Animus

di Zaref
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La prima missione: parte 1 ***
Capitolo 2: *** La prima missione: parte 2 ***
Capitolo 3: *** Il fratello di Reika ***



Capitolo 1
*** La prima missione: parte 1 ***


"Smettila! Così la ucciderai. Perché le stai facendo questo? Perché ci stai facendo questo?" Fumo ovunque, la casa andava a fuoco. L'unica cosa che la ragazza riusciva a distinguere era un corvo, una maschera di corvo avvolta tra fumo e fiamme. "Reika, devi svegliarti. Lo faccio per te." La ragazza cercava di trovare una ragione a tanto dolore, mentre la voce maschile continuava a ripetersi. "Reika, devi svegliarti. Devi svegliarti adesso. Reika.." Quella voce sempre più vicina, sempre più forte. "Reika svegliati!"

"Così farai tardi a scuola." Dopo aver aperto i due grandi occhi smeraldini, finalmente si rese conto di aver fatto solo un brutto sogno. Quel brutto sogno che faceva quasi ogni notte da tantissimo tempo. Con la coda dell'occhio notò la madre uscire dalla stanza. "Vuoi fare colazione o no? Dormigliona." Reika si colpì con il cuscino, soffocandosi per qualche secondo prima di mettersi in piedi.

"Il mondo cambiò per una scoperta scientifica fatta nel 2030. Come sapete, lo scienziato Karthengaard scoprì un'energia che da sempre alimenta la vita di ogni essere vivente, o meglio ciò che scoprì fu proprio la fonte di quell'energia. Quella fonte fu chiamata Anima. Ogni persona, animale e perfino le piante possiedono un'anima differente da tutte le altre. L'energia prodotta dall'anima circola nel corpo come il sangue, ma in condizioni normali è vincolata nel corpo, come fosse un recipiente, finché quel recipiente rimane in vita. I Paesi più ricchi investirono molto negli studi sull'Anima, la ricerca diede ottimi risultati fin da subito. Si scoprì così un orribile verità, ovvero che l'Anima produce quella particolare energia una sola volta, al momento della nascita. Proprio per questo, una volta utilizzata l'energia dell'Anima si disperde per sempre.. e una volta esaurita, il corpo rimane privo di vita. Gli esperimenti sull'Anima degli esseri umani furono resi illegali. Tuttavia, continuarono quelli sugli animali ed alcune organizzazioni criminali proseguirono di nascosto gli esperimenti sugli umani. A questi criminali fu dato il nome di Oni, definiti privi di umanità per l'assenza di empatia verso le cavie umane. Nel 2050 furono fondate le prime 3 accademie per studiare e manipolare l'anima, e quella in cui alcuni di voi si spera che finiscano è l'Animus Academy, prima cronologicamente e ritenuta ad oggi la migliore. Come conseguenza, alcuni umani riuscirono ad utilizzare la propria anima, sbloccando poteri fino ad allora considerati impensabili. Telecinesi, teletrasporto, volo, molti poteri cominciarono a manifestarsi ed ognuno dei manipolatori dell'Anima decisero come sfruttare questo dono. Presto il termine Oni venne attribuito a tutti coloro che usassero l'energia dell'Anima per atti criminali. Coloro che vennero addestrati alla cattura ed all'esecuzione di questi Oni sono chiamati cacciatori dell'Anima. Un cacciatore dell'anima è ciò a cui ognuno di voi aspira a diventare.." Reika era distratta, immersa nei suoi pensieri e non riusciva a togliersi dalla mente l'immagine di quel corvo, di quella maschera. Il professore continuava a spiegare, e gli altri compagni di Reika erano attenti. Tutti aspiranti cacciatori di Anima, consapevoli che presto si sarebbe tenuta la prova pratica. "..Un po' in tutto il mondo si sono diffuse delle accademie che formano nella conoscenza dell'Anima. Tuttavia, solo nelle 3 originali è insegnato a manipolare l'Anima. Tutte e 3 si trovano qui, nella Platinum Town, la città dell'Anima. Chi di voi sa dirmi la differenza tra le reclute e i cacciatori d'anima che hanno ottenuto la nomina ufficiale?" Alcuni studenti abbassarono la testa, altri si nascosero dietro i libri. Solo una ragazza dai lunghissimi capelli neri e gli occhi colore del mare alzò la mano. Era Yuki, la compagnia di banco di Reika e sua migliore amica. Eppure non fu chiamata dal prof, non lei. "Reika?" Reika continuava ad osservare fuori dalla finestra, ripensando a quella maschera di corvo. Dopo una spallata di Yuki, finalmente riportò l'attenzione in classe. "Sì..?" Sapeva già di essere nei guai. Era l'ultima lezione, e fare arrabbiare il professore sarebbe stata l'ultima cosa da fare per un buon punteggio teorico.

"Ahahahahah non posso crederci. Sei spesso distratta ultimamente, non seguire per un'intera lezione non è da te Reika." Sedute ad un tavolo di un bar, Reika e due sue compagne stavano pranzando. Tra tutte e tre, Yuki era l'unica che rideva. "Non credo sia così divertente.." Si lamentò Reika borbottando, ma sembrò solo peggiorare le cose. "Certo che lo è, visto che si tratta di te. Non è vero Shimizu? Ahahahah." Shimizu era la seconda migliore amica di Reika, la più esile del trio, con capelli corvini corti ed occhi scarlatti. Shimizu si mise a guardare Reika con sguardo glaciale, il che l'avrebbe potuta fare preoccupare se solo non avesse saputo già che era il suo modo normale di fissare le persone. "Voleva ucciderti il professore, Reika?" Non appena ricevette quella domanda, sputò d'istinto il succo che stava bevendo. Yuki, al contrario, si mise a ridere ancora più forte prendendo parola con difficoltà. "No, Shimizu ahahahah. Non si era infuriato fino a quel punto il prof." Shimizu sembrava ancora confusa, ma finalmente poteva dare una risposta alla precedente domanda. "Allora no, non lo trovo divertente." A Reika scappò un sorriso imbarazzato, non sapeva mai come comportarsi con Shimizu, ma le voleva molto bene. "Shimizu, credo che il tuo umorismo sia davvero spaventoso.."

