Figli di un Domani Perduto - Utopia Accademica

di Mercurionos
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Pianeti di Neo Freezer ***
Capitolo 2: *** N.I.S.B.A. ***



Capitolo 1
*** I Pianeti di Neo Freezer ***


Capitolo A1 – Pianeti del Sistema Neo Freezer – Anno 1, 16 Ventoso
 
Carico di flemma e sonno, il professor Appule entrò nell’aula 1.A.0 e si fece cadere sulla cattedra. Solo dopo si ricordò che il N.I.S.B.A. non era attrezzato con cattedre o simili, e si rialzò dal freddo pavimento della classe. Gladyolo, efficientissimo come rappresentante della 1.A.0, aveva già esortato i suoi compagni ad alzarsi per il saluto mattutino, quando si avvicinò prudente al docente di Soppravvivanza in Ostili Situazioni: “Professore, è tutto a posto?” Chiese non tanto per timore che si fosse fatto male, quanto per educazione. Educazione che il resto della classe a difficoltà stava a cuore, tanto che era impossibile ignorare i molteplici sghignazzi e sommessi risolini. Tranne la risposta di Vegeta. Il giovane saiyan non aveva nemmeno tentato di celare una sonora risata, tanto che contagiò alcuni colleghi a fare lo stesso.
 
“Dannazione, questi maledetti pavimenti sono troppo lisci per i miei gusti… Allora, vogliamo fare silenzio? Signor Gladyolo, sono presenti tutti all’appello?”
Il ragazzo rispose con un composto cenno della testa, al che il professore picchiettò con un dito la grande lavagna-teleschermo per cominciare la lezione. Un grande schema di pianeti apparì di fronte agli studenti, che lo fissarono mostrando… Differenti gradazioni di interesse, per così dire.
 


“Bene, bene… Oggi ci occuperemo di studiare il luogo dove ora abitiamo, il sistema opportunamente chiamato Neo Freezer. Vedete di prendere appunti, perché molte delle missioni che svolgerete nei prossimi anni si svolgeranno all’interno del sistema, che è perfetto per sperimentare la vostra capacità di adattamento alle situazioni più svariate.
 
Il sistema planetario Neo Freezer, situato nel settore centrale del Settimo Universo, è un sistema semi-artificiale costruito in circa dieci anni standard per ordine del nostro supremo Imperatore Galattico Lord Freezer, da cui deriva anche il nome stesso del sistema. Precedentemente quasi al 100% sterile, è stato riadattato per poter ospitare la vita sulla maggior parte dei pianeti del sistema, a partire dal pianeta che condivide il nome con la stella, Neo Freezer. Il Progetto per il Riadattamento dell’Originalissimo Nucleo Trasformato Imperiale (in breve, il P.R.O.N.T.I.) è stato affidato alla sezione scientifica dell’Esercito Imperiale poco dopo la distruzione del pianeta Vegeta, precedentemente abitato dalla razza Saiyan e dalla razza Tsufuru, di cui però si hanno poche e discordanti notizie, che mai saranno approfondite per la scarsità dell’interesse scientifico. Signor Vegeta, la prego, smetta di digrignare i denti in quel modo: faccio fatica a sentire i miei stessi pensieri.
 
Partiamo dalla nostra stella, da cui prende il nome sia il nostro sistema che questo pianeta, Neo Freezer. È una stella di dimensioni minori, principalmente costituita da idrogeno. Si è stimato sia parecchio anziana, quindi ha una superficie stabile e non è soggetta a venti solari. È stata scelta come nuovo nucleo dell’impero poiché non sembra voglia svilupparsi in una supergigante, né collassare in una stella inattiva, inoltre la sua zona abitabile è abbastanza ampia, e contiene ben quattro dei cinque pianeti del sistema. Sì, signor Bueno?”
 


Il tozzo ragazzo seduto nell’angolo della stanza si alzò in piedi nervoso, e cominciò a grattarsi le folte basette color cenere: “Ehm, ho sendido que la nuestra stella esta particolarmiente fredda per ospitar la vida, è vero?”
Il professor Appule batté le mani, visibilmente felice dell’intervento: “Sì, è esatto. Non posso dilungarmi molto sull’argomento visto che siete ancora cadetti, ma è grazie all’intervento diretto di Lord Freezer che la stella ha una temperatura accettabile per la vita su questi pianeti. Prima di ciò era troppo fredda, infatti sui pianeti più esterni si trova ancora molto ghiaccio.
 


