Alma

di Soly_D
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte 1 ***
Capitolo 2: *** Parte 2 ***
Capitolo 3: *** Parte 3 ***
Capitolo 4: *** Parte 4 ***
Capitolo 5: *** Parte 5 ***
Capitolo 6: *** Parte 6 ***
Capitolo 7: *** Parte 7 ***
Capitolo 8: *** Parte 8 ***
Capitolo 9: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Parte 1 ***


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Questa storia partecipa all’iniziativa Halloween Haunted Run - II edizione  indetta dal forum Torre di Carta.
Immagine scelta: n° 128


Alma

Parte 1

Nonostante non senta alcun dolore in nessuna parte del corpo, Alma è piuttosto sicura di essere caduta e di aver battuto la testa: non ricorda da dove venga o come ci sia finita nel bosco, né tantomeno ricorda il volto o il nome dei suoi genitori, dei suoi fratelli, dei suoi amici, o i momenti passati accanto a loro.
È sola, ma non ha paura. Sa solo di chiamarsi Alma ed è certa che prima o poi qualcuno la verrà a cercare per riportarla a casa.
Una grande farfalla dalle ali nere e arancioni continua, imperterrita, a svolazzarle intorno. Desiderosa di poterla sfiorare, Alma solleva un braccio, ma nel momento in cui la farfalla sembra volersi posare sul dorso della sua mano, inaspettatamente la trapassa, entrandole indisturbata nella pelle.
Alma non sente alcun dolore e non ha paura, è solo sorpresa. Lentamente, una chiara consapevolezza si fa strada nel suo cuore con la stessa calma con cui la farfalla, dopo averle attraversato la mano, le entra nel petto fasciato di stoffa bianca finemente ricamata.
Ora Alma sa ben due cose: di chiamarsi Alma e di essere irrimediabilmente morta.








Note dell'autrice:
Non scrivo mai originali, ma questa si è scritta praticamente da sola. Il nome Alma non è casuale: significa anima.
Grazie a chi leggerà e vorrà lasciarmi un commento. E grazie al forum Torre di carta per le sue iniziative sempre interessanti!
Soly Dea


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Capitolo 2
*** Parte 2 ***


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Alma

Parte 2

Alma cammina in maniera così leggera che i suoi piedi nudi sfiorano a malapena il terreno e lo strascico del lungo vestito bianco non emette fruscii mentre spazza le foglie secche cadute dagli alberi ormai spogli.
Il bosco è buio e deserto, ogni tanto si avverte il verso di un corvo nascosto tra i rami di un albero oppure il rapido movimento di un animale selvatico che si aggira in cerca della preda.
Alma è sola, ma non ha paura. Perché dovrebbe averne, d’altronde? Ora non c’è più niente o nessuno che possa farle del male, e inoltre continua a non avere ricordi della sua vita mortale, per cui non sente la mancanza di parenti o amici.
Tuttavia, Alma pensa che sarebbe divertente circondarsi di una nuova famiglia con cui trascorrere la sua esistenza immortale.
Decide, allora, che la grande quercia secolare al centro del bosco, così forte e possente, sarà il suo papà e che nei momenti bui le basterà aggrapparsi al suo tronco coperto di ruvida barba per sentirsi un po’ meglio. I cespugli fioriti saranno le sue sorelle e quelli spinosi i suoi fratelli, mentre gli animali del bosco, da quelli più silenziosi a quelli più irrequieti, saranno i suoi amici.
Infine, il lago che si staglia in fondo al bosco sarà la sua mamma. E mentre si immerge in quelle acque scure e tranquille che, passo dopo passo, centimetro dopo centimetro, sembrano avvolgerla in un abbraccio freddo eppure confortante, Alma sorride con il cuore in pace.
Essere un fantasma, dopo tutto, non è poi così male.










