Così come sei

di SuperGirl22
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Flashback



-Lena, torna subito dentro! E’ tardi.-

Lena obbedisce, tornando in casa seppur controvoglia.

-Mamma, ma è ancora giorno!Ed è estate-

-Sei stata fuori a giocare fin troppo.-

-Ma mi divertivo!-

-Ok, Lena. Ora stammi a sentire: se vuoi giocare, d’ora in poi, devi dirmelo e ti porto a casa di Eve o di chi vuoi tu…-

-Io non voglio giocare con Eve. E’ cattiva! Mi fa i dispetti e gioca con me solo per Lex mentre Kara...-

La madre spazientita, alza un po’ troppo la voce.

-Kara non è una tua amica, chiaro? E’ la figlia dei nostri vicini e tale deve restare. -

-Ma perché? E’ simpatica.-

-Non è simpatica, Lena. Ora sei troppo piccola per capire, ma un giorno mi capirai. -

-Non sono piccola. Ho dieci anni!-

-Giusto... sei grande! –sospira, scuotendo la testa.

– senti, non devi giocare con lei. Basta.-

-Ma tanto domani ha detto che va via…-

-Davvero? Beh, sarà solo positivo per te. Soltanto positivo. E domani fatti trovare tutta bella pulita e vestita bene così andiamo a casa degli Spheer appena torno da lavoro…io prendo un tè con la madre di Jack e tu stai con lui.

-Ok… e non posso salutare Kara?-

-Quand’è che va via?-

-Ha detto dopo pranzo.-

-Va bene. Domani la saluti.
-Ok.-



Fine Flashback



Quel saluto non c’era stato. Sua madre aveva fatto in modo che tornassero tardi e, quando lei si precipitò davanti la porta di Kara per regalarle il suo sorriso e il suo –ciao, ti voglio bene-, non trovò nessuno in quella casa.

Ora Lena aveva ventiquattro anni, aveva ereditato la L-Corp e presto l'avrebbe gestita sotto supervisione della madre.


-Faccia attenzione, signorina Luthor! Non si sporchi. Oggi ci sarà la sua prima riunione.

-Si, Laurel. Non sono più una bambina, non sporcherò nulla.-

-Questa sera arriverà il suo ragazzo, la signora Luthor mi ha comunicato di prepararvi la cena, desidera qualcosa in particolare? -

-No, grazie. Fai tu. -
Non era particolarmente felice di vedere Jack, tra di loro non c'era una relazione d'amore ma solo di interessi tra famiglie. Jack era sempre fuori per lavoro e Lena era davvero grata di questo.

-Non posso stilare una lista per stasera senza che lei mi dia le direttive. -

-Va bene, te le farò avere entro stasera. - alzò gli occhi al cielo.

Da quando avevano licenziato la donna che l'aveva vista crescere, che gli preparava colazione, pranzo, cena, che gli voleva bene come se fosse sua figlia e che sarebbe andata anche contro la sua padrona pur di difenderla, gli avevano rifilato una stronza che più stronza non si può.

Lei, però, la subiva, lasciava passare ogni cosa come faceva dal momento in cui aveva cominciato a capire un bel po’ di cose.



Uscì fuori dall'appartamento di National City, comprato dalla madre e davanti a lei, a pochi metri, vide ciò che non vedeva da tanti anni.

E nonostante erano passati tanti anni lei riconobbe quei capelli, quel naso piccolo, l'espressione, le abitudini e i capelli raccolti. Riconobbe quella che era una ragazzina bionda con gli occhi color cielo di dodici anni, poco più grande di lei, che era diversa da lei ma con la quale si trovava talmente bene a giocare e a parlare.

-Kara- la chiamò stupita.

Kara voltò lo sguardo e sbarrò gli occhi riconoscendo subito Lena, guardò la ragazza vicino a lei poi riguardò Lena e abbassò la testa.

La rossa vedendo la reazione di Kara le sussurrò qualcosa e quest'ultima immediatamente annuí, la donna vicino Kara lanciò uno sguardo su Lena e con un cenno decise di andare verso l'appartamento di fronte al suo. Lena titubante di fronte la bionda e non sapendo cosa fare mosse qualche passo verso di lei, ma Kara abbassò lo sguardo di nuovo e con fare deciso si voltò verso la porta dove poco prima era entrata la ragazza che era con lei.