Ma continuiamo. Il primo pianeta è stato chiamato Homura, ed è estremamente vicino al nostro sole. Essendo molto piccolo e vicino alla stella non si gira, quindi non ci sono giorni come li intendiamo noi. È talmente vicino che la metà sempre rivolta al sole è praticamente un oceano di metallo fuso, mentre la parte opposta è tremendamente gelida, dato che non esiste una vera e propria atmosfera. Anche la gravità è praticamente inesistente.
 


Subito dopo troviamo il nostro bellissimo pianeta, Neo Freezer. Fino a qualche anno fa era inospitale, estremamente caldo e con un’atmosfera per molti tossica, ma ora è perfettamente vivibile. Come forse avete potuto notare si stanno delineando i primi biomi diversi dalle pianure e foreste che circondano la città. Lord Freezer ha fatto modificare il pianeta fino a quando non avrebbe rappresentato la perfetta media dei pianeti abitabili nell’universo. Ah, giusto. Neo Freezer ha anche due satelliti naturali: il primo e più vicino è stato chiamato Cold, in onore del precedente signore dell’Universo, che voi tutti conoscete bene, spero. Il secondo, più piccolo, si chiama Colder perché… Fa molto freddo.
 


Il terzo pianeta è chiamato Handor. Si sieda composto, signor Guldo, e la smetta di scaccolarsi.”
“Ehi! Ma io…”
“Non mi interessa il suo grado. Fino a quando siamo su questo pianeta e voi siete cadetti di questa accademia, io sono il vostro responsabile superiore. Ora, per cortesia, volgete la vostra attenzione a Handor e ai suoi quattro satelliti. Handor sta ancora attraversando la fase bioformante, è ricco d’acqua e ossigeno, ma al momento tutto il pianeta ospita solo fitte foreste e aride lande montane. Fa anche abbastanza caldo lì! Una volta ci sono stato per una semplice ricognizione, e la mela che stavo mangiando si era lentamente arrostita. Ah ah ah.”
Gli alunni non risero, alcuni assunsero perfino un’espressione sbalordita e schifata al tempo stesso.
“Come potete vedere dalle immagini, i primi due satelliti sono ricolmi d’acqua, degli altri due non so dirvi molto, ma credo facciano parte del progetto di bioformazione.”
 


“Ecco, la bioformazione non è ancora iniziata su Kagero, il quarto pianeta del sistema. Al momento ha l’aspetto di un’unica landa ghiacciata, ma sono state introdotte delle alghe per cominciare il processo che renderà il pianeta abitabile. La qualità dell’aria è resa eccellente proprio grazie a queste, e le radiazioni solari sono bloccate dal potente campo gravitazionale del pianeta: infatti la gravità su Kagero è quasi dieci volte quanto quella su Neo Freezer!”
 
Sentendo queste parole Vegeta scattò in piedi. Appule osservò confuso il suo sguardo avido, che poco bene nascondeva un’intenzione egoista.
“Signor Vegeta, ha per caso qualche domanda?”
“Io? Sì! Si può visitare Kagero?”
“No.”
“Come no? Se volessi andarci nel fine settimana?”
“Non le verrebbe accordato il permesso. Signor Vegeta, invece di pensare a visitare pianeti poco ospitali le consiglio di cominciare a studiare. Il suo rendimento è sotto la media, e le lezioni sono cominciate meno di venti giorni fa!”
Vegeta farfugliò qualche parola incomprensibile, e si accasciò sulla propria sedia. Poi appoggiò il mento al banco e continuò a seguire la lezione.
 
A tal proposito, vi avviso che su Kagero sono state registrati forti correnti ed emanazioni di etere, che danneggiano pesantemente la nostra strumentazione. Inoltre rendono difficile il controllo dell’aura. Tutto ciò, unito all’alta gravità, rende il pianeta un luogo veramente pericoloso. Signori Krumbo e Iru, per cortesia state attenti. È altamente probabile che dobbiate affrontare una missione su Kagero nei prossimi mesi, quindi STATE ZITTI! Il satellite del pianeta, Kaiten, è una roccia senza atmosfera ricca di metalli e sali, credo venga usato come deposito per questi materiali naturali.
 


