Un giglio rosso e l'arte di camillavaamare (/viewuser.php?uid=961703)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 16 ***
Capitolo 17: *** 17 ***
Capitolo 18: *** 18 ***
Capitolo 19: *** 19 ***
Capitolo 20: *** 20 ***
Capitolo 21: *** 21 ***
Capitolo 22: *** 22 ***
Capitolo 23: *** 23 ***
Capitolo 24: *** 24 ***
Capitolo 25: *** 25 ***
Capitolo 26: *** 26 ***
Capitolo 27: *** 27 ***
Capitolo 28: *** 28 ***
Capitolo 29: *** 29 ***
Capitolo 30: *** 30 ***
Capitolo 31: *** 31 ***
Capitolo 32: *** 32 ***
Capitolo 33: *** 33 ***
Capitolo 34: *** 34 ***
Capitolo 1 *** 1 ***
0
1.IO PIANSI UN TEMPO COME VOLLE AMORE...
Chi
è Lorenzo Il Magnifico? Un poiltico ipocrita? Lartista distrutto
dall'amore che non viene corrisposto? O non lo sa neanche lui?
La
Firenze Rinascimentale è ambigua e stupenda. Lorenzo De' Medici
nasce proprio qui. Sarà lui a fondare la Repubblica basandosi
sull'idea dell'Umanesimo. In un mondo ideale potrebbe farcela, ma nella
realtà no... Lorenzo dovrà vivere tra intrighi, lotte e
delitti per il potere; sarà costretto a prenere delle decisioni
immorali e ogni volta che lo farà la sua anima si
spezzerà. Vuole una Repubblica unita, ma oltre alle lotte
esterne ci sono anche quelle dentro di lui. E fanno molto male. Per
sfuggire al dlore si rifugia nell'arte. Perché la bellezza
proviene da Dio.
Quando
Lorenzo nacque, la famiglia Medici era all'apice del suo potere
politico nella Repubblica Fiorentina, controllando le complesse
istituzioni Repubblicane per il funzionamento dello Stato. Il nonno di
Lorenzo: Cosimo era riuscito grazie all'enorme fortuna finanziaria
della sua banca, a legarsi ai politici fiorentini e parlare per il
popolo alla Signoria.
Nel 1434, dopo appena un anno di esilio a Venezia, Cosimo rientrò a Firenze, esiliò gli Albizi.
Cosimo
in apparenza fa decidere ai suoi politici durante le riunioni al
Palazzo Dei Priori; invece è ià tutto deciso prima da
lui. Sono solo delle cose formali.
Lorenzo
è figlio di Piero (Cosimo) De' Medici e Lucrezia Tornabuoni.
Nase l'1 gennaio 1449 a Firenze, viene battezzato il 6 dello stesso
mese in occasione dell'Epifania. Giuliano e Bianca sono i fratelli
minori... vogliono molto bene a Lorenzo. Nascono qualche anno dopo.
Lorenzo
insieme al fratello Giuliano, riceve un'educazione Umanistica e
politica; entrambe seguite dal nonno Cosimo e dai genitori.
Quando
era bambino Lorenzo è seguito da Gentile Da Urbino, mentre dal
1457 la sua educazione ha gli insegnati: Cristoforo Landino e Giovanni
Argiropulo per gli studi su Omero. Marsilio Ficino per la filosofia
Neoplatonica. E Antonio Squarcialupi gli insegna a ballare.
Il nonno Cosimo si affeziona molto a Lorenzo, ama discutere con lui di filosofia e anche altri argomenti più leggeri.
Lorenzo
dimostra un insolito interesse verso l'Accademia Neoplatonica; ha 12
anni partecipa alle discussioni di Marsilio nella Villa Di Careggi.
Lorenzo
mentre è adolescente vede suo zio Giovanni, secondogenito di
Cosimo Il Vecchio e successore del Banco Dei Medici; morire nel 1463
dopo una vita a perdere tempo. Non faceva mai niente. La debole salute
del proprio primogenito Piero soprannominato Gottoso a causa della
malattia (gotta), per qusto Cosimo nomina Giovanni per succedergli
nella banca.
Con
la morte del figlio, Cosimo ormai vecchio diventa ansioso. È
continuamente assillato dal problema della successione. Spera nei figli
di Piero: Lorenzo e Giuliano potrebbero diventare successori del padre
una volta diventati maggiorenni. L'ansia di Cosimo si aggrava quando i
Pazzi (una famiglia di banchieri e nobili) provanob a diventare
banchieri papali. La banca dei Medici finirà in bancarotta senza
i soldi della Chiesa, è questo che fa preoccupare Cosimo. Ha
fiducia nell'intelligenza di Lorenzo, deve solo imparare il lavoro.
Per
i Pazzi Cosimo è solo un banchiere – mercante che ha avuto
fortun ereditando le cose del padre. Non dovrebbe essere nella
Signoria, quel posto è riservato solo ai nobili.
Prima
di morire, Cosimo fa promettere a Piero di non trascurare l'educazione
dei due ragazz: devono venire trattati come se fossero uomini
nonostante la loro giovane età.
Lorenzo
sta accompagnando Piero dai Donati per parlare dei debiti, vuoe
convincerli a fare un prestito. Non hanno neanche i soldi per il
matrimonio della figlia.
Padre e figlio vengono accolti dai Donati.
"Posso leggere un libro mentre parlate? Ne avete tanti. Che bello."
"Certo,
giovane Medici. Vai pure. Non penso che ti interessino i nostri
problemi."risponde Manno indicandogli a porta della biblioteca con il
dito.
Lorenzo entra e preso un libro siede sulla sedia vicino al camino. Dopo qualche ora viene interrotto da qualcuno.
"Scusate... non volevo disturbare... me ne vado subito... stavo cercando un libro..."
"Non
mi state disturbando. Stavo solo leggendo questo libro, mentre aspetto
mio padre."risponde allegro abbracciando Lucrezia. Anche se Piero non
vuole che sia suo amico lui disobbedisce, si vedono di nascosto.
Piro non vuole che suo figlio e Lucrezia siano amici, se i nemici
dovessero
scoprirlo spettegolerebbero. Secondo loro dei banchieri non devono
stare insieme ai nobili nela Signoria. È impensabile! Sono molto
tradizionalisti. Guai a cambiare le cose. O almeno provarci.
I
Donati sono una famigla nobile; ma non avendo quasi più soldi
devono stare lontano dai Medici, soprattutto Lucrezia da Lorenzo. Per
questo Piero non vuole che il figlio la veda.
Lorenzo sorride a Lucrezia e lei lo bacia sulla guancia.
"Quando potremo vederci di nuovo? Mi manca giocare insieme. I miei fratelli sono noiosi."
"Non
lo so. Ma spero primache parta per Milano. Dovrei andare tra due
settimane."spiega dispiaciuto Lorenzo chiudendo il libro che stava
leggendo.
Lucrezia Donati è una ragazza molto bella. Con gli occhi neri e i capelli castani riesce ad affascinare il suo amico.
"D'accordo. Allora.. ci vediamo... buon pomeriggio, amico..."saluta triste l'amico e lo lascia.
Dopo poco arriva Piero per tornare a casa.
Durante la cena a Lorenzo sembrao che i genitori siano tesi.
"Voglio che domani parti per Milano. Dovrai andare in tutte le banche."
"Avevo capito che la partenza fosse tra due settimane, non subito."dice confuso a Piero.
"Fai come ti ice tuo padre senza protestare. Prepara le tue cose."ordina Lucrezia al figlio.
Lorenzo
è innamorato della sua amica, per questo non vuole lascare
Firenze; ma deve partire lo stesso. Deve reprimere il suo amore e
andare a Milano. Rimpiange quando non aveva responsabiltà.
È adesso che inizia il Canzoniere: un libro di poesie sull'amore
platonico e tormentato per Lucrezia. È quasidepressivo.
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Capitolo 2 *** 2 ***
ìp
2.IL TEMPO FUGGE PER NON TORNARE PIUE.
Lucrezia
è triste che il suo migliore amico sia partito. O così
pensa visto che non gli scrive da un po'. Per evitare di farsi scoprire
infilano i messaggi dentro al vaso vicino alla botte nel vicolo.
Lucrezia
deve sposarsi ma Manno non sa dove prendere i soldi: anche per mandarla
in un convento c'è da pagare. Lei è l'ultima di nove
fratelli. Manno si sposa con una primamoglie e ci fa cinque figli.
Lucrezia va al vaso e non trovandoci nessuna lettera delusa torna in casa.
Lucrezia va da Ugo in cortile.
"Non è arrivata nessuna lettera? Nel vaso ci sono solo delle pietre."
"No,
sorella. Credo che abbia avuto un problema se è partito senza
scriverti. Presto ti scriverà. Non preoccupati. So quanto 1ui
ami mia sorella."risponde consolando Lucrezia, lei annuisce triste. E
gli sorride.
"Non possiamo essere amanti! Siamo amici! Sarebbe troppo strano!"eslama meravigliata ed entrambi ridono.
"Certo.
Lui proprio non è innamorato. Neanche un po'. Zero.
Anzi."aggiunge allegro Ugo facendola ridere. Sì. Mi sono
innamorata di Lorenzo. E lui? Prova lo stesso per me come dice Ugo?
È successo senza che potessi accorgemene... ho provato a
dirglielo indirettamente? Non lo so. Mi sono accorta che frse anche lui
è innamorato? Devo stare attenta ai segnali. Pensa dubbiosa
Lucrezia tornando in casa. Penelope guarda la nipote imarita.
"Cosa stai facendo? Fuori c'è Satana. Non guardare dalla finestra."
"Nonna, è una stupida credenza nata durante gli anni delle guerre Sante."
"No. Non è vero. Allontanati dal davanzale. Perché vuoi farmi stare con l'ansia?"
"D'accordo,
nonna. Non ci st più se questo ti fa stare tranquilla."risponde
arresa sedendosi sul divano insieme alla nonna. Arriva Manno.
"Non
so proprio come trovare i soldi per farti sposare. Credo che
chiederò un prestito a Medici. È l'unica soluzione
possibile."dice sconfortato Manno.
"Per questo è venuto? So he troverete la soluzione. Ho 15 anni... non sono vecchia."
"Hai ragione ma non li avrai per sempre. E il problema della dote rimane."
"Se dite che è l'unica soluzione, perché non chiedete i soldi a Medici?"
"Penso
che farò come hai detto. È l'unica alternativa. Ma prima
voglio fare un'altra cosa."dice lasciandole di nuovo sole.
Lucrezia
esce a passeggare. Non posso toccarti, baciarti o stringerti. Ma so che
tornerai presto. Ho bisogno di credere in questa cosa. Devo... quando
ti vedo sono felice. Il mio cuore è tuo. Vorei capire come posso
riprendermelo... poi ci ripenso. Perché nelle tue mani
sarà trattato bene. Non sarà mai di nessuno. Solo tuo.
Pensa dolce guardando l'esterno di Palazzo Medici. Lui vive in quel
palazzo circondato dalla sua amata arte. E Lucrezia non è tra
questi... può solo ammirarlo da visitatore esterno; ma lei vuole
entrare nel suo cuore come ha fatto l'arte. Non più da amica,
quanti uomini hanno l'amate? Quasi tutti. E se deve esserlo, per
Lorenzo lo accetta; l'importante è starci insieme. Non sempre.
Si accontenta anche di qualche ora alla setimana, basta vederlo.
Lucrezia
riprende a camminare e in un vicolo vede Bianca che bacia Guglielmo
Pazzi, preferisce farsi gli affari suoi. Non vuole fare arrabbiare
Piero e Lorenzo dicendogli la verità su Bianca. Hanno già
troppi problemi con i nobili.
Lucrezia torna a casa che ora di cena, siede al tavolo.
"Ho
chiesto i soldi a Medici. E scritto ad un mercante che domani
verrà. Ora potrai sposarti. Il tempo non aspetta."spiega
sollevato Manno e lei gli sorride, intanto i domestici servono la cena.
"L'avete visto? Potete dirmi qualcosa su di lui? È bello? Quanti anni ha?"
"Gli ho scritto. So solo che ha 27 anni. Si chiama Niccolò Ardinghelli."
"Grazie! Non vedo l'ora di conoscerlo! Sono molto curiosa!"esclama entusiasta infilzando con il coltello la carne.
Lucrezia
finito di mangiare va a dormire. Finalmente potrà avere un
futuro! Non resterà senza casa quando Manno sarà morto,
anche perché Lorezo non lo permetterebbe; se fosse necessario
supplicherebbe Piero pur di evitare che resti senza casa... è
questo ad amare di lui: la gentilezza e l'altruismo.
Il
giorno che si sono conosciuti Lorenzo le aveva pagato un vestito,
voleva vederla sorridere. Viene subito colpito dalla sua bellezza.
Lurezia prende il vestito che le aveva regalato e lo fissa imbambolata.
Ricordo di Lucrezia
Sono
dal sarto ma purtroppo non avendo soldi devo rinunciare al vestito.
Pazienza. Dai. Infondo c'è di peggio nella vita. Lo
comprerò appena potrò.
Un ragazzo con i capelli castani mossi e gli occhi neri si avvicina.
"Lo comprerò un'altra volta. Puoi tenermelo?"domando dispiaciuta alla sarta.
"Non
serve. Lo pago io..."risponde allegro il ragazzo, sia io che la sarta
lo fissiamo pagare sorprese. Non ho mai trovato uno sconosciuto
cosìgentile.
"Vi
ringrazio. Non mi capita spesso che uno sconosciuto voglia aiutarmi. Di
solito i nobili preferiscono evitarmi. Perchéve lo sto dicendo?"
"Fa niente. Studio per diventare banchiere. Non sono un nobile. Come vi chiama..."
"Siete...
Lorenzo De' Medici?! Sto parlando proprio con voi?! Vero?!"chiedo
stupita sotto il suo sguardo divertito. Per i cittadini la famiglia
Medici è una divinità. Camminiamo chiacchierando.
"Ho pagato il vostro vestito. Ma non so neppure a chi."
"Lucrezia Donati. Grazie di averlo pagato."aggiungo imbarazzata facendo un mezzo sorriso.
Arriva sua madre. O almeno credo. Si assomigliano molto. Hanno gli stessi capelli mossi.
"Cosa stai facendo? Non ti devi fermare a parlare con tutti. Andiamo."
"Scusatmi. Ho solo pagato questo vestito a madonna Donati. Non volevo farvi arrabbiare."
"Non
devi più avvicinarti a lei. Capisco che volessi solo fare una
cosa carina. Quella ragazza ci darà problemi. La sua famiglia
è nobile ma senza soldi."sussurra comprensiva al figlio pensando
che non riesca a sentirla. L'unica cosa che mi rimane è questo
vestito.
Dopo alcune settimane rivedo Medici. Sono nel vicolo quando si avvicina.
"A
me non interessa cosa dicono, voglio essere vostro amico. Devo
avvertirvi che quando mio padre sarà morto lo sostituirò
nella Signoria e in banca."
"Non
importa. Vi aspetterò. Dovete fare il vostro dovere. Lo capisco.
Quando volete vedermi scrivetemi un messaggio e nascondetelo nel
vaso."rispondo sorridendogli felice. Sono contenta di vederlo; ma anche
triste perché non so quando lo reincontrerò.
Lucrezia
fissa il bvestito imbambolata. Vorrebbe vedere Lorenzo: quando ha
accettato di essere suo amico sapeva che lui avrebbe sempre dato
più importanza al dovere.
Lucrezia
tocca la stoffa del vestito nostalgica. Il vestito ha lo stesso colore
dei suoi capelli. Vorrei tanto poterli toccare... si. Sarò la
sua amante. Ho deciso. Riflette decisa a dirgli la verità.
Lucrezia
posa il vestito sula sedia e spegne la luce. Fissa Firenze dal
finestrone. Quando incontrerà Niccolò vuole mettere quel
vestito, ricordandosi che gliela regalato Lorenzo si sentirà
meno impaurita.
La mattina seguente delle domestiche svegliano presto Lucrezia.
"Avete già scelto il vestito che volete indossare?"chiede ansiosa la domestica aprendo lepersiane.
"Sì... è quello sulla sedia... perché mi avete svegliata così presto? Ho sonno."
"Oggi
viene vostro marito a conoscervi. Vi siete dimenticata? Su.
Alzatevi."ordina paziente la serva prendendo il vestito, dopoché
glilo infilano le mettono i gioielli.
"Siete stupenda. Andate. Dai. Abbiamo finito."dice serena un'altra domestica spingendo la ragazza fuori dalla stanza.
Lucrezia
finisce la colazione e aspetta che arrivi Niccolò. Il tempo
passa rapido, non può aspettare Lorenzo; sa che lui dovrà
sposare una nobile con i soldi. Potrà solo essere la sua amante
nei momenti che si vedranno.
Al
pomeriggio arriva Niccolò e Lucrezia dopo averlo visto è
delusa: non si aspettava un uomo così vecchio, lo immaginava
quasi della sua stessa et. Ma con i soldi dati da Piero quello è
stato il meglio che Manno potesse trovare per la figlia. Suo padre non
le ha detto una bruta verit sul futuro marito: è stato esiliato
da Firenze perché spesso faceva delle risse.
Lucrezia
sposa Niccolò e si trasferisce con lui a Volterra. È
stato Piero a hiedere il permesso ai Priori per dargli un permexsso
temporaneo ed entrare in città. Vivono vicino Palazzo Maffei nel
centro del paesino.
Per
Lucrezia quel posto è noioso perché ha pochissime feste e
non esiste una biblioteca decente. C'è ma ha pochissimi libri
interessanti.
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Capitolo 3 *** 3 ***
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3.QUANTO QUELLO AVEA PUR QUALCHE SPERANZA
Clarice
nasce a Monterotondo (un paese in provincia di Roma) il 23 novembre
1453. E' figlia di Jacopo e Maddalena. Gli Orsini sono un'antica
famiglia nata durante il Medioevo.
La madre di Lorenzo sceglierà Clarice per farla sposare con suo figlio: in questo modo i Meici sono legata agli Orsini.
Clarice
è nipot dei Cardinali Latino e Giovanni Battista. Sogna di
diventare suora, ma presto srà costretta a sposare un uomo che
non ama.
Clarice
dopo pranzo presa la Bibbia va al Vaticano dal suo amico Fausto. Si
incontrano nel parco vicino l'entrata della Curia. Siedono sulla pnca,
intangto i Cardinali entrano, escono, parlano o girano.
"Come state? Vi vedo riposata. Avete deciso di diventare suora, quindi?"
"Sì. In questi giorni sono contenta. Lo dirò alla mia famiglia appena potrò. È la mia vita."
"Sicura?
Non è una vita facile. So che siete capace, ma dovete pensarci
bene. Rinuncierete all'amore figliale e ad un marito."spiega penserioso
Fausto fissando un Cardinale che legge soto al portico.
"Lo
sono. Per me è un piacere aiutare gli altri. Sono stata
fortunata a nascere in una famiglia nobile. E se posso, perché
nn dovrei aiutare?"
"Avete
ragione. Vogli solo che ne siete sicura. È una vita in
solitudine... senza legami affettivi. Abbiamo Dio... ma alcuni non
riescono..."dice dubbioso Fausto uscendo dal Vaticano insieme a lei,
raggiungono un vecchio edificio. Clarice lo osserva curiosa, non
capisce perché sono lì; ma senza fare domande segue
Fausto dentro.
"Avete
qualche moneta? Vi prego, madonna. Ho fame. È tanto tempo che
non mangio."dice disperato lo sconosciuto avvicinandosi, dopoché
Clarice gli dà delle monete se ne va meravigliato dalla sua
gentilezza.
"Aiutate
gli sfortunati? Quanta sofferenza. Date un edificio a queste persone
per farle stare al caldo. È bello quello che fate."
"Cerchiamo
di aiutarli. Ma c'è sempre tanta gente e noi siamo pochi. Se
volete fare qualcosa ne saremo felii, anche una cosa minima."
"Certo!
Ditemi cosa fare! Non c'è nessun problema, anche altri posti
vicino Roma!"esclama entusiasta Clarice imitando Fausto che serve il
cibo.
"Ci
sarebbero delle case a Frascati, Viterbo, Monterotondo e
Bracciano."risponde senza nessuna speranza che accetti di andarci.
Resto sempre incantata dal tuo amore... tu sai comprendere. Questo
silenzio che determina il confine fra i miei dubbi e la realtà.
Da qui all'eternità non mi arrendo. Portami via dai momenti
tristi. Da questi anni violenti, in cui ho visto tanta mrte. Da ogni
angolo di tempo dove io non trovo più energia cerco conforto in
te. Si Dio e so che mi ascolterai. Pensa confusa e triste dalla loro
sofferenza.
Clarice resta con lui tutto il giorno: si dimentica perfino di pranzare.
"E domani posso andare negli altri? Preferisco un posto piu' piccolo."
"Se
volete... certo. C'è sempre tanto da fare... e un' altra persona
che aiuta fa piacere averla. Ma ora è meglio andare. Non vi
siete fermata."risponde contento a Claice lavandosi le mani. Pur avendo
lavorato tutto il giorno non sente la stanchezza, è felice di
avere aiutato quelle persone. Clarice continua a pensare alla sua
ortuna. La convinzione nel volere diventare suora si fa sempr
più forte.
Clarice saluta l'amico baciandolo sula guancia, lo fa perché in strada non sta passando nessuno; poi va a cenare.
Aurante è la sorella,oinve Orso e Rinaldo sono i fratelli di Clarice.
Orso fa l'addestramento militare. Rinaldo diventerà Arcivescovo di Firenze.
"Sorella,
i nostri genitori non ci sono; quindi siete una mia
responsabilità."dice preoccuparto Orso sedendosi, intanto lei lo
guarda senza capire.
"Sono la sorella maggiore. E so quello che faccio. Pensa al tuo addestramento."
"E' vero, ma sono l'unico che sa combattere. Volevo solo dire questo."
"Ho capto, ma non dovete preoccuparvi. Sto sempre attenta. Quanto vi fermate?"
"Qulche giorno. Poi torno a casa. Va bene. Ci credo che state sempre attenta."
"Cosa
avete fatto tutto il giorno? Immagino che vi siate divertita se siete
sparita fino adesso."domanda curiosa sua sorella. Aurante e Clarice
hanno lo stesso carattere timido, per questo semba che si stiano
antipatiche.
"Ero
con padre Marinacci negli edifici che ospitano le persone malate o
senza casa. Lo stavo aiutando. E oggi ho capito una cosa: voglio
diventare suora."
"Per
voi i mondo è tutto buono. E merita di venire aiutato, ma vi
dico una cosa: sbagliate. Se non lo imparate presto
soffrirete."aggiunge tenero Rinaldo dall'ingnuità della sorella.
"Non sono stupida. So che c'è gente cattiva, ma esistono anche tanti buoni."
"I
buoni sono molto pochi. Guardatevi intorno. Dove vedete tutta questo
altruismo?"chiede dubbioso Rinaldo e Clarice gli fa un mezzo sorriso.
Finita la cena Clarice va nella camera della sorella a chiacchierare.
"Cosa
leggi di bello? Hai finito quel libro che ti avevo suggerito?"domanda
allegra Clarice ad Aurante; dopo essersi messe il lenzuolo sulla testa
iniziano a parlare.
"Sì. Ma che brutta fine. Non pensavo che venisse ucciso. Speravo..."
"No!
Non ti credo! Si capiva dai primi capitoli che potesse solo finire in
questo modo!"esclama scandalizzata Clarice, ma Aurante ride e anche lei
fa lo stesso. È solo quando sono sotto al lenzuolo che diventano
meno impostate nel comportamento. Clarice pena che sia sorella a dover
controllare gli interessi della famiglia, in quanto lei diventrà
suora... invece non sarà esattamente cos.
"Non
so come fai a volere diventare suora. E rinchiuderti in qualche
monastero con altre 20 o 25 donne. Solo l'idea del restare senza figli
mi deprime."
"A me non è mai interessato avere una famiglia. Amo solo Cristo. Questo lo so."
"Chissà...
spero che sarai felice... ma penso di sì. Sei sempre stata
gentile con chi soffre. Ha ragione Rinaldo..."
"Non
sono stupida. Voglio solo aiutare altra gente. Credo che chiunque stia
male debba venire aiutato. Se io posso farlo, perché no?"
"Non
sei stupida, ma troppo buona. Ai tuoi occhi sono tutti bravi. Ed
è una brutta cosa, rischi che ti usino come vogliono."
"Hai
ragione... meglio che vada. Domani devo andare a Monterotondo con
Marinacci... buonanotte."dice stanca Clarice e la bacia sulla guancia.
Clarice
svelta si sveglia e senza mangiare esce nella mattina nebbiosa;
raggiunto l'appartamento dove vive Fausto lo saluta baciandogli
l'anello ed entrambi salgono sulla carrozza diretti verso Monterotondo.
Ci mettono sei ore, quindi devono fermarsi anche a dormire. È
pericoloso girare per le stradine che collegano i villaggi alle
città. Di notte tutti quelli con cattive intenzioni escono per
rubare ai nobili.
"Dobbiamo restare anche un notte. Non possiamo viaggiare con il buio. Va bene?"
"Sì.
D'accordo. Non ci sono problemi. Volevo venire a trovare mio
zio."risponde incantata ammirando le colline intorno al paesino.
Monterotondo è degli Orsini. Clarice l'ultima volta che
c'è stata aveva quattro anni.
La
carrozza si ferma davanti al monastero, Clarice viene aiutata da Fausto
a scendere; poilui bussa alla porta del grosso edificio. Clarice
osserva il paesaggio: ono sulla punta della collina, c'è tanta
natura e i raggi del sole illuminano tutto. L'azzurro del cielo sembra
blu. Sulla collina non c'è la nebbia come a Roma.
Clarice
siede su un masso ad aspettare. Come può Nostro Signore avere
creato tanta bellezza? È stupendo qusto paesaggio... sembra
finto. O un dipinto. Pensa stupita Clarice prima di alzarsi. Dal
portone esce un gruppo di suore.
"Vale, padre. Come possiamo aiutarvi? Spero che non abbiate dovuto aspettare troppo."
"No, tranquilla. Vorrei sapere se avete delle stanze libere. È possibile?"
"Certo.
Madonna Orsini, può venire accompagnata da Giacometti."risponde
educata la suora, mntre Laura accompagna Clarice nella ua stanza.
"E'
bello vedervi! Sono passati quanto?! Cinque anni?! Sei?! Cosa fate in
questo posto dimenticato da Dio?! Dovete dirmi tutto!"eclama allegra
Laura aprendo la porta della stanza.
"La
mia famiglia vive ancora a Roma e ho deciso di prendere i voti."spiega
contenta di vedere l'amica. Nella carrozza aveva insistito che si
fermassro proprio in quel convento, sperva di vedere Laura; le aveva
scritto una volta quando Clarice era bambina. E poi basta... quindi,
non sapeva se abitasse ancora nello stesso convento!
"Quanto
resterete? Come potete vedere non viviamo nel lusso. Preferiamo la
comodità allo sfarzo, ma spero che vi troverete benelo stesso."
"Solo
un giorno. Sicuramente sì. Non sopporto lo sfarzo, mi vesto in
questo modo per farmi riconoscere. L'unca cosa lussuosa sono i
gioielli."spiega rassicurando Laura, mentre sfila i braccialetti. Una
volta sola si inginocchia sul pavimento ed iizia a dire il Rosario,
anche se la pietra le fa male alle ginocchia ignora queèl dolore
insopportabile per continuare a pregare.
Clarice
si è sempre maladattata al lusso esagerato della sua famiglia,
preferisce una vita più semplice; cosa che per i nobili sembra
impossibile.
Clarice spera di diventare suora, ma la sua speranza rimarrà solo un desiderio infantile.
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Capitolo 4 *** 4 ***
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4.QUESTO NON HA SE NON PENTERSI INVANO.
Francesco
nasce il 28 gennaio 1444 a Firenze. Ha due fratelli: Giovanni e
Guglielmo. È figlio di Andrea Pazzi. Dopo la sua morte i figli
vengono cresciuti dallo zio Jacopoinsieme alla moglie Maddalena
Serristori. I nipoti vivono con la loro unica figlia: Caterina. Nasce
il 2 aprile 1463 a Firenze. Sua madre rimane incinta una seconda volta;
ma per colpa dell'aborto diventa depressa, quindi mnon può fare
altrob che mandarla in un monostero (lo stesso in cui si
trasferirà la loro unica figlia). Facendo cos sarà sempre
controllata dalle suore, tante volte ha provato ad uccidersi; è
per questo che Jacopo decide di mandarla nel monastero.
Caterina
diventerà santa, infatti molto presto si trasferisce nel
convento di Monticelli edentra nel gruppo Francescano. Diventa la
seguace del presbitero Stefano Da Bagnone.
L'allontanamento
di Maddalena fa soffrire tanto Jacopo, anche dopo annidalla
separazione. Continua ad amarla, infatti va sempre a trovarla.
Sono
passati anni dal giorno dell'allontamento di sua zia; Francesco
è diventato uomo e lavora insieme a Jacopo nella banca, oltre ad
essere un politico. Sta nella Signoria insieme alla famiglia. Cognome e
titolo nobiliare glielo permettono... senza non potrebbe starci.
È un suo diritto di nascita stare nella Signoria.
Francesco e Guglielmo si vogliono molto bene, invece vede Giovanni solo durante le riunioni della Signoria.
Francesco
sta scrivendo qualcosa sul quaderno, quando si accorge che è
buio. Si alza e va a guardare Firenze fuori dal finestrone. Il tempo
alla banca passa rapido: cisono tante cose da fare. Sono abituato a non
respirare. Ho sempre la testa immersa nell'acqua... i problemi
economici mi agitano e non ho ancora nessuna moglie. L'acqua è
sopra di me. Sempre. In ogni istante della mia vita... sento questa
sensazione... spaventosa. Qualche volte riesco a riemergere; dopo poco
credo di annegare... come vorrei essere ancora suo amico. Era l'unico a
farmi sentire protetto. Riflette arreso andando a chiudere il libro.
Uscito dalla banca in strada incontra Matilde Maffei. È la
sorella minore di Antonio, Raffaele, Mario e Giovan Battista (morto
pochi mesi prima).
I Maffei sono una delle famiglie nobili di Volterra, per questo Jacopo vuole che Francesco sposi Matilde.
Volterra
ha degli accordi commerciali con i Medici, se lei diventerà la
moglie di Francesco sarà più facile che Pazzi e Maffei
diventno alleati.
Volterra
è dal 300 cha ha accordi con Firenze, grazie al rafforzamento
dei legami commerciali e finanziari tra le due città. Nel
territorio di Volterra infatti; si estraevano minerali e si coltivavano
piante necessari alla lavorazione della lana.
Volterra
vende alla Repubblica Fiorentina il sale delle saline di Montegemoli.
È l'unica venditrice. I Medici quando andavano in vacanza a
Bagno e Morba vicino Montecerboli si fermavano nel paesino Volterrano.
Lo facevno per salutare le famiglie amiche: Caffarecci, Minucci ed
Inghirami.
Francesco paga un soldato per fargli urtare Matilde, è l'unica idea che gli viene.
Francesco si avvicina a Matilde per aiutarla.
"Stai attento. Mi hai fatta cadere... stupidi soldati. Fai attenzione..."
"Aspettate. Vi aiuto, madonna Maffei. State bene... giusto? Niente ossa rotte?"
"Sì.
Sto bene. Sono solo in ritardo, mia nonna si arrabbiarerà
moltissimo."risponde dolorante Matilde venendo aiutata da Francesco.
Giulia è la nonna paterna, dopo il funerale di Giovan Battista
Matilde si trasferisce a Firenze. Roma e Volterra le ricordano il
fratello.
Matilde
vive insieme a Giulia; vede Francesco tutte le domeniche durante la
messa, addirittura siedono vicini! Ma non si sono mai parlati.
"Allora,
direte a vostra nonna che avete fatto tardi per colpa mia. Siete caduta
e ho dovuto portarvi in braccio fino al vostro palazzo."
"Non posso farlo, messer Pazzi... capitemi. Sarebbe sbagliato nei vostri confronti."
"Insisto.
È sera. Permettetemi di accompagnarvi a casa. Credo che vostra
nonna lo apprezzerà. Siete l'unica femmina della famiglia."
"D'accordo...
come volete. Sì. Avete ragione... è meglio che mi
prendete in braccio."risponde allgra facendosi prendere dal ragazzo, i
passanti li fissano curiosi.
Francesco
si sente in colpa ad usarla, ma non può tradirde il suo stesso
sangue... infondo Jacopo l'aveva cresciuto da figlio. Se io tradisco il
mio stesso sangue, che uomo sarei? La mia vita è di Jacopo.
Sarò sempre in debito con lui. E detesto questa sensazione.
Pensa vergognandosi del suob gesto, allo stesso tempo si è
innamorato di lei. Se Jacopo lo sapesse gli darebbe dello stupido.
Giunto davanti Palazzo Maffei lascia Matilde, dopo averle fatto l
baciamano lei si inchina ed entra nell'edificio seguito da Francesco.
Mentre Matilde è lontano si avvicina a Giulia.
"Chi siete? Come avete fatto a entrare? Andatevene dalla mia casa."
"Vi prego... vrrei sposare vostra nipote. Sono Francesco Pazzi... ho accompagnato Matilde."
"Scriverò
ai suoi fratelli. Se accetteranno vi informerò. Non posso
promettervi nula."risponde orpresa la donna, Francesco dopo essersi
inchinato allegro esce da Palazo Maffei.
Francesco tonato a casa nel salone trova uno strano silenzio.
"Ti sembra l'ora di tornare a casa? Cosa stavi facendo?"domanda irritato lo zio giocherellando con un pezzo di pane.
"Sono
stanco. Adesso che è arrivato, posso andare a dormire?"domana
esitante Guglielmo, ma sotto lo sguardo furente dello zio si zittisce.
"Resta seduto. Finché non te lo dico stai fermo. Anche tutta la notte, se è necessario."
"Vi prego, zio... arrabbiatevi con me senza mettere i mezzo Guglielmo..."
"Dove sei stato?! Rispondimi! Non cercare di evitare il discorso! Sto aspettando!"
"Ho
chiesto alla nonna di Maffei se potevo sposare Matilde. Scriverà
ai nipoti."spiega spaventato Francesco e alle sue parole lo zio si
calma.
"Allora
sei perdonato. Pensavo fossi in giro con ituoi amici a perdre
tempo."diceb sollevato Jacopo alzando il calice per brindare.
Finia la cena Francesco va nella sua stanza e dopo poco viene raggiunto dal fratello.
"Non vuoi sposare quella ragazza. Vero? L'hai detto solo per far calmarenostro zio."
"E'
esattamentequello che farò. I Maffei sono una famiglia molto
potente a Volterra e detestano Medici. Poi sono tutti collegati al
Papa. In un modo o nell'altro."
"E' stato lui a dirtelo? Come puoi sposare una straniera? Scegli ua della nostra città."
"Sposo
una straniera perché ha soldi e potere. È l'unico modo
per sperare di avvicinarsi a Papa Sisto. Se non diventiamo i suoi
banchieri..."
"Medici
è il banchiere di Sisto. Fai tutto questo, perché nostro
zio disprezza quella famiglia? Avresti dovuto rifiutarti..."
"NON
POSSO RIFIUTARMI, GUGLIELMO! È NOSTRO ZIO! CI HA CRESCIUTI FIN
DA QUANDO ERAVAMO BAMBINI! SE LO FACCIO TRADISCO IL MIO STESSO SANGUE!"
"Lei
è una traniera. Poi fai come preferisci. Ma ti dico solo che
Jacopo vuole usarti come fece anni fa. Non hai imparato niente da
quella volta?"commenta dispiaciuto Guglielmo, poi Francesco lo caccia.
Francesco
la mattina seguente mentre i domestici lo vestono pensa alla
discussione avuta con suo fratello. Al pomeriggio riceve il messaggio
dei Maffei.
"Sposerò
Maffei. I suoi fratelli hano accettato. Verranno a conoscerci
venerdì."annuncia emozionato Franceso, suo fratello gli fa un
sorriso forzato.
Arriva un servo e Jacopo lo fissa contrariato, il poverino dopo essersi inchinato eita.
"Scusate. Non voglio disturbarvi, ma madonna Maffei vuole parlare con voi."
"Cosa
stai aspettando?! Falla entrare! Subito!"ordina impaziente Jacopo,
mentre i fratelli si fissano stupiti. Il servo dopo poco torna con
Matilde, dunque lo zio insieme a Guglielmo escono dalla stanza.
"E' un caso che conosco voi e subito i miei fratelli vogliono farci sposare?"
"Maffei, vi amo. Ho chiesto a vostra nonna il permesso per sposarvi. Vorreste avere un marito che non conscete?"
"Avete ragione. Ma, come posso apere che non lo fate per il mio cognome?"
"Il
vostro cognome ha poca importanza per me. Vi ho mata da quando ci siamo
seduti in chiesa la pria volta dovete credermi. Non lo faccio per
soldi."
"Il matrimonio è un contratto. Non c'entra l'amore. Volete rubarmi i soldi?"
"Maffei,
quello che vglio rubare non lo ancora preso. Voi... invece sì.
L'avete fatto immediatamente. Credetemi... sono sincero."aggiunge
stanco Francesco perendendole la mano, gliela mette sl petto e Matilde
sentendo il uore del ragazzo decide di credergli.
"Scusate. Ho fatto delle domande stupide. Siete un grande seduttore. Vale."dice incoraggiata dal suo gesto e lascia Francesco.
La
speranza di Guglielmo diventa inutile quando vede che i domestici
iniziano apulire tutto Palazzo Pazzi. E Francesco ogni giorno che passa
è sempre piùb ansioso di conoscere i Maffei. Non
vedrà Matilde fino a quel momento.
Francesco è diviso tra il rimorso e l'obbligo verso suo zio... Jacopo lo ama.
Francesco
avrebbe dovuto ascoltare uo fratello e rifiutare di sposare Matilde,
Jacopo progetta delle cose contorte per distrugere i Medici. È
ossessinato da loro. Vive con questo desiderio ed usa l'insicurezza del
nipote per raggiungere il suo scopo.
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Capitolo 5 *** 5 ***
0
5.UNA MIA NATURALE INCLINAZIONE AL PIACERE...
Piero
pensò di affidare a Lorenzo alcune missioni diplomatiche a
Milano e a Venezia, dove vi erano due filiali del Banco Dei Medici.
Il
17 aprile 1465 conosce nella città di Pisa Federico Di Napoli,
diretto a Milano per rappresentare Alfonso al suo matrimonio con
Ippolita Maria Sforza.
Lorezo
è dispiaciuto di dover sepaarsi da Federico ma Venezia lo
attende. Viene presentato al doge Cristoforo Moro. Deve fare un accordo
con la Repubblica Serenissima sul commercio dello zucchero di canna.
In
tutrta l'Italia i politàici sapendo che Lorenzo non ha neanche
20 anni restano stupiti dealla sua grande capacità diplomatica.
Lorenzo
viene accolto nel Sentao da Cristoforo e gli altri vedendo che è
un ragazzo adolescente ne restano sorpresi. Vicino a lui c'è
Francesco.
“Benvenuto
nella Serenissima, giovane Medici. Come possiamo aiutarvi? Rsiete stato
mandato da vostro padre?”dice curioso Cristoforo osservando
Lorenzo.
“Sì.
Firenze vuole fare n accordo con Venezia per l'importazione dello
zucchero di canna. Sono venuto ad aiutare Pazzi nelle
trattattive.”
“Vostro
padre, ha mandato un principiante per fare l'accordo con una
città moltio importante. Cosa vi fa credere che mi serva
aiuto?”
“Pazzi!
Medici! Lasciate i vostri problemi fuori da questa stanza!”ordina
infastidito Cristoforo ed entrambi si zittiscono. Sono il potere e i
soldi a comprare la gente. Inutile illudersi. Non cambier mai niente,
devo impegnarmi per farlo accadere. Venezia ne è la prova: viene
chiamata Repubblica Serenissima... eppure qua ogni giorno attracano
tante navi negriere: trasportano gli schiavi presi dall'Oriente.
Cambierò tutto questo. È il mio destino. Riflette deciso
Lorenzo. Dimostrerà al padre di essere pronto a sfidare i
nobili; se ignificherà lottare per il bene della Repubblica
Fiorentina.
Finita la riunione Francesco e Lorenzo vanno a pranzare.
“A differenza vostra, Mediciho già fatto queste cose. Non capisco che aiuto potete darmi.”
“Non lo so. Se mio padre mi ha mandato ad aiutarvi avr pensato che vi servisse aiuto.”
“O... forse... vi ha mandato per spiarmi, cosicché possiate dirgli della nostra banca.”
“Non
è niente di tutto questo. Finiscila con questo essere
sospettoso. Voglio solo mparare bene il mio lavoro. Credimi. Dammi una
possibilità.”
“Una
possibilità? Non sono sicuro che ve la meritiate. Siete troppo
arrogante per volere aiutarmi. State tramando qulcosa. E presto lo
scoprirò.”
“Non sto tramando proprio nulla. Voglio solo che mi dai una possibilità.”
“D'accordo...
Medici... avete vinto voi... vi darò una
possibilità...”risponde rassegnato Francesco e Lorenzo
contento si inchina. Preso il calice va nella sua stanza a scrivere una
poesia. Non posso dimenticarti. Ti ricorderò con tutte lemie
forze... sei al centro del mio cuore. Io... amo in modo esagerato. Non
sbaglio perché sono cattivo, ma solo per questo amore. E
allora.. sì. Amo sbagliare. È un piacere venerarti, amica
mia. Mi viene naturale amarti... non so amare a metà. Riflette
trasognato fissando la poesia per Lucrezia, scriveva le parole quasi
fosse in trans. Quelle dolci frasi volevano essere scritte... uscire da
lui, come se fossero vive. La piuma si muoveva rapida sul foglio...
doveva scriverle.
Per i Fiorentini lui è un Dio, invece Lorenzo si sente tutto a parte questo.
Lorenzo
cerca un bordello per fare sesso, vuole farlo ora che può.
Appena tornerà a casa dovrà comprtarsi sempre bene.
Niente distrazioni.
Lorenzo
sale e scende dalle gondole, è nervoso pr la riunione con
Cristoforo. Tornato in Piazza San Marco etra nel Duoo, per quanto si
sforzi non riesce a stare lontano dall'arte... in qualsiasi forma essa
sia: ne è ipnotizzato. Come quando vede Lucrezia. Guarda gli
affreschi... dalle vetratre colorate entra una luce soffusa; che a sua
volta si onde con le fiammelle dei candelabri. Siede sulla panca ad
ascoltare i canti del coro.
Lorenzo
crede che l'arteè il modo in cui si esprtime Dio per parlare con
la gente, non avendo altri metodi. E lo fa attraverso gli artisti. Per
Lorenzo addiruttura le statue che mostrano i corpi nudi sono belle.
Lorenzo
cerca una festa in cui imbucarsi. I presenti lo guardano incuriositi
dai suoi vestiti: indossa una camicia grigia insieme ai pantaloni
marroni e un capello da cui si vedono i capelli legati.
Lorenzo
balla tutta la notte e senza neppure andare a dormire va direttamente
al Senato. Francesco lo guarda sorpreso, ogni tanto vedeva il ragazzo
durante la messa ma mai in questo modo. Sembra stanco.
“State bene? Avete festeggiato tutta la notte? Siete sveglio da ieri?”
“Sì ma stai tranquillo... dormirò dopo. Resisto finché non sarà finita la riunione.”
“Sarà
meglio, Medici. Non causarmi problemi con Moro. Ricordate la
promessa.”avverte serio Francesco sedendo sulla panca, fissa
torvo il ragazzo.
“Messeri,
se volete seguirmi. Sta iniziando la riunione. È in un'altra
stanza.”annuncia ansioso il segretario di Cristoforo, lo seguono
nella stanza.
Cristoforo
soprende di tutti: fa un accordo con il Banco Medici. Lorenzo quando si
impegna sa essere molto persuasivo, lo ha convinto che Veneziavr dei
vantaggi maggiori rispetto alla banca dei Pazzi.
“E'
solo la fortuna del principiante. Non sapete neanche come avete
fatto.”commenta irriato Francesco e Lorenzo gli sorride
felicissimo.
Conclusa
l'esperienza Veneziana, Lorenzo dopo tre giorni di viaggio arriva a
Milano. La prima cosa che fa è scrivere al padre del suo
successo con Venezia!
Lorenzo
si reca a Milano dove conosce Francesco Sforza, amico e alleato del
nonno Cosimo. Viene ospitato nel Castello Sforzesco per il matrimonio
di Ippolita Maria con Alfonso (il quale viene rappresentato da suo
fratello).
Lorenzo
viene informato da Pigello Portinari, direttore della filiale; su come
deve comportarsi durante la riunione col duca Sforza. Si parleranno
dopo il matrimonio di Ippolita Maria. Lorenzo festeggia insieme agli
altri. La ragazza è nervosa, quindi lui le si avvicina.
“Non
dovete avere paura, Sforza... starete bene. Sono sicro che vostro padre
vi ha fatta sposare con una brava persona... tranquilla.”