-Kara, aspetta!-

Fece come lei le chiese, e si voltò di nuovo verso Lena.

-Kara.-

-So bene come mi chiamo.-

-Dio mio, sei… sei cambiata da morire, ma sei sempre la stessa. -

-Devi trattenermi per molto?-

-Che..che ho fatto, Kara? Si, lo so. Non ci siamo visti e sentiti per anni…però …-

-Però niente. -

-Sbaglio o... sei arrabbiata con me?-

-No, figurati. Tredici anni fa sono partita e non sei neanche venuta a salutarmi. Una cosa da niente.-

-Kara, avevo dieci anni. Non era colpa mia…e tu lo sai. -

-Si, lo so. -

-Dopo tredici anni provi ancora rabbia?-

-Si, perché sono stata malissimo. Ho suonato mille volte a casa tua, ma non c’era nessuno. Abbiamo perso il treno, per colpa tua. Ho vissuto delle cose orrende e tu mi avevi promesso di esserci e invece non ci sei stata.-
-Avrei voluto esserci, ma non comandavo nulla. -

-E ora?-

Lei sorrise, sospirando.
-Ora non è cambiato niente. Mia madre non cambierà mai…ma oramai ci ho fatto l’abitudine.-

Attimi di silenzio, e poi un incatenarsi di sguardi assurdo. Dopo tanti anni, come se fosse sempre tutto uguale. Ma non ers uguale, perché prima erano bambine. Ora erano due donne. Tante cose erano cambiate.



-Mi perdoni?- chiese lei, sperando in un si.

Lei abbassò la testa, riflettendo o facendo finta di farlo. Poi la rialzò.

-NO-
Un altro gioco di sguardi, prima di voltarsi.

-Come mai sei qui? Immagino sia per l'azienda. - chiese ancora ferma di spalle per evitare di mostrare le sue emozioni.

-Sai che... -

-Che tuo fratello ha dato di matto e ha tentato di uccidere l'intera umanità? Si, lo so. -

Lena restò stupita dal tono della ragazza, doveva essere davvero arrabbiata per parlarle in quel modo.
Abbassò lo sguardo triste, ormai tutti conoscevano la storia della sua famiglia e tutti le stavano alla larga, la sua fama negativa la precedeva ovunque e nessuno era davvero interessato a lei se non per il fratello pazzo.
Gli occhi le si fecero lucidi.
Kara capendo di essere stata troppo dura si voltò a guardarla.
-Mi dispiace… Ho esagerato. -

-Tranquilla, ci sono abituata. Comunque dispiace anche a me, mi dispiace davvero Kara. -

-Doveva andare così. -
Lena abbassò lo sguardo e poi sospirò.

-È colpa mia, non doveva andare così. -

-Eri piccola. -

-Potevo cercarti quando ho saputo dei tuoi genitori e non l'ho fatto. - disse realmente pentita.

-Già, potevi. Ma tua madre... -

-Non l'avrebbe permesso. Comunque anche tu potevi cercarmi ma sei troppo orgogliosa. -

-Non si tratta di orgoglio. -

-E di cosa? -

-Kara, dobbiamo andare. Mi dispiace interrompervi. - disse la rossa sbucando dalla porta velocemente.

-Va bene, Alex. Adesso vado. Ciao Lena. -

-Possiamo rivederci? - chiese Lena, voleva parlare con lei e chiarire, le mancava e adesso non poteva lasciarla sfuggire così, aveva sbagliato una volta e non poteva rifare lo stesso errore.

-Non ho molto tempo libero. -

-Per favore... -

-Kara! - la chiamò ancora la rossa, Lena la guardò male chiedendosi ancora una volta chi fosse la ragazza e perché fosse così insistente.

-Mi vedrai presto, tranquilla e poi il mio appartamento è di fronte al tuo. Devo andare. - accennò ad un salutò con la mano prima di sparire del tutto.