L’ultimo pianeta si chiama Rim. È l’unico pianeta in origine già adatto alla vita, nel sistema, e già da tempo ospita alcune basi militari e di ricerca. Ha una domanda, signorina Frida?”
La ragazza dallo sguardo freddo ed inespressivo si alzò lentamente in piedi, tenendo le mani delicate sempre intrecciate tra di loro: “Signore, ho sentito che una buona parte delle missioni mensili che svolgeremo saranno effettuate nelle basi su Rim, è corretto?”
 
“Vedo che sei informata bene. In effetti sulle basi di Rim vengono svolte varie ricerche, di tipo estremamente eterogeneo. Talvolta capiterà che dovrete tornare più volte sul pianeta per svolgere compiti differenti. È bene notare che benché su Rim esistano forme di vita, queste si trovano solo a basse latitudini, e avvicinandosi ai poli si incontrano subito enormi distese di ghiaccio. Le temperature sono sempre molto basse, quindi è bene proteggersi dal clima avverso.
 
Oltre Rim si trova la spessa fascia di asteroidi di Nodoph, che circonda l’intero sistema. Ovviamente è disabitata e non dovrebbe interessarvi nemmeno quando la attraversate con le sfere d’assalto. Ora scusatemi, devo andare in bagno. Continuiamo dopo."


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Capitolo 2
*** N.I.S.B.A. ***


Note dell’Autore:
 
Come, siamo già alle solite pallosissime note dell’autore? Che noia!
No no, tranquilli. Volevo spiegare in anticipo ai lettori il perché di questo episodio (che tanto non leggerà nessuno però vabbè, a me serve e ai tre lettori che mi seguono potrebbe interessare). Dal momento che tutta la storia narrata in “Figli di un Domani Perduto” avviene al N.I.S.B.A., il Nuovo Istituto per l’Istruzione nella Bellica Arte, pensavo fosse opportuno illustrare l’immensa struttura.
 
Inoltre, devo giustificare la… “qualità” delle immagini. La mia abilità come illustratore non è prossima allo zero, ma non è nemmeno abbastanza alta da permettermi di disegnare bene prospettiva ed elementi architettonici come si deve. Ho tentato varie volte di disegnare uno scorcio della struttura, ma il risultato sembrava lo scarabocchio di un lattante (con tutto il dovuto rispetto per gli artisti in fasce). Ho pensato poi di fare alcuni modelli in 3d con qualche software gratuito. O con Paint3D. Non è andata bene.
 
Alla fine ho avuto un’idea geniale. Fare tutto con i LEGO®. E no, non con quelli veri perché costano e non ho tutti quei pezzi. Ho creato dei piccoli modelli con LEGO® DIGITAL DESIGNER. Sono… decenti, perlomeno si capisce cosa dovrebbero rappresentare. Spero che apprezziate. Gli edifici in realtà me li immagino più slanciati, non così... cubettosi. Chiedo anche scusa agli utenti da PC, ho ridimensionato le immagini per poterle vedere bene anche da mobile.
 
Nei prossimi minuti potreste chiedervi: “Ma perché cavolo non ha fatto l’architetto se gli piace perdere così tanto tempo in calcoli e modellini?”
Non ne ho idea. Credo non mi andasse proprio di fare modellini di compensato e studiare strutture iperstatiche. Che palle studiare.
 
Buona lettura!
 
Capitolo A2 – N.I.S.B.A. – 1° aprile 749


 
“Ragazzi, devo lasciarvi per stasera. Ho un’ultima riunione con gli altri docenti.”
Nappa si congedò dai suoi protetti, lasciandoli insieme alla coppia di principi dai capelli albini. Notando che Vegeta stesse sfidando Gladyolo con lo sguardo, Radish si intromise tra i due principi per scongiurare un duello: “Allora… Stavi dicendo che saremo in classe insieme?”
“Sì, esatto. I vostri risultati sono stati eccellenti come immaginavo.” Rispose Gladyolo, focalizzandosi completamente sul saiyan capellone.
“Immaginavi?”
“Beh, certo. Immagino che le dicerie sull’abilità dei saiyan non siano semplici leggende, o sbaglio?”
Vegeta fece un passo in avanti, ringhiando: “CERTO CHE NO!”
 