“Ci
provo. Ma non riesco. Sono agitatissima. Napoli è moèto
lontana.”risponde ansiosa rovesciando il calice sulla tovaglia,
l'acqua bagna anche i tovaglioli; Lorenzo le asciuga la mano solo per
parlarle. Non potrebbe farlo visto che è il compito dei servi...
si piacciono.
“Va
meglio, vero? Quando volete sentirmi basta che spedite un messaggio a
Lorenzo De' Medici. Firenze. Potrete scrivermi di qualsiasi
cosa.”spiega gentile ad Ippolita sussurrandole con voce dolce,
sembra tranquillizzarsi un po'. Non sa neanche lui come fa a
rassicurare le persone con cui arla, lo faceva quando sua sorella aveva
paura o era agitata.
Lorenzo
ed Ippolita diventeranno amici, ma non di quelli che poi si
innamorano;perché lui ama già Lucrezia. Sarebbe
impossibile che riesca dimenticarla.
Lorenzo
non puòfar sapere a nessuno che ha due femmine come amiche o
Jacopo direbbe ai cittadini questa cosa, Francesco pur odiandolo non fa
queste azioni meschine.
Ma Lorenzo vorrebbe tanto dirlo al fratello, sa che lui non lo tradirebbe mai.
Lorenzo
non vede l'ora di dire a Giuliano della sua nuova amica, sa che lo
capisce. E non giudicherebbe mai l'amicizia con Ippolita. Ma a Lorenzo
manca anche la sua amata arte... Milano neha poca, Firenze è
piena di artisti.
Lorenzo
attende con impazienza il giorno in cui entrare a far parte della
Signoria, vuole sfidare i nobili facendogli vedere che pure un
banchiere sa essere come loro. Devono finirla di credersi i padroni
della città, perché in realtà è la sua
famiglia ad esserlo non loro. E anche clui come Cosimo lotterà
per tenersi Firenze. A differenza del nonno però, userà
sempre metodi legali... non farà mai scelte illegali ed
immorali. Risolverà i problemi usando le parole. Sempre. A
qualsiasi costo. Sarà un ragazzo peretto.
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Capitolo 6 *** 6 ***
0
6.LA TARDITA' DELLE PROMESSE SUE.
Lucrezia
si sforza di essere una brava moglie, ma fa fatica. Pensa continuamente
a Lorenzo e al motivo per cui non le abbia ancora scritto. Ha solo
un'idea: lui è arrabbiato per qualche motivo, quindi la punisce
in questo modo.
Volterra
ha solo un bel paesaggio. Lucreziaviene laciata da suo marito subito
dopo il matrimonio. È sola e tutte le mattine gira per la
piazza, spesso siede al tavolo davanti a Palazzo Dei Priori ed osserva
i passanti. Poiché è sola viene guardata male dalla
gente. Vede i Maffei entrare nel Palazzo Dei Priori.
Lucrezia tornata a casa annoiata siede sjul divano e fissa la piogga. Entra un servo.
“E'
arrivata questa lettera per voi. Da Firenze.”spiega dandole la
busta e Lucrezia ansiosa apre per leggerla. Legge: Non mi sono
dimenticato di voi. Ero a Venezia e Milano. Ho tante cose da
raccontarvi. Vorrei incontrarvi... se è possibile. So che non
potete venire a Firenze, quindi verrò io... in realtà son
già qua. Ci vediamo domani pomeriggio alle 13.30 nel vicolo
dietro al Palazzo Dei Priori.
Finito
di leggere, Lucrezia saltella festosa per le stanze; canta ignorando
gli sguardi confusi o contrariati dei domestici. Il giorno seguente
vedrà Lorenzo! Non sa trattenere l'entusiasmo.
“E'
pronto il pranzo. Se volete venire... vi aspetta nella
eranda.”dice paziente la domestica portando Lucrezia fuori. Il
tempo sembr faccia apposta a rallentarsi ad ogni ora che si avvicina
alle 13.30.
Lucrezia
10 minuti prima dell'appuntamento è già nella piazza. Il
tempo mi ha fatto una promessa... e non la sta mantenendo... ritarda
sempre. Ho sete di risposte. Ogni parola che Medici evita di dire mi fa
sprofondare nella disperazione e nei dubbi. Queste sensazioni sono
uguali al fango. Appicicose. Creco di uscirne ma ne resto
impantanata... immobilizzandomi... nell'incertezza scruto la sponda
dell'amore. Mi ama? A volte sono sicura di sì... altre no. Come
faccio ad uscirne? Riflette dubbiosa Lucrezia. Non sa neppiure se sia
incertezza, ansia o entrambe.
Lucrezia giunta nel vicolo corre ad abbracciare Lorenzo.
“State
calma. Sono qua. Dai. Andiamo da un'altra parte. Vicino ai
vigneti.”mormora emozionato avvicinandosi per baciarla, in quei
secondi tutti i dubbi che aveva spariscono.
Lorenzo tira l'amica verso le vigne, sono soli. Possono coccolarsi senza la paura di venire scoperti.
“Mi avete fatta stare con la paura. Pensavo che foste arrabbiato...”
“E perché mai? Non potrei arrabbiarmi talmente tnto da smttere di scrivervi.”
“Non mi avete scritto per tre settimane. Cosa avrei dovuto pensre?”
“Scuate.
Mio padre, ha voluto che mi fermassi anche a Venezia e Pisa. Non ho
smesso di pensarvi, se è questo.”aggiunge apprensivo e lei
subito si a convincere. L'insicurezza di 20 minuti prima è
sparita sostituita dalleuforia per essere con lui! Sono sempre dei
momenti belli.
“V prego, appena tornte a Firenze chiedete il permesso per farmi...”
“Chiedetemi tutto, ma non questo... è mio padre nei Priori. E sarebbe favoritismo...”
“Capisco.
Avete ragione. Dimenticate quello che vi ho chiesto... non
dovevo...”risponde mesta provando a nascondere la delusione,
evita lo sguardo dell'amico e lui capendolo le accarezza una guancia.
Lucrezia
si sforza di non fissare i suoi occhi, ma sono ipnotici... le piacciono
tanto. Ha degli occhi molto espressivi. Sembra che riesca a vedere la
sua anima. È un ragazzo dolce e gentile. Ne esistono pochi come
lui. Medita innamorata toccandogli delle ciocche di capeli sfuggite al
nastro.
“Salviati
è a Firenze. Credo che stia tramando qualcosa. Non lascia mai
Roma.”dice ansioso Lorenzo. Francesco Salviati è figlio di
Bernardo e Elisabetta. Odia i Medici. Studia per diventere Vescovo.
Il breve incontro / appuntamento tra Lorenzo e Lucrezia finisce con un abbraccio.
Lucrezia
incontra Marzia. È figlia di Paolo Inghirami soprannominato
Pecorino. Per la prima volta da quando vive a Volterra una persona le
va vicino.
“Buon
pomeriggio, madonna Ardinghelli. Vorrei invitarvi a casa mia. Abitiamo
vicine e non ci siamo mai parlate. Avete voglia?”dice allegra
alla ragazza, che la fissa sorpresa. Essere sposata con un esiliato
è difficile: viene guardata male.
“Oh... non me l'aspettavo. Va bene... siete sicura che a vostro padre andr bene?”
“Sarà a Pisa fino dopodomani. Ma se preferite possiamo aspettare quando torna.”
“Mi
avete solo colto di sorpresa. Certo che voglio venire.
Andiamo.”risponde stupita Lucrezia seguendo Marzia a casa sua.
Parlano tante ore. È contenta di avere un'amica.
Lucrezia
non sa quando Niccolò tornerà dall'Oriente, quindi
trascorre le sue giornate con Marzia. Una mattin riceve un messaggio da
Lorenzo. Legge: Mio padre ha chiesto il permesso per escludervi
dall'esilio. Potrete tornare a Firenze quando volete. Spero di avervi
reso felice.
Finito di leggere Lucrezia fa preparare ai domestici i bauli per la partenza.
Lucrezia
raggiunge Firenze all'alba: ci ha messo 15 ore. Alunga il collo fuori
dalla carrozza; appena scorge la cupola si sente euforica. Le passa
anche il sonno. Come posso non guardarlo con gli occhi dell'amore?
È dolcissimo... e simpatico. Lo adoro. Quando sono con lui sto
bene. Mi capisce. Vorrei fermare il tempo al momento in cui siamo
insieme. E gli voglio bene. Quando parla lo ascolto attenta... la voce
ha un suono ipnotico. Melodico. Pensa cotta... anzi stracotta di lui...
raggiunta la sua casa le guardie aproo il portone.
“Come
avetw fatto a entrare in città? Sapevo che siete stata esiliata
con Ardinghelli. O magari, ho capito male? Ma sono contento di
vedervi.”domanda sopreso Ugo incontrandola nel corridoio.
“Mi hanno esclusa dall'esilio. È solo mio marito a non poter entrare.”
“Capisco. È bello riavervi con noi. Quanto vi fermerete? Spero un po' di giorni.”
“Ardinghelli
è in Oriente. Mi ha già detto che resterà poco
qua. Dovrebbe tornare tra sette mesi. Più o meno. Lo
scriverà appena saprà quando.”spiega contenta
divederlo. Lucrezia va da Manno. E appena la vede corre ad abbracciarla.
“Sono
contento di vederti. Puoi tornare nella tua vecchia camera, se vuoi. E
siamo stati invitati dai Pazzi per il fidanzamento del nipote
Francesco. Stasera.”
“D'accordo, padre. Ma, siete sicuro che sia una buona idea? Sono la moglie di un esiliato.”
“Sì. Sicuramente ti guarderanno male. Ma, siamo abituati a questo. No?”
“Va
bene. Avete ragione. Mai rifiutare unnvito pegr
divertirsi.”aggiunge allegra sua figlia prima di inchinarsi per
andarsene. Serena sistema il vestito e i gioielli sul comò; non
le interessano i Pazzi. Significa che alla festa è stato
invitato anche Lorenzo! E se per incontrarlo deve andare alla festa di
Francesco ci va, sebbene non sopporti quella famiglia altezzosa lofa
solo per Lorenzo.
Suona
il clavicembalo finché non eve prepararsi per la festa. Si
guarda allo specchio e nervosa raggiunge gli altri. Sono anni che non
viene invitata da nessun nobile. È quasi un'esperienza nuova...
queste persone sono famose per l'intolleranza veso chi (secondo loro)
è indegno della loro attenzione perché: senza ricchezze o
quasi, non ha un titolo nobiliare antico, ama il progresso e sono di
classe sociale inferiore. Lucrezia Donati ha tutte le qualità
per farsi disprezzare da loro... manca solo la classe inferiore!
Lucrezia
giunta davanti Palazzo Pazzi fissa l'imponente edificio nervosa. Non sa
cosa pensare di tutte persone che tra poco incontrerà.
Lucrezia, Manno e Ugo vengono accolti da Francesco, il quale li fissa sorpreso.
“Benvenuti
Donati. È un piacere conoscervi. Vorrei presentarvi la mia
fidanzata. Matilde Maffei. Spero che possiate divertirvi.”dice
esitante, mentre Matilde si inchina imitata dagli altri; Ugo e Manno le
fanno il baciamano. Lo stesso fa Francesco con Lucrezia. Sono tutti
nervosi tranne Matilde che è emzionata.
“Chissà
perché suo zio ha voluto farlo sposare con quella
ragazza.”commenta disgutato Ugo e sua sorella lofissa dubbiosa.
Non capisce a cosa si riferisca. Forse al fatto che i Maffei sono
importani.
Sta
per iniziare la festa, quindi gli invitati si avvicinano al tavolo. Il
primo che deve inizare a mangiare è l'uomo più vecchio.
Jacopo assaggia l'arrosto di capponi; dopodiché gli invitati
vedendo che ha sollevato il calice si zittiscono.
“Vorrei
ringraziarvi per essere venuti alla festa. Francesco è come un
figlio. Gli voglio bene e spero che sia felice insieme a lei.”
“Vi
ringrazio zio. È la stessa cosa che provo per voi. Mi
avete...”risponde commosso Francesco, nel frattempo Lucrezia
cerca con lo sguardo Lorenzo. È l'ultimo seduto infondo vicino a
Guglielmo.
“Vorrei
solo ringraziare i miei fratelli. Senza di loro non avrei mai avuto
questa possibilità. Iniziavo a pensare che sarei morta senza
sposarmi.”aggiunge allegra Matilde e finiti i ringraziamenti
inizia il banchetto. Dopo le lasagne gli invitati si alzano a ballare.
I primi ad iniziare sono Matilde e Francesco. Lucrezia deve ballare con
tutti, diunque anche insieme a Lorenzo. Per la prima volta si toccano
in pubblico. È una sensazione strana... non avere il terrore di
venire scoperta. Capisce che Lorenzo deve nascondere i sentimenti
mostrandosi distaccato ma ne resta ferita lo stesso. È solo
educato.
La
cosa peggiora, quando deve ballare con Francesco e vede Lorenzo fare lo
stesso con Matilde. Il suo amico sorride educato. Dentro diventa gelosa
ed invidia quella ragazza. Non sa i problemi tra Pazzi e Medici:
sospetta solo qualcosa.
Lucrezia
invidia Francesco perché dopo il matrimonio potrà farsi
vedere insieme alla moglie; invece lei sar sempre l'amante di Lorenzo.
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Capitolo 7 *** 7 ***
0
7.NON PUO' QUEL CHE GIA' FUE.
Sono
passati quattro anni dal momento in cui Clarice ha deciso di farsi
suora. E non ha ancoa detto ai genitori del suo desiderio. Tutti i
giorni va nell'edificio ad aiutare le persone. Ci resta fino alla sra.
Clarice
sta tornando a casa insieme ad Aurante, quando in strada vede un
ragazzo che allunga il collo fuori dalla carrozza. È Lorenzo.
Per pochi secondi i loro sguardi si incrociano. Clarice non ne resta
ganché colpita, a differenza d lui che la fissa; fiché
non viene allontanato dalla carrozza.
Quella sera Latino cenerà con loro. E leinon è ancora tornata a casa per cambiarsi i vestiti.
“Avete detto ai nostri genitori del vostro desiderio? Sono passati quattro anni.”
“No. Domani mattina. Sarà la prima cosa che farò. Non sono riuscita a dirglielo.”
“Vi
conviene frlo, srella. Immaginate se nostra madre sta combinando il
vostro matrimonio con qualche nobile... e a voi interessa
altro.”commenta divertita Aurante aprendo il portone della casa.
“Non
fatemi pensare a queste cose orribili. Avete ragione. Ho aspettato
troppo.”aggiunge ansiosa togliendo il mantello. Maddalena fissa
le figlie preoccupata.
“Cosa succede, madre? State bene? Perché ci fissate?”domanda perplessa Aurante.
“Oh...
niente... cara... mi è venuta in mente una cosa... devo
andare...”risponde serena Maddalena prima di andarsene. Le
ragazze si fissano e vanno nel salone. Jacopo arriva.
“Clarice, puoi venire un attimo con me? Vorrei parlarti di una cosa.”
“Certo?
Di cosa volete parlarmi? Non devo preoccuparmi, vero?”chiede
dubbiosa seguendo Jacopo nel suo studio. Una vocina dentro di lei le
sta dicendo che deve sposrsi.
“Vostra
madre, sta organizzando il matrimonio con Lorenzo De' Medici. Andrai
nella sua casa a Firenze. L'alleanza con la famiglia più
ricca...”
“Non posso, padre... sposare questo ragazzo mi renderà infelice... volevo farmi suora...”
“Non
puoi diventerlo. Devi sposare quelragazzo. È questo che abbiamo
deciso.”aggiunge infastidito Jacopoe la poverina non può
fare altro che accetterlo. Ha gli occhi annebbiati dale lacrime. Se li
sfrega.
Clarice
nella sua stanza, intanto che cerca un vestito adatto alla cena con
Latino piange. Non potrà realizzare il suo desiderio... deve
sposare un ragazzo e fare figli, lei ama solo Dio. Che stupida. Se non
avessi aspettato tanto probabilmente avrei realizzato il mio sogno.
Devo sposarmi e fare figli. Ma io amo solo Dio... non un ragazzo
qualunque. Medita triste asciugandosi le lecrime con la manica del
vestito.
Alla sera riesce a calmarsi, dopo essersi cambiata raggiunge gli altri nel salone.
“Avevo capito che dovesse venire solo Latino... perché c'è il salone pieno?”
“Che
sciocca. No. È per farti conoscere Medici. Non doveva vnire solo
lui.”spiega allegra Maddalena offrendole un calice.
Clarice sconfortata siede vicino al tavolo dove gli invitati vengono serviti dai servi.
“Rallegratevi,
sorella. C'è di peggio nella vta. Il matrimonio non è
così brutto.”dice allegro Rinaldo offrendole un piatto.
Lei lo ignora ed esce sul balcone lontano dalla confusione. Non
è proprio in vena di divertirsi. Annoiata fissa Roma. Si
arrampica sulla ringhiera.
“Cosa
fate qui da sola? Non vi piace la festa? O forse... siete
stanca?”domanda soave la voce diero di lei, mentre scende dalla
ringhiera.
“Non
è nulla... sto bene. Volevo slo allontanarmi dalla festa per
qualche minuto...”risponde stanca continuando a fissare Roma. Lo
sconosciuto siede sulla panca vicino Clarice.
“Vi
ho vista stamattina. Eravate con vostra sorella. Sembravate serena. Ora
no.”aggiunge dispiaciuto guardando anche lui la città. Le
luci fioche delle torce illuminano metà viso lasciando il resto
nella penomra.
“Pensate
di conoscermi, vero? Vi informo che bagliate. Non sono
triste.”replica infastidita dalla curiosià del ragazzo.
È la prima volta che si parlano e già crede di
conoscerla. Gli sta antipatico.
“Vostra
madre mi ha detto che aiutate i poveri. È ammirevole. Io voglio
istruirli alla bellezza usando l'arte. In questo modo servirò
Nostro Signore.”
“Credete
che a quei poverini interessi la vostra arte? Vogliono solo mangiare.
Non hanno tempo, né conoscenza per queste cose. Il loro pensiero
è sopravvivere.”
“Se
pensiamo solo alla sopravvivenza saremmo uguali agli animali. Allora...
perché, Dio ci ha creati simili a lui? Dovremmo insegnare a
tutti... non mi sono presenato. Lorenzo De' Medici.”
“Siete
bravo con le parole. Non riuscte ad incantarmi. La vostra arroganza
mascherata da altruismo è un difetto. Torno alla festa,
Medici.”aggiunge irritata prima di inchinarsi per tornare dentro.
Cosa pensava Maddalena quando ha combinato il matrimonio con
quell'arrogante?! E questo sarebbe la persona con cui dovrà
passare il resto della sua vita? Lorenzo De' Medici non è altro
che un ragazzo arrogante e superficiale. Clarice almeno sa osa
l'aspetta.
Clarice cerca sua sorella.
“Dkimmi
fratello, come ti sembra la tua futura moglie? Carina,
vero?”chiede curoso suo fratello, lui risponde scrollando
indifferente le spalle.
“Passabile. Ma non abbastanza bella e colta da sedurmi. Sposatela te.”
“Come
sei difficile. A me basta che siano belle. Non vado certo ad
interessarmi di quanta cultura hanno.”commenta contrariato
l'altro ragazzo seguendo Lorenzo, intanto Clarice furiosa esce in
corridoio.
Clarice
siede sulla sedia e slega i capelli. Lui è un altezzoso ragazzo.
Devo stargli lontano. Non avrà ai il mio cuore. Sono certa che
me lo spezzerebbe, appena sa di avermi conquistata. E chi curerà
il mio cuore, poi? Riflette furiosa ignorando Lorenzo, la osserva
incantato. Negli anni Rinascimentali i capelli sclegati seducono.
“Mi
dispiace. Non volevo ferirvi. Sono stato altezzoso, potete perdonarmi?
Siete bellissima. In tutti i sensi. Sarò onorato di essere
vostro marito.”dice soave avvicinandosi lento a lei, sprezzante
lo guarda.
“Avete detto a vostro fratello che non sono abbastanza colta da sedurvi.”
“L'aete sentito... scusate. Sono mortificato. Mi vergognando tantissimo...”
“Naturalmente
vi sposerò. Ma non aspettatevi il mio amore. Siete crudele e
altezzoso. Proprio una di quelle persone tipica che
detesto.”aggiunge rabbiosa rima di tornare alla festa. Lorenzo
deluso la guarda allontanarsi.
Clarice
appena gli invitati escono dalla porta va a dormire, si dondola sul
letto con le mani appoggiate alle ginocchia. Non può più
fuggire dal suo dovere di figlia maggiore. Presto sposer Lorenzo e
dovrà trasferirsi in Toscana.
Clarice continua a dondolarsi nervosa, alla fine sfinita riesce ad addormentarsi.
La mattina seguente viene svegliata dalla voce squillante di Aurante.
“Si sparita subito dopo la festa! Non mi hai detto niente del tuo fidanzato!”
“Mi
hai svegliata per chiedermi di lui? È odioso... ti ho risposto,
adeso sparisci...”dice scontrosa tirando il cuscino alla sorella.
“Esagerata!
Dai, non sembrava tanto male! È solo un pochino
altezzoso!”esclama divertita prima di ricevere un'altra cuscinata
sulla pancia. Ghigna.
“Sei
proprio intrattabile! Va bene! Ho cpito! Me ne vado! Ti lascio sognare
il tuo Lorenzo! Ricorda che non devi fantasticare troppo!”esclama
allegra scappando dall'ira di Clarice, chiude la porta e corre.
Clarice ormai sveglia si veste veloce, per andare ad aiutare Fausto con i poveri.
“Buongiorno! Siete venuta molto presto stamattina! Che bello! Ne sono contento!”
“Buongiorno...
s. volevo dirvi che ieri sera ho conosciuto il mio futuro marito... si
chiama Lorenzo De' Medici. Un ragazzo arrogante...”
“Non
giudicatelo cos presto. L'avete visto poche ore. Forse anche lui viene
costretto dalla propria famiglia a sposarsi.”aggiunge calmo
Fausto e lei sorpresa dalla risposra lo fissa.
“Crede
che il mondo sia suo. Fore perché fin da quando è bambino
gliel'avranno ripeuto. Lo vuole cambiare. Le pare normale? A me
no.”
“Provate a sforzarvi. Chiss che non scopriate il suo vero carattere.”
“Mi
sono ricordata che devo andare con mia sorella al mercato. Gliel'avevo
promesso.”risponde mortificata Clarice smetrtendo di sistemare le
coperte sulle brande vuote. Fausto la fissa perplesso.
“Ho
sbagliato qualcosa? Non volevo offendervi o farvi arrabbiare. A
presto.”aggiunge apprensivo e lei gli sorride. Si inchina.
Clarice tornata a Palazzo Orsini inizia a sceglire cosa dovrà
portarsi da Lorenzo. Certo, manca un anno al matrimonio; ma lei vuole
organizzarsi bene. Non sopporta fare le cose male, dimenticandosi dei
pezzi. Firnze e Roma sono lontane. Ama la Città Eterna... deve
abbandonarla per trasferirsi nel posto dove è nato l'Umanesimo.
Crede che sia solo una moda passeggera. Non capisce cosa ci sia di
interessante.
Clarice
accetta di sposare Lorenzo, perché se Dio ha deciso in questo
modo lui saprà cosa fare. E il tempo passa veloce... troppo!
Clarice continua a fare le stesse cose.
Fausto aveva ragione lei però si rifiuta di accetterlo. Non vuole dare una possibilità al fidanzato.
Clarice
pensa che sia solo un ragazzo arrogante, troppo amato dalla famiglia e
viziato. Il mondo è suo. Viene venerato da tutti... non
importal'età.
Clarice cerca di adattarsi al'idea: tra pochi mesi si sposerà e partirà. Non può più scappare.
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Capitolo 8 *** 8 ***
0
8.NON PECCO
Francesco è stranamente da cinque anni felice con Matilde. Non ci crede neppure lui!
Francesco
sopporta Lorenzo con fatica, da quando ha sostuito Piero nella Signoria
dopo la sua morte. Ha sempre delle idee perfette... è questo a
fargli invidia!
Francesco siede vicino a Giovanni e Giuliano lo fissa accigliato.
“Cosa volete, Medici? Finitela di fissarmi in quel modo. Se volete dirmi qualcosa fatelo.”
“Non
ho paura di voi. Abbiamo qualcosa da dire? No. Siete solo uno
stupido.”risponde indifferente Giliano sperando in una reazone di
Francesco, il quale resta impassibile.
Inizia la riunione sugli accordi sia commerciali che militari con Pisa, Livorno e Lucca.
“Non
sarebbe meglio fare degli accordi con le Repubbliche Marinare? E
smettere queste guerre infinite contro Lucca? Sono inutili.”
“Medici
è ancora troppo idealista. Pensa che smetteremo le guerre contro
Lucca.”commenta paziente Jacopo fissando Lorenzo, intanto
Giuliano sbuffa.
“Non
sono idealista. Ma credo che sia molto meglio usare la diplomazia
invece delle armi. Per fare queste guerre dobbiamo spendere tanti
soldi.”spiega ottimista Lorenzo. Vuole convincerli a fare come
dice.
“Potremmo
fare un accordo con Livorno. Oltre ad essere una Repubblica Marinara ha
anche tanti soldati. Non possiamo fidarci di Milano e Venezia.”
“Questa
è una buona idea, Pitti. Lucca non può vincere contro di
noi. E abbiamo già Pisa. Tante città sono nostre, dunque
perché preoccuparci?”domanda dubbioso Francesco.
Luca
Pitti è banchiere e Gonfaloniere Di Giustizia (la più
alta carica cittadina). Ha potere ed influenza, ma nell'agosto del 1458
tenta un colpo di Stato contro Cosimo. Viaggia nelle citt confinanti
per cecare aiuto tra i nobili, vuole rovesciare la Repubblica. Viene
scoperto ed esiliato sotto ordine di Cosimo. Torna a Firenze, per la
costruzione del suo palazzo.
Quando Pieroviene eletto lo aiuta: governa la città dal 1464 al 1469.
Luca
paga dei mercenari per uccidere Piero. Si sente offeso dopo il rifiuto,
avevano ftto un accordo: Lorenzo doveva sposarsi con una delle figlie
di Luca.
I
mercenari assaltano la carrozza sul sentiero per Careggi... Piero viene
solo ferito, Lorenzo proprio quel giorno è con lui; li uccide
tutti. Ma nessuno sa chhe c'entra ancora Luca.
“Vorrei
andare a Lucca per parlare con loro. Ai Lucchesi serve l'esercito
Fiorentino. Sono una piccola città. Se scoppia la guerra contro
Genova o Venezia perdono.”aggiunge accigliato Giuliano, tutti
compreso suo fratello lo guardano sorpresi. Di solito propone poco,
è quasi sempre Lorenzo a parlare.
“Non
so quanto possa servire, ma se volete andare fatelo. Crdo che nessuno
si opporr.”dice divertito Jacopo. Gli altri annuiscono e la
riunione per quel giorno finisce. Francesco è il primo ad
uscire, aspetta Giuliano sotto ad un ponte per picchiarlo a sangue.
Nessuno deve offenderlo o sfidarlo.
“Vai
a piangere da tuo fratello. Non me ne importa. Nessuno deve offendermi.
Specialmente davanti agli altri nobil. Stai attento o la prossima volta
ti ritroverai con un coltello nel etto.”mormora crudele lasciando
Giuliano dolorante sulla strada. I passanti vedono le sue mani sporche
di sangue, ma si fanno gli ffari lro... la prima regola per soravvivere
è non intromettersi mai.
Tornato a casa esce con suo fratello. Vanno su Ponte Vecchio. I passanti camminano evitando e carrozze e i caalli.
“Bellala
nostra vita, vero? Niente preoccupazioni. Solo tanto divertimento.
Possa non cambiare mai. Vivremo per sempre felici.”dice allegro
Guglielmo appoggiandosi al parapetto. Ma ovviamente, non è
possibile. Capiterà na cosa che cambierà le loro vite.
Per sempre.
“Hai
ragione. Lo è. Non mi sento più disperato. Poi ho una
moglie che sostiene le mie scelte.”aggiunge emozionato fissano
l'Arno. Sono consapevole dei miei errori, non ho peccato se mi arrabbio
con chi offende me o la mia famiglia. Chiudo gli occhi e l'unica cosa
che riesco a sentire è il rumore dei miei pensieri... infinito.
Errori. Peccato. Ansia. Confusione. Riflette insicuro
tornati a casa trovano Jacopo agitatissimo.
“Dove eravate finiti? C'è da preparare tutto per l'arrivo di Salviati.”
“Cosa?
Aspettate... intendete quello che sta sempre con Sisto?”domanda
meravigliato Guglielmo e suo zio ansioso va dai domestici.
“Perché
dobbiamo soprtare anche lui? Non ne ho proprio la forza. Sono
stanco.”protesta priano prima che torni Jacopo. Non riescono ad
intuire il motivo per cui Francesco abbia lasciato Roma.
Jacopo
riceve una lettera in cui dice che devono pagare 5.000 fioreni se
rivogliono indietro Francesco. E dovrà andarci uno dei suoi
nipoti a portargli i soldi. Senza soldati.
“Francesco!
Prendi i soldi dalla nostra banca! Hanno rapito Salviati!”ordina
furioso lo zio e Francesco va dall'ultima persona a cui vorrebbe
chiedere aiuto: Lorenzo. Entrambi sono interessati ai soldi della
Chiesa e Sisto ama gli Umanisti.
“Perché
qualcuno dovrebbe rischiare la testa per uno che non è Papa,
Cardinale o Vescovo?”chiede dubbioso Lorenzo, mentre cavalcano
vicino a Palazzo Maffei.
“La
lettera diceva che sarei dovuto andare senza soldati. Ho chiesto a vi
di venire, perché siete Signore Di Firenze. O quasi...”
“Signore
Di Firenze? Non penso proprio. Altri lo diventeranno. Io, sono solo...
un banchiere. Graie di aver pensato a me. Mi fa piacere aiutarvi.”
“Buon
pomeriggio, messer Medici!”esclama allegro un passante ignorando
Francesco, saluta solo Lorenzo e si allontana tirando la briglia del
mulo.
“Avee
visto? Ha salutato solo voi. E non me. Quindi, s. di fatto lo siete.
Volevate che vi dessi una possibilità, eccola. Aiutatemi a
salvarlo. Forse, potremo diventare amci.”
“Amici? A me fa solo piacere. Non siete preoccupato per Salviati. Perché?”
“Non
di lui direttamente. A mio zio interessa perché in questo modo
spera che Sisto; quando saprà che l'abbiamo salvato ci faccia
diventare suoi banchieri. Io so chi lo diventerà.”
“Messeri,
vi serve qualcosa? Avete fatto lo stesso giro già cinque
volte.”chiede apprensiva una guardia avvicinandosi ai cavalli, ma
loro ignorandoli escono dal portone.
“Buon
pomeriggio, messere. Vorrei regalarvi questo quadro. Viene da
Roma...”dice timido il ragazzo, mentre parla Lorenzo lo fissa
incantato: ha occhi neri, capelli mossi, lunghi, castani, barba e mani
rovinate. Indossa scarpe marroni, pantaloni gialli, corti fino al
ginocchio e maglia arancione.
“Grazie.
Puoi portarlo a casa mia. Dii ai servi di aiutarti.”risponde
meravigliato Lorenzo, non si è ancora abituato a tuttan quelq
gentilezza.
Lorenzo dopoché salva Piero dall'attentato di Luca viene non solo amato, ma anche visto da eroe.
“Dicevate? A me nessuno ha mai regalato un quadro. Vi amano ed è inutile negarlo.”
“Come fate a sapere chi diventerà banchiere di Sisto?”domanda curioso Lorenzo, giusto per cambiare discorso.
“Lui
adora l'Umanesimo. E chi di noi è un'Umanista? Nessuno della mia
famiglia.”aggiunge calmo Francesco e Lorenzo lo fissa pessimista,
non crede alle sue parole ma gli sorride educato. Giunti nel posto dove
è rinchiuso Francesco; restano stupiti nel vedre che sono
davanti ad un accampamento miliare.
Francesco
prende la balestra e Lorenzo estrae le spade. Chi li ha pagati pensava
che i Pazzi fossero banchieri Papali. Non sapevca la verità... o
forse era interessato solo ai soldi.
Francesco
tira con la balestra le frecce e i dardi avvelenati; un soldato riesce
a ferire Lorenzo sul braccio, lo uccide. Dopo qualche ora riescono ad
arrivare alla tenda di Francesco. Entrati lo slegano, nel frattempo lui
li fissa... aiutano il ragazzo a montare sul cavallo di Lorenzo. Non mi
sento in colpa di aver sterminato queste persone. Sono mercenari pagati
per uccidere. Ex soldati che hanno tradito la loro stessa città.
Pensa orgoglioso Francesco: ha punito dei traditori, dunque l'omicidio
è giustificato. Lorenzo invece si sta già tormentando nel
rimorso; avevan avuto la stessa sensazione dopo le uccisioni degli
aggressori di Piero. Ha ucciso solodue volte e gli basta. Non vuole
ancora sentire quella sensazione.
Quando
il grupo si ferma davanti Palazzo Pazzi, Lorenzo aiutato Francesco a
smontare dal cavallo li lascia. Intanto Jacopo, Matilde e Guglielmo lo
accolgono; entrati in casa Francesco va a pulirsi dal sangue.
Lorenzo
è stato contentob di aiutarlo perché non sapeva che
Francesco aveva pestato suo fratello. Giuliano quando erano partiti non
c'era ancora. Si staa trascinando a casa.
Francesco
sta aspettando di essere solo con Jacopo, sa già che far una
sfuriata per aver disobbedito. Non contento ha anche chiesto aiuto al
nemico! Poi rischiava che i rapitori uccidessero Francesco, se
l'avessero fatto Papa Sisto non gli avrebbe mai nominati suoi banchieri.
Con
gli anni Francesco ha imparato a non fidarsi completamente dello zio,
lo stesso Guglilmo. Spesso Jacop nei suoi comportamenti è amiguo.
A parte i oliti dubbi e problemi con lo zio è contento di avere una moglie che lo ama.
Jacopo
l'aveva fatto sposare con Matilde, vedeva come la guardava ma a causa
della timidez non riusciva ad avvicinarsi. Francesco invfece pensa che
l'abbia fatto solo per il suo importante cognome. È un accordo
economico e basta. Non c'entra la felicità del nipote. Le azioni
di Jacopo sono ambigue... indecifrabili. Spesso hanno dei doppi sensi.
E
Francesco crede che Lorenzo sia sato sincero nel volere una
possibilità con lui. Non è un inganno solo la semplice
verità. Spera.
L'errore di Jacopo è trattare Lorenzo da nemico, in questo modo suo nipote vorrà avvicinarsi a lui.
Francesco è incredulo di aver avuto una vita perfettaò, dopo tante insicrezze.
Francesco
ora vole fare un figlio con lei. E chiedere a Lorenzo di fargli da
padrino... è strano. Fino a un'ora l'avrebbe volentieri affogato
nell'Arno, adesso vuole afidargli suo figlio! Non lo chiede al fratello
ma a lui! Alla persona più inaspettata.
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Capitolo 9 *** 9 ***
0
9.VOLLE AMORE.
La
Repubblica Pisana è sotto Firenze. Entrambe si odiano, quindi
viene fatta una legge che obbliga i cittadini ritenuti pericolosi ad
essere incarcerati a Palazzo Vecchio.
I pochi rimasti devono pafgare tante tasse per la guerra ra Firenze e Lucca.
Giuliano
è andato a Pisa per convincere i Pisani che gli conviene restare
sotto Firenze, ovviamente loro non ne hanno nessunaintenzione. Poi va a
Lucca per cercare di convincerli che devono finire queste inutili
guerre. Anche qui fallisce, quindi deluso se torna a casa. Non è
proprio capace di fare il politico... Lorenzo ha un talento naturale
con le sue parole e i modi.
Questa
settima la ita di Lorenzo cambierà per sempre. Sposerà
Clarice tra quattro giorni. E no n potrà più vedere
Lucrezia... è questo a farlo soffrire. Quando si sono visti le
ha promesso che sarebbe stato un marito perfetto... avere l'amante non
è tra questi. Sarebbe sbagliato nei confronti della moglie. E
dopo la pessima figura non può farne un'altra. Clarice crede che
sia arrogante.
Lorenzo fin dopo al matrimonio con lei non vuole lasciare Lucrezia.
Lorenzo
viene aiutato da Giuliano ad indossae l'armatura, deve vincere la
giostra per Lucrezia. È in questo modo che le dimostra il suo
amore, non potendo incontrarla quasi mai fa così. Sfidare gli
avversari e vincere. Durante il Medioevo i cavalieri li facevano per
tenersi allenati, poi dimostravano l'amore alle donne vincendo.
Lorenzo
e Giuliao giunti dove si svolge fissano il posto impazienti, i loro
cavalli smuovono la terra con gli zoccoli. C'è una barriera per
tener separati i due giostranti durante la galoppata uno contro
l'altro. Lo scopo è disarcionare l'avversario usando una lancia
non appuntita. Serve per evitare incidenti mortali o gravi (ma solo in
teoria), ma senza colpire l'elmo. Le lance sono di frassino;
così da frantumarsi nello scontro, evitando lo sfondamento
dell'armatura nemica.
“Ancora
lui? Perché mi mettono semprea sfidare Pazzi? Lo fanno apposta o
cosa?”domanda infastidito Giuliano vedendo Francesco insieme allo
zio e a Matilde.
“Sai
calmo. Ricorda che alla gente piace vedere i figli delle due più
importanti famiglie sfidarsi in un gioco mortale. Li
eccita.”risponde calmo Lorenzo e suo fratellosospira irritato. Ha
detto di essere stto picchiato da Francesco, ma nessuno voleva
credergli. Vengono raggiunti dal resto della famiglia.
“Avete
dimenticato le vostre lance. Venite a prenderle nella
carrozza.”dice allegra Lucrezia ai figli seguendo lei e la
sorella.
Gli
araldo dnno l'inizio alla gara soffiando nella tromba, i visitatori
intanto allungano il collo. Giuliano quindi montato sul cavallo trotta
vicino alla barriera, Francesco fa lo stesso.
“MESSERI,
VI RICORDO CHE E' VIETATO COLPIRE L'AVVERSARIO SULL'ELMO! SE LO FATE
VERRETE SQUALIFICATI IMMEDIATAMENTE! DOVETE SOLO DISARCIONARE IL NEMICO
CON LA LANCIA!”spiega impaziente di vedere chi dei due
vincerà.
Giuliano
è il primo a galoppare verso l'avversario, sta per colpirlo...
quando la sella si sgancia e cade dl cavallo. Tutti lo fissano
sorpresi, il primo ad andare da lui oltre al fratello è
Francesco. Gli cavalca vicino.
“Medici, tate bene? Cojme ha fatto a sgangiari la cintura?”doanda ansioso Francesco aiutandolo ad alzarsi.
“Ecco
come... l'hanno tagliata. Le cinghie...”risponde arrabbiato
Lorenzo mostrando le parti tagliate, Francesco intanto fissa Jacopo per
capire se c'entra qualcosa.
“Sei
stato te! Ammettilo! Dii la verità per una volta!”ordina
furioso Giuliano; Francesco ignorandolo torna dallo zio e da Matilde.
È
il turno di Lorenzo contro Jacopo, tutti attendono ansiosi questo
duello. Entrambi montati sui cavalli trotano vcino alla barriera, poi
galoppano verso l'avversario con le lance puntate all'armatura.
Vincerò
per te, Amore. Non importa se rischio di venire ucciso... la morte
è dlce. Pensa tenero Lorenzo cercando di nascondere il
sentimento per Lucrezia.
Il
cuore di Giuliano e Francesco batte rapido, intanto Jacopo colpisce
Lorenzo con la lancia disarcionandolo. Ha vinto lui. Adesso è il
turno di Giuliano e Francesco.
Lorenzo ha promesso a Lucrezia che avrebbe vinto, non può perdere ancora contro Jacopo.
Questa
volta è Francesco che vince, ora c'è l'ultimo turno.
Lorenzo galoppa verso Jacopo e prima che lui possa accorgersene si
ritrova disarcionato con la schiena sulla terra. Soddisfatto galoppa
vicino a Lucrezia. Lei lo guarda impassibile. Poi Lorenzo si allontana
tornando dal fratello.
“Siete
stato bravissimo, fratello. Non pensavo che riusciste a
vincere.”dice allegra Bianca e lui le rispond facendo un mezzo
sorriso.
Tornano a casa per mangiare, dopocena Lorenzo va da Lucrezia. Non vuole perdersi nenche un minuto. Siede sul letto.
“Non dovete avvicinarvi a me, quand vincete un turno. O qualcuno potrebbe insospettirsi.”
“Tu
dici questo. E hai ragione, ma volevo farti capire che l'avevo fatt per
te.”spiega deluso prima di abbracciarla. Lei non è
affettuosa come al solito.
“Domani
devo tornare a Volterra. Ardinghelli arriverà dall'Oriente. Non
so quando potremo rivederci.”spiega triste senza smettere di
fissarlo.
“Dai.
Non essere triste. Ci vedremo prestissimo. E se tra due mesi sarai
ancora a Volterra verrò da te.”aggiunge consolandola, l
accarezza senza avere il coraggio di dire che sta per sposarsi con
Clarice.
“Va
bene. Spero di vederti presto. A Volterra vengo ignorata solo
perché sono sposata con Ardinghelli.”commenta irritata
appoggiandosi a lui.
Lucrezia
e Lorenzo si coccolano tristi. Dopo aver fatto sesso restano immobili a
fissare il soffitto... entrambi sanno ch non possono pi vedersi.
Lorenzo dopo essesi vestito saluta Lucrezia baciandola. Tornato a casa scrive un'altra poesia.
Il giorno seguente si sveglia presto per andare da Francesco a Palazzo Pazzi. Nel corridoio incontra Jacopo.
“Medici,
cosa ci fate in casa mia? Sparite. Conosco più la vostra faccia
che quella dei miei npoti. Vi vedo già abbastanza al Palazzo Dei
Priori.”
“Voglio
solo parlare con vostro nipote. Cinque minuti e me ne
vado.”risponde calmo e anche senza dire il nome, Jacopo sa gi di
chi sta parlando.
“Non
potete parlare con Francesco. Andatevene. Fatelo o chiamo i
soldati.”aggiunge crudele l'uomo, arrivano Francesco e Guglielmo.
Fissano prima uno poi l'altro confusi.
“Sono
qua, Medici. Cosa volete? Parlerò con voi e poi ve ne
andrete.”dice preoccupato Francesco portando Lorenzo in una
stanza.
“NON
TI DEVI FIDARE! FRANCESCO! RICORDATI COSA È SUCCESSO L'ULTIMA
VOLTA!”grida spaventato Jacopo, ma quando Francesco chiude la
porta c'è silenzio.
“Certamente
avrai noato come si guardano Bianca e Guglielmo. Sono innamorati. Se li
facciamo sposare i problemi con le nostre famiglie
finiranno.”spiega esitante sotto lo sguardo meravigliato
dell'alytro ragazzo.
“Veramente non me ne sono mai accorto. E anche se fosse... cosa vi fa credere che Jacopo accetterà?”
“Se lo farà... rinunciarò ai conti Papali. Saranno vostri... non mi opporrò.”
“Dopo
il salvataggio di Salviati Sisto ha già detto che saranno
nostri.”spiega tranquillo prima di aprire la porta ed entrambi
escono.
“MIA
SORELLA AMA GUGLIELMO! VUOLE SPOSARLO! JACOPO, AVETE
CAPITO?!”strilla disperato e Jacopo osserva suo nipote schifato.
Lorenzo sa di aver ferito sua sorella, ma doveva impedire che Sisto
desse i soldi ai Pazzi.
“Ti
diseredo. Non sei più mio nipote. Puoi restare solo a
vivere.”dice disgustato a Guglielmo e lui resta immobile.
Lorenzo i giorni seguenti gira per la sua casa come un'anima in pena. Il rimorso lo sta mangiando dentro. Veloce.
Dopo
alcuni giorni: 10 dicembre 1468 si sposa per procura con Clarice. Viene
rappresentato da Filippo De' Medici (Vescovo di Pisa).
Lorenzo
va a Roma per vedere il suo matrimonio con Clarice. Indossa un vestito
marrone e delle maniche arriciate. Nessuno della famiglia lo vede,
è tra la folla di persone che li osservano curiosi.
Gli Orsini e la sua famigla sono i primi della fila. Osservano l'imbarazzo di Clarice.
Lorenzo immagina come sarebbe stato spiosare Lurezia, intanto fissa la neve oprire Roma.
Clarice
fissa ansiosa i parenti. Da bambino credevo di sposarmi con chi volevo.
E invece no. Vivevo nell'amore romantico. Le mie sono lacrime di
consapevolezza. Comincio a capire il mondo in cui vivo. Le nostre vite
appartengono ad altri. Riflette arreso sentendo le lacrime bagnargli la
guancia. Sono calde... e trististissime... scivolano sulla pelle
rigandogliela. Non sa perché piange. Se le asciuga, ma quelle
continuano a scendere fregandosene.
Lorenzo per evitare di farsi scoprire monta sul cavallo. Vuole tornare a casa. Non doveva venire.
L'unica
consolazione che gli rimane è scrivere le poesie per Lucrezia.
