Racconti di tutte le tipologie

di ivikir_
(/viewuser.php?uid=1122627)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mai telefonare da ubriachi ***
Capitolo 2: *** Quando l'unico medico in famiglia si ammala ***
Capitolo 3: *** Scie di pioggia sui vetri ***
Capitolo 4: *** Incontri bizzarri in caffetteria. ***
Capitolo 5: *** Tradizioni ***
Capitolo 6: *** Cliché ***
Capitolo 7: *** Primo appuntamento ***
Capitolo 8: *** Beccati! ***
Capitolo 9: *** Gelosia ***
Capitolo 10: *** Hot dog party! ***



Capitolo 1
*** Mai telefonare da ubriachi ***


"Mai telefonare da ubriachi".
Era al suo addio al celibato, per la prima mezz'ora era andato tutto bene: le ballerine ballavano, la musica era alta e i camerieri portavano qulasiasi tipo di alcolici.


Il problema venne quando avevano iniziato a fare un brindisi dopo l'altro e quindi aveva assunto più alcol del previsto, fino a ritrovarsi ubriaco.


Della serata aveva ricordi piuttosto confusi, ricorda di aver preso il cellulare e aver chiamato Veronica, la sua futura consorte.
Non ricordava nulla della telefonata e sperava di non aver detto qualcosa di imbarazzante.


Prese un'aspirina per alleviare i sintomi post sbornia, dopodiché si andò a preparare per passare la mattinata con Veronica.







Poche ore più tardi arrivò sotto la palazzina dove lei lo aspettava davanti al portone da una manciata di minuti.
"Scusa del ritardo" disse appena fu entrata in macchina.
Si scambiarono un bacio, mise in moto la macchina e partirono.
"Allora dove vorresti andare?" chiese.
"Che ne dici di fare un salto al mare?".
"E mare sia".



Erano in viaggio da una decina di minuti qunado Veronica spezzò il silenzio creatosi.
"Ieri eri ubriaco fradicio" disse casualmente.
"Non lo ero poi così tanto" anche se involontariamente le guance gli divennero leggermente rosse.
"Di certo non ero io che ho telefonato alla mia futura sposa dicendole che volevo preparare una fuga romantica con un unicorno" ridacchiò al ricordo.
"...Cosa?" e le sue guance divennero ancora più rosse.
"Oh, hai sentito bene. Non sapevo che da ubriaco eri così divertente".
"E come è anadata a finire la storia?" volle sapere.
"Beh, alla fine ti ho fatto capire che scappare con un unicorno ha i suoi svantaggi, per convincerti ci sono volute due ore" e ridacchiarono, mentre in lontananza si iniziava a intravedere il mare.

Ispirata dal contest "In vino veritas" indetto da fanwriters.it

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Quando l'unico medico in famiglia si ammala ***


Quando l'unico medico in famiglia si ammala.



Non ne poteva più di tutta quella confusione, aveva un mal di testa terribile e l'unica cosa che voleva era starsene tranquillo a vedere qualche serie tv.
Ma, ovviamente, non poteva essere così, poiché essendo un medico i suoi coinquilini entravano in paranoia e diventavano delle perfette mamme chiocce, mentre Marta, la fidanzata di Daniele, cercava di farli ragionare. 


"Per l'amor del cielo, state zitti!- e così ottenne la loro attenzione- Statemi bene a sentire, ho una semplice influenza e non una malattia che mi porterebbe alla morte. 
Ho solo bisogno di stare al caldo, qualche brodaglia di dubbio gusto, un paio di aspirine e soprattutto di tanto, tanto silenzio" così i tre furono costretti a dileguarsi.
Sistemò meglio la coperta e iniziò a cercare qualche serie da vedere su Netflix.