Lena restò a fissare la bionda mentre andava via frettolosamente, averla rivista le aveva fatto davvero piacere e saperla arrabbiata le smuoveva dentro la voglia di farsi perdonare in qualche modo, voleva riaverla nella sua vita a tutti i costi anche se a sua madre non avrebbe fatto piacere.
Si voltò verso l'auto messa a disposizione dalla madre, guardò l'orologio e quando capí di essere in ritardo si mosse velocemente verso di essa. Lillian l'avrebbe sicuramente rimproverata ma quella mattina non le importava nulla, aveva rivisto Kara.


[Il destino non fa mai visite a domicilio. Bisogna andare a cercarlo.]

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Lena era davvero stanca, quella giornata lavorativa era stata davvero pesante, non si era fermata un attimo a causa degli appuntamenti ogni ora e ad inizio giornata, come immaginava, aveva ricevuto i rimproveri della madre.
Finalmente da sola nel suo ufficio si lasciò cadere sulla sua poltrona. Come avrebbe potuto affrontare la cena con il suo fidanzato quella sera? Sbuffò e si passò una mano sul viso, guardò l'orologio sconsolata, le mancava l'ultimo appuntamento prima di tornare a casa quindi decise di riempirsi un calice di vino per rilassarsi prima dell'incontro. Si accomodò sul divano del suo ufficio e per qualche momento decise di liberare i suoi poveri piedi da quelle scarpe infernali, dovevano essere state fabbricate sicuramente da qualche folle ma essendo un regalo della madre doveva indossarle per evitare ulteriori lamentele. Dopo un lungo sorso di vino chiuse gli occhi per rilassarsi e con una mano iniziò a massaggiare la sua spalla.

Cinque minuti dopo qualcuno bussò alla porta del suo ufficio e senza il suo consenso la sua segretaria entrò seguita da una persona che conosceva bene. Doveva di certo mettere qualche regola, la sua segretaria doveva imparare ad aspettare prima di entrare. Lena si raddrizzò immediatamente sulla sua schiena e lasciò la sua spalla fissando la bionda dietro la sua segretaria.

-Signorina Luthor, l'ultimo appuntamento della giornata.-

-Grazie Jess. La signorina può accomodarsi e tu puoi andare a casa.- disse cercando di recuperare le sue scarpe. -Jess, ultima cosa. Quando bussi, aspetta il mio consenso prima di entrare.-
La segretaria annuì colpevole e scusandosi uscì velocemente.
Il silenzio scese in quella stanza, l'aveva rivista solo quella mattina e adesso era di nuovo davanti a lei. Cercò di ricomporsi velocemente.

-Puoi restare anche senza scarpe.- le disse Kara.

-Non credo sia opportuno.-

-Ti ho visto completamente nuda, da piccola.- specificò. - Se stai più comoda così fai pure.-
Le gote di Lena si arrossarono leggermente.

-Non ricordarmi di quella volta.- scosse la testa.

-Eri una bambina, Lena.- disse sedendosi di fronte a lei e lasciando la borsa a terra. -Anche tu lo sei stata.-

-Giusto, a volte lo dimentico.-

-Non dovresti. Comunque, sono qui per l'intervista.- disse uscendo un blocchetto.

Flashback

-Una Luthor che piange, tuo fratello ha ragione a dire che non sei sua sorella. -

-Non è vero!- urlò con tutta sé stessa, i vestiti zuppi di acqua. -Siete degli stupidi. -

-Hai solo questo da dirci? - le dissero puntandole le pistole cariche di acqua.

-BASTA. Lasciatela in pace. - Kara sbucò dal nulla e piena di rabbia si mise davanti Lena. -Andatevene via. -

-È arrivata l'amichetta. - rise il bambino. -Sapete perché le vostre famiglie si odiano? Mia mamma lo dice sempre che voi non dovreste essere amiche.-

-Fatevi gli affari vostri, noi ci vogliamo bene. Non è vero che le nostre famiglie si odiano. - strinse i pugni Kara.

-Lasciali stare, Kara. Andiamo. - le disse prendendole la mano.

-No! Devono pagarla. - disse sfuggendo dalla presa della mora.

-Non ne vale la pena, andiamo. - bastò guardarla negli occhi per convincerla, si allontanarono sotto le risatine ma sicure di loro e insieme perché infondo questo bastava ad entrambe.

