To dreamland

di La mezzosangue_michael98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 18 anni dopo ***
Capitolo 2: *** Halloween ***



Capitolo 1
*** 18 anni dopo ***


 

Capitolo 1

 

Quella mattina la pioggia scendeva fitta su tutta Londra. Inzuppava le strade e rigava le finestre di ogni casa.

Era divertente vedere le personcine che schizzavano qua e là per ripararsi dall'acqua. 

Quel giorno pioveva molto; in realtà era da circa una settimana che il tempo giocava brutti scherzi.

Tre giorni aveva nevicato senza sosta.. e ora la pioggia. 

All'angolo della strada, apparve un uomo. Era alto e snello, coperto sino alla testa da un mantello nero che strisciava a terra.

Sembrava stesse attendendo qualcosa o meglio qualcuno...

Scrutava il quartiere in cui si trovava con un certo non so che di riluttanza. 

Poi tutto d'un tratto si voltò lentamente, con un sorriso sulle labbra sottili.

"Finalmente!" esclamò quando una figura un pò più bassa apparve proprio davanti a lui. "Pensavo non venissi più." aggiunse.

La figura fece un passo avanti"Abbiamo avuto delle...-fece una pausa socchiudendo gli occhi- complicazioni."

Era una donna, il viso incappucciato, le mani stringevano qualcosa ma era difficile capire cosa poichè lo custodiva con gelosia.

"C'è tutto?" chiese l'uomo.

La donna annuì piano. "Si." rispose. "E' tutto. Non deve fare altro che custodirlo a costo della vita stessa." si fermò guardandolo dritto negli occhi. "ci siamo capiti?" inarcò un sopracciglio.

"Non ti preoccupare. E' in ottime mani." rispose ricambiando il suo sguardo. Prese fra le mani lo scrigno. 

"Quando saprò che il momento è arrivato?" domandò cacciando una mano dentro al mantello, estraendo una elegante pipa verde smeraldo. 

"Quando verranno a cercarla." rispose la donna osservandolo mentre si portava la pipa alle labbra, e la accendeva con un fiammifero.

L'uomo aspirò ed inspirò una nuovoletta di fumo.

"Bene allora. Al prossimo incontro." disse voltandosi.

La donna sorrise. "Per favore, fa di tutto per proteggerla." disse più supplichevole.

"Lo farò, lo scrigno sarà al sicuro."

"Non mi riferisco allo scrigno."disse solo per poi guardarlo per l'ultima volta.

Fù questione di attimi per sparire nel nulla...

L'uomo con la pipa non disse nulla, ma rimase ancora un pò a guardare il punto in cui si era dileguata la donna.

 

18 anni dopo...

 

"Si trovava in un locale quella volta. Il sogno era offuscato, c'era parecchio fumo e le luci colorate non davano nessun aiuto. Illuminavano solo metà del suo viso, quello rigato dallo squarcio. Il ragazzo si avvicanava sempre di più con un pugnale. Accerezzava la lama affilata e sorrideva malignamente. Improvvisamente la colpì al ventre. Gridava ed implorava ma nessuno la sentiva..."

Fù così che per l'ennesima volta, Maya Wicked si svegliò nella sua cameretta, fra le lenzuola stropicciate.

"Ancora lui!" gridò portandosi una mano sul petto per via dello spavento. Il suo cuore batteva all'impazzata, come un tamburo. 

Non è possibile si disse passandosi una mano sul viso sudaticcio.

Erano mesi che ormai Maya faceva dei sogni insoliti. La maggior parte delle figure non le aveva neanche mai viste. Ma in particolare, quasi ogni notte, nel suo sogno appariva un ragazzo, ciò che accadeva era diverso, ma la figura del ragazzo era sempre presente.

E la cosa la stava facendo impazzire, non riusciva a fare sogni tranquilli.

La cosa strana era che terminavano tutti allo stesso modo, con la sua morte.

Guardò la sveglia e segnava le 7 in punto, perciò era giusto in tempo per la scuola.

Scostò le coperte e si alzò trascianndosi svogliatamente al bagno.

Lavò viso e denti, tornò in camera frugando nell'armadio in cerca di qualcosa di presentabile.

Sistemò la chioma bionda in una coda alta, afferrò la giacca in pelle e scese le scale.

Si chinò a raccogliere la tracolla  che giaceva sul pavimento della cucina e se la caricò sulle spalle.

Udì un miagolio e una presenza attorno alla caviglia; guardò in basso notando Mr. Ciddle, il micio di Thelma. Gli accarezzò il dorso, ricevendo un'altro miagolio. 

