ad arrivare vivo ai trent’anni quando Silente gli annuncia che quell’anno Harry Potter arriverà ad Hogwarts.
Regulus prevede già il mal di testa che lo accompagnerà per i prossimi sette anni, se il ragazzino si dimostrerà anche solo un po’ simile a suo padre.

Quasi quasi, già rimpiange Sigma e la sua combriccola.













 

Per chi gioca a Hogwarts Mystery avrà notato dei nomi familiari - ho cercato di introdurre ciò che sappiamo degli anni fra la nascita di Harry e il suo arrivo a Hogwarts, ma poiché il gioco non è finito e non sono una parte importante della trama della fanfiction, ho fatto giusto qualche accenno. Sigma è il mio personaggio - o meglio, io nel gioco ho creato Regulus, ma qui ci sarebbe stato un bel PROBLEMA, quindi gli ho dato un altro cognome a me familiare. 
Ho cercado di immaginare come avrebbe reagito Regulus, in questa fanfiction, all'arresto di Sirius, e ho deciso di lasciargli questo senso di dubbio. Sarà decisamente interessante da scrivere quando arriveremo agli eventi del Prigioniero di Azkaban, questo è poco ma sicuro.



 

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Capitolo 3
*** III ***


Harry Potter è tutto ciò che suo padre non era. Non cerca gli sguardi degli altri, li evita: la fama non lo attira, non prova a mettersi in mostra, non volontariamente almeno. E’ educato e rispettoso, anche se spesso Regulus può notare come si trattenga dal rispondere male quando viene sgridato, come se mettesse in dubbio l’autorità – non solo sua, ma anche degli altri adulti presenti nella scuola. Il professore è sicuro che centri qualcosa la coppia di Babbani che lo ha allevato, Minerva si è lamentata abbondantemente di loro nel corso degli anni.

Il ragazzino non sembra promettere una carriera eccellente da pozionista: si distrae, non conta bene le quantità degli ingredienti, non è certo al livello di Lily Evans. Ma le sue pozioni escono adeguate e in classe non provoca disastri, il che è un fatto decisamente positivo.

Regulus cerca di ignorare il fatto che fisicamente sia identico a James Potter, identico alla persona che ha portato Sirius via da lui dalla famiglia: non è colpa di Harry, in fondo.

Draco Malfoy, d’altro canto, è tutta un’altra faccenda: vanesio, arrogante, convinto che tutti debbano baciare la terra sotto cui poggia i piedi. Non solo gli ricorda Sirius, ma in certi atteggiamenti gli ricorda sé stesso, e questa è una combinazione altamente pericolosa. Regulus non fa favoritismi, nemmeno per un suo parente (anche se ammette di aver ammorbidito, negli anni precedenti, una o due punizioni per la figlia di Andromeda, nonostante non abbia mai recuperato i rapporti con sua cugina).
Che Lucius venga a protestare quanto vuole, o che Narcissa smetta di mandargli le lettere educate che hanno cominciato a scambiarsi dopo la fine della guerra: Regulus continuerà a togliere punti a Serpeverde ogni qual volta che Draco si comporterà da bullo, punto e basta.

Se c’è una cosa che il giovane Potter sembra però aver preso dal padre, oltre alle abilità nel Quidditch (seppur sia un Cercatore, come Regulus, e non un Cacciatore come James), è la capacità di ritrovarsi sempre nei guai, volente o nolente, come finire “accidentalmente” di fronte a un Troll di montagna infilatosi a Hogwarts, o venir quasi gettato giù dalla sua scopa quando essa prende vita.

Regulus riconosce immediatamente la magia oscura quando la vede all’opera, e subito comincia a mormorare la controfattura per salvare il ragazzino, non levandogli gli occhi di dosso nell’attesa che qualche altro professore decida di fare qualcosa per aiutarlo. E invece è Hermione Granger (sì, sa perfettamente chi sia stato) a risolvere la situazione, non un mago adulto, quando appicca un piccolo incendio al suo mantello – e nonostante abbia sbagliato bersaglio, quasi Regulus vuole dare cinquanta punti a Grifondoro solo per il pronto intervento, anche perché l’incendio non ha distratto solo lui, ma anche chiunque stesse lanciando la fattura: questo riduce i colpevoli ai membri di quella particolare tribuna, dedicata ai professori.

Escludendo sé stesso, Minerva e altri professori che non si macchierebbero mai di una cosa simile, rimangono pochi sospetti. Regulus non può pensare che sia stato Silente, non arriverebbe mai a “testare” Harry in questo modo, nonostante Regulus sappia benissimo quali siano le sue intenzioni con la Pietra Filosofale - impossibile non capirlo quando la porta che porta al cerbero di Hagrid si può aprire tranquillamente con un Alohomora. Ma ha già espresso il suo disappunto a riguardo troppe volte in quell’anno.
L’unico rimasto nella lista dei sospetti è Raptor, lo stesso che ha avvistato per primo il Troll e che è tornato decisamente cambiato dalla sua vacanza in Albania. Regulus non ha prove per incolparlo, ma può certamente tenerlo d’occhio.