Arrivò l'ora di pranzo e Marta gli portò un bel piatto di minestra con un bicchiere d'acqua e delle pastiglie.
"Dopo che avrai finito di mangiare prendile e ti sentirai subito meglio" e gli regalò un sorriso.
"Non dovevi, potevo anche alzarmi dal divano" cercò di protestare.
"Nessun distrurbo. Inoltre vorrei scusarmi anche a nome di Daniele e Francesco che sono due melodrammatici di prima categoria. Se avessi bisogno di qualcosa non esitare a chiamarci" e detto questo se ne andò.
Assaggiò la minestra e pensò che non era per niente male, dopo aver finito prese le pastiglie e se ne tornò alla sua serie tv.








"Ma non è che sente freddo con una sola coperta? Dici che dobbiamo prenderne delle altre o alzare il riscaldamento?"domandò Francesco al conquilino.
"Forse hai ragione" gli diede corda Daniele.
"Non se ne parla!- li interruppe Marta- Voi due dovreste smetterla di preoccuparvi, non è più un bambino!".
"Ma-" provarono a protestare.
"Sta bene, è un medico sa quello che fa. E dovremmo lasciarlo riposare in pace, quindi perché non andiamo a fare un giro?" e detto ciò li trascinò fuori di casa. 



Inspirata dal contest "Flu & Fluff" indetto da Fanwriters.it
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Scie di pioggia sui vetri ***


"Scie di pioggia sui vetri".
Quattro bambini stavano guardando la finestra mentre pioveva, vedendoli così le loro madri pensavano che si stavano annoiando e non vedessero l'ora che smettesse di piovere per andare a giocare fuori, ma non era così.
 
 
"La mia goccia si è unita ad un'altra" si lamentò Marco.
"Ah, sei fuori!" ribattè Federico.
Ma alla fine anche la sua fece la stessa fine.
Erano rimaste sole le gocce di Emanuele e Paoloe quella di quest'ultimo era in vantaggio, finché non vinse.
"Sì, ho vinto!" esultò.
"Voglio la rivincita " e tutti annuirono ale parole di Marco.
"Vedrai che questa volta ti batto" disse Emanuele a Paolo.
Ma alla fine come al solito vinse quest'ultimo.
 
 
 
 
 
 
 
 
Paolo si rivesgliò da quei ricordi di un'infanzia ormai lontana, in quel preciso istante rientrò Emanuele dal lavoro.
"Vado a fare un tè, ne vuoi una tazza?" chiese e lui semplicemente annuì.
 
 
Dopo una ventina di minuti circa Emanuele ritornò con  le due tazze, gliene diede una e si andò a sedere in una delle poltrone.
Per qualche istante sorseggiarono la bevanda in silenzio.
"Ti ricordi quando facevamo le gare delle gocce di pioggia?" chiese.
"Come dimenticarle, tu vincevi sempre" sbuffò divertito.
"Che ne diresti di farne una?" propose.
"Preparati alla tua prima sconfitta" si alzò e si diresse verso la finestra.
"Aspetta e spera" e raggiunse l'amico d'infanzia.
Inspirata dal contest "Rainy time!" indetto da Fanwriters.it

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Incontri bizzarri in caffetteria. ***


Incontri bizzarri in caffetteria.

Era entrato in caffetteria al solito orario, si era accomodato in un tavolo in disparte e aveva tirato fuori il cellulare.
Dopo qualche minuto una cameriera aveva preso la sua ordinazione.


Quale minuto dopo una ragazza vestita da cheromante si sedette al suo tavolo.
Posò il cellulare e le rivolse l'attenzione. 
"Dimmi che tipo di caffè bevi e ti dirò chi sei" ella parlò.
"Io non bevo caffè" rispose.
Restarono in silenzio per qualche istante, finché non prese parola.
"Quindi è un nuovo metodo per attirare i clienti?" chiese.
"In verità tutto questo è un modo per intrattenere i clienti. Sappi che tu sei la prima gaffe che faccio" nonostante tutto rimase sorridente.
"Dovrei essere onorato o qualcosa del genere?" chiese con sarcasmo.
Ella fece finta di pensarci: "Sì, direi proprio di sì".