L’irruzione di Vegeta sorprese parecchio gli altri due ragazzi ma, una volta alzati gli occhi, si accorsero di un avvenimento decisamente più peculiare: Pump aveva posto la piccola Dylia sulle proprie spalle, aveva disteso le braccia e cominciato a fare versi degni di un bambino. “KIIIIIN!” continuava a gridare ridendo, mentre correva per il piazzale dell’accademia come un’astronave. Dylia evidentemente apprezzava, dal momento che aveva cominciato a piangere per le troppe risate.
 
“Ehm… Comunque io sono Radish.”
“Eh? Ah sì, scusami. Io sono Gladyolo Vi Hakala.”
“Che significa il “Vi”?”
“Temo che non lo sappia nemmeno l’autore… Comunque, visto che ci siamo, volete fare un giro dell’istituto?”


 
Dati dell’istituto:
  • struttura a corona dodecagonale, con due ali principali, un lato mancante come ingresso allo spazio interno
  • diametro del cortile interno: 280,1m
  • area del cortile interno: 61’628mq, più grande di Piazza San Pietro a Roma
  • diametro dell’intera struttura: 355,5m
  • superficie totale del complesso: 99’270mq, l’equivalente di circa quattordici campi da calcio
  • diametro totale (inclusi terreni di combattimento): circa 700m
  • area totale (inclusi terreni di combattimento): oltre 1'500'000mq, sulla Terra non ci sono piazze tanto estese, ma è più di tre volte la dimensione di Piazza Tiananmen a Pechino
  • perimetro dell’istituto: 1116,9m
  • superficie totale calpestabile (interni): 450’418mq, il che renderebbe il complesso più grande dell’aeroporto di Narita, ancora di più della stazione di Nagoya
 
Pump fermò la sua corsa divertita al suono di quelle parole: “Ehi! Vuoi portarci in giro? Io ci sto.” E scambiò uno smagliante sorriso con Dylia, che non aveva alcuna intenzione di scendere dalle spalle della saiyan. Radish dimenticò qualsiasi tensione o preoccupazione, e approvò l’iniziativa. Vegeta si limitò soltanto a sbuffare, alzare gli occhi al cielo e mettersi in fondo alla fila.
 
“Dato che alla fine ci ritroveremo tutti nella stessa classe, possiamo benissimo cominciare da lì, che ne dite?”
Il gruppo (eccetto Vegeta, ovviamente) acconsentì, e si diresse verso la scalinata d’ingresso del primo edificio del complesso. Sopra alla porta spiccava un’enorme placca metallica recante una singola lettera: “A”.
“Questa è la sezione A, dove saremo noi per i prossimi anni. Veniamo inseriti in base al punteggio del test, e le sezioni terminano alla decima, la J.”
Appena entrati, i ragazzi svoltarono a sinistra per salire una scalinata di spesso metallo, e raggiunsero il primo piano.


 
Dati strutturali delle sezioni:
  • Angolo: 150° l’una dall’altra
  • Estensione: 72,5m x 37,7m
  • Altezza: 31,75m + tetto, incluso piano seminterrato
  • 5 piani sopraelevati, alti 5m
 
“C’è un piano per ogni anno, giusto?” Chiese Radish.
“Sì, esatto. Sul tetto invece ci sono le palestre, mentre all’esterno si trovano degli spiazzi adibiti alle esercitazioni pratiche. Probabilmente servono a qualche club.”
“Club? Cioè?”
“Non lo so ancora per certo, ma credo che dopo le lezioni ci sarà chiesto di partecipare ad attività pomeridiane.”
“Certo che sei formale quando parli.”
Gladyolo si passò una mano sulla nuca, come se fosse imbarazzato: “Di solito non parlo con dei coetanei. Fino a qualche mese fa facevo l’ambasciatore, quindi…”
 