Ancora al bar, dopo aver perso a carta forbice e sasso, Reika dovette andare alla cassa per pagare il conto di tutte e 3. Sospirando, venne superata da un ragazzo. "Eh?! Ehi aspetta! Aspetta, dico a te. C'ero prima io, quelli che superano la fila mi fanno infuriare!" Il ragazzo si voltò ad osservarla. Dava l'aria di essere un tipo disordinato, come disordinati erano i suoi capelli corvini appunto spettinati. "Scusa. Comunque devo pagare solo un panino, faccio in fretta e vado via." Per un attimo fu colta alla sprovvista, non sapeva come rispondere ma era arrabbiata. "E' una.. una questione di principio. Tocca a me!" Il ragazzo la fissò con uno sguardo rassegnato, sospirando. "Perché toccano tutte a me? Tsk!" Borbottava scocciato tra sé, e la cosa fece infuriare di più Reika. Era pronta a dirgliene altre quattro, ma il ragazzo aveva finito di pagare. "Ehi non abbiamo finito. Devi imparare a chiedere il permesso per passare avanti e.. e.." Era andato, ormai 

Uscite all'esterno del bar, le 3 amiche erano pronte a separarsi. La prima a congedarsi fu Yuki. "D'accordo, allora ci vediamo per il test pratico più tardi. Riposate per bene, daremo il massimo!" Reika e Shimizu erano rimaste sole, ma la seconda era pronta ad andare. "Reika oggi non verrò. Devo pulire casa, devo uccidere tutti gli insetti della stanza e poi la mia famiglia mi vuole per qualcosa d'importante.. ihihi uccidere gli insetti, divertente." Reika mostrò un falso sorriso per la questione degli insetti, ma aveva qualcosa di più importante da ricordarle. "D'accordo, allora ci vedremo domani Shimi. Solo.. ricordati che se salti il test quest'oggi, dovrai partecipare a quello serale domani. Buona fortuna!" La salutava con la manina, sentendo Shimizu ridacchiare ancora tra sé e sé. Reika preferì non chiedersi per cosa stesse ridacchiando l'amica. Continuando ad osservare in direzione di Shimizu, Reika vide passare due bambini di corsa. Il primo attraversò la strada senza problemi, il secondo però scivolò al centro della strada. "Oh no!" Gli occhi della ragazza si spalancarono, d'istinto corse anche lei verso quel bambino caduto a terra. "Togliti di lì, è pericoloso!" Gridare non serviva a nulla, il bambino perdeva sangue dalla gamba e non accennava ad alzarsi. Reika riuscì a raggiungere il bambino, lo mise in piedi di forza, ma si accorse troppo tardi del camion che sfrecciava pericolosamente in loro direzione. In quell'istante Reika pensò solo a due cose. La prima era la stupidità della sua morte, una fine banale, così l'avrebbe definita una volta divenuta fantasma. La seconda cosa a cui riusciva a pensare era che voleva salvare almeno il bambino, e così agì. Con una forza disperata che non avrebbe mai creduto di avere, riuscì a sollevare il bambino e lanciarlo via, fuori dalla traiettoria del camion. Sorrise per meno di un istante, soddisfatta di aver salvato il bambino. Tuttavia, poi chiuse gli occhi per la paura, senza riuscire ad accettare quella fine. Non voleva morire, non era pronta a morire, eppure il rumore del clacson era così dannatamente vicino. E' finita, questo pensò. Poi delle mani si aggrapparono alle spalle, tirandola indietro bruscamente e facendola scivolare a terra. Prima di aprire gli occhi, sentì qualcosa sfiorarle la scarpa. Solo dopo avrebbe realizzato trattarsi della ruota del camion. "..." Era viva, era ancora viva. Ma come si era salvata? Si voltò, confusa e ancora spaventata. Vide un ragazzo disteso accanto a lei, sembrava molto dolorante per la caduta ma era stato proprio lui a salvarla. Era sempre stata brava a riconoscere gli odori delle persone, e quell'odore l'aveva sentito recentemente. "Reika! Reika stai bene?" Due voci femminili si fecero sempre più vicine, Yuki e Shimizu non si erano allontanate poi così tanto. Yuki l'aiutò a sollevarsi in piedi, poi con un sorriso fiero ma per metà spaventato riuscì a parlare. "Sei stata grandiosa, hai salvato quel bambino!" Solo allora Reika si ricordò del bambino e si voltò. Stava piangendo sulla spalla dell'amichetto, ma era lì, era salvo. Ancora una volta Reika sorrise. "Lui è vivo, ma a salvare me è stato.." Dopo essersi voltata si accorse che il ragazzo era sparito. Colui che le aveva salvato la vita sembrava scomparso nel nulla. "Togliamoci di qui, è pericoloso." Sia Reika che Shimizu annuirono alle parole di Yuki. Tuttavia, Reika sapeva bene chi l'aveva salvata. Aveva riconosciuto quegli occhi verdi e quei capelli disordinati. Il ragazzo del bar, era stato lui ad evitare la tragica fine.