Per l’ennesima volta, quell’anno, Regulus si chiede se andare ad Azkaban a trovare Sirius, per Natale. Quantomeno potrebbe ricevere delle risposte, ma immediatamente il terrore di qualsiasi cosa possa trovare ad Azkaban, che sia la verità o il modo in cui suo fratello sarà ridotto, lo fa desistere.
Rifiuta anche l’invito cordiale di Narcissa per il pranzo di Natale, preferendo passarlo a Hogwarts come negli scorsi anni – gli unici regali che riceve sono quelli che si scambia educatamente con i suoi colleghi ogni anno, e un maglione imbarazzante con dei boccini sopra, cucito a mano da Kreacher.
Dal canto suo Regulus gli dona una coperta delicata con sopra cucita la costellazione di Orione: non è tecnicamente un vestito, e Kreacher passa tutta la giornata di Natale a piangere lacrime di gioia e ringraziarlo.

Il Professore sa anche che non dovrebbe assolutamente fare favoritismi verso i propri studenti, ma ha passato tutto l’anno a notare come Harry Potter sia estremamente sottopeso, quindi non si sente in colpa a fargli trovare la mattina di Natale, senza aver firmato il biglietto di auguri, un grosso pacco di dolci misti provenienti da Mielandia.
E se insieme ad essi c’è anche una Nimbus in miniatura che può svolazzare per la stanza è solo perché è sicuro, dopo i racconti di Minerva, che quei Babbani con cui vive non gli avranno fatto nulla, forse nemmeno gli anni precedenti.

Durante le vacanze ha finalmente un po’ di pausa dalle lezioni, ma per la prima volta non si dedica alla ricerca degli Horcrux, non quando c’è la possibilità che Raptor possa star cercando di rubare la pietra. Regulus lo spia, ordina a Kreacher di seguirlo di nascosto, e più i giorni proseguono e più si convince che possa essere così. Ne parla anche a Silente, ma l’uomo sembra non voler fare nulla, nemmeno controllare.

Regulus si avvicina a Raptor la sera della seconda partita di Quidditch dell’anno, una volta ricominciate le lezioni, e ha visto fin troppi codardi nella sua vita per non riconoscere qualcuno nei guai fino all’orlo: Raptor è colpevole, deve solo riuscire a beccarlo nell’atto o a farlo confessare.
La sua “reputazione” potrebbe aiutarlo, per una volta, a inquietarlo abbastanza da svuotare il sacco, ma Raptor sembra resistere nonostante i tremori e i balbettii.

Il resto dell’anno sembra passare senza ulteriori sorprese, ad eccezione di quando Grifondoro perde ben centocinquanta punti in una volta perché Potter, Granger e Paciock si sono messi a girare di notte nel castello, ma visto che Regulus è il direttore di Serpeverde non è che la cosa, in fondo in fondo, gli dispiaccia più di tanto.

Gli esami vanno lisci come l’olio – stranamente quest’anno i suoi studenti sembrano essere andati meglio degli anni precedenti, anche se nessuno arriverà mai ai livelli di Haywood (Granger ci va molto vicino, ma le manca quella scintilla di fantasia, è tutta accademia…). Regulus si concede una cena in privato, nel suo ufficio a chiacchierare con Kreacher, poi si avvia al terzo piano per controllare che nessuno abbia disturbato “Fuffy”, come fa ogni sera da quando ha cominciato a sospettare del professore di Difesa. L’assenza di Silente potrebbe essere troppo attraente per Raptor.

Quando trova la porta socchiusa e un’arpa accanto al grosso cane, Regulus si rende conto di avere ragione e senza nemmeno pensarci si precipita all’inseguimento. E’ facile per lui superare le prove che hanno messo Filius e Pomona, e il giovane è tranquillo fino a quando non trova Hermione Granger e Ronald Weasley, quest’ultimo bisognoso di cure mediche, nella scacchiera di Minerva, e subito l’orrore lo assale, perché è impossibile che siano da soli.
I due ragazzi sembrano essere scioccati quando lo vedono arrivare, la giovane strega prova anche a cercare di parlargli, di giustificarsi, ma Regulus evoca velocemente un Patronus e lo dirige subito verso l’ufficio di Minerva – uno sguardo verso Ron gli fa accertare che non ha bisogno di cure mediche immediate, così Regulus supera i due ragazzini, velocemente, verso la sua prova e verso lo specchio.
 

Arriva giusto in tempo per vedere Raptor, pieno di vesciche e ustioni, crollare a terra accanto al corpo di Harry Potter, mentre una figura che Regulus può solo associare a Lord Voldemort scompare nel nulla davanti ai suoi occhi.







Il giovane Harry, grazie a Salazar, è vivo – ferito, distrutto, ma vivo. Regulus non fa in tempo a prenderlo in braccio che Silente è subito accanto a lui: a quanto pare stava già tornando a Hogwarts, e per fortuna. Regulus è così scosso da ciò che ha visto che ha le braccia che gli tremano, ma rifiuta l’aiuto di Silente nel portare via Harry: è stata una sua responsabilità, lui sospettava di Raptor, lui aveva deciso di sorvegliare la Pietra per difenderla da lui. Lui aveva deciso di ignorare gli evidenti sospetti del trio di ragazzini perché, sì, erano evidenti, invece di chiarire e magari spiegare la situazione: ovviamente, erano ragazzini, e Regulus aveva ragionato da Professore.