Frasi struggenti e romantiche, tuttavia lei non leggerà mai
nessuna posia che le ha dedicato.
Lorenzo
è schiavo dell'amore romantico, quello descritto nella Divina
Commedia. L'Amore Cortese dei cavalieri che accettano la schiavit per
una donna idealizzata. Inesistente. Sono sottomessi e le dedicano la
propria vita. Lostesso fa Lorenzo con Lucrezia... ne è schiavo.
Ma con l'arrivo della moglie dovr smettere di sognare Lucrezia, perché Clarice esiste.
Lorenzo
sognava fin da quando gli hanno detto che sarebbe stato nella Signoria
di comandare, invece ora vorrebbe solomante. scrivere le poesie per
lei. Niente assurdi intrighi e omicidi... solo lui con isuoi amati
fogli macchiati di inchiostro... fitte frasi dolcissime.
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Capitolo 10 *** 10 ***
0
10.OLIO.
Lucrezia
mentre le serve preparano i bauli per tornare a Volterra fissa
sconsolata dal finestrone la città. Non vuole mai tornare, ma
Niccolò domani arriverà dall'Oriente. E da moglie lo deve
accogliere. Gira tra le strade della sua Firenze, in lontananza vede
Lorenzo isieme a Giuliano; stanno parlando con una ragazza bionda. Non
potendo salutarlo lo fissa da lontano.
Lucrezia
mentre sta tornando a casa viene trascinata nel vicolo, lo sconosciuto
incapucciato si muove rapido e gli mette la mano sulla bocca per
impedirle di gridare.
"Sono
Lorenzo... calma. Non muoverti. Senti la mia voce... ferma."sussurra
ansioso togliendo la mano lentamente, quando sente la sua voce si calma.
"Sei
impazzito? Farmi spaventare in questo modo... cosa c'è?
Perché hai quello sguardo? Ti ho visto cinque minuti fa con tuo
fratello."
"Ieri
ho incontrato Ardinghelli a Volterra. Gli avevo chiesto una cosa, lui
ha rifiutato. Convincilo. È importante. Sei l'unica di cui mi
fido."
"Di cosa devo convincerlo? Se non mi spi2eghi comefaccio? Fammi capire."
"Mio
fratello è innamorato di Simonetta Vespucci. E per renderlo
felice voglio regalare al marito una tigre. Ardinghelli deve portarla
dall'Oriente."
"Certo, ci proverò. Ma on sai quanto è stato commovente sentirti dire che ti fidi."
"Perché
commovente? È solo la verità. Io mi fido. Sei l'unica che
fa le cose senza doppi sensi."aggiunge sorridendole, prima di baciarla.
Sentono dei passi, quindi lei contro la volontà dell'amante
striscia di lato. E Lorenzo non volendo lasciarla andare mette una mano
sul muro per fermarla, poi se la tira vicino l'abbraccia e Lucrezia gli
sistema dei ciuffi dietro all'orecchio. Si separano.
Lucrezia
appena torna a casa ale sulla carizza... Volterra aspetta il suo
ritorno. Triste osserva Firenze e le colline della sua città che
si allontanano.
Il
giorno seguente le colline Volterrane sono ancora pi tristemente vere
del solito: con quelle cascine mezze rovinate, gli alberi spogli e le
strade sterrate vuote. Tutta la gente si sta scaldando davanti al amino.
Lucrezia
si rannicchia nella pelliccia per tentare di scaldarsi: la prima cosa
che farà appena sarà arri vata è sedersi davanti
al camino.
Dopo
20 minuti la carrozza giunge a Palazzo Ardinghelli; immediatamente
scende per scaldarsi davanti al camino, non aspettan neppure i servi
per farsi svestire. Fa tutto da sola e siede sulla poltrona.
Lucrezia
gurda le fiamme del camino ballare intorno al legno e bruciarlo
facendogli cambiare colore da marrone a giallo aranciato.
Lucrezia
risente le parole dette dal suo amico e si deprime. Mi torni in mente
dovunque guardo. Sento la tua voce anche quando non sei con me. Ho
paura che ti ricorderò per sempre... vorrei evitare, davvero.
È tutto inutile. Non posso averti fisicamente; quindi ti ho ni
miei pensieri. Loro sono l'olio che allevia la mia solitudine. Pensa
triste e sorpresa vede che è già ora di cenare. Guarda le
fiammelle delle candele che tremolano al soffio del vento. Annoiata va
alla Basilica Di Santa Maria Assunta (Duomo Di Volterra). Entra e si
ferma davanti agli affreschi, anche lei come Lorenzo ama l'arte.
"Madonna Ardinghelli, è bello questo affresco. Vero? A me piace molto."
"Mi
avete spaventata, Minucci. Non vi ho sentito avvicinarvi... avete
ragione. È bella... chissà il pittore a cosa
pensava."risponde impaurita sussultando alla vista dell'uomo. Era
concentrata sul disegno. Andrea Minucci viene chiamato in questo modo,
per ricordare un suo famigliare morto anni prima. Nel Trecento questo
antenato fonda la famiglia Minucci a Volterra. Sta nei Priori, per
questo Lorenzo gli diventa amico. Non lascia mai miente al caso. Ogni
parola e azione serve ad uno scopo. Ama il potere e faà
qualsiasi per averlo. Non gli interessa cosa deve sacrificare.
Lucrezia
si inchina per salutare Andrea e torna a casa. Posa il medaglione sul
tavolo vicino al piatto. È dorato con dei piccoli rubini sulla
catena. Annoiata cena poi si stende sul letto a leggere, dopo
diciminuti già dorme. La mattina seguente sta un po' nel letto,
prende il medaglione che le aveva dato Lorenzo anni prima. A Volterra
ensano che glielo abbia portato Niccolò dall'Oriente, invece i
Fiorentini la sua familia. È un oggetto costoso, ma a lei piace
perché glielo ha regalato Lorenzo; non le interessa il valore
economico. Anche se fosse sato un oggetto semplice l'avrebbe tenuto con
gelosia. Appena sente bussare lo lascia, le domestiche entrano. Alcune
preparano i vestiti, entre altre accendono il fuoco.
"Per infilarvi il vestito dovete togliere quel medaglione. Ve lo metto subito."
"No.
Non voglio. Prendete un altro vestito. Preferisco... se dovessi
perderlo impazzirei..."ordina ansiosa e le domestiche pur non capendo
il suo attacamento per quel medaglione prendono un altro vestito.
Appena
è pronta Lucrezia senza fare colazione esce in strada. Per
essere dicembre fa caldo... siede sulla panca e ripreso il medaglione
tocca la superficie: è un vaso. Sotto alla mano sente una coa
liscia. Sono dei fogli scarabocchiati. Legge: L'olio sana ogni dolore e
risolve ogni durezza; tira a sé tutto l'umore, trae del membro
la saldezza penetrando la dolcezza quanto più forte stropicci.
La poesia sull'olio ricorda a Lucrezia qando Lorenzo le regala il medaglione.
Ricordo di Lcrezia
Sono
a Villa Medicea perché i Medici vogliono accogliere Vespucci e
sua moglie Simonetta. Sono ppena arrivati da una lontana città.
Lorenzo ha deciso di accoglierli facendo un banchetto. Quando gli altri
nobili mi vedono, alcuni sono curiosi e altri irritati. Non si
aspettavano che lo facesse.
Siedo sulla panca vicino alla fontana a guardare l'acqua zampillare. Mi si avvicina Lorenzo.
"Ho
un regalo per te. Spero che ti piaccia. L'avevo preso a Venezia anni
fa. Ma non sapevo se fosse il caso di dartelo."spiega imbarazzato
prgendomi l'oggetto che brilla sotto ai raggi solari.
"E' bellissimo! Come sapevi che mi sarebbe piaciuto?! Cdovevi darmelo subito! Non aspettare anni!"
"Intuito. Meglio tardi che mai. No? È il vao dell'olio. Quello usato dai contadini."
"Giusto...
mi piace molto. Anche se fosse stato un sasso. Solo perch un tuo
regalo..."aggiunge serena toccando l'immagine, poi mi aggancia la
catenina al collo.
Come
vorrei sposarlo... e invece... no! Sono incastrata con Ardinghelli! Non
capisco il senso di essere sua moglie, tanto è sempre in Oriente.
Lucrezia
posa i fogli della poesia suln marmo vicino a lei, poi raggiunge il
parapetto della strada. Li tira al vento; volano sulle colline.
Lucrezia tornata a casa in corridoio incontra Niccolò.
"Buongiorno,
moglie. Ho un regalo per voi. Venite nella nostra camera."aggiunge
sorridendo alla moglie. Lei lo segue curiosa, Niccolò prene dal
bule una sciarpa bianca. Gliela mette sulla testa e la porta allo
specchio.
"Vi ringrazio. Mi piace molto. È stato un pensiero gentile. Che bello questo tessuto."
"Bene. Mi fa piacere che vi piaccia. L'avevo visto in una bancarella."
"So
che avete parlato con Medici per una tigre. Perché non volete
portargliela? Vi paga tanti soldi."dice esitante al marito. Vuole
cambiare discorso per convincerlo.
"Non c'entrano i soldi. È per la difficoltà nel catturarla e trasportarla."
"I soldi di Medici ci servono. Vi darà 3.000 fioreni. E pagherà tutto per facilitarvi."
"D'accordo.
Avete ragione. Quei soldi ci servono. Scriverò un messaggio a
Medici."risponde comprensivo Niccolò sedendosi al tavolo.
Lucrezia annoiata cerca un libro in biblioteca e si mette a leggere.
Marzia è partita per Napoli, ci resterà qualche settimana. L'unica amca che aveva non c'è.
Lucrezia
si diverte a discutere con Marzia dei suoi argomenti preferiti; prima
del matrimonio lo faceva con Lorenzo, ma ora vivendo lontano non
può farlo. Firenze e Volterra sono distanti 15 ore.
Le
donne non sono nella politica, ma spesso dietro ad una decisione
maschile si nasconde loro. E' stata Lucreza anni fa a convincere
Lorenzo che c'era bisogno di nuove ide, uindi doveva sostituire Piero
nella Signoria. E diventare Signore Di Firenze, nessuno ne ha diritto
più di lui.
All'inizio
Lorenzo pur volendo il potere pensava che non fosse capace ad essere
diplomatico. È stata Lucrezia a convincerlo: dicendogli che se
fosse diventato Signore Della Repubblica Fiorentina tutti lo avrebbero
seguito. C'era bisogno dell'arte e della gentilezza per sconfiggere
l'odio creato dai nobili. Nessuno pi di lui aveva entrambe le cose.
Quindi era l'uomo giusto a governare. Lo stesso ha fatto Lucrezia
combinando il matrimonio tra suo figlio e Clarice.
Gli
uomini spesso dimenticano che dietro alle loro apparenti decisioni
c'è una donna ad avergli suggerito di fare in questo modo.
È per questo che Lorenzo ha chiesto aiuto a Lucrezia per convincere Niccolò.
Sono
le donne dietro ai maschi a controllare la società, gli uomini
eseguono e basta... perché per quelli furbi, la femmina oltre
che ad avere un bel corpo è anche chi prende le vere decisioni.
Lorenzo
avendolo capito oltre a Lucrezia user anche sua moglie per parlare con
Cardinali, Vescovi e Disto. Avere il potere è una guerra
difficile. Come tutte le lotte non mancheranno sangue, intrighi e
congiure.
Il
potere affogher ed incatenerà l'anima di Lornzo a lui facendogli
fare cose immorali, infrangendo la promessa di essere sempre giusto e
non usare mai la violenza; a parte quando è in guerra.
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Capitolo 11 *** 11 ***
0
11.LASCIA L’ISOLA TUA TANTO DILETTA...
Clarice è una Medici, ora. E la sua nuova famiglia l'aspetta ansiosa... un po' meno suo marito.
La
carrlozza dopo due giorni arriva a Firenze. Clarice osserva curiosa: ci
sono grandi edifici, tanta gente che gira per le strade e su tutto si
vede la cupola della Cattedrale Di Santa Maria Del Fiore (Duomo Di
Firenze). È diventata famosa perché Cosimo aveva chiamato
un architetto per farla progettare. E costruuire in quel modo preciso.
“State
tranquilla, sorella. Penso che appena vi abituerete starete
bene.”dice tranquillo Orso. Claice sapendo che tanti Umanisti
seguono l'Amore Cortese (quindi anche l'adulterio), decide di non farsi
corrompere dal marito. Si limiterà a fare la moglie. È
questo il ruolo che le viene richiesto dala ocetà.
La carrozza giunta davanti Palazzo Medici si ferma e Clarice viene aitata dal fratello a scendere.
Il gruppo si ferma per inchinarsi, nel frattempo Orso bacia le mani delle donne... e lo stesso fa Giuliano con Clarice.
“Benvenuta
a Palazzo Medici. Mio figlio non è potuto venire ad accogliervi
pefché ha una riunione con i Priori. Sono sicura che lo vedrete
a pranzo.”dice rassicurando Clarice, lei fissa Lucreia ansiosa.
“Grazie... va bene. Allora... lo aspetto.”risponde incerta Clarice.
“Orsini, voi cosa fate? Vi fermate qualche giorno? O ripartite subito?”
“Vorrei
tanto fermarmi, ma non posso. Grazie dell'interessamento, madonna
Medici.”risponde mortificato il ragazzo e salito sulla carrozza
riparte. Clarice lo guarda allontanarsi.
“Venite.
Vi accompagno nella vostra stanza. Non siate nervosa. Mia madre, non
è cos male se la conosci.”aggiunge allegra Bianca
accompagnando Clarice, memntre camminano osserva tutta l'arte che
c'è. Giunte nella camera i Lorenzo fissa il grande affresco
della Battaglia Di San Romano.
“MEDICI!
HO INIZIATO UN NUOVO DISEGNO! VENITE A VEDERE! AVETE
VOGLIA?!”urla euforico un ragazzo entrando di corsa. Ansima.
“Botticelli,
ti presento la moglie di Lorenzo: Clarice Orsini Medici. Mio fratello,
è al Palazzo Dei Priori. Torner all'ora del pranzo.”
“Oh...
scusate. Non volevo disturbare... vale, madonne.”aggiunge
sorpreso prima di uscire correndo. Sandro Botticelli è amico di
Lorenzo. E fa l'artista. Si trasferiscea Palazzo Medici per imparare il
disegno.
“Vive con voi? È un'artista...”domanda speranzosa che Sandro non viva nella loro stessa casa.
”S.
mio fratello gli vuole molto bene. Sono migliori amici da anni. Prima
aveva una bottega sua, dopo lo sfratto Lorenzo hab voluto
ospitarlo.”spiega serena sua sorella prima di aprire la finestrsa
per mostrarle Firenze da dove si trovano.
“Ah. Quindi vivrà e mangierà sempre con noi?”domanda aitata dalla risposta che sta per darle.
“A
volte. Non sempre. Di solito sta per i fatti suoi nel capanno. Non mi
sono presentata: Bianca.”dice allegra Bianca provando ad
incoraggiare Clarice, poi la lascia sola. Si sente disorientata tra
tutta quuell'arte e maestosità. A Palazzo Orsini, solo nella sua
stana non c'è sfarzo.
Clarice
non sapendo cosa fare va nello studio – biblioteca di Lorenzo e
guarda i titoli. Non c'è nessun libro interessante. sono tutti
di poesia, filosofia ed arte. Arresa ne apre uno a caso. Legge
fincé non entra Lorenzo, si alza di scatto facendo cadere il
libro.
“Non
volevo disturbare... dovevo solo prendere... dei fogli dal
cassetto...”dice incerto vedendola. Dopo la brutta presentazione
è impacciato.
“Non mi state disturbando... stavo sfogliando questo libro... Divina Commedia...”
“E vi sta piacendo? Immagino che se la stavate sfogliando, è perché l'avevate già letta.”
“No. Questa è la prima volta. Immaginate male. Non ci sono argomenti che mi interessano.”
“Oh...
voi... non avete potuto studiare? Ed imparare a leggere?”domanda
sempre pi imbarazzato avvicinandosi, intanto lei chiude il libro di
scatto.
“So leggere. Ma volevo un qualcosa di meno impegnartivo. Ho visto solo libri di filosofia.”
“Scusate...
non volev offendervi... ho dato per scontato che... prendo i fogli e
vado...”aggiunge avvilito prendendo i fogli e correndo fuori. Una
volta sola si rilassa sulla edia, mentre sistema il libro sul ripiano
vede un quadernetto. Curiosa lo prende, poi cambiata idea prova a
rimetterlo al suo posto. Viene interrotta da Giuliano.
“Fratello, Pazzi vuole parlarvi. Raggiungetelo a casa sua dopocena.”
“In
questa casa, non apete bussare?! Entrate e uscite dalle stanze! Prima
Botticelli, poi mio marito! Adesso voi!”esclama spaventata
sperando che lui non sappia e abbia visto niente del quadernetto.
“Perdontemi. È lo studio – biblioteca di Lorenzo. Pensavo che fosse qui. Alla banca non c'è.”
“No. Non so dove sia. Ha preso dei fogli ed è uscito. Mi dispiace di essere entrata nel suo studio.”
“Tranquill.
Sicuramente mio fratello non si arrabbiarà.”aggiunge dolce
Giuliano prima di andarsene. Lei sospira sollevata e ripone il
quadernetto. Non vuole sapere cosa c'è scritto. La prima
impressione di Clarice è che in questo posto sia tutto
frenetico... la vita dei nobili non solo quella del popolo. Ma i Medici
sono borghesi ricchi, che lavorano lnella banca. Ci stanno tutto il
giorno, a parte le domeniche. È normale che abbiano una vita
frenetica, tra la banca e gli altri impegni.
Arriva Bianca.
“E'
pronto il pranzo. Se volete venire... non avete sentito la campanella?
Mia madre odia che si vada tardi al tavolo.”spiega ansiosa Bianca
portando la poverina nel salone. Clarice è arrivata da poche ore
e già viene vista male dallasuocera. Rimpiange il suo palazzl
Romano.
“Scusatemi, suocera. Non sapevo che il suono della campanella significasse: è pronto da mangiare.”
“Avete
ragione. Non vi ho avvisata. La prossima volta se fate tardi restate
senza cibo fino al prossimo pasto. Sedetevi.”dice infastidita
Lucrezia prima di iniziare la preghiera, mentre Clarice siede vicino a
Giuliano.
Quando finiscono di pregare, Lorenzo non è ancora arrivato. Iniziano il pranzo.
“Come
vi sembra la nostra Firenze, per ora?”domanda curioso Giuliano
tagliando un pezzo di carne. Arriva Lorenzo e tutti fissano Lucrezia.
“Sei in ritardo. Cosa stavi facendo? E dimmi la verità. Non ingannarmi.”
“Scusatemi, madre. Stavo parlando con Jacopo Pazzi di una cosa sulle nostre banche.”
“Va bene. Siedigi. Puoi mangiare anche se hai fatto ardi. È arrivata tua moglie da Roma.”
”Vi
ringrazio. Ci siamo già incontati prima. Nel mio
studio.”risponde calmo ignorando sua moglie. Non dice nine ma
resta delusa dal comportamento di Lorenzo. Sno passate poche ore e
già mi sento sola. Quando mi chiedi la stessa cosa 200 volte non
è che ti dimentichi, te ne freghi. Siamo sposati solo nei
documenti. Questo lo so... vorrei non venire ignorata da mio marito. Ho
lasciato l'isola felice in cui vivevo per un uomo a cui sto
indifferente?! Mi rendo conto che sia più facile chiedere e
palare ad altri di me cme se non fossi prsente... il tuo però si
chiama: disinteressamento. Pensa sconfortata guardando il ragazzo
scherzare con Sandro, mentre versa lacqua nel calice.
“Clarice...
smettela di versare l'acqua... sta per uscire dal calice...”dice
preoccupata Bianca prendendole la brocca, sta per strabordare.
“E'
vero. Mi ero persa un attimo... a pensare... non me ne sono
accorta.”dice sorridendo alla ragazza, mentre una domestico le
serve una minestra.
Finito il pranzo Clarice va nella sua stanza a sistemare le ultime cose. Arriva suo marito.
“Vi ringrazio per non aver detto niente di entrambe le volte in cui ho fatto una brutta figura.”
“Siete
mio marito. Come moglie ho il dovere di sostenervi in pubblico e quando
siamo da soli dirvi dove sbagliate. Non sono rancorosa.”
“Non vi marito. Avrete sempre la mia gratitudine e il mio rispetto. Possiamo icominciare?”
“D'accordo.
Devo ammettere che al nostro primo incontro sono stata
scontrosa.”risponde calma e lui si avvicina, prende il ciondolo
che ha al collo: c'è raffigurata una rosa con le spine. Da
questa cosa verrà soprannoimnata: Rosa Spinosa.
“Questo fiore vi descrive perfettamente... Rosa Spinosa... avrò il vostro affetto...”
“Cominciate ad avere il mio rispetto. E di conseguenza avrete anche quell'amore che tanto volete.”
“Lo
avrete. Vi dimostrerò che non sono un'idiota altezzoso. Madolce
e sensibile.”risponde deciso a volere farle cambiare idea su di
lui. Lascia il ciondolo ed esce. Clarice è ancora diffidente, ma
ora ha deciso che vuole dargli una possibilità. Perdona suo
marito.p
Se
i guai con Lorenzo sono finiti, quelli tra lei e Firenze devono ancora
iniziare; perché essere la mogli el Signore Della Repubblica
Fiorentina non è facile! Tutti pretendono il massimo da lei. E
Clarice Orsini Medici sarà sempre una straniera Romana. A
Firenze non interessa il suo cognome, volevano qualcuno della loro citt.
Clarice
perdona ma nn dimentica... suo marito dovrà impegnarsi jmolto
per avere il rispetto e l'amore della moglie. Se c'è una cosa
positiva dell'essere cresciuta tra il Vaticano è che subito
impara a non farsi ingannare dalle belle parole.
Clarice
è stat costretta ad abbandonare tutto per un marito che non ama.
L'amore di Lorenzo crescerà negli anni, ma ha già stima e
rispetto per lei; significa ce per lui sarà più
importante anche dell'amante. È sua moglie. La persona che gli
darà un figlio maschio. Sarà seconda solo all'amore per
il potere... Clarice sa come deve comportarsi. E aiuterà Lorenzo
sempre. Anche quando dovrà sacrificare la sua famiglia
originaria. È una Medici... sarà sempre leale al marito.
Non importa cosa farà Lorenzo, lo sosterrà fino alla
morte.
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Capitolo 12 *** 12 ***
0
12.A LUI DEL SUO ONORE.
Francesco
da quando Lorenzo è sposato con Clarice lo vede più
triste. Vorrbbe stargli vicino per consolarlo, ma non può. Suo
zio, lo tormenta chiedendogli continuamente se sapesse della relazione
tra Bianca e Guglielmo.
Francesco sta pranzando insieme allo zio... tra dil loro si sente la tensione.
"Come fai a non sapere di Guglielmo e Bianca?! Sei suo fratello! Ti avrà detto qualcosa... No?!"
"L'avrò
ripetuto 50 volte, non sapevo niente. È stato Medici a dirmelo.
Vi prego zio, basta parlarne. Mi avete sfinito con questa domanda."
"Ti
senti forte solo perché sei amico di Medici. Ma lui user la
vostra amicizia per raggiungere un obbiettivo. È fatto cos.
L'aveva già fatto anni fa."
"Era uno stupido provocatore. Adesso è cambiato. Non rifarà lo stesso errore. Ne sono sicuro."
"Perché
perdo tempo a parlare con te? Appena ti ferirà usandoti tornera
da me piangendo."commenta infastidito prendendo insime al calice il
pane e se ne va.
Francesco ricorda quel momento deprimente.
Ricordo di Francesco
Siamo
molto amici... mio zio non lo spoporta, infatti quando viene a trovarmi
è sempre scontento. Va alla zia al monastero... ci resta fino
alla sera tardi, per essere certo di non incontrare Lorenzo. I Medici
invece sono più tollernti, tranne Cosimo; il quale dice sempre
al nipote che non deve più venire da noi.
Sono con Lorenzo nel cortile della mia casa, giochiamo a calcio. Spesso mi fa vincere.
"Francesco, sono stanco. Andiamo in Via Delle Porte Nuove alla locanda? Ho voglia di festeggiare..."
"Certo! Cosa festeggiamo esattamente?! Sono proprio curioso di sentire la risposta!"
"Non
ci ho ancora pensato. Fa niente. Allora? Cosa fai ancora seduto?"ordina
impaziente Lorenzo prima di correre fuori dal portone. Ci mettiamo 25
minti per arrivare alla taverna. Siediamo al tavolo, dopo poco arriva
Giuliano insieme ad un altro ragazzo.
"Fratello,
andiamo a divertirci! Vieni! Cosa fai ancora seduto?!"ordina euforico
suo fratello ignorandomi. Lui mi guarda dispiaciuto. Lo fisso
allontanarsi. Tornato a casa senza accorgermi vado nella mia stanza e
piango. Jacopo entra proprio in quel momento.
"Cosa
c'è? Perché piangi? Dimmi. Parlami. Ti ascolto. Hai
litigato con tuo fratello?"domanda preoccupato avvicinandosi per
consolarmi. È uno dei pochi momenti; in cui mio zio mostra del
sentimento a qualcuno che non sia sua moglie.
"C'entra...
Medici. Eravamo andati in una taverna... suo fratello arriva e lo
costringe ad andare con lui... ci sono rimasto male. Non oleva..."
"Sei proprio un'idiota. Medici, ti usa. Si ricorda della tua esistenza solo quando non ha niente da fare."
"Se a voi non piace, perché cercate di farmeloodiare? Siamo amici..."
"Vieni
a vedere quanto manchi al tuo amico. L'avevo visto scherzare con suo
fratello su Ponte Vecchio. Ti disperi per un'ipocrita."aggiunge
sprezzante trascinandomi per 10 minuti fino Pnte Vecchio, giunti
là vedendo Medici scherzare con suo fratello; senza pensarci
vado a tirargli un pugno. Lo faccio cadere e lui mi fissa confuso.
"Francesco... cosa? Perché l'hai fatto? Spiegami... non capisco il motivo..."
"IL MOTIVO?! NE VUOI DAVVERO UNO?! SEI MAI STATO MIO AMICO?! SII SINCERO!"
"E'
stata mia madre a dirmi di avvicinarmi... poi ti ho voluto veramente
bene..."risponde amareggiato dalla sua azione... io sono furioso e suo
fratello è meravigliato.
Tornato a casa vada da Guglielmo. Quando finisco il racconto mi fissa contrariato.
"Nostro
zio, ti sta usando. Fidati di me. Medici è affezionato. Un
giorno l'avevo sentito difenderti, quando Albizi aveva detto che eri
una femminuccia."spiega calmo sedendoi sul pavimento. Dragotto Albizi
è figlio di Rinaldo. Mi disprezza perché sono amico del
suo nemico. Cosimo ha fatto esiliare suo padre.
Lorenzo
non usa glialtri. Come posso dire di conoscere questo ragazzo? Aveva
ragione mio zio, Medici è falso. E da questa cosa nascerà
il mio odio... no. Disprezzo. Lo amavo.. anzi veneravo. Ma è
stato l'amore a nonfarmi vedere che brutta persona fosse.
Francesco tornato al presente va da Lorenzo alla sua bnca. Appena lo vede gli sorride contento.
"Vorrei
invitarti alla cena con Nerone. È il mio modo per dimostrarti
quanto io mi fidi e ci tenta a te. Tengo molto al tuo parere."
"Grazie.
Verrò alle 17.30. alla fine non sei tanto male... Lorenzo."dice
imbarazzato dall'avere detto il suo nome. Lorenzo lo abbraccia
emozionato.
"Ti
prego, perdonami. Non avrei mai dovuto usarti per sapere cosa fa
Jacopo."sussurra nudo stringendo l'amico. Per una volta è
sincero, anche Francesco lo abbraccia forte... contento di aver
ritrovato l'amico. Dopo questa cosa la loro l'amicizia si è
rafforzata. Per un'incomprensione ho perso l sua amicizia, ma ora che
lo ritrovata non voglio perderla ancora. È uno dei pochi ad
accettarmi senza volermi cambiare. Lo amo. Pensa sereno Francesco prima
di andare a prepararsi per la cena con Lorenzo nella sua casa.
Francesco bacia Matilde.
"Cosa vi è successo da rendervi cos contento? Avete chiarito con Jacopo?"
"No. Ho chiarito con Lorenzo. Per questo vorrei che veniste con me alla sua cena."
"Non
cred che sia il caso, Medici ha inviato voi. E poi, di cosa potrei
parlare? Quelle donne mi mettono soggezione. Sopratutto la madre."
"Chi?
Lucreza? In realtà è gentile. Aiuta sempre i poveri, allo
stesso ha educato Giuliano e Lorenzo. Per questo sono amati dalla
gente."spiega tenero alla moglie, si fa convincere e accetta di
accompagnarlo alla cena.
Francesco
e sua moglie alle 17.15 salgono sulla carrozza per andare dai Medici.
Ma Jacopo non permetterà al nipote di essere amico del nemico,
cercherà un modo per rovinare la loro amicizia. È
più importante distruggere i Medici; che vedere suo nipote
contento.
Matilde
insieme al marito vengono accolti dai Medici, l'ospite fissa Francesco
diffidente. Dopo esserrsi salutati e presentati siedono al tavolo.
"Pazzi, spero che la vostrAa famiglia stia bene. Non ho ancora avuto il tempo di venire a trovare vostro zio."
"Stanno
tutti bne. Grazie. Penso che gli farà piacere se andate a
qsalutarlo."aggiunge freddo all'ospite. Diotisalvi Nerone è un
nobile che lascia la città, dopoché Cosimo diventa
Signore Della Repubblica Fiorentina.
"Madonna
Maffei - Pazzi, è stata una bella sorpresa. Non sapevo che
venisse pure voi."dice stupito Giuliano sgusciando un gamberetto.
"E'
bello conoscervi, madonna. Vostro marito, vi ammira tanto."dice
tranquillo a Clarice... non è ancora abituata a tutte le loro
esagerate frasi di circostanza e cerimonie. Nella Citt Eterna sono
più sbrigativi.
"Vi
ringrazio, Pazzi. Mio marito vi ha parlato di me?"domanda incerta e
meravigliata Clarice. Da quando è arrivata a Firenze, suo marito
la tratta con indifferenza. Parla poco insieme alla moglie.
"I
muri della città hanno le orecchie. Non solo vostro marito, anhe
la gente parla di voi."spiega accigliato versando il vino nel calice.
La
cena viene interrotta prima del secondo. Francesco mentre chiacchiera
con Giuliano nota sua moglie nel cortile: parla con Diotisalvi. Sembra
che stiano litigando per qualcosa... infatti lei torna nel alone
correndo.
Dopocena mentre Francesco e Matilde sono nella loro camera lei gli rivela della rivolta dei Pratesi.
"Nerone
appena ha saputo il mio cognome voleva convincermi a dirlo alla mia
famiglia. Dovete avvisare Medici."spiega impaurita dalla reazione del
marito.
Francesco
presa la spada corre nella scuderia seguito dalla moglie, montato sul
cavallo galoppa a Palazzo Medici. Le guardie vedendolo sono perplesse e
lo stesso i servi. Francesco ignorandoli corre da Lorenzo nella sua
camera, spalancata la porta Lorenzo e Clarice lo fissano confusi.
Francesco
gli dice la verità su Diotisalvi, dunque ordina ai soldati di
andare a Prato per arrestare Diotisalvi e reprimere la rivolta.
Diotisalvi
Nerone non accettando che Lorenzo fosse Signore Di Firenze fa
un'allenza con Borso D'Este per uccidere entrambi i fratelli Medici.
Fanno rivoltare Prato contro Firenze.
I
soldati portano Diotisalvi all'Alberghetto di Palazzo Vecchio, Lorenzo
non potendo impiccarlo lo fa esiliare in una lontana città; ma
Francesco invece può benissimo ucciderlo pugnalandolo nella sua
cella. Lui a differenza del suo amico non ha problemi di rimorso,
perciò lo pugnala! Facendo in questo modo, Lorenzo è
senza problemi di coscienza e ha dato un forte messaggio alle
città sotto Firenze. Non sfidate la Repubblica Fiorentina o
verrete repressi usando l'esercito. Nesuna pietà per i ribelli.
Il vostro sangue verrà versato.
Lorenzo
fa parte della sua famiglia, si sente in dovere di difenderlo. Proprio
come avrebbe fatto con Guglielmo, Matilde o Jacopo se fossero stati in
pericolo. A nessuno deve venire in mente di uccidere qualcuno della sua
famiglia... o Francesco li scuoierà.
Francesco
e Lorenzo hanno ftto un accordo segreto: Bianca potrà sposare
Gugliemo, appena Papa Sisto darà i soldi del Vaticano ai Medici.
Francesco
non ha nessuna ntenzione di perdere ancora l'amicizia di Lorenzo.
Farà qualsiasi cosa per proteggerlo. Ma la Congiura Dei Pazzi si
avvicina e Francesco sarà obbligato a scegliere se tradire il
suo stesso sangue o essere leale allo zio... significherà che
dovrà rinunciare a qualcosa. Non può avere entrambe le
coe. È impossibile unire amicizia e famiglia... Francesco
sarà costretto ad una decisione che lo metterà in crisi
esistenziale.
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Capitolo 13 *** 13 ***
0
13.A ME DEL DANNO.
Lorenzo non saprà mai che è stato Francesco a pugnalare Diotisalvi.
Lorenzo
è sempre più amato a Firenze per la sua pietà
verso i nemici. Un altro li avrebbe impiccati non esiliati. Lui non ha
potuto impedire l'omicidio, è stata una decisione di Francesco;
quando i soldati della prigione gli avevano detto del delitto lui ha
subito pensato a Francesco. Ma per paura non fa nessuna domanda.
Lorenzo
vuole usare l'arte non solo per abbellire Firenze, ma anche a scopo
plitico: ricordare chi è il vero Signore Di Firenze. Decide di
fare questa cosa la rivolta dei Pratesi. In questo modo, per quelli
distratti l'arte è solo una cosa bella... non andrebbe a pensare
che c'è uno scopo politico. Il potere di Lorenzo sta
aumentando... la gente lo vede compassionevole e gentile; intanto lui
abbelisce Firenze facendo credere che gli interess solo l'arte, per
onorare Dio. Come ci si aspetta da un mo Rinascimentale. Invece non
è solo questo. C'è molto altro che però... lui
nasconde perfino a sé stesso, perché se ne vergognerebbe
tropp. Capirebbe che non è così una bella personacome
pensa.
La
ricerca della perfezione è ha doppio senso: all’inizio
conta solo quanto sei deciso, gli obiettivi che vuoi raggiungere e come
fare ad arrivarci. Poi lentamente, quella ricerca diventa la tua
ragione di vita. Respiri. Dormi. Mangi. Vivi pensando sempre a lei. E
quando non sei alla sua ricerca, ti senti confuso. Perso. Senti che
manca qualcosa. È diventata la tua ossessione. Lorenzo ha una
fissa: modellare Firenze in base alla sua idealizzazione dello Stato.
L'idea illusoria che sia la popolazione a dover decidere aiutato dai
Priori e non i nobili.
Lorenzo
sta osservando il quadro che gli aveva regalato lo sconosciuto quando
aveva aiutato Francesco a salvare Francesco. La sua contemplazione
viene interrotta dall'arrivo di Sandro.
“Dove l'avete preso? È bello. I colori sembrano veri. E anche le forme.”
“Hai
ragione, Sandro. Me l'aveva regalato l'apprendita di Verrocchio, l
giorno incui ho aiutato Francesco a salvare Salviati. Un certo Leonardo
Da Vinci.”spiega incantato osservando il disegno.
“Ne avevo sentito parlare. Lo nvidio. Ha una bottega tutta sua in cui disegnare.”ì
“L'avrai
anche te. Ho comprato una bottega e anche fatta ristrutturare. Devi
solo trasferirti.”spiega sereno salendo sulla carrozza seguito
dall'amico. Sandro guarda la strada dal finestrino: Simonetta sta
parlando con Giuliano. Sono un po' troppo vicini.
“Vespucci
è così bella... vglio fare un dipito usandola come
modella. So già anche il titolo: La Venere. Insieme a vostro
fratello...”
“Diglielo.
Sarà contentlo di passare del tempo con lei. Ne sono
sicuro.”aggiunge euforico Lorenzo, ma l'entusiasmo con il passare
dei minuti diventa ansia. La paura del dolore può essere
combattuta solo con un male bruciante. Non deve sgretolare la mia
esistenza. Proprio no. Glielo posso impedire... assolutamete. Il
coraggio che domani è un nuovo giorno prova a spezzare le ossa
della paura. Riflette angosciato guardando i passanti... ha paura che
Lucrezia sia già tornata da Volterra... e... abbia sentito la
gente parlare del matrimonio con Clarice... sanno essere molto cattivi
specialmente i nobili importanti. Vuole che lo sappia da lui. Non dai
pettegolezzi.
“State
bene? A cosa pensavate? Doveva essere molto profondo se avete smesso di
sentirmi...”domanda curioso sorridendo all'amico, l'altro sospira.
“Sto
bene. Non è questo. Vorrei ce mi accompagnassi a parlare con
Sisto. Lui adora gli Umanisti, quindi se vieni puoi convincerlo ad
essere alleati.”
“Va
bene! Vengo volentieri! Volete che gli spieghi cosa mi affascini
dell'Umanesimo!”risponde euforico Sandro aprendo per primo la
portiera. È ansioso di vedere il regalo del suo amico. Nessuno
gli hSa mai regalato una bottega! Lorenzo ama vedere l gente che ama
felice.
Lorenzo aperta la porta mostra all'amico tutte le camere. E lui corre ad abbracciarlo emozionato fino quasi alla lacrime.
Tornato a casa Lorenzo va al suo diario. L'aveva iniziato dopo il matrimonio con Clarie.
Diario di Lorenzo
15 dicembre 1468
Ho
sposato Orsini. E dopo i problemi iniziali iniziamo a volerci bene. Ma
non abbiamo ancora fatto sesso. È molto pudica. Rigida.
4 giugno 1469
Mia madre organizza il nostro matrimonio religioso. È appena finita la festa.
Siedo
sulla panca vicino al Duomo. E vedo Lucrezia parlare con un'altra
persona. Mi fa venire dei pensieri tristi.. vorrei toccarla. Ha una
pelle liscia... morbida come quella dei bambini. È la mia
virgola. Io cerco un pnto ed incredibilmente lo trovo in Orsini. Avrei
voluto fosse Lucrezia.
Sono in stanza con Orsini. Mi avvicino a lei con occhi teneri. È spaventata. Respira ansimando.
“Non
voglio farti male. Provaa fidarti... d'accordo? Mi avvicino piano...
tranquilla.”dico dolce avvicinandomi e lei annuisce incerta.
È in quel momento che decido di proteggerla. La madre dei miei
figli... ha un'importanza maggiore dell'amante. Non permetterò a
nessuno di farle del male. La famiglia prima dell'ambizione. Sono il
mio sangue.
E'
il 1472. L'estate in cui Firenze farà la guerra contro Volterra
sottomettendola al proprio volere rendendola schiava... i muri di
pietra degli edifici e le strae acciottolate saranno macchiati dal
sangue dei Volterrani! Dopo questa cosa la città cambierà
per sempre.
Il Sacco Di Volterra diventerà famoso per la carneficina che ci sarà. Mverranno uccisi tutti.
L'allume
arricchisce più dell'oro, per questo Lorenzo vuole
impadronirsene. Serve a colorare i tessuti. La persona che avrà
l'allume controllerà tutto. Sarà più ricco anche
del Vaticano.
Le famiglie nobibili litigano perché ognuna dice un'idea su come devono comportarsi sulle miniere dell'allume.
Lorenzo sta cenando con la famiglia, quando viene interrotto da un
domestico.
“Palo Inghiraghi e Antonio Maffei vorrebbero parlare con voi. Entrambi i fratelli.”
“Falli andare nel mio studio – biblioteca. Veniamo subito.”risponde confuso Loreno alzandosi.
“Cosa
vorrannno, secondo te? Hai unaqualche idea? Se sono veuti fino a
Firenze, invece di inviare un piccione viaggiatore è
importante.”aggiunge sorpreso suo fratello leggendo l'orologio:
20.30. E Lorenzo risponde alzando le spalle.
“Non
dovevamo venire, Inghiraghi... torniamo indietro. È
meglio...”dice irritato Antonio. Mentree Lorenzo e Giuliano
entrano. Dopo essersi inchinati siedono sulle sedie intorno alla
scrivania di Lorenzo.
“Vogliamo l'indipendenza. Con l'allume e le altre miniere non dobbiamo più dipendere da voi.”
“Non
possiamo darvela, Maffei. Volterra è sotto Firenze. E lo altre
città. Fate parte dello Stato. Voi vivete a Roma, cosa ve ne
importa?”dice calmo Giuliano e Antonio lo guarda con odio. Per
quasi tutti i nobili Volterrani, Firenze è un tiranno che li
tiene sottomessi.
“State
calmi... non siamo enuti con ostilità. Vogliamo chiedere
più libertà... vi prego, Lorenzo. Per la nosta amicizia,
potete?”aggiunge tranquillo Paolo cercando di calmare Antonio e
Giuliano.
“Va bene... ma solo se non ci fate nessuna guerra. E date più soldi a noi che alla Chiesa...”
“Non
potremmo mai farvi la guerra e sperare di vincere. Il nostro è
un piccolo esercito. Dovete proteggerci dalla rabbia del
Vaticano.”
“Va
bene. Messer Inghiraghi, verrò a Volterra per firmare
l'accordo.”aggiunge feice Lorenzo. Firenze ha ancora Volterra
sotto il suo controllo. Tuti sono sollevati che hanno trovato un
accordo... tranne Antonio, infatti con uno sguardo rabbioso fissa la
cupola del Duomo. Tutti si inchinano per salutarsi. E Giuliano è
il primo ad uscire.
Appena
Paolo ed Antonio escono Lorenzo scrive una lettera a Lucrezia, la fa
spedire con un piccione viaggiatore. Intanto lui monta sul cavallo.
Cavalca fino Volterra. Si ferma poco tempo durante il viaggio.
Lucrezia lo incontra sulla collina.
“Perché
non mi hai detto che hai una moglie? Cosa sono per te?”domanda
rabbiosa fissando l'uomo di cui è tanto innamorata. La fissa
triste.
“Firenze
ta per dichiarare guerra a Volterra. Non so come finirà. Vieni
com me. Ho cancellato l'esilio di Ardinghelli.”supplica disperato
all'amante. Lei senza rispondere lo lascia solo.
Lorenzo
firma l'accordo e va a casa... paga dei soldati per far rapire
Lucrezia. Le aveva chiesto di tornare volontariamente visto che si
è ifiutata, la fa andare a Firenze forzatamente. Non può
vivre senza di lei.
Lorenzo
ne approfitta e si schiera dalla parte della famiglia Inghirami
rompendo l'accordo; anche se in realtà è lui a volere il
controllo delle miniere.
Per
riportare l'ordine a Volterra viene inviato un esercito composto da
7000 soldati sotto Federico Da Montefeltro; i soldati la saccheggiarono
orrendamente e inoltre buttarono giù quasi tutte gli edifici.
Lorenzo
preso dal rimorso va a Volterra per fermare laguerra... giunto in
città, entre trotta tra le strade insanguinate vede cada veri
interi e mutilati. Per la sua voglia di potere ha trasformato Volterra
in una città fantasma. Vengono tutti massacrati, anche gli
innocenti. Ma la cosa che gli fa più impressione è quando
si avvicina al Palazzo Dei Priori: ci sono tanti bambini e donne
impiccati. Pendono dai pochi edifici ancora in piedi.
Il Sacco Di Volterra verrà ricordato da tanti scrittori soprannominatndolo Guerra Delle Allumiere.
I
cittadini uccidono Paolo spingendolo dalla Torre Del Porcellino... per
loro essendo alleato di Firenze è un raditore. Dopo questa
guerra Antonio si unirà alla Congiura Dei Pazzi.
Per
controllare definitivamente la città venne ampliata la fortezza
chiamata Mastio (Fortezza Medicea), simbolo della potenza Fiorentina.
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Capitolo 14 *** 14 ***
0
14.TANTO CRUDEL FU LA PRIMA...
Lucrezia
è arrabbiata con Lorenzo perché ha capiti... in
realtà sospetta che l'abbia fatta rapire lui; per evitare che
rimanesse uccisa dai soldati nel Sacco Di Volterra. Non aveva mai usato
la forza con lei. Capisce che l'aveva fatto per paura di perderla, ma
è comunque furiosa! Non doveva costringerla, ma rispettre la sua
decisione... quando ha deciso di restare a Volterra sapeva cosa sarebbe
successo. Ma lui non poteva permettere che venisse uccisa, stuprata od
entrambe.
Lucrezia
sta andando al Duomo, mentre cammina vede Lorenzo insieme alla moglie.
E diventa gelosa. Mi penserai quando ti sentirai solo, un giorno
guarderai avanti a te e capirai che il meglio lo hai lasciato
indietro... hai sprecato la tua vita dietro ad un sogno. Riflette
osservando la donna. Sembra sia a disagio vicino al marito.