"Siamo arrivate in tempo" Yuki gridava, sollevando le braccia per l'entusiasmo. Erano arrivate davanti al cancello della scuola, laddove avrebbero svolto la loro prima missione, il loro test per essere ammesse all'Animus Academy. Dopo essersi calmata, una gocciolina d'imbarazzo scivolò sul viso di Yuki. "Sarà la nostra prima missione sul campo. Mi sento più tranquilla senza Shimi, avrebbe mandato tutto all'aria o si sarebbe fatta notare troppo." Reika non ascoltava le parole dell'amica poiché le passava altro tra la testa. Prima di tutto, aveva raccontato in casa quello che era successo con il camion e il bambino, aggiudicandosi un rimprovero preoccupato da parte di entrambi i genitori. Non meno importante, non riusciva a togliersi dalla mente quel ragazzo. Era certa di averlo già incontrato, di aver sentito il suo odore molto tempo fa, eppure allo stesso tempo era sicura fosse impossibile. Uno del genere lo avrebbe ricordato sicuramente, uno che la faceva infuriare così facilmente non se lo sarebbe scordato mai. "E sarà anche il nostro primo incontro con un maestro della Animus Academy. Chissà che tipo sarà? Non vedo l'ora di conoscerlo!" Finalmente, Reika sollevò lo sguardo un po' confusa. "Yuki, hai detto qualcosa?" Ottenne solo uno sguardo rabbioso da parte dell'amica. Poi passarono 30 minuti prima che qualcuno si fece vivo. "E' in ritardo! Che razza di professore ritarderebbe ad una missione tanto importante? Fa parte del test, forse? Dobbiamo trovarlo noi magari.." Yuki era estremamente nervosa e furiosa, ma Reika provava a calmarla poiché il professore era proprio dietro di lei. "Emh.. Yuki.." Niente da fare, la ragazza dai lunghissimi capelli continuava infuriata. "Lo so è inaccettabile, appena arriva gliene dico.." Si bloccò, avvertendo una terza presenza lì di fronte al cancello. "Buonasera professore" la prima a parlare fu Reika che si sforzò di sorridere, sicuramente più calma dell'amica. Yuki, invece, per l'imbarazzo ci impiegò un po' prima di parlare. "Buon..buonasera." L'uomo aveva dei capelli bianchi, portava occhiali che oscuravano gli occhi ed era piuttosto alto. Le osservò in silenzio e poi sospirò. Dopo di che, negli occhi blu di Yuki si poteva facilmente leggere l'istinto omicida. I due non erano partiti nel migliore dei modi, di ciò Reika era sicura. Tuttavia, entrambe le ragazze rimasero colpite quando l'uomo cominciò a muoversi, dando loro le spalle. Loro lo seguirono in silenzio, finché non fu lui ad aprire bocca. "Questa sarà la vostra prima lezione sul campo, quindi vi spiegherò come funziona. Per cominciare, mi era stato detto che foste in 3." Le due amiche si osservarono, scambiandosi un cenno d'intesa. Rispose Reika. "La nostra amica Shimi.. cioè Shimizu è dovuta rimanere a casa per un imprevisto di famiglia. Parteciperà sicuramente alla missione di recupero di domani." Yuki annuì in direzione di Reika e le diede manforte a voce. "Proprio così. E poi, non c'è bisogno che perda tempo ad informarci, ci hanno già spiegato tutto. Il test si svolgerà come prova effettiva di rango C. Ci dirigeremo sul luogo dove è stato avvistato il criminale, lo troviamo e lo affrontiamo tutti e 3 insieme. Con le informazioni in nostro possesso sulle sue capacità, sarà una missione da manuale. Giusto professore?" Sicura di sé, Yuki sperava di aver fatto bella figura. "No, sbagliato." Il professore rispose con un tono quasi disinteressato, irritando ancor di più la ragazza. "Cosa?!" Yuki sollevò il pugno, pronta a colpire il professore. Venne buffamente fermata dalla compagna che probabilmente la salvò da una strillata immediata. "Vi darò tutte le informazioni che ritengo necessarie sul criminale e raggiungeremo il palazzo abbandonato in cui è stato avvistato. Tuttavia, entrerò solo io e quando lo avrò catturato la missione sarà terminata." Il professore espose con calma il proprio piano. Come era prevedibile, Reika rimase sorpresa mentre la rabbia di Yuki esplose. "Ma che senso ha? Non si fida di noi per caso? Veda che si tratta di un Oni di rango C, forse potremmo occuparcene perfino da sole." Reika rivolse un sorriso confortante all'amica, ma non le stava piacendo affatto la piega presa dalla sua prima missione. In fondo, anche lei avrebbe voluto dimostrare il proprio valore quel giorno. "Non è questo." Le interruppe il professore. "Vi è stato insegnato che il vantaggio numerico è fondamentale per assicurarsi l'esito positivo di una missione, ed è sicuramente vero. Tuttavia.." Il professore ripensò ad un vecchio ricordo, di quando era ancora un ragazzino. "..Un cacciatore che non affronta da solo le proprie battaglie non dovrebbe considerarsi un guerriero." Le due ragazze rimasero ferme e perplesse, mentre la distanza dal professore aumentava Yuki rivolse una domanda all'amica. "Secondo te ci hanno assegnato l'unico professore pazzo?" Reika però era troppo eccitata per risponderle. "Che figo!" Al contrario, Yuki si mise a gridare. "No che non lo è, scema!" E così ricominciarono a seguire il professore.

"Come vi chiamate?" Il professore ricominciò a parlare senza voltarsi, mentre si addentravano sempre più nei sobborghi. "Mi chiamo Reika, piacere." Fu la prima a presentarsi, seguita dall'amica che parlava con un tono quasi offeso. "Yuki Kizune, pia..piacere." Reika si pentì di non aver aggiunto il cognome, ma ormai era tardi poiché il professore ricominciò a parlare. "Yuki, hai detto che sarebbe stata una missione da manuale, ma sottovalutare il proprio avversario è il metodo più rapido per farsi uccidere." Yuki deglutì, rassegnandosi all'idea di non passare il test pratico quell'anno. "In uno scontro tra Oni e Cacciatori non si può stabilire in anticipo il vincitore. Territorio, affinità combattive, intelligenza e imprevisti.. una sola di queste variabili può stravolgere ogni aspettativa." Reika e Yuki si scambiarono uno sguardo d'intesa, continuando ad ascoltarlo. Entrambe pensarono che a modo suo sapeva essere davvero figo. "Oltre ciò, una settimana fa fu inviato un cacciatore ufficiale a dare la caccia all'Oni che cacceremo oggi. Quel cacciatore non è più tornato." Sia Reika che Yuki spalancarono gli occhi, la seconda quasi gridò. "E' impossibile! Un Oni di rango C è chiamato anche cucciolo di Oni perché ha un livello di pericolosità minimo, non può aver sconfitto un cacciatore ufficiale. Tutti i cacciatori ufficiali sono di per sé esperti nel combattimento." Il professore svoltò, e le due ragazze lo seguirono in una via con tanti piccoli vicoli da cui provenivano sguardi minacciosi. In quel momento Reika ringraziò con il pensiero il professore di essere lì. "Non sei un tipo che ascolta gli altri, vero Yuki?" Le domandò retorico. Né Reika né Yuki risposero. "Prima di concludere uno scontro è impossibile prevederne il risultato. Reika, quali informazioni abbiamo su questo Oni?" Una gocciolina di sudore scivolò sul viso della corvina per la pressione della domanda, ma almeno era preparata. "Il suo nome è Fil. Si tratta di un ex cacciatore, ma in realtà ha interrotto il suo percorso quando ancora era uno studente. Non ha finito quindi i 3 anni di accademia e non sappiamo il perché del suo ritiro. Avendo acquisito solo conoscenze del primo anno, gli è stato affidato un livello di pericolosità C." Il professore si fermò, voltandosi per osservare le due ragazze. "Esatto, affidandoci solo su queste informazioni sarebbe plausibile pensarla come Yuki. Tuttavia, un cacciatore è stato sconfitto ed è successo perché si è basato solo sulle informazioni ricevute dall'accademia per agire. L'illusione di conoscere il nostro avversario ci porta a sottovalutarlo, ed abbassare la guardia si rivela spesso letale."