Weasley se la cava con una notte in osservazione in infermeria, Granger racconta tutto ciò che è successo durante il corso dell’anno fino a quel momento, come abbiano scoperto della pietra, come sospettassero di Regulus proprio a partire dalla partita di Quidditch, la scelta di cercare di fermarlo stanotte anche a costo di venire espulsi.
Minerva è un fascio di nervi, e ha ragione, continua a ripetere che sono fortunati ad essere vivi, e anche se Regulus è d’accordo non può fare a meno di ammirare cosa siano riusciti a fare tre undicenni con così poca esperienza e informazioni. Sono anni, ormai, che Regulus ha messo da parte le sue idee sulla purezza di sangue, insegnare a ragazzini Nati Babbani gli ha fatto maturare convinzioni completamente differenti, ma è convinto che sia questo il momento in cui si getta davvero tutto alle spalle, quando si rende conto che Hermione Granger è riuscita a sconfiggere la prova di un Professore adulto ed esperto di magia oscura solo con l’uso del cervello.

Nonostante Silente abbia già parlato con Harry per spiegargli tutto, Regulus si ritrova comunque fuori dall’infermeria la sera stessa, ad aspettare che Granger e Weasley vadano via. Quando vede i due ragazzini allontanarsi, allora supera Madama Chips e si avvicina al letto di Harry, schiarendosi la gola quando lo vede distratto a pescare in un sacchetto di Tuttigusti +1.

Harry sussulta, poi lo guarda con tanto d’occhi. In un letto d’ospedale sembra ancora più piccolo di quanto non sia. “Professore-” Si affretta a mettere via le gelatine. “Non l’avevo...”

“Sono qui solo da poco.” Dice Regulus. “Posso?” Harry annuisce alla sua richiesta, così Regulus afferra una sedia e si avvicina al letto d’ospedale. Per un attimo c’è un silenzio imbarazzante, e l’uomo è sicuro che Harry si stia chiedendo che cosa ci fa qui.

“Volevo chiederti scusa, signor Potter.” A quelle parole tanto sorprendenti, Harry assume un’espressione scioccata. E fa bene: Regulus solitamente non è così diretto. “Il Preside te lo avrà probabilmente detto, ma mi ero preso la responsabilità di sorvegliare Raptor – di fermarlo dal prendere la Pietra. Ma non l’ho fatto, e questo ha messo in pericolo te ed i tuoi amici. Sia chiaro...” Il suo tono di voce si inasprisce in un rimprovero. “...le vostre azioni sono state irresponsabili e affrettate. Andare da soli, senza avvertire nessuno! E sì...” Lo interrompe, appena vede che Harry ha aperto bocca per protestare. “...So benissimo che avete cercato di parlare con la Professoressa McGranitt. Quello che dovevate fare era, una volta vista la porta aperta e l’arpa, tornare da lei e avvertirla di questo. Tutti e tre avete rischiato di morire e tu ci sei andato molto vicino, Signor Potter. Siete fortunati a non essere espulsi.”

“Ma non sareste dovuti essere nemmeno in grado di avvicinarvi a Fuffy, figuriamoci arrivare alla Pietra. Vi ho deluso, come professore.”

“Non l’ha fatto!” Si affretta a dire Harry, e sembra essere in colpa. Ovviamente: hanno sospettato di lui per tutto l’anno. “Non sapevamo… Professore-”

“Avevate buoni motivi per sospettarmi, con le poche informazioni che avevate.” Lo interrompe subito Regulus. “Non ti scusare per quello. Ma dovresti promettere, Potter, che mai più tu e i tuoi amici, o quantomeno prometti per te stesso, vi tufferete in una situazione del genere senza l’aiuto di un adulto. Se avete paura che nessuno vi ascolti, venite da me. Ti prometto che in cambio vi prenderò sul serio il più possibile.”

Harry esita. “Lo prometto.” Dice, ma Regulus conosce bene quello sguardo – è lo stesso guardo non solo di James Potter, ma di Sirius, e di Ninfadora Tonks, e di Sigma e la sua combriccola, e dei gemelli Weasley. E’ esattamente lo sguardo di qualcuno che non ha la benché minima intenzione di farsi da parte davanti ai guai.

“E io che pensavo che tu avessi ereditato solo le cose positive di tuo padre.” Mormora, stropicciandosi gli occhi con aria stanca. “Non anche la sua testardaggine.”

A quelle parole, Harry sembra illuminarsi. “Quindi conosceva davvero mio padre?” Chiede, e il suo sguardo è così pieno di aspettativa da impietosire persino Regulus. “Raptor… lui ha detto che il motivo per cui lei mi odia è perché odiava mio padre a scuola...”

Harry pensa che lo odi? “Io non ti odio, signor Potter, né mi stai antipatico – ad eccezione di quando getti gli aculei di porcospino nel calderone ancora sul fuoco: in quel caso e in quel momento, odio te così come odio qualsiasi altro studente che non segue le mie istruzioni.”
Regulus sospira, decidendo di essere sincero, almeno in parte. “Non provavo molto amore verso tuo padre, questo è vero. Il suo carattere mi era insopportabile, le sue… amicizie ancora di più, e per giunta eravamo rivali al Quidditch – quando cercavo di prendere il boccino mi sfrecciava sempre davanti al naso, anche se non aveva la Pluffa in mano. Ma se giudicassi qualcuno dai propri parenti, allora fidati di me: sarei il più grande ipocrita del mondo magico.”
E’ evidente che Harry smania per chiedergli che cosa intende, ma Regulus non ha alcuna intenzione di dargli alcuna risposta. Si alza, invece, stiracchiandosi un attimo, prima di dirigersi verso la porta.
“E cinquanta punti in meno a Grifondoro… non fare quella faccia, Potter, ve li meritate, e come se il Professor Silente non ve ne assegnerà altrettanti per tutte le prove che avete superato. Spero che questa esperienza ti porti a voler concentrarti di più su cose normali, come i compiti o il Quidditch. Specialmente quest’ultimo, se sei così portato.”
Perché diamine, Regulus sa riconoscere un Cercatore portentoso quando ne vede uno, squadra avversaria o meno.