Lucrezia triste entra nel Duomo e siede sulla panca vicino a Gugliemo.
"Buongiorno,
madonna Ardinghelli. Questo posto è occupato da Medici. Dovrebbe
arrivare tra poco. Potete spostarvi, per favore?"spiega calmo Guglielmo
girandosi verso il portone. Lei annuisce e siede sulla panca dietro a
Jacopo. Guarda Francesco. Èvestito di nero quindi immagina che
sia morto qualcuno della famiglia Maffei nella guerra contro Volterra.
"Condoglianze,
messere. Mi dispiace per vostra moglie. Sono sicuro che sarà in
Paradiso."dice triste uno sconosciuto a Francesco, lui lo inora.
"Dove
vuoi sederti? Va bene qua? O preferisci un psto lontano dal
portone?"domanda ansioso Lorenzo alla moglie. E Lucrezia li guarda
invidiosa.
"Grazie. Va bene. Non preoccupatevi. Decidete voi. Io, qui sto bene."
"Ecco
la moglie straniera. Clarice Orsini... non ti ricorda quanto sono
ipocriti i Medici?"aggiunge irritato Jacopo a Francesco. Con le voci
che rimbombano Lorenzo non sente la sua frase, Lucrezia conosce
l'amico: quando è arrabbiato o si sente in copa per qualcosa
diventa irascibile. Ti tornerò in mente quando il tuo cuore
avrà freddo e un corpo qualunque non basterà a scaldarlo.
Ci proverai perché so che lo farai... probabilmente in
quell'istante sentirai caldo, ma è solo la tua idea. Noi non
siamo fatti per restare con chiunque. Pensa depressa Lucrezia vedendo
la differenza di come si comporta con lei e sua moglie. Clarice fa
parte della famiglia e Lorenzo ha una lealt assoluta verso il suo
sangue.
Appena
la messa finisce Lucrezia esce subito dalla chiesa per andare a casa.
È difficile vederlo insieme ala moglie... vorrebbe che lui la
guardasse nello stesso modo. Non può... traloro c'è
Clarice. Sono perfetti... Lorenzo è bello e lei ha un titolo
nobiliare. Invece Lucrezia non c'entra niente tra di loro. Si sente
fuori posto nella perfezione che trsmettono.
Lucrezia siede sul balcone e si mette a ricamare una piccola coperta per suo figlio, nel frattempo osserva la strada.
"Messer
Medici, potete venire al Palazzo Della Signoria? C'è una
riunione fatta dal Consiglio Dei Cento sul Sacco Di Volterra."
"Certamente.
Messer Garzoni, di cosa dovremmo parlare? Non capisco. L'esercito ha
massacrato tutta la città. In questo momento possiamo solo
piangere."
"Avete
ragione. Ma se i Priori vogliono parlarci, un motivo ci
sarà."aggiunge consolandolo e Lorenzo segue il ragazzo. Mentre
parlava Lucrezia resta copita dallo sguardo tormentato dell'amante.
Lucrezia
sudata torna in casa e si mette a suonare il clavicembalo, quando dal
riflesso del calice vede Lorenzo che la fissa sonsolato.
"Cosa c fai in casa mia? Torna da tua moglie. Parla dei tuoi problemi con lei."
"Non posso... voglio spiegarti il motivo del perché ti ho fatta rapie..."
"Ho capito il motivo, ma avresti dovuto rispettare la mia decisione."
"Non
mi pento di averlo fatto. Quando sono andato per dire ai mercenari che
dovevano fermarsi era troppo tardi. Hanno impiccato e mutilato i
cadaveri."
"Quindi hai pnsato di farmi rapire. E degli innocenti che sono morti chissene frega. Giusto?"
"Gardami. Non vedi che il rimorso mi sta mangiando l'anima? Ho fallito. Sono tutti morti."
"Posso
solo dirti che mi dispiace. Sì. Hai fallito. E adesso devi
accettare il rimorso. Né io o altri possiamo aiutarti. Devi
imparare a conviverci."
"E volevo anche dirti... che mi dispiace di non averti detto la verità su Orsini."
"Dovevo
immaginarlo. Hai sposata una che ha quasi tutti i parenti nel Vaticano.
Il suo è un cognome importante ed antico."
"Sì.
Non potevo rifiutarmi. È stata mia madre a combinare il nostro
matrimonio. Io contierò ad amarti. Finché vivrò.
Per questo vorrei..."
"Se vuoi chiedermi di vedermi ancora, non subito. Prima fammi passare l'arrabbiatura."
"D'acordo.
Quando vuoi vedermi sai cosa fare. Vado. Spero che ci vedremo
presto..."dice incerto Lorenzo mettendo la mano sul braccio della
ragazza. E se ne va, Lucrezia guarda Firenze dal finestrone.
I giorni per Lucrezia passano lenti ed identici finché Nicclò non torna dalla Francia.
Niccolò viene fatto entrare nella Signoria, perché è Lorenzo a volerlo.
Lucrezia
resta incinta del marito. E non vuole più vedere l'amante. Ha
già partorito. Sono trascorsi 10 mesi dal loro ultimo incontro.
Lorenzo le manca ma si rifiuta di scrivergli. Non vuole dirglielo.
Lucrezia
sta passeggiando con suo figlio Carlo, spinge il passeggino; siede
sulla panca davanti al parapetto di Ponte Vecchio vicino ad una donna
che legge.
"Posso chiedervi cosa state leggendo? Non ricordo il titolo. Spero che mi rispondete."
"Non lo so. L'avevo preso dallo scaffale a casa. Sono Gemma Calandri."
"Lucrezia Donati Ardinghelli. Ah... capito. Non importa. Ero solo curiosa... vivete a Firenze?"
"No. Vivo a Ferrara. Sono venuta per passarci qualche giorno. Invece, voi? È vostro figlio?"
"Vivo qua. Sì. Si chiama Carlo. Oh. Sono stata solo una volta a Ferrara."
"E'
l'ora della messa. Non posso arrivare in ritardo. Vale, madonna
Ardinghelli. Spero di rivedervi."aggiunge agitatissima Gemma sentendo
le campane rintoccare cinque volte. Si alza dalla panca senza ascoltare
la risposta di Lucrezia alla propria domanda.
Niccolò
da quando è nei Priori e sua moglie ha partorito non lascia
più la Toscana, perciò se un giorno volesse incontrare
Lorenzo deve cercare una buona bugia.
Lucrezia
ha capito che lui la amerà lo stesso, anche con Clarice in
mezzo. Ma non per questo accetta volentieri di avere un triangolo tra:
lei, Clarice e Lornzo.
Lucrezia
pensa ce rivederlo dopo quasi un anno dalla loro ultima discussione sia
una cosa intelligente... ma non sa quanto sbaglia. Invece.
Lucrezia segue Lorenzo e suo fratello al mercato.
"Sandro mi ha detto della tua folle idea. Come ti vengono in mente?"
"Vai che è meglio. Ti sta aspettando. Non puoi fare attendere le madonne."
"D'accordo.
Ho capito. Me ne vado. A casa però rispondi..."aggiunge allegro
Giuliano, mentre suo fratello lo spinge. È solo ma aspetta.
Lucrezia segue l'amante sotto al portico, appena si siede lo raggiunge.
"Grazie di aver rispettato la mia scelta. Ci ho messo un po' a farmela passare."
"Non
volevo farti ancora arrabbiare. Sono stato malissimo in questi
mesi."spiega triste prendendole la mano, intanto fissa Carlo ansioso.
"E' di Ardinghelli. Gazie per aver chiesto ai nobili se poteva diventare un Priore."
"E'
tardi. Deo tornare da mia moglie. Ci vediamo in un altro
momento."mormora tenero Lorenzo lasciando la mano dell'amante, fa una
carezza a Carlo che nel frattempo si addormentato... Lucrezia lo bacia
sulla guancia.
Lucrezia
si allontana spingendo il passeggino, tornata a casa i domestici
mettono Carlo nella culla; intanto lei si cambia per la cena.
A
Lucrezia è passata l'arrabbiatura, dunque ora vuole tornare ad
essere l'amante di Lorenzo. Significa che deve anche accettare il
triangolo. E sar sempre meno importante della moglie, quando avr
bisogno lui correrà da Clarice. Non importa cosa farà o
dove sarà... Lorenzo per la madre dei suoi figli ci sarà
sempre. Lei partorirà un maschio e il nome dei Medici non si
estinguerà con la morte di Lorenzo.
Lucrezia
piuttosto che perderlo accetta pure il triangolo; in quanto lui le ha
promesso che avrebbe sempre avuto un posto speciale ne suo cuore.
L'amore per Lucrezia è diverso: romantico. Invece con sua moglie
fa solo il gentilee l'indifferente.
Ma
Lucrezia continua a non capire; che Lorenzo quasi sempre fa le cose con
uno scopo ben preciso in testa. C' è un motivo se ha sfidato
l'ira dei nobili, per riuscire a far entrare Niccolò nella
Signoria.
Lucrezia
solo dopo la Congiura Dei Pazzi vedrà veramente di che brutta
persona è innamorata. Lorenzo sacrificherà qualsiasi per
la vendetta.
Lucezia
adesso vede Lorenzo con gli occhi dell'amore, non riese a vederlo
fredda. Senza sentimenti. In modo lucido. Crede che sia carino e
gentile... non vendicativo od ambizioso... anzi esattamente l'opposto.
Lorenzo
crede che sia possibile controllare tutto, ma i sentimenti non possono
venire controllati e calcolati... come se fossero dei freddi numeri.
Fanno quello che vogliono. A loro interessa solo la persona. Non quanti
soldi hanno o chi sono. Per questo Lucrezia è un po' spaventata
dall'amore ni suoi confrnti. Farebbe qualsiasi cosa per Lorenzo.
È innamorata cotta. Persa. Stracotta. Lo ama tanto. In modo
esagerato.
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Capitolo 15 *** 15 ***
0
15.DA CUI PARTE GELOSIA.
Clarice
fin da quando era bambina ha sempre avuto problemi a farsi rispettare.
La rigida educazione e il carattere sottomesso l'hanno sempre fatta
apparire tranquilla. Insensibile alle parole degli altri, ma in
realtà anche lei ha un cuore. È solo che fa fatica a
parlare... come moglie di Lorenzo viene accolta con tutti i
convenevoli; proprio per colpa del suo carattere tranquillo non piace
ai Fiorentini... sarà costretta a cambiare, perché con il
marito che si ritrova deve farlo. Lorenzo non può mostrarsi
debole davani ai nobili né al Consiglio Dei Cento, quindi
Clarice essendo legata a lui deve essere forte. Lorenzo vuole che oltre
ad essere una brava moglie faccia anche la donna di potere...
perché è questo che viene chieto a Clarice dal marito. E
deve sbrigarsi ad imparare, i loro nemici non aspettano lei. Da quando
Lorenzo aveva chiesto ai nobili di far entrare Niccolò nel
Consiglio Dei Cento, la relazione tra lui e Jacopo è peggiorata.
Clarice fa quello che le riesce mieglio: aiutare i poveri. Sta andando nel Convento Di San Marco insieme a Lucrezia.
"Nuora, hai dimenticato le coperte a casa. Domani ricordati di portarle."
"Avete
ragione. È stata colpa mia. Domanimi ricorderò
sicuramente."risponde ansiosa bussando al portone del monastero.
Lucrezia fissa contrariata la nuora. Non le piace molto, ma sopporta
Clarice per l'amore del figlio e il suo cognome... è troppo
riservata.
"Lorenzo
arriverà stasera con Sandro. Mi ha scritto una lettera."spiega
indifferente Lucrezia, intanto la poverina fissa sorpresa quella donna.
Cerca di mettersi tra marito e moglie. Lorenzo doveva scrivere a lei.
"E'
riuscito a convincere Papa Sisto? O ha fatto un viaggio
inutile?"domanda curiosa mentre Mariano Della Barba (Mariano Da
Genazzano) apre il portone per farle entrare. Prima della peste del
1488 Mariano entrerà negli Agostiniani e ne sarà anche
Priore Generale sfidando Girolamo Savonarola. Sarà alleato di
Lorenzo.
"Buon pomeriggio, madonne. Avete portato le coperte che vi avevo chiesto?"
"Siamo
state occupate, Padre. Ma vi prometto che domani le avrete."risponde
infastidita Lucrezia rassicurando Mariano; intanto Clarice intimorita
dallo sguardo della suocera cammina dietro di loro. Li segue
silenziosa. È arrabbiata co Lorenzo perché ha l'amante,
ma allo stesso tepo inizia a volergli bene. Non è ancora
amore... però.
Lucrezia insieme alla nuora prepara il cibo, dà l'elemosina, sistema i letti e lava le coperte.
Appena
tramonta il sole, Clarice insieme alla suocera tornano a casa per
accogliere Lorenzo. E poi è pericoloso stare in gio di sera...
specialmente a due donne dei Medici non deve neanche passare per a
testa!
Bianca
sta osservando il dipinto di Leonardo, Giuliano è con Sandro
nella propria bottega e Clarice siede sul divano insieme alla suocera
che si riscaldabno vicino al camino.
"Sono
ancora incinta. Vi preg, questa volta permettetemi di tenere il
bambino. Non sapete che soffrenza mentire tutti i giorni a mio marito."
"Lorenzo,
prima di avere un figlio doveva imparare ad essere Signore dello Stato.
Le nostre vite dipendono da lui."spiega paziente Lucrezia e Clarice
fissa le fiamme sconsolata. Ha mantenuto il segreto per due anni... da
quel 4 agosto 1470. Quel giorno non solo inizia ad ingannare, ma
infrange ance la promessa che si era fata prima di lasciare Roma:
nessun Medici l'avrebbe corrotta e trascinata nella loro lotta per
avere il potere. Ma invece è accaduto... non si veste come loro,
a parte questo diventa completamente una Medici. Clarice viene
trascinata negli intrighi e nei segreti di Lucrezia per dare il potere
a Lorenzo. L'unica cosa importante è sconfiggere i nobili nemici
della famiglia.
"Ricordo la disperzione di Lorenzo quado ha saputo che il bambino è morto."
"E'
solo grazie a noi se Lorenzo ora ha quel posto che gli spetta nella
Signoria."replica impassibile la suocera e lei è sconvolta dalla
sua calma.
"E' iniziato tutto quando avete scelto me come sposa di vostro figlio. L'avete fatto per il mio cognome. Giusto?"
"Esatt,
Clarice. Ho parlato con la vostra famiglia e mi hanno detto che avreste
avuto una leatà assoluta vrso il vostro futuro marito. Non
sbagliavano."
"Faccio solo il mio dovere di moglie. È questo che lui mi ha chiesto."
"No.
Non devi essere solo questo. Dovrai fare la donna di potere. Aiutarlo a
decidere. Quando sarò morta lo farai, vero?"aggiunge calma
Lucrezia. Suona la campanella e vanno a cenare. È sbagiato amare
tanto intensamente una cosa così breve e fragile come la vita?
L'unica cosa che so è: vivrò sempre al meglio delle mie
possibilità. Pensa dubbiosa guardando l cortile illuminato dalle
torce.
"Madre,
sapete quando arrivano Sandro e mio fratello da Roma?"domanda allegro
Giuliano. La cosa checolpisce Clarice quando lui le aveva fatto da
scorta fino Firenze insieme ad Orso è stato il suo entusiamo
contagioso. L'avr visto triste poche volte... sorride sempre.
"Non
lo so, Giuliano. Ha solo scritto stasera. Penso che faranno tardi.
C'è una nebbia densa. Spero arrivino presto."risponde impaziente
di saere la risposta del Papa. A Sisto non piace essere in svantaggio,
per queto vorrebbe un'alleanza tra il Vaticano e Firenze. I due stati
più importanti uniti.
"Fratello,
mi dai la brocca del vino? Non ci arrivo... e anche il pane..."chiede
allegra Bianca e Clarice osservandoli si rattrista perché pensa
ad Aurante. Prima del matrimonio anche lei era spensierata insieme alla
sorella.
"Grazie,madre.
Per questa sera non uscirò con nessuna amante. Voglio
aspettarli."aggiunge sereno Giuliano mentre il servo serve la pasta.
All'inizio, Clarice essendo molto religiosa si scandalizzava.
Dopocena
Clarice va nela sua camera a pregare, intanto arriva suo marito. Corre
ad abbracciarla. Le è mancata tantissimo nei pochi giorni che
sono stati a Roma.
"Mi
sei mancata, Clarice. Tantissimo... e siamo stati divisi solo pochi
giorni..."dice affettuoso accarezzandole i caplli, intanto le prende la
mano e siedono sulla poltrona. Lei sulle gambe del marito; l'avea visto
una volta mentre faceva questa cosa con Lucrezia. Anche a lei è
mancato suo marito.
"Mi sei mancato anche te. Papa Sisto ha accettato la tua proposta?"
"Ha rifiutato e neanche Sandro è riuscito a convincerlo. Devo trovare un'altra soluzione."
"La troverai. Ho fiducia in te. Perché mi tieni sulle tue ginocchia?"
"Lo
faccio solo con le persone che amo e voglio proteggere..."spiega
innamorato stringendola ancora di più. La bacia e Clarice sa che
non si è ancora ripreso dal rimorso per aver permesso il
massacro di Volterra... preferisce sia lui a parlarne.
"Vorrei anare a trovare mia sorella. Posso? È da uando sono arrivata che non la vedo."
"Non de vi chiedermi il permesso. Sei mia moglie. Ho una fiducia totale in te."
"Io
pco. La sera della partenza per Roma stavo tornando a cas dal Convento
Di San Marco... e ti ho visto parlare insieme alla tua amante..."
"Ex
amante. L'avevo lasciata subito dopo il nostro matrimonio. Non devi
preoccuparti. Sei più importante di una donna qualsiasi. Sarai
sempre la mia priorità."
"Bene.
Nessuno deve sapere ce avei l'amante. I tuoi nemici non aspettano altro
di farti apparire debole davanti alla popolazione."risponde rude al
marito prima di alzarsi.
"Inizi
a parlare proprio come mia madre... ha una brutta influenza su di
te..."commenta arreso Lorenzo togliendo la camicia e sdraiandosi sul
letto.
"Entrambe
vogliamo solo aiutarti. Non c'pè niente di male."aggiunge stanca
Clarice toccando i capelli del marito. Vorrebbe lasciare libero Lorenzo
a fargli vedere l'amante, ma Lucrezia le ha detto che deve fare la
gelosa per impedirglielo. Non può rovinarsi.
Clarice
appena suo marito si addormenta decide di andare a Roma per parlare con
Sisto. Vuole aiutae Lorenzo, quindi userà l'importanza del suo
cognome.
A
Clarice interessan solo aiutare suo marito, non importa come ocosa
dovrà dire al Papa. Lucrezia aveva ragione quando voleva
trasformarla nella moglie e donna di potere perfetta per suo figlio.
Clarice viene usata da Lucrezia, lo accetta per aiutare Lorenzo. Non le piace la suocera.
Firenze
vuole Lorenzo come Signore dello Stato, secondo loro è
interessato ai problemi dei pù sfortunati... non capiscono che
è solo una strategia politica.
Lorenzo
arriverà addirittura al punto di prendere ua donna come
consigliere scandalizzando i nobili. Lo fa er apparire altruista e
senza pregiudizi.
Lorenzo
è una persona strana divisa tra: potere, amore e famiglia... ama
tutte e tre le cose. Senza una di loro si sente perso.
I Medici in modo o nell'altro riesono a conquistare tutti... più o meno.
L'Oscurità
è un posto come tanti altri, ma per Loenzo no. Ci vive
ossessionato dal potere. Presto si ritroverà sommerso dalla sua
stssa ambizione, perché l'Oscurità non è un posto
come tanti altri... qui tutto inizia e finisce. Deve avere il coraggio
di guardarsi dentro. L'Oscurità non è sua nemica... ma
l'amante che lo aiuta.
L'Oscurità
attende paziente che lui la voglia amare... non a nessuna fretta. Ma
per provare ad uscire dalla sua sfrenata ambizione Lorenzo deve farsi
aiutare da Clarice. È l'unica che può farlo. Sua moglie
sarà la torcia che llo porter lontano dall'Oscurità.
Lorenzo per cambiare il mondo ha bisogno di Franceso, suo fratello e Clarice.
Ma L'Oscurità non dimenticher molto facilmente Lorenzo... mai. Si ricorderà sempre di lui.
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Capitolo 16 *** 16 ***
0
16.NON CREDE!
Franceco
sta uscendo dal Duomo con la bara di Matilde accompagnato dalla sua
famiglia e da Antonio. L'unico sopravvissuto dei Maffei. Portano la
bara nella Cappella Pazzi (Chiesa Di Santa Croce). Non è ancora
stata completata perché Filippo Brunelleschi: l'architetto
muore. Aveva progettato la cupola del Duomo per ordine di Cosimo.
Matilde
era incinta quando c'è stata la guerra; Francesco aveva
supplcato sua moglie di non partire perché poteva rischiare
l'aborto, ma lei aveva insistito. Parte insieme alla nonna. Antonio era
a Volterra e voleva salutarlo.
Francesco osserva la bara sconsolato, non h niente con cui ricordare Matilde. Vive solo nei ricordi.
“Francesco,
mi dispiace molto per tua moglie. Se posso aiutarti in qalche modo
fammelo sapere.”dice triste una voce fin troppo famigliare. Si
gia e vede Lorenzo.
“Medici. Siete squallido. Non avete rispetto per il funerale di sua moglie?”
“Lasciatelo stare, zio. Può rimanere. Non accusatelo di cose false.”
“Non
voglio fare niente di strano. Sono qui solo come amico. Capisco che
vogliate trovare un colpevole per l'omicidio.”aggiunge sensible e
Jacopo lo guarda diffidente. Non crede alle sue parole gentili.
“Potevate fermare lo sterminio e invece nn avete fatto niente! Come al solito siete solo parole inutili!”
“BASTA!
ALMENO AL FUNERALE DI MIA MOGLIE, POTETE NON LITIGARE?!”ordina
esasperato Francesco, Guglielmo lo spinge vicino alla toma della
moglie; mentre fissa suo zio e Lorenzo contrariato.
Finito
il funerale Francesco sta andando nella camera di suo fratello, quando
sente lo zio parlare con Lorenzo si ferma ad origliare.
“La
vostra ambizione non conosce limiti. Veo, Medici? Vi siete addirrittura
presentato al funerale di Maffei. Anche se voi mi ritenete senza cuore
ero affezzionato a Matilde.”
“Esatto. Ma non c'entra l'ambizione. Voglio chiedervi il permesso per far sposare mia sorella con vostro nipote.”
“D'accordo.
Almeno non lo vedrò più. Mi viene voglia di caccarlo. Se
lo faccio, verrà immediatamente a piangere da
voi.”commenta crudele Jacopo e Lorenzo lo fissa soddisfatto.
Anche Francesco è contento.
“Grazie,
messer Pazzi. Significa molto per me. Spero che un giorno mi
accetterete nella vostra famiglia.”aggiunge grato inchinandosi.
Uscito incontra l'amico e visto che vive l non ci trova niente di
strano.
Francesco
esausto va nel salone a rilassarsi sul divano, si stende sui cuscini e
fissala nebbia. Mi sento perso. Non ho più il tuo amore a
consolarmi... le tue carezze delicate. I minuti passano indifferenti.
Pensa depresso guardando la nebbia. Non si è neanche accorto che
qualcuno, mentre pensava ha acceso le candele sul candelabro. Arriva
Guglielmo.
“E'
venuto Medici. Ha convinto Jacopo a farmi sposare Bianca... ci sposiamo
ad agosto dell'anno prossimo. Sono troppo contento...”spiega
emozionato abbracciando suo frtllo. E Francesco lo guarda stanco.
“Sono
contento per te, fratello. Avrai lo stesso amore che avevo con mia
moglie.”dice tristemente Francesco al fratello, intanto un servo
va da loro e si inchina.
“Mi
dispiace disturbare. Messer Medici, vorrebbe parlare con
voi.”dice a Francesco il domestico e lui risponde annuendo,
quindi l'uomo dopo essersi inchinato accompagna Lorenzo da loro.
“Ti
lascio con Medici. Vado ad avvisare Bianca. Ci vediamo dopo,
fratello.”aggiunge sereno Guglielmo e lo lascia. Arriva Lrenzo
accompagnato dal servo, dopo essersi salutati l'uomo frettoloso se ne
va.
“Tuo zio è a casa? Vorrei parlarti in privato. Da solo. Nessuno deve sentirci.”
“Non
c'è. Ma, se ti senti più sicuro possiamo andare
nell'ufficio della banca. Seguimi.”aggiunge curioso Francesco
portandolo in banca. Siedono uno davanti all'altro.
“Non sei più legato al nostro accordo. Bianca sposerà Guglielmo. Ho ottenuto quello che volevo.”
“Ho
qualcosa per te. Promettii che resterà un segreto. Nessuno deve
sapere cosa c'è scritto. Neanche Giuliano. Sono i conti della
nostra banca.”spiega ansioso dando a Lorenzo il quadernetto che
era sulla scrivania.
“Fidati
di me, nessuno li leggerà. Lo farò soltanto io. Grazie
della fiducia. Vale.”aggiunge riconoscente inchinandosi prima di
prendere il quadernetto, l'amico lo segue fino in strada poi torna a
casa.
Durante la cena l'unico festoso è Guglielmo, Francesco giocherella con il pane e Jacopo fissa Firenze dal finestrone.
“Parti per Roma. Devi convincere Papa Sisto a nominarci suoi banchiei.”
“Zio, perché tutta questa urgenza? E poi Sisto è innamorato degli Umanisti.”
“Non farmi domande. Devi partire subito. Salviati, ha scritto che Orsini vuole parlare con Sisto.”
“Va
bene, zio. Tanto non ho molto fame. Parto immediatamente per Rma.
Appena so qualcosa vi scrivo.”risponde calmo Francesco prima di
alzarsi per inchinarsi.
“Ho già spedito un messaggio a Salviati, per avvisarlo del tuo arrivo.”
“Avete
già mndato un piccione viaggiatore al Vaticano...”aggiunge
rassegnato Francesco. Suo fratello lo guarda preoccupato uscire in
cortile.
Francesco
per raggiungere Castel Sant'Angelo ci mette due giorni. Giunge davanti
al portone. I soldati sospettosi gli ordinano di fermarsi.
“Senza l'autorizzazione del Papa non si può entrare. Ce l'avete, messere?”
“Sono Francesco Pazzi. Mio zio, ha scritto un messaggio al Vescovo Salviati.”
“Sì.
Ci hanno avvisato del vostro arrivo. Entrate, messere.”aggiunge
calma la guarda aprendo il portone. Francesco cavalca fino alla porta e
degli altri soldati lo portano da Francesco.
“Vale,
Pazzi. Vi stavo aspettando. Sedetevi davanti a me, per
favore.”ordina tranquillo a Francesco indicandogli la sedia,
mentre si siede. Francescob Salviati è cugino materno di primo
grado dei Pazzi.
“Vale.
Spero di non aver fatto un viaggio inutile, cugino. Cosa
succede?”aggiunge freddo Francesco sedendosi nel posto indicato
dal cugino.
“Clarice Orsini, vuole parlare con Sua Santità. Penso sia stata mandata dal marito.”
“Non
ci vedo nulla di strano. È molto religiosa. E quasi tutti i suoi
parenti sono preti. L'ultimo pnsiero dei Medici, in questo momento sono
gli intrighi. Mio fratello sposa Bianca.”
“Una
Medici. Questa cosa è veramente ridicola. Sono riusciti ad
unirsi ai nobili. Assurdo.”commenta irritato Francesco chiudeno
il libro che stava leggendo.
“Non
sono venuto fino a Roma per parlare dei Medci. Se dobbiamo spettegolare
me ne vado.”aggiunge innervosito osservando il cugino sorridergli
con sufficienza.
“No. Certamente. Il Papa vi riceverà dopo la messa pomeridiana, nel frattempo siete suo ospite.”
“Va bene. Grazie. Vorrei andare a salutare Riario. Sapete dove posso trovarlo?”
“E'
insieme al nipote Raffaele. Andate in Curia. Dovete sbrigarvi. Sta
partendo per Milano. Sposerà la Bastarda Di Sforza:
Caterina.”spiega calmo Francesco accompagnando il cugino fuori.
Girolamo Riario sarà il marito di Caterina, n seguito
diventerà Signore Di Forlì. Cardinnale Raffaele Riario
è suo nipote. Papa Sisto essendo suo zio lo nomina Capitano
Generale Della Chiesa. (Esercito Ppale). Francesco e Girolamo si
conoscono anni prima, quando lui era andato a Savona per ordine dello
zio. Sono molto amici.
Francesco dopo 20 minuti di ricerca trova Girolamo. Si abbracciano.
“Vale, Pazzi. Cosa fate a Castel Sant'Angelo? Ho poco tempo per parlare.”
“Son
venuto a parlare con vostro zio. Quando tornate da Milano
venite...”dice gioioso Francesco, viene interrotto dall'amico. Fa
una faccia irritata.
“Scusatemi. I soldati spesso sono peggio dei bambini. Si azzufano o litigano.”
“Immagino
che non sia semplice comandare un esercito così
grande.”dice dubbioso guardando Girolamo uscire nel cortile dove
c'è la rissa. Ritona il silenzio e l'uomo va da Francesco.
“Certo. Appena ho fatto l'accordo con Sforza vengo a Firenze. Condoglianze per vostra moglie.”
“Vi
ringrazio. Siete sempre molto gentile. Se avete bisogno di qualcosa
scrivetemi.”aggiunge felice Francesco. Parlano bfinché
Girolamo non deve partire.
Francesco
all'uscita dal Vaticano vede Clarice parlare con un prete. Gira per le
strade senza interessarsi di dove sta andando. Dopo la morte della
moglie fa tutte le cose annoiato e disinteressato. Jacopo sta
organizzando l'omicidio dei fratelli Medici.
La
Congiura Dei Pazzi deve venire organizzata in modo preciso, Jacopo
vuole rovesciare il Governo Mediceo; quindi non po' permettersi errori.
Neanche uno piccolissimo. Zero. Sta rischiando il collo... prima
dell'impicagione sarà orturato. Lorenzo non perdonerà un
tradimento così grave; il potere è in pericolo. Deve
difenderlo a qualsiasi costo.
Francesco
non sa del grave errore comesso dando al suo amico il quadernetto
contabile. Perché Lorenzo cerca di calcolare ogni cosa.
Dietro agli intrighi Fiorentini qualcuno trama contro Firenze. Non solo i Pazzi.
Francesco
continua a fantasticare su un possibile futuro con Matilde che
prò non capiterà... è morta come effetto
collaterale delle lotte per avere il potere.
Appena
Francesco saprà la verità sul Sacco Di Volterra le cose
tra lui e Lorenzo si complicheranno. Non lo perdonerà mai per
aver uciso sua moglie. L'aveva fatto indirettamente facendo invadere
Volterra dall'esercito Fiorentino. Nessuna pietà. E ora lei
è morta.
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Capitolo 17 *** 17 ***
0
17.E PIANGO...
Lorenzo
dopo essersi svestito bacia tenero sua moglie, la guarda cn sguardo
innamorato e triste. Si sente un uomo diverso... come se qualcosa dopo
lo sterminio Volterrano gli avesse rotto qualcosa dentro.
Lorenzo
si addormenta ed inizia a signare. È un sonno agitato. Si
odia... ha messo l'amore per il potere prima della vita. Sono morte
tante persone innocenti. È pieno di disprezzo verso sé
stesso... ha permesso il massacro dei Volterrani.
Sogno di Lorenzo
Ho
causato l'omicidio della molie. Francesco mi oda. E come posso dargli
torto? Sono stato un'idiota avido di potere. Merito la morte... quando
capiterà non farò resistenza. Sono al Duomo, cerco il
perdono di Dio. Francesco mi pugnalacon tantissima violenza. Sono morto
dissanguato. Adesso verrò giudicato per i miei peccati mortali.
Mi sveglio in un posto terrificante. È l'Inferno della Divina Commedia.
"Cosa
fai?! Sbrigati a metterti in fila! Forza! Chi ti credi di
essere?!"domanda impaziente un'anima spingendomi verso la fila
interminabile di gente che piange disperata, prega o bestemmia. Nessuno
mi conosce. Sono un uomo qualnqu, come tutti questi in fila. Giunto
davanti al giudice Minosse ansioso aspetto. Gira la coda sette volte,
finisco nel Settim Cerchio. Caronte traghetta le anime nei vai Gironi.
È un uomo con la barba lungha, ianca e gli occhi circondati dal
fuoco.
"Sbrigatevi
a salire! Veloci! Insieme alla vostra anima avete perso anche la vista,
per caso?! Non vedete quanta fia c'è?!"esclama scontroso
l'essere picchiandoci con il remo per farci salire più svelti.
Arrivati nel Settimo Cerchio veniamo accolti dai minotauri.
"Venite
senza protestare. Se provate a ribellarvi vi incorniamo. Camminate in
silenzio. I dannati condannati per omicidio devono stare nel fiume fino
al collo."spiega allegra la creatura, mentre li seguiamo fino alla
sponda del fiume.vedo i centauri tirare le frecce ai dannati che non
seguono la pena.
"Voialtri!
Seguitemi! Dobbiamo punire quelli laggiù! Sono usciti dal
fiume!"ordina furiosa la creatura ai compagni, mentre altri ci spingono
nel fiume. Mi sento come un fagiano chebolle nel pentolone.
Sono
immerso fino al collo nel Flagetonte. Un fiume di sangue bollente. I
minotauri controllano il nostro Girone. È questa la punizione
per chi commette un omicidio. Vengo cferito dalle frecce dei centauri.
A differenza dialtri le accetto senzaa oppormi. Sono la giusta
punizione! Si avvicina un uomo.
"Cosa hai ftto per finire in questo posto terribile? Mi sembri diverso dagli altri."
"Ho
permesso alla mia ambizione di imporsi sulla ragione. E per questa cosa
tutta Volterra è morta. Vengono uccisi non solo i colpevoli ma
anche gli innocenti."spigo disgustato prima di alzarmi per farmi ancora
colpire dai mostri. Disprezzo me stesso per quello che ho fatto.
Lorenzo viene svegliato dalla moglie delicatamente. Urlava e piangeva nel sonno.
"Lorenzo...
era solo un brutto sogno. Non devi avere paura... ci sono io qua con
te. Va bene? Ti accarezzo finché dormi. Rilassati..."dice tenera
al marito iniziando ad accarezzargli i capelli. Lo faceva con sua
sorella, Aurante si almava sempre e presto dormiva tranquilla.
"Non so cosa mi sta succedendo... eppure ho già ucciso delle persone. Erano gli aggressori di mio padre."
"Ne
sono sicura. Ma non erano innocenti. Se Dio ti perdona puoi farlo anche
te. Devi imparare ad amarti e smetterla di disprezzarti."
"Non
posso frlo, Clarice. Avevo promesso a mio nonno che sarei stato sempre
giusto nelle mie decisione sulla Repubblica. E invece..."
"Sei
strano Lorenzo. Con tutta la tua filosofia e l'arte... riesci lo stesso
a disprezzarti. Sebbene io non le capisca alcuni affresci sono
stupendi."aggiunge calma sua moglie asciugandogli le lacrime con un
fazzoletto.
"Gli
artisti hanno quasi finito di dipingere Palazzo Vecchio. Ho pagato
Andrea Cavalcanti per far ristrutturare il distretto intorno al
Battistero Di San Giovanni."spiega sconfortato toccando il pancione
della moglie. Sta per partorire. Nel 1470 Lorenzo diventa un membro
degli Operai Del Palagio: sono politici Fiorentini che pagano per
sistemare la pare artistica di Palazzo Vecchio. Andrea Cavalcanti viene
adottat dall'architetto Brunelleschi e alla sua morte lo sostituisce.
Dopo
alcuni minuti Lorenzo riesce ad addormentarsi. Ogni notte fa lo stesso
incubo, ma è inutile che ne parli con sua moglie; in quanto lei
non conosce la Divina Commedia. Per farle capie dovrebbe spiegarle la
costruzione dell'Inferno Dantesco. Sarebbe faticoso per entrambi.
Lorenzo
si sveglia presto per andare dalle Guardie Cittadine. È
terrorrizzato all'idea che qualcuno possa ferire od uccidere sua moglie
e il figio.
I soldati vedendo Lorenzo sono sorpresi. Si avvicina ad una guardia.
"Vale, messere. Come posso aiutarvi?"dice ammirato l'uomo osservando Lorenzo. Si inchina.
"Qual è il vostro soldato migliore? Vorrei assumerlo per proteggere mia moglie."
"Certo, messere. È Guido Foscari. Farà il turno nel pomeriggio. Appena arriva lo mando da voi."
"Bene.
Ti ringrazio della tua gentilezza."aggiunge tranquillo uscendo. Va alla
bottega di Sandro e trova suo fratello insieme a Simonetta. Sono in
posa.
"Medici, state fermo. Se continuate a guardare Vespucci non riesco a dipingervi."
"Siete noioso, Botticelli. Mi fa male la schiena a stare tutto storto."
"Messere,
state fermo. Botticelli, non può dipingerci se continuate a
muovervi."aggiunge stufa Simonetta e Lorenzo li garda felice.
Lorenzo
uscito dalla bottega cammina osservando la sua amata Firenze, quando
vede un uomo litigare insieme ad una donna si avvicina.
"Cosa
sta succedendo, messere?! Parlate! Rispondetemi!"ordina furioso
all'uuomo, fissa il Signore Di Firenze infastidito. Ha paura di
mettersi contro Lorenzo.
"Vuole farmi pagare 10 fiorini questo pugnale. L'accordo era 5."
"No, messere. Vi siete messo d'accordo on mio padre per 10. In realtà costerebbe molto di più."
"E'
un lavoro a uomini. E questa vuole derubarmi facendomi pagare di
più."commenta sprezzante e la donna lo fissa esasperata. Lorenzo
odia i prepotenti, quindi aspetta che il solato cammini verso di loro.
"Guardia!
Arrestalo! Portalo nella Torre Di Arnolfo! Resterà in prigione
per una notte!"esclama furioso Lorenzo e la Guardia Cittadina arresta
l'uomo. Nella Torre Di Arnolfo vengono portati i prigionieri. È
una torre di Palazzo Vecchio. La gente molto pericolosa viene rinchiusa
nell'Alberghtto, infatti suo nonno l'avevano messo qua dentro.
"Vi ringrazio, messer Medici. Siete stato molto gentile ad intervenire."
"Odio i prepotenti. Ma non ho fatto niente di straordinario. Come vi chiamate, madonna?"dice carino alla donna.
"Fioretta
Gorini. Sì, invece. Siete intervenuto e non eravate
obbligato."dice ostinata la donna fissandolo. Aveva sentito le persone
parlare della sua gentilezza, ma fino a quel giorno non sapeva quanto.
Fioretta Gorini diventerà l'amante di Giliano.
Lorenzo
tornato a casa fissa il David. Siamo tutti peccatori... in un modo o
nell'altro. Ci circonda l'immensità di piccoli particolari, che
non vediamo. Siamo troppo occupati a giudicarci peccatori. Riflette
ammirando il David. La statua è appogiata su una colonna di
marmi policromi, decorata alla base da foglie ed arpie.
Lorenzo
per la sua compassione, diplomazia, altruismo nel costruire edifici
civici ed amore verso l'arte verrà soprannominato: Ago Della
Bilancia, Lorenzo Il Magnifico, Il Magnifico o Magnifico.
E
Lorenzo continua a tormentarsi perché gli manca Lucrezia, ma
allo stesso tempo è innamorato della moglie. Non vuole
infrangere la promessa fatta a Clarice sul balcone di Palazzo Orsini,
l'unica volta che si sono incontrati prima vdel matrimonio... per farsi
odiare da Clarice ha dovuto impegnarsi, adesso è tutto risolto.
Meno male... veramente dire che ama sua moglie sarebbe una cosa
esagerata. Le vuole bene. È affezionato, questo sì. Ma
niente di più.
Lorenzo
senza nessun moivo va ad abbracciare sua moglie. È molto
più bassa di lui, quindi posa il proprio mento delicatamente
sulla testa della moglie tra i suoi capelli. Clarice si rannicchia tra
le sue braccia, poi il marito la prende per sedersi insieme a lei sulla
poltrona. Ormai no è più solo di Lorenzo, ma anche sua.
Azi... loro.
Clarice
sente il cuore del marito battere rapido, Lorenzo sussurra delle parole
tenere. E lei tra le sue braccia si xsente tranquilla. Protetta. Sa che
finché sarà insieme a Lorenzo non potrà capitarle
mai niente di brutto. Clarice fa parte della famiglia. Lui lo
impedirebbe con tutte le sue forze; Lorenzo sarebbe capace perfino di
infrangere la legge per riprndersela. A qualsiasi prezzo.
Clarice non è solo la madre di suo figlio, ma sopratutto quella che gli resta vicino.
Lorenzo
vede Clarice come una persona fragile. Desidera proteggerla non solo
dalla violenza del mondo, ma ancnhe dai sentimenti tristi.
Prima
del matrimonio aveva solo l'arte da proteggere; ma lei non è una
persona; certo c'era Bianca. Però la proteggeva
pìù per obbligo. È il fratello maggiore. Invece
con sua mglie sceglie di farlo. Clarice non merita altra sofferenza, la
morte del loro primo figlio li ha uniti. È in quella situzion
che decifde di proteggerla. Non importa a quale prezzo, tanto lui
possiede soldi, potere e talento persuasivo.
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Capitolo 18 *** 18 ***
0
18.FORTUNA.
Clarice
avrebbe dovuto partorire qualche settimana fa, infatti Lorenzo non
vuole mai separarsi dalla moglie. Le poche volte che ècostretto
chiede alla madre o a Bianca di stare con lei. Suo marito ha vietato ai
domestici di vestirla, lo vuole fare lui. È paranoico.
Clarice
sta passeggiando insieme al soldato, quando nota suo marito he tiene la
mano dell'amante. Aspetta di vedere Lucrezia è sola. E si
avvicina.
“Foscari, lasciami un attimo da sola. Per favore. Vorrei parlare con madonna Donati Ardinghelli.”
“D'accordo.
Mi allontano così vi posso vedere senza sentire cosa
dite.”dice comprensivo il soldato sedendosi sulla panca
dall'altra parte della chiesa. Lucrezia fissa Clarice meravigliata e un
po' perplessa.
“Immagino
che voi sappiate il mio nome. So come vi chiamate, madonna.”dice
gelida Clarice sedendosi sulla panca vicino a Lucrezia.
“Certamente, madonna Orsini Medici. Siete la moglie di Lorenzo. Come posso aiutarvi?”
“Se
amate mio marito... lasciatelo. Inventate una bugia. Non importa cosa
dite... prima o poi qualche suo nemico scoprirà la
verità. E sarà nei guai...”
“Avete
frainteso. Non siamo più amanti. Ha scelto voi. Mi ha lasciato
subito dopo il vostro matrimonio.”spiega agitandosi sulla panca.
Non saperché continui a difenderlo; ancge dopo tutta la
sofferenza che le ha causato evitando di dirle che si è sposato,
insieme alla donna con cui sta parlndo.
“Non
sono una stupida. Ho visto come vi guarda. Ma so che arete la scelta
giusta per Firenze. Le nostre vite dipendono da Lorenzo.”aggiunge
educata Clarice e senza dare il tempo a Lucrezia di parlare esce dalla
chiesa per tornare a casa. Nella sua stanza si siede sulla poltrona ed
osserva il crocefisso che le aveva regalato Fausto, poco prima della
partenza per Firenze.
Ricordo di Clarice
Sono
arrivata a Roma. La mia vera casa... devo aiutare mio marito
convincendo Papa Sisto. È il mio dovere di moglie. E voglio
anche farlo.
Sono
davanti a Papa Sisto. È un uomo molto magro quasi scheletrico,
con il naso lungo, i capelli corti, castani e gli occhi dello stesso
colore. Indossa una mantella corta, rossa sopra al vestito bianco e
l'anello. Dietro di lui c'è Salviati. E' immobile. Più
che un prete semba una Guardia Dell'Esercito Papale, pronto ad
aggredirmi se faccio qualcosa di sbagliato! Mi guarda diffidente. Sono
venuta a parlare con Papa Sisto, non ho nessuna intenzione di farmi
intimorire da Salviati. Mi inchino per baciare l'anello del Papa. E
aspetto che parli.
“Salviati,
lasciateci con madonna Orsini Medici.”ordina curioso da me. E
Salviati sempre con quello sguardo intimidatorio si inchina per baciare
l'anello del Papa. Ci lascia.
“Mi dispiace disturbarvi, Sua Santità. Vi prego di ascoltarmi senza pregiudizi...”
“Non ci state disturbando. Diteci. Vi ascoltiamo con interesse. Dobbiamo farlo.”
“So
che mio marito è venuto a parlarvi. Voleva chiedervi di
nominarlo vostro banchiere. Voi avete rifiutato. Giusto? Ho capito
bene?”
“Sì.
Sebbene condividiamo le stesse idee con vostro marito non possiamo fare
favoritismi. Avete fatto un viaggio inutile. Ci pensiamo. Intanto,
siete nostra ospite.”