Il trio raggiunse il grande palazzo abbandonato. Reika e Yuki osservarono in silenzio l'entrata, aspettando che il professore facesse il proprio ingresso per seguirlo. "Se dovesse tentare di scappare, non seguitelo." Yuki sbatté le ciglia un paio di volte, perplessa. "Allora ci lascia davvero fuori?" Il professore fece finta di non sentirla ed entrò, lasciandole sole. Dopo pochi istanti di silenzio, nella mente di Reika vi erano solo i visi dei brutti ceffi che maneggiavano coltelli e pistole nei vicoli. "Non sono certa che restare qui fuori sia così tanto sicuro eh eh.." Ammise Reika, continuando ad osservarsi attorno. Yuki, invece, non distoglieva lo sguardo dall'ingresso. "Al diavolo il pericolo, sarei rimasta a casa pure io come Shimi se avessi saputo che tipo di professore ci avrebbero affidato. Non ha programmato un piano di cattura, non vuole che partecipiamo alla missione ed è pure brutto.." Continuò a sparare fuori insulti per diversi secondi, forse minuti. Di questo Reika non poteva essere sicura perché aveva smesso di ascoltarla. "..E poi siamo sicuri che sia davvero capace di cavarsela da solo? A me sembra debole quello lì, e ci sta mettendo troppo tempo." Entrambe le ragazze osservarono la porta d'ingresso, e Yuki prese un lungo respiro prima di sbottare. "Non ho superato tutte quelle prove e l'esame teorico per rimanere fuori da un palazzo. Io entro!" Spalancata la porta d'ingresso, Yuki fece qualche passo verso l'oscurità dell'interno. Reika allungò la mano verso l'amica, preoccupata. "Ah.. Yuki.. non credo che dovremmo.." Yuki le rispose senza nemmeno girarsi, addentrandosi sempre più. "Se vuoi ascoltare quell'imbroglione di professore resta fuori ad aspettare." Reika deglutì, osservandosi per l'ultima volta a destra e sinistra. Non poteva lasciare andare da sola l'amica, così la seguì all'interno del palazzo abbandonato. Se avesse saputo cosa le aspettava, avrebbe costretto l'amica a restare fuori. 

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Capitolo 2
*** La prima missione: parte 2 ***


Reika e Yuki stavano proseguendo in silenzio ormai da diversi minuti. Avevano raggiunto un lunghissimo corridoio, con a destra solo finestre a vetrata che davano sull'esterno, a sinistra diverse porte chiuse. Reika si soffermò su una di quelle porte, una particolarmente malmessa. Guardando all'interno da un grosso buco si rese conto che introduceva ad un piccolo appartamento. Immaginò fosse lo stesso anche per le altre porte, così proseguì tenendo gli occhi spalancati. "Non riesco a vedere quasi nulla. Capisco che sia una palazzo abbandonato, ma speravo ci fosse almeno una luce funzionante o.. potevamo portare delle torce." Yuki continuava a lamentarsi per le premesse negative (c'erano tutte) della missione. "Davvero? I miei occhi invece si sono abituati subito. Attenta a quei vetri Yu!" L'avverti in tempo, evitando che l'amica schiacciasse ciò che rimaneva di una di quelle finestre rotte. Yuki annuì con un'espressione riconoscente, raggirò quei vetri e proseguì con le lamentele. "E questo posto è pieno di detriti, appunto. Ho l'impressione che stia cadendo a pezzi. Siamo sicure di non finire sepolte vive?" Reika di questo non se ne preoccupava affatto. In fondo quel palazzo era rimasto in piedi per tantissimo tempo, tra l'altro non c'erano segni di cedimento delle pareti. Non molti, almeno. "Reika.." Yuki si era fermata, osservando fuori dalla finestra. "..Pensi che il criminale possa essersi gettato di sotto dopo aver sentito noi o il professore stupido avvicinarsi?" Reika lanciò una rapida occhiata di sotto, le bastò valutare le probabilità di sopravvivenza se fosse caduta di sotto. Avevano salito una lunga scalinata prima di raggiungere questo corridoio, ad occhio e croce pensò che fossero circa 20 metri. "Non credo. Nessuno sopravvivrebbe illeso ad una caduta simile, no?" Le due si scambiarono uno sguardo d'intesa e ricominciarono a camminare, fianco a fianco. "Sai Reika? Ho pensato a dove potrebbe trovarsi. Se io fossi una fuggitiva, cercherei il punto più alto e nascosto possibile. Quindi.." Una voce superò il tono di Yuki, impedendo alla corvina di sentire altro. "Aiutatemi!" Era una voce lontana, ma allo stesso tempo vicina. "Sono in trappola, aiutatemi!" Chiunque fosse a parlare, aveva paura, molta paura. Reika si mise in allarme, osservandosi a destra e sinistra confusa. "Da che parte proviene?" Domandò a Yuki, ma l'amica la osservò ancora più confusa. "Da che parte proviene.. chi?" Reika smise di osservarsi attorno, fissando l'amica perplessa. "La voce. Da che parte proveniva? Non la sento più." Dopo pochi istanti di silenzio, Yuki sospirò rassegnata."Questo posto ti sta facendo impazzire per caso? Reika, se qualcuno avesse parlato l'avremmo sentito forte e chiaro. C'è un silenzio tombale  qui dentro." Proprio quando stava per ribattere, in quel momento Reika ebbe un'intuizione che compensò alla loro inesperienza. "Sì, è vero. C'è troppo silenzio." Non che si aspettasse altro, in un palazzo abbandonato. Tuttavia, come loro avrebbero potuto sentire eventuali rumori, le loro voci erano facilmente percepibili da chiunque si stesse nascondendo. In altre parole, si stavano mettendo in una situazione svantaggiosa da sole. Portando un dito sulle labbra, intimò a Yuki di fare silenzio e per un po' proseguirono nel corridoio senza dire una parola. Quando Reika si fermò, fu perché vide a terra delle macchie scarlatte, come vernice, ma che vernice non erano. Spalancò gli occhi e mise una mano sul petto di Yuki, fermandola sul posto. Le ci volle un pò di più, ma anche l'amica si accorse delle macchie. Seguendole con lo sguardo, conducevano ad una porta chiusa a pochi metri da loro. Si osservarono e Reika notò che per la prima volta anche l'espressione di Yuki tradiva paura. Poi annuirono e si avvicinarono alla porta. Ad aprire la porta fu Yuki, ma le due aspiranti cacciatrici di anime entrarono nello stesso momento, pronte ad affrontare chiunque le stesse aspettando. 