Harry sembra ancora voler controbattere ai punti, ma chiude la bocca. Prima che l’uomo possa andarsene, tuttavia, il ragazzino lo richiama. “Professore!” Esclama, e Regulus si ferma sulla soglia dell’infermeria. “Il Professor Silente… a Natale, mi ha regalato... qualcosa, appartenuto a mio padre. Gli ho chiesto se mi avesse fatto anche un altro regalo… Ma mi ha detto di chiederlo a lei, che lei sapeva sicuramente la sua provenienza.”

A quelle parole, Regulus rotea gli occhi al cielo. “Ovviamente.” Borbotta, fra sé e sé, ma abbastanza forte perché Harry possa sentirlo. “Albus non riesce mai a farsi gli affaracci suoi.”





















 

Piccola curiosità: nel libro non viene descritta la morte di Raptor - Harry perde i sensi molto prima. Silente spiega che è arrivato giusto in tempo per strappare Harry dalle sue grinfie, e che poi Voldemort ha lasciato Raptor morire, non specificando altro. Quindi, almeno nei libri, Harry non commette il suo primo omicidio (seppur per legittima difesa) a undici anni. Yeeeh!
Devo avvertire che i prossimi capitoli non seguiranno necessariamente l'andazzo dei film. Se nel primo libro il ruolo di Regulus può essere identico a quello di Piton, sia per il chiarimento avuto sia per tutta un'altra serie di motivi dubito che il suo rapporto con Harry possa essere lo stesso - e non è detto, quindi, che gli eventi dei libri non cambino per via di tutto questo. Immagino che per scoprirlo dobbiate continuare a leggere, eheh. 
Come al solito durante questa challenge (perché non posso disturbare quotidianamente la mia Beta, poverina), il capitolo non è Betato. Vi chiedo scusa per qualsiasi errore, grammaticale o di distrazione che sia.

 

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Capitolo 4
*** IV ***


Regulus ha appena cominciato a risistemare la sua roba nel suo ufficio quando Silente bussa alla porta. Il Preside ha la sua solita aria tranquilla, ma il suo sguardo è serio mentre gli porge un giornale. Ford Anglia Volante avvistata… cosa?

“Arthur e Molly Weasley ci hanno contattati poco fa.” Dice l’uomo. “Uno dei loro figli non ha mai raggiunto il binario 9 e ¾ questa mattina… e la loro macchina, una Ford Anglia, è improvvisamente scomparsa dal luogo in cui l’avevano parcheggiata.”

Regulus ha l’improvvisa tentazione di lanciare qualcosa contro il muro. “Mi faccia indovinare: Ronald Weasley.” Afferma, algido. “In compagnia ovviamente di Harry Potter.” Ha saputo da Minerva, che si è occupata di mandare come al solito le lettere per Hogwarts, che Harry Potter aveva passato l’ultimo mese dalla Famiglia Weasley, lontano dai Babbani che lo stavano crescendo: Regulus avrebbe dovuto immaginare che prima o poi, in compagnia di uno dei suoi due amichetti, il ragazzino si sarebbe messo nei guai. Sono tutti e tre un magnete per disastri.

“Il Ministero si sta occupando di cercarli a Londra, ma converrai con me che è molto più probabile che si stiano dirigendo qui, a Hogwarts. La Barriera per il Binario era bloccata, all’arrivo degli agenti del Ministero.”

“Un malfunzionamento?”

“Così sembra essere.” Il che vuol dire, con totale certezza, che il Ministero non sa assolutamente cosa sia successo. “Io e Minerva non potremo assentarci dal banchetto, quindi mi chiedevo se tu potessi darci il cambio e fare ronda insieme a Pomona questa sera.”

“Non c’è nessun problema, ma dica a Pomona di godersi il banchetto: chiederò a Kreacher di aiutarmi.”

“Benissimo. E, oh… Regulus...” Il Preside lo guarda con un sorrisetto “innocente”. “Preferirei che ti trattenessi dall’urlare contro il nostro nuovo professore almeno per la prossima settimana.”

“La prima cosa che ha fatto quel buffone appena a messo piede nel castello è stato cercare di insegnarmi il mio lavoro con aria di condiscendenza. Non posso prometterle nulla, Albus.”

Il Preside scuote la testa, sempre sorridendo, prima di lasciare l’ufficio. Regulus chiama subito Kreacher, istruendolo su dove cercare, prima di versarsi due bicchieri di acquavite: sarà una lunga serata.

Arrivato l’orario del banchetto, invece di godersi lo smistamento dei nuovi studenti, il calore della Sala Grande e il cibo delizioso degli Elfi Domestici (che il Professore spesso scende a ringraziare nelle Cucine), Regulus è nel cortile, al buio e al freddo, ad aspettare l’eventuale arrivo di due dodicenni nei guai. Certo, la sicurezza dei due studenti è più importante, ma comunque un po’ rimpiange almeno il banchetto.