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Capitolo 3
*** Parte 3 ***


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Alma

Parte 3

È giorno, il cielo è nuvoloso e Alma ha il vestito completamente asciutto nonostante abbia attraversato l’intero lago levitando con le gambe penzoloni nell’acqua e il busto in superficie.
Una volta raggiunta la sponda, intravede in lontananza una casetta di legno con il tetto spiovente e le bastano pochi, veloci passi per raggiungerla. Le pareti esterne sono vecchie, cadenti, ricoperte di una fitta e particolare vegetazione che sembra creare sul legno tante piccole, inquietanti facce – o forse è solo l’immaginazione di Alma che vede occhi e bocche nei buchi risparmiati dal verde.
Alma è sola, ma non ha paura. Perché dovrebbe averne, d’altronde? Se si trattasse di una casa infestata da fantasmi, non potrebbe che farle piacere. Anzi, forse si sentirebbe meno sola: papà-quercia, mamma-lago e fratelli-cespugli sono sì accoglienti, ma non particolarmente loquaci, mentre amici-animali passano sempre attraverso il suo corpo senza accorgersi minimamente della sua presenza.
Alma prova a spingere la maniglia della piccola porta nascosta tra le foglie, ma anche in questo caso la sua mano passa inevitabilmente attraverso la porta e alla fine Alma si ritrova con tutto il corpo all’interno dell’abitazione. Non c’è ombra di vita – né mortale, né immortale – ma solo pareti ammuffite e vecchi mobili scuri ricoperti di polvere e ragnatele.
Non è il massimo della bellezza o della comodità, ma Alma decide che sarà il suo nuovo rifugio ed è certa che bosco-famiglia non avrà assolutamente nulla da ridire.







Note dell'autrice:
Capitolo di passaggio che segnala le prime inquietudini della protagonista a proposito della sua nuova vita immortale.
Spero che la raccolta possa essere apprezzata, critiche e consigli sono ben accetti. Grazie <3










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Capitolo 4
*** Parte 4 ***


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Alma

Parte 4

Alma ha provato a togliere qualche ragnatela e a spostare qualche oggetto per rendere il suo rifugio più ospitale, ma dopo numerosi tentativi falliti le è ormai chiaro che il suo corpo, non avendo alcuna consistenza fisica, non può interagire con ciò che è fisico – come non può davvero abbracciare papà-quercia o farsi davvero abbracciare da mamma-lago. Che peccato, pensa, ma non si lascia scoraggiare.
In camera da letto, Alma ha trovato qualcosa di speciale che già sente come suo: uno scrittoio di legno pieno di oggetti insoliti, probabilmente appartenuti ad una ragazza più grande di lei.
A destra c’è un pupazzo bianco con una matassa di lana sulla testa, due profondi occhi neri e una cucitura dello stesso colore al posto della bocca, inquietante quasi quanto le facce disegnate dalla vegetazione sulle pareti esterne della casa. A sinistra ci sono candele di varie dimensioni sparse qua e là, libri vecchi e polverosi, eleganti collane di perle. Al centro, uno specchio ovale un po’ appannato racchiuso in una cornice dorata.
Alma, seduta allo scrittoio, guarda nello specchio ma non vede il proprio riflesso.
Che peccato, pensa, ma non si lascia scoraggiare. Non ancora.











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Capitolo 5
*** Parte 5 ***


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Alma

Parte 5

In salotto c’è un pianoforte che Alma vorrebbe tanto suonare: il bosco, così come il rifugio, sono sempre così silenziosi che un po’ di musica non le dispiacerebbe affatto. Il problema è che Alma, quel pianoforte, non può suonarlo: non perché non ne sia capace (chissà, magari in vita è stata un’ottima pianista) ma per il semplice fatto che le sue dita affonderebbero nei tasti senza produrre alcun suono.
Alma decide, comunque, di affidarsi all’immaginazione. Si siede – o meglio, levita – comodamente di fronte al pianoforte, stende con le mani pieghe inesistenti sul suo lungo vestito bianco e poi solleva le braccia per sfiorare con i polpastrelli i tasti bianchi del pianoforte.
Alma immagina una, due, tre note – suoni inizialmente casuali, incerti, timorosi. Altre quattro, cinque, sei note – questa volta più forti e chiare.
Alla ventesima nota, Alma ha preso confidenza con il suo spartito immaginario.
Alla cinquantesima nota, ha gli occhi chiusi, le labbra increspate in un sorriso e la mente pregna di una melodia limpida, dolce, forse un po’ malinconica, che le piace perché la rispecchia.
Oh, se anche le sue orecchie potessero sentirla davvero.