"Maya sei tu?" parlò una voce dal soggiorno. La ragazza si sporse notando l'anziana signora seduta sulla sua solita sedia a dondolo.

Sorseggiava una tazza di thè, che con la sua aroma annebbiò il soggiorno. 

"Si Thelma. Sto andando a scuola."

"Torna presto mi raccomando. Sta sera accadranno molte cose me lo sento." disse l'anziana.

"Per forza, è Halloween!" rispose Maya sorridendo, inginocchiandosi davanti a lei. "Non credo ci sia festa più stupida." aggiunse 

"Vorrei che tu restassi a casa sta notte."

"Non preoccuparti Thelma, sarò con James. Questa sera si esibisce insieme alla sua band per la prima volta."

La donna si raddrizzò gli occhiali sul viso.

"Quel ragazzo crede ancora di poter diventare una rockstar?"

Maya annuì pur sapendo che la donna non potesse vederla, poichè fosse cieca. La ragazza si chiedeva spesso che cosa le fosse accaduto o se fosse nata così, non glielo aveva mai chiesto per non essere troppo indiscreta o metterla in imbarazzo. Alle volte Thelma sembrava che i suoi altri sensi fossero amplificati: il suo udito, per esempio, era infallibile.

"Immagino." disse la donna sorridendo. "Be' non succederà mai, mi dispiace per lui." disse infine.

"Come lo sai? Magari il destino si avvererà." 

"Non ci giurerei." disse ancora Telma, con un tono un pò più sicuro. 

Maya smise di ridere." Be'..." disse avvicinandosi alla guancia della donna per poi stamparci un bacio. "Io vado Thelma, ci vediamo dopo." disse infine.

La ragazza uscì di casa, slegò la catena con il lucchetto della sua bicicletta rossa e si avviò.

Prima di recarsi a scuola, Maya faceva il suo solito giro per il vicinato, consegnando la posta. 

La paga non era gran chè, ma aiutava Thelma ringraziandola per averla accolta in casa quando era solo una bambina fuggita dall'orfanotrofio alla tenera età di sette anni. 

Maya era profondamente grata per essersi presa cura di lei, per averle dato una casa e una famiglia. Quello che non aveva mai avuto.

Terminato il suo giro, la ragazza si recò alla caffetteria quotidiniana per unirsi al suo migliore amico.

James Clayton era un ragazzo di circa 1.80, corporatura media e occhi azzurri limpidi come il cielo. I capelli biondi quasi sempre spettinati e una strana ossessione per le band vecchio stile. Era un amico fedele, premuroso e sempre pronto a mettere il bene altrui prima del suo, come faceva molte volte con Maya. 

Si erano conosciuti fra i banchi di scuola, quando nessun bambino osava avvicinarsi a Maya poichè fosse l'unica bambina orfana della scuola.

James fù l'unico ad avvicinarsi e presentarsi. Da quel momento non si erano mai separati, parevano quasi gemelli.

Maya ordinò una tazza di cioccolata calda per poi accomodarsi vicino all'amico che aveva intravisto prima di sedersi.

"Hey!" lo salutò il biondo "finito il giro?"

"Fortuntamente si." rispose la ragazza; poco dopo arrivò la sua ordinazione.

Mentre beveva qualche sorsetto, sentì una voce robotica provenire dalle casse della caffetteria.

"Salve a tutti!" parlò una voce, richiamando l'attenzione dei presenti i quali si voltarono verso il palco imbattendosi in un ragazzo. Maya riconobbe Connor, un compagno di scuola che stringeva fra le mani un microfono. "Oggi abbiamo una sorpesa speciale. Vorrei chiedere al mio caro amico James Clayton di salire qui sul palco."

"Ma di che parla?" bisbigliò Maya, sorpesa.

"James Clayton per favore sali sul palco. E' arrivata l'ora della tua canzone!" annunciò sorridendo. 

"Ahm.." fece il biondo rosso in viso "Non ne ho assolutamente idea. Credimi." intanto il pubblico lo incitava a salire sul palco con fischi e battiti di mani.

Il ragazzo a quel punto si alzò in piedi, imbarazzatissimo.

"Su James- disse Maya battendo le mani- canta una canzone!" disse ancora dandogli una leggera pacca sulla schiena. 

James si avviò e con lo sguardo maledisse Maya poichè non lo stesse aiutando.

Salì sul palco afferrando il microfono che gli aveva dato Connor. "Ahm.. salve" la sua voce eccheggiò tremolante e alta su tutta la caffetteria.