Poco dopo lo Smistamento, Kreacher si smaterializza al suo fianco. “Kreacher ha visto arrivare il Signor Potter e il Signor Weasley.” Comunica. “Sono sani e salvi, per sfortuna, e stanno cercando di rientrare di nascosto nella scuola, quei piccoli furfanti traditori del proprio s...”

“Sì gentile, Kreacher.” Mormora Regulus, quasi in automatico ormai, prima di avviarsi verso l’entrata con passo fermo. Ed infatti eccoli lì, Weasley e Potter, intenti a guardare da una finestra dentro la Sala Grande.

“...Forse se ne è andato...” Sta dicendo Harry. “Perché ha cambiato lavoro...”

“O forse è stato licenziato.” Interviene Ronald. “Per il fatto della Pietra… ma non avrebbe senso, no? Mica è stata colpa sua, la dovevano proteggere tutti i Professori...”
“O forse è qui dietro di voi.” Li interrompe Regulus, facendoli sussultare. “E sta aspettando di capire perché siete arrivati con una macchina volante e non con il treno della scuola.”

I due ragazzi si girano di scatto, e sembrano che abbiano visto un fantasma. Ronald, in particolare, è così pallido che per un attimo Regulus pensa di mandarlo subito in infermeria, da Madama Chips. Ma il professore sa benissimo che sono i segni di chi sa di essere nei guai.

In un attimo viene bombardato di giustificazioni, di parole affrettate, ma basta un’occhiataccia per zittirli entrambi.

“Kreacher.” Chiama Regulus. L'elfo domestico gli compare subito affianco, e il professore nota che Harry lo guarda con occhi straniti. Forse non ha mai visto un Elfo Domestico prima. “Per favore, chiama la Professoressa McGrannit… dille di venire del mio ufficio. Poi controlla se gli altri Elfi si sono occupati dei bagagli del Signor Weasley e del Signor Potter, dopodiché sei libero di andare a riposarti.”

“Certamente, Padron Regulus.”

Regulus si volta di scatto, fa segno ai due ragazzi di seguirlo, e comincia a camminare verso i sotterranei. Li conduce silenziosamente nel suo ufficio, chiudendo la porta: è intenzionato ad evitare scenate davanti ad altri studenti, più per evitare emulazioni che per salvare dall’imbarazzo i due ragazzi – non sia mai che qualche altro studente trovi molto “figo” volare a Hogwarts su una macchina rubata, anche se Regulus è sicuro che la notizia arriverà comunque alle loro orecchie.

Regulus non dice nulla: prende in mano la Gazzetta del Profeta della sera e gliela sbatte sulla scrivania, facendoli sussultare. Poi incrocia le braccia, guardandoli serio.

Spiegate.” Sibila.

I due ragazzi cominciano insieme, di nuovo, poi si zittiscono contemporaneamente. Si lanciano un’occhiata, poi ricominciano a parlare, questa volta più ordinatamente.

“Eravamo a King’s Cross… E la barriera non ci ha lasciato passare, ci siamo schiantati come se non fosse magica…!”

“I miei erano dall’altra parte… non sapevamo come avvertirli...”
“Avremmo perso il treno…!”

“E non avete minimamente pensato...” Li interrompe Regulus. “...che avreste potuto mandare una lettera a qualcuno? Mi sembra di averti detto chiaramente l’anno scorso, Signor Potter, che puoi venire da me senza problemi in queste situazioni. In questo caso anche scrivere sarebbe bastato.”

Harry ha l’accortezza di distogliere lo sguardo, imbarazzato.

“Non capisco la problematica nel perdere il treno. Io stesso ho dovuto ritardare la mia venuta a Hogwarts durante il mio sesto anno, perché mi ero ammalato gravemente: mio padre mi ha portato ad Hogwarts qualche giorno dopo.” Spiega Regulus. “Perdere il treno non vi impedisce di partecipare all’anno scolastico – potrei capire questa ignoranza dal Signor Potter, che può non aver modo di sapere tutte le regole del Mondo Magico, ma da te, Signor Weasley, direi proprio di no.” E’ il turno di Ronald di diventare completamente rosso di vergogna. “Il Ministero è intervenuto una decina di minuti dopo la vostra partenza: vi sarebbe bastato aspettare per riunirvi con Molly e Arthur Weasley e trovare una soluzione con un adulto.”

Qualsiasi altra cosa che Regulus sta per dire viene interrotta dall’arrivo di Minerva: la donna ha le labbra così tirate che per un attimo persino Regulus ha paura della sua collera, nonostante non sia rivolta verso di lui - lasciti dell’essere stato un suo studente. Dietro di lei c’è Silente, con l’espressione calma ma gli occhi pieni di grave delusione.

“Poiché la Barriera di King’s Cross non funzionava, il Signor Potter e il Signor Weasley hanno avuto paura di perdere il treno.” Spiega Regulus.

“E perché non ci avete mandato un gufo?” Chiede gelidamente Minerva, per poi rivolgersi a Harry. “Penso che tu abbia un gufo.”

“E’ esattamente ciò che gli ho chiesto.”

Harry deglutisce, nervoso. “Io… io non ci ho pensato...”

La donna lo guarda malissimo. “Mi pare evidente.”