Arrivò un'altra cameriera che gli portò la sua colazione.
"In base al tuo muffin posso dirti chi sei" riprovò.
Alzò un sopracciglio e semplicemente disse: "Sentiamo".
Fece finta di guardare il dolce prima di affermare: "Sei un ragazzo che sta cercando il mio numero di telefono".
"O sei tu che cerchi il mio?" alzò amichevolmente gli occhi al cielo.
"Non posso darti torto" prese un tovagliolo e scrisse il proprio numero. 
"Se hai voglia di uscire, chiamami" glielo porse, prima di andarsene da qualcun altro.
Fissò il tavogliolo spiegazzato sorridendo esasperato per quello strano incontro.

Inspirata dal contest "Caffè o té?" indetto da Fanwriters.it

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Tradizioni ***


Tradizioni.



Ormai tutti sapevano dell'imminente matrimonio di Maria e Christian ed erano eccitati per i preparativi e per diffondere le tradizioni per un'altra generazione.

"Secondo la tradizione della nostra famiglia, per avere fortuna, la sposa il giorno delle nozze deve indossare qualcosa di nuovo, qualcosa di vecchio, qualcosa di prestato, qualcosa di regalato e qualcosa di blu" le comunicò sua madre.
"Non ho capito come indossare qualcosa di blu mi possa portare fortuna".
"Queste sono le tradizioni della nostra famiglia da secoli, e non permetterò a nessuno di rovinarle" sbraitò.

Ecco, sua madre era particolarmente legata alle tradizioni di famiglia, e cercare di convincerla di non usarle sarebbe stato uno spreco di fiato e tempo.

"Non  ti preoccupare, il qualcosa di vecchio già l'abbiamo: l'abito da sposa che usò tua sorella, prima di lei io e prima di me tua nonna e così via.
Per il qualcosa di prestato possiamo dire alla zia se ci presta la coroncina che usò lei al suo matrimonio.
Per la cosa nuova possiamo comprare delle scarpe.
Il qualcosa di blu saranno i fiori nei tuoi capelli e quelli del bouquet.
Per il qualcosa di regalato vedremo, ok?"  sembrava che non avesse respirato per tutta la durata della spiegazione.
"Oh, è fantastico!" le sorrise.


Suonarono al campanello e sua madre andò ad aprire, dopo qualche istante entrò Claudia, sua sorella maggiore, con un pacchetto tra le mani.
"Questo è per te" e glielo porse.
Scartò la carta avvolta e aprì la scatola, dentro ci trovò una splendida collana composta da delle pietre azzurre.
"Grazie, è stupenda" e la abbracciò.
E così trovarono pure il qualcosa di regalato.

Inspirata dal contest "Marry me" indetto da Fanwriters.it

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Cliché ***


Cliché.

Erika è in ritardo per il suo primo giorno di scuola e lo sa.
Corre in fretta nei corridoi per arrivare alla sua classe, schivando i pochi alunni e insegnati che si dirigono nelle proprie aule.

All'improvviso si scontra con qualcuno, ritrovandosi con il sedere a terra.
"Mi dispiace tanto, sono in ritardo e non ti avevo visto" e le porse la mano per aiutarla ad alzarsi.
Prese la mano del ragazzo, alzò lo sguardo e incontrò un angelo: aveva dei riccioli d'oro, degli incredibili occhi azzurri, delle adorabili lentiggini e le sorrideva...





Un peso le cadde addosso e aprì gli occhi di scatto, rendendosi conto che fosse solo un sogno.
"Dai forza, alzati o farai tardi a scuola" la voce di sua sorella le perforò i timpani.
"Sì, ora mi alzo" sbuffò.

Beh, che si aspettava? 
Quelle scene appartengono solo ai film romantici che le piace tanto vedere.

Inspirata dal contest "Back to school" indetto da Fanwriters.it

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Primo appuntamento ***


Primo appuntamento.