Fine Flashback

-Quindi sei tu la reporter che ha insistito di vedermi.- disse compiaciuta sorridendo.

-Non ho insistito per un piacere personale, questo è il mio primo incarico e non potevo deludere il mio capo.-
Il sorriso sulle labbra di Lena sparì di colpo. Da quando Kara era diventata così diretta? Dov'era finita quella bambina dolce di anni fa?

Kara si sentì subito in colpa per quella risposta ma era ancora troppo arrabbiata con la donna per rivolgersi a lei in maniera dolce e gentile.

-Capisco.- deglutì leggermente nervosa la mora, se avesse saputo della presenza di Kara nel suo ufficio di sicuro avrebbe abbondato un po' di più col vino per rilassarsi ovviamente.

-Quando sei pronta iniziamo.- disse scarabocchiando qualcosa sul blocchetto.

-Posso offrirti qualcosa da bere?- le chiese indicando il calice.

-No, grazie. Non bevo mentre lavoro.­

-Giusto, la professionalità prima di tutto.- disse con tono leggermente piccato.

-Non reggo l'alcool, in realtà- confessò.

-Quindi le bevute che ci eravamo promesse di fare da grandi non le avremo potute fare.-

-Ci siamo promesse tante cose da piccole e nessuna di queste promesse è diventata realtà.- disse sistemandosi gli occhiali.

-Kara...-

-Lena, sono qui solo per l'intervista.-

-Hai detto che avremmo parlato.-

-Non oggi, non in questo periodo.-

-Perchè?- chiese allungando la mano sul ginocchio della bionda che prontamente lo spostò.

-Ho altri problemi a cui pensare e la tua presenza non l'avevo messa in conto. Limitiamoci alla professionalità.-

-Io non ti capisco, Kara.- questa volta il suo tono era alterato. -Ne stai facendo una questione di Stato, è stato solo un saluto mancato ed eravamo solo delle bambine, anche io ci sono stata male ma adesso sono qui a chiederti scusa. Perchè tutta questa rabbia?-

Una risata amara ricoprì l'aria.
-Io ci tenevo a te, tanto. -

-Lo so, lo capisco e ho davvero buone intenzioni, possiamo essere di nuovo amiche e questa volta nessuno delle due andrà via.- disse sincera.

-Tua madre non lo permetterà e infondo il tuo è solo senso di colpa, non mi vuoi davvero nella tua vita e infondo è meglio così.-

-Ma che stai dicendo? Tu cosa ne sai?-

- Adesso basta, rispondi solo alle domande che ti farò e poi andrò via.-

-Voglio davvero riaverti nella mia vita, Kara. Voglio conoscerti, voglio sapere che cosa hai fatto in questi anni, voglio parlarti di me e allacciare un'amicizia e questa volta sarà solida. -

Kara sospirò.

-Lo vuoi davvero? -

-Con tutto il cuore. - disse guardandola con quegli occhi limpidi, Kara si soffermò a guardarli restando incantata. Da bambina la reputava bella ma adesso, adesso era qualcosa di incredibile.

-Vediamo, principessa. Devo pensarci. - scherzò ammorbidendosi. La chiamava così anni prima, per i suoi modi, per la sua bellezza e perché veniva trattata come tale.
Lena sorrise felice.

-Lo ricordi ancora? -

-Certo che lo ricordo ancora.-

-Giusto, tu e la tua memoria di ferro. - rise.

-Che vorresti dire? -

-Dimenticavi sempre tutto, ero sempre io a ricordarti le cose. -

-Smettila se non vuoi farmi arrabbiare di nuovo. -

-No, ti prego. - alzò le mani in segno di resa e per un attimo sembravano essere tornate bambine.

-Meglio per te. - sorrise. -Mi dispiace interrompere il momento però questo articolo deve essere pronto entro domani e tra mezz'ora ho un altro appuntamento di lavoro. -

-Va bene chiedimi quello che vuoi però solo ad un patto. -

-Dimmi tutto. - chiede curiosa.

-Domani pranziamo insieme, abbiamo del tempo da recuperare. -

-Va bene, accetto. -

Si sorrisero a vicenda prima di dedicarsi del tutto all'intervista.

[Le tempeste fanno sì che gli alberi mettano radici più forti.] 

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