Per un attimo c’è silenzio nell’aula – Regulus si schiarisce subito la gola. “Li lascio nelle vostre mani allora, Preside, Professoressa.” Dice – Silente gli fa un segno di accenno, e Regulus si allontana dal suo stesso ufficio. I due non sono Serpeverde, quindi per quanto sia un Professore in un caso come questo non è molto utile. Meglio godersi almeno la parte finale del banchetto.

Molti studenti sono già andati nei loro dormitori quando Regulus raggiunge la Sala Grande, ma il cibo è ancora in tavola e la maggior parte dei Professori anche. Purtroppo, questo vuol dire che Gilderoy Allock è seduto proprio accanto a lui.

“Oh, Regulus! Posso chiamarti Regulus, vero?” Sorride smagliante Allock quando Regulus si siede al suo posto. “Ci stavamo quasi preoccupando che tu ti potessi perdere questo meraviglioso banchetto! O forse… non sarà stato mica per il battibecco che abbiamo avuto, vero? Mi si spezzerebbe il cuore a pensare che un mio caro collega mi stesse evitando!”

Regulus chiude gli occhi e respira. Forte. Cordialità. Pensa. E’ solo il primo giorno di scuola.

Sorride educatamente. “Tutto nel passato, caro collega.” Dice, quasi smielato, e Filius accanto a lui soffoca una risata nel suo boccale di succo di zucca. Allock, invece, non sembra accorgersi della totale falsità di Regulus. “Adempievo semplicemente a un compito affidatomi dal Preside.”

“Oh, meraviglioso allora!” Esclama felice l’altro uomo. “Certo… non dubitavo il contrario… se mi avessi chiamato, Regulus, avrei potuto di certo aiutarti nella qualsiasi delle circostanze! Cos’è un banchetto, in fondo, rispetto ad aiutare qualcuno… come dicevo quella volta che...”

Regulus lo lascia blaterare per minuti interi senza davvero ascoltato, fino a quando l'uomo non viene interrotto dall’arrivo sia di Silente che di Minerva. Regulus ne approfitta subito per troncare qualsiasi conversazione. “Come è andata, dunque?” Dice, rivolgendosi alla donna, mentre Silente si risiede al suo posto e torna tranquillo a pensare alla sua cena. 

“Il Preside scriverà alle loro famiglie – per quanto credo che sia inutile, nel caso di Potter.” Spiega Minerva, arricciando il naso, e Regulus non può che essere che d’accordo. Come se i Babbani con cui il ragazzo vive si interesseranno a qualcosa del genere. “Saranno entrambi puniti – in separata sede, ovviamente. Weasley potrebbe aiutare Gazza a pulire la Sala dei Trofei – senza magia, dovrebbe imparare la lezione.” Dice. “E Potter….”

“Mia cara Minerva!” Si intromette Allock immediatamente, con un sorriso smagliante. “Permettermi di proporre… scusate ma non ho potuto fare a meno di ascoltare… che il signor Harry Potter possa passare la sua punizione con me! Ho estremamente bisogno di una mano nel rispondere alle lettere delle mie fan… sono così tante che con il lavoro di insegnante, temo di doverle mettere da parte da solo...”

Minerva inarca un sopracciglio, giudicante. Regulus si schiarisce subito la gola.

“Non credo che sia una buona idea.” Per quanto possa aver combinato Potter quel giorno, passare una serata con Allock gli sembra una punizione troppo estrema – sopratutto perché non gli piace lo sguardo che ha l’uomo in questo momento. Come se stesse pregustando un lauto pasto. “Non offenderti caro collega, ma credo che per una punizione del genere il Signor Potter abbia bisogno di un Professore che lo conosca adeguatamente, e sappia come punirlo in maniera istruttiva… non avendogli insegnato prima, potresti accidentalmente essere troppo permissivo, se capisci cosa intendo. Minerva, mi prenderò io la responsabilità di Potter – ti dirò nei prossimi giorni in cosa potrà essermi utile.”

Minerva annuisce, e Allock mal cela velocemente il suo fastidio in un altro sorriso smagliante. Regulus si volta e torna a pensare a cosa mettersi nel piatto, deciso a soffocare tutto nel pasticcio di rognone che ha davanti.

 


 

I successivi giorni di scuola passano in maniera tranquilla: non ci sono problemi a lezione, Regulus non ha dovuto mandare in infermeria nemmeno un primino per aver fatto esplodere qualcosa, e Allock non è mai arrivato a dargli fastidio durante le sue ore di lezione, come sa che ha fatto con Pomona e vari altri professori. In generale è sicuro che senza la presenza della pietra filosofale quest’anno passerà in maniera molto più noiosa, e per questo apprezzabile, che quello precedente.

Il sabato arriva forse fin troppo lentamente, ma prima della pausa domenicale (che per Regulus è necessaria quanto che per i suoi studenti) c’è da far scontare la punizione ai due “fuggiaschi” del treno – e così mentre Ronald Weasley viene affidato a Gazza, alle otto meno dieci Harry Potter si presenta alla porta di Regulus.

L’uomo è intento a correggere gli ultimi compiti della settimana il ragazzo arriva.

“Buonasera Signor Potter, vieni pure.” Gli fa segno di entrare. “Sai già cosa devi fare?”

“All’incirca.” Risponde il ragazzo, un po’ incerto: Minerva deve avergli detto in generale quale sarà il suo compito, ma non sarà di certo entrata nei dettagli. Regulus mette un attimo da parte le pergamene e si alza, portandolo poi davanti agli scaffali.