Si stava preparando per la festa di quella sera, aveva preparato tutto nei minimi dettagli: avrebbero mangiato cibi tipici della Notte di Tanabata, avrebbero passeggiato circondati da decorazioni tipiche e alla fine avrebbero visto i fuochi d'artificio. 

Una volta indossato il suo yukata bianco, si affrettò a dirigersi verso l'indirizzo datogli dalla sua amata. 







Una volta arrivato, prima ancor di poter suonar il campanello Yumiko uscì di casa col suo yukata rosa a motivo floreale, appena lo vide si avvicinò: "Keiji! Aspetti qui da molto?".
"No, sono appena arrivato. Andiamo?" chiese porgendole il braccio. 
Lei lo prese e si incamminarono verso il quartiere dove si sarebbe svolta la festa.










Si mescolarono in mezzo alla folla tra gli orizuru colorati, il profumo del cibo e le luci dei zen-washi.
Cenarono con piatti tipici i takoyaki, gli yakitori e gli hashimaki.
Decisero di provarono a ricreare degli orizuru a forma di gru, ma gli venne una specie di volatile deforme.
Yukiko dopo aver finito il suo decise di aiutarlo spiegandogli dove aveva sbagliato.
"L'hai già fatto prima?" le chiese, guardando incantato come lei sistemava l'orizuru.
"Mia nonna li faceva e mi ha insegnato" spiegò.
Dopodiché andarono a scrivere i propri tanzaku su dei cartoncini colorati, entrambi espressero un augurio di buona fortuna e di amore e li appesero ai rami di bambù.










Si sedettero sul prato e parlarono del più e del meno.
Ad un tratto le prese le mani: "Ho passato una bellissima serata e spero che anche tu l'abbia passata. 
Ormai è da un anno che ci conosciamo e ho capito da un po' che provo dei sentimenti per te, sei una ragazza fantastica e ogni giorno mi innamoro sempre di più.
Yumiko, vorresti essere la mia ragazza?".
Il cuore gli batteva a mille, lei rispose: "Fin dal primo giorno in cui abbiamo parlato ho pensato che fossi una persona meravigliosa, non so quando mi sia innamorata di te, ma da quel giorno i sentimenti si sono fatti sempre più forti.
Quindi sì, Keiji, mi piacerebbe essere la tua fidanzata".
E si scambiarono un tenero bacio, mentre il primo fuoco d'artificio esplose nell'aria.





Inspirata dal contest "La Notte di Tanabata" indetto da Fanwriters.it

Note finali:
Yukata: kimono estivo.
Orizuru: una specie di origami.
Tanzaku: una poesia, un augurio o un desiderio scritto in verticale su un cartoncino colorato.
Zen-washi: lampada di carta.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Beccati! ***


Beccati!
Marcus parcheggiò la sua auto nel garage del condominio dove abitava con i suoi due coinquilini, salì le scale fino al proprio appartamento.
Da dietro la porta d'ingresso sentì le risate di Christian e Alex, il che rappresentava che i due erano in casa.
Si diresse verso la cucina da dove prima provenivano le risate e trovò i due che si stavano baciando, rimase di stucco mentre i due si accorsero della sua presenza e cercarono di ricomporsi come meglio potevano. 
"Dobbiamo parlare" disse Christian dopo attimi di silenzio imbarazzante. 
Gli altri due annuirono e si diressero tutti verso il divano in salotto dove si accomodarono. 
"Mi dispiace che tu l'abbia scoperto in questo modo, ma non sapevamo come l'avresti presa" mormorò Alex.
"Potevate semplicemente dirmelo, non sarei impazzito o cos'altro".
"Beh, c'era una minima parte di possibilità.- rispose Christian- "Dai, non guardarmi così, obbiettivamete poteva esserci, visto che non sapevamo quello che avresti pensato" sbuffò dallo sguardo di Marcus.
"Comunque ne avevamo già discusso sul rivelarti la verità, ma ci hai preceduto" Alex cercò di salvare la piega della conversazione, riuscendoci.
"Va bene, non mi importa che voi siate etero, omosessuali o quant'altro sarete sempre miei amici.- disse stringendo le spalle di entrambi- Ma ora ceniamo che sto morendo di fame" e si incamminò verso la cucina con gli altri due al seguito.