"Adesso i-io vi canterò una canzone. L'ho scritta da dopo, e la dedico interamente alla mia migliore amica Maya Wicked seduta lì infondo- disse indicandola col dito- quella biondina per nulla comprensiva e tremendamente dispettosa. "continuò facendo attira l'attenzione sulla ragazza.

Maya si sentì avvampare con lo sguardo di tutti addosso. 

Il suo sguardo improvvisamente vagò su una figura incappucciata che si muoveva furtivamente.

La figura si fermò davanti ad una tenda che solitamente era riservata al personale della caffeteria. Sparì dietro di essa.

Maya, incuriosita, la raggiunse e quando varcò la tenda, quasi le venne un infarto.

La scena era confusa, ma stranamente familiare.

La stanza era piena di fumo, delle luci fosforescenti lasciavano intravedere qualcosa, ma era tutto molto confuso. Maya vide la figura incappucciata al centro della stanza. 

Una luce si fermò proprio sul suo viso, illuminandolo. 

Maya non poteva crederci, non voleva crederci.

Il ragazzo del suo sogno era proprio davanti a lei. 

"No." le uscì dalle labbra, il ragazzo incrociò il suo sguardo. 

Quella cicatrice squarciata a metà il suo volto.

"Maya Wicked." disse il ragazzo. "Vieni con me!" conitnuò avanzando verso di lei.

La ragazza si voltò cominciando a correre, attraversò il corridoio della caffetteria, senza voltarsi. 

Una voce le ordinava di fermarsi, ma lei continuava a correre senza smettere.

"MAYA!" gridò improvviasamente qualcuno facendola svegliare.

La ragazza si voltò di scatto: era seduta al suo tavolo, la cioccolata ancora fumante. 

"Maya che ti succede?" era James che continuava a scuoterla.

"C'era... c'era.." che diavolo era successo? si era addormentata senza accorgersene?

James era preoccupato. "Cosa?"

Maya si passò una mano sul viso. "Scusa io..io devo andare." mormorò alzandosi.

"Maya che cosa hai?"

"Nulla devo solo.. andare."rispose solo per poi uscire dalla caffetteria.

Le faceva male la testa: ma cosa le era successo? Quella volta il sogno sembrava così reale, eppure.. non si era accorta di essersi addormentata... 

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Capitolo 2
*** Halloween ***


Capitolo 2

Era sdraiata sul suo letto con Mr Ciddle, il suo micio, disteso sulle gambe.
La ragazza era ancora indecisa su cosa indossare per l'esibizione di James. Anche se in realtà non ne aveva poi così tanta voglia dopo quello che era successo quella mattina.
Scostò Mr Ciddle per poi recarsi davanti all'armadio, tirando fuori quasi tutti i vestiti che aveva.
Non fù una cosa molto difficile in realtà, indossò un vestito nero semplice e un cappello da strega. Si truccò quel giusto che era adatto a lei, per poi indossare gli anfibi: pronta per essere una strega ad Halloween.
"Maya credo sia arrivato quel tuo amico biondo." disse Thelma dal piano di sotto.
"Arrivo!" esclamò la ragazza indossando un finto mantello nero.
Scese le scale, trovandosi il suo migliore amico davanti alla porta d'ingresso travestito da lupo mannaro.
"Buonasera streghetta!" la salutò James sorridendo, mostrando le zanne finte. A Maya venne subito da ridere poiché con il pelo finto tutte sulle sopracciglia, le mani e il collo fosse proprio buffo.
"Buonasera a lei, signor mannaro." sorrise la ragazza.
Thelma si avvicinò alla ragazza, posandole una mano sulla spalla. "Fa' molta attenzione piccola, per favore." disse ma la sua espressione era preoccupata.
"Thelma, qualcosa non va?"
La donna scosse il capo. "Ti voglio bene, Maya. Voglio solo che tu stia bene." disse per poi accarezzarle il viso.
"Anch'io Thelma. Sei sicura che qualcosa non va?" domandò nuovamente notando lo strano comportamento dell'anziana.
"Nulla cara. Volevo solo dirtelo."
Maya sorrise appena. "Ci vediamo dopo." le lasciò un bacio sulla guancia per poi andare.
"Fa' attenzione piccola mia." mormorò chiudendo la porta. "Demoni, proteggetela." mormorò ancora.
 