“Vedi questi ingredienti?” Un cenno di assenso. “La maggior parte di essi ha etichette ormai vecchie e consumate – ancora leggibili, ma per poco.” Gli indica una pila di fogli poste su un tavolino. “Devi trascrivere i nomi sulle nuove etichette e riapplicarli. Tutto chiaro?”

Harry annuisce. E’ un lavoro lungo, tedioso e sicuramente ripetitivo, tanto che Regulus continuava a rimandarlo: adatto, quindi, proprio per una punizione.

“Perfetto. Hai mangiato, Potter?” Da quel che sa Grifondoro e Serpeverde hanno avuto entrambi i loro primi allenamenti di Quidditch quel pomeriggio – nel caso della sua Casa ne è certo, ha firmato lui stesso il permesso speciale per far addestrare i nuovi membri della squadra. Dubita, quindi, che Harry abbia avuto tempo di cenare, conoscendo gli orari – al massimo qualcosa al volo. Regulus non l’ha fatto, troppo impegnato con i temi da correggere. Senza aspettare una risposta, chiama Kreacher. “Kreacher, per favore, puoi portarci qualcosa da mangiare e da bere dalle cucine?”

“Chiedo scusa, professore...” Si intromette Harry, mentre Kreacher svanisce con un inchino. “Il mio amico Ron… mi ha parlato degli elfi domestici. Sono praticamente degli schiavi nel mondo magico, eppure lei ogni volta gli chiede per favore, come se potesse anche non obbedire, e lo ringrazia.”
Il suo tono di voce non è giudizioso, non è quella confusione che solitamente Regulus riceve dagli altri Purosangue quando tratta bene Kreacher, ma semplice curiosità. Harry, deve ricordarsi il professore, è cresciuto nel mondo babbano, dove la schiavitù è stata abolita da tempo – e seppur la maggior parte della gente sia sgradevole con i propri dipendenti e la servitù, è comunque diverso rispetto a ciò che i maghi fanno con gli Elfi Domestici.
Regulus quasi non riesce a immaginare come debba essere catapultarsi in una cultura completamente nuova – qualsiasi approccio da parte sua al mondo Babbano è diverso, perché Regulus non ci si ritrova a vivere. Se poi il primo approccio agli Elfi Domestici è qualcuno che è stato indottrinato a considerarli solo “schiavi oggetti”, Regulus può solo immaginare la confusione di Harry a trovare invece altro.

“Weasley non ha mentito. Gli elfi domestici non sono amati dal Mondo Magico, solo usati.” Regulus ha provato ad appellarsi al Ministero e al Wizengamot per far passare delle leggi più liberali, ma il suo lavoro di insegnante e la ricerca di possibili Horcrux lo prende troppo – e non ha nemmeno così tanta fiducia, al Ministero. Potrà pure essere l’erede Black, ma il rimanente della sua famiglia non è lì a supportarlo, e le sue opinioni sono troppo controverse. “E sì, tecnicamente Kreacher non potrebbe disubbidire l’ordine del suo padrone, ma questo non mi impedisce di chiedergli se sia a suo agio a seguirli, o a ringraziarlo per averlo fatto.”

“Quindi non è proprio una regola?” Chiede Harry. “Dipende dal padrone?”

“Non c’è una legge che mi impedisca di mostrare decenza umana? Esatto.” Regulus rimane per qualche attimo in silenzio. “Beh, se non hai altre domande, puoi cominciare. Gli ingredienti sono molte e il tempo è poco.”

Pochi minuti dopo, quando Kreacher arriva con un piatto pieno di invitante cibo e una caraffa di succo di zucca fresco, Harry si è già messo al lavoro e Regulus è tornato a correggere i temi, questa volta della sua classe del Sesto anno. Il tempo scorre lentamente e c’è silenzio totale – è una punizione, in fondo, non tempo di chiacchiericci.
Ogni tanto Harry tentenna e si avvicina per chiedergli di tradurre la sua scrittura per poi tornare a lavoro. La serata è noiosa, ed esattamente ciò che dovrebbe essere, fino a quando Harry non sussulta e quasi scaraventa a terra l’anfora piena di occhi di coleottero nero che ha fra le mani.

“Cosa?” Chiede il ragazzo, ad alta voce, e Regulus alza lo sguardo confuso. “Cosa ha detto?”

“Nulla, Potter. Non ho parlato.”

“Ma…!” Il ragazzino è confuso, lo guarda stranito. “Ho sentito…”

Forse c'è qualche studente fuori dal dormitorio che è passato davanti alla porta dell’ufficio? Ma Regulus si vanta di avere un udito abbastanza buono, e non ha sentito nulla, nemmeno un bisbiglio. “Sentito cosa, Signor Potter?”

“Quella voce!” Esclama il ragazzo. “Quella voce… che ha detto… non l’ha sentita?”

“...No.” Con un qualsiasi altro studente, Regulus potrebbe pensare che il ragazzo stia cercando un modo per scappare dalla punizione, o che lo stia prendendo in giro. Ma per quanto effettivamente cerchi di non fare differenze, questo è comunque Harry Potter – il ragazzo che misteriosamente ha fatto scomparire l’Oscuro Signore. Non è strano che possa aver percepito qualcosa di particolare – Regulus ha tantissime teorie su cosa sia successo la notte del 31 Ottobre, e non può ignorare qualcosa del genere facendolo passare per uno scherzo. Nemmeno se si trattasse davvero di un modo per tornare in Sala Comune.