“Grazie
di avermi accolta subito. E anche che pensate se accettare o no la
richiesta.”aggiungo grata inchinandomi per baciare l'anello.
Torno nella casa dei miei genitori. Mi rilasso chiacchierando con
Aurante. Non esco fino all'alba del giorno seguente.
Vado
a salutare Fausto. Usciamo dal Vaticano. Intravedo Pazzi e divento
ansiosa di sapere la risposta del Papa... sicuramente Salviati
avrà avvisato suo cugno che sono a Roma.
Vado con Fausto nella piazza a parlare. Non ci siamo più visti, ma solo scritti.
“Come state a Firenze? E vostro marito? Vi piace? Avevo ragione sul dargli una possibilità?”
“Bene.
All'inizio ci stavamo studiando poi è diventato carino. Avevate
ragione a dirmi di dargli una possibilità.”dico contenta
di averlo ascoltato.
”Cosa fate durante il giorno, mentre vostro marito lavora? Andate d aiutare i poveri in qualche convento?”
“Vado
insieme a mia suocera al Convento Di San Marco. Per fortuna Lorenzo
aiuta tanto la popolazione. Mac'è sempre tanto lavoro. E tra
poco sarò adre.”
“Madre?! Che bello! Auguri! Sono sicuro sarai bravissima! E tuo marito ti aiuterà!”
“Spero
di esserne capace. Sono un po' spaventata. Tutti i Medici hanno grandi
aspettative.”dico agitata e lui mi prende la mano per
incoraggiarmi.
Arriva Salviati con il suo solito ghigno e sguardo intimidatorio. Ci fissiamo diffidenti.
“Papa Sisto, vuole parlarvi. Venite con me. Vi accompagno da lui.”dice distaccato Salviati.
“Vi ringrazio ma non serve, Vescovo Salviati. Posso andare da sola.”
“Insisto...
madonna. Vi accompagno d lui. Non ho nessuna problema a
farlo...”aggiunge indifferente e io arresa lo segue fino a Castel
Sant'Angelo. Ci lascia.
“Abbiamo deciso di nominare vostro marito banciere della Chiesa. È solo merito vostro.”
“Sua
Santità, vi prego... di non dire niente a mio marito. Vorrei che
restasse un segreto.”dico contenta dopo aver saputo questa cosa.
Ho aiutato Lorenzo e ne sono felice.
I pensieri di Clarice vengono interrotti dall'arrivo del marito.
“Stai bene? Vero? Perché non mi hai fatto chiamare da un servo? Ero nel mio studio a leggere.”
“Sto
bene. Non avere paura. Stavo pregando. Ho preferito lasciarti stare.
Perché devo girare con Foscari? Mi mette a disagio avere un
soldato personale.”
“Ho
paura per te e il bambino. Sì. Mi sentirei più sicuro.
Non voglio ch vi capiti niente. Siete la mia vita.
Capisci?”aggiunge tenero iniziando ad accarezzarla.
“Capisco.
D'accordo. Va bene. Ma certo. Ho fatto una domanda
stupida...”dice dolorante aggrappandosi al tavolo e suo marito la
sorregge. Entra un ervo.
“CHIAMATE
LA LEVATRICE! SUBITO! STA PER PARTORIRE! COSA FAI?!
SBRIGATI!”urla affannato Lorenzo al servo che esce correndo.
Prende sua moglie in braccio e la stende sul letto. Lei ansima per il
doloe. E per Lorenzo è straziante vedere che ha male senza
poterla aiutare.
“Mi dai il crocefisso... per favore? è nella tasca del vestito... prendimelo...”
“Tranquilla. Passa presto. La levatrice sta arrivando. Vorrei aiutarti, ma non so come fare...”
“Stammi vicino... solo questo... non puoi fare altro... chiama Bianca e tua madre...”
“Va
bene. Avviso un domestico. Sono in corridoio. Arrivo
subito.”risponde ansioso uscendo dalla camera. Vede Giuliano
chiacchierare con Sandro.
“Fratello! Cosa ti sta succedendo?! Posso aiutarti?!”domanda preoccupato Giuliano.
“Clarice, sta per partorire. Chiama Bianca e nostra madre. Torno da lei.”
“Va
bene... Sandro, cerca Bianca. Nel frattempo io, chiamo nostra
madre...”ordina agitato Giuliano all'amico prima di separarsi.
Corrono in direzioni opposte, intanto Lorenzo torna dalla moglie. Nei
pochi minuti che ha parlato con suo fratello Clarice ha i capelli
fradici. Dopo aklcuni minuti arrivano la levatrice, Lucrezia e Bianca;
Giuliano accompagna suo fratello da Sandro.
Dopo
poco partorisce una bambina. Lorenzo guarda sua figlia con venerazione.
Contento le accarezza la testa. Si sente fortunato e felice. Non gli
interessa se è femmina, tant appena avrà 12 anni
potrà farla sposare.
Clarice
sfinita li osserva. Non ha neanche la forza di muovere un muscolo. Ti
renderai conto che casa è tra le braccia di chi riconosce ogni
sfumatura ed emozione che traspare dai tuoi occhi,saprai di essere
arrivato quando tutte le tue emozioni esploderanno senza il timore di
essere fatto a pezzi... al momento è solo affitto a non
residenti. Medita felice guardando suo marito insieme alla figlia.
Lorenzo chiama la bambina Lucrezia in onore di sua madre e dell'amante.
Clarice si fa convincere dalla suocera che è stata una buona cosa mentire a Lorenzo, perché era necessario.
La
nascita del primo figlio fa sentire Clarice meno in colpa per aver
mentito al marito. Tutti i Medici sono intorno a Lorenzo e alla bambina.
Lorenzo siede sul letto insieme a Lucrezia per mostrarle la loro figlia.
Clarice
è contenta di avere fatto il suo dovere, ma adesso devono fare
un altro figlio e sperare che sia un maschio. Altrimenti non si
può continuare il cognome.
Lorenzo si alza con la figlia e va alla finestra ad ammirare Firenze.
Clarice osservando padre e figlia sente la stessa pace di quando prega.
Lucrezia fa uscire Bianca e Giuliano per far stare da soli Clarice e Lorenzo con la figlia.
Clarice
viene trascinata negli intrighi da Lucrezia, lo accetta solo pr amore
del marito... Lorenzo vorrebbe chiedere a Francesco di fare da padrino
alla figlia; sua moglie non è molto d'accordo ma accetta lo
stesso. Avrebbe preferito chiedere a Latino o Fausto.
È
il 1473 e Lorenzo vuole comprare Imola da Galeazzo Maria Sforza.
Infatti parte con suo fratello per Milano. Vengono invitati al
matrimonio della figlia di Galeazzo Maria: Caterina. Si sposa con
Girolamo Riario.
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Capitolo 19 *** 19 ***
0
19.PER MIA TROPPA SPERANZA...
Lorenzo
era partito due giorni fa insieme al fratello. Sono giunti davanti alle
mura di Milano. Le Guardie Cittadine aprono il portone per farli
entrare.
I
fratelli cavalcano fino al Castello Sforzesco, una volta dentro il
parco engono accolti dagli Sforza. Ci sono: Galeazzo Maria, sua moglie
Bona Di Savoia ed una figlia. Lorenzo insieme al fratello smontano dai
cavalli.
“Benvenuti
al Castello Sforzesco, messeri. Vorrei presentervi mia figlia
Caterina.”dice calmo Galeazzo Maria inchinandosi. Lo stesso fanno
gli altri. Poi Lorenzo e Giuliano fanno il baciamano alle ragazze.
“Messeri,
benvenuti.”dice timida Caterina restando colpita da Lorenzo.
È affascinata perché suo padre le ha raccontato tante
stoie sul grande Lorenzo De' Medici.
Gli
Sforza accompagnano i fratelli Medici nel salone. Lorenzo si ferma ad
ammirare l'affresco. In corridoio ce n'è uno molto colorato e
drammatico. La prte sopra raffigura il Paradiso Terrestre, invece sotto
c'è l'Inferno. Loorenzo viene attratto da quattro uomini
impiccati, sotto di loro dei demoni gli mangiano le gambe. L'affresco
essendo colorato evidenza ancora di più la scena drammatica.
Lorenzo raggiunge gli altri. Siede vicino a Galeazzo Maria.
“Vi
presento gli altri miei figli: Ippolita, Gian Galeazzo Maria, Bianca,
Anna ed Ottaviano.”dice impaziente di finire con i convenevoli,
per parlare con loro. Lorenzo nel frattempo osserva Caterina. È
una bambina. Ha capelli castani, lunghi, ricci, legati in una crocchia,
occhi dello stesso colore e cicatrici. Indossa un vestito verde scuro.
“Venite.
Lasciamo parlare vostro padre con gli ospiti. Forza. Caterina, anche
te.”ordina tenera Bona spingendo i figli fuori, Caterina li segue
infastidita. Avrebbe voluto ascoltarli parlare. Non perché le
interessi la politica, ma per curiosità.
“Vostra figlia Caterina, è ribelle. Vero? E posso sapere quanti anni ha?”
“Voi
siete curioso, invece. 12. Molto ribelle, orgogliosa e vendicativa. Ho
soddisfatto la vostra curiosità, Medici?”
“Avete
ragione, Sforza. Sono molto curioso. È un mio difetto...
penso.”risponde allegro Lorenzo guardando la pianta nwl parco
dalla porta finestrata.
“Mentre voi chiacchierate posso fare un giro nel parco? Non vorrei infastidire la vostra famiglia.”
“Certamente.
I Medici sono sempre benvenuti a Milano. Non dovete chiedermi il
permesso.”risponde contento Galeazzo Maria al ragazzo, Giuliano
quindi esce nel parco.
“Ho
visto l'affresco nel corridoio. Come potete aver fatto dipingere una
simile crudeltà? Credo che l'arte debba avvicinarci a Dio.”
“E'
questo che ammiro di voi. La sincerità delle vostre parole. Il
nostro Inferno si chiama Italia. I demoni raffigurano le guerre che ci
sono nelle città.”
“Grazie.
Un significato olto profondo. E filosofico. Sì. Avete ragione.
Le guerre portano solo morte senza risolvere il problema. Invce gli
uomini impiccati?”
“Sono le città che restano senza soldi. Dunque impiccate dai debiti.”
“Non condivido ma capisco il messaggio profondo che ci sta dietro.”
“Lo
so. La vostra richiesta di acquistare Imola è accettata. Vabene.
Per educazione ascoltarò anche l'altra offerta. Ne riparliamo
dopo il matrimonio. Intanto divertitvi.”aggiunge sereno Galeazzo
Maria offrendo a Lorenzo un forziere pieno di soldi.
“Grazie. E al matrimonio di vostra figlia ci sarà anche Ippolita Maria?”
“L'avevo
invitata. Ma non so se lascierà Napoli. Oggi pomeriggio
inizieranno ad arrivare gli invitati. Ci sarà anche Raffaele
Riario. È nipote del Papa. E cugino di Girolamo.”
“Ah. Papa Sisto è interessato a comprare Imola? Fose vuole darla al nipote.”
“Non
c'entrano Riario e suo zio. È un'altra persona. Ne riparliamo
tra due giorni. Devo andare. Ci vediamo a cena.”aggiunge
accigliato prima di inchinarsi ed andarsene, intanto Lorenzo cerca suo
fratello. È nella loro camera.
“Ho una brutta cosa da dirti... credo che Sisto voglia comprare Imola...”
“Pure
la mia non ti piacerà. Ho appena visto l'Arcivescovo Riario
scendere dalla carrozza. Se è come dici te dobbiamo stare
attenti.”risponde dubbioso Giuliano togliando la maglia resta
mezzo nudo. È sudato.
“Va bene. Penso che dovremo aspettare fin dopo il matrimonio, per sapere la verità.”
“Pensiamo
alle cose importanti, piuttosto! Come fanno a vivere sempre con questo
caldo umido?! Sono sudato fradicio! Vorrei tuffarmi nel
fossato!”aggiunge scherzoso mettendosi la maglia pulita sulla
spalla. Lorenzo ride insieme a lui. Entrambi vanno alla fontana che
c'è nel parco per rinfrescarsi.
Dopocena Lorenzo è sfinito, perciò senza neanche cercare Ippolita va a dormire.
La mattina segente viene svegliato dalla voce di Galeazzo Maria, proviene dal parco.
“Vale, sorella. Non pensavo che veniste. Siete insieme a vostro marito?”
“No.
Alfoso è dvuto rimanere a Napoli. Resto solo per il matrimonio
poi riparto.”spiega mesta Ippolita Maria. È triste di non
poter restare con sua nipote. Lorenzo sentendo la voce dell'amica saltu
su dal letto svegliando suo fratello. Si veste veloce.
“Fratello,
cosa stai facendo? Perché ti stai vestendo rapido? È
presto...”chiede assonnato guardando Lorenzo cercare tutti i
pezzi per vestirsi. Dopo essersi vestito spazzola quei capelli
intrattabili, sistemano la frangia dietro all'orecchio. In teoria
dovrebbe tagliarli; essengo pigro li fa crescere tanto, finché
non raggiungono l'estremit dell'orecchio. Quasi da poterli legare per
farci un codino.
Lorenzo senza rispondere al fratello corre nel corridoio del salone, prima di entrare si calma. Sonno anni che non vede l'amica.
Lorenzo entra nel salone, quando vede Ippolita Maria è sorpreso di trovare una donna forte e fiera.
“Medici.
Se volete sedervi stavamo per mangiare. Mia sorella è appena
arrivata.”spiega confuso Gleazzo Maria notando gli sguardi
imbarazzati di Lorenzo e sua sorella.
“Medici.
Quanto tempo è passato dall'ultma volta che ci siamo
visti.”aggiunge meravigliata Ippolita Maria inchinandosi per
xsalutare l'amico. Anche lui è cambiato. Lo trova più
sicuro di sé.
“Avete
ragione. Stavate andando a Napoli. Eravate nervosa.
Anni.”risponde euforico sedenosi vicino ad Ottaviano, infilza la
carne.
“Zia, mi passi una fragola?”domanda edcata Caterina, intanto Lorenzo guarda Ippolita Maria. Arriva Raffaele.
“Arcivescovo,
vuole mangiare con noi? O preferite che vi faccia portare la colazione
nella vostra stanza?”domanda apprensiva Bona al ragazzo.
“Non serve, ma grazie dell'interessamento. Mangio con voi.”dice perplesso di vedere Lorenzo.
“Va bene. Bianca, avvicinati a tuo padre. Anche voi, messer Medici.”
“Cosa ci fa lui? È per il nostro saccordo? L'avete avvisato?”
“E'
amico della nostra famiglia da anni. Non ci vedo niente di
strano.”risponde irritato Galeazzo Maria. Odia quando qualcuno ha
dubbi sulla verità. È sincero. Non dice bugie su queste
cose. E il ragazzo sembra tranquillizzarsi.
Finita
la colazione, mentre arrivano gli ultimi invitati; per il matrimonio
Ippolita Maria passeggia con Lorenzo nelle strade affollate.
“Non
ho mai smesso di pensarvi per un giorno. Quando ho sapto del vostro
matrimonio pensavo fosse meglio evitare messaggi inappropriati.”
“Anche per me è lo stesso. Avete fatto bene. Ho una moglie gelosa, so che si preoccupa.”
“Siamo
cambiati. Governiamo due dei più importanti Stati Italiani.
Siete famoso, sapete? Spesso sento parlare del compassionevole Lorenzo
De' Medii.”dice nostalgica Ippolita Maria. Un ervo galoppa da
loro.
“Il
padrone vorrebbe che lo raggiungiate nel suo studio. Usate questo
cavallo.”dice accaldato l'uomo, mentre osserva Lorenzo montare
sul cavallo.
Lorenzo
galoppa fino allo studio di Galeazzo Maria gnoramndo gli invitati.
Ansioso corre dentro e trrova l'amico con un uomo arrestato dai soldati.
“Medici, cosa dovrei fare con questo traditore? La lergge dice di impiccarlo.”
“Abbiate pietà, Sforza. La legge deve e può venire cambiata se è sbagliata.”
“Aveva rgione, mia sorella. Siete compassionevole anche con chi non lo merita. Soldati liberatelo.”
“Avete fatto la scelta giusta, Sforza. Essere spietato non porta mai a niennte di buono.”
“Per
questo ho chiesto a voi. Ci vediamo nella Cappella Portinari,
Medici.”aggiunge rilassandosi Galeazzo Maria e Lorenzo dopo
essersi inchinato va alla Basilica Di Sant'Eustorgio nella Cappella
Portinari. Siede vicino a Giuliano. Entra Caterina insieme al marito.
Il matrimonio viene celebrato da Raffaele.
Lorenzo
osserva Girolamo. Ha i capelli neri, lisci e gli occhi marroni.
Caterina arrivandogli alla pncia deve inchinarsi per riuscire a
baciarla.
Lorenzo
intanto pensa alla figlia che sposerà un parente del Vescovo
Salviati. Intanto Caterina insieme al marito si volta verso gli
invitati. Resterà a Milano fino il 1477. Ma nel 1476 prima della
messa di Santo Stefano, Galeazzo Maria viene ucciso da alcuni nobili.
In questo modo l'alleanza con Firenze e Venezia finisce.
Lo Stato Fiorentino è solo contro le città nemiche... Livorno e Siena sono pericolose.
A
Lorenzo manca Ippolita Maria, le aveva promesso di scriverle qualche
volta. Ma non lo fa per paura che Clarice diventi gelosa come con
Lucrezia.
Lorenzo dopo il matrimonio della sorella la vede poco, intanto Francesco ha fatto da padrino a Lucrezia.
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Capitolo 20 *** 20 ***
0
20.OCCHI, MAI FINE IL VOSTRO PIANTO?
E'
il 16 aprile 1478. E la Congiura Dei Pazzi verrà eseguita
stasera. C sono Girolamo, Francesco, Jacopo, Federico Da Montefeltro,
Antonio Maffei, Jacopo Bracciolini, Napoleone Francesi, Giambattista
Montesecco, Stefano Di Bagnone, Bernardo Baroncelli, Biagio Soderini,
Francesco, Corso Longo, Puccio e Uberto Salviati.
Francesco
dopo aver saputo la verità sul Sacco D Volterra vuole vendicare
sua moglie. Ancora una volta viene tradito da Lorenzo. Per questo
decide di unirsi alla Congiura Dei Pazzi.
Francesco è insieme ad altri congiurati a Palazzo Salviati nello studio di Puccio.
"Avvelenermo entrambi i fratelli. Devono essere uccisi insieme. È l'unica soluzione."
"E'
una buona soluzione. In teoria. Ma inpaticabile, Maffei. Come potete
farli bere? E se il veleno verrà bevuto da un
innocente?"aggiunge rude Federico.
"E'
un sacrificio accettabile. La tirannia Medicea deve finire. Lorenzo ha
dato l'ordine di massacrare Volterra. Voleva le miniere dell'allume."
"Siamo
mucche da mungereper arricchire la loro banca. Firenze doveva essere
una Repubblica, invece veniamo governati dai Medici. Sono tiranni."die
sprezzante Puccio osservando la lettera con l'invito dei Medici per il
banchetto Pasquale.
"La
soluzione migliore sarebbe che io e Pazzi pugnaliamo i fratelli. Ci
vuoe una cosa mirata. È inutile uccidere il resto della
famiglia."
"Montefeltro
ha ragone. Voglio uccidere Lorenzo. Voi, Riario... avete avvisato Papa
Sisto? Ci dar l'Esercito Papale? Se sì, chi lo comanderà?"
"Ho
già detto ai soldati che devono eseguire gli ordini di
Montesecco. Torna ad Imola."risponde calmo Girolamo osservando la
fiamma nella torcia.
"Se avremo problemi l'unica soluzione è farlo durante la messa. Il 26. A Pacqua."dice pensieroso Jacopo.
"Bene. Allora, parto subito per Roma. Vale, messeri."aggiunge ansioso Giampolo prima di inchinarsi per andarsene.
"Siete
spietato, Pazzi. E perfino i mercenri hanno delle regole. Non uccido
dentro una chiesa. Inoltre durante la messa. Questo delitto sarebbe
visto come contro Dio."
"Molto
bene. Quanti soldi volete? Vanno bene 15.000 fiorini? O di
più?"domanda furioso Jacopo alzandosi dal divano. Anche
Francesco fissa tovo Federico.
"Chiedetemi tutto. Tranne questo. Non squarcerò la gola di Medici in un luogo sacro."
"Allora,
sparite! Non ci sevite a niente! Forza! Quella è la porta!
Uscite!"esclama arrabbiato Jacopo aprendo la porta. Francesco lo fissa
truce.
"Come
voltete. Addio, messeri. Se volete altro sapete dove trovarmi."dice
irritato Federico dopo essersi inchinato per andarsene.
"Alle
19.30 li uccideremo. Pazzi pugnalerà Lorenzo. E Salviati
farà la stessa cosa con Giuliano. Quando saranno a ballare li
colpiremo."
"Bene,
Soderini. E le donne della famiglia? Non possiamo uccidere Orsini. Ha
tutti parenti Cardinali."chiede dubbioso Uberto preoccupato di non
farsi nemici i Cardinali Orsini; quindi anche la Chiesa stessa.
"Non
faremo ninte. I nostri nemici sono Giuliano e Lorenzo. Lasciatele
vivere."rdina impassibile Jacopo. Finita la riunione Francesco va alla
tomba di Matilde. La mia mano lo ucciderà... non sarà
facile... sentirò dolore! Avrò la guerra dentro e
perderò il sonno, ma tanto nel mio cuore sanguinante non
c'è più amore. È vuoto! Pensa rabioso Francesco
fissando la toma della moglie. Viene raggiunto da Francesco.
"La
vendicheremo, cugino. I Medici si ritroveranno con un pugnale nel
cuore."dice crudele avvicinandosi alla tomba. I fratelli Medici non
possono sperare di uscire vivi dalla loro furia vendicativa. Francesco
Salviati vuole uccidereli perché quattro anni prima Lorenzo gli
impedsce di diventare Arcivescovo Di Firenze, preferendo suo cognato
Rinaldo Orsini a lui. Sisto quindi nomina Francesco Arcivescovo Di Pisa.
Francesco va a prepararsi per uccidere l'ex amico. Non gli interessa altro.
Francesco
giunto a Palazzo Medici vine accolto da Lorenzo e vederlo gli fa venire
un istinto omicida incontrollabile... Clarice si avvicina.
"Buonasera,
messere. Grazie per essere venuto al nostro banchetto Pasquale. Mio
marito, vorrebbe parlarvi. Potete raggiungerlo nel suo studio."
"Vale.
Vi ringrazio. Sì. Farò come dite. Lo raggiungerò
nel suo studio."dice tranquillo facendole il baciamano. Clarice non
c'entra con le decisioni egoistiche del marito, duque la tratta bene.
Francesco va da Lorenzo e lo fiwssa con odio e disprezzo.
"Medici,
cosa volete? E avete il coraggi di parlarmi ancora dopo tutto quello
cheavete fatto. Mia moglie, è stata uccisa da una vostra frase."
"Lo
so Francesco... non passa giorno che vedo i corpi degli
innocenti..."dice sospirando alzandosi per appoggiarsi al bordo della
scrivania.
"Smettila
con questa ipocrisia. Puoi ingannare tutti ma non me. La tua vita
è perfetta."commenta scontroso Francesco preferendo fissare il
libro La Repubblica. Non può ucciderlo inquesto momento.
È essenziale farlo al tempo giusto.
"Volevo solo sapere se stavi eglio... ecco. La vita non può fermarsi... purtroppo."
"Cosa ne vuoi sapere? Hai una vita perfetta. Vivi senza problemi."commenta irritato Francesco continuando a fissarlo rabbioso.
"Magari. Vorrei fosse possibile. Nessuno vive la vita che vuole. O ne ha una perfetta."
"Come
volete. Ridatemi il quadernetto contabile. Non vi servirà
più. Dopo."aggiunge freddo Francesco e Lorenzo glielo dà
senza protestare.
Francesco dopo aver preso iol quadernetto cerca una stanza vuota e lo lancia nel camino. Fissa le fiamme bruciarlo.
Francesco siede al tavolo ed inizia il banchetto. Cerca Giuliano con lo sguardo. Lorenzo si alza quindi tutti si zittiscono.
"Vi
ringrazio per essere venuti al nostro banchetto Pasquale. Ma Giuliano
non ha potuto partecipare."annuncia triste e Francesco fissa prima lo
zio, poi il cugino. L'omicidio viene rimandato alla domenica Pasquale.
Francesco
quindi saluta i Medici: deve partire per Roma. Quei due giorni di
viaggio gli sembrano interminabili. Giunto a Castel Sant'Angelo ci
mette un po' per convincere i soldati. Non riuscendoci li corrompe.
Francesco va dal Papa e Raffaele vedendolo è sorpreso.
"Nipote, ne parliamo domani. Ho bisogno di discutere con messer Pazzi."
"Va
bene, Sua Santità. Come volete."risponde perplesso Raffaele
baciando l'anello dello zio. Appena esce Papa Sisto si alza ed inizia a
girare per la stanza preoccupato... ha paura che i Medici non possono
venire uccisi.
Francesco quando lui smette di camminre si avvicina per baciargli l'anello.
"Diteci. Non potete uccidere i fatelli Medici? È per questo che siete venuto?"
"Lo
faremo il 26 perché l'altro ieri Giuliano non ha partecipato al
banchetto. Ci serve l'Esercito Papale per invadere Firenze. Montefeltro
si è rifiutato."
"Bene.
Vi mandereremo nostro nipote Raffaele. In questo modo nessuno
sospetterà niente e chiederà perhé a Firenze
c'è l'Esercito Papale."
"Vi
ringrazio. Non preoccupatevi. La sera del 26 riceverete il messaggio
dell'omicidio dei Medici."aggiunge stano Francesco. Baciato l'anello di
Papa Sisto riprende la cavalcata per Firenze. Mancano pochi giorni al
26! E ci sono ancora tanti dettagli da organizzare. Il più
importante: chi ucciderà i fratelli Medici? Antonio insieme a
Stefano devono colpire Lorenzo, invece Bernardo e Francesco
pugnaleranno Giuliano.
È
giunto il momento. Sono le 18.15, per cui Francesco cavalca in Piazza
Della Signoria dove c'è l'Esercito Papale comandato da
Giambattista e Gianfrancesco. Niente errori. Francesco controllato
quanti soldati ci sono torna alla Basilica Di Santa Maria Del Fire. Il
sole sta tramontando dietro ai tetti degli edifici. Tra pochi minuti
Giuliano sarà esattamente come un agnello Pasquale. Verrà
sacrificato per dare il potere ai Pazzi. E la vendetta del fratello
sarà spietata. Torturerà i nemici. Verserà tanto
di quel sangue che in confronto la guerra contro Volterra è
stata insignificante.
Francesco
appena iniza la messa cerca Giuliano insieme a Lorenzo, ma non edendolo
va con Bernardo al suo palazzo. Prima però manda l'Esercito
Paplae fuori dalla città... sulle colline. Francesco giunto a
Palazzo Medici cerca Giuliano e dopo averlo trovato lo abbraccia
stringendolo. Vuol vedere se ha la cotta dimaglia (giaco) sotto alla
camicia. Non avendola insieme a Bernardo olo portano in chiesa.
Francesco
vede che Raffaele ha alzato l'ostia. Non può più tornare
indietro. È il momento. Sono le 18.30. I congiurati scegono di
farlo in quell'istante perché hanno la testa piegata ed essendo
inginocchiati è più facile ucciderli!
Gli
assassini siedono dietro ai fratelli... Bernardo veloce estrae l'arma e
pugnala Giuliano tante volte. Lo stesso fa Antonio con Lorenzo,
poiché è inesperto invece di ucciderlo gli ferisce solo
la gola. Tutto accade in pochi secondi... da quel momento l'adorabile
Lorenzo cambia.
Mentr
la gente scappa dalla chiesa, Francesco pugnala ancora Giuliano diteso
sul suo stesso sangue. Il poverino non si capisce come faccia, prima di
morire riesce ad estrarre la propria spada per darla l fratello. Almeno
uno dei due riuscirà a salvarsi... ancora una volta Giuliano lo
aiuta. Poi Francesco si gira verso l'ex amico, Lorenzo gattona per
raccogliere la spada del fratello. Intanto Clarice ed Agelo portano
Lucrezia in sacrestia.
Francesco
esita un attimo, poi ricordandosi del Sacco Di Volterra sta per
ucciderlo... ma Francesco Nori difende Lorenzo sacrificandosi. Intanto
Andrea e Lorenzo Cavalcanti combattono venendo uccisi da Bernanrdo ed
Antonio.
Lorenzo quindi scappa nella sacrestia. Raggiunge la famiglia. Francesco infilza il corpo di Giuliano ed estrae la spada.
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Capitolo 21 *** 21 ***
0
21.PIANTO OGNI ALTRO AVANZA; LA CONDIZION DEL VIVER NOSTRO UMANO.
La
Congiura Dei Pazzi è stata in parte eseguita e Lorenzo vorrebbe
essere morto insieme al suo amato fratello... risce a sopravvivere
grazie al sacrificio di Francesco. E adesso vuole vendetta contro i
responsabili. Li prenderà uno dopo l'altro per ucciderli... in
realtà lo fa fare alla popolazione. Saranno gli stessi cittadini
a consegnargleli. Altri verranno massacrarti.
"Non possiamo lasciare Giuliano nelle loro mani... devo andare da lui..."
"No,
madonna Medici. Vogliono uccidere anche voi. Restate qua. Lasciate che
se ne occupi vostro figlio. Vi supplico."dice ansioso Angelo, ma
Lucrezia ostinata continuaa dare i pugni sul portone sbarrato.
Lorenzo appena smette di sanguinare afferra la spada.
"No, Lorenzo. Cosa vuoi fare? Non puoi affrontarli da solo. È troppo pericoloso."
"Clarice...
spostati. Fammi uscire. Voglio andare ad ucciderli."ordina pazzo
avvicinandosi con l'arma. E Clarice si rifiuta di spostarsi. La spinge
lontano dalla porta... i presenti lo guardano impauriti. Non è
mai tato violento con sua moglie. Lorenzo appena capisce cosa ha fatto
si vergogna.
"Lorenzo... non ti farò uscire... hai capito? Spingimi ancora... fa niente..."
"Perdonami... Clarice. Non mi hai lasciato scelta. Devo vendicare mio fratello..."
"Se ne sono andati, messere. Potete uscire... gli uomini... sono scappati."
"Lorenzo, non possiamo fidarci. È una trappola. Stanno usando il bambino."
"E' un bambino. Lorenzo, fai attenzione. Ti prego. Non posso perderti."
"Non
lo so, Angelo. Resta con loro. Vado a controllare."ordina rabbioso
Lorenzo aprendo la porta. Prende il bambino dal vestito, intanto gli
tiene l'arma puntata alla gola.
"Chi sei?! Dove sono andati?! Parla! Forza! Rispondimi! O preferisci venire ucciso?!"
"Niccolò Machiavelli. Francesco Pazzi è andato al suo palazzo e lo zio cerca di rivoltare la popolazione."
"Sei
libero. Vattene. Forza. Ti so lasciando andare. Vai in Piazza Della
Signoria e dii che sono vivo."ordina calmo lasciando Niccolo, il quale
scappa; nel frattempo Lorenzo viene raggiunto da Sandro, Leonardo,
Lucrezia, Lucrezia, Angelo, Clarice e altri sconosciuti.
Lucrezia corre dal padre.
"Padre. Cosa sta succedendo? Perché Sandro non voleva che venissi?"
"Sandro!
Ti avevo chiesto di proteggere mia figlia! Jacopo vuole una rivolta! Lo
devo fermare!"esclama mentre esce dalla chiesa. Le guardie portano il
reso della famiglia Medici a casa, intanto Lorenzo si ferma tra a folla.
"LIBERTA'! A MORTE I MEDICI!"grida euforico Jacopo continuando a far girare il cavallo.
"LORENZO
DE' MEDICI E' VIVO! NON L'HANNO UCCISO! PALLE!"urla emozionato
Niccolò e Fancesco dalla finestra del Palazzo Della Signoria
fissa terrificato suo cugino.
Lorenzo monta su un cavallo e torna in piazza.
"Se
Lorenzo De' Medici è morto, quello sul cavallo nero deve essere
un fantasma."commenta sprezzante una donna indicando Lorenzo. Al suo
passeggio la folle si divide per fargli raggiungere Jacopo.
"Pazzi, avete fatto assassinare mio fratello in una chiesa! È sacra!"
"La ostra tirannia deve finire! E questo accadrà oggi! In un modo o nell'altro!"
"Avete
commesso un crimine contro Dio! Vi concedo il permesso di
andarvene!"ordina fiero Lorenzo e Jacopo non se lo fa ripetere. Galoppa
lontano.
"LORENZO IL MAGNIFICO, HA COMPASSIONE DEGLI ASSASSINI DI SUO FRATELLO!"grida la folla, ma Lorenzo li zittisce.
"Il
nome dei Pazzi deve venire cancellato da qualsiasi cosa! Non saranno
mai esistiti! Bruciato tutto e portatemi i responsabili! Tutti! Anche
Jacopo!"esclama furente alla folla, i quali iniziano a distruggere e
bruciare... intato Lorenzo insieme alle sue guardie trotta nel Palazzo
Dei Priori. Viene raggiunto da Sandro... l'amico lo fissa preoccupato.
"Lorenzo...
ti supplico ferma questa crudeltà. Basta solo un tuo
ordine..."dice ansioso guardandolo salire la scala. L'ui lo ignora e
vedendo Francesco estrare il pugnale... spinge l'uomo contro alla
parete.
"Prendo
io il comando, Soderini. Chiamate un torturatore e fategli torturar i
prigionieri. Devo sapere chi sono e persone coinvolte nel delitto."
"Subito.
Certamente, messere. Vado immediatamente."rispode comprensivo prima di
correre a cercare un torturatore... Sandro è sconvolto dalla sua
crudeltà. Arrivano le guardie con Francesco, Puccio e Corso.
"Cercavno discappare. La folla li ha fermati. Siamo intervenuti perché volevano bruciarli."
"Francesco.
Eraamo amici. Io ti amavo... coe hai potuto farlo? Dimmeo..."dice
sconsolato osservando l'amico. Ho il cuore a brandelli. I suoi
frammenti sono con lui... non posso incollarlo da solo... chi mi
aiuterà a farlo? Non lo so... poprio... il cuore è
spezzato... sono un corpo vuoto. Ferito e solo. Riflette depresso
osservando Francesco.
"Le nostre famiglie sono rivali. Non posso tradire la persona che mi ha cresciuto."
"Impiccateli alle finestre. Ma prima dateli alla gente. Non intervenite."
"Medici...
siete uno stupido! Il Papa non permetterà che ucciderete un
ecclesiastico... vi farà la guerra! Firenze sarà
scomunicata..."dice beffardo Francesco mentre un soldato lo porta in
piazza. La folla inferocita gli taglia le gambe e Lorenzo non fa niente
per fermarli. Guarda dalla finestra indifferente. Poi va al Palazzo Del
Podestà. E cerca il torturatore nella sala interrogatori.
"E' coinvolta anche la Santa Sede. E Siena. Inoltre c'ntra pure Antonio Maffei Da Volterra."
"Bene. Grazie. Come ti chiami? Prigioniero."dice freddo avvicinandosi all'uomo.
"Uberto Salviati. Non mi pento di aver partecipato. Sei un tiranno."
"Attento
a come parli. Stai parlando con il Signore Di Firenze.
Rispettalo."ordina rude il torturatore dando ad Uberto un pugno sul
braccio.
"Non è il Signore Di Firenze. Ma solo un traditore della sua stessa città."
"Quando hai finito dallo alla folla... loro sapranno cosa fare..."
"Non
siete come vostro nonno. Ha avuto pietà di Albizi. Giuliano
è morto."dice impassibile il prigioniero, intanto Lorenzo appena
esce dall'edificio viene raggiunto da Guido.
"Venite. Vi porta dalla vostra famiglia. È pericoloso per voi stare in giro."
"No.
Proteggi la mia famiglia. Non pensare a me. Soono in pericolo."dice
ansioso per sua madre, Clarice e Lucrezia. Certo. Sono con Sandro, ma
lui non è un soldato. Quando Guido se ne va Lorenzo viene
aggredito da Jacopo. Combattono. L'acciaio delle spade stride
metallico, nel frattempo le persone lanciano nei brucieri qualsiasi
cosa possa venre incendiata.
"Mio nipote è un codardo! Tropp innamorato di voi per ucciderevi..."
"Jacopo,
ho ordinato di distruggere qualsiasi cosa dove c'è il vostro
nome. Nessuno si ricorderà della famiglia Pazzi. Non siete
niente."risponde rabbioso ferendo Jacopo sul braccio, ma lui gli infila
l'arma nel petto senza sapere che soto alla camicia ha la cotta di
maglia.
"Tutti
vi sotovalutano. Siete furbo. Moltissimo. Avete messo una cotta di
maglia per non farvi uccidere. Quindi, lo sapevate? Chi è stato
a dirvelo?"
"Galeazzo
Maria... Sforza... mi aveva avvisato qattro anni fa diun
attentato..."spiega ansimante rinfoderando l'arma, i soldati lo
incatenano per impiccarlo insieme al cugino e a Francesco.
"Vieni con noi. Forza... sbrigati. Vedi quelle persone? Ti massacreranno..."
"Guardie!
Prima i darlo alla folla portatelo fuori dalle mura! Deve dare l'ordine
all'Esercito Papale di tornare a Roma! Vi aspetto al Palazzo Dei
Oriori!"ordina crudele Lorenzo osservando la folla impaziente di
massacrare il nemico dei Medici... la popolazione è più
numerosa della nobiltà, anche i nobili appoggiano Lorenzo...
ormai. Quaski tutti.
Le
Guardie Cittadine portano il prigioniero fuori dalle mura Fiorentine,
mentre Lorenzo torna al Palazzo Dei Priori. I congiurati pendono dalle
finestre. Li osserva indifferente; entrato nel Palazzo Della Signoria
raggiunge l'ufficio delle riunioni. Siede sulla sedia. Si comporta da
Signore Della Repubblica Fiorentina: ha uno sguardo altezzoso e
sprezzante. Hanno voluto non solo sfidarlo, ma anche uccidere il suo
amato fratello. Ed è finita in questo modo.
I soldati fanno inginocchiare Jacopo davanti a lui. Fissa con odio il nemico.
"Mio
nonno aveva un sogno... vedere Firenze unita. Odi così tanto il
nome dei Medici da commettere l'omicidio di mio fratello... senza la
popolazione siamo..."
"La popolazione va ove le conviene. Non è interessata ad idealizzazioni stupide."
"Senza la popolazione siamo insignificanti. E loro dicono il mio nome."
"Questi omicidi vi hanno corrotto. Voi, non siete come me. Giusto, Medici?"
"Lorenzo.
Per favore, pensa alla tua anima... ascoltalo. Non commettere altri
delitti... ferati. Ti supplico... finirai all'Inferno."dice sconvolta
sua moglie. Sandro l'aveva portata per provare a convincerlo. Lui
ascolta sempre Clarice, ma non qusta volta. Vuole il sangue dei
responsabili.
"Fategli
tagliare le orecchie dalle persone, poi impiccatelo insieme alla sua
famiglia."ordina truce prima di alzarsi. Tornato a casa, quando vede
Gulielmo e sua sorella piangere estrae la spada per puntarla contro di
lui.
"Lorenzo, io non c'entro con l'omicidio. Credimi... avevo detto di smetterla..."
"Di fare che cosa, Guglielmo?! Quindi, sapevi tutto e non mi hai detto niente?!"
"Di
non scherzare su questa cosa. Francesco diceva che voleva ucciderti
quando era arrabbiato. Pensavo aveste litigato. Come potev saperlo?"
"Dovrei
farti impiccare con il resto della tua famiglia... visto che sei
sposato con mia sorella vi farò esiliare. Potrete tornare solo
quando c'è la celebrazione del funerale... andatevene..."dice
dubbioso abbassand l'arma. Bianca e Guglielmo vanno nella loro stanza a
preparare i bauli per partire. Si trasferiscono ai confini dello Stato:
Pisa.
Gli
organizzatori dell'omicidio hanno fatto male i calcoli. Uccidendo
Giuliano il potere dei Medici su Firenze invece di diminuire aumenta!
Lorenzo
decide di sacrificare qualsiasi cosa per vendicare suo fratello. Tutti
i responsabili devono venire uccisi, ma doveva ascoltare Francesco.
Papa Sisto non dimenticherà l'omicidio di un ecclesiastico.
Dalla
Congiura Dei Pazzi Lorenzo ne uscirà cambiato... la sua
ossessione di vendicare il fratello trascinerà i famigliari in
una lotta violenta e nella disperazione. Vivrà solo per
commettere gli omicidi dei congiurati.
E
Lorenzo abbandonerà non solo l'idea di una Firenze... ma anche
che Dio lo ami. Cristo vedeva... sapeva... cosa stavano per fare i
Pazzi ma non li ha fermati... se ne è proprio disinteressato!
Tuttavia giocare a fare Dio porterà Lorenzo sulla strada
sbagliata.. e dovrà pagare un prezzo molto alto. Annche se non
sa ancora quale... la vendetta causa solo dolore aggiungendone altro al
primo. Lui è un uomo quindi può sbagliare... non deve
giocare a fare Dio.
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Capitolo 22 *** 22 ***
0
22.FELICE CHI S'INCHINA.
La
Congiura Dei Pazzi ha creato tanta confusione in città e i
cittadini dopo due settimane sono più calmi. Nel senso che
almeno hanno smesso di bruciare tutto. Durante la Congiura Dei Pazzi le
persone hanno messo sui bracieri l'mata arte di Lorenzo, li guardava
senza mai intervenire.
Gemma è figlia di Luca Pitti. Nasce il 25 aprile 1449 a Firenze. Ha altre sei sorelle.
Gemma si trasferisce a Ferrara, quando Piero De' Medici rompe l'accordo con suo padre. Dovva spsare Lorenzo.
Gemma
guarda Firenze eccitata. Torna nella sua città dopo anni... la
carrozza si ferma davanti Palazzo Pitti, nel frattempo che i servi
scaricano le cose Gemma gira per Foirenze. Cerca la casa di Lornzo.
Guarda il palazzo immaginando come sarebbe stato essere sua moglie. Non
è arrabbiata con Lorenzo semplicemente le dispiace che Piero
abia scelto Clarice e non lei.
Gemma
va al Palazzo Della Signoria, mentre cammina vede gli artisti dipingere
sul muro della Loggia Della Signoria la Congiura Dei Pazzi. Si ferma
davanti al portone. Escono i Priori e per ultimo Lorenzo seguito dai
soldati. Lo guarda. Ed inizia a seguirlo. Ad un certo punto viene
fermata dalla guardia.
“Cosa volete, madonna? Parlate. Chi siete?”domanda diffidente l'uomo fermandola con la mano.
“Vorrei parlare con msser Medici... se fosse possibile...”risponde incerta provando ad avvicinarsi a lui.
“Non
ho proprio tempo. Mi dispiace madonna. La prossima volta.
Vale.”dice mortificato Lorenzo guardandola accigliato. È
tra lo stupito ed il confuso.
“SONO
GEMMA PITTI! LA FIGLIA DI LUCA! CI DOVEVAMO SPOSARE! VI
RICORDATE?!”urla speranzosa la donna. Con questa frase riesce ad
attirare il suo sguardo.
“Ma
certo! Venite! Parliamo nel mio studio! Accompagnatemi a
casa!”esclama meravigliato avvicinandosi a Gemma per farle il
baciamano.
Lorenzo
e Gmma parlano per 15 minuti, cioè da Piazza Della Signoria a
Palazzo Medici. Lo segue nel suo studio. È molto bello. Viene
colita dalla statua ch c'è vicino alla scrivania. Raffigura un
uomo ma con uno sguardo espressivo. Quasi fosse vivo. È fatta di
bronzo.
“E' dfatta da Verrocchio. Vero? Guardate l'espressione dello sguardo...”
“Non
sapevo che vi piacesse l'arte. Sì. Me l'aveva fatta due anni fa.
Era nella sala giochi. Sedetevi. Prego.”risponde curioso Lorenzo.
“Vorrei
lavorare per voi. So bene che rifiuterete perché sono una donna,
ma ho voluto provare lo stesso a chiedervelo.”
“Oh...
in effetti sarebbe un po' strano avere una donna come aiutante... non
ho pregiudizi, dunque vi prenderò a lavorare per me...”
“Vi
ringrazio! Non ci speravo, sapete?! Hanno ragione a chiamarvi Lorenzo
Il Magnifico! Voi conquisterete l'Europa oltre che la Penisola
Italiana!”
“Madonna,
vorrei mostrarvi l'Orto Di San Marco. Ogi artista può esprimersi
ed imparare da chi è venuto prima di noi.. non esistono ricchi e
poveri.”
“Vorrei tanto. Ma non posso proprio. Sono appena arrivata e devo sistemare delle cose.”
“D'accordo. A vostro marito va bene se lavorate per me? Non si arrabbierà?”
“Non ho u marito. Vivo da sola anella casa di mio padre.”spiega allegra alzando il cappuccio.
“Venite domani al Palazzo Dei Priori. Alle 07.30. Non fate tardi. Odio i ritardatari.”