“Ehi, ma c’è un altro corridoio?” Pump notò un largo passaggio che collegava il lungo corridoio da cui arrivavano ad un altro identico.
“Sì, nel corridoio esterno ci sono le aule dei club, in quello interno ci sono le aule vere e proprie per le lezioni del mattino. Vedi – disse indicando il cartello posto sopra una porta del primo corridoio – questo dovrebbe essere il club di cultura. Dall’altra parte invece c’è l’aula numero 7.”
Gladyolo indicò altre stanze, tra cui l’infermeria e i bagni. Alla vista della mensa, lunga quanto metà di tutto il piano, Radish cominciò a rendersi conto dell’effettiva dimensione della struttura: “Scusa, scusa… Vuoi dirmi che OGNI sezione di OGNI anno ha una mensa propria? Come cavolo è possibile? Significa che ci sono… Aspetta… QUARANTA MENSE?”
“Credo siano quarantuno o quarantadue, contando quelle riservate ai docenti.”
“Freezer è pieno di soldi da sbatter via.” Ringhiò Vegeta infastidito, ma Gladyolo pareva aver la risposta già pronta: “Beh, considera che l’istituto da un sacco di lavoro alla città. Oserei dire che tutta la zona vicina ospita solo collaboratori della scuola." Vegeta si lasciò scappare un gesto di stizzo. Effettivamente il discorso reggeva, considerando che l’appartamento di Nappa distava decisamente poco dall’istituto.


 
Dati interni delle sezioni:
  • Unità costruttiva (un quadrato blu, per intenderci): 7m x 7m
  • Corridoi: 4m x 69,8m
  • Altezza: 5m
  • Superficie calpestabile: 2520mq
 
“Gladyolo, la nostra aula, invece?”
“È quella in fondo al corridoio, vicino alle scale da cui siamo saliti.”
Pump e Radish entrarono in fretta, spinti dalla loro innata curiosità. La loro reazione alla vista dell’aula però non fu altrettanto impetuosa, semmai più… tiepida.
La larga stanza non era per nulla complessa: tre pareti bianche e nude incorniciavano i banchi, posti davanti un grande teleschermo. Dalle finestre si poteva ammirare l’immensa torre centrale del complesso, tanto grande da rendere difficile intravederne la cima. Radish la osservò per un attimo, poi chiese: “Continueremo a vivere lì quando iniziano le lezioni?”
“Sì, credo che vi lasceranno la stanza che state usando in questi giorni. Posso chiedervi di farci vedere la vostra sistemazione? È l’unica struttura che non ho ancora potuto visitare.”
Pump si lanciò davanti a Radish, stroncando la sua risposta: “Certo! Vieni, Dylia!”
Le due ragazze intrapresero una divertita corsetta vero l’uscita, tranquillizzando un poco l’animo di Gladyolo, che pareva ancora parecchio teso.  



Dati aule:
  • Dimensioni: 7m x 7m x 5m
  • Banchi: 24, elettronici
  • Lavagna: 1, elettronica
  • Design: dittatoriale
 
Poco dopo raggiunsero il primo piano dell’immensa torre. Curiosamente presentava una cavità al centro, probabilmente per consentire anche alle stanze più interne di ricevere un minimo di luce naturale durante il giorno. La stanza, dalle dimensioni a dir poco esagerate considerando la statura dei cinque giovani, presentava un arredo minimalista, ma non per questo non sembrava accogliente. Sulla sinistra tre letti a castello, poi tre scrivanie; sulla destra invece era situato il bagno e un ripostiglio.
“Beh, niente male, giusto?” Radish pareva soddisfatto della sua futura sistemazione.
Gladyolo sospirò, lievemente stanco: “Niente male davvero. Spero che ci assegnino un coinquilino pacifico.”
“Grazie a voi per il giretto turistico, altezza.” Disse scherzosamente Pump, esibendosi in un esagerato inchino. Gladyolo rispose in maniera composta, semplicemente annuendo.


 
Dati torre dei dormitori:
  • Piani: 40 + terrazza sul tetto
  • Unità abitative: 3’200
  • Unità abitative per piano: 80
  • Numero max. residenti: 96’000
  • Superficie calpestabile: 4750mq/piano
 
Un suono scaturì dallo scouter del principe albino. Gladyolo lo spense subito, poi si rivolse agli altri: “Scusatemi, si è fatto davvero tardi. Io ho ancora delle faccende da sbrigare per domani, quindi vi auguro un buon riposo.”
Il ragazzo salutò tutti i presenti, poi fece un cenno alla sorella e si incamminò verso l’uscita del palazzo, per scomparire nelle prime ombre della notte.




 
Dati unità abitative:
  • Dimensioni: 5m x 5m x 5m
  • Tre stanze: dormitorio, bagno, ripostiglio.
  • Arredamento: tre letti a castello, tre scrivanie elettroniche, teleschermo, doccia, wc, lavandino, stanza-armadio

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