Ispirata al contest "Keep the secret!" indetto da Fanwriters.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Gelosia ***


Gelosia.


Emma rientrò nel proprio appartamento dove viveva con la sua ragazza.
Appena entrò in salotto Federica le venne incontro per salutarla, ma si fermò guardandole la guancia.
"Chi te l'ha fatto?" chiese.
"Cosa?" chiese di rimando confusa.
"Penso che tu sappia benissimo cosa.- diede una veloce occhiata all'orologio- Devo andare al lavoro, ci vediamo dopo" si accinse a prendere il cappotto e uscire.
"Aspetta!" urlò, ma era troppo tardi. 
Andò a vedersi allo specchio e vedette una macchia di rossetto sulla guancia, capendo la gelosia della sua fidanzata sospirò frustata e si passò le mani tra i capelli.





Dopo che Federica tornò al proprio appartamento trovò Emma ad aspettarla seduta sul divano, appena la vide disse: "Dobbiamo parlare".
Appese il cappotto  e si sedette accanto a lei.
Prima che potesse anche solo fiatare Emma iniziò a spiegare: "Il segno di rossetto sulla mia guancia di questo pomeriggio è stato fatto da una mia amica, in quanto mi ha fatto gli auguri di compleanno con un bacio sulla guancia".
"Mi devi scusare, ho sbagliato ad arrabbiarmi senza lasciarti il tempo di spiegare. Io sono andata fuori di testa e questo è stupido in quanto so che mi ami, alla fine è stato solo un bacio sulla guancia".
"Scuse accettate. Ma adesso vatti a preparare che andiamo a festeggiare il mio compleanno fuori" le sorrise.
Lei sorrise di rimando.



Ispirata al contest "Happy birthday!" indetto da Fanwriters.it 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Hot dog party! ***


Hot dog party!
Stavano organizzando una festa a tema hot dog e ognuno di loro aveva un compito: c'era chi si occupava delle decorazioni, chi del luogo, chi dell'intrattenimento,  chi delle bevande, chi del cibo e poi c'era lui che supervisionava il tutto.
In pratica il suo compito era di controllare che tutto si stesse svolgendo per il meglio, e quello di dare consigli se necessario. 



Venne chiamato da Chrystal e Grace per un consiglio culinario: "Quindi stavamo pensando che oltre agli hot dog classici, potremmo portare anche delle ricette alternative".
"Tipo?" chiese.
"Potremmo creare un panino classico e al posto dei wurstel mettere delle banane e come salsa del caramello, oppure fare un hot dog vegetariano o  vegano" spiegò. 
"Mi piace come idea. Potrebbero essere ottime alternative" e andò a vedere come se la cavassero gli altri.




"Philiphe, puoi venire per favore? Abbiamo bisogno di un consiglio per le bevande".
Si avvicinò: "Qual è il problema?"
"C'è una vasta scelta di bevande e vorremmo sapere quante ce ne siano bisogno".
"Secondo me quattro bastano".
"Grazie!"
"Vi serve altro?" loro scuoterono la testa e lui andò ad aiutare qualcun altro.




"Tutto apposto?" chiese.
"Sì, abbiamo trovato il luogo dove fare la festa e gli inviti sono a buon punto".
Lui annuì e riprese a gironzolare per la stanza. 






Il giorno della festa arrivò, il luogo dove si teneva la festa era spettacolare: era addobbato come un vero e proprio fast food: con bancone, tavolini e tutto.
Nel menù erano presenti sia panini classici che varianti tra salati e dolci, così come le bevande.
Le persone chiacchieravano e si divertivano tra karaoke e balli. 



Ispirata al contest "Hot dog party" indetto da Fanwriter.it

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3868211