“State
tranquillo. Mi sveglio sempre presto. Non sono mai addormentata.
Vale.”dice serena inchinandosi. Uscita dallo studio intravede sua
moglie insieme ad una bambina.
Gemma appena esce in strada viene bagnata dalla pioggia, le vie vuote sono illuminate dalle fioche luci delle torce.
Gemma sta andando a casa quando nota un bambino zuppo sotto il portico. Si avvicina.
“Non
te lo ripeto più. Vattene da qua. È una strada privata.
Forza.”ordina scontrosa laguardia al bambino.
“E'
il fglio dela mia serva. Ha l'abitudine di scappare da casa. Grazie,
messere.”spiega tranquilla Gemma e il soldato la fissa confusa.
“Non
lo sapevo. Perdonatemi.”riponde incerto alzando la torcia verso
di loro. Gemma accompagna il bambino nella sua casa. Lui si osserva
intorno confuso.
“Cosa fai in giro tutto solo? Vivi per strada? Sei un orfano senza famiglia?”
“Mi chiamo Giulio. Mia madre, è morta. Devo andare dalla famiglia Medici.”
“Adesso, no. È pericoloso uscire di notte. Perché vuoi andare dai Medici?”
“Io... non lo so. Mia madre mi ha detto di cercare Lorenzo De' Medici...”
“Ho capito. Ti aiuterò ad andare da lui. Ma spiega il motivo. Fammi capire.”
“Perché
ha detto che sono il figlio del fratello di Lorenzo... devo andare da
lui. Se non volete autarmi, fa niente... ci vado lo stesso...”
“Va bene. Ci andiamo solo se prometti di starmi vicino. E che mi tieni la mano.”
“Sì...
va bene. D'accordo... come vi chiamate?”risponde impaziente di
andare dallo zio. Vuole conoscere Lorenzo.
“Gemma
Pitti... adesso che sei spuntato dal nulla le loro vite si
complicheranno...”commenta dubbipsa cercando dei vestiti asciutti
nell'armadio dei domestici, dopo averglieli fatti indossare insieme
vanno a Palazzo Medici. Gemma bussa al portone, dunque un soldato
sospettoso apre.
“Coa volete? Se cercate aiuto andate al Convento Di San Marco. Avte caapito, madonna?”
“Questo bambino è figlio di Giuliano. Fammi entrare. Devo parlare con messer Medici.”
“Falli
entrare.”ordina meravigliato Lorenzo. Osserva Giulio diffidente.
Gemma porta il bambino dallo zio. E lui non smette di fissarlo. Intanto
arrivano anche Clarice e Lucrezia incuriosite dagli ospiti. Sono tutti
vestiti di nero.
“Si chiama Giulio. L'avevo trovato in strada. Era zuppo di pioggia e disoerientato.”
“Non è il figlio di mio fratello. Me l'avrebbe detto. Portatelo all'orfanotrofio.”
“Lorenzo,
io... ho pagato sua madre 50 fiorini... perché non vedesse
più Giuliano. È il figlio di Fioretta
Gorini...”spiega triste Lucrezia prima di avvicinarsi al bambino.
Gli prende la mano e lo porta da Clarice e Lorenzo.
“COSA AVETE FATTO, MADRE?! PERCHE' GIULIANO NON MI HA DETTO NULLA?!”
“Neamche Giuiano lo sapeva. Nessuno. Solo io e sua madre sapevamo questa cosa.”
“Molto
bene. Può restare, finché non deciderò cosa fare
della sua vita. È strano che due settimane dopo l'omicidio di
mio fratello appare un figlio illegittimo.”commenta crudele prima
di andarsene seguito dalla moglie.
“Grazie per la vostra cortesia, madonna. Di solito mio figlio non è così scortese.”
“Figaretivi, madonna Medici. Non serve ringraziarmi. Ho aiutato una persona.”
“Devi
stare tranquillo, Giulio. Va bene? Nessuno ti farà male. Questa
è la tua casa.”dice tenera Lucrezia al nipote. Intanto
Gemma se ne va. Che serata movimentata! Ma Firenze è
così. La vita di una persona ordinaria può diventare
straordinaria in pochi minuti. Ed è quello che capita a
Giulio... fino a due ore prima era un bambino qualunque! Adesso fa
parte della famiglia Medici... etutti si ricorderanno del suo nome.
Il
giorno seguente, quando le domestiche finiscono di vestire Gemma;
prende un quaderno e la matita. Raggiunge Palazzo Vecchio però
viene fermata dal soldato.
“Le
donne non sono ammesse al Palazzo della Signoria. Possono entrare solo
gli uomini ed i membri del Consiglio Dei Cento.”spiega calma la
Guardia Cittadina.
“Lavoro
per Lorenzo Il Magnifico. Non posso arrivare in ritardo.”protesta
stufa fissando l'entrata. Per fortuna, arriva Lorenzo insieme alle sue
guardie.
“Falla
passare. Lavora per me. Avvisa tutte le Guardie Cittadine. Può
entrare ovunque.”ordina impassibile Lorenzo, mentre il soldato
senza parlare lo fissa stupito.
Gemma
segue Lorenzo nel Palazzo Della Signoria fino all'ufficio dove si
svolgono le riunioni. E i Piori vedendo una donna sono sconvolti o
curiosi.
Se
per Lorenzo la vita è facile, lo stesso non si può diire
di Gemma. Dovrà lottare perché i Priori si rifiuteranno
che una donna possa lavorare per il Signore Della Repubblica
Fiorentina. E non deve sentire le loro riunioni, però se Lorenzo
ha eciso in questo modo sono obbligati adaccettarlo... non si discutono
gli ordini deèl Signore Di Firenze.
Gemma
anche se per farsi accettare dai Priori dovrà avere tanta
pazienza, è contenta di lavorare con Lorenzo. Dopo la Congiura
Dei Pazzi i cittadini hanno una fiducia e totale lealtà verso il
proprio Signore.
Ma
se Lorenzo spera di compiangere la morte del fratello tranquillamente,
i nemici non sono d'accordo. Infatti c'è da combattere la guerra
contro Papa Sisto ed il Regno Di Napoli... Firenze è sola.
Lorenzo
ha voluto l potere e per colpa sua Giuliano viene ucciso. Non sa
più di chi fidarsi. Gemma è amica o nemica? Gli sembra
impossibile che una persona voglia aiutarlo senz nessun interesse sotto.
La
vera domanda è: perché sua madre non ha detto ai suoi
figli dell'esistenza di Giulio? Lorenzo ha paua che se fosse vero si
metterebbe a piangere. Il fratello vive in quel bambino. Non può
permettersi distrazioni. Deve finire la sua vendetta contro i
congiurati... Girolamo è ancora vivo.
Lorenzo essendosi sostituito a Dio vuole uccidere il Vicario Di Cristo.
Giuliano
e Francesco sono morti. La sorella viene esiliata insieme al marito.
È solo... no. C'è Clarice. Aiuta sempre suo marito, ma
non lo vede più tormentato dal rimorso.
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Capitolo 23 *** 23 ***
0
23.DALLA PIÙ ALTA STELLA.
Sisto
è furioso a causa dell'omicidio dei congiurati e soprattutto per
l'impiccagione di un ecclesiastico! Inizia una guerra contro Lorenzo.
Scomunica il Consiglio Dei Cento e Firenze. Chiude ed arresta i membri
del Banco Mediceo Romano. Si allea con Ferdinando I Di Napoli, Siena,
Lucca ed Urbino. Dichiara guerra a Firenze, alleata di Milano e Venezia.
Lorenzo
va con un libro nella stanza della filia. Di solito è Clarice a
leggerle le storie, ma quella sera vuole farlo lui. Siede vicino al
letto di Lucrezia ed apre il libro. Legge: La mucca, la capretta e la
pecora pazienti fecero società con il leone nella foresta. Dopo
avere catturato un cervo bello e grosso, il leone lo spartì
dicendo: ”Io mi prendo la prima parte perché mi chiamo
leone. La seconda mi spetta come socio; la terza viene a me
perché sono il più forte. E se la vedrà brutta chi
oserà toccare la quarta.”così la prepotenza si
portò via tutta la preda.
Lorenzo
quando alza lo sguardo dalla pagina nota sua moglie appoggiata allo
stipite... gli sorride. E Lucrezia che dorme tranquilla. Intanto
Lorenzo cva dalla moglie e chiude la porta della camera.
“Non volevo disturbare, ma dovresti provare a parlare con tuo nipote.”
“Lui...
non è mio nipote, Clarice! Mi hai chiesto te di farlo... se
fosse dipeso da me l'avrei già mandato in un
orfanotrofio!”esclama irritato andando nel suo studio, lei lo
segue.
“Pensaci bene... se lui non fosse tuo nipote perché tua madre l'avrebbe accolto?”
“Non
lo so, Clarice... il nome di sua madre mi ricorda
qualcosa...”aggiunge arreso aprendo il libro che stava leggendo,
lei gli accarezza i capelli; ma ancora infastidito va alla Basilica Di
San Lorenzo. Quello è l'unico posto dove sta bene. Si
inginocchia vicino alla tomba del fratello. Tocca il marmo liscio e
freddo coma la sua anima ricordandosi i momenti belli passati con
Giuliano.
Ricordo di Lorenzo
Sono
alla villa di Careggi con la mia famiglia. Per essere settembre fa
ancora molto caldo, quindi siamo rimasti in campagna più tempo.
Io e Giulano stiamo tornando a casa dopo la caccia; quando lui decide di fermarsi al fiume.
“Fratello,
perché ti sei ferato? Siamo quasi arrivati a
casa...”chiedo allegro smontando dal cavallo... lui mi fissa
accigliato, poi schiza l'acqua bagnandomi i cappelli e il viso. Ridiamo.
“Sai una cosa, Lorenzo? La gente mortle deve bere per vivere, invece le divinità come te no.”
“SI'!
IO SONO DIVINITÀ COME ZEUS! IL RE DELL'OLIMPO! ATTENTO FRATELLO,
NON FARMI ARRABBIARE!”urlo arrabbiato ed entrambi ridiamo. Mi
lego i capelli con un nastro, poi lui etrae la spada e mira ala mia
gola.
“Su,
fratello. Combatti. Riuscirò a batterti in qualcosa, prima o
poi.”dice serio prima di iniziare il duello. Cado all'indietro e
lui si avvicina. Alzo la spada, nel frattempo Giuliano continua a
camminare... sembra che voglia venire trafitto.
“Sei imbecille, per caso?! Potevo ucciderti! Qual è il tuo problema?!”
“Vincere
a qualsiasi costo. Non importa cosa rischio o quale sarà il
prezzo da pagare.”rsponde euforico rinfoderando l'arma per
aiutarmi ad alzarmi.
Lorenzo tornato al presente si asciuga le lacrime con la manica del vestito. E torna a casa per dormire.
La
mattina seguente va al Palazzo Dei Priori e da un mantello rosso con
sora ricamato il giglio Fiorentino a Gemma. Lo usano i Priori per farsi
dstinguere dai cittadini normali.
“Vi ringrazio. È stupendo... però sta meglio a voi. Simboleggia la purezza...”
“Non
dite sciocchezze, Pitti. Smettela di essere in soggezione. Sono lo
stesso uomo. Cambia solo l'età. E poi, lavorate per me nella
Signoria.”
“No. Non siete lo stesso uomo, sono cambiate tante cose. È inutile fingere che siate uguale.”
“Dovrete
usare la cappa nelle cose ufficiali. Non dimenticatelo. O per voi
sarà difficile farvi ascoltare. Avete capito?”spiega
ansioso che lei lo capisca. In realtà, non vuole rischiare di
parlare del fratello.
Lorenzo prende una donna per aumentare il suo potere, in quanto tutti vedono che è senza pregiudizi.
Lorenzo insieme a Gemma vanno alla riunione, siedono vicino Felice Peruzzi.
“Buongiorno,
messere.”dice educata Gemma e lui senza rispondere apre il
quaderno. I Peruzzi sono banchieri, per questo decdono di legarsi ai
Medici.
Tutto il Consiglio Dei Cento siede alle scrivanie. Inizia la riunione.
“Messer
Medici, ha ammesso non solo una donna al Palazzo Della Signoria. Ma le
dà perfino la cappa dei Priori. Deve andarsene. E oi, suo padre
è Luca Pitti. L'avete dimenticato?”commenta ostile Fabio
Peruzzi. È il fratello di Felice. Lorenzo osserva rabbioso
l'uom; nel frattempo gli altri aspettano una reazione. Gemma quando si
è offerta di lavorare per Lorenzo sapeva che avrebbe dovuto
sopportare queste frasi ingiuste, ma ci resta male lo stesso.
“Messere...
non ho dimenticato l'attentato. Se aveste buona memoria, ricordereste
che sono stato io ad uccidere i mercenari... dovrei punire Pitti per le
scelte del padre?”
“Certo
che no, Medici. Voi siete il grande Lorenzo Il Magnifico. Non potete
mischiarvi a noi comuni mortali.”commenta sprezzante Fabio e
Tommaso Soderini inizia la riunione.
“Papa
Sisto, ci ha scomunicati e dichiarato guerra. I nostri soldati vengono
per una vostra azone. Se voi aveste evitato di uccidere Salviati,
adesso non saremmo in questa situazione.”
“Salviati,
era coinvolto nell'omicidio di mio fratello. Se madonna Donati
Ardinghelli venisse uccisa, voi non vorreste vendicarla?
Ardinghelli?”
“Certamente.
Ma non avrei ucciso un prete. Chiedete perdono a Papa Sisto per i
vostri peccati. Se lo fate interromperà la guerra.
Vi prego.”
“Siate
flessibie per una volta... i nostri figli sono innocenti. Non c'entrano
con l'omicidio di vostro fratello... vi sto supllccando.”aggiunge
disperato Fabio e Lorenzo lo fissa torvo. Non ha nessuna intenzione di
sottomettersi all'uomo che aveva benedetto l'omicidio del fratello.
“Potremmo pagare dei mercenari... faranno loro il lavoro. Si può fare?”
“No,
madonna. I forzieri cittadini sono quasi vuoti. Se Medici non avesse
dato tutti quei soldi alla popolazione, adesso ne avremmo tanti.”
“Erano dei Pazzi, Ardinghelli. Ricordate una cosa: io non faccio mai niente per caso.”
“Allora... l'unica soluzione è chiedere pietà a Sisto. Medici, fatelo per la popolazione...”
“Non
posso farlo, Garzoni. Combatteremo. Vi prometto che Firenze
vincerà. A qualsiasi costo. La mia banca pagherà
l'esercito di mercenari 15.000 fiorini.”aggiunge calmo Lorenzo
aprendo il quaderno... tuti restano sorpresi compresa Gemma, resta con
la piuma sollevata dal foglio.
“Medici,
con i soldi della vostra banca fate quello che volete. Ma questo
è l'esercito di Firenze. Quindi no. Non potete decidere per il
Consiglio.”spiega dubbioso Tommaso versando in una boccia i
foglietti per votare.
“Possiamo votare la soluzione che crediamo sia miogliore per Firenze. Giusto, Soderini?”
“Certamente,
Peruzzi. Scrivete sui bigliettini il nome a cui volete dar ragione:
Ardinghelli o Medici. Quello con più voti
vincrà.”spiega stanco Tommaso, mentre tutti si alzano per
votare. Gemma ci mette un po' a decidere.
“Papa
Sisto e Napoli ci sconfigeranno in pochi mesi. Se non
settimane.”sussurra rassegnato Niccolò a Felice prima di
alzarsi dalla scrivani.
“Il
consiglio ha votato. 95 per Ardinghelli. Dunque i'esercito non
verrà aiutato dai mercenari.”annuncia stanco Tomaso
suonando la campanella. I membri del Consiglio Dei Cento, quindi si
alzano per uscire. È finita la riunione, ma Lorenzo ha
già deciso cosa fare. Anche contro il Consiglio Dei Cento.
“Ho capito. Non vi arrenderete, vero?”domanda curiosa la donna cammnandogli vicino.
“Mai,
Pitti. Voglio che portiate questo messaggio a Federico Da Montefeltro.
Ho pagato dei soldati per farvi da scorta.”spiega preoccupato di
non farsi sentire, intando le dà una busta. E lei dopo essersi
inchinata monta ul cavallo seguita dai soldati. Lorenzo va alla
Basilica Di San Lorenzo a trovare il fratello. Non augurare mai del
male. Sii compassionevole... e perdona. Questo non è ciò
che sei. Devi essere buono. La crudeltà porterà solo
altra disperazione ad entrambi... prova a capirli. Se ti hanno causato
dolore, è perché soffrono dentro di loro. Auguragli la
guarigione. Non posso perdonare. Devo vincere a qualsiasi costo. Pensa
determinato Lorenzo fissando la tomba. Sua nonna Contessina a
differenza di Cosimo ha sempre educato i nipoti l perdono. Credeva
nelle seconde possibilità, infatti il marito ledava della
stupida; nel mondo reale per Cosimo non esiste bene e male. Ma solo la
conquista del potere ad ogni costo. Se Lorenzo prima faceva come gli
aveva detto Contessina, adesso decide di ascoltare Cosimo. Suo nonno ha
avuto ragione fin dall'inizio... lo capisce ora.
Lorenzo
tornato a casa; va nel suo studio per bruciare il quadernetto contabile
dei Pazzi. Quello che gli aveva dato Francesco settimane prima. Getta i
fogli nel camino e li guarda divenare cenere.
Lorenzo
ha il potre ma si sente più solo che mai... perso e disperato
cerca vendetta per Giuliano. È l'unica cosa a tenerlo in vita.
Lorenzo
da ostinato diventa ossessionato. Vive... sopravvive... per compiere la
sua vendetta. Fa niente se sacrificaherà ogni cosa. Deve farlo
per Giuliano. Nessuno riesce a capire quanto gli volesse bene.
Per Lorenzo Giuliano oltre ad essere suo fratello di sangue, lo era anche perché gli voleva bene.
Lorenzo trova pace solo nella Basilica Di San Lorenzo, quando tocca la tomba.
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Capitolo 24 *** 24 ***
0
24.SPOSA, MADRE DEL SIGNORE.
Sono
passati nove mesi e Clarice sta per par partorire. Lorenzo è
ancora bloccato con il Consiglio Dei Cento, perché Federico non
può venire a Firenze. È impegnato in un'altra
città: deve prima finire quello che sta facendo.
Clarice sta tornando a casa dal Convento Di San Marco, quando si avvicina una donna con un bambino.
“Madonna,
vi prego... convincetevostro marito a far riaprire le chiese e i
battisteri... se mio figlio non verrà battezzato finirà
all'Inferno.”
“Allontanati, madonna. Chi sei?”domanda sospettoso il soldato odinandole di fermarsi.
“Ci
proverò. Ma non posso promettervi niente. Devo andare.
Scusatemi.”dice dispiaciuta Clarice tornando a casa. Cerca suo
marito nell'Orto Di San Marco. Lei l'aveva comprato du anni fa dai
frati del Convento Di San Marco, per metterci tute le statue prese a
Roma. Poi suo marito lo rasforma nella Scuola Artistica dove tuti gli
artisti possono studiare l'arte classica.
Clarice cerca suo marito; siede sulla panca ad ammirare una statua.
“Te, Polizian, Giulio e Lucrezia dovrete partire per Villa Medicea a Pistoia.”
“No. Io... resto con te... è il mio dovere di moglie. Non posso abbandonarti...”
“Non
mi stai abbandonado. Ti devo proteggere. È troppo pericoloso
restare a Firenze.”replica ansioso accarezzandola e lei annuisce
arresa. Bacia la mano del marito, poi si alza.
“D'accordo. Ma, stai attento. Non metterti in pericolo inutilmente. Promesso?”
“Ma certo. Tranquilla. Adesso, vai. Su. La carrozza ti sta aspettando...”dice dolce sorridendo alla moglie.
Clarice cerca Lucrezia e Giulio, prese le loro mani sale sulla carrozza con Angelo.
Per arrivare alla villa di Pistoia ci mettono 7 ore e 20 minuti. I bambini scendono dalla carrozza correndo.
“Bambini,
non correte. Camminate, per favore. Calmi. Dopo potrete
farlo.”dice apprensiva a Lucrezia e Giulio, mentre un prete
allunga il collo dentro alla carrozza.
“Buonasera,
Clarice. Vostro marito, mi ha scritto se potevo raggiungervi a Pistoia.
Ed eccomi qui.”spiega allegro Fausto prendendole la mano per
aiutarla a scendere dalla carrozza. Clarice lo abbraccia emozionato.
“Che bello vedervi! Sono troppo contenta! Quanto vi fermate con noi?!”
“Finché
non tornate a Firenze. Papa Sisto è troppo occupato con la
guerra per accorgersi della mia assenza. Come si chiamano i vostri
figli?”
“Oh...
no. Per ora, ho solo una figlia: Lucrezia... e sto per partorire... lui
è Giulio. Il figlio di Giuliano.”spiega contenta
all'amico, mentre sale la scalinata insieme a Fausto. Le sorprese per
Clarice non sono finite, infatti nel salone vede Bianca con i figli! Si
abbracciano.
“Clarice!
Quanto tempo! È stato mio fratello ad invitarmi, per farti
sentire òmeno sola!”esclama emozionata Bianca baciandola
sulla guancia. Lei e Clarice diventano amiche perché si
capiscono: hanno lo stesso carattere tranquillo.
“E' vero. Hai ragione. Iniziamo a volerci bene. Sai? Non ci speravo.”
“Mio
fratello è molte cose. Ma ha un cuore gentile. E sarai sempre la
sua priorità.”aggiunge felice Bianca uscendo con la
cognata nel parco. Anche questa villa come tutte quelle dei Medici
è maestosa ed artistica.
Bianca dal marito ha: Giovanna, Contessina, Antonio, Alessandra, Cosimo, Lorenzo, Cosa, Renato, Lorenzo, Luigia e Maddalena.
Clarice
torna nel salone ad ammirare l'affresco che raffigura Lorenzo
adolescente su un cavallo. Siamo figli di due mondi opposti... eppure
ci vogliamo bene. È strano come funziona l'amore. Il mondo
è contro di te, ma io ti resterò vicino. Pensa sorpresa
Clarice, mentre guarda l'affresco. Lucrezia arriva inseguita dal ugino.
“Madre!
Giulio, mi fa i dispetti! Non vuole darmi le cosruzioni!”protesta
irritata fermandosi per tentare di strappargli il gioco.
“E' écvero, Giulio?”domanda severa Clarice e lui annuisce spaventato.
“Sì...
scusate... non lo farò più.”dice intimorito ridando
il gioco alla cugina. E moghio se ne va seguito da Lucrezia, el
frattempo Bianca si avvicina a Clarice.
“E' lui il figlio di Giuliano? Lorenzo non ci crede che sia suo...”
“Sì.
Lorenzo lo guarda con diffidenza e rabbia. Non crede che sia di
Giuliano, però il nome della madre gli ricorda
qualcosa.”spiega dubbiosa Clarice prima di andare nel salone.
C'è Angelo che chiacchiera con Fausto. Quando si siedono sulle
poltrone entrambi si inchinano.
”Meglio che vada. Il viaggio da Roma è stato lungo. Sono ancora un po' stanco.”
“Sì. Per me è lo stesso... a domani. Buonanotte...”aggiunge rapido Angelo seguendo Fausto.
“Non
posso direw se Giulio sia fglio di mio fratello. So solo che Lorenzo
aiuterebbe una persona a cui serve aiuyto.”aghgiunge dubbiosa
osservanvdo Giulio mentre disegna. Non assomigliando per niente a
Giuliano è normale che Lorenzo sia sospettoso, dopo l'omicidio
ha la fobia di trovare la famiglia uccisa.
Arriva un domestico.
“Venite... lasciamo le voste zie parlare tranquille. È tardi... su.”
“No! Voglio finire il disegno! Dopo! Non sono le mie zie! I miei cugni si chiamano Gorini!”
“Sì,
invece. Sei figlio di Giuliano. E mio nipote. Non farti convincere del
contrario.”dice tenera Bianca avvicinandosi lenta al nipote, per
convincerlo a smettere di disegnare; il quale la fissa rabbioso. Lo
accarezza sulla testa e Clarice ammira Bianca. Ha un talento naturale
con i bambini. Il servo porta Giulio nella sua stanza, poi anche loro
vnno a dormire.
Il
giorno seguente, Clarice tocca la pancia ansiosa. Ha paura di soffrire
come le prime volte. I dolori del parto erano atroci... piangeva.
Clarice
dopo essere stata vestita esce a pregare nel parco. Ha la nausea e se
sente l'odore intenso della carne grigliata rischia di vomitare.
“Ti
chiami Giulio, vero? Mio fratello, dice che sei il Bastardo Di
Giuliano. E allo zio Lorenzo non piaci.”dice stuzzicante
Contessina a Giuli, reagisce tirandole i capelli.
“NON SONO IL BASTARDO DI GIULIANO! CAPITO?! STUPIDA! LASCIAMI STARE!”
“Contessina!
Chi ti ha detto questa cosa?! Quale dei tuoi fratelli?! Chiedi scusa a
Giulio! Subito!”esclama ruriosa Bianca dividendo i cugini. Giulio
ansima.
“E'
stato Antonio. Ieri sera. Prima che dormissimo.scusa,
Giulio.”risponde dispiaciuta Contessina sedendosi vicino a
Lorenzo.
“Alessandro
e Lucrezia, avete finito di leggere quel capitolo che vi ho detto
ieri?”domanda serio Angelo aprendo il libro.
“Non mi piace. Aristotele è noioso. Preferisco leggere le fiabe...”
“Per
me è lo stesso... non capisco niente di cosa c'è
scritto.”aggiunge annoiata Lucrezia. Intanto Bianca schiaffeggia
Antonio e Clrice si alza, inizia il male uguale all'alta volta. Ha
paura che nasca morto... non riuscirebbe a sopportare un secondo lutto.
Ma quando lo fa si aggrappa alla ase di una statua facendola cadere. I
servi e Bianca corrono da lei.
“Alessandro,
scrivi allo zio che deve venire! Clarice sta male! Veloce!”ordina
spaventata Bianca sorreggendo Clarice aiutata dai servi. La portano
nella sua camera. Dopo 16 ore viene raggiunta dal marito.
“Clarice. Sono arrivato. Andrà tutto bene. L'hai superato già due volte.”
“L'altra
volta era più facile. Non riesce a spingere...”spiega
preoccupato il medico, viene zittito dallo sguardo furioso i Lorenzo.
Clarice
cerca di spingere il bambino e finalmente esce. Viene chiamato Piero.
Intorno al letto c'è tutta la famiglia. Arriva anche Giulio...
si avvicina timido: ha paura di Lorenzo, ma Clarice lo stringe. E suo
marito ignora il nipote continuando a coccolare Piero.
Bianca prende il bambino ed esce seguita dagli altri. Lascia marto e moglie insieme a parlare.
Clarice è contenta perché alla terza volta riesce ad eseguire il suo compito.
Con
il marito vicino Clarice si sente tranquilla, lui dicendole che hanno
più nemici; invece di tranquillizzarla le amenta la paura! Fa
l'effetto opposto.
Clarice è dsolo dispiaciuta che non riesce a fare la donna di potere come voleva Lucrezia.
Clarice
osserva gli occhi neri e tormentati del marito. Se potesse chiederebbe
a Dio di resuscitare Giuliano, per vederlo ancora arrogante e sereno
come quando si erano conosciuti nella sua casa anni fa.
Clarice
è sicura di una cosa: quandolui sarà morto rivedrà
suo fratello. Non importa se Lorenzo crede che Dio l'abbia abbandonato,
perché lei ha fiducia per entrambi. Ma, adeso sono vivi e i loro
nemici desiderano il sangue dei Medici... se dovessero uccidere Lorenzo
lei si lascerebbe morire per raggiungerlo in Paradiso. Tanto sarebbe
morta lostesso. Non è capace a difendere la famiglia. Ha un
carattere tranquillo e sottomesso non è come Lucrezia.
I
genitori fin da quando era bambina le hanno insegnato che una donna non
deve desiderare o chiedere di più. Ed anche qual è il suo
posto nel mondo.
Clarice
decide di diventare la persona che serve a Lorenzo. O almeno ci
prova... anche perché sua socera dopo l'omicidio del figlia
diventa apatica. E qualcuno deve aiutare Lorenzo consigliandol senza
nessun secondo interesse o con la banca. Clarice dovrà imparare
a fare calcoli e comandare i banchieri, quando suo marito sarà
occupato nella Signoria. In tutto questo deve anche educare Piero a
diventare Signore Di Firenze! Sostituirà Lorenzo quando lui
morirà. E Clarice spera che capiti tra molti anni... non si
sente capace a litigare con i nobili per dare dei diritti ai figli.
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Capitolo 25 *** 25 ***
0
25.LUCE MATTUTINA...
La
vita di Gemma continua tranquilla. Vive felice lontano da Ferrara,
sbbene i pregiudizi dei Priri siano sempre presenti lei si sforza di
ignorarli. Mostra al Consiglio Dei Cento che sa aiutare senza essere
invadente: temono che voglia rubargli il potere. Inoltre sono
diffidenti perché è la figlia di Luca... l'uomo che
voleva uccidere Piero e Cosimo. Gemma con quel mantello rosso si sente
guardata con invidia e curiosità. Vorrebbe toglierselo.
Gemma mentre sta bussando alla porta dello studio di Lorenzo incontra Clarice.
“Se
cercate mio marito è alla banca. Voi, chi siete? Avete portato
Giulio da noi. Perché? Ditemi la verità.”ordina
scontrosa Clarice e Gemma è perplessa.
“Sono
Gemma Pitti. Lavoro per vostro marito. Ho provato a far ragionare
Giulio, ma era ostinato. Non vleva ascoltarmi.”
“Certamente.
Che stupida. Scuatemi. Non ho visto la cappa. Devo andare. Vi accio
entrare. Se volete potete aspettare mio marito qui.”aggiunge
mortificata Clarice senza aspettare la risposta della donna. Fa entrare
Gemma nello studio del marito e se ne va dai figli.
Gemma curiosa si avvicina al quadernetto apert sulla scrivania. È il diario di Lorenzo.
Diario di Lorenzo
Ho
appena fato uccidere i responsabili dell'omicidio di Giuliano. Mancano
solo Maffei e Riario, ma presto ucciderò anche loro. Nessuna
petà per quei mostri. Non sento nulla... vivo meccanicamente. Ma
dentro sono spezzato. Morto. Il mio cuore è frammentato come i
numeri di una tabella... nessuna soluzione. Siamo divisi. Sono stanco
soprattutto del male che si fanno gli uomini. Sfinito dal mio stesso
dolore... cerco di sfuggirgli rifugiandomi nell'arte.
Rivedo
Giuliano ucciso e Francesco vuole fare lo stesso con me. Io?! Che sono
il suo migliore amico?! Lo amato quasi più di mio fratello! E
lui cosa fa?! Prova ad uccidermi! Il tradimento pegtgiore lo subisco da
Cristo! Sapeva cosa stava per accadere, ma non ha fatto niente per
fermarli... chiedo solo una cosa: perché?!Dimmelo!
Mentre uccidono Giuliano la vita si è fermata. Tutto diventa immobile. Statico.
”La
vendetta non resusciterà tuo fratello. Ti prego, Lorenzo...
fermati. Ricordiamolo insieme... da vivo.”dice sconfortato
Sandro. Come può dirmi queste cose?! È mio fratello! Gli
hanno squarciato la gola.
È nato Piero. Mentre ranziamo arriva un gruppo di soldati.
“Padre
Marinacci, portate la mia famiglia nel sottoscala. Stanno arrivando i
soldati di Rario.”ordino ansioso estraendo la spada, lo stesso
fanno i miei soldati.
“Bambini...
forza. Venite. Poliziano, aiutate madonna Orsini Medici con
Piero...”dice agitato Marinacci, mentre tutta la mia famiglia
segue il prete.
“Foscari, io fingerò di dormire. Appena si avvicineranno li uccideremo.”
“Non potete farlo. E se dovessero ssere più veloci vi uccideranno.”
“Non
contraddirmi. Faremo come ho detto. Nascondetevi dietro alle
tende.”ordino impaziente correndo nell'armeria per prendere arco
e balestra. Giunto al portone i soldati lo spalancano, tiro le frecce
uccidendo degli uomini. Corro nella mia camera e mi sdraio verso la
finestra... quando il soldato si avvicina lo ferisco lanciando l'arma
nella sua spalla, poi mi alzo.
“Uccidimi. Sono già morto. Non importa. Forza, Medici. Fallo. Cosa aspetti?”
“No solo siete entrati in casa mia! Volevate uccidere Clarice ed i miei figli!”
“Loro... sono solo un effetto collaterale... Riario, vuole uccidere voi...”
”Porta
qusto messaggio a Riario... Lorenzo De' Medici non verrà
distrutto uccidendo il suo corpo.”dico impassibile tagliandogli
il polso, intanto Foscari mi porta un altro soldato. Lo fa
inginocchiare.
“Stava provando a fuggire attraverso la alleria sotteranea. Cosa volete che faccia?”
“Uccidetelo tutti. Non deve rimanere nessuno dei nemici vivo. Solo questo senza mano.”ordino insensibile a Foscari.
Gemma finito di leggere susulta trovandosi Lorenzo davanti, che loa guarda irritato.
“Ditemi... vi faccio paura, per caso? Mi credete spietato? O pazzo?”
“Nonvi vedo pazzo. Ma solo tanto impaurito e disperato. Perché dovreste farmi paura?”
“Ho fatto linciare Pazzi, Salviati e Maffei dalla gente. Guardavo senza fermarli. Cosa pensate ora di me?”
“Potete dire quello che volete, ma non riuscirete a farmi cambiare idea.”
“Vedremo. Intanto... prego. Sedetevi... ditemi, cosa pensa la gente di me?”
“Non
avete perso il potere, anzi. È aumentato. Alcuni nobili sono
scontenti ma nessuno li ascolta. La popolazione vi ama. Ha una
lealtà assoluta verso di voi.”
“Bene. Avete notize Da Montefeltro? Sapete se è tornato ad Urbino?”
“E' arrivata poco fa la lettera. Dice che tra due o tre giorni verrà.”
“Andiamo
ai Palazzo Della Signoria. C'è la riunione della scomunica di
Papa Sisto.”dice annoiato alzandosi alla sedia. Giunti al Palazzo
Della Signoria inizia la riunione.
“Sono
passate due settimane dalla riunione sulla scomunica del Papa. E non ci
avete ancora detto cosa volete fare. A parte fargli la
guerra.”dice urioso Tommaso e tutti fissano Lorenzo. Sono
impazienti di sentire la sua risposta.
“Sapete tutti csa voglio fare. E ho pagato Montefeltro per aiutare Foscari. Sta venendo da Urbino.”
“Avete disobbedito al Consiglio Dei Cento, Medici! È l'esercito Fiorentino!”
”Peruzzi,
sì. E io ho pagato con i miei soldi un esercio di mercenari.
Andrò in guerra con Montefeltro.”
“Voi,
coa? Siete un politico. Non sapete niente di guerra. Fate fare
ilsoldato a chi è capace.”replica sconvolto Fabio.
“Peruzzi,
ha ragione. Siete l'unico ostacolo che impedisce a Riario di
conquistere Firenze. Se il Signore Dello Stato vrrà ucciso, chi
ci salverà?”dice comprensiva Gemma speramndo di
convincerlo.
”Lo
aranno Venezia e Milano. Sono obbligate dalla nostra alleanza. Ho
deciso che partirò. Nssuno mi convincerà a rinunciare.
Pitti, parlerà per me alle riunioni.”
“Avete perso la testa?! Nion potete far parlare una donna! Tantomeno per voi che siete Signore Di Firenze!”
“Ardinghelli...
io i fido. E lei mi rappresenterà alle riunioni. Devo andare...
Pitti, venite.”risponde scontroso alzandosi.seguito dalla donna.
I giorni passano veloci e Lorenzo parte con l'esercito di Federico per le colline.
Gemma guarda l'affresco della Congiura Dei Pazzi, quando ski avvicina Fabio.
“Potreste
anche aver ingannato quello stupido di Medici, ma non credo nella
vostra sincerità. Che intenzioni avete? Volete vendicare vostro
padre?”dice sospettoso Fabio mettendosi a fissare con lei
l'affresco.
“No. È sato lui ad aver quasi ucciso i Medici. Non ho intenzione di vendicare proprio nesuno.”
“Vedremo.
Solo il tempo ci svelerà quali sono le vostre intenzioni.
Vale...”aggiunge pensieroso l'uomo raggiungendo Tommaso.
Prima
di partire per la guerra; Lorenzo le ha detto che deve convincere i
preti Toscani a scomunicare Papa Sisto. Non può combattere
contemporaneamente contro Firenze e tutta la regione... è su
questo che fa afgfidamnto Lorenzo.
Gemma
giunta alla piccionaia attacvca le lettere alle zampe degli uccelli e
li guarda volare. Dopo alcuni giorni i preti arrivano a Firenze per
parlare con Gemma, vengono ospitati dall'Arcivescovo Orsini.
Gemma entrata nello studio di Rinaldo viene guardata male dai preti.
“Ci aspettavamo di trovare Medici. Non una... donna... è la riunione giiusta?”
“Certamente,
Padre. Lei è il consigliere di mio cognato. Lavora per
lui.”spiega calmo Rinaldo ai preti confusi, intanto lei bacia gli
anelli dei Cardinali e si inchina.
“Come
l'Arcivescovo Orsini vi ha spiegato poco fa sono il consigliere di
Medici. In questa riunione lo rappresenterò, perché lui
sta lottando contro Riario.”
“Sappiamo bene cosa ci chiede Medici, tuttavia non possiamo andare contro il Vcario Di Cristo.”
“Vescovo,
è sbagliato combattere un'ingiustizia? Anche se viene fatta dal
Papa? Sapete che questa scomunica ha solo uno scopo politico.”
“Pitti,
parlate proprio come mio cognato. Quello che dite è giusto,
però. Quindi, io firmerò la scomunica di Papa Sisto.
Dobbiamo pensare alle loro anime.”dice disponibile Rinaldo
firmando il documento.
“Siete impazzito, Arcivescovo Orsini?! Cosa diranno i vostri parenti Cardinli?!”
“Niente,
Padre. Devo fare quello che mi dice la coscienza e pensare alle loro
anime.”risponde tranquillo Rinaldo riuscendo a convincere anche
gli altri preti. Il clero Toscano ora è in guerra contro Papa
Sisto. Rinaldo si offre di spedire la lettera a Roma, intanto Gemma
parte per le colline Fiorentine; preferesce dare leila notizia a
Lorenzo. Ha paura di inviare un messagero perché se i soldati
del Papa dovessero leggere il messaggio verrebbe impiccata per
tradimento o bruciata da eretica. E morta non potrebbe aiutare Lorenzo,
lei lo aiuta perché ne è innamorata... ma di un amore
romantico. Non vuole farci sesso od altro, semplicemente le piace come
ragiona. E poi ha la sua stessa passione per l'arte.
Lorenzo
appena dsaprà che Gemma è riuscita a convincere i preti
sarà più rilassato, prima deve tornare vivo dalla guerra
contro Girolamo. Ma l'ambizione di Lorenzo non ha limiti, infatti
scioglierà il Consiglio Dei Cento per farne uno solo con Priori
leali a lui. Si chiamerà Consiglio Dei Settanta.
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Capitolo 26 *** 26 ***
0
26.BASTAVA AVERMI TOLTO LIBERTATE!
E'
pomeriggio e Lorenzo sotto al diluvio parla con Federico, di quale sia
la migliore strategia per sconfiggere l'Esercito Papale. Gli va bene
qualsiasi cosa, ma è lui he deve uccidere Girolamo... prima lo
farà torturare. Sarebbe troppo bello squarciare la gola del
nemico senza farlo soffrire.
Lorenzo
vedendo una donna pensa che sia Caterina, la moglie di Girolamo; venuta
per convincerlo ad arrendersi. Invece è Gemma.
"Madonna, non dovreste essere qua. È troppo pericoloso. Tornate a casa."
"L'Arcivescovo Orsini, ha inviato la lettera della scomunica a Sisto."
"Potevate mandare un messaggero, invee di rischiare il collo attraversando la pianura."
"Messere,
è arrivato un soldato dell'Esercito Papale. Vuole parlare solo
con voi."dice nrvoso Federico portandolo dal nemico e Lorenzo lo fissa
impaziente.
"Il
Comandante Riario, vuole parlarvi. Seguitemi. Per favore."annuncia
stanco il soladato aspettando Lorenzo e Giudo che montino sui cavalli.
Giunti nel bosco incontrano Girolamo. Si fissano ostili.
"Medici,
siete un politico. Tornate nel Palazzo Dei Priori. Non giocate a fare
il soldato o potreste farvi moto male. Forza. E smettetela di infiare
la vostra testa ricciolina ovunque."dice derisorio Girolamo e Lorenzo
loguarda con sguardo omicida. Vorrebbe ucciderlo immediatamente, ma se
lo fa non potrà più torturarlo.
"Avete
ucciso mio fratello! Voi e vostro zio! Pregate che non riesca ad avervi
nell'Alberghetto! Nessun Dio vi salverà dalla mia vendetta!"
"Siete
ancora più arrogante di quanto ricordassi. Non è una
buona idea minacciare il Comandante Dell'Esercito Papale, soprattutto
perché sono nipote del Papa."commenta offeso Girolamo osservando
Lorenzo. È tutto nero compresi stivali e cavallo. Non si capise
dove inizi uno o finisca l'altro.
"Alfonso, questa non è la vostra guerra. Tornate a Napoli. Risparmiate morti inutili."
"Non decido io, ma il Re. E Napoli è alleata del Papa. Quindi devo restare."dice arreso l'uomo vicino a Girolamo.
"Vi
credete la Morte, che siete tutto nero? Come sta, Giulio? Anche quel
tenro bambino verrà gssgozzato. Fino alla òmorte della
madre non sapeva i essere un Medici."
"Provate ad uccidermi e farete di me un martire. Lo stesso capiterà se mi arresterete."
"Siete
così disperato da pagare lo stesso uomo che ha massacrato i
Volterrani. Cosa dira la gente?"commenta divertito Girolamo, metre
Lorenzo torna dal suo esercito. Voglio stringerti. Per sempre. Sei
morto troppo presto. Il desiderio di abbattere tutte le distanze e
fondermi con te, è troppo forte. Sono un'anima in pena che cerca
conforto. Penasa triste fissando il vuoto. Intanto Gemma è
tornaa a Firenze.
La mattina seguente inizia lo sterminio. Gli eserciti si fermano uno davanti all'altro.
"Medici, è meglio arrendersi. Non possiamo vincere. Vi sto pregando."
"Mai!
Vi ho pagato per combattere! Basta parlare!"esclama irritato. Nella
pianura c'è silenzio, si sente solo il vento che muove le foglie
delle piante.
"Allora,
sono costretto a rinunciare. Non spreco il loro sangue in una battaglia
inutile. Addio, Medici."aggiunge dispiaciuto Federico lanciandogli il
sacchettino con i soldi. E cavalca seguito dai mercenari. L'esercito
Fiorentino è di nuovo solo... Milano e Venezia non hanno
rispettato l'alleanza.
"Tornate a Firenze. Non c'è più niente qui per voi. Andate, messere."orina preoccupato Guido.
"Non
permetterò che Firenze venga invasa. Finché vivrò
la proteggerò a qualsiasi costo."aggiunge rabbioso estraendo la
spada.
Inizia
la guerra e Lorenzo sfoga l'aggressività sui nemici, ma alla
sera è costretto a tornare dalla famiglia: Lucrezia sta male...
quei 55 minuti di cavalcata per raggiungere Palazzo Medici gli appaiono
interminabili.
Lorenzo smontato dal cavallo corre da Lucreia.
"Lorenzo, quando Clarice mi ha detto che eri partito per la guerra ho avuto paura."
"Non
preoccupatevi, madre. Sono qua. State tranquilla. Dovete riposare."dice
tenero a Lucrezia. Lei soffre passivamente l'omicidio di Giuliano.
Lorenzo va a cercare i figli. Giulio sta coccolando Piero, entre Clarice gioca con Lucrezia.
"Padre,
siete gà tornato! Che bello! Guardate! L'avevo disegnato per
voi!"esclama allegra Lucrezia corredo da lui per mostrargli il disegno.
"Che bello. Brava, bambina."dice contento abbracciandola, arriva anche sua moglie.
"Lornzo, non volevo farti preoccupare. Ma aveva la febbre. Scusa."spiega dispiaciuta andando a baciarlo.
"Cosa potevi farci? Tranquilla. Hai fattlo benissimo a scrivermi..."
"Giulio! Vieni a giocare con me! Dai! Ti prego! Mi piace farlo insieme!"
"Giulio. Vieni a parlare con me."dice mite Lorenzo e lui fissa Clarice spaventato.
"Non
ti succede niente. Vai, tranquillo."risponde tenera al bambino, Giulio
ancora ansioso segue Lorenzo nel suo studio. È l'unico posto in
cui nessuno li disturberà.
"Mi
dispiace di averti rifiutato, chiamato Bastardo ed aver dubitato che
fossi un bugiardo. Vorresti entrare davvero nella nostra famiglia?"