"Cos'è questa puzza?" Subito si lamentò Reika, tappandosi il naso con una mano. Era un odore familiare, un odore che difficilmente può essere confuso. "Sangue." Risposte Yuki che, nonostante l'odore lo avvertisse a malapena, vide per prima il corpo senza vita sdraiato prono al centro della stanza. Dopo essersene accorta, Reika si voltò subito per scambiarsi ancora uno sguardo con l'amica in cerca di coraggio. Tuttavia, Yuki si avvicinò impavida al corpo, e lo fece senza pensarci. Questa involontaria dimostrazione di coraggio fece riflettere Reika e rimase ferma sul posto ancora per qualche secondo. "E' morto." Furono le parole di Yuki a risvegliarla, e allora anche Reika si avvicinò al corpo. A tutti gli studenti erano stati insegnati vari metodi per valutare se un corpo fosse effettivamente privo di vita, e quello era decisamente morto. Cominciarono a perquisirlo, trovando un portafoglio privo di soldi ma con una carta identificativa. Reika ebbe appena il tempo di leggere ciò che conteneva [Gekko Maranai - Cacciatore d'anime di Rango B - Associato alla famiglia Nomura] Dispiaciuta, spaventata e confusa, ripetè quel nome. "Nomura?" prima che una voce interrompesse ogni suo pensiero. "Questa volta LORO hanno mandato solo due ragazzine? E' un bene, significa che continuano a sottovalutarmi." Proprio all'entrata della porta era comparso un uomo incappucciato, con in mano una pistola puntata contro le due studentesse. "Oh lo avete visto. Ormai non posso lasciarvi vive, mi dispiace." Tolse la sicura dalla pistola e si preparò a sparare. Reika rimase paralizzata, convinta che fosse giunta la fine. E proprio mentre aspettava il primo sparo, vide Yuki scattare in direzione dell'incappucciato e colpirlo in pieno mento con un calcio. L'uomo armato fu costretto ad indietreggiare, con il cappucciò che scivolò indietro, mostrando così un viso giovane accompagnato da occhi rossi e capelli grigi di un vecchio. Era una visione penosa, ma le due ragazzine non ebbero tempo per ammirarla a lungo poiché lo sparò partì comunque ferendo di striscio Yuki alla gamba destra. "Yukiiiii!" Reika gridò subito, terrorizzata. Il ragazzo sputò a terra e rimase in piedi, osservando prima Reika alla propria destra, finendo per poggiare lo sguardo su chi l'aveva colpito. Yuki era di fronte a lui, a terra, avendo perso l'equilibrio dopo il colpo alla gamba. "Mi hai rotto qualche dente, te ne farò pentire subito ragazzina." Sollevò di nuovo la pistola e la puntò contro Yuki, ignorando la terrorizzata Reika. Fu questo il suo errore. A testa bassa, la corvina si catapultò contro il braccio che sorreggeva la pistola, facendo perdere le presa. Venne colpita in testa dalla mano libera, ma il criminale non riuscì a sparare il secondo e letale colpo. Reika afferrò subito la pistola, ma venne colpita alla mano da un calcio e fu costretta ad abbandonare anche lei la presa, con l'arma che volò via. Il ricercato provò a colpirla di nuovo al volto, ma Reika fu più rapida e si scansò in tempo di lato, sollevandosi e calciando con forza contro il ginocchio altrui. Il ragazzo non cadde, ma barcollando per un po' diede il tempo alle due amiche di riavvicinarsi. "Yuki stai bene?" Prima di ricevere una risposta, vide gli occhi dell'amica spalancarsi. "Attenta!" Questa volta il pugno del ragazzo raggiunse il viso di Reika, sbattendola di schiena contro il muro. "Voi due siete problematiche.." Entrambe le ragazze percepirono qualcosa di strano provenire dal ragazzo. Questo cominciò ad ansimare, e sembrava come circondato da una bolla invisibile. "Probabilmente vi chiederete cosa stia succedendo. Presto vi avrebbero parlato della manipolazione dell'Anima, ma avete perso la vostra occasione perché morirete qui". Diede un calcio a Reika, al petto, ma questa volta la ragazza avvertì un dolore mille volte maggiore al precedente. "Reika!" Yuki sentì un suono per nulla rassicurante, come di costole rotte, ma non aveva tempo per indagare. Prima che il ragazzo colpisse di nuovo l'amica, la tirò verso di sé e lasciò che il calcio colpisse il muro dietro di loro, frantumandolo. Erano finite, non potevano competere con una forza a dir poco sovrumana, ma nonostante tutto Yuki non ebbe paura. Non rimase paralizzata. Con uno sforzo di coraggio, afferrò un pezzo di muro appena distrutto e lo scaglio con forza contro la testa del ragazzo. Si fece male solo lei, mentre il ricercato si limitò a sorridere. "Non avete idea di con chi avete a che fare. Mi dispiace ragazzine, ma il vostro percorso finirà ancor prima d'inizi..!" Si era distratto, e Reika era uscita nel corridoio. "Ehi, non penserai di scappare ahahah!" La seguì, senza aver bisogno di scattare visto che Reika non poteva far altro che strisciare. Poggiò il piede sulla sua schiena, premendo con forza. La ragazza sentì di nuovo quel dolore lancinante aumentare sempre più, finché un forte rumore interruppe quel contatto. Il rumore di un colpo di pistola proveniente dalla stanza del cadavere, dove ora si trovava Yuki in piedi e con in mano l'arma da sparo. "Tsk! Maledetta, come osi.." L'aveva colpito alla spalla, ma non aveva intenzione di andarci leggera. "Arrenditi, o il prossimo sarà alla testa!" Assertiva, la studentessa avanzava lentamente verso il criminale. Questo sembrava aver sentito il colpo, ma Reika si accorse che non c'era alcuna traccia di sangue. Possibile che quel potere di cui parlava, l'Anima, potesse rendere la pelle tanto resistente? Perdere tempo a pensare non fu una buona idea. Rapido, il ragazzo si piegò ed afferrò Reika dal collo, usandola come scudo da frapporre tra sé e la pistola. "Spara pure, colpirai me forse, o magari la tua amichetta. Non ci riesci? Allora getta la pistola, o sarò io a gettare lei!" Non aveva perso i sensi, ma per un attimo Reika pensò di stare sognando. Questo perché sotto di sé non c'era più il terreno, ma il vuoto per almeno 20 metri. Il ricercato, Fil, la stava tenendo sospesa fuori da una delle finestre rotte e se l'avesse lasciata andare non ci sarebbe stata alcuna possibilità di sopravvivere per lei. Voleva pregare Yuki di sparare, ma non le uscirono le parole. Si convinse che fosse per la stretta al collo troppo forte, ma in fondo temeva che la paura facesse da padrona in quella situazione. Una paura diversa quella che fece gettare via la pistola dalle mani di Yuki, la paura di perdere un'amica. "D'accordo, adesso lasciala andare!" Entrambe erano spaventate, il ragazzo invece sorrideva. Aveva vinto. "Stupida ragazzina, non ascolti? Vi ho promesso che avrei ucciso entrambe, ed è quello che.." Qualcosa si avvicinò rapidamente, a malapena Yuki, quella che messa meglio fisicamente, percepì come il muoversi di un ombra. L'attimo dopo Reika era tra le braccia del professore, mentre il criminale era gettato a terra, a circa 3 metri di distante e dolorante. "Capisco. Sei in grado di usare l'Anima, ecco perché sei vivo.." Rispetto a prima, il professore aveva uno sguardo molto più minaccioso. Non poggiò gli occhi sulle ragazze nemmeno un istante, ma rivolse loro delle parole che non si sarebbero mai aspettate. "Mi dispiace, ho perso troppo tempo. Mi ero perso in questo palazzo." Nel frattempo, barcollando, Fil si mise in piedi e si tolse del sangue dalla bocca con il braccio destro. "Proprio così, anch'io uso l'Anima, caro professore. E non solo, adesso conosco il vostro segreto, la verità che si nasconde dietro quest'energia tanto misteriosa. Ma tutto ciò non ti riguarda, perché ora sarà il tuo turno di morire. Ti sei messo in trappola da solo, se lascerai andare la ragazzina allora avrò il tempo di colpirti, altrimenti non potrai difenderti." Concluso di parlare, il criminale scattò in direzione di Reika e del Professore. Lui non si muoveva, Yuki era terrorizzata. Provò ad avvicinarsi, ma non poteva fare in tempo, era ancora nella stanza. "Oni Fil di Rango pericolosità C, ti dichiaro prigioniero dell'Accademia." Tutto avvenne in un istante, di nuovo. Questa volta però gli occhi di Yuki erano più vicini e più attenti. La ragazza riuscì a vedere la gamba del professore sollevarsi e colpire il petto del criminale, scaraventandolo fino al tetto. Quando Fil precipitò a terra, aveva già perso i sensi.   