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Capitolo 6
*** Parte 6 ***


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Alma

Parte 6

Alma conosce ormai a memoria ogni angolo del bosco e ogni angolo del rifugio quando, improvvisamente, comincia a chiedersi come e perché sia morta. All’inizio è solo un dubbio, una semplice curiosità, ma col passar del tempo diventa un tarlo a dir poco insopportabile.
Allora Alma decide di tornare indietro dove tutto è cominciato: ai margini del bosco.
È buio proprio come il primo giorno della sua esistenza immortale e Alma cammina a piedi nudi sul tappeto di foglie secche, ma continua a non aver paura: papà-quercia, mamma-lago, fratelli-cespugli e amici-animali vegliano silenziosamente, costantemente su di lei.
Una lastra di marmo incastrata nel terreno la costringe a fermarsi. Incuriosita, Alma si piega sulle ginocchia per guardarla più da vicino: è una lapide.
Bambina ignota.
1906 – 1914.
Per un attimo, Alma si chiede se per caso quella bambina non sia lei, ma poi di colpo ha un flash.
Ora Alma sa ben tre cose: di chiamarsi Alma, di essere irrimediabilmente morta e – se n’è appena ricordata – di avere non otto anni (come la bambina lì sepolta), ma dodici.










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Capitolo 7
*** Parte 7 ***


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Alma

Parte 7

Alma torna spesso alla lapide della bambina ignota e, nonostante non abbia ancora capito il suo legame con lei, le basta sfiorare le lettere incise sul marmo per avere brevi, intensi flash sulla sua vita passata.
Ora Alma ricorda molte cose: che si chiama Alma, che è morta a dodici anni, che ha avuto una sorella e un fratello più grandi, due genitori amorevoli e tanti amici. I loro volti diventano ogni giorno più chiari e nitidi, così come i loro nomi e i ricordi dei momenti passati accanto a loro. E se da una parte, in questo modo, Alma si sente più serena, dall’altra non può che avvertire una crescente nostalgia per la sua vita passata.
Il giorno in cui Alma ricorda anche il modo in cui è morta – ruzzolando giù da un dirupo fino a battere la testa contro una roccia – è il giorno peggiore della sua esistenza immortale. Non perché il ricordo sia particolarmente brutto, ma perché, nel riviverlo, Alma comincia a svanire.
Il suo corpo si dissolve pian piano come vapore: prima le mani e i piedi, poi le braccia e le gambe, infine toccherà al busto e alla testa.
È la prima volta che Alma ha paura. Vorrebbe urlare, ma non ha fiato in gola. Vorrebbe piangere, ma non ha lacrime da versare. Non le rimane altro che rassegnarsi al suo triste destino: scomparire nel nulla, stavolta per davvero.
Un ultimo pensiero va a papà-quercia, mamma-lago e tutti gli altri: nonostante i loro pesanti silenzi, le mancheranno terribilmente.







Note dell'autrice:
Ci avviciniamo alla fine della storia: Alma ricorda ormai tutta la sua vita passata (risolve, cioè, il suo "conto in sospeso" come fantasma) e quindi la sua anima può volarsene via.
Ma qual è il legame di Alma con la bambina ignota? Lo scopriremo presto!
Grazie di cuore a chi leggerà e recensirà <3