"D'accordo.
Capisco che sia un momento triste. Non vi deluderò, zio.
Sarò degno di avere il cognome dei Medici. Ve lo prometto."dice
timido dandogli una busta. Lorenzo la apre urioso, dopoché
finisce di leggere fissa Giulio sorpreso.
"Perché non me l'hai fatta leggere prima? Avresti tolto subito tutti i miei ubbi."
"Non sapevo se fosse il caso di darvela. Scusatemi."risponde triste e lo zio si inginocchia davanti al niote.
"Volevi
entirti amato. E ti prometto che lo farò. Come se fossi mio
figlio. Potrai chiedermi qualsiasi cosa."dice tenero accarezzandolo e
Giulio non sa cosa pensare del suo cambiamento improvviso. Da
disinteressato diventa tenero e protettivo nello stesso modo che ha con
la sua famiglia.
"Vi ringrazio tantissimo, Medici. Non ve ne pentirete."risponde grato abbracciando Lorenzo.
"Fai parte della nostra famiglia, adesso. Chiamami Lorenzo. Non serve essere formali."
"D'accordo,
allora. Vi ringrazio, Lorenzo. Per tutto."aggiunge imbarazzato e
Lorenzo stringendolo va dalla mogàlie. C'è anche sua
madre.
"Vieni
con me, Giulio. Lasciamo i tuoi zii parlare. Da soli."dice serena
Lucrezia, mentre Lorenzo lo spinge verso di lei. Entrambi se ne vanno e
Clarice bacia suo marito.
"Grazie... di averlo fatto. Sto rivedendo del buono in te... e ne sono contenta."
"Hai
ragione. Infondo, è solo un bambino. Non c'entra con l'omicidio
di mio fratello."aggiungre dolce prima di abbracciarla.
"Vorrrei
andare alla tomba di Giuliano. E dirgli che ha un figlio dolcissimo.
Tu, non credi che ci possa sentire ma io sì."dice calma ed
entrambi vanno alla tomba.
"Voglio
mosrare a Giulio un diinto di Sandro, in questo modo riuscirà ad
immaginare come fosse uo padre."spiega dolce inginocchiansdosi alla
tomba. Sua moglie prega. E klui guarda i raggi solari entrare dal
finestrone illuminare il marmo bianco. Sembra brillare.
Lorenzo
si alza silenzioso ed esce in strada, vedere che la città non
è più scomunicata lo rende felice. Ha disobbedito
all'ordine del Papa... in questo modo èla guerra tra Roma e
Firenze non può finire! Mesi di combattimenti sanguinosi...
morti. Ma a lui non interessa. Deve pensare alla sua gente. Hza ripreso
l'idea utopica di una Firenze basata sull'uguaglianza tra tutte le
classi sociali. Per fare questa cosa, però deve avere tutti i
Priori leali a lui e che siano d'accordo con lesue idee. Nessuno
può provare o pensare di contraddirlo... loro non devono
distruggere il sogno per cui ha tanto lottato.
Lorenzo
viene salutao dai passanti con entusiasmo e gratitudine. Ha salvato
anche le lofro anime, non più solo i corpi mortali. In questi
anni tra: gelo, guerre, incendi, congiure, fame e malattie si muore
subito.
Lorenzo
dà i soldi a dei poveri e riprende la passeggiata, ammira tutta
l'arte che ha fatto fare negli anni... dai migliori artisti!Per avere
la perfezione deve scegliere le persone più capaci. Non importa
quanto costerà. Vuole mostrare l'immensità di Dio. Dagli
artisti non fa fare solo affreschi negli edifici civici; ma anche nelle
chiese. Maestose cattedrali con vetrate colorate, statue di qualsiasi
materiale, affreschi e crocifissi dorati. Perché Dio ha dato
all'uomo una mente non solo calcolatrice, ma anche creativa. L'arte
deve ricordare la bellezza naturale e sentimentale, solo in questo modo
si onora Dio.
Lorenzo
è talmente folle da voler rendere Firenze una seconda Atene tra
arte e filosofia. Non si può fare, ma lui ostinato continua...
verranno da ogni Stato Europeo per visitarla. Lorenzo spesso dimentica
che è un politico, può fare l'artista solo come
divertimento.
Firenze
vuole lui ciome Signore Della Repubblica Fiorentina, nessun altro. I
Pazzi ci avevano provato a diventarlo e sono stati massacrati dagli
stessi Fiorentini!
Lorenzo
per essere sicuro di non avere nobili contrari alla sua idea
stringerà il potere su Firenze formando un altro Consiglio Dei
Priori: Consiglio Dei Settanta. Poi partirà per Napoli, vuole
convincere Re Ferdinando a rinunciare alla lotta. Sa bene che potrebbe
venire ucciso, ma deve etentare. Venezia e Milano non hanno rispettato
l'alleanza per paura di venire scomunicate come Firenze. Nessuno vuole
sfidare il Vicario Di Cristo e lo stesso Dio. Ma Lorenzo avenso smesso
di credere nella religione non ha nessun problema a sfidare Sisto. Dio
è solo un qualcosa che se ne frega delle persone... questo pensa
Lorenzo dopo la Congiura dei Pazzi.
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Capitolo 27 *** 27 ***
0
27.SENTO E MALE E BENE...
Clarice
il 12 mazo del 1479 partorisce Giuliano a Firenze... suo marito sta
lottando insieme alla Francia contro Siena e Roma. La guerra si svolge
a Colle Val D'Elsa. Dopo un assedio durato mesi i nemici conquistano il
paese. In realtà sono gli stessi cittadini ad arrendersi al Duca
Di Calabria e la mattina del 24 novembre annuncia che le guerre a
Firenze sono finite, invita Lorenzo alle trattative di pace. Saranno
tra Roma, Firenze e Siena. La Banca Medicea essendo quasi in bancarotta
deve accettare di arrendersi, questa guerra ha fermato Firenze
causandole una crisi economica e finanziaria. Papa Sisto è
vecchio, dunque presto morirà. Lorenzo non perderà tempo
di corrompere i Cardinali per l'elezione del nuovo Papa, vuole
riavvicinarsi alla Chiesa... venderà Giulio e Giovanni per farli
essere Cardinali.
Clarice è con Lucrezia nell'ufficio della banca, sta ascoltando la lezione.
"Aspettate.
Vado a prendere degli altri quadernetti contabili. Non toccate
niente."ordina severa prendendo una chiave dal cassetto della scri
vania, intanto Clarice osserva la suocera curiosa andare e venire dalla
stanza vicina. Porta i quadernetti contbili dalei.
"Immaginavo che foste ricchi, ma non così tanto. Sono tutti i quadernetti contabili?"
"No, Clarice. Sono i conti nascosti. Quelli che ho preso in prestito dai forzieri cittadini."
"Per
preso in prestito... intendete rubato alle persone che vostro figlio e
mio marito ha promesso di proteggere? Anche con la sua stessa vita?"
"Era
iniziato tutto quando Lorenzo aveva 17 anni. La banca stava andno in
bancarotta e Piero non sapeva dove prendere i soldi. Ho pensato di
prenderli..."
"Avete
rubato alla vostra stessa città. La gente chiama i Medici
salvatori, invece siete solo degli strozzini. Aveva ragione Jacopo
Pazzi."
"Non
ho rubato. Volevo metterli di nuovo nei forzieri, nessuno l'avrebbe
capito. L'avrei saputo solo io. Ma gli anni passavano. E dopo
l'omicidio..."
"Anche Lorenzo è coinvolto? Non posso aiutarvi a rubare. Loro credono in voi."
"Nessuno lo sa. Ho mantenuto questo segreto per me. Fino ad oggi. Siete la prima a sperlo."
"Vi
aiuterò finché la crisi non sarà risolta. Poi
dovrete rimettere tutti i soldi nei forzieri. Fino all'ultimo fiorino.
Va bene?"
"Vi
ringrazio. Certamente. Non diteo a Lorenzo. Ne soffrirebbe. E per il
rimorso rinuncerebbe alla Signoria. Ho rischiato la testa ogni
giorno."spiega imbarazzata apendo la prima cartelletta per mostrarle
delle tabelle.
"Sono cifre molto alte. Quanto dovete rimettee?"dice esitante Clarice. Ha paura di sentire la isposta della suocera.
"300.000
fiorini. È una grande cifra. Lo so. Non dite nulla. Ma Piero
aveva altri figli."spiega rassegnata muovendo le palle dell'abaco.
Maria è la sorella di Bianca e Lorenzo, ma viene cresciuta dallo
zio Tornabuoni a Roma. Per questo i fratelli non l'hanno mai conosciuta.
"Cosa dovrei dire? Dopo aver saputo che rubate posso sopportare tutto."
"Mio marito, ha avuto un figlio illegittimo: Giovanni. Nessuno deve saperlo. Neanche Lorenzo."
"State tranquilla. Sarà il nostro segreto. Non dirò nulla. E Lorenzo sa chi sono?"
"No.
E deve continuaare a non saperlo. È meglio. Anche erché
penso che partirà per Napoli."aggiunge pensierosa Lucrezia
aprendo un secondo quadernetto.
Nannina
cresce Maddalena, è stata Lucrezia a portargliela quando era
nata il primo figlio morto. Lorenzo non sapeva che sua moglie aveva
partorito dei gemelli.
Clarice ripesa alla figlia morta.
Ricordo di Clarice
Io e mio marito siamo contenti di avere un'alta figlia: Luisa. Lorenzo la ama tanto.
Luisa
nasce il 25 dicembre a Firenze, proprio lo tesso giorno della nascita
di Nostro Signore; crediamo siamoun miracolo... infatti Lorenzo
è molto protettivo e la ama più di sé stesso. Non
se ne separa quasi mai.
Quando il padre di Giovanni muore, Lorenzo e Giuliano lo accolgono nella nostra casa. Studia le materie Umanistiche.
Siamo
nel salone. Io, mia suoera e Bianca chiacchieriamo, Lorenzo gioca con
Luisa, Giuliano parla del prossimo quadro fatto da Sandro e Giovanni
legge un libro.
"Cugino, vorrei andare a Roma. Potete darmi i soldi che avete alla banca?"
"Perché,
dvrei? Dammi un motivo... valido. Non vedi cosa sto facendo?"dice
tagliente squadrando Giovanni. Già Lorenzo non sopporta il
cugino, poi quando è con nostra figlia diventa irritato! Tutti
li fissiamo stupiti.
"Voglio trasferiri a Roma, ma non posso farlo senza soldi. Capite?"
"Capisco
perfettmente. Ma questo non è il momento giusto per parlarne.
Domani andiamo alla banca. Adesso, fammi giocare con Luisa."
"Padre, andiamo a giocare sulla neve? Sapete quanto mi piace. Vi prego."
"Sì. Ma stai attenta. Non stancrti, prò. Hai voglia di fare un èpupazzo di neve?"
"Che bello! State tranquillo! Vado a prendere la pelliccia e delle carote!"esclama entusiasta correndo ad abbracciare suo padre.
Nostra
figlia è morta di influenza, quando aveva 11 anni. Lorenzo
diventa irascibile e scontroso. Luisa doveva sposare Giovanni Il
Popolano, cugino di Lorenz e Giuliano. Ma purtroppo Dio decide che deve
diventare un angelo.
Clarice
guarda stanca i numeri. Le bruciano gli occhi. Vivi tra la carne e il
cuore. Scorri in me, ad ogni mio respiro. Vedo quel dolcissimo sorriso
infantile, sento la tua voce allegra. Pensa triste seguendo Lucrezia a
casa.
"Zia, posso andare nella bottega di Botticelli con Lucrezia? Vorei vedere i quadri che ha fatto su Giuliano."
"Non
da solo. Dovrai essere accompagnato dalla guardia. Il tuo cognome ti
darà tanti nemici. Fiaschi, è pagato per proteggerci.
Lorenzo ci ama."
"Ma... se prometto, di stare molto attento? Posso? Per favore... zia Clarice..."
"No,
Giulio. Ti ho spiegato che è troppo pericoloso. Se morissi
uccideresti tuo zio. Non sopporterebbe un altro omicidio. La morte di
Giuliano l'aveva fatto impazzire."
"Capisco.
Va bene. Andrò con lui. State tranquilla. Non dovete
preoccuparvi."risponde arreso Giulio lasciando Clarice insieme alla
suocera.
Clarce
e Lucrezia prendono i bambini per coccolarli, dopo alcuni minuti arriva
Lorenzo. Fa sedere Contessina sulle sue ginocchia. Ci gioca.
"Ho deciso di partireper Napoli. Voglio fare un'alleanza con Re Ferdinando."
"Non
puoi partire per Napol. Ferdinando è spietato. Ti
ucciderà appena arriverai al porto."dice sconvolta sua moglie e
Lorenzo la accarezza tenero.
"Fidati di me. Devo sapere che partirò con il tuo amore. Per favore, Clarice."
"L'avrai. Come sempre. Ma non rischiare la tua vita inutilmente. Ti prego."
"Devotentare.
Stai tranquilla. Tornerò presto da te e i bmbini. Andrò
con Pitti."aggiunge incoragiante prima di stringerla. Poi va nella loro
camera.
Il
giorno seguente tutta la famiglia è nel cortile che saluta
Lorenzo. Arriva anche Gemma. Clarice osserva suo marito ansiosa, lui
sottovaluta il pericolo.
"Vale."saluta angosciata Gemma dopo essersi inchinata, viee imitata dagli altri.
"Stai attento a Napoli. Torna presto e... vivo. Non essere impulsivo..."
"Sì, madre. Voi, pensate alla nostra famiglia fino al mio ritorno."
"Zio, quando tornate vorrei venire alla banca. Se non vi disturbo."
"Certamente, Giulio. Non mi disturbi proprio per niente. Lo faccio con piacere."
"Torna
presto da me. Prendi questa collana. Ti proteggerà. Visto che
non credi più in Nostro Signore."ordina gentile al marito,
mentre sfila la collana della rosa per metterla a Lrenzo. Lui le
sorride e sale sulla carrozza seguio da Gemma. Finiti i saluti Clarice
guarda sconsolata le guardie andare insieme al marito. Non avrebbe mai
pensato di innamorarsi dell'uomo che è stata costretta a
sposare. Ma l'amore non chiede il permesso, pretende e basta. Se ne
frega dei pensieri!
Clarice
veniva chiamata Rosa Spinosa proprio percé non si capiva mai
cosa pensasse realmente... il marito con tanta pazienza viene bucato
dalle sue spineed inizia ad amarle. Clarice capisce che e vale la pena.
Clarice
aspetta suo marito con impazienza... i giorni diventano settimane;
all'improvviso inizia a redere che Lorenzo e Gemma siano stati uccisi
da Ferdinando! Ogni sera prega Dio di ricevere presto una lettera dal
marito.
Lucrezia
insieme allanuora ogni giorno si recano alle piccionaie per sperare di
ricevere una lettera da Lorenzo o Gemma. Niente... messaggi.
Clarie cerca di restare calma, anche perché i nemici non aspettano altro che attacare!
Girolamo
vuole diventare Signore Dello Stato Fiorentino... senza tener conto che
Firenze ha una totale lealtà verso Lorenzo... farebbero
qualsiasi cosa per lui. Anche sfidare Papa Sisto, se glielo chiedessero.
Clarice
si illude che suo marito lascerà Lucrezia con loro,
finché non sarà maggiorenne; invece lui sta già
progettando di arla sposare con un parente di Francesco Salviati! Dopo
questa cosa il matrimonio tra Lorenzo e Clarice andrà in
crisi... suo marito farà sposare la loro figlia ancora bambina
per il potere! Sarà questo a far infuriare Clarice. È
ossessionato dall'essere dimenticato dopoché sarà morto.
E lei non può assolutamente permettere che venda Lucrezia per
una sua fissa.
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Capitolo 28 *** 28 ***
0
28.FELICE TERRA, OVE COLEI DIMORA.
Alla vita e all'amore non importa quanto sei stanco, disperato, felice o tranquillo; vogliono vederti vivere.
La
carrozza aveva raggiunto il Regno Di Napoli dopo quattro giorni, appena
Lorenzo e Gemma sono davanti al Re lui li fa prigionieri. È
convinto che in questo modo i Fiorentini perdano fiducia nel loro
Signore. Non conosce la lealtà assoluta verso Lorenzo.
Gemma
sconfortata osserva il parco dalla finestra dove l'hanno rinchiusa. Non
credo nel destino, ma so che ti amerò per sempre. Vorrei tanto
abbracciarti. Abbandonarmi nelle te braccia, anche solo per pochi
istanti e guardarti dentro. In quegli occhi neri... profondi di tutto
quell'amore che solo te sai dare. Pensa sospirando con la guancia
schiacciata sulla mano. Annoiata indossa una pelliccia e raggiunge
Lorenzo nella sua camera. In quel castello essendo sulla collina vfa
freddo.c'è vento.
Gemma guarda Lorenzo annoiata.
"Cosa avete? Perché mi state fissando con quello sguardo? Sembrate annoiata..."
"Torneremo mai a casa, Medici? O resteremo prigionieri per sempre?"
"Niente
dura per sempre. Nemmeno l'amore... prima o poi ci libereranno. Ne sono
certo. Anche perché costiamo. Ferdinando deve pagare sia il
nostro mantenimento che la guerra... credetemi."
"Sono
passati tre mesi. E non vedo nessun miglioramento. Se scappassimo? Ho
dei soldi nascosti."dice dubbiosa Gemma, prima che entrino i soldati.
"Re
Ferdinando, vuole parlarvi. Venite con me, madonna. Se protestate sar
costretto ad incatenarvi od ammanettarvi."ordina annoiata la guardia e
Gemma fissa Lorenzo angosciata. Non sa cosa aspettarsi.
"Andate.
Non dovete avere paura. Al vostro ritorno sarò qui ad
aspettarvi."dice tenero Lorrenzo e la donna senza dire niente segue il
soldato da Ferdinando. Sprezzante si inchina al Re.
"Guardie,
devo parlare da solo con madonna Pitti. Non voglio essere disturbato.
Lasciatemi."ordina serio Ferdinando e i soldati sorpresi li lasciano.
"Vostra Altezza, cosa facciamo qui? Siamo prigionieri da tre mesi..."
"Non dovete parlare prima di me! Sono io che faccio le domande! Voi, dovete solo rispondere!"
"Vostra
Altezza, sono certa che madonna Pitti non voleva offendervi."dice
paziente Ippolita Maria guardando il suocero e lui si calma.
"Forza, madonna. Ditemi... è vero che lavorate per Medici? Perché lo fate? Siate sincera."
"Sono
sempre sincera, infatti i miei genitori mi davano dell'insolente.
Lavoro per Medici, perché vedo l'uomo che è e
diventerà."
"Come
può fidarsi di voi? Non teme che vogliate ucciderlo? È
stato vostro padre ad avere quasi ucciso Cosimo e Pierio De' Medici.
Veo?"
"Non
lo farei mai. Dovevo sposarlo. Quando ho saputo che mio padr aveva
pagato degli uomini per uccidere Piero mi sono trasferita a Ferrara."
"Quindi... mi state dicendo che fareste qualsiasi cosa per lui? Ho caito bene?"
"Sì.
Esattamente. Mi ha dato la possibilità di lavorare per lui
sapendo cosa avesse fatto mio padre. Sarò sempre in debito con
lui."
"Non
capirò mai la vostra totale ed incondizionata lealtà
verso i Medici."commenta perplesso Ferdinando alzandsoi dalla sedia per
andare a scaldarsi le mani vicino al fuoco nel camino. Ache Ippolita
Maria si alza. E Gemma li fissa impassibile.
"Lorenzo De' Medici... fin da quando era ragazzo non passava inosservato..."
"Voi,
lo conoscete bene? Ne parlate come se l'aveste visto."dice curiosa ad
Ippolita Maria. L'altra donna respira per parlare ma viene fermata dal
suocero.
"Madonna
Pitti, potete andare. Avete risposto a tutti i miei dubbi."aggiunge
rude Ferdinando, perciò Gemma si inchina per andarsene.
Gemma esce a passeggiare per Napoli e al porto sente dei marinai parlare.
"I
Turchi vogliono invadere Otranto, anche se Maometto II è
morto..."dice dubbioso il marinaio al compagno. E Gemma torna ad
avvisare Lorenzo dell'invasione Turca.
"Dobbiamo avvisare Re Ferdinando! Non perdiamo tempo a discutere di cose inutili!"
"Non
potete andare. Re Ferdinando vi darà del pazzo. Ho un'idea.
Aspettatemi. Vado a dirlo a Sforza. Lei, vuoe davvero
aiutarvi."aggiunge ansiosa prima di lasciare Lorenzo per cercare
Ippolita Maria. Budssa alla sua porta... colpisce con le mani in modo
talmente forte da farsi male. Un servo apre. È meravigliato di
vederla.
"Fammi parlare con la tua padrona. È urgente. Dove posso trovarla?"
"Venite. Vi accompagno da lei..."risponde sorpreso il domestico portandola dalla padrona. Le lscia.
"I Turchi stanno per invadere Otranto... l'hanno detto degli uomini al porto... cosa possiamo fare?"
"Avete
fatto bene ad avvisarmi. Lo dirò a mio suocero, intanto
accompagnate me e i soldati da questi uomini."ordina agitata Ipplita
Maria seguita dai soldati e da Gemma. Giunti al porto ritrovano gli
uomini, quando si avvicinano sono confusi. Pensano di essere nei guai.
"Siamo nei gai... per caso?"domanda esitante l'uomo alzandosi dalla cassetta che usa come sgabello.
"Sono questi gli uomini che avete sentito parlare, prima?"domanda ansiosa Ippolita Maria.
"Sì. Sono loro."risponde sicura Gemma. Non dimentica mai un viso quando lo vede.
"Molto
bene. Guardie arrestateli. Portateli nella prigione del castello ed
interrogateli su Otranto. Loro capiranno a cosa vi riferite."ordina
preoccupata Ippolita Maria, nel frattmpo i soldati li incatenano. Gli
umini arrabbiati e confusi seguono le guardie.
Ippolita Maria come tutte le donne della sua famiglia viene cresciuta per comandare.
Gemma ed Ippolkita Maria tornano al castello passeggiando, siedono sulla panca.
"Se non sono invadente... posso chiedere come avete conosciuto, Medici?"
"L'avevo conosciuto quando ho sposato mio marito. A Milano. Era amico di Galeazzo Maria."
"Non potete essere mai sola? Perché? È vostro marito ad averlo deciso?"
"L'idra
ha tante teste. Per sconfiggerla bisogna uccidere quella principale...
e i nemici spesso soo agnelli. Il giglio deve stare attento...
andate."spiega accigliata Ippolita Maria e l'altra capisce che è
un codice per l'amico. Firenze ha lo stemma del giglio, ovviamente si
riferisca a Lorenzo. Gemma saluta Ippolita Maria e va nella sua cmera
per prepararsi, è quasi l'ora della cena. Mentre cerca nei bauli
qualcosa da indossare, qualcuno bussa alla porta. Va ad aprire.
"Madonna
Sforza, vuole ringraziarvi regalandovi questo vestito."spiega la
domestica dopo essesi inchinata, glielo dà e sparisce. Gemma lo
indossa poi va a guardarsi alo specchio. È lungo, azzurro e
marrone. Prova delle acconciature, poiché non gliene piace
nessuna decide di legarli in una crocchia ed andare a mangiare.
Gemma
siede vicino ad Ippolita Maria; vedendo che Ferdinando non è
ancora arrivato ne approfitta per parlare a Lorenzo. Con la confusione
che c'è nessuno li sente.
"Capisco.
Devo andare a chiedere perdono al Papa, però l'idra ha tante
teste. E presto ci sarà un altro nemico."risponde stanco
sistemando la pelliccia.
"Attirate
il mostro fuori dal lago e fatelo colpire da altri. Non dovete farlo
voi..."dice truce Gemma con sguardo complice. Le teste del mostro sono
tante, ma la furia vendicativa di Lorenzo pretende il sangue dei
nemici. Non gli interessa quanto tempo ci vorrà. L'aveva giurato
sulla tomba del fratello... reciderà la testa principale e di
conseguenza anche le altre moriranno. È una promessa.
Ferdinando
convinto da Ippolita Maria e Ludovico Il Moro libera i prigionieri,
tanto la gente di Firenze non smetterà. Continuerà a
credere in Lorenzo. Anzi! Tenerlo prigioniero ai loro occhi lo fa
sembrare ancora più vittima.
Lorenzo e Gemma tornati a Firenze vengono accolti in modo festoso dalla gente.
Tutti
i Signori Italiani ed Europei sono sorpesi che Lorenzo abbia evitato
altre guerre inutili. Specialmente quella della Francia nel volere
invadere l'Italia! Il potere politico di Medici è aumentato
anche in Europa... infatti Lorenzo viene soprannominato l'Ago Della
Politica Italiana.
Gemma
non è interessata ad essere famosa, perciò in accordo con
Lorenzo fa apparire lui da eroe che ha salvato Otranto dall'invasione
Turca. Venezia e Sisto sconfiggono la Turchia. Nel frattempo i
Fiorentini festeggiano il ritorno del Signore Dello Stato accogliendolo
come quando arriva Sisto. Piazza Della Signoria è piena di
gente! Le ersone fanno perfino fatica a muoversi.
Gemma
è solo un'illusa... sa quello che ha fatto Lorenzo nella Guerra
Dei Pazzi, nonostante questo continua a volergli bene. Di quell'amore
puro ed incondizionato che entrambi cercano, ma non possono avere.
Perché Lorenzo ama Clarice; lei però continua ad avere
alti interessi rispetto al marito... invece Gemma ha le stesse sue
pssioni.
È arrivato Girolamo Savonarola, quel giorno tutta Firenze cambia. E lo stesso Gemma.
Lorenzo senza dire niente alla moglie stafacendo l'accordo per vendere sua figlia ai Salviati.
Clarice
si sente stranamente felice... aiuta Lucrezia con la banca stando
attenta ai conti. Fa tutto questo per Lorenzo, il marito ha bisogno del
suo aiuto.
Lorenzo
senza Clarice, Gemma e sua madre avrebbe fatto molta fatica a diventare
la persona che è. Dietro ad un grande uomo c'è sempre una
bravissima donna... in questo cao tre! E Lorenzo sa che è anche
grazie al loro lavoro se lo chiamano Signore Dello Stato Fiorentino.
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Capitolo 29 *** 29 ***
0
29.ERA NEL TEMPO...
La
vita di Lorenzo viene affrontata e vissuta per renderla radiosa.
Perfetta in qualsiasi senso lui riesca ad immaginare... purtroppo la
vita non è un sogno. E Lorenzo l'aveva capito molto presto.
Lorenzo durante la riunione osserva i nobili annoiato: scrivono, leggono o fissano l'affresco sul muro.
"Ho
deciso di chiedere perdono a Papa Sisto per i miei peccati. Ha avuto
ragione fin dall'inizio."annuncia impassibile stupendo tutti.
"Ci fa piacere sentire queste parole, Medici. Non cambierò la mia idea che ho su di voi."
"Non
mi aspetto che lo facciate, Peruzzi. Ed è anche giusto cos.
Voevo solo informarvi."dice freddo Lorenzo chiudendo la cartelletta.
"Peruzzi...
mi è difficile dirlo... Medici, ha salvato non solo Firenze.
Tutta la Penisola Italiana è in debito con lui... provate a
cambiare idea."
"E perché dovrei... Ardinghelli? Datemi un buona ragione per convincermi..."
"Ho
deciso di sciogliere il Consiglio Dei Cento. I Priori non esisteranno
più, finché la crisi sarà risolta e Riario
verrà arrestato. Oggi partirò per Imola. Voglio parlare
con sua moglie."
"Ecco
la fregatura. Sforza Riario non decide nulla. Fa tuto suo
marito."commenta irritato Fabo appoggiandosi allo schienale della sedia.
Il Consiglio Dei Cento viene fatto '8 aprile 1480.
"Il
Consiglio Dei Cento verrà sostituito da csa? E i Priori quando
verranno rimessi a capo ella Signria?"domanda preoccupato Tommaso
fissando Lorenzo.
"Dal
Consiglio Dei Settanta. Sarà gestito da me. I Priori restranno
sciolti, finché la crisi non terminerà. E poi vi
ridarò il potere su Firenze. Firmate questo foglio. Per
favore."risponde comprensivo Lorenzo alzandosi per portare i fogli alla
scrivania di Tommaso. Caisce la loro preoccupazione, dunque fa un
elenco con i nomi dei nuovi membri. Sono tutti leali a lui. Dopo averli
fatti firmare soddisfatto torna dalla moglie. Osserva Clarice gioare
con Contessina, quando si accorge di lui dà la figlia alla
domestica. Vuole stare un po' con suo marito.
"A
che ora parti per Imola? Puoi fermarti un po' con me? Ti prego,
Lorenzo..."chiede riste accarezzando i capelli del marito, lui piange
in silenzio.
"Non
posso farlo. Se mi fermo crollo... sono passati ue anni dall'omicidio
di Giuliano... continuo a pensare che avrei potuto salvarlo."
"Non
potevi fare niente, Lorenzo. Ci siamo già passati con lo
sterminio di Volerra. Ricordi? Hai detto le stesse parole. Identiche."
"Non
riesco a perdonarmi... se fossi stato... più atgtento l'avrei
salvato. E' morto per colpa mia. E Giulio... adesso non ha più
suo padre. Ho ucciso mio fratello."
"Non
è vero. Tu ami Giuliano. Sei umano... fatto di carne, sangue e
sentimenti... lascia che l'odio vada via. Ricomincia a vivere... fallo
per me. La nostra famiglia..."
"Sei tutta la mia vita, Clarice. E ti proteggerò sempre. Non devi preoccuparti per me. So cosa devo fare."
"Non lo sai, invece. Chi proteggerà te dai nemici? Se dovessi perderti cosa farei?"
"Sei
sempre stata forte, mia Rosa Spinosa. Non hai bisogno di me. Sai cosa
fare."replica tenero stringendola, sua moglie piange e lui asciuga le
lacrime di Clarice. Non sa perché voglia proteggerla... da
quando è arrivata a Firenze ha sempre dimostrato una forza
esagerata.
Lorenzo parte per la Romagna e i suoi pensieri sono sempre sulla sua famiglia.
Lorenzo ha formato: Consiglio Dei Settanta, Otto Di Pratica, Dodici Procutatori e Monte Comune.
Lorenzo sfoglia il libro La Repubblica sul capitolo La Caverna. Si addormenta.
Sgno di Lorenzo
La
mia caverna è il peccato del potere, sono incatenato
all'ambizione... le catene tintinnano. Hanno un suono melodioso...
l'amore per il potere mi scava dentro e io adoro la mia caverna, non
voglio liberarmene. Perché dovrei? Gli altri schiavi si
riscaldano intorno al braciere e guardano l'sterno della caverna
desiderosi di uscire.
"Cosa c'è là fuori da affascinatrvi tanto? Abbiamo la sicurezza che qui va tutto bene."
"Nn lo so, fraello... dimmelo te. Cosa ti tiene legato consapevolmente enza volerti liberare?"
"Fratello...
dopo la tua morte è stato il potere a tenermi in vita... volevo
solo lavorare per non sentire male. Ti amavo più della mia stess
vita."
"E' l'amore asalvare le persone, non il potere. Ricordatelo, fratello mio."
"L'amore non ti ha salvato dal coltello di Francesco... avrei dovuto proteggerti."
"Devi
perdonarti. E capire che non sei Dio, ma un uomo. Come puoi alvare
l'insalvabile?"domanda tenero miofratello inginocchiandosi, mentre
prende la catena. Gattono verso Giuliano e lo accarezzo... sembro un
padre con suo figlio. Mio fratello cerca di liberarmi dalle catene. Lo
allontano rabbioso.
"Non
voglio enire liberato. Fermati. Il potere è lo scopo della mia
vita."dico furioso spingendolo. La mia caverna è dorata... fatta
di arte, sfarzo e broccato. Ho tutto quello che mi serve per vivere.
Non cerco altro.
La
bellezza edel potere mi seduce rendendomi schiavo. Non voglio liberami
perché sono vivo. Ed è una sensazione bellissima...
magica. Non pecco per malvagità. Ma per una mia naturale
inclinazione al piacere.
Lorenzo
si sveglia e vede che ègiunto in Romagna. Mancano due ore
all'arrivo. Doveva andare ad Imola, ma Caterina preferisce incontrarlo
a Frlì nella Rocca Di Ravaldino.
La
carrozza entra nel parco del castello e Lorenzo vede che è molto
simile al Castello Sforzesco di Milano. Una fortezza militare.
Lorenzo scesco dalla carrozza viene accolto da Caterina, si inchinano.
"Benvenuto
a Forlì, messere. Mio marito, non tornerà da Roma prima
di due giori. Abbiamo tutto il tempo per parlare."dice emozionata
Caterina. Lei a differenza del marito stravede per Lorenzo... lo ammira
tanto.
"Vi
ringrazio, madonna Sforza Riario. Non voglio infastidirvi. So che
vostro marito è occupato, perciò ho preferito incontrare
voi."spiega educato venendo accompagnato da Caterina all'interno della
fortezza.
"Non
potreste mai infastidirmi. Siete amico della mia famiglia da anni. Mio
padre, vi amava e rispettava. Lo stesso farò io."aggiunge
affascinata Caterina mostrandogli la stanza degli ospiti.
"Non dovete farlo per obbligo. Cosa vi dice la vosra intelligenza?"
"Che
siete l'Ago Della Politica Italiana. E sono onorata di ospitarvi in
casa mia."dice incantata prima di lasciarlo per sistemanre delle cose.
Lorenzo
cambiati i vestiti cerca Caterina per tutto il castello, la trva nella
cappella. Prega con lei senza neppure sapere perché, visto che
ha smesso di credere in Dio.
"Che
bello questo bambino. Come si chiama? È vostro figlio?"domanda
incuriosito Lorenzo accarezzandogli la testa. Il bambino lo fissa
sorpreso.
"Sì.
È mio figlio Ottaviano. Diventerà un bravissimo soldato.
Ne sono certa."risponde tenera Caterina dandogli in braccio Ottaviano.
È ato a Forlì l'1 settembre del 1479.
Quando
fniscono di pregare Caterina da il figlio alla domestica ed esce a
passeggiare con Lorenzo nel parco. L'aria primaverile li rende
ottimisti: sentono che possono avere qualsiasi csa desiderino! È
una sensazione strana... e bella.
"Vorrei
fare un'alleanza con voi. La Romagna è piccola e circondata da
Stati potenti. Posso proteggervi dandovi i miei soldati."
"Ed in cambio volete la libertà di passare dalle nostre città. Giusto?"
"Hanno
ragione Machiavelli e Sisto a dire che avete una mente brillante. Ma...
sì. L'idea era questa... siete sprecata se vostro marito non vi
usa."
"Mio
marito... non usa la mia mente perché sono una donna... dunque
inferiore... a lui. È così che funziona il mondo,
purtroppo."
"Io, no. Sono diverso da lui. È per questo che sono venuto a parlare cn voi."
"Vi
ammiro e se dipendesse da me farei un'alleanza con voi. Il Signore
Della Romagna, però è io marito. Non io. Sono solo la
Bastarda Di Sforza."
"Siete
la donna più coraggiosa ed intelligente che conosca. Non
permettete a nessuno di darvi della Bastarda Di Sforza."risponde
irritato e lei lo guarda rassegnata. È proprio un sognatore...
che non sa in che mondo vive.
"Ho
provato a dargli dei consigli e lui mi ha picchiato dicendo che una
mogle non può occuparsi di politica. Sono una Sforza. Comandare
è in me."spiega amareggiata Caterina mostrandogli i segni sul
corpo. Lorenzo li fissa compassionevole, ma dentro gli viene la stessa
uria omicida di quando è morto Giuliano. Girolamo non solo ha
partecipato alla Congiura Dei Pazzi; addirittura si permette di
picchiare sua moglie! E per queto Lorenzo deve fare qualcosa! Come
può maltrattare la figlia del suo amico, pensando che non
reagisca?! E le donne essendo bellissime sono delle creature divine.
Solo una bestia avrebbe il coraggio di picchiarle invece che venerarle.
Per Lorenzo Girolamo vale meno degli animali. Si sene in dovere di
difendere Caterina dal marito violento.
Lorenzo
crede di potere salvare il mondo, ma ha ragione sua moglie. Lui
è solo un uomo fatto di cane. Può vnire ucciso come
chiunque altro, l'unica cosa che non riusciranno mai ad uccidere sono
il suo ome e le azioni. Lorenzo Il Magnifico sarà ricordato per
sempre, perché non è il titolo nobiliare a dire chi sei;
ma come aiuti le persone senza secondi fini. Lorenzo ha paura di venire
dimenticato quando sarà morto, per questo vuole continuamente
inventare l'arte. Ha paura di aver vissuto una vita inutile od
incompleta!
È
solo il tempo che darà tutte le rispote a Lorenzo... deve
aspettare con pazienza, non sa quanto... forse settimane. Mesi od
anni... le lancette dell'orologio biologico scorrono anche per Lorenzo.
E in attimo si ritroverà vecchio.
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Capitolo 30 *** 30 ***
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30.LA QUAL CHIEDENDO...
E'
il 3 dicembre 1480... Papa Sisto terrificato dalla nuovqa alleanza tra
Ferrara, Napoli e Fireze offre la pace eliminando dalla scomunica
Lorenzo. È sato il suo coraggio ad impedire che l'Italia
ricadesse nelle guerre tra le sue stesse città e gli Stati
vicini. La Francia era quella più pericolosa.
Mentre
in tutta l'Italia si vive in pace, Sisto aiutato dalla Serenissima
Venezia dichiara guerra a Ferrara. La Guerra Di Ferrara (Guerra Del
Sale) dura due anni: dal 1482al 1484. Napoli on potendo inviare soldati
lascia gli Este a combattere da soil. Mentre viene firmata la pace Papa
Sisto muore e pochi giorni dopo viene fatta l'elezione al Conclave.
È morto il 12 agosto. I Cardinali che dovrebbero venire eletti
sono Giuliano Della Rovere e Rodrigo Borgia. Il 26 agosto c'è
l'elezione, perciò i Medici si recano a Roma. Lorenzo vuole
controllare la vincita, sia Giuliano che Rodrigo odiano i Medici.
Clarice
mentre suo marito la coccola si spazzola i capelli triste. Sono quella
donna che sorride sempre ma dentro soffre. Di solitudine e desideri
brucianti... mentre le tue mani cercano un contatto con il mio corpo mi
sento in colpa... non sono più io. Ti desidero e me ne vergogno.
Riflette irritaa continuando a spazzolarsi i capelli.
Lucrezia
è morta il 28 marzo 1482, da quel giorno Lorenzo ricomincia a
vestirsi di nero... Clarice senza la suocera ad aiutarla con i conti
della banca si sente incapace. Ha il destino della Repubblica
Fiorentina su di lei... con la penna, se sbaglia può mandare in
bancarotta o crisi intere famiglie. Per non dire tutta Firenze!
Lorenzo
deluso smette di baciarla. E la guarda preoccupato... si sta facendo
paranoie sul motivo della sua fredezza. Clarice infila la collana.
"Moglie, cosa avete? Perché mi trattate con indifferenza e freddezza?"
"Non
ho niente... sono solo stanca. Dobbiamo andare al Vaticano da mio
zio... frza."risponde scontrosa alzandosi dallo sgabello e lui sospira
triste.
"Claice...
fermati un attimo. Ti prgo. Guardami... voglio aiuarti... parlami."dice
dolce suo marito fermandole la testa tra le mani per costringerla a
guardarlo. Ha paura i crollare e dirgli della banca... non deve farlo,
eppure si sente tanto stupida. Lei alza gli occhi esitante... suo
marito riesce a leggergli dentro. E questo non va bene.
"Non
sai quanto mi vergogno... di quello che sto per ire... la banca
è quasi in bancarotta. Devi chiedere i soldi al nuovo Papa...
scusa."
"Come fai a saperlo? Perché non me l'hai etto? Rispondimi... ti prego..."
"E'
stata tua madre a dirmelo. Non potevo dirtelo perché le avevo
promesso che avrei mantenuto il segreto. Perdonami. Ti supplico. Scusa."
"Capisco... io ti ho dato tutto me stesso e tu?! Cosa fai? Mi inganni! Perché... l'hai fatto?!"
"Non potevo metterti contro tua madre. Aveva già perso un figlio e perdere anche te l'avrebbe uccisa."
"Non
dovevo arrabbiarmi. Scusa. Ancora una volta hai fatto qualcosa per
aiutarmi."aggiunge sconsolato sedendosi sul divano e lei fa lo stesso.
Lorenzo timido le prende la mano, gliela stringe. Restano in quella
posizione per alcuni minuti, dopodiché Lorenzo si alza e
tenendole la mano raggiungono il cortile dove li aspettano i cavalli.p
"Zio,
prima stavo passeggiando per Roma ed hovisto dei soldati con la
bandiera di un serpente e i i leoni. Chi può essere?"chiede
confuso Giulio aiutado lo zio a montare sul cavallo, si vogliono moto
bene.
Lorenzo mentre monta sul cavallo cade all'indietro, Clarice e Giulio lo aiutano ad alzarsi.
"Sto
bene... sono solo scivolato. Non preoccupatevi... andiamo dal Cardinale
Orsini."dice tranquillo e loro lo fissano ansiosi. Mentre sta parlando
arriva Caterina con il suo esercito. Cardinali e Vescovi sono
meravigliati.
"FINCHE'
NON ELEGGERETE IL NUOVO PAPA VI TERRO' IN OSTAGGIO! FORZA! CARDINALI,
VOTATE!"ordina impaziente Caterina agli uomini che la fissano
sbalordita.
"Madonna Sforza, non è il momento. Volete tenerci in ostaggio, per quanto tempo?"
"Mio
marito, sta arrivando con altri soldati! Siete miei
prigionieri!"esclama irritata trottando vicino a Latino, nel frattempo
Lorenzo tiene la mano della moglie. Clarice osserva preoccupata lo zio.
"Vostr marito... nnon è più Governatore e Comandante Dell'Esercito Papale, adesso che Papa Sisto..."
"Cardinale
Orsini, questo lo so... siete comunque prigionieri all'interno del
Vaticano. Per essere precisa dentro Castel Sant'Angelo... votate."
"Tornate
nel vostro Stato, madonna. Vi paghiamo 8.000 ducati e dimentichiamo
questa storia."aggiunge stanco Rodrigo avvicinandosi al cavallo.
"Cqardinale
Borgia, non si può risolvere qualsiasi cosa corrompendo."replica
freddo Raffaele e Rodrigo lo guarda infastidito.
"Non cercate di corrompere le guardie. Eseguono i miei ordini."avverte rude Caterina prima di andarsene segita dai soldati.
Dopo
la morte di Papa Sisto tutte le persone che sono state derubate rubano
ainobili creando disordini per Roma. Nelle strade c soo tanti soldati;
più che una città ricorda un accampamento militare.
I Medici preferiscono tornare a Palazzo Orsini con Giovanni Battista.
"Siamo
prigionieri di una donna. Vi rendete conto, Medici? Riario non sa
controllare sua moglie."commenta irritato Giovnni Battista offrendo il
vino ai Medici.
"Madonna
Sforza Riario, è staa addestrata e ha studiato per
comandare."dice calma Clarice aiutando il marito a sedersi sulla sdia.
Gli fa male la caviglia.
"Ce la faccio. Puoi anche lasciarmi, adesso."aggiunge infastidito Lorenzo.
"Voglio
diventare prete. Sento che è questo lo scopo della mia
vita."annuncia emozionato Giulio confondendoli. Lo guardano sorpresi.
"Sei sicuro, cugino? Perché non me l'hai detto?"domanda dispiaciuto Giovanni.
"Nipote,
ho dimenticato il mantello nella carrozza. Miaccompagni a
prenderlo?"dice stanco Lorenzo e Giulio lo accompagna fuori, intanto
Giovanni assaggia una focaccia con sopra del lardo. Giovanni Battista
prende il calice.
"Quel rgazzo che vuole diventare prete è il Bastardo Di Giuliano De' Medici?"
"GIULIO,
NON E' UN BASTARDO! COME VI PERMETTETE, ZIO?! MIO PADRE, LO AMA PIU'
DELLA SUA STESSA VITA!"urla furioso Giovanni e lo zio fissa con
sufficienza il nipote.
"Giovanni.
Non parlare in questo modo a tuo zio. Chiedigli scusa. Forza."sgrida
scandalizzata Clarice e il figlio la sfida ignorandola. Giovanni come
suo padre si affeziona molto al cugino.
Dopocena i Medici tornano a casa.
Clarice
aiuta il marito a svestirsi e lui la bacia commosso. Non riesce ad
immaginare una vita in cui sua moglie sia da un'altra parte.
Clarice
è sempre stata una persona calma. Troppo bigotta per le menti
innovative dei Fiorentini e aveva l'impressione di non essere
abbastanza per Lorenzo De' Medici. M aspettando è riuscita ad
entrare nel su gelido cuore, il marito vien bucato dalle spine di
Clarice e ne è orgoglioso. Perché scopre i fiori della
Rosa Spinosa.
Clarice
pensava di non essere all'altezza, invece sbagliava... Lorenzo tiene
molto in considerazione il parere della moglie, quasi più dei
suoi stessi consiglieri.