"Professore.." Yuki avrebbe voluto dire qualcosa, ma si zittì vedendolo entrare all'interno della stanza e avvicinarsi al cadavere. "Noruma.. questo era uno dei loro? Era anche uno studente di Kein." Il professore sembrava assorto nei suoi pensieri, dimenticatosi di Reika e soprattutto del criminale. Dunque, Yuki si fece coraggio e lo richiamò. "Professore, dobbiamo portare Reika in Ospedale in fretta e.." La interruppe subito, uscendo dalla stanza e prendendo in braccio Reika. "No, andremo all'infermeria dell'Accademia. Sarebbe inutile un Ospedale per quel tipo di ferite." Yuki si domandava di che tipo di ferite si riferisse, ma si limitò ad annuire. "E tu Yuki, ce la fai a camminare da sola?" Il professore sembrava pronto a sollevare anche lei, ma non ce ne fu bisogno. "Certo!" Nonostante il colpo subito di striscio, riusciva benissimo a reggersi in piedi. "Sentito Reika, abbiamo concluso la nostra prima.." Solo ora, si accorse che l'amica aveva perso i sensi. Lasciarono il palazzo abbandonato, diretti all'accademia. 

Un altro sogno, un altro incubo. "Sei il ragazzo dell'incidente di stamattina? Che cosa mi stai dicendo? Non riesco a sentirti.." Nel sogno Reika era sdraiata a terra, mentre il ragazzo del bar era piegato sulle ginocchia e le diceva qualcosa di incomprensibile. Poi le sorrise rassicurante e si sollevò. Dietro il ragazzo, Reika poteva notare tantissime persone avvicinarsi minacciose. Era certa di conoscerle, ma anche di non averle mai viste prima. Vide un lampo rosso, poi il buio.