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Capitolo 8
*** Parte 8 ***


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Alma

Parte 8

Quando Alma apre gli occhi, il volto atterrito di sua sorella le riempie l’intera visuale. Ha dei fiori colorati tra i capelli, sembra proprio un cespuglio fiorito.
«Alma», singhiozza con le lacrime agli occhi. «Resisti, stanno arrivando».
Alma sente dolore ovunque, soprattutto alla testa, e ha le narici pregne dell’odore del sangue che le cola dalla fronte lungo le guance, fino al collo e alle spalle, per poi finire sulle braccia tremanti di sua sorella che la tengono stretta.
«Quanto diavolo ci stanno mettendo?». Il tono di suo fratello, in piedi a pochi metri da loro, è più pungente di un cespuglio di rovi.
Poi, all’improvviso, urla in lontananza.
Degli eventi successivi, Alma non ricorderà molto se non la barba ruvida e il petto possente del suo papà, e le carezze fresche e delicate come acqua della sua mamma. Ma sarà solo parecchi giorni dopo, con la testa fasciata in un letto d’ospedale, circondata dai volti dei suoi numerosi amici, da quelli più silenziosi a quelli più irrequieti, che Alma ripenserà alle giornate trascorse nel bosco.
Un semplice sogno durato, in realtà, un battito di ciglia? O forse un vero e proprio viaggio dell’anima in bilico tra la morte e la vita?
Quel che è certo, è che Alma dovrà assolutamente tornare nel bosco.







Note dell'autrice:
Sono un’inguaribile romantica quindi ho deciso che la storia si concluderà con un happy ending. Rimane ancora il dubbio sulla tomba della bambina ignota, cosa che scopriremo nel prossimo e ultimo capitolo, l’epilogo, che pubblicherò domani <3



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Capitolo 9
*** Epilogo ***


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Alma

Epilogo

Alma sfiora con le dita la lapide della bambina ignota alla quale, il giorno prima di ruzzolare giù dal dirupo, ha raccontato la sua intera vita.
Ciao, non so se tu possa sentirmi ma comunque piacere di conoscerti. Mi chiamo Alma, ho dodici anni e mi trovo qui in campeggio con la mia famiglia. Custodisci ciò che sto per dirti: se mai un giorno dovessi dimenticarmene, tornerò qui e sarai tu a ricordarmelo. Va bene?
Alma sorride a quel ricordo, poi si addentra nel bosco. La quercia è ancora lì dove l’ha lasciata, forte, imponente, e ora Alma può davvero abbracciare il suo tronco ruvido senza ritrovarsi a stringere il vuoto. Alcuni cespugli le offrono fiori da accarezzare, altri spine pungenti che è meglio limitarsi a guardare. Gli animali, ora, possono vederla; le farfalle possono toccarla.
Anche il lago non è cambiato, ma ora, per attraversare le sue acque fresche e calme, Alma ha bisogno di una barca.
«Andiamo?».
Sua sorella le porge una mano, suo fratello è pronto a remare – dal giorno dell’incidente, non la lasciano un attimo sola e per convincerli a tornare nel bosco Alma ha dovuto pregarli.
Insieme attraversano l’intero lago in barca. Giunti dall’altra parte, raggiungono la casa abbandonata: ora Alma può spingere la maniglia della porta, togliere le ragnatele, spostare gli oggetti, vedere il proprio riflesso nello specchio dello scrittoio, suonare davvero il pianoforte.
«Sembra quasi che tu sia già stata qui», nota sua sorella accarezzandole la testa ancora fasciata che ogni tanto torna a farle male.
Alma sorride. Ora sa di chiamarsi Alma, di avere dodici anni, di essere sopravvissuta ad un grave incidente e – non ha più alcun dubbio – di aver assaporato per attimi durati intere giornate l’immortale, solitaria esistenza da anima vagante a cavallo tra la vita e la morte.
E non c’è sensazione più bella che sentirsi di nuovo viva, circondata dalle persone che ama.







Note dell'autrice:
Ricapitolando, se non fosse chiaro: Alma è in campeggio con la sua famiglia, ai margini del bosco trova la tomba della bambina ignota e le racconta la sua vita affinché ne custodisca il ricordo. Il giorno dopo Alma cade dal dirupo, sbatte la testa e rischia di morire, così la sua anima si perde nel bosco. Il resto (spero) è chiaro.
Grazie a chi è arrivato fin qui, anche un breve commento non mi dispiacerebbe. Alla prossima!



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