“Non l’ho sentita.” Concesse Regulus. “Ma forse ero semplicemente distratto. Di cosa si tratta?” Prova a chiedere, anche perché ha promesso ad Harry di prenderlo sul serio, di prestargli ascolto – glielo ha ricordato a inizio anno. Non prendere la cosa nel modo giusto, farlo tornare subito alla sua punizione, sarebbe infrangere la sua fiducia.

“Era...” Harry rabbrividisce, e Regulus comincia seriamente a preoccuparsi, perché il ragazzo sembra essere davvero scosso. E’ impallidito, scioccato. “Ha detto… credo che voglia uccidere qualcuno-”

Regulus si alza dalla sedia, velocemente. Harry Potter o meno, scherzo o no, non è qualcosa che può ignorare. La prima cosa che fa è muovere la bacchetta, ma gli incantesimi che silenziosamente lancia non rivelano nessuna presenza intorno a loro. “La senti ancora, Potter?”

Il ragazzo scuote la testa.

“Da dove proveniva la voce?”

“Non saprei… era dentro… era come se fosse dentro la stanza-”

“Kreacher.” Regulus cerca di stare calmo mentre chiama a sé l’elfo domestico, che arriva subito e lo guarda perplesso. “Kreacher, porta per favore il signor Potter al suo Dormitorio.” E’ il modo sicuro per trasportarlo lì – gli Elfi Domestici assunti nella scuola possono smaterializzarsi a Hogwarts, e possono portare con loro anche gli esseri umani, e Kreacher per quanto sia il suo elfo domestico personale ha lo stesso permesso.

“Ma professore…!” Cerca di protestare Harry. L’uomo lo interrompe subito, serio.

“Andrò immediatamente a controllare l’eventuale fonte di questa voce, Signor Potter, ma preferirei che tu fossi al sicuro, lontano da qualsiasi possibile omicida.” Non può permettere di mettere in pericolo uno studente in quel modo. Il ragazzo cerca di replicare, ma Regulus fa segno a Kreacher di eseguire l’ordine. “Buonanotte, Signor Potter.”

Kreacher afferra il ragazzino e si smaterializza prima che Regulus possa sentire una risposta, ma al momento non è importante. Bacchetta alla mano, Regulus esce dall’ufficio.

Ad ogni passo la sua bacchetta si muove, pronta a percepire la presenza di qualcuno. Un Homenum Revelio non mostra nulla, i quadri non hanno visto nessuno, e quando Kreacher torna gli assicura che gli Elfi Domestici non hanno notato il movimento di nessuno. Regulus è diffidente, ma più cammina per i corridoi, bacchetta alla mano anche solo per beccare uno studente intento in uno scherzo ai loro danni, più si rende conto di non riuscire a trovare nessuno.

Una parte di lui è ovviamente felice di questo – un’omicida nella scuola non è ovviamente qualcosa che vorrebbe. Dall’altra, per un attimo si chiede se quello di Harry Potter non fosse davvero un modo per scappare via – ma il ragazzo gli era sembrato troppo scioccato per star fingendo.

Dopo ore di ricerca, Regulus torna nel suo ufficio, mette via gli ingredienti che Harry non ha finito di etichettare e poi si ritira nella sua camera da letto. I suoi sogni sono tormentati da strane voci intangibili, e da teorie oscure.











 

 

 

Eccoci a un altro capitolo! 
Una breve spiegazione di come sto impostando le cose per il futuro di questa fanfiction.
Quando ho iniziato a scrivere, ho semplicemente pensato a cosa sarebbe successo poi, nel terzo libro - con Sirius. Era quello il centro della fanfiction, l'idea base. Ma scrivendo mi sono reso conto che essendo persone diverse, come visto nel capitolo precedente, Regulus deve avere un altro rapporto con Harry rispetto a Piton e, senza volerlo, questa storia si è trasformata in terreno fertile per sviluppare il loro rapporto. Come, dovete ancora scoprirlo, ma è per questo che non affronterò ogni libro in un solo capitolo, come è successo per la Pietra Filosofale (ove aveva senso una cosa del genere, perché Regulus non era così interessato ad Harry e non abbiamo avuto il punto di vista proprio di Harry sul perché sospettasse di lui - perché sì, sospettavano che fosse lui a voler rubare la Pietra, ovviamente).

Un'altra piccola specifica, si riferisce al dialogo che Ron e Harry stavano avendo prima che Regulus li "beccasse". Nel capitolo precedente, Regulus ha detto a Harry di essersi preso la responsabilità della Pietra - ovviamente era qualcosa di personale. Tutti i Professori hanno difeso la pietra ma Regulus si era preso da solo l'incarico di sorvegliarla, ergo si è sentito responsabile quando poi è successo tutto il macello. Ovviamente non ha detto tutto questo ad Harry (e di conseguenza a Ron, visto che Harry gli avrà raccontato tutto) - quindi i due ragazzi sospettano che quello di Regulus fosse proprio un compito ufficiale.
Lo scambio di battute viene dal libro, quando i due ragazzi si incuriosiscono, sì, ma per l'assenza di Piton - solo che lì sono felici, e Ron spera che sia morto. Wow, Ronald, calmati un po'!
Ps: come al solito, la storia NON E' BETATA. Mi scuso per tutti gli errori che potrei aver fatto!


 

 

 

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