"Ti sei svegliata alla fine principessa?" Yuki la stava osservando con aria rallegrata. Doveva essersi preoccupata davvero molto. Erano in una stanza dell'infermeria, ma Yuki era già sollevata sul lettino, mentre a Reika faceva male.. bhé, tutto. "C'è qualcosa da mangiare?" Yuki assunse subito un'espressione perplessa, poi rassegnata. "Pensi solo a mangiare, dopo tutto quello che abbiamo passato?" Reika cercò di ricordare. Ricordò il ricercato, Fil, poi di essere stata colpita con violenza e solo infine il sogno. Parte del sogno, perché i ricordi erano troppo confusi. "Lo scontro con quel Fil è stato davvero brutto. L'infermiera ha dovuto ricucirti e spalmarti creme strani e puzzolenti, ma per fortuna che hai la pellaccia dura." Entrambe scoppiarono a ridere, poi Reika porse la prima domanda che le veniva in mente. "Che ne è stato di lui? Di Fil?" Yuki si fece un po' più seria, pensierosa. "Quando siamo uscite dal palazzo abbandonato, il professore ha fatto una chiamata. Ha chiesto che qualcuno venisse a ritirare il criminale ed avvertì del cadavere. Poi, però, sembrava avere fretta di accompagnarci qui all'infermeria. Non abbiamo parlato molto durante la strada di ritorno." Reika la ascoltò, finendo per sospirare. "In poche parole non sai nulla." Yuki accettò la provocazione, infuriandosi. "Non ho detto questo! Anzi, fingendo di dormire ho sentito che ne parlavano. Verrà giudicato stasera dal consiglio dei Senor." Reika si sollevò di scatto, avvertendo un forte dolore subito dopo. "Eh? Il consiglio dei Senor? Ma quelli non si muovono, se non per un caso A almeno. Fil è di rango pericolosità C." Yuki annuiva, condividendo quelle stesse perplessità. "Anche a me è sembrato strano. Forse c'entra col fatto che ha ucciso quel.. Nomura." Tutte e due pensarono al cognome, lo stesso cognome della famiglia della loro amica. Quando la porta si aprì, entrambe le ragazze urlarono per lo spavento. "Stavate litigando?" Lo sguardo apatico di Shimizu si fissò su entrambe. A risponderle fu Yuki, al solito infuriata. "No, sei stata tu a spaventarci. Bussa la prossima volta!" Shimizu le osservò confusa per un po', ma lasciò correre la discussione. Teneva tra le mani due grosse scatole. La prima la fece cadere sulle gambe di Reika, che subito pensò fosse troppo pesante. La seconda, invece, sul letto di Yuki, e anche lei ebbe la stessa impressione. "Grazie Shimi.. ma cosa sono?" Reika era preoccupata, conoscendo l'amica, ma si finse entusiasta per il dono. "Sono biscotti. Li ho fatti io, usando il latte speciale che beve mia mamma per recuperare subito le forze. Spero vi aiutino a guarire." Per un attimo Reika si convinse di aver dubitato senza ragioni. Poi, quando Yuki aprì la propria scatola e tirò fuori il primo biscotto, comprese che in fondo quelle paure erano fondate. "Shimizu, ma sembrano Ossa!" Perfino le dimensioni erano le stesse. Solo la consistenza era quella dei biscotti, ma erano pur sempre strani. "Sì, carini vero?" Shimizu sembrava contenta, ed accadeva di rado. Entrambe le ragazze, Yuki e Reika, si lanciarono uno sguardo d'intesa ed annuirono all'amica. Reika ne afferrò uno "Sono.. fantasiosi, grazie Shimizu." Dopo aver assaggiato il primo, cambiò subito espressione, trovandoli squisiti. 

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Capitolo 3
*** Il fratello di Reika ***


Il ragazzo era disteso sul letto. Gli occhi spalancati che fissavano il tetto della sua stanza, occhi che non avevano riposato per tutta la notte. "Darren, tesoro mio, devi svegliarti prima questa mattina." Sua madre aveva anche bussato, ma visto che non riceveva risposta, entrò in camera. "Oh sei sveglio? Pensavo dormissi.." Questa volta la madre ottenne una risposta, anche se non verbale. Darren annuì, e si sollevò per mettersi seduto sul letto. Lo sguardo assente, immerso nei suoi pensieri. "Sbrigati, il tuo esame inizia tra non molto. E prima di quello, ricordati di portare la colazione a tua sorella. Conoscendola starà morendo di fame." Ancora una volta, il ragazzo non le rispose. Dunque, la donna sorrise, comprendendo la preoccupazione del figlio. "Pettinati i capelli, sono tutti disordinati.." Capelli biondi e lisci, non abbastanza lunghi da raggiungere le spalle. "E resta concentrato. Hai delle occhiaie che non promettono nulla di buono." Occhi azzurri quelli del ragazzo. Occhi preoccupati e tristi.