Clarice
insieme al marito passano i giorni seguenti a corrompere il clero per
votare Giovanni Battista Cybo. È perfetto perché non ha
capactà politiche.
A
sorpresa di tutti viene eletto Giovanni Battista Cybo. È
chiamato Papa Inocenzo VIII. Verrà incoronato il 12 settembre.
Papa
Innocenzo a causa dell'incapacità di Sisto nel gestire i soldi
eredita non solo il potere, ma anche un grande debito: 250.000 ducati.
È stata questa cosa a fargli cambiare l'organizzazione della
Curia.
Papa
Innocenzo ammira la diplomazia di Lorenzo infatti per proteggere
l'Italia dagli invasori fa un'alleanza con Napoli e Firenze.
Lorenzo
approfitta della sua amicizia per fargli nominare Giovanni Cardinale,
in cambio dovrà far sposare Maddalena con Franceschetto Cybo
(figlio biologico di Innocenzo). L'aveva avuto prima che diventasse
prete.
Lorenzo ha venduto sua figlia e Clarice non sa niente dell'accordo con Innocenzo.
I
Medici salutano Giovanni e Giulio. Tornano in Toscana, appena arrivano
vengono travolti dai problemi. Girolamo Savonarola ha iniziato ad
accusare sia i Medici che Papa Innocenzo di corruzione ed
immorarilità l'arte Umanistica e lo sfarzo esagerato... gli
edifici religiosi dovrebbero essere senza ricchezze, perché
Cristo era povero.
La
carrozza si ferma davanti al Convento Di San Marco costretta dalla
folla. Le prsone ascoltano i deliri di Girolamo ipnotizzate. C'è
anche Gemma.
Le
cose che dice Girolamo sono in parte vere, la Chiesa è corrotta
e lo stesso Firenze. Cioè i Medici. Vuole che i ricchi aiutino
la popolazione!
Girolamo
condanna l'arte e l'esagerato potere politico di Lorenzo. Firenze sta
diventando una tirannia. Non c'è più la Repubblica. Lo
è solo legalmente.
A
Firenze c'è una grande spaccatura: metà sono con Lorenzo
ed altr danno ragione al prete. Le stesse Gemma e Clarice hanno dei
dubbi, vedono cosa sta facendo Lorenzo alla loro città... ma non
sanno come comportarsi.
La
situazione tra Lorenzo e Girolamo peggiora quando ritrovano il corpo di
Fabio in Piazza Della Signoria con tagli profondi sulla gola.
Gliel'hanno squarciata.
Tutti
sapendo che Fabio era nemico di Lorenzo lo accusano del suo delitto,
Girolamo prova a dire che è innocente. Ma non viene ascoltato.
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Capitolo 31 *** 31 ***
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31.FRA QUESTI MIEI SOSPIRI E PIANTI NUTRIRÒ LA MIA VITA.
Firenze
è sempre più simile allaCittà Eterna: corruzione,
povertà e lusso dei nobili la stanno distrugendo. Sono passati
anni edal delitto dib Fabio, ma Firenze si è già
dimenticata di lui... non hampo per cercare il colpevole.
Nel
1487 Lorenzo conquista Sarzana e la Fortezza Di Sarzanello, conquistate
dai Genovesi. Firenze dopoché i Liguri tentarono di
riconquistarle vincono la guerra contro Genova corrompendo l'esercito.
Anche i rapporti con le altre Repubbliche Toscane migliorano. Lucca
essendo minacciata dalla fortezza di Sarzana, fa un'alleanza con
Firenze. Anche Siena chiede aiuto ai Medici. Entambe hanno paura di
venire invase da Sarzana.
Gemma
guarda Lorenzo innamorata. Indossa mantello rosso, pantaloni e giacca
verde azzura. La mia vita... e il mio cuore sono suoi. Per lui...
sarò lì a stringerti le mani ogni volta che vorrai...
è una promessa. Asciugherò quelle lacrime con amore. Ti
farò ridere, quando sarai triste e solo. Perché la mia
vita appartiene al Signore Di Firenze. Pensa osservando Lorenzo che
sfoglia il quaderno.
La
luce della candela di pura cera illumina scarsamente lo studio in cui
era stata posta, rischiarando ben poco di quella fiammella tremolante;
smbra sempre che stia per spegnarsi. Forse sarebbe stato meglio
accenderne di più, quando sono soi Lorenzo preferisce restare
nella penombra... come se avesse paura dell'ammirazione verso Gemma.
Lorenzo
sa che è meglio stare semi immersi nel buio, galleggiarvi dentro
fino a quando le loro mani non si sarebbero toccate per la prima volta.
Gemma sistema i fogli nell cartelletta, intanto Lorenczo si alza
incerto per andare da lei.
“Era
mia madre a leggermi questi libri. Il mio preferito è La
Repubblica. Nella vita non mi sono serviti. Solo belle parole,
inutili.”dice triste sfogliando un libro vicino a lei, lo chiude
e fissa Gemma.
“Non
erano inutili se vi rendevano contento. E poi quando li leggerete
penserete a vostra madre.”risponde rincuorandolo, ha unosguardo
ambiguo... tra l'innamorato e il depresso. Lorenzo immobile esita; dopo
qualcque minuto decide di prenderle la mano. Ma subito cambia idea.
“Scusate. Non so cosa mi sia venuto in mente. Sono sposato con Clarice.”
“Ho giurato eterna fedeltà al Signore Di Firenze. A lui vanno la mia vita, i miei pensieri. E il mio cuore.”
“Perché l'avete fatto? Non sono l'uomo che credete. Verrò dimenticato.”
“Voi dite? Qanti uomini vengono trattati da Re e non lo sono? Siete stato chiamato nelle Corti Europee.”
“Avete
ragione. È solo... che... pensavo di poter aggiustare tutto.
Anche un cuore spezzato...”risponde sciocco e lei lo abbraccia.
È la prima volta che si toccano. Lorenzo rabbrivisce al contatto
della sua pelle fredda, cerca di baciarla vicino alla gola; ma lei si
sposta trbata.
“Devo
andare. Questa cosa è sbagliata. Avrete sempre il mio
cuore.”aggiunge soave prima di uscire. Lui fissa la porta che si
sta chiudendo.
Gemma giunta a casa si sveste e nuda sul letto fissa il soffitto. Sente l'aria spostarle i capelli.
“Lorenzo?dove
sei? Perché mi torturi in questo modo? Vorrei tanto che fossi
qua.”domanda speranzosa guardando la porta, vorrebbe che Lorenzo
entrasse e si mettesse disteso accanto a lei. Spota il braccio
sull'altra parte del letto, non sa perché lo fa. Gurda le tende
frusciare.
Ricordo di Gemma
Sono
impaziente di conoscere mio marito! Chissà chi può
essere... forse Fabio Peruzzi. Tra poco lo scoprirò, anche
perché starà arrivando con la fmiglia.
Mio padre mi guarda affascinato.
“Figlia, sei bellissima. Sono sicuro che piacerai anche a tuo marito.”
“Padre, potete dirmi chi è?! Per favore! Non resisto più! Devo aspettare ancora?!”
“Solo
finché non arriva. È una srpresa. Stai calma. Smettila di
agitarti.”roisponde accigliato accompagnandomi davanti al
portone. Lo fisso irritata, intanto la carrozza si ferma e scendono i
Medici.
“Oh mio Dio! Dovrò sposare Lorenzo De' Medici! Non ci credo! È un sogno!”
“Zitta.
Non mettere inutilmente in mezzo Dio. Trattieni l'euforia.”dice
infastidito co un mezzo ringhio, non lo ascolto nemmeno. Dopo i
convenevoli osservo Lorenzo e lui mi sorride educato.
“Madonna
Pitti, sono contento di conoscervi. Mio fratello, continuava a dire che
eravate bella. E aveva ragione.”dice tranquillo incantandomi.
“Virngrazio. Siete gentile.”rispondo imbarazzata cercando di contenere l'entusiasmo.
Passano
i giorni e non sono mai stata tanto contenta, ovviamente la
felicità viene rovinata; quando Piero ci comunica che suo figlio
sposerà Clarice Orsini. Certo. Cosa potevo aspettarmi? Lei
è una nobile e ha tutti parenti nella Chiesa.
“MEDICI! HA DISONORATO NON SOLO IL NOSTRO COGNOME MA ANCHE TE! NESSUNO TI VORRA' PIU'!”
“Non
ite questo, padre. Certo che mi vorranno. State tranquillo. È
pieno di ragazzi.”rispondo tenera ma lui sembra impazzito.
Strilla girando per lo studio, infatti infastidit vado nel salone a
ricamare.
“HANNO
SCELTO CLARICE ORSINI PER IL LORO FIGLIO PERFETTO! BANCHIERI
IDIOTI!”grida furioso dallo studio spingendo le poltrone.
I giorni passano diventando settimane e mio padre è sempre più insofferente.
Una sera sono in Piazza Della Signoria quando sento i Priori parlare dell'attentato ai Medici.
“Secondo me è stato Pitti. Ricordate che ci aveva già proato con Cosimo.”
“Soderini! Attento a come parlate! Non potete accusarlo senza prove!”
“Avete
ragione, Pazzi. Infatti cercherò le vostre prove. Meglio non dre
niente a Medici.”aggiunge spazientito Soderini e Pazzi resta
immobile. Per tutta la camminata non credo alle parole dei Priori, ma
voglio apere se è vero... dovrei essere io arrabbiata o sentirmi
tradita non gli altri.
Vado da mio padre nella sua camera.
“Avete pagato dei sicari per far uccidere Piero De' Medici? L'hnno detto Soderini e Pazzi.”
“Soderini... è alleato dei Medici. Come puoi credere alle sue parole? Dimmi... ingenua ragazza.”
“D'accordo, padre. Di Soderini avete ragione. E Jacopo Pazzi? Lui odia i Medici.”
“Sì.
Sono... stato io. Ma tanto Piero è vivo, perché Lorenzo
ha ucciso gli aggressori...”risponde insensibile con uno sguardo
infuriato.
“Non
posso più restare. Devo andarmene da Firenze. Addio,
padre.”dico sconvolta uscendo dalla stanza. Piango. Non me ne
importa niente.
Vado
a cercare un sicario e lo pago per uccidere mio padre, poi parto. Mi
trasferisco lontano. La scelta migliore è Ferrara... divento una
Monaca Domenicana e conosco Padre Savonarola. Adoro quello che dice.
Gemma all'alba si alza e va al Convento Di San Marco, Girolamo è stato nominato Priore del convento.
Girolamo è davanti al portone con intorno tutta la folla ad ascoltarlo ipnotizzata.
“VOGLIO
FAR COSTRUIRE DELLE NUOVE CHIESE! OGNUNO SARA' LIBERO DI ENTRARCI! E LA
RICCHEZZA DELLE ALTRE ESISTENTI VERRA' DATO AI POVERI!”
“Siamo alla follia. Derubare la Casa Di Nostro Signore... cosa vuole fare, ancora?”
“Avete
ragione, Ardinghelli. Meglio andarsene a Palazzo Vecchio. Ci vediamo
dopo.”dice irritato Fabiano urtando le persone che lo guardano
contrariate.
“Aiutate gli altri dando quello che potete. E sfidate le leggi ingiuste. Nostro Signore ci chiede questo.”
“Avete
ragione, Padre. Ma dimenticate una cosa: chi sfida Lorenzo De' Medici
finisce arrestato o morto. Vi sete scordato che ha ucciso Fabio
Peruzzi?”dice scontroso Raffaele e Girolamo lo fissa paziente.
“MIO
PADRE E' INNOCENTE! NON C'ENTRA CON L'OMICIDIO DI PERUZZI,
SODERINI!”replica furioso Piero estraendo la spada. Tutti restano
sorpresi dalla sua reazione improvvisa, è sempre stato
sottomesso a tutti.
“Mettila
via. Non voglio vedere violenza durante le mie messe. Obbedisci,
ragazzo.”ordina freddo Girolamo avvicinandosi a Piero e Raffaele.
“Non
preoccupatevi, Padre Savonarola. Lo accompagno a casa.
Continuate.”aggiunge comprensiva Gemma, mentre Piero rinfodera
l'arma.
Gemma dopo aver portato il ragazzo a casa sente Piero litigare con suo padre.
“NON
POSSO FARTI ESSERE SIGNORE DI FIRENZE SE INVECE DI RISOLVERE I PROBLEMI
PARLANDO USI LA VIOLENZA! SIAMO UNA REPUBBLICA! TUTTI HANNO DIRITTO AD
UN'IDEA DIVERSA!”
“SCUSATEMI,
PADRE! IO NON SONO CONTESSINA O GIULIO! SO CHE AVETE AMATO PIU' LORO DI
ME! AVETE UCCISO I RESPONSABILI DELLA CONGIURA DEI PAZZI!”
“NON
VOGLIO CHE RIPETI I MIEI STESSI ERRORI! DA QUANDO HO DETTO DI
IMPICCARLI DENTRO MI SI E' ROTTO QUALCOSA! VIVO CON IL
RIMORSO!”spiega esasperato Lorenzo. Dallo studio esce Piero
seguito dalla madre. Gemma osserva con pietà l'uomo a cui ha
giurato feeltà, Lorenzo cade di nuovo e lei lo aiuta ad alzarsi.
È agitata.
“Voi... non state bene, vero? È la stessa malattia di vostro padre... giusto?”
“Sì. E sta peggiorando velocemente. Per questo spesso non ci sono alle riunioni.”
“Vado
da Da Vinci a chiedergli aiuto. Ha studiato anatomia, saprà cosa
fare.”dice decisa aiutandolo a sedersi. Gemma mentre sta andando
da Leonardo viene uccisa dal figlo del Signore Di Frenze! È staa
sua totale lealtà verso Lorenzo a farla uccidere... Piero aveva
invidia di Gemma, Contessina e Giulio.
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Capitolo 32 *** 32 ***
0
32.IO ARDO!
E'
il tempo a deciere... non le persone. L'uomo può solo
accettarlo... Loenzo giunto alla tomba di Gemma ci trova Lucrezia.
È sorpreso di vederla, perché non sapeva che fossero
amiche. Pregano.
"Mi dispiace, Lorenzo. Seb ti serve qualcosa uoi fare come quando eravamo ragazzi."
"Non
ho bisogno di niente. Come al solito... sono solo e disperato.
Tranquilla..."dice sconsolato fissando àla tomba, con sorpresa
lei gli prende una mano.
"Per una volta fatti aiutare da me. Ti conosco meglio di chiunque altro."
"Non
mi serve il tuo aiuto, Lcrezia. Cercherò l'omicida e lo
farò impiccare."aggiunge crudele lasciandole la mano. Lorenzo va
a casa e trova dei fogli strappati. Legge: Gli uomini sono portati a
compiere le azioni giuste, per cui agiscono giustamente e vogliono le
cose giuste; nel medesimo modo stanno le cose. Per quanto riguarda
l'ingiustizia, disposizione per la quale gli uomini agiscono
ingiustamente e vogliono le cose ingiuste. L'arte, infatti, non ha per
oggetti le cose che sono o vengono all'essere per necessità,
né le cose che sono o vengono all'essere per natura,
giacché queste hanno in sé il loro principio.
Poiché produzione ed azione sono cose diverse, è
necessario che l'arte riguardi la produzione e non l'azione.
Lorenzo pensa che c'entri Leonardo, dunque va a trovarlo nella sua bottega.
"Buon
pomeriggio, messer Medici. Come posso aiutarvi? Venite."dice sorpreso
Leonardo vedendo Lorenzo. Stava facendo l'autopsia ad un uomo.
"Sapete chi può aver ucciso la mia aiutante? È venuta da voi l'altro ieri."
"Mi dispiace di non potervi aiutare. Ho solo visto il corpo già massacrato."
"Grazie lo stesso, vale."risponde impotente prima di andare al Giardino Di San Marco (Orto Di San Marc).
Lorenzo si avvicina ad un ragazzo che scalpella la faccia di un minotauro.
"Non ho ancora finito. Vi piace? Dovrebbe assomigliare alla faccia di un minotauro."
"Comi ti chiami, ragazzo? È tutto perfetto, tranne i denti. Falli più mostruosi."
"Michelangelo
Buonarroti. Vi ringrazio, messere. Ho pensato la stessa cosa."dice
commosso Michelangelo scalpellando il dente, lo rende più concav
e Lorenzo annuisce soddisfatto. L'Orto Di San Marco per lui è il
Paradiso.
Lorenzo
dolora nte siede sulla panca e Contessina arriva con Clarie. Corre
gioiosa ad abbracciare il padre, lui le sorride poi la bacia.
"Non correre, Contessina. Stai attenta. Siediti lentamente vicino a tuo padre."
"Scusatemi, padre. Volevo farvi vedere la collana che mi ha regalato mia madre."
"E' bellissimo. Ce l'ha da quando siamo sposati. Sai? Tienila bene. E non perderla."
"Si.curamente,
padre! Non temete! La terrò con molta cura! Nessuno si
avvicenerà!"esclama euforica prima di baciarlo e correre da
Lucrezia.
"Sei
la mia Rosa Spinosa. Non riesco ad immaginare una vita senza le tue
spine che mi fanno sanguinare dita e cuore. Grazie di tutto, amore."
"Grazie.
Ma non faccio niente di straordinario. Sono solo tua moglie."risponde
emozionata e sorpresa dalla sua improvvisa tenerezza sistemandogli i
ciuffi dietro alle orecchie. Lui ride felce e per quei pochi secondi
ritrova la spensieratezza di quando era con suo fratello. Prima di
essere Signore Di Firenze, al potere e delle decisioni che hanno
portato alla Congiura Dei Pazzi. Anche Clarice ride, ma Lorenzo avendo
una fitta alla gamba si risiede.
"Lorenzo... stai bene? Ti fa male la gamba? Non farmi preoccupare..."
"Sto
bene. Non preoccuparti. È già passata. Però deo
andare alle terme."risponde dolorante alzandosi, viene raggiunto da un
messaggero. Appena gli da la busta l'uomo corre via. Entrmbi sono
curiosi, perché non hanno mai visto quel sigillo.
"Cosa
succede? Chi è stato a mandarla?dimmi. Sono cuuriosa."dice
ansiosa aspettando che il marito apra la busta per leggere. Cerca di
ricordare quel sigillo, ma niente.
"E'
daki fratelli Orsi di Imola. Vogliono parlarmi. Arriverranno domani. La
lettera finisce in questo modo."spiega perplesso mostrandole il fogglio.
"Allora...
dovrò organizzare un banchetto per accoglierli... farò
are la pasta pasticciata e dei capponi arrosto..."dice pensierosa prima
di andarsene.
Lorenzo va d Michelangelo e il ragazzo si ferma.
"Voglio che da oggi pranzi con la mia famiglia. Capito? Non puoi rifiutarti. Vieni."
"Va bene. Se ne siete sicuro... vengo subito. Andiamo... vi ringrazio."
"Non devi ringraziarmi. Diventerai un bravissimo artista. Ne sono sicuro."
"Forse
vi disturbo. Non sarei dovuo venire. Me ne torno al Giardino."dice
timido Michelangelo sentendosi fuori posto insieme ai Medici. Anche
solo per i vestiti che indossa, loro sono eleganti.
"Non
èc'è niente di cui vergognarsi. Vieni. Siedii vicino a
Piero."dice tenera Clarce mentre Loenzo siede viino a Giuliano;
Michelangelo sebbene non sia del tutto convinto fa come gli ha detto
Claice.
"Padre,
dopo Lurezia dovrò sposarmi pure io?"domanda allegra Maddalena
tagliando la carne, intanto Michelangelo essendo incapace di usare il
coltello fa schizzare del sugo sul estito della ragazza.
"Sono
mortificato, madonna. Non volevo sporcare il vostro vestito."dice
imbarazzato a Lucrzia tentando di pulila con il tovgliolo.
"Non
fa niente... vado a cambiarmi. Torno immediatamente...
scusate."aggiunge irritata lab ragazza, intanto i servi puliscono il
paviento. Lucrezia se ne va seguita dalle domestiche. Da quel giorno
Michelangelo mangierà sempre con loro.
Lorenzo finito il pranzo si mette a leggere.
Diario di Lorenzo
4 marzo 1474
Non
avrei mai pensato di dirlo ma oggi la riunione al Palazzo Della
Signoria è stata sfiancante! I Pazzi continuano ad odiarci...
non capisco perché. E ha peggiorare la situazione Ppa Sisto ci
invia un messaggio in cui ci informa di volere Città Di
Castello. Non osso dargliela. Sarebbe pericoloso perché
significa che potrebbe dichiarci guerra quando vuole. Ha già
Imola. E perdere Città Di Castello vuol dire meno ricchezze
Umbre per Firenze.
Ho mandato mio fratello in Umbria. Hanno deciso di farci la guerra... vogliono stare sotto Roma.
Siedo sulla poltrona vicino al camino a guardare la neve. Entra Orsini.
"State bene? Mi sembrate perso. Posso aiutarvi in qualche modo? Parlatemi."
"Sto
bene. Stavo solo pensando alla guerra con Città Di Castello...
non so come impedirla. Sono sconfortato..."dico stanco fissando la
cupola della chiesa.
"Non
so niente d politica, ma posso consigliarti questo: segui il tuo cuore.
Lui sa qual è la cosa giusta. Sempre."risponde dolce
accarezzandomi i capelli. Ed è quello che faccio. Impedisco la
guerra rinunciando alla città dandola ai Vitelli.
Lorenzo
smette di leggere perché non vuole ricordare quella decisione
cosa gli ha fatto perdere... rinunciare alla città Umbra
daà inizio all'organizzazione della Congiura Dei Pazzi e al
delitto di Giuliano.
Il
giorno seguente mentre Clarice finisce di organizzare le ultime cose,
Lorenzo viene vestito dal domestico. Indossa mantello rosso, pantaloni
grigi e camicia bianca.
Lorenzo appena il servo finisce di infilargli gli stivali raggiunge la famiglia davanti al portone. Si mette dietro a Maddalena.
La carrozza si ferma davanti a loro e scedono i fratelli Orsi. Sono quasi identici.
Tutti si inchinano.
"Benvenuti a Palazzo Medici."dice educato Lorenzo mentre incuriositi lo guardano.
"Grazie per averci accolti a Firenze, messer Medici. Sono Ludovico e questo è mio fratello Checco."
"Venite
a parlare con me. Seguitemi."ordina gentile Lorenzo portandoli nel suo
studio, aspetta di sentire la loro richiesta. Si siedono.
"I
Riario ci stanno dissanguando per questo Imola vuole ribellarsi. Ma non
abbiamo abbastanza soldi con cui pagare dei mercenari."
"Capisco, messer Ludovico. Volete che vi faccia un prestito. E io cosa c'entro con Imola?"
"Girolamo Riario... ha ucciso vostro fratello. E noi faremo lo stesso con lui... vi chiediamo solo 1.000 ducati."
"Va bene. Ma dovrete commettere l'omicidio la sera del 14. vi pagherò 5.000 ducati."
"Vi
ringrazio. Ho capito. Non dobbiamo ucciderlo prima del 14."risponde
dubbioso Checco. Non capisce perché abbia scelto proprio quel
giorno ma visto che Lorenzo pagherà evita di chiedere.
Lorenzo durante il banchetto è circondato da: Sandro, Michelangelo, Angelo e Leonardo.
Il
giorno dopo l'omicidio di Girolamo; Lorenzo riceve la lettera in cui
gli dicono che è morto. Giuiano viene finalmente vendicato dal
fratello. Lorenzo credeva che vedere Girolamo morto l'avrebbe fatto
sentire meglio, invece sbagliava.
L'anima
di Lorenzo si è frammentata ancora un po' rendendolo più
depresso. Vivono due opposti che lottano: la compassione combatte
contro l'odio per sé stesso. Perché spesso le vere guerre
sono nelle persone. Non usano armi ma sentimenti distruttivi... ed
è questo che st vivendo Loreno dalla morte del fratello.
Sopravvive. E si ritrova quasi vecchio... ha sprecato quasi tutta la
sua vita sognando di uccidere Girolamo! Nel frattempo dimentica che
deve vivere.
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Capitolo 33 *** 33 ***
0
33.NON SO QUAL CRUDEL FATO...
I
problemi per Lorenzo e Clarice continuano. Ma il loro amore resiste a
tutto... come ha sempre fatto. Una settimana dopo la Congiura Dei
Fratlli Orsi muore Bianca... poiché Lorenzo è alle terme
a curare la gotta non partecipa al funerale della sorella. Ci va solo
sua moglie.
Clarice
aiuta il marito a vesirsi, lo accarezza solo come lei sa fare. In modo
tnero e calmo; come se quel suo gesto potesse cambiare la realtà
dandogli quella pace che tanto desidera... ma non riesce ad avere.
"Permettimi
di cambiare il nostro mondo. Voglio curare le nostre ferite. Siamo
cuori bruciati ed anneriti non solo dall'amore, ma anche dalla rabbia."
"Come ti dissi la prima volta che ci vedemmo... sei bravo con le parole, Lorenzo."
"Se
lo vorrai, io cambierò il mondo per te. Mi sei sempre rimasta
vicino."dice sorpreso alla moglie e lei gli fa il solletico. Entrambi
ridono.
Dalla finestra entra aria calda. È meta luglio.
"Devo andare al Convento Di San Marco. Ci vediamo dopo... divertiti al Palazzo Della Signoria. Trno stasera..."
"Appena
avrò risolto i problemi con Savonarola partiremo per Venezia.
L'aria marina ti farà bene. Resteremo finché la tosse non
sarà passata."aggiune dolce nascondendo l'ansia. Ha paura che
possa morire lasciandolo solo completamente e non superebbe la sua
morte.
Clarice prima di uscire gli sorride. Giunta nel Convento Di San Marco vede Girolamo che aiuta unasuora.
"Sorella,
posso aiutarvi? Se sì ditemi come."chiede cortese Clarice alla
donna che sta piegando una coperta. Lei la fissa confusa.
"Madonna Orsini Medici, vi presento SorellaGiacometti. Viene da Roma."
"Vale,
Sorella. Cosa vi porta a Firenze? Se posso chiedere. Siete in
pellegrinaggio?"domanda curiosa Clarice, mentre Girolamo si allontana.
"E' statovostro marito a scrivermi. Mi ha chiesto di venire per tenervi compagnia. Sono Laura."
"Oh...
scusa. Non ti ho riconosciuta... sei molto cambiata."risponde
emozionata Clarice portandola fuoridal convento. Passeggiano
chiacchieriando.
"Siete
pallida. State bene?"domanda preoccupata Laura mentre passeggiano tra
le bancarelle del mercato. I venditori le fissano interessati.
"E' qualche mese che continuo ad avere questa tosse fastidiosa. Ma a parte questo bene."
"Non
pensavo che voleste sposarvi. In questi anni eravate sempre nei miei
pensieri. Avrei voluto scrivervi ma credevo di irritare vostro marito."
"Lorenzo,
dopochéimpariamo a conoscerci mi ama più della sua stessa
vita. È stato difficile all'inizio. I Fiorentini sono mlto
innovativi."
"Messer
Medici, vi ama moltissimo. Mentre leggevo la sua lettera è
questo il sentimento che ho sentito. Farebbe di ttutto per
voi."aggiunge allegra Laura sedendosi all'ombra di un edificio. Fa
molto caldo, ma Clarice è sudata per la febbre. Devono tornare a
Palazzo Medici.
Clarice passa quasi tutte le sue ore della giornata dentro la vasca.
"Devo tornare a casa. Sono tutta bagnata. E il sudore mi da fastidio."
"Certo.
Non c'è problema. Figurati. Aniamo."risponde ansiosa Laura
seguendo l'amica dentro Palazzo Medici. Osserva affascinata gli
affreschi e le statue.
"Non
dire niente che è meglio. Mio marito come tutti gli Umanisti ama
la bellezza."siega sarresa scuotendo la testa, mentre entrano nella
stanza di Clarice.
"Ho
preparato la tinozza con l'acqua. Se volete vi aiuto a svestirvi."dice
apprensiva la domestica attizzando il fuoco nel camino. Anche se fa
caldissimo sono questi gli ordini di Lorenzo. Ha para che la tosse
peggiori.
"Sì. Certamente. Grazie. Mi è tornata la febbre."risponde stanca mentre Laura le lascia.
"Tra
poco vi passa. Pensate a rilassarvi. Al resto penso io."ordina
affettuosa la domestica prima di aiutarla ad entrare nella tinozza ed
ancdarsene.
Clarice chiude gli occhi e si rilassa nell'acqua fredda. O almeno prova.
"Vorrei
poterti aiutare. Non so come fare, però. Odio questa sensazione
di impotenza."dice avvilito Lorezo inginocchiandosi vicino allamoglie,
raccoglie la spugna e gliela passa sul braccio. Non l'aveva sentito
entrare.
"Nostro Signore, ti arà la risposta. Ne sono sicura. Spesso lo fa in modi insoliti."
"Non
posso più rimandare. Devo dirtelo... ho combinato il matrimonio
di Lucrezia con Jacopo Salviati. Invece Maddalena sposerà
Francschetto Cybo..."
"CHE
COSA?! HAI VENDUTO LE NOSTRE FIGLIE PER IL POTERE E L'OSSESSIONE CHE
DOPO LA TUA MORTE VERRAI DIMENTICATO?! I SALVIATI HANNO UCCISO
GIULIANO!"
"Lo so. Hai ragione, ma è l'unica soluzione. Tante banche Medicee sono state chiuse."
"E Maddalena? Hai venduto pure Contessina? Qual è la tua scusa per loro?"
"Sì.
Contessina... sposerà Piero Ridolfi. Maddalena ho dovuto, Papa
Innocenzo non voleva nominare Giovanni Cardinale... faccio sempre tutto
per la famiglia. Credimi..."
"Vattene, Lorenzo... lasciami sola. Ti prego... ho bisgno di pensare."
"Faccio
sempre tutto per la famiglia. Prima di qualsiasi cosa c'è lei.
Sul balcone della tua casa ho giurato davanti a Dio che avresti..."
"Sì,
senza vendere le tue figlie... la famiglia è una scusa che dici
non solo agli altri, ma soprattutto a te stesso per giustificare le
gtue azioni..."replica fredda al marito uscendo dalla vasca. Quelle
parole lo feriscono profondamente, l'aveva sempre vista arrabbiata. Ora
invece... è delusa. Disgustata. Fino a qualche minuto prima lei
credeva in Lorenzo. Ora non più. Si sente svuotata.
Clarice
mentre si veste continua ad osservare suo marito con disprezzo, poi lui
le prende la mano ed escono insieme dalla casa. Devono mostrarsi uniti
alla folla: Girolamo tenta di far apparire i Medici deboli.
Clarice
vorrebbe lasciargli la mano, infatti cerca di tenergliela il meno
possibile. Le persone applaudono enytusiaste. Girolamo deve impegnarsi
molto di più se vuole rovinare i Medici, perché prima del
nome deve distruggere l'uomo. E anche in questo modo forse non
riuscirà a far dimenticare Lorenzo Il Magnifico alla
popolazione! Nonostante tutto lo amano ancora. E continueranno ad
amarlo anche dopoché sarà morto. Lorenzo viene
soprannominato Magnifico non pe qualche titolo nobiliare, lo fanno
pwerché il coraggio, l'etica e la diplomazia salvano tante
voltel'Italia dalla guerra.
Clarice torna a casa e subito si mette nel letto per dormire. La febbre unita alla delusioe l'hanno sfinita.
La mattina seguente Clarice va nella cappella a trovare Giuliano e Luisa.
"Non riesco ad immaginare quanto avete sofferto nnel perdere vostra figlia."
"Madonna
Donati Ardinghelli... almeno qua posso evtarvi? Ho dovuto condivdere
mio marito con voi per anni. E aspettae paziente fingendo di non
sapere..."
"Lui
amava un'idea. Non me. Mi dispiace. Immagino che non sia facile vivere
con questa responsabilità. Essere la moglie del
Magnifico."aggiunge dubbiosa prendendole la nmano. Lei irritata
respinge Lucrezia. Ed è vero, per tanto tempo Clarice ha finto
di non sapere che si amassero. Era solo sesso si ripeteva... aveva
bisogno di crederci.
Clarice
inizia a tossire sangue; contro le sue deboli proteste viene riportata
nel palzzo aiutata da Lucrezia e Guido. I figli la raggiungono
spaventati.
"Madre?
Cosa vi sta succedendo? È perché ho dimenticato di
mettere la vostra collana?"domanda impaurita Contessina avvicinandosi
al letto.
"Uscite. Forza. Vostra madre, deve riposare. Subito. C'è troppa gente."
"Ho
chiamato nostro padre dalla finestra. Era nel cortile con Buonarroti e
Botticelli."dice ansioso Giuliano prima che Lucrezia e Guido spingano i
suoi figli fuori.
Lucrezia resta con Clarice ino all'arrivo di Lorenzo poi li lascia.
Lorenzo siede sulla loro poltrona vicino a lei e le accarezza la guancia. Piange.
"Non
puoi abbandonarmi, Clarice. Ti prego... sei la mia spalla. Ho bisogno
di te... conosci i miei desideri più oscuri. Come faccio se
muori?"
"Dio...
mi vuole. La mia vita è finita... dovevo renderti un uomo
migliore. Ci ho provato con tutta me stessa... e ci sono riuscita. Non
sei più arrogante..."
"Non
ancora. Sbagliavo a credere di amare Lucrezia. Sei sempre stata te ad
avere il mio cuore. Mentre ero disperato per Giuliano hai deciso che
dovevi starmi vicino."
"Ho
provato ad essere una brava moglie, ma sono umana. E come tutti
sbaglio... ti amo. Non dimenticarlo mai... per favore... promettimelo."
"Te
lo prometto. Ti ricorderò nelle mie preghiere. Farò in
modo che anche nei prossimi secoli tu non venga scordata. Clarice
Orsini Medici la Rosa Spinosa."
"So
che mi hai amato anche te... a modo tuo. Di quell'amore struggente che
è descritto nei tuoi libri... nell'arte. E nella filosofia..."
"Amore.
Ti prego di perdonarmi, quando non ho voluto ascoltare i tuoi
consigli..."dice tenero baciandola, lei è morta proprio come
Giuliano. Tra le sue braccia protettive muore un altro pezz della sua
anima.
Clarice
è morta il 30 luglio di tubercolosi. Dopoché sua moglie,
Lucezia, Luisa, Bianca, Ippolita Maria e Giuliano muoiono Lorenzo
cambia per sempre.p
Clarice è morta lasciando le sue spine nel cuore sanguinarnte del marito.
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Capitolo 34 *** 34 ***
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34.SE FALSA OPINÏON MIO BEN MI VIETA
Sono
passati anni dalla morte di Clarice, sebbene Lorenzo abbia tolto il
divietio delle feste messo doo l'omicidio del fratello continuza a
sentire la mancanza di Clarice... vive concentrandisi sull'amre per il
potere.
Clarice
è morta nell'indifferenza dei Fiorentini, l'hanno sempre vista
da straniera. Dopo il funerale Lucrezia parte per raggiungere Jacopo a
Roma.
Lorenzo
avvilito appollaiato sul bordo di una sedia si riira nelle mani la
collana della moglie. È successo tanto in fretta che nemmeno
l'aveva capito... sta seduto senza piangere. Fissa le fiamme nel camino
e aspetta che torni da lui... come ha sempre fatto. Sentire quella sua
mano calda sul viso, poi stringerla nell'abbraccio protettivo che tanto
amava... ascoltare i battiti del suo cuore. La voce tranquilla e
pacifica riusciva sempre a calmarlo.
Aspetta
che la porta del suo studio si spalanchi e Clarice entri per
coccolarlo, nel modo gentile di cui ricorda ogni azione insieme
all'emozione.
Qul
tenero sorriso di cui si è innamorato tanto tempo fa; aspetta
che avvicini il viso al suo facendosi entrare alcuni ciuffi negli
occhi. I loro respiri si fondono, le mani vengano strette
intrecciandosi. E che quei corpidiventino uno solo, come sanno fare
solo loro.
Ma
la porta resta chiusa; le lacrime scendono sulle guance... lei non
può: sorridere, stringere, amre, consolare e parlare. È
morta. La sua dolce moglie vive in quella collana fatta di cristallo,
fagile come il cuore dell'uomo che non accetta questa terribile
mancanza. Le spine sono enrate dentro ogni strato del suo corpo
ferendolo ripetutamante... pelle, carne, tendini, muscoli, vene,
arterie e cuore. Per qualche strana ragione, spero ancora che tu venga
a salvarmi dalla mia ambizione. Da me stesso... dall'oscurità
che in qualche modo amavi. Sei sempre rimasta anche quando non dovevi.
Mi manchi, amore. Ho imparato ad amare le tue spine, perché i
petali erano autentici. Non passa un minuto senza che senta la tua
mancanza. Pensa disperato infilandosi la collana.
Lorenzo giunto nel cimitero siede sulla panca e viene raggiunto da Girolamo.
“Vi
prego... basta. Non ho mai voluto corrompere le persone usando l'arte.
Finiamola con questa guerra inutile... vogliamo la stessa cosa.”
“Non
temere, perché io sono con te; non smarrirti, perché io
sono il tuo Dio. Ti rendo forte e anche ti vengo in aiuto e ti sostengo
con la destra vittoriosa.”dice sicuro Girolamo fissando lo
sguaerdo tormentato di Lorenzo.
“E' Isaia. Vogliamo il bene di Firenze, perciò smettetela con questa cosa.”
“Io salvo anime. Voi, invece... le dannate. La vostra preziosa arte diventerà cenere...”
“Mi
state minacciando, Padre Savonarola? Non dimenticheranno Botticelli,
Leonardo e Buonarroti. Vivranno per sempre nella loro
arte.”risponde gelido alzandosi, intanto Girolamo continua ad
osservarlo con sufficienza.
Lorenzo va al Palazzo Della Signoria che c'è la riunione del Consiglio Dei Diciasette.
“Savonarola, diventa smpre più pericoloso ogni giorno che passa. Dovete fermarlo.”
“E'
quello che voglio fare, Soderini. Lo farò esilare da
Firenze.”risponde calmo Lorenzo aprendo la cartelletta con i
documenti.
Lorenzo
tornato a casa va nel suo studio e legge la lettera che stava per
mandare ad Innocenzo. Quelle parole lo distruggono ogni volta. Legge:
Troppo spesso sono costretto a dare solicitudine, e molestia a Vostra
Beatitudine per i casi, che tutto giorno ne prepara la fortuna, e la
divina disposizione, a la quale, come non è possibile resistere,
così sarìa conveniente, che ciascuno li acquiescessi, e
pazientemente sopportassi quello, che dà la sua bonità
così dolce, come amata. Ma la morte della Clarice mia carissima,
e dolcissima consorte nuovamente successa me è stata, ed
è di tanto danno, pregiudicio, e dolore per infinite cagioni,
che ha vinto la mia pazienzia, ed obdurazione nelli affanni, e
persecuzioni della fortuna, la quale non pensavo, che mi potessi
portare cosa, che mi facesse molto risentire. E questo, per essere
privato di tanto dolce consuetudine, e compagnìa, certamente ha
passati i termini, e mi ha fatto, e fa risentire tanto cordialmente,
che non truovo luogo. Pure, come non resto pregare nostro Signor Dio,
che mi dia pace, così ho ferma speranza nella sua bontà
infinita, che porrà fine al dolore, e non manco a tante spesse
visitazioni, quali in simili amarezze me ha fatte da qualche tempo in
qua. E quanto io posso umilmente, di cuore supplico a Vostra
Beatitudine, che si degni di fargliene simili preci, le quali so quanto
siano per farmi giovamento. Ed a quella, ed a’ suoi santi piedi
umilmente mi raccomando.
Lorenzo
finito di leggere osserva la fiammella della candela tremolare, intanto
entra Guido che tiene un coltello vicino alla gola di Contessina.
“Fatemi
incendiare questo posto o sgozzerò vostra figlia. Savonarola, ha
ragione. Siete Satana. Lui parla attraverso la vostra arte
basfema.”ordina crudele Guido e la bambina fissa suo padre
terrificata.
“Lascia, mia figlia. È questo che insegna, Savonarola? Ad uccidere un bambino?”
“Prendi
la candela e lanciala sui libri. Non provare a scappare o ti
uccido.”ordina impassibile Guido e Contessina esegue, il fuoco
arriva immediatamente fino al soffitto. In pochi minuti l'incendio
brucia qualsiasi cosa.
Guido
spinge Contessina verso il camino ed estrae l'arma per uccidere
Lorenzo. Inizia la lotta. Le spade toccandosi stridono metallicamente,
Guido lo ferisce sulla gamba e lui gli lancia l coltello nel petto.
Contessina
osserva il fuoco immobile, non sa come fare per scappare dalle fiamme e
dal combattimento tra gli uomini. L'incendio la sta intrappolando.
“Padre! Aiutatemi! Il fuoco è intorno a me! Venite! Vi supplico! Fate qualcosa!”
“Prima devo uccidere lui! Ti ha minacciata e per questo deve morire!”
“State
attento, Medici... se non vi sbrigate spingerò vostra figlia
giù dalla finestr...”dice indifferente Guido tirando
Contessina verso la finestra aperta, Lorenzo con lo stesso sguardo
folle della Congiura Dei Pazzi va da Guido ignorando il fuoco che lo
brucia. Le fiamme carbonizzano la lana dela collana facendola cadere
sul pavimento. Il smbolo della Rosa Spinosa si frantuma in tanti pezzi.
“Mai
minacciare i Medici. E adesso io ti uccido.”dice rabbioso Lorenzo
prima di infilargli la spada nel cuore. Presa Contessina scappa dallo
studio. Poi visto che sua figlia è salva sviene davanti a loro.
Lorenzo si risveglia a lla Villa Medicea di Careggi. Contessina lo bacia sulla guancia.
Lorenzo
si tocca i punti dove è stato bruciato dalle fiamme felice che
sua figlia sia ancora viva. Non ha potuto salvare Giuliano ma
Contessina sì.
Entra Girolamo, perciò figli e amici li lasciano soli a parlare. Si guardano rabbiosi.
“E' stato Dio a punirvi facendo scoppiare l'incendio nella vostra casa.”
“No,
Padre. È stata la mia guardia. Le vostre parole fanatiche mi
hanno fatto questo...”risponde infastidito mostrandogli le
cicatrici su collo e petto. Girolamo gli prende la mano, poi si siede
accanto a lui.
“Pentitevi
di tutto ciò che avete fatto durante la vostra vita. Omicidio.
Vendetta. Potere. Lussuria. Sono questi i peccati da perdonare.”
“Avete ragione. Ma non chiederò perdono per l'arte. Perché la bellezza onora Dio.”
“Non
contanteci. I vostri artisti saranno cenere proprio come voi. Verrete
dimenticati.”sussurra impassibile Girolamo pria di andarsene.
Entra Angelo e lo abbraccia felice.
“Sono stato felice di educare i tuoi figli. E anche che fossimo amici.”
“Lo
so... grazie di tutto quello che hai fatto per me... lo apprezzo
molto...”risponde sorridendo ad Angelo e l'amico lo lascia con
Sandro.
“Il nome dei Medici vivrà per sempre nele mie opere. Nessuno vi dimenticherà.”
“Grazie,
Sandro. È la mia più grande paura. Per merito tuo non
capiterà.”dice emozionato abbracciando l'amico e lui gli
sorride poi arriva Contessina.
“Grazie di avermi salvata, padre. Come farò senza le vostre parole gentii?”
“Vivrò
sempre dentro i tuoi ricordi. E nella nostra città. Ovunque ti
girerai mi vedrai.”risponde tenero accarezzandole la guancia e
lei annuisce incerta. Per ultimo entra suo nipote. È vestito
come Giovanni: da Cardinale.
“Sono divenato Cardinale. Grazie di avermi nno solo accolto nella vostra famiglia, ma anche amato.”
“Sono
orgoglioso di te. E lo è pure tuo padre. Sì. Ti ho amato
tanto.”dice commosso abbracciando il nipote. Quella è
l'ultima volta che le braccia protettive di Lorenzo lo stringono.
Giulio si sente bene.
Lorenzo saluta tutte le persone a cui vuole bene e muore felice. Sa che Giulio è contento, era questo l'importante.
Lorenzo
a differenza di Clarice verrà ricordato dai Fiorentini come
Lorenzo Il Magnifico. L'uomo che ha dedicato la sua vita a Firenze.
Girolamo Savonarola, vede dentroil cuore di Lorenzo... per questo lo odiava.
Dopo
la morte della moglie Lorenzo si lascia lentamente morire mangiato dal
rimorso e dalla disperazione... Clarice gli mancava anche se aveva i
figli.
L'oscurità
che Lorenzo vedeva nei nemici, in realtà era dentro di lui.
Muore con questa consapevolezza. Triste e solo. In realtà
è morgto circondato dall'amore delle persoe che lo amavano.
Lorenzo
muore l'8 aprile 1492 per quella ferita andata in cancrena. Non
è stta la gotta ad ucciderlo. Il corpo viene portato nella
Basilica Di San Lorenzo senza nessun corteo.
Piero
diventa Signore Di Firenze, Contessina si sposa e Giovanni dienta Papa
Leone X. Legittima Giulio dandogli il cognome Medici.
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