 
James stava suonando con la sua band, mentre Maya, in prima fila ballava e cantava da brava fan numero uno. Le loro canzoni erano proprio belle, e in quel momento stava dimenticando della preoccupazione di Thelma.
Ma stava ballando già da un pò, aveva bisogno di bere qualcosa di fresco. Si allontanò, raggiungendo il bancone.
Si avvicinò al volto della barista per gridarle un drink fresco.
La barista annuì iniziando a prepararlo.
Poco dopo le servì il drink, la quale prese in mano. Ma prima di poter bere, vide qualcosa di strano nel bicchiere. Osservò bene: era uno strano disegno biancastro.
"Scusa, hai messo qualcos'altro nel drink?" domandò alla barista che scosse il capo.
"No perchè?"
"Perchè c'è una specie di disegno." disse per poi mostrarle il bicchiere ma la ragazza la guardò confusa.
La ragazza essendo molto presa dalle ordinazioni, guardò velocemnte per poi dire "Io non vedo nulla." e poi allontanarsi.
Maya roteò gli occhi al cielo sbuffando. "Si beh grazie lo stesso." disse ironica tornando a guardare il bicchiere che non aveva più nulla di strano.
Bevve qualche sorso per poi lasciare il bicchiere sul bancone.
Si guardò attorno sentendosi un pò spaesata e osservata.
Qualcuno la stava guardando, alla sua destra, dall'altra parte del bancone.
Era la figura incappucciata, di nuovo. Si voltò ma Maya la seguì ancora una volta.

Uscì dal locale ritrovandosi in una stradina buia. 
Cominciò a piovere, prima piano e poi forte. Sembrava quasi un brutto sogno o la scena di un film horror tant'è che era terrorizzata.
Il rumore dei suoi passi echeggiavano, il respiro affannoso e poi un forte tuono la fece sobbalzare.
Si appoggiò ad un muro umido, vicino a dei cassonetti e fù all'ora che nella penombra, lontano da lei di pochi metri lo vide.
Il ragazzo dei sogni era proprio davanti a lei.
Si paralizzò all’instante cercando di capire se era un’allucinazione o se stesse sognando.
Si voltò verso Maya, mettendosi in posizione pronto ad attaccare.
Dalle sue mani cominciò ad uscire del vero e proprio ghiaccio.
"Ma che diavolo.." fece lei strabuzzando gli occhi.
Il ragazzo lanciò qualcosa verso di lei, toccandole la guancia. Questo cadde a terra e la ragazza si voltò sbalordita.
Non poteva crederci: dalle mani di quel ragazzo era uscito un coltello fatto completamente di ghiaccio.
Istintivamente portò la mano sulla sua guancia che era stata rigata dalla lama ghiacciata.
"Ma che cosa sei?!" strillò indietreggiando, ancora al suolo.
"Dove si trova Maya Wicked?" rispose avvicinandosi, tenendo le mani ben puntate contro di lei.
Maya approfittò della situazione: tirò un calcio contro lo gamba del ragazzo che costretto dal colpo subito, si piegò perdendo l'equilibrio.
Si trovò al suolo e Maya riuscì a guizzare via come un'anguilla elettrica.
Era quasi riuscita a scappare, ma il ragazzo l'aveva raggiunta.
Un qualcosa di simile ad una palla di neve la colpì dritto alla schiena, facendola cadere al suolo.
Era bloccata, incapace di muoversi.
Il ragazzo la raggiunse, puntandole uno di quei coltelli di ghiaccio alla gola.
"Dimmi dove si trova Maya Wicked!"
"Non lo so." rispose la bionda. Iniziava a sentire freddo e sentiva il ghiaccio espandersi per tutto il suo corpo esile.
"Se menti, il ghiaccio si diffonde più velocemente. Quindi o mi dici dove si trova o muori assiderata." disse pacato.
A Maya le mancava il respiro, sentiva i muscoli stringersi, il sangue quasi non circolava più e il battito del cuore stava per cessare.
"Dov'è!?" gridò nuovamente il ragazzo.
"C-e l-l'hai d-davan-nti." balbettò.
Il ragazzo strabuzzò gli occhi confuso. "Cosa?"
"I-io s-s-ono Maya."
"E perchè non lo hai detto prima!" Abbassò l'arma, gettandola a terra facendola rompere in mille pezzi.
Si tirò su, levandosi la giacca. Aiutò Maya a rialzarsi per poi poggiarle la giacca sulle spalle, la quale lo osservò confusa ed incredula allo stesso modo.
Un minuto prima la stava uccidendo e un minuto dopo l'aiutava?
"T-tu." disse mettendo bene a fuoco la vista. Riconobbe la cicatrice, ed era quasi tentata dal toccarla. "S-sei tu." disse ancora ma era fin troppo priva di sensi per riuscire a fare qualsiasi cosa.
Diversi istanti dopo Maya socchiuse gli occhi, svenendo fra le  braccia del ragazzo.
Questi roteò gli occhi al cielo.
"Grandioso." mormorò. "Ora sono fottuto." terminò sbuffando.

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