Darren raggiunse l'Ospedale dopo solo un'ora, ma gli rimaneva comunque poco tempo. Si fece comunicare la stanza della sorella e, una volta raggiunta, bussò tre volte alla porta prima di ricevere il permesso di entrare. Reika era lì, dormiva beatamente nel lettino vicino alla finestra. Darren sorrise, era la prima volta che lo faceva quella mattina. Era stato troppo agitato anche solo per ipotizzare un mezzo sorriso. "Quando dorme sembra ancora una bambina." Era stata Yuki ad aprirgli, la migliore amica di Reika, e che già da tempo conosceva Darren. Osservandolo, pensò che anche lui sembrava un bambino. Un bambino terrorizzato. "Hai l'esame pratico oggi, dico bene? L'ha ripetuto diverse volte questa mattina. Dopo che Shimizu ha lasciato la stanza, è crollata di nuovo. Si è impegnata tantissimo ieri." Adesso anche Yuki la osservava come una sorella. Venne distratta dai suoi pensieri quando il ragazzo si avvicinò al letto di Reika, poggiandovi un sacchetto. "Quando si sveglia, puoi dirle che è la colazione di mamma?" Yuki annuì subito, aspettando che fosse lui a decidere quando e se rispondere. Non aspettò molto. "Devo fare l'esame speciale, per quelli che hanno preso i punteggi migliori nella prova scritta." Yuki notò che il ragazzo stringeva i pugni con troppa violenza. Tremava, ma non lo interruppe. "Sai? Avrei voluto che mi augurasse buona fortuna, ma in fondo è meglio così. Se mi vedesse ora, probabilmente penserebbe che sono ancora più codardo di quanto già non creda." Yuki aprì la bocca per rispondere, ma non uscì nemmeno una parola. Dopo qualche istante di silenzio, il ragazzo sospirò e si dirisse verso la porta per uscire. "Non è così!" Si fermò solo quando Yuki gridò. Per un attimo entrambi pensarono che Reika si fosse svegliata per il grido di Yuki, ma così non fu. Così lei continuò, ma a voce modulata. "Non è così.. lei è convinta che passerai l'esame. Prima di coricarsi, mi ha fatto promettere che dovremo impegnarci molto per raggiungervi." L'espressione di Darren lasciava intuire quanto fosse stupito. Incredulo. "Ne sei sicura che parlava proprio di me?" Yuki rispose annuendo, poi anche a parole. "Di te e di Shimi." Ancora non si spiegava come Shimizu, la loro amica sempre con la testa tra le nuvole e un po' strana, potesse far parte del gruppo con il miglior punteggio scritto. "Grazie, Yuki." Darren sorrise, lei ricambiò con un sorriso incoraggiante, e poi il primo uscì dalla porta. "Bu..na.. fort..na.." Reika borbottò qualche parola, e il sorriso di Yuki si fece più dolce. "Parli anche nel sonno, adesso?"

Quando Darren arrivò nella palestra dell'Accademia, era certo che l'avrebbero rimproverato e come minimo che gli annullassero l'esame. Aveva impiegato più del previsto perché si era perso, nonostante qualche settimana prima tutti gli aspiranti studenti avevano partecipato ad una visita guidata dell'Accademia, proprio poco prima di svolgere l'esame scritto. "Non c'è.. nessuno?" Al contrario delle sue aspettative, era il primo ad essere arrivato. O così credeva. "Tu sei Darren, non è così?" La voce proveniva dal centro dell'enorme palestra. C'era una ragazza bella, bellissima, con lunghi capelli scuri con sfumature ametista e occhi di un viola più chiaro. Aveva una posa sicura di sé, ma allo stesso tempo un sorriso gentile ed un tono calmo. Darren, però, rimase catturato dai suoi occhi. Si sentiva di potersi fidare di lei, e il pensiero lo mise per qualche motivo in imbarazzo. "Mi chiamo Flora. Se mi sono sbagliata, ti chiedo scusa." Quelle parole lo svegliarono dal suo mondo di sogni. "Ah, no.. cioè, non scusarti, sono io Darren." Deglutendo, cercò di non pensare a quanto sarebbe arrossito nei prossimi istanti. In realtà, non riusciva a pensare a niente. Lei, con eleganza, gli sorrise ancora una volta e Darren si sentì sprofondare in un baratro di timidezza e voglia di tornare di corsa a casa per pettinarsi meglio come gli aveva consigliato la madre. "Il.. il prof..essore.. insomma.. è arrivato?" Lei smise di sorridere, ma mantenne un'espressione amichevole mentre indicava un punto imprecisato in lontananza. "Il professore non ancora. Lei, però, era qui prima che arrivassi. Non sapevo se svegliarla o meno così l'ho lasciata riposare." Darren la riconobbe subito. Quei capelli neri come il buio della notte e più scompigliati del solito, quel modo strambo di vestire e il silenzioso respiro impossibile da udire anche mentre dormiva. Era lei, una delle migliori amiche di sua sorella. "Shimizu!" Scattò in direzione della ragazza, cominciando a scuoterla per cercare di svegliarla. "..." Niente da fare, continuava a dormire. "Shimizu devi alzarti! Se arriva il professore e ti trova che dormi.." Mentre cercava di svegliarla, lei avvicinò la bocca alla sua mano e.. lo morse. "Ahhhhh!" L'altra ragazza, quella dagli occhi ametista che era rimasta a guardare l'intera scena, si sforzò per non ridere, avvicinandosi e facendo una carezza sulla fronte della coetanea. "Su, svegliati. E' troppo tardi per dormire." Se le urla di Darren avevano fallito, quelle parole dolci riuscirono a far aprire gli occhi scarlatti. "Tu.." Uno sbadiglio interruppe le sue parole, ma poi Shimizu riprese a parlare, sbattendo le ciglia lentamente. "Tu sei quello che vive con Reika." Darren tirò un sospiro rassegnato ed annuì. "Sono suo fratello. Se dici quello che vive con Reika sembra qualcos'altro e non siamo qualcos'altro. Sono suo fratello e.." Continuarono così per un po', e fu l'altra ragazza ad avvertirli. Il professore era arrivato, o meglio la professoressa. "La signorina Shimizu Nomura, la signorina Flora Omena, il signorino Darren Soul.. siete tutti presenti?" Darren si mise in riga assieme alle altre due e osservò la professoressa, mentre si chiese come mai osservava il proprio blocco degli appunti piuttosto che contare. In fondo, erano solo tre gli studenti. Non lo domandò, comunque, e si unì al coro di risposta con la ragazza che si chiamava Flora. Shimizu, invece, rimase in silenzio, probabilmente distratta da qualcosa. Così, la professoressa proseguì. "Benissimo. Mi scuso a nome del mio collega, il vostro professore esaminatore è.. è stato trattenuto da un contrattempo, diciamo così. Io sono la professoressa Mina, se non ci sono domande comincerò subito spiegandovi in cosa consisterà il test." Nessuno tra i tre ragazzi fece alcuna domanda. Tuttavia, Darren cercava di ricordare dove avesse già visto quella professoressa. Era giovane per essere un'insegnante, con capelli corti a caschetto e occhiali da vista non troppo ingombranti. Bassina e con il peso proporzionato all'altezza, ma dava comunque l'impressione di essere un tipo da non fare arrabbiare. Solo in quel momento Darren si rese conto di essere finito a svolgere l'esame con solo donne. Mentre il suo imbarazzo cresceva, comprese che non era una buona cosa.

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